Entròphia di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Mondo ‘zelante’ ***
Capitolo 2: *** Cap.2 I nuovi tiranni ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Kamhara è in dolce attesa ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Figli ***
Capitolo 5: *** Cap.5 L’acqua che bagna la terra ***
Capitolo 6: *** Cap.6 La gioia resta nel passato ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Jaco, poliziotto galattico ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Il sonno di Vegeta ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Chiarimento tra padre e figlio ***
Capitolo 10: *** Cap.10 Un nuovo corpo ***
Capitolo 11: *** Cap.11 Stay with me ***
Capitolo 12: *** Cap.12 Kid Uub ***
Capitolo 13: *** Cap.13 Neri pensieri ***
Capitolo 14: *** Cap.14 Ascolta la mia voce ***
Capitolo 15: *** Cap.15 Intervista in mondovisione ***
Capitolo 16: *** Cap.16 L'attacco dei terrestri ***
Capitolo 17: *** Cap.17 Aranyhíd ***
Capitolo 18: *** Cap.18 La discesa del dio ***
Capitolo 19: *** Cap.19 Il doppio volto dei terrestri ***
Capitolo 20: *** Cap.20 Junior viene aggredito ***
Capitolo 21: *** Cap.21 Al palazzo del re ***
Capitolo 22: *** Cap.22 La situazione precipita ***
Capitolo 23: *** Cap.23 Majin Marron ***
Capitolo 24: *** Cap.24 Universo corroso ***
Capitolo 25: *** Cap.25 Inversione del tempo ***
Capitolo 26: *** Cap.26 L’apparizione di Whis ***
Capitolo 27: *** Cap.27 Fernweh ***
Capitolo 28: *** Cap.28 Elly annienta Cell ***
Capitolo 29: *** Cap.29 MajinMarron e Bra ***
Capitolo 30: *** Cap.30 La debolezza di Vegeta ***
Capitolo 31: *** Cap.31 MajinMarron viene sconfitta ***
Capitolo 32: *** Cap.32 Elly inizia il suo allenamento con gli dei ***
Capitolo 33: *** Cap.33 Goku vs Ub ***
Capitolo 34: *** Cap.34 Kid Ub vs Goku ***
Capitolo 35: *** Cap.35 La tecnica decisiva ***
Capitolo 36: *** Cap.36 Kid Uub viene sconfitto ***
Capitolo 37: *** Cap.37 Una statua per Son Goku ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Mondo ‘zelante’ ***
Do
we
have
to wait
'till
our
worlds
collide
You
can't
turn
back the tide"
(Depeche
Mode, It's
no
good, 1997).
Bra
era intenta a chiudere il pannolino di Goshin,
questo, ridacchiando, si trasformò in supersaiyan.
Goten
impallidì
guardando il figlio e deglutì a vuoto. Il bambino aveva i
capelli sollevati verso l’alto, del color dell’oro,
esattamente come la coda dalla peluria spessa. Una spessa aura lo
avvolgeva, dando vita ad un rumore continuo.
“Non
mi abituerò mai a quanto è precoce”
sussurrò Goten
con
voce roca.
Bra
prese il figlio tra le braccia e lo cullò.
Goten
negò
con il capo e rispose: “Mi hanno licenziato. Ora sto cercando
in un’altra pizzeria. Però prima devo passare da
Tenshinhan,
gli lascio May.
Oggi fanno una festa con tutti i bambini” spiegò.
“Oh,
vero. I piccoli Latys
e Gorin
oggi
fanno il compleanno. Con quello che è successo di recente ho
completamente perso la concezione del tempo” ammise.
“Quella
ragazza, Lory, ho notato che ci spia ogni tanto. Sembra affamata e
intimidita, le ho lasciato qualcosa da mangiare. Ti
dispiace?” domandò Goten.
“Credo
che lei e la principessa abbiano già trovato un modo per
sistemarsi. Non hanno bisogno della nostra carità”
ribatté Bra.
Goten
si
grattò la testa e ribatté: “Forse la
principessina non le dà abbastanza da mangiare. Certo
che… è stato impressionante vedere Elly
proteggere Vegeta”.
“Mio
padre sembra fin troppo teso davanti a quella ragazzina. Il livello di
potenza di Veki
è
inferiore anche al mio. Mi chiedo cosa tema”
borbottò.
“Semplice,
è sua sorella maggiore. Sicuramente è qualcosa di
psicologico.
Vado,
ci vediamo amore” disse, posando un bacio sulla guancia della
moglie.
<
Io sono tentata di avvelenarla > pensò Bra.
Cell
corrugò la fronte, guardando Kid
Bu
diventare
completamente nero.
“Cosa
sta succedendo?” domandò, con la voce tremante.
<
Freezer è tornato in vita, ha
trovato
il modo per scappare da qui. Ora anche questo.
Non
voglio essere l’unico a rimanere imprigionato
agl’inferi! > gridò mentalmente.
“’Lui’
sta perdendo il controllo. La sua anima sta cambiando e presto
diventeremo una cosa sola” cinguettò Kid
Bu.
Piegò di lato il capo, facendo scricchiolare sinistramente
il collo. “Lourth
mi
aveva promesso questa svolta ed ora sta arrivando”.
“Io
quando sarò libero? Quando potrò?!”
gridò Cell.
“Vediamo
quanto potresti essere utile al ‘nostro
signore’” disse con voce stridula.
<
Porterò morte e distruzione, senza nessun controllo. Solo
questo m’interessa > pensò.
“Oh,
lo sarò. L’ultima volta ho dovuto attendere la
collisione tra il mondo dei morti e quello dei vivi.
Ho
cercato di riportare indietro i miei fasti di un tempo. Ora
diverrò una minaccia nuova, qualcosa di più
pericoloso.
Attendo
qualsiasi piano Lourth
abbia
per me > promise Cell.
“Goku…”
chiamò Re Kahio
dal
suo pianeta.
Son
russava, braccia e gambe spalancate, la bava alla bocca ed un cuscino
sotto il piede sinistro.
“Goku…”
chiamò ancora Re Kahio.
Goku
russò più fragorosamente in risposta.
“Ora
che faccio? Devo metterlo in guardia!” si agitò Re
Kahio,
dimenando le antenne e il corpo rigonfio, dalla pelle azzurra. Fece
fremere le ali da scarafaggio, col respiro affannato.
Bubble
lo
guardava preoccupato.
<
Proverò con Vegeta > decise Re Kahio,
spostando la direzione delle sue antenne.
“…
Vegeta…” chiamò con voce tremante.
Vegeta
dormiva a faccia in giù nel cuscino, indossava solo dei
boxer e teneva le gambe spalancate.
“Emh,
Vegeta…” riprovò Re Kahio.
“Bulma,
sto dormendo! Cinque dannati minuti!” sbraitò il
principe dei saiyan.
Bulma
si
affacciò dalla porta e batté le palpebre.
“Scimmione,
ora è anche sonnambulo” borbottò.
|
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Capitolo 2 *** Cap.2 I nuovi tiranni ***
"Questa
storia partecipa al Juke-Box dei Prompt di Writer's Wing".
"Canti
di stagione
anime
salve in terra e in mare
sono
state giornate furibonde
senza
atti d'amore
senza
calma di vento
solo
passaggi e passaggi
passaggi
di tempo
ore
infinite come costellazioni e onde"
(Fabrizio
De André, Anime Salve, 1996)
"Canti
di stagione
anime
salve in terra e in mare
sono
state giornate furibonde
senza
atti d'amore
senza
calma di vento
solo
passaggi e passaggi
passaggi
di tempo
ore
infinite come costellazioni e onde"
(Fabrizio
De André, Anime Salve, 1996).
“Io
sono Selima”
disse l’aliena con le fattezze di Hit, mettendosi in
ginocchio. Si portò un braccio all’altezza dei
seni, col pugno chiuso e chinò il capo, curvando la schiena.
Era
in una sala completamente candida, dalle pareti di metallo, oltre le
finestre s’intravedeva una spessa aria violetta, che copriva
in gran parte le alte guglie degli edifici.
<
Sono state giornate furibonde. Un vento di battaglia ci ha scosso, ma
in questo pianeta sembra che di tutta questa furia non sia arrivato
niente. Come se in questo posto, sperduto tra le infinite
costellazioni, non ci fosse segno del passaggio del tempo. Come se
questo luogo si fosse congelato, non mi sorprende che i migliori
scappino da questo luogo alla ricerca di nuovi mondi >
pensò.
“Vi
porgo i miei omaggi, miei signori”. Aggiunse.
<
I gemelli Sakeh e Sekhmet sono
gli ultimi rimasti della famiglia Cold.
Si dice che sia resuscitato Kuriza,
ma è solo una voce, e di certo non vuole ereditare, o si
sarebbe fatto vivo.
I
due gemelli non si muovono mai dal loro pianeta e di sicuro non lo
fanno senza l’intero esercito changelling.
Non hanno la forza e la capacità in comando dei loro cugini
Cooler e Freezer, ma non sapevo a chi altro rivolgermi.
Ci
stanno distruggendo ed io voglio la mia vendetta >
pensò.
Sekhmet si
passò la mano sulla placca violetta che aveva in capo. Le
sue fattezze erano ridotte rispetto a quelle di Freezer, era grande la
metà, esattamente come suo fratello che condivideva con lui
il trono. Il suo corpo era completamente rosso.
“Cosa
vuoi?” domandò con aria annoiata.
“Re Cold,
prima di essere annientato, ha ricreato la grande flotta di mercenari
da invasione, mio signore. Ora, però, non ha nessuno al
comando. Serve un nuovo imperatore, un nuovo
‘lord’” spiegò Selima,
tenendo lo sguardo basso.
<
Mi prenderò la vendetta prima di tutto su quel dannato Yamcha.
Non sarà uno dei più potenti, ma mi ha sfidato
così a lungo! Voglio vederlo in lacrime, umiliato ai miei
piedi a chiedermi perdono.
Poi
vorrò vedere uccisi anche Vegeta e Goku. Sono loro che ogni
volta annientano noi, l’esercito da invasione più
potente dell’universo! > pensò.
“Sappiamo
che nostro cugino Freezer è vivo, adesso. Periodicamente
resuscita. Non abbiamo nessuna intenzione di sfidarlo”
borbottò Sakeh.
Il suo corpo era completamente bianco, aveva una placca rosso scuro in
fronte e quattro corna sulla testa, completamente lisce, dello stesso
colore.
“Mio
signore, Freezer è fuggito. Agli occhi del vostro popolo
potete finalmente farlo passare per un reietto e prendere la
sovranità” gli ricordò Selima.
Entrambi
i gemelli sorrisero.
“Questo
ci piace. Ci piace molto” disse Sekhmet.
“Verremo
subito a prendere il ruolo che ci spetta, con tutto il nostro
esercito”. Aggiunse Sakeh.
“Che
la nostra conquista inizi. I pianeti cadranno di fronte a
noi!” gridarono in coro i fratelli.
Selima nascose
un sorrisetto dietro la mano.
<
Proprio quello che volevo. Manovrarli è così
facile che potrei diventare io la nuova regina di questo universo. La
grande mistress > si disse.
|
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Capitolo 3 *** Cap.3 Kamhara è in dolce attesa ***
"Questa storia partecipa al Juke-Box dei Prompt di Writer's Wing".
Prompt:
"Prinizzi e billizzi non si ponnu mmucciari"
(Gravidanza e bellezza non si possono nascondere)
(Proverbio calabrese)
Cap.3 Kamhara è in dolce attesa
Junior guardò la testa di Elly appoggiata sul proprio
braccio, il respiro della ragazza era regolare.
Junior le diede un bacio sulla fronte.
La bambina
gattonò fino a sotto l’albero di Natale. Un paio
di ciocche bionde le erano finite davanti al viso. Raggiunse un
regalo, sgranò gli occhi e sorrise, stringendolo.
Il namecciano vide la ragazza socchiudere gli occhi e sbadigliare. La
figura di Junior si rifletté nelle iridi azzurre della
giovane.
Elly si sfilò il cappello di Natale che aveva sul capo e gli
sorrise.
< Il suo sorriso continua ad illuminare i miei
Natali… e tutta la mia vita > pensò
Junior.
“Sono così felice di aver potuto festeggiare il
Natale con nostro figlio. Temevo proprio che avremmo dovuto rimanere in
eterno in quella dimensione demoniaca” sussurrò.
Junior si sporse e le posò un bacio sulla fronte,
accarezzandogliela col pollice. La pelle verde scura faceva contrasto
con le sue chiare unghie aguzze.
“Sta crescendo così in fretta e tra tutte queste
vicende ci stiamo perdendo dei momenti importanti”
mormorò.
Elly annuì.
“Se penso che ho promesso a Kamhara che ci saremmo allenate
la prossima settimana… Se portassi Jaden con me? Ce ne
occuperemmo noi due” propose.
Junior corrugò la fronte, sospirando.
“La cosa mi preoccupa alquanto” mormorò.
Inarcò un sopracciglio. “Come mai questa
promessa?” domandò.
“Ho rischiato di perderla. Non ne sapevamo niente, ma lei era
praticamente morta di nuovo.
Lei ci ha salvato dalla dimensione demoniaca e per poco io non
l’avrei mai potuta ringraziare” mormorò
Elly. Si massaggiò la spalla. “Quindi le ho
promesso che una volta tornata dal viaggio di nozze, sarei stata
accanto a lei”.
Junior si grattò una guancia.
“Sposarti sotto Natale con pochissimi invitati. Non certo la
cosa principesca che voleva la famiglia di John e quella faraonica che
desideravano Bulma e Chichi” ammise.
Elly ridacchiò.
“John sa avere il caratteraccio di Vegeta se vuole. Se gli
diranno qualcosa, non li farà fiatare con qualche bella
minaccia dovuta alla sua lingua tagliente”
mormorò.
Junior si sporse, prese la copertina e la sollevò, coprendo
bene il bambino nella culla.
“A proposito di Vegeta. Da quando è tornata sua
sorella mi sembra assente. Come se nascondesse qualcosa.
All’inizio pensavo fosse per tutta quella faccenda del
mercenario, considerando anche che Freezer è vivo. Poi ho
dato la colpa a sua sorella, ma penso ci sia
dell’altro” sussurrò.
Elly serrò un pugno.
“Quella Veki, è così odiosa. Voglio
allenarmi anche per poterle tirare un pugno sul naso”
borbottò.
Junior ridacchiò.
< Tu con le principesse non vai mai d’accordo, che
siano saiyan o elfe non fa differenza > pensò.
*********
Kamhara passò le mani sopra le lenzuola del letto,
appianando le pieghe. Avvertì una presenza e si
voltò, vedendo Junior entrare nella stanza.
Inarcò un sopracciglio e sorrise.
“Sei venuto anche tu con Elly?” domandò.
Junior strinse le labbra ed annuì, tenendo lo sguardo chino.
“Non so cosa possiate combinare a stare una settimana da
sole. Considerando anche che c’è il
‘mio’ piccolo Jaden con voi” disse secco.
Kamy sorrise e si passò una mano tra i capelli rossi.
“Diffidente, vero?” chiese.
Junior incrociò le braccia al petto ed annuì.
“Sempre” spiegò.
Kamhara si voltò e mise la coperta sopra il lenzuolo. Si
piegò e la appuntò.
“Sono contenta che tra te ed Elly vada tutto bene. Siete una
coppia fantastica” disse.
La punta delle orecchie di Junior e le sue guance divennero rosse.
“È naturale. Molti anni fa ho capito il trucco
dalle parole di Vegeta e Goku” spiegò.
Kamy inarcò un sopracciglio.
“Ossia?” domandò.
Junior sorrise, mostrando i canini aguzzi.
“Ci vogliono persone forti per stare accanto ai saiyan.
Quelli come voi hanno bisogno di persone che gli tengano testa, per
continuare a far ribollire il vostro sangue guerriero, per rinnovarlo
nella lotta. Che sia verbale o fisica, è la battaglia che li
fa amare” spiegò.
Kamhara sorrise e dimenò la coda dalla pelliccia rosa.
“Non avrei saputo dirlo meglio” ammise.
Junior la osservò, guardò i suoi brillanti occhi
castani e addolcì il sorriso, incrociando le braccia.
“Nelle tue condizioni ti conviene stare attenta mentre ti
alleni” sussurrò.
Kamy sussultò.
“Come?” domandò.
“Gravidanza e bellezza non si possono nascondere. Elly
può agghindarsi come vuole, anche con una brutta tuta larga
e le mollette nei capelli per me sarà sempre stupenda.
Tu puoi fare finta di niente quanto vuoi, si capisce che
aspetti” spiegò il namecciano.
Kamhara sorrise.
“Woooah.
Sei proprio saggio” ammise.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Figli ***
(Elton
John, Your Song, 1970)
Kamhara si
massaggiò l’addome e sorrise.
“Ora
sei nel mondo anche tu piccolo Matt, non vedo l’ora di
poterti stringere tra le mie braccia” sussurrò.
“Nappa
si è messo a piangere pensando che presto avrà un
altro principino da poter crescere” sussurrò John.
Avvolse Kamhara nelle
ali da pipistrello, abbracciandola da dietro, posandole un bacio
nell’incavo del collo.
“Non
vedo l’ora di dirlo al principe Vegeta”
sussurrò.
“Dirà
che siamo troppo giovani, gli verrà qualche infarto, si
lamenterà e alla fine sarà il più
contento tra tutti” preventivò John.
Kamy annuì
vigorosamente, aggiungendo: “Mi ripeterà in
continuazione di stare attenta e di non fare sforzi. Bulma mi
racconta sempre tutto quello che ha combinato quando lei era incinta di
Bra. Non è andato neanche ad allenarsi da Billsama”.
Re Kahio si
deterse la fronte con un fazzoletto.
<
Non mi resta che lui! Goku e Vegeta sembrano sempre impegnati! >
pensò.
Gohan era
chinato sui libri, intento a sfogliarli.
“Non
posso crederci che sono padre! Chi lo immaginava che non solo sarei
tornato ad essere uno studioso, ma sarei anche diventato di nuovo
genitore.
Pan
guardava me e sua madre come due irresponsabili, ma siamo ancora
giovani in fondo” si disse.
<
Sono così preoccupato, così ansioso. Se non fossi
all’altezza?
Per
non parlare del fatto che con tutta questa faccenda sono rimasto molto
indietro con i miei studi > rifletté.
“Gohan!”
chiamò più forte la divinità.
“Il
signor Piccolo era così commosso…”.
Proseguì Gohan.
Gohan si
voltò alle sue spalle.
“Non
ora! Devo finire i miei calcoli, Goten!
Smettila di disturbare!” sbraitò.
Re Kahio sospirò
pesantemente e si passò la mano sul viso.
“No,
no, no. Nessuno mi ascolta e la situazione è
grave” gemette, lasciandosi cadere pesantemente seduto sul
prato erboso.
Vegeta
volava sopra la città dell’Ovest,
superò le guglie dei palazzi e accelerò, il vento
gli sferzava il viso.
<
Sono uscito per riflettere.
La
Morte mi ha chiamato semidio. Cosa voleva dire?
Ho
chiesto informazioni a Whis,
chiedendogli se magari fosse merito del supersaiyan blue.
Lui ha ridacchiato e mi ha fatto semplicemente notare che io riuscivo a
vedere le auree divine quando ancora non avevo raggiunto il supersaiyan God.
Sì, è sempre stata una mia capacità,
anche se era preclusa agli esseri umani > rifletté.
Atterrò
e si sdraiò per terra, riprendendo fiato.
In
lontananza si udì l’ululato di un coyote.
Vegeta
alzò il capo, il vento gli faceva ondeggiare le ciocche more
spesse tre dita. Alcune di esse, spesse solo due, gli scivolavano lungo
la fronte spaziosa dando vita a una frangetta.
Vegeta
sentiva l’aria gelida sferzargli il viso. Socchiuse le labbra
e osservò le comete che solcavano il cielo blu-notte. La
scia azzurrina che lasciavano dietro di sé si rifletteva
nelle iridi color ossidiana del saiyan,
facendogliele brillare.
Vegeta
dimenò la coda, la peluria castana si muoveva morbida.
Il
principe allungò il braccio muscoloso e alzò la
mano, coperta da un guanto pallido, verso il cielo.
La
luce della luna filtrò tra le nuvole.
Vegeta
sgranò gli occhi vedendo la luna apparire davanti a lui. La
luce argentea lo illuminò interamente, riflettendosi sulla
sua armatura candida.
Vegeta
si sporse sulle punte dorate degli stivaletti e spiccò il
volo. Levitò, avvicinandosi di più
all’astro pieno, che lo illuminava interamente.
L’ombra
dell’uomo si allungava lungo il terreno brullo, ricoperto di
macchie di sangue violetto.
Il
simbolo della famiglia reale comparve sulla fronte di Vegeta, brillando
d’oro. Le ciocche della frangetta si alzarono verso
l’alto e s’irrigidirono, il resto della
capigliatura a fiamma fremette.
Delle
ali da fenice, di fiamme nere, apparvero sulle spalle del principe dei saiyan.
Questo strinse un pugno, mentre il vento faceva ondeggiare anche le sue
piume di fuoco.
<
La luna è come una madre… per me.
Sembra
guardarmi come si fa con un figlio > pensò Vegeta.
La
luce argentea lo avvolse. Chiuse gli occhi, avvertendo un calore
invaderlo. I suoi capelli si tinsero di blu, mentre sferette di luce
iniziavano ad ondeggiare intorno al suo corpo muscoloso, stretto
dall’aderente battle-suit nera.
Gettò
indietro la testa, mentre raggiungeva il livello di supersaiyan God supersaiyan.
Alcune sferette azzurrine di energia gli sfiorarono le guance.
Socchiuse le labbra ed iniziò a cantare.
La
sua voce calda e roca risuonava tutt’intorno.
Socchiuse
gli occhi, mentre avvertiva delle fitte al cuore. Lasciò
ricadere all’indietro le braccia, rilassando i muscoli.
Si
stese in aria, la luce argentea faceva contrasto con quella blu che
emanava e quella nera che sprigionavano le sue ali.
L’emanazione
lunare che lo aveva avvolto divenne sempre più consistente
fino a trasformarsi in una serie di veli color argento, che lo
avvolsero, lasciandogli scoperto solo il viso.
Vegeta
si addormentò, ma continuò a cantare e la sua
voce risuonava sempre più forte. Dalla sua fronte si
partì un raggio dorato, che prese le sembianze di una
fenice. Si librò in cielo, divenendo di fiamme blu ed
esplose, in un bagliore azzurrino.
I
veli si dissolsero e Vegeta scivolò verso il basso,
atterrando steso sul terreno. Si ritrasformò, le ali
scomparvero e i suoi capelli tornarono dello stesso colore
dell’inchiostro.
La
luna fu coperta nuovamente dalle nuvole, che s’ispessirono
divenendo nere. Iniziò a piovere.
Vegeta
socchiuse gli occhi, sentendo le gocce gelide di pioggia ticchettargli
sul viso. Si rialzò seduto, scosse il capo ridestandosi
completamente e si rialzò in piedi. Si voltò e
spiccò nuovamente il volo, dirigendosi nella direzione da
cui provenivano le luci della città.
|
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Capitolo 5 *** Cap.5 L’acqua che bagna la terra ***
"Questa
storia partecipa al Juke-Box dei Prompt di Writer's Wing".
Prompt:
"Il n'y a que deux choses qui délassent vraiment. Rire, ou
faire l'amour."
(Fred
Vargas, Dans le bois éternels)
Cap.5 L’acqua
che bagna la terra
<
Regnerebbe il silenzio se non fosse per il suono della pioggia
scrociante, che ritmicamente viene interrotta dai tuoni in lontananza.
Osservo
i fulmini, una pioggia elettrica che riesco solo a fissare pigramente.
Non sono neanche in grado di temerla come dovrei. Non mi metto a riparo
nemmeno dall’acqua che mi si riversa addosso.
Brividini
freddi scuotono il mio corpo altrimenti insensibile.
Rivoli
d’acqua scivolano intorno a me, le lacrime mi rigano il volto.
Da
bambino penso di aver avuto un incubo così, ma allora non
sapevo per chi fossero le mie lacrime.
Può
una persona a cui vuoi bene farti così male solo stando male
lei? Ti rendi conto che non la conosci. La tua sofferenza è
solo un atto di egoismo, come se durante un’eclissi qualcuno
si lamentasse che gli è saltata una lampadina.
Alla
fine i tuoi problemi non sono mai all’altezza di quelli degli
altri.
I
miei non sono all’altezza neanche rispetto a quelli di altri
me stessi. Non ho mai pianto per la morte di Mirai Gohan, quel
guerriero non era il mio mentore ed io non l’ho mai
conosciuto.
Le
sofferenze di Mirai Trunks mi risultavano così aliene,
irreali per me.
Non
c’è nessun cadavere attorno a me, solo la
città deserta.
Nessuno
vuole uscire. Abbiamo trovato inutile cancellare la memoria
dell’attacco alieno qui su questo pianeta. Non era come con
Majinbu, nessuna vittima sulla Terra; è bastato dire che Mr.
Satan ha affrontato e distrutto gl’invasori alieni.
Eppure,
questo ha portato a lasciare i loro cuori colmi di paura, portandoli a
desistere dal passeggiare di notte, al buio, quando piove anche in una
città popolosa come questo.
Passerà
la paura, passerà tutto, un giorno passerò
anch’io.
Però
passerà il suo dolore? O semplicemente come sempre noi, la
sua famiglia, non saremo abbastanza per spronarlo a vivere?
I
negozi sono chiusi, ogni tanto qualche faro di una macchina in
lontananza che non si ferma mai per molto.
Posso
vedere il mio riflesso nella vetrina di un negozio illuminata da un
lampione, il mio viso spaesato in parte coperto dal mio disordinato
caschetto color glicine.
Mio
padre è uscito nel cuore della notte. Non sapevo cosa lo
avesse spinto, probabilmente quell’insicurezza che lo
distrugge dall’interno più del veleno che me lo ha
quasi portato via un tempo.
