A little story of somersaults and cotton candy

di m a y
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. ***
Capitolo 2: *** II. ***
Capitolo 3: *** III. ***



Capitolo 1
*** I. ***


A little story of somersaults
and cotton candy.

È solo voglia di un giro sull’ottovolante, una mela caramellata e zucchero filato.
Un dolce pericolo e niente più.

 
 
I.
 
L’idea era nata dalla mente di Mina. Era metà luglio e la voglia di divertirsi e di trascorrere del tempo con i propri amici oltre i banchi di scuola cominciava a farsi sentire.
Mancavano ancora due settimane al ritiro nei boschi, e alla ragazza l’idea di aspettare tutto quel tempo per rivedere Hagakure, Uraraka e il resto delle sue compagne (lo stesso valeva anche per i ragazzi naturalmente, eccezion fatta forse per Mineta) non le piacque per niente.
Fu per quello che una mattina si svegliò, prese il suo telefono e chiese – tramite un messaggio inviato sulla chat di gruppo della classe 1-A – se a loro sarebbe piaciuto trascorrere una giornata nel parco divertimenti più vicino. La proposta fu accolta quasi immediatamente dalla maggioranza dei componenti, e Ashido non poté far altro se non esultare e procedere con il resto dei preparativi. 
 
La mattina del gran giorno Izuku controllò di avere tutto il necessario nel suo zaino, uno dei tanti gadget che possedeva a tema All Might; fece per uscire quando la voce premurosa di sua madre gli disse dalla cucina: «Mi raccomando Izuku caro, divertiti e non salire su attrazioni che ti fanno paura solo perché Katsuki ti prende in giro, intesi? Oh, ricorda anche di ringraziare i genitori di Ochako!»
Izuku rispose con un sbrigativo D’accordo mamma! e uscì di casa. Il ragazzo aveva gentilmente chiesto alla sua amica Ochako, con un largo anticipo di qualche giorno, un passaggio per arrivare al parco, dal momento che Inko non aveva una macchina, e la ragazza – dopo aver ricevuto il consenso dei propri genitori – gli aveva assicurato che sarebbe andato con loro.
Midoriya giunse nel luogo prestabilito e si sedette su una panchina a prendere fiato; il respiro si era fatto affannato e le dita gli tremavano notevolmente, nonostante fosse una giornata caldissima. Sarà l’emozione rifletté il giovane, il quale era terribilmente ansioso di salire su una montagna russa, di strafogarsi di dolciumi e di stare accanto ad Ochako durante il viaggio di andata.

C-cosa?

Pochi secondi dopo arrivò l’automobile della famiglia Uraraka. La ragazza abbassò il finestrino posteriore e gridò: «Ciao Deku-kun! Sali pure!»  
L’interessato si scosse dai suoi pensieri e la salutò imbarazzato, sperando che l’amica non avesse notato il suo rossore improvviso.
Il viaggio fu piuttosto piacevole: il signor Uraraka era divertentissimo e con le sue battute faceva piangere dal ridere il giovane Midoriya; ogni tanto quest’ultimo parlava con Ochako, chiedendole cosa avesse fatto di bello durante i giorni precedenti, lei cominciava a parlare animatamente e Izuku la trovava semplicemente carinissima.
Quasi un’oretta dopo la partenza, arrivarono all’ingresso del parco divertimenti: il ragazzo c’era già stato qualche volta da piccolo insieme a sua madre, mentre per Uraraka era la prima volta. «Non vedo l’ora di entrare insieme agli altri, Deku!»
A quell’esclamazione Midoriya sorrise e le rispose semplicemente: «Ci divertiremo un mondo, vedrai!»
I due ragazzi si domandarono in seguito se fossero stati i primi ad arrivare, così cominciarono a cercare con lo sguardo qualche viso a loro famigliare, nonostante la loro statura non aiutasse granché. Poco dopo videro dei capelli rosso fuoco non molto lontano da loro, e scoprirono con piacere che appartenevano ad un Kirishima impegnato a scambiare due parole (letteralmente) con Tokoyami. «Ehi Fumikage, guarda chi c’è!» disse Eijirou rivolto all’amico, il quale rispose con un sommesso già. Uraraka e Midoriya li raggiunsero e li salutarono calorosamente.
Dopo qualche istante arrivarono anche Jirou, Hagakure e Sero, e quest’ultimo spiegò a Kirishima che il viaggio in macchina con il padre di Kyoka gli era sembrato un concerto rock degli anni ’70. Un poco alla volta arrivarono anche gli altri: Momo, Shouto, Mina, il timido Koji e Tenya, il quale aveva spaccato il secondo arrivando esattamente all’orario prefissato.
«Ciao a tutti! Ricapitolando: Shoji, Ojiro e Sato mi avevano avvisato privatamente che non ci sarebbero stati, dal momento che sono in vacanza qualche giorno con le proprie famiglie… Aoyama mi ha mandato un messaggio stamattina in cui mi diceva che non si sentiva molto bene, poverino! Quindi mancherebbero all’appello soltanto Bakugou e Tsuyu!» annunciò Mina a tutto il gruppo.
«Per non parlare di quei due idoti di Kaminari e Mineta…» aggiunse Jirou soffocando una risata; Kirishima, Yaoyorozu, Tokoyami e Iida si offrirono volontari per l’acquisto dei biglietti e si inserirono nella fila, mentre il resto del gruppo aspettò che arrivassero i membri mancanti.
Dopo qualche minuto Toru vide in lontananza una ragazzina saltellante e gridò Tsuyuuuu e corse ad abbracciarla seguita da Ochako.
«Scusate il ritardo, cra» cercò di scusarsi Asui, ma le sue compagne le assicurarono che non era un problema e la accompagnarono dagli altri.
«Ochako-chan, oggi per caso c’è anche Tokoyami-kun? Perché non lo vedo da nessuna parte…» chiese la ragazza rana con lo sguardo basso, in modo da nascondere l’imbarazzo.
«Sì, ora è a prendere i biglietti, è stato gentilissimo…» rispose Uraraka, poi si avvicinò all’amica e le sussurrò: «Cercherò di farvi stare un po’ da soli ogni tanto, per la mia migliore amica questo e altro!»
«M-ma non ce n’è bisogno…» balbettò Asui, ricevendo poi una piccola gomitata amichevole dalla castana.
La verità era che Uraraka sapeva che tra Tsuyu e Fumikage c’era qualcosa, ne era più che certa. Sapeva anche che Tokoyami era un bravo ragazzo per nulla sgarbato, quindi perché no?
Le ragazze raggiunsero il resto dei compagni e si sedettero accanto a loro. Poco lontano da lì, la folla si era a poco a poco diradata, rivelando un ragazzo dai capelli biondi e la faccia contrita per la rabbia. Poteva essere soltanto Katsuki Bakugou.
Una volta arrivato, Sero si alzò dalla panchina, su cui si era precedentemente accomodato, e gli disse amichevolmente: «Ehi ritardatario! Ma lo sai che ore sono?»
«È tutta colpa di quella vecchiaccia di mia madre!» sbottò l’ultimo arrivato come suo solito, poi si voltò in direzione di Izuku. «Che cazzo hai da guardare, merDeku?!» L’interessato quasi saltò per lo spavento e balbettò impaurito: «C-ciao Kacchan!»
In quel momento una ragazza poco distante da loro gridò spazientita: «Lasciami in pace, nanerottolo!» e fece finire il bastone per i selfie dritto dritto sulla testa di un ragazzino di bassa statura; questo però non sembrò turbarlo particolarmente, dal momento che la presunta arma rimase appiccicata alle palline gommose di colore viola che si trovavano sulla sua testa. Un ragazzo biondo e slanciato si abbassò alla sua altezza e gli sussurrò: «L’hai scampata bella amico! Scappiamo prima che possa colpirti in un altro punto!» I due corsero via – con tanto di bastone per i selfie – e raggiunsero i loro amici di scuola.
«Ragaaaazzi! Vi siamo mancati, non è veroooo?» cantilenarono in coro i due nuovi arrivati, e in tutta risposta Kyoka disse: «Per niente!»
Ecco che arrivarono Iida e gli altri che avevano comprato i biglietti; i ragazzi li distribuirono ai loro compagni e si diressero poi tutti insieme di fronte alle porte del parco. La consueta musichetta di benvenuto partì a tutto volume, e pochi istanti dopo si poté accedere all’interno del parco.
E iniziò l’avventura.
• • •

Percorso soltanto qualche metro, iniziò il finimondo. Ognuno, naturalmente, voleva provare le attrazioni che desiderava e proprio per questo nessuno giungeva ad un accordo: il gruppo composto da Sero, Bakugou, Kirishima e Jirou voleva gettarsi a capofitto sulle montagne russe; Yaoyorozu, Midoriya e Iida volevano invece iniziare con qualcosa di più soft, mentre Mineta voleva semplicemente fare pipì il prima possibile.
Dopo una breve discussione, Tsuyu prese la parola e illustrò a tutti come si sarebbe svolta la giornata: la mattina avrebbero fatto delle attrazioni che fossero andate bene a tutti o almeno alla maggioranza dei presenti, dopodiché avrebbero pranzato e successivamente si sarebbero divisi in piccoli gruppi, ricongiungendosi in un luogo e a un orario prestabiliti. I ragazzi risposero con un sonoro Ok! di gruppo ad eccezione di Katsuki, il quale si limitò a sbuffare a guardare altrove.

