Our Eternity

di Illibrosulloscaffale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lo stesso cuore ***
Capitolo 2: *** La stessa intensità ***
Capitolo 3: *** Lo stesso gesto ***
Capitolo 4: *** Gli stessi occhi ***
Capitolo 5: *** Gli stessi incubi ***
Capitolo 6: *** La stessa umana ***
Capitolo 7: *** La stessa bambina ***
Capitolo 8: *** Lo stesso lupo ***
Capitolo 9: *** Gli stessi racconti ***
Capitolo 10: *** Lo stesso modo ***
Capitolo 11: *** La stessa situazione ***
Capitolo 12: *** La stessa proposta ***
Capitolo 13: *** La stessa vita ***
Capitolo 14: *** Lo stesso zaino ***
Capitolo 15: *** Lo stesso pensiero ***
Capitolo 16: *** Col sorriso ***
Capitolo 17: *** Solo per lei ***
Capitolo 18: *** La cosa giusta ***
Capitolo 19: *** L'ultima volta ***
Capitolo 20: *** Il giusto equilibrio ***



Capitolo 1
*** Lo stesso cuore ***


Il corpo del ragazzo era scosso da fremiti sempre piu forti e invasivi. 
Era ormai inutile provare a mascherare il fastidio che provava in quel momento. No, fastidio non era la parola adatta, non bastava a descrivere tutta la sua frustrazione. 
La sua mente non riusciva quasi più a ragionare lucidamente, era in uno stato di pura disperazione.
Perché lo volevano ridurre in quello stato? Aveva fatto qualcosa di sbagliato? Eppure gli pareva di non aver mai superato tutti quei limiti che il succhiasangue gli aveva imposto. Non si era mai neppure lamentato, da un lato li aveva trovati persino ragionevoli. 

Ogni tanto il pensiero che sarebbe potuto accadere lo aveva sfiorato, ma lui sempre prontamente lo scacciava via, rinchiudendolo nella parte più profonda della sua mente.
Bastava una piccola occhiata per assicurarsi che lei fosse ancora lì con lui e mettere a tacere le sue paure.
Bastava il suono della sua risata per far sparire tutte le sue incertezze.
Bastava il contatto della sua piccola mano sulla guancia per riportare pace nella sua vita.

Cosa avrebbe fatto se l'avessero portata via. Perché questa era l'urgente notizia che Edward gli aveva comunicato. Sarebbero andati via, chissà dove e per quanto. Lui e la sua famiglia avevano deciso, senza nemmeno sentire il suo parere, di prendere baracca e burattini e andarsene.
Gli avevano propinato quella scusa che proprio non riusciva a digerire, "la gente inizia a sospettare". Ma sospettare di cosa si chiedeva lui, dato che ormai non uscivano più e l'unico contatto umano rimasto era Charlie. 

Renesmee cresceva così in fretta, come potevano privarlo di assisterla? Lui doveva esserci, non era una scelta. Non che si sentisse obbligato o in qualche modo forzato, ma sentiva che doveva esserci. 
Lui voleva starle accanto esattamente come gli era stato vicino tutto quel tempo. Erano passati già cinque anni dalla sua nascita e non era passato giorno senza che i suoi occhi incontrassero quelli di lei, come un muto rinnovo di quell'impegno preso nei suoi confronti. 
Avevano deciso di togliergli la possibilità di vederla sbocciare e diventare adulta. 

All'inizio sapere che avrebbe dovuto attendere per poterla amare completamente gli era sembrato terribile, non capiva perché il destino voleva farlo soffrire più di quanto avesse già sofferto per Bella. Probabilmente una punizione per essersi impuntato così tanto su di lei, non comprendendo quanto fosse importante quel legame che univa indissolubilmente due anime, schernendo coloro che erano stati così fortunati da trovarlo prima di lui.
Tuttavia quando si era reso conto che in realtà il più fortunato di tutti era lui, aveva iniziato a vedere il destino come un alleato più che come un nemico. Poteva vederla crescere, essere tutto quello di cui lei avrebbe avuto bisogno durante tutta la sua vita. Avrebbe potuto darle tutto l'affetto che voleva in proporzione di quanto ne voleva. Poteva amarla in modi svariati e sempre nuovi. Poteva amarla come si ama una sorella, poteva volerle bene come amica, poteva viverla a 360°. Chi sarebbe mai stato così fortunato? Alla fine sette anni non erano niente paragonati a tutta una vita.
Perché lui ne era certo, qualsiasi modo si fosse evoluto il loro rapporto lui ci sarebbe stato, sempre. Sarebbe stato tutto per lei, con il solo scopo di renderla felice, anche se non fosse mai diventata la sua compagna. Aveva pensato anche a questa eventualità, non è detto che ciò di cui lei avrebbe avuto bisogno era un compagno, lei potrebbe non guardalo mai con occhi diversi. Eppure incredibilmente a lui andava bene anche così. 

A volte si stupiva di quanto fosse maturato, di quanto fosse diventato più saggio stando a stretto contatto con lei.

Non era stata una passeggiata neppure accettare cosa fosse lei. Perché il fato si beffava così di lui? Una mezza vampira, figlia di colei che riteneva di amare. Che stupido, a quel tempo non poteva capire cosa significasse veramente amare. Non poteva neanche immaginare cosa volesse dire tenere a una persona così tanto e custodire gelosamente ogni più piccola sfaccettatura del suo essere, dentro al cuore. Perché la sua Nessie aveva invaso completamente ogni sua parte e aveva trovato alloggio nel suo cuore. Credeva di amare Bella, ma il vero amore era lontano anni luce da quello che provava per lei. Una splendida amicizia, quello si. Anche se da quando era diventata un vampiro sembrava essersi messa uno scalino più in alto di lui, abbandonando quel rapporto di parità e rispetto che li aveva uniti. Le voleva ancora bene dopotutto, certe cose non le puoi dimenticare o cancellare e anche lei gli voleva bene, di questo ne era certo.
Rimaneva comunque il fatto che Renesmee era per metà vampiro, quella specie che negli anni aveva tanto odiato e del quale poi era diventato pure amico. Un giorno, si ricorda, finalmente da solo, fuori da sguardi indiscreti e da possibili letture del pensiero, si era messo a ridere, una risata quasi isterica, dovuto a tutto quello stress e tutti quei strani giochi del destino. Lei non aveva che pochi giorni e lui era quasi sempre a casa dei Cullen, non poteva permettersi di abbandonarla neanche per un istante. Eppure quel giorno aveva bisogno di una pausa di riflessione. Doveva mettere in ordine tutti i suoi pensieri. Da quando lei aveva posato il suo dolce sguardo su di lui, tutte le sue certezze erano crollate. Per un solo, piccolo, minuscolo istante, aveva pensato di non farcela. Valeva la pena vivere una vita così incasinata? 
Poi gli era squillato il cellulare, Bella lo aveva chiamato e avrebbe giurato che la sua voce celasse un velo di preoccupazione. Renesmee si era svegliata e come al solito lo aveva cercato, ma lui non era lì. Era così curioso il fatto che lei fosse attirata da lui come lui lo era da lei.
Sorridendo, finalmente sereno, era tornato a casa di quei succhiasangue.

Loro sapevano, sapevano che non era giusto separarli, che non potevano fare questo a lui e neanche a lei e sapevano pure che lui non avrebbe potuto seguirli, abbandonando così il branco. Eppure avevano fatto finta di niente, nascondendosi dietro una banale scusa.
Non gli restava che qualche giorno per stringerla ancora a sé e sperare che cambiassero idea.

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Capitolo 2
*** La stessa intensità ***


Era dovuto andar via, fuggire da quelle persone che avevano sempre sostenuto di aver capito la situazione. Coloro che gli avevano assicurato di farlo partecipare attivamente nella vita della loro bambina. Lo avevano promesso, sarebbero rimasti per tutto il tempo in cui Renesmee fosse cresciuta. Eppure eccoli, a pochi anni dalla sua "maturità", intenzionati a sparire.

Era tornato a casa sua, quella casa che di accogliente non aveva niente. Ci era andato a vivere dopo la nascita di Nessie, ma tanto era il tempo che passava nella villa dei Cullen che ormai non si sentiva più casa nessun posto in cui lei non ci fosse. 
Capiva che si stava comportando da bambino, che avrebbe potuto utilizzare il tempo che gli rimaneva in sua compagnia, invece che piangersi addosso.

Era stato il suo cellulare, ancora una volta, a interrompere uno dei suoi momenti di sconforto.
Edward lo cercava. Cosa poteva volere di più? Non era ancora soddisfatto e voleva comunicarli che sarebbero stati via per decenni?
Niente di tutto ciò, l'aveva chiamato semplicemente perché era stata lei a chiederlo.
Perché non si accorgevano di quanto erano essenziali l'uno per l'altra? Lui voleva lei con la stessa intensità con cui lei voleva lui.

Si era ritrovato a correre, ancora una volta, verso di lei. Non era una novità, quando chiamava lui era sempre pronto a raggiungerla, non esistevano distanze o impegni.
Lui c'era sempre.
Pensare che, chissà tra quanto, gli sarebbe stata portata via, lo spingeva a correre sempre più veloce per non sprecare nessun momento prezioso.

Era entrato in casa loro senza chiedere il permesso, ormai non serviva più. Più volte gli avevano detto che faceva parte della famiglia, lui stupido ci aveva creduto ed era caduto nella loro trappola.
Non aveva volto lo sguardo verso nessuno, non gli interessava vedere i loro visi da finti dispiaciuti, sapeva che fingevano tutti. Non gli interessava nessuno oltre a lei, solo lei popolava ogni suo pensiero dalla mattina quando apriva gli occhi, fino alla notte quando li chiudeva. Null'altro aveva importanza. 

Non capiva come mai lo avesse cercato, sapeva che sarebbe passato a trovarla prima che si abbandonasse al sonno. Lo aveva sempre fatto e, fino a qualche ora prima, era sicuro che lo avrebbe fatto sempre. Entrava dalla sua finestra, anche se era certo che il resto della famiglia si accorgesse dell'intrusione. Tutti lo sapevano ma nessuno ne faceva parola, lasciavano semplicemente che Renesmee trascorresse con lui gli ultimi istanti della sua giornata. Edward sapeva quanto lei attendesse quei momenti, indipendentemente da quanto tempo avessero già passato assieme durante la giornata. 

Quel giorno Jacob era entrato dalla porta, come a far notare chiaramente la sua presenza, sottolineando quanto lui fosse essenziale per lei. Un velato affronto a coloro che avevano deciso di allontanarlo dal suo imprinting. 

Quando si era ritrovato davanti alla porta della sua camera, senza essersi curato di nessuno durante il tragitto, Edward lo aveva bloccato.
Aveva fermato il suo polso prima che le nocche sbattessero sul legno bianco della porta e lo aveva tenuto fermo in aria.

《Devo parlarti prima che tu vada da lei》

Jacob aveva fatto un mezzo sorriso di scherno, in quel momento avrebbe volentieri colpito quel viso impassibile.

《Non hai già parlato abbastanza?》

《Lei ancora non lo sa》

Nei suoi pensieri il lupo pensava a tante parole che avrebbe voluto rivolgergli,  anche se effettivamente non c'era bisogno. Sapeva che Edward le sentiva tutte. 
Allora non sarebbe stato l'ultimo a saperlo, anche la dolce bambina proprio dietro quella porta non aveva idea di cosa sarebbe capitato di lì a poco.
In quella confusione di parole che vorticavano nella sua testa, solo una era apparsa forte e chiara "disgusto", si, perché i Cullen in quel momento lo disgustavano. 
Avevano studiato tutto per bene, sapevano che Renesmee non avrebbe mai accettato di abbandonare Forks, probabilmente l'avrebbero avvertita a pochi giorni, se non ore, dalla partenza.

《Non siamo così spregevoli, le diremmo tutto》

La parola disgusto comunque continuava ad essere impressa nella mente di Jacob.

Con uno strattone aveva fatto mollare la presa gelida dal suo polso e con molta delicatezza, per non spaventare la dolce creatura al di là della porta, aveva bussato.
La voce angelica, da soprano, gli aveva dato il permesso di entrare e lui, dopo un ultimo sguardo d'odio verso il vampiro, aveva fatto il suo ingresso.

Edward aveva sentito i pensieri della figlia appena il ragazzo aveva messo piede in camera sua. Era perfettamente a conoscenza dei suoi sentimenti, lui li aveva capiti prima ancora che lei riuscisse a definirli. Era ancora troppo piccola per capire appieno il significato di amore, eppure il vampiro sapeva che quello che lei provava presto si sarebbe trasformato, evoluto. Per il momento comunque rimaneva un grande affetto.

Nonostante quello che Jacob pensava, non erano loro i cattivi.

Il bianco regnava sovrano nella stanza della piccola Nessie, beh, ormai non era più tanto piccola. Nonostante Jacob la vedesse tutti i giorni, si stupiva sempre di ogni suo cambiamento. Come il viso, che mano a mano stava abbandonando i tipici tratti fanciulleschi, e Jacob la notava tutta quella lieve mutazione.
Con Renesmee era anche più facile notare i cambiamenti che affrontava durante la sua crescita accelerata. Erano passati solo cinque anni ma lei ne dimostrava già poco più di tredici.

《Jacob》

La sua voce. Solo udirla riusciva a placare ogni pensiero negativo. Solo lei era in grado di calmare il ragazzo con così tanta facilità e non era nenache a conoscenza di tutta l'influenza che aveva su di lui.

《Ciao piccoletta》

Lei si era già sistemata al calduccio sotto le coperte e nonostante avesse trovato una posizione comoda, non ci aveva pensato due volte a far spazio al suo amico; dopotutto lei stava comoda anche tra le braccia di Jacob.

Con un piccolo sorriso si era avvicinato alla figura completamente arrotolata nelle coperte e le si era steso affianco.
Lei si era avvicinata di più a lui e nonostante lo strato di tessuto che li separava, in quanto a Jake era stato tassativamente imposto di stendersi sempre al di sopra delle coperte, la piccola Nessie poteva sentire il calore irradiato dal corpo del ragazzo-lupo.

《Perché mi hai fatto chiamare? Lo sai che sarei passato comunque tra poco tempo》

Renesmee aveva portato fuori dal suo bozzolo di tessuto una mano e aveva iniziato a giocarellare con le dita della mano di lui. 
Quei piccoli movimenti la rilassavano e da quando lo aveva scoperto non ne poteva fare a meno.

《Non lo so, avevo una strana sensazione. Volevo sapere se stavi bene》

Povera piccola, lei non lo poteva sapere ma quelle "strane sensazioni" erano semplicemente i sentimenti che Jacob provava. Infatti, anche se in forma più lieve, pure l'oggetto dell'imprinting poteva capire o per lo meno percepire lo stato d'animo del compagno.

《Vedi? Sto bene, non ti devi preoccupare per me》

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Capitolo 3
*** Lo stesso gesto ***


Sto bene, che grande bugia. Lui non stava bene, per niente e lei lo aveva capito.
Aveva iniziato a fissarlo con quei suoi profondi occhi color cioccolato.
《A me sembra che sia tu quella che non sta bene》

Lo aveva notato subito, appena aveva messo piede in quella stanza. In Renesmee c'era qualcosa che non andava. L'aveva notato dall'espressione del viso, un po' più spento rispetto al solito. Il sorriso un po' più malinconico. Gli occhi un po' più tristi.
Piccoli elementi che solo un occhio attento poteva notare, o solo chi, come lui, aveva imparato a memoria ogni sua più piccola espressione.
《Sto bene》

Eppure lui lo sapeva che anche lei stava mentendo.

《Nessie, lo sai che puoi dirmi tutto》

Ed era così, lo era sempre stato. Durante quegli anni aveva ricoperto vari ruoli per lei: babysitter, insegnante, fratello, amico... più di tutto però era colui che l'ascoltava. Renesmee si trovava spesso nella condizione di voler parlare, liberarsi da dubbi e perplessità che affollavano la sua mente. Con i membri della sua famiglia usava semplicemente il suo dono e faceva vedere quello che pensava, ma con Jacob era diverso. Con lui sentiva sempre il bisogno di esprimersi a voce, esternare le sue emozioni senza usare trucchetti o scappatoie.
Lui poteva rimanere a sentire ciò che diceva per ore intere, gli piaceva capire come ragionava. Nessie era da sempre dotata di grande intelligenza, oltre che infinita sensibilità, parlare con lei era come parlare con una persona adulta. Per carità, Jake aveva passato pure il periodo di bambole e giochi per bambini, per fortuna un breve periodo. La fortuna della crescita accelerata.

《Sono strani in questo periodo, la mia famiglia intendo》

Era difficile nasconderle qualcosa, era curiosa e una grande osservatrice. I segreti non rimanevano tali per molto tempo con lei. Beh, qualche segreto per fortuna ancora non l'aveva scoperto.

《In che senso strani?》

《Non lo so. Anche tu sei strano. Mi nascondete qualcosa?》

Avrebbe voluto dirglielo, fare un dispetto a quei succhiasangue traditori, ma a che scopo? Perché avrebbe dovuto farla soffrire prima del necessario?

《Perché dovremo nasconderti qualcosa?》

《Mi trattate come una bambina, non volete mai dirmi niente》

Aveva smesso di giocare con le dita di Jacob e aveva incrociato le braccia. Voleva fare l'offesa pure con lui? Erano sulla stessa barca, i Cullen non dicevano niente a lei come nemmeno a lui. Come sempre facevano tutto per conto loro.

《Oh, ti sei offesa? Beh, allora meglio che vada》

Non serviva nemmeno muoversi o far finta di volersi alzare dal letto perché lei non glielo avrebbe permesso. Ogni volta si offendeva e lui ogni volta le diceva che sarebbe andato via. Nessie si muoveva veloce e gli afferrava il braccio, avvicinandosi più di quanto già non lo fosse.

《Jacob》

Non serviva che aggiungesse altro, diceva il suo nome e tanto bastava. Gli chiedeva di restare, gli chiedeva scusa, gli diceva che gli voleva bene. Semplicemente con il suo nome.

《È ora di dormire piccola》

《Mi racconti una storia?》

Già, col tempo era diventato un ottimo racconta storie. Era facile con lei, bastava che mettesse in mezzo una bella storia d'amore e lei era contenta, non servivano tanti dettagli, la sua unica soddisfazione era quando i due protagonisti, alla fine, si mettevano assieme.

《Perché invece, oggi, non mi fai vedere tu qualcosa di bello?》

Quello era il modo in cui Jacob le chiedeva di mostrarle i suoi pensieri. Come già detto amava sentire la sua voce e sentirla parlare, ma quando usava il suo dono si sentiva più legato a lei. Creavano una connessione solo loro, anche se talvolta Edward si metteva ad origliare.

《Va bene, cosa vuoi vedere?》

《Qualcosa che ti rende felice》

La piccola ci aveva pensato un po' su. Il ragazzo poteva giurare di aver visto le rotelle nella sua testa girare a più non posso. Non credeva di aver chiesto qualcosa di tanto difficile. Cosa la rendeva felice?
Dopo aver fatto un piccolo sorriso la bambina si era sistemata meglio sul petto di Jacob e poi aveva poggiato la mano sulla guancia del suo amico.
Quante volte l'aveva vista ripetere quel gesto, quello stesso gesto che con gli altri non sembrava così profondo. O forse era solo lui a vedere cose che non esistevano. Forse era solo lui a immaginare e viaggiare troppo con la fantasia.

Le aveva chiesto di mostrargli qualcosa che la rendesse felice. Non pensava che erano le stesse cose che rendevano felice lui.

Non appena le piccole dita di lei avevano sfiorato la sua guancia, ricoperta da un leggero velo di barba, le immagini avevano iniziato a scorrere.
Renesmee stava ricordando vari momenti che aveva passato assieme a lui.

Stava rivivendo la prima volta che Jacob l'aveva accompagnata a caccia. Lo ricorda perfettamente anche lui. Non ne voleva proprio sapere di cacciare, sembrava non fosse nella sua indole fare del male ad un essere vivente. Jake le aveva dovuto proporre una sfida per riuscire a farle prendere almeno un animale. Nonostante sapessero che poteva nutrirsi solamente di cibo umano, avevano notato che ciò la indeboliva e avevano deciso di farle fare una dieta mista. Ma Nessie non aveva la minima intenzione di provare a cacciare. Si ricorda quando, uno dopo l'altro, tutti i membri della sua famiglia l'avevano portata nel bosco. Tornavano sempre tutti con la delusione nel viso, Renesmee neanche ci tentava. Alla fine stremati, Edward e Bella avevano chiesto aiuto a Jacob, "provaci tu, magari a te darà ascolto" questo gli avevano detto dopo l'ennesima caccia infruttuosa. Il giorno dopo avevano tentato, solo loro due da soli. Nessun parente in giro o lupi di ronda. Le aveva proposto una sfida, chi riesce a prendere un animale più velocemente. Non aveva neanche aspettato che lei accettasse, la conosceva, sapeva che lo avrebbe fatto. Si era trasformato dietro un albero e, dopo aver lanciato un ultimo sguardo alla piccola, aveva dato il via alla gara. Naturalmente non l'aveva persa di vista neanche per un secondo, in realtà lui non ci stava nemmeno provando a cercare la preda. Aspettava solamente che Nessie ne trovasse uno per farla vincere.
Solo quando finalmente l'aveva vista, trionfante e con in mano uno scoiattolo, si era ravvicinato a lei. La natura successivamente aveva fatto il suo corso, era pur sempre una mezza vampira, la sete e l'odore del sangue lo sentiva pure lei, anche se non gli faceva lo stesso effetto della sua famiglia. Non avrebbe mai assalito nessuno per la soddisfare la sua sete, ma non poteva neanche rifiutare uno spuntino.

