Bnha Villains in: I Promessi Sposi

di I_love_villains
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Personaggi e premesse ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI ***
Capitolo 8: *** Capitolo VII ***
Capitolo 9: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 10: *** Capitolo IX ***
Capitolo 11: *** Capitolo X ***
Capitolo 12: *** Capitolo XI ***
Capitolo 13: *** Capitolo XII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 15: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 16: *** Capitolo XV ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVI ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVII ***
Capitolo 19: *** Capitolo XVIII ***
Capitolo 20: *** Capitolo XIX ***
Capitolo 21: *** Capitolo XX ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXI ***
Capitolo 23: *** Capitolo XXII ***
Capitolo 24: *** Capitolo XXIII ***
Capitolo 25: *** Capitolo XXIV ***
Capitolo 26: *** Capitolo XXV ***
Capitolo 27: *** Capitolo XXVI ***
Capitolo 28: *** Capitolo XXVII ***
Capitolo 29: *** Capitolo XXVIII ***
Capitolo 30: *** Capitolo XXIX ***
Capitolo 31: *** Capitolo XXX ***
Capitolo 32: *** Capitolo XXXI ***
Capitolo 33: *** Capitolo XXXII ***
Capitolo 34: *** Capitolo XXXIII ***
Capitolo 35: *** Capitolo XXXIV ***
Capitolo 36: *** Capitolo XXXV ***
Capitolo 37: *** Capitolo XXXVI ***
Capitolo 38: *** Capitolo XXXVII ***
Capitolo 39: *** Capitolo XXXVIII ***



Capitolo 1
*** Personaggi e premesse ***


IN ORDINE DI APPARIZIONE:

Narratore: Mustard
Don Abbondio: Spinner
Bravi: Muscular e Moonfish
Don Rodrigo: Dabi
Perpetua: Magne
Renzo: Tomura
Bettina: Eri
Lucia: Himiko
Agnese: Stain
Azzeccagarbugli: Giran
Fra Galdino: Rappa
Fra Cristoforo: Kurogiri
Conte Attilio: mr. Compress
Podestà : Gentle Criminal
Tonio e Gervaso: Hawks e Geten
Menico: Gigantomachia
Griso: Twice
Gertrude: Curious
Egidio: Skeptic
Bonaventura da Lodi: Doc Daruma Ujiko
Antonio Ferrer: Re-Destro
Promotrice campagna elettorale di Renzo e aspirante regina: La Brava
Conte zio: Trumpet
Innominato: Overhaul
Nibbio: Chronostasis
Bravo morso: Tengai
Bravo pugnalato: Nemoto
Bravo illeso: Katsukame
Vecchia: Mimic
Borromeo: All For One
Sarto/Don Ferrante: The Yakuza Boss
Moglie Sarto/Donna Prassede: Sakaki
Bortolo: Ending
Appestati: Nomu
Monatto biondo: Setsuno
Monatto pelato: Hojo
Monatto di Oz: Tabe
Donna in lazzaretto: Sludge Villain




***Angolo Autrice***
Qualche piccola premessa:
se non conoscete alcuni personaggi secondari perché non avete letto il manga, non dovete preoccuparvi, non sono presenti spoiler;
non shippo Himiko e Tomura, sono risultati i villains più popolari e mi è sembrato giusto che fossero i protagonisti;
le altre ship esistono perché buffe, vere crack pairing per mha e/o I Promessi Sposi (tranne GentleCriminal/LaBrava, più canon di così si muore);
Eri naturalmente non è una villain, ma meritava una particina;
Hawks ... lasciamo stare, mi ha delusa parecchio ù.ú (T.T);
Mustard fa il narratore perché gli è piaciuto farlo in A villains Christmas Carol;
La Brava ha un ruolo jolly XD;
la storia varierà  molto dall'originale, soprattutto negli ultimi capitoli;
si parte con il primo capitolo!

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


Quel ramo del lago di como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti … eccetera eccetera, ce ne vuole per arrivare al punto, tanto tutti si ricordano solo fino alla prima virgola. Tutto per dire che la sera del 7 novembre 1628, il curato don Abbondio stava tornando a casa dopo la passeggiata quotidiana, ma due bravi (che invece sono cattivi) lo aspettavano presso un ponticello.

Spinner (fra sé): “Quei due hanno l’aria di tizi molto loschi. Ma ehi, sono povero e non ho fatto torti a nessuno, posso andargli tranquillamente incontro.”

Moonfish: “O la borsa o la vita!”

Muscular: “No compare, tra poco. Curato … Aspetta, ma sarà mica contagioso?”

Spinner: “Come prego?”

Muscular: “Insomma, si passa da Malato a Curato a Guarito, giusto? C’è già la peste?!”

Moonfish: “Più avanti!”

Muscular: “Ah bene. Ad ogni modo, lei ha intenzione di maritare domani Renzo Tramaglino e Lucia Mondella. Ebbene, questo matrimonio non s’ha da fare, né domani né mai!”

Spinner: “M- ma non l’ho mica deciso io …”

Moonfish: “Mai!”

Spinner: “Capirete che è il mio mestiere …”

Moonfish: “Mai!”

Spinner: “Renzo e Lucia sono semplici …!”

Moonfish (attacca): “Maaai!!!”

Spinner (schiva): “Va bene, d’accordo! Posso almeno sapere perché volete impedire il matrimonio di quei poveracci?”

Muscular: “Don Rodrigo lo trova divertente. Beh, ci siamo intesi curato. Ah, e non dica ai due piccioncini che c’è di mezzo lui. Buonasera.”

Moonfish: “O la spia o la vita!”

Il povero curato tornò a casa terrorizzato. Don Rodrigo era un signorotto con una cattiva fama, don Abbondio non ci teneva certo a inimicarselo, pertanto doveva inventarsi qualcosa da dire a Renzo e Lucia. Non era facile, però, trovare una buona scusa per rimandare il matrimonio di due giovani innamorati, quindi decise di consultare la sua fidata serva.

Spinner (si lascia cadere su una poltrona): “Perpetua!”

Magne: “Che c’è? Padrone, ma in che stato è?!”

Spinner: “Ho incontrato due bravi per strada Perpetua … ma non posso dirti altro, tu poi lo racconti al tuo circolo del cucito.”

Magne (offesa): “Non racconterei mai in giro i suoi segreti!”

Spinner: “Ah no? E come ti spieghi che tutti in città sanno quando devo andare dal dentista, quanto è piena la dispensa, che cosa voglio per Natale …?”

Magne: “Mah, forse lei ne parla con qualcuno e se ne dimentica. Però adesso mi dica cos’è accaduto.”

Spinner: “Ecco … Va bene. In fondo mi serve un tuo consiglio, ma giura di tenertelo per te o a pagarne sarò io. Vedi, pare che a don Rodrigo non vadano a genio le nozze tra Renzo e Lucia e mi ha imposto di non celebrarle. Che cosa dovrei dirgli io domani a quei due?”

Magne: “Ma che tipo! Un vero figlio di buona donna! Tuttavia fa parte del suo fascino …”

Spinner: “Perpetua …”

Magne: “Scusi. Comunque, può scrivere al cardinale. Lui sì che riesce a imporsi.”

Spinner: “No che non posso! Mi accopperebbero!”

Magne: “Pensi ai due piccioncini. Lucia è così gasata, povero tesoro. E Renzo è testardo, lo sa.”

Spinner: “Non mi servi a nulla. Pensa alla cena va’. Domani mi fingo malato.”

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


Don Abbondio era soddisfatto della soluzione a cui era giunto, perciò fece sonni tranquilli. L’indomani venne a bussare alla sua porta il giovane Renzo, un orfano che si procurava da vivere grazie alla seta: era un allevatore di bachi. Gli fu aperto da Perpetua, che nutriva forti dubbi sul modo di agire scelto dal padrone.

Magne: “Ciao Renzo. Sei tutto in ghingheri oggi.”

Tomura: “Per forza, mi sposo. A tal proposito, devo chiedere a don Abbondio se ci sarà anche lui al rinfresco.”

Magne: “Mi spiace caro, il padrone sta male … non potrà celebrare il matrimonio.”

Tomura: “Come no?! Quanto male sta? Fammelo vedere.”

Magne: “Eh … Non vorrai farti contagiare spero. Ripassa …”

Spinner (finge di tossire): “Tra una settimana!”

Magne: “Tra una settimana ecco.”

Tomura: “Ma è tutto pronto per oggi!”

Magne: “Lo so, lo so. Il padrone ha cercato di resistere, ma non ha un forte spirito. Sai com’è, contro certi malanimi c’è poco da fare.”

Tomura (sospettoso): “Malanimi?”

Magne (imbarazzata): “Intendevo malanni. Orsù, vai ad avvisare gli amici e Lucia, purtroppo oggi non si può concludere niente.”

Tomura: “Veramente sì, mi basta cambiare prete.”

Magne: “Non credo servirà a molto.”

Tomura: “Per quale motivo?”

Magne: “Dovrebbe prendere i documenti da don Abbondio e al massimo vi sposerebbe domani. Quindi ci sarebbe il tempo di … venire contagiati toccando la carta. Alcuni germi sono duri, persistono … insistono.”

Tomura: “Perpetua, ho la sensazione che nel tuo discorso ci siano doppi sensi. Dimmi la verità.”

Magne (a bassa voce): “Non c’è di più … Il padrone è impossibilitato a letto. Se proprio vuoi ricercare la causa della sua malattia, sappi che gliela hanno trasmessa due bravi di don Rodrigo. Attento a loro. Di’ anche a Lucia di fare attenzione. È ora che vai Renzo.”

Tomura (arrabbiato): “Don Rodrigo eh? Grazie Perpetua. Porgi i miei saluti a don Abbondio, spero che guarisca presto. Arrivederci.”

Magne: “Arrivederci. Mi raccomando, sii discreto!”

Spinner: “Salutami il padre di Lucia!”

Renzo tornò sui propri passi meditabondo. Avrebbe tanto voluto avere tra le mani don Rodrigo, ma sapeva che non era cosa facile levare di mezzo uno come lui. Al momento poteva solo avvisare gli amici e decidere con Lucia ed il signor Mondella che fare con il signorotto.

Tomura: “Bettina, va’ a chiamare Lucia. Dille che la aspetto qui, ma non farti sentire dalle sue amiche. Comincerebbero a spettegolare appena lei lascia la stanza.”

Eri (emozionata): “Sì Renzo.”

Himiko (poco dopo): “Renzo, vedere la sposa prima del matrimonio porta sfortuna.”

Tomura: “Tanto non ci sposiamo oggi e la sfiga non manca mai di bussare alla porta di tutti.”

Himiko (incredula): “Come non ci sposiamo oggi?!”

Tomura: “Il curato è ammalato. Scaccia le tue amiche che dobbiamo parlare in privato.”

Himiko: “E di che?”

Tomura: “Di una malattia portata da don Rodrigo.”

Lucia non fece altre domande. Si sbrigò a salutare le amiche, che pettegole com’erano arrivarono subito fin da Perpetua, la quale confermò la malattia di don Abbondio, e si sedette col padre ad ascoltare cosa aveva da raccontare Renzo.

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***


Stain: “Tu non ne sapevi proprio nulla Lucia?”

Himiko: “Beh, un giorno che tornavo dalla filanda c’era don Rodrigo assieme ad un altro signore, e mi ha rivolto la parola per provarci con me. Io ci ho flirtato un po’, giusto per stare al gioco, ma gli ho fatto intendere benissimo che ero impegnata. Mentre mi allontanavo ho sentito che scommettevano su qualcosa. Il giorno dopo l’ho ritrovato di nuovo per strada, ma l’ho salutato in fretta e sono corsa dalle mie amiche. Da allora sono uscita poco di casa e aspettavo questo giorno per fargli capire che amo solo te. Cioè, Renzo ...”

Stain: “Potevi dircelo, gli avremmo spaccato la faccia.”

Himiko: “Papà, mi sono confidata con fra Cristoforo, certa che con il suo temperamento calmo e ragionevole mi avrebbe consigliata meglio di voi due.”

Tomura: “Mh, d’accordo. In effetti dobbiamo agire con prudenza.”

Stain: “Allora sentiamo anche il parere di un avvocato.”

Himiko (ride): “Unisci l’utile al dilettevole, eh papino?”

Stain: “Se vuoi metterla così. Comunque a Lecco c’è un tale che chiamano l’Azzeccagarbugli. Con un nome del genere sono quasi sicuro che sia disonesto, ma vale la pena tentare. O trovi una soluzione o trovo una vittima.”

Renzo partì per Lecco con quattro sigari da donare all’avvocato. Fu facile trovarlo, non altrettanto avere un dialogo sensato con lui.

Tomura: “Signor avvocato, minacciare un prete è legale?”

Giran (si fuma un sigaro): “Beh, può diventarlo.”

Tomura: “Come?”

Giran: “Vedi figliolo, la legge è una cosa molto fluida: tutti hanno ragione e tutti hanno torto. Possiamo accomodare le cose come vogliamo. Ma se ancora non ti hanno denunciato alle autorità potrei parlare con l’offeso e metterci d’accordo tra noi, è anche meno dispendioso per te.”

Tomura: “La ringrazio, ma in questo caso sono io l’offeso.”

Giran: “Potevi dirlo prima. Ti ha minacciato un prete?”

Tomura: “No! Don Rodrigo sta impedendo le nozze tra me e Lucia …!”

Giran: “Non sono affari miei questi! Riprenditi gli altri sigari e impara a tenere per te i pettegolezzi!”

Inutile dire che Renzo andò via deluso da quell’incontro. Lo consolava però il pensiero di ciò che il signor Mondella avrebbe fatto all’Azzeccagarbugli. Intanto fra Galdino raccoglieva noci per le case del paese ... Wow, se non ci fosse stato lui i nostri eroi se la sarebbero vista male eh? La storia non poteva proseguire!

Rappa (quasi sfonda la porta bussando): “Ciao bella, ma non dovevi sposarti oggi?”

Himiko: “Eh, purtroppo il curato è malato.”

Stain: “Vuoi l’elemosina?”

Rappa: “Sì, ma non ho capito bene perché ricevo noci. Nel ‘600 erano proprio strani …”

Stain: “Sono un frutto calorico ricco di proteine e antiossidanti. Perfetti per una lancia come te.”

Himiko: “Sì! Danno energia, sono salutari, fanno bene a pelle e capelli! Te ne do tante se …!”

Rappa: “Tu tappetta? D’accordo, fatti sotto! Non mi tiro indietro solo perché sei femmina!”

Himiko: “Ma no! Ti do un sacco di noci se chiedi a fra Cristoforo di venire qui!”

Rappa: “Ah. Va bene, me le papperò tutte per essere più figo.”

La giornata si concluse con un ultimo colloquio tra Renzo, Lucia ed il signor Mondella. Si auguravano che il buon Cristoforo sarebbe stato utile. Nel frattempo fantasticavano su che mali infliggere ai loro nemici.

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Capitolo 5
*** Capitolo IV ***


Il capitolo è tutto sulla vita di fra Cristoforo … Insomma, ‘sto tizio decise di farsi frate dopo aver ammazzato un nobile perché non si capiva chi aveva la precedenza. Basti sapere che il frate è sempre stato dalla parte della giustizia, odia i soprusi e cerca di essere il più misericordioso possibile.

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Capitolo 6
*** Capitolo V ***


Kurogiri: “Mi hai mandato a chiamare Lucia?”

Himiko: “Oh sì padre! Don Rodrigo ha mandato dei bravi per impedire a don Abbondio di celebrare le nostre nozze e non sappiamo che fare.”

Stain: “Se non si fosse trattato di un signorotto avrei già risolto la faccenda.”

Kurogiri: “La violenza non è mai la soluzione giusta.”

Tomura: “Invece sì! Don Rodrigo l’ha usata e guardate, ha raggiunto il suo scopo!”

Kurogiri: “Sì, ma solo per poco. Andrò a parlargli personalmente per fargli passare il capriccio.”

Himiko: “Grazie! Ditegli che io amo Renzo, ma anche se così non fosse non cederei a qualcuno che non mi ama sul serio … e se mi ama deve lasciarmi libera di essere felice.”

Kurogiri: “D’accordo Lucia. A dopo.”

Tomura: “Secondo me si diverte solo a stuzzicarci e a fare il prepotente, non si è innamorato.”

Stain: “Già, hai detto tu stessa che lo hai sentito scommettere con un altro signore.”

Himiko: “Sono romantica, accettatelo, mi piace abbellire la realtà.”

