Miracoulus’s mistery

di MelaniaTs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1ª PARTE - IN CINA ***
Capitolo 3: *** Parte 2ª - Allerta ***
Capitolo 4: *** Parte 3ª - Hǎoxīn & Shé Gūniáng ***
Capitolo 5: *** Parte 4ª - Ritorno a Parigi ***
Capitolo 6: *** Parte 5ª - Lo scambio culturale ***
Capitolo 7: *** Parte 6ª - Preparativi ***
Capitolo 8: *** Parte 8ª - Il nuovo Scorpione ***
Capitolo 9: *** Parte 8ª - Un nemico più forte ***
Capitolo 10: *** Parte 9ª - Decisioni importanti ***
Capitolo 11: *** Parte 10ª - Marcel Halcón ***
Capitolo 12: *** Parte 11ª - il team di Mu Shí ***
Capitolo 13: *** Parte 12ª - London ***
Capitolo 14: *** Parte 13ª - Nuovi amici ***
Capitolo 15: *** Parte 14 . L'ultima settimana a Parigi ***
Capitolo 16: *** Parte 15ª - Dilemma ***
Capitolo 17: *** Parte 16ª - Chloé ***
Capitolo 18: *** Parte 17ª - La partenza ***
Capitolo 19: *** Parte 17ª - Queen Victoria school ***
Capitolo 20: *** Parte 19ª - il litigio ***
Capitolo 21: *** Parte 20ª - Miss Parrot ***
Capitolo 22: *** Parte 21º - I piani di Papillon ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22º - Avvicinarsi ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23° - First week ***
Capitolo 25: *** Parte 24ª - L’articolo pt 1 ***
Capitolo 26: *** Parte 25ª - L’articolo pt 2 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26º - confrontarsi ***
Capitolo 28: *** Parte 27º - Il Drago e l’Unicorno ***
Capitolo 29: *** Parte 28ª - Marinette ***
Capitolo 30: *** Parte 29ª - Lasciarsi andare ***
Capitolo 31: *** Parte 30ª - Il Lycée Francois DuPont ***
Capitolo 32: *** Parte 31ª - Dubbi ***
Capitolo 33: *** Parte 32ª - Prepararsi all’inevitabile ***
Capitolo 34: *** Parte 33ª - Steven pt 1 ***
Capitolo 35: *** Parte 34ª - Steven pt 2ª ***
Capitolo 36: *** Parte 35º - Ice Seal ***
Capitolo 37: *** Parte 36º - Ultimi giorni a Londra ***
Capitolo 38: *** Parte 37º - Amelie ***
Capitolo 39: *** Parte 38ª - È quasi Natale ***
Capitolo 40: *** Parte 39º - Natale ***
Capitolo 41: *** Parte 40ª - Disperazione ***
Capitolo 42: *** Parte 41ª - La resa dei conti ***
Capitolo 43: *** Parte 42ª - Il ritorno di Emilie ***
Capitolo 44: *** Parte 43ª - Il ritorno di Emilie pt 2 ***
Capitolo 45: *** Parte 44ª - Ripercussioni ***
Capitolo 46: *** Parte 45ª - Non è un addio ***
Capitolo 47: *** ...Continua ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Copyright © 

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
 

PROLOGO


"Notizia straordinaria.

Un antico tempio di monaci è riapparso tra i Monti tibetani. 

Lo stesso simbolo che viene mostrato sui tempi è stato scoperto anche in una statua antica al museo del Louvre. Di cosa si tratterà?"

"Si Nadia, giusto! Come puoi vedere dalle immagini in diretta questo è il tempio tibetano e quello è il simbolo che lo caratterizza. Lo stesso simbolo che appunto è stato rivelato sulla statua portata al Louvre la settimana scorsa."

 

 

 

Gabriel Agreste e la sua assistente Nathalie stavano seguendo le notizie in diretta. Un tempio che li collegava ai miracoulus. 

In contemporanea  però anche altre persone stavano seguendo quelle notizie. 

Tomoe Tsurugi ascoltava la notizia mentre sua figlia Katami stava allenandosi, anche un'altra donna seguiva le notizie: Audrey Bourgeois, le braccia incrociate sotto al seno seguiva intenta la notizia. 

Alya subito andò ad aggiornare il suo blog, indubbiamente era una grossa notizia, che inconsapevolmente aveva dato a Gabriel più informazioni utili di quanto potessero immaginare.

Si era messo alla ricerca del guardiano e lo aveva trovato. Ma dopo vari tentativi di nuovo Ladybug e Chatnoir avevano rovinato i suoi piani, Chloé Bourgeois si era rivelata un ottima alleata, eppure il vecchio guardiano gli aveva giocato un brutto scherzo all'ultimo momento. 

Doveva ricominciare tutto da capo e creare un suo esercito, proprio come Ladybug. E quale modo migliore di farlo se non partire per il Tibet ed andare ad accertarsi di cosa ci fosse laggiù.

Le vacanze estive di Adrien capitavano a loro favore. Una vacanza non poteva che fare loro bene.

 

 

—————

NdA.

Prime ed ultime (😜) 

Dunque l'ennesima FF su ladybug. Anzitutto attenzione, spoiler fino all'ultima puntata della terza stagione.

Poi non ci saranno ship mai viste nel cartone, niente chat che va da marinette e viceversa, ladybug da Adrian.

Cercherò di essere abbastanza coerente con i personaggi originali, se capito OOC riportatemelo pure, vorrei fare una cosa carina ma non eccedere. Nuove ship e nuovi personaggi inventati da me.

Nuovi Kwami stessa cosa, spero vivamente che non vengano copiati poiché ci ho fatto un po' di ricerche, di giorni e nulla.  

PS nonostante abbai iniziato questa FF non so quando aggiornerò, causa Agāpi già ton olimpou che mi prende molto. 

Quindi se vi fa piacere abbiate pazienza e grazie a tutti e buona lettura

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Capitolo 2
*** 1ª PARTE - IN CINA ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
 

Terme di Yambajan - Tibet picco Nyainqêntanglha. (1)

Adrien era in Tibet con suo padre e Nathalie da un paio di giorni ormai. Rilassato tra le calde acque termali, il cellulare sempre a portata di mano, si chiedeva come andassero le cose a Parigi. Non poteva nascondere che era preoccupato, da quando era Chat Noir aveva una responsabilità non indifferente, nonostante avesse solo 14 anni, ovvero difendere Parigi da Le Papillon e Mayura. 
Eppure come sempre Adrien aveva dovuto obbedire a suo padre quando gli aveva detto che quell'anno sarebbero partiti per il Tibet durante le vacanze. 
L'ultimo viaggio che avevano fatto, sempre in Cina, era stato con sua madre, e questo arrecava nel biondo una sorta di malinconia. Ricordava sempre con dolcezza sua madre, il grande amore che gli aveva dato e la mancanza si sentiva sempre di più soprattutto in quei momenti. 
Non sarebbe voluto partire Adrien, ma disobbedire a suo padre non gli avrebbe giovato. Quindi quando aveva saputo dell'imminente viaggio ne aveva parlato con Ladybug. 
Sarebbe dovuto partire e non poteva proprio non andare, le aveva chiesto quindi se era possibile avere per il periodo di assenza il miracoulus del cavallo in dotazione. 
Anch'ella però lo aveva sorpreso, era impossibilitata a farlo. Non perché non volesse, ma perché lei stessa sarebbe partita per ritrovare dei parenti lontani. Aveva quindi bisogno del kwami del cavallo per le emergenze. 
Quindi Adrien e Ladybug avevano dovuto fare buon viso a cattiva sorte e fare a meno di lui durante quel periodo. Fortuna volle che da quando era in Tibet non c'erano stati attacchi akuma e amuk a Parigi, altrimenti il giovane modello si sarebbe sentito decisamente in colpa ed impotente.
In tutto ciò Plag cercava di tirarlo su di morale, di dirgli di non preoccuparsi, che Ladybug se la sarebbe cavata e che aveva comunque a chi chiedere aiuto. 
Cercava di credergli Adrien, ma non riusciva. Non perché non volesse, semplicemente non poteva. 
Da quando Chloé aveva smascherato tutti i portatori di miraculous lui e Ladybug avevano deciso di comune accordo di non lasciare più i miracoulus ai ragazzi poiché sarebbe stato rischioso, proprio come lo era stato con la sua amica Chloé.
Al suo rientro quindi si sarebbe rimboccato le maniche ed avrebbe aiutato la sua lady a proteggere Parigi e a reclutare nuovi portatori. Soprattutto sperava di catturare al più presto Papillon, così Parigi non sarebbe stata più in pericolo. 
D'improvviso Plagg scomparve sotto l'acqua, un lieve rumore di passi lo raggiunse, era Nathalie.
"Dovrebbe rientrare Adrien. Domattina abbiamo la visita al tempio buddista e la scalata inizierà alle prime ore dell'alba." Gli disse composta come sempre.
Lui annuì, possibile che Nathalie non riposasse mai? 
La donna lo lasciò e lui uscì dal bagno caldo avvolgendosi in un accappatoio, Plagg lo raggiunse accucciandosi tra i suoi capelli.
Da quando erano lì sembrava avesse trovato un po' di tranquillità.
"Ti piace qui?" Gli chiese 
"Questo è il luogo da dove provengo." Gli disse allora, sentiva tutta la magia che circondava quei monti, le acque dei fiumi e l'aria che respirava. Era a casa! Come avrebbe voluto che anche zuccherino fosse lì con lui. 
"Domani ho la lezione di karatè con i monaci. Potrai vedere tutto dal tempio." Gli disse dirigendosi verso la sua stanza.
Plagg annuì e ancora una volta si nascose nella tasca dell'accappatoio, come si poteva studiare e seguire delle lezioni anche in vacanza? Avrebbe voluto che il suo portatore si godesse quelle giornate ed invece lo sentiva sempre più triste, solo e distante e lui non poteva fare nulla per lui se non essergli vicino. 

Shangai/Cina 
Marinette era incapace con il cinese, dovette prenderne atto quando dopo tre giorni dal loro arrivo a Shangai ancora non era riuscita a comunicare con i figli di Wang Cheng Shifu. 
Capiva il desiderio di sua madre nel voler ritrovare la famiglia adesso che sua nonna era in fin di vita. 
Sabine era sempre stata una persona altruista e socievole, figlia di Uyn Cheng e Maëlle Dubois una giovane  francese, era nata in Francia dopo che sua padre aveva conosciuto Maëlle  durante il viaggio di lei in Cina. Maëlle all'epoca era una giovane volontaria per un'associazione di bambini bisognosi. Uyn l'aveva seguita poi a Parigi e da allora non aveva fatto più rientro a Shangai se non quando avevano portato a conoscere Sabine alla madre. Da allora fino a quando Sabine non aveva compiuto diciotto anni non erano più tornati in Cina. 
Si erano di nuovo stabiliti in oriente dopo il matrimonio della loro figlia con Tom e da allora la madre di Marinette non aveva avuto più modo di incontrarli accontentandosi solo di sporadiche telefonate e lettere.
Per questo erano lì adesso, dopo aver ritrovato lo zio, il passato inverno, Sabine aveva compreso quanto si stava allontanandosi dalle sue radici e voleva fare qualcosa prima che i rimpianti prendessero forma nel suo cuore. Voleva incontrare e salutare la nonna e perché no fare amicizia con Xao Lyn la figlia di suo zio Wang.
Tom si era dato subito d'accordo, anzi dopo gli ultimi eventi a Parigi aveva affermato che allontanarsi dalla capitale francese non poteva che fare bene a tutti loro. La minaccia di Papillon non scemava ed anzi erano sempre tutti più in pericolo.
Quindi cambiare aria non poteva che fare loro bene. Lì a Shangai si stava benissimo, ma appunto Marinette e anche Tom ebbero non ben poche difficoltà quando dovettero confrontarsi con la conoscenza del cinese, Sabine non aveva educato Marinette nella conoscenza della lingua ed ella era molto impreparata.
Sabine memore della sua infanzia riusciva ad avere dei dialoghi elementari con la nonna e i figli di Wang Shifu. 
Ma Tom e Marinette riuscivano solo a gesticolare ed entravano in panico ogni qual volta si arrivava a parlare in cinese. Fortunatamente Hui Sheng (2) e Yen Chien (3) i figli di Shu Cheng Shifu parlavano un discreto francese e riuscivano a comunicare. Altrimenti Marinette se la sarebbe vista brutta! Doveva ammettere che stava legando molto con i due cugini erano sempre gentili e disponibili e la aiutavano a comprendere alcune frasi tipiche che venivano spesso dette. Anche se Marinette ci rinunciava a capire la lingua era grata ai due gemelli dell'aiuto che le davano. 
Si era ovviamente chiesta la corvina come invece facessero i due cugini a sapere così bene la sua lingua e loro le avevano risposto che il nonno aveva chiesto loro di imparare in vista di un eventuale trasferimento.
Marinette ne era rimasta sorpresa, non si aspettava una simile notizia anche se, le aveva detto Tikki, l'arrivo a Parigi di Wang Shifu poteva non essere stato solo per via del concorso.
"Sai Tikki..." disse Marinette "Non mi dispiacerebbe se ci raggiungessero a Parigi. Piacerebbero ad Alya e gli altri."
"Ti mancano i tuoi amici Marinette?" Chiese la kwami della fortuna, non osò nominare Adrien. Era convinta che, nonostante la giovane portatrice non lo desse a vedere, le mancava Adrien.
La mora carezzò la testolina di Tikki "Mi mancano tutti. Ma sai? Avevo bisogno di questa vacanza e fortunatamente per ora sembra Papillon ci stia dando un po' di tregua."
"Temi il rientro?" Chiese allora la kwami.
"Piuttosto non mi convince questa scomparsa improvvisa!" Rispose lei. 
Tikki annuì, come sempre avevano le stesse sensazioni.

Lasha Tibet 
Audrey Bourgeois era una donna che non amava perdere. Aveva sempre saputo cosa voleva e per ottenerlo aveva sempre sacrificato chiunque, come il suo matrimonio e la sua stessa figlia, Chloé! Ma adesso qualcosa era cambiato, sua figlia era uscita distrutta da una battaglia importante, umiliata da quegli insolenti di Ladybug e Chat Noir. Loro pensavano di non avere più bisogno di Chloé!? Si sbagliavano e sua figlia non meritava un'umiliazione così pubblica.
Per questo aveva deciso di partire alla volta del Tibet, dopo la perdita del miracoulus sua figlia aveva bisogno di una nuova ragione per sorridere e se nel tempio che era ricomparso si trovavano altri miracoulus, come avevano annunciato sul ladyblog allora il suo scopo era arrivare fin lì e recuperare un miracoulus, per Chloé ma anche prima per se stessa perché no. 
Fortunatamente da quando era ricomparso, il santuario era aperto a visite turistiche, così Audrey non avrebbe avuto problemi ad entrare nel tempio

Tibet picco Nyainqêntanglha
Adrien era stanco dopo aver scalato la montagna verso il tempio che sembrava stare proprio a poche migliaia di chilometri dal picco. Non capiva perché suo padre si ostinasse tutte le sere a tornare alle terme invece di restare a dormire lì. Era stanco, quella non era una vacanza, anche li aveva ogni istante della giornata programmato. Prima il risveglio, la colazione e la scalata, poi c'era il corso di arti marziali di gruppo, si pranzava, poi si pregava e si meditava. 
Erano tre giorni che andava avanti così. Fortunatamente quella sera suo padre però parve iniziare a ragionare.
"Accogliamo il vostro invito a riposare qui!"  Disse al monaco quel giorno. 
Adrien era rimasto piacevolmente stupito, il giorno dopo si sarebbe risparmiato la scalata anche se non capiva come fosse stato possibile convincere suo padre. 
Avrebbero dormito su un pavimento e cenato con l'umile pasto dei monaci, per Adrien non era un problema eppure il giovane biondo pensava che suo padre sotto questo aspetto fosse uno snob. 
Quando i monaci seppero di questa decisione lo portarono in una stanza dove c'erano allineati dei letti bassi, non c'erano mobili o altro.
"Non abbiamo bisogno di altro che di beni di prima necessità. Consegnami  pure tutti i tuoi averi Hǎoxīn de nánhái (4) domattina troverai una tunica per te." Gli spiegò l'anziano Monaco mentre un secondo, il suo maestro di meditazione e arti marziali li raggiungeva.
Questo scambiò un sorriso con il ragazzo ed annuì. Davvero doveva dare tutto? Senza alcun pudore spogliarsi di fronte a loro? 
Li osservò, i due non ne vollero sapere di muoversi da lì e dopo un po' vennero raggiunti da un ulteriore monaco che aveva tra le mani una tunica, forse la sua. 
"Devo... mettere questa?" Chiese 
Il monaco anziano annuì, Adrien prese la tunica ed attese ancora che andassero via. Ma niente, al che il giovane si girò dando loro le spalle e diede modo a Plagg di uscire dal taschino dlla camicia che poi lasciò scivolare via sul letto, tolse la maglia ed infine infilò la tunica facendo solo dopo defilare anche il pantalone. 
Una volta che fu pronto lasciò entrare Plagg nel colletto della sua tunica e si voltò verso i tre monaci.
"Fatto." Disse loro con un sorriso. 
I primi due ricambiarono, l'anziano Shang Guan invece scosse la testa. "Hai un gioiello, devi consegnare anche quello ragazzo." Affermò serio.
Adrien sgranò gli occhi preoccupato, Plagg?! No, non poteva lasciare l'anello. Quando lo aveva fatto, una sola volta, c'erano state delle conseguenze irreparabili.
Papillon aveva attaccato Parigi e lui era stato impossibilitato a trasformarsi e quando lo aveva fatto non era stato neanche Chat Noir, bensì mister bug, lui e Ladybug si erano scambiati i miracoulus per combattere contro Reflekdoll.
"Mi dispiace, ma l'anello non posso darvelo." Disse allora serio. Plagg sotto il collo della tunica lo solleticava muovendosi nervosamente.
"Adrien il percorso di purificazione che stai svolgendo qui ti aiuta a comprendere che non hai bisogno di beni materiali." Gli disse l'uomo avvicinandosi minaccioso 
"Non mi separerò dal mio anello. Mi dispiace, ma posso fare a meno del percorso spirituale!" Disse allora il ragazzo. 
Anche gli altri due monaci presero a rimproverarlo bonariamente e dirgli che quelli erano capricci a cui il ragazzo non doveva e poteva cedere. Il suo maestro gli ricordò che per suo padre Gabriel era importante che egli svolgesse quel percorso. 
Adrien questo ancora non lo capiva, sicuro che suo padre non stesse facendo lo stesso percorso anzi seguendo più la linea turistica che portava quella vacanza anziché la mistica. 
"No maestro, mi dispiace ma non posso!" Disse ancora il biondo. 
I tre monaci si lanciarono uno sguardo tra di loro, il più giovane fu lesto ad avvicinarsi ad Adrien e gli afferrò la mano con l'anello.
Il giovane la chiuse a pugno e si ritrasse, come aveva fatto quel monaco così minuto a raggiungerlo in così breve tempo?
"Mi lasci subito!" Ordinò Adrien, erano in tre e lui era da solo. Se lo avessero bloccato avrebbe perso Plagg e lui non poteva rinunciare al suo kwami, certo aveva una missione ed era colui che gli permetteva di diventare Chat Noir, ma soprattutto Plagg era il suo migliore amico. 
Il monaco strinse la presa. "Lascia l'anello, te lo faremo riavere quando andrete via." 
Adrien scosse ancora la testa mentre il monaco insisteva a volersi prendere l'anello. Plagg però reagì uscì dal suo nascondiglio caricando il cataclisma.
Nel vederlo Adrien urlò per fermarlo. "NO PLAGG!" 
Una luce gialla si espanse nell'aria a voler frapporsi tra Plagg e il monaco. "FERMO JAGGY!" Avvertì al suo udito il biondo.
Il suo kwami si fermò poco prima che il cataclisma colpisse il monaco. 
Adrien e Plagg osservarono stupefatti il kwami che era di fronte a loro, pronto all'attacco e come Plagg fermato dal suo possessore. 
"Il kwami della distruzione. Quindi era vero!" Affermò il monaco anziano. 
Adrien lo fissò sgomento, gli altri due monaci invece guardavano lui, scostandosi e allontanandosi. Il monaco che aveva provato a sfilargli l'anello si accostò all'anziano e carezzò la testolina del suo kwami dorato a chiazze nere donandogli dolci parole in tibetano. 
"Sapevate di me?" Chiese il ragazzo all'anziano mentre riprendeva il suo kwami. 
Fu il maestro a parlare però in vece sua. "Quando siete arrivati abbiamo avvertito una forte presenza intorno a voi."
Adrien continuava a fissarli attoniti. "Quindi tutti sapete chi sono io?" Chiese, anche suo padre e Nathalie sapevano? Erano lì per quel motivo? "Sono qui per questo?" 
L'anziano monaco scosse la testa. "No, non sei qui per questo. Che tu sia qui adesso è una coincidenza. Ma vorremo parlare con te, così da capire come tu sia venuto in possesso di un miracoulus così potente. Cosa è accaduto, quanto tempo è passato da quando siamo scomparsi." Confidò il vecchio sperando che il giovane occidentale avesse qualche risposta.
Adrien sgranò la bocca per poi richiuderla.
Erano nel tempio che era apparso nel nulla, lo stesso tempio che si collegava ai miracoulus. Annuì ai tre e fece nascondere Plagg nella casacca.
"Ditemi dove e quando." Disse 
"Dopo, quando tutti saranno addormentati. Così avremo modo di parlare indisturbati, da quando il tempio è tornato al suo posto è meta turistica e il governo non ci permette di rifiutare questo tipo di introiti." 
Adrien annuì, al che l'anziano ed il giovane andarono via seguiti a ruota dal maestro che lo informò sull'ora di pranzo. 
Quando furono soli Plagg uscì di nuovo allo scoperto lanciando uno sguardo al suo portatore. 
"Avevi ragione tu Plagg, sei tornato a casa." 
"Era una trappola e ci sono cascato in pieno." 
"Mi sarei trasformato io stesso se avessero continuato." Disse allora lui rincuorando il kwami della distruzione. 
"Che ne dici. Andiamo a cenare?" Chiese allora Plagg, non vedeva l'ora di parlare con i guardiani.. 
...
Era notte fonda, dopo cena Adrien era andato a riposare nel dormitorio dove era stato già a cambiarsi. Aveva scoperto che Nathalie era in un dormitorio simile ma dislocato in un'aria appartata per le donne, mentre suo padre dormiva in una stanza vicino le camere dei monaci anziani. 
Con lui dormivano il monaco che aveva scoperto era portatore del kwami del ghepardo, come lo aveva riconosciuto Plagg, il maestro Shi e altri due monaci. 
Quando tutti furono addormentati il portatore del kwami della distruzione si tirò su e richiamò a se Plagg offrendogli del formaggio che aveva preso a cena.
"Non riesco a dormire Plagg. Ho una strana sensazione!" Disse 
"Tipo che potremmo non trovare del formaggio delizioso fino al nostro ritorno a casa?" Annunciò il kwami nero.
Adrien scosse la testa divertito. "Ma no Plagg, so che..." 
"Sta accadendo qualcosa  realmente Hǎoxīn de nánhái." Si intromise il maestro tirandosi su nel suo letto. 
Stessa cosa fece il portatore del ghepardo. Adrien li osservò ed annuì, così da consentire al maestro di parlare.
"Da quando siamo ritornati abbiamo scoperto che sono passati decenni, anzi un centenario almeno, da quegli eventi. Tante cose sono successe, un mostro era entrato nel tempio ed aveva iniziato a inghiottire tutti i kwami e distruggere il tempio." Raccontò 
Adrien annuì, questa parte la conosceva, il maestro Fu gli aveva spiegato nella lettera scritta quando si era ripreso Plagg.
"Quello era un senti mostro, io e Ladybug lo abbiamo sconfitto e tutte le sue vittime sono state liberate dal male. Da allora tutto è ritornato alla normalità anche per voi."
Il maestro annuì mentre si toglieva gli occhiali da vista che portava e d'improvviso un kwami vi si insinuava dentro. 
"Siete tutti portatori di kwami?" Chiese allora Adrien
"Siamo rimasti in cinque, non avremmo la possibilità. L'anziano Shang Guan però ha come te delle brutte sensazioni ed ha deciso di assegnare ad alcuni di noi i kwami più forti per proteggere quelli più potenti." Raccontò il maestro 
"Il mio e quello di Ladybug sono i più potenti!" Disse allora Adrien 
"Si e no." Iniziò il maestro. "In ogni miracle box ci sono due miracoulus potenti e complementari tra di loro. Uno yin e uno yang. La creazione e la distruzione, i primi due. La pace e la guerra, i successivi, custoditi gelosamente. Ma non sono i soli ce ne sono tanti potentissimi e complementari. Gli ultimi due l'amore e l'odio non meno importanti dei precedenti quattro, provengono dalla miracle box più piccola ancora non formata altri vivono in una sola miraclebox perchè mancano i guardiani. Tutti inghiottiti dal senti mostro un secolo fa."
"Cosa significa complementari?" 
"Al significato della parola che senti, due entità che si completano a vicenda. Non può esserci creazione senza distruzione, o pace senza guerra, amore senza odio, conoscenza senza dimenticanza, paura senza coraggio. Sono complementari."  
Adrien annuì comprendendolo, era la sensazione che aveva avuto dalla prima volta che aveva incrociato lo sguardo di Ladybug.  
"Perché mi sta parlando di questo maestro?" Chiese allora Adrien.
Il maestro gli porse gli occhiali da vista e Adrien li prese. "Il santuario non è più sicuro per i kwami. Tu Hǎoxīn de nánhái sei la persona adatta per poterne custodire una parte. Portarla via di qui e proteggerla da chi vuole impossessarsene." Disse quindi il maestro. 
"Cosa vi fa pensare che se ne vogliano impossessare?" Chiese Adrien 
"La stessa sensazione che hai tu Adrien, l'ha avuta anche il maestro Shang Guan. Dobbiamo proteggere i miracoulus vero, ma siamo anche consapevoli di essere anziani e non al passo con questi tempi per farlo. Tutta questa gente qui in pellegrinaggio non è venuta per meditare o pregare. È qui per curiosità e non è più un luogo sicuro per i kwami già solo per questo." 
Adrien strinse a se il miracoulus datogli asserendo con il capo. Come gli aveva raccontato nei giorni passati il maestro Shi quello era un luogo di meditazione dove la tranquillità era fondamentale. 
Il ragazzo mise gli occhiali sotto al cuscino sospirando, poteva custodire un miracoulus per conto loro. 
"Proteggerò i miracoulus anche per voi." Affermò allora 
"Domani Tao ti lascerà il miracoulus del giaguaro per poi lasciarci. Dovrà trovare un nuovo custode che lo sostituisca per l'ultima miracle box."
"Io... io..." 
"Fu era un bambino ancora immaturo per essere un custode a dodici anni. Ma devo ammettere che ha fatto un buon lavoro, tu Hǎoxīn de nánhái sei perfetto come custode della distruzione e lo sarai anche nel tuo nuovo ruolo." 
"Non sarò mai all'altezza del maestro Fu." Ammise allora il ragazzo. 
L'anziano monaco gli poggiò una mano sulla spalla. "Credi di più in te stesso Hǎoxīn de nánhái, nessuno nasce imparato e tu sei già un passo avanti. Domani ti farò avere il miracoulus dell'elefante, saprà guidarti per conto nostro." 
Adrien tirò su il fiato trattenendolo. Forse era meglio una volta a Parigi lasciare a Ladybug la custodia della miracles box, come già era accaduto con quella del maestro Fu. 
Il maestro Shi si rimise sul suo letto, poi prima che si stendesse disse un'ultima cosa. "Non usare il miracoulus del corvo semmai dovesse servirti aiuto. Quello della pace potrebbe aiutarti a distinguerti da Chat Noir." E così dicendo si coricò lasciando ancora di più Adrien nel dubbio. Il miraoulus del corvo?
Il ragazzo si stese e carezzò la testolina del gatto nero . "Cosa devo fare Plagg?" Sussurrò 
"Quello che avete deciso con Ladybug, proteggere i miracoulus Adrien." 
Il ragazzo sembrò pensarci su, poi dopo che Plagg si fu addormentato decise di prendere anche lui sonno, stare a rimuginare sarebbe servito a poco.

Il mattino dopo fu accolto dalla stessa routine, colazione poco prima dell'alba. Poi subito avevano iniziato con la meditazione e le preghiere. 
Prima di pranzo si erano dedicati alle arti marziali e dopo di nuovo a meditare. Quella sera suo padre disse ai monaci che sarebbero tornati alle terme. Adrien non se ne era stupito, quel posto per lui era troppo ortodosso e ancora non capiva perché suo padre insisteva tanto per voler apprendere i segreti della meditazione. 
Così dopo l'ultima ora di meditazione il maestro Shi lo indirizzò nelle sue stanze dove, gli disse, avrebbe trovato i suoi vestiti e lo zaino che si era portato dietro. 
Una volta in dormitorio Adrien vi trovò il monaco anziano Shang Guan. Tra le mani il suo Rosario, con molte probabilità pregava, lo sguardo puntato verso il pavimento.
Adrien si fermò sulla soglia non volendolo disturbare. Ma fu l'anziano a parlare per lui.
"La settimana scorsa sono stati rubati due miracoulus, stessa cosa è accaduta un giorno fa. Nonostante stiamo custodendo a vista d'occhio le miracle box giorno e notte." Raccontò l'uomo poggiando il rosario sullo zaino di Adrien. 
Il biondo entrò nella stanza per avvicinarsi a lui. "Mi raccomando Hǎoxīn de nánhái, custodisci la miracle box da ogni tipo di male e proteggi i miracoulus della colomba e del corvo anche a costo della vita." Gli ordinò 
Adrien annuì 
"Ti mancheranno due miracoulus, quello del polipo e della gazza. Nelle mani sbagliate sono pericolosi, il polipo può rubare i sogni e trasformarli in incubi rendendoli mostri reali contro cui confrontarsi. La gazza invece ruba la felicità o la tristezza, dipende sempre dal suo portatore." 
"Come farò a trovarli?" Chiese allora Adrien.
"Con i mezzi moderni se venissero usati lo sapresti. Per raggiungerli invece hai il miracoulus del giaguaro, con quello puoi essere ovunque in pochissimo tempo, cambiare regioni, stati o continenti. Hǎoxīn de nánhái il miracoulus dell'elefante ti donerà tutto il mio sapere e il sapere dei precedenti guardiani. Da oggi lascio a te  il ruolo di custode della miracle box dei conflitti." 
Una luce si espanse nell'aria arrivando allo zaino di Adrien, l'anziano si accavasciò sul letto e il giovane andò in suo soccorso. 
I due si guardarono ed il vecchio corrugò la fronte osservando la sua stretta intorno le spalle. "Chi sei ragazzo?" Chiese 
Adrien reduce dalla stessa situazione capitata al maestro Fu non rimase sorpreso da quella domanda. 
"Uno degli ospiti del tempio. Stavo andando via però." Disse prendendo lo zaino ed i suoi vestiti. 
Il monaco si alzò dal letto seguendo i suoi movimenti, poi annuì e lasciò la stanza. Una volta solo, Adrien si rivestì dei suoi abiti e dopo aver dato un ultimo sguardo alla camera la lasciò del tutto raggiungendo il padre e Nathalie per la discesa alle terme.

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(1) Ho scelto tra i tre Monti mistici in Tibet il picco, a parte perché uno dei più alti, circa 7100 km, anche perché oltre ai fiumi che lo circondano, qui vi è appunto anche la zona termale di cui ho citato il nome.
Siamo a Febbraio. Le scuole nel 2015 anno in cui è ambientato miracoulus sono finite circa il dopo San Valentino per le vacanze regionali, contando che non vanno a scuola il sabato 
Le vacanze dei nostri eroi durano solo due settimane poiché poi ci sarebbe il rientro a scuola. Il sistema scolastico francese è diverso da quello italiano infatti.
Ps  Adrien ha iniziato il collage presumo a gennaio (gli inserimenti  iniziano a settembre e gennaio in Francia) poiché nella la prima serie c'è stato l'episodio di dark cupido ho collegato dipendesse da questo, inoltre Marinette ha regalato ad Adrien una sciarpa per il suo compleanno e lui l'ha messa, segno che le temperature lo consentivano. Quindi a parte che non possono essere passati già sei mesi dall'inizio della storia e che Buller è indicato come primo episodio cronologico della serie, non mi baso sul clima apparente del cartone e degli outfit usati poichè in Miraculous non cambiano mai, hanno sempre abbigliamento di mezzi tempi anche ad agosto i nostri protagonisti indossano quei vestiti. Poi detta da una che a Parigi ci è stata e per un po', lì piove sempre, quindi ambientare Miraculous in un clima sempre mite è stata una scelta degli autori e sulla base del clima non si possono fare congetture sul periodo in cui è ambientata la storia.

Quindi visto che una delle prime puntate riguardava il compleanno di Adrien, ne deduco che sia nato verso inizio gennaio o inizio febbraio, del segno dell'acquario o dei pesci, io ho deciso per non portarmi troppo in avanti e azzardare anche troppo di farlo nascere a gennaio, sotto il segno dell'acquario, che nello zodiaco è il segno complementare del leone. 
Sempre pensando alla cronologia delle puntate e di  "Befana"  penso Marinette sia nata a verso luglio/giugno. 
Gli attacchi di Papillon sono quindi assidui, quindi direi che per luglio e le vacanze estive dovremmo esserci. In Francia Saint Adrien è però il 9 settembre quindi devo regolarmi su tutto, altra cosa, le vacanze estive in Francia non sono di tre mesi di vacanza come da noi. Ma due, mentre ogni sette settimana ci sono due settimane di vacanze regionali (a Natale e Pasqua sono tre) a cadenza di ogni sette settimane di scuola durante tutto l'anno scolastico.
(2)Eco
(3) Notturno
(4) ragazzo dal cuore buono

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Capitolo 3
*** Parte 2ª - Allerta ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
 

Cina - luogo indefinito

Il vecchio monaco Tao (giovane per il ragazzo Agreste) custode della miracle box più piccola custodita al tempio, era partito di buon ora. Ancora prima che le luci dell'alba sorgessero su nel cielo. La sua miracle box mancava di due miracoulus, importanti e forti come tutti gli altri. Fortunatamente però dalla loro riapparizione percependo che qualcosa non andava, il monaco anziano Shang Guan, aveva deciso di prendere dalle miracles box i kwami fondamentali, quelli più importanti e li aveva segretamente nascosti.

Poi aveva affidato a ognuno di loro dei miracoulus ed infine aveva pregato con tutti i monaci nella speranza di non perdere gli altri. A nessuno era dato sapere dove fossero nascosti e custoditi i miracoulus fondamentali e complementari. Tutti sapevano dove si trovavano invece le miracle box con gli altri miracoulus.

Era di turno lui quando una decina di giorni prima una donna si era introdotta nel tempio e si era avvicinata molto pericolosamente alla stanza delle miracle box. 

Tao l'aveva fermata, immobilizzandola e bloccandola, ma fu preso alla sprovvista quando scoprì che non era sola e che aveva un complice già nella stanza, con in mano la miracle box dei conflitti.

Al suo interno ci sarebbero dovuti essere i miracoulus del corvo e della colomba, anche se erano stati nascosti però lì vi erano altri miracoulus. Si avventò sulla figura che era intenta a saccheggiare nella scatola e prendendolo per il polso iniziò a scontrarsi con lui. 

Era bravo proprio come la donna che aveva lasciato inerme fuori la stanza. Ma lui era un custode ed era addestrato a proteggere a costo della vita la miracle box.

"Non ti permetterò di prendere la scatola. Fermerò te come ho già fatto con la tua compagna." Disse.

Al che la figura si bloccò, diede un ultimo affondo a cui il monaco Tao rispose e vedendo che la lotta si sarebbe protratta aveva lanciato in aria la scatola contenente i miracoulus. Poi era fuggito raggiungendo la donna fuori la stanza, Tao lo aveva rincorso comprendendo la preoccupazione di quest'ultimo per la compagna. Una volta raggiuntolo vide che aveva afferrato la donna e che stava scappando. Sapeva che avrebbe dovuto fermare i due ladri Tao, ma aveva dato la priorità alla miracle box e ad avvertire dell'imboscata. 

Infine dopo aver scoperto che avevano fatto in tempo a  prendere due miracoulus, era andato alla loro ricerca trasformato da Lièbào rén, ma non li aveva più trovati. 

Quando, nonostante avessero incrementato il controllo sulla stanza dei miracoulus, pochi giorni prima qualcun altro era riuscito ad insinuarsi nella stanza e rubato altri miracoulus avevano deciso di ricorrere ad altre soluzioni.

"Le miracle box non sono più al sicuro qui. Chi si sta insinuando nel tempio sa cosa cercare." Disse a tutti Shang Guan 

"Dovremo saperle difendere." Aveva detto Shi.

"Siamo anziani, loro sono più giovani e l'ultimo ladro aveva con se più  di un soldato a contrastarci." Aveva affermato allora Shang Guan 

"La nostra età non è un ostacolo." Aveva detto allora Tao.

"Lo è invece, questa non è la nostra epoca. Siamo impreparati e il mio miracoulus dell'elefante non è stato creato per combattere, come quello del gufo." Disse allora Shang guardando i suoi quattro subalterni. 

"Cosa ci consigli allora maestro?" Disse uno dei più giovani.

"Trovare nuovi custodi e lasciare a loro le miracle box." Disse Shang Guan "Far allontanare i miracoulus da qui proprio come fece Fu portando via la prima miracle box." 

"Ma noi non sappiamo a chi consegnarla." Disse allora Tao.

Shang Guan fissò Shi. "Parlami di Adrien Agreste!" 

"Il ragazzo dal cuore buono? Lui è puro, inoltre ha un aura particolare intorno a se." Rispose intanto che Jaggy il suo kwami usciva allo scoperto.

"Sono sicuro che c'è un kwami con lui, ne percepisco la presenza." 

"Potremmo affidargli la miracle box." Disse allora Shang Guan. "Ho parlato con lui in questi giorni e realmente mi sembra puro come tu stesso dici Shi." 

"Vuole consegnare le due box al ragazzo maestro?" Chiese Shi stupito. "Sembra un bambino."

Lui scosse la testa. "No! Tao partirà alla ricerca di un altro custode dopo aver consegnato Jaggy alla sua box. I nostri miracoulus, l'elefante e il gufo Shi faranno la stessa cosa. Prenderemo invece per voi lo scoiattolo e tu Tao sostituirai Jaggy con Acca, l'anatra che saprà guidarti. Voi altri due continuerete a custodire lo scorpione e il cigno." Disse agli ultimi monaci.

"E voi maestro?" Chiese uno dei due.

"Una volta che avrò rinunciato alla custodia della miracle box non avrò più memoria di tutta la mia vita. Sarebbe assurdo prendere un miracoulus e non sapere cosa farne. Quindi lascio tutto nelle vostre mani." Riferì l'anziano monaco. 

"Possiamo sciogliere la riunione. Io insisterò con Gabriel Agreste al fine che possano dormire qui, lui ed il figlio. Così potremmo avere modo di parlare con il giovane dal cuore buono. Voi altri sapete cosa fare." Aveva ordinato.

...E così era stato fatto, Tao seguiva Acca che lo trasportava per le vie del grande continente indiano. 

Adesso con la sua piccola miracle box sotto braccio correva Tao, correva tra le terre cinesi alla ricerca di un nuovo custode che non fosse come lui impreparato ad affrontare i pericoli di questo mondo nuovo in cui si erano trovati, ma che addirittura potesse proteggerla e che come Adrien Agreste avesse un cuore puro e dedito al  bene. Ci sarebbe riuscito? Sperava di sì Tao.

Dall'alto dei suoi ottantadue anni aveva imparato che tutto era possibile se soltanto ci credevano.

Adesso aveva il miracoulus dell'anatra, colei che sempre indirizzava dove era giusto andare. Migrando verso il luogo perfetto dove vivere, affidato al suo miracoulus Tao era certo di riuscire a trovare un nuovo custode.

 

Tibet - terme di Yambajan

Adrien era crollato sul letto della sua stanza appena erano discesi dal picco. Al tempio erano state fatte tante rivelazioni e Adrien non sapeva ancora se fosse in grado di adempiere al compito assegnatogli da Shang Guan.

Lo zaino era accanto a se sul suo letto, Plagg si era diretto al frigobar a prendere una confezione di camembert.

"Io e Ladybug siamo dunque complementari Plagg? Ognuno ha bisogno dell'altro?" Chiese allora sfilando il libro da dentro lo zaino. 

"Ovvio, siete gli opposti!" Disse il kwami mentre il suo portatore si sedeva sul letto ed apriva il libro. 

Lo riconosceva, era simile a quello che aveva recuperato dall'ufficio di suo padre tempo prima. Sul libro c'era scritta una nota su un foglio a parte, dove si invitava a leggerlo senza la presenza dei kwami. 

Adrien prese a sfogliarlo, i monaci si erano preparati a cedere quei grimori di sicuro, poiché ad ogni pagina c'era una traduzione in cinese moderno.

"Dovrei fare avere a Ladybug questa miracle box, saprebbe occuparsene meglio di me." Disse rivolgendosi a Plagg. "Potremmo occuparcene insieme." 

"Il maestro Shang Guan ha consegnato a te la miracle box Adrien, dovresti essere più prudente. Avere tanti kwami per se stessi è pericoloso." 

"Dovrei dare il kwami della guerra alla mia lady?" Affermò allora il giovane, non sicuro di come comportarsi dopo gli ultimi risvolti di quella storia. 

Plagg scosse la testa. "Dovresti essere prudente sulla scelta del kwami della guerra Adrien. Non farti influenzare dai tuoi sentimenti per Ladybug." Disse ingoiando un pezzo di formaggio.

Adrien sussurrò, sarebbe stata una scelta ardua e forse era il caso di non usare due talismani potenti tanto quanto quello del gatto nero e della coccinella. 

"I miei sentimenti per Ladybug non cambieranno Plagg, ma ho deciso, andrò avanti." Le delusioni e le stoccate continue di Ladybug in confronto ai suoi sentimenti facevano sempre più male. Era la sua compagna ovviamente, per lei sarebbe stato sempre presente, avrebbe protetto Parigi con lei e sarebbe stata sempre nel suo cuore. Bellissima e perfetta come sempre, eppure si era finalmente messo il cuore in pace. Quindi sarebbe andato avanti per la sua strada e avrebbe dovuto anche decidere cosa farne del suo rapporto con Kagami. Quel viaggio in Cina era stato risolutivo, per quanto fossero amici e fossero affiatati avvertiva che tra loro c'era qualcosa che non andava. Quella scintilla che solo con Ladybug provava, sarebbe stato così anche con Katami? Non lo sapeva, sapeva solo che una volta a Parigi avrebbe incontrato di nuovo i suoi amici e con loro i piaceri che circondavano la sua vita adolescenziale. Non vedeva l'ora di rivederli per poter passare del tempo con loro, alla pasticceria di Marinette, a stare con Nino e poi Alya, Max, Ivan e... tutti, li avrebbe rivisti presto tutti. 

Chiuse il libro Adrien e osservò Plagg che si era accoccolato accanto a lui.

"Domani pomeriggio ritorniamo a Parigi? Sei contento?" Chiese al suo kwami.

Plagg annuì. "Finalmente del camembert decente." 

Lui rise. "Ci sarà tanto camembert, e andremo a trovare i ragazzi, mi mancano i miei amici." 

Disse stendendosi sulla pancia e rilassandosi ormai stanco. 

"Oppure ti manca una certa ragazza..." disse il kwami. 

"Mm..." Rispose solo Adrien lasciando il suo kwami in sospeso.

Plagg non aveva tanto approvato che Kagami avesse chiesto ad Adrien di mettersi insieme e peggio che lui sembrava voler accettare di provare a frequentarsi. 

Il suo portatore aveva le fette di salame sugli occhi quando si trattava di ragazze, aveva l'amore della sua vita al suo fianco tutti i giorni e cedeva alla tentazione di quella ragazza con gli occhi a mandorla. 

Certo, la piccola Marinette avrebbe anche potuto farsi avanti, dichiararsi e far capire le sue intenzioni ad Adrien. Per quanto lui cercasse di aiutarlo e spingerlo tra le braccia della moretta lei non aiutava, peggio. Si metteva a confondergli le idee con quel giovane chitarrista che non poteva proprio competere con il suo Adrien. Cosa avrebbe fatto se soltanto avesse potuto, sarebbe andato da lei e le avrebbe detto di darsi una mossa invece che farsi volontariamente prendere Adrien.

Invece no, non poteva. Così osservava il suo portatore crogiolarsi per lei, per i suoi rifiuti ed i continui no. Adrien almeno aveva avuto coerenza fino a quel momento, aveva confidato a Ladybug i suoi sentimenti, si era dichiarato ed aveva perseverato. Ma adesso dopo mesi di corteggiamento il ragazzo era esploso e si era arreso, a buon rendere! Però non era Kagami la ragazza a cui puntare, bensì la giovane Marinette.

"Adesso che tornerai in Francia vi rivedrete. Vi ba... bleach... farete smancerie da adolescenti." Disse allora lui.

"Non lo so Plagg. Non avevo immaginato così il mio primo bacio in realtà." Disse il biondo con sincerità . 

Voleva dare il suo primo bacio al suo vero amore e per quanto Kagami fosse carina lui non sentiva di amarla. 

"Staremo a vedere. Buonanotte Plagg!" Disse allora chiudendo il discorso.

 

Cina - Shangai 

Tao era arrivato rapidamente a Shangai, grazie al talismano dell'oca era arrivato ad una velocità impressionante. Sciolse la trasformazione poco prima di arrivare in città e mentre Acca si nutriva con un frutto di litchi lui si incamminò nella direzione che gli indicava il kwami grigio e verde. 

Era tardi ma Shangai era ancora brulicante di gente, tra cui molti i turisti.

Tao era sconcertato da tutte quelle diavolerie moderne. Auto, biciclette con motori (2), rumori a non finire e luci artificiali di tutti i tipi e colori, poi c'erano le abitazioni moderne che erano altissime, si camminava su suolo solido non fatto di pietra e terra, la musica era assordante e cosa più impressionante: tutti correvano, nessuno si guardava in volto e gli occhi erano per la maggior parte delle volte puntati su alcuni oggetti tra le mani.

Quando giunsero nei pressi di un ristorante Acca lo fermò.

"Qui maestro Shi." Disse con la sua vocina flebile 

L'uomo annuì ed entrò nel locale, alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarlo, quel posto era pieno. "Vi conviene chiedere un tavolo maestro." Consigliò il kwami 

L'uomo annuì dirigendosi verso una ragazza dai capelli corvini e gli occhi di un grigio particolare. 

"Buonasera signore. Ha prenotato?" Chiese questa. 

Prenotare? Da quando per mangiare bisognava prenotare? Tao scosse la testa rammaricato.

"Sembra stanco, si segga lo stesso, le cerco un angolino." Disse la giovane che andò a chiamare un ragazzo identico a lei spiegandogli la situazione.

Tao ne  approfittò per guardarsi intorno, il locale era pieno ed i vari inservienti andavano avanti e indietro per le stanze. I piatti erano tutti elaborati, e nonostante il bel profumo non riusciva a capire cosa ci fosse dentro. 

La ragazza sopraggiunse dopo un po' sorridendogli. "Venga con me venerabile anziano." Lo invitò allora 

Tao la seguì oltre le porte del ristorante, poi su per una scala. Capì che avevano lasciato il locale pubblico quando la ragazza aprì una porta dove ad accoglierlo c'erano delle persone che ricordavano una famiglia numerosa. Generazioni furono davanti a lui, dai nonni, se non bis nonni, ai nipoti. Una ragazza con  i capelli neri e gli occhi azzurri della stessa età della sua accompagnatrice doveva essere l'ultima erede di quella famiglia. 

"Nonna cara, questo venerabile monaco si è fermato da noi dopo un lungo viaggio. Giù non c'è posto, possiamo dargli asilo per un pasto caldo?" Chiese la giovane.

Sabine tradusse a Tom e Marinette ciò che Hui Sheng stava spiegando, al che la corvina si alzò dal suo posto e sorridendo al monaco lo prese per una spalla lo portò al suo posto.

"Hui il monaco può prendere il mio posto." offrì la giovane. 

Hui sorrise alla cugina mentre la nonna disse alla bis-nipote che non ci sarebbero stati problemi.

Al che Hui lasciò la stanza con un inchino  dicendo loro che avrebbe presto portato un pasto caldo. 

Nel frattempo la nonna fece i convenevoli di casa mentre il monaco si inginocchiava intorno al tavolo quadrato. 

Sabine traduceva alla sua famiglia la conversazione, il monaco arrivava dal Tibet e disse che aveva viaggiato con costanza senza mai fermarsi fino a quando era arrivato a Shangai, sua destinazione.

"Bisogna prenotare anche nei luoghi di riposo?" Chiese Tao al gruppo e guardandosi intorno. 

Suo nonno Uyn annuì. "Gli alberghi, ovviamente bisogna prenotare per saperne la disponibilità." Rispose 

Tao annuì, non disse nulla più cercando di immaginare anche quanto potessero costare a quel punto gli alberghi. La ragazza che lo aveva accompagnato lì ritornò nella stampa portando dietro un piatto di zuppa. Tao ringraziò tirando fuori dalla sua sacca delle monete, ma Hui Sheng scosse la testa.

"Lasci venerabile monaco, offre la casa." Disse allora la ragazza. 

Tao ringraziò la giovane, doveva essere lei la custode che Acca cercava di sicuro. La sua gentilezza e disponibilità era senza eguali. 

Il vecchio Tao mangiò la zuppa che dovette ammettere era deliziosa e dopo essersi riposato aveva salutato la famiglia ringraziandola. 

"Aspetti!" Disse la ragazza dai codini corvini. 

Tao non comprese ciò che disse. 

Marinette guardò sua madre. "Non possiamo lasciarlo andare via se non sa dove andare." Spiegò allora, quel monaco sembrava più spaesato di lei che non conosceva il cinese. 

I suoi genitori si guardarono mentre nonno Uyn spiegava a sua madre cosa chiedeva Marinette. 

L'anziana annuì. "Dovremo trovare un posto dove metterlo però." 

"Posso andare a dormire con i gemelli se non c'è spazio." Si offrì Marinette, Hui le aveva chiesto tante volte di restare a dormire con lei. "Marinette tu dormi già con noi. Non sarebbe la soluzione." Disse allora Sabine.

Marinette restò sulla sua posizione. "Chiedo a maestro Shifu se il monaco può restare qui questa notte allora." Disse la giovane. 

Sabine sospirò, sapeva che Marinette non si sarebbe arresa, la lasciò quindi raggiungere il suo pro zio ed intanto lasciò che il monaco Tao tornasse ad accomodarsi. 

"Mia figlia Marinette vorrebbe che lei riposasse qui almeno per questa notte." Spiegò Sabine. 

 Marinette tornò dopo un po' accompagnata da Yen Chien che andò a inginocchiarsi accanto al monaco. 

"Buonasera bhikkhu (2) Tao, mi presento, sono Yen Chien. Nipote di Wang Cheng Shifu, mio nonno è onorato di invitarla a pernottare qui da noi per questa notte." Disse il ragazzo. 

Marinette alle sue spalle sorrise al monaco con un assenso della testa. Era contenta che quell'anziano monaco non passasse la notte  in strada, solo e sperduto. 

Mezz'ora dopo quando i gemelli raggiunsero il gruppo in casa Tom e Sabine lasciarono la dimora di Shifu con la sorella di quest'ultimo ed i nonni di Marinette. 

La ragazza era felice di rimanere lì per quella notte, aveva legato con i due gemelli e passare del tempo con loro anche organizzando un pigiama party era elettrizzante.

Il monaco Tao era in disparte a meditare mentre maestro Shifu e suo figlio Shu erano ancora al ristorante. 

I tre ragazzi invitarono il monaco a raggiungere la stanza di Yen e quando lo fecero lui li seguì.

"Può dormire nella mia stanza bhikkhu Tao." Spiegò Yen al monaco. 

Fece per andarsene ma il ragazzo venne fermato dal monaco. 

"Ho bisogno di voi." Disse allora il monaco guardando i tre e prendendo un astuccio dalla sua sacca, lo porse al ragazzo che lo aprì rivelando un bracciale in caucciù. 

Le due adolescenti si avvicinarono ai due, mentre nel momento stesso in cui Yen prese il bracciale una piccola creatura gialla con chiazze nere sulla corpicino si alzava in volo. 

Marinette subito lo riconobbe come un kwami,  che si presentò a Yen come Izza. 

"Un kwami!" Affermò Marinette coprendosi la bocca ma attirando l'attenzione del monaco che si rivolse al ragazzo ancora.

"Il tempio da cui provengo  è sotto assalto. Hanno bisogno di aiuto e con il mio aiuto e Izza potreste raggiungerlo subito." Annunciò 

Il kwami all'altezza del viso di Yen parlò rivolto a Marinette in francese spiegando anche alla ragazza la situazione.

"Il maestro Tao darà dei kwami anche a voi  per aiutare il tempio." Disse la creatura.

"Devo solo capire come far arrivare le ragazze. Yen potrei portarle una alla volta con la migrazione, il potere di Acca, poi tornare indietro a riprendere l'altra ragazza. Dopo ogni viaggio dovremo de trasformarci e nutrire i kwami." Disse il maestro mentre un altro kwami si aggiungeva al gruppo, era un'anatra grigio Tortora ed aveva sulla fronte una macchia verde e gialla. "Acca mangia del litchi, ma è molto veloce sarà lì in breve tempo." 

"Se... se ci fosse modo di non fare questo doppio viaggio?" Chiese Marinette ad Acca. 

Il kwami lo disse al maestro, cui rivelò anche che era lei la persone che stavano cercando per il loro compito. 

L'uomo tirò fuori dal suo sacco una piccola scatole rettangolare, molto più piccola della miracle box che era stata del maestro Fu. La aprì e osservò i due gioielli sul primo piano. Sembrava indeciso su quale usare, poi alla fine prese la collana a forma con il gancio a forma di serpente. 

"Sei una ragazza con un cuore puro e tanto amore. Saprai gestire il kwami dell'odio." Le disse porgendo la collana a Marinette che subito la prese. 

Un piccolo kwami dalla cosa lunghissima uscì dal gioiello sorridendo e sibilando a Marinette. "Buonasera  mia cara, io sono Larss il kwami dell'odio." 

Marinette gli sorrise mentre indossava il suo gioiello. Preferiva tenere tutti all'oscuro della sua identità di Ladybug e concentrarsi sulla missione datagli da Tao. 

"Ciao Larss, io sono Marinette."

"Hai già posseduto un kwami Marinette?" Disse la piccola serpe 

La ragazza annuì. "Si, un paio di settimane fa Ladybug mi ha consegnato il kwami del topo." 

"Allora saprai già cosa fare." Disse lui.

Marinette sorrise e si toccò la testa del serpente sulla collana "LARSS TRASFORMAMI." Disse intanto che partiva la trasformazione.

La tuta in plexiglas prese a coprirle tutto il corpo, era squamosa e dorata ricoperta poi di chiazze marroni su tutto il suo magro corpo. La testa venne coperta da una cuffia che raggiungeva gli occhi al fine di coprirle il viso. Gli occhi cambiarono colore sotto la maschera che fece diventare le sclere nere come la notte. I capelli si allungarono in una treccia nera questa alla coda ricordava il sonaglio di un serpente. 

I due gemelli cinesi rimasero colpiti da quella trasformazione inaspettata. Izza volò intorno a Yen ed annuì 

"Devi dirmi: Izza illuminati. Ed ho ti trasformerò." Disse allora il kwami 

Yen rimase colpito ma obbedì, indossò il bracciale e pronunciò la formula "IZZA ILLUMINATI." 

Nello stesso momento il kwami venne attirato nel bracciale ed il corpo del cinese venne coperto da un armatura dal busto e pantaloni viola in plexiglas alcuni richiami rossi e le ali un giallo pallid, in testa due antenne apparvero tra i capelli e le sclere degli occhi neri si allungarono per tutta l'ampiezza della maschera rossa. 

"Dobbiamo sbrigarci, non c'è tempo da perdere. A te ragazza consegno il miracoulus della lucertola simbolo di ambiguità che saprai gestire con il tuo buon cuore. 

"Aprì una scatola contenente due fermagli verdi che Hui prese, nel farlo ecco che si liberò anche il suo kwami che aprì gli occhi sotto un'effervescente luce verdognola. 

"Ma ciao splendida fanciulla. Io sono Koppy!" 

"Ciao Koppy, io sono Hyi Sheng." 

La kwami dai tratti di una lucertola annuì. "C'è un nemico all'orizzonte lo avverto. Dovresti dire: Koppy trasformami."

Hui annuì e sospirò timidamente. "KOPPY TRASFORMAMI." 

Il corpo della giovane venne accolto dalla luce, il miracoulus cambiò colore, da verde a verde striato di nero, una tuta nera le aderì al corpo e le mani furono dotate di piccole ventose, intorno alla vita apparve una cinta che somigliava alla coda di una lucertola e che la ragazza scoprì essere un'arma.

Intanto anche il monaco si trasformò e guardò i tre giovani.

"Hui vieni con me. Tu Yui pensa invece a Marinette, vi spiegherò lungo la strada come usare i vostri poteri." 

Il gruppo annuì. "Adesso Yui devo dire: Izza illumina il percorso e guidaci in Tibet."

 Il ragazzo prese la mano di Marinette e quando esclamò le parole chieste dal monaco le sue ali si illuminarono e si alzò in volo, di fronte a se sapeva la strada. "Tieniti stretta Marinette." 

"Chiamami Shé Gūniáng." Disse allora lei e partirono.

 

Tibet terme di Yambajan

 

Adrien si destò dal sonno dopo aver avvertito un rumore assordante. 

"Plagg!" Chiamò 

Il kwami lo raggiunse accompagnato dal suo solito camembert.

"Credo stiano attaccando il tempio." 

"Dobbiamo andare, ci sono i monaci e hanno ancora altri miracoulus con se." Disse il ragazzo alzandosi dal letto. "PLAGG FUORI..."

"NO NON PUOI." Disse il kwami della sfortuna chiudendo la bocca al suo portatore 

"Plagg!" Lo ammonì il biondo.

"C'è un sentimostro lassù. Se ci sono Papillon e Mayura scopriranno che il tuo civile è qui e subito scopriranno la tua identità." 

Il ragazzo sgranò gli occhi e senza indugiare andò a prendere la miracle box, era la prima volta che la vedeva, un semplice porta documenti piccolo in legno nero con tanti cassettini a scomparsa. Aprì il coperchio sulla scatola e sopra di essere c'erano un orecchino molto piccolo ed una cavigliera a forma di artiglio entrambi d'argento. 

Adrien prese l'orecchio e lo studiò mentre un kwami candido come la neve usciva allo scoperto. 

"Onorata di fare la tua conoscenza." Disse la kwami "io sono Gurru .”

 

 

 

“Ciao Gurru, al tempio hanno bisogno di noi.” Disse il ragazzo. 

“Bene mio caro, sono pronta. Basta che tu dica...”

“Gurru trasformazione.” 

“Si bravo!” E così dicendo il kwami sparì

.......

 

1) moto

2) monaco

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Capitolo 4
*** Parte 3ª - Hǎoxīn & Shé Gūniáng ***


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Con i poteri come sempre Adrien si velocizzò, non provò neanche ad usare il Kwami del ghepardo per avere ulteriore velocità.

Quando giunse sul tempio la prima cosa che notò fu il caos. 

Gli ospiti erano zombie che si muovevano per i corridoi del luogo sacro. La seconda che notò fu il sentimostro gigante, la statua del Buddha,  che era mosso da un akumizzato.

Mayura era poggiata sulla spalla della statua di Buddha in movimento e il Monaco akumizzato stava consegnando a Papillon il suo miracoulus, il maestro Shi ed altri monaci erano relegati in un angolo ormai catturati.

"NOOO... fermi" il gruppo si voltò verso la sua voce. 

Papillon rimase sorpreso da quell'intervento, chi era quell'eroe e da dove era uscito? Non avrebbe di sicuro distrutto i suoi piani, non adesso che Ladybug e Chatnoir non potevano essere lì. Sarebbe diventato più forte, già lo era con i due miracoulus che aveva recuperato, lo sarebbe stato ancora di più.

"Gran maestro! Ferma il ragazzo, vuole impedire ai credenti di meditare anziché pregare per il tempio." Ordinò al suo akumizzato.

"Io sono Hǎoxīn l'eroe della pace. Impedirò che voi facciate del male a questi monaci." Disse Adrien prendendo dalla schiena lo scudo in suo possesso e lo mise sul braccio destro. Durante il percorso dalle terme al tempio si era letto la sua funzione ed avrebbe dovuto usare al meglio il suo potere. Con lo scudo avrebbe potuto fermare il sentimostro, e liberare quindi il maestro Shi e gli altri monaci. 

Con Papillon e Granmaestro era invece diverso,  per deakumizzare le akuma c'era comunque bisogno di Ladybug o Chat Noir, della prima se si voleva riparare poi tutto. Adrien temeva di non poter risolvere invece la cosa col potere della pace.

Il Gran Maestro un nemico con una tunica dorata e la maschera di un Buddha triste gli andò incontro con un magistrale colpo di Kung Fu.

Adrien lo schivò saltando sulle colonne di fianco alle pareti e osservandosi intorno prese a combattere contro il 'Gran Maestro' che avendolo sotto tiro gli puntò contro un rosario. 

Adrien sgranò gli occhi, era simile al rosario che quella mattina gli aveva lasciato Shang Guan.

Si allontanò da lui con delle giravolte all'indietro prima che lo colpisse con il potere dell'akuma e andò a nascondersi dietro una colonna.

Poi afferrò lo scudo e fece un respiro profondo.

"CHE LA PACE DIA QUIETE AL TUO ANIMO." 

Disse lanciando allora lo scudo verso la sala. Sia il 'gran Maestro' che il sentimostro si fermarono, le loro anime erano in pace. Papillon però non voleva cedere e senza indugiare ordinò ancora al Gran Maestro di attaccare e portargli il miracoulus del ragazzo. 

L'uomo si lanciò contro Adrien obbedendo, lui indossò di nuovo lo scudo e si preparò a difendersi quando il lieve suono di un sonaglio irruppe nella stanza. 

Questa volta il 'Gran Maestro' si fermò mentre altri quattro possessori si fecero vedere nella stanza. Incredibile come in Cina ci fossero tanti possessori di miracoulus! Pensò Adrien e forse anche gli stessi Papillon e Mayura avevano quei pensieri.

"Fermi tutti!" Disse il ragazzo con la tuta rossa e viola. 

Al suo fianco due ragazza in tute chiazzate verde e gialla lo seguivano. 

La ragazza con la tuta dorata aveva tra le mani un sonaglio che muoveva lentamente a replicare il suono ritmico di un serpente a sonagli. 

"Nessuno sfugge alla morsa di paura che  Shé Gūniáng si porta dietro." Disse la ragazza in un perfetto cinese.

Effettivamente voltandosi indietro sia Papillon che Mayura erano immobili e terrorizzati sul posto, Papillon non proferiva neanche parola mentre Mayura sembrava poter perdere i sensi da un momento all'altro. 

"Questa volta andremo via. Ho già ottenuto ciò che volevo." Disse Papillon stringendo a se il maestro Shi che aveva in mano una scatola e nell'altra un bastone. 

"Non avrai mai i miracoulus." Intervenne il Maestro Shi. 

Papillon fece un verso di scherno, ormai la scatola era quasi nelle sue mani e nessuno gliel'avrebbe potuta portare via. 

"Quella è una scatola senza sigillo." Disse il portatore dell'anatra. I tre ragazzi si voltarono verso di lui e stessa cosa fece il portatore della pace.

Adrien cercò di capire di chi si trattasse, ma gli eventi si susseguirono troppo rapidi e veloci. 

Maestro Shi si fece avanti ed alzò le mani puntando il suo bastone dalla sfera blu verso il cielo.

"Non avrai i miracoulus in questa scatola Papillon." Disse quindi l'anziano. 

"PER ORDINE DEL VOSTRO CUSTODE MIEI KWAMI. DISPERDETEVI PER IL MONDO E CERCATE IL GIUSTO PORTATORE OBBEDENDO SOLO ALL'ORDINE DEI CUSTODI!"  Gridò.

Dalla sfera blu del suo bastone si alzò una luce rossa, la scatola si aprì tra le sue mani ed ecco che un gruppo di Kwami volarono via rapidi in luci caleidoscopiche verso l'uscita del tempio. 

Stanco l'anziano cadde riverso sul pavimento mentre Papillon gridava il suo insuccesso. "NOOO COSA HAI FATTO!" Urlò

"Decisamente meglio dei Kwami liberi che tuoi schiavi Papillon." Affermò Adrien carezzando lo scudo.

"CHE LA LUCE DELLA PACE LASCI SPARIRE TUTTO IL MALE." Disse ancora mentre la statua del Buddha tornava al suo posto e liberava la amok.

"Sai Papillon, dovresti proprio seguire il suo consiglio. Liberati dal male." Disse la ragazza in verde afferrando la sua cinta e facendola girare con destrezza. "FRUSTA RISUCCHIANTE!" Urlò lanciando la cinta verso il 'Gran Maestro' e riuscendo a tirare fuori l'akuma.

Appena egli fu libero la ragazza serpente gli andò incontro per soccorrerlo mentre il ragazzo lucciola si frappose tra di essa e la lucertola.

Le sue ali si illuminarono alla base e da esse si staccarono due mezzelune affilate che vennero lanciate contro l'insetto. "ULTIMO RESPIRO" Urlò mentre una lama affilata tagliò in due la farfalla. 

Adrien la vide rammaricato cadere al suolo, se ci fosse stata Ladybug avrebbe potuto purificare l'akuma, che sarebbe volata via libera.

"Adesso veniamo a noi Papillon." Disse il ragazzo mentre l'occhio di colomba sulla sua pancia suonava, gli restavano solo tre minuti.

"Questa volta avete vinto, ma state pur certi che recupererò i miracoulus persi oltre quelli che ho già preso." Afferrò Mayura per la vita e lesto uscì via da un'uscita laterale.

Adrien subito si diresse verso l'uscita, ma venne fermato dalla voce stanca di maestro Shi. 

"Fermati Hǎoxīn." Gli disse affannato, il ragazzo preoccupato raggiunse il maestro.

"Maestro Shi. Quanti miracoulus ha preso? Pensavo non ce ne fossero più." Gli chiese sorreggendolo.

"Quella era in evoluzione per questo era rimasta qui Hǎoxīn." Disse il portatore dell'anatra.

"Tao, sei tornato." Disse il maestro Shi grato.

"Ho avvertito il pericolo, ma Shé Gūniáng è la mia erede e nuova custode della miracle box." Disse allora il Monaco mentre si detrasformava e dava del litchi al suo Kwami. 

Ancora una volta il miracoulus di Adrien suonò questa volta seguito a ruota da quello di Shé gūniáng "Non è bene conoscere le nostre identità maestro. Devo andare."

Shé gūniáng annuì, anche lei doveva andare. 

"Aspetta, devo lasciarti la custodia della miracle box." 

"Ma non ci sono più i Kwami." Disse il ragazzo 

"Ma i miracoulus complementari non sono lì, sono al sicuro qui al tempio e dovrete prenderne custodia. Dopo che ti avrò reso custode della miracle box, Tao ti porterà a prendere il Kwami della paura, mentre tu Shé Gūniáng avrai quello del coraggio. Ricordatevi che tra di loro non dovranno mai unirsi. 

Come non deve capitare a pace e guerra o odio e amore, o ancora creazione e distruzione." I due ragazzi annuirono guardandosi. 

"Scegli con saggezza a chi dare quei Kwami Hǎoxīn poiché quella persona sarà il completamento della tua persona." Gli consigliò ancora Shi. 

Poi si alzò e portò il bastone con la sfera azzurra in alto. "Questo adesso sarà tuo ragazzo mio. Io Shi Peng lascio il mio ruolo di custode della miracle box a Hǎoxīn de nánhái. Fanne buon uso figliolo." E così dicendo svenne tra le sue braccia.

Quanti sacrifici e sofferenze per dei miracoulus, Papillon non aveva scrupoli nel perseguire la sua causa e questo Adrien non poteva perdonarglielo. Pianse stringendo il maestro, quando il suono incessante del miracoulus lo ridestò.

Tao gli sfiorò la spalla e lo osservò comprensivo. "Perché non vai a nutrire il tuo Kwami nella tua stanza, mentre Shé gūniáng con il Kwami della Formica non rimette tutto a posto? Noi ti aspettiamo qui." Disse al giovane che si tirò in piedi annuendo.

"Vado nel dormitorio e torno." 

Tao gli sorrise. Poi si rivolse a Shé Gūniáng prendendo la scatola dei miracoulus e tirandone fuori il gioiello della formica porgendoglielo. 

"La forza della formica ti aiuterà a rimettere tutto a posto." 

Marinette annuì mentre il portatore della pace si allontanava dalla stanza, ne dedusse che doveva vivere lì. 

"Perfetto. LARSS, ETTA UNIFY." Ordinò la corvina stupendo i monaci. 

Tao la osservò, quella portatrice non solo era molto preparata, ma sapeva anche cosa fare senza alcun bisogno di istruirla. In un attimo afferrò la sua arma, una frusta a frange e la lanciò verso la statua del Buddha. "POSSESSO!" Urlò mentre le frange della frusta si avvilupparono in tutta la grandezza della statua e poi lei la portava dove indicato da Tao. 

Quando ebbe finito ordinò a Larss di sciogliere l'unione e gli prese un biscotto per nutrirlo. 

"Cosa vuol dire Kwami complementari?" Chiese al Monaco fintanto che era trasformata riusciva a capire e parlare il cinese senza alcun problema.

"Sono due poteri che vivono in simbiosi l'uno dell'altro. Non possono essere separati ma i poteri non possono essere uniti insieme." 

"Quindi non posso unire Larss al Kwami della coraggio!" Disse lei mentre il Kwami mangiava l'ultimo boccone di biscotto. 

Tao scosse la testa con un sorriso genuino. "Puoi unirli loro due. Ma devi fare attenzione, il portatore della pace può unire il Kwami con quello della paura perché la prima vince sulla seconda. Se si unisse con quello della guerra sarebbe un potere catastrofico." 

Marinette annuì era la stessa cosa del miracoulus di Tikki e quello di Chat Noir, Dovevano essere prudenti.

"Appena ti avrò consegnato la miracle box otterrai anche un grimorio decifrato. I tuoi fratelli parlano bene il cinese, ti farai aiutare da loro a studiare i miracoulus. Ricordati che i Kwami non dovranno mai conoscere i..."

"Segreti che rivela il grimorio. Si lo so questo!" Disse Marinette mentre univa di nuovo Larss a Etta, e poi ordinò ad Etta di sciogliere l'unione.

Nel frattempo Tao chiese ai due monaci che stavano occupandosi di Shi e Shang Guan di dargli i loro Kwami, ma questi sconsolati dissentirono con la testa.

"Papillon è riuscito a trafugarli, non sapevamo che il maestro Shang Guan fosse stato akumizzato." Dissero. 

Tao scosse la testa sconsolato, troppi miracoulus erano stati presi da persone che di buono sembrava non avessero nulla. 

Nello stesso momento Hǎoxīn li raggiungeva.

Tao guardò il gruppo dei quattro ragazzi concentrandosi principalmente sui primi due

"Hǎoxīn & Shé Gūniáng voi due insieme spero cercherete e troverete i Kwami dispersi." Disse allora Tao incamminandosi.

I quattro ragazzi lo seguirono in una stanza poco distante. "Come faremo? Lei sa maestro che noi siamo impossibilitati." Disse allora Marinette. Lei sarebbe rientrata a Parigi la settimana successiva.

Tao si diresse ad un piccolo altare e scostò una statua di Buddha altrettanto piccola, al suo interno c'erano due scatoline. Prese la prima, quella dello scorpione, e la porse ad Adrien, poi prese l'altra quella del leone che porse a Marinette. " Hǎoxīn saprà sempre come raggiungerti Shé Gūniáng e usando questi due miracoulus potrete tenervi in contatto." Spiegò ancora per poi rivolgersi ai due ragazzi Shifu.

"Lady Xīyì e Lord Guāng confido in voi affinché potrete aiutare i vostri amici." Disse togliendosi  la cintura dai fianchi. 

Marinette vide sparire l'oca al suo interno. Il maestro Tao prese poi la sua piccola miracle box e ve lo mise dentro.

"Mancano due miracoulus, spero tu riesca a recuperarli." Disse porgendole la scatola a Marinette. "Non tornerò indietro con voi. Questo tempio è la mia casa ed è giusto che io resti qui." 

"Maestro pensa sia giusto passare la custodia? Se come diceva il maestro Shi con ogni emozione c'è la nascita di un nuovo Kwami forse sarebbe il caso che qualcuno di voi non perda la memoria." Intervenne allora Adrien.

Marinette lo ascoltò stupita, non sapeva di questa cosa che ogni giorno nascevano nuovi kwami. Ebbe conferma che con molte probabilità il portatore della pace doveva essere un discepolo del tempio conoscendo tutte quelle cose.

Tao scosse la testa. "Appena lascerò la custodia sarete voi con Ladybug il nuovo ordine dei guardiani. Resteranno comunque altri monaci qui semmai ne avreste bisogno. I Kwami si aggiungeranno alla tua miracle box  Hǎoxīn, poiché quella era in fase di crescita. Ma orsù il tempo passa e non posso trattenervi." Disse infine prendendo un bastone con una sfera rossa cremisi.

D'istinto Adrien abbracciò l'uomo e gli sorrise. "Vi sono grato di tutto ciò che avete fatto per me in questo periodo." 

Colto alla sprovvista Tao non seppe cosa fare, poi sorrise al ragazzo. "Io sono grato per avervi conosciuti, voi quattro siete la testimonianza che c'è ancora tanto di puro e bello a questo mondo, nonostante siano passati gli anni e i secoli."

Marinette si commosse a quella dichiarazione ed abbracciò l'anziano monaco seguita a ruota da Hui. 

Dopo questi convenevoli il maestro passò al rito di passaggio miracle box e prima che perdesse i sensi il gruppo di ragazzi era scomparso alla sua vista.

Adrien si fermò ai piedi del monte seguendo con lo sguardo Shé Gūniáng, Lady Xīyì e Lord Guāng.

"É stato un piacere combattere con voi. Spero ti ritrovarvi presto e con voi gli altri Kwami."

Marinette annuì e vedendo la mano che lui le porgeva andò a stringerla. L'impulso di battere il pugno era stato forte, ma quella era un'azione sua e di Chat Noir insostituibile a differenza degli altri. 

"Anche per noi è stato un onore. Grazie Hǎoxīn, alla prossima." 

Adrien e Lors Guāng si scambiarono un saluto stringendo i pugni mentre con Lady Xīvì si strinse la mano. Poi si allontanò definitivamente da loro, pensando che di nuovo qualcun altro aveva decisivo per lui il suo destino ed il suo complementare. 

Marinette attese che Hǎoxīn sparisse alla loro vista poi recuperò attraverso il sonaglio il miracoulus del cavallo.

“Ragazzi penso io al viaggio di ritorno.”  Disse aprendo la scatolina “Ciao Klakki.” Lo salutò mentre i due gemelli ormai stavano prendendo l’abitudine a vedere svolazzare tutti quegli animaletti fuori dai gioielli.

Osservarono Marinette unire il Kwami del cavallo a quello del serpente, poi la videro usare il teletrasporto. 

“Siete pronti?” Chiese Marinette. 

I due annuirono, la corvina allora creò il varco e con i due si trasportò in casa Shifu. 

Appena i gemelli si accorsero di dove si trovavano fecero per dire qualcosa ma Marinette fece segno di fare silenzio de trasformandosi.

I due la seguirono a ruota, poi Yen andò in cucina a prendere qualcosa da mangiare e raggiunse le due ragazze nella loro stanza con il Kwami alle sue spalle che mangiava degli acini di uva. 

Appena fu dentro Marinette chiuse la porta poi si accomodò sul letto osservando Larss che cercava da mangiare nel piatto portato dal portatore della lucciola. Finalmente il suo volto si illuminò quando tra i vari prodotti trovò del cioccolato. 

Prese la miracle box che le era stata assegnata quella notte e la fece vedere ai cugini. 

“A Parigi ci sono LadyBug e Chat Noir giusto?” Chiese Hui

La corvina annuì “Il mese scorso Ladybug mi ha assegnato il  Kwami del topo, ma l’ho tolto pubblicamente ed allora non potrò più averlo.” Spiegò 

“Perché? Non hai svolto un buon lavoro?” Chiese incredula Hui 

Marinette scosse la testa, doveva spiegare ai cugini l’importanza di essere dei portatori. Il maestro Tao  aveva lasciato a tutti e tre i miracoulus quindi non poteva loro toglierli. 

“No no! Ho fatto ciò che dovevo. Ma l’identità dei portatori deve restare segreta, anche Ladybug e Chat noir non conoscono le loro identità. Io invece ho mostrato il mio viso a tutti, quindi  mi è stata tolta la possibilità di aiutarli.” Raccontò 

“Dovremo mantenere anche noi il segreto quindi.” Affermò Yen carezzando la testolina del suo Kwami che annuiva timido. 

“Bravi. Poco prima di partire Papillon ha portato dalla sua parte una portatrice proprio perché lei ha annunciato pubblicamente di essere un supereroe.” Raccontò ancora Marinette che tornò a ripensare a quel giorno. Chloé si era dimostrata egoista e pericolosa. Pur di avere il miracoulus dell’ape si era alleata con Papillon, aveva volontariamente concesso al nemico di Parigi di akumizzarla e poi manipolato tutti i cittadini di Parigi. Era stata una delusione, Marinette aveva sempre sperato che potesse esserci qualcosa di buono in lei, ma davanti alla realtà dei fatti aveva scelto la via facile. Questo perché Chloé non aveva accettato di perdere il miracoulus, non le piaceva perdere e voleva sempre essere al centro dell’attenzione.

Un protettore di Parigi, dell’umanità non poteva avere tra le priorità prima se stessa e poi gli altri, le persone innocenti e senza alcuna difesa. 

 “Sembri triste Marinette.” Le disse Hui dolcemente.

“Perché ho visto e sto vivendo ciò che accade se i miracoulus vengono lasciati in mani sbagliate.” Disse allora lei, non poteva far capire ai suoi cugini che Chloé l’aveva delusa sia come Ladybug che come Marinette, non avrebbe mai pensato che sarebbe arrivata a tanto.

“Hai ragione Marinette, proprio per questo noi faremo ciò che ci ha detto maestro Tao. Troveremo tutti i Kwami dispersi e se necessario proteggeremo  Shangai e gli altri paesi da nemici come Papillon.” 

Marinette li abbracciò entrambi, era felice che comprendessero l’importanza di essere due portatori.

“Forse dovrei lasciarvi il Kwami dell’anatra.” Disse ai due. 

“Ce la caveremo con Izza, non preoccuparti Marinette.” 

Il Kwami sorrise a Yen che gli aprì il palmo della mano. “Grazie per la fiducia.” 

“Credo sia ora di andare a dormire. Abbiamo vissuto emozioni forti tutti e tre questa notte.” Disse loro Marinette, era stanca ed aver ritrovato Papillon lì in Cina l’aveva demoralizzata. Ci mancava solo che iniziasse ad akumizzare la Cina che a differenza di Parigi era molto più grande, per spostarsi quella notte, avevano dovuto usare dei Kwami speciali. 

I due gemelli acconsentirono alla sua richiesta e senza indugiare oltre Yen le salutò andando a dormire. 

Marinette restò a rigirarsi nel letto per un po’, si alzò solo quando sentì il respiro dormiente di Hui, prese la sua borsetta e la aprì.

“Tikki, questa cosa sta diventando più grande di noi.” 

La Kwami rossa uscì dalla borsetta e guardò la sua amica. “Non ti preoccupare Marinette, vedrai che risolveremo tutto.”

“Papillon è arrivato fin qui!” Disse allora la corvina. 

“E noi lo contrasteremo.” Intervenne una terza voce, il Kwami del serpente raggiunse le due avvicinandosi a Tikki. “Sei forte Marinette, adesso hai tre Kwami complementari con cui combattere contro Papillon, io e i miei fratelli ti aiuteremo.” Affermò allora Larss.

“Cosa intendi con Kwami complementari? Cioè sono come Plagg e Tikki, dobbiamo lavorare insieme per poter vincere?” Chiese, lei aveva un secondo Kwami in cima alla scatola dei miracoulus, quello dell’amore.

“È molto di più di questo. Vuol dire che i portatori sono destinati.” La informò Larss.

“Shh Larss, non puoi influenzare Marinette.” Intervenne Tikki 

“No Tikki è giusto che lei sappia. Due miracoulus complementari sono stati già assegnati in coppia, deve poter scegliere il suo destino e darsi una possibilità.” 

“Di cosa state parlando?” Chiese allora la corvina. 

“Per me puoi dirglielo tu.” Affermò Larss tirando fuori una lingua serpentina.

Tikki chinò la testolina rossa. “Solitamente i portatori di miracoulus complementari finiscono con l’essere destinati a stare insieme.” 

Marinette annuì, aveva capito che dovevano lottare insieme. Altrimenti non sarebbero riusciti a rendere al meglio. 

“Quindi dovrai scegliere accuratamente il portatore del mio complementare. Ti consiglio di ponderare e valutare, perché questa volta sarai tu a decidere del tuo destino. Quindi sii sicura che chi sceglierai sarà la persona che amerai per sempre.” La mise in guardia Larss sollevando la lunga coda serpentina.

Marinette scattò in piedi. Amore? Chi aveva parlato d’amore? Complementari erano i poteri, non le persone che li portavano. Lei e Chat Noir non si completavano. 

Guardò Tikki, aveva capito male vero? Ma la piccola Kwami andò ad abbracciare la corvina. 

“Prenditi tempo Marinette e scegli con saggezza, soprattutto non arrenderti mai!” Le consigliò allora la Kwami.

Marinette annuì, se fosse stato per lei avrebbe dato subito il miraculous ad Adrien. Forse così avrebbe avuto una possibilità di stare con lui in un futuro non troppo lontano, o anche solo di combattere al suo fianco, condividere quel destino troppo grande per due adolescenti. Ma sapeva di essere egoista, Adrien aveva Kagami e lei non poteva legare a se una persona col potere dei miraculous.

Diede un bacio a Tikki e fece una carezza a Larss. 

“Sapete? Avete ragione, non devo avere fretta in questa scelta. Troverò qualcuno forse, ma soprattutto lo farò se ne avrò bisogno.”

Non avrebbe forzato le cose, voleva che Adrien si innamorasse di lei e non di una figura mascherata. 

———

Hǎoxīn= cuore buono 

Shé gūniáng= ragazza serpente 

Lady Xīyì = lady lucertola

Mr Guāng = signor luce

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Capitolo 5
*** Parte 4ª - Ritorno a Parigi ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
 

Il mattino seguente Adrien venne svegliato di buon ora dalla guardia del corpo. Ricordò solo allora che quel giorno sarebbero dovuti partire, si alzò alla svelta e senza indugiare mise i vestiti che aveva messo da parte la sera prima e prese la sua borsa. Nella borsa a tracolla aveva i miracoulus tutti svuotati dalle loro custodie così da non destare sospetti ai controlli, i Kwami anche erano nascosti nella borsa. Una volta che fu pronto il giovane modello tenne per se tre dei miracoulus. Gli occhiali da vista, miracoulus del gufo, nel taschino della camicia, aveva indossato  la cintura miracoulus del giaguaro ed infine teneva al polso intrecciato il rosario che gli aveva lasciato l'anziano Shan Guan, il miracoulus dell'elefante. 
Arrivato in sala pranzo salutò suo padre e Nathalie e con il gorilla si sedette per iniziare la colazione.
Come sempre fu un momento distaccato, le giornate al santuario con i monaci erano state più piacevoli. In assoluto silenzio mangiarono poi prese le valigie si diressero all'auto che li avrebbe portati in aeroporto, dove li attendeva un jet privato.
Adrien non vedeva l'ora di tornare a casa e rivedere i suoi amici, gli mancavano molto e solo con loro riusciva ad essere sereno. Con Nino sopratutto riusciva ad essere se stesso, anche se ultimante non si era risparmiato neanche con Marinette in alcune occasioni. Anche se poverina non le era piaciuto il suo scherzo al museo delle cere.
Una volta a Parigi, tra le varie attività già programmate, sarebbe passato a trovare anche lei, chissà come stava trascorrendo le vacanze la sua amica?
Una volta salito sul jet privato suo padre e Nathalie si appartarono per riprendere il lavoro e gestire io rientro, mentre Adrien si mise in fondo con il tablet acceso, carezzò le perline del Rosario e aprendo la borsa chiamò Ozōo.
Il Kwami mise la testolina poco fuori dalla borsa.
"Ozōo forse dovrei lasciare la miracle box a ladybug. Lei saprà meglio di me come comportarsi in questo caso."
"Adrien se il maestro Shi e Shan Guan hanno assegnato a te la miracle box è perché credevano tu fossi più che giusto per questo ruolo." Spiegò quieto il piccolo elefante.
"Si ma... non so da dove iniziare."
"Io e Guu possiamo aiutarti Adrien. Non siamo due Kwami indicati per il combattimento, ma siamo perfetti come guide."
"Grazie Ozōo." Disse allora il ragazzo.
"Tu sei pronto, e se vuoi anche adesso inizio ad istruirti."
Adrien annuì, il Kwami sfiorò il suo miracoulus con la proboscide e questo da rosario si trasformò in auricolari. Adrien rimase sorpreso da questa mutazione e dopo averle messe il Kwami andò a mettersi nel taschino ed iniziò ad istruirlo.
...
Marinette passò gli ultimi giorni in Cina dividendosi tra la casa dei nonni e quelli degli Shifu. Hui e Yen le avevano confermato che presto si sarebbero trasferiti a Parigi ma che nel frattempo avrebbero protetto Shangai ed il Tibet da attacchi nemici.
La ragazza fu contenta della decisione dei due come anche del fatto che presto l'avrebbero raggiunta.
Una volta a casa sarebbe dovuta però essere prudente in presenza dei cugini con Tikki. Sicuramente non avrebbe usato il Kwami del serpente a sonagli fino al loro arrivo in Europa.
Presa questa decisione intanto si faceva aiutare dai gemelli nel decifrare il grimorio della nuova miracle box, come in quello che già aveva visto tempo fa, appartenente a Gabriel Agreste. Sfogliando la galleria fotografica del suo cellulare confrontava le foto che il maestro fu le aveva inviato tempo addietro con quelle del nuovo grimorio.
Erano simili, c'erano capitoli dedicati ad ogni Kwami dove erano riportati le caratteristiche, il tipo di potere e le difficoltà.
Come nell'altro anche lì vi erano elencati i potenziamenti che si sarebbero potuti usare per far evolvere i Kwami. Hui in quel periodo le aveva tradotto le pagine, che i monaci guardiani avevano già aggiornato con il cinese moderno, in francese.
Adesso sapeva come utilizzare la seconda miracle box, anche se restava da cercare i Kwami dell'ultima miracle box, quella che era stata data ad Hǎoxīn.
In quel periodo aveva scoperto che i Kwami quando era trasformata le davano la facoltà di poter comprendere e parlare il cinese, Tikki e Larss le avevano spiegato che questo accadeva perché durante la trasformazione appendeva ciò che era la cultura del singolo Kwami.
"Tutti noi Kwami parliamo le lingue più antiche." Le aveva detto Tikki.
"Sicuramente apprenderai il cinese da me." Le aveva detto poi Larss "Come io apprenderò da te il francese."
"Non sei mai uscito dalla Cina?" Le aveva chiesto Marinette.
"Certo." Rispose lui, la cui voce più era a contatto con la portatrice, diventata sempre più gentile e lieve come quella di una ragazza. "Sono stato in Giappone, in Corea e nella Malesia. L'Australia, è stato ad Adelaide  che io e Guitti nel 1829 abbiamo avuto dei portatori. La mia portatrice era una ragazza inglese figlia di una famiglia di colonizzatori, mentre il portatore di Guitti era un ragazzo aborigeno che lavorava nelle miniere."
"Guitti è il Kwami dell'amore." Affermò Marinette. Il Kwami aveva annuito, "perché i portatori sono sempre di sesso diverso?" Chiese allora la guardiana.
"Oh non dipende da noi." Rispose allora Larss
"Dipende dai portatori e dalla persona a cui sono destinati."
"Non dovresti raccontare queste cose a Marinette Larss. Non devi influire sul suo destino." Lo riprese Tikki.
Il Kwami la osservò lasciando dondolare la sua coda. "Credo invece che sia importante che lei lo sappia, è in possesso del miracoulus dell'amore e deve capire che è importante non donarlo alla prima persona che capita." Disse incrociando le braccine.
"Amore e paura sono due miracoulus complementari. Come Tikki che è la creazione e Plagg che è la distruzione, devono combattere insieme e coesistere per mantenere il giusto equilibrio. La stessa cosa vale per voi: amore e odio." Intervenne allora la mora, aveva capito quanto fosse fondamentale quella cosa.
"Si brava. Co esistere, vivere l'uno in funzione dell'altra. Solitamente i miracoulus appartengono a due persone destinate tra loro." Gli spiegò Larss mentre Tikki sbottava.
Marinette lo ascoltò pazientemente, poi finalmente capì.
"Ma... non può essere. Io e Chat Noir non ci amiamo!" Disse la mora lasciando cadere l'ultima parola. Lo sapeva era ipocrita, poiché spesso Chat le aveva fatto intendere cosa provava, c'era  comunque una realtà non indifferente, lei amava Adrien. "Io non lo amo lui."
Larss si accoccolò nelle mani  della ragazza e la fissò intensamente. "Come sicuramente non provi sentimenti per un perfetto sconosciuto quale Hǎoxīn è." Affermò allora.
Cosa centrava lui adesso? Si chiese Marinette.
"Lei e Hǎoxīn non sono legati. Il maestro Tao ha lasciato un Kwami complementare a testa perché si fidava solo di loro due." Intervenne Tikki
"Sta di fatto che sono due Kwami fondamentali. Quindi Marinette dovrà essere sicura del portatore del delfino, è importante per la sua felicità legare il suo destino alla persona che lei ama." Affermò Larss
Tikki tacque, poi riprese a parlare. "Non condizionarla, sono sicura che i tuoi ultimi portatori non erano destinati, venivano da situazioni diverse e particolari."
"Infatti sono scappati ed hanno messo su famiglia in Tasmania." Rispose Larss. "Ed erano bellissimi."
"Questo non vuol dire..." Intervenne Tikki
"Questo vuol dire tanto." Disse Larss alzando la coda per poi rivolgersi ancora a Marinette. "Promettimi solo che sceglierai con saggezza chi prenderà il miracoulus di Guitti." Disse alla corvina.
Marinette lo osservò, adesso aveva tutto chiaro. I portatori dei miracoulus complementari erano predestinati. Chat Noir si era innamorato di lei, anche se non ricambiato. Lei amava Adrien, ma per lui adesso c'era Katami. Cosa succedeva se in una coppia uni dei due non ricambiava, come era accaduto con Chat Noir? Cosa sarebbe accaduto se avesse dato al modello il Kwami del delfino e lui avrebbe invece amato Katami?
Non voleva pensarci, prese Tikki dandole un bacio sulla fronte e carezzò la testolina di Larss sorridendo a entrambi.
"Sarò molto prudente, lo prometto." Disse ai due, fino ad allora non aveva capito quanto fosse importante il legame tra due miracoulus. Sentendo però Larss parlare del suo complementare le aveva fatto intendere che i due erano molto legati.
...
Parigi
Adrien aveva ripeso subito le sue attività. Non era rientrato neanche da ventiquattro ore che aveva ripreso le lezioni di arti marziali e scherma. Suo padre nonostante avesse appurato che fosse molto bravo con il cinese inoltre aveva richiesto che continuasse a studiarlo.
Quindi lui come sempre aveva obbedito, si era armato di pazienza ed aveva ripreso in mano la sua vita mettendosi anche in pari con i compiti estivi.
Una volta a casa la sua miracle box aveva preso una forma personale, era diventata un libro, bello grosso come quelli di letteratura, con una copertina rigida nera che quando veniva sollevata rivelava un piano rigido con al centro un lucchetto a combinazione. Si era lambiccato il cervello alla ricerca di una combinazione perfetta, che non venisse scoperta da nessuno. Aveva pensato alla sua data di nascita o a quella di sua madre. Poi aveva pensato che una di quelle date avrebbero messo la miracle box a rischio, neanche suo padre e i suoi subalterni dovevano sapere del tesoro che custodiva con cura. Così dopo averci pensato accuratamente mise il codice di una data che solo lui poteva ricordare, il giorno del primo incontro con Ladybug: 2115.*
Quando il piano si era aperto Adrien aveva trovato sul piano il miracoulus della guerra, non lo prese memore che non si potesse usare insieme due miracoulus complementari. Sollevò però il piano e trovò due blocchi con degli scomparti, in ognuno di questi c'era un miracoulus. Ormai sapeva tutto su ognuno di loro, così come sapeva chi doveva usare in caso di occorrenza. Aveva posato i miracoulus del gufo e dell'elefante nascondendoli tra le pagine di un libro che aveva rotto al centro, tenendolo proprio come la miracle box nascosto.
Avrebbe dovuto trovare dei nuovi portatori, ma non sapeva da dove iniziare e sopratutto a chi consegnare il miracoulus della guerra? Distinto avrebbe risposto Ladybug, ma no, non lei!
Ormai dopo l'ennesimo ed ultimo rifiuto aveva deciso di mettersi il cuore in pace, anche se l'avrebbe sempre amata, ci sarebbe stato sempre un posto per lei nel suo cuore. Ma doveva andare avanti, per se stesso e per nessun altro.
Doveva solo capire cosa volesse. Andava d'accordo con Katami, le piaceva ed era sua amica, eppure... eppure sentiva che c'era qualcosa che non andava.
Aveva deciso, si sarebbe preso i suoi tempi e nel frattempo si sarebbe dedicato a se stesso ed ai suoi amici, oltre ai suoi doveri di portatore ovviamente.
Quel pomeriggio quando la sua guardia lo ebbe portato agli allenamenti di scherma, forte della sua decisione aveva atteso che l'auto rientrasse verso casa, poi uscì dalla Françoise Dupont e guardandosi intorno si allontanò marinando così il corso.
Appena passata la strada la prima cosa che gli saltò agli occhi era che la bulangerie dei Dupain Cheng era aperta. Sorrise, Marinette era rientrata. 
Senza indugiare si diresse verso la panetteria ed aprì la porta, un odore di dolci lievitati, zucchero, vaniglia e altre spezie, giunse alle sue narici. Salutò il padre di Marinette appena incrociò il suo sguardo, poi chiese della sua amica.
"Ciao Adrien, Marinette è su, puoi salire anche a salutarla." Gli disse l'uomo e il biondo non se lo fece ripetere due volte.
Lasciò il locale per prendere la scala interna e salì nell'appartamento. Una volta bussato alla porta fu accolto da Sabine, che cordiale come sempre cercò di metterlo a suo agio.
"Ma ciao Adrien. Che bello rivederti!" Lo aveva salutato, negli occhi grigi c'era sincerità e tanta dolcezza. "Marinette è su, raggiungila pure, intanto io vi preparo qualcosa da spiluccare."
Adrien annuì mentre Sabine lanciava un grido a Marinette per avvertirla della visita.
Il giovane si diresse verso la scala che l'avrebbe portato nella camera di Marinette, nello stesso momento in cui lei spuntava da queste inciampando nelle sue stesse scarpe.

Non erano arrivati neanche da otto ore che Marinette aveva messo in sicurezza la nuova miracle box e sentito Alya. Si erano accordate per vedersi il giorno dopo, poiché fino a un'ora prima la corvina stava ancora rassettando le sue cose dopo aver disfatto la valigia.
Non vedeva l'ora di rivedere la sua migliore amica e raccontarle dei cugini, sapere cosa ella avesse fatto in quei nove giorni e come andasse con Nino. Per questo non aveva perso tempo a chiamarla e per questo era stata contenta dell'appuntamento che avevano per il giorno successivo.
Quindi non si aspettava una visita da parte di nessun altro dei suoi amici. Per questo appena lasciata la sua stanza era rimasta stupita nel trovarsi di fronte Adrien. Il suo Adrien! Colui che aveva deciso di dimenticare, di accettare solo come amico e null'altro. Il suo Adrien che gli faceva battere forte il cuore, intrecciare la lingua e farle diventare le ginocchia di latte.
Nel trovarselo davanti inciampò nei suoi stessi piedi e sarebbe caduta se prontamente Adrien non l'avesse presa al volo.
"Tutto bene Marinette?" Chiese lui.
La sua voce, Dio quanto gli era mancata la sua voce confortevole, e i suoi occhi verdi in cui si smarrì. Era ancora più bello di come ricordava e di come lo aveva portato nel cuore durante quei giorni in Cina.
"A-Adrien ... che sorpresa! Sì tuffo bene. Grazie!" Gli disse col cuore in gola.
Lui le sorrise. "Effettivamente era un bel tuffo. Stile Marinette!" Gli disse lui prendendola leggermente in giro. Strinse la mano intorno al vitino da vespa che ella aveva, sperando che non si arrabbiasse da quella sua battuta.
Lei lo guardava smarrita, le guance si erano leggermente arrossate mettendo ancora di più in evidenza le efelidi che le spruzzavano.
Era deliziosa, così impacciata e mortificata, imbronciata anche. Sì, con molte probabilità non gli aveva fatto piacere la sua battuta, ma spesso con lei riusciva ad aprirsi, a mostrare quella parte di se che mostrava solo a Nino o meglio quando si nascondeva sotto la maschera di Chat Noir.
"Mi hai pregi in soro?... cioè mi hai preso in giro?" Disse offesa, le labbra leggermente arricciate ed il naso all'insù storto nella smorfia.
"Scusami. Mi è venuta spontanea, ma se ti da fastidio prometto che non lo faccio più." Disse lasciando la presa su di lei.
Marinette il cuore che le batteva forte a quel contatto visivo e fisico si sentì orfana quando la mano lasciò il suo fianco.
"Beh... non me lo aspettavo." Non si aspettava che scherzasse, non si aspettava di vederselo lì a casa sua, non si aspettava che ancora le battesse il cuore. Ma in fondo l'amore non andava a comando no? Non poteva dire al suo cuore di smettere di amarlo e di battere come un fiume in piena solo per lui. Aveva deciso di essergli amica, ma smettere di amarlo sarebbe stato difficile.
"Scusami. Spero non ti dispiace se sono passato a trovarti." Le disse passando la mano sul corrimano della scala.
Lei scosse la testa rossa in viso. "No... no... sei... hai fatto benissimo. Solo..." disse non ricordando se avesse tolto o ancora erano ben esposte le sue fotografie nella bacheca della sua stanza. Sperava vivamente che se ce ne fossero state ancora che Tikki e Larss avessero tolto tutto di mezzo. Si allontanò da lui e gli indicò la strada.
"Vieni. Potrai trovare la stanza in disordine... siamo tornati da poche ore." Stava dicendo, parlargli così, dandogli le spalle e senza incrociare il suo sguardo era decisamente meglio. Riusciva a compiere frasi di senso compiuto senza balbettare.
"Sono venuto per rivederti non mi importa del resto." Rispose lui seguendola.
Oh Adrien non poteva dirgli quelle cose a tradimento. 
Imbarazzata aprì la botola della sua stanza e si guardò intorno, i due Kwami avevano liberato le pareti. Adrien la seguì a ruota nella stanza, poggiando la sacca da scherma sulla choise longe dell'amica.
La seguiva con lo sguardo che si muoveva per la camera titubante, fino a quando non andò a sedersi.
"Vieni?" Lui le sorrise seguendola e accomodandosi accanto ad ella.
"Come sei stata? Ti sei divertita in vacanza?" Iniziò lui così da spezzare il silenzio.
Era la prima volta che si presentava da Marinette non invitato, senza alcuno scopo, come quando si erano allenati per il torneo di videogame o per preparare lo shoot fotografico della sua linea di abiti. Era andato lì perché... voleva vederla. Sì, lui voleva vedere Marinette!
Il volto della ragazza si era aperto in un largo sorriso alla sua domanda, gli occhi color fiordaliso si erano accesi di allegria.
"È stato bellissimo. Sono stata a Shangai ed ho conosciuto i nipoti del pro zio Shifu." Disse alzando le braccia al cielo e girando intorno a se sulla sua sedia da scrivania. Era felice e Adrien poteva vederlo chiaramente, ultimamente, prima delle vacanze, la sua amica era apparsa spossata e malinconica. Cosa che invece adesso non traspariva da ella.
"Shangai è bella. Io sono stato in Tibet invece, eravamo vicini ma lontani." Ironizzò lui.
Marinette lo guardò curiosa. "Parenti?"
Adrien fece una smorfia, poi scosse la testa. "No, mio padre mi ha chiuso in un tempio a meditare, a continuare le lezioni di karatè e stare in totale solitudine."
Marinette rimase nuovamente stupita della realtà che era la vita di Adrien. Durante una vacanza solitamente ci si rilassava, si stava con gli amici o si andava al mare.
"Parlami delle tue vacanze Marinette, questi tuoi cugini?" Chiese lui.
Al che lei scosse la testa ed iniziò a raccontargli della sua bis nonna e di tutti i parenti che erano a Shangai. Di Hui e Yen i gemelli e del loro grande aiuto con la comunicazione.
"Sono una frana col cinese." Aveva detto lei alla fine.
Adrien rise intanto che la botola si apriva facendo apparire Sabine che portava con se un vassoio di biscotti. Lo sguardo del biondo si illuminò al solo profilo dei biscotti, ringraziò Sabine prima che Marinette la mandasse via ed afferrò un biscotto dal vassoio.
"I dolci dei tuoi genitori sono sempre i migliori Marinette." Disse lui pregustando già un biscotto.
La corvina gli sorrise osservandolo estasiata mentre mangiava con gusto il biscotto. Ad un certo punto Adrien la osservò e grattandosi la testa con le mani con fare imbarazzato chiese da bere all'amica.
"Il biscotto mi ha messo sete." Le aveva detto.
Al che Marinette subito si alzò dalla sedia e rigida si diresse alla botola.
"Arrivo susifo... subifo..."
"Subito?" Chiese dolcemente Adrien.
Lei annuì per poi sparire oltre la sua vista, subito dopo il biondo sentì un tonfo.
"Marinette? Tutto bene?" Chiese il ragazzo alzandosi dalla sedia e raggiungendo la botola. Vide Marinette che si stava rialzando.
"Si sì... tranquillo... sto bene." Disse la ragazza.
"O... ok!" Disse allora Adrien rientrando nella stanza dopo che la mora si era rialzata. Si sedette e senza indugiare troppo chiamò Gurru e Phyllo porgendo loro un biscotto spezzato.
La piccola medusa miracoulus appena vide il biscotto lo afferrò golosa e ringraziò il biondo, più referente lo stesso fece Gurru.
"Potresti darne un po' anche a me!" Intervenne geloso Plagg
"Tu non ami i dolci, loro sì." Rispose il portatore dando il suo biscotto al Kwami. Plagg era il suo migliore amico e non voleva pensasse volesse metterlo da parte. "Tornate nella borsa prima che torni Marinette."
"È la tua ragazza?" Chiese Gurru curioso.
Adrien lo guardò basito, scosse la testa. Perché quella domanda? Il Kwami della pace non era mai invadente.
"Siamo solo amici." Rispose
"Non ti ho visto cercare e incontrarti con nessuno fino ad oggi. Pensavo... lei sembra molto buona, la persona giusta per Gracc."
Adrien sospirò indicando la borsa alla colomba bianca. "Sta tornando. Ne riparleremo a casa Gurru."
Il Kwami obbedì andando a nascondersi con la medusa e il gatto e intanto Adrien raggiunse la botola per aiutare Marinette.
"Sai pensavo.. se vuoi posso darti qualche lezione di cinese." Propose il biondo mentre chiudeva la porta
Marinette a quella proposta si lasciò sfuggire il vassoio tra le mani, cercò di rimetterlo in equilibrio per non far cadere le bibite e lui la osservò andandole incontro.
"Scusami, forse sono stato invadente." Disse il biondo
"No no... io non me lo aspettavo e... sì, mi farebbe molto piacere. Solo non vorrei prenderti tempo, so quanto tu sia impegnato." Disse la ragazza.
Lui la osservò poi le sorrise. "Se questo ti preoccupa potremo farlo durante le ore scolastiche, senza impegno." Propose lui.
Marinette si sentiva impelagare tutta, aveva deciso di voler essere solo amica di Adrien, di andare oltre la sua cotta.
Ma come avrebbe fatto a pensare di lui diversamente quando compiva gesto Così altruisti verso di lei?
Prese un grande respiro bevendo un po' poi annuì. "Allora va bene Adrien."
Lui ne fu contento, prese un bicchiere di acqua e bevve poi raccontò all'amica della sua vacanza, di come fosse freddo in Tibet, delle terme e dei monaci cui si era affezionato.
Lei invece gli finì di parlare della sua vacanza, gli raccontò che si era messa in pari con i compiti e che finalmente si era rilassata. Avevano avuto ragione i suoi genitori, in Cina non c'era Papillon e vivere in un posto fatto di pace era molto positivo.
Peccato che i suoi genitori non sospettavano che Papillon era arrivato anche in Cina per i suoi loschi piani.
Era un peccato che quel poco tempo con Adrien veniva offuscato dal ricordo di Papillon e della sua ombra. Perché ciò gli portava a ricordare i suoi impegni ed i suoi doveri di guardiana e Ladybug.
Dopo un po' che avevano chiacchierato e giocato ai videogiochi Adrien la salutò , ricordandole che si sarebbero rivisti presto a scuola. E Marinette esultò dentro di se mentre lo accompagnava alla porta, era assodato, lo amava sempre di più.
Chiusa la porta alle spalle e dopo essere tornata in camera la corvina si gettò sul letto.
"Non è stupendo Tikki!"
La coccinella uscì allo scoperto seguito da Larss che stranamente era poco loquace.
"È passato a trovare te Marinette, ti ho detto che non devi mai perdere le speranze." Disse dolcemente la rossa.
"Mi basta la sua amicizia Tikki. Devo restare con i piedi a terra, ricordiamoci che c'è Katami."
"Chi è Katami?" Chiese la serpe
"Un'altra amica di Adrien." Rispose
"Vedremo. Se Marinette da il Kwami dell'amore a lui quello tra i due resterà amicizia."
"Ma c'è sempre Luka?" Rispose allora la rossa
Osservò lo sguardo sospettoso della serpe e continuò "Un ragazzo che prova interesse per Marinette e a lei non è indifferente. Inoltre ad oggi Luka le da le attenzioni di cui Marinette ha bisogno."
Larss annuì. "Io e Guitti aspetteremo pazienti. Tanto ciò che è giusto accadrà sempre. Io mi fido di Marinette."
La Kwami gli sorrise ed annuì andando ad abbracciare la serpe. "Io ti sarò vicina."
"Però niente smancerie ti prego!!" Disse il Kwami dell'odio.

* 2 gennaio ore 15.00 circa
//NdA
Sappiate che io mi sto perdendo con la cronologia. Perché? Perché chat blanch parla del 5º onomastico di Adrien e il santo in Francia si festeggia i primi di settembre.
L'episodio tempestosa 2 fa pensare che sia passato un anno dalla comparsa di papillon, Ladybug e Chat Noir. E ci sta anche, infatti ho sempre pensato che Adrien fosse nato presumibilmente verso settembre o verso gennaio... sta di fatto che con questi riferimenti non riesco a dare una forma temporale alla storia quindi ho preparato un album dove ho fatto una mia considerazione sulla probabile cronologia della storia. Grazie

 

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Capitolo 6
*** Parte 5ª - Lo scambio culturale ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
 

Dopo il rientro le giornate erano tornate a scorrere regolarmente. 

Dopo il rientro le giornate erano tornate a scorrere regolarmente.
Adrien aveva ripreso le sue attività, si muoveva sempre con ben quattro Kwami dietro, Plagg era sempre il suo primo e fondamentale Miracoulus. Prima di essere questo, il gatto nero era innanzitutto suo amico e il biondo faceva di tutto per ricordarglielo. Portava dietro gli altri miracoulus, come la miracle box, solo per scrupolo, temendo che in sua assenza la domestica o altri potessero trovare i Kwami. Non si fidava di nessuno, anche se si trattava di casa sua. Doveva inoltre trovare dei portatori cui donare i miracoulus nel momento del bisogno. Stava di fatto che un nuovo orologio, un piercing, che se suo padre lo avesse saputo lo avrebbe diseredato seduta stante, una cavigliera e una catenina con agganciato il miracoulus dello scorpione, avevano completato il suo corredo accessoriale. Quando non poteva tenerli causa servizi fotografici, si trasformava e relegava i miracoulus nello scomparto segreto del bastone di Plagg.
Era in ansia, anche se dal suo ritorno Papillon ancora non aveva attaccato Parigi, segno che con molte probabilità si trovava ancora in Tibet. Quanto avrebbe voluto poterlo catturare in Cina. Invece no, ancora quel criminale era in giro a fare del male e loro non potevano farci nulla.
Scese dall'auto ed osservò la Francois DuPont, gli studenti salivano le scale verso lo stabile, tutti pronti a ricominciare gli studi, chi con piacere, chi meno. Incamminandosi e guardandosi intorno Adrien notò Alya e Nino che si venivano incontro e si baciavano, Rose che saliva le scale di corsa, Max che riponeva Markov nella borsa e con la testa nel cellulare Marinette anche stava giungendo a scuola, questa volta non in ritardo.
Le andò incontro, se fosse stato abbastanza vicino le avrebbe impedito di rovinare a terra distratta com'era dal cellulare. La sua amica aveva la tendenza di non badare a dove metteva i piedi.
"Solo un amica eh..." giunse la voce di Gurru.
"Colomba curiosa. Ti ho detto di sì, ed ora shh che sta arrivando." Disse il modello.
Qualche giorno prima era riuscito ad evitare un terzo grado dalla colomba bianca, eppure solo in quel momento capì di non aver scampato il fosso. Era sicuro però che conoscendo meglio Marinette ed i suoi amici il Kwami avrebbe compreso che erano realmente amici, tutti!
Nino alzò una mano verso di lui, Adrien sorrise rispondendo al saluto continuando a camminare, intanto Marinette a un metro da lui, la lingua su un lato della bocca, stava digitando qualcosa non accorgendosi di lui. Il biondo si fermò e la attese, ma lei noncurante continuò a camminare fino ad andare a sbattere contro di lui.
"Oh scusa io ero..." disse la mora sollevando lo sguardo. Si trovò così immersa nei profondi occhi verdi di Adrien e...
'Oh mio Dio Adrien... è Adrien... Adrien' la ragazza arrossì e lo salutò goffa. "Ciao... scusa a cellulare sulla scritta."
Adrien sollevò un sopracciglio, poi le sorrise. "Tranquilla. Messaggiavi con Luka?" Disse indicandole la coppia di amici che li attendeva.
Marinette lo guardò leggermente sorpresa.
Luka? Perché avrebbe dovuto messaggiare con lui? Vide Alya e le sorrise andandole incontro ed abbracciandola. Le due si scambiarono dei baci sulle guance mentre Nino e Adrien si salutavano col pugno.
"Bentornato a casa amico."
"Bentornato a te? Come sono andate le vacanze?"
"Marsiglia è stupenda!" Rispose il deejay mentre salivano verso la scuola. Dietro di loro Alya e Marinette osservavano i due.
"Hai notato come è carino?" Chiese Marinette con un sorriso da ebete.
"In realtà ho notato come sia stato galante ad aspettarti? È accaduto qualcosa dopo il tuo rientro?" Chiese Alya che sapeva della sorpresa che il modello aveva fatto alla sua migliore amica al suo rientro in patria.
"In realtà nulla. Ma non mi faccio illusioni, siamo solo amici Alya e lui poi ha Kagami." Disse lei tornando con i piedi a terra.
Alya guardò l'amica di sottecchi, ella le aveva raccontato prima che iniziassero le vacanze della sua decisione di lasciare del tutto le speranze verso Adrien in favore di Kagami.
La rossa non si capacitava di come la sua amica fosse così buona e altruista, stava facendo amicizia con la giapponese e non voleva incrinare quel rapporto che stava nascendo. Alya non era tanto sicura che la nipponica avrebbe fatto altrettanto con la corvina, le sembrava più tipo da mettere da parte Marinette per il bell'Agreste.
Aveva raccontato i suoi dubbi alla giovane, ed ella aveva anche assentito, segno che ne era consapevole. Kagami era decisa ed affrontava sempre le situazioni di petto, prendendosi ciò che voleva e lottando per averlo.
Ma lei non si sentiva di farle un torto e non poteva farlo ad Adrien se appunto la amava. Ricordava come fosse ieri il giorno in cui era andato da lei e si era confidato, Adrien teneva a Kagami e lei non era nessuno per impedire una storia tra i due. Sarebbe però potuta rimanere loro amica.
Sospirò entrando in aula e nel farlo si accomodò al solito posto con Alya, dinnanzi a lei Adrien parlava ancora con Nino di Marsiglia e della famiglia di lui.
A fermare il brusio degli studenti fu un lieve battito di mani. La professoressa Bustier era appena entrata in aula accompagnata dal preside Damocles.
I ragazzi si guardarono tra di loro, come mai il preside era in classe, forse un nuovo alunno? Oppure un espulsione?
Notò che Chloé sedeva al suo posto accanto a Sabrina indifferente, Lila Rossi anche era tranquilla, ovviamente giusto per dire, al suo posto. Marinette si mise ritta attendendo con gli altri, il preside fece un colpo di tosse e la dolce Bustier prese la parola.
"Buon giorno e ben tornati a tutti ragazzi.
Come potete vedere non sono sola oggi, questo perché abbiamo delle novità che il preside subito vi esporrà." Disse ella sorridendo alla classe.
Damocles fece un passo avanti. "Bene ragazzi. Come ben sapete per la vostra classe ci sono varie attività in programma per quest'anno. Il viaggio che avete affrontato per Londra un paio di mesi fa era solo l'inizio di un vostro viaggio culturale." Annunciò il preside guardando uno ad uno gli studenti. "Ebbene sì, le classi terze sono quelle che solitamente completano il loro percorso con uno scambio culturale. La professoressa Bustier vi consegnerà le autorizzazioni per un viaggio a Londra, e ovviamente per avere la disponibilità dei vostri genitori ad accogliere studenti inglesi tra due mesi circa qui a Parigi. Ogni studente che parteciperà allo scambio culturale verrà assegnato ad uno studente inglese e contraccambierà l'ospitalità una volta che arriverà qui a Parigi." Terminò
I ragazzi iniziarono a borbottare tra di loro a quella notizia. Un viaggio di un mese a Londra era il sogno di ognuno di loro.
Adrien sollevò la mano scuro in volto, Marinette lo osservò. Immaginava già cosa gli interessava, sicuramente suo padre non lo avrebbe fatto partire. Non lo aveva lasciato andare a Londra per meno di ventiquattro ore, figurarsi per un mese.
La professoressa Bustier invitò Adrien a parlare e quando questi prese la parola Marinette ebbe conferma dei suoi sospetti. "Professoressa mi scusi. Quindi chi non partecipa allo scambio non potrà frequentare le lezioni?" Chiese allora.
La Bustier annuì. "Verrà fatta una sola classe tra questa e quella di Madame Mendeleiev e procederemo normalmente nel programma." Rispose quindi la donna.
Adrien ringraziò e intanto la Bustier congedò il preside, i ragazzi lo salutarono aprendo i loro tablet e la Bustier attirò di nuovo l'attenzione di tutti.
"Ragazzi so che questo scambio culturale interessa tutti. Ma adesso è il momento di riprendere le lezioni. Marinette dopo la lezione ti invito a prendere le autorizzazioni e consegnarle ai tuoi compagni." Così dicendo andò a sedersi e istruì i ragazzi a prendere in mano il libro di storia.

Era la quarta ora ed un boato accolse con sorpresa i ragazzi nelle classi. Gli stessi Marinette ed Adrien, ormai dimentichi delle azioni di Papillon e completamente rilassati, non si aspettavano quell'attacco.
Dopo un po' la porta della classe si aprì lasciando entrare un ragazzo in preda ad attacchi di panico.
"Scappate, il professor Bensoit è stato akumizzato!" Disse per poi seguire i suoi compagni.
La Mendeleiev richiamò i suoi studenti ed alzandosi ricordò loro il piano di evacuazione anti Akuma. Tutti si alzarono e si diressero alla porta, come sempre la corvina di trovò a termine fila a fianco di Adrien.
"Temo che la nostra prima lezione di cinese salti oggi." Ironizzò il biondo, correndo dietro i compagni e guardandosi intorno. Doveva sgusciare da qualche parte inosservato.
Marinette sorrise. "Forse è destino che io non impari la lingua."
"Naa... non dovresti rinunciare. Sopratutto con un esperto di lingue quale io sono." Ironizzò lui.
Marinette restò basita, era un doppio senso quello?
Non ne ebbe tempo di pensarci, una volta in cortile continuarono a seguire i compagni fin quando Adrien non la afferrò spingendola di fianco e scivolando in un angolo.
"Attenta Marinette!" Disse Adrien nascondendosi con la compagna.
Il professor Bensoit, docente di tecnologia, era appena saltato nel cortile. Il suo aspetto era molto geometrico. O almeno questo pensò Marinette osservando la forma dei suoi arti cubici, la testa era un cilindro ed il busto una piramide. Tra le mani aveva un compasso ed ogni persona che entrava nel suo raggio si trasformava in una forma solida. Bensoit che adesso si faceva chiamare 'La Linea." voleva punire tutti poiché non ritenevano la sua materia di uguale competenza delle altre.
Adrien la strattonò indicandole una porta chiusa. "Vieni nascondiamoci."
La ragazza annuì, doveva fare in modo di allontanare Adrien da se per potersi trasformare.
Adrien aprì la porta, era lo stanzino delle pulizia, prese Marinette e la invitò ad entrare nella stanza. "C'è posto solo per te. Resta qui, io raggiungo i bagni così non mi troverà." La portò dentro poi si allontanò.
Marinette fece per obbiettare, poi senza starci a pensare chiuse la porta e chiamò Tikki. "Lo porteremo in salvo dopo. TIKKI SPOT ON!" Disse trasformandosi per poi uscire fuori.
'La linea' continuava ad attaccare gli innocenti e di Adrien non c'era ombra. Doveva essersi messo in salvo ne era certa.
"Professor Bensoit si fermi la prego." Lo chiamò Ladybug
"Il mio tracciato tecnico ha bisogno di più colore." Intervenne la voce di Chat noir.
D'improvviso a ladybug mancò un battito, eccolo spavaldo come sempre, il bastone dietro le spalle all'altezza del collo, un sorriso beffardo. Era la prima volta che tornavano a combattere insieme dopo la battaglia contro miracle queen, lui che c'era sempre stato, sostenendola e non lasciandola mai. Lui, il suo Chaton! Ah come sarebbe stato tutto più semplice se si fosse innamorata di lui e avesse conosciuto solo dopo Adrien. Che sciocca, non sarebbe accaduto nulla, si sarebbe comunque innamorata del giovane Agreste ne era sicura.
"Il caro professore ha avuto un rientro traumatico." Disse Marinette, mentre Bensoit diceva la solita frase: prenderò i vostri miracoulus.
"Allietiamolo con la nostra presenza Ladybug." Disse allora Chat noir, al che i due entrarono in azione e in meno di mezz'ora riuscirono a sconfiggere Papillon.
"Ben fatto!" Dissero battendo pugno, il miracoulus di Chat noir suonò per l'ennesima volta.
"Devo andare. Alla prossima volta insettina."
"Ti ho detto di non chiamarmi così..." disse lei mentre il gatto stendeva il suo bastone e voleva via dal collage.
Marinette lo osservò e lanciando lo yo-yo sparì alla vista degli studenti e dei docenti. Dopo essersi ritrasformata tornò al ripostiglio ed aprì la porta nello stesso momento in cui Adrien apparve da un angolo.
"Ehi... non sento più segni di lotta!" Disse al biondo
"Sì, venivo a prenderti." Rispose lui affannato e facendo spallucce "Comunque le lezioni sono finite, ti accompagno a casa?"
Marinette arrossì, avrebbe voluto accettare ma non poteva. "Casa mia è proprio qui all'angolo. Grazie lo stesso!" Rispose.
Lui annuì ed uscì allo scoperto alla ricerca di Nino e gli altri. "Va tutto bene Marinette?"
Lei lo guardò stupita. "Perché me lo chiedi? Certo che sì... cioè è tornato proprio tutto come prima. La scuola, gli amici, Papillon e i nostri supereroi. Wow, fantastico!"
"Sicura?" Chiese lui uscendo dalla scuola.
Lei annuì ed intanto pensò che si, era tutto tornato alla normalità, anche le sue responsabilità erano tornate a bussare alla sua porta. Era Ladybug, l'eroe di Parigi e guardiana della miracle box, anzi di due miracle box. Non poteva partire per Londra, avrebbe dovuto prima pensare al suo dovere, non poteva essere un irresponsabile e doveva crescere, ancora e ancora.
Avrebbe potuto dire ad Adrien che non ce la faceva più, che era troppo piccola per ciò che le sue spalle dovevano sopportare. Ma a cosa sarebbe servito? Come con Luka avrebbe potuto solo piangere e non rivelare completamente le sue angoscia.
"Nulla, penso solo che come te non partirò per lo scambio culturale."
"Allora ci faremo compagnia. Sarà già solo piacevole sapere che saremo sempre nella stessa classe."
Marinette si sentì arrossire e per non rispondere indicò l'auto al modello. "Ti aspettano."
Lui annuì "Ci vediamo oggi pomeriggio." La salutò salendo in auto.
Lei aspettò che ripartissero poi una volta che la macchina fu sparita si diresse verso casa. Riprese il cellulare e controllò i messaggi che Hui e Yen le mandavano dalla Cina rispondendo all'ultimo di quelli.
"Non trovano Kwami in Cina Tikki." Disse riponendo il telefono ed entrando in casa.
"Dovranno spostarsi, anche noi dovremo se Papillon ce lo permette." Affermò Larss affacciandosi come il Kwami della creazione dalla borsetta.
La Kwami della fortuna annuì. "Recuperare i Miracoulus è un'impresa che noi porteremo a termine."
Marinette salì in camera, posò lo zaino e mise dei biscotti al cioccolato su un piattino, per Tikki e Larss, e delle albicocche per Nissa il Kwami del leone. Avrebbe dovuto trovare una ricetta per amalgamare i tre ingredienti insieme così da avere dietro meno cose.
"Hai deciso già di non andare a Londra?" Chiese Nissa prendendo una mandorla.
"Londra è il sogno di tutti. Ma avete visto voi stessi la situazione che c'è qui a Parigi." Disse lei sedendosi sulla Chaise longue.
Il Kwami le andò incontro annuendo e buttando giù la mandorla. "Papillon è quello che ha rapito i miei fratelli." Affermò.
Marinette annuì, quando aveva conosciuto Nissa era venuta a patti con la sua realtà, il Kwami, anzi tutti loro, definivano famiglia la miracle box cui appartenevano. Ogni Kwami era per loro un fratello da accudire e crescere.
Nissa e Rissa come Tikki e Plagg e Larss e Guitti erano nati circa 5000 anni quantistici prima i primi erano stati Tikki e Plagg, poi erano arrivati Gurru e Gracc, secondo Larss, la conoscenza è la dimenticanza, l'amore e l'odio, tutti i complementari erano nati poco dopo di loro, a un anno di differenza avevano detto, ma gli altri Kwami erano arrivati dopo. Già solo sapere che Nooro il Kwami di papillon aveva 3500 anni faceva comprendere a Marinette quanto fossero antichi i Kwami complementari e quanto giovani gli altri. Anche se avevano circa 3000 anni.
"Pensate che esistono altri Kwami complementari?" Chiese la corvina.
I tre Kwami tacquero. Era un sì o un no? Ella non lo seppe dire.
Intanto la voce di Sabine la raggiunse, il pranzo era pronto. E Marinette mise da parte tutti i pensieri, prese l'autorizzazione e la portò ai suoi genitori, avrebbe detto loro che non era interessata allo scambio culturale quindi non dovevano acconsentire.

Adrien rincasò e mangiò in compagnia dei suoi Kwami, quel giorno tanto per cambiare suo padre non aveva pranzato con lui. Dopo pranzo aveva cercato Nathalie per consegnarle l'autorizzazione allo scambio culturale poi senza illudersi troppo era tornato a scuola per completare le ore pomeridiane.
Da lì sarebbe andato direttamente al corso di cinese. Ripensò a Marinette durante il tragitto verso il corso, chiedendosi perché quel pomeriggio fosse stata così malinconica, non era da lei.
Per quanto non la conoscesse benissimo e profondamente, la sua amica era sempre stata solare. Un raggio di sole e di speranza nelle giornate di tutti, la sua bontà, la gentilezza e la tenacia in ciò in cui credeva la rendevano speciale. Non solo per Adrien ma in generale agli occhi di tutti. Quell'aria persa e smarrita che le aveva visto in volto non era da lei, avrebbe tanto voluto tirarla su, ma non sapeva come.
Alla fine della lezione di cinese una volta rientrato fu accolto di nuovo da Nathalie, che ritta sulla porta gli porse l'autorizzazione.
"Adrien sai che..."
"Non andrò a Londra, lo sapevo già Nathalie non preoccuparti." Disse mettendola nel suo zaino.
"Come ti sei fatto quell'ematoma sul braccio?" Chiese preoccupata l'assistente.
Adrien la osservò stupita, poi spostò lo sguardo al braccio. Doveva essere stato quando era scivolato sul pavimento, per proteggere Marinette le braccia avevano sfrigolato contro di esso.
"Oggi c'è stato un attacco akuma a scuola. Ho cercato di scappare prima che La Linea mi trasformasse in una forma." Disse allora.
Nathalie lo guardò sorpresa. "Vado a salutare mio padre."
"È impegnato adesso Adrien. Vi vedrete a cena!" Rispose la donna, avrebbe dovuto informare Gabriel dell'ematoma per il servizio fotografico.
Deluso il ragazzo annuì, ormai non c'erano più speranze con suo padre. Salì in camera comprendendo che anche quel giorno era andato. Posò lo zaino e togliendosi la camicia andò a fare una doccia. Assurdo, una vacanza dove lo aveva visto poco o niente ed ora al rientro uguale. Il modello ripensò ai genitori di Marinette, sempre così presenti ed affettuosi. Ecco i genitori dovevano essere così, come erano loro o come lo era stata sua madre.
Ritornato in stanza indossò una tuta e prese a giocare a basket, Rizza e Plagg gli andarono incontro giocando con lui, ovviamente non riuscivano a prendere la palla, ma era divertente vederli che cercavano di contrastarlo. Plagg era il suo migliore amico, Gurru e Rizza lo stavano diventando, iniziavano a conoscerlo a entrare nel suo mondo e capire le dinamiche della sua famiglia. In pratica sopratutto Gurru cercava di non fargli pesare il poco affetto che suo padre gli dava.
"Avresti bisogno del Kwami dell'amore Adrien, non di noi altri." Aveva detto una volta la colomba.
Adrien era rimasto stupito, esisteva anche un Kwami dell'amore? Era stato così che aveva scoperto che Shé  gūniáng era portatrice del Kwami dell'odio.
Non lo avrebbe mai detto in realtà eppure era così, quella ragazza impersonificava l'odio. Non aveva mai pensato Adrien che potessero esistere Kwami di sentimenti così potenti, anche se in fondo Plagg e Tikki erano la creazione e la distruzione, avrebbe dovuto aspettarsi anche altri Kwami così potenti e fondamentali per l'umanità.
Quando fu ora di cena, scese in sala e sorprendentemente vi trovò suo padre intento a parlare con qualcuno al tablet. Adrien andò a prendere posto a tavola e solo quando suo padre staccò la comunicazione lo salutò e prese a mangiare.
"Ho saputo del tuo piccolo incidente Adrien." Disse l'uomo.
Adrien annuì, ecco il motivo per cui suo padre era a cena. "C'era un akumizzato. Prometto che la prossima volta non tenterò di scappare così non mi farò del male." Disse sottomesso, dentro di se però se la rideva. Quante volte aveva affrontato i mostri creati a Papillon e Mayura, prendendone di botte. Addirittura con Miracouler era stato anche cataclismatizzato, esperienza che non augurava a nessuno. Ma di tutto ciò suo padre ovviamente doveva esserne tenuto all'oscuro.
"Nathalie mi ha detto. Papillon è una realtà a Parigi, non è neanche la prima volta che versi in pericolo per le sue marionette." Disse allora Gabriel.
Il ragazzo ancora annuì, non capiva dove volesse andare a parare suo padre. "Credo che lo scambio culturale non possa farti del male Adrien, anzi, a Londra sarai al sicuro. Ho già cambiato l'autorizzazione stampandone una nuova dall'app scolastica. Partirai per Londra a fine mese, mentre per il set fotografico cambieremo il tipo di maglia che indosserai se fino a sabato non si sarà tolto." Disse l'uomo distaccato per poi prendere a mangiare, chiudendo così l'argomento.
Adrien restò basito. Suo padre lo faceva partire! Sarebbe andato a Londra ma... lui aveva un compito lì a Parigi e Papillon era ritornato, non era scomparso come aveva fatto credere a tutti e inoltre aveva con se dei miracoulus non indifferenti.
"Dovremo poi ospitare anche noi qualcuno se accettiamo lo scambio culturale." Gli disse Adrien così che egli desistesse.
"Abbiamo delle stanze disponibili qui Adrien." Chiuse l'argomento Gabriel.
Adrien ne restò basito, suo padre lo lasciava partire, un mese senza alcun tipo di sorveglianza.Tornato in camera si gettò sul letto. "È un disastro Plagg."
"Non demoralizzarti. Pensa piuttosto che andremo a Londra! Ah Londra, saremo liberi." Saltellava il Kwami andando a prendere del camembert
Intanto Gurru uscì allo scoperto mangiando un biscotto al burro, i suoi preferiti. "Non temere Adrien, hai sempre il giaguaro che potrà portarti a Parigi in pochissimo tempo."
Il giovane Agreste annuì, sentiva che sarebbe stato un mese intenso

 

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Capitolo 7
*** Parte 6ª - Preparativi ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
 

Marinette era nervosa, contrariamente al suo volere i genitori avevano approvato lo scambio culturale ed ora si trovava tra due fuochi. Prepararsi per il viaggio e organizzare la scuola, affrontare Papillon e gli acumizzati, occuparsi di Manon, affrontare Papillon e gli acumizzati, creare i suoi nuovi lavori,  affrontare Papillon e gli acumizzati, tenersi aggiornata con Hui e Yen, affrontare Papillon e gli acumizzati,..
Era passata una settimana dall'inizio della scuola ed in pratica era distrutta. Quella mattina fu svegliata da Tikki che le ronzava intorno.
Marinette sveglia osservò la sua migliore amica e la attirò tra le sue mani. "Avrei voluto dormire un po' di più."
"Oggi vedi Luka e i Kitty Section, Marinette." Le ricordò il Kwami rosso.   
La giovane arrossì, avrebbe rivisto finalmente Luka ed era più turbata che mai al suo ricordo. Cosa doveva fare? Aveva sentito il cuore battere forte  quando aveva rivisto Adrien, ma Luka le aveva dato conforto e comprendeva il suo stato d'animo, era carino, gentile e premuroso e lei... lei non sapeva cosa fare. 
Si tirò su e non le restò che andarsi a lavare e preparare per incontrare i suoi amici.

Un'ora dopo era sulla Senna a raggiungere la casa galleggiante dei Couffaine. Appena entrata salutò Juleka e Rose, passando un vassoio di croissant alla prima poi si diresse da Luka per dagli il buongiorno.
Restò tutta la mattina con loro ad ascoltarli suonare e cantare, fin quando l'arrivo di un nuovo super cattivo interruppe la sua giornata con gli amici. Con una scusa li salutò tutti e si allontanò dalla barca cercando un posto sicuro dove potersi trasformare.
Una volta sul luogo di battaglia trovò ad attenderla già Chat Noir che era intento a confrontarsi con un acumizzato vestito da ballerina classica. Un tutù nero, trucco pesante e chignon bianco, ella gridava che se non poteva ballare lei, allora anche altri non lo avrebbero fatto.
"Mi concedi questo ballo Ladybug?"
"Non credo sia il momento chaton." Lo riprese lei.
Lui si frappose tra la danzatrice e la sua compagna ed erse il bastone a difesa. "Credo che la nostra etoile non è nel cartellone della nuova stagione all'Operá milady." Le disse
"Cosa mi dici, akuma nelle scarpette?"
Ladybug osservò la ballerina ed annuì al suo compagno.
"LUCKY CHARM!" Urlò era il momento di mettersi in opera.

Come sospettato da Chat noir l'akuma era nelle scarpette. Odeliè LaRouge era stata esclusa alla prima della Bella addormentata, la delusione aveva preso il sopravvento ed era stata preda di Papillon.   
Chat Noir si era proposto di riaccompagnare Odeliè all'opera e dopo che li aveva lasciati andare la corvina si allontanò dalla zona. Una volta in un vicolo si de trasformò e si avviò lungo la strada  affollata di Parigi.
Aveva fame, avrebbe dovuto pranzare con i Couffaine ed i suoi compagni, invece era per strada senza meta.
Fu la voce di André il gelataio ad attirare la sua attenzione, Marinette ormai affamata si diresse al chiosco incrociando nello stesso momento Adrien.
I due si guardarono stupiti mentre André li osservava compiaciuto.
"Un gelato ragazzi?" I due annuirono mentre il gelataio prendeva la cialda e iniziava a riempirla. "Fragola il colore delle di lei labbra, pistacchio sono i tuoi occhi, more come il cuore che batte forte." I due lo osservarono sorpresi mentre cantava i gusti dei due gelati, Marinette comprese che la canzone del gelato era cambiata.
La corvina prese il gelato osservandolo, la mora era il gusto che aveva scelto per lei André l'ultima volta che aveva preso il gelato. Adrien nel frattempo pagò per entrambi senza che Marinette potesse obbiettare e salutando il gelataio si fece da parte con l'amica.
"Cosa ci facevi da queste parti Marinette?" Chiese prendendo con il cucchiaino il pistacchio. Lo aveva assaggiato l'ultima volta, quando aveva preso il gelato con tutti i suoi amici sulla Senna. André aveva scelto per lui il pistacchio e la vaniglia, il colore della sua pelle e gli occhi, ed erano risultati buoni.
"Ho... io ho..." iniziò la ragazza a balbettare. Sbagliato, era sbagliato. Doveva darsi una svegliata, Adrien era solo un amico. "Ho lasciato da poco la nave di Luka e Juleka ed ero in giro alla ricerca di cibo." Scherzò
Adrien prese un altro cucchiaino di pistacchio e lo passò alla compagna. "Assaggia, è buonissimo."
Marinette si sentì arrossire. Era buono e lo sapeva, era il gelato che André le dava sempre. Imbarazzata assaggiò il gusto, chiedendosi perché André le avesse cambiato i suoi.
"È molto buono." Disse ingoiando
"Pistacchio e vaniglia. André ne parla come i miei occhi e la mia pelle. Per te sceglie invece le fragole!" Disse lui.
E le more pensò Marinette, ma il gelataio aveva dato una nuova definizione al suo gusto quel giorno. "Ehm..." disse lei
"Fragola le di lei labbra." Disse Adrien osservandola attentamente, insistendo con gli occhi sulle labbra rosee della ragazza. Quando se ne accorse distolse lo sguardo cercando una via di fuga mentre arrossiva. Perché aveva fatto un commento del genere e perché stava vedendo Marinette diversamente?
La corvina aveva sentito lo sguardo smeraldino su di se, tanto che si era sentita le gambe di gelatina e le farfalle nello stomaco. Le era passata la fame!
"Quello è Adrien Agreste!" Giunse una voce in lontananza.
Il modello scattò all'istante guardandosi intorno, suo padre lo sapeva in camera a studiare il piano. Prese Marinette per mano e senza porsi problemi la portò via di lì.
"Adrien?!" Chiese lei
"Sono sgattaiolato fuori di casa Marinette. Nessuno deve vedermi o postar foto con me in questo momento." Spiegò correndo fino a nascondersi in un vicolo Adrien.
"Non riesci proprio a convincere tuo padre a farti uscire?" Chiese lei una volta al sicuro.
Lui le prese il gelato di mano e ne mangiò la mora, poi passò a Marinette il pistacchio. "No, mi conviene rientrare a casa infatti."
La ragazza era rimasta a fissarlo ebete al suo gesto fatto con tanta confidenz, poi si riprese il gelato e lo mangiò. "Si, dovresti!" Disse a sguardo basso.
"A Londra dovrei avere più libertà. Potrò uscire con voi!" Affermò il ragazzo.
"Sarebbe splendido!" Disse lei sincera. "Cioè per te... di uscire con tutti... insieme intendo."
Il ragazzo le sorrise. "Ti accompagno a casa, ho da prendere dei biscotti al burro!" Le disse pulendole  il viso dal gelato.
Lei ancora si sentì sciogliere. Non era assolutamente corretto il giovane Agreste, poi da quando gli piacevano i biscotti al burro?
In silenzio lo seguì verso casa sua, Adrien le parlava eccitato di quella vacanza che non vedeva l'ora di iniziare.
Per lui era un'esperienza nuova, ma soprattutto avrebbe avuto più libertà. Quella libertà che fino ad allora gli era stata negata.
"Non mi piace neanche pensarlo. Ma è grazie a Papillon e i suoi akumizzati se posso partire." Spiegò a Marinette. 
"Per una volta lo ringraziamo allora." Disse lei. Gabriel Agreste era arrivato alla stessa conclusione dei suoi stessi genitori.
"Sarai al sicuro, come in Cina." Avevano detto, se avesse potuto parlare Marinette avrebbe loro riferito che in Cina non si era stati tanto al sicuro.
Passeggiando accanto ad Adrien la ragazza stava avverando un sogno, il suo Adrien passeggiava con lei. Quanto avrebbe voluto prendergli la mano e stringerla nella sua e...
"Marinette... Marinette!" La voce di Adrien irruppe nei suoi pensieri.
"Ehm... ah... siii!" Rispose impacciata. Di nuovo che sognava ad occhi aperti.
Adrien le sorrise. "Dicevo che martedì potremo fermarci in biblioteca per le lezioni di cinese."
La ragazza cadde dalle nuvole. Certo le lezioni di cinese, ma ci stava già pensando Larss a fargliele e forse non era il caso di disturbarlo.
"Non posso permetterti di farti stancare Adrien.." iniziò
Lui scosse la testa "Ne abbiamo già parlato. È un piacere per me. Purtroppo domani ho un set fotografico e prima di partire devo concludere una campagna pubblicitaria. Ma a scuola ho tempo e te l'ho promesso." Rispose lui.
Una campagna pubblicitaria, una nuova campagna con il volto di Adrien.
"Arrivati. Prendo i biscotti e vado via!" Disse il ragazzo alla compagna.
Le aprì la porta della pasticceria ed attese che entrasse, poi salutò Tom e Sabine che come sempre lo accolsero con piacere.
Il giovane chiese una scatola di biscotti al burro, due croissant alla chantilly e un pezzo di pane leggermente secco.
Marinette rimase stupita dal constatare che il suo compagno stesse facendo proprio la spesa quel giorno.
Quando il giovane ebbe pagato salutò i Dupain Cheng e andò via.
Una volta in strada Gurru uscì allo scoperto fissandolo, il biondo prese un biscotto dalla scatola e glielo consegnò poi nascosto dietro un angolo si trasformò in chat noir e volò sui tetti attraverso casa.
Gurru e Rizza uscirono allo scoperto volandogli accanto. "Mi dispiace non poterti aiutare Adrien." Disse la colomba
Il gatto le sorrise. "Tranquillo Gurru, io e Plagg siamo un ottima squadra." Gli rispose il portatore del gatto nero.
"Vorremo comunque poterti aiutare. Se serve qualche volta potrai chiedere il mio aiuto, anche se non influisco sui poteri di Papillon." Gli disse lo scorpione.
"Su quale potere influisci?" Chiese il biondo
"Su tutti i Kwami della mia miracle box, quelli conosciuti e quelli che si dovevano congiungere ancora."
Chat noir si lanciò nella finestra di casa sua e si de trasformò lasciando a Plagg del formaggio.
"Cioè fammi capire, non erano sette i Kwami della tua miracle box?" Chiese il guardiano.
"Sette conosciuti. La mia è la miracle box dello zodiaco occidentale. Ce ne sono altri oltre noi dodici, non chiedermi quanti, ancora sconosciuti e sparsi per il mondo." Disse il Kwami della paura.
Adrien prese il grimorio della seconda miracle box e steso sul letto iniziò a sfogliarlo. Era vero! C'erano altri poteri e caratteristiche raccontate nel libro.
"Questa sera usciremo. Contatterò il portatore del Leone." Affermò allora Adrien. Prese il pane e lo lasciò a Jaggy, poi divise i cornetti tra se e Rizza così che potesse nutrirsi, chiuso il libro si stese sul letto pensieroso. Doveva ritrovare i Kwami spersi per il mondo e doveva trovare degli alleati fedeli.
"Ozōo, Guu!" Chiamò allora il giovane.
"Dicci Adrien." Risposero i due Kwami venendo allo scoperto
"Devo trovare degli alleati. Cosa mi consigliate? Il maestro Fu si faceva restituire i miracoulus dai portatori momentanei, dovrei fare altrettanto?"
"Solitamente un miracoulus resta in mano al possessore fino alla sua morte Adrien." Spiegò Ozōo "Perché Fu li dava temporaneamente?"
"Perché ci sono persone come Papillon e Mayura che non utilizzano i miracoulus per proteggere l'umanità." Rispose allora il ragazzo.
Il gufo assentì e si scambiò uno sguardo con l'elefante. "Effettivamente un Kwami è tenuto ad obbedire sempre al suo portatore, anche contro la propria volontà." Disse poi
"Io non potrei mai schiavizzare Plagg o chiunque altro di voi." Rispose allora il giovane.
"Tu sei diverso Hǎoxīn de nánhái, lo dice il tuo stesso nome, hai un animo puro." Affermò quindi l'elefante. "Proprio per questo potresti ricorrere ad un incantesimo antico come i Kwami per preservarci." Rispose
"Cosa dovrei fare?" Chiese il ragazzo curioso.
"Diventare tu il portatore di tutti noi. Così lascerai i miracoulus, ma non noi Kwami." Gli spiegò l'elefante. "Noi potremmo obbedire solo a te, quando ci dirai di andare e lavorare con i tuoi subalterni lo faremo."
"Sì è una soluzione, soprattutto in previsione della tua prossima assenza. Avrai qualcuno che proteggerà Parigi nel frattempo." Acconsentì il gufo.
"Io tornerò sempre, non posso lasciare da sola Ladybug. Noi due siamo una squadra!" Disse allora Adrien.
I due Kwami annuirono. "Nel frattempo che arrivi però loro aiuteranno Ladybug al tuo posto. Se vuoi possiamo aiutarti a scegliere dei portatori, tutto in base alle loro caratteristiche."
Il ragazzo si grattò la nuca. "So già a chi dare il lupo, l'orso e la gru." Disse il ragazzo.
"Allora devi prendere il grimorio e vedere come fare ad assoggettare a te tutti i Kwami." Disse l'elefante.
"Mi aiuterete voi a trovare dove..."
"Non possiamo sapere i segreti del grimorio Adrien. Lo ricordi?" Lo ammonì il gufo.
Il ragazzo annuì, sì lo ricordava.
Doveva quindi prendere il libro alla mano e prepararsi a compiere i suoi doveri.

"Ohh Tikki! Cosa devo fare?!" Marinette andava avanti e indietro nella sua camera. La testa le martellava così come il cuore. Era spaccata in due, da una parte c'era Adrien, dall'altra Luka. Il primo la riteneva solo un ottima amica, il secondo invece provava per lei del sincero interesse.
Del primo lei era follemente innamorata, ancora, del secondo provava un sincero affetto. Con Luka non si perdeva nelle parole che ad Adrien non aveva il coraggio o la forza di dire. Riusciva ad affrontare lo sguardo sincero del chitarrista senza inciampare nei suoi stessi piedi, a differenza di Adrien che ogni volta i loro sguardi si incontravano sentiva il cuore fare le capriole, scendendo nello stomaco fino ad arrivare alla gola che serrava impetuosa. Erano due emozioni diverse e lei ormai non sapeva cosa fare, come comportarsi. Un'amica, per lui era solo un'amica ed a lui piaceva Kagami! Una ragazza che Marinette stava iniziando ad apprezzare, a trovare in lei una bella amica.
Tikki uscì allo scoperto seguita a ruota da Larss e Nissa, il primo andò a mettersi in un angolo della choise longe e si attorcigliò sul cuscino seguendo la scena. Il secondo prese invece due albicocche secche e seduto al computer prese a mangiarle goloso perfettamente disinteressato.
"Sei in bilico tra due fuochi Marinette! Questa vacanza studio a Londra forse ti farà bene, ti renderà le idee chiare." Rispose la coccinella, ben immaginando i sentimenti attuali della ragazza.
"Peccato che a Londra ci sarà anche lui!" Affermò Larss riferendosi ad Adrien.
Tikki sbuffò rivolta al compagno. "Sei senza pietà."
"Sono realista! In qualsiasi posto decida di restare avrà sempre uno dei due a portata di mano." Rispose Larss
"Dovresti sai... uscire e baciare entrambi." Intervenne Nissa. "Chi suscita in te più emozioni è quello giusto."
Marinette osservò i tre Kwami mentre Tikki andava ad abbracciarla, sapevano entrambe chi dei due le dava le emozioni più forti.
"Credici Marinette, tutto andrà al posto giusto." Le disse, la ragazza annuì, era disperata e avrebbe voluto piangere.
"Marinette!?" La chiamò allora Nissa.
La corvina con Tikki stretta al petto andò dal leone. "Dimmi."
"Lo scorpione si è trasformato." Affermò allora
La ragazza spalancò gli occhi, Haoxin o come si chiamava si era trasformato col miraculous della paura. Forse aveva trovato dei miracoulus? Posò Tikki sul computer e mirò l'anello verso Nissa.
"NISSA RUGGISCI" Urlò la ragazza mentre la trasformazione prendeva forma e diventava una ragazza impetuosa nei colori dorati della tuta. I capelli erano sciolti ed arruffati, ai lati della testa c'erano due orecchie feline e una piccola coda si era formata alla base della schiena. Uno skateboard con il bordo rialzato ai suoi piedi, Marinette lo prese e lo osservò, poi notò sul bordo rialzato dei segni digitali che lampeggiavano. C'era un messaggio, quindi afferrò il bordo notando che si staccava ed aprì il comunicatore.
(Conversazione in cinese nda)
-Salve giovane leone. Sono Xiēzi (1), ebbene sì non mi sono messo a cercare nomi elaborati poiché ho un piano. Al momento mi trovo a Parigi, luogo dove pare si trovi Papillon, il criminale che ha rubato i nostri miracoulus. Quando ci sei quindi batti un colpo e troverò il modo di incontrarci. Tuo scorpione aggressivo.-
Marinette osservò i due Kwami, lo scorpione era a Parigi. Subito rispose al messaggio del custode dello scorpione
-Ciao Xiēzi, io sono... Mǔ shī (2) con il miracoulus dell'anatra posso raggiungerti subito. Dimmi dove e quando e ci rivedremo, per le strade di Parigi.-Gli rispose
Un bip rivelò l'arrivo di una telefonata. "Mi piace la tua rapidità Māo(3)!" Disse il ragazzo quando Marinette rispose.
La ragazza era in crisi, avrebbe dovuto parlare in cinese. Disperata portò le mani ai capelli... "Aspetta mi hai chiamato micetta?" Chiese metabolizzando grazie a Nissa le sue parole.
"Certo Māo! Dimmi un po', quando potrai essere a Parigi?"
"Direi che con il Miracoulus dell'anatra se non è urgente e posso andarmene con calma... un paio di ore!" Azzardò lei. "Sai devo fare la ceretta!" Terminò in modo malizioso.
Dall'altro capo vi fu il silenzio. Marinette si accorse allora di cosa avesse appena detto e del modo, i due Kwami di fronte a se la guardarono chi sbalordita, Tikki, chi divertita, Larss.
Dopo un po' finalmente lo scorpione parlò. "Ok... ci vediamo all'entrata del cimitero Père-Lachaise alle 20.00. A quell'ora non troveremo nessuno! Mi raccomando metti il rossetto!" Terminò lui.
"Oh ti porterò anche altro tesoro!" Disse allora lei sicura di se.
"Verro con una persona conosciuta qui! Ti aspetto Māo!" Rispose lui frettolosamente per poi staccare la telefonata.
Marinette sentì la linea che era andata e poi guardò i due Kwami. "Nissa, sussurra!" Disse sconvolta togliendo la trasformazione imbarazzata.
"Co... cosa hai fatto Nissa?" Il leone andò a prendere le albicocche e si ricaricò. "In realtà hai fatto tutto da sola Marinette!" Disse quello.
"N...no! Non è vero! Io non farei mai una cosa del genere!" Disse lei arrossendo.
"O forse si e non ne eri a conoscenza! Sono il Kwami del coraggio ed ho tirato fuori tutto ciò che nascondi." Spiegò allora lui.
"Non posso andare all'appuntamento. Tikki, Larss aiutatemi!" La ragazza guardò Larss, "Ma certo, posso trasformarmi con te!"
Lui scosse la testa. "Penso tu debba trasformarti nella leonessa Marinette. Così potrai capire ciò che sto cercando di dirti da un po'. I Kwami complementari funzionano solo se insieme." Larss la osservò sapendo che stava azzardando. Se Marinette voleva trasformarsi con lui, non avrebbe dovuto fare altro che obbedire.
"Oooooh Tikki!!!" Disse Marinette scompigliandosi i capelli tornati nei loro codini ordinati. "Aiutami!!" Non poteva, non poteva assolutamente mettersi a sedurre il suo collega, non era da lei. Ma Larss aveva ragione, se Ladybug aveva bisogno di Chat Noir, Mû Shī aveva bisogno di Xīezi.

Adrien sciolse la trasformazione e osservò i tre Kwami. La portatrice del leone era una ragazza, o donna, aggressiva. Lo aveva sconvolto e sorpreso, ma diamine gli era anche piaciuto stare al suo gioco. Si grattò la nuca, si il piano che aveva tirato su sarebbe andato bene, sopratutto dopo quella telefonata. Non aveva bisogno di un altra fanatica che gli andava dietro, o di innamorarsi di una persona che non se lo filava per niente, oppure di battute a doppio senso e insoddisfazione... puntò lo sguardo dal basso osservando i suoi pantaloni.
La frase "ti porterò anche altro tesoro!" aveva avuto dei risvolti sulle sue condizioni fisiche, risvolti che non aveva mai avuto in tutta la sua vita.
"Io direi che hai tempo per una doccia fredda!" Intervenne Plagg ingoiando un pezzo di camembert. "Almeno per quando saranno aperte le danze sarai tornato in te!"
Quella... quella... pensò Adrien correndo nel bagno. Maledizione, i jeans gli erano tremendamente stretti. Aprì la doccia, rigorosamente fredda e si spogliò di corsa, poi si gettò sotto l'acqua.
Cosa aveva mai la voce di quella ragazza o donna! Kwami... maledetti Kwami complementari! Prima si sarebbe liberato di loro, prima sarebbe stato libero da quelle sensazioni e da quel tumulto interiore.

Alle 19.50, dopo aver cenato ed essersi chiuso nella
sua stanza, Adrien era pronto a metter in atto il suo piano. Prese l'orologio e osservò Phyllo il Kwami della medusa.
"Sei pronta?" Le chiese. Questa annuì al che Adrien iniziò col suo Kwami
"PHYLLO TRASFORMAMI!" Disse mentre una tuta grigio perla gli copriva il corpo e un mantello gli cadeva lungo la schiena. Il viso coperto dal casco della medusa era apparentemente invisibile. "Perfetto! Phyllo dividiamoci!" Affermò usando il potere della medusa.
Due Adrien portatori di medusa apparvero. "E adesso... PLAGG UNIFY" disse l'Adrien originale.
L'altro strinse il ciondolo dello scorpione tre le mani e partì con la stessa formula. "RISSA UNIFY!"
Chat noir e Xiēzi si unirono alle trasformazioni. "
Phyllo come giusto che fosse era nascosto non facendo comprendere di una eventuale grazie al mantello della medusa. La trasformazione della medusa scomparve agli occhi dei due nonostante fosse ancora lì. Quello era il Kwami della divisione!
Xiēzi trasformato in uno scorpione nero e cremoso, prese la coda dello scorpione che partiva dalla nuca scendendo fino ai fianchi ed usandola come una frusta uscì fuori dalla finestra di Villa Agreste, stessa cosa fece anche Chat Noir. Il loro piano era iniziato!
Arrivarono al cimitero con qualche minuto di anticipo, di Mǔ shī non c'era ancora traccia, fino a quando Chat noir non avvertì un lieve rumore.
Si voltò nella direzione dal quale giungeva e la indicò a Xiēzi.

Marinette arrivò sul luogo alle 20.00 precise, offesa e leggermente spaventata dal luogo scelto da Xiēzi. Solo un folle poteva dare un appuntamento serale al cimitero, mica erano gli incontri sull'arco del trionfo cui si dedicavano lei e Chat Noir? Ma come Nissa le aveva ben ricordato lui in personificava la paura e non il sentimento di per se, quindi la incuteva proprio. Ma lei Marinette era il coraggio e poteva tenergli testa in quel luogo a lui congeniale.
Quando arrivò tutto si sarebbe aspettato tranne di trovarsi con Xiēzi il suo Chaton. Cosa ci faceva lì? Il gatto nero fece un inchino e le prese la mano per baciarla lievemente. "Buonasera madame. Benvenuta in Francia!" La salutò galante.
"Farfallone!" Disse lei ritirando la mano offesa. Flirtava con le altre e si diceva innamorato di Ladybug "Possiamo parlare francese." Disse spostando poi lo sguardo verso il secondo ragazzo.
Era alto quanto Chat Noir, aveva i capelli scuri scompigliati da una tuta che sembrava nera, forse era blu notte o marrone, e rossao scuro! Le braccia incrociate al petto la osservava sicuro di se, come un leone osserva la sua preda prima di azzannarla. Avevano però un problema, il leone era lei.
"Ciao Māo!" La salutò lui con malizia.
"Non chiamarmi micetta!" Disse lei, le davano fastidio i nomignoli e come metteva a tacere Chat Noir così sarebbe stato con lo scorpione. "Altrimenti ti graffio!" Disse alzando la mano destra e facendo il gesto di graffiarlo.
Xiēzi chinò il viso su di lei e la sfidò ancora. "Non istigarmi māo!" Disse mordendosi il labbro.
"Altrimenti cosa fai?" Rispose lei.
"Ti mangi..." il bastone di Chat Noir colpì lo scorpione sulla testa. "Ahi...ma come..." Si lagnò il ragazzo.
Marinette osservò il bastone che si era frapposto tra lei e il suo compagno e arrossendo si allontanò.
"Siamo qui per parlare di Papillon o sbaglio? Flirtate dopo." Disse Chat Noir maledicendo i miracoulus complementari e la sua sfortuna. Xiēzi aveva appena incontrato la sua partner e già facevano scintille e lui da un anno che conosceva Ladybug aveva dei continui due di picche.
"Chi è lui?" Chiese Marinette, piuttosto si chiedeva cosa ci facesse lì e perché non l'avesse chiamata.
"Chat Noir! L'ho incontrato mentre salvava un micio da un albero e ricordando i telegiornali gli ho proposto di venirci incontro." Lo presentò il ragazzo.
Mǔ shī annuì, adesso capiva anche se avrebbe voluto che Chat Noir le dicesse di Xīezi. "Dimmi il tuo piano."
"In pratica tu sai chi io sia, come io so di te. Non siamo un solo eroe." Iniziò a parlare il ragazzo riferendosi al suo ruolo di Haoxin e anche a quello di lei in Cina. "Sai anche che abbiamo una missione ed è impossibile sdoppiarsi e correre o volare sempre da una parte all'altra del continente o peggio del pianeta."
Marinette annuì "Abbiamo una missione e sappiamo che ci porterà a farlo." Disse sicura lei.
"Quindi avevo pensato..." Le indicò Chat noir "di consegnare il miracoulus dello scorpione ad un parigino. Così che possa aiutare Chat Noir e Ladybug contro Papillon e recuperare i miracoulus trafugati in Tibet." Iniziò a spiegare  lo scorpione. "Intanto io mi concentrerò alla ricerca di quelli dispersi."
"Non è facile trovare un portatore, c'è il rischio che cadi nelle mani sbagliate." Gli disse allora Marinette.
"Lo so,  Chat Noir mi ha spiegato di come Papillon abbia influenzato negativamente una loro compagna e del rischio che hanno corso solo poche settimane fa. È per questo che consegnerò il Miracoulus al portatore senza farlo diventare il padrone." Disse lui indicando il gatto nero che ascoltava appoggiato al suo bastone. Un pugno sotto il mento, le gambe incrociate e l'aria spavalda. Non aveva nulla di meno dello scorpione, era sexy e affascinante quanto lui pensò Marinette che appena espresso quel pensiero lo scacciò. Era troppo senza inibizioni!
"Non puoi lasciare il Miracoulus senza il Kwami." Disse allora tornando seria.
"Invece posso, o almeno posso impedire che i Kwami  siano assoggettati dal portatore. Ho studiato tutto il grimorio per trovare una soluzione."
"C'è una soluzione?" Chiese lei
"Sì. Ovvero diventare possessore di tutti i miracoulus e concedere solo una sorta di usufrutto ad altri. In pratica quando serve un aiuto sono io a mandare il Kwami dal portatore e farlo intervenire. O se il portatore ne fa l'utilizzo sbagliato posso fermare tutto e far svanire il Kwami."
"E se poi il portatore non è all'altezza dell'impresa? Insomma se usa il miracoulus in modo inappropriato?"
"Entri in gioco tu." Disse lo scorpione sornione. "Mi avverti e intervengo, riprendendo anche il miracoulus per rimediare?" Spiegò
"Non penso..." iniziò lei
"La micia non ha fiducia in te! Doveva esserci una falla, mi rincuora questo." Intervenne allora Chat Noir mentre pensava che fosse stato inutile aver condiviso con lei il suo piano. Ma poteva dirle che sarebbe partito per uno scambio culturale e qualcuno doveva prendere il suo posto in difesa di Parigi? No, non poteva.
Lei lo fissò offesa e gli puntò contro il dito. "Uno non sono una micia, due non è questione di fiducia tra me e lui! Poi non mi sembra di vedere la tua partner qui!" Ci tenne a precisare Marinette.
"Sai quando non ci sono super cattivi siamo persone comuni. Quando si trasformerà troverà il mio messaggio e saprà di voi due." Si rilassò e ritirando il bastone lo posò dietro la schiena. "Ci fidiamo l'uno dell'altra, io e Ladybug siamo una certezza!" Disse spavaldo il gatto nero.
Marinette fece per parlare, colpita nello scoprire quanto lui avesse fiducia in loro due. "Comunque... fate ciò che volete, se vorrete aiutarci contro papillon o a proteggere Parigi in qualsiasi modo, ben venga. Io a Lasybug vi ringraziamo, altrimenti possiamo pensare noi due soli a Papillon e recuperare i miracoulus che avete detto ha rubato." Disse Chat Noir passando all'opzione due del piano. Passare il testimone a lui e my lady così da non avere impegni con lo scorpione.
Mǔ shī guardò verso Xiēzi, come con Chat Noir doveva avere fiducia anche in lui. "Va bene, proviamo! Insegnami come si fa a proteggere i Kwami però, così posso farlo anche io se ne trovo in Cina." Gli disse mantenendo sempre il profilo basso.
"Oh tesoro ti insegnerò tutto ciò che vuoi!" Ammiccò lui
Marinette si sentì di nuovo arrossire. "Vedremo se sarai all'altezza ragazzaccio!" Rispose lei con una smorfia.
"Non mettere alla prova il ragazzaccio!" La rimbeccò lui avvicinandolesi.
"Altrimenti?" Chiese lei maliziosa.
Xiēzi le afferrò il polso avvicinando il viso al suo "Altrimenti..." di nuovo il bastone si intromise tra i due.
"Il mio tempo è scaduto." Riferì Chat Noir.
Xiēzi lasciò andare il polso di Mǔ shī e si allontanò annuendo a Chat Noir. "Ozōo!" Chiamò facendo apparire un Kwami dall'aspetto di un elefante. "Vai con Mǔ shī e spiegale dove trovare l'incantesimo e i nostri compiti."
Il Kwami si avvicinò a Marinette facendo un cenno con la testa. "Piacere di conoscerti Mǔ shī. Poi torno a casa Xiēzi?"
"Poi torni a casa. Ricorda, puoi parlare solo ed esclusivamente con lei. Nessun altro dovrà sapere ciò che spiegherai a Mû Shī." Disse lo scorpione.
"Neanche a Chat Noir?" Chiese l'elefante.
"Neanche." Rispose lui, Marinette lanciò uno sguardo verso Chat Noir. Le dispiaceva escluderlo per l'ennesima volta.
"Detto ciò io me ne vado. È stato un piacere averti conosciuta Mǔ shī, ci ritroviamo a Parigi se capiti in giro! Ciao Xiēzi buon viaggio ovunque tu andrai." E così dicendo il portatore della distruzione si slanciò in alto nel buio di Parigi sparendo agli occhi dei due.
Quando furono soli Xiēzi si avvicinò a Mǔ shī. "Questo è un arrivederci, ti prometto che ci rivedremo con me nei panni di Haoxin." Disse prendendo la ragazza per le mani.
Ella annuì, adesso erano soli, non c'era più Chat Noir a fare loro da balia e da grillo parlante. "Non ci rivedremo più!" Per fortuna pensò. "In bocca al lupo Xiēzi." Gli disse lei osservando le loro mani unite ed in un attimo impulsivo si lanciò su di lui sfiorandogli le labbra con le sue.
Conscia di quel gesto subito si allontanò spingendo via il ragazzo e facendo qualche passo indietro. "Ti manderò presto indietro il Kwami, addio!" Disse prendendo lo skateboard e lanciandolo a terra ci saltò sopra correndo e sparendo nella notte.
Adrien la vide andar via e intanto si sfiorò le labbra. Diamine, aveva baciato una perfetta sconosciuta! Il suo primo bacio, secondo pensando a quello che non ricordava con Ladybug, buttato al vento così. Il problema era però, che a lui quella sconosciuta aveva acceso qualcosa dentro e doveva spegnere quel fremito prima che fosse troppo tardi. Sapeva già infatti a chi avrebbe potuto consegnare il miracoulus dello scorpione. Una persona decisa e sicura di se!

 

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Capitolo 8
*** Parte 8ª - Il nuovo Scorpione ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
 

Marinette si de trasformò appena rientrò a casa. Imbarazzata si coprì il volto ripensando al suo incontro con Xiēzi di poco prima.
Come aveva potuto, come gettarsi così tra le braccia di uno sconosciuto. Se Chat Noir non si fosse intromesso... avrebbe dato il suo primo bacio ad un estraneo, semplicemente per seguire la libido...
"Ooooh... quello Xiēzi mi ha provocato!" Urlò a nessuno in particolare. Intanto Nissa andò a recuperare le albicocche e Tikki invece abbracciò la sua portatrice.
"Il miracoulus del coraggio ti fa tirare fuori tutto ciò che hai dentro Marinette!" Le disse.
"Hai visto Chat Noir! Era irritato, oh Tikki, l'ho deluso!" Disse ancora la ragazza andando a sedersi sul letto. I tre Kwami la raggiunsero seguiti a ruota dal piccolo elefante.
"Non lo hai deluso Marinette, Chat Noir non sa chi si cela sotto la tua maschera." Le ricordò la coccinella
Marinette osservò attentamente il Kwami elefante restando e in qualche modo soggiogata. "Xiēzi ha fatto quella cosa con te?"
L'elefante annuì avvicinandosi a lei. "Non sei cinese." Affermò osservando il Kwami della creazione. "Tu sei ladybug!"
"Conosci Tikki?" Chiese la guardiana dei miracoulus
"Noi Kwami complementari ci conosciamo tutti tra di noi. All'inizio eravamo in pochi!"
"Sei un Kwami complementare? Come Tikki e Larss e Nissa!" Chiese Marinette
"Si, ma vivo nella miracle box della pace con il mio amico Guu!"
"La tua miracle box?" Chiese Tikki
"É stata distrutta circa duecento anni fa. I maestri guardiani decisero quindi di dividerci nelle altre miracle box e di aggiungere i Kwami anche alla miracle box dei sentimenti Marinette."
"Quella dei sentimenti è la mia." Disse allora lei.
"Sì, non potevamo essere inseriti nella miracle box dei conflitti poiché lì c'erano già tanti Kwami, come nella tua, quella della creazione." Spiegò il Kwami.
"Ma perché ti hanno diviso dal tuo complementare?" Chiese allora la ragazza.
"Non ci hanno diviso. Ma devi sapere che circa un mese fa sono iniziati dei furti al tempio dei guardiani, visto che io sono un Kwami abbastanza importante gli anziani hanno preferito tenerci al sicuro."
"Sei potente? Più di Tikki?" Chiese la corvina.
L'elefante scosse la proboscide. "No, Tikki è forte, lei è la creazione. Ma il mio potere in mani sbagliate Marinette è fatale, sai cosa potrebbe succedere se una persona come Papillon si impossessasse di me che ho la conoscenza di 5000 anni di vita circa e che sa dei Kwami cose che i grimori non raccontano?"
Marinette spalancò gli occhi dalla sorpresa, cose non scritte sui grimori? Cose che forse neanche maestro Fu conosceva?
"Maestro Fu mi ha insegnato delle cose verbali." Disse all'elefante.
"Fu era giovane quando ha iniziato a fare il guardiano e non ha avuto tutta l'istruzione. Lui stesso Marinette ha dovuto imparare da solo ciò che i guardiani non gli hanno potuto insegnare."
La giovane annuì, il Kwami era lì per insegnarle come comportarsi con i miracoulus. E lei avrebbe appreso come una spugna tutto ciò che aveva da dirgli.
"Quanto puoi stare con me? Ho del tempo limitato per apprendere?" Chiese ancora
"Haoxin sa tutto ciò che è importante, non c'è fretta che io ritorni da lui."
"Bene Ozōo! Allora quando sarò pronta?" Chiese
"Non ti senti pronta Marinette?" Chiese il Kwami
"Tutto questo... dover trovare i miraculous, avere la responsabilità di custodire ben due miracle box, difendere Parigi da Papillon e poi..." Poi c'era la sua vita che le stava sfuggendo di mano. Adrien e Kagami, Luka, i suoi amici, i portatori di Miracoulus scoperti, un inferno. "Io non so se sono in grado!"
"Penso che se Fu ti ha scelto per indossare il Miracoulus della coccinella e Tao per quello della guerra, un motivo c'è Marinette. Devi credere in te stessa per poter riuscire."
La ragazza scoppiò a piangere Tikki si avvicinò alla sua portatrici volendola consolare, Ozōo le si avvicinò paziente, avrebbe voluto avere il suo amico Guu in quel momento lì con lui ad aiutarlo.
"È difficile, molto difficile Ozōo!" Disse la ragazza
"Cosa ti fa stare bene solitamente Marinette, come faceva Fu a darti forza?" Chiese pensando ad Adrien e a quando parlava con Guu del suo percorso con Fu e del rapporto con Ladybug, per lui quello era stato fondamentale, anche quella sera Chat Noir ci aveva tenuto a precisare il rapporto di fiducia con la coccinella.
"La mia forza? Maestro Fu credeva in noi, sapeva che io e Chat Noir non lo avremmo deluso." Rispose lei. "E Chaton riesce a spronarmi sempre a darmi quella forza per reagire ed andare avanti, a credere in me stessa. Lui crede in me e questa è la mia forza." Ozōo la ascoltò, come per Adrien anche per lei era importante la presenza del suo partner.
"Vi completate Marinette. È così che deve essere tra voi portatori, è bello che voi siate riusciti ad arrivare a questi risultati in così poco tempo." Disse allora Ozōo. Fu era stato molto bravo a trovare due persone compatibili tra di loro, adesso però dovevano essere loro stessi a scegliere il loro partner. "Se ti va chiederò a Xiēzi di mandarti Guu."
"Chi è Guu?" Chiese la ragazza.
"Il mio amico, lui è il Kwami della saggezza. Xiēzi ormai parla tutte le sere con lui, di qualsiasi cosa!"
"Uno psicologo!" Rise Marinette... era arrivata ad aver bisogno di uno psicologo?
"Haoxin ci ha detto cosa sono! Però sì, Guu con i suoi 4870 anni sa ascoltare e consigliare." Rise il Kwami.
"Vi volete molto bene." Affermò Marinette
"Siamo fratelli Marinette. Batty è il mio complementare, ma Guu è il migliore amico."
"Avevate dei portatori?"
"Sì, io l'anziano maestro, mentre Guu era col maestro di Haoxin/Xiēzi." Rispose il miracoulus
"E Batty? Il tuo complementare?" Chiese Marinette
"No lui non aveva un portatore. Per lui ci vuole un gran custode, come io sono la conoscenza e la memoria, lui è l'incoscenza e la dimenticanza."
"Nelle mani sbagliate un uso sbagliato!" Disse per lui la guardiana.
"Brava. Ricorda che è importante scegliere un portatore, ancora di più quando è il tuo complementare." 
"Sarà difficile scegliere il portatore per Guitty, Larss preme perché scelga."
"Scegli con calma. Anche Haoxin si sta prendendo i suoi tempi." Le riferì l'elefante.
"Perché?" Chiese Marinette. "Perché ha rinunciato a Rizza quando aveva già una partner con un complementare?"
"Perché come hai detto anche tu stessa, sono troppe cose. Cercare i miracoulus e recuperare quelli rubati, ha poi una vita normale. Proprio come te. Gli servono inoltre degli alleati in questa impresa e quindi ha preso una decisione con Guu. Io gli ho detto poi ciò che doveva fare."
"Dovrei farlo anche io? Dico rinunciare a Nissa, questa sera non mi riconoscevo."
"Semmai dovessi lasciare Nissa a qualcun altro fai come Xiēzi, diventa il proprietario e dai solo l'usufrutto del potere."  
"Fisso!" Chiese conferma la ragazza.
"Partirai per Londra vero?" Chiese Ozōo
"Come fai a saperlo?" Chiese Marinette stupita, non aveva parlato del suo viaggio studio.
"Me lo ha detto Tikki durante il percorso a casa." Rispose lui rapido.
"Comunque si, partirò per Londra a inizio mese." Gli disse
"Quindi hai tre miracoulus complementari e lasci Parigi nelle mani di Papillon senza  difese."
Marinette si sedette sul letto. "Mi muoverò con il miracoulus del cavallo in caso di akumizzazioni."
"Perché effettivamente solo Lasybug e Chat Noir possono contrastare Papillon." Affermò l'elefante
"Sembra ci sia un ma!"
"Sì... penso sarà difficile che tu riesca a sapere di eventuali attacchi in tempo reale."
"Ho un notiziario in diretta e..."
"Non ti sto chiedendo di separarti da Tikki, ho notato il vostro legame."
"Devo lasciare dei miracoulus fissi a Parigi." Affermò Marinette.
"E io sono qui per insegnarti come fare a non perdere i kwami. Così potrai lasciare un paio di eroi di riserva."
"I miei amici partiranno tutti per Londra." Disse Marinette.
"Chat Noir diceva a Xiēzi che Papillon ha scoperto tutti i vostri portatori."
"Già un bel casino. Dovrò dare Nissa a qualcuno di cui mi fido e che so non partirà per Londra." Pensò tra se Marinette.
"Darai quindi via Nissa?"
"Forse è la soluzione, semmai ci fosse bisogno di un aiuto in più a Ladybug e Chat Noir."
"Pensaci. Intanto domani mentre sei a scuola vado a prenderti Guu, sono sicuro che Xiēzi lo farà venire. Parlare con lui ti aiuterà."
La ragazza annuì. Quel kwami così sereno e compassato gli ricordava Tikki, riusciva a calmarla anche se intorno a lui c'era un aura meno leggera di come la respirava con la coccinella. Era il peso della sua conoscenza ne era certa.
"Adesso dormiamo Marinette che è tardi." Disse il kwami e lei acconsentì, ormai stanca, a lasciarsi andare nel mondo dei sogni.

Appena si era allontanato dalla sua partner, Adrien aveva sciolto unioni, trasformazione e divisione e si era riappropriato del suo corpo. La paura che il miracoulus dello scorpione doveva incutere gli scivolava lungo la schiena facendolo rabbrividire. Paura, era ciò che poteva trasmettere o provare, in quel momento lui la provava, di se stesso e delle reazioni che stava avendo e che Mǔ shī gli aveva suscitato.
Desiderio! Era sicuro di saperlo tenere a bada, lo conosceva e lo provava con Ladybug, ma si era sempre saputo trattenere, era sempre stato capace di gestire il suo corpo.
Non in quel caso però, perché? Appena arrivato in casa era dovuto correre in bagno a fare una doccia ghiacciata e lasciarsi scivolare la serata via.
Plagg lo raggiunse in bagno con un pezzo di formaggio tra le mani.
"Perché non riesco a gestirlo Plagg? Con Ladybug sono sempre riuscito!" Affermò al kwami
"Ladybug non ti ha mai provocato Adrien?" Gli disse ironico il kwami. Era fiero di lui, nonostante i continui flirt tra il leone e lo scorpione Adrien era comunque riuscito a mantenere il sangue freddo.
"Stavo per baciarla Plagg, e lo volevo realmente, se non fossi stato diviso in due l'avrei baciata." Affermò sincero il ragazzo. Quando era diviso era indebolito sì, percepiva quinti a metà anche le emozioni. Cosa sarebbe accaduto se non avesse portato con se Chat Noir? Se fosse andato solo con Xiēzi all'appuntamento?
Avrebbe baciato una perfetta sconosciuta, non poteva negare di essere attratto da lei maledizione. Ma allora la sua insettina? E Kagami? Poteva iniziare qualcosa con lei se era attratto anche da altre ragazze? Che poi il problema con la nipponica non era quello, il punto era sempre il solito: era pronto a qualcosa di più con la giapponese? Voleva andare oltre l'amicizia?
Lei era deliziosa ed un'ottima amica, gli piaceva e doveva ammettere che avevano un buon rapporto. Ma qualcosa lo tratteneva dall'andare oltre, dal volerla anche baciare.
Quella sera invece sapeva che non si sarebbe creato il problema di baciare Mǔ shī, lo avrebbe fatto. Se ne sarebbe infischiato dei sentimenti per Ladybug con lei, poco importava se aveva deciso di chiudere il libro con la sua cotta ed andare avanti, vivere la sua vita e godersi tutto ciò che gli avrebbe riservato. Ma non poteva buttare tutto al vento per una sconosciuta!
"Devo dare via Rizza... pensavo che Kagami potrebbe essere perfetta. Già una volta Ladybug l'ha scelta come portatrice è intelligente ed ha degli ideali importanti, inoltre non ha paura. Potrà gestire benissimo Rizza!"
Plagg annuì "Contiamo anche che lei resta qui a Parigi Adrien, così avremo la città coperta per il tempo che la raggiungiamo."
Adrien spense la doccia e finalmente a mente fredda uscì. "Venerdì a scherma contatto Kagami come Haoxin e le consegno il miracoulus."
"Perfetto! Ti stavi riempiendo di troppi impegni." Rispose lui.
Dopo essersi asciugato e vestito Adrien sorrise al suo kwami. "Sai che sei unico vero Plagg?"
Il gatto nero sorrise sornione annuendo. "Oh si lo so."
"E meno male!" Scherzò il modello dandogli un buffetto sulla testolina.