L’ho
seguito, volevo parlargli, chiedergli perché non fosse
semplicemente a dormire con mia madre, ma poi non ce l’ho
fatta. L’ho perso, e sono volato in un’altra
direzione, mi sono distanziato, forse sono scappato da lui.
Come
lui è scappato dal matrimonio di Kamy e John. Alla fine non
l’hanno fatto nell’aldilà. Lui era uno
dei pochi ospiti, ma non si è presentato.
Io
avrei voluto esserci a quella festa stupenda.
Goten
mi ha detto che Veki e Lory volevano attaccarla, ma una figura non ben
identificata le ha fatte desistere. Lui, che c’era andato di
nascosto, ha tentato di scoprire di chi si trattasse, ma lo
‘sconosciuto’ lo ha seminato >
pensò Trunks, mentre i suoi vestiti fradici gocciolavano.
“Sono
qui”. La voce di Goten risuonò, coprendo il suono
della pioggia. Son avanzò, le sue scarpe scricchiolavano
nelle pozzanghere sull’asfalto.
Trunks
trasalì, con espressione sorpresa.
“Goten?”
domandò con voce tremante. “Ho sentito la tua
aura. Cosa credi, riesco ancora a capire quando sei giù di
morale e a sentirlo sufficientemente perché ti venga a
cercare. La fusione da Gotenks ci ha unito telepaticamente.
Ricordi?” domandò Son, avvicinandosi.
“Come
fai a essere sveglio?” chiese Briefs, la voce un
po’ rauca. “Semplice. Mio figlio Goshin era
così felice di rivedere la sua mamma e il suo
papà che non ha fatto altro che trasformarsi in supersaiyan
da quando siamo tornati, questa notte compresa, impedendoci di
dormire” spiegò, sorridendo, il più
giovane. Si grattò la testa, scompigliandosi gli umidi
capelli a cespuglio. “Ti va di fare due passi?”
domandò.
Trunks
si alzò dalla panchina su cui era seduto ed annuì.
Goten
lo raggiunse e gli posò una mano sulla spalla.
“Sai,
da quando è successa quella faccenda con Bra, e quella dei
mercenari, è difficile vederti sorridere”
mormorò.
“Perché
dovrei sorridere?” domandò Trunks.
Goten
si mise a camminare, guardando l’altro passeggiare al suo
fianco, e gli rispose: “Perché solo due cose ti
permettono di rilassarti davvero: ridere e far
l’amore”.
“Non
voglio sapere cosa fai con mia sorella” borbottò,
grattandosi un orecchio.
“Ti
ricordo che tu hai sposato la mia nipotina”
ribatté Goten, facendogli l’occhiolino.
|
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Capitolo 6 *** Cap.6 La gioia resta nel passato ***
"Questa
storia partecipa al Juke-Box dei Prompt di Writer's Wing".
Prompt:
"Schadenfreude ist die schönste Freude (denn sie kommt von Herzen)"
[La Schadenfreude è
la gioia più bella (perché viene dal cuore)]
Cap.6 La
gioia resta nel passato
Trunks si
sedette ad una delle altalene e prese tra le mani le catene di metallo.
“Ti
ricordi quando venivamo qua da piccoli? Adoravamo questo parco
giochi” sussurrò roco.
“C’incontravamo
spesso qua. Di solito io venivo accompagnato da Gohan e
tu… Sai, tuo padre un po’ è stato anche
il mio.
Per
i primi sei anni di vita non ho potuto godermi il mio e lui era un
surrogato perfetto. Rimproverava e consigliava il mio fratellone, mi
scompigliava i capelli, mi dava consigli sul combattimento e mi
comprava il gelato” disse Goten.
“All’epoca
per essere felici ci bastava quasi niente. Quella sì che era
la vera gioia. Giocavamo e combattevamo, non volevamo altro”
mormorò Trunks.
Chiuse gli occhi e gettò
indietro la testa, facendo ondeggiare i capelli bagnati, che
schizzarono goccioline tutt’intorno.
Le
gocce di pioggia scivolavano lungo le catene di metallo.
“Siamo
venuti qui fino all’adolescenza. Ricordi le prime fidanzate?
Entrambi qui abbiamo corteggiato Marron, anche se in momenti
diversi” gli rammentò Goten.
“Qui
Mai mi ha piantato. Da allora ci sono venuto meno volentieri”
mormorò rauco Trunks.
Goten si
massaggiò la spalla.
“Nell’ultima
faccenda siamo stati abbastanza inutile. Non siamo neanche riusciti a
fare la Fusion” ammise.
Le
iridi azzurre di Trunks divennero
liquide.
Goten iniziò
a far ondeggiare l’altalena.
“Probabilmente
quell’uccellaccio del malaugurio era un mago”
mormorò roco.
<
Da bambino pensavo che se mi fossi dato una spinta abbastanza forte
sarei riuscito a imparare a volare. Trunks già
lo faceva ed io lo ammiravo così tanto.
All’epoca
era sempre così sicuro di sé. Tra noi due era lui
quello che indicava sempre la strada, il migliore. Da tanto tempo io
faccio lo spavaldo e lui sembra sempre triste, ed insicuro >
pensò.
“Meno
male che tuo fratello è venuto a salvarci” disse Trunks,
arcuando la schiena col capo chino. Lui mosse di poco
l’altalena, sentendola cigolare. “Ultimamente siamo
sempre inutili nelle battaglie decisive.
Viviamo
alle spese degli altri. Non riusciamo nemmeno a proteggere le donne che
amiamo”. Aggiunse con voce rauca. Strinse le catene
dell’altalena così forte da sbiancare le proprie
nocche.
“Pessimista.
Ci basterà allenarci e torneremo a trionfare. Semplicemente
non dobbiamo arrenderci davanti a niente. Hai dimenticati che da
bambini abbiamo combattuto persino contro Broly?”
gli domandò Goten.
“So
che ho fatto pace con mio padre, ma… è come se si
fosse creato un muro tra noi. Io lo sto vedendo annientarsi oltre di
esso, ora che vedo oltre le sue maschere, mi sembra che si stia
sgretolando” gemette Trunks,
ingoiando un singhiozzo.
<
Rivoglio la gioia di quando ero bambino! > pensò.
Goten unì
i piedi e tirò su col naso, aveva il naso arrossato e una
lacrima sulla guancia.
“Signor
Vegeta…” disse, con voce tremante.
Il
principe dei saiyan lo
guardò dall’alto in basso, con espressione severa.
“Oggi
è la festa del papà e all’asilo hanno
detto di fare un disegno” mormorò Goten.
Vegeta
socchiuse gli occhi.
“Il
tuo papà era uguale a te, se è questo che volevi
sapere” disse roco.
“So
che lei era amico del mio papà e ho pensato che lui non si
sarebbe offeso” sussurrò flebilmente, porgendo un
foglio al principe dei saiyan.
Vegeta
lo prese e impallidì, vedendo lui nel disegno, con accanto
la scritta: “Il mio
‘quasi-papà’”.
“Non
è soffrendo anche tu che gl’impedirai di fare
sciocchezze” disse Goten.
Si
voltò di scatto, insieme a Trunks,
mentre avvertivano un’aura alle loro spalle diventare sempre
più potente.
“Trunks!”
gridò Vegeta, voltandosi, sentendo l’aura di suo
figlio incrementare, vicino ad un’aura oscura.
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Capitolo 7 *** Cap.7 Jaco, poliziotto galattico ***
"Questa
storia partecipa al Juke-Box dei Prompt di Writer's Wing".
Prompt:
"Spesso contraddiciamo un'opinione, mentre propriamente ci è
antipatico soltanto il tono con cui essa è stata espressa."
Cap.7
Jaco, poliziotto galattico
Jaco saltellava
sul posto, il suo minuto corpo viola chiaro si dimenava sotto la tuta
da combattimento bianca.
“Forse
non hai capito quello che ti sto dicendo! La conquista è
ricominciata!
Pianeti
su pianeti stanno cadendo!” sbraitò.
Yamcha,
steso in parte sul bancone, si portò un bicchiere di liquore
alle labbra e lo sorseggiò, socchiudendo gli occhi.
“Sì,
ho capito. Però non comprendo perché lo stai
dicendo a me.
Tu
e la pattuglia galattica non potete farci niente con i vostri laser,
ora che non è Freezer a capeggiarli?”
domandò.
Jaco
serrò un pugno, mostrandoglielo.
“Dovresti
essermi grato. Quello che ti sto dicendo è Top
secret!” sbraitò.
Alcuni
nel bar sonnecchiavano, aprirono un occhio e lo guardarono, salvo
richiuderli.
Il
barista scrollò le spalle, scuotendo il capo.
Yamcha si
portò un indice alla testa e ticchettò un paio di
volte, il barista ridacchiò.
“Insomma,
la mia non è solo un’opinione, è un
dato di fatto importante. Devi avvertire i tuoi amici saiyan e
dirgli di combattere per salvare l’universo!”
sbraitò Jaco, indicandolo.
Yamcha lo
guardò in tralice.
“Sai,
magari hai anche ragione, ma hai un pessimo tono”.
Finì il contenuto del suo bicchiere e scrollò le
spalle. “Poi perché non lo dici direttamente a
Goku?”. Aggiunse.
“Se
lo dicessi a Vegeta, mi ucciderebbe. O probabilmente lo farebbe
direttamente Bulma.
Quella donna è spaventosa” gemette Jaco con le
lacrime agli occhi. Quest’ultimi erano grandi e gialli,
riflettevano la luce elettrica del locale.
Yamcha ridacchiò
e si versò un altro bicchiere.
“Oh,
lo so, è la mia ex” disse.
Jaco
s’irrigidì, impallidendo.
<
Questo guerriero deve avere arti nascoste incredibili se il principe dei saiyan,
nonostante la sua immensa gelosia, non l’ha ancora ucciso!
> pensò.
“Senti,
prova a dirlo a Goku” propose Yamcha.
Jaco
lasciò ricadere le braccia ai lati del corpo e disse
sconfitto: “Ci ho provato, ma non fa altro che dormire. Sua
moglie dice che è distrutto a seguito dei piani di un certo
Cooler”.
Yamcha si
grattò una guancia e corrugò la fronte.
“Senti,
c’è una saiyan molto
forte. Si chiama Elly. Al momento si sta allenando con una sua amica e
Junior” disse.
<
Mi fa ancora impressione pensare che Junior ed Elly abbiano un figlio e
che lui abbia parlato di matrimonio reale namecciano.
Certo, è ancora un’idea vaga che hanno maturato
nel mondo demoniaco, però ne parlano.
Io
e Marion non abbiamo mai pensato a qualcosa come il matrimonio >
rifletté. “Posso darti il suo recapito telefonico
se vuoi. Sono convinto che lei combatterà per le sorti di
questo universo”.
<
Salva non sarebbe molto felice sapendo che sto rifilando la patata
bollente alla sua migliore amica >.
“Fantastico!
Verrò premiato per aver portato i salvatori del nostro
universo! Persino il dio polpo, Re Ginga,
sua maestà della galassia, sovrano della Via Lattea e Capo
della Pattuglia Galattica si congratulerà con me!”
strepitò, alzando i pugni.
Yamcha bevve
anche il secondo bicchiere e se ne versò un terzo, aveva le
gote arrossate e la sua aura ebbe un leggero incremento.
“Senti,
ma… Quel tipo quindi è un antenato dei saiyan?
Come fa ad essere ancora vivo” biascicò.
“No,
anche se la razza originaria è la stessa, quelli erano blu.
Un piccolo gruppo mutato geneticamente, dalla pelle verde,
lasciò il loro pianeta e si trasferì per evitare
il razzismo. Non ebbero perciò quella virata umanoide che
portò ai saiyan.
O
qualcosa del genere, comunque” ammise.
“Anche
Elly è una mutazio…”.
Iniziò Yamcha,
si voltò di scatto, riconoscendo l’aura di Selima.
“Dannazione, guai” ringhiò.
“I
miei signori mi hanno mandato in avanscoperta per
distruggervi.
Avevo
sentito qui in giro l’aura di quell’idiota di Yamcha ed
ero pronta a combattere, non mi aspettavo di trovare due mezzosangue saiyan.
Beh,
poco male, vorrà dire che prima distruggerò
voi” ringhiò Selima,
guardando Trunks e Goten in
piedi davanti a lei. Entrambi trasformati, le loro auree dorate
illuminavano i giochi del parchetto per bambini intorno a loro.
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Capitolo 8 *** Cap.8 Il sonno di Vegeta ***
Questa
storia partecipa a: Parolando.
Prompt: Premio,
Totem, Tuta e Seta!
Goku
si alzò dal letto, le gambe gli tremavano.
“Ahi,
ahi, ahi…”
gemette, cadendo in ginocchio.
Chichi
si svegliò di colpo e accese la luce, scorgendo suo marito
per terra.
L’uomo
si teneva il petto e ansimava, la testa gli ricadeva in avanti.
“Goku!”
lo chiamò la moglie, alzandosi in piedi e raggiungendolo.
“Gggh…
ghhh”
gemette Son.
Chichi
lo aiutò a rialzarsi, poggiandoselo contro, dicendogli:
“Non sei ancora in condizione di andare da nessuna parte,
figuriamoci a combattere”. Guardò la tuta
arancione di lui e sospirò pesantemente. “Questa
volta lascia andare gli altri guerrieri”. Aggiunse.
<
Non ho le energie necessarie neanche per teletrasportarmi. Il mio corpo
sta avendo delle ricadute sempre peggiori. Mi fanno male tutte le ossa!
Devo
raggiungere Goten, è in pericolo! > pensò
Goku. Tentò di reggersi sulle gambe, ma rischiò
di cadere nuovamente, Chichi lo fece sedere sul letto.
“Non
vincerai nessun premio se
a fatica raggiungi il luogo dello scontro. Tranne farti ammazzare
perché non hai le energie necessarie a batterti”
lo rimproverò la donna.
Goku
fece una smorfia sofferente.
<
Sento l’aura di Vegeta, sta andando lui.
C’è anche Trunks lì.
Amico
mio, questa volta devo lasciare tutto nelle tue mani >
pensò, lasciandosi ricadere sul letto.
Chichi
lo guardò chiudere gli occhi, sprofondando in un sonno
profondo e scosse il capo.
“Per
ora devi pensare solo a riposarti, amore” sussurrò.
Non
so bene cosa sia successo prima, mentre guardavo la luna, ma so per
certo che qualcosa in me è cambiato, non funziona.
Ho
una strana sonnolenza. Ogni volta che chiudo gli occhi mi compare
davanti un grande totem di
legno, in cima c’è scolpita la mia fenice. So che
è un sogno da sveglio, ma sembra tangibile. Quasi che
allungando la mano potessi sfiorarlo.
Sì,
ogni volta che sbatte le palpebre, rischio di dormire in volo, ed
è trovarmi davanti quell’agglomerato di animali in
legno che mi fa comprendere quando succede.
Non
riesco a tenere la testa sollevata e la mia velocità in volo
è di molto diminuita rispetto al normale.
Dannazione!
Trunks e Goten hanno bisogno di me ed io sembro uno zombie.
Una
volta atterrato sento il sudore freddo scendermi lungo la schiena,
pensando che quello sia Hit. Capisco dopo, dai vestiti in morbida seta,
che si tratta di un’altra aliena. Sì, anche se non
è immediatamente comprensibile, è una donna
> pensò Vegeta.
“Trunks,
Goten, dietro di me” ordinò.
Goten
si caricò in spalla Trunks, il braccio di
quest’ultimo sanguinava copiosamente, mentre Son aveva un
occhio nero ed una gamba ferita.
“Io
sono Selim…”. Iniziò l’aliena.
“Non
m’interessa chi sei. Ho tutta l’intenzione di farti
sparire dalla faccia della Terra e basta” ringhiò
Vegeta.
Trunks
guardò le spalle di suo padre, mentre partiva
all’attacco e abbassò lo sguardo, osservando il
proprio riflesso nella pozzanghera.
<
Ha un modo di combattere strano. Direi…
‘gommoso’. Non modifica il tempo, ma sembra
deformare lo spazio in un qualche modo > rifletté
Vegeta.
Riuscì
ad entrare con una serie di calci al ventre, l’avversaria per
risposta sparò una serie di onde dalla bocca.
Queste
ultime esplosero tutte insieme, creando un polverone che avvolse il
principe dei saiyan.
Vegeta
ne uscì con solo la tuta lacera.
Colpì
la nemica con un calcio alla spalla, facendola volare contro un muretto
che franò.
<
Non mi piace dover combattere in città >
pensò.
“Perché
tuo padre non si trasforma?” domandò Goten,
indicando con la testa il principe dei saiyan, i suoi occhi e capelli
neri, come la notte.
Vegeta
si addormentò in volo e ricadde di lato,
l’avversaria iniziò a tempestarlo di pugni.
Trunks
si staccò da Goten, rimettendosi in piedi con le gambe
larghe, ancora tremanti.
“Non
so, ma qualcosa non va” ammise.
Selima
abbassò lo sguardo e sgranò gli occhi, Vegeta le
era ricaduto addosso, profondamente addormentato. Il capo reclinato
posato sulla sua spalla, gli occhi chiusi, la bocca socchiusa umida di
saliva, il suo russare risuonava tutt’intorno.
“Mi
stai deridendo?” sibilò Selima. Fece un passo
indietro, lasciando che Vegeta rovinasse pesantemente al suolo.
Vegeta
riaprì gli occhi di scatto, rosso di vergogna.
<
Cosa diamine?! Il mio corpo non collabora!
Non
sento il mio sangue saiyan ribollire per la sfida, è come se
fosse indifeso. Mi sento più propenso a dormire, a lasciarmi
andare, che a combattere.
Assurdo!
> pensò. Raggiunse con una gomitata al viso Selima,
facendole sputare sangue.
“Maledetto”
ringhiò Selima. Cercò di raggiungerlo con un
pugno, ma il principe dei saiyan le fu dietro, atterrandola con un
calcio.
<
I miei colpi vanno a segno, ma non riesco a ferirla o a stancarla
veramente. Questo perché non sono in grado di trasformarmi.
Tutto
diventa sfocato, i miei occhi bruciano, cisposi. Vi strofino il braccio
con ardore e riparto all’attacco > rifletté
il principe dei saiyan.
Goten
guardò Selima parare i pugni diretti al suo viso.
“Se
continua a combattere così, non può
farcela” ammise, scuotendo la testa.
Vegeta
si addormentò nuovamente, fu raggiunto da un calcio al mento
che lo fece roteare all’indietro e precipitò
pesantemente al suolo.
La
sua tuta si
era completamente strappata all’altezza del petto muscoloso.
“Goten,
è tempo di fargli vedere che non ci siamo
rammolliti” propose Trunks, trasformandosi in supersaiyan.
Goten
fece un cenno d’assenso e si trasformò a sua volta.
“Se
una volta non riesce, prova ancora” disse.
Selima
era saltata addosso al principe addormentato, tempestandolo di colpi.
Un’aura
fortissima l’accecò, costringendola a voltarsi.
“Ta-ta-dan.
Ecco a voi Gotenks!” gridò La Fusion, indicandosi.
Jaco
si era affacciato dal locale. Vide Yamcha correre fuori e raggiungere
il principe dei saiyan.
“Guarda
tu, chi avrebbe mai pensato che avresti fatto ‘il bello
addormentato’” borbottò il terrestre,
prendendolo in braccio.
“Cos…”
esalò Jaco, mentre Gotenks iniziava a tempestare di colpi
l’avversaria.
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Capitolo 9 *** Cap.9 Chiarimento tra padre e figlio ***
“Questa
storia partecipa alla #SummerBingoChallenge indetta
sul gruppo facebook Hurt/Comfort
Italia - Fanfiction & Fanart”.
Prompt: 85-
Convalescenza
Scritta
sentendo: David
Bowie. The Man Who Sold The
World (1970); https://www.youtube.com/watch?v=dKVhodA_q-g
Questa
storia partecipa al Juke-Box dei Prompt di Writer’s Wing.
Prompt: I laughed and shook his hand
And
made my way
back home
I searched for form and land
For years and years I roamed
We walked a million hills
(David
Bowie, The man who sold the
world, 1971)
Cap.9 Chiarimento
tra padre e figlio
“Papà…
Ho preso da te… Io non sono bravo con le parole, in fondo
sono tuo figlio…” mormorò Trunks.
I capelli gli ricadevano sugli occhi, coprendogli metà del
suo viso.
Vegeta
stava sdraiato nel letto, si voltò verso il figlio e gli
sorrise.
“L’importante
è che tu sia qui” disse, guardandolo sedersi
accanto al letto in una sedia.
<
Mi sento così stanco, spompato. Come se fossi sotto un
incantesimo.
Quella
parte di me che era morta sola così tanto tempo fa, si
è ripresentata. Però ora non sono più
un mercenario, ho la mia famiglia accanto. Posso andare avanti >
pensò. Incrociò le braccia al petto e
chinò il capo.
“Trunks…
Anche ora che ho resuscitato le vittime per te resto un assassino
spietato, vero? Temevo qualcosa del genere” disse roco.
Trunks si
mordicchiò il labbro.
<
So che adesso è in convalescenza. Mamma dice che questi sono
i postumi per aver usato così a lungo i poteri della fenice
e per essere stato esposto ad un demone arcaico, o qualcosa del genere.
Anche
Goku non è in forma per quello e Crilin è
finito in ospedale per degli accertamenti.
Però…
Io devo chiarire > pensò.
“Papà,
io ti voglio bene. Non è questione di perdonarti. Voglio
solo sapere la verità” disse, abbracciando il
genitore.
Il
viso di Vegeta si addolcì, mentre posava una mano sulla
testa del figlio, tra i morbidi capelli color glicine.
“Restami
accanto in questi giorni e… tenterò di
raccontarti. Non è facile da spiegare”
mormorò il principe dei saiyan con
voce rauca.
Trunks gli
sorrise e il padre sorrise a sua volta.
“Goten,
lo so che sei lì alla porta. Vieni dentro e chiudila.
Racconterò ad entrambi” borbottò.
Goten entrò,
nascondendo un sorriso, e chiuse la porta.
“La
ringrazio, signor Vegeta” disse e la voce gli
tremò.
<
Sarà la convalescenza più dura della mia vita
> pensò Vegeta, sospirando.
Goten prese
una sedia e la sistemò accanto a quella di Trunks.
“Ho
girato praticamente tutto l’universo. Non vi ho mentito, io
ero veramente l’unico erede del casato reale dei saiyan.
Io sono Vegetasama,
e tutti i sovrani si sono chiamati Vegeta” spiegò
Vegeta.
Trunks gli
sprimacciò il cuscino, Goten recuperò
la pezza dalla bacinella colma d’acqua e la
strizzò, sistemandola sulla fronte spaziosa del principe dei saiyan.
“Nello
spazio però non ero alla ricerca di una nuova casa anche se
avevo perso la mia. Credevo che il pianeta fosse esploso, risparmiando
solo me, Nappa e Radish,
a causa di un asteroide” spiegò Vegeta.
Serrò
gli occhi e fu scosso da dei brividi.
“Papà?”
domandò Trunks con
voce preoccupata.
“Gli
dei diedero ordine a Freezer di sterminarci e lui ci uccise tutti con
gusto. Divertendosi” ringhiò Vegeta.
“Lo…
Lo stesso che ha protetto il nostro mondo dal demone?”
domandò.
“Perché
raccontarmi quella menzogna sul suo essere diventato un bravo
ragazzo?” domandò Trunks.
Vegeta
rispose, con sguardo truce: “Pensavamo che il nostro universo
sarebbe stato cancellato e solo lui poteva salvarlo. Ci siamo alleati
e… Ha fatto il suo dovere. Ha persino combattuto fianco a
fianco con Kakaroth,
ma in fondo al cuore è rimasto lo stesso assassino di
sempre. Freezer è duale, subdolo”.
<
Io non ero diverso da lui, il mio sguardo vuoto era voglioso solo di
sangue e morte. Volevo soltanto uccidere, ma Kakaroth e
poi Bulma,
e la mia famiglia, mi hanno cambiato.
Non
credo che Freezer, invece, possa cambiare rotta… anche se in
fondo al cuore vorrei > pensò Vegeta.
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Capitolo 10 *** Cap.10 Un nuovo corpo ***
Scritta
sentendo: Nightcore
- Up In The Air; https://www.youtube.com/watch?v=cXGAhcS5Qek.
“Questa
storia partecipa alla Teen! Challenge indetta sul gruppo facebook Il
Giardino di Efp”.
Prompt: 29. Adulto
nel corpo di un bambino.
“Cosa
vuol dire che Freezer è scomparso e nessuno riesce a
trovarlo?” domandò Vegeta.
Junior
si passò la mano sulla testa.
“Esattamente
quello che ho detto. Non si ha la più pallida idea di dove
sia. Probabilmente ha saputo che ci sono ancor più saiyan
pronti a fargli la pelle, Broly compreso” disse.
Vegeta
abbassò lo sguardo e si grattò il collo.
<
Non posso dargli torto, se è quello il motivo. Io stesso
stanotte ho fatto un sogno abbastanza rivelatore in quel senso >
rifletté.
Vegeta
si trasformò in supersaiyan.
“Ehi…
Cosa vuoi dare, maledetto? Stiamo combattendo gli stessi
nemici” esalò Freezer, spiccando il volo. Il cielo
di Neo-Nakeck era terso dietro di lui.
“Non
m’interessa che siamo dalla stessa parte! Non
m’interessa che mi serve il tuo aiuto! Io voglio
annientarti!” gridò Vegeta. Lo scacciò
con la mano sinistra, con un movimento netto del braccio, tenendo il
palmo aperto e le dita distanziate. “… Ed ho
intenzione di farlo subito!” sbraitò.
<
Soltanto che so non essere da lui… Che diamine gli ha detto
la donna per mandarlo ‘così’ in crisi?!
> rifletté Vegeta, corrugando la fronte.
“Io
ed Elly abbiamo intenzione di dare vita ad un piccolo centro di
comando, così da fare il punto della situazione con Jaco e
sapere esattamente in che punti delle galassie intervenire.
Dobbiamo
salvare i diversi pianeti” disse il namecciano.