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Capitolo 4
*** Gli stessi occhi ***


La bambina gli aveva mostrato il suo punto di vista, la paura di non essere in grado e il dispiacere per le povere creature a cui avrebbe necessariamente tolto la vita. Gli aveva fatto vedere come tutti i suoi parenti avessero cercato di convincerla e il loro sguardo quando si rifiutava di muovere un solo muscolo. Poi le sensazioni erano cambiate, nuove e positive. La sensazione di poterci riuscire, di voler fare bella figura, di vedere il sorriso soddisfatto di chi era riuscito nell'impresa in cui tutti avevano fallito. Perché Renesmee l'aveva fatto per lui, per vederlo sorridere fiero di lei, per vedere quello sguardo orgoglioso. Lo sapeva che Jacob non si era mai messo a cercare nessun animale, sapeva che ogni passo che faceva lui le era dietro, pronto a intervenire.

Jake aveva fatto in tempo a sorridere leggermente quando le immagini nella sua mente erano cambiate.

Un altro ricordo, un altro momento passato assieme.
Questa volta voleva lasciarsi andare, ricordare e vivere quella scena solo dal suo punto di vista.

Renesmee si era appena svegliata, disturbata da tutto il frastuono che proveniva dal piano di sotto.
Silenziosa e col passo più leggero di una piuma si era avvicinata all'origine di tutto quel baccano. Chi poteva essere se non il suo Jacob? 
Eppure c'era qualcosa di strano nella sua voce, un tono che non gli aveva mai sentito usarenon con lei almeno.
Stava discutendo con Bella e sembrava parecchio arrabbiato. La sua voce, sempre così calda e gentile aveva tutto un altro suono. La bambina si ripromise in quell'istante di non voler mai sentire quel tono rivolto a lei. La spaventava.

《Bella perché non capisci? Potrei proteggerla meglio. E poi è una questione che riguarda noi》

《È troppo piccola Jake. Per adesso non c'è nessun voi, mettitelo in testa. Io sono sua madre

《Vive in una famiglia di dannati vampiri! Cosa potrebbe spaventarla?》

《Attento ai termini Jacob. Non superare il limite》

La discussione sembrava farsi sempre più accesa ma lei ancora non aveva capito il succo del discorso. Di cosa parlavano? 
Le erano venuti i brividi quando aveva sentito sua madre ringhiare. Era come se tutti quelli che conosceva, si trasformassero in sua assenza. Sua mamma non era così, lei era dolce e affettuosa, non avrebbe mai ringhiato verso un suo amico.

《Bella》

Il suo nome lasciato sospeso, un avvertimento. Jacob si era accorto della sua presenza e aveva avvertito sua madre.

《Nessie, lo sai che non si origlia?》

Quello era il suo Jacob. Quella voce allegra, quei suoni dolci mischiati a un, seppur piccolo, rimprovero.

Renesmee era uscita allo scoperto, non che potesse fare altro, ormai l'avevano notata.
Con le lacrime agli occhi si era avvicinata ai due. Non gli piaceva quando qualcuno litigava, non aveva mai visto nessuno farlo prima d'ora e sperava di non rivederlo più.
Si era sistemata tra Jake e sua madre, con le spalle rivolte al ragazzo, quasi a fargli da scudo.

Perché piangi amore?》

《Tu e Jacob litigavate》

Il suo amico l'aveva presa in braccio e l'aveva stretta in uno di quei suoi abbracci speciali, quelli riservati solo a lei.

《Stavamo solo discutendo Nessie, può capitare

《La mamma ti ha ringhiato contro》

La bambina aveva poggiato la testa nella spalla di lui e con le manine cercava di asciugare le lacrime.

《È stata colpa mia, ho detto una parola che non dovevo》

Jacob aveva aperto gli occhi, interrompendo quelle immagini. Non capiva, quello non era un ricordo felice. Perché Renesmee glielo stava facendo vedere?
Prima ancora di poter chiedere spiegazioni però, la bambina gli aveva fatto cenno di fare silenzio e aveva ripreso il suo racconto.

Perché stavate discutendo?》

《Oh, beh. La mamma ha paura che tu possa spaventarti se ti mostro una cosa》

La piccola non capiva, perché avrebbe dovuto spaventarsi? Se era con Jacob niente poteva farle del male, lo dicevano sempre tutti.

《Mamma io sono coraggiosa》

Ancora in braccio, si era voltata verso sua madre e aveva incatenato i suoi occhi a quelli rossi della donna.

《Lo so tesoro ma...》

Andiamo Bella, lo sai che non la farei mai soffrire》

Questa volta era stato Jacob a parlare, cercando di convincere per la seconda volta quella donna tanto testarda. Beh, Nessie da qualcuno doveva aver preso.

《Va beneMa sappi che un solo incubo e tu sei morto》

I due non avevano fatto neanche caso all'ultima parte. Il "Va bene" era più che sufficiente.

Jacob l'aveva portata fuori e delicatamente l'aveva poggiata per terra.

《Ascoltami bene Ness. Io adesso vado un attimo via, ma torno subito anche se in un modo un po' diverso. Tu non devi avere paura, mai, non di me. Se non ci riesci puoi rientrare in casa, d'accordo?》

Lei aveva annuito. Non capiva cosa le stava dicendoperché doveva avere paura di lui? Era suo amico, suo fratello.

Jacob come aveva detto si era allontanato. La bambina aveva piantato bene i piedini a terra, come a infondersi più coraggio. Per un attimo si era girata verso la casa alle sue spalle e aveva visto sua madre, la stava controllando dalla finestra.
Un rumore l'aveva fatta voltare nuovamente.
Un lupo. Un grosso, gigantesco lupo dal manto rossiccio.

Le si era avvicinato a passo lento e, quando ormai era a qualche metro da lei, si era accucciato per terra.
Teneva la sua grande testa poggiata sulle due zampe anteriori e guaiva.

Renesmee aveva fatto qualche passo, incerta.
Quello era il suo Jacob?

Piano piano, passo dopo passo si era ritrovata davanti a lui. Rispetto a lei era enorme, l'avrebbe potuta mangiare in un solo boccone.
Poi l'aveva guardato negli occhi.
Lei li conosceva, quante volte li aveva visti. Erano gli stessi occhi che vedeva ogni giorno nel viso del suo Jacob.

Aveva sorriso e aveva portato una sua mano sulla testa del grande lupo.

《Jacob, così grande però non ci entri in casa》

Il lupo per tutta risposta le aveva iniziato a leccare la faccia.
In quel momento la bambina non poteva non essere felice. Adesso si sentiva più legata a lui, condividevano un segreto. Lei ne diceva tanti a lui di segreti, ma questo li superava tutti. Lui si fidava di lei tanto da condividere questa grande parte di sé.

 

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Capitolo 5
*** Gli stessi incubi ***


Piano piano le immagini nella mente del ragazzo diventavano sempre più sbiadite, imprecise e se le prime volte questo strano effetto lo aveva spaventato a morte, ormai ci aveva fatto l'abitudine. Era perfettamente normale, la spiegazione era semplicemente la stanchezza della bambina. Proiettare le immagini le richiedeva un certo sforzo, sopratutto se per tempo prolungato. Aggiunta all'ora di dormire che si stava avvicinando, creavano un mix di stanchezza non facile da gestire.

Renesmee infatti si stava piano piano abbandonando al sonno e il suo dono ne risentiva.

《Nessie, per oggi può bastare. È ora di dormire》

《L'ultima, ci riesco》

Jacob si stava alzando per lasciare la sua dolce principessa riposare in pace, ma lei gli stava già stringendo il braccio per invogliarlo a rimanere.
Quando lo guardava con i suoi occhioni, non riusciva mai a dirle di no. Era impossibile, almeno per lui.

《Va bene. L'ultima e poi dormire》

Si era risistemato nella posizione precedente e aveva aspettato che la sua mano gli sfiorasse ancora una volta il viso.

《Mamma!》

La bambina si era ritrovata, ancora una volta, in preda agli incubi che non le permettevano un sonno tranquillo.
Era così simile a Bella, infatti anche la madre, al tempo ancora umana, era stata vittima di quegli stessi incubi che adesso tenevano sveglia la bella Renesmee.

La situazione non era facile e chi ne risentiva più di tutti era proprio lei. Piccola e indifesa costretta a sopportare tutto questo. Avevano cercato di tenerle nascosto quello che di  a breve sarebbe successo, ma lei era troppo sveglia e troppo curiosa. Mancavano ancora un paio di mesi prima del tanto temuto inverno. La neve presto sarebbe arrivata e con essa anche i Volturi.

La casa dei Cullen si riempiva sempre di più di occhi rossi, amici ma praticamente sconosciuti che avevano dato il loro sostegno.

Renesmee si era svegliata ancora una volta e aveva cercato sua madre. Di solito c'erano solo loro tre, Edward, Bella e lei. Non potevano certo farla dormire in una casa piena di vampiri, lei, il cui sangue scorreva nelle vene, il cui cuore batteva veloce come ad attirare l'attenzione. No, non avrebbero mai potuto metterla così in pericolo, erano amici certo, ma pur sempre vampiri.

Purtroppo quella notte i suoi genitori non c'erano, dovevano andare a caccia e con estrema riluttanza, avevano lasciato la loro adorata figlia nelle mani del lupo.

《Nessie, Bella non c'è, torna tra poco》

Jacob aveva fatto capolino nella sua stanza, si era fermato prorpio all'entrata e la osservava. Le aveva rivolto il sorriso più rassicurante che riusciva a fare, anche se di quei tempi non era facile nemmeno per lui far finta che tutto andasse bene.

Non era servito a molto purtroppo, Renesmee aveva i brividi e non certamente per il freddo. L'incubo di quella notte l'aveva scossa più del solito.
Renesmee nel frattempo aveva pure iniziato a piangere, era forte e intelligentema, ma era comunque una bambina. 
Jake le si era avvicinato, arrivando a sfiorare con le gambe il materasso.

Pure a quella distanza era riuscita a sentire il calore proveniente dal suo corpo, così famigliare, cosi rassicurante.

《Piccoletta, non piangere, era solo un incubo》

Non era solo un incubo era l'incubo. Il peggiore di tutti quelli che avesse mai fatto. La peggiore delle ipotesi che si sarebbero mai potute verificare.

Vedeva quanto il ragazzo fosse in difficoltà, voleva aiutarla ma non aveva idea di come fare. Renesmee sapeva che non aveva mai fatto fronte a una situazione del genere. Era venuto a conoscenza dei periodici incubi della bambina, ma non era mai stato presente. La notte infatti i suoi genitori lo cacciavano bonariamente da casa Cullen, da entrambe. La sua famiglia lo faceva per la sua sicurezza.

Nonostante tutto la bambina aveva deciso di andare in suo soccorso, se non fosse per lo stato in cui si trovava, si sarebbe messa a ridere vedendo quanto Jacob si trovasse in difficoltà. Il grande capo Jake inerme davanti a una bambina che aveva appena avuto un incubo.

《La mamma mi abbraccia quando succede》

《Oh, si, giusto. Un abbraccio》

Definire abbraccio quella strana stretta che le aveva dato non era proprio possibile. Eppure di solito il suo Jacob le dava i migliori abbracci del mondo.

Vedendo che la situazione non era per niente migliorata il ragazzo ci aveva provato ancora, questa volta con più convinzione però.
Lei seguiva ogni suo movimento, era sempre stata attratta da come Jake, nonostante la sua imponente stazza, si muovesse con una delicatezza innaturale.

Si era seduto sul letto proprio accanto a lei, le gambe distese sul materasso e sulle coperte con ancora le scarpe addosso -se lo avesse visto la mamma lo avrebbe sicuramente ucciso- e la schiena poggiata sulla testata.
Aveva allargato le braccia e con un sorriso l'aveva invitata a buttarcisi dentro.

Lei non se lo era fatto ripetere due volte. Veloce come solo i vampiri possono essere si era scostata le coperte da dosso e si era seduta sulle gambe di Jacob.
In un istante le sue braccia l'avevano circondata.

In quel momento tutte le paure e i brutti sogni erano spariti. Non pensava più a niente, solo al calore del suo fratellone e alla tranquillità che le infondeva.

Ad un tratto le immagini si erano sbiadite fino a scomparire completamente.
Nessie ormai era praticamente nel mondo dei sogni. Era ora di dormire.

Con un sorriso da ebete stampato in faccia, dimenticandosi pure della brutta giornata che aveva appena passato, si era lentamente alzato dal letto.

Aveva sistemato le coperte in modo che l'avvolgessero del tutto. Un suo piccolo sostituto fino a quando non avrebbe potuto abbracciarla lui, la mattina successiva.
Erano questi piccoli gesti che lo meravigliavano di sé stesso, erano queste azioni insignificanti ma allo stesso tempo importanti, che più di tutti gli facevano capire quanto il legame con quella bambina fosse profondo.

Le aveva dato un bacio sulla fronte e poi si era avviato verso l'uscita della camera.

《Buona notte piccoletta》

Prima di uscire si era fermato nuovamente ad osservarla, guardarla mentre il sonno si impadroniva di lei, mentre veniva trasportata in quel mondo inaccessibile a tutti. Già, nessuno aveva mai potuto vedere i suoi sogni, ne attraverso il suo dono, ne attraverso la lettura del pensiero. 
Anche Edward da tempo si era accorto che gli era impossibile leggere la mente della figlia mentre dormiva, come se si attivasse uno scudo impenetrabile.
Forse era meglio così, i suoi sogni dovevano rimanere solo suoi.

《Buona notte mio Jacob》

 

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Capitolo 6
*** La stessa umana ***


Il sorriso che aveva stampato sulla faccia gli morì in un istante, nell'esatto momento in cui i suoi occhi incontrarono quelli di Edward.
Cosa poteva volere ancora? Non gli era bastato rovinargli la giornata, doveva rovinare pure il ricordo della sua Nessie? 
Perché questa giornata non poteva chiudersi con Renesmee e la sua buonanotte?

《Cosa vuoi ancora?》

Quasi non riconosceva più la sua voce, non si ricordava una sola volta che avesse usato quel tono con qualcuno.

《Dobbiamo sistemare la faccenda Jacob》

Gli venne quasi da ridere alla sua affermazione.
Dobbiamo? Da quando anche lui era incluso nei misteriosi piani dei Cullen?

《Piantala di fare il bambino. Ti abbiamo sempre reso partecipe in tutto》

Che bella faccia tosta. Rinfacciargli la grazia che gli avevano fatto di poter stare affianco al suo imprinting. Degli angeli scesi dal cielo.

《Dovrei ringraziarti Edward? Mi avete tenuto fuori proprio nel momento più importante》

A volte si rendeva conto di essere troppo impulsivo, forse per certi versi, ancora troppo infantile. Anche in quel momento, avrebbe dovuto ascoltare le sue parole, capire ciò che stavano facendo e perché. Invece l'unica cosa che era stato in grado di fare è stata scappare. Uscire da quella casa, trasformarsi e correre per tutta la notte. Da solo e con la disperazione nel cuore.

La vampira mora aveva prontamente raggiunto suo marito, ancora in piedi davanti la porta di entrata.
Gli aveva preso una mano e l'aveva stretta nelle sue, carezzandone piano il dorso.

L'uomo fissava sua moglie, la donna che amava e che avrebbe sempre amato. Non sapeva come faceva a esserne così sicuro, forse anche lui aveva avuto un imprinting con Bella. Gli aveva rapito il cuore, quel cuore che ormai non batteva più da tempo, eppure in sua presenza sembrava che riprendesse a farlo.
Nonostante ormai fosse un vampiro, ogni volta che incrociava il suo sguardo vedeva la sua Bella. La stessa umana che era riuscita a far innamorare un mostro. La sua ragazza umana.
Poteva ancora considerare mostri quelli della sua specie? Sua moglie era un mostro? E nonostante il suo esserlo solo per metà, anche sua figlia era un mostro? Esseri senz'anima, come per molto tempo aveva sostenuto. 
No, non era possibile. Bastava guardare la donna al suo fianco, colei che per amore di sua figlia avrebbe fatto qualunque cosa, colei che per non far soffrire suo padre aveva resistito alla sua sete a un paio di giorni dalla trasformazione. Bastava guardare Renesmee, l'essere più dolce che ha mai messo piede in questo mondo, la bambina che non voleva far soffrire dei poveri animali innocenti.
Come potevano loro essere senz'anima?

《Edward》

La stava ancora fissando, senza guardarla veramente.

《Jacob capirà》

Non poteva leggere i suoi pensieri, ma capiva che lei era preoccupata. Preoccupata per il suo migliore amico, per sua figlia, per la sua famiglia.

《Non lo farà, non ci perdonerà mai. Sei proprio sicuro che sia la scelta giusta?》

《Deve esserla》

Eppure Bella nella sua mente, celata al marito, non ci credeva. 
Lei ci era passata, sa cosa significa essere allontanati dalla persona che si ama. Quello di Jacob verso sua figlia, pur non essendo un amore da adulti, era pur sempre amore.
Per quanto le costasse ammetterlo, vivevano l'uno per l'altra. A volte le sembrava che Renesmee preferisse Jacob a lei, alla sua stessa madre. Come se il lupo fosse uno scalino più in alto, come se occupasse uno spazio più grande nel suo cuore.
Forse erano solo immaginazione di una madre troppo apprensiva.
Non che lei lo fosse, quale madre apprensiva avrebbe permesso a un uomo di stare nello stesso letto di una bambina. Ma lui era Jacob, sapeva che prima di fare del male a lei, ne avrebbe fatto a se stesso.

《Questa volta amore mio, hai deciso da solo. Ti supporto e ti supporterò sempre, ma non sono d'accordo》

《Tu cosa avresti fatto Bella? L'avresti lasciata sola con lui?》

La donna aveva sollevato un sopracciglio.
Certo che lo avrebbe fatto. Solo un anno prima avrebbe lasciato la vita di sua figlia nelle mani di Jacob, quella sarebbe stata la sua prima scelta, sempre.

Ma suo marito non era dello stesso avviso. Quella volta non ne sapeva niente, non ne poteva sapere niente. Alice era stata chiara, nessuno oltre a Bella doveva essere a conoscenza di quel piano. La sua bambina e Jacob sarebbero scappati, soli, lontani dalla battaglia. Lui l'avrebbe protetta per tutta la vita. Per fortuna non era stato necessario.

《È solo una bambina》

《Ma lui non è solo un uomo》

Per Bella l'eternità non era facile da vivere come si era aspettata.

《Devo andare un attimo da Carlisle nel suo studio, ci vediamo più tardi》

Con quella frase e un bacio sulla fronte, il vampiro si era congedato, lasciando la moglie ancora sulla porta di casa.
Sarebbe rimasta ferma li ad aspettare, senza neppure accorgersene, continuando a ragionare su tutta la situazione.
Invece era stata la voce di sua figlia a farla tornare alla realtà, a farla muovere e dare una parvenza di umanità a quel suo corpo che di umano aveva ben poco.
Renesmee la chiamava dalla sua camera, anzi dalla ex camera del padre. Per varie ragioni infatti, si erano trasferiti momentaneamente, sarebbero rimasti tutti assieme. Alla piccola non sembrava dispiacere più di tanto, amava la sua famiglia e passare più tempo assieme non poteva che renderla felice.

In quel momento comunque non c'era nessuno nei paraggi, nessuno che si chiedesse perché era ancora ferma sulla porta. Prima che Jacob andasse via, erano tutti spariti nel nulla, forse timorosi della sceneggiata che quel ragazzo troppo impulsivo avrebbe potuto fare.

E mentre la donna saliva le scale velocemente per andare da sua figlia che la chiamava, un lupo rossiccio era appostato proprio sotto la finestra della piccola per assicurarsi che tutto fosse tranquillo.

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Capitolo 7
*** La stessa bambina ***


La vampira teneva stretta tra le sue braccia la piccola Renesmee. La bambina si era svegliata per colpa di un incubo e da allora non era riuscita ancora a riaddormentarsi.

