Seasons

di Sherry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Estate - Stelle Cadenti ***
Capitolo 2: *** Inverno - Spirito del Natale ***
Capitolo 3: *** Inverno - Spirito del Natale - Dieci anni dopo ***



Capitolo 1
*** Estate - Stelle Cadenti ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!
Quella che state per leggere è una raccolta di shot autoconclusive (ma si possono leggere anche tutte assieme, poiché hanno una loro logica) basate sulle quattro stagioni (una one-shot per stagione), tutte a sfondo ZoNami.

Spero vi piacciano!

Buona Lettura

 

 

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“Guardate!! Una stella cadente!” la voce ingenua di Rufy mi distoglie dai miei pensieri.

Mi volto verso il punto da lui indicato, ma la scia è già sparita.

“No, me la sono persa…” la voce rattristata di Chopper. A volte mi domando se mi trovo su una nave di pirati o in presenza di bambini piccoli.

“Lo sapete che…” inizia Usopp, sicuramente con l’intento di dirne una delle sue “se esprimete un desiderio quando vedete la stella cadente, esso si realizzerà sicuramente?!”.

“Voglio diventare il re dei pirati!!” urla Rufy, subito.

Decisamente, sono su una nave di bambini.

Improvvisamente, un leggero venticello scuote le foglie dei miei alberi, portandoci un lieve profumo dolciastro, che tanto amo.

Adoro l’estate.

Il caldo che accarezza la pelle, i miei adorati alberi in frutto, le giornate lunghe e le sere fresche…

L’estate è decisamente la mia stagione preferita.

Sento un fruscio alle mie spalle. E’ Zoro che si avvicina.

“Tu hai qualche desiderio?” mi chiede, sedendosi accanto a me.

“No, ho già tutto quello che desidero” i miei occhi si perdono per qualche istante nei suoi, per poi spostarsi nuovamente sulla distesa di stelle.

Non è una bugia, Zoro è realmente tutto ciò di cui ho bisogno.

Stiamo insieme già da parecchio, ma ogni giorno, ogni minuto passato con lui è come il primo.

Ogni volta che facciamo l’amore… è sempre più bello.  Non lo credevo possibile, ma Zoro mi ha presa in una maniera sconvolgente, ora è tutto per me, tutto.

“Io invece un desiderio l’avrei…” comincia a dirmi, con la sua splendida voce roca.

Mi giro verso di lui, per guardarlo, per dirgli di continuare.

E’ bello, dannatamente bello. Come ho fatto a resistere per tutto quel tempo, davvero non lo so.

Stiamo bene attenti a non farci sentire dagli altri, a limitare i contatti fisici – che si basano, quando siamo in presenza del resto della ciurma, sullo sfiorarci di tanto in tanto di nascosto.

Sappiamo che gli altri hanno intuito qualcosa, ma abbiamo paura di esporci, di distruggere l’equilibrio sulla nave.

Per non parlare di Sanji

“Quale?” gli chiedo, riconcentrandomi sul discorso che stavamo avendo qualche istante prima.

Ero davvero curiosa di sapere che cosa potesse desiderare Zoro Roronoa, considerato il fatto che il suo più grande sogno l’aveva già realizzato.

Zoro mi guarda con intensità, portando una mano ad accarezzarmi dolcemente una guancia.

Volto gli occhi un secondo per controllare gli altri, ma li trovo tutti intenti a cercare le stelle cadenti.

Sospiro, rassicurata.

Zoro scende con la mano ad accarezzarmi il collo, la spalla, il braccio, fino alla mano che intreccia con la sua.

Sentire le sue mani su di me mi provoca sempre una sensazione strana e piacevole.

Sono ruvide, e mi procurano sbalzi d’emozione al cuore.

Tenendomi stretta la mano, la porta sul mio ventre e lì si ferma.

Rivolge lo sguardo alle stelle, e io in un secondo capisco tutto.

Non avrei mai pensato che Zoro fosse così dolce, ma se era questo che voleva…perché non provarci?