“Umphf,
la trovo una perdita di tempo. Io e Kakaroth andiamo
e…”. Iniziò il principe dei saiyan.
“No,
tu e Goku non siete in condizioni. Riposatevi”
ordinò Junior. Lo guardò con aria truce.
“Questa volta lasciate fare agli altri”.
“Tsk”
si lamentò Vegeta, affondando con la testa nel cuscino.
<
Allora divertiti, muso verde! > borbottò mentalmente.
Sbuffò sonoramente.
Junior
lo fissò severamente, dicendogli: “Ora ti lascio,
riguardati”.
<
Sto iniziando a riprendermi, ora che sto chiarendo con mio figlio
Trunks. Lui e Goten pensavo che mi avrebbero giudicato più
duramente, invece si stanno sforzando di comprendere quello che ho
passato, quanto è stato difficile per me.
Forse
lo comprendono più loro che io. Continuo a vedere nei loro
occhi il rispetto per il mio coraggio, qualcosa che io non riesco ad
avere per me stesso.
Ho
promesso che li allenerò, appena ne sarò in
grado. Come quando erano piccoli > rifletté.
“Devo
trovare un modo per avvertirli” rifletté Re
Kahio.
“Io
sono il grande Re Kahio del Nord, il mio compito è
controllare che ci sia ordine. Ho inventato io la Genkidama e il
Kahioken.
Non
posso arrendermi così facilmente. Quei testoni dei saiyan
dovranno ascoltarmi. A costo di scendere sulla Terra io
stesso… O forse manderò Bubble.
Devo
trovare una soluzione alla svelta, temo che i guai arriveranno in
fretta e la situazione degenererà ancor più
rapidamente”.
Fulmini
saettavano nel cielo del pianeta di Lourth, precipitavano al suolo e
scuotevano la terra.
“Devo
rinunciare al mio corpo perfetto per la mia vendetta?”
domandò Cell. Si guardò una mano e chiuse il
pugno. Rialzò il capo, osservando intorno a sé.
<
Qui ci sono rovine di popoli mai vissuti, fasti di sovrani mai nati. Da
dove viene tutto questo?
Il
dominato e divoratori di universi sta seduto su un trono di ossidiana,
spezzato per simbolismo all’altezza della spalliera. Non
capisco cosa voglio dire, ma è ovvio ci sia un significato
più profondo > pensò.
“Dipende,
quanto è forte la tua sete di vendetta”
mormorò Lourth con aria annoiata.
Cell
s’inginocchio ai suoi piedi, le sue iridi rosa si tinsero di
rosso fuoco.
“Li
voglio vedere morti, mio signore” ringhiò,
fremendo.
“Allora
accetta questo atto di fedeltà e il piano ad esso
connesso” sussurrò.
“Accetterò
ogni cosa, mio sovrano” giurò. Una luce rosata lo
avvolse, Cell serrò gli occhi.
Sentì
il suo corpo cambiare.
“Un
adulto, un concentrato di pura malvagità, nel corpo di un
bambino” soffiò Lourth.
Cell
si guardò le manine paffutelle, abbassò lo
sguardo, indossava un vestitino azzurro con le bretelle. Si
passò la mano tra i morbidi capelli biondi e fece un sorriso
accattivante, le sue iridi azzurre brillarono.
“Andrai
su uno dei pianeti che stanno venendo conquistati. Ti occuperai di
coloro che ti salveranno. Guadagnerai la loro fiducia, fingendoti una
vittima e li condurrai in trappola.
Di
quelli che resteranno sulla Terra, invece, si occuperà
MajinBu” spiegò Lourth.
<
I miei due nuovi servi hanno deciso di spezzare ogni regola di questo
mondo. Tutto cadrà nel caos e… sarà
mio > pensò.
|
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Capitolo 11 *** Cap.11 Stay with me ***
“Questa
storia partecipa alla Teen! Challenge indetta sul gruppo facebook Il
Giardino di Efp”.
Prompt: 99. Rompere
un vaso di fiori.
Vegeta
si alzò seduto sul letto e guardò dalla finestra,
si alzò a fatica seduto, il suo viso era pallido.
“Lo
sento che sei lì, nascosta dietro il muro. Mi stai fissando,
vero?” domandò.
Il
vento freddo che veniva da fuori gli accarezzò le gote,
scompigliandogli i capelli neri a fiamma.
“Aspetta…
resta. Solo un attimo” mormorò. Si
grattò il collo, intravedendo una voluminosa coda dalla
peluria blu. Sospirò pesantemente.
<
Avrei dovuto immaginarlo che avrebbe avuto l’età di Kamy.
Riesco a intravederla abbastanza da qui, sporgendomi, da capire che
è solo una ragazzina.
Mi
fa impressione. Dovrebbe avere qualche anno più di me.
Anche Veki dovrebbe
essere molto più grande, ma devo dire che era
così uguale nel carattere che non ci ho fatto la dovuta
attenzione >. La propria coda gli avvolse la gamba.
“Posso
offrirti qualcosa da bere… una coca ad esempio.
L’orologio corre e lo so che presto sparirai di nuovo,
ma… Entra. Resta almeno un po’, solo un
minuto” mormorò.
“Umphf.
Ti sei sposato una terrestre”. Fece notare Reghina.
Vegeta
si massaggiò una spalla e rispose: “Sì.
Un’inventrice”. Accarezzò il lenzuolo,
sentendolo morbido sotto le dita. “Ho avuto anche dei figli,
sai? Ora ho anche dei nipoti.
Vetrunks,
quello più grande, è esattamente
com’ero io quando eravamo piccoli insieme.
Li
ricordi quei giorni? Rammenti quando abbia rotto quel vaso di fiori a
palazzo e Radish urlava?”
domandò.
“Il
minuto è passato” gli fece notare Reghina.
Vegeta
strinse il lenzuolo candido e lo fissò.
“Non
vuoi entrare a conoscerla, almeno? Sai, c’è anche Kamhara.
Quando eravamo piccoli non abbiamo mai potuto essere tutti e tre
insieme nello stesso posto” mormorò.
“Magari
un’altra volta” rispose Reghina,
allontanandosi in volo.
Vegeta
sospirò profondamente.
<
Sei cambiata parecchio. Cosa ti è successo
agl’inferi?
Kamhara sembrava
praticamente uguale, ma tu… Tu sembri come me, chiusa nella
tua armatura a riccio >.
Gohan si
piegò in avanti, osservando il neonato seduto sul tavolo. I
suoi occhi si rifletterono in quelli di Goshin,
che lo guardava con due astiosi occhi neri.
“Mi
fa sempre impressione quanto, nonostante abbia la faccia di mio padre,
possieda lo sguardo di Vegeta” ammise.
Bra
ridacchiò. Era intenta a lavare i piatti con un grembiule
rosso legato intorno alla vita.
“Devi
vedere che espressione fa quando si trasforma in supersaiyan”
disse.
Gohan si
massaggiò la spalla.
“Pan
non è mai stata così pericolosa. Ha sempre
dimostrato una certa potenza, da piccola faceva in volo il giro del
mondo. Però non mi ha mai guardato
così” sussurrò.
Bra
guardò con aria di sufficienza un piatto.
“La
mia migliore amica non è mai stata una gran minaccia. Quando
le facevo vedere i miei esperimenti con i veleni si spaventava e ancora
adesso temo gli facciano impressione” sussurrò.
<
Io parlo di Goshin,
ma forse lei è anche peggio. Già Bulma era
spaventosa. Ricordo che da piccolo la temevo tantissimo, esattamente
come Crilin.
Lei, però, è la degna fusione tra Bulma e
Vegeta.
Come
ha fatto mio fratello ad innamorarsi di una donna così
inquietante? > pensò Gohan,
mentre il viso gli diventava bluastro.
Il
suo orologio iniziò a suonare e lui lo spense, sospirando
pesantemente.
“Devo
tornare in ufficio, ai miei studi. In questo periodo sono rimasto
indietro con parecchie pubblicazioni ed alcune ricerche. Non posso
rischiare di farmi licenziare.
Però
volevo proprio vederlo il mio nipotino” mormorò.
“Grazie
di essere passato e di averlo tenuto d’occhio mentre facevo
le faccende di casa” disse gentilmente Bra.
|
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Capitolo 12 *** Cap.12 Kid Uub ***
“Questa
storia partecipa alla #SummerBingoChallenge indetta sul gruppo facebook
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Prompt:
Casella 59 - Infermiera.
Ub
si sedette sul letto, il sudore scivolava lungo il suo viso, si strinse
le spalle ed iniziò ad ondeggiare. Boccheggiò un
paio di volte, il sudore gli scivolava lungo il collo e gli pizzicava
le spalle, la sua pelle scura era arrossata in più punti.
“Mr.
Satan è fuori… MajinBu grasso e lui si stanno
facendo i bagni di folla. In fondo la gente pensa che siano i loro
salvatori contro gli alieni.
Tocca
a me essere il nuovo Campione del mondo. In questi giorni,
però, non ce la faccio” biascicò.
<
Chiudo gli occhi e vedo continuamente il volto di Dodoria. Sento la
rabbia crescere.
Non
posso toccare niente senza romperlo. Scappo da Marron,
ho il terrore di avvicinarmi a mia figlia in questo stato >
pensò.
“Sto
impazzendo” gemette.
“Questo
perché non mi accetti, non ti accetti. Siamo una persona
sola. Io posso comprenderti, alleviarti da questo dolore”
disse Kid Bu. Era passato dal rosa al nero e lo guardava dallo specchio
della scarpiera a muro, posizionata di fronte al letto dove si era
seduto il giovane uomo.
“Zitto…
Zitto! Zitto! STAI ZITTO!” gridò Ub, scuotendo la
testa.
“Sempre
lo stesso copione. Che fuori ci sia il sole o la pioggia. Tu sei sempre
quello dimenticato. La tua gente muore di fame e di sete, ignorata da
tutti…
E
nonostante tutte le promesse anche tu sei diventato solo un ricordo
sbiadito.
Io,
invece, so quanto sei importante. Riuniamoci, tu mi darai il corpo, io
ti renderò eterno. Tutti ti ricorderanno. Non sarai solo
famoso, sarai unico” lo lodò Kid Bu.
Ub
si grattò il collo spasmodicamente, fino a graffiarsi la
pelle e boccheggiò.
“Io
posso consolarti. Smetterai sempre e solo di soffrire” disse
Kid Bu, addolcendo ancor di più la voce stridula.
<
La sensazione di essere diventato inutile è così
frustrante. Come sono cocenti tutte le sconfitte che ho collezionato in
questi anni.
La
gelosia, poi, mi divora. Marron, la ‘mia’ Marron,
in passato è stata sia la fidanzata di Trunks che di Goten.
Nonostante
tutto, una vocina mi ricorda che lei è troppo per me. Lei
è come l’oro, ed io ho paura ritorni da
‘loro’, da quei saiyan che mi sono tanto superiori
> pensò Ub, detergendosi ripetutamente le labbra.
“Goku
ti ha mentito, ci ha mentito. Ti ha messo su un piedistallo.
Ti
preferiva a tutti. Aveva dimenticato famiglia e amici per te, aveva
abbandonato i compagni di tutta una vita per dedicarsi ad allenarti.
Ti
ha fatto assaggiare la tua potenza senza limiti, solo per castrarti.
Man mano sei rovinato da quel posto di preminenza. Ora sei nella
polvere” gli ricordò Kid Bu.
Ub
si premette le mani sulle tempie con forza, fino a farsi male.
“Marron
non vorrebbe” gemette.
“Non
mi sono mai piaciuti particolarmente i peperoni. Eppure adesso li sto
divorando. Sei davvero una cuoca provetta” disse Ub. Era
steso sul letto, la testa posata sul cuscino e gli occhi liquidi.
La
ragazza negò, facendo ondeggiare i gonfi codini biondi.
“Non
è quello. Contengono una sostanza antidolorifica. Il tuo
organismo ne ha particolare bisogno” spiegò.
Accavallò le gambe e si passò la mano sulla
gonna. “Finiscili. Altrimenti non posso darti i
medicinali”.
Ub
le sorrise, socchiudendo gli occhi.
“Non
so proprio come farei senza di te, la mia
‘infermiera’” disse.
Marron
si sporse e gli posò un bacio sulla fronte.
“Temo
tu abbia ancora un po’ di febbre”
mormorò. Si deterse le labbra con la lingua. “Sono
contenta che tu non sia come il tuo sensei Goku, o staresti scappando
dalle punture che devo farti”.
“Ti
vedo che sei preoccupata, ma devi stare tranquilla. Sono cose che
succedono in allenamento queste, è solo un colpo della
strega” le disse.
Marron
sospirò pesantemente.
“Lo
so, mi alleno anche io, ma… Tu vai decisamente oltre il
limite. Io ho un po’ di sangue saiyan, ma sei tu quello che
sembra averlo” borbottò.
Ub
ridacchiò, mentre le sue iridi brillavano di rosa.
“Oh,
non direi proprio che ho sangue saiyan, amore” disse.
La
porta si aprì ed entrò Vegeta, sbuffando
sonoramente.
“Kakaroth
mi ha detto di venire a vedere come stavi” ringhiò.
Marron
sorrise, alzandosi in piedi.
“Vegeta,
perché ha mandato te?” domandò.
Vegeta
si massaggiò la spalla e rispose:
“Quell’idiota si è ferito a sua volta in
quel maledetto allenamento.
Allora,
moccioso, come ti è saltato in mente di affaticarti
così tanto la schiena? Poteva andarti molto peggio di
così”.
Le sue gote si erano arrossate. Lasciò un cestino colmo di
frutta sul tavolo.
“Non
ti sto molto simpatico, vero?” domandò.
Vegeta
scrollò le spalle.
“Sei
un moccioso. Non ho niente contro di te” brontolò.
Marron
intrecciò le dita dietro la schiena, strofinando il piede
per terra.
“Lui
ha questo carattere con tutti, amore. Lui è come mia madre,
non è tanto cattivo come sembra” disse.
“Umphf”
borbottò Vegeta, dirigendosi verso la porta.
“Vedete di non dare dei nipoti a Crilin prima del tempo,
tu e l’infermierina
premurosa …” ordinò.
“Vegeta!”
sbraitò Ub, rosso in volto.
“Credo
di essermela cercata. A quelli ‘come loro’ non piace si
dica che
hanno un cuore di panna” disse.
Ub
si nascose gli occhi chiusi col braccio, aveva il viso accaldato.
“Di
sicuro che se mi facesse lui da infermiera, scapperei con tutto il
letto, ignorando il dolore. Non è un tipo con cui vorrei
passare neanche cinque minuti” brontolò.
<
Forse non dovrei giudicarlo così duramente. Magari non mi
sta simpatico solo per la faccenda di Baby-Vegeta >
pensò.
Marron
ridacchiò. “Oh, con le gambe pelose che si
ritrova, no, non penso che vestito da infermierina, con tanto di
cuffietta, starebbe bene”.
“Che
brutta immagine” si lamentò Ub, sentendo la
fidanzata scoppiare a ridere.
“Tu
dovevi diventare il nuovo eroe dopo che Son se n’era andato
col drago.
Eri
giovane, volenteroso, superiore. Eppure… Eppure sei lo
zimbello di tutti. Pan ti ha sempre considerato un guerriero di serie
B, Bra ti ha sempre deriso. Goten e Trunks preferiscono dare tutta la
loro fiducia ad un abominio genetico della loro razza, quale
è Elly, piuttosto che a te” proseguì
Kid Bu.
“Yamcha
e Tenshinhan non sono i più forti, eppure riescono a
rendersi utili anche in altri modi che non siano solo i
combattimenti” biascicò Ub. Sentiva il sangue
ribollire, piegò il capo a destra a sinistra, facendolo
scricchiolare. Venuzze rigonfie pulsavano su tutto il suo corpo, e
sulla sua testa.
<
Maledetto Dodoria, tutto questo è colpa delle sue droghe!
> pensò.
“Oh,
e scommetto che è per questo che vai da Mr. Popo e da Dende
a farti costruire stanze dello Spirito e del tempo sempre
più forti. Perché la potenza non
t’interessa” cinguettò Kid Bu.
“Basta!”
gridò Ub, rialzandosi in piedi, tremante.
“Hai
sempre odiato il modo in cui Vegeta si prendeva cura di te. Era un buon
padre surrogato per tutti, tranne che per te. Per lui sei solo un
maledetto ‘muso nero’” ringhiò
Kid Bu.
“N-non
è vero… Lui…”.
Iniziò Ub.
“Lui
ha allenato tutti tranne te. Goku ha iniziato ad ignorarti, Vegeta lo
ha fatto dall’inizio. Ammettilo, li odi per
questo!” sibilò Kid Bu. Gettò indietro
la testa e scoppiò rumorosamente a ridere.
Ub
si ritrovò a ridere di riflesso.
<
Mi riconosco in lui, nei suoi sentimenti, nella sua follia. Mi sento
completo come non lo sono mai stato > pensò. I suoi
occhi neri si tinsero di rosa.
“Sì,
lasciami diffondere in te come un nero veleno. Dammi il tuo corpo.
Iniziamo
la nostra vendetta” disse Kid Bu.
Al
centro della stanza apparve una sfera, con all’interno delle
nubi che vorticavano. Queste si diradarono, mostrando
l’immagine del principe dei saiyan al suo interno.
Vegeta
iniziò a gridare, mentre sui neri capelli a fiamma appariva
una cuffietta candida.
“Vegeta,
come diamine ti sei conciato?” domandò Bulma,
esterrefatta.
Vegeta
strinse le ginocchia, si portò una mano alla minigonna nera
e l’altra al petto, stretto da una camicetta bianca. Era
vestito da infermiera.
“Sono
apparsi da soli! Sarà un altro scherzo di Vargas”
gemette.
Bulma
batté un paio di volte le palpebre.
“Sicuro
che il tuo antenato non abbia strani problemi? Umh. No,
non credo sia una sua idea.
Forse
una burla di Whis?” s’interrogò.
“Non
lo so e non m’interessa. Portami dei vestiti di
ricambio” ringhiò il principe dei saiyan. Si
voltò, arrossendo, vedendosi allo specchio e
corrugò la fronte. Accarezzò la M nera che gli
era apparsa sulla fronte e questa scomparve. “Che diamine sta
succedendo, qui?” s’interrogò,
accigliandosi.
“Ora
chi è l’infermierina sexy? Questo sporco
‘muso nero’ ha solo iniziato a fartela pagare,
maledetto” ringhiò Ub. Chiuse gli occhi, mentre
Kid Bu confluiva in lui.
I
due si fusero, mentre l’aura del ragazzo
s’incrementava.
“La
prossima volta ci penserai due volte a deridere la
‘mia’ Marron” disse Ub con la voce di Kid
Bu.
I
suoi arti erano diventati flessibili, riusciva a girare la testa ben
più del normale, mentre faceva scricchiolare le spalle.
“Crilin,
tu hai cercato la tua rivalsa e hai fallito. Sei tornato il solito
incapace di sempre. Io non farò lo stesso errore. Tua figlia
vedrà in me la forza che suo padre non ha mai
avuto”. Serrò con forza il pugno, ridacchiando con
espressione folle.
“Pagherete…
Pagherete tutti. Soprattutto tu, Goku…”.
|
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Capitolo 13 *** Cap.13 Neri pensieri ***
<
Il combattimento non finisce più.
Sa
di lucidità, d’insana fobia e… confondo
tutto. Si tratta solo di rabbia che non sa come esplodere, senza via di
fuga.
La
noia, la quotidianità, mi cancella, e sono viva solo in
questi momenti. Mentre urlo e mi trasformo.
Non
sopporto di morire ogni giorno di più, innocua e banale
> pensò Elly.
Le
gocce di sudore scivolavano lungo il suo viso, il sangue gocciolava
copioso. Ne sentiva il sapore metallico anche in bocca, cadde carponi
nella polvere. Sputò sangue, rabbrividendo per il freddo e
la stanchezza. Evitò dei calci diretti alla sua testa,
rotolando, si rimise in piedi con una capriola.
“Sono
sei ore ininterrotte che combattiamo. Junior ormai ci avrà
dato per disperse” disse Kamy,
decapitando un altro avversario.
“Sì,
questa battaglia sembra non finire mai…” ammise
Elly, pulendosi la bocca con il dorso della mano. Schivò
degli attacchi energetici dei mercenari e li travolse con
un’onda, alzando un polverone. Mentre questo si diradava,
mostrando del fumo in lontananza, notò una figura.
“Quella… Quella è una
bambina!” gridò.
Pan
chiuse la porta della palestra e si passò la mano sulla
fronte sudata, indossava un kimono arancione stretto da una cintura
nera alla vita. Si strinse la coda che le cingeva i corti capelli neri
e raggiunse il tatami, a piedi nudi.
“Finalmente
hai chiuso. Ora possiamo divertirci veramente, io e te” disse
Bra, saltellando sul posto.
Pan
salì sul tatami insieme alla migliore amica e
ridacchiò.
“Lo
sapevo che oggi eri venuta ad aiutarmi con le lezioni solo per
questo” disse.
Bra
scrollò le spalle. “Ho paura che a fare solo la
brava mogliettina, mi arrugginirò” ammise.
<
Mi risveglio dentro un letto. Un tempo avrei detto il
‘mio’ letto, ora non è
così.
Questa
vita non è la mia, ora sono diverso.
Sono
completo finalmente. Io e Kid Bu siamo
una cosa sola. Sento il suo cuore, nero come la notte più
oscura, battere nel mio petto.
Sono
potentissimo, non ho limiti.
Volo
via dalla finestra spalancata. So che Dende mi
sta guardando. Quel namecciano che
si sente superiore, che gioca a fare il dio della Terra.
Avverta
pure i suoi amichetti! Mi farà risparmiare tempo, non
dovrò radunarli io.
Ormai
casa mia non è più né la Kami House,
né la dimora di quel pallone gonfiato di Mr. Satan.
Ripasso
a mente il piano, mentre atterrò in prossimità
del municipio. Che mi vedano pure volare, ormai questi idioti di
terrestri sono convinti sia un trucco risaputo.
Ho
il vestito giusto per sembrare l’Eroe di questo mondo
> pensò Ub.
“Sai,
ho avuto davvero paura che non avremmo più potuto
vederci” disse Gorin.
Era sdraiato sul prato accanto a Vetrunks,
la testa appoggiata sulla spalla del migliore amico, il suo lungo
codino moro ricadeva sul petto del giovanissimo mezzosangue.
Vetrunks osservava
le nuvole pallide susseguirsi in cielo.
“Anche
io ho avuto paura. Lo spazio è spaventoso” ammise.
Gorin gli
prese la mano nella propria, sorridendo.
“Sarebbe
stato più divertente se avessimo potuto girarci
insieme” ammise.
Vetrunks socchiuse
gli occhi, rispondendo: “Però ho imparato un sacco
di mosse nuove. Non vedo l’ora di insegnartele”.
“Voi
due, vi alzate? Mamma e papà hanno detto che è
pronto” si lamentò Latys.
Aveva un terzo occhio aperto sulla fronte e i suoi capelli erano biondi.
Vetrunks si
alzò di scatto.
“Da
mangiare?” domandò, mentre le sue iridi more
brillavano.
“Io
volevo riposarmi ancora un po’” si lagnò.
Latys starnutì
e i suoi capelli divennero blu. Strinse le mani al petto, arrossendo.
“S-sì…
Vorrebbero li raggiungessimo, per mangiare insieme” disse
gentilmente.
|
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Capitolo 14 *** Cap.14 Ascolta la mia voce ***
Scritta
sentendo: Tiziano
Ferro ft Linea 77 - Sogni Risplendono + Lyrics; https://www.youtube.com/watch?v=9lFNl5RtGvc.
“Questa
storia partecipa alla #SummerBingoChallenge indetta sul gruppo facebook
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Prompt:
Casella 84 – Vacanza rigenerante.
Cap.14 Ascolta
la mia voce
Bulma
posò la testa sul sedile di plastica bianco e si
sollevò gli occhiali da sole, guardando Trunks e Vegeta
combattere a mezz’aria sopra il ponte della nave. Sorrise,
mentre le sue iridi azzurre diventavano liquide, riflettendo la luce
del sole.
<
Ci voleva proprio questa vacanza per rigenerare il loro rapporto
> pensò.
“Avanti,
Goten. Datti una mossa!” gridò Vegeta. La sua aura
rassomigliava a della sabbia dorata, che gli volteggiava intorno al
corpo.
Goten
partì all’attacco con un pugno, Trunks
tentò di entrare contemporaneamente con una ginocchiata.
Vegeta
ghignò e afferrò i colpi di entrambi, strinse il
ginocchio di uno e la mano dell’altro, e li fece scontrare
tra loro.
“Avanti!
Sapete essere più coordinati di così!
Persino
io e Kakaroth facciamo delle figure meno barbine contro Whis”
li punzecchiò.
Trunks
e Goten si rialzarono doloranti, erano precipitati, ma erano riusciti a
fermarsi ad una mano dal pontile in legno, levitando. Si guardarono in
viso e annuirono.
Spiccarono
il volo, mettendosi l’uno di fianco all’altro, con
i pugni stretti e le braccia piegate. Il loro urlo risuonò
come fosse una voce sola ed entrambi raggiunsero il livello di
supersaiyan.
<
Semidio, vero? Vediamo se riesco a sbloccare l’Ultra-istinct.
Non voglio essere inferiore a Kakaroth > pensò Vegeta.
I
due ragazzi iniziarono ad attaccarlo, Vegeta chiuse gli occhi,
lasciandosi guidare dai gesti istintivi del suo corpo per parare.
Alcuni colpi dei giovani riuscirono ad entrare, lasciandogli dei lividi
sul corpo, ma il principe dei saiyan li raggiunse entrambi con una
spinta al petto, riuscendo ad allontanarli con un incremento
dell’aura.
Goten
si massaggiò il petto, lamentandosi, Trunks si
piegò in avanti, stringendosi le ginocchia, ansimando.
“Ho
bisogno di una pausa” ammise Trunks, atterrando.
Goten
atterrò a sua volta.