《Cosa ti preoccupa Renesmee?》

A volte desiderava il dono di suo marito, entrare nella mente di sua figlia e capire tutto ciò che la tormentava.

《Jake》

《Cosa ti ha fatto Jacob?》

In un attimo si stava pentendo di tutta la fiducia che riponeva in lui. Se avesse scoperto che aveva fatto qualcosa alla sua bambina contro il suo volere, non sarebbe sopravvissuto alla notte.

Nessie aveva poggiato la mano sulla fredda guancia della madre, anche se lei tutto quel freddo, non l'aveva mai percepito.

Aveva fatto vedere alla madre come il ragazzo si comportava con lei quotidianamente, l'affetto che poteva vedere ogni giorno attraverso il suo sguardo e la sensazione che la sua presenza riusciva a infondere alla bambina. Poi aveva mostrato la differenza tra quel Jacob e quello che era entrato in camera sua quella sera.
Il suo sguardo era diverso, perso, quasi disperato. La richiesta di mostrargli qualcosa, qualcosa di bello, qualcosa che la rendeva felice. 
Tuttavia non aveva rivelato alla madre ciò che aveva mostrato a lui, quei ricordi erano suoi, suoi e di Jake. Tutti gli altri erano estranei.

《Sei preoccupata per lui?》

Bella era meravigliata e terrorizzata allo stesso tempo. Lei proprio non lo capiva, non riusciva a comprendere quel legame che univa i due. Era spaventata dall'effetto che lui aveva su di lei, bastava un suo gesto un po' più distaccato e Renesmee andava nel panico. Il loro era un legame indissolubile, quando erano assieme non facevano più caso a nessuno. Esistevano solo loro.

《L'hai visto mamma, non era il mio Jacob》

Il suo Jacob. L'aveva sempre definito così, suo. Nessuno sapeva perché, ma da quando aveva iniziato a parlare aveva sempre accompagnato il nome con quell'aggettivo. Era sempre stata possessiva nei suoi confronti, nessuno poteva stare con lui per troppo tempo.
Con la crescita il suo attaccamento morboso al ragazzo, era piano piano andato scemando. Quando era più piccola monopolizzava completamente l'attenzione di Jacob, lui non doveva guardare o curarsi di nessuno al di fuori di lei. Lo cercava, continuamente, attendeva il suo arrivo con trepidazione e si disperava quando doveva andare via. Per fortuna crescendo si era calmata. Lui rimaneva sempre una parte fondamentale della sua vita, ma in un modo più discreto.

《Vedrai che domani tornerà a essere il solito Jake. Probabilmente ha solo avuto una giornata faticosa》

《Allora è stata colpa mia, era stanco ma io l'ho fatto chiamare da papà》

Colpa sua, come se per lui averla affianco fosse una scocciatura. Non esiste stanchezza che possa fermare Jacob Black dal raggiungere Nessie. È successo spesso che arrivasse a casa loro distrutto, sia per gli impegni lavorativi sia per quelli da lupo, eppure ogni volta sfoderava il suo sorriso migliore e trascorreva del tempo con lei.

《Non è stata colpa tua, sarebbe passato comunque a salutarti. Vedrai che per domani tutto si sarà risolto, ma adesso devi dormire amore mio》

《Puoi leggermi una poesia?》

Ed eccola la sua bambina. La stessa bambina a cui leggeva, non molto tempo prima, le poesie per farla addormentare. Renesmee non è rimasta piccola tanto a lungo e tra non molto farà i conti con le emozioni e le novità che l'adolescenza comporta.

Le parole pronunciate da Bella accompagnavano il sonno di Renesmee e mano a mano, mentre la voce di sua madre diventava sempre più bassa e lontana, la ragazzina si lasciava trasportate in quel mondo dove niente avrebbe potuto farle del male.

La notte in casa Cullen era sempre stata silenziosa, ognuno impegnava il tempo come meglio credeva ma nessuno fiatava. Non una parola, non un rumore. Nulla.
Quella sera tuttavia, i vampiri si erano seduti tutti assieme nella stessa stanza, abbandonando i loro passatempi per stare assieme. Nonostante nessuna parola fosse stata pronunciata, tutti pensavano alla medesima cosa, tutti ragionavano e tutti cercavano una soluzione.
Erano rimasti immobili, solo quando l'oscurità si era diramata e un raggio di sole era passato attraverso il vetro della finestra, avevano ripreso le loro abituali attività.

Edward e Bella erano rimasti l'uno affianco all'altra per tutto il tempo, stringendosi le mani per l'intera notte.

《A cosa pensi Bella?》

《Al fatto che possiamo ancora cambiare idea》

Certo che potevano, anzi sarebbe stato meglio cambiare idea. Avrebbe straziato il loro cuore, anche se esso era solo un ricordo della loro vita passata da umani. Avrebbero sofferto tutti. Dal primo all'ultimo, anche chi di solito cercava di nascondere le proprie emozioni. Sarebbe stato meglio cambiare idea, ma farlo avrebbe lacerato la loro famiglia. Eppure anche agli occhi di Edward, così restio al cambio di rotta che da tempo la moglie gli stava suggerendo, sembrava apparire sempre più chiara la via migliore da percorrere.

《Qualsiasi scelta prendiamo qualcuno ne soffrirà》

Renesmee avrebbe sofferto in ogni caso, non c'era possibilità di sottrarla a quel destino. 
Bisognava solo capire in quale delle eventualità avrebbe sofferto di meno, mantenendo comunque la massima protezione. Sempre che ne esistesse una.

《Edward, dobbiamo parlare con Jacob, bisogna dirgli la verità. Tutto questo comprende anche lui》

Era ormai da giorni che Bella si batteva per questa causa. Eppure nessuno sembrava intenzionato a darle retta, le sembrava quasi di essere tornata la debole umana costantemente tenuta fuori dalle decisioni.

《L'abbiamo messo al corrente》

《So cosa gli hai detto, quello non è mettere al corrente》

Il ragazzo era stato deliberatamente tenuto all'oscuro dalla maggior parte della questione. Gli era stata semplicemente detta parte di una delle ipotesi prese in considerazioni e spacciata come verità, gli era stato raccontato come se la scelta fosse ormai stata presa.

《Bella è inutile dirgli tutto, sai già per quale soluzione si schiererebbe》

《Ha il diritto di sapere. Chiusa la questione》

Non avevano mai discusso per così tanto tempo, erano giorni che non riuscivano a trovare un accordo su niente. Per la prima volta nessuno dipendeva dall'altro, ognuno con le proprie idee lottava per affermarle. Per questa ragione serviva Jacob, lui avrebbe fatto pendere l'ago della bilancia da una parte o dall'altra. Al momento prendere una decisione era di vitale importanza.

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Capitolo 8
*** Lo stesso lupo ***


Nella casa risuonava una dolce melodia. Tutti membri della famiglia erano stati catturati da quel suono. Le dita di Renesmee si muovevano veloci e precise sui tasti del pianoforte. Suonava bene quasi quanto il padre, nessuno non poteva rimanere ammaliato da lei e dai suoni che era in grado di produrre. Una bambina prodigio, non esisteva attività in cui non brillava, eccelleva in tutto. Alla tenera età di cinque anni, anagraficamente parlando, sapeva suonare tre strumenti, creava splendidi disegni e opere che si sarebbero potuti tranquillamente esporre in un museo, la sua voce da soprano le permetteva d'incantate tutti ogni qual volta iniziasse a cantare. Le piaceva leggere, era curiosa e apprendeva in fretta qualunque nozione. Farle da insegnante era fonte di orgoglio per molti dei membri della sua famiglia, lei era la studentessa che ogni docente sogna. Lei era semplicemente perfetta in tutto, anche troppo, eppure la sua bravura non sfociava mai in arroganza.

Edward le sedeva accanto, controllava che ogni suo gesto fosse esatto, non che servisse effettivamente controllare. Aveva provato quella canzone per giorni e giorni, non era possibile che commettesse qualche errore.
Guardava sua figlia con orgoglio, non poteva desiderare di meglio, la amava con tutto se stesso.

《Amore vai a prepararti, Jacob sta per arrivare

Era bastato semplicemente nominare il suo nome affinché il viso della sua bambina si illuminasse. Al solo udire quel maledetto nome tutti i pensieri di Renesmee si erano concentrati su un unico soggetto. Jacob. 
Doveva ammettere che spesso e volentieri era geloso di lui. Sentire costantemente i pensieri della figlia rivolti verso quel sacco di pulci non era affatto bello. Il peggio era quando lui le stava vicino, la bambina non capiva più niente. Non vedeva e non pensava a niente che non fosse lui. 
Questa volta, non appena la madre le aveva ricordato della loro uscita, Nessie si era alzata per dirigersi in camera sua, senza nemmeno preoccuparsi di finire la canzone che stava suonando.

Bella aveva dovuto interrompere a malincuore quella splendida melodia.
Sarebbe rimasta ore e ore ad ascoltarla suonare, ma si stava facendo troppo tardi. Presto il ragazzo sarebbe arrivato per portare Renesmee a La Push e sapeva quanto la bambina ci tenesse a presentarsi al meglio, ogni volta che Jacob veniva a fare una visita.

L' insistente bussare alla porta da parte del ragazzo-lupo aveva completamente rovinato l'atmosfera che si era creata grazie alla maestria al piano della piccola.

Edward si era precipitato alla porta per andargli ad aprire prima che sua figlia fosse di ritorno.

Quando aveva notato che ad aprirgli non era stata la sua Nessie ma bensì suo padre, il sorriso che aveva in volto gli si era spento. Erano passati un paio di giorni da quando gli avevano comunicato della loro imminente partenza e lui ancora non era riuscito ad accettare quella decisione. Non l'avrebbe mai accettata. Li avrebbe odiati per sempre, non avrebbe perdonato questo torto nemmeno quando la sua strada si sarebbe incrociata nuovamente con quella di lei. Perché ne era sicuro che loro si sarebbero ricongiunti, non sapeva tra quanto, ma lo avrebbero fatto.

Aveva lanciato uno sguardo di puro odio verso il vampiro e poi si era allontanato. L'avrebbe aspettata fuori, non c'era alcun bisogno di entrare in quella casa.

《Jacob, questa sera, quando la riporterai a casa, dobbiamo parlare》

《Non ho nulla di cui parlare con voi》

《Jake, ti prego, è importante》

Bella si era aggiunta a quella conversazione, sempre che lo scambiarsi due frasi possa considerarsi tale.

Stava per rispondere, avrebbe voluto dire che lui con quella famiglia non voleva averci più a che fare, che se non fosse stato per Nessie non avrebbe mai più voluto vederli. Ma non era riuscito a dire niente. Non aveva fatto in tempo perché un mostriciattolo impertinente gli era saltato addosso prima ancora che lui potesse parlare.

《Jacob! Sono pronta, andiamo?》

《Si piccoletta, andiamo》

E mentre lei salutava i suoi genitori, ancora fermi sulla porta d'ingresso, Jacob si era andato a trasformare dietro qualche albero poco lontano.

Al suo posto un enorme lupo aveva fatto ritorno. Il suo lupo. Lo stesso lupo che la sorvegliava ogni volta che metteva piede nella foresta.

Lei si era avvicinata con sicurezza, non era mai stata spaventata dalla sua stazza e mai lo sarebbe stata. Era sempre Jacob e questo lei lo sapeva.
Aveva accarezzato leggermente la sua testa e poi con le braccia gli aveva cinto il collo. Le piaceva sprofondare nella sua pelliccia morbida, era come abbracciare un peluche gigante, o almeno così pensava quando era più piccola.

《Se sei pronto andiamo》

Per tutta risposta il lupo si era abbassato leggermente, così che la ragazzina potesse salirgli in groppa senza alcuna difficoltà.
Una volta essersi assicurato che lei si era sistemata, aveva iniziato a camminare. 
Quando ormai erano lontani da occhi indiscreti, aveva invece iniziato a correre, sotto l'invito della ragazza.

《Vai Jacob, più veloce che puoi》

I Cullen non volevano che corresse quando Renesmee gli stava sopra, ma non poteva farne a meno. A lei piaceva quando correva, le piaceva sentire il vento sul viso, le piaceva come ad ogni suo salto le sembrasse di volare, le piaceva reggersi alla sua pelliccia mentre veloci sfrecciavano nella foresta, schivando tutti gli alberi. 
E allora lui non le poteva dire di no, non poteva negarle tutto quello e non poteva negarsi tutto quello. Perché gli piaceva la fiducia che riponeva in lui e gli piaceva la sensazione di correre sentendola vicina.

Poco prima di arrivare, si era fermato per farla scendere. Voleva ritrasformarsi per fare una passeggiata con lei, almeno fino alla spiaggia. 
Voleva camminare fianco a fianco e guardare i suoi occhi che, nonostante avessero visto migliaia di volte quella foresta, continuavano a brillare meravigliati. Voleva semplicemente stare un po' assieme a lei e godersi ogni più piccolo istante, imprimere per sempre nella sua mente ogni sua espressione, ascoltare il suono della sua voce mentre pronunciava il suo nome. Voleva godersi la sua Renesmee fino a quando gli sarebbe stato concesso.

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Capitolo 9
*** Gli stessi racconti ***


Le notti con lei a La Push sarebbero rimaste per sempre nella sua memoria.
Era così bello averla così vicino e condividere con lei una parte così grande della sua vita. 
Non era nuova a quelle serate, da tempo ormai Jacob la portava con sé quando si organizzavano i grandi falò.
Lei sembrava nel suo habitat naturale, scherzava e rideva con persone col doppio della sua età ma pareva non importarle, nessuno veniva lasciato fuori, la sua allegria contagiava tutti.

Quando il fuoco veniva acceso e ognuno si sistemava attorno, Jacob faceva sistemare la piccola tra le sue gambe. Si sedevano a terra e lei si accucciava vicino a lui, con la schiena poggiata sul suo torace. Gli veniva naturale stringerla a sé e coccolarla per tutta la durata della riunione. Cercava di distrarla dagli argomenti più noiosi, che a dire la verità annoiavano pure lui, aspettando che la parte migliore della serata arrivasse. 
Renesmee ascoltava sempre con molta attenzione i racconti della sua gente, nonostante li avesse ascoltati varie volte. Gli stessi racconti che tempo prima avevano stregato sua madre. Ne rimaneva incantata, grazie anche al modo in cui Billy riusciva a trasmettere tutta la loro sacralità. 
A Jacob piaceva osservarla mentre lei era totalmente rapita dalle parole di suo padre, le passava le mani tra i capelli e quando poteva la stringeva ancora di più a sé. 
Ogni tanto si girava a osservare gli altri, coloro che la loro compagna l'avevano già trovata e potevano dirlo apertamente. Lui da una parte era pure fortunato, almeno la sua di compagna era lì e poteva farla partecipare a quelle serate. Anche se non poteva baciarla come Sam faceva con Emily o non poteva accarezzarla come Paul faceva con Rechel, sentirla vicina lo faceva stare bene. Dopotutto c'era chi stava messo peggio di lui, almeno non avrebbe dovuto aspettare diciotto anni.

Ed era in quel momento di spensieratezza, di pura felicità, di pace, che le parole di Edward gli erano tornate alla memoria. Se fossero andati via, quella sarebbe stata l'ultima volta in cui poteva vederla mentre il fuoco illuminava la sua figura, sarebbe stata l'ultima volta in cui lei avrebbe sentito le storie sui lupi, sarebbe stata l'ultima volta in cui avrebbe potuto far finta che lei fosse lì come sua compagna e non come semplice invitata.
Ormai la sua serata era stata rovinata, il pensiero di perderla si era di nuovo fatto strada in lui, aveva riportato a galla i problemi che si era promesso di allontanare almeno per una notte.

Nonostante quei suoi pensieri comunque aveva deciso di far passare e lei la migliore ultima serata. Aveva cercato di non far pesare su di lei il suo malumore e continuare a trattarla come pochi istanti prima.

《Ti diverti piccoletta?》

Lei aveva voltato il viso di poco, guardandolo con la coda dell'occhio, cercando di non perdersi neanche una parola di Billy.

《È bellissimo qua Jacob, vorrei venirci più spesso》

《Anche io lo vorrei Nessie, anche io》

Sembrava quasi farlo apposta, ricordargli in ogni momento la sua futura partenza. Quella di cui lei ancora non era a conoscenza.

E così la sera era proseguita tranquilla, racconti, scherzi e risate. Lei si era perfettamente ambientata nel branco, in entrambi. Era diventata una ragazza-lupo senza nemmeno accorgersene. 
Quando gli occhi di Nessie avevano iniziato a farsi pesanti, Jake aveva capito che era il momento di riportarla a casa. Sarebbe comunque scattato il coprifuoco a breve e la serata ormai andava verso la sua conclusione.

《Andiamo Nessie, devi tornare a casa prima che tuo padre mi stacchi la testa a morsi》

《Non voglio tornare, rimaniamo ancora》

Eppure, a discapito delle sue parole, la stanchezza piano piano si stava impadronendo di lei. Gli occhi erano leggermente socchiusi e un grosso sbadiglio aveva fatto capolino dalla sua bocca.

《Ma se stai morendo di sonno. Forza, il cavaliere deve riportare la principessa al suo castello》

《Io non sono una principessa》

《Bene, perché io non sono un cavaliere》

Nonostante qualche piccolo lamento alla fine Nessie aveva ceduto, anche lei si era accorta di non riuscire più a tenere gli occhi aperti.

Jacob sapeva che non avrebbe resistito fino a casa sua, sarebbe crollata molto prima, così invece che trasformarsi si era semplicemente caricato la ragazza in braccio e aveva iniziato a camminare.

Lei aveva poggiato la testa proprio all'altezza del suo cuore, sicuramente se fosse stata un po' più sveglia avrebbe potuto sentire l'effetto che quella vicinanza provocava sul ragazzo.
Invece il battito, seppur più veloce del solito, aveva solamente conciliato il sonno di lei, facendola sprofondare nel mondo dei sogni poco dopo essere partiti.
Quella era la sua opportunità di osservarla per tutto il tempo necessario senza sembrare un maniaco, anche se osservarla mentre dormiva non lo faceva apparire comunque più normale.

Cresceva così troppo in fretta, mutava e maturava. Era difficile starle dietro, appena gli sembrava di averla finalmente compresa, di aver finalmente intuito il suo modo di ragionare e di pensare, che lei mutava nuovamente. Cambiavano i suoi pensieri, le sue priorità ed era dannatamente complicato ogni volta riniziare da capo.
Gli sembra solo ieri quando piangeva perché lui stava andando via, gli si spezzava il cuore abbandonarla in quelle condizioni.
E poi eccola qui, tra le sue braccia, ne piccola ne adulta, una via di mezzo che a lui sta troppo stretta. Non può trattarla come quando era piccola, troppo sconveniente, eppure non può trattarla come un'adulta, in quel caso Edward porrebbe attentare alla sua vita. 
Sembrava essere destinata ad essere ne uno ne l'altro. Non era ne bambina ne adulta, non era ne vampiro ne umano.
Troppe poche certezze nella sua vita, troppe cose lasciate a metà.
Se solo glielo avessero permesso lui sarebbe stato una sua certezza, lui poteva darle tutta la completezza di cui aveva bisogno, perché in fondo anche lui era una persona lasciata a metà, non un semplice umano ma neanche un semplice lupo.

Con lei ancora addormentata tra le braccia, era finalmente arrivato a casa Cullen.
Una coppia di vampiri, che fino a poco tempo prima credeva suoi amici, lo attendevano alla porta.

《Jacob, dobbiamo parlare》

 

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Capitolo 10
*** Lo stesso modo ***


Jacob sapeva che loro non volevano parlare, desideravano semplicemente rammentargli quanto la loro scelta fosse l'unica soluzione possibile. Cercare di farlo ragionare, spiegargli che non lo facevano per male o per provocargli dolore.
Ne aveva abbastanza, non sopportava più chi imponeva le proprie decisioni senza nemmeno ascoltare gli altri. Per questo aveva deciso di non voler più stare a sentire cosa loro gli volevano dire. Quei succhiasangue non ascoltavano lui, lui non sarebbe rimasto a pestare attenzione a loro.

《Noi non dobbiamo fare un bel niente. Io sono qui per lei, solo e unicamente lei. Non voglio più starvi a sentire, se non fosse per lei non starei nemmeno qui a parlarvi》

La risposta del ragazzo era arrivata forte e chiara alle orecchie dei due coniugi, anche se aveva cercato di non alzare troppo il topo della voce per non svegliare la sua Nessie.

《Jacob se solo...》

《Forse non hai capito Bella, le vostre parole per me non contano più nulla. Porto Nessie in camera sua e vado via》

Per lui la discussione era terminata, non si poteva dire lo stesso per loro.
Lo avevano lasciato avvicinare, mancava solo un passo per entrare in casa ma Edward lo aveva fermato.

