Dead men's chest (Rivisitata)

di JennyPotter99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Wheel of fortune ***
Capitolo 2: *** Dinner is served ***
Capitolo 3: *** Two hornpipes ***
Capitolo 4: *** A family affair ***
Capitolo 5: *** Davy Jones ***
Capitolo 6: *** Hello bestie ***
Capitolo 7: *** So, where is my ship? ***



Capitolo 1
*** Wheel of fortune ***


Quando un pirata deve trovare un tesoro, non c’è scusa che regga.
Qualsiasi cosa gli si pari davanti, va eliminato.
Jack Sparrow aveva trovato un curioso modo di iniziare a cercare il suo: intrufolarsi in un carcere e riuscire perfino a scappare.
Si nascose dentro la bara di un cadavere e al momento opportuno, ovvero quando le bare vennero lanciate in mare, con la pistola fece un buco nel legno e ne uscì.
Intanto, la Perla Nera era attraccata poco più in là, con Alice attaccata ad una bottiglia di vetro, ormai quasi mezza ubriaca, ma vigile.
D’un tratto, nella calma della sera, si alzò uno strano vento, come se stesse arrivando qualcosa.
Alice si guardò in giro, il pontile era vuoto, tranne per Gibbs che dormiva per terra, quando improvvisamente sobbalzò.
La scimmietta di Barbossa, Jack, la spaventò con un versetto acuto.
Dopo che l’Isla de Murte era affondata a seguito di un uragano, del corpo di suo padre non vi era traccia.
Era rimasta solo la scimmia, che aveva ben pensato di toccare di nuovo il tesoro prima che venisse perso.
Perciò, nonostante il fastidio che le dava e che avesse provato più volte a spararle, quell’animaletto non moriva.
In quello stesso momento, Alice socchiuse gli occhi per vedere meglio e vide Jack, in mare, a bordo di una bara di legno che per remo usava lo scheletro di un piede.
Gli tirò una corda e lo aiutò a salire.
-Puzzi di morto.- commentò lei, disgustata.
-E tu sei ubriaca.- replicò Jack, reggendola per le spalle mentre barcollava.- Credevo che non ti piacesse il rum.-
-Infatti questo è gin.- puntualizzò Alice, bevendo tutto d’un sorso il liquido rimasto.
Jack la guardò sorpreso.- Ti ho cresciuto proprio bene.-
-Jack!- esclamò Gibbs, svegliandosi.- Allora, hai trovato quello che cercavi?-
Il capitano annuì e nello stesso momento, parte della nuova ciurma che avevano reclutato, corse accanto a loro, apparsa quasi come per magia, curiosa di sapere le novità.
-Capitano, devo ammettere che la ciurma si aspettava qualcosa di illuminante. Dopo che l’Isla de Murte ha fatto la fine che ha fatto, non abbiamo più avuto avventure con profitto.- continuò Gibbs.
Con un sorriso soddisfatto, Jack estrasse dal suo cappotto una tela e la mostrò a tutti.
-E’ una chiave.- notò Alice. -O forse un oggetto sessuale, non so, non ci vedo bene ora.-
-E’ una chiave e qualunque cosa questa chiave apra, dentro c’è qualcosa di valore. Quindi adesso partiamo per scoprire cosa apre.- aggiunse Gibbs, strepitante.
-Ehm...No.- rispose Jack.- Senza la chiave, non apriamo quel che si apre con la chiave che lo apre. E a quale scopo scoprire qualcosa che rimarrebbe comunque chiuso, senza avere la suddetta chiave che lo aprirebbe avendola?-
Alice si morse un labbro.- Mi sono persa a Ehm.-
-Quindi partiamo per cercare questa chiave.- ribatté il primo ufficiale.
Jack sospirò.- Mai una cosa sensata tu eh?-
Prima di partire, ancora non si era capito per dove, i marinai tennero giù l’ancora e andarono a riposare.
Nella stiva dormivano in mozzi su una piccola amaca, invece, in una piccola stanzetta con un’amaca più grande, Alice e Jack.
Alice riaprì gli occhi a notte fonda e si ritrovò nuda tra le coperte, accanto a Jack che continuava a fissare la propria bussola.
Essa non dava una meta precisa: la freccia continuava a girare in tondo, come se fosse rotta.
-L’hai rotta?- gli domandò Alice, stropicciandosi gli occhi.
-No, non funziona, non capisco perché.- borbottò lui, scuotendola più volte.
Quella non era una bussola come le altre: per chi la reggeva, la bussola indicava la direzione verso ciò che più si voleva al mondo.
-Magari dovresti smetterla di guardarla in continuazione.- commentò Alice, accoccolandosi al suo petto. -Non ci posso credere che hai approfittato di me mentre ero ubriaca.-
-Tsk, eri perfettamente cosciente.-
-Beh, questo non ti scagiona da tutte le altre cose brutte che hai fatto nella vita. Ma io lo so che sei un brav’uomo Jack.- continuò lei, strofinando il naso sul suo collo.
L’altro ridacchiò.- Ci sono più contro che pro.-
-Devi ammettere che hai fatto anche buoni gesti.-
-Certo, adoro quei momenti, gli dico ciao e li lascio passare.-
A quel punto, Alice si mise a cavalcioni su di lui, fissandolo negli occhi.- 5 scellini che un giorno, Jack Sparrow, tu farai qualcosa della quale non ti saresti mai aspettato.-
Jack la guardò con un ghigno divertito.- Allora, quello stesso giorno, tu, angelica donna, farai qualcosa di terribile.-
Alice alzò un sopracciglio e gli strinse la mano.- Affare fatto.-
Jack si allungò per prendere una bottiglia di rum, ma si rivelò vuota.- Perché il rum finisce sempre?- si chiese, alzandosi a fatica perché troppo ubriaco.- Ah, ecco perché.-
Alice si rivestì e seguì Jack nel magazzino dove tenevano i barili della polvere da sparo e solitamente anche il rum.
Armati di lampada, cercarono tra le cianfrusaglie, quando un gelido vento li colpì alle spalle.
-Tempo scaduto, Jack.- disse una voce rauca e spaventosa.
Il capitano fece luce verso una persona dalla pelle pallida e bagnata, con un berretto rosso sulla testa e una stella marina appiccicata alla guancia.
Jack lo guardò stupefatto.- Sputafuoco? Bill Turner.-
Alice gli si avvicinò lentamente, intimidita dal suo aspetto.
Bill, invece, guardò la ragazza sgranando gli occhi.- Alice…- sussurrò, accarezzandole lentamente la guancia col dorso della mano.
-Ci conosciamo?- domandò lei, confusa. -Che ti è successo?-
-Sono da subito stato contrario all’ammutinamento di Jack e quando Barbossa scoprì la maledizione che gli avevo lanciato, mi legarono ad un cannone e mi lanciarono in mare…- spiegò Sputafuoco.- Una montagna d’acqua mi sovrastava…Incapace di vivere e incapace anche di morire.-
Non sapeva perché, ma Alice aveva le lacrime agli occhi.- E’ orribile.-
-Siamo in un sogno?- chiese Jack.
-No.-
-Lo immaginavo, sennò c’era il rum.-
Bill alzò una mano che teneva una bottiglia e gliela offrì.- Vedo che ti sei ripreso la Perla.-
-E qualcuno mi ha aiutato a riconquistarla…Tuo figlio.-
Gli occhi azzurri di Bill brillarono.- William? Anche lui pirata, alla fine…-
-A cosa devo il piacere delle tue pustole?-
-Come l’ho fatto io, aggrappandomi a qualsiasi speranza pur di sopravvivere, anche tu hai un patto con lui, Jack.- rispose Bill, alzandosi alla sua altezza. -Ti ha restituito la Perla che si era inabissata e ora tu devi pagare il tuo debito: 100 anni sopraccoperta, al suo servizio.-
-Aspetta?! Cosa?! Di chi stiamo parlando?-
-Davy Jones.- aggiunse Bill.
-Tecnicamente l’Olandese ce l’ha già un capitano e io non intendo fare da mozzo.- replicò Jack.
-Allora gli abissi ti attendono! Manderà la sua creatura a scovarti ovunque andrai.-
-E sai quando Jones intende mandare suddetta bestiolina?-
-Te l’ho detto Jack, il tempo è scaduto.- ribatté Sputafuoco, stringendogli la mano.- E’ pronta a seguirti, spinta dalla fame insaziabile, per colui che porta la macchia nera.- disse infine, prima di sparire tra i muri come un fantasma.
Jack si guardò il palmo della mano, dove apparve una macchia nera che sembrò divorargli il palmo.
Alice era ancora stordita.- Ma di che diamine stava parlando?!-
Senza risponderle, Jack iniziò a correre verso la stiva.- Sveglia tutti! Avanti cani rognosi! Si parte!- urlò, svegliandoli tutti di soprassalto.
Sul pontile si creò caos, mentre mezza addormentata, la ciurma tirava su l’ancora e ammainava le vele.
Alice lo seguì, spingendolo dentro la sala da pranzo e chiudendo la porta.- Santo cielo Jack, che cosa abbiamo alle calcagna?!-
Il capitano le strappò velocemente un pezzo della camicia e lo usò per coprirsi la macchia.- Niente.-
-Niente?! Stai dando di matto!- esclamò lei, gesticolando.
-E’ colpa del rum.- rispose lui.- Troviamo velocemente terra e li saremo al sicuro.-

