Il fratello di New York

di Matthw883
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una proposta di matrimonio ***
Capitolo 2: *** Il barbiere ***
Capitolo 3: *** La festa ***
Capitolo 4: *** L'appuntamento ***



Capitolo 1
*** Una proposta di matrimonio ***


CAPITOLO  1 “Una proposta matrimonio”







LOS ANGELES
 
Era una serata come tante a Los Angeles, ma non per Jessica. No, per lei era una serata speciale, perché quella sera avrebbe chiesto alla sua ragazza Victoria di sposarla, era molto tesa, tutto doveva essere perfetto. Aveva prenotato al “Branzini”, il ristorante italiano più rinomato del quartiere, era un locale di lusso e una cena in quel ristorante costava un sacco di soldi. Durante tutto il tragitto che separava il loro appartamento dal ristorante Jessica non fece altro che preoccuparsi di un eventuale rifiuto da parte di Victoria, dopotutto stavano insieme da solo 3 anni, non molti per una proposta di matrimonio, ma abbastanza per Jessica, sapeva che Victoria era la persona giusta per lei. Victoria era solare, gentile, dolce, sempre pronta a dare una mano agli altri oltre ad essere bellissima ovviamente, aveva dei lunghi boccoli biondi, gli occhi azzurri, labbra carnose e un fisico che la faceva impazzire. I suoi pensieri furono interrotti da Victoria che cominciò a lamentarsi:
-Allora, qual è questa sorpresa di cui parlavi ? Per quanto ancora di dovrò tenere questa benda sugli occhi ?-
-Un attimo di pazienza, siamo quasi arrivate.-
Jessica parcheggiò l’auto vicino all’ entrata del ristorante e dopo aver fatto scendere Victoria le tolse la benda dagli occhi:
-Oh mio Dio Jessica, non dovevi, perché mi hai portata qui ? Non ce n’era alcun bisogno, questo posto è carissimo.-
-Oh dai, non sei tu quella che ha sempre sognato di andare a mangiare in un posto di classe ?-
-Si, ma non dobbiamo svenarci economicamente.-
-Oh non ti devi preoccupare, le nostre finanze possono reggere la spesa, dopotutto mi hanno assunta come sceneggiatrice per quella nuova serie TV e tu stai per pubblicare il tuo primo libro.-
-Si, ma…-
-Oh dai adesso basta, entriamo e passiamo una bellissima serata.-
Victoria sorrise e disse:
-D’accordo, andiamo.-
La serata passò tranquillamente fino a circa metà pasto finchè Victoria non chiese:
-Jessica, perché mi hai portato qui stanotte ? Non è il mio compleanno, non è il nostro anniversario, e soprattutto abbiamo festeggiato la tua assunzione il mese scorso. Inoltre è tutta la sera che ti devo preoccupata, cosa c’è che non va ?-
Jessica sorrise e disse:
-Si effettivamente c’è una cosa che devo dirti. - 
La ragazza si alzò dalla sedia, si inginocchiò e aprì una scatolino dove dentro c’era un anello che porse a Victoria
-Victoria Elizabeth Pearson, vuoi diventare mia moglie ?-
Visibilmente commossa e stupita Victoria rispose:
-Si si, Jessica Stinason sarò tua moglie.-
Ottenuto il tanto desiderato si Jessica mise l’anello nell’anulare della sua fidanzata, e poi si avventò sulle labbra di Victoria dandole un caldo bacio mentre il resto del ristorante applaudiva.
Dopo aver passato la nottata a fare l’amore e a dormire l’una abbracciata nelle braccia dell’altra, Jessica si svegliò per prima e dopo aver deciso di concedere ancora qualche minuto di sonno alla sua compagna prima di svegliarla e andare a fare colazione insieme decise di chiamare sua madre, anzi le sue madri per dare loro la bella notizia. Jessica si diresse verso il telefono e compose il numero:
-Pronto chi è?-
-Sono io mamma, Jessica.-
-Oh Jessica tesoro, dimmi come mai mi hai chiamato?-
-E’ successa una cosa bellissima mamma, finalmente l’ho fatto, la scorsa notte ho chiesto a Victoria di sposarla, e lei ha detto si.-
-E’ una notizia meravigliosa tesoro, sono proprio felice per voi. Aspetta solo che lo dica a Maureen, farà i salti di gioia. Oh e dimmi, avete già scelto la data per il lieto evento ?-
-No, ma pensavamo di farlo la prossima estate, con un bella cerimonia in spiaggia.-
-E' meraviglioso, sarà una giornata bellissima, non hai idea della gioia che mi stai dando, dovremmo andare a scegliere un vestito da sposa, e le partecipazioni, e il ristorante e la torta...-
-Non avere fretta mamma, una cosa per volta, vedrai che con calma faremo tutto. Non appena ci vedremo mi aiuterai per ora stai tranquilla.-

QUALCHE SETTIMANA DOPO

Jessica e Victoria si trovavano nella soffitta della casa di Amber e Maureen, queste ultime avevano chiesto alla figlia e alla sua compagna di aiutarle a svuotare la soffitta da tutto il ciarpame che conteneva:
-Non immaginavo che sarebbe stata cosi dura.-
-L'avevo detto che una fanciulla delicata come te non sarebbe stata in grado di spostare questi pesanti bauli.-
Victoria fece una smorfia all'indirizzo di Jessica:
-Eh dai, non te la sarai mica presa, lo sai che ti amo anche non sei certo miss muscolo.-
Victoria fece un sorriso e andò a baciare la sua fidanzata e nel mentre faceva questo le accarezzò i suoi lucenti capelli neri raccolti in una comoda coda di cavallo. Poi guardò i suoi occhi marroni e gli disse:
-Ti amo anch'io.-
Il loro momento fu interrotto da Maureen che disse:
-Ehi ragazze, basta con queste smancerie, abbiamo ancora parecchie cose da spostare, e non potete perdere tempo in queste cose.-
Jessica sorrise, Maureen non era certo come Victoria, anzi era tutto il contrario. Per esempio  aveva dei capelli molto corti tinti di viola in aperto contrasto con capelli lunghi naturali di Victoria, ma la differenza più forte risiedeva nel fisico e nel comportamento. Maureen era forte, dura, raramente si lasciava andare a effusioni con Amber, sua madre biologica. Ma sapeva che dietro quella dura scorza si nascondeva un cuore d'oro:
-E dai lasciale perdere Maureen, sono una coppia giovane, è naturale che si lascino andare di tanto intanto. E poi una breve pausa non farà male a nessuno.-
Amber guardò fisso coi suoi occhi azzurri gli occhi neri di Maureen si convinse:
-E va bene, ma poi riprendiamo con più forza di prima.-
-D'accordo, allora scendiamo in cucina a mangiare dei biscotti.-
-Questa si che è una buona idea.-
Si avviarono tutti giù tranne Victoria che rimase a frugare dentro un baule:
-Amore, non vieni giù a mangiare qualcosa ?-
-Arrivo subito, lasciami finire di mettere a posto qui e vi raggiungo subito.-
-Va bene.-
Le ragazze scesero di sotto a sollazzarsi con i dolcetti. Dopo qualche minuto scese Victoria con un libro in mano:
-Ehi guardate cosa ho trovato.-
-Cos'è quel ammasso di polvere ?-
Victoria rispose ridendo:
-Non vedi Maureen ? E' un album di fotografie, e indovinate chi è la protagonista di quest'album ? La nostra Jessica.-
Jessica fece una faccia schifata:
-Oh no no no, non ci metteremo qui a guardare le mie foto di quand'ero piccola.-
-Ma perchè no amore ? Sei carinissima, guarda,  qui era sullo scivolo del parco giochi, qui invece eri dietro alla tua torta di compleanno, com'eri carina...questa invece e è stata scattata durante il tuo primo giorno di scuola, com'eri piccola e poi...-
Victoria smise di di parlare e cominciò a guardare le foto con maggiore curiosità e disse:
-Scusate, ma chi è questo bambino che appare in tutte la foto da metà album in poi ?-
In maniera sgarbata Jessica disse:
-Togliti da li, fammi vedere.-
Dopo aver visto le foto Jessica si alzò dalla sedie e alzò la voce contro Amber
-Non ci credo, non ci credo che dopo tutto quello che è successo tu abbia ancora le sue foto, mi avevi promesso che ti saresti sbarazzata di tutto ciò che lo riguardava.-
Amber rispose con fermezza:
-E' pur sempre mio figlio Jessica, non posso cancellare la sua esistenza dal mio passato o dal tuo, inoltre io non abbandono la speranza che un giorno lui possa cambiare idea e riunirci come una vera famiglia.-
-Stronzate, lui non cambierà mai idea, è stato abbastanza chiaro, ci odia, noi siamo morti per lui, l'ha detto chiaramente, quindi anche noi dovremmo trattarlo come se lui fosse morto.-
Una Victoria molto confusa chiese:
-Qualcuno può spiegarmi di che cosa state parlando ?-
Amber sospirò e disse:
-Vedi tesoro, quello nella foto è il fratellino di Jessica, Matthew.-
A sentire quelle parole Victoria rimase scioccata:
-Cosa ? Tu hai un fratello ? Tu hai un fottuto fratello ? E quando pensavi di dirmelo dopo il matrimonio ? -
-Mai, ecco quando.-
-Jessica, lei diventerà tua moglie, ha il diritto di sapere chi è.-
Jessica abbassò lo sguardo:
-Va bene, è vero, ho un fratello anzi, avevo un fratello, perchè come ho già detto per me è come se fosse morto.-
Sempre più curiosa Victoria chiese:
-Ma perchè cosa è successo tra voi ?-
-Ti basta sapere che ha mancato di rispetto a tutte noi.-
Dopo aver detto queste parole Jessica iniziò a piangere, la cosa stupì molto Victoria, Jessica non era una facile al pianto:
-Non mi dirai che è omofobo ?-
-Non è omofobo, è stronzo, e ora ti prego, non parliamone più.-
-Ma...-
-Ho detto non parlarne mai più.-
Jessica si allontanò di corsa:
-Jessie, dove vai ?-
-A fare un giro, ti prego non seguirmi, v-voglio stare da sola.-
-Jessica, aspetta.-
Victoria si alzò per seguirla, ma Amber la trattenne:
-Lasciala andare bambina, è la cosa migliore, la conosco, in questo momento nemmeno tu saresti in grado di farla ragionare ha bisogno di calmarsi da sola.-
-M-ma cos'è successo? non l'ho mai vista cosi, cosa è successo tra lei e Matthew ?-
-Temo di non potertelo dire tesoro, se lo facessi Jessica smetterebbe di parlarmi, soffre ancora molto per quello che è successo, quando erano piccoli lei e Matthew erano legatissimi...dovrà essere lei a spiegarti quello che è successo, quando vorrà farlo.-
Anche Amber iniziò a piangere, ma prontamente Maureen andò a confortarla:
-Su su tesoro, non fare cosi.-
-Ma io devo sapere, sarò sua moglie, qualcosa su di lui dovete dirmelo, è vostro figlio.-
Muareen le disse freddamente:
-Matthew ha 24 anni, lavora e vive a New York, la nostra città natale, fa il barbiere in una bottega a Little Italy, questo è tutto quello che possiamo dirti. Se proprio lo vuoi sapere io sono d'accordo con Jessica, quel ragazzo non ha fatto altro che spezzarci il cuore, non merita niente. Credimi, meno sai di lui e meglio starai. Ora per favore Vicky lasciaci sole.-
-D'accordo.-
Victoria lasciò lentamente la stanza, ma dentro di lei maturò una decisione importante, avrebbe scoperto cosa era successo nella famiglia di Jessica e ne avrebbe posto rimedio. Jessica era il suo amore, e non meritava di soffrire cosi, avrebbe fatto di tutto per lei, compreso tentare l'impossibile per riappacificarla col suo fratellino.