Fra Cristoforo attraversò il paese, le case abitate dai servi di don Rodrigo ed infine fu fatto entrare nel suo palazzo. Il briccone stava pranzando con suo cugino, il conte Attilio, con l’avvocato Azzeccagarbugli e con il podestà, ovvero una specie di procuratore distrettuale dell’epoca.

Mr. Compress: “Guarda, c’è un frate. Venite padre.”

Dabi (annoiato): “Sì venite. Sono amico dei cappuccini, li bevo ogni mattina. Sedetevi padre e aiutate mio cugino ed il podestà a risolvere un piccolo disaccordo.”

Kurogiri (si siede con loro): “Come posso aiutarvi signori?”

Gentle Criminal: “Sono del parere che il mio costume da palcoscenico è migliore del suo.”

Mr. Compress: “Secondo me invece è più bello e appariscente il mio.”

Gentle Criminal: “Lo definirei pacchiano, altro che appariscente. Sono più fascinoso io.”

Mr. Compress: “Macchè, sei solo ridicolo. Io sono sia colorato sia misterioso.”

Dabi: “Capite padre? Mettete fine a questa disputa. Chi ha ragione?”

Kurogiri: “Sapete, credo che siano entrambi bei costumi … Non posso schierarmi.”

Giran: “Ah, la pensate come me, all’incirca. Siete venuto anche voi a scroccare cibo?”

Kurogiri: “No, sono venuto qui perché ho un messaggio per don Rodrigo. Ovviamente aspetto la fine del pranzo.”

Gentle Criminal: “Vi consiglio di assaggiare il the padre, è squisito.”

Dato che i commensali avevano preso a parlare di the, carestia, baffi e peggio ancora di politica, don Rodrigo decise che si sarebbe seccato di meno ad ascoltare il cappuccino, dunque lo invitò in una stanza a parte per avere privacy.



***Angolo Autrice***

Essendo il capitolo IV molto breve, li ho pubblicati assieme.

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Capitolo 7
*** Capitolo VI ***


Kurogiri: “Mi rincresce dirle signore che il suo nome è stato usato per fare del male.”

Dabi: “E?”

Kurogiri: “E lei ha la possibilità di sanare un’ingiustizia con una parola.”

Dabi: “Mi occorrono più dettagli padre. Non avevate un messaggio per me?”

Kurogiri: “Sì, da parte di Lucia Mondella. Dice che ama Renzo e non cederà a nessun altro, prega quindi chi la importuna di avere pietà di lei.”

Dabi (ghigna): “Avete visto con che gente passo il tempo frate. Può essere un po’ noiosa. La compagnia di una donna – sebbene una come Lucia – mi allieterebbe le giornate. Potete dirle che la caccia è sempre stato un passatempo che adoro, specialmente se la cattura non è cosa semplice e c’è di mezzo una scommessa.”

Kurogiri: “Ne deduco che non è nemmeno un po’ pentito … Beh, sarà un piacere rendere la sua caccia il più intrigante possibile. Arrivederci.”

Dabi: “Grazie. Vado a far frustare i bravi che non hanno eseguito precisamente i miei ordini.”

Mentre il frate tornava pensieroso a casa di Lucia e don Rodrigo puniva i bravi poiché era un sadico bas- poiché si erano scoperte le sue macchinazioni, al signor Mondella era venuto in mente un piano.

Stain: “Ascoltatemi ragazzi. Ho il presentimento che padre Cristoforo fallirà, però mi è venuta in mente una soluzione per farvi sposare in fretta.”

Himiko: “Con un rito pagano che prevede sangue a volontà?”

Stain: “No … Basta che andate dal curato assieme a due testimoni e tu Lucia dici: questo è mio marito; e Renzo dice: questa è mia moglie. Così siete sposati esattamente come se il prete ha celebrato le nozze.”

Tomura: “Allora perché non fanno tutti a questo modo?”

Stain: “Perché è un espediente usato in casi disperati. Alla Romeo e Giulietta per intenderci.”

Tomura: “Si spende molto di meno, ci sono solo due rompiscatole e siamo abbastanza per placcare il curato e farci ascoltare. Mi piace.”

Himiko (delusa): “Ma io volevo fare la festa Renzo. Lanciare il bouquet e tutte le altre belle cose ...”

Tomura: “Lo so cara, ma non si può. Ti prometto che in compenso trascorreremo una fantastica luna di miele.”

Stain: “Devi adattarti Lucia. Appena sarete marito e moglie potremo trasferirci senza che la gente cominci a malignare sul vostro conto e per don Rodrigo sarà più complicato infastidirci.”

Himiko: “Ok … ma placco io don Abbondio.”

Stain: “Io invece distrarrò Perpetua parlando di don Rodrigo.”

Tomura: “D’accordo. Lo faremo domani sera. Vado a prendere appuntamento con i testimoni.”

Renzo andò a bussare alla casa di due fratelli, Tonio e Gervaso, e li invitò a mangiare in trattoria. Era sicurissimo che avrebbero accettato perché ad entrambi don Rodrigo stava sulle pa- scatole e avevano un debito con don Abbondio, debito che lui si offriva di saldare in cambio della loro partecipazione e riservatezza.

Hawks: “A nozze concluse ci facciamo qualche boccale di birra?”

Tomura: “Come ti pare Tonio.”

Geten: “Vorrei vedere la faccia di don Rodrigo quando capirà che siamo stati più potenti di lui.”

Tomura: “Oh, anch’io. Sarà incavolato nero.”

Hawks: “Beh, ha cominciato lui, se lo merita. Quell’uomo non vuole proprio mettere la testa a posto, magari dopo questa storia lo farà.”

Geten: “Chiunque abbia potere ha diritto di comandare.”

Tomura: “Oook, prima che si metta a fare propaganda io vado. A domani.”

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Capitolo 8
*** Capitolo VII ***


Renzo e fra Cristoforo tornarono contemporaneamente, l’uno baldanzoso e l’altro mesto.

Kurogiri: “Mi spiace molto figliuoli … Don Rodrigo non ha inteso ragioni … e ho finito col lanciargli una sfida. Temo di aver peggiorato le cose …”

Tomura: “Non preoccupatevi padre. Con tutto il rispetto, nessuno credeva che gli avreste fatto cambiare idea.”

Stain: “Per forza, siamo solo al VII capitolo, che ci avrebbe messo Manzoni negli altri trentuno?”

Himiko (sognante): “Poteva parlare di come io e Renzo mettiamo su famiglia.”

Kurogiri: “Comunque, cercherò di aiutarvi in un altro modo. Domani passa in convento Renzo. Arrivederci.”

Appena il frate se ne fu andato, i nostri eroi iniziarono a definire il piano. Il giorno seguente lo ultimarono e lo ripeterono tante volte per essere sicuri di non sbagliare nulla quando fosse arrivato il momento di metterlo in pratica. Il signor Mondella si ricordò dell’appuntamento col frate, ma Renzo si rifiutò di andarci per paura che padre Cristoforo venisse a conoscenza dei loro piani. Doveva sapere di quella specie di rapimento di don Abbondio solo a cose fatte.

Stain: “Va bene Renzo, torna dai tuoi bachi, so io chi mandare. Vado a cercare Menico.”

Renzo: “Chi sarebbe?”

Himiko: “Oh, un gigante con l’intelligenza di un bambino. Buon lavoro caro.”

Stain: “Menico, ho un favore da chiederti.”

Gigantomachia: “Tu non sei il padrone.”

Stain: “No, ma se lo fai ti do fotografie in cui lui compare, ok? Vai al convento dei cappuccini, ascolta fra Cristoforo, riferiscici che ti ha detto e le foto saranno tue. Capito?”

Gigantomachia: “Giuri che si vede il padrone?”

Stain: “In tutta la sua gloria di patata. Vai su.”

Quel giorno individui sospetti si aggirarono per il quartiere in cui abitava Lucia. Uno entrò perfino in casa, ma se ne pentì subito dopo: scoprì infatti che la fanciulla era abile con le lame. Per spiegarci chi sono tali misteriosi figuri, dobbiamo vedere che fece don Rodrigo nel lasso di tempo che abbiamo dedicato ai nostri eroi.

Dabi: “Sono andati via podestà e avvocato?”

Mr. Compress: “Sì cugino, dopo aver spazzolato tutto. Che mi dici di pagare quella scommessina?”

Dabi: “San Martino non è ancora passato.”

Mr. Compress: “Sì, ma la ragazza ti ha rifiutato o no?”

Dabi: “Vincere facilmente è noioso, dovresti saperlo.”

Mr. Compress: “D’accordo. Sono curioso di vedere che riuscirai a combinare in soli due giorni.”

Dabi: “Guarda e impara. Chiamatemi il Griso.”

Twice: “Eccomi signore!”

Dabi: “Griso, ti do tutto domani per portare in questa casa Lucia Mondella. Hai capito? Entro l’11 deve essere qui.”

Twice: “Capito! Stiamo parlando di rapimento giusto?”

Dabi: “Io lo definisco ospitalità forzata. Infatti tu ed i tuoi uomini non dovete fare male alla ragazza o mancarle di rispetto.”

Twice: “Se non collabora dovremo spaventarla signore. Non so trattare le donne.”

Dabi: “Va beh, un po’ di paura è inevitabile. Fa’ pure tutto ciò che è necessario. Le uniche limitazioni sono non ferire lei o suo padre … e non uccidere il fidanzato, però lui puoi malmenarlo, come anche chiunque altro potrebbe mettersi in mezzo.”

Twice: “Non accadrà signore. Sarò chiassoso come un topolino.”

Dabi: “Bene. Dimmi che farai.”

Twice: “Che ne so? Nemmeno la conosco! Ho già in mente qualcosa …”

Il giorno appresso i bravi di don Rodrigo esaminavano i dintorni di casa Mondella. Fu il Griso in persona che si intrufolò in casa e fu poi assalito da Lucia. L’esperienza gli fu utile per determinare il coraggio e le capacità della fanciulla. Dopo l’ispezione, il piano del Griso fu approvato da don Rodrigo. Il conte Attilio quasi si augurava che l’impresa andasse a buon fine, siccome quel progettare lo stava intrattenendo quanto una buona commedia a teatro.
Venne il momento in cui sia il piano del Griso sia il piano del signor Mondella furono messi in atto: Renzo passò la serata con Tonio e Gervaso all’osteria, senza sapere di essere sorvegliato da un paio di bravi, poi a notte inoltrata si recò a casa di Lucia e da lì arrivarono insieme da don Abbondio, mandando avanti i due fratelli per farsi aprire.

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Capitolo 9
*** Capitolo VIII ***


Magne: “Padrone, c’è Tonio alla porta con suo fratello. Dice che ha le venticinque lire.”

Spinner: “E doveva venire a quest’ora?”

Magne: “Le avrà vinte a poker e, sa, ho sentito odore d’alcool, quindi ringrazi l’improvvisata.”

Spinner: “Capisco. Ok, falli entrare.”

Stain (mentre loro entrano): “Ciao Perpetua.”

Magne: “Signor Mondella, buonasera. Ancora in giro per lavoro?”

Stain: “Eh sì, la corruzione dilaga. E sai chi corrompe più magistrati nella regione? Don Rodrigo.”

Magne: “Che mascalzone … Non sarà lui il prossimo obiettivo spero.”

Stain: “No, non preoccuparti. Ce l’ho con chi viene corrotto.”

Il signor Mondella si allontanò nel giardinetto per appoggiarsi a un muretto. Perpetua lo seguì, contenta di ascoltare notizie del suo idolo, e Renzo e Lucia approfittarono della sua distrazione per entrare nella casa del curato. Raggiunsero Tonio e Gervaso davanti la camera di don Abbondio.

Hawks: “Scusi l’ora tarda, ma i soldi possono sparire in un battibaleno.”

Geten: “Mio fratello è un convinto sostenitore del carpe diem.”

Spinner: “Beh, basta che il debito è saldato.”

Hawks: “Già, quindi mi fa il piacere di cancellare il mio nome dalla sua lista nera?”

Mentre il curato scriveva, Tonio gli stava appresso e Gervaso camminava tra la porta e il tavolo come a voler fare qualcosa durante l’attesa. In realtà copriva i minuti passi dei promessi sposi. I due fratelli lavorarono così bene che a don Abbondio parve che la coppia fosse apparsa di fronte a lui dal nulla. Lucia lo placcò come le era stato promesso e lo bloccò a terra sotto di lei.

Tomura: “Signor curato, in presenza di questi testimoni, questa è mia moglie.”

Purtroppo Lucia non ebbe il tempo di pronunciare a sua volta la dichiarazione, poiché don Abbondio riuscì a ribaltare la situazione e le infilò un tappeto in testa, soffocando le parole della ragazza. Certo il peso di Lucia era modesto, ma in quel momento il curato si sentiva forte come un bue e astuto come una volpe. Lanciò la lampada su Renzo, i libri che gli capitavano sottomano ai fratelli e si arrampicò fuori dalla finestra, chiamando aiuto a gran voce.
Imprecando, Renzo liberò Lucia; Gervaso spronò la coppietta ad uscire; Tonio desistette ad inseguire il prete, dato che i suoi richiami avevano svegliato l’addetto all’antifurto, che scampanellava come un dannato; i bravi capitanati dal Griso si trovavano in casa Mondella e furono colti dal panico, credendosi scoperti, soprattutto perché un gigante li stava osservando malevolo.


Twice (agitato): “È una fuga, non una ritirata! Correte piano! Ignorate il ragazzino, tanto in casa non c’è nessuno da rapire! La biondinaa è in mano nostra!”

Perpetua accorse dal suo padrone, finendo con lo scontrarsi col quartetto uscente.

Magne: “Renzo? Lucia? Voi che ci fate qui? Aspettate!”

Stain (correndo): “Ehi, avete fatto?”

Himiko (piagnucola): “No, mi ha tappato la bocca … E, ew, sono tutta impolverata.”

Tomura: “E sta arrivando gente a soccorrerlo. Che cavolo!”

Gigantomachia: “Voi …”

Stain: “Menico, mi ero scordato di te.”

Gigantomachia: “Il padre dice di correre al convento. Ha ragione, sono passato da casa vostra e c’erano dei tizi che frugavano dappertutto. Volevano rapire la biondina. Dammi le fotografie.”

Himiko: “Rapirmi?! Meno male che avevamo organizzato ‘sta cosa …”

Stain: “Le foto sono nel comodino sotto l’armeria, te le regalo.”

Geten: “Non collaborerò mai più con voi. Addio.”

Hawks: “Mi spiace per il fallimento dell’impresa. Guardate, avevo portato il riso da lanciarvi addosso, ma ora ci farò scoppiare i piccioni. Buona fortuna ragazzi.”

I nostri eroi raggiunsero il convento dei cappuccini, dove fra Cristoforo li aspettava in ansia. Fu felice che stessero tutti bene. Dopo i convenevoli, spiegò loro che era necessario partire immediatamente, diede loro istruzioni su dove andare e li congedò con una preghiera.

Himiko (in barca): “Vi rendete conto che andrò in mezzo alle suore?!”

Tomura: “Io sto abbandonando i miei bachi!”

Stain: “Calmatevi, sistemeremo le cose.”

Himiko (si avvinghia a Stain): “Devo dire addio al mio bel paesino! Alla mia cameretta super carina! A tutte le persone che amo! Perfino a Renzo!”

Stain (tenta di scollarsela): “Ma abbraccia lui! E poi è un arrivederci, non un addio. Torneremo quando si saranno calmate le acque e finalmente vi potrete sposare.”

Tomura: “Prima voglio scoprire chi è fra noi due che porta sfiga.”

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Capitolo 10
*** Capitolo IX ***


Trascorsa la notte, venne il momento dei saluti.

Himiko (occhi lucidi): “Scrivici sempre Renzo. Io ti risponderò. Magari tra un settimana puoi ripassare qui, eh? Giusto per poco. E se fra Cristoforo ci fa sapere che è tutto tranquillo finalmente saremo marito e moglie.”

Stain (fra sé): “Se non trovo uno migliore da farle maritare.”

Tomura (fra sé): “Se non trovo una migliore da maritare.”

Himiko (bacetto): “A presto amoruccio!”

Lucia e suo padre, giunti a Monza, entrarono nel monastero, dove una monaca li stava aspettando.

Curious: “Benvenuti. Avete chiesto la mia protezione, ma capirete bene che prima di concederla devo sapere qualcosa in più sui pericoli che vi minacciano.”

Stain: “Ok, in fondo ci ospitate. Un poco di buono tenta di insidiare mia figlia, quando lei è già fidanzata con un ragazzo … particolare come lei. Sono addirittura saltate le nozze per colpa sua.”

