This is Ana

di Sambyeol
(/viewuser.php?uid=1140161)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo finale ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era una notte di luna piena, non una singola nuvola avrebbe osato anteporsi ad essa impedendo ai suoi deboli raggi di giungere alla finestra della dolce e piccola Ana. Lei adorava la luna, le ricordava il suo delicato incarnato pallido su un viso incorniciato da dei capelli neri come una notte senza stelle. Scese dal letto cercando di non fare troppo rumore e con estrema attenzione aprì la porta della sua stanza, la via sembrava libera, così iniziò ad avviarsi verso la porta d’ingresso. Nel momento in cui allungò l’esile manina per poter aprire la porta, due braccia delicate la presero di peso.
-Annabelle Skellington, dove pensi di andare?- prontamente Sally la riportò in camera sua.
-Ma mamma, perché non posso uscire a giocare? Tutti gli altri bambini escono a notte fonda.- Ana mise il suo classico musetto con la speranza di far impietosire sua mamma.
-Quei bambini non hanno solo 9 anni come te, sono grandi. Tra qualche anno ne riparleremo, ma ora a nanna signorina.-
-Ma io non ho sonno. Voglio uscire a giocare.- Sally adagiò Ana sul suo letto e le rimboccò le coperte.
-Andrai a giocare domani. Raccontami come sono andare le lezioni di canto e di piano. Ti sono piaciute?- quello infatti era stato il primo giorno di lezione per Ana, tutti in città sapevano che da grande sarebbe stata lei a guidare Halloween insieme a suo padre Jack. Per questo i suoi genitori decisero di iscriverla a delle lezioni di canto e di pianoforte.
-Sono state bellissime! E non vedo l’ora di iniziare ad aiutare papà con i preparativi, insomma Halloween è pur sempre… la festa più importante per la… nostra città… altrimenti non si chiamerebbe… Halloween Town…- finì di parlare tra uno sbadiglio e l’altro per poi lasciar cadere la testa sul cuscino.
-Funziona sempre.- disse Sally tra sé e sé, diede un bacio sulla fronte ad Ana per poi uscire dalla camera lasciando la porta socchiusa -Buonanotte piccolina mia.-
 
 
-Che dici papà, come sto?- Ana fece un giro su sé stessa in modo tale che la gonna svolazzasse attorno a lei. Indossava un vestitino nero con qualche ragnatela attaccata qua e là che le aveva cucito sua madre. Adornato con maniche a sbuffo ed un nastro in vita che finiva con un enorme fiocco grigio sulla schiena. Le scarpette era delle semplici ballerine nere con un po’ di tacco, ma l’accessorio che la rendeva più felice era la piccola tarantola bianca che la aiutava a tenere chiusa la treccia fatta cadere sulla spalla destra. Per il trucco Ana era riuscita a convincere sua mamma a metterle del semplice ombretto nero attorno agli occhi, così da assomigliare ancora di più a suo padre.
-Sei spaventosamente bella.- disse Jack con un sorriso che poteva esprimere soltanto che il suo orgoglio nei confronti della figlia -Sei pronta per il tuo grande debutto? Sono sicuro che con questo vestitino e la tua voce farai strage di cuori… e io di chiunque oserà avvicinarsi a te.-
-Tesoro.- Sally guardò Jack con uno sguardo di rimprovero tenendo le mani sui fianchi.
-Sono prontissima! Aspettavo con ansia il mio quindicesimo compleanno solo che per questa ragione.- Ana era entusiasta, non riusciva a stare ferma e continuava a saltellare in giro per al casa -Allora allora, andiamo?- prese la mano di Jack ed iniziò a strattonarlo verso la porta -A dopo mamma!- salutò velocemente Sally e diede appena il tempo a Jack di darle un bacio prima di svanire entrambi oltre l’ingresso di casa. Ana ancora non sapeva che da quel momento in poi la sua vita sarebbe cambiata.
 
 
-Mamma, io esco.-
-Dove vai tesoro?- Sally stava preparando già qualcosina di gustoso per la cena.
-Vado a fare una passeggiata, giusto per sgranchirmi un po’ le gambe, non è facile stare tutto quel tempo seduta al piano.- Ana ridacchiò. Un conto era fare quell’oretta giornaliera, ma ora che era diventata lei l’insegnante erano aumentate le ore di lezione -Non aspettatemi per cena.- Sally non fece in tempo a lamentarsi del possibile ritardo che Ana era già fuori dalla porta. Prima di andare al campo delle zucche, passò per la città per vedere come andavano le cose. Halloween era passato da qualche mese, e da sei anni ormai riusciva sempre a tenere testa al padre con le sue performance canore al piano, nessuno riusciva a mettere i brividi più della sua voce accompagnata da un pianoforte, meglio ancora se scordato. Chiunque incontrasse per strada non perdeva l’occasione di salutarla e di farle i complimenti, negli ultimi anni Jack le aveva addirittura lasciato le redini per quanto riguardava l’organizzazione della festa, ed ogni volta ne era uscito un piccolo capolavoro. I suoi genitori erano veramente fieri della loro principessa delle zucche.
Lei era felicissima di tutto ciò, però sentiva come se le mancasse qualcosa. Per quello spesso e volentieri si dedicava del tempo per quella che diceva essere una passeggiata, quando in realtà si limitava ad andare sulla collina del campo delle zucche a riflettere. Quello era il luogo che più preferiva perché era stato proprio in quel luogo che i suoi genitori si sono dichiarati il loro amore. Forse era proprio quello che le mancava, qualcuno di speciale accanto a lei. Purtroppo, a chiunque ad Halloween Town interessava di più spaventare e trasmettere terrore al prossimo, e nonostante Ana fosse la ragazza più ambita della città, nessuno sembrava essere veramente interessato a lei, a ciò che le girava per la testa, volevano solo averla accanto per poter terrorizzare più di tutti gli altri.
Così quasi ogni giorno veniva sulla collina ed iniziava a cantare. Nessuna canzone inquietante, nessuna filastrocca da far accapponare la pelle, intonava note dolci ed intime così da poter esprimere ciò che nessuno riusciva a capire, la ricerca dell’amore.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ana stava canticchiando tra sé e sé quando sentì una presenza avvicinarsi a lei, ma sapeva già chi potesse essere e la sua compagnia era sempre ben accetta.
-Ciao Zero, come mai da queste parti? Non dovresti essere a casa dalla mamma e dal papà?- gli accarezzò la testa -Meglio se torniamo a casa, comincia a fare tardi.- un po’ controvoglia Ana si diresse verso casa accompagnata da Zero. Chiunque incontrasse per strada la salutava entusiasta riempiendola di complimenti per lo scorso Halloween.
-Sono a casa.-
-Di già? Non ho nemmeno finito di preparare la cena.- disse Sally ridacchiando -Te l’avevo detto che mandare Zero a prenderla avrebbe funzionato.- quest’ultima parte la sussurrò in modo tale che la sentisse solo Jack.
-Dove sei andata di bello?- chiese Jack aiutando Sally ad apparecchiare la tavola.
-Sono andata al campo delle zucche a provare qualche nuova canzone.- rispose Ana dando una mano al padre -Mi sento molto più ispirata quando sono sola.-
-E quale posto migliore per rimanere da sola in pace se non il tuo stesso regno? La mia piccola principessa.- Jack le arruffò i capelli.
-Papà!- Ana si sistemò i capelli -Ti sembra il caso di chiamarmi piccola? Non ho più 10 anni.- fece una piccola smorfia per poi scoppiare a ridere insieme al padre.
-La cena è pronta. Tutti seduti, forza.- Sally servì la cena felice della serenità della sua famiglia -Stai provando qualcosa di nuovo per il prossimo Halloween?-
-Hey, e se scrivessi una canzone da regalare a Babbo Nachele? Così potremmo aiutarlo un po’ con il Natale e magari ci porterà con lui per cantarla a tutti i bambini del mondo.- Jack stava iniziando ad entusiasmarsi un po’ troppo.
-Mamma, ti prego fermalo prima che anche solo pensi di combinare una delle sue.- Ana ridacchiò sotto ai baffi vedendo l’innocente confusione negli occhi del padre.
-Tesoro, mi dispiace dovertelo ripetere per l’ennesima volta,- Sally poggiò la propria mano su quella di Jack -ma Babbo Natale non ha bisogno del tuo aiuto, ha i suoi elfi che lo aiutano, e di certo non possiamo presentarci da lui quando manca così poco al Natale, rischieremmo solo di dargli fastidio.-
-Ma un aiuto dovrebbe essere sempre ben accetto, in più da quando si occupa Ana di Halloween, io non ho più quasi nulla da fare.- si lamentò Jack mettendo il broncio e iniziando a giocherellare con il cibo nel piatto.
-Vedila così, puoi passare tutto il tempo che vuoi con la mamma.- Ana gli fece l’occhiolino -Quando siete insieme sembrate così rilassati e felici.- per quanto il suo sorriso fosse sincero, gli occhi nascondevano un piccolo velo di malinconia.
-Hai ragione, bambolina mia.-
-Papà, ancora con questi nomignoli?- la cena proseguì in questo modo, tra scherzi e risate.
 