Salve a tutti, sono tornato dopo molto tempo qui su EFP, la quarantena forzata a causa del coronovirus mi ha rispinto a scrivere dopo tanto tempo, spero vi possa piacere, accetto ogni feddback, grazie e buona lettura

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Capitolo 2
*** Il barbiere ***


CAPITOLO  2   “IL BARBIERE"
 
Jessica non era ancora tornata a casa, cosi per ingannare il tempo  Victoria decise di cercare su Facebook Matthew Stinason. Sperava in questo modo di poter avere qualche informazione in più su di lui, certo avrebbe potuto non accettare la sua richiesta di amicizia, inoltre anche nel caso avesse accettato, Victoria non sapeva proprio come avrebbe potuto convincerlo a parlare della sua famiglia. Pensò però che guardando le sue foto avrebbe potuto almeno vedere com’ era d’aspetto. Tuttavia non riuscì a trovare nessun Matthew Stinason di 24 anni che faceva il barbiere. Era proprio frustrante, si era ripromessa di sistemare la situazione famigliare di Jessica eppure si era già bloccata, non sapeva proprio che fare. Pochi minuti dopo Jessica tornò finalmente a casa, Victoria corse subito verso di lei:
-Amore, come stai ? Mi dispiace tanto per prima, non avrei dovuto essere cosi invadente.-
Dopo averle dato un bacio Jessica si sedette in una delle sedie del tavolo della cucina e disse:
-Non ti preoccupare, anch’io ho sbagliato, ho esagerato, in fondo tu volevi soltanto saperne di più sul mio passato e a ragione visto che stiamo per sposarci. Però devi capire che Matthew per me è ancora una ferita aperta, anche il solo parlarne mi procura un grande dolore, quindi ti prego rispetta la mia scelta di ignorarlo, rispetta la mia scelta di non parlare di lui. Giuro che un giorno ti dirò tutto, ma non qui, non adesso.-
Victoria annuì:
-Deve avervi fatto un grande torto se dopo tutti questi anni il vostro rapporto è ancora cosi logoro.-
-Si l’ha fatto, ha detto della cose orribili sul nostro conto, cose che ci hanno ferito nel profondo. Ora ti prego però basta.-
-Rispondi solo a questa curiosità, se un giorno lui bussasse alla nostra porta e si scusasse sinceramente con te, tu che faresti ? Lo perdoneresti ?-
Jessica sorrise:
-Certo che si, è pur sempre il mio fratellino, ma sono sicura che non farà mai. Te l’ho già detto, noi siamo morte per lui.-
Victoria la abbracciò  e le disse:
-Dai, non ci pensare.-
 
ALCUNI GIORNI DOPO
 
I giorni passarono tranquillamente finchè Victoria non ricevette una chiamata dalla sua casa editrice:
-Oh ma è fantastico, certo, certo che ci andrò.-
Victoria riposò il telefono e si avvicinò a Jessica che stava seduta sul divano a leggere un libro, quest’ultima ripose il libro sul tavolino di fronte a se e le chiese
-Chi era al telefono amore ?-
-Il mio editore, mi ha chiesto di andare a New York per una presentazione del mio libro e un firma-copie con i fans.-
Jessica le sorrise e le diede un bacio:
-E' fantastico, ti meriti tutto quello che ti sta capitando. Dimmi tra quanto partirai ?-
-Fra una settimana.-

Victoria pensò che quella era un’occasione unica per poter finalmente incontrare Matthew e parlargli, tuttavia non aveva la più pallida idea di dove cercarlo, aveva bisogno di un recapito. Cosi decise di andare a casa di Amber e Maureen per avere più informazioni su di lui, sperando ovviamente che non fossero restie a dargliele. Cosi due giorni prima di partire suonò alla loro porta e venne accolta da Amber che molto stupita di vederla disse:
-Ciao Victoria, tesoro, cosa ci fai qui a quest'ora ? Jessica mi ha detto che dopodomani devi partire per New York.-
-Si ecco... non ho molto tempo,  Jessica non sa che sono venuta qui, ma ho bisogno di chiederti una cosa molto importante.-
-Di che cosa si tratta tesoro ? Cosi mi spaventi.-
-Ecco, come già sai io devo partire per New York, e già che sono li avevo intenzione di parlare con Matthew, di conoscerlo di capire perchè ha fatto quello che ha fatto e vedere se c'è margine affinchè voi possiate riappacificarvi. Ma ho bisogno di un suo recapito, di un posto dove trovarlo, New York è immensa e non posso farcela senza di te-
Amber sospirò e gli disse:
-Vicky, quello che vuoi fare è molto nobile ma non credo che possa servire a molto vedi...-
-Non posso saperlo finchè non provo, ascoltami, se vedo che non ci sono spiragli per una riappacificazione io mi metterò il cuore in pace e rinuncerò, ma devo tentare. Non posso permettere che Jessica non parli più con suo fratello, non può dire sul serio quando dice che non parlerà più con suo fratello. Io so cosa vuol dire non poter più parlare col proprio fratello, so cosa vuol dire non averne più uno, so cosa vuol dire quando tra due persone rimane qualcosa di non detto. Quando l'altra persona non c'è più, quello che non sei riuscito a dirgli ti perseguiterà per tutta la vita. Non voglio che accada anche a Jessica.-
Amber annuì, sapeva a cosa si riferiva. La sorellina di Victoria, Josephine, era morta cinque anni prima per un incidente stradale e Victoria nè usci ovviamente devastata. Avevano litigato la sera prima, e Victoria si pentì sempre di essere riuscita a far pace con lei prima dell'incidente. Capendo perchè Victoria facesse tutto questo Amber le disse:
-D'accordo, ti scrivo l'indirizzo della sua bottega, potrai trovarlo li.-
Scrisse l'indirizzo su un fogliettino e glielo porse:
-Ecco, e con questo ti dico anche una cosa su Matthew, lui non è cattivo, è solo molto testardo e difficilmente si smuove dalle sue convinzioni e...-
-Balle.-
Amber e Victoria si girarono, la voce veniva da Maureen:
-La verità è che è solo un piccolo ingrato egoista, ecco cos'è, se vuoi un consiglio Vicky, non andare da lui. Non ne verrà niente di buono, sprecheresti solo il tuo tempo.-
Non sapendo che dire Victoria disse solo:
-S-si è fatto tardi, i-io devo andare.-
Amber gli disse:
-Vai, vai tesoro, e buona fortuna.-
Tornando a casa Victoria si chiese come mai ci fosse quella forte differenza di opinione riguardo a Matthew, dopotutto era il loro figlio, l'avevano cresciuto insieme.