Curious: “Non che non le creda, signor Mondella. Infatti può andare ad accordarsi con la badessa per dove alloggerete. Ma voglio che Lucia mi esponga personalmente la faccenda. Tra donne ci intenderemo meglio.”

Stain: “Come volete. A dopo.”

Himiko: “Che altro volete sapere signora?”

Curious: “Beh cara … tutto. Chi ha provato a corteggiarti? Perché l’hai rifiutato? Con chi ti dovevi sposare? Che ne è stato di invitati e rinfresco? È libero tuo padre?”

Forse qualcuno si stupirà delle domande della monaca. Altri sapranno che in un monastero ci si annoia parecchio e si vogliono ricevere più notizie possibili dal mondo. Comunque Gertrude era una donna speciale. Non speciale tipo Lucia, speciale nel senso che discendeva da una famiglia ricca, illustre, aveva cervello e una certa voglia di trasgredire alle regole, nonché la capacità di passarla sempre liscia. Questo era dovuto al fatto che era stata obbligata a farsi monaca, nonostante lei avesse opposto resistenza come poteva.

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Capitolo 11
*** Capitolo X ***


Che altro dire su Gertrude? Ah sì. In monastero, per ripicca, faceva il bello e cattivo tempo, maltrattando ogni tanto le allieve che erano destinate a stare in società. Un anno prima che Lucia si presentasse da lei, aveva fatto assassinare una monaca che aveva scoperto la sua relazione con Egidio, un giovane scapestrato che chissà come aveva dimora accanto ai suoi alloggi. Ora capirete perché il discorso tra Gertrude e Lucia si faceva sempre più a rating rosso. Quindi non lo riportiamo …
Se vi chiedete se Lucia lo trovò strano, la risposta è no. Era troppo eccitata dai discorsi spinti che stavano facendo. Qualcosina la riferì al padre e fu lui a insospettirsi sulla condotta della monaca. Tuttavia non gli importava degli ecclesiastici che venivano meno ai loro voti, erano faccende private.
Lasciamo i Mondella felici nel loro rifugio e vediamo come don Rodrigo accolse l’esito della spedizione.

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Capitolo 12
*** Capitolo XI ***


Dabi: “Il tuo racconto è stato alquanto confuso Griso, ma so che ti sei comportato bene. Qualcun altro riceverà una razione di frustate per tirarmi su il morale. Come mai Lucia non era a casa? Credi ci sia una spia?”

Twice (sollevato): “Forse, ma mi è parso che accadeva qualcosa in paese. Le saprò dire domani. O mai.”

Così accordati, il giorno dopo il Griso e altri bravi si mescolarono col popolo per ascoltare pettegolezzi. Il conte Attilio raggiunse suo cugino, che stava facendo fustigare gente random con aria annoiata.

Mr. Compress: “In cosa ti hanno deluso questi servitori?”

Dabi: “Oh, nulla … Ma se esiste qualche divinità, o se il fato è misericordioso, mi favorirà, altrimenti gente innocente soffrirà per la mia insoddisfazione.”

Mr. Compress: “È davvero singolare il modo in cui speri di ingraziarti la sorte. Comunque, è san Martino, e la giovinetta non c’è.”

Dabi: “Sì, devo pagarti la scommessa. Ma senti che è successo …”

Mr. Compress (poco dopo): “Secondo me c’è di mezzo il frate dell’altro giorno. Vedrò di sistemarlo io a quello. In quanto alla giustizia siamo a posto no?”

Dabi: “Eccome, ma una chiacchierata col podestà la farei ugualmente.”

Mr. Compress: “Ci vado io, mi sta simpatico, a parte l’abbigliamento è un vero gentiluomo.”

Dabi: “Bene. Grazie cugino. Lui o il frate non mi preoccupano, in fondo non ci sono prove e anche se ce ne fossero sono intoccabile. L’unica cosa che mi può infastidire sono le chiacchiere della gente. E naturalmente il fatto che Lucia non sia qui.”

Mr. Compress: “Se non ti spiace voglio restare ad ascoltare la relazione del Griso.”

Dabi: “Resta pure, non c’è fretta.”

Twice: “Eccomi signori! Nessuno è più informato di me! Tutti sanno tutto! Allora … Casa Mondella era vuota perché gli sposini hanno cercato di gabbare don Abbondio. Era suo l’allarme. Noi non siamo stati scoperti. Cioè, qualcuno ha visto dei bravi in giro, ma non li collegano con la scomparsa dei tre scomparsi. Ora a casa Mondella abita Menico, mentre si dice che Renzo, Lucia ed il signor Mondella siano a Pescarenico dai cappuccini.”

Mr. Compress: “Lo dicevo io che il frate era invischiato nell’affare!”

Dabi: “La caccia si è fatta intrigante come da lui promesso, non me ne posso lamentare. Soprattutto è divertente scoprire con quanta facilità riesco ad accomodare le cose.”

Twice: “Non ho idea di quale sia la prossima mossa! Vado al convento?”

Dabi: “Esatto. Scopri se sono ancora lì. Cugino, puoi andare dal podestà, poi parti per Milano e parla con chi devi per farla pagare a padre Cristoforo.”

Mr. Compress: “D’accordo. Tenetemi aggiornato però.”

Il conte Attilio aveva parlato col podestà in amicizia ed era tornato al palazzotto per prepararsi al viaggio per Milano. Non erano passate due ore che il Griso faceva già ritorno con buone notizie: i Mondella si trovavano a Monza presso un monastero, Renzo era a Milano.

Mr. Compress: “Complimenti, sei stato velocissimo.”

Dabi: “Si sono separati, eccellente … Griso, andrai a Monza domani. Stasera invece divertiti, te lo sei meritato.”

Twice: “Troppo buono signore. Dammi una vacanza mascalzone!”

Dabi: “Riproveremo a rapire Lucia. Mi interessa anche far esiliare Renzo dalla nostra regione. Chiederò consiglio al nostro Azzeccagarbugli per questo.”

Mr. Compress (ride): “Troverà sicuramente qualcosa. Se c’è un uomo che sa fare il proprio mestiere è lui.”

Dabi (sogghigna): “Tutto è deciso. Vi lascio con le vostre preparazioni signori.”

Arrivato in città, Renzo si rese subito conto che qualcosa non andava. Ogni tanto vedeva per terra farina o direttamente una forma di pane e si udivano grida non esattamente pacifiche. Il giovine raccolse il pane che gli capitava sottomano, ignorando il popolo in rivolta. Quando seppe però che padre Bonaventura da Lodi, il cappuccino al quale era stato affidato, non era in convento, decise che poteva concedersi un piccolo tour dei dintorni.

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Capitolo 13
*** Capitolo XII ***


Tomura (fra sé): “Wow, chissà che avrebbero fatto se c’era penuria di Nutella … Sono incoerenti perché vogliono il pane e distruggono i forni, ma è una rivolta e mi piace qualsiasi forma di ribellione alle autorità. Vediamo fino a che punto si spingono.”

Renzo seguì la folla rivoltosa, che aveva deciso di prendersela con il vicario del tempo. Oh, e non fatevi ingannare. La carestia sarà anche dovuta a maltempo e cattivo governo spagnolo, ma queste cause sono a loro volta dovute alla sfiga, che voleva Renzo a Milano in quel preciso momento, Lucia a Monza e don Rodrigo nel palazzotto a spassarsela.

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Capitolo 14
*** Capitolo XIII ***


In mezzo alla folla di milanesi, Renzo comprese che il vicario era responsabile della fame dei poveri, pertanto loro lo volevano morto e assediavano casa sua. Il giovine ci teneva ad assistere all’esecuzione di un magistrato, soprattutto per come l’aveva deluso la legge ultimamente. Gli tornò in mente Lucia: se si fosse sparso molto sangue, sarebbe stata felice anche lei. Non aveva mai conosciuto una ragazza con tanto spirito omicida …
A fermare la rivolta, tuttavia, era giunto in carrozza il gran vicario Kinder Ferrer. Renzo non biasimò la folla che si faceva da parte, meno infervorata, e anzi urlava in favore di Ferrer. Chi non amava i suoi prodotti cioccolatosi?


Re-Destro: “Buoni, miei cari, buoni. Avete ragione, il vicario è stato cattivo, quindi andrà in prigione. Merita una seconda possibilità giusto? State calmi ora. Pensate al pane che avete preso gratis. Siete stati ingiusti, ammettetelo, ma non sarete puniti. Perdoniamoci a vicenda, eh?”

Tomura (fra sé): “È molto bravo ad ammansire rivoltosi. Probabilmente anche ad aizzarli, se serve. Beh, adesso voglio un autografo. Farò crepare di invidia tutti quando torno.”

Renzo spintonò le persone troppo stupide per capire che intralciavano il cammino della carrozza e ottenne così sorrisi di ringraziamento da parte del gran cancelliere. Appena la carrozza fu ferma, Renzo vi si avvicinò umilmente per aiutare Ferrer a scendere.

Re-Destro: “Grazie figliolo.”

Tomura: “Di nulla signore. Ecco, se non è un disturbo, potrebbe farmi un autografo?”

Re-Destro: “In altre circostanze lo farei volentieri, ma ora sono di fretta …”

Tomura: “Comprendo bene. Ve l’ho chiesto garbatamente, preferite che invece usi le cattive maniere?”

Re-Destro: “… E sia.”

Ferrer si trovava in una situazione in cui gli conveniva assecondare i capricci del popolo. Prima che se ne fosse andato di lì col vicario, aveva un crampo alla mano, poiché la gente vicina a Renzo aveva preso coraggio e chiesto a sua volta un autografo, e così via, finché la piazza si era svuotata.

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Capitolo 15
*** Capitolo XIV ***


Renzo ascoltava con piacere i discorsi che faceva la gente per le strade, lo interessavano specialmente i più violenti e bellicosi, come quello di un gruppetto di gentaglia che prometteva altri saccheggi per l’indomani. Sentendosi ispirato, Renzo decise di testare le sue doti oratorie.

Tomura: “Milanesi, sentite cos’ha da dire qualcuno con più sale in zucca di voi. Oggi avete meritato un sei, un sei e mezzo al massimo per la rivolta. È vero che si è conclusa positivamente, ma solo perché ha colto di sorpresa tutti, persino voi che avete agito. Se volete continuare su questa strada serve un piano! Avete ottenuto pane e farina gratis, l’incarcerazione del vicario, l’autografo di Kinder Ferrer …”

La Brava: “Io no! A me piace Novi!”

Tomura (la guarda male): “Comunque sia, nei prossimi giorni potete ottenere tutto ciò che vi spetta … se io divento re! Pensateci signori. Un re eletto dal popolo, che può incoraggiare gli uomini come Ferrer …”

La Brava (sta per intervenire): “…!”

Tomura: “Come Novi, Perugina, Lindt e chi più ne ha più ne metta! È cioccolata e la vogliamo tutta!”

Folla: “Yeee! Bravo! Abbiamo il pane, ci serve la Nutella! Viva la cioccolata!”

Tomura: “Sì, mentre posso punire chi non rispetta le mie leggi! Se le faccio c’è un motivo e devono essere rispettate. Domani non dovete assalire i forni, miei fedeli sudditi, perché ci saranno i soldati per le strade. No, domani noi partiremo alla volta di Torino, che tanto i reali sono sempre all’estero, ci insedieremo e faremo la nostra Petizione dei diritti! Non siamo inferiori agli inglesi!”

A quel punto tra la folla c’era chi lo acclamava e chi credeva avesse bevuto più del necessario. Renzo se ne accorse. Il fatto che la tipa bassina di prima ora fosse dalla sua parte lo spinse ad andare fino in fondo, a convincere tutti quanti ad andare davvero a Torino a cambiare dinastia reale.

Tomura (da ora cantano): “Da ciò che vi leggo negli occhi io so già che il terrore vi squaglia ... non siate, però, così sciocchi! Trovate l'orgoglio marmaglia! Son vaghe le vostre espressioni, riflesso di stupidità. Parliamo di re e successioni, ritrovate la lucidità! Il mio sogno si sta realizzando, è la cosa che bramo di più! È giunto il momento del mio insediamento!”

La Brava: “Ma noi che faremo?”

Tomura: “Seguite il maestro. E voi, smidollati, verrete premiati, l'ingiustizia è una mia gran virtù! Io sarò il re! Seguitemi e non soffrirete più la fame!”

Folla: “Evviva! Lunga vita al re! Lunga vita al re! Lunga vita al re! Avremo la sua compiacenza, sarà un re adorato da noi!”

Tomura: “Ma in cambio di questa indulgenza qualcosa mi aspetto da voi! La strada è cosparsa di omaggi, per me e anche per voi lacché, ma è chiaro che questi vantaggi li avrete soltanto con me! E sarà un gran colpo di stato! L’Italia per me tremerà! Il piano è preciso (cibo a noi), perfetto e conciso (sempre a noi), decenni d'attesa (non dovrà), vedrai che sorpresa (finire mai)! Sarò un re stimato, temuto ed amato, nessuno è meglio di me!”

Folla (finendo di cantare): “Prepariamo le armi perché sarà re!”

Tomura: “Mi sa che è cominciata la mia campagna elettorale.”

La Brava: “Mi permetta di aiutarla signore. Sono un’esperta di marketing e lei sarà il mio prodotto più venduto! Deve solo continuare a cantare per tutto il Nord, magari anche altre canzoni Disney.”



***Angolo Autrice***
"Renzo" canta Sarò re, da Il re leone XD

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Capitolo 16
*** Capitolo XV ***


Renzo e la sua nuova assistente, vista l’ora tarda, continuarono i loro discorsi in un’osteria. Stavano preparando un attentato al re, e siccome non erano idioti, diedero all’oste dei nomi falsi, che tanto in quel periodo non esisteva la carta d’identità. Bei tempi per i criminali …

Tomura: “Non ho ancora capito perché mi stai aiutando.”

La Brava: “Mi piace rendere le persone delle star. I miei clienti sono la miglior pubblicità per me. E poi ho l’occasione di diventare regina.”

Tomura: “Vorrei chiarire subito che siamo solo partner in crime …”

La Brava: “Oh, certo certo. Non sei il mio tipo, mi piacciono gli uomini maturi. No, intendevo che se fallisci tu potrei insediarmi io.”

Tomura: “Bene, perché come regina non prenderei qualcuna più bassa di Lucia.”

La Brava: “Ah, hai la ragazza?”

Tomura: “Sì, ma le nozze sono andate a monte e sto cominciando a pensare che invece di sfiga può essere fortuna. Il destino mi sta dicendo che potrei avere di meglio. Insomma, passare da allevatore di bachi a re è un colpaccio! Lucia è carina, sanguinaria, affettuosa, però è anche pazza e fastidiosa, in più non credo di piacere granché a suo padre. Se la tenga don Rodrigo.”

La Brava: “Sono affari tuoi. Allora, domani partiamo per Torino?”

Tomura: “Sì. Puoi spargere la voce tra la marmaglia. Visto che dobbiamo tenere un basso profilo, dovremo viaggiare in gruppi separati. Poi nei paesi in cui ci fermeremo radunerò altri soldati per il colpo di stato.”

La Brava: “Perfetto. Ti preparo qualche discorso e spargo la voce tra il popolo. A domani.”

Il giorno dopo Renzo fu svegliato da un paio di sbirri che cercavano tale Gianpierubaldo Tontodimamma, il nome falso dato da Renzo all’oste la sera precedente. Il nostro eroe dimostrò che lui si chiamava Lorenzo Tramaglino grazie alla lettera scritta da fra Cristoforo per raccomandarlo a Bonaventura da Lodi. Gli sbirri si scusarono e ripresero la ricerca del presunto sobillatore. Dopo essersi occupato dell’oste spione – sì, l’ha ucciso – Renzo si recò all’appuntamento con l’assistente.

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Capitolo 17
*** Capitolo XVI ***


La Brava: “Che figlio di buona donna! Credi che il piano è compromesso?”

Tomura: “No, ma dobbiamo sbrigarci a lasciare Milano.”

