Oggi o Allora

di Sabrina Boccia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


OGGI

CAPITOLO UNO

FRANCESCO

 << Bene, quindi facciamo l'abbonamento annuale per la sala attrezzi? Mi dovrà far avere il certificato medico di idoneità all'attività sportiva entro la prima settimana, intanto le consegno questa carta con cui potrà effettuare gli ingressi e accedere ai nostri servizi. Sono giusto quattrocento ottanta euro! >> spiega pratica la dipendente dell’impianto sportivo.

Chissà quante volte avrà stipulato contratti di questo tipo! 

Finora ho guardato ovunque tranne che lei, sto cercando di non prestare troppa attenzione al suo aspetto, dire che non sia appetibile è un eufemismo, in realtà non ispira proprio: con quelle ascelle tanto pelose non trasmette un gran senso di pulizia, così fatico a tenere le mie pupille sulla sua figura. 

 << D'accordo >> mi limito a ribattere, prendendo il portafoglio per saldare il conto. 

Distolgo lo sguardo dal suo volto e proprio in quel momento noto una donna al di là della vetrata che si affaccia sulla piscina. 

È di spalle, ha un leggins nero che le fascia le gambe lunghe e flessuose, mettendo in evidenza un sedere davvero grazioso. 

Ondeggia fiera sul bordo della vasca, stimolando subito la mia attenzione. Una massa di lisci capelli castani, un po’ spettinati e ribelli, le sfiorano la schiena, leggiadri si sventolano sul suo corpo, quasi sfiorando gli alti glutei, tanto sono lunghi.

Vorrei scoprire i tratti del suo viso ma non accenna a voltarsi. 

 << Allora? >> domanda invadente la receptionist, picchiettando in modo fastidioso con la penna sul bancone e disturbando la contemplazione di quel culo delizioso.

Mi ero del tutto scordato che stavo pagando l'abbonamento alla sala attrezzi.

Prendo i contanti e li poggio sul bancone, lei mi porge un modulo da compilare in modo da finire la tediosa operazione e mi fa cenno di sedermi sui gradoni antistanti la piscina e riempire lì il foglio, dandole la possibilità di sbrigare il cliente successivo. 

L’atrio della palestra è piuttosto grosso, c’è un bar sul lato destro ricolmo di leccornie varie, nel corridoio antistante l’ingresso invece sono esposti, per la vendita, capi sportivi di ogni genere e marca. 

Mi metto seduto sulla panca che affaccia verso le vasche d’acqua. Inizio a riempire il modulo, tuttavia i miei occhi volano di nuovo indiscreti sulla donna che avevo adocchiato poc'anzi, adesso proprio dinanzi a me, dall’altro lato del vetro.

La osservo. C’è qualcosa in lei che mi incuriosisce sebbene non l'abbia ancora vista in faccia. 

Lavora con grande entusiasmo, tanto che nemmeno per un secondo si è voltata, non permettendomi di scrutarla con più attenzione. Non che mi dispiaccia la visione del suo sedere ma vorrei che quella bambolina si girasse.

Pare molto sicura di sé e nessuno, in acqua o fuori, osa discutere i suoi comandi. Io, al loro posto, non farei altro che punzecchiarla, mi piace provocare le persone e poi renderei di sicuro la lezione meno noiosa di quanto appare.

Che ci trovi certa gente nel nuoto proprio non riesco a capirlo! Però è un peccato che come sport non mi attiri un granché, avrei volentieri perseguitato un po' quell’insolita e bell’insegnante. 

Quando ruota su se stessa, rivelandomi finalmente il suo splendido volto ovale, trattengo il fiato ammaliato: lunghe ciglia nere le contornano gli occhi a mandorla, un nasino piccolo e delicato si staglia sopra delle labbra che disegnano un cuoricino e gli zigomi alti e fini completano quella meravigliosa opera d'arte contemporanea.