Poso la testa sulla sua spalla, e ripongo lo sguardo al cielo, pregando dentro di me di trovare in fretta una stella cadente.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Inverno - Spirito del Natale ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!
Eccomi dopo secoli ad aggiornare anche questa raccolta.

Una piccola precisazione il capitolo sull’inverno l’ho dovuto separare in due parti, quando leggerete la seconda capirete il perché.

Buona lettura!

 

Dedicato a Tsukichan,  per la sua gentilezza infinita.

Dedicato  a tutti quelli che mi seguono e recensiscono sempre.

Dedicato a mia sorella Anna, che domani compie i suoi primi 20 giorni di vita.

 

 

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2a.

Cammino lentamente per la strada, guardando le vetrine decorate di migliaia di luci e nastri.

Non avevo mai amato il Natale, e non avrei cominciato a farlo in seguito. Era una stupida festa consumistica, si spendevano tutti i risparmi in regali che sarebbero stati dimenticati in un armadio o in un angolo della strada.

Ho 9 anni, sono già grande.

Un uomo insomma.

Sto cercando un regalo per Kuina, ma non riesco a trovare niente di decente.

Cammino ancora, guardando le vetrine alla mia sinistra, finendo inevitabilmente per terra contro qualcosa di estremamente rosso.

Mi volto verso quell’essere – che scoprii in seguito essere una bambina – e la guardo indignato.

“Ma guarda un po’ dove vai!” le urlo, sentendomi estremamente più grande di lei e quindi autorizzato a sgridarla.

“Imbecille, non vedi che sei tu che mi sei venuto addosso?!?” mi risponde quella minuscola creatura.

La squadro da capo a piedi. Ha i capelli di un terribile arancione acceso, gli occhi marroni cupi, è alta poco più di un metro e ha addosso degli stranissimi vestiti rossi e verdi.

“Scusa, ma chi sei?” le chiedo, poco convinto. Continuo a studiarla per un po’, mi sembra un alieno, un personaggio delle favole o qualcosa di simile.

“Sono lo spirito del Natale!” mi risponde quella, sorridendo. Spalanco gli occhi, sconvolto.

“Lo…lo spirito del Natale? Ma dai, non prendermi in giro…” le dico, con un lieve sorriso tirato. Non volevo darlo a vedere, ma un po’ ci stavo credendo.

Ma come…” mi dice nuovamente “…non vedi che sono vestita di rosso?” cerca di convincermi, tirando fuori una delle sue migliori facce, un po’ timida e sbattendo le ciglia per convincermi maggiormente.

Perché non mi aiuti a cercare un regalo allora?” la sfido, guardandola negli occhi. Non sapevo cosa mi spingeva a farlo, ma desideravo passare altro tempo con lei, per capire chi fosse realmente.

I suoi occhi, mi fecero subito una strana impressione. Sembravano gli occhi di un adulto, di una persona che aveva visto tanta di quella sofferenza da non poter più credere nella felicità. Erano occhi vuoti, tristi. Occhi maliziosi e feriti.

Certo, ma questo servizio ti costerà un po’ di berry…”La bambina mi risponde subito, senza esitazione. E prendendomi per mano mi fa entrare in un negozio. Prima di poter ribattere per il fatto che si faceva pagare, vedo una katana, perfetta per Kuina.

Mi avvicino, la prendo in mano, e sento uno strano potere pervadermi le ossa e lo spirito.

Se fossi in te non la comprerei” mi dice una voce sconosciuta, probabilmente il negoziante. “Dicono che sia maledetta.” Mi giro verso l’uomo, inarcando un sopracciglio.

“Non credo a queste cose” gli rispondo.

“Fai come vuoi. Se vuoi prenderla è tua, te la regalo. Io non riesco proprio a venderla” vedo il negoziante andare verso il bancone.

“La prendo” gli rispondo, e vedo la bambina accanto a me sorridere.

“Come facevi a saperlo?” le chiedo, e lei solleva le spalle.

“Intuito femminile” mi risponde. “Mi devi 400 berry per il servizio”. Sgrano gli occhi.

