Ciao a tutti!
Eccomi dopo secoli ad aggiornare anche questa raccolta.
Una piccola precisazione
il capitolo sull’inverno l’ho dovuto separare in due parti,
quando leggerete la seconda capirete il perché.
Buona lettura!
Dedicato a Tsukichan,
per la sua gentilezza infinita.
Dedicato a tutti quelli che mi seguono e
recensiscono sempre.
Dedicato a mia sorella Anna, che domani
compie i suoi primi 20 giorni di vita.
2a.
Cammino lentamente per la strada, guardando le vetrine
decorate di migliaia di luci e nastri.
Non avevo mai amato il Natale, e non avrei
cominciato a farlo in seguito. Era una stupida festa consumistica, si
spendevano tutti i risparmi in regali che sarebbero stati dimenticati in un
armadio o in un angolo della strada.
Ho 9 anni, sono già grande.
Un uomo insomma.
Sto cercando un regalo per Kuina,
ma non riesco a trovare niente di decente.
Cammino ancora, guardando le vetrine alla mia sinistra,
finendo inevitabilmente per terra contro qualcosa di
estremamente rosso.
Mi volto verso quell’essere
– che scoprii in seguito essere una bambina – e la guardo
indignato.
“Ma guarda un po’ dove vai!” le urlo,
sentendomi estremamente più grande di lei e
quindi autorizzato a sgridarla.
“Imbecille, non vedi che sei tu che mi sei venuto
addosso?!?” mi risponde quella minuscola
creatura.
La squadro da capo a piedi. Ha i capelli di un terribile
arancione acceso, gli occhi marroni cupi, è
alta poco più di un metro e ha addosso degli stranissimi vestiti rossi e
verdi.
“Scusa, ma chi sei?” le chiedo, poco convinto. Continuo a studiarla per un po’, mi sembra un alieno,
un personaggio delle favole o qualcosa di simile.
“Sono lo spirito del Natale!” mi risponde
quella, sorridendo. Spalanco gli occhi, sconvolto.
“Lo…lo spirito del Natale? Ma
dai, non prendermi in giro…” le dico, con un lieve sorriso tirato.
Non volevo darlo a vedere, ma un po’ ci stavo credendo.
“Ma come…” mi
dice nuovamente “…non vedi che sono vestita di rosso?” cerca
di convincermi, tirando fuori una delle sue migliori facce, un po’ timida
e sbattendo le ciglia per convincermi maggiormente.
“Perché non mi aiuti a
cercare un regalo allora?” la sfido, guardandola negli occhi. Non sapevo
cosa mi spingeva a farlo, ma desideravo passare altro tempo con lei, per capire
chi fosse realmente.
I suoi occhi, mi fecero subito una strana impressione.
Sembravano gli occhi di un adulto, di una persona che aveva visto tanta di
quella sofferenza da non poter più credere nella felicità. Erano
occhi vuoti, tristi. Occhi maliziosi e feriti.
“Certo, ma questo servizio ti
costerà un po’ di berry…”La
bambina mi risponde subito, senza esitazione. E prendendomi
per mano mi fa entrare in un negozio. Prima di poter ribattere per il fatto che
si faceva pagare, vedo una katana, perfetta per Kuina.
Mi avvicino, la prendo in mano, e sento uno strano potere
pervadermi le ossa e lo spirito.
“Se fossi in te non la
comprerei” mi dice una voce sconosciuta, probabilmente il negoziante.
“Dicono che sia maledetta.” Mi giro verso
l’uomo, inarcando un sopracciglio.
“Non credo a queste cose” gli rispondo.
“Fai come vuoi. Se vuoi
prenderla è tua, te la regalo. Io non riesco proprio a
venderla” vedo il negoziante andare verso il bancone.
“La prendo” gli rispondo, e vedo la bambina
accanto a me sorridere.
“Come facevi a saperlo?” le chiedo, e lei
solleva le spalle.
“Intuito femminile” mi risponde. “Mi devi
400 berry per il servizio”. Sgrano gli occhi.
“Dicevi sul serio prima? Ma
che razza di spirito natalizio sei se ti fai pagare?” le chiedo, confuso.
La sento ridere sguaiatamente, mentre usciamo dal negozio.
“Ci hai creduto per davvero…” continua a
ridere, “sei proprio un bambino”.
“Parli tu, una mocciosa!” Mi volto dandole le
spalle, un po’ indignato per essere stato giocato.
Il mio sguardo gira per la zona, e mi preoccupo.