La prima attrazione consisteva in un semplice trenino, qualche curva veloce e tante risate. Mineta aveva cercato – insieme al suo fidato Kaminari – di architettare un piano diabolico (o così diceva lui) per poter salire tranquillamente sulla giostra nonostante i limiti di altezza, ma (s)fortunatamente non ci furono problemi.
La carrozza venne quasi interamente occupata dai ragazzi della 1-A, dal momento che i posti disponibili erano 20 e loro erano in 16: Izuku si sedette accanto a Tenya in uno dei vagoni centrali, Ochako accanto a Tsuyu, Mina con Kyoka e Momo con Toru, Eijirou accanto a Hanta, Fumikage accanto a Koji, Katsuki con Shoto (anche se non volevano per nulla al mondo stare l’uno vicino all’altro) e nell’ultimo vagone si accomodarono Denki e Minoru, dato che davanti a loro era seduta una splendida ragazza e non volevano farsela sfuggire.
L’attrazione partì, fece qualche curva e poi cominciò ad accelerare sempre di più, e i ragazzi ridevano e si tenevano la mano con il vicino, tranne Todoroki che se ne stava in silenzio e osservava il paesaggio scorrere e Bakugou che gridava a squarciagola: «SI PUÓ SAPERE CHE CAVOLO AVETE DA URLARE COSÍ?!»
Ma nessuno gli diede ascolto e continuarono a divertirsi.
Terminata una delle ultime curve Kaminari urlò a tutti dall’ultimo vagone: «Alzate tutti le mani, ragazzi!»
«Sei forse impazzito?!» si girò Iida nella sua direzione e prese a gesticolare: «È contro il regolamento!» «Eddai, Tenya! Divertiti un po’ anche tu!» rispose Denki notando che il resto dei compagni aveva le mani alzate. Tutti insieme gridarono Spingiti oltre il limite! PLUS ULTRA!
Terminata l’attrazione, i ragazzi scesero dai loro vagoni e ripresero gli zaini precedentemente depositati negli appositi scaffali, e Kirishima cercò di trascinare fuori Mineta, il quale stava pregando la ragazza di prima di dargli il suo numero di telefono.
Il gruppo percorse poi una piccola stradina piena zeppa di negozietti di souvenir e cibo invitante; Asui aveva visto un’attrazione con dell’acqua e desiderava farla, ma siccome era mattina e faceva ancora un po’ troppo fresco per bagnarsi, decise di riservarla per il pomeriggio quando si sarebbero divisi. Spero che Tokoyami-kun voglia farla con me rifletté la ragazza rana e subito le apparve un sorriso in volto.
Durante il tragitto i ragazzi provarono la nave pirata, una giostra a tema giungla e molte altre, tranne una delle montagne russe più alte del parco – Bakugou fremeva dalla voglia di salirci – e la casa degli orrori, a cui nessuno osò avvicinarsi tranne Tokoyami, il quale però scelse di riservarla a più tardi.
Rapidamente arrivò l’ora di pranzo e Tenya guidò il gruppo a un’area pic-nic con l’ausilio della mappa che nessuno oltre a lui aveva preso con sé; i ragazzi si sedettero ad un tavolo e le ragazze ad un altro e subito cominciarono a mangiare e a parlottare.

«Pensiamo a come dividerci per il pomeriggio e a dove ritrovarci poi» disse Midoriya e Todoroki annuì. «Io verrò con te, Izuku… e credo sarà con noi anche Tenya»
«Esattamente, Todoroki-kun! Devo salvaguardare la vostra sicurezza!» annunciò Iida a gran voce, sistemandosi gli occhiali sul naso come suo solito.
«Forse dovremmo chiamare anche le ragazze…» propose poi Izuku e andò a chiamarle un po’ imbarazzato. Alla fine della discussione i gruppi erano così formati: uno di questi era composto da Midoriya, Uraraka, Iida, Todoroki, Asui, Tokoyami e Yaoyorozu; un altro invece da Kirishima, Bakugou e Sero e l’ultimo da Ashido, Jirou, Hagakure e Kouda.
Tutti si voltarono verso gli ultimi due rimanenti e chiesero: «Voi che intenzioni avete, esattamente?»
Kaminari e Mineta – che non si erano inseriti in nessuno gruppo – si guardarono un secondo e risposero:
«Beh, noi ci muoveremo in solitaria ovviamente!»
Nessuno degli altri era convinto di quella risposta ma acconsentirono comunque.
I ragazzi cominciarono a pulire i tavoli utilizzati e a riporre le cose necessarie nei loro zaini; Izuku si appartò un secondo e scattò una bella foto del parco con il suo telefonino.
«È venuta benissimo Deku-kun! A chi la manderai?» chiese Ochako, che era giunta di soppiatto, e per poco l’amico non aveva fatto cadere il cellullare dalle mani per lo spavento. «Ah, ehm sì… La terrò come ricordo di questa bellissima giornata e la manderò a mia mamma e…» e a All Might stava per rispondere, ma non poteva lasciarsi sfuggire un’informazione come quella, anche se era Uraraka, per cui si limitò a concludere con un mio caro amico.
Ochako gli sorrise. Izuku avrebbe voluto scattare una foto pure a lei, perché era la cosa più bella di quella giornata, ma decise di sorridergli a sua volta e di lasciare quel pensiero nella sua mente.
La ragazza andò poi da Iida e gli chiese dove sarebbero andati ora, e nel frattempo Midorya inviò un messaggio a sua madre in cui le diceva che stava bene e non aveva fatto niente di pericoloso (per ora) e uno ad All Might con scritto: Mi sto divertendo un mondo!
I vari gruppi si divisero e iniziò così la seconda parte della giornata.
 
 

 


L'angolino di m a y

Mentre ascoltavo Feel Special delle Twice e ripensavo a quei bellissimi pomeriggi trascorsi a Gardaland con i miei amici, istintivamente i ragazzi della 1-A hanno fatto capolino nella mia mente e mi hanno fatto venir voglia di scrivere qualcosa su di loro.

Così è nata A little story of somersaults and cotton candy, ovvero “una piccolo storia di capriole e zucchero filato” che forse tanto piccola non è… Inizialmente doveva essere una semplicissima one-shot ma più scrivevo più mi rendevo conto che volevo far vivere ai nostri patati molte più esperienze di quelle prefissate, per cui ho deciso di trasformarla in una mini-long di tre parti, decisione presa anche per alleggerire la lettura, naturalmente.
Per oggi è tutto cari lettori, se per ora vi pace particolarmente o avete notato errori/qualsiasi cosa da appuntare sulla storia lasciate pure una recensione, mi farà soltanto piacere!

adieu!
 

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Capitolo 2
*** II. ***


II.
 
