Cambiare per amore

di Meramadia94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo incontro ***
Capitolo 2: *** Nuove prospettive ***
Capitolo 3: *** Una richiesta d'aiuto parte prima ***
Capitolo 4: *** Una richiesta d'aiuto parte seconda ***
Capitolo 5: *** Una richiesta d'aiuto parte terza ***
Capitolo 6: *** Un nuovo lavoro ***
Capitolo 7: *** Un caso spinoso ***
Capitolo 8: *** Il processo ***
Capitolo 9: *** Il primo appuntamento ***
Capitolo 10: *** Lavoro ed ostilità ***
Capitolo 11: *** Pericolo imminente ***
Capitolo 12: *** Chiarimenti ***
Capitolo 13: *** Una situazione pericolosa prima parte ***
Capitolo 14: *** Una situazione pericolosa seconda parte ***
Capitolo 15: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 16: *** Un nuovo caso ***
Capitolo 17: *** Guarigione dolorosa ***



Capitolo 1
*** Il primo incontro ***


- Si certo... per le nove.- fece Dominick Carisi versandosi del succo di mirtili per poi berne un sorso - ce la faccio. Il tempo di vestirmi e sarò da lei.
- Esci stasera?- fece Mike, il suo coinquilino mettendo sul tavolo due cartoni di pizza. 
Sonny annuì togliendo di fretta il cellulare. 
- Sì.- fece Sonny - Un catering all'ultimo secondo.- fece Sonny andando nella sua stanza per scegliere qualcosa da mettersi. Catering. Quando Mike gli chiedeva dove andava quando la sera usciva all'ultimo secondo e con un completo elegante gli diceva che lo avevano chiamato per un catering o per fare l'interprete ad una visita guidata ad una comitiva di italiani, date le sue origini. 
Non poteva certo dirgli -'' Sì, qualcuno stasera ha voglia di sesso senza impegno''. Perchè era questo che faceva, Dominick Carisi Jr, chiamato Sonny da amici e parenti. 
Aveva ventisei anni e frequentava la facoltà serale della Fordham University. Il suo sogno era diventare avvocato. Non uno di quegli avvoltoi con la toga che si faceva pagare uno sproposito per qualcosa che sarebbe riuscito ad ottenere anche un avvocato d'ufficio o per delle performance deludenti. Voleva difendere chi ne aveva bisogno ma non poteva permettersi una vera difesa. E lui ne era capace. Era bravo, era coscenzioso e soprattutto aveva un ottimo spirito di osservazione oltre che un'ottima memoria. L'unica cosa che poteva mettersi tra lui e questo sogno era il doversi mantenere agli studi. Aveva fatto diversi lavori, ma tutti sottopagati e precari. 
Alla fine, pur di guadagnare abbastanza per non doversi preoccupare della retta, aveva deciso di ripiegare sul '' lavoro più vecchio del mondo''. Un controsenso per uno che voleva diventare avvocato, ma era il meglio che aveva trovato. 
Suo padre aveva problemi di cuore un giorno sì e l'altro forse e sua madre era perennemente in ansia sia per il marito che per le sue tre figlie che trovavano sempre un modo per cacciarsi nei guai tra amori sbagliati e nuove follie, non poteva dar loro il pensiero di aiutarlo a mantenersi agli studi, anche se sapeva che non glielo avrebbero negato. 
Era stato uno sconosciuto in un bar a consigliargli quel lavoro dicendogli '' puoi infrangere la legge finchè vuoi, basta che non ti fai scoprire''.
E così aveva fatto. 
Aveva messo un annuncio online su un sito definendosi quasi un gigolò, ma a differenza di molti ''colleghi e colleghe'' aveva furbescamente deciso di non mettere alcuna foto o descrizione, ne messo il suo vero numero di cellulare o un indirizzo per evitare che in giorno la cosa gli si ritorcesse contro. 
Erano circa sei mesi che andava avanti così... quando il suo secondo telefono squillava capiva che qualcuno desiderava la sua compagnia, anche solo per una notte. 
Un po' quella vita gli dava la nausea di sè stesso, pensando a quanto si sarebbe sentito ipocrita nel dover pressare una escort durante un processo, o quanto poco imparziale sarebbe stato nel difendere uno che usufruiva del servizio, e quanto male ci sarebbero stati i suoi nel sapere che in pratica si stava prostituendo.
Gli piaceva pensare che ci fossero due Sonny, e che l'uno non avesse niente a vedere con l'altro. 
- Torni presto?- chiese Mike.
- Non lo so, dipende.- fece Sonny - il venerdì sera quel ristorante serve duecento coperti più il dopocena, non so quando finirò.- e poco dopo uscì, lasciando l'amico ad una sera all'insegna di birra e finale dei pesi massimi. 
...
...
...
L'appuntamento era al Park Milano Hotel. Un posto di lusso, elegante. Appena arrivato chiese alla reception dell'ospite della 623. Nessuno parve insospettirsi quando disse che doveva parlargli di lavoro. Perchè avrebbero dovuto in fondo. Se il mondo non era ancora pronto ad accettare la parità dei sessi in tutto e per tutto, ad un mondo in cui anche gli uomini potevano subire abusi, figurarsi se erano pronti a credere che un uomo potesse prostituirsi e che un altro uomo chiedesse la compagnia di un '' prostituto''. 