 
-Tesoro, ti andrebbe di fare due chiacchiere tra donne?- Sally entrò in camera di Ana, sembrava preoccupata. Ana era seduta al piano a provare, annuì con la testa senza nemmeno alzare il viso da tanto concentrata che era -Sei sul serio andata in cerca di ispirazione prima, o avevi bisogno della tua solita ora d’aria?- Ana guardò Sally sorpresa.
-Di che stai parlando mamma, per quale assurdo motivo avrei bisogno di un po’ di aria? Ridacchiò nervosa, ma vedendo lo sguardo serio della madre, ora seduta sul suo letto, cedette in fretta -Ok ok, ultimamente ho troppi pensieri per la testa… pensieri che nessuno capirebbe.- tolse le mani dal piano e abbassò la testa sentendosi quasi colpevole -Tra te e il papà c’è qualcosa di speciale, di veramente unico… soprattutto perché sembrate essere gli unici ad averlo. In questa città nessuno pensa a qualcosa che non sia lo spaventare il prossimo. Rimane comunque una delle cose che adoro di più, ma sento come se mi mancasse qualcosa.-
-Mi sembra di sentir parlare tuo padre, e devo ricordarti com’è andata a finire per lui?- Sally si avvicinò ad Ana e la abbracciò -Sei ancora giovane, hai ancora tutto il tempo che vuoi per trovare la tua strada, il posto che ti spetta qui ad Halloween Town, e non devi per forza seguire le orme di tuo padre.-
-Ma è proprio questo il punto, io sono nata per farlo, per occuparmi di Halloween, e ne sono felice. Vorrei solo che qualcuno guardandomi non pensasse solo a quanto è stata brava la principessa di Halloween, a cosa penserà la futura regina di Halloween per l’anno prossimo.- scosse la testa -Vorrei qualcuno che mi apprezza per ciò che sono dentro di me, non solo per ciò che faccio.-
-Non ti preoccupare Annabelle, come tuo padre ed io ci siamo trovati, anche tu troverai quella persona perfetta per te. Ti lascio alle tue prove.- Sally diede un bacio sulla testa a sua figlia per poi lasciarla da sola. Non passarono nemmeno cinque minuti che la porta della sua camera si aprì di nuovo.
-Ana.- Jack era più furtivo del normale -Lo vuoi un consiglio da chi ci è già passato? Invece di schiarirti le idee al campo delle zucche, prova ad addentrarti nella foresta. Non ti preoccupare per tua madre, ci penso io a coprirti le spalle.- Ana non fece in tempo a dire nulla che suo padre richiuse la porta. Per la prima volta nella sua vita, decise di non lasciare spazio ai pensieri e senza dare troppo nell’occhio uscì di casa. Seguì il consiglio di suo padre e dopo essere arrivata al campo delle zucche si inoltrò nella foresta, anche se non aveva la minima idea di cosa stesse cercando, fino al momento in cui non vide qualcosa di strano su di un albero. Sembrava quasi… un cuore?

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ana subito non riconobbe il luogo, solo dopo aver visto la porta a forma di albero di Natale le venne in mente una delle storie che suo padre adorava raccontarle prima di andare a dormire, di quando rischiò di perdere sé stesso e di rovinare il Natale al mondo intero. Una parte di lei voleva aprire ogni singola porta, esplorare qualsiasi luogo che non fosse Halloween Town, ma l’altra parte non voleva rischiare di combinare guai. Sarà anche stata l’avventura più bella per suo padre, ma sua madre gliela raccontava solo per farle capire i pericoli che si possono trovare addentrandosi in un mondo del quale non si conosce nulla. Ana continuava a guardarsi attorno, il suo sguardo correva da una porta all’altra mentre il cuore ed il cervello tentavano di mettersi d’accordo su cosa fosse più giusto fare. Tutto ad un tratto la sua battaglia interiore finì, i suoi occhi si erano posati per l’ennesima volta sulla porta rossa a forma di cuore, i suoi piedi si stavano muovendo da soli in quella direzione, la mano destra si stava avvicinando alla maniglia quando la porta si aprì tutta di colpo facendone uscire un ragazzo che urtando Ana fece cadere entrambi a terra.
-Scusami, sono immensamente dispiaciuto.- la voce di quel ragazzo era soave ed angelica, perfetta per il suo viso. La sua carnagione era candida, ma non pallida come quella di Ana, forse aiutava il fatto che ad incorniciare il suo viso c’erano dei dolci riccioli biondi, i quali valorizzavano il roseo colore delle guance -Stai bene? Ti ho fatto male?- il ragazzo la aiutò ad alzarsi da terra, il suo fisico era abbastanza scolpito nonostante il suo essere snello, indossava dei semplici jeans ed una maglia bianca.
-No no, non mi sono fatta male.- rispose velocemente Ana togliendosi un po’ di terra dal vestito -Aspetta, non hai paura di me?- chiese non vedendo alcuna espressione di terrore sul volto del ragazzo.
-Perché dovrei aver paura di una bella ragazza come te? Io mi chiamo Michael, ma puoi chiamarmi Mike. E tu come ti chiami?- sorrise e porse la mano ad Ana.
-Io mi chiamo Annabelle, ma tutti mi chiamano Ana.- gli strinse la mano un po’ titubante -Che ci fai tu qui?-
-Sono in fuga. Vengo dal mondo di San Valentino, sono uno dei tanti schiavetti di Cupido, ma sono stufo di quella vita. Tutto è sempre rose e fiori e tutti si vogliono bene, un paradiso per molti ma un vero inferno per me.-
-San Valentino? E che cosa sarebbe?- chiese Ana curiosa.
-Non conosci San Valentino? Beh… è la festa degli innamorati. Sai quando due persone stanno bene insieme e si amano a San Valentino si fanno dei regali per festeggiare quell’amore.-
-Penso che i miei genitori siano gli unici a poterlo festeggiare allora.- la ragazza alzò le spalle quasi rassegnata.
-Ma come solo i tuoi genitori? In quale luogo al mondo non si festeggia San Valentino?-
-Ad Halloween Town mio caro.-
-Cosa?!- esordì Mike spaventando Ana -Siamo ad Halloween Town? Ma è fantastico, finalmente un posto dove ci si può divertire!- il ragazzo sembrava più entusiasta che mai.
-Si certo, divertirsi. Che gran divertimento spaventare chiunque ti capiti sotto mano, non pensano ad altro qua.- Ana si sedette su di un ceppo -Ti dico solo che se non fossi arrivato tu qui, io sarei arrivata nel tuo mondo. Sono stanca di paura e terrore, terrore e paura.-
-Noto che abbiamo lo stesso problema, anche se sotto punti di vista completamente opposti.- ridacchiò Mike -E se provassimo a fare così, tu mi fai da Cicerone per un giorno nel tuo mondo, e poi io farò lo stesso per te nel mio di mondo. In questo modo potremmo evitare di perderci in una città a noi sconosciuta. Perché, ora che ci penso, non avrei la minima idea di dove andare e probabilmente non sarei in grado di tornare qua una volta perso.- Mike si guardò intorno un po’ intimorito -Che ne dici?- il ragazzo tornò a guardare Ana con la speranza negli occhi, ma c’era un solo piccolo problema, e fu in quel momento che Ana tornò in sé.
-No no no no no! Sarebbe un disastro… tu qua sei un disastro! L’ultima volta che qualcuno di noi se n’è andato tranquillamente in giro per il mondo di altri ha quasi scatenato un cataclisma, e si dà il caso che tale persona fosse mio padre. Se ti portassi a casa così, potrebbero saltare strane idee in testa a mio papà, e non è mai una buona cosa quando mio papà comincia ad avere strane idee. Oppure peggio, potrebbero pensare che stia impazzendo come era capitato a lui e mi caccerebbero dalla città.- Ana si era alzata e continuava a fare avanti e indietro con le mani tra i capelli terrorizzata da ciò che sarebbe potuto accadere se Mike si fosse presentato ad Halloween Town.
-Potresti aiutarmi a mimetizzarmi tra la gente.- Ana si fermò di colpo e guardò il ragazzo -In questo modo passerei inosservato e nessuno si farebbe alcun problema.-
-Non hai tutti i torti. Però al momento non ho nulla con me per poterti travestire. Facciamo in questo modo, ora tu te ne torni a casa tua nel tuo mondo, ci vediamo domani mattina presto sempre qua, ti porterò tutto il necessario.-
-Intendi tra qualche ora?- ridacchiò Mike facendo notare l’orario ad Ana -Va bene, allora mi affido a te Ana. A domani, e grazie.- i due si salutarono come dei normalissimi amici, e quando Mike scomparve dietro la porta a forma di cuore, Ana corse subito a casa, doveva inventarsi qualcosa per il giorno seguente e non aveva la minima idea di cosa fare.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ana stava iniziando a perdere le speranze, non aveva la minima idea di cosa portare a Mike come travestimento, nel suo armadio non aveva nulla di adatto ad un ragazzo se non un mantello nero, e di certo non poteva provare nemmeno a cucirgli qualcosa non sapendo le sue misure. Guardò fuori dalla finestra e notò che il sole stava per sorgere, così prese il mantello, delle forbici e tutti i suoi trucchi sperando di riuscire ad inventarsi qualcosa una volta incontrato il ragazzo. Come la sera prima, Ana sgattaiolò fuori di casa senza che i suoi genitori se ne accorgessero, e di corsa si diresse al luogo di incontro. Quando arrivò, Mike era già lì ad aspettarla.
-Scusami, stai aspettando da molto?- chiese Ana con un po’ di fiatone. Appoggiò tutti i suoi attrezzi su di un ceppo e solo dopo essersi girata verso il ragazzo ed averlo visto bene si accorse del cambiamento. Ora i suoi capelli erano corti e dritti un po’ come gli aghi di un riccio, addosso aveva sempre una maglia bianca ed i jeans.
-No no, tranquilla, solo non riuscivo a dormire quindi sono arrivato presto.- Mike le sorrise -Che ne dici dei capelli? Ho pensato che lunghi e ricci facevano troppo angioletto così ci ho dato un taglio.-
-Direi che sono perfetti. Io invece non ho trovato molto per il tuo travestimento, quindi spero tu non tenga particolarmente a quegli abiti.- Ana prese la forbice facendo intendere al ragazzo cosa sarebbe successo.
-Non ti preoccupare, ho un armadio pieno di maglie bianche e jeans, non abbiamo molta scelta nel nostro mondo per quanto riguarda i vestiti casual, e mi sono portato un cambio per domani.- Mike indicò un piccolo zaino poggiato a fianco al tronco dove c’era la porta a forma di cuore -E sono riuscito a prendere uno dei vestiti di mia sorella, spero ti vada bene, ma a vederti hai più o meno la sua stessa taglia.- Ana iniziò a tagliuzzare di qua e di là la maglia ed i jeans di Mike, così da dare a quei vestiti perfettini un’aria più trasandata, aiutò molto anche sporcarli con la terra. Mentre tagliava e strappava la maglia, intravide gli addominali del ragazzo, come immaginava, nonostante il fisico magro, era abbastanza muscoloso. Poi fu il turno dei trucchi. Partì con una base più pallida per poi aggiustare le ombre con l’ombretto nero, così da far sembrare il suo viso più scarno, accentuò molto il colore attorno agli occhi. Per le labbra usò un rossetto tra il viola ed il blu, come se la sua bocca fosse stata congelata.
-Ed ora il tocco finale.- prese il mantello e glielo mise sulle spalle tirandogli poi il cappuccio sulla testa. Ana si allontanò per poter ammirare il suo capolavoro e ne fu felice, o almeno fino a quando non vide spuntare le scarpe da ginnastica bianche sotto al mantello -Sarebbe un problema per te camminare scalzo? Altrimenti dovrò sporcarti anche quelle.-
-Posso davvero camminare scalzo? Che forza!- Mike fu subito pronto a togliersi le scarpe -Quindi, cosa dovrei essere? Mi servirà un personaggio.-
-Uhm, non hai tutti i torti.- Ana lo scrutò per bene in cerca di un’idea -Potresti essere un incubo.-
-Mi piace. Semplice, generico e chiunque mi può vedere in modo diverso.- ridacchiò il ragazzo -Allora Ana, pronta a farmi da guida?-
-Dipende, tu sei pronto ad immergerti in un mondo di terrore?- a quella battuta ridacchiarono entrambi, pronti per partire all’avventura.
Una volta in città Mike sembrava un bambino al lunapark, anche se cercava di trattenersi per non sembrare un pazzo, non che fosse una cosa strana per la gente del posto. Nonostante fosse ancora mattina presto, le strade iniziavano già a popolarsi di persone, e chiunque incrociasse lo sguardo di Ana le chiedeva chi fosse il suo nuovo amico, per una volta non era lei al centro della scena, e la situazione era sia strana che piacevole.
-Buongiorno Annabelle, cercavo proprio te.-
-Buongiorno signor sindaco.- Ana sorrise sapendo già quale sarebbe stato l’argomento della situazione.
-Volevo proporti alcune idee per il prossimo Halloween e sapere cosa ne pensi.- il sindaco iniziò a frugare tra tutte le sue carte, intanto Mike era andato ad ammirare la fontana al centro della piazza.
-Prima di parlare di lavoro, vorrei presentarle una persona.- disse Ana portando il sindaco, il quale aveva messo da parte la faccia sorridente per dare posto a quella preoccupata, verso la fontana -Signor sindaco, lui è il mio nuovo amico Mike, un incubo che viene da fuori città. Mike, lui è il sindaco di Halloween Town.
-Piacere di conoscerla, stavo giusto ammirando questa meravigliosa fontana. Dei bambini mi hanno detto che ad un Halloween vi è rinato il re delle zucche.- Mike era davvero entusiasta.
-Si, il padre di Annabelle è sempre stato un mago di Halloween.- il sindaco girò di nuovo la testa per poter mostrare il suo sorriso fiero del suo più grande spaventatore.
-Aspetti un attimo, lei mi sta dicendo che il famoso re delle zucche, il grande Jack Skellington è il padre di Ana?- Mike non sembrava credere alle sue orecchie, fissava Ana con uno sguardo di sorpresa che faceva invidia all’urlo di Munch -Ciò rende te la principessa delle campo di zucche.-
-Proprio così, e posso affermare che ha ereditato tutto il talento del padre nel saper organizzare un Halloween. La sua voce accompagnata dalle note del piano sono una melodia spettrale.- il sindaco era sempre pronto a lodare la famiglia Skellington, che si trattasse del padre o della figlia, la loro assenza nei preparativi della festa sarebbe un vero disastro per lui -Oh, vogliate scusarmi, affari da sindaco. Allora ci sentiamo più tardi per le preparazioni.- a quanto pare qualcuno lo stava chiamando.
-Ma certo signor sindaco, a più tardi.- Ana lo salutò con un sorriso di circostanza -Scappiamo prima che cambi idea.- prese il ragazzo per il polso e lo trascinò in un vicolo -Non hai idea di quanto possa essere appiccicoso, è passato pochissimo tempo dallo scorso Halloween che lui è già pronto ad organizzare il prossimo.- si girò verso Mike non sentendo alcuna risposta, era ancora sorpreso dalla notizia appena appresa -Un secondo, tu conosci mio padre?- effettivamente non aveva mai nominato il suo nome prima.
-Certo, si conosce il suo nome in tutti i mondi, la storia di come abbia quasi distrutto il Natale è ormai una leggenda! Ti prego devi farmelo conoscere.- il ragazzo si mise in ginocchio a pregarla -Per favore.- sembrava un cucciolo che cercava di farsi adottare.
-Va bene, va bene. Questa sera a cena te lo presento.- tutta quella situazione la metteva parecchio a disagio. Aveva quasi paura di come sarebbe stato avere lui come ospite a cena a casa sua. Come avrebbe spiegato la sua presenza ai suoi genitori?