Trattengo un sospiro e il mio sguardo scende impavido verso il basso: indossa una semplice polo dello staff che però le stringe il seno che appare florido e rivela un'esile vita che si apre sulla dolce curva dei fianchi.

Sento subito vita nei paesi bassi, un forte desidero carnale si impadronisce di me e la cosa mi infastidisce non poco. 

Non è possibile che mi eccito senza motivo per una tizia che neanche conosco. Di solito non mi capita, nonostante abbia una vita sessuale molto attiva, il mio amico fedele ha sempre saputo quando azzannare, mordere, abbaiare o sonnecchiare tranquillo. E adesso… non è sicuramente il contesto adatto per aizzarsi contro la preda.

Per me il sesso è un semplice passatempo a cui mi dedico quando esco, soprattutto di notte, o quando non ho impegni più importanti da sbrigare.

Con le donne ho chiuso da tempo, non meritano affatto considerazione.

Le relazioni non fanno per me e fin quando si tratta di una sana scopata son presente, ma per il resto no, detesto ascoltare le loro inutili chiacchiere o invischiarmi in tediosi inutili capricci. 

Non voglio alcun genere di legame e anche quando le monto, o ne scelgo una soltanto per la classica botta e via, sono molto chiaro su questo.

Per fortuna finora mai nessuna si è lamentata e mi hanno allargato le gambe senza tanti preamboli.

Al giorno d'oggi è difficile trovare una femmina che rinunci ad una buona trombata per qualche stupido scrupolo di coscienza.

Non esistono più le signore che si concedono solo per amore. Eppure, tanto meglio così, almeno noi uomini troviamo facile divertimento.

Guardo ancora la giovane istruttrice e non riesco ad impedire che un'idea malsana si insinui dentro me.

È assurdo e stento a credere che voglia farlo. Non ho mai frequentato un corso simile e non vedo perché dovrei iniziare proprio adesso visto che non amo affatto nuotare anzi neanche mi piace, però ho troppa voglia di conoscere quella strana creatura. 

Bene. Me la porterò a letto e poi mi farò l'abbonamento in sala, come del resto avevo già deciso. 

È molto carina e mi affascina come mai nessuna prima d'ora. Ho voglia di scoparla anche adesso e non mi capitava di avvertire un simile sano desiderio da parecchio.

Tuttavia non ho voglia di perdere tempo con una storia d’amore, né con lei né con altre, ho smesso di rodermi il fegato a causa del gentil sesso. 

Mi basta e avanza quella troia della mia ex! 

Del resto sono convinto che non appena giungerò all'uva, tutto questo grande interesse svanirà. 

Mi alzo in piedi e mi dirigo spedito dalla tizia, aspetto solerte che sbrighi il ragazzo che ha di fronte, nel frattempo do un’occhiata ai costumi in mostra, dovrò sceglierne qualcuno per il nuovo corso.

Di tanto in tanto continuo a lanciare sguardi furtivi alla mia nuova eccitante preda.

Presto sarai mia!

 << Ho cambiato idea, voglio prima fare un mese di nuoto >> spiego alla scimmietta con nonchalance, non appena si libera e mi dedica nuovamente la sua attenzione. 

Mi fissa prima scettica, in effetti non sembrerò normale ai suoi occhi, però mi offre comunque le indicazioni necessarie e mi consegna un nuovo fascicolo. 

Stavolta lo riempio dinanzi a lei mentre riprende le banconote che mi deve come differenza dalla cassa. Il mensile in piscina costa molto meno dell'annuale precedente. Ciò nonostante, io rifiuto i soldi, spiegando che li lascio come acconto per la futura iscrizione alla sala pesi che ho sempre intenzione di fare. 

D'altronde la Falco Sport è una bella struttura ed è vicina in termini di Km alla mia abitazione, quindi è l’ideale; non appena avrò raggiunto il mio scopo passerò fedelmente al solito abbonamento.

