Give me fifty kisses

di DreamyJulie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 Good morning ***
Capitolo 2: *** #2 Goodnight ***



Capitolo 1
*** #1 Good morning ***


Un bacio per un buongiorno


[Julian Devorak x MC ]



Julian fu svegliato dai raggi di luce che filtravano impertinenti dalla finestra rimasta socchiusa dalla sera prima.

La frizzante aria mattutina di quell'autunno in anticipo gli solleticò la pelle, portandolo d'istinto a coprirsi con il lenzuolo.

Non si ricordava neppure come avesse fatto ad arrivare nel letto.

Il più delle volte lavorava fino a tardi, chino su vecchi tomi polverosi e pergamene incartapecorite fino a quando non crollava sulla scrivania e si risvegliava il giorno seguente con il viso macchiato d'inchiostro. Era raro che si concedesse di staccare prima da quello studio che gli portava via la maggior parte del tempo. Ormai viveva di quello e di caffè amaro che gli scorreva nelle vene al posto del sangue, tanta era la quantità che trangugiava ogni giorno.

Ma quel mattino era diverso e doveva ammettere che il materasso era decisamente più confortevole dello scomodo legno.

Ciò che lo lasciò davvero senza parole fu che non era solo. Guardò accanto a sé, aspettandosi di trovare il vuoto e invece soffocò un urlo, portandosi esterrefatto una mano alla bocca. Il motivo di una tale reazione era la figura che dormiva beatamente accanto a lui. Julian di certo non ricordava di come fosse finito nel letto. Con lei oltretutto ma era abbastanza sicuro che non fosse accaduto nulla di ciò che temeva, tanto da farlo arrossire come un ragazzino alla prima cotta.

Lei non si era accorta di nulla, anzi era ancora persa nel mondo dei sogni, l'espressione rilassata e un sorrisetto appena accennato. Qualunque fosse il suo sogno doveva essere piacevole.

Julian non sapeva che fare : non poteva restare lì a fissarla come un ebete ma non voleva neppure azzardarsi a svegliarla. Forse poteva giusto ammirarla ancora per un paio di minuti, non c'era nulla di male dopotutto. Asra probabilmente lo avrebbe strangolato con le sue stesse mani, trovandoli lì insieme ma era una prospettiva che in quel momento non lo preoccupava più di tanto. Non gli sembrava vero di averla lì, a un soffio di distanza.

A un certo punto la sua fronte si corrugò come se qualcosa le si fosse intrufolato nella testa, rovinandole la sua bella fantasia e spalancò gli occhi, facendo sobbalzare Julian.

Lui fu preso dal panico e non riuscì neppure a formulare una frase di senso compiuto.

“Ehm, ti posso spiegare, non è come pensi !”disse precipitosamente nel tentativo di tranquillizzarla. Ma lei non sembrava affatto turbata. Le sue labbra s'incresparono in un ampio sorriso accompagnato da una risata cristallina.

“Buongiorno Julian”. Pronunciò quelle parole con la voce ancora impastata dal sonno ma nel tono più normale possibile, come se fosse un'abitudine.

Julian viveva da solo e non riceva spesso un “buongiorno” come si deve.

“M'imbarazza chiederlo ma... Com'é successo ?”. Julian dovette tirar fuori le parole che gli morivano in gola, timoroso all'idea della possibile risposta.

Lei con calma si mise seduta e si levò la coperta di dosso. Julian fu parecchio sollevato dal notare che sotto indossava i suoi vestiti da tutti i giorni.

“Non ti ricordi nulla ?”chiese lei perplessa. Il silenzio colmo d'imbarazzo che ricevette fu di per sé una risposta.

“Ieri sera eri tutto preso da un altro dei tuoi progetti sconclusionati- senza offesa- e sei quasi collassato. Ho dovuto aiutarti a raggiungere il letto e un attimo dopo sei piombato a dormire come un sasso”spiegò, cercando di nascondere, senza tanto successo, la sua aria divertita.

“Sono proprio un disastro, mi spiace che tu mi abbia visto in quello stato”. Julian non riusciva a reggere il suo sguardo.

“Figurati. Solo promettimi che ti prenderai più cura di te stesso. O dovrò venirti a controllare spesso”.