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Capitolo 2
*** Dinner is served ***


 
Intanto, a Port Royal, il giorno del matrimonio tra Will ed Elizabeth era stato rovinato non solo da una pioggia incessante, ma anche dall’intervento di Lord Cutler Buckett, a capo della compagnia delle indie orientali, colui che aveva marchiato Jack con una P sul polso.
Will, Elizabeth e perfino l’ex commodoro Norrington che aveva lasciato il suo incarico mesi prima, erano accusati di aver cospirato insieme a Jack e perciò condannati a morte.
Buckett aveva promesso a Will delle lettere di marca firmate da lui e dal re che li avrebbero scagionati, in cambio della bussola di Jack.
Perciò, mentre Elizabeth rimaneva in prigione, Will iniziò a chiedere tra i vari porti dove Jack fosse stato visto per l’ultima volta.
Un mercante gli riferì che su un’isola sperduta, non molto tempo prima, era stata avvistata una nave con le vele nere.
Will sapeva benissimo che si trattava della Perla Nera, così comprò un passaggio e si fece portare a terra.
La nave aveva le cime piantate nel terreno, ma della ciurma nessuna traccia.
Così, il ragazzo si avventò nella foresta, urlando i loro nomi.
Tra gli alberi, comparve il pappagallo Cotton.
-Oh, finalmente una faccia conosciuta.-
-Non mangiarmi.- ripeté l’animale.
-No che non ti mangio…-
Nello stesso momento, Will sentì delle grida trattenute più in là e trovò Alice legata ad un albero, con la bocca coperta.
-Alice, che è successo?- le domandò, estraendo la spada per slegarla.
-Quegli indigeni mi hanno lasciata qui solo perché sono una donna!- rispose lei, seccata. -Tu che ci fai qui?-
-Ho bisogno della bussola di Jack: ci hanno arrestato perché vi abbiamo aiutato a scappare e la nostra unica via d’uscita è quella bussola.- spiegò Will.
Improvvisamente, come mimetizzati, dei nativi uscirono fuori dal nulla e li catturarono: al ragazzo furono legati polsi e caviglie ad una corteccia di bambù, mentre Alice fu presa sulla spalle da un tipo alto e muscoloso.
I due raggiunsero il resto della tribù dove, su quello che appariva come un trono circondato da teschi umani, sedeva Jack.
Seccata, Alice lo guardò male.- Ma che stai facendo?!-
-Jack? Sono io! Will Turner! Devi darmi la tua bussola, ci hanno arrestati per averti dato aiuto! Elizabeth finirà sulla forca!- esclamò Will.
Jack parlò una strana lingua con loro, dicendogli chissà che cosa e poi furono entrambi portarti via.
Vennero condotti insieme al resto della ciurma, intrappolati dentro due gabbie circolari e legati a mezz’aria tra due pareti rocciose.
-Perché ci tratta così? Se Jack è il capo…- commentò Will, mentre si udirono dei tamburi in lontananza.
-Sì, i Pelagostos lo hanno eletto capo, ma rimarrà tale solo comportandosi come un capo.- spiegò Gibbs.
-Allora è un prigioniero, proprio come noi.-
-O peggio: loro credono che Jack sia un Dio sottoforma di uomo e vogliono liberarlo dalla sua prigione di carne.-
-Vogliono mangiarlo?- intuì Alice.- Sai che schifo.-
-Sì, quando i tamburi cesseranno, lo arrostiranno e lo mangeranno.-
Alice si guardò intorno, notando che i mozzi si erano dimezzati. -Dov’è il resto della ciurma?-
-Vedi queste gabbie? Quando siamo arrivati ancora non c’erano.-
Disgustata, Alice si allontanò dalle pareti.- Non possiamo starcene qui.-
-Già.- intervenne Will.- Ho un’idea.-
Entrambe le gabbie, con un po' di forza di gruppo, iniziarono a dondolare per cercare di arrivare fino al muro e aggrapparsi a qualche sterpaglia.
Una volta che ebbero la giusta spinta, si tennero alle liane e piantando i piedi per terra, si affrettarono a salire verso il bordo.
-Forza uomini! Serviamo tutti per manovrare la Perla Nera!- esclamò Will.
-Veramente in tutti siamo anche troppi! Ne basterebbero 6 o 7!- commentò un mozzo, dall’altra amaca.
Improvvisamente Alice si guardò attorno, notando che c’era fin troppo silenzio.- Mannaggia!-
I tamburi erano cessati, perciò il gruppo si velocizzò a salire, quando un indigeno passò di lì.
Will disse a tutti di fermarsi e di fare silenzio, ma l’altro gruppo non ne volle sapere e avido di prendere la nave per se, continuò.
Ad un certo punto, invece di arrampicarsi ad una liana, uno di loro afferrò un serpente e spaventato lasciò la presa, allarmando tutti gli altri.
Alla fine, l’intera gabbia cadde giù e la corda che li teneva si spezzò, fino a farli precipitare nel vuoto.
Ormai scoperti, al resto della ciurma non restò che sbrigarsi a salire e a rompere la gabbia.
Con metà della tribù che li rincorreva, tornarono alla spiaggia, trovando Pintel e Ragetti che cercavano di accaparrarsi la nave.
-La stavamo preparando per voi! Sapevamo che sareste tornati!- balbettò Pintel, facendo buon viso a cattivo gioco.
-Prepararsi a partire!- gridò Gibbs.
-Senza Jack io non parto.- intervenne Will.
Proprio in quello stesso istante, Jack sgusciò fuori dalla foresta, ma inseguito dall’intera tribù.
Will sgranò gli occhi.- Partiamo!-
Alice e Will si arrampicarono alle cime mentre la nave prese il largo e successivamente anche Jack, facendo rimanere delusi gli indigeni.
-Addio figli miei! Ricorderete questo giorno come il suo in cui avete quasi-esclamò, prima che un’onda lo sovrastasse.- Capitan Jack Sparrow.-
Una volta a bordo, Will si precipitò da lui.- Jack, Elizabeth è in pericolo.-
-Hai mai pensato di tenerla d’occhio?-
-Per colpa tua, Cutler Buckett la tiene prigioniera e vuole in cambio la tua bussola.-
Jack si guardò intorno.- Dov’è il resto della ciurma?-
-Probabilmente nello stomaco di quei tipi. Perciò, prima che scopriamo che sanno anche nuotare, allontaniamoci immediatamente da quest’isola il più possibile.- rispose Alice.
-Sì la prima, sì la seconda, ma rimanendo in acque più basse possibili.- puntualizzò il capitano.
-Benissimo, ma devo calmare questa rabbia, dov’è la scimmia?!- ringhiò Alice, estraendo la pistola.
-Caro William, ti cederò la bussola se mi aiuterai a trovare questa.- disse Jack al ragazzo, mostrandogli la tela.
-Tu vuoi che te la trovi?-
-No, tu vuoi che tu te la trovi, perché trovando questa ti ritroveresti incorcertabilmente a trovare e o a localizzare il ritrovamento. Trovando maniera così di salvare la tua bella o…Come si chiama.-
-Questa aiuterà a salvare Elizabeth?-
-Quanto ne sai di Davy Jones?-
-Non molto.-
-Sì, questo aiuterà a salvare Elizabeth.-
-E’ finito il rum e anche le scorte di cibo.- intervenne Alice. -Tortuga?-
-Tortuga.-