Vegeta
ridacchiò, riaprendo gli occhi.
“Andate
a mangiare, mocciosi” concesse, scendendo lentamente fino al
ponte.
<
Quella faccenda della trasformazione continua a preoccuparmi. Lo so che
probabilmente era solo una scemenza, ma… Ormai ho imparato
che non devo sottovalutare il mio sesto senso >
rifletté.
Bulma
guardò il marito dirigersi verso la loro camera da letto e
si grattò la guancia.
<
Di nuovo quella sonnolenza? Non mi convince, affatto >
pensò. Lo seguì e lo guardò buttarsi
pesantemente sul letto della cuccetta. Corrugò la fronte,
vedendo che, nonostante il cielo azzurro, non troppo distante dal sole,
si intravedeva la luna in cielo. < Che strano fenomeno >
rifletté la scienziata.
Raggiunse
il letto e si sedette sul bordo, vicino ai piedi del marito.
Vegeta
si posò un braccio sulla fronte e la guardò.
“No,
per niente. Penso di essere vicino a un nuovo potenziamento. Di sicuro
mi manca poco per oltrepassare il limite. Ormai posso dire di aver
raggiunto il supersaiyan di settimo livello, come Kakaroth”
le rispose.
“Ti
addormenti di nuovo in piedi?” domandò.
Vegeta
si tirò su a sedere e le prese la mano nella propria.
“Umphf,
meno” la rassicurò.
Bulma
lo abbracciò, posandogli la testa sul petto, e gli chiese:
“Allora perché ti sei rintanato qui?”.
Vegeta
si morse l’interno della guancia.
“Possibile
che sei sempre così attenta a me? Dopo tutte quelle persone
che ho ucciso, le cose che ho dovuto ammettere a nostro figlio sul mio
passato…”. Iniziò.
Bulma
gli accarezzò il viso. “Stai male per
quest’ultimo periodo come mercenario, vero?”.
Vegeta
si rattristò, espirando profondamente.
<
Tu sei la mia splendida luna, la mia dea. Io non ti merito >
pensò. La baciò con foga, mentre sentiva gli
occhi pizzicargli.
Bulma
si staccò da lui, riprendendo fiato, le labbra arrossate e
accaldate.
“In
questa vacanza cerca di staccare. Devi rilassarti e rigenerarti
completamente” gli sussurrò.
Vegeta
serrò gli occhi, ascoltando il respiro di lei.
“Vorrei,
ma non riesco ad evitare di essere nervoso, teso”.
Bulma
iniziò a baciargli il collo, strofinando il naso contro la
sua pelle abbronzata.
“Chiudi
gli occhi, concentrati solo sulla mia voce”
sussurrò. Lo spinse delicatamente, facendolo sdraiare sul
letto. Gli sollevò la maglia ed iniziò ad
accarezzargli il petto. “Respira piano, regola il respiro. Va
tutto bene, rilassati”.
Vegeta
aprì le mani e cercò di distendersi, obbedendole.
“Prendi
l’aria a piccoli sorsi… Sì,
così…”. La voce di Bulma risuonava
ovattata, le mani di lei erano fredde, mentre lo accarezzavano.
“In
questa cabina ci siamo solo noi. Tutto il mondo è fuori. Non
ci sono dolore… vittime…
distruzione…”.
<
Quelle mani, morte, che mi vogliono trascinare agli inferi. Quegli
occhi bianchi che gridano alla mia colpa…
E
quelle mani nere che volevano portarsi via Kakaroth. Lui non ha colpe
>. Serrò gli occhi con così forza da farsi
male, mentre corrugava la fronte.
Bulma
lo accarezzò lì, dove era apparsa una venuzza
pulsante, facendogli distendere la fronte, e gli accarezzò
anche il viso, le labbra.
“Lascia
fuori tutto il resto. Siamo solo noi” lo pregò
Bulma.
Vegeta
sentiva qualcosa opprimerlo all’altezza del petto,
cercò di concentrarsi sulle parole di lei.
“Sei
al sicuro. Qui, con me, niente può toccarci” lo
rassicurò Bulma.
Vegeta
si abbandonò completamente sul letto.
“…
Solo noi, insieme” disse Bulma, con voce gentile.
<
Ora sì che ho sonno > pensò Vegeta.
“Ti
amo” gli disse Bulma, il principe dei saiyan si
addormentò con un sorriso sul volto.
|
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Capitolo 15 *** Cap.15 Intervista in mondovisione ***
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Prompt:88
Insolazione Casella
Cap.15 Intervista
in mondovisione
<
“Cosa ha detto?” mi chiede stranito il giornalista.
“Ha capito bene. Voglio indire una conferenza stampa. La
Terra è in pericolo e, mi raccomando, anche il re deve
essere presente” scandisco, attento che a
quest’essere inferiore non sfugga nulla.
Quel
cane decrepito sarà sovrano ancora per poco. Mi muovo
sinuosamente, sono così potente, agile, flessibile,
imbattibile.
Trattengo
risate e grida selvagge. Non voglio farmi scoprire, ma mentalmente
posso trovare tutto questo dannatamente divertente.
Preparati
Goku, stavolta sarò io a spazzarti via, nessuna tua Genkidama potrà
fermarmi.
Stupido
folle. Hai voluto che rinascessi buono, ma il dubbio che tornassi ad
essere completo, malvagio, non ti ha mai sfiorato.
Pagherai
cara la tua ingenuità! La tua presunzione e superbia ti
porteranno alla morte!
La
tua fortuna non ti salverà questa volta, pagherai uno per
uno i tuoi errori, dovuti a troppa leggerezza. Tutto quello che mi hai
insegnato, da quel torneo ad oggi, ora appare sotto un'altra
ottica.
Dovrò
aspettare qualche ora, ma presto avrò tutto il pubblico che
mi occorre. Giornalisti si accalcheranno qui, con domande e telecamere.
Sarò in mondovisione!
Il
cellulare squilla, è mia moglie. Lei è una
‘cosa mia’, mi appartiene. La
risparmierò.
La
mocciosa? Dipende se si dimostrerà una degna erede.
Altrimenti… i bambini diventano cioccolattini dolcissimi
a quell’età.
Non
rispondo, andrò di persona dalla mia pupa bionda.
Diventerà una meravigliosa seguace, una volta rosa Majin.
I
terrestri saranno un ottimo popolo da governare, ma penso che
spazzerò via il resto dell’universo. I pianeti
esploderanno uno dopo l’altro per il mio diletto >
pensò Kid Ub.
“Goku!”.
Son si ridestò, si era addormentato sulla saracinesca del
negozio, mentre era intento a chiuderla.
“Capo”
biascicò, guardando la giovane donna davanti a lei.
“Se
vuoi dormire, vai a casa. Qui hai finito il turno”
borbottò la padrona dello spaccio, battendo rumorosamente il
piede per terra.
“Sì,
scusi. Le auguro una buona serata e…
Urca,
grazie per avermi riassunto appena tornato” la
ringraziò Goku, spiccando il volo.
<
Stavo sognando il combattimento contro il serpente dagli occhi di brace.
Il
suo potere si sarà anche ‘purificato’,
come mi ha detto Broly,
ma non mi fido né di lui, né di Freezer che lo
possiede, né di Broly stesso.
Da
quando sono tornato faccio fin troppi incubi.
Sì,
che è tornata la normalità. I vecchietti mi hanno
accolto con una grande festa.
La
signora Miriam mi ha regalato il cofanetto della sua serie televisiva
preferita: ‘Bruttiful’
> pensò.
Volò
con la supervelocità fino a casa sua, atterrò
davanti la porta di casa e, con la chiave, l’aprì.
Entrò, raggiunse la cucina, Chichi stava
guardando il telegiornale nella loro televisione.
Lunch
teneva in mano un microfono.
“…
Questa sera, tutti i giornalisti sono stati convocati
d’urgenza…”. Iniziò a dire.
<
Se hanno mandato lei, vuol dire che la notizia è importante.
Il signor Dimitri, al negozio, mi ha fatto notare che ormai la
spediscono solo in zone di guerra o dove c’è
qualche mostro che vuole distruggere la terra. Non sa che è
mia amica > rifletté Goku.
“Conosco
quel giardino, è quello del re. Ci ho combattuto da piccolo
contro Al Satan.
“Ssssh.
Sentiamo cosa devono dire” lo zittì Chichi,
posandosi l’indice sulle labbra.
<
Strano, di solito il mio allievo cerca di evitare le telecamere
più della peste. Lui è timido e, poi, nel suo
villaggio, c’è la convinzione che possano rubare
l’anima se ti fissano su una pellicola.
Ha
qualcosa di diverso. Lo sguardo, così serio, un taglio degli
occhi direi… cattivo. Tiene le braccia incrociate in modo
strano, con i pugni stretti, lasciando che si incontrino solo in un
punto > rifletté Son.
“Cari
Terrestri. Sono qui per comunicarvi dell’esistenza di un
popolo chiamato saiyan”.
Chichi sentì
il battito cardiaco accelerare.
“Chichi,
prendi May,
qualcosa non va” ordinò Goku. La moglie
annuì e corse fuori dalla cucina.
<
Sa che la nostra identità deve rimanere segreta. Lui e Mr. Satan si
prendono i meriti proprio per questo.
Che
sia impazzito? > si domandò Goku.
“…
Sono alieni pericolosi, come quelli che hanno tentato di conquistarci
di recente…” proseguì Ub.
Goku
si aggrappò ad una sedia, impallidendo.
“Non
può averlo detto” esalò.
“Ecco
scoperto il motivo della tua preoccupazione, non ti sentivi
bene” disse Bulma.
Era intenta a passare una pomata sulle spalle di Vegeta, completamente
arrossate.
“Donna,
non ha senso! Come diamine ho fatto a scottarmi?!
Eravamo
qui in cabina insieme” brontolò il principe dei saiyan.
Bulma gli
posò un bacio sui capelli a fiamma.
“Intanto
ora sembri un pomodoro, amore” gli disse.
“Io
sono sempre abbronzato e sono nato su un pianeta con due soli. Ti
sembra normale?” brontolò. Respirava a fatica e la
vista gli si annebbiava.
Mugolò
di refrigerio, mentre Bulma gli
passava la crema anche sui fianchi.
“Forse
tutto quel tempo nello spazio ti ha disabituato… Non
prendertela. Lo sai che a me succede ogni volta che mi scordo la crema
solare” gli disse.
Trunks entrò
nella stanza correndo.
“Dovete
sentire questa!” gridò, col viso stravolto.
Recuperò il telecomando e accese la televisione.
“La stanno sentendo tutti nel salone al piano di
sotto” esalò.
“…
Sono alieni pericolosi, come quelli che hanno tentato di conquistarci
di recente…” spiegò Ub.
Vegeta
ricadde all’indietro, Bulma lo afferrò, prima che
svenisse. Il principe dei saiyan aveva le labbra esangui.
“N-non
può… averlo detto…”
biascicò, confuso.
<
Non adesso, non in questo momento! Noi saiyan ci stiamo appena
riprendendo.
Kakaroth
sta accettando di recente questa sua natura. Fino ad ora
l’aveva sempre giudicata per le colpe della nostra gente
> pensò Vegeta.
“Vegeta,
sono qui, amore…” esalò Bulma.
Trunks
guardò il padre e scosse il capo. “Questa
è una tragedia per tutti noi che viviamo su questo pianeta.
Rischiamo si scateni una caccia al saiyan”. Guardò
suo padre e corrugò la fronte.
“Cosa
gli è successo?” domandò.
“…
Insolazione… Ha anche la febbre alta”
mormorò Bulma, mordicchiandosi il labbro. Guardava la
televisione con gli occhi liquidi.
“Traditore!”
gridò Vegeta.
Sullo
schermo, al posto del giornalista, iniziarono a susseguirsi una serie
di foto. Ritraevano lui, Goku, Gohan, Trunks…
“Benissimo,
i nostri visi in mondo visione” gemette Trunks, tremando.
“…
Persino Junior… Lui non è neanche un
saiyan” mormorò Bulma.
“…
Aiutatemi a cacciarli! Ci hanno mentito, hanno guadagnato la nostra
fiducia, si sono nascosti tra noi… Catturiamoli!”
gridava Ub come un invasato Ub, mentre i terrestri cominciavano a
gridare il suo nome, incitandolo.
“Trunks,
chiama Goten. Tu porti me, lui tuo padre. Dobbiamo trovare un rifugio
alla svelta” ordinò.
Il
figlio ubbidì, correndo fuori.
Bulma
iniziò a gettare tutto quello che trovava in una borsa,
contenitore della crema compreso.
“…
Vegeta, amore, ce la fai?” domandò, addolcendo il
tono.
Vegeta
si mise in piedi con le gambe tremanti, vedeva sfocato.
“Se
ci sei tu, sì” mormorò.
<
Ub ha appena risvegliato il nemico più pericoloso di tutti:
la folla.
Ha
sobillato l’intero pianeta contro di noi… >
pensò.
Si
udirono dei fucili che venivano caricati, Vegeta afferrò la
moglie e la gettò a terra, mentre i soldati sulla crociera
sparavano alla loro cabina.
“Vegeta,
non ucciderli, sono terrestri indifesi!” gridò
Bulma.
Vegeta
la strinse più forte, il respiro irregolare.
“Indifesi?
Se non ci sbrighiamo a scappare, ci linceranno…”
disse.
I
colpi si fermarono e Goten entrò, seguito da Trunks.
“Li
abbiamo messi k.o.” disse il figlio di Goku. Raggiunse Vegeta
e lo prese delicatamente tra le braccia, il principe dei saiyan
ingoiò il grido quando gli toccò la pelle
bruciata e arrossata.
Trunks
si caricò sulle spalle Bulma, che si era sistemata la borsa
a tracolla.
“Tranquillo,
Vegeta… Mi occupo io di te” disse gentilmente
Goten.
Il
principe dei saiyan gli posò la guancia bollente sul petto,
ansimando.
“Umph…
Me la cavo anche da solo… ragazzino…”
biascicò.
|
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Capitolo 16 *** Cap.16 L'attacco dei terrestri ***
Cap.16
L'attacco dei terrestri
Vetrunks tremava
arrabbiato; la sua aura era incrementata tanto da far esplodere sia
televisione che telecomando.
<
Il mio nonnino, Goku e il signor Junior non meritano quelle accuse.
Essere un saiyan non
è una colpa, ma una delle cose più belle di tutti
> pensò.
Gohan raggiunse
il nipote e lo prese per mano.
Vetrunks lo
seguì, Gohan accelerò
il passo.
<
Pan starà bene? Era al dojo di
Mr. Satan…
> pensò.
“Amore,
la folla è già qui!” gridò Videl,
raggiungendo il marito.
La
porta venne sfondata, un gruppo di terrestri, li raggiunse gridando.
<
Non siamo arrivati in tempo a scappare. Anche la mia foto è
stata trasmessa in mondovisione.
Sembra
uno di quei quei film
dell’orrore d’epoca. Solo che la gente, invece,
delle torce infuocate e dei forconi, è armata di pistole,
fucili e mazze.
Un
terrestre ciccione, dalla faccia codarda, incoraggiato dalla folla
dietro di lui, si fa avanti, brandendo una mazza di ferro.
Vetrunks lo
guarda seccato, mentre Videl correva
a nascondersi dietro le mie spalle, con ancora indosso il guanto da
forno e un grembiule > pensò Gohan.
“Ora
morirai mostro alieno” gridò il terrestre, con la
bava alla bocca, rivolto al bambino.
<
Se non mi facesse schifo, gli sarei scoppiato a ridere in faccia. Si
vede fin troppo che è uno di quei terrestri che, come
massimo di attività, restano seduti sul divano ad ingozzarsi
di cibi grassi fino a morire per infarto relativamente ancora
giovani.
Sono
tra l’incredulo e l’arrabbiato >
rifletté.
Vetrunks partì
all’attacco e raggiunse l’uomo con un calcio
all’addome, facendolo piegare in due dal dolore.
Gohan prese
in braccio la moglie e spiccò il volo.
<
In che mondo nascerai, Azuki? > pensò, mentre Vetrunks lo
seguiva levitando.
“C-ci
stanno… attaccando” gemette Bulma.
<
Avremmo dovuto immaginare che neanche i sotterranei della Capsule
corporation sarebbero rimasti un luogo sicuro a lungo >
pensò Vegeta, caricando un’onda.
La
porta cadde, una serie di soldati, coperti da dei caschi di cuoio neri,
entrarono con i fucili.
“Non
amo chi mi distrugge casa” disse il principe dei saiyan,
mentre Bulma si
nascondeva dietro le sue spalle.
Vegeta
puntò il colpo verso il petto di uno degli aggressori.
Goku
apparve al suo fianco e gli bloccò il polso. I terrestri
iniziarono a sparare, ma i proiettili rimbalzarono contro una barriera
di energia creata dall’aura del Son.
Vegeta
guardò Goku con espressione infastidita, l’altro saiyan aveva
un viso serioso.
“Lasciami Kakaroth”
disse duro Vegeta.
“Non
ti permetterò di uccidere un terrestre indifeso”
disse Goku, torvo.
“Anche
fosse, possono tornare in vita con le sfere” rispose seccato
Vegeta.
“Credevo
avessi imparato a rispettare la vita” rispose Son, mollando
la presa.
Il
principe dei saiyan si
massaggiò il polso.
“Goku
ha ragione, tesoro, non possiamo ucciderli” disse Bulma,
stringendosi forte al suo uomo, che arrossì.
Goku
posò una mano sulla spalla e lo sentì gemere, li teletrasportò al
palazzo del Supremo.
Vegeta
si staccò da lui, saltando all’indietro, tenendo
lo sguardo basso.
<
Mi ferisce l’idea che tu possa pensare che li avrei
uccisi!
No,
non lo avrei fatto, dopo quello che ho passato nello spazio, non ne ho
la forza >.
Goku
guardò Vegeta con aria confusa, notò la sua pelle
arrossata ed inarcò un sopracciglio.
“Cosa
ti è successo?” domandò.
“Sgrunf…”
ruggì il principe dei saiyan.
Bulma rispose,
dicendo: “Insolazione”.
Trunks volava
diretto al palazzo del Supremo, seguito da Goten.
“Avrei
preferito non separarmi da tuo padre e tua madre. Vegeta non era in
condizioni di combattere da solo” disse Goten.
Trunks teneva
gli occhi socchiusi, rispose:
“Per
questo dobbiamo sbrigarci. Quei vandali avevano preso di mira la casa,
quando li abbiamo lasciati”.
|
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Capitolo 17 *** Cap.17 Aranyhíd ***
Partecipa
al #WeeklyPrompt.
Significato
letterale: “Ponte d’oro”
Significato
2: Riflesso del sole sull’oceano
<
Mi sento colpevole. Se non fossi stato preda di un demone, se non
avessi rischiato l’anima, avrei potuto capire
che in quel ragazzo qualcosa non stava più funzionando nel
modo giusto.
Allo
stesso tempo mi sento tradito.
Sono
il padre di sua moglie?! Come gli è saltato in mente di
rovinarmi la vita!
Marron
lo ama. Come si sentirà la mia bambina in questo momento?!
Guardo
di sottecchi 18. Vola piano. Non è solo per tristezza,
è da un po’ che non sta benissimo.
Mi
chiedo se sia per la preoccupazione che le ho fatto vivere nello spazio
quando sono sparito che si va ad unire a questa >
rifletté Crilin.
Stavano volando sopra il mare, le loro figure si riflettevano sulla
superficie che si stava tingendo dei colori dell’oro.
“Vuoi
darmi la bambina? La tengo io?” chiese Crilin.
18
annuì e gli porse la nipote, Ely si aggrappò al
nonno, gorgogliando.
Crilin l’avvolse
di più nel cappottino.
“Speriamo
non prenda freddo in volo” sussurrò. Si morse
l’interno della guancia.
18
guardò il marito in volto, dicendo: “Nonostante
tutto penso sia una fortuna che quasi tutti i saiyan più
giovani non ci siano. Elly e Kamy sono
un po’ teste calde
e non avrebbero apprezzato”.
“Sì,
anche il fatto che Junior non ci sia penso abbia prevenuto delle
vittime. Solo che… Chissà come se la
passano” mormorò Crilin.
“Meglio
di noi” borbottò C18.
<
Mio fratello e sua moglie non rischiano niente, ma non mi sorprenderei
di trovarli al palazzo dove stiamo andando con i loro gemelli. Mary
Jane è molto affezionata a Vegeta e non credo abbia
apprezzato la faccenda > pensò.
Bra
si sedette sul bordo della scogliera, riprendendo fiato.
“Mi
dispiace. Se non fossi stata da me, non ti avrebbero ferito”
disse Pan. Atterrò alle sue spalle, respirando pesantemente,
stringendo Goshin al
petto.
Bra
negò con la testa, facendo ondeggiare i lunghi capelli
azzurri, si teneva il braccio, con evidenti segni di bruciature, con
l’altra mano.
“Al
massimo il torto è mio, che sto facendo perdere tempo. Se
non fosse stato per te, non sarei riuscita a prendere Goshin dalla carrozzina
in tempo” mormorò.
Pan
chinò il capo
e sussurrò: “La gente era completamente
impazzita… Arrivare a dare fuoco alla palestra di mio nonno
per cercare
di ucciderci”.
Bra
piegò leggermente all’indietro la testa, i suoi
occhi azzurri erano liquidi.
“So
che dobbiamo andare al palazzo del Supremo, saranno già
tutto lì, ma devo riprendere fiato”
esalò. Il sudore scivolava lungo il suo viso pallido, i suoi
occhi erano incavati.
Pan
guardò Goshin,
il piccolo ridacchiava, sporgendo le manine verso di lei.
<
Potevano uccidere un neonato!
Un
tempo avrebbero rispettato troppo la figura di mio nonno per fare
qualcosa del genere > pensò.
“Ub è
mio amico da quando sono molto piccola, non riesco a credere abbia
fatto tutto questo” gemette.
Bra
guardò il cielo, mentre si rialza con le gambe tremanti.
“Sai,
credo di avere le traveggole, ma il mare non mi è mai
sembrato così bello. Abbiamo scenari così belli
sulla Terra ed,
invece, dobbiamo pensare solo a versare del sangue”.
Pan
seguì lo sguardo di Bra e sgranò gli occhi.
“La
luce sembra creare un ponte d’oro sull’acqua che
unisce il sole alle profondità marine. Hai ragione,
è bellissimo” sussurrò.
Bra
rischiò di cadere
all’indietro e con una mano si aggrappò alla
spalla di Pan, la sua mano era bollente.
“T-ti
dispiace… Ti dispiace se mi aggrappo alle tue
spalle?” domandò, arrossendo.
“No,
tieniti anche con le ginocchia. Ti portò io” la
rassicurò Pan.
Bra
si aggrappò alla migliore amica,
respirando affannosamente.
|
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Capitolo 18 *** Cap.18 La discesa del dio ***
Partecipa
al ‘Ipse
dixit’
di Writer’s Wing.
Prompt:
"Questo non è volare amico. Questo è cadere con
stile!".
Cap.18 La
discesa del dio
Dende gridò,
vedendo il terreno che si avvicinava, nascose il viso
nell’incavo del collo della giovane a cui era aggrappato.
<
Non posso credere che mi sono lasciato convincere ad andare io sulla
Terra per cercare di capire cosa sta succedendo di preciso ad Ub.
Tutto
questo è così pericoloso! Però, dopo
aver attaccato le ragazze, essermi lasciato trascinare dal mio
pericoloso lato demoniaco, dovevo pur farmi perdonare >
pensò.
“Ci
siamo sfracellati?” domandò, socchiuse un occhio e
vide la propria ombra che si muoveva su un prato verde. Andavano in
linea retta, non stavano precipitando più.
Mai
scoppiò a ridere. “Per essere uno che ha poteri
quasi illimitati, sei un vero fifone, amore”
trillò.
“S-stiamo…
volando?” domandò Dende e
la voce gli tremò, mentre un rivolo di sudore gli scendeva
tra le antenne.
<
A-amore? Non mi aveva ancora chiamato così, in fondo non
è da tanto che ci frequentiamo > pensò,
arrossendo.
“Questo
non è volare, amico. Questo è cadere con
stile!” gridò Mai, scoppiando a ridere.
<
Quando sono tornata bambina ho capito che avevo un mondo di
possibilità. Non sono riuscita a ricambiare Trunks.
Lui era così dolce, così carino, ma la differenza
di età era troppa.
Finché
si trattava di tenersi per mano, di sorridersi, anche dei primi
bacetti, mi sentivo lusingata, arrossivo persino. La prima volta che la
cosa si è fatta seria, sono scappata via.
L’ho
lasciato a Marron, l’ho quasi gettato tra le sue braccia, pur
sapendo che tra loro non avrebbe funzionato. Ero così felice
il giorno in cui mi ha detto che si era fidanzato ufficialmente con
Pan, durante il loro viaggio era diventato palese quanto fossero legati.
Però
quell’esperienza mi ha fatto capire che il mio cuore poteva
battere ancora, che potevo innamorarmi.
Avevo
sempre avuto una cotta per Junior, ma lui non mi ha mai notato. Quando
ho visto come guardava Elly, una volta cresciuta, ho capito che per me
non c’era più spazio.
L’ho
odiato, profondamente, ma alla fine ho capito che dovevo andare
avanti…
Non
ero l’unica che doveva andare avanti. Così mi sono
trovata davanti ‘lui’… Kami-sama in
persona! Il Supremo della Terra…
Sembrava
così solo, triste. Mi disse che era scappato da un certo Mr. Popo.
All’inizio è cominciato tutto per gioco.
Più che altro volevamo dimenticare, rincuorarci a vicenda.
Non
si rendeva conto quanto era bello. Un corpo namecciano sottile,
ma perfettamente sbocciato. La sua pelle verde era così
liscia al tocco. Aveva delle forme sinuose, una delicatezza ed una
dolcezza che Junior non avrebbe mai avuto. Aveva i pregi di Piccolo, ma
qualcosa di Gohan.
Non mi ha sorpreso quando mi ha raccontato che il figlio di quel pazzo
di Goku era il suo migliore amico >
rifletté.