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


-Non ci posso credere che sto per conoscere il grande Jack Skellington. È assurdo!- Mike era talmente contento che si sarebbe potuto mettere a saltellare per tutta la piazza.
-Devo per caso ricordarti che qui non sei uno dei pupilli di Cupido, che dona amore a tutto il mondo, ma un terribile ed orrendo incubo?- sussurrò Ana guardandosi intorno per accertarsi che nessuno lo vedesse in quello stato.
-Orrendo? Auch.- il ragazzo si portò la mano destra sul cuore -Così mi offendo.- poi portò il dorso della mano sinistra alla fronte con un gesto teatrale.
-Beh, dipende dai punti di vista, qui orrendo è un gran bel complimento.- ridacchiò ana aprendo il cancello di casa sua.
-Oh, in tal caso tu sei un assoluto orrore.- disse Mike facendo un inchino in modo scherzoso.
-Che cosa?- Ana si girò e guardò il ragazzo con degli occhi che avrebbero potuto incenerire anche Godzilla, ma si mise subito a ridere quando Mike iniziò a balbettare delle scuse terrorizzato -Ti sto prendendo in giro. Ora mi raccomando, nessuna scena da ragazzina in estasi. Te ne prego.-
-Cercherò di trattenermi.- rispose Mike facendole l’occhiolino.
I due ragazzi entrarono in casa e subito non videro nessuno, probabilmente erano in camera, Sally a cucire qualche nuovo abito per il prossimo Halloween e Jack pronto a provarli tutti e a cercare qualche trucchetto per spaventare chiunque.
-Mamma, papà, voglio presentarvi una persona.- Ana fece appena in tempo a chiudere la porta che furono entrambi davanti a loro, sui loro volti un’espressione tra la sorpresa e la felicità -Lui è Michael, un incubo che viene da fuori città. Loro sono i miei genitori, Sally e Jack.- finì rivolta verso Mike.
-Michael, è un vero piacere conoscerti. Sai, Annabelle non porta mai amici a casa, soprattutto se sono ragazzi.- Sally diede un colpetto d’intesa col gomito a Jack, forse il fangirlare di Mike su Jack sarebbe stata la cosa meno imbarazzante. Si pentì immediatamente di averlo portato a casa.
-È un piacere anche per me, ho sentito molto parlare di lei signor Skellington. Adoro la storia di come abbia tentato di gestire il Natale, della sua curiosità e determinazione nello scoprire cose nuove.-
-Vedo che te ne intendi di belle storie. Vieni ragazzo, se vuoi ti racconto qualche dettaglio che probabilmente non conosci. E ti prego, chiamami pure Jack.- mentre lo scheletro faceva accomodare il ragazzo entusiasta di aver trovato qualcun altro al quale raccontare quella sua memorabile impresa, Sally prese un attimo Ana in disparte, sembrava leggermente preoccupata.
-Dove lo hai conosciuto?- le chiese, un po’ sospettosa.
-L’ho incontrato per caso questa mattina presto mentre facevo una passeggiata.- in quel momento Ana si rese conto che non si erano accordati su di una versione riguardo il loro incontro.
-Sembra un bravo ragazzo, non dobbiamo preoccuparci di un altro Natale rubato, vero?-
-Figurati mamma, non credo che Michael sia capace di tanto.- Ana si mise a ridere, ma dentro di sé sapeva che ciò che stava facendo non era una buona cosa, soprattutto agli occhi di sua madre.
 
