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PREMESSA:
Sono
Akane. Questa fic l’ho scritta troppi anni fa e non credo di
esagerare. Allora scrivevo decisamente male. Siccome mi è
sparita dal mio account ho pensato di rivisitarla, correggerla almeno
un po’ e sistemare qua e là. Ma di base
è sempre
quella, la trama e l’idea banale e poco originale
nonché
scontata è sempre la solita. Protagonisti sono Genzo e Taro
con due ragazze nuove, Arashi e Mikako. Solito e semplice. Con le
scene e i ‘colpi’ che si usano spesso nelle fic su
CT. Vi avviso
di non leggerla pensando che sia una delle mie originalità,
mi
rendo conto io per prima che non è nulla di che, ma
preparatevi per lo meno a ridere perché come al solito con
me
si ride! Ok, non sempre, ma questa è una di quellevolte,
quindi rilassatevi e se avete bisogno di leggere qualcosa di leggero
e semplice e spensierato, aprite il primo cap e iniziate!
Non
mi aspetto recensioni grandiose ma noterete che da questa a Till i
collapse, il mio stile è stracambiato.
Narratore
il destino. Vi auguro buona tranquilla lettura.
Baci
Akane
PS:
non pensate di capirci qualcosa in questo primo cap: ho inserito i
fratelli e cugini delle due ragazze per cui è un casino.
L’ho
fatto solo per mio puro divertimento, poiché da questo pezzo
è
nato il crossover mio più famoso (per me) e geniale! Parlo
di
Irlanda the best… seguito di Un ritiro fantastico.
Vi
spiego brevemente: Arashi, una delle due ragazze, ha due fratelli
maggiori, sono gemelli e si chiamano Akane e Mikael. Poi ha altri
fratelli minori. Mikako invece, l’altra ragazza, ha altri due
fratelli maggiori gemelli chiamati Hitonari e Raphael, poi ha un
fratello minore e una sorella minore. Tenete a mente i maggiori, su
di loro sarà il seguito di questa fic, ma
c’è tempo
per ingranare. Ora concentratevi sulle belle ragassuole. (certamente
non è un impressione. I fratelli sono presi tutti da manga
più
o meno famosi…)
CAPITOLO
1:
"SOGNO"
Eccolo
di nuovo.
Lo stesso sogno.
Sempre lui.
Occhi neri, profondi
e magnetici.
Sorriso indecifrabile e sicuro.
Capelli neri e un
po' mossi che gli incorniciano il viso tremendamente attraente.
Corpo
atletico e muscoloso.
Gambe da calciatore.
- Lo voglio... -
mormora Arashi ancora immersa in quel sogno che le fa visita tutte le
notti.
SBAM!!!
Porta che sbatte.
Luce!!!
Finestra che
viene aperta.
- Forza, è ora di svegliarsi! Apri gli
occhietti tesoruccio! - Urla una voce squillante con un fondo
d'ironia.
E' la madre di Arashi la quale, beccatasi uno sguardo
assassino da quest'ultima, esce facendo una risata mista al sadico e
al divertito. "Che
razza di elemento mi tocca avere per madre! " Pensa
di malumore la povera ragazza lasciata di nuovo sola nella camera
illuminata dal caldo sole di inizio Luglio.
Dopo cinque minuti
abbondanti di stiracchiamenti si alza con estrema lentezza, con
altrettanta lentezza si avvia verso il bagno e passando davanti allo
specchio a muro pensa: "Mamma
mia quanto sono spaventosa! "
Effettivamente
fa paura: a parte lo sguardo truce che sembra dire: "Attenzione:
mordo!",
il resto non è da meno: i riccioli dei suoi lunghi capelli
biondi sono talmente arruffati che non si riesce a capire quale sia
la faccia e quale la nuca, gli occhi che s'intravedono a fatica fra
le ciocche sono completamente assenti e mezzi chiusi cerchiati da due
occhiaie che sembrano kenyon, la bocca non si trova perchè
è
dello stesso colore della pelle, bianca cadaverica, il corpo
è
ricoperto da una canottierona gigante che nasconde tutte le sue belle
curve facendola sembrare un maschio.
Insomma è più
simile ad un mostro che ad una ragazza di 17 anni!
Dopo essersi
sistemata alla meglio e aver reso più accettabili i suoi bei
lunghi capelli, torna in camera e si infila nell'armadio per buttare
alla rinfusa nel borsone dei vestiti a caso più il
necessario
per lavarsi e l'uniforme della nazionale di basket, mentre lo fa dice
a sé stessa:
- Avanti, svegliati Arashi! Oggi finalmente
inizia il ritiro di tutte le Nazionali Giovanili Giapponesi Maschili
e Femminili delle squadre sportive. Cavoli, un mese di basket!
Mattina e pomeriggio. PA-RA-DI-SO! - Ma il risultato non è
quello sperato, anzi, ora è ancora più
addormentata di
prima... al che il pensiero si sposta sul sogno, quello che fa ogni
notte dove vede quel misterioso ragazzo che non ha mai conosciuto, di
cui non sa neanche il nome.
- Però che figo! - Quindi
riesce a svegliarsi!
Caricatasi il borsone in spalla esce di casa
mangiando una fetta di pane con la Nutella e con il boccone in bocca,
grida:
- Gente, io vado al ritiro della Nazionale, tornerò
ai primi di Agosto. Forse! CIAO! - Si ferma un attimo poi continua: -
AKANE! SCENDI UN ATTIMOOOO! -
Dalle scale arriva una voce alquanto
spazientita :
- CHE DIAVOLO VUOI? STO PREPARANDO IL BORSONE! -
-
IO NON VOGLIO NESSUN DIAVOLO, anzi voglio che TU scenda subito! Mi
pare un paragone azzeccato, no? AVANTI, MUOVI QUEL CULO! - Urla in
risposta Arashi sul sentiero di guerra.
Un rumore assordante che
assomiglia ad un terremoto arriva dalle scale ed ecco il fratello
Akane spuntare dalla porta di casa e subito gridarle in faccia:
-
COME OSI PARLARMI COSì? TI RICORDO CHE SEI PIU' PICCOLA DI
ME
DI DUE ANNI! -
- OSO PERCHE' SONO PIU' PICCOLA SOLO PER
L'ANAGRAFE, DI CERVELLO SONO PIU' GRANDE DI TE E DI MIKAEL MESSI
INSIEME, CHE NON CI VUOLE MOLTO! - Ribatte con lo stesso tono usato
dal fratello. In quel momento una testa rossa spunta dalla porta e
ringhia lanciando saette di fuoco dagli occhi:
- Oh, bimba,
abbassa le ali! Anche se sono suo gemello non azzardarti a
paragonarmi a lui!! Oppure tu a me! - E detto ciò, Mikael,
torna a sparire all'interno della casa da dove si sente la voce di un
altro fratello (minore) Touya, dire:
- Dureranno ancora a lungo
'sti urli alle sette di mattina? Non so gli altri ma io VOGLIO
dormire, quindi VOI tacete! - Il commento che segue riguarda il fatto
che l'unico modo di farlo arrabbiare così è
proprio
toccargli il sonno: è un metodo infallibile!
- Ok, scusa
Touya! - Risponde allora la sorella, poi rivolgendosi all'altro
fratello continua: - Senti, bando alle ciance, allora tu e Hitonari
non venite al ritiro? -
Akane pensando al cugino e cercando di
ricordare le parole che gli aveva detto la sera prima come scusa,
dice:
- No, non dire all'allenatore che disertiamo per andare in
uno dei nostri viaggi con Mikachan e Raphy. Inventati qualche altra
scusa! L'avevamo pensata, io e Hito, ma non me la ricordo! -
-
Figuriamoci se te la potevi ricordare! Vabbè, pazienza, ora
che vado a prendere Mika a casa sua lo chiedo a lui di persona! -
Risponde la sorella rassegnata.
- Si, si... fai quello che vuoi,
sai cosa me ne importa! - Ribatte il fratello con aria da
menefreghismo totale.
- Viva la sincerità, eh? Poi si
chiedono da chi ho preso questo carattere impossibile! Ok, io vado
veramente! Salutami Yuri, sta ancora dormendo! Ciao! - Termina
avviandosi verso la casa di fronte senza attendere la risposta che sa
non sarebbe mai arrivata.
Eccola davanti al cancello, appoggiata
al muretto con gli occhi chiusi mentre suona il campanello. Le apre
una donna dai lunghi capelli lisci e neri, gli occhi dello stesso
colore e molto bassa.
- Ciao Arashi... ma dormi? - Le dice
avvicinandosi cautamente.
La ragazza apre a fatica un occhio e con
voce nuovamente assonnata mormora:
- Ciao zia, no non dormo
ancora. Senti, Mikako è pronta? -
- Mika? No, è
ancora chiusa in bagno; la conosci, sta sempre tre ore per
prepararsi! -
- Si, la conosco anche troppo! - Risponde Arashi
spazientita: - Ora la butto fuori io! - Detto questo entra a passo di
carica e arrivata davanti alla porta del bagno comincia a battervi
sopra gridando come una forsenata: - MIKA, MUOVI IL CULO ED ESCI DA
Lì, VUOI FARMI ARRIVARE TARDI AL RITIRO? AVANTI, DATTI UNA
MOSSA! -
- Vuoi sfondare la porta? Calmati, arrivo! - Una voce
assolutamente calmissima, tutta il contrario di quella di Arashi,
arriva dall'altra parte.
Subito dopo la porta si apre mostrando
una ragazza dai tratti orientali, abbastanza alta, coi capelli ricci,
rossi, lunghi fino alle spalle e senza frangia; occhi azzurri, viso
ben truccato, vestiti corti e attillati, zeppe ai piedi.
Tutto il
contrario di Arashi: tratti orientali e alta anche lei, occhi grigi
(a volte anche verdi), capelli lunghi, ricci, biondi e con la
frangia, niente trucco, maglietta e pantaloncini larghi, scarpe da
ginnastica.
(piccola nota: sono eurasiatiche. I padri -gemelli fra
di loro- sono irlandesi, mentre le madri giapponesi, per cui si
spiega la varietà di colori!)
Arashi, guardando l'amica con
sguardo schifato, dice con il suo solito tatto:
- Ma come ti sei
conciata? Sei fuori? Ma sai dove stiamo andando? Ad un ritiro
sportivo, mica ad una sfilata per pazze! Poi con il viola dei vestiti
sembri una melanzana coi capelli rossi e le zeppe! -
Mikako, ormai
abituata ai suoi modi brutali, ribatte con aria da "so-tutto-io":
-
Primo: sono normale, mi vesto sempre così, e comunque in
questo ritiro finalmente conoscerò il mio tesorino: Taro
Misaki: un'occasione unica!
Secondo:
non sono fuori, ma ancora dentro in casa!
Terzo: so dove stiamo
andando: al ritiro di tutte le Nazionali Giovanili Giapponesi!
Quarto:
se io devo andare ad una sfilata per pazze allora tu sei diretta al
funerale dei buchi: con tutto quel nero mi sembri proprio un grande
buco! -
Finita la frase, la ragazza, nota che pian piano il colore
degli occhi di Arashi cambia: da grigio chiaro tendente al verde a
grigio scuro tendente al nero: brutto segnale di pericolo. Infatti
chi la conosce sa che quando cambiano così è
meglio
lasciarla in pace.
Vista la sua espressione truce Mikako non sa se
ridere o scappare:
- Eddai, non fare il broncio adesso! - Ribatte
cercando di rimanere seria.
In risposta si ritrova un dito medio a
due centimetri dagli occhi accompagnato da un ringhio.
- Ok,ok! Ho
afferrato il concetto! Forza andiamo! - Dice mettendo le braccia in
avanti in segno di resa. Una voce maschile arriva da dietro:
- Oh,
sorellina, ti sei fatta battere da tua cugina, vedo! Complimenti,
Arashi! -
- Si, e allora? Hai visto lo sguardo che aveva 'sto
mostriciattolo? - Ribatte Mikako in tono calmo e sicuro di
sé.
-
No ma posso immaginarlo! Comunque se hai finito col mio bagno, me lo
riprendo subito! - Risponde tranquillo il ragazzo.
- Mikako, ma tu
e Raphael ci siete nati in bagno? Ci state sempre tre ore! Siete
proprio fratello e sorella! - Aggiunge in quel momento Arashi,
risvegliatasi dal suo mutismo incazzato.
La cugina replica con
sguardo gelido:
- Non raccolgo le provocazioni! -
- Quali
provocazioni! E' la pura verità, questa! - Dice candida
Arashi: - Perchè negare l'evidenza? Ormai questo l'ha capito
anche lui! - termina indicando il ragazzo chiuso, tanto per cambiare,
in bagno che risponde al nome di Raphael:
- CHI OSA PARLARE DI ME
IN VANO? IDENTIFICATI, OH SEMPLICE ESSERE UMANO! - Allora la bionda
risponde spazientita:
- STAI BUONO E TORNA A FARE L'UNICA COSA CHE
SEI CAPACE: CONSULTARE IL TUO SPECCHIO DELLE BRAME! - In quel momento
la porta dell'ormai conosciuto bagno si spalanca, rivelando una testa
dai lisci capelli biondi lunghi fino alle spalle con alcune ciocche
disordinate sparse qua e là, due occhi azzurro-blu fissano
Arashi, l'espressione è distaccata e saccente, ricorda un
gatto sornione: nel complesso è proprio bello se non fosse
per
il tono gelido con cui parla subito dopo aver squadrato la ragazza: -
Oh, bimba, vedi di non allargarti troppo, eh? Sai che ho due anni
più
di te? -
- Cos'è, una moda? In meno di 15 minuti me l'hanno
detto già in tre; vi siete messi d'accordo? E comunque
è
solo pura verità ciò che dico, dato che sono
più
intelligente di tutti voi! -
- Senti intelligente, che ne diresti
di andartene al tuo ritiro così la finisci di rompere? -
Ribatte Raphael con lo stesso tono di prima. In risposta arriva un
calcione alla porta che si chiude sulla mano del ragazzo urlante dal
dolore; non c'è bisogno di specificare chi l'ha tirato!
-
Comunque devo prima chiedere una cosa a Hito; dov'è, in
camera? - Chiede più calma Arashi dopo che il cugino si
è
ritirato in bagno per leccarsi le ferite sia della mano che
dell'orgoglio! - Si, credo di si. Vai, io ti aspetto qua, non mi va
di fare le scale per la millesima volta in una sola mattina! -
Risponde Mikako tenutasi in parte fino ad ora, lei odia discutere a
lungo con gli altri.
- Sfaticata! - Fa la bionda a denti stretti
dirigendosi verso le scale. Arrivata davanti alla porta chiusa della
stanza dell'altro cugino, il gemello di Raphael nonchè
grande
amico di Akane, entra senza bussare:
- Ehi, Hito, sentimi un
attimo: quello scapestrato di fratello che mi ritrovo non si ricorda
la scusa che devo riferire al vostro coach per giustificare la vostra
assenza dal ritiro di questo mese, l'avevate pensata, ieri, no? Dai
muoviti che devo andare! -
Appena il fiume di parole finisce, il
ragazzo biondo tutto spettinato e con indosso solo un paio di boxer
comincia a squadrarla da capo a piedi con quegli occhi azzurri a
pagliuzze viola, sembrano gelare chiunque guardi, infatti non approva
affatto l'intrusione della ragazza.
Lei, dal canto suo, non sembra
per niente imbarazzata, intimorita o pentita, anzi, lo rifarebbe.
-
Allora, ti degni di rispondermi? Ho fretta! - Sbotta sempre lei
perdendo la poca pazienza che ha.
- E tu ti degni di smetterla di
rompermi le palle? - Risponde freddo Hitonari tornato a voltarsi
ignorandola completamente e continuando a farsi i fatti propri come
suo solito; Arashi non sopporta che qualcuno la ignori, stizzita si
avvicina e, afferratolo per una spalla dove vi affonda le unghie
facendogli vedere le stelle, lo gira e gli urla in faccia:
- TU!
NON OSARE PIU' TRATTARMI COSì, SE NO PASSERAI GUAI SERI!
CAPITO SOTTO SPECIE DI MUMMIA SENZE BENDE? ED ORA RISPONDIMI SE NON
VUOI CHE DICA AL TUO COACH LA VERITà, E CIOè CHE
SIETE
DUE SFATICATI BUONI A NULLA CHE DISERTANO GLI ALLENAMENTI CON LA
NAZIONALE SOLO PER UNO STUPIDO VIAGGIO DI VACANZA MENTRE GLI ALTRI
POVERI DEFICIENTI SGOBBANO ANCHE AL POSTO VOSTRO! ALLORA, COSA
DECIDI? - L'altro, trattenendo a stento un urlo di dolore, la prende
per il polso e guardandola minaccioso risponde: - Dì che
domenica siamo andati in montagna insieme e ci siamo presi una
bronchite pesante! -
- Che gran scusa! Ci potevo arrivare anch'io
da sola! - Dice in tono basso ma ironico.
- Allora potevi evitare
di rompermi le scatole! Ora vai prima che mi incazzi sul serio! - Fa
lui con una faccia scura.
- Sai che paura! - Ribatte la bionda
con aria di sfida strattonando via il braccio, poi senza aspettare la
risposta si avvia verso la porta dove si gira a metà e gli
fa
l'occhiolino e con un cenno lo saluta.