Quel giorno Adrien non vedeva l'ora che terminassero le lezioni. Era il primo giorno in cui si sarebbe infatti dedicato a Marinette, le aveva promesso che l'avrebbe aiutata con il cinese e lo avrebbe fatto, la giovane stilista meritava tutto ciò che le aveva promesso e Adrien non voleva deluderla.
Terminata la lezione raggiunse quindi l'amica chiamandola prima che andasse via con Alya.
"Marinette!"
Fu Alya a fermarsi e voltarsi sentendolo. La ragazza era molto protettiva con Marinette ultimamente e francamente le occhiatacce che gli lanciava non è che gli piacessero tanto. Aveva anche chiesto a Nino cosa avesse fatto per meritarsele ma l'amico non aveva saputo rispondergli.
"Ciao Alya." La salutò con un sorriso amichevole.
"Andiamo di fretta Adrien, hai bisogno di qualcosa?" Chiese la rossa infastidita.
Il biondo si risentì del tono dell'amica, ma cosa mai le aveva fatto.
"Oggi io e Marinette abbiamo lezione di cinese." Affermò il giovane Agreste senza demordere.
"Oh! Scusami Adrien ma lo sono dimenticato. Con Alya e le altre stiamo infatti andando a provare i nuovi modelli che ho creato."
Il biondo guardò Nino che fece spallucce, non ne sapeva nulla.
"Sarà per la prossima volta, va bene?" Disse Marinette. "Sai anche mia madre adesso mi sta insegnando, sicuramente non sarò impreparata con i miei parenti la prossima volta." Spiegò
Adrien rimase deluso da quella sua affermazione, possibile che Marinette non avesse bisogno di lui?
"Forse..." disse lui.
"Ti farò sapere quando sarò libera, anzi no? Domani pomeriggio sono libera." Disse la mora.
Adrien sorrise, il giorno dopo sarebbe stato perfetto.
"Sono sempre libera al mercoledì!" Affermò ancora Marinette.
Adrien annuì anche lui, a parte il... basket! "Ho gli allenamenti di basket domani! Tutti i mercoledì in realtà."
"Oh... allora dovrò trovare un altro giorno libero. Ti faccio sapere, va bene?"
"Giovedì?" Chiese Adrien, era libero al giovedì, sempre.
"Nadia Chamack ha il serale il giovedì e devo badare a Manon." Disse Marinette e questa volta, fortunatamente, non era una bugia. Le dispiaceva allontanarlo, lo sguardo nei suoi bellissimi occhi verdi mostravano la sua delusione. Ma Marinette aveva bisogno di tenersi lontana per non soffrire.
"Parlerò con mio padre. Gli chiederò di poter uscire, ti raggiungo a casa!" Disse allora lui.
Perché insisteva? Perché non la lasciava stare in pace? Si chiedeva Marinette.
Sospirò pensando ad un altra bugia. "Si era proposto già Luka di venire a farmi compagnia."
Lo sguardo di Adrien si adombrò, Luka ovvio. Purtroppo non poté ribattere, sapeva che i due si piacevano e non voleva fare il terzo incomodo.
"Possiamo organizzarci per martedì prossimo allora. Non prendere impegni, anzi adesso tutti sanno che saremo insieme martedì, quindi potremo stare insieme e studiare." Disse il ragazzo rivolto a lei, ma anche a Nino ed Alya.
La rossa fece un passo avanti ma Marinette le mise una mano sul braccio. "Va bene Adrien, martedì prossimo sarò tutta tua!" Rispose
Qualcosa scattò nella testa di Adrien a quell'affermazione. Si avvicinò alla ragazza e chinandosi su di lei avvicinò le labbra alle sue orecchie.
"Non vedo l'ora di averti tutta per me!" Disse ambiguo per poi allontanarsi "Me lo hai promesso Marinette!" Si scostò cercando il suo sguardo. "Le promesse si mantengono."
E così dicendo fece un cenno a Nino e disse che potevano andare visto che adesso era libero.
Marinette intanto si era piantata sul posto rossa in viso.
Quel gesto gli aveva ricordato Xiēzi due sere prima, e se Adrien non si fosse allontanato non sapeva come avrebbe potuto reagire perché qualcosa era scattato in lei. Avrebbe voluto dirgli che lo avrebbe sorpreso!
Cosa le stava succedendo?

"Adrien stai bene? Cosa hai detto a Marinette?" Chiese lungo la scalinata Nino all'amico.
"Niente... non era nulla!" Disse il ragazzo, effettivamente non era nulla di eclatante, a parte il tono forse troppo intimo e confidenziale. Maledizione, doveva assolutamente liberarsi di Rizza!
"Strano perché lei ha avuto una reazione strana!" Rispose Nino.
Adrien si fermò guardandolo curioso. "Che tipo di reazione?"
"Si è adombrata ed ha morso il labbro con intensità!" Disse lui innocentemente.
Intanto nella mente di Adrien gli apparvero tanti pensieri peccaminosi, cosa avrebbe potuto fare con le labbra di Marinette? Tante cose ne era certo e... basta, basta!
"Nino! Puoi?..." Chiese
"Sì?" Disse lui.
Ma Adrien ritrattò subito il suo pensiero, non poteva lasciargli Rizza. Nino sarebbe partito con lui per Londra e il Miracoulus della paura non gli sembrava adeguato per l'amico.
"Puoi scoprire perché Alya è arrabbiata con me?" Chiese infine deviando l'argomento.
Il moro annuì senza però essere convinto, era sicuro che Alya ce l'avesse con lui per via di Marinette. Ma in fondo il suo amico non sapeva che Marinette provava simpatia per lui e non poteva fargliene una colpa se si stava avvicinando a Kagami che era comunque una ragazza carina anche lei.
"Grazie Nino. Adesso vado, ho bisogno di camminare un po'." Disse il ragazzo all'amico.
Il moro annuì e nel farlo si allontanò verso la pasticceria dei genitori di Marinette più amareggiato di lui.
Attese all'entrata fino a quando non arrivarono la sua ragazza con la migliore amica.
Marinette stava discutendo con la rossa che testarda scuoteva la testa.
"Non puoi trattarlo così, cosa ha fatto di male!"
"Tutto! Te l'ho già detto che questa storia di Kagami non mi piace!" Stava dicendo la rossa.
"Kagami è una bella persona." Disse ancora Marinette prendendo le parti dei due.
"Anche tu lo sei. Perché vuoi farti del male?" Le chiese allora Alya.
"Non me ne sto facendo, infatti cerco di evitarlo come hai ben visto." Disse la corvina salutando di nuovo Nino
"Adrien vuole sapere perché sei scontrosa con lui!" Disse il moro alla fidanzata "E sinceramente come Marinette non ne vedo il motivo."
"Non riuscite a capire vero? Lui esce con Kagami e non con Marinette!" Affermò la rossa offesa.
"Fin quando va bene a me Alya tu non dovresti farne un dramma." Disse quindi Marinette.
"Io lo faccio per te!" La riprese Alya
"E mi ferisce molto di più vedere come ti comporti con Adrien. Siamo amici, tutti noi!" Affermò la corvina. "Non è bello che tu sia arrabbiata con lui per questa assurdità e che lo escludi dal gruppo." Disse la corvina.
Alya fece per parlare, eppure tacque osservando i volti mortificati del ragazzo e della sua migliore amica. "Non sono arrabbiata con lui."
"Questa è l'impressione che stavi dando oggi Alya." Le disse Nino.
Lei scosse la testa prendendo un forte respiro. "Forse ho esagerato. Gli chiederò scusa!" Disse allora la rossa. "Adesso devo tornare a casa, devo aggiornare il mio blog sulla street art di Alix."
E così dicendo salutò Marinette e Nino senza voltarsi indietro.

"Un'amica incompresa che vuol difendere l'amore proprio dei suoi cari. Eppure loro non prendono le tue difese perché danno ragione a lui. Vola da lei mia piccola akuma e oscura il suo cuore." Disse papillon dalla sua stanza sotterranea, si toccò la cintura che portava ai pantaloni e sorrise cinico. "Cocco!" Chiamò.
Un Kwami verde e squamoso uscì allo scoperto. "Si padrone?"
"Avrei voluto aspettare la partenza di Adrien, ma non posso rifiutare un piatto così succulento. Quindi: COCCO UNISCITI" Gli ordinò Agreste unendo a Nooro il Kwami dell'aggressività. Il suo vestito cambiò leggermente aspetto, la corta giacca avvitata scese in un cappotto aderente e in pelle. I guanti diventarono squamosi e appuntiti ed anche le scarpe divennero stivali scuri. Staccò una squame dal suo guanto e sorridendo la lanciò per aria. "Corri da lei mio piccolo kibo (squama in Giapponese) e accendi in lei la più grande delle avversità creando la confusione!" Ordinò mentre la squama si apriva facendo nascere un piccolo coccodrillo che sparì dalla stanza.
"Lady Wi-Fi ci rivediamo. Continuano a non comprenderti vedo, io però ti ascolto e ti comprendo. Non si accorgono che tu vuoi proteggerli, ma da oggi ti concedo un nuovo potere, puoi difendere i tuoi amici attaccando chi vuole fare loro del male."
"Si papillon, grazie Papillon. Libererò per sempre Marinette dalla sofferenza e..."
"Tu in cambio mi porterai i miracoulus di Ladybug e Chat Noir."
"Sarà fatto Papillon!"

Adrien stava passeggiando sulla Senna ripensando al suo pomeriggio con Marinette ormai andato. Ci aveva sperato tanto in quella giornata, doveva ammettere che l'attendeva da quando erano tornati dalle vacanze ed aveva promesso all'amica di darle lezioni.
Invece tutto era stato rimandato per l'ennesima volta.
"Cosa devo fare Guu? Volevo fare qualcosa per Marinette e sembra che a lei non faccia piacere." Chiese ormai al suo confidente.
"Perché ci tieni tanto ad aiutarla?" Chiese allora il gufo.
"Perché Marinette aiuta sempre tutti. Non abbandona mai nessuno e nonostante venga ferita dalle persone si fa sempre da parte per aiutarle. Lo ha fatto con Chloé per esempio! Vorrei darle un po' di ciò che lei dà agli altri." Rispose sincero
"Ci tieni a lei." Chiese lui.
Il biondo annuì. "Si tanto. Lei è una delle più care amiche che io abbia."
Il gufo assentì e fece per parlare ma Adrien lo zittì. "Nasconditi Guu. Anzi puoi andare da Mu Shī, io ho trovato un amico." Disse alzando una mano in segno di saluto.
             Luka notò Adrien Agreste lungo la strada, aveva da poco terminato le consegne delle pizze e stava rincasando. Egli notando il cenno di saluto del modello ricambiò mentre posava il casco nel cesto della bici.
Luka conosceva poco Adrien, ma per il poco che sapeva di lui gli piaceva. Nonostante tecnicamente era il suo rivale, l'ostacolo per cui Marinette Dupain Cheng non riusciva a vederlo oltre l'amico.
Ecco nonostante questo Luka non poteva provare rancore verso di lui, Adrien era un ragazzo gentile e disponibile, alla mano nonostante suo padre cercasse di tenerlo sotto una campana di vetro e lo avesse viziato, solare nonostante avesse perso sua madre poco meno di un anno prima. No, non gliene voleva se Marinette amava il giovane Agreste e non lui.
Era convinto che il destino avesse il suo percorso e che semmai lui e Marinette si fossero conosciuti prima che lei avesse incontrato Adrien, forse le cose sarebbero andate diversamente.
"Ciao Luka! Sei solo?" Chiese Adrien giungendo in quel momento.
"Si. Sono appena tornato dal lavoro e tu? Non sei con i tuoi amici?" Era strano trovarselo lì senza la sua amica Kagami o il gruppo di amici di Marinette.
"Dovevo studiare con Marinette ma abbiamo rimandato." Rispose lui.
"Problemi con qualche materia? Bisogno di aiuto?" Chiese Luka
"Si Marinette... ma nulla di urgente." Rispose Adrien
"Quando la vedrò potrei aiutarla io." Disse allora il chitarrista.
Impossibile! Pensò Adrien, sicuramente non conosceva il cinese. "Già dopodomani la vedrai."
"Dopo domani?" Chiese lui al biondo. "Avevamo il cinema sabato, non giovedì."
Adrien lo osservò sospettoso, Marinette gli aveva mentito? Lo stava ignorando volutamente? Perché?
"Ho capito male io forse!" Disse il biondo grattandosi la nuca nervoso. "Senti forse è meglio..."
"Adrien Agreste!" Chiamò una voce metallica.
Lui e Luka si voltarono  trovandosi di fronte lady Wi-Fi.
Adrien aveva avuto il sospetto di aver fatto qualcosa ad Alya, ma non avrebbe mai pensato fino a quel punto.
"Scappa Luka!" Ordinò Adrien cercando un posto dove trasformarsi.
"No. Adrien no Lady WiFi!" Disse Papillon nella sua testa.
"Mi hai promesso che potevo proteggere Marinette, io in cambio ti porterò i miracoulus di Ladybug e Chat Noir." Disse Lady Wi-Fi nella testa di Adrien Agreste, scappare non ti servirà!" Urlò lady Wi-Fi che come sempre bloccava tutti gli ostacoli lungo il suo cammino.
Intanto Adrien e Luka stavano scappando per cercare un luogo sicuro dove ripararsi.
"Cosa hai fatto ad Alya?" Chiese Luka
"Credimi vorrei saperlo anche io. Lei e Marinette erano strane oggi." Rispose "Attento!" Disse spingendo il chitarrista dietro un albero. Poi si dedicò al nemico vedendo i soggetti immobilizzati da lady Wi-Fi prendere vita e andare contro di loro, il biondo si voltò verso L'akumizzata per cercare di capire cosa stesse accadendo. Notò che attraverso il cellulare bloccava i passanti che poi  iniziava a muovere dando dei comandi.
"Cercate Adrien Agreste e portatelo da me!" Disse ai cloni che presero a muoversi in sua direzione.
"Luka dividiamoci. Sarai al sicuro senza di me!" Disse Adrien una volta elaborato un piano. C'era bisogno di Ladybug e Chat Noir non poteva restare bloccato lì.
"Sarebbe meglio non lasciarti da solo invece. Ti prenderebbero!" Rispose invece Luka
"Sei indomito e coraggioso, ti ringrazio Luka..." Disse Adrien che si guardò intorno, gli indicò un nascondiglio nelle uscite di scarico della Senna. "Andiamo lì!"
Luka annuì e contò fino a tre, al che lui e Adrien abbandonarono l'albero e scivolarono giù per la fiancata della riva fino allo sbocco dello scarico. Incuranti del fatto che si sarebbero bagnati  i due entrarono lì mentre lady Wi-Fi continuava a chiamare Adrien.
Una volta al sicuro Adrien prese un respiro poi richiamò l'attenzione su Luka
"Sono stato in Tibet con mio padre queste vacanze." Iniziò il biondo. Luka lo ascoltò tenendo lo sguardo su di lui e dal momento che voleva essere corretto, Adrien decise all'ultimo di non dare via il miracoulus della paura di sua volontà.
Prese e tolse i miracoulus della pace e della paura e li fece vedere a Luka mentre i due Kwami venivano allo scoperto. "Li ho trovati lì, io ne posso usare solo uno. Insieme possiamo sconfiggere Lady Wi-Fi e Papillon ne sono certo."
Luka ascoltò serio osservando il piercing a forma di piuma e il ciondolo dello scorpione. "Devo prenderne uno?"
"Sì. Appartengono tutti e due a me, ma ti lascerò quello che sceglierai, non dovrai restituirmelo e potrai usarlo ogni volta che Parigi ha bisogno di essere difesa dal male." Disse il ragazzo in tono autoritario e da guardiano.
"Ferma Lady Wi-Fi!" La voce di Ladybug giunse alle orecchie dei due.
"SCUDO PROTETTIVO!" Urlò Carapace.
Luka annuì serio ad Adrien e gli prese dalle mani il ciondolo dello scorpione. "A istinto!" Disse sorridendogli.
Adrien annuì rimettendosi il piercing. "Luka Couffaine da oggi sei il portatore del miracoulus della paura, paura che incuti e paura che si prova. Solo chi ha il coraggio di affrontare le proprie paure e di combatterle con tutto se stesso può esserne il portatore. Da oggi sarai lo scorpione mio alleato, usurai il miracoulus per fare del bene e ti completerai col portatore del coraggio."
Rizza si fece avanti e sorrise a Luka che mise il ciondolo in una collanina.
"Sistemiamo quegli avventori Luka, chiedimi: Rizza fuori il pungiglione!" 
Luka annuì e sorridendo al Kwami e Adrien si toccò il ciondolo con una carezza. "RIZZA FUORI IL PUNGIGLIONE!"
Lo scorpione prese vita mentre assorbiva il Kwami, si spostò dal collo alla nuca  lasciando andare una corazza sulla schiena che cadeva sul fondo come la coda di uno scorpione. Un puntiglione pronto a colpire completava la cosa frusta, la maschera rossa cremisi come la tuta copriva il viso ed i capelli da azzurri si furono neri e striati di rosso sulle punte.
Quando fu pronto indicò l'uscita dello sbocco ad Adrien che annuì.
"GURRU PORTIAMO LA PACE!" Urlò Adrien per trasformarsi, poi col nuovo compagno uscì allo scoperto ad aiutare Ladybug e Carapace.

"LUCKY CHARM!" Urlò Marinette chiedendosi quanto ci mettesse Chat Noir a comparire.
Marinette si sentiva in colpa. Era stata colpa sua, aveva preso sotto gamba il malumore di Alya non comprendendola del tutto ed ora il loro nemico era più grande si quello che pensava. Non immaginava che Papillon potesse avere un potere così grande, ma Lady Wi-Fi dimostrava che invece si era potenziato. Come aveva fatto? Perché tutto quel caos?
Ad un certo punto anche lo scudo protettivo di Carapace, che si era vista costretta a richiamare in suo aiuto, era più servito contro Alya. Fortunatamente in loro soccorso erano arrivati Haoxin e... Xiēzi? Insieme? Haoxin aveva trovato il suo sostituto quindi.
Col suo lucky charm un foulard a pois ancora non sapeva cosa fare ma adesso aveva tempo per pensare.
Haoxin le andò accanto mentre Xiēzi prendeva la sua frusta e la faceva svolazzare lasciando partire il suo colpo. "Terreur Noir!" La frusta saettò attraverso gli zombie di lady Wi-Fi e intanto Ladybug venne distratta da Haoxin.
"Chat Noir arriva. Ha portato Adrien Agreste al sicuro." La avvertì indicandole un albero. "Io mi tengo in disparte semmai servisse il mio intervento, so che solo tu puoi contrastare Le Papillon."
Marinette annuì alla colomba bianca, aveva indubbiamente bisogno di Chat Noir. "Perché non hai portato tu Adrien al sicuro?" Chiese
"Mi ha detto che è allergico alle piume."
Vero... Marinette fece un passo avanti mettendosi il foulard al braccio. "Hai ragione, io entro in battaglia e vedo come usare la mia arma." Disse sparendo.
Haoxin si mise dietro ad un albero e chiamò a se il Kwami della divisione. "PHYLLO TRASFORMAMI!" Ordinò. Poi si divise e senza indugiare si trasformò in Chat Noir raggiungendo Ladybug in battaglia.
"Beata tra gli uomini Ladybug?!" La salutò allegro. "Cosa abbiamo qui?"
"Il caos!" Disse Luka posto a fianco di Carapace.
"Tu sei?" Chiese Chat Noir
"Red Skorpio, piacere di essere a vostra disposizione."
Chat Noir annuì "Bisogna mettere la musica se c'è il caos! Fasciamoci la testa insettina e diamoci alle danze."
"Non chiamarmi insettina! Anche se... per fermare i cloni dobbiamo forse veramente fasciare una testa!"
"Dimmi cosa dobbiamo fare!"
Ladybug sorrise. "Prepara il cataclisma."
"L'akuma è nel cellulare." Lo informò Carapace il cui miracoulus stava suonando dando un ultimo minuto di tempo.
"Sbrighiamoci... CATACLISMA!"
Ladybug sorrise al compagno contenta che finalmente fosse arrivato, erano una squadra e senza di lui non poteva affrontare gli akumizzati. Con pochi gesti si guardò intorno, dietro di lei Haoxin, al suo fianco il suo Chaton e due passi avanti infine c'era Red Scorpio. "Provvedi ad andare verso Lady Wi-Fi, Red Scorpio crea un varco tra i cloni. Disse andando verso Haoxin di corsa.
Lui si fece avanti, Adrien conosceva quella ragazza, quando partiva con le sue idee era come se gli leggesse nella mente, arrivando a combattere in simbiosi. Poco importava se era Chat Noir o Haoxin, l'avrebbe sempre compresa, così si abbassò sulle ginocchia e le tese le mani, lei saltò su di esse per avere un appoggio e Adrien la spinse verso l'alto e verso Lady Wi-Fi.
Con un salto all'indietro Ladybug si trovò sulla testa della sua amica, le coprì gli occhi  con il foulard rendendola cieca, tutti i suoi cloni si fermarono nello stesso momento. Chat Noir colpì col cataclisma il cellulare della ragazza poi afferrò Ladybug per la vita così da non farla cadere.
Dal  cellulare si liberarono la farfalla e un piccolo caimano che i due osservarono sbigottiti.
Chat Noir si alzò ed aiutò Ladybug. "Prendili presto."
Lei annuì lanciando il suo yo-yo a prendere i due piccoli demoni. "LADYBUG SCONFIGGE IL MALE... ciao ciao farfallina, ciao ciao... AAAHH!!"
Marinette lasciò il suo yo-yo quando notò che il piccolo coccodrillo viveva ancora ed era incolume al lucky charm.
Haoxin uscì allo scoperto fissandolo. "Red Scorpio prima di detrasformarti dovrai contattare Mu Shī, dille che serve la sua amica Shé Guanin qui a Parigi." Lo istruì allora.
"Usa il tuo miracoulus per purificare Ladybug, Carapace deve andare via." Ordinò Adrien nei panni di Chat Noir.
Ella annuì e lanciò il miracoulus in cielo. "MIRACULOUS LADYBUG!" Annunciò, tutto tornò al suo posto e intanto il coccodrillo girava ancora intorno al gruppo di eroi.
"Pensate voi a lui. Io e Carapace portiamo Alya a casa." Disse la coccinella ai ragazzi.
Intanto il gruppo di maschi si tese il pugno che batterono contro in segno di vittoria.
"Va bene Ladybug, pensiamo noi al coccodrillo, sicuramente sarà innocuo adesso." Disse Chat Noir tranquillo come sempre.
Lei annuì e sparì, di nuovo non l'aveva chiamata milady. Andò via con Carapace giusto in tempo prima che tornasse ad essere Nino e si riprese il miracoulus.
"Cosa ho fatto?" Chiese Alya ormai tornata in se.
"Amore sei stata akumizzata ed hai attaccato Adrien!" Le disse Nino.
"Oh no! Veramente ho provato a fare del male ad Adrien? Non volevo arrivare a tanto, lo sai vero Nino?" Chiese la ragazza.
Ladybug allora attirò la loro attenzione. "Vedo che state bene, io vado. Ciao ragazzi."
E così dicendo saltò su un albero e si de trasformò, poi sempre su quell'albero richiamò Nissa e si trasformò.
"Scopriamo un po' come purificare il coccodrillo!" Disse la ragazza dando a Tikki un macaron. La piccola annuì e sorridendo alla sua portatrice la seguì sul luogo della combattimento.

Segue...

 

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Capitolo 9
*** Parte 8ª - Un nemico più forte ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
 

 

...Continua

Marinette si trasformò in Mu Shí e raggiunse il gruppo di eroi che ancora si trovava sul luogo dell'ultima battaglia.
Quando giunse Haoxin aveva appena usato il suo potere di purificazione sul baby coccodrillo che si trasformò poco dopo in una lucertola.
La ragazza irruppe sul gruppo sorprendendo i tre e guardandosi intorno, lo sguardo puntato sullo scorpione.
"Xiēzi..." Lo chiamò. Per quanto sapesse che quel ragazzo in realtà non fosse lui doveva attenersi alla parte. "Haoxin, anche tu qui?"
Il ragazzo dai lunghi capelli bianchi annuì indicandogli lo scorpione.
"Mu Shí, ti presento Red Scorpio."
"Ma ciao micetta!" La salutò Chat Noir prendendole la mano e dandole un baciamano. "È un piacere rivederti."
Marinette ritrasse la mano. Ma come?... L'aveva salutata con distacco fino a poco fa e adesso faceva il farfallone con un'altra? "Non chiamarmi micetta." Gli disse infastidita.
Lui le sorrise, di quel suo sorriso sornione che sapeva concedere nel massimo del suo fascino. Marinette si avvicinò a lui, ma la voce tranquilla di Red Scorpio irruppe nella sua testa.
"Quindi tu sei Mū Shī. Avrei dovuto chiamarti." Disse il ragazzo.
Marinette si riscosse. "Lo immaginavo. Nissa riesce a percepire quando Rizza si trasforma e ti ho raggiunto."
"Ah ecco!" Intervenne Haoxin. "Volevo ti contattasse perché abbiamo un problema."
"Di che tipo?" Chiese la ragazza.
"Del tipo che io e Ladybug non siamo riusciti a risolvere. Lei è andata via e sinceramente anche io dovrei andare." Disse indicando il suo anello, che gli dava un ultimo minuto di autonomia.
"Ti aggiorno io Chat Noir, domani potremo vederci." Intervenne Haoxin.
Il gatto nero annuì. "Al solito posto?" Chiese
"Sì, dove ci siamo conosciuti è perfetto. Ci vediamo lì nel primo pomeriggio!" Chat Noir lo salutò, poi salutò Red Scorpio ed infine si inchinò a Mû Shī con un sorriso beffardo e una strizzata d'occhio. "Ci vediamo presto Mao lady*." Disse divertito.
Marinette si irritò ancora di più... lady? L'aveva chiamata lady? E anche micetta ancora, perché sere fa Xiēzi le aveva dato quell'appellativo?
"Sparisci gattaccio!" Gli disse sollevandosi in punta di piedi e afferrandolo per il collo impavida.
Lui rimase sorpreso dalla sua reazione, ma subito si riprese sorridendole. "Io non sono il tuo amico scorpione. Non cado nella tua trappola Mao lady."
Le disse sorridendole e allontanandosi da tutti.
Dopo un po' che il gatto nero fu sparito Haoxin attirò di nuovo la sua attenzione.
"Anche Red Scorpio deve andare via." Disse indicando la sua collana che si illuminava su un ultimo punto.
"Ci rivedremo in giro Red." Gli sorrise Marinette contenta che con questo nuovo scorpione non provasse l'istinto incontrollabile di flirtare, anche se lo stesso eroe non dava modo di reagire.
Lui ricambiò il sorriso ed annuì. "Non vedo l'ora di difendere Parigi al tuo fianco Mû Shī, è stato un piacere."
"Io... io resterò a Parigi per qualche giorno ancora. Ma fidati troverò il modo per poterti aiutare anche da casa." Gli disse. Lui annuì e con un gesto afferrò la sua coda e la lanciò oltre un albero per darsi la spinta e sparire. "A presto allora."
"Dunque." Disse Haoxin. "Il coccodrillo se ben ricordo è uno dei miracoulus rubato la notte in cui ci siamo conosciuti." Iniziò la colomba bianca. "Se è così appartiene o alla tua miracle box o a quella di Shé Gūniáng." Gli disse lui.
Marinette annuì, forse era così, ma doveva controllare sul grimorio. "Devo controllare e posso farti sapere."
Adrien annuì mentre si sentiva nuovamente più forte. La medusa aveva sciolto la divisione e l'altra parte di se si era riunita di nuovo a lui.
"Io sono sicuro di non averla nel mio grimorio, quindi non posso aiutarti. Ladybug e Chat Noir possono, poiché Papillon usa anche le sue akuma, quindi usa l'unione dei poteri che potete contrastare entrambi. Con Shé Gūniáng o te avete bisogno di fare gioco di squadra. Red Scorpio sarà sempre a tua disposizione!" Le indicò Adrien.
"Tu vai via?" Chiese allora Marinette
"Come ti ho già detto ho un'altra missione." Le disse lui. "Il nostro compito è contrastare chi vuole mettere le mani sui Miraculous e proteggere l'umanità."
Marinette ancora annuì mentre Adrien chiamava Guu. "Un elefante mi ha detto che avevi bisogno di lui." Le sorrise e lei annuì!
"Posso?" Lui fece un cenno di assenso con la testa e lei continuò "Forse dovrei venire anche io al tuo incontro con Chat Noir domani." Propose
Haoxin rimase sorpreso da quella proposta, poteva certo. Ma non voleva abusare del miraculous della medusa per quelle cose così effimere. "Mi dispiace ma non posso. Ho conosciuto Chat Noir personalmente e mi presenterò da lui senza trasformazione."
Marinette lo fissò stupita. Non potevano conoscere le loro identità! Lui sembrò comprenderla poiché le sorrise e le sfiorò il braccio. "Ancora Ozōo non ti ha istruita."
Lei si sentì in colpa in un attimo, no, Ozōo le aveva dato tutto il tempo di cui aveva bisogno.
"Lo farò presto prometto."
"Io resterò qui tutto il tempo necessario ad addestrare Red Scorpio, massimo settimana prossima però andrò via." Le disse rassicurante.
"Provvederò ad ascoltarlo prometto." Gli disse.
Al che lui annuì e spalancò delle enormi ali bianche sulla schiena. "Chat Noir mi ha detto che è allergico alle piume, vedrò quindi di tenermi da parte se intervengo nelle vostre battaglie."
Lei lo osservò poi sorrise. Già Chat Noir era allergico alle piume, ogni volta che avevano  a che fare con Mr piccione era una lotta alla sua allergia.
"Allora a presto." Lo salutò la ragazza e i due si divisero.
Adrien sparì oltre il cielo che sorvolò per un po', una volta nei pressi della nave galleggiante dei Couffaine scese vedendo Luka che lo salutava.
Schiuse le ali e lo seguì nella sua stanza dove si de trasformò.
"Grazie Luka!" Chiese il ragazzo
"Grazie a te per la fiducia Adrien. Devo ridarti il miraculous giusto?" Disse togliendosi il laccetto.
"No tienilo. Dobbiamo però proteggere le nostre identità, io con te e tu con me! C'è un modo per farlo ma devo rientrare a casa adesso, ti dispiace se ci incontriamo domani verso le 19.00 alla Francois DuPont?" Gli chiese 
Luka annuì "Sì per allora avrò finito il mio turno di lavoro." Disse il ragazzo.
"Io avrò finito col basket invece. Grazie ancora Luka, a domani." Disse il biondo uscendo dalla sua stanza e poi dalla barca.
Nella sua testa c'erano tante cose irrisolte, Marinette, Alya, parlare con Luka, adesso controllare i grimori ed infine trovare una giustifica con suo padre.
Appena giunto a scuola trovò il gorilla ad aspettarlo e rassegnato il ragazzo salì in auto. Perché Marinette lo ignorava? E perché Alya era stata così arrabbiata con lui?
Una volta in casa Nathalie lo portò nello studio di suo padre.
Gabriel gli andò incontro fissandolo. "Dove sei stato dopo la scuola Adrien? Ho saputo che c'è stato un attacco akuma."
Il ragazzo annuì. "Vero... e l'akumizzato cercava proprio me. Un eroe con le sembianze della colomba mi ha portato via, solo durante il salvataggio si è palesata la mia allergia e mi ha portato in ospedale." Raccontò prendendo dalla borsa delle compresse. "Adesso sto bene, mi hanno dato queste compresse per le allergie alle piume."
Gabriel lo fissò poi andò ad abbracciarlo. "Sono stato molto preoccupato per te. Meno male che a Parigi ci sono tutti questi eroi. Adesso torna in camera tua Adrien." Gli ordinò Gabriel allontanandolo.
Adrien annuì, quei momenti di affetto di suo padre se li prendeva tutti, però c'era anche il momento in cui doveva accettare che lui prendesse le distanze. Ormai ci stava facendo il callo. "Va bene padre. A dopo!" Forse, semmai lo avesse raggiunto a cena.
Gabriel seguì il figlio uscire dalla stanza e una volta che Nathalie ebbe chiuso la porta strinse la mano a pugno.
"Questa volta Adrien ha rischiato grosso." Affermò la sua assistente.
"Non immaginavo la ragazza provasse questo forte rancore verso di lui. Ma fra quindici giorni partirà per Londra ed allora sarà al sicuro!" Affermò il famoso stilista.
"Tornerai ad usare il coccodrillo?" Gli chiese Nathalie.
"Solo quando saprò Adrien al sicuro in casa. Adesso abbiamo un altro problema, il ragazzo colomba."
Nathalie annuì. "È lo stesso che è intervenuto al tempio con quegli altri supereroi."
"È arrivato fin qui col suo esercito. Dobbiamo impedirgli di trovarci e togliergli il miraculous. Per non parlare del piccolo esercito che si è portato dietro."
"Non sono i miraculous che erano al tempio. Il monaco li aveva dispersi."
"La mia tesi era esatta Nathalie. C'erano altri miracoulus lì ed i monaci li avevano già distribuiti in giro. Sapevano che c'era una minaccia, ma non mi farò fermare da loro, adesso sono più forte e appena Adrien sarà al sicuro spiegherò le mie forze."
"Sai già a chi assegnare il miracoulus dell'avvoltoio?" Chiese Nathalie
"Lo prenderò sempre io! Ma ho già in mente di lasciarti Duusu dopo che ti sarai ripresa e adesso che è riparato ."
L'assistente lo fissò, se poteva lo avrebbe aiutato quindi avrebbe accettato di nuovo miracoulus.
"Cosa devo fare?"
"Carpire quanto sia affidabile Lila Rossi e se fattibile concederle un miracoulus. Non dovrà entrarne in possesso e dovrà restituirmelo. Temo solo che poi non lo farebbe!"
"Potresti farlo avere a Chloé Bourgeois."
"Chloé no! Non ha l'innata abilità di Lila a manipolare le persone."
"Terrò d'occhio Lila Rossi allora." Obbedì l'assistente. Nonostante non le piacesse la ragazza non stava a lei decidere, avrebbe fatto tutto ciò che Gabriel avrebbe chiesto. Sempre!

Marinette arrivò in casa dopo un po'. C'erano delle priorità, concentrarsi sui miraculous e sugli amici. Quel giorno Alya era sfuggita al controllo di Papillon ma per farlo c'era stato bisogno anche di miracoulus che non erano della creazione. Si de trasformò e subito chiamò Ozōo mentre dava dei biscotti ai suoi Kwami.
"Dimmi tutto ciò che devo sapere Ozōo." Chiese sedendosi sulla choise longe mentre il Kwami la raggiungeva.
"Noi Kwami Marinette abbiamo delle inibizioni. Per esempio se volessi dirti che Haoxin si chiama CROUTH." Ruttò fuori bolle invece del nome di Adrien. "Non possiamo farlo. È un modo per proteggervi in caso verremo presi."
La ragazza lo guardò stupita, era vero. Lo aveva visto capitare anche con Plagg quando si era trasformata in lady noir. Annuì ad Ozōo per fargli comprendere che lo seguiva.
"Ho fatto fare ad Haoxin lo stesso giuramento e lui lo fa fare ai suoi portatori nel caso scoprano la sua identità. Haoxin e il suo team non possono rivelare le identità dei portatori!"
"Cioè, significa che Haoxin si è inibito?"
L'elefante annuì mentre il gufo li raggiungeva e si inseriva nella conversazione. "Haoxin ha come te una grande responsabilità. Ha la proprietà su una miracle box e mezza ed ha nella sua testa tanta conoscenza al momento. Deve preservare se stesso e con lui i suoi cari."
"Quindi se io volessi scoprire chi si celi dietro la maschera di Chat Noir o Red Scorpio lui non potrà dirmelo." Affermò la mora
"Come anche i due eroi che hai nominato non potranno farlo. Quando Chat Noir ha raccontato ad Haoxin tutto ciò che Papillon aveva compiuto in questi mesi abbiamo deciso di prendere tutte le misure preventive per proteggere i miracoulus." Disse allora Guu
"Siete due Kwami molto forti se conoscete tutte queste cose. Haoxin non dovrebbe lasciarvi così liberi." Affermò la ragazza, quel ragazzo era irresponsabile alla fine anche se non sembrava.
"Haoxin è consigliato da me. Fidati se qualcuno dovesse prenderci non otterrebbe nulla!"
"Cosa mi sfugge?" Disse la ragazza.
"Adesso ti insegno a sigillare i Kwami alla tua persona, così da poterti separare da noi non perdendo il tuo potere di proprietario. Poi ti insegno come inibire i portatori di segreti, prenderai il grimorio, leggerai e imparerai."
"Custodisci due segreti dei Kwami  così importanti?" Chiese Marinette.
"E anche di più. Ma quelli che servono a te sono questi due. Quindi adesso Marinette mettiamoci al lavoro."
La ragazza assentì, era giunto il momento di imparare e se le cose stavano così avrebbe potuto tornare a lasciare i miracoulus ad Alya e
gli altri, avrebbe riavuto il suo team.

Era notte fonda quando trasformatosi in Chat Noir Adrien si fermò sul tetto della scuola a fissare l'abitazione di Marinette. La sua amica lo stava evitando, ne aveva avuto la conferma parlando con Luka quel pomeriggio. Assurdo, aveva consegnato al ragazzo della sua amica, o almeno che pensava fosse sua amica, il miraculous della paura, anziché darlo a Kagami di cui si fidava. Aveva anche fatto vedere il suo volto a Luka, concedendogli più di quanto altri avessero avuto fino a quel momento.
L'unica persona a cui aveva voluto mostrare il volto che si celava sotto la maschera fino a poco tempo prima era stata Ladybug. Avrebbe voluto vederla e conoscerla e farsi conoscere non solo come Chat Noir, ma anche come Adrien. Purtroppo alla fine non lo aveva fatto, avevano mantenuto segrete le loro rispettive identità ed aveva avuto rispetto della sua volontà. Come aveva rispettato anche la volontà di restare solo amici, lui era uno sciocco poiché faceva tutto ciò che milady gli chiedeva. La amava ancora, assurda l'idea di dimenticare ciò che provava, ma aveva accettato l'idea che fosse un amore a senso unico ed era andato avanti. Soprattutto perché se a guidare i suoi sentimenti poteva essere stato il miracoulus della distruzione.
Scosse la testa, ma cosa stava a dire! Plagg non era mai interferito nella sua vita privata, lo aveva anzi spinto ad andare oltre e come diceva lui ad assaggiare altri formaggi! Sorrise, ripensando a quando con il biglietto a forma di cuore in mano avesse notato la somiglianza della scrittura con quella di Marinette. Il Kwami anche in quel caso lo aveva spinto a comprendere se non fosse stata la sua amica a scrivergli il biglietto.
"Questo biglietto non può essere stato scritto che dalla tua anima gemella!" Aveva detto.
Marinette! C'era Luka nella sua vita e lui stava provando a vedere Kagami per più di un amica.
D'improvviso ad attirare la sua attenzione fu il giungere dell'amica sul suo terrazzino.
Adrien restò a fissarla per un po', poi spinto dall'istinto si erse sul tetto e fece dei passi avanti verso di lei.
Lo aveva visto, anche lei adesso era in allerta. Fece un salto e la raggiunse sul terrazzino.
"Notte insonne principessa?" Le disse chiamandola con il nomignolo che aveva usato al loro primo incontro.
Marinette fu sorpresa della presenza di Chat Noir sul suo terrazzino, era rimasta sorpresa anche nel vederlo da solo a osservare la città dal tetto della scuola. Il suo partner faceva ronde notturne senza di lei, senza neanche chiamarla.
Era delusa, Chat Noir si era allontanato emotivamente da lei, lo stava avvertendo. Era sempre lo stesso Chaton, l'unico che la supportava e le dava fiducia incondizionata. Ma adesso non palesava più i suoi sentimenti, se si avvicinavano troppo era il primo a prendere le distanze, la proteggeva, e poi la allontanava. Non la chiamava più milady ed al contrario, dava questo appellativo ad altre.
Quando era accaduto ciò? Non dopo il suo viaggio in Cina no, era iniziato prima. Prima che diventasse la guardiana, quando Chaton aveva visto con occhio diverso una collega; non lei o Rena Rouge o Queen Bee, ma Ryuko. Si era complimentato con lei, l'aveva adulata e aveva evidentemente ignorato lei.
Possibile che Kagami avesse il potere di circuire chiunque lei amava e le stava al fianco?
Sobbalzò osservando Chaton che si avvicinava, aveva veramente pensato di amarlo?
No, non poteva essere. Lui era il suo Chaton, amico, partner costante della sua vita, lui era... sentì gli occhi punzecchiati dalle lacrime.
No... non amava Chat Noir.
"Tutto bene Marinette!" Le chiese avvicinatosi a lei, il suo pollice le sfiorò la guancia con un unghia artigliata mentre le asciugava una lacrima. Lo sguardo era preoccupato e premuroso.
Il suo Chaton, sempre accanto a lei, spavaldo, sicuro di se, sbruffone, con un senso dell'umorismo decisamente inaccettabile, protettivo e costantemente al suo fianco. Ma anche come in quel momento, dolce, sensibile, premuroso e comprensivo. Quel lato del suo carattere che faceva vedere solo a lei, a Marinette.
"Io ti amo!" Affermò in preda alle lacrime. Perché lo aveva perso, aveva perso il suo Chaton per via dei tanti rifiuti che Ladybug aveva continuamente perseverato.
Chat Noir la osservò ritraendo la mano, guardandola scioccato. Cosa stava dicendo? Avevano già chiarito quel punto quando suo padre era stato akumizzato, lei non lo amava, poteva essere una sua fan ma non lo amava e non poteva amarlo. Non si conoscevano, lui era l'eroe che salvava Parigi e che qualche volta si era visto salvare anche la giovane corvina.
Ma non poteva conoscerlo, lei aveva visto di lui il cavalier servente che correva a salvarla quando ce n'era bisogno. Quando l'aveva aiutata con il Dissenateur, quando l'aveva messa al sicuro da Befana e quando voleva liberarla da Babbo Mannaro. Ma lei non sapeva altro di lui.
"Non puoi provare questo per me Marinette. Sei forse... stanca!" La giustificò lui. Ma ella riprese a piangere e lo abbracciò.
"Ti amo! Non è una bugia. Ti amo Chat Noir." Disse lei piangendo. Stupida, era una stupida. Per la sua grande infatuazione per Adrien era stata talmente tanto cieca da non vedere che l'amore vero era sotto il suo naso.
Si sentì stringere nel suo abbraccio. Il suo calore, o quanto le era mancato il suo calore. Quell'abbraccio era ciò di cui aveva bisogno, era lui la persona di cui aveva bisogno, colui che le dava certezze, la sua roccia. Non dei Kwami saggi e antichi, lei aveva bisogno di Chat Noir, l'unico che capisse i turbamenti che quelle responsabilità che le erano cadute addosso poteva causarle. Perché loro due erano simili in questo, avevano un destino, il loro destino. "Ti amo Chat Noir!"
"Va bene Marinette. Ma non piangere adesso!" Le disse lui stringendola forte. "Stai serena e non lasciarti andare all'angoscia. Ti prego principessa, non potrei accettare che Papillon se ne approfitti. Non potrei mai combattere contro di te!" Ammise lui. Ed era vero ciò che pensava.
A quelle parole Marinette si riscosse. Papillon! Era vero, stava affrontando uno stato umorale consono al portatore della farfalla. Sospirò e cercò di regolarizzare il respiro, di non lasciarsi andare alla tristezza ed al pianto.
Dopo un po' finalmente ci riuscì e nel farlo Chat Noir sciolse l'abbraccio.
"Scusami Chato... Chat Noir." Disse allora. "Non so cosa mi abbia preso, tu ami Ladybug ed io mi sono lasciata andare come una stupida ragazzina alla sua prima cotta." Gli disse guardandolo.
Lui cercò di alleggerire la situazione gonfiando il bicipite del braccio destro e poggiando una mano sul petto. "So che ho un fascino irresistibile ed è facile infatuarsi di me!" Si prese in giro da solo.
Poi tornò serio e la osservò con dolcezza. "Ma sappiamo entrambi che non mi ami." Le disse.
Lei sussultò, lui non poteva capire, lei lo conosceva non per l'eroe che vedevano tutti. Ma per il suo compagno, la sua roccia.
"Ti ricordi di quando mesi fa ti parlai del mio amore per Ladybug?"
Marinette annuì, certo che lo ricordava. All'epoca l'aveva spiazzata, sia per la sua dolcezza nel gesto che le aveva riservato come eroina, sia nella tenerezza con cui l'aveva portata sul piazzale nei panni di Marinette, per allietare il suo animo in subbuglio per via di Adrien. E allora come una sciocca lo aveva rifiutato.
Anche lui annuì. "Fu allora che mi dicesti che eri innamorata di un ragazzo che non provava nulla per te." Le disse Adrien. "Per questo so che non mi ami principessa, io e te condividiamo lo stesso destino e forse adesso credi di amarmi. Ma sappiamo che non è così! Non c'entra Ladybug, o i sentimenti che ho provato per lei. Perché ho accettato che noi siamo solo partner e sono andato avanti. Forse anche tu stai andando avanti Marinette, ma non con me."
Si indicò in tutta la sua prestanza, la tuta aderente che fasciava il suo corpo, il bastone su cui si appoggiava beffardo, il viso perfetto nascosto dalla maschera. Ed era sulla maschera che puntava il suo dito.
"Tu conosci questa maschera. Ma non sai altro di me Principessa, e fidati ti voglio bene, sei una delle poche... anzi no! Sei l'unica che conosce cose di me che altri non possono immaginare. Io mi fido di te principessa. Ma noi siamo solo semplici conoscenti che si trovano..." disse lui per poi ridere divertito. "...quando ti metti nei guai."
Marinette lo osservò e rise lei stessa. Già in quelle vesti erano quelli i casi dove si trovavano e appena lui la metteva in salvo ecco che lei si trasformava per raggiungerlo come Ladybug. Aveva ragione lui, non era quello il modo! Doveva riconquistare il suo Chaton come Ladybug, perché Marinette non era altro che una probabile fan infatuata del suo eroe salvatore.
Tirò un respiro profondo e lo abbracciò. "Grazie Chat Noir, avevo bisogno di questa chiacchierata."
"Sappi che sarai sempre la mia sola e unica principessa." Continuò a scherzare lui.
Lei rise ancora, si le stava tornando il buon umore.
"Cosa mi consigli mio eroe." Scherzò
"Di andare oltre Marinette e pensare a seguire ciò che piace a te e di viziarti, circondati di persone che ti amano." Le disse lui
Lei fece una smorfia. Questo era ciò che stava facendo lui? Era andato oltre?
"Tu ti stai circondando di persone che ami?" Chiese lei triste.
Lui annuì. "C'è una ragazza speciale. Che è splendida e con cui condivido le mie giornate..." lasciò girare la mano all'altezza della maschera. "... senza questa!"
Lei cercò di non lasciare andare il groppo alla gola, non voleva piangere di nuovo e diventare preda di Papillon. "Vi amate?" Chiese, doveva volerlo, o forse sì. Doveva scoprire se aveva ancora una possibilità con Chat Noir.
"Guardami principessa." Disse allora lui indicandosi ancora. Era un affermazione, era un sì.
"Sei stupendo e bellissimo ovviamente..."
"No!" Disse lui serio. "Sono ciò che dici ma sono anche sfortunato. Quindi no... lei non mi ama."
Marinette perse un battito, aveva ancora una possibilità con lui. "Semmai dovesse andarti male potresti sempre correre da me." Alluse dunque lei.
Chat Noir le si avvicinò ed annuì. "Se fra un po' di tempo sarai ancora e sempre convinta di amarmi e se la ragazza che mi piace non mi darà una chance allora potrei venire da te e farti conoscere quanto io sia stupendo... e allora mi farai innamorare e grazie alla mia sfortuna ti passerà la cotta per me." Scherzò lui. Sembrava che Marinette veramente lo amasse, ne era convinta.
Lei annuì infatti e gli saltò al collo arrivando all'altezza del suo viso. "Vedremo Chat Noir..." Gli disse dandogli un bacio sulla guancia. "Partirò per un mese. Ma al mio ritorno chiuderemo i conti."
"Vai in vacanza?" Le chiese lui.
"Scambio culturale. Hai un mese di tempo per conquistare questa ragazza, poi non mi farò più da parte." Affermò Marinette.
Aveva un mese poi Ladybug avrebbe lottato per tenere legato a se il suo Chaton e questa volta non solo come partner ma anche come compagno e amore della sua vita.
Chat Noir annuì. "Verrò a trovarti al tuo rientro. Adesso va a dormire Marinette!" Disse facendo un salto sulla ringhiera
"Buonanotte a te Chat Noir e grazie."
Lui sollevò il dito in segno di assenso e saltò via. Verso le strade di Parigi notturna e poi verso casa sua.
Appena dentro casa sciolse la trasformazione e prese a camminare avanti e indietro nella stanza.
"Innamorata di me! È innamorata di me!"
"Dovresti esserne felice e non disperato Latin lover!" Disse Plagg andando a prendere il suo pezzo di formaggio. Era soddisfatto, finalmente le cose tra quei due andavano come dovevano.
"Lei non ama me Plagg, lei ama Chat Noir." Disse il biondo spogliandosi e andando avanti e indietro nella stanza.
"Non capisco cosa ci sia di male in ciò." Affermò Gurru uscendo allo scoperto.
Plagg annuì, Adrien osservò i due Kwami. Cosa c'era di male? Tutto era male, Marinette amava Chat Noir
"Ama Chat Noir, quando invece sta evitando come la peste me, Adrien." Disse allora infilandosi il pantalone a tuta del pigiama.
"Tu dici sempre che quando sei Chat Noir sei te stesso. Quindi meglio no!" Disse Plagg buttando giù un pezzo intero di camembert.
Adrien lanciò la maglia del pigiama sul letto frustato.
"MA IO NON VOGLIO!" Urlò Adrien. "Non voglio che regali abbracci e baci a Chat Noir, non voglio che pianga per lui. Io voglio che lei ami me! Me Adrien non altri!" Disse allora.
E dopo aver dato voce ai suoi sentimenti si lasciò andare sul letto guardando i due Kwami. Non voleva che Marinette continuasse ad allontanarlo, ad ignorarlo, inventare scuse per non stare con lui, sorridere agli altri e non a lui, dedicarsi a tutti ignorando la sua presenza. Lui voleva Marinette per se! Solo per se!
Puntò lo sguardo su Gurru. "Avevi ragione, lei è speciale per me. Provo qualcosa per lei!"
"Era di lei che parlavi questa sera dunque. Non di quella Kagami." Affermò la colomba.
Lui scosse la testa. "No, per quanto sia carina Kagami, è Marinette che mi piace."
"E allora prenditela. Ti ama Adrien, te lo ha detto!" Disse felice Plagg.
"Lo ha detto a Chat Noir, non a me! Plagg mi odia e mi evita." Disse il ragazzo indossando la maglia e guardando i due Kwami.
"Ho un mese di tempo per ricordarle che esisto, per conquistarla e per farle capire che Chat Noir è solo una cotta." Ammise iniziando a vedere quel viaggio a Londra sotto un'altra prospettiva.
"Inizia a prendere le pillole per la tua allergia." Annunciò allora Gurru, gli servivano se avrebbe consegnato alla sua amata il Kwami del corvo e della guerra.
Adrien scosse la testa, fin quando avrebbe potuto il miracoulus della guerra sarebbe rimasto nella miracle box. Era l'unico che non aveva potuto rendere suo per via del legame complementare con Gurru e doveva essere sicuro dei sentimenti di Marinette prima di consegnarle il miracoulus.
"La amo! Ma aspetterò, ho tutto il tempo per il miracoulus è con lei che non ho tempo."
Plagg gongolava. "Ho che bello vederti così innamorato. Ma ripeto, fossi in te accetterei ciò che ti ha detto stasera senza creare altri casini."
"No Plagg! Io conquisterò la sua fiducia e la sua amicizia, poi mi dichiarerò. Io devo.. io ho bisogno di questo io..."
"Io non capisco perché voi umani vi complicate così la vita!" Affermò allora il kwami nero al suo portatore. Finalmente ladybug aveva tolto le fette di salame sugli occhi e lui rifiutava il suo amore! Assurdo.
"Buonanotte Adrien!" Lo salutò il miracoulus della distruzione.
"Buonanotte Plagg... buonanotte Gurru!"

 

*Micia, quindi Chat sta chiamando Mu Shí lady micia. Marinette si offende poiché invece Chat non la chiama più milady

 

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Capitolo 10
*** Parte 9ª - Decisioni importanti ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE

(Vi ricordo, per aver più chiarimenti sulla FF di controllare il libro cronologia e info Miraculous, pubblicale sempre da me. Troverete info sulle nuove miracle box, i Kwami e gli eroi. NdA) 
———

 

Lasciato Chat Noir, Marinette andò a lanciarsi sul suo letto letteralmente scioccata. Amava Chaton, lo amava e lo aveva sempre rifiutato fino ad allora. Sarebbe stato troppo tardi adesso? Cercare di recuperare quella storia mai nata per via delle sue fissazioni per Adrien? E lui? Il giovane modello? Era stato così facile metterlo da parte?
No, se doveva essere sincera Marinette poteva affermare che nel suo cuore c'era sempre un battito più forte solo a nominare il compagno di classe. Ma sì, lo aveva messo da parte e doveva andare avanti, sopratutto adesso che aveva scoperto di Chat Noir. Doveva fare mente locale e riavvicinarsi a lui, voleva sentirsi chiamare di nuovo milady, come solo lui sapeva fare e voleva crogiolarsi nella sicurezza che solo lui sapeva infonderle.
"Lo amo Tikki! Ma dimmi, è possibile amare due ragazzi allo stesso tempo?" Chiese allora la corvina.
Tikki le andò incontro e la abbracciò per rassicurarla. "Tutto può essere Marinette. Oppure può essere un'illusione, dov'è Nissa?" Chiese il Kwami temendo che l'amica fosse sotto l'influsso del miraculous del coraggio. Purtroppo non poteva dire alla sua portatrice che si era accorta di amare anche l'altra parte di Adrien, quella a lei sconosciuta. Ma avrebbe potuto dirle che tutto quell'ardore dipendeva da Nissa, che le aveva fatto trovare il coraggio di rivelarsi.
Ma la sua portatrice scosse la testa. "Con Ozōo e Guu siamo venuti a patti che non posso portarmi allo stremo e che comunque ho anche un altro Kwami oltre te. Quindi darò via Nissa! Domani dopo scuola compirò l'incantesimo di protezione e intanto mi guarderò intorno alla ricerca del portatore perfetto." Affermò
"Tu sei perfetta per tutto Marinette, ma concordo con voi. Hai già un bel da fare."
La corvina annuì. "Non posso lasciare Larss! Non c'è sentimento peggiore dell'odio e so che posso gestirlo. Ma fare avere ad altri lui credo sia pericoloso."
"Dovrai cercare un compagno di battaglie allora." Disse Tikki.
"Chat Noir!" Rispose lei risoluta, su questo era sicura.
Tikki la guardò. Ricordava ancora di quando Adrien era stato lì appena rientrati dalle vacanze, il Kwami che aveva dietro oltre Plagg, la colomba simbolo della pace. Avrebbe accettato Adrien anche il Kwami dell'amore?
"Lasciati guidare dal cuore quando sarà il momento. Non essere impulsiva."
"Tanto tra quindici giorni partiamo per Londra. Abbiamo tempo Tikki." Disse la sua portatrice sbadigliando.
Tikki si sollevò e la coprì con la coperta. "Brava Marinette... buonanotte."
"Buona... notte... Tikki."

Il giorno dopo a scuola la prima cosa che Adrien fece fu aspettare l'arrivo dei suoi amici. Il primo a giungere fu Nino, che lo salutò come sempre con leggerezza. Dopo un po' arrivò la ragazza che lui stava aspettando intensamente, meglio mettere in chiaro le cose prima possibile così da non avere più dubbi e incertezze.
Alya stava salutando Marinette abbracciandola con possessione quando le raggiunsero Nino e Adrien.
Il biondo appena fu di fronte a loro fece una sorta di inchino ponendo le mani in segno di preghiera.
"Qualsiasi cosa io abbia fatto, parliamone. Sei mia amica Alya e ci tengo a te ed all'amicizia di tutti voi." Tirò su la testa ed incrociò lo sguardo della mora. "Ti va di risolverla e chiarirci?" Le chiese
Alya sorpresa guardò verso il gruppo di amici, ancora troppo fresco era il ricordo dell'akumizzazione del pomeriggio passato.
Marinette la strinse in un abbraccio, capendo le difficoltà della compagna, questa volta fu lei a supportarla. Sopratutto perché quella situazione si era venuta a creare per colpa sua.
"Alya mi ha visto strana ultimamente e temeva fosse colpa tua. Ma ieri sera dopo che è stata liberata dall'akuma ne abbiamo parlato. Si è trattato di un equivoco." Disse al modello.
"Colpa mia?" Chiese lui rivolto alla corvina. La osservò attentamente poi sospirò. "Scusami per l'invadenza, avrei dovuto capire che non eri interessata alle lezioni di cinese." Disse anche a lei.
Marinette sbatté gli occhi per la sorpresa, era questa la conclusione a cui era arrivato? Gli sorrise e scosse la testa.
"No... non è quest0. Mi interessa veramente, solo devo organizzare meglio i miei tempi e... giovedì terrò Manon, di studiare con lei non se ne parla."
Lui fece una smorfia, forse credeva fosse una scusa anche quella, pensò Marinette, ma era vero. Falso che l'avrebbe raggiunta Luka in realtà.
"Semmai dovessi passare da casa potresti notare che sono con lei. Non ti sto ignorando e non mi dispiacciono le lezioni. Credimi." Gli spiegò la mora con il cuore che le martellava forte nel petto.
Quello che stavano avendo in quel momento era un dialogo comune, senza balbettii o cadute ad effetto.
Adrien la osservò per poi avvicinarsi a lei. "Ho un set fotografico sabato. Ti va di venire ad assistere?" Le propose, poi guardò anche Nino ed Alya. "Volete venire anche voi? Potremmo passare un pomeriggio insieme senza che io debba chiedere permessi a mio padre." Terminò, era realmente intenzionato a recuperare la loro amicizia, anche se non voleva sembrare invadente, doveva battere il ferro finché era caldo.
Marinette prese il braccio ad Alya sorridendole. Al che l'amica già incuriosita dallo scambio di battute tra i due amici comprese che era cambiato qualcosa, non sapeva ancora cosa e come ma i due adesso erano rilassati tra di loro.
"Per me va bene Adrien e scusami per ieri, realmente non so cosa mi sia capitato e non immaginavo che Papillon sarebbe stato così devastante."
Adrien annuì all'amica sorridendole. "Tranquilla Alya, l'importante è che abbiamo risolto. Nino sei dei nostri sabato?" Chiese Adrien al giovane deejay che annuì soddisfatto.
Anche il moro era contento come il biondo, finalmente tutti gli attriti erano stati dissipati e loro potevano tornare il gruppo affiatato di sempre. Quell'ultima settimana non era stata per niente piacevole.

Dopo gli allenamenti di basket come promesso Adrien si vide raggiunto da Luka Coffaine. Quando erano rimasti solo loro due negli spogliatoi Adrien salutò Rizza con un colpo di pugno poi iniziò a spiegare l'importanza e l'utilizzo del suo Kwami al musicista.
"Ho lasciato Rizza nelle tue mani. Ma obbedirà sempre a me, quindi tu con lui hai una proprietà parziale. Non dovrai però rendermi il Miraculous!" Gli disse mentre spiegava i fatti.
"Purtroppo è pericoloso essere a conoscenza delle rispettive identità potrebbero catturarci ed obbligarci a rivelare chi siamo, per non contare mettere in pericolo le nostre famiglie." Spiegò Adrien posando l'asciugamano nella sacca.
Luka annuì. "Essere prudenti e cauti." Disse lui.
Adrien allora continuò "I Kwami non possono rivelare i nomi dei loro portatori. Hanno una sorta di sigillo e possiamo metterlo su noi stessi per proteggerci a vicenda."
"Così saremo al sicuro. Dimmi cosa devo fare per sigillare il segreto!" Chiese Luka.
Adrien lo osservò, prese coraggio e tirò fuori dalla borsa una fiala con all'interno del Běnzhí Kwami
Erano creati con la saliva dei kwami  e per completare una lacrima di Batty il Kwami della dimenticanza.
"Dobbiamo berlo." Disse Adrien consegnandogli la fialetta.
Luka lo fissò scettico, al che Adrien bevve prima di lui per dimostrargli che non era nulla di che. A differenza del musicista provò ribrezzo sapendo cosa stesse assaporando, ma lo stesso lo ingurgitò.
"Il portatore di Red Scorpio è brought..." disse il modello coprendo la bocca quando ruttò.
Luka fece un salto in avanti, poi dando fiducia al ragazzo prese la fiala e bevve anche lui di getto.
"Il portatore di Haoxin è Crought." Ruttò. "Il possessore di Gurru si chiama Crought!" Al secondo tentativo il ragazzo osservò fiero Adrien che ricambiò lo sguardo con un sorriso.
"È andata!" Disse il biondo tendendo il pugno. Luka andò a scontrarlo al suo poi chiese al giovane Agreste altre informazioni.
"Ti ricordi di quando il mese scorso circa Ladybug ci ha lasciato il miraculous del serpente?" Il biondo annuì "Rizza è diverso da Sass, ha poteri diversi!"
"Tutti i miraculous hanno poteri diversi. Rizza per esempio è un Kwami complementare, e rispetto ad altri è leggermente più forte e antico." Gli spiegò Adrien cercando di non fargli capire quanto ne sapesse di più lui.
"E dovrò lavorare con Mu Shí!" Affermò il musicista.
"Chiunque sia il portatore del miraculous del coraggio. Sono come Ladybug e Chat Noir, lavorano in coppia, si completano."
Luka annuì "Io sono la paura e il pericolo."
"Ma anche la protezione dal nemico, la paura non sempre è qualcosa da temere. Ma un completamento del coraggio. Io l'ho indossato e ho combattuto con Mu Shí e subito ho trovato sintonia." Spiegò Adrien, non ci tenne a precisare che avevano combattuto Haoxin con Shé Gūniáng e che la sintonia, se così si poteva chiamare, l'avevano avuta anche durante una conversazione. Si poteva affermare Adrien che con l'eroina cinese aveva avuto la stessa alchimia ottenuta con Ladybug.
"Haoxin invece combatte da solo." Disse il moro
Adrien annuì "Per ora sì. Non so se mi assegneranno una partner e sinceramente non ne ho l'esigenza. Fin quando ne avrete bisogno posso combattere con voi, anche se aiuto poco." Dichiarò il biondo cercando di non dare comunque troppa elasticità ad Haoxin. "Però a fine mese raggiungo Londra con gli altri quindi sarò assente."
Luka gli sorrise prendendo il casco della sua bici. "Potrai rilassarti lontano da akumizzati e sentimostri e adesso questi coccodrilli." Ironizzò il ragazzo infilando il casco.
Adrien prese la sacca e si diresse verso l'uscita della scuola seguendo Luka. Una volta in strada trovò il gorilla ad attenderlo.
"Ecco un altro motivo per cui servo a poco. Grazie Luka ci si trova in giro."
"A te, buona serata." Lo salutò il musicista mettendosi in sella alla bici per poi partire.
Adrien al contrario si diresse alla macchina dove il gorilla già lo aspettava. Quanto avrebbe voluto un po' della libertà del musicista, lo sguardo rivolto all'esterno fissò l'abitazione di Marinette mentre si allontanava dalla scuola. In quei giorni aveva capito una cosa, amava Marinette e avrebbe fatto di tutto per farle cambiare la sua opinione su di lui, se le aveva fatto una qualsiasi cosa avrebbe trovato il modo di rimediare così da poter costruire qualcosa con la sua amica.

"Dunque... questo è quanto faremo!" Annunciò Marinette. Il calendario abbassato vi aveva poggiato sopra un cartoncino di Bristol della stessa dimensione, un pennarello nero alla mano, la ragazza aveva abbozzato uno schizzo.
Guardò i cinque Kwami che le svolazzavano intorno tenendo la mano a indicare non una bensì due miracle box.
"Il nostro obbiettivo primario è proteggere le miracle box con i Kwami e trovare i Kwami dispersi la notte dell'irruzione al tempio." Annunciò al gruppo che annuì.
"Haoxin si è messo già alla ricerca dei Kwami dispersi, si è fatto un idea di dove potrebbe trovare anche quelli derubati." Annunciò Guu
Marinette lo fissò sgomenta. "Intendi i Kwami che ha preso Papillon? Ormai li ha trovati no?" Chiese.
Guu e Ozōo accennarono un no con la testa.
"Le vostre diavolerie moderne hanno portato tanti malintenzionati al tempio prima del tuo arrivo e quello di Papillon, Marinette!" Affermò l'elefante, per lui quel momento era stato proprio ieri. Era questa la visione del tempo per chi come lui viveva da almeno cinquemila anni quantistici
"Ah... eh...! Dovrei aiutarlo!" Disse la ragazza sgomenta e sempre più demoralizzata.
Guu scosse la testa. "Fa fare a lui Marinette, appena troverà qualcosa si mobiliterà. Ti ricordo che ha una miracle box e che può contare su un suo esercito."
"Per ora il suo esercito mi sembra solo Red Scorpio." Disse lei amareggiata.
"Che è un aiuto non indifferente visto che Papillon ha il Kwami del caos."
"Cocco non è menzionato nel mio grimorio." Riferì allora la ragazza.
"No, appartiene alla miracle box delle emozioni. Quindi la mia e di Rizza."  Disse il piccolo leone.
Marinette osservò il Kwami che dondolava la criniera sereno.
"E me lo dici così?" Chiese con una smorfia contrita.
"E come dovrei dirtelo. È complesso perché non so su chi effettivamente influisco. Ma quando Papillon userà Cocco, io e te entreremo in azione." Disse la piccola Kwami leone.
"Nissa se Papillon entra in azione userà anche Nooro ed io dovrò trasformarmi in Ladybug!" Cercò di farle comprendere la guardiana.
Il leone fece una smorfia rizzando i lunghi baffi e si rattristò.
"Allora Marinette dovrai fare come Haoxin." Disse repentino Guu.
Marinette guardò il gufo chiedendosi quanto ancora avesse potuto tenere lui e l'elefante, i loro consigli le tornavano sempre utili.
"Consegnare Nissa a lui o qualcun altro?" Comprese "Non posso, i guardiani l'hanno lasciata a me."
Non voleva mancare a quell'impegno che si era presa solo perché sembrava non potesse gestirlo.
"Non lo darai del tutto. Solo temporaneamente, hai bisogno di qualcuno che ti aiuti." Affermò Ozōo a sostenere l'amico.
"Hanno ragione loro Marinette!" Confermò Tikki, "Hai già troppe responsabilità e non puoi gestire due miraculous contemporaneamente."
Marinette sospirò "Se uso Mullo potrei..." iniziò
"Collegare te Ladybug a Mu Shí! Marinette Chat Noir non è uno stupido." Osservò il Kwami della fortuna, o almeno ultimamene sembrava più sveglio. "Ti ha visto nei panni di multimouse e sa che sei Marinette."
Marinette aprì bocca per risponderle, ma subito la richiuse. Chat Noir aveva incontrato già due volte Mu Shí e ripensando alla prima volta non era stato proprio una situazione a lei favorevole.
Se non fosse stato per Chat Noir avrebbe di sicuro baciato Xiēzi quella notte.
"Non mi piace nascondergli questa cosa così importante. Ma forse avete ragione voi... Nissa!" Chiamò tendendole le mani.
Il Kwami del leone si avvicinò a lei e le sorrise dolcemente. "Sarò sempre tua Marinette è mi mancherai... mi mancherete tutti! Ma la verità è che solo io e Rizza sappiamo come contrastare Cocco!"
Marinette le diede un lieve bacio sulla fronte. "Quindi il nostro primo obbiettivo oltre la protezione delle miracle box non è cercare nuovi portatori. Piuttosto cercare il portatore, quello giusto e perfetto per te!" Disse Marinette tornando al prospetto che aveva disegnato.
"Credo sia opportuno cercare qualcuno che è qui in pianta stabile." Consigliò il leone.
Marinette annuì. Indicò il prospetto dove era disegnato il cavallo e con un pennarello rosso scrisse qualche parola.
"Ecco il nuovo piano. Proteggeremo le miracle box, cercheremo un portatore per Nissa e ci prepareremo per il viaggio a Londra. Troveremo un portatore di cui poterci fidare, che ci possa contattare ogni qual volta abbia bisogno di noi. Così all'occorrenza..." Marinette cerchiò Kaalki e sorrise a Tikki. "... con l'aiuto di Kaalki mi teletrasporto in Francia a combattere contro Papillon." Fiera incrociò le braccia al petto.
"Chat Noir e Red Scorpio non noteranno proprio la mia assenza per questo mese." Affermò fiera la ragazza.
I Kwami intorno a se si sollazzarono fieri di quel piano. "Nel frattempo ho avuto notizie dai miei cugini che presto arriveranno a Parigi. I lavori al nuovo ristorante di zio Shifu sono finiti. Avremo quindi un ulteriore aiuto in difesa di Parigi!"
"Sai già a chi consegnare il miraculous Marinette!" Chiese allora Nissa.
La ragazza scosse la testa. "Deve essere una ragazza?" Chiese lei
Ma Nissa scosse la testa con un sorriso. "Assolutamente no Marinette. Va bene anche un ragazzo!"
"Perfetto amico mia. Domani ci metteremo al lavoro!" Rispose lei, anche se non aveva proprio idea della persona a cui poteva affidare il miraculous, o forse sì. Poteva consegnare Nissa a Luka, era affidato e bravo e non si sarebbe allontanato da Parigi nel prossimo futuro.
"Lascerai andare i miraculous appena ne avrai occasione Marinette?" Intervenne Larss.
Marinette ne percepì il malumore, carezzò la testolina del serpente.
"Tranquillo Larss, Chat Noir non sa che io sono Shé Gūniáng quindi posso usarti in combinazione con Mullo." Disse al Kwami.
Questo ricambiò il sorriso anche se sembrava scettico. In silenzio annuì e raggiunse Ozōo e Guu.
"Perfetto, vado a prendervi dei biscotti così mi metto a studiare, aspettatemi che ritorno." Sorrise Marinette ai Kwami.
Aveva tutto sotto controllo ormai. Sapeva che aveva delle responsabilità, sapeva di dover mettere Nissa da parte, proprio come Adrien. E di dover andare avanti per la sua strada, aveva scoperto di amare Chat Noir, forse allo stesso modo di come amava Adrien, forse di più o di meno. Quindi non le restava che concentrarsi su se stessa per capire ciò che provava e per farlo aveva più di un mese avanti.
Intanto nella camera della ragazza i Kwami si studiavano tra loro.
"Devi avere fiducia in lei Larss!" Gli disse Ozōo
Il serpente socchiuse gli occhi fissandoli intensamente. "Io so chi è Haoxin!" Sussurrò ai due.
"Haoxin è come Shé Gūniáng, raro che tu possa vederlo o incontrarlo." Disse il gufo non rinnegando ciò che il serpente aveva appena detto. "Ripeto devi avere fiducia in lei."
"Lui ha modo di sdoppiarsi, lo ha fatto sere fa e lo ha fatto anche ieri con Haoxin. Perché non può farlo anche Marinette?"
"Hanno due miracle box diverse. Marinette ha Mullo per le moltiplicazioni." Si intromise allora il Kwami della conoscenza.
"Ti sei già affezionata a lei Larss?" Più che una domanda, quella di Guu fu un affermazione.
Larss non rispose, al contrario lo fece Ozōo al posto suo. "Ovvio che si. Hai già adattato la voce ad un tono più femminile, sei già legato a lei."
Nissa si frappose fra i due Kwami e Larss. "Lasciatelo stare, voi non potete capire." Lo giustificò
"Vero, Marinette è una portatrice straordinaria." Si intromise anche Tikki. "La migliore Ladybug che io abbia avuto, e non per abilità. Lei ha un cuore grande, è dolcissima, allegra e responsabile..." si fermò dall'elencare le sue qualità avvertendo la botola aprirsi.
"Cosa confabulate voi altri lì? Venite che vi ho portato i biscotti." Annunciò Marinette andando alla scrivania.
I Kwami esultarono e raggiunsero la guardiana che sedendosi aprì intanto un libro.
"Domani torneremo da Haoxin. Però prima che vada via dovrai incontrarlo un'ultima volta Marinette." Disse Ozōo mentre mangiava.
Marinette lo osservò. "Perché?" Le mancava di sapere altre informazioni?
"Perché semmai un portatore dovesse scoprire che tu sei il guardiano, devi preservarti." Le rispose Guu che non aveva preso nulla da mangiare al contrario del compagno.
"Cosa devo preservare?" Chiese Marinette.
"Vedi, Haoxin è growth." Annunciò mentre delle bollicine verdi uscivano dalla bocca accompagnando un rutto.
Marinette sgranò gli occhi seguendo la scena. "Anche Plagg una volta ha cacciato le bolle di bocca." Affermò
"Come me stava provando a dirti il nome del portatore. Come hai ben potuto vedere ci è impossibile!" Disse lui sorridendole.
Marinette era sbalordita. "Haoxin dovrà consegnarti delle lacrime di Batty. Le unirai alla saliva dei Kwami Marinette, così potrai preservare le identità dei portatori proprio come noi Kwami." Annunciò l'elefante. "Il resto lo leggerai sul grimorio, sono cose che a me è proibito conoscere."'
Marinette osservò Tikki sorpresa e felice, quel Kwami sapeva un'infinità di cose.

Aveva passato la notte a combattere contro un akumizzato di Papillon ed ora come al solito era in ritardo a scuola. L'ennesimo ritardo, perché la sveglia non era suonata e perché i suoi amici Kwami non l'avevano chiamata?
Adesso eccola che correva con un french toast in bocca verso la scuola.
"Sei fortunata a studiare vicino scuola." Le aveva detto Guu.
Allora perché come al solito era in ritardo? Il semaforo stava per diventare rosso quindi  corse rapidamente prima che passasse al verde e andò verso la scuola. Stava per arrivare quando si scontrò testa a testa con Adrien che stava uscendo in quel momento dall'auto.
"Anche tu in ritardo noto!" Disse il biondo sorreggendola per non farla cadere.
Come sempre, avrebbe voluto rispondere lei, ma sorrise al compagno per non tradirsi. Diamine poteva parlargli come amica, riusciva a non balbettare in quei casi.
Adrien le prese la mano stringendola e chiusa la porta dell'auto prese a salire i gradini trascinandola con se. "Presto prima che inizi l'appello."
Marinette gli strinse d'istinto la mano e lo seguì in aula, poco prima che entrasse la Mendeleiev e facesse l'appello.
"Ehi amico." Sentì salutare Nino ed intanto lei andava a sedersi  al suo posto salutando Alya.
"Sei arrivata con Adrien stamattina." Ammiccò la rossa.
"Siamo solo amici Alya! Non c'è altro." Ammise lei mentre la lezione iniziava e poggiava il tablet sul banco affannata.
A fine lezione la professoressa avvertì che per il periodo dello scambio culturale l'aula sua e della Bustier si sarebbero fuse.
"Avete ancora dieci giorni prima della vostra partenza. Quindi potete terminare i vostri esperimenti di chimica." Affermò "La consegna è prevista per venerdì prossimo. Adesso chiamerò  in ordine alfabetico, il primo e l'ultimo studente così che sorteggino i loro tre compagni di progetto. Adrien Agreste e Lila Rossi venite qui davanti."
Marinette strinse la mano di Alya, con la sua sfortuna sarebbe stata sorteggiata con quella falsa di Lila.
Intanto Adrien si alzò andando verso la scrivania e ringraziando silenziosamente il cielo per non essere in gruppo con Lila. Dopo ciò che aveva fatto a Marinette prima della fine della scuola ed aver ceduto al suo ricatto era ancora più corrucciato con lei anche se non lo dimostrava.
Intanto anche Lila infastidita raggiunse la cattedra, la Mendeleiev prese un'ampolla con dentro i cognomi degli altri compagni e porse la ciotola a Lila.
"Puoi prendere tre bigliettini." Le disse
L'italiana fece per dire qualcosa ma la Mendeleiev subito la zittì. "Non possiamo stare qui tutto il giorno e mi aspettano in classe Rossi."
Stizzita Lila infilò la mano nella boccia e prese in un pugno dei bigliettini. Lasciò andare quelli in eccesso e  diede i tre biglietti alla professoressa di chimica.
"Ivan Bruel, Kim Lê Chiên, Sabrina  Raincomprix." Lesse la donna
Marinette dal suo banco quasi non sussultò, Alya scosse la testa, comprendendo però l'amica dopo che l'italiana l'aveva fatta espellere da scuola per un disturbo.
Intanto fu il turno di Adrien di estrarre i suoi compagni di ricerca, il giovane a differenza della rossa Lila ne prese uno per volta, con calma li passò alla professoressa, prendendosi anche la briga di portare la mano fino in fondo così da prendere anche nomi che sarebbero potuti uscire per ultimi.
"Alix Kubdel, Nathaniel Kurtzberg e infine Marinette Dupain Cheng." Annunciò la professoressa.
Adrien annuì sorridendo ai compagni che aveva estratto e strizzando l'occhio a Marinette una volta che fu tornato al posto. Intanto madame Mendeleiev stava estraendo dall'ampolla altri nomi.
"Nino Lahiffe e Juleka Couffaine, venite ad estrarre i vostri nomi."
I due ragazzi raggiunsero la cattedra e Nino diede la precedenza all'amica nella scelta dei nomi.
"Mylène Haprèle, Max Kanté e Chloé Bourgeois." Annunciò la professoressa. "Quindi Lahiffe a te dovrebbero essere rimaste: Alya Césaire e Rose Lavillant."
Marinette comprendendo che fossero in tre fece per alzare la mano, non poteva lasciare in disparità nel gruppo della sua amica.
"Lunedì saranno assegnati due nuovi ragazzi a questa classe. Dal momento che avrete più poco tempo su cui lavorare, il vostro gruppo Lahiffe sarà quindi di cinque persone." Annunciò congedando i due. "Per tutti voi altri potete iniziare a scegliere le date in cui usare l'aula. Buona giornata a tutti!" E così dicendo sparì dalla stanza.
I ragazzi si guardarono intorno, iniziarono a confrontarsi tra loro, chi per i gruppi, chi per decidere la data da inserire ed infine chi per chiedere di questi nuovi arrivi.
"Voi lo sapevate? Chissà chi sono?" Si vociava in giro.
"Beh siete stati fortunati, avrete più aiuto nel lavoro da svolgere." Disse Marinette ad Alya e Nino mentre uscivano dall'aula.
"Anche noi due siamo stati fortunati. Lavoriamo insieme!" Le disse Adrien con complicità. Entrambi sorrisero, avevano omesso tutti e due di dire senza Lila ma era implicito il commento.
"Dobbiamo vedere con Alix e Nathaniel quando possiamo metterci al lavoro."
"Lunedì o domani potremo non uscire a pranzo e procediamo con iniziare il lavoro. Io mi porto anche avanti con il lavoro nel frattempo."
La ragazza annuì. "Possiamo anche portarci avanti con le reazioni, provvediamo alle formule!" Disse
"E gli ingredienti, se facciamo domani a pranzo posso iniziare a produrre qualcosa stasera." Le disse afferrandola per il braccio e fermandola, poi le indicò i due rossi che stavano uscendo dall'aula.
"Noi iniziamo ad andare in aula, ci vediamo dentro." Disse Nino
Alya annuì e prendendo Nino a braccetto rise. "Lo sai vero che Chloé non si farà vedere fino alla presentazione?"
Nino sospirò "Ne avevo il sospetto. Ma abbi fede, avremo due nuovi compagni ad aiutarci."
Adrien e Marinette risero mentre venivano raggiunti dai compagni di classe.
"Allora cosa si fa?" Chiese Alix
"Pensavamo a domani o lunedì a ora di pranzo." Disse Adrien.
"Oggi al rientro no?" Chiese Nathaniel, "Nelle ore libere io e Marc lavoriamo al fumetto. E lui oggi ha lezione con la Bustier."
Marinette scosse la testa. "Oggi devo tenere una bambina." Disse confermando il suo lavoro di baby sitter.
"Domani io ho scherma invece. Quindi l'ora di pranzo sarebbe ideale." La appoggiò Adrien.
"Lunedì pomeriggio?" Propose Alix.
"Ho una presentazione da Jagged Stone." Mormorò dispiaciuta Marinette.
"Lezione di cinese." Disse Adrien , entrambi lo avevano detto insieme accavallandosi con le parole.
"Martedì pomeriggio?" Chiese allora Alix spazientita. Non voleva lavorare la domenica e sperava di non arrivarci.
"Eh..." Marinette e Adrien si scambiarono uno sguardo. "Avevo un impegno ma vedrò di recuperarlo se non c'è altra data." Disse infine.
Adrien fece pressione sul suo braccio. "Potremo dividerci i compiti e iniziare a stendere la ricerca, le formule e preparare gli esperimenti." Disse ai due rossi.
"Tu sei il più bravo in chimica quindi fai tu! Ci fidiamo!" Disse Alix per entrambi.
"Durante l'ora di spacco stendo giù qualcosa." Disse giungendo agli spogliatoi con gli altri.
"Perfetto, allora ci vediamo tra poco in palestra." Disse Marinette
Adrien annuì fissandola senza allontanarsi, intanto Alix fece un colpo di tosse indicando il braccio di Marinette serafica.
Il ragazzo sciolse  subito la presa e imbarazzato si grattò la nuca mentre Marinette abbassava lo sguardo rossa in viso.
"A dopo ragazzi." Li salutò Alix spingendo Marinette nello spogliatoio femminile.
Una volta dentro sia la rossa che le altre ragazze avevano lo sguardo puntato su Marinette.
"Allora? Cos'è questa novità?" Chiese subito Alya.
"Da quando tu e Adrien camminate a braccetto?" Chiese Rose mentre al suo fianco Juleka restava in silenzio ma annuiva.
"Da quando non balbetti quando sei con lui piuttosto." Terminò Alix.
"Siamo solo amici..." disse Marinette spalle al muro e mani in avanti. "È proprio questo, io per lui devo essere solo questo. C'è Kagami e quando sono con lui adesso sono naturale. Perché siamo amici e quando lo tratto come un amico riesco ad avere una conversazione decente con lui. Ecco tutto!" Disse lei dando voce a ciò che ormai era una rassegnazione.
Tolse la giacca dove ancora era caldo il punto da lui toccato, lo portò al viso ed inspirò.
"Brucia ancora dove ha toccato." Rivelò lei, la pelle ancora formicolava e aveva ancora il cuore a mille. Le era scoppiato in petto quando lui l'aveva afferrata, ma poi si era calmato ed anzi durante quei pochi minuti si era subito abituata a quella presenza, poi Alix li aveva riportati alla realtà.
"Ma non fa male sapere di essere solo amici. A me sta bene così!" Disse infine a tutte così da tranquillizzarle. "Per ora voglio dedicarmi solo agli amici, non ho bisogno di storie d'amore."
No decisamente no, i suoi amici avevano bisogno di lei e forse tra di loro avrebbe trovato anche nuovi portatori. Ecco, al momento la priorità erano loro e le miracle box.

—————-
*Essenza

 

 

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Capitolo 11
*** Parte 10ª - Marcel Halcón ***


Copyright © :

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Alle volte gli eventi sfuggivano di mano e quando capitano ci si rendeva conto che anche una roccia solida, apparentemente fredda e distante in realtà avesse un'anima che poteva cedere da un momento all'altro.
Rientrato a casa Adrien aveva pensato di aver già visto il peggio di suo padre fino ad allora. Da quando sua madre era scomparsa si era chiuso in un mondo tutto suo, dal quale  raramente lasciava uscire le emozioni e si lasciava andare.
Quel pomeriggio rientrando in casa però Adrien si trovò a incrociare lo sguardo ed il viso di suo padre, sconvolto, perso e smarrito. Come se qualcosa di profondo gli fosse capitato, ad Adrien venne subito in mente sua madre. Che fosse stato scoperto qualcosa? Per questo il suo volto era tetro e spento?
"Padre!?" Lo chiamò Adrien per attirare l'attenzione.
Nathalie lo attirò per le spalle ritraendolo. "Sarebbe il caso che tu andassi di sopra Adrien!" Gli disse.
Intanto suo padre si metteva le mani tra i capelli, il modello restò ancora più stupito, la sua aria impassibile sarebbe stata a breve sclafita da un aspetto trasandato e disordinato.
Adrien fece per lasciare la stanza lo sguardo rivolto sempre al padre. Quando la porta si chiuse decise di non salire, ma piuttosto restare dietro la porta ad ascoltare nel caso suo padre dicesse alla fidata assistente cosa gli fosse accaduto. In quello stato Gabriel era in enorme pericolo, Papillon avrebbe potuto akumizzarlo da un momento all'altro.
D'improvviso la voce di suo padre proruppe ovattata alle orecchie di Adrien che trepidante ascoltò attento.
"Si chiamava Nicole." Iniziò il fashion designer con voce bassa. Al che Adrien si chiese chi fosse, forse una ragazza del padre prima di sua madre, o peggio aveva tradito la mamma? "Era più piccola di me di un anno, a casa tutti stravedevano per lei. I miei genitori ed io. Mio padre aveva grandi aspettative per Nicole, a tredici anni lei già pensava di diventare un medico. Quale orgoglio per mio padre avere un medico in famiglia, non un ragazzo senza testa che aveva solo il desiderio di disegnare come me. Le soddisfazioni a lui le dava Nicole, anche a mia madre, era la stessa cosa. Nicole splendeva ed io non riuscivo a rammaricarmi di ciò perché la amavo, come due fratelli dovrebbero amarsi. Quindi incassavo e a testa bassa appoggiavo Nicole nei suoi studi. Fu proprio mia sorella un giorno a presentarmi Emilie. Studiavano allo stesso Collège e quel giorno avevano un lavoro in comune, io mi innamorai immediatamente della sua grazia e dell'eleganza, la dolcezza e la gentilezza per non parlare della sua risata cristallina. Emilie divenne il mio mondo, rigirai su di lei tutto l'amore che avevo per Nicole. La disegnavo ovunque, era diventata la mia musa ispiratrice, tanto che oltre che abbozzarla nei ritratti lo facevo anche ritraendola con abiti da regina, perché per me ella questo era.
Fu allora che capii che fossilizzarmi sui ritratti fermava la mia fantasia, proposi quindi i miei bozzetti presso un atelier famoso, decisi di partecipare a concorsi di moda e darmi a ciò che erano i miei sogni. Anche andando contro mio padre, quando mia madre lo scoprì mi sostenne e stessa cosa fece Nicole.
Vinsi il concorso presso un atelier molto famoso all'epoca e quando Emilie lo scoprì decise di presentarmi alla sua amica Audrey. Emilie e Nicole ritenevano che io fossi troppo talentoso per prestare la mia mente a degli stilisti che si fingevano disegnatori.
Così iniziai la mia ascesa nel mondo della moda e con essa anche la mia storia con Emilie decollò. Audrey andava fiera di avermi scoperto e lo diceva in giro a tutti, iniziammo a frequentarci e con loro conoscemmo anche André che a sua volta ci fece conoscere Pascal Halcón, un giovane di Lisbona iscritto alla facoltà di medicina della Sorbona. Iniziai a diventare amico anche suo, presentai a loro i miei amici Mika e Leonard. Mi affascinavano i racconti di Pascal sulla Spagna, la storia della sua città e il bagaglio artistico che questa si portava dietro. Non mi dispiaceva passare del tempo con lui, lo invitavo anche a casa mia. Mio padre da quando ero diventato famoso era fiero di me e aveva piacere a conoscere i miei amici facoltosi. Anche Nicole conobbe Pascal e come io rimasi folgorato da Emilie capitò anche a lei con lo spagnolo. Pascal rispecchiava tutto ciò che ella voleva, una carriera medica, una persona di buon cuore e anche affascinante, pensavo che avremmo vissuto sempre in quel modo idilliaco. Fino a quando anni dopo mia sorella e Pascal non decisero che Parigi stava loro troppo stretta.
Adrien e Marcel il figlio di Nicole e Pascal avevano solo tre anni all'epoca, pochi mesi di differenza, come con Félix il figlio di Amelie. E loro volevano lasciare Parigi, fin tanto tornavano a Lisbona a me andava bene. Ma mia sorella aveva deciso per tutti di partire per i paesi disagiati ad aiutare i più bisognosi.
Le dissi che così ci saremmo persi di vista, Emilie cercava di convincerla che un posto come il Sudafrica non era il più sicuro per un bambino di tre anni o poco più. Che giravano malattie infettive e che Marcel aveva bisogno di una famiglia in pianta stabile. Ma a nulla valsero le nostre proteste, Nicole e Pascal partirono per la Somalia con il bambino, mia madre li accompagnò per poterla aiutare e restò con loro fino alla sua morte. Mio padre che era rimasto a casa pee il suo lavoro di insegnante, venne a mancare qualche anno dopo, troppo lacerato dal dolore.
Da allora i contatti con mia sorella sono andati perdendosi, si spostava in continuazione e tornavano in Europa molto di rado, tornando principalmente in Spagna. Con medici senza frontiere si erano girati tutta l'Africa del Sud e l'India. L'ultima volta che ho sentito mia sorella è stato quattro anni fa, quando mi aveva annunciato che si sarebbero trasferirti in Sri Lanka, poi il nulla....Fino a questa mattina." Concluse lo stilista. Adrien ne restò basito, non aveva mai saputo nulla della famiglia di suo padre ed ora in un attimo aveva scoperto tante cose. Impettito continuò ad ascoltare.
Nathalie in piedi aveva ascoltato tutta la storia, annuì e vedendo che il suo principale non diceva nulla si fece avanti.
"Sua sorella è tornata?" Chiese ella stessa impassibile.
Gabriel scosse la testa. "No, sembra siano tornati in India, nel Bangladesh dove il mese scorso sono avvenute quelle frane a causa degli alluvioni." L'uomo si alzò dalla poltrona dove era seduto e amareggiato andò alla finestra. "Tutt'ora risultano tra i dispersi. Forse mia sorella è morta Nathalie... ed Emilie non è qui con me e so che se soltanto lo sapesse ne resterebbe distrutta." Disse sospirando e cercando di respirare normalmente, riprendendo anche il suo contegno. Parlare gli aveva fatto bene.
"Emilie voleva molto bene a Nicole." Affermò l'assistente.
Gabriel annuì. "Erano molto legate. Ripeto i nostri figli nacquero tutti insieme!"
"Ed ora sono tutti morti!" Concluse per lui Nathalie.
"Il ragazzo è sopravvissuto!" Annunciò Gabriel. "È stato trattenuto a Dacca* per qualche settimana e poi lo hanno fatto rientrare a Lisbona." Gabriel si voltò verso l'assistente. "Non avendo altri parenti in vita però hanno cercato il parente più prossimo per poterlo tenere fino al ritrovo dei suoi genitori o almeno fino al compimento dei sedici anni."
Nathalie lo guardò e assentì, aveva capito tutto. "Quando arriverà a Parigi signore?"
"Domattina. Provvedi con l'iscrizione alla Francois DuPont ed esorta a far partecipare anche lui allo scambio culturale."
Nathalie memorizzò questi impegni poi riprese la parola. "Credo sia il caso di informare Adrien signore."
Gabriel annuì "Hai l'autorizzazione a parlargli di questo arrivo, prepara una stanza vicino quella di Adrien."
"Va bene signore..."

Fuori la porta sconvolto Adrien si allontanò silenziosamente, Nathalie stava per uscire e non poteva restare lì. Corse alle scale ed entrò in camera lasciando sul divano la borsa e tenendosi le mani.
"Ho un cugino. Un altro cugino oltre Félix." Disse
"Se è come l'altro possiamo farne a meno!" Affermò Plagg abbracciandosi il camembert. "Senza alcun rispetto per questo tesoro dell'umanità."
Gurru seguì la conversazione curioso, non tanto per Plagg, ormai sapeva che a lui non piaceva nessuno che non amasse il formaggio. Quanto per Adrien.
"Come stai Adrien? Ti vedo sconvolto."
"Mio padre ha appena perso anche sua sorella con il marito. Non sapevo neanche della loro esistenza."
"Non c'erano mai Adrien, non hai sentito il racconto di tuo padre? Non fartene una colpa."
Suo padre, quel racconto gli aveva fatto capire che anche lui era stato un ragazzo, con dei sogni e degli amici, veri e sinceri. Suo padre aveva avuto una storia e lo aveva scoperto senza rendersene conto.
Avrebbe voluto sapere di più, dando di più.
"Io mi aspetto che sia akumizzato da un momento all'altro." Affermò il Kwami.
"Sì, sono preoccupato per lui." Concordò il ragazzo mentre bussavano alla porta. I Kwami si nascosero mentre Nathalie entrava in camera.
"Adrien volevo avvertirla che da domani avremo come ospite suo cugino a tempo indefinito." Gli disse la donna. Il ragazzo annuì cercando di far intendere che non ne sapesse nulla di un cugino. "Dormirà nella stanza accanto alla sua e verrà iscritto alla sua stessa scuola."
"È... Félix?" Chiese allora il ragazzo.
"No, Marcel Halcón. È sopravvissuto ad un disastro naturale e nel frattempo starà da noi."
La donna riaprì la porta e fissò Adrien. "La cena sarà pronta tra due ore, si ricordi di studiare a pianoforte." E così dicendo uscì.
Il ragazzo si alzò dal divano e si diresse alla scrivania dove accese il computer e prese i libri.
"Piuttosto prima facciamo i compiti." Si disse il ragazzo prendendo il libro di storia.
"Non trovate che sia strano?" Chiese Plagg.
"Che sia stata pragmatica?" Disse Adrien. "No!"
"Non dicevo lei. Tuo padre Adrien, non è stato ancora akumizzato."
La penna a mezz'aria Adrien fissò i due Kwami mentre il telefono annunciava una nuova catastrofe.
"Non so se sia mio padre o un'altra persona. Ma Papillon si è messo comunque all'opera." Disse il ragazzo ordinando a Plagg di trasformarlo.

Marinette era disperata, c'era un attacco akuma e Manon era in casa con lei. Come avrebbe fatto a raggiungere Chat Noir e il nuovo akumizzato? Doveva trovare un rimedio e subito.
"Cosa ne dici di andare a prendere un gelato da André?" Chiese la ragazza alla bambina che subito accolse la sua proposta.
Durante il percorso andarono incontro al nuovo cattivo e mentalmente chiese scusa alla piccola Manon mentre veniva trasformata in salsicce con le gambe.
Rapida schivò il colpo inviato verso di lei e si nascose per poi trasformarsi. Era giunto il momento di mandare a casa i cattivi e Ladybug avrebbe vinto sul male.
Giunta sul posto notò che Chat Noir e Red Scorpio erano già intenti a combattere contro il cattivo in sincrono. Era spaventoso come Chaton si trovasse in sintonia con lui, da quando era arrivato in Francia infatti si sentiva messa da parte dal suo partner.
"Ladybug ti aspettavamo." Annunciò Chat Noir raggiungendola. "Credo la salsiccia sia nell'accetta."
"Tu e il tuo amico sembrate non aver bisogno di me micetto." Rispose lei sarcastica.
"Abbiamo sempre bisogno di te Ladybug." Le rispose lui.
"Io mi chiedo come mai un salsicciaio!" Rispose Marinette.
"È il macellaio della carne argentina Ladybug, gli affari vanno male per via delle mode vegane." Scherzò il gatto nero.
"Mi dispiace per lui..." iniziò Marinette.
"Ti sta prendendo in giro. Non sappiamo chi sia!" Intervenne Red Scorpio che si scambiò uno sguardo d'intesa con Chat Noir.
"Abbiamo però notato o studiato il nostro amico. Ripeto: dovremo prendere l'accetta." Affermò Chat Noir.
Ladybug annuì e nel farlo lanciò in alto il suo Yo-yo per far partire il lucky Charm.
Avere un'idea e sconfiggere il nemico in poco tempo con l'aiuto di Chat Noir e Red Scorpio, fu fin troppo semplice. Tanto che a fine battaglia liberata l'akuma anche Chaton sembrava perplesso.
"Troppo facile e troppo debole l'akumizzato."
"Vabbè avete avuto anche avversari facili no?" Chiese Red Scorpio.
"All'inizio, poi Papillon si è evoluto, nemici sempre più forti ed alleati che creavano dei sentimostro." Rispose Adrien "Anche il cattivo di questa notte era duro da affrontare."
Ladybug annuì non immaginando che i pensieri di Adrien vertevano verso il padre. Perché Papillon si era lasciato sfuggire una preda così succulenta? Suo padre era stato realmente sconvolto fino a poco fa.
"Akumizzano anche di notte?" Chiese allora Red Scorpio.
Ladybug annuì. "Nei momenti meno impensabili. Ci farai l'abitudine!" Lo rincuorò.
"A me è scaduto il tempo. Devo andare!" Li interruppe Adrien scocciato e col pugno pronto per chiudere quell'ennesimo scontro.
Red Scorpio annuì e gli tese il pugno, poi con  Ladybug ripresero il loro motto, ben fatto! E si salutarono.
Marinette vide Chat Noir sparire dal parco pensierosa, era sempre più sfuggevole, nonostante la facesse sentire sempre fondamentale, era evasivo. Fino al mese prima a fine battaglia avrebbe sfruttato fino all'ultimo minuto insieme a lei, invece adesso... come avrebbe fatto a riconquistarlo?
Dopo aver salutato anche Red Scorpio lanciò il suo Miraculous Ladybug e corse in direzione di Manon togliendo la trasformazione.
La bambina piangeva cercandola e lei appena la vide la prese in braccio e la consolò. "Andiamo a cercare André Manon... mangeremo un gelato buonissimo."
La bambina si strinse a lei scuotendo la testa. "Voglio tornare a casa Marinette."
La giovane acconsentì e si diresse verso casa, una volta nella pasticceria chiese dei biscotti al padre che la invitò a salire su. C'era una sorpresa che l'attendeva.
Marinette annuì e rincorrendo Manon salì su in casa dove aprendo la porta si trovò ad attenderla sua madre con Wang Cheng Shifu e la sua famiglia.
Restò basita nel trovarsi di fronte Hui e Yen e subito saltò verso i cugini  che abbracciò.
"Quando siete arrivati? Sapevo che ci voleva almeno un'altra settimana." 
"Ti abbiamo voluto fare una sorpresa!" Le disse Hui. "Per questo ti abbiamo detto una decina di  giorni."
"Cioè... devo portarvi in giro per Parigi e farvi conoscere i miei amici! Dovremmo fare tante cose e in poco tempo." Disse loro Marinette.
Yen annuì mentre faceva una stella di carta alla bambina appena conosciuta. "Questo è un origami Manon. Puoi metterlo su una cannuccia e fare una bacchetta da fata."
"Noi abbiamo tanto da raccontarci. Che ne dici domani di venire a dormire da noi?" Propose Hui.
"Abitate in testa al ristorante?" Chiese allora la corvina ai cugini che annuirono. 
"Domani sera i miei genitori vi hanno invitato a cena, dopo potrai quindi fermarti da noi."  Rispose Yen, avevano tanto da raccontarsi, cose che a telefono non potevano dirsi.
"Ci siamo iscritti alla tua stessa scuola sai?" La informò Hui.
Marinette sgranò gli occhi. "Iniziate lunedì?" Chiese e loro annuirono. "Allora siamo in classe insieme." Rispose Marinette prendendo a raccontare quella giornata a scuola.

Adrien era molto sospettoso, suo padre sembrava tornato impassibile come sempre. Ma ciò che turbava il ragazzo non era lui, bensì Papillon! Perché non aveva akumizzato suo padre nel pieno della sua disperazione?
Anche adesso che stavano cenando, notava che ancora tutto non era messo a posto, forse parlare con Nathalie di sua sorella e degli eventi che si erano susseguiti e che erano passati lo avevano aiutato a calmarsi. Ma il turbamento negli occhi del padre era ancora ben evidente e Papillon che faceva? Akumizzava uno chef incompreso che non era stato accolto nella cucina del nuovo ristorante cinese che avrebbe aperto la settimana successiva.
No, qualcosa non gli tornava, anche se non riusciva a capire cosa. Come per esempio, perché non aveva più usato il Miraculous del coccodrillo? E poi l'altro che aveva derubato accanto a quello? Il Kwami dell'avvoltoio, tanto pericoloso tanto quello del caimano.
Possibile che il loro nemico avesse recuperato un grimorio oltre i Miraculous e fosse a conoscenza delle fusioni? Stava di fatto che non li stava utilizzando e che al contrario stava volando molto basso, nonostante gli attacchi continui e assidui.
"Perché non si è impossessato di mio padre Plagg? Perché Papillon è così discreto ultimamente dopo tutto il casino che ha fatto sia qui che in Tibet?"
"Non so che dirti Adrien. Forse Papillon vuole testare altri tipi di formaggio."
Adrien scosse la testa e rise alla battuta del Kwami che in risposta andò a giocare con Gurru e Jaggy, il Kwami  della velocità. Non capiva Plagg, da un lato sembrava non apprezzare l'esistenza degli altri Kwami nella sua vita, dall'altra quando in momenti di quiete come quelli erano liberi era il primo a far baldoria. In quello stesso momento stava tormentando Phyllo affinché giocasse con loro.
"Potete andare nella miracle box se volete. In caso di bisogno vi chiamo." Disse loro.
I Kwami scattarono e come degli adolescenti che avevano avuto il permesso di fare più tardi si lanciarono nella borsa di Adrien dove era nascosta la miracle box a forma di libro entusiasti.
Appena i Kwami sparirono Adrien prese il grimorio e la borsa con gli ingredienti pronti lasciati dai monaci. Doveva creare i potenziamenti per Gurru e Rizza ed il tempo a disposizione era poco, sopratutto perché per portarli a termine aveva il laboratorio di chimica solo il martedì successivo. Avrebbe dovuto fare tutto in sordina, senza farsi accorgere da Marinette, Alix e Nathaniel.
Inoltre il giorno dopo avrebbe conosciuto Marcel, avrebbe avuto la stessa 'libertà' di muoversi anche con lui? Sperava di sì. Era come suo cugino Felix una persona ritrosa e amareggiata? Non sapeva cosa pensare o cosa aspettarsi, se da un lato erano stati un paio di anni che non aveva visto Felix, dall'altro di Marcel non sapeva proprio nulla.

*

Marcel Halcón* era atterrato alle 11:40 a Parigi con l'aereo che da Lisbona lo aveva portato lì. Si era visto tallonato dal l'assistente sociale che sapeva non lo avrebbe lasciato libero della sua presenza fino a quando non l'avesse consegnato allo zio. Sinceramente Marcel non sapeva nulla di lui o della moglie Emilie, per non parlare di suo cugino Adrien. I suoi genitori erano sempre stati intenti ad aiutare e sostenere i più deboli ed alla sera quando si ritrovavano tra di loro avevano sempre parlato della loro giornata, lavorativa per i genitori, scolastica per lui. Ma delle famiglie tipo quella della madre o del padre sapeva realmente poco.
Sapeva che entrambe erano state famiglie di ceto medio, suo padre Pascal aveva conosciuto per puro caso la madre, grazie ad 'un amico' che aveva approfittato della sua innata qualità negli studi. Sì, Pascal era stato preso sotto l'ala protettiva del suo collega universitario, André Bourgeois durante il periodo universitario e questo gli aveva permesso di entrare nel suo giro di amicizie altolocate. Tra queste c'era sua madre, che per puro caso era entrata in quel giro, la fidanzata di suo fratello Gabriel infatti era amica dei di Bourgeois, anche lei benevola con il prossimo e con il desiderio di diventare medico. I due si erano trovati e dopo la laurea in medicina di Nicole si erano sposati e avevano messo su famiglia. Quando Marcel aveva compiuto tre anni avevano lasciato Parigi e da allora non vi erano più tornati.
Questo era quanto sapeva lui, ne più ne meno! Era quindi una sorpresa adesso scoprire questo zio, che non sembrava così povero come lo avevano raccontato e suo figlio Adrien.
Un auto mandata da lui con tanto di autista era andata a prenderli in aeroporto, ora che erano entrati nel giardino dell'enorme villa iniziava a sentire crescere l'ansia. Avrebbe tanto voluto tornare a Lisbona, non aveva nessuno anche lì. Ma avrebbe potuto continuare a suonare il suo violino indisturbato, oppure poteva sfogliare gli album fotografici dei suoi genitori. Così avrebbe potuto non dimenticali, perché gli mancavano ed erano la loro unica realtà. Perché non era pronto a crescere da solo, perché gli avrebbe fatto piacere correre un giorno a casa e dire loro che era stato ammesso alla facoltà di medicina. Magari vincendo la borsa di studio alla Sorbona come suo padre. Li aveva cercati durante e dopo l'alluvione, Dio se lo aveva fatto! Disperato si era chiesto perché lui doveva salvarsi e perché non loro. Lo aveva chiesto a Kiiqui, il piccolo falco che gli si era presentato come un Miraculous quel giorno di un mese prima circa.
"Ti salvo e salveremo queste persone, basta che tu dica Kiiqui trasformami!" Gli aveva detto il Kwami mentre lui incredulo obbediva.
Lo aveva fatto e da allora tutto era cambiato, aveva aiutato chi ne aveva bisogno ed aveva cercato i suoi genitori ed altri dispersi. Tutto fino a quando non lo avevano rispedito in Europa. A Lisbona era stato bene, ci sarebbe potuto restare lì, invece no. Questo perché la nonna era troppo anziana e altri parenti  non ne aveva. Per l'assistente sociale non era il caso che egli vivesse in una casa di riposo con l'anziana, per questo era stato mandato via.
La porta di ingresso di Villa Agreste si aprì lasciandolo entrare in un enorme salone con l'assistente sociale. Ai piedi delle scale un uomo composto e rigido, capelli biondi e sguardo serio lo attendeva. Alle sue spalle c'era una donna vestita di nero, anch'ella impassibile come l'uomo.
Mentre l'assistente parlava con suo zio e gli dava da firmare delle carte, Marcel si guardava intorno. Sentiva che parlavano di lui e la cosa lo infastidiva.
"È un ragazzo taciturno e che sta sulle sue!" Diceva lei. Che bugiarda! Pensò Marcel. Ce l'aveva la lingua solo non la usava senza senso o con estranei, parlava tanto con i suoi amici a Calla. Ma da quando era in Europa non aveva più amici.
"Ha una rendita mensile... non dovrà preoccuparsi economicamente di lui..." Stava dicendo l'assistente sociale.
Avrebbe sostituito tutti quei soldi con la vita dei suoi genitori, lo sapeva lei?
Firma qui, firma lì e intanto lui era irrequieto. Quando finalmente i due terminarono di parlare la donna fece per salutarlo ma lui si ritrasse.
"Bene Marcel. Fai cose belle e in bocca al lupo."
Lui aveva annuito e aveva salutato la donna che accompagnata dall'assistente dello zio lasciò la casa.
Marcel fu faccia a faccia con lo zio, non sapeva cosa dirgli ma fu lui a interrompere quel silenzio imbarazzante.
"In memoria di mia sorella e Pascal ti terrò qui con me Marcel. Sappi però che ci saranno delle regole da seguire con me." Iniziò infatti lo zio.
Dal suo tono Marcel comprese che quel posto gli sarebbe stato stretto. La libertà che aveva avuto fino a quel momento sembrava scemare.
"Non ti è concesso di vagabondare in giro per la città come facevi in Bangladesh o a Lisbona. Andrai a scuola e tra dieci giorni circa partirai per uno scambio culturale a Londra con Adrien. Mio figlio non ha tempo per farti da cicerone, ha i suoi impegni, gli studi ed il lavoro da modello per poterlo fare.
Non dovrai avvicinarti al mio studio o disturbarmi mentre lavoro se non invitato da me. Nathalie organizzerà le tue giornate e se non hai delle attività da svolgere vedrai di trovarne, i nulla facenti non ci piacciono." Terminò indicando l'assistente che era tornata. Il cuore di Marcel batteva sempre più forte mentre lo zio gli elencava tutto ciò che non poteva fare. La sua libertà! Andava al vento...
"Nathalie ti accompagnerà nella tua stanza, altra cosa non invitare nessuno a casa, non è concesso fare feste e amici che si auto invitano. Conoscerai Adrien verso le diciannove, quando rientrerà dal corso di scherma. Adesso vai in camera."
Il ragazzo si grattò il ciuffo sulla fronte, una prigione sarebbe stata più accogliente di quel posto. Sospirò osservando il quadro in cima alle scale, quello che ritraeva suo zio e colui che doveva essere suo cugino, si somigliavano nonostante avessero colori diversi. 
"Grazie zio..." disse, ma fu interrotto.
"Signor Agreste!" Disse Gabriel "Sei identico a Nicole, ma questo non ti da diritto a chiamarmi zio."
Marcel sussultò seguendo poi Nathalie nella sua stanza. Non doveva chiamarlo zio? Non lo riteneva al pari di sua madre? E allora cosa ci faceva lì, avrebbe preferito a quel punto essere rinchiuso in un orfanotrofio, almeno avrebbe potuto avere degli amici e fare qualcosa con loro. Non si sarebbe sentito rinfacciare che gli veniva  fatto un favore solo perché assomigliava a sua madre.
Nathalie gli indicò la stanza facendolo entrare, gli indicò la direzione del bagno personale e gli indicò il baule col suo bagaglio. Ma lui non la stava a sentire, non voleva starci lì in un posto dove non era desiderato e dove non poteva essere se stesso.
La donna lo lasciò solo con un sorriso falso sulle labbra, e lui allora si gettò sul letto stringendo nel pugno le lenzuola pulite. Stava piangendo e se ne accorse solo avvertendo l'umido del tessuto di cotone.
Si rialzò a sedere sul letto asciugando le lacrime, non voleva piangere, non poteva permetterselo. Kiiqui un piccolo Kwami con le fattezze di un falco, uscì guardingo dal suo zaino volandogli intorno, voleva tranquillizzarlo ma prima si guardava intorno scettico.
"Calmati Marcel, vedrai che domani andrà meglio, forse tuo zio non è abituato a gestire queste situazioni." Disse il falco seguendo il perimetro della stanza.
Il ragazzo scosse la testa, domani sarebbe stato ancora peggio di oggi, pensò aprendo il baule e tirandone fuori il violino che prese a suonare. Anche l'indomani i suoi genitori non ci sarebbero stati, e il giorno dopo ancora. Era invece costretto a vivere con un uomo che non si considerava suo zio, che gli aveva fatto capire che quella sarebbe stata la sua prigione e non la sua casa, a fare tutto ciò che diceva lui, in fondo Nathalie avrebbe organizzato le sue giornate. Ovvio anche il suo viaggio a Londra, lui non l'aveva chiesto un viaggio a Londra... e suo cugino? Anche lui non sarebbe esistito, perché gli era precluso avere anche degli amici!

"Il suo piano procede signore." Disse Nathalie raggiungendo Gabriel nel covo.
L'uomo alzò una mano in aria soddisfatto. "Oh si! Lo sento Nathalie, la disperazione per la perdita dei genitori e la rassegnazione a non essere amato dall'unico parente rimasto." Gabriel era soddisfatto, aveva immaginato che il figlio di sua sorella fosse ancora in lutto, solo e disperato. Ci era voluto poco ad ampliare ancora di più i suoi sentimenti.
"La solitudine non sarà tua amica 'Violinista'." Disse Papillon appena l'akuma si impadronì del violino che sembrava Marcel stesse suonando. Un altro musicista, prevedibile.
Marcel terminò di suonare intento ad ascoltare la voce nella sua testa.
"Vogliono obbligarti a seguire regole che non approvi Violinista! Ti ricordano costantemente che i tuoi genitori sono morti, ma noi sappiamo che non è così!"
Marcel si dimenava con le mani la testa, candendo in ginocchia. Kiiqui raggiunse subito il suo portatore chiamando l'attenzione di Marcel.
"Questa non è una bella cosa Marcel. Reagisci..." Gli disse.
Ma lui non riusciva, quell'uomo: Papillon. Sapeva il fatto suo e gli prometteva un nuovo inizio, più positivo rispetto a quello ottenuto poco fa...
"Tuo zio non ti comprende, vuole chiuderti in una gabbia dorata senza amici e senza il suo amore... io potrò aiutarti violinista."
"Si Papillon!" Disse Marcel obbedendo. Poteva renderlo felice Papillon, ridargli tutto e per farlo una sola richiesta. I miraculous di Ladybug e Chat Noir.
Dal violino le sue braccia si formarono a raggiungere le spalle e poi trasformarlo. Una tuta marrone ricoprì il suo corpo, con l'archetto del violino fece un assolo breve, ma invasivo.
Kiquii fuggì osservando la scena. Chi aveva fatto del male al suo amico?
Delle corde si allontanarono dallo strumento portandosi alla finestra, si lanciò fuori di essa e lasciando la villa di famiglia urlò.
"Ricostruirò la mia famiglia e tu papillon avrai i Miraculous di Ladybug e Chat Noir."
Annunciò fermandosi tra le strade colme di persone.
Un nuovo assolo issò le corde del violino verso una coppia che teneva per mano il proprio figlioletto.
"Insieme adesso e sempre. Non lasciatevi mai!"
"Fermo tu!"'disse una voce.
Il Violinista alzò la testa notando una ragazza lucertola con un insetto accanto a se.
"Tu non sei Ladybug!" Disse
"No. Ma come lei ti fermeremo,  posa le armi Violinista." Disse Lord Guāng

Segue...

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Zac storm © Zag Toon———*Capitale del Bangladesh

Zac storm © Zag Toon
———
*Capitale del Bangladesh

 

 

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Capitolo 12
*** Parte 11ª - il team di Mu Shí ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE

Marinette era intenta a cucire un nuovo Cheongsam* con un motivo floreale simile al suo, per sua cugina Hui, nel laboratorio di arte della scuola. Aveva detto ai cugini che aveva un regalo di benvenuto per loro, quindi si era data da fare per poter donare loro quelle due tuniche. La Cheongsam di Hui era verde acqua, il suo colore preferito, e vi aveva fatto un tema floreale che ricordavano piccole magnolie, tipiche piante che aveva visto a Shangai, viola e nere come il colore del colletto della Cheongsam.
Per Yen invece ci era andata più sul classico, essendo un ragazzo, il suo Changshan* era azzurro ed aveva una stampa floreale tono su tono alla spalla destra, l'allaccio del collettò era sempre viola e la stampa ricordava le foglie della magnolia sempre. Aveva iniziato a lavorare sulle due tuniche subito dopo essere rientrata dalla Cina ed ora con l'aggiunta dei due colletti aveva finito il lavoro ai cugini. Non vedeva l'ora di consegnarlo loro quello stesso giorno dopo le lezioni del pomeriggio.
Conclusa anche la Cheongsam di Hui la giovane fashion designer la piegò e fece per metterla nella borsa che un bip del cellulare la riportò alla realtà.
Era un allerta! Aprì il cellulare e quello che vide non la stupì. Nadia Chamack dava notizia del nuovo attacco.
«Un nuovo super cattivo è apparso a place de la condorde, non sappiamo ancora di chi si tratta. Ma due nuovi super eroi sono apparsi in soccorso di Parigi, lei dice di essere Lady Xīyì, lui Lord Guāng. Stanno dando battaglia al nuovo super cattivo che però da poco sembra essersi potenziato, infatti tutti i malcapitati de Le violinist, sembrano essersi rivolti a sue pedine e stanno muovendo battaglia contro i due eroi... Ma ecco che è arrivato il nuovo compagno di Ladybug e Chat Noir, Red Scorpio...»
Marinette restò sorpresa sentendo quanto stava avvenendo doveva usare di nuovo sia Nissa che Tikki, un Unione sarebbe stata perfetta se non fosse stato che non poteva rivelare di essere sia Ladybug che Mû Shī. Scese di corsa lungo le scale che portavano nei giardini della scuola e nel farlo si scontrò con Kagami che sembrava incerta sul da farsi, non sembrava neanche Kagami in quel momento, anche se il fioretto tra le mani sembrava volesse attaccarla.
"Kagami... tu qui?" Chiese imbarazzata. Non ci voleva, se la evitava sarebbe sembrato che la ignorasse e non era vero. Certo da quando era rientrata ancora non si erano viste ma...d
"C'è scherma oggi e cercavo Adrien, è andato a prendere dell'acqua ma non torna."
"Oh... Io... l'ho visto andare al bagno. O agli spogliatoi, o quello che erano. Vado a cercarlo e ti faccio raggiungere." Disse prendendo la palla al balzo come scusa.
Velocemente si allontanò mentre sentiva lo sguardo di Kagami su di lei. "Dobbiamo fare presto Marinette." Le disse Tikki.
"Devi usare tutti e due i poteri per sconfiggere il Violinista Marinette, ha di nuovo usato Cocco." Annunciò allora Larss al suo fianco.
"Cocco?! Cioè il Kwami del coccodrillo si chiama veramente così?" Chiese la ragazza entrando in bagno e prendendo la scatola dentro la quale si trovavano Nissa e il Miraculous. "Devo unire tutti e due per poter combattere."
"Non puoi farlo Marinette!" Gli disse Tikki
"Ha ragione Marinette è pericoloso fondere i due Kwami. Se arriva Haoxin scopre che dietro Shé Guaniāng ci sei sempre tu." Affermò Larss.
"Ok, allora dobbiamo fare presto. Tikki... spot on!" Disse trasformandosi per poi uscire di nuovo allo scoperto.
Intanto Kagami aveva raggiunto gli spogliatoi alla ricerca di Adrien, non era lì. Forse Marinette era stata più fortunata e allora avrebbero potuto riprendere l'allenamento.
Si tolse la maschera da schermidore e posatala sulla panchina fu lei stessa a bere dell'acqua.
"Kagami!" La chiamò Marinette.
La ragazza riconoscendo la voce di Ladybug si voltò all'istante sorridendole.
"Ciao Ladybug."
"Scusami Kagami, so che ti avevo detto di tenerti fuori da queste storie, ma ho di nuovo bisogno di te." Le spiegò tendendole la scatola contenente Nissa.
Kagami la osservò e prese la scatola aprendola e aspettandosi Loong, al contrario apparve però un piccolo leone. Marinette lo sapeva, non sembrava adatto a lei, ma aveva fretta e non poteva cercare qualcuno di fidato cui lasciare temporaneamente Nissa.
"Papillon ha nuovi potenti poteri e solo questo Miraculous può sconfiggerlo, con quello dello scorpione. Dal momento che posso fidarmi di te Kagami Tsurugi, ti dono il miracoulus del coraggio, spirito indomito di fuoco e luce. Indossalo per proteggere l'umanità!" Le disse Ladybug mentre un vivace Nissa svolazzava intorno alla giapponese.
Ella annuì e sorrise al Kwami.
"Devi dire, Nissa, apriamo la battaglia!"
La ragazza obbedì mettendo l'anello al dito medio della mano destra ed appena formulò la frase di trasformazione al viso gli apparve una maschera che si stendeva in un largo cappuccio dal quale uscivano le orecchie del Leone. Una tuta bejie e giallo oro, come il manto del leone le coprì le curve e a completare l'opera uno skateboard rotolò in attesa di congiungersi a lei che ci saltò sopra.
"Siamo pronte Ladybug."
Lei annuì. "Bene andiamo."

Appena il cellulare aveva vibrato nei suoi pantaloni avvertendo Adrien dell'allerta, il ragazzo aveva lasciato la lezione di scherma con la scusa di dover bere.
Trasformato in Chat Noir aveva raggiunto Place de la Concorde e  si era trovato faccia a faccia con dei vecchi compagni di battaglia e Red Scorpio.
"Salve gente! Allora chi abbiamo qui?" Chiese a Red, che nel frattempo lanciò la sua frusta in direzione del Violinista che si ritrasse saltando via di lì. 
"Un esercito di famiglie unite ci attacca a suon di onde sonore che distruggono i timpani."
"Proporrei di intonare una serenata allora." Affermò Adrien mentre veniva raggiunto dagli altri due. "Piacere di fare la vostra conoscenza, sono l'inimitabile e irresistibile Chat Noir." Disse prendendo la mano di Lady Xīyì per baciarla.
La ragazza ritrasse la mano e lo osservò accigliata. "Tieni a bada le zampe."
"Sopratutto perché abbiamo un cattivo a cui pensare." Intervenne la voce di Ladybug che giunse in quel momento avvicinandosi al suo collega. "Come ci muoviamo?" 
"Greenlady..." disse Chat Noir verso Lady Xīyì. "Per caso sai dirci se qualche corpo estraneo ha cercato il nostro Violinista?"
"Si chiama Lady Xīyì..." Intervenne Guāng stizzito. "Abbiamo visto una scaglia impossessarsi dell'archetto del violino." 
Intanto uno skateboard rullò tra gli automi del Violinista scaraventandoli come fossero birilli. "Questa cosa mi piace!" Disse la ragazza appena sopraggiunta.
Chat Noir e Red si guardarono stupiti, quella non era Mû Shí.
"Chat Noir pensiamo a distruggere lo strumento, forse troveremo lì dentro anche l'akuma." Disse Ladybug brandendo lo yo-yo. Gli dava fastidio che Chat Noir desse confidenza alle altre ignorando lei: era lì diamine.
Il ragazzo si destò e sorridendo alla coccinella le sorrise prendendo il bastone.
"Allora andiamo. Io e te contro tutti Ladybug!" Annunciò lanciandosi contro il Violinista e iniziando uno scontro con lui.
Marinette lo seguì mentre Red Scorpio raggiungeva la ragazza Leone. "Tu non sei Mû Shí!"
Lei scosse la testa. "Sono Raiongāru e se ho capito tu dovresti aiutarmi a purificare il nemico." 
Luka annuì mentre un bip si alzò nell'aria. "Così pare, raggiungiamo gli altri, Ladybug ha appena usato il lucky charm."
"E tu devi andare via." Disse lei.
"Quindi sbrighiamoci."
I due raggiunsero i loro compagni di battaglia e mentre Ladybug usava il lucky charm, uno specchio, per distrarre il Violinista. Chat Noir si fiondò sul violino col cataclisma, lo distrusse e ne uscì l'akuma.
Non trovarono però il caimano! Lady Xīyì si scaraventò sul cattivo e prendendo la sua arma richiamò il suo potere. "Lingua risucchiante." Urlò riuscendo così a recuperare l'archetto che poi distrusse liberando un cucciolo di coccodrillo per la città.
Ladybug e Kagami si scambiarono uno sguardo ed appena la prima annuì, la seconda salì sullo skateboard che si illuminò lasciando apparire un leone che ruggiva e si fiondò sul rettile.
"RUGGITO!" Comandò mentre un fascio di luce si propagava nell'aria prendendo in pieno il rettile che poco alla volta divenne piccolo fino a diventare una squama di coccodrillo che si spezzò in due.
"Wow!" Esclamò Ladybug osservando Kagami nella sua opera.
"Anche tu sei wow quando lasci andare il tuo Lucky charm, Ladybug." Affermò Chat Noir al suo fianco.
Marinette si voltò verso il suo partner, l'aveva rincuorata, come sempre. C'era quindi ancora una possibilità per loro due? Gli sorrisi e lui ricambiò
"Rimettiamo tutto a posto Insettina!" Le disse infine lui.
Annuendo con un sorriso Marinette lanciò per aria lo specchio e gridò "MIRACULOUS LADYBUG!"
In breve tutto tornò al suo posto. Da Place della concorde a Villa agreste, i sei supereroi si unirono in cerchio e pugno in avanti festeggiarono quella nuova vittoria.
"Ben fatto! Urlarono all'unisono mentre il ragazzo akumizzato si ritrasformò.
Ladybug e Raiongāru subito gli andarono incontro, era un loro coetaneo, preda favorita di Papillon. Appena lo videro le due ragazze restarono basite, e Marinette diede voce al suo sconcerto.
"Adrien!?"
Il gruppo si avvicinò e Red Scorpio parlò per tutti. "Gli assomiglia, hanno gli stessi lineamenti. Ma lui ha gli occhi azzurri ed i capelli scuri."
Chat Noir al suo fianco annuì, ovvio era venerdì e quello doveva essere il suo famoso cugino. Il gatto nero gli andò incontro tenendogli la mano che venne presa dal ragazzo.
"Stai bene?" Chiese
"Cosa mi è successo e dove sono?" Chiese il ragazzo rammaricato, il violino stretto al petto, era sicuro di aver iniziato a suonare a casa di suo zio Gabriel.
"Sei stato Akumizzato, se mi indichi dove vivi ti accompagno." Disse Chat.
"Villa Agreste... vivo lì e lo zio dice che non posso allontanarmi senza permesso." Guardò quei sei ragazzi mascherati, uno emetteva dei suoni.
"Io devo andare. Alla prossima!" Disse Red Scorpio al gruppo. I compagni annuirono e lo salutarono intanto il nuovo arrivato aveva tutta l'attenzione di Chat Noir.
"Forse tuo zio voleva proteggerti dalle akuma. Ma non si è mai al sicuro con loro, neanche chiusi in casa. Vieni che ti accompagno." Disse posando il bastone e mettendo una spalla di Marcel sulle spalle. "Vado anche io. Alla prossima jeunes filles!" E così dicendo sparì da lì col cugino.
Lo riaccompagnò fino a Villa Agreste e bussò anche al campanello dicendo di aver portato un ragazzo che era stato akumizzato. Quando i cancelli furono aperti e Adrien notò l'auto che stava uscendo, comprese che il tempo era agli sgoccioli anche per lui.
"Ti lasciò qua. Ciao!" E così dicendo sparì.
Marcel osservò l'auto che lo aveva portato in quell'enorme villa sparire dietro una curva e lo stesso fece lui addentrandosi nel giardino di casa mentre il cancello alle sue spalle si chiudeva.
Una volta in casa lo trovò ad attenderlo Nathalie con suo zio.
"Stai bene?" Gli chiese Gabriel osservando gli occhi azzurri del ragazzo tanto simili a quelli di Nicole.
Lui annuì senza proferire parola e stringendo sempre a se il suo violino.
"Quando tornerai da Londra ti faremo seguire da un insegnante di violino, prima parti e prima sarai al sicuro. Parigi è pericolosa tanto per te quanto per Adrien!" Disse allora mostrandosi leggermente più sensibile di prima agli occhi del ragazzo.
Chat Noir lo aveva detto poco fa, Gabriel Agreste voleva proteggerlo. Per questo c'erano tutte quelle regole in quella casa.
Ancora annuì allo zio e fece per tornare in camera, ma si fermò prima di mettere piede sul gradino, quando lo vide dargli le spalle per andare via.
"Grazie... grazie di tutto zio Gabriel... signore." Si corresse.
Gabriel tacque ma restò fermo. Furono pochi secondi che a Marcel parvero un'eternità.
"Mi prenderò cura di te fin quando non ritroveranno i tuoi genitori Marcel. Ma lo farò a modo mio, io non sono loro due. Però potrai chiamarmi zio." E così dicendo sparì dal pianerottolo delle scale, diretto verso il suo ufficio.
"Dovresti salire in camera a riposare adesso Marcel." Lo istruì Nathalie e il ragazzo annuì.
Sì era il caso di andare in camera, era stanco e spossato e doveva cercare Kiiqui, non aveva più avvertito la sua presenza.
Chiusa la porta alle spalle si guardò intorno iniziando a chiamare il suo Kwami? Dove si trovava? Cosa gli era capitato?
"Kiiqui..."
"Sono qui Marcel." Rispose il Kwami uscendo allo scoperto.
Il ragazzo subito lo prese tra le mani, ritornando a stare sereno. "Meno male Kiiqui, non so cosa sia accaduto ma..."
"Una falena si è impossessata di te Marcel. Ho cercato di tenerti ancorato alla realtà, ma forse ella è riuscita a catturarti prima di me." Affermò il Kwami.
"Sai cos'era?" Chiese il ragazzo.
Kiiqui annuì. "Un altro Miraculous e a quanto pare non usato a scopi benefici."
Marcel andò a stendersi sul letto e osservò stupito il Kwami. "Potete essere usati anche per fare del male?"
"Ahimè sì! E ci sono dei Miraculous che in mano alle persone sbagliate possono causare danni veramente irreparabili." Disse il falco.
"Cosa dovrei fare Kiiqui? Oggi sono venuti in mio soccorso delle persone trasformate come me." Disse allora il ragazzo.
"Devi difendermi e non far scoprire mai a nessuno di me. In Bangladesh non siamo stati prudenti e per poco non ci arrestavano. Ma qui ci sono persone malvagie che se scoprono la mia presenza potrebbero catturarmi."
Marcel annuì, in Bangladesh se serviva si era spesso trasformato per difendere chi era in pericolo. Anche nelle strade affollate, ma lì era effettivamente diverso, la Francia era un posto parecchio sorvegliato a livello di sicurezza e se si trasformava all'aperto, avevano già notato strada facendo con Kiiqui, potevano riprenderlo e scoprire la sua identità.
"Devo proteggerti? Credi che Papillon possa essere interessato a te? Lui voleva i Miraculous di Ladybug e Chat Noir." Affermò Marcel.
"Ti ricordi chi sono io Marcel?" Chiese il falco.
"Il Miraculous della nostalgia, colui che ha l'occhio della preveggenza." Affermò.
"E credi che Papillon potrebbe usare per il bene questo potere?" Marcel si strinse nelle gambe pensandoci su.
Kiiqui lo aveva aiutato molto in quel periodo. Era stato grazie a lui e al suo potere che non aveva perso le speranze, perché aveva visto che i suoi genitori non erano morti! Non erano stati in grado di trovarli solo perché come gli aveva detto Kiiqui le visioni doveva imparare a carpirle, non dicevano tutto, ma lasciavano dei segnali. Adesso anche se non lo indossava Marcel era certo di una cosa, per quanto Kiiqui non fosse un Kwami che manipolava le persone di sicuro in mano a uno come Papillon non era al sicuro.
Sentì bussare alla porta e guardò il suo Kwami. "Osserveremo gli eventi da lontano Kiiqui, adesso nasconditi." Sussurrò andando alla porta. La aprì e si trovò davanti un ragazzo alto quanto lui, con capelli biondi ed occhi verdi, sul volto un sorriso sincero. Osservandolo Marcel subito comprese che avevano delle caratteristiche in comune tra di loro anche a livello di lineamenti.
"Adrien!" Disse, Ladybug lo aveva chiamato così dopo la battaglia.
Il ragazzo annuì e gli tese la mano con un sorriso benevolo. "Ciao Marcel, benvenuto a Villa Agreste, spero ti troverai bene qui con me."
Marcel strinse la mano al cugino, e quella stretta confermo ciò che il suo sorriso e lo sguardo sereno già avevano anticipato. Lui era buono e sarebbe stato un amico.
"Visto che dovrò stare sempre chiuso in casa lo spero anche io." Disse spalancando la porta.
Adrien gli indicò una porta sul lato opposto dell'ala della casa.
"Che ne dici di venire da me? Ho un canestro e potremmo fare amicizia."
Marcel si illuminò in volto. Un canestro? Certo che ci stava.
"Andiamo!" Affermò sorridendo furbo. Allora in quella casa si viveva pure! Ecco cosa aveva pensato entrando poi nella camera di Adrien, un pianoforte era al centro della stanza, c'era poi un divano che dava su un televisore ad alta risoluzione e di ultima generazione, una console, un computer, una trafila di trofei di scherma, al piano superiore c'erano dvd a non finire per non parlare del biliardino in un angolo. Quella era vita.
"Io gioco ai videogame e a calcio sai?" Affermò.
"Sfida?" Chiese Adrien con un sorriso furbo
"E sfida sia!" Accettò l'altro, forse quella permanenza a Parigi non sarebbe stata tanto brutta.

Quella sera Marinette consegnò ai due cugini il loro regalo di benvenuto. I due lo apprezzarono molto dicendo che quella creazione originale Dupain-Cheng non poteva non essere indossata. Iniziarono a chiacchierare subito del più e del meno, della scuola e delle professoresse e Marinette propose anche ai due di andare con lei il pomeriggio successivo ed anche la domenica al cinema così che potesse conoscere i compagni.
I due acconsentirono con piacere e dopo aver chiesto il permesso alla madre durante la cena si accordarono per incontrarsi.
Solo una volta in camera di Hui i tre affrontarono l'argomento Papillon e la battaglia di quel giorno.
"Ci avevi detto che Ladybug combatteva contro Papillon. Non pensavamo però che usasse le persone reali." Disse la ragazza mentre prendeva il pigiama.
Marinette annuì alla cugina e intanto Yen entrava nel bagno adiacente per cambiarsi.
"Ci aspettavamo di vederti nei panni del Leone, ma sono sicuro che non eri tu Marinette. Perché non lo avevi tu?" Chiese oltre la porta.
"Perché non posso usare due Miraculous contemporaneamente, sopratutto se conti che sono molto forti." Rispose lei tornando con la testa a poche ore prima, subito dopo la battaglia.
Lei e Kagami si erano rifugiate in un vicolo buoi e la ragazza stava porgendole indietro l'anello. L'aveva osservata pensando a quanto per la prima volta nei panni della ragazza Leone l'avesse in realtà vista uscire dagli schemi, lasciarsi andare all'avventura, non farsi trascinare dalle regole che solitamente seguiva.
Aveva sbagliato, vero che aveva pensato che Loong fosse il Kwami che la rappresentava, che le era addosso come un abito cucito a posta. Ma Kagami era molto di più e quel pomeriggio con il Miraculous del Leone aveva dato dimostrazione di avere bisogno di quel coraggio che aveva indubbiamente e che spesso la frenava ad infrangere un stupida regola quale fare sempre ciò che diceva sua madre.
Kagami era come Adrien, entrambi chiusi da un guscio, solo se il modello affrontava già suo padre per avere quella libertà cui anelava, Kagami non lo faceva e spesso per respirare doveva giungere a dei sotterfugi.
"Tienilo!" Aveva detto seguendo l'istinto.
Kagami l'aveva guardata perplessa. "Tenerlo?"
Ladybug aveva annuito. Non era a lei che aveva pensato per quel Miraculous, più a Luka o Adrien. Ma il secondo sarebbe partito con lei per Londra ed il primo, forse adesso ripensandoci meglio, non era la scelta più giusta, la più ardua. Kagami era la portatrice del coraggio, ne più ne meno.
"So che lo userai con prudenza e con responsabilità. Lo lascio a te, adesso che Papillon è più forte avrò sempre bisogno del Leone accanto a me per purificare le squame."
La ragazza annuì stringendo forte l'anello nel polso. Poi sorrise a Ladybug, lei aveva fiducia nella giapponese ed era la prima volta che le si dava qualcosa così, a cuore aperto e con rispetto.
"Grazie della fiducia. Prometto che non ti deluderò!"
Marinette rise ed annuì. "Dovrai imparare ad usare delle scuse per sfuggire sempre dagli studi e alla sorveglianza. Ma sono sicura che ce la farai."
La ragazza la guardò poi ricambiò la risata. "Sinceramente non ci avevo pensato. Potrebbe essere difficile ma è una sfida che accolgo con piacere."
Al che Marinette aveva capito che aveva fatto la scelta giusta. E semmai si fosse sbagliata avrebbe potuto sempre riprendersi Nissa.
"Marinette!" La voce di Hui giunse ovattata. La ragazza si ridestò dai suoi pensieri mentre la cugina la abbracciava.
"Sei stanca, forse è il caso di riparlarne domani."
Lei annuì. "Si sono stanca. Però credetemi, ho fatto la scelta giusta ed ora che partirò per Londra dovrete assicurarvi di aiutare sempre Raiongāru e Red Scorpio quando ne avranno bisogno.
"Red Scorpio è Haoxin!" Disse Yen a quel punto.
"No, anche lui ha scelto di dare via lo scorpione e con Haoxin è in giro per il mondo a cercare i Kwami dispersi." Riferì loro.
"Perché ha scelto di tenere via lo scorpione? Sicuramente è molto più utile della colomba." Disse Hui, i due la guardarono "Insomma abbiamo visto combattere entrambi. Haoxin quieta le anime e basta, alla fine il suo scudo non lo usa neanche per difendersi. Mentre Red Scorpio ha il suo colpo e la sua arma è forte!" Affermò
Marinette annuì. Vero! Come vero che la pace doveva essere nelle mani di una persona che sapesse usarla a scopi benefici, anche lei temeva di dare via Larss, era l'odio fatto Kwami, il più brutto dei sentimenti, l'altra faccia dell'amore. Se capitava nelle mani del portatore sbagliato poteva diventare un altro Papillon, con la differenza che avrebbe avuto tra le mani un Miraculous molto più potente della farfalla.
"Credo che a livello tattico rinunciare al Miraculous della paura sia stato meglio. Comunque la pace è molto importante e nelle mani sbagliate potrebbe avere delle cattive ripercussioni." Rispose allora alla cugina.
"Hai ragione Marinette. Qualsiasi Miraculous nelle mani sbagliate fa danni. Quindi meglio non prendere sotto gamba queste responsabilità, sicuramente tu hai consegnato Nissa ad una persona di cui ti fidi." Intervenne allora Yen.
Al che la ragazza annuì. "Si, molto. È una persona che so essere molto responsabile e giusta."
"Allora va bene così. Buonanotte Marinette." La salutò il cugino alzandosi e dirigendosi alla porta della stanza.
La ragazza ricambiò il sorriso mentre anche Hui si stendeva. "Il combattimento di oggi ci ha stancato molto Marinette."
La cugina poteva capirla, ormai lei ci aveva fatto l'abitudine, a dover mettere tutto da parte per andare contro i super cattivi che Papillon metteva sul suo cammino, a legare la sua quotidianità con quella dell'eroina. Ad arrivare stanca a fine giornata e addirittura a combattere anche durante la notte. Osservò la cugina che si era appisolata e si sistemò meglio anche lei prendendo il cellulare.
"Tikki forse sto dando loro troppe responsabilità." Disse la ragazza al suo Kwami.
La piccola coccinella uscì allo scoperto rivelandosi. "Non penso Marinette, poi Hui e Yen sono molto responsabili."
La ragazza annuì ed aprì la messaggistica, cercò il contatto di Adrien e prendendo coraggio gli scrisse un messaggio. Il suo primo messaggio ad Adrien.

Message to Adrien
"Ciao Adrien... sono arrivati i miei cugini da Shangai ieri sera. Temo di non poter venire al servizio fotografico.„ scrisse.
Dopo averlo inviato fece per posare il cellulare ma notò che il messaggio era stato visualizzato. La risposta arrivò infatti di lì a poco.
"Ciao Marinette, stai tranquilla e porta anche loro. Mi farà molto piacere conoscerli. Anche io non sarò solo!„ Rispose.
A Marinette saltò il cuore in gola, forse avrebbe portato Kagami con se, doveva essere forte e continuare a guardare avanti.
"Va bene allora... Buonanotte Adrien a domani!„ scrisse posando il telefono.
Questo vibrò e a Marinette venne un colpo al cuore, Adrien le aveva dato la buonanotte. Cercò di trattenersi ma non riuscì a resistere recuperando il telefono per vedere la sua buonanotte.
"Anche a te... anche se non sei a dormire. Studi?„ Marinette si sentì stringere il cuore. Una conversazione telefonica? Non se la sarebbe mai immaginata.
"No, in realtà sono a casa dei miei cugini e sono crollati per via del jet-lag. Tu ancora studi?„  Rispose lei pensando che con tutto ciò che aveva da fare con molte probabilità ancora studiava.
"In realtà vedevo il telegiornale, ho terminato da poco i compiti e preparato gli ingredienti per le pozioni chimiche.„ Marinette sospirò sentendo il cuore battere forte. Aveva pensato anche al loro progetto di chimica come aveva promesso. Non ce la faceva a concludere quella conversazione così si divulgò.
"Qualcosa di interessante al telegiornale?„ sicuramente stavano parlando dell'akumizzato di quel pomeriggio.
"In realtà sto vedendo la BBC.„
Sta scrivendo... apparve sul display pensando a quanto fosse istruito e intelligente Adrien.
"Mio padre ha voluto mandarmi lontano per via di Papillon. Ma ho sentito che anche a Londra c'è un super cattivo.„
Marinette scattò sul letto leggendo le parole che Adrien aveva appena digitato. Un super cattivo a Londra! Impossibile.
"È come Papillon?" Chiese allora memore di dover cercare il canale britannico per tenersi informata.
"Si... cioè non lo so. Sembra che ieri notte un eroe che si chiamava Haoxin sia intervenuto in soccorso dei malcapitati.„ Le raccontò Adrien.
Marinette poggiò una mano sul cuore. Erano loro e Haoxin si era già mosso per contrastarli. "Abbiamo chi ci difenderà a Londra.„ disse cercando di tranquillizzare l'amico.
"Sì ma...„
"Cosa?„ Chiese Marinette, possibile che Adrien non si fidasse di Haoxin?
"Sono ovunque! Marinette anche la CNN e la Asashi tv non da notizie confortanti.„ Rispose il ragazzo.
A Marinette si strinse ancora di più il cuore. Non avrebbe immaginato di parlare con Adrien di quelle cose, perché quando eri al telefono con il ragazzo che ti piaceva non si parlava di quelle cose giusto?
"Pensi arriveranno fino a qui da noi?„ Chiese ad Adrien.
"Penso che ci saranno eroi come Ladybug e Chat Noir che ci aiuteranno con loro. Come è accaduto con questo Haoxin a Londra." Scrisse Adrien per confortarla.
Marinette si sentì pizzicare gli occhi. Adrien aveva fiducia in lei come Ladybug e in tutti i loro compagni. Non poteva deluderlo.
"Allora siamo al sicuro Adrien!„ scrisse Marinette. Inutile pensare alle futilità, doveva concentrarsi sui cattivi e per farlo non poteva pensare ad una possibile storia d'amore e con lei anche Chat Noir, doveva fargli un bel discorso.
"Si,' ovunque andremo saremo al sicuro. Fai sonni sereni Marinette.„ scrisse Adrien accompagnando l'augurio con una faccina sorridente e un cuore.
Marinette strabuzzò, un cuore! Adrien le aveva mandato un cuore e lei era in tilt.
"'Marinette devi rispondergli." Le sussurrò Tikky con un sorriso. Consapevole che finalmente le cose tra i due andassero nella giusta direzione.
La ragazza arrossì e annuì. "Dolce notte anche a te Adrien.„ e inviò, ci pensò su e decise di mandargli anche lei una emoticon con un sorriso e poi un bacio senza cuori.
Si sentiva battere forte il cuore. Ma ce l'aveva fatta.
Il telefono le vibrò tra le mani.
"Queste buonanotte sono molto piacevoli.„ scrisse aggiungendo lui stesso un bacio.
Adesso poteva morire! Pensò Marinette mentre giungeva un nuovo messaggio.
"Adesso devo andare... volo via, ciao!„
Oh Dio era in fiamme. Sobbalzò sul letto e iniziò ad andare avanti e indietro, poi uscì sul balcone della stanza. "Tikki... Tikki, Adrien mi ha scritto e mi ha mandato un cuore e un bacio." Disse al Kwami che rideva contenta per lei.
"Vi state avvicinando Marinette!" Affermò poi lei.
"Sì, ma come amici. Solo come amici. Hai letto cosa ha scritto Adrien, ci sono tante stragi in giro per il mondo."
Tikki annuì, lei aveva visto il Kwami della colomba con Adrien e sicuramente la notte prima era corso a Londra. Il Kwami ancora non sapeva come, ma se la missione era trovare i Miraculous sparsi in giro di sicuro seguiva le notizie per questo motivo. Forse era lui Haoxin, forse come con lo scorpione aveva lasciato a qualcun altro il Miraculous della pace, ma una cosa era certa. Loro non potevano stare con le mani in mano e per ora si doveva mettere da parte l'amore.
"Perché non diamo un occhiata ai telegiornali. Così capiamo se possiamo aiutare Haoxin."
"Con Shé Guināng..." disse la ragazza cercando l'app della bbc."
———————

Sono le tipiche tuniche cinesi. Quella di Yen è come questa ma azzurra con la spalla tendente al cobalto. Il pantalone è bianco (simile a quello del disegno di Zag Storm, quindi come quello di Marcel) e le scarpe sono tipiche ballerine basse da uomo

 Il pantalone è bianco (simile a quello del disegno di Zag Storm, quindi come quello di Marcel) e le scarpe sono tipiche ballerine basse da uomo

Quella di Hui è invece così solo si ferma sui fianchi e sotto scende un pantalone a pinocchietto che si ferma al polpaccio. Indossa delle ballerine rosa. Entrambe le camicie sono a maniche lunghe ed hanno appunto il bordo stringato come il colletto.

2* significa ragazza Leone in giapponese

2* significa ragazza Leone in giapponese

Marcel sempre da Zag Storm ©Zagtoons

Marcel sempre da Zag Storm ©Zagtoons

 

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Capitolo 13
*** Parte 12ª - London ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE

Adrien stava trascorrendo una serata comune, finalmente (si sarebbe potuto aggiungere). Non si aspettava di ricevere un messaggio dalla sua amica Marinette, eppure lei lo aveva fatto. Aveva subito aperto whatsapp per leggere cosa le avesse scritto e appena letto il suo messaggio era rimasto deluso dal vedersi di nuovo messo da parte dall'amica.
Ma non glielo avrebbe permesso, voleva che gli dicesse apertamente che non voleva avere nulla a che fare con lui invece di inventare sempre scuse. Glielo doveva! Così le aveva scritto che poteva portare chiunque con loro, in fondo anche lui aveva chiesto a Marcel di andare con lui. Così senza remore glielo aveva scritto: vieni con loro.
Era iniziata così, avevano intavolato un discorso su ciò che facevano e parlato degli akumizzati e dei loro compagni, di ciò che provavano. Nonostante li affrontasse ogni giorno con Ladybug loro non si erano mai espressi in merito, non avevano mai pensato di conoscersi sotto quel fronte. Che sensazioni provi sapendo di loro?? Mai posta questa domanda, mai ne aveva parlato con gli amici. Eppure trovandosi ad affrontare l'argomento con Marinette per la prima volta si era fatto quelle domande e sentendo il timore nella sua voce avrebbe voluto dirle: ci penserò io a te, abbi fiducia in me.
Al contrario le aveva scritto che lì fuori c'erano degli eroi che vegliavano su di loro. Non avrebbe mai potuto permettere che facessero qualcosa a Marinette, era più forte di lui, dentro di lui scattava in automatico una reazione. Lo aveva fatto con Lila, vendendosi anche a lei, per difendere Marinette e farla stare bene. E lo avrebbe fatto ancora, non gli importava quante persone avrebbe avuto contro, la felicità di Marinette veniva prima di tutto. Se per farlo bisognava sconfiggere tutti quei mostri lui lo avrebbe fatto, trovarli ed affrontarli sarebbe stata la soluzione, ma lui non sapeva da dove venivano e cosa facevano.
Per questo passava le notte insonni a seguire i notiziari, per carpire e trovare i Kwami. Poi due notti fa aveva sentito il notiziario alla bbc. Un super cattivo catturava nei loro incubi le persone e li portava allo sfinimento risucchiando la loro energia. Non c'era un motivo del perché lo facesse, semplicemente il super cattivo lo faceva e basta.
Lui non era come Papillon, non si nascondeva dietro una farfalla, era al contrario vigile lì presente a gettare veleno sulla vita delle persone comuni e a rinchiuderli nei loro sogni. Che fosse giorno o notte poco importava. Lady Octavia, così veniva chiamata, era perfida e basta.
Fortunatamente appena c'era un attacco della perfida lui Adrien veniva a saperlo, aveva attivato lo stato di allerta anche sulle notizia in diretta dalla Gran Bretagna e aveva fatto lo stesso con gli Stati Uniti e l'Asia, così che potesse essere aggiornato in tempo reale. Per raggiungere Londra aveva compiuto un viaggio di tre minuti e quaranta senza fermarsi con Jaggy o ritrasformarsi. Una volta che la notte prima era arrivato aveva scoperto così che Lady Octavia altri non era che la ladra del tempio di cui avevano parlato i guardiani.
Il suo aspetto riportava a un polipo, e quello che era stato rubato era appunto il Miraculous del polipo e quello della gazza ladra.
Era stato facile distruggere i muri di cristallo che la donna aveva creato, come era stato facile anche liberare l'anima del malcapitato dal suo incubo. Non aveva piuttosto calcolato che Lady Octavia sarebbe stata accompagnata e per quanto egli fosse abile nel combattimento, lo scudo gli serviva poco e niente e contro il compagno di lei, portatore della gazza, non era stato in grado di difendersi.
Aveva schiantato il suo avversario lontano e spiegate le ali era scappato, non perché fosse un codardo. Ma perché ad un certo punto il Miraculous aveva iniziato a suonare e lui era dovuto andare via prima che scoprissero la sua identità, per non parlare delle sue armi. Già usate per placare il potere del polpo. Si perché poi dopo quelli lo affrontavano e lui si trovava in un due contro uno con il solo scudo che potesse difenderlo, in suo soccorso aveva solo le infinite lezioni di karatè e l'esperienza in campo con Chat Noir.
Così era andato via, aveva sciolto la trasformazione e si era ritrasformato nel giaguaro per tornare a casa.
Era stato così anche quella sera, mentre si scriveva con Marinette ecco che l'allerta era tornata, di nuovo a Londra, sul London eyes per la precisione. Aveva salutato alla svelta Marinette e si era trasformato in Jaguar, una volta arrivato a Londra si de trasformò e diede a Jaggy un pezzo di pane per poi richiamare Gurru.
"Non hai più tempo Adrien. Devi trovare un portatore per Gracc, non puoi combattere da solo contro di loro." Affermò mentre il ragazzo si alzava la maglia.
"Ne riparliamo domani Gurru. Che poi pensaci come faccio a portare qui il mio partner? Sai se non conosco nessuno di Londra per forza di cose dovrò cercarla a Parigi. Quindi... GURRU PORTIAMO LA PACE."

Daireen Campbell era desolata. Lei ed il ragazzo che le piaceva Ken Stanford stavano salendo sul London Eyes per un giro panoramico. Erano amici da ormai sette anni, quando avevano iniziato le scuole superiori. E lei si era accorta di amarlo durante gli ultimi tre anni, non si era mai dichiarata a lui. Spaventata all'idea che così avrebbe rovinato la loro amicizia, e che oltre perdere il suo amore avrebbe perso anche il suo migliore amico.
Così aveva taciuto sempre sui suoi sentimenti, lo avrebbe fatto anche quella sera se soltanto Ken non aveva accennato all'amore.
"Sai Daireen? Ho conosciuto una ragazza molto carina, è al penultimo anno e potrei invitarla al ballo di fine anno." Disse cercando il suo sguardo. "Così forse io e lei potremmo..."
Daireen si era sentita stingere il cuore, un'altra ragazza che non fosse lei. "E..." deglutì guadando fuori dalla cabina della ruota panoramica. "... la nostra amicizia? Come andrà a finire?"
Lui le sorrise e le strinse la mano. Lei si voltò verso di lui e d'improvviso i suoi occhi azzurri divennero neri come la pece, la guardarono malefici. Urlò Daireen, urlò e venne attanagliata dalla paura mentre qualcosa di nero e oscuro circondava i fianchi della cabina dove si trovavano lei e Ken.
Era in preda a Pica Pica, se lo sentiva. I suoi sentimenti venivano risucchiati, come aveva racontato la sua amica Lily e allora perché? Perché la cabina stava diventando nera e perché sentiva di non avere via di fuga?
"AIUTO... AIUTO!" Urlò sapendo di non poter essere sentita. Allora prese il cellulare e attivò l'app che la geniale e giovane Caroline Charles aveva inventato. Mandò l'allerta incubus in cerca di aiuto, sarebbe stato probabile che il ragazzo che aveva salvato il vecchio dall'incubo la sera prima fosse tornato. Questa volta per salvare lei e Ken che intanto le stringeva le mani guardandola con odio.
"La nostra amicizia non è mai esistita Daireen, tu sei solo il mio zerbino!"
Lei scosse la testa, no. Non era vero e lei non era preda di pica pica, anzi lo era ma non solo. Lui e Lady Octavia l'avevano presa di mira.
Urlò e pianse, non voleva cedere alla disperazione, non voleva che i due malvagi la privassero della sua energia e della figlia di vivere. Aveva solo diciotto anni e meritava di essere una comune ragazza che andava a divertirsi con gli amici, col suo Ken.
Un fascio di luce all'improvviso si schiantò verso il vetro della cabina. La teca oscura creata da Lady Octavia sembrava stesse detoriandosi. Avvertì che qualcuno saltava sulla cabina e ci camminava sopra.
"Bel coraggio a rovinare i sogni delle persone. Ve lo impedirò!" Disse la voce di un ragazzo.
"Non riuscirai mai a fermarmi ragazzo uccello, posso avere in pugno anche te!" Disse Lady Octavia.
Adrien vide la donna poggiare la mano su una delle ventose del suo costume e tirarla, un pennino apparve nella mano libera. Gli lanciò la ventosa contro e con la penna iniziò a scrivere delle parole che per lui erano senza senso.

(this is

(this is... meno male che ho fotografato il disegno xd)
No, assolutamente non aveva tempo per quelle cose, prese lo scudo da dietro la schiena e lo mise in posizione, mentre il ragazzo in sua compagnia si faceva vedere. Era forse il caso di purificare prima l'anima del malcapitato. Portò lo scudo avanti al suo petto, con lo specchio rivolto all'insù e in un attimo recitò il suo incantesimo.
"CHE LA PACE QUIETI IL TUO ANIMO." Così da poter liberare i due nella cabina, poi si dedicò ai suoi nemici.
"Fossi in voi lascerei i Miraculous e andrei via." Disse Adrien.
"Sei in disparità numerica e tra poco sarai vittima del tuo incubo che diverrà realtà. Fossi in te lascerei il Miraculous e tornerei a casa." Disse invece il compagno di Lady Octavia.
"Fossi in te imparerei a contare perché lui non è solo!" Affermò a quel punto la voce di una ragazza.
Adrien si voltò intanto che qualcuno giungeva al suo fianco. "Sono Shé Gūniáng e ovunque vado porto l'Odio. Arrendetevi!"
"Ma guarda chi c'è qui. Miss serpentina!" La salutò Haoxin.
Miss serpentina?? Marinette restò basita, pensava fosse Xiēzì ad abbassarsi a quei livelli e non lui... anche se tecnicamente erano la stessa persona. Un suono si alzò nell'aria, era il Miraculous del ragazzo nemico che richiamava l'attenzione.
"Noto che stasera sei tu di fretta." Disse Haoxin.
L'altro fece una smorfia e si lanciò uno sguardo con la donna polpo che annuì, in due si lanciarono su di loro al che Haoxin invece che ritrarsi o scappare affrontò il ragazzo con cui intraprese una battaglia di colpi e contraccolpi parati e tornati indietro.
Intanto Shé Gūniáng si concentrò sulla donna che non voleva perdere occasione di scrivere una nuova storia.
"Non ti permetterò di creare altri incubi questa notte Lady Octavia. Sarò io il tuo incubo." Urlò Marinette togliendo il sonaglio dalla lunga treccia e iniziando a farlo suonare a ritmo cadenzato. "Morsa del serpente!" Urlò non andando però a segno. Erano spacciati, aveva bisogno di qualcosa, di un lucky charm ad esempio.
Il Miraculous del ragazzo intanto riprese a suonare facendo accendere l'ultima luce, ed anche quello di Haoxin suonò per la prima volta.
"Possiamo continuare così. Ma sai, io ho ancora tre minuti e tu no, una volta che ti sarai ritrasformato mi prenderò il tuo Miraculous." Gli disse Haoxin parando il suo calcio.
Lady Octavia in un impeto di rabbia si scagliò contro lui e Shé Gūniáng e con il tentacolo della gonna scaraventò via i due che furono gettati oltre la cabina.
Marinette iniziò ad immaginare il peggio, sarebbero caduti e si sarebbero fatti male sul serio. Non aveva il suo yo-yo e non avere un filo a cui appendersi, cosa più importante non c'era Chat Noir sempre pronto a salvarla.
D'improvviso si sentì prendere una mano. I capelli bianchi di Haoxin sventolavano intorno al suo viso, le sorrideva.
"Sei pronta a tornare su Miss serpentina?" Le chiese e Marinette acconsentì con la testa. Non era quello il momento ma avrebbero dovuto parlare di quel nomignolo.
Lui le strinse forte la mano e se la portò col corpo contro il suo, avvertiva il suo torace solido e poi le gambe che si legarono alle sue, infine le mise le mani intorno al busto ad abbracciarla, Marinette afferrò con le sue, le braccia muscolose di lui che la stringevano come se fosse un tesoro prezioso. All'improvviso le sembrò di volare, ma sapeva che non poteva essere così. Anzi no! Alzò il viso e quello che vide erano proprio due ali immense e bianche che risalivano verso la cabina del London Eyes che avevano lasciato. In un attimo furono su, Haoxin la lasciò andare mentre potettero intravedere Lady Octavia e il suo vassallo andare via.
"Stai bene?" Le chiese Haoxin e lei annuì. "Perfetto, vado a controllare la ragazza vittima di Lady Octavia allora e ritorno." Così dicendo spiegò le ali e scese verso la porta della cabina aprendola ed entrandovi. Marinette lo seguì affascinata con lo sguardo ed intanto ascoltava la sua voce tranquilla.
"Stata bene?" Chiedeva.
"Daireen non si riprende ancora. Aiutami, aiutala. Non so cosa potrei fare se dovessi perderla."
"Adesso ci penso io. Mi dici chi era il ragazzo con Lady Octavia." Chiese il portatore della pace.
"Quello è Pika Pika*, il ladro dei sentimenti." Affermò il ragazzo
"Adrien annuì e lasciò apparire lo scudo, lo specchio rivolto sempre in alto per poi formulare l'incantesimo che avrebbe purificato l'anima della ragazza.
"CHE LA LUCE DELLA PACE LASCI SPARIRE TUTTO IL MALE." Annunciò
"Vedrai che adesso si risveglia. È stata molto brava a contrastare il suo incubo." Disse al ragazzo.
"Tu sei... il ragazzo bianco!" Ansimò Daireen svegliandosi. "Hai visto il mio help sull'app?"
Adrien scosse la testa, adesso la gente che veniva impossessata da spiriti maligni avvertiva anche.
"Io sono Haoxin il portatore della pace. Ho sentito che avevi bisogno di me ecco perché sono qui." Ma la app di cui mi parli mi farebbe proprio comodo. Si disse poi tra se.
"Adesso tornate a casa e andate a riposare. Lady Octavia non vi cercherà questa notte." Li rincuorò Adrien.
Tornò da Shé Gūniáng e le sorrise. "Ti va di fare un giro con me sul London Eyes?" Le chiese mentre schiudeva le ali e le tendeva la mano.
Marinette lo osservò e titubante gliela strinse, poi annuì.
Scesi dalla ruota chiesero un biglietto per un giro al custode della ruota panoramica, che in risposta offrì ai due l'attrazione per ringraziarli di aver salvato i due ragazzi. Nel frattempo questi stavano uscendo dalla loro cabina tenendosi abbracciati.
"Quei due sono molto innamorati, ma ancora non lo sanno. Appena sarete saliti faccio partire la ruota!"
I due supereroi annuirono ringraziando il gestore e si diressero verso la ruota panoramica  sorridendosi.
"Buonasera Charles." Lo salutò Daireen stretta a Ken.
"Mi dispiace proprio che siate incappati in Lady Octavia ragazzi." Disse il gestore
"Potremmo fare un altro giro?" Chiese in risposta Ken dando una banconota a Charles. "Il resto tienilo per i nostri protettori, ogni volta che vorranno fare un giro lo avranno pagato." Disse sorridendo. Ma prima doveva tornare sulla ruota, quella sera avrebbe voluto dichiararsi a Daireen e dopo aver visto il suo incubo era ancora più sicuro di se. Si sarebbero dichiarati e poi avrebbero passato tutta la vita insieme.
"Lascia stare Ken, offro io a tutti e se quei ragazzi sono come Ladybug e Chat Noir in Francia, allora non dovranno mai pagare quando verranno qui."
I due ragazzi lo guardarono stupito, tutti a Londra avevano sentito parlare degli eroi parigini anche se nessuno ci aveva creduto. Tutti i londinesi pensavano che fossero una leggenda metropolitana fino a quando due mesi prima un treno non si era schiantato contro la torre del Big Ben. Avevano detto che era stata Ladybug a sistemare tutto di lì a poco, ma nessuno li aveva visti ed ora eccoli che si facevano vedere lì dei loro simili.
Se era vero che esistevano i buoni anche loro avevano dei protettori e Daireen avrebbe iniziato a credere che Ladybug e Chat Noir esistevano e con loro gli altri due.
"Lui ha detto di chiamarsi Haoxin!" Annunciò Ken prendendo il cellulare.
Fece una foto riprendendo i due eroi che scendevano dalla London Eyes e abbracciò Daireen.
«Io e Daireen salvati da Haoxin e la sua compagna al London Eyes. Anche Londra ha i suoi eroi come Ladybug e Chat Noir.»
Pubblicò la foto su Instagram e prendendo la ragazza per mano si diresse alla vecchia malaugurata cabina.
"Questa volta ci andrà bene Daireen... devo dirti una cosa importante!" Annunciò alla ragazza.

Haoxin aveva voluto fare quel giro con Shé Gūniáng nonostante gli restasse poco tempo prima che si trasformasse.
"Puoi darmi poco aiuto con loro Shé." Iniziò il ragazzo.
"Si, ho notato che il mio colpo non ha sortito alcun effetto." Rispose Marinette amareggiata, avrebbe ottenuto più successo col lucky charm.
"Lei non può avere ne paura ne essere soggiogata dall'odio. La paura le appartiene comunque perché spaventa le persone con i suoi p0teri. Mentre l'odio lo prova lei stessa altrimenti non farebbe ciò che fa." Spiegò memore della manfrina fattagli da Guu.
"Quindi solo tu puoi contrastarla." Affermò Marinette.
"Io e il corvo. Mentre libero le persone dagli incubi o restituisco loro la felicità Gracc combatte contro di loro." Spiegò Adrien. "Io non ho tempo e non riesco a trovare qualcuno qui a Londra di fidato." Disse alla ragazza mentre l'occhio della colomba riprendeva a suonare. Intanto anche la testa di serpente intorno al collo della giovane suonò.
"Siamo sinceri, credo tu abbia capito che non sono di Londra!" Disse alzandosi e dandole le spalle.
Marinette si alzò e lo raggiunse. "Sei del Tibet!" Affermò sicura, era un discepolo dei guardiani. Scelto e addestrato da loro per diventarlo e molto preparato in materia.
Marinette si mise schiena contro schiena a lui e sospirò, non ebbe bisogno di parlare, capì che aveva ragione o almeno che non voleva fargli capire da dove lui venisse.
Adrien sospirò anche lui, non avrebbe acconsentito alla sua risposta, sopratutto perché avrebbe significato mentirle. Non era di quello che avevano bisogno al momento, visto che a breve quella ragazza sarebbe stata sua alleata che lo volesse o meno.
"Ritrasformami!" Disse a Gurru che sciolse la trasformazione. Adrien prese un biscotto al burro e glielo fece mangiare per rigenerarsi mentre Shé faceva lo stesso alle sue spalle.
"A conti fatti posso fidarmi di due sole persone. Ladybug..." Iniziò, e qui Marinette ebbe un tuffo al cuore, sapeva chi lei era? Era allora assurdo nascondersi. "E tu Shé Gūniáng." Terminò lui.
Marinette esalò un respiro, ignorando che avesse trattenuto il fiato. Lasciò che Larss mangiasse il suo biscotto al cioccolato contenta della fiducia che riponeva in lei Haoxin, che fosse Ladybug o Shé Gūniáng.
"Quindi?" Chiese lei
"Non saprei a chi lasciare il Miraculous della guerra. E adesso mi serve avere un partner fisso e giusto in battaglia." Concluse lui. "Non posso chiederlo a Ladybug, lei è impegnata a Parigi e sicuramente avrà anche altre cose sue cui pensare." Spiegò ancora Adrien omettendo di dirle che Ladybug era una guardiana. Gurru gli sorrise e lui annuì col capo. "Gurru trasformami." Ordinò.
Al contrario Shé non tornò a trasformarsi, così il ragazzo decise di restare di spalle con gli occhi chiusi.
"Io sono veramente onorata e felice di avere la tua fiducia Haoxin." Disse allora Marinette. Due volte l'aveva nominata come persona di fiducia e su cui poter contare, la prima persona era stata Ladybug seguita a ruota da Shé. "Va Bene..." gli disse prendendogli la mano. "Tu però mi aiuterai in oriente." Affermò Marinette, Adrien aveva detto che c'erano problemi anche a Tokyo.
"Ci metterò un po' ad arrivare ma si può fare." Disse Adrien prendendo il cofanetto contenente Gracc, era contento che non ci fosse stato bisogno di parlare o chiedere, che si fossero compresi subito. Le prese la mano e girandole il palmo le consegnò la scatola contenente il miraculous.
"Sai però quanto sia importante un Kwami complementare. Vorrei mi promettessi di ridarmelo qualora io trovassi il giusto portatore." Concluse Adrien.
"Non hai una ragazza o un ragazzo a cui tieni?" Gli chiese  lei curiosa.
"Sì... ma vorrei che tra di noi non ci fosse di mezzo un Miraculous, voglio essere amato da lei per ciò che sono." Disse lui sincero.
Marinette rimase colpita da quelle parole, sorrise. "Questo vuol dire che non glielo consegnerai mai."
"No, me lo riprenderò solo. Sperando di non dover ricorrere per troppo tempo a loro e che subito debelliamo questo nemico riprendendoci i Miraculous."
Marinette annuì aprendo la scatoletta. Un Kwami nero come Plagg ma con gli occhi rosse e tre punte sulla testa gli apparve di fronte.
"Ciao, io sono Gracc." La ragazza gli sorrise.
"Ciao a te Gracc, dovremo scendere a qui." Gli spiegò la corvina mettendosi il braccialetto.
Il corvo annuì andandole vicino. "Andrebbe alla caviglia in realtà, però per ora lasciamo stare. Basta dire: Gracc scendiamo in battaglia."
Marinette scosse la testa divertita mettendosi la cavigliera . "GRACC SCENDIAMO IN BATTAGLIA."
Urlò mentre il corvo veniva assorbito dalla cavigliera che si trasformò nell'artiglio di un corvo, il braccio venne coperto da un materiale nero che salì fino alla spalle dove si liberarono delle piume nere. Una maschera che riportava la forma delle piume sulle guance, anch'essa nera, ricordava che lei era la guerra. Gli occhi le divennero rosso sangue e i capelli anche  accolsero quella sfumatura mentre crescevano in una lunga coda di cavallo. A completare l'opera giunsero dei puntiglioni con delle piume tra i capelli ed una gonna di piume sulle gambe coperte già dalla tuta fino ai piedi.
"Sono pronta." Disse la ragazza dando un bacio a Larss che si nascose nella sua coda di cavallo.
Haoxin si voltò allora verso di lei libero di riaprire gli occhi. "Me lo ridarai."
Lei annuì "E tu farai altrettanto con me in tutte le situazioni. A meno che io non trovi un portatore nel frattempo!" Affermò lei.
Adrien annuì. "Certo che sì..." disse sovrappensiero... "cornacchia?!" Chiese
Marinette perse la concentrazione, un nuovo nomignolo, ancora? "Dovremo parlare di questa tua attitudine... prima micia, poco fa serpentina e adesso cornacchia?" Disse lei seguendolo all'aperto.
"Hai ragione cornacchia suona male. Ne troverò un altro nel frattempo!" Disse Adrien convinto.
"Io direi che si possono proprio evitare!" Affermò lei seguendolo.
Haoxin si voltò di dietro col viso e le strizzò l'occhio. "E togliere così tutto il divertimento? No, non penso proprio, dovrai abituarti!" Le disse divertito.
"Dirti di smetterla potrebbe peggiorare solo la situazione temo." Rispose lei.
Adrien annuì soddisfatto mentre osservava i due ragazzi che raggiungevano di nuovo la ruota, il volto sereno e le attenzioni calamitate l'uno sull'altra.
"Sai... la prossima volta che ci vedremo daremo del filo da torcere a quei due." Ammise.
"Londra è una città stupenda e non permetteremo loro di distruggerla." Affermò Marinette prendendogli la mano e annuendo. Stava bene ed era sicura che tutto si sarebbe messa a posto, con Chat Noir e Haoxin avrebbe potuto affrontare ogni ostacolo posto sul suo cammino.
"Ragazzi!" Li chiamò il custode del London Eyes.
I due si fermarono, glielo dovevano dopo aver avuto un giro in regalo, anche se non se lo erano realmente goduti.
"Io sono Charles e ogni volta che volete non createvi problemi a venire da me. Il London Eyes sarà sempre felice di ospitarvi."
I due annuirono, sarebbero tornati ed avrebbero di sicuro rivisto Charles anche e soprattutto nelle vesti civili.
"Posso fare una foto con gli eroi di Londra?" Chiese ancora ai due che si guardarono sorpresi.
Adrien afferrò la ragazza per le spalle e sorrise al custode. "Certo che sì. Un saluto da Haoxin e..."
"...Blacklady!" Intervenne Marinette sorridendo all'obiettivo e salutando i britannici.
Haoxin le lanciò uno sguardo complice e sorrise. La loro missione era iniziata!

Era certa da poco passata mezzanotte quando Adrien rientrò stanco a casa. Si gettò stanco sul letto mentre Jaggy andava a mangiare il suo pane e Plagg gli si avvicinava coprendolo col lenzuolo.
"Hai fatto tardi Adrien!" Gli disse.
"Domani ti racconto Plagg, ho una nuova missione e compagna e tanto cui pensare! Ma adesso sono distrutto!" Disse il ragazzo crollando dal sonno.
Prima di andare via dopo che aveva salutato BlackLady si era de trasformato ed era andato alla ricerca di notizie sull'app menzionata da Daireen poco prima. Quando finalmente l'aveva trovata e scaricata il ragazzo si era trasformato in Jaguar ed era rientrato a Parigi. Fregandosene di qualunque cosa avesse intorno, era stanco e doveva riposare altrimenti Giuseppe lo avrebbe maledetto al servizio fotografico.
——-
* Nome scientifico che si da alla gazza

Nda Trovate i disegni di Blacklady nel libro sulle info generali della storia.
Mi prenderò una pausa di qualche giorno da questa storia, poiché erano capitoli in successione e non mi andava di lasciarvi con l'amaro in bocca e sul... come andrà a finire o concluso questa serie.
Ma devo procedere anche con Agāpi, se avete letto la mia bacheca sapete che faccio e pubblico un capitolo a testa. Questa spero sia stata l'unica occasione di sgarro.
Ciao ciao

 

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Capitolo 14
*** Parte 13ª - Nuovi amici ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE

Adrien stava trascorrendo una serata comune, finalmente (si sarebbe potuto aggiungere). Non si aspettava di ricevere un messaggio dalla sua amica Marinette, eppure lei lo aveva fatto. Aveva subito aperto whatsapp per leggere cosa le avesse scritto e appena letto il suo messaggio era rimasto deluso dal vedersi di nuovo messo da parte dall'amica.
Ma non glielo avrebbe permesso, voleva che gli dicesse apertamente che non voleva avere nulla a che fare con lui invece di inventare sempre scuse. Glielo doveva! Così le aveva scritto che poteva portare chiunque con loro, in fondo anche lui aveva chiesto a Marcel di andare con lui. Così senza remore glielo aveva scritto: vieni con loro.
Era iniziata così, avevano intavolato un discorso su ciò che facevano e parlato degli akumizzati e dei loro compagni, di ciò che provavano. Nonostante li affrontasse ogni giorno con Ladybug loro non si erano mai espressi in merito, non avevano mai pensato di conoscersi sotto quel fronte. Che sensazioni provi sapendo di loro?? Mai posta questa domanda, mai ne aveva parlato con gli amici. Eppure trovandosi ad affrontare l'argomento con Marinette per la prima volta si era fatto quelle domande e sentendo il timore nella sua voce avrebbe voluto dirle: ci penserò io a te, abbi fiducia in me.
Al contrario le aveva scritto che lì fuori c'erano degli eroi che vegliavano su di loro. Non avrebbe mai potuto permettere che facessero qualcosa a Marinette, era più forte di lui, dentro di lui scattava in automatico una reazione. Lo aveva fatto con Lila, vendendosi anche a lei, per difendere Marinette e farla stare bene. E lo avrebbe fatto ancora, non gli importava quante persone avrebbe avuto contro, la felicità di Marinette veniva prima di tutto. Se per farlo bisognava sconfiggere tutti quei mostri lui lo avrebbe fatto, trovarli ed affrontarli sarebbe stata la soluzione, ma lui non sapeva da dove venivano e cosa facevano.
Per questo passava le notte insonni a seguire i notiziari, per carpire e trovare i Kwami. Poi due notti fa aveva sentito il notiziario alla bbc. Un super cattivo catturava nei loro incubi le persone e li portava allo sfinimento risucchiando la loro energia. Non c'era un motivo del perché lo facesse, semplicemente il super cattivo lo faceva e basta.
Lui non era come Papillon, non si nascondeva dietro una farfalla, era al contrario vigile lì presente a gettare veleno sulla vita delle persone comuni e a rinchiuderli nei loro sogni. Che fosse giorno o notte poco importava. Lady Octavia, così veniva chiamata, era perfida e basta.
Fortunatamente appena c'era un attacco della perfida lui Adrien veniva a saperlo, aveva attivato lo stato di allerta anche sulle notizia in diretta dalla Gran Bretagna e aveva fatto lo stesso con gli Stati Uniti e l'Asia, così che potesse essere aggiornato in tempo reale. Per raggiungere Londra aveva compiuto un viaggio di tre minuti e quaranta senza fermarsi con Jaggy o ritrasformarsi. Una volta che la notte prima era arrivato aveva scoperto così che Lady Octavia altri non era che la ladra del tempio di cui avevano parlato i guardiani.
Il suo aspetto riportava a un polipo, e quello che era stato rubato era appunto il Miraculous del polipo e quello della gazza ladra.
Era stato facile distruggere i muri di cristallo che la donna aveva creato, come era stato facile anche liberare l'anima del malcapitato dal suo incubo. Non aveva piuttosto calcolato che Lady Octavia sarebbe stata accompagnata e per quanto egli fosse abile nel combattimento, lo scudo gli serviva poco e niente e contro il compagno di lei, portatore della gazza, non era stato in grado di difendersi.
Aveva schiantato il suo avversario lontano e spiegate le ali era scappato, non perché fosse un codardo. Ma perché ad un certo punto il Miraculous aveva iniziato a suonare e lui era dovuto andare via prima che scoprissero la sua identità, per non parlare delle sue armi. Già usate per placare il potere del polpo. Si perché poi dopo quelli lo affrontavano e lui si trovava in un due contro uno con il solo scudo che potesse difenderlo, in suo soccorso aveva solo le infinite lezioni di karatè e l'esperienza in campo con Chat Noir.
Così era andato via, aveva sciolto la trasformazione e si era ritrasformato nel giaguaro per tornare a casa.
Era stato così anche quella sera, mentre si scriveva con Marinette ecco che l'allerta era tornata, di nuovo a Londra, sul London eyes per la precisione. Aveva salutato alla svelta Marinette e si era trasformato in Jaguar, una volta arrivato a Londra si de trasformò e diede a Jaggy un pezzo di pane per poi richiamare Gurru.
"Non hai più tempo Adrien. Devi trovare un portatore per Gracc, non puoi combattere da solo contro di loro." Affermò mentre il ragazzo si alzava la maglia.
"Ne riparliamo domani Gurru. Che poi pensaci come faccio a portare qui il mio partner? Sai se non conosco nessuno di Londra per forza di cose dovrò cercarla a Parigi. Quindi... GURRU PORTIAMO LA PACE."

Daireen Campbell era desolata. Lei ed il ragazzo che le piaceva Ken Stanford stavano salendo sul London Eyes per un giro panoramico. Erano amici da ormai sette anni, quando avevano iniziato le scuole superiori. E lei si era accorta di amarlo durante gli ultimi tre anni, non si era mai dichiarata a lui. Spaventata all'idea che così avrebbe rovinato la loro amicizia, e che oltre perdere il suo amore avrebbe perso anche il suo migliore amico.
Così aveva taciuto sempre sui suoi sentimenti, lo avrebbe fatto anche quella sera se soltanto Ken non aveva accennato all'amore.
"Sai Daireen? Ho conosciuto una ragazza molto carina, è al penultimo anno e potrei invitarla al ballo di fine anno." Disse cercando il suo sguardo. "Così forse io e lei potremmo..."
Daireen si era sentita stingere il cuore, un'altra ragazza che non fosse lei. "E..." deglutì guadando fuori dalla cabina della ruota panoramica. "... la nostra amicizia? Come andrà a finire?"
Lui le sorrise e le strinse la mano. Lei si voltò verso di lui e d'improvviso i suoi occhi azzurri divennero neri come la pece, la guardarono malefici. Urlò Daireen, urlò e venne attanagliata dalla paura mentre qualcosa di nero e oscuro circondava i fianchi della cabina dove si trovavano lei e Ken.
Era in preda a Pica Pica, se lo sentiva. I suoi sentimenti venivano risucchiati, come aveva racontato la sua amica Lily e allora perché? Perché la cabina stava diventando nera e perché sentiva di non avere via di fuga?
"AIUTO... AIUTO!" Urlò sapendo di non poter essere sentita. Allora prese il cellulare e attivò l'app che la geniale e giovane Caroline Charles aveva inventato. Mandò l'allerta incubus in cerca di aiuto, sarebbe stato probabile che il ragazzo che aveva salvato il vecchio dall'incubo la sera prima fosse tornato. Questa volta per salvare lei e Ken che intanto le stringeva le mani guardandola con odio.
"La nostra amicizia non è mai esistita Daireen, tu sei solo il mio zerbino!"
Lei scosse la testa, no. Non era vero e lei non era preda di pica pica, anzi lo era ma non solo. Lui e Lady Octavia l'avevano presa di mira.
Urlò e pianse, non voleva cedere alla disperazione, non voleva che i due malvagi la privassero della sua energia e della figlia di vivere. Aveva solo diciotto anni e meritava di essere una comune ragazza che andava a divertirsi con gli amici, col suo Ken.
Un fascio di luce all'improvviso si schiantò verso il vetro della cabina. La teca oscura creata da Lady Octavia sembrava stesse detoriandosi. Avvertì che qualcuno saltava sulla cabina e ci camminava sopra.
"Bel coraggio a rovinare i sogni delle persone. Ve lo impedirò!" Disse la voce di un ragazzo.
"Non riuscirai mai a fermarmi ragazzo uccello, posso avere in pugno anche te!" Disse Lady Octavia.
Adrien vide la donna poggiare la mano su una delle ventose del suo costume e tirarla, un pennino apparve nella mano libera. Gli lanciò la ventosa contro e con la penna iniziò a scrivere delle parole che per lui erano senza senso.