 << La ringrazio, non dimentichi il certificato medico, arrivederla >> mi liquida con superficialità, forse infastidita dal tempo che le ho fatto spendere. 

Il suo comportamento, mi stizza non poco, in fondo la pagano per star dietro quella scrivania e non dovrebbe assumere simili atteggiamenti. << Ho ancora una domanda >> replico serio, ignorando il mono sopracciglio che inarca, assumendo un'espressione ancor più indispettita.

 << Mi dica >> ribatte infatti con sufficienza, mentre io vorrei torcerle quel lungo collo dal nervoso. 

È proprio brutta, pelosa e antipatica! 

 << Quali sono i giorni in cui c'è quella donna come allenatrice? >> chiedo, indicando la bella moretta dello staff di nuoto. 

Sospira spazientita, intuendo subito la ragione della mia variazione, però mi fornisce comunque le informazioni richieste. Stavolta non la ringrazio, mi limito a salutare e me ne vado, tuttavia prima di uscire non resisto alla tentazione di guardare un'ultima volta la mia cacciagione. 

Sì, sarai mia, non ti lascerò scappare!

 

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


RESIA << Dolce Marra, che ne dici di tuffarti in acqua con noi? >> Ancora? Dio, quanto lo detesto. Okay, detestare forse è eccessivo... è divertente e spiritoso, in fondo potrebbe anche garbarmi se fossi più disponibile. Se, ma non lo sono per nulla. Si chiama Francesco Baggio, è iscritto al corso di nuoto da solamente una settimana e mi tratta con confidenza, come se ci conoscessimo da tutta la vita. Lo ignoro, procedendo lungo il bordo della piscina. << Lo prendo per un diniego? >> domanda, strizzandomi un occhio. Che buffo, trattengo un sorriso. Baggio è biondo e alto, ha un fisico asciutto e anche tonico per mia sfortuna, visto che l’occhio vuole pur sempre la sua parte e il mio cade spesso sul suo corpo. È abbastanza raro trovare un uomo i cui addominali scolpiti si esauriscano in quella splendida V, malcelata dal costume striminzito. Possiede lineamenti mascolini e tratti fieri, occhi grandi e profondi di un verde molto acceso: due smeraldi. Le labbra sono carnose e il naso dritto. Non sono una stalker, ma ritrovarlo a lezione mezzo nudo mi permette di analizzarlo al meglio e ammetto che quando l'ho visto per la prima volta ho tirato una bella boccata d'aria fresca. E come me, il resto delle donne in sala. Ho notato come lo guardano le sedicenni in piena battaglia ormonale, o le donne in menopausa: hanno quello sguardo da iene fameliche pronte a divorare un lauto pasto. Appaio anche io così? Ma anche no. Personalmente, lo trovo a malapena accettabile. Nulla contro di lui, anzi, è certamente un bel pezzo di figliolo... gran bel pezzo di figliolo! Purtroppo però trovo difetti in ogni uomo. Troppo basso, eccessivamente muscoloso, assolutamente infantile, poco raffinato, decisamente rozzo o ancora tremendamente sciocco. Lui a mio parere rientra nella classica categoria del bello ma stupido. Non mi ispira affatto fiducia, ma temo che il mio metro di giudizio sia comunque estremamente errato. Io paragono ogni dannato essere vivente a... Maledizione! Mi impongo per l'ennesima volta di non pensare, di dimenticare, mi armo del mio solito coraggio e sollevo il volto. Fingo un'espressione felice, che probabilmente risulta una fusione fra una smorfia, un broncio e uno sguardo accigliato. Sono assolutamente ridicola. Io e il caro nano Brontolo abbiamo di certo qualche antenato in comune. Lo osservo ancora. Forse quel povero malcapitato di Baggio è soltanto comparso in un brutto periodo, cerco di convincermi. Peccato che non riesca a darla a bere neppure a me stessa. È una vita che mi comporto così, perciò dire 'periodo' oramai credo sia