Dannazione, mi sono perso di nuovo.
Mi rigiro verso di lei, con occhi imbarazzati.
“Se ti do 500 berry, mi riaccompagni a casa? Credo di essermi
perso.” La vedo spalancare gli occhi, incredula. Poi annuisce, e mi prende per mano.
Mi chiede dove abito, e le rispondo con un po’ di esitazione. Ma credo che lei
abbia capito dove si trova casa mia, perché parte spedita a camminare.
Forse è vero, sono ancora un
bamboccio.
In poco tempo, arriviamo a casa mia, e le offro un bicchiere
di acqua.
“Come mai sei così triste?” le chiedo,
facendola quasi strozzare con l’acqua che stava bevendo.
“Non sono triste, cosa te lo fa pensare?” mi
risponde, sorridendo falsa.
“I tuoi occhi” la guardo, e li
indico con un dito per accentuare la mia risposta.
Lei mi guarda, un po’ spaventata,
poi rivolge lo sguardo al pavimento.
“Se ti dico un segreto”
mi bisbiglia “prometti di non dirlo a nessuno?” mi chiede, quasi
con le lacrime agli occhi.
“Certo” le rispondo immediatamente, catturato da
quegli occhi tristi e da quella voce sottile.
“Faccio parte della ciurma di Arlong…” mentre lo dice mi mostra un tatuaggio
sulla spalla, che prima era coperto dal piccolo mantello rosso.
“…mi fanno delle cose terribili, ma sono costretta a stare con
loro” conclude.
Non so perché, ma ho voglia di abbracciarla. Forse,
detesto vedere le donne piangere.
Così lo faccio, la stringo a me, e la incito a
continuare il discorso.
“Arlong e la sua ciurma hanno ucciso la mia mamma. Stanno tenendo sotto tirannia la
mia isola, e chi non paga tanti berry al mese viene ucciso…” La bambina singhiozza un
po’, e si stringe alla mia maglietta. “La mia mamma non aveva
abbastanza soldi, e ha pagato per me e per mia sorella Nojiko…così
l’hanno uccisa”.
La bimba scoppia in un pianto angosciante, e sento il cuore
farmi male. Vorrei avere questo Arlong
tra le mani, per poterlo sconfiggere.
“Non piangere” le dico, cercando di consolarla
“se vuoi ti aiuto io, sono molto forte, sai?”
Lei scuote la testa, dicendomi di no.
Dopo qualche minuto si calma, e io le accarezzo i capelli.
Sono davvero morbidi.
Si allontana da me, pensando un attimo.
“Credo che verrà a nevicare… faresti
meglio a coprirti di più.” Mi dice, e
prende il mantello dalla sedia su cui l’aveva
appoggiato. Si dirige verso la porta, e mi sorride. Ha ancora una
lacrima impigliata tra le ciglia.
“Mi raccomando, mantieni il mio segreto” mi
dice, prima di aprirla.
“Aspetta!” le urlo, prima che possa andarsene.
Chissà perché, ma pensare di non vederla più mi faceva
stare male.
“Non ti ho dato i tuoi 500berry…” come scusa era patetica, ma non mi veniva in mente altro.
“Tienili, non li voglio. Io
rubo solo alle persone cattive, tu non lo sei” mi risponde, e mette un
piede fuori dalla porta.
“Come ti chiami?” le chiedo ancora, sperando che
resti un altro po’ con me. Era tanto che
qualcuno non mi teneva compagnia in casa. Ero sempre solo lì.
“Nami” mi risponde “e tu?”
“Zoro” e le sorrido.
“Bene Zoro” mi saluta “ci vedremo
presto”.
Nami chiude la porta, e un forte dolore al petto mi
colpisce.
Che mi sia preso l’influenza?
“Lo spero” sussurro, all’interno della mia
casa vuota, senza che lei possa sentirmi.
ANGOLO DELL’AUTRICE
Aaaallora, che ve ne pare?
Come sempre, mi raccomando… fatemi sapere!
Ci tengo molto
a sapere cosa ne pensate.
Voglio ringraziarvi tutti: Tsukichan, Kyo, Hime e Lucy per aver lasciato un commento; Jemanuele per averla messa tra i preferiti e Kyo ( di nuovo ^^) e dubhe per
averla messa tra le seguite.
Grazie davvero, è solo
merito vostro se continuo a scrivere e pubblicare, mi date la voglia e il
coraggio necessari.
Un bacione
a tutti