NEW YORK


Victoria era arrivata a New York il giorno precedente, dopo sei ore di volo. Aveva incontrato alcune persone per impegni lavorativi in mattinata, ma ora era completamente libera e perciò decise di andare immediatamente alla bottega di Matthew. L'idea era quella di presentarsi li come una normale cliente e sperare di riuscire a conoscerlo almeno un pò, al momento opportuno poi si sarebbe presentata come la ragazza di sua sorella e l'avrebbe invitato al matrimonio sperando che il ragazzo riuscisse a mettere da parte il rancore. Non era un gran piano, ma era l'unica idea che era riuscita ad avere.
All'ingresso della bottega c'era il caratteristico palo da barbiere rosso, blu e bianco. L'insegna era vintage e vi era scritto "Barber Shop since 1938" con una piccolo aggiunta che diceva "ora anche parrucchiere". Victoria entrò e vide che un ragazzo alto e biondo stava tagliando i capelli a un bambina di circa 5 anni bionda e con gli occhi azzurri. Non appena egli si rese conto della sua presenza la salutò cordialmente, il ragazzo doveva essere Matthew:
-Buongiorno signorina, e benvenuta nella mia bottega, in cosa posso servirla ?-
-Ecco, io vorrei fare il colore e una spuntatina ai capelli.-
Aveva scelto appositamente una cosa lunga come il colore ai capelli per poter avere l'opportunità di conoscerlo meglio
-Certamente, se per lei non è un problema aspettare può accomodarsi in una di quelle sedie.-
-No, no, si figuri.-
Victoria si sedette e aspettò pazientemente il suo turno, fortunatamente non c'era molta coda, c'erano soltanto due persone, il primo un signore anziano vestito in stile anni 50 che tuttavia doveva essere il nonno della piccolina visto quanto conversasse con lei. L' altra persona era ragazzo coi capelli castani e gli occhi azzurri, vestito in giacca e cravatta, con un completo gessato grigio e cravatta rossa, leggeva una rivista di economia,  e al polso aveva un orologio costoso, aveva tutto l'aspetto di un broker di Wall Street.
Mentre aspettava Victoria guardò più attentamente Matthew per trovare qualche somiglianza con sua sorella. Per prima cosa notò che i suoi capelli non erano biondo naturale, era un biondo finto, ossigenato. Notò poi che aveva molte cicatrici causate dall'acne in tutta la faccia. Matthew aveva poi delle guance paffutelle, il mento e la mascella non era molto pronunciate. Gli unici particolari che Matthew condivideva con sua sorella erano gli stessi occhi color nocciola e la bocca, uguale a quella di Jessica. Tutto considerato  non si poteva certo dire che Matthew fosse bello, non era propriamente brutto, ma non aveva niente che lo facesse risaltare rispetto agli altri ragazzi. Il suo unico punto di forza era l'altezza che superava tranquillamente il metro e ottantacinque. 
Victoria guardò con molta attenzione anche il negozio, che così come l'entrata anche l'interno era molto vintage, dalle poltrone agli altri mobili, con l'esclusione naturalmente dei ferri del mestiere. Victoria notò poi un crocifisso appeso in cima ad una parete, e pensò che forse Matthew era un tipo religioso. Nel complesso comunque l'attività era molto carina e accogliente. 
I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Matthew:
-Ecco qua, abbiamo finito Matilde, ti piace il tuo nuovo look?-
La bambina sorrise, e gli disse:
-Si-
-Ora, visto che sei stata molto brava puoi scegliere una caramella dal cassetto dei dolci.-
Matthew apri un cassetto e la bambina scelse un lecca lecca, poi si rivolse a suo nonno:
-Posso mangiarlo subito nonno? Anche se non è ora della merenda?-
Il vecchietto sorrise:
-Ma certo tesoro, ora aspettami, pago Matthew e poi andiamo.-
L'uomo anziano porse a Matthew dei soldi:
-Mi sono permesso di aggiungerti qualche dollaro di mancia. Te la meriti, nessuno riesce a far star buona Matilde come te. Sei un bravo ragazzo Matthew, tuo nonno sarebbe orgoglioso di te, non meritavi quello che ti è successo.-
Victoria si incuriosì di che cosa stava parlando il vecchietto? 
-Lo so, lo so, me lo ripeti ogni volta che mi vedi  Ciao Matilde, torna presto a trovarmi.-
-Ciao ciao.-
Non appena nonno e nipote uscirono Matthew si rivolse al broker:
-Okay Andrew, tocca a te adesso.-
Andrew si alzò e si sedette nella poltrona davanti allo specchio:
-Finalmente, era ora, guarda che non ho tutto il giorno libero.-
-Lo so, lo so, per voi squali di Wall Street il tempo è denaro.-
-Già, tu invece perdi tempo a tagliare i capelli ai mocciosi .-
-Lo sai che mi piace farli felici, meglio tagliare capelli loro che stronzi come te. - 
L'ultima frase è stata detta un tono ironico, difatti Andrew rise di gusto e poi aggiunse:
-Se ti piacciono così tanto perchè non ti trovi una ragazza e non sforni un paio di marmocchi? - 
-Lo sai che vorrei, ma trovare una ragazza che cerchi qualcosa di serio è... - 
-Cazzate, la verità è che tu non ti sbatti abbastanza per loro, ascolta questo sabato c'è in programma una festa da me, perché non vieni anche tu? Te ne faccio conoscere a decine di belle ragazze. L' invito è rivolto anche a te bella bionda.-
Poco dopo aver detto l'ultima frase Andrew fece l'occhiolino a Victoria che le rispose alzando l'anulare con la fede:
-Mi spiace tanto, ma io sono felicemente fidanzata.-
-Ahahahah, a quanto pare ti è andata buca, io forse dovrò darmi svegliata con le donne, ma tu invece la devi smettere di provarci con tutto ciò che respira. - 
Matthew su rivolse poi a Victoria:
-E comunque non si preoccupi signorina, questo tipo qua abbaia ma non morde. Il suo no sarà sufficiente per farlo stare a cuccia.-
Andrew disse in tono ironico:
-Ahahahah molto divertente, a volte mi chiedo perchè vengo ancora a farmi tagliare i capelli qui visto lo scarso rispetto che ottengo. - 
-Perché sono il tuo migliore amico, e perchè sono l'unico barbiere che conosci che riesce a farti un taglio di capelli che ti piace .-
-Esatto, ora sbrigati, non vorrai far aspettare la signorina. - 
Per tutta la durata del lavoro i due ragazzi non fecero altro che punzecchiarsi e farsi battute a vicenda.
Victoria sapeva bene che non bisogna giudicare una persona dalla prima impressione, tuttavia stentava a credere che quel simpatico ragazzo fosse il mostro che Jessica e Maureen le avevano descritto. Matthew era molto alla mano, era gentile con i bambini e sopratutto era molto garbato, certo forse era solo una maschera che indossava per i clienti ma l'istinto di Victoria le diceva di no. Chissà, forse col passare degli anni Matthew era cambiato, forse anche a lui sarebbe piaciuto far pace con la sua famiglia, forse solo l'orgoglio e la paura gli impedivano di chiamare le sue madri o sua sorella e scusarsi con loro. Victoria ci sperava con tutto il cuore, ma sapeva anche che sarebbe stato tutto troppo bello per essere vero. 
Mentre la sua mente rimuginava su queste cose Matthew finalmente finì il lavoro:
-Okay Andrew, ho finito, mi devi la solita tariffa.-
-D'accordo sanguisuga. Tieni-
-Ora non fare il tirchio, guadagni più tu in due giorni che io in un mese.-
-Guarda che non sempre è come in "The wolf of Wall Street".-
-Si, si come dici tu.-
- Allora caro il mio Matthew Cassetti ci vieni o no alla mia festa sabato ?-
-Vengo, vengo, c'è sempre bisogno di qualcuno che ti sorvegli.-
Vicky rimase scioccata dalle parole di Andrew, Matthew Casetti ? Non poteva chiamarsi cosi, il suo cognome era Stinason, possibile che Victoria avesse sbagliato persona ? No, non era possibile, anche se poche le somiglianze tra lui e Jessica erano troppo marcate per essere una coincidenza, e inoltre l'indirizzo che le aveva dato Amber corrispondeva. No, quel ragazzo doveva essere sicuramente il fratello di Jessica, ma allora perchè aveva un cognome diverso ? 
I suoi pensieri vennero interrotti da Matthew che le disse:
-Eccomi signorina, ora sono tutto per lei.-
















Spero che il capitolo vi sia piaciuto, magari non sono successe tante cose, ma è stato un capitolo fondamentale,sono stati presentati personaggi che saranno importanti per la storia. Nel prossimo capitolo Victoria conoscerà meglio Matthew, alla prossima.




 

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Capitolo 3
*** La festa ***




CAPITOLO  3   “LA FESTA "
 