Quando bussò alla porta della camera, Rafaèl Barba  aprì la porta con un bicchiere che conteneva un liquido ambrato che non era riuscito ad identificare , una camicia bianca, una cravatta con i colori delle bande sindacali e pantaloni neri, senza scarpe.
Si scostò dallo stipite della porta per farlo passare.
-Prego. TI stavo aspettando.- fece Barba. 
Sonny entrò e si sentì subito a disagio nel vedere una camera d'hotel così lussuosa. Non si considerava un morto di fame, ma essendo cresciuto in un ambiente con cui era riuscito ad essere sereno con molto meno si sentiva tremendamente fuori posto.
- Per prima cosa accordiamoci sul prezzo.- fece Barba versando da bere in due bicchieri.
- Dipende.- 
- Da cosa?- 
- Da quanto vuoi che duri.- fece Sonny mandando giù un sorso per rilassarsi - Sesso orale sessantacinque, tutto il pacchetto trecento, tutta la notte duemila. Più un supplemento per richieste speciali.... entro i limiti, chiaramente.- 
- Non preoccuparti.- fece Barba - Non sono uno di quelli. Non ho intenzione di legarti, strozzarti o bendarti.- 
Sonny sospirò sollevato. Questa premessa lo tranquillizzava molto. Di solito non faceva differenze tra i clienti, si auto-definiva un uomo dalla mentalità aperta e non si faceva problemi ad andare sia con donne che con uomini... a patto che fossero al di sopra dell'età del consenso. I problemi sorgevano quando incontrava gente che aveva visto o letto 50 Sfumatore una volta di troppo o che semplicemente si era annoiata delle solite due o tre cose a letto e voleva provare qualcosa di nuovo. Non era un problema la maggior parte delle volte, ma alcune volte aveva incontrato qualcuno con serie difficoltà a rispettare la safeword.
- Ok, perfetto.- fece Sonny. 
- Sembri nervoso.- fece Barba.
- Non lo sono.- ribattè l'italiano. Il cubano gli fece cenno di seguirlo in camera. 
- C'è qualcosa che devo sapere prima?- fece Barba invitandolo ad accomodarsi.
- Non... sopporto il dolore.- fece Sonny finendo il suo drink. 
- Tranquillo.- fece Barba - non ho intenzione di farti del male.- nel dir così lo fece stendere con delicatezza sul letto morbido, iniziando a baciarlo piano, insinuandogli le mani sotto la camicia carezzandogli il petto invitandolo a rilassarsi. Il biondo si lasciò andare completamente, lasciando che il cubano lo accarezzasse e lo stringesse. Sembrava quasi volerlo mettere a suo agio. Molto diverso dai soliti clienti che lo chiamavano per una sveltina per una voglia del momento e che erano soliti volere tutto e subito. Lui pareva prendersi cura di lui, anche se probabilmente era l'ultima delle sue intenzioni.
Dopo essersi rilassato a sufficenza gli sfilò la cravatta sindacale e gli aprì la camicia sorridendo lasciando che il cubano gli togliesse la maglia e gli sfiorasse la clavicola. Con la stessa dolcezza gli abbassò i pantaloni.
- Sei a tuo agio?- fece Barba - vuoi che ci fermiamo qui?- 
Sonny sorrise.
- Fermo così.- fece Barba passandogli un dito sulla faccia. Non aveva ancora avuto modo di notarlo, ma il sorriso di Sonny era splendido. Faceva risaltare gli zaffiri che aveva al posto degli occhi e da solo riusciva a riscaldare quella fredda stanza d'albergo. 
- Dovresti sorridere di più....- fece Barba - sei tenero.- 
- Dimmi una cosa.... perchè?- 
- Perchè cosa?- 
- Ti conosco da meno di dieci minuti... non so nulla di te...- fece Sonny - ma dicono che da come si comporta una persona a letto si può intuire la sua personalità... e tu sei una persona dolce, si prende cura degli altri, lo rispetti... non hai problemi a trovare una compagna o un compagno... perchè vai con quelli come me?- 
- Rilancio.- fece Barba - come ci sei finito in questa vita?-
- Lo sai com'è all'inizio... devi portare i soldi a casa... e questa è la via più facile.... ti prego non farmi domande, ok?-
Barba annuì, dandogli un bacio sulla fronte. 
- Tranquillizzati.- fece Barba continuando a vezzeggiarlo e coccolarlo con cura spingendolo contro la testiera del lettone. 
Sonny rispose ai baci con intensità sempre maggiore. Nel suo lavoro c'era una sola regola. Non innamorarsi. Era più facile andare a letto con qualcuno per cui non si sentiva niente, gli risparmiava un mucchio di complicazioni... ma aveva paura che presto avrebbe mandato quella regola a farsi benedire.
Nella mezz'oretta che aveva passato con quell'uomo, si era preso più cura quel cliente di lui di quanto non avesse fatto chiunque altro. 