Il gruppo di Katsuki si gettò sulle prime montagne russe che trovarono. Nella mente di Eijirou continuava a risuonare la vocina di Tenya che diceva: Salire su attrazioni del genere dopo aver mangiato è tassativamente VIETATO! ma il ragazzo non le diede ascolto e si sedette sul vagoncino con le gambe a penzoloni accanto al suo migliore amico; Hanta non si era per niente lamentato per i posti, dato che una ragazza piuttosto carina gli si era seduta accanto.
«Ehi Baku! Facciamo a gara? Chi urla per primo ha perso, d’accordo?» propose Kirishima e subito l’interessato si voltò verso di lui e gli rispose:
«D’accordo scemo… tanto lo sai che vincerò io!»
L’attrazione partì piuttosto lentamente. Raggiunta la cima, il rosso di capelli prese un respiro profondo e si aggrappò con le braccia alle protezioni, mentre il suo vicino guardava altrove. Iniziò la discesa. Kirishima serrò i denti e gli occhi cominciarono a lacrimargli notevolmente; Katsuki rideva a crepapelle mentre Sero urlava a squarciagola – non aveva osato partecipare alla sfida del Non si urla -, quasi peggio della ragazza accanto a lui.
Terminata l’attrazione, Eijirou sistemò i capelli arruffati dal vento e uscì, seguito dagli altri due.
«È stato pazzesco! E non ho urlato!»
«Nemmeno io ovviamente! Te l’avevo detto che avrei vinto» disse Bakugou con il suo solito tono presuntuoso, ma subito l’amico lo corresse:
«Veramente abbiamo vinto, Baku!»
Sero raggiunse i due e annunciò, come se fosse al settimo cielo: «Ragazzi non sapete cosa-» prima che potesse finire, Katsuki lo interruppe bruscamente:
«Hai perso la sfida, sfigato!»
Il moro lo guardò con fare interrogativo. «Quale sfida scusa?»
«Non bisognava urlare durante il tragitto… e tu hai starnazzato come una gallina per tutto il tempo» rivelò Kirishima soffocando una risata per lo strano paragone. Hanta a quel punto rise e disse ai suoi amici: «Scusatemi tanto! La verità è che ho sfidato la ragazza accanto a chi avrebbe urlato più forte… e ho vinto io, modestamente! Per cui il premio è stato…»
«Non mi dire che…»
«… il suo numero di telefono! Questo è l’inizio di una grande storia ragazzi!»
Eijirou e Katsuki si guardarono un secondo e scoppiarono a ridere subito dopo; Sero continuava a chiedere che avete da ridere insomma?! ma gli altri due non gli diedero ascolto e continuarono a ridere come non facevano da tempo.

 
• • •

Izuku, Tenya, Ochako e il resto del gruppo arrivarono di fronte all’imponente ruota panoramica: fortunatamente la fila non era troppo lunga, per cui non fu un problema l’attesa per salire. Uraraka era emozionatissima di salire a quell’altezza e – in cuor suo – si domandava se fosse salita proprio con Midoriya. Avrebbe tanto voluto chiedergli Deku-kun, vorresti salire con me? Solo… tu e io? Ma riteneva fosse una scelta troppo egoista nei confronti degli altri suoi compagni.
Tsuyu, notata l’espressione sul volto dell’amica, le posò una mano sulla spalla e le chiese sottovoce: «Va tutto bene, Uraraka-chan?»
L’interessata si voltò verso di lei e le sorrise. «V-va tutto bene, Asui!», rispose la castana, poi si avvicinò alla ragazza rana e le chiese senza farsi sentire:
«Tu salirai con Tokoyami?»
Tsuyu arrossì all’istante e cominciò a balbettare per l’imbarazzo: «A-a dire il vero pensavo salissimo tutti insieme… non è così?»
«Lo pensavo anch’io, ma il limite di capienza delle cabine è di due persone!» annunciò Iida con fare sapiente, dal momento che era stato l’unico a leggere con cura e dedizione tutte le informazioni riguardanti l’attrazione in questione.
«Due persone quindi…» si mise a pensare Izuku come al solito; Ochako era ormai convinta che il ragazzo avrebbe chiesto a Iida o al massimo a Todoroki di stare con lui, quando sentì la sua voce tanto famigliare chiedergli in un sussurro: «Uraraka, vorresti, insomma… salire insieme a me?»
La ragazza si voltò verso di lui e si grattò la nuca, a disagio. Rispose con un cenno della testa e si concentrò al massimo per non levitare in aria, dato che le accadeva tutte le volte che era particolarmente felice o sollevata.
Tsuyu prese coraggio e chiese a Tokoyami se volesse stare con lei e fortunatamente il ragazzo accettò quasi subito; Todoroki invitò Yaoyorozu mentre il povero Iida dovette stare da solo.
Ogni coppia salì sulla propria cabina e la ruota iniziò lentamente a girare. I ragazzi si lasciarono cullare e ogni tanto sbirciarono fuori dalla finestrina per ammirare il panorama; è proprio una bellissima giornata si ripetevano nella testa, perché in fondo ognuno di loro (tranne Iida forse, anche se amava stare comunque in solitaria a riflettere) era con una persona speciale.
 
«È davvero fantastica la vista da quassù… penso sia la cosa più bella che abbia visto oggi!» disse Ochako sognante, le mani e il viso appiccicate al finestrino; si voltò poi in direzione di Izuku, il quale se ne era stato per la maggior parte in silenzio, e gli confidò: «Ed è ancora più bella dato che ci sei tu qui con me, Deku-kun»
L’aveva detto sul serio?! Uraraka tornò a guardare fuori per non incontrare lo sguardo di Izuku e continuò a pensare che quella era stata una mossa a dir poco stupida. O forse no?
Midoriya si avvicinò titubante alla ragazza e le mise una mano sulla spalla: la strinse forte, come se non volesse lasciarla andare, ma era una stretta confortante, non meschina. «I-io ho visto una cosa molto più bella oggi, sai?» disse lui, il viso rosso di imbarazzo. «Il tuo sorriso, Uraraka-chan.»
 
Fumikage e Tsuyu se ne stavano comodi sui sedili della cabina, osservando dal finestrino i vagoni delle montagne russe che salivano e scendevano.
La ragazza dai capelli verdi vide poi in lontananza un finto tronco di legno con seduti numerosi ragazzi che scendeva in picchiata e creava degli schizzi altissimi, e si ricordò di non avere ancora provato quell’attrazione che tanto desiderava fare. Asui si rivolse al ragazzo, e preso coraggio, gli chiese con voce decisa, indicandogli l’attrazione interessata: «Ti andrebbe di provare quello con me, cra?»
Tokoyami guardò nella direzione che gli aveva indicato, poi si soffermò sul viso della ragazza e sul suo viso comparve quello che poteva assomigliare ad un sorriso. «Se è ciò che desideri lo farò volentieri, mia Tsuyu.»
 
Shoto e Momo erano seduti l’una accanto all’altra, le mani che ogni tanto si cercavano e che volevano stringersi tra loro; i due ragazzi avevano desiderato ardentemente stare per conto loro, anche se consideravano che sarebbe stato comunque piacevole salire su una cabina tutti insieme.
Ma ora che erano lì, soli, non avevano timore di guardarsi negli occhi e di sorridersi.
«Non ci può vedere nessuno qui, Momo» disse Todoroki osservando il cielo azzurro al di fuori della cabina. Lentamente si voltò verso di lei e il suo sguardo glaciale incontrò quello dolce della ragazza. Fu questione di un secondo, un solo attimo, e le loro labbra si incontrarono in un bacio amorevole.
Momo strinse la mano di Shoto, del suo Shoto, e si lasciò cullare tra le braccia del ragazzo, senza timore di essere vista da occhi indiscreti. La verità era che i due ragazzi avevano cominciato a frequentarsi segretamente: Todoroki lo aveva rivelato soltanto a sua madre e le aveva chiesto gentilmente se non lo avrebbe detto a Endeavor, anche se sapeva lo stesso che sua madre avrebbe custodito il segreto; Yaoyorozu invece, oltre ai genitori, lo aveva confidato alla sua migliore amica Jirou, la quale promise di non rivelarlo a nessuno per non creare ulteriore scompiglio all’interno della classe.
Un giorno si sarebbero mostrati alla luce per quello che provavano veramente l’uno per l’altro, ma per il momento a loro andava benissimo così.