Così fecero. Per le strade maestre, per le piazze, in un teatro, i due sparsero la notizia che un lavoratore del popolo, senza nobili origini o altre cavolate che saltano spesso fuori nelle favole, intendeva diventare re per il bene di tutti. Chiedeva soltanto che divulgassero anche loro la buona novella, raggiungessero Torino, combattessero l’esercito in caso di bisogno e lo eleggessero come degno sovrano d’Italia, trucidando chiunque proponesse altri candidati e ovviamente i candidati stessi. Bazzecole insomma.
Nelle locande in cui si fermavano per mangiare o dormire non parlavano mai della rivolta, temendo che qualcuno riuscisse ad arrestarli mentre recuperavano le forze. Furono estremamente sorpresi ma anche molto lieti e se la risero alla grande quando, in un’osteria, sentirono un tale affermare che un pericolosissimo attentatore, Gianpierubaldo Tontodimamma, era stato arrestato assieme alla sua altrettanto malefica complice, Anna Marianna Rosapia Piergiuseppa Giannangela Ammazzalamorte. Dunque la polizia non li stava cercando più.

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Capitolo 18
*** Capitolo XVII ***


E niente, prosegue il viaggio dei due, che radunano sempre più seguaci. Renzo non incontra adesso Bortolo, anche perché dovrebbe essere scemo ad andarci: Bergamo è nella direzione opposta a Torino!
Tuttavia i due cugini si ritroveranno nell’allora capitale d’Italia perché ... Lo scoprirete fra qualche capitolo.

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Capitolo 19
*** Capitolo XVIII ***


Mr. Compress: “I tumulti a Milano sono finalmente finiti cugino. Vado a risolvere la faccenda del frate.”

Dabi: “Se ci trovi Renzo dagli un calcio da parte mia.”

Twice: “Io invece ho svolto il mio compito signore! Non so niente!”

Dabi: “Bene, parla.”

Twice: “Lucia è sotto la protezione di una certa Gertrude, una monaca, e non lascia mai il monastero.”

Dabi: “Si è fatta monaca?”

Twice: “No. Sono monache particolari però. A Monza dicono che il signor Mondella fa una bella vita.”

Dabi: “Mi fa piacere, è un brav’uomo. Come arrivare a Lucia …?”

Don Rodrigo ne discusse col fido Griso per giorni. L’intenzione era far tutto con i mezzi a sua disposizione, ma essi si rivelavano sempre insufficienti per portare a compimento un piano o l’altro. L’unica soluzione rimasta faceva tentennare il signorotto. Alla fine decise di stringere un’alleanza con un abietto mafioso della regione. Infatti non poteva rinunciare all’impresa dopo che il fato lo aveva favorito tanto: a quanto gli aveva scritto Attilio, Renzo non si era fermato dai cappuccini di Milano ma era ramingo; fra Cristoforo era partito da Pescarenico il giorno prima (e tra poco vedremo perché); il signor Mondella era tornato a casa, dunque non faceva la guardia alla figliola, sola fra estranei. Vediamo subito perché.

Himiko: “Papà, è arrivata una lettera da fra Cristoforo, ancora niente da Renzo …”

Stain: “Credo che staresti meglio non pensando tanto a lui, anzi, non pensarlo affatto. Trovati delle distrazioni.”

Himiko (imbronciata): “Per te è facile. Io non faccio che cucire o chiacchierare con le monache che hanno avuto una vita più avventurosa, mentre tu …”

Stain (compiaciuto): “Sono l’unico uomo nell’edificio.”

Himiko: “Ogni tanto c’è anche Egidio. Non so che ci trovi Gertrude in lui, ma le coppie innamorate sono sempre belle.”

Stain: “Lei ti aiuta a passare il tempo, quando non c’è puoi stringere amicizia con le monache della tua età. Alcune sono carine come piace a te.”

Himiko: “Vero, abbastanza da dubitare della mia sessualità.”

Stain: “… Come scusa?”

Himiko: “È che a stare chiusa con solo donne di cui apprezzo la bellezza, senza vedere nessun uomo tranne mio padre ed un bruttone, è normale che mi sento attratta da loro. Gertrude dice che i cappuccini sono per la maggior parte …”

Stain. “Lucia, Lucia cara. Hai ragione, è normale, ed in privato puoi fare ciò che ti pare perché nessuno ti giudica. Ma prima devi sposarti, ok? Non siamo ancora in un’epoca con una mentalità aperta, se mai ne esisterà una. Quindi ascolta: dovresti uscire un po’ dal monastero e conoscere la gente di Monza, stare reclusa non fa bene a nessuno. Magari conosci anche un giovanotto adatto a te.”

Himiko: “E Renzo?”

Stain: “Sarà sempre la tua ruota di scorta. In tutta sincerità figliola, puoi trovare di meglio. O lo ami proprio tanto?”

Himiko: “Beh papi … ammetto che non è bellissimo e sa essere un despota infantile ed egoista, ma con i suoi bachi è dolce e gli piacciono gli omicidi e ci parlo così facilmente …”

Stain: “Lucia, tu parli facilmente con chiunque. Ti ricordo che hai affibbiato a ogni suo baco un nome, una personalità e ci hai chiacchierato per ore quando nessuno poteva tenerti compagnia.”

Himiko (commossa): “Da falene erano meravigliosi. Mi mancano molto.”

Stain: “Ok, però stavamo parlando di Renzo. Vuoi sposare solo e soltanto lui?”

Himiko: “Sai papino, forse ho bisogno di fare esperienza prima di risponderti sicura al cento per cento.”

Stain: “Ottimo, bambina, ottimo.”

Un paio di settimane dopo quel discorso, il signor Mondella tornò in paese per parlare con fra Cristoforo, ma scoprì che era partito per Rimini. A informarlo fu fra Galdino, che poi lo sfidò in una battaglia amichevole. Noi sappiamo la causa della partenza del padre: il discorso tra conte Attilio ed il conte zio. Zio suo e di don Rodrigo, naturalmente, sarebbe stato assurdo se si fosse chiamato Zio.

Mr. Compress: “Saluti zio, come va?”

Trumpet: “Va. In questi giorni c’è stato lavoro extra per le sommosse, quindi sono stanco. Ma se tu sei qui vuoi un favore, Attilio.”

Mr. Compress: “Non esattamente. Sono portavoce di mio cugino oggi, per un caso che solo tu puoi risolvere.”

Trumpet: “Io? Non siete amici del podestà e dell’Azzeccagarbugli? Che ha fatto di tanto grave che devi rivolgerti a me?”

Mr. Compress: “Nulla di che. Si è avvicinato a una fanciulla già fidanzata e le ha fatto intendere che gli interessa, tutto qui. Solo che un certo cappuccino, fra Cristoforo, l’ha trattato come un delinquente. Capisci che non ha fatto niente di male? È il frate che lo istiga.”

Trumpet: “Forse non sa chi è Rodrigo.”

Mr. Compress: “Lo sa, è un tipo che ci prova gusto a sfidare i più forti. Specialmente chi è legato alla politica come te zio. Secondo lui abilità oratorie, soldi e fama, cose che tu possiedi in quantità, sono sciocchezze incapaci di competere con la religione.”

Trumpet (pensieroso): “Dunque bisogna dargli una lezione … Non ci sono problemi, lo farò trasferire. Ve lo leverò di mezzo in ogni caso, però dimmi, doveva proprio scegliersi una già fidanzata?”

Mr. Compress: “Oh, ormai è una questione d’onore. Rodrigo non l’ama chissà che, più che altro intende dar fastidio al fidanzato, un allevatore di bachi.”

Trumpet: “Capisco, è come il tiro alla fune: nessuno la vuole, è solo un mezzo per confrontarsi. E dopo che ottiene la ragazza?”

Mr. Compress: “Non saprei. La sta cacciando per divertimento, una volta vinto il gioco potrebbe anche lasciarla andare. Sai come si stanca in fretta delle cose.”

Trumpet: “Dovrebbe crescere; sembra un bullo che infastidisce chi gli piace perché non è capace di dirlo apertamente. E tu non dargli sempre appoggio. Imparate da Ferrer …”

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Capitolo 20
*** Capitolo XIX ***


Dopo aver fatto una ramanzina al nipote, il conte zio si sbrigò a parlare col priore dei cappuccini e tra mazzette e minacce lo convinse a trasferire fra Cristoforo, il quale se ne andò a Rimini dispiaciuto di non essere stato più utile per i suoi protetti.
Don Rodrigo, assieme al Griso ed ai bravi che avevano minacciato don Abbondio, si recò a chiedere un favore all’Innominato, che viveva in un castello a sette miglia dal suo palazzotto. Perché non svelare il nome dell’Innominato? Forse l’organizzazione mafiosa di cui era a capo era ancora attiva ai tempi di Manzoni, e lo scrittore ha ritenuto saggio non provocarli. Per prudenza, anche noi terremo segreto il suo nome.
Questo personaggio aveva cominciato giovanissimo a sfidare ladri, assassini, cacciatori di taglie e altra gente di quella risma, dimostrando la propria forza ed il proprio ingegno. Grazie alla sua ferrea volontà, aveva portato a compimento imprese impossibili per gli altri, riuscendo a diventare una specie di leggenda. Tutti gli erano subordinati, benché l’Innominato spesso usasse dispensare favori a chiunque, talvolta anche a qualche innocente oppresso. Nel suo castello era servito da gente che in un modo o nell’altro aveva a che fare con la malavita. Chi gli era più vicino indossava come lui una maschera a becco d’uccello, perché a quanto pare fa figo ed è utile a scamparla a malattie aeree.

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Capitolo 21
*** Capitolo XX ***


Per qualche misterioso motivo, Manzoni skippa il dialogo tra don Rodrigo e l’Innominato, poi tra Egidio e Gertrude … Questo è razzismo! Sono i cattivi! È molto più interessante veder interagire loro che un burocrate e un cappuccino! Va beh, ecco ciò che accadde …

Moonfish: “Bere!”

Muscular: “E quando siamo pieni una bella rissa!”

Twice: “La aspettiamo qui alla Malanotte signore.”

Dabi: “Basta che poi vi reggete a cavallo. Che razza di scorta …”

Overhaul: “Don Rodrigo, da quanto.”

Dabi: “Dall’ultima volta che le ho fatto un favore.”

Overhaul: “Dunque è qui per riscuotere?”

Dabi: “Ogni promessa è debito, giusto? Mi creda che mi sarebbe piaciuto fare tutto da solo, ma è impossibile, mentre per lei sono sicuro sarà semplicissimo.”

Overhaul: “Di che stiamo parlando? Assassinio?”

Dabi: “Oh no. Rapimento. C’è una ragazza, Lucia Mondella, che ha chiesto asilo al monastero di Monza ed è la protetta della signora. Sarebbe già stata mia se non si fosse messo in mezzo fra Cristoforo …”

Overhaul: “Lo conosco, sfida sempre i tiranni. Avevo anche sentito qualcosa su una coppia sparita dal suo paese e che lei c’entrava in qualche modo.”

Dabi: “Modestamente, ho impedito le loro nozze e li ho costretti alla fuga. Stanerà la mia preda?”

Overhaul: “Lo consideri fatto. In capo ad un paio di giorni sarà a casa sua.”

Dabi: “Grazie, ne ero certo. Saremo pari?”

Overhaul: “Direi di sì. C’è altro che devo sapere sulla ragazza?”

Dabi: “Mah, sa usare molto bene i coltelli, le piace la violenza ed è suonata. Al momento il signor Mondella non è con lei, solo le monache.”

Overhaul: “Capisco … Solo per curiosità, non è obbligato a rispondermi, la vuole come brava? Perché non ne parla come qualcuno che la desidera in moglie …”

Dabi: “No infatti. Onestamente non saprei che farmene di Lucia, è partito tutto da una scommessa e dal fatto che mi piace rendere la vita difficile a Renzo, il fidanzato.”

Presi gli ultimi accordi, don Rodrigo si congedò dall’Innominato, recuperò i bravi ubriachi e se ne tornò a palazzo. Il mafioso mandò a Monza il suo uomo più fidato, il Nibbio, che in giornata gli fornì il rapporto.

Chronostasis: “Signore, è come mi aveva riferito: la ragazza è sola tra le monache. Ho già parlato con Egidio, lui non avrà problemi a convincere Gertrude a far uscire la biondina domani.”

Overhaul (meditabondo): “A don Rodrigo mancava questa conoscenza, o se la sarebbe sbrigata da sé.”

Chronostasis: “Qualcosa non va?”

Overhaul: “Una specie di presentimento. Mi secca aiutarlo in una schermaglia con un semplice popolano, ma ho promesso. Preparati per il rapimento di domani.”

Chronostasis: “Capisco che intende, don Rodrigo sembra un bullo che infastidisce chi gli piace perché non è capace di dirlo apertamente ...”

Se l’Innominato agiva malvolentieri in quella faccenda, figurarsi Gertrude, che aveva preso in simpatia Lucia.

Curious (tormentata): “Dobbiamo proprio farlo Egidio?”

Skeptic: “Sì Trudy, è necessario. In fondo lui manda le donazioni più cospicue per il monastero, no?”

Curious: “È vero, ma Lucia è stata una boccata d’aria fresca tra queste mura. Separarmene sarà complicato … E quando torna il padre che devo dirgli?”

Skeptic: “Se ti senti sola significa che verrò più spesso a trovarti. Quanto al signor Mondella non temere, capirà che è stata una disgrazia e tu non ne hai colpa.”

Dopo una nottata passata a ripetere frasi consolatorie e incoraggianti tra carezze e baci, la monaca si persuase a mandare Lucia ad eseguire una commissione per conto suo. La giovane, una volta comprate le uova, fu fermata da un tizio che le chiedeva informazioni stradali. Lei si voltò per indicargli la direzione giusta, e in quell’istante il Nibbio la prese per la vita e la caricò su una carrozza parcheggiata nelle vicinanze, che partì ancor prima che lo sportello fosse ben chiuso.
Lucia urlò, terrorizzata dai quattro uomini con maschere a becco d’uccello che le stavano intorno. Tentò di buttarsi verso lo sportello, ma fu trattenuta. Allora estrasse un coltello dal vestito, ed il tizio sulla destra fu lesto a scansarsi. Quello a sinistra le bloccò il polso, mentre un altro le confiscò l’arma. La giovane non si diede per vinta: tirò un morso a chi ancora le stringeva il polso, riuscendo a liberarsi e farlo strillare, poi estrasse un secondo coltello e assalì chi le aveva sottratto il primo. Il malcapitato fu trafitto ad una spalla, ma la nostra eroina non ebbe tempo per compiacersene che un paio di braccia, quelle del Nibbio, la strinsero, impedendole qualsiasi movimento. La giovane prese a dimenarsi, tuttavia il Nibbio si sedette con lei in braccio ed il bravo ancora illeso le tappò la bocca. Lucia iniziò a singhiozzare, anche se ogni tanto le sfuggiva un risolino guardando il morso e soprattutto il pugnale conficcato nella spalla del bravo di fronte a lei.


Nemoto (dolorante e furente): “Mi ha pugnalato c***o! Non osare censurarmi! Ora io la ammazzo!”

Chronostasis: “Non sono questi gli ordini del padrone, abbi pazienza.”

Nemoto: “Sì, ma puoi giurarci che appena arriviamo gli chiedo il permesso di fare fuori questa baldracca!”

Tengai: “Concordo, mi ha morso peggio di un cane rabbioso.”

Katsukame: “Ne ha di energie la ragazzina.”

Chronostasis: “Nessuno le torcerà un capello. Domani sarà mandata da don Rodrigo, pagherà lui le spese mediche e i danni morali.”

Katsukame (ride): “Conciati così per una giovane donna, appena lo sapranno gli altri …”

Tengai: “Se ci fossimo scambiati di posto saresti tu in questa situazione!”

Chronostasis: “Mh? Che c’è? Ok, ti togliamo il bavaglio, tanto ormai siamo in campagna.”

Himiko: “Che avreste fatto voi durante un rapimento? È stata legittima difesa. Posso bendarvi le ferite, sono brava a farlo, ma per favore, riportatemi indietro.”

Chronostasis: “Non si può. Se li bendi magari ti perdonano, ma fai una mossa falsa e ti ritrovi imbavagliata e tra le braccia dell’energumeno, capito?”

Lucia si fece mansueta: la natura violenta era stata appagata alla vista del sangue. La biondina ripulì le ferite dei bravi leccandole – cosa che li lasciò alquanto interdetti ma non del tutto dispiaciuti, le bendò e ci diede persino un bacino sopra. Aveva capito che il rapimento non era nulla di personale per loro, stavano semplicemente eseguendo degli ordini, pertanto passò le restanti sette ore di viaggio cercando di fare amicizia con i bravi. Per il Nibbio durarono un’eternità. Notò con stupore che i compagni invece non erano infastiditi dalla parlantina di Lucia, anzi, diventavano via va più ciarlieri, accettavano di partecipare a giochi come 20 domande, cantavano con lei ritornelli di canzoni popolari, finché arrivarono a chiederle di unirsi alla loro organizzazione.