(this is

(this is... meno male che ho fotografato il disegno xd)
No, assolutamente non aveva tempo per quelle cose, prese lo scudo da dietro la schiena e lo mise in posizione, mentre il ragazzo in sua compagnia si faceva vedere. Era forse il caso di purificare prima l'anima del malcapitato. Portò lo scudo avanti al suo petto, con lo specchio rivolto all'insù e in un attimo recitò il suo incantesimo.
"CHE LA PACE QUIETI IL TUO ANIMO." Così da poter liberare i due nella cabina, poi si dedicò ai suoi nemici.
"Fossi in voi lascerei i Miraculous e andrei via." Disse Adrien.
"Sei in disparità numerica e tra poco sarai vittima del tuo incubo che diverrà realtà. Fossi in te lascerei il Miraculous e tornerei a casa." Disse invece il compagno di Lady Octavia.
"Fossi in te imparerei a contare perché lui non è solo!" Affermò a quel punto la voce di una ragazza.
Adrien si voltò intanto che qualcuno giungeva al suo fianco. "Sono Shé Gūniáng e ovunque vado porto l'Odio. Arrendetevi!"
"Ma guarda chi c'è qui. Miss serpentina!" La salutò Haoxin.
Miss serpentina?? Marinette restò basita, pensava fosse Xiēzì ad abbassarsi a quei livelli e non lui... anche se tecnicamente erano la stessa persona. Un suono si alzò nell'aria, era il Miraculous del ragazzo nemico che richiamava l'attenzione.
"Noto che stasera sei tu di fretta." Disse Haoxin.
L'altro fece una smorfia e si lanciò uno sguardo con la donna polpo che annuì, in due si lanciarono su di loro al che Haoxin invece che ritrarsi o scappare affrontò il ragazzo con cui intraprese una battaglia di colpi e contraccolpi parati e tornati indietro.
Intanto Shé Gūniáng si concentrò sulla donna che non voleva perdere occasione di scrivere una nuova storia.
"Non ti permetterò di creare altri incubi questa notte Lady Octavia. Sarò io il tuo incubo." Urlò Marinette togliendo il sonaglio dalla lunga treccia e iniziando a farlo suonare a ritmo cadenzato. "Morsa del serpente!" Urlò non andando però a segno. Erano spacciati, aveva bisogno di qualcosa, di un lucky charm ad esempio.
Il Miraculous del ragazzo intanto riprese a suonare facendo accendere l'ultima luce, ed anche quello di Haoxin suonò per la prima volta.
"Possiamo continuare così. Ma sai, io ho ancora tre minuti e tu no, una volta che ti sarai ritrasformato mi prenderò il tuo Miraculous." Gli disse Haoxin parando il suo calcio.
Lady Octavia in un impeto di rabbia si scagliò contro lui e Shé Gūniáng e con il tentacolo della gonna scaraventò via i due che furono gettati oltre la cabina.
Marinette iniziò ad immaginare il peggio, sarebbero caduti e si sarebbero fatti male sul serio. Non aveva il suo yo-yo e non avere un filo a cui appendersi, cosa più importante non c'era Chat Noir sempre pronto a salvarla.
D'improvviso si sentì prendere una mano. I capelli bianchi di Haoxin sventolavano intorno al suo viso, le sorrideva.
"Sei pronta a tornare su Miss serpentina?" Le chiese e Marinette acconsentì con la testa. Non era quello il momento ma avrebbero dovuto parlare di quel nomignolo.
Lui le strinse forte la mano e se la portò col corpo contro il suo, avvertiva il suo torace solido e poi le gambe che si legarono alle sue, infine le mise le mani intorno al busto ad abbracciarla, Marinette afferrò con le sue, le braccia muscolose di lui che la stringevano come se fosse un tesoro prezioso. All'improvviso le sembrò di volare, ma sapeva che non poteva essere così. Anzi no! Alzò il viso e quello che vide erano proprio due ali immense e bianche che risalivano verso la cabina del London Eyes che avevano lasciato. In un attimo furono su, Haoxin la lasciò andare mentre potettero intravedere Lady Octavia e il suo vassallo andare via.
"Stai bene?" Le chiese Haoxin e lei annuì. "Perfetto, vado a controllare la ragazza vittima di Lady Octavia allora e ritorno." Così dicendo spiegò le ali e scese verso la porta della cabina aprendola ed entrandovi. Marinette lo seguì affascinata con lo sguardo ed intanto ascoltava la sua voce tranquilla.
"Stata bene?" Chiedeva.
"Daireen non si riprende ancora. Aiutami, aiutala. Non so cosa potrei fare se dovessi perderla."
"Adesso ci penso io. Mi dici chi era il ragazzo con Lady Octavia." Chiese il portatore della pace.
"Quello è Pika Pika*, il ladro dei sentimenti." Affermò il ragazzo
"Adrien annuì e lasciò apparire lo scudo, lo specchio rivolto sempre in alto per poi formulare l'incantesimo che avrebbe purificato l'anima della ragazza.
"CHE LA LUCE DELLA PACE LASCI SPARIRE TUTTO IL MALE." Annunciò
"Vedrai che adesso si risveglia. È stata molto brava a contrastare il suo incubo." Disse al ragazzo.
"Tu sei... il ragazzo bianco!" Ansimò Daireen svegliandosi. "Hai visto il mio help sull'app?"
Adrien scosse la testa, adesso la gente che veniva impossessata da spiriti maligni avvertiva anche.
"Io sono Haoxin il portatore della pace. Ho sentito che avevi bisogno di me ecco perché sono qui." Ma la app di cui mi parli mi farebbe proprio comodo. Si disse poi tra se.
"Adesso tornate a casa e andate a riposare. Lady Octavia non vi cercherà questa notte." Li rincuorò Adrien.
Tornò da Shé Gūniáng e le sorrise. "Ti va di fare un giro con me sul London Eyes?" Le chiese mentre schiudeva le ali e le tendeva la mano.
Marinette lo osservò e titubante gliela strinse, poi annuì.
Scesi dalla ruota chiesero un biglietto per un giro al custode della ruota panoramica, che in risposta offrì ai due l'attrazione per ringraziarli di aver salvato i due ragazzi. Nel frattempo questi stavano uscendo dalla loro cabina tenendosi abbracciati.
"Quei due sono molto innamorati, ma ancora non lo sanno. Appena sarete saliti faccio partire la ruota!"
I due supereroi annuirono ringraziando il gestore e si diressero verso la ruota panoramica  sorridendosi.
"Buonasera Charles." Lo salutò Daireen stretta a Ken.
"Mi dispiace proprio che siate incappati in Lady Octavia ragazzi." Disse il gestore
"Potremmo fare un altro giro?" Chiese in risposta Ken dando una banconota a Charles. "Il resto tienilo per i nostri protettori, ogni volta che vorranno fare un giro lo avranno pagato." Disse sorridendo. Ma prima doveva tornare sulla ruota, quella sera avrebbe voluto dichiararsi a Daireen e dopo aver visto il suo incubo era ancora più sicuro di se. Si sarebbero dichiarati e poi avrebbero passato tutta la vita insieme.
"Lascia stare Ken, offro io a tutti e se quei ragazzi sono come Ladybug e Chat Noir in Francia, allora non dovranno mai pagare quando verranno qui."
I due ragazzi lo guardarono stupito, tutti a Londra avevano sentito parlare degli eroi parigini anche se nessuno ci aveva creduto. Tutti i londinesi pensavano che fossero una leggenda metropolitana fino a quando due mesi prima un treno non si era schiantato contro la torre del Big Ben. Avevano detto che era stata Ladybug a sistemare tutto di lì a poco, ma nessuno li aveva visti ed ora eccoli che si facevano vedere lì dei loro simili.
Se era vero che esistevano i buoni anche loro avevano dei protettori e Daireen avrebbe iniziato a credere che Ladybug e Chat Noir esistevano e con loro gli altri due.
"Lui ha detto di chiamarsi Haoxin!" Annunciò Ken prendendo il cellulare.
Fece una foto riprendendo i due eroi che scendevano dalla London Eyes e abbracciò Daireen.
«Io e Daireen salvati da Haoxin e la sua compagna al London Eyes. Anche Londra ha i suoi eroi come Ladybug e Chat Noir.»
Pubblicò la foto su Instagram e prendendo la ragazza per mano si diresse alla vecchia malaugurata cabina.
"Questa volta ci andrà bene Daireen... devo dirti una cosa importante!" Annunciò alla ragazza.

Haoxin aveva voluto fare quel giro con Shé Gūniáng nonostante gli restasse poco tempo prima che si trasformasse.
"Puoi darmi poco aiuto con loro Shé." Iniziò il ragazzo.
"Si, ho notato che il mio colpo non ha sortito alcun effetto." Rispose Marinette amareggiata, avrebbe ottenuto più successo col lucky charm.
"Lei non può avere ne paura ne essere soggiogata dall'odio. La paura le appartiene comunque perché spaventa le persone con i suoi p0teri. Mentre l'odio lo prova lei stessa altrimenti non farebbe ciò che fa." Spiegò memore della manfrina fattagli da Guu.
"Quindi solo tu puoi contrastarla." Affermò Marinette.
"Io e il corvo. Mentre libero le persone dagli incubi o restituisco loro la felicità Gracc combatte contro di loro." Spiegò Adrien. "Io non ho tempo e non riesco a trovare qualcuno qui a Londra di fidato." Disse alla ragazza mentre l'occhio della colomba riprendeva a suonare. Intanto anche la testa di serpente intorno al collo della giovane suonò.
"Siamo sinceri, credo tu abbia capito che non sono di Londra!" Disse alzandosi e dandole le spalle.
Marinette si alzò e lo raggiunse. "Sei del Tibet!" Affermò sicura, era un discepolo dei guardiani. Scelto e addestrato da loro per diventarlo e molto preparato in materia.
Marinette si mise schiena contro schiena a lui e sospirò, non ebbe bisogno di parlare, capì che aveva ragione o almeno che non voleva fargli capire da dove lui venisse.
Adrien sospirò anche lui, non avrebbe acconsentito alla sua risposta, sopratutto perché avrebbe significato mentirle. Non era di quello che avevano bisogno al momento, visto che a breve quella ragazza sarebbe stata sua alleata che lo volesse o meno.
"Ritrasformami!" Disse a Gurru che sciolse la trasformazione. Adrien prese un biscotto al burro e glielo fece mangiare per rigenerarsi mentre Shé faceva lo stesso alle sue spalle.
"A conti fatti posso fidarmi di due sole persone. Ladybug..." Iniziò, e qui Marinette ebbe un tuffo al cuore, sapeva chi lei era? Era allora assurdo nascondersi. "E tu Shé Gūniáng." Terminò lui.
Marinette esalò un respiro, ignorando che avesse trattenuto il fiato. Lasciò che Larss mangiasse il suo biscotto al cioccolato contenta della fiducia che riponeva in lei Haoxin, che fosse Ladybug o Shé Gūniáng.
"Quindi?" Chiese lei
"Non saprei a chi lasciare il Miraculous della guerra. E adesso mi serve avere un partner fisso e giusto in battaglia." Concluse lui. "Non posso chiederlo a Ladybug, lei è impegnata a Parigi e sicuramente avrà anche altre cose sue cui pensare." Spiegò ancora Adrien omettendo di dirle che Ladybug era una guardiana. Gurru gli sorrise e lui annuì col capo. "Gurru trasformami." Ordinò.
Al contrario Shé non tornò a trasformarsi, così il ragazzo decise di restare di spalle con gli occhi chiusi.
"Io sono veramente onorata e felice di avere la tua fiducia Haoxin." Disse allora Marinette. Due volte l'aveva nominata come persona di fiducia e su cui poter contare, la prima persona era stata Ladybug seguita a ruota da Shé. "Va Bene..." gli disse prendendogli la mano. "Tu però mi aiuterai in oriente." Affermò Marinette, Adrien aveva detto che c'erano problemi anche a Tokyo.
"Ci metterò un po' ad arrivare ma si può fare." Disse Adrien prendendo il cofanetto contenente Gracc, era contento che non ci fosse stato bisogno di parlare o chiedere, che si fossero compresi subito. Le prese la mano e girandole il palmo le consegnò la scatola contenente il miraculous.
"Sai però quanto sia importante un Kwami complementare. Vorrei mi promettessi di ridarmelo qualora io trovassi il giusto portatore." Concluse Adrien.
"Non hai una ragazza o un ragazzo a cui tieni?" Gli chiese  lei curiosa.
"Sì... ma vorrei che tra di noi non ci fosse di mezzo un Miraculous, voglio essere amato da lei per ciò che sono." Disse lui sincero.
Marinette rimase colpita da quelle parole, sorrise. "Questo vuol dire che non glielo consegnerai mai."
"No, me lo riprenderò solo. Sperando di non dover ricorrere per troppo tempo a loro e che subito debelliamo questo nemico riprendendoci i Miraculous."
Marinette annuì aprendo la scatoletta. Un Kwami nero come Plagg ma con gli occhi rosse e tre punte sulla testa gli apparve di fronte.
"Ciao, io sono Gracc." La ragazza gli sorrise.
"Ciao a te Gracc, dovremo scendere a qui." Gli spiegò la corvina mettendosi il braccialetto.
Il corvo annuì andandole vicino. "Andrebbe alla caviglia in realtà, però per ora lasciamo stare. Basta dire: Gracc scendiamo in battaglia."
Marinette scosse la testa divertita mettendosi la cavigliera . "GRACC SCENDIAMO IN BATTAGLIA."
Urlò mentre il corvo veniva assorbito dalla cavigliera che si trasformò nell'artiglio di un corvo, il braccio venne coperto da un materiale nero che salì fino alla spalle dove si liberarono delle piume nere. Una maschera che riportava la forma delle piume sulle guance, anch'essa nera, ricordava che lei era la guerra. Gli occhi le divennero rosso sangue e i capelli anche  accolsero quella sfumatura mentre crescevano in una lunga coda di cavallo. A completare l'opera giunsero dei puntiglioni con delle piume tra i capelli ed una gonna di piume sulle gambe coperte già dalla tuta fino ai piedi.
"Sono pronta." Disse la ragazza dando un bacio a Larss che si nascose nella sua coda di cavallo.
Haoxin si voltò allora verso di lei libero di riaprire gli occhi. "Me lo ridarai."
Lei annuì "E tu farai altrettanto con me in tutte le situazioni. A meno che io non trovi un portatore nel frattempo!" Affermò lei.
Adrien annuì. "Certo che sì..." disse sovrappensiero... "cornacchia?!" Chiese
Marinette perse la concentrazione, un nuovo nomignolo, ancora? "Dovremo parlare di questa tua attitudine... prima micia, poco fa serpentina e adesso cornacchia?" Disse lei seguendolo all'aperto.
"Hai ragione cornacchia suona male. Ne troverò un altro nel frattempo!" Disse Adrien convinto.
"Io direi che si possono proprio evitare!" Affermò lei seguendolo.
Haoxin si voltò di dietro col viso e le strizzò l'occhio. "E togliere così tutto il divertimento? No, non penso proprio, dovrai abituarti!" Le disse divertito.
"Dirti di smetterla potrebbe peggiorare solo la situazione temo." Rispose lei.
Adrien annuì soddisfatto mentre osservava i due ragazzi che raggiungevano di nuovo la ruota, il volto sereno e le attenzioni calamitate l'uno sull'altra.
"Sai... la prossima volta che ci vedremo daremo del filo da torcere a quei due." Ammise.
"Londra è una città stupenda e non permetteremo loro di distruggerla." Affermò Marinette prendendogli la mano e annuendo. Stava bene ed era sicura che tutto si sarebbe messa a posto, con Chat Noir e Haoxin avrebbe potuto affrontare ogni ostacolo posto sul suo cammino.
"Ragazzi!" Li chiamò il custode del London Eyes.
I due si fermarono, glielo dovevano dopo aver avuto un giro in regalo, anche se non se lo erano realmente goduti.
"Io sono Charles e ogni volta che volete non createvi problemi a venire da me. Il London Eyes sarà sempre felice di ospitarvi."
I due annuirono, sarebbero tornati ed avrebbero di sicuro rivisto Charles anche e soprattutto nelle vesti civili.
"Posso fare una foto con gli eroi di Londra?" Chiese ancora ai due che si guardarono sorpresi.
Adrien afferrò la ragazza per le spalle e sorrise al custode. "Certo che sì. Un saluto da Haoxin e..."
"...Blacklady!" Intervenne Marinette sorridendo all'obiettivo e salutando i britannici.
Haoxin le lanciò uno sguardo complice e sorrise. La loro missione era iniziata!

Era certa da poco passata mezzanotte quando Adrien rientrò stanco a casa. Si gettò stanco sul letto mentre Jaggy andava a mangiare il suo pane e Plagg gli si avvicinava coprendolo col lenzuolo.
"Hai fatto tardi Adrien!" Gli disse.
"Domani ti racconto Plagg, ho una nuova missione e compagna e tanto cui pensare! Ma adesso sono distrutto!" Disse il ragazzo crollando dal sonno.
Prima di andare via dopo che aveva salutato BlackLady si era de trasformato ed era andato alla ricerca di notizie sull'app menzionata da Daireen poco prima. Quando finalmente l'aveva trovata e scaricata il ragazzo si era trasformato in Jaguar ed era rientrato a Parigi. Fregandosene di qualunque cosa avesse intorno, era stanco e doveva riposare altrimenti Giuseppe lo avrebbe maledetto al servizio fotografico.
——-
* Nome scientifico che si da alla gazza

Nda Trovate i disegni di Blacklady nel libro sulle info generali della storia.
Mi prenderò una pausa di qualche giorno da questa storia, poiché erano capitoli in successione e non mi andava di lasciarvi con l'amaro in bocca e sul... come andrà a finire o concluso questa serie.
Ma devo procedere anche con Agāpi, se avete letto la mia bacheca sapete che faccio e pubblico un capitolo a testa. Questa spero sia stata l'unica occasione di sgarro.
Ciao ciao

 

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Capitolo 15
*** Parte 14 . L'ultima settimana a Parigi ***



NdA: Perchè la Liguria e così Genova? Semplicemente per dare un nuovo sfondo e nuove tematiche alla storia. Fino ad ora non si è visto il mare e quindi Genova era più appropriata. Poi Genova ammettiamolo è molto bella. 
Voi direte, perché non Napoli? Perchè io sono Napoletana e per quanto ami il mio paese e reputo sia uno dei più belli, non volevo sembrare di parte.
Perchè non la Sardegna e la Sicilia o la Puglia? Perchè le ultime due le uso già in Agapi e quindi voglio distaccarmi tanto da quella storia. Mentre la Sardegna è praticamente vicino alla Corsica, quindi volevo distaccare anche le culture francesi e italiane che si incontravano. Quindi la Liguria con Genova, perché Genova è bella.
Sappiate che il primo paese scelto è stato comunque la Lombardia, esclusa perchè ho pensato: Un altro duomo quando già lottano a Notre Dame? Da qui l'idea di dare uno sfondo nuovo per le battaglie. Il Kwami dell'Ira riserverà molte sorprese e vi prometto che sarà il nemico più pericoloso di tutti, cosa succederà quindi adesso con quasi tutti, si quasi, i nemici svelati e con Marinette che sa di Haoxin/Adrien e Chat Noir che sa di Marinette/Black Lady e come sempre nessuno sa chi sono Ladybug e Chat Noir? Spero vi stia piacendo la storia e che capiate i miei ragionamenti, scrivo ad istinto e quello che esce fuori è spesso una sorpresa anche per me.  

(Vi ricordo, per aver più chiarimenti sulla FF di controllare il libro cronologia e info Miraculous, pubblicale sempre da me. Troverete info sulle nuove miracle box, i Kwami e gli eroi. NdA) 
———

Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
Adrien stava trascorrendo una serata comune, finalmente (si sarebbe potuto aggiungere). Non si aspettava di ricevere un messaggio dalla sua amica Marinette, eppure lei lo aveva fatto. Aveva subito aperto whatsapp per leggere cosa le avesse scritto e appena letto il suo messaggio era rimasto deluso dal vedersi di nuovo messo da parte dall'amica. Ma non glielo avrebbe permesso, voleva che gli dicesse apertamente che non voleva avere nulla a che fare con lui invece di inventare sempre scuse. Glielo doveva! Così le aveva scritto che poteva portare chiunque con loro, in fondo anche lui aveva chiesto a Marcel di andare con lui. Così senza remore glielo aveva scritto: vieni con loro. Era iniziata così, avevano intavolato un discorso su ciò che facevano e parlato degli akumizzati e dei loro compagni, di ciò che provavano. Nonostante li affrontasse ogni giorno con Ladybug loro non si erano mai espressi in merito, non avevano mai pensato di conoscersi sotto quel fronte. Che sensazioni provi sapendo di loro?? Mai posta questa domanda, mai ne aveva parlato con gli amici. Eppure trovandosi ad affrontare l'argomento con Marinette per la prima volta si era fatto quelle domande e sentendo il timore nella sua voce avrebbe voluto dirle: ci penserò io a te, abbi fiducia in me. Al contrario le aveva scritto che lì fuori c'erano degli eroi che vegliavano su di loro. Non avrebbe mai potuto permettere che facessero qualcosa a Marinette, era più forte di lui, dentro di lui scattava in automatico una reazione. Lo aveva fatto con Lila, vendendosi anche a lei, per difendere Marinette e farla stare bene. E lo avrebbe fatto ancora, non gli importava quante persone avrebbe avuto contro, la felicità di Marinette veniva prima di tutto. Se per farlo bisognava sconfiggere tutti quei mostri lui lo avrebbe fatto, trovarli ed affrontarli sarebbe stata la soluzione, ma lui non sapeva da dove venivano e cosa facevano. Per questo passava le notte insonni a seguire i notiziari, per carpire e trovare i Kwami. Poi due notti fa aveva sentito il notiziario alla bbc. Un super cattivo catturava nei loro incubi le persone e li portava allo sfinimento risucchiando la loro energia. Non c'era un motivo del perché lo facesse, semplicemente il super cattivo lo faceva e basta. Lui non era come Papillon, non si nascondeva dietro una farfalla, era al contrario vigile lì presente a gettare veleno sulla vita delle persone comuni e a rinchiuderli nei loro sogni. Che fosse giorno o notte poco importava. Lady Octavia, così veniva chiamata, era perfida e basta. Fortunatamente appena c'era un attacco della perfida lui Adrien veniva a saperlo, aveva attivato lo stato di allerta anche sulle notizia in diretta dalla Gran Bretagna e aveva fatto lo stesso con gli Stati Uniti e l'Asia, così che potesse essere aggiornato in tempo reale. Per raggiungere Londra aveva compiuto un viaggio di tre minuti e quaranta senza fermarsi con Jaggy o ritrasformarsi. Una volta che la notte prima era arrivato aveva scoperto così che Lady Octavia altri non era che la ladra del tempio di cui avevano parlato i guardiani. Il suo aspetto riportava a un polipo, e quello che era stato rubato era appunto il Miraculous del polipo e quello della gazza ladra. Era stato facile distruggere i muri di cristallo che la donna aveva creato, come era stato facile anche liberare l'anima del malcapitato dal suo incubo. Non aveva piuttosto calcolato che Lady Octavia sarebbe stata accompagnata e per quanto egli fosse abile nel combattimento, lo scudo gli serviva poco e niente e contro il compagno di lei, portatore della gazza, non era stato in grado di difendersi. Aveva schiantato il suo avversario lontano e spiegate le ali era scappato, non perché fosse un codardo. Ma perché ad un certo punto il Miraculous aveva iniziato a suonare e lui era dovuto andare via prima che scoprissero la sua identità, per non parlare delle sue armi. Già usate per placare il potere del polpo. Si perché poi dopo quelli lo affrontavano e lui si trovava in un due contro uno con il solo scudo che potesse difenderlo, in suo soccorso aveva solo le infinite lezioni di karatè e l'esperienza in campo con Chat Noir. Così era andato via, aveva sciolto la trasformazione e si era ritrasformato nel giaguaro per tornare a casa. Era stato così anche quella sera, mentre si scriveva con Marinette ecco che l'allerta era tornata, di nuovo a Londra, sul London eyes per la precisione. Aveva salutato alla svelta Marinette e si era trasformato in Jaguar, una volta arrivato a Londra si de trasformò e diede a Jaggy un pezzo di pane per poi richiamare Gurru. "Non hai più tempo Adrien. Devi trovare un portatore per Gracc, non puoi combattere da solo contro di loro." Affermò mentre il ragazzo si alzava la maglia. "Ne riparliamo domani Gurru. Che poi pensaci come faccio a portare qui il mio partner? Sai se non conosco nessuno di Londra per forza di cose dovrò cercarla a Parigi. Quindi... GURRU PORTIAMO LA PACE." Daireen Campbell era desolata. Lei ed il ragazzo che le piaceva Ken Stanford stavano salendo sul London Eyes per un giro panoramico. Erano amici da ormai sette anni, quando avevano iniziato le scuole superiori. E lei si era accorta di amarlo durante gli ultimi tre anni, non si era mai dichiarata a lui. Spaventata all'idea che così avrebbe rovinato la loro amicizia, e che oltre perdere il suo amore avrebbe perso anche il suo migliore amico. Così aveva taciuto sempre sui suoi sentimenti, lo avrebbe fatto anche quella sera se soltanto Ken non aveva accennato all'amore. "Sai Daireen? Ho conosciuto una ragazza molto carina, è al penultimo anno e potrei invitarla al ballo di fine anno." Disse cercando il suo sguardo. "Così forse io e lei potremmo..." Daireen si era sentita stingere il cuore, un'altra ragazza che non fosse lei. "E..." deglutì guadando fuori dalla cabina della ruota panoramica. "... la nostra amicizia? Come andrà a finire?" Lui le sorrise e le strinse la mano. Lei si voltò verso di lui e d'improvviso i suoi occhi azzurri divennero neri come la pece, la guardarono malefici. Urlò Daireen, urlò e venne attanagliata dalla paura mentre qualcosa di nero e oscuro circondava i fianchi della cabina dove si trovavano lei e Ken. Era in preda a Pica Pica, se lo sentiva. I suoi sentimenti venivano risucchiati, come aveva racontato la sua amica Lily e allora perché? Perché la cabina stava diventando nera e perché sentiva di non avere via di fuga? "AIUTO... AIUTO!" Urlò sapendo di non poter essere sentita. Allora prese il cellulare e attivò l'app che la geniale e giovane Caroline Charles aveva inventato. Mandò l'allerta incubus in cerca di aiuto, sarebbe stato probabile che il ragazzo che aveva salvato il vecchio dall'incubo la sera prima fosse tornato. Questa volta per salvare lei e Ken che intanto le stringeva le mani guardandola con odio. "La nostra amicizia non è mai esistita Daireen, tu sei solo il mio zerbino!" Lei scosse la testa, no. Non era vero e lei non era preda di pica pica, anzi lo era ma non solo. Lui e Lady Octavia l'avevano presa di mira. Urlò e pianse, non voleva cedere alla disperazione, non voleva che i due malvagi la privassero della sua energia e della figlia di vivere. Aveva solo diciotto anni e meritava di essere una comune ragazza che andava a divertirsi con gli amici, col suo Ken. Un fascio di luce all'improvviso si schiantò verso il vetro della cabina. La teca oscura creata da Lady Octavia sembrava stesse detoriandosi. Avvertì che qualcuno saltava sulla cabina e ci camminava sopra. "Bel coraggio a rovinare i sogni delle persone. Ve lo impedirò!" Disse la voce di un ragazzo. "Non riuscirai mai a fermarmi ragazzo uccello, posso avere in pugno anche te!" Disse Lady Octavia. Adrien vide la donna poggiare la mano su una delle ventose del suo costume e tirarla, un pennino apparve nella mano libera. Gli lanciò la ventosa contro e con la penna iniziò a scrivere delle parole che per lui erano senza senso. (this is (this is... meno male che ho fotografato il disegno xd) No, assolutamente non aveva tempo per quelle cose, prese lo scudo da dietro la schiena e lo mise in posizione, mentre il ragazzo in sua compagnia si faceva vedere. Era forse il caso di purificare prima l'anima del malcapitato. Portò lo scudo avanti al suo petto, con lo specchio rivolto all'insù e in un attimo recitò il suo incantesimo. "CHE LA PACE QUIETI IL TUO ANIMO." Così da poter liberare i due nella cabina, poi si dedicò ai suoi nemici. "Fossi in voi lascerei i Miraculous e andrei via." Disse Adrien. "Sei in disparità numerica e tra poco sarai vittima del tuo incubo che diverrà realtà. Fossi in te lascerei il Miraculous e tornerei a casa." Disse invece il compagno di Lady Octavia. "Fossi in te imparerei a contare perché lui non è solo!" Affermò a quel punto la voce di una ragazza. Adrien si voltò intanto che qualcuno giungeva al suo fianco. "Sono Shé Gūniáng e ovunque vado porto l'Odio. Arrendetevi!" "Ma guarda chi c'è qui. Miss serpentina!" La salutò Haoxin. Miss serpentina?? Marinette restò basita, pensava fosse Xiēzì ad abbassarsi a quei livelli e non lui... anche se tecnicamente erano la stessa persona. Un suono si alzò nell'aria, era il Miraculous del ragazzo nemico che richiamava l'attenzione. "Noto che stasera sei tu di fretta." Disse Haoxin. L'altro fece una smorfia e si lanciò uno sguardo con la donna polpo che annuì, in due si lanciarono su di loro al che Haoxin invece che ritrarsi o scappare affrontò il ragazzo con cui intraprese una battaglia di colpi e contraccolpi parati e tornati indietro. Intanto Shé Gūniáng si concentrò sulla donna che non voleva perdere occasione di scrivere una nuova storia. "Non ti permetterò di creare altri incubi questa notte Lady Octavia. Sarò io il tuo incubo." Urlò Marinette togliendo il sonaglio dalla lunga treccia e iniziando a farlo suonare a ritmo cadenzato. "Morsa del serpente!" Urlò non andando però a segno. Erano spacciati, aveva bisogno di qualcosa, di un lucky charm ad esempio. Il Miraculous del ragazzo intanto riprese a suonare facendo accendere l'ultima luce, ed anche quello di Haoxin suonò per la prima volta. "Possiamo continuare così. Ma sai, io ho ancora tre minuti e tu no, una volta che ti sarai ritrasformato mi prenderò il tuo Miraculous." Gli disse Haoxin parando il suo calcio. Lady Octavia in un impeto di rabbia si scagliò contro lui e Shé Gūniáng e con il tentacolo della gonna scaraventò via i due che furono gettati oltre la cabina. Marinette iniziò ad immaginare il peggio, sarebbero caduti e si sarebbero fatti male sul serio. Non aveva il suo yo-yo e non avere un filo a cui appendersi, cosa più importante non c'era Chat Noir sempre pronto a salvarla. D'improvviso si sentì prendere una mano. I capelli bianchi di Haoxin sventolavano intorno al suo viso, le sorrideva. "Sei pronta a tornare su Miss serpentina?" Le chiese e Marinette acconsentì con la testa. Non era quello il momento ma avrebbero dovuto parlare di quel nomignolo. Lui le strinse forte la mano e se la portò col corpo contro il suo, avvertiva il suo torace solido e poi le gambe che si legarono alle sue, infine le mise le mani intorno al busto ad abbracciarla, Marinette afferrò con le sue, le braccia muscolose di lui che la stringevano come se fosse un tesoro prezioso. All'improvviso le sembrò di volare, ma sapeva che non poteva essere così. Anzi no! Alzò il viso e quello che vide erano proprio due ali immense e bianche che risalivano verso la cabina del London Eyes che avevano lasciato. In un attimo furono su, Haoxin la lasciò andare mentre potettero intravedere Lady Octavia e il suo vassallo andare via. "Stai bene?" Le chiese Haoxin e lei annuì. "Perfetto, vado a controllare la ragazza vittima di Lady Octavia allora e ritorno." Così dicendo spiegò le ali e scese verso la porta della cabina aprendola ed entrandovi. Marinette lo seguì affascinata con lo sguardo ed intanto ascoltava la sua voce tranquilla. "Stata bene?" Chiedeva. "Daireen non si riprende ancora. Aiutami, aiutala. Non so cosa potrei fare se dovessi perderla." "Adesso ci penso io. Mi dici chi era il ragazzo con Lady Octavia." Chiese il portatore della pace. "Quello è Pika Pika*, il ladro dei sentimenti." Affermò il ragazzo "Adrien annuì e lasciò apparire lo scudo, lo specchio rivolto sempre in alto per poi formulare l'incantesimo che avrebbe purificato l'anima della ragazza. "CHE LA LUCE DELLA PACE LASCI SPARIRE TUTTO IL MALE." Annunciò "Vedrai che adesso si risveglia. È stata molto brava a contrastare il suo incubo." Disse al ragazzo. "Tu sei... il ragazzo bianco!" Ansimò Daireen svegliandosi. "Hai visto il mio help sull'app?" Adrien scosse la testa, adesso la gente che veniva impossessata da spiriti maligni avvertiva anche. "Io sono Haoxin il portatore della pace. Ho sentito che avevi bisogno di me ecco perché sono qui." Ma la app di cui mi parli mi farebbe proprio comodo. Si disse poi tra se. "Adesso tornate a casa e andate a riposare. Lady Octavia non vi cercherà questa notte." Li rincuorò Adrien. Tornò da Shé Gūniáng e le sorrise. "Ti va di fare un giro con me sul London Eyes?" Le chiese mentre schiudeva le ali e le tendeva la mano. Marinette lo osservò e titubante gliela strinse, poi annuì. Scesi dalla ruota chiesero un biglietto per un giro al custode della ruota panoramica, che in risposta offrì ai due l'attrazione per ringraziarli di aver salvato i due ragazzi. Nel frattempo questi stavano uscendo dalla loro cabina tenendosi abbracciati. "Quei due sono molto innamorati, ma ancora non lo sanno. Appena sarete saliti faccio partire la ruota!" I due supereroi annuirono ringraziando il gestore e si diressero verso la ruota panoramica sorridendosi. "Buonasera Charles." Lo salutò Daireen stretta a Ken. "Mi dispiace proprio che siate incappati in Lady Octavia ragazzi." Disse il gestore "Potremmo fare un altro giro?" Chiese in risposta Ken dando una banconota a Charles. "Il resto tienilo per i nostri protettori, ogni volta che vorranno fare un giro lo avranno pagato." Disse sorridendo. Ma prima doveva tornare sulla ruota, quella sera avrebbe voluto dichiararsi a Daireen e dopo aver visto il suo incubo era ancora più sicuro di se. Si sarebbero dichiarati e poi avrebbero passato tutta la vita insieme. "Lascia stare Ken, offro io a tutti e se quei ragazzi sono come Ladybug e Chat Noir in Francia, allora non dovranno mai pagare quando verranno qui." I due ragazzi lo guardarono stupito, tutti a Londra avevano sentito parlare degli eroi parigini anche se nessuno ci aveva creduto. Tutti i londinesi pensavano che fossero una leggenda metropolitana fino a quando due mesi prima un treno non si era schiantato contro la torre del Big Ben. Avevano detto che era stata Ladybug a sistemare tutto di lì a poco, ma nessuno li aveva visti ed ora eccoli che si facevano vedere lì dei loro simili. Se era vero che esistevano i buoni anche loro avevano dei protettori e Daireen avrebbe iniziato a credere che Ladybug e Chat Noir esistevano e con loro gli altri due. "Lui ha detto di chiamarsi Haoxin!" Annunciò Ken prendendo il cellulare. Fece una foto riprendendo i due eroi che scendevano dalla London Eyes e abbracciò Daireen. «Io e Daireen salvati da Haoxin e la sua compagna al London Eyes. Anche Londra ha i suoi eroi come Ladybug e Chat Noir.» Pubblicò la foto su Instagram e prendendo la ragazza per mano si diresse alla vecchia malaugurata cabina. "Questa volta ci andrà bene Daireen... devo dirti una cosa importante!" Annunciò alla ragazza. Haoxin aveva voluto fare quel giro con Shé Gūniáng nonostante gli restasse poco tempo prima che si trasformasse. "Puoi darmi poco aiuto con loro Shé." Iniziò il ragazzo. "Si, ho notato che il mio colpo non ha sortito alcun effetto." Rispose Marinette amareggiata, avrebbe ottenuto più successo col lucky charm. "Lei non può avere ne paura ne essere soggiogata dall'odio. La paura le appartiene comunque perché spaventa le persone con i suoi p0teri. Mentre l'odio lo prova lei stessa altrimenti non farebbe ciò che fa." Spiegò memore della manfrina fattagli da Guu. "Quindi solo tu puoi contrastarla." Affermò Marinette. "Io e il corvo. Mentre libero le persone dagli incubi o restituisco loro la felicità Gracc combatte contro di loro." Spiegò Adrien. "Io non ho tempo e non riesco a trovare qualcuno qui a Londra di fidato." Disse alla ragazza mentre l'occhio della colomba riprendeva a suonare. Intanto anche la testa di serpente intorno al collo della giovane suonò. "Siamo sinceri, credo tu abbia capito che non sono di Londra!" Disse alzandosi e dandole le spalle. Marinette si alzò e lo raggiunse. "Sei del Tibet!" Affermò sicura, era un discepolo dei guardiani. Scelto e addestrato da loro per diventarlo e molto preparato in materia. Marinette si mise schiena contro schiena a lui e sospirò, non ebbe bisogno di parlare, capì che aveva ragione o almeno che non voleva fargli capire da dove lui venisse. Adrien sospirò anche lui, non avrebbe acconsentito alla sua risposta, sopratutto perché avrebbe significato mentirle. Non era di quello che avevano bisogno al momento, visto che a breve quella ragazza sarebbe stata sua alleata che lo volesse o meno. "Ritrasformami!" Disse a Gurru che sciolse la trasformazione. Adrien prese un biscotto al burro e glielo fece mangiare per rigenerarsi mentre Shé faceva lo stesso alle sue spalle. "A conti fatti posso fidarmi di due sole persone. Ladybug..." Iniziò, e qui Marinette ebbe un tuffo al cuore, sapeva chi lei era? Era allora assurdo nascondersi. "E tu Shé Gūniáng." Terminò lui. Marinette esalò un respiro, ignorando che avesse trattenuto il fiato. Lasciò che Larss mangiasse il suo biscotto al cioccolato contenta della fiducia che riponeva in lei Haoxin, che fosse Ladybug o Shé Gūniáng. "Quindi?" Chiese lei "Non saprei a chi lasciare il Miraculous della guerra. E adesso mi serve avere un partner fisso e giusto in battaglia." Concluse lui. "Non posso chiederlo a Ladybug, lei è impegnata a Parigi e sicuramente avrà anche altre cose sue cui pensare." Spiegò ancora Adrien omettendo di dirle che Ladybug era una guardiana. Gurru gli sorrise e lui annuì col capo. "Gurru trasformami." Ordinò. Al contrario Shé non tornò a trasformarsi, così il ragazzo decise di restare di spalle con gli occhi chiusi. "Io sono veramente onorata e felice di avere la tua fiducia Haoxin." Disse allora Marinette. Due volte l'aveva nominata come persona di fiducia e su cui poter contare, la prima persona era stata Ladybug seguita a ruota da Shé. "Va Bene..." gli disse prendendogli la mano. "Tu però mi aiuterai in oriente." Affermò Marinette, Adrien aveva detto che c'erano problemi anche a Tokyo. "Ci metterò un po' ad arrivare ma si può fare." Disse Adrien prendendo il cofanetto contenente Gracc, era contento che non ci fosse stato bisogno di parlare o chiedere, che si fossero compresi subito. Le prese la mano e girandole il palmo le consegnò la scatola contenente il miraculous. "Sai però quanto sia importante un Kwami complementare. Vorrei mi promettessi di ridarmelo qualora io trovassi il giusto portatore." Concluse Adrien. "Non hai una ragazza o un ragazzo a cui tieni?" Gli chiese lei curiosa. "Sì... ma vorrei che tra di noi non ci fosse di mezzo un Miraculous, voglio essere amato da lei per ciò che sono." Disse lui sincero. Marinette rimase colpita da quelle parole, sorrise. "Questo vuol dire che non glielo consegnerai mai." "No, me lo riprenderò solo. Sperando di non dover ricorrere per troppo tempo a loro e che subito debelliamo questo nemico riprendendoci i Miraculous." Marinette annuì aprendo la scatoletta. Un Kwami nero come Plagg ma con gli occhi rosse e tre punte sulla testa gli apparve di fronte. "Ciao, io sono Gracc." La ragazza gli sorrise. "Ciao a te Gracc, dovremo scendere a qui." Gli spiegò la corvina mettendosi il braccialetto. Il corvo annuì andandole vicino. "Andrebbe alla caviglia in realtà, però per ora lasciamo stare. Basta dire: Gracc scendiamo in battaglia." Marinette scosse la testa divertita mettendosi la cavigliera . "GRACC SCENDIAMO IN BATTAGLIA." Urlò mentre il corvo veniva assorbito dalla cavigliera che si trasformò nell'artiglio di un corvo, il braccio venne coperto da un materiale nero che salì fino alla spalle dove si liberarono delle piume nere. Una maschera che riportava la forma delle piume sulle guance, anch'essa nera, ricordava che lei era la guerra. Gli occhi le divennero rosso sangue e i capelli anche accolsero quella sfumatura mentre crescevano in una lunga coda di cavallo. A completare l'opera giunsero dei puntiglioni con delle piume tra i capelli ed una gonna di piume sulle gambe coperte già dalla tuta fino ai piedi. "Sono pronta." Disse la ragazza dando un bacio a Larss che si nascose nella sua coda di cavallo. Haoxin si voltò allora verso di lei libero di riaprire gli occhi. "Me lo ridarai." Lei annuì "E tu farai altrettanto con me in tutte le situazioni. A meno che io non trovi un portatore nel frattempo!" Affermò lei. Adrien annuì. "Certo che sì..." disse sovrappensiero... "cornacchia?!" Chiese Marinette perse la concentrazione, un nuovo nomignolo, ancora? "Dovremo parlare di questa tua attitudine... prima micia, poco fa serpentina e adesso cornacchia?" Disse lei seguendolo all'aperto. "Hai ragione cornacchia suona male. Ne troverò un altro nel frattempo!" Disse Adrien convinto. "Io direi che si possono proprio evitare!" Affermò lei seguendolo. Haoxin si voltò di dietro col viso e le strizzò l'occhio. "E togliere così tutto il divertimento? No, non penso proprio, dovrai abituarti!" Le disse divertito. "Dirti di smetterla potrebbe peggiorare solo la situazione temo." Rispose lei. Adrien annuì soddisfatto mentre osservava i due ragazzi che raggiungevano di nuovo la ruota, il volto sereno e le attenzioni calamitate l'uno sull'altra. "Sai... la prossima volta che ci vedremo daremo del filo da torcere a quei due." Ammise. "Londra è una città stupenda e non permetteremo loro di distruggerla." Affermò Marinette prendendogli la mano e annuendo. Stava bene ed era sicura che tutto si sarebbe messa a posto, con Chat Noir e Haoxin avrebbe potuto affrontare ogni ostacolo posto sul suo cammino. "Ragazzi!" Li chiamò il custode del London Eyes. I due si fermarono, glielo dovevano dopo aver avuto un giro in regalo, anche se non se lo erano realmente goduti. "Io sono Charles e ogni volta che volete non createvi problemi a venire da me. Il London Eyes sarà sempre felice di ospitarvi." I due annuirono, sarebbero tornati ed avrebbero di sicuro rivisto Charles anche e soprattutto nelle vesti civili. "Posso fare una foto con gli eroi di Londra?" Chiese ancora ai due che si guardarono sorpresi. Adrien afferrò la ragazza per le spalle e sorrise al custode. "Certo che sì. Un saluto da Haoxin e..." "...Blacklady!" Intervenne Marinette sorridendo all'obiettivo e salutando i britannici. Haoxin le lanciò uno sguardo complice e sorrise. La loro missione era iniziata! Era certa da poco passata mezzanotte quando Adrien rientrò stanco a casa. Si gettò stanco sul letto mentre Jaggy andava a mangiare il suo pane e Plagg gli si avvicinava coprendolo col lenzuolo. "Hai fatto tardi Adrien!" Gli disse. "Domani ti racconto Plagg, ho una nuova missione e compagna e tanto cui pensare! Ma adesso sono distrutto!" Disse il ragazzo crollando dal sonno. Prima di andare via dopo che aveva salutato BlackLady si era de trasformato ed era andato alla ricerca di notizie sull'app menzionata da Daireen poco prima. Quando finalmente l'aveva trovata e scaricata il ragazzo si era trasformato in Jaguar ed era rientrato a Parigi. Fregandosene di qualunque cosa avesse intorno, era stanco e doveva riposare altrimenti Giuseppe lo avrebbe maledetto al servizio fotografico. ——- * Nome scientifico che si da alla gazza Nda Trovate i disegni di Blacklady nel libro sulle info generali della storia. Mi prenderò una pausa di qualche giorno da questa storia, poiché erano capitoli in successione e non mi andava di lasciarvi con l'amaro in bocca e sul... come andrà a finire o concluso questa serie. Ma devo procedere anche con Agāpi, se avete letto la mia bacheca sapete che faccio e pubblico un capitolo a testa. Questa spero sia stata l'unica occasione di sgarro. Ciao ciao

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Capitolo 16
*** Parte 15ª - Dilemma ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE

Adrien era rincasato appena lasciata Marinette, perché non c'erano dubbi a quel punto. Black Lady e Shé Gūniáng e Mu Shì, erano tutte la stessa persona, Marinette! Quel pomeriggio aveva ingenuamente preparato con lei le pozioni, non pensando che dietro la sua amica si potesse rivelare la sua war mate*. Semplicemente dopo aver fatto nascondere Plagg e Gurru, che giocavano alle sue spalle, aveva accettato il suo arrivo ed aveva continuato a lavorare anche con la sua presenza. Era venuto tutto da se che lavorassero insieme, erano un ottima squadra ed avevano fatto tutto in automatico e presto. Prese del formaggio ed i biscotti al burro e li poggiò sul comodino vicino al letto per poi stendersi. I Kwami andarono a rifocillarsi mentre lui steso sul letto fissava il soffitto senza realmente vederlo.
"Marinette è la mia partner, i miei sentimenti verso di lei potrebbero non essere sinceri." Affermò dando voce ai suoi timori.
Plagg gli planò intorno. "Non capisco perché ti crei tutti questi problemi. Marinette ti ha detto che ti ama, adesso hai scoperto che combattete insieme e avete quindi cose in comune! Cosa vuoi di più?" Chiese sarcastico. Ah se avesse saputo che dietro la ragazza si nascondeva anche la sua amata ladybug.
"Marinette era sotto l'influsso del complementare si Rizza." Disse allora Adrien. "Tu non puoi capire Plagg."
"Allora perché hai accettato il Miraculous dell'amore?" Chiese il gatto nero.
"Perché devo proteggere Marinette. Non posso lasciarla da sola e non con qualcuno di cui non mi fido." Gli disse allora lui con fervore.
"Adrien!"
Il ragazzo si voltò verso Guu, forse il Kwami aveva qualcosa di importante da rivelargli sul nuovo nemico.
"Adrien tu quando parli di Marinette parli della ragazza che vuoi proteggere, che ammiri e che accetti per ciò che è!" Disse il gufo al ragazzo, lo sguardo serio e puntato su di lui. Il ragazzo annuì. "Non ti ho visto oggi pomeriggio mentre eravate insieme, perché noi Kwami non possiamo sapere come prepari le pozioni e dobbiamo ignorare delle cose che sono scritte sul libro." Raccontò il gufo.
"Giuro che il libro era chiuso, lei non si è accorta fosse un grimorio. Non mi ha scoperto così." Spiegò allarmato il ragazzo.
"Non è a quello che volevo arrivare ragazzo mio. Ma ad altro, io oggi vi sentivo Adrien, sembravate molto affiatati, come anche l'altra sera sul terrazzo di casa sua, quando ti ha detto di amarti. Io ero dentro Adrien e Marinette non aveva il Miraculous del leone addosso. Lei usa solo quello..." il gufo si fermò un attimo poi proseguì, non poteva rivelare al giovane di Ladybug. "...di Larss fisso!"
"Cosa vuoi farmi capire Guu?" Chiese il modello.
"Adrien i Miraculous non cambiano ciò che sei, ne guidano le tue emozioni. Sei innamorato di Marinette perché è lei che ti piace, lo hai dimostrato nel prenderti il miracoulus del delfino senza esitare."
Adrien scosse la testa. "Ma io... quando ero Xiēzi ho provato qualcosa verso di lei, volevo baciarla!" Ammise il ragazzo.
"Questo perché il Miraculous ti ha portato ad affrontare ciò che più temi, questo perché Rizza è passione e paura insieme. Sei in quella fascia d'età in cui stai scoprendo e diventando un uomo Adrien. Hai quattordici anni giusto? Ti piacciono le ragazze, le noti e ti volti verso di loro. Vieni attirato dalla loro fisicità!"
Il ragazzo arrossì a quell'analisi. "Tu hai desiderato Mu Shì ragazzo, perché il tuo corpo ha semplicemente riconosciuto la persona da cui era attratto. Il corpo non ascolta il cervello, ma se stesso e quando il cuore si innamora allora segue anche quello. Ma il corpo è semplicemente stato attirato da ciò che già conosceva, senza bisogno di vedere chi c'era sotto la maschera."
Adrien prese il cuscino e si coprì il volto in fiamme con esso. Non voleva che lo guardassero, che scoprissero le sensazioni che le aveva dato Mu Shì quella notte di quindici giorni prima.
"Ma..."
"Ma Mu Shì non si è comportata con Red Scorpio come ha fatto con Xiēzi. Perché il suo corpo lo ha rifiutato a priori!" Affermò allora il gufo. "Comprendi ciò che ti dico?"
Adrien scoprì il volto e sospirò. "Sono attratto da Marinette, con o senza maschera!"
Il gufo annuì "Non devi vergognartene ragazzo! È la natura umana provare attrazione per altre persone, solitamente sono i genitori a doverti guidare. Ma in assenza di tuo padre spero di riuscire ad esserti di aiuto."
Adrien fece una smorfia. Già suo padre, ormai tutti i Kwami avevano imparato quale fosse l'antifona in quella casa e loro gli davano l'affetto di cui lui aveva bisogno. Sorrise a Plagg e Guu e li prese tutti in un abbraccio.
"Adrien tu dici sempre che quando sei Chat Noir sei te stesso." Il biondo annuì "Allora non dubitare mai, di te stesso e dei tuoi sentimenti." Concluse il gufo.
Il ragazzo sorrise. "Amo Marinette!" Affermò
"Era ora!" Disse il gatto nero guizzando via e prendendo del formaggio. "Adesso dobbiamo festeggiare."
"Plagg non cambierai mai." Sorrise il modello mentre Guu e Ozōo gli andavano incontro.
"Ogni Miraculous lascia emergere quella parte di te che loro rappresentano. Sei sempre tu Adrien, come Marinette è sempre la ragazza che conosci tu, la compagna che ogni giorno affronta le giornate con te. Ma che dietro la maschera affronta le sue paura mettendosi in gioco senza cadere." Rivelò allora l'elefante. "Prendi per mano tutti i lati di te che i Miraculous fanno emergere, perché ne avrai bisogno." Terminò
Adrien sollevò un sopracciglio, ne avrebbe avuto bisogno?
Ozōo sembrò leggergli nel pensiero, fluttuò verso la scrivania ed estrasse dalla borsa la scatola lasciatagli da Black Lady.
"Lei ha scelto sempre e comunque te. Che tu fossi Adrien o Chat Noir lei ha scelto te, sapendo che eri Haoxin o Xiēzi."
Il ragazzo prese la scatolina e la aprì. Una luce azzurra si espanse nella stanza facendo apparire un piccolo delfino azzurro. "Wow."
Il delfino gli sorrise mentre una voce flebile usciva dalle sue labbra. "Ciao, io sono Guitty."
Gli occhi di Adrien si persero in quelli grandi del delfino. "Ma ciao Guitty. Io sono Adrien!"
"Sono contento che tu abbia tanto amore dentro mio giovane portatore. Non potevo chiedere di meglio." Rivelò il Kwami mentre Adrien prendeva la collana.
Istintivamente il ragazzo gli sorrise. "Guitti! Mi piace." Disse venendo poi disturbati dal ticchettio alla porta. "Si?"
"Adrien sono Marcel! Posso entrare?" Chiese la voce del cugino. Maledizione, pensò il ragazzo, lo stava trascurando.

Il cuore batteva a mille. Marinette andò a stendersi sul letto ancora incredula, le fiale che aveva preparato quel pomeriggio con Adrien in mano. Tikki uscì allo scoperto seguita a ruota da Larss e Gracc che si tennero leggermente in disparte. Il Kwami del camaleonte intanto andava a rifucillarsi.
"Adrien... Tikki lui è Haoxin, lui è quello sfrontato di Xiēzi. Lui... lui è tutto!" Disse stringendo le sue pozioni, la coccinella le andò incontro carezzando la sua portatrice con affetto.
Marinette non stava reagendo bene, era ancora incredula. Se era così allora come avrebbero fatto una volta scoperto che dietro la maschera del gatto nero si celava sempre il suo amato.
"Vedrai che andrà tutto bene Marinette. Andrà tutto bene!"
La giovane trattenne i singhiozzi mentre si copriva il volto. "Come ho fatto ad essere così cieca? Aveva le pozioni proprio sotto i miei occhi."
"Hai visto il maestro Fu prepararle?" Chiese il Kwami della guerra.
Lei si voltò verso il corvo scuotendo la testa. "No, l'ho aiutato solo con l'ultimo ingrediente poiché non riusciva a trovarlo." Rispose.
"Hai fatto lo stesso con Adrien?" Disse ancora il corvo.
"No, lui aveva già tutti gli ingredienti pronti. Doveva solo metterli."
"Quindi non potevi sapere a cosa stava lavorando, non potevi sapere che si trattava di lui."
"Ricordi che ti ha chiesto di metterli nei biscotti? Sicuramente Marinette anche questo ti ha depistato."
"Si, pensavo fosse colorante con i sapori della frutta. Anche se ho trovato strano che gli piacessero i biscotti al burro." Disse la corvina.
"Piacciono a Gurru quelli." Affermò Gracc.
Marinette inclinò la testa non capendo. "Chi è Gurru?"
"Il Miraculous della pace, la colomba." Le disse con un sorriso.
La colomba, Haoxin risplendeva in tutto il suo splendore quando spalancava le ali, come un angelo librato in volo.
"Marinette?... Marinette?" La richiamò Larss.
La ragazza cadde dalle nubi guardando i tre Kwami di fronte a lei. "Com'è possibile che sia Adrien, lui è allergico alle piume."
"È sempre merito del Miraculous. È guaritore su chi lo usa." Rispose Gracc. "Infatti anche in nostra presenza non starnutisce. A differenza di quello scostumato di Chat Noir, perché hai scelto lui?" Chiese con una luce di cattiveria negli occhi rossi.
Marinette fece una smorfia rivolta al corvo. Tendeva a sfidarla e a farle domande, a differenza di Tikki che la trattava come un amica o di Larss che buttava le sue stoccate dirette, Gracc era una sfida continua, un mettersi in gioco costante.
"Lo amo! E prima che tu me lo chieda non avevo optato per Adrien perché lo amo. Cioè si amo anche Adrien ma tra lui e Chat Noir... io, ecco... io..." disse la ragazza. La verità le fu lampante in quel momento, l'ultimo scoglio quello della maschera era stato surclassato, avrebbe potuto dire ad Adrien che era Ladybug e vedere come andava. Ma c'era ancora un'altra verità lì che bussava alla sua porta.
Glielo aveva fatto notare quel pomeriggio Adrien, lui non era perfetto e dovevano conoscersi ancora tanto. "Li amo tutti e due Larss, il punto è proprio perché amo Adrien non me la sento di dargli il peso di un altro Kwami, di gestire un altro nemico. Ha da custodire ben una miracle box, dove in realtà ce ne sono due e di trovare i Kwami sparsi per il mondo."
"Quindi Chat Noir è più sacrificabile. Lui in fondo aiuta solo Ladybug nella sua impresa. È questo ciò che intendi?" Chiese il corvo.
"No. Di Chat Noir io mi fido come di nessun altro, gli darei la mia stessa vita e nonostante io sia la guardiana so che lui mi appoggerà sempre. Io e lui siamo un tutt'uno, per questo l'ho chiesto a lui." Disse allora sicura la portatrice.
Gracc sorrise raggiungendo Larss. "Sentito? Fossi in te non sarei così preoccupata, andrà tutto bene fratellino."
Marinette si mise in piedi sul letto. "Era una prova. Gracc, perché ti comporti così e tu Larss... non ti fidi di me?" Disse ai due Kwami mentre Tikki al suo fianco teneva loro il muso.
"Sono fatto così Marinette. È la mia natura, non sarebbe noioso avere una seconda Tikki che approva ogni tuo gesto? Io direi di sì!" Le disse il Kwami.
Marinette fece una smorfia seguendo poi con lo sguardo Larss. "Scusami Marinette, ma ho aspettato così tanto che non ci credevo! Tutto qui."
La corvina attirò a se il Kwami del serpente e gli diede un bacio. "Vedrai che andrà tutto bene Larss, non potevo scegliere di meglio, ci hai visto me e Chat Noir all'opera." Disse con un sorriso.
"Si e vi sento anche discutere come una coppia di pensionati." La schermì il Kwami.
"Come... cosa?" Rise Marinette andando all'inseguimento del Kwami.
Nella corsa si aggiunsero anche gli altri tre che Marinette poi abbandonò per terminare di studiare storia. Stava bene con i suoi Kwami ed era sicura che tutto sarebbe andato per il meglio.

Quella mattina la giovane portatrice della coccinella si era svegliata presto per infornare i biscotti che aveva impastato il giorno prima per Adrien. Entrò nella pasticceria dove il padre era già al lavoro ed andò alla ricerca della sfoglia nel frigorifero, dove c'era un piatto con vicino un biglietto: di Marinette vietato toccare!
Quando li stese e prese a farne delle forme, tutte uguali suo padre le chiese perché  tanta riservatezza.
"Sono di Adrien, me li ha chiesti lui personalmente. Ai gusti che piacciono a lui!" Precisò la giovane.
"Si ultimante viene a comprare sempre biscotti al burro e pane secco." Le disse la madre. "Strano comprare il pane del giorno prima, gli dico sempre che può fare a meno di pagarlo ma niente."
"E allora tu dallo a me che glielo porto io come regalo." Disse Marinette mettendo poi in ordine i biscotti negli scatolini appositi. Ne erano venuti su tanti, quindi almeno fino al rientro da Londra sarebbero stati al sicuro.
"Sbrigati altrimenti farai tardi!" Le disse infine sua madre obbedendo sulla parola e dandole il pane del giorno prima in un sacchetto.
Marinette scosse la testa togliendo il grembiule e mettendo lo zaino in spalla prese tutto ciò che i suoi genitori le diedero. Biscotti e pane.
"Ho lasciato dei biscotti al burro anche per voi!" Urlò uscendo dalla Boulangerie. "Ah si... anche oggi resterò a scuola per un progetto!"
Andò al semaforo e fece per passare la strada quando dall'auto ferma dinnanzi a lei ne uscirono Adrien e Marcel.
"Marinette, ti serve una mano?" Le chiese il biondo raggiungendola.
La ragazza sollevò il sacchetto. "Questo te lo manda mia madre!" Disse allora lei.
Adrien la guardò sorpreso, poi le prese il sacchetto da cui estrasse un pezzetto di pane e lo posò nell'auto. "Puoi andare, dobbiamo solo passare la strada." Disse al gorilla.
"Devo pagare tua madre per il pane." Disse poi alla corvina.
"Lo avremmo buttato Adrien, non c'è nulla da pagare." Disse lei al ragazzo, che con un rapido gesto aveva portato il pane alla borsa e veniva risucchiato.
"È verde, vieni passiamo!" Disse allora lui prendendola per mano e attraversando.
"Cos'è questo buon profumino?" Chiese Marcel
"I suoi biscotti?!" Disse allora lei, ricordando ad Adrien la sua richiesta. "Appena sfornati ovvio."
Il ragazzo si fermò sul bordo della strada, faceva pressione sulla borsa. "Ti prego dimmi che ce ne sono senza coloranti." Le chiese Adrien.
Marinette gli sorrise strizzandogli l'occhio. "Certo che sì, sono quelli a forma di cuore."
"Tu sei un angelo." Affermò lui.
"E voi siete stomachevoli. Smettetela di flirtare sotto i miei occhi." Disse loro Marcel.
"Ma non stiamo flirtando..." risposero i due all'unisono.
"E non state insieme si, lo abbiamo capito!" Disse Marcel andando incontro ad Alix, Hui e Yen. "Sta di fatto che flirtate." Disse facendo loro una smorfia divertita.
"Chi flirta... come flirta... voi due! È stato galeotto il set fotografico?" Chiese Alix curiosa.
"Niente di tutto ciò, stavamo solo parlando tra di noi. Non c'era nulla di malizioso." Intervenne Marinette vedendo arrivare Alya, la sua salvezza. "Raggiungo Alya, ci vediamo in classe."
Adrien la fissò e fece un'occhiataccia a tutti. "Non mi ha dato i biscotti! Colpa vostra." E così dicendo raggiunse la coppia di amici alla ricerca dei biscotti per Gurru.
"Quei due stanno insieme lo so." Disse Hui cercando conferma nel nuovo amico.
"No, non è così. Adrien ha detto che per ora vuole tenersi libero da ogni tipo di relazione. Perché ha poca libertà per potersi dedicare ad una ragazza." Disse allora Marcel.
"Te l'ha detto lui?" Chiese Alix.
Il castano annuì. "Si, ieri sera abbiamo parlato un po', ha ammesso che gli piace Marinette e che tenderà a conoscerla un po' di più. Ma ha anche detto che per ora non se ne parla di stare insieme." Disse agli amici entrando in atrio. "Anche perché comunque lui parla di Luka, che è un suo amico e sta insieme a Marinette, sinceramente anche a me piace lui." Affermò ricordando il pomeriggio al cinema dove lo aveva conosciuto. "Quindi posso capire che Adrien non vuole rovinare niente senza prima essere sicuro di poter dare a Marinette ciò di cui ha realmente bisogno."
"Su questo non ha tutti i torti." Intervenne Yen. "Anche io se avessi la ragazza vorrei uscire con lei e passare le giornate a studiare insieme. Se tu segui gli stessi ritmi e le stesse regole di Adrien allora una relazione non è consigliata." Yen fece una smorfia all'amico. "Anche a te!"
Il ragazzo si fece scuro in volto. "Tu non immagini... Nathalie mi ha avviato dei corsi da seguire."
"Fai sul serio?" Chiese Yen salutando gli altri e dirigendosi alla loro aula.
Il castano annuì. "Tennis al lunedì, quando Adrien ha cinese, che io conosco già visto che sono stato in Cina per cinque anni, violino al martedì, basket al mercoledì, ippica al giovedì e vogliono che provi anche la scherma al venerdì." Disse amareggiato.
"Wow una settimana piena." Gli disse il ragazzo mentre andava a sedersi al banco accanto ad Aurore.
"Come quella di Adrien, spero che trovino presto i miei genitori così tornerò in Spagna."
"Lo spero anche per te, così finalmente sarai di nuovo felice anche se mi mancherai." Gli disse il cinese.
"Ragazzi silenzio e buongiorno." Li avvertì entrando la Mendeleiev.
L'aula si silenziò e Marcel prese a guardare davanti a se.

"Ragazzi silenzio!" Disse la Bustier battendo con le mani sul libro di letteratura.
Osservò tutti attendendo che si zittissero poi guardò la classe. "Dunque ragazzi, venerdì pomeriggio partirete per Londra, dove vi attenderanno sette famiglie. Adesso fino ad allora il programma seguirà il suo percorso, ma da lunedì io e la Mendeleiev seguiremo un'unica classe, dove appunto a Rose, Kim, Juleka, Nathaniel, Ivan e Mylène si aggiungeranno agli studenti dell'altra classe."
La professoressa indicò Chloé che da quando era ripresa la scuola era diventata più chiusa e intollerabile che mai. Stranamente la bionda non avrebbe partecipato al programma di scambio culturale e se questo da un lato aveva fatto gioire i tanti, dall'altro era risultato un po' strano a tutti.
"Oggi però saluteremo Chloé, la vostra amica domani mattina partirà per un periodo di tempo indeterminato per New York con sua madre. Chloé vieni qui, vuoi dire qualcosa alla tua classe?"
La ragazza si alzò guardando tutti con sfida, tutti tranne Adrien ovviamente.
"Non mi mancherete per niente. Finalmente andrò in un luogo dove l'aria è respirabile e dove feccia come voi non sporcheranno il mio cammino." Disse minacciando con lo sguardo Kim e Max, poi Nino ed Alya.
Marinette ne restò stupita, la bionda ce l'aveva con loro perché erano stati portatori di Miraculous?
"Ma... Chloé?" La riprese la Bustier.
Questa non disse nulla e con aria altezzosa tornò a sedersi ignorando tutti, a cominciare da Sabrina che frignava per tutti.
"Adesso iniziamo la lezione. Aprite la pagina 145 del testo." Li incitò la Bustier.
Marinette non poteva credere che Chloé sarebbe partita e soprattutto con tanto rancore dentro. Non poteva credere neanche che nonostante tutto quel rancore papillon non l'avesse ri akumizzata, ebbe pietà dell'amica. Ecco cos'era per Papillon, una pedina da usare solo quando gli serviva.
Terminata la lezione si alzò dal banco seguendo Alya all'aperto, lei e Nino stavano parlando di andare a vedere un film per quella sera.
"Marinette?" Le chiese Adrien.
"Sì." Rispose lei fredda.
Lui rimase spiazzato da quella reazione "Ti... ti va di fare merenda insieme?" Chiese intimidito.
Lei lo osservò. "Poi direbbero che stiamo insieme."
"Beh non sarebbe la prima volta no? Ci siamo già passati." Disse lui tendendole la mano.
Marinette sospirò. Già e quella volta lo aveva voluto tanto, anche adesso forse. Ma c'era Chat Noir ed era ancora troppo indecisa sul da farsi, malferma sulle proprie gambe per fidarsi del suo istinto. Amava due ragazzi al tempo stesso e non andava bene.
Prese la mano del ragazzo e lo seguì. Invece di restare nel parco adiacente Adrien la portò in biblioteca dove erano solo loro due.
"Dobbiamo parlare giusto?" Le disse allora lui.
Marinette restò basita. "Chat Noir ti ha detto tutto?"
Lui scosse la testa. "No, sei stata tu con la tua reazione ieri sera. Stamattina ne ho avuto conferma, hai separato i due tipi di biscotti semplici." Anche se dovete ammetterlo almeno con se stesso, non ci sarebbe arrivato da solo se non glielo avesse fatto capire la sera prima.
"Io... io!"
Lui annuì "Quelli semplici a forma di cuore, quelli con la soluzione rotondi. Sappi che Gurru li ha graditi molto."
Marinette acconsentì con la testa, anche se non aveva il coraggio di parlare e confermare a voce.
"Eri tu quella volta al tempio con lord Guāng e lady Xīyì. È accaduto quando sei stata in Cina." Continuò lui. "Aspetta loro due sono Ybrout e Hbrs..." Ruttò Adrien che si tappò la bocca mentre delle bolle verdi si espandevano nell'aria.
Marinette parve rilassarsi e rise.
"Non è divertente Marinette!" Affermò lui
"Hai bevuto la pozione." Disse lei.
"Lo hai fatto anche tu vero?" Chiese lui severo.
Lei chinò il capo. No, non lo aveva fatto.
"Marinette sentimi..." riprese lui sempre nello stesso tono serio. "Forse è il caso che tu mi restituisca Gracc."
Marinette scattò all'improvviso, perché voleva toglierglielo? Erano un'ottima squadra. "Perché? Hai bisogno di me lo sai!" Disse lei.
"E tu sai anche che c'era una condizione!" Rispose lui.
Lei trattenne il respiro. "Lei!" Disse poi. "Avevi comunque detto che non glielo avresti dato, perché volevi da lei amore incondizionato, essere amato per ciò che sei."
"So benissimo ciò che ho detto e che penso." Disse lui. "Per questo dovresti darmi Gracc."
"Lui ti serve." Disse lei testarda.
"Ma per farlo non sacrificherò te!" Disse allora lui. "Perché sei così testarda!" Le disse, era peggio di Ladybug in quel momento.
"Perché ti serve e non lo farai avere alla ragazza che ami e quindi a questo punto dovresti trovare un altro portatore e saresti punto a capo. Quindi vado bene io!" Gli disse lei.
"Non vai bene tu! Non è destinato a te, perché non lo capisci?" Chiese lui.
"Perché..."
"La sincerità è la chiave per non litigare." Disse una voce lieve e dolce, simile a quella di Tikki.
Adrien si voltò. "Gurru ti prego non intrometterti."
La Kwami con le sembianze di una colomba bianca raggiunse Marinette, tre le mani aveva uno dei suoi biscotti che mangiava lentamente. Gli occhi azzurri si puntarono in quelli della corvina.
"Tu lo conosci il motivo. Lui te l'ha detto perché non puoi avere il Miraculous."
Dio quanto era dolce, come poteva un Kwami così perfetto essere il complementare di Gracc.
"Lui ha una ragazza che ama. E non vuole legami profondi con chi possiede Gracc!" Raccontò Marinette, la Kwami annuì. "Ma noi non siamo innamorati e siamo molto amici, e lui ha bisogno di Gracc contro i nemici."
"Marinette..." sbuffò Adrien, "Non puoi avere Gracc." Disse lui sconfortato.
Lei lo guardò con cipiglio. Era bellissima Marinette con quel cipiglio, proprio come Ladybug. Eccolo un altro problema, si trovava troppo spesso a paragonare le due e metterle sullo stesso piano.
"Perché?"
"'Marinette ascolta me!" Disse allora Gurru. "Adrien ha detto che non darà mai il Miraculous ad una sola persona."
Lei annuì, lo sapeva questo, era la ragazza che amava. Gurru la guardò dolcemente annuendo anch'ella. E allora Marinette comprese, il cuore le tremò, era lei quella ragazza! Ingoiò il groppo ed assentì.
"Mi dispiace ma lo terrò lo stesso. Non puoi togliermi Gracc, è l'unico Miraculous su cui non hai la proprietà e posso tenerlo io."
Adrien la fissò sgomento. "Ti prego... no!"
Marinette scosse la testa. Era triste, Adrien provava qualcosa per lei, adesso! Adesso che lei era così confusa e che non era più solo suo il suo cuore.
"Riusciamo a combattere insieme con sintonia. Perché vuoi rovinare tutto?" Gli chiese lei.
"Perché..." iniziò lui.
Lei deglutì. "È sincero!" Ammise allora lei. "Il sentimento che provo per te, lo è da tanto tempo." Disse con le lacrime agli occhi. "Ma ultimamente vedevo che eri felice, con Kagami e c'era Luka che mi confortava ed un altra persona che mi era sempre accanto. Ed avevo capito che non era destino che io e te stessimo insieme!" Disse lei scoppiando del tutto a piangere.
Il giovane modello vedendola in quello stato le andò incontro abbracciandola. Marinette lo amava, o almeno lo aveva amato e lui non aveva capito nulla, perché ere stato troppo preso da Ladybug. La corvina tirò su col naso e continuò a parlare, buttando tutto fuori come un fiume in piena. Questo perché dopo aver tenuto dentro i suoi sentimenti per tanto tempo adesso che erano usciti questi avevano bisogno di essere urlati al mondo intero. "È stato così che mi sono accorta di essere innamorata del mio migliore amico. E sono confusa, tanto e troppo perché amo entrambi Adrien. Tu e lui... e no, non è Luka. Io senza di lui non posso stare ma anche tu, quando ripenso a tutti questi mesi insieme mi si stringe sempre il cuore. Perché realmente era sincero e puro il mio sentimento verso di te."
Adrien la scostò e guardandola le sorrise triste, non si era accorto di nulla, troppo accecato dall'amore per Ladybug. Era sincero il suo sentimento, era puro... appunto era, in passato. Adesso qualcun altro aveva preso il suo posto.
"Tu meriti solo il meglio Marinette e se lui ti fa felice io non posso che essere felice per te." Le disse lui.
Lei si scoprì il volto osservandolo. Adrien le asciugò le lacrime e poi le baciò la fronte. "Se ti fa stare bene potrai tenere Gracc con te. Ma giurami che non ti stancherai, ieri sei stata male."
Marinette chiuse gli occhi ebbra di quelle sensazioni, era così confortante il gesto di Adrien così come le sue parole lenivano le ferite.
Lo abbracciò di istinto e lui ricambiò il suo abbraccio. "Era una scusa. Non sono stata veramente male ma dovevo raggiungere..."
"Genova!" Terminò lui ridendo.
"Si, ogni volta è un impresa, soprattutto quando non riguardano fatti che si svolgono qui." Disse lei prendendo a ridere con lui.
"Ci lavoreremo su. Adesso che partiamo per Londra ci organizziamo meglio ed io non ho le mie attività." La rincuorò lui scostandosi leggermente e carezzandole il viso.
Marinette annuì nello stesso tempo in cui si apriva la porta.
"Eccovi voi due!" Intervenne la voce del preside  Damocles.
I due si staccarono rapidamente mentre Gurru si nascondeva nella borsa di Adrien.
"La professoressa Bustier vi cercava. E voi siete qui a... ad amoreggiare!"
"Noi no..." iniziò Adrien per togliere Marinette dall'imbarazzo.
"So cosa ho visto Agreste adesso subito in classe. Per questa volta passa, ma che non si ripeti più, la scuola è luogo di culto." Urlò il preside attirando l'attenzione dei docenti e degli studenti che uscirono dalle classi.
I due furono sommersi dal totale imbarazzo mentre scorrevano i corridoi e tornavano in classe.
La professoressa Bustier li accolse entrambi incredula e quando presero posto, volti bassi e rossi, assegnò loro una punizione.
"Per domani voglio un compito sulle regole comportamentali a scuola. Minimo due pagine!" Disse la professoressa riprendendo poi la lezione mentre Chloé seguiva la scena furiosa.
"Ridicolo... impossibile..." Diceva.
Assurdo! Pensava invece Marinette ed ora aveva anche un compito di punizione da preparare.
All'uscita da scuola a ora di pranzo onde evitare domande imbarazzanti di Alya la ragazza sparì subito negli spogliatoi dove posò il suo zaino. Doveva andare in Italia con Chat Noir.
Fuori gli spogliatoi trovo però ad accoglierla Adrien e Marcel che confabulavano tra di loro.
"Ma tu e Chat Noir non avete deciso di non volere storie d'amore?" Chiedeva Marcel.
"Infatti, è stato un malinteso. Perché non mi credi?" Chiedeva il biondo.
Marinette si avvicinò ai due, Adrien e Chaton avevano fatto un patto? Quindi la ragazza di cui lui aveva parlato non esisteva più. Aveva quindi una speranza, anche se tra di loro adesso sembrava esserci un patto a dividerli. E Adrien con Chat Noir sembravano anche molto amici.
"Ehi voi due!" Disse ai cugini.
"Veniamo anche noi in Italia." Le disse il cugino del suo amico.
"Cosa?" Chiese Marinette. Pensava di andare con Chat Noir.
Adrien annuì "Chat Noir dice che Ladybug usa il Miraculous del teletrasporto e Marcel potrebbe esserci utile. Tu e io invece andiamo perché il ragazzo ormai ci conosce!"
Marinette annuì, effettivamente tutto filava. "Ci vediamo sul tetto della scuola trasformati allora." Propose indicando i bagni. "Vado e mi preparo."
"Anche noi." Dissero i due dirigendosi al lato opposto.
Marinette andò ai bagni sperando che il doppiaggio funzionasse bene anche col teletrasporto.

Funzionava, si aveva funzionato apparentemente. Forse il suo clone aveva dei difetti al momento ma proseguiva. Intanto lei e Chat Noir camminavano fianco a fianco mentre il cugino di Adrien vestito con l'aspetto di un falco spiegava loro perché era lì.
"Ho il potere dell'occhio. Vedrò i filmati con voi così potrò aiutarvi a comprendere cosa c'è dietro." Aveva spiegato loro.
Ed era tutto vero, se si faceva una domanda specifica lui rispondeva in modo preciso e conciso.
"Ti ci vuole un nome. Non puoi presentarti così alla gente." Disse schietta Black Lady.
"Tu sempre così diretta sei?" La riprese Ladybug
"Sempre!" La scimmiottò Black.
Adrien scosse la testa. Quelle due si era capito, entravano in contrasto.
Giunti alla stazione dei carabinieri chiesero informazioni sugli scontri del giorno prima e quando questi riconobbero Ladybug e Chat Noir gli permisero di accedere anche ai filmati. Non solo a quelli del giorno precedente ma anche ai passati scontri simili all'ultimo.
"Deve esserci qualcuno o qualcosa che si impossessa della persona." Affermò a fine filmati la coccinella.
"C'è ma non si vede!" Disse allora con voce inquietante Marcel.
"Cosa intendi?" Chiese Chat Noir.
"Sono ombre, si muovono infatti nell'oscurità. Non come lady Octavia, lei usa qualcosa. Ma questo qui usa le ombre."
"Quindi ogni persona può diventare il suo ricettacolo." Affermò Haoxin.
"Si bravo! Posso dire con certezza che questo essere non si muove solo qui. Al momento è in Italia, ma è stato anche in Cina, ed in Grecia e continuerà a viaggiare fino a quando non si sarà saziato delle sue vittime." Asserì il falco.
"Potrebbe arrivare anche in Francia?" Chiese Black lady.
"Si, ma per ora è qui in fissa dimora. Sta cercando delle prede e solo quando le troverà andrà via." Affermò.
"Che tipo di prede?" Chiese Chat Noir.
Il falco lo fissò serio. "Miraculous!"

————
*compagno di guerra

 

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Capitolo 17
*** Parte 16ª - Chloé ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE

Un super cattivo misterioso con lo scopo di cercare e trovare Miraculous. Una folle che terrorizzava gli inglesi a suon di incubi. Le Papillon che akumizzava le persone per poi far loro creare degli eserciti da parte della vittima di turno.
Con questo avevano fatto l'en plein*, peccato non avesse vinto alla roulette russa, al contrario gli sembrava di essere arrivato all'ultimo colpo ed era consapevole che sarebbe morto con un proiettile al cervello.
Questo pensava Adrien mentre mangiava della pasta col pesto genovese con i suoi amici supereroi nei panni di Chat Noir. In quel posto si mangiava benissimo, con Haoxin aveva preso dei pansotti al sugo di noci, e nonostante non fossero leggeri gli erano piaciuti parecchio.
"Stanno diventando troppi i cattivi che dobbiamo affrontare!" Stava dicendo Ladybug.
Chat Noir annuì, come sempre loro due si comprendevano al volo.
Guardò in direzione di Marinette che stava immergendo la focaccia nel pesto rimasto nel piatto e che annuiva una tantum. Poi in silenzio sincronizzò i pensieri con Haoxin e lo lasciò parlare.
"Prima di lasciare Parigi Ladybug provvederò a lasciare altri guardiani. Non li metterò a combattere, ma credo che un occhio in più non possono che servire. Dobbiamo essere preparati a tutto e per farlo ci servono dei compagni fidati!" Affermò.
Ladybug annuì sorridendo al portatore della colomba. "Sai già a chi assegnare i Miraculous?"
Lui annuì "Si, oggi ho avuto chiaro anche l'ultimo portatore. Devo solo andare da loro, e per una delle prescelte vorrei Ladybug che tu venissi con me!"
La ragazza lo osservò. Se Adrien aveva bisogno di lei, sarebbe andata. Era sicura che aveva ben ponderato le sue scelte.
"Quando vuoi Haoxin."
"Oggi pomeriggio! Ci vediamo nel campo della Francois DuPont, riesci ad esserci?!" Chiese allora lui.
Marinette annuì sia da Ladybug che da black Lady, non si aspettava un luogo così pubblico. "Subito dopo le lezioni?" Chiese allora Black Lady consapevole che dopo avesse basket.
Lui infatti le sorrise annuì. "Si giusto. Ci metteremo poco promesso, tu sarai con noi?"
Marinette avrebbe voluto, ma Adrien aveva chiesto di Ladybug, lo osservò i suoi occhi erano colmi di speranza e... "si ci sarò!"
Lui le sorrise e le prese la mano in segno di ringraziamento, Marinette ricambiò la stretta.
"Ladybug tranquilla, non ti lascerò sola con i due piccioncini." Affermò il falco.
Lei rise cercando di non mozzarsi il fiato e diede un colpetto sulla spalla di Chat Noir. "Tranquillo. Saremo due coppie, vero Chaton?"
Il gatto nero si voltò verso la collega. "Io? Ma Haoxin non ha bisogno di me, dovete solo consegnare un Miraculous e..."
"Noi siamo un team!" Disse lei scorbutica.
Lui rispose con una smorfia. "Va bene!"
"Perfetto!" Disse lei guardando i due eroi della guerra. "Ci vediamo nel pomeriggio allora."
"Prendiamo dei cantucci e paghiamo?" Chiese Chat Noir agli altri che annuirono.
"Signore! Offriamo noi." Disse Haoxin lasciando la tavola con il falco e Chat Noir.
La giovane eroina sospirò. "Dovremo sdoppiarci anche oggi pomeriggio!"
Black Lady annuì. "Facciamoci l'abitudine." Disse indicando poi la porta, i ragazzi rientravano.
"Ragazze lui è Alfredo, il proprietario del ristorante." Le presentò Haoxin.
Chat Noir si mise in posa mani sui fianchi e fece un sorriso malizioso alla sua partner. "Alfredo segue le nostre avventure e ha chiesto di poterci offrire il pranzo in cambio di una foto con lui." Spiegò mettendosi in posa con un braccio sulla spalla del cuoco trentenne. "Su, vieni qui a fare una foto insettina."
Marinette, scosse la testa rassegnata. Ma non gli chiese di non chiamarla così, piuttosto lo raggiunse con un sorriso mentre si metteva in posa.
Marcel intanto attese che fossero tutti pronti e scattò un paio di foto, prima loro tre, poi con Haoxin e black Lady e infine anche con se stesso.
Dopo averlo ringraziato ed aver salutato Ladybug andò a trasformarsi in Miss Mare* per teletrasportare il gruppo di nuovo in Francia. E una volta a casa loro si salutarono con la promessa che si sarebbero visti più tardi.

Marinette era stanca, non sapeva se ce l'avrebbe fatta a reggere quel ritmo e lo disse a Tikki una volta che furono sole.
"Hai ragione Marinette, stai facendo troppo e tutto da sola." Rispose la ragazza.
"Non sono sola, ho Chat Noir e Adrien che mi aiutano." Le disse la corvina.
Tikki annuì in silenzio, non poteva di certo dire che con il suo gesto aveva dato ad Adrien un'incombenza in più, lei non immaginava che Adrien fosse anche Chat Noir e quindi il portatore del delfino. Stavano impegnandosi molto per essere solo ragazzi di quindici anni.
"Chiedi ad Adrien come fa ad essere sempre così energico."
Lei annuì. "Lo farò dopo le lezioni." Disse uscendo dai bagni e dirigendosi in aula.
Lì vide Adrien che stava parlando con Chloé, chissà come avrebbe reagito il modello se soltanto avesse immaginato ciò che la figlia del sindaco aveva fatto pochi mesi prima.
Andò al suo posto e sorrise ad Alya salutandola. "Devi dirmi qualcosa?" Chiese la mora.
Marinette guardò l'amica sgomenta. "Cosa?"
"Tu... Adrien... la biblioteca? Tutti ne parlano, eravate abbracciati. Dimmi che ci sono belle notizie." Disse lei eccitata.
Marinette si sentì arrossire. Capiva l'eccitazione dell'amica e capiva che forse adesso avrebbe potuto avere una possibilità con Adrien. Ma era difficile, adesso c'era Chat Noir. Sentiva di provare un sentimento profondo per entrambi e quindi non voleva esporsi troppo. "Siamo solo amici Alya." Disse lei. "Avevo bisogno di conforto e lui era lì."
"Marinette!" Iniziò Alya.
La corvina la osservò rassegnata, avrebbe dovuto spiegarle troppe cose. Iniziando con il rivelarsi come Ladybug ed a confidare tutto ciò che aveva scoperto su se stessa e sui sentimenti che provava nei confronti di Chat Noir in contrasto con gli stessi sentimenti assopiti verso Adrien.
"Stiamo per partire per Londra e con Papillon sono preoccupata per i miei genitori." Disse allora all'amica. "Io non volevo partire, hanno deciso i miei per me!" Affermò allora, certo col senno di poi ed essendo a conoscenza di Lady Octavia non poteva che esserne felice.
Ma avrebbe lasciato tanto scoperta Parigi.
"Non volevi partire per Londra?" Chiese Alya.
La corvina scosse la testa voltandosi verso la cugina che era seduta accanto ad Alix. Doveva dire a Hui e Yen che lei era Ladybug, non era sfiducia, aveva ragione Adrien, era proteggere e proteggersi. Quindi quel pomeriggio avrebbe detto ai cugini chi era e insieme avrebbero bevuto il sigillo del nome dei Kwami.
"Capisco, sei tornata da poco dalla Cina." Affermò Alya.
Marinette annuì. "Mancherò anche all'inaugurazione del ristorante di mio zio Wang."
"Ho sentito che saranno presenti Ladybug e Chat Noir all'inaugurazione." Disse Alya che aveva rilasciato la notizia anche sul ladyblog.
La corvina annuì. "Sei sempre la più informata di tutti Alya." Rise intanto che la Mendeleiev entrava in classe.
Adrien venne a sedersi al suo posto sorridendo alle due e prese il libro pronto a iniziare le lezioni pomeridiane.
Aveva chiesto a Chloé di fermarsi dopo le lezioni così che potesse salutarla e l'amica subito aveva accettato felice. Adrien era stato contento della sua reazione, dopo gli eventi che l'avevano vista protagonista con Papillon e Mayura trasformata da miracle queen, si era chiusa parecchio in se stessa. Era sempre la stessa Chloé ma si comprendeva che dentro di se era tanto arrabbiata, adesso c'era da capire se con se stessa o contro gli altri.

A fine lezione finalmente Adrien potette ritirarsi in privato con Chloé. Parlò un po' con la bionda e la abbracciò con affetto.
"Mi raccomando, torna presto che di mancherai." Le disse.
Per quanto la figlia del sindaco fosse pretenziosa e spesso cattiva nei confronti degli altri, lui sapeva che in realtà era buona. Doveva solo imparare a dosare i suoi difetti e far prevalere ciò che di buono aveva in lei.
Quando sciolse l'abbraccio osservò la compagna. "Hai dimenticato la borsa? Vado a prenderla aspettami qui." Disse alla bionda sorridendole. Andò via, diretto in realtà verso i bagni maschili dove ad attenderlo c'erano i Kwami con la borsa di Chloé.
"Pronti per lo show? Phyllo... devo chiederti ancora aiuto, Ladybug ha richiesto la mia presenza quindi. TRASFORMAMI."
Una volta trasformato il ragazzo si divise in tre per poi usare l'arma di Phyllo. "Nasconditi!" Disse il primo che nelle vesti di Adrien prese la borsa di Chloé.
"Vai, noi adesso ci uniamo a Plagg e Gurru. Il tempo che le consegni la borsa e arriviamo." Dissero iniziando ad avviare il piano.
"PLAGG TRASFORMAMI!"
Urlò Adrien trasformandosi in Chat Noir per poi sparire oltre le finestre sul tetto della scuola.
"GURRU... TRASFORMAMI!" Ordinò Adrien trasformandosi in Haoxin.
Una volta pronto uscì trovando ad attenderlo la sua splendida partner. "Madame!" Le disse tendendole il braccio. "Andiamo?"
Lei annuì seguendolo. Una volta nel campo esterno della DuPont trovarono Chloé che era al telefono a rispondere ad un messaggio.
"E voi due chi siete?" Chiese la bionda.
"Chloé Bourgeois potresti non aggredirci nascondendoti dietro una facciata." La salutò Haoxin.
Lei! Adrien aveva pensato a lei per il Miraculous vagabondo? No, non poteva permetterlo, non dopo quello che era accaduto più di un mese prima.
"Chi siete voi due? Forse non sapete che io sono..."
"No, non lo sappiamo e non ci interessa." Intervenne Black Lady, Haoxin le strinse la mano per tranquillizzarla e riuscì nel suo intento.
"Noi non siamo interessati alle posizioni sociali delle persone Chloé. Ai nostri occhi tutti sono uguali, io sono Haoxin il Miraculous della pace, mentre lei è la mia partner Madame Corvette, la portatrice della guerra."
"In realtà sono black Lady ma lui si diverte così." Disse lei rassegnata. Avrebbe dovuto parlare con Adrien di questo suo particolare difetto.
"Cosa volete da me?" Chiese la bionda.
"Chloé Bourgeois!" Iniziò Haoxin "Noi siamo a conoscenza delle tue azioni e di quanto tu abbia fatto ultimamente. La tua arroganza ti ha portata ad affrontare la detenzione del Miraculous dell'ape in malo modo. Hai rivelato al mondo intero di essere una portatrice, hai preteso che ti venisse consegnato il Miraculous arrivando ad allearti con Papillon pur di averlo, mettendo a nudo l'identità degli altri portatori e privando Parigi dei suoi difensori." Raccontò il giovane stupendo entrambe le ragazze, Adrien sapeva tutto ciò che era successo.
"E allora? Cosa volete da me?" Chiese Chloé rossa in viso, aveva perso Pollen, aveva perso tutto!
"Ma io so che dentro di te sei buona Chloé Bourgeois." Ammise Haoxin. "Sia io che Black Lady siamo consapevoli che tutti meritano di adempiere ad opere di redenzione. Per dimostrare che non sempre ciò che appare è realtà e che chi sbaglia impara dai propri errori, si rialza e va avanti per un bene superiore." Terminò Adrien. Marinette lo osservava estasiata, lui stava adempiendo proprio al suo dovere di portatore della pace.
"Voi non potete sapere..." sussultò Chloé
"In realtà noi sappiamo! Hai rivelato in più di un'occasione che sei Queen Bee!" Intervenne Marinette mentre Chat Noir e Ladybug raggiungevano il terzetto balzando giù dal tetto.
"Il fantastico Chat Noir è arrivato!" Disse il gatto nero prendendo il bastone e poggiandosi con non chalance. "E con lui ovviamente c'è insettina."
Ladybug scosse la testa mettendo una mano a coprirsi il viso per nascondere un sorriso. "È per lei che siamo qui Haoxin?" Chiese cercando di mostrare serietà.
Lui annuì. "Sappiamo che stai per partire Chloé Bourgeois, questo ci concede quindi di darti una seconda occasione." disse il giovane vestito di bianco che intanto prendeva lo scudo da dietro la schiena. Lo voltò mostrando uno specchio e inserì la mano all'interno tirando poi fuori una scatoletta.
Chloé la riconobbe, era un Miraculous, le avevano riportato Pollen.
Ladybug scosse la testa.
"Chloé Bourgeois! Questo è il Miraculous delle unioni e del matrimonio, simbolo di purezza e candore. Chloé Bourgeois se prometti di essere discreta ed usare il Miraculous con giudizio a difesa dei più deboli, Bella sarà tua. Ma semmai tu dovessi fare un solo passo falso sappi che mi riserverò il diritto di venire a riprenderla arrivando fino a New York per farlo." Disse Haoxin consegnandole il cofanetto.
Una seconda occasione? Pensò Chloe guardando la scatola, non si trattava però di Pollen, bensì di un nuovo Kwami.
"Chloé!" La richiamò Ladybug. "Non dovrai dire a nessuno la tua identità. Questo ti renderebbe vulnerabile e facile preda dei cattivi ." Cosa che era accaduta proprio ultimamente, avrebbe voluto precisare ma tacque per rispetto alla decisione di Adrien.
Haoxin annuì. "Semmai dovessi fare una cosa avventata sarò costretto a toglierti Bella e fidati potrei essere lontano mille miglia da qui, sarò sempre in potere di farlo." Disse risoluto.
Poi guardò verso il resto dei loro compagni, non sapendo se avessero qualcosa da dire a Chloé.
Chloé fissò quel ragazzo in bianco poi di sottecchi osservò Ladybug, colei che aveva ammirato fino a poco tempo prima. Colei in cui aveva sempre creduto , ma che le aveva voltato le spalle.
"Io e Ladybug." Disse Chat Noir facendo un passo avanti. "vorremo farti sapere che non abbiamo mai avuto nulla contro di te." Disse il gatto nero guardando la sua partner.
Ladybug annuì facendo un passo avanti, ricordando le parole di Haoxin ed anche quelle della Bustier, in Chloe c'era un animo buono.
"Anzi." Iniziò lei. "Sei sempre stata molto utile... purtroppo rivelando a tutti la tua identità eri diventata per tutti noi un punto debole, come poi si è rivelato. Papillon ha approfittato di te attraverso i tuoi amici e la tua famiglia più volte ed infine ti ha convinta a farci la guerra e farti andare dalla sua parte." disse Marinette ricordando ancora con una stretta al cuore il giorno in cui aveva detto addio al maestro Fu.
"Io Ladybug potevo aiutarti! In più di un'occasione!" Disse lei con voce fievole.
"E come ti ho detto in più occasioni, conoscere la tua identità non è positivo." Rispose Ladybug.
"Proprio per questo Chloe ti ho chiesto maggiore riservatezza." Le spiegò Haoxin serio. "Non abbiamo bisogno di esibizionisti per proteggere l'umanità, ma di persone buone e tu lo sei." Affermò infine.
"Guarda me, non ho bisogno di far vedere il mio bel visino per essere amato e adorato da tutti." Intervenne sornione Chat Noir.
Ladybug scosse la testa ridendo. "Ma smettila!"
"Non indigiamo." Intervenne ancora Haoxin . "Chloé, vuoi accettare il Miraculous dell'Unione e del matrimonio?" Chiese alla bionda.
Chloé lo guardò e senza esitazione prese la scatola e la aprì. Da un ciondolo a forma di cuore vide uscire una luce bianca e dopo un po' emerse un Kwami con i colori del cigno. Il Kwami aprì gli occhi e sorrise alla bionda.
"Piacere di conoscerti cara, io sono Bella." Si presentò il Kwami "e ti aiuterò a vegliare sulle città del mondo."
Chloe fissò il Kwami con gli occhi lucidi, poi guardò il gruppo di eroi e nel portarsi al cuore Bella li salutò. "Grazie di tutto, prometto che non vi deluderò!" Disse loro.
"Noi crediamo in te Chloé!" Disse allora Ladybug.
"Qualsiasi cosa, richieste di aiuto o esigenze troverai me e Black Lady attraverso il dispositivo del tuo Miraculous. Adesso ci salutiamo Chloé, in bocca al lupo nel tuo nuovo percorso." E così dicendo Haoxin prese la sua partner per mano e spalancò le ali volando via.
Uno starnuto li salutò nel viaggio, Chat Noir non sembrava apprezzare tanto nessun tipo di piuma.
"Troppi pennuti in giro. Meno male ci sei tu insettina che non hai piume." Scherzò il gatto nero.
"Non sei divertente." Rispose la corvina guardando verso la bionda. "Bene Chloe anche noi ci salutiamo, mi raccomando in bocca al lupo."
"E buon viaggio!" La salutò Chat Noir appendendosi al suo bastone.
"Grazie per la fiducia, prometto che non vi deluderò..." ancora. Disse Chloé mentre la coccinella le sorrideva e seguiva il suo compagno.

"Ehi chaton!" Lo chiamò una volta sola con lui.
Adrien si fermò, tra le strade non c'era più l'auto di suo padre, segno che il piano aveva funzionato e che il suo dividendo era rientrato a Villa Agreste con Marcel.
"Dimmi insettina, vuoi parlare di Chloé?" Chiese lui alla collega. Era tanto che non erano più soli come in quel momento.
Lei scosse la testa. "Ti andrebbe di andare a prendere un gelato? Sento André cantare." Affermò.
Adrien sussultò, un gelato loro due, senza il pensiero dei super cattivi. Intanto la canzone di André stava arrivando anche a lui.
"Ma sì! Non si rifiuta mai un gelato di André, l'ultima volta ce l'ha offerto mr Pigeon ricordi?" Disse lui cercando di rendere la tensione meno evidente.
Ladybug gli sorrise. "Oh si che ricordo, poi arrivò Timetagger, ma andiamo su. Non voglio parlare dei nostri nemici." Disse lei balzando verso il basso seguita a ruota da Chat Noir.
Appena André li vide salutò i due preparando un gelato unico. "Menta peperita e mora." Cantò il gelataio passando la cialda alla coccinella. "Offre la casa ragazzi!"
I due ringraziarono e Chat Noir si diresse con baldanza verso una panchina. "Ti rendi conto che stai diventando una scroccona?" Prese in giro la sua partner che intanto si sedeva.
"Fanno tutto loro. Io non chiedo nulla!" Disse lei giustificandosi.
Chat Noir rise e si sedette prendendo un cucchiaino e mangiando un po' di menta. Lo stesso fece Marinette che osservava il gelato nei suoi colori, André le aveva già una volta fatto un gelato con quei gusti ne era certa, non ricordava quando ma li aveva già mangiati.
"Sei amico di Haoxin!" Affermò allora lei.
"Anche tu lo sei!" Disse lui.
"No. Intendo personalmente, o almeno lui così ha detto." Disse lei a quel punto.
Chat Noir era amico di Adrien, i ragazzi che si era trovata ad amare erano  amici e voleva capire se il loro era un legame forte. Sapeva che stava infrangendo una regola che spesso aveva imposto allo stesso Chat Noir ed ora comprendeva anche il desiderio che lui aveva avuto di voler per forza di cose scoprire qualcosa di lei.
Chat Noir la guardò attraverso la maschera a schiera verde e sembrò valutare la sua domanda.
"Scherma. Ci siamo conosciuti così e una volta mi ha visto trasformarmi!" Raccontò
"Vi allenate insieme?" Chiese allora sorpresa. Quindi anche se non era uno studente della Francois DuPont la frequentava per gli allenamenti.
"Si brava. Penso tu abbia notato la mia destrezza nel tirare fendenti sempre precisi insettina." Disse lui ironico.
Lei gli sorrise. Non sarebbe cambiato mai.
"Adesso vado!" Le disse alzandosi e lasciando alla partner il gelato.
"Vai di già?" Chiese allora.
Lui parve titubante, poi la affrontò. "Sì è meglio così! Almeno i nostri fans non potranno fraintendere."
"Noi..." affermò la coccinella.
"Siamo partner, una squadra e compagni di avventure. Ma null'altro!" Disse lui con un sorriso.
"E se noi due..." disse allora lei raggiungendolo. "fossimo di più!"
Lui le sorrise. "Siamo amici, ottimi amici Ladybug. É molto di più e non c'è nessuna come te, non ci sarà mai nessuno come te." Disse prendendole le mani e stringendole.
Marinette le osservò unite tra di loro, anche lei e Chat Noir erano uniti.
"I tuoi sentimenti per me?" Chiese allora lei.
Lui annuì. "Resteranno sempre custoditi in un angolo del mio cuore. Ma sono andato avanti, accetto di essere il tuo partner e amico e devo ammettere che sto bene." Disse lui sollevando le loro mani unite. "Siamo uniti da un legame indissolubile che non andrà mai via, però ci sono altri legami. Legami che quando ci si sfiora con le mani vieni percorso da un brivido che arriva al cuore." Ammise allora lui ripensando a quando casualmente sfiorava Marinette o a quando si erano abbracciati in biblioteca. Un altro vicolo cieco, come Ladybug, non lo amava. Anche se per sua ammissione lo aveva amato un tempo, all'inizio. Avrebbe accettato anche questo è fin quando i suoi occhi si fossero sincerati che fosse felice lui si teneva da parte.
"Un legame senza maschere." Terminò alla collega
Ladybug lo osservò diritto negli occhi. Nei suoi c'era un'emozione cui il gatto nero non riuscì a dare un nome. "Tu hai un legame così?"
Lui annuì. "Come te d'altronde. È quello che provi quando sei col ragazzo che ami. Giusto?"
Marinette annuì non avendo il coraggio di parlare così da non far emergere le sue emozioni e la delusione. Si fino a più di un mese prima con Adrien era stato così, poi aveva scoperto i suoi sentimenti per Chat Noir e tutto era passato in secondo piano.
"Adesso vado, ciao insettina!" Disse lui ornerei il bastone nello stesso istante in cui vibrò. Lo prese e vide l'allerta. "Credo che andremo via insieme, c'è un nuovo cattivo mi... Ladybug!" 
Marinette tornò subito in se, era il momento di passare all'azione e bisognava mettere da parte ogni sentimentalismo.

Notte e giorno era un continuo combattere ed affrontare nuovi nemici. Quella notte cadde esausto sul suo letto ripensando a Marinette e a Ladybug. Ai sentimenti che provava per entrambe, all'amore che gli era precluso ed anche al suo destino che comunque non gli permetteva di focalizzare il suo tempo su una relazione. Era stato sincero con Ladybug, sarebbe stata sempre nel suo cuore e l'avrebbe sempre amata. Non poteva farne a meno, era anche vero che le emozioni che gli dava Marinette erano sincere e pure e quindi sì, aveva finalmente accettato i suoi sentimenti verso di lei. Nel farlo aveva accettato anche il fatto che lui fosse destinato a non vedere mai ricambiati i suoi sentimenti. Sarebbe quindi restato vicino a Marinette e l'avrebbe protetta contro i loro nemici con il Miraculous che le aveva consegnato ed avrebbe vegliato su di lei a Londra, ovunque le sarebbe stato vicino proteggendola sia come Adrien che come super eroe. Ma adesso non doveva rimuginare, dopo aver conosciuto la nuova passione del vecchio monsieur Ramier, i topi, e combattuto contro di lui liberandolo dall'akuma e dopo essere volato a Londra ad affrontare il nuovo incubo di Lady Octavia era decisamente stanco. Doveva riposare l'indomani era un nuovo giorno e sarebbe stato ricco come quello appena concluso ed altri a venire, in fondo era il destino degli eroi.
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1-* (Si legge Àn plèn e significa in pieno)
2-* Mare in inglese significa giumenta, che è la femmina del cavallo. Quindi signorina giumenta

 

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Capitolo 18
*** Parte 17ª - La partenza ***


Ad Adrien restava poco tempo ormai per dispensare i Miraculous in protezione di Parigi.  Ne aveva tanti a disposizione, anche se pochi erano i suoi prescelti e le persone di cui si fidava.

Due di queste persone non le conosceva personalmente, ma quando li vedeva e li osservava accanto alla figlia o in giro a qualche evento, li aveva sempre ammirati. Così trasformato da Chat Noir alle quattro di mattina eccolo dinnanzi la Boulangerie Dupain Cheng. Aprì la porta e la prima cosa che percepì fu la voce di Tom Dupain che canticchiava, la seguì e bussò alla porta per testimoniare la sua presenza.

Tom sollevò il matterello con cui stava stendendo la sfoglia voltandosi, Sabine era già sveglia?  

"Chat Noir?!" Disse riconoscendo il super eroe di Parigi. 

"Buongiorno Tom, disturbo?" Chiese il gatto nero. 

Tom scosse la testa. "Eh... no! No certo che no Chat Noir." Disse incerto. "Sei... un croissant? Tra un po' inforno!" Chiese 

"Mmm i migliori croissant di tutta Parigi. Si accetto volentieri, ma sono qui per un altro motivo in realtà." Disse avvicinandosi.

"Come posso aiutarti?" Chiese il pasticciere. Era bravo ai videogiochi ed era un ottimo pasticciere come aveva appena ricordato l'eroe. Cos'avrebbe potuto mai fare per lui. 

"Ho bisogno di qualche persona adulta e matura, responsabile e che mette cuore in tutto ciò che fa a sorvegliare Parigi." Spiegò il biondo. "Purtroppo a giorni dovrei partire per un po' e c'è il rischio che lasci Parigi scoperta." 

Tom annuì. "Devo controllare Parigi per te?" Chiese allora.

"E chiamarmi appena c'è un pericolo. Red Scorpio è sempre presente e mi aiuta. Ma io ho bisogno anche dell'occhio della verità e di colui che protegge incondizionatamente." Spiegò Adrien.

"Posso farlo Chat Noir. Dimmi come procedere e ti aiuterò!" Disse l'uomo.

Chat Noir gli sorrise e con un cenno di gratitudine prese due scatolette dal portale del suo bastone. "Tom Dupain, ti consegno il Miraculous dell'orso, simbolo di protezione e di  amore paterno. Userai il Miraculous per proteggere Parigi e i suoi eroi. Potrai chiamarmi con lo strumento dell'orso o al numero di cellulare che troverai nella scatoletta." Lo istruì.

Tom prese la scatola stringendola nella grande mano e sospirando sorrise all'eroe. "Sono onorato di potervi aiutare Chat Noir." 

Il ragazzo fece un sorriso che arrivò agli occhi e tese poi l'altra scatola. "Questo è invece il Miraculous della verità e della giustizia. Lo indosserà Sabine Cheng, a difesa di Parigi e dei suoi eroi. Riuscirete a farne buon uso lo so." 

Tom prese anche la seconda scatola sorpreso. "È un onore Chat noir e parlo anche a nome di Sabine. Ti prometto che vi saremo di aiuto e che non vi intralceremo mai."  

Il ragazzo annuì felice. "Adesso prenderei con piacere quel croissant, anzi due. Ne portò uno anche ad Hawk." 

Disse a quel punto, stava facendo tutto ciò che era in suo potere per difendere Parigi e non lasciar andare troppi Miraculous.

Si stava fidando dei suoi istinti ma anche di Marcel che gli aveva detto quanto fosse importante assegnare il Miraculous della a qualcuno. 

Con la mente tornò alla sera in cui Marcel era andato a bussare alla sua porta, da poco rientrato dalla finestra di casa sua....

 

Era stanco, tra combattimenti e viaggi oltre terra e riunioni sentiva di non riuscire a reggere ancora a lungo. Esausto si era gettato sul letto, ma sembrava che qualcuno avesse altri programmi per lui poiché bussavano alla porta.

"Avanti!" Aveva detto stanco.

Dopo un po' la porta si aprì e ne emerse suo cugino Marcel. Con un sorriso lo aveva invitato ad entrare, gli dispiaceva non riuscire ad avere abbastanza tempo per lui. Ma tra Papillon e Lady Octavia e tutti i suoi impegni arrivava a fine giornata stremato. Quindi accolse il cugino senza fargli pesare la stanchezza.

Marcel chiuse la porta alle sue spalle e guardò il cugino seriamente. "Scusami se ti ho disturbato. Sicuramente sei stanco dopo le imprese di oggi." 

Adrien aveva alzato un sopracciglio curioso. "Cosa?" Aveva detto. "Tranquillo non sono stanco." 

"Non è vero!" Disse il ragazzo scostando un lembo del suo smanicato nero dal quale uscì un... Kwami! Suo cugino possedeva un Miraculous, pensò sgomento Adrien intanto che il Kwami che sembrava un volatile volò accanto a Marcel.

"...Trasformami!" Stava dicendo. 

Lo osservò cambiare sembianze incredulo, come se non sapesse di cosa si trattava. Poi quando Marcel si avvicinò a lui si destò.

"Io sono il portatore del Miraculous della veggenza, il Falco è mio protettore. Adrien quando sono trasformato vedo e prevedo delle cose che potrebbero aiutarti a trovare gli altri miracoulus." 

Adrien era sempre più sorpreso. "Sai di me!" 

"L'ho scoperto solo stasera era entrato a cercarti ma non c'eri, allora mi sono trasformato perché ero preoccupato ed ho scoperto tutto." Gli aveva spiegato.

"Tutto?" Aveva chiesto Adrien.

L'altro annuì. "Tutto quello che nessuno oltre te dovrebbe sapere!" Disse tendendo la mano. "Lascia che io beva il sigillo dei Kwami e lasciami venire con te in Italia domani, potrei esservi di aiuto." 

Adrien aveva tenuto lo sguardo sulla sua mano tesa. Sapeva anche dell'Italia e della prossima missione. 

"Che altro sai? Sai se sconfiggeremo Papillon e Lady Octavia?" 

Marcel scosse la testa, poi chiuse gli occhi sfiorandogli la spalla. "Prevedo solo che sarà difficile per te affrontare Papillon e che avrai bisogno dell'Aquila per gestire un confronto con lui." Rispose con affanno. 

Adrien lo fissò spaventato. "Ma ci riuscirò! Io e Ladybug lo sconfiggeremo."

Lui annuì "Voi due con Haoxin e Black Lady e gli altri eroi vostri compagni. Non so come, non so cosa accadrà ma vincerete." Gli aveva detto e lui gli aveva creduto.

E così quella mattina se lo era portato dietro in Italia, e quella mattina stava consegnando il Miraculous dell'Aquila  a qualcuno di cui si fidava e che sapeva avesse del giudizio.

Quando i croissant appena sfornati furono pronti Chat Noir salutò Tom ricordandogli quanto fosse importante si mantenesse la segretezza delle proprie identità eroiche e quanta fiducia avesse in loro e sparì. Avrebbe dovuto preparare delle valigie, il giorno dopo sarebbe dovuto partire.

 

Chloé era già pronta con le sue valigie pronta a partire con sua madre alla volta di New York. Lo sguardo andava oltre il finestrino dell'elicottero, i pensieri volavano sempre di più proprio come le eliche di quest'ultimo diretto in un paese lontano da casa oltreoceano, lontano da tutti coloro che pensava fossero i suoi amici. 

Da quando Ladybug le era andata contro in tutto e per tutto sentiva dentro di se come se qualcosa si fosse spezzato. 

Durante il periodo in cui era stata Queen Bee dentro di lei si era accesa una luce di speranza, per una volta si era sentita parte di un tutt'uno. Lei, Ladybug, Chat Noir... anche Rena Rouge e Carapace, si anche loro due nonostante non si fosse aspettata che potessero essere i suoi due amici di classe. Erano stati un team, un team favoloso che aveva combattuto per Parigi ma sopratutto che aveva creduto fossero amici. 

Per la prima volta aveva avuto con altri in comune... cosa? Il successo? La notorietà?

No, no non era stato nulla di ciò, era stato un ideale, qualcosa in cui si credeva e in cui si era sentita esclusa nel momento stesso in cui Ladybug l'aveva esclusa dal team perché non la riteneva più utile, così le aveva detto Mayura? Ma veramente così era? Realmente non era stata più utile quando la sera prima la super eroina che tanto ammirava si era presentata alla Francois DuPont con Chat Noir e gli altri due eroi? 

Per quasi due mesi si era sentita un'esclusa per ciò che aveva fatto. Aveva fatto agli altri ciò che per se aveva scelto di fare volontariamente, ovvero rivelare la sua identità. Con il suo gesto aveva smascherato Alya e Nino, i suoi compagni di squadra. Coloro con cui aveva combattuto fianco a fianco durante la giornata degli eroi! Gli altri? Con loro non aveva nulla in comune, quella Kagami e quel ragazzo con i vestiti da pezzente non pensava fossero alla sua altezza, Max e Kim? Erano compagni di classe e nonostante avesse sempre fatto loro dei dispetti, più di una volta l'avevano difesa dagli akumizzati di turno. 

Con il suo gesto aveva perso per sempre Pollen, ed aveva fatto perdere anche agli altri il diritto di avere dei Miraculous. Egoista! Per la prima volta si era reputata questo, perché le mancava Pollen e sicuramente anche agli altri mancavano i loro Miraculous. Non a Ladybug o Chat Noir, ma a coloro che lei aveva smascherato, perché a dimostrazione di quanto potessero essere forti i due si erano già formati un altro team, sostituendoli. Fino alla sera prima! Carezzò il ciondolo a forma di cuore intorno la catenina di diamanti che possedeva. La sera prima l'avevano ripresa nel team con loro, con diritto di recesso le avevano detto. 

"Per tutti c'è una seconda possibilità..." aveva detto il tipo in bianco. 

Avevano avuto fiducia in lei di nuovo, la stessa Ladybug si era fatta avanti: non sbagliare! Ne hai pagato le conseguenze! Papillon ne ha approfittato. 

E quando lo avrebbe fatto? Lui ha giocato le sue carte e con Mayura avevano dimostrato che lei valeva, quando avevano akumuzzato i suoi genitori era stata lei a liberare Parigi! Papillon le aveva detto che andando dalla sua parte li avrebbe liberati e così era accaduto.

Sussultò guardando annichilita sua madre. Papillon aveva usato i suoi genitori per farla cadere nella sua trappola!! Papillon aveva usato i suoi genitori... Papillon sapeva chi erano i suoi genitori, lei era Chloé Bourgeois, la figlia di André e Audrey Bourgeois. Tutti lo sapevano, come erano a conoscenza del fatto che lei fosse Queen Bee.

"Non posso darti più il Miraculous, Papillon conosce la tua identità e potrei metterti in pericolo..." le parole di Ladybug le rimbombavano nella testa. 

Quello che aveva predetto l'eroina si era avverato, lei si era lasciata prendere dal male per scopi personali cadendo nella trappola di Papillon, con Mayura che le era stata addosso costantemente come un grillo parlante. 

"Tutto bene Chloé? Non soffrirai il male d'aria spero." Irruppe la voce di sua madre. 

Chloé scosse la testa. "Nulla! Sto bene, pensavo solo a Papillon." Disse lei.

"Quel mostro pagherà per l'umiliazione che ti ha provocato Chloé, lui e Ladybug avranno pane per i loro denti." Disse Audrey risoluta. "Ci penserò io! Così capiranno cosa significa mettersi contro un Bourgeois." 

"No... non... Ladybug non ha..." 

"Ladybug è la causa di tutto!" Affermò Audrey.

"Papillon vi ha usato come esca. Vi ha akumizzato e io sono caduta nella sua trappola." Disse allora lei con convinzione. Adesso dirlo ad alta voce tutto le era più chiaro, era stata manipolata da Papillon. Quante volte aveva combattuto contro le sue akuma perché non voleva essere akumizzata ed ora ecco che gli si era gettata senza remore a capofitto perché era stata messa da parte. Per un suo errore: rivelare al mondo intero chi fosse Queen Bee. 

Audrey la fissò attentamente. "Papillon la pagherà. Devo solo prepararmi a combatterlo e la pagherà, nessuno umilierà più la mia bambina." Disse allora la donna. 

Chloé sospirò, sua madre non sapeva contro chi si metteva, Papillon poteva essere sconfitto solo dai suoi simili, ovvero Ladybug ed i suoi compagni. 

Ma fortunatamente erano diretti a New York, sua madre lì era al sicuro e lei poteva dedicarsi a se stessa, a rifarsi una vita ed a farsi conoscere da Bella. Già il suo nome le piaceva ed era un bel passo avanti, certo essere un pennuto anziché la regina la infastidiva. Ma forse se si fosse comportata bene un giorno Ladybug le avrebbe ridato Pollen.

 

Luka attendeva Marinette fuori la Boulangerie dei suoi genitori. Sinceramente non sapeva come definire il rapporto con la corvina, non si era sbilanciato troppo con lei. Anche perché Marinette non lo incentivava a dare di più, era evidente che ancora amava Adrien, lo aveva visto nei suoi occhi il sabato passato al cinema insieme agli altri, i loro sguardi ne erano stati traditori e quando i due si erano allontanati dal cinema insieme era stata la prova definitiva. Marinette aveva detto che si era messa Adrien alle spalle, ma il ragazzo non ci credeva, come anche non credeva alle parole del modello biondo che gli aveva detto che tra loro c'era solo una bella amicizia. 

L'amicizia era diversa dall'amore e avrebbe dovuto saperlo Adrien, un amico non tendeva ad avere occhi solo per quella ragazza. E così era il modello nei confronti di Marinette, lo aveva capito già quando erano stati insieme alla pista di pattinaggio. Se ti piaceva una ragazza non andavi a soccorrere l'altra che era già accompagnata o non le correvi dietro preoccupato perché lasciava la pista. Forse Adrien non aveva ancora chiari i suoi sentimenti a differenza di Marinette, ma fosse stato in lui non l'avrebbe tenuta tanto in attesa. Lei era splendida, un angelo sempre disponibile per tutti, fragile anche se si faceva vedere forte e questo Adrien doveva capirlo. 

Finalmente la sua compagna giunse, gli sorrise e lui ricambiò. 

"Dove vuoi andare?" Le chiese passandole il casco giallo.

Lei scosse la testa, non aveva una preferenza bastava stare insieme. "Mi è indifferente." 

Lui annuì ed attese che salisse poi partì. "Quando partirai per Londra?" Chiese strada facendo.

"Domattina, prendiamo il treno dello 7.50!" Disse la ragazza appoggiandosi con la testa sulla schiena del musicista. 

"Mancherai tanto." Disse allora lui.

"Lo stretto necessario. Un'esperienza comunque da fare, Londra sarà bellissima." 

"Musicalmente parlando è fantastica. Un giorno ci andrò anche io!" Riferì lui.

"Stai mettendo soldi da parte per questo?" Chiese lei mentre lui si fermava d'improvviso. "Siamo arrivati?" 

"No... prendi la bici e scappa Marinette." Disse invece lui fissando il cattivo di turno a qualche metro di distanza.

Anche l'attenzione di Marinette fu attirava dal super cattivo di turno, doveva trasformarsi in Ladybug.

"Ma tu..." 

"Io lo distrarrò. Ti prego va Marinette!" Disse allora il musicista.

Marinette non poteva perdere tempo, quindi annuì. "Scappo." Disse prendendo la bici e scappando verso un vicolo poco distante.

Luka si diresse verso il cattivo un uomo che era incorporato corpo e costume con un aeroplano. 

Si nascose dietro un albero e chiamò Rizza. "Secondo me quella ragazza non fa per te!" Disse il Kwami uscendo allo scoperto. 

Luka scosse la testa. "Al cuore non si comanda, forza Rizza... PORTIAMO IL TERRORE!" Disse mentre il Kwami entrava nel ciondolo dello scorpione e procedeva a trasformare il suo portatore. 

"Farò fuori tutto e tutti con il mio esercito." Diceva Mr avion sollevando la mano sinistra e liberando da essa tanti aeroplani carichi di proiettili. 

"EHI TU!" Gridò Red Scorpio arrivando sul posto. 

Mr Avion si voltò verso il giovane facendo un verso di scherno. "Tó guarda! Un piccolo aracnide, non credere di farmi paura!" Disse il cattivo.

"Fossi in te non ne sarei tanto sicuro. Ti ricordo che io sono la paura." Disse lo scorpione.

"Ed il sono il coraggio che gli fa compagnia!" Aggiunse una voce dall'alto. Raiongāru si lanciò verso il compagno sul suo skateboard fino a raggiungerlo.

"Cosa abbiamo qui?" Disse una seconda voce raggiungendoli, era Ladybug.

"Un volo diretto per i Caraibi insettina. Ammetiamolo, una vacanza non sarebbe male!" Disse beffardo Chat Noir arrivando. 

"Amo l'idea di una vacanza gratis." Affermò Red Scorpio lanciando il pugno a Chat Noir che andò a batterlo. 

"Smettetela voi due e diamoci una mossa." Li esortò Raiongāru facendo scattare lo skate. 

"Concordo con la mia collega." Acconsentì Marinette "Dopo avrete tutto il tempo per le vostre scorribande." E così dicendo il quartetto si mise all'opera...

 

"Ben fatto!" Dissero i quattro dandosi il pugno per festeggiare la vittoria. 

Adrien fissò negli occhi Red Scorpio strizzandogli l'occhio. "Dovremo finire di vederci così!" Affermò divertito.

"La prossima volta ti invito a cena fuori." 

"La tua proposta mi piace. Andiamo al cinese, sabato sera c'è l'inaugurazione del Ristorante Shifu e dovrò portare un accompagnatore." Ammiccò lui. 

Ladybug fece una smorfia. "Sicuramente gli Shifu avranno invitato anche loro Chaton." E tu sei con me, avrebbe voluto aggiungere la ragazza.

Red Scorpio e Raiongāru annuirono. "Si, ci siamo anche noi!" Disse la ragazza leone.

"Metti l'abito da sera tesoro!" Ammiccò Red 

"La mia tuta va più che bene!" Rispose secca Raiongāru 

"Io ce l'avevo con Chat Noir!" Continuo ambiguo lo scorpione.

"Sarò il più bello della festa, non ti deluderò." Disse infatti quest'ultimo.

 "Ehi tu!" Si intromise Raiongāru tra i due separandoli. "Flirtate quando non ci siamo noi." 

"La tua leoncina è gelosa amico mio!" Affermò allora Chat Noir allontanandosi e inchinandosi a Ladybug. "Papillon permettendo ci vediamo sabato sera alle 19.00 alla giostra del parco." 

Ladybug annuì. "Sarai quello col vestito più bello!" Lo prese in giro. 

Lui rise. "Già!" Tirò su una mano e salutò anche gli altri due. "A sabato sera!" E così dicendo sparì oltre la piazza.

Stessa cosa fece Ladybug salutando i due e allontanandosi. La corvina doveva tornare da Luka non poteva perdere tempo adesso che monsieur Jerard era tornato in se. 

Sul campo di battaglia erano rimasti solo Raiongāru e Red Scorpio. Il secondo si assicurò che tutti fossero al sicuro poi tornò dalla sua collega. 

"Dove hai messo la tua grinta oggi Raiongāru?" Le chiese.

Lei scosse la testa. "Il ragazzo che mi piace ha detto che siamo solo amici." Disse lei secca. 

"Mm... non sempre le cose vanno come vorremmo!" Disse lui sentendo il suo Miraculous scandire il tempo che passava. 

"Anche tu una situazione simile?" Chiese lei.

"No! Più complicato, lei mi piace ma a lei piace un altro che è anche mio amico." Spiegò lui.

"E il tuo amico?" Chiese lei a quel punto allontanandosi con il collega. 

"Lui credo che la ami ma forse ancora non lo sa." Rispose lo scorpione.

"Odio le persone indecise, come si fa a non sapere ciò che si vuole." Disse allora lei una volta arrivati nei pressi di un bar dove entrarono.  

Luka chiese un cornetto alla marmellata e quando lo ebbe lo divise in due dando la metà alla sua partner. Poi si diressero ai bagni dove si divisero appena in tempo prima di trasformarsi. 

Luka sorrise al Kwami passandogli il cornetto ed attese che lo mangiasse. "Forse lui ancora non sa cosa vuole." Disse Luka alzando la voce. 

Nel bagno accanto Kagami osservava il suo Kwami.

"I dubbi e le incertezze non servono e con loro non si va avanti." Affermò.

"Forse lui ha qualcosa che lo blocca!" Lo difese ancora Luka. Finalmente Rizza aveva finito di caricarsi. 

"Prendi le sue parti? Ma lei la vuoi si o no?" Chiese a quel punto Kagami. 

Luka sospirò. "Rizza! Portiamo il terrore!" Rispose alla collega.

Kagami scosse la testa. "Nissa! Fuori la grinta!" Uscirono dai bagni e Raiongāru fissò Scorpio negli occhi. "Anche tu non sai cosa vuoi." 

"Qui ti sbagli!" Le disse lui uscendo dai bagni e porgendo due euro alla cassa. "Io voglio non essere un ripiego. Quello che forse accetti tu?" 

I loro occhi si incrociarono e si sfidarono. 

"Perché so che posso vincere!" Red Scorpio le sorrise uscendo all'aperto e respirando l'aria fresca.   

"Ti ha detto che siete amici! Capisco che sei impavida e coraggiosa mia cara." Iniziò lui. "Ma credo che sia coraggioso anche accettare la realtà..." così da non restarci male dopo. Avrebbe voluto continuare. 

"Andiamo a prendere il gelato prima che ti lasci solo." Disse allora lei. 

Luka scosse la testa divertito, che testarda che era. "Credo di starti viziando un po' troppo." 

"Anche a te piace il gelato di André. Andiamo" disse lei salendo sullo skate.

Lui prese la sua frusta e la seguì. Ormai era diventata una routine prendersi del tempo per se stessi dopo uno scontro, andavano a ricaricare i Kwami poi prendevano il gelato chiacchierando della loro quotidianità senza rivelarsi le identità.

Una volta giunti nei pressi del carretto di André vennero accolti dal gelatai che guardandoli gli sorrise prendendo una cialda.

"Limone e arancia rossa per voi due."  

Raiongāru prese il gelato e ringraziò André mentre iniziava a mangiarlo. 

"Grazie André." Disse Luka facendo poi fece una smorfia alla sua partner. "Prendine un po'  Scorpio." 

"Oh ne volevi?" Chiese lei divertita. 

"Non devi andare via?" Chiese lui nello stesso tono. 

"Non voglio andare dov'ero!" Disse lei. Tornare in una casa vuota e silenziosa la deprimeva e da quando era Raiongāru finalmente poteva sentirsi libera di vivere. Sarebbe rimasta tuti il tempo che voleva. "Tu devi andare?" Chiese porgendogli il gelato. 

Luka ne prese un morso, aveva detto a Marinette di scappare e sicuramente era al sicuro in quel momento. Gli restava solo da recuperare la sua bicicletta. 

"Ho tempo, niente di importante." Rispose 

 

La mattina dopo i quindici studenti della Francois DuPont erano pronti alla partenza sul treno che collegava Parigi a Londra. Sarebbero state tre lunghe ore di viaggio e Marinette sperava vivamente di poter dormire durante il tragitto.

Una volta scelto il posto Alya le si sedette accanto e la fissò. "Perfetto, adesso puoi raccontarmi tutto!" Disse battagliera.

"A cosa ti riferisci?" Chiese la corvina.

"A te e ad Adrien ovvio. Eravate abbracciati in biblioteca, ti sei dichiarata?" Chiese Marinette.

"Gli ho detto che tengo a lui come amico e Adrien ha fatto altrettanto." Disse allora lei. Non poteva di certo dire all'amica che era innamorata di Chat Noir e di Adrien allo stesso tempo. 

"Come solo amici!" Chiese Alya.

"Solo amici sì. Non ho la testa per pensare ad altro in questo periodo, sono accadute cose in Cina che mi hanno fatto capire che devo pensare prima a me stessa poi all'amore. Per adesso io e Adrien siamo amici." Rispose lei convinta.

"Io penso che..." iniziò la mora

"Scusa Alta!?" Disse la voce di Adrien giunto in quel momento. Le due ragazze si voltarono.

"Oh Adrien, dimmi pure." 

"Potrei sedermi accanto a Marinette per favore, devo chiederle... ecco potremmo stare un po' soli?" Chiese alla fine 

Alya annuì, non sapeva cosa stava accadendo ma Adrien era decisamente interessato alla sua amica. Finalmente, avrebbe detto, ma perché Marinette voleva essergli solo amica?

"Certo. Sai che mi fa sempre piacere stare accanto a Nino. A dopo!" Disse alzandosi e raggiungendo il ragazzo. 

Adrien la seguì con lo sguardo ed annuì per poi sedersi vicino l'amica. Le porse una scatola e le sorrise. "Ho una proposta." 

Marinette osservò la scatola per poi leggere: integratori vitaminico. "Dimmi tutto."

"Scegliamo le materie alternative insieme a Londra, però poche così non ci riempiamo i pomeriggi." Disse cercando i suoi occhi cristallini. 

"Le stesse materie?" Chiese lei.

"O quasi. Basta che siano poche così potremo sfruttare questo periodo per riposarci. Se contiamo che Papillon e Lady Octavia non ci danno tregua." 

Marinette annuì. "Si infatti io speravo di dormire adesso." Chiese lei, anche la sera precedente erano dovuti sparire per Londra. 

"Vitamine Marinette, prendine quando ti senti stanca." Le consigliò lui mettendosi comodo.

"Tu le prendi?" Chiese lei

"Non ancora, però come te spero di dormire un po' adesso." Disse chiudendo gli occhi. 

"Cosa ci inventeremo a Londra quando spariremo?" O quando tornerò a Parigi, chiese allora lei socchiudendo gli occhi proprio come Adrien.

"Che usciamo a fare i turisti per Londra." Optò lui.

"Ci prenderanno per una coppia. Alya gia dice che lo siamo." Sussurrò lei ormai stanca. Si sentì afferrare la spalla e spingere verso Adrien.

"E noi lasciamoglielo credere. Desteremo meno sospetti e lavoreremo meglio."

Marinette fu pervasa dal dubbio, fingere non equivaleva al vero, si poteva fare? Significava mentire. Però in fondo questa era la sua vita da quando era diventata Ladybug, mentire ai suoi cari per poterli proteggere.

"Va bene Adrien, faremo così!" Disse lei con la voce sempre più bassa.

"Perfetto! Allora buonanotte Marinette." Le sussurrò lui mettendole una cuffia nell'orecchio destro, l'altra nel suo orecchio sinistro lasciò partire la musica mentre abbracciato con Marinette si addormentava in viaggio verso Londra.

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Capitolo 19
*** Parte 17ª - Queen Victoria school ***


Erano arrivati a Londra dopo tre ore come da programma. Marinette e Adrien avevano trascorso tutto il viaggio a dormire, in parecchi più volte avevano passeggiato o chiacchierato nei pressi dei loro posti. Ma entrambi non si erano svegliati, Alya ne aveva approfittato, come già altre volte aveva fatto, per scattare delle foto ricordo all'amica. Questa era diversa dalla precedente che aveva fatto, si vedeva in Adrien più condivisione, poiché lui e Marinette stavano ascoltando musica insieme.

Alya nell'osservare i due si chiese cosa fosse accaduto realmente tra i due. Perché la sua migliore amica avesse rinunciato ad Adrien? Era rientrata dalle vacanze con un obbiettivo ben diverso da quello che si sarebbe aspettata, sapeva che  aveva rinunciato al giovane Agreste, aveva anche pensato che la sua rassegnazione fosse dipesa dalla presenza di Luka. Ma così non era stato, se da un lato aveva notato l'amica avvicinarsi ad Adrien, dall'altro si era accorta anche che teneva Luka abbastanza sulle spine. Sapeva che i due erano usciti insieme qualche volta, Marinette glielo aveva detto, anche se non gli aveva mai raccontato di quel qualcosa in più che potesse rendere i due una coppia. Per non parlare di quando erano usciti insieme, al parco o al cinema ad esempio. Nel secondo caso erano stati raggiunti anche dai cugini di Marinette e da Adrien e suo cugino. Alya non si aspettava che un appuntamento a quattro si potesse trasformare in un incontro di gruppo, ma cosa peggiore non si sarebbe aspettava che Marinette e Adrien lasciassero il cinema insieme durante la proiezione per poi non tornare più. Sicuramente lo stesso Luka aveva notato la cosa e se già l'amica non gli dava la giusta importanza non sapeva tra i due come sarebbe andata a finire. Soprattutto se dall'altro lato si era visto un avvicinamento ad Adrien non indifferente, ovvio che ancora era impacciata in alcuni casi col giovane Agreste. Era una sua particolarità dovuta alla sua insicurezza, ma adesso parlava con lui con più serenità e come dimostrava quel viaggio avevano chiacchierato per un po' molto tranquillamente. Cosa stava accadendo in pratica alla sua amica e cosa le stava nascondendo della sua vita privata? 

Solo quando furono arrivati Alya decise che era il momento di svegliare i due amici, così quando fu ora andò a scuotere Marinette leggermente per farla svegliare.

"Ehi amico! Sembra che tu non dorma da notti!" Stava dicendo Nino ad Adrien che in quel momento stava sbadigliando.

Intanto anche Marinette si svegliò e aiutata dall'amica si alzò dal suo posto. 

"Dove siamo?" Chiese alla mora.

"Siamo arrivati a destinazione. La professoressa Jensen della Queen Victoria è venuta a darci il benvenuto." Disse allora Alya.

Marinette si destò del tutto. "Siamo arrivati?" Chiese.

"Sì e sarebbe il caso di prendere le nostre cose e seguire la professoressa." Disse la mora all'amica. 

La corvina annuì e seguendo gli amici andò a prendere il suo trolley Rosa con il richiamo di un fiore bianco stampato. 

Quando fu pronta seguì gli amici e accanto alle amiche ascoltò il benvenuto della professoressa Jensen. 

 

 

 

( © Dreamworks) 

"Buongiorno a tutti. Io sono Catherine Jensen e da oggi è per il prossimo mese sarò la vostra referente qui a Londra." Li salutò iniziando a camminare verso l'uscita dalla stazione. "La navetta adesso ci porterà a Kensington dove si trova la Queen Victoria e dove conoscerete i vostri nuovi compagni.  Vi diremo a chi siete assegnati poi vi accompagneranno alle vostre abitazioni temporanee. I vostri nuovi compagni saranno le vostre guide per il week end e lunedì inizierete le lezioni regolarmente." Terminò salendo sulla navetta e aspettando che i ragazzi prendessero posto. 

Marinette si accomodò accanto ad Alya riposata e iniziò a osservare il panorama della città che l'avrebbe ospitata. Inutile stare a dire che ormai conosceva abbastanza bene Londra da non considerarsi una turista. 

Una volta giunti alla Queen Victoria school, una struttura moderna  su cinque piani il gruppo di ragazzi francesi seguì la professoressa nel teatro che si trovava al primo piano dello stabile. 

Una volta seduti nelle poltrone assistettero a dei canti di benvenuto da parte dei loro coetanei inglesi e quando fu il momento la professoressa Jensen salì sul palco e iniziò a presentarli tra di loro. 

"Adesso vi chiamerò in ordine alfabetico, quando farò il vostro nome salite sul palco e lo studente che chiamerò farà un passo avanti verso il suo nuovo compagno." Disse loro per poi iniziare ad assegnare le partner ship e le relative classi. Adrien, Alix, Marinette, Jean e Pierre capitarono nella classe della Jensen. Alya, Nino,  Marcel, Lila e Max nella classe del professor Hunter.  

 

Adrien aveva notato subito tra gli allievi della Queen Victoria suo cugino Felix, non si aspettava di rivederlo così presto dopo gli ultimi  eventi, ma era felice di poter avere più tempo da trascorrere con lui. Purtroppo non erano nella stessa classe, a differenza di Marcel che invece era capitato in classe con Felix.  Steven Wood il suo nuovo compagno gli disse che abitava poco distante, precisamente a Notting Hill e che viveva vicino ad Eleonor la ragazza che era in classe con loro. 

Si voltò verso la ragazza esile e bionda poco distante che parlava con Marinette.

"Cioè vivi con... cioè vivremo vicino alle ragazze?" Chiese imbarazzato.

Lui scosse la testa. "Sì, i nostri genitori sono vicini di casa con anche quelli di Caroline Charles. Noi praticamente siamo cresciuti insieme da quando siamo nati."  

"È bello crescere insieme. Anche io ho un'amica d'infanzia." Disse Adrien.

"C'è anche lei?" Chiese allora Steven. 

Adrien scosse la testa e indicò Marcel che chiacchierava con un ragazzo di colore poco più basso di lui. "No, ma sono qui con mio cugino." Spiegò con un sorriso.

Steven annuì. "Ho notato che fissi molto intensamente Felix, purtroppo non posso farti vivere in una casa di lusso come la sua. Ma vedrai che ti troverai bene con noi e mia mamma è più simpatica della sua." 

Adrien si trovò leggermente in imbarazzo a quell'affermazione. Si grattò la nuca guardando verso il basso e sospirò.

"In realtà io e Felix siamo cugini." Disse allora il ragazzo.

Steven lo guardò sorpreso e mortificato iniziò a balbettare. "Oh... Io... scusa... è che..." 

"Tranquillo Steven non potevi saperlo." Affermò allora il giovane Agreste. "Però se mi permetti prima di andare via vorrei andare a salutarlo." 

Il ragazzo dai capelli rossi e il viso pieno di efelidi annuì. "Ma certo, fai pure. Io ti aspetto con Eleanor e Caroline all'ingresso." Disse allora Steven.

Adrien annuì e nel farlo si allontanò per dirigersi verso il cugino che stava ascoltando Lila Rossi durante uno dei suoi sproloqui, sicuramente un monologo pieno di bugie. Appena giunse l'italiana subito lo notò e andò a prenderlo a braccetto, ma il modello scostò il braccio e lo tese verso il cugino.

"Felix, sono contento di ritrovarti nella stessa scuola." Gli disse sincero con un sorriso sulle labbra.

Il biondo guardò serio Adrien, dal primo istante in cui era salito sul palco lo aveva riconosciuto tra la folla, e non solo lui in realtà. Aveva riconosciuto anche Marcel, dalle fotografiche che sua madre conservava nell'album dei ricordi. Tutti e tre neonati, tutti e tre al primo dentino, infine tutti e tre ai primi passi. Poi Marcel era scomparso dalle foto e poco alla volta stesso destino era capitato ad Adrien. Ed ora eccoli di nuovo insieme sotto lo stesso tetto tutti e tre. 

Fece un sorriso falso al cugino e strinse la sua mano. "Anche io sono contento di rivederti Adrien. Pensavo ci saremmo rivisti al mio ritorno a Parigi e invece ti sei anticipato." 

"Così pare." Disse allora lui. "Ho notato che sei in partnership con Lila." Disse allora rivolgendo l'attenzione anche alla rossa. 

Stranamente sia lui che i suoi compagni di gruppo erano capitati con studenti dello stesso sesso, stessa cosa non si poteva dire del gruppo di Marcel, sia lui che Max e Felix stesso erano capitati in coppia con delle donne. 

"A quanto pare nella tua scuola hanno partecipato più ragazze allo scambio di qua." Rispose lui serio.

"Comunque avremo modo di trovarci in questo mese di studio anche se siamo in classi diverse." Disse ancora Adrien al cugino.

"Già, sono capitato in classe col cugino sbagliato a quanto pare." Rispose gelido Felix. 

Adrien lo guardò serio, Felix sapeva di Marcel? Soltanto loro due fino a poche settimane prima non sapevano nulla di parenti e amici vari? 

Intanto forse proprio perché si sentiva osservato Marcel li raggiunse. "Salve a tutti." Li salutò per poi dedicarsi al cugino. "Adrien io vado via, Alice vive a Chealsea e il suo maggiordomo dovrebbe essere già qui fuori ad aspettarci." Lo informò. 

Il modello annuì per poi indicargli il cugino identico a lui al suo fianco. "Si penso anche io. Adesso saluto Felix e vado, ti ricordi di Felix?" Gli chiese, gliene aveva parlato in quel periodo insieme quindi pensava che avesse capito.

Ed infatti Marcel subito sorrise sincero al cugino di Adrien. "Ciao Felix, siamo in classe insieme quindi in questi giorni avremo modo di vederci di nuovo." E conoscerci al limite, terminò nella sua testa. Adrien gli aveva raccontato del loro incontro a Parigi e sinceramente non gli era piaciuto ciò che Graham aveva fatto al cugino. "Adesso però vado, ciao." Li salutò tutti.

Nel farlo raggiunse la sua partner e le tese il braccio mentre con l'altra mano prendeva il suo bagaglio. 

"Vado anche io. Felix verrò a trovarti presto, se per favore avverti anche tua madre è salutamela. Ciao, ciao Lila." Disse andando via. 

"Ciao Adrien!" Lo salutò atono Felix.

"Ciao Adrien." Sussurrò con un sorriso Lila. "E così sei il cugino di Adrien Agreste!" Disse lei ammiccante. "Non solo sei un giovane nobile molto ambito e invidiato, sei anche il cugino di Adrien. Non capisco perché Gabriel Agreste non vi abbia mai fatto fare un set fotografico insieme." Disse con falso interesse.

"Non sono interessato a queste cose frivole Lila. Adesso se mi permetti..." disse sollevandole il braccio per prenderla. "Dovremo andare anche noi." 

Erano arrivati a Londra dopo tre ore come da programma. Marinette e Adrien avevano trascorso tutto il viaggio a dormire, in parecchi più volte avevano passeggiato o chiacchierato nei pressi dei loro posti. Ma entrambi non si erano svegliati, Alya ne aveva approfittato, come già altre volte aveva fatto, per scattare delle foto ricordo all'amica. Questa era diversa dalla precedente che aveva fatto, si vedeva in Adrien più condivisione, poiché lui e Marinette stavano ascoltando musica insieme.

Alya nell'osservare i due si chiese cosa fosse accaduto realmente tra i due. Perché la sua migliore amica avesse rinunciato ad Adrien? Era rientrata dalle vacanze con un obbiettivo ben diverso da quello che si sarebbe aspettata, sapeva che  aveva rinunciato al giovane Agreste, aveva anche pensato che la sua rassegnazione fosse dipesa dalla presenza di Luka. Ma così non era stato, se da un lato aveva notato l'amica avvicinarsi ad Adrien, dall'altro si era accorta anche che teneva Luka abbastanza sulle spine. Sapeva che i due erano usciti insieme qualche volta, Marinette glielo aveva detto, anche se non gli aveva mai raccontato di quel qualcosa in più che potesse rendere i due una coppia. Per non parlare di quando erano usciti insieme, al parco o al cinema ad esempio. Nel secondo caso erano stati raggiunti anche dai cugini di Marinette e da Adrien e suo cugino. Alya non si aspettava che un appuntamento a quattro si potesse trasformare in un incontro di gruppo, ma cosa peggiore non si sarebbe aspettava che Marinette e Adrien lasciassero il cinema insieme durante la proiezione per poi non tornare più. Sicuramente lo stesso Luka aveva notato la cosa e se già l'amica non gli dava la giusta importanza non sapeva tra i due come sarebbe andata a finire. Soprattutto se dall'altro lato si era visto un avvicinamento ad Adrien non indifferente, ovvio che ancora era impacciata in alcuni casi col giovane Agreste. Era una sua particolarità dovuta alla sua insicurezza, ma adesso parlava con lui con più serenità e come dimostrava quel viaggio avevano chiacchierato per un po' molto tranquillamente. Cosa stava accadendo in pratica alla sua amica e cosa le stava nascondendo della sua vita privata? 

Solo quando furono arrivati Alya decise che era il momento di svegliare i due amici, così quando fu ora andò a scuotere Marinette leggermente per farla svegliare.

"Ehi amico! Sembra che tu non dorma da notti!" Stava dicendo Nino ad Adrien che in quel momento stava sbadigliando.

Intanto anche Marinette si svegliò e aiutata dall'amica si alzò dal suo posto. 

"Dove siamo?" Chiese alla mora.

"Siamo arrivati a destinazione. La professoressa Jensen della Queen Victoria è venuta a darci il benvenuto." Disse allora Alya.

Marinette si destò del tutto. "Siamo arrivati?" Chiese.

"Sì e sarebbe il caso di prendere le nostre cose e seguire la professoressa." Disse la mora all'amica. 

La corvina annuì e seguendo gli amici andò a prendere il suo trolley Rosa con il richiamo di un fiore bianco stampato. 

Quando fu pronta seguì gli amici e accanto alle amiche ascoltò il benvenuto della professoressa Jensen. 

 

 

 

( © Dreamworks) 

"Buongiorno a tutti. Io sono Catherine Jensen e da oggi è per il prossimo mese sarò la vostra referente qui a Londra." Li salutò iniziando a camminare verso l'uscita dalla stazione. "La navetta adesso ci porterà a Kensington dove si trova la Queen Victoria e dove conoscerete i vostri nuovi compagni.  Vi diremo a chi siete assegnati poi vi accompagneranno alle vostre abitazioni temporanee. I vostri nuovi compagni saranno le vostre guide per il week end e lunedì inizierete le lezioni regolarmente." Terminò salendo sulla navetta e aspettando che i ragazzi prendessero posto. 

Marinette si accomodò accanto ad Alya riposata e iniziò a osservare il panorama della città che l'avrebbe ospitata. Inutile stare a dire che ormai conosceva abbastanza bene Londra da non considerarsi una turista. 

Una volta giunti alla Queen Victoria school, una struttura moderna  su cinque piani il gruppo di ragazzi francesi seguì la professoressa nel teatro che si trovava al primo piano dello stabile. 

Una volta seduti nelle poltrone assistettero a dei canti di benvenuto da parte dei loro coetanei inglesi e quando fu il momento la professoressa Jensen salì sul palco e iniziò a presentarli tra di loro. 

"Adesso vi chiamerò in ordine alfabetico, quando farò il vostro nome salite sul palco e lo studente che chiamerò farà un passo avanti verso il suo nuovo compagno." Disse loro per poi iniziare ad assegnare le partner ship e le relative classi. Adrien, Alix, Marinette, Jean e Pierre capitarono nella classe della Jensen. Alya, Nino,  Marcel, Lila e Max nella classe del professor Hunter.  

 

Adrien aveva notato subito tra gli allievi della Queen Victoria suo cugino Felix, non si aspettava di rivederlo così presto dopo gli ultimi  eventi, ma era felice di poter avere più tempo da trascorrere con lui. Purtroppo non erano nella stessa classe, a differenza di Marcel che invece era capitato in classe con Felix.  Steven Wood il suo nuovo compagno gli disse che abitava poco distante, precisamente a Notting Hill e che viveva vicino ad Eleonor la ragazza che era in classe con loro. 

Si voltò verso la ragazza esile e bionda poco distante che parlava con Marinette.

"Cioè vivi con... cioè vivremo vicino alle ragazze?" Chiese imbarazzato.

Lui scosse la testa. "Sì, i nostri genitori sono vicini di casa con anche quelli di Caroline Charles. Noi praticamente siamo cresciuti insieme da quando siamo nati."  

"È bello crescere insieme. Anche io ho un'amica d'infanzia." Disse Adrien.

"C'è anche lei?" Chiese allora Steven. 

Adrien scosse la testa e indicò Marcel che chiacchierava con un ragazzo di colore poco più basso di lui. "No, ma sono qui con mio cugino." Spiegò con un sorriso.

Steven annuì. "Ho notato che fissi molto intensamente Felix, purtroppo non posso farti vivere in una casa di lusso come la sua. Ma vedrai che ti troverai bene con noi e mia mamma è più simpatica della sua." 

Adrien si trovò leggermente in imbarazzo a quell'affermazione. Si grattò la nuca guardando verso il basso e sospirò.

"In realtà io e Felix siamo cugini." Disse allora il ragazzo.

Steven lo guardò sorpreso e mortificato iniziò a balbettare. "Oh... Io... scusa... è che..." 

"Tranquillo Steven non potevi saperlo." Affermò allora il giovane Agreste. "Però se mi permetti prima di andare via vorrei andare a salutarlo." 

Il ragazzo dai capelli rossi e il viso pieno di efelidi annuì. "Ma certo, fai pure. Io ti aspetto con Eleanor e Caroline all'ingresso." Disse allora Steven.

Adrien annuì e nel farlo si allontanò per dirigersi verso il cugino che stava ascoltando Lila Rossi durante uno dei suoi sproloqui, sicuramente un monologo pieno di bugie. Appena giunse l'italiana subito lo notò e andò a prenderlo a braccetto, ma il modello scostò il braccio e lo tese verso il cugino.

"Felix, sono contento di ritrovarti nella stessa scuola." Gli disse sincero con un sorriso sulle labbra.

Il biondo guardò serio Adrien, dal primo istante in cui era salito sul palco lo aveva riconosciuto tra la folla, e non solo lui in realtà. Aveva riconosciuto anche Marcel, dalle fotografiche che sua madre conservava nell'album dei ricordi. Tutti e tre neonati, tutti e tre al primo dentino, infine tutti e tre ai primi passi. Poi Marcel era scomparso dalle foto e poco alla volta stesso destino era capitato ad Adrien. Ed ora eccoli di nuovo insieme sotto lo stesso tetto tutti e tre. 

Fece un sorriso falso al cugino e strinse la sua mano. "Anche io sono contento di rivederti Adrien. Pensavo ci saremmo rivisti al mio ritorno a Parigi e invece ti sei anticipato." 

"Così pare." Disse allora lui. "Ho notato che sei in partnership con Lila." Disse allora rivolgendo l'attenzione anche alla rossa. 

Stranamente sia lui che i suoi compagni di gruppo erano capitati con studenti dello stesso sesso, stessa cosa non si poteva dire del gruppo di Marcel, sia lui che Max e Felix stesso erano capitati in coppia con delle donne. 

"A quanto pare nella tua scuola hanno partecipato più ragazze allo scambio di qua." Rispose lui serio.

"Comunque avremo modo di trovarci in questo mese di studio anche se siamo in classi diverse." Disse ancora Adrien al cugino.

"Già, sono capitato in classe col cugino sbagliato a quanto pare." Rispose gelido Felix. 

Adrien lo guardò serio, Felix sapeva di Marcel? Soltanto loro due fino a poche settimane prima non sapevano nulla di parenti e amici vari? 

Intanto forse proprio perché si sentiva osservato Marcel li raggiunse. "Salve a tutti." Li salutò per poi dedicarsi al cugino. "Adrien io vado via, Alice vive a Chealsea e il suo maggiordomo dovrebbe essere già qui fuori ad aspettarci." Lo informò. 

Il modello annuì per poi indicargli il cugino identico a lui al suo fianco. "Si penso anche io. Adesso saluto Felix e vado, ti ricordi di Felix?" Gli chiese, gliene aveva parlato in quel periodo insieme quindi pensava che avesse capito.

Ed infatti Marcel subito sorrise sincero al cugino di Adrien. "Ciao Felix, siamo in classe insieme quindi in questi giorni avremo modo di vederci di nuovo." E conoscerci al limite, terminò nella sua testa. Adrien gli aveva raccontato del loro incontro a Parigi e sinceramente non gli era piaciuto ciò che Graham aveva fatto al cugino. "Adesso però vado, ciao." Li salutò tutti.

Nel farlo raggiunse la sua partner e le tese il braccio mentre con l'altra mano prendeva il suo bagaglio. 

"Vado anche io. Felix verrò a trovarti presto, se per favore avverti anche tua madre è salutamela. Ciao, ciao Lila." Disse andando via. 

"Ciao Adrien!" Lo salutò atono Felix.

"Ciao Adrien." Sussurrò con un sorriso Lila. "E così sei il cugino di Adrien Agreste!" Disse lei ammiccante. "Non solo sei un giovane nobile molto ambito e invidiato, sei anche il cugino di Adrien. Non capisco perché Gabriel Agreste non vi abbia mai fatto fare un set fotografico insieme." Disse con falso interesse.

"Non sono interessato a queste cose frivole Lila. Adesso se mi permetti..." disse sollevandole il braccio per prenderla. "Dovremo andare anche noi." 

 

 

 

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(Steven; Eleanor, Caroline NdA)

Con i loro trolley e le loro valige i ragazzi si diressero con i loro ospiti alla fermata dell’autobus che li avrebbe portati a Notting Hill. Alya sembrava molto eccitata, chiedendo alla sua ospite se si trattava dello stesso quartiere da cui aveva preso titoli il film con Hugh Grant e Julia Roberts. Caroline annuì mentre le due francesi ascoltavano estasiate i racconti della loro ospite. Finalmente salirono sul bus, tipico mezzo di trasporto inglese, rosso e a due piani. Steven consigliò a tutti di salire al piano superiore e nel frattempo parlavano della scuola e delle loro attività. 

Eleanor disse a Marinette che andava a danza tre volte la settimana, era una ballerina classica e quindi per circa due ore ogni volta lei era impossibilitata dall’esserci. 

“Anche io ho i corsi di scherma e di polo.” Intervenne Steven.

Adrien e le sue amiche guardarono curiosi il ragazzo. “Fai scherma? Anche io a Parigi faccio scherma e gareggio!” Gli disse il modello. 

Steven annuì. “Si, faccio scherma e gareggio anche col polo, nella stessa squadra con Felix.” Lo avvertì il rosso.

“Felix tuo cugino?” Intervenne Marinette che subito parve infastidita. 

Adrien annuì. “Sì, prima sono passato a salutarlo. Ve lo farò conoscere!” Disse alle amiche mentre i loro telefono emisero un bip

di allerta. 

“Oh é la mia app.” Affermò Caroline.

“Già lei è un genio, crea app che vengono scaricate in tutta Europa. Di nuovo Lady Octavia Caro?” Chiese la bionda Eleanor. 

Lei annuì. “Così pare...”

“Ooh possiamo fermarci e andare a vedere, sarebbe perfetto per il mio blog.” Intervenne Alya eccitata mentre Adrien e Marinette si scambiavano un occhiata complice. Dovevano andare via di lì. 

“Tanto adesso arriveranno Haoxin e Black Lady ha risolvere tutto.” Intervenne la mora con gli occhiali alla sua ospite.

“Siii lo so!” Disse Alya. “Io gestisco il blog di ladybug e vorrei scrivere anche dei vostri eroi.

Vi prego scendiamo!” 

Il gruppo di amici si guardò, Caroline osservò il cellulare poi annuì. “Va bene dai, è qui vicino.” Disse chiedendo la fermata. 

“Ehm io e Marinette vi aspettiamo qui.” Disse Adrien una volta che furono scesi. “I nostri genitori ci hanno mandato a Londra per evitare proprio i mostri e questo genere di pericolo.” 

Marinette annuì indicando un bar poco distante. “Vi aspettiamo lì dentro.” Disse con un sorriso. 

Steven fece un passo avanti e anche Eleanor. “Restiamo con voi.” 

“No... no!” Disse Adrien. “Non vogliamo togliervi questo piacere solo perché noi non possiamo.” La buttò lì.

“Sì, ha ragione Adrien. Noi ne approfittiamo per... imparare un po’.”

Adrien annuì, Steven ed Eleanor si scambiarono uno sguardo di intesa. “Potevate dirlo prima sapete. Va bene, noi andiamo.” Disse con un sorriso ad Adrien e prendendo poi la mano a Caroline. “Andiamo.” 

Adrien prese la sua borsa e guardò Marinette. “Sarà difficile.” Disse dirigendosi al bar

“Almeno hanno dei corsi da seguire.” Disse lei seguendolo. 

Una volta nel bar lasciarono in un angolo le loro borse e poi uscirono di nuovo sorridendosi.

“Andiamo Miss corvina.” Disse lui cercando un luogo adatto per trasformarmi.

“Non chiamarmi così Adrien.” Disse lei con un sorriso. Ormai si stava abituando ai nomignoli che le dava ad ogni trasformazione, e questo lo doveva a Chat noir che aveva tanto insistito a chiamarla sempre insettina.

“Eccoci... GURRU PORTIAMO LA PACE.” Urlò Adrien.

“GRACC ALZIAMO LE FIAMME DELLA GUERRA.” Lo seguì Marinette. 

E così la coppia di super eroi scese in campo alla sconfitta di Lady Octavia.

 

 

Con i loro trolley e le loro valige i ragazzi si diressero con i loro ospiti alla fermata dell’autobus che li avrebbe portati a Notting Hill. Alya sembrava molto eccitata, chiedendo alla sua ospite se si trattava dello stesso quartiere da cui aveva preso titoli il film con Hugh Grant e Julia Roberts. Caroline annuì mentre le due francesi ascoltavano estasiate i racconti della loro ospite. Finalmente salirono sul bus, tipico mezzo di trasporto inglese, rosso e a due piani. Steven consigliò a tutti di salire al piano superiore e nel frattempo parlavano della scuola e delle loro attività. 

Eleanor disse a Marinette che andava a danza tre volte la settimana, era una ballerina classica e quindi per circa due ore ogni volta lei era impossibilitata dall’esserci. 

“Anche io ho i corsi di scherma e di polo.” Intervenne Steven.

Adrien e le sue amiche guardarono curiosi il ragazzo. “Fai scherma? Anche io a Parigi faccio scherma e gareggio!” Gli disse il modello. 

Steven annuì. “Si, faccio scherma e gareggio anche col polo, nella stessa squadra con Felix.” Lo avvertì il rosso.

“Felix tuo cugino?” Intervenne Marinette che subito parve infastidita. 

Adrien annuì. “Sì, prima sono passato a salutarlo. Ve lo farò conoscere!” Disse alle amiche mentre i loro telefono emisero un bip

di allerta. 

“Oh é la mia app.” Affermò Caroline.

“Già lei è un genio, crea app che vengono scaricate in tutta Europa. Di nuovo Lady Octavia Caro?” Chiese la bionda Eleanor. 

Lei annuì. “Così pare...”

“Ooh possiamo fermarci e andare a vedere, sarebbe perfetto per il mio blog.” Intervenne Alya eccitata mentre Adrien e Marinette si scambiavano un occhiata complice. Dovevano andare via di lì. 

“Tanto adesso arriveranno Haoxin e Black Lady ha risolvere tutto.” Intervenne la mora con gli occhiali alla sua ospite.

“Siii lo so!” Disse Alya. “Io gestisco il blog di ladybug e vorrei scrivere anche dei vostri eroi.

Vi prego scendiamo!” 

Il gruppo di amici si guardò, Caroline osservò il cellulare poi annuì. “Va bene dai, è qui vicino.” Disse chiedendo la fermata. 

“Ehm io e Marinette vi aspettiamo qui.” Disse Adrien una volta che furono scesi. “I nostri genitori ci hanno mandato a Londra per evitare proprio i mostri e questo genere di pericolo.” 

Marinette annuì indicando un bar poco distante. “Vi aspettiamo lì dentro.” Disse con un sorriso. 

Steven fece un passo avanti e anche Eleanor. “Restiamo con voi.” 

“No... no!” Disse Adrien. “Non vogliamo togliervi questo piacere solo perché noi non possiamo.” La buttò lì.

“Sì, ha ragione Adrien. Noi ne approfittiamo per... imparare un po’.”

Adrien annuì, Steven ed Eleanor si scambiarono uno sguardo di intesa. “Potevate dirlo prima sapete. Va bene, noi andiamo.” Disse con un sorriso ad Adrien e prendendo poi la mano a Caroline. “Andiamo.” 

Adrien prese la sua borsa e guardò Marinette. “Sarà difficile.” Disse dirigendosi al bar

“Almeno hanno dei corsi da seguire.” Disse lei seguendolo. 

Una volta nel bar lasciarono in un angolo le loro borse e poi uscirono di nuovo sorridendosi.

“Andiamo Miss corvina.” Disse lui cercando un luogo adatto per trasformarmi.

“Non chiamarmi così Adrien.” Disse lei con un sorriso. Ormai si stava abituando ai nomignoli che le dava ad ogni trasformazione, e questo lo doveva a Chat noir che aveva tanto insistito a chiamarla sempre insettina.

“Eccoci... GURRU PORTIAMO LA PACE.” Urlò Adrien.

“GRACC ALZIAMO LE FIAMME DELLA GUERRA.” Lo seguì Marinette. 

E così la coppia di super eroi scese in campo alla sconfitta di Lady Octavia.

 

Alya era galvanizzata, raggiunse i suoi amici con i nuovi dopo aver seguito l’arrivo di Black Lady, una ragazza corvo vestita tutta di nero con una coda di cavallo che avrebbe fatto invidia alle più famose top model, e Haoxin un super eroe vestito di bianco con capelli argentati, si era goduta da un posto sicuro tutta la battaglia. Come i due combattevano il nemico e come alla fine Haoxin liberava i malcapitati dagli incubi col suo potere. Alla fine della battaglia i due erano subito spariti mano nella mano, anticipati da Lady Octavia che appena aveva visto giungere gli eroi londinesi se ne era andata. Quel gesto ad Alya era piaciuto molto, significava che tra i due c’era del tenero di sicuro. 

Strada facendo aveva parlato a Caroline del suo blog, di come desiderasse diventare un giorno una giornalista e della passione per gli eroi. Raccontò di Ladybug e nel farlo seppe che anche a Londra la conoscevano dopo le imprese parigine. 

“Questa sera farò un articolo sui due eroi londinesi. Ci sono foto in giro?” Stava chiedendo a Caroline mentre entravano nel bar dove Marinette e Adrien avevano detto li avrebbero aspettati. 

“Solo due foto. Una fatta da Daireen e Ken una coppia dell’ultimo anno e un’altra fatta con Charles il custode del London Eyes. Charles ha fatto una stampa a misura d’uomo.” Spiegò Caroline.

“I due eroi vanno spesso lì a chiacchierare con Charles e farsi un giro sulla ruota panoramica.” Ironizzò Steven. 

“Perché sono una coppia. Ma avete visto come lui dopo ogni battaglia prende lei per mano prima di andare via.” Disse Eleanor con aria sognante andando a sedersi accanto a Marinette che stava prendendo del thé al mirtillo. 

“Voi non immaginate neanche che grande spettacolo vi siete persi.” Disse Alya ancora eccitata. “Erano bellissimi, una coppia perfetta.” 

Adrien la osservò sorpreso prendendo un biscotto di quelli che avevano loro servito. “Anche Ladybug e Chat Noir sono una coppia perfetta.” Ci tenne a precisare.

Alya scosse la testa. “Una squadra Adrien, loro sono una squadra, mentre Haoxin e Black Lady sono una coppia.” 

Adrien tacque all’istante, certo, lui e Ladybug erano una squadra e non di più. Ormai si era convinto anche lui di ciò, era andato avanti. Ma sapere che anche Alya la vedeva in quel modo fu una stretta al cuore, anche se ripensandoci, lei era stata con loro in squadra quindi era a conoscenza del rapporto reale tra il suo alter ego e la coccinella. “Hai ragione, sono più di un eroe e sono un team loro.” Disse allora.

“Però credo che abbia ragione Adrien, ti ricordi Alya che hai pubblicato un bacio tra i due sul tuo blog tempo fa?” Chiese Marinette. 

Una squadra, adesso Alya definiva lei e Chat Noir una squadra, loro erano... tutto, una squadra, un coppia, amici e confidenti! Tutto.

Dovevano risolvere quella cosa e subito.

“Comunque non vedo l’ora di leggere il tuo articolo Alya, anche se aspetterei a dire che sono una coppia, in fondo è premura di ogni giornalista indaga e non dare notizie infondate.” Disse il ragazzo finendo di bere il suo the al limone.

“Ha ragione Adrien. Voi che fate, prendete qualcosa?” Chiese la corvina al suo fianco. 

Il gruppo si guardò. “Meglio prendere il bus secondo me così torniamo questa sera potremo organizzarci per la cena.” Disse Steven.

“La professoressa Jensen ha detto che non siete obbligati a indossare le divise Marinette, però se vuoi puoi provare la mia e vedere se ti va.” Disse allora Eleanor alzandosi.

Intanto Adrien poggiò sul tavolo cinque euro e prese la sua valigia, essere costretti a indossare la divisa era tanto meglio che essere costretti del restare chiusi in casa.

 

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(Adrien abita nella casa Grigia, Marinette in quella rosa e Alya in quella azzurra di fronte.) 

 

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Capitolo 20
*** Parte 19ª - il litigio ***


_@thealixkubdel Instagram posted 

Primo giorno a Londra. Viaggio carico di sorprese, guardate Marinette e Adrien durante il viaggio? Si sono dedicati ad un sonnellino romantico con musica e abbracci.

Tag @marinettedesigned @adrienagrestebrand

 

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Arrivati a Notting Hill i sei si separarono, Alya fu la prima ad abbandonare il gruppo e seguì la mora Caroline a casa sua, una villetta a schiera di colore arancio. Intanto notò i suoi amici attraversare strada e dirigersi a qualche casa leggermente più avanti .

“Abitano vicino?” Chiese la mora alla ragazza inglese.

Caroline annuì. “Si, siamo in pratica cresciuti insieme, anche con Margaret la ragazza con le ciocche rosa che era in compagnia della vostra compagna Alix.” Rispose lei.

“Perché lei non è tornata con noi?” Chiese curiosa Alya.

“Stavano insieme lei e Steven e da quando si sono lasciati lei si è allontanata un po’, ammetto che è difficile perché io ed Eleanor vorremmo stare con entrambi.” Ammise lei entrando in una casa arredata in modo multi etnico. 

Alya si guardò intorno, non sapeva come potesse essere avere in un gruppo due amici che si erano lasciati. Ma pensava non dovesse essere facile.

“Vieni ti presento  mia madre, papà è un pilota ed è fuori quasi sempre.” Affermò allora chiamando la madre a gran voce.

Intanto che Alya si fece pensierosa, ci avrebbe scommesso che Steven ed Eleanor fossero fidanzati e invece no. Per giunta vivevano vicino tutti e due, Marinette in altre occasioni avrebbe fatto carte false per una situazione del genere, ma adesso? 

Si distrasse quando le giunse una notifica da Instagram, aprì l’app e vide la foto di quel giorno in treno. Marinette e Adrien! Cosa ne sarebbe stato di loro? 

 

Marinette e Adrien si salutarono subito dopo aver salutato Alya, la prima entrò in una casa dipinta esternamente di rosa shocking, il secondo in una grigia scura. Marinette seguì la sua nuova amica in casa, un appartamento arredato con molta eleganza, curato nei minimi dettagli e dall’aria femminile.

“Questa casa è bellissima.” Disse complimentandosi.

“Lo so, l’ha arredata mia madre.” Disse allora lei.

“Oh tua madre è arredatrice?” Chiese curiosa.

“Sì, ultimante sta lavorando tanto col papà di Steven che è architetto. In realtà io e Steve pensiamo che tra di loro c’è del tenero.” Disse lei iniziando a danzare per la camera.

Marinette annuì non sapendo cosa dire, e suo padre? La ragazza andò ad abbracciarla con un sorriso come leggendole nel pensiero.

“Papà è venuto a mancare cinque anni fa, sarei contenta se mamma si rifacesse una vita.” Spiegò lei. “Poi George è fantastico e sarebbe perfetto per mamma, anche lui si merita un nuovo inizio.” 

“Anche la mamma di Steven è venuta a mancare?” Chiese allora lei curiosa mentre la bionda ballerina la portava nella sua stanza. 

Eleanor scosse la testa. “No, la mamma di Steven se n’è andata di casa dieci anni fa, dopo aver conosciuto un magnate americano.” 

“Oh...” disse Marinette posando la valigia nella camera che le era stata assegnata. Era bellissima, nei toni del rosa e del verde pastello, arredata con gusto anche se i mobili non erano pretenziosi. “Che carina.” Disse contenta all’amica. 

“Sono contenta che ti piaccia. Adesso ti lascio così ti metti comoda. Il bagno è in comune ed è la porta centrale, io invece sono nella stanza di fronte.” La informò 

Marinette annuì e quando si vide la ragazza uscire dalla stanza finalmente si rilassò lasciando uscire i Kwami dalla sua borsetta. 

“Non siamo neanche arrivati che già abbiamo dovuto affrontare lady Octavia.” Disse Larss andando a cercare un angolino tutto suo.

“Riposa adesso Marinette.” Le disse Tikki dandole un bacio.

La giovane le sorrise, pensando che aveva riposato abbastanza in treno anche se non lo disse al Kwami. Intanto Gracc si era teso verso la finestra e salutava con la mano.

“Via di lì Gracc, è pericoloso, potrebbero vederti.” Lo ammonì Marinette.

Il corvo rise divertito volando via. “C’è Gurru.” Spiegò.

Marinette sentendolo andò alla finestra, Adrien si era appena affacciato osservando incredula la compagna nella sua stanza.

“Marinette, sembra che abbiamo delle finestre comunicanti.” Disse il biondo.

La corvina annuì arrossendo. “Così pare... senti Adrien...” iniziò titubante. 

“Dimmi Marinette. Tutto bene, ti hanno ferita per caso, sei stanca?” Chiese lui preoccupato.

Lei scosse la testa. “No no... sto bene. Ho riposato tanto in treno.” Sorrise. “Solo volevo chiederti per favore di... ecco se potresti non stringermi più la mano.” Disse allora lei.

Lui rimase inebetito. “Come? Scusa ma non mi sembra di averti preso la mano.” Disse allora lui.

“Non tra di noi... cioè. Non voglio che Haoxin stringa la mano alla nostra amica in comune.” 

Lui ne restò sorpreso. “Perché?” Chiese 

“Perché lo fai piuttosto.” Disse allora lei sulla difensiva.

“Per te, lo faccio per te!” Disse lui. Quel gesto per Adrien era importante, viscerale piuttosto anche se non sapeva spiegarne il motivo, l’esigenza di stringerle la mano dopo una battaglia era importante per lui. 

“Non mi serve. So camminare da sola.” Disse allora lei con sfida.

“Non era questo...” iniziò lui.

“Certo come non è vero l’idea che stanno dando. Loro non sono una coppia!” Affermò la corvina.

“Decisamente, infatti ho detto ad Alya di non scendere subito a conclusioni affrettate.” 

“Non mi importa di Alya.” Disse allora lei alzando il tono della voce stupendo il modello. “Tutti pensano che noi siamo una coppia e potrebbero pensarlo anche in Francia se Alya lo pubblica sul blog.” 

“Io non capisco quale sia il problema. Noi sappiamo che non siamo una coppia e questo credo che conti.” Disse allora lui.

“Si che conta. Lo saprebbero in Francia!” 

“In Francia nessuno sa di Black Lady e Haoxin.” Disse allora lui cercando di farla ragionare. 

“Chat Noir lo sa!” Ammise allora lei. 

Adrien gelò, ancora con quella storia? Pensava che l’avessero risolta e che Marinette aveva capito i suoi sentimenti per Luka, il suo migliore amico! 

“Chat Noir, cosa c’entra lui.” Disse allora il biondo.

“Non voglio che pensi io stia con te. Per me è importante la sua opinione.” Disse allora lei. Era maledetta, una stupida e una sciocca! Quando gli aveva dato il Miraculous del delfino si era giocata la sua identità e si era lasciata sfuggire che voleva dare il Miraculous ad Adrien. Loro due si conoscevano e se Alya avesse pubblicato sul blog una falsa notizia come quella avrebbe perso per sempre Chaton. 

“La sua opinione? Ma se lo conosci appena, ci siamo visti si e no una o due volte a combattere contro Papillon e nel viaggio in Italia.” Disse allora lui. 

“Non è vero, lo conosco da mesi. Mi ha sempre protetto e sai? Lui si è anche aperto con me, non è solo l’eroe che appare!” Disse la corvina ripensando a quell’aria beffarda che mostrava al mondo e che poi andava in contrasto con l’animo gentile che le aveva mostrato sul tetto addobbato solo per lei. 

Adrien scosse la testa. “Ti ha protetto perché è un eroe, questo fanno gli eroi. Anche Ladybug mi ha sempre protetto ma questo non vuol dire che mi ami, io e te proteggiamo le persone ma non significa amarli.” Disse allora lui pensando a quanto fosse testarda, la sua testardaggine faceva testa solo a quella di ladybug. 

“Ti ho detto che io lo conosco. Una sera siamo stati insieme a chiacchierare sai? Mi ha portata via da casa perché ero scoraggiata e mi ha fatto una bellissima sorpresa.” Disse lei, Adrien la guardò. Ricordava quella sera, e ricordava di essersi confidato con lei. Ma non pensava che si sarebbe innamorata sulla base di quell’incontro, perché avrebbe voluto vederla felice. Si erano confidati e aperti l’uno all’altro ma poi la cosa era finita lì. “Sai al mio compleanno mi ha anche fatto gli auguri.” 

“Io... cioè noi ti abbiamo fatto dei regali e una festa a sorpresa anche.” Disse lui. Davvero stava paragonando gli auguri di Chat Noir al suo regalo. 

“È diverso lui non sapeva del mio compleanno. E poi quando mi ha difeso a spada tratta da mio padre? Tu non lo sai ma papà una volta è stato akumizzato e lui ha lottato contro di lui per liberarmi dalla gabbia in cui ero intrappolata.” Disse lei.

“Io... io guarda ci rinuncio! È una maschera, una maschera Marinette. Tu non sai chi si nasconde sotto quella maschera e non è detto che lui ti piaccia.” Disse lui ormai irritato. 

“Questo non vuol dire niente.” Disse allora lei. Come poteva spiegare alla sua cotta che Chat Noir era molto di più? Suo compagno e sua spalla, colui che non la abbandonava mai, che la esortava ad andare avanti e la appoggiava nelle sue scelte credendo sempre in lei. Lui era il suo amore e lei era stata così stupida da sottovalutarlo sempre, avrebbe lottato per lui e per il loro amore. “Io so che lui ha Ladybug, lo riconosco ma...” 

“Loro non sono una coppia. Sono una squadra!” Affermò allora Adrien “Come noi due.” 

Marinette scosse la testa. “No, loro sono una coppia o almeno si amano e prima o poi lo saranno.” Disse al biondo.

Adrien alzò la testa al cielo, ma cosa diceva Marinette. “Strano, mi sembra che Chat Noir e Ladybug solitamente non vedono l’ora di andarsene ognuno per la loro strada dopo un nemico. Mi sembra che siano abbastanza distaccati!” Disse allora. Possibile che dovesse essere ancora più freddo con Ladybug se quella era l’impressione che ancora dava. 

“Tu lo conosci! Per caso ha una ragazza?” Chiese allora Marinette. 

Adrien la guardò basito, che domande erano quelle e lui che risposta poteva darle? Non voleva farle soffrire, l’ultima cosa che voleva era farla soffrire. “Non ha nessuna che io sappia. Ci incontriamo solo durante scherma e non è che ci diciamo tanto.” Le ricordò. 

“E avete deciso di non avere relazioni per ora.” Confermò Marinette ricordando la sua confessione di pochi giorni prima. 

“Ah te lo ricordi?” Disse allora lui con sfida.

Lei lo guardò. “Certo che me lo ricordo.” 

Adrien salì sulla cornice della finestra e studiando lo spazio che li separava decise di saltare nella sua. “Spostati.” Le disse poco prima di saltare.

Marinette fece appena in tempo a scansarsi che si trovò il compagno in stanza. “Adrien cosa fai?” Lo rimproverò la corvina.

“Ti ricordi di quello che ti ho detto?” Chiese lui andando verso di lei.

Marinette annuì, sì ricordava tutto di quella mattina in biblioteca. “Sì, ricordo.” 

Adrien la prese per le braccia e si chinò su di lei. “E quanto vuoi infierire sui miei sentimenti per te Marinette?” Chiese allora lui affrontando l’argomento. 

Poteva accettare che la sua amica amasse un altro, poteva mettersi da parte per Luka. Ma non per Chat Noir, perché lei realmente parlando non lo conosceva. Lei amava quel lato di lui misterioso e intraprendente e Adrien voleva amasse lui così come se lo trovava davanti, con pregi e difetti, tanti anche. Ma che ne sapeva di Chat Noir? Che aveva sofferto quando Ladybug lo aveva rifiutato, che lottava per proteggerla? Non era Chat Noir che lottava per lei diamine, era lui. 

“I...Io!” Marinette si sentì stringere il cuore a quella domanda ed alla sua vicinanza. “Scusami Adrien io... sai che io ti voglio bene!” Disse lei con le lacrime agli occhi. Lo aveva amato, alle volte ancora le tremava il cuore guardandolo, ascoltando la sua voce e incrociando il suo sguardo. Ma queste sensazioni le provava allo stesso modo anche con Chat Noir, e non poteva ignorare ciò che aveva in più il suo compagno. 

“Allora smettila di farneticare su Chat Noir!” Disse Adrien a quel punto. “È solo una maschera, non sai chi ci sia dietro!” Affermò lui. 

Marinette si sentì punta in viso, anche loro erano solo maschere. Tese le mani verso l’amico e poggiandole sul petto lo spinse via. Ma Adrien le strinse i polsi per fermarla. 

“Non è una maschera!” Disse lei allora. 

“È una maschera e per quanto possa affascinarti non ti darà mai ciò che una persona reale può darti.” Disse lui sfidandola con lo sguardo e attirandola a se in un abbraccio. “Non ti farà mai sentire le sensazioni che può darti un abbraccio.” Sussurrò.

Marinette si sentì stringere il cuore a quell’abbraccio. Senza accorgersene si lasciò andare rilassandosi e portando le mani alla sua vita. “Non è vero, quando mi stringi la mano io lo sento il tuo calore.” Rispose lei. 

Testarda! Ecco cos’era. Si sbagliava Marinette era più testarda di Ladybug. 

Spostò leggermente il capo verso di lei e le sfiorò la guancia con il suo respiro fino ad arrivare alle sue labbra che sfiorò delicatamente. 

Marinette ne restò stupita, l’aveva baciata così, a sorpresa e senza chiederle il permesso e voleva mandarlo via e allontanarlo da se. Ma le sue labbra morbide erano così invitanti che invece si lasciò andare a quelle sensazioni. Quello era il suo secondo bacio, anche se quelli con Chat Noir non contavano molto, il primo era stato molto casto, e dato per dovere. Il secondo non lo ricordava e non poteva avere idea di come era stato e quello invece era... elettrizzante e bello. 

Si strinse di più a lui che dolcemente le morse il labbro, un piccolo gemito le uscì dalle labbra.  Non era stata lei a fare quel verso, impossibile! Pensò mentre avvertiva la lingua di Adrien entrare tra le sue labbra e cercare la sua. Marinette rispondeva ad ogni suo gesto in modo del tutto naturale. Quello era un bacio, un vero bacio, e il suo corpo tremava ad ogni contatto con Adrien era indescrivibile la sensazione che stava provando. Le labbra di Adrien, il suo abbraccio, il suo calore che dopo un po’ l’abbandonarono. 

“Scusami! Non dovevo.” Disse lui con voce leggermente roca allontanandosi da lei. 

Marinette si allontanò lei stessa. “Chat Noir... lui non è solo... una maschera.” Disse allora Marinette. 

“Va bene Marinette. Inutile che continui a parlare, voglio solo che tu non soffra.” Disse allora lui col capo chino. Quanto avrebbe voluto dirle che lui era Chat Noir e chiudere con quella falsa. Ma Adrien non era sicuro che lei amasse realmente Chat Noir, alla fine non si conoscevano per niente. 

“Adrien io... ti voglio bene e si ti amo ancora.” Disse lei a quel punto per giustificarsi. “C’è ancora qualcosa che provo per te ma...” 

“Non ti sto chiedendo nulla Marinette. Sai che per ora ho un solo obbiettivo ed ho un impegno importante.” Disse allora lui alzando lo sguardo. “Voglio solo che tu sia felice, se questo ti fa stare bene per me non ci sono problemi.” Le disse chiudendo il discorso. “Adesso vado, ancora non ho sentito mio padre e devo dirgli che sto bene.” Disse salendo sulla finestra, riprese le misure e saltò sulla quella di casa Wood.  

Marinette corse alla finestra. “Adrien...”

Lui si voltò senza risponderle. “Siamo sempre amici vero?” Chiese al modello. 

Lui annuì poi pensando che non l’avesse visto parlò. “Si Marinette e ti sarò sempre vicino. Buona serata.”

“Buona serata Adrien!” Disse la ragazza chiudendo la finestra e rientrando in stanza.

Raggiunse il letto e ci si stese. Tikki la raggiunse osservandola. 

“Penso che tu lo ami ancora Marinette. Dovresti forse accettare di ricambiare i suoi sentimenti.” 