 
• • •
 
Mina e Toru avevano insistito più e più volte di voler mangiare dello zucchero filato. Kyoka aveva cercato di farle ragionare – dopotutto avevano mangiato soltanto da qualche ora – ma le due ragazze erano state irremovibili. Finalmente giunti davanti ad un chiosco che vendeva ogni tipo di dolciumi Ashido e Hagakure si gettarono nella fila per poter ordinare, mentre Jirou e Kouda restarono ad aspettarle poco lontano.
La ragazza dai capelli blu cercava di capire perché effettivamente le sue due amiche avevano preteso così tanto un maledetto zucchero filato.
È vero, in fondo erano ancora delle bambine giocherellone, ma sospettava comunque ci fosse qualche sotterfugio.
Poi ricordò una frase pronunciata da Toru durante il viaggio di andata: signor Jirou, lei pensa che sua figlia e Kouda siano carini insieme? Perché secondo me lo sono moltissimo! Magari oggi sboccerà l’amore che ne pensa?
Fortunatamente suo padre non l’aveva minimamente ascoltata, anzi, le aveva risposto con un acuto di Freddie Mercury.
Ma Kyoka aveva sentito.
Ashido e Hagakure si erano messe d’accordo per farla rimanere da sola con Kouda… ecco spiegato lo stratagemma dello zucchero filato.
Giuro che le faccio a pezzi pensò tra sé e sé la ragazza, finché un timido tocco sulla spalla non la scosse dai suoi pensieri omicidi. Kouda le stava indicando il chiosco adiacente a quello a cui erano andate Mina e Toru, uno di quelli in cui cerchi di colpire più bersagli possibili per vincere un peluche extra-large.
«Vuoi provare a vincere qualcosa?» chiese Kyoka al ragazzo e questo le rispose con un cenno della testa. La ragazza dai capelli blu sorrise e, dato che le sue due amiche non erano ancora tornate, decise di restare lì dov’era, mentre Kouda sarebbe andato a svagarsi al chiosco dei peluche.
«Scusa se vi abbiamo fatto aspettare! C’era un po’ di gente e DOV’È KOUDA?» esclamò Mina, la quale per un pelo non fece finire il suo zucchero filato rosa dritto sul pavimento, mentre Toru scuoteva Kyoka con la mano libera continuando a gridare qualcosa del tipo: dove l’hai abbandonato? L’hai lasciato vagare per il parco?
Jirou cercò di uscire da quella morsa infernale di schiamazzi e odore di zucchero e dolci e cercò di spiegare la faccenda. Le altre due compagne si guardarono un secondo, si fecero l’occhiolino (Kyoka lo notò immediatamente) e cantilenarono un AHHHHH ora abbiamo capitoooo! seguito da una risatina.
Kyoka roteò gli occhi ma non poté fare a meno di ridere insieme alle amiche; poco dopo Koji tornò dalla sua missione – se così si poteva chiamare – e le ragazze notarono che portava con sé un bottino.
«Complimenti Kouda! Il premio che hai vinto è super kawaii!» disse Hagakure in preda all’eccitazione e si avvicinò poi al ragazzo per osservare più da vicino il peluche che teneva stretto tra le braccia.
Ashido fece lo stesso e saltellò per la gioia insieme alla ragazza invisibile, mentre Jirou continuava a ridere di gusto; Koji le si avvicinò piano piano e – senza dire una parola – le diede il peluche e le sorrise, imbarazzato.
«P-perché lo dai a me? Insomma… sei stato tu a vincerlo dopotutto» cercò di dire Kyoka, la quale non comprendeva perché in quel momento il suo cuore sembrava stesse suonando un brano metal. Koji in tutta risposta si mise a fissare le mattonelle del pavimento (improvvisamente divenute interessanti) e sussurrò soltanto: «È il mio regalo per t-te, ti prego tienilo…»
La ragazza rimase immobile e lo stesso (stranamente) fecero anche Mina e Toru. La voce di Koji veniva udita pochissime volte, solitamente durante un esame pratico, quando doveva richiamare qualche specie animale, oppure per dire qualcosa di estrema importanza. E quella aveva tutta l’aria di essere una cosa importante.
Ashido e Hagakure si ripresero e iniziarono a dare delle gomitatine amichevoli a Kyoka e a dirle senza farsi sentire:
«Gli piaci Kyokaaaaa! Hai visto come è stato carino con te?»
«Mh-mh» rispose Jirou con aria sognante, senza in realtà aver prestato troppa attenzione alle parole delle amiche. Probabilmente Hagakure ha ragione.
Kouda cercò in quel momento di richiamare le tre ragazze e indicò loro l’orologio che portava al braccio; le sue compagne di scuola lo intesero come un Forse dovremmo avviarci verso il punto di ritrovo, così ci uniremo nuovamente agli altri!
Mina gridò per attirare l’attenzione di tutti i membri del gruppetto e annunciò: «Molto bene! Io e Hagakure abbiamo avuto il nostro zucchero filato. Jirou il suo regalo. Possiamo tornare dagli altri!» La ragazza scese dal muretto su cui era salita e cominciò a camminare impettita, seguita da Toru. Kyoka notò soltanto in quel momento che le due avevano spazzolato il dolce comprato in un battibaleno.
«Comunque, g-grazie mille, Kouda!» disse Jirou rivolta al ragazzo. Questo gli sorrise cordialmente e si mise in marcia insieme alle altre ragazze.
In fondo, a Kyoka non sarebbe dispiaciuto portare con sé un panda gigante di peluche.
 
 
 




L’angolino di m a y.

Eccoci qua con la seconda parte di A little story of somersaults and cotton candy!
Come avrete notato questo secondo capitolo è un po’ diverso rispetto al primo: dal momento che i ragazzi – nella volta precedente – si erano divisi a gruppi, ho colto l’occasione per inquadrare ciascuno di loro più da vicino.

Per ogni gruppo ho scelto la location che secondo me si addiceva maggiormente: per Bakugou, Kirishima e Sero ho scelto immediatamente le montagne russe (e no, quello su cui sono saliti NON era il roller coaster più alto del parco… o meglio, non ancora), mentre per Midoriya, Uraraka, Iida e compagnia bella ho optato per una romantica ruota panoramica, la quale mi ha regalato dei bellissimi vibes della Ferriswheelshipping; infine ho pensato di concludere con del buon zucchero filato con l’ultimo gruppo: probabilmente non vi aspettavate una Kouda/Jirou… ma che posso farci? Secondo me sono incredibilmente carini insieme – mi correggo, kawaii!

… e Kaminari e Mineta? Libera immaginazione! Anche se, considerando di chi stiamo parlando, potrebbe essere pericoloso.

Spero che vi sia piaciuta questa seconda parte, vi aspetto con trepidazione per leggere il terzo e ultimo capitolo! Se la storia vi piace particolarmente o volete appuntare qualsiasi cosa riguardo la stesura/eventuali errori della fanfic, lasciate pure un commento, mi farà soltanto piacere!

adieu!
 
 

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Capitolo 3
*** III. ***


III.
 