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Capitolo 22
*** Capitolo XXI ***


Un bravo particolarmente basso si occupò di accompagnare Lucia nella camera destinata a lei. Nel frattempo il Nibbio si recò dall’Innominato per comunicargli il successo dell’operazione.

Overhaul: “Nessun intoppo vero?”

Chronostasis: “Beh, uno dei nostri è stato pugnalato, ma ormai lui e la ragazza sono diventati amiconi.”

Overhaul: “Che cosa? Vuoi dirmi che la contadinotta ha pugnalato un bravo e lui l’ha perdonata?”

Chronostasis: “Esattamente. Lo stesso dicasi per l’altro che ha morso. Ad essere sincero, mi fa paura … Ha un non so che che ispira simpatia, dimostra una buona volontà, però ha movimenti degni di un’abile assassina. Insomma, finché non ti dichiara suo amico è meglio non farla arrabbiare, io starei sempre all’erta attorno a lei.”

Overhaul (sorpreso): “Paura al Nibbio ... Debbo vederla costei. Don Rodrigo ne parlava con sufficienza, mentre mi sembra degna d’attenzione. Forse lui non è in grado di giudicare le persone.”

L’Innominato assecondò la sua curiosità. Man mano che si avvicinava alla stanza assegnata a Lucia, gli giungevano sempre più distinte delle urla seguite da un gran fracasso. Appena entrò evitò per un pelo un’enciclopedia che altrimenti lo avrebbe centrato in pieno viso. Lucia ed il bravo si trovavano ai due estremi della camera, entrambi ansanti, con oggetti sparpagliati ai loro piedi. Era evidente che si stavano scagliando contro le cose con accanimento. E un certo divertimento.

Overhaul (perplesso): “Che sta succedendo?”

Mimic: “Oh padrone, ha cominciato lei! Mi ha preso in braccio come se fossi un cucciolotto! Io l’ho sgridata e lei mi ha lanciato sul letto … Poi non saprei ricostruire con esattezza cosa è accaduto.”

Himiko: “Padrone? Siete stato voi a farmi rapire?”

Overhaul: “Più o meno; è un favore che faccio a don Rodrigo. Ma non ho ben capito tu chi sei.”

Himiko: “Mi chiamo Lucia Mondella.”

Overhaul: “No, intendo che non mi spiego come sei riuscita a ferire i miei uomini.”

Himiko: “Ah beh, papà mi ha addestrata all’uso delle armi bianche. Le adoriamo entrambi perché fanno uscire il sangue!”

Overhaul: “Capisco … Sai fare altre cose del genere?”

Himiko: “Sì, parecchie. Però che c’entra? Non mi piace stare imprigionata. Che vi ha promesso don Rodrigo? Lui non mi ama, fa solo il cattivo. Per favore, lasciatemi andare. Non dirò niente, in fondo avete degli scagnozzi simpatici, e mi piacciono le maschere che vi fanno sembrare dei teneri uccellini da azzannare, anche se vi devo confessare che sono delusa dalla mancanza di donne nella vostra organizzazione. Facciamo che il favore lo fate a me! Ora io vi sono debitrice, ok? Posso uccidere qualcuno per voi o stalkerarlo o se è abbastanza carino posso interpretarlo! Posso …”

Mimic: “Taci mocciosa! Devi rispondere alle domande del padrone e basta! Sii più concisa!”

Overhaul: “Buono tu, vai a prendere la cena per te e la ragazza. Lucia, prenderò in considerazione la tua offerta e domattina ti darò una risposta.”

Himiko: “Bravo! A proposito, tre dei vostri mi hanno chiesto di unirmi alla vostra organizzazione. Ammetto che mi sembra un buon impiego. Basta che poi non vengo sfruttata e abbia...”

Overhaul: “Zitta! Ti ho già detto che devo pensarci. Buonanotte.”

Himiko: “Buonanotte! Che la notte vi porti consiglio!”

Il bravo portò la cena e per un po’ ci fu tranquillità. Lucia ponderò che forse suo padre e Renzo avevano ragione: probabilmente l’unione con Renzo era maledetta e portava sfiga, tuttavia il destino le aveva dato la possibilità di conoscere tante altre belle persone. Sarebbe stata una stupida a non approfittarne!

Himiko (fra sé): “Giuro che a Renzo non ci penso più come ad un innamorato. Mi voglio liberare della sfiga … faccio un voto ecco! Prometto che piuttosto che sposare Renzo sposo … uhm … questo broccolo, sì!”

Mimic (dopo averla vista infilzare amorevolmente un broccolo): “Tratta con rispetto il cibo offerto dal padrone!”

Per tutta risposta Lucia gli lanciò addosso il resto delle verdure, dando inizio ad una seconda lotta fra lei ed il bravo, stavolta a base di cibo.
Nel frattempo l’Innominato rifletteva seriamente sulle sorti della biondina. Si rigirava nel letto senza trovare una soluzione. Mantener fede alla sua parola e consegnarla a don Rodrigo, rischiando di perdere uno strumento utile per lui, o tenersela e infischiarsene del signorotto, rischiando future alleanze?
Dato che analizzando continuamente i pro ed i contro non veniva a capo di nulla, ricorse all’unica cosa che poteva dargli sollievo: la fede. Sì, la fede riposta in una monetina. In quanti hanno usato una monetina, affidandosi completamente ad essa, quando è difficile prendere una decisione? Sollevato, l’Innominato lanciò la monetina: uscì testa, dunque Lucia se la teneva lui. L’uomo si addormentò finalmente tranquillo, finché non fu svegliato da un forte scampanellare all’alba.

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Capitolo 23
*** Capitolo XXII ***


Apprese che in città era arrivato Federigo Borromeo, arcivescovo di Milano. L’Innominato decise di unirsi alla gente festante e salutare quell’uomo, su cui aveva sentito parecchie voci, soprattutto per confermare se fossero vere. Prima però si recò da Lucia.
Bussò leggermente, ma nessuno gli rispose; allora entrò silenziosamente: la fanciulla dormiva spensierata, un braccio attorno al bravo come se fosse un peluche. Il mafioso strinse i pugni, non capendo perché d’improvviso desiderasse sbarazzarsi del bravo il più presto possibile e restare poi a guardare Lucia finché lei non si fosse svegliata, per dirle che come promesso aveva riflettuto e aveva deciso di tenerla con sé … L’Innominato scosse la testa, confuso, e si sbrigò a recarsi da Federigo.
Federigo Borromeo era visto dai più come un santo. Al popolo appariva sempre onesto, pacato, compassionevole, spinto da un pio senso di moralità e giustizia … In pochissimi erano a conoscenza del fatto che in realtà egli era un megalomane. È vero che con gli alleati si dimostrava cortese e rispettoso, che uccideva solo chi se l’andava a cercare, ma faceva tutto al fine di mantenere il suo stato di potente ecclesiastico e non esitava mai a commettere ingiustizie e soprusi talvolta ben peggiori di quelli che impediva.

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Capitolo 24
*** Capitolo XXIII ***


L’Innominato, giunto davanti a Federigo, non seppe come iniziare il discorso. La presenza imponente dell’altro gli induceva un rispetto che aveva provato solo per il suo vecchio Boss, cosa che lo indispettiva.

AFO: “Salve figliuolo, credo di aver sentito qualcosa sul tuo conto.”

Overhaul: “Ed io sul vostro.”

AFO: “Oh, dammi pure del tu. A che devo la tua visita?”

Overhaul: “Volevo conferma di ciò che ho sempre sentito dire della tua forza ... È vero che puoi fare praticamente di tutto e passarla liscia, senza che nessuno sospetti nulla e per di più senza fare il leccapiedi con le autorità?”

AFO: “È vero.”

Overhaul (stupito): “Ma come? Come si ottiene tanta forza?”

AFO: “Parlando poco e agendo un sacco. Occorre anche avere la personalità giusta.”

Overhaul: “Comprendo … Per me sarebbe possibile imparare? Sembri sempre calmo e compassato, anche io provo ad esserlo, ma talvolta la gente ce la mette tutta per essere ammazzata.”

AFO: “Allora ammazzala e abbi il coraggio di affrontare le conseguenze. Come hai detto figliuolo, io faccio ciò che mi pare, sempre. Ma se non è nel tuo carattere, è inutile sforzarti di cambiare.”

Overhaul (deluso): “Stai dicendo che non posso diventare più potente di così?”

AFO: “Non necessariamente. È importante rimanere se stessi e conformare le proprie azioni a ciò che siamo. E tu cosa sei? Un umano? Un uccello? O un mostro?”

Overhaul: “Oh, non lo so più … Parlando con lei, ma anche con la fanciulla di ieri, mi sento così diverso …”

AFO (perplesso): “Ti do le stesse sensazioni di una giovinetta?”

Overhaul: “No! Cielo! Intendevo che sto riscoprendo il mio vero io.”

AFO: “Interessante. È la prima volta che ti capita di sperimentare un’epifania?”

Overhaul: “Sì credo. La mia vita è proseguita monotona fino ad oggi. Qualcuno potrebbe definirla avventurosa, ma dopo un po’ ci si abitua ai crimini e sono mesi che non ne compio di persona.”

AFO: “Beh, siccome mi va di crescere un giovane come mio erede, continuerò a incoraggiarti e consigliarti, nella speranza che tu possa rendermi orgoglioso un giorno.”

Overhaul (commosso): “Grazie, nemmeno il Boss aveva riposto tanta fiducia in me!”

AFO: “Bada però che la mia benevolenza potrebbe non durare a lungo.”

Overhaul: “Significa che la sfrutterò finché ne ho l’occasione. Grazie mille Federigo. Tanto per cominciare libererò Lucia perché lo voglio io, non per una stupida monetina!”

L’Innominato raccontò tutto a Federigo, dalla visita di don Rodrigo all’esito del lancio della monetina. Il cardinale capì che il nuovo protetto non aveva idea di come approcciare la ragazza rapita, poiché ormai lei non rientrava più nella categoria delle persone da tormentare, né tantomeno apparteneva a quella dei servitori. L’unica cosa certe era che l’Innominato intendeva essere gentile con la fanciulla. Federigo gli consigliò di presentarsi a lei con una faccia amica, sia per dimostrarle buone intenzioni, sia per conoscerla meglio.

AFO: “Oggi parecchia gente è venuta da vari paesi per vedermi. In mezzo a loro ci sarà sicuramente qualcuno dei dintorni di Lecco, magari proprio il curato del suo paese. Ehi tu, prete, vai a vedere se il parroco di *** è tra la folla.”

Spinner (fra sé): “Mannaggia a Perpetua che ha insistito tanto per farmi venire qui! Chissà perchè voleva la casa tutta per sé! Pulizie, dice lei, ma so che nasconde qualcosa!”

AFO: “Salve, tu sei don …?”

Spinner: “Abbondio eccellenza.”

AFO: “Bene don Abbondio. Si dà il caso che questo signore abbia in casa una tua parrocchiana, Lucia Mondella. Ha subito un rapimento, perciò vedere te, una persona amica, le sarà di sollievo. Inoltre, sai se ha parenti stretti?”

Spinner: “Ehm sì, il padre.”

AFO: “Sarà avvisato dell’accaduto e accompagnato dalla figlia.”

Overhaul: “Perfetto. Il mio castello può essere un po’ tenebroso e indiscreto, li condurrò in una villetta dove saranno più a loro agio.”

AFO: “Ottima idea. Verrò a trovarvi appena possibile.”

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Capitolo 25
*** Capitolo XXIV ***


Don Abbondio seguì l’Innominato nel castello sino alla camera di Lucia. La ragazza si era destata da un pezzo e stava facendo colazione con il suo bravo da compagnia.

Himiko: “Don Abbondio?”

Spinner: “Ciao Lucia, ti trovo bene. Fatto qualcosa di disonesto ultimamente?”

Himiko: “Non ce l’avrà ancora con me per quello scherzetto spero.”

Spinner: “No no, siamo pari in fondo.”

Himiko: “Meno male. È stato rapito anche lei?”

Spinner: “Oh no, al contrario, sono venuto a portarti via di qua.”

Himiko (stupita): “Sul serio? Lei? Com’è possibile?”

Spinner: “Semplicemente perché il tuo rapitore mi ha chiesto questa cortesia, non si tratta di una fuga. Considerami offeso …”

Himiko: “Aaah! Allora grazie signor curato. E grazie misterioso rapitore!”

Overhaul: “Ti avevo promesso che ci avrei pensato su … Ebbene, avevi ragione, devono aumentare le quote rosa. Sia mai che passi per misogino: odio uomini e donne con la stessa intensità.”

Himiko: “Quindi lavoro per voi?”

Overhaul: “Sì, ma per entrare a fare ufficialmente parte della mia organizzazione devi prima superare un periodo di apprendistato. Il tuo curato ti scorterà nella villetta destinata alle reclute. Lì troverai il vecchio Boss con un fidato servitore. Consegna loro questa lettera. Quanto a tuo padre, ti raggiungerà a breve. Io invece verrò nel pomeriggio assieme al mio nuovo mentore.”

Himiko (si avvinghia ad un braccio saltellando): “Grazie grazie grazie! Voi siete davvero super generoso! E anche parecchio carino! Vi vorrei vedere ricoperto di sangue!”

Mimic (prossimo ad un aneurisma): “Non so da dove cominciare a rimproverarti!!!”

Overhaul (imbarazzato): “Credo … Puoi darmi del tu.”

Himiko: “Yay! Ma come ti chiami?”

Overhaul: “***. Comunque non voglio sangue addosso. Odio la sporcizia, ci vivono i germi.”

Himiko: “Mi accontenterò di vederti in rosso ***!”

Lucia si separò a malincuore dalla sua duecentoventiquattresima cotta. Nella carrozza tentò di chiacchierare con don Abbondio, ma costui rispondeva a monosillabi, desideroso di tornare in fretta a casa, allora anche la fanciulla miracolosamente tacque.
Finalmente giunsero alla villetta. Il servitore, dopo aver letto la lettera firmata dall’Innominato, fece entrare Lucia, che si congedò calorosamente dal curato, e la presentò a don Ferrante.


Sakaki (naturalmente ubriaco): “Boss, è arrivata Lucia Mo-Mortadella …”

Himiko: “Mondella. Piacere di conoscervi. *** ha detto che voi potete addestrarmi.”

Yakuza Boss: “Benvenuta signorina. Ma certo. È la prima volta però che istruisco una fanciulla.”

Himiko: “Già, ho notato che mancano presenze femminili nell’organizzazione. Ah, verrà qui pure mio padre e lo stesso *** ci raggiungerà nel pomeriggio.”

Yakuza Boss: “Devi aver fatto davvero una buona impressione a quel ragazzo. Ne sono contento, pensa troppo al lavoro e non si svaga mai. Le cose vanno considerate con la giusta prospettiva.”

Himiko: “Voi siete saggio, eppure il mio futuro padrone si è trovato un altro mentore.”

Yakuza Boss (dispiaciuto): “Beh, l’importante è che sia felice e produttivo.”

Un’ora dopo Lucia riabbracciava il padre e gli narrava la sua avventura. Il signor Mondella le raccontò a sua volta che Menico aveva preso possesso della loro casa, quindi era un bene aver trovato un’altra abitazione. Era anche contento di constatare che la figlia era tutta presa dalle novità che comportava il nuovo impiego, perché poteva farsi tanti amici, poteva uccidere a piacere, poteva diventare indipendente da lui e soprattutto poteva sposare l’Innominato, un partito certamente migliore di Renzo.
I Mondella e don Ferrante chiacchierarono amichevolmente sino all’arrivo dei due ospiti più prestigiosi. Federigo salutò con un cenno del capo le persone che gli venivano presentate, ma quando vide meglio il signor Mondella si arrestò. Ogni altra cosa nel mondo intero perse importanza davanti a quella celestiale visione. Gli sembrava che esistessero solo loro due, avvolti da una dolce melodia che irradiava amore e gioia sul loro futuro … Ma che sto leggendo?!


AFO (scuote la mano di Stain tra le sue): “Fare la tua conoscenza è un privilegio immenso. Non mi sono mai sentito tanto benedetto nella mia vita. Chiedi e ti sarà dato.”

Himiko: “Wow papi, vai forte con gli ecclesiastici!”

Stain (stranito): “Ehm, grazie, troppo buono … Può cominciare togliendomi Menico da casa.”

AFO: “Sarà fatto. Ma dammi del tu.”

Overhaul: “… Ok, lasciamoli soli.”

Yakuza Boss: “Quello è Federigo Borromeo?”

