The best damn thing

di Lady S
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - Toc toc ***
Capitolo 2: *** 2 - Sogno o son desta? ***
Capitolo 3: *** 3 - A ciel sereno ***
Capitolo 4: *** 4 - Too meet you ***
Capitolo 5: *** 5 - Wrong choise ***



Capitolo 1
*** 1 - Toc toc ***


1- Toc toc



 

Marinette doveva ancora capire come diamine c'era finita in quella situazione.


Tutto era comincato quello stesso pomeriggio.
La classe era rimasta chiusa in palestra insieme al resto della scolaresca per un “possibile allarme akuma”.
Si possibile. Probabile avevano detto.
Più precisamente lo aveva detto il sindaco, dopo una telefonata di Chloè la quale sbraitava dicendo di aver avvistato chissà quale mostro.
Ovviamente subito dopo si era avvinghiata addosso ad Adrien lagnandosi come solo lei sapeva fare.
OVVIAMENTE.
Marinette se ne rendeva conto, stava diventando insofferente nei confronti di chi si avvicinava ad Adrien, se poi si trattava di Chloè, apriti cielo e spalancati terra!
Quindi erano tutti rimasti chiusi in palestra, seduti a gambe incrociate, a chiacchierare a piccoli gruppi, dapprima un po' spaventati, poi sempre più rilassati e scherzosi.
Poi finalmente era arrivato il “cessato allarme” e a poco a poco i ragazzi se ne stavano tornando a casa, ognuno dalle proprie famiglie.

-Marinette, sul serio, se andrai a casa in questo stato, come minimo il negozio di tuo padre sfornerà croissant bruciati per tutta la prossima settimana! Il tuo malumore è così forte che io stessa mi sento quasi arrabbiata!- sbraitò Alya, appoggiandosi alle spalle della sua migliore amica
-Credo proprio che stasera ti serva una buona serata tra amiche per tirarti un po' su il morale-
-Si vede così tanto?- le chiese l'altra nascondendo il viso tra le ginocchia
-Se escludiamo le occhiatacce e il fumo che ti esce dalle orecchie, no- Alya le sorrise così calorosamente che una parte di Marinette si sciolse istantaneamente.
Alya era la sua migliore amica ed era grata all'universo per questo dono. Lei e solo lei riusciva ad esserci sempre, a capirla anche quando lei stessa non si capiva, a compensarla. Erano due facce della stessa medaglia, ne era certa. Caratterialmente diverse ma così simili allo stesso modo.-Beh, direi che stasera ti chiederò proprio di fermarti per cena. Non penso proprio che per i miei genitori sarà un problema. Dici che per i tuoi potrebbero esserci problemi?-
Alya ci pensò un po' su e contò qualcosa sulla punta delle dita.
-Se non ho sbagliato nulla, per stasera le gemelle dovrebbero essere a posto e quindi credo proprio che per i miei genitori non ci dovremo assolutamente preoccupare- si alzò in piedi mettendosi la tracolla in spalla -ma ti mando comunque un messaggio di conferma, ok Mari?-
Così dicendo, le sorrise ancora, fece un cenno a Nino e scuoté ancora una volta la testa vedendo la scena tra Chloè e Adrien. Infine si avviò verso l'uscita.

Anche Marinette guardò ancora una volta la “coppietta felice” e per una volta, Adrien le fece quasi pena.
Era visibilmente infastidito dall'avere ancora addosso Chloè, ma era visibilmente combattuto, perché probabilmente non aveva la minima idea di come fare a staccarsela senza farla rimanere male.
Le venne quasi da ridere sotto i baffi. Doveva ammetterlo, se si fosse trattato di chiunque altro, la scena l'avrebbe fatta davvero ridere.
Prese le sue cose e anche lei decise di avviarsi verso casa, ringraziando di aver ritrovato una buona parte del suo buon umore.

 

Il resto della giornata passò in tutta tranquillità, nella solita routine alla quale Marinette era abituata.
Verso sera Alya le aveva confermato la sua presenza a cena, rilanciando l'offerta trasformando il tutto in un pigiama party tra amiche, così ogni piccola parte di Marinette era a poco a poco tornata al suo posto.
Si, era consapevole del fatto che probabilmente stava davvero reagendo in maniera eccessiva a cose di minima importanza, ma non poteva farci nulla.
La storia vissuta con Lila l'aveva punta sul vivo, lasciando evidenti strascichi.
E fu così che Marinette si scoprì come una ragazza gelosa del ragazzo che le piaceva e ancor di più, immensamente permalosa per qualsiasi cosa che comprendesse Ladybug.
Si, non era felice di questo lato del suo carattere, ma una volta presa la consapevolezza di questi suoi “difetti” poteva quanto meno provare a controllarli.
Poi succedeva una cosa come quella di quel pomeriggio e tutti i suoi buoni propositi andavano a farsi benedire.
Ma perchè mai Chloè aveva dovuto per forza scomodare un akuma? E soprattutto, perchè lei doveva essere proprio l'amica d'infanzia di Adrien?
E menomale che la coccinella era il simbolo della fortuna..


La cena si svolse nel migliore dei modi, tra risate e chiacchiere. Tra un piatto e l'altro, era venuta l'ora di andare a dormire. D'altronde, il giorno dopo ci sarebbe stata comunque la scuola e le ragazze sapevano che se non si fossero comportate in modo impeccabile, si sarebbero giocate tutti i bonus pigiama-party-infrasettimanale.
Salirono quindi in camera con tutta l'intenzione di prepararsi per andare a letto a spettegolare ancora un po' prima di dover inevitabilmente dormire.
Marinette cedette volentieri il primo turno in bagno alla sua amica, così che lei potesse dar da mangiare anche alla piccola Tikki.

-Grazie Mari. Mi spiace darti tanti problemi solo perchè vuoi passare una serata con la tua amica-
-Tikki, non ci sono problemi. A me spiace solo che stasera dovrò cacciarti dal tuo solito cuscino!-
La coccinella le fece un mezzo sorriso mentre sgranocchiava il suo ultimo boccone di biscotto prima di andarsi a nascondere.

Perfetto.
Tutto stava andando nel migliore dei modi per Marinette. Finalmente poteva pensare che una giornata come quella poteva finire bene, dopotutto.
La ragazza si sedette sul divanetto, aspettando che la sua amica finisse con il bagno (e a proposito, quanto ci stava mettendo Alya?).
Stava per mettersi a riguardare i suoi bozzetti di moda quando sentì un rumore provenire dalla sua finestra.

Si alzò di scatto e quando si voltò sentì il sangue gelarle nelle vene.
Un certo gatto nero si era appena materializzato alla sua finestra.

Ciliegina sulla torta?

Alya aveva appena deciso che era ora di uscire dal bagno.

 



 

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Capitolo 2
*** 2 - Sogno o son desta? ***





2 – Sogno o son desta?

 

Marinette avrebbe voluto scappare via da quella situazione.