Il gruppo composto da Izuku, Ochako, Tenya, Momo, Shoto, Fumikage e Tsuyu si stava avviando verso il luogo di ritrovo stabilito. Il tempo era passato molto rapidamente, e per i ragazzi era quasi giunta l’ora di salire sulle ultime attrazioni insieme al resto dei compagni, e di tornare poi nelle rispettive abitazioni.
Dopo essere saliti sulla ruota panoramica, gran parte dei presenti tendeva a stare in silenzio, o al massimo a scambiare soltanto qualche parola. Iida continuava a non capire cosa fosse accaduto e, più cercava di interrogare Midoriya, più questo balbettava parole incomprensibili in preda all’imbarazzo.
Tsuyu rivelò a Ochako la proposta fatta a Tokoyami-kun e la risposta del ragazzo a riguardo, ed entrambe erano contentissime; la castana cercò di avvicinarsi poi a Izuku, ma – prima che potesse parlargli – il cellullare del ragazzo squillò a tutto volume.
«Ti sta chiamando qualcuno Deku-kun!»
Izuku annuì e diede le spalle alla ragazza, in modo tale che lei potesse aprire la tasca del suo zaino e prendere il telefono. «Probabilmente sarà mia madre…» rifletté Midoriya ad alta voce, ma quando vide il nome di chi lo stava chiamando sullo schermo sfilò subito il telefono dalle mani di Ochako.
«Scusate ragazzi… Voi andate avanti, io vi raggiungo il prima possibile!»
I suoi compagni lo guardarono con fare interrogativo, tranne Uraraka, che aveva abbassato lo sguardo, piuttosto risentita dal gesto del ragazzo. Tenya diede a Izuku la sua preziosa mappa del parco, dato che ormai la sapeva a memoria, e lo salutò, imitato da tutti gli altri.
Il ragazzo dai capelli verdi si sedette su una panchina all’ombra di una grossa quercia e rispose alla chiamata.
«Ciao, emh, come va?»
«Ehi Midoriya-shonen! Ho visto la foto che mi hai inviato… anche io alla tua età andavo spesso in quel parco, solitamente con i miei amici del liceo»
Izuku sperò che All Might – o meglio, Toshinori – non iniziasse un lungo sproloquio sulla sua giovinezza, ma fortunatamente cambiò discorso.
«Sei con tua madre o…?»
«Sono con i miei compagni di classe! È stata Mina ad avere l’idea. Ho provato un sacco di attrazioni davvero pazzesche e…» Izuku si fermò un secondo, sentendosi avvampare improvvisamente. «… sono salito sulla ruota panoramica insieme a Ochako» A cosa poteva servire un’informazione del genere? Il ragazzo non lo sapeva, ma aveva sentito il bisogno di dirlo per qualche insolita ragione.
All Might rimase un attimo in silenzio, dopodiché esclamò: «Sono davvero fiero di te, giovane Midoriya! Entro l’estate ti troverai anche la ragazza!»
L’interessato voleva controbattere ma decise di lasciar perdere, anche perché dentro di sé sapeva perfettamente che stare con Ochako sentimentalmente era uno dei suoi grandi sogni. Toshinori l’aveva capito subito, dopotutto.
Resosi conto di aver suscitato imbarazzo nel povero ragazzo, All Might cercò di rimediare: «Sai, qui alla U.A. il vostro sensei Aizawa ha quasi ultimato i preparativi per il Ritiro nei Boschi. Da quel poco che mi ha rivelato, ne passerete delle belle!»
Izuku tremò per l’emozione. Aspettava con trepidazione il Ritiro nei Boschi, evento che avrebbe reso quell’estate ancora più speciale. Non vedeva l’ora di allenarsi, preparare da mangiare intorno a un falò e dormire insieme agli altri suoi compagni. E poi ci sarebbe stata anche Ochako.
«Hai provato il Takabisha? È a mio parere l’attrazione più bella del parco, quando ero giovane ci salivo sempre e mi divertivo un mondo… ora che ci penso non so neanche se ci sia ancora» chiese All Might piuttosto imbarazzato, mentre il ragazzo cercò di aprire la mappa datagli da Iida con la mano che aveva libera.
«Sì c’è, e dove sono io riesco a vederla perfettamente da quanto è a-alta…» balbettò Izuku alla vista delle montagne russe. Era esattamente il roller coaster su cui nessuno aveva osato salire, nemmeno Bakugou, e probabilmente era alta più di 80 metri. Nella sua testa comparve l’immagine di un giovane Toshinori che si sbracciava dal vagoncino di quell’attrazione infernale.
«Credevo l’avessero smantellata… meglio così, no? Senti ragazzo mio, io devo concludere le ultime faccende scolastiche. Fai un giro sul Takabisha da parte mia, ok? Ci sentiamo!» prima che Midoriya potesse ribattere, All Might chiuse la chiamata.
Izuku depositò il telefono e la mappa all’interno di una tasca e si mise lo zaino in spalla, senza distogliere lo sguardo dall’attrazione in questione. No, non posso farlo. Almeno, non da solo rifletté il ragazzo, e si chiese se qualcuno dei suoi compagni fosse salito su quella giostra insieme a lui. Qualcuno che non fosse Kacchan pronto a sfidarlo, naturalmente.

Il giovane percorse rapidamente una scorciatoia scoperta grazie alla mappa datagli da Iida e si trovò in poco tempo presso il luogo di ritrovo. Appena giunse sul posto, vide Tenya intento a leggere con attenzione un display che indicava i minuti di coda di ciascuna attrazione, e Tsuyu che saltellava contenta sotto un getto di vapore acqueo proveniente da una fontana lì vicino. In breve tempo la imitarono anche Momo e Ochako, mentre Shoto e Fumikage si occupavano di riempire le borracce di acqua fresca. Izuku si era più volte domandato come facesse Tokoyami a sopportare il caldo di quella giornata estiva pur indossando una felpa completamente nera e a maniche lunghe, ma decise di lasciar perdere.
«Midoriya-kun, eccoti qua!» esclamò Iida alla vista del suo amico. «Siamo i primi ad esser giunti qui. Forse abbiamo il tempo di salire su un’altra attrazione… dai un’occhiata anche tu» gli disse poi indicando il display che stava leggendo fino a qualche momento prima. Il verde di capelli annuì e si posizionò davanti allo schermo luminoso, cercando di non ostruire la vista a un bambino di sei anni che cercava in lacrime i minuti di coda del Bruchino a spasso nella frutta. Con l’arrivo del pomeriggio molte attrazioni cominciavano ad avere code interminabili, ma fortunatamente l’intero gruppo dei ragazzi aveva avuto occasione di salirci durante la mattina. Izuku continuò a leggere finché non trovò Takabisha: 5 minuti di attesa. Chissà come mai pochissima gente provava a salire su quell’attrazione…
Midoriya prese un respiro profondo e chiese a Iida se aveva voglia provare con lui il Takabisha. L’occhialuto cominciò a gesticolare e a farneticare cose del tipo: è targato come super adrenalinico! Sei proprio sicuro? Hai problemi cardiopatici, per caso? Ma Izuku gli assicurò che era consapevole di cosa stava andando incontro, così l’amico si fermò improvvisamente e concluse dicendo: «Verrò con te allora, Midoriya-kun!»
I ragazzi riferirono poi il tutto al resto del gruppo: Todoroki volle immediatamente seguirli e venne imitato da Tokoyami; Yaoyorozu, dapprima incerta, decise di unirsi al gruppo dopo aver ricevuto un’occhiata incoraggiante da Shoto mentre Uraraka e Asui sembravano piuttosto impaurite.
«Se non vi va resto a farvi compagnia» disse Momo in tono gentile, ma, prima che potesse aggiungere altro, Ochako esclamò: «Vengo con voi! Io, ecco…» si fermò un secondo, poi disse tutto d’un fiato: «… vorrei tanto salire in prima fila!»
Izuku rimase sbalordito da quell’esclamazione. Ochako era a dir poco coraggiosissima. Non solo voleva salire su quell’attrazione terrificante soltanto a guardarla, voleva persino provare a stare in prima fila.

Ochako è semplicemente incredibile.

La castana si accodò al gruppo e si voltò subito dopo in direzione di Tsuyu: «Hei Tsuyu-chan, tu non vieni con noi?». La ragazza rana abbassò lo sguardo e sospirò. «Io ho un po’ paura, a dire il vero…»
A quella risposta, Uraraka stava per rinunciare alla sua piccola ambizione per fare compagnia alla sua amica, ma prima che potesse fare o dire qualsiasi cosa, Tokoyami si mise accanto alla ragazza-rana e annunciò al resto dei compagni: «Resto io qui con lei. Nel frattempo…» disse poi rivolto a Tsuyu «… io e la piccola Tsuyu saliremo su un’altra attrazione»
Asui gli rivolse uno sguardo pieno di ammirazione e non poté fare a meno di abbracciarlo. «Grazie, Tokoyami-kun» sussurrò la ragazza, il viso immerso nella felpa di Fumikage. Questo non si scompose più di tanto, ma sentiva dentro di sé fremere Dark Shadow. Erano entrambi piuttosto contenti, anche se non lo davano a vedere.
Momo e Ochako si scambiarono un’occhiata complice mentre Iida si apprestò a consegnare un’altra mappa a Tokoyami. Todoroki si era chiesto molte volte quante mappe avesse preso con sé Tenya, così chiese a Momo, dal momento che aveva accompagnato l’occhialuto a prendere i biglietti, e questa gli rispose: «Le aveva prese per tutti quanti, ma prima che potesse distribuirle gli altri avevano preso la propria strada»
Preso da un leggero rimorso, Shoto chiese a Tenya se poteva prendere una delle sue mappe, e questo accettò senza porsi domande.
I ragazzi salutarono Asui e Tokoyami e si diressero verso l’imponente Takabisha.