Finalmente possono
avviarsi, lei e Mikako, al luogo del ritrovo.
In
pullman Arashi, già dimenticatasi dei piccoli battibecchi
avvenuti poco prima con tutti i parenti possibili, normale
amministrazione per lei, comincia a parlare ininterrottamente del suo
sogno e di quel ragazzo irresistibile.
A stento Mikako riesce a
bloccare quella specie di mitraglietta dicendo:
- Eppure, da come
lo descrivi ho l'impressione di averlo già visto...
Bè,
pensandoci bene, qui in Giappone tutti hanno gli occhi e i capelli
neri... -
Ma subito viene interrotta dall'amica che continua con i
suoi mille discorsi:
- Però è strano che nemmeno tu,
che sai sempre tutto su tutti, non conosca uno così. Del
resto
ti sei innamorata di questo Taro Misaki solo seguendolo da lontano:
partite, tv, giornali... siccome fa parte della Nazionale di Calcio
è
abbastanza famoso, almeno questo è quello che mi dici sempre
tu. Però non capisco come tu abbia fatto ad innamorartene
perdutamente senza neanche mai averlo incontrato. Per me sei e sarai
sempre un mistero! Pensa, però, a quanto sei fortunata:
grazie
a questo ritiro di tutte le Nazionali che dura un mese, lo potrai
finalmente conoscere. Dovrete assolutamente mettervi insieme, eh?
Miraccomando! - Mentre continuava questo suo discorso interminabile,
gli occhi azzurri di Mikako guardano in alto pensando:
"Fortunata,
dici? Con te che dici tutte ste cose al secondo uno come fa a
considerarsi fortunato?"
Lanciandole
uno sguardo che sembra chiederle pietà, nota i suoi occhi
cambiati nuovamente: ora sono metà grigi e metà
verdi. "Veramente
incredibili!" Pensa mentre chiude i suoi per dormire un po'
senza curarsi di
sentire se il "buco" ha smesso di parlare oppure no!
Prima
di cadere nel sonno le viene alla mente Misaki, ed è con
quello sguardo dolce, con quei capelli castani e quel sorriso
tremendamente radioso che finisce nel mondo dei sogni.
Nel
frattempo in un altro pullman, esattamente in quello della Nazionale
Giovanile Giapponese di Calcio Maschile, lo stesso sguardo dolce sta
pensando molto intensamente ad una persona:
- Mikako Derwent...
-
Avete capito di chi si tratta?
- Come ti senti, Taro? Se
tutto va bene in questo mese conoscerai la ragazza che segui da
tempo: l'ala grande della Nazionale Giovanile Giapponese di Basket
Femminile. Giusto? - Tsubasa, seduto nei due sedili accanto ai suoi
insieme a Sanae, lo sta guardando aspettando una risposta con sguardo
inquisitorio.
- Già, hai ragione... anche se più che
seguirla diciamo che l'ammiro, la rispetto, mi piace come giocatrice.
Insomma, si nota una così nel mondo sportivo. Mi
incuriosisce.
- Ribatte Misaki riflessivo. Tsubasa pensa, ascoltandolo, che
interessarsi così a qualcuno è proprio da lui: in
silenzio senza farsi notare.
Vorrebbe anche parlarne un po' di più
ma sa benissimo che è il più riservato di tutti
su
questi argomenti, poi comunque non sa cosa dirgli di fatto visto che
sa già tutto sulla storia. Taro è uno che
viaggiando
molto ha letto tanto e così finisce sempre per essere il
più
informato e conoscere atleti giovanissimi conosciuti solo da pochi.
Fa sorridere come riesca a venir attratto da qualcosa che
apparentemente è privo di sensi; è un tipo, nella
sua
semplicità, che sorprende sempre.
L'amico decide di
lasciarlo in pace a pensare su come riconoscerla o parlarle.
Sarà
naturale come sempre.
Tsubasa
sorride fra sé e sé così Sanae, seduta
accanto a
lui, gli chiede cos'abbia.
- Nulla. -
Preferisce fare il vago,
non è tipo da spifferare certe cose anche se si tratta di
dirlo alla propria fidanzata, inoltre si imbarazza ancora a fare
certe cose infatti prende l'iniziativa proprio lei appoggiando la
testa sulla sua spalla e chiudendo gli occhi con un espressione
rilassata. Il momento pare perfetto, come quasi tutti quelli passati
con lui. Ci è voluto parecchio ma alla fine l'importante
è
che si siano capiti!
Misaki, appoggiata la testa indietro e chiusi
gli occhi pensa con sollievo: "Andrà
tutto bene!" pensiero assolutamente da lui...
Intanto Wakabaiashi, seduto
accanto a lui con gli auricolari del lettore cd negli orecchi,
ascolta a tutto volume musica degli AC/DC mentre dorme assurdamente
tranquillo, ignorando ciò che lo attende in quelle settimane
di ritiro.
Il suo sonno viene visitato da una ragazza mai vista
prima, sarebbe anonima se non fosse il contrasto del colore biondo di
capelli e degli occhi verdi, con i lineamenti giapponesi, anche se
decisamente meno accentuati. È interessante sognare volti
nuovi, anche perché solitamente è sintomo di
normalità
riprendere nel sonno solo ciò che si vede di giorno. Lui che
non ha mai visto quella persona, stesso discorso per un'altra
ragazza, non è normale!
Nel pullman il resto dei ragazzi
si sta rilassando beatamente e specialmente tre coppie:
Jun con
Yayoi, Hikaru con Yoshiko e Tsubasa con Sanae.
Si può
immaginare 'come' si rilassano!
Il
posto è molto bello e spazioso.
L'edificio è enorme
e comprende il dormitorio femminile e maschile, i bagni, le docce,
una sala da pranzo, un atrio per riunirsi alla sera e durante le
giornate di pioggia e gli spogliatoi delle varie squadre.
L'esterno
è costituito da tutti i campi di gioco necessari per questo
speciale ritiro: calcio, basket, pallavolo, baseball... ecc.
Gli
allenamenti hanno inizio il giorno seguente l’arrivo degli
atleti e
dei vari pullman, di mattina. Dopo gli smistamenti dei gruppi e
l’assegnazione delle camere, tutti corrono a vedere il
proprio
campo e quello da basket femminile è vicino a quello da
calcio
maschile… puro caso? Mah… questo destino strano!
Immaginate la
felicità di Mikako e di Misaki nel constatare che potranno
vedersi anche giocando?
L’indomani
il miracolo arriva.
- Mikako! Attenta, ti arriva la palla! -
Quest'ultima, immersa nei suoi pensieri, chissà quali sono,
vedendo che le arriva un passaggio alto e potente diretto al suo
viso, invece di prdigarsi e prenderlo non fa altro che spostarsi
prontamente schivando il fulmine che va a finire nei pressi del campo
da calcio.
- Ottimi riflessi, ragazza! Ma potevi prenderla, invece
di lasciarla andare laggiù! - Afferma seccata Arashi
avvicinandosi all'interessata.
- Ottimo tiro ragazza! Ma potevi
evitare di farlo così forte, così non andava
laggiù!
- Ribatte prontamente Mikako; detto ciò si volta verso il
campo vicino e portandosi le mani hai lati della bocca si mette a
gridare:
- EHI, VOI DI CALCIO! PASSATECI LA PALLA PER FAVORE!
GRAZIE! - In tutta risposta Tsubasa, prendendo la rincorsa, glielo
calcia con un destro discreto facendolo arrivare direttamente fra le
braccia di Mikako che lo afferra subito con una presa sicura senza
indietreggiare di un millimetro.
Non fa nemmeno in tempo ad alzare
il braccio per ringraziare che Arashi prende con una mano la stessa
palla e a passo di carica si fionda verso quei poveri ragazzi, la sua
espressione, manco a dirlo, è infuriata: non si
può
mica calciare una palla da basket... si rovina, si spompa, prende una
forma ovale invece che tonda… lei che è fissata
con queste
cose non può fare a meno di prendersela e Mikako intuendo le
sue pazze intenzioni, le prende le braccia con forza cercando di
trattenere quell'indomabile furia che si sta scatenando.
Arashi
senza darsi per vinta si gira e come una bestia inselvatichita le
morde una mano. Un urlo disumano si alza nel cielo seguito subito da
un:
- ANILALE! -
Tutti si voltano e la bionda, liberandosi da
lei, continua la sua avanzata furiosa, arrivata a destinazione si
piazza al centro del campo e grida puntando Tsubasa, il criminale:
-
EHI, TU! COMUNE ESSERE SEMPLICE UMANO, VIENI QUI! SI, PARLO A TE,
NUMERO 10 DA STRAPAZZO! - A quella chiamata, però, non
risponde solo l'interessata, ma anche il resto della squadra:
- Ce
l'hai con me, forse? - Dice un guardingo Tsubasa.
- Si, proprio
con te! Dico, come hai osato calciare una palla da basket?! -
-
Bè, con i piedi, mi pare! - Risponde il poveretto pensando
di
non aver fatto nessun reato, al che a lei va il sangue alla testa
più
di quanto non ce l'abbia già.
- Ma la conosci la differenza
tra una palla da basket e una da calcio? - E senza aspettare si gira
cercandone una, trovatala fra le mani di un allibito Wakabayashi
gliela prende rapidamente, poi le alza entrambe davanti alla faccia e
continua:
- Questa è una palla da basket e si usa SOLO con
le mani: ci si palleggia, ci si fanno i passaggi e ci si va a
canestro! NON viene MAI calciata con i piedi, perchè per
questo c'è la palla da calcio, che è questa!
CAPITO
ORA?! - Termina con aria spazientita. A questo punto il capitano
leggermente intimorito da quella matta urlante, risponde
immediatamente:
- Certo, certo, ho capito; la conoscevo già
la differenza, è solo che mi sfugge il motivo della tua
arrabbiatura! - In quel momento una voce proveniente da dietro di
loro interrompe Arashi che stava per sbranare il povero numero 10. E'
Mikako con tono alto ma assolutamente calmo e allegro:
- Però
è stato proprio un bel tiro, complimenti! Non pensi anche tu
Arashi? - L'intera squadra, a quelle insolite parole sparate in un
momento tanto critico, si volta e vede una ragazza dai capelli rossi
e con la faccia d'angelo; l'esatto opposto di quella che stava
urlando assomigliando ad un diavoletto. Solo in quel momento si
rendono conto del contrasto dei capelli e degli occhi coi lineamenti
chiaramente eurasiatici. Non sono comuni tipe così, non per
la
bellezza che in fin dei conti è relativa, non sono miss
mondo,
ma per l’insolito aspetto. Mentre la osservano avvicinarsi ad
Arashi, la benedicono mentalmente: avevano proprio temuto il
peggio.
- Pezzo d'imbecille, cosa credevi di fare, eh? - Le dice
Mikako con sguardo severo.
- Bè, non sei mica mia madre,
se io decido di venire a dir di tutto a dei perfetti sconosciuti che
si rivelano ignoranti ed cafoni, sono liberissima di farlo e tu non
hai diritto di fermarmi. Per ulteriori spiegazioni rivolgiti al mio
avvocato! - Questo lo spara tutto d'un fiato, Mikako sta per
ribattere quando Hyuga si piazza davanti ad Arashi e dice con tono
seccato tendente all'arrabbiato:
- Senti bella, chi ti credi di
essere per venire qui, interromperci nel bel mezzo degli allenamenti,
gridare di tutto al nostro capitano ed infine insultarci
così?
Ma lo sai che sei fra dei civili? -
- Senti tesoro, io sono nata
libera e per tanto posso dire quello che ritengo giusto. Non
sarà
di certo uno sbruffone come te a dirmi quello che devo fare!
COMPRENDI? - Di primo impatto verrebbe da dire ‘da che
pulpito’,
ma il ragazzo, ferito nel suo orgoglio, risponde:
- Tesoro lo dici
a tua mamma che ti ha fatto nascere libera, e dato che lo sei
tornatene di tua spontanea volontà ai tuoi insulsi
allenamenti! E NON ROMPERE I COGLIONI A NESSUNO! - Gli occhi di
Arashi da verdi diventano di un grigio spaventoso, come la sua
espressione che viene attraversata da un lampo pericoloso.
Con uno
scatto scaglia le due palle che ha in mano in modo da farle finire
una fra le braccia di Mikako (quella da basket) e l'altra fra quelle
di Genzo (quella da calcio). Gli sguardi allbiti non si sprecano!
A
tutto ciò segue un:
- STRONZO! - E un pugno colpisce
l'occhio di Hiyuga facendolo quasi cadere a terra per la sorpresa.
Ora, nota chiarificatrice: la ragazza dal caratteraccio non riesce a
far vacillare un colosso come la tigre per la forza non molto
femminile che essa ha, ma bensì per il gesto
inaspettato…
nessuno avrebbe previsto una reazione del genere da una mezza
Giapponese… che fosse una yankee? Si spiegherebbero molte
cose,
anche il colore dei capelli e degli occhi.
Le facce dei ragazzi
impallidiscono violentemente: tutti fanno un passo indietro tranne
uno.
La reazione di Hiyuga non si fa attendere, infatti sta per
colpirla a sua volta quando una mano afferra saldamente il pugno
già
chiuso: è Genzo, l'unico ad aver mantenuto il suo solito
sangue freddo.
La palla cade a terra, il cappellino calato sugli
occhi, il viso rivolto verso il basso nasconde la sua espressione, la
mano libera è sprofondata nella tasca dei pantaloni
d’allenamento e i muscoli visibili sono tesi e non
indifferenti.
È
solo la sua solita posizione.
Hyuga sposta lo sguardo su di lui
senza mutare l'espressione alterata. ”Non
posso accettarlo: colpito da una ragazza! NO!”
A
quel punto Jun Misugi si fa largo posizionandosi vicino al portiere,
poi dice in tono calmo, di superiorità, di sfida, quasi,
tipici suoi:
- Kojiro Hyuga, hai forse intenzione di colpire una
ragazza? - Questi lo guarda incazzandosi sempre di più, la
tensione è salita in campo ma la situazione che sarebbe
potuta
diventare più critica viene presto risolta, come sempre, dal
capitano: Tsubasa, piazzatosi in mezzo ad Arashi e Hiyuga con uno
sguardo estremamente serio e un tono che non ammette repliche, dice
guardando negli occhi il ragazzo dall'invidiabile abbronzatura:
-
Ok, adesso basta! Genzo, mollalo pure. Hyuga datti una calmata, come
ha detto Misugi non è il caso di picchiare una ragazza e
soprattutto non intrometterti più in questioni stupide come
queste! - Poi voltandosi verso Arashi: - E a te chiedo scusa se in
qualche modo ho offeso te o il tuo sport. Spero che questo sciocco
episodio non significhi niente e che riusciremo a diventare tutti
amici! - Infine voltandosi verso gli altri: - E CON QUESTO
RIPRENDIAMO GLI ALLENAMENTI! DI CORSA! -
Tsubasa
normalmente è un pacifista amico di tutti, tiene alla
serenità
del gruppo e per evitare spiacevoli episodi a volte toglie anche la
sua ‘maschera’ di eterno bravo ragazzo felice del
mondo.
Hyuga
sputa a terra, poi si gira e si allontana, pian piano anche il
restodella squadra torna all'attività di poco prima
lamentandosi che il divertimento sia già finito.
Prima
di andarsene, Mikako si sofferma con l'intenzione di fermare Tsubasa
e chiedergli scusa del trambusto, peccato che al posto del capitano
della Nazionale si imbatte in Misaki!
- Devo farti i miei
complimenti: ho visto la presa di prima, quando hai afferrato la
palla tirata da Tsubasa. L'hai presa con fermezza senza
indietreggiare di un passo: solo Genzo ci riesce, ormai! - Mikako
presa alla sprovvista da quella visione celestiale così
improvvisa che sembra averla cercata di proposito, rimane a guardarlo
con espressione da pesce lesso, poi ringraziando il cielo si riprende
in fretta e risponde sorridente nello stesso modo del ragazzo:
-
Grazie, ma anche tu hai un buon tiro, sai? E' da un po' che ti seguo,
mi piace il tuo modo di giocare, la tua intesa con Tsubasa Ozora... -
- Ma sai che anch'io ti conosco? Si, perchè è da
un
po' che ti seguo, un giorno ho letto un articolo su una tua partita
e così quando mi capitava ho iniziato ad
osservarti… ora so
un po’ di cose su di te. Sei Mikako Derwent, e conosco anche
la tua
amica. Siete famose nel mondo del basket; tutti sanno chi è
Arashi Derwent, il suo nome nel basket è famoso quanto
quello
di Tsubasa nel calcio. Siete cugine e avete origini Europee,
Irlandesi per la precisione. Il tuo ruolo è seconda guardia
e
lei è il playmaker, nonché capitano della
Nazionale
Giovanile. Insieme formate la coppia d'oro del basket femminile.
Inoltre due dei vostri fratelli lo sono del basket maschile: Hitonari
e Akane Derwent. Gli altri vostri fratelli sono molto conosciuti
negli altri sport, due dei quali nel mondo della musica: Raphael e
Mikael Derwent. In generale anche tutta la vostra famiglia è
famosa sia nello sport che nell'arte. Ho sbagliato qualcosa? -
Termina Taro sorridendo. Lei inizialmente rimane a bocca aperta, alla
faccia del ‘sapere qualcosa su di lei’…
sa quasi vita morte e
miracoli!