“È una minaccia ? Perché a me non dispiacerebbe affatto averti intorno”. Da dove fosse nata quell'improvvisa sfacciataggine non lo sapeva neppure lui, tant'è che voleva già mordersi la lingua. Lei non si scompose e gli fu più vicina. I suoi capelli gli solleticarono delicatamente il volto mentre le loro fronti si sfioravano.

“Lo so. Neppure a me”gli sussurrò ma non gli diede il tempo di processare quelle parole.

Fu questione di un'istante e le labbra di lei furono sulle sue. Erano soffici e dolci come miele, constatò Julian, superato lo smarrimento iniziale. In cuor suo aveva sempre aspettato che quell'occasione arrivasse e per fortuna lei aveva trovato il coraggio di fare il primo passo.

Si baciarono fino a quando non ebbero più fiato. Solo allora lei si scostò appena ma continuando a guardarlo negli occhi.

“E questo cos'era ?”domandò Julian, certo che il rossore sul suo volto potesse competere con la tonalità dei suoi capelli.

“Un bacio del buongiorno”replicò lei, mettendogli le braccia attorno al collo.

A quanto pare Julian aveva trovato quella che sarebbe diventata la sua abitudine preferita.
 


Note dell'autrice


Considero tale raccolta il mio timido debutto su questa piattaforma. Prende ispirazione dai prompts che ho trovato su Tumblr per la The Arcana Writing Challenge . Non so se riuscirò a portarli avanti tutti e cinquanta ma mi auguro almeno il più possibile. Di tempo da far passare in questo periodo ne ho. Ogni one shot riguarderà un pairing diverso. Cercherò di variare e comprendere tutti i personaggi perché ciascuno a modo suo merita. In questo caso abbiamo Julian Devorak e MC, la personificazione del giocatore. Qui i pronomi sono femminili ma prossimamente userò anche quelli maschili. Spero abbiate apprezzato questo piccolo momento di dolcezza. Il fluff non è il mio forte ma volevo mettermi alla prova e poi c'è già abbastanza angst in giro. 
- Yours Julie

 

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Capitolo 2
*** #2 Goodnight ***


Un bacio per una buonanotte


[Asra Alnazar x Female! MC]



Si svegliò di soprassalto, il fiato corto e il cuore che batteva all'impazzata. Un urlo strozzato le morì in gola mentre con le mani tastava il perimetro attorno a sé nel tentativo di riprendere pian piano coscienza della realtà. Era pur sempre al buio ma almeno era nel suo letto. Fu un piccolo sollievo realizzare che quello era stato solo un incubo. L'ennesimo incubo. Ormai si facevano strada nel suo subconscio da mesi, senza nessuna intenzione di lasciarla in pace. Ciò che più la spaventava era che si ripetevano sempre secondo il medesimo schema : grida che si levavano miste a pianti disperati che chiedevano aiuto, una cortina di fuoco e fumo, una sensazione di claustrofobia poi il vuoto. Frammenti di sogno, così vividi da sembrare ricordi ma che non riusciva a collocare, le procuravano mal di testa martellanti di giorno e notti pressoché insonni.

Anche quella volta non si sarebbe rimessa a dormire così facilmente. L'eco di una voce straziata che ripeteva all'infinito il suo nome le rimbombava senza tregua nelle orecchie quando poggiò il capo sul cuscino, gli occhi ancora sbarrati.

A un certo punto una fioca luce giunse a darle conforto, insieme a una voce familiare.

Stai bene ?”. Sull'uscio era comparso Asra, il suo amico e maestro : doveva essersi alzato di fretta, mettendosi addosso alla bell'e meglio una vestaglia e reggeva un moccolo da cui proveniva la debole fonte di luce.

Nulla, solo un incubo”replicò lei, liquidando la faccenda come di poco conto.

Non è solo un incubo”insistette Asra. “Credi che non me ne accorga ?”. Era come se tra i due ci fosse una sorta di connessione per cui capiva sempre se qualcosa non andava in lei.

Non puoi farci granché, devo imparare a conviverci”. In realtà le costava ben più di quanto lasciasse trasparire.

Potrei prepararti un decotto per conciliare un sonno profondo”propose. “Dammi solo il tempo di trovare le erbe giuste...”.

Ma lei lo interruppe. “Non voglio dipendere da un sonnifero e scappare dai miei problemi. Devo affrontarli. Tu non mi lascerai da sola vero ?”. La sua domanda equivaleva ad affidarsi a lui come ultimo appiglio.

Certo, non devi neppure dubitarne”rispose senza esitare un'istante.