riduttivo. Devo superare quell'infantile 'cotta adolescenziale'. In verità il mio primo grande e unico amore è stato declassato come cotta solamente quest'anno. Mi sono detta, che non considerarlo per quello che davvero sia, avrebbe aiutato a dimenticare, eppure non è accaduto. Mi rabbuio sempre al suo solo ricordo. Non riesco più neanche a pronunciare quel nome a voce alta. Ogni volta che penso di averlo accantonato, eccolo che salta fuori a tormentarmi. Francesco intanto simula uno sguardo triste, non si perde mai d'animo. Devo riconoscere che ha tenacia il ragazzo. << Sempre la solita. Quando la smetterai di prenderti gioco di me? Potresti almeno rispondermi qualche volta. >> Gli sorrido, non posso negare che sia divertente, quasi teatrale in realtà. Sono certa che faccia il cascamorto con ogni donna in grado di respirare. Bella, brutta, dolce o scorbutica per lui non fa alcuna differenza, purché abbia l'apparato respiratorio funzionante. << Oh, cielo, Baggio… ma non ti arrendi mai? >> replico, sbuffando. << Solo quando acconsentirai ad un mio invito. Allora, lo accetti? >> propone per l'ennesima volta, speranzoso. Con quello di oggi è il quinto appuntamento che mi chiede. No, il sesto. Non rispondo, come sempre del resto. << Non lo vedi che non ti fila? >> lo prende in giro Isaba, dalla vasca accanto. Sembra piuttosto irritata. È una donna molto avvenente. Non capisco perché perda tempo con quel damerino e soprattutto perché lui si ostini con me, pur avendo una fila di ancelle pronte a soddisfarlo. Non l'ho mai provocato, né tantomeno gli ho lasciato intendere che potesse in qualche modo interessarmi. Al contrario, sono certa che Isaba provi una forte simpatia per lui, come tutte del resto. Sono l'unica impassibile al suo fascino in questo dannato centro sportivo? << È cotta >> le risponde Francesco con sicurezza, sfoderando il suo sorriso migliore. Mi scappa un’altra risata. È incorreggibile, e anche piuttosto divertente, però non mi provoca le farfalle nello stomaco, il tuffo al cuore che... Basta! Oggi a quanto pare non è proprio giornata. << Bene, cominciamo. Solite otto vasche di stile libero >> comando ai miei ragazzi. Partono tutti, tranne Baggio, che mi manda prima un bacio. Com'è buffo! Devo farci un pensierino, prima o poi... molto poi! É un anno che lavoro come istruttrice di nuoto alla Falco Sport. Mi trovo bene, la paga è abbastanza buona, ed io adoro l'acqua. Non potrei desiderare di meglio! Mi toglie poco tempo allo studio, l'ideale per la mia Facoltà che con tutti quegli esami di Diritto richiede la massima dedizione. Frequentare Giurisprudenza è stata una vocazione per me fin dai tempi del liceo e terminerò questo percorso di studi ad ogni costo. Lavoro solo due ore serali, cinque volte a settimana. Quando ho un esame all'Università, il mio datore di lavoro è così comprensivo da concedermi qualche giorno di ferie, ovviamente non pagato. Non mi regala neanche un centesimo, ma non mi lamento di certo. È un uomo così benevolo! “Resia, lo studio prima di ogni altra cosa” dichiarò solenne, quando venni per il colloquio. Sorrido. Ogni volta che ripenso al giorno dell'assunzione gli angoli della bocca si piegano inevitabilmente in una smorfia felice. Il mio capo, Duilio, è proprio uno spasso. Eh, già, ha un nome un po' particolare. Abominevole ad onor del vero. Era così serio quando pronunciò quella frase che anche adesso, ripensandoci, non riesco proprio a trattenermi dal ridacchiare. Mi era parso come un giudice che pronuncia una sentenza di condanna dell'imputato, convinto oltre ogni ragionevole dubbio della veridicità di quella massima.

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