Marinette si sfiorò le labbra gonfie, al solo pensiero di quel bacio, del loro primo bacio fremeva ancora. “Non posso Tikki... io non posso... perché temo di amarli tutti e due e non è normale amare due persone Tikki, sopratutto  così diverse tra di loro.” Disse lei lasciandosi andare alle lacrime. 

Tikki le andò incontro stringendosi al suo collo per consolarla. Ma non poteva dirle che alla fine amava sempre la stessa persona, sopratutto se lo stesso Adrien aveva capito che doveva concentrarsi su se stesso e non sul suo alter ego nei rapporti con gli altri. 

“Non piangere Marinette, vedrai che si risolverà tutto.” Disse il Kwami della fortuna. Lei ci credeva in loro due e per quanto Marinette adesso soffrisse era sicura che presto sarebbero stati felici. Solo adesso i due portatori stavano incontrando più ostacoli e sebbene non ne capisse il motivo, sperava che li superassero presto e indenni. 

La ragazza annuì accogliendo tra le braccia anche gli altri due Kwami che possedeva. 

“Non avresti dovuto negare ad Adrien di prenderti la mano Marinette.” Le disse Gracc.

“Ho i miei motivi Gracc.” Disse la ragazza al corvo. 

“Lo capisco.” Disse il Kwami che conosceva Gurru da più di 5000 anni. “Anche tu capirai.”    

Marinette tacque, prese il telefono invece e chiamò sua madre. Anche lei doveva dare notizie a casa. 

Dopo circa mezz’ora di telefonata controllò le notifiche dei messaggi e dei social e notò che era stata taggata in una foto Instagram. 

Alix... romantici abbracci?? Oh quella situazione stava diventando imbarazzante. Scorse le risposte alla foto, Rose aveva fatto dei sorrisi di gioia e dei cuori; Mylène aveva scritto bellissimi; delle ragazze forse fans di Adrien avevano messo dei cuori spezzati o delle faccine arrabbiate; infine vide la risposta di Adrien, una faccina sorpresa e poi una frase che tante volte le aveva fatto male: siamo solo amici! 

Marinette mise una faccina che arrossiva e rispose allo stesso modo del modello biondo. Doveva prendere le distanze da Adrien se non voleva ricaderci e tornare a soffrire per lui. 

 

South Kensington 

Giunti nella villa di famiglia Felix Graham de Vanilly tese la mano alla rossa Lila facendola scendere dalla vettura. Una volta in casa il giovane presentò all’italiana, Maxwell  il loro maggiordomo. Sua madre sapeva che era fuori casa in quel momento quindi non se ne preoccupò troppo, era irritato anche se non lo dava a vedere. La compagna che gli era stata assegnato parlava tanto ed in tutto quel chiacchiericcio aveva capito una cosa fondamentale di Lila Rossi: era tutte frottole. Si chiedeva se c’era almeno una cosa vera in tutto ciò che gli aveva raccontato da quando li avevano presentati e per farlo doveva solo studiarla e indagare su di lei cercando di capire chi fosse in realtà quella tipa. 

Di lei aveva una cosa, appena Adrien era stato alla sua portata lui era sparito, volendo ella attirare la sua attenzione sul cugino. La seconda cosa che aveva notato era invece stato lo sguardo carico di astio che provava verso una corvina poco distante dal gruppo. Felix la riconobbe subito, era la ragazza che amava Adrien, quella di cui suo cugino aveva le foto sul telefono: Ladybug. 

Si era istintivamente toccato la mascella nel vederla ricordando il pugno che gli aveva dato.   Quella ragazza era stata una sfida, una sfida che sembrava persa in partenza dal momento che subito aveva compreso non fosse Adrien. 

Vederla lì a Londra lo aveva galvanizzato, quella ragazza, aveva perso la prima battaglia ma non la guerra, l’avrebbe portata via ad Adrien. Lo aveva deciso già a Parigi mesi prima ma, adesso lo voleva ancora di più, aveva avuto conferma dei sentimenti del cugino nel modo in cui la guardava e si, gliel’avrebbe portata via. Amava prendersi le sue cose. 

“Mia madre rientra fra poco, lei è una modella famosa e ultimamente ha molto da fare. Sicuramente le piacerai, ha sempre voluto una compagnia.” Le disse. 

Lei acconsentì “Oh non vedo l’ora di conoscerla. Sai ultimamente ho posato per i set fotografici di Gabriel Agreste.” Disse orgogliosa. 

“Bene, vedrai che mia madre saprà consigliarti allora.” Disse distaccato il ragazzo.

Lila fece per rispondere quando il telefono la notificò. Alix aveva pubblicato un aggiornamento Instagram, sulla home apparvero Marinette e Adrien in treno abbracciati. 

Il suo sguardo si fece torvo, mentre leggeva i commenti di tutti i compagni di classe. Strinse il cellulare nel pugno ritornando in se solo quando Felix le prese il cellulare di mano.

“Ma che carini! Solo amici eh!?” Lesse osservando la foto. 

“Ovvio, Marinette è solo una povera illusa con una cotta come tutte le fans di Adrien. Tuo cugino è fin troppo buono e non sa dire di no alle tue fans purtroppo.”    

“Tu sei sicura che questa Marinette sia solo una fans?” Chiese lui divertito nell’osservare l’italiana costruire castelli di bugie. “Adrien non fa fotografie in giro con le fans.” 

“Certo, lei è una persona invadente e che vuole sempre essere al centro dell’attenzione. Povero Adrien non sa proprio come liberarsi dalla sua cattiva influenza.” Disse lei rammaricata per lui.

“Sì, è difficile liberarsi dall’ingenua bellezza di Marinette.” Disse allora lui guardandola. “Perché se dobbiamo essere sinceri è veramente bella e non indifferente a mio cugino.” Le allungò il telefono per restituirlo e si accomodò sul divano. 

“Ovviamente se dobbiamo essere sinceri.” Le disse ammiccando. 

“Non ti capisco Felix, cosa vuoi dire?” Chiese lei ingenuamente.

“Non insultare la mia intelligenza Lila.” Disse allora il ragazzo mettendo una mano al collo. “Sei una bugiarda cronica, solo penso che siano fatti tuoi.”

Lila lo guardò offesa, come si permetteva di giudicarla. 

“Però sai potremo lavorare insieme, a te non piace che Marinette sia così vicina ad Adrien.” Disse lui cercando di non sbilanciarsi troppo, quella ragazza era una bugiarda e non sapeva se poteva o meno fidarsi. “Io invece ho notato quanto lei sia carina e mi piace. Saranno i suoi occhi limpidi, o quel sorriso così genuino.” Spiegò l’inglese. 

Lila l’espressione torva lo fissò con sfida. “Cosa  vorresti dire? Sono sicura di valere cento volte più di lei.” 

Felix rise gelido. “Certo come no! Intanto Adrien ama lei e non te, ricambiato.” 

“Suo padre è dalla mia parte.” Gli rinfacciò Lila. 

“Stranamente!” Disse allora lui. “Non conosco bene lo zio, ma la mamma lo ha sempre raccontato come un romantico.” Per Felix era strano che una persona che amava tanto, come aveva detto sua madre, lasciasse che suo figlio fosse manipolato così da una bugiarda che sicuramente a quel punto poteva avere delle mire anche sul suo conto in banca.

“Cosa vuoi Felix?” Chiese lei. “Sai, mettersi contro di me non è positivo, mai!” 

Rise tra se Felix, davvero voleva mettergli paura? Dei due a non aver capito ancora l’altro era lei e non lui. 

“Facciamo così! Io ruberò la ragazza ad Adrien e tu facendo il mio gioco ti prenderai mio cugino.” Propose allora lui.

“Davvero ruberesti la ragazza a tuo cugino? Perché?” Chiese lei.

“Te l’ho detto, mi piace. E finché sono solo amici non penso di stargli rubando nulla.” Disse alzandosi e andandole accanto. “Così avrai Adrien tutto per te, non sei contenta?” 

“Quindi tu ci guadagnerai cosa? Marinette?” Chiese, non poteva permetterlo. Lei voleva che   la corvina soffrisse e che perdesse tutto.

“È più complicato, diciamo che non penso Adrien si meriti tutto questo amore.” Disse allora lui.

“Io saprei dargliene tanto, solo il mio amore basterà a renderlo felice.” Gli disse Lila.

“Ti ho detto che con me le tue parole volano al vento.” Affermò lui, però se giocava bene le sue carte lo avrebbe reso infelice. E per farlo ci voleva poco se poi restava solo con l’italiana. 

“Dimmi cosa vuoi!” Chiese lei minacciosa.

“Non mentirmi, mai! Me ne accorgerei.” Le disse. “Ma continua a far girare voci, trova un obbiettivo alla volta ed insinua il dubbio negli animi delle persone.” 

“Cosa devo fare?” Chiese lei sorpresa, non lo capiva gli aveva detto che doveva essere se stessa in fondo, ma su una sola persona.

“Semplicemente con un piccolo aiuto trovi una preda e insinui nella sua mente dubbi e incertezze, proprio per te dovrebbe essere facile.” Disse lui.

“È facile con i miei compagni di classe.” Disse allora lei facendo spallucce. 

“Tu non hai capito, devi farlo con degli estranei, uno alla volta.” Le spiegò lui.

“Come faccio con degli estranei e poi dove li trovo?” Disse lei innervosendosi.

“Oh tranquilla per questo ti aiuto io. Sono sicuro che saprai farti guidare da Garri.” Affermò lui alzando la voce sul nome che fece. D’improvviso alle spalle del ragazzo apparve un piccolo pappagallo luminoso che guardava verso Felix.

“Padrone mi hai chiamato?” Chiese. 

Felix sorrise maligno osservando Lila incredula di fronte quella scena, un pappagallo non proprio pennuto che parlava. 

“Sì Garri, lei è Lila e ci aiuterà a portare l’infelicitá a Londra, potrai vestirla del tuo potere quando ne avrà bisogno.” Disse avvicinandosi a Lila e mettendole un bracciale con delle piume pendenti. 

“Adesso prova a dire: Garri trasformami e ti faccio vedere come lavoriamo noi Graham de Vanilly.” 

Lila osservò la scena sbigottita. “Garri... trasformami!” Disse la giovane mentre il pappagallo le saltava addosso per poi finire nel bracciale e prendeva a cambiarle gli abiti. 

In un attimo non era più lei bensì un’eroina mascherata come Volpina. 

“Cosa dobbiamo fare Felix?” Chiese 

“Trovare delle vittime!” Affermò il ragazzo portando una mano all’orecchino che portava all’orecchio sinistro. “PAPPI ANDIAMO A RUBARE!” Recitò facendo apparire un Kwami gazza dal nulla che lo trasformò. “Io sono Pika Pika e con Lady Octavia porto il terrore a Londra, d’ora in poi sarai mia alleata. Vienimi contro e sappi che ti distruggero senza remore!” Annunciò sadico. 

Non importava che sua madre fosse già fuori, era il momento di valutare il suo nuovo alleato. 

 

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Capitolo 21
*** Parte 20ª - Miss Parrot ***


Adrien si era steso sul suo nuovo letto ed aveva dato le spalle alla finestra così da non tendere lo sguardo verso Marinette. Testarda che era, non voleva proprio capire che quella cotta verso Chat Noir era solo passeggera? Un illusione! 

"Calmati Adrien!" La voce lieve di Gurru arrivò alle sue orecchie.

"Non c'è niente di peggio che scoprire che il tuo rivale in amore è il tuo alter ego." Affermò Plagg prendendo del formaggio. 

Adrien nascose la testa nel cuscino e prese il telefono. "Questo mese sarà una tortura lo sento." Disse prendendo il cellulare e chiamando casa. 

Nathalie rispose al secondo squillo, il ragazzo chiese se c'era suo padre ma come prevedibile la risposta fu che era impegnato. Al che il giovane Agreste disse di essere arrivato e che si trovava nella stessa scuola di Felix che sarebbe andato a trovare presto, poi attaccò e si mise a giocare sul telefono.

In Instagram trovò la foto pubblicata da Alix, la osservò per un po' dolcemente, poi mettendo da parte qualsiasi romanticheria rispose a tutti che erano solo amici. La risposta di Marinette che confermava la sua arrivò dopo un po'. 

Sospirando il ragazzo scese giù in sala per raggiungere il suo ospite, era il momento di fare amicizia. 

Lo trovò che stava giocando con un video games e sedendosi accanto a lui Adrien fu felice di quell'accoppiamento. 

"La professoressa Bustier è stata molto scrupolosa nella scelta dei nostri compagni." Disse il biondo. "Abbiamo molte cose in comune." Affermò mentre il telefono emetteva una notifica. 

Un super cattivo, di nuovo lì a Londra. "Anche tu hai l'app di Caroline. É un genio vero?" 

Adrien annuì, era stata Caroline, la loro nuova conoscenza a creare quell'app geniale? Doveva ringraziarla. "Io però... Marinette!" Disse indicando le scale.

Lui annuì "Si però questa volta entra dalla porta." Disse il rosso che vedendo lo sguardo del compagno arrossì. "Prima sono venuto a chiamarti e ti ho visto di là." Abbassò il capo imbarazzato.

"Scusami Steven forse avrei dovuto..." 

"Ma no, anche se ho subito capito che state insieme e che ti preoccupi per lei." Disse alzando la testa. "Vai da lei e proteggila, farei lo stesso anche io se fossi al tuo posto." 

Adrien lo osservò poi annuì, quale scusa migliore per allontanarsi inosservato. "Uscì di casa e subito corse nella casa accanto quando Black Lady lo raggiunse. 

"È pericoloso restare qui all'aperto ragazzo." Gli disse. 

Adrien la osservò. "Mi proteggi tu?" Chiese e lei annuì prendendolo per i fianchi. 

Che modo orrendo avevano le ragazze quando lo portavano in salvo. Una volta su un tetto il ragazzo si trasformò.

"Non ti sei trasformata in casa vero?" Chiese all'amica.

"S...sì!" 

"Spero che non ti abbiano vista allora, prima Steven è venuto a chiamarmi ed ha visto che ero da te." Disse lui. "Andiamo Miss Crow." 

"Preferisco che mi chiami Black Lady." Disse lei seguendolo.

"Noiosa!" Le disse sincero, Marinette si oscurò, quando faceva così non lo sopportava, anche se la prima volta nel laboratorio di chimica era stato più sensibile.

"E tu sei... tu sei... oh lasciamo stare!" Disse lei quando arrivarono al loro super cattivo.

"Guarda un po', il nostro Pika Pika con un nuovo amico." Disse Haoxin.

"Noi ci evolviamo uccellaccio!" Lo informò il ragazzo Gazza. 

"Sappi che non ti lascerò rubare la sua felicità." Gli disse allora il ragazzo colomba. Ormai non era il loro primo scontro ed aveva capito cosa cercassero Lady Octavia e Pika Pika. 

"Grazie a Miss Parrot invece sarà più facile di quel che credi e tu non potrai fermarci." Disse l'altro che guardò l'amica. "Io trattengo lui, continua a fare il tuo lavoro." Ordinò alla sua compagna.

(Colori del costume di Miss Parrot. NdA)

 

 

 

Adrien osservò la scena mentre Pika Pika si fiondava su di lui. "Mi è sempre piaciuto vedere come funzionano le guerre tra pennuti. Black Lady pensa alla pappagalla imbarazzante." Disse mentre andava contro il suo avversario, Marinette li osservò combattere mentre raggiungeva la ragazza vestita tutta di piume colorate. "Ferma lì." Disse togliendosi I fermagli dai capelli. 

"Non mi fai paura uccello del malaugurio." Disse la seconda. 

Marinette prese ad affrontarla, chi era quella e come avrebbero fatto a sconfiggerla senza infierire su di loro e salvare quel povero civile.

"Perché fate del male gratuito alle persone. Liberalo!" Disse lanciando gli shuriken verso la pennuta 

"Giammai. Non c'è sensazione più esaltante di questa!" Affermò la pennuta prendendo un flauto e soffiandoci dentro. Dopo un po' ne uscirono non dei suoni ma delle parole. "Haoxin e black lady non ti salveranno, nessuno vuole salvarti." Annunciò alla malcapitata che si lasciò andare ancora di più alla disperazione. 

Marinette lanciò uno sguardo ad Haoxin, stava affrontando un corpo a corpo con Pika Pika, nessuno dei due aveva armi da guerra ma si difendevano con delle ottime arti marziali, Marinette poteva affermare che erano allo stesso livello. Come poteva anche affermare che se non combatteva contro Miss parrot non avrebbe mai liberato la giovane sotto la sua influenza. 

"Adesso basta, mi hai stancata Miss Parrot!" Disse afferrando di nuovo gli shuriken e correndo verso la ragazza dai capelli e la tuta arancione. 

"Fiamme di guerra e di rappresaglia!" Urlò lanciando gli shuriken che presero a roteare formando dei cerchi di fuochi fino a quando non colpirono la sua rivale. 

Miss Parrot perse il suo flauto e cercò di estinguere le fiamme, urlò terrorizzata mentre Pika Pika la raggiungeva per abbattersi contro Black Lady. 

Anche Haoxin giunse e usando il suo scudo fermò il ragazzo gazza. "Adesso basta." Disse per poi far splendere lo specchio dello scudo. "CHE LA PACE DELLA LUCE LASCI SPARIRE IL MALE." Annunciò sul posto, mentre le fiamme di Black Lady sparivano dai capelli di Miss Parrot. 

I due erano quindi di nuovo in vantaggio, fin quando una corda con alle basi delle sfere non catturò Pika Pika lasciandolo cadere. Era arrivato Marcel! 

"Tre contro due, mi pare scorretto!" Disse Pika Pika.

"Non quando il male vuole farla da padrone. Haoxin libera l'animo della donna!" Annunciò il ragazzo falco. 

Il ragazzo di bianco afferrò lo scudo e lo lanciò verso la ragazza. "CHE LA PACE DIA QUIETE AL TUO ANIMO." Cantò liberando del tutto la preda di Miss Parrot, che aveva approfittato di quella confusione per liberare il suo compagno e volare verso una casa poco distante.

"Prendiamoli prima che scappino." Disse Marcel. 

Haoxin scosse la testa. "Non posso, ho da pensare alla donna e al momento Black Lady non e in grado." Disse riservandosi sulla donna ed aiutandola ad alzarsi.

La signora, una donna di circa trent'anni lo guardò e lo abbracciò ringraziandolo intanto che Marcel raggiungeva Marinette che in un angolo sembrava scossa. 

Quando si fu sincerato che stessero tutti bene Haoxin si rivolse a suo cugino. "Grazie per essere intervenuto." 

"Sai che non potrò più aiutarvi a Parigi vero?" Chiese allora lui. 

Lui annuì. "Cercherò dei nuovi alleati anche qui. Anche se devo prima conoscere e capire di chi fidarmi." 

"Perfetto, io vado. Ci vediamo presto colleghi." Disse Marcel, decisamente adesso doveva trovare un nome di battaglia. 

Intanto Marinette si avvicinò al suo partner che  come richiesto da lei non gli stringeva la mano, era sconvolta, aveva usato il suo potere su un nemico e questa volta avrebbe potuto fare veramente del male. Con Lady Octavia non era mai arrivata ad usare le fiamme della guerra, avrebbe voluto piangere, aveva bisogno di pace e serenità.

"Ehi!" Disse Haoxin.

Marinette sollevò il viso verso di lui, i loro occhi si incrociarono. Lui le tendeva la mano. "Capisci adesso?" Le chiese.

Lei sgranò gli occhi prendendo la sua mano e stringendola. Il calore di Haoxin si propagò lungo il braccio iniziando a farla rilassare. Allora lei annuì e si lanciò su di lui abbracciandolo. Fu completamente avvolta dal suo calore e subito ritrovò la serenità.

"Non sapevo... non capivo..." disse piangendo. 

"Giuro non voglio che tu soffra così tanto. Troverò un altro portatore così sarai serena, ti giuro che ti proteggerò amore mio!" Le disse allora lui stringendola forte a se. 

Marinette si lasciò travolgere dal pianto, non sapeva se per le sensazioni di piacere nel combattere che aveva appena provato con Gracc, o perché Adrien le stava infondendo la pace di cui aveva bisogno o peggio, perché lui voleva dare il Miraculous a qualcun altro. 

"Giuro che imparerò a tenerlo. Ma tu Haoxin non togliermi Gracc ti prego, noi abbiamo bisogno di lottare insieme, io ho bisogno di te." Gli disse, non voleva lasciare Adrien da solo. 

Lui non parlò, al contrario la prese tra le braccia e iniziò a correre tra le strade di Londra arrivando poco fuori il quartiere di Notting Hill e sciogliendo la trasformazione prima di entrarci.

Marinette fece lo stesso, lasciò che lui la rimettesse giù e in silenzio lo seguì verso la casa di Steven ed Eleanor. "Mi dispiace Adrien. Non avevo capito quanto fosse fondamentale per me il tuo calore." Disse lei.

"Sei sotto l'influsso del Miraculous della guerra, conosco Gracc anche se non posso essere il suo proprietario. Ha una forte influenza sulle persone e lascia emergere il tuo lato battagliero." Le disse a quel punto. "Se avessi saputo che c'eri tu dietro la maschera di Mû Shí non mi sarei mai permesso di dartelo Marinette."  

Marinette vide cadere tutte le sue certezze, tutto ciò che aveva costruito come Ladybug e le sue certezze. Adrien non la trovava adeguata, se ci fosse stato invece Chat Noir al suo posto  invece l'avrebbe incoraggiata dicendole che lei poteva tutto e che l'avrebbe sostenuta. "Perché? Perché lo dici?" Chiese lei demoralizzata.

Adrien si fermò di fronte la casa di Eleanor e si sedette sulle scale cercando il suo sguardo. "Quante volte ancora vuoi che te lo ripeta Marinette?" 

"Cosa?" Che non la riteneva adeguata? Lo aveva capito questo. Pensò sedendosi al suo fianco. 

"Oh andiamo!" Disse lui scuotendo le spalle.

"Ti amo Marinette!" Le disse mantenendo il suo sguardo e carezzandole il viso. "Vorrei saperti al sicuro, vorrei che tu sorridessi sempre e che preservassi il tuo animo buono e gentile!" Le spiegò allora. "Io non voglio che Gracc ti faccia ciò che è accaduto oggi."

"Quando due persone si amano dovrebbero condividere tutto." Disse lei.

Lui la osservò poi le fece uno sguardo sicuro, da brigante. "Ma tu ami Chat Noir." La canzonò lui divertito.

Marinette lo fissò sorpresa. "Mi stai prendendo in giro." 

"Nooo sto solo dicendo che io amo te e tu no!" Affermò lui. "E lo sapevi sin dall'inizio che non volevo dare il Miraculous a chi amavo."  

"Non hai mai parlato di me!" Disse lei.

"Non dovremmo sapere l'uno dell'altro in realtà." Disse memore delle precauzioni di Ladybug, adesso tutto aveva più senso. "Se non avessi saputo di te forse non sarei stato così protettivo." 

"Mi hai sempre stretto la mano, anche da prima di saperlo... però hai ragione, sapere l'uno dell'altro non ci è favorevole." Gli disse lei  prendendolo sotto braccio e poggiando la  testa sulla sua spalla. 

"Tendo a preoccuparmi per te Marinette, ho deciso di non avere storie proprio per non metterti in pericolo ed invece che faccio? Ti do un Miraculous, uno dei più pericolosi per giunta." 

"Sai cosa avrebbe fatto Chat Noir al posto tuo?" Disse allora lei, lui non poteva saperlo, ma il suo chaton l'avrebbe appoggiata.

"Avrebbe detto di lavorare insieme e proteggersi l'un l'altro." Rispose lui. 

Marinette lo osservò sorpresa. 

"Potremo anche noi lavorare insieme." Chiese lei.

"E avere fiducia in te come Chat Noir con Ladybug?" Chiese lui a quel punto. Perché Adrien si fidava della sua lady più che di se stesso, sapeva che lei sarebbe sempre riuscita in qualsiasi cosa, la supportava in tutto.

"Eh..." disse Marinette, Chat Noir raccontava proprio tutto ad Adrien. "Direi di sì!" 

"Ok Marinette, allora facciamo così." Iniziò Adrien. "Se vuoi continuare a stare al mio fianco prendiamoci del tempo per noi. Ti insegnerò a difenderti, il potere di Gracc deve essere proprio l'ultima spiaggia Marinette." 

La ragazza lo guardò. Sapeva difendersi perché voleva.

 "Ehi piccioncini." Marinette e Adrien si voltarono, sulla porta c'erano Alix, Eleanor e una ragazza con le ciocche colorate di rosa sulle punte. 

I due subito si scostarono. "Non è come sembra." Disse Marinette per giustificarsi.

"Si lei... Luka!" Disse il ragazzo guardando Alix. C'era Luka e lei lo sapeva. 

La ragazza dai capelli rosa pesco all'improvviso parve capire. "Ma non stanno ancora insieme, vero Marinette?" Chiese.

"Non siamo mai stati insieme, Adrien pensava che ci fosse qualcosa e gli ho spiegato che nonostante le sue attenzioni mi fanno piacere..." iniziò, lei amava Chat Noir e lui lo sapeva e anche gli altri... no, non potevano saperlo, si sarebbe ridicolizzata. "È complicato." Disse allora arrossendo.

La ragazza dalle ciocche rosa e gli occhiali tondi si mise a carponi accanto a lei.

"Vuoi un consiglio? Sii onesta con chiunque a cominciare da te stessa. Altrimenti sarai presa di lady Octavia e perderai chi realmente ami." Le disse. "Io comunque sono Margaret e vivo nella casa Fucsia a due di distanza da Caroline, piacere di conoscerti Marinette." 

Marinette le sorrise ed annuì. Avrebbe parlato con Luka al suo rientro a Parigi, aveva ragione Margaret, doveva essere onesta con lui. "Piacere mio Margaret." 

"Ok..." disse Adrien tirandosi su. "Io raggiungi Steven, vi lascio a voi ragazze da sole visto che arrivano anche Alya e Caroline." Scese i gradini e salutò le due per poi dirigersi a casa Wood. 

Seguì la scena di Alya che correva da Marinette e Alix e le raccontava di aver visto di nuovo gli eroi inglesi affrontare altri due super cattivi. "Questi sono diversissimi da Papillon, scendono in campo e hanno combattuto. Black Lady era Wow... ha lanciato delle fiamme dai suoi fermagli." 

Steven gli aprì la porta e Adrien non sentì più nulla. "Tutto bene? Le ragazze passeranno la serata insieme?" Gli chiese il compagno.

Adrien annuì, doveva iniziare a studiarlo per capire se potesse fidarsi di lui e al limite dargli un Miraculous. 

"Così pare! Vuoi andare anche tu?" Chiese il modello al rosso.

"No, rovinerei la serata a Margaret." Disse malinconico. "Che ne dici se ordiniamo fish and chips e giochiamo noi due?" Propose per poi risollevarsi il morale. 

Adrien si chiese perché i due si fossero lasciati, non indagò al contrario approvò il programma della serata. Quella era la vera vita di un ragazzo di quattordici, quasi quindici, anni. Non quella che aveva vissuto fino a quel momento chiuso in casa. 

 

Gabriel Agreste osservava arcigno il ritratto di sua moglie Emilie. Ultimamente non riusciva ad avvertire sensazioni negative, doveva essere accaduto qualcosa ai parigini perché il tasso di malumore era proprio basso. L'ultimo attacco akuma lo aveva fatto quella mattina al poliziotto Raincomoprix, deluso dall'inciviltà dei cittadini di Parigi. Purtroppo erano arrivati gli amici di Ladybug e Chat Noir a non dare il tempo ai due eroi cui bramava i Miraculous di raggiungerli. Quel Red Scorpio con la sua amica Raiongāru avevano sconfitto il nemico, trovato l'akuma e la scaglia e ucciso la farfalla prima che si rigenerasse o arrivasse Ladybug. Era sicuro di essere più forte adesso, ma qualcosa fermava la sua corsa alla riuscita dei suoi piani, non c'erano più emozioni negative a Parigi, lo stesso Raincomprix era stato debole quella mattina. Era quindi il momento di far scendere in campo l'altro Miraculous recuperato in Tibet, quello dell'avvoltoio, adesso che Adrien non era più a Parigi si sentiva molto più tranquillo sulla sua sicurezza e poteva muoversi come meglio credeva. 

Pigiò sui tasti che lo avrebbero portato nel suo covo e una volta lì chiamò Nooro.

"CHE LE ALI DELLA NOTTE SI INNALZINO."  Disse carezzando poi il fermacravatta che adesso indossava. "ACCI UNIFY" ordinò unendo i suoi poteri. 

Piccolo o inesistente che fosse avrebbe trovato una pedina migliore di Raincomprix quella sera. 

 

Luka rientrò alla barca dopo l'ennesimo giro della consegna delle pizze. Ne portò un paio anche per loro così con sua madre e Juleka quella sera avevano cena pronta.

Una volta sulla barca chiamò le due donne della sua vita e andò a lavarsi le mani.

"Juleka!" Disse vedendo la sorella nascondere il cellulare. "Tutto bene?" Le chiese.

Lei silenziosa annuì abbassando la testa, gli stava nascondendo qualcosa ne era sicuro. Ma non disse nulla, sapeva come prenderla quindi andò ad abbracciarla ed insieme andarono nella sala più grande dove la madre stava scartando le pizze. 

"Cenaaaa!" Canticchiò 

I due si guardarono e sorrisero tra di loro, erano una bella famiglia con un'unica passione e quelle erano le serate che piacevano loro. 

Dopo cena Luka andò spedito nella sua stanza per studiare i testi del giorno dopo e per controllare al cellulare se ci fossero messaggi di Marinette.

Dell'amica però non ci furono notizie, così aprì Instagram così da controllare se ci fossero immagini o testimonianze di quella giornata. 

Alya aveva postato una foto con una ragazza dai capelli verdi e gli occhiali. 

«Io e Caroline, il genio e la giornalista a Londra. Abbiamo visto gli eroi inglesi all'opera passate sul Ladyblog per ulteriori notizie.» 

Eroi anche a Londra, sicuramente era adrien nei panni di Haoxin, gli aveva detto che c'erano problemi anche lì. 

Poi fu la volta di Kim che aveva postato una foto di gruppo. Non c'era sempre Marinette ne Adrien nella foto, la didascalia diceva.

«In classe con Anastasia e il mio amico Nino." Infine c'era Alix che aveva pubblicato una foto con una ragazza dai capelli rosa. 

«Io e Margaret a Londra.» scriveva 

Poi ce n'era una di quel mattino dove c'erano lei, Max e Marcel in una foto sul treno. Ancora sul treno c'erano Marinette e Adrien che dormivano in modo complice. 

Luka osservò bene quella foto e le varie reazioni. Tutti che tifavano per i due, poi un commento dell'amico e di Marinette. Siamo solo amici.

Sapeva che Marinette era innamorata di Adrien e nonostante sembrasse accettare il suo corteggiamento sembrava qualcosa la trattenesse ancora dal darti di più, non aveva provato neanche a darle ancora in bacio vedendo questa sua reticenza. Ed ora quella foto che mostrava ciò che lui già sapeva, sospirò. Non gli restava che accettare quella decisione da parte di Marinette e Adrien, sapeva che si amavano, lo aveva visto negli occhi di lei ma anche in quelli di lui. E non poteva e non voleva essere un terzo incomodo per loro. 

Continuò a scorgere la home. Una notifica gli fece capire che anche Marinette aveva appena postato. 

Era una foto con sei ragazze in pigiama, pop corn e smalti in evidenza. La didascalia raccontava di un pigiama party inglese.

«Io, Alya e Alix con le nuove amiche inglesi per un pigiama party tutto in rosa. Grazie Eleanor, Margaret e Caroline! Buonasera Londra.» 

Osservò la foto, com'era bella la sua Marinette, si stava divertendo. 

Un'altra notifica attirò la sua attenzione. Adrien! Che avesse postato qualche foto con Marinette? Andò ad aprire la sua pagina e lo si vedeva con un ragazzo rosso di capelli, entrambi con un joystick alla mano e della coca nell'altra. 

«Serata tra uomini. Io e Steven ci prepariamo ad una notte di battaglie con mega minde 3 e del fish and chips. Pancia mia fatti capanna.»

Luka lasciò andare il respiro che non sapeva avesse trattenuto fino ad allora. 

Ecco i suoi amici non gli avrebbero tirato un brutto scherzo, era sicuro che Marinette gli avrebbe detto che non era cosa. E lo stesso Adrien, da quando gli aveva consegnato Rizza il loro rapporto era cresciuto, si erano confidati e raccontati l'un l'altro e prima di partire il giovane Agreste gli aveva anche rivelato che era Chat Noir oltre che Haoxin, Adrien si era aperto del tutto a lui confidandogli segreti che non aveva detto ad altri. Doveva avere fiducia in lui. 

Così più rilassato prese il testo di Beethoven che avrebbe dovuto studiare per il giorno dopo e si mise al lavoro. Non pensando più in male a Marinette e Adrien e confidando in loro.

Nel frattempo Rizza con un cornicione tra le mani gli si avvicinò e gli diede un abbraccio. "Sei stato bravo oggi a coprire l'assenza di Chat Noir." Gli disse

Luka gli sorrise. "Io e te siamo una grande squadra Rizza, ti voglio bene!" Disse allora il ragazzo carezzando la testolina al kwami mentre prendeva la chitarra. 

Il Kwami rosso scuro gli sorrise e si lasciò coccolare non notando la piuma che andava a impossessarsi della chitarra del suo portatore. 

"Rivelatore! Io sono Papillon vautour e so che nel profondo del tuo cuore hai dei dubbi." 

Luka sentendo quella voce nella testa strinse forte il manico della chitarra. Papillon? Cosa voleva? Lui era tranquillo non poteva cedere all'akuma. 

"Non puoi controllarti Rivelatore, la piuma della vendetta si è insinuata dentro di te, non respingerla." 

Una piuma? Cosa stava dicendo Papillon. 

"Vattene Papillon, vattene!" Disse Luka alzandosi e cercando di divincolarsi dalla chitarra, ma sembrava essere un tutt'uno col suo braccio adesso. 

Rizza notò che qualcosa non andava nel suo portatore, poi notò la farfalla nera che giungeva. 

"Vattene, vattene!" Urlava il Kwami.

Luka prese il testo e fece per allontanare L'akuma, ma la voce di Papillon nella sua testa continuava. 

"Accettala Luka, lo so che vuoi farlo. Marinette ti ha delusa, pensaci che ti amasse e invece no. E Adrien invece? Eri convinto fosse tuo amico, ti fidavi di lui e invece? Loro due sono insieme a Londra! Hanno viaggiato insieme come due innamorati, sono stati tutto il giorno insieme e nessuno dei due si è preso la briga di chiamarti e dirti che andava tutto bene. Non sei mancato a Marinette, aveva di che consolarsi, adesso è a mangiare pop corn con delle ragazze a farsi bella per lui: Adrien! Il tuo amico che non ti ha scritto ne parlato portandosi via Marinette, lui che non la ama." 

"No, Adrien ama Marinette ne sono certo." 

"E rinunceresti a lei per lui? Non ti ha detto nulla, se n'è andato ed ora saranno soli. Tutti e due soli in una delle città più romantiche del mondo, la sedurrà e diventerà sua. Entrambi si dimenticheranno di te e tu resterai lì a guardare!" 

"Io... io... loro due andranno via!" Si arrese Luka 

“Si Rivelatore! E ti deluderanno sempre di più escludendoti e mentendoti. Quindi adesso reagisci e vai a prendere la tua vendetta!” 

Luka ormai completamente soggiogato al potere della vendetta lasciò andare il testo che aveva tra le mani. Prese la chitarra e la tese verso l’akuma che subito si impossessò di lui trasformandolo in un rocchettaro vestito di nero con richiami verde scuro. Gli occhi ed il viso furono coperti dai capelli che si allungarono a farla da padrone era solo la musica.

“Vai Rivelatore, costringi tutti a rivelare la verità e prenditi la tua vendetta, in cambio tu...”

“Ti porterò i Miraculous di Ladybug e Chat Noir.”

“Si, bravo!” 

 

"Sei bravissimo Adrien! Non riesco proprio a distrarti.” Stava dicendo Steven.

Adrien diede un’altra stoccata al suo nemico virtuale ed esultò. 

“Vittoria... vittoria e ancora vittoria.” Disse al compagno per poi tornare a sedersi e mangiare in altra patatina, quella roba tipica era buonissima. Aveva mangiato parecchio fish and chips quella sera.

“Comunque non demoralizzarti anche io perdo spesso.” Gli disse il ragazzo.

Steven scosse la testa. “Non ti credo. Sono sicuro che sei imbattibile.” 

Adrien si pulì le mani con una salvietta e guardò il compagno. “Facciamo così, parliamone dopo che avrai affrontato Marinette. Lei è molto più brava di me.” Disse allora.

“Marinette? La tua Marinette?” Chiese Steven stupito.

Adrien gli sorrise annuendo ed evitò di rispondergli quando avvertì il telefono suonare. Era uno squillo poi subito seguito da un messaggio.

«Sono papà orso, ci sono guai a Parigi e Red Scorpio non si vede. Io e aquila bianca scendiamo in campo!»

Adrien lesse il messaggio più volte, in viso un’espressione disperata. Cosa diceva adesso a Steven?

“Ehi Adrien. Stai poco bene? Il messaggio?” Chiese il rosso guardandolo preoccupato.

Il modello si voltò verso di lui, cosa avrebbe potuto dire? Annuì restando comunque rigido mentre posava il telefono, avrebbe potuto dire che era stanco e andava a dormire. Ci stava come scusa.

“Secondo me hai mangiato troppe fish and chips. Forse devi andare ai servizi?” Chiese Steven. 

Indigestione! Adrien annuì, che bella idea. “Si... io ecco! Mi gira lo stomaco.” 

“Allora vai. Metto in ordine io qui Adrien!” Disse Steven.

Il ragazzo subito scattò in piedi e ringraziandolo corse su nel bagno e si chiuse dentro. “Presto, dobbiamo fare presto. Plagg trasformami... Jaggy unify!” E dopo essersi trasformato uscendo dalla finestra il ragazzo corse ad una velocità impressionante verso Parigi.

Appena fu andato via Ozōo oltrepassò la porta ed la casa e corse in quella vicina ad avvertire gli altri Kwami. 

“Tikki Papillon ha attaccato Parigi!” Disse alla coccinella.

La piccola Kwami subito scattò. “Trovo un modo per avvertire Ladybug e arriviamo. Chat Noir come farà a raggiungerci?” 

“Lui già è andato, ha il Kwami del giaguaro e tra un minuto dovrebbe essere anche arrivato.” Rivelò a quel punto. 

“Adesso lo raggiunge anche Ladybug.” Disse la Kwami sparendo dalla stanza e andando a cercare Marinette. Si nascose tra i cuscini ed andò a mettersi dietro la schiena della sua portatrice che rideva e scherzava con le ragazze. A Tikki dispiaceva interromperla in quel momento. Ma sapeva che quello era il suo dovere, strattonò la mano dell’amica per avere la sua attenzione e quando la ebbe si scambiarono uno sguardo. 

Marinette chiedeva a Tikki di nascondersi con i suoi occhi blu. Tikki invece desolata accennava ad uscire di lì.

“Ragazze vado un attimo in bagno. Voi continuate senza di me!” Disse al gruppo andando a nascondersi in bagno. 

“Tikki cosa ti prende, avrebbero potuto vederti!” La riprese la portatrice.

“Sai che sono prudente Marinette. Non abbiamo molto tempo, Papillon ha attaccato Parigi!” Disse il Kwami.

“Ecco, non poteva mancare giornata senza akuma. Tikki trasformami... Ah!” Disse trasformandosi. 

Andò a recuperare il Miraculous del cavallo e dopo aver fatto l’unione si trasportò in Francia.

 

Giunto a Parigi Adrien iniziò a saltare sui tetti alla ricerca del super cattivo di turno. Durante il tragitto fu raggiunto da Rizza che sembrava spaventato.

“Chat Noir il cattivo è Luka.” Gli raccontò “Ed è da questa parte, seguimi.” 

Adrien annuì. “Sai dov’è l’akuma?” Gli chiese 

“Nella chitarra, lui ha lottato. Ma Papillon gli ha fatto qualcosa, perché diceva di una piuma. Temo Chat Noir...”

“Che sia diventato un senti mostro?” Chiese non riuscendo ad immaginare l’amico, Adrien.

“No, lui era tranquillo e sereno. Temo che sia stato posseduto dall’avvoltoio, lo spirito della vendetta!” Gli riferì.

Adrien giunto sul posto osservò il Kwami. “Ti riporterò Luka te lo prometto.” Disse per poi saltare verso il gruppo che stava affrontando Luka 

“Ehilà bella gente. Ecco il gatto più affascinante di Parigi e dell’intero globo!” Disse annunciando il suo arrivo. 

“E con lui la coccinella più saggia!” Lo raggiunse Ladybug brandendo lo yo-yo 

“Ladybug, Chat Noir. Sto provando a chiamare Red Scorpio ma non risponde!” Andò loro incontro Raiongāru mentre Lady Xīyì fermava un altro attacco del Rivelatore che con la sua chitarra alimentava note che stordivano i passanti. 

“Gli ho detto di non venire e non rispondere. Ha la febbre e sarebbe solo di intralcio!” Disse ai suoi compagni.

“Allora hai fatto bene. Penseremo noi a Rivelatore.” Disse lei facendo roteare il suo skateboard.

“La verità, dovete tutti dire la verità.” Disse a quel punto Rivelatore lanciandosi verso Adrien. “Chat Noir lo so che ami Marinette, voglio sentirlo dalle tue labbra!” Disse lanciandogli contro una nota in sol maggiore. 

Adrien la scansò. Ma cosa prendeva a Luka, mettere in mezzo Marinette ed associarla a lui. “Non so di cosa tu stia parlando Luka, ma torna in te!” Gli chiese chiamandolo per nome così da rivelare ai presenti contro chi combattevano.

“Ehi ma quel ragazzo...” Intervenne papà orso.

“Papà orso penso io a lui. Porta al sicuro tutti gli abitanti di Parigi con aquila bianca.” Si intromise Chat Noir sapendo quanto Tom fosse chioccia con sua figlia. Ma cosa era preso a Luka.

La piccola eroina aquila dai colori marroni e bianchi annuì subito tirando papà orso verso di se. “Ha ragione Chat Noir, andiamo. Il nostro compito non è combattere.” E così dicendo sparirono. 

“Chi sono quei due?” Chiese Ladybug.

“Amici di un amico!?” Affermò Chat Noir. “Sai penso che abbiamo bisogno di un po’ di fortuna. Rivelatore ce l’ha con me su un argomento di cui solo io dovrei essere a conoscenza.” Disse allora Chat Noir mentre con  il suo bastone creava uno scudo per difendere lui e la coccinella. 

“Ami Marinette?” Chiese allora la sua lady. 

Adrien la guardò, ma che razza di domande. “Cos... posso sapere cosa avete tutti oggi? La conosco appena!” Disse lui 

“Hai detto che sono solo cose tue.” Affermò allora lei. Doveva sapere e capire se Chat Noir amasse la vera se stessa oltre che Ladybug. 

“Penso che dobbiate parlane dopo tra di voi.” Intervenne allora Raiongāru. “Visto che non sembra avere scaglie di coccodrillo posso usare il mio potere su di lui...” 

“No! Aspetta.”disse allora Chat Noir. “Dobbiamo capire cosa ha scatenato tutto, Luka non è facile preda di Papillon.” Disse alle due. 

In realtà una volta lo aveva fatto, e la causa era stata lei, Marinette. Però effettivamente Chat Noir aveva ragione, Luka non era facilmente soggiogabile. “È tempo... LUCKY CHARM!” Disse la ragazza mentre tra le mani le arrivava una bambola gonfiabile di....Chat Noir. 

“Giusto per ammirare la mia bellezza. Lo so, sono perfetto!” Disse Chat Noir limandosi le unghie. 

Marinette fece una smorfia per poi sorridere. Non cambiava mai. Si guardò intorno ed elaborò un piano.

“So cosa fare, tu Chat Noir nasconditi e prepara il tuo colpo. Lady Xīyí con la tua frusta lancerai il finto Chat Noir per aria così Rivelatore avrà la sua preda, quando lancerà la nota contro di lui Chat Noir userà il cataclisma per distruggere... aspettate, dove si trova l’akuma?” Chiese 

“Nella chitarra! Recepito il piano, vado a nascondermi.” Disse Chat Noir affrontando direttamente il suo amico per poi svicolare al suo attacco e nascondersi. 

Ladybug e Lady Xīyì si misero all’opera e Raiongāru le seguì in quella missione.

“RUGGITO!” Lo distrasse Raiongāru.

La luce si espanse in aria e Lady Xīyì afferrò la bambola con la frusta. Rivelatore lanciò una nota verso il gonfiabile di Chat Noir, Adrien uscì allo scoperto gettandosi sulla chitarra e colpendo con il suo cataclisma. 

Nel momento stesso in cui toccò il suolo la chitarra si spezzò rivelando l’akuma e una piuma rossa liberarsi nell’aria.

“Noooo!” Urlò Papillon, c’era mancato poco. Il bersaglio di Rivelatore era stato subito Chat Noir. 

Ladybug lanciò subito verso i due spiriti il suo yo-yo per poterli purificare.

“Ti purifico dal male!” Disse per poi riaprire il suo yo-yo facendo emergere la farfalla bianca e la piuma sempre rossa.

Chat Noir si avvicinò al gruppo preoccupato per l’amico. Adesso restava poco tempo a tutti, l’avvoltoio se ben aveva capito apparteneva alla miracle box di Marinette quindi... “GUITTY! PLAGG UNIFY” Annunciò mentre il gatto nero veniva coperto da una seconda pelle azzurra su alcuni punti del corpo, sulla schiena la pinna di un delfino. In testa una cuffia che gli copriva fin ai bordi della bocca, le orecchie che spuntavano da questa. 

“È un po’ nuova per me questa cosa ma vediamo come lavorarci.” Disse prendendo d’istinto la pinna sulla schiena che divenne un boomerang tra le sue mani. “ASCOLTA IL TUO CUORE!” Disse lanciando il Miraculous che fece un giro intorno la piuma e Luka per poi tornare tra le sue mani. La piuma adesso bianca scese al suolo e finalmente Luka tornò in se. 

Ladybug e Adrien si lanciarono su di lui, i due eroi si guardarono. “Credo che Papillon sia diventato tanto più forte Ladybug. La mia partner al momento non è qui a Parigi, ma troverò un modo per farci aiutare in battaglia.” Disse alla collega, aveva bisogno di Marinette. Tese il pugno alla loro squadra. 

Lord Guāng e Lady Xīyì raggiunsero i due e lo stesso fece Raiongāru che intanto teneva lo sguardo su Luka mentre il team concludeva la battaglia con un “Ben fatto!” 

“Stai bene?” Gli chiese Raiongāru 

“Porto io Luka a casa.” Disse Chat Noir allora, i Miraculous di quasi tutti presero a suonare. 

“Ma Luka...” Intervenne Ladybug.

“Penso io a lui. So dove abita!” Continuò Chat Noir. 

“Noi due dovremmo parlare. Andiamo insieme!” disse allora Ladybug.

“Vorrei... solo Chat Noir.” Intervenne la voce di Luka cercando lo sguardo dell’eroe felino e poi quello di Raiongāru. “Grazie a tutti, non so come sia potuto accadere!” 

Adrien prese Luka e lo sostenne per non farlo crollare. “Ci penso io a te. Rimandiamo tutto alla prossima volta Ladybug, stai per ritrasformarti e sappiamo benissimo che non possiamo conoscere le nostre identità.” Disse prendendo il bastone e sollevando lui e Luka. “Alla prossima ragazzi!”

 

“Maledetti Ladybug e Chat Noir! Siete più forti ma ha ragione Chat Noir, anche io lo sono e vi annienterò! Presto la verità verrà a galla!” Disse Papillon dal suo covo mentre si chiudeva l’enorme finestra. 

 

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Capitolo 22
*** Parte 21º - I piani di Papillon ***


(Prima di iniziare vi riporto Gli abbigliamento di Adrien e Marinette:

Lupetto nero con short nero leggings rosa. Sulla maglia indossa un gilet col suo stile. Indossa il cappottino che ha nello special di Natale. Ed all'occorrenza ha una felpa bianca, come si evince sempre dallo speciale. Ps nella storia la sciarpa rosa gliela regala Adrien, non è quindi una sua opera.

 

 

 

 

 

 

(Questo è il look di adrien invece, completamente Agreste ovvio) 

 

Adrien riportò Luka alla barca di Anarka, una volta lì si trasformò e dopo aver fatto mangiare Plagg riprese le sembianze di Chat Noir.

Intanto Luka si era ricongiunto con Rizza e lo stava coccolando con i resti della pizza mangiata quella sera. 

"Luka..." lo chiamò Chat Noir.

"Scusami Chat Noir, non ricordo cosa sia accaduto durante il combattimento. Ricordo solo di essere riuscito a resistere a Papillon per un po' fino a quando non ha preso il comando." 

"Capisco. Rizza ha detto che sei stato posseduto da una piuma? È vero?" 

"Non saprei dirti, ma Papillon si è presentato con un altro nome!" Rispose soprappensiero "Papillon vautour..." 

"La farfalla avvoltoio... Rizza mi ha parlato del Miraculous dell'avvoltoio. Che potere ha avuto su di te?"  Chiese Adrien. "Ti va di raccontarmi tutto dall'inizio, dalla causa?" 

Luka annuì. "Tutto è iniziato con il mio ritorno a casa, abbiamo mangiato una pizza tutti insieme e mi sono messo poi a studiare." Iniziò il musicista. "Prima di controllare ho deciso però di controllare i messaggi per vedere se ci fossero vostre notizie, non c'era nulla. Allora ho controllato i social, non lo so cosa sia successo. Mentre vedevo la foto di te e Marinette sul profilo di Alix ho provato una sorta di delusione. L'ho subito acquietata però, so che Marinette prova qualcosa per te e che tu la ricambi, tra di noi non ci sono mai state promesse e ormai conosco la tua onestà." 

Adrien restò sorpreso da quella confidenza. Sospirò ed andò a sedersi sul letto di Luka.

"Avrei dovuto parlarti dei miei sentimenti per Marinette. Ma ero convinto che lei amasse te, così mi sono tenuto da parte." Gli rispose il biondo  quel punto. "Papillon si è appeso al tuo piccolo dubbio e sembra esserne riuscito a cavar fuori il peggio." 

"Si, ad un certo punto mi sono sentito tradito da entrambi, vi reputo miei amici e ci tengo a entrambi." 

"Ma Marinette non mi ama. È vero, in questi giorni ci siamo avvicinati molto, ho scoperto che lei è un portatore e..." 

"Un portatore? Le hai dato un Miraculous?" "No, no lo aveva già, abbiamo combattuto con lei senza sapere chi fosse. Hai presente Mu Shi?" Chiese lui

Luka annuì. "La ragazza a cui hai dato il Miraculous della guerra? Ma come? Ha tre Miraculous adesso? Cosa?" Chiese Luka.

"In realtà adesso ne ha due, quello del leone lo ha dato alla tua partner." Gli raccontò Adrien, finalmente poteva parlare con un suo coetaneo di quella situazione. 

"È stata assennata almeno. Comunque avete tanto da fare con due Miraculous, anzi tu tre, da gestire." 

"Non ho potuto rifiutare il Miraculous quando me lo ha dato, sta di fatto che mi ha scoperto senza che me ne accorgessi."

"Non hai potuto rifiutare? Adrien ho letto sul profilo di Alya, oggi hai combattuto anche a Londra. Hai fatto due viaggi da qui a Londra e viceversa."

"Si lo so, ma ora più che mai devo esserle vicino. Luka per quanto sia un ottimo portatore  sento che Marinette non è nel suo elemento quando si tratta di gestire Gracc, forse con Shé Gūniáng è diverso. Ma devo esserle vicino, io devo proteggerla." Disse allora Chat Noir.

"La ami veramente tanto Adrien, ti stai facendo in quattro per lei." Ammise Luka con serenità. "Perché ammettiamolo, un altro peso sulle spalle non ti serviva." 

"Guitti e anche Gurru non erano previsti, ma va  bene così. Proteggeremo insieme l'umanità Luka anche se amiamo la stessa donna." Affermò al compagno. 

"Adesso dovrei anche ritornare prima che Steven si preoccupi." Si alzò dal letto e sciolse la trasformazione dando del formaggio a Plagg. "Sai qual è il lato positivo?"

"Non avere segreti con Marinette?" Gli chiese. 

"In realtà ho il segreto più grande, lei non sa che sono Chat Noir e questo è un gran problema." Gli disse. "Comunque no, sapendo di Marinette posso chiederle di leggere il suo grimorio e saprò dirti del Miraculous dell'avvoltoio. Abbi fede!" 

Luka lo raggiunse. "Tu e Marinette state insieme?" Gli chiese a quel punto.

Adrien scosse la testa. "No, Marinette pensa di amare Chat Noir." Ammise allora. 

Luka lo guardò sbigottito puntandolo. Poi rise. "Si è accorta che sei tu!" 

"Ma no! Tiro fuori tutta la mia spavalderia e strafottenza con Chat Noir, quando sono me stesso devo avere un comportamento ineccepibile." 

"Buon per te. Si sta innamorando dei tuoi difetti, sarete felici Adrien!" Gli disse Luka.

Adrien sbuffò e chinò il capo. "Io non voglio ferire nessuno Luka, a cominciare da voi amici miei, da te che sai tutto di me." 

"Non mi stai ferendo Adrien. Io e te vogliamo la stessa cosa, che Marinette sia felice." Gli disse il ragazzo. 

Adrien annuì chiamando Jaggy. "Ne usciremo fuori, prima sconfiggiamo i cattivi poi vedremo." 

"Fai buon viaggio, tanto ci vediamo domani!" 

"A domani, non vedo l'ora di essere all'inaugurazione degli Shifu... JAGGY TRASFORMAMI." 

"Raiongāru non vede l'ora di mangiare ottima cucina cinese. Quella ragazza mi costa un patrimonio!" Ironizzò Luka.

Jaguar boy rise alla sua affermazione. "Ho notato che vi divertite parecchio, io e Ladybug non ci siamo mai divertiti insieme." 

"Perché?" Gli chiese lui.

"Yin e yung. Lei è troppo seria, io troppo leggero. Lei mi ha sempre ignorato, io l'ho amata!" Rispose facendo spallucce.

"Sareste stata una bella coppia. Domani vi vedrò più come persone che come eroi." 

"Oh si! Domani dovrò tenere a bada i suoi fan. A domani amico e buona notte!" Disse Adrien prendendo la rincorsa e poi partendo per Londra.

 

Subito dopo la battaglia Marinette si Era teletrasportata nel bagno di Eleanor a Notting Hill. Le ragazze stavano giocando a Risiko quando rientrò, ella sorrise a tutte e andò a mettersi vicino ad Alya mentre pensava al nuovo potere di Papillon e a Chat Noir che aveva usato il Kwami del delfino. Vero che era riuscito a rendere immune quella piuma ma come aveva fatto, come faceva Chat Noir ad essere un passo avanti a lei? Tecnicamente doveva saperne di più rispetto a lui, era una guardiana in fondo. 

Dopo un altra ora circa di baldoria tutte loro si addormentarono ormai stanche della giornata e lei ne approfittò per tornare in camera sua e mandare un messaggio a Luka. Non sapeva perché avesse chiesto a Chat Noir di loro due, non sapeva cosa era accaduto ma era preoccupata per lui. 

«Ehi ciao. Qui è stata una giornata stupenda e stancante, i ragazzi della Queen Victoria sono gentilissimi e con alcune ragazze abbiamo fatto un pigiama party. Come va lì? Tutto bene tu e Juleka? E gli altri come stanno? Un abbraccio Marinette!» scrisse ed inviò il messaggio.

Posò il cellulare e guardò Tikki, era stanca. "Tikki perché Rivelatore ha chiesto a Chat Noir di noi?" Chiese la corvina.

"Non saprei Marinette, io..." disse il Kwami interrotta da un ticchettio alla finestra. "Deve essere Adrien." Disse nascondendosi. 

Lei annuì e andò ad aprire la finestra. "Adrien... è tardi! Cosa c'è?" Gli chiese.

"Marinette mi ha chiamato Chat Noir." Disse lui.

Marinette andò in allerta. "E..." 

"Mi ha detto che ha trovato uno dei Miraculous rubati da Papillon. Ti ricordi che chiedemmo loro di aiutarci prima di partire per Londra?" Disse il modello biondo.

Lei annuì sorpresa, certo che ricordava. Oh il suo Chaton stava dandosi da fare in sua assenza. 

"Ecco, ha detto che stasera c'è stato un attacco e dopo aver parlato con l'akumizzato gli è venuto il sospetto che si tratti di uno dei Miraculous della tua miracle box." Raccontò il ragazzo. "Domani ti va se diamo un occhiata al tuo libro?" Chiese speranzoso.

Marinette lo osservò stupita, ma certo quella notte in Tibet Papillon aveva portato via dei Miraculous, i suoi Miraculous. Strinse le mani a pugno. "A patto che anche tu porti il tuo." Gli disse lei. "Credo sia il caso che conosciamo entrambi tutti i Miraculous con i poteri e ciò che potrebbe nuocerci. Cosa ne pensi?" Chiese lei decisa. 

Lui sembrò sbigottito, poi annuì. "Direi che sì... sai è un'ottima idea, non mi sarebbe mai venuta in mente ma hai ragione."

"Facciamo domani pomeriggio?" Chiese la corvina 

"Direi di si, così vediamo con gli orari e le lezioni alternative come organizzarci anche. Dopo possiamo essere liberi per la sera." Disse lui.

Marinette sembrò a disagio. "Non so per la sera Adrien..." iniziò lei.

"Vado a trovare mia zia, dormirò anche da loro. Quindi dovremmo fare tutto in un paio di ore." La informò Adrien. 

"Felix!" Disse lei infastidita. 

"Ehm... sì lui. Lo hai visto anche stamattina." Rispose lui inquieto a quel suo tono. Cosa Felix aveva combinato con i suoi amici oltre a cancellare il messaggio dalla casella di posta. 

"Attento con lui." Disse lei.

"Certo che lo farò. Adesso vai a dormire Marinette che abbiamo avuto una giornata dura!" Gli disse lui. "Hai preso gli integratori vitaminici che ti ho dato in treno vero?" 

Marinette lo guardò stupita. "Dovevo prenderli?" Gli chiese.

"Io li prendo. Solo oggi abbiamo combattuto due volte e fatto un viaggio sul super treno." Le disse dolcemente.

Marinette gli sorrise. "Domattina le prenderò. Buonanotte Adrien.

"Buonanotte Marinette." 

La ragazza annuì e chiudendo la finestra entrò in camera e raggiunse le amiche dabbasso dove si mise a dormire.

In camera Tikki raggiunse gli altri due Kwami e si accomodò sul cuscino per riposare quando la voce di Plagg irruppe nella stanza.

"Questa storia li distruggerà. Adrien ha usato il Miraculous del delfino questa sera!" Disse seccato.

"Io sarei qui micino." Rispose questi con una vocina lieve.

"Ho notato, tre attacchi in una giornata!" Disse Tikki sollevandosi nell'aria.

"Quando parli con la tua portatrice mettiti in quest'angolo. Da qui Adrien non riesce a vedervi." Disse Gurru alla coccinella intanto che veniva raggiunta da Gracc. "Tu invece dovresti essere meno impetuoso." Lo ammonì.

Larss raggiunse il gruppo di Kwami "Sarei dovuto esserci anche io a fermare Acci questa sera." Affermò

"Non possiamo chiedere ai ragazzi di sdoppiarsi." Gli ricordò Tikki.

"Ha il camaleonte, può farlo." Disse Larss.

"Anche Ablublu ha la medusa..." disse Gurru mentre gli veniva inibito il nome del portatore. 

"Sta di fatto che Adrien è crollato poco fa." Disse Gurru. "Dobbiamo invitarlo a cercare altri portatori." 

"Non fai sul serio?" Chiese Larss. 

La colomba annuì. "Mi dispiace ma sì, faccio sul serio. Ha solo quattordici anni e si è anche accorto che Gracc non è l'elemento di Mvluvlu." Rispose.

"Sono solo ragazzi vero, ma la nostra portatrice non vuole rinunciare a nessuno di noi!" Disse Tikki

"Anche Adrien, dice che il Miraculous della pace sia troppo importante per lasciarlo a chiunque. Si fida di Luka ma non vuole dargli altro peso sulle spalle." Disse Plagg.

"Cosa c'entra Luka?" Disse Tikki.

Plagg si mise a curiosare in giro indifferente. "Sono amici lui è Ablublu. Questa stanza è molto rosa." 

"Hai cambiato argomento!" Disse corrucciata Tikki.

"Si, torniamo all'argomento principale, lui deve sapere che lei è Ladybug." Disse Plagg. "Vive con il senso di colpa perché si è innamorato di lei ed ha accettato il Miraculous del delfino solo per amor suo." 

"Sono sempre qui!" Disse Guitti mentre si nascondeva sotto un cuscino mentre Gracc lo rincorreva. 

"Non è il caso Plagg non ancora almeno." Disse Tikki, adesso Marinette finalmente stava vedendo Chat Noir con occhi diversi, se avesse saputo che era Adrien si sarebbe sentita delusa da lui, ne era certa.

"Sarebbe più facile se lo sapesse, potrebbero usare insieme il miracoulus del cavallo senza che ogni volta lui debba prendere il giaguaro. Voi non immaginate con quanti Miraculous si muove." 

Tikki sospirò. "Immagino che sia difficile. Ma per ora lei si arrabbierebbe molto se sapesse di lui!" Riferì la coccinella.

"Anche lui si arrabbierebbe, se come dici tu fino ad oggi Ladybug lo ha respinto scoprire che dietro la maschera c'è Mbroug può essere devastante." Disse Gurru.

"Quindi noi che facciamo?" Chiese Larss.

"Li proteggiamo al meglio." Affermò Guitti. "È questo che si fa con chi amiamo."

"Io sono pronto a difenderla." Disse Gracc.

"Tu sei fin troppo pronto. Datti una calmata, oggi hai sconvolto quella ragazza!" Lo ammonì di nuovo Gurru.

"Tu non mi lasciare andare mai e lei si riprenderà subito. I nostri amici persi hanno trovato dei portatori crudeli ed abbassare la guardia non va bene in guerra." Gracchiò il corvo. 

"Si ma ha ragione Gurru. Lascia fare ad Haoxin e intervieni solo per necessità." Intervenne Tikki.

"Come ha detto Chat Noir, con te lei non è nel suo elemento." Disse Gurru al suo complementare.

"Per quanto sia brava con tutti i Miraculous lei è Ladybug e quello è il suo elemento." Disse Plag a quel orgoglioso.

Gurru annuì. "Ha ragione, sono entrambi bravi e si sono presi degli impegni con noi, nonostante la giovane età. Ma loro sono e saranno sempre Ladybug e Chat Noir"

Guitti annuì dando una gomitata al suo complementare. "È quindi giusto accettare che ci diano ad altri possessori se c'è necessità." 

Larss sbuffò. "Va bene... va bene!" 

"Giochiamo un po' adesso?" Chiese Gracc per smorzare l'attenzione.

I Kwami si guardarono, anche se avevano combattuto avevano ancora l'argento addosso quindi presero a rincorrersi e giocare tra di loro per un altro po'.

 

Era mattina e Gabriel Agreste stava studiando gli ultimi set fotografici che Giuseppe Barone* aveva fatto ad Adrien. Sorrise soddisfatto trovando ciò che cercava, il set fotografico del sabato prima. 

Prima di partire per il Tibet aveva scoperto quanto Marinette Dupain Cheng influisse nella vita dei suoi compagni. Tutti avevano fiducia in lei e nel momento stesso in cui Lila Rossi aveva sferrato il suo attacco verso la fashion design,  aveva compreso il suo valore. Tutta la scuola aveva raggiunto un picco di malumore incredibile, a partire dagli amici al preside e gli insegnanti. Nessuno era sfuggito a parte alcuni di loro che avevano mantenuto nei confronti del ragazza una sorta di fiducia indistruttibile, tra questi c'era stato suo figlio Adrien. La persona per cui alla fine aveva acconsentito a escludere quel suo obbiettivo. Nathalie gli aveva detto di quanto suo figlio Adrien era stato risolutivo con Lila dallo stare lontano da Marinette. 

Mai fino a quel momento suo figlio si era esposto così tanto per una persona, nonostante la sua indole buona e la tendenza a proteggere i più deboli. Avrebbe dovuto capirlo già prima, riconoscerlo quando aveva presentato personalmente la ragazza al concorso per il cappello a bombetta. Ma anche dopo, in altre occasioni; non seguire suo figlio personalmente lo aveva reso cieco su ciò che altrimenti sarebbe stato evidente già prima di allora. Inconsapevolmente il suo unico figlio tanto amato da più di una ragazza e con tante fan, e la sua per ora amica Marinette stavano per diventare un'arma da usare liberamente. Perché non lo aveva notato prima? Perché quelle foto così naturali gli erano sfuggite? Confrontando il set fotografico tra Adrien e Lila e quelle poche foto fatte con Marinette si vedeva ad occhio la differenza. Nel set ufficiale era evidente che suo figlio stesse posando per un servizio, nel secondo invece quelli erano scatti rubati. 

"Nathalie!" 

"Signore." Rispose subito la donna. 

"Ho qui delle fotografie  che potrebbero interessare delle riviste di... gossip. Così si chiamano vero?" 

Nathalie si avvicinò a Gabriel osservando lo schermo del suo computer. C'era in evidenza una foto di Adrien che abbracciava la sua amica Marinette, un altro dove  le carezzava i capelli immergendosi col viso, erano pochi scatti tutti naturali.

"Vuole fare uscire uno scandalo sul nome di suo figlio Gabriel?" Chiese l'assistente. 

L'uomo annuì. "In assenza di Chloe Bourgeois e Lila Rossi, ci servo altre armi per manipolare i sentimenti umani. E qui abbiamo un grosso potenziale." 

"Potresti mettere in pericolo Adrien!" Disse titubante l'assistente.

"Adrien non avrà problemi finché resta al sicuro a Londra. Questo viaggio studio è stato acconsentito proprio per tenerlo al sicuro." Disse Gabriel. "Che notizie hai da Londra?"

"Ieri pomeriggio ha chiamato dicendo che è nella stessa scuola di suo cugino Felix e che presto andrà a trovarli. Abita a Notting Hill con un ragazzo che come lui pratica scherma mentre Marcel invece vive a south Kensington presso la famiglia di un lord." Raccontò Nathalie aprendo l'applicazione di Instagram sul tablet per poi porgerla allo stilista.

"Ieri mattina come può ben vedere ha dormito durante il viaggio, nel pomeriggio sono stati a scuola di sicuro e alla sera ha raccontato che era a giocare con il ragazzo dove vive." 

Gabriel sorrise soddisfatto. Kagami Tsurugi si era dimostrata un'ottima alleata  in preda alla gelosia, questa volta era sicuro che avrebbe raggiunto il picco e che la sua alleata giapponese le avrebbe portato i Miraculous di Ladybug e Chat Noir. 

"Fa presente anche questa foto al giornale cui affiderai lo scoop Nathalie." Disse Gabriel andando al quadro della moglie. Intanto mentre attendeva la sua grossa preda ne avrebbe cercate altre, quella sera era prevista un'inaugurazione importante a cui avrebbe dovuto prendere parte, era sicuro  che prede ne avrebbe trovate. 

"Nooro trasformami." Disse una volta nel suo covo.  "Aprì il suo bastone e con aria soddisfatta chiamò a se un akuma. "Vieni qui mia piccola akuma, questa sera sarai la protagonista principale della festa." 

 

Adrien e Marinette uscirono presto quella mattina con i loro amici di classe ed i loro ospiti. Finalmente il giovane modello ebbe modo di conoscere anche altri ragazzi, come il compagno di Nino, l'italo- britannico Christian Mori, Max come suo cugino era in compagnia di una ragazza, Anastasia Lienderman. Entrambi vivevano nel Chealsea  e si erano dati appuntamento al bar di fronte la Queen Victoria per prendere un tè tutti insieme. Avevano passato tutta la mattinata a conoscersi. Steven, Christian e Howard si presero i ragazzi francesi da parte mentre stessa cosa avevano fatto le ragazze. Erano stati in giro fino a ritrovarsi poi a pranzo in un McDonald così da organizzare il pomeriggio insieme. 

"Oggi potremmo andare Buckingham Palace, così potrete assistere al cambio della guardia." Propose Eleanor. 

Marinette e Adrien si scambiarono uno sguardo, cosa dovevano fare? 

"Io... in realtà io oggi non potrei..." disse Marinette. 

Il gruppo fissò la corvina stupita. "Ma come Marinette?" Chiese Alya. "Da lunedì iniziano le lezioni e non avremo più tanto tempo, spiegaci perché non puoi!" 

"Ecco io... in pratica..." disse la giovane puntellandosi gli indici.

"Usciamo!" Intervenne Adrien rosso in viso. "Ieri ci siamo accordati per passare il pomeriggio con mio cugino Marcel, anche lui è qui." Spiegò ai loro ospiti.

"Ah si, il ragazzo che è andato a stare dai Sutherland. Vi fanno entrare alla manor?" 

Adrien scosse la testa, cos'era una manor? "Marcel ci raggiunge fuori casa di Alice." Buttò lì Adrien.

"Cos'è una manor?" Chiese Marinette.

"Un maniero, una piccola città fatta di una villa principale e poi altri stabili tipo le stalle o le palestre e tanto giardino." Spiegò Christian. 

"È un castello?" Chiese Alix.

"No, più piccolo. Ma Alice è una lady, suo padre lord Sutherland è uno dei ministri del consiglio di sua altezza reale." 

Marinette si sentì sprofondare, ma una scusa migliore Adrien non poteva trovarla. 

"Non so se conosceremo Alice, Marcel mi ha solo detto che ci saremo visti nel pomeriggio senza specificare nulla!" Disse Adrien. 

"Che peccato essere capitato con una ragazza reclusa." Disse Alix. 

"Oh ma lei è molto dolce e disponibile, anche sua madre che ha insistito per farle fare lo scambio culturale lo è. Ma appunto a casa sua ci sono delle regole e bisogna seguire l'etichetta." Intervenne in sua difesa Eleanor. 

"Quando vedrete Marcel invitatelo a passare la giornata con noi se vuole." Chiese allora Caroline succhiano la Coca Cola rumorosamente. 

I due ragazzi allora annuirono. "Mi dispiace che Marcel sia solo, se ce lo aveste detto potevano venire anche noi." Disse Nino.

"Non ho potuto farlo perché ancora non sappiamo come lui si è organizzato." Spiegò Adrien.

"Si, vi conviene aspettare." Disse Anastasia recuperando i resti del suo pranzo per gettare tutto nel pattume. "Come detto alcune persone qui devono seguire un'etichetta ed è meglio dare tempo a questo Marcel di ambientarsi." 

"Va bene. Tanto lo rivediamo lunedì a scuola." Disse Nino.

"Manderò i vostri saluti, anzi Marinette noi dovremo andare altrimenti faremo tardi." Disse Adrien alzandosi. 

La ragazza annuì prendendo il suo vassoio e salutando Alya ed Alix con due baci sulle guance. "Ci sentiamo stasera ragazze, divertitevi a Buckingham Palace." 

Raggiunse Adrien che le prese il vassoio e lo gettò poi si strinse nel giubbotto che indossava sopra la maglia leggera.

Doveva cambiare decisamente abbigliamento. 

 Alya seguì i due amici con lo sguardo fin quando non uscirono dal locale, poi guardò Alix. "Secondo te quando si sono organizzati per passare il pomeriggio da soli?" Le chiese 

"Ieri quando Adrien è saltato in camera sua forse." Rispose per lei Steven.

Il gruppo si voltò verso il rosso con espressione sorpresa. "In camera sua?" Chiese Max con imbarazzo.

"Eh si, hanno le camere comunicanti, le nostre case sono abbastanza vicine che se sei agile con un salto sei dentro." Disse divertita Eleanor. 

"Adrien non sembra un ragazzo che salta nelle stanze delle ragazze. Devo rivedere la mia prima impressione." Intervenne allora Caroline.

Mentre gli amici seguivano la conversazione sbigottiti. Adrien che saltava in camera di Marinette, e i due che uscivano insieme. "Vuoi vedere che è la volta buona." Sussurrò Alix ad Alya. 

La mora annuì, per quanto Marinette aveva precisato che si era messa l'anima in pace con il giovane Agreste tutto dava a pensare alla nascita di una storia, e questa volta non a senso unico, tra i due. "Staremo a vedere, e se sarà così potremo dire che Londra sia stata galeotta" sorrise la mora.

 

Marinette e Adrien giunsero nei pressi di Buckingham Palace dove delle guardie erano ferme immobile all'ingresso. Camminavano l'uno accanto all'altra lei che si stringeva nel suo cappottino, lui accanto che invece camminava tranquillo con il cappotto aperto e il vento che gli andava in faccia. 

"Dove andiamo?" Chiese la corvina.

"Non lo so. Marcel ha detto che sarebbe venuto a prenderci lui." Rispose il giovane. 

Marinette sollevò la testa più tranquilla. "Ci sarà anche lui?" 

Il biondo annuì. "Quando gli ho detto che volevo insegnarti un po' di difesa personale si è proposto per il Kung fu che pratica sin da piccolo. Potrai decidere quindi se vuoi imparare karatè con me o Kung fu con lui." Le disse Adrien prendono qualcosa dal cappotto e mettendola poi al collo dell'amica. "Prendi questa per ora, poi ne compreremo una nuova." Le disse sistemandole una sciarpa intorno al collo.

Marinette la riconobbe, era quella che gli aveva regalato al suo compleanno. La corvina ci si strinse intorno felice che il ragazzo portasse sempre con se quella sciarpa e lo seguì. Parlarono un po' della serata trascorsa e ad un certo punto Adrien gli chiese come andavano le cose tra di loro. 

"Io e Luka siamo solo amici." Rispose lei. 

Lui la guardò tra rammaricato e deluso. "Sai Marinette, se la pensi così dovresti non dargli false speranze e dirgli la verità. È brutto sentirsi dire: è solo un amico!" La riprese lui. 

Quante volte era stato un colpo al cuore sentire Ladybug dirgli quella frase scontata.

Marinette sussultò, certo che lo sapeva, lui l'aveva sempre considerata un'amica solo. "So benissimo cosa si prova. Tu mi hai sempre dato solo dell'amica." Gli disse allora lei. 

Adrien si sentì un attimo offeso. "Aspetta, io non immaginavo che provassi qualcosa per me." Gli disse per giustificarsi. "Qualcosa che adesso tu non provi più, per tua stessa ammissione." 

Marinette si sentì colpita in viso a quell'ammissione. Poteva dirgli che ancora la sconvolgeva? Sarebbe stata scorretta comunque perché adesso c'era Chat Noir. Anche se era vero, lei non gli aveva mai confidato i suoi sentimenti. 

"Questo non significa che faccia piacere..." iniziò, per lui era un'amica e lui non l'aveva mai notata. 

"Fidati conta, sai quante volte alla ragazza che mi piaceva le ho detto di amarla? E quante volte lei mi ha dato due di picche con quella frase?" Le disse lui, immaginava quante volte Ladybug aveva sminuito i suoi sentimenti? No, non poteva saperlo e neanche immaginarlo perché non poteva parlarne con nessuno. "Fa male, peggio perché senti quella persona parlare della sua vita privata e felice e tu vieni accantonato." Le disse allora lui amareggiato. 

Marinette restò basita sul posto, prese Adrien per il braccio e lo costrinse a fermarsi.

"Tu la ami ancora?" Gli chiese, come poteva quando diceva di amare lei. 

Adrien si voltò, lo sguardo triste sulla ragazza annuì. "Certo, lei è stato il mio primo amore è sicuramente sarà il mio più grande rimpianto. Ma sono andato avanti, non merito di raccogliere le briciole e anelare al suo amore. Lei non ne ha per me, come anche tu." Le fece un sorriso amareggiato. "Non so perché ma mi innamoro sempre della persona sbagliata." 

Marinette si sentì stringere il cuore, vero che lo aveva amato. Vero che adesso anche lo stava rifiutando per Chat Noir, cosa doveva fare? Aveva il grande amore della sua vita di fronte a se che gli confidava il suo amore, ma allo stesso tempo si sentiva divisa in due, tra lui e Chat Noir. Così diversi tra di loro ma che la prendevano entrambi.

Avvertì la mano di Adrien sul suo viso. Cosa voleva fare? Baciarla ancora? Questa volta non glielo avrebbe permesso.

"Non piangere Marinette, io sto bene così. Ho accettato il mio destino, voglio solo che tu sia felice e vederti piangere mi fa male." Le disse lui. 

Marinette sussultò ancora toccandosi il viso, stava piangendo. "È tutto così confuso! Oh Adrien vederti soffrire così mi fa male e..." saltò addosso al ragazzo stringendolo in un abbraccio. "Io ti voglio ancora bene, credimi c'è ancora qualcosa per te! Ma c'è di più per..." 

"Chat Noir!" Sussurrò lui ricambiando il suo abbraccio. 

Lei annuì dandogli un bacio sulla guancia. "Sì, lui! Provo dei sentimenti contrastanti verso di lui e spesso sei tu che arrivi e ti intrometti di nuovo. Io non ci capisco più nulla." Ammise allora lei.

Adrien la guardò stupito, cosa avrebbe detto se avesse saputo che lui era Chat Noir, tutti quei suoi timori sarebbero spariti. Poteva dirglielo? Lo aveva detto a Luka e... e la sera prima di era quasi tradito, Papillon lo aveva akumizzato e se fosse stato a Parigi avrebbe potuto prendergli il Miraculous senza fare casini in silenzio, perché lui comunque conosceva la sua identità.

"Riparliamone dopo che Ladybug e Chat Noir avranno catturato Papillon. Va bene?" Gli chiese lui a quel punto. Era un buon compromesso. 

La ragazza lo guardò e annuì. "Saremo amici." Disse lei. 

Lui annuì sereno. "Tu però parla con Luka." Le disse 

"Anche tu dovresti parlare con Kagami, lei ci tiene a te." Disse allora la corvina. 

Adrien spalancò la bocca, già Kagami. Doveva parlare con lei, appena sarebbero rientrati a Parigi. "Di ritorno a Parigi lo farò."

I loro telefonini suonarono in quel momento. "Abbiamo da pensare a Lady Octavia mi sa." Disse Adrien prendendo il suo e facendo una smorfia. Sì era lì a Londra. "Hide park." Confermò prendendo la mano della partner e cercando un posto dove trasformarsi. 

Alya poco distante abbassò il cellulare, aveva fatto un bel po' di foto. 

"Visto? Vi avevo detto che non sono amici. Due amici non si abbracciano così per strada ne si tengono per mano o..." raccontava Steven.

"... saltano nelle stanze delle compagne?" Terminò Nino scocciato. Lui e Alya si guardarono, i due ragazzi erano i loro migliori amici e presto avrebbero dovuto dire loro la verità.

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Capitolo 23
*** Capitolo 22º - Avvicinarsi ***


South Kensington 

Marcel, Marinette e Adrien planarono da hide park a Kensington park dove sciolsero le loro trasformazioni. 

La zona che aveva trovato Marcel per trasformarsi era poco trafficata e così avevano usato lo stesso punto di ritrovo. Il ragazzo indicò poi ai compagni una strada per poter raggiungere la metro che li avrebbe portati a south Kensington.

Durante il tragitto Adrien raccontò al cugino ciò che già gli aveva accennato a telefono. L’attacco della sera prima e il nuovo potere di Papillon. 

Marinette lo informò anche del fatto che i due volessero istruirsi di più sui Miraculous e Marcel non poté che approvare. 

“Purtroppo sono in una zona lontana da Nothing Hill.” Disse rammaricato il ragazzo Franco ispanico. “Potrei anche allontanarmi anche da solo ma non voglio lasciare sola Alice. Ho notato che tende a chiudersi in se stessa.” 

“Perché allora ha aderito allo scambio culturale?” Chiese Marinette.

“Sono stati i suoi genitori a decidere per lei. Suo padre mi ha confidato che si aspettava una ragazza al mio posto, poiché Alice non sa relazionarsi, è sempre sola.” Raccontò 

“I genitori lo hanno fatto per lei. Vogliono che la figlia faccia amicizia.” Asserì allora Adrien.

“Allora oggi farà il primo passo. Vedrai che riusciremo a farla ammorbidire un po’.” Lo rincuorò Marinette con un sorriso.

“Sì come il burro su una fetta di pane caldo!” Si rassicurò Adrien.

Marinette volse lo sguardo dubbioso su di lui. “Sei serio!?” Gli chiese.

“Mai stato più serio. Se serve qualcuno per allietare gli animi ecco...” Adrien, cavolo stava per tradirsi dicendo Chat Noir. “Adrien Agreste.” 

“Non sei divertente.” Disse lei trattenendo una risata.

“Sei tu che non sai divertirti.” Affermò lui allusivo e con una smorfia divertita. 

“Se questo lo chiami divertirsi.” Lo riprese lei.

Marcel sorpreso li ascoltava rilassandosi contro la poltrona del treno. Era come li vedeva nelle sue visioni, quando erano Ladybug e Chat Noir. 

Scosse la testa divertito chiedendosi se i due avessero notato questa cosa. 

Adrien gli aveva raccontato del suo amore per la coccinella e che era stato rifiutato. Come gli aveva confermato che sì gli piaceva Marinette ma che preferiva non avere una storia con lei per via di Luka. Ma sicuramente quei due avevano una forte alchimia che li univa.

“Questa è la nostra fermata.”disse ai due che finalmente erano tornati tranquilli.

Scesero dalla metro e si diressero poi a piedi verso quello che era una zona abitata dove a farla da padrone erano lussuose ville singole. 

“Anche a Notting Hill ci sono tante villette ma sono tutte raggruppate e non recitante.” Disse Marinette.

“Dove vivete precisamente?” Chiese Marcel 

“Viviamo a Talbot Road, io sono in una casa grigio antracite.” Disse il ragazzo.

“La mia è rosa pastello invece.” Disse Marinette contenta. 

“Sembra bellissimo.” Disse Marcel quando furono di fronte ai cancelli di una grande Villa. Il ragazzo bussò al citofono ed attese che aprissero. Quando lo fecero si incamminarono per un giardino privato ben curato. 

Adrien e Marinette osservavano estasiati quel posto, era... “incantevole.” Disse Marinette.

Marcel annuì e indicò due cavalli poco distanti “Sta arrivando Alice.” 

Una ragazzina a cavallo con lunghi capelli biondi raccolti stava infatti giungendo al galoppo di un palamino* bianco, portava un altro palamino, marrone, per le briglie e pareva starsi avvicinando verso di loro. 

 

 

 

Appena li vide si fermò e arrossendo puntò lo sguardo verso Marcel. “Ho pensato che a cavallo sareste potuti arrivare prima al palazzo.” Disse dolcemente.

Marcel le sorrise. “Ottima idea, ragazzi voi cavalcate?” Chiese poi al cugino.

Marinette prese a balbettare, anche Adrien fissava i cavalli sgomento. “Noi... no, non siamo mai andati a cavallo.” 

“Allora facciamo che tu vieni dietro di me. Alice loro sono mio cugino Adrien e la sua amica Marinette. Ragazzi, lei è Alice.” Li presentò.

La bionda osservò entrambi dall’alto del suo cavallo e intanto Marcel aiutò la compagna a salire in sella sul palamino bianco.

Poi salì sul suo cavallo e tese la mano ad Adrien per aiutarlo.

“Io vi conosco!” Sussurrò la ragazza.

I due eroi si guardarono, come faceva a conoscerli. 

“Eh... forse ti sei sbagliata... io non sono famosa.” Disse la corvina.

Alice arrossì ancora di più. “Se ti chiami Marinette sei uscita su teen Vogue, due mesi fa.” Disse la giovane inglese. 

Marinette si sentì arrossire, lei su una rivista come Vogue? Impossibile! 

Finalmente giunsero alla villa, Adrien fu il primo a scendere da cavallo, seguito a ruota da Marcel. Il biondo aiutò la sua amica a scendere mentre elegantemente Alice poggiava piede a terra e porgeva poi le briglie allo stalliere. “Grazie Thomas.” Disse sempre con quella sua vocina fievole lo sguardo basso. “Da questa parte...” 

Adrien le sorrise e le prese la mano regalandola un elegante baciamano. “Meglio fare le cose per bene. Piacere di conoscerti Alice!” Disse con un sorriso sincero. 

Marinette osservò la scena sbigottita, flirtava con lei? Ma come poteva? 

“Marinette? Marinette?” La richiamò più volte il biondo. Lei lo guardò offesa, cosa voleva adesso? “Saluta Alice!” Le disse titubante.

Oh cavolo! Si girò verso la ragazza e fece una sorta di inchino. “Piacere Alice e grazie della tua ospitalità.” Disse sorridendole.

“I ragazzi con cui abitiamo vi invitano a passare una giornata tutti insieme!” Disse poi il ragazzo. 

La giovane rossa come un peperone annuì per poi entrare in casa dall’entrata posteriore. Marinette e i due cugini la seguirono, ella con eleganza e in silenzio li portò in un ampia sala dove ad attenderli c’erano una donna minuta e rotonda che le somigliava molto ed un uomo alto e biondo. Dovevano essere i suoi genitori. La donna guardava prima loro e poi il marito con occhi pieni di gioia. 

“Mamma, papà loro sono il cugino di Marcel, Adrien Agreste, e la sua amica Marinette Dupain Cheng.” Li presentò 

Marinette era basita, era sicura di non aver mai detto il suo cognome ed anche Marcel ed Adrien non lo avevano mai usato. 

La donna li guardò sorpresa. “Vero? Tu sei il giovane modello francese Adrien Agreste. Adesso che Alice ce lo ha detto ti ho riconosciuto. Benvenuto nella nostra umile casa ragazzi, io sono Charlotte.” 

Adrien era conosciuto anche a Londra? Come aveva potuto credere la corvina che egli fosse famoso solo in patria. Ovviamente Gabriel Agreste era uno stilista conosciuto a livello mondiale era normale che i servizi fotografici di suo figlio avevano la stessa tiratura. 

“Ma venite accomodatevi, abbiamo aspettato voi per il té.” Stava dicendo il padre di Alice.

Oh sicuramente si era presentato, ma lei ormai era sopra le nuvole. Si sentì trascinare al divano dalla mano forte di Adrien nella sua, uno sguardo preoccupato negli occhi verdi.

“Scusami, sono rimasta un attimo sorpresa.” Disse al giovane per poi sorridere ai coniugi Sutherland.

“Grazie siete gentilissimi.” Disse loro.

“Ho capito bene? Tu sei Marinette Dupain Cheng? La stessa ragazza che ha disegnato quello splendido cappello a bombetta?” Chiese mr Sutherland. 

Marinette arrossì. Cosa ne sapevano del suo cappello?! 

“Hai disegnato un cappello per lo zio Marinette?” Chiese sorpreso Marcel.

Adrien vedendo il suo imbarazzo prese la parola per lei. “Sì, qualche mese fa mio padre ha indetto un concorso per la ricerca di giovani talenti e il cappello di Marinette è risultato il migliore.” Raccontò Adrien.

“Si lo abbiamo visto sulla rivista di teen Vogue.” Intervenne Charlotte. “Alice diceva che avrebbe portato con piacere un cappello così bello, trova imbarazzanti quelli che le proponiamo di indossare noi.” 

Il suo cappello era apparso su una rivista inglese, su una rivista con titolo Vogue. Intanto una donna in divisa venne loro a portare del te con dei biscotti su un vassoio di argento, le tazze di fina porcellana. “Io sono maldestra, non vorrei rompere tutto.” Disse finalmente. “Alice se ti va posso cucirti un cappello, ho portato dietro con me la mia cucitrice.” Disse felice di poter fare qualcosa per quella ragazza così timida. 

La giovane si sentì arrossire e chinò il capo. “Veramente lo faresti Marinette? Io ne sarei felice, ovviamente verrai pagata ed avrai tanta pubblicità qui a Londra durante i ricevimenti e gli incontri ufficiali e non.” Stava dicendo madame Sutherland.

Pubblicità. “Io direi che anche una bombetta per me sarebbe gradita. Un modello unico e raro anziché commerciale.” Intervenne lord Sutherland. 

Adrien le si avvicinò lentamente. “Già Marinette, qui indossare il cappello è quasi d’obbligo, non ci avevo pensato.” 

Marinette prese la sua tazza di tè ed annuì, ecco perché tutta quella frenesia. “Si direbbe che il mio cappello sia più famoso di te Adrien Agreste.” Lo prese in giro.

“Ed io ne sono felicissimo Marinette.” Disse allora lui prendendo il té che gli porgevano.

La ragazza sorrise a tutti e iniziò a sorseggiare il té, chiacchierarono un po’ , poi chiese ai Sutherland carta e penna e fece qualche bozza dei cappelli, soffermandosi a parlare con Alice per capire cosa ella cercasse in un cappello. Appuntò tutto ciò che ella le diceva e poi dopo essere stata abbastanza soddisfatta posò tutto nella sua borsa. Quando fu ora di andare i Sutherland invitarono i ragazzi a tornare presto e perché no portare anche gli altri. 

Loro ancora ringraziarono dell’ospitalità, Adrien lo fece anche per Marcel e per tutto ciò che facevano per lui, poi ricordò ad Alice che si sarebbero rivisti presto a scuola. 

Dopo il modello accompagnò Marinette alla metropolitana che l’avrebbe riportata a Notting Hill.

“Mio cugino vive qui a south Kensington. Mi dispiace non poterti accompagnare a casa.” Le disse dolcemente. 

Lei scosse la testa. “Ma no stai tranquillo, tanto io in treno mi metto già al lavoro sui capelli. Ho tante idee in mente.” 

“La signora dei cappelli.” La prese in giro. “Domani dovrai farmi vedere cosa hai disegnato, prometti?” 

Lei annuì e gli sorrise alzandosi sulle punte gli diede un bacio sulla guancia. “Ciao Adrien!” 

Lo salutò salendo in treno. Tikki si affacciò dalla sua borsa. “Veramente sei intenzionata a disegnare cappelli questa notte?”

Marinette annuì al suo Kwami. “Si tikki adesso disegno altre idee, poi una volta a Parigi andiamo all’inaugurazione e passo da casa a prendere la macchina per cucire, poi rientro.”

“Marinette sei sicura di quel che dici? Se ti vedono a casa i tuoi si insospettiscono.” Le ricordò Larss.

“Proprio stasera no. Perché loro saranno al ristorante Shifu.” Disse Marinette, aveva già tutto programmato, niente sarebbe andato storto.

 

Shifu restaurant place (le Marais - 2B Place des Vosges, esiste un ristorante vero lì nda)

Erano le diciotto e un quarto precise quando Adrien era arrivato a Parigi. Diretto verso il ristorante Shifu restò in attesa dell’arrivo di Luka intanto che ripensava a quel pomeriggio da Alice e alle ripercussioni sulla carriera di Marinette, perché era convinto che la sua popolarità sarebbe cresciuta con quegli incarichi. 

Luka arrivò e dopo un po’ insieme si diressero verso il ristorante Shifu.

“Sai ho ripensato a quello che mi hai detto ieri sera.” Gli disse Red Scorpio.

“Sì! In riferimento a cosa?” Chiese lui mentre la sua lady e Raiongāru li raggiungevano.

“Te e Marinette.” Disse lui. “Dici che sei te stesso solo nei panni di Chat Noir, se lei si innamora del tuo alter ego significa che ama tutto di te.” Gli spiegò.

“E allora?” Chiese inebetito Adrien.

“Allora accetta il suo amore e rendila felice. In fondo è questo che noi vogliamo per lei, giusto?” Chiese lui salutando le due eroine ormai vicino a loro. 

Adrien lo aveva guardato stupito, si giusto. Era quello che entrambi desideravano di più, la sua felicità. 

Salutò le due eroine e con il gruppo si avviò all’entrata del ristorante dove Weng Shifu era in loro attesa per tagliare il nastro. Il sindaco Bourgeois con le mani dietro la schiena chiacchierava con Tomoe Tsurugi e Gabriel Agreste che aveva sorpreso tutti con la sua presenza. 

“Ci penserò Red, ho questo mese di tempo.” Disse al collega mentre tornò spavaldo e salutò tutti i presenti. 

La serata iniziò col discorso del sindaco e poi questi prese le forbici e si mise tra i quarto eroi, da una parte Ladybug e Chat Noir, dall’altra Red Scorpio e Raiongāru. Tagliò il nastro e ci fu un grande applauso. 

Ladybug gli si mise a fianco e mentre firmava autografi e facevano foto con la famiglia Shifu ed i Cheng Shifu pose la fatidica domanda a Chat Noir. “Ho sentito bene ieri sera, sei innamorato di questa Marinette?” Chiese con un tono indifferente.

“Luka si era sbagliato. Papillon lo aveva confuso facendone una grande seduttrice, no che non provo null per lei Ladybug.” Disse lui strizzandole l’occhio. “Che poi se anche lo fosse, non ci è dato di sapere bulla delle nostre vite private, giusto?” Chiese lui usando i sui stesso tono, le frasi fatte e ormai risapute. 

Ladybug aveva annuito. “Già non ci interessa, ho chiesto solo perché lei è spesso vittima degli akumizzati.” 

“Una foto Ladybug e Chat Noir.” Disse un cliente, intanto che la serata proseguiva. 

I due sorrisero all’uomo e posarono, poi dopo un po’ abbandonarono il ristorante salutando tutti. Fecero per separarsi che una nuova akuma era apparsa. 

“Ok gente, affrontiamo questo nemico e poi torniamo alle nostre vite.” Disse Ladybug.

Chat Noir aveva annuito e con i suoi amici era andato verso il ristorante dove sembrava che avessero akumizzato uno dei nuovi camerieri.

 

Era tornato da Parigi che erano le sette, ora locale, (le 8.00 in Francia). La prima cosa che fece fu bussare alla porta di villa Graham de Vanilly, poi era stato in allerta tutta la sera, poiché come aveva saputo il giorno prima Lila era loro ospite. Per quanto lui cercava sempre di cogliere il bene nelle persone dopo l’ultima che aveva combinato l’italiana ancora provava del rancore verso di lei, rancore misto a diffidenza. Diffidenza che in presenza di suo cugino Felix cresceva a dismisura, data l’ultima esperienza anche con lui. 

Lila sembrava trovarsi padrona in casa Graham de Vanilly tanto si muoveva dilettandosi ad invitarlo a sedere accanto a lei, oppure ad offrigli il té e quant’altro. Più gli stava vicino più lui era stato riluttante a compiacerla. 

Aveva parlato un po’ con sua zia chiedendole delle sue giornate e rispondendo alle domande di ella sul viaggio e su cosa ne pensava di Londra, poi aveva cenato con loro. In tutto ciò lui e Felix si erano scambiati solo pochi convenevoli. Questo fino a quando non lo aveva accompagnato nella sua stanza per andare a dormire. 

“Lila è rimasta molto delusa da una foto pubblicata da una vostra amica. Dovresti essere più affettuoso con lei e non tradirla con Marinette.”

Adrien lo aveva guardato sbigottito sulla porta. “Io e Lila siamo solo amici, come io con Marinette.” Disse allora lui entrando nella stanza.

“Per favore.” Disse lui saccente. “Io vi ho visti insieme. Ho sentito il suo messaggio dove diceva di amarti e che ci sarebbe stata sempre per te.” 

Ad Adrien mancò un battito, il messaggio che Felix aveva cancellato, per questo Marinette era arrabbiata con lui? Era comunque stato più di un mese prima. Sorrise pensando a quel gesto, Marinette gli aveva detto che lo amava. Non ti voglio bene, ma ti amo.

“Siamo solo amici.” Confermò ancora.

Felix entrò nella stanza con lui e avvicinandosi sussurrò qualcosa che solo loro due potevano sentire. “Ho visto le sue foto sul tuo telefono e mi ha rifiutato quando ho provato a baciarla, dicendo che non ero te.” Terminò Felix per poi allontanarsi verso la porta. 

“È carina la tua ‘amica’ intrigante, mi piace.” 

Adrien resto basito, Felix aveva visto le sue foto sul suo cellulare e aveva provato a baciarla. Non aveva foto di Marinette ne era sicuro, aveva solo quelle di... 

“Sta lontano da Marinette.” Avrebbe voluto dire il modello, ma deviò l’argomento. “Marinette non è Ladybug.” Disse invece  al cugino, sul suo telefono fino al viaggio in Tibet c’erano solo foto sue. 

“Davvero vuoi che ti creda? Andiamo Adrien, è più che evidente!” Gli disse Felix che voleva lui si tradisse e glielo confermasse. 

Il ragazzo scosse la testa. “Io e Marinette siamo qui, mi dici come può essere Ladybug che invece è a Parigi a salvare i francesi?” Ipotizzò lui.

Felix sembrava un attimo sconcertato, aveva visto sbagliato? Intanto Adrien sorrise al cugino col cellulare in mano. 

“Questa sera c’era un’inaugurazione, sono stati invitati gli eroi parigini.” Disse chiamando Marinette e attivando il viva voce. 

«Pronto?» Rispose una voce allegra. In sottofondo c’erano parole di elogio e squittii. 

“Marinette scusami se disturbo, puoi ricordarmi il nostro indirizzo. Dovrei farlo avere alla zia.” Disse lui, dall’altro capo la ragazza si ammutolì.

«Talbot Road numero 19, Adrien.» Intervenne la voce di Eleanor. «È l’indirizzo dove dovrai tornare domani, abbiamo un pranzo qui a Notting Hill in programma.» 

“Ci sarò Eleanor tranquilla. Non lascerei mai solo Steven con sei ragazze.” Rispose Adrien. “Adesso vi lascio, buonanotte!”

«Notte!!!» Dissero tre voci in coro. 

Adrien staccò la telefonata e fece spallucce. “Fai un controllo di dove si trova adesso Ladybug Felix, buonanotte.” Così dicendo andò nella sua stanza e si chiuse dentro chiudendo anche a chiave. 

Cosa voleva Felix? Perché quelle insinuazioni? E perché adesso gli aveva messo quel tarlo in testa. Andò nel bagno ed accese la doccia mentre iniziava a pensare alle sue parole. Ladybug e Marinette, aveva provato a baciare Marinette, per questo era così arrabbiata con lui? 

“Ti avevo detto che tuo cugino è un impiccione.” Gli disse Plagg uscendo allo scoperto. 

“Zitto Plagg. Non si parla fino a quando non saremo di nuovo soli.” Disse il giovane togliendosi i vestiti. Prese il pigiama che la zia gli aveva fatto trovare in camera e lo indossò, poi spense l’acqua. “Vado a dormire direttamente. Se c’è un attacco di Lady Octavia chiamatemi.” 

Disse infilandosi nel letto. I pensieri che gli arrovellano la testa. Marinette era Ladybug? Ladybug era Marinette? No, impossibile, non poteva essere lei non poteva essere la stessa persona di cui si era innamorato. Non poteva essersi innamorarono due volte di lei. 

Avvertì la porta aprirsi nonostante lui l’avesse chiusa a chiave, allora rilassò il respiro e restò in ascolto. 

“Dorme, che dolce che è!” Sussurrò sua zia. “Cosa ti preoccupava Felix?” 

“Ero sicuro che la sua ragazza fosse Ladybug!” Disse il cugino. 

“Forse solo una cotta, le ragazzine la hanno per lui. A lui non tocca che averla per le eroine.” Gli disse conciliante Amelie. 

“Lui ama Marinette è sicuro e io me la prenderò.” Annunciò il ragazzo. 

Adrien strinse la mano intorno al cuscino.

“Non puoi rubare la ragazza a tuo cugino Felix.” Disse lei sorridendo.

“Perché non dovrei, dice che sono solo amici, posso!” Disse lui uscendo.

Amelie scosse la testa e lo seguì. “Quella Lila non ti piace?” Disse chiudendosi la porta alle spalle e dando un giro di chiave.

“Come non piace a te, stessa cosa vale per me!” Disse lui.

Poi Adrien non sentì più nulla. “Marinette non merita una persona come Felix, giuro che la terrò lontano da lui... Plagg!” 

“Dimmi Adrien!” Chiese il gatto nero.

“Ladybug e Marinette.” Iniziò, Plagg andò in allerta mentre il suo portatore continuava. “Sono la stessa...” 

“Perché non hai detto a Marinette che sei Chat Noir oggi?” Intervenne Gurru.

Adrien si sollevò su una spalla. “Perché ora come ora metterei in pericolo i Miraculous. Papillon vuole il mio e quello di Ladybug a tutti i costi.” Disse Adrien a Gurru. 

La colomba bianca annuì. “Ottima decisione Adrien, bravo.” Disse il Kwami mettendosi a dormire. 

Adrien lo osservò. Poi guardò Plagg. “Marinette e Ladybug sono la stessa carica di preoccupazione per me Plagg!” Affermò allora il giovane poggiando la testa sul cuscino. 

“Un formaggio raro deve essere ben custodito Adrien.” Rispose il Kwami.

Adrien rise. “Buonanotte Plagg.”

 

La mattina dopo Alya si presentò con Caroline a casa di Eleanor. La signora Preston non sembrava sorpresa dal trovarsi le due a casa a quell’ora del mattino, come se fosse da routine che le amiche si trovassero a qualsiasi ora del giorno. La sua migliore amica aveva un’aria decisamente minacciosa, le mani sui fianchi si dirigeva verso di lei.

“A-Alya?! Cosa succede? Hai ricevuto il mio messaggio vero? Quello dove ho detto che la famiglia Sutherland mi ha commissionato dei cappelli?” Doveva essere quello, forse non lo aveva ricevuto. 

“Sì Marinette l’ho ricevuto. Come ho recepito parecchie notizie in queste ventiquattro ore!” Disse Alya offesa. 

“Cosa è successo? Ti ho raccontato tutto di me, conosci i miei segreti più profondi.” A parte che sono Ladybug e amo Chat Noir. 

La mora prese il telefono e le mostrò la foto che avevano fatto il pomeriggio precedente a Buckingham Palace, Adrien che le metteva la sciarpa, lei che lo abbracciava,  lui che ricambiava, lui che la prendeva per mano e correvano via con uno sguardo di intesa. 

Marinette si sentì arrossire. “Non è come sembra!” Disse la corvina col cuore in gola. 

“Come sembra Marinette?” Chiese Alya.

“Te l’ho detto, siamo solo amici.” Disse Marinette, poi ripensò alla conversazione di Adrien su Luka e decise di prendere tempo. “È vero, ci siamo avvicinati molto. Ma c’è Luka e non posso essere egoista e non pensare a lui anche. Siamo solo amici, sono e sarò amica di entrambi fino a quando non avrò chiaro i miei veri sentimenti.” Disse allora buttando fuori tutto ciò che sentiva dentro. Certo non era Luka la controparte di Adrien, ma la situazione era quella. Pensò sconsolata e abbassando lo sguardo. “Io non so cosa fare Alya, soprattutto perché adesso Adrien si è accorto di me, gli piaccio e me lo dimostra.” E a volte si comporta da scemo, e si prende confidenze non richieste, e la faceva fremere tutta. “È un grosso problema.” 

Alya si avvicinò a lei e la abbracciò. “Marinette, ma perché non mi hai raccontato tutto e subito. Lo sai che io ci sono sempre e se hai dei dubbi puoi confidarti con me.” 

La corvina annuì stringendosi il collo con una mano per fermare l’emozione. “Non volevo darti pensieri Alya, tu ed Adrien vi state riavvicinando dopo il ritorno di lady Wi-Fi e non volevo condizionarvi.” Le disse allora. “Perché noi siamo un gran bel gruppo di amici, proprio come Eleanor, Margaret, Steven e Caroline.” 

Alya annuì e ancora la abbracciò. “Quindi con Adrien stai...” Chiese lei.

“Conoscendolo, mi sto accorgendo che anche lui ha dei difetti e sai... ha anche la bella idea di dirmi che sono sempre seria.” Le disse con una smorfia.

Alya la guardò stupita e poi rise. “Ma sai che ha ragione, alle volte ti fai tanti problemi e pensi troppo. In pratica... discutete e litigate.” Disse divertita.

“Non è divertente Alya!” Disse Marinette offesa prendendo il té e versando del latte dentro.

La sua migliore amica scosse la testa divertita, le piaceva la piega che stava prendendo il suo rapporto con Adrien, era più vero. Finalmente la sua amica stava vedendo il giovane modello come un ragazzo normale e non come una persona da idolatrare e rendere perfetta. 

“Marinette ha fatto tanti schizzi la famiglia Sutherland. Uno è bellissimo e l’ho convinta a farlo a me.” Disse Eleanor cambiando argomento. 

Sua madre portò le uova a tavola e sorrise ad Alya e Caroline. “Marinette è proprio brava, non pensavamo fosse la famosa Marinette Dupain Cheng della bombetta di piume.” 

“Io l’ho detto ad Adrien che sono più famosa di lui.” Scherzò la corvina.

“Oh beh dopo l’articolo uscito su teen vogue siete entrambi famosi. Noi inglesi facciamo dei cappelli una prerogativa dei look.” Spiegò la signora Preston.

“Pensate che nelle uscite ufficiali non criticano mai l’outfit bensì il cappello.” Disse allora Caroline prendendo un po’ di uova. 

Marinette si chiedeva come si riusciva a fare una colazione così piena di calorie. 

“Ne ho disegnati un po’ visto che non so cosa vogliano Alice e i suoi genitori.” Disse la giovane stilista. 

“Sei un pozzo senza fondo quando crei.” Affermò Caroline.

“Disse quella che ha creato l’app più scaricata del momento.” Rimbeccò Alya. 

Le ragazze risero e  iniziarono a fare colazione parlando di quella giornata da passare insieme al resto dei ragazzi. 

Trascorsero infatti tutta la giornata insieme preparandosi al loro primo giorno di scuola che li avrebbe visti confrontarsi a livello scolastico.

 

(Allora piccola precisazione. Non racconterò tutti gli akumizzati e le vittime dei cattivi poiché dovrei scriverci una storia intorno e mi piace dedicarmi sui personaggi principali. Vero è che alcuni di loro come Kagami, Steven,  ed altri principali alla storia saranno raccontati. Ovviamente per adesso Marinette ha anche chi l’aiuta per questo non chiede aiuto ad altri portatori, prendete però di conto che come spoilerato da Astruc Mylene potrebbe aver avuto in qualche occasione il Miraculous del topo. Proprio come Papillon, lady Octavia attacca una volta la giorno, mentre a cadenza di una settimana c’è un attacco in Italia, presto ce ne sarà uno solo a New York, racconterò solo quello per farvi capire il potere dell’ultimo Miraculous rubato. Per il resto spero che la storia  vi stia piacendo. Tanks to all ♥️)
Narusaku_94Grazie per la recensione alla mia fedelissima lettrice, sono contenta che Miraculous mistery ti stia piacendo. La storia tende proprio a far arrivare i protagonisti alla conclusione da soli, senza rivelazioni. Stanno maturando, devono conoscersi veramente e innamorarsi di tutti i loro lato, quelli conosciuti e sconosciuti. Discorso Luka, si é fatto akumizzare sì, ma nel profondo come Kagami ha sempre saputo che per lui con Marinette non c’è mai stata storia. Kagami sa che Adrien nel suo piccolo ama Marinette da tempo e crede di essere innamorata, ma anche qui deve esserci una crescita. Crescita dei personaggi che spero si stia vedendo.
Se vi chiedete perché ho voluto creare questo rapporto Adrien/Luka. Semplicemente perché credo che ci stia molto dopo quello Marinette/Kagami. Questo perché in fondo Miraculous ci sta insegnando che bisogna appunto crescere e confrontarsi con se stessi, ma soprattutto con gli altri per far nascere e saper mantenere delle belle amicizie. Vedi il personaggio di Chloé che appunto anche ha tanto da dare.
Ciao a tutti e grazie ancora

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Capitolo 24
*** Capitolo 23° - First week ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE

Il primo giorno di scuola alla Queen Victoria fu integrativo, i ragazzi fecero la conoscenza dei loro professori e delle materie obbligatorie da seguire. Matematica, inglese e scienze. 

Di comune accordo Marinette e Adrien scelsero per se stessi una sola materia facoltativa oltre la seconda lingua straniera, da seguire così che si tenessero liberi e non si stancassero troppo. Marinette per se scelse arte e design, Adrien invece scelse tecnologia e design. 

Le loro giornate erano quindi organizzate in questo modo, al mattino materie d'obbligo. Tornavano a casa per il pranzo e quando non avevano materie alternative restavano da soli ad allenarsi e studiare i Miraculous di tutti i grimori che avevano. 

La giovane aveva scelto di imparare il karatè da Adrien per non appesantire troppo Marcel che quando non studiava trascorreva del tempo con Alice che aveva in comune con lui la passione per l'ippica. 

Di comune accordo avevano deciso che Haoxin avrebbe dovuto consegnare a qualcuno di fidato il Miraculous del cavalluccio marino, portatore dei bei sogni avrebbe potuto contrastare il potere di Lady Octavia e non rendere succubi degli incubi le sue prede. Adesso c'era solo da decidere chi, era una settimana che erano a Londra e stavano ancora conoscendo i loro compagni. Adrien aveva una sola certezza, consegnare ad un inglese il Miraculous, così da proteggere Londra in loro assenza. Marinette non potè fare altro che approvare la sua decisione, perché in fondo aveva ragione. 

Intanto avevano dato dei Miraculous temporanei di nuovo a Nino e Max, così da non trovarsi in svantaggio quando erano tre contro due. 

Si muovevano così, capivano chi era il loro avversario e se erano in minoranza a seconda dei casi, Black Lady andava a consegnare il Miraculous e portare il nuovo compagno sul campo di battaglia. Adrien intanto teneva a bada i nemici, era un rischio. Ma il suo partner sembrava aver improvvisamene aver acquisito una certa fiducia verso di lei e a Marinette la cosa faceva molto piacere. 

Più si andava avanti e più le sembrava di essere una cosa sola con Haoxin, proprio come con Chat Noir. 

Erano tornati anche altre volte in Francia, Papillon non si fermava e attaccava o con l'avvoltoio o con il coccodrillo, univa ogni giorno al suo potere il potere degli altri Miraculous. 

Quella sera dopo aver per l'ennesima volta affrontato Lady Octavia si erano trovati nella sua camera e il primo argomento trattato da Adrien fu proprio Papillon. 

"Unire così i Miraculous ogni giorno lo indebolirà e quando accadrà noi saremo più forti." Aveva detto il modello, ed era vero. 

Per quanto Papillon fosse molto forte ed aveva possibilità di gestire il suo potere più a lungo non era giovane come loro che  avevano comunque  più energie da poter assimilare sue Miraculous. 

"Dovremo solo scoprire dove si trova e chi è." Disse lei che voleva raggiungere Chat Noir anche come Shé Gūniáng. E quella era l'occasione giusta per dirlo ad Adrien, avrebbe voluto tenerglielo nascosto. Ma era sicura che lui, Chat Noir e Red Scorpio si raccontassero tutto. Raiongāru il giorno prima le aveva detto che spesso Scorpio si allontanava con Chat Noir a chiacchierare prima di lasciare il campo. Quindi Adrien sarebbe venuto a conoscenza della presenza di Shé a Parigi.

"Quanto sei amico di Chat Noir?" Chiese la corvina sedendosi sul letto. 

Adrien studiò uno dei cappelli creati da Marinette tenendo lo sguardo fisso sui particolari. "Ti ho già risposto mi pare." Disse tergiversando la domanda.

"Sì, però ho notato che sai di Papillon e delle sue fusioni." Disse Marinette.

"Chat Noir ha dovuto usare un altro Miraculous per sconfiggere il super cattivo. Lo ha fatto perché..." Adrien ci pensò un attimo, perché lo aveva fatto? Ah si perché Raiongāru aveva già usato il suo potere.

"Perché il potere di Ladybug non ha funzionato." Disse Marinette. 

Adrien la guardò intensamente. "Ecco giusto! Sapendo Chat Noir che io ho una miracle box mi ha raccontato tutto." Spiegò tornado al secondo cappello. 

"Vi raccontate di tutte le battaglie?" Chiese Marinette al compagno. 

Adrien posò il cappello a bombetta sul piano e sospirò, doveva iniziare a usare dei diversivi con lei. "Stai migliorando nella creazione delle bombette." Le disse andando a sedersi accanto a lei. 

Lei annuì. "Effettivamente ne ho fatte un po', ma tanto di più i cappelli per ragazze, ad Alice dovrà piacerne uno almeno." Disse lei, si voltò leggermente verso Adrien. 

"Tornando a noi. Hai saputo che ho dato il Miraculous dell'amore a Chat Noir quindi." 

Adrien si stese meglio sul letto e si portò  Marinette dietro annuendo, quella era una domanda semplice. "Si, lo so." Disse.

"Abbiamo studiato il grimorio e sappiamo che l'avvoltoio viene dalla mia Miracle box, questo vuol dire che è responsabilità dei due complementari di gestire il Miraculous." 

Lui annuì e nel farlo poggiò la mano sul fianco di Marinette. "Sarebbe così, ma sappiamo entrambi che Ladybug e Chat Noir se la stanno cavando alla grande." Disse lui con un sorriso. "O almeno se non lo sapevi adesso te l'ho detto." Terminò prendendo a carezzare lentamente  il fianco della ragazza. 

Marinette si irrigidì al lieve tocco di Adrien, quando spiegò il suo punto di vista fece una smorfia, sappiamo bene che se la cavavano, certo era così ma... ma un fremito la prese quando lui iniziò a carezzarla lentamente. "Si, però..." disse mordendosi il labbro.  

"Però è tutto sotto controllo." Disse Adrien continuando a carezzarla, gli piaceva quella sensazione. "Noi siamo qui e loro sono lì. In più Ladybug e Chat Noir hanno anche un team fisso, appena c'è Papillon ecco che arrivano tutti e sei." Disse il ragazzo chiudendo la questione.

"Io vorrei..." disse lei fissandolo nei suoi splendidi e maledetti occhi verdi, i capelli che gli coprivano la fronte completamente.  

Adrien ricambiò il suo sguardo attendendo che continuasse, al contrario Marinette sospirò aprendo leggermente le labbra. Ebbe un tuffo al cuore. "Il gatto ti ha mangiato la lingua?" Chiese per smorzare la tensione. 

Marinette si sentì tremare a quella frase, sgranò gli occhi e istintivamente portò una mano ai capelli del ragazzo, quei capelli così disordinati sulla fronte le ricordavano...

Lui la bloccò prima che potesse toccarlo.

"Adrien..."

"Se mi tocchi ti bacio di nuovo." Disse lui con voce roca.

Marinette fremette al tono della sua voce, la mano di lui adesso le stringeva il suo polso, ma bruciava lì dove era stata fino a quel momento. Voleva che la baciasse?

"I baci si chiedono e poi se lo consento si danno." Rispose lei con sfida. 

Adrien rise ambiguo, quel sorriso!! "Ho chiesto già abbastanza. Lo faccio e basta!" Rispose a quel punto lasciandole il polso. 

Marinette si ritrasse e indietreggiò. "Prima devo vedere Chat Noir." Rispose continuando a fissarlo.

"Tra tre settimane." Rispose lui alzandosi dal letto. "Ci vediamo domani mattina, l'auto dei Sutherland arriva alle 8.30." Disse dirigendosi alla finestra. 

"Voglio andare a Parigi come Shé Gūniáng!"  Disse veloce.

"Impossibile. Mentre l'anatra ti porta a Parigi gli scontri sarebbero anche finiti." Gli disse lui, sapevano entrambi che tra i Miraculous viaggiatori l'anatra era il più lento, avevano studiato insieme i grimori. Se voleva raggiungerlo avrebbe dovuto scoprirsi, dirgli di Klakky e lei non era così sprovveduta dal rivelarsi.  

"Potrei trovare un altro modo. Potresti prestarmi Jaggi." Disse lei raggiungendolo alla finestra. 

Adrien tornò sui suoi passi. "Non posso, sai che c'è sempre il rischio che io debba correre altrove." Le spiegò lui con un sorriso. 

"E io con te." Rispose lei.

"Appunto, abbiamo appurato che se ti porto in braccio arriviamo subito in Italia. Ma io e te che non serviamo in Francia al momento." Disse risoluto Adrien. 

"Adrien sentimi. Shé Gūniáng deve affrontare Papillon." Le disse lei. 

Adrien scosse la testa prendendole il viso tra le mani. "No Marinette, in Francia ce la fanno da soli. Resta qui ti prego, fin quando ce la fanno tra di loro resta qui!" La supplicò lui.

Marinette scosse la testa. Ma perché insisteva così, perché non voleva che andasse. "Perché..." 

Adrien chiuse gli occhi, non voleva sentirla e non voleva raccontarle bugie, chinò il capo su di lei e le impedì di parlare e fargli richieste o domande, tappandogli la bocca. 

Marinette a quel gesto gli andò incontro portando le mani dietro la sua nuca e intrecciando le dita tra i suoi capelli setosi così da poter essere alla sua altezza. Adrien andò a stringersi ancora di più a lei a quel gesto, la lingua si insinuò tra le sue labbra carnose, trovò quella di lei e iniziò una danza in sincrono. Lasciò scivolare la mano dal viso al collo per poi scendere più giù a posarsi sul seno piccolo. Il suo corpo reagì a quel contatto, le parti basse di esso si facevano sentire vive, quasi avessero un anima. Cosa stava facendo, seduceva Marinette? Non poteva, non fin quando non avesse trovato e catturato Papillon, entrambi avevano troppe responsabilità e troppo da perdere se qualcosa fosse andato storto. E lui stava complicando tutto, si staccò da lei rapidamente come si era congiunto e osservandola andò alla finestra con un balzo. 

"Scusami, non avrei dovuto!" Le disse. 

Marinette lo fissò, si sentiva come se le avesse tolto l'aria allontanandosi così da lei. Lo osservò, i capelli biondi scompigliati, le gambe fasciate nei jeans neri, i nervi tesi in attesa del salto o per via del loro distacco. Non seppe dirlo, seppe solo che di nuovo gli diede l'impressione di avere di fronte a se Chat Noir. 

Tornò a stendersi sul suo letto, aveva lasciato la finestra aperta, faceva freddo. Ma poco le importava, se lui sarebbe tornato non si sarebbe sentito tirato fuori dalla stanza. Adrien! Era andato via lasciandole l'amaro in bocca, un forte desiderio di... di cosa? Non avrebbe voluto che smettesse così il loro bacio, avrebbe voluto continuare a carezzargli i capelli setosi mentre le loro bocche si incontravano così naturalmente. Era stato tutto perfetto fino a quando non le aveva carezzato il seno. 

Arrossì gettandosi sotto le coperte col capo e toccandosi quello stesso seno. Avvertiva come se pulsassero anche loro, quasi come quando le veniva il ciclo, ma questa volta era diverso. Cosa era successo? Cosa le stava facendo Adrien? Quello non era l'amore che lei aveva provato fino ad allora, i baci che aveva immaginato. Quello era di più, tanto di più. L'aveva baciata, di nuovo senza il suo permesso.

"Ho chiesto già abbastanza. Lo faccio e basta!"  Le parole di lui le rimbombavano nella mente, era ammutolita.

"Il gatto ti ha morso la lingua?" 

Sussultò, quello sguardo, quella frase, quel sorriso sornione e quei capelli disordinati che gli circondavano il viso. No, non poteva essere lui. 

Doveva calmarsi, stava giungendo a conclusioni affrettate. Adrien non poteva essere Chat Noir, non sapeva neanche che la Francois DuPont fosse un college. Nonostante spesso, molto spesso ci avesse combattuto prima che affrontassero l'argomento. 

Tremò, vero! Ci avevano combattuto tante volte. Ma lui aveva detto che era una scuola elementare quando sapeva che gli studenti erano degli adolescenti. Si sedette sul letto scossa, lei lo aveva depistato facendogli vedere che Marinette era multimouse... anche lui con quella frase l'aveva depistata. Perché se avessero scoperto l'uno dell'altra avrebbero dovuto rinunciare ai loro Miraculous, non potevano far sapere a nessuno le loro identità. 

"Tikki..." 

"Marinette!?" Disse la Kwami, era preoccupata, leggeva il turbamento dentro di lei e non poteva fare nulla per consolarla. 

"Trasformami."

La frase magica, un un attimo fu Ladybug, prese il suo yo-yo e compose un numero, quel numero.

"Il gatto ti ha mangiato la lingua?" 

Sorrise Marinette staccando la telefonata. Ne fece un'altra ancora. Poi un'altra e ancora e ancora! Stupida che era stata, quella voce.

"Ladybug! Cosa c'è, non ci sono super cattivi a Parigi." Marinette scattò a sedere sul letto. Questa volta le aveva risposto.

"S-sei sicuro?" Chiese lei.

Si sentì uno sbuffo. "Certo che sì. È notte e finalmente possiamo dormire e tu cosa fai? Telefoni invece di dormire." Si lamentò lui.

"Io... io..." disse lei non sapendo che dirgli.

"Il gatto ti ha mangiato la lingua?" Chiese lui. 

Marinette sorrise. "Oh sì!" 

Dall'altro capo del telefono ci fu il silenzio. "Insettina cattiva!" Disse ammiccando lui, poi più serio la rimproverò. "Va a dormire."

Marinette sentì le lacrime arrivargli agli occhi. "Chaton... mi manchi." 

Ancora silenzio a seguire  un sospiro. "Ci siamo visti questa mattina..." 

"No! Mi manchi, ti sei allontanato da me e mi manchi, tanto." Disse lei confidandosi. 

"Quel rapporto non tornerà." Disse allora lui. "Non fin quando non avremo sconfitto Papillon." Terminò 

"Poi..." disse lei. 

"Poi mi metterò con la ragazza dei miei sogni. Una ragazza senza maschera, stupenda e fantastica. La bacerò tutte le volte che vorrò, la carezzerò e l'amerò con tutto ciò che so potrò darle." Si dichiarò lui. "L'amerò per sempre come solo lei merita."

Marinette si sentì stringere forte il cuore. Lui era sempre capace di provare dei sentimenti così intensi, non si smentiva mai. Neanche allora. "Parli di Marinette?" Chiese 

Di nuovo il silenzio. "Non possiamo sapere l'uno dell'altra Ladybug!" Rispose facendole il verso.

"No, non possiamo." Disse lei amareggiata.

Dall'altra parte si sentì un altro sospiro. "La volta scorsa mi sono reso conto che... semmai uno di noi venisse akumizzato e conoscessimo le nostre identità." Iniziò lui.

"Consegneremo i nostri Miraculous a Papillon se venissimo akumizzati." Gli disse lei memore di quando Lila l'aveva fatta espellere. 

"No sarebbe peggio. Se io sapessi tu chi sei Milady ti porterei da Papillon senza rendermene conto. Adesso ho capito perché le nostre identità devono essere tenute segrete anche per noi. Fin quando Papillon sarà interessato ai nostri Miraculous saremo sempre un pericolo." 

Marinette strinse le mani a pugno, era vero anche ciò che stava dicendo. "Dobbiamo sconfiggere Papillon allora." 

"Si Milady!" Disse lui dolcemente. 

"Chaton..." 

"Vai a dormire Ladybug e... buonanotte." Le disse staccando la telefonata. 

Marinette guardò il display, si sentiva più serena. Lei e Chat Noir avevano parlato, si erano confidati e lui le aveva detto le sue intenzioni. Si infilò sotto le coperte e sciolse la trasformazione.

"Tikki mi ama!" Disse lei.

"Su questo non c'erano dubbi Marinette." Disse la Kwami dolcemente. 

La corvina si scoprì il volto dal piumone e respirò l'aria della notte serena. Il suo cellulare vibrava, un attacco akuma? 

Lo prese e lesse il messaggio che era arrivato da parte di Adrien. «chiudi la finestra!»

La giovane fashion designer di alzò e andò a chiudere la finestra. Ma invece che andare a dormire si diresse al suo angolo di lavoro, prese un tessuto felpato bianco e iniziò a creare un modello, le cose dovevano tornare alla normalità.

 

New York ore 5.00 pm circa 

Chloé era in giro per la fifty Avenue come solitamente faceva tutti i pomeriggi. Doveva ammettere che quelle giornate iniziavano a pesarle, era un continuo stare senza fare nulla, non c'era neanche Sabrina e servirla e riverirla. Solo lei, la mamma e la servitù, che ad essere onesti non era efficiente come Jean Paul, o Jean Marc non ricordava. Stava di fatto che le mancava la sua vita e anche la sua classe, di certo non lo avrebbe ammesso con loro. Ma era così, se lei da un lato pubblicava foto dove faceva la turista a New York, loro in risposta mandavano foto del loro viaggio studio a Londra.

Adrien, il suo Adrien stava facendosi nuovi amici dove lei non era contemplata. Adrien con Marinette, Adrien con Steven, Adrien con suo cugino Felix, Lila (ridicola) e la zia Amelie, Adrien con Steven e Nino e un certo Christian, Adrien con le ragazze, tra cui Marinette, e i ragazzi. Adrien, Marcel e Marinette, Marinette sola mentre lavorava a dei cappelli, assurdo e ridicolo, Adrien con Nino e la scuola che frequentavano... quella era la settimana di Adrien che sì, risultava più interessante della sua. 

Sbuffò entrando nei locali di Armani e posando le borse alla commessa si diresse con un'altra ragazza a vedere i nuovi arrivi della collezione estiva. Ridicolo, era ridicolo che anche Marinette fosse piena di cose da fare. Nonostante fosse a Londra continuava a tirar fuori capi di moda, cappelli: ridicolo. Ogni giorno soddisfatta pubblicava foto con dei cappelli o tra le sue mani o indossate dalle sue 'amiche.' Quella secchiona di Alya e quelle altre due, Margaret e Eleanor. Chi diamine erano! 

Sorrideva sempre nelle foto, anche in quella che aveva postato anche Adrien, di gruppo, fuori una pasticceria a Notting Hill. Quella famosa Notting Hill. 

Non ci vedeva più dalla rabbia, quelle foto mostravano che loro... non sentivano la sua mancanza. 

Ecco, quella era la verità, i suoi amici non sentivano la sua mancanza! Passava per Marinette Dupain Cheng, ma Adrien? Si sentiva sempre più sola, avrebbe voluto urlare e dire loro che c'era e che esisteva ancora. Che sarebbe tornata e che si sarebbe ripreso tutto! Ma avvertiva di stare prendendo in giro se stessa. Doveva fare qualcosa, trattenere le lacrime e distrarsi e per lei la distrazione era fare shopping. 

Prese un vestito paillettato di nero e oro e si diresse ai camerini per indossarlo. Quando fu sola Bella uscì allo scoperto.

"Cosa accade al tuo animo mia splendida Chloé." Disse il Kwami andando a carezzarla sul viso. 

Chloé si riscosse, il cigno di fronte a lei era un barlume di speranza per la sua redenzione, Ladybug e i suoi amici avevano di nuovo creduto in lei. Bella sapeva essere molto dolce e comprensiva verso di lei, sembrava capirla.

"Mi manca Parigi Bella." Disse allora con sincerità. 

Il Kwami le si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia. "Basta che dici a tua madre che vuoi ritornare a casa Chloé." 

La bionda guardò verso il Kwami, aveva ragione. Poteva tornare a casa da Sabrina e da suo padre. Annuì e decisa posò il vestito per uscire quando un boato pesante scosse lo stabile. 

"Cosa succede?" Disse la bionda uscendo dal camerino. 

"Uno zombie! C'è un mostro che  mangia le persone, scappiamo tutti." Disse una commessa indicando l'uscita secondaria.

"Uno zombie?! Devo mettermi in salvo!" Disse Chloé. 

Bella uscì allo scoperto. "Dove vai Chloé? Se è un mostro dobbiamo affrontarlo!" Disse a quel punto.

Chloe si fermò sul posto. "Dici che è un super cattivo?" 

"Che lo sia o meno è nostro compito proteggere la città no? Haoxin ti ha assegnato a me perché tu difendessi i più deboli." Le ricordò il cigno. 

Chloé la guardò, da quando aveva il Miraculous del cigno ancora non lo aveva usato e non sapeva cosa aspettarsi da quel nuovo potere. 

"Va bene. BELLA TRASFORMAMI." Disse.

Nello stesso momento in cui formulò la frase ecco che Bella venne assorbita nel ciondolo che da cuore si trasformò leggermente trasformandosi in due colli ci cigno che si univano a cuore, bianchi. Dalla base del collo partirono delle catene che scesero oltre la schiena e si posero sui fianchi. La maschera dorata e nera le coprì gli occhi e i capelli vennero tirati su in uno chignon così da rivelare il collo esile su una tuta bianca. 

"Eccomi, io sono Lovely Swan." Disse uscendo allo scoperto. 

 

 

 

Una volta pronta la ragazza uscì sulla fifty Avenue e si guardò intorno, un uomo muscoloso e dall'aria minacciosa si riservava sulle persone scaraventando auto o cassonetti su di loro, cercando delle prede da inserire nel suo esercito. Le prendeva, le mordeva e le rendeva suoi simili. 

"Ehi tu fermati." Disse la ragazza spaventata, e se si trattava di uno zombie come nei film post apocalittico, o come in the walking dead? 

Chloé studiò le vittime del mostro, alcune erano riverse a terra morte, altre dopo essere state morse diventavano suoi seguaci andandogli dietro. 

"Chi sei, cosa vuoi?" Disse il mostro.

"Io sono Lovely Swan e proteggo New York in nome dell'Unione tra le persone" disse la ragazza afferrando la catena dal fianco, un cuore anche lì sulla presa. 

Intanto il mostro si riservò su di lei, Chloé saltò su un lampione aprendo il cuore e cercando di capire come funzionasse, nulla, il suo potere era quello della catena e poteva usarlo solo una volta. Il cuore gli serviva come comunicatore.

Alche la ragazza chiamò aiuto, le serviva qualcuno che distruggesse quei carnivori. Lasciò quindi partire la chiamata sperando che qualcuno rispondesse. 

 

Adrien non riusciva a dormire, da quando aveva lasciato la camera di Marinette si era fatto già due docce fredde. Una quando era tornato in stanza decisamente eccitato, una seconda dopo aver risposto alla sua telefonata come Chat Noir. Quella ragazza lo avrebbe fatto impazzire e vedere che era ancora sveglia non poteva che fargli piacere, era contento che anche lei non dormisse. 

"Adrien, Adrien..." arrivò Gurru allarmato. 

"Cosa succede?" Disse di malumore. "Chloé si é trasformata, l'ho sentito. Ma non credo farà del male a nessuno Gurru." Riferì poi al Kwami.

Adesso comprendeva cosa comportava essere padrone di tutti i Kwami, ne avvertiva ogni loro azione. 

"Non vuoi controllarla allora?" Chiese la colomba.

"Mi fido di lei!" Disse lui. Chloé non sarebbe caduta due volte nello stesso errore no? Prese il cellulare e controllò l'app Save me! Di Caroline, non c'era nessun attacco di nessun tipo. 

Ma l'applicazione era riuscita ad arrivare in America? E negli states sapevano chi erano Papillon e Lady Octavia. 

Ci pensò su un attimo, poi decise di intervenire sollevando la felpa del pigiama ed espandendo il suo piercing. "GURRU... trasformami!" 

Gurru obbedì ed entrando nel suo Miraculous subito lo trasformò nel portatore della pace. Non fece neanche in tempo ad aprire la finestra che sentì lo scudo tremare. Lo prese e poté notare che si trattava di una chiamata, nello specchio apparve una ragazza bionda con una maschera nera e giallo oro. 

"Oh finalmente, era ora!" Disse la voce di Chloé.

"Vorrei ricordarti che qui sono le 22.30 quasi." Disse Haoxin.

"Realmente? Le colombe vanno a dormire con le galline? Io ho un problema a due poco ridicolo, qui c'è un mostro che mangia uomini e li rende suoi zombie o li uccide." 

"Cosa?" Chiese Haoxin 

"Cosa lo dico io. Ne ho intrappolato il capo col mio potere ma tra quattro minuti ritorno in me! Non so cosa fare?" 

"Sto arrivando, aspettaci!" Disse allora Haoxin togliendo la comunicazione.

Restavano quattro minuti per raggiungere New York e non ce l'avrebbe fatta. "Trasformami!" Ordinò Gurru. 

"Phyllo Trasformami!" Disse decidendo di usare Phyllo il Kwami della divisione, "Adesso dividimi e nasconditi." Ordinò

Prese il cellulare e chiamò Marinette. "Dobbiamo andare in una nuova missione, mi hai fatto capire che conosci Ladybug, chiedile di raggiungerci e di usare il Miraculous del cavallo. La nostra destinazione è New York." 

 

La felpa cui stava lavorando aveva preso forma,  era una comunissima felpa bianca cui aveva aggiunto le maniche nere, era ancora indeciso se fargli o meno un cappuccio ma il grosso era fatto, la maglia che aveva pensato di donare ad Adrien era pronta, gli restavano solo gli ultimi ritocchi e la pulizia. Tre strisce sempre di tessuto felpato colorare erano pronte per essere applicate alla maglia. Doveva usare un ago diverso per applicarle e doveva essere cauta per non rovinare il lavoro fino a quel momento. Ma per il giorno dopo sarebbe stata pronta, almeno se Adrien non l'avesse chiamata. 

Voleva che andassero in missione? Gli aveva chiesto di Ladybug e Klakky, lui sapeva, lui era! 

Una luce verde sparse dalla sua finestra intanto che si apriva e ne usciva fuori Haoxin che si spinse sul tetto di casa sua. 

Incrociò lo sguardo con Chat Noir nel momento stesso in cui arrivò alla finestra, le strizzò l'occhio e fece altrettanto. 

"Tikki, Gracc dobbiamo andare" Disse prendendo i Miraculous del cavallo e del camaleonte. "Kammi trasformami e poi raddoppiami!" Iniziò a trasformarsi. Inutile stare a pensarci troppo, studiando il grimorio lei e Adrien  erano venuti rispettivamente a conoscenza sia di Phyllo che di Kammi e del tipo di potere che dessero. Sapevano fino a che punto potevano portarsi avanti e avevano di comune accordo deciso di non usare quei Miraculous tante volte visto che, testimonianza di  Adrien, quando era stato Haoxin e Xiēzi contemporaneamente si era sentito più debole. Quindi Adrien non sospettava lei fosse Ladybug, al contrario di lei che ne aveva tanti di sospetti su di lui al momento. 

Sperava che tutto fosse infondato altrimenti lui aveva preferito usare quella forma preventiva che avevano deciso di mantenere come riserva estrema, sia per se che per lei. 

Decise di unire quindi Gracc a Kammi, poi Klakky a Tikki con il suo doppione e raggiunse i suoi partner. 

"Siamo qui. Dove dobbiamo andare?" Chiese una volta sul tetto. 

"New York city, fifty Avenue nei pressi della boutique Armani. Ci restano tre minuti prima che Chloé sciolga la trasformazione." Disse Haoxin. 

La ragazza annuì, erano in ritardo. "Teletrasporto!" Ordinò. Si aprì un varco e si gettò dentro seguita a ruota da Chat Noir e Haoxin che aveva preso per mano  Black Lady. 

Si trovarono in una strada americana devastata da qualche mostro. Marinette si guardò intorno. Chloé con la nuova trasformazione teneva legati con una catena d'oro  un gruppo di mostri. Un uomo con le fattezze umane ma i denti aguzzi le stava andando addosso con il cenno di volerla mordere. Subito Chat Noir si riversò su di lui lanciandogli il suo bastone per fermarlo.

"Non avevi detto che avevi fermato tutti?" Chiese Haoxin a Chloé.

La bionda ormai stanca indicò un punto in alto su un grattacielo. "Una donna, sembrava Queen bee, ma si fa chiamare Queen Hornet. Ha lanciato un pungiglione sul nuovo mostro!" Disse la ragazza ormai allo stremo delle forze. 

"È diversa da queen bee, ha al collo una pelliccia bianca ed è tutta dorata. Anche la maschera è tutta nera." Raccontò.

Ladybug la raggiunse aiutandola a tenere la catena. Appena la toccò però si sentì bruciare le mani.

"Lascia stare Ladybug ci penso io a questi. Fate presto però, mi restano due minuti." Disse mentre il suo ciondolo suonava per l'ennesima volta. 

Chat Noir raggiunse la sua compagna e le sorrise. "Credo che sia giunto il momento di usare un po' di fortuna insettina." 

"E di affrontare la guerra visto l'esercito di zombie che si è creata io nuovo mostro." Continuò Haoxin guardando la sua partner.

"Vai prima tu Ladybug." Disse Black Lady 

Lei annuì e lanciò il suo lucky charm dal quale ne uscì una catapulta in miniatura.

"Mi spingerai tra la calca newyorkese milady?" Disse Chat Noir.

"Ci rinuncio con te!" Disse desolata guardandosi intorno. "Ok ci sono... Black lady vieni alla catapulta, lancia il tuo colpo. Tu intanto Chat Noir cataclisma quel tendone, quando avrà coperto Swan Haoxin purificherà l'operato di Queen Hornet." Disse allora mentre saliva sulla catapulta con Black Lady. 

Haoxin la osservò e le sorrise conciliante e lei lanciò le fiamme della guerra che la catapulta fece partire in granata su tutti gli zombie. Chat Noir col cataclisma distrusse il tendone che andò a coprire Chloé con i mostri, infine Haoxin prima che tutti si risvegliassero purificò il campo da guerra con i suoi poteri. 

Queen Hornet si avvicinò al gruppo dal suo grattacielo e digrignò i denti. "Non potrete sempre correre in soccorso dei miei zombie." E così dicendo sparì. 

Il gruppo di eroi si fissò intanto che le persone iniziavano ad uscire da sotto al tendone. 

"Nascondiamoci lì." Disse ai tre Haoxin che corse verso un vicolo poco distante tirandosi dietro la catapulta. 

"CATENA!" L'urlo di Lovely Swan riempì l'aria distruggendo il tendone e liberando tutte le vittime dell'attacco di Queen Hornet. Solo le due persone zombiezzate sembravano non essere state liberate dal male. 

"Plagg sciogli l'unione." Sentì dire Marinette. "Guitty unify!" Ordinò poi uscendo allo scoperto. 

Marinette vide un ragazzo con una costume azzurro che usciva alla luce del sole. 

"Il canto dell'amore liberi i vostri animi!" Urlò lanciando il suo boomerang e liberando i poveri malcapitati. 

"Vai ladybug purifica tutto, dobbiamo rimettere a posto New York." Le consigliò Haoxin. 

La corvina annuì e lanciò in strada la catapulta "Miracoulus Ladybug!" Disse, resettando tutto e facendo tornare New York alla normalità.

Intanto Chat Noir nei panni del ragazzo delfino si diresse verso Swan.

"Oggi è iniziata la tua nuova battaglia Lovely Swan. Soccorri i cittadini poi ci troviamo sul grattacielo dove c'era Queen Hornet e facciamo una riunione." Disse il ragazzo facendo un salto sui vari grattacieli fino ad arrivare sul grattacielo indicato. 

"Andiamo anche noi lì." Disse Haoxin.

Le due ragazze annuirono e senza esitare seguirono il delfino fin sul grattacielo. Una volta lì Ladybug si avvicinò al delfino.

"Come mai tutta questa segretezza?" Chiese a nessuno in particolare.

"Meno sanno più ci anticipiamo sui cattivi. Diciamo che per noi essere a New York non dovrebbe essere facile." Rispose Chat Noir delfino.

Intanto ecco che Chloé li ebbe raggiunti.

"Tutto sistemato, grazie di essere venuti in mio soccorso." Disse la bionda.

"È tutto merito tuo Lovely Swan. Tu stai bene?" Chiese Ladybug.

Lei annuì sorridendo, faceva di nuovo parte del team. "Benissimo Ladybug, grazie." 

"Ogni volta che ci sarà uno di questi attacchi tu chiamaci. Io Rén hǎitún sono il custode con Mû Shí del Miracoulus del calabrone, quindi ogni volta che hai bisogno noi correremo da te." Spiegò il delfino.

Ladybug sgranò gli occhi, certo, il calabrone. Hornet in inglese ecco cosa significava. 

"Ti saremo sempre vicini Lovely Swan, contiamo su di te per proteggere New York." Disse la corvina alla ragazza che sorrise gratificata. 

"Contate su di me. Tutti voi e grazie di essere venuti." Disse la bionda al gruppo.

"Ecco, e visto che da voi a Parigi sono le 23.30!passate Ladybug credo che puoi riportarci tutti a casa nostra a dormire. Cosa ne pensi?" Affermò Haoxin.

Marinette sorrise al collega. "Sì, è ora. Ciao Lovely Swan, alla prossima." E così dicendo si unì di nuovo con Klakky e aprì il teletrasporto questa volta verso la stanza di Adrien a Londra. 

"Cosa mi sfugge che non so?" Chiese Ladybug una volta atterrati.

"Sai cosa potrebbe succedere se scoprissero che Ladybug e noi altri possiamo trasportarci così velocemente?" Chiese la colomba bianca.

"Che possiamo essere ovunque e che i loro attacchi non funzionano." Disse lei. 

Black Lady annuì. 

"Può voler dire anche altro." Intervenne Haoxin dedicandosi alla sua partner. "Hai mandato un video dove mi hai detto che mi ami?" Le chiese.

Marinette arrossì. Sembravano passati secoli da allora e lui sapeva non lo avesse ricevuto il video. "Hai detto che Felix ha cancellato il video." 

"Lo stesso Felix che ha provato a baciare una di voi due." Disse allora il delfino. 

Marinette si voltò verso lui nei panni di Ladybug. "Ci ha provato con me, ma subito avevo capito fosse un impostore e gli ho dato un pugno." Disse allora battagliera.

"Lui da qui ne ha dedotto che voi due siete la stessa persona." Disse allora Haoxin. "Ma l'ho depistato dicendogli, quando ha fatto quelle accuse, che mentre tu Black Lady eri a Londra specificando a lui stesso il tuo indirizzo. Ladybug era a Parigi per l'inaugurazione di un ristorante." 

Marinette rimase basita. Felix era arrivata a lei, come aveva fatto? 

"Adesso, visto che il caro Felix ha come coinquilina e partner in work scolastica Lila Rossi, io ci andrei molto piano nel mettere a conoscenza il mondo intero di ciò che siamo capaci di fare." Disse Chat Noir.

"Allora come faremo?" Chiese Marinette. "Dobbiamo aiutare Chloé!" 

"Lo farò io con la mia partner." Disse il ragazzo delfino voltandosi verso Black Lady. "Un uccellino mi ha detto che non vedevi l'ora di tornare in campo." 

Marinette annuì. "Come ci muoviamo?" Chiese.

"Appena Chloe ci chiama tu verrai da me con Klakky, dobbiamo solo stabilire un punto di incontro." Disse il delfino. 

"Io gli presto il Miraculous del giaguaro, così che possa subito raggiungerti." Disse Haoxin.

"Intanto avvertiamo Chloé che prima di usare il suo potere, ovvero appena scende in battaglia, deve chiamarci. Così recuperiamo tempo." Terminò Marinette. 

Il gruppo annuì. "Direi perfetto." Disse Chat delfino mettendo una mano sulla spalla di Ladybug, quasi ad ella parve che fosse di gelatina. "Avverti tu Chloé, sono sicuro che le farà piacere sentire queste cose da te. Adesso io vado, buonanotte a tutti." E così dicendo sparì dalla finestra verso il tetto. 

Marinette seguì tutto il suo percorso fino a che non lo vide più, poi si voltò verso il resto del team. "Vado via anche io. Chiamerò appena rientrata in Francia Chloé." Disse ai due. Aprì una nuova dimensione e si trasportò nella cantina di casa Preston. "Kammi ri trasformami e resta con Black Lady." Disse mentre un fascio di luce bianco e rosa si espandeva nell'aria facendo fluttuare i due Kwami. 

"Torniamo in camera a nutrirci Kammi. Non sappiamo quando Marinette rientrerà." Disse Tikki.

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Capitolo 25
*** Parte 24ª - L’articolo pt 1 ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE

(Capitolo con una piccola Lemon)

Appena in tempo Chat Noir Dolphin si era allontanato da Notting Hill ricomponendo del tutto le sue cellule. Adrien si riservò stanco sul letto non appena anche Ladybug se ne andò e prese a respirare regolarmente mentre il suo tempo da trasformato scadeva e lo riportava alle sue sembianze. Steso sul letto osservava il soffitto di casa Wood, adesso era realmente stanco. Aveva usato tre poteri complementari contemporaneamente, poco importava che il suo corpo era stato diviso in due, era anzi peggio di quanto ci si aspettava. Era destabilizzato e stanco, intanto Marinette andò a stendersi al suo fianco mettendosi su un lato per poterlo guardare. 

"Perché Felix ha pensato che io e Ladybug fossimo la stessa persona?" Chiese al compagno.

Adrien volse la testa, era stanco anche per darle una risposta. Ma non poteva rivelarle che era stanco perché aveva usato la divisione, le avrebbe solo confermato ciò che lei sospettava già, che lui era Chat Noir e non poteva permetterlo. 

"Felix ha tenuto in mano il mio cellulare per un po' mentre facevo la doccia. Dopo o prima aver cancellato il video temo abbia visto la mia galleria fotografica, dove c'era solo ed esclusivamente Ladybug." Disse chiudendo gli occhi e sospirando. "La ragazza che ti ho detto amavo è... era lei." Disse correggendosi in ultimo. "Lui deve averne dedotto che eravate la stessa persona quando hai detto apertamente che mi amavi." 

Lei fece una smorfia, quel falso di Felix aveva provato a baciarla. "Hai una galleria di foto di Ladybug!" Affermò lei dolcemente. 

Lui si voltò e si mise comodo di fianco guardandola. "Avevo!" Disse con un sorriso. "Ho lasciato solo le più belle, quelle con Chat Noir. Marinette..." disse sollevandosi su una spalla. "Quando ti dico che alla fine loro sono una maschera: sono sincero. Sono i nostri eroi e i nostri idoli ed è importante amarli. Ma non fino al punto di annullarci per loro." 

Marinette lo osservò, gli occhi che brillavano di stupore. "Di nuovo con la storia della maschera."

"Certo, noi tendiamo a renderli perfetti, ma non lo sono. Guarda Chat Noir, sembra così figo." 

"Beh crede in se stesso!" Disse allora Marinette.

"Credimi io sono più figo di lui." Disse lui strafottente. 

"Ma.. Adrien!" Lo riprese la corvina.

"Ho fascino, eleganza e tante fans, per non parlare delle mie corteggiatrici." Continuava lui  ormai senza freni.

"Smettila Adrien!" Continuava Marinette.

"Chat Noir se le sogna le ragazze che litigano per lui!" Terminò 

"Basta Adrien, smettila di sminuirlo tanto..." disse Marinette ridendo e dandogli un pugno sulla spalla.

"Hai ragione, poi c'è la sua amica. Il mio grande amore, Ladybug! Anche lei, mica è perfetta!" 

"Ehi ehi!" Disse Marinette dandogli dei pizzicotti.

"No no! Anche lei, è Miss perfettina so tutto io, sempre." La scimmiottò lui.

"Adrien stai esagerando." 

"Vedi te, stai ridendo. Ma non lei, Ladybug è sempre seria non ride mai. Mai una volta che si rilassasse!" 

"Smettila Adrien." Disse lei punta in viso.

"Hai ragione qualche volta lo fa!" 

"Ecco..."

"Quando vede me, mi guarda e mi sorride. Non andiamo oltre le risate non esistono! Però mi vede e si illumina e puff... ancora vinco su Chat Noir che non se lo fila proprio." Disse lui divertito con un sorriso sulle labbra. "Adrien 100+1 - Chat Noir 1!" 

Marinette rise. "Ma smettila non è vero! Chat Noir ha me, la fan più importante come è importante che sia solo una." 

Lui scosse la testa e tornò a stendersi. "Che sei anche mia fan. Quell'unico voto che ha è instabile, sono il vincitore." 

Marinette non riusciva a frenarsi dal ridere. "No, basta... basta, cosa ha fatto di male quel gattino." Disse riprendendo a pizzicarlo.

"Gattaccio altro che gattino." Rise lui afferrandole le mani. 

"È un gatto signore, mi lascia parlare!" Disse lei divertita.

"Anche io ti lascio parlare, stiamo parlando!" Disse lui nello stesso tono. 

"No sei un chiacchierone e parli a vanvera proprio come lui!" Rise lei. 

Adrien la guardò serio poi le sorrise. "E io ti ringrazio di essere paziente e starmi ad ascoltare Marinette." Disse abbracciandola. "Da quando ci siamo confrontati nel laboratorio di chimica, non ho più avuto paura di nascondermi dietro una maschera di perbenismo. Con te posso essere me stesso e io te ne ringrazio, perché ormai lo hai capito che non sono solo il bravo ragazzo di famiglia. Vero Marinette?"

Marinette si strinse a lui dolcemente, Adrien aveva un mondo dentro se e ultimamente glielo stava mostrando senza remore e lei gliene era grata. "Si Adrien l'ho capito e sei così umano e dolce anche così." Ammise la corvina. 

Lui sorrise soffiandole sul collo nel farlo e si rilassò tra le sue braccia. "Grazie Marinette." 

"Grazie a te di esistere Adrien!" Disse lei stretta a lui. Ma non ottenne risposta, voltò leggermente il capo e lo vide addormentato, era crollato.

"È spossato, la battaglia a New York gli ha portato via parecchie energie." Disse Gurru in un sussurro. 

"Usare Phyllo lo stanca così tanto?" Chiese Marinette. 

"Lui dice che le sue cellule si staccano per creare dei cloni e che deve essere sempre attento perché è alla fine lui il perno a muovere gli altri cloni e farli parlare." Le disse il Kwami mentre lo copriva con una coperta.

"Per questo quando c'è lui Chat Noir è così poco loquace." Affermò allora lei dandogli un bacio sulla guancia. Gurru non rispose ma anche lei non disse nulla, scostò una ciocca di capelli dal suo viso e chiuse anch'ella gli occhi. 

"Bon nuit mon chaton!" Sussurrò. 

 

Ore 7:00 - Parigi

"Abbiamo le foto del servizio fotografico in prima pagina." Disse Nathalie entrando nell'ufficio del suo datore di lavoro. 

Gabriel annuì soddisfatto. "Leggimi l'articolo per favore." 

L'assistente annuì e preso il giornale iniziò a leggere.

"Didascalia: Un giovane amore in casa Agreste. Il giovane modello Adrien Agreste innamorato.

L'articolo: sembra che il figlio del fashion designer Gabriel Agreste abbia trovato una ragazza e che tra i due stia sbocciando un tenero sentimento. Durante una passeggiata al parco Place des Voges un nostro fotografo si è imbattuto casualmente nel set fotografico di Adrien Agreste dove erano presenti anche i suoi amici. Tra questi vi era anche un'amica a quanto pare 'speciale' del giovane Agreste. Come potete vedere dalla prima foto, nonché immagine di copertina, i due giovani si abbracciano in modo molto intimo. 

 

 

 

(Copyright sul disegno) 

I due che sono partiti per un viaggio studio in Inghilterra, hanno confermato su Instagram che sono solo amici. La foto parecchio romantica del loro sonnellino in treno, ha fatto il giro del mondo. Come anche i cuori infranti delle fans di lui. I due hanno continuato a ritenersi solo amici. Ma ecco che una settimana dopo dall'Inghilterra con il romantico sfondo di Buckingham Palace arriva un'altra foto sconvolgente che manda le loro parole al vento.

Vediamo Adrien e la sua giovane compagna passeggiare insieme a Buckingham palace, lui che con premura le mette la sciarpa e poi i due che si scambiano effusioni incuranti degli sguardi altrui. Dopo un bacio i due ragazzi si stringono la mano e corrono via sparendo da occhi indiscreti.

Non ci sono dubbi, il giovane Adrien Agreste è follemente innamorato della sua amica. Ma cosa sappiamo di lei?

La compagna è Marinette Dupain Cheng, coetanea e compagna di classe. Vincitrice del contest indetto da Gabriel Agreste una bombetta per un uno stilista emergente, figlia del miglior pasticciere di Parigi Thomas  Dupain e Sabine Cheng. La giovane è molto amata tra i compagni e tra i suoi lavori artistici possiamo trovare il logo della panetteria dei genitori, la copertina dell'ultimo disco di Jagged Stone e i poster dell'ultimo concerto di quest'ultimo. Che dire tutti noi terremo gli occhi puntati su questa giovane coppia veramente molto carina."

"Interessante Nathalie, hai mandato tu il fotografo a Londra?" Chiese Gabriel.

"Ho solo consigliato al giornale di seguire il ragazzo attraverso i social poiché erano a Londra. Credo sia stato lui a chiamare qualcuno del posto." Gli disse la donna.

Gabriel annuì composto e si avvicinò all'assistente per poi prenderle il giornale da mano.

"Perfetto, appena questo articolo arriverà a Kagami Tsurugi e alle fans di Adrien avremo molto lavoro da fare Nathalie. Dovresti andare a riposare." Le disse dirigendosi al quadro della moglie. Pigiò i pulsanti e in un attimo sparì verso il piano sottoterra, strada facendo fissava la copertina del giornale, Adrien. 

Adrien stava crescendo, era cresciuto! Si fermò davanti la camera iperbarica ad osservare il volto sereno di sua moglie. 

"Emilie! Amore mio, manca poco ormai. Lo so, ti sto facendo attendere, purtroppo Ladybug e Chat Noir si sono rivelati più duri di ciò che pensavo. Quei due ragazzini mi danno problemi seri ed ogni volta hanno alleati sempre più forti. Ma anche io sono più forte adesso e con due nuovi Miraculous sarò sicuramente in grado di recuperare i Miraculous di Ladybug e Chat Noir, così da riparare agli errori che abbiamo commesso. Anche Adrien ci sta aiutando in questa impresa, è diventato l'idolo delle ragazzine, dovresti vederlo come gli viene naturale posare per i capi che ho disegnato appositamente per lui. Adesso non è più il figlio di Gabriel Agreste, ma Adrien Agreste, modello famoso, doppiatore ed anche attore all'occorrenza. Per quanto fossi contrario che andasse a scuola devo ammettere che in questo ultimo anno è cresciuto tanto Emilie. Sta diventando un uomo e come tale inizia ad avere dei flirt, la ragazza che gli piace è una persona molto... molto amata a quanto pare. L'ho conosciuta, ha un grande estro ed è stata vincitrice del concorso che ho indetto circa cinque mesi fa. Prevedo un grande futuro per lei e... vedendo Adrien con lei mi sembra di rivedere noi due Emilie, il nostro è un amore che ha dovuto superare la disapprovazione della tua famiglia e le congetture della gente. Dopo tutti questi anni noi due ci amiamo ancora Emilie, ed io ti giuro che farò di tutto per riaverti presto accanto a me. Saremo di nuovo una famiglia felice Emilie." 

Disse l'uomo posando la rivista ai piedi della moglie.

Doveva farcela, doveva recuperare i Miraculous di Ladybug e Chat Noir al più presto, quell'attesa stava diventando snervante. 

Poi ecco che l'avvertì, la prima reazione negativa della giornata. 

Corse nel suo covo e nel farlo si trasformò. Eccolo, lo sapeva, Adrien stava collaborando al suo piano. Una giovane fan disperata perché Adrien si era innamorato, che speranze aveva adesso lei con il giovane Agreste?

"Nessuna!" Disse Gabriel. "Fanatica, io sono Papillon, il tuo amato Adrien ti ha deluso..."

 

Londra - ore 6.00 (vi ricordo che Parigi è avanti di un'ora) 

Marinette si svegliò lentamente dal sonno, a svegliarla non furono cinguettii di uccelli. A Londra era difficile trovare qualcosa del genere in quel periodo dell'anno. A svegliarla era stata un leggero brivido, aveva dormito con una sola coperta e la finestra era leggermente aperta. Si mosse lentamente e nel farlo percepì la presenza di Adrien dietro di se, sorrise stringendosi a lui e lasciandosi riscaldare dal torpore del suo corpo ancora dormiente. Era così confortevole e... duro? Si Marinette avvertì qualcosa di duro che le sfiorava le natiche e non sapeva cosa fosse, si sentì arrossire, che Adrien le stesse toccando il sedere?  

Percepiva però le sue braccia calde intorno le spalle, sì si era stretta nel suo abbraccio, aveva le mani poggiate sulle sue che erano intrecciate sul suo ventre. Cos'era allora? Fece per muoversi ancora ma si sentì bloccare.

"Fermati... non muoverti ti prego!" Sussurrò Adrien con voce ancora carica di sonno. 

"Adrien..." disse lei con un groppo in gola. "C'è qualcosa di duro che..." si interruppe non voleva preoccuparlo e perché l'aveva fermata? Fece per muoversi ancora ma lui fece scendere le mani sui suoi fianchi e la bloccò allontanandola dal suo corpo caldo. Perché? 

"Scusami Marinette... non volevo, adesso passa!" Rispose il ragazzo. 

Lei si voltò verso di lui, cosa era successo? In cosa aveva sbagliato e perché si era allontanato? 

"Adrien cosa?..." disse avvicinandosi e carezzandogli il viso. 

"Ti prego Marinette no..." Chiese lui quasi disperato. 

"Cosa succede?" Chiese allora lei. 

Lui deglutì. "Sono io... mi sveglio sempre così Marinette." Disse allora lui. 

"Cioè, tu hai una cosa du... oh... Oh Dio mio!" Disse lei comprendendo cosa era stato e ancora era all'altezza delle natiche. Si sentì arrossire e allora nascose il viso nel collo del ragazzo per non farsi scorgere. 

"No Marinette, così peggiori le cose?" Disse lui. "La tua vicinanza in questo momento non è molto positiva." Le spiegò imbarazzato.

"Come passa, posso aiutarti?" Chiese lei. 

"Non appiccicarti a me come adesso o strusciarti come prima sarebbe un passo avanti." Ammise a quel punto. 

Marinette ancora arrossì, restò ferma nella sua spalla e attese che quella situazione passasse. Sentiva nel frattempo il respiro di Adrien farsi più lungo.

"Marinette!" La chiamò lui. 

"Sì?" 

"Voltati per favore e non girarti e guardare." Disse lui a quel punto. 

Lei annuì strusciando la testa sulla sua spalla, lo sentì sospirare. Ok, doveva metabolizzare il non stringersi e strusciarsi, ma non lo faceva volontariamente. Si voltò e gli diede di nuovo le spalle, lui la prese di nuovo per i fianchi e la spinse ancora più distante da sé per poi ritrarsi. Perché l'allontanava? Sollevò lo sguardo sul suo viso. 

"Perché non posso guardare?" Gli chiese mentre lui forse si allontanava ancora da lei, lo sentiva muoversi. 

"Testarda è il tuo secondo nome eh?" Le disse lui coprendo entrambi con la coperta. 

Marinette tenne lo sguardo nel suo. Sì era testarda, ma in quel caso voleva solo comprendere perché prendeva le distanze da lei. Dopo la sera precedente pensava che si fossero avvicinati ancora di più. "È bello svegliarsi abbracciati, non ti capisco, non ti piace che io lo faccia?" 

Adrien si avvicinò di poco a lei e con il braccio destro le cinse le spalle e appoggiò la sua testa al suo collo tenendola stretta. "Così? Vuoi stare così?" Le chiese con voce roca. 

Lei annuì, non era come prima, adesso le sue natiche non appoggiavano più sul suo corpo e non avvertiva tutto il suo calore. Ma andava bene lo stesso. "Meglio direi." Disse sorridendogli e tenendo il suo sguardo. 

Lui assentì mordendosi la bocca e chiudendo gli occhi. "Bene, adesso però sta ferma." Le ordinò lui. 

Lei si indispettì, quando faceva così non lo sopportava. "Adri...." 

Adrien scosse la testa e prima che potesse continuare le tappò la bocca con la sua. Lei finalmente si ammutolì e lui potette riprendere a masturbarsi senza spaventarla. Le loro bocche si lasciavano e si prendevano, i gemiti lievi di Adrien riempivano l'aria tra un bacio e l'altro. La mano destra di lui si spostò sul collo e le dita presero a carezzarla dolcemente. Gli arti si muovevano in sincrono mentre Marinette gli chiedeva rispondeva a tutti i suoi baci, fino a carezzargli le labbra con la lingua. Quella ragazza lo avrebbe ucciso ne era certo. 

D'improvviso si voltò e gli cinse il collo riprendendo a baciarlo, lasciando che le loro lingue si trovassero del tutto e lui rispose a quel bacio così insistente ed esigente. Intanto la sua mano continuava a segare la sua asta mentre la ragazza era incurante di tutto, almeno fino a quando non intrecciò le sue gambe a quelle di lui. 

"Marinette..." sussurrò lui.

Lei si fermò subito appena ebbe notato dove si trovava la mano di lui. 

"Devi allontanarti Marinette!" Le ordinò lui con voce roca. "Ti prego." 

Marinette si addolcì a quella richiesta, sembrava stesse realmente male e non voleva essere la causa di ciò. "Baciami Adrien, baciami e continua." 

Lui scosse la testa, la strinse a se e riprese a baciarla, a darle ciò che voleva mentre la sua mano continuava a darsi piacere raggiunta poi da una più piccola, esile e delicata. 

Gli morì il nome della ragazza in gola mentre un singulto di piacere lo pervadeva. La mano di Marinette si posò accanto alla sua e seguì il suo stesso movimento, prima lentamente poi sempre più veloce. 

Quella ragazza lo avrebbe ucciso! Allontanò la sua mano e andò a portarla intorno ai suoi fianchi abbracciandola come piaceva a lei, poi prese a carezzarle la schiena mentre la bocca scendeva sul suo collo esile e delicato, lo baciava e lo succhiava bramoso di possederla. I suoi gemiti adesso si confondevano con quelli di Marinette, la cui pelle era calda e fremente, arrivò all'altezza dei seni e con i denti glieli morse attraverso la stoffa del pigiama. Avvertì un urlo di piacere da parte di lei che lo invitava a continuare, sentiva lontano invocare il suo nome e allora continuò. La fece stendere sulla schiena lasciando scivolare il viso tra i seni, una mano sotto al pigiama alla ricerca di essi, quando arrivò ne prese uno a coppa e iniziò a stuzzicarlo. Diamine, era così bello toccarla e avvertire le sue rotondità, il calore della sua pelle, il capezzolo duro tra le sue dita. Era un Bip bip bip continuò.

Sollevò la testa d'improvviso. Plagg lo scrutava sornione col cellulare in mano. "Sparisci." Urlò prendendo il telefono. 

Marinette si sentì un attimo smarrita, perché Adrien aveva smesso e si era allontanato. Poi sentì quell'ordine, un bip acuto, riaprì gli occhi e cercò con lo sguardo Adrien che prendeva il cellulare e lo controllava.

«Un nuovo super cattivo è apparso a Place des Vosges. Sembra che Papillon non abbia freni, ad essere colpita è una ragazza che sta freneticamente colpendo tutti gli abitanti...»

Adrien lasciò andare il cellulare aggiustandosi i pantaloni e alzandosi immediatamente, doveva andare. Anche Marinette sentendo quella notizia comprese che doveva mettersi all'opera, rientrare dai Preston e trasformarsi per poi partire. 

Saltò giù dal letto e fece per parlare ma il telefono di Adrien squillò.

Il giovane modello rispose al secondo squillo mentre cercava di allacciare le scarpe. "Buongiorno anche a te!" Disse.

«Adrien qui ci abbiamo pensato io e Raiongāru, immaginavo che ti eri svegliato. Al limite tieniti in allerta perché mi sta arrivando un altro attacco akuma. Facciamo che vieni solo se ho bisogno." 

"Va bene Scorpio, grazie di avermi avvisato." Rispose allora il ragazzo, qualsiasi cosa chiamami.

"Adrien tu e Ladybug avete piazzato abbastanza super eroi per Parigi, sta tranquillo e buona giornata." 

"Anche a te amico. A dopo!" Disse allora il biondo lanciando il cellulare sul letto.

Sospirò e si voltò verso Marinette. "Perdonami." 

Lei si voltò, cosa era successo? Perché non le diceva di andare via? "Perché? Me ne vuoi cacciare? O per il modo in cui hai interrotto tutto o per..." iniziò a farneticare.

Adrien sorrise sornione. "Per tutto, non avrei voluto che vedessi il lato peggiore di me, al mattino..." Ci tenne a precisare.

"Oh ma... mi è piaciuto, sopratutto dopo che ho capito!" Disse arrossendo a capo chino. 

Lui con la mano dietro la nuca chinò il capo arrossendo e avvicinandosi. "Lo stesso non avrei dovuto, anche il dopo. Dovrei restare concentrato su altro, purtroppo hai il potere di deconcentrarmi." 

Marinette gli sorrise carezzandogli il viso. "Devi andare via?" Gli chiese, perché c'era stata un'allerta akuma, l'aveva sentita anche lei. 

"No! Falso allarme, ho quindi il tempo per..." le disse facendola sedere sul letto  "... ricambiare il favore." Sussurrò al suo orecchio mentre con una mano scendeva sul suo ventre per poi insinuarsi nei suoi pantaloni.

Cosa voleva fare Adrien? Si chiese la corvina pietrificata da quel gesto, avvertì le sue dita che sfioravano la pelle del suo pube, doveva fermarlo. Non poteva permettergli che sfiorasse la sua intimità, ma lui riuscì e lo fece e.. 

"Aah..." così lento e delicato si insinuò tra le pieghe della sua femminilità, iniziando a muovere due dita ed arrecandogli un piacere che prima aveva leggermente provato quando le aveva stuzzicato il seno. Adesso ad ogni suo gesto era amplificato e ad ogni spinta lei reagiva ansimando, si poggiò alle sue spalle, tenendole strette per non cedere. Si sentiva tutto un fuoco, febbricitante mentre le dita da titubanti si muovevano sempre più esperte invitanti. Aprì gli occhi, dove si trovava? Adrien la sormontava, teneva lo sguardo sul suo viso, era bellissimo, Dio se era bello! Portò una mano al suo viso poi lo attirò verso di se per baciarlo, la sua bocca gli diede quei baci che lei iniziava a conoscere, le sue dita la penetravano in profondità facendole sentire emozioni mai provate, ad un certo punto si sentì soffocare, in preda ad un piacere indescrivibile. Scostò il viso da quello di Adrien mentre il piacere saliva allo stremo prendendola del tutto e uscendo dalle sue labbra con un urlo, un urlo che altro non era che il nome di Adrien. 

Lui le prese il viso tra le mani e le stampò un bacio sulla labbra. "Adesso possiamo andare." Le disse lui soddisfatto, tanto quanto lei. "Riesci a saltare di là?" Le chiese.

Lei annuì. "Quanto tempo abbiamo ancora?" 

Adrien controllò l'ora. "Direi che un'ora buona ci sta."

Lei annuì, aveva un lavoro da continuare e i capelli da preparare, doveva andare subito via. Si diresse alla finestra e saltò su quella dall'altro lato, Gracc la vide e subito le aprì la finestra. Solo allora Adrien rientrò in camera diretto alla doccia, ne aveva decisamente bisogno. 

 

Marinette era in ritardo come al solito. Eleanor l'aveva chiamata già due volte per avvertirla che era arrivata la macchina dei Sutherland. La giovane prese il borsone con i cappelli  che aveva preparato il giorno prima e la felpa che aveva completato quella mattina e scese di corsa le scale. 

"È tardi, è tardissimo!" Disse arrivando nella sala. "Perdonatemi ma non riesco a fare colazione." Disse loro. 

"Hai fatto le ore piccole?" Chiese mrs Preston alla fashion designer. 

Marinette mise un biscotto in bocca e annuì. "Ho preparato una cosa per Adrien e volevo fargliela avere questa mattina." Disse pulendosi il viso. "Ci vediamo dopo Ele!" Salutò poi tutti uscendo dalla casa senza mettere neanche il cappotto e raggiungendo Adrien all'auto.

"Come hai fatto a fare tardi mi spieghi?" Le chiese lasciando che entrasse poi la seguì. 

"Dovevo finire un ultimo lavoro." Disse lei poggiando la testa allo schienale. "Sono distrutta."

"Ti avevo chiesto di non riempirti di lavoro qui a Londra." Le disse lui amareggiato, inutile convincerla come al solito, ormai poteva dire di conoscerla bene.

Lei gli sorrise. "Ma questo non era lavoro, bensì piacere!"

Adrien la fissò e si sentì arrossire a quella parola, spostò lo sguardo e si tolse il cappotto guardando verso l'esterno. 

"Per quanto il nero ti stia benissimo credo che ti renda troppo selvaggio." Gli disse lei.

Cosa? Adrien si voltò verso la compagna, indossava la maglia nera con la G del marchio Agreste. Era una delle sue preferite e la metteva sempre con piacere, per questo ne aveva più di una. "Mi piace essere selvaggio." La beffeggiò allora. 

Lei fece una smorfia offesa e rossa in viso. Prese qualcosa dalla borsa e gliela porse. "Questa sicuramente può essere di più nelle tue corde." Gli disse porgendogliela. 

Adrien sorpreso prese la maglia che gli porgeva, aveva gli stessi colori del suo stile di mezzi tempi, il busto della felpa bianco, le maniche nere e le tre strisce, viola , giallo e verde all'altezza del petto. "Oh... oh Dio Marinette, è bellissima. Ma non dovevi!" 

"Anche tu non dovevi comprarmi la sciarpa." Gli rispose lei. 

Lui ammiccò togliendosi la maglia che indossava. Buon Dio, voleva farla morire? "Volevo farti un regalo e l'ho fatto con piacere!" Le disse infilando la maglia che gli aveva regalato. Lei si sentì avvampare, voleva sedurla! 

 

 

 

(Copyright sulla foto) 

Lo osservò e dopo che si era aggiustato batté le mani soddisfatta. "Oh si ti sta bene. Perfetta, non è corta ne lunga è..." 

"Perfetta." Disse lui toccandosi il petto dove c'erano le tre strisce colorate. "Grazie Marinette, lo apprezzo veramente tanto." Le disse chinandosi a darle un bacio sulla guancia. 

Lei gli sorrise mettendosi a sedere composta. "Sei sicuro che ti piaccia?" 

"Molto!" Le disse lui prendendo la maglia di suo padre e piegandola. Intanto Marinette prese il telefono che aveva vibrato. 

Hui le scriveva a dalla Francia.

«Tesoro ma Adrien sta bene. Ci sono tante akumizzazioni oggi e tutte sono sue fan.»

Marinette guardò il suo amico che come lei era impegnato al cellulare.

«Sta benissimo, è qui con me e stiamo andando a south Kensington a mostrare i cappelli?  C'è bisogno di Ladybug? Arrivo!» rispose 

«Tranquilla, non sono forti. Pensavo che Adrien fosse morto o ferito o ammalato, sono tutte disperate.» 

Marinette sorrise, stava fin troppo bene! Salutò la cugina subito, lei perché doveva tornare a vegliare su Parigi, Marinette perché era arrivata a destinazione. 

Misero entrambi i cappotti e scesero dall'auto, Adrien prese il borsone con i cappelli e la seguì. 

"Hai postato qualche cosa di particolare su Instagram ieri?"  Chiese 

"Sono due giorni in realtà che non posto." Disse allora, era preoccupato. Che anche Marinette avesse saputo che le ragazze erano 'disperate' per lui. 

Entrarono in casa e ciò che trovarono li sorprese, sembrava che Charlotte Sutherland avesse organizzato una mattina con le sue compagne così da mostrare loro i capelli che Marinette aveva preparato. 

Marinette ringraziò il cielo che ne avesse fatti un bel po' anche se il suo obbiettivo era riuscire ad accontentare Alice e sua madre. Per la compagna di classe aveva fatto più di un cappello, uno era blu ed era decorato con delle paillettes che formavano un paio di costellazioni tutte intorno la fascia. Poi ce n'era un altro che riprendeva delle fragole sulle tese, infine uno fatto a pois. Per sua madre Charlotte invece aveva fatto più di un cappello, erano dalle forme particolari  con velette o con piume e sperava che tra quelli ce ne fosse qualcuno che piacesse a lady Sutherland.

In tutto ciò Marinette rimase delusa dal trovarsi avanti anche Lila che era venuta in compagnia dei Graham de Vanilly e la presenza della compagna di classe e di Felix non le andava proprio giù. 

Solo la gentilezza di Amelie Graham le fece sopportare quella situazione. Dopo aver presentato i suoi modelli ai Sutherland ed averli venduti praticamente tutti lei e Adrien furono invitati al brunch che si sarebbe tenuto nei giardini della tenuta. La giovane fashion design fu portata all'aperto da una lady e a quel punto perse completamente di vista i suoi tre amici. Tra la folla riconosceva solo Alice che indossava il cappello rosa a pois che aveva fatto per lei, alla fine li aveva accettati felice tutti e tre. 

"Mi piacerebbe un modello originale Marinette." Stava dicendo la lady che l'aveva portata fuori, ella annuiva, non aveva previsto tutto questo per quella giornata.

"Lady Marion credo che Marinette meriti un po' di riposo. Se mi permette la porto via con me." Disse una voce di ragazzo simile a quella di Adrien.

Si voltò trovandosi di fronte Felix. Non avrebbe voluto seguirlo ma la folla di donne la fece desistere dal fare scenate.

"Sembra tu sia infastidita dalla mia presenza Marinette. Non ci hanno ancora presentato, io sono Felix Graham de Vanilly." Disse portando la mano alla bocca.

Marinette subito la scostò. "So chi sei, Adrien ci ha parlato di te dopo che hai gettato il video." 

Lui la guardò contrito. "Adrien ti dice proprio tutto noto." 

"Siamo amici!" Disse lei ferma nella sua posizione.

Lui le sorrise avvicinandosi. "Solo amici?" 

Marinette deglutì. "Solo amici, nulla di più." A parte qualche bacio e i fatti di quella mattina che non sapeva descrivere ancora, pensò arrossendo. 

"Io non riuscire ad essere solo amico di una ragazza bella e particolare come te." Disse allora lui portando una mano al suo viso. 

Di nuovo che voleva provarci con lei? Non gli era bastato il pugno di mesi prima? 

"Ti va di conoscerci meglio Marinette, di uscire insieme e frequentarci?" Le propose Felix chinando il viso sul suo. 

Era impazzito? Marinette andò in allerta e fece la prima cosa che ad istinto le venne in mente. "Adrien..." Urlò attirando l'attenzione della folla. 

Il modello biondo stretto nelle tenaglie di Lila seguì il suo richiamo e appena la vide con Felix lasciò andare l'italiana per riservarsi sul cugino. "Lascia andare Marinette!" Disse raggiungendoli di corsa. 

La corvina appena lo vide si svicolò da Felix e andò a mettersi alle spalle di Adrien. "Non riuscite proprio a capire che lei è mia. Statele lontano!" Disse prendendo la mano della ragazza e dirigendosi verso Marcel e i Sutherland, sua zia Amelie era accanto a loro, teneva il cugino per mano. 

Oltrepassò Lila lanciandole uno sguardo carico di astio e accusa, nel contempo prese Marinette per le spalle e la strinse a se. Forse quei due avrebbero capito una volta e per tutte che non dovevano toccarla e non potevano farle del male, altrimenti avrebbero dovuto vedersela con lui. "Lady Sutherland noi andremo via. Marinette e io abbiamo altri impegni purtroppo." La salutò cordialmente.

"Adrien caro, forse è il caso che rivedi la tua decisione." Intervenne sua zia.

"O forse è il caso che Felix si dia una regolata zia." Disse lui per poi dedicarsi la cugino. "Tu e Alice venite con noi adesso?" 

Marcel sembrò rilassarsi e annuì facendo un passo avanti. 

"Verrà dopo!" Intervenne la zia Amelie dando poi uno sguardo supplichevole a Marcel. "Ti prego, è tanto che non ti vedo, che non so di tua madre." Gli chiese.

Marcel sospirò e guardò il cugino. "Arriviamo appena finisce il brunch prometto." 

"Va bene, allora noi andiamo. Ciao zia, arrivederci lady Sutherland." E così dicendo si portò Marinette dietro, presero i cappotti e uscirono da quel posto. 

"Adrien!" Sussurrò Marinette. 

"Ho detto chiaramente a Lila che non deve toccarti e stessa cosa vale per Felix. Nessuno ti farà del male Marinette." Disse lui mentre l'auto li attendeva per portarli a Notting Hill. 

"Sei gentile Adrien, ma so cavarmela da sola ." 

"Lo so, ma è più forte di me. Potresti permettermi di proteggerti principessa?" Chiese lui. 

Marinette annuì e nel farlo si poggiò con la testa alla sua spalla. "Felix voleva uscire con me." Lo informò.

Adrien strinse le mani a pugno. Felix voleva prenderle Marinette, era diverso il concetto. "Non ci riuscirà." Disse riprendendo in mano il cellulare. "Ehi amico." Rispose 

"Adrien Papillon ha tirato fuori l'artiglieria pesante, tu sei sicuro di non aver fatto nulla?"

"Mai stato più sicuro." Rispose lui.

"Allora vieni a Parigi, siamo nei pressi di Villa Agreste e aiutami a sconfiggere La Fille Trahille." Disse lui.

"Cosa? Sto arrivando, dammi un paio di minuti." 

Marinette guardò Adrien. "Tutto bene?" Gli chiese

Lui annuì. "Si, ho appena visto dei jeans che staranno benissimo su questa maglia. Mi fermi qui per favore!" Disse all'autista. "Ci vediamo tra un oretta a casa di Margaret, va bene."

Marinette gli sorrise. "Sì, a dopo Adrien." 

Il ragazzo scese e la macchina ripartì, Marinette aprì la borsetta strizzando l'occhio a Tikki. 

"Ho cambiato idea, raggiungo Adrien." Disse all'autista per poi scendere dall'auto e nascondersi in un vicolo. "Tikki trasformami."

