Orphan Soul

di Sabriel Schermann
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***



Capitolo 1
*** I ***


 

HjZiFjC








 

Dear daddy, I'm coming home!
I am not alone anymore
I found a reason to live
I found a place in this world
For my orphan soul.

(Orphan Soul – Infected Rain)

 

 

 

 

 

 

 

 

[Prompt #04 – Giornata di pioggia]

Gocce enormi parevano abbattersi sulla strada, iniettando nel terreno la propria linfa trasparente, penetrando prepotenti nelle fondamenta della Terra.
Per qualche strana ragione, Sindy amava la scia profumata che la tempesta lasciava dietro di sé, come a voler incidere il proprio passaggio nell'atmosfera.
La bufera le era sempre stata amica, come la neve: le lacrime delle nuvole la consolavano, cullandola nel loro soave fragore.
Scivolò lentamente fuori dalle coperte, infreddolita, ma ammaliata dallo scroscio che imperversava sulla sua casa quella notte.
Dopotutto, il suo sogno più segreto era pattinare sotto la pioggia.

 

 

 

[Prompt #02 – Primo giorno di scuola]

Jan aveva insistito per restare in classe fino alla fine della lezione, ma l'insegnante glielo aveva impedito.
Fu categorica, la maestra Sandra: «Sindy non è una bambina speciale, si deve adattare come tutti gli altri studenti!»
Seduta al suo banco, la piccola poteva vedere chiaramente il suo redentore: la mascella si era indurita e lo sguardo era divenuto all'improvviso di ghiaccio.
«Si tratta di un'orfana, signora» aveva puntualizzato l'uomo, «il suo primo giorno di scuola è una questione delicata» aveva bisbigliato nel tono più calmo che conoscesse.
Sperava nella comprensione dell'educatrice: Jan non avrebbe permesso che la triste storia della sua bambina divenisse la giustificazione perfetta per beffeggiarla.

 

 

 

[Prompt #15 – «Le nuvole sembrano zucchero filato»]

Quel pomeriggio, due piedini di bambina tamburellavano veloci sull'asfalto: urgeva tornare a casa subito dopo la scuola.
Solo così Sindy avrebbe potuto raggiungere la pista di pattinaggio prima delle altre fanciulle, per poter scivolare – letteralmente – sul ghiaccio come un fiocco di neve.
I vestitini nuovi erano ormai impregnati di sudore, ma poco importava a quella piccola creatura; sulla strada di casa, spalancò le braccia al vento, lasciando che il sole le bagnasse la chioma corvina, che il vento le pungesse il viso come la lama di un pattino.
Socchiuse gli occhi, librandosi nell'aria, e quando li riaprì, le nuvole sembravano zucchero filato.

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Capitolo 2
*** II ***



Waiting for someone to save us
Waiting for something to change
What are we waiting for?
We are expecting a salvation...


(Stop Waiting – Infected Rain)

 

 

 

 

 

 

 

 

[Prompt #01 – Primo incontro]

 

Dicembre era quasi finito e presto Jan sarebbe dovuto tornare ad Amsterdam, nella sua fredda casa vicino al bosco.
Non gli piaceva lasciare la città natia: per questa ragione ogni festività costituiva una buona motivazione per recarsi a Bloemendaal, in cui poteva offrire le proprie abilità artistiche ai bambini che desideravano imparare a pattinare sul ghiaccio.
Quando si era ritirato dalle competizioni, non avrebbe mai creduto che allevare dei pargoli appassionati gli sarebbe piaciuto così tanto.
Improvvisamente, una bambina dai capelli arruffati e i vestiti stracciati fece il proprio timido ingresso nella sala.
Jan non poteva ancora sapere che non sarebbe più tornato a casa da solo.

 

 

 

[Prompt #09 – Tenersi per mano]

 

Le aveva acquistato un intero guardaroba, varie paia di scarpette nuove, e soprattutto, Jan le aveva regalato dei meravigliosi pattini nivei.
Anche in pista, stringendo la sua grande mano, Sindy continuava a guardarsi i piedi; stava scivolando sul ghiaccio con qualcosa di strano sotto le suole, che non aveva mai visto prima d'allora.
L'uomo non aveva badato a spese quando aveva preso la decisione di accoglierla e accudirla: l'avrebbe trattata come la figlia che aveva perduto.
«Ragazze, questa è la nostra nuova allieva. Si chiama Sindy» la presentò, stringendo la manina ben salda tra le dita.

 

 

 

[Prompt #13 – Ammirare il paesaggio]

 

Era giunta fin lì per caso, quella povera bambina: aveva finalmente trovato il coraggio di attraversare il bosco in cui si era rifugiata, attraversando una stradina sterrata che l'aveva condotta fino a quello strano luogo.
Non aveva mai visto nulla del genere nella sua breve esistenza: individui di ogni età parevano scivolare su una lastra bianca, con degli strani attrezzi ai piedi.
La sua attenzione fu subito catturata da una figura ondeggiante: sembra una fata, non poté impedirsi di pensare.
Sindy non poteva ancora saperlo, ma aveva appena trovato la sua casa.


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Capitolo 3
*** III ***



 

I'm standing alone, facing my fears
Facing you, judging me
For who I am and what I do
But I am still here, stronger than before [...]
Stop trying, stop blaming me!