Sorride
deliziata dopo un primo momento di stupore, quindi per non essere da
meno ribatte:
- E tu sei Taro Misaki, centrocampista e numero 11
della Nazionale Giovanile di Calcio, perfetto in tutto quello che
fai, grande senso del gioco, tecnica pulita e magnifica. Tu e tuo
padre girate il mondo a causa del suo lavoro: pittore. È
anche
per questo che hai un gioco così particolare, hai preso e
fatto tue le varie tecniche degli altri paesi. Il numero 10
è
il famoso Tsubasa Ozora registra della Nazionale, anche lui grande
promessa del calcio, gioco impeccabile e, soprattutto, come per te,
si vede che amate il calcio; tu e lui formate la mitica ed
insuperabile coppia d'oro del calcio giovanile. Quello che ora sta di
fronte ad Arashi è il numero 1, il Super Grate Goal Keeper:
il
famoso ed imbattibile portiere la cui tecnica è stata
raffinata in Europa e precisamente in Germania, è il mitico
Genzo Wakabayashi. Quello che ha ricevuto il pugno è Kojiro
Hyuga, numero 9 e attaccante, nonché attaccabrighe della
Nazionale Giovanile e capitano del Toho. Gioca sempre di
potenza.
Quello che prima ha chiesto se voleva picchiare una
ragazza è Jun Misugi: centrocampista e regista insieme a
Tsubasa, capitano della Musashi, grande genio del calcio e aiuto
allenatore. E' soprannominato Principe del Calcio e Campione di Vetro
per via della sua malattia cardiaca.
Quel ragazzo là è
Hikaru Matsuyama: numero 12 e difensore, capitano della Furano, uno
dei migliori per controllo di palla e ottimo regista
all'occorrenza.
Poi ci sono i gemelli Tachibana, Jito, Sano,
Sawada, Wakashimatsu... -
E la litania continua con il resto dei
componenti della nazionale!
Da
rimanere senza parole... se lui sapeva qualcosa sulla rossa, lei si
può sicuramente dire che ha fatto una vera e propria tesi di
laurea!
Nel
frattempo Genzo si è posizionato di fronte ad Arashi e la
sta
fissando con occhi seri, indecifrabili. Improvvisamente cambia e si
trasforma in uno sguardo di sfida, non certo rivolto a lei, quello
è
semplicemente il suo modo di fare, è sempre così.
Si
decide a togliersi il cappellino lasciando liberi dei bellissimi
capelli neri e mossi e rivelando un incredibile sguardo altrettanto
nero e profondo. "Wow!
che occhi verdi!! "
Pensa lui guardandola.
A quel punto alla ragazza viene un colpo e
il suo cuore smette quasi di battere: "E'
lui! Questa visione celestiale è la stessa del sogno! Ma
quale
sarà la sua identità? Effettivamente mi pare di
averlo
già visto, il suo volto non mi è affatto nuovo...
mm..."
-
Complimenti, hai carattere e spirito combattivo da vendere; proprio
come quando giochi! Sei
Arashi Derwent, vero? - Le
dice il bel portiere con voce di chi sa il fatto suo. Lei, rimanendo
di stucco, risponde con un filo di voce:
- S-si ma... tu come fai
a ... -
- A conoscerti? Non avevo mai avuto modo di vederti bene
in viso, non seguo molto il basket, ma sei famosa nel tuo sport, sai?
Se nel calcio si parla sempre di Tsubasa e di me, nel basket si parla
sempre di te e della tua compagna e cugina... non lo sapevi? - Chiede
con stupore. Arashi rimasta senza parole non si ferma e preferisce
aprire la bocca senza sapere cosa ne sarebbe uscito:
- Davvero? Ma
chi è Tsubasa? E soprattutto chi sei tu? - "Possibile
che non ci conosca con tutta la pubblicità che ci fanno i
giornalisti? Che strana ragazza! Ovunque andiamo ci riconoscono
sempre tutti, invece lei no."
Mentre
Genzo la guarda sempre più sorpreso, lei rimane incantata
davanti a quella visione celestiale che le sta per rivelare la tanto
attesa identità:
- Dunque, Tsubasa è il numero 10,
quello che hai insultato prima perché aveva calciato la
palla.
Io sono Genzo Wakabayashi: portiere e numero 1 della Nazionale di
Calcio... ma davvero non conoscevi nessuno? Fanno a tutti una testa
così con la storia che siamo il nuovo futuro del calcio
giapponese... ma tu veramente non... -
Arashi in adorazione
risponde distrattamente:
- No... cioè, io non seguo
televisione, giornali e robe varie, perciò sono sempre
disinformata. È Mikako quella che sa tutto su tutti...
-
Genzo, aggrottando la fronte, pensa sempre più
disorientato: "Questa
ragazza mi sfugge... non riesco ad inquadrarla! "
Come invece è solito fare con chiunque.
In suo aiuto arriva
Mikako che notando il rossore e lo sguardo perso dell'amica, capisce
subito cosa le stia succedendo e decide di portarla via prima che
combini qualcos'altro.
Agitandole una mano davanti al viso,
dice:
-Arashi... ci sei? Se mi senti batti un colpo! -
Al
suo silenzio pensa sconsolata: "Secondo me non sa neanche di
essere su questa Terra, ora... deve essere persa negli occhioni neri
di Wakabayashi! Meglio trascinarla via di forza, è
completamente andata!"
Mentre lei decide il da farsi,
Genzo è tornato serio ed ha ripreso a guardare Arashi.
-
Ok, allora noi andiamo, abbiamo disturbato abbastanza per oggi!
Scusala, è un po' particolare... cerca di capirla! Ti
salutiamo, Wakabayashi! - E detto questo prende per le spalle un
Arashi ancora assente e la conduce nel loro campo insieme alla loro
palla.
Il portiere continua a seguirla con gli occhi constatando
quanto siano belli quei lunghi riccioli biondi raccolti in una coda e
quanto sia ancora più bello il suo fondoschiena sul quale si
sofferma particolarmente con uno strano sorrisetto dipinto sulle
labbra.
- Capisco che il sedere di quella ragazza sia più
interessante degli allenamenti, ma cerca di sopportare e di tornare
fra noi al più presto, Wakabayashi! -
Questa frecciatina
viene da Matsuyama, il quale avendo osservato tutta la scena da
lontano gli dà una pacca amichevole sulla schiena e una
strizzatina d'occhio maliziosa per poi tornare fra gli altri ad
allenarsi.
Genzo, per nulla imbarazzato e con un sorrisetto
malizioso, si mette nuovamente il cappellino in testa calandoselo con
un gesto secco, infine prende la palla che aveva lasciato cadere
prima e si dirige verso la porta.
Tornando
alle 2 ragazze, vediamo Mikako alle prese con Arashi che, svegliatasi
dallo stato catatonico in cui si trovava, ha cominciato a parlare
come un fiume in piena dicendo che quel ragazzo, Genzo Wakabayashi,
il portiere della Nazionale di Calcio, è il ragazzo dei suoi
sogni, letteralmente!
L’ha
trovato e a lei non pare vero.
- Ma ti fermi un momento? Voglio
dirti che finalmente ho parlato con Taro Misaki e ho scoperto che
anche lui mi segue da tempo: ha detto che gli piaccio come
giocatrice... non è magnifico? Ora devo solo far
sì
che io gli piaccia personalmente poi sono a posto! - sorvolando su
ciò che intende con ‘a posto’.
- WOW! Sono contenta
per te! Ora che abbiamo tutte e due degli obiettivi precisi e
realizzabili dobbiamo metterci sotto! FORZA MIKA! - Forse la vede
come una partita facilissima da giocare...
Dopo un po' di silenzio
in cui Arashi aspetta invano la risposta dell'amica, dice
spazientita:
- Guarda che tu devi rispondere: forza Arashi! -
-
Ah, davvero? -
- Certo, su, avanti, io torno a dire "forza
Mika!" e tu rispondi "forza Arashi!" Pronta? -
- Se
ci tieni! -
Prendendolo per un si, la bionda grida:
- FORZA
MIKA! -
E la rossa alzando le spalle:
- FORZA ARA! -
Arashi
si gira e guardandola malissimo, ringhia:
- Come hai osato
storpiare il mio nome? Sai che lo odio! -
- Certo che lo so, l'ho
fatto apposta!! - Afferma col sorriso sulle labbra.
- Pezzo di
cretina! - Dice sempre ringhiando l'altra.
Proprio in quel momento
due palle da basket si schiantano sulle loro teste.
E' il loro
allenatore che, dopo essere tornato da una riunione, le trova in
disparte a confabulare allegramente.
- Come fate ad essere il
capitano e il vice della Nazionale se disertate sempre gli
allenamenti? - Chiede infervorato.
- Perchè siamo le più
brave della squadra e senza di noi sareste persi! Comunque, noi non
siamo niente confronto ai nostri fratelli, parlo di Akane e Hitonari,
loro sì che disertano sempre, altroché noi! -
Afferma
con gran faccia tosta il capitano in questione. Mikako prima che
possa continuare le tappo la bocca e dice fra i denti:
- E' meglio
tacere... guarda la sua faccia, è paonazzo! - Per un
miracolo
assurdo questa volta Arashi ascolta l'amica e tace.
- Ci scusi,
arriviamo subito mister! - Dice Mikako sfoderando uno dei suoi
irresistibili sorrisi maestosi e avviandosi in campo insieme alla
cugina.
Così
anche gli allenamenti mattutini finiscono e negli spogliatoi della
Nazionale Maschile di Calcio si fanno discussioni accese:
- Si può
sapere cosa ti è preso oggi con la Derwent? La stavi per
picchiare sul serio, vero? L'avresti fatto, ti conosco abbastanza!
Una ragazza per quanto aggressiva e offensiva sia, rimane sempre
tale. Stavi per passare il limite! - Afferma Genzo piuttosto
alterato.
- Parla il perfetto! Tu non ti saresti incazzato se una
così ti avesse dato un pugno insultandoti? E poi non ti devo
spiegazioni. Ti arrabbi così perchè ho offeso la
tua
bella? - Risponde un altrettanto infuriato Hyuga avvicinandosi
pericolosamente al portiere che, non da meno, lo prende per il
bavero.
- Fatti i cazzi tuoi anche tu, allora! Io mi arrabbio
quanto voglio e per tutti i motivi che voglio, capito?! - Senza
rendersi conto che era la stessa cosa che diceva la tigre.
- Oh!
Dunque ci ho azzeccato! Ti piace un'indiavolata come quella... che
gusti. Stai attento a non essere sbranato quando lo fate. -
STOCK!
Genzo, arrivato al limite, gli molla un pugno e, dal momento che fra
lui e Arashi c'è un po' di differenza di forza, Hyuga questa
volta finisce a terra. E' già il secondo di quella giornata
e
sempre nullo stesso punto: il risultato è un bell'occhio
nero
e gonfio su un Kojiro Hyuga alquanto accecato dalla rabbia.
Si
alza velocemente e gli ritorna il colpo sullo zigomo sinistro.
Genzo,
sempre più alterato, sta per reagire nuovamente, quando fra
di
loro si intromette Matsuyama, uno dei pochi in grado di fermare quei
due carro armati quando cominciano a litigare così. Guarda
prima l'uno poi l'altro con sguardo serio e determinato, poi dice
deciso:
- Io direi che è ora di smetterla! Sembrate due
bambini! E' possibile che l'unico modo che avete per parlare
è
di litigare e arrivare sempre alle mani? -
Genzo, tornando calmo
e riacquistando il suo leggendario sangue freddo, dice:
- Si,
scusa, non so cosa mi sia successo... anche tu Hyuga, non avevo il
diritto di accusarti così. - Termina quasi con sforzo non
essendo abituato a scusarsi con il ragazzo.
- Figurati... anch'io
ho esagerato alla fine... - Concede Kojiro un po' più calmo
anche lui.
Finite le scuse Hikaru sorride ad entrambi imitato dal
resto della squadra, non sarebbe stato dal capitano della Furano
permettere un litigio simile nella squadra. Sono sempre stati molto
affiatati, come Nazionale, anche se ovviamente i caratteri
esageratamente forti e irascibili di Wakabayashi e di Hyuga finiscono
spesso per scontrarsi, la cosa finisce ugualmente subito.
La
tensione si è sciolta ed ora tutti tornano a ridere e
scherzare come al solito.
/La
proposta!
Quella
sera stessa, dopo cena, i ragazzi di tutte le squadre si ritrovano
nell'enorme atrio dell'edificio per passare insieme la serata.
In
uno dei divanetti c'è un gruppetto di cui si è
già
fatta conoscenza, sono Tsubasa Ozora, Taro Misaki, Genzo Wakabayashi,
Jun Misugi, Hikaru Matsuyama, Kojiro Hiyuga con un occhio nero
insieme alle tre manager della squadra: Sanae, Yayoi e
Yoshiko.
Parlando di quella prima giornata di ritiro sono arrivati
ad Arashi e Mikako Derwent e Taro col suo solito tono calmo
accompagnato da un radioso sorriso, sta dicendo:
- Sono proprio
contento di aver parlato con Mikako Derwent... speravo proprio di
conoscerla di persona, ma non immaginavo che sarebbe successo
già
il primo giorno. Meglio così! - Taro non è mai
stato un
tipo che si sbottona facilmente e probabilmente questa era solo stata
una riflessione detta a fior di labbra.
- Però... che tipa
la sua amica! Non era Arashi Derwent? All'inizio non sapevo come
reagire... - Ribette Tsubasa, percorso da un brivido al solo
ricordo.
- E' vero, come carattere è meglio la rossa... non
le sopporto quelle così impossibili! - Sbotta seccato il
ragazzo dalla pelle abbronzata e i capelli lunghi ancora umidi per la
doccia. "Senti
chi parla!"
Pensano all'unisono tutti gli altri con un gran gocciolone sulla
testa.
- Bè, ma ammetterai che è comunque carina...
ha due occhi particolari: all'inizio non si capiva se erano verdi,
grigi o cosa, poi quando ti ha picchiato sono diventati grigio cupo,
alla fine erano verde chiaro... non ho mai visto niente di simile! -
Termina Jun con tono di ammirazione. È l’unico in
grado di
notare simili particolari senza risultare un maniaco per questo.
-
Ma neanche il suo fondoschiena non è male, vero Genzo? -
Chiede Hikaru con un ghigno malefico rivolto al portiere impassibile,
lui sì che sembra un maniaco, invece, dicendo una cosa
simile!
- Vi ricordo che siete già impegnati... - Risponde
il ragazzo chiamato in causa cercando di rigirarsi la frittata a suo
favore.
- Non cambiare discorso! - Dice prontamente l'amico con un
mezzo ghignetto divertito: riuscire a mettere Genzo in imbarazzo
è
qualcosa di unico e imperdibile.
- E tu non dire sciocchezze sui
sederi delle altre ragazze. Come ha detto lui, hai una ragazza, che
sono io! - Dice Yoshiko in tono mezzo offeso e mezzo arrabbiato
mentre gli da un forte pizzicotto sul suo, di sedere.
- AHI! -
Esclama il ragazzo massaggiandoselo, per riparare dice con sorriso
furbesco:
- Ma ormai dovresti sapere che il mio preferito è
il tuo! -
- Che faccia da schiaffi! - Risponde arrossendo; allora
lui l'abbraccia e la bacia teneramente in una scena super romantica
con mille cuoricini intorno che fa quasi svenire dalla nausa Hyuga.
-
E tu che hai da dire in tua discolpa? - Fa Yayoi a Jun. Lui
attirandola a sé con uno dei suoi sorrisi irresistibili,
nulla
a che vedere con Tsubasa timidissimo in queste cose, risponde:
-
E' sottinteso che nessuno può battere i tuoi occhioni nero
intenso! - E senza lasciarle tempo per rispondere la bacia
appassionatamente. I cuoricini rosa aumentano di un gran
numero…
come la nausea della tigre.
- Allora, che aspetti? Vuoi essere da
meno di Hikaru e Jun? - Afferma Sanae a Tsubasa. La ragazza
è
sempre stata molto più sveglia del neo fidanzato, specie nel
settore ‘amore’ dove lui si è rivelato
piuttosto ingenuo.
Da quando ha capito di amare la mora ha compreso un paio di cose che
gli sfuggivano sempre, ma ne ha ancora di strada da fare.
Così
anche ora è Sanae a prendere l’iniziativa
lasciando poca
scelta al moroso che se avesse potuto decidere, l’avrebbe
certamente baciata, ma mai e poi mai davanti a tutti. Ora i cuoricini
sono decisamente di più… non ci si può
nemmeno
muovere... e il malessere dell'attaccante arriva al
culmine!
Ovviamente i ragazzi rimasti, fra i quali Genzo,
imbarazzati a loro volta dalla scena sdolcinata, distolgono lo
sguardo e guardandosi intorno vengono attirati da due figure che
parlano in fondo alla sala.
Sono Mikako ed Arashi.