Bella, Gina e Teresa, le sue sorelle maggiori lo avevano coccolato e vezzeggiato quando era piccolo... poi da adolescenti avevano iniziato a vederlo come un amico ed un confidente a cui confidare le loro pene ed i loro segreti non esattamente di stato ma che non avevano il coraggio di confessare alla madre, e alla fine era come se fosse lui, l'ultimo della nidiata a prendersi cura di loro.
I suoi genitori non gli avevano mai fatto mancare niente e non poteva dire di essere stato maltrattato o altro da suggerirgli di poter chiedere aiuto all'esterno, ma la verità era che erano esausti quando era nato lui. Quando era venuto al mondo, la gioia del tanto atteso maschietto, era entrata in contrasto con la paura di dover rivivere il quarto replay fatto di pannolini, pappette, pianti notturni, capricci e discussioni adolescenziali... per poi ritrovarsi con un bambino che dormiva sette ore filate per notte, che mangiava tutto quello che aveva nel piatto senza che fosse necessario montare un teatrino o preparare mille manicaretti, ed aveva mantenuto quel carattere obbediente e tranquillo per tutta l'adolescenza. I suoi si erano rilassati con lui, ed aveva imparato in fretta quello che di solito la gente era solita imparare solo dopo i trenta: badare a sè stesso.
Mike era il suo migliore amico e coinquilino da quando aveva iniziato il college, gli voleva bene come ad un fratello ed il sentimento era contraccambiato,  ma essendo il primogenito ( e per giunta il primogenito perfetto) della sua sua famiglia non poteva capire come si era sentito. 
Quell'uomo invece pareva interessarsi molto a lui e al suo benessere, e a farlo sentire a suo agio... si ripromise di non innamorarsi. Non era mai stato uno di quelli che scambiava un like su FB o un sorriso o qualunque gesto di gentilezza per una proposta a qualcosa di serio per poi mettersi a cantare la marcia nuziale sotto la doccia. Era un uomo gentile che per una notte non voleva dormire da solo, punto. 
Non c'era motivo di illudersi. E soprattutto bisogno. 
Barba prese il profilattico ed il lubrificante. 
- Lo so che ho promesso di non farti male...- fece Barba abbassandogli piano i boxer - non so se sei già stato con un uomo prima...- 
- Sì.- fece Sonny - ho... già avuto delle esperienze... ma sei gentile a preoccuparti... di solito si prendono quello che vogliono senza farsi troppi scrupoli...- 
- Non preoccuparti.- fece Barba - Cercherò di renderlo piacevole per entrambi.- fece abbassandosi i boxer per mettere il preservativo. 
Mise un po' di vaselina sull'apertura di Sonny, e dopo aver ricevuto l'ok iniziò a prepararlo spingendo delicatamente il primo dito. 
Sonny s'irrigidì, strabuzzò gli occhi e si aggrappò alle spalle del cubano.
Barba gli carezzò il viso rovente, con le dita fresche, per dargli un po' di sollievo - Dopo andrà molto meglio, promesso.- 
Sonny sorrise. 
Barba continuò ad accarezzarlo per calmarlo anche quando introdusse il secondo e il terzo dito. Quando ritenne che il compagno fosse pronto, estrasse le dita dalla sua apertura  per sostituirle con il suo sesso ed iniziò a spingere delicatamente.
Il biondo  iniziò a gemere senza controllo, dopo le prime spinte. 
Le prime erano dolci e distanziate, per dare all'italo americano il tempo di abituarsi, poi ad un ritmo sempre più sostenuto. 
- Rafaèl...- fece Sonny con la voce che tremava dall'eccitazione - sto per....- 
- Shhh.- fece Barba - non voglio fare le cose di fretta. Ho tutta la notte ricordi?- 
Sonny sgranò gli occhi. 
Non poteva credere che quell'uomo volesse davvero tenerlo sul punto di venire senza permetterglielo, per tutta la notte.
- Per favore....- supplicò Sonny - ti prego.- fece senza troppa convinzione. Iin fondo non gli dispiaceva aspettare. Gli piaceva stare tra le sue braccia e permettergli di prendersi cura di lui,  anche se non sapeva fino a quando avrebbe retto in quello stato. 
Barba continuò il suo lavoro sorridendo nel vedere il viso del biondo  arrossato dal piacere.
Quasi a tradimento aumetò il ritmo, e l'uomo sotto di lui cominciò a gemere senza controllo, fino a venire, sentendo una piacevolissima sensazione di formicolio partire dalla colonna vertebrale fino alle gambe. 
- Oddio... è stato stupendo...- fece Sonny ansimando. 