“Dicevi sul serio prima? Ma che razza di spirito natalizio sei se ti fai pagare?” le chiedo, confuso.

La sento ridere sguaiatamente, mentre usciamo dal negozio.

“Ci hai creduto per davvero…” continua a ridere, “sei proprio un bambino”.

“Parli tu, una mocciosa!” Mi volto dandole le spalle, un po’ indignato per essere stato giocato.

Il mio sguardo gira per la zona, e mi preoccupo.

Dannazione, mi sono perso di nuovo.

Mi rigiro verso di lei, con occhi imbarazzati.

Se ti do 500 berry, mi riaccompagni a casa? Credo di essermi perso.” La vedo spalancare gli occhi, incredula. Poi annuisce, e mi prende per mano.

Mi chiede dove abito, e le rispondo con un po’ di esitazione. Ma credo che lei abbia capito dove si trova casa mia, perché parte spedita a camminare.

Forse è vero, sono ancora un bamboccio.

In poco tempo, arriviamo a casa mia, e le offro un bicchiere di acqua.

“Come mai sei così triste?” le chiedo, facendola quasi strozzare con l’acqua che stava bevendo.

“Non sono triste, cosa te lo fa pensare?” mi risponde, sorridendo falsa.

“I tuoi occhi” la guardo, e li indico con un dito per accentuare la mia risposta.

Lei mi guarda, un po’ spaventata, poi rivolge lo sguardo al pavimento.

“Se ti dico un segreto” mi bisbiglia “prometti di non dirlo a nessuno?” mi chiede, quasi con le lacrime agli occhi.

“Certo” le rispondo immediatamente, catturato da quegli occhi tristi e da quella voce sottile.

“Faccio parte della ciurma di Arlong…” mentre lo dice mi mostra un tatuaggio sulla spalla, che prima era coperto dal piccolo mantello rosso. “…mi fanno delle cose terribili, ma sono costretta a stare con loro” conclude.

Non so perché, ma ho voglia di abbracciarla. Forse, detesto vedere le donne piangere.

Così lo faccio, la stringo a me, e la incito a continuare il discorso.

Arlong e la sua ciurma hanno ucciso la mia mamma. Stanno tenendo sotto tirannia la mia isola, e chi non paga tanti berry al mese viene ucciso…” La bambina singhiozza un po’, e si stringe alla mia maglietta. “La mia mamma non aveva abbastanza soldi, e ha pagato per me e per mia sorella Nojiko…così l’hanno uccisa”.

La bimba scoppia in un pianto angosciante, e sento il cuore farmi male. Vorrei avere questo Arlong tra le mani, per poterlo sconfiggere.

“Non piangere” le dico, cercando di consolarla “se vuoi ti aiuto io, sono molto forte, sai?”

Lei scuote la testa, dicendomi di no. Dopo qualche minuto si calma, e io le accarezzo i capelli.

Sono davvero morbidi.

Si allontana da me, pensando un attimo.

“Credo che verrà a nevicare… faresti meglio a coprirti di più. Mi dice, e prende il mantello dalla sedia su cui l’aveva appoggiato. Si dirige verso la porta, e mi sorride. Ha ancora una lacrima impigliata tra le ciglia.

“Mi raccomando, mantieni il mio segreto” mi dice, prima di aprirla.

“Aspetta!” le urlo, prima che possa andarsene. Chissà perché, ma pensare di non vederla più mi faceva stare male.

“Non ti ho dato i tuoi 500berry…” come scusa era patetica, ma non mi veniva in mente altro.

Tienili, non li voglio. Io rubo solo alle persone cattive, tu non lo sei” mi risponde, e mette un piede fuori dalla porta.

“Come ti chiami?” le chiedo ancora, sperando che resti un altro po’ con me. Era tanto che qualcuno non mi teneva compagnia in casa. Ero sempre solo lì.

“Nami” mi risponde “e tu?”

“Zoro” e le sorrido.