Lo sguardo
di un certo tenebroso portiere si sofferma su quest'ultima
studiandola accuratamente; la può osservare in pace e i suoi
occhi scuri si soffermano, per una volta, sul viso dai tratti
orientali che è di un grazioso color rosso acceso per il
primo
sole che ha preso oggi agli allenamenti. Si capisce subito che ha
origini occidentali, nordiche per la precisione. Da quel che ha
sentito dai discorsi di Taro, parla solo con lui e con Tsubasa di
certe cose, ha capito che dovrebbero essere tipo irlandesi.
I suoi
morbidi riccioli biondi sono sciolti e le incorniciano il viso
rotondo in modo affascinante; Genzo si ritrova a pensare a come le
stiano bene in questo modo dal momento che li ha visti solo legati.
Un contrasto incredibile. Non c’è bisogno di dire
che quel
biondo spicca fra tutte le teste scure presenti in sala, si nota se
non altro per quello, oltre che per il suo carattere e le sue doti
cestistiche.
Continuando la sua esplorazione osservativa, constata
che il naso non è proprio dritto e piccolo, ma non la
imbruttisce dal momento che l'attenzione viene attirata dalla bocca
carnosa e ben disegnata.
Sta sorridendo ora e lo sguardo le si è
illuminato, gli occhi le brillano.
Indossa una lunga maglietta
nera che le copre i corti pantaloncini mostrando due gambe affusolate
ed atletiche.
Sta bene vestita di nero.
La sua contemplazione
viene interrotta da loro due che che improvvisamente si girano verso
di loro e proprio lei comincia a sbracciarsi urlando:
- CIAO
RAGAZZI DI CALCIO! -
Vedendo che tutti si sono voltati a guardare
prima Arashi e poi loro con sguardi interrogativi, Hyuga dice fra i
denti:
- Lo dicevo, io, che è fuori di testa! E come se non
bastasse sta venendo qua! -
Nel frattempo Arashi notando l'amica
ferma al punto di prima, si ferma e la guarda. È di spalle
con la faccia coperta da una mano e sta imprecando sottovoce per la
figuraccia che le sta facendo fare e che cerca disperatamente di
evitare.
- Mikako, che fai? Non vieni dal tuo Misaki? - Dice col
suo solito tono di voce alto, non ricevendo risposta (ma solo
maledizioni) torna da lei e afferratala per un polso la trascina con
sé dai ragazzi. Nella sua mente un po' strana ormai sono
diventati tutti amici, dopo quella mattina!
- Ciao, come va,
gente? A me super-bene! - Saluta Arashi di buon umore per aver potuto
giocare a basket così tanto.
Hiyuga maliziosamente
risponde:
- Ah, si? E come mai? Dopo di me sei riuscita a
PICCHIARE qualcuno che non ha avuto la forza, o il coraggio, di
reagire? -
Arashi con uno dei suoi sguardi assassini ribatte:
-
No, ma se vuoi rimedio adesso! -
- Avanti, dateci un taglio voi
due! - Dice spazientito Jun dividendoli prima che riprendano a
sbranarsi.
Taro continuando il discorso interrotto, risponde alla
domanda di prima:
- Bene, a noi va bene! E a te Derwent, come è
andato questo primo giorno di ritiro? - Chiede rivolto alla rossa
lasciando la bionda occupata dai suoi scleri incazzosi.
- Oh, a me
benissimo, grazie Misaki! - Dice la ragazza sorridendo.
- Sono
contento, ma chiamami per nome. - Afferma l'altro convincente, vuole
cercare di instaurare il prima possibile un buon rapporto.
- Si,
non fatevi problemi, chiamiamoci tutti per nome, va bene? - Fa
Tsubasa calmo per andare in aiuto all'amico. Mikako piacevolmente
colpita dalla volontà di diventare amici, risponde gentile
ed
in cuor suo contenta:
-
Va bene ma anche voi chiamateci per nome altrimenti qua non ci
capiamo, siamo Derwent tutte e due… -
A
questo punto si aggiunge anche Arashi con la sua solita
spontaneità:
- Volentieri, ma se li sapessi sarebbe
meglio... me li dite? -
- Sei un caso disperato, Arashi! Come fai
a non saperli? Li conoscono tutti, come tutti conoscono il nostro,
modestia a parte! - Sospira Mikako sconsolata. Stando con lei finisce
sempre in qualche modo per fare qualche brutta figura; l'amica
sentitasi ingiustamente rimproverata risponde seccata:
- Perchè
tu li conosci? Ah già, dimenticavo che tu sai sempre tutto!
-
- Come sei permalosa! Comunque loro sono Tsubasa, Jun, Hikaru
con le rispettive fidanzate: Sanae, Yayoi e Yoshiko, che sono in
ritiro in qualità di manager; lui è Taro, lui
Kojiro e
lui Genzo. Come vedi io li conosco, i loro nomi! - Dice Mikako
assumendo la sua aria da 'so tutto io'.
- Ma tu sei un mostro
d'informazioni. Neanche fossi una giornalista! - Ringhia Arashi
vedendo che gli conosceva davvero i loro nomi, sentitasi punta sul
vivo si chiude in un ostinato mutismo mettendo il broncio. Detesta
quando la tratta da mentecatta e poi dimostra che ha anche ragione!
Rimane
in silenzio per un po'... un po' che è decisamente breve
visto
che nel giro di un istante si annoia e preferisce tornare nei
discorsi cambiando argomento:
- Sapete, oggi pomeriggio ho
osservato un po' i vostri allenamenti e per quello che ho visto siete
molto bravi, mi piace il vostro modo di giocare, inoltre siete molto
affiatati. COMPLIMENTI! -
Hyuga, che non riesce a starsene zitto
quando parla lei, ribatte acidamente:
- Perchè, TU capisci
QUALCOSA, di calcio? Una svampita come te che a momenti non sa
neanche il suo, di nome, sa apprezzare il talento dei calciatori? Io
credevo che fossi brava solo a basket, a picchiare e ad insultare gli
altri! - "Odioso!"
Gli occhi di Arashi diventano grigi, la sua espressione estremamente
minacciosa e a pugni stretti risponde:
- DATO CHE LA PENSI COSI',
TI SFIDO A UNA PARTITA DI CALCIO! Vi divido in due squadre da quattro
giocatori e tu perderai! Farò queste squadre in base alle
caratteristiche che penso voi abbiate e all'idea che mi sono fatta di
voi guardandovi oggi. Io mi metterò dalla parte di quella
che
ti vedrà avversario. Vedrai che vincerà il mio
talento
di osservatrice.
Io
ne capisco di calcio… basta che sia sport e sono
infallibile! Avrò
ragione io e tu dovrai scusarti con me! -
Tutti rimangono di sasso
sentendo quell'insolita sfida sparata d’improvviso tutta
d’un
fiato e, pensando che di solito è Hyiuga a lanciarle, si
voltano incuriositi a sentire la sua risposta; non si fa attendere:
-
Era una domanda o un'affermazione, questa? Comunque accetto, e dico
che contro chiunque tu mi metterai io vincerò e sarai tu a
dovermi chiedere scusa e ad umiliarti! AH AH AH! - Tipica risposta di
Hiyuga!
È
chiaro che fra i due uno umile non ce n’è nemmeno
a
cercarlo con il lumicino: entrambi megalomani, egocentrici e
narcisisti. Odiano essere presi per il fondoschiena da chiunque,
figurarsi essere sminuiti così dal primo che capita. Proprio
come cane e gatto: non riflettono e non attivano mai neuroni! "E'
incredibile! Non si è mai vista una ragazza che sfida un
ragazzo... e neanche che lo picchia. Invece lei lo ha fatto senza
pensarci un attimo! Comincia
a piacermi, Arashi!"
Pensa
Genzo stupito senza mutare la sua espressione seriosa e concentrata.
Non si perde mai in fronzoli o false ammissioni, capisce subito ed
ammette quel che prova.
I
pensieri di Mikako, invece, sono tutt'altro che positivi:
"Imbecille!
Cretina! Incosciente! Impulsiva! Testa calda! Scontrosa! Permalosa!" E la lista continua finchè Misaki non
la interrompe
avvicinandolesi:
- Tua cugina è un portento! Se fosse stato
chiunque altro a parlare così a Hyuga ora non ci sarebbe
più.
Poi la sfida sembra divertente. -
- Massì, prendiamolo per
un passatempo insolito! - Risponde ricredendosi Mikako solo per aver
parlato col suo amore.
- Le squadre saranno: Tsubasa, Taro, Jun,
Genzo contro Kojiro, Hikaru, quel piccoletto N°15 e il secondo
portiere! Io capitanerò quella di Tsubasa! Tutto chiaro? Una
precisazione: Hikaru e gli altri due mi stanno simpatici ma ho dovuto
fare così, quindi non pensate male! - Afferma Arashi con lo
stesso tono di comando di prima.
- Suppongo che il N° 15 sia
Takeshi e il secondo portiere Wakashimatsu! - Traduce per tutti
Tsubasa con pazienza mista a divertimento. La cosa tutto sommato non
gli dispiace, risulterà un buon allenamento.
- Molto bene:
io capitanerò la squadra di Kojiro, allora! - Ribatte Mikako
allegramente con l'intenzione di andare contro ad Arashi per puro
divertimento. Lei risponde col broncio:
- Scommetto che lo fai per
puro spirito di contraddizione nei miei confronti! -
- Ovvio, no?
Vedrai che perderai, Ara! -
- Non chiamarmi ARA! - Ringhia la
ragazza offesa, cosa che non sfugge al malefico Hyuga che, prendendo
la palla al balzo, dice ghignando:
- OH-OH! Guarda guarda! Quindi
non gradisci che ti chiamino 'Ara', giusto? -
- No, e se lo fai ti
ammazzo, non mi limito a darti un pugno, CAPITO?! - Sbraita
Arashi. "Che
tonta! Se faceva l'indifferente non avrebbe avuto problemi. E'
proprio senza speranze!" Pensa Mikako sospirando e scuotendo la testa.
Senza rispondere
Hiyuga si gira e fa per andarsene poi con una certa soddisfazione
interiore si ferma, volta la testa e con un ghigno sadico dei suoi
dice:
- Allora ci vediamo domani alla sfida... ciao Ara!
- Infine se ne va velocemente senza darle il tempo di rispondere.
Quando è in cima alle scale arriva, a scoppio ritardato, la
risposta della ragazza: un urlo terribile di rabbia si leva
nell'edificio nel quale si distingue chiaramente un nome:
-
HYIUGA! - Nella sala tutti si tappano gli orecchi ammutolendo
all'istante e con un certo timore per la propria vita, si voltano
verso la direzione di quell'urlo disumano distinguendo una strana
ragazza dai tratti orientali ma con i capelli ricci e biondi e uno
strano color verde in viso.
Un'altra ragazza, più normale,
sempre con tratti orientali e capelli ricci ma questa volta rossi e
gli occhi azzurri (ancor meno frequenti in giappone rispetto a quelli
verdi), dice sorridendo:
- Piacere gente, io sono Mikako e questa
pazza urlante è Arashi. Siamo le cugine Derwent. Quell'urlo
era il suo modo per farsi conoscere e per far sapere a tutti che
è
molto contenta di essere qui! - Detto ciò si gira e continua
a
fare quello che stava facendo prima, cioè ammirare la
bellezza
di Taro Misaki! "E'
una ragazza che lascia senza parole!" Pensa allibito Taro di Mikako.
Dopo lo sfogo Arashi si accorge di
essere osservata da Genzo e diventa rossa come un pomodoro maturo
cadendo, così, in uno dei suoi stati catatonici.
La serata
finisce in questo modo: con tutti che guardano allibiti e stralunati
Arashi e Arashi che guarda imbambolata e adorante Genzo.
Quella
sera il ragazzo torna a sognarla e nel bel mezzo della notte si
sveglia gridando:
- AH! HO CAPITO CHI E'! ARASHI DERWENT! ERA LEI
QUELLA CHE SOGNAVO ULTIMAMENTE! - Tsubasa e Taro, in camera con lui,
gli tirano il cuscino e girandosi dall'altra parte tornano a dormire
imprecando contro il loro amico che inizialmente rimane disorientato
ma dopo due minuti alza le spalle e torna a dormire.
/La
cronaca della sfida!/
L'indomani
mattina, nel campo da calcio della Nazionale Giovanile Maschile di
Calcio, i giocatori si stanno preparando alla sfida.
Sanae arbitra
la partita e Arashi e Mikako, prima di far andare i propri ragazzi ai
posti di combattimento, stanno dicendo loro due parole di
incoraggiamento.
Mikako:
- Forza Kojiro, dai una lezione ad
Arashi e vinci. E voi, miraccomando... concentrati e tosti, fate loro
vedere che non siete secondi a nessuno! Andate e vincete! -
Arashi:
-
Tsubasa fai bellissimi goal e fai quello che sai fare meglio: giocare
a calcio. Taro segui e sostieni Tsubasa e andate in rete. Jun: tu sei
già perfetto così. Genzo... -
A questo punto la
ragazza arrossisce ma ad un intervento di Hyiuga che dice:
- Tanto
è tutto inutile, vincerò io e tu verrai umiliata!
AHAHAH! - le fa tornare lo spirito combattivo. "Stronzo!"
Pensa
e accecata dalla rabbia, con una mano mostra il dito medio
all'antipatico ragazzo e con l'altra afferra Genzo per la maglietta e
dice in tono basso e minaccioso avvicinando il viso al suo:
- Se
ti fai segnare solo l'ombra di un goal ti uccido con le mie mani nel
modo più doloroso che esista! Comprendi? -
- Certo, sta
tranquilla. Nessuno può segnarmi! - Dice un po' convinto
davvero e un po' costretto dal minaccioso sguardo che promette morte
imminente alla minima indecisione.
- SE NON VINCETE VI AMMAZZO,
LO GIURO! - finisce gridando poco rincuorante, tutta l'opposto della
dolce e comprensiva cugina.
Mentre vanno a posizionarsi, gli otto
ragazzi pensano storditi: "Ma
guarda queste due... le abbiamo conosciute appena ieri e senti
già
come ci parlano. Sono proprio assurde!"
Si
sono tutti piazzati secondo le direttive delle loro 'capitane': tutti
si occupano della difesa mentre per l'attacco Tsubasa e Hikaru fanno
i registi mentre Taro, Jun, Takeshi e Kojiro sono le punte.
Ovviamente all'occorrenza avanzano con gli altri.
La monetina ha
attribuito il calcio d'inizio alla squadra di Arashi.
Sanae dà
il fischio d'inizio e Taro tocca per Tsubasa che comincia ad
avanzare.
Vedendo Hyiuga arrivare su di lui si prepara a passare a
Taro, ma proprio in quel momento arriva Hikaru in scivolata che gli
porta via la palla e sempre da terra passa a Kojiro, poi si rialza e
con sguardo concentrato grida:
- SAWADA, SEGUI L'AZIONE CON HYUGA!
-
Intanto gli altri ragazzi, tornati veloci in difesa, cercano di
ostacolare la tigre che passa la palla al compagno il quale non
riesce a sentire in tempo l'avvertimento di Hikaru, che grida:
-
ATTENTO A JUN! -
Infatti è proprio quest'ultimo che
anticipa il passaggio.
Una volta in possesso di palla avanza
brevemente, poi prima che Takeshi da dietro e Hikaru da davanti gli
prendano la palla, effettua un traversone destinato a Tsubasa che
stoppa di petto e passa a Taro prima dell'intervento di
Kojiro.
Takeshi, fronteggia Taro e dopo un breve duello,
quest'ultimo ha la meglio e su indicazione di Tsubasa passa a Jun ben
piazzato.
Tenta la conclusione al volo senza prima bloccarla.
Il
tiro è potente e ad effetto ma Ken riesce a respingere di
pugno per un pelo.
La palla si dirige verso Taro e Takeshi, i due
saltano e la colpiscono di testa nel medesimo istante, la sfera
finisce da Jun raggiunto da Hyuga; il ragazzo, girando su sé
stesso disorienta l'avversario e passa veloce di tacco verso Tsubasa;
questo tira contrastato da Huikaru.
Al tocco potente dei due la
palla si impenna.
Tsubasa salta precedendo l'altro sbilanciato e
prima di tirare di rovesciata cerca Taro con gli occhi, una volta
trovato spara una bordata diretta all'angolo destro della porta.
Ken
si butta nella direzione non notando il tuffo improvviso di Misaki;
quest'ultimo colpendo di testa insacca nell'altro lato della rete.
-
GOAL! - Grida Arashi saltando da bordo campo.
Splendida azione: su
passaggio di tacco di Jun, Tsubasa vince un contrasto con Hikaru ed
effettua una rovesciata verso la rete facendolo credere un tiro in
porta, ma poi Taro segna di testa lasciando Wakashimazu di stucco.
-
WHAH! GRANDE TARO! - Urla al colmo della felicità Mikako,
dimenticandosi di essere sua avversaria e perciò beccandosi
un'occhiataccia da Kojiro.
Intanto Arashi pensa soddisfatta: "AH
AH AH! Lo sapevo io! Avevo ragione! Quei tre insieme sono fortissimi
IO HO OCCHIO! Ma la reazione degli altri arriverà subito. I
miei ragazzi dovranno stare attenti!"
Come
previsto dalla ragazza l'attacco non si fa attendere.