 

La scena era questa: Chat Noir se ne stava, confuso, fuori dalla finestra della camera di Marinette, con un braccio flesso e il pugno per aria, Alya era sul punto di esplodere dalla quantità di emozioni che stava provando e Marinette stava diventando blu a causa della mancanza di aria.

Si, era così sconvolta che il suo cervello aveva dimenticato come si faceva a respirare.

 

-Ma lui..lui è..- cominciò infine Alya che evidentemente aveva appena cominciato a riordinare i suoi pensieri, anche perchè spostò la sua attenzione dall'eroe fuori dalla finestra, a Marinette, guardandola, stralunata -Marinette, che cosa ci fa Chat Noir fuori dalla tua finestra?-

 

-Io..- cominciò, rendendosi improvvisamente conto che, in effetti era vero -..io non ne ho idea- concluse, riuscendo finalmente e riprendere un contegno più o meno umano. Si voltò verso Chat che le sorrise di rimando, ma lei vedeva che era un sorriso tirato. Che si fosse reso conto di dover dare una spiegazione logica?

Marinette si mosse lentamente verso la finestra, mimando con la bocca “non fare danni” affinché Alya non la sentisse.

Incredibilmente, il viso del gattone apparve ancora più confuso.

 

Che qualcuno la salvasse da tutto questo, per favore!

 

 

***

 

 

Quella giornata a scuola era stata davvero una rottura dopo l'altra per Adrian, il quale si era visto sballottato da Chloe Bourgeois più e più volte. Le voleva bene, era la sua amica d'infanzia, ma quando lo usava, e si lui sapeva che lo usava più volte, come vanto per le sue compagne di classe, il fastidio che provava riusciva a prevalere sull'affetto che aveva per lei.

Il tutto poi era terminato con un rientro preventivo presso cassa sua nella quale era stato accolto solo ed unicamente da Nathalie. Le voleva bene, molto di più di quanto fosse comune per un'assistente, ma nonostante tutto, non poteva colmare l'assenza perenne di suo padre. Era rimasto con una solo genitore e lo stesso era perennemente assente.

 

Ecco, questo aveva reso quella giornata una gran rottura.

 

Neanche Papillon si era palesato per davvero e quindi la presenza di Chat Noir non si era resa necessaria. Adrian aveva quindi passato il resto della giornata rinchiuso in camera sua, a parlare con Plagg e a guardare anime, eppure la solitudine lo perseguitava di continuo.

 

Decise quindi che dopo cena avrebbe vestito i panni di Chat noir e sarebbe volato nella notte di Parigi.

Così fece.

Velocemente consumò la propria cena, salutò Nathalie, dicendo che sarebbe andato a letto presto e si defilò in camera.

 

-Plagg, credo sia giunto il momento di sgranchirsi le gambe!- gli disse, con un sorriso a 32 denti.

 

Per contro, il kwami gli rispose -Sarà meglio che prepari una bella dose di camembert, per questa trasformazione ingiustificata!-

 

-Certamente Plagg, ma per ora, PLAGG, TRASFORMAMI!

 

 

***

 

Marinette doveva ancora capire se stava sognando.

La sua amica Alya stava seduta sulla sua sedia rosa, poggiata con le braccia incrociate sopra lo schienale e il mento posato sopra, a guardare lei e Chat noir seduti sulla chiase long, lei in punta e lui tranquillamente stravaccato nella parte dell'imbottitura che le guardava, ghignando di tanto in tanto.

 

-Quindi..- cominciò Alya, ormai evidentemente stufa di tutto quel silenzio -..sei venuto a trovare Marinette eh?- gli chiese con gli occhi colmi di furbizia.

 

-Beh, se sono qui, direi che la risposta è piuttosto chiara- dichiarò il gattone, tirandosi più dritto nel sedersi.

 

Marinette vide gli occhi di Alya accendersi, la quale si voltò verso di lei con sguardo accusatorio. In automatico, la corvina alzò le mani in segno di resa, saltellando sul posto, perdendo, inesorabilmente l'equilibrio. Chiuse istintivamente gli occhi, preparandosi all'ennesima sederata che, tuttavia, non arrivò mai.

 

Ancora prima di riaprire gli occhi, seppe di essere ancora più nei guai con Alya.

 

Chat noir l'aveva presa al volo, prendendola tra le sue braccia e sedendola sulle sue ginocchia e lasciandole un braccio intorno alla vita, a mo di cintura.

 

-Principessa devi stare attenta, uno di questi giorni potresti farti molto male..- le disse ad un centimetro dall'orecchio.

 

Se solo avesse potuto, Marinette lo avrebbe strozzato, lì, seduta stante.

 

-Grazie, Chat noir- rispose, liberandosi del suo braccio ed alzandosi in piedi per allontanarsi da lui -perdonami, ma non ci hai ancora detto perché sei qui- gli chiese, ignorando completamente la situazione.

 

Il gattone si guardò intorno, incrociò le gambe e con fare del tutto naturale esordì con -Beh, sono solo venuto vedere se stavi bene- e poi, come se fosse la cosa più naturale del mondo continuò con -l'ultima volta che ci siamo visti, c'era un ragazzo akumizzato che cercava te e considerando l'allarme diramato oggi, mi è sorto il dubbio, dato che non ho visto nulla di sospetto in Parigi- terminò facendomi l'occhiolino.

 

Ok, adesso non sapeva più se Chat fosse un genio o se la considerasse un'attira-akuma. In entrambi i casi, la quantità di cuoricini che stava sparando Alya con lo sguardo, diminuì, per fortuna. Marinette si rilassò leggermente, per poi ritrovare la sua mano rapita da quella di Chat noir.

 

-Visto che state bene, donzelle, io vi saluto e vi auguro una buona notte- ci disse, facendomi un baciamano molto scenografico- sapete, il dovere da super eroi mi chiama- ci fece un lieve cenno con il capo prima di correre verso la finestra e sparire tra i tetti di Parigi.

 

Marinette rimase imbambolata a guardare oltre la finestra, cercando ancora di capire cosa fosse effettivamente successo.

 

-Terra chiama Marinette! Marinette, puoi ricevermi?- mi urlò Alya dalla sedia.

 

Mi girai di scatto, rendendomi conto che lei era li che mi fissava, ANCORA, con il suo sguardo alla Sherlock.

 

-Dunque sappi che, solo ed esclusivamente perché sei la mia migliore amica, non scriverò di questo ENORME SCOOP sul mio LadyBlog- mi apostrofò, alzandosi e cominciando a girarmi intorno come se fosse uno squalo.

 

-Scoop? Quale scoop, Alya?- le chiesi, consapevole che la mia voce si fosse leggermente incrinata

 

-Quale scoop?- mi chiese lei, ridendo -Amica mia, non prendermi in giro, sai che a me non sfugge niente..- continuò con tono accusatorio.

 

Io a quel punto cominciai ad andare nel pallone e cercai di allontanarmi, indietreggiando. Cosa diavolo aveva elaborato il cervello di Alya?