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Capitolo 3
*** Two hornpipes ***


Per riempire i barili e fare scorte di provviste, la Perla attraccò a Tortuga e nella taverna principale, Alice si sedette dietro una tavolo con una bottiglia di gin per reclutare nuovi marinai.
Ne arrivarono ben pochi, ma con storie alquanto bizzarre.
Intanto, Jack continuava a scuotere la bussola.- Come va?-
-Con questi 4? Siamo arrivati a…4.- rispose lei, mentre si presentò a lei un uomo dall’odore rivoltante, con una divisa della marina britannica stracciata e un accenno di barba sul volto.
-E la tua storia qual è?-
-La mia storia è la tua stessa storia, solo un capitolo più indietro.- spiegò egli, sorseggiando dalla sua bottiglia già ubriaco. -Inseguire un uomo per i 7 mari mi è costato il lavoro, la dignità, la vita.-
Alice scrutò bene la sua faccia e lo riconobbe.- Commodoro?-
-No, non più commodoro, non ci senti?!- esclamò l’altro, gettando la bottiglia a terra.- Vi avevo quasi preso a Tripoli, se non fosse stato per quell’uragano.-
Alice sgranò gli occhi.- Oddio, non avrai cercato di attraversarlo?-
A quel punto, egli estrasse la pistola e la puntò contro Jack.- Sono meritevole di servire nella ciurma di Jack Sparrow? O devo ucciderti adesso?-
Jack gli sorrise con il sudore freddo.- Ingaggiato!-
Improvvisamente, intervennero i marinai appena ingaggiati, cercando di fermarlo.
Il proiettile andò a rompere la bottiglia di un uomo che fece iniziare una violenta rissa, tipica di quei luoghi.
Alice, Jack e Gibbs se ne andarono prima di farsi un occhio pesto.
Prima di salire sulla nave, Alice vide che Norrington veniva gettato nel fango insieme ai maiali.
Dispiaciuta per lui, lo aiutò a rialzarsi.- James Norrington…Come ti ha ridotto questo mondo?-
Dato che Jack lo aveva preso nella ciurma, l’ex commodoro salì insieme a tutti gli altri ed Alice lo portò nella stiva, riempiendo un grande barile di legno di acqua calda per fargli fare un bagno.
-Will ci ha detto che Buckett vuole arrestarti per averci aiutato.- gli disse Alice, tirando nell’acqua un pezzo di sapone.
-Prima o poi bisogna affrontare le conseguenze delle proprie scelte.- commentò ed Alice si voltò dall’altra parte mentre lui si spogliava.
Una volta dentro e mezzo pulito, ad Alice parve anche più carino di quanto se lo ricordasse. Prima di andarsene, gli sorrise, ricordandosi di quando le aveva fatto trovare la chiave della prigione.- Comunque…Grazie.-
L’altro fece lo stesso.- A buon rendere.-
***
La mattina dopo, Gibbs prese il comando della nave e come chiesto da Jack rimasero in acque basse.
-Tieni, provaci tu.- borbottò il capitano, passando la bussola ad Alice.
La ragazza si concentrò bene e, rispetto a Jack, quando aprì l’oggetto, essa indicò una direzione.
Alice seguì lo sguardo dove puntava la freccia: dritta verso James che stava pulendo il pavimento.- Ehm, no, non funziona.- balbettò, richiudendola velocemente.
A quel punto, Jack si accostò a Gibbs.- Signor Gibbs.-
-Sì, capitano?-
-Ho intenzione di risalire il fiume.-
Né Alice né Will avevano idea di cosa significasse.
La Perla mise l’ancora quando giunse su un’isola divisa in due da un fiume limpido.
Jack, Will, Gibbs, Alice, Pintel, Ragetti e Cotton scesero dalla nave con una delle due scialuppe a disposizione ed entrò sera si trovarono alla fine del fiume, dove c’era una casetta illuminata da molte candele.
-Perché Jack ha paura del mare aperto?- domandò Will.
-Perché chi crede a queste storie, c’è una creatura ai comandi di Davy Jones. Un enorme polipo con migliaia di denti aguzzi: il Kraken.- raccontò Gibbs.- Pensa un po' come potrebbe essere lasciare questa verde terra accompagnati dall’odore di centinaia di putridi cadaveri.-
Alice si avvicinò a Jack, con la pelle d’oca.- Perché non me lo hai detto?-
-Avrebbe fatto differenza?- sussurrò Jack.
Jack aveva quella macchia nera sulla mano perché il Kraken lo cercava e come detto da Bill Turner, lo avrebbe stanato ovunque.
Avere Jack accanto, era come avere una bomba pronta ad esplodere.
-No, è che…-
Jack fece un ghigno divertito.- Hai paura che venga mangiato, stellina? Sta tranquilla.- le disse, baciandole la guancia.
Non era proprio quello che pensava, ma forse era meglio lasciarglielo credere.
Infine, arrivarono alla casetta e Cotton restò a badare alla scialuppa.
-Non preoccupatevi, io e Tia Dalma abbiamo un ottimo rapporto, gemellini, tanto inseparabili siamo.- commentò Jack, accorgendosi poi che Alice lo guardava con sospetto.- Eravamo…Siamo stati…Fummo.-
-Ti guardo le spalle.- aggiunse lei.
-E’ il davanti che mi preoccupa.-
Tia Dalma si rivelò essere una donna dai lunghi capelli neri, la pelle scura, i denti marci e un paio di inquietanti occhi che ti scrutavano dall’interno.
-Jack Sparrow!- esclamò sorridente.- Lo sapevo che un giorno il vento ti avrebbe riportato da me.- gli disse, tornando seria successivamente nel guardare Alice.- Tu… L’anima che ti ha rubato il cuore.- mormorò, porgendole la mano.- Posso?-
Anche se titubante, Alice le diede la mano, mentre si sedevano ad un tavolino.
-La linea della vita è molto lunga, bene. Quella dell’amore…Mmh… Un po' di meno.- le disse, analizzandole il palmo.- E cosa vedo qui: un segreto non ancora svelato.-
Alice si guardò curiosa la mano, chiedendosi cosa intendesse, quando Jack si mise goffamente in mezzo.- Comunque, abbiamo bisogno di aiuto e non ce ne andremo senza.-
-Lo sai che pretendo un pagamento.- replicò la donna.
A quel punto, Gibbs tirò fuori una gabbietta con dentro la scimmietta Jack.- Guarda, una scimmia non morta.- le disse Jack, sparando dritto all’animale.
Tia Dalma sospirò e la liberò.
-No! Non sai quanto ci ho messo a catturarla!- esclamò Gibbs, mentre la scimmietta saltellava nel retro.
-II pagamento è equo.-
-Cerchiamo questa.- intervenne Will, mostrandole il disegno della chiave.- E la cosa che apre.-
-La bussola di Alice, non può condurti ad essa?- chiese a Jack.
Will aggrottò le sopracciglia.- La bussola di Alice?-
-Lunga storia, un giorno te la racconto.- gli disse la ragazza. -Comunque no, non funziona.-
L’altra ridacchiò.- Oh, Jack Sparrow che non sa cosa vuole! E’ la chiave di un forziere ed è ciò che c’è dentro che tu vuoi.-
-Sarebbe?- domandò Gibbs.
-Conoscete Davy Jones? Un lupo di mare…Fin che ha incontrato l’unica cosa che avrebbe potuto farlo tribolare.-
-Gioielli?- pensò Pintel.
-Alte somme?- continuò Ragetti.
Jack alzò gli occhi al cielo.- Una donna.-
-Esatto, una donna! Si è innamorato.-
-No, no, io sapevo che era del mare che era innamorato.- replicò Gibbs.
-Stessa storia, diverse versioni e sono vere tutte. Sì, parliamo di una donna, feroce, bellissima e crudele, tanto da non poter averla. Non valeva la pena di provare le fugaci brezze della vita, senza di lei, così si cavò il cuore dal petto e lo mise in un forziere. La chiave la tiene sempre stressa a se.- raccontò Tia Dalma.
Will guardò male Jack.- Tu lo sapevi.- affermò, capendo subito che lui non aveva il coraggio di sfilarla a Jones.
-No, non sapevo dove fosse, ma adesso lo sappiamo e quindi puoi saltare a bordo dell’Olandese Volante e poi puoi salvare la tua bella.- ribatté Jack.
-Fammi vedere la mano.- le disse la donna.
Il capitano sapeva benissimo a quale mano si riferisse.
Tia Dalma tolse la stoffa che vi ci era annodata sopra.
-La macchia nera!- borbottarono Gibbs, Pintel e Ragetti, facendo tutte le spergiure possibili.
-Badate che ci vedo bene.-
-Forse ho qualcosa che fa per te.-
Mentre Tia Dalma cercava qualcosa nel suo magazzino, Alice notò una curiosa collana sul tavolo.
Il ciondolo era a forma di cuore e sul bordo c’era disegnato un volto, ma capì che era in realtà un piccolo carillon, con le rotelle al suo interno.
-Davy Jones non può far porto che un giorno ogni dieci anni. E’ a terra che sei al sicuro Jack Sparrow, perciò porta la terra con te.- gli disse Tia Dalma, consegnandogli un vaso a metà pieno di sabbia.
Anche se non sapeva a cosa servisse, Jack se lo tenne tra le braccia.
-Ora non rimane che scoprire dove sia l’Olandese Volante.-