“Bene Zoro” mi saluta “ci vedremo presto”.

Nami chiude la porta, e un forte dolore al petto mi colpisce.

Che mi sia preso l’influenza?

“Lo spero” sussurro, all’interno della mia casa vuota, senza che lei possa sentirmi.

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

Aaaallora, che ve ne pare?

Come sempre, mi raccomando… fatemi sapere!

Ci tengo molto a sapere cosa ne pensate.

Voglio ringraziarvi tutti: Tsukichan, Kyo, Hime e Lucy per aver lasciato un commento; Jemanuele per averla messa tra i preferiti e Kyo ( di nuovo ^^) e dubhe per averla messa tra le seguite.

Grazie davvero, è solo merito vostro se continuo a scrivere e pubblicare, mi date la voglia e il coraggio necessari.

Un bacione a tutti

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Capitolo 3
*** Inverno - Spirito del Natale - Dieci anni dopo ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!

Ecco qui la seconda parte dell’inverno!

Spero vi piaccia!

Buona Lettura

 

Dedicato a Rolo, per avermi fatto amare Stephanie Plum.

Dedicato a chi mi vuole bene.

 

 

 

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2b.

Dieci anni dopo

 

Cammino per le vie di questa isola invernale, affondando i piedi nella soffice neve.

E’ Natale.

Tutte le vetrine sono piene di pacchi colorati, luci e neve finta. Gli alberi sono tutti decorati, anche sulla nave ne abbiamo fatto uno.

E, naturalmente, devo ancora comprarle il regalo.

Mi fermo a guardare una vetrina, e un’idea pazza mi passa per la testa.

Sento qualcuno che mi guarda, da lontano.

“Chi sei?” chiedo, senza voltarmi.

“Sono lo spirito del Natale!” mi risponde una voce allegra, che ho imparato a riconoscere tra mille e che amo più di me stesso.

Entrambi scoppiamo a ridere, ricordando la scena di qualche anno prima.

“Mi aiuti a cercare un regalo?” le chiedo, guardandola. Anche stavolta è vestita di rosso.

“Certo, perché no” mi risponde, ghignando “e poi da solo ti perderesti e chissà quanto tempo ci metteremmo a ritrovarti” e scoppia a ridere. La guardo un po’ offeso e lei mi sorride, scompigliandomi i capelli. Sorrido anche io, pensando a come sono oggi i suoi occhi rispetto a quando la conobbi.

Sono occhi felici, spensierati, pieni di vita.

“Per chi è il regalo?” mi chiede, e io non rispondo entrando nel negozio.

Sento il suo sguardo interrogativo su di me, ma faccio finta di niente.

Giro gli occhi tra le varie vetrinette, finché non trovo quello che stavo cercando: un piccolo cerchietto argentato, senza niente in particolare, semplice e stupendo.

Nami si guarda intorno, non capendo cosa fossi venuto a fare in quel negozio così costoso.

Meglio così, forse riesco a farle una sorpresa.

Mi rivolgo alla commessa, indicandole l’anello d’oro bianco che avevo visto pochi secondi prima.

Mi sto comportando come un pazzo, me ne rendo conto, ma ormai ho deciso.

“Mi può dire la taglia?” mi chiede la ragazza, e io non so che risponderle.

Guardo Nami, distratta da un paio di orecchini particolarmente brutti, e bisbiglio alla commessa “Non la so, comunque è per lei”. Con un cenno, la commessa mi sorride, e va verso Nami, chiedendole se avesse bisogno di qualcosa.

Sorrido, è stata davvero brava.

La vedo tornare tutta trionfante verso di me, e mi sussurra “La sua ragazza porta un 9, fortunatamente ne ho proprio uno di quella misura”.

Sorrido, e la ringrazio pagando la folle cifra. La commessa mi impacchetta tutto in una scatolina arancione, con un fiocco verde.

Che strano accostamento di colori, penso. Però mi piace.

Mi avvicino a Nami e le dico che ho già fatto tutto.

Ma come?” protesta, mentre usciamo dal negozio. “Non ti ho aiutato affatto!”