 

-Non so davvero di cosa tu stia parlando, Alya..- le dissi, indietreggiando ancora una volta.

 

Lei mi inseguì, mi mise le mani sulle spalle, incatenò il suo sguardo al mio e fece un respiro profondo.

 

-Marinette..- disse, caricandosi sempre più di hype - ..Chat Noir ha una cotta per te!- esclamò.

 

Scuotendo la testa, feci un altro passo indietro per liberarmi da lei e dalle sue assurdità, incappando nella chaise long, questa volta, cadendo all'indietro, battendo la sederata che prima, un certo GATTO NERO, le aveva evitato.

 

A gambe all'aria, ancora una volta pensò: e menomale che la coccinella era il simbolo della fortuna!

 

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Capitolo 3
*** 3 - A ciel sereno ***


3 – A ciel sereno

 

 

Non solo non aveva concluso niente, ma si era anche fatto beccare da Alya! Per non parlare della pessima scusa che si era inventato per sfuggire alle sue domande scomode.

Adrian era certo che Plagg lo avrebbe sgridato in ogni modo possibile appena sarebbe terminata la trasformazione.

 

Che poi, lui da Marinette non ci voleva neanche andare. Eppure, quando era passato davanti casa sua e aveva visto la luce della sua camera accesa, si era meccanicamente mosso verso la stessa, come una falena richiamata dalla luce. Non sapeva neanche lui cosa in realtà fosse andato a fare.

 

Adrian arrivò finalmente in camera e, come si de-trasformò, Plagg pretese il suo compenso, per poi esordire con un -Tonto! Cosa pensavi di fare? Ciomp- e continuare a mangiare.

 

-Grazie Plagg per il tuo sostegno- scherzò il ragazzo

-Ma che sostegno e sostegno..- continuò -..adesso hai una bella gatta da pelare, amico mio!- terminò, con una vena di sarcasmo.

 

Plagg e le sue pessime battute. Beh, quasi peggio delle sue, pensò.

 

-Hai ragione, d'ora in poi, Alya vorrà trovare qualcosa che provi i suoi sospetti..-

-Sempre che tu non non lo abbia già fatto- insinuò il kwami con fare malizioso

-No! Perchè dici una cosa del genere Plagg?- esclamò il portatore, preso in contropiede

-E allora Adrian, come mi spieghi quelle prese con Marinette, per non parlare di come la guardavi mentre l'avevi seduta sulle gambe..- e terminò con -..per non parlare del baciamano finale-

Adrian ci pensò un po' su per poi concludere -Plagg, ma quelle sono le cose che Chat noir fa con tutte le ragazze, sarebbe stato sospetto il contrario- si giustificò

-Non sapevo che ti intrufolassi nelle stanze delle tue compagne a fare certe cose, Adrian- gli rispose, provocandolo.

Il ragazzo divenne rosso come un peperone e abbozzò un -Non è quello che ho detto!-

-E allora, esattamente, cosa volevi dire?-

-Volevo dire che Marinette è una mia amica, una mia cara amica con cui ho il piacere di parlare..- partì a dire a macchinetta

-Mmm mmm, e a cui fai il baciamano come a Ladybug, giusto?- chiese il gatto

-Giusto! E come ti dicevo..cosa, NO!- si rese conto delle ghignate che il suo kwami si stava facendo -Plagg, non è vero!-

-E come mai non lo hai fatto anche ad Alya?-

-Perchè non era il momento!-

-E perchè non lo fai mai neanche alle altre?-

-Perchè..Plagg, cosa mi stai chiedendo di preciso?- chiese esasperato

-Io non sto chiedendo niente, piccolo umano- si piazzò di fronte a lui -io dico. E dico che professi di amare Ladybug ma poi corri dietro a Marinette!- sentenziò Plagg.

Incredibilmente, Adrian arrossì ancora di più -Io amo davvero Ladybug e non corro dietro a Marinette!- sputò fuori.

-Si si..- bofonchiò -..sapessi quante volte l'ho sentito dire-

-Cosa hai detto?-

-Niente!-

 

 

***

 

 

Per la prima volta in vita sua, Marinette arrivò volontariamente in ritardo a lezione. Il giorno prima, Alya l'aveva assillata tutto il giorno con la storia di Chat Noir al punto di desiderare che le cascassero le orecchie.

 

Chat noir di qua, Chat noir di la..eppure lei sapeva che il suo cuore batteva solo per Adrian Agreste.

 

Si recò a scuola, salendo le scale con calma, con molta calma. I suoi amici erano già entrati e probabilmente stavano già aspettando che iniziassero le lezioni, ma lei voleva essere sicura che la professoressa stesse materialmente già parlando, in modo tale da sgattaiolare dentro e sedersi a fianco ad Alya, mantenendo il silenzio più assoluto, almeno per un paio di ore. Non era molto, ma si sarebbe inventata qualcosa per dopo. In realtà aveva già un'idea in mente, ma era un jolly che si voleva giocare come ultima carta.

 

Le ore passarono e, per fortuna, l'attenzione di Alya venne richiamata dal suo fidanzato. Parlavano di un musicista emergente che, testuali parole, spaccava.

Marinette non poteva non sorridere mentre li guardava interagire. Erano così meravigliosamente in sintonia. Si rese conto di essersi imbambolata solo quando Adrian le mise una mano sulla sua.

 

-Marinette?-

-S..si? Co..cosa c'è?- balbettò, saltando istintivamente sul posto.

 

Al ragazzo scappò una risata leggera e Marinette diventò rossa come un pomodoro.

 

-Volevo solo sapere che programmi avevi per stasera- chiese -prima che tu arrivassi ci eravamo accordati per andare al cinema. Vuoi venire?-

-Io..penso che tu sia stupendo- blaterò per poi correggersi -NEL SENSO, è un'idea stupenda!- concluse -Oh mamma..- sospirò appena il ragazzo si girò per l'ingresso della professoressa delle ore successive.

 

Ma perché doveva essere sempre così maldestra?

 

 

***

 

 

Per Adrian le ore a scherma volarono, nell'attesa dell'uscita serale con i suoi amici. Non erano uscite eccezionali, erano solo delle ore passate a vedere un film, ma per lui erano tutto. Prima della scuola, le sue uscite erano legate solo esclusivamente ai suoi impegni e alle sue attività da modello, ma da quando si era fatto degli amici, il suo mondo era radicalmente cambiato. I suoi impegni e il suo lavoro da modello erano rimasti, ma il suo tempo non era più limitato nelle 4 mura della sua stanza. Aveva letto cosi tanti manga da bastargli per tutta una vita.

Poi era arrivato Chat noir.