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Capitolo 4
*** A family affair ***


La zingara, con i suoi tarocchi, indicò alla ciurma il punto esatto dove si trovasse la nave di Davy Jones.
Era ormai notte fonda ed era scoppiata una tempesta.
Arenata tra gli scogli, c’era una nave ormai spezzata a metà, ma che ancora galleggiava.
-Quella è l’Olandese Volante?- si domandò Will, confuso.- Non sembra un gran che.-
-Qual è il tuo piano?- gli chiese Jack.
-Salgo a bordo e saccheggio la nave fin che non trovo la tua maledetta chiave.-
-E se c’è l’equipaggio?-
-Farò strage di chiunque mi sbarri la strada.-
-Mi piace, semplice, conciso, facile da ricordare.- commentò Jack, mentre Ragetti calò la scialuppa.
-Hai intenzione di mandarlo da solo?- gli domandò Alice.
-No, tu andrai con lui.- le rispose, porgendole una spada.
Sorpresa, Alice la prese e con soddisfazione se la legò al bacino.
-Se qualcuno vi chiede qualcosa, voi dite solo che Jack Sparrow vi manda a saldare il suo debito! Può salvarvi la vita!- gli disse infine, mentre Will remava verso la nave.
Una volta a bordo, Alice prese una lampada ancora accesa.
Il vascello sembrava deserto, tranne per un uomo minuto che continuava ancora a sistemare le cime delle vele.
-Marinaio, non serve, vi siete arenati.- gli disse Will.
-Invece sì, il fondo, ne fanno respiro.- balbettò il mozzo, tremando.
Nessuno dei due capì di cosa avesse paura, quando sentirono una presenza alle proprie spalle.
A terra, a faccia in giù, c’era un uomo che si stava contorcendo.
Will lo voltò e con la luce della lampada poterono vedere che aveva la faccia deturpata da chissà cosa.
Quando Alice si voltò disgustata, capì che quella nave non era l’Olandese Volante.
Direttamente da sotto l’acqua, comparve un enorme vascello che sul bordo aveva costruito una bocca con denti appuntiti.
D’un tratto, da essa scese la ciurma e circondò i due ragazzi.
Alice estrasse la spada, ma erano fin troppi e inoltre non sembravano essere umani.
Ognuno di loro aveva una parte del corpo, la testa o un braccio, simili a quelli di un pesce.
Così, insieme al quello che era rimasto di quella nave che ormai stava affondando, finirono anche Will ed Alice.
La spada le venne tolta e vennero messi in fila insieme a tutti gli altri.
Alice non sapeva cosa aspettarsi, perciò iniziò a tremare e Will le afferrò la mano.
A quel punto, si fece vedere un’altra creatura: aveva una gamba di legno, la mano sinistra come chela di granchio, quella destra come tentacoli e il volto di un polipo, con il capo coperto da un cappello.
Egli si chinò proprio su Alice, scrutandola con i propri occhi azzurri.- Temi tu la morte?-
Alice ebbe il coraggio di alzare gli occhi su di lui, scoprendo che erano del tutto umani. Si ricordò delle parole di Tia Dalma.- Solo se non vale la pena vivere, signore.-
L’altro fece una ridarella, osservandoli entrambi.- Voi due non sembrate né morti, né moribondi, che ci fate qui?-
Alice e Will si guardarono, sapendo quale fosse l’unica cosa da dire.
-Jack Sparrow ci manda a saldare il suo debito.- rispose Will.
Anche se egli non aveva alcun pelo sul volto, lo si vide alzare un sopracciglio.- Sono tentato di accettare l’offerta.-
In un attimo, come teletrasportati, Jones, Will ed Alice si volatilizzarono sulla Perla, con alcuni mozzi che li tenevano fermi.
Jack deglutì iniziando a sudare, dato che non se lo aspettava.
-Tu hai un debito da pagare! Sei stato capitano della Perla Nera per 13 anni, presentandoti sempre a tutti come Capitan Jack Sparrow!- gli disse Jones, zoppicando verso di lui.
Jack camminò all’indietro, spaventato.- Tecnicamente sono stato capitano per pochissimi anni, poi mi si sono ammutinati contro.- spiegò lui.- Ma quando valgo per te? Dimmi.-
Davy Jones era seccato dal suo comportamento, ma sembrava che il capitano volesse pagare.- 100 anime in…3 giorni.-
-Sei un angelo, amico, lasciami i ragazzi che comincio subito.-
-Tengo io il ragazzo!- replicò il polpo.- Saranno come una specie di caparra. Ora ti restano solo 98 anime.- ridacchiò.
Ma anche Jack si ricordava delle parole della zingara.- Hai conosciuto no, Will Turner? Coraggioso, leale e non ti ho detto che è innamorato….Sono promessi… Presto si dovrebbero sposare…E vuoi davvero negargli di legarsi a vicenda?-
In effetti, quella storia fece tornare alla mente del tiranno dei brutti ricordi, ma rimase teso.- Tengo io i ragazzi: 98 anime in 3 giorni.- affermò lui.- Ma tu sei sicuro di voler lasciare due amici…Mentre tu vaghi libero?-
Alice lo guardò in attesa che, ovviamente, dicesse di no.
-Assolutamente sì.- rispose l’altro, sorridendo. -Vogliamo firmare con lo sputo? O meglio…Con l’inchiostro?- continuò Jack, prima che Jones gli afferrò la mano tra i suoi tentacoli, riempiendola di bava.
-3 giorni, Sparrow.-
***
Traditi da Jack senza ritegno, Will ed Alice finirono a lavorare come mozzi a bordo dell’Olandese Volante.