Kojiro,
palla al piede e arrabbiato più che mai, sta correndo verso
la
porta senza intenzione di passare a nessuno. "Come
pensavo! Ora quello fa tutto da solo!"
Pensa
Mikako con molto istinto sui giocatori, è una brava
calcolatrice e le basta poco per inquadrare la gente, tuttavia non
sarebbe da lei mettersi ad urlare a bordo campo cose indicibili come
sua cugina.
Va su di lui Tsubasa, determinato a prendergli la
palla e mentre lo contrasta pensa: "Non
cambierà mai, come può pensare di riuscire a
segnare da
solo? È solo una partitella di allenamento, una sfida
quattro
contro quattro. Sicuramente pensa così. E sottovaluta!"
-
HYUGA QUA! SONO LIBERO! - Grida Matsuyama alla sua sinistra. Ma il
ragazzo continua imperterrito a voler fare di testa sua,
poiché
ognuno è marcato da qualcuno si rivela subito una mossa
difficile anche il passaggio... avrebbe dovuto farlo prima invece di
cercare il contrasto diretto.
- E ora voglio proprio vedere come
te la cavi! - Dice Arashi in tono bassa e un ghigno sul volto.
Dopo
un paio di scontri potenti fra i due la palla s'impenna per poi
tornare in mezzo, Tsubasa fa finta di cadere e Kojiro, credendo di
avere la meglio, fa per avanzare quando all'improvviso si trova
davanti la gamba del numero 10 che interviene con grande
abilità
e decisione sul pallone finito fra Jun ed Hikaru. È un
trucco
vecchio, uno dei primi che ha usato con il bel moro abbronzato,
eppure anche a distanza di anni a volte funziona.
- Interessante
scontro il loro... chissà chi vincerà. Non so
prevederlo, questa volta. Ma forse... - Dice Arashi con sguardo serio
e concentrato rivolto ai due nuovi possessori di palla.
Ed è
con lo stesso sguardo che Genzo li sta osservando contendersi la
palla.
Riflette.
Hanno tutti e due un gran controllo, infatti
ora Hikaru sta dando del filo da torcere a Jun, ma il ragazzo rimane
sempre superiore a tutti in quanto a tecnica, bravura, completezza e
senso del gioco.
E non solo in questo.
Lui è
semplicemente un giocatore completo.
Mentre la maggior parte degli
altri deve ancora portare a termine la loro maturazione, Jun no.
È
al massimo della sua forma
Sarebbe bello tornare a vedere lui e
Tsubasa a confronto, chissà come finirebbe.
Il loro ultimo
incontro risale alla stessa data del primo. "Quella
è stata una delle più famose e sofferte partite
della
Nankatsu.
Me la ricordo bene, ero venuto da Fujiswa per giocare la
finale dell'indomani e trovai in campo Tsubasa che giocava da
cani.
Ho capito subito che qualcosa lo turbava. poi quando l'ho
visto inginocchiarsi a terra in piena crisi non ci ho visto
più.
Lui,
un fuoriclasse, come poteva essere davvero finito?
Gettare via
tutto quanto?
Ridurre il suo calcio a questo?
Poi a me si sono
aggiunti Roberto, Sanae, Misaki e tutta la squadra.
Jun era ed è
molto forte, ma non ci si deve disperare per questo, rifiutare
scappando dalla realtà.
Si deve invece accettarela forza di
questo grande avversario e combattere con tutto sé stessi .
E
per fortuna l'ha capito.
Ti sei rialzato con quello sguardo
determinato che ti fa vincere sempre qualunque scontro. Li ammiro
molto tutti i compagni di nazionale, ma Tsubasa è ad ogni
modo
speciale. Lo è per tutti. Riesce ad infliggere delle lezioni
speciale a chiunque... perfino a Schneider... il che è tutto
da vedere!"
All'improvviso
Jun riesce ad impossessarsi della palla palleggiando di ginocchio
facendola finire dietro di sé, poi senza girarsi la colpisce
di tacco in modo da farla rimbalzare sopra le loro teste a campana.
Grazia, classe ed eleganza. Un vero Principe del calcio.
Infine
passando velocemente Hikaru disorientato da quella strana manovra, si
riprende la palla e comincia l'avanzata verso l'altra metà
campo.
Taro e Tsubasa scattano seguendolo nell'azione.
Da
dietro arriva in scivolata Takeshi cercando di prendere il pallone,
ma un avvertimento di Tsubasa permette a Jun di passare per un pelo a
Misaki che non avendo tempo e modo di continuare l'azione, spara un
lungo tiro parato prontamente da Ken, il quale rimette passando ad
Hyuga che scatta insieme agli altri.
Questa volta non fa tutto da
solo e su suggerimento di Hikaru effettua due triangolazioni
concludendo con il 'tiger shot'. È tornato nella
mentalità
di calciatore. È maturato con il primo mondiale e da allora
è
cresciuto sempre più moltissimo. Ha un gioco come al solito
aggressivo e di forza ma se deve sa assumere uno stile che comprende
alcune finte... anche se preferisce come al solito qualcosa di
diretto, più da lui.
Genzo, ancora prima che Kojiro spari
il bolide, si tuffa con sicurezza e agilità nella direzione
da
lui intuita e indovinata parando con grande fermezza e con entrambe
le mani. È un piacere vedere come para, come quel ragazzo
dai
muscoli ben scolpiti e il volto adulto si lascia andare a terra
allungandosi e facendo capriole per cadere bene senza farsi male.
È
come una pantera, uno spettacolo. Da desiderare che pari in
continuazione solo per vederlo in quelle mosse così sexy
secondo la bionda scatenata che lo guarda da bordo campo.
I suoi
occhi neri e profondi cercano all'istante quelli della tigre per
fargli capire che le parerà tutte, il messaggio arriva e
infatti Hyuga prima di voltarsi sputa a terra e dice a denti
stretti:
- La vedremo! -
L'urlo di gioia di Arashi lo distrae
un attimo.
- GRANDE PARATA, GENZO! EVVAI! -
Ma in men che non
si dica torna a concentrarsi sulla partita e sul pallone dal quale
non stacca più lo sguardo tenebroso. "Wow!
Mi piace un sacco Genzo quando ha quello sguardo e quegli occhi.
Ora
niente al mondo può deconcentrarlo.
E' incredibile come
intuisce tutti i movimenti degli avversari, è anche grazie a
questo che è diventato un grande portiere.
Certo, prima di
ieri non lo conoscevo, ma si capisce benissimo che lo è!
Come
ora: guarda che razza di parata sta facendo, saltando si è
allungato su tutta la facciata della porta per poi arrivare con un
tempismo perfetto sulla palla diventata subito parte di lui.
Era
un buon tiro quello di Hikaru, un rasoterra insidiosissimo, ma lui
l'ha preso lo stesso.
Ora sta fissando i suoi compagni con lo
sguardo di chi è sicuro di sé, e tutti, uno ad
uno,
stanno ricambiando con la medesima espressione.
Sono in gamba
questi ragazzi.
E Genzo primo fra tutti!"
Gli
attacchi delle due squadre si alternano veloci.
Ora siamo nel
secondo tempo e il risultato è sempre sull'1 a 0 per Tsubasa
e
compagni.
Sono ancora loro in questo momento in attacco e Jun
tenta la conclusione su cross del capitano, tuttavia il portiere con
una strana acrobazia riesce a pararlo per un pelo.
Il gioco quindi
si ferma un istante, Tsubasa e Taro si avvicinano a Jun.
Misaki
chiede con sguardo preoccupato posando una mano sul suo braccio:
-
Ehi, Jun, tutto a posto? Cominci ad avere una brutta cera, sai?
-
Misugi risponde con uno dei suoi sorrisi rassicuranti:
- Dai,
non c'è bisogno che vi preoccupiate. Sto bene. In una
partita
come questa non può di certo venirmi un attacco. Abbiamo
fatto
i minuti dei tempi ridotti apposta... e poi sta per finire, state
tranquilli! -
Jun è sempre Jun. Non sarebbe da lui
ammettere che è stanco o che qualcosa non va. Il calcio
è
effettivamente la sua vita, più di una volta l'avrebbe
rischiata totalmente pur di giocare la partita intera. Lui, il
principe del calcio, il campione di vetro, ha una malattia cardiaca
sin da quando era piccolo ma ora che l'ha quasi sconfitta si comporta
come se non avesse mai avuto nulla ed essendo già di
carattere
molto difficile oltre che riservato e sicuro di sé, chi lo
conosce bene sa come trattarlo. Tsubasa lo fissa serio per un lungo
momento guardandolo dritto negli occhi, poi mentre fa per andarsene
gli posa una mano all'altezza del cuore e in tono che non ammette
repliche dice:
- Anche se sei migliorato molto la tua malattia non
l'hai sconfitta del tutto, quindi non sottovalutare questo
allenamento e soprattutto il tuo cuore. Non ti chiedo di uscire, ma
non esagerare, ok? -
Jun sostenendo senza problemi il suo sguardo
risponde:
- Me lo chiedi in qualità di capitano? -
- No,
te lo chiedo in qualità di amico. -
A questa risposta Jun
risponde soddisfatto:
- In questo caso vorrà dire che mi
darò una controllata, ok? - Detto ciò Tsubasa
ricambia
il sorriso imitato subito da Taro, poi ognuno va a posizionarsi per
continuare il gioco che riprende con la rimessa di Wakashimazu e
l'attacco di Kojiro, Hikaru e Takeshi stranamente sorridenti.
-
FORZA RAGAZZI! FATE ALTRI GOL! - Urla Arashi al colmo della gioia
saltellando in piedi sulla panchina a bordo campo. Lei non sa nulla
dei retroscena vari, delle loro vite e delle scene importanti che li
hanno forgiati facendoli reagire in determinati modi, ma ugualmente
si sente istintivamente felice.
Genzo, dopo aver parato l'ennesima
bordata di Hyiuga, grida mentre rilancia la palla a Tsubasa:
-
Avanti, all'attacco! Non accontentiamoci di un misero 1 a 0! -
Un
'si' in perfetta sintonia gli arriva come risposta.
Tsubasa
facendo passaggi veloci con Taro ha permesso a Jun di piazzarsi bene
in area. Appena arrivano su di loro Hikaru e Takeshi, Taro passa a
Jun che stoppa e si prepara al tiro quando si trova Kojiro di fronte
che inizia a contrastarlo.
Il ragazzo prova con qualche finta ma
senza successo, allora Takeshi va in aiuto del compagno lasciando
così smarcato Taro che scatta inseguito subito da Hikaru.
L'azione distrae un attimo Kojiro e Jun ne approfitta, ma
giratosi si ritrova innanzi Takeshi.
All'ultimo momento vede
Hyuga entrare su di lui in scivolata, e con riflesso incondizionato
salta con la palla.
Mentre fa ciò nota Tsubasa avanzare da
solo e senza aspettare di ricadere gliela passa con una splendida
sforbiciata superando la testa di Takeshi e lasciando tutti i
presenti a bocca aperta. Una splendida tecnica che solo lui potrebbe
utilizzare in modo così perfetto e preciso.
Tsubasa senza
aspettare la palla si mette in posizione di tiro per il 'Drive Shot'
e nel momento in cui la sfera lo raggiunge posizionandosi nel posto
giusto, quasi fosse telecomandata, sferra il suo potente colpo
mettendoci tutta la forza che ha in corpo.
Il pallone diventa
quasi trasparente mentre effettua il suo incredibile arco
insaccandosi in rete con forza.
- YEHA! EVVAI! GRANDIOSI!
-
Neanche a dirlo, questa è Arashi che urla perforando i
suoi stessi timpani. "Maledizione,
Taro l'ha fatto apposta a scattare nella direzione della porta, per
smarcare Tsubasa facendomi credere che avrebbe tentato lui il
tiro.
Non me l'aspettavo un azione del genere!
Me l'hanno
proprio fatta stavolta... ma noi non ci rassegniamo così!"
Questi
pensieri così burrascosi come l'espressione del proprietario
sono di Hikaru non arrabbiato ma determinato a non farla finire
lì!
Tsubasa, invece, avvicinandosi a Jun gli dice in tono
severo:
- Non mi avevi detto che ti saresti dato una controllata?
-
Il ragazzo assumendo un'aria da finto innocente risponde:
-
Ma io me la sono data! -
- Ah, si? Non me n'ero accorto! Sai,
fare una sforbiciata come quella dopo un'azione del genere a me
sembra dare il meglio, non controllarsi e quindi trattenersi! -
Ribatte il capitano calmo e pacato come suo solito, lui non sa cosa
significhi fare i severi.
- Suvvia, cerca di capirmi: in alcuni
momenti è la palla che ti chiede di fare certe azioni, di
essere trattata così. E tu che puoi fare innanzi a quelle
richieste tanto irresistibili? L'unica cosa è obbedirgli! -
-
E perchè alla palla obbedisci e al tuo capitano no? -
Ribatte
Tsubasa cominciando ad assumere un tono somigliante più al
suo
ruolo nella squadra.
- Bè, ma tu me lo avevi chiesto in
qualità di amico, prima! - Fa con faccia tosta Jun. Lui si
azzarda a rispondere così perfino a chi stima profondamente,
si prende un po' gioco di tutti anche se lo fa in modo tale che
nessuno se ne accorge.
Poi notando i due fucili mitragliatori che
stanno spuntando all'amico al posto degli occhi, cosa più
unica che rara, decide di starsene zitto e mentre lo guarda con aria
di scusa pensa: "Altro
che fatica e sforzo nella partita, qua l'attacco di cuore mi viene
solo guardando Tsubasa arrabbiarsi con me. Anzi, arrabbiarsi in
generale... ma il mondo va al contrario? Se anche in passato avessi
sempre giocato assieme a lui non avrei mai avuto problemi: sarebbe
bastato non farlo incavolare, per salvare le penne."
-
Hai ascoltato quello che ti ho detto? - Chiede Tsubasa come fosse un
papà col figlio indisciplinato.
- Certo, sta tranquillo
capitano! Piuttosto perchè non riprendiamo la partita?
Stanno
tutti aspettando noi! - "Ovviamente
non ho sentito una parola di quello che mi hai detto, ma è
meglio per me che tu non lo sappia! Non voglio arrivare al punto di
vederti 'veramente' arrabbiato... sai, sei così
imprevedibile
sul campo!"
-
Infatti, avete finito di perdere tempo? Signor Ozora, vuole che
l'ammonisca? Avete fatto perdere sin troppo tempo sia ora che prima!
Quanti minuti di recupero devo dare? - Interviene Sanae calatasi a
meraviglia nei panni dell'arbitro bravo, severo e giudizioso;
insomma, non come quelli che hanno arbitrato le partite dell'Italia
ai mondiali del 2002!
Al che Tsubasa si gira e la guarda con uno
sguardo che sembra dire: 'ma sei pazza?'
Poi si limita a:
-
Ehi, Sanae? - Per accertarsi che sia veramente lei.
- Si sbaglia,
sono la signorina arbitro Nakazawa! Stia attento a non parlarmi con
troppa familiarità, non siamo mica sposati! - Fa lei severa.
-
No, ma pensavo che essere fidanzati fosse sufficiente per chiamarci
per nome ed avere una certa familiarità. Evidentemente mi
sbagliavo! -
- La finite di dare spettacolo? Vi ricordiamo che c'è
una partita, anzi una sfida in corso! - Sbotta Arashi da fuori campo
non capendo il senso di quei battibecchi per lei incomprensibili.
Effettivamente chi non conosce il legame dei due non può
capire.
- Signor capitano, l'aspetto a fine partita negli
spogliatoi per continuare questo discorso in privato! - Termina la
ragazza/arbitro seria in volto.
- Non aspetto altro signorina
Nakazawa! - Risponde Tsubasa calatosi al suo stesso livello. Con lei,
lui è proprio irriconoscibile!
E con questo la partita
riprende.
Finalmente il triplice fischio di chiusura arriva
segnando il termine di quell'assurda sfida.
Nonostante i grandi
attacchi della squadra di Mikako vince quella di Arashi per 2 a 0: in
fin dei conti l'arbitro non era mica venduto come qualcun altro di
nostra conoscenza di nome Moreno (vedi mondiali di calcio 2002
Corea-Giappone)!
Bè, diciamo che gran parte del merito è
stato del grande Genzo Wakabaiashi, non ci teneva a morire per mano
della pazza sconosciuta!
Appena finisce, mentre Arashi esulta,
Mikako corre in campo buttandosi letteralmente su Taro abbracciandolo
di slancio, il povero ragazzo trovandosi impreparato perde
l'equilibrio. I due cadono a terra insieme, ma neppure il botto
tremendo che fanno, o meglio che fa Misaki, riesce a staccarla da
lui!
Quest'ultimo rimane annichilito, poi ancora frastornato
ricambia l'abbraccio.
- Sei stato grande Taruccio. (o
Taralluccio?) Il goal era stupendo, neanche un fuorigioco, e tu hai
giocato divinamente! Fantastico, fantastico, fantastico! -
Ma il
giocatore fantastico in questione in questo momento è
impossibilitato a rispondere: in parte perchè è
rimasto
senza parole e in parte perchè le braccia stringono il suo
collo e lo stanno strozzando, infatti la sua bella faccia comincia ad
assumere un pericoloso color bluastro. Questo è un aspetto
che
nessuno mai avrebbe pensato di vedere in una ragazza composta, pacata
e controllata come la rossa. Da lasciare senza parole. Ogni volta che
è al colmo della felicità esce di testa e fa cose
indicibili? Pare di si!