《È mia figlia, la porto io nella sua stanza. Non dimenticarti le regole Jacob》

E chi se le scorda quelle maledette regole. Per poco avevano rischiato di rovinare il rapporto tra Jacob e Renesmee.
Erano state imposte da un giorno all'altro, non puoi più fare questo, non puoi più fare quello. Per giorni i divieti erano le uniche frasi che il vampiro gli aveva rivolto.
Nessie stava crescendo e non si potevano più fare determinate azioni.
Jacob poteva entrare in camera sua solo quando lei era sveglia, vai a capire il perché. Non era di certo un maniaco, non l'avrebbe neppure sfiorata senza il suo consenso. Non potevano più dormire assieme, atto che invece avevano sempre fatto. Nei gesti di Jacob verso la bambina non c'era mai stata malizia, le voleva bene come una sorella eppure ad Edward non andava più bene. Poteva leggergli la mente, conoscere esattamente ogni suo pensiero e non ci avrebbe trovato nulla. 
Privare Renesmee di quel loro contatto era stato terribile, molte volte si era addormentata vicino a lui, stretta tra le sue braccia o persino sulle sue gambe. Lei non capiva il motivo di tutti quei cambiamenti, come poteva, la sua mente era troppo innocente, non poteva vedere nei gesti di Jacob qualcosa diverso dell'affetto fraterno.
Inesorabilmente il comportamento del ragazzo era mutato e lei lo aveva notato, per un periodo aveva pensato che lui avesse iniziato a odiarla. Ci erano volute mille scuse da parte di lui e molti discorsi con i suoi famigliari per farle capire che crescendo non si potevano più fare certe cose.
Lei tuttavia non aveva mai capito fino in fondo il perché, perché non avrebbe più potuto fare tutte quelle cose, perché non poteva più comportarsi allo stesso modo.

《Non saranno un paio d'anni a separarci. Lei ed io siamo nati per stare assieme, tu lo sai e hai paura》

Fino a qualche tempo prima quell'affermazione sarebbe stata più che corretta. Tuttavia, in quel momento, la paura non era dovuta certo al fatto che quel cane si sarebbe portato via la sua bambina.

I due uomini avevano iniziato a rifugiarsi contro, una stupida lotta di supremazia che non sarebbe finita bene per nessuno. Tanto più che Renesmee era ancora in braccio al ragazzo.

《Jake per favore, devi ascoltarci》

Bella sembrava disperata, se avesse potuto piangere sicuro lo avrebbe fatto.
A Jacob sembrava di essere tornato indietro a tanti anni prima, nei suoi occhi per un attimo aveva rivisto la sua migliore amica.

《Va bene, ma Nessie la porto io》

La vampira si era girata fulminea verso suo marito. Se avesse provato ad obbiettare ci avrebbe pensato lei a farlo stare in silenzio. Finalmente Jacob aveva ceduto, non poteva permettere che le regole medievali di Edward rovinassero tutto.

《Ti aspettiamo nel salone》

Soddisfatto e con il suo solito sorriso di scherno, Jake era entrato in casa vittorioso. Un passo alla volta.

Non sapeva neanche da quanto tempo la teneva in braccio, non ci faceva più caso. Era leggera come una piuma, non faceva nessuno sforzo. 
Per tenerla tra le sue braccia avrebbe sopportato qualunque peso, 40 o 100 chili non facevano nessuna differenza.

La porta della sua stanza era aperta, tutto era perfettamente in ordine. Nessie era fatta così, ci teneva che tutto fosse al posto giusto. Per lei ogni oggetto aveva un suo spazio da occupare ed era giusto che lo occupasse. 
Lui non era dello stesso parere, per fortuna Nessie non aveva mai visto la sua camera, sicuro sarebbe svenuta. Lui non faceva troppo caso all'ordine della sua casa, ci passava poco tempo e preoccuparsi di quelle piccolezze non gli interessava.

La sua camera era perfetta, nulla fuori posto, come se non appartenesse ad una bambina. Persino il letto era perfettamente rifatto, le coperte e i cuscini, tutto perfettamente in ordine.

Tenendola con un solo braccio era riuscito a scostare le coperte e appoggiare finalmente la ragazzina nel suo letto e dopo averle tolto le scarpe, si era curato di rimboccarle per bene le coperte.
Per un attimo si era fermato ad osservare i suoi capelli sparpagliati sul cuscino immacolato; quel contrasto di colori lo aveva incantato.
Con un'ultima carezza sulla testa, stando attento a non svegliarla mandando all'aria tutta la fatica che aveva fatto, era uscito dalla stanza.
Adesso gli aspettava una bella chiacchierata, aveva accettato di ascoltarli e non poteva tirarsi indietro. Si era fatto nuovamente fregare.

Lo attendevano come promesso nel salone, erano immobili, se non fosse a conoscenza di cosa erano, avrebbe potuto scambiarli per delle statue. 
Bella stava seduta su una poltrona mentre il marito le stava alle spalle in piedi, nel frattempo avevano acceso pure il camino.

《Bene, sono qui. Cosa dovete dirmi?》

《Siediti, abbiamo molto di cui discutere》

La prima ad aver preso parola era stata lei, sicuramente Edward era ancora furioso per aver infranto una delle sue regole.

《Non intendo trattenermi per tanto, preferisco stare in piedi》

《Come vuoi》

Perché non la facevano finita con tutte quelle cazzate e non andavano dritti al succo del discorso? Jacob non ne poteva già più.

《Vuoi andare al succo del discorso Jacob? Renesmee è in pericolo, probabilmente ne va della sua vita, ancora》

Questa volta era stato Edward a parlare, aveva sentito i suoi pensieri e non si era trattenuto. Si poteva dire ciao al discorso che Bella si era preparata.

 

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Capitolo 11
*** La stessa situazione ***


Pericolo. 
Era riuscito a sentire solo quella parola accompagnata al suo nome. Come se la sua mente avesse deliberatamente eliminato qualsiasi termine superfluo.
Renesmee era in pericolo.
Un brivido gli era corso per tutta la schiena, tremava ma non per il freddo.
Come un terribile déjà-vu, gli sembrava di essere tornato indietro, a poco più di un anno prima. La sua unica ragione di vita si trovava in pericolo, chissà per quale motivo o per chi.

《Jacob, devi ascoltarci molto attentamente》

Bella aveva richiamato la sua attenzione ancora una volta, era più forte di lui, ogni volta si estraniava dal resto del mondo. Persino in una situazione così delicata era riuscito a perdersi tra i suoi pensieri.

《Pericolo? Cosa vuol dire pericolo? Perché? Chi?》

《Potresti stare zitto per un minuto e magari ascoltarci?》

Edward non ne poteva più. Sapere di non riuscire a proteggere la sua stessa figlia lo mandava in bestia.
Lui e Bella avevano finalmente preso una decisione. La peggiore a suo avviso. Per quanto gli facesse rabbia, doveva tuttavia ammettere che era l'unica possibilità che avevano, l'unica alternativa in cui Renesmee sarebbe rimasta al sicuro.

《Vi ascolto》

Il vampiro poteva vedere quanto la sua mente, nonostante il caotico via vai di pensieri, si era concentrato solamente su uno. Proteggere Nessie, a qualunque costo, qualunque fosse stato il pericolo. 
Il sorriso che perennemente faceva capolino sul suo volto, che fosse di scherno o di semplice allegria, era stato rimpiazzato da un'espressione ben più seria. Pareva essersi trasformato, il solito Jacob aveva lasciato il posto all'uomo pronto a combattere per il bene della sua compagna. Non che Renesmee lo fosse, si trovò a sottolineare mentalmente Edward.

Avevano deciso di comune accordo che sarebbe stata Bella a spiegargli tutto, avevano capito che lasciarlo all'oscuro sarebbe stata una mossa stupida, avrebbero perso il loro miglior alleato.

《Pochi giorni fa siamo venuti a sapere che Nahuel e morto, così come le sue sorelle. Non abbiamo mai pensato fosse una mera casualità》

La mente di Jacob cercava di mettere insieme i pezzi e ricordare chi fosse Nahuel.

《Nahuel era l'ibrido che era venuto a testimoniare in nostro favore》

Era intervenuto Edward in suo aiuto.

Il ragazzo aveva solamente annuito, in attesa che Bella riprendesse a parlare e gli facesse intuire cosa centrava la sua morte con Renesmee.

《Jacob, capisci anche tu che non può essere una coincidenza. Ha vissuto per più di 150 anni, un anno dopo essere uscito allo scoperto muore》

Ormai non poteva far altro che annuire a tutte le parole che la sua migliore amica diceva. Non avrebbe comunque saputo come commentare, non era dispiaciuto per Nahuel, gli era grato per l'aiuto che aveva offerto ma a pelle non gli era mai piaciuto. Una persona in meno di cui occuparsi, perché lui li aveva visti gli sguardi lanciati alla sua Nessie, non ci era voluto il dono di Edward per intuire i suoi pensieri.

《Non è difficile capire chi sia stato l'artefice》

Aveva continuato Bella, vedendo che Jacob non dava segni di voler parlare.

Il vampiro invece aveva annuito alla silenziosa domande che il lupo si era posto. I Volturi.

《Come potete esserne certi? Potrebbe essersi fatto dei nemici》

《E la morte delle sorelle come te la spieghi? No, Jacob nessun margine di errore》

Il ragazzo non capiva perché fossero tanto preoccupati. Già una volta si erano ritrovati faccia a faccia con quei succhiasangue italiani. Potevano rifarlo, potevano prepararsi nuovamente alla lotta nel caso fossero venuti per Nessie.

《Non è così facile Jacob. La volta scorsa avevamo tempo, avevamo testimoni, amici pronti a combattere. Questa volta saremo soli. Aro non cerca un dialogo, si è organizzato e porterà con sé molti più uomini. Non avremo la minima possibilità di vittoria, moriremo tutti. Anche con l'aiuto dei branchi non ne usciremo》

Il viso del ragazzo era diventato una maschera di cera, impassibile. Non muoveva un muscolo, cercava e ricercava nella sua mente una possibile soluzione, come se i due coniugi non l'avessero già cercata.

《Quanto tempo abbiamo?》

《Poco, tra una settimana arriveranno》

《Perché Alice non ha avvisato prima, avremo potuto organizzarci, ci saremo fatti trovare pronti. Questo è un suicidio!》

Anche loro si erano chiesti perché il dono di Alice non avesse funzionato. Teneva periodicamente sotto controllo le decisioni di Aro e compagnia, eppure in qualche modo erano riusciti a nascondersi da lei. Celare le loro decisioni e il futuro. Chissà che non avessero reclutato qualcuno con un dono in grado di contrastare quello della Cullen.
Solo due giorni prima era riuscita a vedere qualcosa, non molto, un tempo e un'armata di vampiri.
Il tempo era comunque insufficiente per riuscire a radunare qualcuno che combattesse con loro.

《Noi non combatteremo》

Le parole del vampiro alle orecchie di Jacob non avevano il minimo senso. Avrebbe lasciato che sua figlia morisse?

《Certo che no. Non provare mai più a pensare una cosa del genere》

《Smettila di leggermi nella testa e parlate dannazione! Cosa dobbiamo fare? Io combatterò, fosse l'ultima cosa che faccio》

Sapevano che avrebbe detto così, potevano starne certi, lui avrebbe lottato per tenerla al sicuro. Per questo erano sicuri della decisione che avevano preso. La loro bambina sarebbe stata al sicuro. Jacob l'avrebbe protetta, rischiando pure la sua vita, non preoccupandosi di buttarsi in una missione suicida, avrebbe combattuto fino a quando avesse avuto fiato in corpo, e forse anche dopo.

《Hai sempre avuto un carattere da combattente Jacob, ma per questa volta devi metterlo da parte. Nessuno combatterà》

《Ci arrendiamo?》

Quello mai, aveva pensato Edward. Arrendersi non faceva parte del suo DNA, ne di quello di sua moglie o della sua famiglia. I Cullen non si arrendono.

《No, combatteremo in modo differente》

Bella non riusciva mai a parlare chiaro, doveva fare mille giri di parole. Ma non era questo il momento di perdere tempo, non oggi.

《Bella》

L'ammonizione da parte del marito l'aveva fatta sobbalzare leggermente, un piccolo vizio che la sua immortalità non le aveva tolto.
Era troppo difficile per lei dire quelle parole. Dirle ad alta voce avrebbe reso tutto reale, eppure lo aveva già fatto. Si era trovata nella stessa situazione, eppure non capiva perché in quell'occasione non ci riusciva.
Quanto avrebbe voluto piangere in quel momento. Dire quelle parole ma rimanere impassibile la facevano sentire un mostro.

《Jacob la devi portare via. Dovete scappare. I Volturi vogliono noi, Renesmee è solo un pretesto per farci cedere》
 

 

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Capitolo 12
*** La stessa proposta ***


Il caos più totale era scoppiato nella mente di Jacob, mille pensieri si sovrapponevano l'uno all'altro. Non riusciva a formulare una sola idea che subito ne spuntava fuori un'altra.

《Jacob, sei l'unica possibilità》

Edward e Bella continuavano a dire frasi simili, su quanto fosse di vitale importanza portarla via e scappare lontano, su quanto fossero grati che fosse lì, sulla fiducia che riponevano in lui e sulla sicurezza di sapere che lei lo avrebbe avuto sempre accanto.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei. Sempre. 
Eppure abbandonare coloro che, per anni, erano stati la sua famiglia, gli sembrava un tradimento. Non potevano chiederli questo, lasciarli morire.

《Non ci stai abbandonando. Stai salvando lei, Renesmee è più importante di qualunque nostra vita》

《Non posso farlo》

Il ragazzo aveva le lacrime agli occhi, sapeva che se gli avevano chiesto di farlo non esisteva nessun'altra opzione.

《Siamo a corto di soluzioni, questa è la scelta migliore》

Il vampiro continuava a rispondere ai suoi pensieri, cercava come meglio poteva di appianare tutti i suoi dubbi. Non era il momento di tentennare, si doveva agire il più in fretta possibile, avevano sprecato già troppo tempo.

《Jacob, hai già accettato la stessa proposta tempo fa》

Questa volta era stata Bella a parlare.
Il suo viso perfetto si era contratto in una smorfia di dolore, per lo meno a Jake sembrava così.

Aveva già accettato, si ricordava. Avevano già affrontato un discorso simile, anche se quella volta non gli era stato detto chiaramente cosa avrebbe comportato la missione che gli stava affidando. Una sera, si erano appartati, solo loro due lontani da sguardi e orecchie indiscreti. Bella gli era sembrata strana, ansiosa, pensierosa. Aveva aperto la conversazione chiedendo quanto lui ci tenesse a sua figlia, la risposta era ovvia ma ci aveva tenuto comunque a sottolineare quanto Renesmee fosse essenziale nella sua esistenza. Gli aveva successivamente chiesto se avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, per proteggerla. Jacob le aveva assicurato che sarebbe morto per lei, sentirgli dire quelle parole erano state un balsamo per le orecchie di Bella. Lei sapeva già tutto quello che quella sera lui le aveva ribadito, eppure sentirsele dire così apertamente era stato un sollievo, aveva compreso che quella sarebbe stata la scelta giusta.

Anche in quella situazione Bella si fidava ciecamente del suo migliore amico. Era stato complicato convincere Edward, fargli vedere in faccia la realtà, fargli capire che Jacob doveva essere la loro scelta. Il vampiro era tuttavia un padre, un padre geloso, quasi morboso e permettere che il lupo portasse via la sua bambina, non era stato facile. Non riusciva proprio a contemplare un'idea del genere, Jacob era pur sempre un uomo e lei pur sempre una bambina. Gli era servita Bella per vedere il quadro completo e guardare in faccia quella realtà che si era accanita su di loro.

《Lo sai anche tu Bella, quella volta era diverso, avevamo una possibilità. Se vado via con lei, adesso non si può tornare indietro》

《Noi non vogliamo che tu torni indietro. Sapevamo che prima o poi Aro sarebbe tornato, non ci aspettavamo così presto. Non si può dire di no ai Volturi per sempre》

Solo in quel momento Jacob era riuscito a unire i punti. Loro non avrebbero combattuto perché si sarebbero consegnati volontariamente.

《Non penserete di unirvi a loro》

《Se non avremo altra scelta lo faremo, ma Renesmee non deve trovarsi qui. Potrebbero usarla per... incentivarci ad accettare》

Mai Edward avrebbe pensato di prendere una decisione simile, esporre a Jacob i loro piani non faceva altro che fargli dubitare delle loro scelte.
Tuttavia più lui sembrava vacillare, più Jacob sembrava convinto. Era stato più sveglio di lui, aveva compreso subito che non vi era altro modo. Quel ragazzo non avrebbe mai smesso di sorprenderlo, era sollevato che Nessie avesse lui. Lo pensava davvero, eppure gli aveva remato contro così tante volte da perderne il conto. Una sola volta era stato sincero con sé stesso, e anche con lui, avrebbe dovuto dirglielo più spesso.

《Jacob, lo farai? Farai questo per noi?》

Non aveva scelta. Renesmee era più importante, lei prima di tutto.

《Esattamente》

A Bella non era servito leggere la sua mente per capire ciò che aveva pensato.

《Cosa farò? Dove devo portarla e per quanto tempo dobbiamo sparire?》

《Questo non dobbiamo saperlo, nessuno deve. Solo tu e lei saprete i luoghi dove troverete rifugio. Non prendete decisioni a lungo termine, cambiate città di continuo e non state mai nello stesso posto. Tienila lontano da qui per più tempo che puoi, prima o poi vorrà tornare e anche tu. Vi abbiamo preparato dei passaporti, carte d'identità e anche dei soldi, sotto questo aspetto non devi preoccuparti di niente》

Avevano pensato a tutto. 
Jacob tremava al solo pensiero di dover affrontare tutto quello da solo, cercare di crescere lei nel migliore dei modi e tenerla sempre al sicuro. Era veramente troppo per lui, ma era sicuro di farcela, fiducioso.
Poi un pensiero gli era balenato in testa.

《Lei farà domande, vorrà spiegazioni. Cosa devo fare?》

Edward aveva sorriso leggermente. 
Jacob non si era posto tanti problemi nell'accettare di abbandonare la sua vita e scappare, ciò che più lo spaventava era lei.

《Le parleremo noi, le accenneremo qualcosa per non farle fare troppe domande. Col tempo vorrà risposte, quelle le dovrai dare tu》

Non sarebbe stato facile, per niente. Di questo Jake ne era certo. Tuttavia era pronto ad affrontare tutto, come una forza superiore che lo spinge a lottare, a combattere per lei.

Un velo di tristezza aleggiava nella stanza. Tutti e tre sapevano ma nessuno voleva parlare, sarebbe stato troppo doloroso.

《Ci rivedremo?》

《Si Jacob, l'eternità è molto lunga. Poi dovrò controllare se hai fatto un buon lavoro con mia figlia. Vedi di non rovinarmela in questi due anni》

Bella cercava di scherzare, di portare un briciolo di speranza, ma in fondo non era così sicura che si sarebbero incontrati un'altra volta.

《Io vado da Renemsee. Ci vediamo domani Jake, se per te va bene potete partire pure domani sera》

Non aveva realmente aspettato che il ragazzo desse una risposta, era semplicemente sparita per andare da sua figlia.

Nella stanza erano rimasti solo i due uomini. Gli acerrimi rivali per così tanto tempo, si erano ritrovati faccia a faccia.

《La proteggerò Edward, farò del mio meglio》

《Lo so, non l'avremo mai affidata a te se non ne fossimo stati sicuri. Devi promettermi una cosa. Amala, ama la più che puoi, dalle l'amore che non possiamo più darle noi. Parlale dei suoi genitori e della sua famiglia, delle nostre vite e di come siano migliorate quando lei è nata. Falla sentire libera e ricordale quanto sia speciale》

Jacob aveva annuito, non voleva interrompere il discorso di Edward perché sentiva che non era ancora finito.