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Capitolo 26
*** Parte 25ª - L’articolo pt 2 ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE

Parigi ore 12.00

Quella giornata era stranamente caotica e stancante. Kagami aveva dovuto nutrire il suo Kwami tra un cattivo e l'altro e non si spiegava il motivo di tutta quella frenesia.  Erano state tante le allerte che lei e Red Scorpio non erano riusciti a fermarsi cinque minuti per le loro chiacchiere di rito. 

Lei non era una chiacchierona doveva ammetterlo, ma da quando era Raiongāru qualcosa era cambiato. L'indipendenza consentitagli dalla sua identità mascherata le avevano concesso di evadere dalla stretta sorveglianza e dalle regole materne. Avere accanto Red Scorpio le aveva consentito di avere finalmente un amico, una presenza costante e frequente con cui confrontarsi.  Dopo Marinette, Red Scorpio era diventata una nuova costante, piacevole nonostante spesso entrassero in contrasto, a differenza di Marinette con cui chiacchierava del più e del meno e viveva la loro amicizia scoprendosi a gesti.  Lei e Red non litigavano nonostante non avessero lo stesso punto di vista, si confrontavano e poi lui, si lui e non lei, cercava di farle comprendere il suo punto di vista. Quel ragazzo aveva una calma invidiabile, non che lo invidiasse. In fondo anche lei era abbastanza calma, o almeno lo credeva. Ovviamente c'erano volte in cui lasciava prendere il sopravvento alle sue emozioni ed in quel caso era sempre quando nelle sue giornate entrava Adrien Agreste.

Kagami era sicura che loro due fossero destinati a stare insieme, avevano tante cose in comune. Entrambi erano degli schermidori bravissimi, entrambi venivano da famiglie facoltose e amiche, entrambi vivevano seguendo le regole e ligi al dovere, entrambi erano  intelligenti e amavano studiare: una coppia perfetta. 

Kagami era convinta di ciò, a differenza di Adrien. Aveva da subito notato che il giovane Agreste aveva la tendenza a seguire Marinette e quando l'aveva portata dietro al loro primo appuntamento aveva anche capito di chi egli fosse innamorato. L'obbiettivo da cambiare! Nonostante lei vedeva in Marinette che lo amasse lui era incerto su quel sentimento, forse dipendeva da quel ragazzo: Luka. Marinette era forse stata indecisa tra i due, era andata alla pista da pattinaggio con il musicista, nonostante quando la giapponese era andata con Adrien alla barca del primo si era visto che privilegiava il loro amore in comune. Kagami non si sarebbe fatta scrupoli a sgomitare Marinette se soltanto Adrien avesse capito che loro due dovevano stare insieme. Ma, e c'era un ma... era diventata amica di Marinette e una parte di lei temeva di perdere la sua amicizia, la sua prima amica. Però Adrien era Adrien e per lui avrebbe potuto perdere la corvina come amica. Anche se lui  non lo capiva nonostante ad un certo punto ella si era fatta molto più decisa, aveva provato a baciarlo. Eppure Adrien si era tirato indietro.

"Non è che non mi piaci..." le aveva detto. Lei lo sapeva, lo sapeva più di lei.

Non era che non le piaceva, ma c'era Marinette e a lui piaceva anche, sopratutto, la corvina. 

Kagami non vedeva l'ora che i due rientrassero da quella vacanza studio in Inghilterra. Dopo la sua dichiarazione, tra le vacanze in Tibet e poi il rientro e l'organizzazione di quello scambio culturale Adrien era riuscito a vederlo poche volte e durante le lezioni di scherma. Quelle poche volte era stato molto evasivo, non era tornato a parlare di loro due e non aveva neanche provato a chiederle di uscire insieme. Per questo doveva tornare, lei voleva che lui si decidesse e che si mettessero insieme. 

"Anche questa è andata!" Disse Red Scorpio facendola tornare in se, lì al presente. Tra le mani aveva una rivista. "Adesso è tutto chiaro!" Aveva detto mentre avvertiva il suo Miraculous suonare per l'ennesima volta. 

Aveva voltato lo sguardo verso di lei e le aveva sorriso. "Devo andare, mi resta poco tempo." Le disse battendole leggermente la rivista sulla testa. "Ma tranquilla, credo che fino a quando non passi questa notizia saremo in allerta per un po'. Quindi ci rivedremo presto Raiongāru." Disse prendendo la frusta dello scorpione e la lanciò verso un tetto. 

Kagami scosse la testa e annuì, appena fosse tornata in se sarebbe andata in edicola per cercare di capire. 

"A dopo partner." Gli aveva detto prendendo lo skateboard. "Pretendo il nostro gelato giornaliero come premio di tutto questo lavoro." Gli aveva detto allora saltando sul suo mezzo e partendo verso il lato opposto a lui, scivolata lungo un vicolo buio si ritrasformò ed andò alla ricerca di un'edicola così da indagare su quel caso. 

Stranamente fino ad allora Ladybug e Chat Noir ancora non si erano visti, ne era rimasta stupita. Erano arrivati a tre akumizzazioni in quattro ore, certo avevano sconfitto facilmente i cattivi, ma loro non c'erano stati. 

Arrivata ad un'edicola diede uno sguardo alle varie riviste, cercando qualcosa che riportasse ad Adrien. Subito lo trovò, in una rivista mai vista. Lui era lì e stava abbracciando... quella era Marinette! 

"Me ne da una per favore?" Chiese svelta, cos'era quella storia? Perché i due erano insieme su una rivista? 

La copertina raccontava: primo amore per Adrien Agreste! 

Kagami si sentì stringere il cuore delusa e amareggiata. Adrien e Marinette si erano messi insieme? Aprì la rivista e lesse l'articolo con avidità parola dopo parola. Raccontava si loro due in poche righe e di come affermassero di essere solo amici. Ma quelle foto, quell'abbraccio così intenso, quel viaggio da Parigi a Londra dormendo abbracciati. Quello non era un rapporto di amicizia, quello era amore e loro due stavano insieme. 

Kagami restò a guardare furiosa le immagini, prese il giornale e lo scagliò furiosa in terra. Avvertì le gambe lasciarsi andare e non leggerla più mentre carica di rancore e con le lacrime agli occhi continuava a osservare quella copertina. Lo sapeva, sapeva che si amavano, lo aveva sempre saputo, visto con i suoi occhi e compreso. Ma trovarsi davanti quella prova evidente era... era la delusione. Tutto ciò in cui aveva creduto stava crollando, Marinette si era presa Adrien, Adrien aveva abbracciato Marinette, si era assicurato che stesse al caldo presentandogli la sua sciarpa. Lei aveva perso Adrien, lui non capiva che erano fatti l'uno per l'altra.

 

"Finalmente eccola! La delusione più grande, il tradimento e la sconfitta! Ti ho attesa tutto il giorno Kagami Tsurugi!" Disse Gabriel dal suo covo. 

Come aveva previsto la delusione nel vedersi portare via Adrien, la rabbia verso il ragazzo che aveva scelto l'amica in comune, invidia verso la sua compagna. Sì, li avvertiva tutti nitidi i sentimenti negativi dovuti a quel tradimento.

"Vola mia piccola akuma e oscura il suo cuore, corri mio piccolo Cipa* rianima il suo rancore e  aiutala a portare il caos." Ordinò ai suoi Miraculous 

Di lì a breve i due trovarono Kagami, la rivista stretta in un pugno la giovane piangeva cadendo subito vittima della sua akuma.

"La fille trahille, i tuoi amici ti hanno tradito. Innamorandosi e non tenendo conto dei tuoi sentimenti. Ti hanno messa da parte mentre si godono la nascita di questo loro nuovo amore. Ti hanno tradita!" 

"Papillon?!" Chiese interdetta Kagami. 

"Proprio io fille trahille, sono colui che ti aiuterà a riprenderti il tuo Adrien." 

Kagami si mise le mani intorno alla testa. Non poteva permettere  che Papillon si impossessasse di lei e della sua mente. 

"Vattene via." Disse con rabbia.

"Non lo vuoi realmente, sai che quella ragazza ti porterà il tuo grande amore, l'unico." 

"No... no..." disse Kagami 

"Già, te lo ha già portato via. Con la benedizione delle famiglie." Continuò Papillon.

Kagami si sentiva sempre di più pervadere dal portatore della farfalla. Si sentì stringere il cuore e piangeva. Sì, si sentiva tradita e arrabbiata ma sapeva che quella probabilità di Adrien e Marinette insieme c'era e sapeva che non poteva soccombere a Papillon per non mettere in pericolo Nizza. 

Non poteva permettere al suo grande amico Kwami di venire catturato da Papillon.

Lo guardò, lui era di fronte a lei guardandolo deciso, gli stava dicendo qualcosa ma non comprendeva. Poi la giovane capì cosa doveva fare prima che fosse troppo tardi. Si tolse il Miraculous lanciandolo al Kwami mentre Papillon continuava a manipolare la sua mente.

"Gabriel Agreste approva questo rapporto, ha molta stima di questa ragazza e prevede per lei un futuro d'oro. Adrien vuole posare per i suoi modelli, saranno una coppia perfetta se non farai nulla, se non te lo riprenderai." 

"Si Papillon hai ragione." Disse allora Kagami arrendendosi.

"Bene, fai capire a tutti chi comanda. Distruggi tutto ciò in cui lei crede, in chi crede in lei e Adrien. I genitori di lei, gli amici, il padre di lui!" 

"Oh lo farò Papillon, tutti dovranno capire che io e Adrien siamo una coppia e non diversamente." 

"In cambio tu mi porterai i Miraculous di Ladybug e Chat Noir." 

"Ci puoi contare Papillon." 

  

Chat Noir giunse quanto prima a Parigi, indirizzo Villa Agrete. 

Ciò che trovò fu il suo amico Red Scorpio che stava duellando con una ragazza con una spada medievale, vestita con una tuta nera, richiami  e giallo ovunque, i capelli erano stizzati e bicolori sempre gialli e verdi, il volto tutto nero con gli occhi e le labbra circondate da ombre gialle. Chat Noir intervenne nello scontro per andare in aiuto dell'amico, lanciò il bastone attraendo l'attenzione del cattivo di turno. 

"Credo di essere l'avversario adatto a te mon amie." Disse il biondo mentre Red Scorpio gli andava alle spalle.

"Sappiamo chi sia?" Intervenne la voce di Ladybug che giunse in quel momento. 

Red Scorpio annuì. "Una ragazza molto innamorata di Adrien Agreste." Affermò. "Infatti è qui per avere una rivalsa su di lui." 

Chat Noir quasi si fece colpire ascoltando l'amico.

"Rivalsa? Perché mai, una fan non dovrebbe essere così assatanata." Rispose.

"Ma una persona  a cui Adrien ha fatto credere che potesse esserci del tenero?" Chiese allora Red Scorpio. "La fille trahille è stata posseduta anche da una scaglia di coccodrillo. Ha un esercito alla Boulangerie Dupain-Cheng."

Ladybug e Chat Noir distrassero l'akumizzata per poi dedicarsi allo scorpione rosso. "La pasticceria?" Chiese Ladybug, i suoi genitori erano in pericolo.

Red Scorpio annuì. "Sembra che il giovane Agreste e la figlia dei pasticcieri siano fidanzati." 

"Che cosa?!!" Chiese Marinette. 

"Era una foto su Instagram solo!" Intervenne Chat Noir.

"Si, l'articolo ha citato l'instagram!" Fece spallucce Scorpio. 

"Quale articolo?" Chiesero all'unisono i due eroi parigini. 

"Sconfiggiamo la fille trahille e poi pensiamo all'articolo." Disse Red mentre venivano raggiunti da papà orso e aquila bianca. 

Adrien si rilassò notando che i genitori della sua amica stessero bene.

"Ho legato le marionette del super cattivo al semaforo delle boulangerie." 

Adrien saltò verso l'orso e cercò lo sguardo di Tom Dupain. "Come lo hai legato?" 

"Col mio abbraccio protettivo. È forte!" Disse l'uomo. 

Adrien era basito, se ricordava bene il suo strumento era una borsa in cuoio, come faceva ad usarlo? 

"Come procediamo?" Chiese allora Ladybug. "Dobbiamo mettere al sicuro le persone sia qui che alla boulangerie." 

"Abbiamo messo già noi al sicuro tutti. Mentre in casa Agreste sembra sia attivo il sistema di sorveglianza, neanche noi riusciamo ad entrare." Disse aquila bianca.

Ladybug annuì per poi guardare Adrien. "Allora facciamo che tu la affronti, mentre noi possiamo dedicarci a usufruire del lucky charm." Disse la coccinella lanciando in aria il suo Papillon.

"Amo i tête-à-tête con le donne aggressive. Vado!"  Disse lanciandosi sulla cattiva.

"Ehi milady, rieccomi sono tutto tuo." Prese il bastone e iniziò uno scontro contro l'avversario. 

"La fille thraille adesso che sono arrivati Chat Noir e Ladybug concentrati su di loro. Ricordati che dovrai portarmi i loro miracoulus se vorrai avere Adrien Agreste tutto per te."

La ragazza annuì. "Recupererò i Miraculous Papillon, poi mi vendicherò di Marinette e infine mi riprenderò Adrien." Annunciò lanciandosi contro il gatto nero.

"Non hai chance con me Chat Noir, devo vendicarmi di Marinette e riprendermi Adrien." 

"Ma perché tutte stravedete per quel ragazzino? Sono decisamente più affascinante io." Disse Chat Noir difendendosi con una stoccata.

"Tu non capisci. Io e lui siamo destinati, abbiamo le stesse passioni." Urlò la fille.

Adrien restò un attimo basito: io e Adrien abbiamo tante cose in comune. Sembravano le frasi di Kagami.

"Oppure siete destinati ad essere solo amici." Disse allora lui tirando un fendente che lei parò, era rapida precisa e concisa. Proprio come Kagami durante gli allenamenti o tutte le volte che aveva dovuto affrontarla come alumizzata, la cui spada era sempre stata la sua arma.

Fece un salto rapido e cercò i suoi due compagni.

"Allora avete un piano?" Chiese a Ladybug 

Lei annuì "Si, un piano alternativo. Aspettavamo Raiongāru ma ancora non si fa viva e io tra un po' mi ritrasformo." Disse la ragazza.

"Facciamo presto. Kagami non è in se e progetta piani di vendetta." Raccontò Chat Noir.

"Kagami?!" Chiesero ad unisono gli altri due.

Chat Noir annuì mettendosi in posa contro il suo bastone. "Come si fa a resistermi per quel modello figlio di papà non saprei." 

"Smettila!" Dissero divertiti Red e Ladybug 

"Avete fatto lezioni di sincrono, no perché potrei venire anche io!" 

"Basta." Disse Ladybug scuotendo la testa. "Mi servi concentrato, ecco il piano. Fate partire i vostri poteri mentre io uso il lucky charm contro di lei." 

I due ragazzi annuirono, caricarono i loro poteri e seguirono Ladybug che lanciò lo specchio che le aveva dato il lucky charm contro  l'ingresso di Villa Agreste, questi si fermò contro le barre facendo sì che il riflesso prendesse in pieno La fille trahille che accecata si coprì il volto.

Chat Noir e Red Scorpio subito intervenendo, la frusta dello scorpione afferrò il braccio che teneva la spada, il gatto una volta che fu immobilizzata vi scagliò contro il cataclisma e distrusse l'arma dalla quale uscirono l'akuma e il cipa.

Ladybug subito afferrò la farfalla nera purificandola, poi corse da Kagami che a mani nude osservava il giornale, che era stata la sua spada, distrutto dal cataclisma. 

"Ladybug... o Ladybug scusami!" Disse Kagami appena la vide arrivare col gatto nero e lo scorpione. 

"Tranquilla Kagami, abbiamo sistemato tutto." Disse la coccinella. 

"Ti accompagno a casa." Si offrì Chat Noir.

Lei scosse la testa. "No io... preferirei la compagnia di Ladybug." Disse la ragazza. 

Il gruppo si guardò poi la ragazza al centro annuì porgendo il pugno al suo team. "Per me va bene." 

I due ragazzi allora salutarono le due e si dissolsero per le strade di Parigi.

"Credo tu debba parlare con lei." Disse Red Scorpio al portatore della distruzione.

"Ancora non ho capito cosa sia successo. Ma prima che io possa vedere Kagami passeranno almeno altre tre settimane." Disse lui. 

"Cosa hai da fare domani?" Chiese allora Luka.

Adrien lo guardò mentre giungevano alla barca e scivolando nella cabina del chitarrista si ritrasformavano. "Temo sempre salvare Londra e poi Parigi e poi pranzo con il mio coinquilino e cose così... ah si aspetta! Imprevisti permettendo domani c'è il balletto di Eleanor alla sera." Disse il ragazzo contando sulle dita gli impegni. 

"Allora se riesco a convincerla ti porterò Kagami a Londra." Disse Luka. "Devi parlarle Adrien e devi essere sincero con lei. Non c'è nulla di peggio del non essere chiari." 

Lui sospirò ed annuì. "Va bene Luka, fammi sapere se riuscite a venire, mi troverai a Londra."

"Perfetto. Dimmi dove abita."

 

Marinette portò Kagami non a casa sua bensì in un luogo poco distante ed appartato.

"Perdonami Ladybug, ti ho delusa." Iniziò lei.

Marinette scosse la testa prendendo la rivista di mano la ragazza. 

"Non mi hai delusa Kagami, purtroppo l'amore scatena in noi i peggiori timori e Papillon se ne approfitta." Le disse 

"Ma io non avrei dovuto. Mi hai affidato Nissa e avrei potuto consegnare anche il mio Miraculous." Disse lei amareggiata.

Marinette si zittì, aveva ragione. Perché non ci aveva pensato. Lanciò uno sguardo alla mano destra e poi alla sinistra della ragazza, dell'anello del coraggio non c'era traccia.

"Nissa?!" Chiese titubante. 

La giapponese si guardò intorno poi annuì e sorrise. "Prima che Papillon si impossessasse di me ho usato l'ultimo barlume di ragione per proteggerlo." Disse a Ladybug mentre teneva lo sguardo in alto. 

Le due ragazze videro giungere il leone che aveva tra le mani l'anello nero. Appena fu vicino alle portatrici subito si gettò tra le braccia di Kagami. 

"Non mi aspettavo il tuo gesto! È stato coraggioso da parte tua." Disse il leone.

"Prudente direi." Ammise Ladybug comprendendo ciò che la giapponese avesse fatto. Indicò la rivista alla sua amica. "Siete fidanzati?" Chiese allora alla giapponese.

Lei scosse la testa. "No, diciamo che ci ho provato ed insistito. Ma nel suo sguardo ho sempre letto l'amore verso di lei." 

Marinette ne restò colpita, arrossì e le porse di nuovo la rivista. "Questa è comunque una rivista di gossip, prima di scendere a giudizi sbagliati dovresti chiedere a loro due cosa veramente sono." 

Kagami annuì. "Che lo siano o meno poco importa, ciò che dicono è la verità. Solo loro due sono talmente insicuri che ancora non lo comprendono e pensano sia un sentimento a senso unico." Disse lei allora.

Marinette si sentì arrossire. "Che ne dici di rimettere l'anello così potrai netraulizzare il cipa e tornare al nostro sabato di festa?"

"Sarà un sabato comune e fatto di tante akumizzazioni. Sembra che Adrien abbia infranto parecchi cuori." Scherzò Kagami dopo essersi trasformata. 

Attese che la coccinella poggiasse la scaglia a terra e lasciò partire il suo potere. 

"Ben fatto!" Annunciarono le due in sincrono mentre battevano il pugno. Avevano appena combattuto una battaglia personale difficile. 

Dopo che si furono lasciate Marinette chiamò a se Klakky e si teletrasportò a Londra, aveva un articolo da cercare e da leggere attentamente.

Adrien bussò a casa dei Preston dopo pranzo, indossava la felpa che gli aveva cucito ed aveva un'aria imbarazzata. 

"Eleanor è alle prove?" Chiese all'amica.

Lei annuì, allora lui tirò fuori il giornale e le fece leggere l'articolo che ormai Marinette conosceva a memoria. 

"Dobbiamo stare attenti. A Buckingham Palace, subito dopo ti ricordi cosa facemmo?" 

Marinette osservò la foto dove Adrien le metteva la sciarpa, poi l'abbracciava e infine mano nella mano correvano via. 

"Beh siamo andati da Marc... oh no aspetta!" Disse lei inorridita. "C'è stata un incubo, siamo andati a trasformarci." 

Lui annuì. "Dobbiamo essere attenti e cauti. Non possiamo permettere che scoprano le nostre identità segrete." 

Marinette annuì. "Sì, da oggi più prudenti." 

Adrien le sorrise, sapeva che il loro era un rapporto complicato. Molto più di ciò che poteva sembrare, ma entrambi avevano bisogno di confrontarsi.

"Io e Chat Noir abbiamo deciso di non avere storie al momento." Disse allora lui.

Marinette annuì. "Ci sono troppe cose da affrontare al momento. Lo capisco, come capisco che dobbiamo tener conto anche dei nostri amici." Disse allora lei. Non voleva ferire nessuno, soprattutto Kagami e Luka, non voleva dare false speranze ai genitori e non voleva che Gabriel Agreste la conoscesse come colei che stava col figlio e non una futura fashion designer di successo.

Adrien le sorrise. "Ci sto lavorando a questo." Disse allora con sguardo sicuro di se. 

Marinette allora chiuse il giornale e glielo passò, "spero solo che questa notizia non arrivi ad Alya."

"Anche io. Nino mi ha fatto il terzo grado la volta scorsa." Disse il biondo prendendo il cellulare che suonava insistente. Era suo padre in video chiamata, era... strano.

“Dovresti rispondere Adrien.” Disse Marinette andando a sedersi e indicando il posto ad Adrien. “Appoggiati qui.” 

Lui annuì mentre la corvina aprì il suo blocco e riprese a disegnare, tenne il telefono in piedi e rispose al padre, si sentiva sotto esame. 

“Buon pomeriggio padre.” Lo salutò 

“Adrien stai bene?” Chiese subito il genitore.

Il giovane annuì. “Sì padre. Qui a Londra è tutto perfetto e i programmi di studio sono simili ai nostri.” Disse omettendo che non li stava seguendo tutti.

“Ho letto che lì a Londra ci sono dei mostri a altri super cattivi. Non avrei dovuto mandarti in Inghilterra.” Disse allora l’uomo preoccupato.

Adrien scosse la testa. “Non so di cosa parli anche perché fino ad ora non mi sono mai trovato di fronte a un cattivo del genere.” Disse il ragazzo.

“Voglio avere fiducia in te Adrien, anche perché qui a Parigi la situazione non è tutta rosa e fiori. Questa mattina inoltre è uscito un articolo scandaloso su di te, posso chiederti se hai da dirmi qualcosa di particolare Adrien? Non mi piace sapere cose di te attraverso dei giornali spazzatura.” 

Adrien osservò suo padre, poi lanciò uno sguardo a Marinette. “Non so di cosa tu stia parlando. So che un’amica ha pubblicato una foto su Instagram dove alludeva a un rapporto di coppia ma... io e Marinette siamo solo amici.” 

Gabriel tacque, al che la corvina decise di intervenire. “Sì, siamo solo amici signor Agreste.” 

Adrien prese il cellulare ed allargò l’immagine così che il padre potesse intercettare Marinette.

Gabriel osservò il figlio e poi la ragazza che sorridente salutava con una matita tra le mani. 

Annuì a entrambi e guardò in direzione della ragazza. “Mi dispiace informarti che è uscito un  articolo dove si parla di te Marinette, provvederò a inviare un comunicato dove si racconta che è tutta una falsa.” Disse allora. 

La corvina si sentì arrossire ed annuì. “Se può servire per riabilitare il nome di Adrien fa bene.” 

Gabriel guardò il figlio. “Tu mi assicuri che non ci sia nulla? Sai che non mi piacciono gli scandali, ancora peggio se si torna su un argomento che poi chiudiamo.” Disse al figlio.

Adrien fissò il padre. “Mi piace Marinette.” Ammise allora. “Ma per ora abbiamo cose più importanti da fare, ci sono gli studi e le nostre attività. Per ora non c’è nulla, usciamo insieme per conoscerci ma non stiamo insieme.” Disse con sincerità al padre, doveva a tutti quel minimo di correttezza che avrebbe voluto per se stesso. 

Gabriel allora annuì. “Benissimo Adrien, chiudiamo l’argomento. Non ritratterò l’articolo ma cercheremo di non farci influenzare, Nathalie ti invierà gli scann sulla tua mail. Adesso ti saluto.” 

“Arrivederci padre...” disse allora il ragazzo, per quello lo aveva chiamato ed ora il discorso era chiuso.

“Ah Adrien...” il ragazzo alzò il viso sul padre, forse voleva dargli un saluto più caloroso. “Quella non è una mia maglia.” Affermò lo stilista.

Adrien scosse la testa rosso in viso sfiorando il petto dove c’erano le strisce colorate. “N-no... questa...”

“Mia...” Intervenne Marinette rossa in viso, le mani a formare un segno di preghiera. “Mi scusi signor Agreste io... ho pensato che....”

“È perfetta per Adrien.” Intervenne Adrien. “Avrei dovuto pensarci io in realtà. Come sempre Marinette ti superi, se ti fa piacere pubblicherei questa felpa ed altre se ne hai sul sito della Agreste.

Meriti di far valorizzare il tuo lavoro, anche se ovviamente la maglia di Adrien sarà un original e non verrà venduta.” 

Marinette si sentì esplodere il cuore, avrebbe avuto un altro articolo pubblicizzato da Gabriel Agreste. “Io... io ne sarei onorata. Grazie signor Agreste.”

L’uomo annuì. “Perfetto. Resta in contatto con Nathalie per quando i tuoi disegni saranno pronti. Buona giornata ragazzi.” E così dicendo Gabriel disattivò la chiamata.

Adrien tirò fuori l’aria per la tensione poi guardò Marinette che sembrava ancora incredula. “Ho un altro modello da presentare a tuo padre. Ho un altro modello da presentare a Gabriel Agreste.” 

Il ragazzo annuì. “Sono molto contento per te Marinette.” 

Lei ormai non ci vedeva più dalla felicità, saltò dalla sedia e si lanciò tra le braccia del compagno. “Grazie, grazie e grazie.” Gli disse.

Lui scosse la testa. “Fai tutto da sola Marinette, tu non hai bisogno di me.” E lo pensava realmente il giovane Agreste. Marinette avrebbe potuto fare di tutto da sola e sempre. 

Durante il pomeriggio li raggiunsero Marcel e Alice, Adrien era preoccupato per il cugino.

Si chiedeva perché la zia Amelie gli avesse chiesto di restare ancora dai Sutherland, alla fine egli esplose e gli raccontò tutto.

“Erano amici, una cerchia di amici in cui entrarono anche mia madre e tuo padre. Loro due erano emarginati dal loro mondo, una famiglia di media borghesia, il nonno era un operaio, la nonna una pianista che arrangiava al pianobar per portare qualche soldo. Mia madre era riuscita ad entrare all’università per i suoi meriti e una borsa di studio.” Raccontò il castano. “In pratica erano entrati in quel giro senza volerlo dopo che lo zio Gabriel si era messo con la zia Emilie, fu così che mamma e papà si conobbero e presero a frequentare Amelie e i Bourgeois. Semplicemente tua zia voleva sapere di mamma e papà, come stavano e cosa era loro accaduto.” Disse il giovane. 

“Qualsiasi cosa noi ti siamo vicini Marcel.” Disse allora Adrien ritornando sul gruppo di amici che li aspettava. “Ma adesso andiamo, godiamoci questo sabato con gli altri.” 

Il ragazzo annuì osservando la piccola Alice. “Inizia a farsi degli amici, ne sono contento.” 

Adrien assentì, anche lui era contento di questo ed era contendo che si stava formando un bel gruppo. 

Quando arrivarono tutti come la volta precedente le ragazze formarono un gruppo a chiacchierare e loro ragazzi gli camminarono dietro parlando del più e del meno. Andarono in una paninoteca e poi al London Eyes per un giro sulla ruota panoramica. 

Charles il custode fu molto gentile con tutti loro, consegnò i biglietti e disse di dividersi almeno in gruppi da quattro persone, Marinette capitò con Alice, Adrien e Marcel. Fu proprio durante il giro che ecco una giovane venne colpita da un incubo, Lady Octavia era tornata. 

Dalla loro cabina capirono che si trattava di Eleonor rimasta a terra con Margaret perché soffriva di vertigini. 

I tre ragazzi si guardarono tra di loro, ci voleva un diversivo per distrarre Alice. “Dal punto più alto.” Disse Marinette ad Adrien.

Sì sarebbero dovuti uscire dal punto più alto per non insospettire nessuno sulle loro identità, pensò Adrien. 

Marcel strizzò loro l’occhio e indicò Alice, ci avrebbe pensato lui a distrarla, che loro pensassero ai nemici.

“Alice tieni lo sguardo verso il basso e non perdere mai di vista i nostri amici. Vedrai che Haoxin e black Lady arriveranno presto in loro soccorso.” Le disse mettendosi alle sue spalle e stringendola per le braccia così che non si muovesse. 

Quello fu il segnale del via, in un sussurro Marinette e Adrien si trasformarono e appena  furono sul punto più alto uscirono dalla cabina per affrontare il nemico. 

Lady Octavia doveva aver giocato sulle paure ed i timori di Eleanor per la prima del balletto che incombeva il giorno dopo, la sua prima volta come prima ballerina era messo in discussione. 

 

—-

*Scaglia in bengalese

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Capitolo 27
*** Capitolo 26º - confrontarsi ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE

Quella domenica mattina Luka era partito spedito con la sua bicicletta verso il Mandarin Oriental l'albergo dove risiedeva Kagami Tsurugi con sua madre. Adrien lo aveva avvertito che sarebbe stato difficile convincere Tomoe Tsurugi a lasciar uscire la figlia, ma lui doveva rischiare il tutto per tutto. Non era neanche normale che un figlio dovesse scappare dal genitore per avere un po' di libertà. Aveva sinceramente provato pietà per Kagami, non la conosceva, non come Adrien che anche per poter evadere dalle regole ferree imposte da suo padre doveva farsi valere oppure fuggire e disobbedire. Però si provava pietà per loro due, perché i rapporti con i genitori dovevano essere sinceri, lui con sua madre e sua sorella aveva quel tipo di rapporto, perché non era consentito anche agli altri. 

Parcheggiò la bici e prese il sacchetto che aveva provveduto a comprare, dopo aver posato il caschetto entrò in albergo e si diresse alla reception.

"Buongiorno Kagami Tsurugi ha chiesto la colazione presso il nostro bistrot dovrei provvedere alla consegna." Disse indicando il sacchetto 

La receptionist osservò il ragazzo poi guardò il libro degli ospiti. "Madame Tsurugi non permette che ci siano ospiti nella sua suite."

Luka la guardò. "Non sono un ospite ma un fattorino." Ammise

La ragazza allora annuì. "Si ma madame Tsurugi..." 

"Non vuole che porti la colazione a sua figlia Mademoiselle Tsurugi?" Chiese il ragazzo.

La ragazza lo guardò interdetta, poi scosse la testa. "Va bene, puoi passare. Vai nella suite Hokkaido all'ultimo piano." 

"Grazie." Disse Luka allontanandosi verso l'ascensore, attese che giungesse e diede il comando dell'ultimo piano all'addetto agli ascensori. Impassibile sorrise all'uomo con il pacchetto stretto al petto, una volta giunto al piano lo saluto di nuovo per poi sparire alla sua visuale.

"Cos'avresti fatto se non ti avrebbero lasciato passare?" Gli chiese Rizza uscendo dal suo nascondiglio.

"Avrei usato te e dopo come premio ti avrei dato la colazione." Rispose Luka con un lieve sorriso. 

Rizza annuì e fece uno schiocco. "Peccato che ti abbiano fatto passare." 

Luka scosse la testa ed indicò la tasca a Rizza battendo con la mano. "Dentro adesso." Ordinò per poi bussare alla porta della suite.

Ad aprire andò la stessa Kagami che nel vederlo rimase stupita. "E tu cosa ci fai qui?" Gli chiese riconoscendolo.

Luka le lanciò uno sguardo, la ragazza ancora non era del tutto impeccabile come sempre. La camicia nera a maniche lunghe ancora mancava di essere abbottonata del tutto, non indossava la cravatta rossa in tinta con la gonna scozzese.

"La colazione." Disse entrando senza aspettare che lo invitasse. 

Kagami chiuse la porta e andò ad avvicinarsi a lui. "Mi piacciono i croissant, quindi grazie." Disse prendendo il sacchetto e allontanandosi verso la living room.

Luka la seguì. "Volevo chiederti se ti andasse di venire con me oggi." Le chiese.

La nipponica intanto apriva il sacchetto e ne estrasse un croissant. "Non è previsto che esca oggi." Disse comunque sorpresa da quella proposta. Mai nessuno le aveva chiesto di uscire o andare da qualche parte fino a quel momento a parte Adrien. Poi lui, lo spasimante di Marinette! Non  lo avrebbe mai detto. 

"Posso parlare con tua madre e chiederle il permesso." Disse allora lui. 

Kagami quasi rise a quella sua frase, non poteva credere di riuscire a convincere sua madre. "Non mi farà uscire." Disse addentando il cornetto, era caldo e alla crema chantilly come piaceva a lei e Nissa. 

"Dove dovresti andare?" Intervenne una voce austera. 

Luka e Kagami si voltarono verso il punto dal quale giungeva. Tomoe Tsurugi impeccabile come sempre avanzava appoggiata sul suo bastone. "Chi sei tu?"

"Buongiorno madame Tsurugi, sono Luka, un amico di Kagami e Adrien Agreste." Si presentò il musicista senza timore.

Non voleva averne, in fondo quella donna era una madre proprio come la sua, doveva averne rispetto ma non timore. 

"Non ho mai sentito parlare di te. Fai scherma?" Chiese lei.

"No madame, io sono un musicista e frequento l'accademia musicale." Rispose lui a quel punto. "Con Adrien una volta abbiamo suonato insieme, mentre sempre insieme siamo usciti noi due con Kagami e Marinette." Spiegò 

"La tua nuova amica." Disse Tomoe alla figlia. 

Kagami con il viso basso annuì. "Si, Marinette. Sai di lei." 

"E dove vorresti portare mia figlia senza il mio permesso?" Chiese la donna a Luka.

"Raggiungo i miei amici a Londra oggi e pensavo di portarci anche Kagami." Disse lui schietto e tranquillo.

Kagami trasalì, a Londra? Da Adrien? Dopo la giornata di ieri non sapeva se fosse o meno pronta per un incontro con il giovane Agreste, non sapeva se era pronta a conoscere la verità. 

"Voi giovani di oggi avete un umorismo che non riesco a capire." Disse la madre di Kagami.

Luka storse il naso. "Non sto scherzando, il treno parte alle nove e noi siamo già in ritardo." Disse alla donna.

"Non posso permettere a Kagami di uscire senza di me. Soprattutto di andare in giro verso Londra senza di me!" Affermò la donna.

"Quindi Kagami dovrebbe seguirla ovunque per poter uscire." Affermò Luka.

"Si giusto. Ha dei corsi da seguire e lezioni da portare avanti non può distrarsi." 

"Ma oggi è domenica madame Tsurugi. Quindi sarebbe una giornata libera anche per voi." Ci tenne a precisare lui.

"Non può uscire se non con me!" Affermò ancora la donna.

"Egoista!" Disse Luka.

"Come scusa?" Chiese Tomoe 

"Lei è un'egoista." Precisò ancora Luka. "Impedisce a sua figlia di uscire e fare le sue esperienze, le impedisce di avere degli amici o di studiare con loro, le chiese di primeggiare in tutto e di fare tutto ciò che le impone. Lei madame Tsurugi è un egoista." Disse allora lui elencando tutto ciò che pensava di quella situazione.

"Ma come ti permetti ragazzo?" Disse Tomoe stringendi forte il pomelo del suo bastone per l'ira.

Kagami osservava quella scena, mai nessuno l'aveva difesa nei confronti di sua madre, mai nessuno aveva preso le sue parti e compreso quanto ella avesse bisogno di quella libertà e che le continue obiezioni di sua madre non facevano altro che tarparle le ali. 

"Mi permetto eccome. Non lascia che sua figlia commetta degli errori, che non cadi e si rialzi da sola perché la sta facendo crescere sotto una campana di vetro. Non sono un genitore ma non è così che si fa." Disse Luka prendendo posizione.

"Io lasciò che mia figlia impari a difendersi da sola e a comportarsi con gli altri. Non gli servono gli amici, quelli non esistono e prima o poi ti deludono." Asserì la donna convinta.

"Certo che ci deludono, ma se sono veri amici ci tendono anche la mano per cercare di non rompere un rapporto. E se ci faranno del male impareremo dalle nostre azioni e leniremo le nostre ferite." Disse allora il musicista. "Ma questo non vale solo per l'amicizia, vale per tutto. Si chiama vita è lei non sta permettendo a sua figlia di vivere." 

"Adesso basta, sei troppo sfrontato ragazzo. Esci fuori da casa mia." Ordinò la donna.

Luka la guardò con sfida. "Dov'è suo marito? Voglio parlare anche con lui." Disse come ultimo tentativo.

"Lui non c'è." Intervenne con voce incerta Kagami. "È sparito circa un anno fa, durante un viaggio e..." 

"Kagami al tuo amico non interessa di tuo padre. Adesso sai che non c'è, quindi vattene." Ordinò ancora la donna nipponica.

"E se un domani anche lei dovesse sparire? Cosa ne sarà di Kagami? Sarà sola e non saprà come rapportarsi agli altri, crederà di sapere tutto quando in realtà non saprà nulla. Sarà costretta a mantenere  una vita che pensa sia vera ma non lo è, perché cresciuta in una gabbia dorata. Potrebbe innamorarsi del primo delinquente che incontra solo perché non sa cosa realmente sia l'amore è quest'uomo potrebbe soggiogarla." Prese a dire Luka mettendo una dietro l'altra un infinità di ipotesi negative.

"Basta smettila, vattene o chiamo la sicurezza." Ordinò la donna.

"Madre..." Intervenne Kagami. 

"Accompagnalo alla porta Kagami." 

La ragazza obbedì prendendo il musicista per la spalla, intanto Luka scosse la testa. "La prego, la faccia venire. Il treno parte tra un'ora, sono sicuro che a Kagami farà piacere." Disse Luka giocandosi la carta della sottomissione.

"Fuori!" Disse ferma Tomoe. 

"Lascia stare..." sussurrò Kagami, poi rossa in volto annuì e gli diede un bacio sulla guancia. "Grazie Luka." Disse aprendogli la porta della suite. 

Il ragazzo scosse la testa, aveva fatto di tutto ma non era riuscito a portare con se Kagami Tsurugi a Londra. Vide la porta chiudersi alle sue spalle e si diresse verso le scale così da rendere il tragitto verso la strada più breve. 

"Avresti dovuto tenermi un po' di croissant, Kagami non l'ha mangiato tutto." Disse Rizza uscendo dalla sua tasca.

"Adesso andiamo a comprarne un altro Rizza." Disse Luka.

"Hai paura, avverto la tua paura." Gli disse allora il Kwami.

"Ho paura per Kagami. Rizza come si può vivere così, farsi sottomettere in questo modo da un genitore?" Chiese allo scorpione.

Rizza scosse la testa. "Non lo so, ma lei è abbastanza impavida da non farsi schiacciare dal volere di sua madre."

"Lei scappa da quel potere e  non funziona così, non può scappare per sempre da sua madre."

 

Kagami chiuse la porta della suite e vi restò ferma per un po' quando sua madre spezzò il silenzio che si era creato.

"È veramente amico tuo quel ragazzo?" Chiese sua madre.

Kagami sospirò. No, certo che non lo era, non aveva avuto modo di conoscerlo abbastanza anche se quel giorno era andato lì prendendo le sue difese con sua madre. "È amico di Adrien Agreste, lui ci ha presentati, siamo usciti in quattro con Marinette." Spiegò ancora.

"A te piace lui?" Chiese ancora Tomoe.

Se gli piaceva? Ma che domande, lei amava Adrien. Erano fatti l'uno per l'altra, si comprendevano e sapevano cosa si provava ad avere tante restrizioni. Non come Luka che al contrario non capiva che le regole erano importanti, a casa sua non vigeva quel tipo di educazione. Anarka sua madre era per la libertà di pensiero e pensava che ognuno dovesse esprimersi a modo suo, farsi valere ed essere liberi sempre. 

"Mi piace la sua vita." Ammise la nipponica alla madre.

"La sua vita? Se vuoi suonare musica basta che tu lo dica e ti assegnerò un maestro di musica, il violino è una nobile arte o il flauto." Le disse Tomoe.

"No. Mi piace la sua vita!" Disse ancora Kagami alla madre. "Il fatto che possa suonare con gli amici, che viva su una barca dove sua madre accoglie tutti i loro amici e dove anche l'ultimo arrivato non si senta escluso. Lui è..." libero avrebbe voluto continuare Kagami ma si zittì prima di commettere quell'errore. 

"Vive su una barca?" Chiese Tomoe. "E hai conosciuto sua madre..." 

"La sorella di lui frequenta la classe di Adrien e Marinette." Sussurrò Kagami 

"Ha anche una sorella." 

"Una bella vita... cioè una vita caotica." Si corresse Kagami. 

"Potrebbe farti soffrire!" La avvertì Tomoe.

Kagami chinò il capo. Così come stava soffrendo in quel momento per l'articolo uscito su Adrien e Marinette? Perché si aveva ragione sua madre gli amici facevano soffrire, lei e Adrien erano fatti per stare insieme e invece adesso vedeva tutto crollare. E Luka era andata a prenderla per portala da Adrien, forse perché anche lui voleva un chiarimento con la loro compagna. Questo non poteva saperlo Kagami, ma intanto lui era andato a prenderla a tenederle una mano.

"Ma soffrire fa parte della vita, come anche rialzarsi da soli e imparare dalle esperienze." Rispose lei 

"Ripeti anche le sue parole adesso?" Affermò sua madre.

"Non le approvi lo so." Ammise lei. 

Tomoe tacque, Kagami la vide alzarsi e raggiungere il tavolo dove era poggiato il sacchetto portato da Luka. Ne prese un croissant e lo assaggiò.

"Croissant alla Crema chantilly. Ma come si può!" Disse allora.

"Sono buoni anche se preferisco quelli alla marmellata." Ammise Kagami.

"C'è anche quello, il mio olfatto direbbe albicocca." 

Kagami sorrise, era quello che mangiavano sempre i Kwami suo e di Scorpio dopo le battaglie. 

"Va a preparare la tua borsa e tienimi aggiornata su ogni spostamento. Anche se farai tardi e non riuscirai a partire. Voglio sapere tutto, ovviamente pernotterai alla nostra suite all'Hilton in caso resterai lì questa notte." Disse allora Tomoe con un sospiro.

Kagami restò sorpresa. "Posso andare madre?" Chiese attonita.

La donna annuì. "Se cadrai Kagami..."

"Mi rialzerò più forte di prima madre." Disse allora lei, era felice. Aveva il permesso di andare via, a Londra, senza nessuna costrizione e senza sua madre. 

Prima che ell potesse ripensarci corse a preparare una borsa, dove mise anche la sua cravatta e la giacchetta bianca. Prese il cellulare rileggendo i vari messaggi di Marinette in quel periodo di assenza, doveva avvertirla che stava arrivando? 

Non lo sapeva. Intravide i primi messaggi da quando era andata via. «A Londra è umido e fa freddo... Adrien mi ha comprato una sciarpa... beviamo té caldo ogni giorno, ma preferirei della cioccolata calda...» 

Andò allora di corsa all'armadio e prese il cappotto e una sciarpa con dei guanti e mise tutto in borsa. Doveva sbrigarsi.

Uscì dalla camera e andò a salutare la madre ringraziandola e prendendo i croissant che erano rimasti, poteva andare a Londra. Pensò raggiante mentre lasciava la suite. 

"Nissa..." 

Il Kwami uscì allo scoperto seguendo Kagami verso la discesa delle scale. Prese al volo un pezzo di croissant per poi obbedire al comando della sua portatrice. "Trasformami."

 

Luka aveva portato la sua bicicletta alla barca, poi presa la borsa si era diretto verso la stazione, aveva ancora mezz’ora prima che il treno partisse e doveva ancora fare il biglietto. Durante il tragitto verso la barca dove viveva ci aveva pensato a quel viaggio, aveva detto ad Adrien che gli avrebbe portato Kagami e senza si lei non aveva senso partire. O forse anche sì, aveva bisogno lui stesso di un confronto con i due amici, doveva capire se mettersi o meno l’animo in pace e andare avanti o continuare a perseguire i suoi sentimenti verso Marinette. 

Così aveva deciso di andare lo stesso, prendere i suoi risparmi, un cambio e la sua chitarra e partire verso Londra. 

Ed ora eccolo lì alla fermata del treno, le porte aperte e la gente che si mobilitava a salire mentre era in fila alla biglietteria. 

“Ho gia preso io i biglietti.” 

Luka sussultò girandosi, di fronte a lui con la sua sacca a tracolla c’era Kagami Tsurugi, adesso indossava la giacca bianca ma ancora non portava la cravatta. 

“Come?...” Chiese 

“Sei riuscito a convincere mia madre che mi ha concesso la nostra auto super veloce e ultra tecnologica per raggiungerti. Ma ho fatto prima di te.” Disse lei prendendolo per mano e trascinandolo verso le carrozze del treno. Porse i biglietti al controllore ed entrò.

Quando furono ai posti loro assegnati Kagami finalmente lo lasciò libero andando a sedersi. Luka poggiò la chitarra sul suo sedile e posò la sua borsa sul portabagagli, poi chiese a Kagami la sua e fece la stessa cosa. 

Quando finalmente si sedette prese la chitarra rivolgendosi alla giapponese. “Sarei stato in grado di camminare da solo.” Disse con un sorriso.

“Oh scusa... è stato un gesto involontario.” Gli disse mentre iniziava a mettersi la cravatta.

“Dovresti sbottonarti di più.”disse allora Luka. Fece roteare la mano destra verso di lei. “In senso generale, prima stavi bene senza quella e anche rilassarsi e non essere più rigida.” Prese la chitarra e facendo scorrere il peltro sulle corde la fece stridere. “Per ora sei questo, ancora non fai sentire la tua voce.” 

Kagami scosse la testa. “Credo di far sentire bene la mia voce. E mi piace essere così!” Gli rispose seria. “Perché sei venuto a prendermi stamane? Non me lo hai detto.” Chiese la ragazza curiosa.

“Ho visto la rivista.” Disse allora lui. “Ho pensato che come me anche a te avrebbe fatto piacere vederli.” Le disse, non poteva farle capire che Adrien sapeva di questa sua idea.

“Lui la ama. Non so perché era insicuro dei sentimenti di lei nei suoi confronti.” Disse allora lei guardando davanti a se. “Ma nello sguardo che rivolge a Marinette ho sempre visto una luce in più. Cosa che con me non ha.” Dichiarò a quel punto. “Speravo che Marinette si concentrasse su di te, così avrei avuto Adrien tutto per me.”  

Luka scosse la testa. “Marinette è una ragazza stupenda e le voglio molto bene, mi piace.” Ammise il musicista. “Ma non voglio essere la ruota di scorta. È più che evidente che ami Adrien, non so perché non si siano messi insieme ad oggi.” Disse intonando un brano con la chitarra. “Io sto conoscendo Adrien e capisco che anche lui ami lei e mi chiedo perché siano così indecisi.” 

“Io non sarei stata così indecisa. Mi sarei presa ciò che volevo.” Disse Kagami. 

“Anche a rischio di non avere tutto, di non sentirti la seconda scelta?” Le disse il moro lanciandole uno sguardo. Sicuramente si sarebbe accontentata, accettando ciò che poteva ottenere. Come aveva sempre accettato le regole della madre senza giungere a compromessi. 

Kagami lo guardò. “Io e Adrien siamo fatti l’uno per l’altra. Abbiamo gli stessi hobbies, veniamo da famiglie facoltose ed eccelliamo in tutto ciò facciamo.” 

“E questo ti fa pensare che siate fatti per stare insieme?” Chiese lui, scosse la testa divertito componendo una musica monotona. “Sareste così.” 

“Non riesci a non parlare con la musica?” Chiese la nipponica con una smorfia imbronciata. 

Lui sorrise. “La musica è espressione e poi sto parlandoti.”

“Sei saccente e sempre calmo. Come fai ad esserlo dopo aver visto quell’articolo?” Chiese

Luka posò la chitarra tra le sue gambe e la osservò mentre dei droni andavano loro incontro. 

“Lo sono perché non mi sarei aspettato il contrario. È evidente che si amano e preferisco così anziché essere deluso dopo.” Disse allora mentre il drone si fermava.

«Prendete qualcosa?» 

“Un tè alla menta.” Dissero i due all’unisono e nel farlo si guardarono curiosi. 

Luka prese i due té e ne porse uno alla ragazza che intanto sollevò un sacchetto, la colazione di  poche ore prima. 

“Ne sono rimasti due.” Disse lei con un sorriso. 

Luka ricambiò il sorriso e prese il croissant che la ragazza gli porgeva. In silenzio mangiarono quella colazione ritardata poi tranquilli ripresero il viaggio, lei leggendo un libro e lui strimpellando la chitarra dopo aver avvertito Adrien del loro arrivo. 

 

Adrien subito dopo aver sconfitto Lady Octavia e Pika Pika si trovò finalmente da solo con la sua compagna di classe. Mano nella mano ancora nei panni dei due super eroi cercavano un posto dove ritrasformarsi. 

“Stanno arrivando Luka e Kagami.” Le disse. “Vado a prenderli alla stazione tra mezz’ora.” 

“Luka e... Kagami?” Chiese sorpresa la corvina.   

“Sì, Luka mi ha scritto un’ora fa circa. Vado a prenderli poi ci troveremo con Steven  al McDonald.” Le spiegò finalmente in un vicolo buio.

I due si ritrasformarono e Marinette annuì. “Vengo anche io. Tanto Eleanor è fuori per le ultime prove.” Disse la ragazza.

Era giunto il momento di chiarire la sua posizione, con Luka non c’era ancora stato nulla, lui non le aveva chiesto di mettersi insieme anche se non  avevano mai affrontato l’argomento. Ma, e c’era un ma, c’era stata la sua dichiarazione quando era stato akumizzato in silencer. Sospirò, doveva essere chiara ed affrontare i suoi amici dopo l’articolo del giorno prima. 

Adrien la osservò attentamente e si incamminò al suo fianco dandole la mano e prendendo la strada verso la stazione.   

“Tu e Kagami...” iniziò lei ricordando che l’amica era stata akumizzata il giorno prima per l’articolo sulla rivista.  

“Siamo solo amici. Credo di avertelo detto anche il mese scorso.” Le disse lui.

La corvina annuì con un sospiro. “Questo non toglie che Kagami ci tiene a te.” 

“Le dirò una volta e per tutte che siamo solo amici, anche se è veramente incantevole.” 

Marinette fece una smorfia, lo stava facendo apposta sperava. Anche se aveva ragione, Kagami era una bella persona. 

 

Si trovarono alla stazione e Adrien attese di scorgere i due amici che scendevano dal treno per poterli raggiungere, ancora non poteva credere che Kagami avesse avuto il permesso di sua madre per andare a Londra e se non l’avesse vista difficilmente ci avrebbe creduto.  Invece eccoli i due che scendevano dal treno, entrambi indossavano una giacca e portavano una sacca dietro, Luka aveva anche l’inseparabile chitarra.

Marinette appena li raggiunsero andò a salutare Kagami, le due si abbracciarono e si scambiarono due baci sulle guance mentre i ragazzi si diedero il cinque.”

“Ehi... come avete con tua madre?” Chiese il biondo alla nipponica.

“Tu non ci crederai, ma mi ha dato il permesso di venire a Londra.” Rispose lei salutando il modello.

I due compagni di classe si guardarono sorpresi poi sorrisero a Kagami. 

“Sono comunque felice di vedervi qui. Londra è bellissima!” Affermò la corvina.

“Prima di raggiungere Steven e gli altri potremo portarvi a fare un giro sul London Eyes.” Propose il biondo prendendo la borsa di Kagami.

I due annuirono e contenti seguirono i loro ospiti.

“Che sorpresa avervi qui. Avresti potuto avvertirmi Luka e anche tu Kagami, avremmo potuto organizzare una bella gita.” Disse loro la corvina. Non le piaceva relegarli a fare i turisti da soli e voleva essere di loro la giusta compagnia.

“Abbiamo improvvisato tutto dopo la giornata di ieri.” Rispose Luka.

“Ieri?” Chiese Marinette cercando di cascare dalle nubi.

Luka prese la rivista dalla sua borsa e gliela porse. “Qualcuno si diverta a fare gossip su voi due.” Annunciò 

Marinette prese la rivista e questa volta lesse perbene l’articolo. Nel vedere quelle immagini si sentì arrossire, dietro di se Adrien anche leggeva le carie didascalie. 

“Siamo solo amici.” Disse Marinette ai due compagni.

Kagami fece un passo avanti prendendole la rivista di mano e richiudendola. “Queste foto dimostrano solo ciò che a noi è palese da tempo.” 

Luka annuì. “Non capisco perché vi ostinate a chiamarvi amici. Ma se sta bene a voi...” disse Luka prendendo la rivista di mano alla ragazza e tornando a posarla.

I due ragazzi accusati arrossirono e si guardarono. Non si aspettava un confronto così diretto e subito, però tanto valeva togliersi il dente quanto prima.

“Ammetto che Marinette mi piace.” Disse allora a nessuno in particolare. “Ma prima di fare qualsiasi promessa devo essere sicuro dei miei sentimenti, voglio conoscerla bene perché so che in lei c’è tanto.” Disse alzando allora lo sguardo.

Marinette si sentì stringere il cuore a quella rivelazione così diretta davanti ai due amici. “Proprio per queste sensazioni e perché ho troppo rispetto di lei e dei miei amici, non voglio forzare le cose. Non voglio sbagliare con lei e con voi.”

Disse il modello sorridendo a Marinette e prendendole la mano.

“Steven il mio compagno inglese si è lasciato con la sua ragazza e da quando hanno chiuso si è sfasciato il gruppo. Io non voglio prendere in giro nessuno e voglio andarci piano, voglio che tutto resti abbastanza normale come adesso. E Marinette questo lo capisce, capisce le mie scelte.” 

La corvina annuì e rossa in volto guardò i due. “Con Adrien abbiamo deciso di darci tempo, consci che vivere alla giornata sia la soluzione. Così abbiamo modo di conoscerci di più, in questo mese per esempio ho scoperto che Adrien ha tanti difetti che mai avrei immaginato.” Terminò lei con un sorriso sincero.

Kagami spalancò la bocca. “Difetti? Ma no è impossibile!” Affermò.

Marinette si affiancò all’amica e poggiò la testa sulla sua sballa mentre a braccetto uscivano dalla stazione. “Oh si credimi, è parecchio sbruffone sai?” Disse la corvina.

Adrien alle sue spalle scosse la testa per poi guardare Luka. “Fa l’indignata ma le piace questo mio lato.” 

“Come puoi notare Kagami è anche un fanatico.” 

“E le piace anche questo.” Disse Adrien mettendosi in posa. 

Intanto i due compagni si fermarono a guardarli sorpresi e curiosi. Marinette si era fermata, mani sui fianchi e fissava il giovane modello. 

“E parla anche troppo.” Disse con una smorfia.

Adrien alzò le mani al viso in difesa e le rispose. “E non dico più nulla altrimenti litighiamo.” 

“Ecco bravo!” Disse lei.

Luka rise a quella scenetta mentre Kagami era sempre più esterrefatta.

“Sembrate Ladybug e Chat...” disse per poi ammutolire. Guardò i due attentamente e fece un passo indietro. “Allora il London Eyes?” Chiese incamminandosi mentre nella sua mente si muovevano dei fili invisibili. Erano loro due? 

Adrien e Luka si guardarono mentre Marinette segui la sua amica. L’aveva scoperta? Veramente era così evidente da un semplice scambio di battute che lei fosse Ladybug? 

“Kagami?” 

La nipponica si fermò e la guardò sorridendole. “Scusami, sapete voi la strada.” 

Marinette ricambiò il suo sorriso prendendo la mano dell’amica. “Va tutto bene?” 

Kagami annuì. “Sì, sono qui a Londra e sono con i miei amici. Luka è riuscito a convincere mia madre a farmi partire da sola e non vedo l’ora di godermi questa giornata.” Le disse allora. 

Da dietro Adrien e Luka cercavano di tenere il passo, il musicista lanciava sguardi al modello che di rimando verteva il suo preoccupato su Kagami. 

“Devi farle bere la pozione del sigillo.” Disse Luka. “Non ti chiederò di ciò che ha detto, già ho messo in pericolo il Miraculous di Chat Noir quando sono stato akumizzato, non voglio mettere in pericolo nessuno.” 

Adrien si fermò e annuì. “Io mi fido di te Luka.” Disse allora il ragazzo.

L’altro gli sorrise. “E te ne sono grato Adrien, anche io mi fido di te.”

“Allora! Vi sbrigate.” Chiese Kagami impettita. “Vorrei godermi questo giorno di vacanza.”

“Eccoci, arriviamo!” Disse Adrien più sereno. Aveva ragione Kagami, dovevano godersi quella giornata.

Cara Paola, grazie per le tue parole.
Sì il capitolo su Chloé ci stava anche perché dovevo ancora far capire il suo potere e far apparire l’ultomo Ladro due Miraculous con relativo potere. La storia sta volgendo nella direzione che io volevo darle e si ho sfruttato tutto ciò che Chat Blanch ha rivelato per muovere Gabriel in questo contesto, infatti come in Chat Blanch non gli ho fatto avere scrupoli. Ha dimostrato che può usare il figlio e Marinette per i suoi scopi ed ora in questa storia lo rifà ma in altro modo. 
Sto invece lavorando molto sul rapporto che si sta creando con la Adrinette, sto facendo emergere nei due i caratteri dei loro alter ego così che possano completarsi completamente e totalmente. Perché loro penso siano unici in tutta la loro completezza, con la dolcezza e la sfrontatezza si Adrien ma anche con la forza di volontà e le insicurezze di Marinette. Chat Noir aveva visto leggermente questa insicurezza nel finale di stagione della terza serie, ma adesso la sta comprendendo di più. Devono comprendere entrambi che insieme sono forti e che non possono essere solo idealizzati per amarsi.
Ebbene sì, rivelazione shock. Comprendiamo meglio perché nessuno può sapere chi sono realmente gli eroi parigini. Kagami lo ha capito perché è intelligente e perspicace e proprio per questo ha poi taciuto e cambiato argomento . Memore di ciò che le ha detto Ladybug sa che rivelare un’identità non è congeniale. Ha infatti capito una cosa, che Marinette ha molta fiducia in lei perché l’ha scelta come portatrice di un Miraculous importante quale Nissa è. Spero ti piacciano questi ultimi due capitoli e alla prossima ♥️

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Capitolo 28
*** Parte 27º - Il Drago e l’Unicorno ***


Una volta posate le loro cose Marinette consegnò a Kagami una felpa della sua nuova linea, quelle a cui stava lavorando su richiesta di Gabriel Agreste. Ancora non aveva fatto nulla che la convincesse, ma dopo che il giorno prima la sua amica era stata akumizzata aveva lavorato pensando a lei. Così appena furono a casa dei Preston la presentò alla madre di Eleanor e poi la portò con se in camera sua. Qui le mostrò tutti i lavori che aveva avuto commissionati e le due felpe cui aveva lavorato la sera prima.

"Ieri sera non riuscivo a fare a meno di pensare a te e ho fatto queste? Dimmi se ti piacciono, se sì puoi prenderle." Le disse porgendole le due felpe che erano a misura sua quindi le sarebbero di sicuro andate bene.

Kagami per la prima volta in vita sua si sentì arrossire amareggiata. Ovvio che era stata preoccupata per lei, aveva dovuto salvarla da una nuova akumizzazione da parte di Papillon. Studiò le due felpe restandone colpita da una in particolare, era nera, con il collo rosso a richiami scozzesi e una fascia laterale uguale. 

Anche l'altra era simile nello stile e stesa sul tavolo ne era un'altra fatta a vestito sempre negli stessi toni.

 

 

 

 

 

 

 

"Sono stata una stupida e una debole. È la terza volta che Papillon si impossessa di me, non sono all'altezza di..." 

Marinette sentendola parlare le si avvicinò e la prese per le spalle. "Kagami tu vai benissimo. Se sei preda di sentimenti negativi è solo perché sei molto sensibile." Le disse la corvina, perché era vero, ogni volta che la sua amica era stata akumizzata aveva sempre dovuto affrontare un suo dolore personale, una sconfitta interiore. Prima il confronto con Adrien, poi la prepotenza di Lila nei confronti del modello e infine le era stata propinata una storia non vera di lui e lei insieme. 

Kagami strinse forte a se la felpa e la guardò rammaricata. "Tu non vieni mai akumizzata." Affermò allora. Marinette scosse la testa e rise. "Una volta appena conosciuta Lila, ho subito capito che mentiva e papillon mi mandò un'akuma, fortunatamente ero con una mia amica e rinsavii." Raccontò ricordando di quando Tikki la esortò a resistere a Papillon. "La seconda volta fui messa in punizione per colpa di Chloé, anche lì fu grazie alla professoressa Bustier se sfuggii a Papillon. L'ultima volta invece egli riuscì ad akumizzare me e mia madre e tutta la scuola, forse aveva osato troppo perché le nostre forme akumizzate non si crearono nemmeno che le farfalle si dispersero. Tre volte proprio come te Kagami." Terminò Marinette.

Kagami la guardò stupita mentre Marinette andava alla finestra. La giapponese la seguì notando che in quella di fronte c'erano Adrien, Luka ed un ragazzo dai capelli rossi che stavano chiacchierando. La sua amica chiuse le tende e la invitò ad indossare la maglia scelta.

"L'ultima volta stavo per consegnare i Miraculous di Ladybug a Papillon, e nessuno mi avrebbe fermato. Tu a differenza mia l'ultima volta hai protetto il tuo lasciando andare Nissa e il Miraculous." Disse Marinette andando a sedersi. "Sei stata molto forte." 

Kagami fissò Marinette, che dolcemente le aveva appena confermato ciò che già lei stessa aveva detto. Solo una persona sapeva di lei e Nissa, solo una persona sapeva cosa ella avesse fatto il giorno prima per il suo Kwami. E quella era la persona che più di una volta aveva avuto fiducia in lei, prima consegnandole il Miraculous del drago, poi dandole definitivamente quello del Leone: Ladybug. 

"Nissa è amico mio, sarei stata male se gli fosse accaduto qualcosa." 

"Anche per me Tikki è importante è la mia migliore amica. Così come mi sono amici anche Larss e Gracc." 

Kagami non sapeva chi loro erano, forse altri Kwami come Loong, ma poteva comprendere il tipo di legame. Si tolse la giacca e la camicia e indossò la felpa cui subito avvertì il calore. Era calda e confortevole e si sentì avvolgere dal senso di sicurezza che quel torpore le dava. 

"Non avrei dovuto scoprirlo." Disse Kagami. "Papillon cerca il suo Miraculous e se io so chi sei potrei venire a prenderlo direttamente da te." 

Marinette annuì. "Io credo in te Kagami. So che non faresti mai nulla per farmi del male e che saprai difenderti da Papillon la prossima volta, a meno che..." disse Marinette.

Andò alla finestra riaprendo le tende e prese a sbracciarsi attirando su di se lo sguardo dei tre ragazzi. 

Adrien andò ad aprire subito con sguardo interrogativo. "È successo qualcosa?" 

"Pensavo, ti va di passare il pomeriggio solo noi con Luka e Kagami?" Chiese al compagno. 

Adrien annuì, non sapeva perché gli poneva quella domanda. Ma sicuramente dietro quella richiesta doveva esserci qualcosa di più di un giro turistico.

"Per noi non ci sono problemi. Luka vorrebbe andare a sentire i musicisti londinesi." Disse il biondo. 

"Noi possiamo partire anche domattina nel caso si faccia tardi." Disse Kagami. 

Adrien la guardò confuso mentre la voce di Luka arrivò atona.

"Sicura che a tua madre vada bene?" Chiese 

"Se mi capita qualcosa tutta responsabilità tua." Disse lei con un sorriso. 

"Non sei divertente." Le disse Luka.

"Non lo sono infatti. Mamma sa che sono con te e poi con loro, quindi responsabilità tua." Disse lei facendo spallucce.

Luka sollevò un sopracciglio. "Bella maglia. Finalmente inizi a sbottonarti." Disse dandole le spalle e tornado verso Steven. 

Kagami guardò verso Marinette. "Posso picchiarlo?" Le chiese.

La corvina imbarazzata scosse la testa. "Ti prego trascorriamo questo week end tranquilli." Disse per poi chiudere  la finestra.

Kagami annuì e fece una smorfia. 

"Luka è un bravo ragazzo."  Disse allora la corvina.

"Si lo so. È stato sempre molto disponibile con me." Disse lei a quel punto. "È stato lui a convincere mia madre." 

Marinette le sorrise. "Questa maglia ti sta benissimo. Prendila." Le disse allora per poi andare verso la porta.

Kagami carezzò il collo in stile scozzese e annuì, l'avrebbe presa con piacere. Seguì l'amica e una volta indossati i rispettivi cappotti raggiunsero i ragazzi a casa Wood. La prima cosa che notò Kagami fu che anche Luka si era cambiato, indossava una felpa nera con al centro stampato la sagoma di uno scorpione. Era semplice come maglia ma bella.  

 

 

 

"Ma questa è mia!" Disse Marinette guardandolo, l'aveva fatta per Steven, perché l'aveva Luka?

"E adesso che l'ho data a Luka me ne farai un"altra vero?" Chiese il rosso andandole incontro e prendendo il giubbotto.

Marinette scosse la testa mentre Adrien si colpiva il viso con una mano ormai rassegnato.

"Lo faccio con piacere." Disse lei dolcemente.

"Inutile parlarne." Disse allora Adrien uscendo in strada e attendendo che il gruppo uscisse. 

"Fin quando non trovo quella perfetta da presentare a tuo padre sarà così." Disse lei andandogli dietro. 

"Sono sicuro che per mio padre andrebbero bene già tutte queste." Disse allora il biondo guardando ora se stesso ora Kagami e Luka con le maglie nuove. Erano tutte perfette ed impeccabili. "Mettetevi più vicini voi due e tenete in bella vista le felpe!" Chiese Adrien prendendo il cellulare. 

Luka e Kagami si guardarono per poi obbedire. Il biondo allora puntò il cellulare e scattò una foto che pubblicò subito su Instagram taggando tutti.

«Marinette a lavoro su delle felpe fantastiche, lei dice che non sono perfette. Voi cosa ne pensate?» 

Dopodiché inviò la foto al social. 

"Se approvano tu la smetterai con le felpe." Disse Adrien puntandole il dito e incamminandosi. La corvina sbuffò e lo seguì con il broncio.

"Sono io che decido Adrien." 

"Ma va, sono io il tuo modello e decido io!" 

Marinette sollevò un sopracciglio. "Dove lo trovi uno più bello di me?" Chiese sornione il biondo.

Dietro di loro gli altri tre risero, Marinette si voltò e indicò Steven e Luka. "Posso avere loro due, sarebbero perfetti." 

Adrien fece uno sguardo assassino e rassegnato. "Stai giocando con i miei sentimenti." Disse allora mentre Marinette saltava sul posto salutando Alya e Alix. 

"Siamo qui! Guardate chi è venuto a trovarci!" 

Le due ragazze sorprese notarono la presenza di Luka e Kagami, cosa ci facevano lì?

Li salutarono per poi presentare loro Caroline e Margaret, poi si diressero verso il McDonald's dove si sarebbero trovati con gli altri. 

Accadde che trascorsero il pomeriggio tutti insieme, passeggiarono fino al Big Bang, fecero un giro al London Eyes e infine andarono anche a visitare Buckingham palace. Non mancarono giri sui tipici Red autobus e Luka volle chiamare sua madre attraverso una cabina telefonica, accorgendosi solo una volta dentro che non era funzionante. 

Alla sera non restò altro da fare che andare alla prima dello schiaccianoci, quel pomeriggio tutti insieme era stato piacevole ma Marinette non era riuscita a parlare con Luka e Kagami del Miraculous dell'avvoltoio e questo le dispiaceva molto. 

Durante il primo atto furono disturbati dalla visione dell'opera da uno stato di allerta. Papillon non stanco della giornata precedente ritornava ad attaccare. Marinette e Kagami si scambiarono uno sguardo e si alzarono con la scusa di dover andare al bagno. Dopo un po' anche Adrien scomparve seguito da Luka, la loro scomparsa riuscì a risultare abbastanza insospettabile poiché i quattro rientrarono dieci minuti prima della fine del primo atto, entrambi molto stanchi. 

Fu durante la pausa che Kagami notò la presenza di Lila alla prima. Contrariata chiese a Marinette cosa ci facesse lì e in risposta ella le   rispose che era la partner school del cugino di Adrien e che forse era lì con la famiglia Graham de Vanilly.

Per istinto come non le piaceva Lila a Kagami non piacque neanche Felix, troppa freddezza nei suoi gesti e nel suo sguardo. Marinette la tenne comunque lontano da loro, poiché entrambe avevano la stessa opinione dei due. 

Solo dopo il termine della prima Marinette riuscì a presentare Kagami e Luka ad Eleanor. Cristian il compagno di studi di Nino consegnò alla compagna un cesto di fiori da parte di tutti loro. 

In pratica solo dopo aver cenato e festeggiato tutti insieme Marinette e Adrien riuscirono a raggiungere Luka e Kagami al Mandarin Oriental London Hotel che si trovava vicino Hide Park. La corvina voleva parlare e confrontarsi con loro e capire come era funzionato il Miraculous dell'avvoltoio su Luka, se c'era al limite un Miraculous per contrastarlo per proteggere Kagami.  

Dopo essersi assicurati che tutti dormissero Adrien si lanciò nella camera di Marinette e trasformarti volarono nella notte londinese verso l'albergo su Hide park. 

Giunti lì trovarono Kagami e Luka ad attenderli, chiusa la porta alle loro spalle i due ospiti li guardarono.

"Cosa succede?" Chiese Luka.

Marinette fissò Luka. "Mi serve sapere cosa è successo quando sei stato akumizzato. Ho sentito che hai resistito a Papillon, come ha fatto a far cadere le tue barriere?" 

Luka sorpreso annuì, non si aspettava quella domanda. In realtà da quella mattina con il commento della nipponica il dubbio si era instillato nella sua mente, possibile che Marinette e Ladybug fossero la stessa persona? Non lo sapeva o almeno non lo avrebbe dato per certo fino a quel momento. Appena era entrata aveva preso in mano la situazione calamitando tutti sulla sua persona. Adrien dietro di lei come il suo fedele partner, li osservò e solo in quel momento gli fu tutto chiaro. Loro due erano una sola cosa, lo erano sempre stati fin dall'inizio, fin da prima che lui conoscesse Marinette. Loro erano sempre stati una squadra unica e solida e questo nessuno poteva metterlo in dubbio ed ora lei stava prendendo in mano le redini della situazione, come faceva sempre, come aveva fatto quando lo aveva scelto come portatore di Sass. Lei era il capo.

"Ha iniziato a instillarsi nella mia mente, io ero tranquillo non avevo alcun tipo di animosità. Ho capito che era diverso quando avvertivo crescere dentro di me  un sentimento mai provato, io volevo vendicarmi." Affermò a quel punto Luka guardando sia lei che Adrien che già sapeva tutto. "Solo dopo che questo desiderio si è impossessato del mio cuore Papillon è riuscito ad entrare nella mia mente." 

Marinette annuì andando a sedersi. Adrien restò in piedi sempre alle sue spalle mentre Kagami studiava la situazione. 

"Ladybug non è riuscita a purificare quella piuma." Disse lei confermando che sapeva di quella battaglia.

Marinette scosse la testa poi spiegò il suo punto di vista. "No, l'avvoltoio o il Miraculous della vendetta appartiene ad una seconda miracle box, dove appunto i due capostipiti sono l'amore e l'odio." 

"Quel Miraculous appartiene sempre a Chat Noir, giusto?" 

Marinette fece per annuire ma la voce di Adrien la interruppe. "Solo in via temporanea. Penso che farò avere il Miraculous a Red Scorpio." Disse a tutti. 

Marinette lo guardò sorpresa, dovevano fare delle strategie ed avevano poco tempo. "E se quel Miraculous va a Red Scorpio io sarò tenuta a consegnare Larss il Miraculous dell'odio alla mia amica Raiongāru." 

I due li guardarono poi annuirono. "Credo voi sappiate, dopo gli eventi di quando Chloé è stata akumizzata in miracle queen,  che voi eravate entrambi portatori temporanei di Miraculous." Disse Marinette.

Kagami e Luka si guardando e la nipponica ricordò il risveglio dopo la deakumizzazione di Chloé. Si era trovata in piazza con Luka ed altri quattro ragazzi, annuì mettendosi comoda su un divano. 

"Bene, tecnicamente non potremmo rilasciarvi dei Miraculous perché Papillon sa di voi e che potremmo sempre venire a cercarvi per consegnarveli. Ma..." disse Marinette sospirando. "Io devo trovare un modo per contrastare il potere che il Miraculous dell'avvoltoio potrebbe avere su di voi." 

"Semmai Papillon dovesse akumizzarvi un'ennesima volta noi saremo in pericolo. Tu Luka  nei panni del Rivelatore ti eri accanito su Chat Noir perché sapevi chi era."

Marinette si voltò verso Kagami. "E potrebbe succedere la stessa cosa anche a te. Papillon vuole i nostri Miraculous e non si fermerà fino a quando non li otterrà." 

"C'è un motivo per cui due poteri del genere non possono trovarsi nelle mani della persona sbagliata." Disse allora Adrien.

Marinette si rialzò raggiungendo Adrien e tornò a riprendere la parola. 

"I due Miraculous insieme scaturiscono un potere immenso in grado di poter esprimere un desiderio e riparare un errore, qualcosa del passato." Spiegò seria. "Solo per ogni avere c'è sempre un dare in risposta, qualsiasi cosa voglia Papillon il rovescio della medaglia potrebbe essere ancora più catastrofico."

"Per questo è importante che Papillon non prenda i due Miraculous, ma anche altri tipi di Miraculous complementari, come quello dell'amore che voglio affidare a Red Scorpio." Terminò Adrien.

"Il suo complementare è l'odio che io affiderei a Raiongāru in questo caso.  Ovviamente prendiamo in considerazione loro perché già posseggono due Miraculous complementari. Semmai Papillon dovesse usare l'avvoltoio, loro potranno unire i poteri e purificare la piuma." 

"Aspetta, hai detto che due complementari uniti sarebbero catastrofici." Intervenne Kagami.

"Due Miraculous complementari tra di loro. Come il coraggio e la paura, la creazione e la distruzione, l'odio e l'amore, la guerra e la pace... sono Miraculous delicati ovviamente da usare, non potrei mai per esempio consegnare Larss a Red Scorpio, scatenerei in lui un profondo potere di guerra distruttiva." 

Kagami annuì, adesso comprendeva. "Quindi?" Chiese allora impaziente. "Cosa devo fare per non farmi influenzare dall'avvoltoio?" 

"Dobbiamo proteggere entrambi dal suo potere." Disse Marinette rivolgendosi ad Adrien. "Ho bisogno di Ozōo." 

Adrien senza fare domande annuì. "Vieni Ozōo." Chiamò il Kwami che subito uscì allo scoperto. "Hai sentito di cosa abbiamo parlato vero?" Chiese il modello al suo Kwami. Questi annuì e Adrien gli sorrise. "Vedi di cosa Marinette ha bisogno dunque." 

Il piccolo elefante si avvicinò alla ragazza con un sorriso e salutando tutti presentandosi come il Kwami della conoscenza si dedicò alla guardiana. "Vuoi sapere se puoi proteggere il vostro segreto." 

Marinette annuì. "Sì. Io e Adrien abbiamo capito che in una miracle box spesso troviamo due opposti. Come c'era il Miraculous che ha Lady Octavia, abbiamo scoperto che c'era anche Ippo il Miraculous dei sogni." Ozōo annuì. "C'è qualche Miraculous che può aiutarci a proteggere loro?" 

Ozōo portò una zampina sotto la proboscide e scosse le enormi orecchie. 

"Il potere che contrasta la vendetta è la speranza e il Kwami della speranza partì in missione con il Kwami della ragione. Quindi non lo hai nella miracle box." 

Marinette si lanciò uno sguardo con Adrien, due Kwami in missione? 

"Quindi non ho modo di poterci difendere." Disse lei.

"In realtà un modo potrebbe esserci, vi ricordate che nelle vostre miracle box avete dei Miraculous che appartenevano alla mia?" 

I due ragazzi annuirono e Ozoo riprese a parlare. "Tu Adrien potresti chiamare Viraago*, il Kwami dell'equilibrio e di buon auspicio. Mentre tu Marinette puoi chiedere di ek tangaavaala (ektngavalá)* Kwami della purezza. Loro due con le loro influenze positive sapranno proteggerli." Spiegò Ozōo. 

I due portatori e guardiani si lanciarono uno sguardo di intesa poi entrambi presero chi un libro bello grosso e chi un'uovo di media grandezza dorato con piccoli cerchi neri. "Gurru, per favore entra e cercami Viraago, digli che ho bisogno anche del suo Miraculous." 

Anche Marinette chiamò un Kwami, era un serpente ed aveva gli stessi colori della miracle box di Marinette. "A me invece serve Gissi." Chiese. 

Il Kwami annuì e prima di partire nella miracle box si guardò intorno per poi sparire. 

"Adesso vi consegneremo questi Miraculous, li avrete fino a quando non avremo recuperato l'avvoltoio da Papillon, o almeno fino a quando non saremo tutti al sicuro." Disse la corvina mentre  Larss tornava con un Kwami che apparentemente assomigliava ad un cavallo alato. 

Gurru tornò invece con un piccolo Kwami drago, di colore blu e argento e le ali dietro la schiena. 

"Padrone!" Disse il drago mentre sia lui che  ek tangaavaala* si facevano avanti.

Marinette restò sorpresa quello non era un cavallo alato era...

"Un unicorno!" Sussurrò Kagami. 

Ozōo si avvicinò a lei annuendo. "Il Kwami della purezza e della forza gentile, ha il simbolo dell'unicorno, colui che distrugge i veleni,  capacità che ti aiuterà a non cadere preda degli inganni. È di lui che avrai bisogno Kagami." 

Marinette sorrise all'amica per poi dare una carezza a ek tangaavaala. "Ek tangaavaala consegna il tuo Miraculous a Kagami." 

L'unicorno non se lo fece dire due volte, prese gli orecchini che aveva ognuno in una mano e le passò alla ragazza. "Sono al tuo servizio mia giovane portatrice." 

Kagami prese i due orecchini che erano semplici perline d'argento ed annuì mentre li metteva. "Io ringrazio te mio caro Ek tangaavaala."

Ozōo fece un colpo di tosse attirando l'attenzione su di se. "Invece a te Luka il drago. Lo spirito del drago si invoca quando abbiamo bisogno di forza, coraggio e perseveranza. Per ampliare la saggezza e la conoscenza spirituale. Padrone del tempo, consente poteri psichici per cui puoi muoverti lungo lo spazio tempo con facilità." Spiegò il Kwami della conoscenza.

Viraago consegna pure il tuo Miraculous a Luka. "Va bene padrone... nobile Luka da oggi cercherò di proteggerti." Disse consegnando al giovane una anello semplice che ricordava alla fine la coda di un grado, anche questo era  d'argento. 

Luka lo prese e lo indossò alla mano sinistra. "È un onore per me essere al tuo fianco Viraago." Disse il musicista con orgoglio. 

"Domattina quando sarete rientrati a Parigi sarete più forti, ma non abbassate mai la guardia. Ogni volta che sembra abbiamo fatto un passo avanti Papillon arriva e ci stupisce con nuove sorprese." Li informò Marinette.

"Sfortunatamente Ozōo ci ha detto che sono scomparsi parecchi Miraculous dal tempio negli ultimi mesi. Quindi noi personalmente non sappiamo cosa abbia o meno Papillon." Disse Adrien.

"Se da un lato temiamo lui dall'altro abbiamo visto che in mano ad altre persone i Miraculous lo stesso non danno tregua. Tutto sta nel decidere da che parte stare." Disse Marinette.

"E noi siamo il bene che contrasta il male." Fece Kagami. 

Marinette annuì. "Non usate questi Miraculous per combattere contro Papillon, teneteli come vostra difesa personale oppure per fare dei viaggi anche verso Londra. Ma non usateli, non date modo di sapere quanto siete forti ai nostri nemici." 

Luka e Kagami annuirono. "Non lo faremo Marinette, giuriamo." Disse il musicista.

"Bene, adesso vi salutiamo, ci vediamo domani mattina ragazzi." Disse loro Adrien.

"Buonanotte e grazie per questa giornata tutti insieme." Disse la corvina andando a dare due baci a Kagami che ricambiò.

"Buonanotte a voi e grazie di tutto." 

Dopo i saluti i due uscirono dalla suite e si diressero agli ascensori. Una volta dentro Adrien chiamò ancora il Kwami della conoscenza.

"Dimmi Adrien." 

"Non mi avevi detto che c'erano dei Kwami in missione. Di cosa si tratta? Potrebbero essere nostri nemici?" Chiese allora il ragazzo preoccupato.

Ozōo abbassò le enormi orecchie mentre Marinette guardò sorpresa Adrien, non aveva pensato a quel l'eventualità.

"È importante per noi sapere tutto Ozōo, ci è tutto nuovo ed eravamo preparati ad affrontare solo Papillon." Disse Marinette per spiegare la domanda di Adrien e per non farla sembrare come un'accusa.

"Il maestro Fu ci ha addestrato e ci ha insegnato tutto ciò che c'era da sapere sulla nostra miracle box*. Ma è importante che tu ci spieghi tutto anche dei Miraculous che pensi siano innocui e di quelli che erano nella tua miracle box." 

"Non sapevo dell'esistenza di un Miraculous del grifone." Affermò allora Marinette, ne era rimasta decisamente favorevolmente colpita. 

Ozōo annuì. "Vi comprendo e dovete perdonarmi. Per quanto riguarda i miei fratelli posso dirvi qualcosa, non c'è grimorio. Temo sia stato distrutto con la miracle box, o disperso come i Kwami scomparsi." Spiegò il portatore della conoscenza.

Arrivati al piano terra uscirono tutti dalla hall e si diressero in un vicolo dove si trasformarono per poi dirigersi a Nothing Hill. Solo una volta rientrati e in casa di Eleanor i due ripresero l'argomento con Ozoo.

"Raccontami dei Kwami in missione." Chiese Adrien.

Ozoo annuì. "Appena siamo ricomparsi, mesi fa, una coppia venne a trovare i guardiani al tempio. Erano un uomo e una donna e dissero che erano giunti dopo aver scoperto di quella misteriosa riapparizione. All'epoca io ero già il Miraculous del gran maestro." Spiegò l'elefante.

"Tutti i Miraculous miei fratelli e senza una casa eravamo liberi per il tempio, era fonte di pace e serenità e non si pensava che qualcuno potesse minare alla nostra sicurezza. Neanche quella coppia era lì con cattive intenzioni, vennero infatti a chiederci delle informazioni." 

Continuò l'elefante mentre Marinette e Adrien seduti sul letto di lei ascoltavano attentamente. 

"Tutti restarono stupiti perché chiesero informazioni sul Miraculous del pavone. La donna era interessata poiché la sua migliore amica lo aveva trovato e dopo averlo usato si era sentita male perdendo i sensi." 

Marinette e Adrien si guardarono in allerta, il portatore del pavone si era sentito male? Com'era possibile che allora fosse nelle mani di Mayura? 

"Il gran maestro disse loro che se c'erano stata delle ripercussioni il motivo poteva essere solo uno, il Miraculous non era stato usato bene oppure il Miraculous era rotto. La donna asserì che la sua amica era molto buona e che non avrebbe mai usato male il Miraculous. Ma il monaco anziano disse loro che per usato male significava aver usato tutta la sua potenza quando non si era in grado, e questo riportava al fatto che fosse rotto. 

Al che i due tacquero confermando a Guan Shì che il Miraculous era rotto, quindi usato con avventatezza. L'uomo chiese quindi  al monaco se c'era la possibilità di risvegliare la loro amica e questi gli rispose che sì, una possibilità c'era. Ovvero ritornare all'evento che vide ridurre in quello stato la donna." 

Adrien ascoltava estasiato, ed anche Marinette ascoltava, stavano scoprendo cose di Papillon forse e forse stavano avvicinandosi alla soluzione del loro caso. 

"La coppia portò il maestro Guan Shì dal possessore del Miraculous?" Chiese Adrien 

Ozoo scosse la testa. "Il gran maestro lo chiese, ma i due risposero che non sapevano dove ella fosse in quel momento, visto che era passato quasi un anno dalla sua scomparsa. Ringraziarono delle informazioni e andarono via. Così Guan Shì e gli altri monaci non credendo alla coppia decisero di farli seguire da due Miraculous così che i due potessero scoprire dove si trovava in quel momento il Miraculous del pavone."

Adrien lo guardò serio. "Tutto a senso. Il Miraculous del lupo non c'è nella mia miracle box, non lo ha preso Papillon." 

Ozoo sorrise. "Il lupo simbolo della fedeltà, a lui è stata assegnata la missione ed ha portato via con se la Gazzella. Simbolo della quiete dell'animo umano non incline ai vizi che ruotano intorno la vita moderna." Raccontò. 

"E ci sono riusciti?" Chiese Marinette.

Ozoo scosse la testa. "In quanto complementare della mia miracle box riuscivo a seguire l'aura di Vitt, e questa è scomparsa da più di un mese." 

Marinette e Adrien furono presi dalla sconforto. Quindi avevano poco o niente su cui poter lavorare e forse i Kwami erano stati presi da Papillon quando i suoi amici li avevano raggiunti. 

"Non sappiamo nulla quindi." Disse Adrien 

"A parte che il miracoulus del pavone sia rotto e che il suo utilizzo comporta delle gravi conseguenze. Ricordi che Mayura una volta stava perdendo i sensi?" Chiese la sua compagna.

Adrien annuì. "Dobbiamo restringere il campo delle ricerche e capire chi potrebbero essere." 

"Io vi consiglierei di dormire per ora." Intervenne Guu uscendo allo scoperto. "Siete dei ragazzi e sappiamo che vi abbiamo messo sulle spalle molte responsabilità. Riposare adesso vi servirà, domani avete scuola ed è molto tardi." Li ammonì.

Marinette osservò l'orologio che segnava la mezzanotte passata da un bel po', poi sorrise ad Adrien. "Sì, meglio andare a dormire. È stata una giornata intensa e carica di emozioni." 

 

 

——

*Virago (ho aggiunto la doppia a) significa dragonessa

* Ek tangaavaala, si pronuncia Ectgavlá) in una dei paesi che credeva negli unicorni, in India è questo il nome che si da agli unicorni, sempre in India e anche nel medioevo si diceva che con il corno dell'animale si producevano degli antiveleni eccezionali. 

 

*Ho dedotto dopo la visione di miracle queen che Adrien come Marinette sia stato addestrato da fu nella conoscenza di tutti i Miraculous della MB. Ladybug non ha dovuto spiegare a Chat noir l'utilizzo di Sass e non sapeva che appunto lui già lo avesse utilizzato, inoltre Chat sapeva come funzionava l'unione e che poteva risultare anche pericolosa. 

Ps qui I due salamoni se mi permettete avrebbero dovuto accorgersi di essere stati imbrigliati l'uno dall'altro. Poiché Chloé ha chiamato tutti i portatori: adrien: Aspik e Marinette: multimouse (fatto credere ad entrambi) e stranamente nella Reunion, quando tutta la città era sotto l'effetto del veleno non c'erano loro due.

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Capitolo 29
*** Parte 28ª - Marinette ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE

Al mattino dopo i due si svegliarono abbracciati, a Marinette piaceva svegliarsi avvolta nel calore di Adrien. Così ne approfittò per stringersi di nuovo a lui e bearsi del suo torpore. Fu proprio da lui che più tardi fu risvegliata. 

"Sveglia dormigliona. Dobbiamo andare a salutare Luka e Kagami prima della scuola."

La ragazza si stropicciò tra le sue braccia  per poi guardarlo. "Ok... se te ne torni nella tua stanza mi alzo." Disse con un sorriso. 

Adrien si grattò la nuca sollevandosi e poi allontanandosi ricambiò il sorriso, decisamente meglio allontanarsi prima di fare qualcosa che sapeva gli sarebbe piaciuto. 

"Ci vediamo tra poco." Le disse andando alla finestra.

Lei gli sorrise, avevano ancora tante cose su cui lavorare e tanto di cui parlare con Ozoo e Guu. Ma per il momento dovevano pensare alle loro vite da persona civili.

Scese a colazione dove Eleanor e sua madre già erano sedute in tavola, andò a salutarle e aiutò ad apparecchiare. La sua compagna era ancora elettrizzata per il successo della prima e non vedeva si arrivasse a sabato per le altre serate. Marinette era molto contenta per lei, anche se questo contemplava che non l'avrebbe raggiunta subito a Parigi per lo scambio una volta che lei sarebbe ritornata. 

In tutto ciò la corvina sperava veramente nel meglio per lei. "Cristian è stato molto caro nel pensare ai fiori. Secondo me gli piaci." Affermò.

Eleanor la guardò e arrossì. "Oh no... io spero proprio di no." Disse lei.

Marinette la guardò delusa, forse la sua amica inglese non voleva rovinare una bella amicizia non ricambiando. 

"A Eleanor piace Katherine McCart, una ragazza dell'ultimo anno." Intervenne Steven entrando in quel momento in casa e salutando Ele. 

Marinette restò sorpresa da quella rivelazione e cercò di non far percepire il suo imbarazzo salutando il papà di Steven che era andato ad abbracciare la signora Preston, insieme erano bellissimi. 

"E credo che a Cristian piaccia Alice, solo lei è troppo timida per accettare anche solo un suo saluto." Terminò il rosso mentre Adrien prendeva posto accanto a lei. 

"Sei un pettegolo Steve." Disse Eleonor ridendo rilassata. 

Marinette osservò la scena, aveva frainteso un po' di cose. Anche lei rise e passando il pane tostato al compagno di classe una volta che furono tutti seduti iniziarono la colazione.

Così come sempre era cominciata la loro giornata, dopo avere salutato gli adulti erano usciti in strada dove Alya e Alix erano di fronte casa di Margaret con Luka e Kagami. Era giunto il momento dei saluti. 

"Ci rivediamo presto." Disse Marinette ai due.

"Mi raccomando sentiamoci sempre e ricordatevi, qualsiasi cosa se avete dubbi chiamateci." Ricordò Adrien. 

I due annuirono per poi lasciarli andare a scuola. Durante l'ultima ora di lezione ci fu un attacco akuma, per cui i due ragazzi dovettero inventarsi una scusa per abbandonare l'aula di scienze. 

Papillon attaccava a pompa e loro rispondevano. Nel pomeriggio Marinette si rilassò a disegnare nuovi cappelli e a fare i cartamodelli di altre maglie, aveva un'idea di come fare la sua linea, semplicità era il tema principale. Le piacevano le maglie che aveva fatto in quei giorni, ne aveva fatta anche un'altra ad Adrien, con le maniche bianche e il busto nero per poi mettere al centro sempre le tre strisce colorate. 

Ed ora dopo aver lavorato tutto il pomeriggio decise di uscire prima che rientrasse Adrien dalle lezioni del pomeriggio, doveva fare una nuova maglia a Steve, poiché la sua l'aveva data a Luka e quindi aveva bisogno di far stare un'altra stampa che già aveva disegnato.

Ne consegnò una con un teschio ed un'altra con delle cuffie e delle note, ancora una con una chitarra azzurro elettrico che sarebbe andata sul nero. Guardò quelle disegni e con un sorriso pensò ai ragazzi in generale, Nino, Luka... si avrebbe fatto delle felpe ai suoi amici. Ma non poteva tergiversare e mettersi a ideare nuove cose, così chiese direttamente delle stampe con gli scorpioni e scelta quella che le piaceva di più pagò tutto ed andò via.

Sulla strada verso casa incrociò Alya, Nino e Adrien che rientravano dalle lezioni pomeridiane. 

Alya le andò incontro aiutandola e lamentandosi un po' che non riuscivano più a stare sole loro due come prima. 

"Io sono stata furba, ho scelto pochi corsi alternativi." Disse la corvina che il giorno dopo sarebbe stata impegnata nel corso di arte e design. 

"Steven è riuscito ad ottenere un permesso affinché domani partecipi alle esercitazioni di scherma." Sentì dire da Adrien a Nino mentre raggiungevano il loro indirizzo.

Marinette invitò Alya ad andare con lei mentre Adrien disse sarebbe rimasti un altro po' aspettando l'autobus per Chelsea con Nino. 

"Queste sono le giornate che mi piacciono." Affermò Marinette una volta in camera sua, posò le stoffe e prese il suo album. 

"Guarda un po' l'idea che ho per le mie felpe. La prossima è la tua. Nera, con una stampa a quadri arancio e bianco sul petto e che scende come un vestito." Disse passandolo all'amica.

"Davvero vuoi parlare di modelli Marinette? Dopo che Luka e Kagami sono venuti fin qui a marcare il territorio? Perché non mi racconti cosa è successo?" Chiese curiosa la blogger.

Marinette scosse la testa divertita. "In realtà li aveva invitati Adrien a raggiungerci un week end. Non ci speravamo ma alla fine madame Tsurugi ha fatto venire la figlia." Spiegò lei cercando di non alimentare false speranze.

"Marinette..." disse sconsolata Alya. "Sii sincera, a me puoi dire tutto lo sai." 

Marinette scartò l'ultimo tessuto poggiandolo sul letto e raggiunse l'amica.

"Io e Luka siamo amici." Ammise poi. "Come io e Adrien, anche se ci piacciamo. Abbiamo deciso di prenderci i nostri tempi e di conoscerci prima di fare un passo più grande." Le raccontò poi. 

Alya la ascoltò stupida poi con un salto felino scattò ed urlò felice. "Vi siete dichiarati... cioè tu sei riuscita a dichiararti e anche lui con te!!!" Disse lei.

Marinette si lasciò travolgere dalla sua eccitazione e prese a saltare con lei sul posto. "È stato lui a dichiararsi prima di partire per Londra, mi disse che non mi vedeva più come un'amica ma che aveva bisogno di tempo per capire. Io gli risposi che lo avevo amato tanto e che... insomma anche io avevo bisogno di tempo." Ammise lei a quel punto.

Alya tutta eccitata batté le mani e abbracciò l'amica contenta. "Io vi auguro il meglio e spero che il tempo che avete deciso di prendervi sia breve Marinette." 

La corvina la guardò e annuì sorridendo. "Anche io spero di uscirne presto..." disse rivolgendosi più al contorno che impediva ai due di stare insieme, ovvero Papillon, che alle indecisioni che ormai non c'erano più. Non da quando aveva capito che amare Chat Noir o Adrien era relativo visto che erano la stessa persona. "È frustante Alya!" Ammise alla fine.

"Non poter stare insieme?" Chiese lei.

"Doversi accontentare di baci sfuggevoli, lui certe volte lo fa e poi mi resta l'amaro in bocca quando si allontana." 

Alya la guardò illuminandosi in viso, si baciavano anche, oh erano andati parecchio avanti. Altro che baci e abbracci. "Spero non si sia scusato." 

Marinette scosse la testa mentre andava a posare i modelli che aveva tagliato vicino la macchina da cucire. "No, questo no. Anzi, ricorda che deve fuggire alla tentazione." Rise la corvina facendogli il verso. 

"Oh Marinette sono così felice per voi due." 

La corvina annuì, anche lei era felice che almeno nella sua vita normale tutto scorresse con tranquillità. 

"A Lila e Chloé non farà piacere sapervi una coppia." Disse Alya distraendola dai suoi pensieri. 

Marinette si incupì. Già Lila, lei e Felix erano una bella rogna! Al che la corvina raccontò alla sua migliore amica di quel sabato dai Sutherland e di come Adrien avesse messo tutti al loro posto, della videochiamata con il padre di lui e del progetto.

"Allora le vedi quelle maglie si o no?" Chiese ad Alya.

"Una felpa per la linea di abbigliamento giovani di Gabriel Agreste? Ma potevi dirlo prima." Disse alla fine la mora sfogliando l'album e notando alla fine una felpa disegnata in più modi ma sempre con lo stesso tema. 

Una striscia all'altezza del petto che ricordava un elettrocardiogramma con due picchi più o meno alti che non arrivavano all'altezza delle spalle e che ricordavano una M sul lato sinistro della maglia, la linea si spezzava sul lato destro in piccoli puntini che poi sparivano. Le maglie erano delle classiche felpe con cerniera o senza, con cappuccio o senza ed extra-large oppure slim. 

"Questa è molto bella e sembra che tu ti ci sia dedicata parecchio."

"Sì, ho stilato più di un modello e poi ho fatto il tema." Spiegò la ragazza soddisfatta del lavoro. 

Alya era felice per lei e glielo dimostrò dicendole che non vedeva l'ora di avere la sua maglia. 

Intanto  arrivò anche Eleanor seguita a ruota da Caroline, quando ci furono tutte presero i libri e studiarono per il giorno dopo. 

La settimana trascorse così come la precedente, tra studi e corsi inglesi e  lotte contro gli akumizzati o le vittime di Lady Octavia e Pika Pika. In quei sette giorni tre volte si trovarono ad andare a New York e una in Italia, ancora non erano stati in grado di catturare la donna calabrone o riprendere il Kwami, cosa peggiore se non li chiamava Chloé per loro un attacco era sconosciuto. 

A Parigi l'articolo uscito si di lei e Adrien si era portato dietro i suoi strascichi, altre ragazze erano state colpite e Giuseppe il fotografo era stato akumizzato dopo aver scoperto che qualcuno aveva rubato i suoi scatti, facendo passare uno shoot artistico per qualcosa di scandaloso. 

Negli spazi di tempo che Marinette riusciva a trovare per se  completava i modelli dei cappelli che le erano stati richiesti ed era riuscita anche a completare la felpa per Alya e quella da presentare a Gabriel Agreste. 

Per l'occasione Alya aveva organizzato un set fotografico con Adrien, Marcel, Cristian e Felix protagonisti. Marinette si era chiesta come l'amica avesse convinto il cugino di Adrien, ma soprattutto perché lo aveva invitato a posare per loro. 

Quando l'amica le aveva detto che era stata un'idea di Alice, loro fotografa ufficiale, aveva dovuto accettare quella decisione. Doveva ammettere che il servizio era venuto fatto bene, i ragazzi portavano le sue felpe con naturalezza. Marcel indossava una felpa nera, senza cappuccio e che gli scivolava morbida addosso, il tema con il richiamo alla M di Marinette era rosso, sotto indossava un pantalone nero. A differenza sua Cristian, l'amico di Eleanor e Nino, di origini italiane, indossava una felpa bianca con il cappuccio poggiato sulla zazzera scusa dei suoi capelli, il richiamo del tema era blu elettrico. Adrien aveva invece indossato una felpa con cerniera nera, la teneva semi abbottonata, il cappuccio appoggiato sulle spalle, il richiamo era verde come i suoi occhi. Infine Felix indossava come Adrien la felpa con la cerniera, senza cappuccio, il girocollo saliva alto lungo tutto il collo ricordando quello di una maglia a lupetto, Felix portava la maglia chiusa che gli scendeva con eleganza lungo il busto, con i pantaloni neri ed il richiamo bianco della stampa non sembrava stesse indossando qualcosa di sportivo, ma anzi un abbigliamento casual e raffinato. 

Dopo queste foto su richiesta di Alya avevano fatto le foto anche delle felpe per le ragazze. Erano molto semplici anche queste. A tinta unita, con sopra ricamati due cuori con le Pailettes e una M stilizzata che ricordava il suo nome. Anche qui le modelle erano state scelte da Alice che a malincuore per la corvina aveva scelto Lila tra le ragazze, Katherine (colei che scoprì essere la ragazza che piaceva a Eleanor) e Margaret, infine a sorpresa la stessa Marinette. 

 

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Come con i ragazzi anche loro avevano indossato dei leggings neri, Lila indossava una maglia a vestito nera, con lo scollo a barca, i cuori ed il logo spiccavano sul nero, inoltre alla base della felpa intorno al bordo c'erano pailettes appuntate a tratti per spiccare. Katherine che invece era scura di pelle indossava una felpa slim rosa antico, con collo a lupetto che arrivava all'altezza dell'ombelico, la sua amica Eleanor invece ne indossava una verde petrolio, la sua era una tipica felpa slim con cappuccio, infine Marinette indossava una felpa bianca con cerniera nera, dal cappuccio i lacci erano sempre neri. Le ragazze come i ragazzi seguirono le disposizioni di Alice che infine li fece posare anche tutti insieme e poi in coppia. Fortunatamente Alice la mise in coppia solo con Adrien e Cristian per le foto, mentre scelse tra le coppie anche Marcel e Katherine e Lila e Felix, Cristian e Margaret. 

A fine servizio erano tutti stremati, Marinette regalò ai compagni le felpe che avevano indossato come ricompensa del lavoro svolto.  Alice ed Alya in compenso sembravano soddisfatte e l'amica aveva fatto anche una live del servizio fotografico che poi aveva postato sul blog che aveva creato per lei e la sua collezione tempo fa. 

Ancora durante quel servizio Felix provò a farsela amica, ma Marinette sempre più recalcitrante nei suoi confronti lo trattò con freddezza per tutto il pomeriggio. Nonostante il giovane Graham de Vanilly e Lila si fossero aggiunti a tutti loro per un'uscita di gruppo. 

"Perché non ti piaccio? Eppure non mi conosci." Disse il ragazzo ad un certo punto. 

Marinette a quel punto lo fissò intensamente. "Troppo diverso da Adrien, siete simili di aspetto si, ma istintivamente sento che sei troppo diverso da lui." Disse lei. "E comunque non ho il tempo di accettare il tuo corteggiamento, come puoi aver notato sono piena di richieste di lavoro e non ero venuta a Londra per questo, bensì per studiare." Gli disse allora chiudendo l'argomento.

"Adesso non stai facendo nessuna delle due cose." Le disse Felix prendendole una mano. 

Marinette avrebbe voluto dargli un pugno seduta stante, ma ritrasse la mano e lo guardò sempre seria. 

"Sono venuta anche per socializzare e mi sembra di starlo facendo anche con te. Ma più di un'amicizia non concedo." Disse allora lei fiera.

"Potresti cambiare idea, sei una ragazza splendida e insieme formeremo una bella coppia. Potrei farti entrare nei circoli londinesi ed in breve tempo potresti diventare una stilista molto richiesta." Disse Felix con sguardo cinico. 

"Davvero credi che una persona si possa vendere? Non voglio stare con te, lo capisci?" Gli chiese Marinette.

"Però staresti con Adrien." Disse lui carezzandole il viso con il dorso della mano.

Marinette provò un brivido, non come quelli che gli procurava Adrien, di piacere ed euforia, bensì raccapricciante e che insinuò dentro di lei il timore. 

"Io e Adrien siamo amici, ma anche se fossimo di più non dovrei tenerne di conto a te." Disse allontanandosi e raggiungendo Alya e Nino. 

Mai Marinette avrebbe pensato che quel rifiuto netto davanti a tutti avrebbe scatenato il suo peggior incubo quel sabato. 

Erano passati due giorni dal servizio fotografico e lei e Adrien erano appena rientrati da Parigi, questa volta erano in camera di lui ed erano esausti dopo il viaggio in Italia e lo scontro con l'akumizzata Mireille. Si erano gettati sul letto e de trasformati erano crollati dal sonno. 

D'improvviso Marinette si vide circondata da mura fatte di vetro. Chiuse gli occhi per comprendere dove si trovava mentre una voce si insinuava nella sua mente.

"Tu e Adrien non siete destinati a stare insieme, sei una misera nullità e con te accanto non potrà fare altro che sfigurare. 

Tu e Adrien non siete destinati a stare insieme. Lila, Lila Rossi è la sua degna compagna, bella, raffinata e divertente. 

Marinette iniziò a guardarsi intorno, da dove veniva quella voce e chi era? Perché diceva quelle cose. Prese a muoversi intorno a capendo che quegli specchi altri non erano che le pareti di un labirinto. Intanto ecco che in uno specchio apparve lei, Adrien le dava le spalle allontanandosi con Kagami, perché andava via con lei? Cosa aveva fatto? 

In un altro specchio vide Adrien che la afferrava e le toglieva la cavigliera e gli orecchini: non sei degna! Le diceva. 

Ancora un altro specchio mostrava una Parigi distrutta, lei inerme ai piedi di Papillon che stringeva tra le mani i Miraculous di Ladybug e Chat Noir.

"Grazie per avermi portato i Miraculous, solo tu potevi aiutarmi con la tua goffaggine e inettitudine. Non eri adeguata al compito che ti è stato dato ed io ho saputo approfittarne." Diceva Papillon, Marinette cercò Adrien e lo trovò poco distante, inerme e ferito provò si sensi. 

Urlò, di paura, terrore ed orrore per ciò che vedeva. Lo sapeva, lo aveva sempre saputo. Tutte quelle responsabilità erano troppe per lei, non era stato in grado di proteggere Tikki e a quanto pareva neanche Plagg e gli altri Miraculous. Aveva deluso il maestro Fu, così come aveva deluso Adrien. 

Kagami era perfetta per lui, lo sapeva. Lei poteva amarlo, lei sapeva come amarlo e non farlo sfigurare. Lei non inciampava e non balbettava quando era in imbarazzo, lei non conosceva la parola imbarazzo al contrario di Marinette. 

Adrien non la meritava, Adrien non la amava. Non l'aveva mai amata, lo dimostrava il fatto che non andava oltre una carezza o una stretta di mano il loro rapporto. Adrien non la voleva! 

 

Adrien si svegliò di soprassalto tutto sudato. La camera aveva la finestra ben chiusa eppure gli era parso di sentire un rantolo di vento seguito da un sussurro. Si guardò intorno, doveva aver sognato, si doveva essere questo ciò che era accaduto. Fece per stendersi quando notò che Marinette si dimenava nel sonno, lo nominava più volte, era con Kagami. Lei non era all'altezza, diceva e piangeva capì sfiorandole il viso. Perché piangeva? Accese l'abat jour per osservarla per bene e la prima cosa che notò f che era circondata da una nube nera. Lady Octavia! Doveva agire e subito, uscì dalla sua stanza e nel buio del corridoio si trasformò, doveva liberare Marinette e per farlo aveva bisogno di capire cosa aveva scatenato quell'incubo perché temeva che non era stata solo Octavia ad attaccarla, quel sussurro poteva essere di Miss Parrot. Bussò alla porta di Steven ed attese che l'amico aprisse, appena questi lo fece da addormentato sgranò gli occhi.

"Haoxin!" Disse mozzandosi il respiro.

"Tu sei Steven Wood?" Chiese e il rosso annuì. "Steven Wood, ho bisogno del tuo aiuto." Disse Adrien porgendogli una scatoletta. "Questo è il Miraculous del cavalluccio Marino, da il potere di portare i bei sogni alle persone."

Steven lo fissava ancora incredulo aprendo la scatoletta. Un cavalluccio marino dai colori Viola e blue uscì da una spilla circolare che ne ricordava la coda. 

"Ciao." Lo salutò il Kwami "io sono Ippo." 

"Steven Wood ti va di aiutarmi a liberare Londra dal male?" Chiese Haoxin. 

Il ragazzo fissò prima l'eroe poi il Kwami, infine annuì. "Sarei onorato di farlo Haoxin." 

"Bene, basta che tu dica Ippo trasformami." Gli riferì il Kwami.  Steven lo fece e dopo pochi secondi ecco che il miracoulus lo trasformò.

"Cosa devo fare?" Chiese allora il giovane ad Haoxin. 

"Entrare con me nei sogni di una ragazza ed aiutala. Adrien!" Chiese Haoxin al suo clone fuori la porta della camera. 

Steven vide l'amico che sembrava disperato.

"Tu vieni con noi Adrien." Disse l'eroe della pace, ed insieme entrarono nella stanza.

Una volta in camera trovarono una Marinette agitata sul letto, la finestra era aperta e sul parapetto c’era Pika Pika che teneva tra le mani  una rete.

Stava per prendere la felicità di Marinette. “Fermò!” Disse Haoxin lanciandogli contro lo scudo e avventandosi sul rivale. “Seahorse occupati della ragazza mentre io fermo Pika Pika.” 

“Non riuscirai a fermarmi Haoxin.” Affermò fiero il ragazzo gazza.

“Sei un criminale, adesso entri anche nella casa della gente Haoxin.” Disse posando il suo scudo e preparandosi alla battaglia. “VAI SEAHORSE.” Urlò a Steven, doveva fare presto, senza Marinette non poteva fare molto soprattutto se come sospettava c’era anche Miss Parrot. 

 

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Steven allora prese lo strumento che aveva in dotazione, uno strumento a fiato, un corno da battuta dai colori blu e viola della sua trasformazione, e senza indugiare ci soffiò dentro creando un’enorme bolla di acqua che avvolse lui, Adrien e Marinette.  Subito i due ragazzi si trovarono proiettati nell’incubo di Marinette. Era riversa contro degli specchi e piangeva di fronte a Papillon che la teneva in pugno ridendo perfido, lui, Adrien, aveva perso i sensi poco distante dai due. 

In tutte le proiezioni il modello potette notare sempre la sua presenza, in un ultimo c’erano i suoi genitori, Alya e la Bustier che la guardavano con ammonimento e le dicevano che l’avevano delusa. 

Adrien doveva fare qualcosa e subito. “Ti prego aiutala.” Disse al super eroe al suo fianco mentre si gettava contro lo specchio che lo vedeva protagonista indiscusso, quello dove le diceva che non era all’altezza del compito di guardiana e dove si prendeva i Miraculous. 

“SE QUESTO È UN SOGNO HO BISOGNO DI UN BASTONE.” Urlò il ragazzo scagliandosi contro lo specchio. D’improvviso avvertì tra le mani un bastone di legno che con un colpo distrusse il vetro creando piccoli frammenti che volavano nell’aria. 

“Marinette. Sveglia Marinette!” Disse il modello andando ad abbracciare la sua amata che aveva sussultato vedendo lo specchio rompersi, gli occhi erano vuoti e carichi di lacrime e il suo richiamo non sortiva molto effetto. 

“Dreams!” Urlò ad un tratto Steven lasciando andare un ultimo acuto dal corno. 

Adrien si guardò intorno stringendo mentre le immagini mutavano,  nel primo specchio lui e Kagami si voltavano sorridenti verso di lei tendendole la mano. 

“Vieni Marinette, stiamo aspettandoti, non ti lasceremo mai indietro.” Le disse la giapponese.

La giovane si sentì pervadere dalle lacrime, Adrien e Kagami, ma lui era lì e la stringeva e sembrava tanto più vero delle proiezioni nello specchio. Le sorrideva dolcemente.

“Adrien?!” Chiese titubante.

“Sono venuto a prenderti personalmente Milady.” Le disse carezzandole il volto. “Non permettiamo a Lady Octavia di distruggerti e a Pika Pika di prendere tutto il tuo amore e la tua gioia.” 

Marinette scossa si guardò in giro, gli specchi adesso mostravano realtà diverse. Quello infranto non aveva più nulla, ma negli altri... i suoi genitori ed Alya la stringevano forte contenti, nell’altro Ladybug e Chat Noir finalmente sconfiggevano Papillon e Mayura...

“Sono stata debole!” Disse con la voce tremolante. 

Adrien scosse la testa. “Solo stanca e manipolata, sono sicuro che c’entri anche Miss Parrot, è stato un sussurro a svegliarmi.”

“E adesso?” Chiese la giovane. 

“E adesso che seahorse ti ha salvato possiamo svegliarci mentre Haoxin sconfigge il male.” Le disse lui. 

Marinette pianse lacrime di gioia e abbracciò l’amico. “Grazie Adrien... grazie.” 

“Pronti per tornare indietro?” Chiese Seahorse divertito. 

Marinette annuì ringraziando anche lui. “Allora svegliati adesso!” Ordinò il ragazzo dei sogni.

La corvina a quel punto obbedì e aprendo gli occhi si risvegliò subito. Sul letto Adrien la stringeva ancora a se mentre poco distante Haoxin stava combattendo con Pika Pika. 

Intanto nella mente di Marinette ecco che tornò a rimbombare la voce di Miss Parrot.

“Non ti meriti Adrien, sei scialba e senza speranza...” 

Marinette scosse la testa decisa a non ascoltarla mentre Haoxin li incitava a scappare da quella stanza. 

“Scappate, qui ci sta pensiamo io e Seahorse.” Disse loro.

Al che Adrien la prese per mano e senza farselo chiedere due volte andò a nascondersi nel bagno con l’amica.

Marinette lo osservò con un sorriso. “Devo andare a fermare Miss Parrot.” 

Il modello annuì aprendole la finestra e guardandosi intorno. “La via e libera e ricordati che io ti sarò vicino.” 

Marinette annuì e gli diede un piccolo bacio sulle labbra. “Sempre... GRACC TRASFORMAMI.” 

“Phyllo dissolvi.” Disse Adrien, doveva essere nel pieno delle sue energie per poter sconfiggere Pika Pika.

Black lady scivolò fuori dalla finestra e andò alla ricerca di Miss Parrot, la trovò due case più indietro e quando furono una di fronte all’altra non ebbe pietà di lei, era questo che faceva? Riempiva la mente delle sue vittime di bugie e insicurezze? Gliel’avrebbe fatta pagare, era peggio di Lila, entrambe cattive e manipolatrici alla stessa maniera. Ma questa era peggio della sua compagna di classe, Miss Parrot aveva dei poteri con cui amplificava tutto.

Prese gli shuriken e li lanciò contro la ragazza pappagallo e poi senza problemi le andò contro combattendola, non aveva bisogno dei poteri. Le lezioni di karatè di Adrien davano i loro frutti e con la super forza e la super velocità funzionavano meglio di un colpo devastante. 

Haoxin dopo essersi congiunto col suo clone aveva recuperato più forze, adesso contrastava il suo rivale più deciso portando dei colpi a segno, poi il compagno Seahorse andò in suo soccorso e finalmente Pika Pika si vide messo alle strette tanto che dovette lasciare la stanza. 

Haoxin lo seguì all’aperto spalancando le grandi ali bianche mentre intanto che Lady Octavia richiamò l’attenzione del suo partner.

“Qualcuno ha distrutto il mio incubo e Black lady sta avendo la meglio su Miss Parrot senza ancora aver usato il suo potere.” Annunciò 

Pika pika scosse la testa. Non era riuscito a prendersi l’amore di Marinette, maledetti Haoxin e Adrien. 

“Ritornerò.” Disse allora battendo in ritirata.

“E io ti combatterò sempre e vincerò, perché sono dalla parte del bene.” Lo avvertì Haoxin mentre la sua lady lo raggiungeva. 

Il terzetto di nemici si riunì tutto, Pika Pika sembrava intenzionato a riprendere da dove avevano iniziato, ma anche Haoxin era animato dal continuare quel confronto per prendergli il Miraculous. 

“Basta pika pika. Quando sarà il momento gli ruberai il Miraculous e avrai tu il potere.” Lo ammonì Lady Octavia.

Il ragazzo gazza si ritrasse e con gli altri due fuggì scappando nel cielo nebbioso di Londra. 

“Dobbiamo raggiungere Seahorse.” Disse il portatore della pace.

Marinette annuì e col compagno raggiunse la camera del modello dove Steven aveva ripreso le sue sembianze. 

“Non so cosa sia successo!” Disse mentre il Kwami gli volava intorno.

Haoxin gli sorrise. “Dopo che hai usato il tuo potere hai cinque minuti prima che la trasformazione si sciolga.” Disse tendendogli la mano. “Potrò contare su di te se ancora avrò bisogno di Seahorse?” Chiese mentre Steven gli consegnava la spilla.

“Non lo so Haoxin, non credo di essere in grado.” Rispose il rosso.

“Con Marinette sei stato bravissimo.” Disse BlackLady 

Lui scosse la testa. “Ma non con Margaret, avrei dovuto proteggerla invece ho permesso a Pika Pika di prendersi la sua felicità e il suo amore.” 

I due super eroi si guardarono. “Quando è accaduto noi ancora non sapevamo di Lady Octavia e tu non avevi dei super poteri.” Affermò Black Lady inerme.

“Ho visto che...” Intervenne Haoxin. “Ho notato che Adrien Agreste ha combattuto con voi per riportare Marinette alla normalità. Forse dovresti restare vicino a Margaret e ridarle tutta la serenità e la felicità che sai di avere per lei e per tutti e due. Dovresti essere un po’ super eroe anche senza poteri Steven, se la ami come dici dovresti tentare.” 

Marinette strinse la mano ad Haoxin orgogliosa di lui. “Ha ragione Haoxin, se vogliamo la felicità di qualcuno dobbiamo lottare per ottenerla.” 

“E tu lo so, hai la forza per farlo. Altrimenti non ti avrei mai consegnati il Miraculous dei sogni.” Disse il portatore della pace.

Il rosso annuì. “Ci proverò prometto. Grazie Black lady e Haoxin.”

I due annuirono e nel farlo Haoxin prese il suo scudo per portare pace tutto intorno e purificare l’animo di Marinette e degli abitanti della casa.

“Alla prossima!” Dissero poi i due sparendo dalla finestra.

Steven sorrise orgoglioso e felice di quell’incontro. Poi sereno uscì dalla stanza dirigendosi al bagno.

“Adrien sei qui?” Chiese 

“Ehm si Steven, ho avuto un problema.” Disse incerto il biondo 

“Va tutto bene?” 

“Adesso si Steve, grazie.” Rispose il biondo.

“Bene, allora vado a dormire. Buonanotte amico.” 

“A te, ci vediamo domani mattina.” Lo salutò mentre lui e Marinette scioglievano la trasformazione. 

Dopo aver sentito la porta di camera di Steve richiudersi Adrien aprì la porta e con Marinette al seguito raggiunse la sua stanza, dove chiuse porta e finestra.

Una volta a letto strinse Marinette a se e le baciò la fronte per confortarla. “Avevi ragione, c’era anche Miss Parrot.” 

Adrien le frizionò le braccia per scaldarla e annuì intanto che la corvina gli raccontò della ragazza pappagallo e del suo potere, delle sensazioni che aveva avuto.

“Ricordati Marinette che tu sei la persona giusta sempre. Non farti intimare da nessuno, non mettere in dubbio le tue qualità. Sei perfetta come guardiana, sei perfetta come Ladybug e sei perfetta anche come Black Lady” Le disse riempiendole il viso di baci.

“È stato così...” disse lei non trovando parole. 

“Sono solo le nostre insicurezze. Marinette siamo dei ragazzi normali, e tu hai una grande responsabilità. Sappi solo che io ti sarò sempre vicino e ti sosterrò sempre. Non dubitare mai di te stessa, ma soprattutto non dubitare mai della mia fiducia in te.”

Marinette si strinse a lui. Eccolo il suo Chaton, l’unico che credeva in lei sempre e indubbiamente senza mai chiedere nulla. 

“Grazie Chaton. Tu sai sempre come farmi stare bene.” Gli disse dolcemente.

“Ti sosterrò sempre Milady.” Le disse lui notando che la ragazza finalmente aveva preso sonno. 

Le diede un ultimo bacio sulla fronte e si accasciò accanto a lei. “Gurru, realmente Pika Pika può prenderti da me?” Chiese il biondo al Kwami che uscì allo scoperto.

“Il suo Miraculous come gli altri della nostra miracle box riesce ad avvertire la nostra presenza. E si ha il potere di poter catturare i Miraculous con i Kwami.”

“Ti prenderà, se non sono trasformato ti prenderà.” Disse Adrien.

“Non lo farà Adrien, io sono più forte di lui. Riesco a non farmi sentire e fin quando terrai al sicuro gli altri nella miracle box non prenderà nessuno.” Lo rassicurò il Kwami.

“Plagg è in pericolo.” 

“Plagg è forte come me, e anche Guitti, Gracc, Tikki e Larss lo sono. Dobbiamo preservare gli altri e recuperare Pappi e Optoo nonché il Miraculous del pappagallo.” 

“Uno dei Miraculous lasciati liberi. Come sono finiti nelle mani di Pika Pika e Octavia? Avrebbero dovuto scegliere con sennò, come Kimi ha fatto con Marcel.” 

“Non possiamo sapere cosa sia accaduto Adrien, ma abbi fede. Come tu hai detto a Marinette io adesso lo faccio con te, devi avere fiducia in te stesso.” 

Adrien annuì terminando la conversazione e adagiandosi contro Marinette. Il giorno dopo era domenica ed avrebbero riposato

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Capitolo 30
*** Parte 29ª - Lasciarsi andare ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
(Premessa: da questo momento andrò forse OOC nel muovere sia Luka che Kagami, darò un passato soprattutto al primo perché un ragazzo di sedici anni sarebbe anomalo vederlo legato solo al gruppo degli amici della sorella e soprattutto che prima di Marinette non abbia avuto 'storielle'; cercherò con le caratteristiche base di Astruc e company di muovere e far crescere, spero, due/tre personaggi. Perché si ci metto anche Chloé. Grazie)

Finalmente era sabato. Kagami aveva tutta la settimana ricordato con piacere e dispiacere alla giornata trascorsa a Londra con Marinette e Adrien. Solo a ripensarci si sentiva pervadere dalla tristezza, era sicura che lei e Adrien fossero fatti l'uno per l'altra e invece alla fine aveva vinto l'amore di Adrien per Marinette. 

Non che ne volesse all'amica, Marinette era stata la sua prima, sincera e vera amica. L'unica che aveva cercato di conoscerla realmente, nonostante amasse Adrien e nonostante lei aveva fatto bene intendere che era intenzionata a conquistare il modello. Alla fine però aveva vinto lei, non la odiava per questo, non poteva odiare la sua amica. Ma ancora se ne rattristava, fortunatamente nella sfortuna, negli attacchi di Papillon trovava la sua rivendicazione ed il suo svago. Con ciò trovava anche l'altro suo migliore amico, Red Scorpio, con cui non mancavano mai le chiacchierate durante un gelato o il tempo di un croissant. 

Come erano rimasti d'accordo a Londra dopo un paio di battaglie Ladybug le aveva portato il Miraculous dell'odio, Larss e l'aveva anche informata che forse l'avrebbero chiamata anche a New York per affrontare un altro nemico. 

"Ozōo dice che il Miraculous dell'unicorno potrebbe aiutarti a spostarti velocemente." Le aveva detto e visto che avrebbe dovuto usare solo Larss negli Stati Uniti ella aveva accettato con piacere anche il secondo Miraculous sicura che a breve tutto si sarebbe sistemato. Poi era indubbio che lei e Red Scorpio erano un ottimo team, lottavano in sintonia e anche personalmente in quasi due mesi erano diventati amici, un confidente di cui non poteva più fare a meno. 

Quando con lui erano costretti ad usare l'unione dei Kwami subito entravano in simbiosi anche come dolphin boy e Shé Gūniáng, il nome che aveva avuto Marinette e che Kagami aveva preferito mantenere. 

Combattere con lui era sempre una gioia e quando Ladybug e Chat Noir li raggiungevano diventavano i team perfetti, avere accanto la sua amica le aveva sempre fatto piacere. Aver scoperto che dietro Chat Noir si nascondeva invece Adrien l'aveva stupita, non che non le facesse piacere. Ma nelle vesti del gatto nero era così spigliato, spiritoso e senza regole che non lo riconosceva nel ragazzo di cui si era invaghita.

Aveva chiesto, dopo uno dei tanti scontri con Papillon, a Marinette come riusciva ad amare entrambi i lati di Adrien e lei a quel punto le aveva detto che non lo sapeva, ricordava ancora le sue parole.

"Semplicemente ad un certo punto ho capito che Adrien mi avrebbe vista sempre e solo come un'amica. Nonostante l'amassi sapevo di dovermelo mettere da parte e, mentre decidevo che era bene dovessimo restare solo amici, le mie responsabilità aumentavano. 

Sapevo che Chat Noir mi amava, me lo ripeteva spesso ed io ripetutamente gli dicevo che eravamo solo amici. Anche lui si era arreso con me, tanto che quando è arrivata Ryuko ha iniziato ad ignorarmi. Credo sia scattata lì in me la gelosia verso Chat Noir, il mio Chaton faceva il cascamorto con una ragazza che non ero io. Lì per lì ci rimasi male e andai oltre, ma come detto le responsabilità iniziavano a pesarmi. Ero stata scelta come nuova guardiana dei Miraculous e come leader e questo mi ha portato a crollare. Per quanto Luka mi abbia sostenuto dentro di me avevo un tumulto che non si poteva spiegare a parole, ero ladybug e non potevo dirlo a nessuno, se sbagliavo, se cadevo, se stavo male. Non potevo dirlo a nessuno quindi non potevo essere compresa se non da Chat Noir. Lui mi ha sempre incoraggiata, ha sempre avuto fiducia in me, mi ha protetta e sostenuta. C'è sempre stato e notare dopo il mio viaggio in Cina che si era tanto allontanato da me, mi ha fatto aprire gli occhi. Avevo scoperto di amare Chat Noir, nonostante provassi ancora qualcosa per Adrien. Avevo capito che lui era una sorta di cotta, lo avevo sempre idolatrato e infatti rientrando a scuola ormai non più preda di assurdi balbettii e paura di sbagliare ci siamo avvicinati e alcuni suoi atteggiamenti iniziarono ad essermi più evidenti. Adrien non era così perfetto come sembrava anche se pure questo suo lato non mi dispiaceva, lo rendeva meno inavvicinabile e più umano. Mi sono sentita dilaniata perché amavo Chat Noir e più passava il tempo più ne ero certa, però Adrien era lì e mi ricordava che Chat Noir era una maschera e che dovevo essere realista... credo che lui abbia vissuto il mio stesso processo ma al contrario." Aveva terminato. 

Kagami aveva scosso la testa, Adrien era molto timido quando si trattava di ragazze. O almeno lo aveva pensato fino a quando non aveva scoperto che era Chat Noir. Ma lei, Kagami, lo aveva sempre visto nell'amico che era spinto verso Marinette in più di un'occasione. 

"Per questo non state insieme?"  Aveva ancora chiesto.

"Abbiamo tante responsabilità." Aveva ammesso la corvina. "E poi lo hai visto, certe volte è insopportabile, fanatico e farfallone." Aveva detto elencando i suoi difetti. 

Gli stessi che anche Kagami pensava non esistessero nel ragazzo. Risero insieme a quella sua ultima affermazione dopodiché Ladybug l'aveva salutata dovendo rientrare per Londra. 

Ripensando a Chat Noir la giovane giapponese sorrideva, mettendo da parte la tristezza e rilassandosi, per quanto lei e Adrien fossero simile anche lei forse come Marinette ne era solo infatuata, anche lei fino a una settimana prima ne conosceva solo i pregi.

"Ben fatto!" Urlarono Ladybug e Chat Noir tendendo il polso agli altri quattro eroi che li circondavano.

Raiongāru sorrise e tese il suo pugno annuendo al loro motto. Anche quel giorno era andata e sperava vivamente che per quel fine settimana Papillon si prendesse una tregua, quella notte per la prima volta lei e Red Scorpio si erano trovati a dover andare a New York e si sentiva parecchio stanca. 

"Bene ragazzi noi vi salutiamo, alla prossima." Li avevano salutati i due eroi parigini, al che anche Lord Guāng e Lady Xìyi fecero loro un segno e li salutarono. 

Red Scorpio nei panni di Dolphin boy la guardò. "Ti va un gelato? Sento André che canta." 

La ragazza sorrise e giocando con la sua treccia lo seguì verso la voce baritona del gelataio di Parigi. Quel giorno erano vestiti diversamente, chissà quali gelati avrebbe fatto loro André. 

"Fiordi latte e mirtillo* per mademoiselle." Disse l'uomo quando fu il loro turno. 

"Cioccolato e nocciola* per monsieur." Terminò poi con Dolphin boy. 

I ragazzi osservarono i due gelati per poi guardarsi. "Non hai nulla di cioccolatoso delfino birichino." Affermò la nipponica.

"Se per questo non capisco perché André con te metta sempre di mezzo il mirtillo." 

"Si sposa bene con tutto, ecco perché." Ammise lei divertita.

"Ammettilo, il ragazzo che ti piace ha gli occhi blu." Scherzò allora lui. 

Lei fece una smorfia, no! Adrien aveva gli occhi verdi, infatti la prima volta che aveva preso il gelato da André, questi aveva scelto la menta peperita per indicare l'amico modello. "No, questo è un gusto che mi da ultimante, prima mi dava la menta peperita. Tu invece non hai mai un gusto fisso noto." Disse indicando il suo gelato.

"Questo perché non ho nessuno nella mia vita?" Disse lui divertito.

Kagami rise a quell'affermazione. "Il portatore dell'amore non ha un amore." 

"Spiritosa! Forse dovresti tornare a casa e sciogliere la trasformazione." Le disse passandole un po' di nocciola.

La ragazza la accettò con piacere, amava i gelati quindi non rifiutava mai le offerte del suo collega. Mangiò il suo gelato e lo salutò, poche ore e sarebbe stato sabato. 

 

La notte era passata relativamente tranquilla, aveva dormito e recuperato anche l'ora di sonno perse la notte prima quando si era trovato a New York con Rāiongaru nei panni di Shé Gūniáng.

Come sempre, anche se era sabato, Luka si alzò per esercitarsi prima con la chitarra e uscire a fare le consegne della pizza poi. Lavorare lo fortificava, gli dava una certa dipendenza economica e poteva concedersi qualsiasi cosa egli volesse. Lui non era un ragazzo da grandi pretese certo, anzi era posato e tranquillo. Ma voleva trovare presto una propria indipendenza, farsi conoscere come musicista e  perché no, incidere i suoi brani a scala nazionale. La canzone dei Kitty Section che era spopolata in quel periodo era stata un passo, non poteva considerarlo un inizio. Però era stato un piccolo passo per poter emergere e farsi conoscere sopratutto da generi di persone come Bob Roth. Se lavorando fosse riuscito ad ammucchiare i soldi necessari per affittare una camera di registrazione per un paio di giorni, forse un giorno lui e i Kitty Section sarebbero riusciti a registrare e così anche a farsi sentire sulle varie piattaforme musicali. Sarebbe stato un inizio importante, un inizio nel quale lui credeva. 

Per questo lavorava, per se stesso e per amore di musica. Anche se in quel percorso c'erano sempre da prevedere gli imprevisti, come il viaggio a Londra della domenica passata. Quando Adrien gli aveva chiesto di portare Kagami a Londra non si era rifiutato e quando la stessa sembrava non  potesse seguirlo si era convinto lo stesso a partire per pagarsi un biglietto dal costo non indifferente, e lo avrebbe pagato anche alla nipponica se lo avesse seguito. Alla fine una volta alla stazione l'aveva trovata lì ad attenderlo, con i biglietti già fatti e con la sua richiesta personale di pagare la sua parte. 

Altri imprevisti erano anche i suoi nuovi impegni, da un semplice adolescente con la passione per la musica era diventato un eroe casuale nei panni di Viperion e successivamente, un eroe temporaneo nei panni di Red Scorpio. E adesso? Adesso i suoi impegni nei panni di eroe mascherato invece che diminuire erano aumentati raddoppiando addirittura.  

Come stava accadendo anche in quel momento, durante il suo giro di consegne. Luka controllò quante pizze gli restavano da consegnare e rapido andò a trasformarsi, portando le pizze dietro con sè, era super veloce adesso e strada facendo aveva lasciato le pizze. Poi aveva raggiunto Raiongāru, Ladybug e Chat Noir in battaglia e per la prima volta aveva vestito i panni di Dolphin boy. 

La battaglia si era subito conclusa tanto che  come sempre aveva offerto alla compagna il gelato di rito come ricompensa personale. Qualcosa era però cambiato tra lui e Raiongāru o non sapeva come chiamarla adesso, per lui sarebbe stata sempre Raiongāru e non Shé Gūniáng.

Da quando era stato a Londra i loro rapporti si erano freddati, la sua partner affrontava argomenti molto frivoli, quasi evitasse di confidarsi con lui come aveva fatto fino a pochi giorni prima. Avrebbe voluto capire cosa le fosse accaduto, ma aveva dovuto mettere tutto da parte durante quei sette giorni dovendo seguire la scuola e poi l'addestramento di Chat Noir per quanto riguardava l'unione e lo studio dei Miraculous. 

Anche quel sabato non poteva tergiversare troppo, doveva tornare al lavoro, così terminato il gelato era andato via. Consegnate le ultime pizze, anche quel giorno quando rientrò a casa non trovò sua madre. Sicuramente era già andata al lavoro, purtroppo al sabato lavorava fino alle due circa ed era difficile vedersi, sopratutto se di mezzo c'era Papillon. 

Andò ad infilarsi nella sua cabina e presa la chitarra iniziò a comporre un nuovo brano, fin quando non fu interrotto da un messaggio. Era Kagami Tsurugi, doveva essere pronta a parlare se gli scriveva, quando lunedì erano rientrati le aveva lasciato il suo numero dicendole che se voleva sapeva dove trovarlo. Fino a quel giorno non l'aveva sentita e sinceramente era sorpreso nel vedere quel messaggio, prese il cellulare e vide cosa avesse scritto la nipponica. 

«Ciao Luka-Kun* possiamo vederci domani?» 

«Ciao a te Kagami» faccina sorridente «certo, dove ci vediamo?»

«Posso venire alla tua barca oppure a places des voges, dimmi tu.»

Luka ci pensò un attimo poi le rispose. 

«Facciamo così, passo a prenderti alle nove così ti porto a fare colazione. Conosco un bistrot carino dove possiamo parlare, ti va?»

«Amo i croissant, ci vediamo domani mattina Luka - kun, buon sabato.»

«Andrò al cinema con i miei amici, sarà perfetto. Buon sabato a te Kagami - chan.»

 Osservò il display, la giapponese aveva visualizzato e non rispondeva, attese qualche altro minuto per poi lasciare il cellulare e riprendere a suonare. 

 

La mattina dopo alle nove precise Luka era davanti al mandarin hotel, rimase stupito nel constatare che Kagami era già all'entrata che lo aspettava, era convinto di dover discutere con sua madre e invece eccola lì. Indossava la felpa che Marinette le aveva regalato a Londra con una gonna rossa a tinta unita e dei leggings neri, ai piedi le sneakers rosse. Tutto completato con una borsa a tracolla rossa scozzese, come la fascia laterale della maglia. 

"Buongiorno Luka kun." Lo salutò raggiungendolo, lui frenò la bici guardandola sorpreso. 

Poi le sorrise "Buongiorno Kagami chan, stai molto bene.»

Kagami lo osservò restando sorpresa, non era a bocca aperta poiché le era stato insegnato a non palesare le emozioni. Ma restò piacevolmente colpita da quel complimento, si era passato da uno dovresti sbottonarti un po' di più a un stai molto bene in poco tempo. "Grazie Luka kun, questa gonna mi è piaciuta tanto." Rispose mentre prendeva il casco e lo metteva.

Luka voleva portarla in giro in bicicletta? Ma era sicuro?

"Sali, dopo se ti va ti porto anche in barca. Suoniamo con la band nel pomeriggio." Le disse.

Kagami annuì poi prese posto. "Va bene, mia madre ha detto che è importante che l'avverto, oppure possiamo pranzare con lei e poi andiamo alla barca. È molto incuriosita da te." Rispose 

Luka partì aspettando di mettersi in carreggiata poi le rispose. "Io ho incuriosito Tsurugi San? Cioè dovrei pranzare con voi?" 

"Se ti fa piacere ovviamente. E si, credo tu abbia penetrato le sue difese settimana scorsa".

Luka sorrise tra sè, era solo stato sincero ed era contento che alla fine Kagami fosse andata con lui a Londra riuscendo a scalfire un po' sua madre.

"Va bene, se le fa piacere pranzerò con voi." Disse allora.

"Non te ne pentirai. Wang Shifu Cheng è uno chef bravissimo a livello mondiale." 

"Mangeremo dallo zio di Marinette?" Chiese il musicista mentre si fermava di fronte a un bistrò.

Kagami lo riconobbe subito, era lo stesso dove lei e Red Scorpio solitamente rifocillavano i loro Kwami dopo le battaglie. Si sentì in colpa mentre entravano, ultimamente evitava Red, sentiva che ammettere con lui che si era illusa sarebbe stato devastante. Il suo compagno non approvava che insistesse con una persona che sapeva non ricambiava i suoi sentimenti, e dargli conferma della sua delusione avrebbe solo comportato farla stare ancora male. 

"...Chan...Kagami chan..." la voce di Luka arrivò lontana, si ridestò.

"Sì, scusami ero sovrappensiero." Rispose.

"Gusto del croissant?" Chiese allora Luka.

"Con marmellata e lo zucchero a granelli sopra." Disse.

Luka sollevò un sopracciglio per poi girarsi verso il barista. "Sono due allora. E una spremuta di pompelmo per me anche, tu Kagami cosa bevi?" 

"Lo stesso, sono sempre due." Disse al bar man seguendo poi il musicista ad un tavolino. Prese posto mentre osservava il ragazzo dai capelli blu posizionare la chitarra al suo fianco e poi voltarsi verso di lei.

"Eccoci qui... com'è andato il tuo sabato?" Le chiese per intavolare una conversazione.

Kagami lo guardò impassibile. "Ho letto!" 

Luka la osservò interdetto. "Non esci neanche al sabato? Una passeggiata con gli amici..." buttò lì.

"Con Adrien faccio scherma e Marinette come ben sai è a Londra." Rispose lei sempre con un tono distaccato.

Luka la guardò esterrefatto. Possibile che quella ragazza non avesse amici? "Quale scuola frequenti?" Le chiese a quel punto.

"Studio da privatista, svolgo gli esami al Francois DuPont però." Rispose lei.

Luka tacque, ovviamente sua madre voleva che appunto la figlia crescesse sotto una campana di vetro. 

"Anche io frequento la Francois DuPont*, vado però al Lycée sono al primo anno." La informò.

Kagami annuì, come lei quindi forse avevano la stessa età o poco più. 

"Senti." Le disse Luka attirando la sua attenzione. "Se ti va puoi venire con noi se organizziamo qualcosa prossimamente." 

Kagami lo fissò, non aveva bisogno della sua pietà. Fece per dirglielo ma qualcuno portò loro le ordinazioni, al che la nipponica prese la spremuta e ne sorseggiò un po'. 

"Veniamo a noi, mi hai cercato." Le disse il musicista prendendo a mangiare il suo croissant aprendolo a metà. La confettura all'arancia  ne emerse dotata e lui sorrise nel guardarla, a Rizza sarebbe piaciuta. 

Kagami sospirò, già era stata lei a chiamarlo. Aveva bisogno di parlare con qualcuno e non potendolo fare con Red Scorpio, Luka era rimasta l'ultima spiaggia. 

"Già, anche se sembri molto sereno. Scoprire che Marinette e Adrien si amano non ti ha dato fastidio." 

Luka sorrise alla ragazza. "Questo lo sapevamo già prima che partissimo per Londra, che uscisse l'articolo o che ci fossero foto su Instagram." Affermò mordendo il croissant.

Kagami scosse la testa, prese il croissant e lo morse dalla punta gustandolo, poi dopo aver ingoiato riprese il discorso. "Questa volta è diverso e sembra tu non sia rimasto scalfito." 

"Perché non mi sono mai illuso." Disse lui prendendo un tovagliolo per pulire la bocca. "Nonostante mi piaccia Marinette e nonostante sia riuscito a colpirmi ho sempre saputo che non mi amava. Prima che partisse per la Cina le chiesi se pensava ancora ad Adrien, lei non mi rispose, segno che pensava ancora a lui." Disse bevendo il suo pompelmo. "Pensavo che al suo rientro qualcosa sarebbe cambiato, c'erano stati dei segnali. Ma non erano quelli che speravo, avevo notato che si fosse allontanata da Adrien e anche che era cambiata." 

Kagami annuì. "Anche Adrien dopo il viaggio in Cina si è tenuto distante con me." 

"Tutto ha trovato un senso quando tu domenica li hai smascherati. Avevo capito che Adrien aveva delle responsabilità molto grandi, ma non quanto fino a domenica."

"È stato tutto inaspettato, domenica ho visto un nuovo Adrien. Non me lo immaginavo così... spigliato e sicuro di se." 

"Ti ha stupito?" Chiese lui che anche in quell'occasione lo trovava del tutto normale. In quell'ultimo periodo aveva trascorso molto tempo con il giovane Agreste e poteva affermare di conoscerlo molto meglio di Kagami o Marinette, anzi no, non più anche la ragazza che gli piaceva. 

"Non era Adrien." Disse lei bevendo il succo.

"Non quello che conosci, o che si vede apparentemente. Ma è lui, lo è sempre stato, solo come figlio di Gabriel Agreste deve avere dei determinati comportamenti."   

"Non siamo più tanto simili adesso." Disse ella tenendo lo sguardo abbassato.

"Non è essere simili che unisce due persone." Affermò allora lui.  

Lei decise di non parlare e di finire invece il suo croissant.

Al che lui si ritenne libero di continuare a parlare. "L'ho capito domenica sera, nella stanza dell'albergo appena sono entrati ed hanno iniziato a parlare. Possono non stare insieme, possono negarlo come hanno fatto fino ad oggi. Ma quei due si completano e si comprendono, lo hanno sempre fatto dal primo giorno che si conoscono ed hanno imparato a conoscere l'uno dell'altro tutto."

Kagami si pulì le labbra e sospirò. "Sì, come Ryuko ho vissuto su pelle il loro rapporto, si fidano l'uno dell'altra e si aiutano e sostengono a vicenda, sono..." alzò lo sguardo castano su di lui e lo fissò. "...Perfetti insieme!" 

"Già! È quello che ho pensato anche io domenica sera. Allora sono stato felice, perché Marinette non mi ha usato come seconda scelta ed ha anzi perseverato sulla sua strada." Ammise Luka. "Mi chiedi perché sono sereno? Perché lei non mi ha fatto del male, non mi ha illuso e anche Adrien. Per questo sarò sempre grato, perché lo preferisco ad essere illuso e poi lasciato per un amico." Terminò il ragazzo. 

"Fa male!" Ammise Kagami. 

"Ma..." Chiese il musicista.

"Ma non ce l'ho a male con Marinette! Ma mi sento una stupida perché ho scoperto che lui era diverso! Ma pensavo che non provasse per lei sentimenti tanto profondi nonostante me ne avesse parlato." Kagami strinse il bicchiere con le mani con forza. Non piangeva, non era da lei era una Tsurugi e riconosceva una sconfitta anche se faceva male. "Ma alla fine hai ragione tu, Adrien fu schietto nel dirmi che mi voleva bene ma... lui è stato sincero con me e mi ha sempre rispettata, come Marinette con te. E allora dovrei essergli grato di non essersi preso gioco dei miei sentimenti." 

Luka prese la chitarra e iniziò a strimpellare un motivo malinconico. "Questo perché ci tiene a te ed alla tua amicizia. È stato lui a chiedermi di raggiungerli a Londra sai? Voleva vederti anche se non ci sperava." 

Kagami sussultò, Adrien l'aveva voluta a Londra?! "Non ci sperava?" 

Lui rise. "Ho capito la sua frase quando ho conosciuto tua madre." 

Kagami lo guardò seria. "Mia madre è una donna di tutto rispetto."    

"Non lo metto in dubbio, per me sarebbe troppo rigida e forse anche per te. Non è giusto che tu non abbia amici Kagami!" Le disse lui posando la chitarra. "Andiamo?" Le chiese poi prendendo la metà del cornetto che non aveva mangiato e mettendolo nello zaino. 

Kagami annuì, mise anche lei il cornetto rimasto in un tovagliolo, poi lo depose nella borsa alzandosi. "Adesso ho degli amici, ho Adrien e Marinette, ho..." Red Scorpio, avrebbe  voluto dire ma desistette. "... anche te?" Chiese 

Lui le sorrise. "Hai anche me effettivamente. Metti il casco che facciamo un giro per Parigi." Le disse prendendo i caschi dal cestino. 

Lei annuì e una volta pronta salì sul sellino posteriore della bici e mentre Luka partiva iniziò a guardarsi intorno. Era una bella giornata per essere autunno. 

Passarono così tutta la mattina fuori, Luka la portò a Montmartre dove sulla collina adiacente la Chiesa dei giovani erano radunati in gruppo a suonare ogni tipo di strumento a mano, dai flauti ai tamburi, alle chitarre. Raggiunsero un gruppo composto da due ragazzi e due ragazze vestiti tutti in modi stravaganti e colorati. 

Luka li presentò come Maëlle, Fleur, Pierre e Bastien, i ragazzi portavano dietro con se un armonica a bocca e una tromba mentre le due ragazze avevano dei tamburelli. 

“Ogni domenica mattina ci troviamo qui a suonare, sono miei compagni di classe.” Le disse dopo essersi seduto sull’erba e preso la chitarra. 

Kagami li guardò tutti, doveva veramente sedersi sull’erba umida, fredda e sporca?

“Ti siedi vicino a noi Kagami?” Chiese la ragazza che si chiamava Maëlle, la cui pelle olivastra e gli occhi neri spiccavano su un viso rotondo e perfetto. 

La ragazza annuì, dove era capitata e chi era quella gente. Intanto Luka seduto accanto agli amici prese ad accordare la chitarra mentre gli altri si accodavano a lui con i loro strumenti. Tutto intorno c’era gente che come loro a gruppi si trovavano per trascorrere la domenica, c’era un gran vociare di gente, una calca di colori e musica e suoni ovunque. Kagami se ne sentì quasi sopraffatta. 

“Buongiorno a tutti ragazzi. Scusatemi il ritardo!” Sopraggiunse una voce sul gruppo che ormai suonava. 

Kagami si voltò verso quella voce, una ragazza alta quanto lei, i capelli biondi e il fisico esile li raggiunse con una borsa in spalla. Si sedette accanto alle ragazze per poi dare un bacio al ragazzo dalla carnagione scura, Pierre. 

“E tu chi sei?” Chiese infine 

 

 

 

Kagami la osservò sbalordita, la bionda aveva un particolare, un occhio era grigio e l’altro azzurro. 

“Kagami Tsurugi, piacere di conoscerti.” 

“Tsurugi?” Chiese ella. “Credo di aver sentito già il tuo nome. Io sono Claire, la ragazza di Pierre e migliore amica di Fleur e Maëlle.” 

Kagami non rispose alla sua affermazione, sinceramente era sicura di non averla mai incontrata fino a quel giorno. “Sono venuta con Luka.” Disse invece così da spiegare la sua presenza lì.

“Oh ci hai portato la tua ragazza Luka, finalmente.” Disse lei tutta eccitata mentre scostava leggermente gli occhiali a forma quadrata per poterla vedere meglio. “Sei carina, tutti gli amici di Luka sono amici nostri.” 

“Non è la mia ragazza.” Disse il musicista alla bionda. “Siamo usciti insieme e l’ho portata qui visto che abbiamo organizzato all’ultimo minuto.” 

Kagami lo ascoltò, se aveva altri impegni la sera prima avrebbe potuto dirle che non poteva esserci. 

“Oh allora vi state conoscendo.” Rispose Sebastian all’amico. “Kagami se con lui non va potremmo uscire insieme. Sono single io!” Affermò.

“Ed è anche un farfallone.” Intervenne Fleur che fino ad allora non le aveva ancora parlato. 

Kagami cercò di ignorare l’argomento di cui era protagonista con Luka e si dedicò alle tre ragazze. “Ci ha provato con voi due anche?” 

Maëlle rise, una risata limpida e cristallina. “Si, ci provò con me al college quando eravamo in terza, gli dissi che in realtà mi piaceva Fleur e allora mi aiutò a conquistarla.” 

Kagami osservò le due ragazze impassibile come sempre. “Quindi voi due state insieme.” 

Fleur e Maëlle annuirono. “Giusto, io con nella classe della professoressa Harpe, mentre Maëlle e Claire sono nella classe del professor Legrand.” 

“Jean Jacques Legrand?” Chiese allora la nipponica. 

Il gruppo la guardò sorpreso annuendo. “È stato uno dei miei esaminatori, con Paul Petite, Michel Roux e Anais Harper!” Spiegò allora Kagami per la prima volta in imbarazzo.

“Ecco dove ho sentito il tuo nome!” Disse Claire. “Sei la nuova studentessa, quella che svolge i corsi da privato.”

Kagami la osservò attentamente guardinga. “Come fai a sapere tutte queste cose?” Chiese senza mezzi termini.

“Le so perché il professore Legrand mi ha avvertita. Hai ottenuto un punteggio altissimo all’esame di entrata al lycée.” Spiegò lei. “Sappi però che ai prossimi test dovrai confrontarti con me, sono intenzionata a restare la prima della classe.” Le disse la bionda sistemandosi gli occhiali.

“Claire Fontaine, tu sei Claire Fontaine la pupilla di Legrand, sei la sua punta di diamante per il lycée al torneo di matematica che si terrà dopo Natale.” Affermò Kagami, adesso tutto tornava. Legrand le aveva parlato di Claire e doveva aver fatto altrettanto con la sua collega e compagna di classe. Sapeva che quella di Legrand era la classe tecnica e sapeva che oltre Claire c’era anche un altro ragazzo molto dotato nella loro classe. Ma fino ad allora erano stati solo nomi. 

Claire Fontaine era la prima della classe in matematica e scienze, suo padre era uno dei soci della Banca Royale, sua madre era una matematica. Era campionessa di ginnastica ritmica nella sua categoria da due anni di seguito, campionessa di matematica e scacchi era decisamente l’orgoglio del professore Legrand. 

Non lo era da meno però Jerome Lacroix, figlio di un cardiochirurgo e di una ballerina dell’opera. Era stato secondo a Claire fino al suo arrivo, giocatore di calcio per passione e ragazzo incline ad appoggiare le fondazioni benefiche di sua madre. 

Adesso che lei era entrata al lycée Francois DuPont però aveva rimescolato le carte in tavola, col suo punteggio aveva raggiunto Claire ed era al suo pari e stesso livello, Jerome era così stato declassato in automatico. 

“Ok! È domenica e non siamo qui per parlare di scuola o di chi è il migliore ma per divertirci.” Intervenne Luka guardando Kagami, inutile dirle che poteva dargli prima quelle informazioni comunque non avrebbe saputo che era in classe, o almeno avrebbe diritto esserlo, con Claire. 

“Già, non è confortante sapere che siete due cervelloni ragazze, bisogna salvaguardare la nostra autostima.” Disse Sebastian accigliato. 

Le ragazze risero, Claire tese la mano a Kagami e le sorrise. “Sarà un onore competere e confrontarsi con te Kagami Tsurugi.” 

La nipponica seguì i suoi gesti per poi andare a stringere la mano della bionda. “Anche per me sarà un onore.”

“Sei una schermitrice, giusto?” Chiese Claire.

“Sì e io so che ti sei qualificata per il campionato mondiale di ginnastica ritmica.” Rispose Kagami.

La bionda annuì e mentre il gruppo di musicisti prendeva a suonare e cantare le due presero a conoscersi. 

Dopo aver passato la mattina con il gruppo, Luka si congedò da tutti loro dicendo a Katami che era ora di andare via e quando fu ora in sella alla bicicletta si diressero al ristorante cinese Shifu Cheng.

Il locale era gremito di gente, Luka c’era stato solo in occasione dell’inaugurazione come Red Scorpio  e non immaginava tutta quella folla. Sapeva che Wang Shifu era uno chef famoso a livello mondiale e il suo locale raffinato ne era una prova. Hui Shifu la cugina di Marinette andò ad accoglierli, nel vederli li salutò tutti e due con calore poiché gli amici della corvina erano anche amici suoi. 

“Posso aiutarvi ragazzi?” Chiese 

“Sì, siamo al tavolo di Tomoe Tsurugi.” 

“Oh sì, seguitemi da questa parte. Mi dispiace non esservi tanto di compagnia ma al week end io e Yen dobbiamo aiutare il nonno al ristornate.” Disse portandoli al tavolo dove Tomoe già li attendeva. 

“Avete ritardato.” Disse Tomoe San.

Hui scostò la sedia a Kagami mentre Luka si prendeva posto. 

“Buongiorno Tsurugi San, grazie per l’invito. Le chiedo scusa del ritardo purtroppo ho perso la cognizione del tempo mentre suonavo.”    

“Kagami mi ha detto che siete una famiglia di musicisti e che vivete su una barca.” Disse la donna congedando Hui dicendole che erano pronti per il pranzo ordinato già.

“Sì è così, viviamo sulla Senna.” Rispose lui.

“Ma non vai a scuola con Adrien Agreste, come vi conoscete?” Chiese allora lei.

“Frequento il primo anno al lycée Tsurugi San, mia sorella al contrario è in classe con Adrien.” 

 “Mi chiedo in tutto ciò cosa c’entri con mia figlia, soprattutto perché mi sembra che tu l’abbia presa a cuore.” 

Il ragazzo guardò  Kagami scuotendo la testa. “Si chiama amicizia, si forma un gruppo di persone che diventano amici e si vengono incontro. Lo avrebbe fatto anche mia sorella Juleka o Marinette o Rose.” Spiegò 

“Loro invece sono amici di Adrien Agreste, mi chiedo cosa c’entri tu con mia figlia. Non hai amici tuoi coetanei invece che perdere tempo dietro mia figlia e il giovane Agreste?” 

“Certo che ho degli amici, siamo stati con loro questa mattina. Kagami può confermarlo, sa io vado a scuola ed ho modo di socializzare con le persone.” Rispose per poi bere la sua acqua. 

“Dove sei stata Kagami? Pensavo avreste visto oggi i compagni di Agreste.” Disse allora la donna ignorando l’ultima frase del musicista.

“A Montmartre madre, è stata una bella giornata ed ho conosciuto anche Claire Fontaine.” Rispose ella.

“La ragazza con i voti più alti della tua scuola?” Chiese curiosa sua madre.

“Sì, Luka frequenta alcune lezioni con lei che è la ragazza di un suo amico di classe.” 

Tomoe non parve molto interessata a quel racconto ed intanto che servirono la zuppa celeste prese il cucchiaio rivolgendosi ai due. “Quindi frequenti la stessa classe di mia figlia.” 

“Io la frequento. Kagami è solo un nome su un registro di classe.” Ci tenne a precisare lui, non era una persona a cui piaceva discutere quindi non precisò che gli sembrava scorretto non far frequentare la scuola a Kagami. In fondo quelle erano decisioni loro e non stava a lui intromettersi per l’educazione che Tomoe voleva dare a sua figlia. 

“Kagami studia da privato.” Affermò la donna.

“Buon appetito.” 

I due ragazzi ancora si guardarono poi presero a mangiare all’invito di Tomoe. Non tornarono sull’argomento scuola e sui motivi di quell’amicizia e Luka gliene fu grato. Erano conoscenti e lui la settimana prima aveva solo fatto un favore ad Adrien, non si era preso a cuore quella ragazza. Si era solo ripromesso di esserle vicino anche se sembrava che se la cavava benissimo. Kagami Tsurugi non aveva più bisogno di lui e dopo quella giornata avrebbero chiuso tutti i ponti, tanto con la rigidità che le imponeva Tomoe non avrebbero avuto problemi. 

Dopo pranzo però come promesso aveva comunque portato Kagami alla barca dove c’erano sua sorella Juleka, con Rose, Ivan e Mylène. Il gruppo fu sorpreso nel trovarsi Kagami con lui, ma nessuno fece domande. Trascorsero il pomeriggio a suonare mentre Kagami da un inizio titubante ad ascoltarli poi andava e veniva dal ponte per portare loro da bere o qualche dolce. Sua madre era riuscita a schiavizzarla, come spesso accadeva a chi andava a fare loro compagnia. 

Subito dopo che ebbero fatto merenda decise però che era ora di riaccompagnare la ragazza in albergo, non voleva che la madre ancora lo riprendesse. Così in sella alla bicicletta i due ragazzi salutarono il gruppo di amici e partirono. 

“Fermo Luka!” 

Il ragazzo frenò. “Cosa succede?” 

“È André, lo senti? Ti va un gelato prima di rincasare?” Chiese la nipponica.

Il ragazzo annuì, potevano concedersi il tempo di un gelato. Raggiunsero il carretto di André il gelataio che appena li vide sorrise loro. 

“Oh una nuova coppia!” Spiccò sui due, Luka fece per ribattere ma André prendendo una cialda lo interruppe. “Arancio come il suo splendido sguardo e mirtillo come i tuoi capelli.” Disse porgendo loro il gelato.

Kagami lo prese già osservandolo con lussuria intanto che Luka pagava. “Grazie André.” 

La ragazza annuì e salutando il gelataio seguì il musicista che stava portando la bici a mano. 

“Noi non siamo una coppia.” Asserì Luka evitando il su sguardo, e precisamente lei non era roba sua.

“Lo so. Sarebbe assurdo!” Disse lei tenendo il passo con lui. 

Luka si voltò verso di lei e le sorrise. Kagami era intenta a gustarsi il suo gelato,  alla fine si erano trovati così per caso. La ragazza si fermò guardandolo, per la prima volta mentre mangiava il suo gelato, con un sorriso che forse non sapeva di avere, Kagami gli parve una ragazza di quindici anni. 

“Su dai, prendi. Avevo detto gelato per tutti e due.” Gli disse offrendogli del gelato sul cucchiaino. 

“Non amo il mirtillo.” Le rispose.

Kagami sollevò un sopracciglio. “Quante storie, mangialo è buono con l’arancia.” Ordinò portandolo alle sue labbra. 

Luka aprì la bocca di istinto e mangiò il gelato prendendole poi il cucchiaino da mano. Kagami soddisfatta annuì e riprese a mangiare il gelato. “Mirtillo a me e arancia a te.” 

Lui rise, presero a mangiare il gelato e quando ebbero finito finalmente la riaccompagnò in albergo. 

Quando finalmente arrivarono si riprese il casco e la salutò. 

“Grazie della bella giornata Luka.” Disse sollevandosi un po’ per dargli i due baci sulle guance 

Il ragazzo annuì e si tese a ricambiare i baci. Quando finalmente ella fu scomparsa alla sua visuale  prese la bicicletta e tornò a casa mettendosi la nipponica alle spalle. 

——- 

NdA perdonatemi il capitolo forse lungo, ripeto forse perché ho tante sotto note. D’ora in poi i capitoli saranno così si racconta che ci sono dei combattimenti ma non si entra nello specifico. Mi concentrerò molto su Luka e Kagami altrimenti non si capirà la loro crescita. Su quella di Marinette e Adrien credo e spero di averci lavorato tanto e che vi sia piaciuto. Non c’è ancora un finale, non stanno insieme ma si è capito quale sia adesso il loro rapporto. Ovviamente spero vi piaccia che si costruisca anche un rapporto Kagami e Luka. ♥️

 

Dolphin ha una tuta azzurra e bianca, da qui il fior di latte. Per il mirtillo mi sono attenuta al profilo Instagram di Kagami Tsurugi dove ella scrive che André le da sempre il mirtillo e che lo ama. 

 

 

 

Cioccolato e nocciola poiché nei panni di Shé Gūniáng, Kagami è vestita di giallo ocra e un marrone tendente al nero. 

 

Nelle vesti di Red Scorpio e Raiongāru, André fa loro un unico gelato: arancio rosso e limone (rispettivamente la tuta marrone scura e rossa di lui e la tuta gialla di lei) 

 

Io non capisco perché André abbia assegnato l'arancio a Kagami in miracle queen poiché non c'entra un cacchio con lei. Ma a questo punto ci atteniamo a quanto detto in programma ed il gusto che personifica la ragazza è l'arancio.

 

* Kun suffisso affettivo al maschile in Giappone. La femminile il suffisso è chan! 

Il suffisso San con cui Longg invece si rivolge a Kagam significa Signore/a

 

*Altra premessa nonostante il Francois DuPont sia un Collége in Miraculous, so che è ispirata al Lycée Carnot che funge sia da Collége, che da Lycée ed ha anche corsi preparatori specialistica per l'università. Quando Damocles in reflecta dice che ha sedici classi cui fare le fotografie io intendo che siano quelle del college, in pratica ci sono 4 classi per anno.

Il Lycée Carnot Ha circa 2000 studenti fino al 1958 aveva annessa anche la scuola elementare.

Il Lycée si trova comunque in una struttura distaccata visto che ad occhio e per struttura quello della serie sarebbe troppo piccolo 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 31
*** Parte 30ª - Il Lycée Francois DuPont ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
(Premessa: da questo momento andrò forse OOC nel muovere sia Luka che Kagami, darò un passato soprattutto al primo perché un ragazzo di sedici anni sarebbe anomalo vederlo legato solo al gruppo degli amici della sorella e soprattutto che prima di Marinette non abbia avuto 'storielle'; cercherò con le caratteristiche base di Astruc e company di muovere e far crescere, spero, due/tre personaggi. Perché si ci metto anche Chloé. Grazie)

Londra
Da quando era stata attaccata, due notti prima, Marinette si sentiva vulnerabile. Temeva che nei suoi sogni e incubi potesse rivelare più apertamente di essere Ladybug ed anche la vera identità di Chat Noir.
Ora più che mai non sapere di lui le avrebbe giovato ed invece volente o nolente lo sapevano entrambi, non esserselo detti, non trasformarsi sotto gli occhi l'un l'altro, non significava non saperlo. Bensì solo spostare l'inevitabile confronto, perché doveva esserci ne era certa. Aveva rifiutato Chat Noir in più di un'occasione e quando lui aveva rinunciato a lei invece lo aveva amato. Aver amato entrambi i suoi lati faceva piacere a Marinette e sì era stato lo scoglio definitivo da superare, per far sbloccare del tutto Adrien dal suo stato di figlio modello. No, no avrebbe dovuto essere sincera con se stessa, Adrien aveva iniziato a rilassarsi con lei e a mostrare anche gli altri suoi lati molto prima, quando impavido e senza avviso si era presentato a casa sua al ritorno dall'India, quando aveva scherzato con lei durante la preparazione delle pozioni,. Sì quel desiderio di far emergere il suo lato fanciullo era spiccata già altre volte, come al museo delle cere quando si era finto una statua. Era stata lei a freddarlo in quell'occasione e lui aveva rispettato le sue volontà (come sempre) di non prenderla in giro. Solo durante la loro ricerca però Adrien si era mostrato un po' Chat Noir dicendole che doveva rilassarsi e prendersi meno sul serio, proprio come faceva Chaton con lei. Il viaggio a Londra non era stato altro che un modo, per il giovane Agreste, di spiegare le ali verso quella libertà fino ad allora negata e così lui era emerso del tutto. Lasciando intendere che l'Adrien buono, dolce e altruista che lei conosceva c'era sempre, con in più il divertente ed irriverente Chat Noir, sicuro di se, buffone e affascinante. Il fascino lo avevano entrambi, la differenza era che Chaton ammetteva di essere bello, indubbiamente nei panni del gatto nero il suo fisico scultoreo non passava indifferente e questo forse incrementava di più la sua spavalderia.
Stava di fatto che sì, lui era il ragazzo che amava e da cui comunque doveva tenersi lontana. La notte prima erano tornati a dormire insieme, si erano stretti forte e lui l'aveva confortata prima che prendesse sonno, le aveva riempito il viso di baci e regalato carezze che avevano saputo allietare il suo animo. Ma adesso che lui non c'era le sembrava di non essere più così protetta, già al mattino quando lo aveva trovato alla sedia della scrivania che la osservava era stato così. Adrien le aveva detto che si era allontanato proprio perché aveva rispetto di lei e non voleva approfittarne perché il desiderio c'era ed era tanto. Al che Marinette comprendendolo si era alzata ed aveva lasciato la sua stanza e casa Wood.
Pensava di avere tutto il tempo ma in quel quartiere il tempo che si prendevano non era mai abbastanza. Dopo appena mezz'ora i ragazzi erano giunti con il padre di Steven così da passare la domenica in famiglia con la sua fidanzata. Era il momento in cui i genitori dei loro compagni a distanza stavano insieme e per i due ragazzi era anche il momento di fare i fratelli.
Così lei e Adrien si erano tenuti da parte, lui le aveva chiesto come stava e lei per non farlo preoccupare aveva detto che sì, stava bene. Ma lui non era solo Adrien, era anche Chat Noir e se c'era qualcuno che la conosceva più bene tra tutti oltre Tikki, quella persona era lui.
Non le aveva detto che non le credeva, ma come sapeva fare lui le aveva stretto la mano e detto che lui era lì e non l'avrebbe mai lasciata sola. Lo amava, oh quanto lo amava. Quelli erano i suoi gesti che tendevano a farla innamorare sempre di più, solo quando lui le era accanto sentiva quella forza di cui aveva bisogno per andare avanti.
Era inquieta e il suo stato d'animo se lo stava portando dietro. Quel lunedì mentre andavano a scuola Adrien ancora le teneva la mano stretta, Alya ed Alix se ne erano accorte e la corvina si aspettava delle domande da parte loro da un momento all'altro. Però durante le lezioni questo non accadde, solo quando rientrarono a casa le due affrontarono l'argomento ed anche qui Marinette non si aspettava la premura di Alya, pensava più ad un diretto: cosa non mi hai raccontato?
"Stai bene? Prima che tu me lo chieda, Adrien mi ha informato che sei stata presa di mira da Lady Octavia e Pika Pika e non solo." Disse lei.
Marinette sospirò, ecco spiegato perché Alya era stata molto sulle sue. "È stato orrendo, mi sento vulnerabile e mi sono sentita... nuda?!" Disse infine all'amica rivelando le sue sensazioni, si era esposta così tanto e temeva un secondo attacco.
"Adrien ieri ha scritto che avevi bisogno di riposare e che ci avrebbe pensato lui a te. Ma io ci sono Marinette, se hai bisogno di me posso aiutarti." Disse la mora.
Marinette si commosse alle premure dei suoi due amici. "Grazie... questo è già importante. Nell'incubo voi tutti mi avevate lasciato, per voi ero una nullità." E nonostante sapesse che non era così, che Alya le sarebbe stata sempre amica e anche Adrien, i sussurri di Miss Parrot erano riusciti a farla cadere in una trappola di insicurezze.
Alya guardò l'amica e l'abbracciò. "Non potrei mai pensarlo Marinette e lo sai. Tu sei amata e apprezzata da tutti, anche qui a Londra sei riuscita a emergere. In poco tempo sei diventata la hat designer più richiesta, per non parlare di Alice, sei riuscita a far emergere quella ragazza così introversa e tutto questo lo hai fatto da sola."
Marinette si lasciò abbracciare dall'amica non volendo puntualizzare che ad aiutare Alice era stato più Marcel. Aveva bisogno del suo conforto in quel momento.
Al pomeriggio, dopo pranzo e dopo che Eleanor e Caroline tornarono a scuola, Marinette riprese a lavorare sui capelli commissionati in giro. Erano quasi tutti pronti sia quelli da donna che da uomini. Se fosse riuscita prima del week end li avrebbe dati a Marcel così che potesse portarli a south Kensington. Alya aveva fotografato tutti i suoi lavori prima che li consegnasse ed ora il suo blog, quello che l'amica aveva messo su per lei era pieno di lavori.
Il suo lavoro ed i suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo di Adrien che bussato alla porta entrò appena aveva avuto il suo permesso.
"Buon pomeriggio alla stilista più talentosa che io conosco." Le disse entrando in camera e andando a mettersi sul letto ad osservarla. Marinette sorrise e scosse la testa poggiando la bombetta appena terminata sul tavolo e raggiungendo il ragazzo si infilò tra le sue gambe e si abbracciò a lui.
Adrien la osservò rigido, poi quando lo raggiunse la cinse per la schiena e la abbracciò. "Come ti senti?" Le chiese allora, i suoi incubi non erano stati indifferenti a lui e cercava di immaginare lo stato d'animo dell'amica. "Esposta." Rispose lei col volto nel suo petto. "Ma volevo ringraziarti per aver avvertito Alya e gli altri."
Adrien la strinse ancora di più lasciandole un bacio sulla cute, i suoi capelli profumavano di fragole. "Non ho fatto nulla di così eclatante. Vorrei poterti aiutare di più."
"Sconfiggerli e non lasciare loro la possibilità di fare del male a delle persone innocenti è l'unico modo per potere aiutare non solo me."
Adrien annuì. "Già, hai sentito Steven? Lui e Margaret si sono lasciati dopo che lei è stata presa dall'incubo."
"Dobbiamo parlare con loro e chiedere a Margaret cosa voleva Octavia. Io avevo solo incubi nella mia testa, ella non mi chiedeva nulla."
Adrien scosse la testa. "No lei ti ha semplicemente indotto a disperarti e così ha fatto con gli altri. Poi quando ti ha tolto tutta la felicità arriva Pika Pika e tenta di rubare la felicità che Octavia ti ha sottratto." Spiegò Adrien che ormai aveva visto tutto in prima persona.
Marinette tacque per poi mettersi più comoda. Si sedette poggiando la schiena contro il petto del ragazzo e sollevò il viso verso il biondo per incontrare i suoi occhi. "Ti sei accorto che attaccano quasi esclusivamente al pomeriggio e alla sera durante la settimana?" Chiese Marinette.
Il ragazzo annuì. Se n'era accorto e questo lo aveva portato ad una deduzione. "Octavia una volta ha attaccato da sola e di mattina. Non c'era Pika Pika, senza di lui non possono prendere la felicità, per questo non si espongono mai al mattino." Forse prima che loro fossero così vigili avevano attaccato il mattino, ma il malcapitato non aveva avuto nessuno che lo purificasse e quindi Pika Pika aveva tutto il tempo per prendersi la felicità altrui.
"È uno studente lui." Ne dedusse a quel punto Marinette.
"Indubbiamente. Abbiamo quindi una cerchia ristretta se vogliamo trovare il Miraculous." Affermò Adrien.
"Ho pensato anche a papillon e alla storia che ci hanno raccontato Ozōo e Guu." Disse ancora Marinette.
"Cercare i portatori della gazzella e del lupo?" Chiese il ragazzo.
"No, sappiamo che il Miraculous è a Parigi, quindi la persona che hanno cercato dovrebbe essere lì. Potremo cercarla mettendo insieme tutti i pezzi del puzzle che abbiamo a disposizione."
Adrien la ascoltò ed annuì. "Così potremo arrivare automaticamente a Papillon o almeno abbastanza vicino, sappiamo che Mayura è la proprietaria del pavone, adesso due sono le cose..."
"O la coppia ha portato a compimento la missione salvandola..." ipotizzò Marinette.
"...Oppure a Mayura lo ha consegnato qualcuno di vicino all'ex possessore." Terminò Adrien.
"Come ci muoviamo?" Chiese Marinette.
"Quando rientriamo andiamo al commissariato e in ospedale. Potremo chiedere una lista di persone scomparse o decedute negli ultimi due o tre anni." Propose Adrien.
"Si potrebbe fare così. Andiamo qualche sabato mattina?"
Adrien fece una smorfia. "No, sicuramente adesso che rientro sarò oberato di impegni ed in più dobbiamo preparare papà all'arrivo di Steven e Alice in casa. Sono sicuro che nonostante sia stato lui ad appoggiare questo scambio culturale non approvi tanto la presenza di estranei in casa."
Marinette sorrise, durante quella permanenza a Londra si stava abituando a vedere Adrien oltre l'orario scolastico più volte. Ma effettivamente il ragazzo era pieno di impegni oltre la sua vita da super eroe.
"Potremo fare o il martedì o al giovedì pomeriggio."
"Io al giovedì avrò forse di nuovo Manon, a meno che Nadia Chamack non abbia trovato un'altra baby sitter." Disse la corvina.
"Allora facciamo al martedì, prima però rientriamo e vediamo i nostri impegni. Se non ne abbiamo potremo andare a fare ricerche subito al martedì, così non desteremo sospetti con i nostri amici inglesi quando verranno a stare da noi." Decise Adrien.
Marinette annuì e fece per allontanarsi, ma Adrien la trattenne tra le sue braccia.
"Aspetta, papà mi ha detto che voleva parlarti. Credo abbia visto le tue felpe." Le disse prendendo il cellulare e facendo una chiamata e poi staccando. "Appena si libera Nathalie mi farà chiamare." Le disse
Marinette annuì. Si sentiva tesa, non sapeva quale impressione aveva avuto Gabriel Agreste delle sue felpe e se gli erano o meno piaciute. Se non erano andate bene addio carriera da stilista, addio sogni di gloria, il suo matrimonio con Adrien, i loro tre bambini con un cane, un criceto ed anche un gatto, si voleva anche un gatto.
"Marinette... Marinette sei pronta? Mio padre sta chiamando." Disse Adrien riportandola alla realtà.
Lei si voltò e rossa in viso annuì senza trovare il coraggio di parlare. Adrien al contrario aveva risposto alla video chiamata.
"Buonasera papà."
«Buonasera ragazzi. Come procedono i vostri studi?» li salutò Gabriel con sguardo arcigno.
Marinette si sentì sopraffare, stava per rimproverala, lo vedeva dal suo sguardo severo.
Agreste fece un colpo di tosse poi puntò lo sguardo sul figlio, indossava una nuova felpa della linea di Marinette, era nera con le maniche bianche e sul petto le solite tre righe colorate.
"Ho notato che tu e Felix state spesso insieme Adrien e ho visto le tue creazioni Marinette." Disse al ragazzo. "Bel set fotografico, ma soprattutto mi piace la linea delle tue maglie."
Marinette si sentì arrossire. "Grazie signor Agreste, è qualcosa di semplice in linea con il mio stile." Disse lei mentre il cuore tornava a battere normalmente.
"Ho notato che hai lavorato su più di un modello, che non ti sei fermata alla classica felpa, che hai voluto rendere un capo sportivo anche elegante. Mi piace la tua idea e..." disse Gabriel prendendosi un attimo e condividendo una foto dove c'erano Marcel e Margaret in posa. "Anche questa è tua o sbaglio? Mi sembra che la M contrassegnata sia la stessa sul tuo cappello." Chiese
Marinette si sentì arrossire del tutto. "Eh sì... chiedo scusa signor Agreste, Alice ha voluto fare delle foto anche di coppia e di gruppo misto. Mi disp..."
"Mi piace anche quella maglia, potrei vederla meglio? Inoltre anche quelle pubblicate da Adrien domenica scorsa, ho visto che Kagami Tsurugi è stata a Londra non me lo aspettavo."
"Luka Couffaine ci ha fatto una sorpresa." Iniziò a giustificarli Adrien. "E Marinette aveva preparato quelle maglie per Kagami da un po' e... hai detto che ti piacciono tutte?" Chiese poi Adrien al padre stupito. Marinette contro la sua schiena era irrigidita dalla notizia.
"Ovvio, anche se..." disse lo stilista. "Mi confermi che sono lavori tuoi Marinette anche quelle maglie con gli scorpioni?"
Marinette annuì rapida. "Oh sì! Prima procedo a fare il disegno poi porto felpa e disegno in tipografia e infine lavoro sulle felpe."
"Credo che potremo lavorare su una linea young allora. Al tuo rientro potremmo parlarne, intanto possiamo pubblicizzare la linea delle tue felpe da ragazzo, le foto sono perfette e sono sicuro che avranno successo."
Marinette annuì, mentre Gabriel Agreste parve sussultare.
"Adesso vi devo lasciare, Adrien mandami gli scatti della tua amica con la felpa di Marinette."
"Va bene papà, te le giro subito." Disse il giovane entusiasta.
Gabriel li guardò ancora più accigliato. Annuì e prima che potesse staccare rivelo il suo disappunto. "SCENDETE TUTTI E DUE DA QUEL LETTO, ADRIEN AL TUO RIENTRO IO E TE DOBBIAMO PARLARE." Terminò chiudendo la connessione.
Marinette e Adrien si guardarono per poi arrossire entrambi. La corvina subito si allontanò da lui che si ritrasse grattandosi la testa.
"Oh Dio noooo! Adesso tuo padre crederà che noi stessimo facendo chissà che cosa... che situazione imbarazzante."
"Scusami... scusami!" Disse lui alzandosi in totale imbarazzo, sopratutto perché quella posizione gli era piaciuta tanto ed era anche più che evidente.
"Noooo sono stata io a mettermi così e poi... oh che disastro tuo padre adesso penserà male di noi e quando rientrerai ti sgriderà o peggio ti metterà in punizione e non ti farà più venire a scuola."
"Marinette calmati. Vedrai che mio padre non vuole mettermi in punizione e..." il telefono vibrò in mano al ragazzo che lo prese notando subito il messaggio di Tom Dupain. "Senti stai tranquilla, io adesso devo andare ma promettimi di stare tranquilla. Vedrai che mio padre non ha pensato male di te." Disse correndo alla porta e la salutò. "A presto principessa."
Marinette lo guardò come un ebete, fin quando Tikki non uscì allo scoperto. "È tempo per Ladybug di entrare in azione."
La corvina la guardò ed annuì. Si doveva correre a Parigi e raggiungere Chat Noir.