Overhaul: “Esatto. Voleva saperne di più su Lucia, immagino che ci penserà suo padre a informarlo di tutto.”

Sakaki: “È un problema se il sakè per gli ospiti si è versato tutto nella mia bocca?”

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Capitolo 26
*** Capitolo XXV ***


Dabi: “Qualcosa mi dice che Lucia non sarà presto in mano mia.”

Twice: “Colpa del mafioso … Mai più alleanze con lui.”

Mr. Compress: “Hai per caso fatto qualcosa per scontentarlo cugino?”

Dabi (pensieroso): “Certo che no. Forse ho esaurito la mia dose di fortuna. Meglio se faccio frustare qualcuno.”

Mr. Compress: “Se ti aggrada. In fondo era un semplice divertimento, no? Possiamo scommettere su un’altra fanciulla.”

Dabi: “Sì, ma non sarebbe divertente. Ciò che desideravo di più, rapendo Lucia, era vedere Renzo accorrere in suo soccorso … e fallire miseramente. Invece avrei fatto amicizia col signor Mondella.”

Twice: “Oh, detto così sembra un bullo che infastidisce chi gli piace perché non è capace di dirlo apertamente ...”

Mr. Compress: “Ora che mi ci fai pensare … Prendersi tanto disturbo per un popolano …”

Dabi: “Che state insinuando? E tu Griso? Da quando non ti contraddici da solo?”

Twice (raggiante): “Da quando ho incontrato la mia anima gemella! Sono stra-ultra-mega-iper-extra-felice con Perpetua! Ve la presenterò, è adorabile! Ora sono più sensibile alle faccende amorose! Posso fare terapia di coppia signori, voglio aiutarvi a conquistare le vostre dolci metà.”

Dabi: “Grazie per l’offerta, però …”

Mr. Compress: “Non essere frettoloso Rodrigo. Dobbiamo accettare. Il Griso mi ha aperto gli occhi: mi sono comportato esattamente come te, fingendo di disprezzare e mandando via chi amavo … Fra Cristoforo mi manca moltissimo …”

Twice (pacche sulla spalla): “Su su, lo faremo tornare.”

Dabi (sospira): “Bene, d’accordo … Parliamo con lo zio, il podestà e l’Azzeccagarbugli per farli tornare.”

Mentre i villains di questo romanzo discutevano di faccende di cuore come un gruppetto di adolescenti in calore, quelli che dovrebbero essere i buoni si stavano allenando nel nobile uso della katana.

Stain (taglia un’anguria): “Visto? Esattamente a metà.”

AFO (commosso): “Sei perfetto.”

Overhaul: “Ora capisco perché Lucia ha delle ottime basi.”

Yakuza Boss: “Già, ma ha ancora molto da imparare.”

Himiko (incide un cocomero come fosse una zucca di Halloween): “Sembra piangere sangue!”

Overhaul: “Sono felice che ti sei ambientata in fretta. Io devo tornare al castello per occuparmi dei miei affari, ma ti manderò lettere per sapere come procede l’addestramento.”

Himiko: “Diventerò bravissima! Grazie di tutto ***! Non te ne pentirai!”

Overhaul (carezza la testa): “Ne sono sicuro. Arrivederci Lucia. Boss, signor Mondella.”

Yakuza Boss: “Prenditi cura di te.”

Stain: “Io torno in paese con Federigo, così ci occupiamo di Menico.”

Himiko: “Prima voglio rivelarti una cosa papà: ho fatto un giuramento anti-sfiga!”

Stain: “Un giuramento anti-sfiga?”

Himiko: “Sì, un voto, mentre cenavo nel suo castello. Ho promesso di non sposare più Renzo.”

Stain: “Hai fatto benissimo. Adesso pensa a impegnarti e fare progressi, d’accordo piccola killer?”

Himiko (abbraccia): “Sì papino!”

Il giorno dopo era già tutto sistemato con Menico. Infatti, il gigante era crollato in ginocchio alla vista del cardinale ed era scoppiato in lacrime quando quest’ultimo aveva deciso di adottarlo. Il signor Mondella li invitò a stare da lui per qualche giorno. Voleva conoscere meglio Federigo, mostrargli le bellezze della sua terra natale, ma doveva prima preparare l’assassinio dell’Azzeccagarbugli. Perciò, mentre lui lavorava, l’arcivescovo andò a trovare don Abbondio, l’unica persona che conosceva in paese.

Spinner: “Oh salve, è andato tutto bene con quel signore?”

AFO: “Certo. Sai, mi hanno raccontato tutta la storia, e volevo ringraziarti per non aver sposato Renzo e Lucia, altrimenti non avrei conosciuto suo padre. Sei stato un perfetto ingranaggio del destino.”

Spinner: “Ehm, si figuri. Allora dovrebbe ringraziare anche don Rodrigo.”

AFO: “Probabilmente lo farò. Ma parlami di lui e Renzo …”

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Capitolo 27
*** Capitolo XXVI ***


Don Abbondio raccontò a Federigo tutto ciò che sapeva del signorotto e dell’allevatore di bachi. Volendo esser sicuro di non aver tralasciato nulla, chiamò Perpetua, ma la serva non arrivava, nemmeno a gridare più forte. Quindi il curato fu costretto ad uscire in giardino e scoprì …

Spinner (shockato): “Hai una tresca con un bravo?!”

Magne (avvinghiata a Twice): “Il Griso non è come tutti gli altri! È un orsacchiotto tenerone!”

Twice: “Aw, e tu sei una dolcissima micetta!”

Magne: “Purrr.”

AFO: “L’amore è sbocciato anche per voi.”

Twice: “È in piena fioritura signore.”

Spinner: “Perpetua, racconta un attimo qualcosa di Renzo e don Rodrigo al cardinale …”

Magne: “Oh, l’avete intuito anche voi che si piacciono? O almeno a don Rodrigo piace Renzo.”

Spinner: “E doveva mandare bravi a minacciarmi per farglielo sapere?”

Twice: “Il padrone non ha capito subito perché si divertiva tanto a tormentare proprio lui.”

Magne: “Gli uomini sono tontoloni in queste cose, senza offesa.”

AFO: “In fondo è per questo che ogni storia d’amore è unica, sono i dettagli a renderla speciale.”

Federigo, don Abbondio, Perpetua ed il Griso cominciarono a scambiarsi storie d’amore storiche, romanzesche e reali come se fossero figurine da collezionare.
Passarono i giorni, venne anche il momento in cui l’arcivescovo, per quanto fosse uno spirito libero, dovette andarsene dal paesello per questioni di lavoro. Non si interruppero però le comunicazioni con il signor Mondella, né con l’Innominato e Lucia. I quattro infatti si mandavano spesso lettere; eccone alcuni esempi.


Lettera di Lucia: “Carissimo papà,
mi sto divertendo un mondo. Don Ferrante è un istruttore bravo quanto te e mi racconta un sacco di aneddoti interessanti. I miei preferiti riguardano ***. A proposito, nella lettera troverai un disegno della collana che mi ha regalato. Non è carinissima? Io l’adoro!
Vorrei tanto ritornare al suo castello, ma è un compito arduo. Pensa che ancora non sono riuscita a colpire il bravo di don Ferrante, eppure lui tracanna sempre alcool manco fosse l’ultima ora della sua vita! Però è simpatico, anche lui conosce un mucchio di storielle, tuttavia le sue riguardano conquiste di ragazze da parte sua e di amici piuttosto che avventure mafiose.
Come sai non amo più Renzo, ma lo considero sempre un amico e mi manca un pochino. Per caso hai sue notizie? E come va con il cardinale? Hai ucciso qualcuno?
Per sempre la tua bambina, Lucia.”

Lettera del signor Mondella: “Cara Lucia,
anche qui va tutto bene. Federigo è partito assieme a Menico. Ora è praticamente suo figlio, quindi nel caso la nostra relazione si evolva, avrai un fratellastro.
Di Renzo non so nulla di certo, ma ho un’ipotesi: si vocifera di una rivolta di gente del popolo iniziata a Milano e che prosegue verso Torino, conoscendolo potrebbe farne parte, non credi?
E poi sì, ho ucciso l’Azzeccagarbugli, era l’avvocato disonesto a cui si era rivolto Renzo, se non ricordi. A casa sua ho trovato altra gente su cui indagare, perciò come vedi il lavoro non manca mai.
Tienimi aggiornato sull’allenamento e su ***.
Tuo padre.”

Lettera dell’Innominato: “Caro Federigo,
ho scacciato tutti i bravi che non sopportavo e ho troncato le alleanze con signorotti altrettanto rompic- rompiscatole. Ho pensato fosse il modo migliore per cominciare a fare ciò che mi pare. Sarò alleato solo con gente che mi rispetta e temuto da tutti gli altri. A tal proposito, credo che il passo successivo sia consolidare il mio potere ammazzando qualcuno. È giusto? Conosco le conseguenze della maggior parte delle mie azioni, ma non so cosa voglio davvero.
Beh, a parte Lucia. So di esserne attratto, le ho anche fatto un regalo, a cui ne seguiranno altri, però … Quando ci rivedremo vorrà essere baciata, immagino, cosa che andrebbe bene … se non fosse per i germi! Perché le manifestazioni d’affetto devono essere talmente anti-igieniche?! Come faccio a scegliere tra l’essere scapolo e la probabilità di beccarmi qualche malattia?
Ti ho già tediato troppo con i miei problemi.
Il tuo dubbioso erede, ***.”

Lettera di Federigo: “Carissimo ***,
per quanto riguarda la tua vita lavorativa stai andando bene. Uccidi chi vuoi, soprattutto se lo odii.
Poi mi chiedi se è meglio essere scapolo o malato? Ma malato naturalmente. Nonostante tutte le precauzioni ti può sempre capitare qualcosa, insomma, guarda la mia faccia. Quindi tanto vale avere accanto qualcuno che ti ama: ti accudirà durante febbre, raffreddore e qualunque cosa ti riservi il destino, rendendo quasi piacevoli quei momenti altrimenti grigi.
Ti auguro il meglio con la giovane Lucia. Ti farà piacere sapere che don Rodrigo in realtà era interessato a Renzo, usava Lucia come pretesto per attirarlo nel suo palazzo. Saprai già che sto frequentando suo padre; lui mi ha detto che Renzo si sposava tanto per fare. Dunque nessun pretendente per la tua fanciulla, contento? Certo, ora penserai che anche se ci fossero stati li avresti uccisi, ma non sarebbe stato abbastanza per conquistare il cuore della ragazza nel caso lei l’avesse già donato ad un altro.
Tienimi aggiornato.
Federigo Borromeo, super arcivescovo di Milano.”

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Capitolo 28
*** Capitolo XXVII ***


Vi eravate scordati della sfiga? Beh, lei non si è scordata di voi e adesso colpirà alla massima potenza.
Renzo e la sua aiutante radunarono un sacco di seguaci e forse sarebbero riusciti nel loro colpo di stato, purtroppo però gli spagnoli decisero di invadere l’Italia in quello stesso periodo per ragioni di cui loro erano all’oscuro e quindi lo resteremo anche noi, che tanto la politica non frega a nessuno. La marmaglia di contadini e poveracci si scontrò contro i lanzichenecchi, mercenari tedeschi al servizio degli spagnoli. Fu un massacro, da cui uscirono vivi soltanto Renzo, suo cugino Bortolo e la complice.


Tomura: “Tu che cappero ci fai qui?”

Ending: “Ho sentito della rivolta ... Speravo di essere arrestato e messo al rogo.”

La Brava: “Lo conosci?”

Tomura: “Siamo imparentati. Bortolo, accompagnaci nel viaggio di ritorno. Potrebbe servirci un capro espiatorio.”

Il viaggio di ritorno fu più breve di quello d’andata. Soltanto a Lecco un certo podestà, assieme ad un paio di sbirri, si interpose tra loro …

Gentle Criminal: “Fermatevi vi prego!”

Ending: “Ci hanno beccati?”

Tomura: “Bortolo, preparati a farci da scudo umano. Tappetta, appena lui muore noi … Tappetta? Ehi, ti sei incantata?!”

Gentle Criminal: “Sì sì, siete proprio voi! È da quando ho posato gli occhi su questo identikit che vi sogno ogni notte!”

Tomura (vede che lo ignora completamente): “Ma che …?”

Gentle Criminal: “Ho sentito in giro le vostre prodezze madamigella, ma nessuno vi conosceva …”

La Brava (in lacrime): “Oh signore, se avessi saputo che uno come voi mi cercava, mi sarei costituita immediatamente!”

Gentle Criminal: “Venite a casa mia, non sono tempi sicuri per una giovane fanciulla.”

Tomura: “Quindi noi siamo liberi?”

Gentle Criminal: “Certo. Ho lasciato in libertà criminali anche peggiori perché sono corrotto.”

Ending: “Perché lo dice apertamente e non ci sono conseguenze? Niente folla inferocita?”

Gentle Criminal: “Nah, non frega a nessuno.”

Tomura: “Potrebbe almeno mettersi una maschera quando sta dalla parte dei villains.”

Gentle Criminal: “E poi come si vedrebbero i miei baffi?!”

La Brava (in estasi): “Giustissimo! Vengo con voi diletto signore. Arrivederci Renzo! Tante belle cose!”

Renzo salutò la complice, credendo che non l’avrebbe rivista presto. Invece, il mattino dopo, presso la locanda in cui pernottava, ricevette un invito per partecipare al suo matrimonio in quanto testimone. Ovviamente lui accettò, soprattutto per scroccare cibo e un passaggio durante la luna di miele.

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Capitolo 29
*** Capitolo XXVIII ***


Fu una cerimonia in cui erano presenti pochi intimi, più tre imbucati: Carestia, Guerra e Peste. L’ordine in cui arrivarono fu più o meno quello. La carestia, che imperversava già da mesi, fu la prima a sparire, forse perché la gente moriva e quindi diminuivano le bocche da sfamare. Ci fu un primo attacco di peste a Milano che sembrò risolversi subito internando i malati nel lazzaretto, ma riparleremo di questo male fra pochi capitoli. Il Cavaliere che ci interessa di più al momento è Guerra. Infatti, essa toccò tutti i protagonisti di questo romanzo, che in un modo o nell’altro furono coinvolti nelle battaglie contro i saccheggi dei soldati spagnoli e dei loro mercenari.
Si parte con le lotte dunque. Iniziamo dal cardinale, che ha offerto rifugio al signor Mondella.


Stain: “Grazie per l’ospitalità Federigo.”

AFO: “Figurati carissimo. Sono sicuro che anche la tua figliuola è al sicuro.”

Stain: “Sì, starà bene sia nella villetta sia dal tuo protetto. A proposito, le chiederà la mano?”

AFO: “So che le ha fatto dei regali, quindi ha intenzioni serie. Il fidanzamento con Renzo è rotto?”

Stain: “Certamente.”

AFO: “E … quanto a te, gioia della mia vita?”

Stain: “Quanto a me cosa?”

AFO: “Appena termina questo periodo di crisi potremmo sposarci …”

Stain (fatica di più ad essere naturale): “Potremmo, già, penserò ad un contratto matrimoniale.”

AFO: “Eccellente.”

Gigantomachia: “Padre, ci sono soldati in città. Posso ammazzarli?”

AFO: “Sì, vai pure figliuolo.”

Stain: “Sarà un’ottima caccia. Facciamo a chi ne uccide di più?”

AFO: “Ogni tuo desiderio è un ordine.”

Iniziò il brutale massacro dei lanzichenecchi, le cui teste furono impalate e poste attorno alle mura della città come ammonimento per altri saccheggiatori. I tre principali artefici furono osannati e durante i festeggiamenti Borromeo rubò un bacio al signor Mondella. Come? Nessuno vuole immaginarlo!!

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Capitolo 30
*** Capitolo XXIX ***


Il paesino degli ex promessi sposi non fu risparmiato. Le case subirono ingenti danni, diversi paesani morirono, ma nessuno di importante e alla fine il paesino riuscì a prevalere grazie all’unità delle persone. Infatti, contro il comune nemico, si erano riuniti quelli che solitamente erano rivali: don Rodrigo, con il conte Attilio e i bravi, combatté al fianco di don Abbondio e Perpetua, dei fratelli Tonio e Gervaso, del cappuccino fra Galdino, e delle comparse destinate a morire. Per coronare i festeggiamenti, fra Cristoforo tornò a Pescarenico, con somma gioia di Attilio.