Lui era stato la ciliegina sulla torta. Salvare Parigi era rischioso e ogni battaglia era un rischio, ma lui poteva essere se stesso, sempre. Inoltre, non era mai solo. La sua bugaboo era sempre stata con lui, fin dal prima giorno, e non lo aveva mai giudicato. Certo, non aveva mai ricambiato il suo amore, ma più e più volte gli aveva detto e dimostrato quanto fosse un suo amico prezioso nonché un compagno di cui si potesse sempre fidare.

 

Perso nei suoi pensieri su quanto si sentisse fortunato, arrivò davanti al cinema. Scese dalla propria limousine, congedò la propria guardia e corse verso Alya e Nino, che lo aspettavano, mano nella mano.

 

Ovviamente, Marinette era in ritardo.

 

Chissà perché, Adrian sorrise.

 

 

***

 

 

Marinette stava correndo verso il cinema, maledicendo il suo tempismo. Possibile che non fosse mai e poi mai in orario per niente? Aveva già rischiato 3 storte e ben cadute, ma miracolosamente era riuscita a stare in piedi.

Era quasi arrivata e non vedeva l'ora di passare la serata con i suoi amici ed Adrian, ma un urlo si alzò su Parigi e un fulmine viola squarciò il cielo sereno.

La ragazza si fermò, girandosi istintivamente verso il rumore, anche se già sapeva a cosa stava andando incontro.

 

Papillon aveva trovato un'altra vittima e Ladybug sarebbe presto entrata in azione.

 

 

***

 

 

Marinette non arrivò mai al cinema, ma quello che era davvero preoccupante era che non rispondeva né ai messaggi, né alle chiamate di Alya. Quando la sala fece l'ultima chiamata per il film i tre ragazzi avevano ormai deciso di andarla a cercare. Conoscendola, poteva esserle successo di tutto, anche cadere dentro un tombino aperto. Stavano per iniziare il loro percorso a ritroso, verso la casa della corvina, quando videro una cosa rossa cadere sul tetto del cinema, spaccandolo. Immediatamente una folla di persone si riversò in strada mentre una forma umanoide viola volava dentro al cinema, passando dal buco creato prima.

Visto la completa mancanza di istinto di sopravvivenza, Alya, si fiondò all'interno del cinema, inseguita da uno spaventatissimo Nino che le urlava di non entrare.

 

Adrian rimase appositamente indietro. Quello era sicuramente una nuova persona akumizzata e Chat noir doveva entrare in azione, subito.

 

 

***

 

 

Ladybug non aveva mai preso un colpo del genere in vita sua. Questa Madame des vents era troppo forte e troppo furba per essere affrontata da sola.

Ci aveva provato, ci aveva provato davvero, ottenendo però un volo di venti metri, facendo la fine di una meteora, andando quindi a sfondare il tetto del cinema.

 

-Che male!- si lamentò rimettendosi a fatica in piedi. Fortunatamente era atterrata con la schiena su una fila di sedili, ma si era comunque tagliata in una serie di punti nel costume e sul viso -Dov'è quel gatto quando serve?- si chiese mentre cercava di pulirsi parte del sangue che aveva in faccia.

 

-M'Lady, ti sei fatta male?- gli chiese una voce preoccupata che si avvicinava alle sue spalle a grande velocità.

 

-Niente che non possa gestire mon chaton..- gli rispose, sorridendogli. Era preoccupato e questo non l'aiutava -..dobbiamo sbrigarci Chat- continuò -è troppo forte. Non possiamo permettergli di accrescere il suo potere-

 

Lui reagì, facendo un segno di assenso con il viso e tirando fuori il suo bastone -Ai tuoi ordine, mia signora-

 

Insieme, si lanciarono nella battaglia.

 

 

***

 

 

In qualche modo, anche questa volta erano riusciti a sconfiggere Papillon, ma non con poca fatica, anzi, in realtà la sua Lady questa volta era davvero provata, al punto da non rispondere nemmeno alle sue provocazioni. A malapena gli aveva dato il pugno, simbolo della loro vittoria.

 

-Stai bene, insettina?-

-Non chiamarmi insettina..- gli rispose lei mentre si teneva il fianco.

-Ladybug, dammi la possibilità di aiutarti, quel fulmine ti ha preso in pieno!- esclamò Chat, ripensando alla scena.

 

Già la sua caduta era stata brutta, ma poi, per fare in modo che il piano con il Lucky Charm funzionasse, si era letteralmente buttata nel mezzo della tempesta di fulmini che l'akumizzata usava come scudo. Era impossibile non restarne coinvolta.

 

-Sto bene, davvero cha....- sospirò la coccinella, prima di accasciarsi al suolo.

-Insettina!- urlò chat, prendendola al volo

-Ti ho detto di non chiamarmi insettina..- gli rispose cercando di sorridere. Il loro miraculous suonò per la penultima volta -..non posso stare qui- disse cercando di liberarsi dalle braccia del ragazzo ma lui non glielo lasciò fare -Chaton, ti prego..-

-Si, lo so..- le disse -..dammi solo il tempo di portarti al sicuro-

 

Lei lo fissò con un'espressione di gratitudine in volto, allacciandogli le braccia intorno al collo e appoggiando il capo sul suo petto. Il cuore del ragazzo mancò un colpo.

 

Un attimo dopo si trovavano in un vicolo nascosto, al riparo dai curiosi.

 

-Sei sicura di stare bene?-

-Starò bene appena tornerò nei miei panni da civile-

Lui la guardò ancora con un velo di preoccupazione ma lei esibì un sorriso mentre lo incitava ad andare via. A malincuore, Adrian si allontanò.

 

 

***

 

 

Marinette era riuscita a congedare Chat noir appena in tempo. Appena lo vide scomparire, la sua trasformazione terminò e si sentì subito meglio. Quella battaglia era stata durissima e l'aveva ridotta ad uno straccio. Per poco prima non sveniva, in quel cinema.

Si affrettò a dare un biscotto alla sua piccola kwami, che giaceva, stanchissima, sulle sue gambe. Si ispezionò il volto con le mani per capire se avesse ancora segni di quella battglia, ma i tagli, come da copione erano scomparsi.

Vide il cellulare illuminarsi un milione di volte e si affrettò a prenderlo. Alya le aveva scritto venti messaggi e l'aveva chiamata altrettante volte.

-Tikki, sono in una mare di guai!- esclamò alzandosi di scatto.

 

Il fianco le diede una fitta lancinante, che le fece perdere l'equilibrio e la costrinse in ginocchio.

 

Tikki le volò a fianco, preoccupata -Marinette, stai bene?-

-Io..io..-sussurrò tra un lamento e l'altro mentre piano piano si alzava, di nuovo. Si sollevò la camicetta, nel punto le faceva male e vide un enorme ematoma bluastro lungo come le ultime costole del lato destro del torace -..io non capisco. Tikki, com'è possibile?- le chiese.