《Non posso sapere come finirà tra voi ma ti prego di lasciarle fare le esperienze che vorrà. Sappi comunque che hai la mia benedizione, so che la tratterai come merita》

 

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Capitolo 13
*** La stessa vita ***


La vampira era entrata in camera di sua figlia cercando di fare il più piano possibile. Renesmee aveva l'udito più fine di un umano e se fosse stata sveglia avrebbe sentito ogni minima parola del discorso, che poco prima era stato affrontato con Jacob. Eppure lei sembrava totalmente indifferente alla situazione, non aveva sentito nulla e dormiva beata, ignara di quello che sarebbe successo. La sua vita, già particolare, sarebbe cambiata e Bella non riusciva a capacitarsene, la sua bambina sarebbe cresciuta senza di lei, senza la sua famiglia. Per quel breve ma intenso lasso di tempo, Renesmee aveva trasformato la loro vita, l'aveva resa migliore. Mentre osservava rapita il corpo della sua bambina, sentiva il suo respiro lento e regolare, e ascoltava il suo cuore battere, ripensava al discorso avvenuto con Rosalie anni prima. La donna le aveva confessato di invidiarla, aveva cercato di farle capire che stava facendo una scelta sbagliata rinunciando a tutto quello che la vita da mortale le avrebbe potuto donare. A quel tempo la ragazza era ancora troppo ingenua, amava Edward e tanto le bastava. Non aveva mai realmente fatto i conti con ciò a cui avrebbe necessariamente rinunciato, era troppo giovane per dargliene peso. Nella sua vita mortale non aveva mai desiderato di diventare madre, non era tra i suoi piani o obbiettivi di vita e per stare con l'uomo che amava ci avrebbe rinunciato tranquillamente. Solo in quel momento, quando doveva rinunciare a sua figlia, separarsi da lei, staccarsi da colei per cui aveva dato la sua stessa vita, capiva quanto fosse stata incosciente. Non poteva certo farsene una colpa, aveva solo diciassette anni, a quell'età non si da troppo valore a certe cose. Poi, quando aveva scoperto di essere incinta, che il suo corpo stava ospitando un altro essere umano, il frutto dell'amore tra lei e Edward, aveva finalmente compreso quanto desiderasse essere madre. Perché essere mamma è la miglior sensazione che possa esistere. L'abbraccio di sua figlia, il calore dei suoi baci sulla guancia, le frasi sussurrate all'orecchio in cui le diceva che era la mamma migliore del mondo... presto non avrebbe più avuto niente di tutto ciò.
Era stata la scelta più dura mai presa, un anno fa avevano una possibilità, credeva di poterne uscire vincitori e sentiva che in un modo o nell'altro, la sua eternità sarebbe continuata al fianco delle persone che più amava. Questa volta non vedeva nessuna luce in fondo al tunnel. 
Era sicura che Jacob avrebbe fatto un ottimo lavoro, si sarebbe preso cura di lei e l'avrebbe amata. Da povera illusa si era immaginata il futuro, la crescita di Renesmee, il suo sbocciare, il suo diventare donna, l'amore per Jake che sarebbe nato, una vita felice. 
Non sapeva cosa sarebbe successo, non sapeva chi Aro avrebbe accolto e a chi, invece, avrebbe girato le spalle, non aveva neanche la sicurezza che lei e Edward sarebbero rimasti assieme.

Non era mai stata il tipo di persona che si disperava e piangeva, eppure in quel momento avrebbe voluto sfogarsi, liberarsi una volta per tutte e sperare che tutto sarebbe andato per il meglio.
Si sarebbe legata alla convinzione che un giorno l'avrebbe rivista, adulta e magari innamorata, che avrebbe accarezzato ancora una volta i suoi capelli ramati proprio come stava facendo in quel momento. Nel suo cuore, ormai silenzioso e freddo ma ancora capace di amare, avrebbe custodito il desiderio di tornare dalla sua Renesmee.

La guardava dormire, immaginandosi i suoi sogni e ascoltando l'assordante silenzio, interrotto solamente dal battere del suo cuore. Gustandosi la quiete prima della terribile tempesta.

Dopo poco era stata raggiunta da Edward e Bella si era presto ritrovata tra le braccia di suo marito, anche lui dilaniato dal profondo dolore. Lo sapeva che non era mai stato positivo, non avrebbe mai visto la possibilità di essere ancora una volta felici. In quel momento Bella doveva esserlo per entrambi, doveva aggrapparsi anche alla più piccola speranza con le unghie e con i denti, senza mai lasciarla andare.
I due vampiri non si erano parlati quella notte, avevano solamente osservato la loro bambina, illudendosi e godendosi l'ultimo momento di felicità, gli ultimi istanti in cui sarebbero stati tutti e tre assieme.

Jacob poco dopo essere uscito da quella casa si era trasformato, non aveva badato nemmeno ai suoi vestiti ormai ridotti a brandelli. Era disperato, completamente nel panico. Aveva cercato di non darlo troppo a vedere ma non aveva idea di come avrebbe fatto. C'erano così tante cose da fare, da organizzare, da sistemare. La partenza, il tragitto, il suo branco, gli sembrava di impazzire. Non poteva certo portarsi Seth e Leah a presso, sarebbero dovuti tornare a far parte del branco di Sam, Jacob doveva essere solo. La sua missione a partire da quel giorno e chissà fino a quando, era proteggere lei. Nulla avrebbe più avuto importanza, lei era il suo imprinting, la sua vita, la sua esistenza stessa. Magari un giorno sarebbe tornato, avrebbe rivisto la sua famiglia, i suoi fratelli. Tuttavia non sapeva se avrebbe più rivisto suo padre o le sue sorelle. Non poteva sapere per quanti anni o probabilmente decenni, sarebbe stato via. 
Quella notte avrebbe detto addio alla sua vita, a tutto ciò che aveva amato, a tutti coloro a cui aveva voluto bene. Lei sarebbe diventata la sua nuova famiglia, sarebbero stati loro due contro il mondo. Nessie e Jacob, insieme nonostante tutto.

Si era fermato di scatto dalla sua folle corsa e aveva ululato. Doveva comunicare a tutti ciò che sarebbe successo il giorno dopo e doveva farlo prima di prendere troppe decisioni. Meno i suoi fratelli sapevano, meglio era. A loro avrebbe spiegato solamente il perché della partenza e le nuove direttive come Alfa. 
Aveva ululato ancora una volta, nessuno si poteva sottrarre a quel richiamo.
Avrebbe dovuto spiegare molte cose e non si poteva perdere più tempo di quello che già avevano sprecato.
In un attimo era stato circondato da enormi lupi, li conosceva tutti, aveva voluto bene a tutti. I primi ad arrivare erano stati Seth e Leah, gli dispiaceva abbandonarli e costringere la sua amica a ristabilire il contatto mentale con Sam, ma non aveva altra scelta. Non avrebbe mai voluto decidere tra il suo branco e il suo imprinting, era stato costretto e non c'era alcuna possibilità che voltasse le spalle alla sua Nessie.
Quella notte sarebbe diventato un lupo solitario.

 

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Capitolo 14
*** Lo stesso zaino ***


Nessuno era pronto. 
Nessuno riusciva a dirle addio.

Era stata una giornata molto difficile da superare, soprattutto per Bella che sentiva il suo cuore spezzarsi in due ogni volta che guardava sua figlia.
Avevano atteso che si svegliasse, nel mentre la vampira aveva preparato tutto quello che le sarebbe potuto servire. Se avesse potuto le avrebbe riempito dieci valige ma alla fine aveva sistemato tutto in un solo zaino, quello stesso zainetto che un anno prima era servito per la medesima situazione. Vestiti, soldi, passaporti, carte d'identità e foto di tutta la famiglia, aveva cercato di racchiudere dentro quel misero zaino tutta una vita, quella che avrebbe voluto condividere con lei.

I Cullen quel giorno erano irrequieti, come avrebbero potuto non esserlo, la loro famiglia stava per essere divisa, distrutta, cancellata. L'addio a Renesmee era solo il primo passo verso l'inesorabile fine.
Erano rimasti tutti assieme nel grande salone in attesa che la bambina si svegliasse, avevano abbandonato quella parvenza umana che per comodità si portavano sempre dietro, anche quando erano soli. Erano rimasti tutti immobili, quasi volessero fermare il tempo, bloccare l'inevitabile.
Erano stati i movimenti di Renesmee che si rigirava nel letto, ormai sveglia, a ridestare la famiglia, a fargli capire che nonostante tutto, il tempo aveva continuato a scorrere e che la mattina era giunta comunque.
Rosalie era stata la prima a cedere, se fosse stato possibile sarebbe scoppiata in un pianto disperato, invece si era solo stretta al suo compagno in cerca di sostegno. Esme e Alice, più composte, stringevano semplicemente la mano rispettivamente a Carlisle e Jasper.

Bella e Edward avevano passato la notte nella camera della figlia e quando la ragazzina aveva iniziato a risvegliarsi, si erano seduti nel suo letto. L'avevano riempita di baci e di carezze fino a farle il solletico. Alla fine quando ormai era completamente sveglia, aveva pregato ai genitori di smetterla, cercando di recuperare aria tra una risata e l'altra.

《Buongiorno bellissima》

Anche se di buono quel giorno non aveva niente.

Cercavano di temporeggiare, le avevano chiesto come era andata la serata e se si era divertita, le avevano chiesto cosa volesse per colazione, più altre mille domande inutili. Un misero tentativo di rimandare la conversazione più importante. 
Con uno sguardo alla fine, i due avevano deciso di aspettare ancora un po', di farle passare gli ultimi istanti in tranquillità.

《Ti aspettiamo di sotto per la colazione. Sbrigati a vestirti》

E dopo aver depositato un bacio sulla fronte di sua figlia, Edward a braccetto con sua moglie era uscito dalla camera.

《Rimandare non serve a niente, non soffrirà di meno》

《Lo so, dopo aver mangiato le diremo tutto》

Renesmee sembrava farlo apposta, mangiava con rapidità quasi fosse a conoscenza che qualcosa sarebbe capitata dopo il pasto.
Aveva spazzolato nel giro di pochi minuti quasi tutto, aveva lasciato giusto due brioches. Bella sapeva che quelle due erano per Jacob, sua figlia lasciava sempre qualcosa per lui nel caso fosse passato a trovarla prima di aver mangiato. Capitava spesso in realtà, tanta era la voglia di Jake di vedere Nessie, che si dimenticata persino di fare colazione o pranzare. Alla fine mettere da parte qualcosa era diventato automatico per la bambina, una piccola accortezza che riservava solo a lui, e non solo perché era l'unico oltre a lei che mangiava in quella casa.

Bella osservava ogni movimento di sua figlia, attendendo il momento più giusto per iniziare il discorso. Alla fine erano state proprio quelle due brioches, lasciate sole in un piatto a darle l'input per iniziare. Aveva fatto un cenno a suo marito e poi aveva richiamato l'attenzione della figlia che, nel frattempo, chiacchierava tranquillamente con Jasper.
Non era un caso che lui fosse lì vicino, i suoi poteri in quel momento erano una manna dal cielo. La vampira era più tesa di una corda di violino e non sapevano come Renesmee avrebbe reagito, Jasper avrebbe fatto rilassare tutti.

《Tesoro, le puoi mangiare quelle se vuoi, non penso che Jacob passerà di mattina》

《Come mai?》

Ovvio che la ragazzina fosse confusa, quel giorno teoricamente il suo Jake non avrebbe dovuto lavorare e dato che, ogni volta che aveva un giorno libero lo trascorreva interamente a casa Cullen, non capiva il perché di quell'assenza.

《Deve sistemare delle cose con il branco》

Renesmee non capiva. Cose con il branco? Di solito Jacob le diceva tutto, possibile che ci fossero problemi di cui non sapeva niente?

《Si Nessie, ci sono dei problemi ma non riguardando solo i lupi》

Edward si era aggiunto alla conversazione, sperando di aiutare sua moglie a trovare la giusta strada per raccontare tutto.

Il resto della famiglia osservava come i due genitori parlavano alla ragazza. Si erano allontanati per dare un po' di privacy, anche se con il loro udito non sarebbe servito a molto. Anche Jasper, appena il discorso aveva iniziato a prendere piede, si era silenziosamente dileguato dalla scena. Nel caso ci fosse stato bisogno d'aiuto sarebbe intervenuto, anche se non si trovava pienamente d'accordo. Renesmee si sarebbe dovuta sfogare e mitigare la sua disperazione non sarebbe servito a niente.
Bella parlava alla figlia, cercava di spiegare quello che sarebbe successo da lì a poco tempo. Edward interveniva ogni tanto, per la maggior parte del tempo però accarezzava solamente la schiena alla figlia, sperando di infonderle un po' di sicurezza. Renesmee per tutto il tempo era rimasta in silenzio, assimilando ogni parola che usciva dalla bocca della madre e talvolta del padre. Sembrava quasi non stesse prestando ascolto a ciò che le veniva detto, fissava la madre con aria assente e annuiva ogni tanto. Quando alla fine, la voce spezzata di Bella le aveva ripetuto per la millesima volta da quando aveva iniziato a parlare, quanto ognuno di loro le volesse bene, la ragazza era scoppiata a piangere. Le lacrime avevano iniziato a bagnarle il viso e singhiozzi sempre più forti la scuotevano da capo a piedi.
I genitori l'avevano prontamente stretta in un abbraccio e le sussurravano parole dolci, cariche d'amore. La rassicuravano giurando che sarebbero stati sempre accanto a lei e che l'avrebbero sempre amata, più della loro vita. 

 

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Capitolo 15
*** Lo stesso pensiero ***


La ragazzina seduta al suo fianco aveva ancora le lacrime agli occhi e ogni tanto tirava su col naso.
Da quanto gli avevano detto non aveva fatto altro che piangere per tutto il giorno, reazione più che naturale. Anzi, aveva reagito meglio del previsto, pensavamo si sarebbe rifiutata di partire o si sarebbe inventata qualcosa per evitare di allontanarsi dalla sua famiglia; invece, oltre a piangere, non aveva fatto nulla. 
Edward diceva che aveva capito la situazione, per lo meno Renesmee dai suoi pensieri faceva intendere quello. Aveva passato la giornata in compagnia di tutti i suoi cari, erano persino andati a trovare Charlie. Al pover uomo gli avevano rifilato la scusa che la ragazza sarebbe andata a studiare in una prestigiosa scuola privata e che non sarebbe tornata molto presto. Probabilmente lui, sua nipote, non l'avrebbe più rivista e presto avrebbe dovuto fare i conti inoltre, con la scomparsa della figlia.

《Dove stiamo andando Jacob?》

Erano le prime parole che gli rivolgeva da quando si erano incontrarti poche ore prima.
Jake si era presentato a casa Cullen, come previsto, per le 7. Non si aspettava certo che Nessie fosse felice di vederlo, ma almeno un saluto. Invece lei non l'aveva praticamente neanche guardato, era rimasta vicino a sua madre e a Rosalie per tutto il tempo necessario a sistemare le ultime cose prima di partire. Anche se ci era rimasto un po' male, non poteva offendersi, non con lei e non in quella situazione. Stava per dire addio alla sua famiglia, saltargli in braccio e abbracciarlo in quel momento non era di certo una priorità.
Quando, con difficoltà aveva annunciato ai vampiri di essere pronto per partire, Renesmee aveva ripreso a piangere. Gli si era spezzato il cuore a vederla in quello stato, avrebbe voluto consolarla, strappare via da lei ogni briciola di dolore e sofferenza e assicurale che presto li avrebbe rivisti, ma non era possibile. 
Non poteva farle promesse che non avrebbe potuto mantenere.

《Non lo so Nessie, se per te va bene pensavo di guidare ancora per un'oretta》

La ragazzina aveva annuito distrattamente. Ne un sorriso, ne una parola.
Era rimasta in silenzio per due ore e probabilmente lo sarebbe ritornata per altrettanto. A Jacob gli sembrava di impazzire, sentiva che, nonostante questa nuova avventura fosse iniziata solamente da tre ore, lui non stava gestendo la situazione al meglio. Stava già sbagliando qualcosa.
Più strada percorreva più dubbi lo assalivano, non sapeva se doveva continuare o fermarsi, usare la macchina o prendere una moto, rimanere per il momento in America o prendere un aereo per volare all'altro capo del mondo.
In più doveva pensare anche a lei, aveva fame, sete, era stanca, arrabbiata con lui? Magari non gli parlava perché non voleva che ad accompagnarla fosse proprio lui, forse avrebbe preferito un suo famigliare, Jasper o Emmet magari.
Jasper sarebbe riuscito sicuramente a calmarla, Emmet invece l'avrebbe fatta ridere di sicuro per qualche battuta idiota.
Sicuramente se lo avevano scelto una spiegazione doveva esserci. Lui non poteva vivere senza la sua Nessie, lei invece? Non lo vedeva più di un fratello e in quel momento della sua vita era giusto così, probabilmente non capiva perché avevano scelto a lui.

Nel mentre che i pensieri inondavano la sua mente, Renesmee piangeva. Lo faceva in silenzio e voltata verso il finestrino, ma le lacrime che stavano scendendo copiose dai suoi dolcissimi occhi color del cioccolato, non potevano essere ignorate da Jake. Lui aveva giurato di proteggerla, di non permettere che qualcosa la ferisce, in quel momento non stava adempiendo ai suoi doveri. Lei soffriva e non si fidava abbastanza di lui da mostrarglielo apertamente, per questo girava la testa verso la strada cercando di nascondere malamente i suoi sentimenti.

Con una frenata, più brusca di quella che realmente aveva pensato di fare, Jacob aveva accostato la macchina. Non si era preoccupato nemmeno di spostarsi verso il bordo della corsia, tanto in quelle strade non passava mai nessuno, infatti erano ore che non incrociava neanche una macchina.

Si era voltato verso di lei, che per lo spavento della frenata si era messa a guardare dritto davanti a sé, e le aveva preso una mano, stringendola tra le sue.

《Nessie, guardami》

Lei scuoteva la testa da una parte e dall'altra, facendo così ondeggiare i suoi  meravigliosi capelli ramati.

《Nessie ti prego, guardami》

Capiva se voleva piangere, era normale, più che giusto. Non poteva tuttavia permetterle di estraniarsi e non sfogarsi con lui. Loro due avevano un legame speciale, unico, indivisibile, ma se le avesse concesso di staccarsi, di non vederlo più come un alleato, come una spalla su cui piangere, era sicuro che sarebbe stato il primo passo verso il punto di non ritorno.
Lui doveva essere la sua roccia, come lei sarebbe dovuta essere la sua, sarebbero stati solo loro due per molto tempo e dovevano fidarsi l'uno dell'altra.

Sapeva che la sua piccoletta aveva bisogno del contatto, un abbraccio, una carezza, un qualsiasi contatto fisico. Era sempre stato così, non a caso il suo dono funzionava solo con il tocco della sua mano. Forse era stata un po' colpa loro, l'avevano da subito abituata a dormire tra le braccia di qualcuno e lei ne era diventata dipendente. Non aveva mai abbandonato il bisogno di qualcuno durante i momenti più difficili, che fosse un ginocchio sbucciato o un brutto sogno. Era impossibile che in quel momento non desiderasse il sostegno di una persona amica.

Jacob con molta calma aveva cercato come meglio poteva di avvicinarla a sé e di stringerla tra le sue braccia. Voleva cercare di infondere tutto l'amore di cui disponeva, voleva farle capire che lui c'era ancora.
Dopo un primo e minuscolo istante, in cui la ragazza aveva provato a sottrarsi a quella stretta, alla fine aveva ceduto e, passando le sue braccia attorno al corpo del ragazzo, aveva a sua volta ricambiato l'abbraccio. 
Nonostante lo spazio angusto della macchina, Renesmee aveva persino cercato di avvicinarsi ancora di più a quel corpo caldo e accogliente, appartenente a una delle persone più importanti nella sua vita. L'unico che le era rimasto. Con la testa poggiata sulla sua spalla e col viso rivolto verso l'incavo tra la stessa spalla e il collo, si lasciava cullare da Jacob, proprio come quando era una bambina.

《È colpa mia Jake, è tutta colpa mia》

Sentire pronunciare quelle parole era più difficile che vederla piangere, se c'era qualcuno di innocente era proprio lei, colei che la sua unica colpa era di essere nata in un mondo governato da creature spregevoli.

《Cosa dici Ness, tu non hai nessuna colpa piccoletta》

《Se non fossi mai nata loro non sarebbero in pericolo》

Se non fosse mai nata. Frase peggiore di quella, il ragazzo, era sicuro di non averla mai sentita. Se lei non fosse mai nata la sua vita non avrebbe avuto un senso, starebbe ancora a girovagare come un idiota cercando uno scopo utile alla sua esistenza. Probabilmente starebbe ancora appresso a Bella e odierebbe ancora tutti quei succhiasangue.

《Tu sei stata la luce nelle loro vite destinate al buio. Hai portato la gioia e l'amore. Pensa a Bella e Edward che hanno coronato il loro amore diventando genitori, o a Rosalie che ha finalmente potuto stringere a sé una bambina come se fosse sua figlia. Senza di te, i branchi probabilmente si odierebbero ancora e io non sarei mai potuto diventare parte della famiglia Cullen》

Nonostante il bel discorso comunque lei non sembrava convinta, o per lo meno c'era ancora qualcosa che la turbava, oltre ovviamente il fatto di aver dovuto lasciare tutto per scappare assieme a lui.
Era rimasta ferma per un paio di minuti, ancora stretta tra le braccia del suo Jacob, ascoltando il suo cuore e aspirando il suo profumo, il profumo di casa.

《Li stiamo abbandonando》

Non era tanto una domanda, ma un'affermazione. In effetti era così, lo stavano lasciando soli ad affrontare i loro peggiori nemici. Era stato lo stesso suo pensiero quando gli avevano detto che sarebbero dovuti andar via, anche lui pensava in quel modo di abbandonarli.