Anche a Monza si combatteva. Le monache al comando di Gertrude si dimostrarono delle vere e proprie amazzoni. A presidiare il monastero vi erano anche Egidio, il conte zio, che durante la fuga da Milano era incappato in un agguato, e Kinder Ferrer, che era andato a donare cioccolata per gli orfani. Le monache riuscirono a resistere all’assedio finché la milizia italiana uccise gli oppressori spagnoli. Inutile dire che quella notte ogni monaca aveva almeno un uomo con cui far baldoria.

La villetta di don Ferrante era abbastanza in campagna da essere al sicuro. Solo una volta un soldato a cavallo che si era perso si fermò a chiedere indicazioni, e fu trucidato. Lucia pregava ogni giorno per la salvezza dei suoi cari. Nel frattempo era migliorata molto, tanto che era riuscita a pugnalare il bravo ubriaco. Si augurava di poter tornare presto dal suo innamorato.

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Capitolo 31
*** Capitolo XXX ***


L’Innominato sfruttò la crisi per uccidere i nemici più prossimi alle sue proprietà, poi si dedicò agli invasori. Lui e i suoi bravi uccisero più spagnoli di tutti gli altri. Il mafioso desiderava accertarsi di come stesse Lucia, dato che era stato impossibile continuare a mandarsi lettere durante la guerra, ma arrivò la pestilenza e lui si tappò in casa.
Renzo e Bortolo si separarono dalla novella coppia di sposi una volta raggiunta Venezia. Lì rubarono una gondola e decisero di tornare a ***: fallito il colpo di stato, la cosa più sensata era tornare alla vita di prima. Per non avere noie con i soldati, si avventurarono spesso nei boschi, discutendo se fosse più figo essere adottati dai lupi o dai gorilla.
Si concludono così i capitoli dedicati alla guerra, iniziata e finita perché sì.

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Capitolo 32
*** Capitolo XXXI ***


E arrivò la peste, completando il susseguirsi di sfighe! La carestia e i saccheggi crearono meno caos e paura al confronto. Tale morbo trasformava chi ne era affetto in esseri senza cervello … nonostante ce lo avessero ben esposto, in effetti. Comunque, le creature erano incredibilmente agili, forti e resistenti, però erano anche terribilmente stupide, brutte e contagiose. E morivano in meno di una settimana. Nessuno vi si avvicinava, col rischio che i tratti positivi rimanessero inutilizzati. Per fortuna, non tutti gli infetti venivano colpiti allo stesso modo:c’era chi moriva subito, chi languiva a letto per mesi, e chi, grazie a madre natura, guariva in fretta, risultando quindi praticamente immune. Questi ultimi furono chiamati monatti.
I monatti si dedicarono allo smaltimento cadaveri e soprattutto all’appropriazione indebita dei beni lasciati da tali cadaveri. A causa di ciò erano malvisti dalla popolazione.
L’odio nei loro confronti era però superato da quello nutrito contro gli untori. L’esistenza storica di queste figure non è accertata. Si diceva che fossero uomini capaci di affatturare qualcuno con il male. Forse si trattava di portatori sani … o furono i primi bioterrorristi conosciuti. Fatto sta che chiunque venisse sospettato di essere un untore, veniva linciato da una folla inferocita.

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Capitolo 33
*** Capitolo XXXII ***


Durante quei tempi duri, il cardinale Borromeo aiutò molto la popolazione. Infatti, spiegava al signor Mondella, chi avrebbe assoggettato se morivano tutti? Un giorno, mentre il quasi fidanzato distribuiva beni di prima necessità a cavallo di Menico, due coppie si presentarono dall’arcivescovo per delle rapide nozze.

AFO: “Non ho ben capito chi si sposa …”

Re-Destro: “Lo sappiamo, è una richiesta inusuale, ma … può sposarci in quattro?”

AFO: “Dopo che mi avrete spiegato le dinamiche.”

Skeptic: “Io e Gertrude siamo amanti da sempre, e ci vogliamo sempre molto bene, ma durante la guerra ho conosciuto quella che a prima vista mi era sembrata la fanciulla più bella del creato.”

Geten: “Dovresti tagliarti la frangia …”

Skeptic: “Beh, sì, poi ho scoperto che Gervaso è un ragazzo, tuttavia mi piace lo stesso.”

Geten: “Io preferisco il signor Ferrer, tutto il mio affetto e la mia lealtà sono rivolti a lui … Ammetto però che Egidio mi sta simpatico.”

Curious: “Amo Kinder anche io, ma di più!, e desidero tenermi l’amante …”

Re-Destro (commosso): “Mentre io non posso restare indifferente a queste dichiarazioni d’amore ... Sebbene sia etero. Capisce adesso?”

AFO: “Sì. Per me è più sensato se vi sposo normalmente, poi vi tradite a piacere.”

I quattro acconsentirono, cominciando in seguito una lunghissima convivenza.
In quanto ai nostri cari protagonisti, in pochi non furono toccati dalla peste. Ovviamente, essendo i protagonisti, non morirono … altre comparse sì.

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Capitolo 34
*** Capitolo XXXIII ***


Dabi (si risveglia con un braccio più nero e grosso del normale): “Oddio! Griso! Griso!”

Twice (preoccupato): “Cavolo signore, l’avete presa! Beh, è stato un onore essere al suo servizio …”

Dabi: “Zitto, è ancora presto per l’elogio funebre!”

Twice: “Sì, ma gli altri bravi del palazzotto sono morti … E ieri suo cugino è stato portato nel lazzaretto.”

Dabi: “Primo, io ho una resistenza superiore a qualsiasi bravo; secondo, Attilio può essersi finto malato per andare dal suo Cristoforo, colombo o navigatore che sia; terzo, chiamami un dottore che già sento salire la febbre.”

Twice: “Sta delirando signore: Cristoforo Colombo era il navigatore, il tenente Colombo è senza nome.”

Dabi: “Vuoi andare?!”

Il bravo spaventato corse a chiamare i monatti. Ricevette parecchie bestemmie dal signorotto, ma agiva per il suo bene: nel lazzaretto c’era chi si sarebbe preso cura di lui e lo avrebbe curato meglio di un medico esterno. Nel frattempo, ragionava il Griso, lui si sarebbe occupato del palazzo assieme a Perpetua. E al parroco, che già che c’era poteva sposarli.
Poche ore dopo la deportazione di don Rodrigo nel lazzaretto, Renzo e Bortolo giunsero nel paesello.


Ending: “Non andiamo a casa tua cugino?”

Tomura: “No, hai visto che mi hanno spaccato i vetri e derubato? E a casa Mondella non c’è nessuno … Devo ritrovare Lucia.”

Ending: “Perché?”

Tomura: “Ho bisogno di uno scopo nella vita. Ehi, ma quello … Tonio!”

Hawks: “Renzo, sei vivo!”

Tomura: “Sì, ho avuto una forma leggera di peste. Anche questo idiota qua. Hai mai provato a cavalcare una creatura?”

Hawks: “Non ho certi gusti …”

Tomura: “Idiota, intendevo …!”

Hawks: “Ahaha, dai, scherzo. No, preferisco volare. Sei tornato dai tuoi bachi?”

Tomura: “Più o meno. Sai dov’è Lucia?”

Hawks: “Ancora non vi siete sposati? Gervaso sì sai? Quanto a Lucia, prova a chiedere a don Abbondio. So che ha fatto pace con lei, forse non ci saranno rancori nemmeno con te.”

Ending (infatuato): “Voglio restare con lui Renzo. Mi piace!”

Tomura: “No, mi servi. Quando torniamo ci provi.”

Ending: “Sì, lo conquisterò e mi farò uccidere da lui!”

Hawks: “Ceeerto, è più probabile che io faccia un uovo. Addio!”

Come consigliato da Tonio, Renzo si rivolse al curato.

Spinner: “Lucia non la vedo da molto. So che sta dalle parti di Milano, ma …”

Tomura: “Ma?”

Spinner: “Insomma, ne ha passate tante, era stata rapita …”

Tomura: “In parole povere?”

Spinner: “Aspettati di essere friendzonato.”

Tomura: “Non esiste! Al massimo io friendzono lei! Bortolo, recupera una creatura: troveremo Lucia e le sbatterò in faccia che non l’ho mai amata!”

Detto fatto: Bortolo si comportò come un bravo scudiero, entrambi i cugini salirono sul dorso di una creatura e cavalcarono verso Milano.

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Capitolo 35
*** Capitolo XXXIV ***


Trovarono poco traffico grazie alla peste. Presto furono entro le mura della città, quasi deserta, senza sapere da che parte cominciare le ricerche.

Tomura (fra sé): “Mi tocca bussare finché la trovo o almeno mi danno indicazioni.”

La maggior parte della gente fingeva di non sentirlo. Se apriva la porta per vedere di che si trattasse, gliela sbatteva immediatamente in faccia. Dopo un lungo vagabondare, durante il quale i due cugini bussarono a innumerevoli porte, Renzo ricevette finalmente l’informazione desiderata: Lucia era nel lazzaretto. Prima che potesse domandare dove fosse, una ventina di persone col viso coperto si erano radunate allo scopo di assalire il giovine.

Ending: “Renzo, ci hanno preso per untori!”

Tomura: “Dimostra la tua utilità cugino.”

Ending: “Sì, ma io voglio tornare da Tonio e …”

Renzo diede un pugno nello stomaco a Bortolo, che si accasciò in strada, e corse via. Metà della folla accerchiò il malcapitato e iniziò a picchiarlo, ma l’altra metà inseguì Renzo. Quest’ultimo vide davanti a sé un carretto di monatti. Ce n’erano uno pelato e uno biondo, che avevano appena finito di caricare un cadavere, e al posto del conducente vi era lo spaventapasseri di Oz.

Tomura (salta sul carro): “Partite! Veloci!”

Setsuno: “Ehi, questo non è mica un servizio taxi.”

Hojo: “Però se ci paghi non ti consegniamo alla folla inferocita.”

Tomura: “Va bene, pagherò la corsa, ma andate!”

Tabe (sprona i noumu): “Ricevuto, reggetevi!”

Hojo: “Dove sei diretto ragazzo?”

Tomura: “Al lazzaretto.”

Tabe: “Perfetto, anche noi.”

Setsuno: “Ma perché se sei sano?”

Tomura: “Devo rompere un fidanzamento.”

Renzo conversò amichevolmente coi monatti, poiché condividevano il suo proposito. Pensavano infatti che sposare una donna era da sfigati, se si poteva restare scapoli e averne sempre una diversa ogni notte. Una volta arrivati, Renzo li ringraziò ed entrò più motivato nel lazzaretto.

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Capitolo 36
*** Capitolo XXXV ***


Tomura: “Fra Cristoforo?”

Kurogiri: “Renzo, da quanto tempo. Mi spiace ritrovarci in una simile situazione.”

Tomura: “Avete la peste o aiutate i malati?”

Kurogiri (scosta la tonaca per mostrare un piede ingrossato): “Entrambe. E tu? Hai una forma leggera?”

Tomura: “Oh, io sono guarito da tempo.”

Kurogiri: “Ah. Dunque … sai che è qui.”

Tomura: “Sì, ho raccolto informazioni.”

Kurogiri: “E ricambi i suoi sentimenti?”

Tomura: “La friendzonerò per primo padre.”

Kurogiri: “Eh? Ma di chi stai parlando?”

Tomura: “Ma di Lucia ovviamente, chi altri sennò?”

Kurogiri: “Lucia è qui?!”

Tomura: “Già … Voi di chi parlavate?”

Kurogiri: “Beh, è più facile mostrartelo, poi vai pure da Lucia, sarà da qualche parte nella zona riservata alle donne. Conoscendola, si farà notare.”

Mr. Compress: “Sbaglio o tu sei Renzo?”

Kurogiri: “Esatto. Lui è il conte Attilio, il cugino di don Rodrigo.”

Tomura: “Tanto piacere …”

Kurogiri (imbarazzato): “È il mio fidanzato adesso.”

Mr. Compress: “Come mi sono pentito di averlo mandato a Rimini! Ma poi l’abbiamo fatto tornare. Non vedo l’ora di uscire da questo posto e andarci a comprare una bella casetta!”

Kurogiri: “Come vedi Renzo, antichi rivali possono diventare più che amici …”

Renzo seguì scettico il cappuccino e il conte; aveva un presentimento su chi avrebbe visto. Infatti in una tenda dormiva don Rodrigo.

Mr. Compress: “Rodrigo dorme sempre sai? Almeno soffre poco. E ti sogna spesso …”

Tomura: “Vuole ancora catturare Lucia?”

Kurogiri: “Perdonalo Renzo, non ha il carattere migliore del mondo, ma nemmeno tu sei uno stinco di santo. Al massimo lo sono io.”

Mr. Compress: “Puoi giurarci che tu lo sei Cris. Comunque, semplicemente mio cugino non aveva idea di come approcciare un villano come te Renzo.”

Tomura: “U- un secondo … Nelle mire di Rodrigo non c’era Lucia ma io?!”

Mr. Compress: “Sì, esatto. E adesso si teme per la sua vita …”

Kurogiri: “Quando si sveglia potresti almeno dirgli che lo perdoni, mh? Intanto cerca pure Lucia e chiarisciti le idee figliuolo.”

Mr. Compress: “Pensa a quanto potreste essere felici assieme! Prendi me e Cris come esempio!”

Renzo si allontanò meditabondo dall’inaspettata coppia. Riusciva a perdonare don Rodrigo? In fondo aveva capito di non amare Lucia e si era divertito a Milano, si era pure fatto nuovi amici. Il merito andava indirettamente al signorotto … che a quanto pareva aveva una cotta per lui. Renzo entrò nella zona del lazzaretto occupata dalle donne, deciso a chiarirsi con Lucia.

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Capitolo 37
*** Capitolo XXXVI ***


Himiko (gioiosa): “Renzo!”

Il giovine fece appena in tempo a voltarsi per essere abbracciato da Lucia senza però finire disteso a terra.

Himiko: “Mi sei mancato tantissimo! Non sapevamo dov’eri, se eri ancora vivo …”

Tomura (ricambia titubante): “Beh … Siamo sempre andati d’accordo Lucia, non volevo che ti fosse capitato qualcosa di male. Sei guarita dalla peste?”

Himiko: “Sì. È stato terribile … Sono stata a letto per molto tempo, non ce la facevo a sopportare l’idea di diventare brutta ... E tu? Sei guarito?”

Tomura: “Sì, ho anche cavalcato alcuni appestati per arrivare da te.”

Himiko: “Aw! Ma c’è una cosa che devo dirti ...”

Tomura: “Anche io, e lo faccio per primo: Lucia, sei solo un’amica per me, dunque intendo friendzonarti a vita.”

Himiko (lo stritola nuovamente): “Oh Renzo, grazie!!”

Tomura (confuso): “Perché sei ancora più felice? Dovresti essere affranta, perché ho rotto il fidanzamento per primo, e chi viene lasciato è uno sfigato.”

Himiko (occhi da cucciolo): “Volevi ferirmi Renzo?”

Tomura: “No … Ho scoperto di non amarti, per questo non ti posso più sposare.”

Himiko: “L’ho scoperto anche io. Sai, ho persino fatto un giuramento anti-sfiga. Credevo di rinunciare a molto, invece poco dopo mi sono innamorata del mio rapitore …”

Tomura: “Si chiama sindrome di Stoccolma.”

Himiko: “No, si chiama amore! Sarai sempre caro per me, infatti desideravo rintracciarti una volta finita la quarantena e chiederti di partecipare come testimone alle mie nozze.”

Tomura: “Ho già esperienza in questo campo.”

Sludge Villain: “Lucia, il tuo fidanzato ti aspetta al muro est.”

Himiko: “Vieni Renzo, te lo presento! Grazie mammina!”

Tomura: “Mammina?”

Himiko: “Io e lei ci siamo sostenute molto durante i giorni di malattia.”

Tomura: “Sarebbe una donna?!”

Himiko: “Non essere scortese. Se si sente donna è una donna. Sai che altro ho scoperto in questi mesi? Che sono bisex. Se fosse stato un maniaco che si fingeva femmina sarebbe stato cacciato a padellate, invece è sinceramente gay, quindi devi dire 'lei' ed è la mia mammina.”

Sludge Villain: “No, io … Mi è toccata questa parte e …”

Himiko: “Ma se stavi stuprando Deku baby e Katsuki!”

Sludge Villain: “E va bene, ma sono bisex: stupro chiunque! Quindi devi considerarmi maschio.”

Himiko: “Ok, ma hai istinti materni e continuerò a chiamarti mammina.”