Tutti li guardano divertiti e i volti di
Tsubasa e Genzo sembrano dire: 'hai voluto la bicicletta? Ora
pedala!' Taro risponde mentalmente: "Razza
di amici che ho! Non che mi dia fastidio Mikako, però ora
sto
rischiando di morire... chi pensava che potesse essere
così...
così... boh!"
Per
fortuna in quel momento la ragazza allenta la presa per guardarlo in
volto.
Gli incredibili occhi dorati di Taro si perdono in quelli
azzurri di Mikako per un lungo momento, impercettibilmente si
avvicinano sempre di più finchè qualcosa non li
ferma.
Alzano lo sguardo e vedono gli occhi di tutta la squadra
più quelli delle manager e di Arashi puntati su di
loro.
Sembra che tutta la curiosità dell'universo sia
racchiusa nelle loro espressioni.
Così i due si alzano
imbarazzatissimi e per distrarli Misaki dice pronto rivolto ad
Arashi:
- Allora, sembra che la sfida l'abbia vinta tu, Arashi.
Adesso che farai con Hyuga? -
La ragazza, troppo ingenua e
sempliciotta, casca in pieno nella trappola e con un ghigno si gira
subito verso Hyuga che ovviamente non trova, così capendo
che
se l'è data a gambe, presa dal Sacro Fuoco del Furore, grida
rivolta al cielo:
- VIGLIACCO D'UN HYUGA! COME OSI SCAPPARE?! DEVI
ANCORA CHIEDERMI UMILMENTE PERDONO PER TUTTO QUELLO CHE MI HAI DETTO
FIN ORA! VIENI FUORI! -
Mikako mettendosi una mano in fronte pensa
sconsolata: "Qualcuno
la fermi, per favore! Io non ne ho la forza né fisica,
né
mentale!"
Come
se l'avesse veramente sentita, Genzo interviene posandole una mano
sulle spalle e guardandola con sguardo serio ma in fondo divertito,
dice:
- Dai, non è il caso di arrabbiarsi così, no?
In fondo se è scappato vuol dire che ha riconosciuto la tua
bravura di... osservatrice, giusto? Vedrai che se tu d'ora in poi non
infierirai più, anche lui ti lascerà finalmente
in
pace. Che ne dici? -
Arashi si blocca all'istante e lo fissa con
uno sguardo da pesce lesso:
- Si, hai ragione, farò come
dici!- "Benedetto
ragazzo!"
Pensano
all'unisono tutti i presenti e non.
Mikako guardando l'amica
perdersi negli occhioni profondi di Genzo pensa stupita: "Devi
essere proprio cotta, per dire una cosa del genere: nessuno riesce a
manovrarti così, a farti dare ragione a qualcun altro in
quel
modo. Non quando si tratta di scommesse e sfide!"
Quinfi
poi con aria soddisfatta dice:
- Ragazzi, è meglio che
andiamo ad allenarci anche noi. I misters hanno avuto fin troppa
pazienza. Grazie della bella partita e di avere pazienza con questa
testa calda! - Poi prende per le spalle Arashi ormai assente e
termina:
- Ciao e a presto! -
Prima di girarsi lancia un
ultimo sguardo a Taro poi si avvia verso il campo vicino, quello da
basket.
Mentre si allontanano Genzo fissa la bionda soffermandosi
sul suo fondoschiena, a quel punto Hikaru arrivandogli
silenziosamente da dietro dice quasi facendogli prendere un colpo:
-
Ah, ma allora è un vizio guardare il sedere di quella
ragazza!
Vabbè, non me la sento di biasimarti, ti capisco! -
Detto
ciò lo lascia solo con quella visione.
* ecco
un altro capitolo rivisitato e corretto…come già ho detto per gli altri anche
secondo me sono migliorati di molto…dopo aver scoperto a che età li ho scritti
mi rendo conto di molte cose…proprio durante gli ultimi mondiali di Corea-Giappone…eh
già….ero piccolina!
A volte
non mi ricordo nemmeno che avevo scritto. È giornata di aggiornamenti, ho
finito di lavorare finalmente ed ho molto tempo per me finchè non trovo altro…e
quindi godetemi per ora! W lo sport! Dimenticavo di dire che ho diviso il cap,
inizialmente era uno unico ma ora ho fatto nel 5 solo la parte delle docce con
Genzo e Arashi aggiungendo una scena sotto, e il 6 lo farò su Mikako e
Taro…spero gradirete l’approfondimento. Altro punto su cui fare attenzione è la
fine dove si parla di un ragazzo, di Kira. L’ho inserito in Irlanda the best.
In uno o due capitoli dedicati al passato di Mikael…chi segue anche quella fic,
che è il seguito di questa, capirà di chi parlo…e capirà facilmente ‘chi’ è
Kira. Non è ancora apparso ma questo è un ottimo spoiler per chi è acuto e mi
conosce! Buona lettura baci Akane*
CAPITOLO
5:"UN ALTRO MATTONE NEL MURO"
E' arrivata la fine della settimana e tutti, chi più chi meno, sono stanchi per
i duri allenamenti di quei primi 7 giorni.
Arashi è nella categoria dei più stanchi, ma lo è così tanto che non si rende
neanche conto di dove stia andando, o meglio lei crede di saperlo ma in realtà
si sbaglia, eccome! Sta per affrontare una delle sue eterne figuracce…se non ne
fa almeno una o due al giorno non è più lei…è proprio nel suo menoma…contando
che normalmente dorme milletrecentocinquanta ore al giorno…e che in una
settimana ne avrà dormite otto o dieci in tutto…poverina, è da compatire!
In questo momento sembra proprio un automa.
E' sola e mezza addormentata e mentre percorre il lungo corridoio deserto,
guarda fuori dalle grandi finestre la notte che è calata da un po', le prime
stelle sono già apparse, la luna è ovviamente piena, suggestivamente di color
arancione/giallastro, si vede raramente così; tutti sono in mensa a mangiare
tranquilli invece lei si sta dirigendo alle docce per farsene una e nel
tragitto si ritrova a pensare:
"Ma tu guarda l'allenatore che orco!
Proprio subito dopo la solita sfacchinata del pomeriggio mi ha trattenuto in una
riunione insieme agli allenatori e ai capitani di tutte le sq. del ritiro che è
durata 2 ore, poi, come se non bastasse, mi ha fatto fare insieme a lui il
programma della prossima settimana e l'abbiamo finito solo 5 min. fa!
Non potevamo farlo domani come tutti gli altri?
No, noi siamo speciali!
Che tipo!
Schiavista!
Bastardo!
Non mi ha neanche dato il tempo di lavarmi e cambiarmi prima di iniziare!
Ora sono sola!
Merda!Me
la pagherà…alla prima partita ufficiale gioco di schifo, così impara! Si…come
se riuscissi a giocare male…modestamente se c’è una palla di cuoio e un
canestro a mia disposizione divento proprio un'altra…e non capisco più
nulla"
E' arrivata nel luogo delle toilette e delle docce pubbliche, sia maschili che
femminili(sono vicine), i progettisti di quell'edificio hanno preferito fare
così piuttosto che metterne una in tutte le camere, avrebbero occupato troppo
posto. Fermatasi davanti alla porta creduta giusta, tende le orecchie per
capire se quella che sente è veramente musica o se è diventata schizofranica ,
alla risposta affermativa della prima opzione alza un sopracciglio ed entra
senza preoccuparsi di controllare la targhetta fuori dalla stanza. Impulsiva
come al solito!
Grosso errore!!!! "Bè, musica o no sono nel posto giusto: nelle docce!
Tanto più che c'è ancora un'altra che si lava.
Solo una ma meglio di nulla: almeno non sono sola!
Questi cd devono essere suoi...vediamo ,,,Pink Floyd, U2, Rolling Stone, Deep
Purple, Iron Maiden, Metallica, AC/DC, Nirvana, System of a Down, Muse, Linkin
Park...ma che razza di musica è, anzi che musica ascolta sta qua? Cioè…sono
vecchissimi…a parte alcuni come i Muse, i System e i Linkin Park…i Pink Floyd
ad esempio sono degli anni ’70…come anche i Rolling, i Deep…ma a parte le
annate fra le più diverse…che genere assurdo….mica sarà come quella che suonano
Mikachan e Raphy con la loro band? Sono a posto…da questa canzone si direbbe
almeno un po’ simile…ma quella di mio fratello Mikachan è peggio!”
Dopo aver analizzato accuratamente la musica lì presente alza le spalle con lo
sguardo di una che non ha voglia di farsi i cavoli degli altri, lei ascolta
altri cantanti più commerciali e semplici, contagiata da Mikako…e dalla musica
per lei pessima della banda musicale del fratello e del cugino, Scelti dalle Tenebre,
un genere più forte, vampiresco, punk e un misto di ogni stranezza possibile.
Appoggia su una delle panchine addossate alle pareti la borsa con il suo
ricambio più il necessario per lavarsi, poi constatando che essendoci solo una
persona ancora nel box, non c'è nessuno che la vede, così si spoglia lì,
nell'anticamera ed avvolgendosi nell'asciugamano entra nel box portando con se
spugna, bagnoschiuma, shampoo, balsamo e pettine a denti larghi: insomma, tutto
quello che le serve per una doccia!
Ha finito e poco prima di uscire la canzone cambia, lasciando il posto ad
un'altra decisamente bella, con un gran ritmo che ad Arashi, che non le
conosce, piace all'istante, infatti esce ballando.
I lunghi capelli bagnati le ricadono disordinatamente sulle spalle, sulla
schiena, sul viso dal quale si intravede un'espressione completamente immersa
nella musica, gli occhi chiusi, la bocca dischiusa, la pelle di un grazioso
color miele, il corpo circondato dall'asciugamano che la lascia scoperta
abbastanza è ricoperto da una marea di goccioline che nel ballo scivolano giù,
cadono, schizzano...
E' un tale spettacolo che l'altra persona fermo ad osservarla nel suo angolo
non ha il coraggio di interromperla, non riesce neanche a parlare, la fissa con
sguardo intenso, stupito, ammirato...schokkato, stranito, incredulo! Rimangono
così per un bel pezzo, finchè Arashi, perdendo l'equilibrio, non gli finisce
addosso, venendo presa dalle braccia della misteriosa persona che continua a
guardarla incapace di distogliere lo sguardo dal suo.
Lei si ritrova all'improvviso la faccia contro dei pettorali alquanto muscolosi
come lo sono le spalle e le braccia che la cingono delicatamente, senza alzare
il viso comincia a toccare con le mani la schiena, le scapole, la spina
dorsale, poi risale continuando questa sorta di carezza sul collo, sui capelli
bagnati come il resto del corpo avvolto alla vita da un asciugamano , sulle
orecchie, gli zigomi, gli occhi semichiusi, le labbra serrate all’ingiù.
Ed è a quel punto, con una mano dietro al suo collo, l'altra sulla sua bocca, i
due corpi completamente appiccicati e strafondi per la doccia di entrambi
appena fatta, le ginocchia piegate e lei sostenuta del tutto dall'altro, che si
decide, esitando, ad alzare la testa per guardare la persona con la quale ha
fatto quell'immensa figuraccia e quello che vede la lascia paralizzata: 2 occhi
neri che sembrano infiniti la stanno fissando con uno sguardo indecifrabile, i
capelli corvini e spettinati gli incorniciano il viso lasciando cadere mille
goccioline traccianti scie trasparenti su quel bellissimo volto per poi
scivolare sul collo, sulle spalle, sul torace, sulla schiena...sulla mano
ancora appoggiata alle labbra di lui...l'asciugamano le si allenta sempre di
più, ma non se ne accorge nemmeno, e come in trance sussurra:
- Genzo...-
senza esserne consapevole, come non lo è del fatto che è ancora abbracciata a
lui mentre il suo corpo si sta scoprendo lentamente se non fosse per le braccia
di lui.
- "Another brick in the wall" dei Pink Floyd...- mormora il ragazzo a
fior di labbra.
- Cosa?- Chiede Arashi senza avere la forza di muoversi.
- Mentre uscivi dalla doccia hai chiesto che canzone era...solo che poi mi sono
incantato a guardarti...così ti rispondo solo ora...non te n'eri resa conto?-
Lei scuote la testa impercettibilmente:
- No...- risponde quindi.
La canzone finisce lasciando un silenzio che dura un secondo ma per loro sembra
interminabile; ora c'è un'altra canzone, sempre dei PinK Floyd.
Con grande sforzo Arashi riesce a dire:
- Ma...tu cosa ci fai qui...così?-
Con lo stesso sforzo Genzo risponde:
- Cosa ci fai tu qui...queste sono le docce dei ragazzi...non hai visto la
targhetta prima di entrare?-
- Ops!-
Conclude la povera ragazza diventando bordeaux.
Scotendosi gli toglie di scatto la mano dalle labbra, dove l'aveva lasciata
fino a quel momento.
Lui, seguendo un impulso irresistibile gliela prende e comincia a passarsela
sulle labbra, senza risparmiare neanche un cm.
A quel gesto inaspettato Arashi rimane a bocca aperta. Non capisce, ne lei ne
lui, cosa stia accadendo, fatto sta chequel contatto ha suscitato un calore che volendolo continuare a sentire
e provare, l’hanno spinto a non interrompere, si è creata un atmosfera
particolare, dalla musica, dal ballo, dalla spontaneità di lei, dal
silenzio…dal contatto…della vicinanza, da quella specie di carezza.
Genzo ha gli occhi chiusi e un'espressione inconsapevolmente sensuale dipinta
sul volto, allora li chiude anche lei abbandonandosi alle molteplici sensazioni
provate per il ragazzo.
È proprio
come il suo sogno…anzi…il loro sogno…che un destino poco stravagante ha deciso
di accomunare ad entrambi lasciando un segno molto speciale in entrambi e una
sensazione di unione maggiore.
Le labbra morbide e umide sulla sua mano lentamente risalgono le dita, i palmi,
l'esterno, i polsi.
La sua pelle candida sembra andare a fuoco con quel semplice contatto
leggerissimo.
E' come una droga per entrambi e senza riuscire a fermarsi, lui risale allo
stesso modo languido il braccio ancora bagnato, la spalla...man mano che
continua perde il controllo, la pelle di lei si fa sempre più vellutata.
L'unica cosa che pensa Arashi è di dover assolutamente continuare. Percorre la
clavicola e senza rendersene conto in breve è sul collo.
Appena lo sfiora non riesce a fare a meno di aprire le labbra per assaggiare
ulteriormente quella pelle troppo invitante che sembra chiedere solo questo.
Sono entrambi pervasi dal piacere, non capiscono più cosa stanno facendo, cosa
sia successo, perché…non sanno nemmeno se sia assurdo oppure normale sognarsi
per tanto tempo e poi appena incontrati agire così lasciandosi andare sedotti
da uno sguardo, da un tocco…da una musica ritmata e forte.
Lei piega la testa di lato per facilitargli il compito e le sfugge un piccolo
gemito.
All'udire ciò Genzo pensa come dev'essere altrettanto bello assaggiare anche le
sue labbra e senza rifletterci si stacca dal collo e va su di esse.
E' un bacio dolce e appena accennato ma appena lei risponde aprendo più la
bocca, diventa profondo. Lui non è tipo da chiedere permessi e domandarsi se si
può, se anche lei vuole, se è il caso…quando vuole fa e basta…e ogni cosa
rimane fuori.
Mille brividi li attraversano, sempre più forti, al che viene da domandarsi se
sono per l'emozione del momento oppure per il freddo visto la quasi nudità!
In ogni caso appena lei sente l'asciugamano caderle ancora, si riscuote e
grazie ad una canzone con un ritmo particolarmente duro ed assordante, riescono
a staccarsi anche se con molta difficoltà.
Restano per circa 5 minuti così a guardarsi mentre lei cerca di sistemarsi a
fatica la stoffa.
Con la mente sono ancora immersi l'uno nell'altro.
A stento il leggendario sangue freddo e l'autocontrollo di Genzo si fanno
strada in lui, così alla fine riesce a dire cercando di essere come al solito
impassibile ed indecifrabile:
- E' meglio se ci vestiamo, che ne dici?-
- Già...-
Può solamente rispondere titubante la bionda.
Appena lei si volta, Genzo rimane a fissare Arashi mentre prende il ricambio e
si infila di nuovo nel box per indossarselo.
Infine ritrovandosi a pensare alle sue gambe, alla sua pelle e non solo a
quelle, si gira e comincia a vestirsi anche lui con gesti secchi e sbrigativi.
Deve uscire. Deve uscire subito da lì o potrebbe pentirsi di quel che
riuscirebbe a fare. Non sa perché ma c’è qualcosa che lo lega a lei, è un
feeling, un legame sentito al primo istante. Eppure non è bellissima, normale
come tante, fra le due la più carina è senza dubbio la cugina Mikako…eppure
no…quando c’è lei di mezzo ha desiderio di approfondire qualunque cosa…ha
desideri, si…e più cerca di razionalizzare come è nel suo carattere più la cosa
lo infastidisce…non si butta mai a pesce in relazioni assurde. Cosa gli è
preso? È la domanda principale… cosa è preso ad entrambi?