Atterrarono,
il paracadute sulle sue spalle si afflosciò.
“Siamo
parecchio lontani dal centro abitato, dovremo andare a piedi”
spiegò Mai, passandosi l’indice sotto il naso.
“Gra-grazie…
a-amore…” biascicò Dende.
Mai
gli posò un bacio a fior di labbra, arrossendo a sua volta.
“Vedrai,
scopriremo perché Ub è
completamente impazzito aizzando i terrestri” disse
gentilmente.
<
Sempre detto che Pilaf sarebbe un re migliore per questa Terra >
pensò.
|
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Capitolo 19 *** Cap.19 Il doppio volto dei terrestri ***
“Nel
buio sento un palpito di ____ (palpebre).”
«I
poemi della luce», Lucian Blaga
Cap.19
Il doppio volto dei terrestri
Goku
schioccò la lingua sul palato, mentre detergeva la fronte di
Vegeta con una pezzuola bagnata.
“Tu
sei in queste condizioni e ti metti a combattere?! Urca, se sei
suicida” brontolò.
Vegeta
sbuffò rumorosamente.
“Almeno
non ho la tua ossessione per i terrestri” brontolò.
<
Ci hanno demolito casa e per lui sembra quasi normale! Li giustifica lo
stesso > pensò.
Goku
arrossì. “Non ho
un’ossessione” si lagnò con voce
infantile.
<
Io sono ancora offeso! Pensare che li avrei ucciso. Dopo quello che
è successo, dopo il Serpente di fuoco poi. Che mi ha fatto
capire quanto devo stare attento a non contaminare il potere reale per
evitare diventi qualcosa di terribile!
Per
non parlare di quel giretto agl’inferi >
pensò Vegeta, sbuffando sonoramente.
“Sì,
sei ossessionato e troppo buono” si lamentò.
Goku
passò a bagnargli anche la schiena arrossata.
“Tutte
queste critiche non le merito…”
mormorò. Erano seduti su uno dei letti delle tante stanze
del Supremo.
Nel
corridoio videro passare Goshin in
volo, trasformato in supersaiyan,
inseguito da Goten,
intento a urlare, allungando le braccia per prendere il figlio.
“Dovremmo
aiutarlo?” domandò Goku, grattandosi sotto
l’occhio.
“Nah.
Deve imparare a gestire il suo marmocchio” ribatté
Vegeta, ridacchiando.
Lo
stomaco di entrambi i saiyan purosangue
brontolò.
Il
re era affacciato al balcone della finestra del suo palazzo. Stringeva
con le zampe superiori il bordo di marmo della balconata.
Sospirò,
mentre la codina di pelliccia blu gli scivolava tra le zampe, dando
vita a un piccolo bozzo nei suoi pantaloncini corti.
<
La gente sembra impazzita > pensò. Abbassando le
orecchie sul capo, scuotendolo. Ub.
Presto inizierà una rivolta, cercheranno di depormi
>. Alzò il capo e osservò il cielo, con
espressione afflitta, il tartufo nero completamente umido.
<
Oggi ho visto anch’io quell’intervista. Tra le foto
ho riconosciuto Son Goku. Quel bambino coraggioso, che un tempo ha
sconfitto Al Satan salvandoci
tutti, ora è un uomo. La sua espressione era dura, ma so che
quel guerriero è rimasto puro di cuore.
<
Sono convinto che sia stato lui, coi capelli tinti di biondo, a sfidare
Cell. Nessuno potrà persuadermi del contrario.
Ho
conosciuto Mr. Satan e
non ha mai spiccato in nessuna dote. Nemmeno in intelligenza.
Purtroppo
il nostro mondo è regolato dalle leggi di mercato e lui ne
racchiude l’essenza. Sa vendersi, far parlare di
sé.
Ora,
però, l’aver scelto il successore sbagliato, un
ragazzo assetato solo di potere, sarà fatale per questo
povero mondo >.
Iniziarono
a indicarlo, a fischiare. Le guardie puntarono le pistole, urla di
scherno si alzarono contro il sovrano.
Quest’ultimo
si ritirò, chiudendo la finestra e tirando le tende,
lasciando calare l’oscurità nella sua stanza. Con
aria stanca, a tentoni, raggiunse il suo letto e vi si
accomodò.
“Nel
buio sento un palpito di palpebre, il mio. Mi chiedo se sarà
l’ultimo.
Quanto
ancora mi resta prima che il mio popolo, che tanto ho amato, mi si
rivolti contro abbagliato da un miraggio?”
sussurrò.
Nascondendo
il viso tra le zampe che gli facevano da mani, sospirando
pesantemente.
|
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Capitolo 20 *** Cap.20 Junior viene aggredito ***
Cap.20 Junior
viene aggredito
Elly
ansimò, poggiandosi una mano sul petto. Si sedette sulla
roccia spigolosa, respirando profondamente per ripetute volte,
lasciando ricadere la mano, e abbassò lo sguardo verso
terra, osservandone i dettagli.
Il
suolo era sabbioso, di colore rosa.
<
Questa sfumatura di rosa non l’avevo mai vista sulla Terra
> pensò, tenendo fermo lo sguardo.
Afferrò
con la mano destra una porzione di terreno davanti a sé.
Notò che pochi centimetri sotto era costituito da roccia
dura, di colore rosa più intenso.
<
Ecco perché non trovo piante in questo luogo. Appena sotto i
nostri piedi è roccia dura, inospitale per quasi qualsiasi
pianta >, pensò, spostando lo sguardo sul campione
che aveva nel pugno, osservando i singoli granelli costituenti la
porzione di terreno.
<
C’è di tutto qui: sabbia, argilla, polvere,
ghiaia, ma l’area è molto secca, l’acqua
nel terreno è pochissima. Sarebbe bello analizzare il
terreno > pensò, gettando via il campione, che in
parte finì sugli stivaletti, sporcandoli di polvere
rosa.
Alzò
lo sguardo, osservando le rocce che lo circondavano. Erano dello stesso
colore della sabbia che aveva tenuto in mano, tranne alcune rocce che
erano più scure.
<
Chissà di quale
strano materiale sono fatte > rifletté.
Si
alzò, si chinò e si passo la mano sullo stivale
destro. Si rimise dritta, guardò l’altro stivale,
e rifece l’operazione. Fece una decina di passi, poi si
fermò e ruotò su sé stessa.
<
Il paesaggio mi sembra ovunque uguale. Come se fosse costruito su
misura, nessun dettaglio diverso spostandosi da un punto ad un altro
> considerò.
Accanto
a lei c’era una roccia alta due volte lei, gli
posò una mano sopra, lasciando che il suo peso gravasse su
di essa.
<
Non è molto pesante. Potrebbe non reggermi, probabilmente
questa roccia è franabile, come cava >
ammise.
Si
ricompose, allontanando la mano dalla roccia. Fece un passo indietro,
portò leggermente il capo in avanti e la osservò
per intero.
<
È una delle rocce più scure. Anche questa
sfumatura di rosa non l’avevo mai vista… E poi,
che forma strana, sembra uno di quei mappamondi che aveva mio nonno
>.
Riprese
a camminare, con lo sguardo basso. Un passo dopo l’altro
sollevava polvere rosa che finiva sugli stivali, sui pantaloni blu, e
qualche granello pure sulla maglia e sul viso.
<
È strano, il terreno è compatto, per quanto
sabbioso, ma si solleva parecchia polvere. Non mi convince questa cosa,
sembra che tutto debba crollare da un momento all’altro
> pensò.
Fece
un altro passo, con il piede destro schiacciò una piantina
nera. Spostò il piede in avanti e posò lo sguardo
sul corpo schiacciato. Si chinò, poggiando i gomiti sulle
ginocchia, il bacino a due piedi da terra. Passò
l’indice sulle foglie della pianta, dicendo:
“Non
ho visto forme di vite simili a queste nei dintorni. Di sicuro non
assomiglia a niente che possa esistere sulla Terra”. Riprese
la sua marcia, guardando i due soli in cielo, uno dei due stava
tramontando.
<
Due soli? L’altro giorno non erano quattro? Mi stupisco
facciano così poco calore, questo luogo è
perfettamente abitabile. A misura di creature come me! Sono soli
più luminosi, ma devono riscaldare decisamente molto meno.
Il colore del cielo è simile a quello nostro, ma molto
più scuro.
Se
non vi sono piante, a parte quella piantina che ho schiacciato, come
facciamo a respirare? L’ossigeno da dove proviene? Vorrei
tanto conoscere le leggi che regolano questo pianeta. Sicuramente non
sono quelle che regolano l’universo che conosciamo. Sembra di
essere finiti in una dimensione a parte.
Dopo
il regno demoniaco, ci manca solo il monolite di Odissea nello spazio
>. Concluse la saiyan.
“Mi
chiedo quando Junior si deciderà a dirmi dove si trova,
così potrò aiutarlo con i combattimenti. Sono
stanca di dover occupare il mio tempo con le ricerche”
brontolò.
“Dove
sono?” domandò Junior. Era seduto per terra, con
le gambe accavallate e le mani appoggiate sulle ginocchia.
La
figura del Supremo era in piedi davanti a lui e gettava una lunga
ombra, in quel luogo rischiarato da una luce indefinita.
“Tu
stai morendo. Devi tenere duro, o tutti e tre scompariremo”
disse il saggio con voce grave.
Junior
si alzò in piedi di scatto, guardandosi intorno confuso.
“Morendo?! Com’è possibile?! Ho
sconfitto tutti i miei avversari!” gridò.
Nail gli
si avvicinò e con voce stanca gli rispose: “Ti
hanno attaccato alle spalle”. Gli posò una mano
sulla spalla, Junior si divincolò, allontanandosi.
“Non
ho sentito nessuna aura!” sbraitò Junior.
“Siete
finiti in un tranello. Questa trappola…”.
Iniziò a dire il Supremo.
“Elly!
Devo avvertire Elly!” gridò Junior.
Serrò i pugni e incrementò l’aura.
“Devo uscire da qui! Devo proteggerla!”
sbraitò.
“Sei
dentro la tua mente, non puoi lasciare questo luogo”
ribatté il Supremo.
“Però
questo è lo spirito giusto. Tieni duro, questo ci
salverà” si congratulò Nail,
facendogli il segno dell’ok.
L’urlo
di Junior proruppe dalle labbra del suo corpo, ma trasformandosi in un
basso gemito.
“Chi
lo ha ridotto così? Chi è stato?!”
gemette Elly.
“Non
lo sappiamo” sussurrò 18. Abbassò lo
sguardo e si passò la mano tra i corti capelli
biondi.
“Ci
ha teletrasportati qui Goku e poi è tornato
indietro” mormorò 17.
<
Noi eravamo venuti per avvisarli di quello che sta succedendo sulla
Terra. Però ora non conviene dirglielo, hanno già
i loro guai qui > pensò.
18
abbracciò Elly, che si divincolò.
“Perché siete venuti?!” gridò
Elly, con gli occhi arrossati.
<
Voglio sapere chi è stato! >
pensò.
“Avevamo
immaginato che…” mentì 18.
“…
Avreste avuto bisogno di aiuto”. Concluse la bugia
17.
“Di
preciso, voi cosa avete visto?” s’inserì Kamhara,
parlando piano.
“Junior
a terra, incosciente, colpito da un attacco energetico alla
schiena” spiegò 18.
“…
ed innumerevoli avversari k.o. tutt’intorno a lui. Doveva
aver combattuto fino a quel momento”. Aggiunse 17.
|
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Capitolo 21 *** Cap.21 Al palazzo del re ***
Prompt:
"Benvenuta nel vero mondo! Fa schifo. E te ne innamorerai.".
Crilin era
intento a giocare a carte con Videl,
mentre con una mano cullava Ely nella culla.
“Quanto
ci mette mia moglie a cercare aiuto?”
domandò.
“Sai
che è andata in una zona praticamente di guerra”
ribatté Videl.
Crilin sospirò
pesantemente. “Avrei voluto andarci io, ma quando si mette in
testa qualcosa è impossibile farle cambiare idea. Andarle
contro mi fa quasi paura” borbottò.
Videl gli
fece un sorriso rassicurante, sussurrando: “Andrà
tutto bene. Lei sa difendersi, ti ricordo che è una grande
guerriera e 17 è con lei”.
<
Siamo più in pericolo noi qui sulla Terra >
pensò, inghiottendo un sospiro. < Almeno mia figlia e
mio nipote sono al sicuro >.
Chichi camminava
alle sue spalle, guardando la nuora seduta sul pavimento di marmo con
la coda dell’occhio.
“Mi
duole ammetterlo, ma questa volta Vegeta non ha tutti i torti. Gli
altri terrestri sono impazziti” gemette.
“Anche
Goku ha le sue ragioni. Non possiamo certo comportarci da mostri come
si aspettano adesso” ribatté Bulma.
Chichi annuì,
lamentandosi: “Questa situazione è davvero
terribile. Non so proprio come ne usciremo”.
Marron
avanzò lungo i
corridoi, il battito cardiaco accelerato. Raggiunse la sala del trono,
trovandovi seduto Ub.
“Devi
essere impazzito! Che
fine ha fatto il re? Cosa sta succedendo?!” gridò.
Il
marito fece un sorriso storto.
<
Alla sorpresa è subentrato il dolore. Fortuna che nostra
figlia è al sicuro con i miei genitori >
pensò Marron, con gli occhi liquidi.
“L’ho
fatto per noi. Dovresti esserne felice” sussurrò Ub,
allargando le braccia.
“Non
ti riconosco più! Tu non sei l’uomo gentile che ho
sposato! Il ragazzo che si occupava del suo villaggio, che combatteva
per gli altri come un eroe!” sbraitò Marron,
mentre una lacrima le rigava il volto.
Le
guardie la tenevano sotto tiro.
<
Ho deciso di fare l’infermiera proprio per poter aiutare gli
altri, escludere la violenza dalla mia vita! > pensò. “RAGIONA!”
gridò, raschiandosi la gola.
Da Ub provenne
una forte aura malvagia che si diffuse per tutto il palazzo del re
della Terra.
Un
rivolo di sudore scivolò lungo il collo della giovane donna,
altre gocce le rigarono il viso, deformato dalla preoccupazione.
<
Come posso perdonargli di aver fatto considerare i miei genitori dei
mostri? Dopo tutto quello che è successo a mia madre! Dopo
tutto il tempo in cui si è sentita solo una macchina senz’anima?
Come
ha potuto farlo, quando mio padre lo ha sempre trattato come un
figlio?!> pensò.
Ub fece
un cenno con la mano e le guardie abbassarono le armi.
Accavallò le gambe e si accomodò appoggiandosi
contro lo schienale del trono.
“Tu
fremi dalla voglia di combattere... di uccidere. Vuoi solo il
potere!” gridò Marron.
“Come
tutti in questo mondo. Ti aspettavo amore mio, così
capirai” sussurrò roco.
“Finiscila
con questa pazzia” sibilò Marron, mettendosi in
posizione di combattimento.
Ub si
passò la mano tra i capelli, dicendole: “Benvenuta
nel nostro mondo! Fa schifo... e te ne innamorerai”.
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Capitolo 22 *** Cap.22 La situazione precipita ***
Scritto
per I prompt del lunedì de Il giardino di Efp.
Prompt:
Non avremmo dovuto farlo, è l'ultima volta che mi lascio
coinvolgere nelle tue sciocchezze.
Cap.22 La
situazione precipita
“Il
cielo è diventato viola, ma non è quello il
problema. Ha iniziato a cadere una pioggia di meteoriti”
disse 17, affacciato alla finestra.
La
casa tremava, a causa di un terremoto.
Elly
si stese sul corpo di Junior, proteggendolo col proprio, mentre diversi
oggetti della casa precipitavano, i macchinari medici iniziarono a
ronzare.
18
creò una barriera intorno all’edificio,
schermandolo dalle meteore.
<
Dovrei essere con mia figlia in questo momento. Per salvarla da quello
che il marito è diventato!
Non
a rischiare la vita dall’altra parte dell’universo
> pensò, con gli occhi liquidi.
“Tutto
questo non è per niente naturale” disse
17.
Voltandosi
a guardare gli altri, mentre incrementava l’aura.
<
Questo mondo è completamente impazzito e si è
trasformato in una trappola. Dovevo capire dalle mie analisi che
qualcosa non andava > pensò Elly.
“Voi
dovete rimanere con Junior. Io devo andare, c’è
una bambina rimasta sola là fuori. Devo salvarla! Ha bisogno
del mio aiuto!” gridò. < Non voglio andare,
non voglio lasciare il mio amore in queste condizioni >
pensò.
Mr.
Satan cercò di forzare la serratura.
“Non
dovevamo accettare quella telefonata in tutto questo. Non possiamo
certo salvarlo noi il re” gemette.
MajinBu
s’imbronciò, incrociando le braccia.
“Perché
non posso mangiare nessuno?” borbottò.
Gonfiò le guance, mentre un po’ di fumo si
sollevava dalla sua testa.
Mr.
Satan impallidì, mentre il sudore iniziava a scendere lungo
il suo corpo.
“N-no...
non mangiamo nessuno...” biascicò.
MajinBu
sbuffò. “Dende ha detto di salvare il re che
è rinchiuso. Perché non posso mangiare mentre lo
facciamo?” brontolò.
“Sbri-sbrighiamoci...
così poi... cerchiamo le cucine... ed i dolci”
farfugliò Mr. Satan, col battito cardiaco accelerato.
Riuscì ad aprire la porta e la socchiuse, guardandosi
intorno.
“Ehi
voi, fermi!” gli urlarono contro delle guardie.
Mr.
Satan gridò e si mise a correre, entrando, seguito da
MajinBu.
<
Se mi fermassi mi riconoscerebbero, ma non posso rischiare. Tutta
questa faccenda sta avendo una brutta influenza sul mio amico >
pensò.
“Dannato
Dende, non m’interessa che è il Supremo. Non
avremmo dovuto farlo! È l’ultima volta che mi
lascio coinvolgere nelle tue sciocchezze”
sbraitò.
<
Pensavo che sarei dovuto andare io dalla pupa, mi ha risparmiato
parecchia fatica > pensò Majin Ub.
“Su,
smettila di urlare e fare la moglie isterica”
sussurrò. Si alzò dal trono e scese i gradini che
lo separavano dalla moglie. “Parliamone”
sussurrò.
Marron
tentò di raggiungerlo con un calcio al viso. “Se
non vuoi ragionare, ti farò ragionare io!”
gridò. I suoi capelli biondi si erano sciolti.
Ub
parò i suoi pugni con la mano,
sbadigliando.
Dai
suoi occhi partì un raggio rosa, questo colpì la
giovane in pieno petto, facendola volare via. Marron ricadde
pesantemente sul pavimento.
La
luce rosa l’avvolse completamente.
Dende
aiutò Mai a rimettersi in piedi, i loro corpi erano
ricoperti di fango.
“Cosa
diamine vi è successo?!” gridò Bra,
correndogli incontro.
Mai
si tolse un rametto dai capelli, completamente sporchi, il suo viso era
annerito. “Abbiamo avuto dei problemi con delle
guardie… ed un fossato” sussurrò.
Dende
si massaggiò la spalla, dicendo: “Abbiamo
tantissime cose da dirvi”.
“Allora
sbrigatevi a fare rapporto” abbaiò Vegeta.
Cercò di mettersi in piedi, ma Goku
l’obbligò a sedersi.
“Ti
prego, non perdete tempo. Diteci tutto” ordinò
Gohan, premendosi gli occhiali contro il viso.
“Credo
che Ub sia posseduto da Kid Bu. Ho sentito le loro auree completamente
fuse”.
<
Questa non ci voleva > pensò Bulma, scuotendo il capo.
“Siamo
tornati di corsa perché… abbiamo visto Marron
entrare nel palazzo. Credo che la vostra amica sia in
pericolo” raccontò Mai.
|
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Capitolo 23 *** Cap.23 Majin Marron ***
Iniziativa:
Questa storia partecipa al The Weekend Run a cura di Piume d'Ottone -
la Cittadella degli Scrittori
MajinMarron
piegò il capo di lato, sorridendo. I lunghi capelli biondi
le ondeggiavano morbidi intorno al viso, ricadendole delicati sulle
spalle.
<
Bra, Pan, vi siete autonomamente messe in cima nel podio delle
più potenti.
Sento
le vostre auree, so che siete qui. Ve la farò pagare.
Vedrete chi è la più forte tra noi!
Questa
trasformazione ha risvegliato il mio vero potenziale >
pensò.
Avanzò,
il suo corpo slanciato era coperto solo da un top nero aderente, che le
lasciava scoperto l’addome su cui risaltava
l’ombelico, e dei pantaloni di tela bianchi a vita bassa,
tenuti sollevati da una cinghia dorata decorata con la medesima M che
svettava sulla sua fronte.
Gli
occhi della giovane avevano un taglio duro, dalle iridi azzurre gelide
come il ghiaccio.
<
Vedere il re in quelle condizioni, intento a tremare e a piangere mi ha
scosso. C’è voluto un sonnifero per farlo calmare.
Speriamo che al suo risveglio sia più tranquillo >
pensò Mr. Satan.
Si
voltò di scatto sentendo qualcuno entrare nella stanza, il
sudore scendeva lungo il suo viso.
“MajinBu
sta mangiando. Puoi rilassarti” disse Dende.
Mr.
Satan gli fece un sorriso tirato.
Il
Supremo incrociò le braccia. “Alcuni di loro sono
rimasti al palazzo dopo avervi salvato. Anche se la maggioranza di loro
erano già rimasti a palazzo da prima… Altri hanno
deciso di andare al castello del re”
sussurrò.
Mr.
Satan sussurrò con voce preoccupata: “Deduco che
Goku e Vegeta siano partiti all’attacco, nonostante tutto,
alla ricerca di Ub”.
“Purtroppo
sì, questa volta la situazione è insostenibile.
Si troveranno davanti i terrestri stessi” gemette il
Supremo.
<
Quando fanno queste scelte, mi viene da pensare che i saiyan siano sul
podio tra tutte le razze quando si tratta di fare sciocchezze o menar
le mani per risolvere ogni problema > ammise
mentalmente.
“Avete
distrutto tutto il nostro esercito...” gridò
Sakeh. Il suo corpo era completamente bianco, aveva una placca rosso
scuro in fronte e quattro corna sulla testa, completamente lisce, dello
stesso colore.
<
Spero che 17 e 18 siano riusciti ad andare prendere una navicella.
Dobbiamo riuscire a fuggire da questo pianeta. Devo portare sensei al
sicuro > pensò Elly,
indietreggiando.
Sekhmet
si passò la mano sulla placca violetta che aveva in
capo.
“...
però ora vi annienteremo noi!”
urlò.
<
Sono almeno la metà rispetto a Freezer, un quarto
probabilmente di Devil. Si sentono forti perché sono in due
e molto affiatati. Li distruggerò entrambi > si disse
Elly, trasformandosi.
“Toglietevi
di mezzo, idioti! Devo trovare e salvare una bambina!”
gridò.
<
Sono così contenta che Kamy sia venuta a darmi rinforzo. Non
ho tempo da perdere con questi due incapaci >
pensò.
“Qui
gli unici che saranno distrutti siete voi!” gridò
Kamhara, atterrando al suo fianco.
<
Se dovessimo riuscire a sconfiggere dei saiyan, quando ormai nostro
cugino non riesce a far altro che farsi sconfiggere da loro, saremo
considerati degli eroi. Nessuno ci priverà mai
più del trono anche se nostro cugino Freezer dovesse
ritornare > pensò Sekmhet. Con un cenno del capo
partì all’attacco insieme a Sakeh.
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Capitolo 24 *** Cap.24 Universo corroso ***
Iniziativa:
Questa storia partecipa al The Weekend Run a cura di Piume d'Ottone -
la Cittadella degli Scrittori
“Siamo
state grandi”
esalò Kamy, cadendo in ginocchio. Davanti a loro erano stesi
i cadaveri dei due changelling, i loro bianchi occhi vitrei erano
riversi al cielo.
Elly
si passò il dorso della mano sulla bocca, sporcandosi la
pelle di sangue, affiancandosi all’altra saiyan.
“Ci
abbiamo messo troppo tempo. Non ho ancora trovato quella
bambina” sussurrò. Il suo corpo era completamente
ricoperto da tagli ed ematomi, il sangue scivolava lungo la sua pelle
pallida.
Entrambe
le ragazze si erano ritrasformate.
Kamy
aveva il naso sporco di sangue ed un occhio nero, il suo braccio destro
era inservibile.
“Ti
fa onore questa tua preoccupazione” sussurrò.
Alzò lo sguardo e le sorrise.
Elly
tentò di sorriderle a sua volta, chinando il capo. Si
guardarono negli occhi e si fecero l’ok a vicenda.
<
Sento l’ira prendere di nuovo possesso di me. Ogni volta che
rischio di perdere il mio Junior, sento i miei demoni risvegliarsi.
Tutto
diventa distante e freddo. Così freddo da bruciare. Vorrei
soltanto gridare >.
Kamhara
gridò, mentre cadeva in avanti a faccia in giù.
Sulla sua schiena si era aperta una ferita identica a quella di Junior,
mentre si dipanavano le scintille dell’onda di energia che
l’aveva inferta.
<
Non è possibile! Non ho sentito nessuna aura! >
gridò mentalmente Elly, voltandosi di scatto. I suoi occhi
sgranati erano bianchi.
“T-tu?
Non è… possibile…”
esalò con un filo di voce.
<
Potevo capire in tempo che era tutto un trucco! In fondo questo stesso
pianeta era un inganno.
Hanno
attirato qui anche gl’invasori solo per rendere
più credibile questa trappola > pensò,
mentre il suo battito cardiaco accelerava.
La
finta bambina scoppiò a ridere.
Io
non sono mai stato chi credevi. Io sono Cell!”
gridò.
<
Cell? Quello di cui mi parlava Gohan? > pensò Elly.
“Vedi,
le regole dell’universo sono state distorte.
L’alterazione si diffonderà da questo pianeta ed
ovunque sarà il caos.
Potete anche distruggermi, ma avrò comunque la mia
vendetta”.