Dopo aver fatto accomodare Victoria sulla poltrona Matthew le chiese:
-Allora di che colore li vogliamo fare questi capelli ?-
Victoria prese un mano una boccetta con la tintura del colore desiderato e disse:
-Mi piacerebbero molto di colore rosso, questo rosso per l'esattezza.-
-Va bene.-
Matthew si mise subito al avoro per preparare la tintura dei capelli e intanto Victoria cominciò fargli qualche domanda per conoscerlo meglio:
-Il suo è proprio un bel negozio, lo sa signor Matthew ? E' così piacevolmente retrò.-
-Lo so, lo so, me lo dicono in molti, comunque non mi chiami signore, fa tanto da vecchio. Dammi del tu.-
-Soltanto se la smette di chiamarmi signorina, il mio nome è Victoria, Victoria Eliazabeth Pearson.-
-D'accordo Victoria, che cosa ti porta qui ? Non mi sembra di averti mai vista da queste parti ?-
-Il lavoro, io vivo a Los Angeles, ma ho alcuni affari da sbrigare qui a New York. Sono una scrittrice, devo presentare il mio libro e partecipare ad alcuni incontri coi fans, sai per firmare le copie del mio libro e cose del genere.-
-Wow, beh complimenti, spero per te che il libro abbia molto successo.-
-Grazie.-
-Ed è per questo che vuoi tingerti i capelli ? Vuoi essere bella per i tuoi fans ?-
-Sì, ma non solo, voglio anche fare una sorpresa alla mia fidanzata.-
Matthew rispose con un grande sorriso:
-E' una donna fortunata. Ma non preoccuparti, sei venuta nel posto giusto.-
Victoria tirò una grande sospiro di sollievo, aveva paura che Matthew sarebbe potuto essere sgarbato con lei una volta rivelato il suo orientamento sessuale. Pensò poi che forse era una paura esagerata, dopotutto era stato allevato da due donne, non poteva avere pregiudizi simili:
-Comunque mi stavo chiedendo , come mai una ragazza di Los Angeles vieni a farsi tagliare i capelli qui nel mio sconosciuto negozio e non qualche altra bottega più rinomata di New York ?-
Victoria mentì:
-Come ti stavo dicendo, sono qui per questioni di lavoro che però mi lasciano molto tempo libero. Così non sapendo come impiegarlo, ho deciso di fare un giro per la città e sono capitata qui. Ho deciso di entrare nel tuo salone perché sono stata molto attratta dal fascino vintage del tuo locale.-
Non era un granché come scusa, ma Victoria non era riuscita a pensare di meglio, tuttavia Matthew sembrava avergli creduto.-
-Grazie, ci tengo moltissimo. Sai, quand'ero piccolo passavo molti dei miei pomeriggi qui dentro. Avevo i genitori che lavoravano molto e quindi spesso rimanevo qui a fare i compiti e ad osservare mio nonno lavorare. Questa mi sembrava la bottega da barbiere più bella del mondo, quindi ho cercato di mantenerla più uguale a com'era in origine, per quanto possibile. - 
Victoria annuì:
-Sembri molto orgoglioso della tua attività.-
 - Oh lo sono, questo negozio è della mia famiglia da tantissimi anni. Fu aperto nel 1938 dal mio bisnonno. I suoi genitori ovvero i miei trisavoli emigrarono dall'Italia all'inizio del secolo scorso e si stabilirono qui, una volta adulto il mio bisnonno riuscì ad aprire questa bottega che passò a mio nonno dopo la sua morte.-
-E ora è tuo. - 
Matthew proseguì col suo lavoro. Non sapendo di cos'altro parlare Victoria gli chiese di Andrew:
-Il tuo amico Andrew è molto pittoresco.-
-Sì, io e lui siamo amici fin dai tempi delle scuole elementari, siamo cresciuti insieme, per lui ogni occasione è buona per provarci con le ragazze e per far festa. Io sono più tranquillo, non so neanche se andrò alla sua festa.-
-Perché no ? Scusa se mi permetto, ma prima ho sentito che ti piacerebbe avere una ragazza, quindi perché non vai alla festa ? Quale posto migliore per conoscere gente ? Io e Je... Josephine, la mia ragazza ci siamo conosciute ad un party di amici comuni.-
Victoria si maledisse in silenzio, stava per rivelare il nome della sua ragazza e rovinare tutto.-
-Perché sarà piena di broker in giacca e cravatta ubriachi fino al midollo e di ragazze interessate solo ai loro soldi, anche loro ubriache fino al midollo. Non credo sia l'ambiente giusto per conoscere qualche persona interessante.-
-Beh non potrai mai esserne sicuro se non ci vai, non ti pare ? Senti, che ne dici se vengo anch'io alla festa con te ? Dopotutto Andrew ha invitato anche me alla sua festa.Così mal che vada potrai sempre fare due chiacchiere con me e passare comunque una serata discreta.-
Stupito Matthew le chiese:
-Se sicura che vuoi passare cosi il tuo sabato sera ? Dopotutto mi conosci appena.-
-Sì, tanto ho niente da fare quella sera, devo restare a New York per qualche giorno e vorrei divertirmi, quindi sì, verrò alla festa.-
Matthew rise e le rispose:
-Okay, va bene,  più tardi chiamo Andrew e gli dirò che ci sei anche tu. -
-Spero che non ci siano troppi problemi.-
-Ah no, Andrew sembra tanto uno stronzo, ma ha un cuore d'oro, mi ha aiutato molto quando...Insomma mi è stato accanto nei momenti difficili.-
Quell'indecisione colpì Victoria, cosa voleva dire prima di correggersi ? 
Una volta che il lavoro fu ultimato Victoria si alzò e giunta davanti alla cassa per pagare notò delle fotografie appese alla parete che precedentemente aveva ignorato. Alcune erano in bianco e nero, e altre a colori, tutte avevano in comune il fatto che raffigurassero la facciata del negozio con davanti i rispettivi proprietari:
-Questi nelle fotografie qui dietro sono i tuoi parenti ?-
-Oh sì, quello a sinistra è il bisnonno Gianni, poi c'è il nonno Derek e poi ci sono.-
Sorridendo guardò attentamente una foto che ritraeva Matthew da piccolo con suo nonno e un altro uomo:
-E questa persone in mezzo a te e tuo nonno chi è?-
Matthew abbassò lo sguardo e disse tristemente:
-Era mio padre.-
Victoria rimase scioccata da quella notizia, Jessica non le aveva mai detto che aveva avuto un padre. Beh da qualche parte Jessica e Matthew dovevano pur venire, ma Victoria era sempre stata sicura che Jessica fosse stata adottato o che comunque fosse stata il risultato di una fecondazione artificiale. Invece a quanto pareva un padre lo aveva avuto, e a giudicare da quello che Matthew le aveva detto era pure morto:
-Oh, mi dispiace io non lo sapevo e...-
-Figurati, non hai niente di cui scusarti. La curiosità non è un peccato, ma a volte può far del male alle persone.-
Quelle parole confusero Victoria, cosa intendeva dire ?
-Comunque non ci pensiamo a queste cose, ora ti scrivo su un fogliettino l'indirizzo della casa di Andrew, così sai dove trovarlo.-
-D'accordo, ci vediamo là allora.-
-Sì, ciao ciao.-
Quando Victoria uscì dal negozio era molto pensierosa. Possibile che la donna con la quale stava per passare il resto della sua vita non le avesse detto nulla ? Possibile che Jessica si fidasse cosi poco di lei ? 
Victoria pensò che forse non conosceva abbastanza la donna che stava per sposare, prima che questa storia cominciasse era convinta che nel loro rapporto non ci fossero segreti, ma si sbagliava c'erano ed erano tanti.




IL SABATO SUCCESSIVO




I giorni precedenti Victoria era stata molto tentata di chiedere chiarimenti a Jessica riguardo al suddetto padre, ma alla fine decise di non farlo. Jessica non le avrebbe mai detto nulla, se voleva sapere la verità doveva far parlare Matthew, magari dopo aver bevuto qualche bicchiere d'alcol sarebbe stato più propenso a farlo. 
La ragazza raggiunse l'indirizzo che Matthew gli aveva dato, si trovava in un complesso residenziale di lusso, dove vi erano situati appartamenti molto costosi. Ad aspettarla davanti al portone d'ingresso c'era Matthew, indossava un giacchetto di pelle sopra ad una maglietta bianca, portava inoltre un paio Jeans blu e delle Vans nere. Victoria invece portava un lungo abito rosso e dei tacchi neri:

-Victoria sei arrivata finalmente, stavo cominciando a pensare...-
-Che ti avessi tirato un bidone ?-
-Non sarebbe stata la prima volta.-
-Sì, ma questo non è un appuntamento, siamo due amici che vanno a una festa.-
-Certo, ma le fregature possono dartele chiunque.-
Matthew suonò il campanello e dal citofono rispose Andrew:
-Sì, chi è ?-
-Sono io Matthew, sono arrivato e ho portato qui la mia amica Victoria.-
-La biondina ? Ah sì, sì, ora via apro.-
I due ragazzi salirono fino all'appartamento di Andrew, una volta lì Victoria rimase a bocca aperta, era un attico molto grande e costoso. In una stanza c'era un DJ che metteva della musica elettronica. Victoria guardò gli invitati e vide che gli erano quasi tutti in giacca e cravatta, mentre quasi tutte le donne portavano vestiti succinti che lasciavano ben poco spazio all'immaginazione. Matthew le disse quasi sussurrando:
-Te l'avevo detto che avremmo trovato queste categorie di persone.-
Lei annuì, vennero poi accolti da Andrew che disse:
-Matthew, vieni qui amico, ce l'hai fatta a venire alla fine.-
Si scambiarono un abbraccio, poi Andrew si rivolse a Victoria:
-Oh, ci sei anche tu Veronica ?-
-Victoria.-
-Oh si, scusami.-
Andrew ignorò la ragazza e mise una mano sulla spalla di Matthew:
-Ascolta Matthew c'è una ragazza che devi assolutamente conoscere, è la cugina di Bill, è molto carina, e indovina un pò ? E' single.-
-Non sono sicuro che sia una buona idea, e poi sono venuto qui con Victoria, non posso lasciarla sola.-
-E dai, fallo per me, ho bisogno che tu la tenga occupata mentre mi lavoro la sua amica.-
-Ah allora è per questo che me la vuoi presentare, perché devo farti da spalla.-
-Ti giuro di no, e poi dai, non ti costa niente, se non ti piace giuro che ti lascio andare, ma prima dalle una chance.-
Matthew guardò Victoria che gli disse:
-Vai pure Matthew,
-Giuro che tornerò presto Victoria, tu intanto bevi  qualcosa e divertiti.-
Dopo aver detto questo Matthew e Andrew andarono in un altra stanza. 
Victoria aspettò per un ora mezza, nella quale passò il tempo a respingere almeno quattro tentativi di approccio da parte di alcuni broker. Stava cominciando a pensare che forse andare lì era stato un errore, non avrebbe cavato un ragno dal buco, stava cominciando a considerare l'opzione di andarsene dalla festa e tornare a casa quando una ragazza le si parò davanti:
-Ciao, scusami, non volevo disturbarti, ma ho visto che... - 
Credendo che fosse un'altra persona che intendeva provarci con lei Victoria le disse:
-No scusami, sono lusingata ma sono fidanzata. - 
Lei ridacchiando rispose:
-Ma che hai capito? Non volevo provarci con te, non mi piacciono nemmeno le donne, non in quel modo almeno. No, è che è tutta la sera che vedo che te ne stai qui da sola è ho pensato di venirti a fare compagnia. - 
Victoria guardò attentamente la ragazza. Era snella, non più alta di un un metro e 70. I suoi capelli erano color castano scuro e la lunghezza di essi arrivava fino alle spalle della ragazza. Aveva poi due bellissimi occhi azzurri col mare, la pelle era di un colore molto pallido, quasi cadaverico. aveva un grazioso nasino all'insù e le sue labbra era piccole e ben proporzionate, ma dentro di esse si celava un dentatura non proprio gradevole. I sui denti erano un pò storti e per quanto non fosse niente di grave non le avrebbero certo fatto vincere il premio sorriso dell'anno. Le sue  sopracciglia invece erano molto curate. Tutto sommato era una ragazza molto carina, la cosa più ha colpito Vitoria però era l'abbigliamento vintage che aveva, molto anni 50-60, era vestita con una camicetta bianca e una gonna a pois rossa. 
-E perché dovresti sprecare la tua serata venendo a fare compagnia a me? - 
-Perché anche io come te sto facendo da tappezzeria. Sono venuta qui con le mie amiche che però mi hanno abbandonato per inseguire qualche ragazzo. Peccato che per me la maggioranza dei ragazzi che sono qui sembrino delle scimmie con un vestito buono. Così vedendoti qui da sola ho pensato di venire a farti compagnia e che avrei potuto almeno guadagnare un amica e passare in modo più produttivo il mio tempo. A proposito, non mi sono ancora presentata, mi chiamo Tracey, Tracey McDonnell.-
La ragazza le porse la mano a Victoria che la strinse subito:
-Victoria Elizabeth Pearson, molto piacere.-
-Allora, come mai te ne stai qui tutta sola? - 
-Sono venuta alla festa accompagnata da un mio amico, ma lui ha dovuto fare da spalla a al padrone di casa.-
-Non è stato molto carino da parte sua lasciarti di qui da sola.-
-Beh, non colpa stata colpa sua, voleva restare, sono io che gli ho detto che poteva andare. Deve godersi la serata.-
Le due cominciarono a chiacchierare tranquillamente. Victoria scoprì che Tracey era una ragazza molto simpatica, era spiritosa e tranquilla, aveva la testa sulle spalle. Scoprì che non le interessavano le storie da una botta e via, voleva una storia seria. Victoria le raccontò invece del suo imminente matrimonio, del suo lavoro come scrittrice e del motivo per cui si trovava a New York
-Wow, che figo, anche a me sarebbe piaciuto scrivere.-
-E cosa in particolare, se posso chiederlo ?-
-Libri per bambini.-
-Ti piacciono molto ? I bambini intendo. - 
-Sì, in futuro vorrei averne almeno due. E dimmi invece, questa stupenda messa in piega chi te l'ha fatta ? Un parrucchiere di Los Angeles?- 
-No no, è di New York.-
-Devi darmi l'indirizzo, ha fatto davvero un bellissimo lavoro. - 
La chiacchierata venne interrotta dalle urla di una ragazza che urlava, era palesemente ubriaca:
-Tracey, Tracey dove sei amica mia ? Mi manca Wilson, devo chiamarlo.-
-Ops, scusami ma devo andare a fermare la mia amica prima che possa fare una grossa cavolata, ovvero chiamare il suo ex. Ciao Victoria, è stato un piacere.-
-Anche per me.-
Tracey si diresse verso la sua amica, dopo qualche minuto Matthew tornò finalmente da lei.-
-Eccomi Victoria, scusa se ci ho messo tanto.-
-Cosa ti è successo ? E la ragazza, com'era lei ?-
-Niente di ché, non mi piaceva nemmeno, sono rimasto li solo per fare un favore ad Andrew. La ragazza non ha fatto altro che parlare del suo ex e di suo padre che non gli allunga abbastanza soldi, la solita viziata figlia di papà. Era anche carina, ma decisamente non era il mio tipo, tra l'altro se la tirava anche troppo. - 
-E come dovrebbe essere il tuo tipo ?-
-Non lo so, dovrebbe farmi ridere credo, non voglio una gatta morta. Deve essere una che non se la tiri, che non sia superficiale e che voglia un rapporto serio. Ma so che forse è chiedere troppo. Comunque sia adesso mi bevo un drink e poi che ne andiamo, mi dispiace averti fatto perdere tempo. - 
Ripensando alla conversazione avuta in precedenza con Tracey, Victoria disse a Matthew:
-Aspetta, perché invece di andar via non vai a parlare con quella ragazza? L'ho conosciuta prima e penso che potrebbe essere ciò che cerchi. Mi ha detto che vuole una relazione seria, è simpatica, non se la tira, e pensa, ha anche aggiunto che in futuro vuole dei bambini. È perfetta per te. - 
-Ma dai, è impossibile che tu abbia capito che una persona sia giusta per me dopo solo una chiacchierata. Dopotutto tu non conosci nemmeno me, ci siamo incontrati solo due giorni fa. - 
-Io credo nel mio istinto e poi che hai da perdere in fondo? Se non ti piace ce ne andremo subito.-
-Va bene, ma chi sarebbe questa ragazza ?-
-E' lei.-
Matthew si girò e non appena la vide rimase così stupito dalla sua bellezza che fece cade inavvertitamente il suo drink per terra. Victoria sogghignò, era evidente che le piacesse:
-L-lei ? M-ma cosa le dico ? N-non la conosco ? N-non voglio sembrare uno dei soliti idioti che ci provano solo per portarsela a letto.-
Victoria, si stupì, da dove venivano quei complessi e quella timidezza? Fino a quel momento Matthew era sempre sembrato sicuro di se
-Rilassati, ti presento io a lei. Devi soltanto essere sicuro di te, falle dei complimenti e sei spiritoso, comportati come quando ci siamo conosciuti e vedrai che farai colpo su di lei.-
Matthew annuì, avrebbe fatto come le aveva detto Victoria. I due si avvicinarono a Tracey che stava bevendo un drink vicino ad una finestra:
-Ehi Tracey.-
-Dimmi Victoria.-
-Volevo presentarti il mio amico Matthew, sai è lui che mi ha fatto la messa in piega ai capelli.-
Tracey le sorrise e disse:
-Piacere Tracey McDonnell.-
-Matthew Cassetti, piacere mio.-
-Un cognome italiano.-
-Si, i miei trisavoli erano di Brescia, una città italiana. Il tuo cognome invece è irlandese.-
-Si, i miei avi erano di Belfast. Così tu sei un parrucchiere ? E dove si trova il tuo negozio? - 
-Si esatto, barbiere discendente da famiglia di barbieri. Il mio salone si trova a Manhattan, a Little Italy per esattezza. Tu invece di dove sei?-
-Nata e cresciuta nel Queens.-
-E che mestiere fai?-
-Quando te lo dirò ti metterai a ridere.-
-E perché dovrei ridere del mestiere che fai?-
-Perché è in piena contraddizione con una parte di me.-
-Cosa intendi dire?-
-Sono assistente alla poltrona di un dentista. Capisci adesso?- 
Matthew le sorrise e disse:
-No non capisco, perché dovrei ridere?-
-Per i miei denti no? Sono storti e imperfetti, non sono certo un buon esempio per i clienti.- 
-Continuo a non capire perché dovrei ridere. Secondo me anche se imperfetto come dici tu, hai comunque un bellissimo sorriso.-
Tracey si portò sulla testa per poter aggiustare una ciocca di capelli, arrossì e poi gli disse:
-Grazie, sei molto gentile.-
-Vorrei anche farti i complimenti per il vestito. Mi ricordi tanto Audrey Hepburn in Vacanze Romane.-
-Grazie, mi piace tanto l'abbigliamento di quel periodo e in effetti mi sono inspirata proprio a quel film. Sei l'unico che l'ha capito. Tu invece col giacchetto di pelle sopra la maglietta bianca sembri tanto Fonzie,  se escludiamo i capelli ovviamente.-
Matteo abbassò lo sguardo per dare un'occhiata veloce al suo abbigliamento e poi dopo aver fatto una veloce risatina disse:
-Sì, hai ragione, non ci avevo fatto caso.-
Vedendo che i due stavano chiacchierando amabilmente Victoria decise di andare a fare un giro per ingannare il tempo finché non venne intercettata da un Andrew molto alticcio e con un bicchiere in mano, Victoria non poteva giurarlo ma era abbastanza convinta che avesse assunto anche altro oltre all'alcol:
-Ehi Victoria, ti piace la mia festa ?-
Victoria mentì:
-S-sì, è molto carina, ci si diverte tanto. Ora scusami ma...-
-Ma dove vai ? Vieni a sederti qui con me e raccontami un pò di cose sulla tua vita.  Non so niente di te, tranne che sei fidanzata, e lasciamelo dire, comunque chi ti sposerà è un vero bastardo fortunato, sei splendida.-
-Grazie.-
Capendo che non l'avrebbe lasciata andare cosi facilmente decise di raccontare del suo lavoro e del suo viaggio a New York:
-Ma dimmi come mai alla fine sei voluta venire alla mia festa ? Credevo non ti interessasse.-
-Beh, Matthew non sembrava molto intenzionato a venire quindi gli ho detto che sarei venuta anch'io, così
-Ah capisco, l'hai preso in simpatia vero ? Quel ragazzo è cosi amabile, certo mai come me.-
Victoria fece un finto sorriso e poi Andrew disse:
-A proposito, Matthew dov'è ?-
-Oh, gli ho presentato una ragazza, ora sta parlando con lei, io me ne sono andata per lasciar loro un pò di spazio.-
-Brava, hai fatto bene, quel ragazzo ha proprio bisogno di qualcuno al suo fianco sopratutto dopo il casino che ha avuto con la sua famiglia, è troppo solo. Glielo dico sempre di trovarsi una donna, ma ovviamente tutte le fighe che gli presento io non vanno mai bene. E questa è troppo stupida, e questa è troppo superficiale, ho capito, ma mica te le devi sposare, portatele a letto almeno per una sera, sempre meglio che passare una notte da solo, dico bene ?-
Victoria non ascoltò il resto della frase, aveva smesso di ascoltare alla parola "famiglia":
-Perché che cosa è successo alla sua famiglia ?-
-Ha litigato con loro dopo il funerale di suo padre, non che prima andassero d'amore e d'accordo, ma per quanto ne so dopo il funerale non si sono più parlati. Funerale nel quale tra parentesi mi sono presentato completamente fatto, lo ero dalla sera predente, non mi ricordo un cazzo, non mi ricordo chi c'era, ne cosa è successo, niente, zero, vuoto totale.-
Andrew rise istericamente, ma Victoria indispettita gli chiese:
-Sì, sì non mi interessa questo, dimmi cosa è successo alla sua famiglia ? Perché erano i ferri corti ?-
-Beh è semplice, la madre di Matthew lasciò suo marito per una lesbica. Come puoi immaginare una situazione del genere non è semplice da gestire per nessuno, sopratutto per un bambino di soli 8 anni quale era Matthew. Si crearono attriti nel nucleo famigliare, non sai le volte che Matthew ha dormito a casa mia perché non voleva stare con la sua nuova famiglia. Tuttavia ad un certo punto le cose migliorarono, cioè Matthew non avrebbe mai chiamato la sua nuova figura genitoriale "mamma", però cominciarono a vivere più pacificamente e serenamente. Non so proprio cosa sia successo, da un giorno all'altro hanno smesso di vedersi, di chiamarsi, di telefonarsi.-
Andrew fece una pausa e poi sbatté il suo bicchiere vuoto sul tavolino davanti a lui:
-Però una cosa la so, io Matthew non l'ho abbandonato, nossignore, l'ho fatto uscire con me, l'ho portato alle feste, ho giocato con lui ai videogame, siamo andati al cinema. Gli sono stato vicino, la sua famiglia potrà averlo abbandonato, ma non io, non il suo migliore amico.-
Victoria disse in tono ironico:
-Sì, sì sei stato bravissimo, ma dimmi non sai proprio nient'altro delle sua situazione ?-
-Cosa vuoi che ti dica? Matthew diceva sempre che non si sentiva capito, che avevano trattato male suo padre, diceva sempre, che solo lui lo comprendeva, cose così. Beh ma d'altronde non ha tutti i torti, ti immagini essere l'unico etero in una famiglia di gay ? Sai, pure sua sorella è lesbica, non che io abbia qualcosa contro le lesbiche, ci mancherebbe. Sai una volta ho fatto sesso a tre con due donne bisex, cazzo che notte che è stata quella. Quindi come puoi immaginare io non ho assolutamente niente contro di loro però di certo non vorrei vivere una situazione come quella di Matthew. Sai le sue mamme lo hanno portato più di una volta al Gay Pride, cazzo che schifo, hanno trasformato una cosa potenzialmente seria in una carnevalata, con tutti gli uomini vestiti da donne, con tutti quei trans mezzi nudi. Cioè un bambino esposto a quelle cose, tanto valeva fargli vedere direttamente i porno, razza di depravati, è un miracolo che Matthew sia cresciuto sano, e inoltre...-
Victoria non ci vede più dalla rabbia, così si alzò, diede uno schiaffo a Andrew:
-Non parlare di cose che non conosci Andrew, e sciacquati la bocca prima di insultare il Pride.-