Arashi, dal canto suo, non riesce a smettere di pensare a quel fisico perfetto
e alle labbra su di sé. È scossa quanto lui, non è certamente il primo bacio,
ma forse il secondo si…non le è mai interessato seriamente nessuno da provarci
a tal punto. Ma in quel momento non era lei. Lui è veramente molto bello con
quel tipo di bellezza che le ricorda tanto una certa persona…ma ha saputo
incantarla…con cosa? Con un sogno? Con una chitarra elettrica che usciva da uno
stereo accompagnata da una voce? Perché ha lasciato che tutto accadesse? Normalmente
l’avrebbe preso a pugni…ma lui…quando si tratta di Genzo Arashi viene
totalmente annullata e diventa come creta nelle mani di un artista…se avesse
voluto far l’amore con lei, l’avrebbe fatto. Stringe le labbra leccandosele…che
bacio incredibile…che tocco…che sapore…lo vuole…ora lo vuole del tutto…ne è
certa…assurdamente…il suo istinto glielo dice…è sicura. Non lo conosce bene, è
bello e famoso…ed è lì…e lei l’ha sognato spesso…ma lo vuole e basta. Come ogni
cosa che fa anche ora segue il suo istinto che le dice di buttarsi e di non
mollarlo.
Ovviamente il resto della serata lo passano guardandosi a vicenda e facendo
scena muta con arie più scontrose del solito!
Nessuno ha osato avvicinarli o parlarci, ma del resto già sono strani da
normali…ora…nemmeno loro sanno che fare, come agire l’uno con l’altro. Non sono
nulla, cioè, non fidanzati manemmeno
amici…sconosciuti che si sono baciati e che provano attrazione fisica…è tutto
lì?
Gli
stessi quesiti hanno tormentato i due ragazzi per tutta la sera senza successo.
-
Arashi, mi dici che ti è successo?-
Mikako
con tono leggermente esasperato supplica la cugina di smetterla con l’ostinato
mutismo e di confidarsi…l’atteggiamento della serata è stato a dir poco
stressante. Avere un automa a fianco non è molto piacevole. Considerando che
non è affatto da lei. La musona bionda punta gli occhi grigi altrove evitando
quelli limpidi e speciali della cugina. Lei avrà già capito tutto…ne è
convinta…sicuramente sa tutto ancora prima dell’interessata. È sveglia e acuta
e le intuisce subito quelle cose…magari ha anche risposte a qualche domanda che
si pone da un po’.
Così si
decide a parlarne con la migliore amica e confidente di sempre. Si siede nel
balcone della finestra come farebbe uno dei suoi fratelli, e mettendo le gambe
a penzoloni fuori, guarda il paesaggio che può godersi dal secondo piano. È
notte fonda ormai e stanchezza a parte c’è un venticello rigenerante che specie
in estate fa benissimo.I boccoli
biondi le volano un po’ sul volto per poi cadere sulla schiena inanellati fin
oltre il sedere, toccano la parete che la regge e sembrano creare disegni
interessanti. Mikako li osserva affascinata, spegne la luce e ne accende
un'altra più piccola ai lati del letto a due piazze dove dormono insieme. È un
atmosfera molto intima e rilassante. Si avvicina alla ragazza e rimanendo
dietro di lei le tocca i capelli dolcemente come lei sa fare. Le piace molto e
così si lascia andare più facilmente. Prende un profondo respiro e chiedendosi
come dirlo si stufa subito e lo dice e basta, come suo solito, senza mezzi
termini:
- Genzo
mi ha baciata…-
e questa
è solo una minima cosa di tutto quanto…anche se per lei è la fase maggiore.
La rossa
spalanca gli occhi, anche se normalmente nulla la stupisce, questa volt deve
ammettere che poteva avere più tatto nel dirlo. Si ferma con le mani ma
all’esortazione dell’amica a continuare non si fa pregare.
- bè,
potresti spiegarmi come è successo…-
si
gratta il capo quando il panico comincia a prenderla…è così passionale…è sempre
piena di emozioni, non ragiona mai, lei il sangue freddo non sa cosa sia…è come
una bambina con ingenuità e spontaneità che contrastano emozioni ingestibili.
-
ecco…ero andata nelle docce a far la doccia, ero sola e stanca, ho sentito la
musica non ho fatto caso alla targhetta fuori, sono entrata, c’era qualcuno che
faceva la doccia, ho visto i CD rock e poi sono entrata nel box e mi sono
lavata, quando sono uscita ho capito di essermi innamorata della musica che era
su, poi ballando sono andata a sbattere contro quello che faceva la doccia ed
ora era fuori e ho visto che era Genzo. Ho capito di aver sbagliato doccia ma
lui mi teneva con quelle sue braccia…ed era bellissimo, Mikako…dovevi
vederlo..con quegli occhi così profondi fissi nei miei che mi snudavano…anche
se effettivamente ero poco coperta…e il suo petto che toccavo con le mani…le
sue spalle…i suoi lineamenti decisi…quella bocca…porco cane…che bocca da
sogno…il suo profumo e le gocce che mi provocavano…e…cazzo…non so, ero
ipnotizzata da lui. Ho realizzato che era il ragazzo che sognavo e che nel
sogno me ne innamoravo..e che ora lo avevo lì davanti a me…e che…che…non
so..nonsononso…insomma lui mi ha baciato la mani, poi il braccio…la
clavicola…il collo..e..e…e…la bocca…ma era un bacio a fior di labbra…però non
ho idea di come mi sia venuto in mente ho approfondito e lui non si è tirato
indietro…insomma..eravamo mezzi nudi, bagnati, coi Pink Floyd che suonavano e
una cosa che se ci beccavano ci buttavano fuori dal ritiro…e noi lì a
baciarci…ma Mikako….è stato stupendo…non volevo che smettesse…non so cosa mi
sia preso…mi è venuto in mente Kira..in quel momento me lo ricordava così
tanto…e sono tornata in me…ho avuto come paura ma allo stesso tempo desideravo
andare avanti. Non ero più io…anche lui era strano, non ci ho capito nulla…solo
che non so cosa fare, non siamo amici, non ci conosciamo, non siamo fidanzati,
non ci parliamo…ma c’è qualcosa che ci ha fatto far quello…oddio, non è da
me…cosa mi succede?-
il lungo
monologo confusissimo finisce. L’ha detto tutto d’un fiato e velocissima
facendo capir poco all’altra che per capirla ha dovuto elaborare veloce. Ha
terminato girandosi di scatto verso di lei con degli occhi imploranti…pieni di
caos…volevano chiarezza…e che gliela desse lei. La rossa sospirò sorridendo
sincera. Solo lei che la conosce riesce a capirla. Nessuno ce la farebbe così
bene specie avendo sentito una confessione così assurda.
Le posa
le mani ai lati del viso per calmarla e con pacatezza e dolcezza risponde:
-
Tesoro, sei innamorata…si chiama colpo di fulmine!
Rimane
senza parole a lungo fissando le azzurrità sicure e tenui di Mikako…e non
capisce…poi ripete fra se e se…realizza…e risponde:
- ma
esistono veramente queste cose?-
solo un
altro medesimo sorriso eloquente che porta calma e serenità anche nella bionda
tormentata.
- Kira è
Kira, è naturale che Genzo in quel momento te lo abbia ricordato…non devi aver
paura. Genzo è comunque diverso…non succederà come a lui.-
- si ma
poi sai…è strano perché con Kira non è mai accaduto nulla, lui era il più
bell’essere sulla faccia della terra e, porca vacca, era innamorato di mio
fratello Mikael…come è possibile? Mi considerava come una sorellina
minore…anche se io mi ero presa una bella botta per lui…poi quando è accaduto
quella cosa…ho capito che era un sentimento diverso. Non è come ora con Genzo,
ma non so…è strano…non conosco Genzo…però…ma veramente sono innamorata di lui?
Dici che è un colpo di fulmine?-
la
sincerità disarmante della bionda la fa sorridere ulteriormente, Arashi non
cambierà mai…è come un fiume in piena che travolge tutto e tutti…ma un fiume di
acqua calda…perché riesce a scottare tutti quelli che tocca…sarà decisamente
più interessante da qui in poi…Mikako se lo dice abbracciandola con foga per
far di proposito stizzire la cugina che non sopporta queste manifestazioni
sdolcinate!
* eccomi a revisionare un
altro cap. spero di non aver fatto Taro troppo ooc, ma lui essendo cmq un pg
molto dolce e tranquillo è difficile farlo ooc…parlando di lui come
innamorato..eheh! vabbè. Preparatevi ad un cap sdolcinato per quanto riguarda
Mikako e Taro, invece più interessante riguardo Arashi e Genzo…ohè, non è
che sono di parte, eh? Ma così….secondo i miei personalissimi
gusti…^^’’’. A presto allora. Baci Akane*
CAPITOLO 6:
L’ATTIMO FUGGENTE
Il giorno dopo è domenica e i ragazzi lo passano come vogliono, ognuno per conto proprio.
La mattina, fino alle 10.30/11.00, nel dormitorio regna il silenzio più assoluto: tutti stanno ancora dormendo! Del resto è comprensibile viste le poche ore dormite e le molte stancate della prima settimana di ritiro. Specie in vacanza nessuno si mette sotto con gli allenamenti e fare una cosa simile è mostruoso…ma del resto le Nazionali sono le Nazionali!
Pian piano iniziano ad alzarsi e per le 11.30 sono sveglissimi e fanno un casino incredibile.
Tutti tranne Arashi che continua a stare nel mondo dei sogni fino alle 13.00 quando una silenziosa Mikako la viene a svegliare per mangiare un pasto ormai freddo.
Entra di soppiatto aprendo delicatamente la porta e richiudendola immediatamente alle sue spalle, nel buio completo e senza fare il minimo rumore, arriva ai piedi del letto dell'amica; la si vede prendere più slancio possibile e buttarsi letteralmente sopra urlandole nell'orecchio con quanto fiato in gola:
- SVEGLIA ARASHI DERWENT! E' ORA DI VEDERE I NOSTRI AMORINIIIIII!!!!!!! E' ORA DI FARE LA PAPPAAAAAA!!!!!! APRI I TUOI DOLCI OCCHIONI DAL COLORE INDEFINITOOOOOOOO!!!!!!!!!!-
Uno strano verso proviene dalla povera ragazza schiacciata:
sembra un latrato!
All'inizio è basso poi, andando in crescendo, diventa sempre più forte finchè, scattando in piedi e facendo fare un botto pazzesco a Mikako(che cade per terra), termina con:
- MIKAKOPEZZODICRETINATIPAREQUESTOILMODODISVEGLIARELAGENTEDIPRIMAMATTINA?LOSTAVOSOGNANDOILMIOAMOREERONELPUNTOPIU'BELLOETUMIHAISCHIACCIATAINQUELMODOCONQUELTUODOLCEPESODAELEFANTE!MACOS'HAIINTESTAILNULLAPIU'TOTALE?!?!?!-
La cugina ancora col fondoschiena sul pavimento, risponde tranquilla massaggiandosi:
- Bè? perchè ti arrabbi tanto? Ti ho solo svegliata per mangiare e dato che sono le 13.00 e non l'alba e ieri sera non hai cenato, ho pensato di farti il favore di venirti a chiamare perchè, conoscendoti, se ti lasciavo dormire ti saresti alzata come minimo alle 17.00 del pomeriggio facendo tutta una tirata, senza ne pranzare, ne pisciare, ne muoverti(a parte quando fai la sonnambula!)!
Mi pare di averti fatto un favore, no?- la ragazza ha parlato anche lei molto, ma al contrario dell’altra scalmanata simile ad un Sayanne, ha respirato facendo pause ed usando un tono di voce calmo, pacato e controllato….tutto l’opposto della valanga di parole senza fiato!
Arashi ribatte a denti stretti:
- Vuoi che ti ripeta quello che ho detto prima?- è una cosa impossibile, per lei, venire svegliata in quel modo, eppure sembra che quella schizofrenica conosca solo questi. Un giorno o l’altro finirà veramente per ucciderla!
- Non ci tengo particolarmente!
Comunque sbrigati a vestirti, ti aspetto giù!-
Termina Mika sorridendo gentile e radiosa uscendo dalla stanza come nulla fosse successo. Lascia veramente di stucco, la rossa dalla faccia d’angelo come i suoi occhi. Come può essere imparentata con un gorilla del genere? Sono veramente gli antipodi. E la scena che sta per presentarsi dà ancora una volta ragione a ciò.
Appena fuori, infatti, si ritrova davanti una moltitudine di gente che la guarda incuriosita al massimo! Insomma…le urla che hanno lanciato le due non erano trascurabili, contando il fatto che stavano tutti tornando in camera dopo il pasto.
Lei comincia a guardarli uno ad uno come se fossero degli insetti, poi, con sguardo interrogativo, fa:
- Bè, che c'è?-
E senza aspettare risposta se ne va lasciando i presenti alquanto perplessi. Oddio…perplessi è una parola piuttosto piccola…in realtà appaiono mille punti di domanda in testa. Che sia una marziana?
Peccato che ad ogni modo ne a Mikako ne ad Arashi, sfiora il pensiero che ormai sanno tutti i fatti loro, mancavano solo i nomi di Genzo e Taro e poi sarebbero state a posto!
Il pomeriggio è più tranquillo rispetto la mattina
Tutta la gente del ritiro pian piano si disperde: chi si dedica ai propri hobbies ("si scriverà così?" N.d.io), chi va a fare passeggiate, chi amoreggia, chi prende il sole...insomma si godono quella bella giornata, o quel che ne resta.
Sotto uno degli alberi di quell'enorme posto ci sono Mikako ed Arashi che si rilassano all'aria aperta.
Sono sedute una davanti all'altra e quest'ultima sta facendo un po' di massaggi all'amica mentre scrive uno dei suoi racconti fra un discorso e l'altro.
- Mmmmm...Arashi, sei proprio brava a massaggiare...-
Dice Mikako con espressione beata dipinta sul volto, chiude gli occhi e abbandona il capo fra le ginocchia lasciando perdere il quaderno che attende di essere aggiornato.
- Si ma tanto per cominciare non godere in modo così indecente e poi non approfittarne! Tanto non mi scappi! Dopo me li fai anche tu! E anche se non sei brava come me mi saprò accontentare!-
Termina Arashi mezza severa e mezza ironica.
- Si, si...non preoccuparti!-
Risponde Mikako con aria furba. Sa benissimo come andrà a finire…la sfrutterà senza rendersene conto per tutto il tempo, poi al momento di ricambiare sarà tardi…è ormai un meccanismo automatico.
Effettivamente Arashi è molto brava a massaggiare, e Mikako lo è altrettanto a scappare al momento di ricambiare il favore! " Bè, riflettendoci bene chissà da chi ha preso queste mani d'oro! Già, perchè ne i miei genitori, ne gli zii sanno fare mezzo massaggio decente! Io non sono poi così brava, i miei fratelli e cugini vari...bè, non so, ma non penso che Mikael o Akane ne siano capaci con i caratteracci che si ritrovano figuriamoci se si sono mai messi a farne uno! Yukito e Yuri sono più piccoli di lei, così come Touya e Kira; rimangono gli altri miei due fratelli, Raphael e Hitonari, che fra l'altro sono pure gemelli come Mika e Akane; mah...forse loro sono i più probabili, anche se hanno quelle arie così fredde e distaccate!"
dopo aver fatto tutto l’elenco dei fratelli e cugini con parentele e legami, senza saperlo, ci ha proprio azzeccato, specialmente Hitonari è bravo, semplicemente fantastico, come lui e la sua bellezza, del resto!
Entrambe immerse nei loro pensieri…in una i talenti della famiglia Derwent, e in un’altra il sogno fatto solo poche ore prima, non si accorgono delle presenze che si avvicinano silenziose.
Sono Genzo e Taro rimasti soli in quanto single e amici.
- Ciao! Come va? Non vi abbiamo visto a pranzo.-
È ovviamente Taro a parlare gentile e sorridente, come la risposta che riceve dalla pronta rossa:
- oh, è colpa sua…ha dormito fino alla bellezza delle 13.00...poi l’ho svegliata io…-
- sgunt!-
La cugina risponde con uno dei suoi versi gutturali e un artigliata d’unghie alla spalla. Solo dopo realizza che con l’angioletto di Mikako c’è anche un certo portiere infallibile che ha tormentato i suoi sogni a lungo. Smette subito di massaggiare pur rimanendo in ginocchio dietro all’amica che prende amabilmente a parlare con chi le interessa.
Genzo ha gli auricolari del lettore CD abbassati e appena arriva si siede subito vicino a loro cominciando a squadrare a sua volta Arashi con il suo sguardo profondo; sembra proprio che voglia leggere dentro, è talmente forte da essere fastidioso per una scontrosa selvatica come la protagonista di questi raggi X.
I due si limitano tuttavia a questo. A guardarsi, senza avere il coraggio di spiccicare parola. Tutto l’opposto dell’altra coppia che spigliata ha intavolato un discorso sul più e il meno.
- facevate massaggi, vedo…-
A questo argomento prestano attenzione anche gli altri due.