Parigi.
"Ben fatto!" I quattro eroi di Parigi si diedero il pugno soddisfatti dell'ennesima vittoria contro Papillon.
Erano riusciti in breve a liberare una ragazza, Lorelai, dalla sua akumizzazione. La giovane si era vista persa mentre teneva la piccola Manon Chamack, non era riuscita a tenerla testa tanto da farsi venire una crisi isterica.
Ladybug ebbe pena per lei e si offrì anche di accompagnare la ragazza a casa sua, decisamente al suo ritorno avrebbe avuto ancora un lavoro come baby sitter. Salutò quindi i suoi tre guerrieri e presa Lorelai in braccio si allontanò dal luogo del combattimento.
Dopo un po' anche il gatto nero salutò Red Scorpio e Raiongāru, ai due non rimase altro da fare che ritirarsi dal campo di battaglia. Non c'era André in giro quindi quel giorno non avrebbero mangiato il gelato.
A Luka la cosa andava bene, compresa la giornata pretendente stava mangiandone uno al giorno e iniziava ad esserne disturbato.
Dal canto suo la collega non ci tenne ad intavolare nessun tipo di argomento che potesse portare i due a fermarsi, al che Red Scorpio salutò la compagna allontanandosi.
Kagami osservò la scena, messo lo skateboard a terra ci saltò sopra e prese a correre in direzione del mandarin hotel. Stava ignorando Red Scorpio ultimamente, lo sapeva. Ma temeva di aver perso gli argomenti da trattare con lui. Cosa avrebbe potuto dirgli? Avevi ragione con quel ragazzo non c'era storia? Oppure L: sai sono diventata la buona causa per l'amico della mia amica innamorata del ragazzo che mi piace?
No, assolutamente no. Non voleva ridicolizzassi così, sapeva che poteva risultare scostante ma non ce la faceva ancora per il momento ad affrontare l'argomento.
Fece un salto sui tetti nei pressi dell'albergo fino ad arrivare al Mandarin, saltò nel suo bagno e si detrasformò per poi staccare la doccia e mentre si spogliava spense anche la radio. Quelli erano tutti stratagemmi che usava per non far avvertire la sua assenza alla madre.
Una volta libera uscì in camera e sobbalzò trovandosi sua madre ad attenderla.
"È preoccupante ormai la cadenza con cui fai la doccia. Non hai orari e sembra che lo faccia per riempire le giornate." Disse Tomoe.
Kagami sollevò un sopracciglio, come scusa le sembrava effettivamente ottima. "Effettivamente ho pensato che fare una doccia fosse un buon diversivo. Ho compiuto tutti i miei doveri e i compiti e riesco a cantare solo mentre mi lavo."
Tomoe sbatté il bastone sul pavimento continuando a tenersi sulla poltrona. "Credo che dobbiamo lavorare sul tempo che ti resta libero."
Kagami fece una smorfia di diniego, fortunatamente sua madre non poteva vedere, in realtà sapeva come impiegare quel tempo se solo ella glielo concedeva.
"Giovedì Juleka e Rose mi hanno invitato a una passeggiata sugli Champ Elisé." Buttò giù lei.
"Il tuo amico Luka mi ha accusato di non lasciarti frequentare la scuola." Rispose la donna.
"Lui ha solo detto che non siamo compagni di classe e che frequenta la scuola a differenza mia. Non mi sembra ti abbia accusato." Disse ella difendendolo. Si era sentita punta in viso a quella sua affermazione, perché in fondo era vera. Ma non era stata un'accusa anzi lui non si era espresso proprio ne prima, ne dopo. "Anche Claire Fontaine e le altre ragazze non hanno detto nulla in merito, anzi ci siamo confrontate sulle materie."
Tomoe si alzò dal suo posto e fece un passo avanti. "Può non avermi accusato, ma puntualizzando che non frequenti mi ha sfidato. Sappi che da domani frequenterai i corsi con regolarità al Lycée Kagami, non sarà un ragazzino a dirmi cosa devo o non devo fare come genitore." La informò la donna, non avrebbe permesso a quel ragazzo di dirle cosa doveva o meno fare. Ma ne aveva rispetto per  averle tenuto testa. Non era cosa da poco e lui non temeva di confrontarsi con lei, voleva giocare a fare il genitore? Bene! Gli avrebbe fatto vedere lei come facevano i veri genitori. Decidevano per i figli e lei lo avrebbe sempre fatto per Kagami, a differenza di lui.
"Andrò a scuola madre?" Chiese sorpresa la nipponica.
"Si andrai a scuola e voglio conoscere queste Juleka e Rose prima che tu esca con loro. Mercoledì invitale per l'ora del tè."
La ragazza annuì anche se sua madre non poteva vederla e mentre la donna usciva dalla sua stanza sul suo viso comparve un sorriso.
Saltò sul letto e messa la faccia nel cuscino urlò di gioia. Sarebbe andata a scuola ed avrebbe potuto anche uscire con Rose e Juleka, era stata previdente a dire a Rose ci penserò anziché non posso, mia madre non vuole.
La mattina dopo eccitata Kagami non era riuscita a fare colazione. Composta e ordinata scese nella hall dell'albergo e con sua madre salirono in auto, cui la madre diede il comando verso la Francois DuPont, più l'auto si avvicinava a lycée, più la nipponica sentiva crescere dentro di se un ansia che non sapeva di poter provare.
Si aggiustò ben due volte la cravatta rossa e quando arrivò restò al cancello ad osservare i ragazzi che entravano nella scuola. Ad un certo punto si sentì toccare una spalla da qualcuno, si voltò e notò Maelle e Fleur.
"Ma che sorpresa, cosa ci fai da queste parti?" Chiese la mora lasciandole due baci sulle guance.
Dopodiché anche Fleur le si avvicinò e la baciò. "Buongiorno Kagami."
"Buongiorno a voi ragazze... io... in pratica..."
"Oggi devi fare qualche esame?" Le chiese Maelle prendendola a braccetto e portandola verso l'entrata.
La nipponica scosse la testa. "In realtà oggi inizio a frequentare i corsi."
"Oh che bello, allora sbrighiamoci devi essere presentata alla classe. Chissà che non frequentiamo qualche corso insieme" disse entusiasta la mora
"Sono nella classe di Legrand, o almeno credo che farò con lui il baccalauréat." Rispose la nipponica.
"Allora andiamo." Le disse Fleur prendendola a braccetto.
Le tre si incamminarono e mentre Maelle e Fleur la nipponica continuava a guardarsi intorno.
"LARGOOO SONO IN RITARDO..."
Maelle si scostò di lato e accigliata guardò Sebastian arrivare in corsa ed andare al parcheggio delle biciclette. Dietro di lui un altro ragazzo con i capelli lunghi a rasta che lo seguiva.
"Fidati, Sebastian e Armand fanno tardi tutte le mattine, abituati Kagami." La informò Fleur.
La nipponica annuì e salendo le scale verso l'entrata del liceo lasciò cadere lo sguardo al parcheggio delle biciclette, Sebastian e il suo compagno di corsa stavano parcheggiando e poco distante ella vide anche Luka e Pierre che parlavano mentre Claire li raggiungeva con una ragazza rossa al seguito.
"Kagami San, benvenuta alla Francois DuPont." Una voce emerse tra il brusio degli studenti che entravano nelle aule.
Un uomo alto circa un metro e ottanta, biondo e con un paio di occhiali rotondi che offuscavano gli occhi castani la stava aspettando, era magro ed aveva un sorriso sereno sul volto e sembrava attenderla da un po'.
"Professor Legrand, è un piacere rivederla."
L'uomo annuì. "Ti aspettavo così da poterti consegnare il tuo orario. Noto che hai fatto già amicizia."
La nipponica annuì sorridendo alle due amiche di Luka. "Sezione C." Disse alle due.
"Si, sei in classe con Claire Fontaine, siete coetanee e tra le più piccole quindi potrete andare d'accordo. Ovviamente la scelta della classe dipende anche dalla specializzazione che spero prenderai a studiare l'anno prossimo." Spiegò il professore.
"Sono sempre intenzionata a studiare tecnologia specialistica professore, quindi va bene e conosco anche Claire Fontaine." Disse la giovane.
"Portiamo noi Kagami nella sua classe professore." Disse Maelle per liberare la nipponica.
Kagami salutò il professore e seguì la coppia verso un'aula. Strada facendo Fleur indicò alla compagna la classe di chimica e fisica, quella di scienze e quella di informatica. Al piano di sopra prima che arrivasse alla sua sezione infine le indicò l'aula di musica che lei comunque non era intenzionata a frequentare.
Una volta trovata la second C, Kagami ringraziò le due e le salutò osservandole andare nelle loro rispettive classi.
Una volta in classe Kagami si guardò intorno restando sulla porta, non conosceva nessuno e non sapeva dove dirigersi, forse era il caso di aspettare il professore di turno.
Fu quasi travolta dal ragazzo con i capelli rasta che aveva visto in precedenza e quasi cadde all'indietro, fortunatamente era allenata e aveva i riflessi pronti, così non cadde e cambiò solo posizione.
"Dovresti stare più attento Armand." Disse una voce alle spalle della ragazza. Kagami si voltò, il suo soccorritore era un ragazzo dagli occhi blu e i capelli neri, uno sguardo gentile in viso. "Tu invece devi essere nuova, piacere di conoscerti io sono Jerome." Disse entrando e andando al posto.
"Io invece sono Valerie, la sua ragazza e tu dovresti andare al tuo posto." Disse invece un'altra voce con tono infastidito.
Kagami notò la presenza della rossa che poco prima aveva visto in compagnia di Claire, lasciò che ella passasse ed annuì.
Jerome! Era possibile quel ragazzo fosse Jerome Lacroix? "Lasciala stare ma jolie! È nuova e non saprà dove sedersi." Disse il corvino cercando di calmare la rossa.
"Se lo cercasse oppure cercasse le attenzioni di altri." Disse lei acida.
Kagami si sentiva in imbarazzo, lei non voleva le attenzioni di nessuno.
"Lei si siede vicino a me." Intervenne una voce gentile.
Claire entrò in classe e sorrise all'amica indicandole il primo banco sulla destra e poggiando la sua borsa fucsia. Kagami fu contenta di vederla, finalmente un volto amico.
"Sicuro non ci siano problemi Claire?" Chiese lei.
Lei si sedette e sorrise. "Sì, così mi eviterò di avere vicino chi resta sempre indietro." Le disse mentre anche la nipponica prendeva posto. "Lei comunque è Kagami Tsurugi." La presentò alla classe la bionda. "Mentre Valerie è simpatica nonostante la prima impressione, dopo al limite potrai pranzare con noi."
Kagami si voltò verso la rossa. "Non preoccuparti, non mi interessa il tuo ragazzo anche se posso capire la gelosia, vuol dire che tieni a lui." Le disse per poi tornare a voltarsi e dare le spalle alla coppia, in fondo chi era lei per criticare Valerie, lei stessa era stata gelosa e senza motivo di Adrien.
"Ragazzi tutti seduti!" L'adulta voce perentoria di un uomo emerse tra le varie discussioni, un uomo alto poco più di Kagami e con la testa calva entrava in classe seguito da Sebastian e, a sorpresa della nipponica, Luka.
"Chiudi la porta Couffaine." Disse il professore poggiando la sua borsa accanto la scrivania. "Ragazzi, da oggi alla nostra classe si aggiunge un nuovo membro." Disse l'uomo indicando il banco con Kagami e Claire.
Intanto Luka si sedeva al banco dietro Claire notando stupito la presenza in aula della nipponica, mentre Sebastian faceva dei gesti e cercava un banco libero che trovò accanto a Jerome.
"Kagami cara per favore presentati ai tuoi compagni." Disse il professore.
La ragazza si alzò in piedi ed annuì. "Buongiorno a tutti, sono Kagami Tsurugi, arrivo dal Giappone ed ho quindici anni. Da oggi frequenterò questa classe con voi, spero di trovarmi bene."
"Bene, puoi sederti. Io sono il professor Petit e in questa classe seguirò le materie di geografia e geologia. Adesso prendete il libro di geologia a pagina 94, iniziamo la lezione."
La nipponica sedendosi aprì il libro, adesso iniziava la sua reale vita accademica.

——L'ora del tè per i giapponesi è un rito sacro tanto quanto per gli inglesi

——
L'ora del tè per i giapponesi è un rito sacro tanto quanto per gli inglesi.
Baccalauréat: è la maturità chiamato così perché è un esame specializzato, si possono scegliere due rami: accademiche (materie umanitarie: letteratura, musica e danza, lingue); tecniche (scienze, matematica e tecnologia)
Il Lycée segue i seguenti anni: 2º, 1º, ultimo anno quando si fa l'esame. (Questa è la giusta sequenza poiché i corsi continuano dal college)

 (Questa è la giusta sequenza poiché i corsi continuano dal college)

Da © https://www.justlanded.com/italiano/Francia/Guida-Francia/Istruzione/Il-Liceo
Il corso è diviso in 2º, 1º e ultimo anno (terminale). La classe seconda o classe de seconde de détermination così chiamata perchè prepara gli studenti a scegliere il tipo di baccalauréat che loro conseguiranno. Pochi studenti di 2ª classe si specializzano e studiano per un baccalauréat specifico; eccezioni sono la musica e la danza e alcuni certificati tecnici. Durante il 2ª anno, gli studenti studiano francese, matematica, una lingua straniera moderna, storia, geografia, fisica, chimica, biologia e geologia, e hanno educazione fisica e lezioni sportive.

 

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Capitolo 32
*** Parte 31ª - Dubbi ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
(Premessa: da questo momento andrò forse OOC nel muovere sia Luka che Kagami, darò un passato soprattutto al primo perché un ragazzo di sedici anni sarebbe anomalo vederlo legato solo al gruppo degli amici della sorella e soprattutto che prima di Marinette non abbia avuto 'storielle'; cercherò con le caratteristiche base di Astruc e company di muovere e far crescere, spero, due/tre personaggi. Perché si ci metto anche Chloé. Grazie)

 

Finalmente quella mattinata era passata, Kagami in quanto nuova si sentiva osservata da tutti.
Per questo, per quanto le aveva fatto piacere l'invito a pranzo di Claire, le disse che doveva rientrare poiché non aveva avvertito sua madre e che si sarebbero viste durante la lezione del pomeriggio di Legrand.
La professoressa Harper si era rivelata deliziosa durante l'ora di storia ed il professor Moran era stato realmente eccentrico durante il corso di francese, le piaceva quella classe. Ma adesso bastava, appena vide una ragazza dai capelli verde mare andare verso il loro tavolo pensò che doveva andare via da lì.

Fortunatamente la tipa non si fermò al loro banco ma proseguì

Fortunatamente la tipa non si fermò al loro banco ma proseguì.
"Ciao Luka! Oggi non siamo riusciti a salutarci." Disse questa fermandosi al banco di dietro al loro.
"Ciao a te Linette e buona giornata." Disse lui finendo di mettere i libri in borsa.
La fanciulla gli sorrise e gli carezzò una guancia per poi posare sulle labbra del ragazzo un bacio leggero.
Kagami ne restò basita e contrariata al tempo stesso, lanciò un'occhiataccia a Luka e presa la sua borsa uscì dall'aula.
Durante il tragitto incontrò Fleur e Maelle che salutò, scendendo le scale intercettò anche Pierre che vedendola rimase stupito.
"Kagami?!" Le chiese fermandosi nella salita.
"Ciao Pierre, è bello rivederti." Disse lei atona.
"Luka è già andato via?" Chiese il moro.
E perché lo chiedeva a lei? Persone come lui non meritavano il suo interesse, ma per amore di pace e sperando di riuscire a farsi degli amici rispose. "Certo, stava amoreggiando con la sua ragazza." Gli disse per poi allontanarsi. "Ciao Pierre!"
Il ragazzo tacque lasciandola passare timoroso, lo sguardo truce di Kagami non gli piaceva e poteva ben capirlo.
"Ehi Pierre spostati." Lo salutò il Couffaine.
"Cosa hai combinato Luka?" Chiese il moro.
"Nulla, devo solo andare, sono in ritardo per il lavoro. A dopo!" Lo salutò
Pierre lo guardò, avrebbe dovuto dirgli che la Harper aveva messo una verifica a sorpresa quel pomeriggio. Ma pazienza, in fondo quando si trattava di suonare Luka se la cavava sempre egregiamente.

Luka uscì nel cortile della scuola rapido mettendo il casco, appena fu alla bici sciolse la catena e pose la chitarra nel cesto per poi avviarsi verso la pizzeria per il suo giro di consegne. Fuori ai cancelli trovò Kagami che appena lo vide gli regalò l'ennesimo sguardo omicida, quella ragazza doveva imparare a rilassarsi.
"Mi spieghi come puoi dire di essere innamorato di Marinette quando ti fai baciare dalla prima ragazza che capita?" Chiese ella con voce atona notando la sua presenza.
"Avevo capito che non frequentavi la scuola."
Lei si voltò verso di lui. "Dopo aver parlato con te mia madre ha deciso diversamente."
Lui annuì col capo. "Quello non era un bacio." Disse alla nipponica allontanandosi.
Kagami si guardò intorno, dell'auto di sua madre ancora non vi era traccia, al che seguì il ragazzo, come poteva rinnegare ciò che avevano visto tutti. "Vi siete baciati sulle labbra, almeno lei lo ha fatto e sembra che sia sua abitudine."
"Infatti se prenderete confidenza lo farà anche con te." Disse Luka fermando la bicicletta. "Sali, ti accompagno." Propose prendendole la borsa e mettendola nel cesto.
Kagami accettò e sedendosi sul sellino di dietro continuò a tenere il broncio. "Io non mi farei baciare lo stesso."
"Non era un bacio vero." Disse ancora Luka prendendo a correre per le strade di Parigi. "E comunque non devo giustificarmi con te oppure rendere conto a nessuno." Disse tranquillo.
Kagami tacque, inutile commentare era evidente, effettivamente tra lui e Marinette non c'era mai stato nulla. Anche se pensava che per i sentimenti che aveva provato e ancora pensava provasse era immorale farsi baciare da altre.
"Posso lasciarti qui? Non posso tardare al lavoro." Chiese Luka.
"Certo, anzi ti ringrazio di avermi portata fin qui." Rispose lei scendendo e togliendo il casco lo posò nel cesto sostituendolo alla sua borsa. 
Lui le sorrise e le prese la mano. "Quello era un bacio innocente e Linette lo fa senza malizia. Credimi quando ti dico che lo farebbe anche con te."
Kagami non seppe che rispondere, non ci credeva, era più forte di lei era diffidente di natura. "Ci vediamo dopo." Disse al musicista.
Luka la guardò amareggiato. "A dopo." Le disse e intanto ripartì, doveva far capire a Kagami che Linette non agiva con malizia o cattiveria.
Arrivò alla pizzeria e prese subito dei pranzi pronti in consegna.
Dopo circa un'ora si fermò  di nuovo alla pizzeria dove il suo titolare gli aveva conservato  il pranzo, dopo aver mangiato risalì in bici e ritornò a scuola.
Pierre, Sebastian, Armand, Fleur e Maelle già erano arrivati e stavano provando dei pezzi.
"Siete già all'opera." Affermò.
"Prima quando sei scappato volevo avvertirti della verifica di musica a sorpresa." Gli spiegò Pierre.
"Dovevo andare a lavorare, sono tranquillo però." Rispose il giovane Couffaine andando a sedersi e poggiando la chitarra sulle gambe.
"Ci avrei giurato e... ho visto anche Kagami." Iniziò il moro "Claire a pranzo mi ha detto che da oggi frequenterà la scuola con noi."
Luka annuì. "Così sembra, sua madre si è convinta a farle frequentare la scuola." Era per questo che doveva convincere Kagami ad accettare personalità diverse e a confrontarsi con loro e non disapprovare le azioni degli altri senza prima conoscere una persona.
"Ne sono felice." Disse allora Pierre, il suo amico annuì e non commentò oltre, al che il moro considerò terminata la loro conversazione.
Era curioso Pierre, avrebbe voluto altre risposte. Luka aveva confermato solo che Kagami avrebbe frequentato la scuola, ma era curioso di sapere con chi l'amico aveva una storia, sapeva che non aveva una ragazza,L. Cioè sapeva che gli piaceva una ragazza più piccola e solo la domenica prima aveva dedotto che fosse Kagami. Era più piccola di loro di un anno, doveva essere amica di sua sorella e infine era una persona misteriosa con cui Luka si trovava bene. In pratica Kagami Tsurugi!
La frase della nipponica prima lo aveva quindi stupito ed ora era curioso di sapere chi fosse quindi la ragazza dell'amico. Era in classe con loro e non lo sapeva?
"Bonjour ragazzi, dunque tutti ai vostri posti c'è una verifica a sorpresa." Disse la voce melodiosa della professoressa Harper che entrò in aula chiudendosi la porta alle spalle.

Kagami affrontò le lezioni del pomeriggio con una classe diversa ed il professor Legrand. Aveva ritrovato come previsto Claire, in classe con lei c'erano anche Valerie, Jerome e Linette, mentre gli altri tredici studenti non li conosceva ancora.
La lezione di matematica di Legrand fu esaltante per la giovane che aveva seguito affascinata ogni parola dell'uomo. Aveva preso appunti e si era confrontata con Claire sulle teorie di Legrand e quando era suonata la campanella era rimasta stupita del fatto che la lezione fosse già giunta al termine.
"Studiate l'argomento e i grafici, venerdì mattina faremo un test sull'argomento." Li salutò il docente prendendo la sua valigetta e lasciando la stanza.
"È stato stupendo!" Disse esaltata la nipponica alla compagna di banco.
"Legrand sa come farci amare la matematica, anche io lo adoro." Rispose Claire.
La nipponica chiuse la sua borsa annuendo, poi sentendosi chiamare si voltò.
"Kagami Tsurugi..."
Linette, la ragazza di Luka, aveva richiesto la sua attenzione. La nipponica annuì mentre Linette chinava il corpo ed il capo in un goffo inchino.
Kagami dovette dargliene atto, era gentile da parte sua quel gesto.
"Linette giusto? Piacere di conoscerti." Le disse.
La ragazza sorrise avvicinandosi e guardandola con occhi sognanti. "È un onore conoscerti, ho sempre sognato di conoscere un giapponese personalmente. Posso salutarti?" Le chiese.
Kagami la fissò imperturbabile, forse era sbadata di natura. Si erano appena salutate, poi ovviamente se stava andando via potevano salutarsi con molto piacere. "Certo."
Linette le sorrise negli occhi una grande felicità a quella sua parola. Si avvicinò alla nipponica e le prese il viso tra le mani per poi sfiorarle le labbra con le sue in modo delicato.
Kagami si sentì un attimo interdetta, non ebbe neanche il tempo di scostarsi o ribattere che la giovane si era già allontanata come in estasi.
"Hai delle labbra morbidissime." Sospirò portandosi le mani a coprirle le guance. "Potrei raccontare tante storie sulle tue labbra." Disse sospirando.
Claire le andò incontro prendendola a braccetto. "Linette scrive, è una romanziera e come penso tu abbia notato è molto romantica."
Kagami la osservò impassibile, avrebbe detto egocentrica. E quella pazza l'aveva baciata, ma come si era permessa.
Si sentì bussare alla porta, erano arrivati Pierre e Luka, il secondo puntò lo sguardo sulla nipponica. "Ti accompagno a casa se serve."
La ragazza strinse la sua borsa al petto e annuì salutando Claire che come la domenica precedente non mancò di baciarle le guance, ella ricambiò per poi alzare la mano a tutti gli altri.
"Buona serata Kagami Chan." La salutò Pierre fermandola e dandole i consueti due baci. Kagami pensò che doveva solo abituarsi, così le aveva detto domenica Luka e lei ce la stava mettendo tutta.
"Kagami chan..." sospirò Linette correndo da lei. "Posso chiamarti così?"
La ragazza si mise alle spalle di Luka annuendo. Poteva chiamarla come voleva, bastava che non la baciasse di nuovo!
"Grazieeee!" Esultò la scrittrice per poi spostare la sua attenzione a Pierre. "Oggi ancora non ci siamo salutati Pierre."
"Perché sono il tuo dessert zuccherino, lo so che aneli alle mie labbra." Scherzò lui.
Luka rise a quel battibecco dei compagni, salutò tutti e lasciò l'aula con Kagami al seguito.
"Non è intenzionata a baciare anche Pierre vero? Cioè è fidanzato e c'è anche Claire presente." Chiese la giapponese.
"Si Kagami, lo bacerà e Claire non gli dirà nulla perché è un bacio senza malizia." Disse lui ormai rassegnato. "Fidati, questa mattina Claire sarà stata una delle prime ad avere il saluto giornaliero di Linette."
Kagami scosse la testa uscendo all'aria aperta e seguendo Luka alla bicicletta. "Ma comunque non è accettabile, è un bacio sulla bocca un gesto intimo." 
Luka slacciò la catena e mettendo la chitarra e la borsa nel cestino si incamminò con la ragazza ai cancelli della scuola. "In amore sei più ingenua di quel che sembra, era un bacio senza malizia e dato senza alcuna pretesa. I baci quelli veri sono diversi Kagami."
La ragazza tacque, cosa ne sapeva lui. "Io..."
"C'è la tua auto." Disse lui accavallandosi alla sua voce.
Kagami annuì andando a raggiungerla. "Grazie della tua premura Luka Kun." Gli disse voltandosi per salutarlo.
Luka sospirò, meglio che fosse andata così. Da che pensava di non vederla più, adesso eccola presente nella sua scuola. Si chinò su di lei per baciarle le guance mentre ella stessa si sollevò nel fare lo stesso gesto.
I loro occhi si incrociarono, Luka la fissò inclinando diversamente il capo all'ultimo minuto non verso la guancia ma in direzione della bocca. Si fermò solo a pochi centimetri da essa, ripensandoci. Cosa stava facendo? Lui non era Linette e di fronte a se non aveva la ragazza che gli piaceva. Cosa stava facendo? Si chiese ancora restando così in sospeso, gli occhi di Kagami erano puntati nei suoi. Avvertì la pressione della sua piccola mano sul suo braccio, era decisa e forte e non titubante come ci si aspettava da una ragazza. Lei era Kagami Tsurugi e sapeva sempre ciò che voleva, o almeno pensava di saperlo sempre. Forte di questo Luka mise da parte tutte le reticenze e prima che potesse ripensarci cercò le labbra della ragazza andando a darle un bacio a stampo, come quelli che dava la sua compagna di classe. Solo, a differenza di Linette, lui non si staccò subito, anzi lo fece solo il tempo necessario per riprendere fiato e poi baciare di nuovo le labbra piccole e carnose di Kagami.
"Questo ha malizia." Le disse tra un bacio e l'altro.
Kagami avvertì un brivido lungo la schiena a quel contatto, ma anche salire attraverso la sua mano che stringeva il braccio di lui. Invece di allontanarlo lo strinse ancora con più foga e si avvicinò di un passo al ragazzo che continuava a tempestarle la bocca di baci non proprio casti, avvertiva il suo alito sulle labbra, solo quel gesto la portava a provare sensazione a cui non sapeva dare un nome. Poi di nuovo la bocca, non era arsa o secca, fuggevole e incantata come quella della compagna di classe, era bensì audace, umida e fremente contro la sua.
Sospirò sulle labbra del ragazzo mentre inclinava ancora di più il capo per agevolarlo in ciò che stava facendo. A quel gesto Luka si prese ancora più libertà, carezzò la sua bocca con la lingua per poi crearsi un varco tra le labbra della nipponica. Una volta dentro di lei prese a baciarla con più audacia intrecciando la lingua alla sua ed ella sempre in preda a sensazioni sconosciute rispondeva a quell'invasione lasciandosi andare sempre di più a quel bacio. Bacio che fu interrotto dalle urla della gente che correva disperdendosi lungo i marciapiedi della città.
Luka si staccò come risvegliato da un sonno profondo, si guardò intorno e afferrò Kagami. "Entra in macchina e mettiti al sicuro."
Le disse spingendola verso il veicolo rosso intanto che un uomo vestito da ratto mobilitava quanti più topi in direzione di tutti i parigini. "VAIII!" Le ordinò prendendo la bici e correndo in un luogo sicuro dove potersi trasformare.
Kagami obbedì ancora in trance, salì sull'auto che partì in velocità e si trasformò, poi prese il cellulare e con i comandi vocali di sua madre fermò l'auto, doveva mettere la sua vita privata da parte, aveva cose ben più importati a cui pensare.
"Torno subito, Parigi ha bisogno dei suoi eroi."

"Ben fatto!" Ladybug e Chat Noir tesero i pugni ai loro tre amici e come sempre li ringraziarono del loro aiuto, per poi salutarli.
Prima di andare via la coccinella però trattenne preoccupata lord Guāng. "Lady Xīyì?" Chiese
"È stata trattenuta da una brutta influenza, la prossima volta sarà dei nostri Ladybug." Disse il ragazzo.
Chat Noir annuì. "Mi raccomando allerta, Papillon sta diventando sempre più forte e dobbiamo essere vigili." Si raccomandò prima di andare via e salutare tutti.
Ladybug lo vide sgattaiolare via mentre Red Scorpio lo seguiva, erano rimasti solo loro tre e Guāng una volta compreso che avevano finito le informò che avrebbe raggiunto lady Xīyì.
Raiongāru e Ladybug si guardarono, era tempo di salutarsi.
"Posso parlarti un attimo?" Chiese la coccinella.
La portatrice del coraggio annuì. "Certo, vieni seguimi." Disse lei salendo sul suo skate.
Marinette la seguì, arrivarono alla Francois DuPont, per poi svoltare nella struttura di dietro dove i cancelli del lycée erano già chiusi, lo oltrepassarono fino ad arrivare all'auto di Tomoe Tsurugi ferma in un vicolo isolato.
Una volta che entrambe furono entrate nel veicolo, Kagami sciolse la sua trasformazione.
Marinette sorrise all'amica mentre anche Tikki ormai stanca si ritrasformò. Diede un biscotto alla sua amica, mentre Kagami consegnava un'albicocca secca a Nissa, la corvina prese a parlare.
"Tu hai conosciuto Emilie Agreste?" Chiese Marinette all'amica mentre l'auto partiva.
Kagami trovò strana quella domanda, però rispose scuotendo la testa. "No, anche se ne ho sentito parlare. Sia da mia madre che da mio padre, credo si frequentassero molto prima della scomparsa di tutti."
Marinette rimase sorpresa, era la prima volta che Kagami menzionava il padre. "Tuo padre è..." sussurrò.
"Andato via. Mia madre mi spiegò che aveva qualcosa di più importante da fare al momento, ma che prima o poi sarebbe tornato." Disse Kagami atona.
Marinette tacque, non era scomparso quindi. Chiuse gli occhi e tornò all'argomento che le stava a cuore e che Adrien non sapeva voleva affrontare. Ovvero quello di una persona scomparsa da almeno un anno lì a Parigi. "Sai cosa è accaduto alla madre di Adrien? Perché è scomparsa?"
Kagami non si spiegava tutte quelle domande, ma rispose ugualmente. "No, so che trascorrevano una vita tranquilla, i coniugi Agreste viaggiavano spesso, venendo anche in Giappone. Oppure trovandosi in giro con i miei genitori, a Emilie piaceva molto viaggiare." Raccontò la nipponica.
"L'ultima volta che ho saputo di lei è stato quando papà è andato via. Lui e la mamma erano venuti a Parigi da soli ed al suo rientro papà non c'era più. Mia mamma disse che era partito partito per uno dei suoi lavori e che Emilie avrebbe risolto tutto." Disse la ragazza.
Marinette ne parve sorpresa. Questo non portava nulla alle sue indagini se non che un altro scomparso si era aggiunto alla lista dei suoi sospetti, chi era stato il portatore di Duusu prima di Mayura.
"Quindi non sai se la madre di Adrien era malata oppure meno. E non sai neanche se sia sparita o morta." Disse la corvina.
Kagami scosse la testa. "No, perché queste domande, perché non parlarne con Adrien?" Chiese allora la nipponica, pensava si dicessero tutto.
"Io non... non voglio dargli false speranze oppure sconfortarlo. In pratica sappiamo che prima di Mayura c'è stato un altro portatore del Miraculous del pavone a Parigi, e questa persona ha avuto delle ripercussioni nel suo utilizzo poiché sembra fosse rotto il miraculous. Quindi forse come Mayura il vecchio portarle può aver perso i sensi sia scomparso." Raccontò in parole povere la corvina.
Kagami osservò Marinette. "Tu sospetti della madre di Adrien?" Chiese allora stupita.
La corvina annuì. "Con Adrien vogliamo fare un censimento delle persone sparite negli ultimi due anni a Parigi, restringere la cerchia viste le informazioni che abbiamo. Ma sì, ho avuto questo dubbio e non ne ho voluto parlare con lui." Disse Marinette.
"Dovresti farlo, se sua madre aveva un Miraculous deve saperlo." Le disse Kagami.
"Tu non capisci Kagami, l'ex portatore del pavone è nascosto da qualche parte in stato comatoso. Se non dovesse essere la madre di Adrien potrei solo illuderlo del suo ritorno." Disse Marinette con le lacrime agli occhi, i dubbi c'erano ed erano tanti, sembrava avere tutto un senso. Il grimorio che apparteneva a Gabriel Agreste e che, su sua stessa ammissione, era un ultimo ricordo di sua moglie, trovato durante un viaggio insieme. Poi la scomparsa prematura della donna, adesso combaciava tutto, se lei era stata il portatore del pavone aveva avuto il libro conservato con così grande premura da Gabriel.
Kagami osservava la sua amica, effettivamente poteva capirla. Lei era fortunata, nonostante sentisse la mancanza del padre sapeva che sarebbe tornato, anche se le speranze la stavano abbandonando. "Non sento mio padre da più di un anno." Confidò a Marinette. "Quando mia madre tornò da sola dal loro viaggio a Parigi portò con se una lettera dove mi salutava. Poi più nulla, ne una lettera o una telefonata o ancora solo un messaggio che mi dicesse: manca poco Kagami, tra poco torno a casa."  Buttò giù un groppo, per la prima volta raccontava a qualcuno di suo padre, di ciò che provava da quel giorno e di ciò che aveva provato per lui. Nessuno sapeva ciò che aveva dentro, ne sua madre, ne Adrien o altri, era qualcosa di troppo personale. Forse sua madre sarebbe potuta essere la sua confidente, ma da quando il padre era andato via si era chiusa nel suo ruolo di doppio genitore e tra di loro si era creata sì una sorta di complicità, ma anche un divario invalicabile dove tutto ciò che diceva sua madre era legge. Era convinta la nipponica che anche Tomoe sentisse la mancanza del marito, suo devoto compagno e amico.
Marinette seguì con lo sguardo l'amica, l'auto si era fermata davanti all'albergo da un po'. "Ti manca." Affermò la corvina, non poteva immaginare come si sentisse, in quel periodo a Londra stava sentendo la mancanza dei genitori. Ma si sentivano tutte le sere e sapeva che altre due settimane e avrebbe potuto riabbracciarli, avrebbe voluto fare qualcosa per l'amica.
"Molto, ormai mi sono abituata a stare senza di lui. Dopo essermi illusa che lo avrei raggiunto ho imparato a non credere più a nulla se non lo avessi visto con i miei occhi. Quindi capisco la tua reticenza a voler raccontare i tuoi dubbi ad Adrien." Disse lei stringendo le mani in grembo.
"Chi ti ha illusa?" Chiese Marinette sicura che non sarebbero più tornati sull'argomento.
"Ho fatto tutto da sola in realtà. Quando ci siamo trasferiti avevo creduto che era per raggiungere papà, invece no. Eravamo qui solo per seguire gli affari di famiglia." Disse Kagami aprendo la portiera dell'auto.
Marinette la seguì fuori e poi nella hall, non si sentiva di lasciare sola l'amica in quel momento.
"Cosa posso fare per te?" Chiese allora
"Nulla Marinette, però io posso forse aiutarti, vedrò di buttare delle domande a caso a mia madre e vediamo cosa sa dirmi di Emilie Agreste." Disse la ragazza.
A Marinette le si strinse il cuore, d'istinto andò ad abbracciare l'amica che si lasciò avvolgere dalla sua stretta. "Scusami Kagami, per tutto. Tu ami Adrien e io..."
Kagami sussultò a quell'affermazione incrociando lo sguardo turchino della corvina. "Scusami tu! Io... voi eravate già voi da prima di me. Io poi non conosco Adrien come te, so solo che siamo simili, abbiamo le stessa storia, la stessa educazione, la stessa passione e un genitore scomparso senza una spiegazione. Alla fine mi sono sempre apportata a lui per le esperienze in comuni, per questo pensavo fossimo fatti l'una per l'altro. Ma Adrien è molto più di ciò che credevo io." Ammise lei alla compagna.
"Io..." sussurrò Marinette.
"Tu lo ami e sarò contenta quando deciderete di mettervi insieme." La rincuorò la nipponica.
"Ok... ci siamo baciati." Ammise Marinette senza scendere anche in altri particolari.
"Sì lo so. Sul Ladyblog campeggia sempre il vostro bacio." Disse Kagami, era sincera quando diceva che loro erano ed erano stati sempre in due già prima di lei.
"No... non allora. Adrien mi ha baciata, molto.." intensamente avrebbe voluto dire.
"Come?! Cioè aspetta... molto.. come Luka?"
La corvina scosse la testa. "No no, io e Luka non siamo mai andati oltre un appuntamento con gli altri. Ed i pochi che abbiamo avuto insieme hanno sempre avuto una misera conclusione." Disse arrossendo e giocando con i due indici.
"Io intendevo come bacia Luka..." Kagami la guardò. "Mi ha... cioè ci siamo baciati." Per la prima volta arrossì. Sembrava passata una vita fa invece era stato solo meno di un'ora prima.
"Cos... tu e Luka state insieme?" Chiese Marinette.
"No, ma no. Voleva dimostrarmi la differenza tra un bacio vero ed uno innocuo." Lo giustificò Kagami, al che raccontò alla corvina di ciò che era accaduto negli ultimi giorni a Parigi, del suo primo giorno di scuola, della classe e di Linette.
Alla fine Marinette era rimasta a guardarla sorpresa. "In pratica hai avuto due baci in un giorno, uno casto e l'altro decisamente no." La corvina la guardò curiosa, Kagami rossa in viso annuì. "È stato bello? Cioè con Adrien è tutto bellissimo e perfetto, una volta suo cugino Felix ha provato a baciarmi ed ho provato ribrezzo al solo pensiero. Ma con Adrien è tutto così bello ed eccitante." Spiegò. "È stato bello anche il tuo primo bacio?"
Kagami arrossì. "Non lo so... non ho potuto impedire di lasciarmi trasportare però."
Marinette la osservò. "Mi terrai aggiornata!" Le chiese con un sorriso.
"Ma io e Luka non stiamo insieme." Affermò.
La ragazza fece una smorfia, era davvero un peccato. Adesso che aveva saputo del bacio iniziava ad immaginarli insieme. "Per qualsiasi cosa."
Kagami le sorrise. "Ti racconterò tutto." Le promise.
Al che Marinette prese il Miraculous del cavallo e lo indosso. "Bene allora posso andare." Ed era vero, dopo aver espresso i suoi dubbi su Emilie a qualcuno si sentiva più tranquilla.

Dopo aver combattuto con i suoi amici Luka era andato a prendere la bicicletta nascosta nel vicolo dove si era trasformato. Posò la chitarra nel cestello e si era diretto verso casa, per la prima volta aveva avuto voglia di scappare dai suoi amici, da Adrien e da Marinette. Aveva baciato Kagami e sì gli era piaciuto. Alla fine era un ragazzo e in passato, prima che conoscesse Marinette aveva avuto delle ragazze, due per la precisione. Con una delle due era stata anche una storia abbastanza importante da portarlo ad avere la sua prima volta. Quindi se si presentava l'occasione di avere una storia, seppur passeggera non si creava problemi, non avrebbe dovuto crearseli neanche in quel momento se non fosse stato che Kagami era un'amica di Marinette e amava Adrien.
Era in pratica un casino e lui era un codardo. "Paura eh!" Disse Rizza uscendo dal taschino della sua giacca.
Il ragazzo guardava avanti per le vie della città e sospirò. "Vergogna piuttosto, ho baciato la ragazza sbagliata." Rispose all'amico kwami.
Rizza si accucciò leggermente guardandolo, non riusciva a vederne l'espressione del viso da quella posizione.
"Non è quella sbagliata, altrimenti avresti anche Linette!" Intervenne Guitty.
"E quella sta tutti i giorni lì a darti il saluto quotidiano." Aggiunse Rizza.
"Siete due kwami pettegoli, quello non è un vero bacio, c'eravate anche voi le due volte che l'ho detto a Kagami." Disse il ragazzo frenando la bici.
Rizza colse l'occasione, si guardò intorno per vedere se c'era gente, poi uscì allo scoperto. "Sì abbiamo sentito, tu hai dato solo una dimostrazione alla giovane giapponese di cosa fosse un vero bacio. Ti è piaciuto ammettilo!"
"Rizza sta nascosto e comunque non bacio mai persone che non mi piacciono." Disse guardando un punto distante.
"Non siamo arrivati ancora alla Liberty?" Chiese Guitty.
Luka scosse la testa, scese dalla bici tenendo lo sguardo su un punto poco distante. Una volta raggiunta la fontana de Palmier* sollevò lo sguardo.
"Chat Noir, c'è qualche cattivo in giro?"
Il biondo fu distolto dai suoi pensieri dall'arrivo del musicista e scosse la testa scendendo dalla punta della fontana verso l'amico.
"No, me ne torno a casa." Disse con un sorriso molto freddo.
"Alla liberty... ti aspetto." Disse sottovoce Luka. "Meno male, adesso mi sento più sicuro, ciao Chat Noir." Disse allontanandosi dalla fontana.
Il portatore del Kwami della distruzione annuì, forse parlare con Luka lo avrebbe aiutato, lui era riflessivo, determinato e pacato e sapeva sempre usare le parole giuste al momento giusto.
Doveva lenire i suoi dubbi, prese il bastone ed ignorando la voce nella sua testa che gli diceva di tornare a Londra si diresse verso la barca dei Couffaine.
Una volta alla Liberty trovò Luka ad attenderlo intanto che gli faceva segno di far piano, lo seguì nella sua stanza e una volta lì si trasformò tornando normale.
"Nostalgia di casa?" Chiese l'amico raggiungendolo.
Adrien scosse la testa. "Secondo te Papillon potrebbe akumizzarsi?" Gettò lì Adrien.
Luka lo osservò stupito. "Se stesso dici? Perché dovrebbe?"
"Perché?" Chiese Adrien all'amico. "Per depistarci? Perché eravamo vicini a scoprirlo e ad affrontarlo ma lui ha usato questa strategia per depistarci?"
Luka lo guardò preoccupato. "Sospettate di nuovo di una persona?" Chiese il musicista.
"Solo io per ora." Rispose il biondo.
"Da quando hai questi sospetti? Ne hai le prove?" Chiese allora Luka.
"È stato un flashback che ho rivissuto nella mente, questa settimana io e Ladybug abbiamo riletto le informazioni sul Miraculous che utilizza Mayura, da quando ho rivisto la foto i dubbi non mi lasciano e mi tormentano." Disse Adrien, perché sì, lui quel Miraculous lo aveva visto, ritenendolo un ricordo di sua madre all'epoca.
Era stato quando aveva scoperto che suo padre usava il quadro della madre come nascondiglio. La spilla ne era sicuro era lì, poggiata vicino la foto di sua madre in bella mostra. Non lo aveva trovato strano all'epoca, negli ultimi tempi sua madre la indossava spesso. Come spesso aveva quei capogiri che la portavano a perdere i sensi e lui come uno stupido non aveva capito che si trattava di un Miraculous, adesso ne aveva la certezza, ne era sicuro. Il Miraculous e il grimorio insieme, come poteva essere stato ingenuo all'epoca?
"La foto del Miraculous? Tu hai avuto a portata di mano o di occhio quello vero Adrien?" Chiese Luka
"Lo indossava mia madre prima di sparire." Rivelò allora il biondo.
Luka lo guardò stupito per poi commentare. "Tua madre è scomparsa da più di un anno. All'epoca non sapevi neanche dell'esistenza dei Miraculous, non eri Chat Noir e non c'era ancora Papillon." Lo giustificò il musicista
"Si lo so ma..." disse Adrien, lui aveva avuto il grimorio e il Miraculous a portata di mano mesi prima. Come poteva spiegarlo a Luka?
"E se mio padre fosse Papillon? Perché Nathalie sta avendo gli stessi malori di mia madre ultimamente, proprio da quando è apparsa Mayura e allora sì. Tutto torna, mio padre si è auto akumizzato nel collezionista per depistarci, Ladybug e me, sia come figlio che come Chat Noir." Luka cercava di seguire il suo discorso anche se lo trovava sconnesso. Richiamò l'attenzione del biondo e gli chiese di guardarlo.
"Adrien raccontami tutto dall'inizio e vediamo di arrivarci insieme. Cosa c'entrano i malori di tua madre e dell'assistente di tuo padre?"
Adrien allora guardò l'amico e incoraggiato da lui fece mente locale di tutto e gli raccontò pazientemente e nei minimi particolari da quando era diventato Chat Noir e aveva trovato il grimorio, a quando aveva affrontato Mayura e Papillon e infine al suo viaggio di andata e ritorno dal Tibet e la scoperta attraverso Ozōo di ciò che era accaduto al Miraculous del pavone, che era appartenuto a una donna e che sembrava essere andata in stato comatoso. Luka a fine racconto sembrava essersi convinto come Adrien, anzi fu proprio il musicista a dargli la certezza.
"Hai detto che Papillon ha rubato i Miraculous del coccodrillo e dell'avvoltoio in Tibet, nello stesso momento in cui c'eri anche tu."
Adrien sollevò lo sguardo sull'amico, mettendosi una mano sulla fronte. "Stupido! Sono stato uno stupido, ha fatto tutto sotto i miei occhi senza che io me ne accorgessi." Disse Adrien.
"Calmati e pensa positivo Adrien. Sei un passo avanti a lui, tu adesso hai capito tutto, lui invece ancora non ha capito chi sei e soprattutto che sei diventato un guardiano." Gli disse Luka cercando di calmarlo.
No, suo padre non sapeva e non sospettava di lui. "Tutti i furti che ci sono stati al tempio mi hanno depistato, Papillon non era l'unico interessato ai Miraculous." Raccontò allora il biondo. "E se mio padre sapesse chi sono avrebbe fatto di tutto per prendermi il Miraculous della distruzione."
"Dobbiamo elaborare un piano e per farlo dobbiamo essere pazienti. Chat Noir è qui mentre tu sei a Londra, tuo padre non sospetta di te e Marinette per ora e quindi siamo un passo avanti. Controllerò Villa Agreste per te e una volta di ritorno Adrien vediamo come comportarci."
Indubbiamente Luka era molto più lucido di lui al momento, aveva ragione dovevano elaborare un piano.
"Torno a Londra, devo dirlo a Marinette." Disse il biondo.
Luka annuì. "Noi saremo qui ad aspettarti."
"Devo scoprire dove si trova mia madre prima Luka! Poi affronteremo Papillon."
"Vedo se riesco qualcosa con Viraago. Adesso vai ed abbi fiducia in noi."
Adrien annuì chiamando a se Jaggy, si trasformò nel giaguaro e salutò l'amico prima di partire.
"Ancora una settimana e mezza quasi e tornerò. Allora chiuderemo questa storia." Disse salutando Luka e di conseguenza anche Parigi.
Luka lo vide andare via seguendo con lo sguardo la scia dorata che l'eroe si portava via. Prese il telefono e mandò un messaggio, l'indomani avrebbe saltato il turno al lavoro, aveva qualcosa di più importante su cui lavorare.
——-
La fontana Palmier è a Place de Chatelet dove si trova casa di Adrien, la piazza si trova sulla riva destra della Senna, quindi relativamente Luka potrebbe fare quella strada per raggiungere la Liberty.

 

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Capitolo 33
*** Parte 32ª - Prepararsi all’inevitabile ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
(Premessa: da questo momento andrò forse OOC nel muovere sia Luka che Kagami, darò un passato soprattutto al primo perché un ragazzo di sedici anni sarebbe anomalo vederlo legato solo al gruppo degli amici della sorella e soprattutto che prima di Marinette non abbia avuto 'storielle'; cercherò con le caratteristiche base di Astruc e company di muovere e far crescere, spero, due/tre personaggi. Perché si ci metto anche Chloé. Grazie)

Tornato a Londra Adrien corse a rifugiarsi nella sua camera a casa Wood, il pensiero fisso a suo padre e quello che egli aveva fatto. Stupido, era stato uno stupido a non collegare subito la presenza di Papillon e Mayura, alla loro lì in Tibet. Perché gli era sfuggita? Forse perché suo padre viaggiava ed aveva viaggiato spesso da quelle parti con lui e anche solo con sua madre. Forse perché erano stati su al tempio un bel po' prima che Papillon facesse la sua comparsa, forse perché semplicemente non aveva voluto vedere fino ad allora ciò che era evidente sotto i suoi stessi occhi. Questo perché voleva credere che ci fosse una speranza per lui e suo padre e invece adesso... come si potevano perdonare tutti quei crimini e perché suo padre insisteva tanto in quella sua missione personale.
"Adrien Agreste!"
Il ragazzo sobbalzò. Marinette le braccia incrociate al petto e un cipiglio sul volto perfetto lo guardava con ammonimento. "M-Marinette!" Cosa aveva fatto? Luka le aveva scritto o l'aveva chiamata? Sapeva tutto? 
"Basta, la prossima volta andiamo e veniamo insieme. Ti rendi conto di quanto tempo è passato da quando sono rientrata?"
Lui la guardò interdetto. "Tempo?" Chiese
"Si Adrien tempo e io ne ho anche perso a chiacchierare con Kagami." Aggiunse la corvina.
"Avevo bisogno di..." il ragazzo si mise le mani nei capelli ed abbassò lo sguardo sul pavimento.  "Ieri sera abbiamo studiato il grimorio, ci siamo soffermati sui Miraculous del pavone e della farfalla."
Marinette si avvicinò al suo partner, si erano promessi di trovare Duusu e di scoprire a chi apparteneva e per farlo dovevano partire dai Miraculous. Però lui sembrava così scosso, possibile che anche lui avesse pensato a sua madre e per questo verteva in quello stato?
"Adrien..."
"La spilla del pavone... io la conoscevo già Marinette." Il ragazzo alzò lo sguardo e cercò quello dell'amica.
Era così serio e quel momento la tensione era così palpabile.
"Avevi ragione Marinette, mio padre è Papillon!" Affermò allora Adrien.
Marinette portò una mano alla bocca per trattenere un urlo. "No... no Adrien, abbiamo escluso questa opzione quando è stato akumizzato ricordi?" 
Il ragazzo alzò la testa verso la compagna. "Per depistarci Marinette, avevo trovato il grimorio, lo avevo preso e portato via. La questione è un'altra, all'epoca accanto al grimorio c'era anche una foto di mia madre con accanto la spilla... quella spilla!" Raccontò Adrien.
Marinette si inginocchiò davanti a lui e gli prese il viso tra le mani. "No Adrien, no! Tuo padre mi disse di aver trovato il libro durante un viaggio in Tibet con tua madre." Disse lei.
Adrien scosse la testa. "Omettendo forse di dirti che aveva trovato anche i Miraculous con il grimorio. Marinette mia madre poco prima di sparire aveva sempre dei giramenti di testa, come Nathalie ultimamente."
"Adesso cosa c'entra l'assistente di tuo padre?" Chiese Marinette.
"Mayura?!" Chiese lui titubante.
Marinette tacque, voleva rassicurare Adrien, dirgli che andava tutto bene che era impossibile che suo padre fosse Papillon, che più di una volta il modello si era trovato in pericolo per colpa del loro nemico giurato. Ed era sicura Marinette che nessun genitore avrebbe mai potuto fare del male al proprio figlio.
"Tutto torna Marinette. Mia madre poco prima di sparire stava sempre male e forse se ricordo bene indossava anche la spilla del pavone, dopo un po'  la sua scomparsa  ecco che appare Papillon. Un giorno trovo il grimorio e accanto c'era la spilla e apriti cielo la scomparsa di quel libro crea il panico in casa mia. Mio padre ritrova il libro e torna tutto alla normalità fino a quando non viene trovato il divoratore e liberata la amok facciamo ritornare il tempio dei guardiani." Adrien cercò lo sguardo di Marinette. "A Papillon è sembrata un'occasione perfetta per diventare più forte, ha provato in mille modi a prendersi i nostri Miraculous, usando i nostri punti deboli. Arrivando quasi ad akumizzare anche te quando ti hanno espulsa. Si mette in gioco reclutando Chloé ed esponendo tutti i nostri alleati. Ma non risultando vincitore e non riuscendo ad impossessarsi della miracle box e dei nostri Miracoulus decide di agire diversamente. Appena termina la scuola mio padre mi dice che è tempo di vacanze, da quando è scomparsa mamma vive come un recluso e invece? Noi partiamo, partiamo per il Tibet dove già aveva deciso di distrarmi lasciandomi educare all'arte della meditazione dai monaci. Durante questo periodo vengo a conoscenza dei furti che c'erano stati in quelle settimane al tempio e la mattina prima della mia partenza il gran maestro mi designa come guardiano della più grande miracle box che custodiscono. È proprio durante quella notte che Papillon è Mayura attaccano il santuario e io da stupido non ho capito che non poteva essere una coincidenza. Mio padre era andato lì per rubare le miracle box." Terminò Adrien alla ragazza.
"Ma i monaci lo avevano prevenuto, avevano lasciato la più grande a te mentre invece avevano mandato un monaco a cercare un altro guardiano per le altre. Trovarono me e subito ti raggiunsi al tempio, dove grazie al nostro intervento impedimmo a Papillon di prendere tutti i Kwami. Oh Dio Adrien... hai ragione." Sussultò la ragazza carezzandogli la guancia.  "Adrien..."
"Fra dieci giorni rientriamo a Parigi, noi siamo un passo avanti. Abbiamo scoperto chi è lui, ma lui non sa di noi."disse il ragazzo.
"Non vuoi affrontare tuo padre?" Chiese allora lei.
"Certo che voglio, ma come mi ha detto Luka devo essere prudente. Marinette prima devo scoprire dove si trova mia madre e cosa le è successo." Disse allora il ragazzo.
"Hai capito anche questo." Disse la corvina. "Io sospettavo che tua madre avesse avuto il miracoulus del pavone e per questo fosse scomparsa ma... erano miei sospetti."
"Forse le uniche persone a sapere dove si trova mia madre sono la coppia che per prima è andata al tempio." Ipotizzò il biondo.
"Allora dobbiamo cercarli Adrien, come possiamo fare?" Erano a un vicolo cieco, Guu e Ozōo non avevano saputo dirgli tanto dei due.
"Sarebbero dovuti essere amici di mia madre, Ozōo diceva che lei aveva molto fervore sull'argomento."
"So che i tuoi frequentavano i Tsurugi, forse..." Propose Marinette.
"Anche i Bourgeois, ti ricordo che io e Chloé siamo cresciuti insieme." Disse il ragazzo.
"Ok, allora facciamo così, potremo far vedere al nostro amico Kwami le loro foto per vedere se è una delle due la donna. Se così non è una volta a Parigi chiederemo a Marcel di usare il Miraculous della veggenza e vedere se scopriamo qualcosa."
Adrien annuì, si lasciò andare contro il materasso e si stese guardando il soffitto senza realmente vederlo.
"Sono distrutto." Emotivamente provato, avrebbe retto una volta che si fosse trovato di fronte a suo padre?
"Ti credo, non riesco a immaginare cosa stai provando. Tuo padre... nonostante tutto, le poche volte che l'ho visto mi è sempre parso di vedere che ci tenesse alla tua incolumità e alla tua persona." Cercò di rincuorarlo Marinette andando ad abbracciare il compagno.
Adrien le cinse le braccia restando comunque a fissare il soffitto. "A modo suo mi ha sempre protetto, ti ricordo che dopo l'ultima trasformazioni di lady Wi-Fi ha deciso di mandarmi a Londra per tenermi al sicuro. Lui stesso diceva che Papillon era pericoloso."
"Sì, effettivamente Papillon non ti ha mai akumizzato."
Adrien si voltò e mettendosi di lato la strinse di più. "Io penso sempre positivo, non sono una preda facile per le akuma." Disse minimizzando.
Marinette gli carezzò una guancia, gli occhi di Adrien sembravano spenti. "Il mio Chaton."
Lui le prese la mano nella sua portando il palmo verso le sue labbra che prese a baciare. Marinette sospirò a quel tocco, da quanto tempo non la sfiorava così, si rilassò contro le sue braccia e lasciò che carezzasse la sua mano con la bocca, lambiva le sue dita e ci giocava quasi fosse per lui di vitale importanza. Marinette chiuse gli occhi, era in estasi fino a quando Adrien non sciolse il contatto, allora li riaprì e si trovò gli occhi verdi di lui nei suoi.
"Baciami." Sussurrò
Lui le sorrise. "Col permesso di Marinette Dupain Cheng." Sfiorò le sue labbra dandole tanti piccoli baci fino a quando non la baciò sul serio, prima cercando la sua lingua poi torturandola, intrecciandola e avviluppandola alla sua. Era stupendo anche solo baciarsi, la corvina rispondeva e gli andava incontro ad ogni sua richiesta, si strinse ancora di più a lui e fremette quando le sue mani presero a carezzarle la schiena ed i fianchi. Era tutto perfetto e bellissimo ed era felice che, con quel piccolo gesto che li univa, stava dando un po' di quiete all'animo in tumulto di Adrien.
E così stretti l'uno all'altra che si concedevano senza vergogna che li trovò Steven quando aprì la porta di soppiatto.
Adrien scattò subito sul letto mentre Marinette si nascose dietro di lui per l'imbarazzo. Ma in quella casa non c'era un po' di privacy?
"Ops scusatemi! Non sapevo fossi con Marinette..." disse lui divertito.
Lo sapeva, tutti sapevano che loro al pomeriggio erano sempre insieme per le loro ricerche e l'addestramento di Marinette. Addirittura dopo l'attacco dei tre super cattivi di Londra, adesso Adrien aveva reso pubblico che stava insegnandole l'auto difesa.
Semplicemente trovarli in quello stato non avrebbe fatto altro che alimentare le chiacchiere tra gli amici.
"Cosa succede Steven? Credevo fossi agli allenamenti."
Il rosso annuì. "Sono appena rientrato e dovevo chiederti una cosa."
Adrien annuì e si sedette comodo sul letto portando le ginocchia al petto. Sperava fosse qualcosa di importante e che non li avesse disturbati giusto per capriccio.
Il rosso lasciò scorrere lo sguardo sul pavimento e iniziò. "Sabato pomeriggio abbiamo il torneo con la Winston Churchill school. Peter Uno dei nostri compagni si è infortunato e il Coach mi ha chiesto se potevi prendere tu il suo posto."
Adrien restò stupito da quella richiesta, lanciò uno sguardo a Marinette che gli sorrise. Inutile negare che la scherma non gli mancasse, in quelle settimane un paio di volte era andato con Steven ai corsi, alle volte gli era riuscito di fare un po' di allenamento, altre aveva guardato. Però effettivamente gli mancava la scherma, sorrise al suo compagno ed annuì, gli allenamenti ed il torneo sarebbero stati una bella distrazione prima del rientro a Parigi.
"Certo, lo faccio con piacere. Mi serviranno solo una divisa e un fioretto." Disse al compagno alzandosi e andandogli incontro. "Avrai gli allenamenti giovedì e in caso straordinario anche venerdì ci alleniamo"
Adrien lanciò un ennesimo sguardo a Marinette che gli andò accanto e gli prese la mano. "Verremo tutti a tifare per te Adrien." Lo esortò.
Lui annuì, gli avrebbe decisamente fatto bene dedicarsi più alla scherma che a suo padre in quei giorni. "Di pure a tutti che accetto."
"Noi intanto potremmo andare a comprare una nuova divisa."
Steven annuì ai due ammiccando. "Ma certo vado a telefonare intanto." Disse uscendo dalla stanza.
"Non li metteremo mai a tacere." Disse la corvina.
"Dopo quello che ha visto?" Scherzò Adrien. "Andrà in giro a dire che eravamo avvinghiati a letto." Disse allusivo.
Marinette arrossì, in fondo era la verità è non potevano di certo smentire una cosa che era stata più che evidente.
"Andiamo a comprare la divisa." Disse sconsolata la corvina.
Adrien rise mentre il telefono gli vibrava in tasca, lo prese e controllò la notifica.
"Cambio di programma." Disse chiudendo la porta. "Gurru esci allo scoperto."
Marinette osservò l'amico e mentre anche Gracc si faceva vedere pose un quesito. "Chiamiamo anche Steven?"
Il biondo annuì. "Quel ragazzo ha bisogno di un po' di fiducia in se stesso ed è perfetto come portatore di Ippo... GURRU TRASFORMAMI."
"GRACC TRASFORMAMI."

Felix stava sfogliando un libro di storia cercando di ignorare l'irritazione di Lila che ormai prevaleva.
"Non stiamo andando bene. Quell' Aosin con la sua Black Lady sono sempre a dare fastidio."
"Haoxin, sia chiama Haoxin Lila e ti pregherei di non affrontare l'argomento con la servitù in casa." Le disse il ragazzo calmo.
Anche lui non sopportava più che quei due si intromettessero nei suoi piani, gli aveva impedito che prendesse la felicità a Marinette e che la delusione verso il cugino prevaricasse. Voleva togliere tutto ad Adrien, quella gioia indiscussa che si portava dietro, la fiducia verso il prossimo, l'amore incondizionato per la vita e poi quei suoi ridicoli amici. Odiava tutta quella bontà di cui si circondava e quella sua felicità che nonostante tutto non lo abbandonava mai. E tutto per merito di lei, quella Marinette!
Era effettivamente carina, ma troppo sdolcinata e come si poteva ben capire ella viveva solo ed esclusivamente per suo cugino. Non sapeva se conoscesse la fissa che Adrien aveva per l'eroina di Parigi. La questione a questo punto era una, colpire Adrien con Marinette non era servito e lei sembrava anche non aver perso il suo senso di disponibilità e solidarietà verso tutti. Inoltre spesso la si vedeva sempre più affiatata con Adrien, si prendevano per mano, facevano effusioni avanti a tutti e quel loro idilliaco rapporto dava ai nervi Felix.
Molto di più aveva ripercussioni invece su Lila Rossi, quella ragazza, tanto per cambiare come molte altre, aveva una cotta per suo cugino e vedere che le sue bugie non stavano portando a nulla vanificavano i suoi sforzi rendendola irritante.
"Marinette non merita di stare con Adrien, tu non puoi capirlo, lei gli farà solo del male povero caro." Disse Lila.
"Forse non hai capito, io non voglio che lui sia felice. Per questo voglio rubarle la ragazza, so per certo che se conquisto Marinette lui sarà infelice." Disse Felix chiudendo il libro che stava leggendo.
"Quella Marinette non lo lascia respirare, non li hai visti al servizio fotografico? Davvero crede di avere delle possibilità con Adrien? Dovresti metterci più impegno per conquistarla ." Lo rimbeccava Lila, odiava Marinette tanto quanto odiava Ladybug.
L'eroina di Parigi la odiava perché l'aveva umiliata di fronte ad Adrien rovinando i suoi piani per conquistarlo. Per la corvina invece era tutto un altro discorso, non riusciva a manipolarla, come anche non riusciva con Adrien, io punto era che in un confronto uno a uno il giovane Agreste preferiva e credeva alla fashion designer.
Lila non aveva mai visto Adrien arrabbiato o fare sul serio, ma ricordava ancora la sua espressione minacciosa quando aveva incastrato Marinette a scuola. Era stato in quel momento che aveva capito che lui l'amava, era stato in quell'istante che aveva capito che per lei non ci sarebbero state occasioni se prima non avesse eliminato del tutto Marinette dalla vita di entrambi.
"Come ti permetti di dirmi cosa devo fare e come comportarmi?" Le disse con freddezza Felix, era irritato ed anche se non urlava ormai Lila doveva conoscerlo abbastanza bene da sapere che era arrabbiato. "Non è lei a non lasciar respirare lui, bensì il contrario."
Felix ricordava tutte le volte che aveva provato ad avvicinarsi a Marinette, al brunch dei Sutherland, a scuola, alla prima di Eleanor Preston ed al servizio fotografico. Appena si avvicinava un po' di più, Adrien eccolo lì che interveniva con la sua presenza. Delimitando il territorio come un capo branco con la sua femmina, era sempre lì a sostenerla a proteggerla e assecondarla.
"Voi non avete capito che sono i modi in cui vi apportate che non vanno bene." Intervenne la voce di Amelie Graham di Vanilly.
Felix e Lila si voltarono verso di lei, la donna molto raffinata nel suo vestito in cachemire nero indicava con una mano la strada verso la sala da pranzo.
"Mamma, da quando hai incontrato quel Marcel ti stai ammorbidendo." Disse Felix seguendola in sala da pranzo dove Adelaide, la governante, stava mettendo a tavola.
"Non mi sto ammorbidendo tesoro, tu, Adrien e Marcel siete nati nello stesso periodo e i primi due anni della vostra vita siete anche cresciuti insieme." Disse sedendosi a capotavola, Felix alla sua destra e Lila alla sua sinistra. "Dal momento che tra un po' tornerai a Parigi ti consiglio di riallacciare i rapporti con loro in modo amichevole, così da depistare tutti dalle tue reali intenzioni." Disse facendo cenno con la mano ad Adelaide di andare via.
"Cosa intendi dire?" Chiese Felix, credeva di stare facendo già abbastanza sotto quel punto di vista, anche parlare in modo civile con quel Marcel.
"Intendo dire che nella sua ingenuità Adrien comprende la menzogna." Affermò la padrona di casa guardando entrambi i ragazzi. "Sono sicura sappia che la tua maestria, mia cara Lila, nel raccontare bugie." Prese coltello e forchetta e iniziò a tagliare il filetto cucinato con maestria.
Lila la osservò guardinga, come poteva sapere queste cose la madre di Felix? Senza dire nulla prese il suo bicchiere e bevve un sorso di acqua.
"In quanto a te amore mio, per quanto Adrien sia propenso a volerti essere vicino, fin quando ti metterai tra lui e Marinette non farai altro che mettertelo contro e animare la sua acrimonia verso di te." Portò un pezzo di carne alla bocca a iniziò a mangiarlo.
"Chi ti dice che io voglia averlo come amico? Non sopporto la sua bontà ed il suo perbenismo altruistico." Disse il ragazzo prendendo a mangiare.
"Abbiamo visto che durante l'attacco alla sua amica ha aiutato Haoxin e Black Lady a far tornare in se Marinette, è più forte di ciò che sembra e non teme Pika Pika e Lady Octavia. Hai bisogno di lui come alleato se vuoi invadere Parigi!" Disse Amelie sorseggiando un po' di vino bianco.
"A Parigi ha tutti i suoi amici e tutto ciò che lo rende felice, ovvio che voglio sempre invaderla." Disse Felix.
"Dovresti quindi fare come ti dico io Felix. Tu mia cara pensi valga la pena incapricciarti con Marinette, quando più di lei odi Ladybug? Vuoi sempre, come Felix, mettere a quella coccinella i bastoni tra le ruote?" Disse prendendo un patata al forno e tenendola in aria. Un piccolo Kwami blu e rosa con le sembianze di un polipo, uscì allo scoperto e mangiò il cibo che la sua portatrice gli offriva.
"Ladybug è l'emblema di Parigi, tutta questa popolarità non le appartiene. Non si merita l'ammirazione dei parigini e di tutti gli europei." Disse la rossa, avrebbe umiliato Ladybug di fronte al mondo intero. Quella ragazza voleva fare la santarellina e perdonare i suoi 'peccati', ma ancora non aveva capito con chi aveva a che fare. Ella era la seconda persona dopo Marinette che Adrien venerava e credeva a tutto ciò che le diceva, mettendoglielo contro. Si, avrebbe umiliato la coccinella come ella stessa aveva fatto con lei.
"Allora placate le animosità ragazzi miei, siate più morbidi nei confronti di tutti e meno espliciti. Lasciate che siano i vostri alter ego ad occuparsi dei vostri nemici visto che ne avete la possibilità." Terminò la donna.
Lila fece una smorfia. "Non posso permettere a Marinette di prendersi Adrien."
"Allora ci riprenderemo il Kwami Lila." Disse la donna all'italiana.
Felix seguiva la scena mentre mangiava, non approvava Adrien, era vomitevole la sua vita apparentemente piena di amore. Però sua madre non aveva tutti i torti, doveva passare inosservato se voleva trasferirsi a Parigi ed avere il dominio su quella città, grazie a Papillon era un posto carico di emozioni da poter rubare e togliere alla gente e voleva restare lì, non solo per un mese. Ma di più, molto di più.
"Madre mi hai iscritto alla scuola francese?" Chiese allora il giovane
"Ho provveduto al trasferimento. Per quando terminerai lo scambio culturale ti raggiungerò a Parigi mio caro."
"Allora va bene, metterò da parte ogni attrito con Adrien. Ma sappi che come Pika Pika non avrò pietà per lui e i suoi amici." Disse Felix
"Vuoi che usi i miei poteri contro di lui?" Chiese Lila.
"No! Voglio che tu faccia come ti ha detto mia madre, altrimenti mi prendo il Kwami e non te lo restituisco." Disse allora Felix. "Adrien non si lascia sopraffare dagli incubi di mia madre e temo che sarà lo stesso anche per i tuoi inganni." La informò urtato il biondo, si era chiesto perché non fossero riusciti con lui e sua madre aveva ipotizzato che forse Adrien era profondamente molto colpito emotivamente da non lasciar trapelare ciò che più temeva.
"Dobbiamo colpire i suoi amici, sembra che abbia legato molto con Steven Wood." Lo informò Lila.
"Lui è molto più instabile di ciò che da a vedere. Da quando ho rubato la felicità a Margaret fa il forte ma non lo è, infatti si sono anche lasciati." Disse soddisfatto dal suo operato.
"Per me possiamo colpire già adesso, oppure domani se prima Black Lady ti ha ferita mia cara." Disse Amelie a Lila.
La ragazza fece una smorfia, Black Lady! Un'altra che non sopportava, raramente usava il suo poter. Ma quando lo faceva riusciva a ferirla e farle molto male.
"Domani." Intervenne Felix guardando le due donne. "Prima di lasciare Londra dobbiamo affrontare dei test e delle verifiche, ancora non abbiamo studiato quindi adesso lo faremo e domani anche nel primo pomeriggio possiamo procedere."
Amelie poggiò le posate nel piatto vuoto e si pulì le labbra con delicatezza. "Perfetto, allora mi ritiro nelle mie stanze così voi potrete andare a studiare." Si alzò dalla sua sedia e prese il bicchiere di vino ancora mezzo pieno. "Vi consegno la mia buonanotte e vi chiedo di pensare al mio consiglio miei cari, a domani." E così dicendo si allontanò.
Lila la seguì con lo sguardo, non si sarebbe fatta comandare da lei, né da Felix. "Non potete chiedermi di diventare amica di Marinette." Disse allora.
"Siamo sinceri tu non sei amica di nessuno." Disse allora lui con un sorriso cinico. "Sta di fatto che se non ti dai una regolata sarò costretto a riprendermi il Miraculous e sai che posso farlo. Non posso farmi scoprire perché tu e il tuo alter ego siete praticamente uguali negli atteggiamenti." Le disse alzandosi anche lui. "Una volta a Parigi non ci vorrà molto a collegare che io e te siamo lì insieme e che tu sei apparsa dall'inizio dello scambio culturale."
"Nessuno immagina che siamo studenti." Disse l'italiana.
"Fino ad ora no, e preferirei lasciare a tutti questo dubbio per sempre. Ti ricordo che a Londra verranno anche i miei compagni di classe." Le disse avvicinandosi a lei.
Lila si alzò dalla sedia e lo sfidò con lo sguardo. "Nessuno a Parigi mi da della falsa e bugiarda, perché dovrebbero iniziare adesso?" Chiese Lila.
"Perché Adrien e Marinette non sono caduti nella tua trappola e fidati credo che Marcel Halcón sia del loro stesso avviso. Le tue bugie sono come un castello di carte, un piccolo errore e può cadere."
Lei gli diede un pugno sulla spalla. Felix le afferrò il polso e ricambiò il suo sguardo di sfida. "Devi imparare a frenare le tue bugie croniche, ti farò diventare una regina ma devi fare come ti dico io."
"Chi mi assicurerà che sarò più ben voluta di Marinette? Io la odio." Disse con decisione e disprezzo nella voce l'italiana.
Felix scosse la testa, sinceramente con lui Marinette aveva toppato solo in un'occasione: quando lo aveva rifiutato. Non aveva nulla contro di lei e non capiva l'animosità di Lila. "Questo non lo so, ma metterti contro di lei potrebbe portare i suoi amici ad escluderti. Ignorarla invece potrà farti guadagnare punti."
"Ci devo pensare e ti farò sapere." Disse allora Lila.
Felix sorrise cinico, che facesse come voleva, lui aveva dettato le sue leggi. Aveva grandi progetti una volta a Parigi e non avrebbe permesso a Lila Rossi di rompere le uova nel paniere. Allentò la cravatta nera, poi si slacciò il colletto della camicia e portò le mani tra i capelli che scompose, aveva bisogno di mettersi quella giornata alle spalle e per farlo doveva staccare da tutto e tutti.
Lila lo fissò e trasalì, aveva sempre notato la grande somiglianza con Adrien Agreste, ma adesso con i capelli in disordine e la postura più rilassata era identico al cugino. Com'era possibile?
"Buonanotte Lila." La salutò lui.
"Buonanotte." Disse lei a fior di labbra.
Felix si avviò verso la sua camera anche se in ultimo si ritrasse e tornò dall'italiana. Si chinò su di lei e avvicinò le labbra al suo orecchio.
"Io non so perché tutto questo fervore con Adrien, non sei una brava ragazza e lui è troppo ragazzo della porta accanto. Io potrei farti scoprire il piacere di esaltare la tua cattiveria se solo me lo concederai, ho dei grandi progetti a Parigi e tu potresti farne parte ed essere mia complice." Sussurrò con voce bassa, si sollevò e intercettò il suo sguardo. "Pensaci stanotte e mi farai sapere."
Così dicendo si allontanò del tutto e con un paio di falcate raggiunse la sua stanza. Lila restò ferma a fissarlo, il cuore che aveva preso a battere all'impazzata. Era stata quella somiglianza ad Adrien, ne era certa. Non poteva piacergli una persona come Felix, era così freddo e calcolatore e crudele e falso, più falso di lei indubbiamente. Anche se era quel suo carattere subdolo e senza scrupoli a destare in Lila in forte senso di eccitazione dal loro primo incontro a inizio mese. Possibile che quel barlume di sentimento si fosse alimentato adesso che lo aveva visto più umano? Cosa doveva fare? Seguirlo nel suo progetto oppure abbandonare tutto e perseverare a fare del male a Marinette fino a che Adrien non fosse stato suo, e intanto collaborare con Papillon per mettere fuori uso Ladybug e Chat Noir. Voleva togliere tutto a Marinette, ormai era il suo obbiettivo è tra quel tutto sulla cima c'era Adrien Agreste.
Adrien, lui o Felix? Chi doveva scegliere dei due cugini? Quello dolce e gentile o quello perfido e distaccato?
Aprì la porta della sua stanza e andò a sedersi sul letto, si spogliò soprappensiero mentre Garri la raggiungeva.
"Devi fare la scelta giusta mia signora, altrimenti dovrò tornare col padrone."
L'italiana si stese sul letto. "Però non potrò rovinare Marinette e prendermi Adrien."
"Se questo per te è più importante allora và, portami dal padrone e riconsegnami a lui." Disse il Kwami
Lila si voltò verso il Kwami, si alzò e mise la vestaglia per poi togliersi il bracciale che aveva come Miraculous. "Mi dispiace Garri." Le disse mentre il Kwami veniva attirato nel gioiello.
A piedi nudi uscì dalla stanza ed andò verso quella dell'inglese, bussò alla porta ed attese che Felix aprisse.
Il biondo giunse dopo un po', un asciugamano intorno al collo, un altro che gli cingeva la vita, aveva la pelle nuda e i capelli bagnati lo sguardo freddo, la fissava impassibile. Doveva essere stato sotto la doccia e lei lo aveva interrotto.
"Scusami... avevo bisogno di te!" Disse lei.
Lui sollevò un sopracciglio e la fece entrare per poi chiudersi la porta alle spalle.
"Potevi dirlo prima Lila." Disse girando la chiave della porta.
Lei lo guardò con cipiglio offeso incrociando le braccia al petto. Erano rimasti che ci avrebbe pensato, inventare bugie con lui non funzionava quindi era meglio essere sinceri e non perdere tempo. "Ho bisogno dei miei tempi."
Lui annuì e la raggiunse. "Va bene..." Le disse portando le mani alla vita e slacciando la vestaglia della ragazza.
Lila sollevò il capo, cosa faceva? Cosa aveva capito? "Felix..." disse.
Ma lui la mise a tacere tappandole la bocca con la sua e trascinandola verso il suo letto. In fondo era così che ci si sentiva tra simili, attratti come calamite, giusto? E Felix non avrebbe dovuto fare altro che seguire quell'istinto come aveva fatto Lila raggiungendolo in camera. Lo sapeva, sarebbe stato un disastro, era tutto nuovo e inaspettato, sarebbe stata la sua prima volta in tutto. Come quel bacio che si stavano scambiando e lui le aveva rubato. Proprio come quello che sarebbe accaduto su quel letto di lì a poco. Ma era naturale giusto? A quattordici anni il corpo cambiava e chiedeva di esprimersi, di esplorare e farsi comprendere. Chiedeva il piacere e se loro due erano calamitati l'uno verso l'altra allora era bene lasciarsi andare e togliersi quel pensiero dalla testa quanto prima.

 

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Capitolo 34
*** Parte 33ª - Steven pt 1 ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
(Premessa: da questo momento andrò forse OOC nel muovere sia Luka che Kagami, darò un passato soprattutto al primo perché un ragazzo di sedici anni sarebbe anomalo vederlo legato solo al gruppo degli amici della sorella e soprattutto che prima di Marinette non abbia avuto 'storielle'; cercherò con le caratteristiche base di Astruc e company di muovere e far crescere, spero, due/tre personaggi. Perché si ci metto anche Chloé. Grazie)

(NdA troverete le trasformazioni e le caratteristiche dei miracoulus nel libro cronologia e info. Grazie.) 

 

(NdA troverete le trasformazioni e le caratteristiche dei miracoulus nel libro cronologia e info. Grazie.)

Parigi
Quella mattina Kagami e Luka si trovarono fuori la loro aula, la nipponica non sapeva come affrontare il musicista dopo il bacio che si erano dati il girono prima. Lui però sembrava molto rilassato e cercò quindi di comportarsi allo stesso modo.
"Ho detto a mia madre che avrei pranzato a scuola." Gli disse, confermandogli che poteva andare con lui a pranzo.
Luka annuì e con un sorriso si scostò dalla parete avviandosi alla porta lasciando passare prima Kagami, appena dentro tutta l'aula aveva gli occhi puntati su di loro. Entrambi si guardarono, cosa era successo?
Linette titubante si fece avanti salutandoli.
"Niente bacio sulle labbra oggi?" Chiese Kagami alla scrittrice che arrossì.
"Posso?"
Luka rise. "Forse Linette trova le tue labbra più invitanti delle mie e mi ha bidonato." Scherzò
Kagami lo osservò seria, poi si avvicinò alla ragazza dai capelli turchini e le stampò un bacio sulle labbra. "Buongiorno Linette."
La giovane rise ed abbracciò la nipponica che rimase di sasso a quel gesto per poi andare a baciare Luka sulle labbra.
Kagami fissò Luka che avvicinandosi alla compagna la spintonò verso i loro banchi. "Rilassati Kagami, nessuno ti mangia." Le disse andando al suo banco dietro quello di Claire.
Kagami lo fissò e prese posto accanto all'amica, aveva capito: lo odiava! Sembrava sempre saperne una in più e la riprendeva ad ogni occasione, che fossero da soli o in compagnia. E lei sapeva sempre cosa fare, non aveva bisogno di lui e della sua erudita personalità.
"Kagami scusa posso mettermi io accanto a Claire?" Intervenne Sebastian.
"No." Disse la bionda.
"Dai Claire c'è la verifica e sai che senza il tuo aiuto non arriverò a prendere la sufficienza." Disse a mò di preghiera il ragazzo
Kagami seguì la scena, cosa doveva fare? Accontentarlo o restare lì? Si voltò verso Luka per farsi aiutare, ma lui e il suo vicino di banco, Alain stavano confrontandosi. Sentiva frasi con dentro, fidanzata, insieme, baciati, ma non ne capiva il nesso.
"Ho detto di no, non insistere con lei." Disse Claire urtata.
"Ragazzi non litigate per colpa mia, posso sedermi vicino a Linette se lui ha problemi." Disse prendendo la sua borsa, si sporse verso la compagna di banco e le diede un bacio sulla guancia. "Ma sia chiaro, lo faccio solo adesso, poi dovrai arrangiarti." Terminò, quella era la soluzione giusta, andare incontro a tutti ma con fermezza.
Si sedette accanto alla compagna dai capelli turchini e le sorrise.
"Da quanto tu e Luka state insieme?" Chiese la ragazza con sguardo sognante.
Kagami la guardò interdetta. Insieme? "Siamo solo... amici!" Disse, ovviamente se il rapporto di conoscenza che avevano poteva definirsi amicizia. Si erano sempre trovati nello stesso posto sempre per Adrien e Marinette, solo la domenica appena trascorsa l'avevano trascorsa insieme come amici. In più aveva appena scoperto di non sopportarlo.
"Ma ieri sera all'uscita abbiamo visto che vi siete baciati." La ragazza arrossì ma negli occhi aveva una luce raggiante. "Eravate bellissimi."
Kagami lasciò cadere la matita che aveva preso, li avevano visti? Chi, come, quando? Sentì il rossore salire al suo viso, sempre lui la metteva in quelle situazioni.
"Era un bacio di saluto, come con te." Disse allora, anche se Kagami sapeva che non era stato così.
"Oh andiamo Kagami, quello era un vero bacio. Da innamorati!" Disse la seconda con gioia. "Un giorno anche io troverò un ragazzo che mi bacerà così."
"Ti sbagli Linette, non era quel tipo di bacio. È stato solo... qualcosa di casuale." Disse ancora Kagami, come poteva giustificare quel gesto.
Valerie si voltò e guardò le due. "Dovresti essere meno innamorata dell'amore Linette." Disse ammonendo la turchina con un sorriso benevolo, poi osservò Kagami. "Non vergognarti Kagami, in fondo tutte le ragazze vorrebbero avere una storia con Luka, lui è stato con Veronique e il fatto che sia sfuggevole con tutte lo rende ancora più affascinante."
Veronique? Adesso chi era questa ragazza? Non gli era parso di conoscerla.
"Bonjour a tût..." Sopraggiunse la Harper interrompendo . "Mettete via dispositivi e libri e prepariamoci alla verifica di storia." Li zittì tutti.
Kagami dovette mettere da parte la sua curiosità e dedicarsi alla verifica, adesso che frequentava la scuola doveva dare il massimo in tutte le materie, fortunatamente conosceva già l'argomento e sapeva di poter dare il mille per cento. Si applicò nello studio e dopo aver risposto a tutte le domane andò a consegnare il suo test alla professoressa Harper che la congedò, la ragazza uscì notando che era stata la prima a terminare.
Una volta fuori attese per un po' fin quando non venne raggiunta da un ragazzo biondo, abbronzato e dall'aria affascinante.

 Una volta fuori attese per un po' fin quando non venne raggiunta da un ragazzo biondo, abbronzato e dall'aria affascinante

"Un viso nuovo, anche tu mandata in direzione dal preside bellezza?" Le chiese avvicinandosi.
Kagami lo guardò esterrefatta. "Ovviamente no, non potrei mai perdonarmelo." Disse decisa e schietta.
Il ragazzo le si mise accanto sfiorandole la guancia con il dorso della mano. Al che Kagami gli lanciò uno sguardo assassino, come si permetteva?
"Che ne dici di pranzare insieme dopo?" Le propose.
"Ho gia un impegno!" E tu non mi piaci, avrebbe voluto precisare.
"Merenda insieme, una passeggiata dopo la scuola?" Insistette.
Mai! Avrebbe voluto rispondergli, ma fu interrotta dall'arrivo di Linette. "Claude Noiret! Sei proprio tu." Chiese con le mani sulle guance arrossate, la bocca spalancata dalla sorpresa.
Il ragazzo biondo la osservò storcendo le labbra.
"Allora, ci vediamo stasera bambolina?" Chiese rivolgendosi alla nipponica che seguiva la scena disgustata. Ma come si permetteva di ignorare così la sua compagna?
Linette le mise le mani su un braccio annuendo. "Digli di sì Kagami, lui è Claude Noiret, tutte sognano un appuntamento con lui." Le sussurrò all'orecchio.
E sicuramente anche Linette lo avrebbe voluto. Kagami osservò quello sbruffone e poi il volto speranzoso della turchina.
"Verrò con Linette." Disse allora. 
"La piccola Linette, deliziosa!" Disse lui affabile. "Ci troviamo davanti L'alimentation Générale a  Rue Oberkampf, porterò anche un amico per te. Ciao bambolina!" E così dicendo sparì oltre le scale al piano di sotto dove avrebbe affrontato il preside.
"Come fa a piacerti quel ragazzo Linette?" Chiese Kagami. "Non mi ha neanche chiesto il nome e ti ha volutamente ignorata."
"Kagami lui è Claude..."
"Claude Noiret?" Chiese Claire mentre usciva seguita da Jerome Lacroix.
"Avete finito?" Chiese Kagami.
"La professoressa ci ha detto di consegnare e uscire, si è accorta che aiutavamo Valerie e Sebastian." Le disse Claire.
"Avete incontrato Claude Noiret?" Chiese Jerome curioso.
"Io e Kagami questa sera usciamo con lui. Non è incredibile! Uscirò con Claude Noiret." Disse la turchina eccitata.
Claire osservò le due ragazze. "Come è accaduto?" Chiese a nessuna in particolare.
"Mi ha chiesto di uscire e io ho risposto che potevo solo con Linette." Raccontò allora la nipponica, anche se decisamente a istinto non le piaceva quel tipo.
"Da quanto tempo dura questa cotta Linette? Non sarebbe ora che tu andassi avanti?" La ammonì allora Jerome.
"Concordo con lui. È anche strano che vi abbia invitate a uscire." Disse Claire intanto che Luka, Armand, Valerie e Sebastian uscivano dall'aula.
"Ragazzi vi si sente fin dentro, allontaniamoci dalla classe." Disse Armand indicando le scale.
Il gruppo annuì e si accodò a lui recandosi alla caffetteria all'ultimo piano.
Valerie andò ad aggregarsi alle ragazze mentre Jerome fece altrettanto con i ragazzi. "Sbaglio oppure ho sentito più volte nominare Claude Noiret?" Chiese curiosa.
"Stasera Kagami e Linette escono con lui." Disse severa Claire.
"Oh beh, lui è il più bello della scuola e chiunque farebbe carte false per uscirci almeno una volta insieme." Raccontò Valerie. "Loro sono libere quindi perché non cogliere quest'occasione al volo."
"Forse perché lui non mi piace." Disse Kagami in fila alla mensa della caffettiera, osservò la vetrina cercando dei croissant che non trovò così optò per la classica premuta al pompelmo.
I ragazzi erano andati già a sedersi e stavano confrontandosi sulle risposte date alla verifica di storia appena conclusa.
"Allora perché hai accettato Kagami?" La riprese ancora Claire.
"Sembrava che a Linette facesse piacere." Rispose allora lei.
"Tipi come Claude cercano una sola cosa dalle ragazze e solitamente queste cedono anche subito." La informò la rossa con le mani sui fianchi,  preso il suo bombolone e continuò a parlare. "Lui si prende ciò che vuole dalla ragazza di turno e poi la lascia, visto che sua madre è un consigliere parlamentare qualsiasi cosa faccia la passa sempre liscia."
Kagami guardò le altre due, la bionda era realmente carica di rancore. "Ha sedotto anche te?" Chiese a Claire.
"No, però questa ragazzina qui!" Disse puntando Linette. "Non ha capito che semmai capitasse sotto le sue grinfie poi potrebbe soffrire."
Con il croissant al miele in mano Valerie raggiunse le tre ragazza. "E allora che cada e si faccia male, Claire non puoi tenere tutti sotto una campana di vetro e come ho detto loro due sono libere e devono fare le loro esperienze." Disse la rossa.
"Sei un'incosciente." Rispose lei.
"Solo realista. Ovviamente stasera andremo anche io e Jerome sul luogo dell'appuntamento, giusto per non far raccogliere a Claude il frutto proibito." Disse lei raggiungendo il fidanzato al tavolo.
Kagami sorrise, per non essere preoccupata per Linette, il fatto che prendesse quella precauzione aveva fatto capire alla nipponica quanto la rossa tenesse invece alla loro piccola sognatrice.
Si sedette al tavolo e prese a bere il suo succo seguendo i discorsi di un po' tutti. Cercò di non incrociare lo sguardo di Luka finché il musicista non le propose di dividere l'ultimo croissant alla marmellata. La ragazza annuì con piacere, aveva creduto che erano finiti e invece ce n'erano ancora.
"Dopo pranziamo insieme?" Propose Claire. "Ci saranno anche Pierre e le ragazze."
Kagami scosse la testa. "Mi dispiace ma non posso."
"Io lavoro." Disse invece Luka.
Valerie lasciò il posto accanto al fidanzato e mentre venivano raggiunti da altri della loro classe andò a sedersi tra Kagami e Claire.
"Vedi, quando dico che anche uno come Luka è un premio ambito? Lui è perfetto! Inoltre è stato con Veronique e lei all'epoca raccontava che era un amante superbo e attento."
Kagami si sentì arrossire mentre anche Linette rossa in viso annuiva. "Luka è il fidanzato perfetto, Veronique non gli ha mai perdonato il fatto che l'abbia lasciata."
"Chi è Veronique?" Chiese allora la nipponica.
"La sua seconda e ultima ragazza, si sono messi insieme a inizio anno scolastico. Luka l'ha lasciata due mesi dopo quando ha scoperto che lei andava a raccontare in giro ciò che facevano durante gli appuntamenti." Raccontò la rossa.
Cosa poteva esserci di così sconvolgente da raccontare in giro. Kagami non se lo riusciva a spiegare, sapeva solo che quella ragazza non si trovava nelle sue classi e la cosa non poteva che farle piacere, non le piacevano le persone che manifestavano fatti altrui.
"Poi da allora Luka non ha più avuto una ragazza. Pierre dice che si era interessato ad una ragazza più piccola ma ma né lui, né noi l'abbiamo mai vista." Terminò di raccontare Claire.
Kagami annuì. "Marinette, lei è fantastica." Disse con un sorriso sincero.
Linette si illuminò in volto, forse aveva ragione prima la compagna. Io loro bacio non era stato nulla di romantico, quella Marinette invece... "La conosci? Stanno insieme? È carina?"
Kagami annuì. "Sì siamo amiche ed è molto carina, ma non stanno insieme. Sono solo amici." Disse rispondendo a tutte le sue domande.
"Scendiamo, la prossima lezione sta per iniziare." Disse Sebastian raggiungendo il gruppo delle ragazze. "Kagami vieni con me?"
La nipponica guardò le ragazze e annuì alzandosi. "Ci vediamo in classe."
"Kagami è molto richiesta, anche Claude Noiret ha insistito tanto con lei." Sussurrò alle compagne di classe Linette.
"Ha una bellezza particolare, i suoi lineamenti orientali sono affascinanti ed anche la sua compostezza aiuta. Sembra molto sicura di se." Disse Valerie.
"Sebastian potrebbe solo scottarsi se se ne innamora." Intervenne Luka raggiungendo le compagne.
"Perché lei piace anche a te?" Ammiccò con sfida Valerie.
Lui sorrise. "Perché a Kagami piace Adrien Agreste." Rispose lui.
Linette si illuminò in viso. "Il principe azzurro!"
Claire rise. "Oh andiamo a chi non piace Adrien Agreste, è il sogno di ogni ragazza."
"Il ragazzo della porta accanto." Intervenne Valerie
"In pratica la cotta di tutte le adolescenti sane di mente." Scherzò Claire. "Sarà una cotta anche per lei, fino a quando non troverà il vero amore."
"Io non ce la faccio a sentire questi discorsi smielati." Rise Armand.
Luka fece spallucce sorridendo, forse era meglio che le ragazze pensassero che quella di Kagami fosse solo una cotta. Sicuramente se avessero saputo che era amica di Adrien l'avrebbero bombardata di domande e richieste ed era ancora presto per lei che solo adesso stava integrandosi nella realtà accademica. Kagami aveva bisogno di amici veri e sinceri e non interessati a doppi fini. Non che le ragazze ne avessero, a cominciare da Linette, ma era importante che Kagami si fidasse di loro e se il rapporto cresceva sarebbe stata lei stessa a parlare di Adrien alle altre.
Finite le lezioni del mattino i due ragazzi si trovarono sul tetto della scuola. Kagami aspettava quel momento dalla sera precedente, quando Luka le aveva mandato il messaggio.
"Allora? Cosa dobbiamo fare?" Chiese la ragazza.
"Mi serve un palo, dovrei controllare una cosa a Villa Agreste." Disse il ragazzo.
"Te lo ha chiesto Marinette?" Chiese lei.
"No Adrien!" Disse lui lasciando uscire Viraago dalla sua borsa.
"Quindi non riguarda sua madre." Rispose Kagami liberando il suo kwami
"Anche." Disse lui trasformandosi. "Cosa sai?"
Le chiese dopo che anche lei si era trasformata nel portatore della purezza.
"Marinette teme che Emilie Agreste sia stata Mayura prima di quella attuale." Disse allora lei seguendo il compagno.
"Adrien non lo sospetta, ne è sicuro come crede che sotto la maschera di Papillon si celi suo padre." Disse arrivando alla fontana Palmier. "Gli ho promesso che avrei indagato, per farlo devo entrare in casa."
"La villa è sorvegliata come facciamo ad entrare?" Chiese lei.
Luka annuì. "Adrien mi ha detto che solo l'esterno e l'ufficio di Gabriel hanno la video sorveglianza. Dobbiamo entrare e a quello ci penso io... tu potresti improvvisarti un avventore? Vedere se riusciamo a far uscire Agreste e la sua assistente di casa o almeno da quella stanza."
"Ma se la stanza è sorvegliata come farai?" Chiese Kagami.
"Col mio potere, posso manovrare il tempo e occultare la mia presenza." Disse lui.
Kagami annuì. "Perfetto, allora io ti guardo le spalle."
Lui le sorrise. "Sei pronta?"
"Sono nata pronta." Disse lei dando la mano a Luka che gliela tendeva.
Il ragazzo prendendole la mano trasportò entrambi alle porte della villa. Kagami senza perdere tempo prese l'arco e mirò le frecce alle videocamere, così che chi era dentro sarebbe stato costretto a vedere chi ci fosse.
Il portone si aprì e allora i due si separarono. Le frecce volarono ancora nell'aria, Nathalie e il gorilla uscirono di casa alla ricerca dei teppisti. Intanto Luka entrò in casa e si diresse al piano superiore, di Gabriel ancora non c'era traccia, alzò la mano E richiamando il suo potere gli apparve tra le mani una chitarra classica, iniziò a strimpellarla distruggendo tutto ciò che si metteva sul suo cammino.
Aprì la porta dello studio dello stilista di cui non c'era traccia all'interno e facendosi largo vibrò l'ennesima corda per fermare il tempo intorno a se.
Andò di fronte al quadro di Emilie Agreste, dietro il quale subito Luka trovò la cassaforte, la aprì cercando qualche indizio. Il grimorio di cui l'amico gli aveva parlato, tanti opuscoli e biglietti che riportavano al Tibet e poi una scatola, Luka l' aprì e quello che vide non lo stupì, un Miraculous. Chiuse la scatola e la prese, gli restava poco tempo poiché il suo anello prese a suonare.
Dov'era Gabriel Agreste e dove si trovava Emilie? Ormai gli restavano tre minuti. Prese gli opuscoli e le buste che riguardavano il Tibet posti accanto alla foto di Emilie e senza mettersi a leggere decise di portarli via con se. Si lanciò fuori l'ufficio e poi lasciò andare un ultimo assolo che risuonò assordante nella casa. Il gorilla gli andò incontro proprio nello stesso momento in cui lui scese le scale, Luka gli andò incontro, doveva uscire di lì e presto. Si accasciò a terra e scivolando oltrepassò la bodyguard passandogli tra le gambe, uscì fuori e spiegò le ali fino a sparire nell'aria.
Nathalie non lo aveva visto, se non una scia azzurra che slittava su nel cielo seguita da una rosa.
"Place des voges." Disse Luka.
Kagami annuì. "Presto, c'è Mayura."
Il ragazzo annuì, aveva speso il suo teletrasporto e non poteva fare altro che correre verso il parco. Prima che Mayura li raggiungesse e li scoprisse.
Si ritrasformarono nascosti da un albero poi corsero alla giostra della piazza, Luka fece salire Kagami su un cavallo per poi mettersi dietro di lei prima che Mayura giungesse.
Fu così che ella li trovò, la giostra era in movimento e loro erano abbracciati su un cavallo apparentemente a pomiciare, il viso di lui era poggiato sul collo di lei che a capo basso gli teneva strette le mani intorno ai fianchi. Solo una volta che Mayura fu andata via e la giostra si fu fermata i due abbandonarono quel posto per dirigersi verso un fast food dove presero entrambi da mangiare. Luka tirò fuori tutte le carte e gli opuscoli e infine una scatola.
"Forse qui potremo trovare qualcosa che ci porti a Emilie Agreste."
Kagami prese a sfogliare gli opuscoli. "Se ben ricordo Amelie è scomparsa dopo un viaggio in Tibet."
Luka annuì. "Sicuramente non abbiamo fatto un incursione a vuoto." Disse notando che gli avventori erano distratti dal telegiornale aprì la scatola dove c'era un orologio da taschino.
Kagami lo fissò mentre una luce bianca si liberava nell'aria e un piccolo Kwami apparve di fronte ai due.
"L'avvoltoio." Disse ella soddisfatta.
I due si guardarono e si tesoro il pugno esultando. "Ben fatto."
"Papillon non ve la farà passare liscia." Disse il kwami.
"Voi kwami non dovete servire il male." Disse la nipponica.
"Non fa questo per far del male." Rispose il kwami.
"Siamo comunque noi i tuoi padroni adesso, quindi adesso torna dentro." Ordinò Luka riponendo l'orologio.
Il kwami annuì e si dissolse nel Miraculous, Luka chiuse la scatola e la posò in borsa poi prese a mangiare il suo panino.
"Sembra che Ladybug e Chat Noir abbiano difficoltà contro il nuovo super cattivo che ha attaccato Parigi..." Intervenne nelle loro teste la voce della Chamack. "... No aspettate ecco che Ladybug ha richiamato il suo lucky charm, forse adesso riusciranno a sconfiggerlo..."
A Kagami si fermò il panino a pochi centimetri dalla bocca mentre seguiva la notizia che stava riportando la tv del locale. Guardò verso Luka anch'egli intento a seguire il telegiornale e si alzò prendendo la borsa.
"Devo andare da mia madre, ci vediamo tra un po' a scuola." Disse prendendo il panino e uscendo.
Luka non le fece domande, al contrario prese il suo panino e lo mise in borsa poi uscendo dal fast food cercò il primo luogo nascosto e andò a trasformarsi.

"Ben fatto!" Esultarono i quattro eroi.
"Meno male che siete arrivati, non sapevamo più come tenere a bada le reclute del cattivo." Disse Ladybug.
"Come sempre cerchiamo di aiutarti Ladybug, adesso però se mi permetti io vado via. Alla prossima!" Li salutò Raiongāru.
"Andremo via anche noi." Disse Adrien da dietro la maschera.
"Aspetta." Li fermò Red Scorpio, prese la sua frusta e dal pungiglione ne estrasse una scatola. "Forse questo è meglio che lo abbiate voi."
"Ma cosa?..." Chiese Marinette.
"Draak e Yunikōn hanno fatto incursione a Villa Agreste oggi e hanno trovato questo." Riferì loro. "Adesso vado anche io, buona giornata."
I due eroi parigini annuirono per poi guardarsi. "Devi dirmi qualcosa?" Chiese la corvina unendo il Miraculous del cavallo al suo.
"Ti avevo detto che... Draak, mi avrebbe aiutato."
"Bene allora andiamo a casa e scopriamo cosa ci ha lasciato... VOYAGE!" Urlò aprendo così un portale dove lei e Chat Noir si lanciarono.
Entrarono in casa ed aprirono la scatola dal quale ne emerse il Kwami dell'avvoltoio.
Stupito Adrien lo vide volare per la stanza poi capendo ciò che era accaduto lanciò un urlo di vittoria seguito a ruota da Marinette.
"Abbiamo recuperato un Miraculous, evviva!"
"Sai questo che vuol dire?" Chiese Marinette ad Adrien.
"A parte che mio padre adesso sarà molto furioso?" Disse il biondo. "Significa che se anche Luka non ha trovato notizie su mia madre lui potrà..."
"Darci notizie su Papillon." Disse Marinette prendendo la miracle box dorata. "Ma adesso mio caro rientri nella miracle box che ti aspetta di diritto, poi provvederemo a fare un bel discorsetto." Lo ammonì Marinette.
"Pronta a tornare in aula?" Chiese Adrien.
"Prontissima."

Nel pomeriggio i due parigini rientrarono a casa, Adrien aveva poco tempo poiché gli allenamenti di scherma richiedevano la sua presenza. Così senza indugiare troppo, la corvina prese la miracle box e chiamò il Kwami della vendetta.
Prima mise il suo Miraculous e lo legò indissolubilmente a lei, poi più tranquilla con Adrien iniziò ad interrogarlo.
"Allora, dicci un po' Acci, eri di proprietà di Papillon, come mai hanno trovato solo te?" Chiese Adrien.
L'avvoltoio li osservò entrambi accigliato. "Non sono servito al mio signore."
"Non è il tuo signore, o almeno non più." Disse Marinette. "Senti Acci, noi non vogliamo farti del male o costringerti a farne. Ma qui sono in ballo tante cose, Papillon ha usato il tuo potere per il male."
L'avvoltoio alzò il capo verso Marinette poi scosse la testa. "Il padrone ha usato il mio potere a fin di bene, ne sono sicuro."
"Manipolare la mente umana e indurla a fare del male tu lo chiami a fin di bene? Papillon non fa nulla a fin di bene!" Disse infervorato Adrien, era arrabbiato con suo padre sempre di più. L'ultima prova che lui fosse Papillon era, in fondo, di fronte a lui e se il Kwami non era pentito di ciò che aveva fatto, poteva esserlo Gabriel Agreste? No, assolutamente no.
"Voi non capite, siete giovani e ingenui ed i vostri cuori sono ancora puri, nessuna delusione li ha scalfiti." Gracchiò il Kwami.
"Fidati, ho avuto tante di quelle delusioni che potrei costruirci una casa." Disse Adrien, la più evidente era suo padre. Ma che ne sapeva lui, un piccolo Kwami secolare della sua vita?
"Padron Papillon merita di essere felice." Disse allora Acci.
"Ok... abbiamo capito che lo ammiri." Disse allora Marinette. "Non ti chiederemo più un tuo parere, ci serve però sapere se hai mai visto Emilie Agreste e dove si trova il covo di Papillon." Chiese Marinette.
Il Kwami li guardò entrambi, poi si dedicò alla corvina che adesso era sua padrona. "Emilie Agreste è nel covo, il covo è a Villa Agreste."
Ad Adrien scoppiò il cuore in gola a sentire quella rivelazione. "Sta bene... mam... Emilie Agreste sta bene?" Chiese
Il Kwami infastidito ignorò il biondo. "Starà bene quando avremo recuperato i Miraculous di Ladybug e Chat Noir, ma potreste dargli anche il vostro mia signora."
Marinette ascoltò l'ultima affermazione del Kwami. "Tuo padre vuole i Miraculous per riportare indietro tua madre." Disse ad Adrien che si avvicinò a lei.
"Ma non si può. Acci dovresti sapere che due Miraculous così potenti insieme potrebbero causare il caos." Disse il biondo al Miraculous.
"E che per un desiderio avverato c'è sempre un prezzo da pagare." Terminò seria Marinette.
"Hai detto a Papillon che anche altri Miraculous potrebbero esaudire il suo desiderio?" Chiese Adrien
Il Kwami intanto stava guardando il ragazzo. Era il figlio del suo padrone.
"Acci hai detto a Papillon..."
"No, no non gli ho detto nulla. Non vorrei mai mettere in pericolo i miei fratelli Larss e Guitti." Disse l'avvoltoio uscendo dallo stato di trance.
Per la prima volta Adrien gli sorrise. "Meno male, bravo Acci." Disse al Kwami.
"Quindi il covo si trova in casa Adrien." Affermò Marinette.
"Conosco casa mia come le tasche dei miei pantaloni. Non ho mai visto nessun covo. Forse si entra dalla statua di mia madre in giardino." Ipotizzò il biondo.
"Il padrone non è mai uscito di casa." Accennò il Kwami.
"Indicaci la strada. Chiederemo a Ladybug di riportare in vita Emilie Agreste, noi sappiamo come fare." Chiese Marinette.
"Non la so la via, il padrone ci indossava una volta nel covo. Tiene con se solo Nooro e solo nel covo."
Adrien si grattò la nuca. "Uff siamo di nuovo punto e a capo. Io devo andare agli allenamenti adesso, ci vediamo dopo." Disse il ragazzo prendendo la sua nuova sacca con la tuta all'interno.
Marinette annuì e prendendo il Miraculous dell'avvoltoio ringraziò Acci per poi posarlo e mettersi al lavoro sugli ultimi cappelli che le erano stati commissionati.
Era stato durante il lavoro della prima bombetta che Adrien le aveva scritto fornendole la posizione e dicendole che Haoxin era in azione.
La corvina aveva capito al volo e lasciando la bombetta sulla cucitrice si trasformò e raggiunse il suo compagno.
Arrivata alla palestra di scherma tutto si sarebbe aspettato tranne che la vittima dei tre super cattivi fosse Steven Wood.
Appena arrivata la corvina andò subito alla ricerca di Lady Octavia e miss Parrot, Hawk la raggiunse dicendole che avrebbe pensato lui a Miss Parrot indicandole dove si trovavano le due. Marinette annuì e si gettò subito alla rincorsa di Lady Octavia che vedendola aprì i suoi tentacoli lanciandole contro l'inchiostro nero.
La corvina temeva quel'inchiostro dopo essere stata vittima della portatrice degli incubi, ma cercò di ignorare le paure e adempiere al suo dovere. Ella aveva manipolato Marinette non Black Lady, schivò quindi i suoi colpi e si lanciò contro di lei che le afferrò la caviglia con uno dei tentacoli che formavano la sua gonna. La ragazza allora prese gli shuriken tra i capelli e glieli lanciò contro così che potesse ferirla e liberarsi.
Caddero entrambe sugli spalti poco distanti dalla zona degli allenamenti, Marinette gli shuriken di nuovo in mano si apprestò a puntare contro la donna l'attacco finale e definitivo mentre Miss Parrot veniva atterrata da Hawk.
I due eroi si scambiarono uno sguardo e si concentrarono sulle due avversarie mentre una luce bianca si espandeva nell'aria. Haoxin aveva liberato Steven dall'influenza negativa dei loro nemici.
Marinette però aveva un obbiettivo, ovvero recuperare i Miraculous e rivelare le loro identità. Si avvicinò rapida verso Lady Octavia che era in posizione di attacco e una contro l'altra le due si confrontarono ancora.
Pika pika si intromise tra le due inveendo contro Haoxin che aveva liberato Steven e lo aveva portato via dalla palestra.
Marinette lanciò allora gli shuriken verso il ragazzo che usò il suo bastone di legno come arma contro di lei e prese a tirare di colpi di karatè.
"Lasciala." Intervenne Haoxin arrivando in quel momento parando un calcio del ragazzo gazza.
Lo scudo tra le mani Haoxin si difese dai fendenti del rivale e contrattaccava, intanto Black Lady tornava a confrontarsi con Lady Octavia mentre Hawk continuava a sorvegliare Miss Parrot. Quella situazione paritaria venne sbloccata dall'arrivo di Seahorse che giunse in quel momento in aiuto al gruppo.
Pika Pika notando il nuovo arrivato si consultò con Lady Octavia, alzò il suo bastone e sorprendendo tutti lo lanciò verso Hawk che distratto si lasciò sfuggire Miss Parrot. La ragazza sollevata e aiutata dal suo compagno scomparve alla vista di tutti insieme a Lady Octavia, il gruppo di eroi rimasti si guardò e poi circondò Haoxin che col suo potere purificò la palestra dal potere di Octavia.
"Grazie per averci raggiunto seahorse." Disse Haoxin.
"Grazie a te per esserti fidato di nuovo di me." Gli disse lui.
"Non volevi raggiungermi ed invece lo hai fatto. Tu sei stato la differenza oggi!"
"Sono stato vittima di Lady Octavia, non merito di essere qui come non lo meritavo prima." Rispose allora lui.
Marinette e Adrien si scambiarono uno sguardo complice. "Io credo che tu lo meriti, qualsiasi cosa tu abbia dentro Seahorse dovresti parlarne, con i tuoi amici o con chi ha vissuto la tua stessa esperienza. Sono sicuro che uscirai da questo limbo e con Ippo stai facendo un ottimo lavoro." Disse allora Haoxin al rosso.
"Ti lasceremo Ippo, non devi restituirlo. Così la prossima volta potrai subito aiutarci se lo vorrai altrimenti ce lo restituisci." Terminò Black Lady.
Seahorse li guardò stupiti mentre affermavano questa loro decisione e poi li vide andare via lasciandolo interdetto, cosa doveva fare? Lui non si sentiva in grado di poter aiutare il prossimo.
Restò fermo sul posto fin quando non avvertì la voce di Adrien che lo chiamava, si toccò le braccia, era ancora trasformato. Cosa doveva fare?
"Togli la trasformazione, rimettimi normale... fammi..."
"Sono uscito." Disse il Kwami poggiandosi nelle sue mani. "Basta dire trasformami e torni normale."
"Steven!" Ancora lo chiamò Adrien avvicinando si al compagno con la sciabola ancora tra le mani, dietro di lui c'era il Coatch e a seguire gli altri.
"Sta nascosto." Chiese il rosso al Kwami raggiungendo poi gli altri rammaricato. "Scusatemi, io..." iniziò
"Non c'è niente da scusarti, stai bene Wood?" Chiese il coach.
Steven annuì intanto che Adrien gli dava un pugno sul braccio in segno di conforto. "Ehi non possiamo prevedere fin dove arriva la loro malsana meschinità. L'importante è uscirne, vedi Marinette! Io le sono sempre accanto e ne sta uscendo."
Il rosso lo guardò e poi annuì, vero Marinette era molto tranquilla. Lo era stata quasi da subito ma lui? Margaret non aveva reagito come Marinette e forse anche lui non ce l'avrebbe fatta.
"Steve... quando e se vuoi sai che puoi parlarmene vero?" Si offrì Adrien.
Il ragazzo dai capelli rossi annuì. "Si lo so Adrien, grazie ho bisogno del tuo sostegno."
"E io ho bisogno che torniate ad allenarvi. Forza!" Li riprese il Coatch.

Felix atterrò nel salone di casa sua seguito a ruota da sua madre e Lila che subito andò ad accasciarsi su una poltrona. Amelie appena la notò le andò incontro.
"Avremo dovuto rimandare, non stai bene oggi Lila, è da stamattina che ti trovo stanca." Disse la donna preoccupata.
Lila scosse la testa. "Mi fanno male le gambe, ma passerà." Rispose e mai come quella volta era sincera. Aveva dei dolori che partivano dall'inguine arrivavano alle gambe e quella mattina al risveglio si era trovata sporca di sangue anche se non aveva il ciclo.
"Non sapevo stesse male." Intervenne Felix guardandola per cercare di capire se mentisse o meno.
"Adelaide ha detto che il letto era sporco. La prossima volta avverti quando hai il ciclo così non usciamo, o almeno tu resterai a casa." Disse Amelie.
"Comunque Haoxin e i suoi amici mi hanno stancato, dobbiamo passare alla fase due del piano." Disse Felix cambiando discorso.
"Cosa vuoi fare?" Chiese Amelie.
"Semplice, vai in Francia ed inizi a combattere contro Ladybug e Chat Noir. Adesso iniziamo a fare sul serio, quando avremo sconfitto loro tutti avranno paura di noi e sconfiggere Haoxin e Black lady sarà un gioco da ragazzi." Affermò il giovane mentre la madre annuiva. Per il suo bellissimo bambino questo ed altro.

 

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Capitolo 35
*** Parte 34ª - Steven pt 2ª ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
(Premessa: da questo momento andrò forse OOC nel muovere sia Luka che Kagami, darò un passato soprattutto al primo perché un ragazzo di sedici anni sarebbe anomalo vederlo legato solo al gruppo degli amici della sorella e soprattutto che prima di Marinette non abbia avuto 'storielle'; cercherò con le caratteristiche base di Astruc e company di muovere e far crescere, spero, due/tre personaggi. Perché si ci metto anche Chloé. Grazie)

...segue 

 

Adrien e Steven portarono avanti i loro allenamenti, il rosso cercava di portarli avanti. Le sue stoccate erano cariche di rabbia e delusione e Adrien lo teneva costantemente sotto osservazione.

Così non andava bene e non per il torneo che si sarebbe tenuto domenica, bensì per la sua salute. Steve era sempre stato un ragazzo allegro e disponibile dal loro primo incontro ed ora vederlo così demoralizzato gli dispiaceva.

Era sicuro Adrien che Pika Pika non gli aveva preso la felicità, non glielo avrebbe potuto permettere. Allora cos'era a tormentarlo così? Dopo due ore di costante allenamento finalmente rientrarono a casa e sulla via del ritorno Adrien non attese che il compagno parlasse, bensì passò diritto al punto.

"Non sei tu? Ne vuoi parlare?" Gli chiese a quel punto.

Steven lo guardò stupito mentre si sedeva al suo posto nell'autobus rosso. Adrien anziché mettersi accanto a lui gli si mise di fronte paziente. 

Il rosso, il dorso della mano sotto il mento, si mise a guardare fuori le strade affollate e la gente che si affollava nell'ora di punta tra i marciapiedi e le auto. 

Sospirò, poi comprendendo che avrebbe tenuto lo sguardo di Adrien puntato su di lui fino a quando non avesse parlato decise di parlare. "Sono un debole." Ammise.

Adrien scosse la testa, cosa gli aveva fatto Octavia. "No, non lo sei. Ti sei comportato egregiamente oggi." Gli disse.

"Oggi sono caduto preda dei suoi incubi, prima ho permesso che catturasse Margaret e che le togliessero la felicità. Non sono stato in grado di proteggere la ragazza che amo." Disse affrontando il francese. "Sono un debole." 

"Non è vero! Non puoi farti responsabile di ciò che hanno fatto a Margaret, sono stati loro ad attaccarla. Mentre per te, tu hai lottato contro il tuo incubo e hai cercato di non caderne vittima, ti ho visto buttare fendenti nell'aria prima che il Coatch ci facesse scappare." 

Il rosso scosse la testa. "Margaret non era così, lei era un raggio di sole per tutti. Io l'ho ridotta in questo stato!" 

"Aspetta, il tuo incubo era Margaret." Affermò allora Adrien.

"Non era un incubo, solo una conferma di ciò che già sapevo." Disse lui.

"Allora non avresti dovuto permettere a Margaret di lasciarti, non trovi?" Gli disse Adrien.

"L'ho lasciata io." Disse il rosso cercando lo sguardo verde di Adrien. "Non la riconoscevo più, le dicevo di ritornare in se e lei mi braitava contro dicendo che dovevo lasciarla stare e che non capivo. Allora l'ho lasciata, a lei è andata bene la situazione, ha accettato le conseguenze di ciò che è accaduto ed io non l'ho sopportato." 

Adrien lo guardò questa volta senza parlare. Non sapeva cosa dirgli, avevano avuto reazioni differenti e persone a cui tenevano anche differenti. Lui era voluto stare vicino a Marinette e lei anche si era affidata a lui e ancora lo stava facendo. Era anche vero che su Marinette gravavano tante responsabilità, era Ladybug, era una guardiana ed era il capo team della squadra di eroi contro Papillon. Si era presa la responsabilità di recuperare i Miraculous e proteggere l'umanità, si faceva in quattro tra Parigi, Londra, New York e Genova e ancora avrebbe dato di più se il dovere l'avrebbe chiamata.

In più, Marinette era una ragazza di quattordici anni proprio come tutti loro, quindi aveva anche i problemi che tutti loro adolescenti avevano. Octavia, Parrot e pika pika avevano trovato con lei tanto su cui lavorare e lui, Adrien, non avrebbe mai permesso ai tre super cattivi di prendere ciò che Marinette aveva di più bello. Il suo sorriso, l'altruismo, la gioia di vivere e l'amore verso il prossimo. No, non poteva permetterlo, avrebbe sempre protetto la sua lady. 

"Avresti dovuto proteggerla e insistere." Disse guardando verso il compagno. "Non dai cattivi, ma dopo da se stessa." 

Steven sussultò guardandolo. 

"Cosa credi? Marinette ancora teme di addormentarsi e appena scorge un ombra sussulta, il suo sguardo si adombra. Ma io non voglio che si perda, non voglio perderla. Per questo le sono vicino, per questo ogni notte sgattaiolo nella sua stanza e le sono vicino." 

"Cosa stai dicendo?" Chiese Steven risentito.

"Che se ci tieni veramente a Margaret devi tornare da lei e smettere di fare la vittima dicendo che sei un debole. Devi affrontare le tue paure e se vuoi che la tua innamorata torni quella di prima, devi darle un'altra felicità. Dovreste crearne una nuova Steven, non guardare al passato ma concentrarsi sul futuro." Affermò alzandosi con il rosso.

Scesero dal pullman 

"Io ci tengo a lei, non voglio che tu o altri mettiate in dubbio ciò che ho provato e provo per lei." Disse Steven restando fermo alla fermata mentre Adrien al contrario si era avviato verso casa.

"Perfetto!" Disse il biondo tendendo il braccio. "Dammi la tua borsa la porterò io a casa." 

Steven lo raggiunse. "Cosa?" Chiese 

"Va da lei e iniziate a curare le ferite che vi siete inferte." Adrien lo guardò e gli sorrise. "Falla tornare a vivere, costruite nuove esperienze che la rendano felice. Tu ci puoi riuscire Steven, se ci tieni a lei e a voi due puoi farcela." 

"Io non posso permettermi di dormire da lei." Disse allora lui.

"Volere e potere, prima va da lei e riappacificati. Poi se riesci penseremo al resto, ti ricordo che ho una super migliore amica che trova sempre una soluzione." 

Steven scosse la testa dandogli la sacca da scherma. "Quando la finirai di chiamarla migliore amica?" 

Adrien sorrise al rosso. "Mai! Perché per quanto io la ami lei lo sarà sempre e ne sono contento. Ci capiamo e spero che questa cosa duri anche da qui a venti e più anni, quando avremo dei bambini e saremo una famiglia felice, Marinette sarà sempre la mia migliore amica." Disse il ragazzo sereno in volto. Mise la sacca del compagno in spalla e gli strizzò l'occhio. "Adesso va da Margaret e riportala alla luce, mi troverai dai Preston." 

Steven rise, ci avrebbe giurato che lo avrebbe trovato da Marinette.

Lo vide incamminarsi lungo le strade di Notting Hill, passare il negozio di stoffe dove si forniva Marinette e poi la casa di Margaret spedito verso casa Preston.

Allora preso da una foga che non pensava di avere Steven si mise a seguirlo correndo, fermandosi però di fronte la casa gialla. Salì i gradini e bussò alla porta.

Fu Alix, la ragazza francese ad aprirgli. Stupita lo fissò facendolo entrare ed in quel momento non seppe cosa dire o fare, Margaret con un abito a maglia rossa, della linea di Marinette. I capelli biondi e ondulati erano tenuti fermi dietro la testa con una penna, gli occhiali, che gli cadevano sul naso sottile,  nascondevano gli occhi seri e corrucciati. 

Steven non seppe cosa dire in quel momento, riportarla alla luce, era facile per Adrien dire una cosa del genere. Lui aveva Marinette e lei credeva nel modello francese. Steven invece ora più che mai non credeva in se stesso, era sfiduciato e si vedeva sul baratro di un burrone. Cosa poteva fare lui per Margaret?

"Steven?" Chiese Alix guardandolo con circospezione. 

Il ragazzo si chinò verso la la ragazza dai capelli rossi, ingoiò un groppo poi si avvicinò a Margaret. 

"Dammi un'altra occasione, perdonami e rimettiamoci insieme!" Disse alla bionda.

Margaret sgranò gli occhi castani, non si aspettava quello. Chinò la testa e guardò il pavimento. "N-non posso! Non saprei come renderti felice, lo sai che sono un disastro. Non ho neanche più voglia di ridere come una volta." Gli disse portando le mani dietro la schiena ed intrecciandole. "S-sono una frana e non sono stata capace di renderti felice." 

Steven la guardò, da quando si erano lasciati quella era la prima volta che avevano un confronto. Possibile che pensasse di essere una frana? Era stato lui a fargli quello o Octavia. Le afferrò le spalle con le mani cercando la sua attenzione.

"Non è vero! Non sei tu, il problema sono io. Avrei dovuto starti vicino ed invece sono scappato..." iniziò a dire lui.

Lei scosse la testa. "No! Io sono cambiata e lo sappiamo entrambi." Finalmente Margaret alzò  il capo incrociando il suo sguardo. "Io Steven ho rovinato tutto, hai fatto bene a lasciarmi, non sono la ragazza che hai amato o la bambina che hai visto crescere tra i quartieri di Notting Hill." 

Steve scosse la testa, era colpa sua se Margaret pensava tutto ciò di se stessa. D'istinto la strinse tra le braccia e incassò il suo viso nel collo della bionda. "Io non lo penso. Tu sei una persona bellissima, hai un mondo dentro Margaret e lo sappiamo entrambi, tutti! Può essere che tu abbia perso tutto..." Le disse singhiozzando contro il suo collo. "Ma ti prego, permettimi di tornare al tuo fianco. Affrontiamo insieme la nuova te stessa e non rammarichiamo di ciò che abbiamo perso. Maggie se me lo permetti potremo costruire una nuova felicità e tu potrai tornare a sorridere come prima." 

La bionda restò immobile a quella sua dichiarazione. Come si faceva? Come si tornava a sorridere quando ogni volta la malinconia la prendeva? Quando vedeva Alya e Nino così complici e Marinette con Adrien così irrimediabilmente innamorati anche se lo negavano. Una grande tristezza la pervadeva, quell'amore che lui le stava offrendo sapeva che l'avrebbe fatta cadere nel baratro. Lo aveva detto anche Octavia nel suo incubo, essere preda dell'amore l'avrebbe uccisa, le avrebbe tolto tutto. E infatti lei adesso non era più felice perché? 

"Hai permesso ad un incubo di avere il sopravvento su di te." Disse la voce di Steven. "Ma gli incubi non sono altro che le nostre paure mutate in brutti sogni e le paure devono essere affrontate per crescere. Io voglio crescere con te." Terminò il ragazzo. 

Lacrime calde solcarono il viso della ragazza, rilassò le braccia e le sollevò verso il collo del ragazzo stringendosi a lui. Era vero, aveva lasciato che il suo incubo peggiore prendesse il sopravvento e così facendo aveva permesso a Pika Pika di prendersi tutta la sua felicità. Cosa doveva fare? Era passato un mese e mezzo e sembrava che non riuscisse ad uscirne.

"Ehm.." un colpo di tosse fece sciogliere l'abbraccio che la teneva legata a Steven. Margaret lesse nel suo sguardo verde la speranza, si scostò e incontrò una Alix che la guardava con sfida ed una smorfia altezzosa. 

"Ha ragione lui sai? I problemi vanno affrontati, anche Marinette è stata vittima dei tentacoli di quel mostro ma ha reagito." Disse. "Dovresti farlo anche tu, non arrenderti e reagire. Hai Steven e non solo. Hai tanti amici che ti amano, ho visto il legame che avete con i vostri compagni di quartiere e vedo anche che loro tendono a proteggerti. Affronta le tue paure e dimostra a quel mostro che tu puoi farcela." Terminò.

"Io... non sono in grado!" Non era forte come Marinette e non aveva ciò che apparteneva a Marinette. 

"Forse da sola no!" Le disse Steven prendendole la mano. "Ma tu non sei sola e arrendendoti consenti a Lady Octavia e Pika Pika di avere sempre potere su di te. Se non lotti contro te stessa non li vincerai mai, ma insieme potremo aiutarti." Disse Steven che intercettò lo sguardo della francese.

"Io direi che la migliore arma è la sincerità e l'amicizia. Adesso hai tanti amici che ti saranno vicini, a cominciare da pel di carota qui che si è dato una svegliata." Disse con una strizzata d'occhio Alix.

"Hai finito di infierire!" Disse Steven.

Alix gli sorrise malefica, al che il rosso fece una smorfia di disprezzo. Nel vederli Margaret fece una lieve risata che attirò l’attenzione dei due.

“Siete divertenti.” Disse arrossendo. 

“Non incentivare la nana a continuare.” Disse il rosso. 

“Nana a chi?” Disse Alix puntandogli il dito contro. 

Margaret continuò ad osservarli e a ridere mentre i due riprendevano a discutere. Era tanto che non rideva così di gioia e tutto merito di loro due e delle loro scenette che terminarono quando Steven mandò via la sua compagna parigina. 

“Sei stato un maleducato con lei Steve, è mia amica e ospite e non avresti dovuto mandarla via.” Lo ammonì a quel punto. 

“Ritornerà!” Disse lui avvicinandosi di nuovo a lei. “Appena avremo chiarito tra di noi Maggie. Ti prego, dammi un’altra occasione.” Le disse prendendola tra le braccia. 

Margaret si sentì arrossire, cosa doveva rispondergli? “Io... io non...” 

“Basta dire sì o no!” Disse lui. “Se mi dirai di no, capirò che non mi ami più e andrò avanti. Ma cercherò comunque di starti vicino come amico, te lo prometto.” 

La ragazza sollevò il viso a guardarlo negli occhi verdi. “No... non è questo, io ti amo ancora Steve. Ma...” 

Lui le portò una mano al viso. “Non ci sono ma se ci amiamo. Perché se quello è il tuo dubbio la risposta giusta è torniamo insieme ma lottiamo insieme.” 

Margaret gli afferrò la mano con le sue e lo guardò piangendo. “Facciamo... un passo alla volta. Come quando ci siamo messi insieme la prima volta?” Propose allora, aveva paura. Paura di sbagliare e questa volta non riuscire ad uscirne fuori. Steven le asciugò le lacrime ed annuì. 

“Per me va bene un passo alla volta. Abbiamo una vita davanti e tanto tempo.” Disse il rosso. 

La bionda allora pianse ancora e si strinse nel suo abbraccio lasciandosi coccolare dal suo amato. Forse era di lui che aveva bisogno? Non lo sapeva, ma avvolta dal suo calore stava bene.

“Ehi ragazzi!” La voce di Alix di nuovo irruppe tra di loro. “Questa sera hanno organizzato un pigiama party dai Preston, ci siamo vero Maggie?” 

Steven ne restò sorpreso mentre Margaret annuì. “Io non ne so nulla.” 

“Pel di carota lo hanno organizzato adesso per te. Adrien ci ha detto di Lady Octavia!” Disse la ragazza.

Steven sbuffò facendosi rosso in volto. “Non ne ho bisogno!” 

Margaret gli strinse la mano e cercò il suo sguardo. “Ti hanno attaccato? Stai bene?” Chiese preoccupata.

Steven annuì. “Sto bene, quella poco di buono di Miss Parrot si è insinuata nella mia testa e Lady Octavia mi ha beccato. Ma ne sono uscito!” Disse fiero alla ragazza.

“E così abbiamo la scusa di stare tutti insieme questa notte. E bravo pel di carota!” 

“Smettila nana!” Si irritò ancora Steven mentre Margaret riprendeva a seguire le loro scenette. Lei al contrario di Steven era stata fortunata, quando era stata attaccata non era stata preda di Miss Parrot. Forse gli incubi di Octavia riguardavano anche lei, per questo Steven era tornato a cercarla? Eppure non aveva pensato a  se stesso nel convincerla a tornare insieme ed anche in quel momento, il rosso aveva tanta energia in corpo da sembrare stare bene.

 

Parigi

Dopo aver cenato con sua madre Kagami si era chiusa in camera sua con la scusa di dover studiare e una volta aver serrato la porta si era trasformata in Raiongāru ed era uscita in strada verso la Bastiglia. Era uscita senza permesso, ma sapeva che se avrebbe chiesto a sua madre ella avrebbe rifiutato. Soprattutto perché a Kagami non gli importava più di tanto trovarsi ad uscire con Claude Noiret. Lo faceva per Linette e dopo aver sentito le altre aveva anche il dubbio di aver sbagliato ad accettare quel l’uscita per lei. 

Alle 20.00 precise era di fronte l’alimentazion Générale a rue Oberkampf*, Linette con un vestito rosa che le arrivava alle caviglie attendeva speranzosa all’entrata del locale. Dopo essersi ritrasformata la nipponica la raggiunse, non si era cambiata restando con il suo tipico abbigliamento serioso, proprio per non dare false speranze a quel Claude. Una volta raggiunta la compagna di classe stranamente ecco che si vide raggiungere anche da Claude e da un altro ragazzo moro con gli occhiali dalla montatura in ferro.

“Eccoti bambolina.” Disse il biondo cingendole le braccia con possessione. 

Kagami fece per scostarsi, ma come si permetteva di toccarla con quella confidenza. 

“Lui è Patrick, lei è la mia ragazza e questa qui la sua amica con cui starai questa sera.” Disse entrando nel locale. Si fermò a parlare col buttafuori e disse che erano con lui. 

Disgustata Kagami si avvicinò alla compagna di classe. “Ma davvero? Come puoi permettergli di trattarti così, non solo non sa il mio nome ma mi ha presentato come la sua ragazza. Tu invece sei questa qui! Linette dovresti avere un po’ di amor proprio.” 

“Qualche piccolo difetto può passare Kagami. Non lo vedi come è splendido?” Affermò la turchina.

“Non notò nulla di splendido in lui, disgustoso è il termine giusto.” Disse allora lei. “Andrò via presto sappilo.” Appena si sarebbe assicurata della presenza di Valerie e Jerome. 

Appena entrati si spostarono ad un tavolo vicino al palchetto allestito per i musicisti emergenti. Un ragazzo stava esibendosi con una canzone rap di cui Kagami non ne comprendeva le parole, quando fu il turno di ordinare, essendo minorenne la ragazza chiese un frappé al mirtillo mentre la sua amica Linette prese un aperitivo alcolico.

“Linette non credo sia il caso.” La ammonì la giapponese.

“Dai bambolina, siamo qui per divertirci. Rilassati che andrà tutto bene, Patrick vai a prendere le ordinazioni!” Ordinò Claude andando quasi addosso a Kagami. 

“Dovresti rilassarti Kagami, vedrai che ci divertiamo.” Disse la turchina a quel punto.

Rilassarsi? Come poteva rilassarsi quando quel Claude non perdeva occasione per toccarla? Non lo sopportava, era uno sconosciuto ed aveva fin troppe confidenze nei suoi confronti, quei corpi così vicini le davano fastidio, le sue braccia intorno quelle di lei le davano fastidio e anche le sue mani che sfioravano il viso o il collo o peggio, il ginocchio. Ma dove si era mai visto? 

“Mi rilasserò quando saremo andate via.” Disse allora seria. 

Un’altra ragazza con una chitarra prese il posto del rapper, accordò lo strumento poi iniziò la sua esibizione attirando così l’attenzione della nipponica. Aveva una bella voce, suonava bene e con le parole delle canzoni riusciva ad entrare nell’anima degli spettatori. Era decisamente brava, tanto che non si accorse del ritorno di Patrick e dell’arrivo delle loro ordinazioni. Quella ragazza che scoprì chiamarsi Chantal l’aveva intrattenuta per buona mezz’ora e le fece pensare che in fondo la serata poteva salvarsi. 

O almeno lo aveva sperato fin quando Claude non le aveva di nuovo messo la mano sul ginocchio. Si fermò dal bere il suo frappé regalandogli un’occhiata di fuoco. 

“Via la mano dal mio ginocchio.” Ordinò.

“Troppo distanti io e te bambolina.” Ironizzò lui facendo salire la mano sulla coscia.

Kagami gelò, gli afferrò la mano poco prima che potesse insinuarsi sotto la gonna e fissò carica di disgusto il biondo.

“Stammi a sentire...” disse 

“Dio come sei eccitante con questo sguardo così distaccato.” Le disse Claude chinandosi su di lei. 

Kagami si allontanò con la testa, non capiva ciò che lui diceva al contrario il disgusto continuava a salire. Si sentì afferrare la testa dalla mano libera di Claude e prima che potesse parlare avvertì le labbra di lui sulle sue, la lingua che senza permesso le entrava in bocca e cominciava ad esplorarla. Kagami si sentì scioccata e al tempo stesso nauseata da quel ragazzo. Non era un vasto bacio di Linette quello, ne il bacio che le aveva dato il giorno prima Luka, se quello del musicista l’aveva portata a ricambiarlo a cercare la sua lingua ad abbracciarsi a lui, questo era decisamente l’opposto. Rivoltante! Ecco il termine giusto che poteva dargli, con una morsa di orgoglio approfittò di quel bacio rubato e mentre lui leccava la sua bocca lei audace gliela morse con cattiveria tanto da far allontanare il ragazzo. Claude la guardò con sguardo vacuo. “Mi piaci bambolina!” Disse allungandosi di nuovo su di lei, ma Kagami lo anticipò. Si alzò e senza temerlo gli diede uno schiaffo attirando l’attenzione dei presenti. 

“Credo di averti fatto capire questa mattina che non mi piaci. Che sono uscita con te solo per la mai amica che stai ignorando e che non apprezzo le tue viscide mani su di me, figuriamoci la tua bocca insulsa.” 

Claude si alzò carico di rabbia. “Tu ragazzina, come ti sei permessa?” Disse Claude sovrastandola. “Non hai capito con chi hai a che fare, chiunque vorrebbe stare con me, essere la mia amante e tu mi umili di fronte a tutti!” Disse afferrandola per le spalle e sbattendola sulla poltrona che fino a quel momento l’aveva vista seduta. “Adesso ti faccio vedere io...” 

Kagami lo guardò con sfida. “Forse non hai capito, io non sono tutte” disse al biondo che stava mettendo di nuovo le sue mani sulle sue gambe. Kagami ne sollevò una e senza pensarci troppo gli diede un calcio tra le gambe.

Tutt’intorno si sentì qualcuno ridere, qualcun altro incitare la ragazza che si sollevò cogliendo l’attimo e andò a prendere per mano Linette. “Andiamocene.” Le disse pulendosi la bocca con la manica della giacca, ancora provava quel senso di repulsione. 

Linette osservò Claude riverso sul divenetto ancora incerta, fu strappata via dal posto da Valerie che le aveva raggiunte. 

“Ha ragione Kagami, dobbiamo andare.” E così dicendo tirò via la turchina seguita a ruota dalla giapponese che voleva solo uscire da lì. 

Intanto Claude si alzò dalla sua posizione e fece per raggiungerle ma tra le tre e lui si frappose Jerome. 

“Non ti avvicinare a loro e non ti azzardare a farti rivedere intono la nostra classe, ti denuncio e sta sicuro che mio padre non ha paura di tua madre.” Gli disse allora con fare minaccioso.

Il castano accertatosi che le tre fossero uscire gli voltò le spalle e le raggiunse senza accorgersi che nello stesso momento un akuma si stava impossessando di Claude Noiret. 

 

“Mi dispiace che la serata sia andata così.” Piagnucolava Linette.

“Ho sbagliato io.” Disse allora Kagami. “Dovevo fidarmi del mio istinto, quel Claude è infido e si è dimostrato tale. Purtroppo per lui non sono un’ingenua.” 

“Non dire così Kagami.” Le disse Valerie che poi puntò l’indice a Linette. “Piuttosto tu, hai capito di che pasta è fatta mister Noiret? Spero ti sia passata la cotta per lui.” 

“Lui voleva che Kagami fosse la sua ragazza, non ha fatto nulla di male.” Lo giustificò la turchina. “Certo poteva essere più dolce e romantico ma voleva solo stare con Kagami.” 

“Tutti se ne fregavano e se Kagami non gli dava un calcio l’avrebbe stuprata di fronte a tutti.” Intervenne Jerome furioso. “Apri gli occhi Linette! Kagami ti chiedo scusa a nome del popolo maschile, giuro quando vedo certi soggetti mi vergogno di essere un maschio.” 

La ragazza annuì al compagno camminando al loro fianco per le strade di Parigi. “Tranquillo Jerome, io sto bene e...” 

“Andiamo Jerome. Anche tu vuoi fare l’amore con Valerie, è normale quando due persone si piacciono.” Lo sgridò Linette.

“Ehi piccola aspetta. A me Jerome mi tratta con rispetto e noi non facciamo nulla di volgare come Claude.” Intervenne Valerie offesa. 

Kagami arrossì, non era abituata a quegli argomenti. 

“Io e Valerie ci amiamo e comunque non ho mai abusato di lei”. Stava dicendo Jerome.

“Ah sì, allora Luka, lui e Veronique stavano insieme solo per quello, non si amavano.” Disse la turchina furiosa.

“Infatti lui la lasciò perché lei andava a raccontare in giro che aveva il suo toy boy con il quale aveva rapporti.” Jerome stava infuriandosi sempre di più. “Non confondere Linette due persone che comunque stanno per insieme e uno come Claude che esce con le ragazze con il solo scopo di portarsele a letto.” 

“Adesso basta!” Intervenne Kagami, aveva scoperto abbastanza per quella sera. Guardò Linette. “Spero che tu abbia capito che lui non è una così bella persona. Ma nel caso Linette sappi che con quel ragazzo non ti reggerò più il gioco.” Le disse, peggio non voleva che la facesse soffrire.

“BAMBOLINA...” Urlò una voce 

Il gruppo dei cinque si voltò verso quella voce, sotto un lampione apparve un uomo vestito come un nobile del settecento, tra le mani aveva una frusta che lasciava scoppiettare e distruggeva tutto ciò che aveva a portata di mano. 

“TI FARÒ PAGARE L’AFFRONTO CHE MI HAI FATTO.” 

Kagami fece qualche passo indietro cercando un posto dove potersi trasformare, notò un vicolo poco distante. Doveva solo trovare un modo per separarsi dai compagni di classe.

“Andate via, io ho la macchina di mia madre in quella traversa...” disse ai tre. 

Doveva trattarsi di Claude, non conosceva nessun altro e sopratutto nessuno che avesse umiliato pubblicamente. 

“Ti portiamo prima all’auto.” Disse Jerome frapponendosi tra le tre e Claude. “Correte che vi guardo le spalle.” 

Le ragazze annuirono e prendendo la mano a Linette Kagami prese a correre, come si sarebbe sbarazzata di loro? 

Intanto Claude lanciò la sua frusta su Jerome che seduta stante scomparve dal luogo. Nel vederlo sparire Valerie urlò di terrore lasciando Linette per andare alla ricerca del ragazzo.

“No... no!” Urlò la turchina che in preda alla disperazione raggiunse Valerie in quella battaglia, di lì a poco anche le due furono scaraventate via dalla frusta di Claude. Al che Kagami ne approfittò e scappo nel vicolo più vicino, Nissa uscì subito allo scoperto. 

“C’è bisogno di noi!” 

“Mi sorprende non si sia trasformato in un maiale.” Disse Kagami alzando la mano al cielo, il Miraculous si illuminò. “Nissa trasformami.” 

 

Due akumizzati in una giornata. Il furto di Acci doveva aver fortificato Papillon che non si era lasciato demordere ma al contrario aveva colpito due volte. 

Sconfitto ‘Dongiovanni.’ L’ennesimo akumizzato di Papillon il gruppo di quattro eroi  si tese il pugno. 

“Ben fatto!” Dissero Ladybug e Chat Noir. Raiongāru e Red Scorpio sorrisero ai due eroi e ricambiarono il pugno, era ora di salutarsi ma a sorpresa la portatrice del coraggio fermò la coccinella. 

“Posso parlarti in privato?” Chiese a quel punto.

Ladybug guardò Chat Noir che annuì. “Io vado tu resta pure.” Le disse a quel punto salutando poi l’amico che anche salutò le due ragazze per andare via.

Raiongāru mise lo skateboard a terra e lo indicò a Ladybug che ci salì sopra. 

“Dimmi tutto.” Disse allora la corvina 

“Volevo chiederti... se ci sono problemi nel caso io... ecco in pratica.” La ragazza fermò lo skate e si voltò cercando lo sguardo dell’amica. “Io devo capire, quel tipo Dongiovanni questa sera mi ha rubato un bacio.” Si confidò allora la giapponese mentre si detrasformava. 

“E Luka?” Chiese Marinette che invece era ancora nei panni di Ladybug, chiamò l’unione con Klakky così che Tikki potesse riposarsi. 

“È questo il problema! Questo tipo si è preso un bacio che io non volevo, è stato insulso e mi ha disgustato.” Spiegò Kagami. “Con Luka invece è stato diverso, mi è piaciuto e se non ci fosse stata l’akuma avrei continuato a baciarlo.”

“Vuoi consigli da me?” Chiese Marinette alzando le mani ad altezza del petto. “Ne so quanto te, ho baciato solo Chat Noir.” 

“Questo è anche il mio problema!” Disse la ragazza. “Mi è piaciuto il bacio di Luka, ma dovrei amare Adrien e l’altro bacio non mi è andato proprio giù. Stasera la ragazza con cui sono uscita ha detto che l’amore non c’entra nulla e che si può stare insieme anche senza.” Raccontò la giapponese all’amica.

“Quindi...” Chiese Marinette.

“Mi piacerebbe che tu e Chat Noir ne parlaste, mi piacerebbe capire le sensazioni che potrei avere baciando chi credo di amare.” Disse allora lei.

Marinette la ascoltò, le stava chiedendo di poter baciare Adrien? Senti montare la gelosia dentro di lei, non lo aveva fatto quando si era trattato di Luka, ma adesso si parlava di Adrien ed era diverso.

“Tu non hai mai pensato a come sarebbe stato baciare Luka?” Chiese Kagami, quasi fosse nella sua testa. 

Marinette la guardò, aveva mai voluto baciarlo Luka? E lui a lei? Non c’era mai stata una provocazione o una richiesta, non erano mai arrivati a tanto. 

“Perché lo hai baciato? Quando Luka ti ha chiesto il bacio intendo.” Chiese allora.

“Non me lo ha chiesto.” Disse Kagami

Marinette ebbe un flash, le parole di Adrien ritornarono nella sua testa. “Non si chiedono i baci.” Le aveva detto. 

“Non ti prometto nulla, ne parlerò con Chat Noir che sappiamo vorrà sapere perché mi sono trattenuta. Ma penso che sia più no che sì!” Disse allora lei chiamando il potere del cavallo. 

“Scusami per la richiesta...” disse allora Kagami.

Marinette le sorrise, in fondo lei e Adrien erano solo amici. “Tranquilla, io e Chat Noir non stiamo insieme. Ti farò sapere va bene?” Disse la corvina. “Alla prossima!” 

Kagami alzò la mano in segno di saluto poi sparì nelle strade di Parigi, era confusa, più confusa che mai e forse con quella richiesta aveva distrutto la sua amicizia con Marinette e Adrien. Sospirò e non avendo altro da fare si diresse a casa sua, quella serata era stata un disastro. 

 

Marinette tornò nel salone di casa Preston subito dopo essere tornata a Londra, era stata via più del previsto visto che si era fermata con Kagami. Aveva ragione Adrien, la scusa che avevano inventato per eventuali allontanamenti valeva più per lei che per lui. Si  riusciva a giustificare così lui era andato al bagno, le aveva fatto uno squillo e lei si era allontanata dicendo che erano i suoi genitori per la telefonata quotidiana. 

Ed ora eccola che rientrava. “Scusate dopo la mamma mi ha chiamato anche Kagami che saluta tutti.” Disse la corvina andando a sedersi accanto ad Adrien.

Giocarono un altro poco a scarabeo fin quando il gruppo non decise che era ora di andare a dormire poiché il giorno dopo ci sarebbe stata scuola. 

“Kagami?!” Chiese il biondo steso accanto a Marinette 

La corvina annuì. “Sì, mi ha chiesto se....”  

Adrien la fissò, possibile che avessero litigato? “Se stiamo insieme?” Chiese lui.

Lei scosse la testa. “No no... io le ho detto che non stiamo insieme e siamo solo amici. Ma voleva chiedere a me se era possibile che ti baciasse.” 

Adrien si ammutolì a quella confessione, lui e Kagami erano molto amici e sapeva che Kagami avrebbe voluto qualcosa di più, una volta aveva provato anche a baciarlo e lui si era trovato impreparato. Adesso però non sapeva come reagire, pensava che con il loro ultimo incontro avessero chiarito. 

“Tu che le hai risposto?” Chiese allora 

Marinette si avvicinò a lui un po’ di più per non farsi sentire dagli altri. “Dopo che mi ha chiesto scusa per la richiesta le ho ricordato che siamo solo amici.” 

“Perché ha fatto una richiesta del genere? Mi sento in imbarazzo adesso.” Disse Adrien portando la testa nel collo della ragazza.

“Per via del Dongiovanni.” Disse allora Marinette. “Questa sera le ha rubato un bacio e ne è rimasta delusa, voleva sapere cosa si provasse a baciare qualcuno che ti piace.” 

“Cosa?!” Chiese Adrien alzando la testa di scatto. “Bambolina era lei?” 

“Bambolina?” Chiese Marinette.

“Ti ricordo che sono rimasto sul posto dopo che siete andate via.” Disse Adrien alla corvina. “Claude é stato akumizzato dopo che ‘bambolina’ gli ha dato uno schiaffo ed un calcio pubblicamente dopo che questi l’ha baciata.” Raccontò Adrien “Non pensavo si trattasse di Kagami.” 

“Tutto questo te l’ha detto Claude?” Gli chiese Marinette.

“No, è stata una ragazza dai capelli rossi che cercava bambolina. Le ho chiesto allora cosa è accaduto e mi ha raccontato i fatti.” Riferì Adrien.

“Ma Kagami solitamente non è così violenta.” La giustificò Marinette. 

“Forse avere avuto un bacio rubato l’ha turbata molto.” Disse Adrien.

“Cosa vuoi fare?” Gli chiese allora la corvina. Sentiva il cuore stretto in una morsa. 

“Evitarla per ora?!” Propose lui. 

Marinette sorrise rilassandosi tra le sue braccia. “Devi fare ciò che ti senti.”

“Me lo avresti detto se fosse stato Luka a chiederti un bacio?” Chiese allora lui. 

“Luka e io non ci siamo mai baciati e comunque credo che ora come ora non me lo chiederebbe.” Disse lei.

“Non vi siete mai...” disse Adrien guardandola. “Sono stato il primo e l’unico.” Le sorrise.

“Tecnicamente, anche se non lo ricordo, il primo me l’ha dato un certo gatto nero.” Ammiccò lei.

Lui sorrise sornione, poi la guardò seria. “E tu Marinette cosa ne pensi di questa storia, non stiamo insieme e ti sto chiedendo di aspettare.” 

“Abbiamo delle motivazioni più che valide Adrien.” Lo rincuorò lei. 

“Sì, ma non hai rimpianti per Luka? Si vedeva che ti piaceva.” Le disse allora lui. 

Marinette tacque e si strinse a lui. “Credi potrebbe esserci la possibilità? Tu pensi potresti averne con Kagami?” 

Lui scosse la testa. “Per quanto Kagami mi piaccia, sono sempre stato troppo preso da Milady per pensare a lei diversamente da un’amica.” Le sorrise e le diede un bacio sul naso. “Poi tu hai preso il suo posto nel mio cuore e addio Kagami.” 

Marinette gli sorrise e ricambiò il suo lieve bacio. 

“Marinette...” 

“Mmm...” 

“Non cambiare argomento. Vuoi baciare Luka?” 

“Perché parliamo di me e Luka quando l’argomento è te e Kagami?” Chiese lei.

“Perché si parlava di rimpianti Marinette non di altro. È sempre stato evidente che ti piacesse Luka.” 

“Come amico.” Disse lei arrossendo. 

Lui le baciò la guancia e le sorrise. “Allora se c’è solo amicizia nessuno bacerà nessun altro.” Sentenziò lui. 

Marinette annuì e gli strinse le dita intorno la maglia del pigiama. “Baciala.” Decise allora.

Adrien rimase stupito da quella sua affermazione. “Bacerai Luka.” Disse allora, sospirò sorridendole, forse era meglio così. Dovevano togliersi tutti i dubbi prima di iniziare un’eventuale storia. “Fai bene.” 

“Lo farò nei panni di Ryuko.” Disse lei.

“Perché?” Chiese lui. 

“Devo togliermi un dubbio no? Se lo baciassi come Marinette o Ladybug potrei dargli false speranze.” Spiegò la corvina. 

Adrien annuì. “Quando?” 

“La prossima volta a Parigi e lo faremo senza esitazioni.” Disse lei. “Poi mi dirai sinceramente come è andata.”

“Marinette, io non ho dubbi su di te, so come andrà per me. Ma va bene, ti dirò tutto.” 

Marinette rimase colpita dalla sua caparbietà. Ma in fondo perché lo faceva? In fondo era sempre stato perseverante nel suo amore verso Ladybug ed ora verso di lei. Adrien si sentiva forte di questi sentimenti, non avrebbe quindi provato nulla con Kagami? Erano comunque legati loro due. 

“Non dubitare mai di me Marinette.” Disse lui al suo silenzio. “Bacerò Kagami, ma solo per dimostrarti che non devi temere per me.” Terminò 

“Io no... non ho...” balbettò  lei.

“Shh Marinette, è ora di andare a nanna.” Le disse lui dolcemente.

La ragazza acconsentì e si strinse al biondo. “Bon nuit mon Chaton.”

———-

È un locale vicino la Bastiglia, a Rue Oberkampf appunto, dove ci sono esibizioni musicali. 

nutrono della felicità degli altri, e quando la succhiano si sentono vincitori.

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Capitolo 36
*** Parte 35º - Ice Seal ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
(Premessa: da questo momento andrò forse OOC nel muovere sia Luka che Kagami, darò un passato soprattutto al primo perché un ragazzo di sedici anni sarebbe anomalo vederlo legato solo al gruppo degli amici della sorella e soprattutto che prima di Marinette non abbia avuto 'storielle'; cercherò con le caratteristiche base di Astruc e company di muovere e far crescere, spero, due/tre personaggi. Perché si ci metto anche Chloé. Grazie)

Parigi 

Quella mattina a scuola tutti la guardavano  di sbieco. Kagami pensò che avesse qualcosa che non andava nei capelli o nei suoi vestiti. Quando arrivò in classe la trovò ad attenderle le amiche di Luka, Maëlle e Fleur, che preoccupate le andarono incontro.

"Kagami stai bene?" Chiesero 

La nipponica annuì guardando le due. "Perché me lo chiedete? Sto benissimo." Rispose. 

A parte essersi giocata l'amicizia  con Marinette dopo la richiesta della sera prima. 

"Ho sentito che Claude Noiret ha quasi provato ad aggredirti." Le disse Maëlle.

"Ah... quello." Disse lei atona. "Lo avevo dimenticato e sinceramente penso che tra i due lui dovrebbe stare male." Disse poi la nipponica.

Fleur annuì. "Linette ci ha detto che gli hai dato un calcio e anche se lei dice che sei stato troppo dura con lui, hai tutto il nostro appoggio." 

"Quel porco, se ci fossi stata io altro che calcio nei gioielli di famiglia. Lo avrei ucciso!" Si infervorò Maëlle.

Kagami scosse la testa. "Gli state dando solo importanza, io ho già dimenticato tutto." Disse alle due mentre Luka e Sebastian entravano in classe. 

Il secondo le lanciò un'occhiata impensierita, mentre il musicista si recò al banco dietro quello di Claire come al solito.

"Cosa ci fate voi due qui? Non è la vostra classe o sbaglio." Disse Luka sbattendo la borsa sul banco.

Le tre ragazze lo osservarono circospette. Cosa gli prendeva? "No, eravamo solo preoccupate per Kagami."

Luka sorrise, di un sorriso che non arrivava agli occhi e puntò lo sguardo azzurro sulla giapponese. "Sei andata di tua volontà giusto?" Le chiese, Kagami annuì mentre lui tirava fuori i libri. 

"Visto, se l'è cercata, fossi in voi non mi preoccuperei e tornerei in classe." 

Maëlle fece una smorfia, ma che gli prendeva? "Sì stiamo infatti andando via, ci vediamo a pranzo Kagami?" 

La nipponica annuì e salutò le due mentre Claire entrava in classe e la raggiungeva. "Finalmente di nuovo vicine." Disse la bionda intavolando un discorso che ella seguì poco. 

La mente era focalizzata su Luka che quella mattina sembrava diverso dal solito. 

Più volte la vicina di banco la chiamò e più volte le chiese di ripetere prima che Legrand entrasse in aula e iniziasse la lezione. 

Lezione che fu interrotta da Papillon ed un nuovo super cattivo. I professori evacuarono lo stabile poiché l'akumizzato era all'adiacente college. Kagami ne approfittò per sgattaiolare via inosservata e trasformarsi, sperando veramente di non aver rovinato il suo rapporto con Marinette. 

 

Al secondo akumizzato della giornata i quattro eroi si guardarono stupiti, come mai Papillon insisteva tanto quel giorno? 

"Credo di sapere perché Ivan sia stato akumizzato." Proruppe la voce di Lady Xīyì 

Ladybug si voltò verso di lei. "Dicci tutto." "Chloé lo ha umiliato di fronte tutta la classe." Raccontò 

"Adesso si spiega tutto ." Disse Chat Noir.

"Non so chi sia questa Chloé." Rispose  Raiongāru. 

"Neanche io, ma se ne sente parlare in giro. Vedrai che prima o poi la incontri." Le disse Red Scorpio. 

"Meglio mai che tardi, adesso vi devo lasciare. Ciao ragazzi!" Li salutò la portatrice del coraggio. 

Red Scorpio si strinse il pugno con Chat Noir e gli sorrise. "Anche io, alla prossima." 

Troppa gente akumizzata Marinette e Adrien ne erano consapevoli, tanto che adesso che avevano terminato e dopo aver salutato anche Red Scorpio, Adrien aveva proposto alla sua partner di restare a Parigi.

"Non hai gli allenamenti oggi?" Aveva detto Marinette.

"Si li ho, ma sarebbe peggio lasciarli ed il Coatch dice non c'è bisogno mi dica nulla. Sono un asso insettina." Rispose lui sornione. 

restare qui visto il picco di akumizzazioni." . 

Marinette lo osservò senza trovare il coraggio di dirle nulla, intanto Chat Noir in silenzio fece una smorfia, davvero voleva restare a Parigi? 

"Dovremo rientrare a Londra, potrebbero insospettirsi se non ci vedono." Disse 

"My lady questa cosa non ti piace, sarebbe il caso di non far finta di nulla." Le disse lui prendendole la mano e facendole il baciamano. Il suo cruccio non era restare o meno. Era sicuro Adrien che era la richiesta di Kagami che aveva in mente. 

Lei scostò la mano dal suo viso. "No! Dobbiamo." Disse decisa, doveva togliersi questo farlo dalla testa. "Se torneremo di nuovo a Parigi tu poi va da lei mentre io... vado..." disse arrossendo. 

"Da Luka?" Chiese il modello. 

Lei annuì, si era bene andare e togliersi tutti i dubbi. Adrien fece spallucce, quella situazione non piaceva a lui quanto non piaceva a lei. Ma avrebbe rispettato le sue scelte. 

"Torniamo a Londra." Disse allora. 

 

"Mi chiedo cosa abbia oggi Luka." Disse Claire lasciando posto il suo solito banco.

"Quindi non mi sono sbagliata." Rispose Kagami.

"Ha qualche tarlo di sicuro, questa mattina ha anche detto a Linette di lasciarlo stare." La informò la bionda.

"Niente saluto del giorno?" Chiese Kagami.

"Niente di niente." Rispose Claire prendendo la borsa e uscendo con lei dall'aula lanciando uno sguardo a Linette che le stava raggiungendo con Veronique e Jerome. 

"So che anche Jerome è freddo e distante con lei." Le disse la bionda all'orecchio.

"Kagami sei arrabbiata con me?" Chiese la turchina raggiungendole. 

Lei sollevò un sopracciglio. "Piuttosto con la tua ingenuità, ancora stai dietro a quel Claude?" Disse lei rigirando la domanda. 

Ormai fuori i corridoi Linette si guardò le spalle, Jerome era parecchio distante.

"Lui è fantastico Kagami e non ha fatto nulla di male in fondo. Perché non parli con Jerome, vuole che ti chieda scusa." 

Kagami impassible continuava a camminare. "Mi dispiace ma sul ragazzo che ti piace abbiamo punti di vista differenti, per quanto riguarda Jerome posso però parlargli." Disse la nipponica, non voleva delle scuse sopratutto quando non erano sincere.

"Eccoti qua bambolina, ti ho cercata tutto il giorno." 

La voce di Claude che si frappose tra il gruppo di ragazze e l'uscita interruppe la loro chiacchierata. Kagami però ignorò il ragazzo e si spostò di lato per andare via, ma Claude la prese per il braccio.

"Ehi ce l'ho con te bambolina." 

Un'occhiata truce la nipponica strattonò l'arto. "Uno: ti ho già detto ieri sera che mi da fastidio tu mi tocchi, ovunque e in qualunque posto. Due: ti ho chiesto di avere rispetto per la mia amica e non lo hai fatto. Tre: non mi chiamo bambolina e non ti devo niente. Quattro: azzardati a starmi ancora dietro e la prossima volta avrai più di uno schiaffo o di un calcio..."

"Abbiamo finito?" Intervenne la voce di Luka che arrivava in quel momento con Jerome, Sebastian e Pierre. 

Claude li osservò per poi rivolgersi di nuovo a Kagami puntandole il dito contro. "Tu bambolina..." 

"Non sono interessata a te, non susciti in me nulla e sono uscita solo per fare un favore alla mia amica. Quindi non abbiamo mai più nulla da dirci, grazie!" 

Claude la trattenne per la spalla, adesso Kagami stava infastidendosi.

"Lasciala, non hai sentito che non vuole essere toccata da te?" Intervenne Sebastian mentre Luka senza indugiare afferrò il braccio a Claude.

"Non toccarla... più!" Gli ordinò Luka con sguardo minaccioso liberandola da quella presa. 

"Luka!" Lo chiamò Kagami, non lo riconosceva dal solito ragazzo conosciuto fino ad allora, il suo sguardo ombroso faceva paura. Gli prese la mano e lo scosse spintonandolo via da li. "Andiamocene."  Disse andando via, ignorando il grullo di amici e lo stesso Claude. Doveva fare presto, impedire che il compagno si lasciasse andare alle emozioni negative e venisse catturato da Papillon. Lo portò alla sua auto e una volta dentro non perse tempo, chiamò il Kwami che lo proteggeva. "Viraago!"  

Il Kwami del drago uscì allo scoperto seguita a ruota da Ek che si fermò a guardare la scena.

"Tatsu parti per favore." Chiese all'auto che si accede e partì per le strade di Parigi.

"Non ci sono Akuma in giro Kagami." Le disse la Kwami. 

"Grazie Viraago." Disse la ragazza guardando di sottecchi il musicista attendendo che si calmasse. 

Il silenzio dell'abitacolo stava facendosi leggermente pesante e la ragazza avrebbe voluto strattonare il ragazzo, che improvvisamente esplose. 

"Che problemi hai?" 

"Non sono io ad avere problemi al momento." Disse lei risentita. 

"Sono tre giorni che sei a scuola e non ne combini una giusta. Non sono il tuo babysitter, non voglio avere più la responsabilità delle tue azioni." Braitò lui.

Kagami si ritrasse, ma cosa credeva quello... gli diede un pugno sul braccio. "La verità è che io ti ho appena fatto da balia." Ci tenne a precisare con voce gelida e offesa dandogli ancora un altro pugno. "Non dirmi come devo comportarmi quando sei il primo a comportarsi male. Tu non ti sei visto là fuori, io e tutti gli altri ti abbiamo visto e anche adesso non sei in te." 

Luka la guardò minaccioso, davvero credeva di farle paura? Con lei non straccava non avrebbe ceduto allo stato d'ansia che il suo sguardo trasmetteva.  

Il musicista le prese la mano con cui fino a poco prima lei lo stava colpendo, vi fissò lo sguardo e prese a respirare con regolarità. Cosa stava facendo? 

Alzò lo sguardo e cercò quello di Kagami, poi espirando un'ultima volta prese di buco parola. "Scusami, non so cosa mi sia preso." Le disse a quel punto, in realtà lo sospettava. Ma non poteva chiamare Rizza davanti alla giapponese e chiedergli cosa era appena successo. 

"Potevi semplicemente dirmi prima che ti davo fastidio. Sappi che è reciproco il pensiero!" Disse lei allontanandosi e ritraendo la mano che però Luka ritrasse. 

"Non volevo dire quelle cose." Disse il musicista.

"Tu dici sempre ciò che pensi! Come quando mi dici che sbaglio e adesso che eri iracondo hai rivelato il tuo vero pensiero." Ci tenne a precisare lei . "Nessuno mai ti ha chiesto di prenderti cura di me."

"No, ma è più forte di me. Mi viene naturale volerti proteggere, scusami." Disse lui guardando fuori il finestrino dell'auto. 

Kagami voltò il capo verso di lui, non stava guardandola. 

"Noi Tsurugi sappiamo cavarcela da sole. Siamo orgogliose di essere donne e affrontiamo i nostri problemi di petto, non c'era bisogno tu mi difendessi. Però l'ho apprezzato, grazie." Disse la ragazza. 

Luka si spostò sul sedile e sospirò. "Ho saputo cosa è successo ieri sera e ciò che hai fatto a Claude. Ma non è un tipo di persona che accetta un rifiuto, anzi."  

"Non mi preoccupa." Rispose Kagami.

"È una persona abituata a tutto, più lo rifiuti e più lui ti starà addosso. Ma hai ragione, non devo intromettermi." Terminò Luka.

"Ho capito ciò che vuole e non sono stupida, ma non otterrà ciò che vuole, ieri quando mi ha baciato l'ho schiaffeggiato per farglielo capire." Gli raccontò lei.

Luka mugugnò stringendo la stringa della chitarra mentre l'auto si fermava. "Grazie per oggi." Disse uscendo dall'auto.

Kagami si affacciò verso di lui. "Ci proteggiamo a vicenda?" Chiese lei seria.

Lui le sorrise. "Si, però non prendermi più per mano come hai fatto oggi." Ironizzò 

Kagami finalmente sorrise. "Ops... mi è venuto naturale." 

"Ci vediamo domani." La salutò lui.

"Luka..." lo chiamò lei, il ragazzo trattenne la porta che stava chiudendosi. "Non mi aspettavo che mia madre mi iscrivesse a scuola o di trovarmi in classe con te. Però credo che il tuo giudizio a pranzo domenica abbia inciso molto su queste scelte." 

Luka annuì. "Se può valere sono contento che tu frequenti una scuola, è bella e si conoscono tante persone." 

Kagami sorrise, anche lei ne era felice. "Ne sono contenta anche io. A domani!" Lo congedò lei.

Luka chiuse la porta e raggiunse la liberty, appena fu nella sua cabina posò la borsa e subito fece uscire i Kwami. 

"Cosa hai fatto?" Chiese a Rizza.

"Nulla, finalmente hai lasciato andare i tuoi sentimenti però." Disse lo scorpione andando a prendere i cracker che Luka lasciava loro a disposizione.

"Kagami ha detto che facevo paura." Lo ammonì il musicista.

"E io non ho fatto nulla, ripeto finalmente ti sei lasciato andare. Tieni tutto dentro Luka, ma non è così che puoi gestire i sentimenti che provi. Normale che quando ci sono certe provocazioni tu reagisci, è intrinseco in te il potere di incutere paura." Gli spiegò il Kwami.

"Perché ho te." Disse allora Luka.

Rizza scosse la testa. "No, è solo una parte di te che tu riesci a tenere a bada, oggi la gelosia e il rancore verso Kagami hanno fatto emergere questa tua natura." 

"Non sono geloso di Kagami, non dire questo per difenderti dalle tue colpe." 

Il Kwami scosse la testa divertito sfidandolo. "Non è colpa mia, non sono stato io a scegliere te Luka." Gli disse.

Luka lo fissò, lo sapeva era stato Adrien. 

"Ti ricordi come sono andate le cose quel giorno vero?" Chiese Rizza.

Luka annuì, Adrien gli aveva consegnato Rizza, gli aveva messo i due Miraculous davanti e gliene aveva fatto  scegliere uno. 

"Tu hai scelto me, perché tu sai che hai anche timore e paura e passione dentro di te. Che tu voglia ammetterlo o meno,  non accusarmi più delle tue azioni." Disse buttando giù l'ultimo cracker. 

"Quindi non sai cosa è successo oggi?" Chiese Luka.

"Lo so, l'ho visto. Non è successo oggi bensì ieri sera. Ripeto sei geloso e non c'è niente di peggio della gelosia." Disse sbuffando il Kwami.

"Non sono geloso, se lo fossi stato non avrei mai lasciato andare Marinette così velocemente. Avrei lottato per averla!" Disse il ragazzo prendendo la chitarra.

"Fatti due domande, anche se ti piaceva non eri geloso di lei se tanto mi da tanto non era così importante per te." Disse lui.

"Non sono geloso di natura, ecco qual è la verità Rizza." Disse Luka prendendo il cellulare che suonava. 

"Non c'è amore se non c'è gelosia..." ricominciò Rizza.

"Basta parlare, dobbiamo andare. Papillon è tornato... Rizza trasformami." 

 

"Qual era quel detto? Non c'è due senza tre?" Scherzò Chat Noir raggiungendo Lord Guāng e Red Scorpio. 

"Spero perché oggi il quarto non lo reggo!" Rispose Luka posando la coda dello scorpione.

"Tutto bene amico?" Chiese Adrien preoccupato. 

"Se parli con Kagami ti dirà che oggi ero irriconoscibile."  Gli disse il ragazzo in confidenza. 

"Potresti usare un po' Guitty, cosa ne pensi?" Propose Chat Noir. "Ti vedi con Kagami?" Chiese poi raggiungendo le ragazze.

Luka scosse la testa. "No, è una lunga storia e ti racconterò quando saremo soli." Rispose lo scorpione andando a raggiungere Raiongāru per il pound it. 

"Sei strano." Disse la leonessa.

"Disse quella che non mi parla più da almeno quindici giorni." Rispose lui con ammonimento.

Raiongāru lo fissò da sotto al cappuccio risentita, cosa gli prendeva? Si forse si era allontanata un po' ma ancora si parlavano. Tese il pugno e lasciò andare il ben fatto che Ladybug aveva lanciato, poi si dispersero. 

La coccinella notando la tensione tra i due subito raggiunse l'amica.

"Ehi, tutto bene?" Le chiese preoccupata.

Kagami scosse la testa, certo come no? Luka le rinfacciava le cose, Red Scorpio anche ed ora eccola lì la sua amica, la sua unica amica che l'aveva raggiunta e lei solo il giorno prima le aveva fatto una proposta inconcepibile.

"Sì, sì tutto bene Ladybug e..." scosse ancora la testa. "Senti per la cosa che ho chiesto ieri, cancella tutto. Ho sbagliato e non voglio nulla, non avrei dovuto neanche chiedertelo." 

"Aspetta... tu sei..." Intervenne la voce di Chat Noir che era andato dietro alle due ragazze. Ma certo, Marinette aveva dato il Miraculous a Kagami. 

"Chat Noir!" Lo richiamò la coccinella che lo guardava con ammonimento insieme a Raiongāru. 

Lui con aria noncurante si appoggiò sul bastone e guardò le due. "Sappi che non ero intenzionato a farlo, meglio così però. Mi sono evitato una situazione imbarazzante." Rispose 

Marinette lo guardò sgomenta. "Non lo avresti fatto?" Chiese.

"Non mi interessa adesso parlarne e io ho altro cui pensare." Disse Adrien. "Ho detto a Red Scorpio di non usare il Miraculous della paura per un po'." 

Le due erano sempre più sorprese, perché quella scelta? 

"Ancora qui siete?" Chiese il diretto interessato raggiungendoli con lord Guāng e Lady Xīyì. 

"Avvertivo Raiongāru di prendervi una vacanza." Disse Chat Noir portando il bastone dietro il collo.

"Impossibile, solo lei può purificare le scaglie del coccodrillo." Rispose lo scorpione. 

"Ascolta..." Iniziò Adrien.

"No! Ascolta tu, risolverò tutto. Non posso lasciarla sola, oggi forse c'è stato il pieno ed ho abusato del potere." Disse il ragazzo all'amico. "Solitamente riesco a tenerlo a bada."

Chat Noir osservò i due poi sospirò i loro Miraculous stavano per ri trasformarli. "Ne riparliamo, anzi no! Chiamami." Disse Adrien. "Devi raccontarmi cosa è successo ieri." 

"Nulla di non gestibile." Rispose ancora lo scorpione.

Le due ragazze seguivano la conversazione senza sapere di cosa parlavano i ragazzi. L'una con l'aria sempre più sorpresa, l'altra impassibile. 

"Ok!" Disse Raiongāru facendosi spazio e prendendo Red Scorpio per mano. "Noi andiamo, alla prossima." 

Li salutò tirandosi dietro lo scorpione. "Riesco a camminare." Disse lui. 

I due eroi parigini li osservarono discutere mentre sparivano tra i tetti della città e Marinette ne era sempre più stupita. 

"Forse devi riprenderti il Miraculous dal tuo amico, non fa per lui." Propose Marinette.

"O forse influisce che abbiano discusso anche da civili. Lui è perfetto per quel Miraculous." Disse il gatto nero grattandosi il capo. 

Marinette si voltò di scatto. "Si conoscono?" 

Adrien è annuì. "Se lei è Kagami sì, frequentano la stessa classe e oggi hanno discusso. Se ho ben capito per l'incidente di ieri sera." 

Marinette fece una smorfia, chi si nascondeva dietro Red Scorpio? Adesso non sapere iniziava a pesargli, sopratutto perché Adrien aveva saputo di Kagami. 

Una nuova allerta solo le impedì di porre quella domanda. 

"Dobbiamo tornare subito a Londra Milady." Disse Adrien. "I cattivi non riposano.... Jaggy unify!" Ordinò al Kwami.

Marinette scosse la testa. "Usiamo tutti e due Klakki giusto?" 

 

Luka era stanco, era proprio crollato sul letto. Per la prima volta i libri erano sparsi sulla scrivania, aveva appena fatto in tempo a finire tutti i compiti tanto si erano susseguiti gli attacchi. Forse aveva ragione Adrien, doveva staccare un po' da Rizza. Forse usarlo con quella frequenza continua aveva fatto emergere il lato più oscuro di lui, quello che aveva paura e quello che la infondeva. 

Decisamente non capiva cosa gli stava capitando, era dalla sera prima che era irrequieto. Da quando con Sebastien e Pierre era andato a suonare all'Alimentazion Général precisamente. 

Mentre attendevano il loro turno aveva notato l'arrivo di Kagami e Linette con i ragazzi della sezione D. Conosceva fin troppo bene di nome Claude Noiret, la sua fama lo precedeva. Ma non si aspettava che la nipponica si fosse subito data alla pazza gioia uscendo con lui o forse sì? Claude assomigliava molto ad Adrien, biondo con occhi verdi, affascinante e ricco. Forse per questo lei aveva accettato di uscire con lui, forse si conoscevano già frequentando lo stesso ambiente e sicuramente Kagami si era gettata tra le sue braccia per la somiglianza con il giovane Agreste. 

Chiuse gli occhi cercando di rilassarsi e mettere quelle scene da parte, in un angolo della mente. Aveva notato la sera prima le mani del biondo che non avevano esitato a carezzare Kagami, oppure il bacio famelico che si erano scambiati seguiti a ruota dallo schiaffo che aveva fatto voltare tutto il locale. Lei lo aveva respinto certo, ma ancora aveva quei momenti impressi nella mente e ancora adesso non andavano via, e più lì riviveva con quelli del pomeriggio trascorso più sentiva crescere dentro di se dei sentimenti sconosciuti: paure! Ma paura di cosa? Kagami non era nulla per lui e Claude era talmente marginale nella sua vita che non poteva portare a galla sentimenti così profondi. Veniva da se che quella paura che esprimeva così evidente e che infondeva agli altri era parte del suo potere miracoloso. 

Doveva staccare da Rizza! Sollevò la testa dal cuscino lanciando uno sguardo al Kwami che dormiva acciambellato accanto a lui, vicino a Viraago e Guitty. Sfiorò il ciondolo dello scorpione con delicatezza, cosa doveva fare? Toglierlo o lasciarlo? Si era affezionato a Rizza, a lui più degli altri, lo aveva da più di un mese ormai ed era entrato nella sua quotidianità come Raiongāru. 

Ecco anche lei era una causa aperta, da quando i loro rapporti si erano raffreddati? Perché lo evitava? E perché quando riuscivano a stare insieme sembrava aver fretta e non gli parlava più come prima? Cosa le era accaduto? Che fosse cambiato il portatore? In fondo così era stato anche per Dolphin boy  e Shé Gūniáng, avevano mantenuto i nomi ma adesso erano lui e un'altra ragazza a portare i miracoulus. Si decisamente doveva essere quello il motivo, perché non ci aveva pensato prima? Si rilassò accomodandosi sul cuscino, non poteva rinunciare a Rizza, tra i tre Kwami era il suo amico più caro. Ormai conosceva tutto di se, anche quello che lui stesso non sapeva.  

Sospirò e chiuse gli occhi, riposare sarebbe stata la soluzione a tutto se non fosse stato per quel bip che subito gli aveva fatto riaprire gli occhi, un'allerta! Di nuovo. Prese il cellulare e cercò la notizia, era invece un sms, la postazione di un nuovo attacco di Queen Hornet A New York.

Si alzò svegliando anche i Kwami, indossò le scarpe poi mettendo qualche cracker di scorta nella tasca del giubbotto chiamò Viraago e Guitty. "Si va a New York." Disse ai due.

 

"Ben fatto!" Dissero i due ragazzi battendosi il pugno, la ragazza di fronte a loro osservò quella scena invidiando la complicità tra i due.

"Grazie di avermi aiutato." Disse intromettendosi tra i due. 

Shé Gūniáng si avvicinò a lei e le tese la mano. "Sei l'amica di Lovely Swan giusto? La ragazza che ci ha presentato la volta scorsa." Disse la portatrice dell'odio. 

La ragazza annuì seguendo con lo sguardo i due eroi. 

"Ti ringraziamo di averci contattato e di aver tenuto a bada Queen Hornet." Disse ancora 

"Come mai Lovely Swan non è con te?" Chiese Dolphin boy alla ragazza.

"È dovuta partire e non ha saputo dirmi quando e se ritornerà." Rispose allora la ragazza.

"Ice Seal giusto?" Chiese ancora il ragazzo. 

Lei annuì, la coppia la guardò e le sorrise tendendo i pugni verso di lei.

"Scusaci, dovevamo includerti nella vittoria." Disse Shé Gūniáng inclinando il capo verso i pugni tesi. 

Ice Seal li guardò sorpresa mentre la gioia arrivava ai suoi occhi. Tese il pugno e in sincrono con i due decretò la vittoria su Queen Hornet.

"Adesso vado, alla prossima." Disse l'eroina di New York.

I due fecero spazio e lasciarono che ella passasse per andare via. 

"Sono stanca!" Affermò la voce di Shé Gūniáng. 

"Anche io, sarebbe il caso di rientrare a Parigi." Affermò lui.

L'eroina gli sorrise e prese la mano del ragazzo stringendola. "Ti va se la prossima volta che torniamo qui facciamo un giro? Non sono mai stata a New York." 

Il delfino la guardò sconcertato. "Non possiamo usare i nostri poteri per scopi personali." 

"Non ho detto che dobbiamo essere trasformati, prepara un trucco per non farti riconoscere delfino mio." Disse allora lei lasciandolo andare. "Ci rivediamo presto!" E così dicendo scomparì tra i marciapiedi di Harlem. Non gli restava da fare che andare anche lui via, andò a nascondersi in un vicolo e prima che Guitty si ritrasformasse chiese a Viraago di coprirlo. Dopo aver dato da mangiare a Guitty, Luka chiamò a se il potere del drago e si spostò nella cabina della Liberty crollando sul letto stanco.

Nel vederli arrivare Rizza lo coprì per bene con la coperta intanto che i suoi fratelli gli raccontavano i fatti di New York.

 

La mattina dopo a scuola tutto scorse liscio, non ci furono intoppi, akumizzazioni o discussioni generali. A ora di pranzo Kagami si riunì con i compagni di classe prima nella caffetteria, poi in biblioteca a studiare per il giorno dopo. Quel pomeriggio sarebbe uscita con Juleka e Rose, voleva quindi portarsi avanti con le materie di studio. Fortunatamente andava abbastanza d'accordo con Claire, Fleur e Linette che come lei si misero a studiare per le prossime verifiche. 

"Sto scrivendo una splendida storia d'amore, quando sarà finita ve la farò leggere." Stava dicendo Linette mentre dalla biblioteca si spostarono in aula per le lezioni pomeridiane. 

Come sempre il gruppo di studio cambiò, dei musicisti e dei ballerini non c'era traccia e Legrand faceva adesso lezioni più approfondite. 

"Perché frequenti le lezioni di Legrand se sei portata per le materie umanitarie?" Chiese a quel punto Kagami. 

"Perché ancora non so a che tipo di Baccarat* sono portata. Quindi per ora frequento sia il corso di Legrand che del professor Petit." Rispose Linette.

Kagami assentì, sinceramente per la cotta che aveva per Claude era strano non vederla frequentare i suoi corsi pomeridiani.

"Avete visto la nuova linea di moda ragazzi di Gabriel Agreste?" Disse Fleur cambiando argomento.

"Oh io ho visto Adrien, è sempre più bello!" Rispose Linette.