《Gli stiamo dando una possibilità. Con te in pericolo avremo combattuto, tutti e probabilmente non sarebbe finita bene come l'altra volta Ness. Ognuno di noi sta facendo un sacrificio, lontani ma vivi. Credimi, è meglio amarsi da lontano che da morti》

Jacob non era bravo con i discorsi, non ci sapeva fare con le parole. Per lui era più facile esprimersi a gesti, azioni concrete, in quel campo eccelleva. Tuttavia Nessie aveva bisogno di parole di conforto e lui si arrangiava come meglio poteva.

《Jacob, tu non mi lasci, vero?》

《No Nessie, io non ti lascerò mai, per nessuna ragione al mondo》

E queste parole sembravano averla rasserenata, non tanto da non farla più soffrire -per quello ci sarebbe voluto del tempo- ma almeno per farla stare più tranquilla.

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Capitolo 16
*** Col sorriso ***


Il buio era ormai calato da parecchio tempo e solo grazie ai fari dell'auto si poteva vedere la strada. Nell'abitacolo della vettura regnava il silenzio, nemmeno la radio era accesa, in quelle stradine tanto non avrebbe preso nessun segnale.
Dopo il piccolo crollo di poco prima, Nessie sembrava essersi tranquillizzata. Tuttavia Jacob sapeva che quello era solo la prima di una lunga serie di crisi che avrebbe dovuto affrontare. Abbandonare la propria famiglia, che tu sia umana, vampira o in questo caso ibrida, segna profondamente le persone. Quel giorno una ferita si era aperta nel cuore della ragazza e lui non era sicuro che si sarebbe mai rimarginata. L'addio ai suoi cari era stato un momento straziante, Renesmee aveva salutato a tutti, uno alla volta e per ognuno aveva riservato un ricordo speciale da mostrare. Ai suoi genitori il primo ricordo che aveva di loro e l'amore che provava da quando ancora non era nemmeno nata, a Rosalie più che immagini le aveva fatto capire che per lei era come una seconda madre, una figura centrale nella sua vita quasi quanto Bella, agli altri aveva mostrato i ricordi più preziosi che aveva di loro.
Aveva avuto tutto il giorno per decidere e scegliere accuratamente ciò che avrebbe dovuto far vedere a ognuno di loro, il miglior ultimo ricordo che poteva donare.

《Hai fame Nessie?》

Ormai Jacob faceva sempre la stessa domanda, ogni dieci minuti. Sembrava che da un momento all'altro si fosse dimenticato tutto ciò che aveva appreso sui bambini, o meglio adesso ragazzini, in tutti quegli anni. Stava diventando una madre apprensiva che chiedeva costantemente se tutto andasse bene.
Renesmee tuttavia cercava di non far troppo a vedere il leggero fastidio che tutta quell'attenzione le stava iniziando a dare. Capiva che Jacob si era ritrovato in una situazione più grande di lui, senza sapere cosa fare e come farla. Per fortuna lei era già abbastanza grande e autonoma, altrimenti pensava che non sarebbe sopravvissuta un giorno se affidata completamente alle cure del ragazzo che in quel momento sedeva affianco a lei. Ancora due anni e avrebbe raggiunto la maturità, un peso in meno per Jake, due adulti sono meglio che un adulto e una ragazzina pre-adolescente.

《No Jacob, sto bene. Ti avviso io quando ho fame, d'accordo?》

Anche se aveva cercato di pronunciare quelle parole in tono leggermente scherzoso, il ragazzo si era ugualmente reso conto di star esagerando. Doveva cercare di rilassarsi un po' anche lui, doveva ragionare a mente lucida.

《Scusa piccoletta, sono un po' agitato》

Renesmee non ricordava una sola volta si aver visto il suo Jacob agitato, era sempre stato così sicuro di sé, solare energico, sembrava che niente potesse abbatterlo. Solo in quel momento la ragazza si era resa conto di quanto anche lui probabilmente stesse soffrendo, anche lui aveva abbandonato la sua famiglia, i suoi amici, il suo branco. Oltre a tutto questo si aggiungeva il fatto di doverla proteggere e di dover decidere come e dove spostarsi. 
Si vergognava di essersi comportata come una bambina viziata, solo poco tempo prima era scoppiata a piangere preoccupandosi solo di se stessa, senza contare quanto anche il ragazzo potesse stare male.

In quell'istante aveva decido di non voler pesare troppo su di lui, ci erano dentro assieme, avrebbero portato il peso in due.

《Jacob》

《Si?》

Per un secondo si era girato e le aveva sorriso. Aveva l'abitudine di farlo, anche a casa, nonostante fosse impegnato o distratto da qualcosa, trovava sempre un piccolo momento per sorriderle, per ricordarle che nonostante tutto lui c'era.

《Voglio che tu mi faccia una promessa》

《Una promessa?》

Nonostante lo sguardo fisso sulla strada, Jacob sorrideva. Non capiva cosa passava per la testa di quella ragazzina, prima era triste, poi sembrava arrabbiata e poi gli chiedeva di promettere qualcosa. Se questa era l'adolescenza lui se la sarebbe vista molto brutta.

《Devi promettermi che non farai tutto da solo. Siamo in due e dovremo ragionare in due. Devi giurarmi che mi permetterai di aiutarti》

Quando parlava in questo modo Jacob non vedeva una bambina, ma riusciva solo a vedere la donna meravigliosa che presto sarebbe diventata.

《Va bene Nessie. Però tu in cambio devi fare una promessa a me》

《Quale?》

《Promettimi che non mi nasconderai mai niente e che sarai sempre sincera con me. Io ti do la mia fiducia, ma tu devi assicurarmi che ne sei degna》

Il ragazzo era serissimo, forse così tanto non lo era mai stato. Non mentiva, avrebbe lasciato che Renesmee partecipasse alle decisioni, che avesse volte in capitolo tanto quanto lui. Però poteva fare tutto ciò solo se aveva fiducia in lei.

Forse in quel momento non si rendevano conto di quanto quelle parole erano fondamentali. La fiducia reciproca era la promessa più importante che potevano farsi. Chissà per quanto tempo sarebbero rimasti soli, dovevano poter contare l'uno sull'altra ciecamente.

《Quindi devo sempre essere sincera eh?》

《Esatto, sempre e per sempre》

《Allora ti devo confessare che in realtà ho un po' di fame》

Dopo quella frase Jacob aveva iniziato a ridere e scuotere leggermente la testa, alla fine non era poi così tanto apprensivo.

Con la pancia piena si erano rimessi in marcia, mancava ancora qualche kilometro al luogo che Jacob si era prefissato di raggiungere e voleva arrivarci prima della mattina. Perciò aveva deciso di non fare nessuna sosta per dormire, meglio prima arrivare a Portland.

《Piccoletta tu se sei stanca puoi dormire》

《Tu non sei stanco?》

《Ti ricordo che io faccio la ronda di notte, non sono mai stanco》

Eppure lei se le ricorda le volte in cui la zia Rosalie sbuffava scocciata del fatto che lui ronfava beatamente sul divano di casa Cullen, impegnandolo a detta sua di odore di cane bagnato. Succedeva periodicamente, ormai nessuno infatti faceva più caso alle lamentele della bionda che blaterava sul dover mettere una cuccia fuori da casa loro.

《Se non dormi anche tu, domani non potremo muoverci. Perché non ti fai un pisolino e domattina all'alba ripartiamo?》

Renesmee non aveva tutti i torti in effetti. La giornata era stata stancante per tutti e lui era già più di tre ore che guidava, iniziava effettivamente a essere stanco.

《Hai ragione, cerchiamo un posto per dormire》

《L'auto andrà benissimo, accosta la macchina più al lato che puoi e abbassiamo i sedili》

Lei la faceva facile, era uno scricciolo, in quei sedili ci stava bella comoda, per lui invece era tutto un altro discorso. Tuttavia non voleva iniziare a utilizzare i soldi che Bella gli aveva dato, sarebbero potuti servire più avanti fino a quando avrebbe trovato un lavoro e non pensava di volersi stabilire da nessuna parte prima di un mese almeno. Sempre che la sua Nessie non avesse qualcosa in contrario nella sua, seppur molto generale, tabella di marcia.

《Va bene, adesso cerco uno spiazzo dove parcheggiare. Non mi va di lasciarla nella strada》

Lei aveva annuito, iniziava a essere troppo stanca persino per parlare. Cominciava a notare che in effetti Jacob riusciva a intuire i suoi bisogni prima ancora che fosse lei stessa ad accorgersene.

《Qui dovrebbe andare bene, gli alberi ci coprono. Tu abbassa i sedili, io prendo delle coperte, dovrebbero essere nel bagagliaio》

Nessie l'aveva osservato scendere e dirigersi vero la parte posteriore della macchina, quante volte aveva chiesto a suo padre di lasciarle fare un campeggio con Jacob. Aveva desiderato per tanto tempo di fare un'uscita con il suo amico, un piccolo viaggio solo loro due in mezzo alla natura. Edward era sempre stato irremovibile, da soli no. Adesso si guardava intorno, erano circondati dagli alberi ed erano soli, esattamente come nel viaggio che per tanto aveva desiderato fare. Tuttavia non era così che se lo immaginava, non con questa situazione, non con la paura, non con l'urgenza di scappare, non dopo aver lasciato tutta la sua famiglia.

Aveva abbassato i sedili come le era stato chiesto da Jake e proprio mentre abbassava quello dalla parte del guidatore, lui era tornato. Non si era nemmeno accorta che avesse chiuso il bagagliaio o che avesse riaperto la portiera, troppo occupata a farsi largo tra i suoi pensieri che sembravano accumularsi. Ad un certo punto se lo era semplicemente ritrovato davanti con due coperte tra le braccia e con un piccolo sorriso solamente accennato.

Si erano stesi sopra quei sedili che per uno dei due erano veramente troppo piccoli per riuscire a dare abbastanza comodità. Lei invece non si trovava male, una volta essersi tolta le scarpe ed essersi rannicchiata. Jacob le aveva sistemato la coperta, assicurandosi che nessuna parte rimanesse scoperta, nonostante non ci fosse sicuramente il pericolo che prendesse freddo, dato che il corpo del ragazzo riusciva a scaldare tutto l'abitacolo.
Si era cercato di sistemare pure lui, come meglio era riuscito e mentalmente si era ripromesso che la notte successiva non avrebbe accettato di dormire nuovamente in macchina.

《Buonanotte Jacob》

《Buonanotte Nessie》

Poco prima di chiudere gli occhi e finalmente lasciarsi andare al sonno, una piccola mano aveva stretto la sua e nonostante la giornataccia, non aveva potuto che addormentarsi col sorriso.

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Capitolo 17
*** Solo per lei ***


I giorni inesorabilmente passavano, Jacob aveva persino quasi perso il conto di quando tempo fosse passato. Forks, La Push, casa Cullen, iniziavano a diventare immagini sbiadite relegate in un angolo della mente. Probabilmente erano passati tre o quattro mesi da quando in fretta e furia, erano scappati. 
Non avevano avuto più notizie da nessuno, isolati completamente dal mondo, dal loro mondo. 
Il ragazzo aveva persino perso il conto dei kilometri fatti, ad un certo punto le strade avevano cominciato ad assomigliarsi tutte e non provava nessun interesse a godersi i vari paesaggi che incontrava, quei posti tanto non sarebbero mai stati casa sua.

Ogni tanto interrompevano la loro infinita corsa, soggiornavano per un paio di giorni nelle città che più attiravano la curiosità della ragazzina e poi ripartivano. Erano diventati vagabondi, nessuna casa in cui tornare, nessun posto in cui andare.

《Dovremo scegliere un'isola sperduta e andare a viverci, solo noi. Non ci troverebbero mai》

《Si, bell'idea, e il cibo? La corrente elettrica? L'acqua? Nessie non ragioni》

Ormai Renesmee si era stancata di passare le sue giornate chiusa dentro un'auto, voleva trovare un posto in cui stabilirsi per un po' e da tempo cercava di convincere Jacob.

《Dai Jake, lo so che sei stanco pure tu. Fermiamoci per qualche mese》

La ragazzina aveva ragione, era completamente stremato. Guidava e guidava, non faceva altro da mesi. In quella scatola di metallo si sentiva in trappola, gli mancava la libertà di correre sotto forma di lupo, gli mancava la terra sotto le zampe, gli mancava l'aria sul muso, gli mancava la foresta, la spiaggia, la salsedine... 
Gli mancava casa.
Per fortuna aveva lei. Sapere di doverla proteggere, di dover essere il suo punto di riferimento, l'unico di cui abbia bisogno, riusciva a risollevare il suo umore che col passare del tempo sembrava peggiorare sempre di più.

《Va bene, fermiamoci. Ma solo per un paio di mesi, poi riprendiamo a spostarci》

《Meglio di niente, ci sto》

Renesmee non stava nella pelle di poter finalmente stare in uno stesso posto per più di due giorni. Iniziava a sentire la nostalgia di un posto da chiamare casa e le mancava la sua famiglia, provava a non pensarci, a impegnare la sua mente con altri pensieri, ma di notte tutta la tristezza tornava prepotentemente a farle visita. Jacob, per quanto fosse fantastico, non era suo padre e non poteva certo prendere il posto di sua madre, Nessie dimostrava poco più di tredici anni, o almeno così le aveva detto suo nonno durante la sua ultima visita, tuttavia era nata solo cinque anni prima. Poteva cercare di farsi forza, di confidarsi con Jake e farsi coccolare ogni volta che la nostalgia diventava soffocante, ma niente le avrebbe restituito la sua famiglia. Non si è mai abbastanza grandi per dire addio alle persone che si amano, lei lo aveva dovuto fare troppo presto.

《Allora è deciso, domani andiamo in aeroporto. Vediamo il primo volo disponibile e partiamo. Adesso però cerchiamo una stanza per questa notte》

A lei sarebbe andato bene anche dormire in macchina ma Jacob era stato irremovibile su quel punto, niente più nottate passate su quei sedili. 
In quel momento erano dispersi letteralmente in mezzo al nulla e Renesmee non pensava sarebbero riusciti a raggiungere una città prima che calasse la sera, era sicura invece che alla fine avrebbero passato la notte ancora una volta in auto.
A dirla tutta, a lei non dispiaceva nenache tanto, le piaceva dormire vicino a Jake e potergli stringere la mano, quando dormivano negli hotel invece, il ragazzo non le permetteva nemmeno di dormire nello stesso letto. Cercava sempre le stanze con letti singoli ben separati e se era costretto a scegliere quella con il letto matrimoniale, lui dormiva per terra.
Nessie era ancora una ragazzina ma sapeva che non andava bene che un uomo e una ragazzina dormissero nello stesso letto, glielo aveva detto sua madre per spiegarle come mai Edward aveva iniziato a impedire al suo Jacob di rimanere nella sua stanza di notte. Tuttavia non aveva mai capito cosa ci fosse di male, Jake era sempre stato uno di famiglia e alla stregua di un fratello per lei. Eppure sembrava che il ragazzo portasse avanti questa regola, anche senza suo padre a controllare.

Il buio era sceso, anche troppo in fretta e come immaginato dalla ragazzina non erano riusciti a raggiungere un centro abitato. Dopo qualche imprecazione e borbottio per non aver trovato nemmeno una casa, Jake aveva accettato di dormire nella macchina.

Quella notte però il ragazzo non era l'unico il cui sonno faticava ad arrivare, infatti nemmeno la dolce Nessie riusciva a chiudere occhio.

《Non riesci a dormire Nessie?》

La ragazza aveva scosso la testa, sapendo che Jacob sarebbe stato in grado di vedere quel movimento nonostante il buio che li circondava.

Non c'era bisogno di chiedere il perché non riuscisse a prendere sonno, capitava spesso alla la piccola ibrida, sopratutto da quando erano partiti. A volte era la nostalgia di casa, a volte la paura che i Volturi riuscissero a trovarli, a volte semplicemente le si accumulavano troppi pensieri che non le permettevano di riposare serena.

《Vuoi dirmi a cosa pensi?》

Jacob quasi sussurrava, come se avesse avuto paura d'infrangere il silenzio della notte. Il tono che assumeva rendeva la sua voce calda e avvolgente.

《Sarà bello fermarci per un po', fare finta che tutto sia... normale》

Nulla era normale nella loro vita. Lui era un mutaforma, lei un ibrido mezzo vampiro, stavano scappando da dei vampiri che molto probabilmente erano sulle loro tracce dopo aver abbandonato la famiglia di vampiri vegetariani di lei. Come potevano essere normali?

《La normalità non è bella quanto credi》

《Chi lo sa》

La conversazione sembrava voler spegnersi con quelle ultime parole pronunciate da lei. 
Quanto avrebbe dato Jacob per tornare indietro, a quando bastava una battuta per farla ridere o quando la ascoltava parlare per ore. Da quando erano partiti la sua Nessie era cambiata, non rideva quasi più e quei suoi racconti infiniti sembravano aver trovato una fine.
Renesmee stava maturando, cresceva sia con il corpo che con la mente. Erano bastati pochi mesi per renderla una ragazza più riflessiva, molte volte la sorprendeva con lo sguardo fisso e chissà quale pensiero per la testa. Sicuramente un ruolo importante era stato giocato dal distacco così improvviso da tutti i suoi affetti.
Eppure dopo soli tre mesi Nessie sembrava completamente un'altra persona.

Anche in quel momento poteva vederla immersa in una riflessione da cui probabilmente non ne sarebbe uscita molto in fretta, forse era proprio quella che non le permetteva di addormentarsi, quella che nonostante la promessa fatta, Renesmee non gli aveva voluto dire.
Jacob comunque aveva capito che non la poteva costringere ad aprirsi con lui, lo avrebbe fatto entrare nella sua mente solo quanto avrebbe ritenuto opportuno.
Forse sbagliava o forse era la decisione migliore che avrebbe potuto prendere, questo non poteva saperlo. L'unica cosa che poteva fare era starle accanto e farle sentire che lui c'era e ci sarebbe stato fino a quando lei ne avrebbe avuto bisogno.

Muovendosi piano, cercando di sistemarsi su quel dannato sedile, si era voltato verso di lei. L'aveva osservata per qualche secondo e poi le aveva preso una mano e l'aveva stretta tra le sue. Lo facevano spesso, si prendevano per mano per far sentire la propria presenza, per loro valeva più di mille parole ed era il gesto più intimo che si potevano permettere.

《Jake, raccontami qualcosa di bello》

Lui le aveva sorriso e dopo averle lasciato un bacio sulla fronte, dato con non poca facilità visto lo spazio angusto in cui si doveva muovere e durato qualche secondo di troppo, aveva iniziato a parlare.
La voce tenuta sempre bassa, quasi un sussurro, un racconto solo per lei.
In quel momento a entrambi sembrava essere tornati indietro, a quando tutto andava bene, a quando erano felici.
Eppure Jacob lo sapeva che prima o poi sarebbero tornati a esserlo, Renesmee avrebbe ripreso a sorridere, a guardare il mondo con entusiasmo, a pensare al futuro senza averne più paura.
 

 

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Capitolo 18
*** La cosa giusta ***


《Che ne pensi Nessie? Non sarà un castello ma non mi sembra terribile》

Entrambi guardavano quella piccola casetta in legno; non si poteva certo dire che fosse in buono stato, se solo avessero sbattuto la porta un po' troppo forte, sicuramente la costruzione sarebbe crollata.

Senza aspettare la risposta della ragazzina, Jacob, con un po' di fatica era riuscito ad aprire la porta per dare uno sguardo all'interno. 
Renesmee nel frattempo si guardava intorno, non ancora propriamente sicura di voler entrare dentro quel pericolo edilizio. Sentiva che le sarebbe crollato tutto addosso prima ancora di metterci un piede. Eppure Jacob sembrava così tranquillo, per lui quella casetta era stata una manna dal cielo, e forse in effetti era proprio così, non si aspettavano minimamente di trovare un riparo in mezzo a tutta quella boscaglia.

《Nessie, vieni, non aver paura. Ti assicuro che dentro è molto meglio》

Con qualche passo incerto si era avvicinata alla struttura, l'odore del legno marcio le aveva invaso le narici anche a distanza, non voleva immaginare che aria si respirasse all'interno.
Il ragazzo, vedendo che Renesmee non dava segni di voler avanzare più di quanto aveva già fatto, era tornato sui suoi passi e le si era avvicinato.

《Piccoletta, so che non è il massimo del lusso, ma al momento non abbiamo altre possibilità. Se potessi ti farei vivere in un hotel a cinque stelle ma di questo passo finiremo i soldi entro il mese prossimo》

Jacob sapeva che la piccola vampira era abituata a molto di più, i Cullen non se la passavano male e nonostante abitassero praticamente in mezzo al bosco, si erano sistemati proprio bene.
Purtroppo in quella situazione non potevano certo fare gli schizzinosi, ci si doveva accontentare e per dire che si erano ritrovati in mezzo al nulla, gli era andata proprio bene.