La
vera voce di Cell continuava ad uscire dalle labbra della finta
bambina, dando a tutto una nota d’inquietudine e di
realtà distorta. “Tornando nel mondo dei vivi, ho
seminato i poteri di Lourth in ogni dove. Nascosto dalle battaglie, ho
annientato l’entropia dell’eco-sistema
dell’intero universo. Se Zeno-sama lo verrà a
sapere, cancellerà l’intero universo”.
La pelle rosea della piccola divenne verde, butterata da macchie. I
capelli si accorciarono, divenendo lisci e verdi
scuro.
“Sono
convinto che se ti uccido, però, tutto tornerà
come prima” ringhiò.
<
Prima lo finisco, prima posso portare Kamy al sicuro. Raggiungere 17 e
18, per mettere in salvo anche Junior da quest’inferno
> si disse.
“Non
sarà così facile, non ci riuscirai”
sussurrò Cell, ormai anche fisicamente di sesso
maschile.
Elly
si caricò il corpo incosciente di Kamhara sulla schiena,
trasformandosi in supersaiyan.
<
Non riesco ad andare oltre questo stadio al momento. Sono esausta
> pensò.
“Forse
col mio aiuto sì” sussurrò Cabba. Si
voltò verso Elly. “Nei momenti in cui la tua amica
ti ha lasciato sola, è venuta a cercare me con i suoi poteri
da strega.
‘Sensei’
Vegeta le aveva raccontato del nostro legame”.
“U-un
altro… saiyan?” esalò Elly,
indietreggiando.
Il
corpo incosciente di Kamhara ancora abbandonato sulle sue
spalle.
Cabba
si voltò e le sorrise, passandosi l’indice sotto
il naso.
“Vengo
dall’universo sei, è un piacere trovare qualcun
altro che sia stato allievo di ‘sensei’”
disse.
Elly
impallidì, sgranando gli occhi.
“Vieni
da un universo parallelo!” gridò.
<
Le sorprese finiranno mai? Ogni volta che penso di sapere tutto, esce
qualche nuova follia. Questo mondo continua a rivelarsi più
complesso di quanto mai si possa immaginare >
pensò.
Cabba
si voltò nuovamente e si mise in posizione di combattimento,
fissando Cell, intento a divenire sempre più alto,
proseguendo la sua trasformazione.
“Sì,
e da me ci sono tantissimi saiyan di ‘Salad’, non
di Vegeta-sei. Io sono il futuro re, come mi ripete sempre Vegeta-sama,
il mio sensei”
spiegò Cabba. Partì all’attacco in
volo, Cell parò il suo calcio con il braccio. Si
creò una voragine intorno all’onda
d’urto.
Elly
gli gridò: “Puoi tenerlo occupato mentre porto al
sicuro la mia amica? Fidati, ritornerò”.
<
Non credo siano tutti dolci e carini come lui.
Però
certo che tra Vetrunks e Cabba, mi chiedo se Vegeta non si scelga
allievi piccoli e coccolosi. Io probabilmente sono
un’eccezione perché il mio vero sensei è
Junior > si disse.
“Noi
che universo siamo?!” sbraitò.
“Sette!”.
L’urlo di Cabba, in risposta, risuonò
tutt’intorno.
Elly
si allontanò in volo, raggiungendo una rapidità
supersonica. “Torno presto” sussurrò.
<
Impedirò a quest’universo di collassare nel caos >
si promise.
|
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Capitolo 25 *** Cap.25 Inversione del tempo ***
Scritta
per l’Ipse Dixit! di Writer's Wing.
Prompt:
"Arrivi ad un punto in cui devi tirarti su, smettere di piagnucolare e
iniziare a vivere."
Cap.25
Inversione del tempo
Cabba
saltò all’indietro, evitando una serie di onde
dirette al suo viso, fece una capriola posando le mani a terra e
riatterrò in piedi. Muoveva la testa a destra e a sinistra,
evitando la coda appuntita di Cell, che era ricresciuta con
l’ago d’osso più aguzzo.
<
Se non posso sconfiggerlo da solo, devo almeno resistere >
pensò. I suoi capelli color oro brillavano, illuminando il
suo viso.
Vegeta
era seduto su una roccia sopra di lui, il gomito posato sul ginocchio
piegato. Con espressione imperscrutabile osservava
l’orizzonte.
Cabba
incassò il capo tra le spalle, mordicchiandosi il labbro.
“Siete
arrabbiato perché sono un frignone. Vero,
sensei’?” domandò.
Vegeta
rispose serafico: “Arrivi ad un punto in cui devi tirarti su,
smettere di piagnucolare e iniziare a vivere”.
<
Ho iniziato a vivere e a combattere. Renderò fieri il mio
maestro, i miei genitori, i miei amici e coloro che credono in me.
Devo
iniziare a dimostrarmi degno di essere un principe dei saiyan! >
pensò Cabba. Posò una mano a terra e raggiunse il
nemico con un calcio a piedi uniti diretto al suo volto.
Cell
fu costretto ad indietreggiare, sputando un grumo di sangue violetto.
Vegeta
cercò di sfondare la porta con una serie di spallate,
gridando.
“Mi
spieghi che diamine sta succedendo?!”
sbraitò.
Goku
era intento a spezzare a metà i fucili, laser e normali,
delle guardie svenute sul pavimento.
“Credo
che Ub abbia assunto i poteri di Kid Bu” disse.
Vegeta
saltò, colpendo con una serie di calci la porta, ma questa
si limitò a tremare.
<
Non devo perdere la calma > pensò. La sua pelle
arrossata scottava e sentiva la gola secca, rivoli di sudore scendevano
lungo il suo viso.
Goku
notò che sulla guancia la pelle stava spellando.
<
Non sembra affatto una scottatura normale > pensò,
grattandosi un sopracciglio.
“Urca,
ha trasformato questa stanza in quella dello spirito del
tempo” disse. Si guardò intorno,
l’ambiente sembrava un lunghissimo salone completamente
candido.
“Se
è così, un anno qui dentro significa un giorno
là fuori” ringhiò Vegeta, digrignando i
denti. Serrò un pugno.
<
Dannati terrestri. Se non ci avessero attaccato facendoci perdere
tempo, avremmo attraversato la porta prima che qui si tramutasse
> pensò.
“Dobbiamo
trovare qualche idea per evitare che il suo maledetto raggio rosa
trasformi anche noi! Non ci tengo a diventare una caramella”
sibilò.
“Urca,
che situazione. Io sono preoccupato, Vegeta. Dobbiamo portare questa
povera gente fuori...”. Iniziò Son.
“Bra,
Pan, Trunks e Goten sono là fuori, da soli! Per loro devi
essere preoccupato, dannazione!” sbraitò Vegeta,
interrompendolo.
<
Questo posto puzza di magia. Penso ci sia anche lo zampino di Lourth in
quello che è successo ad Ub. Maledizione, siamo come mosche
prigioniere di una ragnatela. Questa porta è come se fosse
fasulla, un dipinto, non è davvero possibile aprirla!
> pensò.
Elly
guardò 17 sdraiare Kamy sul lettino improvvisato accanto a
Junior, sotto l’oblò.
“Io
devo tornare indietro a combattere” sussurrò.
18
annuì, dicendole: “Noi porteremo Kamy e Junior al
sicuro”.
“La
prossima volta che venite ad aiutarmi, portate dei senzu. Ci
vediamo” disse Elly, dandole le spalle.
18
raggiunse il ripiano dei comandi della navicella, iniziando ad
accenderla.
<
In qualsiasi altro momento mia sorella avrebbe cercato di fermare
quella ragazzina. Però adesso ha in mente solo la figlia,
non vede l’ora di tornare indietro per vedere come procede la
situazione col genero > pensò 17.
“Aspetta!
Tu come tornerai sulla Terra?!” gridò,
rivoltò ad Elly che aveva spiccato il volo.
“Me
la caverò, non preoccuparti!” sbraitò
la saiyan, allontanandosi. Il portellone della navicella si chiuse, 17
appoggiò la mano sul metallo e sospirò.
“Speriamo
sia vero” bisbigliò.
<
Mi sento un mostro a lasciarla su un pianeta che sta esplodendo, ma se
l’intero universo sta collassando, il mio posto è
accanto a mio marito, mia figlia e mia nipote > pensò
18, facendo partire la navicella.
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Capitolo 26 *** Cap.26 L’apparizione di Whis ***
Scritta
per l’Ipse Dixit! di Writer's Wing.
Prompt:
"Scusami se non resto qui ad aspettare che tu mi deluda di nuovo"
Cap.26 L’apparizione
di Whis
Elly
cadde in ginocchio, ansimando, conficcò le mani nel terreno,
i suoi guanti senza dita erano strappati e sporti di sangue in
più punti.
“Ce
la fai ancora?” domandò, voltandosi verso
Cabba.
Quest’ultimo
era steso a faccia in su, ansimando rumorosamente. Si diede la spinta,
sedendosi, vedeva sfocato.
“Bene,
al mio tre attacchiamo di nuovo” ordinò Elly. Si
alzò a fatica, stringendosi il fianco che le
doleva.
Diversi
libri che spiegavano i vari metodi per le scommesse sportive e le
migliori posizioni in amore erano abbandonati su un mobiletto, davanti
alla televisione.
Lo
zio era seduto in poltrona, teneva le gambe sullo stesso mobiletto,
accanto ai libri, e stringeva il telecomando in mano.
“Se
te ne vai da quella porta, non voglio vederti mai
più” ringhiò.
Elly
negò col capo: “Non hai capito. Sono io che non
voglio vedere mai più né te né la
zia”.
Lo
zio, rosso in volto, urlò: “Sei una disgraziata!
Ti abbiamo sempre mantenuto noi! Questo è il tuo modo di
ringraziarti?!”. Lanciò a terra il telecomando,
mandandolo in pezzi.
“Dovevamo
immaginarlo, caro. Non era quello che doveva essere”
sibilò la zia.
“Inutile
parlare con voi, come è sempre stato. Siete una coppia di
facciata. Volete che tutto sia perfetto come la vostra stupida casa.
Beh,
la sapete una cosa?! Ho avuto un figlio, ma perché
l’ho deciso io. Non con uno di quei riccastri impomatati che
volevate voi.
Lui
non vi piacerebbe mai, ed anche per questo lo amo” disse
Elly, infilandosi uno zainetto in spalla. Afferrò le proprie
valigie e si diresse verso la porta.
<
Sarei potuta rimanere via per anni e voi non vi sareste dati la pena di
cercarmi.
Sono
tornata solo perché siete stati costretti a denunciare la
mia scomparsa > pensò.
“Signorinella,
fermati! Ti ordino di fermarti!” gridò sua zia con
voce isterica.
<
Odio i prepotenti > pensò Elly.
“Scusami
se non resto qui ad aspettare che tu mi deluda di nuovo. Sono passati i
giorni in cui cercavo di farmi ascoltare da te”.
“Odio
i prepotenti” bisbigliò Elly. Guardò
Cabba alzarsi a sua volta. “Tre!” gridò
direttamente, partendo all’attacco, seguita dal giovane
saiyan.
S’infransero
contro la barriera difensiva di Cell, che li sbalzò
all’indietro.
“Non
lo avete ancora capito?! Per voi è impossibile
abbattermi!” gridò Cell.
“Per
loro forse è così, ma non per me”.
Risuonò una voce, mentre Whis si materializzava.
“Dopo un allenamento con me, potrà riportare tutto
al suo splendore”.
Elly
lo guardò strabuzzando gli occhi: “Che tipo
strano, da lui viene un’aura mai vista”.
Cabba
le si affiancò. “Quello è un angelo. Il
custode della divinità della distruzione”
spiegò.
Elly
si lasciò sfuggire un basso ringhio. “... E vuole
allenarmi?” domandò, avvertendo il battito
cardiaco accelerare.
“Solo
se riuscirai a sconfiggere Cell, come sembri esserti ripromessa di
fare” disse Whis. < …E se Bulma mi
offrirà qualche manicaretto della Terra >
pensò.
“Ovviamente
dovrà combattere da sola, per dimostrarsi degna”.
Aggiunse.
Elly
raggiunse il secondo livello, passandosi la mano sotto il naso.
“Lo farò. Quel maledetto deve pagare per quello
che ha fatto a Junior” ringhiò.
<
Fino ad ora non ci siamo riusciti in due e lei è
già al limite. Però se c’è
una cosa che so dei saiyan è proprio questa.
Noi
diamo il meglio proprio quando superiamo ogni limite del possibile
> pensò.
<
Lei è la prima delle tre allieve che voglio allenare. La
guerriera, la strega e la stella maledetta sono l’unica
speranza per riportare l’ordine in questo mondo. Sempre e
solo se si riveleranno degne.
Anche
se c’è ancora molto che Goku e Vegeta possono
imparare, devono prima scoprire la loro natura più profonda
che si sta lentamente risvegliando >
rifletté.
|
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Capitolo 27 *** Cap.27 Fernweh ***
Scritta
per il #WeeklyPrompt.
Provare
nostalgia per quei posti in cui non si è mai (o ancora) stati
Vegeta
saltò all’indietro un paio di volte, dandosi la
spinta con la punta dei piedi, piegando gli stivaletti candidi.
Un
esercito di uomini, dai corpi nerboruti e ignudi completamente rossi, e
delle teste da murena completamente liquide. I loro denti cercavano di
azzannarli alla gola e, dalle loro tozze mani, venivano lanciate onde
potenti.
“Dovevamo
immaginare che ad Ub non sarebbe bastato rinchiuderci qua dentro. Vuole
annientarci” sussurrò Goku. La sua espressione si
era indurita e i muscoli del suo volto erano rigidi.
Vegeta
raggiunse uno dei nemici con una gomitata all’addome, ma
riuscì solo a farlo arretrare di un paio di passi.
“Se
metto le mani addosso a quel marmocchio, si pentirà di aver
fatto tutto questo al potente Vegeta-sama!” tuonò.
Una
kamehameha azzurra si abbatté su un paio di nemici, facendo
semplicemente alzare del fumo dalle loro carni.
I
terrestri erano stati ammonticchiati tutti davanti alla porta.
<
Una maledetta insolazione non può essere invalidante in
battaglia! Ora che la sonnolenza è completamente passata,
dovrei essere quasi invincibile.
Invece
la mia pelle brucia, rallentandomi! > pensò Vegeta,
digrignando i denti.
“Vegeta,
non riesco a evocare il potere del drago!” sbraitò
Goku.
<
Sì, Kakaroth ha ragione. Queste bestiacce sono troppo
resistenti. In fondo non siamo in un luogo prettamente reale.
Solo
quei dannati poteri strani possono tirarci fuori da qui >
rifletté Vegeta.
“Tu
trattienili. Io cerco di vedere se almeno quello reale
funziona!” ordinò.
Goku
annuì, schivò un pugno diretto al suo viso, la
creatura aveva uno spuntone proprio all’altezza del palmo.
Sollevò una gamba, levitando, per evitare che una mano lo
afferrasse per la caviglia.
<
In questo luogo si avvicendano un caldo bruciante e un freddo glaciale.
Sembra esattamente come stare le prime volte nella stanza dello spirito
e del tempo > pensò. Si mosse rapidamente, creando
delle immagini residue di sé, per evitare i morsi degli
avversari.
Ghignò
vedendo che uno dei mostri aveva una chiave al proprio collo, legata a
un laccetto.
<
Se recuperò quella, potremo andarcene da qui! >
festeggiò.
Sentì
un tonfo e si voltò, Vegeta era crollato incosciente a
terra. Il simbolo regale che brillava sulla fronte e creava un fascio
di luce che, ondeggiando, si allungava fino al soffitto.
Vegeta
si guardò intorno, con aria confusa. Camminava lentamente,
con passo cadenzato, sfiorando le alte colonne, scivolando sul
pavimento liscio. La luminescenza del luogo dava un’aria
eterea, in parte trasparente, all’ambiente.
“Kakaroth…
Kakaroth, dove sei?!” chiamò.
Degli
uccellini, nascosti in dei vasi da cui si alzavano dei rampicanti,
spiccarono il volo.
“Questo
mondo sta perdendo le sue leggi…”
risuonò una voce femminile.
Il
principe dei saiyan sentì il proprio battito cardiaco
accelerare e si mise a correre. “Chi è
là?! Fammi uscire!” ordinò.
“Ora
sarebbe tempo che tu tornassi alla tua vera casa”.
Proseguì la voce di donna.
L’ambiente
brillava di una luce lunare, che andava a risplendere sul volto del
saiyan.
“Io
voglio tornare a combattere! Ora!”. Vegeta gridò
così forte da raschiarsi la gola. Dalle colonne cadevano
delle felci candide, che ondeggiavano al suo passaggio come mosse dal
vento.
“Non
preferisci trovare un modo per liberare quel demone dal suo dolore?
Illumineresti la sua anima e tornerebbe in sé”
sussurrò una voce maschile.
Vegeta
si voltò, trovandosi davanti uno specchio, la cui superficie
era increspata come dell’acqua.
<
Questo posto è il solito luogo così magico da
risultarmi alieno. Però… in questo
caso…
È
un posto verso cui provo una profonda nostalgia. Come se veramente il
mio corpo anelasse a tornare in questo luogo, anche se non
l’ho mai visto prima >. Si morse l’interno
della guancia, soffocando uno sbadiglio.
Riconobbe
la figura di Elly, intenta a combattere Cell, all’interno
dello specchio.
“Se
lei riuscisse a vincere il suo nemico, l’universo tornerebbe
al suo stato originario. L’energia che si scaturirebbe da
questo evento, potrebbe essere convogliata in te” gli
sussurrò la voce maschile, con un tono di lusinga.
“Potrebbe
distruggerti! Vieni sul mio grembo, piccolo. Riposa!”
implorò la voce femminile.
Vegeta
ringhiò. “Smettetela con tutte queste frasi
strane. Tu, donna, smettila d’importunarmi. Tu, uomo, sempre
che abbiate anche un corpo, dammi quell’energia”.
Le
gambe del saiyan avevano iniziato a tremare, mentre dimenava
furiosamente la coda dalla peluria castana.
<
Dovrei essere con Kakaroth in questo momento > pensò.
“Se
vuoi qualcosa, devi dare altro in cambio. Dona le tue energie alla
guerriera, scommetti su di lei ed in cambio avrai la tua
risoluzione” soffiò la voce maschile.
Vegeta
guardò le sue mani, spostò lo sguardo su Elly e
sospirò. “Se questo è un trucco, me la
pagherete” sibilò. Concentrò le sue
energie e traslò il suo ki tra le dita, creando una sfera di
luce che attraversò lo specchio magico.
Il
corpo di Vegeta s’irrigidì, mentre la sua aura si
annullava completamente.
“Resisti,
Vegeta!” lo implorò Goku.
<
Che diamine sta succedendo? Perché il mio potere non
funziona e il suo rischia di ucciderlo?!
Ci
capiremo mai qualcosa del drago e della fenice, maledizione?! >
pensò.
|
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Capitolo 28 *** Cap.28 Elly annienta Cell ***
Prompt:
Film, Spiaggia, Libro e Veloce
Cap.28 Elly
annienta Cell
Cabba sgranò
gli occhi e si guardò intorno.
“Quest’aura…
non è possibile… Lui non è
qui” esalò, strabuzzando gli occhi. Si
voltò verso Elly, che aveva iniziato a levitare, con i
capelli che ondeggiavano intorno a lei.
La
sua aura dorata da supersaiyan lampeggiava.
< Sutomu,
ti sento. Ho bisogno della tua forza per vincere questa battaglia. Devo
vendicare sensei,
devo salvare l’universo.
Tutti
contano su di me, persino gli dei > implorò.
Il
drago ruggì e sentì il suo intero corpo vibrare.
<
Ti darò la mia energia, ma non credere… Il nemico
resterà veloce e
potente. Potrà comunque batterti > le rispose.
Elly
sgranò gli occhi dalle iridi verde-acqua.
“Cosa
sta succedendo?! Vegeta non può essere qui!
Mio
signore Lourth,
cosa avviene?!” invocò Cell,
indietreggiò.
<
Non temere. Non perderò > disse Elly.
Iniziò a caricare l’energia in un pugno.
“Il mio cannone del drago basterà per spazzarti
via, maledetto. Il tuo tempo è finito”
sibilò a bassa voce, facendo una smorfia.
“Il
tuo signore non ti risponderà! Non scommette sui
perdenti!” gridò Whis.
<
Non so dove tu sia Vegeta, ma sento la tua energia. Persino
dall’altra parte dell’universo sento il tuo
appoggio e quello di Goku.
Non
vi pentirete di credere in me! Non deluderò
nessuno… per quanto sia difficile > promise,
stringendo le labbra fino a farle sbiancare.
Elly
ridacchiava, aiutando Goten e Trunks a
fare la coda di pesce con la sabbia a Vegeta addormentato.
Il
principe dei saiyan russava
saporitamente.
Goku
li guardò, battendo le palpebre.
“Pensavo
fossi a leggere un libro”
sussurrò Son. “Quando si sveglierà, non
la prenderà bene” fece notare.
“Ssssh.
Parla piano, papà” sussurrò Goten,
posandosi un indice sulle labbra.
Trunks aggiunse:
“Ormai è tradizione”. Facendo
l’occhiolino. “La prima volta l’abbiamo
fatto da bambini, imitando un film”.
“Ne
ho letti già tre in un’ora e non volevo perdermi
questo scherzo per niente al mondo” bisbigliò
Elly, ghignando sadica.
Junior,
che levitava sopra di loro, roteò gli occhi, sbuffando.
“Mocciosi” si lamentò.
Goku
si allontanò dalla spiaggia.
“Io non voglio essere coinvolto, non ne so niente”
mentì, incrociando le braccia dietro la testa dai capelli
mori a cespuglio.
“Non
mi sconfiggerai con un attacco così semplice!
L’intero universo ha piegato le sue leggi alla mia perfetta
vendetta!” gridò Cell, iniziando a sua volta a
caricare un’onda. Teneva entrambe le mani
all’altezza del fianco e stava caricando un attacco simile a
un’onda energetica rossastra.
Whis appoggiò
una mano sulla spalla di Cabba.
“Sarà meglio se noi ci allontaniamo dal luogo
dell’impatto” lo incoraggiò.
Cabba annuì,
obbedendo. “È finita la festa,
‘insettone’” sussurrò.
<
Non ti fidare degli dei. Ora chiedono il tuo aiuto perché
hanno bisogno di te. Se si scoprisse che le regole sono state infrante,
sarebbero cancellati anche loro.
Se
non avessero più bisogno di te, tenterebbero di
distruggerti. Come hanno fatto con noi draghi scagliandoci contro voi saiyan o
come hanno tentato di fare con la tua gente servendosi di Freezer
> le disse Sutomu.
Le
grida di Cell si alzarono alte, mentre un drago lo spazzava via,
riducendolo in frammenti. Il suo corpo venne deformato, mentre si
disintegrava e la sua onda spazzata via.
|
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Capitolo 29 *** Cap.29 MajinMarron e Bra ***
“Goten! Trunks!”
gridava Bra, correndo lungo il corridoio.
<
Che diavoleria è mai questa? > pensò, il
battito cardiaco accelerato. < Non è un luogo magico
questo castello, non è certo com’era il covo del
serpente di fuoco.
Lì
sembrava di essere caduti nella tana del Bianconiglio!
Allora
perché quella porta si è trasformata in una
pianta da appartamento e il muro è diventato un pezzo
unico?! >.
“Pan!
Fratellone! Dove diamine siete?!”
sbraitò.
<
Sono sicura che ad averci separato è stato Ub.
Maledizione, non riesco a credere che sia impazzito così
all’improvviso > pensava la giovane, col battito
cardiaco accelerato.
Raggiunse
una camera da letto e vi entrò. Dei vestiti nobiliari erano
strappati e abbandonati sul pavimento, un letto era ribaltato,
materasso, lenzuola, coperte e cuscini erano disseminati in
giro.
Bra
corse fuori dalla camera, nel corridoio trovò che rimaneva
di un’anta dell’armadio.
Diverse
finestre erano infrante e la giovane fu costretta a saltare tra i
frammenti di vetro, per evitare si conficcassero nei suoi
stivaletti.
La
sua coda di cavallo ondeggiava ad ogni suo movimento.
“Goten,
amore, dove sei?!” gridò, mettendo le mani ai lati
della bocca. “Vi prego! Qualcuno mi risponda! Dove
siete finiti tutti quanti?!”.
<
Questa solitudine... questo silenzio... I ricordi del mondo dei demoni
sono ancora così vividi che mi manca l’aria. Sento
freddo >. Strinse le labbra fino a farle sbiancare, i suoi occhi
erano arrossati.
“Papà
e Goku sono scomparsi per primi. Chissà se stanno bene.
Anche se tra noi, loro sono quelli che hanno meno
probabilità di farsi del male” si disse tra
sé e sé. < Spero che mio padre non abbia
deciso di uccidere i terrestri uno per uno >
pensò.
Vide
una porta abbattuta ed entrò, era un salottino. I mobili
antichi e i soprammobili in ceramica ed oro erano completamente
distrutti, la carta da parati era bruciacchiata e strappata in diversi
punti.
“Pan!”
gridò Bra, riconoscendo la migliore amica stesa a terra,
incosciente.
La
raggiunse e la scosse. “Pan! Pan, svegliati” la
chiamò. L’amica aveva una ferita sporca di sangue
alla testa.
Bra
avvertì un’onda diretta verso di lei, con la
supervelocità prese l’amica tra le braccia e si
spostò, schivandola. Questa s’infranse
contro ciò che rimaneva di una scarpiera, esplodendo in una
nuvola di fumo e scintille.
Bra
posò Pan su ciò che rimaneva di un divanetto, si
alzò in piedi e si voltò.
La
sua figura si rifletteva in due iridi azzurre color ghiaccio.
“Marron?”
esalò Bra, riconoscendo l’amica. “Ma
che...”.
“MajinMarron,
prego... E tu e la tua amichetta idiota state per fare una brutta
fine” disse l’avversaria con tono acido.