"Per quel ragazzo anche io sbavo e Pierre si arrabbia sempre." Scherzò Claire.

"Kagami a te piace Adrien Agreste?" Chiese allora Fleur.

La ragazza annuì, oh se le compagne avessero saputo. "Mi piace molto si." 

Claire la guardò. "Per questo hai accettato di uscire con Claude? Cioè lui si vanta sempre che il giovane Agreste gli somiglia." 

Kagami sbatté la borsa sulla sua scrivania. "Serio? A me non sembra abbia nulla di lui." 

Le tre ragazze la guardarono sbigottite mentre gli altri studenti del corso arrivavano. 

"Fleur la professoressa Harper è già in aula." Disse Veronique entrando e mettendosi al suo posto. "Cos'è successo?" 

"Kagami dice che Claude e Adrien Agreste non si somigliano." 

La rossa sollevò un sopracciglio. "E allora? Vero hanno gli stessi colori, ma ha ragione la nostra nuova amica. Agreste è l'immagine del ragazzo della porta accanto, Claude è il suo opposto." 

"A te chi dei due piace?" Chiese Linette curiosa. 

Veronique sorrise alle compagne. "Nessuno, perché sono entrambi falsi. Di Agreste non ne so nulla, mentre Claude è realmente falso. Un tesoro non si riconosce dalla scorza ma dal cuore." 

"Chi ti dice che Adrien Agreste non abbia un bel cuore." Disse allora Kagami. 

La rossa scosse la lunga chioma riccia e portò la penna alle labbra. "Nessuno, ma è anche vero che paragonare lui che non conosco a Jerome per esempio, non me lo rende attraente." 

Kagami annuì e Veronique le sorrise. "Anche tu, siamo sincere tra Agreste e Luka, conoscendo lui non trovi che il nostro amico sia tanto più carino?" 

Kagami aprì la bocca, in realtà lo conosceva lei Adrien. "Credo che siano due persone diverse con personalità diverse." Rispose mentre Legrand entrava in aula. 

"Ragazzi ai vostri posti. Fleur cosa ci fai nella mia classe?" 

"Vado via professore." Urlò la ragazza sgattaiolando fuori dall'aula. 

Legrand attirò quindi l'attenzione dei ragazzi su di lui, era il momento di studiare. Ma Kagami passò quelle due ore deconcentrata dalla domanda di Veronique. 

Conosceva sia Luka che Adrien ed avevano entrambi dei caratteri unici, entrambi avevano in comune una persona, Marinette. Entrambi erano buoni e sempre gentili, ovviamente erano diversi tra di loro. Adrien era più chiacchierone, tendeva a scherzare e per quanto anche Luka lo facesse, il secondo lo faceva in modo più delicato. Si muoveva in punta di piedi e con discrezione. Luka non temeva di esprimere la sua opinione, più di una volta con sua madre si era fatto valere dicendole come la pensava. Adrien al contrario era remissivo, quando gli altri si imponevano accettava e taceva, proprio come lei. In fondo erano stati educati ad obbedire, eppure quella libertà cui tanto anelava spesso si era fatta sentire. Solo grazie a Marinette e Luka ella iniziava ad emergere, il viaggio a Londra, l'inizio della scuola, la domenica mattina passata, trascorsa con Luka e i compagni, e a breve sarebbe uscita con Rose e Juleka a fare spese. Le spese natalizie le aveva chiamate Rose e lei non vedeva l'ora di andare. 

Era la prima volta che faceva delle compere in vista del Natale e soprattutto con delle amiche. Doveva ringraziare i suoi amici per quella libertà acquisita. Adrien perché le aveva presentato Marinette e gli altri; Marinette perché non si era arresa con lei e le era diventata amica; Luka perché in meno di due settimane era riuscito a farle fare un viaggio da sola senza sua madre, a farla stare una notte sola a Londra, a farla uscire di casa e farla andare a scuola, a farle scoprire il piacere del primo bacio regalandogli sensazioni mai provate e...

Kagami si riscosse arrossendo, a cosa aveva pensato. 

"Tsurugi tutto bene?" Chiese Legrand.

La ragazza annuì rossa in volto. "Si professore, solo un caldo improvviso." 

"Vuoi uscire un po'?" Chiese

"No no... sto bene così grazie." Disse prendendo fiato. A cosa aveva pensato!! 

La lezione procedette senza intoppi, dopo quella distrazione Kagami cercò di non perdere più la concentrazione e una volta terminata prese subito la borsa e salutando le ragazze scappò via. Non se la sentiva di incontrare Luka dopo quello che aveva pensato di lui.  

Una volta in strada notò la presenza di Tatsu, l'auto di sua madre. Quando la portiera si aprì vide che al suo interno c'era Tomoe, la ragazza salì sulla vettura delusa. Perché sua madre era lì. 

"Buonasera madre." La salutò salendo in auto. 

"Buonasera Kagami, com'è andata la tua giornata scolastica?" Chiese la donna per poi comandare l'auto. "Tatsu portaci al luogo d'appuntamento di Kagami." 

La ragazza ebbe un tuffo al cuore, quindi sarebbe andata? Disse che dovevano girare l'angolo visto che si ritrovavano al college poi si rivolse alla madre. "È stata una giornata molto costruttiva madre, il professor Legrand ha una forte opinione di me, ma anche gli altri professori ammirano il mio rendimento." 

"Perfetto, ne sono contenta." Disse Tomoe intanto che le portiere dell'auto si aprirono, Kagami si fece vedere dalle ragazze che sorprese salirono in auto. 

"Tatsu mi accompagnerà a casa, poi sarà a vostra disposizione per tutto il pomeriggio. Ricorda di rientrare per cena." 

"Buonasera signora Tsurugi." Salutarono le due ragazze

"Torneremo presto signora Tsurugi." Disse poi Rose. 

"Certo madre, saremo presto a casa. Sono solo compere di Natale." 

Tomoe annuì, era già Natale. 

Il secondo Natale senza suo padre, pensò Kagami che sorrise alle ragazza. La situazione da lì a un anno era però cambiata, adesso aveva delle persone vicine e un occasione per festeggiare. 

 

/Specializzazione pre università frequentata negli ultimi due anni di liceo.

Ciao Paola, spero tu stia bene. 
Dunque rispondo al tuo commento. Si diciamo che siamo quasi verso gli sgoccioli, prima devo raccontare però del periodo a New York di Chloé. Come puoi aver capito dovevo e devo continuare a scrivere di lukagami proprio in previsione dell’epilogo. 
Felix e Lila! Relazione è la parola giusta, non c’è amore tra Felix e Lila. Però forse un domani dato Dio che prevedo per loro forse qualcosa nascerà, ma parlo di anni e anni. Comunque a breve andremo verso l’epilogo e forse ne presumo che ci saranno dei capitoli autoconclusivi oppure una seconda parte, non so ancora.
Grazie sempre della tua presenza.

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Capitolo 37
*** Parte 36º - Ultimi giorni a Londra ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
(Premessa: da questo momento andrò forse OOC nel muovere sia Luka che Kagami, darò un passato soprattutto al primo perché un ragazzo di sedici anni sarebbe anomalo vederlo legato solo al gruppo degli amici della sorella e soprattutto che prima di Marinette non abbia avuto 'storielle'; cercherò con le caratteristiche base di Astruc e company di muovere e far crescere, spero, due/tre personaggi. Perché si ci metto anche Chloé. Grazie)

...Segue

 

Dopo aver lasciato Tomoe Tsurugi al mandarin hotel, Kagami, Juleka e Rose si erano recate a Lafayette galeries per il loro giro di shopping. Il centro commerciale già solitamente pieno di gente durante il periodo natalizio era ancora più zeppo, l’aria di festa si respirava tutto intorno, un albero natalizio gigante decorato da colori caleidoscopicci al centro dell’antica cupola dava il benvenuto ai visitatori. Kagami osservò affascinata tutta quella frenesia ed i vari reparti che la galeries offriva. 

Con Juleka e Rose decisero che il primo luogo da visitare era quello dedicato alle donne ed al reparto bellezza per il regalo da fare alle proprie madri*. Avevano girato in lungo e largo i reparti, alla fine Kagami aveva preso a sua madre una catenina con un ciondolo a forma di cuore, mentre Juleka aveva optato per una trousse di ombretti, Rose infine aveva scelto un profumatore per la casa. Soddisfatte da questi acquisti erano infine andate a comprare qualcosa per gli amici, era stato l’unico momento in cui si erano separate, e la nipponica aveva ben pensato di prendere alle sue nuove conoscenze lo stesso regalo per tutti , maschi e femmine, ma di colori diversi, ovvero delle cornici fotografiche. Quando li ebbe presi si dedicò a cercare qualcosa di più personale per Marinette, Juleka e Rose. Alla prima pensò di regalare una stampante 3d per stoffe anche se forse il prezzo era troppo alto, non avrebbe voluto mettere in difficoltà l’amica con un regalo del genere. Eppure le piaceva l’idea, così accantonò il suo regalo e pensò alle altre due ragazze. A Rose prese un profumo di rose e un kit per skrapbooking, mentre a Juleka prese un kit arricciacapelli per acconciature e un profumo al lilla. Quando ebbe finito tornò al punto di ritrovo con le due e aspettandole prese a controllare il cellulare. Fortunatamente non c’era notizia di Papillon, poteva quindi continuare a rilassarsi. 

“Eccoci di ritorno. Dove andiamo adesso?” Chiese Juleka.

La bionda fece spallucce. “Dovrei vedere un regalo per mio papà.” Disse in un sussurro. 

Kagami si alzò prendendo le sue compere e annuì. 

“Perfetto, io anche devo prendere un paio di regali.” Disse alle due.

Juleka con il volto grave annuì, la nipponica lanciò uno sguardo a Rose, avevano forse litigato? Non sapeva cosa pensare, durante il passaggio in galleria cercò di parlare del più e del meno per smorzare la tensione, Rose era più propensa a parlare e lei sperava anche Juleka si rilassasse, non voleva che la sua prima giornata di shopping andasse male.

“Cosa regalerai a tuo padre Kagami?” Chiese Rose. 

La giapponese si fermò sul posto guardando la bionda, l’espressione più distaccate che mai. “Mio padre non c’è, il regalo che devo prendere non è per lui, bensì per Luka.” Rispose. 

Rose restò sorpresa da quella risposta. “Se volete possiamo tornare a casa.” Disse alle due.

“Devo prendere anche io un regalo a Luka.” Rispose Juleka per poi guardare Kagami. “Non pensavo facessi il regalo anche a Luka.” Le disse

La giapponese annuì. “Siamo amici, poi ieri sembrava molto teso a scuota quindi... qualcosa che gli risollevi il morale sarebbe perfetto.” 

“Era teso?” Chiese Juleka. Kagami annuì poi la corvina assentì col capo. “Credo sia per via delle feste, questo è il secondo Natale che papà non fa avere notizie di se.” Le rivelò

Kagami fu sorpresa da quella notizia. “Non potete andare a trovare vostro padre direttamente voi?” Chiese allora, se lei ne avesse avuto la probabilità sarebbe andata subito da suo padre. 

Juleka scosse la testa. “Papà è un maestro d’orchestra di fama mondiale, l’ultima volta che abbiamo avuto sue notizie era a Milano.” Rispose 

Kagami si ammutolì, erano quindi una famiglia di musicisti. Comprendeva come si potessero sentire Juleka e Luka, capitava anche a lei sopratutto in quel periodo, era il secondo Natale che non aveva notizie del padre e fin quando lavorava in una zona off limits non poteva avere informazione alcuna da lui. 

“Eccoci arrivati, dove andiamo adesso?” Chiese una Rose sempre più imbarazzata, lei sicuramente sapeva del padre di Juleka e Kagami si sentì una stupida ad aver fatto quella domanda poco fa. “Reparto musicale sicuramente.” Disse Kagami ottenendo un sorriso da Juleka. Sapeva già cosa prendere a Luka e dopo aver preso il suo regalo avrebbe pensato a quello per Adrien. Lì brancolava nel buio, non sapeva cosa potesse piacergli e peggio, cosa non aveva. 

Alla fine una volta nel reparto musicale Kagami aveva preso due peltri, uno che ritraeva un dragone e un altro un serpente, aggiunse un kit per il ricambio delle corde da chitarra e infine comprò anche una felpa, non prevista, ma che gli ricordava tanto il ragazzo poiché era semplicemente bianca con il viso di Jagged Stone. Kagami era sicura che gli sarebbe piaciuta, si fece fare più pacchetti e pagato prese le borse mentre anche Juleka pagava il regalo preso al fratello, un cofanetto dei migliori pezzi di Jagged. 

“Non ho più mani per portare cose” disse la giapponese.

“Anche noi... penso sia ora di rientrare.” Disse soddisfatta Rose.

Si diressero quindi all’uscita e una volta nel parcheggio Kagami indirizzò Tatsu a casa di Rose. In auto parlarono dei regali che avevano preso e di cosa avrebbero fatto a Natale. Kagami sapeva che sarebbe stata con la madre in albergo, non aveva altri pronostici. Rosa raccontava del suo Natale in famiglia e anche Juleka. 

Lasciata la bionda si diressero sulla Senna, Kagami guardava di sottecchi Juleka che a differenza della sua compagna era molto silenziosa.

Non cercò una conversazione, non quando pensava che lei come suo fratello era nostalgica. 

“Scendo con te se c’è Luka.” Disse la ragazza.

Juleka annuì. “Vedo la bici.” Disse scendendo con tutte le sue borse. 

Kagami prese i peltri e seguì la corvina che salendo sulla barca le indicò la cabina di Luka.

Dopo aver salutato Juleka e Anarka la ragazza vi si diresse e tossendo chiese il permesso di entrare. 

“Kagami?!” Chiese Luka che si alzò dalla scrivania e lanciò uno sguardo ai Kwami che si nascosero. 

“Disturbo?” Chiese ella entrando. 

“No assolutamente.” Vieni entra

“Volevo solo darti un pensierino e ringraziarti per l’altro giorno e... stai bene?” Chiese schietta. 

Lui annuì tornando a sedersi prendendo la chitarra. Suonando si sarebbe rilassato di più! 

Kagami andò a sedersi sul letto guardandosi intorno mentre lui sorrideva.

“Si, va molto meglio, inoltre sono io che dovrei ringraziare te.” Disse lui. 

“Sai, penso che quando ti senti così, come ieri intendo, credo che in questi casi se vuoi parlane io ci sono.” Propose lei.

Lui continuò a guardarla. Era seduta composta, schiena rigida, mento e petto in fuori, gambe serrate e mani poggiate sulle ginocchia. 

“In quel caso dovrebbe essere uno scambio equo però.” Disse lui. 

“Non ho mai momenti come i tuoi!” Disse lei.

Lui lanciò due note stridule sulla chitarra e si fermò. “Sono stato akumizzato solo due volte io.”

Lei lo guardò stupita. “Aspetta questo che c’entra.” Disse lei orgogliosa.

“Che abbiamo tutti momenti no! O lo facciamo equo oppure non se ne parla.” Disse posando la chitarra. 

Kagami lo fissò, era Red Scorpio il suo confidente anche se ultimamente lei era molto sulle sue. Non poteva sostituire il suo partner, anche se forse non poteva parlare di cose strettamente dirette con lui, tipo aver vinto una gara di scherma. “Va bene.” 

Luka la raggiunse con un sorriso sulle labbra. “Sei molto accondiscendente.” 

“Sono di buon umore.” Disse lei prendendo il pacchetto dalla tasca porgendolo a Luka. “Questo è un ringraziamento per tutto ciò che hai fatto per me, ma può essere anche un modo per sigillare il nostro patto." 

Luka, il pacchetto in mano ne rimase sorpreso, lo scartò non sapendo che dire e rimase anche sorpreso dal dono. Non perché ne avesse bisogno ma per ciò che erano e rappresentavano, dei peltri che ritraevano un drago e un serpente: Ryuko e viperion. 

"Grazie, sono bellissimi."  

Kagami annuì e si alzò. "Perfetto, adesso vado. Ci vediamo domani a scuola." 

Lui sorrise seguendola. "Ti accompagno." Le disse chiedendole come era andato il giro di shopping. Kagami gli rispose contenta della giornata, quando furono all'auto si salutarono di nuovo  ma furono interrotti dall'arrivo di un messaggio. 

Preso entrambi il cellulare, i due rimasero sorpresi nel vedere le notizie che passava al telegiornale. 

"Ma questa?..." Disse Luka.

 

Ancora  una settimana e sarebbero rientrati a Parigi, Marinette non vedeva l’ora di riabbracciare i suoi genitori e poter festeggiare il Natale con loro ed i suoi amici, tutti. Marinette non vedeva l’ora di chiudere una volta e per tutte con Papillon, nonostante sapesse che per Adrien fosse una tortura quella situazione. Da quando avevano scoperto che Gabriel Agreste era Papillon il giovane aveva preso le distanze da lei, anche se apparentemente non lo dimostrava la corvina lo vedeva. Negli sguardi sfuggevoli che le mandava quando pensava di non essere visto, nella sua ricerca continua di cose da fare e nel suo modo di stringersi a lei quando andavano a dormire e cercare nel suo abbraccio quel calore che sembrava non avesse. Quando qualcuno gli chiedeva di suo padre scattava e rispondeva male, dicendo che non era quel gran genio che descrivevano. Marinette comprendeva che quelle erano tutte ritorsioni della loro scoperta e non sapeva come potesse aiutare il ragazzo che amava. 

Gurru le aveva detto che ci pensava lei a farlo stare tranquillo, ed era in momenti come quelli che la corvina ringraziava per l’esistenza del Miraculous della pace.   

Quel giorno era iniziato bene, non erano arrivate minacce da parte di Papillon ed il giorno prima i loro nemici inglesi non avevano attaccato. I due potevano quindi dedicarsi ai loro compagni inglesi, anche al pomeriggio, dopo le lezioni, erano stati insieme prima andando agli allenamenti di scherma, poi uscendo in coppie verso la capitale a fare i turisti. 

Marinette si stava rilassando mano nella mano con Adrien mentre guardava il Big Ben e chiacchierava con Eleanor e la sua ragazza. Adrien da parte sua la seguiva anche se il suo intento era più chiacchierare con Nino, Steven, Cristian e Marcel.

Ad un certo punto, poco prima di entrare nella paninoteca  dove avrebbero cenato il telefono partì in allerta. Marinette lanciò uno sguardo, era la diretta di Nadia Chamack, si scambiò un’occhiata con Adrien che sgomento prese il cellulare da mano alla corvina.

«Un nuovo super cattivo a Parigi, una donna nelle sembianze di polipo ha attaccato André il gelataio portando attorno alla zona dove stava servendo i suoi gelati una coltre di ombra e tristezza...» 

I due seguirono il telegiornale e anche gli altri ragazzi vedendoli così sorpresi presero a seguire la notizia. “Lady Octavia! Lady Octavia è a Parigi!” Dissero tutti all’unisono, nessuno si aspettava che la capostipite dei cattivi di Londra potesse arrivare fino a Parigi.

“Almeno adesso saremo un po’ al sicuro. In fondo a Parigi ci sono Ladybug e Chat Noir no?” Disse Cristian lasciando entrare Alice nella paninoteca. 

Il resto del gruppo entrò e nel farlo Adrien strattonò il cugino. “Dopo raggiungimi in bagno.” Gli sussurrò. 

Marinette ormai dentro il locale osservò la lunga fila che si riservava nel locale e mentre gli altri prendevano posto disse che doveva allontanarsi un attimo. Intano Adrien avrebbe inventato una scusa per allontanarsi dal locale. “Ragazzi per noi ordinate fish and chips.” Stava dicendo a Steven. “Io e Marcel intanto andiamo  a chiamare Felix e vediamo se ci raggiunge, sono gli ultimi giorni qui a Londra.” Spiegò il giovane modello allontanandosi poi con Marcel.  

“Qual è il tuo piano? Lo sai che non posso trasformarmi in hawk a Parigi.” Chiese il cugino.

 “Non ho un piano, però conosco qualcuno che è più abile di me nell’avere l’idea giusta al momento giusto.” Disse il biondo entrando nel bagno, ad attenderli c’era Marinette nei panni di Pegasus. 

“Hai un piano?” Chiese il biondo.

La ragazza lo guardò, poi puntò lo sguardo su Marcel. “Adesso sì.” Disse prendendo il Miraculous della guerra. “Marcel, affido a te il miracoulus del corvo, lo userai per un...” 

“Procediamo non abbiamo tanto tempo.” Le disse spazientito Adrien. 

Marinette diede il Miraculous a Marcel e con una smorfia aprì il portale. “Tu adesso darai il Miraculous della pace.”Disse sparendo oltre il teletrasporto 

Gli altri due la seguirono e quando arrivarono sulla terrazza del gran palace erano pronti per combattere contro Lady Octavia. 

“Sai a chi dare il Miraculous?” Chiese Marinette. 

Il ragazzo incerto sfiorò il Miraculous. “Non ci ho mai pensato a separarmi da Gurru, devo pensarci.” Disse a quel punto, si scambiò uno sguardo di intesa con la colomba poi lo tolse. “Non farti mai venire un'idea del genere con Plagg.” minacciò la compagna andando all’ascensore.

“Giuro non lo farò.” Rispose ella seguendolo e una volta che tutti furono in ascensore Adrien osservò Marcel e prima che si trasformassero gli diede Gurru.

“Adrien!” Lo ammonì Marinette.

“Tu più di me sai a chi è giusto assegnare i Miraculous.” Rispose 

 

Chloé era rientrata da New York solo da quarantotto ore e già le sembrava di aver recuperato tutto il tempo perso. La sua amica Sabrina le era sempre dietro come un cagnolino fedele, il suo paparino aveva ricominciato a viziarla e Jean Marc assolveva ad ogni suo capriccio. L’unico problema era la scuola, senza Adrien non era piacevole, e quelle nullità con cui condivideva l’aula li trovava sempre più ridicoli. Il giorno prima aveva detto a tutti cosa pensava di loro, poco le importava che Mylene, Nathaniel, la ragazza di Kim e la Mandeleviev fossero stati akumizzati, non le importava. Anche perché Ladybug non aveva pensato di portarle il miraculous dell’ape. 

Tutto era in pratica tornato alla normalità, tranne che per l’assenza di Adrien il quale sembrava divertirsi a Londra con quel gruppo di pezzenti a cominciare da Marinette Dupain Cheng. Erano insieme in tutti gli instagram, oppure lui la citava comunque: la nuova linea cappelli di Marinette; la prima collezione di Marinette, Marinette di qua e di là! Non sopportava tutta quella confidenza tra i due, lei meritava Adrien non la figlia di un panettiere. 

Era in momenti come quelli che avrebbe voluto far ritorno a New York dove anche se sa sola si era trovata bene. Perché ad essere sinceri anche lì a Parigi era sempre da sola, lei non aveva amici se si escludeva Adrien.

In quel periodo a New York invece era stato diverso, era stata innanzitutto l’eroina su cui facevano affidamento, poi venivano Dolphin boy e Shé Gūniáng, lei era amata da tutti e rispettata, sia come Lovely Swan che come Chloé Bourgeois, la figlia di Audrey. Nessuno osava dirle qualcosa o anche solo criticarla a differenza di quegli esseri inutili della Francois DuPont.

Aveva poi più libertà, non era obbligata ad andare a scuola e trascorreva tutte le giornate in giro per la fifty Avenue e per Central Park. 

In quest’occasione aveva anche avuto modo di conoscere Lindsay, una ragazza di colore che a differenza sua sgobbava mattina e sera. Non la sopportava, le ricordava troppo la Dupain-Cheng, colei che aveva sempre la soluzione a tutto e faceva del bene a tutti. 

Così si erano conosciute lei e Lindsay, quando nel pieno di una parata per le strade di New York l’aveva richiamata dicendole di stare attenta. “Hai buttato per aria quel vecchietto.” Le aveva detto. 

“E cosa sarà mai, i vecchi non servono.” Aveva risposto lei alla ragazza dalla carnagione scura e i capelli ricci e neri che le incorniciavano il viso.

“Sei una persona irrispettosa, gli anziani sono il nostro passare e nel nostro avvenire saremo come loro.” Le aveva detto. 

“Oh per l’amore del cielo, non ho tempo di badare a queste cose.” Le aveva risposto.

“Certo, tu hai tempo solo per fare shopping e denigrare gli altri.” Aveva detto lei con ammonimento.

Chloe le aveva sorriso soddisfatta e maligna. “Hai capito proprio bene, bada tu al nonnetto, io non ho tempo.” Le aveva detto abbandonandola.

L’aveva poi ritrovata qualche giorno dopo al negozio Guess sulla fifty Avenue, scoprendo che era una commessa.

Quanto le era piaciuto umiliarla, anche se Lindsay non aveva mosso un capello, aveva fatto il suo lavoro senza riprenderla o ammonirla. Quanto le sarebbe piaciuto zittire in quella maniera anche Marinette, ovviamente lei non stava mai zitta perché non rischiava di perdere il lavoro con cui a fine mese doveva pagare gli studi, a differenza di Lindsay. 

Come sapeva queste cose? Semplicemente perché spesso si erano trovate a Central Park, lei per perdere tempo, la newyorkese per la pausa pranzo. E in quelle occasioni la mora non si era data freni, le aveva detto quello che pensava più volte e anche che prima o poi tutto sarebbe tornato indietro. 

Non l’aveva capita, lei era Chloé Bourgeois, quello che doveva tornarle indietro erano sempre successo e denaro.

Era stato il suo divertimento prendere in giro quella ragazza misera e senza un dollaro, la sua rivalsa.

Rivalsa che verso la metà del mese non le giunse con Ice Seal invece, una foca del ghiaccio era infatti giunta in suo soccorso durante uno degli attacchi di Queen Hornet. Avrebbe voluto cacciarla via, non poteva rubarle la scena. Ma il suo comportamento e la gentilezza con cui le aveva detto che potevano essere una squadra aveva smorzato gli animi. In fondo a Chloé era sempre piaciuto far parte di un gruppo, una compagnia o una squadra come la si chiamava. Essere parte di qualcosa di importante è solido. Chissà perché alla fine però si vedeva sempre buttata fuori, esclusa da tutto e tutti. 

Anche se questa volta era stata lei ad escludersi, o meglio aveva fatto tutto sua madre. 

“Sta per arrivare Natale ed è giusto che tu rientri in Francia, così riprenderai anche la scuola.” Le aveva detto sua madre. “Hai l’aereo dopo domani.” 

Sarebbe dovuta andare via, avrebbe dovuto lasciare tutto e tornare dove nessuno le voleva bene. “Alla fine mi dispiace che tu vada via.” Le aveva detto Lindsay.

“Sei seria?” Possibile che sarebbe mancata a qualcuno? 

“Certo, tutti ormai ti conoscono per la cliente più capricciosa e viziata della fifty. Portavi allegria con le tue richieste assurde!” Aveva spiegato mangiando il suo panino.

“Come osi, io…” 

“Sono Chloé Bourgeois! E bla bla… ecco intendevo questo.” Le aveva detto Lin alzandosi dalla panchina, si era aggiustata il suo cappotto liso e aveva sollevato un sopracciglio scuro. 

“Quando capirai che agli occhi degli altri non importa il rango o il nome forse riuscirai a trovare ciò che ti manca. Imparando l’umiltà raggiungerai quell’obbiettivo.” Aveva detto allungandole la mano. “Io non posso dirti che buon viaggio e in bocca al lupo.” 

Chloé l’aveva osservata, non pretendeva realmente che lei avesse stretto la sua mano plebea. “Addio Lin.” Aveva detto dandole le spalle, così che non vedesse le lacrime che prendevano a scendere lungo le guance. 

Era tornata a casa nel grattacielo dove sua madre risiedeva e si era gettata sul letto a piangere. Fu disturbata solo dal nuovo attacco di Queen Hornet e una volta trasformata era andata alla ricerca del cattivo.  

Era stato quello l’addio più straziante e Chloé non se lo aspettava. 

Aveva presentato ufficialmente la foca di ghiaccio a Dolphin e Shé, dicendo che da quel momento Ice Seal avrebbe protetto New York al posto suo. 

Tutti l’avevano guardata sorpresa. “Devo partire, impegni improrogabili mi vogliono altrove.” Aveva detto. 

Allora Ice Seal l’aveva stretta di istinto in un abbraccio. “Anche se vai via noi saremo sempre una squadra Lovely Swan.” Le aveva detto per poi allontanarsi. “Ovunque andrai ricordati sempre di me come io lo farò qui.” Terminò poi stendendole la mano. 

Chloé l’aveva guardata e le aveva stretto la mano.

“Lovely Swan, sei la persona più dolce e umile che io conosca, hai sempre voluto proteggere gli altri e nel bene. Sono stata orgogliosa di lavorare con te, non posso che augurarti buon viaggio e in bocca al lupo.” 

Chloé l’aveva guardata, le stesse parole che le aveva detto Lindsay. Cercò i suoi occhi scuri sotto la maschera di ghiaccio e aveva compreso. “Mi mancherà la tua vivacità. Particolare ma vera e sincera, promettimi che farai del tuo meglio per essere sempre la fantastica Lovely Swan che conosciamo tutti noi.” 

Chloé aveva annuito mentre calde lacrime avevano abbandonato i suoi occhi. Aveva lasciato Ice Seal e i due eroi che sempre andavano in suo soccorso poi una volta in camera sua aveva pianto  e tirato fuori tutto ciò che aveva dentro.

La mattina dopo era partita, nella sua nuova borsa di Guess aveva trovato un biglietto.

«Ricordati che i veri amici sono quelli che amano i tuoi difetti e poi i tuoi pregi, ricordati che quando vuoi avrai sempre un’amica che saprà ascoltare i tuoi ‘ridicoli’ capricci, ricorda che mostrare le tue debolezze non è sbagliato, chi ti ama ti aiuterà. 

Lindsay 

PS se può interessarti questo è il mio numero di telefono 555xxxxx Lin ❤️»

Quella… quella sciatta ragazzina di New York aveva osato intromettersi così nella sua vita. Ma come si era permessa? Lei poteva fare a meno della sua amicizia, aveva già chi la ammoniva sempre per i suoi comportamenti e non erano amiche neanche con lei. Lindsay e Marinette erano inutili, ridicole e inutili!

Pensò Chloé piangendo lacrime di solitudine e disperazione, si sentiva sola e non aveva nessuno che realmente la capisse. Aveva lasciato quella persona a New York. 

Ma basta non poteva restare lì a crogiolarsi, doveva reagire, uscire e magari mettere un po’ di zizzania ovunque. 

Pensò andando a sciacquare il viso, dopodiché uscì dalla suite e si riservò agli ascensori. Una volta lì le porte si aprirono e nel vedere Ladybug la ragazza esultò di gioia. 

“LADYBUG!” Disse saltandole addosso. 

La corvina infastidita tirò dentro Chloé mentre Chat Noir richiamò l’ascensore verso il pian terreno.

“Chloé lasciami, non ho tempo!” Disse la coccinella.

“Avete bisogno di me? Queen Bee è sempre disponibile lo sai.” Disse lei speranzosa.

“No Chloé non posso più lasciarti il Miraculous dell’ape lo sai. Papillon conosce la tua identità e metterai i tuoi cari in pericolo.” 

La ragazza sciolse l’abbraccio con un’espressione delusa, quanto ancora le avrebbe rinfacciato quella storia e per quanto le avrebbe precluso l’utilizzo di Pollen?

“Però…” disse Ladybug.

“Non farai sul serio!” Dissero i due ragazzi con lei nella cabina 

Ladybug annuì tendendo una scatola a Chloé.

 “È troppo potente questo Miraculous.” Disse Chat Noir.

La corvina annuì sorridendo a Chloé. “E io mi fido di lei, saprà usarlo e a fine battaglia me lo restituirà.” 

Chloé fissò stupita la scena, un Miraculous potente, più di Pollen? “Chloé Bourgeois. Questo è il Miraculous del corvo, portatore della guerra, solo lui e la colomba sono in grado di fermare Lady Octavia. Userai questo Miraculous con saggezza e per proteggere le persone, poi dopo me lo restituirai.” 

La guerra? Chloé ne fu spaventata solo dalla parola, aprì la scatola liberando da un bracciale un corvo nero che uscendo la osservò con sfida. “Scendiamo in battaglia?” Chiese al gruppo. 

Ladybug invitò Chloé a mettere il Miraculous alla caviglia presentandole Gracc e invitandola a trasformarsi. Timorosa la ragazza lo fece, dopodiché non riconoscendosi scese in battaglia col resto del gruppo. Adesso era Black Lady e nel suo aspetto non vi era più nulla di Chloé Bourgeois, i lunghi capelli neri e la tuta nera avevano nascosto la sua vera identità. 

 

Il gruppo di super eroi parigini festeggiò la prima sconfitta di Lady Octavia e Pika Pika  a Parigi, i sei sapevano che qualcosa era cambiato e che un nemico più grande di loro stava arrivando. Octavia non era stata da sola in quella battaglia, come sempre Pika Pika l’aveva seguita con lo scopo di rubare la felicità ad André. Che i loro nemici fossero anche a Parigi non era per nulla un fatto buono. 

“Non so come abbiate fatto a raggiungere Parigi.” Aveva detto Haoxin al suo acerrimo nemico. “Ma sappi che ovunque ci sia bisogno della pace io ci sarò sempre, può essere Londra, Parigi o il polo nord, io Pika Pika vi troverò e contrasterò sempre.” 

“Le tue parole ti fanno onore, ma sarò io a vincere su di voi Haoxin e Black Lady, ricordatelo sempre.” Disse questi sparendo con Lady Octavia prima che anche Red Scorpio e Rāiongaru giungessero in suo soccorso. Forse Pika Pika era consapevole che sul suolo parigino si sarebbe trovato ad avere troppi nemici da affrontare. 

“È sparito.” Annunciò Black Lady che con la ragazza leone stava sostenendo André. 

“Era in disparità numerica.” Affermò Haoxin tendendo la mano a Black Lady. “Dammi la mano qui e terrò il tuo animo in tumulto.” 

Black lady annuì lasciando andare André alle cure di Red Scorpio e strinse la mano del ragazzo in bianco. 

Il suo animo in tempesta finalmente trovò pace, adesso comprendeva perché erano stati riluttanti a darglielo.

“Noi portiamo André al sicuro, ci vediamo presto per parlare di ciò che è accaduto oggi.” Disse Red Scorpio. 

Rāiongaru annuì e dopo essersi lanciata uno sguardo complice con il suo partner sparì dalla zona col gelataio. 

Una volta al suo chiosco la portatrice del coraggio prese a braccetto Red Scorpio. “Ci offri un gelato André?” Chiese, avevano tutto il tempo per mangiarlo, i loro miraculous quella sera non erano stati usati. 

Un volta nel gran Palace Chloé sciolse la trasformazione restituendo il miraculous a Ladybug. “Grazie della fiducia Ladybug.” 

La coccinella annuì. “In caso dovesse servirmi ancora il tuo aiuto qui Chloé ti andrebbe di riprenderlo?” Chiese 

La ragazza sembrò pensarci su poi annuì. “Se hai bisogno di me Ladybug saprai dove trovarmi.”

I tre eroi annuirono a Chloé e la lasciarono al suo piano, dopodiché Klakky riportò tutti a Londra. 

I primi ad andare al loro tavolo furono i due cugini, Adrien sbattè il cellulare sul tavolo e lo indicò ai compagni. “Ha detto di no!” Disse, meglio non dire a tutti le frasi infelici che suo cugino Felix aveva scritto sul suo messaggio di risposta. 

Una volta che anche Marinette li ebbe raggiunti, il gruppo con le loro ordinazioni d'avanti scattò una foto. 

«Ultimi giorni a Londra, siamo sempre più uniti!» 

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Capitolo 38
*** Parte 37º - Amelie ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
(Premessa: da questo momento andrò forse OOC nel muovere sia Luka che Kagami, darò un passato soprattutto al primo perché un ragazzo di sedici anni sarebbe anomalo vederlo legato solo al gruppo degli amici della sorella e soprattutto che prima di Marinette non abbia avuto 'storielle'; cercherò con le caratteristiche base di Astruc e company di muovere e far crescere, spero, due/tre personaggi. Perché si ci metto anche Chloé. Grazie)

Londra 

Rientrati a casa la sera Marinette e Adrien si trovarono nella camera di lei per confrontarsi sui fatti della giornata appena trascorsa. 

"Perché a Parigi e come ha fatto ad arrivarci." Si chiese Adrien. 

"Un potere? Forse Pika Pika ha rubato qualche Miraculous del trasporto." Optò Marinette.

"Impossibile, con Viraago e Ek tangaavaala* sono stati distribuiti tutti." Disse Adrien. "Ozoo dice che non ne esistono più."    

"Si sono spostati a Parigi allora." Affermò Marinette.

Adrien continuava ad essere pensieroso. "E se avessero cercato un'alleanza con Papillon?" 

Marinette scattò in piedi. "Sarebbe un  disastro! Lady Octavia e i suoi complici sono senza pietà e Papillon ha comunque ancora tre Miraculous potenti."

"Si ma se così fosse..." disse Adrien osservando la compagna.

"Sarebbe un disastro, Papillon creerebbe un esercito con il Miraculous del coccodrillo e con l'aiuto di Mayura potrebbe creare anche un sentimostro, aggiungiamo Octavia, Pika Pika e miss Parrot... un disastro, un disastro!" Braitò la corvina.

"Non disperare Marinette. Sai cosa vuol dire creare un'alleanza?" Chiese Adrien. "Stavo pensando che per farlo dovrebbero incontrarsi, la settimana prossima saremo di nuovo a Parigi, potrei pedinare mio padre e scoprire se lui e Lady Octavia interagiscono tra di loro."  

"È assurdo, potrebbe essere pericoloso e dobbiamo pensare a una contro offensiva semmai dovessero allearsi."  

"Semmai dovessero allearsi noi saremo in vantaggio numerico, come oggi." Disse Adrien per poi andare a mettersi di fronte a lei, le sollevò il viso con una mano sotto il mente e cercò il suo sguardo. "Noi dobbiamo provare..."

"Per recuperare i Miraculous persi, per sconfiggere il male e per proteggere chi amiamo." Disse Marinette "La nostra missione, ma è tutto così grande Adrien che io..." 

"Io mi fido di te e ti sarò sempre vicino." La interruppe Adrien mettendole una mano sulla bocca. "Noi insieme ce la faremo." 

Tutta quella fiducia che aveva in lei, quella sua continua fedeltà e referenza, gli incitamenti che sempre le faceva. Insieme sarebbero riusciti, sempre. Lacrime calde scesero sulle sue gote. "Insieme." 

Adrien le sorrise e chinò il viso asciugandole le lacrime con dei lievi baci. 

"Non vedo l'ora di sconfiggere Papillon e tutti gli altri cattivi Marinette, e ti giuro che lo faremo presto." Disse il ragazzo stringendola poi in un abbraccio.

Marinette cercò il suo sguardo, una volta liberi da chi voleva i loro Miraculous avrebbero potuto stare insieme, senza dover fuggire e l'uno all'altra e nascondere i loro sentimenti ormai più che evidenti. Si sollevò sulla punta dei piedi e raggiungendo il suo viso gli sfiorò le labbra con le sue, Adrien non si ritrasse, al contrario intensificò il bacio assaporando la sua bocca per poi renderlo più intimo. Poche volte in cui si concedeva di stare con lei e di poter comportarsi come un ragazzo innamorato. Presto sarebbero stati insieme, insieme per sempre.

 

Parigi 

Amelie Grahman de Vanilly seguì con lo sguardo il treno che entro tre ore avrebbe portato suo figlio e la sua amica Lila a Londra. 

Dovevano essere molto cauti per non farsi scoprire, a Londra era stato emesso un decreto per chi come loro infastidivano la quiete pubblica irretendo persone indifese. 

Amelie sapeva di essere diventata una criminale, dal primo momento che era partita alla ricerca del tempio legato ai Miraculous. Aveva rubato in un luogo sacro ed aveva anche combattuto con dei monaci anziani e pacifici per ottenere i Miraculous, tutto in funzione di una cosa. La felicità del suo amato Felix! 

Suo figlio era l'ultima persona cara che le era rimasta e se era insoddisfatto doveva trovare il modo per fargli tornare in volto il sorriso ingenuo e sincero che aveva avuto fino a pochi anni prima. 

Per questo era partita per il Tibet ed aveva fatto  ciò che aveva ritenuto giusto, per questo aveva deciso di usare il Miraculous del polipo per dimostrare a suo figlio che nessuno era realmente felice, che tutti avevano almeno un incubo nella loro vita. Per questo Felix le aveva chiesto di continuare a perpetuare in questa sua missione, perché se lui non era felice neanche altri avrebbero dovuto esserlo. All'epoca le sue parole l'avevano colpita, voleva fare intendere a suo figlio che bastava poco per essere felici, che tutti in fondo non lo erano realmente. Ma aveva ottenuto il contrario, per lui tutti dovevano essere infelici, a cominciare dai suoi amici di scuola.

Amelie si era chiesta perché tutta questa acrimonia verso i compagni di classe e non aveva ottenuto risposta se non quando aveva incontrato Marcel Hàlcon. I ricordi alla vista del ragazzo erano tornati dirompenti.

Non aveva potuto e voluto evitare di parlargli dopo averlo incontrato al brunch dei Sutherland. 

Amelie si strinse nel cappotto bianco e mettendo il cappuccio per nascondersi agli occhi dei parigini si diresse verso la metro dove avrebbe preso il treno che l'avrebbe portata poco fuori Parigi. Questo sempre per mantenere un profilo basso, per non farsi riconoscere da nessuno. 

Una volta in metro andò a scegliere uno dei posti in fondo al treno e si mise a sfogliare l'album delle foto, malinconica andò ad aprire quella foto scattata dai Sutherland, quella che ritraeva suo figlio e i suoi nipoti insieme, era riuscita a rubare quello scatto non vista, era stato in quel momento che tutti i ricordi erano tornati a galla dirompenti.

Chiuse gli occhi poggiando la mano sullo schermo andò indietro a quel giorno con la memoria. 

 

"Marcel... tu sei Marcel!" Aveva detto al giovane. 

Il ragazzo appena l'aveva vista era rimasto sgomento, l'aveva dunque riconosciuta. 

"Mi hai riconosciuta non cher." Aveva affermato con un sorriso. 

"Non puoi essere la zia Emilie, Adrien me lo avrebbe detto se eri tu!" Disse lui spaventato indietreggiando.

Amelie lo aveva preso per il polso per non farlo allontanare. 

"No, io sono Amelie tesoro, la gemella della zia Emilie. Mon petit non ti ricordi di me?" 

Lui aveva scosso la testa spaventato allontanandosi e lei gli aveva gridato dietro di restare. Ma niente da fare, il ragazzo che così tanto le aveva ricordato la sorella di Gabriel e suo padre Pascal era sparito. 

Pascal, quanto lo aveva amato, e quanto aveva disprezzato Nicole Agreste perché le aveva preso il ragazzo di cui si era innamorata. Per lui avrebbe fatto di tutto, anche gettare le ortiche al vento. 

Pascal così solare e passionale, affascinante come non mai. Lo aveva conosciuto al matrimonio di Emilie e Gabriel, fino ad allora sua sorella e Nicole si erano ben evitate di presentarglielo. Lei all'epoca era già fidanzata con Walter e come con Emilie si sarebbe sposata a breve. Ma l'arrivo di Pascal era riuscita a destabilizzare tutte le sue certezze, quella pelle olivastra, gli occhi caldi e profondi che guardavano Nicole come fosse l'unica regina della festa, quella risata calda che arrivava fin dentro l'anima. Ne era rimasta affascinata, completamente.

Ma avrebbe mai potuto dire ciò a sua sorella o a sua madre, ad un mese dal suo illustre matrimonio. Perché se il matrimonio di sua sorella Emilie era molto riservato, il suo al contrario sarebbe stato un matrimonio da favola, con uno dei lord più famosi di Londra, dove erano previsti invitati illustri e sfarzo in ogni preparazione. 

Sua madre puntava tanto sulla sua unione, era fumo negli occhi per i pettegoli che trovavano fin troppo scandaloso che Emilie sposasse uno stilista emergente, figlio di un maestro di musica e  una casalinga. 

Avrebbe dovuto dimenticare Pascal, ma era difficile farlo. Difficile quando per le feste si ritrovavano a casa di Emilie e Gabriel, e lui era lì a trattare Nicole come una regina, a viziarla perché incinta, ad amarla e venerarla dopo aver partorito ed a vederlo come un padre amorevole e sempre presente con il piccolo Marcel. Aveva resistito più di tre anni, poi non ce l'aveva fatta più. Avrebbe gettato tutto al vento, anche il suo matrimonio e la  famiglia perfetta che si portava dietro per lui. 

Così quel Natale mentre erano tutti insieme, si chiamò Pascal da parte e senza vergogna lo aveva sedotto, avrebbe fatto di tutto per lui, anche distruggere il suo matrimonio, di Nicole le importava poco. Anni prima già con il suo mieloso carattere al collége le aveva portato via Emilie, adesso toccava a lei. Le avrebbe preso ciò che di più caro aveva e che entrambe amavano: Pascal! 

Così braccato nella camera degli ospiti Amelie aveva detto a Pascal i suoi sentimenti e si era gettata nelle sue braccia, cercando quelle sue labbra carnose ed invitanti. 

Ma Pascal l'aveva subito rifiutata scostando il capo e non permettendo che lo baciasse, l'aveva guardata con disgusto.

"Amelie non puoi fare una cosa del genere!" Le aveva detto

"Oh Pascal ti prego, noi ci amiamo e siamo fatti l'uno per l'altra." 

"Mi dispiace averti fatto pensare una cosa del genere, ma per me sei solo un'amica, così come Emilie è una sorella per me." Disse allontanandola con le mani. 

"Pascal ti prego io..."  

"Ti ha già detto ciò che pensa." Disse Nicole.

I due sentendo la sua voce spostarono l'attenzione sulla porta dove Nicole, una mano stretta forte sulla maniglia, l'altra intorno la cornice della porta. 

Nicole osservava fiera e composta il marito e la giovane Graham de Vanilly. 

"Cosa ci fai qui Nicole?" Le aveva chiesto con disprezzo Amelie.

"Sono venuta a cercare mio marito poiché Marcel è stanco e dovremmo tornare a casa." Aveva detto lei con voce tremante. "E credo sarebbe anche opportuno." 

Pascal l'aveva scansata mettendola da parte e raggiungendo la moglie, Amelie aveva sentito freddo nel momento stesso in cui l'aveva lasciata. 

"Aspetta... Pascal?" Lo aveva chiamato.

Lui raggiunta la moglie si era voltato verso la bionda. 

"Torna da tuo figlio e tuo marito Amelie. Teniamo questa faccenda tra noi tre, ma non azzardarti più ad avvicinarti alla mia famiglia." Le aveva detto lui cingendo sua moglie in un abbraccio protettivo. 

Nicole l'aveva guardata e prima di darle le spalle le aveva detto un ultima cosa. "Noi Agreste saremo anche poveri e illusi, ma abbiamo dentro di noi qualcosa che tu non potrai mai avere. Siamo umili e amiamo, amiamo con tutti noi stessi ricambiati alla stessa maniera. Non saresti riuscita nel tuo intento, io e Pascal ci amiamo e ci ameremo sempre." 

Erano scomparsi oltre la porta e non li aveva visti più. 

Emilie l'aveva informata che i coniugi Halcón avevano deciso di lasciare la Francia per operare sul campo nei paesi bisognosi di assistenza medica. La sua gemella aveva detto anche che aveva disapprovato quella decisione, poiché la loro intenzione era andare in Africa, ma non era riuscita a convincerli e farli desistere dal partire. E lei si sentì morire dentro, aveva perso il suo grande amore. 

Voleva, doveva sapere se Pascal era rientrato a Parigi. Perché se così era non poteva non rivederlo, non ora che era libera senza più un matrimonio che le era stato stretto. 

Così dopo la discussione tra Adrien e Felix mentre stavano andando via, Amelie aveva fermato ancora Marcel. 

"Resta ti prego, non andare via. Parla con me!" 

Lui forse mosso a pietà aveva acconsentito.

"Mi dica signora Graham de Vanilly, cosa vuole da me?" Chiese allora sospirando.

"Sapere come stai, è da quando avevi tre anni che non ti vedo più e non ho neanche più sentito i tuoi genitori." Disse lei.

Lui annuì. "Io sto bene anche se i miei mi mancano. Purtroppo loro sono... dispersi." Aveva detto lui con un groppo in gola. "C'è stata una frana al campo medico dove erano volontari." Aveva detto.

Amelie si era sentita spezzare dentro, lo erano... morti! 

"Tesoro mi dispiace, tuo padre era un grande uomo." Gli disse con la voce incrinata 

Marcel aveva annuito non riuscendo a guardarla negli occhi. "Sì, i miei genitori erano grandi e si preoccupavano sempre per tutti." 

"Adesso sei rimasto da solo, forse hai bisogno di qualcuno che..." aveva iniziato lei, era così simile a Pascal quel ragazzino, se non fosse stato per gli stessi occhi azzurri che contraddistinguevano gli Agreste.

Il ragazzo aveva sollevato il viso guardandola con sfida. "Ho già Adrien e lo zio Gabriel non mi fa mancare nulla." 

Al che Amelie si era sentita umiliata. "Potresti provare a fare amicizia con Felix."

"Signora sinceramente..." aveva iniziato lui. "... sono in classe con Felix e non è intenzionato ad avere rapporti con i suoi compagni di classe figuriamoci con me che andrò via tra tre settimane." Le aveva detto. 

Amelie era rimasta sorpresa, suo figlio non aveva amici? Ma se lui e la piccola Alice Sutherland sembravano andare tanto d'accordo.

"Fossi in lei mi preoccuperei più di lui che del figlio di altri." L'aveva ammonita Marcel allontanandosi.

La donna lo aveva fermato prendendogli il polso. "Per favore..." aveva sussurrato. "Felix ha perso il papà da un po', è morto quest'anno e ciò ha fatto si che si chiudesse tanto in se stesso. Questo è il motivo per cui non riesce a socializzare con gli altri." Gli aveva raccontato.

"Adrien si é dato disponibile ad aiutarlo, potresti anche tu aiutarlo a stare di più con gli altri, a farsi degli amici così come è accaduto a te e Adrien?" Gli aveva chiesto.

Allora il ragazzo aveva annuito e finalmente le aveva sorriso. Era lo stesso sorriso che aveva avuto Nicole, subito lo riconobbe, caldo, sincero ed amichevole. 

"Sì signora Grahman questo posso farlo." Gli aveva detto. 

E Amelie aveva visto in quelle settimane dei progressi nei confronti del figlio, usciva con i compagni e con i cugini, lo avevano reso partecipe di un servizio fotografico ed ora a quasi un mese di distanza Amelie era contenta dei progressi fatti. 

Anche se alla fine Felix aveva sempre un pensiero fisso, rendere infelici tutti, i suoi compagni di classe compresi. Gli ultimi tentativi prima che si trasferissero come da lui richiesto, in Francia. 

Era contenta che suo figlio volesse tornare in patria, ancora meno però sapeva dei suoi progetti, cosa stava architettando con Lila Rossi? Quella ragazza non le piaceva ed il fatto che Felix le desse molta più importanza che a lei, sua madre, era preoccupante. 

Aveva dovuto farsi infatti valere per mettere i due in allerta. Non voleva farsi scoprire dalle autorità perché Lila era una sprovveduta e non voleva che Felix si lasciasse pervadere dalla sua bramosia di privilegiare su Adrien e su tutti. Avrebbe voluto che Felix fosse felice veramente e se per farlo doveva si sarebbe sacrificata più volte e gli sarebbe stata accanto. Come madre e come Lady Octavia e cercava quindi di guidare suo figlio come meglio poteva, le aveva chiesto di trasferirsi a Parigi e lei aveva accettato ed organizzato il loro insediamento nella città d'origine anticipando anche l'arrivo dei loro alter ego miracolosi, così da non destare sospetti. Nessuno doveva collegare Octavia, Pika e Parrot alla sua famiglia, per questo tutto doveva essere fatto con minuziosità e lei a differenza dei ragazzi sapeva come organizzare dei piani eccellenti. 

Piani che non prevedevano Haoxin e Black Lady a Parigi, come avevano fatto ad arrivare in così poco tempo a Parigi da Londra? Possibile che Haoxin fosse così forte? 

"Ovunque ci sia bisogno di pace io ci sarò sempre, può essere Londra, Parigi o il polo nord..." 

Amelie sgranò gli occhi e scrisse un messaggio al figlio: Haoxin si muove nello spazio tempo, per questo può essere ovunque. 

La risposta arrivò dopo un po'. 

«L'ho pensato anche io. Lui riesce a percepire le battaglie, per queste è venuto a Parigi.»

«Allora perché non viene mai a Parigi? Qui c'è Papillon!» scrisse Amelie 

«Lila dice che è stato avvistato a Parigi, e che sono amici con Ladybug e Chat Noir. Forse lasciano tutto nelle loro mani!»

«Non noi però!» maledizione a loro, pensò Amelie. 

«Perché quel bastardo di Haoxin può ridare la felicità alle persone, ma ci penserò io a lui, presto o tardi lo sconfiggerò e mi prenderò il suo Miraculous.» scrisse Felix 

«Sii prudente amore mio. Adesso ti lascio, la metro è arrivata a destinazione. Fai dolci sogni e saluta Lila.» scrisse Amelie.

«Buonanotte mia cara madre, a domani pomeriggio.» la salutò lui. 

Amelie sorrise e mise il cellulare in borsa per poi uscire dalla metro. Suo figlio sarebbe rientrato a Londra per mezzanotte si sarebbe prima assicurata prima il suo rientro poi avrebbe dormito. Tanto ormai da giorni i ricordi del suo passato e del suo amore perduto la tormentavano.

 

Parigi - Venerdì 

Kagami si apprestò a terminare le lezioni del pomeriggio soddisfatta di come era andata la sua prima settimana scolastica. Ormai la giornata era entrata nel suo abitudinario, stava conoscendo persone nuove e anche se non poteva ancora chiamare nessuno amico stava bene, i rapporti che stava formando con tutti loro erano costruttivi e le stavano facendo imparare ad apportarsi alle persone. 

Chiusa la borsa salutò i suoi compagni di classe e scese negli spogliatoi dove incontrò Luka e Pierre che stavano prendendo i loro strumenti dagli armadietti. 

"Ciao ragazzi!" Disse la nipponica prendendo la sua sacca rossa. 

"Ciao Kagami... ciao Luka ci vediamo domenica." Salutò Pierre uscendo di corsa.

"Ciao Pierre!" Lo salutò Luka avvicinandosi alla compagna. "Ti va di festeggiare la tua prima settimana di scuola?" 

Kagami guardò il musicista sorpresa poi annuì. "Mi piacerebbe, ma prima avrei scherma." Gli disse dispiaciuta.

Lui la guardò poi chitarra in spalla la seguì fuori. "Vengo con te e dopo andiamo se non ci sono problemi."  

Kagami annuì. "Puoi restare ad osservare, è... al collége che faccio gli allenamenti." Gli disse.

"Allora lascio la bicicletta qui." Disse seguendola. 

Kagami sorrise e si diresse verso la scuola. Una volta giunti lasciò Luka nella sala degli allenamenti per andare a vestirsi, poi lo accantonò in un angolo della sua mente intenta a procedere con ciò che amava fare, ovvero allenarsi e vincere su tutti. 

Bernard il suo avversario non gli dava il piacere di sconfitta che le dava invece Adrien, l'amico era forte e c'era modo di confrontarsi tra un fendente e l'altro. Con gli altri invece non c'era gusto, ne sconfisse più di uno e tra uno scontro e l'altro lanciava anche occhiate verso Luka che seduto in un angolo suonava la sua chitarra. 

Quando terminò la sua lezione lo raggiunse giusto il tempo di dirgli che andava a riassestarsi poi sparì. 

Luka allora si alzò e con la chitarra in spalla si avviò agli spogliatoi dove l'attese. 

Aveva deciso di dare un'occasione alla sua amicizia con Kagami. Dopo la chiacchierata con Raiongāru della sera prima Luka era più propenso su quella strada, sinceramente non si era aspettato un riavvicinamento con la partner. Eppure c'era stato a Luka ne era contento, aveva potuto dire a qualcuno tutto ciò che aveva dentro negli ultimi tempi. Era tanto che non parlavano così e tutto era iniziato da lei che sembrava preoccupata per lui. 

 

"Ecco il vostro gelato ragazzi, oggi devo ringraziarvi ancora di più. Non potete credere a cosa ho dovuto sopportare con quell'incubo." Aveva detto André mentre Raiongāru prendeva il loro gelato al cioccolato e zuppa inglese. 

"Noi ci saremo sempre a proteggervi André." Aveva detto la sua collega portandolo poi via.

"Come stai?" Le aveva chiesto poi.

"È la seconda volta che mi trascini per mano in ventiquattro ore." Rispose lui. 

"Red..." aveva sospirato lei.

"Sto bene." Rispose allora lui. "A parte aver abusato del Miraculous ieri."  

Lei prese un po' di cioccolato e glielo portò alle labbra, al che Luka lo mangiò con gusto.

"Si però ieri hai parlato anche degli eventi della sera prima. Abbiamo combattuto solo una volta quel giorno, come hai fatto a scatenare tutto quell'astio?" Cioè..." tacque lei al gesto di lui di farle mangiare il gelato.

"Paura! Te l'ho detto credo che dipenda dal Miraculous." Le spiegò lui 

"Di cosa hai paura? Sii sincero con me Red, sai che puoi parlarne." Le disse allora lei.

Luka sospirò  dandole un altro poco di gelato, di cosa aveva paura? Non lo sapeva neanche lui ed ora aveva paura di riservare tutto fuori nel modo sbagliato. Discuteva con Kagami quando non lo meritava, era nervoso cosa assurda poiché difficilmente si lasciava andare a certi sbalzi di umore. 

"Credo di aver paura..." disse mentre con un assenso del capo lei lo incitava a parlare. "... ho paura di perdere una persona importante." Ammise allora.

"La ragazza che ti piace? Quella che è innamorata di un altro per giunta amico tuo?" Chiese lei. 

Luka scosse la testa, decisamente le aveva raccontato tutto della sua situazione sentimentale. Anche se non era come sembrava. Tirò ancora su il fiato poi parlò. "Ecco si questa è la situazione." 

"Vedi? Quando ti dicevo che avresti dovuto lottare per averla? Adesso la stai perdendo." 

"È cambiato tutto." Ammise lui a quel punto. "Da quando l'ho baciata." 

"Aspetta, ma allora lei ha scelto te!" Disse Raiongāru orgogliosa. "Vedi che perseverare porta a qualcosa?" 

"Ho detto che l'ho baciata non che ci sia stato dell'altro." Rispose lui.

"Ti ha rifiutato?" Chiese lei, Luka scosse la testa. "E allora? Dico se c'è qualcosa perché non perseveri e non cerchi di essere felice con lei?" 

"Perché non credo sia amore e lei di sicuro non mi ama." Ammise lui. 

"Sei una persona splendida, perché non dovrebbe  amarti?" Disse lei risentita.

"Per il mio amico? Lei ama lui e ne ho avuto la prova due sere fa." Spiegò lo scorpione.

"E adesso hai paura di perderla, ma se ha risposto al tuo bacio forse lui non è così importante  non credi?" 

"Non penso, perché non so neanche io cosa provo per lei." Ammise lui a quel punto.

"E allora scoprilo, non restare ad aspettare con le mani in mano affronta la tua paura e lotta per lei." Lo incitò Raiongāru 

"Io non voglio essere una seconda scelta Raiongāru, io voglio essere la scelta." Ammise allora lui.  

"Hai ragione su questo, ma se non lotti non potrai mai sapere se sei o meno la sua scelta." Affermò lei finendo il gelato. 

"Ingrasserai! Sai che troppo gelato fa ingrassare?" Disse lo scorpione. 

"Non cambiare argomento e promettimi che non ti arrenderai, siamo noi i fautori del nostro destino e restare fermi ad aspettare non è da gente come noi." Disse allora lei. 

Lui scosse la testa. "Per questo tu te ne freghi della tua amica e fai di tutto per conquistare chi ami." Disse lui ammettendo come avessero pensieri diversi in merito.

"Sai cosa, io e la mia amica siamo sincere tra di noi, ammettiamo i nostri sentimenti e ci confidiamo. E sa anche che c'è qualcosa tra me e il ragazzo che le piace e... e niente a lei va bene." 

"Hai vinto tu!" Disse allora lui. 

Lei lo aveva guardato. "Non ho vinto niente, sono solo sincera con la mia amica." Disse 

"Ti accontenti di essere una seconda scelta." Affermò lui.

"Non sono consentite seconde opportunità nella mia famiglia. Io devo essere la scelta!" Rispose lei. 

Luka le prese il bastoncino da mano e lo andò a gettare nel pattume. "Stai combattendo per la tua scelta?" Le chiese. 

"Certo che sì! E combatterò sempre perché questa scelta mi fa sentire viva." Ammise la sua partner. "Non pensavo di potermi sentire come mi fa sentire lui e... devo combattere per lui anche se so che sarà una strada tutta in salita, ripida e senza possibilità di tornare indietro." 

"E se sbagliassi?" Chiese allora lui. 

Lei lo aveva guardato chinando il capo. "Se sbagliassi allora vuol dire che sono una stupida e che mi sono affidata alla persona sbagliata." 

"Ehi! Tu sei una persona splendida Raiongāru, perché dovresti sbagliare?" Disse lui facendole il verso. 

"Perché... perché come hai detto tu sono i nostri stessi sentimenti che temiamo. Se lui si rivelerà essere sbagliato, perché io mi sono sbagliata e pensavo di amarlo e invece non è così?" Ammise lei. 

Lo scorpione l'aveva guardata attentamente. "Da quando tu hai questi dubbi, hai sempre creduto in te stessa Raiongāru e non puoi crollare adesso. Hai detto che hai anche l'appoggio della tua amica." 

"Ma non di lui, sono in bilico e non so cosa in realtà provo per questo ragazzo, io so solo che..."

"Ti fa stare bene hai detto che ti fa vivere." Terminò lui per lei.

"Sì, mi fa stare bene. Ma riesce anche a risvegliare emozioni e sensazioni che non credevo di avere. Mi fa reagire e mi fa vedere il mondo a colori, se però questo mondo dovesse rivelarsi in bianco e nero?" Chiese lei.

"Tu sei una combattente e farai in modo di rimettere i colori al loro posto." Le rispose lui tranquillo.

"Perché siamo finiti a parlare di me?" Chiese lei.

"Perché era da tanto che non ci aprivamo l'uno all'altra." Le disse lui.

"Dovremo parlare come prima?" Chiese lei.

"Sei la mia migliore amica, direi proprio di sì." Disse lui.

E allora Raiongāru l'aveva abbracciato. "Hai ragione sai? Parlare mi ha fatto bene e mi sei mancato Scorpio." 

Lui l'aveva stretta nel suo abbraccio. "Anche tu mi sei mancata leoncina." 

Lei aveva riso. "Promettimi che affronterai questa tua paura e proverai a essere felice con lei." 

"Se tu mi prometti di non cambiare mai e di credere sempre in te stessa." Aveva risposto, sì erano stretti la mano e avevano sigillato quelle promesse. 

Aveva capito Luka che per poter star bene doveva affrontare le sue paure e quella paura adesso era Kagami Tsurugi. Non sapeva spiegarsi come lo era diventata, però anche qui Rizza aveva avuto ragione, era stato geloso per via di Claude, Adrien non gli aveva mai fatto provare le sensazioni che in un attimo il coetaneo della sezione D aveva risvegliato in lui con Kagami. 

Doveva affrontare i suoi problemi e vedere cosa ne veniva fuori.

"Eccomi!" Luka si voltò, la voce della giapponese si era intromesse nei suoi ricordi riportandolo alla realtà.

"Eccoti, ti va una passeggiata fino a casa tua? Ti offro una crêpes." 

Lei gli sorrise. "Al cioccolato." 

Luka annuì. "Al cioccolato e tu la dividerai con me ragazza." Scherzò lui prendendo la bicicletta e poggiando la chitarra nel cesto. 

"Cosa suonavi prima?" Chiese lei 

"Mi sono lasciato guidare dal suono delle sciabole, poi ti farò sentire." Le disse lui incamminandosi per le strade di Parigi con lei al fianco. 

"Non vedo l'ora." Disse lei prendendo fiato. "Ti va di uscire domani?" Buttò lì 

Luka la guardò sorpreso. "Certo, pista di pattinaggio?" Chiese lui e lei gli sorrise.

"Sarebbe perfetto." Disse dandogli un bacio sulla guancia.

"Non mi accontento dei baci amichevoli." Le disse lui.

"Quelli più intimi li concedo solo dopo la crêpes." Disse lei prendendogli il braccio. 

"Non ho bisogno di essere portato da te." Disse lui, ma avevano la fissa? 

"Mi piace avere tutto sotto controllo per favore!" Disse lei, lui scosse la testa. Inutile parlare e farla desistere era una persona testarda.

Passarono mezz’ora circa a passeggiare parlando del più e del meno e poi Luka le comprò la crêpes che le aveva promesso. La mangiarono seduti su una panchina poco distante da casa di Kagami e intanto prendevano accordi per il giorno dopo. 

Quando Tomoe chiamò la figlia i due compresero che era tempo di rientrare per la nipponica. Al che Luka la riportò fino all’albergo ed una volta all’entrata si salutarono. 

Kagami si tirò sulle punte per farlo e sorrise al ragazzo che invece dei due baci sulle guance gliene diede uno solo sulle labbra che fu ricambiato dalla giovane che gli concesse fosse un bacio intenso anziché uno casto. 

——

Pronuncia: Ektngavalá

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Capitolo 39
*** Parte 38ª - È quasi Natale ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
(Premessa: da questo momento andrò forse OOC nel muovere sia Luka che Kagami, darò un passato soprattutto al primo perché un ragazzo di sedici anni sarebbe anomalo vederlo legato solo al gruppo degli amici della sorella e soprattutto che prima di Marinette non abbia avuto 'storielle'; cercherò con le caratteristiche base di Astruc e company di muovere e far crescere, spero, due/tre personaggi. Perché si ci metto anche Chloé. Grazie)

I giorni si susseguivano rapidi, quel sabato Kagami e Luka lo trascorsero insieme. Si mossero tra le vie della città ormai addobbata a festa per il Natale poi per l'ora di pranzo si fermarono alla Liberty per mangiare insieme a Juleka e Anarka. 

Dopo pranzo si spostarono in camera di lui e mentre il compagno arrangiava qualche nota musicale con la chitarra, parlarono della festività e di come veniva festeggiata in Giappone a differenza dell'Europa.

"Non è tanto religiosa, per noi è solo il giorno di Natale che è molto importante per gli innamorati. È una specie di San Valentino, poi il giorno dopo torna tutto alla normalità. A capodanno invece andiamo tutti si tempi shintoisti a pregare per un anno proficuo." 

"Deve essere bello. Indossi il kimono in quell'occasione?" Aveva chiesto lui.

"Sì, ma anche nelle uscite ufficiali qui a Parigi." 

"Devo ancora comprare i regali di Natale per mamma e Juleka." Aveva detto lui.

"Io ho fatto tutto giovedì, sono solo indecisa per il regalo a Marinette e non so cosa prendere ad Adrien." 

"Non sai cosa prendere al ragazzo che ti piace? Questo è un problema." La prese in giro lui.

"Ho preso i pensierini per tua sorella e Rose, per le ragazze della classe di Marinette e la nostra. Ho preso il regalo per mamma e per te ma ho un vuoto per il resto. Cioè saprei cosa prendere a Marinette ma è molto costoso e non mi sembra appropriato farle un regalo così importante, potrei metterla in soggezione." 

"Hai preso un regalo per me?" Chiese Luka sorpreso. 

Lei annuì poi gli puntò il dito contro. "Ti va di fare un regalo in due per Marinette e Adrien?" Propose lei ignorando la sua domanda. 

Luka la fissò poi le aveva sorriso. "Direi che sarebbe comodo e mi toglierei dagli impicci, potrei chiedere la stessa cosa a Juleka per il regalo a mamma." 

"Sei uno svogliato!" Affermò la nipponica.

Luka le aveva sorriso, lei scorse una nota cinica nel suo sguardo e subito si allontanò da lui sedendosi alla scrivania. "No... no, non dividerò il regalo di Juleka con te." Disse risoluta. 

"Dai... chi la volta scorsa ha detto: ci sosteniamo a vicenda." L'aveva supplicata lui.

"No! Sono irremovibile, è il regalo per tua sorella." Aveva risposto lei dandogli le spalle. 

"Kagami... verrò con te a scegliere qualcosa per Adrien e Marinette." Propose lui. "Ed è tanto, non mi piace fare compere." 

Lei lo aveva guardato minacciosa con una smorfia di sfida. Non l'avrebbe avuta vinta, era sua sorella e doveva provvedere da solo, si alzò e si diresse quindi verso l'uscita. "Fa conto che io non ci sia come tutti gli altri anni prima di adesso." 

Luka aveva sospirato ormai rassegnato. "Va bene, ho capito." Le disse raggiungendola e cingendole le spalle da dietro.

Kagami si trovò impreparata, non si aspettava quel gesto così intimo e privato e non sapeva come comportarsi, fino a quando non avvertì le labbra di lui sul suo collo, si irrigidì e si rilassò in un attimo. Non immaginava che i baci potessero essere piacevoli anche alla base del collo. Sospirò e si lasciò andare contro di lui sussultando ai suoi baci. 

Doveva avere decisamente un problema con quel ragazzo se riusciva a farla distrarre in quel modo. Sulle ginocchia tremanti si staccò lentamente e si voltò, doveva resistergli. Era sicura che stava giocando le sue carte e presto l'avrebbe fatta capitolare con quella storia dei regali, non poteva permettergli di averla in pugno. 

Sollevò lo sguardo sicuro e lo incrociò con quello di lui che si spostò verso di lei per tornare poi a baciarla. E cedette, Kagami aveva imparato una cosa in quella settimana, i baci di Luka erano una tentazione a cui non sapeva dire di no. A cui piaceva lasciarsi andare e che attendeva sempre trepidante, le piacevano, la facevano sentire bene e le facevano anche desiderare qualcosa di più, di molto più profondo. Quando Luka la baciava lei era in balia di lui, come poco prima o anche come adesso, mentre la trascinava alla parete della stanza e la schiacciava col suo corpo da adolescente. Era preda di un sentimento sconosciuto che la portava a reagire in maniera nuova e la rendeva non padrona del suo fisico. Perché se era vero che lui la baciava era anche vero che lei ricambiava, gli dava modo di cercare la sua lingua e gli permetteva di giocarci, di trovarsi e danzare insieme. Come anche le sue mani, diventavano autonome, e se lui l'abbracciava lei faceva altrettanto, si appendeva al suo collo e lo carezzava tra i capelli e sulla schiena. Era estati per lei, una droga di cui non riusciva a farne a meno. 

"Luka, Kagami, Rose è arrivata, siamo pronte." Urlò Juleka dal salone. 

I due ragazzi si staccarono tornando alla realtà, si guardarono e poi si allontanarono l'uno dall'altra. "Di chi è stata questa idea?" Aveva chiesto lui a Kagami.

Lei si ricompose aggiustandosi i capelli e fece spallucce. "Non mi ricordo, è avvenuto durante il pranzo giusto?" Disse lei.

Si, ne avevano parlato e la sorella di Luka aveva detto che era una bella idea andare a pattinare, così il loro appuntamento si era trasformato in un'uscita di gruppo. 

Una volta fuori infatti la coppia oltre Rose, trovarono inaspettatamente anche Ivan e Mylène. 

"Okay, andiamo alla metropolitana?" Disse Luka. 

Il gruppo felice aveva annuito, era tempo di divertirsi. "Posso chiamare anche Pierre e Claire?" Sussurrò Kagami. 

Luka sospirò. "Tanto ormai..." aveva detto rassegnato. 

 

A Londra Marinette e Adrien si stavano preparando all'ultimo week end londinese. I ragazzi avevano organizzato di trovarsi tutti a Greenwitch per passare una giornata tutti insieme. Per l'occasione c'erano anche Lila e Felix che sembravano annoiati dal programma ma comunque erano presenti. 

La prima tappa fu lo O2 struttura dove era possibile avere la possibilità di sciare in maniera del tutto digitalizzata. I ragazzi persero tutta la mattinata a imparare a sciare, cadere e divertirsi insieme. 

Dopo aver mangiato dei tipici piatti londinesi ai ristoranti del centro al pomeriggio erano andati alla Queen's House e qualcuno aveva anche proposto di andare all'osservatorio poi. 

Marinette stava divertendosi molto anche se non sapeva quanto fosse giusto nei confronti di Adrien andare ovunque.

"Voi due avete il torneo domani." Aveva detto ad Adrien e Steven.

"Se prendiamo il biglietto del primo spettacolo non ci stanchiamo Marinette, sono solo le 16.00!" Aveva detto Steven. 

La ragazza si consultò con le amiche  e dopo un po' arrendendosi accettò di andare al Royal Observatory. Al contrario Eleanor, Katherine, Alice, Cristian, Felix e Lila desistettero dicendo chi doveva prepararsi al balletto della sera, chi doveva rientrare presto che non potevano restare più. 

"Forse sarebbe il caso..." disse Marinette.

"Che tu ti diverta e goda dell'ultimo week end qui a Londra. Stai tranquilla per me!" Le aveva detto Eleanor 

"Anche tu Marcel, non pensare a me, Cristian mi accompagnerà fino a casa." Aveva sussurrato Alice al cugino di Adrien. Ormai si era capito che i due stavano insieme e Marcel aveva acconsentito. 

Così raggiungendo Max, Alix e Caroline si era tenuto sulle sue. "Vi prego stiamo lontani dalle coppiette." Aveva chiesto disperato. 

Alix aveva riso, consapevole che era lo stesso pensiero che avevano avuto tutti. Inutile che Adrien e Marinette continuassero a dire di non essere una coppia, potevano non essersi messi insieme ma agli occhi di tutti loro erano una cosa sola. 

Giunti all'osservatorio il gruppo di ragazzi aveva pagato il biglietto e si erano goduti una buona ora di astronomia. Soddisfatti andarono alla stazione dei pullman per prendere quello che da Greenwich li avrebbe riportati chi a Kensington, chi a Notting Hill o Chealsea. Nino si aggregò al gruppo di Adrien per rientrare, essendo da messaggio il suo compagno di corso e casa ancora con Alice a South Kensington.

Ormai stanchi alle sette di sera Marinette si riservò sul letto distrutta. 

"Domani ci sarà la gara di Adrien Tikki." Disse al suo Kwami che la raggiunse. 

"Sicuramente sarà uno dei migliori." Disse la coccinella.

"Per la prima volta io, Nino e gli altri andremo a fare il tifo. Sono molto emozionata." Disse la corvina.

"Ne sono cambiate di cose negli ultimi mesi eh!" Disse Tikki 

"Tra un po' sarà un anno da quando ci siamo conosciute." Disse la corvina felice, ne erano accadute di cose durante quell'anno, era diventava Ladybug, era cresciuta e diventata più matura, era innamorata e consapevole di essere amata ed ora aveva anche acquisito più coraggio nei confronti di Adrien.

"Tra un po' sconfiggeremo anche Papillon ed allora tutto andrà bene Marinette." Le disse Tikki mentre il cellulare squillava.

"Non mi dire che è un'allerta ti prego!" Disse la corvina mettendo la testa sotto il cuscino.

"È sera, ricordiamoci che a Lady Octavia piace colpire la sera." 

Marinette prese il cellulare e aprì la notifica. "Su andiamo, dovrò passare prima da Marcel." 

"Mi darai di nuovo alla bionda Marinette?" Chiese Gracc, ed ella annuì era la soluzione migliore. 

 

Erano rimasti a Parigi per un tempo anche troppo lungo. Dopo aver sconfitto il trio di Lady Octavia, purtroppo la giovane vittima era stata akumizzata da Papillon. Così i sei super eroi erano dovuti tornare a trasformarsi e poi riprendere l'attacco contro il nuovo avversario. Quella akumizzazione era il peggior pronostico previsto da Adrien ma anche quello che avrebbe fruttato se appunto i cattivi si sarebbero trovati tra di loro. Una volta lanciato il miraculous Ladybug tutto era tornato alla normalità, Raiongāru e Red Scorpio si riservarono sul malcapitato di turno e lo aiutarono a sostenersi, mentre Ladybug con Black Lady e Haoxin salutava tutti per ritirare il Miraculous dalla portatrice della guerra.

"Tutto bene voi due, avete bisogno di una mano?" Chiese Chat Noir. 

"Tutto sotto controllo Chat Noir, possiamo andare anche via." Rispose Red dando una pacca sulla spalla dell'amico.

"A te come va invece?" Chiese il gatto nero.

"Molto bene, se manteniamo questo ritmo il Miraculous della paura non ha effetti negativi." 

"Anche perché adesso appena vedo che qualcosa non va ci sono io a tirargli le orecchie." Si era  intromessa Raiongāru.

"Okay allora me ne vado tranquillo, alla prossima ragazzi." Li salutò andando via.

"Ehi lion king non ho tempo di restare oggi, ci vediamo la prossima." Disse Red salutando la collega per poi sparire.

Lei fece una smorfia. Non era una ruota di scorta, gliene avrebbe dette la prossima volta. Adesso però doveva tornare a casa e finire i compiti per lunedì, aveva accettato l'invito di Claire a Pierre a Montmartre per la mattina dopo e doveva recuperare le materie non ancora finite in vista delle verifiche della settimana.  

 

Venerdì 19.12.2015

Tornati a Londra sia Marinette che Adrien erano crollati dal sonno.

Il giorno dopo il giovane Agreste aveva un impegno importante e doveva essere riposato per poter rendere il meglio nella squadra della Queen Victoria. 

La domenica procedette come le giornate precedenti, una volta svegli si prepararono per il torneo che si tenne tutta la giornata, verso le sette di sera come sempre Octavia attaccava i parigini con gli altri due, Papillon invece aveva colpito di notte, sempre approfittando dell'umore malsano rimasto al malcapitato di Octavia. 

Adrien e Steven avevano portato a casa il primo posto ed avevano lavorato bene insieme, tanto che il rosso aveva chiesto al modello di chiedere l'autorizzazione per lui di allenarsi con lui durante il suo periodo scuola a gennaio. 

Intanto i giorni trascorrevano rapidi e i preparativi per tornare a casa erano quasi giunti al termine, Marinette aveva consegnato gli ultimi cappelli che le avevano fruttato un guadagno non indifferente, con la quale aveva comprato una stampante 3d per le sue maglie. Anche quelle molto vendute tra gli studenti della Queen Victoria, in quel periodo lei e le sue amiche ne avevano approfittato per andare a comprare i regali e i souvenir ai loro compagni di classe ed ai parenti. Marinette aveva preso per i genitori un quadro di Londra per la casa, sia come regalo natalizio che come souvenir, mentre una miniatura del Big Ben era il regalo che avrebbe portato alla Bustier, ai nonni e a tutti i compagni rimasti a Parigi. 

Finalmente il venerdì che precedeva il Natale, i ragazzi salirono a bordo del loro treno che li avrebbe riportati a casa. 

"Ehi Adrien!" 

Il ragazzo si voltò verso il cugino prima che prendesse posto accanto a Nino.

"Dimmi Marcel." 

"Ieri pomeriggio Felix ha salutato la classe, dicendo a tutti che si sarebbe trasferito a Parigi." Annunciò il ragazzo. 

Adrien lo ascoltò sorpreso. "Non me lo aspettavo, anche la zia questa mattina quando ci ha salutato non ha detto nulla." 

Marcel annuì. "L'ho trovato infatti strano. Però sì, ha annunciato che sarebbe rientrato nella patria di sua madre dal momento che suo padre è venuto a mancare." 

Adrien annuì per poi sorridere. "Forse riusciremo a recuperare il rapporto. Felix ha un rapporto difficile con le relazioni e stare di più con noi potrebbe aiutarlo." 

Marcel rise. "Sinceramente lo credo impossibile, ma è tuo cugino e se vuoi tentare io ti appoggerò Adrien." 

Nino scosse la testa. "Sinceramente? Dopo quello che ha fatto all'anniversario di tua madre spero di non averlo in classe insieme. Mi è bastato il mese a Londra." Disse al migliore amico. 

Marcel fece spallucce mentre Adrien si sedeva. "Staremo a vedere una volta a Parigi." Per ora aveva impegni più importanti una volta a casa e non contemplavano la presenza di Felix nella sua vita.

Sopratutto a casa loro visto che era lì che doveva affrontare suo padre. 

"Quando torniamo ti va di venire con me a scegliere un regalo per Alya, ancora non le ho preso nulla." Disse Nino al compagno. 

Adrien annuì, anche lui non aveva preso nulla a  Marinette. Luka, durante gli scontri con i super cattivi, gli aveva chiesto consiglio su cosa regalarle ma Adrien era caduto dalle nubi, cosa regali a chi tecnicamente non può portare tanti gioielli visto che porta già dei Miraculous. Gli aveva risposto che non sapeva cosa fargli, al che lui aveva detto che non c'erano problemi e che ci avrebbe pensato con calma. A sette  giorni dal Natale gli sembrava che la calma era una cosa che non potevano permettersi anche se a pensarci bene lui sapeva cosa regalare a Marinette. 

Così durante il viaggio si era messo a cercare su internet ciò che cercava e trovatolo lo ordinò, sapeva che l'avrebbe fatta contenta. 

Al tempo stesso Marinette aveva già progettato un regalo per Adrien, come sempre gli avrebbe fatto qualcosa lei con le sue mani, aveva optato per un paio di guanti che potessero andare coordinati con il berretto donatogli all'onomastico.  

Passò tutto il viaggio a chiacchierare con le amiche e riposando. Quando arrivarono ad accoglierli alla stazione c'erano tutte le loro famiglie che non vedevano l'ora di riabbracciarli. Adrien e Marcel li salutarono seguendo Natalie che era andati a prenderli,'ovviamente di Gabriel Agreste non c'era traccia. Ma ne Marinette, ne Adrien e lo stesso Marcel se lo aspettavano, i primi due ormai erano abituati e l'ultimo da quando aveva saputo che dietro la maschera di Papillon si celasse lo zio era diventato scettico nei suoi confronti. 

Anche una volta a casa Gabriel non andò ad abbracciare suo figlio, piuttosto si informò attraverso Natalie come era stato lo scambio culturale complimentandosi per la vittoria nel campionato di scherma dove aveva gareggiato a Londra. Natalie lo avvertì che aveva già degli impegni per alcuni set fotografici ed avvertì che  a Marcel era stato fatto un contratto ed aperto un conto personale per i diritti sul set fotografico di Marinette.

"Prima delle vacanze le chiederemo di portare i suoi capi, Giuseppe è già stato avvertito delle prove domani e domenica dovreste procedere al set fotografico. 

Nel pomeriggio chiamerò Marinette a cui è già stato inviato il programma." Aveva concluso l'assistente. "Adesso riposate, tra un'ora il pranzo è pronto." Li aveva salutati.

"Posso vedere mio padre?" Chiese allora Adrien in uno scatto impulsivo. 

"Mi dispiace ma sta lavorando." Rispose la donna sparendo. 

"Sempre la stessa storia eh!" Disse Marcel 

Adrien annuì. "Phyllo!" 

"Dimmi Adrien." Disse il Kwami della medusa uscendo allo scoperto. 

"Sparisci e seguili, cerca di scoprire dove mio padre ha il suo covo, cerca di scoprire quante più informazione ci servono per liberare Nooro." Il Kwami annuì seguendo Natalie mentre scompariva a occhi umani.

"Come dobbiamo agire poi?" Chiese Marcel.

"Speravo rispondessi tu a questa domanda." Gli rispose Adrien.

"Hai detto che vuoi prima controllare se tra tuo padre e Lady Octavia possano esserci dei contatti." Disse Marcel chiudendosi la porta alle spalle. 

Adrien annuì mentre i Kwami uscivano allo scoperto e si riadattarono alla loro libertà. "Lo assedieremo, ti consegnerò di nuovo Gurru." 

"Te l'ho detto già un mese fa, hai bisogno di Gurru durante lo scontro finale  con Papillon, ed ora ne conosciamo anche il motivo." 

"Non puoi usare Kimmi, sopratutto adesso che Lady Octavia è qui." Disse Adrien.

Lui annuì. "Non dovrò combattere per esservi vicino. KIMMI TRASFORMAMI." E appena il Kwami trasformò Marcel, il ragazzo si sedette nella posizione del loto e chiuse gli occhi. "Ancora vedo che tu devi restare legato a Gurru... mi concederai un secondo Miraculous, quello che tu riterrai giusto nella missione. Dovete proteggere tutti i Miraculous prima però, avverto un destino nefasto nei confronti dei Miraculous, forse il cacciatore si sta spostando dall'Italia a Parigi." 

"Cosa dobbiamo fare per proteggerli? Cosa vuole il cacciatore? Fino a settimana scorsa era ancora a Genova." Disse Adrien ricordando l'ultima volta che lui e Marinette erano stati a Genova solo cinque giorni prima. 

"È ancora lì." Affermò  Marcel aprendo gli occhi. "Avverto solo che sono in pericolo."

Adrien batté il pugno sul palmo della mano. "Pika Pika mi aveva giurato che si sarebbe preso il mio Miraculous, riesce a rubarli." Disse allora Adrien. "Deve essere lui." 

Marcel annuì alzandosi, nel momento stesso in cui i loro cellulari notificavano l'allerta. "Mio padre aveva fretta a quanto pare."

"Vai, tanto abbiamo ancora mezz'ora prima del pranzo. Al limite ti reggo il gioco." Gli disse Marcel ritrasformandosi.

Adrien annuì chiamò Plagg e si trasformò. Era tornato a casa. 

 

Essere a  Parigi riportava tutti alla realtà, con i soliti impegni e ognuno le proprie attività. Mancavano quattro giorni a Natale e Marinette era stata già contattata da Nadia Chamack affinché le tenesse Manon per quella domenica. Jagged Stone l'aveva contattata attraverso Penny affinché disegnasse il poster del concerto di fine anno del cantante ed in più Gabriel Agreste aveva già provveduto ad organizzare un set fotografico per la sua linea di moda. 

Marinette era divisa in due in merito, da una parte era eccitata poiché il suo mentore stava permettendole di realizzare il suo sogno, dall'altra parte si sentiva un'ipocrita poiché ormai sapeva benissimo che dietro il famoso fashion designer si nascondeva invece Papillon, il nemico di Parigi. 

Non sapeva come comportarsi in merito, anche se non poteva destare sospetti. Il giorno prima Adrien le aveva raccontato del pericolo che hawk aveva avvertito, quindi adesso avevano anche la responsabilità di nascondere i Miraculous nel maggior modo possibile. Non le restava quindi altro da fare che avvertire Kagami di quel pericolo, per la miracle box Waizz aveva detto che ci avrebbe pensato lui a proteggere tutti gli altri con i suoi poteri. Il problema erano in pratica i Miraculous che erano in giro, in pratica quelli assegnati a Kagami, Luka e Red Scorpio.  

Quella mattina avrebbe dovuto vedersi appunto con Kagami e Luka, poiché l'amica le aveva detto che potevano trovarsi lì. Avrebbe quindi preso due piccioni con una fava.

Quando era arrivata alla Liberty Marinette aveva riabbracciato Juleka, Rose, Mylène e Ivan che erano andati a suonare. Kagami con Mylène si muoveva con confidenza per la barca mentre serviva da bere o preparava qualcosa da mangiare. 

Quando finalmente furono sole Marinette raccontò all'amica i pericoli in cui sarebbero potuti insorgere lei e Luka. 

"Scusa Marinette, ma Ektngavalá e Viraago non ci sono stati assegnati proprio per proteggerci?" Chiese la nipponica. 

Marinette annuì, era vero. Per questo avevano dato ai due un altro Kwami, anche se adesso che Acci era stato ripreso non ce n'era motivo. "Giusto, però non sappiamo se riusciremo a proteggervi." Disse Marinette a quel punto. 

"Io credo di sì, il problema è piuttosto Red Scorpio adesso. Lui non ha alcun tipo di protezione." 

"Devo parlarne con Adrien." Disse la corvina. 

"Fra quanto lo vedrai?" Chiese Kagami. 

Marinette arrossì, come faceva l'amica a sapere che si sarebbero visti? "Ehm... tra un paio di ore, dopo le prove del set fotografico." 

"Allora parlane con lui e con quel Kwami che sapeva tutto. Sono sicura che risolverete, se poi per prevenire una cattura vuoi che ti restituisca i Miraculous non ci sono problemi." Disse la nipponica indicando il gruppo di amici che li raggiungeva. 

A quel punto a Marinette non restò che cambiare discorso, forse doveva seguire il suggerimento di Kagami e parlarne con Ozoo.

“Eccoci qui. Marinette ti piace la nuova canzone?” Disse Rose tutta eccitata. 

Marinette annuì, come sempre i Kitty Section facevano dei pezzi bellissimi. Marinette era convinta che col tempo sarebbero diventati famosi.

Mentre parlava con gli amici seguiva con lo sguardo Luka e Kagami che si erano messi da parte, lei stava dicendo qualcosa a lui. Forse lo informava di ciò che le aveva detto, Luka appena l’aveva vista l’aveva salutata come tutti gli altri, poi era tornato alla sua musica, come se per lui non fosse passato un mese dal loro ultimo incontro si era tenuto distante. Forse lo aveva ferito ancora di più di ciò che sembrava. 

Solo quando fu ora di andare via il musicista dopo averle dato un bacio sulle guance le aveva parlato. 

“Kagami mi ha detto cosa ti impensierisce. Per qualsiasi cosa mi attengo alle vostre decisioni, caso mai poi ne parlo con Adrien.” Aveva detto. 

La corvina annuì, come sospettato era stata l’amica a raccontargli i fatti. Lo salutò e con un sorriso lasciò la barca lanciandosi uno sguardo alle spalle. Aveva fatto del male ai suoi amici? Sapeva che Kagami amava Adrien e sapeva anche che Luka provava qualcosa per lei. 

Sulla barca i due parlavano con Rose e Juleka, poi incerta Marinette continuò a guardarli, doveva parlare con loro una volta e per tutte, cercare di recuperare il rapporto che avevano. Li vide attraversare la Liberty e scendere, poi una volta alla bicicletta di Luka i due si prepararono per andare via. No, non era quello il momento per parlarne. 

Raggiunto Adrien espose i suoi dubbi, ormai tra di loro parlavano solo dei problemi che si stavano prospettando con i Miraculous, ma era importante che parlassero anche di Luka e Kagami, lo doveva ai suoi compagni e a loro stessi. 

“Credo che dovrei chiarirmi definitivamente con Luka.” Disse al compagno.

Adrien la guardò preoccupato. “Marinette se ti piace Luka dovresti andare da lui.” Disse con sguardo serio. Per quanto amasse l’amica voleva per lei solo il meglio, e se non era lui il meglio per lei lo avrebbe accettato. 

“No... non è questo. Cioè mi piace come persona e siamo amici ma conosco benissimo i miei sentimenti.” Disse lei, come conosceva anche quello degli amici che per loro due più volte erano stati akumizzati. 

“La risolviamo insieme Marinette, non devi prenderti tutte le responsabilità e non devi fare tutto da sola.” Le disse lui dolcemente.

Marinette gli sorrise ed annuendo gli disse poi come Kagami aveva reagito alle informazioni su Pika Pika. 

“In realtà ho parlato ieri sera con Ozoo.” Ammise il biondo.

Marinette lo aveva osservato stupita, perché non glielo aveva detto? 

Lui sembrò leggerle la delusione in viso perché le sorrise. “Marinette non riuscivo a dormire e allora gli ho chiesto consiglio.” 

Marinette annuì, forse stava diventando troppo ansiosa. “Scusami io...” 

Lui non la fece parlare che la strinse in un abbraccio. “Tu hai tanto cui pensare, lo so e vorrei non darti tutte queste responsabilità.” 

“Cosa ti ha detto Ozoo?” Domandò lei così da non lasciarsi andare alle lacrime.

“Che i Kwami complementari sono più forti di Pika Pika e quindi sanno nascondersi meglio. Alla fine quindi quelli in pericolo non sono loro bensì gli altri.” 

“Quindi Ektngavalá è in pericolo.” Rispose Marinette. “Il fatto che sia stato messo a protezione dell’animo di Kagami non funziona per se stesso.” 

“Ma Ektngavalá è protetta da due Kwami complementari.” Rispose Adrien. “Sempre che io abbia capito bene di chi si tratta ovvio.” 

Marinette sospirò, non poteva rinunciare all’aiuto di Kagami e fin quando era in grado di difendersi era contenta di non doverla privare dei Miraculous.

“Quindi il problema è solo Luka, devi prendergli Viraago.” Disse lei.

“Anche lui è al sicuro, la dragonessa può restargli al fianco.” Affermò lui. 

“Anche lui è...” Marinette lo fissò poi finalmente comprese, lui era... Red Scorpio e Chat Noir i due amici complici e... le caddero le braccia dallo sconforto. “Siete due scemi.” 

Adrien fece una smorfia. “La tua è tutta invidia. E comunque sei pronta per il set di domani? Hai tutte le maglie pronte?” 

La ragazza annuì, ovvio che era pronta. Avrebbe dato il meglio di se e aveva già avvertito Juleka di averla scelta come modella per la sua campagna. Doveva solo sperare che tutto sarebbe filato liscio, sapeva che Juleka aveva molte insicurezze e posare con Lila sicuramente avrebbe potuto scalfire la sua serenità. Non capiva perché Gabriel Agreste l’avesse scelta come sua nuova modella, ma la cosa non le piaceva assolutamente...

 

Quella domenica mattina come previsto si erano trovati allo studio fotografico di Giuseppe per il set. I ragazzi con le loro felpe erano perfetti ed anche Juleka stava benissimo con la felpa che le aveva assegnato. Per l’occasione aveva preparato dei coordinati appositi, una minigonna incrociata a portafoglio per Juleka e una a balze interiori per Lila e dei pantaloni neri slim per Adrien e swing per Marcel. 

Quando tutti furono pronti e le ragazze furono truccate Marinette seguì tutto il set fotografico, Adrien come sempre indossava divinamente qualsiasi cosa e anche Juleka e Marcel non erano da meno, nonostante la presenza di Lila che stranamente era taciturna, non inventava storie di alcun tipo ed eseguiva tutto ciò che Giuseppe le diceva. 

A fine set fotografico soddisfatta Marinette batté le mani. “Siete stati fantastici.” 

“Merito della tua linea giovane Marinette, complimenti.” Intervenne la voce di Gabriel Agreste. 

La ragazza sobbalzò mentre veniva raggiunta da Adrien e Marcel che avevano lo sguardo puntato alle spalle della corvina. 

Marinette anche si voltò, Agreste dall’altra parte del tablet come sempre, doveva aver seguito il set fotografico. 

“Ho notato che hai completato le felpe con abiti coordinati. Purtroppo non abbiamo una linea ragazze da Gabriel, ma potremo comunque pubblicizzarla. Natalie informa Marinette su come procederemo e su come invece stia andando la sua linea, Adrien, Marcel ottimo lavoro. Vi aspetto a casa!” Disse poi togliendo la comunicazione.

Marinette guardo i due ragazzi mentre Natalie prendeva la parola. “Per il periodo di natale c’è già stata una forte richiesta delle tue felpe Marinette. Contiamo che vadano in produzione appena incontrerai i sarti lunedì pomeriggio. 

Per le maglie dello scorpione e la linea scozzese invece sono già in produzione da quando ci hai mandato il disegno, è piaciuto a molti e sono tra le felpe più vendute della stagione con quelle scozzesi che abbiamo rivisitato in moda maschile. Ho parlato ed incontrato i tuoi genitori con i quali abbiamo già firmato un contratto ed è previsto un incontro a Villa Agreste con tutti voi per martedì 22.

Ovviamente dopo le lezioni del pomeriggio.” 

Marinette sgranò gli occhi! Natalie le aveva organizzato degli appuntamenti? Per il resto ci aggiorniamo a dopo Natale poiché avremo ospiti fino al venticinque.” 

“Ospiti?” Chiese stupito Adrien.

Natalie annuì seria. “I Graham de Vanilly pernotteranno da noi fin quando non prenderanno possesso della loro casa e passerete il Natale insieme.” Concluse l’assistente che appena tutti i capi furono rimessi a posto ordinò di andare via.

 

————

Buongiorno! Dunque come avrete capito questi sono capitoli di passaggio prima che si passi alla resa dei conti con Papillon, non che io voglia far trascorrere il Natale ipocrita ad Adrien ma mi serve appunto da trama questa festività, poi carpirete. Ripeto non tengo conto dello speciale musicale della serie poiché si cozza troppo, infatti nello special non esistevano ancora neanche Luka e Kagami e sappiamo che per la mia cronologia loro dovevano esserci già.

Un bacio a tutti e ciao ciao

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Capitolo 40
*** Parte 39º - Natale ***


—NdA buona Pasqua a tutti, spero stiate bene e che questo periodo sia di transito per tutti noi, forse un capitolo inutile ma non tanto da trama, ho cercato di finirlo in breve tempo così da potervi fare i mei auguri.—-

Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
(Premessa: da questo momento andrò forse OOC nel muovere sia Luka che Kagami, darò un passato soprattutto al primo perché un ragazzo di sedici anni sarebbe anomalo vederlo legato solo al gruppo degli amici della sorella e soprattutto che prima di Marinette non abbia avuto 'storielle'; cercherò con le caratteristiche base di Astruc e company di muovere e far crescere, spero, due/tre personaggi. Perché si ci metto anche Chloé. Grazie)

 

 

————

Martedì 22.12.2015 -  Villa Agreste  

Felix osservava la scena che si presentava di fronte ai suoi occhi con sguardo cinico. Quanto perbenismo, non gli piaceva e non riusciva ad accettarlo, i genitori di Marinette erano impastati di dolcezza ad ogni gesto, tanto da dargli il voltastomaco. Suo zio Gabriel che era incline all' impassibilità assoluta quando parlava di lei sembrava diverso* incline al sorriso ed al perbenismo che non gli confaceva per nulla. 

Sì, perché Felix conosceva il suo segreto, perché se con Marinette si era sbagliato di grosso. Con suo zio Gabriel non aveva potuto, appena entrato a Villa Agreste due sere prima, percepire una presenza mistica intorno a lui e a quella casa. Una volta nella sua stanza aveva chiesto conferma a Pappi di quanto avvertito e il suo Kwami glielo aveva confermato. "Ci sono dei Miraculous signore in questa casa." 

Ci aveva giurato e ci avrebbe messo la mano sul fuoco Felix che soddisfatto aveva chiesto informazioni, su dove si trovasse il Miraculous e chi ne fosse il portatore e subito il Kwami lo aveva indirizzato verso lo zio e la sua assistente. 

Pappi era straordinario e quello era il motivo per cui aveva abbandonato la sua idea che Marinette fosse Ladybug, infatti il Kwami non aveva mai rivelato alcun potere o Miraculous nei suoi confronti. Qualche volta lì aveva usati, gli aveva detto Pappi ma forse perché l'eroina di Parigi affidava i Miraculous a dei portatori temporanei.

Avevano infatti notato nel loro ultimo attacco una ragazza topo e una maiale** giungere con l'eroina a pois. 

Lila le aveva poi raccontato che spesso Ladybug assegnava appunto i Miraculous ad altri portatori temporanei. 

"Loro solo sono gli eroi fissi dei Miraculous della coccinella e del gatto nero, gli altri vengono chiamati all'occorrenza." Gli aveva detto la ragazza stringendo con rabbia la collana che aveva al collo. Sicuramente anche lei aveva bramato uno di quei Miraculous, quanto era prevedibile agli occhi di Felix la rossa italiana. 

Ed ora eccoli in casa dello zio a chiacchierare dei progressi di Marinette nel mondo della moda. Quasi agli occhi di Gabriel valeva più Marinette anziché Adrien, che non sembrava assolutamente turbato da quel comportamento così esplicito, anzi ne era contento. 

Sollevò il labbro sinistro cinico, se Lila fosse stata lì in quel momento avrebbe mostrato tutto il suo disprezzo per quella scena così intima, voleva conquistare suo cugino che guarda caso era innamorato della sua nemica. Capiva piuttosto bene Adrien, Marinette era un frutto da cogliere, era bella, genuina e ingenua. L'opposto di Lila o della cara vecchia Chloé, era facile innamorarsi di Marinette e lui stesso ne era affascinato. La differenza tra lui e Lila? Felix sapeva quando smettere, due volte ci aveva provato con la corvina ed entrambe le volte era stato rifiutato. C'erano altre ragazze che sicuramente meritavano e non gli piaceva essere umiliato agli occhi di tutta la società. Ecco quello era un punto in  comune con Lila che per le umiliazioni si vendicava, lo avevano fatto magistralmente con Marinette causandole quell'incubo. Ma lei subito ne era uscita, questo sempre per colpa di Adrien che le era stato vicino col suo amore sdolcinato. 

Dio quanto lo odiava, per non parlare di Marcel per cui sua madre sembrava stravedere, e ancora lo zio Gabriel. 

Ma presto, molto presto si sarebbe vendicato di tutto. Avrebbe tolto allo zio ciò che di più caro aveva, toccò gli orecchini a cerchio che aveva nella sua tasca con delicatezza e si rilassò contro la sue poltrona mentre continuava ad osservare quella scena pietosa. 

Lo zio e l'assistente, i Dupain Cheng, Adrien e Marinette, Marcel. 

Fortunatamente a breve quella farsa sarebbe terminata e lui sarebbe potuto rientrare nella sua camera ed elaborare il suo piano per eliminare gli eroi parigini e quel bastardo di Haoxin. Aveva tra le mani un inestimabile tesoro e presto avrebbe distrutto tutti. 

 

Il giorno dopo l'incontro con Gabriel Agreste, in cui Marinette era decisamente stata in ansia per tutto il tempo, il gruppo si ritrovò tutto sulla liberty per potersi scambiare i regali di Natale. 

Marinette arrivò con i cugini nello stesso momento in cui la macchina di Adrien e Marcel si fermava per far scendere i ragazzi. Con un sorriso la corvina salutò i due cugini e aiutata da Yen salì sulla barca. 

All'interno della barca si sentivano arrivare le voci dei ragazzi già giunti ridere e scherzare. Marinette posò la sua borsa e andò a salutare tutti notando che c'era anche Kagami che stava servendo a tutti della cioccolata calda fatta da poco.

"Luka non c'è?" Chiese Adrien. 

Marinette continuò a guardarsi intorno, vero mancava Luka nella stanza.

"Arriva, è ancora al lavoro." Rispose Juleka.

Adrien annuì raggiungendo Nino con Marcel, il gruppo di ragazzi prese a chiacchierare mentre le ragazze bevevano cioccolata e spiluccavano i biscotti che Marinette aveva portato per tutti. Quando finalmente giunse Luka decisero che era tempo di scambiarsi i regali, poiché sia gli Agreste che i Shifu avevano altri impegni.  

"Sono eccitata, è la prima volta che scambio regali." Sussurrò Kagami alla sua migliore amica. 

"È un momento bellissimo e non solo la prima volta che lo fai." Disse Marinette porgendole il suo pacchetto. 

Kagami aprì il regalo che le era stato consegnato dall'amica e rimase sorpresa nel trovarsi tra le mani una soffice sciarpa rossa. La portò al viso e ne soppesò il calore. "Grazie è bellissima." Disse la ragazza. 

Marinette le sorrise e la abbracciò mentre andava a consegnare un pacchetto simile al suo anche ad Alya e Nino, ai cugini e a Luka. Prese poi dei pacchetti più piccoli e li diede agli altri ragazzi escludendo Adrien. 

"Questo è per te." Disse Mylen rivolta verso la nipponica, al che anche Kagami seguì l'esempio della corvina non sapendo come comportarsi e prese a dare i suoi regali sia ai ragazzi che alle ragazze, poi procedette a consegnare a Juleka e Rose i loro regali, ogni volta che consegnava un regalo diceva che l'aveva fatto con Luka.

Regalo dopo regalo ne raccolse anche da parte di tutti e ad un certo punto andò a sedersi per spacchettare e poi ringraziare ogni volta che ne apriva uno. Erano regali molto semplici proprio come i suoi, ma le faceva molto piacere riceverli e lo disse a tutti ringraziandoli. 

Ad un certo punto la sua attenzione fu attirata da Luka che le chiese di raggiungerla, al che la ragazza si allontanò dal gruppo, doveva ancora consegnare il suo regalo sia a Luka che a Marinette e Adrien.  

"Sei pronta?" Chiese Luka prendendo una borsa e sorridendole. 

Lei annuì e seguì il musicista verso il ponte della nave. "Li ho visti uscire, vorrei dargli il regalo prima di trovarmi in una situazione imbarazzante." Affermò alla compagna.

Kagami annuì e  una volta all'aperto notò i due compagni che stavano scambiandosi dei pacchetti.

Luka fece un colpo di tosse per attirare l'attenzione dei due e quando questi si voltarono si avvicinò con Kagami. 

"Vorremo darvi il nostro regalo, siete spariti e non abbiamo fatto in tempo." Disse Luka.

Kagami al suo fianco annuì e prendendo un pacchetto lo porse a Marinette. "Da parte di tutti e due." Affermò mentre Luka porgeva ad Adrien un altro pacchetto.

"Spero che vi piacciano, sinceramente non avevamo idea di cosa potesse piacervi." 

Adrien prese il pacchetto ed aprendolo ne estrasse un videogioco, contento sorrise agli amici ringraziandoli. 

"Grazie, mi mancava questo e qualche volta potremo giocarci insieme." Disse ai due.

Intanto Marinette aveva aperto anche il suo regalo, una mini trousse di ombretti, la corvina sorrise, doveva averci pensato Kagami.

"Grazie ragazzi, sono proprio quelli che uso io." Disse.

I due sorrisero alla coppia e prima che il silenzio tra loro si facesse pesante li salutarono. 

"Adesso andiamo così..." disse Luka indicando gli altri regalo tra le loro mani. "Potete continuare." 

 "Buon Natale ragazzi." Disse allora Kagami seguendo poi Luka in barca e continuando a festeggiare con gli altri. 

Marinette e Adrien attesero che i due andassero via poi il biondo esalò un respiro. "Dimmi ne non sono l'unico ad essersi sentito in imbarazzo." 

La corvina si voltò e gli sorrise. "Effettivamente mi sono sentita un po' a disagio." Come in quel momento che erano di nuovo soli. 

Adrien le sorrise ed aprì il regalo che la sua compagna gli aveva fatto,  erano un paio di guanti fatti a mano indubbiamente. Erano neri, e sul dorso avevano tre strisce di colore giallo, verde e viola, gli stessi delle sue maglie e del cappello che aveva ricevuto solo pochi mesi prima. 

"Aspetta..." disse lui puntandole uno sguardo ammiccante. "Il cappello delle mie fan in realtà era un regalo da parte tua." 

Marinette arrossì. "Ecco io..." iniziò a blaterare, poi prese coraggio, in fondo in quei mesi aveva fatto dei progressi con lui. "In realtà sì. Natalie non mi aveva fatto entrare e allora lo ha consegnato Ladybug."  

Adrien sorrise e provò i guanti che la corvina le aveva cucito. "Solo capi originali Marinette." Le disse orgoglioso. 

Lei gli sorrise felice e nel farlo aprì il suo regalo che somigliava molto ad un dischetto, proprio come quello che Luka e Kagami avevano regalato al biondo.

Solo che lei vi trovò dentro l'ultima versione di Ultimate Mecha strike. "Oh Dio Adrien, ma è fantastico." Esultò stringendolo tra le mani e poi andando ad abbracciarlo.

Adrien ricambiò il suo abbraccio senza esitazione. "Sapevo che ti sarebbe piaciuto, non ho avuto dubbi."

"Lo proverò appena sarò tornata a casa." Disse lei tutta eccitata. 

Lui le tirò un codino e le fece una smorfia. "Ricordati di invitarmi a giocare però." 

Lei sorrise e gli lasciò un leggero bacio sulle labbra. "Ovvio, tanto lo sappiamo che vincerò io."

"Staremo a vedere Marinette, staremo a vedere." Rispose lui ricambiando  il suo bacio ma in modo più deciso. 

 

Kagami seguì Luka nella sua stanza dopo che tutti  furono andati via, le restava da fargli il suo regalo e poi sarebbe tornata a casa anche lei. 

"Posso?" Chiese bussando.   

Luka che stava suonando sul suo letto sentendola arrivare annuì. "Certo vieni pure." Le disse.

La ragazza una volta dentro lo raggiunse e si sedette accanto a lui. Il regalo tenuto dietro alla schiena lo portò sulle gambe e glielo mostrò. "Volevo darti il tuo regalo." Gli disse.

Lui le sorrise e riprese a suonare. "Puoi aprirlo tu?" 

Lei sollevò un sopracciglio poi obbedì e fece per aprire il pacco mentre ondeggiava la testa a ritmo con la musica.  "Bella, l'hai scritta tu?" Chiese liberando la felpa di Jagged Stone dalla confezione regalo e facendogliela vedere.

Il ragazzo fermò la musica e le sorrise vedendo la maglia. "È mia? Questa è della nuova linea ed è... non me l'aspettavo Kagami io amo Jagged e non so come ringraziarti." Disse prendendola e osservandola estasiato.

La nipponica annuì con un sorriso soddisfatto sulle labbra. "Ti ho sorriso e tanto basta come ringraziamento." 

Lui rise e posò la maglia per poi togliersi quella che aveva addosso e mettere il regalo di Kagami. La ragazza si sentì arrossire a quel gesto di lui, chinò la testa anche se lanciava lo sguardo sulla sua pelle nuda di tanto in tanto.

"Come mi sta?" Chiese Luka.

Lei leggermente rossa in viso gli sorrise. La felpa colore blu jeans con la stampa del viso di Jagged gli stava benissimo. "Direi perfetta." 

"Grazie!" Disse allora lui alzandosi e andando a prendere un pacchetto alla scrivania. 

Kagami lo osservò, aveva la forma di un cd, che il musicista avesse regalato un gioco anche a lei? La ragazza aprì il pacchetto cercando le parole per dire a Luka che lei non si dedicava a giocare con le console. 

Una volta aperto notò che in realtà era un compact disk con una copertina che la ritraeva durante gli allenamenti di scherma. 

"Quando mi hai fatto la foto?" Chiese 

"Durante gli allentamenti, quando non mi vedevi." Disse lui. "The song of the golden dragon."• Aggiunse poi cercando il suo sguardo. "È la musica che suonavo prima e che ho composto osservandoti in questi giorni,  la trovi nel cd." 

Kagami ne rimase sorpresa e colpita. "Mi hai composto una musica. È tutto così nuovo e io non me lo aspettavo." Gli disse emozionata. "Ti va di suonarla ancora?" Chiese. 

Lui annuì. "Hai ancora tempo?" Domandò prendendo la chitarra, ed ella annuì andando a mettersi al suo fianco, opposta allo strumento. 

Luka sorrise e si mise contro il muro così da farle spazio per farla stare comoda.

Iniziò a suonare mentre lei prendeva a muovere la testa a ritmo.  

"Ti va di uscire a fare una passeggiata dopo domani?" Sussurrò Kagami quando lui ebbe finito.

 Luka annuì per poi posare la chitarra. "Ci sto! Vengo a prenderti alla solita ora?" Le chiese e lei annuì, fece per alzarsi ma il ragazzo la attirò a se e cogliendola di sorpresa la baciò.  E come sempre Kagami capitolò senza opporre alcuna resistenza. 

 

Tra un akumizzato ed un incubo gli eroi parigini avevano trascorso delle belle vacanze. Marinette alla vigilia aveva aiutato i genitori in    pasticceria e alla sera avevano pranzato tutti insieme con i nonni al ristorante di Weng Shifu Cheng così che potessero stare insieme in famiglia. 

La corvina aveva notato al locale anche la presenza di Kagami con sua madre e i Bourgeois che erano stati raggiunti da Audrey di rientro da New York. 

Il giorno dopo avrebbe voluto trascorrerlo a riposare tutto il tempo, ma fu svegliata da Alya che le chiese di uscire a festeggiare insieme. La ragazza le aveva dato appuntamento a Place de la concorde  alle dieci, al che la corvina si sbrigò a prepararsi. Mise il cappotto nero sopra il pullover rosa e il jeans e con la sciarpa regalatale da Adrien a Londra si era diretta al luogo dell'appuntamento. 

Qui trovò Nino ed Alya che mano nella mano le stavano andando incontro. 

"Ciao! Buon Natale ragazzi." Disse la corvina andando a dare due baci a entrambi. "Dove andiamo?" Chiese serena. 

"Aspettiamo Alix e..." Nino si fermò e indicò un punto alle spalle di Marinette, ella si voltò e vide scendere da un auto Adrien, Marcel e Felix. "Loro sono già qui." 

Marinette lanciò uno sguardo sorpreso ad Alya. "Non sapevo che ci fossero anche loro credimi."  Le aveva detto raggiungendo i cugini Agreste per dare loro gli auguri, i tre si distinguevano per il loro abbigliamento, Adrien indossava un cappotto bianco e dei jeans, Marcel un montgomery grigio con pantaloni neri e Felix era tutto vestito di nero. 

Marinette sospirò e raggiunse il gruppo, non le piaceva Felix ma per amore di Adrien doveva imparare a conviverci, in fondo erano cugini e Adrien gli voleva bene.   

"Aspettiamo solo Alix e andiamo." Li avvertì  Nino a tutti.

"In realtà io avrei chiesto a Lila di raggiungerci." Intervenne Felix. 

Marinette cambiò espressione seduta stante, veramente volevano rovinarle il giorno di Natale? 

Adrien l'aveva raggiunta e le aveva preso la mano per poi chinarsi su di lei e farle gli auguri. "Scusami, non potevo non portarlo, non fin quando testa a casa con noi e non immaginavo chiamasse Lila." 

Marinette annuì e chinò lo sguardo. "Spero solo che Lila non rovini tutto." Gli sussurrò.

"Se si mette male potremmo perderci." Propose lui mentre finalmente arrivava anche Alix.

Fosse stato per Marinette sarebbero potuti andare via. 

Ma il suo desiderio non si esaudì, solo una volta arrivata Lila finalmente si incamminarono verso la tour Eiffel. Lila tenne, con le sue bugie il centro dell'attenzione durante tutta la passeggiata peggiorando sempre di più l'umore di Marinette.

"Marinette non darle peso, sappiamo che sta mentendo e smentirla sai che sarebbe peggio." La avvertì Adrien al suo fianco, Marcel le camminava all'altro lato, essendo stato messo a conoscenza delle manipolazioni dell'italiana tanto tempo fa si annoiava ad ascoltarla. 

"Piuttosto con tutte le bugie che dice non si capirà mai quando è sincera. Comunque non vedo l'ora che una sua bugia smonterà tutte le altre." Disse il castano.

"Uff non va bene. Sarei dovuta restare a casa, mi sarei riposata e non amareggiata." Si lamentava la corvina.

"Oppure potremo procedere con il piano b e perderci dal gruppo." Ricordò il biondo.

"Ehi ragazzi." Disse Marcel fermandosi sul posto e indicando un punto poco distante da loro verso l'arco del trionfo. 

I due ragazzi si fermarono e seguirono con lo sguardo quello di  Marcel restando stupiti dal vedere Luka, Kagami e Chloé insieme in giro per Parigi. I tre si guardarono, poi lanciarono uno sguardo al gruppo con cui erano tutti presi ad ascoltare Lila e poi di nuovo l'insolito terzetto e la curiosità prese il sopravvento.

"Non si accorgeranno di noi." Si dissero con gli occhi mentre rapidi cambiarono traiettoria sul loro cammino e si diressero verso l'arco del trionfo. Erano troppo curiosi di scoprire cosa o chi aveva messo insieme quel gruppo di persone.

Quatti quatti i tre andarono dietro al gruppetto, iniziavano a sentire la voce di Chloé che si intrometteva tra i due. 

"Quindi state insieme? Non sei più interessata ad Adrien? Era ora, lui è mio, abbiamo un rapporto stabile e duraturo, siamo cresciuti insieme come due..." 

"Fratelli!" Intervenne Kagami girandosi indispettita. "Non come innamorati e sinceramente non mi interessa." Disse alla bionda. "Quello che mi interessa è che tu vada via." 

Il broncio sul bel viso di Kagami testimoniava il suo fastidio. Luka le mise la mano sulla spalla per calmarla in un modo o nell'altro e si dedicò poi a Chloé. "Senti io non so chi tu sia, ma se continui ad intralciarci perderemo André. Per rispondere alla tua domanda, siamo amici." Disse a Chloé, poi guardò verso Kagami. "Andiamo?" 

La nipponica annuì e diede le spalle alla Bourgeois seguendo il musicista. Con il broncio Chloé li seguì.

"Mi state ignorando? Voi non sapete chi sono io, nessuno mi ignora." 

Luka strinse la mano a Kagami guardandola. "Stai calma, non lasciamoci rovinare la giornata da lei." Le disse.

Lei sospirò, giusto non doveva risponderle. 

Marcel a pochi metri da loro guardò Adrien e Marinette. "Anche io mi sarei urtato da questa intrusione." 

I due erano sorpresi poiché non si immaginavano comunque Kagami e Luka come coppia. Ma forse avevano ragione erano amici e stavano trascorrendo la giornata insieme. 

"Lei è giapponese e in Giappone il Natale è una festa molto importante per gli innamorati." ~

Marinette arrossì guardando di sottecchi Adrien. Che Luka e Kagami stessero insieme e loro, come stavano passando quella giornata? Da amici o da fidanzati? 

Intanto gli occhi di Adrien si illuminarono. "André!"  Disse voltandosi verso la corvina. “Prendiamo un gelato?” 

La corvina sorrise e annuì, non si rifiutava mai il gelato di André soprattutto se ad offrirglielo era Adrien. 

Lui le prese la mano e se la trascinò dietro verso André mettendosi in fila dietro una coppia che lo precedeva dal terzetto di amici. 

“Io sono Chloé Bourgeois e sono la figlia del sindaco. Non potete ignorarmi!” Brontolava la bionda ai due che cercavano di ignorarla. “Almeno presentano il tuo amico!!” 

“Ah eccovi qui, Luka e Kagami, arancio e mirtillo, accoppiata vincente. Tutto per voi ragazzi.” Disse preparando il gelato agli amici. 

Luka mise le monete sul raccoglitore al gelataio e intanto soddisfatta Kagami prese il gelato lasciando indietro.

“Ehi voi due. Non lasciatemi qui da sola!” Si lamentò Chloé seguendoli.

André la osservò andando via mettendo da parte il gelato allo zabaione che stava preparando e sorrise alla nuova coppia facendo un cioccolato e un fior di latte. “A voi...” disse posando poi lo sguardo su Marinette e Adrien, il gelataio si illuminò in volto. “Guarda chi c’è qui. Adrien e Marinette! Menta come di lui gli occhi e mora come di di lei capelli, tutto spruzzato con un po’ di fragole come le sue labbra.” 

La coppia sorrise al gelataio che intanto aveva attirato l’attenzione degli avventori tutti intorno.

“Adrikin...” Urlò la Bourgeois vedendo i due. “Cosa ci fa lei con te?” Disse minacciosa puntando la corvina. 

“Oh ecco sei tu...” si intromise André dando a Marinette il suo gelato e guardando ammirato verso Marcel. “Ho gia pronto il tuo gelato, limone come i di lei capelli e liquirizia dolce amaro come  te. Offre la casa amico mio, va a mangiarlo pure con la signorina... Chloé giusto?” 

“Cosa??? E perché dovrei mangiare un gelato con questo... questo ragazzo insignificante?” 

I ragazzi si guardarono intorno mentre Marcel prendeva il suo gelato e ringraziava André per poi allontanarsi. 

“Andiamo prima che questa insignificante ragazzina viziata ci rovini il Natale?” Disse al cugino. 

Adrien fece un sorriso imbarazzato e prendendo la mano di Marinette si grattò la testa. “Ciao Chloé e buon Natale è stato bello vederti ma noi...” 

“Ciao Chloé!” Disse decisa Marinette strattonando il biondo e seguendo Marcel che sembrava ormai infastidito. 

“Saremo dovuti stare a casa oggi...” diceva Marcel superando anche Luka e Kagami che salutò e sorpassò come se nulla fosse. 

“Andiamo Marcel non prenderla a male... ciao ragazzi.” Disse Marinette.

“Ehi voi, ci sono anche io e quel gelato è anche mio!” Urlò urtata Chloé. 

Adrien sbuffò e si fermò causando una reazione infastidita alla sua compagna. “Basta Chloé, è Natale e tanto per cambiare cerchi zizzania. Rilassati un po’ e lasciaci godere la nostra mattina insieme.” 

“Ma... ma... questo è perché sei con lei. Come puoi stare con lei e non con me Adrikin?” Piagnucolò la bionda. 

“Non ce la posso fare, giuro a questo punto preferivo stare con Felix e Lila e ho detto tutto.” Disse Marcel tornando indietro puntando il gelato verso la bionda. 

Marinette scosse la testa incrociando lo sguardo con luka e Kagami, avevano rovinato il loro appuntamento, qualsiasi cosa fosse. 

“Adesso basta!”  Disse ferma. “Marcel per quanto Chloé sia irritante, perché lo è, resta una nostra amica. Quindi ti prego condividi quel gelato con lei e tu Chloé...” disse guardando verso la compagna di classe. “Smettila per una volta di fare la bulletta, nessuno ti ha chiesto di intrometterti tra noi, stai mettendo in imbarazzo me e Adrien e anche gli altri invece che goderti un gelato che ti è stato offerto in buona fede. Infine... scusateci tutti per questo vergognoso spettacolo.” Disse in via generale, così dicendo abbassò lo sguardo.

“Ecco direi che abbiamo detto le cose come stanno, adesso io e Marinette vi salutiamo e andiamo a mangiarci il nostro gelato, se voi avete ancora dei dissapori mi raccomando metteteli da parte è Natale.” E così dicendo spintonò Marinette verso l’enorme struttura dell’arco del trionfo superando anche Luka e Kagami. 

“Buon Natale a tutti comunque.” Disse Luka cercando di calmare gli animi mentre Kagami faceva un salto in avanti sventolando le mani. 

“Attenti e calmatevi.” Disse lasciando cadere il gelato per deviare un akuma. 

“Quella è...” disse Luka brandendo la chitarra e cercando anche lui di allontanare la akuma dal giovane spagnolo. 

Adrien notando l’akuma si rivolse al cugino mentre intorno la gente scappava alla vista della farfalla nera. “Marcel, torna con me ti prego.” 

Marinette raggiunse di corsa Chloé, sinceramente non le andava di trasformarsi anche a Natale. “Chloé, nessuno ti sta accusando, forse sarebbe bello passare questa giornata insieme, ti va?” Chiese la ragazza.

La bionda osservò la sua eterna rivale sorpresa per la prima volta. Una giornata insieme a loro? Che novità era quella? Eppure dentro di se avvertì giungere un calore inaspettato: insieme. 

“Scusami... scusami non avrei dovuto disprezzarti in quel modo.” Disse rivolta a Marcel portandogli una mano sul braccio. “Puoi mangiare il gelato da solo o condividerlo a me va bene qualsiasi cosa.” Gli disse cercando di calmarlo, mentre la farfalla si allontanava definitivamente dal gruppo. 

I due ragazzi sembrava si stessero calmando, Marinette e Adrien si scambiarono uno sguardo di intesa. 

“È andata via. Sentite, io non so chi tu sia però dovresti cercare di contare fino a dieci prima di parlare.” Disse Luka rimettendosi la chitarra a tracolla, intanto Kagami raccolse il gelato da terra andando a gettarlo nel pattume con fare deluso. “Questa giornata è stata un totale fallimento.” Disse con lo sguardo basso. 

Rammaricata Marinette continuò a fissare Adrien, era colpa loro.

“Questa giornata non è finita e se ci permettete io e Kagami adesso ce ne andiamo.” Rispose Luka sorridendo alla nipponica. 

Lei lo guardò ed annuì ricambiando il suo sorriso. “Prendiamo un altro gelato?” 

Lui assentì e guardando il gruppo intorno a loro alzò la mano. “Ci si vede.” Li salutò tornando da André.

I suoi amici li salutarono mentre Adrien imboccava Marinette che stava rispondendo ad un messaggio di Alya. “Non ci vedeva più, le ho risposto che abbiamo visto André e ci siamo dispersi senza volerlo.” 

Lui annuì mangiando la sua parte di gelato. “Per oggi ne abbiamo combinate già tante.”

“È buona la liquirizia.” Disse Marcel ai due. “Puoi assaggiarlo se vuoi.” Affermò poi scettico a Chloé.

La bionda titubante e con espressione altezzosa osservò i tre, come poteva Adrien preferire quella Dupain Cheng e quel ragazzo a lei. Però... però quel gelato sembrava buono e lei non aveva mai preso un gelato in compagnia. Si avvicinò al castano e annuendo ne assaggiò un po’ col cucchiaino pulito.

“Ho rovinato il loro appuntamento.” Disse indicando i due ragazzi che a qualche metro di distanza al loro lato opposto mangiavano un gelato. 

“Devi imparare a star con gli altri e non dicendo a tutti chi sei, forse non risulti antipatica.” Le rinfacciò Marcel.

“Ehm... Chloé forse hai visto già mio cugino Marcel prima che partissi per New York. Marcel lei è la mia amica d’infanzia, Chloé Bourgeois.” Li presentò il modello per non far animare di nuovo le anime. 

Intanto in lontananza si vedevano arrivare il resto del loro gruppo capitanato da una Alix battagliera. 

“Ehi, mi avete lasciato sola con due coppie.” Scherzò la rossa. 

“Scusami, il richiamo del gelato.” Si giustificò Marcel con un sorriso.

“Voi non ci crederete ma in Italia hanno creato un gusto agli agrumi proprio per me. Quelli si che sono gelati, mica come quelli di André.” Disse Lila attirando di nuovo l’attenzione su di se. 

“Questo significa che non prenderai il gelato?” Chiese Marcel, bene se la sarebbero risparmiata. “Salutate Chloe che si è aggiunta a noi.” Terminò mangiando il gelato al limone. Adesso iniziava la battaglia a lui non gli restava che capire quale delle due fosse il male minore.

“Se Felix lo prende direi di sì altrimenti desisto volentieri.” Rispose l’italiana.

L’inglese capendo l’antifona andò a fare la fila per prenderle il gelato, il resto del gruppo si aggregò. Quando fu il loro turno André parve per la prima volta non sapere cosa fare...

“Direi un classico... fragola e pistacchio.” Disse passando poi il gelato ai due. 

Felix sollevò un sopracciglio mentre allontanandosi Lila iniziava a commentare l’accaduto. “Vedete?  Non è riuscito a  leggere il mio gusto perché non esiste qui, dovrebbe andare in Italia dal rinomato Amalfi ice cream e chiedere del mio gusto personale che si chiama....”

“Bugiarda!” La voce di Luka irruppe nel gruppo. 

“Ma come ti permetti? Chi sei tu che non sai di cosa parlo, tu...”

“Bugiarda!” Disse ancora lui alzando l’indice. “Non osare mentirmi, tanto ti scoprirei sempre.” Le disse con sguardo di fuoco.

Lila per la prima volta si sentì come sopprimere dalla paura, indietreggiò, chi era quel ragazzo?

“Luka...” lo richiamò Kagami. “Luka cos’hai?” 

Lui si riscosse e guardando ora Kagami, ora i suoi amici alla coda del gruppo scosse la testa tenendo lo sguardo su Lila. “Scusami, ti ho confusa con un’altra persona.” Disse allontanandosi e prendendo per mano Kagami. “Andiamo?”

Lei annuì, non comprendeva cosa fosse accaduto al suo amico ma capiva che dovevano andare via da lì prima che il loro Natale fosse rovinato. 

Il gruppo seguì la scena basito fino a quando la coppia non scomparve alla loro vista. Lila ovviamente ebbe da ridire affermando di non conoscere quel ‘pazzo’ e di come ci fosse gente folle in giro. Poi tornò a manipolare la loro mattinata parlando solo di se stessa, di nuovo Marinette e Adrien si esclusero dal gruppo. Questa volta il loro argomento era Luka. “Era strano, forse il Miraculous della paura non fa per lui.” Le sussurrò.

Marinette lo guardò sorpresa. “Cosa? È Luka? Secondo te cosa aveva, dovremo parlargli?” 

Adrien annuì. “Domattina zia Amelie e Felix andranno via da Villa Agreste, potremmo vederci tutti lì nel pomeriggio e ne parliamo.” 

Marinette sospirò, si forse era meglio capire cosa fosse capitato a Luka, avevano sorvolato quando la settimana scorsa aveva usato il Miraculous tre volte in poche ore. Ma la giornata passata e quella attuale Luka non aveva usato Rizza. 

Trascorse il resto della mattina con gli amici e dopo averli salutati tutti tornò a casa dove continuò a festeggiare con i genitori. Domani si sarebbe confrontata con i suoi amici! 

———-

* Mi sono attenuta al comportamento fiero di Gabriel durante l'episodio di Stylequeen dove elogiava Marinette e sembrava tanto tanto più umano. 😬

** Mylène e Rose

*** the song of the golden dragon di Estas Tonne, la trovate su YouTube è proprio il titolo se volete sentirla.

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Capitolo 41
*** Parte 40ª - Disperazione ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
(Premessa: da questo momento andrò forse OOC nel muovere sia Luka che Kagami, darò un passato soprattutto al primo perché un ragazzo di sedici anni sarebbe anomalo vederlo legato solo al gruppo degli amici della sorella e soprattutto che prima di Marinette non abbia avuto 'storielle'; cercherò con le caratteristiche base di Astruc e company di muovere e far crescere, spero, due/tre personaggi. Perché si ci metto anche Chloé. Grazie)

25.12.2015 

Kagami portò Luka lontano dall'arco del trionfo, aveva di nuovo l'aria spaventosa che aveva avuto poche settimane prima. 

"Posso capire cosa è successo? Come fai a conoscere quella Lila?" Chiese al musicista. 

Luka le strinse la mano e la portò in direzione della metro, doveva tornare e parlare con Rizza, lo aveva avvertito, quella ragazza era la falsità fatta persona e doveva capire cosa era accaduto, sapeva solo che il ciondolo dello scorpione al collo aveva preso a bruciare e gli gridava, la falsità, bugiarda, è lei! 

Doveva parlane con Adrien indubbiamente, doveva capire cosa gli era accaduto. Una volta nella metro guardò Kagami, cosa poteva risponderle quando ancora non si era calmato. "Scusami, mi ha ricordato qualcuno, poi mi sono reso conto di aver sbagliato." Le disse 

"Tu eri turbato e ancora lo sei!" Disse lei guardandosi intorno, cosa ci facevano ai treni? "Dove andiamo?" 

"Andiamo in giro, dimmi dove vuoi e andiamo." Le disse lui salendo nel primo metro che si fermò di fronte a loro.

"Non ho mai preso la metro." Disse lei con un sorriso, quel ragazzo voleva farle dimenticare ciò che stava accadendo con le nuove esperienze. 

Una volta nel treno presero posto e Luka si mise le mani in testa, quasi alla disperata ricerca di qualcosa. Kagami gli mise una mano sulla spalla per esortarlo a parlare, ma sembrava non riuscire ad ottenere risultati.

"Scusami, la nostra passeggiata oggi è stata proprio un disastro, saremo dovuti andare a Montmartre." Disse lui.

Kagami sussultò. "Io volevo il gelato e abbiamo pensato che a Montmartre ci fossero Claire e Pierre e Maëlle e Fleur." Lo giustificò lei, che poi il gelato era una scusa per poter stare da sola con lui e conoscerlo meglio. Con i ragazzi le piaceva stare, ma se il suo rapporto con Luka maturava in una certa direzione aveva bisogno di conoscerlo. 

Lui scosse la testa e si allontanò da lei. "Che ne dici se domani andiamo a pattinare sul ghiaccio. Ti va?" Le propose allora lui.

Kagami ne restò sorpresa, questa volta era stato lui a fare il passo avanti e non se lo aspettava. "Certo, mi piace pattinare." 

Lui le sorrise e la abbracciò dandole un bacio. "Però adesso vorrei tornare a casa, ho mal di testa." Disse vedendo le fermate che gli restavano sul led. "Se vuoi puoi stare un po' alla Liberty e poi ti accompagno a casa." 

Kagami all'inizio fu delusa da quella notizia, però poi acconsentì, al limite mentre suonava lei avrebbe letto un po'. "Va bene."   

Luka le sorrise e la appoggiò sulla sua spalla. "Chloé Bourgeois è la figlia del sindaco, come fai a conoscerla?" Le chiese.

Kagami fece una smorfia, da quando erano stati intercettati dalla Bourgeois il loro appuntamento era andato a rotoli. "Tu non la conosci? È nella stessa classe con Marinette, Juleka e Adrien."  

Luka rise. "Non ho avuto questa sfortuna a differenza vostra, anche se Juleka alle volte parla di ciò che combina. E comunque non pensavo conoscessi anche lei, non si è mai presentata alla liberty." 

"Per vie indirette tramite Adrien, mia madre è stata invitata anche al l'anniversario di matrimonio dei suoi. Quindi credo che si conoscano anche i nostri genitori." Non aveva mai frequentato i Bourgeois e sinceramente per quel poco che aveva visto so riteneva fortunata a non aver frequentato Chloé. 

Luka si prese un po' di tempo poi riprese a parlare. "Tua madre mi piace, lei sa sempre ciò che vuole ed è una donna d'onore." 

Kagami annuì. "La ammiro, mi ha cresciuta da sola e mi ha insegnato tante cose, vorrei poter diventare come lei un giorno." Disse orgogliosa.

"Ho capito che hai il suo nome e vieni da una famiglia importante, ma hai mai conosciuto tuo padre?" Chiese lui

Lei lo guardò con un sorriso. "Mio nonno si è attenuto alla legge giapponese  per cui mia mamma dovesse mantenere il suo nome e darlo agli eredi quando si è sposata. Però ho un papà, è un vagabondo e lo vedo poco dal momento che è un archeologo. Mi ama comunque anche se ultimamente non lo sento, mi scrisse una lettera per avvertirmi che sarebbe stato via un po' e da allora non ho avuto più sue notizie." 

Luka tacque intanto che si alzava e le prendeva la mano, in silenzio i due uscirono dalla metro e mano nella mano si diressero alla casa galleggiante dei Couffaine. 

Luka la aiutò a salire, il ponte era deserto, segno che anche Juleka era uscita. Così il ragazzo si diresse direttamente sotto coperta verso la sua stanza, visto il silenzio che regnava doveva essere uscita anche sua madre. 

Arrivati nella stanza Kagami si tolse la giacca bianca e la appoggiò sulla sedia accanto a quella di lui che nel frattempo posò anche la chitarra. 

"Non suoni?" Gli chiese la nipponica. 

Lui le sorrise e la abbracciò portandola con se sul letto dove fece stendere entrambi. "Suonerò quando non ci sei." Le disse stringendola di più. 

Kagami si sentì sopraffare, anche in quel caso non sapeva cosa fare o dire, lei era una persona diretta ed era preparata a tutto in fondo. Forse in alcuni casi molto in fondo, insinuò il viso nel collo del ragazzo e portò le mani intorno ai suoi fianchi restando ferma in quella posizione. 

Era una persona di azione e restare così ferma anche non era da lei. Così sollevò il viso e iniziò a baciarlo prima sul mento poi alle labbra, dove lui stringendola sempre più forte ricambiò il bacio che ben presto si trasformò in fuoco liquido. 

Le loro labbra e le loro lingue si cercavano e si completavano, le mani di Luka le carezzavano la schiena e lo cosce con voluttuosità e le sue si mani tracciavano un percorso tra il collo e l'addome di lui sempre più fremente di desiderio. 

Si fermarono solo quando sentirono un tonfo, qualcosa era caduto ma non nella loro stanza. Luka le posò una mano sulla bocca e la fissò intanto che oltre la stanza si avvertivano altri rumori. 

"Ciao Tommy sono io." La voce di Anarka esplose nel silenzio della casa, forse non era sola. 

"So che non ti aspettavi una mia chiamata, ma oggi è Natale,'volevo farti i miei migliori auguri." Di nuovo il silenzio, Anarka era al telefono. 

"Ci sono novità?" Chiese poi diretta.

(di seguito la telefonata integrale anche se i ragazzi conoscono solo le risposte di Anarka). 

"Purtroppo ancora niente, mi dispiace. È per questo che mi hai chiamato?" Disse la donna all'altro capo del telefono.

"Ovviamente no Tommy, se volevo questo ti avrei chiamato prima o dopo. Volevo sinceramente farti gli auguri di Natale, siamo entrambe sole..." Rispose Anarka.

"Siamo sole da una vita Anarka, però apprezzo la tua chiamata oggi. Come stanno i tuoi figli?" Chiese la donna.

Anarka scosse la testa. "Mio figlio ormai ha scoperto che suo padre è scomparso. Non è uno stupido ed ha controllato tutte le date presunte dei suoi concerti." 

"I ragazzi sapevano che era in concerto?" Chiese la donna chiamata Tommy. 

"Non ho saputo trovare un'altra scusa, non avevo previsto un'attesa così lunga." Rispose Anarka.

"Gabriel Agreste mesi fa mi disse che stava facendo progressi e che i nostri affari stavano giungendo a conclusione. Sto aspettando solo lui!" Ammise la donna.

"Gabriel Agreste!" Sbuffò Anarka. "Se Emilie è scomparsa non potrà risolvere niente, soprattutto perché ormai è diventato un eremita. Davvero gli credi Tommy?" Chiese Anarka.

"Devo farlo, come ci hai tenuto a precisare siamo donne sole e anche mia figlia è intelligente. Presto o tardi potrebbe scoprire che suo padre non è via per lavoro." Disse la donna al telefono.

"E ci credo Tommy, questo è il secondo Natale che mancano tutti e due. Lo scorso Natale mio figlio era tranquillo, aveva pensato che preso dai concerti suo padre non li avesse chiamati. Ma adesso a distanza di un anno ha capito, non si spiega cosa sia successo eppure sa." Disse la donna inquieta.

"Se vuoi vengo a parlare con loro." 

"Soffri il mal di mare Tommy, ti ricordi dove vivo vero?" 

"Sì, me lo ricordo. In questo giorni chiederò a Gabriel se ci sono progressi e se ha trovato Emilie." Disse la donna a quel punto.

"Gabriel Agreste dovrebbe essere più esplicito con te, in fondo siete amici no?" Disse Anarka.

La donna rise. "Gabriel era amico di Mika, e Mika era il fratello di sangue di Javier e questo ci ha portato ad avere un rapporto civile. Dovresti parlare tu con lui." 

"Mi è mancato parlare con te!" Rispose lei "E sai che non ho questa confidenza con Gabriel Agreste, non mi chiamo Mika Couffaine."

"Io non mi aspettavo una tua telefonata Anarka, è più di un anno che non ti sento e credevo i nostri rapporti si fossero rotti. Sono contenta di averti risentito." 

"I veri amici si fanno sentire quando meno te lo aspetti." Le disse Anarka con un sorriso sulle labbra.

"E la prossima volta tocca a me chiamarti. Ti faccio sapere Anarka e buon Natale." 

"A te!" Disse Anarka staccando la telefonata e andando a sedersi sul divano. Ci voleva ancora tempo. 

Nella sua stanza Luka strinse Kagami ancora di più a se, il suo sguardo era vacuo e l'aria smarrita. 

La ragazza non comprendeva, aveva saputo da Juleka che il loro padre era via per lavoro e che non si faceva più sentire. Ma quella telefonata era stata così chiara da averle fatto comprendere che la situazione era molto più complicata. Osservò Luka per tutto il tempo, era immobile, fermo nei suoi pensieri. Quando avvertirono dei passi nella stanza adiacente che si allontanavano il suo compagno si alzò dal letto prendendo le loro giacche e porgendo a Kagami la sua. 

"Andiamo via." Disse il giovane chiamando il suo Kwami. "Viraago... so che non è consentito usarti per scopi personali, ma io e Kagami dobbiamo passare inosservati." Disse alzando la mano al viso. "Trasformami!" 

Conclusa la trasformazione prese la ragazza e insieme si trasportarono a casa di lei, fuori la porta della suite dove  abitava l'amica. 

"Ri trasformami." Disse. 

Kagami lo osservò. "Sai chi è Tommy?" Chiese al ragazzo  per poi aprire la porta una volta dentro lui annuì e si diresse verso Tomoe Tsurugi per salutarla. 

"Siete tornati in anticipo, mancano quindici minuti a mezzogiorno." Disse la donna. 

"Ho il pranzo con la mia famiglia e ci siamo anticipati." Disse lui.

Kagami gli andò e lo spinse verso la sua stanza. "Gli faccio vedere un attimo una cosa e poi possiamo pranzare." Disse la giovane alla madre. 

"Cinque minuti non di più insieme nella tua stanza." Disse lei.

Kagami sorrise mentre Luka la seguiva. "Prometto che non la tocco." Disse prima di chiudersi la porta alle spalle.

"Allora?" Chiese lei 

"Tommy era un'amica di mia madre, lo sono diventate dopo che lei ha sposato il miglior amico, quasi un fratello, di mio padre Javier Humble. Era tanto che non la sentivo nominare, almeno tre anni però so che erano sempre in contatto." Rispose a quel punto il ragazzo. 

"Sei irrequieto per via di tuo padre?" Chiese allora Kagami, aveva poco tempo e non poteva tergiversare.

"Mio padre è, era, un famoso direttore di orchestra. Lui e mamma non si sono mai sposati, hanno convissuto cinque anni insieme durante i quali siamo nati io e Juleka. Papà era troppo intento a seguire la sua carriera all'epoca ancora alle prime armi, aveva talento e lo chiamavano in tutta Europa, oltre che all'opera di Parigi si è esibito alla scala di Milano, all'arena di Verona, a San Pietroburgo. Ti ho detto è famoso e io sapevo che era in giro per il mondo con i suoi concerti." Raccontò lui.

"Ma qualcosa è andato storto e non è stato più come prima." Disse lei 

Lui annuì. "Lo scorso Natale non è tornato a casa e non ci ha neanche chiamati. Ho iniziato a pensare che fossimo un intralcio per lui, anche se lo trovavo assurdo, ormai io e Juleka eravamo adolescenti. Ho atteso una sua telefonata per mesi ma non è arrivata, così decisi di chiamarlo io e cercai il programma dei suoi concerti." 

"Non trovasti nulla!" Affermò Kagami. 

"No! E oggi ho scoperto che non troverò mai nulla, Kagami deve essere successo qualcosa e mia madre sa anche cosa." Disse Luka.

"La cosa spaventosa è che tutto sembra girare intorno Gabriel Agreste." Disse Kagami.

"Io non immaginavo neanche che mia madre lo conoscesse personalmente." 

"Mika Couffaine lo conosce personalmente! Luka dobbiamo indagare, chiedere ad Adrien se sa qualcosa, chiedergli anche particolari della scomparsa di sua madre."  Disse la ragazza decisa.

"So già tutto, aveva giramenti di testa e dopo un po' scomparve." Annunciò lui per poi sentirsi soggiogato dallo sguardo di lei. "Ma potremmo chiedergli altre informazioni." 

Lei gli sorrise e si appese al suo collo dandogli  un bacio a stampo. "Perfetto, adesso però dobbiamo uscire."

Il ragazzo sorrise alla sua amica e uscì dalla stanza, salutò Tomoe e dopo essere uscito dalla hall ed entrato in ascensore chiamò Rizza.

“Scusami!” Disse il Kwami 

“Spiegami cos’hai oggi?” Chiese Luka.

“Una vita meno complessa della tua sicuramente.” Rispose il Kwami volandogli intorno.

Luka lo guardò mesto, purtroppo il suo Kwami non poteva capirlo, era complesso e sinceramente lui ci stava molto male, una cosa era avere un padre assente ma che c’era, esisteva e si faceva sentire attraverso la musica. Un’altra cosa era avere un padre scomparso nel nulla. 

“Ognuno ha i suoi problemi in famiglia, per esempio uno dei miei si chiama Garri.” 

Luka lo guardò stupito. “Garri?” 

Il Kwami dello scorpione annuì. “Si, il Miraculous della menzogna. È qui e sono sicuro al cento per cento che fosse con quella ragazza, riesco a scovare le sue bugie lontano un miglio.” Disse orgoglioso il Kwami 

“Aspetta, tu riesci a percepire i Miraculous smarriti?” Chiese Luka scostando la giacca per farlo entrare prima che uscissero dall’ascensore.

Il Kwami annuì e andò a nascondersi, sentì il suo portatore salutare il ragazzo che vi era di guardia e poi i receptionist, quando i rumori della città giunsero alle loro orecchie sbucò fuori dalla tasca. 

“Sono l’unico a poterla fermare perché le incuto paura, la paura di essere scoperta e di sbagliare. La bugia sbagliata alla persona sbagliata sarebbe un errore inammissibile.” 

“Se ho ben capito questo Miraculous era a Londra, Miss Parrot ricordi?” Disse lui.

“‘A adesso Octavia è qui e sicuramente io sono stato uno sciocco a non accorgermi prima della loro compagna. Ma solo perché non ha usato i suoi poteri ne sono certo.” Affermò Rizza. 

“Devo avvertire Adrien!” Disse il ragazzo inviando un messaggio all’amico.

«Devo parlarti, questa mattina Rizza ha scoperto una cosa!» scrisse 

La risposta subito arrivò. 

«Avevo capito si trattava di lui. Domattina mia zia e mio cugino vanno via di casa, ci troviamo nel pomeriggio e ne parliamo. Se Rizza ti fa questo effetto senza essersi trasformato dobbiamo intervenire.» 

Luka lesse il messaggio, ormai aveva capito che Rizza era corrosivo, come anche aveva compreso il tipo di intervento, ovvero toglierglielo.

«Lo capisco. Ne parliamo domani, lui dice infatti che quella Lila aveva con se un Miraculous.» 

«Cosa???? Posso raggiungerti alla Liberty nel pomeriggio?» 

Luka sorrise, ma si perché no! «Ti aspetto.»

 

Felix stava leggendo un libro nella sala degli ospiti quando Adrien e Marcel annunciarono che sarebbero andati a riposare. 

Suo zio Gabriel assentì con la testa, quasi non vedesse l’ora di sbarazzarsi di tutti, lo sguardo che relegava a lui e sua madre la diceva lunga. 

Natalie dietro di lui restava impassibile mentre sua madre chiacchierava del più e del meno. 

“Credo mi chiuderò anche io nelle mie stanze.” Disse il ragazzo alzandosi. “Madre vieni anche tu sopra?” 

Amelie guardò il figlio sospettosa ed annuì. Che volesse attaccare Parigi anche quel giorno? In fondo era Natale anche per loro.

“Certo Felix, con molto piacere. Grazie del pranzo Gabriel.” Disse alzandosi e raggiungendo il figlio che su per le scale fece uscire il suo Kwami allo scoperto. “Sai cosa fare!” Gli disse mandandolo in giro per casa.

“Che intenzioni hai Felix?” Chiese la donna al figlio.

“Pensavo... sarebbe una bella occasione fornire un incubo allo zio Gabriel.” 

Amelie sollevò un sopracciglio dubbiosa. “Gabriel ha perso tutta la felicità che aveva con Emilie, non ci guadagnerai nulla.” Affermò la donna sulla porta della sua stanza. 

“Intanto ho mandato Pappi in avan scoperta, è un paio di giorni che controllo lo zio. Sono sicuro che saprà concedermi cose belle!” Disse allora sicuro.

Amelie lo guardò scura in volto. “Non giocare col fuoco Felix, potresti scottarti.” 

“Non lo faccio mamma, da domani sera non dormiremo più qui, quindi nessuno arriverà a noi. Mi serve Lady Octavia con il più grande dei suoi incubi.” Disse il ragazzo.

Amelie scosse la testa, sapeva che sarebbe stato una missione a vuoto, Gabriel non aveva emozioni. “Quando?” 

“Verso l’una di notte lui va a dormire. Lo facciamo domani, devo appurare solo un ultima cosa.” Disse lui. 

Una conferma che solo Pappi poteva dargli, presto sarebbe diventato molto più forte di adesso ed avrebbe mietuto tante più vittime ne era certo. 

“Va bene Felix, però poi lascia stare in pace la tua famiglia.” Gli rispose Amelie entrando in stanza.

“Riuscirai con lo zio Gabriel, sono sicuro che lui abbia una mente più fragile di quella di Adrien.” Disse il ragazzo a quel punto. 

Suo zio soffriva ancora per la scomparsa della sua amata moglie, era sicuro che fosse fragile sotto quel punto di vista.

Pappi gli aveva rivelato che passava ogni santo minuto ad osservare il suo quadro appeso nell’ufficio e quando non era così invece si rifugiava nel cavò dove il Kwami aveva scoperto la tomba di Emilie Agreste. 

Oh che grandi segreti aveva scoperto in quei tre giorni a Villa Agreste, tutti da usare e sfruttare contro l’intera famiglia, una volta divenuto Pika Pika infatti il suo compito era colpire ed affondare Adrien rivelandogli quella verità sulla madre e su come il padre mentisse a tutti. E allora li avrebbe distrutti tutti e due, anzi tutti e tre perché sicuramente Marcel dopo tutto ciò sarebbe stato cacciato via ed avrebbe vissuto in bilico degli assistenti sociali. 

 

Adrien e Marcel si erano trasformati appena entrati nella stanza del primo. 

Il modello biondo aveva informato il cugino di quello scoperto da Luka e lo stesso Kimmi, il Kwami del falco aveva confermato che il leone e lo scorpione potevano percepirli. 

“Perché io non sono riuscito a percepire Marcel allora?” Chiese Adrien durante il tragitto verso la Liberty.

“Perché se ben ricordi tu non eri già più il portatore quando siamo arrivati a Parigi, inoltre io sono un Miraculous quieto, con la tendenza a nascondersi.” Aveva risposto il piccolo falco. 

Atterrati sulla barca Luka aveva fatto entrare i due di soppiattò nella sua camera, salutando Chat Noir e presentandosi al ragazzo nuovo Haoxin, perché il musicista ne era sicuro quello non era Adrien.

Seduti nella sua stanza il ragazzo prese a raccontare della sua mattinata e di come l’arrivo della ragazza di nome Lila avesse cambiato il suo umore.

“Comprendo che Rizza non fa per me!” Ammise il ragazzo ad Adrien. “Credo sia giunto il momento per te di riprenderlo visto che non riesco a gestirlo.” 

Adrien si sentì stringere il cuore, aveva sbagliato ma ancora di più sembrava che avesse ferito il suo amico e quelle non erano le sue intenzioni. 

“Non è vero! È stata colpa mia padron Chat noir.” Intervenne il Kwami uscendo allo scoperto. “Ho monopolizzato il Miraculous affinché lui comprendesse la mia urgenza, Garri è uno dei peggiori fratelli che io possa avere.” 

Il Miraculous svolazzava avanti e indietro. “Tu non vuoi veramente che me ne vada Luka.” 

Adrien e Luka si guardavano, il musicista faceva ed intanto il Kwami sembrava sempre più nervoso. 

“Esci fuori Kimmi, aiutami.” Disse allora il Kwami verso Haoxin.

Al che il falco uscì allo scoperto con un sorriso puntato sulle labbra. “Vedete? Non lo si riesce a ingannare. Quando il vecchio guardiano ci ha lasciato liberi ha fatto un incantesimo che ci tenesse legati a loro, come tu Chat noir lo hai fatto con tutta la tua miracle box.” Disse il Kwami andando al centro del gruppo vicino al fratello scorpione. “Convengo però con lui, ancora non è tempo per te di lasciare Rizza.” 

Chat Noir annuì. “Se come dici Lila è Miss Parrot dobbiamo riprenderci il Miraculous e se come dicono loro può farlo solo Red Scorpio per ora non puoi lasciarci.” 

Luka scosse la testa dando un buffetto a Rizza. “Hai rovinato il mio umore oggi.” Affermò il giovane per poi guardare Chat Noir. “Al prossimo attacco di Lady Octavia io e Raiongāru pensiamo a Miss Parrot, sconfiggiamo Papillon e te lo restituisco.” Disse risoluto Luka, non comprendeva ancora il suo rapporto con Kagami, ma se Rizza irrompeva così nella sua quotidianità era sicuro che sarebbe stato corrosivo e non poteva permetterselo. Non quando quello era un rapporto incerto, poiché Luka sapeva benissimo che lei amava Adrien.

Chat Noir guardò l’amico e annuì. “Va bene Luka, se credi che questo sia meglio per te facciamo così.” Gli disse a quel punto desolato. Lavorare con lui gli piaceva, quel rapporto aveva accresciuto la loro amicizia e si erano sempre trovati in accordo su tutto, ed ora ecco che doveva rinunciare a quella piccola parte di loro due. 

Sapeva che stavano allontanandosi, il fatto che lui e Marinette si fossero avvicinati ancora di più portava in automatico a quel distacco. A Luka piaceva Marinette, per il suo bene si era fatto da parte ed aveva convinto Kagami a non provare rancore nei suoi confronti e in quelli della corvina. Ma a che prezzo? 

“Sappi che non ci sarà più un altro scorpione dopo di te.” Gli disse.

Luka annuì e gli sorrise indicandogli Haoxin. “Potrai sempre far tornare Xiēzi.” 

“Avverto io Ladybug di questa conversazione, così parlerà a Raiongāru del piano.” Disse ancora Adrien, perché gli sembrava tutto così difficile.

“Va bene, però vi prego lasciate che sia io a dire a Raiongāru che lascio il mio ruolo.” Chiese Luka, lo doveva alla sua partner, era diventata la sua migliore amica e con lei poteva mettersi in discussione raccontandogli i dubbi e le paure.

Chat Noir acconsentì e dopo essersi accordati sulle loro prossime mosse sparirono dalla nave dell’amico. E mentre Haoxin rientrava a casa il gatto nero si diresse verso la Boulangerie dei Dupain Cheng, doveva parlare con il grande capo e dirle cosa avevano scoperto. 

 

Papillon non si era risparmiato neanche a Natale o il giorno dopo, Ladybug e Chat Noir non ne furono sorpresi, non esistevano le feste per lui, ne il giorno e la notte se per questo. A differenza di Lady Octavia che in quei giorni sembrava essere scomparsa, adesso era compito dei due eroi parigini capire come si fossero trovati i due super cattivi inglesi con Lila/Miss Parrot. 

“Ben fatto!” Disse il gruppo dopo aver  liberavato l’ennesimo akumizzato. 

Red Scorpio sollevò il piccolo rettile che si era liberato dalla scaglia e lo fece vedere ai due. 

“Quando procediamo?” Chiese mentre Raiongāru gli dava una gomitata nelle costole. 

“Mettilo giù subito.” 

Lo scorpione obbedì con una smorfia. “Creperà di freddo.” 

“Temo che stia creando un allevamento di rettili.” Disse a Ladybug e Chat Noir. 

Gli altri due sorrisero a quel battibecco per poi guardarsi. 

“Facciamo lunedì?” Chiese la corvina, sapeva che stava prendendo tempo. Ma voleva evitare ad Adrien uno scontro imminente col padre.

“Io direi di farlo prima possibile, sicuramente adesso non sarà trasformato, quindi opterei per domani. Lo tengo sotto controllo e lo assediamo prima che attacchi qualche altra povera anima.” Disse invece il ragazzo al gruppo. 

“Chat Noir...” disse la coccinella mentre i suoi orecchini iniziavano a suonare.

“No Ladybug, non mi serve la pietà, mi serve di chiudere questa faccenda quanto prima, l’abbiamo portata avanti anche troppo a lungo.” 

“Bene, allora ci aggiorniamo a domani. Buona serata amici miei.” Li salutò Red Scorpio sparendo.

Raiongāru scosse la testa. “Scusate, non so cosa gli sia preso per sparire così.” 

“Penso sia nervoso per vis di Miss Parrot, vedrai che si sistemerà tutto.” Lo giustificò Chat prima che Ladybug intervenisse.

“A questo punto vado via anche io. A presto ragazzi.” Disse lei saltando sul suo skateboard.

“Quando glielo dirà?” Chiese allora Marinette al suo collega.

“Alla sua ultima trasformazione.” Rispose lui.

“Non è giusto.” Disse lei 

“My lady ne abbiamo parlato, è stata una sua scelta.” Disse lui rincuorandola.

“Si ne abbiamo parlato chaton e sai cosa ne penso, non è stata la scelta giusta.” 

Lui le prese la mano annuendo. “Lo so, ma dobbiamo accettarla perché gli vogliamo bene.” 

Marinette sollevò il viso, ancora i suoi orecchini suonarono. “Devi andare my lady.”

Lei annuì e nel farlo abbandonò il campo. Si sarebbero rivisti, Octavia non poteva essere inattiva dopo due giorni di assenza e non c’erano segnalazioni neanche da Londra, quindi quel giorno avrebbe attaccato.

 

27.12.2015 ore 1.00 a.m. - Villa Agreste 

Era notte fonda e come previsto da Felix in casa tutto taceva, Gabriel Agreste dormiva finalmente. 

Il giovane aveva studiato tutte le sue mosse, si svegliava durante la notte se sentiva un animo inquieto. Però non portava il Miraculous addosso, la notte era l’unica volta nella giornata in cui Gabriel lo teneva scoperto agli occhi umani. Lo indossava sempre però sulla casacca del pigiama, non se ne separava mai, altrimenti come avrebbe potuto effettivamente percepire le emozioni umane? 

 

 

 

(Il Miraculous è sul primo bottone.)

Ma lui Felix sapeva tutto e poteva portare a termine il suo piano e nell’occasione aveva concesso la sua fiducia a metà, aveva chiesto a sua madre di manipolare i sogni dello zio, senza però rivelarle il suo vero obbiettivo. Aveva infine detto a Lila che il suo compito quel giorno era intrufolarsi nell’ufficio dello zio e di recuperare una cosa per lui dal suo ufficio.

Con gli altri due super eroi fuori la finestra della camera di Gabriel Félix annuì a sua madre. 

“Inizia!” Le ordinò, la disfatta di Gabriel Agreste era vicina.

 

“Gabriel... amore mio.” 

Gabriel si destò dal suo sonno, c’era qualcosa che non andava. Solitamente lui non sognava mai, era come in quel caso sempre in allerta. Ma c’era qualcosa di diverso questa volta, si guardò intorno nella sua stanza, vide un ombra.

Papà... aiutami papà!” 

“Adrien!?” Gabriel si tirò su nel suo letto, perché Adrien lo chiamava, era successo qualcosa? Eppure in casa erano al sicuro, lui era al sicuro. 

“Sono qui papà... ho paura papà!” Disse il ragazzo andando ad abbracciarlo.

Lo stilista era inquieto, cosa stava accadendo? Perché Adrien era lì, non aveva mai sofferto di incubi. Eppure il figlio si appendeva alle sue braccia come un’ancora di salvezza.

“Resta qui Adrien, vado a vedere cosa succede.”  Disse il ragazzo scostando il figlio, c’era qualcosa che non andava.

“Va bene papà, resto qui!” Disse lui.

Gabriel prese la vestaglia e si diresse alla porta, ma un lapsus lo prese, Adrien lo chiamava padre, non papà*. Si voltò verso il figlio ma non lo trovò nella stanza.

“Adrien... ADRIEN!” Urlò 

Il gorilla apparve di fronte a lui, come sempre taceva, lo prese per le spalle e lo sollevò di peso da terra. “COSA FAI IMBECILLE, METTIMI GIÙ.” 

Papà... aiutami papà!” Di nuovo Adrien implorava il suo aiuto dalla sua stanza. 

NOOO NOOO...” Urlò Marcel. “MAMMA, PAPÀ DOVE SIETE, VI PREGO TORNATE DA ME!” 

Gabriel... sto morendo, mi manca l’aria.” Intervenne la voce di Emilie.

Emilie? Lei era al sicuro nella camera iperbolica, era venuta a mancare la corrente, non c’era più rigenerazione nella teca? Doveva subito scendere nei sotterranei. 

Mamma... papà!” Urlava ancora Marcel. 

Gabriel si mise le mani nei capelli, cosa stava accadendo in camera sua. “Natalie... Natalie pensa ai ragazzi, io devo andare da Emilie.Disse alla sua assistente che era appena apparsa al suo fianco. 

Va bene signore, penso io a loro.” Rispose ella.

Lascia che lo facciamo noi!” Intervenne la voce di una donna, Gabriel si fermò sulle scale. Una donna alta dai capelli rossi e gli occhi azzurri lo guardava con amore, al suo fianco c’era un uomo alto, moro e scuro di carnagione era bellissimo e anche lui gli sorrideva. 

“Lascia, pensiamo noi a loro Gabriel.” Disse l’uomo. 

Gabriel subito li riconobbe, erano Nicole e Pascal.

 

“Cosa fai Octavia? Questo non è più un incubo?” Disse Pika Pika al fianco di sua madre, che come in trance seguiva il sogno di Gabriel, gli occhi si erano soffermati su quelli dell’uomo moro. 

“Madre!” La riprese Felix.

Ella si riscosse. “Cosa hai fatto tu figlio, poco fa ti sei intromesso nel mio incubo.” 

Felix guardò sua madre oltre la maschera, tra le mani stringeva il Miraculous della farfalla. “Dovevo controllare che stesse realmente dormendo, non vedi che è vigile?” Disse lui.

“E tu non vedi che sta dirigendosi fuori dalla mia portata? Devo farlo ritornare sul piano, mi dici piuttosto che fine ha fatto Miss Parrot?” Rispose anche lei alzando uno dei suoi tentacoli e con la penna sputò fuori altro inchiostro, le parole si formarono come pagine di un libro. 

“Non abbiamo bisogno di lei stanotte, e comunque hai ragione non è il caso di perdere di vista lo zio.” Terminò Felix chiedendosi se Lila era riuscita ad entrare nell’ufficio dello zio. Mentre di fronte a Gabriel Nicole e Pascal diventavano due cadaveri putrefatti.

“Pensiamo noi ai ragazzi. Adesso andiamo a prenderli!”

Gabriel indietreggiò debole sulle gambe. No, quella non era sua sorella, doveva proteggere i ragazzi. “Natalie pensa ai ragazzi.” 

“Oh si ci penso io a loro signore.” Rispose lei con un sorriso cinico lasciando passare i due mostri.

“No... no no... Adrien! Adrien scappa, Marcel!” Li chiamò correndo verso le loro stanze, quei mostri non erano stati creati da lui. “Nooro!” Chiamò intanto che apriva la porta della stanza di suo figlio. 

Il suo Kwami non gli rispose, dove era finito. “Nooro!” Disse toccandosi l’asola del pigiama, non lo percepiva al tatto. 

“Papà...” lo chiamava Adrien. Gabriel andò alla ricerca del figlio, era al piano superiore, Chat Noir e Ladybug lo assediavano, lei lo stava strangolando col filo del suo yo-yo mentre lui continuava a fargli avere delle bastonate nel ventre. 

“NOOO ADRIEN...” disse l’uomo andando alle scale per salvare il figlio. I suoi nemici volevano ripercuotersi sul figlio e non poteva permetterlo. 

“Papà!” Sussultò Adrien svegliandosi a quel grido. 

Si trovò di fronte suo padre che stava salendo le scale verso la sua libreria, notò l’espressione disparata mentre urlava il suo nome, quello di sua madre e infine Marcel. 

Il ragazzo scese dal letto ma Gurru lo richiamò. “Infilati sotto le coperte, è un incubo e c’è bisogno di te.” 

Il ragazzo annuì guardando il padre. “Perché mio padre è qui e cosa sta sognando?” Disse al Kwami.

“Lo scoprirai presto, trasformati e salvalo.” 

Adrien scosse la testa, qualsiasi cosa suo padre non poteva dimostrare di amarlo adesso che che aveva deciso di incastrarlo come Papillon. 

“Phyllo trasformami!” Ordinò alla medusa una volta trasformato il ragazzo chiese la clonazione e poi si trasformò in Haoxin e Chat Noir. “Chiama Marinette e poi va da mio padre.” Disse a quello rimasto Adrien. 

“Lasciate stare Adrien se ce l’avete con me dovete affrontare solo me. Nooro... NOORO!” Urlò Gabriel 

“Papà... papà svegliati, è un incubo!” Urlò Adrien dal piano di sotto. 

“E decisamente non sono neanche così bello in questo incubo.” Intervenne Chat Noir.

Gabriel si voltò verso la voce dell’eroe parigino, non era solo, con lui c’era quello bianco.

“Svegliati Gabriel Agreste, sei vittima di Lady Octavia.” Disse Haoxin.

Lo stilista osservò attentamente la scena, si era fatto imbambolare da quei buffoni che formavano incubi? 

Scosse la testa e cercò con la mano di toccare suo figlio, un muro sembrava frapporsi tra loro due.

“È un incubo, non puoi toccarlo.” Disse Adrien. “Però io posso... CATACLISMA.” Disse avventandosi contro lo specchio e mandandolo in frantumi.

Gabriel si trovò la forma del figlio e degli altri due eroi in frantumi davanti ai suoi stessi occhi.

“Adrien... noooo!” 

“Signor Agreste lui è qui ed è reale.” Urlò Ladybug dal basso 

Gabriel si espose dalla ringhiera per vedere il figlio, intanto Haoxin prese il suo scudo e purificò l’anima del padre così che tutto potesse tornare alla normalità. 

“Sta bene? Gli incubi sono passati adesso.” Disse l’eroe della pace. 

L’uomo scosse la testa scendendo e andando alla ricerca del figlio che abbracciò, poi portandoselo dietro chiamò il nipote. 

“Marcel! Marcel stai bene?” Disse andando alla sua porta.

“Qui...” sussurrò il ragazzo con sguardo terrorizzato. “Sono qui!” 

Il gruppo si voltò verso il ragazzo in piedi sulle scale sostenuto da Natalie entrambi erano in pigiama, Adrien si chiese cosa fosse accaduto al cugino. Ma fu suo padre a rispondere per tutti.

“Hai visto i tuoi genitori?” Chiese 

Il ragazzo annuì con un ombra di pianto negli occhi. “Vi giuro che cattureremo Lady Octavia e i suoi tirapiedi.” Disse Chat Noir a nome di tutti. 

“Adesso dovreste tornare tutti a dormire, noi faremo un giro della casa per assicurarci che siano andati via.” Intervenne Ladybug, quella notte era da cancellare e secondo lei anche i progetti che si erano prefissati per la mattina successiva. 

Marcel sembrò destarsi quando Ladybug parlò poiché riprese la parola. “Mi... la ragazza pappagallo.” Si corresse. “Era nell’ufficio dello zio ed è riuscita a scappare.” Affermò.

“Nel mio ufficio?” Chiese Gabriel avvicinandosi. Doveva scendere da Emilie subito. “Vi ringrazio Ladybug e Chat Noir, non so come avremo fatto senza di voi e i vostri amici, adesso io credo che tornerò a riposare e...” doveva prendere Nooro e scendere nel covo per controllare come stava sua moglie. Si portò una mano al Miraculous, per stringerlo tra le mani e... dov’era la sua spilla. 

Abbassò lo sguardo sulla giacca del suo pigiama, all’asola mancava la spilla della farfalla. 

“NO... NO NO NO....”  disse lasciando andare il figlio per poi dirigersi nella sua stanza. La finestra era aperta, tirava un vento gelido come l’animo di Gabriel in quel momento. 

L’uomo si riversò sul letto alla ricerca del Miraculous mentre Adrien e Marinette decisero di mandare via i loro cloni del conflitto e poi seguire il padrone di casa.

“No... no... no!” Continuava a blaterare.

“Tutto bene signor Agreste?” Chiese preoccupata Ladybug.

“La sua camera è in disordine, quando il gatto  non c’è i topi ballano, ha visto un topo signor Agreste.” 

Gabriel scosse la testa ormai nel pieno della disperazione. Nooro non c’era più, il suo Miraculous era scomparso e... “Natalie in ufficio, controlla la cassaforte.” Ordinò alla sua assistente. 

Sia Adrien che Marinette si guardarono allarmati, mentre Natalie spariva alla vista di tutti. Loro sapevano che nella cassaforte doveva esserci il Miraculous del coccodrillo. Possibile che lo avessero rubato? 

“Papà!” Richiamò l’attenzione Adrien. “Vuoi dirmi cosa sta succedendo?” Chiese serio. 

“Adrien...” l’uomo si sedette sulla poltrona della sua stanza chiudendo gli occhi, per la prima volta Adrien lo vide piangere. “Ho fallito, dovevo ritrovare tua madre ma ho fallito. Mi hanno appena derubato dell’unica arma che avevo per riportare tua madre a casa.” 

“Nooro...” sussurrarono Ladybug e Chat Noir.

——-

*Io so che sia così in Italiano e in inglese, però in francese padre e papà si dicono alla stessa maniera.

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Capitolo 42
*** Parte 41ª - La resa dei conti ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
(Premessa: da questo momento andrò forse OOC nel muovere sia Luka che Kagami, darò un passato soprattutto al primo perché un ragazzo di sedici anni sarebbe anomalo vederlo legato solo al gruppo degli amici della sorella e soprattutto che prima di Marinette non abbia avuto 'storielle'; cercherò con le caratteristiche base di Astruc e company di muovere e far crescere, spero, due/tre personaggi. Perché si ci metto anche Chloé. Grazie)

27.12.2015; 7.00 a.m

Adrien non aveva dormito tutta la notte, neanche suo padre lo aveva fatto. Troppo disperato per gli eventi avvenuti durante le ore notturne, chi lo avrebbe mai immaginato che lui, il grande Gabriel Agreste, uomo imperturbabile e rigido potesse essere preda dei cattivi dei sogni. Eppure era accaduto e i tre lo avevano fatto proprio per uno scopo, rubare il Miraculous che appartenevano a lui. 

Dopo quella rivelazione sia Ladybug che Chat Noir avevano lasciato la casa, avvertendo che sarebbero tornati il giorno dopo, Adrien era testato tutta la notte in piedi ad osservare il padre che disperato piangeva la perdita di Nooro. 

Ormai non se lo rinnegava più, una volta rimasti soli Adrien lo aveva affrontato senza più timore. Suo padre era stato una delusione sotto quel punto di vista anche se il giovane non poteva dimenticare che il suo primo pensiero durante quegli incubi era stato cercare lui, assicurarsi che stesse bene.

“Sei Papillon!” Aveva affermato il ragazzo. 

Suo padre aveva taciuto, ma Adrien era troppo amareggiato e si sentiva l’animo troppo avvelenato per stare zitto. 

“Non ti vergogni di ciò che hai fatto, del male che hai causato a delle persone innocenti.” Lo aveva accusato. 

Gabriel si era ammutolito, non aveva risposto fino a quando non venne raggiunto da Natalie. 

“Signore non so come ma sono riusciti ad aprire la cassaforte.” 

L’uomo finalmente diede segni di vita muovendo la testa. “Hanno preso anche la spilla del pavone.” 

Adrien chiuse gli occhi, era tutta colpa sua. Avrebbe potuto impedire tutto questo se appena arrivati a Parigi lo avessero affrontato. 

“Papà!” Lo chiamò Adrien. Ma Gabriel ancora non rispose, si alzò dalla sua poltrona e prese i vestiti sparendo dalla sua visuale. 

Adrien non sapeva cosa dire, non sapeva cosa fare e aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse in un momento così critico. Così uscì dalla stanza e prese il cellulare, c’era un messaggio da parte di Marinette.

«Come stai?» chiedeva

«Starò bene! Già saperti vicina a me mi fa star meglio.» 

«Vuoi che venga lì?» 

«Devi riposare, caso mai domattina presto e...»

«cosa?»

«Potresti dire ai tuoi genitori che Chat Noir ha bisogno di loro a Villa Agreste?» Chiese prima che potesse pentirsene.

«Certo, lo farò. Ma adesso riposa Adrien!»

«Mio padre sta vestendosi, credo lo seguirò per tutta la notte. Marinette hanno scassinato la cassaforte e dentro c’era la spilla del pavone.»

«Domattina presto verrò da te!» scrisse la corvina. 

Adrien sorrise, come avrebbe fatto in un momento del genere se non avesse avuto lei?

La porta della stanza di suo padre si aprì e ne uscì l’uomo vestito e pettinato di tutto punto. Prese le scale ed uscì, Adrien senza dire una parola lo seguì, se suo padre pensava che avesse dimenticato quanto appena avvenuto poteva star certo che si sbagliava.

Così lo seguì nel suo ufficio e poi al ritratto di sua madre che fissò per qualche minuto insieme all’uomo che poteva definire la sua unica famiglia. Adrien sollevò il viso per poter comprendere cosa stesse pensando, suo padre aveva ancora un’aria amareggiata. 

“Dovresti andare da tuo cugino Marcel, era molto scosso.” Disse Gabriel.

“So che sta bene, io non ti lascio adesso!” Disse il ragazzo, Marcel gli aveva assicurato che se la sarebbe cavata e Kimmi si era ripromesso di prendersi cura di lui. “Ci penso io, so che quello che ha visto è il suo peggior incubo e posso aiutarlo.” Gli aveva detto il Kwami e lui si era fidato del falco senza remore.

Osservò suo padre che invece di parlare sollevò le braccia, voleva abbracciarlo? Picchiarlo? No, non lo aveva mai fatto. Vide le sue mani poggiarsi sul quadro e poi pigiare in due punti particolari. 

D’improvviso sentì il pavimento muoversi e quasi Adrien perse l’equilibrio, ma suo padre lo prese appena in tempo. 

Diamine aveva perso il suo istinto felino, e diamine, lo stava portando nel suo covo! 

Una volta arrivati in una stanza buia Adrien si guardò intorno, suo padre pigiò un interruttore e una luce fioca riempì la stanza mentre una finestra a forma di farfalla si apriva. Fu allora che Adrien notò il pavimento carico di piccole falene bianche, suo padre vi si portò al centro di esse e iniziò a muovere le mani delicatamente. “Volate via mie piccole akuma.” Diceva.

Adrien restò in silenzio, non c’era nulla di spaventoso in quella liberazione, lui non era più Papillon eppure il giovane riuscì ad avvertire lo strazio percepibile nelle emozioni del padre. Durante quell’anno quella era stata la sua missione, cercare di recuperare in tutti i modi possibili i Miraculous di Ladybug e Chat Noir. 

Quando le falene furono volate tutte via suo padre tornò sui suoi passi e si incamminò attraverso un ponte, in silenzio spettrale Adrien lo seguì, fino ad arrivare ad una radura al cui centro il giovane potette notare una specie di capsula, al suo interno c’era sua madre, Emilie. Vestita e pettinata di tutto punto, come se stesse solo facendo un piccolo riposino.

Adrien restò immobile, un’emozione senza uguali lo stava pervadendo, non aveva il coraggio di avvicinarsi, e se ne farlo sua madre sarebbe scomparsa? 

“Emilie...” la chiamò suo padre. “Non sono riuscito a proteggerti, non sono riuscito a portare a compimento la mia missione è salvarti dal nostro errore più grande. Questa notte non sono riuscito neanche a proteggere nostro figlio, è stato lui Emilie a venire in mio soccorso. Alcune persone hanno soggiogato la mia mente ed entrati in camera mia hanno rubato il Miraculous della farfalla.” Gabriel strinse le mani a pugno. “Ho perso Nooro Emilie e con lui ho perso anche Duusu, adesso che l’avevo riparato e non so come farò a farti tornare tra noi, Ladybug e Chat Noir hanno scoperto tutto e io sono inerme. Non ho più nessuna arma per riparare ai nostri errori!” Disse, non aveva più Nooro, non aveva più Nooro.

Adrien colpito da quella rivelazione fissò la schiena del padre, sembrava essersi arreso, le spalle erano leggermente incurvate e la voce sommessa. 

“Papà...” lo chiamò Adrien. Lui mosse leggermente la testa, allora il ragazzo continuò. “Dove tieni il Miraculous del coccodrillo?” Gli chiese schietto.

Gabriel si voltò stupito, come faceva a saperlo suo figlio. Si fissarono, gli occhi del giovane erano seri e risoluti e non abbandonavano i suoi, quando suo figlio era cresciuto e maturato? “Cosa ne sai tu?” 

“Papà, dove hai messo il coccodrillo?” Chiese ancora Adrien.

Gabriel scosse la testa guardando la teca. “Quindici giorni fa circa qualcuno è entrato in casa, è venuto a prendere il Miraculous del coccodrillo e dell’avvoltoio ne sono sicuro.” Disse l’uomo. “Ma Cocco era con me, da allora ho capito che avrei dovuto nasconderlo ai monaci tibetani.” tese una mano e si carezzò una cintura in pelle. “Questo è il posto più sicuro, Cocco vieni, fatti vedere!” Ordinò Gabriel vedendolo uscire allo scoperto oltre il viso di Emilie, cosa avrebbe potuto fare con il coccodrillo? Nulla adesso che Nooro non c’era più, avrebbe potuto creare dei piccoli eserciti, ma adesso con quel potere sapeva di essere debole, poi  Ladybug e Chat Noir sapevano o almeno avevano capito che era Papillon, avevano subito capito che gli avevano portale via Nooro. Gli avrebbero tolto Cocco, che lo raggiunse guardandolo in silenzio.

“Padrone, è tardi!” Disse vedendo poi il ragazzo alle sue spalle. “Padrone...” 

“Nooro e Duusu non ci sono più!” Annunciò lo stilista. “Domattina Ladybug e Chat Noir verranno a prenderti, ti porteranno via.” Disse al Kwami.

Il coccodrillo si guardò intorno spaesato, poi puntò gli occhietti aguzzi su Emilie. “Ma la signora è ancora qui... padrone noi dobbiamo risvegliarla.” 

“Smettila!” Disse allora Adrien stanco. “Non saranno due Miraculous a riportarla indietro, sei un kwami e dovresti sapere meglio di me che per un’azione del genere c’è sempre un caro prezzo da pagare!” Lo riprese Adrien. 