- Concordo con te.- fece Barba carezzandogli le spalle e coprendolo con il lenzuolo - Adesso riposati un po'.- 

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Capitolo 2
*** Nuove prospettive ***



Rafaèl Barba era un avvocato. Un ottimo avvocato. Si era diplomato a pieni voti nel liceo cattolico del Bronx in cui aveva studiato per poi laurearsi in tempi record ad Harvard. Nella sua vita non aveva mai avuto molto tempo per conoscere persone o corteggiare qualcuno che suscitava il suo interesse. Ed il motivo era semplice. Aveva vissuto infanzia ed adolescenza con un padre alcolista, violento, e come se non bastasse era uno di quelli convinti che la propria opinione fosse un concetto assoluto, un assioma, ovvero un concetto che non aveva nessuna necessità di essere supportato da prove e fatti per essere considerato vero e che aveva l'abitudine di picchiare selvaggiamente chiunque tentasse di mostrargli un nuovo punto di vista. Aveva perso il conto delle volte in cui suo padre gli aveva messo le mani addosso e delle volte che in ospedale aveva detto di '' essere caduto dalle scale''. Aveva vissuto nel Bronx, in un quartiere in cui le possibilità erano solo due: o diventare un delinquente o un rappresentante della legge, ed aveva visto molte volte, forse troppe, mariti violenti tornare a casa dopo che le mogli li avevano denunciati per percosse o piccoli criminali che andavano e venivano dal carcere come un hotel, ed aveva sempre avuto troppa paura di dire ai medici o alla polizia che gli chiedeva delucidazioni sui suoi '' incidenti'' che in realtà il padre lo aveva picchiato a sangue perchè aveva preso le difese della madre rea di aver bruciato la cena in una lite domestica o perchè era tornato a casa con A-. Era per questo che aveva scelto di fare l'avvocato. 
Un po' per difendere le persone, un po' per fare un dispetto a suo padre. Il suo sogno era di trovarselo davanti come imputato, travisare e contestargli tutto quello che gli usciva dalla bocca, e vederlo incapace di reagire perchè un giudice e due guardie giurate erano pronte a metterlo a stare. 
Si era sempre trovato bene da solo, non aveva mai sentito il bisogno di trovare una compagnia o qualcuno che lo aspettasse, ma era ancora sotto shock per la prematura scomparsa di sua nonna Catalina, e si era appena trasferito da Brooklyn a Manatthan e non aveva voglia di passare la prima notte da solo. Un suo collega gli aveva passato il numero di gigolò che ci teneva a restare nell'anonimato e gli aveva consigliato di chiamarlo. 
Si era  detto '' Perchè no''... e poi aveva visto gli occhi del cielo d'Irlanda su un cucciolo adorabile. 
Dominick Carisi Jr, chiamato affettuosamente Sonny. In pochi minuti aveva sconvolto il suo mondo. 
- Quindi...- fece Barba rivolgendosi alla squillo che si era presentata all'Unità Vittime Speciali, dichiarando di essere stata picchiata e violentata da un cliente - Lei è stata stuprata da un cliente... lo aveva già visto prima?- 
La ragazza, tremante da capo a piedi, fece cenno di no con il capo.
- Era la prima volta.- fece la ragazza.
- Come l'ha contattata?- fece il tenente Benson. 
- Una mail all'indirizzo che ho creato per questo lavoro.- fece la ragazza - Siete liberi di non credermi, ma anch'io ho dei sogni. Faccio questo per pagare le bollette e la casa di cura in cui mia madre è ricoverata.- 
'' Devo portare a casa dei soldi, e questa è la via più facile''- gli aveva detto Sonny la sera precedente. 
- Nessuno ti sta giudicando.- fece Olivia - Il lavoro che fai non è certo un cartello con su scritto '' Fate di me ciò che volete.- 
- Ditelo a lui.- fece la ragazza - Io non lo sapevo che fosse uno di quelli.- 
- Quelli chi?- 
- Uno di quelli che se non sottomette o non prende con la forza non si diverte.- fece la ragazza - appena siamo entrati in stanza ha iniziato a mettermi le mani ovunque, è diventato violento, mi ha sbattuto sul letto strappandomi via i vestiti e mi ha presa con la forza.- 
- Gli hai chiesto di rallentare, di fermarsi...?- fece Liv.
La ragazza annuì.
- Era come parlare al vento. Ha detto che i soldi erano suoi, e che io li avevo accettati quindi aveva il diritto di fare tutto quello che voleva...- 
- Questo non è vero.- fece Liv - Solo perchè ha pagato questo non gli dava il diritto di farti male o qualcosa che non volevi.-
'' Non sono tutti gentili come te. Vogliono tutto e subito.''
- Ci servirà l'indirizzo mail con cui l'ha contattata.- fece Barba. 
- Inutile.- fece la ragazza - Dopo che mi ha violentata ho provato a scrivergli una mail per dirgli che lo avrei denunciato, ma quando ho provato ad inviarla ho scoperto che l'indirizzo mail era disabilitato, e mi ha pagato in contanti...- 
- Possiamo fare un identikit.- fece Liv - chiamerò il disegnatore per fare un identikit.- 
- Scusatemi.- fece Barba uscendo pensando -'' Dio, ma che cosa mi hai fatto...?''
Ogni volta che guardava quella escort, con la faccia arrossata dal pianto e dalle botte che aveva preso mentre raccontava di essere stata aggredita e violentata da un cliente, non riusciva a non vedere il ragazzo con cui si era ''intrattenuto'' due giorni prima davanti a lui con i vestiti strappati, il volto tumefatto, sconvolto ed in lacrime mentre diceva loro le stesse identiche cose. E a non sentire un dolore tremendo al cuore. 