Dato che era ancora in corso una tempesta, Will si affrettò a chiudere le vele e ad Alice spettò di legare i cannoni al parapetto tutto da sola.
-Non ci posso credere.- borbottò tra se e se, ormai zuppa, mentre sulla mano le si formarono delle ferite per via del peso. -La prossima volta che lo vedo, giuro che glielo taglio quel- improvvisamente, sentì una fitta dolorante al palmo della mano e l’istinto le disse di lasciar andare la corda, facendo cadere il cannone sul ponte.
-Che cosa è successo?!- esclamò il primo ufficiale.
Anche se la ciurma si era rivelata essere inumana, Alice non aveva affatto paura.- Forse avevo bisogno di una mano, eh stupido piranha?!- rispose lei, prima che venisse braccata da altri mozzi.
-5 frustate per ricordarti di non mollare!- intervenne il nostromo.
A quel punto, Will si mise in mezzo. -No! Lasciatela stare! Frustate me!-
Però, nel frattempo che a Will venne tolta la giacca e strappata la camicia per scoprire la schiena, un marinaio, con un volto più che umano, tranne per una stella marina attacca alla sua guancia, fermò la mano del nostromo.
-Mi impedisci di fare il mio dovere? Sconterai parte della pena!-
-La reclamo tutta.- affermò quel mozzo.
-Addirittura?- chiese Jones, zoppicando verso di loro.- E a cosa dobbiamo tutta questa pietà?-
Alice riconobbe Bill Turner, a quel punto, padre e figlio di nuovo insieme.
-I miei figli.- rispose Bill, guardandoli entrambi.- Sono i miei figli, quelli.-
Ma quando Turner usò il plurale, i due ragazzi sgranarono gli occhi.
Alice figlia di Bill Turner?
Questo la rendeva sorella di Will.
-Ma che fortuita circostanza!- commentò Davy Jones, porgendo la frusta al suo mozzo.- E la punizione avverrà per mano del nostromo o tua?-
Bill ci pensò un po' su e poi afferrò la frusta, con sguardo affranto.
-No, vi prego, no!- implorò Alice.
-Alice, voltati, non guardare!- le disse Will, incrociando i suoi occhi.- Andrà tutto bene.-
Allora la ragazza si voltò dall’altra parte, tenendo lo sguardo basso.
Ad ogni frustava, sobbalzava, come se stesse soffrendo anche lei.
Dopo che la schiena di Will fu sanguinante per le 5 frustate, venne gettato nella stiva come un animale morto.
Alice si precipitò da lui e lo aiutò ad alzarsi, rimettendogli la giacca sulle spalle.
-Il nostromo si vanta di strappare la carne dalle ossa ad ogni frustata.- gli disse Bill.
Will lo guardò male.- Perciò devo interpretare il tuo gesto come un atto di compassione?!-
Il mozzo lo guardò con sincerità.- Sì…-
Successivamente, una volta curate le ferite, i tre si sedettero nella stiva a parlare.
-Tua madre insistette tanto nel volerti chiamare Alice, in greco significa creatura marina. Il parto fu difficile, quasi morì sulla nave e quando venni alla luce capimmo che quella vita non sarebbe stata una buona scelta, per te, soprattutto per una donna.- raccontò Bill, coprendole le ferite sulla mano con delle fasce di seta.- Così…Una notte, decisi di lasciarti sulla soglia di una locanda, a Port Royal: i coniugi Cruz non potevano avere figli e così…Diedi loro la grazia.-
Per Alice fu un vero shock sapere di quei suoi pezzi di vita di cui non ricordava nemmeno l’ombra.- E poi Barbossa mi rapì.-
-Dopo che li sentii parlottare sul presunto ammutinamento contro Jack, ho minacciato di dirlo al Capitano e di maledirli con un tesoro azteco, di cui solo io sapevo l’esistenza. Poi mi legarono ad cannone e mi lasciarono affogare…E una volta capito che serviva il mio sangue, ti ha rapita.- spiegò.
Alice fu subito confusa.- E perché non mi ha ucciso subito?-
L’altro scosse la testa.- Non lo so.-
-Sapevo che non era una coincidenza che ci eravamo rincontrati, ma fratelli…- aggiunse Will, guardandola con un sorriso.
-E infine, mi arruolai con Jones, pregai che la mia vita si allungasse così sperai di poter rivedere il vostro viso.-
Nonostante tutto, Bill apparì con un padre amorevole, cui il fato non era stato proprio scelto.
-Quando ti arruoli e giuri, passano anni e ti scordi chi sei. E ti riduci come il vecchio Walburg, qui.- proseguì Bill, indicando un uomo che era diventato un tutt’uno con il muro della nave, ma gli si distinguevano chiaramente bocca, naso e occhi.
-Noi non abbiamo giurato.- aggiunse Alice.
-Allora andatevene via di qui.-
Will estrasse il disegno della chiave.- Prima dobbiamo trovare questa.-
-Il forziere fantasma.- bofonchiò Walburg.
-Cosa mi sai dire?- gli domandò il ragazzo.
-Apri il forziere con la chiave e pugnala il cuore. N-No, non pugnalare il cuore, all’Olandese serve un cuore che batta o non avrà un capitano.-
-Quindi il capitano alla chiave? Dov’è?-
-Nascosto.-
-Dov’è il forziere?-
-Nascosto.-
-Beh, non è molto su cui basarsi.- commentò Alice.- Ma se Jones ha la chiave, forse conosco un modo per scoprire dove la tiene. Tia Dalma ha detto che una donna l’ha fatto tribolare, vediamo se ci riesco anche io.-