Sorrido, incamminandomi verso la nave.

“Zoro?” mi chiama. Mi volto verso di lei, un attimo incantato dalla sua bellezza.

Che c’è?” le chiedo poi. Lei mi guarda interrogativa, mentre io me la mangio con gli occhi.

Dove stai andando?” mi sorride.

“Alla nave, perché?” le chiedo. Lei scoppia a ridere, il corpo trema leggermente.

“E’ dalla parte opposta”

 

E’ calata la notte.

Abbiamo festeggiato, bevuto, ballato, riso.

Forse il Natale non è così terribile come ho sempre pensato.

Mi appoggio alla balaustra della nave, chiudendo gli occhi. Non ho ancora avuto il coraggio di darle l’anello.

Ho paura, che possa dirmi di no. In fondo, io stesso non ci avevo pensato prima, mi sono fatto trasportare dall’idea del momento, non avevo premeditato niente.

Mi rigiro il cofanetto arancione tra le mani, rimuginando sul se darglielo o no.

A un tratto, sento delle mani morbide come la seta accarezzarmi le spalle, scendere per la schiena e fermarsi sui fianchi ad abbracciarmi.

Mi volto verso di lei, guardandola negli occhi per qualche istante, e un attimo dopo le mie labbra sono sulle sue.

Adoro baciarla.

E’ qualcosa di splendido, sublime. Qualche brivido debole mi attraversa il corpo, mentre la stringo a me e infilo una mano nei suoi capelli setosi. Le nostre lingue danzano, si accarezzano, avevano aspettato tutta la giornata solo per questo.

Dopo qualche minuto, si stacca da me.

“Mi sei mancato, sai?” mi sussurra. So quanto le sia costato dirmelo – è orgogliosa quanto e più di me – quindi ora tocca a me.

Siamo entrambi troppo stanchi di nasconderci agli occhi degli altri. Ci amiamo, non c’è niente di male in questo…

Le porgo il piccolo cofanetto, spinto da un attimo di coraggio, e glielo metto davanti agli occhi.

Che cos’è?” mi chiede, con voce sorpresa e curiosa.

“Il tuo regalo di Natale” le rispondo, sorridendo. Le sue mani, ancora intrecciate dietro la mia schiena, si muovono a prendere il pacchetto.

“Posso aprirlo?” mi chiede, titubante. Le faccio un cenno in assenso, e la lascio sciogliere il fiocco verde.

La osservo attentamente, mentre un milione di espressioni le inondano lo sguardo contemporaneamente.

Credo che le sia piaciuto.

“Zoro, ma…” comincia, ma si ferma subito. Non sa cosa dire.

“Nami…” comincio, e il suo sguardo si punta su di me. Sospiro, prima di continuare “voglio stare con te. Alla luce del sole, non di nascosto da tutti. Voglio che tutti sappiano che sei la mia compagna, e che io sono tuo. E voglio che sia così per sempre” mi fermo, aspettando che dica qualcosa.

“Zoro, mi stai chiedendo di…” la sua voce trema per l’emozione.

“Sì. Mi vuoi sposare?” le chiedo infine, abbassando lo sguardo sul pavimento della nave, per l’imbarazzo. Lo alzo un attimo, e la vedo premersi una mano sul cuore.

E un secondo dopo mi sta baciando, con una passione mai provata prima.

Finalmente, si lascia andare. Non dobbiamo stare attenti che ci scoprano, non ci interessa più.

“Lo prendo per un sì?” le chiedo, tra un bacio e l’altro, divorandola con le labbra qualche istante dopo.

“Sì” mi bisbiglia lei, e il mio cuore scoppia di felicità.

 

 

 

 

SPAZIO DELL’AUTRICE

Ed eccoci qui!

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! ^^

Ringrazio millesimamente (non credo che esista come parola…) Tsukichan, Kyo, Lucy94 e Sayuri_91! Grazie mille ragazze, davvero!

Un bacione a tutti

Al prossimo capitolo!!

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