- Si, le manine d'oro di Ara stanno massaggiando le mie dolci spalle mentre io sto cercando l'ispirazione per andare avanti nella mia nuova fanfiction.
Sapeste quanto è brava...-
Ma non fa in tempo a finire la frase che sente nuovamente le unghie, molto lunghe, della cugina affondare nella sua pelle. Nonostante sbianchi violentemente riesce miracolosamente a rimanere calma e a non scomporsi di un millimetro! In questo è molto brava.
Mikako ci tiene terribilmente alla sua immagine pubblica e l'unica a saperlo sono Arashi, che momentaneamente sta liberamente ridacchiando, e i suoi fratelli!
Genzo, che come Taro non ha capito niente di ciò che è successo alle 2 ragazze, o meglio non se ne sono nemmeno accorti grazie allo sforzo sovrumano di Mikako, coglie subito la cosiddetta palla al balzo guardando le "manine d'oro" in questione:
- Davvero?- aria indifferente.
Arashi arrossisce…sempre indifferentemente anche lei, eh?
La rossa riccia, come se leggesse nei pensieri ai 2, dice rivolgendosi a Genzo:
- Dovresti provare anche tu...è veramente brava...- acuta…molto acuta…specie dopo il discorso della sera precedente…intelligentemente accompagnata da Taro, intavola un piano per lasciarli soli.
- Mikako che ne dici di venire a fare una passeggiata con me così lasci il posto a lui?-
La ragazza, notando l'occhiolino che le sta facendo Taro, afferra la sua mano tesa e risponde:
- Con molto piacere!-
E mentre se ne va strizza l'occhio a sua volta all'amica che la guarda con espressione tragicomica mentre diventa di mille colori super imbarazzata. L’ultima cosa che voleva era rimanere di nuovo sola con lui…ed ora riuscirà a controllarsi e a non saltargli addosso?
Ad allentare subito la tensione arriva Hyuga accompagnato da Ken e Takeshi il quale dice:
- Ciao ragazzi, come va? Noi andiamo a dare un'occhiata al paesino qui vicino, volete venire? Oppure avete bisogno che vi compriamo qualcosa?-
Arashi, tornando normale risponde:
- No, grazie. Io non ho bisogno di niente, non preoccupatevi...- quel che colpisce subito tutti è la gentilezza e l’effettiva normalità con cui risponde…ma di fatto, il piccoletto non ha motivo per essere trattato male…anche se si capisce bene che il merito è solo della situazione che le si sta per presentare…lei e Genzo soli…e far che?
Hyuga, con sguardo interrogativo misto a divertimento, nota la tensione fra i due…anzi…della bionda, e decide di inventarsi qualcosa al momento:
- Senti, Arashi, ma da quando hai la 'ERRE' moscia?-
come al solito ha azzeccato il modo giusto! La ragazza, infatti, fa seccata:
- Ma cosa dici? Io non ho affatto la 'ERRE' moscia!-
Kojiro si gira e mentre fa per andarsene risponde:
- Si, si, certo...come no!-
Allora la bionda non ci vede più per la rabbia e per non dargliela vinta, e soprattutto per non lasciargli l'ultima parola, apre la bocca per rispondere qualcosa, senza avere la minima idea di cosa dire, così le esce in tono brusco:
- E bè, tu hai qualcos’altro di moscio!-
A quell'affermazione, tra l'altro gridata con quanto fiato in gola, tutti si voltano scoppiando a ridere: Genzo si distende a terra piegato in 2, Taro e Mikako, ancora li vicino, si voltano ridendo come matti, le varie coppiette lì intorno fanno lo stesso, perfino Ken e Takeshi scoppiano.
Quando Arashi realizza cosa ha appena detto si mette a piangere, ma dal ridere ovviamente!
Intanto Kojiro si è fermato e si è voltato lentamente con espressione stupita, sì, ma soprattutto incazzata nera!
Poi non trovando niente da dire che fosse all'altezza, prende e se ne va trascinandosi i 2 divertiti amici.
Fra una lacrima e l'altra Genzo pensa: "Incredibile: Kojiro Hyuga che se ne va rimanendo senza parole! Da non crederci!" Genzo ed Arashi, ora soli, non riescono più a smettere di sbaccanare(e di piangere)!
Lei è distesa di schiena con le braccia e le gambe aperte e la testa all'indietro.
Lui è disteso su un fianco, tutto piegato in avanti che si tiene la pancia.
- Oddio...non riesco a smettere...-
Dicono entrambi all'unisono, al che si mettono a ridere ancora di più.
A fatica riescono a calmarsi, poi asciugatisi gli occhi e tornati a sedere si guardano seri in volto e lui dice:
- Arashi, sei stata grande...-
Ma non riesce neanche a terminare la frase che scoppiano nuovamente.
Vanno avanti così per 10 minuti buoni, infine, esaurite le risa si impongono di cambiare discorso.
Così, di punto in bianco, Genzo si sposta piazzandosi, seduto di schiena, davanti alla ragazza che lo guarda allibita.
Poi, voltando solo la testa, fa:
- Bè? Non dovevi massaggiarmi? Avanti allora, fammi sentire come sono queste mani d'oro!-
Infine mettendosi comodo e guardando davanti a se termina:
- Devo togliermi la maglia? Come ti va meglio?-
Arashi, arrossendo fino alla punta dei capelli, risponde balbettando:
- C-cosa? L-la maglia? Oh no.non c-c'è b-bisogno… e poi hai la c-canottiera c-che ti scopre gran parte delle s-spalle e del c-collo...-
Già così non sa come fare, non ha coraggio di toccarlo, poi se lo vede anche a torso nudo, come la sera precedente, chi ferma gli ormoni impazziti? Preferisce così continuandosi a chiedere impazzita che diavolo sono dopo il bacio della sera prima. Non lo chiederà mai e poi mai!
Decide di smetterla e di concentrarsi sul massaggio.
“Cazzo, ma da quando sono così cotta di una persona? Da che mi piaceva fisicamente a che ne sono persa…porca ciccia!”
Così dicendo posa delicatamente la punta delle dita sulle spalle praticamente nude.
A quel piccolo tocco Genzo sussulta involontariamente, mille sensazioni ritornano improvvise e prepotenti, sensazioni che aveva sperimentato ieri sera, dopo la doccia, insieme a lei.
Non si sono più parlati dopo quell'evento, non hanno chiarito la loro situazione come avrebbero dovuto fare sin da subito, così ora non sanno che fare, cosa dire, come comportarsi; ma si sa, quando si è in questi dubbi, si finisce per far finta di niente, come se non fosse successo nulla. Eppure cosa succede se si finisce per riprovare le stesse sensazioni di quegli attimi così intensi e devastanti per entrambi?
Se quelle stesse emozioni scappano al controllo e continuano a crescere?
Questo è quello che si sta chiedendo Genzo con un brivido che gli attraversa la schiena, lo stesso di ieri.
Al suo sussulto Arashi fermandosi dice timorosa:
- scusa...ho forse le mani fredde?- eh già…è totalmente diversa…e solo per lui.
- No, sei perfetta...continua ti prego...-
Risponde il ragazzo in un sussurro chiudendo gli occhi mentre lei riprende a passare prima le dita, poi i palmi sulle spalle per infine spostarle sotto la sottile stoffa nera della canottiera.
Compie movimenti lenti, dolci, sensuali...a lui sembra di venire catapultato in un'altra dimensione...dove una miriade di sensazioni si alternano...per un momento dimentica tutto quanto, passato, presente e futuro...ora ci sono soltanto loro 2 e le mani di lei sulla sua pelle...non vuole per niente al mondo che finisca, questo momento...questo è l'attimo perfetto, "l'attimo fuggente"
pensano infatti entrambi.
Intanto le mani sono salite sul collo ed ora lo stanno massaggiando nello stesso modo di prima:
lentamente, dolcemente, sensualmente...
tanti piccoli brividi di piacere continuano a susseguirsi irrefrenabili in Genzo.
Ma non solo in lui si agita una tempesta, anche lei viene colpita dalle sue stesse sensazioni.
Ormai non può più fare a meno di toccarlo, di sentire la sua pelle liscia e leggermente abbronzata sotto le sue dita affusolate.
Molteplici scariche elettriche l'attraversano per poi trasmettersi immediatamente a lui.
Non sa cosa pensare del suo gesto di ieri sera, come non ha idea del rapporto che esiste fra loro, ma di una cosa è certa, nulla al mondo la farà desistere dal conquistarlo, come nulla al mondo turberà più il suo umore sempre allegro e pazzo, e nemmeno il loro rapporto si guasterà.
Si rende conto che la cosa migliore sarebbe parlarne subito, ma non è il momento, ora.
Adesso si godranno questi attimi di piacere intenso.
A dopo, forse, le parole!
Già, forse!
Arashi continua il massaggio scendendo nelle scapole, poi percorre con la punta delle dita tutta la spina dorsale, vertebra per vertebra, facendogli contrarre e rilassare i muscoli in continuazione, infine ritorna alle spalle.
Vorrebbero entrambi che neanche questo momento finisse mai, ma involontariamente il ragazzo schiaccia il pulsante 'Play' del suo lettore CD e in quel momento parte la canzone che Arashi riconosce subito, così illuminandosi esclama:
- AH!! 'Another brick in the wall' dei Pink Floyd...quella di ieri sera che mi è piaciuta così tanto...che bella!-
Così Genzo si distende di schiena e le indica di imitarlo, poi si mette un'auricolare e le porge l'altro, infine dice:
- Ti ricordi ancora il nome...ti piace proprio, eh? Se vuoi ti faccio sentire anche il resto del CD!-
Non sa perchè lo fa, perchè ha interrotto il massaggio magico...ci stava così bene...forse vedendo Arashi così entusiasta di una cosa semplice come quella, ha preferito ricambiarle il favore e farla felice come può! "Se lo merita, un premio!"
Pensa lui giustificandosi!
In parte è senz'altro per questo, ma non solo!
Nel profondo di se stesso sa che se l'avrebbe lasciata fare non sarebbe più riuscito a controllarsi e allora si sarebbe spinto troppo in là, proprio come è successo ieri sera nelle docce maschili.
E lui preferisce saper di potersi trattenere e avere tutta la situazione sott'occhio.
Sarà lui a decidere come e quando perdere il controllo di se stesso, ma solo lui potrà dire quando, non gli altri o situazioni improvvise e intense!
Nessuno gli può dire cosa fare contro la sua volontà!
E' già abbastanza impulsivo da solo, senza che nessuno lo aiuti in questo!
- Si, mi piacerebbe...-
Sussurra intanto Arashi mentre esegue con un gran sorriso sulle labbra il suo tacito ordine di seguirlo sull'erba profumata.
Si sdraia vicino a lui infilandosi l'auricolare, ha un braccio sull'addome e l'altro piegato in mezzo a loro 2, gli occhi di un verde chiaro incredibile guardano il cielo terso fra i rami dell'albero sopra le loro teste, i lunghi capelli sono sparsi sul bellissimo manto verde in mille boccoli biondi.
Genzo li sta guardando e sente l'impulso irresistibile di toccarli, impulso che questa volta non frena.
Girandosi di fianco verso di lei comincia a sfiorarli, ad immergervi le dita...lei si volta piano fino a guardarlo negli occhi, occhi profondi in cui rimane incantata...lui fa ripartire la canzone di prima senza staccare la mano da quella cascata dorata alquanto insolita da trovare fra dei Giapponesi. Come anche degli occhi simili…già. Ripensa subito alla riflessione sulle due Derwent avuta con Taro ormai cotto anche lui dell’altra. Fra loro la più bella fisicamente parlando è Mikako, con quei suoi occhi così azzurri, i lineamenti angelici e i capelli rosso naturale che sprigionano dei boccoli deliziosi. Troppo fuori dal comune, non un orientale qualsiasi. Ma Arashi è particolare. Non brutta, anzi. È effettivamente molto carina. Forse è quel suo modo di tenersi che la penalizza…non si cura, non si valorizza. Non ha mai un filo di trucco, si veste con abiti maschili e larghi che non evidenziano il suo corpo atletico, assume espressioni dure e musone…cosa può catturare di lei? Eppure forse è proprio questo…chissà. Nemmeno sapendo la causa di queste bellezze particolari trova la soluzione. Essere eurasiatiche non dà sempre la spiegazione. Padri Irlandesi. Taro gliel’ha spiegato.
Le note accompagnate dal ritmo incessante, cominciano facendo alla ragazza un effetto incredibile.
Ora è lei a provare una miriade di sensazioni con il solo tocco delicato delle mani di lui fra i suoi capelli.
Anche a Genzo piace guardarla in quel momento, mentre ha quell'espressione rilassata di completa beatitudine e di abbandono.
Non le stacca gli occhi di dosso...
E' bellissima ora...
Entrambi desiderano che questo momento si fermi, continuando all'infinito, è troppo sublime.
Nel frattempo, poco distanti da lì, ci sono Mikako e Taro che passeggiano serenamente.
Stanno costeggiando un grazioso laghetto, dello stesso azzurro del cielo e degli occhi della ragazza.
Il discorso si è spostato su di lei e sulla sua fanfiction.
Taro, sorridendo le ha chiesto di cosa parla e lei glielo sta spiegando:
- I 2 protagonisti sono un ragazzo e una ragazza di 17 anni circa.
Lei è sempre allegra, riesce a mantenere ogni volta la calma, non ama arrabbiarsi e gridare, infatti ha degli atteggiamenti molto eleganti e si veste bene truccandosi sempre per apparire a tutti in forma e a posto. Pratica il basket ed è molto brava. E' il vice-capitano della squadra.
Lui ha sempre un dolce sorriso sulle labbra, è ottimista di natura, anche nelle situazioni più disperate, è riflessivo, disponibile e diplomatico; assomiglia un po' a lei sotto questo aspetta. E' l'amico di tutti ed ha una buona parola per ognuno in qualsiasi momento, sia disperato che sereno. Gioca a calcio ed è bravissimo. Anche lui è nella nazionale giovanile come lei.
Lei lo segue da sempre, da lontano, non l'ha mai incontrato; all'inizio l'ha catturata il suo modo pulito e perfetto di giocare, poi osservandolo sempre meglio comincia a piacergli non solo come giocatore, ma anche come persona, al di fuori del calcio.
Questo lo capisce ancora meglio quando finalmente riesce ad incontrarlo e a conoscerlo.
Diventano subito amici, c'è una buona intesa fra di loro.
Ma lei si rende conto che non può continuare così, facendo finta di essergli soltanto amica, non le basta più questo!
Allora un giorno decide di parlargli e dirgli tutto quello che sente dentro, trova il coraggio mentre passeggiano vicini ad un laghetto.
Gli dice che è innamorata di lui da sempre, che non vorrebbe rovinare la bella amicizia che si è creata fra loro, ma lo ama e non riesce ad andare avanti così.
Però non so ancora come farla finire, cosa le risponde lui, cosa fa...tu che mi suggerisci?-
Per tutto il racconto Taro ha provato uno strano calore vicino al cuore, una sensazione stupenda che sognava da tanto ed ora finalmente è arrivata!
Si ferma e altrettanto fa anche lei, ma non si gira; allora le prende dolcemente una mano intrecciando le dita alle sue e la fa voltare.
Si guardano intensamente:
lei ha i suoi grandi occhi azzurro cielo spalancati, cercano di leggere in quelli dorati di lui che sembrano raccogliere tutto l'amore esistente per offrirlo a lei;
Taro ha dipinta nel viso l'espressione della tenerezza, della dolcezza, dell'amore.
Mikako è tesa e in ansia, infatti è pallida più del solito e le labbra sono serrate strette, quasi bianche se non fosse per il solito filo di rossetto.
Lui avvicinandosi dice:
- Puoi fare che la prende per mano, la guarda e in silenzio fa così...-
E senza aggiungere altro la bacia.
Al tocco delle loro labbra lei si rilassa all'istante diventando morbida ed invitante.
Lentamente le loro lingue si toccano, danzano, si intrecciano.
Le mani salgono cingendogli il collo e circondandole la schiena.
Poi si staccano e lui continua:
- Infine dice: 'Ai shiteru'
("significa 'Ti amo' x Giapponese!" N.d.aka)
Ti piace un finale del genere?-
Mikako stringendosi al suo petto risponde sorridendo radiosa:
- Si, da morire! E' proprio perfetto!-
Taro ricambia l'abbraccio poi le alza il viso e sussurra:
- Dai Suke, piccola mia!-
Baciandola dolcemente.
("Questo invece è 'Ti voglio bene'!" N.d.aka)
Lì vicino un pittore ha appena finito il suo quadro:
è un paesaggio che sembra magico, dove davanti ad un piccolo laghetto azzurro cielo 2 ragazzi si baciano abbracciandosi creando un'atmosfera d'amore molto suggestiva.
Il titolo sarà:
"L'attimo fuggente"
FINE CAPITOLO 4
NDAkane: Bleah….che romanticheria sdolcinata….non è da me fare una cosa simile, è per questo che non mi sono soffermata troppo su loro due…mi scuso…specie non ho descritto per nulla i sentimenti di lui come invece avrei dovuto fare…ma proprio non era da me! Perdono! Cmq sia spero sia piaciuto! Baci Aka