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Capitolo 5
*** Davy Jones ***


Così, mentre i mozzi si divertivano sulla ponte con un gioco di dadi, Alice si intrufolò nelle stanze di Davy Jones.
In un’ampia camera, c’era un enorme organo con i tasti appiccicosi.
Vicino alla tastiera, un ciondolo che aveva già visto.
A forma di cuore, con un carillon al suo interno e un volto disegnato sul bordo.
Lo stesso che c’era a casa di Tia Dalma.
Mentre cercava di capire se fosse o no una coincidenza, sentì un rumore alle proprie spalle.
Quando si voltò, la propria gola venne circondata dalla chela di granchio destra del polpo, quasi strozzandola.
-Questo non è posto per te.- le disse, con rabbia.
-Io l’ho vista.- mugugnò Alice.
-Chi?!-
-La donna che ami.-
A quel punto, Jones allentò la presa.- Impossibile, è una dea.-
-Ma se vi siete innamorati, anche lei deve aver avuto un aspetto umano.- continuò Alice, notando che i suoi occhi azzurri si stavano facendo lucidi. -Tu hai un cuore…- mormorò, azzardando poi a toccargli il petto.
In quel preciso istante, non appena lo sfiorò, il polpo tornò ad avere un aspetto da uomo.
E allora Alice non solo capì che nel suo petto non c’era niente che batteva, ma che incastonato nella sua barba c’era la chiave che stava cercando.
Di scatto, Jones le scansò la mano, tornando ad essere un mostro.
-Se ti ritrovo qui, ti farò tagliare la testa.- la minacciò, prima che lei potesse fuggire via.
Salì in fretta e in furia sul ponte, da Will.- La chiave! So dov’è!-
***
Mentre l’equipaggio dormiva e Bill si preoccupava di recuperare le spade dei figli, oltre che una scialuppa per fuggire via, Will si intrufolò nella stanza di Jones.
Egli dormiva con i tentacoli poggiati alla tastiera, così il ragazzo fece piano e li scansò come una tenda, vedendo chiaramente la chiave.
La sfilò lentamente e al suo posto ci mise il disegno.
Infine, tornò dalla sua famiglia.
Dopo che Bill ebbe tirato giù la scialuppa, restituì ai due le loro armi, consegnando al figlio minore un coltello.- Prendi anche questo: raggiungete la terra ferma e restateci.-
-Lo accetto con una promessa: annullerò la morsa che Jones ha su di te e non mi darò pace fino a che non verrà quel giorno. Io non ti abbandonerò.- affermò Will.
-Nemmeno io. E’ una promessa.- aggiunse Alice.
Bill fece un leggero sorriso e lasciò che andassero via, sperando di rincontrarli, un giorno.
***
Quando sorse il sole, a forza di tirare i remi, i due incrociarono una nave britannica sul loro cammino.
Il capitano li accolse, dandogli una coperta e una bevanda calda.
-Strano incrociare una barcaccia così in mezzo al nulla, da cosa state scappando?- gli domandò.
In quell’istante, sorseggiando, Alice si accorse che su una sedia c’era un vestito bianco, sembrava un abito da sposa.
-Will…- lo chiamò, mostrandoglielo.
-Quest’abito, da dove viene?- chiese Will, annusandolo.
-Credevamo che fosse lo spirito di una vergine e che stesse infestando il ponte.-
-Ridicolo.- commentò Alice.
-E’ suo.- sussurrò Will, riferendosi chiaramente ad Elizabeth.
-Già, ma lo spirito ci ha suggerito di attraccare a Tortuga dove abbiamo avuto un bel profitto, non registrato, ovviamente.- spiegò il capitano.
-E scommetto che qualcuno ha lasciato la nave.-
-Probabilmente Elizabeth si aspettava di trovare Jack.- continuò la ragazza.
-Capitano! Abbiamo avvistato una nave senza bandiera.- intervenne un mozzo.
-Pirati.- intuì il capitano.
Will ed Alice si guardarono tremando.- O peggio.-
I due fratelli uscirono dalla stiva e si arrampicarono sul pennone: da quell’altezza, videro che si trattava proprio dell’Olandese Volante, ma non aveva intenzione di inseguirli.
-Non capisco, si stanno allontanando, perché?- si chiese Alice, confusa.
Will ci pensò su, mentre una gocciolina di sudore gli solcò la fronte.- A meno che…-
In quel preciso istante si udì un boato provenire da sotto la nave, in acqua.
Allora Alice capì.- Il Kraken!-
Lentamente, quasi a farlo di soppiatto, degli enormi tentacoli con ventose strisciarono sul bordo della nave, verso l’alto.
Iniziò ad afferrare persone a caso ed a gettarle in mare, mentre i marinai cercavano di colpirlo con lance e spade, ferendolo solo di poco.
Will ed Alice, senza sapere cosa fare, rimasero aggrappati l’uno all’altro, reggendosi alle corde.
D’un tratto, spuntò dal mare un tentacolo più grande degli altri e con un sol gesto spezzò la nave in due, lasciando che i marinai cadessero al centro.
Questo perché proprio da lì vi era un enorme vorace bocca piena di denti aguzzi.
Ad Alice tremarono le gambe, non aveva mai visto una cosa del genere.
Quello stesso tentacolo, spezzò l’albero maestro e così i due furono costretti a tuffarsi prima di venir mangiati.
Will afferrò il braccio della sorella per aiutarla a salire in superficie e poi si aggrapparono ad un pezzo di legno galleggiante, mentre la nave, infine, affondò.