Calò un silenzio irreale mentre entrambi cercavano le parole giuste da dirsi. La conversazione sarebbe potuta cadere lì. Asra sarebbe ritornato nelle sua stanza e lei avrebbe cercato di guadagnare qualche preziosa ora di sonno.

Ma quando lui era già sul punto di fare dietrofront, una flebile voce lo fermò sul posto.

Resteresti con me ? Almeno per stanotte ?”. Asra credette di aver capito male eppure lei era in attesa di una risposta.

Se me lo permetti...”. Si sentì d'un tratto incredibilmente impacciato mentre faceva un passo verso di lei. Mise la candela sul comodino e si sedette sul fondo del letto, con la stessa scioltezza di un ciocco di legno. Rimase impietrito anche quando lei gli prese la mano e lo invitò a sdraiarsi. Non oppose resistenza e si abbandonò docile alla morbidezza del materasso. Erano a un millimetro di distanza, sentiva il petto che si alzava ed abbassava ad ogni respiro cadenzato. Gli sarebbe bastato allungare una mano per sentire il contatto con la sua pelle ma non avrebbe mai mosso un dito senza il suo consenso.

Come se gli avesse letto nella mente lei sussurrò “Abbracciami”. Un 'esortazione che suonava più come un'ordine a cui Asra, innegabilmente, fu ben felice di ubbidire. La cinse tra le sue braccia mentre lei si accoccolava sul suo petto. Il suo cuore pareva andare a tempo con quello di Asra, percepire quei battiti la tranquillizzava, così come ritrovarsi in quella rassicurante stretta. Da parte sua Asra era immobile, a malapena si ricordava di respirare, assalito da uno strano tepore. Sentirla così vicina e soprattutto viva lo riempiva di gioia, facendogli pensare che forse tutto che aveva passato non era stato vano.

Anch'io faccio degli incubi qualche volta. Penso che non se ne andranno mai via del tutto”esordì, giocherellando con alcune delle ciocche di capelli di lei. “Appaiono talmente reali che quando mi sveglio temo il peggio”.

E che fai per tranquillizzarti ?”.

L'incubo che più mi terrorizza è perdere una persona a me cara. Così mi focalizzo su un ricordo positivo che ho con lei, mi concentro cercando di riviverlo e convincermi che sta bene. Credo che questo sia il solo pensiero che mi ha permesso di non impazzire fino ad ora”.

Dev'essere molto fortunata questa persona ad averti accanto”.

Asra non si era accorto di come la mano di lei si fosse posata sulla sua guancia e indugiasse con lo sguardo sulle sue labbra.

Non quanto lo sono io”.

Le prese delicatamente il mento tra le dita e la guardò negli occhi, trovando quella muta richiesta che non aspettava altro che di essere accontentata.

La baciò. Dapprima fu solo un leggero tocco, appena percepibile ma non era abbastanza.

Così la bacio di nuovo, con più trasporto e lasciò che lei ricambiasse.

Gli sembrava un sogno da cui sperava di non svegliarsi più. La trasse ancora più a sé, le mani corsero alla sua schiena e quelle di lei sul suo volto. Era un bacio che sapeva di conforto e disperazione. Quando, a malincuore, si separarono Asra ringraziò il fatto che fosse troppo buio per notare il rossore fino alla punta delle orecchie.

Dovremmo dormire”riuscì a dire nell'imbarazzo, una considerazione rivolta a lei o più probabilmente a se stesso. La sentiva tremare, non sapeva se per il freddo o per l'emozione appena vissuta che li aveva scombussolati parecchio. Tuttavia non si scostarono di un millimetro l'uno dall'altro. Le spiegazioni avrebbero trovato posto il mattino dopo.

Asra la sentì lentamente scivolare in un sonno il più possibile tranquillo e dopo essersi assicurato che si fosse assopita le sussurrò con dolcezza “Buonanotte”.

Quella notte non ebbe nessun incubo.




Note dell'autrice


Eccomi qui con una nuova os, questa volta sul mio personaggio preferito di The Arcana ovverno Asra. Ho un debole per questo fluffy magician, ha un pezzetto del mio cuore. .

Ci tengo a nonbinary ma utilizza i pronomi maschile, quindi lo ho scelti anche all'interno della storia

Spero vi sia piaciuta, nel caso fatemi sapere, sono aperta a pareri e consigli.


- Yours Julie

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