Ridacchiò maligna, una M svettava sulla sua fronte e i suoi
occhi erano cerchiati di nero.
<
Vi dimostrerò che ‘io’ sono la
più forte. Vi ucciderò il più
lentamente e dolorosamente possibile, voglio umiliarvi > si
ripromise.
<
No, non può essere Marron. Non può essere la
ragazzina che ci ha cresciute, un po’ balia, un po’
sorella maggiore > pensò Bra.
“Non
m’interessa chi tu sia!” gridò,
trasformandosi in supersaiyan.
“Non avresti dovuto fare del male a Pan!”.
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Capitolo 30 *** Cap.30 La debolezza di Vegeta ***
Partecipa
all’Epiphany Run di
Piume d’Ottone.
Cap.30 La
debolezza di Vegeta
“Vegeta…”
chiamò Goku, preoccupato.
Goten gli
posò una mano sulle spalle, sussurrandogli:
“È inutile papà, non si
sveglia”.
Il
genitore lo guardò con occhi spaventati, il battito cardiaco
accelerato.
<
L’ho portato nel primo letto che ho trovato. Non è
in condizioni per fare nulla. Temo per la sua vita. Se non avessi
trovato un posto caldo dove nasconderlo come sarebbe andata a finire?
> si domandò, col battito cardiaco accelerato.
Goten aggiunse:
“… Non credo riprenderà conoscenza
tanto presto”.
<
Stavamo cercando mia moglie e mia nipote, ed invece ho trovato loro
due.
Speriamo
che Pan e Bra stiano bene > pensò. Guardò
Vegeta, era pallido e si lamentava nel sonno.
“Lo
sento, attraverso il mio drago, la sua fenice sta soffrendo e questo si
ripercuote su di lui” gemette Son, massaggiandosi il
collo.
Trunks entrò
nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
“Nessun
nemico in vista. Mio padre come sta?”
domandò.
“Non
bene, sembra” ammise.
Trunks fece
una smorfia e sospirò, massaggiandosi la spalla.
“Voi
dovreste andare a cercare gli altri e soprattutto Ub.
Dovete fermarlo” sussurrò roco. Serrò
un pugno, fino a far scricchiolare le ossa delle dita. “Resto
io con lui” ordinò, indicando il padre con la
testa.
Vegeta
gemeva nell’inscienza, tra i mugolii gli sfuggivano dei versi
da rapace sofferente.
“Non
morirà, vero?” domandò Goten.
Il panico si dipinse sul suo viso, mentre guardava il proprio
padre.
“Io
ero lì e non ho nemmeno capito cosa stesse
succedendo” gemette, grattandosi la testa, scompigliandosi i
capelli a cespuglio.
“Mio
padre è forte, se la caverà”
sussurrò Trunks,
abbracciando il migliore amico, addolcendo l’espressione. Si
voltò verso Son e gli posò una mano sulla
spalla.
“Non
è colpa tua. Nessuno pensa che lo sia, neanche mio padre lo
penserebbe” lo rassicurò.
< Trunks è
cresciuto tanto negli ultimi tempi. Tutte queste avventure e il dolore
lo hanno fatto maturare > pensò, annuendo. Sentiva la
bocca asciutta e la gola secca.
“Sì,
papà. Ha ragione Trunks,
finirà tutto bene. Adesso andiamo”.
Cercò di rassicurarsi.
Goku
lo seguì fuori, si fermò sulla porta e si
voltò.
<
Non ho mai voluto uccidere o fare del male a qualcuno. Neanche quando
erano dei mostri provavo piacere a farlo.
Però
devo fermare Ub,
tutto questo non può andare avanti.
Non
sono un bambino, devo prendermi le mie responsabilità
> pensò, uscendo fuori.
Trunks lo
sentì allontanarsi. Prese una sedia e
l’avvicinò al letto, accomodandovisi.
<
Chissà se ti ricordi, papà, quando da piccolo mi
cantavi le ninna-nanne.
Pensavi
che dormissi, non volevi farti scoprire. Era come se avessi paura a far
vedere i tuoi gesti alla luce del sole.
Come
se temessi di mostrarti vulnerabile. All’epoca
l’orgoglio ti impediva tante cose.
Ricordo
che la tua voce mi faceva sentire al sicuro. Era così bella,
calda, narrava di mondi lontani, del pianeta che ricordavi.
Vegeta-sei,
nel tuo cuore, è ancora la tua casa.
Mi
dispiace di averti allontanato. Ho rischiato così tante
volte di perderti, che giudicarti, scacciarti, forse mi sembrava
più facile per soffrire meno quando sarebbe successo
un’altra volta.
Non
accadrà più > si promise.
Accarezzò la fronte del padre delicatamente.
“Resisti
papà, io sono qui, accanto a te”
sussurrò. Iniziò a intonare piano una ninna-nanna
in saiyan.
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Capitolo 31 *** Cap.31 MajinMarron viene sconfitta ***
Partecipa
all’Epiphany Run di
Piume d’Ottone.
Cap.31 MajinMarron viene
sconfitta
Bra
rischiò di cadere in ginocchio, ansimava per la fatica. Sul
suo corpo si erano aperte innumerevoli ferite sanguinanti.
<
La sua potenza è aumentata a dismisura, non mi sorprende che
Pan non sia riuscita a sconfiggerla > pensò.
MajinMarron prese
tra le mani un vaso di fiori, incolume, nonostante fosse scheggiato,
che si trovava sul davanzale della finestra.
“Che
bei fiori” sussurrò.
Lo
guardò con aria concentrata, rigirandoselo tra le
dita.
“Il
potere del mio signore sta crescendo. Presto potrà
controllare le menti anche di guerrieri più forti”
sussurrò. Accarezzò i petali dei fiori,
ardendoli. “Vi spezzerete, tutti, siete deboli rispetto a
lui. Farete la fine di queste piante, seccherete fino alle
radici” sussurrò.
Il
sangue di Bra gocciolava per terra, mischiandosi alle pozze di
sudore.
Bra
cadde carponi, ansimando, si diede la spinta e si rialzò a
fatica, vedeva sfocato.
<
Da bambina non mi piaceva combattere. O meglio, questo era quello che
mi ripetevo. Perché tutti mi dicevano che una signorina
perbene deve: indossare bei vestiti, essere truccata, comportarsi a
modo e non fare a botte.
Ora,
invece, ridotta in queste condizioni non riesco asmettere di
sorridere. Sono stata portata al mio limite in una battaglia,
così vicina alla morte da sentirmi viva >
pensò. Si pulì dal sangue, che sgorgava dal suo
labbro spaccato, con il dorso della mano.
“Sai,
alcuni fiori hanno le spine e altri sono velenosi. Non immagini neanche
quanto possono essere mortali, nonostante il loro aspetto”
ringhiò. “Fidati, io sono un’esperta di
veleni”.
MajinMarron fece
esplodere il vaso, i cocci s’infransero contro la barriera di
energia creata da Bra. La ragazza continuava ad essere avvolta
dall’oro del supersaiyan.
<
Per anni, se mi fossi vista così malridotta o con gli abiti
da buttar via, mi sarei disperata.
Ora
so che è una sciocchezza rispetto a ciò che conta
nella vita.
Cosa
importa se i tuoi capelli, appeni usciti dalla parrucchiera, vengono
rovinati dalla pioggia, se stai vivendo un momento speciale con la
persona che ami?
Cosa
te ne frega se il tuo abito nuovo è stato sporcato dalle
manine di tuo figlio appena nato?
Sono
momenti preziosi che non torneranno, ricordi unici. Come quelli di una
sfida più difficile delle altre da superare.
Ricorderò
questo giorno e il modo in cui ho vinto! >
s’incoraggiò.
“Io
sono la figlia di Vegeta, il principe dei saiyan! AAAAAAAAHHHHHHH”
gridò, raggiungendo il secondo livello del supersaiyan.
MajinMarron fece
una smorfia.
“Ti
spazzerò via, ‘fiorellino’”
ringhiò, partendo all’attacco.
Bra
continuò ad incrementare la sua aura, i suoi capelli si
facevano sempre più lunghi e le sue sopracciglia scomparvero.
“Cosa?”
esalò MajinMarron,
sgranando gli occhi. Guardando l’altra raggiungere il terzo
livello.
Bra
allungò il braccio davanti a sé, la mano aperta,
tranne il pollice, le dita unite.
“Non
te lo permetterò!” sbraitò
l’avversaria, iniziando a caricare un attacco con due mani.
Bra,
guardando Pan ancora incosciente, completò:
“… FLASH!”.
La
nemica venne travolta in pieno dall’attacco, volò
all’indietro e andò a sbattere contro una parete.
La sfondò, proseguì continuando a demolire un
muro dopo l’altro.
Precipitò
nel giardino, dove aveva iniziato a piovere, affondando nella pioggia e
nel fango.
Bra
cadde seduta per terra, ritrasformandosi, ansimando pesantemente.
<
Devo trovare Ub prima
che si riprenda e fargli interrompere l’incantesimo. Con quel
discorso sui signori e sui vasi, ha dimostrato abbastanza chiaramente
quanto fosse un controllo mentale > pensò.
Sputò un grumo di sangue per terra.
“Mi
dispiace di aver fatto del male alla mia vecchia amica”
gemette.
“Forse
c’è un modo… per riportarla
indietro…”. La voce di Pan riscosse la migliore
amica, che si alzò in piedi di scatto.
“Un
modo?” domandò Bra, raggiungendola.
“Dobbiamo
portarla a Dende…
Lui può ritrasformarla” disse, alzandosi seduta.
Si massaggiò la testa, le doleva il punto in cui aveva
sbattuto. “Ci conviene farlo in fretta. Se zia C18 vede che
l’abbiamo ridotta così, ci ammazza”
biascicò.
Bra
avvertì un brivido lungo la schiena. Annuì
vigorosamente.
“Ce
la fai a portarla tu? Io voglio trovare Goten e Trunks e
dargli una mano” domandò.
“Ti
prego, aiuta mio marito” la supplicò con voce
matura.
Bra
le accarezzò la testa e le spalle.
“Contaci…
In fondo si tratta del mio fratellone” sussurrò.
<
Sono così stanca di vedere mio marito e mio figlio nei guai.
Vorrei avere almeno una breve parentesi di pace >
pensò Pan, mentre scioglievano l’abbraccio.
<
Mostrerò a quei maledetti quanto può essere
pericoloso ‘questo’ fiorellino > si promise
Bra.
|
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Capitolo 32 *** Cap.32 Elly inizia il suo allenamento con gli dei ***
“Questa
storia partecipa a Xmas Song indetta dal gruppo facebook Il Giardino di
Efp”.
Prompt:
9. "Spero di vederti almeno alla Vigilia."
Cap.32 Elly
inizia il suo allenamento con gli dei
“I senzu mi
hanno completamente rimesso in sesto. Anche Kamhara sta bene, non devi
preoccuparti” disse Junior, nella sfera dello scettro della
divinità.
Elly
annuì, aveva gli occhi lucidi.
“Vorrei
essere con te, ma… Devo iniziare un allenamento,
qui” sussurrò. Sfiorò la sfera con dita
tremanti.
“Sei
una saiyan. Punti sempre più in alto, lo sapevo quando mi
sono messo con te” disse Junior. “Io
vedrò di occuparmi di nostro figlio”.
“Tu
resterai sempre il mio ‘sensei’”
preferito sussurrò. Serrò un pugno e socchiusi.
“Kamy
non è vicino a te?” domandò.
“Sarà
andata a riposare” mentì.
<
Sento che c’è qualcosa che mi stai nascondendo
perché non vuoi distrarmi nel mio allenamento. Ora devo
concentrarmi su me stessa, o non sarò mai abbastanza forte
per proteggere chi amo.
I
nemici sono sempre più potenti ed ora scopro che di minacce
ne possono arrivare da più universi di quanti potessi
immaginare.
Quando
mi ricapiterà di essere scelta dagli dei? > si
domandò.
“Sai,
presto sarà Natale. Spero di rivederti almeno per la
Vigilia” cambiò discorso Junior.
Le
labbra di Elly tremarono. La ragazza si mise a giocherellare con la
propria treccia.
“Lo
spero anche io. Ci tengo a passare il Natale con voi”
esalò.
“Vedi
di non far arrabbiare Beerus. Ha un carattere difficile quel tipo,
finirebbe per distruggere la Terra. Lui non è come Vegeta,
quando perde la pazienza è capace davvero di cancellare la
gente” la mise in guardia Junior.
Elly
annuì, rispondendogli: “Vedrai, sarò un
angioletto”. L’immagine scomparve ed Elly
alzò lo sguardo su Whis.
“Ha
ragione lui. Beerusama non è un tipo facile con cui avere a
che fare” spiegò l’angelo.
“Il
mio sesto senso mi dice che neanche tu sei un tipo da prendere
sottogamba” sussurrò.
Whis
rise con le gote gonfie e una vocetta stridula, nascondendosi la bocca
con la mano. I suoi occhi erano socchiusi, ma brillavano.
“Forza
ragazzina. Se vuoi davvero essere libera per il Natale devi iniziare a
darti una mossa da adesso” disse, spingendola col bastone.
Elly
si lasciò guidare fino ad uno spiazzo, dove
c’erano dei pesi per delle gambe e delle braccia. Sopra dei
cartoni della pizza abbandonati su un prato verde si trovava un
grembiule verde-acqua.
“Quello
cos’è?” esalò, indicandolo.
“Anche
Goku e Vegeta ne hanno messo uno. Anzi, per la precisione Goku quello
blu laggiù e Vegeta quello rosa piegato lì, su
quella sedia a sdraio.
Vedrai,
è un allenamento più duro di quanto tu possa
immaginare” disse Whis.
<
Vegeta ha indossato un grembiule rosa? Oh, non vedo l’ora di
poterlo dire a Trunks e Goten! Questa sì che è
una notizia succosa e divertente > pensò, gongolando.
Whis
socchiuse gli occhi.
<
Mi chiedo se la strega abbia iniziato a sentire ‘la
chiamata’. Ora inizia il suo percorso. Vediamo se
riuscirà ad affrontare e superare la sua prova,
dimostrandosi degna di partecipare anche lei a questo allenamento o se
fallirà.
Nella
seconda ipotesi, forse la Terra verrà distrutta >
rifletté.
|
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Capitolo 33 *** Cap.33 Goku vs Ub ***
Scritto
sentendo: 04. Second Confluence; Journey OST.
“Uuuuub!”
gridò Goku, ferente. Con un calcio sfondò la
porta e raggiunse Kid Ub, che stava al centro della sala.
I
riflessi di entrambi erano rimandati dal lucido pavimento di
marmo.
“Che
c’è maestro? Non siete felice di vedere che il
vostro allievo ha raggiunto una potenza simile?” gli
domandò Ub, scricchiolando il collo.
Goku
si mise in posizione di combattimento.
<
Ultimo avvertimento > pensò.
“Ub,
ti prego, torna in te” disse con voce roca.
Ub
lo derise: “Non ho bisogno di una crocerossina,
già mia moglie è
un’infermiera”. Mostrò i denti
aguzzi.
“...
Come vuoi” disse Son, partendo
all’attacco.
Il
ragazzino chiuse gli occhi e sorrise, vedendo che Goku era intento a
sollevare il secchio dal pozzo.
“Grazie, sensei”
sussurrò.
Goku
gli accarezzò la testa e gli sorrise.
“Così
il mio villaggio non avrà più problemi con
l’acqua” disse Ub.
Goku
gli rispose: “Faremo in modo che nessuno di loro abbia
più sete”.
Il
drago ruggì nella stessa di Goku: < La vostra
amicizia per lui non vale un fico secco >.
<
Non è come pensi! Sicuramente è colpa di Kid Bu!
Il mio allievo non avrebbe mai fatto tutto questo! >
ribatté Goku, schivando un colpo diretto al suo
viso.
<
Ho toccato un tasto dolente, vero? Hai bisogno di questo combattimento
come valvola di sfogo dal dolore, giusto? > lo
interrogò il drago.
Goku
rispose telepaticamente: < Ora non ho tempo di parlare con te!
> pensò. Saltò all’indietro
ripetutamente, evitando dei calci diretti al suo viso.
Ub
sparò un raggio rosa di trasformazione, un’onda lo
fece esplodere in delle scintille rosa.
“Non
ti permetterò di barare!” gridò Goten,
che volava sopra di loro.
<
Non mi aspettavo che un moscerino potesse interferire >
pensò. Puntò entrambe le mani contro Goten, ma fu
raggiunto da un calcio al petto che lo spedì a terra.
“Il
tuo nemico sono io!” gridò.
Goten
gli disse: “Io supervisiono soltanto sia uno scontro
pari”.
<
Sento che i miei poteri stanno scemando, le regole di questo mondo
stanno venendo ripristinate. Dannazione! > pensò Ub,
facendo una smorfia.
Lanciò
una serie di onde rosa-rosso con gli occhi, Goku alzò una
barriera di energia parandole.
Ub
partì all’attacco, dando vita ad una pioggia di
pugni e calci, Goku parava a fatica i colpi, mentre dei lividi si
formavano sulla sua pelle.
Ub
tentò di colpirlo con un colpo di piatto al collo, Goku
parò con la mano e lo fece indietreggiare con una testata.
“Sono
stufo della vostra ricchezza! Sono stufo della vostra
opulenza!” gridò Ub, mentre un rivolo di sangue
gli scivolava sulla fronte. Raggiunse Goku con un calcio a piedi uniti
al mento, facendolo indietreggiare sputando sangue. “Sono
stufo della vostra potenza!” infierì con una
gomitata al petto. “Voi siete inumani, superiori! Non sapete
cosa vuol dire morire di freddo nel deserto di notte e rischiare di
morire per il caldo di giorno! Non sapete cosa vuol dire essere vestiti
di stracci!” gridò.
Goku
incrementò l’aura, raggiungendo il terzo livello,
si abbassò evitando un calcio diretto al suo viso, arrivando
al quarto.
“I
saiyan vengono dal deserto. Un popolo reso schiavo dai loro stessi
fratelli, gli tsufuru”. Saltò, evitando una
spazzata rivolta ai suoi piedi e arrivò al quinto livello.
“Sono cresciuto in una foresta, su un pianeta per me alieno.
Venendo poi a sapere che ero rimasto solo perché io stesso
avevo ucciso la persona a cui tenevo”.
Afferrò
il pugno di Ub e strinse così forte da fargli scricchiolare
le ossa.
“Non
parlare di sofferenza e perdita. Questa potenza deriva dal
dolore” disse secco Goku.
<
Papà, nascondevi così tanto dispiacere dietro il
tuo eterno sorriso? Tu e Vegeta siete così simile.
Avete
permesso a noi ragazzi di vivere una vita felice e spensierata,
nascondendoci le ferite del vostro animo > pensò.
Kid
Ub si liberò ed indietreggiò, dimenando
furiosamente la testa. Gridò, portandosi le mani alle tempie.
<
Basta! Ti prego, basta! Tutto questo è una follia! Non
voglio più continuare!
Quello
è il mio maestro > supplicò Ub mentalmente.
Kid
Bu ruggì nella sua testa.
“Dobbiamo
distruggerli! Tutto merita di essere punito e maledetto!”
gridò.
Sul
viso di Kid Ub scese una lacrima.
“Ub?”
domandò Goku, con espressione incerta.
|
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Capitolo 34 *** Cap.34 Kid Ub vs Goku ***
Scritta
sentendo: 09. Temptations;
di Journey OST
– Soundtrack.
Una
sfera nera, densa dei poteri di Lourth avvolse Ub.
L’energia
esplose, travolgendo tutt’intorno.
Il
boato, seguito da un’onda d‘urto terribile, fecero
franare pezzi di soffitto e i mobili, che si distrussero nei
corridoi.
Bra
gridò, nascondendosi dietro una colonna, per evitare i
frammenti di una finestra esplosa.
Le
urla dei terrestri nella zona si confusero in un marasma di
voci.
Bra
si mise a correre nella direzione da cui era venuto il botto, col
battito cardiaco accelerato.
Entrò
in ciò che rimaneva del salone.
“Goten!”
gridò, riconoscendo il proprio marito, abbandonato
incosciente tra le macerie. Lo liberò, con furia,
graffiandosi le mani e lo prese tra le braccia.
<
Dannazione, così finirà per morire dissanguato
> pensò, fissando le ferite sul corpo di Son. Si
guardò intorno, con aria cupa. < Non vedo mio
fratello. Non era qui, fortunatamente >.
“Questa
volta dovrò rinunciare a combattere...”.
Volò attraverso una breccia che si era formata nel muro.
“... Resisti Goten.
Ti porto in salvo al palazzo del Supremo. Lì ti
cureranno” lo rassicurò, allontanandosi al massimo
della sua velocità.
<
Per un attimo, solo un attimo, avevo rivisto nei suoi occhi il mio
allievo, il vero Uub.
Non
è durato che qualche attimo, poi l’incantesimo lo
ha di nuovo soggiogato.
I
colpi si susseguono, ci siamo spostati di stanza in stanza, o quello
che ne rimane.
Quell’esplosione
non era normale, ovviamente. Lui è rimasto intoccato
fisicamente, ma si vede che Lourth in
quel modo lo ha di nuovo soggiogato a Kid Bu.
Io,
invece, sono tornato a livello normale. Sono stato svuotato di ogni mia
energia e non riesco a ritrasformarmi, o a reagire.
Anche
se non voglio ammetterlo, anche se resto in piedi a fatica, in
realtà ho già perso.
Non
c’è un solo punto del mio corpo, in questo
momento, che non sia straziato dal dolore.
Vengo
spintonato di qua e di là, in balia del mio avversario. La
testa mi ciondola in avanti, non riesco neanche a parare, o a
difendermi in nessun modo.
Non
so quante ossa mi si siano già spezzate, anche il collo mi
sembra sul punto di cedere.
I
calci mi arrivano da ogni direzione, il mio viso emaciato e gonfio,
dolorante, ricoperto di sangue. Se solo riuscissi ad alzare le mani, a
nasconderlo per quanto possibile.
Si
aprono continue ferite sul mio corpo, un susseguirsi infinito. Tremo di
freddo e disperazione.
Questo
pianeta è sempre stata casa mia. Non avrei mai pensato di
vedere tutta quella gente che mi urlava contro, che mi attaccava per
paura. Mi sputavano addosso, mi lanciavano tutto quello che avevano a
disposizione.
Le
persone sono corse dentro a difendere Kid Uub,
quando lui era pronto a spazzarle via con
quell’esplosione.
Nonostante
il mio fisico alieno, ero vulnerabile. Una bottiglia che mi hanno
lanciato contro si è spezzata contro la mia gamba, ferendomi
la pelle.
Kid Uub mi
sbatte contro una parete, ogni speranza è volata
via.
Sento
ancora quelle urla che mi davano del mostro, dell’assassino.
Non me lo merito! > pensava Goku.
Kid Uub lo
incatenò alla parete con degli anelli di energia
rosa.
<
Ormai è completamente debilitato, non può
più reagire > pensò.
Ub,
dentro di lui, urlava di dolore, mentre il suo corpo, controllato da Kid Bu,
continuava a infierire su Son. Lo colpiva con rabbia e cattiveria,
uccidendolo pian piano, dolorosamente.
<
Mi dispiace, senseiiii!
> gridava Uub,
disperato. < Non volevo questo! NON VOLEVO! >.
|
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Capitolo 35 *** Cap.35 La tecnica decisiva ***
Song-fic su Into the unknown e
show yourself,
entrambe soundtrack di Frozen 2.
Cap.35 La
tecnica decisiva
Vegeta
si svegliò di scatto e si guardò intorno, era
sdraiato in un letto a baldacchino, dalle tende legate.
Tutt’intorno a lui era blu scuro, le tende, il legno, le
lenzuola e le coperte, i cuscini e il pavimento a specchio.
Si
alzò dal letto, guardandosi intorno con aria confusa,
massaggiandosi la testa.
“Non
mi dire che è successo di nuovo?! Dove diamine sono
adesso?!” gridò. Alzò il capo e vide
che non c’era il soffitto, era un ambiente senza muri,
finestre o porte, solo un grande spazio di un blu più chiaro
di quello del pavimento.
“Nell’ignoto!
Nell’ignoto! Nell’ignoto!”.
Vegeta
s’irrigidì, sentendo un richiamo e si
voltò. Una voce maschile stava cantando a squarciagola
quelle parole. Il principe dei saiyan si
diresse in quella direzione, con il battito cardiaco accelerato.
<
Tutto questo mi suona familiare… > pensò.
Si arrestò, puntando i piedi e negò col capo,
facendo ondeggiare i capelli a fiamma.
“Mi
avevate detto che potevo liberare Ub!
Se è vero, voglio quel potere adesso! Me lo avevate
promesso!” gridò, cercando di sovrastare la voce.
Il
canto si fece più forte: “Oooooh oh ooooh oh”.
Vegeta
fece un altro paio di passi in quella direzione.
<
Cosa c’è di male ad essere almeno un po’
curiosi? In fondo mi sembra qualcuno che conosco. Magari è
quell’idiota di Vargas e può indicarmi
un’uscita > pensò. Serrò un
pugno e negò col capo.
<
O più probabilmente è una trappola di quelle due
voci che ho sentito l’altra volta che volevano solo prendersi
gioco di me >.
“Non
vi conviene deridere il mio orgoglio! Voglio quello che mi
spetta!” tuonò.
-
Ti sento voce, chiaro e tondo, è come se ti avessi
già udito spesso nei miei sogni. Non sono sicuro del fatto
che porti guai, ma ci sono migliaia di ragione per cui non dovrei
ascoltarti – pensò.
Il
richiamo si fece più forte e si ritrovò a
camminare in quella direzione, strisciando i piedi.
<
Il fatto che io possa sentirti, non vuol dire che voglia.
Sì, sono sicuro che i tuoi sussurri sono venuti spesso a
disturbarmi da quando sono tornato a casa. Vorrei solo che andassero
via per sempre >. Il potere reale si accese sulla sua fronte,
illuminandolo di luce dorata, che contrastava col blu monocromatico
tutt’intorno.