 
Per cena Sally preparò il piatto preferito di Jack, lische di pesce accompagnate da un vino rosso.
-Allora Michael, cosa fai di bello nella vita? Non abbiamo mai avuto l’occasione di incontrare un incubo.- chiese Jack bevendo un sorso di vino.
-Nulla di che in realtà, passo le giornate a terrorizzare i bambini con il mio violino.-
-Tu suoni il violino? La nostra Annabelle suona il pianoforte.- il viso di Sally si illuminò -Dovreste provare a suonare insieme qualche volta. Caro, stai pensando ciò che penso io?- lo sguardo d’intesa tra i genitori di Ana la stava terrorizzando.
-Perché non portate un duetto per il prossimo Halloween, in fondo una principessa ha sempre bisogno di un principe accanto a sé.- Jack fece l’occhiolino alla figlia, la quale avrebbe voluto sotterrarsi piuttosto che proseguire quella discussione.
-Sarebbe un onore per me esibirmi con la principessa di Halloween.- sentendo la risposta di Mike si girò subito a guardarlo, lui lei fece l’occhiolino. In quel momento la ragazza sentì una sensazione strana alle guance, come se fossero accaldate -Perché non mi fai sentire qualcosa? Suonerei molto volentieri con te, ma al momento non ho il mio violino qui con me, però sono molto curioso di sentirti suonare.-  
-Ehm, non saprei.- Ana si sentiva imbarazzata, ma non riusciva a capire il perché, le era sempre piaciuto suonare per gli altri. Eppure il pensiero che Mike la sentisse suonare la rendeva nervosa senza alcun motivo -Beh, forse potrei suonare qualcosina.- tutti si alzarono e seguirono la ragazza nella sua camera. Ancora un po’ titubante Ana si sedette al piano e cercò di tranquillizzarsi, delle mani che tremano non erano certo il massimo per una pianista. Chiuse gli occhi, prese un bel respiro profondo e iniziò ad accarezzare i tasti con estrema armonia. Le note uscivano una dopo l’altra legate da una sinfonia che danzava invisibile nell’aria. In quel momento per Ana nella stanza c’erano solo lei ed il suo pianoforte.
Fu solo nel momento in cui finì di suonare, quando riaprì gli occhi e vide le espressioni dei suoi ascoltatori, che si rese conto che quelle note che lei stessa stava suonando non erano le solite, non stavano trasmettendo terrore o paura, ma qualcosa di totalmente nuovo.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Era la prima volta che Ana suonava quelle dolci note delicate per i suoi genitori, aveva sempre avuto il terrore di essere giudicata o che vedessero quanto effettivamente dentro lei fosse diversa dai suoi coetanei. Ma in quel momento le sue dita decisero di muoversi da sole, sembrava non avere il controllo del proprio corpo, e questo la spaventava più di alzare gli occhi e scoprire con quale volto la stessero guardando i suoi genitori. Quando le sue mani smisero di suonare, alzò con cautela gli occhi per scoprire lo sguardo di stupore dei suoi genitori.
-Annabelle, era bellissima.- esordì Sally mostrandole un caldo sorriso -Come mai non ci hai mai fatto ascoltare questa parte di te?-
-Sapevamo avessi talento al piano, ma non così tanto da poter creare melodie così… così…- a Jack sembravano mancare le parole.
-Poco terrificanti?- continuò Ana non riuscendo a capire la loro reazione, si sarebbe potuta immaginare di tutto tranne che quello.
-Penso che tuo padre volesse intendere così profonde. Cosa ne pensi Michael, non ha un vero e proprio talento la nostra Annabelle?- solo in quel momento la ragazza si girò verso Mike curiosa del suo parere, e rimase nuovamente sorpresa nel vedere il suo sguardo. Quella che era la sua curiosità nel volerla sentir suonare si trasformò in qualcosa di diverso, i suoi occhi la guardavano come se fosse finalmente riuscito a trovare la risposta a tutte le sue domande. Ci fu un breve momento di silenzio prima che Sally lo risvegliò da quella strana trance.
-Oddio, scusatemi, e che…- Mike sorrise imbarazzato portandosi una mano dietro la nuca -per un momento mi sono sentito come a casa mia.- tutti lo guardarono non capendo a cosa si riferisse, tutti tranne Ana, la quale temeva che i suoi genitori potessero insospettirsi -Non molti sanno che una delle paure più grandi per le persone è proprio l’amore, e non intendo solo la paura di non trovarlo e rimanere da soli tutta la vita. Molti vengono intimoriti dal poterlo trovare perché far entrare una persona nella propria vita comporta dei cambiamenti molto spesso visti come troppo grandi per essere gestiti. C’è addirittura chi ha paura di innamorarsi della persona sbagliata e che sapendo quanto quella persona possa essere tossica, non riescono a separarsene.-
-Certo che il mondo di voi incubi e completamente diverso dal nostro. Noi ci limitiamo a spaventare con qualche scherzo, giusto per divertirci, mentre voi scavate nelle paure più recondite delle persone.- Jack sembrava affascinato da quel nuovo mondo che aveva appena scoperto -Ad averlo saputo prima non sarei mai finito nel mondo di Babbo Nachele.-
-Babbo Natale, tesoro.- lo corresse Sally.
-Quello che dico è che a quanto pare non serve andare in chissà quale mondo per trovare quel piccolo nuovo brio, basta guardarsi intorno.- e mentre Sally sorrise felice per la realizzazione del marito, Ana provò un tuffo al cuore. Se prima poteva sperare nella comprensione del padre per quello che stava facendo, ormai era troppo tardi.
-Non è che potrei rubarvi per un giorno la vostra figliola? Mi piacerebbe molto mostrarle la mia città. Mi piacerebbe portare anche voi, ma gli incubi tendono a non gradire troppe novità nel loro territorio.-
-Figurati, possiamo capire che non a tutti piaccia che il proprio territorio venga invaso da gente estranea, o sbaglio tesoro?- Sally guardò Jack alzando un sopracciglio, lui in tutta risposta guardò altrove grattandosi il teschio e facendo finta di non capire a cosa stesse alludendo.
-In questo caso, prepara la borsa, il mio mondo ha molto di più da offrire la notte rispetto al giorno.- Mike sfoggiò un sorriso entusiasta e poi tutti lasciarono la stanza in modo tale che Ana potesse prepararsi per la sua piccola gita. Dopo qualche minuto, furono entrambi pronti a partire, salutarono i genitori della ragazza e si incamminarono verso la loro meta.
-Certo che sei proprio bravo a mentire, anche quella storia della paura dell’amore, era perfetta.-
-In realtà è tutto vero, spesso e volentieri siamo costretti a fare i conti con persone difficili da gestire dal punto di vista sentimentale. Ma a quelle persone ci pensano solo gli anziani, a noi giovani vengono propinate le coppiette di adolescenti.-
-Quindi tutte sdolcinate e mielose?- ridacchiò Ana.
-Ridi pure, voglio vedere come te la caverai una volta arrivata nel mio mondo. Proprio non capisco come tu faccia ad annoiarti in un posto come questo. Ognuno è diverso, fisicamente e caratterialmente, qui il proprio lavoro è quello di divertirsi, e nessuno viene giudicato, nemmeno uno straniero come me.-
-Non so, sarà che un’intera vita così, a lungo andare inizia a risultare monotona. Per non parlare del giudizio, ti ricordo che io sono la “principessa di Halloween”.-  Ana fece le virgolette con le dita -Ogni singolo giorno mi sento giudicata perché non sto preparando ancora nulla per il prossimo Halloween oppure perché quello che ho in mente non è abbastanza. Più cresco e più la cosa tende ad essere soffocante, quando ero piccola bastava che mi divertissi e tutti erano fieri di me.- Mike le poggiò un braccio attorno alle spalle, lei alzò lo sguardo dal terreno al ragazzo.
-E se in realtà fosse ancora così? E se il loro giudicarti fosse solo il loro modo di preoccuparsi perché non vedono più il divertimento nei tuoi occhi?- il ragazzo sfoggiò un sorriso pieno di fiducia in sé -Sai, magari avrò parlato decisamente poco con tuo padre per poter dire di conoscerlo, ma non mi ha dato l’aria di essersi mai preoccupato per Halloween, e che il suo unico scopo era quello di divertirsi. Ma forse è meglio se ne parli direttamente con lui, o sbaglio?- Mike le fece l’occhiolino e, dopo averle lasciato le spalle, si avvicinò alla porta a forma di cuore per prendere il proprio zaino. Non si accorse nemmeno del lieve colorito che presero le guance di Ana.
-Beh, ora basta parlare di scherzi e spaventi, sono curiosa di quale vestito dovrò indossare.- disse la ragazza dopo essere tornata in sé.
-Visto che dovremmo cambiarci entrambi, che ne dici se io intanto mi avvio, mi cambio nel mio mondo e poi ti aspetto alla porta? Così da avere un po’ di privacy.-
-Mi sembra un’ottima idea. Prima però tieni questa, ti servirà.- Ana gli porse una salvietta per potersi struccare.
-Allora io mi prendo il mio cambio e ti lascio direttamente il mio zaino.- Mike stava per attraversare la porta quando si girò di nuovo verso Ana -Non è che potrei tenere il mantello come ricordo? Mi ci sono affezionato.- la ragazza si mise a ridere appena e rispose di si -Grazie mille. Allora ti aspetto dall’altra parte.- e in un baleno Mike svanì dietro alla porta lasciando Ana ad ammirare la bellezza del vestito che aveva lasciato. Ora era arrivato per lei il momento di vivere la sua avventura.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Nel momento in cui Ana attraversò la porta, provò una strana sensazione, come se il suo corpo fosse stato svuotato di qualsiasi organo, si era sentita talmente leggera che un solo semplice filo di vento sarebbe stato in grado di farla volare via. Arrivata nel nuovo mondo i suoi occhi cercarono subito quelli di Mike, e non le fu difficile trovarli.
-Wow, stai benissimo. Non sembri neanche te.- a quella frase Ana fece una piccola smorfia -Non fraintendermi, sei più bella quando sei te stessa, principessa.- concluse facendole l’occhiolino. Il vestito che le aveva lasciato Mike era molto semplice e carino, bianco con qualche decoro in pizzo sulle spalline e sulla scollatura. Grazie al trucco riuscì a ravvivare un po’ la sua carnagione, anche sulle gambe e sulle braccia, dando un po’ di colore agli occhi ed alle guance usando un rosa pescato, finito tutto con una sottile linea di eyeliner ed un rossetto rosa. Aveva deciso di legarsi i capelli con una mezza coda legandoli con un nastro bianco.
-Mi sento comunque una bambolina, anche se non terrificante come al solito.- rise Ana -Tu invece sei tornato ai tuoi jeans e maglietta.-
-Divisa standard di ogni ragazzo da queste parti.- sbuffò l’amico.
-Tocca a te darmi un personaggio adesso.- Ana non stava più nella pelle, voleva visitare ogni minimo angolo di quel nuovo mondo.
-Non ce n’è bisogno qua.- il ragazzo fece spallucce, ma vedendo lo sguardo confuso dell’amica capì di doverle dare una spiegazione -Nessuno qua ha una vera e propria famiglia, siamo tutti “figli” di Cupido, quindi ci chiamiamo tutti fratello e sorella. Ti vedranno semplicemente come l’ennesima sorella appena arrivata.-
-Ma come, quindi tu non hai i genitori?-
-No, per quanto possano nascere delle simpatie un po’ più forti di altre, qui non esistono coppie, e senza coppie niente figli.- mentre raccontava tutto ciò Mike sembrava un altro ragazzo, era come se l’incubo felice di vedere Halloween Town fosse rimasto al di là della porta.
-Insomma, voi aiutate le persone con i loro problemi d’amore senza nemmeno conoscerlo in prima persona? Questa cosa non ha senso.-
-E questo è solo uno dei tanti lati di questo grande mondo incoerente, aspetta di conoscerne gli abitanti. Purtroppo non sono tutti simpatici e affascinanti come il sottoscritto.- Mike fece un inchino in modo da farla ridere, poi iniziarono ad incamminarsi verso la città.
Iniziarono a vedersi i primi palazzi e subito Ana pensò di essere entrata dentro un marshmallow, era estremamente tutto così bianco. Per le strade tutti i ragazzi erano vestiti uguali, come aveva detto Mike, ed anche le ragazze indossavano tutte lo stesso vestito di Ana, cominciava a sentirsi a disagio per tutta quella mancanza di individualità. Per fortuna non erano tutti biondi e con gli occhi azzurri come il ragazzo, altrimenti Ana sarebbe sicuramente spiccata con i suoi capelli neri come gli occhi.
-Hey, guardate chi è riapparso. Dove sei stato tutto ieri, ti abbiamo cercato in lungo e in largo per giocare un po’ insieme a te.- un gruppetto di ragazzi si avvicinò a Mike, a salutarlo fu un ragazzo alto e muscoloso, occhi versi e i capelli castano scuro erano lunghi fino alle spalle.
-Ciao Jeff.- per quanto il tono di Jeff non sembrasse del tutto sincero, quello di Mike lasciava trasparire perfettamente quanto non volesse parlare con loro.
-Cos’è quel tono?- il ragazzo castano gli poggiò un braccio con forza sulle spalle -Non sei felice di vederci? Sarebbe un peccato visto quanto ci divertiamo insieme a te.-
-Figurati Jeff.- Mike si scostò da lui in malo modo -Dovresti saperlo che per me è sempre una gioia essere il soggetto delle vostre risate, e mi piacerebbe molto rimanere qui con voi per rendere più che ilare la vostra giornata, ma Ana ha bisogno di me essendo appena arrivata.- la ragazza tentò di salutare il gruppetto, ma nessuno le diede bado.
-Effettivamente fare da babysitter alle nuove reclute è il tuo unico modo per renderti utile. Beh, quello e farci sbellicare dalle risate con tutti i tuoi fallimenti.- il gruppo di ragazzi iniziò a ridere mentre Mike si limitò ad incassare il colpo, come se fosse stato di normale routine.
-Mi sto proprio divertendo, hahaha, ma ora devo andare.- il ragazzo passò via Jeff dandogli una spallata.
-Hey pulce.- Jeff lo prese per lo scollo della maglia tirandolo appena su da terra -Vedi di ricordarti qual è il tuo posto.- poi lo mollo in modo tale da farlo cadere a terra. Ana andò subito ad aiutarlo mentre il gruppetto se ne andò per i propri affari.
-Scusa l’ovvietà, ma quelli mi sembravano più bulli che tuoi fratelli.- disse lei una volta che Mike si fu alzato.
-E Jeff è nulla, spera solo di non incontrare…- Mike venne interrotto da una squillante voce femminile.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