Detto questo si allontanò da lui, Victoria era furente, la classica sequela di luoghi comuni sulle famiglie arcobaleno, sul Gay Pride. Era stanca delle persone che parlavano senza sapere, era stanca delle persone che giudicavano la loro vita, era stanca di gente come lui, ne aveva incontrate tante nella sua breve vita. Doveva calmarsi, Matthew non la pensava certo come Andrew, quando aveva saputo della sua sessualità l'aveva accettata per quella che era senza giudicarla. E poi sentire le stronzate uscite dalla bocca di Andrew in fondo non era stato inutile, aveva comunque raccolto informazioni interessanti su Matthew, non era molto ma era qualcosa. Ora sapeva che il motivo del loro litigio era molto probabilmente il defunto padre di Matthew e Jessica.
Guardò in giro per vedere dov'era Matthew, e notò che era seduto su un divanetto a parlare con Tracey, si avvicinò lentamente a loro per sentire la loro conversazione:
-...ti giuro che è andata così, una volta un bambino ha morso il dottor Marston alla mano. Gli hanno dovuto mettere dieci punti di sutura.-
-Che storia, certo che non sapevo che  fare il dentista fosse un lavoro pericoloso.-
I due sembravano divertirsi, in quel momento una voce femminile chiamò Tracey:
-Tracey, c'è Bella che non si regge in piedi, dobbiamo portarla a casa non possiamo rimanere oltre.-
-Va bene, arrivo.-
-Oh no, ti prego resta.-
Con voce sinceramente dispiaciuta disse:
-Devo andare Matthew, non posso rimanere oltre, la mia amica non si sente bene.-
Raccogliendo tutto il coraggio che aveva Matthew disse:
-S-senti, t-ti posso chiamare uno di questi giorni...per uscire io e t-te da soli ?-
Sorridendo Tracey annuì:
-Sì, mi piacerebbe molto. Dammi il tuo cellulare che ti scrivo il mio numero.-
Matthew glielo porse:
-Ecco qui.-
Ultimata l'operazione disse:
-E' stato un vero piacere conoscerti.-
-A-anche per me.-
Una volta che Tracey e le sue amiche se ne andarono Matthew si rivolse a Victoria:
-Sì, ha detto di sì, evviva. Ha detto che vuole uscire con me, non ci credo.-
Dopodiché l'abbracciò:
-Grazie, grazie Victoria, se non fosse stato per te non l'avrei mai notato, non sarei mai andato da lei, non avrei mai avuto il coraggio di chiederle il numero. Sei una vera amica, ti conosco da pochissimo, ma hai già fatto tanto per me grazie.-




FINE DEL TERZO CAPITOLO












E' stato un capitolo faticoso, più lungo degli altri, spero vi piaccia, qualsiasi tipo di critica o commento sono accettati con grande piacere. Io vi dò appuntamento al prossimo capitolo.


Grazie a chiunque perda il suo tempo a leggerlo.

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Capitolo 4
*** L'appuntamento ***


CAPITOLO 4   “L' APPUNTAMENTO" 