 

La kwami si avvicinò alla parte lesa e la esaminò per qualche secondo sembrando essere giunta ad una conclusione fattibile -Marinette, credo che questo fosse la miglior cosa che potesse accadere- la ragazza la fissò, stranita dalla risposta, inducendo quindi la coccinella a continuare -Marinette, credo che incassando un fulmine, tu abbia avuto una lesione molto grave in questa zona, al punto da poterla ridurre solo in questo modo. Credo che tu abbia ancora una costola rotta. Non ti spaventare se nei prossimi giorni avrai sintomi strani..- le disse, cercando di tranquillizzarla -..devi riposare- concluse.

La ragazza la guardò, spaesata -Non pensavo di essermi ferita così tanto..-

-Marinette, ti sei lanciata tra una tempesta di fulmini!-

-Si, ma non faceva male- si giustificò

-Perché eri Ladybug. Devi stare attenta, o uno di questi giorni ti farai male sul serio- la sgridò

-Più di così?- le chiese, scettica

-Credimi, molto di più- le rispose, seria, Tikki.

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Capitolo 4
*** 4 - Too meet you ***



4 – Too meet you

 

 

Quattro giorni dopo, Marinette aveva ancora un aspetto spettrale, ma quantomeno aveva smesso di passare notti insonni alla ricerca di una posizione non dolente. Tikki l'aveva avvertita, ma il mattino dopo il cinema, era stata veramente molto male. Aveva dato di stomaco un paio di volte e i muscoli di tutto il corpo le facevano male. I suoi genitori, vedendola così, pensarono subito ad una influenza gastro-intestinale, per cui chiamarono la scuola per avvertire che per il resto della settimana non avrebbe frequentato le lezioni. In questo modo, Marinette poté cogliere la palla al balzo e usare la stessa scusa con i ragazzi, i quali le furono tutti molto vicini, ma si scusarono per non andarla a trovare perché non volevano prendersela.

Alya la video-chiamò solo quel pomeriggio, dove, una volta viste le sue occhiaie, decise che le avrebbe lasciato qualche giorno per riprendersi.

 

Tutto molto bello, peccato che dopo quattro giorni, il suo fianco continuasse a farle male ad ogni passo.

 

Si fece una doccia veloce e si rivestì di tutta fretta. Doveva andare a scuola quel giorno, o i suoi genitori l'avrebbero portata dal medico.

 

-Marinette, sei sicura?- le chiese Tikki mentre la ragazza finiva di farsi i soliti codini bassi

-Non ho altra scelta..- le rispose, mentre si infilava le ballerine -..se non vado a scuola, il medico troverebbe quell'ematoma e farebbe domande a cui non potrei rispondere. Stringerò i denti e mi limiterò a seguire le lezioni- finì, incamminandosi verso le scale.

 

Fece colazione con un toast al burro e si incamminò verso scuola, salutando velocemente i suoi genitori.

Aveva dovuto allungare le bretelle dello zaino, perché le facevano forza proprio sul punto dolente.

 

-Marinette!- la chiamò Alya da lontano. Senza accorgersene, era già arrivata a scuola. Sollevò un braccio per salutarla, facendole un sorriso tirato, ma tanto era troppo lontana per vederla chiaramente.

Le si avvicinò con calma, perché pensare di correre era davvero impensabile per lei, adesso.

La sua amica la fissò per tutto il tempo del tragitto -Amica mia, sei proprio bianca come un cadavere!- esclamò -Sicura di stare bene?- le chiese, preoccupata.

 

-Si, Alya, sto bene..- rispose cercando di essere il più possibile convincente -..il mio aspetto risente di questi giorni passati vicino al bagno-

-Bleah, che schifo!- si agitò l'altra -Questo non volevo saperlo..-

-E allora basta domande e andiamo in classe- decretò Marinette, cercando di assumere una buffa espressione di finto comando.

-Signorsi signora!- le rispose l'altra, ridendo.

 

 

***

 

 

Adrian era molto grato per non aver avuto un altro allarme akuma in questi giorni. Dopo la battaglia al cinema gli era servita qualche ora per riuscire a prendere sonno. Ogni volta che chiudeva gli occhi, rivedeva la sua Lady lanciarsi in una tempesta di fulmini, ma nei suoi sogni lei cadeva al suolo, inerme. Lui correva da lei, la prendeva tra le sue braccia e la chiamava, la chiamava in continuazione, senza ricevere risposta.

 

Si era spaventato a morte.

Come diavolo le era venuto in mente di fare quella cosa? Si era appena schiantata su un tetto!

 

-Bro, guarda chi c'è- lo chiamò Nino, scuotendogli leggermente il braccio. Adrian ritirò la sua testa dalle nuvole, andando a guardare la porta della classe.

-Marinette!- esclamò, forse con troppa enfasi. Lei girò la testa verso di lui e arrossì leggermente, ma molto meno del solito. In realtà la ragazza aveva un colorito cereo e spento.

-Ci..ciao A..a..adrian..- balbettò, mentre gli passava davanti per andare a sedersi al proprio posto. Aveva una camminata instabile e lo sguardo strano, come se si stesse sforzando nel fare qualcosa.

-Ehi, stai bene?- le chiese, voltandosi verso di lei.

-Io..s..si, tutto o..ok, adesso..- balbettò di nuovo, portandosi una ciocca di capelli ribelli dietro l'orecchio -..gra..grazie Adrian- gli sorrise, ma il suo sorriso era tirato, molto tirato.

Adrian, la fissò ancora qualche momento, alla ricerca di segnali, ma fu costretto a voltarsi all'ingresso dell'insegnante. Aveva preso una decisione.

 

Quella sera Marinette avrebbe ricevuto visite da Chat noir.

 

 

***

 

 

Le lezioni passarono più in fretta di quanto si aspettasse e, con sua somma gioia, stare seduta non era stato un così grosso problema.

-Bene ragazzi, con questo e tutto, potete andare.- disse la professoressa mentre li congedava -E ricordatevi che domani ci sarà la lezione dimostrativa di scherma.- terminò, andandosene.

 

Marinette perse un colpo.

Si girò verso Alya, che stava chiudendo lo zaino -Perché non ne sapevo niente?- le chiese, paranoiata.

-Hai ragione!- esclamò l'altra dandosi una manata sulla fronte -Lo hanno detto venerdì mattina e mi è passato di mente..-

-Ti è passato di mente?- chiese l'altra, più accusatoria di quanto dovesse

-Ehi scusa, ma non è così importante-

Marinette venne presa completamente contropiede. Aveva ragione, per quanto sapesse Alya, quello non era importante. -Hai ragione, scusami tu..- rispose, avvilita -..ma sai quanto sarà bello Adrian in veste di spadaccino?- spiegò lei, a mo di scusa.

Alya, per fortuna, le credette -Hai ragione, non ci avevo pensato! Devo assolutamente portare una macchina fotografica!-

-Esatto, e con la scusa di fare le foto per l'evento, farai anche un sacco foto ad Adrian che poi darai a me- le disse con fare sognante.

-Va bene, va bene..- le disse mettendole un braccio attorno al collo -..cosa non farei per te, amica mia-

-No, cosa non farei io, per te- le rispose, sorridente.