Con una mano sulla schiena la cercava d'invogliare a entrare, sapeva che una volta aver visto l'interno non avrebbe avuto più niente da ridire.
Perché in effetti quella piccola casetta da fuori sembrava una topaia, ma al suo interno non era messa male, era simile a una di quelle tipiche costruzioni di montagna e lui già si sentiva a casa.

《Facciamo così, oggi ci passiamo la notte e poi domani decidiamo cosa fare》

Avendo preso un aereo che li aveva portati fino in Russia, non avevano più la macchina, e quindi -con grande gioia del ragazzo- non c'era nemmeno più la sicurezza di un posto dove dormire in caso di necessità. Probabilmente più in là ne avrebbero affittato una, ma fino a quel momento si sarebbero spostati a piedi.

Finalmente la ragazzina aveva ceduto e si era fatta forza per entrare. Un'espressione disgustata era apparsa sul suo viso quando l'odore nauseante si era fatto più intenso, ma subito era stata sostituita da una di stupore.
Nonostante lo strato di polvere alto quasi due dita che ricopriva ogni oggetto e mobilio, la casetta era veramente deliziosa.

《Avevi ragione Jake, non è male》

Lui con un sorrisino soddisfatto si era voltato verso di lei.

《Ho sempre ragione principessa. Comunque, non è enorme ma per noi dovrebbe andare bene, una bella pulita e qualche riparazione e tornerà come nuova》

Nonostante le aveva detto che avrebbero deciso solo il giorno dopo, lui sembrava intenzionato a rimanerci in quel posto, forse per tutti e due i mesi che le aveva concesso di pausa prima di riprendere la marcia.
Renesmee sapeva che comunque non avrebbe preso nessuna decisione senza consultarla, tuttavia sicuramente Jacob sperava che a lei piacesse quella nuova sistemazione e desse il suo ok per rimanerci.

La giornata era stata lunga e parecchio stancante, le ore in un aeroporto in attesa del volo con destinazione una località dal nome impronunciabile e il tempo trascorso a solcare i cieli per raggiungere la fredda e lontana Russia. Erano già stremati quando avevano toccato terra, ma alla fine era stata di comune accordo la decisione di trovare un posto isolato e possibilmente circondato dalla natura.

《Per oggi direi di dare una pulita solo alla camera, il resto ci penseremo più avanti. Che dici?》

Renesmee non si era nemmeno accorta che ormai Jacob parlava praticamente da solo. Non aveva risposto quasi più a nessuna delle sue domande o affermazioni, ogni tanto aveva annuito ma ancora non aveva espresso nessun pensiero riguardo quella provvisoria sistemazione.
Non voleva passare per una bambina viziata e in più le dispiaceva non condividere tutta la gioia che provava Jacob per aver trovato quel posto che tanto gli ricordava casa sua. Il ragazzo si sforzava tanto, per tutto e lei non riusciva a dimostrargli nemmeno un briciolo di gratitudine.

《È bella Jake, possiamo provare a sistemarci qui per un po'》

Alla sua affermazione era seguito un sorriso da parte di lui, uno di quei suoi sorrisi contagiosi, quello che metteva allegria solo a vederlo.

《Sono felice che ti piaccia. Adesso però andiamo a pulire, non so tu ma io sto morendo di sonno》

Pure lei, nonostante la sua resistenza, sentiva tutta la fatica di quella giornata. Quella notte sicuramente non avrebbe faticato a prendere sonno, per fortuna. Non voleva nuovamente tenere sveglio Jacob per farle compagnia, non era lei a chiederglielo ma lui non voleva sentire discussioni, se lei non dormiva non l'avrebbe fatto nemmeno lui. Perciò molte notti, nonostante la stanchezza del ragazzo, le avevano passate praticamente in bianco per colpa dei troppo pensieri e della troppa tristezza, che dominavano nella mente e nel cuore di Nessie.

Dopo aver aperto le finestre per far arieggiare e con la loro fedele coperta stesa sopra il vecchio materasso presente nell' unica camera da letto, finalmente i due ragazzi potevano addormentarsi.
Non era stato facile convincere Jacob a sdraiarsi vicino a lei, ma alla fine, sia per lo sporco che ricopriva l'intero pavimento, sia per la stanchezza che piano piano stava prendendo il sopravvento, aveva ceduto. 
Con ancora un po' di riluttanza si era steso al suo fianco, stando ben attento a non sfiorarla. Il corpo della ragazza era addossato quasi completamente alla parete si cui poggiava un lato del letto, dall'altra parte invece era occupata dall'importante presenza fisica di Jake. Vista l'attenzione con cui aveva evitato anche il più piccolo contatto, pure lei aveva preferito non avvicinarsi troppo e lasciare quei pochi centimetri a dividerli, anche se si sarebbe felicemente buttata tra le braccia del suo amico per ascoltare il battito del suo cuore, lasciandosi cullare da esso. Jacob tuttavia si era coricato a pancia in su, con un braccio sotto la testa per dargli un minimo di appoggio e aveva iniziato a fissare il soffitto. Le aveva augurato la buona notte senza nemmeno voltarsi verso di lei e questo gesto aveva fatto scattare un campanello d'allarme nella testa della ragazza, perciò aveva evitato di annullare quella distanza che lui aveva messo fra loro. Non capiva cosa era successo o il motivo dello strano cambiamento d'umore del suo Jacob, sperava solo di non esserne lei la causa.

Si erano addormentati in silenzio, o almeno lei si era addormentata. Lui non era riuscito a staccare il cervello, la presenza di lei, così vicina ma l'impossibilità anche solo di sfiorarla, lo stava facendo impazzire. La voce di Edward con tutte le sue regole e i suoi divieti gli rimbombava nella testa, come un'orribile cantilena impossibile da dimenticare. Se li avesse visti in quel momento, in un'altra circostanza, avrebbe staccato la testa al ragazzo. Loro due da soli, di notte, sotto lo stesso tetto e nello stesso letto; Jacob era sicuro che, anche se fisicamente impossibile, al vampiro sarebbe venuto un infarto.

Mentre ancora ripensava alle parole del suo vecchio rivale, la ragazza nel sonno gli si era avvicinata. Aveva passato una mano sopra la sua pancia, quasi come in un piccolo abbraccio e gli si era stretta contro. Poggiava la testa sul suo petto, facendo ricadere la massa di capelli sul corpo di lui. La cosa giusta da fare sarebbe stata spostarla, farla tornare nel suo spazio e fare finta di niente, tuttavia per una volta Jacob non voleva fare la cosa giusta. Aveva chiuso gli occhi e ascoltando il suo respiro che a tempo regolare si infrangeva sul suo petto coperto dalla maglietta, aveva lasciato che lei gli stesse vicino.

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Capitolo 19
*** L'ultima volta ***


《Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri cara Nessie, tanti auguri a te!》

Nonostante la candelina sopra quella piccola torta era solo una, Renesmee aveva soffiato con così tanto vigore come se ne dovesse spegnere almeno venti.

《Hai espresso un desiderio piccoletta?》

《Si, che tu la smetta di chiamarmi "piccoletta", non sono più una bambina Jake》

《Non lo sai che se lo dici a voce alta il desiderio non si avvera... piccoletta》

Il ragazzo aveva volutamente sottolineato quell'aggettivo che Renesmee gli implorava da tempo di non usare più. Riteneva di essere troppo grande per tutti quei nomignoli che Jacob le aveva, col tempo, affibbiato. Forse aveva ragione, ormai dimostrava circa sedici anni, sebbene alla sua maturità mancasse ancora un anno. Non si ricordava da quanto tempo erano in viaggio, gli sembrava una vita. Renesmee era cresciuta a vista d'occhio, più di quanto si sarebbe aspettato, o magari era solo lui che cercava di vederla più grande di quanto in realtà non fosse.

Alla fine erano rimasti per più di due mesi in quella casetta. Una volta risistemata era diventata un piccolo angolo di paradiso, Nessie la adorava e pure lui non poteva lamentarsi. La parte migliore era la fitta boscaglia tutt'attorno che gli permetteva di trasformarsi e correre libero, dandogli così la possibilità di sfogarsi almeno un po'. 
Dopo un primo momento di indecisione, dovuta alle raccomandazioni di Edward sul continuare a spostarsi, alla fine avevano scelto di fermarsi per più tempo. Jacob sentiva che quella era la scelta migliore che avevano preso da quando si erano messi in viaggio. Vivevano una vita spartana ma felice e Renesmee pareva aver ritrovato un po' di pace e tranquillità. 
Lei era serena, le piaceva stare in quella casa e lui non poteva permettere che ricadesse in quel turbinio di emozioni negative che avevano accompagnato tutta la prima parte di quel viaggio. Avevano deciso di definirlo così, viaggio. All'inizio non gli sembrava rispettoso, dopotutto non erano a fare una scampagnata, non stavano facendo un'uscita di piacere. Stavano scappando, dopo aver abbandonato tutta la loro famiglia. Ad un certo punto però Nessie gli aveva proposto di definire quella loro avventura come un viaggio, probabilmente le serviva per affrontare meglio la situazione. Lui non si era opposto, anche a lui serviva vederla in una prospettiva piu felice.

《Jake ti avevo detto che non serviva una torta. Eravamo d'accordo di non festeggiare》

La richiesta della ragazza di non voler fare niente per il suo compleanno era arrivata pochi giorni prima. Gli aveva spiegato che non se la sentiva di festeggiare in un momento come quello, sulle prime Jacob le aveva dato pure ragione.
La notte prima invece aveva deciso di non darle ascolto. Non era giusto che rinunciasse al suo compleanno, vista la sua crescita ne aveva già persi abbastanza. Così lui si era deciso che la sua nascita andava festeggiata. 
Si era messo d'impegno per preparare una torta che, più che bella, fosse almeno commestibile e le aveva impacchettato un piccolo regalo, nulla di troppo eclatante, giusto un pensiero per la sua piccola donna.

《Oh, beh. Devo essermene dimenticato》

Nonostante la decisione che aveva preso, Nessie era felice che Jacob avesse fatto di testa sua. Si era impegnato tanto, preparandole persino una torta. Come poteva non voler bene a quell'uomo? 
Il suo Jacob era fantastico e ogni giorno se ne rendeva sempre più conto. Non poteva desiderare persona migliore con cui affrontare tutto quello che stava passando. Se all'inizio aveva dubitato del suo compagno di viaggio, in quel momento non aveva più nessun dubbio. Lui era ciò di cui aveva bisogno, lo era sempre stato e lo avrebbe scelto altre mille volte per starle accanto.
Poteva sembrare egoista, ma il suo desiderio era stato proprio quello. Avere Jacob sempre vicino, per tutta la vita. Non le importava ciò che sarebbe successo o il futuro, tutto ciò che desiderava era il suo amico sempre presente. Tuttavia sapeva, ne era certa, che non serviva nessuna candelina, non aveva bisogno di esprimere un desiderio il giorno del suo compleanno, per sapere che lui non l'avrebbe mai lasciata. Se lo sentiva che non avrebbe permesso mai a niente e nessuno di separarli.

Nel mentre che lei si era persa nei suoi soliti pensieri senza capo né coda, lui le si era avvicinato.
Dopo un piccolo momento, che alla ragazza era sembrato di esitazione, le aveva passato le braccia attorno alla vita, stringendola in un abbraccio. 
Un abbraccio alla Jacob, uno di quelli che ormai era raro ricevere.
Le era mancato sentirlo così vicino, sentire le sue braccia che la stringevano, quasi fino a soffocarla, che la facevano sentire protetta.
Non riceverne più tanti come quando era un bambina, rendevano quei pochi vermante speciali, unici, emozionanti.

《Buon compleanno Nessie》

Glielo aveva sussurrato all'orecchio, non staccandosi da lei nemmeno per guardarla in faccia.
Erano così vicini che Renesmee poteva sentire il fiato caldo del ragazzo colpirle il collo lasciato scoperto dai capelli, che in quel momento erano legati in una crocchia disordinata.
Lei non voleva staccarsi, tra le sue braccia ci stava troppo bene. Si sentiva a casa finalmente dopo tanto tempo, non voleva lasciare quel suo piccolo spazio di benessere.
Nemmeno lui avrebbe voluto lasciarla andare, era da tempo che non stringeva la sua piccola. Gli mancava farlo, gli mancava terribilmente. Però aver deciso di diminuire i contatti tra loro era stata la scelta migliore. Renesmee stava crescendo e non poteva certo trattarla come una bambina. In lei stavano nascendo nuovi istinti, nuove necessità e vista la sola presenza del ragazzo nella sua vita, non voleva far nascere qualcosa che ancora non poteva venir fuori. 
Nessie doveva fare le sue esperienze, doveva poter scegliere, guardarsi attorno ed essere sicura delle strade che decideva di percorrere. Portarla troppo presto su quella via non era giusto. Lei era indissolubilmente legata a lui, questo non poteva cambiare. Eppure Jacob non voleva che scegliesse lui perché obbligata, come unica alternativa o perché vedeva in lui colui che c'era sempre stato.

Tuttavia ogni tanto un piccolo strappo alla regola se lo potevano concedere. Un abbraccio un po' più caloroso, una coccola quando era triste o un bacio in fronte prima di dormire non avrebbero fatto male a nessuno. Almeno così sperava Jacob.

A malincuore si erano dovuti separare per evitare che quella situazione cadesse nell'imbarazzo.
La delusione per la fine di quel contatto tra loro da parte di Ness, era presto stata sostituita dalla sorpresa. Infatti Jacob stringeva tra le mani un piccolo pacchetto regalo, incartato alla bell'e meglio.

《Questo è per te》

《Jacob》

Il ragazzo non era riuscito a capire pienamente a quale proposito avesse detto il suo nome. Stupore per la sopresa o probabilmente rimprovero per aver fatto, oltre alla torta, un regalo.

《Che fai non lo apri?》

《Avevamo detto nessun festeggiamento》

《Lo avevi detto tu piccoletta, io non ho mai accettato》

《Sei un idiota》

Nonostante il piccolo insulto era bello per Jacob vederla così, era bello sapere che si sentisse talmente a suo agio con lui da insultarlo. Il loro rapporto assomigliava sempre di più a quello tra due migliori amici, finalmente aveva abbandonato il ruolo da fratello maggiore misto a mentore.

La ragazza aveva strappato quella ridicola carta regalo con le stampa di orsetti con estrema calma, sorridendo al pensiero di Jake mentre la comprava, scegliendola tra chissà quante altre. Si chiedeva comunque dove avesse trovato il tempo di preparare la torta e prenderle un regalo.

《So che non è molto, ma ho visto che il vecchio bracciale iniziava a starti stretto. Questo è un po' più elaborato ma spero comunque che ti piaccia》

E mente con una mano stringeva il nuovo bracciale che Jacob le aveva regalato, con l'altra sfiorava il vecchio, ancora al suo polso. Non l'aveva mai tolto, ma nonostante non fosse passato poi tanto tempo, iniziava a stringere. Jake l'aveva fatto per il polso di una bambina, ora invece era praticamente un'adulta.

《È bellissimo, mi aiuti a metterlo?》

Mentre con un sorriso Jacob aiutava la ragazza a legarsi al polso il nuovo bracciale, più grande e decorato, lei stringeva forte nella sua mano il vecchio, quello più piccolo e quell'istante le sembrava molto più che una semplice sostituzione di accessori.

 

Pochi mesi dopo il compleanno di Nessie si erano dovuti rimettere in marcia. Per quanto quel posto piacesse a entrambi, non potevano rimanerci per sempre. 
Dovevano spostarsi, come Jacob aveva promesso a Edward e Renesmee doveva iniziare a vivere in luoghi con più gente. Doveva conoscere persone, farsi amicizie e se mai avesse voluto, con grande dispiacere del ragazzo, persino avere un fidanzato. Non era un'opzione molto gradita da Jake ma non poteva imporle il suo amore, se lei avesse amato un altro lui non poteva mettersi in mezzo. Doveva lasciarle fare le sue esperienze.

Per questi motivi avevano deciso di far ritorno in America. 
Alla fine si erano fermati in Texas in una piccola cittadina chiamata Ratcliff. Non era molto grande o abitata, ma era abbastanza però da permettere alla ragazza di stringere qualche buon legame. La piccola città era completamente circondata da foreste, utili sia per far nutrire lei, sia per potersi trasformare e correre senza essere notato. Almeno così sperava.
Jacob, pensava di stabilirsi li per un paio d'anni, sempre che Renesmee non avesse avuto niente in contrario. Forse sarebbe riuscito a trovarsi un piccolo impiego e magari far frequentare a lei una scuola. Ovviamente non era preoccupato per la sua istruzione, aveva avuto i migliori insegnanti che potesse desiderare e non c'era nulla che avrebbe potuto apprendere in quella città che non sapesse già. Tuttavia la scuola era il posto migliore per incontrare ragazzi e Nessie aveva un disperato bisogno di qualcuno della sua età, fisica per lo meno, con cui rapportarsi.
Nonostante le iniziali proteste, in cui affermava di possedere già la compagnia di cui aveva bisogno, intendendo il ragazzo con cui aveva passato l'ultimo anno, alla fine aveva acconsentito a frequentare una scuola.

Si sa, nelle piccole comunità i nuovi arrivati non vendono visti di buon occhio e i due ragazzi avevano fatto molta fatica a farsi accettare o per lo meno ad ambientarsi. Dopo un periodo un po' faticoso, Jacob si era riuscito a far assumere da un vecchio falegname per dargli una mano. La sua buona volontà e la dedizione che metteva nei lavori che gli venivano affidati avevano contribuito a migliorare l'opinione che le persone avevano sia di lui che di Nessie.
Purtoppo invece il suo piano per iscriverla in una scuola e farle fare nuove amicizie era naufragato. Quella città era praticamente abitata solo da anziani e i pochi ragazzi che ci vivevano venivano istruiti a casa. Quindi non c'era una scuola e nemmeno la possibilità che Renesmee si rapportasse con dei suoi coetanei.

Nonostante l'idea di voler cambiare nuovamente città, la ragazza aveva insistito per fermarsi. Sosteneva che la pace e l'affiatamento delle persone le ricordava Forks, per questo voleva godersi quel soggiorno per qualche tempo. Jacob ovviamente non le aveva potuto dire di no, sopratutto quando aveva iniziato a guardarlo con sguardo supplichevole e occhi da cucciolo.

La vita in quel posto non era faticosa o particolarmente stressante, Jacob lavorava dalla mattina fino al pomeriggio, con uno stacco verso l'ora di pranzo in cui raggiungeva la ragazza nella casa che erano riusciti ad affittare.
Lei rimaneva per la maggior parte del tempo nella loro abitazione, puliva, metteva in ordine e preparava da mangiare. Al ragazzo non piaceva per niente quello stile di vita, che a parer suo isolava e lasciava per troppo tempo sola Renesmee. Lei invece ne sembrava entusiasta, molte volte scherzava sostenendo che sembravano una coppia. Nella comunità in effetti molti li avevano scambiati per due sposini in cerca di un posto tranquillo dove metter su famiglia. Non poteva certo fare una colpa alle povere persone, Nessie ormai dimostrava quasi diciotto anni e lui sembrava poco più che ventenne. Era normale che li scambiassero per una coppia.
Ciò che invece lo preoccupava era il modo in cui Renesmee ci scherzava su sempre più di frequente. Non sembrava darle particolarmente fastidio questa loro associazione, anzi ne sembrava sempre più contenta. Era felice che le persone non la scambiassero più per un'ipotetica sorellina più piccola ma la vedessero come una donna da poter facilmente identificare come sua ragazza.

Jacob non capiva perché ciò lo turbasse tanto, per molto tempo aveva sperato che il loro rapporto una volta arrivato il momento opportuno si evolvesse in qualcosa di più profondo, eppure adesso che Renesmee era cresciuta non voleva che lei ricambiasse finalmente l'amore che aveva nutrito per più di sei anni.
Aveva immaginato in modo diverso la loro vita, più volte si era ritrovato a pensare al momento in cui lei avrebbe esternato i suoi sentimenti, scegliendo lui tra tanti altri. Era così che voleva che andasse, voleva che lo amasse perché era lui, voleva che tra tanti ragazzi che sicuramente le avrebbero fatto la corte, lei avesse occhi solo per lui. Quel viaggio aveva rovinato tutto, erano diventati più intimi, avevano sviluppato un legame molto più profondo basato sulla fiducia e il sostegno reciproco e di questo non poteva che esserne contento, ma in questo modo nel caso in cui la ragazza avesse sviluppato qualche sentimento che non rientrava più nell'amicizia, lui non avrebbe mai saputo se era dovuto all'effettivo amore o alla, seppur involontaria, costrizione di averlo sempre accanto.