Era appena suonata la campanella e Matthew uscì di fretta dalla classe, doveva arrivare quanto prima alla fermata dell'autobus senza essere visto, così decise di prendere l'uscita secondaria della scuola, non poteva permettere a Buzz e agli altri di intercettarlo o lo avrebbero tormentato come al solito. Purtroppo la sua corsa non ebbe successo, i quattro bulli lo stavano aspettando all'uscita della scuola, a sbarrargli la strada fu Buzz, il capo. Il ragazzo era un pluri-ripetente, era alto e grosso, aveva la testa rasata proprio nel centro di essa c'era una grossa cicatrice dovuta a un incidente subito a 9 anni, nei suoi occhi neri si vedeva tutta la sua voglia di far del male agli altri e il suo sorriso mostrava i denti ormai marciti a causa delle carie :
-Ehi frocio, vai da qualche parte ?-
Fingendo indifferenza disse:
-Si, sto andando a casa Buzz, quindi per favore fammi passare.-
-Ehi calma frocietto, dovresti trattarci con un pò di rispetto, dopotutto noi vogliamo solo aiutarti.-
-E come ? Infilandomi la testa nel cesso per tutta la durata dell' intervallo ?-
-Si, esatto, vogliamo aiutarti a diventare un vero uomo, perché non crediamo proprio che tu possa riuscirci.-
Matthew iniziò a balbettare dalla paura:
-P-perché d-dici così ?-
-Come perché ? Mi pare ovvio, vivi con tre disgustose lesbiche, in un ambiente così cosa puoi sperare di diventare se non un gay effeminato ?-
-I-io non sono gay. E' vero, m-mia madre e mia s-sorella sono omosessuali, m-ma non vuol dire che lo sia anch'io.-
-Strano, perché Dave la pensa diversamente. Ehi Dave, dì un pò a questo sfigato come la pensi.-
La parola passò a Dave, era anche lui molto alto, ma al contrario di Buzz era secco come un chiodo, portava gli occhiali da vista e i suoi capelli erano neri e molto lunghi. Matthew si era sempre chiesto cosa ci facesse un tipo come lui nella banda di Buzz, non sembrava molto pericoloso, e inoltre al contrario degli altri tre membri della banda era molto intelligente, aveva sempre degli ottimi voti a scuola. Matthew credeva che si trovasse lì perché al gruppo serviva almeno una persona dotata di cervello e pensò che Dave aveva accettato di farne parte solo per poter essere lasciato da Buzz:
-Io penso che se un bambino cresce in una famiglia di froci non può far altro che diventare frocio anche lui. E' matematico.-
-Vi ripeto che io non sono gay.-
Buzz fece una sonora risata:
-Se non sei gay, dimmi, perché non ti abbiamo mai visto provarci con qualche ragazzina ?-
C'era una ragazza che a Matthew piaceva, era Nadia. Aveva i capelli rossi e gli occhi verdi, Matthew pensava che fosse veramente bellissima, ma non aveva mai avuto il coraggio di parlarle:
-Il fatto che non abbia una ragazza non vuol dire che io sia gay. - 
-Ma chi vuoi prendere in giro ? Si vede che sei gay da un sacco di cose, da come cammini e da come parli sopratutto.-
A Matthew non era mai sembrato di camminare in maniera femminile anzi, cercava il più possibile di imitare l'andatura paterna, e per quanto riguardava la voce, non era certo colpa di sua se la sua voce tardava a cambiare . Sperava tanto che una volta cresciuto avrebbe avuto una voce profonda come quella del padre, ma al momento era bloccato con la sua vocetta molto infantile che poteva essere scambiata tranquillamente per una femminile:
-Quelle cose non provano niente.-
-Sono sicuro che troveremo altre prove della tua omosessualità nel tuo zainetto. James, Kevin, prendetelo.-
James e Kevin erano due ragazzi di colore, gemelli, non erano molto svegli e non parlavano quasi mai. I due si avvicinarono a Matthew, poi Kevin lo sollevò da terra, mentre James prese il suo zaino che lanciò a Buzz:
-Ora vediamo un po' cosa c'è qua dentro.-
Buzz estrasse un quaderno dallo zaino:
-Oh, guardate un po' cosa abbiamo qui, un quaderno con Michael Jackson. Hai il quaderno della tua popstar preferita? Sei proprio come una ragazzina. Tra l'altro hai scelto proprio la popstar più effeminata del pianeta, e poi vieni a dirmi che non sei gay?-
-Ridammi il quaderno Buzz, era di mio padre, è un un suo regalo. - 
-Ah davvero? Così questo era un regalo di quel perdente di tuo padre? Un uomo così patetico che sua moglie ha preferito mettersi con una donna piuttosto che rimane con lui. Sai, ho sentito dire che ha rischiato di morire per un attacco cardiaco dopo aver saputo che sua moglie gli metteva le corna con una donna. Peccato che non sia morto, avremmo avuto un perdente in meno su questa terra. - 
Matthew cominciò ad arrabbiarsi seriamente, nessuno poteva prendere in giro suo padre:
-Non sei nemmeno degno di pronunciare il suo nome. Non permetterti mai più di parlar male di lui. Hai capito brutto grassone puzzolente? - 
Udite queste parole Buzz disse:
-Ti ho già detto che mi devi portare rispetto frocio. Non ti permetto di parlarmi così  - 
Detto questo Buzz diede a Matthew un pugno sulla pancia. Quest'ultimo cadde a terra urlando di dolore, poi Buzz infierì prendendolo a calci e pugni in punti non visibili, sopratutto nei fianchi e alla schiena:
-Così impari brutto frocio.-
Detto questo prese il quaderno di Michael Jackson e lo strappò in tanti pezzi:
-Ah dimenticavo, non dire a nessuno che sono stato io a picchiarti, altrimenti  ti darò dei pugni talmente forti che quelli di oggi sembreranno delle carezze.-
Detto questo il gruppo se ne andò.
Una volta rimasto solo, Matthew si mise a piangere. Perché quei quattro ce l'avevano tanto con lui ? Perché non potevano lasciarlo in pace ? Perché dovevano tormentarlo così? Perché sua madre ha lasciato suo padre per quella donna? 


Già Maureen, da quando quella donna è apparsa nella sua vita, non ha avuto altro che guai. Prima l'infarto di suo padre e poi le prese in giro dei compagni. Da quando Buzz e la sua banda hanno appreso della situazione famigliare di Matthew non hanno fatto altro che tormentarlo, prenderlo in giro e insultarlo. Amber disse a suo figlio che non si doveva risentire per quello che gli dicevano, perché non c'è nulla di male ad essere gay. Matthew questo lo sapeva, ma tuttavia era stufo marcio delle insinuazioni della banda di Buzz. Misero in giro quella voce e da allora tutti non fecero altro che prenderlo in giro. Per non parlare poi delle ragazze che gli si rivolgevano dicendogli che loro lo accettavano per quello che era. Le odiava, odiava quella falsa pietà, odiava la loro ipocrisia, odiava la gente che si faceva bella dicendo in giro quanto fosse aperta di mente perché aveva un amico gay ma che in realtà non lo conosceva affatto. Aveva cercato di zittire quelle voci in tutti i modi ma non c'era riuscito.


Matthew credeva che la colpa di tutto questo fosse di sua madre e della sua nuova compagna. Se sua madre non avesse mai lasciato suo padre, tutto questo non sarebbe mai successo, i bulli non avrebbero avuto motivo di tormentarlo, sarebbe stato più facile per lui farsi degli altri amici oltre ad Andrew, chissà magari avrebbe anche potuto piacere a qualche ragazza e avrebbe potuto vedere suo padre tutti i giorni invece che solo una volta a settimana. 


-


Matthew si svegliò di soprassalto. Era un incubo, un ricordo della sua vita che sperava di aver rimosso per sempre. Era strano, era da una vita non sognava più i tempi della scuola. Si alzò e si diresse verso il bagno, si guardò allo specchio, fece due respiri profondi e si lavò la faccia. Non poteva farsi abbattere da un incubo, stasera per lui era una serata molto importante, sarebbe uscito con Tracey, tutto doveva essere perfetto, ma sopratutto lui doveva essere perfetto.




-




Victoria era frustrata, erano passati tre giorni e non era riuscita a scoprire nient'altro su Matthew. Si erano scambiati molti messaggi, ma non si erano più visti dalla sera della festa e il tempo di Victoria a New York stava ormai scadendo, tra tre giorni sarebbe partita per Los Angeles e allora chissà quanto tempo ci sarebbe passato prima di poterlo rincontrare . Si erano ripromessi di restare in contatto dopo la sua partenza da New York, ma non poteva certo scoprire molto su di lui restando a Los Angeles. No, doveva parlargli, doveva dirgli la verità. Dopotutto ormai erano amici, c'era la possibilità che lo avesse ascoltato con comprensione, forse si sarebbe aperto con lei. Avrebbe fatto così, in fondo non aveva niente da perdere. Decise che gli avrebbe parlato non prima dell'appuntamento che Matthew avrebbe avuto con Tracey quando probabilmente sarebbe stato di buon umore.