 

Arrivò a casa, più felice di quando ne era uscita.

Stava imparando a muoversi senza causarsi dolore e, se capitava, riusciva a sopportarlo meglio. Andò in camera sua, per affrettarsi a fare i compiti. Mamma le aveva promesso la sua cioccolata calda come premio.

 

Cosa poteva andare storto?

 

 

***

 

 

Il pomeriggio era passato velocemente per il giovane rampollo di casa Agreste, pieno di impegni improrogabili e sempre di massima importanza. A volte lui stesso si chiedeva perchè si sottoponeva a tutto questo.

 

Si affrettò a consumare la cena, per poi correre a rinchiudersi in camera, liquidando Nathalie con un -Oggi è stata una giornata pesante, buonanotte.-

 

Richiamò Plagg, con urgenza.

-Adrian, hai davvero intenzione di farlo?-

-Si certo!- rispose al suo kwami -Oggi Marinette aveva proprio una brutta cera..-

-..e per questo finirai di nuovo in camera sua stasera- concluse Plagg, fissandolo. Adrian decise che non era il momento discutere con lui, quindi si limitò a dire -Plagg, TRASFORMAMI!-

 

 

***

 

 

Marinette aveva appena finito di spazzolarsi i capelli prima di andare a letto. Dopo cena, si era subito congedata, dando la buonanotte ai suoi genitori. Era davvero stanchissima e provata dalla giornata. Era stato facile, ma non poco stancante. Si era data una lavata veloce e si era infilata nel suo pigiama bianco e rosa e si era sciolta i codini. Era decisamente pronta a farsi una lunga nottata di sonno.

 

-Vedrai Tikki, domani sarò fresca come una rosa- le disse mentre si dirigeva a piedi nudi verso il letto. La piccola kwami volò direttamente sul suo cuscino, posto nella parte più scura, non visibile dalla botola.

-Ne sono sicura Marinette! Oggi sei stata fantastica- le rispose

-Grazie..- arrivò al letto dopo aver scalato gli scalini -..ma adesso è proprio ora di dorm..- le parole le morirono in gola appena si sdraiò sotto le coperte.

 

Sopra la sua testa, al di là della botola, la fissava Chat noir.

 

 

***

 

 

Adrian era appena arrivato a casa di Marinette. Questa volta aveva deciso che sarebbe passato dalla botola, nella speranza di evitare momenti imbarazzanti. Si era quindi affacciato piano piano e l'aveva vista li, a ridosso del letto, pronta per andare a letto. Si perse a guardarla in pigiama, inoltre aveva i capelli sciolti ed erano decisamente più lunghi di quando si aspettasse. Si imbambolò per un attimo, ma si riprese non appena quella disse -Grazie, ma adesso è proprio ora di dorm..- ma non terminò mai la frase, perché lo vide attraverso il vetro.

Chat abbozzò un sorriso, bussando un paio di volte alla finestra, nella muta richiesta di farlo entrare. La ragazza ci mise un momento prima di realizzare che doveva alzarsi per aprirgli, ma alla fine lo fece, lasciandolo scivolare silenziosamente in camera sua.

 

-Ciao principessa..- iniziò, sedendosi a terra, di fronte a lei che stava accucciata sotto le coperte, nell'angolo più scuro -..vedo che stavi per andare a fare il tuo risposino di bellezza..- la punzecchiò un pochino. Non ricevendo, però, si vide costretto a continuare -..se vuoi posso andare via, Marinette-

-Si..cioè, no..!- si affrettò a dire lei -Cosa..cosa ci fai qui, Chat noir?- gli chiese, confusa. La vide tirare su ancora le coperte. Solo allora si rese conto che era in canotta.

-Ma come, non posso venire a trovare la mia principessa preferita?- le chiese, ridendo.

-E io sarei la tua principessa preferita?- gli chiese, passando dall'imbarazzo allo scetticismo

-Perché no?- ribatté Chat, innocente

-E di Ladybug cosa mi dici?- chiese lei, con tutta l'intenzione di metterlo a disagio e ci riuscì.

Il ragazzo ci pensò un momento, alla fine decise di essere sincero -Ladybug non è la mia principessa..- iniziò -..è la mia compagna di mille battaglie, una mia amica fidata, il mio primo amore..- e si interruppe, perché faceva comunque fatica ad ammetterlo -..anche se non ricambiato in alcun modo. Quindi decisamente lei non è mia e, sopratutto, non è decisamente una principessa.- concluse -La mia Lady è tante cose, ma decisamente non una principessa..- ribadì con sguardo sognante -..e menomale, altrimenti pensa in che guaio saremmo, Marinette!- disse, ridendo.

Nonostante la battuta, Marinette lo fissava con espressione triste. Gli prese una zampa e disse soltanto -Mi dispiace tanto Chat noir. Credimi, so come ti senti.-

-Davvero?- gli chiese di getto

-Davvero davvero..- rispose lei, abbozzando un sorriso

-Tu? Principessa, credimi, faccio fatica ad immaginare una situazione del genere..-

-Cosa?- chiese l'altra, alterandosi un poco -Pensi che io non possa avere problemi di cuore? Mi credi una bambina?-

-NO!- esclamò l'altro, avvicinandosi -Non è quello che intendevo..- istintivamente gli venne di allungarsi verso lei per metterle una ciocca sbarazzina dietro l'orecchio -..non capisco come qualcuno possa non apprezzarti, Marinette- disse serio, mentre ritirava la mano, facendole volutamente una mezza carezza.

La ragazza era diventata rossa di colpo -A..a..a sua disc..discolpa..- iniziò a balbettare, guardandosi le mani -..ec..ecco a sua dis..discolpa, l..lui non lo sa..- terminò, non riuscendo a guardarla in volto.

-Perchè?- chiese curioso il gatto, mentre la scrutava. Era davvero bella.

-Per..perchè?- chiese lei di rimando.

-Si, perché non lo sa?-

-Io..- si fermò. Stava pensando, lo vedeva dagli occhi -..non..non credo sia una buona..idea- sospirò, con aria triste.

-No Marinette, non farmi quel faccino triste..- le disse, dandole un buffetto veloce -..non posso vederti così, principessa.- voleva consolarla, voleva abbracciarla, ma non si osava.

-Non è così facile, Chat..- disse infine -..ci sono cose, complicazioni, che non posso permettermi..- ammise. Poi la vide realizzare qualcosa -..ma non è importante- terminò, velocemente.

-Si che lo è..-provò a reintrodurre il discorso, ma non ci riuscì.

 

Un boato scosse la città, nel cuore del silenzio di una Parigi addormentata.

 

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Capitolo 5
*** 5 - Wrong choise ***


 

5 - Wrong choise

 

 

La battaglia della sera precedente era stata una vera e propria agonia per Ladybug, non tanto per l'akumizzato in sé quanto per il tempo che aveva trascorso a fare finta di stare bene, considerando che Chat noir le era stato con il fiato sul collo per tutta sera. Aveva provato più e più volte a tranquillizzarlo, ma quello che le era rimasto appiccicato per tutta la battaglia, rendendo la stessa molto più lunga di quanto non dovesse essere.