-Ho sentito che abbiamo una nuova arrivata. Piacere, io mi chiamo Krystal, e loro sono le mie best friend, nonché le migliori cupide della città di San Valentino. Beh, le migliori dopo di me. E tu saresti?- davanti ad Ana si presentò una ragazza alta e slanciata, con poche curve ma nei posti giusti. I suoi capelli erano un intreccio d’onde dorate, una perfetta cornice per i suoi occhi tra il castano e l’arancione. Nonostante l’aspetto angelico, le parole della ragazza diedero tutta un’altra impressione ad Ana.
-Mi chiamo Annabelle, piacere mio.- le porse la mano sorridendole.
-Ne sono certa.- le rispose Krystal con una risata più simile ad una smorfia, ignorando completamente la sua mano ancora in attesa di un’amichevole stretta -Comunque, sei arrivata proprio nel momento giusto, questa sera ci sarà un piccolo talent show in piazza, potresti provare a portare un numero insieme a… non ricordo come ti chiami.- Krystal guardò Mike.
-Michael, siamo arrivati in città insieme e ci conosciamo da quando siamo piccoli. Sono il tuo vicino di casa.-
-Ti ho chiesto il nome, non la storia della tua vita.- la ragazza portò gli occhi al cielo annoiata per poi tornare ad Ana -Dicevo, dovreste proprio partecipare. Anche se sono anni che a vincere il primo premio sono io, puoi sempre puntare al secondo.-
-Ehm, certo, farò del mio meglio.- Ana rispose un po’ riluttante, per quanto riuscisse a percepire lo stesso falso tono amichevole che aveva Jeff nei confronti di Mike, non riusciva a capire cosa potesse tramare l’angelica ragazza.
-Perfetto, allora vi aspettiamo questa sera nella piazza centrale, baci.- e dando due bacini all’aria se ne andò con le altre ragazze al seguito.
-Spero tu stia scherzando.- Mike la guardò storto con tanto di braccia incrociate e sopracciglio alzato.
-Suvvia, potrebbe essere un buon modo per conoscere qualcuno di simpatico. Poi potremmo suonare insieme, tu il violino ed io il piano. Ti ricordo inoltre che studio piano e canto da quando era una bambina.- Ana era sicura di sé, più di quanto non lo fosse stata negli ultimi Halloween. Mike invece non sembrava molto sicuro.
-Si certo, c’è solo un piccolo dettaglio che per il momento ancora ignori. Krystal è il diavolo in persona.- la ragazza scoppiò a ridere per il paragone -Sono serio, quando nei dintorni c’è lei, puoi stare certa che qualcuno vivrà un brutto momento, e ora sembra aver messo i suoi malevoli occhi su di te.-
-Intanto ti ricordo che il vero diavolo abita dietro casa mia e ho sempre giocato con i suoi figli da piccola, quindi penso di sapere come tenere testa ad una piccola smorfiosa.- Ana poggiò le mani sui fianchi avvicinando il viso a quello di Mike -Inoltre loro non conoscono il mio piccolo segreto.- la ragazza gli fece l’occhiolino -Mal che vada posso farla bruciare in eterno all’inferno.-
-Puoi veramente farlo?- si poteva vedere la speranza negli occhi del ragazzo.
-No.- rispose secca Ana cercando subito di evitare la manifestazione di strani piani malvagi nella mente dell’amico.
-Peccato, non sarebbe la sola a meritarselo.- effettivamente Ana non riusciva a capire come in un mondo devoto all’amore, tra i propri abitanti non potesse essercene nemmeno un pizzico. Era come se in loro l’amore fosse innato ma solo come lavoro. Anche ad Halloween Town ogni abitante ci teneva al suo “lavoro”, ma quando non si stava lavorando sull’organizzazione del prossimo Halloween in molti si divertivano a spaventare i propri amici. Ana pensò che forse Mike aveva ragione, l’importante per suo padre era divertirsi, spaventare non era di certo un lavoro per Jack, e non sarebbe dovuto esserlo nemmeno per lei -Direi che ormai ci siamo infilati in questo pasticcio, quindi dovremmo trovare una bella canzone da portare al concorso.-
-Cosa? Abbiamo già finito il giro turistico? Ma non ho visto praticamente nulla.- la ragazza sfoggiò il miglior musetto triste che potesse fare.
-Non hai ancora capito che qua è tutto uguale? Vista una casa e una strada, le hai viste tutte.- Mike si mise a ridere vedendo l’espressione di rassegnazione dell’amica -Dai dai, ti prometto che dopo il concorso ti porto nell’unico luogo degno del tuo viaggio.- il viso di Ana si illuminò subito di felicità e curiosità.
-E allora cosa stiamo aspettando? Abbiamo un concorso da vincere.-

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


La giornata passò più velocemente di quanto Ana potesse immaginare, anche se non riuscì a conoscere qualcuno per fare nuove amicizie, assaggiò lo zucchero filato, e le sembrò di mangiare una nuvola. La maggior parte del tempo la passarono nella sala di musica della vecchia scuola di Mike, in modo tale da poter provare qualche canzone da portare al concorso. Mike era molto bravo a suonare il violino, per un momento ad Ana sembrò di vedere un vero e proprio angelo, gli mancavano solo le ali e l’aureola.
-Toglimi una curiosità, in quanto figli di Cupido, non dovreste avere tutti le ali come lui?-
-In teoria si, ma nessuno ce le ha. Però tra i più anziani c’è una leggenda, dicono che solo coloro che riescono a scoprire cosa sia il vero amore avranno in dono le ali. Ma puoi ben capire che la cosa non ha assolutamente senso, abbiamo dei veri e proprio esperti d’amore tra i ranghi più alti, ma nessuno di loro ha le ali.- Mike fece spallucce -Secondo me quei vecchiacci si bevono troppo nettare solare.-
-Nettare di cosa?- chiese Ana curiosa.
-Nettare solare, è una strana sostanza che sembra scorrere da un monte inesistente, non ho mai capito da dove lo prendano, so solo che in molti ci si sballano che è un piacere. Se sul serio dovessimo vincere il concorso, te lo farò assaggiare per festeggiare.-
-Allora sarà meglio continuare a provare, mi sembra il caso di far vedere a Jeff e Krystal chi sono i veri falliti in città.- la ragazza sorrise e tornò al pianoforte pronta a provare. -Ora che ci penso, hai detto di aver preso questo vestito a tua sorella, ma nessuna è realmente tua sorella.-
-Diciamo che “preso in prestito da mia sorella” suonava meglio di “l’ho rubato alla mia vicina di casa”.- Mike riposizionò il violino sulla spalla.
-Mi stai dicendo che sto indossando il vestito di una ragazza a caso?- Ana sembrava un po’ turbata da quel pensiero -Aspetta, Krystal è la tua vicina di casa. Mi stai forse dicendo che…-
-Centrato.- il ragazzo si mise a ridere vedendo la faccia confusa ed un po’ disgustata di Ana -Torniamo al lavoro, questa volta sul serio.-
 