-




Tracey uscì di casa proprio un attimo prima che Matthew suonasse il suo campanello. Era vestita con una camicetta azzurra e un elegante gonna a fiori. Matthew pensò che era veramente bella:
-Scusa se ti ho fatto aspettare Matthew.-
-Non preoccuparti Tracey, sono arrivato adesso. Sai stai veramente molto bene vestita così.-
Tracey arrossì:
-Grazie, come sei galante. Allora, dov'è che andiamo di bello. -
-All' "Antica America", sono sicuro che ti piacerà molto. -
Ridacchiando Tracey disse:
-Non lo conosco.-
-Beh non è molto vicino,  dobbiamo prendere la macchina per raggiungerlo. Vieni, l'ho parcheggiata proprio qui dietro. - 
Oltrepassata la via, raggiunsero l'automobile di Matthew, non appena Tracey la vide rimase a bocca aperta. Era una Chevrolet Bel Air del 1957 con la sua classica livrea bianca e azzurra:
-Wow, è-è stupenda, è tua?-
Matthew annuì. Tracey si avvicinò lentamente all'auto per ammirarla in tutta la sua bellezza:
-È meravigliosa, sembra uscita dalla fabbrica soltanto ieri.-
-Grazie, ci tengo molto, era di mio nonno, è parte della sua eredità. È la macchina che ha sempre sognato di possedere, l'ha comprata dieci anni fa. Non era messa molto bene, ma mio nonno, mio padre ed io l'abbiamo rimessa nuovo-
Tracey gli sorrise:
-Tuo nonno sarebbe fiero di te.-
-Lo spero.-
I due entrarono nell'auto e Matthew si mise a guidare finché non arrivarono davanti al ristorante:
-Cos'ha di particolare questo posto? - 
-Il proprietario ha cercato di ricreare l'ambientazione di un dinner degli anni 50. Ho pensato che visto che a te piace molto quel periodo storico, ti sarebbe potuto piacere mangiare qui. Si, non è molto di classe, ma si mangia bene, e l'ambiente è diverso da quelli dei soliti ristoranti.-
-Trovo che il tuo sia stato un pensiero molto carino.-
Matthew aprì la porta  del locale facendo entrare Tracey  per prima:
-Prima le signore.-
-Grazie.-
 La prima cosa del ristorante che Tracey notò era la musica, le note di Jailhouse Rock di Elvis Preasley facevano da sottofondo alla cena, notò che le note venivano emessa da un Jukebox perfettamente funzionante. Il pavimento del locale era composto da mattonelle di colore bianco e nero, ai muri erano appese targhe automobilistiche, vinili, una bandiera americana e vecchie foto in bianco e nero di New York:
-Allora, cosa ne pensi?-
-Penso che sia bellissimo.-
I due si accomodarono in un tavolo e ordinarono delle alette di pollo piccanti e una bella bistecca, poi i due iniziarono a parlare del più del meno:
-Qual'è la cosa che odi di più ?-
-I razzisti, e la tua ?-
-I bugiardi. Non li posso proprio sopportare. E invece dimmi, come passi il tuo tempo libero ? Quali sono i tuoi hobby ?-
-Nel tempo libero leggo e dipingo, niente di particolare, dipingo qualunque cosa abbia in mente, anche la più stupida. Tu invece cosa fai nel tempo libero ?-
-Gioco ai videogiochi, guardo dei film, ogni tanto faccio un pò di footing per la città e ascolto la musica.-
Matthew fece una pausa poi riprese:
-Mi piacerebbe molto vedere qualcuno dei tuoi dipinti.-
-Non sono niente di che, te lo assicuro. E dimmi, che musica ti piace ascoltare ?-
-Oh un pò di tutto, pop, rock, dance. Mi piacciono molto i Linkin Park, i Blink 182, David Guetta, ma il cantante a cui sono più legato è sicuramente Michael Jackson.-
-E come mai proprio lui ?-
-Era il cantante preferito di mio padre, aveva tutti i suoi album,"The way you make me feel" è stata la canzone del suo matrimonio. Io sono letteralmente cresciuto con le sue canzoni, molti dei miei ricordi della mia infanzia sono associati alle sue canzoni.-
Tracey chiese molto timidamente:
-In che senso era il suo cantante preferito ?-
Matthew abbassò la testa, Tracey una volta capito la gaffe che aveva fatto strinse la mano di Matthew con la sua e disse:
-Oh, mi dispiace davvero tanto, io non dovevo...-
-No, no figurati, non lo sapevi.-
Sorridendo Tracey gli disse:
-Dev'essere stato un uomo davvero eccezionale.-
-Lo era, un giorno ti racconterò di lui...cioè sempre se vorrai continuare ad uscire con me.-
-Ascolterò la tua storia molto volentieri.-
Matthew cambiò velocemente argomento:
-Basta pensare alle cose tristi. Ora tocca te dirmi qual'è il tuo artista preferito.-
-E' Frank "The Voice" Sinatra, ma mi piacciono molto anche Ray Charles, o Beatles e i Queen.-
-Canzone preferita ?-
-"Hit The Road Jack" di Ray Charles. E la tua ?-
-"Beat It" di Michael Jackson.-
Matthew fece una pausa poi disse:
-Posso chiederti da dove deriva questa tua passione per gli anni 50-60?-
-Oh, credo che sia dovuto all'influenza di mia nonna, sai, sono cresciuta senza madre, mio padre doveva lavorare tutti i giorni, così passavo i pomeriggi da mia nonna. Era piena di cose dell'epoca, dischi, vestiti e altri oggetti, mi piacevano da morire e...-
Mentre diceva questo faceva tanti gesti con le braccia, finché la forchetta che aveva in mano non le cadde:
-Ops...a volte sono così imbranata che sembro Bridget Jones.-
Detto questo fece una risatina:
A Matthew piaceva da morire la sua compagnia, era frizzante e autoironica, e la sua goffaggine la rendeva ancora più adorabile:
-Mmmh, questa bistecca è deliziosa, hai fatto proprio bene a portarmi qui. Peccato solo per quei tipi laggiù che fanno una sacco di baccano.-
Matthew allungò la testa per vedere chi fossero e la prima cosa che vide fu una testa rapata a zero con una cicatrice proprio al centro. Matthew sapeva bene a chi apparteneva quella cicatrice, era di Buzz. Lo guardò più attentamente e arrivò alla conclusione che non era stato uno scambio di persona. Era proprio lui, le sopracciglia, gli occhi , ma sopratutto i denti erano quelli di Buzz. Non lo vedeva dai tempi della scuola media, erano passati tanti anni, sapeva che non avrebbe potuto fargli nulla, sapeva che poteva averlo non riconosciuto, e sapeva che poteva anche essere cambiato, ma in quel preciso istante tornò tutta la paura che aveva quando incrociava Buzz nel cortile della scuola. La sua mente si riempì di immagini di Buzz che lo scherniva e lo picchiava , il suo cuore iniziò a battere molto più velocemente del normale, cominciò poi a tremare e a sudare:
-Matthew, stai bene ? Stai tremando come una foglia.-
Le chiese Tracey con apprensione:
-Scusami tanto Tracey, scusami davvero tanto ma ho bisogno di un pò d'aria.-
-Sei sicuro? Non hai una bella cera.-
-Sì, sì, ho solo bisogno di un pò d'aria.-
Matthew appoggiò il tovagliolo sul tavolo e corse fuori dal ristorante.
Tracey lo seguì a ruota,  e una volta fuori Matthew fece dei gran respiri a pieni polmoni. Dopodiché si sedette sulle scale dell'edificio di fianco al ristornate e dopo pochi minuti iniziò a star meglio:
-Stai bene Matthew ?-
-Si, si sto meglio.-
-Ma cosa ti è successo ?-
-Un attacco d'ansia, scusami, erano da un bel pò di tempo che non me ne veniva uno.-
Molto tristemente Tracey disse:
-A causa mia ? Ho detto qualcosa di sbagliato ?-
-No, non potrebbe mai essere colpa tua. Vedi, dentro il ristorante c'era il bullo che mi tormentava quando andavo alle medie. Erano dieci anni che non lo vedevo, non appena l'ho visto mi sono ritornate in mente tutte le emozioni che provavo quando lo incontravo a scuola ed è stato troppo da sopportare.-
Fece una pausa e disse:
-Lo odiavo a morte, lui e la sua banda ce l'avevano con me perché sono stato cresciuto da due donne. Mio madre divorziò da mio padre e si risposò con una donna. Non appena Buzz...il bullo, lo venne a sapere mi rese la vita impossibile.-
Matthew si sentiva sconfitto, il suo stupido attacco d'ansia aveva rovinato tutto. Voleva farle una bella impressione, voleva piacergli, ma invece aveva solo dimostrato la sua fragilità e la sua debolezza.
-Adesso penserai che sono un debole e un codardo.-
Tracey si sedette con lui e disse:
-Non lo penso affatto. Ti posso capire sai, anch'io sono stata vittima di bullismo. Certe cicatrici non se ne andranno mai.-
-Tu ? E perché mai qualcuno avrebbe dovuto prendersela con te ? Sei bella e simpatica.-
-Perché sono ebrea.-
Un Matthew molto confuso chiese:
-Ma non avevi detto di avere origini irlandesi ?-
-Da parte di padre, ma da parte di madre sono di origine ebraica. Non sono nemmeno praticante, ma certi stupidi ragazzini  mi hanno fatto passare l'inferno solo per la mia discendenza. Sai per anni ho sempre evitato di vestirmi come mi andava per paura di altre prese in giro, ma alla fine mi sono decisa ad essere me stessa. E' inutile rinunciare alla tua identità o alla tua felicità per evitare di essere preso in giro,  se qualcuno vuole darti fastidio o insultarti troverà sempre qualche appiglio per farlo. Se non fosse stata la mia religione, sarebbe stato qualcos'altro.-
Queste parole fecero riflettere Matthew: 
-Così sei stato cresciuto da una famiglia arcobaleno ? Perché non mi racconti qualcosa di loro.-
-Meglio di no, non ci parliamo più da un bel pò ormai.-
-Oh mi dispiace, cosa è successo.-
-Non mi va di parlarne, sappi solo che hanno mancato di rispetto a mio padre e alla sua memoria. Gli hanno fatto molto male.-
Dopo un minuto in cui nessuno disse niente Tracey disse:
-Non importa, me lo dirai quando te la sentirai.-
Gli prese le mani e aiutandolo ad alzarsi disse:
-Ora che dici ? Ti va di tornare dentro e finire la nostra cena e finire in maniera degna la serata ?-
In quel momento Matthew si sentiva attratto come non mai da Tracey, era stata molto comprensiva e dolce con lui. Sorridendogli gli disse:
-D'accordo.-
I due rientrarono nel locale e finirono la cena. Per fortuna Buzz e i suoi amici se ne andarono poco dopo, senza nemmeno degnare di uno sguardo i due ragazzi. I due non ebbero altri problemi durante il resto della cena che venne consumata tranquillamente. Una volta usciti Tracey chiese a Matthew:
-Ora dove andiamo ? E' ancora presto per tornare a casa.-
-Beh, pensavo di continuare la serata su questa linea nostalgica, conosco un cinema che proietta molti film degli anni 50-60. So che questa sera proiettano quel capolavoro di "Gioventù Bruciata" in versione restaurata, ti va di andarci ?-
Annuì:
-Molto volentieri.-
Una volta finito il film, Matthew riaccompagnò Tracey a casa:
-Sono stata molto bene con te stasera Matthew.-
-Anch'io, se escludiamo l'attacco d'ansia.-
-Non ci pensare, non ha rovinato nulla.-
-Senti, ti va di replicare sabato sera ? Vorrei portarti a mangiare nel ristorante italiano "da Luigi", è il mio preferito in assoluto. -
-Con grande piacere.-
Detto questo diede a Matthew un bacio sulla guancia che lui contraccambiò immediatamente: 
-Buonanotte Matthew.-
-Buonanotte Tracey.-
Matthew era veramente euforico, Tracey si è rivelata essere una ragazza veramente fantastica, sentiva che si stava già innamorando di lei. Non avrebbe mai ringraziato abbastanza Victoria per avergliela presentata. Già Victoria, doveva ricordarsi di chiamarla per andare a bere insieme qualcosa prima della sua partenza, voleva salutarla adeguatamente. 





























E' stato un capitolo faticoso, più lungo degli altri, spero vi piaccia, qualsiasi tipo di critica o commento sono accettati con grande piacere. Io vi dò appuntamento al prossimo capitolo.


Grazie a chiunque perda il suo tempo a leggerlo. 


PS
I pensieri di Matthew nel sogno sono quello che pensava allora, non quello che pensa una volta cresciuto 

 

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