 

Per questi motivi, la mattina seguente, Marinette era un vero e proprio straccio.

-Marinette, tesoro, sicura di stare bene?- le chiese sua madre con aria preoccupata -Questa influenza intestinale ti ha proprio stravolta, bambina mia- disse, lasciandole la colazione e un bacio in fronte.

-Mamma, sto bene, davvero- le sorrise la ragazza.

-Va bene..- rispose bonaria la donna -..ma oggi verrai esonerata dalla lezione di ginnastica. Ieri io e tuo padre ne abbiamo parlato e abbiamo deciso che per oggi va così.-

-Ma mamma..- iniziò Marinette, mentre mesticava un toast alla marmellata.

-No, niente “ma” Marinette..- la interruppe -..non è trattabile. Puoi andare a scuola, ma per l'attività fisica dovrai aspettare la settimana prossima.-

 

“O il prossimo akuma..” pensò la corvina, ripensando alla sera precedente. Forse stare a riposo non era una brutta idea, se non fosse stato per la dimostrazione di scherma. Oggi si sarebbero dovuti sfidare tra di loro e lei si era preparata nelle ultime settimane solo per farsi notare da Adrian. Un lieve sbuffo le sfuggì mentre si alzava dalla sedia.

-Marinette, è solo ginnastica. Perché quella faccia?- le chiese sua madre mentre la fissava, curiosa -Non c'entrerà qualcosa quel ragazzo..Adrian, giusto?-

Marinette divenne rossa come un pomodoro e affrettò un -No, ma va! Che stai dicendo mamma..- quasi urlato -..è che mi piace Adr..CIOE' mi piace la ginnastica, tutto qui-

Sua madre, la fissava a braccia incrociate, ridendo sotto i baffi -Marinette?-

-Sì?- rispose l'altra ancora in paranoia.

-Sei in ritardo per la scuola- le comunicò

-Oh accidenti!- esclamò, catapultandosi verso l'uscita.

 

A quel punto, sua madre non riuscì più a trattenere la risata.

 

 

***

 

 

La notte precedente, Adrian era crollato a letto, stremato dalla giornata appena trascorsa. Essere Chat noir era sfibrante per la sua vita da quattordicenne. Tuttavia la sera precedente, prima della comparsa dell'akuma, aveva avuto una conversazione molto interessante con Marinette. Aveva scoperto che c'era qualcuno nel suo cuore, che lei soffriva per questo, proprio come lui si affliggeva per la sua insettina. Inoltre, aveva visto una Marinette diversa da quella dei banchi di scuola, una fanciulla capace di una grande empatia e in grado di nascondere sentimenti così importanti nel profondo nel suo animo.

 

Perché questo gli aveva dato così fastidio? Come aveva fatto a vederla solo come una ragazzina semplice ed imbranata? Come mai si era svegliato con l'irrefrenabile voglia di scoprire chi fosse il giovane per il cui si struggeva Marinette?

 

Non ne aveva parlato con Plagg, perché dopo le sue ultime allusioni, ne avrebbe solo approfittato per darsi ragione da solo e, sinceramente, non era quello che serviva ad Adrian in quel momento. Arrivò a scuola, consapevole che solo una persona avrebbe potuto rispondere alle sue domande, oltre che a Marinette, ovvero Alya. Ovviamente doveva aspettare il momento giusto per parlare da solo con lei, ma voleva saperne di più e la sua curiosità da gatto andava assolutamente accontentata.

 

 

***

 

 

Marinette era arrivata davanti alla classe assieme alla professoressa Bustier, la quale stava per entrare proprio in quel momento. Lei la guardò facendole capire esattamente a cosa stesse pensando “Marinette, ancora in ritardo?”

La corvina si limitò a seguirla, andando verso il proprio banco ma per poco non sbattè contro Rose, la quale se ne stava lì, impalata davanti a lei, a fissare con fare adorante Lila, la quale teneva banco proprio dal suo posto.

Quando la vide, si girò verso Adrian facendo finta di non averla notata. Evidentemente non voleva cederle il posto.

-Ciao Lila- esclamò allora la corvina, abbastanza forte de attirare l'attenzione di tutti -Vedo con piacere che sei rientrata dai tuoi viaggi.-

-Oh ciao Marinette- le sorrise l'altra -Stavo giusto raccontando di come avevo passato questi ultimi giorni in Egitto, presso l'ambasciata francese..-

-Ah bene..- la interruppe l'altra che intanto si era fatta strada tra i suoi compagni -..ora se non ti dispiace, vorrei sedermi al mio posto per seguire la lezione, grazie.- tagliò corto, conscia di avere addosso gli occhi della professoressa.

Lila non poté far altro che guardarla male, ma giusto per un istante, poco prima di mostrarle l'espressione di sorpresa più falsa del mondo -Il tuo posto! Oh cielo, tutto questo viaggiare deve avermi scombussolata!- ridacchiò l'altra mentre prendeva la sua roba -Mi scusi professoressa Bustier, vado subito a sedermi così da non disturbare più la sua lezione-

-Certo, grazie Lila.- rispose l'insegnante in modo gentile -Ora se siamo arrivati tutti, direi che dobbiamo iniziare la lezione di oggi..-

Marinette si sedette, conscia di avere lo sguardo di Lila puntato sulla schiena.

 

Splendido, proprio oggi doveva tornare a scuola?

 

-Marinette..- la chiamò Alya, sottovoce -..sei stata grande prima!-

-Non la sopporto..- le rispose la corvina, ma la professoressa la guardò male, senza dirle nulla, ma tanto bastò a zittire entrambe.

 

 

***

 

 

Durante il cambio dell'insegnante, Adrian aveva inviato un messaggio veloce ad Alya.

Ho bisogno di parlarti, da sola. Non dirlo a Marinette, per favore”.

L'aveva vista leggerlo, stupirsi e bofonchiare una scusa con la corvina, asserendo che il mittente era sua sorella maggiore che le chiedeva di tenere le sue sorelle quella sera.

Dimmi dove e quando. Ci sarò” le rispose.

Per fortuna aveva deciso di reggergli il gioco.

Dopo la dimostrazione di scherma. Fatti colpire in fretta, così potremo parlare. Grazie mille Alya” scrisse, velocemente mentre Nino gli parlava insieme, ignaro.

 

Si accordò giusto in tempo, poiché un'invadente Lila gli si sedette al fianco, cercando di intavolare un discorso che non gli interessava. Dopo gli avvenimenti avvenuti con Ladybug, aveva cominciato a vederla per quello che era e non aveva piacere nell'avere la sua compagnia, ma era troppo educato per dirglielo. Alzò lo sguardo, nella ricerca di una valido motivo per congedarsi e vide Marinette fissare Lila. Aveva la stessa espressione di quel pomeriggio, in palestra, mentre fissava Chloè che si lagnava su di lui.