In quello stesso istante, l’Olandese Volante passò dietro alle loro spalle, per controllare che non ci fossero sopravvissuti.
Erano sicuramente tornati a cercare loro due.
-Vieni, ho un’idea.- gli disse Alice, nuotando verso l’Olandese.
Si nascosero all’interno della costruzione che c’era in cima alla nave, fin che non videro terra.
***
L’Olandese Volante giunse ad Isla Cruzez, l’isola dove era nascosto il forziere.
Così, i fratelli si tuffarono in acqua e nuotarono fino a terra.
Ad aspettarli, c’erano già Jack, Norrington ed Elizabeth, della quale Jack si era servito per trovare lo scrigno.
Non appena Elizabeth vide il suo sposo, gli corse in contro.- Grazie a Dio, stai bene! Cercavo te!- esclamò, baciandolo.
-Come siete arrivati?- domandò Jack.
-A nuoto. Ma devo ringraziarti, Jack.-
-Pure?-
-Già, perché sulla nave dove ci hai lasciato per estinguere il tuo piatto con Jones, abbiamo ritrovato nostro padre.- intervenne Alice, ancora col fiatone.
Elizabeth li guardò confusa. -Nostro?-
-Esatto, perché mio padre, non è Hector Barbossa!- continuò Alice, estraendo la spada verso Jack con fare minaccioso.- Ma Bill Turner! E tu lo sapevi!-
Jack camminò all’indietro, cercando di sorriderle.- Avanti, perché non ne parliamo?-
-Certo, prima ti mozzo quella lingua, però!-
-M-ma dai, poi non potrò farti quel giochino che ti piace tanto!-
In quello stesso istante, Will si tolse la chiave dal collo, deciso ad aprire il forziere.
-Ehi, tu, che vuoi fare?- gli chiese Jack.
-Uccido Jones per salvare mio padre.-
A quel punto, fu Jack ad estrarre la spada.- Non posso permettertelo William, perché se tu uccidi Jones, chi richiamerà la sua bestiolina dalla caccia?-
Di scatto, il ragazzo rubò la spada dall’astuccio di Elizabeth.- Io tengo fede alle mie promesse, Jack.-
Successivamente, Norrington fece la stessa cosa, ma verso Will.- Neanche io posso permettertelo. Buckett vuole il contenuto di quel forziere.- disse, prendendo dalle tasche di Elizabeth le lettere di marca.- E grazie a queste, potrò rifarmi una vita.-
Alice lo guardò delusa.- Era il tuo piano fin dall’inizio, vero?-
-Spiacente, le abitudini restano.-
Improvvisamente, i tre iniziarono a prendersi a sciabolate per accaparrarsi la chiave.
Alice sbuffò e mise via la spada.- E ti pareva! Non è così che si risolvono le cose! Ma certo, prendiamoci a sciabolate, uccidiamoci a vicenda!- urlò, mentre i tre scappavano via.
-Esatto! Sono stufa di questi gambe molli, pirati!- gridò Elizabeth, prima di fingere uno svenimento, credendo che le avrebbero dato retta.- Oh, oh, il caldo!-
Alice la guardò con un sopracciglio alzato.- Non dirmi che ci riprovi con quello.-
Allora, Alice li raggiunse verso la foresta, in un mulino abbandonato.
Si mise in mezzo e disarmò Jack con un unico gesto, unendosi a Will e James.
-Ma tu da che parte stai?!- le chiese Jack.
-Will è mio fratello e Norrington…Beh…Mi ha fatto evadere.- gli rispose, puntandogli la lama al collo.
-Ed io ti soddisfo sessualmente.-
L’altra ridacchiò.- Questo è quello che pensi tu.- replicò, prima di dargli un pugno e afferrare la chiave.
Alla fine però, si ritrovò braccata dagli altri due.
-Ehm, signor Norrington, forse dovreste puntare la spada contro chi ha acconsentito di liberare un pirata che avete rincorso per i sette mari, cosa che vi ha rovinato la vita ed inoltre, rubato la donna.-
-Sfortunatamente signor Turner….- esordì James.- Ha ragione!-
Mentre dall’Olandese scendeva la ciurma di Jones pronta a riprendersi il forziere, Alice lasciò che i due litigasse e infatti, nella foresta, vide uno dei mozzi scappare via con lo scrigno.
Allora raccolse da terra una noce di cocco caduta e glielo tirò dritto in testa, stordendolo.
Si chinò poi a terra, inserendo la chiave e Jack l’affiancò.
Quando l’aprì, al suo interno trovarono un vero e proprio cuore umano, che ancora batteva.
-Stavi sul serio dicendo la verità.- commentò Alice.
-Ogni tanto lo faccio e ti sorprendi sempre.-
In quello stesso istante, l’intera ciurma di Jones venne fuori dai cespuglio, insieme ad Elizabeth, Pintel e Ragetti che cercavano di contrastarli.
Prima che fosse troppo tardi, Jack si mise il cuore nelle tasche della giacca e tornarono alla scialuppa.
Jack si affrettò a metterlo nel vaso di terra datogli da Tia Dalma.
Nello stesso momento, Will e James barcollarono verso di loro, combattendo ormai da svariati minuti.
Alla fin fine, vennero tutti circondati dagli uomini-pesce.
-Non ne usciamo!- esclamò Alice.
-Non senza il forziere.- replicò Norrington, afferrando lo scrigno.
Alice lo guardò confusa.- Che stai facendo? Sei matto?!-
-Non aspettarmi.- ribatté lui, correndo nell’altra direzione, con l’intera ciurma a seguirlo.
-E-esaudiamo il suo ultimo desiderio?- domandò Jack, convincendo tutti a salire sulla scialuppa.