 
• • •

Izuku attendeva inquieto il proprio turno per salire sul roller coaster. In soli cinque minuti di attesa si era già domandato almeno una decina di volte se quello che stava facendo fosse una follia o meno, e quando veniva assalito dal terrore – incrementato dalle urla di coloro che affrontavano le ripide discese del Takabisha – rivolgeva lo sguardo a un bambino poco distante (avrà avuto all’incirca 11 anni), il quale sembrava per nulla spaventato, anzi, fremeva dalla voglia di salire.
Iida, come suo solito, leggeva accuratamente il regolamento dell’attrazione, mentre Todoroki conversava con Uraraka e Yaoyorozu. «Chissà cosa diranno i nostri compagni quando scopriranno-» stava per dire Midoriya, quando sentì una voce famigliare poco distante da lui gridare: «CHE COSA?! C’è pure quello sfigato di Merdeku?! E che cazzo!»

Oh-oh.

Bakugou scansò alcune persone dietro di lui e rivolse uno sguardo minaccioso al suo nemico: «Quindi ci sei anche tu insieme alla tua banda di nerd, eh? E non poteva mancare il bastardo a metà!» disse poi, alludendo a Todoroki.
Katsuki venne raggiunto da Eijirou e Hanta, i quali, al contrario di lui, salutarono i compagni con un caldo sorriso. «Dovete scusarlo, è un tantino agitato…» ridacchiò Sero, e per poco non ricevette un pugno in pieno viso da Bakugou.
Kirishima si scusò con Midoriya e Todoroki per il comportamento maleducato del suo migliore amico, e chiese poi a Iida cosa avessero fatto di bello durante il pomeriggio: l’occhialuto iniziò una lunga descrizione di ogni attrazione su cui erano saliti, finché non giunse alla fine liquidando rapidamente la questione della ruota panoramica.
«LA RUOTA PANORAMICA?! Che cosa roman-» stava per dire Sero, ma venne interrotto bruscamente da Bakugou, il quale concluse dicendo: «… DISGUSTOSA! Siete proprio dei piccioncini del cazzo»
Nessuno sembrò degnarlo di uno sguardo, cosa che lo fece imbestialire maggiormente. Prima che Katsuki potesse ridurre in frantumi i cancelletti di entrata all’attrazione qualcuno sembrò creare non poco scompiglio all’interno della fila:
«Permesso, scusate… Vogliamo raggiungere i nostri amici…» mormorò uno dei due ragazzi, cercando di farsi largo tra la folla.
«Non mi dispiace rimanere incastrato tra due belle chiappe, madame, ma vorrei riservarmi un bel posticino vicino ai miei amici, se mi consente di raggiungerli…» ammise l’altro ridacchiando.
«Fantastico, ci sono anche Pikachu e il suo gnomo da giardino…» disse Bakugou con gli occhi infuocati. Il suo tentativo di salire su un’attrazione adrenalinica in santa pace era appena andato in fumo.
Kaminari raggiunse finalmente il resto dei suoi compagni e si appoggiò di peso alla spalla di Yaoyorozu. «Ehi, ragazzi! Che bello rivedervi… avete avuto la nostra stessa idea da quel che vedo!»
Shoto si avvicinò al ragazzo e lo scostò bruscamente dalla spalla di Momo, mentre Mineta si sistemò rapidamente la t-shirt raffigurante il coniglietto di Play Boy.
«Non avete idea di quello che abbiamo combinato io e Denki, ehehe! Non è vero amico mio?»
Il biondo rivolse uno sguardo interrogativo al compagno. «Ma Mineta, abbiamo fallito miseramente ogni tentativo di rimorchiare, per non parlare di-» Minoru gli diede una gomitata sul fianco e lo fece abbassare alla sua altezza, dopodiché gli sussurrò a denti stretti: «Kami, insomma! Se riveli tutto quanto faremo una figuraccia… per di più di fronte a due ragazze!»
Kaminari alzò lo sguardo verso Uraraka e Yaoyorozu e concluse dicendo: «Hai ragione, fratello…»
A poco a poco la fila si era fatta sempre più corta finché per i ragazzi non fu il momento di salire sull’attrazione. Kirishima notò che la carrozza su cui sarebbero saliti era molto simile a quella che aveva già provato insieme a Bakugou e Sero, ma per qualche ragione era più terrificante. Avrebbe rinunciato alla sua virilità urlando come una femminuccia, di questo ne era certo.
Katsuki superò malamente Izuku e si sedette in prima fila; Ochako fece per salire accanto a lui ma cambiò idea quando il posto libero venne occupato da Eijirou. La castana sospirò e cercò un altro posto disponibile, ma il resto dei suoi compagni sembrò già aver preso posto. Solo lei e Izuku non erano ancora saliti su nessun vagone.
Bakugou aveva notato quasi subito l’espressione delusa di Uraraka, per cui senza pensarci due volte disse rivolto a Kirishima: «Fai salire la ragazza»
«Cosa? Ma io volevo-»
«Mi hai sentito? Fai salire Uraraka»
Eijirou smise di ribattere e scese dal sedile su cui si era accomodato; si avvicinò poi a Ochako e le disse che poteva sedersi lei in prima fila accanto a Katsuki.
La ragazza esitò un secondo. Bakugou le aveva davvero permesso di salire accanto a lui al posto di Kirishima?
Decise di accantonare quel pensiero e si accomodò sul sedile del vagoncino, attendendo l’uomo addetto al controllo delle cinture di sicurezza.
Izuku non aveva ancora preso posto. Per un momento aveva veramente pensato di stare accanto a Ochako. Poi l’aveva vista sedersi accanto a Kacchan e aveva avvertito un’insolita fitta al petto.
«Hei Midoriya! C’è un posto libero se vuoi!» gli disse una voce proveniente dagli ultimi due posti. L’interessato si diresse lì un po’ di malavoglia e scoprì che avrebbe affrontato il Takabisha accanto a Minoru Mineta.
«Oh, emh, grazie Mineta, davvero» rispose Izuku sedendosi e cercando di allacciare le apposite cinture di sicurezza. Le coppie erano così formate: in testa si trovava Bakugou accanto a Uraraka; dietro di loro si trovavano Kirishima e Todoroki; Kaminari era accanto a Iida (nonostante il primo volesse sedersi accanto a una ragazza dalla pelle scura piuttosto carina), mentre Sero aveva preso posto vicino a Yaoyorozu. A chiudere la fila si trovavano Midoriya e Mineta.

La carrozza partì lentamente emettendo un orribile cigolio. Kaminari continuava a dondolare le proprie gambe nel vuoto, cercando di non guardare di sotto, mentre accanto a lui Iida era in preda al panico perché aveva dimenticato di depositare gli occhiali nel proprio zaino. Le alternative erano due: o sarebbe arrivato fino alla fine con gli occhiali ancora stretti sul naso, o questi sarebbero caduti in un baratro di 90 metri.
Kirishima cercò di non mostrarsi impaurito, ma Todoroki sembrava troppo interessato alla coda di cavallo di Yaoyorozu davanti a lui; Sero stava recitando due o tre preghiere a macchinetta mentre Bakugou salutava (o meglio, mostrava il dito medio della mano destra) le piccole persone che si trovavano al di sotto dell’attrazione, nonostante sapesse benissimo che a quell’altezza non potevano vederlo.
Midoriya cercò di regolare il proprio battito cardiaco, impazzito un po’ per via dell’altezza a cui si trovavano, un po’ per l’accaduto di poco prima, mentre Mineta fischiettava tranquillo, le mani piegate dietro la nuca.
«Hai paura Midoriya?» chiese quest’ultimo rivolto al compagno.
«U-un po’… e tu?»
«Per niente!» rispose trionfante Minoru, dopodiché si avvicinò a Izuku e gli sussurrò: «Ti svelo un segreto, fratello! Mi sono incollato le chiappe al sedile con le mie palline gommose, così non avrò paura di cadere… Ma che rimanga tra noi, mi raccomando. Ne vuoi due anche tu?». Midoriya mostrò un’espressione tra lo sbalordito e lo schifato, e declinò l’offerta di Mineta quando questo cominciò a insistere.
Ochako osservava le altre attrazioni in funzione, già viste durante il giro sulla ruota panoramica; sia in quell’occasione sia ora la ragazza era salita veramente in alto, ma nonostante non gli fosse mai piaciuta l’altezza aveva sentito l’adrenalina in corpo. Il Takabisha era libertà, vento tra i capelli, ripide discese, mentre la ruota panoramica era tranquillità e romanticismo, e Uraraka scoprì di amare entrambe le cose.
Katsuki rivolse uno sguardo alla castana accanto a lui e sussurrò: «Se hai paura puoi tenermi la mano»
Uraraka credette che stesse soltanto scherzando – insomma, Bakugou aveva sempre preso in giro chiunque – per cui pensò fosse solo un modo meschino di prendersi gioco di lei e per questo non rispose, si limitò soltanto a prendere un respiro profondo prima che l’attrazione iniziasse ad accelerare.