 
Una volta arrivata la sera, Mike ed Ana andarono alla pizza centrale della città in attesa dell’inizio del concorso. Il ragazzo si portò il suo violino mentre Ana sperava ci fosse già un pianoforte, non era di certo la cosa più semplice del mondo spostare uno strumento del genere in giro per la città, ma per sua fortuna ce n’era uno pronto ad aspettarla già posizionato sul palco. La piazza rispecchiava perfettamente il resto della città, bianca e semplice, l’unica differenza era la fontana al centro di essa, ma, come qualsiasi cosa in quel posto, non aveva alcuna caratteristica particolare, era solo una piccola piscinetta con un getto d’acqua verso l’alto. Gli organizzatori aveva deciso di optare per un palco senza fondale così da poter usufruire dello spettacolo della fontana come sfondo, ma forse non l’avevano pensata proprio nel modo giusto, soprattutto perché non esistevano quinte o camerini, perciò si potevano vedere tranquillamente tutti i partecipanti in ansia ed in attesa del loro turno.
-Mi sembra strano che una città così impersonale e poco affiatata come dici essere istituisca un concorso dei talenti.- disse Ana riflettendo sull’evento.
-La verità è che tutto questo viene organizzato dal sindaco per fare felice la sua prediletta. E indovina  che potrà mai essere.-
-Fammici pensare, Krystal?- Mike schioccò le dita per farle capire che ci aveva azzeccato -E immagino sia anche il motivo per il quale lo vince sempre lei.-
-Vedo che hai già capito come funziona la città. Non esiste persona al mondo capace di battere lei ed il suo numero di danza classica.- in quel momento i due ragazzi sentirono i loro nomi.
-Forse non esisterà nel vostro mondo, ma nel mio si.- Ana porse la mano a Mike e gli fece un occhiolino d’intesa -Credo sia arrivato il momento di cambiare la storia.- il ragazzo, ancora un po’ riluttante su tutta la storia del concorso, le prese la mano sfoggiando un sorriso sincero, ed insieme salirono sul palco.
Dal pubblico si riuscivano già a sentire le battutine stupide di Jeff e dei suoi amici, ma i ragazzi non ci fecero caso. Ana andò a sedersi al piano e sistemò il microfono davanti a sé, Mike si mise in piedi di fronte a lei con il violino saldo sulla spalla. Si fecero un cenno a vicenda ed iniziarono a suonare. Il pubblico sembrava rapito dall’armonia creata da quei due strumenti, ma fu nel momento in cui Ana iniziò a cantare che si venne a creare una vera e propria atmosfera magica. Ana si lasciò trasportare da quelle dolci note come non aveva mai fatto prima, per forse la prima volta nella sua vita si sentiva veramente sé stessa.
Quando la musica finì non ci fu nemmeno un secondo di silenzio, il pubblico si alzò subito in piedi in preda ad un boato di applausi. Ana e Mike si presero per mano e fecero un profondo inchino prima di lasciare il palco al prossimo concorrente.
-Hai sentito? Direi che siamo piaciuti parecchio.- Ana era felice di sentire ancora la folla in estasi.
-Piaciuti? Ti dico solo che in tutti questi anni non era mai riuscita ad ottenere un risultato simile Krystal.- anche Mike era la settimo cielo. Erano entrambi talmente eccitati che non si accorsero nemmeno che era già giunto il turno dell’ultimo concorrente, e giustamente avevano lasciato il meglio alla fine.
-E ora, per chiudere in bellezza, la nostra eterna campionessa nella sua interpretazione de “la morte del cigno”. Ecco a voi, Krystal.- la presentatrice lasciò il palco alla ragazza, la quale era già in posizione. Ana era curiosa di vedere quanto fosse effettivamente brava a ballare, e rimase sorpresa dalle movenze e dalla delicatezza di Krystal. Si muoveva sul palco come se stesse volando sul serio, doveva ammettere che era una vera gioia per gli occhi. Una volta finita la sua esibizione, Krystal fece il suo inchino con estrema professionalità e si mise da una parte in attesa della presentatrice -Splendida esibizione, non è vero? Ora che il concorso è terminato, invito tutti i partecipanti a salire sul palco in attesa del verdetto dei giudici.- in pochi minuti il palco si riempì di persone -Signore e signori, è con estremo onore che vi presento il vincitore del concorso.- la signora prese la busta dalle mani di un addetto al suono e si rimise al centro del palco per aprirla -O forse dovrei dire vincitori. Fate un enorme applauso a Michael e alle nuova arrivata Annabelle.-
-Cosa?!- l’urlo di totale disappunto di Krystal venne sovrastato dal boato del pubblico. I due amici ci misero qualche secondo a realizzare il fatto che avessero seriamente vinto. Fecero un passo avanti verso la presentatrice.
-Che dire ragazzi, non ci saremmo mai aspettati un finale del genere, quindi temo che vi dovrete dividere il premio.- la signora porse la tiara un po’ imbarazzata non sapendo come comportarsi, ma Mike fu pronto a prenderla.
-Se non fosse stato per Ana io non avrei mai partecipato a questo stupido concorso. È lei la vera vincitrice.- e con un gesto quasi teatrale il ragazzo adagiò la tiara sul capo di Ana, la quale era troppo emozionata per proferire anche solo una parola, ma i suoi occhi esprimevano tutta la sua gratitudine nei confronti dell’amico.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Visto l’enorme successo, i due ragazzi fecero fatica a dileguarsi dalla piazza, ovunque andassero qualcuno li fermava per fargli i complimenti sia per la loro performance che per aver finalmente battuto Krystal. Per fortuna riuscirono a sfuggire agli ultimi ammiratori, era giunto il momento per Ana di vivere la sua ultima avventura della giornata.
-Ed ora chiudi gli occhi, voglio l’effetto sorpresa per questo posto, quindi dovrai fidarti di me.- Mike le porse la mano sorridendo ed Ana la prese senza pensarci troppo. Camminare così alla cieca per una città che non conosceva le metteva un po’ di agitazione, ma si fidava di Mike -Bene, ora rimani qui un secondo. Non aprire gli occhi.-
-Siamo già arrivati?- chiese Ana, e non sentendo più la voce o la mano di Mike iniziò a provare un po’ di ansia. Non ci volle molto prima che la voce del ragazzo le sfiorò l’orecchio con un sussurro facendole venire degli strani brividi giù per la spina dorsale.
-Ora puoi aprirli.- Ana ridacchiò nervosa e piano aprì gli occhi. Rimase imbambolata a guardare quello spettacolo per qualche secondo, davanti a lei c’era un’immensa distesa d’acqua che brillava sotto il riflesso della luna, a pochi passi da lei una spiaggia ricoperta da candida sabbia -E non è la sola sorpresa.- Ana si girò verso Mike, il quale tirò fuori da dietro la schiena due bottiglie di un liquido brillante -Dobbiamo festeggiare una vittoria.-
-Prima dovrai prendermi.- in un lampo la ragazza si tolse i sandali ed iniziò a correre verso il mare. L’amico fu subito pronto a lasciare le bottiglie sulla sabbia, a togliersi le scarpe e a rincorrere la ragazza in acqua. In quel momento, tra schizzi d’acqua e risate, per la mente di Ana non passava nemmeno una preoccupazione, nessuna paura, il tempo sembrava essersi fermato. In quell’istante per lei non c’era alcun mondo, nessuna regola, solo Mike e lei, solo due ragazzi che volevano godersi la vita e divertirsi.
-Immagino dalla tua espressione di prima che ad Halloween Town non abbiate spiagge.- Mike andò a recuperare le bottiglie per poi sedersi sul bagnasciuga accanto ad Ana, qualche piccola onda riusciva a raggiungere i loro piedi.
-Le ho potute solo intravedere nel mondo degli umani. Ho sempre sognato poterne vedere una, sentire la sabbia sotto ai piedi, le onde capaci di portarmi via con loro. Ma come puoi immaginare da me  ci sono solo tanti campi, per lo più di mais e, ovviamente, di zucche.- entrambi ridacchiarono e fecero tintinnare le bottiglie prima di bere il famoso nettare solare. Come la bevanda toccò le labbra di Ana, i suoi occhi si illuminarono -Oddio, mi sembra di bere i raggi del sole.- e tornò a bere facendo ridere Mike per la battuta.
-Traduzione “è buonissimo, grazie Mike per avermi fatto scoprire questa delizia”.- in risposta lei gli diede un piccolo pugno sul braccio -Ahia.-
-Esagerato. Prendila come una piccola rivincita per avermi inzuppata, spero solo che il trucco duri fino al mio ritorno a casa o che al buio non si noti la mia carnagione decisamente cadaverica.- e dopo aver riso per l’ennesima volta, Ana tornò a guardare l’orizzonte -Non capisco come mai tutta questa discriminazione tra i mondi, e non parlo solo del pasticcio che ha combinato mio padre, il quale di sicuro ha peggiorato la situazione. Secondo me ci sarebbero molte cose che ognuno di noi può dare agli altri, diversi modi di vivere la vita. Solo vedendo il tuo mondo capisco cosa intendessi quando mi hai detto di vedere Halloween meno come un lavoro e più come un divertimento.- la ragazza prese un bel respiro, si riempì i polmoni dell’aria proveniente dal mare -Ti ringrazio di tutto questo. Erano anni che non riuscivo a passare una giornata così spensierata. A stare con te mi sento a mio agio, sento che posso parlarti di qualsiasi cosa senza la paura di essere giudicata.- Ana si bloccò nel momento in cui sentì la mano di Mike sulla sua, il suo sguardò cerco subito quello del ragazzo.
-Anche io mi sento bene quando sono con te.- i loro occhi non sembravano voler guardare altro, e piano piano il cuore di ana cominciò a battere sempre più forte. In quell’istante entrambi capirono che non sarebbero servite altre parole, le mani iniziarono a stringersi, i visi ad avvicinarsi fino a che una colata di vernice nera non li sorprese ricoprendoli completamente.
-Quindi tu pensavi di venire qua tutta carina ed innocente e di rubarmi prima la tiara al mio stesso concorso e poi il titolo di miglior cupido? Sei soltanto una povera stolta.- accanto a Krystal c’era Jeff con ancora il secchio in mano, dietro di loro i galoppini pronti a ridere e a sostenerli. Ana si tolse la vernice dal viso e si alzò in piedi -Aiuto, cosa avrai mai intenzione di farmi? Tremo dalla paura.- la bionda si mise a ridere, o almeno fino a che non guardò Ana negli occhi. La pupilla si assottigliò come quella di un felino pronto alla caccia, mentre l’iride diventò rosso come il sangue che stava iniziando a cadere sulle guance. Gli angoli della bocca cominciarono a creparsi distorcendo il sorriso della ragazza.
-Ana?- fu l’unica cosa che disse Mike vedendo le espressioni di terrore sui volti dei bulli.
-Non penso tu ti renda conto di chi io sia, o non avresti nemmeno osato pensare di fare una cosa del genere.- la voce di Ana uscì come se provenisse da una macchina.
-Eddai ragazzi, è-è solo un trucco per spaventarci.- Jeff avanzò titubante ma pronto a colpire la ragazza, la quale lo fermò con un solo movimento della mano. Con un suono scricchiolante girò la testa verso di lui, il bullo raggelò e si buttò a terra. Le unghie di ana crebbero lunghe e affilate come artigli.
-Ti sembra un trucco?- tutti iniziarono a correre via impauriti, solo Krystal rimase bloccata da quell’immagine orrenda. Ana si tolse la tiara sporca di vernice e la porse alla ragazza -È questa che vuoi? Vieni a prendertela.-
-Tu non sei una di noi. Sei un demone!- e corse via urlando, in modo tale da avvertire tutti in città.
-Temo di aver rovinato tutto.- Ana abbassò il braccio fino a far cadere la tiara sulla sabbia completamente sporca, aspettò di tornare come prima e si girò verso Mike, le lacrime tornate cristalline le facevano brillare gli occhi sotto la luce della luna. Il ragazzo si avvicinò a lei e le prese le mani nelle sue.
-Non hai rovinato nulla, lo hai visto anche te, questo posto è un inferno, e sarei pronto a lasciarlo anche adesso se significasse poter stare con te nel tuo mondo.- le asciugò le lacrime cadute sulla guancia con il pollice -Torniamo a casa.- Ana si limitò ad annuire, ma dentro di sé sapeva che non sarebbe mai stato così facile, e in poco tempo scoprì di avere ragione. Per tornare alla porta sarebbero dovuti passare per forza per il centro della città, dove ad aspettarli c’erano tutti i cittadini capitanati dal sindaco e da Krystal.
-Immagino tu sia Annabelle. Sai, la storia di tuo padre è molto famose anche qui da noi.- la ragazza lo guardò non capendo -Si, so benissimo chi sei, e nel tuo mondo sarai anche la principessa di Halloween, ma qui sei solo un abominio. A quanto pare è vero che la mela non cade lontano dall’albero.- in quell’istante degli uomini grandi e grossi presero sia lei che Mike -A te ci penseranno i tuoi compaesani, mentre con te- il sindaco si avvicinò a Mike -faremo noi i conti, e non te la caverai con una pacca sulla spalla, puoi starne certo.-
-Mihcael!- gli uomini iniziarono a strattonare i due ragazzi i quali imperterriti tentarono di ribellarsi, ma fu tutto inutile. L’ultima cosa che Ana vide prima di essere gettata al di là della porta fu lo sguardo dispiaciuto di Mike, cosciente di non poterla mai più rivedere.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Una volta nel suo mondo, Ana era pronta a tutto, ma di certo non a ciò che l’aspettava. Tutti i suoi concittadini festeggiarono il suo ritorno felici che fosse di nuovo a casa. Ma tra tutti quei sorrisi due erano i visi che rapirono il suo sguardo, quello comprensivo di suo padre e quello deluso di sua madre. Il viaggio di ritorno a casa fu pesantemente silenzioso, nessuno proferì alcuna parola fino al momento in cui varcarono la porta d’entrata.
-Io lo sapevo, me lo sentivo che quel ragazzo non era uno di noi. E nonostante tutto ciò che ti ho sempre detto, tu hai deciso comunque di fare una cosa del genere? Mi hai deluso profondamente, sappilo signorina.- Sally era furiosa.
-Uno di noi? Certo che non è uno di noi, e dovrebbe essere un problema questo per caso? A te crea qualche problema?- la voce di Ana si fece sempre più forte.
-Attenta signorina, sei già in un mucchio di guai, non peggiorare la situazione. Non ti conviene.- la madre le puntò un dito minaccioso contro il viso.
-Peggio di così? Dopo una vita che cominciava a sembrare sempre uguale e senza alcun vero significato trovo qualcuno con il quale parlare perché anche lui riusciva a capirmi. Finalmente vedo dei posti nuovi, scopro un mondo completamente diverso dal mio grazie al quale capisco che in fondo casa mia non è così male, che avevo solo perso il punto fondamentale di tutta questa città, ovvero che l’importante non era essere la migliore a spaventare, ma divertirmi a farlo. Finalmente mi sento di nuovo me stessa ed inizio a provare qualcosa di nuovo, ciò che tanto disperatamente cercavo, e tutto d’un tratto mi viene strappato via dalle mani. Secondo te può andarmi peggio di così?- Ana ormai stava urlando, stava sfogando tutto ciò che si era sempre tenuta dentro, e non diede il tempo a nessuno di risponderle perché si chiuse in camera accasciandosi a terra a piangere tutte le lacrime che le sarebbero rimaste. L’unico in grado di entrare ed uscire era Zero, preoccupato per lei e pronto come sempre a starle accanto.
Passò il resto del giorno così, seduta a terra al buio ed in silenzio, nella sua testa nessun pensiero, solo lo sguardo disperato di Mike mentre li separavano l’uno dall’altra.
-Posso entrare? Giuro che vengo in pace.- il teschio di Jack spuntò da dietro la porta, nessuna risposta dalla figlia -Lo prendo come un si.- si chiuse la porta alle spalle e si sedette accanto a lei -Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, fin dal primo momento in cui ti ho vista ho pensato “lei è come me e seguirà la mia stessa strada”. Probabilmente tutti lo sapevano, ma ciò che ignoravano è che tu sei anche come tua madre, sempre in cerca dell’amore, ancora prima che potessi scoprire cosa fosse.- a quella parola Ana alzò la testa per guardare il padre -Temevi di perdere il tuo scopo in questa vita proprio come me, ma sei riuscita a ritrovare te stessa grazie all’amore come tua madre.- Jack le poggiò un braccio attorno alle spalle per stringerla a sé.
-Mi fa piacere che almeno tu mi capisca, ma ciò non cambierà il fatto che non potrò più rivedere Mike.-
-E questo chi lo dice?- lo scheletro mostrò un sorriso maligno.
-Cosa hai intenzione di fare?- una piccola fiamma di speranza si accese nel cuore di Ana.
-Io niente, sei tu a decidere del tuo destino. Io posso darti una mano per portarti al punto di partenza, come un bravo genitore dovrebbe fare.- la ragazza capì cosa intendesse il padre e si alzò pronta a sistemare le cose. Era arrivato il momento di mostrare al mondo chi realmente fosse Annabelle Skellington, si levò quell’insulso vestito ancora sporco di vernice, indossò uno dei suoi vestiti preferiti ed uscì dalla camera.
-Cara, Annabelle ed io usciamo a prendere un po’ d’aria. Così la tengo d’occhio. Ciao!- Jack non diede il tempo a Sally di dire nulla che fu subito fuori dalla porta con la figlia. Lo scheletro sapeva bene la strada per arrivare alla foresta con le porte, quando rivide l’albero di Natale sfoggiò un sorriso pieno di nostalgia -Ricordati che sei pur sempre la principessa di Halloween. Vai e falli neri.- le diede un bacio sulla fronte e rimase a guardarla mentre attraversava la porta verso la città di San Valentino.
Ana andò subito a cercare Mike, prima nella sala di musica della scuola e poi in spiaggia, ma non c’era alcuna traccia del suo amico. Provò a cercare anche nella piazza centrale, ma l’unica persona che vi trovò fu Krystal. Raggiunse la ragazza e dopo averla presa per il collo la sbatté al muro di un palazzo.
-Dimmi dov’è Michael.- la sua voce era decisa tanto quanto il suo sguardo.
-Come hai osato tornare qua, tu scherzo della nat- non le lasciò finire la frase stringendo appena la presa.
-Ti ho detto di dirmi dove si trova Michael.-
-Non ne ho idea, quel fallito è scappato via senza dire nulla a nessuno, è svanito.- la voce di Krystal tremava, ma in un attimo un sorriso affiorò sulle sue labbra -Sai, è stata una benedizione per questa città la sua scomparsa, finalmente avremo una palla al piede in meno. Tutti sanno quanto fosse inutile in questo posto, non è mai riuscito a completare alcuna missione, tutto quello che sapeva fare era lamentarsi della sua patetica vita e suonare quel suo stupido violino.- Ana alzò un braccio pronta a dare un pugno alla ragazza, ma una mano la bloccò a mezz’aria.
-Avresti dovuto fare la sua stessa scelta e scomparire dalla nostra vista.- riconobbe la voce di Jeff, ma quando si girò per potersi liberare, vide che il suo gruppetto di amici se era allargato -Direi che è arrivato il momento di darti una bella lezione.- la ragazza si riprese subito pronta al contrattacco, ma erano troppi per lei, riuscì ad allontanarne alcuni, ma tutti gli altri erano già pronti a buttarsi su di lei per bloccarla e portarla davanti alla fontana.
-Signore e signori, vi prego di darmi la vostra attenzione.- la voce di Krystal era più squillante che mai, sembrava decisamente divertita da tutta quella situazione -A quanto pare la nostra intrusa non ha imparato la lezione la prima volta, nonostante sia stata caccia dalla città lei è voluta ritornare.- avvicinò il viso a quello di Ana -Forse ha bisogno di una punizione un po’ più sul piano fisico, in modo tale da non dimenticarsela facilmente.- alzò la mano in aria con un gesto teatrale -Ognuno avrà il suo turno, ma lasciatemi l’onore di essere la prima a sferrare il colpo.- nel preciso momento in cui Krystal abbassò la mano per sferrare lo schiaffo, Ana chiuse gli occhi pronta ad incassare il colpo, ma non sentendo nulla riaprì gli occhi ad uno spettacolo meraviglioso. Davanti a lei Mike stava bloccando la mano della ragazza, dalle sue spalle spiccavano due meravigliose ali bianche. Tutti i presenti rimasero a fissarlo increduli, tutti tranne Ana. Il ragazzo lasciò in modo brusco la mano di Krystal e si girò verso Ana. Gli bastò guardare male i tirapiedi di Jeff per far sì che si allontanassero da lei, le porse la mano per aiutarla ad alzarsi.
-Sapevo saresti venuto a salvarmi.- la ragazza allungò un po’ titubante una mano verso le ali, le piume erano calde e soffici.
-Sapevo saresti tornata a prendermi.- le prese il viso da sotto il mento avvicinandolo al suo per poterle dare quel bacio interrotto sulla spiaggia. Ana portò le braccia attorno al collo di Mike perdendosi nel dolce sapore delle sue labbra mentre le sue ali li avvolsero, in quel momento non c’era nessuno se non loro due. Fu la voce incredula di Krystal a riportarli sulla terra.
-Com’è possibile che tu abbia le ali?! Che ne sai tu dell’amore, non sei mai riuscito a combinare nulla di buono.- la sua voce era tra l’infuriato e il disperato -Dovrei essere io quella con le ali in questa stupida città, io sono la migliore tra i figli di Cupido!-
-Conoscerai anche tutto dell’amore, ma sei mai riuscita a provarlo per qualcuno che non fosse te stessa?- Mike la guardò quasi con compassione, aveva finalmente capito cosa intendessero gli anziano con la loro leggenda -Ana, è grazie a te se ho scoperto tutto ciò, se sono riuscito a trovare il mio posto, a trovare me stesso.-
-Ci siamo ritrovati l’una grazie all’altro.- gli accarezzò la guancia -Ti amo Michael.-
-Ti amo Annabelle.- stavano per ribaciarsi quando una voce, o meglio un urlo, familiare alla ragazza colse la loro attenzione.
-Annabelle Skellington!- Sally sembrava furiosa, mentre dietro di lei Jack l’aveva seguita per farla desistere dall’intromettersi in qualcosa che era più grande di loro. Era pronta a riversare tutta la sua ira, ma ad interromperla fu un fascio di luce che illuminò tutta la piazza. 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