[Enslaved by a dream – Infected Rain]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[Prompt #07 – Distrarsi in classe]

Sindy comprese subito di che pasta fosse fatta quella maestra Sandra: era quasi antipatica come la signora Matilde dell'orfanotrofio.
Presto, però, cambiò idea: nessuno avrebbe potuto eguagliare la freddezza della signora Matilde e, soprattutto, alla signora Matilde non mancava un dito della mano. Com'è che si chiamava? Ah, doveva essere il dito medio, o forse era l'anulare.
In ogni caso, quella vecchia maestra pareva assumere sempre più le sembianze di una strega. Ne aveva disegnate parecchie in passato; non sarebbe stato troppo difficile disegnarne un'altra.
Così, Sindy diede un'ultima occhiata alla lavagna coperta di numeri, per poi concentrarsi sul foglio. Quelle righe erano perfette per il volto di una strega.

 

 

 

[Prompt #17 – Cucinare insieme]

Era stata Evelina ad aiutarla a cucinare una torta a forma di pattino per il compleanno di Jan.
Sindy l'avrebbe portata a casa di nascosto, infilandola nel frigorifero dopo che l'uomo sarebbe andato a dormire, dopodiché avrebbe atteso il mattino.
Evelina li avrebbe raggiunti nel pomeriggio, dopo l'allenamento quotidiano con le sue farfalle.
In verità, era stata la donna ad acquistare ogni ingrediente: Sindy si fidava di lei, ma non avrebbe mai potuto lasciare che la torta per il primo compleanno festeggiato insieme la preparasse un'altra persona.
«Stai attenta a non rompere la pasta di zucchero» l'aveva ammonita Evelina dolcemente. La bambina non aveva saputo resistere alla tentazione di giocarci.

 

 

 

[#03 – Ricordo d'infanzia]

Le era bastato ritrovare una fotografia per riportare alla mente quell'episodio tremendo.
Chi diavolo aveva portato quei palloncini? Solo perché era il giorno del re¹, perché mai avrebbero dovuto appendere quei globi colorati pieni d'aria al soffitto?
Era la prima volta che li vedeva, ed erano belli, ma Sindy non ne capiva il senso.
E quando aveva compreso che, quando scoppiavano, facevano un gran rumore, si era rifugiata nel bagno della scuola pur di non sentirlo mai più.
Si sarebbe strappata le orecchie dal viso pur di non udire quel baccano orrendo, che tanto le ricordava i tempi passati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

¹ Il giorno del re (Koningsdag) è una festa nazionale dei Paesi bassi. Dal 2014 si celebra ogni anno il 27 aprile, ossia il giorno del compleanno del re Willem-Alexander.


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Capitolo 4
*** IV ***



I wanna sing you this lullaby
Now you're home, clean and safe
I wanna sing you this lullaby
Just sleep and forget about yesterday
No one will hurt you again


[Lullaby – Infected Rain]

 

 

 

 

 

 

 

 

[Prompt #05 – Primo bacio]

«Ascoltami bene, piccola» lo sentì dire in tono duro, «ora andiamo all'ospedale, poi vedremo che cosa fare, va bene?»
Sindy si calmò, osservando intensamente il cibo che lo sconosciuto le stava porgendo: significava che aveva intenzione di aiutarla?
«Almeno un pacchetto di cracker ti aiuterà ad affrontare il viaggio, non ho altro con me» le disse, invitandola poi ad avviarsi verso la sua auto.
La bambina lo guardò confusa: sul punto di afferrare quello strano cibo, l'uomo si era sporto verso di lei e le aveva posato un tenero bacio sulla fronte.
Non lo avrebbe mai ammesso apertamente, ma si era già affezionato a quella piccola creatura.

 

 

 

[Prompt #18 – Spegnere la luce]

Abituare Sindy al buio era stato difficile per Jan quasi quanto imparare il triplo axel¹.
La bambina non ne voleva sapere: le tenebre costituivano la scusa perfetta per intrufolarsi nel suo letto nel bel mezzo della notte, come una piccola ladra di coperte.
«Dormo nel mio letto soltanto se tu resti qui» gli aveva risposto perentoria l'ennesima sera in cui l'uomo aveva provato a spegnere la luce.
«Sin, lo vedi questo? È una lucina che ora attaccherò alla corrente e si illuminerà. Così tu potrai dormire tranquilla» le sorrise, tentando la sorte.
La vide incrociare le braccia al petto, con sguardo sospettoso. «Non so cos'è, ma non mi piace per niente!»

 

 

 

[Prompt #06 – Guardarsi allo specchio]

«Sei vecchio» esclamò una vocina alle sue spalle mentre Jan montava la specchiera che aveva appena acquistato. «Quanti anni hai?»
Ora che ci pensava, non le aveva mai detto di averla trovata proprio il giorno del suo compleanno.
«Ne ho compiuti trentacinque qualche mese fa» e così dicendo fissò il suo viso nel vetro dello specchio.
Una linea si disegnò tra le piccole sopracciglia. «Quando?»
Notò che la barba gli era nuovamente cresciuta, nonostante l'avesse tagliata non più di un paio di giorni prima.
«Siediti, Sindy» ordinò dolcemente, aiutandola a prendere posto sul letto.
Forse era giunto il momento di raccontarle la verità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

¹ Si tratta di uno dei salti più difficili del pattinaggio artistico.


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