Cocco fissò il giovane, somigliava così tanto alla signora ed aveva un’aria così delusa. 

“Il padrone voleva tanto riportare indietro la signora, io lo avrei aiutato con piacere!” 

“Tu...”

“Smettila Cocco!” Ordinò Gabriel adesso. “Non disturbate il sonno di Emilie tutti e due.” Disse infine per poi tacere.

Adrien non seppe cosa dire e cosa pensare, non sapeva se era più distruttivo stare dinnanzi al quadro della madre tutto il giorno oppure come in quel momento, stare in piedi di fronte al suo capezzale tutto il giorno. Suo padre era proprio disperato e fino ad allora si era tenuto tutto dentro. 

“Parlami, che errori avete commesso, quale errore devi aggiustare?” Chiese allora al padre, perché non gli aveva detto nulla fino ad allora.

Gabriel tacque restando a guardare sua moglie intensamente. 

“Ti ricordi quattro anni fa? Quando io e tua madre partimmo per una seconda luna di miele?” Chiese 

“Ai vostri quindici anni di matrimonio, sì lo ricordo.” Disse Adrien 

Gabriel assentì con la testa. “Eravamo stati in Tibet, era tutto splendido e alla fine quel viaggio ci aveva fatto trovare anche un regalo. In un luogo desolato trovammo due spille ed un libro. Due spille che si rivelarono speciali, tua madre ne fu subito eccitata, avrebbe voluto usarle ma Nooro ci avvertì che Duusu aveva il miracoulus rotto e quindi non poteva essere usata. Così ci prendemmo i nostri tempi, ritornammo a casa ed alla nostra realtà, frequentavamo i nostri amici, avevano da costruire casa nuova, questa, e lei aveva in programma un film con la regia di Audrey Bourgeois.” 

Adrien assentiva con il capo, ricordava quel periodo frenetico della loro vita e di quando si erano trasferiti poi lì poco prima della scomparsa di sua madre.

“Avevo un amico, un ottimo amico, era stato uno studente di mio padre e lo avevo conosciuto quando veniva a prendere lezioni private a casa nostra. Mio padre era un insegnante di musica, fu lui ad avermi insegnato a suonare il pianoforte. Ti sarebbe piaciuto Adrien, mio padre sapeva divertirsi con la musica. Sta di fatto che vide nel suo studente un talento e gli offrì di seguirlo in lezioni private, così ci conoscemmo e diventammo amici io e Mika, avevano sedici anni e ci accorgemmo che frequentavamo lo stesso lycée e che in seconda avremmo seguito anche gli stessi corsi. Io, lui e il suo migliore amico, Javier Humble.” 

“Eravate amici?” Chiese stupito Adrien. 

“Tre squattrinati piuttosto, un musicista, un pittore e un artista con tante passioni che non sapeva cosa fare del suo futuro. Quando conobbi tua madre, con tempo e con calma glieli presentai. Intanto sia Mika che Javier avevano conosciuto due donne che sembravano importanti per loro. Javier affascinato dalla campionessa di scherma non vedente che aveva conosciuto in occasioni dei campionati internazionali in Francia, le chiese di sposarlo addirittura e la presentò a tutti noi.”

“Tomoe Tsurugi?!” Chiese stupito Adrien.

“Sì, Javier se ne invaghì talmente tanto che per lei rinunciò a tutto, al suo nome ed al suo paese. Decise che avrebbe compiuto gli studi universitari in Giappone per poter vivere accanto a Tomoe. Lo vidi al suo matrimonio a Tokyo e quando vennero a trovarci per presentare a tutti noi Kagami, intanto si era laureato in archeologia ed aveva iniziato anche a lavorare presso degli scavi.” 

Adrien annuì, chiedendosi cosa aveva a che fare la giovinezza di suo padre con il suo grande errore. “Poi?” Chiese 

“Poi mi persi di vista anche con Mika, prese a lavorare nell’orchestra dell’opera come pianista e violinista a arpista, più andava avanti e più voleva imparare del mondo della musica. Lo sentivo spesso ed era lui a raccontarmi di Javier, tra di loro non si erano persi di vista e potevo comprenderlo, Javier e Mika erano vissuti nelle stessa casa famiglia da quando avevano cinque anni. Però non si dimenticavano di me e quando era in Francia Javier veniva a trovarmi, con o senza Mika poiché la sua carriera era ormai decollata, da suonatore di fila era diventato un maestro d’orchestra e faceva tournée per tutta Europa. Eppure fu Mika un giorno a parlarmi di Javier e Tomoe, in quell’occasione c’era anche tua madre ed avevamo già trovato i Miraculous da un paio di anni. 

“Javier vorrebbe trovare un modo per stare vicino a Tomoe, la sua vista è sempre più precaria, per lei rischierebbe di tutto.„ 

Mi informai su Tomoe e stessa cosa fece anche Emilie, le notizie non erano positive. Se prima riusciva a percepire delle ombre adesso neanche più quelle e i medici erano stati chiari con lei. 

“Sapete di un auto, automatica, ovvero che possa guidare al posto di un pilota? Javier voleva prendere quella a Tomoe.„ ci aveva detto.

Ma sia io che Emilie negammo, non poteva esistere una macchina di quel genere, comunque sarebbe dovuta essere guidata e per averla ci sarebbero voluti soldi che sicuramente Javier non aveva. 

Stava di fatto che anche Audrey sempre aggiornata sulle ultime tendenze ci disse che non esisteva un tale ingegno, altrimenti lei ne sarebbe entrata già in possesso. Fu allora che tua madre decise di usare per la prima volta Duusu. 

I Kwami ci avevano spiegato come funzionavano e tua madre era convinta che creando un sentimostro con le sembianze dell’auto avrebbe potuto aiutare Tomoe e Javier.” 

Adrien sollevò la testa. “Quell’auto è un senti mostro?” Chiese Adrien.

Gabriel annuì. “Sì, quando fummo d’accordo Javier e Mika con Tomoe ci raggiunsero al Gran Palè e per la prima volta tua madre si trasformò, rivelandosi come portatrice del pavone. Chiese qualcosa con cui poter materializzare il senti mostro e Javier senza alcuna remora si fece avanti, dicendo a Emilie  di poter attingere da lui l’energia che le serviva. Lo so, siamo stati degli sciocchi, perché avevamo acconsentito tutti senza sapere effettivamente gli effetti che il Miraculous danneggiato poteva avere su tua madre e su ciò che avrebbe creato. 

La amok si era impossessata del corpo di Javier in breve tempo, e lo stava assorbendo, Mika vedendo gli effetti del potere del pavone si lanciò sull’amico per liberarlo da quel l’incantesimo e far tornare tutto alla normalità. Ma fu assorbito anche lui dall’auto che nel frattempo si era formata. 

La compagna di Mika vedendo quanto era accaduto aveva urlato come una pazza di restituirgli il padre dei suoi figli, che quel maleficio non andava bene e che sia Mika che Javier dovevano ritornare. 

Tutti noi fummo d’accordo su questo ma intanto Emilie si sentì male e Duusu sciolse la trasformazione, dicendoci che richiamare la amok avrebbe portato via ad Emilie tutte le energie che aveva in corpo e quindi prima doveva riposare.

Rimandammo quindi quel momento, io discussi con la compagna di Mika e lei ruppe i ponti con tutti noi, a cominciare da Tomoe con cui aveva dei rapporti civili.”

“Amava suo marito.” La giustificò Adrien 

“Non stavano più insieme da un po’ in realtà, ma quando sei genitore i legami in un modo o nell’altro restano sempre.” Rispose Gabriel. 

Intanto tua madre sembrava non riuscire a riprendersi, era sempre stanca e se si alzava aveva dei forti capogiri che le facevano perdere i sensi. Ogni giorno chiedevo consiglio a Nooro per sapere come comportarmi e lui mi diceva che non usare il Miraculous e riposare era la soluzione migliore.

Tua madre però la pensava in modo diverso, diceva che sentiva la vita abbandonarla e sosteneva che non poteva lasciarti solo. Così mi espresse i suoi dubbi.

“Se due umani sono diventati un auto, potrei creare da un oggetto una persona. Come se fosse la mia migliore amica, tua sorella Nicole, gli affiderei Adrien tranquilla.” 

Rifiutai quella sua proposta, era una pazzia. Così dopo tanti anni scrissi a mia sorella Nicole dicendole di farla ragionare e di non fare sciocchezze. Tu sei come tua madre Adrien, quando ti metti in testa qualcosa non la abbandoni.”

Gabriel si voltò e guardò il figlio in viso.

“E lei non abbandonò la sua decisione, a nulla valsero le parole mie e di Nicole, lei voleva provare. Al che  non mi restò che appoggiare quest’altra sua pazzia, nei panni di Papillon e Paon procedemmo col nuovo esperimento di Emilie, questa volta aveva già un oggetto su cui lavorare. La cornice dove erano immortalate lei e Nicole alla consegna del diploma! La amok se ne impossessò e di lì a breve apparve una giovane donna alta quanto tua madre, con gli occhi azzurri di mia sorelle e una ciocca di capelli rossi su un manto nero. Quella donna era...”

“Natalie! Natalie è un senti mostro?” Chiese Adrien inorridito.

“Nathalie è un senti mostro sì, in lei risiedono tutti i pregi ed i difetti delle due donne più importanti della mia vita. Tua madre si aspettava di trovarsi accanto una nuova Nicole ma ciò che riuscì a formare fu lei. Le demmo il nome Nathalie Sanscoeur, perché realmente parlando non avrebbe dovuto avere un cuore. Tua madre peggiorò e Nathalie iniziò a prendersi cura di te e di tua madre. 

Intanto la nostra nuova casa fu pronta, ci trasferimmo di lì a breve, tua madre era sempre più debole e un giorno mi chiese di portarla qui nel sotterraneo dove sarebbero dovuti venire la sala della musica e la piscina. La ricordo come ieri, non si sorreggeva e allora mi chiese di farla sedere per riposare. Lo feci, le obbedii come sempre, tua madre mi sorrise e si stese dicendomi che ci avrebbe visto bene anche un giardino in questo posto. Poi chiede a Duusu di trasformarla, per l’ennesima volta. 

Impazzii a quella richiesta chiedendole cosa voleva fare e lei mi rispose: 

“Questo è l’unico modo in cui posso proteggermi e non morire, tua sorella dice che una respiratore potrebbe salvarmi la vita.„

Vidi la amok impossessarsi della sua spilla e sotto di lei venire a formarsi questa camera iperbolica dalla quale Emilie è generata. Da allora tua madre non si è più svegliata, da allora cerco di fare di tutto per riparare al nostro errore.”

Terminò di raccontare allora il fashion designer. 

“Decisi di creare questo posto a mia immagine e somiglianza, di avere un posto per me ed Emilie, un luogo dove potesse riposare serena. E nel frattempo Nooro mi parlava di tutti i Miraculous e di quanto fossero importanti e potenti quelli della coccinella e del gatto nero, due poteri che uniti avrebbero potuto realizzare un desiderio.” 

“Hai mai pensato che per realizzare un desiderio avresti dovuto dare altro in cambio?” Disse Adrien a quel punto, quella storia aveva dell’incredibile. Ancora stava rimuginando su Nathalie, anche se aveva visto già un senti mostro con sembianze umane prima di allora, la Ladybug di Mayura. 

“Sarei stato disposto a dare la mia vita per tua madre Adrien, perché si l’ho tenuto in conto.” Rispose Gabriel. 

Adrien scosse la testa e staccò la registrazione che aveva fatto all’insaputa di suo padre. 

“Io non so cosa dirti, avresti dovuto parlarne con qualcuno, con me. Invece hai preferito fare del male a degli innocenti!” Disse Adrien 

“E lo rifarei ancora Adrien, per amore di tua madre lo rifarei ora e sempre.” 

Il ragazzo scosse la testa, non sapeva se fosse un bene o un male, intanto suo padre non aveva più il Miraculous. “Hai idea di chi possa averti rubato i Miraculous?” Chiese allora.

“Non lo so. Dopo il furto del Miraculous dell’avvoltoio ho attivato le telecamere in casa ma non abbiamo mai rivelato nulla di sospettoso.” 

Adrien si avvicinò a lui e cercò il suo sguardo. “Ho preso io il Miraculous dell’avvoltoio, quando ho scoperto che eri Papillon.” Disse lui. 

Gabriel lo guardò sorpreso scuotendo la testa, non era vero, non era possibile era accaduto quando si era trovato a Londra. 

“Lui è un guardiano!” Affermò il Kwami del coccodrillo. “Lo ha sancito il monaco anziano quando siete stati in Tibet.” Disse a Gabriel.

Lo stilista si avvicinò al figlio che alzò le mani. “Non avvicinarti e tu Cocco...” 

“Non appartengo alla tua miracle box, non sono tua responsabilità.” Rispose questi. 

“Parlerò con Shé Gūniáng che ti riprenderà per se.” Gli disse allora il biondo. “Sta di fatto che tu non hai preso la decisione giusta ed ora non sappiamo dove siano finiti i due Miraculous.” 

“Sicuramente in mani peggiori delle mie.” Affermò diabolico Gabriel. “Tutto ciò che io ho fatto è stato per amore! Mentre Lady Octavia non so da quali sentimenti sia mossa.” 

Adrien sussultò, ciò che aveva appena detto suo padre era vero. 

“Ho bisogno di riposare prima dell’arrivo di Ladybug.” E così dicendo si allontanò, nel farlo inviò la registrazione a Marinette chiedendo di farla sentire anche a sua madre e chiedendo alla sua ragazza cosa dovevano fare adesso.

Una volta a letto Gurru gli si acciambellò contro per dargli un po’ di pace, Plagg si mise invece alle sue spalle per rassicurarlo. Solo così il giovane Agreste riuscì a dormire per le poche ore che gli restavano, fu infatti svegliato dal bussare della porta, era Marcel che lo avvertiva dell’arrivo di Ladybug. 

Mentre si vestiva Adrien chiese al cugino come stesse e questi gli rispose che Kimmi aveva saputo calmarlo, intanto il biondo gli  lasciò il Miraculous della pace e dopo essersi trasformato con Phyllo si era clonato e unito Plagg alla medusa. 

“Hai sentito la registrazione?” Chiese il ragazzo ad Haoxin mentre si avviavano nel salone. 

Marcel annuì. “Ha dell’incredibile, cioè in questo periodo ne ho visti senti mostri e Nathalie è così umana.” Disse il ragazzo.

“Come credi dobbiamo agire? Io purtroppo sono troppo poco giudizioso in questo caso!” Affermò Adrien, poteva capire suo padre? Sì perché anche lui avrebbe voluto riabbracciare la madre, ma a che prezzo? 

“Io ritengo che per quanto tuo padre abbia sbagliato, confrontando papillon e Lady Octavia o Pika Pika, tra i tre papillon è stato il peggiore dei mali, liberata la akuma le persone tornavano normali e Ladybug rimetteva Parigi a posto sempre.” 

“Sappiamo invece cosa ha fatto e ancora fa Lady Octavia, dovrei comunque denunciare mio padre.”

Disse arrivando finalmente al salone dove ad attenderli c’erano suo padre, Nathalie, my lady e Black Lady.

“Scusateci il ritardo!” Disse Haoxin.

“Tranquillo non siamo gli ultimi.” Disse sornione Chat Noir, intanto che Adrien andava a sedersi poco distante.

“Dunque veniamo a noi, Adrien ci ha mandato una registrazione!” Disse Ladybug non volendo continuare quella tortura.

Intanto eccoli che giunsero anche Verity Queen, papà orso, Raiongāru e Red Scorpio. 

“Adesso ci siamo tutti!” Disse Adrien.

“Dopo gli eventi della serata e ciò che abbiamo scoperto e di cui tutti siamo a conoscenza credo sia tempo di agire contro Gabriel Agreste.” Disse Chat Nori guardando suo padre dritto negli occhi. “Credo sia giusto denunciarlo e consegnarlo alle forze dell’ordine.” Disse risoluto.

“Io invece penso che abbia sofferto e pagato già abbastanza per i suoi errori.” Ammise invece Ladybug 

Raiongāru le fu a fianco ed annuì. “Dopo aver ascoltato i messaggi che ci ha lasciato in segreteria Ladybug anche io e Red Scorpio siamo dello stesso avviso.” 

Chat Noir fissò Raiongāru, davvero le andava così bene? Sapeva che sua madre aveva trasformato suo padre in un auto? “Cioè ha trasformato degli umani in senti mostro.” Disse  il gatto nero.

“Non sappiamo chi siano i malcapitati, ma ladybug ci ha detto che Paon lo ha fatto a fin di bene e che solo il precario stato di salute di Emilie Agreste non si è potuto riparare all’errore.” Rispose Scorpio per la compagna.

“E lui ne ha pagato le conseguenze con il successivo stato vegetativo della moglie. Io sinceramente non mi sento di denunciarlo.” Terminò Raiongāru.

“Se mi permetti Chat Noir vorrei darti io un consiglio, mi hai voluto qui per un motivo giusto?” Chiese la piccola aquila nel stanza. 

Sabine Cheng si faceva chiamare verity Queen e da quando l’aveva conosciuta al pranzo organizzato per lui, Adrien aveva forte rispetto per lei e per la saggezza che quella donna aveva sempre dimostrato, anche senza un Miraculous. Quindi annuì.

La donna sorrise e si fece avanti. “Siamo tutti d’accordo che Gabriel si sia comportato in questo modo solo per amore! Sapete? Voi siete giovani e ancora sottovalutate questo sentimento così importante, oppure non aveva accanto persone per cui ne varrebbe la pena di lottare. Non ho conosciuto ne Gabriel ne Emilie, ma nelle parole di lui ho letto tanto. Ho letto di una coppia unità che si è amata e sostenuta fino all’ultimo, ho letto di un uomo che era disposto a tutto per la sua amata, anche a dare la sua stessa vita, ho saputo di un uomo che ha accolto disperato il furto del suo Miraculous perché adesso non ha più poteri per poter liberare la moglie da questa lunga agonia. Emilie era una moglie e anche una madre, ho ascoltato parole che mi hanno fatto comprendere quanto fosse buona e con la sua testardaggine ha insistito nel voler aiutare il prossimo. Credo che Gabriel Agreste col furto di questa notte abbia già pagato abbastanza per ciò che ha fatto.” Terminò Verity Queen cercando tutti con lo sguardo per poi posarsi su Agreste in persona. “Però credo anche che troppa clemenza sia sbagliata, gli errori si devono pagare ed è stato permesso a gente senza scrupoli di prendere il Miraculous del pavone e della farfalla. E per questo tu Gabriel Agreste ci aiuterai, non so con quale Miraculous, se con il coccodrillo che già possiedi o qualche altro che Chat Noir e Ladybug vorranno darti. Ma tu d’ora in poi dovrai redimerti agli occhi nostri e di Parigi lottando al nostro fianco contro Lady Octavia, Pika Pika e Miss Parrot.” Annunciò la donna minuta. 

Il gruppo si guardò intanto che Cocco uscì allo scoperto. “Io resto con piacere col padrone.” 

“Dobbiamo decidere!” Disse Chat Noir a quel punto.

“Ho una domanda!” Intervenne Haoxin.

Tutti si voltarono verso di lui, poi Ladybug gli fece un cenno per farlo procedere. “Ha detto a sua sorella di fare ricerche per lo stato vegetativo di sua moglie? Ci risulta che una coppia sia stata al tempio dopo che è riapparso ed hanno fatto domande sul Miraculous del pavone.” Chiese il ragazzo a quel punto.

Gabriel ci pensò per poi rispondere. “Sì mia sorella sapeva dei Miraculous e dello stato vegetativo di Emilie. No, non le ho chiesto nulla, ma dopo la comparsa del tempio mi contattò dicendomi che avrebbe fatto ricerche, che come scienziato era sicura ci fosse sempre una soluzione ad ogni caso e che la ricerca sarebbe dovuta partire dal tempio.” Disse allora lo stilista. “Quindi si, è capace che quella coppia fossero mia sorella e mio cognato, un mese fa mentre mio figlio era a Londra mi è arrivata una lettera da parte di mia sorella dall’India datata a pochi giorni prima della sua scomparsa.” 

“Possiamo leggerla?” Chiese Marinette, adesso tutti i pezzi del puzzle stavano tornando al loro posto, avevano scoperto anche chi era la coppia misteriosa e forse Marcel aveva sempre sospettato che si trattassero dei suoi genitori.

“Non c’è scritto nulla di utile ma se volete ve la farò leggere. Dovrete però renderla indietro, è l’ultimo ricordo che ho di Nicole.” Disse lui.

“Va bene, allora io a questo punto voterei per decidere cosa fare.” Disse Black Lady 

“Io approvo la scelta di Verity Queen.” Disse Haoxin 

Chat Noir lo guardò con ammonimento. “Chi ci dice che non userà il Miraculous in modo inappropriato.” Chiese sfiduciato. 

“Conosciamo la sua identità e poi ancora non sappiamo se accetterà o meno.” Disse Raiongāru pragmatica. “Approvo anche io L’Aquila.” 

“Approvo.” Disse Red Scorpio 

“Approvo!” Seguì Papà Orso. 

Ladybug si avvicinò a Chat Noir e gli strinse la mano per poi cercare il suo sguardo, i due si sorrisero ed annuirono dedicandosi solo ed esclusivamente al loro nemico storico. “Noi approviamo.” Disse Ladybug a nome di entrambi. 

“Io forse ho un’idea su come far tornare in vita tua moglie.” Disse allora Chat Noir.

Il gruppo lo guardò sorpreso a partire da Gabriel. “Che soluzione hai?” Chiese 

“Sei stato tu a consegnarmi la soluzione Agreste, tuo figlio ha detto che avevi un allevamento di farfalle, che le liberavi dal loro bozzolo.” 

Annuì Gabriel puntando lo sguardo su Adrien. “Una crisalide, sì crescevo le larve e le seguivo durante la chiusura nel loro bozzo fino a quando non sbocciavano in farfalle.” 

Chat Noir annuì. “Adrien ha detto che possiede un Miraculous che ha il potere della rinascita..” disse il gatto nero voltandosi verso il ragazzo. 

“Sì è il Miraculous Papilio ulysses, e rappresenta la rinascita.” Confermò Adrien. 

Marinette osservò il suo partner poi annuì. “Allora purifichiamo la amok e una volta liberata Emilie potremo dire al Miraculous di intervenire.” Propose.

Chat Noir sospirò per poi guardare suo padre. “Non promettiamo nulla.” 

L’uomo si alzò dal suo posto e guardò verso tutti. “Sono pronto a redimermi, ma solo se mio figlio lo vuole.” Disse a quel punto Gabriel puntando lo sguardo verso il figlio. “Non c’è male peggiore che vedere la tua disapprovazione in ogni gesto e in ogni sguardo.” 

“Non c’è male peggiore di essere stato tenuto all’oscuro di tutto per più  di un anno, a sentirti ogni giorno più distante quando invece non ti restava che parlarmi. Invece hai deciso di allontanarmi e tenermi chiuso in una gabbia di vetro. Hai catturato Marcel con le tua akuma.” Disse ancora il ragazzo. 

“Dovevo provarle tutte, mi servivano i Miraculous di Ladybug e Chat noir. Adrien tutto ciò che ho fatto è stato per proteggerti.” Disse Gabriel con fervore.

“Proteggermi? Mi hai messo Lady Wi-Fi e il suo esercito contro.” Disse lui.

“E secondo te perché ti ho mandato a Londra all’ultimo minuto? Era per proteggerti Adrien!” 

“Mi hai fatto catturare dal gorilla mentre lo incitavi a mettere in pericolo la mia vita.” Lo accusò ancora Adrien.

“Dovevo sapere se eri...” disse Gabriel stoppando.

“Se ero cosa?” Chiese Adrien esasperato, veramente suo padre voleva avere una scusa valida per ciò che aveva fatto.

“Se eri Chat Noir, non ti sarebbe accaduto nulla se fossi stato lui.” Ammise Gabriel.

Adrien restò basito, se n’era accorto. Suo padre si era accorto che era lui. 

Distolse lo sguardo cercando quello di Ladybug, la corvina ora guardava lui, ora Chat Noir percependo forse il suo stato d’animo. “Dai!” Gli sussurrò baciandogli la guancia. 

Adrien si sentì sciogliere dentro, quella ragazza era indubbiamente la sua forza e colei che riusciva a tenerlo con i piedi a terra sempre. “Ti amo insettina.” Le disse... “Phyllo, Plagg ritrasformazione.” Disse mentre il clone spariva e il modello guardava verso il padre.

“C’è sempre una soluzione alternativa a tutto, soprattutto per non farsi scoprire da tutta Parigi padre.” Annunciò il ragazzo. “Hai ottenuto già il mio perdono, con molta reticenza, ma lo hai ottenuto e dovrai fare tanto per ottenere di nuovo la mia fiducia.” Disse allora abbandonando la stanza con la sua lady al fianco. 

Aveva bisogno di stare da solo con lei, avrebbero potuto vedersela gli altri con suo padre, troppe emozioni tutte insieme e le responsabilità con le preoccupazioni erano sempre più grandi.

“Grazie di esistere Milady.” Sussurrò mentre lei lanciava il suo yo-yo e lo portava via da Villa Agreste. 

Lei sorrise, gli sarebbe stata vicina.

In quel momento e sempre.

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Capitolo 43
*** Parte 42ª - Il ritorno di Emilie ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
(Premessa: da questo momento andrò forse OOC nel muovere sia Luka che Kagami, darò un passato soprattutto al primo perché un ragazzo di sedici anni sarebbe anomalo vederlo legato solo al gruppo degli amici della sorella e soprattutto che prima di Marinette non abbia avuto 'storielle'; cercherò con le caratteristiche base di Astruc e company di muovere e far crescere, spero, due/tre personaggi. Perché si ci metto anche Chloé. Grazie)

Lila aveva tra le mani quella spilla con quello splendido Kwami e si chiedeva che poteri avesse e come era finito quel Miraculous nelle mani di Gabriel Agreste. Adesso era suo e lei avrebbe potuto gestirlo come meglio poteva, senza l'influenza di Félix, perché prima doveva sorvolare sul problema Felix Graham de Vanilly.

Era stato infatti lui a commissionarle quel lavoro la sera precedente, entrare a Villa Agreste mentre con sua madre distraeva Gabriel Agreste. Dio non aveva nulla contro di lui, era un bravo stratega, aveva organizzato tutto nei minimi dettagli.

Quando era stato il momento aveva seguito lui e Octavia  verso Villa Agreste, aveva atteso che l'incubo iniziasse e si era introdotta in casa attraverso una finestra aperta. 

Fortunatamente conosceva la Villa di Gabriel Agreste e subito si era diretta a quello che era il suo ufficio, una volta sola nella stanza seguendo le direttive di Felix si era diretta al quadro, lo aveva aperto e sciolta la trasformazione aveva chiesto a Garri di aprire la cassaforte. Al suo interno aveva trovato la famosa spilla cui Felix tanto bramava, era stato facile come bere un bicchiere di acqua. Dopo aver compiuto questa missione era stato difficile sgattaiolare via poiché gli incubi causati da Octavia sembravano non aver funzionato su Agreste che era in giro per i corridoi. Era riuscita a scappare solo dopo un po', con la spilla come trofeo in tasca e un messaggio al suo amico Felix: presa.

Se mo avesse saputo prima che si trattava di un miracoulus avrebbe potuto evitasela e dire che aveva fallito nel compito, quindi adesso doveva trovare un modo per farglielo almeno regalare. Decisamente quel colore le donava molto più che a lui, a lei stava bene tutto in fondo e visto che aveva rischiato a intrufolarsi a Villa Agreste  questo Felix glielo doveva.  

La porta della sua stanza si aprì, sua madre era tutta eccitata. "Tesoro Adrien Agreste è qui, allora è vero che state insieme."  Disse sua madre contenta mentre le dava un bacio. 

"È di la nel salone, io adesso devo andare al lavoro, ciao tesoro mio."

Lila salutò la madre incredula al pensiero che Adrien fosse andata a trovarla, possibile che finalmente avesse deciso di fare la mossa decisiva con lei? 

Mise un po' di rossetto sulle labbra e rassettando la gonna uscì in sala dove ad attenderla c'era il ragazzo che indossava la felpa della linea Marinette. Fece una smorfia al solo pensiero.

"Adrien, ma che bello averti qui a casa mia!" Disse con malizia. 

Il biondo la osservò  per poi fare un'espressione cinica e divertita. 

"Non vedevo l'ora di capire dove vivevi infatti." Disse lui con cinismo avvicinandosi. "Hai qualcosa di mio tesoro." 

"Felix?!" Chiese la rossa.

"Io in persona, consegnami il Miraculous Lila." Disse lui senza tergiversare.

"Perché ti presenti a casa mia vestito e pettinato come Adrien?" Si lamentò lei.

"Per lo stesso motivo per cui adesso mi darai il Miraculous, passare inosservato." Disse allora lui tendendole la mano. "Forza!" 

"Non ne capisco il motivo." Disse lei.

"Davvero devo spiegartelo? Abbiamo fatto irruzione a casa di Gabriel Agreste portando via due Miraculous, secondo te non ci cercheranno? Ieri sera Haoxin, Chat noir e Ladybug tanto per cambiare sono giunti in loro soccorso. Tutti ci cercano adesso e noi dobbiamo depistarli." 

"Terrò il Miraculous nascosto nel migliore dei modi, non preoccuparti." Disse allora lei. 

"Penso proprio di no. Io terrò i due Miraculous in una cassetta di sicurezza in banca dono a quando non si saranno calmate le acque." Disse lui a quel punto. 

"Duusu mi ama già, non puoi togliermela." Disse lei ribattendo al suo ordine. 

"Non farmi arrabbiare Lila, sai che non ti conviene." La guardò lui minaccioso.

"Altrimenti cosa fai?" Chiese lei rispondendogli. 

"Inizierò col riprendermi Garri, poi mi prenderò Duusu ed infine ti lascerò più senza alcun potere e sai che sono in grado di farlo." Disse lui sicuro di se.

Lei si allontanò leggermente da lui per bloccare il passaggio alla sua stanza, non gli avrebbe permesso di prendersi il Miraculous.

Lui si avvicinò leggermente alla rossa e le sorrise cinico abbracciandola, scese con il capo sul suo viso e le leccò il collo. 

"Sai, questa notte ho abbracciato mio zio, è stato semplicissimo farlo e prendergli il Miraculous." Le disse allontanandosi da lei e sventolando il braccialetto davanti ai suoi occhi. 

Lila sbiancò. "Avevi detto che non mi avresti tolto Garri se mi fossi comportata bene con Marinette e gli altri." 

"Ti ho anche chiesto di darmi il Miraculous rubato stanotte altrimenti ti avrei tolto tutto. Ancora non mi credi?" Le disse lui mettendosi il Miraculous in tasca. 

Lei irritata lo guardò minacciosa, prima o poi Felix gliel'avrebbe pagata per tutte le umiliazioni che le dava. Entrò nella sua stanza ed andò a prendere il Miraculous dal comodino ma si sentì in un attimo sopraffare da un peso massiccio. 

"Te lo sto prendendo, non c'è bisogno che ancora fai il padrone." Gli disse acida.

Lui le prese la spilla da mano e la andò ad aggiungere al bracciale in tasca.

"Lo so, ma effettivamente mi è venuta voglia Lila." Le disse schiacciandole il viso contro il collo che prese a mordere. "Lo senti il desiderio che prevale mentre sto sopra di te?" Le chiese aderendo contro il suo corpo, il bacino che si schiacciava contro le sue natiche.

"No... no..." disse lei con un sussultò.

"Nooo!" Rispose lui, la guardò e gelido si alzò dal suo corpo. "Va Bene." Le disse prendendo dalla tasca il bracciale della menzogna gettandolo sul letto.  "Divertiti senza di me, che tanto Adrien non ti filerà mai."  

E così dicendo si allontanò dalla rossa e uscì dalla stanza chiudendo la porta, Lila si alzò e lo chiamò.

"No... no Félix, aspetta." Disse andando verso il salone, ma quando arrivò la porta era già chiusa e la casa vuota.

"Se lo vuoi non dovresti fare la preziosa con lui." Disse Garri giungendo al suo fianco. 

Lila fece una smorfia al Kwami che era tornato. "È un bastardo, non può pretendere di avermi, io appartengo ad Adrien." Disse mettendosi il bracciale.

Si sentiva formicolare il basso ventre e tutta colpa di Felix che era andato via. "Anche lui adesso sta soffrendo." Affermò l'italiana.

"Col suo bell'aspetto avrà trovato già qualcuna strada facendo." Rispose il Kwami.

 

...

"Questa è la spilla." Disse Gabriel ai due supereroi togliendola dalla giacca della moglie. 

Adrien si avvicinò al padre prendendogliela e guardò poi Marinette. "Togliamoci questo pensiero va?"

"Pensa positivo Chaton." Rispose lei prendendo il suo yo-yo 

"Cataclisma!" Ordinò annoiato mentre la margherita si sgretolava tra le sue dita lasciando uscire un amok.

"Miraculous ladybug!" Urlò la coccinella afferrando la piuma e purificandola. 

Le siepi intorno al respiratore persero luce e il letto artificiale scomparve. 

Tutto intorno parve essersi spento il sole, forse perché Emilie Agreste adesso sembrava più morta o che viva, oppure perché il malumore di Chat Noir riempiva la stanza. 

"Portiamola via di qui signor Agreste, credo che Verity Queen abbia sistemato una stanza per lei sopra." Disse Marinette al padre di Adrien. 

Quello era stato il compito più facile della giornata, dovevano capire come liberare i due malcapitati dall'auto essendo uno dei due il portatore dell'amok. Era la prima volta che un caso aveva preso delle vite umane, infine c'era da decidere per Nathalie. 

Presero l'ascensore e salirono al piano di sopra mentre i loro Miraculous prendevano a suonare. "Ti conviene andar via insettina, tra poco cenerentola si ritrasforma."  Disse il gatto nero 

"Adrien questo tuo umorismo è fuori luogo." Disse Gabriel visibilmente tranquillo, fece capire attraverso quella frase che  non gli piacevano le battute del figlio. 

"Vedi, non sono l'unica a dire che non prendi le cose sul serio." Disse lei mentre uscivano dall'ascensore. 

"Vedi, non sei l'unica ad essere seria e noiosa. Meno male che ci sono io che valgo per tutti e due." Disse mentre si detrasformava. Uscirono dall'ufficio di Gabriel e vennero accolti da un buon profumo di pane, Plagg si drizzò in allerta seguendo il profumo. 

"Dammi il mio formaggio Adrien, papà orso ha appena sfornato il miglior pane di Parigi." Disse il Kwami che preso il formaggio sparì verso il basso.

"Papà orso vi vizia." Disse Ladybug rientrando nello studio e uscendone dopo un po'. "Ok ci siamo caricate, continuiamo?" Chiese mentre Raiongāru e Red Scorpio li raggiungevano.

"Ragazzi noi andiamo, non pensiamo ci sia più motivo di stare qui." Disse lo scorpione agli amici.

"Poi ci organizziamo per l'altra missione, ok?" Disse Raiongāru sorridendo ai due. "Prendetevi tutto il tempo che vi serve." E così dicendo i due scesero le scale e si diressero alla porta salutando tutti. 

Verity Queen stava ammonendo papà orso dicendogli che era il caso anche lui andasse via. 

Dall'alto la coccinella attirò l'attenzione di tutti. "Potete ritornare tutti a casa adesso, alla vita normale e ai vostri affari. Sicuramente Emilie dormirà ancora per un po'." Disse a tutti invitandoli ad andare via.

"Grazie Ladybug, ho preparato una camera al terzo piano per Emilie, nel pomeriggio passerò a vedere come sta." Disse l'aquila della verità, spingendo poi tutti via dalla casa e salutando Nathalie. 

Gabriel con Emilie in braccio iniziò a salire le scale a due gradini alla volta, intanto che sentiva l'eroina di Parigi confabulare con Adrien. 

"Ti prego non rendere tutto imbarazzante, parlagli e cercate di sistemare tutto presto." Stava dicendo lei.

"Oppure mi chiudo nella mia stanza e facciamo gli estranei, cosa che siamo da tanto tempo a questa parte." Disse lui ignorando il suo consiglio.

"Adrieeeen!" Disse lei.

"Ti prego Marinette dammi tregua." Le disse allora lui sbuffando. "Per favore." Chiese poi gentile. 

La corvina lo guardò risentita, l'aveva chiamata per nome davanti a suo padre. "Guarda me ne vado, tanto è inutile che resti." 

"Mylady..." Rispose lui, abbassò lo sguardo ed annuì. "Scusami! Fa ciò che credi sia meglio." 

Marinette si sentì una stupida mentre lui si scusava, cosa stava facendo? Avrebbe dovuto sostenerlo, sua madre era in uno stato vegetativo e lei invece che appoggiarlo cercava di spingerlo verso il padre. "Scusami tu chaton è che.... niente, vedrai che tutto si risolverà." 

Lui le sorrise e le tese la mano. "Insieme a te sempre Mylady." 

Marinette gli sorrise e lo raggiunse. Sempre! 

Più sereni seguirono Gabriel Agreste che era scomparso alla loro vista già da un po' e una volta al terzo piano si diressero verso una stanza con la porta aperta, lì vi trovarono Gabriel che stava carezzando i capelli alla moglie. 

"Forse ci vorrebbe un lavaggio o qualcosa per alimentarla, come fanno negli ospedali." Propose il giovane entrando. 

"Non lo so, il respiratore faceva tutto per lei. La teneva al sicuro." Rispose Gabriel.

Adrien salì al lato opposto del letto e si avvicinò alla madre mettendole un orecchino di oro bianco  a cerchio con all'interno il profilo di una farfalla.

 

 

 

Lidee la piccola Kwami blu e bianca  dagli occhi neri si liberò nella stanza.

"Ciao sono Lidee il Miraculous della trasformazione." Disse il Kwami svolazzando verso Gabriel.

"Mio guardiano in cosa posso aiutarti?" Chiese poi ad Adrien.

"Lidee voglio chiederti di proteggere mia madre, lei dorme da un po' per un Miraculous rotto e vorrei capire se puoi aiutarla." Spiegò il ragazzo.

"Vedrò cosa posso fare maestro guardiano." Disse lei.

"Perfetto direi, quindi LIDEE TRASFORMAZIONE."

Ordinò Adrien mentre il Kwami spariva nell'orecchino che si stese per tutta la lunghezza dell'orecchio come una farfalla azzurra lucente. 

 

 

 

 

Il vestito di Amelie si trasformò da blu s un vestito lungo bianco con sfumature all'intenro blu e nere, mentre il viso veniva coperto dalla bocca in giù con un velo che copriva tutti i suoi lineamenti, era bellissima.

"Ok... il suo potere. Lidee adesso dei proteggerla, scioglierai il potere solo quando si risceglierà: Bozzolo!" Ordinò Adrien intanto che dalle mani di sua madre si espansero fili di seta che andarono a coprire tutto il suo corpo di lì a poco. 

(Ho pensato a lei in questa versione quando ho visto questi outfit questo inverno: Emilie ha un misto tra i due, la fascia a farfalla sul seno e la giacca schede a gonna lunga aperta, lasciando così intravedere i leggings e gli stivali)  

 

 

 

“Adesso dobbiamo solo aspettare e sperare di riuscire a farla tornare tra di noi.” Disse Ladybug 

Gabriel annuì non alzandosi però dal posto accanto alla moglie.

“So essere paziente.” Disse infine.

“Lo abbiamo notato.” Ammise Marinette.

Gabriel alzò il viso sull’Estonia e cercò il suo sguardo.

“Non arrabbiarti con lui, avevo già capito chi si celava dietro la maschera quando ha confermato di essere Chat Noir.” Le disse 

Marinette si sentì arrossire. “Ma... come... no... cioè...” balbettò la corvina.

“Siamo Agreste Marinette, se amiamo una persona lo facciamo con tutti noi stessi. Non ci facciamo incantare da altri e siamo fedeli.” Disse l’uomo chinando il capo. “Per quanto io voglia bene a Nathalie, Adrien sa benissimo per esempio che non posso ricambiare i suoi sentimenti perché per me esiste solo Emilie.” 

Il ragazzo all’altro capo del letto si sentì arrossire, per poi guardare verso Marinette che in completo imbarazzo annuiva e gesticolava.

“Ok... io credo che... adesso io...” 

“Noi scendiamo, restare qui sarebbe inutile.” Disse Adrien alzandosi e togliendo la compagna dall’imbarazzo la prese e la portò via da lì. 

“Tikki, ritrasformami.” Chiese allora Marinette mentre tornava al suo aspetto, tanto ormai non c’era più nessuno in casa. 

Mano nella mano i due scesero al piano di sotto, in camera sua e solo allora Adrien parlò sinceramente alla corvina.

“Scusami, forse è più evidente di ciò che cerco di nascondere.” Le disse grattandosi la nuca e guardandola. “Ma tu lo sai, ti amo e farei di tutto per te e anche i miei gesti ormai mi tradiscono.”

La ragazza si sentì arrossire, abbassò gli occhi ed osservò le loro mani unite poi i suoi occhi azzurri incontrarono quelli verdi di Adrien.

Erano caldi e sinceri, mentre quelli di lei esprimevano tutta la fiducia che riponeva in lui, erano occhi innamorati. 

“Ti avevo fatto una promessa Marinette!” Disse allora lui. 

Lei annuì sempre più rossa in viso, non aveva il coraggio di parlare perché sapeva che avrebbe rovinato tutto con le sue parole senza senso

“Che saremo stati insieme presto.” Continuò lui  con un sorriso sulle labbra, mentre chinava il viso verso il suo. “Ti va di diventare la mia ragazza straordinaria e inimitabile Marinette Dupain Cheng?” Le chiese sfiorandole il viso con le labbra.

Marinette si sentì fremere, sospirò e chiuse gli occhi emozionata sollevando il viso verso di lui e annuendo gli concesse le sue labbra. “Io e te... si, sì, sì...” esclamò felice.

Adrien sorrise al suo entusiasmo e spostò le labbra sulle sue in un bacio che suggellava definitivamente i loro sentimenti. Finalmente sarebbero stati insieme sotto gli occhi di tutti, avrebbero potuto liberare i loro sentimenti e si sarebbero potuti abbracciare o baciare alla luce del sole. 

“Ti amo Milady!” Le disse lui. 

“Ti amo anche io chaton.” Sussurrò lei contro le sue labbra, poi per la prima volta ella si lasciò andare del tutto e cercò per prima le labbra di lui in un bacio carico d’amore. 

 

Tornata a casa Marinette si gettò sul letto tutta eccitata. 

“Tikkiiiii...” Urlò una volta sul letto, gli occhi luminosi e felici.

Il Kwami della fortuna uscì allo scoperto osservando felice la sua portatrice. “Hai visto Marinette. Ti avevo detto che tutto si sarebbe sistemato!” Disse anch’ella eccitata.

Marinette la guardò con una smorfia amichevole. “Tu lo sapevi già!” Disse lei contenta.

“Eravate uniti dal destino da prima del nostro incontro Marinette, il maestro Fu lo sapeva e conosceva i vostri cuori puri. Per questo ha scelto voi!” Le rivelò la piccola coccinella.

“Ma Giovanna D’arco...” disse lei.

“I legami indissolubili vanno al di là dell’amore Marinette, c’è l’amore, la fratellanza, la maternità e l’amicizia. Il più delle volte sfocia tutto in amore, ma altre sono i fratelli a distinguere questo legame unico o anche gli amici, quelli veri che si sacrificherebbero per te.” Spiegò il Kwami.

“Io lo amo!” Disse Marinette lanciandosi sul letto felice.

“Questo lo sapevano tutti, ti ricordo che tre guardiani diversi ti hanno assegnato un Miraculous complementare.” Intervenne Gracc 

Marinette volse lo sguardo verso il corvo che intanto stava mangiando un biscotto.

La corvina avrebbe voluto precisare che un secondo maestro aveva deciso per loro e non altri due. 

Ma Tikki rispose al suo posto cancellandole tutti i dubbi. “Vero, guardiano Adrien ti ha scelta prima di sapere chi si celasse sotto la maschera e tu stessa hai scelto prima Adrien e poi Chat Noir, inconsapevole di sapere chi si nascondesse dietro la maschera.” 

“Eravate destinati sin da prima che vi conosceste.” Affermò Gracc.

La ragazza annuì felice, il cuore le batteva forte e doveva dirlo a qualcuno. Non chi già sapeva ma chi aspettava di ricevere la notizia da tempo, così chiamò Alya.

“Alya...” sospirò appena l’amica rispose.

«Marinette! Tutto bene? Sei strana.» Disse questa sentendo la sua voce appena sussurrata. 

“Siiiii!” Rispose lei. “Alyaaa, Adrien mi ha chiesto di metterci insieme e io ho accettato!” Disse tutto d’un fiato. 

Dall’altro lato si sentirono un tonfo e poi un urlo, alla fine Alya commentò. «Sono felicissima per te Marinette, era ora e voi siete bellissimi e perfetti insieme. Spero veramente che vada tutto bene e che nessuno vi metta i bastoni tra le ruote e che...» Alya si ammutolì per poi parlare, Chloé e Kagami erano un bel problema ma non voleva opprimere l’amica quel giorno. «Sarete felici e io con Nino siamo molto contenti per voi. Dobbiamo organizzare un appuntamento a quattro.» Iniziò a parlare la mora.

Marinette rise e acconsentì iniziando così a organizzare cose con la sua migliore amica. “Tutto nei limiti consentirti, ricordiamoci che Gabriel Agreste non fa uscire facilmente Adrien .” Disse lei immaginando già come tutto sarebbe stato più difficile. 

Stette a telefono con l’amica per una buona mezz’ora ancora.

Fu interrotta da sua madre che venne a bussare alla sua stanza.

“Marinette c’è Adrien di basso, è venuto a trovarti.” Disse Sabine con dolcezza. “Ti aspettiamo giù.” 

La ragazza annuì e mentre sua madre spariva dalla sua visuale riprese la conversazione con Alya.

«Un passo avanti se lui è lì. Oh Marinette! Sono così contenta per voi, poi mi devi raccontare tutto, adesso va da lui.» Le disse l’amica e Marinette non se lo fece ripetere due volte, staccò la telefonata e scese di basso dal suo amato. 

Sentiva i loro discorsi in sottofondo, forse Adrien stava chiedendo ai suoi il permesso di uscire insieme... senza di lei? Si chiese imbarazzata, ancora non aveva detto nulla ai suoi.

“Se tu dici che non ci sono problemi per me resta un onore Adrien.” Stava dicendo suo padre.

“Anche per me, fin quando avrai bisogno di una persona che veda la verità potrai sempre contare su Verity Queen.” Continuò sua madre. 

“Allora li lascio a voi, solo siate prudenti, chi ha rubato i Miraculous a mio padre potrebbe prendere anche i vostri.” Disse lui.

“Come dovremo difenderci?” Chiese Sabine 

“So io come fare!” Disse Tom

“Tranquillo Adrien, so io come calmarlo.” Disse con un risolino Sabine. 

Il biondo sorrise. “Confido in te Sabine, sei la mia prima scelta.”’

“Ehi ragazzo... guarda che noi siamo una cosa sola.” Disse Tom e nella stanza esplosero le risate.

Marinette ascoltò tutta la conversazione non perdendosi una parola. Ma certo, che sciocca era stata a non capirlo la sera prima o quella mattina. Papà orso aveva anche preparato del pane fresco. 

“Comunque chiederò a Ladybug di venire a recuperare i vostri Miraculous per quando dormite, così custoditi da lei almeno la notte saranno al sicuro.” Disse il ragazzo tornando serio.

“Ah Ladybug, il tuo grande amore! Gli si sono illuminati gli occhi vero Sabine?” Disse Tom alla moglie. 

Adrien arrossì grattandosi la nuca e abbassando lo sguardo. “In realtà no...” disse lui. 

I due lo guardarono sorpresi. “A me piace un’altra ragazza!” Affermò a quel punto il modello. 

Marinette si sentì arrossire, scese i gradini che la separavano dal gruppo ed entrò così in scena. “Eccomi qui...” disse inciampando sugli ultimi due gradini.

Adrien corse subito in suo soccorso reggendola.  “Tutto bene Marinette?” Le chiese 

Lei si sentì arrossire stretta tra le sue braccia. “Sono un disastro!” Si lamentò lei e lui le sorrise aiutandola ad alzarsi.

“Non saresti tu se non inciampassi sempre, giusto?” Chiese un Tom divertito alla figlia.

I due giovani mano nella mano tornarono al divano e solo allora Sabine comprese, era Marinette la ragazza che amava Adrien Agreste, la sua bambina era ricambiata dal suo amore segreto. Guardò verso i due con dolcezza, era convinta che Chat Noir amasse ancora Ladybug, lo aveva visto quella stessa mattina mentre si scambiavano quegli sguardi di intesa. Ma forse si era sbagliata ed era quella di fronte a loro la verità, perché Adrien non aveva occhi che per Marinette e si vedeva, la sosteneva e la proteggeva, era subito corso da lei ed ora mano nella mano si dirigevano verso di loro. Proprio come quella mattina quando...

“Oh!” Disse Sabine.

Il gruppo si voltò verso di lei e Sabine non seppe cosa dire, lei sapeva ma questo non significava che potesse saperlo. “Siete voi due, intendo è Marinette che ti piace Adrien.” Ammise allora.

Il ragazzo arrossì e si scambiò uno sguardo con Marinette che si frappose tra il ragazzo e i genitori. “Adrien mi ha chiesto di metterci insieme.” Disse con un sorriso.

“Si ecco... insomma...” disse Adrien mentre il telefono annunciava un allerta. 

“Me lo ha chiesto questa mattina, ve lo avrei detto ma ero al telefono con Alya e... è successo solo poche ore fa.” Disse Marinette.

Adrien col telefono in mano annuì. “Sì, l’ho chiamata perché ero abbastanza scosso e lei sa come calmarmi e... possiamo uscire?” 

“Si usciamo... come fanno i fidanzati...” disse Marinette, vedendo il telefono che lampeggiava.

“Una passeggiata si... a Genova... cioè in un ristorante italiano.” Disse Adrien.

“Ragazzi siete uno spasso!” Disse allora Tom che non riusciva a seguire i due troppo imbarazzati per dire frasi che avessero senso. 

“Va bene andate, ma cerchiamo di dire poche bugie, okay Adrien!?” Disse allora Sabine lanciando invece uno sguardo alla figlia.

Marinette corse a prendere il cappotto poi in un impeto di orgoglio abbracciò i genitori, Tom avvolse le sue donne nelle sue grandi braccia e guardò Adrien orgoglioso. “Vi voglio bene, sono felice di essere la vostra bambina.” Disse la corvina per poi allontanarsi.

“Oh forza andate adesso, non vi tratteniamo di più.” Li incitò Sabine.

I due annuirono e scomparvero oltre la porta di casa mentre Tom abbracciava sua moglie. 

“È cresciuta la nostra bambina.” Disse 

“E non solo è diventata il nostro orgoglio.” Ammise Sabine, come fare a dire al marito ciò che aveva scoperto? Loro non avevano segreti e per la prima volta non sapeva se potesse o meno parlare. 

“È l’orgoglio di tutta Parigi, anzi no, di tutta Europa. Non hai sentito, andavano a Genova!” Disse Tom

Sabine si rilassò tra le sue braccia, anche lui aveva compreso. “Oh Tom!” 

“Questo non vuol dire che adesso dovremo giustificarla con la scuola.” Disse l’uomo.

“Assolutamente no!” Sorrise Sabine.

“Però potremo essere più flessibili... poco poco però.” Disse Tom. “Ti va una partita ai videogiochi?” Chiese alla moglie così da poter tornare alla loro quotidianità.

“Vincerò io!” Gli rispose correndo a prendere i joystick 

“Staremo a vedere.” Disse lui divertito.

Marinette rientrò due ore dopo, sua madre e suo padre avevano appena finito di cenare e stavano mangiando uno dei suoi dolci preferiti.

“Eccoti, sei arrivata.” Disse Sabine. “La tua cena è in pentola.” 

“In realtà ho già cenato.” Rispose la corvina arrossendo. “Alle volte io e Adrien ci fermiamo in un ristorante italiano e ceniamo lì.” Spiegò, perché quella era una verità, adesso che il locale si trovasse a Parigi o a Genova era relativo. 

“Oh hai preso anche il dolce?” Chiese sua madre. 

La ragazza annuì con un sorriso. “Però lo mangio anche il vostro strudel, sapete che mi piace da impazzire.” Disse la corvina.

Tom tagliò una fetta anche per la sua bambina poi annuì. “Racconta, si mangiava bene?” 

“Oh si, Alfredo fa della pasta fresca buonissima.” Iniziò a raccontare Marinette.

 

Rincasato a casa Adrien andò a salutare il padre che continuava a restare al capezzale di Emilie.

“Dovresti andare a dormire.” Disse il biondo sulla porta.

Gabriel annuì. “Marcel mi ha detto che sei andato a Genova, che c’è un super cattivo anche in Italia.” 

Il biondo annuì. “Sì, ma non riusciamo a capire chi sia e come si muova. È come un fantasma che si aggira tra le strade italiane.”’

Gabriel si alzò dalla poltrona accanto al letto e raggiunse suo figlio.

“Se posso aiutarti non hai che da chiedere Adrien.” Disse allora lo stilista.

Il ragazzo annuì. “Se ne avrò bisogno vedremo.” Rispose tendendogli la mano. “Mi devi lasciare Cocco, te lo restituisco domattina, vista la minaccia di Lady Octavia e compito mio proteggere i Miraculous.” Spiegò al padre.

Gabriel lo fissò poi si tolse la cintura e la porse al figlio nel momento stesso in cui Cocco sparì nel Miraculous. 

“Grazie.” Disse il ragazzo seguendo il padre fuori dalla camera. “Vado a riposare, sono stanco e domani ho da studiare.”’Ammise poi il biondo.

“Giusto, hai gli esami ed i test per passare alla prima classe del Lycée.” Disse suo padre

“Già dobbiamo iniziare a studiare per l’abilitazione a frequentare il lycée.” Rispose il ragazzo incredulo, lui e suo padre stavano avendo una conversazione.

“Adesso vado, buonanotte padre.” Disse con lo sguardo basso. 

“Buonanotte figliolo.” Lo salutò Gabriel andando nella sua camera da letto. Che poi non era neanche la sua, Adrien aveva scoperto quella mattina che la vera camera di suo padre era dove giaceva in quel momento sua madre. Suo padre non vi aveva messo più piede da quando li aveva lasciati. 

Esausto si gettò sul letto troppo stanco anche solo per spogliarsi. Crollò e furono Gurru e Plagg a coprirlo con la coperta prima che i due lo raggiungessero. 

A svegliarlo furono i prima raggi del sole nella stanza e una carezza sulla fronte. Adrien sorrise pensando fosse Marinette, aprì gli occhi lentamente e incrociò uno sguardo verde ed amorevole. 

Il cuore gli scoppiò in petto, sgranò gli occhi e si sollevò sorpreso, sua madre. La sua mamma! “È un sogno!” Disse 

La donna sorrise e si voltò verso i due Kwami che si erano svegliati insieme al loro portatore. “Hai due Kwami solitamente nei tuoi sogni?” Chiese lei divertita.

“Non è un sogno padron guardiano.” Sussurrò Lidee uscendo allo scoperto. 

Adrien guardò allora la madre, non riuscendo a trattenere più le emozioni. “Ti sei risvegliata, non ci speravo.... io ho tentato ma non ci speravo.” Disse chinando il capo e piangendo.

Emilie impietosita abbracciò suo figlio e iniziò a piangere tenendolo stretto a se. “Io invece ci ho sempre sperato, sapevo che tuo padre non si sarebbe mai arreso.” Rispose invece lei.

“Papà... tu non immagini lui cosa abbia fatto per te.” Disse lui alzando la testa sulla madre. Non si rendeva ancora conto se fosse un sogno o la realtà, così le raccontò tutto. Di Papillon, di come il maestro Fu lo avesse scelto per difendere Chat noir, alle battaglie fino al confronto finale. Esausto e finalmente libero da tutto ciò che lo opprimeva si riservò contro i cuscini. 

“Io non so più cosa credere di lui!” 

“Io penso che lui abbia fatto ciò che riteneva giusto e ha solo dimostrato quanto ci tenesse a me. Forse ha sbagliato e ti ha mentito, ma anche tu gli hai mentito non dicendogli che eri Chat Noir. Questo perché non si può raccontare una cosa del genere con leggerezza, io e tuo padre lo abbiamo fatto solo con chi reputavamo amici, persone di cui ci siamo sempre fidati e che abbiamo perso per le nostre azioni, anzi per le mie azioni.” Ammise lei al figlio. “Adesso quello che devi fare Adrien è ritrovare la fiducia sia in tuo padre che in me, ma io confido in te amore mio perché hai un cuore grande e comprensivo.” Gli disse dandogli un bacio sulla fronte. “Guardati mentre ero assente sei cresciuto, diventato un ometto ed io sono orgogliosa di te, continua così figlio mio.” Gli disse carezzandogli il viso.

Adrien voltò il capo verso la finestra e si coprì gli occhi con il braccio, quando si voltò di nuovo verso la madre lei non c’era più. Sospirò e chiuse gli occhi, non se ne accorse mi si era di nuovo addormentato.

Al risveglio, quando bussarono alla porta, pensò fosse stato tutto un sogno, Adrien si alzò e andò ad aprire, era suo padre.

“Facciamo colazione insieme Adrien?” Chiese l’uomo.

“Stai cercando di compiacermi?” Chiese allora lui stringendo la mano intorno la maniglia, era arrabbiato e solo la presenza di Gurru riusciva a trattenerlo dal rispondere al padre.

“No. Cerco solo di rimediare ai miei errori e recuperare il tempo che ho perso. Ma posso capirti Adrien, scusa la mia invadenza.” Disse l’uomo allontanandosi e riversandosi verso il piano superiore.

Adrien lo osservò salire i primi gradini poi lo fermò. 

“Aspetta...” Gli disse avvicinandosi, stava a lui decidere se voleva o meno ‘recuperare il loro rapporto’ lo comprese. “Facciamo prima colazione insieme poi saliamo.” Propose al padre.

Lui accennò quello che sembrava un sorriso e scese i gradini per raggiungere il figlio, insieme i due si diressero alla sala del pranzo. “Ho sognato la mamma questa mattina.” Disse Adrien seguendo il padre. “Mi ha detto che devo ritrovare fiducia in voi due.” 

Sorpreso Gabriel lo ascoltò, aprì la porta ed entrarono nella sala.

La tavola era bandita di ogni tipo di bevanda e di un bel po’ di dolci. Adrien era basito tanto quanto suo padre.

“Va bene, se continui su questa strada potrei perdonarti già.” Disse il giovane 

“Non azzardarti ad esagerare con la tua alimentazione.” Rispose il padre con ammonimento. 

“Colpa mia, forse ho esagerato. Ma volevo prepararvi la colazione!” Intervenne una voce alle loro spalle.

Adrien si irrigidì riconoscendo la voce di sua madre, anche suo padre la riconobbe e infatti si voltò immediatamente. “Emilie!...”

“Gabriel.” Sussurrò lei con amore. 

Suo padre per la prima volta da tempo si rilassò, Adrien lo percepì dalla postura e del volto non più rigido. 

Si mosse da vicino a lui e andò incontro alla moglie abbracciandola. “Emilie... Emilie...” 

Imbarazzato Adrien seguì la scena per poi riservarsi nella sala dove Nathalie era in piedi accanto alla finestra a controllare il tablet.

“Buongiorno Adrien, ti ricordo che oggi pomeriggio riprendono le tue lezioni di cinese.” Lo salutò l’assistente. 

Adrien scosse la testa: un senti mostro. Potevano eliminarla? No decisamente no, era stato triste vedere sparire Bouganette, figurarsi Nathalie.

“Buongiorno Nathalie, perfetto grazie.” Disse il giovane mentre suo padre entrava nella sala seguito da Emilie.

“Buongiorno signore e... Emilie!” Salutò l’assistente sorpresa.

“Buongiorno Nathalie, è un gran bel piacere rivederti, grazie per tutto quello che hai fatto per la mia famiglia.” Disse la bionda andando ad abbracciare Nathalie.

“Ho fatto ciò che era in mio potere, Adrien è come un figlio per me!” Rispose ella.

Emilie annuì e indicò una sedia. “Vieni fa colazioni con noi, ho preparato caffè, latte e spremute.” Disse all’assistente.

“I dolci anche li hai fatti tu?” Chiese Adrien stupito 

“No... Li ho ordinati alla mia pasticceria di fiducia. Armand è andato subito a ritirarli, spero vi piaccia la Tarte Tatin.” Disse alla famiglia come se nulla fosse.

In realtà quella mattina gli unici impassibile a tavola era solo loro due, Emilie e Nathalie.

Per Paola, come sempre ti ringrazio per il tuo pensiero condiviso, l’idea di Nathalie sentimostro mi è venuta leggendo le varie teorie in giro per il web, le teorie vedevano anche tornare Emilie con la purificazione della amalk, solo che per me cozzava. I malori sono dovuti all’utilizzo del Miraculous e non a quello che faceva. Quindi ho optato per un nuovo Miraculous, la maggior parte di loro ha i poteri che gli ho assegnato proprio per la simbologia dell’animale che rappresentano, ci ho fatto delle ricerche prima di scrivere la storia e la farfalla appunto è trasformazione. Quando ho compreso che realmente papillon fosse una falena, creare il Miraculous della farfatta non mi è venuto difficile.
Veniamo alla scelta di Felix come Papillon, bene o male lo avevo anticipato nel capitolo precedente. Io quando ho visto Felix in serie ho avuto un abbaglio, questo perché lui è la copia sputata di Gabriel solo a differenza dello zio non ha una ragione c’era per odiare le persone, lo fa e basta. Per questo quando ho pensato al nuovo Papillon la mia scelta è subito caduta su di lui, in tanti in giro dicono che il prossimo Papillon. È Lila . Ma lei è comunque un personaggio impulsivo, che tende a prendere di mira solo chi odia e non la compiace, una persona così deve essere al centro dell’atte E non è da Papillon essere così. Ovvio che adesso Lila sarà tanto amareggiata, Gabriel sta rinsavendo e la allontanerà del tutto, dopo averlo fatto gradualmente avvicinandosi invece a Marinette per amore di Adrien, Gabriel è appunto un romantico e ci tiene al figlio più di quel che dimostra, da qui il suo incubo su cui è prevalso la preoccupazione per il figlio e i L nipote anziché su Emilie (vivi e tecnicamente morta). Avevo elaborato cin realtà che l’incubo si concentrasse su Emilie, ma io durante la scrittura seguo l’istinto ed è uscito così. Sta di fatto che la prima fase della storia sta andando in conclusione è sinceramente non so se chiuderla con i prossimi capitoli e fare una seconda serie oppure continuare qui. Devono uscire tanti altri cattivi e non parlo di Papillon che come avete letto in questo capitolo se ne starà un po’ buono, bensì ci si trasferisce di più in Italia, c’è da affrontare Queen Swap, ci sono i nuovi cattivi annunciato da Bunnix lì dove abbiamo scoperto che nel futuro Papillon era un altro portatore. Di questi cattivi solo me Ray è un akumizzato quindi c’è ancora tanto da scrivere e da scoprire. Comunque valuterò in questi giorni se concludere questa è riaprirne un’altra o se continuare su questa linea . Grazie  

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Capitolo 44
*** Parte 43ª - Il ritorno di Emilie pt 2 ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
(Premessa: da questo momento andrò forse OOC nel muovere sia Luka che Kagami, darò un passato soprattutto al primo perché un ragazzo di sedici anni sarebbe anomalo vederlo legato solo al gruppo degli amici della sorella e soprattutto che prima di Marinette non abbia avuto 'storielle'; cercherò con le caratteristiche base di Astruc e company di muovere e far crescere, spero, due/tre personaggi. Perché si ci metto anche Chloé. Grazie)

...Segue 

 

Quella Tarte tatin doveva ammettere Adrien era realmente buona.

Intanto che i due uomini di casa fissavano Emilie mangiando in silenzio lei chiacchierava così per smorzare la tensione.

"Armand ha detto che Tomás quando lo ha visto stamattina è rimasto sorpreso, pensava ci fossimo trasferiti poiché non è più passato alla pasticceria." Stava dicendo la donna. "Cosa succede? Non mangiate più dolci in questa casa?" Chiese spronandoli a parlare.

 "Noi ci siamo effettivamente trasferiti Emilie." Rispose il marito bevendo il caffè.

Emilie fece spallucce. "Ed effettivamente adesso saremmo più vicino alla pasticceria. Fa nulla, Armand aveva poca voglia di parlarne e penso di dover andare io stessa a trovare Tomás e sua moglie." 

Gabriel posò la tazza sul tavolo e guardò la moglie. "Sono tutti del tutto impreparati al tuo ritorno. Per quanto io, Adrien e Nathalie sapevamo ci fosse la possibilità brancoliamo del buio." Iniziò a spiegare. "Dobbiamo comunque spiegare dove sei stata senza destare sospetti amore mio." 

Emilie fece un cenno di assenso col capo. "Lo capisco, soprattutto perché non hanno avuto notizie da un giorno all'altro."  

Gabriel annuì ed intanto prese una fetta di torta lasciando di stucco Adrien.

"Soprattutto perché tua sorella si è trasferita a Parigi in questi giorni e non sospettava nulla."  Disse l'uomo mordendo la torta "Non sapevo dove ti rifornissi o che Armand sapesse di chi si trattasse, ma dobbiamo tornare a riprendere questa Tarte tatin."  

"Amelie e Walter si sono trasferiti a Parigi? Mi sono persa un po' di cose quindi." Disse Emilie osservando suo figlio che in silenzio al suo posto in fondo al tavolo gli sembrava ormai un uomo. 

"Walter è venuto a mancare durante quest'anno." La informò ancora Gabriel. "E lei con Felix sono tornati a Parigi adesso." 

"Oh mi dispiace! Adrien mi ha spiegato che è stato tanto tempo, ma più di un anno è veramente tanto. Devo... dobbiamo studiare qualcosa."

Adrien avrebbe voluto essere lì ma lo stesso non esserci, i suoi genitori stavano parlando di quanto accaduto e dovevano trovare una spiegazione agli occhi di tutti. In tutto ciò lui non era considerato, nessuna opinione, nessuna richiesta di partecipazione e questo non aiutava il suo animo. Sì, sarebbe stato meglio se fosse andato via, tanto la situazione lo stava amareggiando. 

La porta si aprì all'improvviso e nella stanza entrò Marcel con un sorriso sulle labbra che andò spedito verso di lui a sedersi. "Buongiorno, buongiorno!" Lo salutò puntando il dolce a tavola e guardando Nathalie, chiedendosi se si festeggiava qualcosa.

"Sono venuta a chiamarti più di un'ora fa ma non mi hai risposto." 

"Forse non volevo alzarmi ancora?! Andiamo Nathalie siamo in vacanza." La riprese il ragazzo prendendo una bella fetta di torta. 

"Hai il servizio fotografico questa mattina." Gli ricordò Nathalie.

"E dove sta scritto?" Chiese lui 

Nathalie sollevò un sopracciglio e lanciò un'occhiata verso capotavola, Marcel la seguì con lo sguardo e restò a bocca aperta quando si trovò di fronte suo zio e... sua zia.

"Sorpresa!" Sussurrò Adrien al cugino.

"Siamo rimasti che avresti fatto un mese di prova Marcel." Affermò allora Gabriel.    

"Marcel?!" Sussurrò Emilie alzandosi.

Il ragazzo sollevò lo sguardo sulla zia, ok era preparato a quella probabilità. Ma trovarsela così davanti era... sconvolgente.

Emilie percorse tutta il tavolo per poi trovarsi di fronte al nipote, gli prese il viso tra le mani e lo fissò emozionata. 

"L'ultima volta che ti ho visto avevi tre anni." Gli disse dolcemente carezzandogli il viso. "Ma come mai sei qui? Sono contenta che Nicole e Pascal ti abbiano mandato a festeggiare il Natale qui a Parigi. Loro come stanno?" 

Marcel inorridì e guardò lo zio e poi il cugino. "Eh..." disse allontanandosi dalla zia. "Io ho un servizio fotografico, vero Nathalie? Lo zio... lo zio ti racconterà tutto." 

Adrien si alzò dalla sua sedia e mettendo le fette di torta su un tovagliolo raggiunse il cugino. "Vengo con te!" Affermò avvicinandosi al cugino, i due andarono insieme alla porta e prima di sparire Adrien lanciò uno sguardo ai genitori.

"Io penso che la mamma sia andata via perché aveva bisogno di allontanarsi da tutto questo. È un periodo di isolamento  tra i monaci buddisti sia stata la sua scelta." Buttò lì prima di andare via chiudendosi la porta alle spalle. 

Nathalie si rivolse allora a Gabriel. "Bene si è convinto. Le farò sapere come va e credo che Adrien vorrà venire poi con me all'incontro di Marinette con i sarti. Torniamo per ora di pranzo, buona giornata a tutti e due." Li salutò a quel punto. 

Gabriel osservò sua moglie, era giusto che le raccontasse tutto ciò che era accaduto in quel periodo e della scomparsa di sua sorella e di  Pascal, di Amelie e Felix e tutte le novità di quel periodo di assenza.

"Vieni qui Emilie, credo sia giunto il momento che ti racconti tutto ciò che è accaduto in questo periodo." Disse alla moglie.

 

Adrien scrisse a Marinette appena fu in auto con Marcel avvertendola che il cugino aveva un set fotografico quella mattina.

«Nathalie verrà a prenderti dopo per andare in sartoria. Ti va se veniamo con te?»

Marinette rispose subito dopo. «Non dovresti scappare da tuo padre, sta con lui!» 

Adrien rimase sorpreso nello scoprire che la sua ragazza, si perché poteva definirla finalmente la sua ragazza, subito si fosse accorta che qualcosa non andava. 

«Ti prego! Ho bisogno di evadere, ho delle novità sulla mamma.» le scrisse.

Marinette le scrisse di lì a poco. «Ha funzionato?»

Sorrise il biondo. «Si e anche Nathalie sta scappando da tutto ciò.»

«Ok ci vediamo dopo così mi raccontate tutto!»     Cedette lei. 

Il biondo sorrise, sospirò avrebbe dovuto recuperare i compiti dopo pranzo e dopo il cinese. Ma si era appena guadagnato una mattina con la sua amata. 

"Non solo tuo padre mi ha incastrato, ma devo anche fare da terzo incomodo, di nuovo." Disse Marcel dandogli una gomitata complice.

"Vuoi tornare a casa?" Chiese il biondo.

"No, ti prego." Rispose lui sospirando. "Potresti  vedere se Alix ci raggiunge." Chiese al cugino.

"Ti piace Alix?" Si informò allora Adrien. "Da quando sei qui voi due siete sempre insieme." Disse, lo aveva sempre pensato ma forse era il momento di vedere come stessero realmente le cose. 

"A lei piace Yen, come ad Alix piaceva Cristian tutto apportato al fatto che per me sono solo amiche." Rispose lui tranquillo. 

Adrien restò stupito da quella rivelazione. "Aspetta, c'è anche Hui, la gemella di Yen." 

"Adrien anche con lei siamo solo amici. Non mi piace nessuna e non voglio affezionarmi di nessuno." Disse allora lui 

Il modello biondo lo osservò poi annuì intanto che scendevano dall'auto. "Marcel io comprendo che dopo aver perso i tuoi genitori tu abbia paura di legarti profondamente  a qualcuno. Ma non puoi negarti di amare per paura di perdere ancora." 

Marcel si voltò camminando all'indietro e gli sorrise malinconico. "Lo so Adrien, per questo ti voglio bene e ormai non riesco più a immaginarmi senza starti vicino, e fidati voglio molto bene anche ad Alix ed ai gemelli Shifu, sono miei grandi amici." 

"Quindi non è come penso io?" Chiese il biondo.

Lui annuì. "Purtroppo sì, ma non riesco a fare a meno di affezionarmi soprattutto se i miei amici sono straordinari come Alix, gli Shifu e Jean." Rispose Marcel.

"We ragazzi miei!" Urlò Giuseppe una volta che i due erano arrivati. "Tu sei il nuovo modello di Agreste, sembri fotogenico. Ti va di cominciare? Adrien vuoi dargli una mano e lavori con lui che ne dici?" Propose il fotografo.

Il biondo annuì e consegnando la sua borsa a Nathalie invitò il cugino ad iniziare.

"Prima si comincia e prima si finisce." Gli disse spronandolo ad iniziare il set.

E furono ore costruttive, Marcel da prima impacciato aveva in un attimo ritrovato la stessa armonia che già a Londra aveva dimostrato.

Prima la presenza di Adrien e poi il saperci fare di Giuseppe lo misero a proprio agio, tanto che lo stesso fotografo espresse il suo compiacimento a fine set. 

"Mi piace questo guaglione. Ma dove lo avete trovato Nathalie?" Aveva chiesto contento.

Guardò i ragazzi che si preparavano ad andare via per poi rivolgersi al fotografo.

"È il nipote del signor Agreste. Fammi avere i set previsti per il nuovo trimestre del nuovo anno che devo organizzare le loro giornate, io ti farò invece sapere quando Marinette presenterà nuove linee." 

"Va bene signora." Disse lui divertito. "Alla prossima ragazzi." 

Dopo di che direttamente dalla piazza i due ragazzi si diressero a prendere Marinette, una volta in pasticceria Adrien ne approfittò per prendere  un croissant e lo stesso fece Marcel. 

"Scusatemi il ritardo!" Giunse la voce della corvina mentre li raggiungeva e sorrideva raggiante ad Adrien.

"Devi imparare ad essere puntuale Marinette." Disse l'assistente di Agreste. "Andiamo adesso!" 

La corvina arrossì ed andò a salutare i genitori, una volta in auto passò il cellulare ai ragazzi.

"Mi scusi Nathalie, doveva terminare il poster per il concerto di Jagged Stone." Disse alla donna per poi rivolgersi ai ragazzi. "Vi piace?" Chiese ai due. 

"È fantastico Marinette!" Disse entusiasta Adrien 

"Wow è fantastico, ma come fai a fare tutte queste cose?" Le chiese Marcel

"In effetti spesso mi perdo e mi accavallo." Disse lei chinando il capo imbarazzata.

"Per questo dovresti avere un programma e segnare tutto in agenda. Sono gli altri che devono stare al tuo passo e non il contrario." Si intromise Nathalie. "Vedremo insieme quando inserire i tuoi appuntamenti con la sartoria, con Gabriel e con il fotografo, così non ti perderai e non ritarderai." 

Marinette boccheggiò guardando da Adrien a Nathalie. 

"Sono tante cose!" Disse la giovane.

"Lo so e tra poco riprenderà anche la scuola." Disse la donna per poi affacciarsi verso i sedili posteriori, il suo sguardo era serio e impassibile come sempre fino a quando non le sorrise. "Per questo voglio aiutarti, vedrai che una volta organizzate le tue giornate non sentirai alcun peso nei tuoi impegni." 

La ragazza ascoltò l'assistente e poi annuì, prese la mano ad Adrien e le sorrise. "Grazie Nathalie, sei veramente molto gentile e preziosa." 

La donna non rispose, al contrario si voltò e riprese a consultare il tablet. Marinette allora si dedicò al suo ragazzo, oh si Adrien era il suo ragazzo adesso, e gli chiese informazioni di sua madre e di come si sentisse lui.

"Non lo so, aspettavo questo momento da tanto Marinette e mi aspettavo il peggio lo sai, adesso che lei è tornata invece..."

Marinette lo esortò con lo sguardo. "Invece?"

"A lei sembra di aver dormito per poco tempo, non si rende conto invece che è passato più di un anno. Mentre per noi ritrovarla a casa è comunque scioccante, questa mattina ha fatto prendere il suo dolce preferito dal nostro cuoco, ha preparato la colazione... in pratica ha travolto tutti con il suo ritorno." 

"Se lo avessi saputo non mi sarei presentato in sala, quando ha capito chi ero ha iniziato a fare domande sui miei." Intervenne Marcel.

"Allora siamo scappati, papà ha iniziato a raccontarle della zia Amelie e penso abbia proceduto anche al resto, o almeno lo spero." Disse Adrien osservando la nuca nera di Nathalie. Anche lei quella mattina era praticamente fuggita. 

"Secondo te lo sa? Cioè che non..." Chiese Marinette facendo intendere si riferisse al suo stato di sentimostro.

Adrien scosse la testa. "Non lo so, però ricordo di quanto era carina bouganette, vorrei che non soffrisse." 

Marinette gli diede un pizzico. "Per quanto Bouganette piaceva anche a me ricorda che era un clone." Disse offesa.

Adrien le sorrise e le carezzò una guancia. "Mi farò perdonare. Però Marinette io non vorrei che lei andasse via..." Terminò il ragazzo lanciando uno sguardo a Nathalie.

"Non siamo costretti a farlo Adrien, può restare con noi." Disse lei. "E comunque abbiamo un problema più grande da risolvere." 

"Dobbiamo dire a Kagami di suo padre." Disse allora Adrien 

"Già, ho pensato che mandarle la registrazione così a freddo sarebbe stato uno shock, ma non saprei come affrontare l'argomento." 

"Soprattutto perché per adesso sembra voi non sappiate come muovervi." Disse Marcel e i due annuirono. Come si faceva a trovare un amok dentro un corpo quando, il corpo non lo si vedeva. 

"Dovrei distruggere l'auto forse." Propose Adrien 

"Ci sono degli esseri umani lì dentro." Disse poi Marinette.

"Potremmo chiedere consiglio." Disse allora Adrien.

"A chi? Il maestro Fu non ha più memoria di nulla." Rispose Marinette.

"No, ma al tempio sono rimasti i guardiani e oltre gli anziani che non ricordano più nulla ci sarebbero i portatori che invece avevano memoria." Disse allora Adrien. 

I tre si guardarono, forse era una soluzione.

Forse potevano capire come agire.

Arrivarono in sartoria dove Marinette potette ammirare come funzionava la produzione della sua linea di maglie. Diede delle delucidazioni su come voleva fosse fatto lo schizzo sulle maglie e del perché la emme del tracciato doveva essere fatta in un determinato modo ed approvò tutti i colori che volevano accostare. 

Durante un consulto arrivò un messaggio ad Adrien dove lo avvertivano che Amelie e Felix avrebbero pranzato a casa per salutare Emilie.

Rassegnato il ragazzo si preparò al resto della giornata sempre sotto pressione. 

"Vedrai che domani andrà meglio." Lo esortò Marinette entrando in auto col gruppo degli Agreste.

"Potresti pranzare da noi, così mi sosterresti." Disse lui mogio.

"Vorrei conoscere tua madre in una situazione leggermente più rilassata. Sai che Felix mi da ai nervi." Rispose lei. 

Adrien sospirò per poi acconsentire alla sua decisione. Avrebbe voluto stare con lei tutto il tempo e fregarsene di tutto. 

"Sai cosa ti dico, hai una buona scusa per non restare troppo, quanti compiti delle vacanze devi ancora recuperare?" Chiese lei 

"Tutti, con i casini di questi giorni ed i corsi che comunque non si fermano sono sempre impegnato." Rispose Adrien.

"E allora approfittane e di loro che non puoi stare troppo." Disse la corvina dandogli un bacio sulla guancia. "Ovviamente vale anche per te questa scusa Marcel, adesso vado. Buon appetito." Li salutò scendendo dall'auto di fronte all'hotel del padre di Chloé, aveva una consegna da fare a Jagged Stone. 

Una volta in hotel la corvina fu accolta da una Chloé abbastanza ostile. 

"Marinette Dupain Cheng! Cosa ci facevi in auto con il mio Adrien?" Chiese battendo il piede sul pavimento.

Marinette la osservò scrollando le spalle e sorridendo, non le avrebbe risposto, si sarebbe anzi comportata da ragazza matura e dato ad Adrien l'impegno di dire tutto alla bionda. 

"Gabriel Agreste ha deciso di lanciare la mia moda giovani e mi hanno portato in sartoria." Rispose mite.

La ragazza fece una smorfia, possibile che tutte le fortune capitassero sempre a lei? 

"Ho visto le tue insulse maglie, ne hai fatte anche a quella insulsa Kagami, chi regala una maglia alla sua rivale in amore? Solo tu ne puoi essere capace, ridicola." Disse la bionda gesticolando con la mano mentre Marinette in silenzio aspettava che le porte dell'ascensore si chiudessero. 

"Io e Kagami siamo amiche." Affermò sospirando, perché l'aveva seguita? "Che peccato tu trova insulse le mie felpe, ne avevo creata una appositamente per te, nel tuo stesso stile." Disse allora lei, ovviamente non era vero.  Ma vedere la sua espressione meravigliata  la ripagava di quella piccola bugia. 

"Hai... hai fatto una maglia per me?" Chiese lei 

La corvina annuì uscendo dall'ascensore e dirigendosi verso la stanza di Jagged Stone. 

"E l'hai portata qui oggi?" Chiese Chloé.

Marinette tornò seria guardandola, l'espressione di Chloé era tra l'orgoglioso e lo speranzoso, non la guardava in viso, aveva bensì il mento sempre puntato in alto a guardare oltre di se.

"No, le creazioni personali le tengo molto riservate visto che a Gabriel sembrano piacere tutte le mie idee ci tengo che alcuni modelli abbiano l'esclusiva." Rispose 

Chloé soppesò la sua risposta, si fermò con lei oltre la porta della suite di Jagged e poi guardandola annuì. "Bene, dimmi quando puoi passare e non farò trovare nessuno in suite." Affermò allora.

Marinette resto sorpresa, voleva una sua creazione, era seria? La porta si aprì lasciando intravedere il viso di Penny, l'assistente di Jagged.

"Eccoti qui Marinette, vieni entra, ti aspettavamo." La corvina sorrise e poter in mano entrò nella stanza seguita a ruota da Chloé. Non le si scrollava di dosso a quanto pareva! 

Una volta in stanza mostrò a Jagged i tre poster che ispirata aveva creato, uno di questi lasciava trasparire anche l'immagine del suo amato coccodrillo.

"Oh Marinette sono rock tutti e tre! Non saprei scegliere e come sempre m sei stata bravissima. Non trovi anche tu Penny?"

L'assistente con un sorriso gioviale annuì. "Visto che dobbiamo metterli lungo tutto il palco potremmo fare un collage." Propose al musicista.

"Oh la mia splendida Penny, come sempre hai le idee migliori. Che ne pensi Marinette, è abbastanza rock?" 

La ragazza contenta annuì. "Direi che è un'idea bellissima e per me sarà un onore vedere tutti e tre i poster che ho realizzato esposti." 

"Penny consegna a Marinette il suo compenso e due biglietti omaggio per lei e la sua amica. Sarai in prima fila ragazza mia!" Disse entusiasta il musicista.

Marinette sorrise felice, mentre Chloé esultava. "Abbiamo i biglietti del concerto di Jagged!" 

La corvina si voltò seduta stante verso la bionda. "Chloé io non posso portare te, chiederò ad Adrien!" 

La bionda la guardò minacciosa. "Chiederai a vuoto, suo padre non lo manderebbe mai."

"Allora chiederei a Luka che è amico mio e un grande fan di Jagged." Disse lei, sicuramente il cantante credeva che loro fossero amiche ma così non era anzi, è Marinette non si sarebbe mai portata dietro Chloé di sua volontà. 

"Calma ragazze, calma! Vi lascerò i biglietti anche per i vostri ragazzi." Disse Penny intervenendo dandone due a Chloé. 

No, Penny non poteva chiederle quello. Non al concerto con Chloé Bourgeois, preferiva lei, Adrien e Marcel, oppure lei e Adrien e Luka. Era un disastro così. 

"Marinette... Marinette!" La chiamò Penny.

"S-sì!" Disse lei tornando alla realtà. "Prendi i tuoi biglietti e divertitevi al concerto, spero tu riesca a portare gli amici che desideri." Le disse la manager passandole una busta. "Qui trovi anche il tuo compenso."

La corvina sorrise annuendo. "Grazie Penny, sei disponibile e gentile come sempre." Le disse  Marinette per poi salutare tutti e dare a loro gli auguri di buon anno e un grande in bocca al lupo per il concerto.

Una volta fuori dalla stanza Marinette fissò Chloé con ammonimento mentre fissava estasiata i due biglietti ricevuti. 

"Inviterai al concerto il cugino di Adrien, così non resterà da solo a casa." Le ordinò allora.

"Decido io chi invitare."  Rispose la bionda. "Non mi farei mai vedere con quel..."

"Chloé, hai avuto i biglietti perché eri con me, ed avrai una felpa esclusiva della mia linea solo perché io ho voluto fartela. Quindi adesso chiami Adrien e inviti suo cugino Marcel al concerto di Jagged." Le ordinò lei risoluta.

La bionda si imbronciò puntandole il dito, Dupain Cheng come al solito la sfidava e non mollava mai quella sua assurda presa di posizione quando pensava di essere nel giusto. "Allora?" 

La ragazza la guardò sbuffando. "Va bene, tanto Gabriel non farà venire nessuno dei due." Affermò sicura.

"Staremo a vedere Chloé, staremo a vedere!" Disse la ragazza andando verso gli ascensori. "Ti faccio recapitare la tua felpa in questi giorni. Ciao..." la salutò sparendo in ascensore. Aprì la busta e ne estrasse i biglietti, sorpresa Marinette notò che erano sei biglietti anziché due. Avrebbe potuto invitare anche Alya e Nino con quei biglietti, prese il cellulare e scattò una foto che mandò nella Chat a quattro che aveva con Adrien e la coppia. 

«Insieme a capodanno, ci siete?" Scrisse. 

Delle faccine estasiate arrivarono di lì a poco, tranne quella di Adrien che era triste. La didascalia sotto fu: devo chiedere a mio padre.

Marinette prese il suo contatto privato e gli rispose. «Chiedilo quando c'è anche tua madre! 

Ps come sta andando il tuo pranzo?»

«Ottima idea Mylady, come sempre.

Ps non abbiamo ancora iniziato e la tensione si può tagliare con un coltello.

Pps Mi manchi 

Ppps Ti amo.»

Marinette sorrise e decise di rispondere. «Manchi anche tu chaton, tieni duro sono lì con te col cuore. 

XoXo

Ps: ci sarà anche Chloé al concerto con noi.

Ti amoooo!»

«Sono contento che tu e Chloé vi stiate avvicinando, sai che siamo amici.

Mi chiamano che è in tavola, a dopo insettina.»

«Lo so, per questo sarai tu a dirle di noi due. Buon appetito micetto.» scrisse con un sorriso mentre usciva dall'albergo e si dirigeva soddisfatta verso casa sua, iniziava a sentire fame anche lei.

 

La giornata fu proficua, Marinette dopo pranzo salì su in camera e mentre ascoltava l'audio di una lezione di letteratura prese a disegnare degli schizzi per una felpa che potesse risultare agli occhi di Chloé unica e originale. Purtroppo non aveva idee e per quanto si impegnasse la giovane  stilista la immaginava sempre con quella maglietta a righe e la giacchetta gialla, che odiava e trovava insopportabile. Si, se avesse potuto l'avrebbe abolita, sostituendola poiché con una felpa non sarebbe stata bene. 

Immaginò Chloé e chiudendo gli occhi elaborò quindi una felpa, aderente e che arrivasse all'altezza dell'ombelico. La fece a strisce bianca e nera da sotto al seno per tutta la maglia, l'ultima striscia era composta invece da glitter giallo oro, la stessa striscia ma a fascia circondava i polsi della felpa. Il collo era a barca così da poter esaltare la linea di Chloé, a fine disegno la ragazza fu soddisfatta del lavoro fatto. 

Prese il quaderno di storia e di letteratura, spense l'audio della lezione e iniziò  a rispondere alle domande che c'erano sui compiti da svolgere per le vacanze. 

Terminò verso le cinque del pomeriggio a portarsi avanti con quasi tutti i compiti. Le restavano solo le materie della Mendeleviev e le restavano ancora cinque giorni di vacanza, poteva ritenersi soddisfatta e al passo. 

Così presa la stoffa felpata bianca decise di mettersi al lavoro sulla maglia di Chloé, fece il cartamodello tenendo cont delle sue stesse misure, tagliò la stoffa ed imbastì le varie parti della maglia. Quando il lavoro era stato fatto passò a lavorare alla cucitrice, fu interrotta solo da sua madre che dolcemente le portò qualcosa da mangiare e quando ebbe finito le disse che c'era un super cattivo in giro per Parigi. 

Marinette guardò sua madre sparire oltre la botola e prendendo il cellulare trovò un messaggio di Adrien. «Octavia è tornata!» 

"Diamoci da fare... Tikky trasformami!" Ordinò la corvina. 

 

"C'è anche Miss Parrot?" Chiese Red Scorpio a Chat Noir e Haoxin. 

Il biondo annuì. "Si dovrebbe essere in giro, forse sta affrontando Ladybug e Black Lady." 

Rispose.

"Vado da loro allora, augurami buona fortuna." Disse lo scorpione.

Raiongāru gli fu dietro. "Mi hai detto ieri che lei è affar nostro, giusto?" Chiese la portatrice del coraggio.

Lui annuì, era stranamente taciturno in quei giorni e Kagami non se ne spiegava il motivo. Forse la responsabilità di dover recuperare quel Miraculous era troppo grande per lui. 

Videro finalmente le loro compagne che si confrontavano con Miss Parrot, già solo lei nei suoi sgargianti colori rosso e arancio era ben visibile, l'avrebbero trovata anche senza l'aiuto di Ladybug.

Lanciò il suo skateboard lasciando una scia  di luce e scaraventando via Miss Parrot.

"Qui ci pensiamo noi ragazze, andate ad aiutare  Haoxin e Chat Noir." Disse la ragazza riprendendo il suo skateboard.

"Non mi fate paura neanche voi." Disse miss Parrot sollevandosi, e prendendo il suo corno dal quale iniziò a tirare fuori note che avevano il dolce suono di una voce ammaliatrice.

Ciò che Kagami percepì fu un: tua madre non ti apprezza e tuo padre ti ha lasciata perché non lo meritavi. 

Luka al contrario percepiva una bugia che ormai per lui era verità da sempre, tuo padre vi ha abbandonato, sei e resterai un misero che segue la sua ombra, ma non riuscirai mai a raggiungere il successo ed essere come lui. 

Red Scorpio scosse la testa mentre arrendevole Raiongāru si accasciava sul suolo. 

Prese la sua frusta e la fece schioccare al suolo ridestando la sua collega. "Tirati su, sai chi è lei e sai chi siamo noi!" 

"Coraggioso da parte tua metterti contro di me." Disse miss Parrot. 

"Garri non te l'ha mai detto? Non mi ha mai incantato Parrot e non inizierà adesso!" Disse mentre la frusta si illuminava di fulmini rossi. "TERREUR NOIR" 

Delle onde sonore  riempirono l’aria gelando Miss Parrot sul posto. “Vai Raiongāru!” Ordinò il ragazzo facendo ondeggiare la frusta per immobilizzare la rossa per quanto più tempo possibile.

Kagami non se lo fece ripetere più volte, avevano una missione così appena lui aveva lanciato il suo colpi si era lanciata verso Miss Parrot  e afferrandole il braccio le tirò il bracciale delle menzogne ritrasformandola subito.

“Come hai avuto il Miraculous.” Le chiese Raiongāru.

“L’ho trovato ed è mio!” Disse lei riversa a terra dalla paura.

“Non mentire, I Miraculous liberi scelgono accuratamente i loro portatori.” Affermò la portatrice del coraggio.

“Ed ha trovato in me il legittimo proprietario, ridammi il bracciale.” Le ordinò Lila alzandosi. 

Red Scorpio raggiunse la sua partner attirando l’attenzione delle due. 

“Puoi crederti di essere la padrona di Garri ma con noi non funziona. Non cadiamo vittime delle tue bugie e sappiamo chi sei adesso, verremo a cercarti Lila Rossi.” Le disse Red Scorpio lanciando uno sguardo di intesa alla sua partner, ella annuì e con un sorriso si allontanò dal posto col compagno per raggiungere Lasybug e gli altri eroi parigini che intanto avevano liberato il malcapitato dall’incubo e costretto Octavia e Pika Pika alla ritirata.

“Scusateci il ritardo, siamo stati impegnati.” Disse Raiongāru consegnando ad Haoxin il Miraculous del pappagallo. 

“Le abbiamo detto che passeremo a trovarla poiché non credevo alle sue bugie.” Affermò Red Scorpio.

Haoxin e gli altri annuirono. “Quando vuoi andare?” Chiese Chat Noir.

“Subito, il tempo di far ricaricare il mio kwami.” Rispose lo scorpione.

“Non c’è tutta questa fretta.” Gli disse allora Ladybug.

“C’è, più tempo passa e più ne hanno loro per mettersi d’accordo.” Rispose lui sicuro.

“Non ci avevo pensato, allora va bene, ci fate sapere voi.” Disse Ladybug mentre i due compagni sparivano. 

“My lady ti aspetto qui, fate presto.” Disse allora Chat Noir alla sua compagna, lei annuì e con Black lady si allontanò dal posto per sparire in un vicolo poco distante.

Chloé tornò alla normalità e si tolse il Miraculous che porse alla sua eroina con riverenza. “Grazie Ladybug.” Le disse 

“Grazie a te Chloé per accettare sempre un Miraculous come Gracc.” Rispose lei Marinette che sapeva quanto poteva essere devastante.

“Sì, avverto la sua forza ed è una sfida. Ma se serve sai che sono sempre contenta di aiutarti.” 

L’eroina di Parigi annuì e le sorrise. “Adesso vado, Chat Noir mi aspetta.” Disse congedandosi e così dicendo si allontanò unendo Gracc a Tikky.

Quando era arrivata in piazza trovò ad attenderla solo Haoxin, ma Marinette sorrise, sapeva che dietro la maschera si celava Adrien e non Marcel. “A casa di Lila Rossi.” Disse il portatore della pace spiegando le ali.

Black Lady fece la stessa cosa ed si sollevò in volo. “Smascheriamo i nostri nemici .” 

 

... Segue

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Capitolo 45
*** Parte 44ª - Ripercussioni ***


Copyright © :

Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE
(Premessa: da questo momento andrò forse OOC nel muovere sia Luka che Kagami, darò un passato soprattutto al primo perché un ragazzo di sedici anni sarebbe anomalo vederlo legato solo al gruppo degli amici della sorella e soprattutto che prima di Marinette non abbia avuto 'storielle'; cercherò con le caratteristiche base di Astruc e company di muovere e far crescere, spero, due/tre personaggi. Perché si ci metto anche Chloé. Grazie)

...Continua 

 

Luka era pronto a consegnare Rizza ad Adrien da un po'. Aver recuperato il Miraculous del pappagallo da Lila Rossi era stata l'ultima sua missione, da quel momento sarebbe stato libero dall'influenza del Kwami.

Non era ingrato, gli era piaciuto quel periodo, si era affezionato a Rizza e sapeva che gli sarebbe maledettamente mancato, le chiacchierate durante le consegne della pizza, i consigli, la sua voce mentre canticchiava le sue musiche. Sì, gli sarebbe mancato tanto Rizza, ma doveva recuperare se stesso e per farlo doveva lasciarlo andare.

"Volevo avvertirti che dopo aver parlato con Lila Rossi lascerò il Miraculous ai guardiani." Disse Red Scorpio alla sua collega mentre entrava alla finestra di casa Rossi. 

Raiongāru lo guardò stupita e lo fermò. "Dopo ne parliamo." 

Lui le sorrise ed annuì. "Certo, risponderò a tutte le tue domande." 

Disse aprendo tutte le porte di casa, non c'era nessuno ancora. "Sembra non sia qui." Disse poi entrando in quella che doveva essere la camera della ragazza. 

Una scrivania con un computer e dei libri davano l'idea di uno studente.

"Maschere!" Affermò Raiongāru indicandole al compagno, erano appese ad un muro. 

"È italiana, forse è delle parti di Venezia." Ipotizzò lui.

"Dalle mie parti sono simbolo di menzogne." Rispose la partner mentre andava in allerta, nella stanza accanto si sentivano alcuni rumori.

Red fece segno di fare silenzio con il dito sulle labbra ed attesero qualche altro segno. 

La porta si spalancò e poi si richiuse. "Maledizione!" Disse Lila accendendo la luce e saltando all'indietro spaventata ritrovandosi i due eroi in camera sua. "Cosa ci fate voi qui?" 

"Ti avevo detto che ci saremo rivisti." Disse lui. 

"Come hai avuto Garri?" Chiese ancora Raiongāru  

"L'ho trovato una volta a Londra, volava sperduto e senza meta e l'ho recuperato facilmente." Rispose lei. "Vi  denuncerò, non potete entrare in una casa privata."

"Anche noi dobbiamo denunciare te. Hai usato i tuoi poteri su degli innocenti e con i tuoi amici li hai privati della felicità." Intervenne la voce di Haoxin che era giunto in quel momento con Black Lady alla finestra della Rossi. 

"Io mi sono aggiunta a loro per caso, erano loro a derubare le anime felici." Disse lei iniziando a mostrare un'aria innocente. "Non sapevo cosa facevano." 

"Sei seria? Sappiamo in quanti avete catturato insieme a Londra e sono arrivati fino a Parigi da lì." Disse Black Lady, non aveva creduto in passato a Lila Rossi figurarsi da quando sapeva che dietro Miss Parrot si era nascosta lei.

"Perché li ho conosciuti quando sono stata a Londra, la mia scuola ha organizzato uno scambio culturale a cui ho partecipato." Disse in preda alle lacrime guardando verso Red Scorpio. "Sapete chi sono, andate a controllare." 

"Lo faremo." Rispose lui. "Se anche così fosse ti sei unita a loro." 

"Ho sempre sognato fare parte di una squadra e loro me ne hanno dato l'occasione. Sono sola e non ho fratelli, non riesco a farmi amici e quella Marinette Dupain Cheng mi mette tutti contro raccontando falsità." 

"O forse è quella che ti ha smascherata." Disse allora Raiongāru.

"No, lei mi odia perché ha compreso che Adrien il ragazzo di cui ha una cotta ama me, è pazza e gelosa, non potete capire." Raccontò la rossa. 

"Oh capisco benissimo." Disse Red Scorpio.

"Davvero, mi capisci?" Chiese lei con un sorriso.

"Si, capisco che non hai bisogno di un Miraculous per dire bugie, riesci anche da sola." Affermò lui, il risolino di Raiongāru alleggerì la tensione.

"Dicci chi sono i tuoi compari e non ti denunciamo." Disse la portatrice del coraggio.

"Non lo so, ci siamo sempre dati appuntamento alla sera, cercavamo una vittima e colpivamo." Rispose la rossa disperata. 

"Erano a Londra e adesso sono qui." Affermò Haoxin.

"Ho parlato loro dì Ladybug e Papillon. Lady Octavia era sicura di essere più potente di lui e anche di lei, per questo è venuta fin qui, e quando sono tornata dallo scambio culturale mi sono aggiunta a loro di nuovo. Ma credetemi non so chi siano." Disse ancora lei. 

"Eri però con loro a casa Agreste la notte scorsa, sei stata vista uscire dal suo ufficio." Indagò Haoxin. 

"Pika Pika mi aveva chiesto di vedere se Agreste era lì e controllare facendo da palo." Disse la ragazza. 

"È scomparso un gioiello da quella stanza e sappiamo che sei stata tu a prenderlo. Le telecamere di sorveglianza lo hanno registrato, dove hai messo la spilla?" Chiese Haoxin.

Lila si sentì braccata ed indietreggiò andando a sbattere contro la porta. "Non lo so, Pika Pika  mi ha chiesto di dargliela subito dopo l'incubo ed io ho dovuto obbedire poiché mi tiene in suo potere." Disse Lila. "Aveva minacciato me ed i miei amici." 

"Chissà perché ma non ti credo." Disse Red Scorpio. 

"Non so chi loro siano, anche loro non conoscevano la mia identità." Disse Lila infine. 

"Per essere uno che ti minacciava con tutti i tuoi amici è davvero strano." Affermò Raiongāru.

"Mi hanno vista una volta de trasformarmi, avevo usato il mio potere. Non so perché ma Octavia riusciva ad usare il suo più volte e senza ritrasformarsi, io invece subito faccio puff..." disse lei.

"Continuate a proteggerli e nasconderli non ti aiuterà Lila Rossi. Stai sicura che noi ti terremo d'occhio, anche se non avrai un Miraculous." 

"Non sarà colpa mia se Papillon mi akumizzerà, siete voi la causa del mio tormento, se sono fragile in questo momento date la colpa solo a voi stessi." 

Haoxin sollevò un sopracciglio. "Papillon non c'è più, hanno rubato il suo Miraculous, crediamo sia stato: Pika Pika, il grande ladro di Miraculous."

"Pika Pika adesso è Papillon?" Chiese sorpresa la ragazza. 

"Toh questa volta è sincera, non ne sapeva nulla." Ironizzò Red Scorpio.

Haoxin fece spallucce guardando in direzione di Lila. "Vedi? Non dovresti coprirlo e difenderlo, dicci cosa sai di lui e potremmo aiutarti con i tuoi amici. Non è mai troppo tardi per ripagare ai propri errori." Le disse Black Lady.

L'italiana a capo chino annuì per poi sollevare il viso e fissare i quattro, un sorriso cinico sul viso. "Non so niente, ripeto quello che una volta ho detto anche a Ladybug. Non so che farmene di voi super eroi, sono io l'eroina di me stessa. Non ho bisogno di voi, o di Lady Octavia e Pika Pika, anzi. Lei non la sopporto proprio." Terminò la rossa. 

Il gruppo si guardò e Haoxin sospirò. "Inutile convincerti a parlare, ti terremo d'occhio Lila Rossi qualunque cosa farai. Addio!" Disse la colomba spiegando le ali ed andando via con la sua partner, Raiongāru e Red Scorpio li seguirono, per loro quel l'interrogatorio era terminato.

Non si voltarono indietro nell'andare via, si erano messi alle spalle quel compito, si diressero però verso la Tour Eiffel dove  i quattro si trovarono.

"Credo che non ci dirà mai nulla, pedinarla sarebbe la soluzione." Propose Scorpio.

"Noi la controlleremo a scuola, direi quindi un arco di tempo abbastanza lungo." Disse Haoxin. 

"Io da civile potrei pensare al post scuola o anche alla sera." Intervenne allora il portatore della paura. 

"Lo aiuterò anche io in questo fin quanto mi è possibile." Aggiunse Kagami.

"Non sarebbe il caso che vi mimetizzate come eroi?" Chiese Marinette.

"Ti ricordo che con oggi ho concluso il mio ruolo di Red Scorpio, Black Lady." Disse il ragazzo a Marinette.

Ella sospirò e si scambiò uno sguardo con il suo compagno. "Ne sei sicuro?" 

Lui annuì. "Il tempo che saluto lei e vengo a restituirlo." Disse inviando un sorriso alla sua partner.

I due guardiani annuirono e nel farlo li salutarono, quando finalmente furono soli Raiongāru si rivolse al suo partner.

"Posso capire perché?" Chiese.

"Perché il Miraculous influisce anche nel mio quotidiano. Non posso permettermelo, non adesso!" Rispose lui.

Lei scosse la testa e appoggiò la schiena contro la struttura ferrea della torre. "Non ti capisco, Parigi ha bisogno di Red Scorpio, sei pronto a perdere tutto?" Chiese lei.

Lui annuì. "Sto uscendo con una ragazza e mi piace molto, Rizza non aiuta il mio umore ed il mio rapporto ancora traballante." Ammise lui. 

"Ti sei fidanzato?" Gli chiese lei. "Sono contenta che tu ti sia messo con la ragazza che ti piace, ti avevo detto che dovevi perseverare." Disse felice per lui. 

Lui scosse la testa. "Non mi sono fidanzato, non siamo neanche una coppia." Ammise lui "Ti ho detto è tutto nuovo e Rizza non mi aiuta." 

"Stai uscendo con lei e non siete una coppia? Cosa siete?" Chiese lei.

"Non lo so, non so neanche come è cominciata." Rispose lui. 

"Lo sai com'è cominciata, l'hai conosciuta e te ne sei innamorato." Disse lei, non aveva dimenticato i loro incontri e le chiacchiere post battaglia. "Ma sei sempre stato insicuro perché a lei piaceva il tuo migliore amico. Però se stai uscendo con lei vuol dire che ha scelto."

Lo scorpione sospirò. "Non è come sembra, lei di sicuro non mi ha scelto. Credo mi abbia trovato e si è presa ciò che gli faceva comodo." Disse lui sincero. 

"Hai questa poca considerazione di te stesso?"  disse lei amareggiata.

"No, però conosco i suoi sentimenti e so che ama il mio amico." Ammise lui. 

"Sei scontento, e non credo dipenda da Rizza!" Disse allora lei. "Ma sono sicura che ti ama, se sta con te e non con lui..."

"Lui non la ama Raiongāru." Affermò allora lui e lei sussultò. "Ti ho detto, è una situazione strana, ci siamo trovati in un momento inaspettato, è nato per caso." 

"Tu sei un ragazzo straordinario Scorpio." Disse lei avvicinandosi a lui carezzandogli una guancia. "Devi credere in te." 

Luka sospirò per poi incrociare il suo sguardo. "Non è insicurezza, sono solo consapevole di come stanno le cose, e io devo capire cosa sta accadendo. Non voglio essere una seconda scelta per lei, la ruota di scorta." Ammise a quel punto. "Io voglio essere la sua scelta e basta."  

Lei annuì sospirando. "Posso capirlo benissimo, a nessuno piace essere considerati una scorta. Dovresti parlare con lei ed affrontare il problema di petto."

Lui annuì con un sorriso sereno. "E lo farò, adesso che sono libero da questi impegni posso dedicarmi alla mia vita."

Raiongāru chinò il capo cercando di nascondere una smorfia triste. "Cosa c'entra Rizza? È sempre lo stesso, fa emergere le tue paure verso di lei?" Chiese allora Raiongāru. 

"Fa emergere tutto, le mie insicurezze e le paure, l'aggressività e la sfrontatezza. Se non c'è questo una chiamata o un'emergenza mi faceva correre controllare, più di una volta ho dovuto lasciarla per correre ad affrontare il cattivo di turno."

"Lascerai quindi anche il Miraculous del delfino?" Chiese lei.

Lui scosse la testa. "Ne parlerò con Haoxin, non è molto impegnativo tenerlo. Ma appunto sono tornati e non è più necessario un possessore, con Papillon sconfitto potranno andare loro a New York se è il caso." Ammise. 

Raiongāru annuì e gli sorrise per poi lanciarsi ad abbracciarlo. "Mi mancherai, sai che sei il mio migliore amico vero?" Gli disse con voce incrinata. 

Lui ricambiò il suo abbraccio e le baciò una guancia. "Anche tu, sai tutto di me e credimi parlare con te mi aiuta a capirmi. Forse un giorno ci troveremo e ci racconteremo di questo periodo." 

"Promettimi che mi farai sapere come andrà e se stai bene." Gli chiese lei.

Lui annuì allontanandosi dalla collega. "Ti manderò un messaggio attraverso una colomba bianca." Le promise prendendo la sua frusta dal schiena.

Lei annuì e fece il suo stesso gesto lanciando lo skateboard e saltandoci sopra. "Addio." Lo salutò andando via prima che potesse lasciar intravedere le sue emozioni.

Luka la seguì con lo sguardo fino a quando non scomparve alla sua vista, poi appendendo la frusta ad un gancio si lanciò nella città verso Villa Agreste.

Non aveva mentito a Raiongāru, la reputava realmente sua amica, le diceva cose che non raccontava a nessuno e parlandole scopriva cose di se stesso che non pensava di ignorare. I suoi sentimenti per Kagami fino a poche ore prima gli erano del tutto sconosciuti, solo parlando con lei aveva finalmente buttato fuori ciò che era il suo cruccio da un po' di tempo. Il suo rapporto con Kagami era iniziato per puro caso, non erano amici, non lo erano mai stati. Lui aveva voluto esserle vicino per buonismo, perché sapeva come ci si sentiva a veder svanire la speranza di poter stare con chi amavi. Le era stato vicino perché sapeva che Kagami per quanto si mostrasse forte era in realtà più debole di lui in quel contesto. Perché Luka aveva sempre saputo di Adrien, aveva sempre visto nella corvina quel sentimento che la legava al modello biondo. Così come aveva notato che a lui non era indifferente Marinette. Sicuramente anche a Kagami non era sfuggito tutto ciò, solo lei aveva voluto lottare per lui, credere in qualcosa che purtroppo si sapeva non poteva concludersi diversamente. E allora nel momento del bisogno, nonostante non le dovesse nulla, Luka aveva deciso di esserle accanto. Come compagno di disavventure, con lo stesso destino di essere rifiutati entrambi, due persone che purtroppo non potevano vedere ricambiati i loro sentimenti. 

Due tra le tante persone, il mondo era pieno di amori mai nati, tormentati e rifiutati. Loro due non sarebbero stati i primi ne gli ultimi a soffrire per amore, in fondo erano solo dei liceali e non erano altro che all'inizio del loro percorso di vita. Si era quindi fatto strada nel suo mondo, liberandole dalla gabbia di vetro dove trascorreva la sua vita, affrontando sua madre dicendole cosa pensava di lei e di quanto trovasse assurde certe sue restrizioni. Sicuramente apprezzava molto Tomoe Tsurugi, che a differenza di sua madre era molto più costante nell'educazione filiale, cosa che a lui era mancata. Però Tomoe era eccessiva, lei e sua madre erano l'eccesso e il difetto e quando si era trovato a dover parlare con Tsurugi San non si era risparmiato, glielo aveva detto. 

Lei in risposta aveva mandato Kagami a scuola e da lì era iniziato tutto, da quel maledetto bacio che le aveva dato. Assurdo quanto fosse stato stupido, da quando aveva conosciuto Marinette non si era mai azzardato a prendere iniziative e a darle i suoi spazi. Poi in meno di mezza giornata Kagami con i suoi atteggiamenti l'aveva portato a baciarla, non si era trattava di un bacio innocente ma di un bacio vero ed intenso che aveva iniziato a mettere in dubbio tutto ciò in cui credeva. 

Aveva amato Marinette? Certo, le era subito piaciuta, lei era poesia e dolcezza, autentica melodia perfetta. Al contrario di Kagami che era un tumulto di sensazioni, una musica suonata senza freni, forte, sicura e potente che mutava di volta in volta mettendo in gioco di nuovo tutte le carte, stupendolo e facendogli rivedere tutto ciò in cui credeva. 

Sì, nella sua mente erano iniziati ad insorgere dei dubbi. Ma non in quelli di lei che era andata avanti ed appena incontrato il primo belloccio che somigliava ad Adrien gli aveva dato corda. No, per Kagami sicuramente il giovane Agreste era stato importante ed era ancora una costante per lei. 

Ella provava nei suoi confronti sentimenti molto più vivi e sinceri verso il biondo, a differenza di se stesso con Marinette. Perché non era un'ipocrita ed aveva subito pensato ed ammesso che qualcosa non andava nel momento stesso in cui aveva provato una fitta di gelosia nei confronti della nipponica. Colpa di Claude Noiret, perché aveva baciato Kagami, aveva provato a toccarla e ancora aveva insistito con lei nonostante il rifiuto. E lui era stato presente e avrebbe voluto prenderlo a pugni e Dio se avrebbe voluto farlo sul serio. Per la prima volta il suo self control era stato messo alla dura prova, non era mai stato geloso di Marinette, sapeva che lei era amata da tutti e aveva compreso che anche Kagami poteva essere amata da tutti. Ma gli aveva dato un enorme fastidio che la giovane nipponica fosse vista con occhi diversi da altri.

Si era odiato e avrebbe voluto dannarsi per quei sentimenti contrastanti, perché il ricordo del loro primo bacio era costante nella sua mente e semmai voleva scordarlo era difficile che non gli tornasse alla mente se lei condivideva con lui delle ore scolastiche ogni mattina. Si trovava obliquamente nel banco avanti al suo, quindi poteva vederla in viso nel momento in cui parlava a Claire o quando si voltava verso Armand, e il suo sguardo in quei casi andava a finire sulla sua bocca o sul suo collo. Diamine sì, aveva un bel collo, lungo ed invitante, messo in risalto dai capelli corti. Si sarebbe dannato Luka per tutte le volte che al pensiero la mente andava altrove e il suo corpo reagiva. Si era dannato perché non era riuscito ad andare avanti, aveva deciso di starle lontano dopo quel primo bacio, ma quando Kagami si era presentata nella sua stanza con un regalo inatteso tutto era crollato. 

Diamine aveva tanti peltri per la sua chitarra, per lo più si poteva dire che li collezionasse e non li usasse neanche tutti, ma quei due, un grado e un serpente. Erano ciò che sapevano in segreto l'uno dell'altra oppure ciò che lui era stato ed era ora: Viperion e Draak. 

Non si era aspettato quel suo gesto che doveva ammetterlo aveva scalfito l'ultima barriera che si era imposto, aveva ricominciato ad avvicinarsi a lei. Le era stato accanto quando non doveva ed aveva iniziato ad andare oltre le apparenze seguendola agli allenamenti durante i quali aveva visto una nuova Kagami. Bellissima ed intensa, si era dimostrata il caos interno che pensava di non avere, gli aveva mandato il cuore in fondo allo stomaco e si era stritolato tutto. Solo la musica in quel momento lo aveva salvato dalla malia che scatenava in lui, aveva afferrato la sua chitarra come un'ancora di salvezza ed aveva iniziato a suonare. Solo dopo si era accorto che stava suonando di lei, lei che anche in quel caso si era dimostrata diversa da Marinette, perché se alla corvina aveva creato dei versi poco alla volta fino ad arrivare in ultimo a lei. Con Kagami era stato un fiume in piena, aveva suonato e subito trovato il ritmo giusto tanto che era riuscito a registrare un pezzo unico e completo per Natale così da regalarglielo. 

E sembrava le fosse anche piaciuto o almeno Luka lo sperava, in fondo era stata lei dopo lo scambio dei regali a invitarlo ad uscire insieme il giorno di Natale ed era stato un buon inizio, avevano passeggiato dal suo albergo fino alla Senna, poi l'aveva portata sugli Champ Elisée e infine quando avevano scoperto che André era all'Arc de Triomphe... tutto era iniziato ad andare a rotoli, fino ad arrivare a Lila Rossi e Rizza che gli avevano completamente rovinato la giornata. 

Avrebbe voluto realmente uccidere qualcuno in quel momento e doveva ringraziare Kagami se era riuscito a trattenersi. Ma il malumore era rimasto e rientrare a casa e sentire quella telefonata non lo aveva aiutato. Baciare Kagami e stringersi a lei decisamente lo aveva aiutato, essere stato molto audace sicuramente un po' meno, anche se la nipponica non sembrava essersi sentita offesa dai suoi atteggiamenti. 

Da allora si erano sentiti ma non visti. Era stato troppo impegnato con quella storia di Papillon e Lila Rossi per essere presente, voleva liberarsi presto di Rizza ed era giunto anche quel momento. 

Atterrato nella camera del suo amico si voltò verso lui e Marcel che stavano interrogando il kwami che guarda caso confermava la versione di Lila Rossi.

"Mi ha trovato e io l'ho scelta." 

"Mente!" Intervenne lo scorpione avvicinandosi. "Non potete fidarvi del Kwami perché mente a priori."

"Si, anche Kimmi lo stava dicendo." Annuì Marcel mentre un Kwami con le sembianze di un falchetto si lasciava intravedere. 

Luka senza perdere tempo si rivolse al Kwami della menzogna. "Come vi siete trovati?" Chiese minaccioso.

"Per caso..." Rispose il Kwami con un sussurro causato dalla paura che stava insinuandosi in lei. 

"L'hai scelta tu?" Chiese ancora Luka.

Il Kwami indietreggiò tremante e scosse la testa. "N-No, ma poi si è rivelata perfetta." 

"Conosci Octavia e Pika Pika?" 

Il pappagallo si prese del tempo, fu Luka a rispondere per lei. "Chi tace acconsente, visto che non può mentirmi non risponde. Come si chiamano?" 

Il Kwami della menzogna scosse la testa mentre prendeva a piagnucolare. "Non lo so, lui voleva che lo chiamassi padrone, lei l'ho vista solo in campo. Mai in sembianze umane credimi." Disse allora.

"Chiedile che relazione c'era tra i tre." Suggerì Adrien al compagno. 

Lui annuì e fece la domanda al Kwami. "Non lo so, mi prendevano solo quando dovevamo combattere ed era sempre nel punto dove attaccavano, loro erano già trasformati in quei casi." 

"Non conoscevi le tue prede?" Chiese scettico Luka. 

Il Kwami scosse la testa. "Solo Marinette Dupain Cheng, lei voleva farle del male, la odia e anche quella Ladybug odia." Ammise. "Per tutti gli altri facevo tutto io una volta che vedevo i loro incubi." 

"Come si chiama Pika Pika." Disse ancora Luka tendendole un tranello. 

"Padrone." Rispose subito il Kwami. 

Luka scosse la testa e guardo gli amici. "È sincero, non lo sa." Ammise allora.

Adrien assentì con la testa e togliendosi il miracoulus dal polso fece ritirare il Kwami del pappagallo.

"Sappiamo però che Pika Pika è un dittatore." Disse lui cercando di rendere positivo tutto quel lavoro.

Intanto Luka sciolse la trasformazione e dopo averlo fatto diede a Rizza un po' di albicocca secca. Il Kwami lo mangiò con lentezza a sguardo basso e dirigendosi verso la finestra. 

Luka sospirò dispiaciuto per lui, ma non poteva fare diversamente. 

"Vieni a salutarmi Rizza." Lo supplicò Luka 

"No, ho un orgoglio io e tu vuoi mandarmi via per lei." Rispose il Kwami.

"Lo faccio solo per me stesso lo sai." Rispose allora il portatore. 

"Io potrei farti trovare il coraggio di affrontarla." Rispose lui girandosi.

"No, tu mi farai trovare la paura di perderla e mi ci farai litigare, è diverso." Disse allora lui slacciandosi il laccetto di caucciù. "Guitty mi saluti?" Chiese allora il musicista.

Il delfino uscì allo scoperto e con sguardo dolce si avvicinò al suo viso. "Sai che io potrei tenerlo a posto e aiutarti con lei." Gli disse per convincerlo, lui non parlava mai perché voleva dare i suoi spazi al suo portatore. Ma doveva tentare almeno una volta.

Luka infatti annuì e gli lasciò un piccolo bacio. "Sai che non sei destinato a me Guitty, come io so che con te i miei sentimenti potrebbero sembrare solo un'illusione." Ammise lui lasciando sorpreso il Kwami. 

"Solo i portatori di Kwami complementari possono innamorarsi tra di loro, lui non c'entra nulla con ciò che provi." Intervenne Rizza facendosi avanti.

Luka annuì, Raiongāru era la sua migliore amica e le sarebbe mancata, quindi poteva comprendere che col tempo forse sarebbe potuto accadere qualcosa tra di loro. Se non ci fosse stata Kagami, forse. 

"Questa è una cosa mia e devo farcela da solo. Vi voglio bene e mi mancherete, ma non così con lei, ho bisogno di verità." Disse ai due Kwami. 

"Mi riservo il diritto di andarlo a prendere semmai avessi bisogno di voi." Intervenne Adrien rosso in viso, quell'addio si era rivelato molto intimo e gli aveva fornito più informazioni di ciò che pensava. La lei di cui parlava Luka era Kagami? Di nuovo la consegna di due Miraculous aveva influito sulla vita di una coppia? 

Luka annuì e guardò Rizza. "Non volermene, sappi che mi mancherai molto e che sarai sempre mio amico Rizza." 

"Lascia subito quel Miraculous Luka Couffaine." Ordinò in risposta lo scorpione.

Luka fece per rispondere, ma notò gli occhi lucidi del Kwami così obbedì. "Addio." Gli disse sfilando lo scorpione del laccetto, dopo un po' di Rizza non c'erano più tracce.

"Luka!" Lo chiamò il delfino.

"Ehi piccolo!" Disse lui dolcemente.

Una lacrima scese dai grandi occhi del Kwami emozionando il musicista. "Andrà tutto bene, voi due siete legati da un doppio filo fin dalla nascita." Rivelò il delfino. "Mi raccomando, fai cose belle." 

Luka annuì cercando di non emozionarsi. "Grazie Guitty." Gli disse poco prima che scomparisse nella collana che poi consegnò ad Adrien insieme al ciondolo. 

"Grazie per avermi scelto Adrien, per me è stato un onore lavorare con te." Disse allora il ragazzo portando una mano all'anello del drago.

"Fermati." Gli disse Adrien. "Non puoi toglierlo, come farai ad aiutarmi con Lila se resti senza Miraculous." Affermò il biondo. 

Luka lo guardò sbalordito, ma Adrien continuò. "Comprendo i tuoi motivi con Rizza e Guitty, uno fa emergere una tua personalità che non ti piace, l'altro sentimenti che non pensi di provare. Ma Viraago è ciò che sei, lei si adegua alla tua personalità e io ho bisogno di una persona fidata e che non si faccia ammaliare con Lila." Disse lui.

Luka soppesò le sue parole poi abbassando la mano acconsentì. "Va bene, ti aiuterò con lei." 

"Grazie Luka, sei un amico." Disse allora Adrien prendendo il Miraculous dello scorpione e quello del pappagallo insieme.

D'improvviso intorno ai due miracoulus si formò un alone di luce rossa fino a quando al loro posto si trovarono davanti una custodia di chitarra con stampato un drago cinese in rilievo e sul sigillo il simbolo dei guardiani e dei Miraculous. 

"Wow! Adesso anche loro hanno una miracle box." Affermò Adrien.

"Marcel consegnami pure." Disse la voce di Kimmi a quel punto rivolto al suo portatore. 

"Ma... Kimmi!" Chiese il ragazzo. 

"Sai che quello è il posto più sicuro per me al momento. Pika Pika è un ladro di Miraculous e quella è la mia miracle box." Spiegò il Kwami.

Marcel annuì e nel farlo sorrise al Kwami e si tolse la fascia che aveva tra i capelli per consegnarla al cugino. "Me lo farei salutare qualche volta vero?" 

Adrien annuì. "Indubbiamente, noi siamo sempre qui." Rispose il modello andando ad aprire la miracle box che però era sigillata.

"Permetti?" Chiese Luka osservando la custodia della chitarra. Vi spostò su la mano con delicatezza tracciando un percorso lungo il corpo del dragone, si fermò ad un certo punto e schiacciò lasciando aprire un piccolo varco. 

"Come hai fatto?" Chiesero i due cugini.

"Note... non le vedete?" Chiese ai due.

Sbalordito Adrien posò il Miraculous per poi guardare Luka. 

"Ti ha scelto come suo guardiano lo sai?" Annunciò il modello. "Per ora la custodisco io, poi dopo che Ladybug ti avrà addestrato la prenderai tu." 

"Viraago è un drago occidentale, non si riferisce a me la miracle box." Ammise lui. 

Adrien rise all'amico. "Staremo a vedere amico, staremo a vedere." 

 

«Visto? Se ti avessi lasciato il Miraculous del pavone adesso se lo sarebbero preso.» la voce metallica di Felix attraverso il telefono perforò l'animo tormentato di Lila.

«Quel Red Scorpio è stato crudele, non ha avuto pietà di me.» disse lei, per quanto facesse la dura era realmente rimasta scossa.

«Ti sei attenuta al nostro piano, gli hai detto che non mi conosci?» chiese lui.

"Certo che l'ho fatto, ma Garri non lo sapeva, non avevamo mai previsto che me lo prendessero." Disse lei 

«Oh ma io non mi sono mai fidato di Garri, era un Miraculous libero e come tale imprevedibile. Lui non ha mai saputo io chi fossi, tu hai fatto il tuo dovere Lila e vedrai che presto sarai ripagata.» Le disse Felix 

"Come? Come potrei avere la mia vendetta Felix adesso che Ladybug e i suoi amici mi hanno tolto Garri? Mi avevate detto di perseverare e che Marinette sarebbe stata umiliata e per ora sembra che solo io sono umiliata quando non me lo merito." Si sfogò la ragazza.

«Fidati di me Lila, tu fai la brava e presto avrai una grande ricompensa. Il Miraculous del pavone ti aspetta al varco.» la incitò lui.

"Me lo darai?" Chiese lei speranzosa.

«Si, ma non adesso. Ladybug e i suoi amici ci starebbero addosso, devi essere paziente mia perfida amica ed io ti ripagherò.»

"Allora mi fido di te e ti aspetto Felix." Affermò lei.

«Brava la mia monella.» disse lui attaccando.

Lila scosse la testa, odiava Felix e come la chiamava, essere trattata come una persona malvagia e senza scrupoli però, quello le piaceva. Posò il cellulare ed andò alla finestra, Marinette Dupain Cheng doveva tremare, appena avrebbe avuto il nuovo Miraculous non si sarebbe fatta scrupoli ad attaccarla per prima. 

 

Marinette rimase stupita nel trovarsi sul pianerottolo della sua stanza Raiongāru in persona. Si chiese come mai fosse lì e se fosse accaduto qualcosa con Lila in sua assenza. Era assurdo ma con l’italiana non riusciva mai ad abbassare la guardia, troppa perfidia in una persona per giunta della loro età. 

Lasciò entrare la portatrice del coraggio in casa e quando furono sole Kagami sciolse la trasformazione che la rendeva un’eroina acclamata.

“È successo qualcosa Kagami?” Chiese preoccupata la giovane fashion designer. 

Ella scosse la testa mentre attendeva che Nissa si rifocillasse. “Niente di preoccupante amica mia.” Le disse sospirando. “Red Scorpio ha restituito il suo Miraculous però.” Le disse “Cioè mi ha detto che avrebbe restituito tutti e due i Miraculous in realtà.” Affermò allora.

Marinette annuì con sguardo malinconico. “Abbiamo cercato a farlo desistere, purtroppo è stato irremovibile.” 

“Ma le sue ragioni sono più che giuste.” Lo giustificò allora Kagami. “Sono solo cents a dirti che credo sia il caso faccia lo stesso anche io.” 

Marinette sussultò. “Vuoi lasciare il tuo ruolo di Raiongāru?” 

Lei fece spallucce. “Marinette io non voglio un altro Red Scorpio, una persona a cui mi affeziono e poi va via.” Ammise a quel punto la nipponica.

“Sei innamorata di lui.” Affermò Marinette.

Ma Kagami rise rilassata. “No, no questo no. Ma è diventato il mio migliore amico e confidente e l’ho perso così come è arrivato, in un attimo. Quindi preferisco restituirti i Miraculous, Larss mi racconta spesso delle sue avventure con Guitty e se non lo avesse a fianco so che soffrirebbe. Nissa mi ha raccontato una volta che quando i Kwami sono nella miracle box solitamente sono tutti insieme in un mondo quantistico.” 

Marinette annuì. “Sì, la miracle box è la loro casa e non vivono nei cofanetti dei Miraculous. Non so sinceramente come sia fatto questo posto però.” Affermò la corvina. “Quindi non vuoi più essere Raiongāru.” 

“Semmai ne avrete bisogno Marinette sai dove trovarmi.” Le disse allora Kagami. “Fin quando non avrete un altro Red Scorpio, ripeto non voglio affezionarmi per poi perdermi di nuovo.” 

Marinette la osservò dolcemente “Cosa ti ha detto lui quando glielo hai detto?” Chiese 

Kagami fece spallucce. “Ma ti pare che gli dicevo una cosa del genere, non avrei mai potuto. Però gli ho detto che mi mancherà e che è il mio migliore amico.” 

Marinette sorrise, la solita Kagami che si teneva tutto dentro. “Sono sicura che  sia stato gentile con te.”

Kagami annuì e si abbracciò i fianchi. “Mi ha detto che sarò sempre la sua migliore amica e che forse un giorno potremo incontrarci senza accorgercene e che ci ritroveremo.” 

Marinette aprì la bocca esalando un respiro, quanto avrebbe voluto dirle che già si erano incontrati e sì conoscevano. Ma non poteva, era obbligata dal segreto dei guardiani a non dirle nulla. “Io non ti lascerò mai andare, lo sai vero? Tieni almeno Ek tangaavaala per farti compagnia.” 

La ragazza la guardò e sorrise alla corvina e al piccolo unicorno bianco e rosa che le volava intorno. “Non abbiamo più la minaccia di Papillon ma va bene.” Le disse dando un bacio a Nissa e Larss. “Fate i bravi, mi mancherete.”  

“Siamo rimasti che controlliamo Lila tutto insieme, giusto?” Disse Marinette osservandola togliersi i Miraculous e riconsegnarli.

“Vero anche questo, mantengo la parola data e ti aiuterò Marinette.” Disse Kagami.

La corvina sorrise ed annuendo andò a prendere la miracle box dove vi poggiò dentro Nissa e ne estrasse invece il Miraculous del dragone. Tornò dall’amica e glielo porse.

“Non c’è portatore migliore di te per Loong, Kagami, saprà aiutarti contro qualsiasi minaccia insieme a Ek tangaavaala.” 

La nipponica seguendo tutti i gesti dell’amica non si era aspettata quell’azione, prese la scatola e la aprì lasciando uscire allo scoperto il Kwami del drago.

“Felice di rivederti Kagami San.” 

“L’onore è tutto mio Loong San.” Rispose ella contenta per poi rivolgersi all’amica. “Grazie infinite Ladybug, prometto che ne farò buon uso.” Le disse mettendo la collanina al collo.

Marinette annuì. “Lo so, tu sei perfetta.” Ammise mentre ella si trasformava. 

“Bene, adesso vado, ci si vede in giro Marinette.” La salutò a quel punto.

“Ryuko!” La fermò la corvina, lei si voltò. “Se hai bisogno di un amico io ci sono, come anche  Adrien e Luka.”

Lei inclinò la testa leggermente. “Io e Luka non siamo amici, cioè mi è stato vicino in un momento importante ma non siamo amici. Non come te e me o Adrien.” Rispose 

“Ah... pensavo che tu e Luka fosse... amici.” Disse imbarazzata Marinette.

La nipponica scosse la testa. “Non so cosa siamo, conoscenti sì, compagni forse. Ma non di sicuro amici, questo no Marinette. Adesso devo andare prima che mia madre abbia dei sospetti.” Disse salutando l’amica e sgattaiolando fuori dalla stanza.

Marinette l’aveva seguita con lo sguardo, aveva pensato che tra Luka e Kagami c’era qualcosa, avevano passato insieme il giorno di Natale e lei aveva detto che nelle vesti di eroe erano molto amici. Non si era aspettata una risposta così fredda dall’amica, non riusciva ad immaginare una definizione peggiore dell’essere solo un amico fino ad allora. Ma la frase: non siamo amici e non so cosa era tanto peggio.

 

—————

Finalmente un po’ a tentoni sono riuscita a concludere questo capitolo. 

In questo giorni scriverò il prossimo che è il conclusivo di questa parte, non so se concludere questa storia i come detto già su EFP continuare così da dare un senso a tutto ciò che si sta leggendo. Devo pensarci poiché comunque una bozza dei nuovi nemici è qui, quindi prima bisognerebbe aver letto Miraculous mistery. 

 

Secondo punto, un argomento che non ho mai trattato e per cui vorrei delucidarvi. Come avete ben visto non ho mai raccontato né la Lukanette, né la Adrigami ed ora a conclusione storia, per chi se lo fosse chiesto, ve ne spiego le motivazioni.

Sia Luka che Kagami sono due personaggi molto belli e bene impostati, sappiamo entrambi per Spoiler nella quarta stagioni saranno entrambi riakumizzati ed ovviamente il motivo è più che chiaro. Soffriranno per Marinette e Adrien e dovrebbe esserci una ‘resa dei conti’ per queste due coppie. Resa dei conti che io ho voluto addolcire perché realmente mi piangerebbe il cuore a vedere una Kagami e un Luka ‘presi in giro’ perché Adrien non si fila a Marinette e perché Ladybug non si fila a Chat Noir. Per me sarebbe crudele appunto che loro siano una `ruota di scorta` non dovrebbero esserlo di nessuno. Soprattutto perché sono due personaggi estremamente intelligenti e più svegli dei nostri protagonisti, sanno cosa Marinette e Adrien provano l’uno per l’altro e andarli a mettere in una situazione del genere veramente mi farebbe piangere il cuore. 

Vero che a 14/16 anni le delusioni in amore ci sono, ma non ti ci vai a mettere da solo. ‘Oh oh eccomi qua.’ 

Non lo farebbe una persona come Kagami che ci si butterebbe su Adrien se ne avesse la certezza anche a costo di rovinare un’amicizia fiorente con Marinette. Non lo farebbe Luka che prima di far sentire una musica a Marinette ha chiesto più volte alla nostra protagonista se ha ‘dimenticato Adrien’. Non è così purtroppo! Loro sono intelligenti e se ci devono essere degli avvicinamenti per me si tratta di due soli: Adrien a Marinette e Ladybug a Chat Noir. Nel contesto come letto in questa storia, Marinette e Chat noir già si sono avvicinati, dalla seconda stagione. Marinette è infatti l’unica a conoscere lati nascosti di Chat noir che neanche Ladybug si sogna. 

Detto questo vi aspetto al prossimo capitolo. Grazie a tutti per l’attenzione!

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Capitolo 46
*** Parte 45ª - Non è un addio ***


Attenzione: forse nel capito ci sono termini troppo crisi e non adatti ad un pubblico minorenne.

Marinette osservava i due biglietti che le erano rimasti per il concerto di fine anno di Jagged Stone. Mancavano poche ore all'inizio e lei era ancora indecisa sul chi scegliere, come confermato da Chloé quando era andata a consegnarle la maglia, la Bourgeois aveva invitato Marcel che aveva anche accettato. 

Lei e Adrien avevano pensato insieme a chi consegnare i due biglietti restanti, il primo nome venuto in mente alla corvina era stato quello di Luka essendo lui un grande fan di Jagged. Ma non aveva osato dirlo ad Adrien non sapendo come il suo ragazzo avrebbe potuto prenderla.

"Se lo consegno a Juleka vorrà portare Rose, ma poi lo scoprirebbe Luka e potrebbe pensare male che non ho dato il biglietto a lui." Disse Marinette elaborando sempre altri scenari. "Se ne do uno ad Alix forse non ci sarebbero problemi, ma poi mi resta il dubbio dell'ultimo biglietto se invece li consegnassi a coppia, Yvan e Mylène? A lei però non piace Jagged. Max o Kim? Non conosco i loro gusti musicali, oppure potrei darlo a Nathaniel che potrebbe chiedere a Marc di accompagnarlo e allora io non so a chi scegliere. E se dandoli a due offenderei tutti gli altri... non so cosa fareeee!" Terminò mettendosi le mani in viso disperata. 

Adrien aveva sorriso e se l'era stretta tra le braccia dandole un bacio sul collo divertito. "Marinette ti stai facendo troppi problemi. Se temi di offendere i nostri amici scegliendone solo due di loro, non puoi dare a nessuno i biglietti." Le disse lui continuando a baciarle il collo. 

Marinette sorrise tremando mentre un brivido le scorreva lungo la schiena. "Mi distrai così Adrien." 

"E io che volevo farti rilassare o meglio farti concentrare su di me." Le sussurrò lui carezzandole il viso e avvicinandolo al suo. "Potresti dare i biglietti ai tuoi cugini." Le disse baciandola.

Marinette si lasciò andare a quell'attimo di intimità ricambiando il suo bacio. Adrien la spinse lungo la choise lounge invadendo le sue labbra e cercando la sua lingua. Marinette come sempre ricambiava ogni suo gesto facendosi ogni volta ella stessa sempre più audace, lei stessa attirò il ragazzo contro di se, incrociò le mani al suo collo torturando i suoi capelli mentre le loro lingue danzavano in un bacio erotico.

Le mani di Adrien la risvegliavano ovunque  la toccassero e come sempre da un bacio casto si arrivava a desiderare sempre di più. Solo quando giungevano al limite i due rinsavivano allontanandosi l'uno dall'altro. Adrien era infatti sicuro che se fosse andato oltre la stima che Tom Agreste aveva verso di lui sarebbe scesa miseramente e in quella casa non avrebbe più potuto mettere piede. Così anche quella volta nel momento stesso in cui le sue mani giunsero sul suo ventre il ragazzo si fermò e  lentamente si staccò dalle sue labbra e dal suo corpo.    

La ragazza lo osservò mugugnando e carezzandogli i capelli con fare sognante poi sospirò. "Cosa dicevi?" 

Adrien sorrise e le diede un bacio a stampo. "Ho detto Hui e Yen!" 

"Mmm..." disse lei incastrando una ciocca bionda tra le sue dita, i suoi capelli erano soffici  al fatto. "Lavorano la sera di capodanno." 

"Marinette  la scelta allora sono Luka e Kagami, loro non frequentano la nostra classe. Così nessuno ne ha a male." Le disse il ragazzo sollevandosi dal suo corpo. 

Lei fece una smorfia, non tanto per la sua proposta quanto per il suo allontanamento. 

"Io chiamo Kagami e tu Luka?" Propose abbracciandosi alle ginocchia.

Lui si alzò dalla choise lounge e la guardò. "Credo debba chiamarli tutti e due tu, i biglietti sono tuoi e io ho da chiedere una tarte tatin a tuo padre." Disse alzandosi per darle un altro bacio. "Mi raggiungi in pasticceria prima che il gorilla arrivi a prendermi?" Le chiese 

Lei annuì e andò a prendere il telefono. "Come sta tua madre, ha iniziato ad uscire dopo la conferenza stampa?" Chiese al biondo.

"Non ancora, sopratutto perché i giornalisti ancora insediano la Villa, ma non vede l'ora che tutto si calmi così che possa conoscerti." Le rispose lui. 

"Vedrai che andrà tutto bene, anche io non vedo l'ora di conoscerla." Disse la corvina anticipandolo ed uscendo dalla stanza.

Adrien la seguì senza parlare, piuttosto attento nel caso dovesse prenderla al volo visto che nello scendere stava mandando un messaggio. 

"Oggi vedremo se le piace la tarte tatin che fanno i tuoi genitori." Disse alla fidanzata una volta fuori la porta interna della pasticceria.

"Sicuramente sì i miei genitori fanno i dolci più buoni di Parigi." Disse lei mentre il cellulare notificava un messaggio, era la risposta di Luka. 

"Luka viene al concerto e ti ringrazia per aver pensato a lui." Annunciò al fidanzato.

"Al limite chiedo a papà di parlare con madame Tsurugi per convincerla a mandare anche Kagami." Disse lui una volta nel locale.

"Ciao Adrien." Lo salutò Sabine appena lo vide.

"Buon pomeriggio Sabine, buon pomeriggio Tom." Salutò il ragazzo con un sorriso.

Vederli così allegri e innamorati sempre era una gioia per il cuore. Doveva ammettere il giovane modello che fino alla settimana appena trascorsa per lui, la coppia Dupain Cheng era stata un esempio da seguire. Gli piacevano, gli erano sempre piaciuti, erano uniti e sostenevano la loro figlia in tutte le sue scelte. A differenza loro suo padre si era sempre mostrato restio a fargli spiegare le ali verso la libertà, questo fino a quando non c'era stata la resa dei conti. Comprendere che lui era Chat Noir e che sapesse difendersi e affrontare la vita, forse in modo migliore rispetto a se stesso, aveva fatto aprire gli occhi a Gabriel. Gli aveva fatto comprendere che per poter crescere bisognava dargli un minimo di libertà e soprattutto fidarsi di lui. 

Dopo il ritorno di Emilie le cose erano andate in meglio, Adrien aveva ritrovato la sua famiglia, la sua affettuosa madre che cercava di far comprendere al padre i suoi errori. Ancora era impacciato con lei Adrien, ma era comprensibile erano solo tre giorni che Emilie era ritornata e tutto era nuovo  a Villa Agreste, per lui, per suo padre e sua madre e per la povera Nathalie. Adrien comprendeva benissimo I sentimenti di lei nei confronti di suo padre e si rammaricava per lei di quella situazione. Ma non sapeva come risolverla, sinceramente già aveva abbastanza problemi per essere un ragazzo di quasi quindici anni e non poteva mettersene altri sulle spalle, soprattutto problemi da adulti. 

Venne distolto dai suoi pensieri da una splendida tarte tatin decorata con meringhe sul bordo e spolverata di cannella e zucchero a velo. 

"Ecco a te la mia magnifica Tarte tantin appassionata Adrien. Spero che a tua madre piaccia molto di più della classica." Gli disse Tom 

Adrien la osservò con lussuria, quella torta era magnifica ed era sicuro che sarebbe piaciuta a sua madre proprio come a lui già solo dal senso della vista. 

"È stupenda, credo che abbia saputo rivisitarla molto bene." Disse il ragazzo.

"Soprattutto perché ho un paio di ingredienti segreti sia nella sfoglia che nella meringa. Ne ho preparate per una mia cliente abituale e visto che ne ho fatte un po' le ho messe anche in vendita." Disse orgoglioso il pasticciere.

"E sono sicuro che queste sono meglio." Affermò il biondo. "Quanto le devo?" 

"Oh Adrien per favore, non puoi chiedermelo." Il ragazzo fece una smorfia. "Signor Dupain Cheng se non prende i soldi sarò costretto ad andare in un'altra Boulangerie. Tipo quella di fiducia di mia madre!" Gli disse.

Tom guardò il ragazzo sbigottito mentre la risata di Sabine si sollevava per aria. "Questo ragazzo sa il fatto suo." Disse emettendo una ricevuta e passandola al ragazzo di sua figlia. "Questo è quanto Adrien." 

Il ragazzo sorrise alla madre di Marinette e lesse l'importo restando comunque basito. Sabine continuando a guardarlo annuì comprensiva. "È un buon compromesso lasciarti pagare ma a prezzo di costo. Non trovi?" 

Lui sospirò e pagando il dolce decise di non prendere anche i biscotti al burro per Gurru. 

"Io e Sabine vorremmo chiederti se ti farebbe piacere pranzare con noi il primo dell'anno, oppure alla vigilia." Disse poi Tom al giovane Agreste. 

Il biondo ne fu sorpreso e colpito, guardò la ragazza e sorrise. "Devo chiedere a mio padre, non so se mi darà il permesso e... mi farebbe tanto piacere comunque." Affermò arrossendo. 

I Dupain Cheng sorrisero al ragazzo abbracciandosi.

"Tranquillo Adrien, comprendiamo. Sarebbe comunque la prima festività con tua madre, se non riesci ad esserci ci farebbe comunque piacere vederti più tardi anche per gli auguri." 

Il ragazzo sorrise e prendendo la mano a Marinette disse che non si sarebbe mai perso un'occasione del genere per stare insieme. Intanto la porta si aprì lasciando entrare la sua guardia del corpo, con molte probabilità era tanto che aspettava fuori. "Devo andare, Marinette ci sentiamo a telefono." Le disse dandole un bacio sulla guancia e strizzandole poi l'occhio. 

Marinette gli sorrise e lo seguì alla porta e quando tornò con un sorriso beota andò ad abbracciare i genitori. 

"Vi voglio bene lo sapete." Disse loro 

Tom strinse le sue donne tra le sue braccia dando una stretta energica a entrambe. "Anche voi siete la mia vita." Disse 

Adrien arrivò a casa di lì a breve, una volta dentro fu accolto da Marcel che sembrava scocciato. "Non si fa coppia nei concerti vero?" Chiese al cugino e amico.

"No, non penso. Siamo tutti insieme come un gruppo di amici che si diverte e tu dovresti divertirti, Chloé non è come sembra lei ha anche..." Adrien cercò di trovare le parole giuste, ma non le trovò. "Ha tanto, tanto dentro." 

Marcel lo guardò sollevando un sopracciglio. "Molto dentro, tanto in fondo sembra." Lo indirizzò lui. 

Adrien sorrise scuotendo la testa. "Cerca di capirla, mentre tu venivi portato in giro ovunque andassero i tuoi, lei veniva lasciata a casa da sua madre mentre il padre si dedicava alla politica." Spiegò il cugino.

Marcel sospirò. "Questo non l'autorizza a disprezzare cani e porci e modi di fare altrui. Cos'hai lì?" Chiese puntando la scatola che il biondo si portava dietro. 

"Ho preso un dolce alla mamma." Disse lui. 

"Avevo avvertito uno splendido profumo ma non pensavo fosse per me." Si annunciò Emilie scendendo all'entrata seguita dal marito.

Il modello osservò ammaliato e incantato sua madre mentre ella apriva la scatola restandone immensamente colpita. 

"Ma questa tarte tatin assomiglia a quella che faceva Tomás." Disse guardando il marito. "Non è uguale Gabriel?" 

L'uomo annuì. "Devo ammettere che adesso riconosco il nostro dolce abituale." 

Adrien seguì stupito la scena. "Andavi dai Dupain Cheng mamma?" Chiese il giovane.

Emilie sorrise al figlio prendendo una meringa dalla torta, si sentiva l'aroma dello zenzero nell'aria. "No tesoro, io mando Armand solo da Tom e Sabine." 

Adrien restò muto come anche Marcel e lo stesso Gabriel, sua madre era cliente dei genitori di Marinette da prima che lui diventasse Chat Noir e che accadessero tutti gli eventi che li avevano portato a quel presente, era incredibile. 

"Abbiamo anche il dolce per cena." Ammise Emilie tranquilla.

Al che Adrien si concentrò sul padre, era più forte di lui, forse l'abitudine oppure ancora non accettava il ritorno di sua madre. Non lo sapeva, comprendeva solo che le sue richieste per il momento doveva farle solo a suo padre, lui conosceva i suoi amici, Marinette e anche i Dupain Cheng. 

"Tom e Sabine mi hanno invitato a trascorrere del tempo con loro dopo domani, così da poter festeggiare il primo dell'anno insieme." Gli disse.

Gabriel lo guardò impassibile come sempre poi assentì con la testa. "Puoi andare, come dovresti portare i nostri saluti e auguri da parte nostra. Anzi lascia, li faremo direttamente a Marinette." 

"Marinette?" Chiese Emilie. "La bambina di Tom e Sabine?" La signora Agreste guardò prima il marito e poi il figlio. "Ma allora sei andato veramente da loro Adrien, mi ricordo di Marinette. Era una bambina deliziosa con le trecce, si diverte sempre a giocare alla Boulangerie."

"Eh... io... ecco..." Rispose Adrien rosso in viso. "Credo che andrò a prepararmi per la cena." Disse esclissansosi su per le scale.

Marcel rise divertito avvicinandosi alla zia. "Da quanto tempo manchi alla Boulangerie zia? Perché sai Marinette è nostra coetanea." Le disse 

Emilie arrossì per l'imbarazzo, ma certo doveva essere cresciuta anche lei. L'ultima volta che era stata alla Boulangerie la piccola aveva quasi dieci anni. "Si credo che sia passato molto tempo, sopratutto perché negli ultimi anni mandavo Armand a prendere i dolci." Affermò per poi sorridere. "Quindi siete amici di Marinette?"

"Emilie." Si intromise allora Gabriel, lei si voltò  per dargli tutta la sua attenzione. "Ti ricordi i nuovi modelli che ti ho fatto vedere?" 

"Certo, quelli della ragazza di Adrien." Disse lei con un sorriso malizioso, non poteva ancora credere che il suo bambino fosse cresciuto così tanto da avere una ragazza. Ma effettivamente quella era la realtà. 

"Ebbene la ragazza di Adrien è appunto Marinette, la giovane stilista che conosci già di nome." La avvertì.

Emilie sgranò gli occhi dalla sorpresa. Non sapeva cosa dire al marito, come già le era capitato qualche volta durante quei giorni. Ma aveva bisogno di ritrovare quella complicità che tanto li accomunava e che li rendevano una cosa sola.

"Dovrai dirmi tutto ciò che mi sono persa Gabriel, forse ritrovarci con i nostri amici potrebbe spronarti di più." Propose lei, l'incontro con Amelie era stato emozionante eppure freddo. Aveva scoperto della morta di Walter, ma nell'altro era trapelato dalla sorella e a parte di come Felix stava diventando un uomo, come andasse fiera di lui, come avesse i voti più alti della classe, nulla era emerso dal loro incontro. 

Emilie aveva bisogno di incontrare coloro che definiva i suoi amici e purtroppo Nicole e Pascal erano scomparsi, Audrey e André avevano saputo del suo ritorno di sicuro e anche Tomoe. Oh Tomoe, cosa aveva mai fatto a suo marito, come poteva rimediare all' errore più grande. L'avrebbe mai perdonata Tomoe? 

"Potremmo incontrare Tomoe Tsurugi, era amica tua può essere che le farebbe piacere incontrarci." Buttò lì la signora Agreste.

Il marito annuì. "Ti ricordo che ero amico di Mika e Leonard, e solo dopo il loro matrimonio abbiamo avuto contatti con i Tsurugi. Sta di fatto che sento spesso Tomoe quindi potremmo organizzare un incontro con lei se ti va." 

Emilie sorrise al marito. "Sono contenta che tu abbia mantenuto i contatti con lei." 

Gabriel annuì senza rispondere altro, preferiva non dire a sua moglie che il pensiero di Tomoe andava comunque sempre a suo marito Leonard. 

"Potremo uscire domani e accompagnare Adrien e Marcel al concerto." Propose 

"Gabriel! Ne abbiamo già parlato, lascia andare Adrien a questo concerto da solo con i suoi amici." Disse allora la donna.

"E lo farà, ma sarà più comodo arrivare in auto anziché in metro. In fondo dobbiamo pensare alla loro sicurezza, Nicole e Pascal confidano in me affinché non accada nulla a loro figlio." Intervenne Gabriel.

"Lo hai akumizzato!" Affermò la donna con dispetto. 

"Poi mi sono fatto perdonare." Disse lui sospirando. "Sai che dovevo provare di tutto per impadronirmi dei Miraculous." 

La donna si allontanò da lui e gli fece una linguaccia. "Meno male che alla fine sei rinsavito. Anche se dobbiamo trovare chi ti ha rubato Nooro e Duusu Gabriel." Disse tornando seria.

Lui si avvicinò alla moglie e le prese la mano. "Lo faremo, Chat Noir e Ladybug affermano che Pika Pika è molto più crudele di Papillon e che non si fa scrupoli a far del male alle persone." 

La donna fece un cenno con la testa e indicò la sala da pranzo al marito. "Vi va di raccontarmi tutto durante la cena?" 

Lui assentì. "Chiederemo ad Adrien di raccontarci di nuovo il suo viaggio a Londra appena ci raggiunge." 

La donna sorrise e si aggrappò al braccio del marito. "Perfetto." 

 

Kagami era sgattaiolata fuori di casa appena terminata la cena con sua madre. Aveva promesso a Marinette e Adrien che li avrebbe aiutati con Lila Rossi e non si rimangiava la parola data, così nei panni di Ryuko aveva iniziato a correre verso casa Rossi sui tetti parigini.

Quanto le era mancato Loong, gli era sempre piaciuto combattere al suo fianco, tutta la grinta che riservava nei suoi allenamenti, la incanalava anche nella percezione del Miracoulus. Giunta all'abitazione dell'italiana si appollaiò sul tetto più vicino e tenne fisso lo sguardo sulla finestra della sua camera.

"E tu cosa ci fai qui?" 

Sussultò sul posto Ryuko voltandosi verso quella voce. Riconobbe il ragazzo dalla tuta blu e argento subito, cosa ci faceva lì Luka? 

"Non mi aspettavo di vederti qui Draak." Lo salutò la ragazza. "Davo uno sguardo a Lila Rossi, una volta ha manipolato Adrien e quindi adesso che Ladybug mi ha restituito Loong io..." 

Lui le si avvicinò poi sorrise. "La prima parte è la verità, la seconda una mezza bugia e l'ultima è invece la verità. Però fidati sei negata per le bugie." 

Lei rise, non tutti erano bravi come Lila Rossi. "Una volta ha realmente manipolato Adrien, si è infilata a casa sua e lo ha anche baciato."

"Tipo di bacio?" La prese in giro lui.

"Innocente, però era per farti capire che..." 

"... si era presa troppa confidenza." Finì lui per lei. Kagami annuì con la testa e intanto lui continuò. "Non otterrai nulla da qui, è nella sala da pranzo con Felix Grahman de Vanilly."

"Come mai sei qui?" Chiese lei. "Cioè se sai già dov'è dovresti sorvegliarla da un'altra postazione." Ci tenne a precisare lei, non voleva impicciarsi degli affari suoi.

"Chat Noir e Ladybug mi hanno chiesto di aiutarli a controllare la ragazza non volendo mettere in pericolo l'ex portatore dello scorpione." Disse lui a quel punto, poi le regalò un sorriso ambiguo. "Non ero interessato alla loro conversazione." 

"Ma se mentre non ci sei si dicono qualcosa di importante? Ladybug vuole sapere se Lila ha dei complici." 

"Sei qui per questo?" Chiese lui. 

"Raiongāru e Shé Gūniáng le hanno restituito i Miraculous e io le ho sempre detto che l'avrei aiutata." Ammise allora lei. 

Lui annuì. "Per ora non si stanno dicendo nulla, restiamo qui." 

Kagami scosse la testa, quando ci si metteva Luka sapeva essere testardo. Lo prese per mano e lo guidò lungo il tetto fino a saltare sulla finestra che dava nella cucina dei Rossi, da lì la nipponica fece pressione con la spada ed entrò incitando il compagno a seguirla. 

"Ryuko no!" Disse ancora lui. 

Ma Kagami testarda scosse la testa ed entrò in stanza seguendo le voci.

"Così mi piaci perfida bambina." Diceva Felix.

"Sì, sono perfida e mi piace." Rispondeva l'italiana, Kagami ci aveva visto giusto, stavano avendo una conversazione. Con un gesto della mano incitò il compagno a seguirla, ma lui non si muoveva da lì. Allora la nipponica tornò sui suoi passi e afferrandogli la mano se lo trascinò dietro. 

"Stanno parlando." Gli disse.

"Nei sei sicura? A me non sembrava stessero parlando prima." Sussurrò lui seguendola arrendevole.

"Si, lui le ha ricordato che è cattiva." Affermò allora la ragazza drago.

Luka la seguì a malincuore, eppure quando li aveva visti meno di una decina di minuti prima sembrava fossero intenzionati ad altre cose, era passato sul bacio che Felix aveva dato a Lila Rossi appena ella aveva aperto la porta, aveva anche atteso che quel momento di saluti passasse. Ma quando aveva visto che lui insinuava la mano sotto la gonna di lei aveva capito l'antifona ed aveva deciso di eclissarsi. E invece adesso Kagami  gli stava confermando che i due stavano avendo una conversazione.

Che si fossero accorti di lui ed avevano voluto depistarlo? 

Una volta alla porta Kagami gli fece cenno di tacere e raggiungendola il ragazzo aprì uno spiraglio per sentire meglio, effettivamente parlavano.

"Sei falsa e senza scrupoli ogni volta che la tua perfidia prende il sopravvento mi diventa duro." 

Luka si ritrasse immediatamente, non aveva frainteso prima, proprio no. Kagami gli diede una gomitata, ma cosa gli prendeva? Inclinò di più il viso per guardare oltre lo spiraglio mentre Lila rispondeva al biondo.

"Oh lo sento, lo sento benissimo. E sai cosa, questo mi eccita, mi eccita come quando mostri il tuo vero viso, i capelli scomposti sono la natura perversa che riservi solo a me!" Diceva lui.

"E allora se lo senti apri queste dannate cosce, voglio sbatterti sul divano di tua madre, almeno per un'ora."  

Luka attirò a se Kagami nello stesso momento in cui la sentì sussultare, le tappò la bocca usando il potere dello spazio tempo e portandola via di lì. 

Ma perché non era rimasto sul tetto, maledizione. 

"Oh cielo! Oh cielo!" Disse Kagami allontanandosi da lui e sfiorandosi il volto in fiamme. "Loro stavano... stavano..."

"Ti avevo detto che non stavano parlando di nulla. Testarda e irruente." La riprese lui rimettendosi seduto sul tetto, si nascose dietro un comignolo e sciolse la trasformazione.

"Potevi dirmelo... cioè ma come si fa a fare queste cose. Hanno la nostra età o meno." Disse lei mentre lo osservava dare da mangiare al suo Kwami. 

Luka si voltò di scatto con cipiglio. "Ho insistito e sì a questa età si fanno queste cose." Le disse a questo punto. "La prossima volta ti pregherei di ascoltarmi... Viraago trasformami." 

"Sei arrabbiato con me! E poi da quando a quindici anni si fanno queste cose? Tu non le fai." Affermò lei accigliata. 

Lui scosse le spalle esasperato, veramente voleva parlare di quello? "Solo perché non lo faccio adesso non significa che non l'abbia fatto in passato. Ho quasi sedici anni ed ho avuto una ragazza in passato." Disse lui.

Lei si porto le ginocchia al petto e poi vi strinse le braccia attorno e ci poggiò il capo guardandolo. "Veronique." Fino ad allora l'aveva sentita nominare una sola volta, ma tanto le era bastato per avere impresso il suo nome nella mente. 

Luka puntò lo sguardo su casa Rossi poi sospirò. "Veronique sì! La conobbi un anno fa, durante il processo di continuazione al lycée, lei all'epoca era in seconda. Mi notò e decise che dovevo essere il suo ragazzo, quando una volta al liceo ho scoperto che per lei era figo avere un ragazzo più piccolo decisi di lasciarla."  Raccontò in breve. 

"Non la amavi quindi?" Chiese lei. 

Lui soppesò la risposta anche se alla fine decise di essere sincero, non gli piaceva omettere la verità bella o brutta che fosse. "No, non la amavo. Però sapeva farsi piacere, era intrigante e sapeva come prendersi ciò che voleva. Ti ripeto Kagami a quest'età è normale lasciarsi andare ai rapporti sessuali, per non è una scoperta continua. Il nostro corpo ci porta a conoscerci e imparare a capire le sensazioni." 

"Ma Lila e Felix... loro sono." Cosa erano, non lo sapeva neanche Kagami. "Perché, io sapevo che a Lila piace Adrien?"

"Erano insieme anche a Natale Kagami non ricordi? Forse Lila ha pensato che Felix fosse più alla mano di Adrien e per lei uno vale l'altro data la somiglianza. E ci sta se una persona si fossilizza solo sull'aspetto estetico in una coppia." Ipotizzò allora lui.

"Una coppia?" Chiese la nipponica. 

"Una coppia sì, due persone che stanno insieme, come abbiamo potuto vedere quei due stanno insieme come una coppia." Affermò allora lui. 

Kagami tacque, non sapeva cosa dire. In quei racconti Luka non parlava d'amore, non che lei fosse una romantica, anzi lei era pratica e pragmatica. Ma da qui a decidere a tavolino un rapporto fisico come quello che era sembrato lo spettacolo di poco prima, non ci arrivava. Ci voleva qualcosa di più per essere una coppia vera come Marinette e Adrien, sussultò.

"Secondo te anche Marinette e Adrien fanno?..." 

"No!" La stoppò Luka scuotendo la testa. "Veramente non puoi chiedermi una cosa del genere, ne so quanto te e sinceramente non sono fatti miei e non voglio saperlo."

Lui mise un leggero broncio, non voleva offenderlo, le era solo venuto spontaneo pensare anche a loro due. "Te lo chiedevo solo da..." soppesò l'aggettivo giusto, come potevano definirsi, ex cotte?

"Da cosa Ryuko?" Disse allora lui puntando gli occhi azzurri nei suoi castani. 

"Compagni di avventura!" Terminò allora lei. 

"Compagno d'avventura! Interessante questa ancora non l'avevo sentita." Affermò allora lui. 

"Come la definiresti? Abbiamo vissuto la stessa esperienza e ci siamo trovati allo stesso punto con le spalle al muro entrambi, ad affrontare le nostre scelte e..." 

"Basta ti prego!" Disse allora lui. 

"Tu ami Marinette...."

"A me piaceva Marinette, era una musica pura che rendeva limpide le mie giornate, ma era un sole che non splendeva su di me e l'ho compreso ed ho cercato di non scottarmi perché sapevo e vedevo. Per quanto le volessi bene non sono rimasto ferito profondamente da quello che è successo con Adrien." Disse allora lui secco, non era stato stupido all'inizio di tutto e ancora non lo era. "Tu ami Adrien al contrario o pensi che devi amarlo perché è simile a te, come te costretto a seguire delle regole e ad essere il figlio perfetto, quindi vi potevate capire e lui era perfetto per te. E testarda come sei ti sei convinta di amarlo e adesso ne stai soffrendo." 

"Non è vero!" Ammise lei. "Non sto soffrendo, come te ho accettato da tempo che loro due si amassero, è vero ci sono stata male. Ma ho affrontato tutto, le ripercussioni sulle decisioni prese solo da me e ne sono uscita più forte di prima." 

"Perfetto, allora fammi un favore, non parliamone più, perché farlo non ci aiuta." Disse lui sollevando il capo e seguendo con lo sguardo oltre il bordo del tetto. "Felix sta andando via, possiamo anche andarcene." Disse indicandolo alla compagna mentre si immetteva nel traffico pedonale. 

Ryuko annuì e gli prese il polso per attirare l'attenzione di lui. "Perdonami, non volevo offenderti." 

Lui la guardò e annuì sorridendole. "Non definirmi compagno di avventure." 

Lei strinse le labbra e annuì. "Scusami, il problema è che non so come definirti." 

Lui sussultò. "Non..." tirò un attimo su il fiato. "Non sai come definirmi?" 

Lei scosse la testa. "Non siamo amici, Marinette e Adrien sono miei amici e capisco la differenza. Forse siamo compagni, ma anche lì c'è una differenza, Claire e Linette sono mie compagne e tu sei più di loro. Sei diverso da tutti e non so come definirti." 

Lui annuì e nel farlo chinò lo sguardo sulla mano di lei ferma sul suo braccio, con delicatezza gliela scostò per poi dirle ciò che pensava. "Facciamo così, quando avrai capito cosa sono per te me lo spieghi. Fino ad allora comportiamoci come due studenti che condividono la stessa classe." 

"Cosa significa?!" Chiese lei mentre quel suo tono calmo la faceva tremare dentro.

"Significa che devi capire cosa sono Ryuko, quando lo avrai fatto saprai dove trovarmi, addio." E così dicendo prese a correre sui tetti parigini senza voltarsi indietro. Per quel giorno e per quella settimana aveva dato anche tanto. 

Aveva fatto bene a non svelare i suoi sentimenti contrastanti  a Kagami, ma almeno adesso sapeva cosa era lui per la nipponica: nulla di definito. 

Doveva ammettere una cosa, non erano amici. Decisamente no, lui non voleva passare tutto il tempo a baciare con passione i suoi amici o le sue amiche, lui non ci stava male se un suo amico gli diceva, non so cosa sei. Lui non si prendeva così a cuore il destino di qualsiasi amico come era accaduto solo con lei. Non erano amici no, poteva definirla la sua amante ma anche qui c'era una pecca, nonostante ci fosse attrazione tra loro ne aveva avuto troppo rispetto per farne solo un'amante. 

Lei era Kagami e basta, lei era la ragazza di cui si stava innamorando e di cui avrebbe dovuto anche presto dimenticarsi. Non voleva soffrire per lei, perché avvertiva che se avesse dato spazio a Kagami nel suo cuore questa volta sarebbe stata una distruzione totale e completa. Doveva arginare quel sentimento finché era in tempo.  

Soprappensiero saltò un altro tetto e nel farlo il suo sguardo venne catturato dalla presenza di Pika Pika nei pressi di un albero degli Champ Elisée. Cosa ci faceva lì e dov'era la sua vittima? 

Prese il bastone alle sue spalle e correndo verso il nemico prese la forma della lancia e aprì la volta dello spazio tempo immaginando ciò che potesse servirgli per affrontarlo. D'istinto a differenza della volta pretendente che aveva chiesto una chitarra ad onde sonore distruttive Chiese qualcosa che gli era congeniale in battaglia ovvero una frusta che si adattasse alle sue esigenze. La brandì e la scagliò contro il suo avversario afferrandogli il polso prima che potesse usare la sua canna da pesca. Perché un Miraculous avesse una canna come arma Luka ovviamente non lo comprendeva. 

"Fermo!" Ordinò a Pika Pika tirando verso di se il braccio del ragazzo. 

"E tu chi sei?" Chiese Felix trovandosi avanti quel nuovo eroe, da dove diamine era uscito? Non si aspettava che tornando a casa quella sera potesse trovare un tesoro, ma era successo e così si era trasformato. 

Forse avrebbe fatto bene a non farlo e cercare di convincere il suo nuovo amico a seguirlo con gentilezza. 

"Di sicuro non un tuo amico Pika Pika." Disse il ragazzo drago. 

"Allora sei capitato male chiunque tu sia, non sono un tipo che si arrende facilmente." Disse riservandosi sul rivale pronto a dargli un calcio.

Colto alla sprovvista Luka incassò il colpo e prima che Pika Pika tornasse ai suoi piani si impossessò del tutto della canna da pesca.  Intanto il ragazzo gazza gli sferrò un pugno in pieno viso, doveva rialzarsi e reagire. Adrien gli aveva detto spesso che Pika Pika era un esperto negli scontri corpo a corpo, ma lui Luka non aveva mai praticato nessun tipo di sport da auto difesa e poteva affidarsi solo all'istinto contro il rivale ben più esperto. 

"Ti uccido bastardo!" Urlò la gazza dandogli un calcio alle ginocchia per non permettergli di rialzarsi. 

Luka afferrò il bastone consapevole che non poteva usare poi il suo potere, lo strinse facendo allungare la lancia e colpì Pika Pika che indietreggiò. "Non mi fai paura maledetto." Gli disse sostenendosi all'ascia e rialzandosi. 

Felix sorrise maligno toccandosi la costola  che il tizio di blu gli aveva colpito poi si mise in posizione d'attacco. "E sbagli bastardo perché io non ho pietà di nessuno." 

"E nemmeno io!" Intervenne Ryuko inserendosi tra i due. 

Felix sollevò un sopracciglio. "State stancando." 

"Draak pensa alla vittima di Pika Pika, penso io a questo arrogante in attesa di Ladybug e Chat Noir." Disse la ragazza puntandogli contro una spada. 

Luka non se lo fece ripetere più volte, aveva visto Kagami all'opera con la sciabola e sapeva che tra i due era lei ad avere più possibilità di vittoria con Pika Pika. 

Si riservò quindi verso l'albero poco distante alla ricerca della vittima ma non vedeva nessuno nonostante le decorazioni natalizie che avvolgevano gli alberi facessero molto più luce del sole. Poi ecco che il riflesso di una luce attirò la sua attenzione, si chinò in basso e notò un piccolo riccio, Luka era sorpreso, un riccio a Parigi e in pieno inverno. Doveva essere un animale domestico perché indossava un fiocco con al centro un piccolo brillante che risplendeva alla luce delle decorazioni. Luka allungò una mano per prenderlo ma questo tremante si ritrasse, era spaventato dal genere umano sicuramente. Con calma il musicista prese allora a canticchiare sereno, fino a riuscire a rassicurare l'animale che ormai nel palmo della sua mano stava smettendo di tremare. 

Quando lo ebbe recuperato cercò con lo sguardo Kagami e la trovò ancora in combattimento con Pika Pika che fendeva la sua canna dopo averla recuperata come una spada. In quest'arte però Kagami era la migliore e l'avrebbe avuta vinta se il portatore della gazza non avesse giocato sporco, infatti dopo averla distratta con la sua arma le diede un pugno colpendola in pieno volto. 

"Bastardo!" Urlò Luka brandendo la lancia per poi gettarla su di lui braccandolo. "Tocca ancora la mia ragazza e ti cavo gli occhi." Lo minacciò intanto che il suo Miraculous scandagliava il tempo che ormai stava scadendo. 

"Draak, sto bene!" Disse Ryuko raggiungendolo. 

"Ti ha picchiata Ryuko." Disse allora lui risentito. 

"E si è dimostrato per quello che è, uno sporco essere immondo." Disse lei cercando di calmarlo.

"Prendiamogli il Miraculous e portiamolo a Ladybug." Decise Luka

Ma ancora il Miraculous suonò. "Non hai più tempo Draak, andiamo." Disse Ryuko tirandolo su con se.

"Ringrazia Ryuko, stai sicuro che io non ti avrei risparmiato oggi Pika Pika." Disse allora Luka prima che Ryuko saltasse oltre gli alberi fino a formare una bolla di aria che li trasportò via di lì. 

"Sei tornato in te Luka, mancava poco e Pika Pika avrebbe scoperto la tua identità." Disse lei. 

"Lo avrei fatto con piacere se sarebbe servito a cancellargli quella faccia di schiaffi." Rispose lui. 

"Grazie per avermi difeso." Gli disse allora lei. 

Lui scosse la testa. "Lo avrei fatto con chiunque, non si toccano le donne e lui non è un uomo." 

Lei annuì comprendendo che non volesse tornare sull'argomento. "Hai scoperto la sua vittima?" 

"È un ladro di natura, questo piccolo riccio qui ha un diamantino al collare." Disse indicandole il riccio nella sua mano. 

"Ma che carino!" Disse lei estasiata.

"Se vuoi puoi portarlo a casa con te." Le disse "sono sicuro sia addomesticato."

"Non posso tenere animali domestici." Rispose lei.

Luka scosse la testa. "Dovresti rimediare anche a questo." Le disse mentre atterravano sulla  Liberty. 

"Per farlo ho bisogno di qualcuno che mi sostenga." Rispose lei.

"Cercalo e quando lo avrai trovato mi farai un fischio e me lo presenterai." Le disse dirigendosi verso gli interni della barca. 

Lei si ritrasformò e lo seguì fin dentro. Lui era in cucina e stava preparando un piattino con del latte che si portò dietro nella sua stanza. 

Posò sulla scrivania il piattino e il riccio per poi voltarsi verso Kagami. 

"È tardi, dovresti tornare a casa." Le disse lui.

Lei gli andò incontro tenendo lo sguardo nel suo. "Mi hai lasciata Luka?" Chiese lei affrontandolo. 

Lui sollevò le palpebre sorpreso. "Non ci siamo mai messi insieme, non potrei lasciarti." 

"E allora cosa hai fatto?" Chiese ancora. 

"Ti ho chiesto di capire cosa sono io per te." Le ricordò lui. "Adesso dovresti andare, il tuo Kwami si è rifocillato." Disse indicando Loong e Viraago che sgranocchiavano lo stesso cracker.

"Luka..." 

"Non ha fiducia in teeee?" Intervenne una vocina lieve.

I due ragazzi si voltarono verso la voce è notarono che veniva dal riccio che era seduto accanto al piattino vuoto.

"Sei un Kwami!" Dissero all'unisono i due.

"Ma voi sapete chi sono o almeno non sono il primo Kwami che incontrate." Disse titubante il riccio. 

"Come ti chiami?" Chiese Kagami 

"Sono Raale*, il Kwami della diffidenza."  Si presentò alzandosi in aria. 

Luka le si avvicinò e le tolse il Miraculous dal collo. "Sei un kwami libero, devi essere portata da un guardiano." Le disse indicandole il fiocco sulla scrivania. "Forza!" 

Raale osservò ora i ragazzi, ora il Miraculous. "Come fate a sapere devo fare? Realmente c'è un guardiano?" Chiese scettica.

"In realtà noi siamo due apprendisti guardiani, ma si ci sono due guardiani e credo tu lo sappia visto che sei qui." Rispose Luka 

"Io cerco Ladybug." Disse Raale, aveva sentito al tempio che lei era una guardiana.

"Ti porteremo da lei, ma prima devi entrare nel Miraculous." Disse Kagami.

Raale titubante annuì, l'avevano presa loro e lei non poteva fare altro che obbedire. Così in un attimo fu dentro il fiocco, il diamantino che fino a poco tempo prima brillava adesso era un semplice bottone marrone sul fiocco chiaro. 

"Ci vediamo domani al concerto Kagami." La congedò Luka.

"Non verrò, mia madre non mi farà venire." Si corresse.

"Vengo a prenderti io. Fatti trovare pronta alle diciotto e trenta." 

Lei gli sorrise e fece per andarsene, ma sembrò ripensarci, tornò indietro e gli diede un bacio a stampo. "A domani." Lo salutò. "Longg trasformami." 

 

Il giorno dopo come previsto Tomoe Tsurugi negò alla figlia di andare al collegio, nonostante sapesse che ci sarebbe andata con Adrien e Luka che ella conosceva. Come previsto quando Luka si era presentato alla porta della suite trattando sempre con tanto di rispetto Tsurugi San, dopo circa una decina di minuti Kagami ebbe il permesso dalla madre di andare al concerto. 

"Luka ha promesso che rientrerai alla mezza e che non sarete tra la calca di ragazzi starnazzanti." 

Felice Katami aveva raggiunto Luka salutando sua madre, voleva andare via prima che cambiasse idea. Finalmente sarebbe andata anche al suo primo concerto, in ascensore Luka le porse una maglia rossa, la ragazza l'aveva guardato curiosa e la risposta era stata: mettila sulla tua maglia.

Aveva scoperto una volta indossata che fosse una t-shirt di Jagged Stone, proprio come quell che aveva regalato a lui per Natale, solo di quelle estive e leggere. 

Arrivati alla Tour Eiffel raggiunsero Marinette e Adrien già in compagnia delle altre due coppie. La corvina come lei indossava una t-shirt solo che era rosa, mentre quella di Adrien era verde. E nonostante non conoscesse le canzoni Kagami si divertì, cantò e ballò con le amiche e i conoscenti e a meno di mezzanotte quando Jagged iniziò il countdown si strinse a loro con affetto per festeggiare l'inizio dell'anno nuovo insieme. 

Era un anno nuovo e il gruppo lo accolse elettrizzato, con la voce di Jagged in sottofondo e i fuochi d'artificio a fare loro compagnia. Appena festeggiata la mezzanotte e fatti gli auguri a tutti, Luka salutò tutti dicendo che Kagami doveva rientrare e una volta soli mantenendo la promessa riportò la giapponese all'albergo poco distante.

Una volta che furono alla suite la giovane non fu sorpresa di trovare sua madre ad attenderla in sala. Luka sembrava tranquillo e anzi le si avvicinò ignorando la ragazza.

"Auguri di buon anno Tsurugi San."

"Auguri a te Luka kun e grazie di esserti preso cura di Kagami."

"Buon anno madre." Le disse la giovane andando a lasciarle un bacio. 

Tomoe la ricambiò e si alzò dal suo posto. "Adesso vado a riposare, grazie di tutto."

"Grazie a lei e a presto." La salutò Luka.

Kagami scosse la stessa e lo osservò "Tu sei..."

"La tua ancora di salvezza." Terminò lui. "Ci rivediamo a scuota Kagami chan. Buonanotte!" La salutò.

"Mancano gli auguri." Disse lei avvicinandosi a lui e dandogli un bacio sulle labbra, Luka non la rifiutò, al contrario intensificò quel loro bacio anche se dopo un po' si staccò per andare alla porta. 

"Questo era l'ultimo Kagami." Le disse lui. 

Lei sospirò annuendo, dove sbagliava con lui? E perché poco prima l'aveva fermata con quella frase? Lui non era la sua ancora di salvezza, anche se diamine sì, era il suo salvatore in più si un'occasione. Sapeva più lui di lei come trattare Tomoe. Ma non glielo avrebbe mai confessato che anche lei pensava fosse così, lui voleva che lei lo definisse per ciò che egli rappresentava e non poteva essere la sua salvezza come anche non poteva essere il suo protettore, ne compagno o amico, era tutto questo insieme e anche di più. Ma doveva dargli un nome e per farlo aveva bisogno di stare chiusa con se stessa a pensare e rilassarsi. Sarebbe stato straziante, lo sapeva già ma doveva fare anche quel percorso per poter diventare grande. Aveva solo bisogno di tempo, quello non era un addio.

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* Raale: ghunghaRaale (riccio in Hindi.)

 

Ps Ho cambiato il nome del papà di Kagami in Leonard, così che possa riportare al leone del coraggio

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Capitolo 47
*** ...Continua ***


E con Miraculous Mistery abbiamo finito, lasciando volutamente dei punti in sospeso e con un'unica certezza.

Finalmente il papillon di Agreste è stato sconfitto, Adrien e Marinette stanno finalmente insieme e sappiamo a occhio e croce chi sia il nuovo papillon anche se ci vorrà ancora del tempo prima che appaia in serie.

Nella prossima: the guardians of the Miraculous i nostri eroi torneranno, cresciuti (non più di tanto perché in realtà frequentano solo il primo anno di liceo, ricordo che se scrivo seconda liceo per loro è il primo anno) e con una marcia in più.  il rating della storia sarà infatti Rosso momento in cui mi sono trattenuta di scrivere qui invece se verrano ci saranno

Non preoccupatevi, Ladybug e Chat Noir non dormiranno sugli allori.

Alla domanda Kagami e Luka non stanno insieme la risposta è: giusto! Loro non si sono mai messi insieme e Luka lo ha precisato 

Alla domanda: Ma Chloé? Sappiate che the guardians of the Miraculous sarà incentrata parecchio su di lei e Lukagami, più localizzata a Genova e New York con qualche salto a Londra qualche volta. 

Alla domanda: Triangolo Nathalie/Gabriel/Emilie? Non c'è alcun triangolo, Nathalie è un sentimostro ed è stata creata per sostituire Emilie quindi è in parte la moglie e in parte la sorella di Gabriel, i suoi sono solo sentimenti riflessi di questa due persone che emergono. Per lei provare fedeltà e amore verso Gabriel è quindi come respirare! 

Alla domanda: perché hai fatto si che Emilie fosse cliente storica si Tom e Sabine? La risposta è: perché volevo far intendere che in una maniera o nell'altra Adrien e Marinette si sarebbe conosciuti e innamorati nella vita, che erano quindi destinati.

È lo stesso motivo per cui Mika e Leonard si conoscono da bambini! 

 

Se avete altre domande (che io non ho immaginato poteste avere) potete fare qui ed io vi risponderò, grazie per aver letto Miraculous Mistery e a presto con i primi capitoli di the guardians of the Miraculous

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