All’improvviso una sinuosa figura scese dal cielo atterrando con una grazia indescrivibile, tutti gli abitanti rimasero a bocca aperta ad osservare un giovane uomo esile, i suoi capelli erano di un biondo luminoso come i raggi del sole, gli occhi azzurri come un cielo limpido. Le sue ali erano come quelle di Mike, imponenti ma delicate allo stesso tempo -Cupido?- tutti si inchinarono davanti a quella creatura troppo bella per essere reale, tutti tranne Ana ed i suoi genitori, i quali erano sorpresi tanto quanto il resto della gente.
-Figliolo, ho atteso per molto tempo questo momento.- l’uomo si avvicinò a Mike e gli posò una mano sulla spalla per dirgli di alzarsi -Sapevo che prima o poi qualcuno sarebbe riuscito a ritrovare le nostre ali da tempo perdute. Dal momento in cui ho dato vita ai miei figli e alle mie figlie, mi sono sempre adoperato in modo tale che tutti sapessero cosa fosse l’amore e come donarlo agli altri, ma non sono mai riuscito ad insegnarli come provare questo sentimento così potente. L’amore non lo si può insegnare, certo tutti noi possiamo aiutare le persone a capire i propri sentimenti, a volte come gestirli e a volte come esprimerli, ma sono dentro ognuno di noi, e solo noi stessi possiamo sentirli.- Cupido si girò verso Ana e le porse la mano, con dolcezza la avvicinò a quella di Mike e le strinse insieme. Sally fece un passo avanti per intervenire, ma Jack la trattenne a sé scuotendo la testa -Tutto quello che serviva erano due cuori vicini ma allo stesso tempo distanti. Ora sarà compito vostro aiutare tutti a riscoprire quel sentimento dimenticato da tempo.- il sorriso dei due ragazzi scomparve piano al suono di quelle parole.
-Padre, non posso.- a prendere la parola fu Mike -Non posso rimanere qua, il mio posto è con Annabelle, ed il suo posto è ad Halloween Town insieme alla sua gente.- il ragazzo strinse la mano di Ana -Ho passato tutta la mia vita a chiedermi cosa ci fosse di sbagliato in me, perché nonostante tutti i miei sforzi non riuscissi ad adempire al mio compito, ai miei doveri. Trovando lei ho capito chi sono veramente e quanto fosse sbagliato il mio posto qua. Mi dispiace, ma non posso rinunciare ad- Mike si bloccò nel momento in cui la mano della ragazza lasciò la sua.
-Non posso permettertelo Michael.- Ana abbassò il viso, sapeva che se avesse guardato Mike non sarebbe riuscita a dire tutto ciò che doveva -Questo è ciò che sei, il tuo popolo ha bisogno di te proprio come il mio ha bisogno di me. Entrambi abbiamo una nostra casa, e penso che non riuscirei più a guardarti in faccia se ti strappassi via dalle mani della tua gente ora che puoi fare la differenza, ora che hanno realmente bisogno di te.-  si girò verso i suoi genitori, poi prese un respiro profondo e con gli occhi lucidi ed un sorriso pieno d’amore guardò Mike -Siamo riusciti a cambiare il tuo intero mondo, ora è tempo che io torni nel mio.-
-Il tuo mondo?- Cupido guardò la ragazza con un sopracciglio alzato -Ma mia cara, questo è un solo ed unico mondo, diviso in città proprio come quello degli umani. Non vi siete mai chiesti perché quelli che voi chiamate “mondi” sono composti da una sola cittadina?- l’uomo ridacchiò divertito dalle espressioni di confusione di chiunque.
-Ma allora non capisco, perché le porte nella foresta?- c’erano troppe cose che non tornavano ad Ana sentendo il discorso di Cupido -Perché mio padre quando è andato nella Città del Natale poi è stato cacciato come un criminale?-
-Tutto ciò che ci differenzia dalle normali città degli umani sono i nostri confini. Ammetto che le barriere che ci dividono sono parecchio nette, ma solo per evitare ciò che ha fatto tuo padre, che qualcuno di un’altra città volesse cambiare la propria natura o addirittura quella di una città intera. Tuo padre ha tentato di rubare il Natale a chi sa come occuparsene, ha tentato di divergere da chi è lui veramente, ovvero il re delle zucche e re di Halloween.- Cupido appoggiò una mano sulla spalla di Ana -Potrà sembrare brutto, come se il nostro destino fosse già stato scritto da qualcun altro, perché a seconda di dove nasciamo sappiamo già quale sarà il nostro compito nella vita, che sia spaventare i bambini o far innamorare due persone. Ma se ci pensi bene, hai mai conosciuto qualcuno di Halloween Town non idoneo al quel suo compito e più propenso alle decorazioni natalizie? Forze più grandi di noi ci aiutano a trovare il nostro posto ancora prima di darci la vita, ed è grazie a questo che tutto il nostro mondo vive in armonia e in equilibrio. Ciò non significa che due cuori di due città diverse non possano trovare il loro posto in questo mondo insieme.- Cupido si interruppe quando vide che la ragazza aveva capito ciò che diceva.
-Ciò significa che potremo comunque stare insieme.- l’entusiasmo di Ana si spense subito quando si ricordò della presenza dei suoi genitori. Fece un cenno a Mike per poi girarsi verso di loro -Mamma, so che ti ho deluso ancora una volta, ma lo hai sentito anche te, lo hai visto pure te, i e Mike siamo fatti l’uno per l’altra, e nulla riuscirà a dividerci.- la ragazza stava cercando le parole più giuste per non ferire troppo i sentimenti di sua madre, ma non ne ebbe il tempo.
-Figlia mia, ho sempre avuto il terrore che tu potessi commettere gli stessi errori di tuo padre, ma in realtà avevo solamente paura di perderti.- Sally sorrise accarezzandole la guancia -Solo ora capisco quanto tu sia cresciuta, e per quanto lontano tu possa andare, rimarrai sempre qui con me.- si poggiò una mano sul cuore. Ana sussurrò un grazie ed abbraccio sia Sally che Jack, poi tornò da Mike. Attorno a loro si innalzò un leggero brusio, la gente stava iniziando a vedere il mondo con occhi diversi, ma a loro non importava. Per loro due l’importante era solo stare insieme, che fosse stato ad Halloween Town o nella città di San Valentino non era rilevante. Ovunque fossero andati, si sarebbero creati una casa tutta per loro.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo finale ***