 

Perché sembrava così infastidita?

 

Non ebbe il tempo di pensare ad una risposta perché la professoressa di scienze entrò in classe ed iniziò immediatamente la lezione.

 

 

***

 

 

Anche quella giornata era passata relativamente in fretta ma Marinette arrivò comunque molto tesa alla fine. Dopo aver presentato l'esonero, il preside le aveva detto che poteva anche andare a casa e saltare la dimostrazione, visto che non avrebbe comunque potuto parteciparvi, ma rispose che era interessata e che si sarebbe fermata volentieri almeno ad osservare. Alya l'aveva guardata un po' male quando le aveva detto che avrebbe solo osservato e sinceramente non ne capiva il perché ma lei non se ne sarebbe andata per nessun motivo al mondo. Sapeva che quella strega di Lila era venuta a scuola solo per questa dimostrazione di cui Adrian sarebbe stato il protagonista. Non l'avrebbe mai persa d'occhio, né lei né tanto meno Chloè che era fatta della stessa pasta.

Si andò a sedere a fianco alla sua amica, attendendo l'inizio della dimostrazione del suo adorato Adrian. Lo aveva già visto tirare a scherma, ma ogni volta ne rimaneva incantata. Sembrava che danzasse, un ballo potenzialmente letale se i suoi avversari non erano al suo livello. Era inutile, non c'era nulla che non le piacesse se si parlava di Adrian Agreste.

Con la coda dell'occhio vide la sua migliore amica tirare fuori dalla sua borsa la macchina fotografica che usava per i suoi articoli sul LadyBlog.

Si era ricordata!

-Oh Alya..- sospirò, riconoscente.

-Non c'è di che, mia cara.- rispose l'altra, consapevole di quale fosse il motivo di tanta gratitudine -Almeno avrai altre foto da appendere nella tua camera- concluse, facendole un occhiolino.

Marinette rise, leggera. Quella ragazza aveva il potere di metterla sempre di buon umore.

 

La dimostrazione iniziò e la corvina non si rese neanche conto che una figura le si avvicinò da dietro -Puoi farti fare tutte le foto che vuoi, Marinette, ma non lo avrai mai..- le sussurrò Lila, così sottovoce che solo lei la sentì -..fissalo finché puoi perché una volta che sarò la signora Agreste, non lo vedrai mai più, pasticcera- finì prima di allontanarsi, velocemente.

Marinette si voltò, di scatto, pronta a dirgliene quattro, ma Adrian fu così veloce a battere il suo avversario, che non ne ebbe il tempo. Il preside si era appena alzato dalla sedia e aveva appena richiamato l'attenzione della classe.

 

Maledetta doppiogiochista!

 

 

***

 

 

Adrian era talmente sovrappensiero che si dimenticò il programma che aveva preparato per far durare la dimostrazione più di un paio di minuti. Solo quando vide il suo compagno a terra si rese conto di aver già finito.

L'esonero dall'attività fisica di Marinette non ci voleva proprio, non sarebbe mai riuscito a parlare da solo con Alya, almeno non oggi e questo, al suo lato da gatto, non andava proprio. Non poteva nemmeno finire di nuovo a casa di Marinette, non era proprio il caso, due sere di fila. Cosa avrebbe pensato di lui?

Si chinò a porgere la mano al suo avversario mentre il preside creava le coppie con il resto dei suoi compagni.

-Mi spiace signorina Lila, siete dispari. Non credo sia il caso di farla duellare contro Adrian. Cosa ne pensa se la lascio in panchina?- chiese un mortificato Damocles.

-Non si preoccupi, preside, non c'è problema. E poi non potrei mai lasciare la mia amica Marinette da sola- rispose l'altra.

-Che cosa?- urlò Marinette, prima di tapparsi la bocca, imbarazzata. Caspita, adesso si che era visibilmente arrabbiata.

-Contegno signorina Dupain-cheng!- intimò il preside -Va bene signorina Lila, vada pure a sedersi.-

-Certo!- rispose l'altra, incamminandosi.

 

Marinette divenne tutta rossa, scattando in piedi, così in fretta da far bloccare Lila sul posto.

-Non mi serve nessuna compagnia, signor Damocles..- iniziò a dire, mentre si dirigeva verso le attrezzature sportive -..anzi, credo proprio che non sia giusto che Lila salti la prova per colpa mia..- raccolse una spada e un casco, mettendoselo in testa -..e posso provare a dare due colpi di scherma..- continuò -..sempre che Lila non si tiri indietro, ovviamente.- concluse, tirando già la visiera.

La ragazza italiana sembrava sul punto di esplodere dalla rabbia. La vide andare velocemente incontro alla corvina, senza dire una parola.

Il preside provò a fermarle, ma non arrivò in tempo.

Appena Lila si mise in posizione, una rapidissima Marinette le balzò addosso, dandole la prima stoccata e facendola cadere indietro.

-Ops, scusami, per caso non eri ancora pronta?- le chiese, cantilenando mentre le porgeva. L'altra non le rispose e si rialzò, da sola, scacciando la mano con la sua spada.

 

L'attenzione di tutti era ormai su di loro.

 

Lila si mise nuovamente in posa, ma questa volta, fu lei a scattare, costringendo Marinette ad indietreggiare, facendo uno scatto estremamente profondo.

 

Adrian la guardò, incredulo. Non era lei quella che inciampava nei suoi stessi piedi?

 

Lila provò un altro affondo, ma anche questa volta Marinette lo evitò muovendosi di lato e tirandole l'ennesima stoccata.

L'altra non la prese bene.

Adrian la vide girarsi di colpo, cambiare l'impugnatura della spada e dare un colpo con l'elsa al fianco di Marinette. Inevitabilmente la corvina perse l'equilibrio, cadendo sul fianco opposto.

 

Istintivamente, il biondo corse verso la ragazza, per vedere se stesse bene, mentre il preside sbraitava qualcosa sul fatto che Marinette aveva un esonero per cui non poteva fare esercizio, senza curarsi del fatto che la stessa se ne stava lì, pallida come un cadavere, raggomitolata.

 

Adrian si inginocchiò davanti a lei, proprio a fianco di Alya, e il suo cuore perse un colpo.

Marinette era svenuta.









Nota dell'autrice

Ciao a tutti!
Allora, ho deciso di scrivervi perchè d'ora in avanti le date di aggiornamento verrano cambiate. Settimana prossima rientrerò a lavoro, percui aggiornerò solo quando avrò il tempo di scrivere. Questo non vuol dire che non scriverò più, anzi. Sono decisa a concludere entrambe le mie storie e lo farò.
Volevo solo dirvelo, perchè non trovo corretto non darvi spiegazioni.
Detto questo vi saluto e vi aspetto al prossimo capitolo!

Baci baci, 
Lady S

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