La discesa non fu ripida. Di più. Era esattamente come cadere da un palazzo di sette piani e i ragazzi lo provarono sulla propria pelle: Kaminari si strinse più che poté a Iida e urlò come non aveva mai fatto in vita sua, dietro di loro Sero e Yaoyorozu gridavano e ridevano allo stesso tempo, a Kirishima lacrimavano gli occhi mentre Todoroki aveva improvvisamente preso fuoco per metà.
Negli ultimi posti Midoriya era in preda ad uno svenimento mentre gli urli di Mineta (nonostante fosse ancorato al sedile grazie alle sue palline gommose) sembravano usciti dall’oltretomba da quanto erano pieni di terrore.
Una discesa, una brusca curva, un capovolgimento a testa in giù e poi un’altra discesa, urla, risate e braccia tese verso il cielo. Questo fu il Takabisha.
Dopo poco più di un minuto – ma che ai ragazzi era parso un’eternità – la carrozza frenò bruscamente per poi giungere nuovamente da dove era partita molto più lentamente. I ragazzi non dissero una parola, troppo spaventati dal quell’adrenalinica esperienza. Izuku si assicurò che il suo compagno stesse bene, dal momento che aveva lo sguardo vacuo e sembrava aver perso i sensi, mentre Tenya esclamò un Eureka! quando si accorse di vederci ancora perfettamente.
Ochako si era divertita un mondo e non vedeva l’ora di raccontare tutto a Tsuyu, ma mentre pensava a ciò la voce accanto a lei le disse: «Alla fine l’hai fatto comunque, a quanto vedo». La castana non seppe di cosa stava parlando finché non abbassò lo sguardo sulla propria mano, stretta involontariamente attorno a quella di Katsuki.
Il viso della ragazza divenne rosso di imbarazzo, ma il biondo non sembrò intenzionato a deriderla, anzi, non sembrava ritenere quella situazione una tale scocciatura, dopotutto.
I ragazzi scesero dall’attrazione e si diressero all’uscita, chi barcollando, chi arrancando o chi semplicemente saltellando per la contentezza.
«Penso proprio che non salirò più su quella roba» esclamò Sero grattandosi la nuca, mentre al contrario Kirishima chiese: «Chi vuole rifarla con me?» e tutti i ragazzi risero di gusto.

 
• • •

«CHE COSA?! Avete provato quella figata senza di noi?!» esclamò Mina dopo aver ascoltato attentamente il racconto di Hanta. «Potevate invitare anche noi!»
«Ashido, non eravamo ancora arrivati quando sono saliti, e poi non penso proprio che qualcuno di noi volesse provare quella montagna russa, oltre a te!» affermò Hagakure, ma Jirou concluse dicendo: «E a me».
Poco dopo Toru raccontò al gruppo di Izuku dove erano stati, e quando questo chiese da dove provenisse il panda gigante di peluche che Kyoka stringeva tra le mani, la ragazza rispose soltanto: «Chi lo sa! Perché non lo chiedi direttamente a lei?» che equivaleva a un: non lo saprai mai, dato che Jirou non lascia trapelare quasi nulla su di sé! A quella risposta il verde di capelli lasciò perdere e si limitò a sorridere alla vista di Jirou e Kouda che parlottavano.
«Ragazzi, io e Mineta andiamo a prendere qualcosa da mangiare a quel negozietto laggiù!» annunciò Denki indicando un piccolo chiosco adiacente al Takabisha.
Il resto dei compagni annuì. Qualche minuto dopo Ochako intravide due sagome famigliari poco lontano da loro: «Sono tornati Tsuyu e Fumikage!» e corse loro incontro. I nuovi arrivati erano entrambi bagnati fradici, e Asui aveva gli occhi che brillavano di pura felicità.
«Ehi, siete tutti interi, cra?» chiese Tsuyu divertita, e l’amica rise e cominciò a raccontarle l’esperienza vissuta poco prima; al tempo stesso Asui spiegò a Uraraka quanto fosse stato divertente salire su Boat on the River, e le confidò in particolare quanto fosse stato bello stare accanto a Tokoyami.
«Quindi ora dovremmo esserci tutti!» esclamò Mina, e nel frattempo Toru contò i presenti per assicurarsi che ci fossero davvero tutti; nel frattempo Kaminari e Mineta stavano girando in tondo all’interno del negozietto in cui erano entrati poco prima, l’uno indeciso se ordinare un Hot-Dog o delle patatine fritte, l’altro troppo impegnato ad ammirare la commessa che stava dietro il bancone.
«Kaminari, penso di aver agganciato un bel bersaglio… guarda là, fratello!» disse Mineta indicando la ragazza in questione. Kaminari strabuzzò gli occhi e mostrò in viso un’espressione instupidita, dopodiché mormorò all’amico: «Forse abbiamo un’ultima possibilità Mineta! Dopotutto, questa giornata non è stata poi un tale fallimento!» I due ridacchiarono e si nascosero dietro a uno scaffale di tazze raffiguranti la mascotte del parco e progettarono la prossima mossa.
«Mineta, sarai tu a fare il primo passo intesi?»
«Naturalmente! Si dà il caso che il sottoscritto sia mooolto esperto in materia» si vantò il più basso dei due e, impettito come un tacchino disse: «Lascia fare a me, fratello!» e si diresse a testa alta verso il bancone del negozio.
Una volta arrivato a destinazione Minoru si schiarì la voce e disse, cercando di rendere più o meno suadente la propria voce: «Ehi, sei proprio uno schianto bellezza!». Dal canto suo, la ragazza cercò di capire da dove provenisse quella voce e si guardò intorno con sguardo interrogativo. Nel frattempo Denki si avvicinò al bancone, dove depositò due Hot-Dog impacchettati, e confidò alla commessa: «Ehm, il mio amico qui sotto vorrebbe scambiare due chiacchere con lei!»
La bionda si sporse leggermente e finalmente vide chi le stava facendo la corte: per tutto il tempo non era riuscita a vederlo, dato che la statura del ragazzo non gli aveva permesso di superare anche di poco l’altezza del bancone. In quell’istante Kaminari si immobilizzò, gli occhi fissi sulla scollatura della ragazza. Missione compiuta.
Il ragazzo sembrò restare per qualche secondo in una sorta di trance finché non ricevette un pugno piuttosto violento all’altezza delle ginocchia. «AHIA! Ma che diamine-»
«Allora è così eh? Pensavi davvero di goderti lo spettacolo da solo? Mi hai davvero deluso, fratello!» abbaiò Mineta e cominciò a lanciare a raffica le palline gommose di colore viola in direzione di Kaminari.
«Aspetta, posso spiegarti-» cercò di dire il biondo ma in quell’esatto momento ricevette una palla dritta sul viso che lo costrinse a zittirsi. Gli altri compagni rimasti fuori si domandarono che fine avessero fatto i due – insomma, non ci voleva certo mezz’ora a ordinare da mangiare – per cui Iida si offrì volontariamente di andare a dare un’occhiata all’interno del negozio. Appena entrò capì immediatamente e corse verso i due ragazzi che si stavano azzuffando.
«SONO DESOLATO SIGNORINA! DAVVERO MORTIFICATO» si scusò ripetutamente Tenya, inchinandosi rispettosamente più volte, dopodiché afferrò il collo della maglietta di entrambi i ragazzi e li trascinò fuori.
I ragazzi a quella vista risero e Mina e Sero cercarono di togliere la palla viola rimasta attaccata alla faccia di Kaminari con tutta la forza che avevano in corpo; Iida prese come suo solito a gesticolare e fece una ramanzina ai due colpevoli, costringendoli poi a scusarsi a vicenda e a chiedere perdono alla ragazza addetta al negozietto.
«Beh, guardate il lato positivo» disse Sero rivolto a Kaminari e Mineta «ci avete guadagnato due Hot-Dog di alta qualità, no?». Il biondo rivolse uno sguardo verso i panini che teneva in mano – sgualciti in seguito alla zuffa – e iniziò a ridere imitato dai suoi due amici.
«Ne avevo preso uno anche per te, Mineta… prometto che la prossima volta non ti userò come esca per ammirare le tette di una ragazza» ammise Denki grattandosi la nuca imbarazzato e il compagno annuì soddisfatto e addentò con prepotenza il panino appena ottenuto.

