Sotto le stelle

di lucketta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Due ragazzi inconsapevoli ***
Capitolo 3: *** Tutta colpa delle stelle ***



Capitolo 1
*** Due ragazzi inconsapevoli ***


Hermione era furibonda, non avrebbe potuto sopportare un momento di più la vista di quello stupido di Ronald Weasley e quella lasciva e impudente di Lavanda Brown. 
Erano giorni che non gli rivolgeva la parola, nemmeno per litigare; certo era un piacere non dover rispondere o controbattere ad ogni inutile e stupida cosa uscisse dalla bocca di quel rosso insensibile e spavaldo di un Weasley. 
Ma nonostante ciò erano giorni che lei, Hermione Granger, la ragazza più intelligente e ligia della scuola, la mattina si svegliava con gli occhi arrossati e le labbra tumefatte per la quantità di lacrime versate di notte. Odiava svegliarsi lì, in quel letto, in quella stanza, a pochi centimetri da Lavanda. Odiava doversi nascondere il viso e fingere sempre di svegliarsi con il mal di testa per potersi mettere le mani sulla fronte e celare la sofferenza sul suo viso.
Se non fosse stato per il suo fedele amico Harry, e la sua cara e vispa Ginny probabilmente avrebbe passato le giornate chiusa in bagno con i suoi dediti libri, a studiare e cercare di avere la mente occupata, piuttosto che girovagare nella scuola e rischiare di incontrare la nuova coppia super innamorata.
Quella sera aveva deciso di prendere una bella boccata d’aria, grazie ai privilegi di prefetto riuscì a sgattaiolare fuori dal dormitorio, anche se con qualche remora decise di incamminarsi verso il lago, aveva voglia di sentire l’aria fresca sul viso, aveva un disperato bisogno di rinfrescare gli occhi rossi e gonfi. 
Non si era mai sentita così arrabbiata e sconfitta. 
Quando si soffermava a pensare che il suo migliore amico, ormai ex migliore amico, non la guardava neanche di sfuggita, le mancava l’aria dai polmoni. 
Soffriva, soffriva irrimediabilmente, non capiva perché si sentisse così inadatta, inopportuna, brutta ed indesiderabile. 
Si colpevolizzava continuamente, si diceva che era colpa sua se provava questi sentimenti, che non avrebbe dovuto nemmeno sfiorargli l’idea che sarebbero potuti andare alla festa di Natale di Lumacorno insieme.
Che sciocca, chi avrebbe dovuto prendere in giro. 
Era come il quarto anno di scuola, lui nemmeno sapeva che lei fosse una ragazza, nemmeno per idea avrebbe potuto invitarla al Ballo del Ceppo come prima ed unica scelta. Dannato Ron Weasley.

 

Ron Weasley era completamente prosciugato,  Lavanda si comportava come la piovra gigante del Lago Nero. Era estenuante starle vicino, rimpiangeva l’esatto momento in cui la bionda le era saltata addosso dopo la vittoria a Quidditch. 
Quando le loro labbra si sono sfiorate la prima volta, lui non si era nemmeno accorto di quello che stava accadendo, era intento a guardare il meraviglioso sorriso di Hermione, quel sorriso dolce che lei rivolgeva solo a lui. Si sentiva padrone del mondo, avrebbe voluto abbracciarla e fingere che quell’abbraccio era dovuto alla contentezza della vittoria, avrebbe potuto stringerla e sentire il profumo dei suo capelli ricci e indomabili, come lei. 
Gli mancava tanto sfiorarle la mano, mentre camminavano nei corridoi della scuola, o mentre al loro tavolo si passavano i piatti, o se in biblioteca si scambiavano i libri;  e subito dopo guardarla per carpire e scorgere una minima reazione, così da capire se lei si fosse accorta di quel piccolo contatto.  
Puntualmente Ron pensava di vedere spuntare un sorriso sulle labbra della ragazza, quel sorriso dolce, morbido appena accennato, un misto di timidezza ed imbarazzo, così da avere la certezza, che sì lo aveva percepito. 
Non sopportava più quella distanza, e non aveva più scuse per mantenerla, Hermione gli mancava, gli mancava tanto.
Ma c’era Lavanda, che era diventata ogni giorno più gelosa, soprattutto di quella distanza così opprimente e dolorosa tra i due ragazzi. 
Certo era stato divertente passare del tempo con lei, Lavanda nn era così male, a volte risultava anche simpatica, quando riusciva a separarsi dalle sue labbra. 
Se non altro aveva fatto esperienza anche se il suo primo bacio se lo era immaginato diverso, con ultra, una ragazza saccente, timida, severa dai capelli ricci cespugliosi e gli occhi più dolci del mondo magico.
Ron con questa consapevolezza negli ultimi tempi più che mai, non riusciva a non pensare a lei tutte le sere prima di andare a dormire. Si addormentava con Hermione negli occhi; Hermione che sommersa di libri camminava tra i corridoi della scuola, Hermione che in classe prende appunti mentre si passa una penna tra le lebbra e assume quell’espressione corrucciata, Hermione che gli sorride, Hermione che si avvicina durante la festa della finale di Quidditch e lo bacia.  
Ma quella sera non riusciva a pensare a lei, il pensiero della sua mancanza era troppo forte e palpabile che non riusciva a prendere sonno. 
Così decise che avrebbe fatto due passi...era un prefetto in fondo non doveva trovare scuse per aggirarsi nella scuola di notte, sarebbe andato al lago nero, magari un po’ d’aria fresca lo avrebbe fatto rinsavire.