Ana aprì piano gli occhi sentendo qualcosa di umido leccarle il viso, non le ci volle molto per capire che Zero era entrato in camera per darle il buongiorno.
-Vedo che hai lavorato fino a tardi.- Mike entrò subito dopo con in mano un vassoio pieno di delizie. Ana si stiracchiò un po’ prima di mettere a fuoco qualsiasi cosa avesse attorno. Si era addormentata alla scrivania mentre perfezionava gli ultimi dettagli per Halloween -Sei emozionata per questa sera?- l’angelo appoggiò il vassoio sopra alcune carte e si prese la sedia accanto alla scrivania.
-Avevo talmente tante idee che ad una certa ora il mio cervello ha deciso di spegnersi da solo.- Ana ridacchiò e diede un leggero bacio al suo ragazzo -Non vedo l’ora che sia questa sera. Penso di aver fatto il mio più grande capolavoro, o almeno lo sarà fino all’anno prossimo.- Zero abbaiò felice.
-Da quando hai riscoperto la gioia ed il divertimento nell’organizzare Halloween penso di essermi innamorato di te un’altra volta.- il ragazzo le passò la tazza di the -All’alito di rana proprio come piace a te. Tua mamma ha dato il meglio di sé questa mattina con la colazione.-
-Perché oggi è uno dei giorni più importanti per la città, e per divertirsi e spaventare più persone possibili bisogna essere pieni di energie.- Jack spuntò da dietro la porta con un sorriso più entusiasta che mai -E per questo motivo tua madre ed io abbiamo voluto farti un pensierino.- a quel punto anche Sally entrò in camera, si vedeva chiaramente che teneva qualcosa dietro alla schiena.
-Non dovevate, sarà anche il mio compito portare avanti i preparativi per la festa, ma è soprattutto un divertimento per me.- Ana guardò Mike, d’altronde è stato grazie a lui se era riuscita a ritrovare il suo scopo in questo immenso mondo.
-Certo, ma c’è bisogno di un vestito degno di una principessa per poter terrorizzare qualsiasi persona vivente.- mostrò a tutti il porta abiti e lo agganciò alla maniglia dell’armadio -Forza aprilo.- Sally e Jack si abbracciarono in attesa che la figlia aprisse il loro regalo.
Trepidante Ana si alzò dalla scrivania e una volta di fronte all’armadio abbassò piano la cerniera in modo tale da gustarsi appieno la sorpresa, e come vide il vestito rimase a bocca aperta. Sally era riuscita a recuperare il vestito bianco della visita di Ana alla città di San Valentino e lo aveva reso un capolavoro. Dall’enorme macchia di vernice nera era riuscita a cucirci un leggero velo nero che allungava la gonna fino a terra, come un’ombra che si stava impossessando di esso, e aveva aggiunto anche delle maniche sempre con lo stesso tessuto nero che sulle mani si dividevano come una ragnatela con degli anelli neri.
-Non so cosa dire… è… è bellissimo.- Ana non sembrava voler distogliere gli occhi da quel capolavoro.
-Come puoi immaginare è stata tutta opera di tua madre il lavoro di taglio e cucito, quindi io ho pensato al tocco finale. Nati!- all’improvviso dalla finestra entrò un pipistrello che si appoggiò subito dietro la spalla di Jack -Anche se in realtà è stato Zero a trovarla, questa piccoletta è stata abbandonata dai suoi genitori perché metà albina.- come la prese tra le mani si notò subito come il nero delle ali sfumava piano piano in un bianco candido -E come l’ho vista sapevo che sareste andate d’accordo, perché siete entrambe uniche e speciali.- Jack le diede un colpetto facendola così volare da Ana. Si guardarono negli occhi e subito scattò una certa complicità.
All’improvviso il suono del campanello in entrata fece sobbalzare tutti quanti.
-Cominciamo bene se ci spaventiamo già solo per un campanello.- Jack si mise a ridere insieme a tutti gli altri -Molto probabilmente sarà il Sindaco in ansia di vedere i tuoi progetti per far partire i preparativi.-
-Oddio è vero!- Ana prese in fretta tutti i suoi documenti e disegni -Quest’anno l’ho fatto penare fino all’ultimo, volevo lavorarci completamente da sola e come potete vedere ho finito solo ieri notte di studiarne ogni minimo dettaglio.- in velocità diede un bacio a tutti e con un ultimo saluto scappò fuori di casa, trepidante di vedere il risultato finale della sua opera.
 
 
Il sole era tramontato per lasciare posto ad una luna piena e brillante come lo era stata poche volte, tutti i cittadini di Halloween Town si erano radunati al campo delle zucche,  pronti per l’inizio dello spettacolo. Mentre Mike si sarebbe gustato la notte di Halloween dalla città di San Valentino, visto che era la prima volta per loro, Jack e Sally attendevano l’entrata in scena della loro bambina, increduli di quanto fosse cresciuta. Era ormai tutto pronto, le zucche sfoggiavano i loro ghigni più paurosi, i fantasmi erano già in volo e furono proprio loro a predisporre con una meravigliosa coreografia l’arrivo di Ana. Come un’apparizione arrivò in cima alla collina arrotolata, dietro di lei solamente la luna, fino a che non apparve l’ombra di Nati. Il pipistrello volò fino ad adagiarsi tra le scapole della ragazza, ed in quel momento le sue ali crebbero e diventarono un tutt’uno con Ana.
-Che lo spettacolo abbia inizio.-

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3900889