 
• • •

La giornata stava volgendo al termine. Nelle restanti ore i ragazzi avevano provato altre poche attrazioni: Jirou e Tokoyami erano entrati nella Casa degli Orrori e ne erano poi usciti pallidi e spaventatissimi – Dark Shadow invece sembrava contentissimo e fresco come una rosa – mentre Ochako, Momo e Tsuyu furono convinte da Mina e Toru e acquistarono del buon zucchero filato da gustare in tre.
Bakugou stranamente era rimasto zitto per gran parte del tempo, senza urlare né insultare qualcuno, le mani nelle tasche dei pantaloncini e lo sguardo basso. Ripensava ancora al Takabisha e alla timida mano di Uraraka che stringeva la sua.
Non può piacermi quella faccia tonda. Lei in fondo… ama Izuku. Come tutti, del resto.
Kirishima cercò più volte di stuzzicare l’amico a rivelargli il perché si sentisse così, ma Katsuki rispondeva ogni volta con un sommesso non rompermi i coglioni, ok?
Shoto parlava insieme a Izuku e Tenya, Tsuyu chiamò al cellulare i propri genitori per avvisarli di aspettarla all’entrata del parco mentre Mina si era accomodata sulle spalle di Hanta, sfinita.
«Grazie Sero, sei il mio eroe!» ammise questa, aggiungendo subito dopo: «Cavolo, non ti facevo così alto!» e finse di essere una vedetta imitando con le mani una sorta di binocolo.
Le luci del tramonto illuminavano il parco e le montagne russe più alte sembravano grandi archi e strade verso il cielo. Quella giornata era stata un vero connubio di emozioni, e nei loro cuori i ragazzi lo sapevano bene.
Una volta giunti all’uscita i ragazzi attesero i propri genitori. Il primo ad arrivare fu il padre di Jirou, il quale - come per il viaggio d’andata - portò con sé, oltre a sua figlia, Hanta e Hagakure; poco dopo giunse sul posto la madre di Ashido, eccentrica tale e quale alla figlia, e i pacifici genitori di Kouda.
A poco a poco ognuno salì sulla propria auto e si diresse verso casa: gli unici rimasti furono Tenya, Izuku, Katsuki e Ochako. Midoriya voleva chiedere nuovamente a Uraraka un passaggio per il ritorno, ma quando stava per prendere parola arrivò a tutta velocità un’auto di colore lilla con una donna bionda alla guida. Questa abbassò il finestrino e gridò: «Ciao ragazzi! Vi siete divertiti?»
Midoriya, Iida e Ochako riconobbero immediatamente la madre di Bakugou e la salutarono con un gesto della mano, mentre Katsuki stesso guardò altrove borbottando un che palle, c’è la mamma.
Mentre il ragazzo stava per aprire la portiera sul retro, questa si aprì improvvisamente rivelando una signora piuttosto bassa dai capelli verdi, acconciati in una coda.
«Midoriya-kun, quella non è-»
«M-MAMMA?!» balbettò Izuku cercando di capire perché sua madre si trovasse nell’automobile della famiglia Bakugou. Ovviamente non trovò risposta, per cui chiese direttamente a lei.
«La mamma di Katsuki si offerta di darci un passaggio fino a casa… è stato molto gentile da parte sua» rispose Inko sorridendo cordialmente ai genitori di Bakugou, i quali risposero allo stesso modo.
«Q-questo significa…»
«… che dobbiamo stare entrambi nella stessa auto per almeno due ore. Che palle» concluse Bakugou buttandosi di peso nei posti dietro. Questa sì che è una bella notizia pensò Midoriya sospirando, dopodiché chiese alla madre di aspettare ancora qualche minuto per avere il tempo di salutare i propri amici.
«Grazie di tutto ragazzi… ci vediamo al Ritiro nei Boschi allora!» esclamò il verde di capelli.
«Senz’altro, Midoriya-kun! Non vedo l’ora di allenarmi al tuo fianco!» rispose Iida aggiustandosi gli occhiali sul naso e alzando il pollice della mano destra. Uraraka si avvicinò poi a Midoriya e gli sussurrò: «G-grazie a te Deku-kun… è stata una giornata meravigliosa per merito tuo»
Il ragazzo rimase un attimo immobile. Avrebbe voluto dire così tante cose a Ochako, ma preferì fare una cosa che richiedeva sicuramente meno tempo – anche perché la madre di Bakugou sembrava piuttosto impaziente di riaccendere i motori: le diede un piccolo bacio sulla guancia e le sorrise subito dopo.
Inko era rimasta con la bocca aperta per tutto il tempo, e quando il figlio si sedette sull’auto accanto a lei, prima che la donna potesse aprire bocca Izuku disse soltanto: «Ti spiegherò tutto, mamma»

Sarebbe stato un viaggio piuttosto lungo.
 
 




L’angolino di m a y

Eccoci giunti alla terza e ultima parte di A little story of somersaults and cotton candy! Chiedo perdono in anticipo per il mostruoso ritardo, è stata una settimana piuttosto impegnativa. Comunque sia, siamo giunti all’episodio finale di questa romantica e divertente vicenda.

All’interno di questo capitolo ho inserito moltissime scene che avevo in mente sin dal principio, tra cui il burrascoso giro sul Takabisha e la (dis)avventura di Kaminari e Mineta. Ah, ci tengo a dirvi che sì, nonostante questi due si vantino di aver rimorchiato chissà quale ragazza (e Kaminari si è quasi fatto scappare che non è assolutamente vero) durante il loro giro in solitaria hanno sperimentato il mitico Bruchino a spasso nella frutta. Mineta non avrà avuto problemi a mimetizzarsi tra i bambini, immagino.

Abbiamo poi scoperto nuovi intrecci dal punto di vista pseudo-amoroso all’interno del gruppo, tra cui quello tra Sero e Mina (è vero, sono grandi amici, ma… amo pensare ci possa essere del tenero tra loro), e – rullo di tamburi – quello tra Katsuki e Ochako. La Bakugou/Uraraka non mi dispiace e la ritengo molto interessante, tuttavia sono anche amante della Midoriya/Uraraka… per cui, perché non invischiare la povera ragazza all’interno di un triangolo amoroso?

Per questo ho provato a immaginare che l’odio provato da Katsuki nei confronti di Izuku non fosse dovuto solo al fatto che sono rivali e voglia superarlo in tutto, ma fosse anche perché è segretamente attratto da Uraraka, ma questa – come biasimarla – preferisce la compagnia di Midoriya. All’interno della storia ho cercato di far trasparire questo aspetto, spero di essere riuscita nell’intento. Riguardo Uraraka, il suo personaggio è piuttosto ambiguo: nel paragrafo sia in quell’occasione sia ora la ragazza era salita veramente in alto, ma nonostante non gli fosse mai piaciuta l’altezza aveva sentito l’adrenalina in corpo. Il Takabisha era libertà, vento tra i capelli, ripide discese, mentre la ruota panoramica era tranquillità e romanticismo, e Uraraka scoprì di amare entrambe le cose le due attrazioni in questione sono un’allegoria rispettivamente di Bakuogu e Midoriya, e in particolare l’ultima frase, ci lascia intuire che la ragazza è attratta da entrambi i ragazzi.

Piccole curiosità: il Takabisha è un’attrazione realmente esistente e la si può trovare all’interno del Fuji-Q Highland, un parco divertimenti situato alla base del Monte Fuji; contiene una caduta libera a 121°, nonché sette importanti torsioni per oltre 1.000 metri di binario e un salto di 43 metri. Al dicembre 2016, Takabisha detiene il primato per la più ripida montagna russa del mondo (informazioni ricavate da Wikipedia.org). Nella vicenda viene descritto come un roller coaster molto alto, nonostante nella realtà sia alto al massimo 43 metri, per rendere maggiormente l’idea di una montagna russa abbastanza pericolosa.

Questo è tutto per oggi! Ringrazio moltissimo tutti coloro che hanno letto e recensito questa storia e un doveroso grazie in particolare a tamora felix che mi ha dato una mano nella correzione!

Alla prossima!
 
© m a y

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