<
Tornare nello spazio come mercenario è stato terribile, ma
mi ha ricordato la mia voglia di esplorare. Questa voce mi parla
dell’ignoto. Quanto vorrei andarci, scoprire… No!
Ho una famiglia, delle responsabilità.
Non
sono un ragazzino irresponsabile come Kakaroth.
Non correrò dietro a qualche avventura! Però
questa voce magari mi vuole portare in un posto che nessuno ha mai
visto prima. Vuole farmi scoprire un nuovo potere…
>. Vegeta sospirò pesantemente, si era
messo a camminare di buon passo verso il luogo da cui proveniva la voce.
<
Il vecchio Adeon mi
parlava delle creature magiche che popolavano quest’universo.
Sapeva quanto mi spingesse la mia sete di conoscenza, lui seguiva lo
stesso istinto. Mi metteva in guardia, però, dalle minacce
che avrei potuto incontrare.
Mi
conosceva bene. Mi portò al mare di Vegeta-sei una volta ed
io lo amai, lui capì che sarebbe stato un legame che mi
sarei portato tutta la vita. Potrei nuotare ore sott’acqua
senza riemergere per respirare.
Mi
disse che nelle profondità vivono creature pericolose
chiamate sirene. Come tutte le altre razze umanoidi, le loro fattezze
cambiano da pianeta a pianeta. Una cosa non muta mai: sono creature
marine divoratrici di uomini, che attirano con il loro canto.
Forse
si tratta di questo, sicuramente non devo andare verso la voce
>.
“Non
sei una voce, se non ti ascolto! Sei solo un ronzio nel mio
orecchio!” cantò a sua volta.
<
Sì, è decisamente un trucco! La voce è
quasi identica alla mia, non è possibile! Forse sono finito
nella dimensione degli specchi e quella è la mia versione
malvagia! O qualche altra stregoneria del genere! >.
“Se
anche ti sentissi e non lo faccio…” disse a bassa
voce. Si fermò dal camminare, si voltò e fece
qualche passo indietro.
<
Se non ci vado, però, sembrerò un codardo. Il
principe dei saiyan non
scappa davanti a nulla. Cosa puoi mai succedere se vado, do
un’occhiata e torno indietro subito? >.
Tutte
le persone a cui tengo, sono tra queste mura e hanno bisogno che io le
salvi!” cantò. Si girò e
allargò le braccia.
“Nell’ignoto…
Nell’ignoto… Nell’ignoto…
Ooooh oh”
proseguì la voce.
Vegeta
rispose: “Ooooh oh”.
I suoi poteri s’incrementarono, mentre la luce dorata da supersaiyan di
secondo livello che emanava diventava sempre più forte. La
sua figura divenne accecante.
<
No, sto commettendo un altro dei miei soliti errori. Come quando ho
lasciato che il potere del Majin mi
seducesse, quando ho creduto a mio cugino Calgare o
come quando ho permesso a Cell di diventare perfetto.
La
curiosità mi è stata fatale fin troppe volte
>.
“Mi
dispiace, sirena segreta, ma non ascolterò la tua chiamata!
Non ho bisogno di altre avventure nell’ignoto, ho
già avuto la mia dose per tutta la
vita…” cantò.
<
Ho paura di cosa rischierei se ti seguissi. Io devo svegliarmi, andare
nel mondo reale e aiutare Goku contro Ub >
si disse. Si era messo a correre verso la voce, il sudore gli scivolava
lungo la pelle abbronzata.
“Oh-oh”
cantò con fare piccato, allargando le braccia. “Io
devo svegliarmi, non distrarmi!”.
<
Per anni mi sono chiesto se fossero rimasti altri saiyan oltre
me, Radish e
Nappa. Lui continuava a ripetermi che i suoi fratelli minori erano vivi.
Io
mi chiedevo se sarebbero stati come me. Nappa e Radish non
mi hanno mai assomigliato. In realtà, tranne Adeon,
nessuno mi aveva mai assomigliato.
Quella
sete di sapere era solo mia. Mi chiedo se Elly sia come suo nonno, se
possa capire.
Ci
sarà qualche saiyan come
me lì fuori? Me lo domando ancora… >
s’interrogò.
“Cosa
vuoi? Sei qui per distarmi?” cantò.
<
Anche se c’è altro che non ho mai voluto ammettere
che mi rende diverso, qualcosa che non capisco.
Non
è la mutazione, no, è altro. Qualcosa che mi
permette di vedere le auree divine, che mi fa attirare le creature
magiche. Qualcosa che rendeva virulenti i poteri di streghe e stregoni.
Un’energia,
un potere, che mi chiama… >.
“Se
qui per farmi fare un grosso errore e farmi sconfiggere da Ub?
O sei qualcuno, là fuori, come me?
Io
lo sento, non sono dove dovrei essere… Questo potere che
cresce in me… C’è una parte di me che
desidera ardentemente andare…” si
ritrovò a cantare.
“Nell’ignoto?”
cantò la voce.
“…
Nell’ignoto!” concluse Vegeta.
<
Ogni giorno, da quando il potere reale ha iniziato a crescere,
è più difficile del precedente >
pensò.
“Nell’ignoto,
oh-oh, oh-oh, oh-oh” cantò la voce.
Vegeta
vide un bagliore e spiccò il volo, dirigendosi in quella
direzione.
“Sei
là fuori? Mi conosci? Riesci a sentirmi? Puoi mostrarmi la
verità?” cantò.
“Ahhhhh ah ahhhhh ah”
si limitò a cantare la voce.
Vegeta
vide il bagliore farsi sempre più lontano e flebile.
“Non
lasciarmi qui… da solo… Come faccio a seguirti
nell’ignoto?” lo implorò, cantando con
tutta la sua forza. La sua voce era carica della magia della fenice.
Vegeta
si trovò una porta davanti e la spalancò,
trovandosi nel cortiletto del tempio di Vargas. Alzò il
capo, la neve cadeva fitta, creando dei cumuli candidi.
Al
centro della piazza c’era una fontana dall’acqua
ghiacciata.
“Ogni
centimetro di me trema, ma non per il freddo. Tutto questo è
così familiare” sussurrò Vegeta.
“Un
sogno che posso raggiungere, ma non riesco a trattenere”
cantò. Una serie di totem di legno si crearono
tutt’intorno a lui.
La
sua luce dorata si spense, trasformandosi in una polverina dorata che
lasciava alle sue spalle.
“Posso
percepirti, come un amico che conosco da sempre… Sto
arrivando” cantò. La sua voce era potente, ma con
una tonalità melanconica.
Degli
spettri di lupi neri correvano intorno a lei, trasformandosi in ombre
sbiadite.
Il
terreno sotto di lui si aprì, chiuse gli occhi e li
riaprì, era nei corridoi del palazzo reale.
“Sono
a casa” cantò. Passò oltre delle
gigantesche porte d’oro, dalle maniglie a forma di
conchiglia, che si spalancavano al suo passaggio.
“Sono
sempre stato una fortezza. Perso nei gelidi segreti che nascondevo nel
profondo”.
“Non
devi più nasconderti” cantò la voce in
risposta.
Vegeta
cantò gridando: “Mostrati! Io sono qui, ora
è il tuo turno!”.
<
Sono uno sciocco, ma sto morendo dalla voglia d’incontrarlo.
So che tutta la mia vita è sempre dipesa da questo >.
Sulle
pareti c’erano delle raffigurazioni di Vegeta neonato,
all’interno di una luna calante che gli faceva da culla.
C’erano
immagini di sua madre, nella torre, che allungava le mani verso il
cielo, dove la guardava benevola la dea della luna.
“Sei
quello che stavo cercando da tutta la mia vita?
Mostrati,
sono pronto per imparare” cantò Vegeta, mentre il
pendaglio reale gli appariva al collo.
“Aaah ah, aaaah ah”
cantò la voce.
“Per
tutta la tua vita sei stato strappato dalle braccia della tua vera
madre” risuonò un bisbiglio femminile.
“Sei
nato per un motivo. Sei qui perché hai deciso di
compierlo?” sussurrò una voce maschile.
“Entra
nel potere… Buttati in qualcosa di nuovo”
cantò la voce in risposta.
Vegeta
si mise a correre per i corridoi, si ritrovò a ridere e
spalancò le porte, correndo nel giardino del palazzo.
“Apri
la tua porta! Non farmi aspettare un momento in
più”. La sua risata era argentina ed i suoi occhi
brillavano.
<
Ho sempre avuto paura di sapere chi ero, di mostrare quello che davvero
potevo fare. Adesso non ne ho più! Non sto più
tremando! > pensò.
“Sei
arrivato così lontano…” lo
lusingò la voce.
“Sei
la risposta che aspettavo da tutta la vita…”
cantò Vegeta.
“È
questo il giorno?” cantarono innumerevoli voci femminili, era
la stessa moltiplicata. “Sei stato ritrovato” gli
fece eco la stessa voce maschile, a sua volta riprodotta come fossero
numerose.
La
fenice nella testa di Vegeta cantò con voce femminile:
< Sono stata ritrovata! Tornerò a casa! >.
Vegeta
si fermò, davanti ad uno specchio che rimandava la sua
immagine. Il suo alter-ego, intento a cantare, aveva gli occhi che
brillavano di un’intesa luce blu-verde, la pelle pallidissima
e delle ampie ali nere aperte sulle spalle. Le fiamme blu-azzurro della
fenice lo avvolgevano, mentre i suoi capelli neri a fiamma avevano dei
riflessi rossastri.
“Aaaah-
ah, aaaah-
ah…” si mise a cantare. Chiuse gli occhi, il suo
corpo si trasformò, divenendo l’esatta copia di
quello che c’era nel riflesso. “Aaaah-
ah, aaaah-
ah”. Continuò a cantare.
Un
mantello rosso con un pellicciotto bianco gli apparve sulle spalle.
“Aaaaah-aah…”.
Una corona gli apparve sul capo, decorata da due piccoli rubini ed un
grande zaffiro; insieme a uno scouter dei
ghirigori in oro. Gli stivaletti divennero blu, mentre la parte finale
da dorata diveniva in oro massiccio. I guanti bianchi contrastavano con
la battle-suit nero
pece, esaltando un’armatura dorata.
Vegeta
riaprì di scatto gli occhi, urlando.
Trunks venne
sbalzato via insieme alla sedia su cui era seduto
dall’energia. Si trasformò in supersaiyan,
piantando i piedi per terra e si nascose il viso con le braccia.
Sgranando
gli occhi, vide suo padre che levitava sopra quello che rimaneva del
letto. Delle immense ali aperte sulla schiena, le braccia spalancate e
un mantello sulle sue spalle, che ondeggiava per l’energia
che emanava.
Vegeta
spalancò la bocca e dalle sue labbra volò fuori
una sferetta di energia dorata.
<
Ecco, Kakaroth,
ora puoi annientare il demone > pensò.
Trunks corse
verso il padre, vedendo che l’energia cessava, lo
afferrò al volo, mentre crollava nuovamente incosciente.
<
Ora so che sono nato per un motivo… devo
scoprirlo… > pensò Vegeta, mentre sveniva.
|
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Capitolo 36 *** Cap.36 Kid Uub viene sconfitto ***
Scritta
sentendo: I was Born for This; Journey OST
- Complete Soundtrack.
Cap.36 Kid Uub viene
sconfitto
Goku
era incatenato alla parete,
ricoperto dal suo stesso sangue. I vestiti a brandelli e la schiena
scoperta.
“Non
ce la faccio più…” mormorò
a fatica Son. La sferetta creata dal principe dei saiyan gli
apparve davanti e venne inglobata dalla sua fronte, lì dove
era apparso il simbolo del drago.
<
Sento la tua energia, Vegeta... Ti sento... Però non so se
riesco a usarla, a trattenerla in me in queste condizioni
>
Udì
il grido della fenice.
La
voce telepatica di Vegeta era furente, mentre diceva: < Come
hanno osato ridurti in questo modo, quegli esseri inferiori?
>.
Goku
socchiuse gli occhi lucidi osservando Kid Uub che
continuava ad infierire con aria smarrita.
<
Io non voglio fargli del male > pensò.
<
Come fai ad essere così innaturalmente buono? Come puoi
ancora dire una cosa simile dopo quello che ti hanno fatto? >
ringhiò il principe, nel loro contatto telepatico.
<
Non preoccuparti, questo attacco non è per annientarlo.
Eliminerà Kid Bu dentro
di lui, liberandolo per sempre.
Uub tornerà
semplicemente in sé > disse Vegeta, addolcendo il
tono.
“Umh,
ancora non cedi? Mi sto iniziando ad annoiare. Cosa potrei mai
fare?” domandò Kid Uub.
Fece un ghigno storto.
<
Lo odio. Riesce a rimanere puro e sereno persino in questo momento
> pensò. “Potrei trasformarti in un
dolcetto e prendere esempio da Baby-Vegeta. Ricordi? Mi ha masticato
pian piano, gustandosi per bene il sapore”
sussurrò.
“...
Lo sai che... Vegeta non era in sé...”
esalò Son con un filo di voce.
Kid Uub disse,
con voce colma di cattiveria: “Mi ha
umiliato!
Poi,
non è la vittima che dipingi tu. Si era fatto allettare
dalla potenza di Babidy”.
<
Ci sono quasi... Se mi concentro ancora un po’... >
pensò Son.
“Nessuno
qui è innocente!” gridò Kid Uuub.
Spiccò il volo e alzò le mani sopra la testa.
“Ora la pagherai tu! Per tutto e per tutti!”
gridò, caricando un’onda rosa con entrambe le mani
sopra la sua testa.
Goku
riuscì a spezzare gli anelli che lo tenevano
prigioniero.
< No,
non adesso! Mi serve ancora un po’ di tempo per utilizzare
questo potere! Così rischio di sprecare la mossa decisiva
> pensò, impallidendo.
“Non
ti conviene farlo” disse
una voce dura.
Kid Uub si
voltò, trovandosi davanti Crilin,
in posa plastica.
Ub inarcò
un sopracciglio. “Cosa vuoi fare? Non hai un briciolo
della mia potenza.
Saresti
dovuto rimanere nascosto nel tuo buco come un topolino
spaventato” disse con tono astioso. Partì
all’attacco, Crilin fu
costretto ad
indietreggiare sotto i suoi colpi devastanti.
< Kakaroth,
io non mi sono ancora ripreso... Il mio corpo non risponde. Non posso
venire ad aiutarti, sono troppo debilitato > comunicò
telepaticamente Vegeta a Goku.
<
Mi dispiace. Se mi fossi impegnato, non avremmo rischiato di farci
ammazzare > rispose Son. Serrò i pugni. <
C’è un unico modo in cui io possa utilizzare
questo potere... in cui io possa sconfiggerlo...
Devo
raggiungere il settimo livello! > decise.
<
Chi vuoi prendere in giro? Sei l’incrocio tra un bambino
assonnato per la stanchezza e un vecchio dalla bocca
impastata.
Lancia
quel colpo e speriamo funzioni > gli disse Vegeta, con tono
cupo. < Aspetta... Ho un’idea! Non possiamo fare il
solito, ossia io lo distraggo e tu lo carichi.
Però
siamo troppo vecchi per inventare trucchi nuovi >.
< Sono
già un colabrodo, devo sembrare ridicolo >
pensò Crilin,
mentre Ub infieriva
su di
lui, steso a terra, a coprirsi il viso sporco di sangue con entrambe le
braccia.
< Crilin,
ascoltami! Ora ti passerò tutte le energie che posso. Non
sono molte, ma dovresti raggiungere il supersaiyan.
Quello
stadio si è impregnato della potenza incredibile che avevi
raggiunto mentre eri un demone arcaico. Dovrebbe essere qualcosa tipo
un mega-Mystic.
Se
riusciamo ad attivarlo, potrai essere in grado di distrarre Ub.
Possiamo
salvarlo se ti fidi >. La voce di Vegeta risuonò
nella testa del figlio di Toma.
<
Ci sto! > pensò Crilin.
Lasciò che l’energia del principe dei saiyan lo
invadesse. Urlò, sgranando gli occhi, mentre i suoi occhi si
tingevano del colore dell’oro. Con la sua aura fece
indietreggiare Ub e
si rimise in piedi, con un ghigno sul volto.
“Moccioso,
ora dovrai vedertela con me sul serio!”
gridò.
Ub indietreggiò,
fissandolo furente.
e
si voltò furente verso di lui. “Ancora in piedi?
Avrei dovuto darti subito il colpo di grazia”
sibilò.
< Tsk, povero
sciocco! Non avrebbe dovuto mettersi contro il principe dei saiyan e
il suo popolo! > gridò Vegeta, nella mente di Crilin.
“La
pagherai per aver fatto soffrire la mia bambina!”
gridò Crilin.
<
Folle! Cosa pensa di poter fare in quelle condizioni? > si
domandò Ub.
Crilin chiuse
gli occhi, mentre l’avversario lo raggiungeva in volo, con
uno scatto. I suoi pugni tempestarono l’intero corpo del saiyan.
<
Non è molto intelligente, questo trucco dovrebbe riconoscerlo,
anche se di solito è il tuo, Vegeta > pensò Crilin.
Sputava sangue, altro ne schizzava dal suo naso, mentre il suo volto si
trasformava in una maschera di lividi.
“Io...
sono... un saiyan... Questa
volta... non perderò...”. Parlava a fatica, alcuni
denti scheggiati, il setto nasale spezzato, le mascelle frantumate.
“Arrenditi!”
gli gridò Kid Uub.
<
Ti accorgerai troppo tardi della trappola, è già
scattata e le sue maglie ti stanno già strozzando.
Prima
ci hai ingannati tu, adesso tocca a noi > pensò Crilin.
Il
nemico aveva
iniziato a tempestargli l’addome di colpi, polverizzandogli
le costole.
Crilin vedeva
sfocato, rischiò di cadere in ginocchio. Era inerme e privo
di energie.
<
A quanto pare, del potere demoniaco non sono rimaste neanche le
tracce.
La
mia solita sfortuna > pensò Crilin.
< Kakaroth,
a che punto sei? > domandò Vegeta tepelaticamente.
Son
stava volando sopra i due, nascondendo la sua aura,
la stava incanalando. I suoi capelli erano lunghi fino ai suoi piedi,
completamente blu come la sua aura.
<
Mi sono trasformato! Ora sto raccogliendo le energie per scagliare
il tuo colpo.
Ti
ricordo che abbiamo
solo questo a disposizione > gli rispose Son telepaticamente.
<
Avanti, amico.
Lancia il colpo! > gridò mentalmente Crilin, rivolto
a Goku, mentre cadeva in ginocchio, ansante.
Ub proseguì
a colpirlo, passando ad infierire con una serie di calci.
Crilin sentì
il fiato mozzarsi.
< Ma io...
ci sei tu... > gli disse telepaticamente Goku.
<
Lancia quella maledetta onda!> ordinò Crilin.
Vegeta
gli gridò mentalmente: < Abbia fiducia nel tuo
migliore amico! Anche lui è un guerriero! >.
“Alza
la testa e guarda!”. La voce di Lourth risuonò
tutt’intorno e Kid Uub obbedì.
Sgranò gli occhi vedendo Goku, aveva un’onda nella
mano e la puntava verso di lui.
Kid Uub sollevò Crilin di
peso, lo voltò e se lo poggiò contro,
avvolgendogli il braccio intorno al collo.
“Goku,
così ci farai fuori entrambi! Non colpirai soltanto me, ma
anche lui!”
gridò. Aveva il battito cardiaco accelerato e respirava a
fatica.
“Io
devo salvare la
Terra” rispose Goku, assottigliando gli occhi. < Non
so che effetto avrà questo effetto su Crilin,
ma così salverò anche te, Uub >
pensò.
“Preferisci
i terrestri ad uno della tua specie, qualcuno che consideri un fratello da
quando eri bambini?!” urlò Ub.
“Non
ascoltarlo... Goku...”
esalò Crilin,
sorridendolo.
<
Tu da quando ti fidi di me? > chiese telepaticamente a
Vegeta.
<
Se non fosse stato anche per la tua pietà, sarei morto quel
giorno, qui sulla Terra, quando abbiamo combattuto > gli rispose
il principe dei saiyan.
Ub aumentò
la stretta, mozzandogli il fiato.
<
La vita di un guerriero obbliga sempre a scelte difficili,
orribili.
18
è venuta a dirmi in lacrime che aveva dovuto lasciare Elly
da sola in quell’inferno.
Ero
venuto per avvertirvi, per mandarvi ad aiutare quella povera
ragazzina...
Ed invece
sono costretto ad implorare il mio migliore amico di annientare mio
genero e me > pensò Crilin.
“Lanciala!”
gridò Crilin,
tra le lacrime,
prima di svenire sempre tra le braccia di Uub.
Goku
guardò Vegeta, indurendo l’espressione.
<
L’Ub che
conosco non avrebbe mai fatto tutto questo, non avrebbe stretto Vegeta
come fosse un trofeo, non mi avrebbe ricattato > si
disse.
Goku supersaiyan di
settimo livello si disse: < Ha dimostrato un cuore puro! Devo
credergli che questo attacco non gli farà niente >.
Gridando, scagliò il colpo, Kid Uub venne
colpito in pieno.
Crilin venne
sbalzato via, primo di ferite, ma ancora incosciente.
Uub continuò
a gridare, mentre Kid Bu dentro
di lui veniva distrutto. Si trasformò in una nuvola nera che
implose, disintegrandosi.
Ub crollò
a terra, incosciente, Goku gli atterrò davanti e lo
controllò.
<
È sano, solo svenuto e finalmente libero da quella nefasta
possessione > pensò.
“Ho
buone notizie!”. La voce di Mr. Satan lo
riscosse dai suoi pensieri e si voltò, trovandoselo festante
davanti. “Con le sfere del drago abbiamo cancellato il
ricordo di questa brutta storia!” gridò.
Goku
si grattò la testa, scompigliandosi i capelli.
“Urca!
Appena in tempo” disse.
Mr. Satan lo
guardò confuso.
“Appena
in tempo? Il nemico non era già stato
sconfitto”.
Goku
inarcò un sopracciglio.
“Scusalo,
Son. Aveva frainteso. Il nemico sconfitto di cui gli avevo parlato era
Cell” spiegò Piccolo, entrando. Raggiunse Goku e
lo abbracciò, Son si abbandonò contro di lui,
stanco e il namecciano lo
avvolse nel suo mantello.
“Cell?
Questa devi raccontarmela” biascicò.
Junior
annuì, dicendogli: “L’importante per ora
è che l’influsso di Lourth sia
stato spezzato”.
“Ehi!
Qualcuno mi ringrazi!” si lamentò Mr. Satan.
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Capitolo 37 *** Cap.37 Una statua per Son Goku ***
Cap.37 Una
statua per Son Goku
“Mi
ricordo che qualcuno ci ha salvato, ma non mi ricordo chi e da
cosa” commentò un signore di una certa
età.
“Anche
io”.
Aggiunse una ragazzina.
Trunks
teneva Vegeta appoggiato contro di sé, mentre lo trascinava
fuori da ciò che rimaneva del palazzo.
Mr.
Satan stava abbracciando Uub, che si era ripreso.
“Vi
dico io cosa è successo!” tuonò il
principe dei saiyan.
Trunks
batté le palpebre, guardandolo confuso.
Junior
si voltò verso di lui, assottigliando gli occhi.
“Un
mostro ci ha attaccati!” gridò il principe dei
saiyan. Indicò Goku. “Quel
‘beota’ lì, allievo di Mr. Satan, ci ha
salvati” spiegò.
Trunks
guardò suo padre, impallidendo.
<
Da quando mio padre fa cose del genere? >.
“U-urca...”
esalò Goku, grattandosi la testa imbarazzato.
La folla lo stava fissando.
<
Vegeta deve aver preso una botta in testa più forte del
previsto > si disse Crilin.
Ub
si voltò verso Mr. Satan.
“Sì,
è andata così, vero?”
domandò.
<
Maestro, farti finalmente acclamare come l’eroe che sei,
sarà il mio modo di espiare tutto questo. Ti prego,
perdonami > pensò.
Mr.
Satan deglutì a vuoto e notò che Vegeta lo
fissava con astio.
<
Mi sta minacciando! > pensò.
<
Kakaroth, si merita di essere finalmente riconosciuto da questa
gentaglia > si disse il principe dei saiyan.
Mr.
Satan fece una smorfia.
“Ce-certo...
Questo mio allievo ha aiutato Ub a salvarvi tutti!”
gridò, allargando le braccia. “Io ormai sono
vecchio, lascio fare ai giovani”. Aggiunse.
Crilin
lo guardò andare al centro della piazza.
“Vedete,
tutto questo è merito dei miei insegnamenti...”.
Mr. Satan iniziò ad autocelebrarsi, sfregando le mani
eccitato.
Diversi
terrestri iniziarono ad applaudirlo, altri sollevarono festanti Goku
sul capo.
“Urca!”
gridò Son, sgranando gli occhi, mentre veniva trascinato
via. Si guardò intorno e scoppiò a
ridere.
Crilin
lo guardò mentre lo portavano via.
<
Ha gli occhi di un bambino felice. In fondo ha sempre voluto solo
questo, essere amato ed integrarsi tra i terrestri >
pensò.
“Evviva
Mr. Satan! Evviva Uub! Evviva...”. La folla
s’interruppe dal gridare le sue ovazioni.
La
folla sbraitò: “Evviva
Mr. Satan! Evviva Uub! Evviva Goku!”.
Vegeta
indietreggiò, nascondendosi nell’ombra,
incrociando le braccia.
<
A me non interessa tutto questo. Voglio solo andare da
‘lei’: la mia Bulma >
pensò.
“Hai
fatto bene” sussurrò.
<
Non vedo l’ora di poterlo raccontare ad Elly, ma ora
sarà meglio che torni da mio figlio.
Accidenti
a Mr. Satan, io mi stavo riposando e sono dovuto accorrere qui
perché aveva frainteso. Anche se, come al solito,
è stato utile involontariamente >
rifletté.
“Qui
sorgerà la statua di Son Goku!” stabilì
il re, scodinzolando. Seguendo il corteo che portava in trionfo
l’eroe della Terra.
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