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Capitolo 6
*** Hello bestie ***


Una volta a bordo della Perla Nera, per Jack sembrò tutto più tranquillo ora che il cuore era all’interno della sabbia.
-Dov’è il commodoro?- domandò Gibbs.
-Rimasto indietro.-
-Pregheremo per la sua anima.- continuò l’altro, facendosi il segno della croce.- Ma il punto è che ce l’abbiamo fatta e adesso ce la filiamo.-
Improvvisamente, da sotto l’acqua, ecco affiancarli l’Olandese Volante.
-Lascia fare a me.- esordì Jack, più che sicuro di se.- Ehi, faccia da seppia!- gli urlò, da ponte a ponte.- Guarda che cos’ho!-  D’un tratto, inciampò per le scale e vi rotolò fino alla fine, ma il vaso rimase intatto.- Ce l’ho.- affermò, rialzandosi.- Io ho un vaso di terra, io ho un vaso di terra e indovina dentro che c’è!-
Alice non sapeva cosa Jack si aspettasse che succedesse, seppe solo che subito dopo Jones ordinò di puntargli i cannoni contro.
Il capitano si tolse dalla bocca quel sorrisino, storcendo le labbra.- Tutta a tribordo?-
-Tutta a tribordo!- gridò Alice, mentre Gibbs girava il timore dall’altro lato.
L’Olandese cercò di colpirli più volte, ma la Perla fu più veloce.
-Li stiamo staccando.- notò Will.
-Sì, contro vento l’Olandese è forte, è così che miete le sue vittime. Ma a favore di vento, la battiamo.- spiegò Gibbs.
Alla fine, l’Olandese si fermò, ma ad Alice sembrò strano che si arrendesse così facilmente.
-Qualcosa non va, tornerà per combatterci.- disse a Jack.
-Perché combattere quando puoi negoziare?- rispose lui, con un ghigno.
Improvvisamente, qualcosa colpì di netto il bordo della nave, facendo cadere a terra il vaso e rompendolo in mille pezzi.
Jack si accasciò a terra, cercando il cuore tra la sabbia, ma non c’era più.- Cosa? Dov’è il tum tum?!-
-E’ una secca?- si chiese Elizabeth.
Ai due fratelli sembrò di aver già vissuto quella situazione e si fulminarono con lo sguardo.- Non è una secca.-
-E’ il Kraken.- affermò Alice.
-Attaccherà dal parapetto, l’ho già visto all’opera! Preparare i cannoni!- ordinò Will.
Così la ciurma caricò la polvere da sparo all’interno dei cannoni, proprio mentre 6 tentacoli iniziarono a strusciare sul bordo della nave.
-Non ancora.-
Will aveva intenzione di aspettare che le ventose raggiungessero il parapetto della nave, così da sparargli contro.
-Non ancora.-
-E’ il secondo non ancora, arriva l’ora?!- borbottò Pintel che se la stava facendo sotto.
Alice notò che i tentacoli stavano per raggiungere il ponte.- Will!-
-Fuoco!-
I cannoni colpirono i tentacoli che, mezzi bruciacchiati, si ritirarono in acqua.
-Tornerà, dobbiamo lasciare la nave.- commentò Will.
Elizabeth si guardò attorno, notando che l’unica barca rimasta era stata appena distrutta.- Non ci sono scialuppe.-
-Non riusciremo mai ad ucciderlo.- intervenne Alice.
-Solo se non colpiamo quello più grande.- proseguì Will.
-Spezzerà l’albero maestro, hai visto quanto è enorme?-
-Useremo tutta la polvere da sparo, allora.- le rispose.- Tutta i barili nella rete della stiva!- ordinò poi, porgendo alla sorella un fucile.- Non mancare il colpo.-
Alice annuì decisa.- Fin che sarai al sicuro.-
-Occhi puntati sull’orizzonte.-
I marinai riunirono in una rete tutta la polvere da sparo rimasta e la legarono all’albero maestro.
Mentre Alice tirava le corde nonostante le ferite, ecco arrivare i tentacoli più piccoli che spezzarono il bordo della nave e fecero strage di più della metà della ciurma.
Evitando un tentacolo, Alice si aggrappò al parapetto e da lì poté vedere una scialuppa che si allontanava in fretta.
A bordo, Jack.
-Che codardo!-
Successivamente, la rete con dentro i barili e Will, appeso, si ritrovò a mezz’aria, proprio nel punto in cui, generalmente, il Kraken spezzava in due la nave.
-Spara Alice! Spara!- gli gridò, ma lui era rimasto impigliato e intanto cercava di liberarsi col coltello datogli dal padre.
Alice puntò il mirino sulla rete, quando un tentacolo l’afferrò per la caviglia, scuotendola e facendole cadere il fucile.
In quel momento, Ragetti usò un’ascia sul tentacolo e lo tagliò di netto.
Una volta a terra, Alice si guardò intorno, vedendo che il fucile era finito vicino al timone.
Nel caos più totale, salì le scalette, ma un piede tenne ferma l’arma a terra.
Alice alzò lo sguardo: era Jack.
Con sguardo concentrato, il capitano che era tornato a salvare la sua ciurma, prese il fucile e lo puntò dritto verso la rete.
Quando Will fu libero e il tentacolo più grande si apprestò a spezzare il vascello, Jack sparò e ci fu un enorme esplosione che colpì il Kraken, sminuzzando i suoi tentacoli, fino a farli ritirare.
Calò un tenebroso silenzio.- Lo abbiamo ucciso?- domandò Pintel.
-No, lo abbiamo fatto arrabbiare.- rispose Gibbs.
-Tornerà, dobbiamo lasciare la nave.- intervenne Jack.
Gibbs lo guardò sorpreso.- Ma Jack…La Perla…-
Il capitano posò lo sguardo su Alice.- E’ solo una nave, amico.-
-Ha ragione, ce ne andremo mentre stritola la Perla.- aggiunse Will.
Nel frattempo che tirarono giù l’ultima scialuppa rimasta integra, Alice osservò Jack che accarezzava il legno della nave come se ci tenesse davvero.
In quel momento, alla ragazza passò un pensiero per la mente.
Il Kraken cercava incessantemente colui che portava la macchia nera, perciò esso avrebbe inseguito Jack ovunque.
E allora, in pochi istanti, prese una decisione che le fece venire i brividi.
-Grazie Jack.- gli disse avvicinandosi.
-Non siamo ancora salvi, stellina.- commentò lui.
-Sei rimasto…Te lo avevo detto che un giorno avresti fatto qualcosa di buono.- continuò, accarezzandogli il petto e facendolo indietreggiare fino all’albero maestro, dove venivano tenuti i prigionieri.
-E sarebbe stato lo stesso giorno in cui tu…- mormorò Jack, con un ghigno divertito, fin che non capì che Alice gli aveva legato il polso alle manette.
Alice lo guardò negli occhi con i propri che erano lucidi.- Cerca te, non la nave, né noi.- gli sussurrò, singhiozzando.- Capisci che non c’è altra scelta?-
Con il dorso della mano libera, Jack le accarezzò la guancia.- So che ho fatto delle cose brutte…-
-No, Jack.- affermò lei, deglutendo.- Tu mi hai tradito, mentito, per anni e anni. Quando io, invece, sono stata sempre sincera con te. Ti amo.- mugugnò, prima di baciarlo con passione, come a godersi gli ultimi attimi.- Ti amavo…- disse infine, prima di voltare le spalle, prima che potesse ripensarci.
Gli ultimi della ciurma rimasti, Elziabeth, Gibbs, Cotton, Will, Pintel e Ragetti saltarono a bordo della scialuppa e si allontanarono dalla Perla.
-Dov’è Jack?- le chiese Will.
-Ha deciso di rimanere per darci una chance.- rispose Alice, stringendosi nelle spalle: per lei era difficile mentire per la prima volta.
Pochi attimi dopo, videro in lontananza i tentacoli del Kraken che inghiottirono la nave.
Tutti abbassarono lo sguardo, dispiaciuti, mentre un’ultima lacrima rigò il viso di Alice.

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Capitolo 7
*** So, where is my ship? ***


Quando si fece sera, con la scialuppa, il gruppo raggiunse la casa di Tia Dalma che preparò qualcosa di caldo da bere.
Mise le tazze su un vassoio e le distribuì, ma Alice non riuscì a bere.
I sensi di colpa iniziarono a farsi spazio nel suo cuore: qualcosa da bere non se lo meritava.
-Mi dispiace, so che con la Perla intendevi sfidare il diavolo e riprenderti l’anima del padre tuo.- disse Tia Dalma a Will.
-Non importa, la Perla è morta e con se il suo capitano.- rispose lui.
-Già e il mondo sembra già aver perso un po' della sua luce. A Jack Sparrow.- esordì Gibbs, alzando il bicchiere.
-Non ci sarà un altro capitan Jack.- aggiunse Ragetti.
Will accarezzò la mano della sorella.- Se ci fosse un modo per riaverlo…-
-Che cosa faresti?- domandò improvvisamente Tia Dalma.- Saresti disposti a varcare le porte dei confini del mondo, pur di riavere il vostro capitan Jack?-
Alice non sapeva cosa la donna intendesse e non la spaventava affatto affrontare i pericoli dei sette mari o anche, qualcosa in più.- Sì.-
Dopo di lei, tutti diedero il loro consenso.
-Bene, ma se dovrete affrontare le arcane coste, vi servirà un capitano.- continuò Tia Dalma.
A quel punto, da dietro il suo magazzino, uscì un pirata, con un cappello e una piuma al suo interno e una scimmietta sulla spalla.
Hector Barbossa, vivo e vegeto.
-Orsù ditemi, che ne è stato della mia nave?-
 
CONTINUA…
 
 
 
Anche questo secondo capitolo della saga è terminato, spero vi sia piaciuto…Trovate il continuo sul mio profilo 😊
 

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