Fino a due giorni fa aveva pensato che chi toccava una donna meritasse la morte. Meglio se lenta e dolorosa... ma come molti altri aveva serie difficoltà a prendere sul serio le accuse di violenza sessuale formulate da una escort, una persona che per vivere faceva sesso con chiunque le capitasse a tiro. E non perchè non ci credesse. 
Portare in aula un caso di stupro ai danni di una prostituta era un rischio troppo grande per qualunque PM, perchè nessuno era pronto a credere che una prostituta avesse la facoltà di dire no... e forse anche lui sotto sotto aveva creduto che se una persona così gridava allo stupro o se l'era andata a cercare o era perchè a suo dire non era stata pagata abbastanza... ma da quando aveva avuto tra le sue braccia quel ragazzo aveva iniziato a crederci. 
E non sapeva perchè ma l'idea che un giorno potesse ritrovarselo davanti come vittima o perchè aveva incontrato qualcuno che lo aveva forzato a fare qualcosa che non voleva lo mandava ai matti.
Aveva bisogno di vederlo.
...
...
...
Gli diede appuntamento davanti ad un'edicola a Soho borbottando qualche scusa, chiedendogli di venire il prima possibile e che non se ne sarebbe pentito. 
Sonny non si fece pregare. 
- Ciao...- fece Sonny.
- Ciao.- 
- Volevi vedermi?- fece Sonny - c'è... qualche problema, qualche conto in sospeso...- 
Barba lo tranquillizzò - No tranquillo. C'era solo una cosa di cui volevo parlare con te.- 
- Ok, allora parla.-
- Vorrei che mi parlassi degli altri.- fece Barba.
- Quali altri?- fece Carisi sperando di non essere incappato in uno che pretendeva un rapporto esclusivo. Non era uno di quelli che puntava a uomini solitari e ricchi per farsi mantenere a vita, offrendo sesso in cambio di regali, cene costose e vacanze da cinquemila dollari al giorno. Gli bastava che in cambio di quanto aveva da offrire gli venisse dato quanto bastava per pagare la retta scolastica e le bollette. 
- Hai detto che non tutti sono gentili come me.- fece l'avvocato - potresti essere più chiaro al riguardo? Nel senso... ti hanno mai forzato a fare qualcosa che non volevi fare o che avresti preferito evitare?- 
- Mi stai chiedendo se qualche cliente mi ha mai violentato?- fece Sonny. 
- In linea di massima... si.- fece Barba - allora? E' mai successo?- 
- Te l'ho detto. A volte trovo qualcuno che salta i preliminari per arrivare subito al dunque.- fece Sonny. 
- Cos'è, un si?- 
- No.- fece Sonny - Nessuno mi ha mai stuprato. Ogni tanto sono un po' rudi, questo si, ma non mi hanno mai fatto male.- 
- Beh, nel caso dovesse succedere...- fece Barba dandogli il suo biglietto da visita - Voglio che mi chiami. Immediatamente.- 
Sonny prese il biglietto da visita... e quando lesse la parola '' assistente procuratore distrettuale'' sbiancò. 
- Procuratore.... oh cazzo...- fece Sonny con la voce che tremava - senti... se vuoi puoi scoparmi tutte le volte che ti viene voglia, anche gratis, ma ti prego non dirlo a nessuno... per favore. Questo rovinerebbe la mia vita.- 
- Non ho intenzione di rovinarti.- fece Barba - Ma un giorno potresti aver bisogno di un avvocato.- 
- Secondo te cosa sto studiando?- fece Sonny - ti ringrazio per l'interessamento, ma mi arrangio da me.- 
- Un gigolò a tempo perso che si difende da solo?- fece Barba - ti mangerebbero vivo.- 
- Ed anche se fosse a te che importa?- fece Sonny - Mi hai scopato una volta e hai pagato quanto dovevi. Solo perchè abbiamo fatto sesso una volta, non sentirti obbligato ad occuparti delle potenziali disgrazie che potrei incontrare nel corso della mia vita.- nel dir così guardò l'orologio - scusami, adesso ho lezione e sono già in ritardo.- 
Barba lo trattenne per un braccio. 
- Prometti che ci penserai.- fece Barba - e che se ti sentirai a disagio con qualcuno mi chiamerai. Sistemeremo la cosa senza troppo clamore, promesso.- 
- Te lo prometto. Adesso se permetti ho da fare.- fece Sonny allontanandosi in fretta per prendere il taxi che lo avrebbe condotto a lezione.

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Capitolo 3
*** Una richiesta d'aiuto parte prima ***


Quella sera Sonny era a casa da solo. Mike aveva il turno di notte al distretto e nessuno aveva bisogno della sua compagnia. Almeno per il momento. Teneva il suo cellulare '' per il lavoro'' accanto nel caso suonasse all'improvviso. Nel frattempo si era steso a pancia in giù sul suo letto guardando sul suo portatile '' La parola ai giurati'' mangiando la specialità cinese che preferiva: spaghetti saltati con uova, gamberetti e verdure miste, ripensando all'incontro che aveva avuto con il procuratore. 