Entrambi camminavano nella stessa direzione, inconsapevoli di ciò che da lì a poco, quella notte, sarebbe accaduto.
 

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Capitolo 3
*** Tutta colpa delle stelle ***


La notte era scesa quieta e umida sui capelli increspati di Hermione, la ragazza si maledì perchè non aveva portato con sè il cappello.

“Ecco, ci mancava solo questo, così domani oltre al viso anche i capelli dovrò nascondere” disse con voce troppo alta voce Hermione.

“Perché devi nascondere il viso Mione?” rispose una voce nell’oscurità.

Quella voce la fece trasalire e sentire euforica nello stesso momento.

“Oh Ronald… mi hai spaventata, che ci fai qui?” disse indispettita la ragazza

“Ehi, potrei farti la stessa domanda… comunque ero un po’ pensieroso, credevo che una passeggiata mi avrebbe schiarito le idee” disse Ron

“Le idee? Perché Ronald tu pensi?” disse Hermione con un pizzico di rabbia e ironia

“Grazie Hermione, avevo dimenticato la tua gentilezza…” rispose Ron offeso

“Dai su, scherzavo, cosa c’è che non va? Lavanda non vuole più baciarti?” incalzò Hermione

“Oh beh… in realtà è il contrario, non smette mai di farlo” rispose Ron cercando di far ingelosire Hermione

“Che ragazzo fortunato.. mmh sai che c’è? Questo posto è diventato improvvisamente troppo affollato, torno in camera.”

Ron rimase in silenzio per secondi che sembravano un’eternità, ed Hermione non sentendosi controbattere, offesa e dispiaciuta si incamminò verso il castello. Ma una mano gelida e ferma le strinse il polso, lei pensò che fosse strano che una mano tanto grande e forte potesse toccarla con una tale gentilezza e delicatezza, e arrossì al pensiero che dopo tanti giorni, che le sembravano mesi, anni, decenni, i loro corpi si sfioravano di nuovo.

“Aspetta, non andare...per favore” disse Ron quasi come una preghiera.

Nel tono di quelle parole Hermione colse un’inquietudine e una sofferenza non consona ad un ragazzo così spiritoso e solare come Ron.

“Oh...Si, se insisti... va bene” disse Hermione con un filo di voce

“Sai, volevo parlarti da tanto, ma sei quasi scomparsa...non riesco a beccarti da nessuna parte a scuola… ti ho anche cercato più volte in biblioteca, pensavo di trovarti lì...ma non c’eri mai.”

“Mi hai cercata?” rispose Hermione con stupore poi cercando di sembrare austera continuò "Allora mi sono nascosta bene, sai non volevo essere trovata"

“Ma con chi giocavi a nascondino? Non pensavo fossi diventata così ribelle..addirittura giochi nelle ore di studi?"

" Oh come sei spassoso Ronald Weasley, sempre con la battuta pronta" rispose Hermione cercando di nascondere una piccola risata tra i denti "E comunque la domanda era la mia, perchè mi hai cercata?" proseguì Hermione

"Oh beh..sai miseimancata” disse Ron in un sol respiro

Hermione non era convinta di aver capito davvero quello che Ron le aveva appena detto, pensò di averlo immaginata e, forse, sicuramente non era ciò che lei aveva capito.

“Ron, scusami...ma non credo di aver capito cosa mi hai detto…” Hermione rispose con timore, voleva tanto non aver frainteso, desiderava tanto aver capito quello che Ron gli aveva appena confessato.