Ogni tanto si dava dello sciocco, si fasciava la testa prima ancora di rompersela. La ragazza infatti, oltre a quegli scherzi sul modo in cui vivevano, non aveva mai dato segni di qualcosa che supponesse un legame affettivo diverso dal solito.

《Jake ci sei? Mi stai ascoltando?》

Renesmee aveva interrotto i suoi pensieri da paranoico e in quel momento gli sventolava una mano davanti al viso per ottenere l'attenzione che, evidentemente, il ragazzo non le stava dando.

《Certo che ti ascolto》

《Ma se ti sei imbambolato! Se mi stavi a sentire, cosa ti ho detto?》

Jacob non ne aveva la più pallida idea, si era effettivamente incantato e perso nei suoi pensieri poco dopo essersi seduto al tavolo. Si ricorda che Nessie aveva iniziato un discorso su un libro che stava leggendo e poi più nulla. Si era fatto prendere troppo dai pensieri e dai ricordi per prestare attenzione a cosa la ragazza gli stava dicendo.

《Stavi parlando del libro che stai leggendo...》

《Jake, quello l'ho detto dieci minuti fa. Sei strano oggi, tutto bene?》

《Mi dispiace Nessie, sono solo un po' stanco. Cosa mi stavi dicendo?》

Renesmee era abbastanza preoccupata. Erano giorni che vedeva il suo amico più stanco del solito e non credeva che fosse solamente colpa del lavoro.

《Non fa nulla, niente di importante. Vai pure a dormire, qui sistemo io》

E quando gli parlava in quel tono da perfetta donna di casa, Jake non poteva non pensare a come sarebbe potuta essere la vita vissuta per davvero in quel modo.

《Ti aiuto, non voglio che faccia tutto da sola》

《Va bene, se proprio ci tieni》

Avevano finito di sparecchiare assieme e come due bambini che si fanno i dispetti con l'acqua, avevano lavato tutte le stoviglie.
Una volta sistemato tutto, erano andati a dormire; Jacob in una stanza, Renesmee nell'altra.
Nonostante la stanchezza accusata dal ragazzo, non riusciva comunque a prendere sonno. Gli mancavano i bei vecchi tempi in cui gli bastava toccare una superficie anche vagamente morbida, per addormentarsi. Da quando erano partiti erano più le notti in cui rimaneva sveglio che quelle in cui effettivamente si riposava. 
Anche Renesmee non era da meno, faceva fatica a prendere sonno, continuando a rigirarsi sul letto in cerca di una posizione più comoda.
C'era un solo modo per riuscire a dormire tranquillamente, lo aveva scoperto un bel po' di tempo addietro, durante la prima notte passata nella casetta in Russia.

Jacob fissava il soffitto, alla ricerca di quel sonno che sembrava averlo abbandonato per l'ennesima volta durante quella settimana.
Aveva sentito la porta della sua camera aprirsi leggermente, non serviva certo il suo udito più sviluppato, quelle dannate porte in legno facevano troppo casino ogni volta che venivano anche solo sfiorate.
Lui aveva sorriso, sapeva perché la porta aveva cigolato e non era certo colpa del vento.

《Jacob sei sveglio?》

《Si, che succede piccoletta?》

《Ho fatto un incubo》

Non era vero, lo sapeva lui e lo sapeva lei. Era solo una scusa con cui giustificavano la voglia che avevano di dormire assieme.

《Vuoi raccontarmelo?》

《No, posso...》

Non c'era bisogno di finire quella frase. Jacob si era già prontamente spostato per far spazio alla ragazza. Non le avrebbe mai detto di no, anche perché pure lui si era accorto che la notte al suo fianco era molto più serena.

《Questa è l'ultima volta Nessie》

Lo diceva tutte le notti in cui lei si rifugiava nel suo letto, tuttavia entrambi sapevano che non sarebbe stata l'ultima.

 

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Capitolo 20
*** Il giusto equilibrio ***


《Dobbiamo andarcene Ness》

Ormai era stanco di dover ripetere la stessa frase più e più volte. Si sentiva come un genitore a cui il figlio non presta attenzione.
Nonostante l'ennesimo tentativo di convincere la ragazza, lei sembrava non ascoltarlo. Eppure sentiva tutto perfettamente, semplicemente non voleva rispondergli, cercando così di ignorare la questione.
Quando si comportava in quel modo, Jacob non vedeva altro che una bambina capricciosa. Si chiedeva a cosa le era servito crescere più velocemente se alla fine non era maturata.
Erano giorni ormai che cercava di farsi dare ascolto ma lei non pareva proprio dell'idea di concedergli la sua attenzione, per quanto ovviamente riguarda l'intenzione di un nuovo trasferimento.

《Renesmee!》

Lei lo stava tranquillamente ignorando. Sapeva che non voleva spostarsi ancora e aggirava la questione in questo modo.

《Cosa c'è?》

《Non sei sorda, lo sai benissimo cosa c'è》

La ragazza continuava a sfogliare il libro che, in quel momento, era diventato molto più interessante di qualsiasi cosa Jacob stesse dicendo.

《Perché fai così?》

《Così come?》

Sembrava che lo volesse far innervosire di proposito. Ogni frase detta dalla ragazza faceva perdere sempre di più le staffe al povero Jake. Si stava mettendo proprio d'impegno per fargli saltare i nervi.

《Per favore Ness, parliamone, discutiamo, troviamo un accordo》

《Di cosa dovremo parlare?》

《Non ne posso più ragazzina! Volevi tanto crescere, bene, adesso accetti ciò che la maturità comporta. Dimostri quasi diciotto anni, la tua mente anche di più. Smettila di comportarti come una bambina o dovrò riprendere a trattarti come tale》

Il ragazzo era uscito fuori da quella maledetta casa in cui ormai soggiornavano da tre mesi. Dannato il giorno in cui avevano deciso di tornare in America e scegliere prorpio Ratcliff come città.
Aveva sbattuto la porta, non curandosi del sobbalzo che aveva procurato alla ragazza.
Era sempre più nervoso e lei non faceva altro che accentuare il tutto. Ignorava le continue richieste di trasferirsi e ignorava i ragionamenti che Jacob faceva per convincerla.
Quella vita non poteva più andare bene, Renesmee era sempre sola, per quasi tutto il giorno. Non vedeva altri che lui e occasionalmente il commesso del market in cui andava a fare la spesa. Lui non capiva come poteva sopportare quell'esistenza in isolamento, come poteva essersi accontentata di così poco. 
Jacob si sentiva come un leone chiuso in gabbia, quella cittadina era soffocante. Non aveva idea del perché lei invece ci si trovasse così bene, da desiderare addirittura di restarci. La sua Nessie non era così, la sua piccoletta non avrebbe mai accettato una vita così scialba. A volte gli sembrava di non riconoscerla più, era cresciuta e stava piano piano diventando un'altra persona. Stava perdendo la sua forza, la sua grinta, la sua lucentezza e a Jake non piaceva per niente. Voleva indietro la sua piccola Renesmee.
Dopo averla lasciata sola in quella casa che lei tanto adorava, si era trasformato. Era dovuto andar via, non poteva permettere che lo stress e il nervosismo prendessero il sopravvento quando lei era presente, quando le era vicino. Non si sarebbe mai perdonato se l'avesse ferita, anche solo per errore.
Aveva iniziato a correre, non sapeva neanche dove stava andando o quanto si stesse allontanando. Le zampe si muovevano come se avessero vita propria, non sentiva la fatica e non gli mancava il fiato. Cercava di svuotare la mente e rilassarsi, attraverso l'unico modo a sua disposizione. Sarebbe tornato da lei una volta essersi calmato, avrebbe ripreso il discorso, ancora una volta, sperando che lei finalmente ascoltasse le sue parole.
Correva finalmente libero, così veloce che quasi le sue zampe non toccavano la terra. Mentre l'aria gli colpiva il muso e passava attraverso la sua pelliccia di cui era così fiero, non pensava a niente. Erano state proprio quella libertà e quella spensieratezza tuttavia, a non fargli notare i pericoli che i boschi abitati da cacciatori nascondevano.

Renesmee era rimasta ferma, seduta su una poltrona posta davanti al camino e con ancora in mano quel libro, che prima gli era sembrato la sua ancora di salvezza per evitare il confronto con Jacob. Il fuoco, sorvegliato con attenzione e alimentato precedentemente dal ragazzo, ormai rilasciava gli ultimi sbuffi di fumo spegnendosi lentamente. A Nessie non sembrava comunque importare, il freddo iniziava a farsi sentire ma lei non tremava per quel motivo. I suoi brividi erano dovuti al pianto disperato a cui si era lasciata andare dopo che lui era uscito.
Non l'aveva mai visto arrabbiato -non con lei- o così tanto nervoso. Le aveva urlato, non l'aveva mai fatto prima d'ora. 
Non sapeva perché si era comportata in quel modo, non era da lei ignorare Jacob. In quel momento pensava solo al non voler abbandonare quella casa, quella vita così normale. Lui sembrava non capire i suoi desideri, non che glieli avesse mai espressi. Jake sembrava non capirla più, prima non servivano tante parole, lui sapeva sempre ciò di cui aveva bisogno o quello che desiderava. Le pareva che quella connessione con lui, che da bambina era talemnte profonda da estraniarli dal resto del mondo, si stesse sempre più affievolendo.
Prima non vedeva l'ora di crescere, in quel momento desiderava solamente tornare indietro.

Perché lui non vedeva quanto stavano bene. La loro vita era semplice, genuina, meravigliosamente normale. Jacob voleva abbandonare tutto un'altra volta, stravolgere la loro quotidianità per andare incontro all'ignoto. Forse lui non la vedeva come lei; eppure da quando si erano sistemati in quella citta, sembrava sereno, a volte persino felice.
Lei se lo ricorda il sorriso che aveva stampato sul suo viso il giorno di Natale. Lo avevano passato in quella casa, solo loro due per tutto il giorno. Non era dovuto andare a lavoro, essendo festa, e ne avevano approfittato per dormire un po' più del solito. Quella notte Jacob le aveva persino permesso di dormire con lui e non erano servita nemmeno la solita scusa dall'incubo. Al suo risveglio, mentre lui ancora dormiva, si era accorta che durante la notte il braccio del suo amico l'aveva circondata, stringendola nell'abbraccio più dolce del mondo. Aveva fatto finta di dormire quando si era svegliato lui e aveva cercato di trattenere un sorriso quando aveva sentito un bacio posarsi sulla sua fronte. Si era permessa di aprire gli occhi solo quando lui era uscito dalla camera. Ricorda ancora quella strana sensazione, di pace, di felicità e benessere durante quel piccolo contatto. Per colazione Jacob l'aveva portata a caccia, aveva insistito visto la poca quantità di sangue che lei aveva assunto durante quel periodo.
Una volta a casa avevano trascorso la giornata davanti al camino acceso, nonostante la presenza del ragazzo bastasse a tenere calda l'intera stanza.
A fine serata, poco prima si andare a dormire, Jacob le aveva dato un regalo; un piccolo ciondolo a forma di lupo da appendere al bracciale del suo compleanno. Lei invece come regalo, su richiesta del ragazzo, gli aveva mostrato attraverso il suo dono alcuni loro ricordi, proprio come aveva fatto tempo addietro prima della loro partenza.

Renesmee non capiva, erano stati bene. Erano felici. Non comprendeva perché Jacob volesse rinunciare a tutto.
Sapeva che dovevano spostarsi, lo sapeva fin troppo bene, ma non ne vedeva il motivo. Se Aro li avesse voluti morti a quell'ora lo sarebbero già stati. I Volturi avevano occhi, ma sopratutto scagnozzi, ovunque. Non ci si poteva nascondere da loro. Anche per questa ragione Nessie non voleva andarsene, non aveva intenzione di spostarsi per il resto della sua vita.

Mentre asciugava le ultime lacrime che uscivano dai suoi occhi pensando a come scusarsi con il suo Jake, un ululato aveva spezzato il silenzio della sera. Il sangue le si era gelato nelle vene rendendosi conto che durante quei mesi non aveva sentito nessun ululato e quindi, capendo che quel verso poteva appartenere a un solo lupo.
 

La ragazza aveva scostato velocemente quella coperta, ormai sua compagna di viaggio da parecchio tempo. Era stata di sua madre, a tratti se ne poteva sentire ancora l'odore, sembrava fatta a mano unendo assieme varie stoffe tutte con nomi di diverse località. A volte se la metteva addosso non tanto perché sentiva freddo, ma per il profumo di casa che ancora conservava nonostante i vari lavaggi.
In quel momento tuttavia non si era concentrata su quella vecchia coperta, non le importava nemmeno che fosse finita a terra. Il suo unico pensiero, divenuto preoccupazione, era Jacob.
Era uscito di casa talmente nervoso che lei non aveva avuto il coraggio di fermarlo e per un solo minuscolo istante ne aveva persino avuto paura. Non l'aveva mai visto in collera con lei, nonostante tutto quello che gli faceva passare. Ogni capriccio, ogni comportamento sbagliato, ogni cosa che non andava bene il suo Jake l'aveva sempre liquidata con un'alzata di spalle e una piccola spiegazione del perché aveva sbagliato. Non si era mai arrabbiato con lei e la ragazza, quasi viziatamente, aveva pensato che qualunque suo comportamento non avrebbe cambiato la situazione.
Forse aveva ragione lui, era cresciuta ma a volte la bambina che non era potuta essere, sì presentava prepotentemente per combinare guai.
Maturare non era la semplicemente la crescita fisica ma anche quella mentale, soprattutto quella.

Era uscita di casa pure lei, nonostante il freddo e il buio che ormai era già calato. Dalle poche case presenti nella zona non vedeva nemmeno una luce accesa, non era infatti nelle abitudini di quella comunità di lavoratori attardarsi la sera.
Correva seguendo i guaiti, troppo lontani perché qualcuno della città potesse sentirli. Sentiva che era successo qualcosa al suo Jake, uno strano peso nel petto le rendeva difficile correre e persino respirare. Sentiva il terrore di perderlo prendere il sopravvento nella sua mente. Se non l'avesse raggiunto presto non sarebbe più riuscita a ragionare lucidamente. Non sapeva cosa gli era capitato ma era certa che senza di lui lei non sarebbe riuscita ad andare avanti.
Correva più veloce che poteva, il ragazzo si era allontanato molto, sicuramente non si era accorto di averlo fatto, troppo impegnato a rilassarsi e farsi guidare dalla natura che lo circondava.

Sentiva la sua scia, percepiva il suo odore, l'avrebbe riconosciuto tra mille. Il profumo famigliare del suo Jacob, ne era sempre stata assuefatta. Si ricorda come da bambina i suoi famigliari storcevano il naso quando si avvicinava a loro dopo un'intera giornata passata con il ragazzo. Non è mai riuscita a capire perché a loro quel magnifico odore non piacesse. A Renesmee invece piaceva sentirlo ovunque, nella sua stanza, nei suoi vestiti, nell'aria che respirava. 
Mentre seguiva quella scia che l'avrebbe portata fino al suo migliore amico, un altro odore si era unito a quello famigliare del suo lupo. Non lo conosceva, uno sconosciuto che non aveva mai incontrato prima, tuttavia non c'era bisogno di conoscerlo per capire che era uno della sua specie, beh, la sua metà specie.
Un vampiro aveva incrociato il cammino con quello di Jake.
Non erano lontani, gli odori erano sempre più forti, così come sempre più forte era il battuto del suo cuore terrorizzato all'idea che Jacob si potesse essere fatto del male.
Le lacrime avevano già iniziato ad appannarle la vista, non voleva nemmeno pensare a quella stupida evenienza. Jacob era nato per combattere i vampiri, per quanto le costasse ammettere. Erano nemici naturali, la natura voleva mantenere il suo equilibrio anteponendo agli immortali creature che potessero annientarli.

《Jake!》

Il grande lupo era steso su un fianco e guaiva leggermente. La ragazza poteva vedere come la pelliccia si alzasse e si abbassasse a un ritmo frenetico, piccoli respiri corti a distanza molto ravvicinata.

《Jacob, cosa è successo?》

Renesmee gli si era avvicinata velocemente, anche troppo, rischiando di cadergli addosso e peggiorare una possibile situazione già critica. Aveva iniziato a passare delicatamente le sue mani lungo tutto il corpo dell'animale, dimenticandosi quasi che quello era il ragazzo che poco prima gli aveva urlato contro. A volte tendeva stupidamente a scindere Jacob e il lupo, come se fossero due entità separate. Non lo faceva di proposito ed erano solo brevi istanti di confusione, ma c'erano.
Il lupo a quel contatto amico aveva iniziato a muovere la coda e a respirare un po' più lentamente, come se il solo tocco della ragazza riuscisse in qualche modo a farlo stare meglio. Tuttavia era probabile che in quel momento il dolore stesse passando semplicemente grazie alla guarigione accelerata. Anche se quella era la più probabile delle ipotesi la ragazza voleva pensare che almeno in parte fosse merito suo e che la sua vicinanza facesse veramente del bene al ragazzo.

Dopo alcuni minuti sembrava stare già meglio, non respirava più a fatica e aveva ripreso a muovere le zampe. Ancora la ragazza non sapeva tuttavia quale fosse il problema che comunque sembrava persistere. Jacob non si era voluto ritrasformare, probabilmente vergognandosi di farlo davanti a lei. Si era trasformato preso da uno scatto d'ira e non si era curato di far attenzione ai suoi vestiti o di portarsi appresso un cambio, quindi riprendere le sue sembianze umane difronte alla ragazza era fuori discussione.
Renesmee inizialmente non aveva pensato a quel piccolo problema, solo quando ragionando si era accorta che Jacob non avrebbe avuto nulla per coprirsi, le sue guancia avevano iniziato ad assumere un leggero colore rosato.
Col passare di altri interminabili minuti, Jake aveva ripreso la maggior parte delle sue funzioni. A breve sarebbe riuscito persino a correre fino a casa loro. Tuttavia Renesmee era stata intransigente su quel punto, sarebbero tornati camminando, nessuno sforzo inutile.

Camminavano fianco a fianco e forse anche troppo lentamente per i gusti del ragazzo. 
Renesmee si sentiva stranamente in imbarazzo, sia per la discussione che avevano avuto poco tempo prima e che ancora non erano riusciti a chiarire, sia per ciò che si era presentato nella sua mente poco tempo prima al solo pensiero di cosa sarebbe successo se Jacob si fosse trasformato.
Era una sensazione strana. Non aveva mai provato imbarazzo con lui e soprattutto non credeva di poterlo provare per via di pensieri riguardanti Jake, il suo amico, suo fratello. 
Il rossore continuava a dipingere le sue guance, più ci rimuginava sopra più ovviamente tornava a quei pensieri.
Nonostante nessuno le avesse mai spiegato niente, alcune cose le sapeva, a grandi linee e con tutto l'affidamento che si poteva fare sui libri. Non poteva essere certa di tutte le cose che aveva letto, però di sicuro non avrebbe chiesto conferme a Jacob. Si sarebbe sotterrata per l'imbarazzo se solo il discorso fosse venuto fuori. 
Capiva il perché non si era voluto ritrasformare, sapeva che la nudità faceva parte di certe pratiche tra due persone molto intime fra di loro.  Sarebbe stato totalmente sbagliato se fosse capitato ai due, il cui rapporto era quasi quello tra due fratelli. Eppure il pensiero che per un attimo era apparso nella mente di Renesmee non le aveva dato la sensazione di essere così sbagliato.

Volendosi liberare di almeno uno dei problemi che in quel momento le stavano attanagliando la testa e approfittando del fatto che Jacob in quella condizione non potesse risponderle, aveva deciso di scusarsi con lui e riprendere quel discorso che aveva lottato per evitare.

《Jake, mi dispiace. Se non mi fossi comportata come una bambina tu non ti saresti fatto male. Magari a quest'ora saremmo a guardarci un film al calduccio》

Il lupo aveva voltato lo sguardo verso di lei e per un attimo quegli occhi erano riusciti a metterla in soggezione.

《Io non vorrei lasciare questa città, penso che si sia intuito. Avrei potuto sicuramente trovare un modo migliore per fartelo capire》

Uno sbuffo o qualcosa che lo sembrava, era arrivato alle orecchie della ragazza. Non poteva parlare ma si faceva ugualmente capire molto bene.

《Sono veramente dispiaciuta Jake! A volte penso di essere ormai un'adulta e poi mi comporto come una bambina viziata. Non riesco a trovare il giusto equilibrio e con questo non voglio cercare di giustificarmi ma...》

Renesmee non era riuscita a terminare la frase perché il lupo aveva iniziato a leccarle la faccia. Il suo modo per dirle che ormai l'aveva perdonata.
Sapeva che la questione del trasferimento sarebbe presto ritornata, per il momento tuttavia era felice di sapere che Jacob non era arrabbiato con lei.

 

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