Gli credeva quando diceva che avrebbe mantenuto il suo segreto. In  fondo rivelare che quando capitava si prostituiva, implicava rivelare che un procuratore andasse a prostitute e non ci avrebbe fatto una bella figura... quello che lo aveva scosso era la premura dell'avvocato e la sua insistenza nel sapere se qualcuno gli aveva fatto qualcosa che lo aveva fatto sentire a disagio o se fosse stato violento. 
Non c'era abituato alle persone che si prendevano cura di lui.  O a quelle che lo pressavano per sapere se stava bene o c'era qualcosa che gli logorasse l'anima.
Nemmeno suo padre si era mai preoccupato troppo di quello che poteva avere dentro.
Era stato un buon genitore, non poteva dire che lo avesse punito troppo ne troppo eccessivamente e nemmeno che gli avesse fatto mancare qualcosa... ma era talmente preso dai problemi delle figlie che quasi non si accorgeva che anche lui aveva bisogno dell'attenzione di suo padre. 
Ricordava ancora quando il bullo della scuola,Bobby Bianchi lo aveva afferrato alle spalle e lo aveva sbattuto con tanta forza contro il vetro di una finestra tanto da riempirgli la faccia di tagli... di quel momento ricordava il dolore, la paura, la rabbia, la vergogna... e Bobby che lo afferrava per la collottola dicendo '' Non dirlo a nessuno o questo è niente in confronto a quello che ti farò''. 
A casa raccontò che un pony express lo aveva quasi travolto e di essere caduto sul marciapiede. Ma se suo padre invece di dirgli '' cerca di stare più attento d'ora in poi'' lo avesse confinato in quella stanza fino a quando non si decideva ad ammettere quello che gli era successo... e lui lo avrebbe fatto. Avrebbe trovato  il coraggio di ammettere tutto, se suo padre si fosse accorto di quanto quell'indifferenza e quell'orgoglio di avere un figlio perfettamente in grado di occuparsi di sè stesso lo facesse star male.
Per questo gli faceva così strano che uno, per una scopata, improvvisamente sentisse di avere piena responsabilità verso di lui. 
Il suo telefono ufficiale squillò. 
Numero sconosciuto. 
- Pronto?- 
'' Ciao Sonny sono io... Tommy.''
Sonny alzò gli occhi. Il futuro marito di sua sorella... che Dio solo sapeva cosa ci trovava Bella in quel tizio che combinava tanti casini quanti giorni l'Onnipotente aveva mandato in terra, fino al punto di accettare di sposarlo e di farci un figlio. 
E qualcosa gli diceva che non lo stava chiamando per chiedergli di fargli da testimone al matrimonio o per farsi aiutare a scrivere le partecipazioni. 
'' Senti lo so che sei impegnato, ma potresti venire a prendermi? Sono all'undicesimo distretto.''
Sonny sbuffò esasperato. 
- Senti, non so cosa tu abbia combinato stavolta, ma non dire una parola finchè non arrivo io, ok?-
...
...
...
La mattina dopo, Sonny si recò al SVU, il reparto di polizia con il quale l'avvocato Barba collaborava da un po' per parlargli di quello che il cognato gli aveva riferito la sera prima. Tommy si era ubriacato in un bar dopo aver avuto il controllo settimanale con il suo agente di controllo per poi essere arrestato per disturbo della quiete pubblica.
Ed avevano litigato. Lo aveva mandato in bestia il fatto che Tommy non fosse minimamente preoccupato dal far sapere ciò al suo agente di controllo e di tornare in carcere, dando così un dolore e l'ennesima delusione a sua sorella. 
E si era arrabbiato ancora di più quando gli aveva detto che aveva avuto un rapporto sessuale con la sua agente di controllo. Poi Tommy gli aveva detto che il rapporto, almeno per lui non era stato consensuale, come per liberarsi di un peso, per poi pregarlo di non dire niente a Bella o ad altri. 
Solo che quel pensiero, quel tarlo, e quegli occhi che sembravano sinceramente spaventati e traumatizzati lo avevano assillato tutta la notte senza fargli chiudere occhio. Vero, stava studiando da avvocato ed ogni conversazione che aveva con un cliente era coperta da segreto professionale... ma in fondo non era ancora un avvocato. Inoltre aveva bisogno di capire. Di qualcuno che lo aiutasse a capre. 
Barba lo vide quasi subito quella mattina.
- Dominick.- fece Barba sentendosi improvvisamente immerso in una piscina d''acqua gelida vendendo lì il suo amante di una notte. Al SVU. Un posto in cui la gente non andava a meno che non fosse stata coinvolta in qualcosa di sessuale contro la sua volontà o se nel migliore dei casi era testimone di un crimine orribile. Lo guardò: non aveva segni di lividi o di percosse, ma non significava che non gli fosse successo qualcosa. Anche suo padre sapeva dove picchiare senza far vedere i lividi.
Gli andò incontro, preoccupato. 
- La tua offerta di ieri è ancora valida?-
- Che è successo?-fece Barba - Por favor, non dirmi che...- 
- No io sto bene...- fece Sonny - però... una persona che conosco potrebbe aver bisogno di aiuto.- 
- Potrebbe?- fece Barba - in che senso?- 
- Che non sono sicuro di cosa stia succedendo, insomma... ho bisogno di parlarne con qualcuno che sa di cosa sto parlando...- 
Barba gli fece cenno di seguirlo nella break room. 