“Si..sai...beh..mi sei mancata, ho dovuto fare i compiti da solo, non sai che noia!” rispose Ron, cercando di non sembrare un imbecille. Cosa le aveva detto? Come aveva potuto dirle una cosa così stupida?

“Ah, si certo, i compiti.. ” rispose Hermione con delusione

“A me non è mancato per niente doverti correggere i compiti” continuò stizzita.

Fece per andarsene di nuovo quando lui continuò

“ Non mi sei mancata soltanto per quello Mione” disse alzando un po’ il tono di voce per farsi sentire dalla ragazza.

Hermione ancora una volta tornò indietro, si sporse davanti a lui cercando il suo sguardo. Questa volta aveva capito bene ciò che Ron le aveva detto, e con una nuova speranza gli domandò

“allora, di grazia, perchè ti sarei mancata?” cercando di essere più tranquilla possibile per celare l’improvviso tremolio della voce.

“beh..mi sei mancata perchè….mi sono mancate le nostre chiacchierate Mione, la nostra quotidianità. Sei la mia migliore amica”

Un’altra volta Hermione si sentì sprofondare, la sua migliore amica, ecco perchè gli era mancata.

“Mione, scusami, scusami...mi sento uno sciocco non avremmo dovuto litigare, che poi non ricordo nemmeno perchè abbiamo litigato… e comunque perché sei qui?Perchè domani dovresti nasconderti il viso? Sei perfetta”

Ron era inconsapevole della tortura che aveva appena inflitto ad Hermione, ma non voleva sembrare un rammollito e non voleva sentirsi ancora più un’ebete di fronte al suo sguardo… voleva solo che le cose tornassero come prima per poterla avere vicino, per poterla guardare e magari qualche volta sfiorare.

“oh, grazie” arrossì Hermione.

Era per quello, più di ogni altra cosa che amava Ron, per la sua completa e inaspettata gentilezza, era a volte così inavvertitamente premuroso e tenero, che il cuore di Hermione spesso perdeva battiti.

“Avevo anche io bisogno di schiarirmi le idee…” continuò Hermione con ancora la porpora che le colorava le guance

“Beh potremmo farlo insieme, qui, stanotte… c’è un cielo magnifico..” disse Ron con aria sognante prendendole la mano e aiutandola a sedersi sul prato freddo e bagnato.

“Mi sono sempre piaciute le stelle… spesso quando finisce la scuola, nelle serate d’estate mi perdo a guardarle, penso che magari le stiate guardando anche voi, tu ed Harry, e alla fine mi convinco che se siamo sotto lo stesso cielo, non siamo poi così distanti” Hermione era così imbarazzata nel pronunciare queste parole, che perfino il suo naso arrossì.

Ron la guardava come non l’aveva mai guardata, a quella confessione il suo cuore cominciò a battere più forte, era così tenera e piccola in quel momento che avrebbe voluto solo stringerla tra le sue braccia.

“Si, lo so, sono una sciocca...a volte mi perdo in fantasie” disse imbarazzata e con un sorriso da bambina

“No… è stupendo invece, mi sa che quest’estate lo farò anche io, guarderò il cielo e penserò a te, così non potremmo mai essere veramente lontani” disse Ron e continuò dicendo

“Se lo avessi saputo prima, avrei guardato il cielo da quando hai smesso di parlarmi”

Hermione era sopraffatta da questo nuovo senso di gioia, si sentiva come una bambina di fronte ai regali di compleanno. Lo guardò con aria divertita e innamorata. Lui riconobbe quel sorriso, il sorriso che amava più di qualsiasi cosa, quel sorriso che dedicava solo a lui e con un coraggio che non aveva mai avuto finora le disse

“Mione, i-il tuo sorriso..beh il tuo sorriso è bellissimo”

Hermione non credeva a ciò che aveva appena sentito, si perse nei suoi occhi azzurri, rapita da quello sguardo profondo, e per un attimo dimenticò perché si trovava lì, perché aveva passato giorni e notti a piangere. In quel momento c’erano solo lei, lui e le stelle.

“An-anche i tuoi occhi non scherzano” disse lei cercando di sembrare tranquilla

Lui le si avvicinò lentamente e delicatamente e accarezzò il suo viso con il palmo della mano, le sue dita sfioravano le sue labbra in modo lento e sensuale, Ron le toccava come se stesse toccando un diamante prezioso, una perla rara.

Hermione a quel contatto chiuse gli occhi, desiderosa di bearsi di quell’improvviso e magnifico tocco.