Renzo seguì Lucia pensieroso. Come aveva sperato, parlare con lei lo stava aiutando a schiarirsi le idee. Era contento di essere rimasto in buoni rapporti con la biondina, di aver compreso in tempo che sposarsi sarebbe stato un errore per entrambi; aveva anche scoperto, ma non ancora sperimentato, di poter scegliere di che sesso essere e da quale essere attratto (sì, questa è la morale della storia).
Renzo si riprese dalle riflessioni per guardare Lucia che correva da un ragazzo ben vestito e gli si lanciava addosso, per venire presa al volo e fatta volteggiare.


Himiko: “Amoruccio, sono impaziente di tornare nel castello!”

Overhaul: “Appena sarai completamente fuori pericolo ci tornerai. Mi dispiace dirti che i bravi che ti rapirono non ce l’hanno fatta … Però il Nibbio, il bravo da compagnia e don Ferrante sono in ottima salute.”

Himiko: “Saremo abbastanza per far baldoria quando ci sposeremo. Vedrai che avremo abbastanza invitati. A proposito, lui è Renzo.”

Overhaul: “Ha l’aria da sfigato malaticcio.”

Tomura: “Tu da stro -… cog- … Sei fortunato che in scena dobbiamo essere family friendly. Per poco non sono diventato re d’Italia!”

Himiko: “Wow Renzo! Allora stare separati ha migliorato anche te! *** è un boss mafioso, anzi, è IL boss mafioso. Mi ha fatta addestrare dal vecchi capo e sono diventata bravissima, sarò anche la first lady del crimine … Tu non ti sei innamorato di nessuno? Pensa che anche papà ha trovato un fidanzato. So che si erano rifugiati a Pasturo, ma poi ho perso le tracce …”

Gli ex promessi sposi e l’Innominato trascorsero il resto della serata a narrarsi le reciproche avventure. Quando esse presero a scarseggiare, Renzo decise che era tempo di accomiatarsi, ma prima c’era qualcosa che voleva domandare a Lucia e all’uomo che doveva considerare come un amico.

Tomura: “Ragazzi, ho avuto un’idea: faremo un matrimonio doppio.”

Himiko: “Uuuh, sì, che bello! Ma non ci hai detto che ti piace qualcuno!”

Tomura: “Beh, perché ancora non lo so, ma avrò tempo per scoprirlo. Lucia, e tu che conosci tutta la storia, dovrei perdonare don Rodrigo? Fra Cristoforo ha detto che mi ama … Lui ora esce con il cugino di Rodrigo, Attilio.”

Overhaul: “Il mio mentore avrebbe voluto ringraziare il signorotto, quindi sì. A me ha portato bene.”

Himiko: “Concordo. Non fosse stato per lui saremmo ancora un’umile tessitrice e un allevatore di bachi.”

Tomura: “Va bene. Ora passo da lui … E poi a Pasturo. Ci rivedremo a casa con tutti gli amici e i parenti.”

Himiko: “Sì!”

Appena Renzo si fu allontanato, i due fidanzati iniziarono a scambiarsi coccole e dichiarazioni d’amore ... senza però che l’Innominato arrivasse a togliersi la mascherina nera e i guanti.

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Capitolo 38
*** Capitolo XXXVII ***


Renzo tornò alla tenda di don Rodrigo.

Tomura: “Secondo i miei amici è giusto perdonarti, quindi lo faccio. Nella vita ci vuole avventura, no? Credo che potremmo averne tante insieme. Quando guarirai decideremo se è il caso di sposarci. Con Lucia rischiavo di essere precipitoso e la conosco da più tempo di te. Ci vediamo al nostro paese natale. Ehm, immagino di dover informare tuo cugino. Ciao.”

Il giovine si accomiatò da fra Cristoforo e il conte Attilio. Appena mise piede fuori dal lazzaretto, cominciò a diluviare. Non ci fece caso: balzò su un appestato e lo spronò, godendosi la massima velocità della cavalcatura. Arrivato a Monza dovette cambiare creatura. Ebbe il tempo di notare che nel monastero era in corso una festa dedicata al’inizio della fine del periodo di peste. Quel giorno pernottò al convento di Pescarenico, dove chiacchierò e si allenò con fra Galdino. Finalmente giunse a Pasturo, tutto infradiciato, poiché non aveva quasi mai smesso di piovere.

AFO: “Ah, quindi tu sei Renzo. Accomodati figliuolo.”

Tomura (commosso): “Mi chiami per sempre così …”

AFO: “In tal caso ti informo che hai dei fratellastri: lì c’è Menico, in un castello *** e con lui vi è Lucia, la figlia della mia adorata anima gemella. Ah, dammi pure del tu.”

Tomura: “D’accordo, ma io diventerò il tuo preferito.”

AFO: “Ahaha, vedremo.”

Stain: “Sei sparito per parecchio tempo Renzo. Non avrei mai pensato di incontrarti qui.”

Tomura: “Me l’ha detto Lucia che eri qua. Ha avuto la peste ma le è passata, come è capitato a me. Appena finisce la quarantena torneremo tutti a *** e lì si sposerà … Forse anche io.”

Stain: “Tu? Con chi?”

Tomura: “Non sono ancora sicuro … però don Rodrigo mi sembra un buon partito.”

Stain: “Se lo dici tu.”

Renzo chiacchierò amabilmente con la coppia, aggiornandola sulla sorte degli amici in comune; si rilassò da loro per un paio di giorni, dopodiché ripartì per il lazzaretto. Lì si fermò a salutare Lucia, per poi passare il resto del tempo ad accudire don Rodrigo.

Dabi (vede Tomura vestito di bianco): “Sono morto vero? Ma non riesco a capire se sono finito in paradiso o all’inferno.”

Tomura: “Sei vivo, ti sto facendo da infermiere.”

Dabi: “Come sopra.”

Tomura (irritato): “Beh, ci ho provato!”

Dabi: “Aspetta, scusa ma non ho resistito. È la mia prima battuta da mesi. Che ci fai qui?”

Tomura: “Ti ho perdonato … l’abbiamo fatto tutti. Involontariamente ci hai migliorato la vita. E ho scoperto di piacerti, quindi mi sono detto di tentare. Voglio approfittare dei giorni della quarantena per conoscerci.”

Dabi: “E poi?”

Tomura: “Poi ci sarà il matrimonio di Lucia e ***. Se per quella data tra noi funziona, ci sposiamo con loro!”

Don Rodrigo tirò a sé Renzo per una manica e lo baciò con trasporto. Il giovine la scambiò dapprima per un’aggressione, ma poi si calmò e si godette quell’esperienza. I giorni di prova non sarebbero stati tanto male …

Himiko: “Aww! Non avete perso tempo ragazzi, eh?”

Tomura: “Che ci fai qui?!”

Himiko (eccitata): “Approvo e apprezzo ciò che state facendo!”

Dabi: “Stalker pervertita …”

Himiko: “Esattamente! Comunque, volevo informarvi che sto già cominciando a pianificare le nozze, se volete aggiungervi al comitato organizzativo passate alle sedici alla mia tenda.”

Tomura. “Ora però smamma e non tornare!”

Dabi: “Tornerà … Spero che questo non ti freni, mio bell’allevatore. Fammi vedere il tuo baco …”

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Capitolo 39
*** Capitolo XXXVIII ***


Tutti i personaggi del romanzo assistettero al matrimonio, tranne ovviamente i morti.
A celebrare le doppie nozze fu don Abbondio, che avrebbe ceduto volentieri l’onore a Federigo, ma lui si rifiutò perché voleva accompagnare uno degli sposi, Renzo, all’altare, siccome la sua dolce metà avrebbe portato Lucia.
I testimoni di Renzo furono Tonio e Gervaso; quelli di Lucia la donna conosciuta nel lazzaretto e Perpetua; don Rodrigo scelse il Griso e il conte Attilio; infine l’Innominato ebbe il Nibbio e don Ferrante.
Renzo rifiutò di volere ulteriori accompagnatori, mentre le damigelle di Lucia furono: Rena Ryuuguu, Shion Sonozaki, Yuno Gasai, Flandre Scarlet, Ayano Aishi e Grell Sutcliff … Sì, dopo la cerimonia si sarebbe tenuta l’elezione di Miss Sanità Mentale, a cui ovviamente partecipava anche la sposa.
Infine il bravo basso sostenne lo strascico della sposa e Bettina portò le fedi all’altare assieme a fra Cristoforo.
Adesso che conoscete i ruoli, assistiamo alla cerimonia …


Spinner: “Siamo qui riuniti oggi per celebrare il matrimonio di Lucia Mondella e *** e di Renzo Tramaglino e don Rodrigo. È un evento lieto dopo questi mesi che ci hanno visti sopravvivere a Carestia, Guerra e Pestilenza. Propongo quindi di ricordare i nostri amici che non ce l’hanno fatta, che non possono partecipare fisicamente alle nozze ma magari ci sono come spiriti: i bravi di *** e di don Rodrigo, l’avvocato conosciuto come Azzeccagarbugli, padre Bonaventura da Lodi, il podestà e la sua recente moglie, lo zio di Rodrigo e Attilio, Bortolo. Che possano riposare in pace.
Ora, siete venuti a sposarvi di vostra volontà, in almeno parziale possesso delle vostre facoltà mentali?”

Sposi: “Sì!”

Spinner: “Non vi starò a leggere cosa comporta il matrimonio, perché c’è una frase che riassume tutto. Frase che non intendo ripetere quattro volte e che non vi farò dire, saranno abbastanza le vostre promesse. Vuoi tu Sposo/a prendere come tuo/a legittimo/a sposo/a il/la qui presente Sposo/a, per amarlo/a, onorarlo/a e rispettarlo/a, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi ?”

Sposi: “Lo voglio!”

Spinner: “Ascoltiamo le promesse nuziali.”

Tomura: “Ma non sono obbligatorie … Va beh improvviso. Rodrigo, credevo di odiarti e ne avevo tutte le ragioni, non eri stato chiaro sulle tue intenzioni e infatti sei stato frainteso da tutti. Ora però sappiamo la verità. Dopo aver passato un paio di settimane insieme, mi sono accorto che il nostro sarà un amore litigarello, e mi va bene, perché una vita fatta solo di dolcezza mi avrebbe annoiato. Dunque sposandoti giuro di irritarmi per ogni tua cavolata, di riempirti la giornata di dispetti e punzecchiature, perché anche se ci insulteremo per davvero, faremo sempre pace e l’affetto nei nostri confronti non sparirà mai.”

Dabi: “Grazie Renzo. È vero, inizialmente ero confuso, ma già da tempo le mie emozioni mi sono chiare. Ti amo per come sei diverso da qualsiasi persona abbia mai incontrato: sei trasandato, asociale, feticista delle mani, irresponsabile e opportunista. Sono cose che mi fanno tenerezza, non li considero difetti. Sono sicuro che insieme tiranneggeremo come non mai in paese, come una vera coppia dedita al male. Saremo crudeli con gli altri e spesso anche fra noi, ma riuscirò a essere generoso e paziente con te, perché ti amo.”

Himiko (piange commossa): “Carini … ***, da quando ti ho visto ho capito che eri speciale. Ero molto felice ogni volta che eravamo insieme e presto lo saremo per l’eternità! Desidero moltissimo assaggiare il tuo sangue, ma non per trasformarmi in te … io non voglio essere come te, voglio essere con te! Non devi quindi temere che possa ucciderti in un momento di eccitazione, al massimo ti spruzzerei col sangue di qualcun altro perché ricoperto di rosso sei ancora più attraente. Le probabilissime infatuazioni che avrò saranno insignificanti; per me è come provare un nuovo abito che mi attira al momento, ma di cui poi mi stufo. Di te invece non mi stancherò mai perché il mio cuore ti appartiene. Ti amo tantissimo e farei qualsiasi cosa per te ***!”

Overhaul: “Lucia, le tue parole mi riempiono di gioia. Per te nutro un affetto senza pari che mi era sconosciuto. Non mi ero mai innamorato prima, ma mi veniva spontaneo renderti felice. Col tempo ho capito che non potevo fare a meno di te e tu di me, perché l’amore vuole uniti per sempre i due amanti. Ti sposo con la speranza di creare molti ricordi felici assieme, di sperimentare nuove cose, poiché saremo liberi di fare ciò che ci pare, a patto di non ferire l’altro. Saremo una formidabile squadra Lucia.”

Spinner: “Li avete sentiti testimoni?”

Testimoni: “Sì!”

Spinner: “È giunto il momento dello scambio degli anelli, simbolo di amore e fedeltà. Bene, ora se qualcuno ha dei motivi per opporsi al matrimonio e osa fiatare, verrà linciato da tutti i partecipanti a questo sacro evento. Nessuno? Perfetto. Allora vi dichiaro marito e moglie. Baciatevi!”

Le due coppie di sposi novelli accolsero con sollievo quell’annuncio, come anche gli invitati, che applaudivano e tifavano, cercando di stabilire chi baciava meglio. Una volta usciti dalla chiesa, si fecero innumerevoli foto e gli uomini le postarono sui social, mentre le donne si radunarono per il tradizionale lancio del bouquet.

Himiko (lancia): “A voi sorelle!”

Rena: “Chissà chi lo prenderà, chissà?”

Shion: “Io per ritrovare Satoshi!”

Yuno: “Io per sposare Yukki!”

Ayano: “Senpai will notice me!”

Grell: “Will mi amerà!”

Flandre: “Se è tanto importante …”

Il bouquet venne distrutto da Flandre, ma le altre damigelle non capirono che cosa era successo; non riuscendo a trovare i fiori, sfoderarono le rispettive armi (mannaia, coltelli, motosega) e si massacrarono tra loro. Fu un buon intrattenimento per gli ospiti.

AFO: “Congratulazioni ragazzi, la vostra unione è benedetta.”

Stain: “Mi auguro che non divorzierete a breve.”

Magne (commossa): “Vi auguro la migliore felicità e tanti bambini!”

Twice (anche, li abbraccia): “Tanti auguri! Siete coppie perfette!”

Mr. Compress: “Sono contento per te cugino. Io e Cristoforo preferiamo aspettare per il grande passo.”

Kurogiri: “Sì, ma ci piacerebbe considerarci come piccole famiglie che fanno parte di una più grande.”

Spinner: “Ottimo matrimonio. Sono al buffet, se vi servo.”

Hawks (lancia riso): “Complimenti vivissimi! Chiamatemi anche in caso di divorzio però!”

Geten: “Buon per voi …”

Skeptic: “I nostri matrimoni sono migliori!”

Curious: “Quanto siete carini! Lucia, Renzo, se volete parlare della vostra vita di coppia o ne volete una più movimentata, sapete dove trovarmi …”

Re-Destro: “Nozze ben fatte signori. Spero proseguano nel migliore dei modi.”

Sludge Villain: “Sì sì bravi, vado a mangiare qualche invitato …”

Eri (abbraccia): “Avrete tanto amore e gioia!”

Yakuza Boss: “Congratulazioni. Spero che avrete una lunga e soddisfacente vita.”

Chronostasis: “Complimenti a tutti.”

Sakaki (con una bottiglia mezza vuota di champagne): “Un brindisi agli sposi!”

Mimic: “Rendete felice il padrone o vi ammazzo!”

Rappa (lancia noci): “Vi auguro salute, ricchezza e vita!”

Gigantomachia (abbraccia): “Siete miei fratelli! Menico proteggerà i fratelli!”

Himiko (commossa): “Grazie di cuore a tutti! Vi voglio bene!”

Overhaul: “Grazie. Ci vedremo al ritorno dalla luna di miele.”

Dabi: “Faremo del nostro peggio, fate altrettanto.”

Tomura: “Andiamocene, non resisto un secondo di più!”

Una volta che tutti gli invitati ebbero reso omaggio agli sposi, questi ultimi salutarono tutti i loro amici calorosamente e partirono insieme su una carrozza con su scritto oggi sposi.
Cosa accadde dopo, quindi se divorziarono, si tradirono, ebbero uno o molti figli, morirono precocemente, furono felici e contenti, ecc … non ci è dato saperlo. A voi la scelta del finale perfetto.
Fine! Ora applaudite il narratore! E pagatelo! È stato il personaggio migliore, no?




***Angolo Autrice***
Rena e Shion provengono dall'anime Higurashi no naku koro ni; Yuno da Mirai Nikki; Grell da Black Butler; Ayano dal videogioco Yandere Simulator e infine Flandre da Touhou Project.
Spero che vi sia piaciuta questa parodia! Forse in futuro ne farò una in cui recitano studenti e professori della Yuei.
Ringrazio chiunque abbia letto, commentato, inserito la mia fic nelle seguite, preferite, ricordate!
Addio!

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