- Parliamone davanti ad un caffè, vuoi?- fece Barba. 
...
...
...
- Quindi, il futuro marito di tua sorella dice di aver subito violenza da parte del suo agente di controllo.- fece Barba versandogli un caffelatte con quattro tazzine di espresso - ma tu... non gli credi.- 
- Non lo so cosa credo, a dire il vero.- fece Sonny - Lui e Bella si sono conosciuti dieci anni fa, e da allora non ricordo un solo giorno di tranquillità in casa. Liti, recriminazioni, discussioni...- 
- E' un uomo violento?- 
- Chi, Tommy? No, se per caso provasse a dare un pugno a qualcuno inciamperebbe nel tavolo e finirebbe lui in ospedale.- fece Sonny - però sta finendo di scontare una condanna di cinque anni per possesso e spaccio d'erba, quindi come immaginerai i miei non sono proprio entusiasti di questo matrimonio... ha ottenuto la libertà vigilata per gli ultimi tre anni, lui e mia sorella hanno fissato la data del matrimonio, aspettano un figlio, lui ha appena ricevuto una promozione sul lavoro...- 
- Insomma, mi pare che si stia comportando bene.- fece Barba - dimmi di questo stupro.- 
- Lui dice che dopo un test delle urine, la sua agente di controllo, ha preso una pistola e gli intimato di sdraiarsi a terra, che lo ha ammanettato alla scrivania e che poi lo ha costretto a penetrarla.- fece Sonny - lo so, è da folli... la prima cosa che mi viene in mente è che abbia tradito mia sorella...- 
- Te lo ha detto lei questo?- 
- Lei non sa niente.- fece Sonny - Mike, il mio coinquilino, fa il poliziotto alla omicidi e ha saputo che Tommy era stato portato all'undicesimo distretto per disturbo delle quiete pubblica in stato di ebbrezza e gli ha detto di chiamarmi. Sono andato a prenderlo, abbiamo litigato e mi ha detto questa storia.-
- Allora c'è qualcosa che non quadra non trovi?- fece Barba sorseggiando il suo caffè - Le bugie sui tradimenti si inventano dopo che gli altarini sono saltati fuori, perchè uno dovrebbe dire al fratello iper-protettivo della sua ragazza, a pochi giorni dalle nozze, a cui per altro non piace troppo, che ha tradito la sua fidanzata?- 
- Beh Tommy non è esattamente un genio...- fece Sonny. 
- Ma se non gli credessi, almeno un po', tu non saresti qui.- fece Barba - Ok, ecco cosa farai. Chiama tuo cognato e digli di andare in ospedale... non ha fatto la doccia vero?-
Sonny fece cenno di no con il capo. 
- Ottimo. Digli di fare tutti gli esami per malattie sessualmente trasmissibili, avvertirò un'infermiera forense di fare i tamponi e di prendere in consegna gli abiti che indossava quel giorno per farli analizzare.- fece Barba - e se salta fuori qualcosa inchiodiamo questa signora per violenza sessuale... e dovresti farlo venire qui, per verbalizzare.- 
- Quello lui non lo farà mai.- fece Sonny - è ancora parecchio su di giri, e non vuole assolutamente dirlo a mia sorella... ti ho dato tutti i dettagli, non potete...?- 
- Studi legge, se non sbaglio.- fece Barba - e quindi saprai, che non si può sostenere un'accusa di violenza carnale con un sentito dire. Inoltre, molte vittime tendono ad omettere dei dettagli per timore di essere giudicati. Mi spiace. Tuo cognato deve venire qui e denunciare il fatto. Oppure non possiamo fare niente.- 
Sonny annuì. Quella faccenda iniziava a non piacergli.
...
...
...
Chi aveva detto '' Peggio di così le cose non possono andare'', doveva avere un contorto senso dell'humor. 
Dopo la sua segnalazione, gli agenti dell'Unità Speciale erano andati a parlare con Tommy Sullivan riguardo l'aggressione riportata dal cognato.
Tommy aveva negato e li aveva mandati via con una scusa, per poi dirigersi come una furia verso la casa dell'unica persona che poteva aver messo in giro una storia simile.
- INSOMMA, TI HO DETTO DI NON DIRLO AD ANIMA VIVA, E TU VAI A SBANDIERARE LA COSA AI QUATTRO VENTI?!?!?- urlò Tommy fuori di sè quando seppe che il futuro cognato era andato al reparto crimini sessuali di New York per dire quello che gli aveva riferito - La prossima volta ti dirò di fare un annuncio in mondovisione, così magari per una volta te ne stai zitto!- 
- Tommy calmati.- fece Sonny. 
- Calmarmi, certo, tu la fai facile, non sei tu quello che ha dovuto sdraiarsi per terra mentre una gli si metteva sopra per scopare.- 
'' Ti sbagli, l'ho fatto. Con la differenza che io ero consenziente.'' 