Di nuovo Ron e le sue inaspettate attenzioni. Si cullava in quelle sensazioni e non sentì che Ron si faceva sempre più vicino, aprì finalmente gli occhi quando sentì il respiro del ragazzo sulla sua guancia.

I loro occhi si incrociarono, erano così desiderosi l’uno dell’altro, aveva così tanta voglia di guardarsi negli occhi senza perdersi di vista che non seppero per quanto tempo rimasero a guardarsi.

Era come se i loro occhi parlassero al posto delle loro parole, qualsiasi suono pronunciato sarebbe stato superfluo.

Erano persi l’uno nell’altro ed entrambi ebbero la sensazione di essersi scavati dentro, come se si stessero confidando i segreti più nascosti e più puri.

Quando improvvisamente Ron ruppe il contatto, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi per guardare le sue labbra.

Era come rapito, le labbra di Hermione erano una calamita per lui, si era ritrovato così tante volte a sognare di toccarle, di baciarle e di leccarle, che proprio non ce la faceva adesso a distaccare lo sguardo.

Le labbra di Ron toccarono delicatamente quelle di Hermione, il gesto fu così spontaneo e naturale che ai due ragazzi sembrò di essere nati per quello.Le labbra di Ron si muovevano con dolcezza su quelle di Hermione, ma mal celavano un'impazienza e il desiderio che ormai era scoppiato nel petto di Ron.

Hermione si spingeva sempre più verso di lui per cercare di colmare quei pochi centimetri di distanza fra i due corpi. Raccolse il coraggio e accarezzò il collo del ragazzo, cingendolo sempre più a sè.

Ron sentendo le sue mani divenne più famelico, era completamente assuefatto dal sapore delle sue labbra, dal profumo dei suoi capelli.

Le loro labbra si staccarono dopo qualche minuto perchè erano entrambi senza fiato. Ron appoggiò la sua fronte sul naso di Hermione, continuando a guardarle le labbra, quelle piccole dolci labbra, ormai rosse e gonfie per i loro baci.

Quando i loro respiri si furono calmati Hermione prese coraggio e con un filo di voce disse

“Ron.. cosa è stato?”

Quella domanda a Ron sembrò banale, era successo quello che lui aveva sognato da ormai tre anni a questa parte, dal quarto anno di scuola, da quando l’aveva vista abbracciata a quel Victor Krum e aveva immaginato di portarcela lui al ballo, e baciarla lì in mezzo la sala lasciandola senza fiato.

Ma quando capì a cosa si riferiva Hermione il sorriso gli morì sul volto, avrebbe dovuto dire a Lavanda ciò che era capitato o doveva fingere che non fosse successo e cercare di lasciarla nel modo più vigliacco possibile.

Ma quando incontrò gli occhi di Hermione disse

“Il mio primo vero bacio Mione” con un sorriso a trentadue denti

“Ma cosa succederà adesso? Come faremo con Lavanda?”

“Per il momento..” cominciò a parlare mentre ricopriva di piccoli baci ogni centimetro delle sue labbra “continuerò a baciare le tue labbra fino all’alba”

“Si..m-mi va b-bene” cercò di dire Hermione “e p-poi domani?”

Ron le rispose

“E poi domani, continuerò a farlo, poi dopodomani e l’altro domani ancora, fino a quando avrai le labbra completamente screpolate”

“Ron...ma che significa?” cercò di capire Hermione

“Significa che sono uno sciocco, significa che no Mione, non sei la mia migliore amica, le migliori amiche non si amano”

“Quindi tu… tu mi ami” disse Hermione portandosi una mano sulla bocca con gli occhi che divennero di colpo lucidi

Ron nascose il viso nell’incavo del collo di Hermione e si maledì di essere sempre così spontaneo, raccolse tutto il coraggio e gonfiando il petto disse

“Si..sono follemente, perdutamente innamorato di te” tentennò un po’, sentendo il corpo di Hermione irrigidirsi, rimanendo ancora in quella posizione e con un’improvvisa paura le chiese

“Perchè tu?... Tu mi ami?”

“Oh Ronnie, sei davvero uno sciocco” disse Hermione facendo appositamente una breve pausa per prendersi una piccola rivincita “Sono follemente, perdutamente e maledettamente innamorata di te, testone di un Weasley...Ma domani dovrai subito dirlo a Lavanda… già immagino cosa potrà accadere e sarà come sempre solo colpa tua” disse Hermione ormai scoppiata in una sonora risata di gioia e felicità che Ron non le aveva mai visto

“No, mia cara dispettosa Granger...è tutta colpa delle stelle” e le rivolse il più bel sorriso che potesse farle.

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