- Hai ragione non lo so come ti senti, e non posso saperlo...- fece Sonny - ma qual'è l'alternativa? Tornare dal tuo agente di controllo la prossima settimana, e per i prossimi tre mesi sperando che non ricapiti più? Perchè se le cose stanno così fattelo dire, non è un gran piano.- 
- E' l'unico che ho.- fece Tommy - Guardiamo in faccia la realtà. Io sono un avanzo di galera, lei un agente stimata. La giuria guarda me e poi lei, secondo te chi sceglie?- 
- Ma se quella donna ti ha forzato a fare qualcosa che non volevi è lei che deve essere punita, non tu.- fece Sonny - Ha oltrepassato un limite. Comportarsi come se nulla fosse, è come darle il permesso di rifarlo. Senti, non devi decidere adesso... ma quella donna potrebbe avere qualche malattia sessualmente trasmissibile e non saperlo. Almeno vai in ospedale per farti controllare. Se non vuoi farlo per te, fallo almeno per Bella e vostro figlio.- 
Tommy annuì. Il pensiero di essere stato contagiato con qualche infezione da quella donna e che avrebbe potuto attaccarla a Bella o al figlio in arrivo lo atterriva. Non gli importava molto di essere creduto o meno ma il pensiero che per colpa di quella donna la sua famiglia potesse soffrire lo nauseava.
- Fino ad allora ti prego... taci.- fece Tommy uscendo da casa del cognato, scontrandosi con Mike. 
- Interrompo qualcosa?- 
- Nulla di importante.- fece Sonny. 
- Ha a che vedere con l'arresto?- fece Mike - Senti, ok che ha infranto la legge, ma non ha fatto niente di così grave... se vuoi posso mettere una buona parola con mio padre e faccio sparire la faccenda.- 
Sonny fece cenno di no con il capo. 
- Non preoccuparti... risolveremo la faccenda... però qualcosa che potresti fare ci sarebbe.- 
- A tua disposizione.- fece Mike mettendo in tavola il cinese da asporto che aveva preso lungo la strada. 
- Quando Tommy era sotto la vostra custodia hai notato niente di insolito nel suo comportamento?- fece Sonny. 
- E' una domanda un po' difficile a cui dare una risposta.- fece Mike versando una birra rossa in due bicchieri - io non lo conosco bene, non posso sapere cosa intendi dire per '' qualcosa di strano''.
- Ti è sembrato turbato, spaventato, come se non gli importasse molto di essere stato arrestato di nuovo?- fece Sonny. 
Mike fece mente locale e dopo qualche secondo rispose. 
- Ora che ci penso si.- fece Mike - Un mio collega gli ha letto i suoi diritti, ed io gli ho suggerito di chiamarti, ma prima che lo facesse abbiamo controllato i suoi precedenti ed abbiamo visto che aveva violato la condizionale... gli abbiamo detto che avevamo l'obbligo di dirlo al suo agente di controllo, e lui non ha fatto un piega. 
I detenuti fuori su cauzione sono un po' come gli adolescenti colti a farsi uno spinello, supplicano, implorano e promettono il mondo purchè non venga riferito ai genitori, tuo cognato invece non ha fatto una piega.- 
Sonny non potè fare a meno di pensare a quel particolare. 
Tommy sembrava terrorizzato al pensiero di far sapere alla sua ragazza che aveva combinato un altro casino, ma quando gli aveva rimproverato che il suo agente di controllo non gliel'avrebbe fatta passare liscia prima gli aveva  detto '' Non credo che me la farà pagare'' e poi era venuta fuori tutta la storia.  
Iniziava a credere che Tommy gli avesse raccontato la verità su quanto era accaduto. Rimaneva solo un problema. Dirlo a sua sorella. Non osava nemmeno immaginare come l'avrebbe presa. Incinta, stressata per il matrimonio, con la speranza che ormai gli errori di Tommy fossero fantasmi del passato, come avrebbe fatto a gestire tranquillamente la notizia che il suo promesso sposo aveva avuto un rapporto sessuale con un'altra donna? 
- Qualcosa non va?- chiese Mike.
- Non lo so... te lo dirò tra un paio di giorni.- 

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Capitolo 4
*** Una richiesta d'aiuto parte seconda ***


Sonny non trovò il tempo di preoccuparsi di quello che aveva detto Tommy e di domandarsi se fosse vero oppure no. Troppo impegnato sia con il college che con il suo '' lavoro''. Come quella mattina. Un cliente lo aveva chiamato per dirgli che sua moglie era partita per il week end con qualche amica e che aveva voglia di una cosa al volo prima di chiudersi otto ore in un ufficio ad ascoltare le chiamate di clienti che dichiaravano di aver problemi con il modem o il pc di casa senza nemmeno aver attaccato la spina. 
Si erano visti a casa sua. Non si sentiva al sicuro ad invitare i clienti in casa, anche se Mike era un poliziotto e passava molto tempo fuori casa ed era difficile che tornasse a casa e lo sorprendesse. Preferiva essere come un fattorino in quei casi. Consegna espressa.
- Dio mio...- aveva commentato il cliente mettendogli accanto quanto pattuito al termine della '' consegna'' - vali ogni centesimo.- 
- Grazie...- fece Sonny rivestendosi alla meglio e mettendo i soldi in tasca. Si sentiva stravolto. Era uno dei clienti che lo trattava con gentilezza, ma alla fine era comunque stanco morto. 
Decise che per quella mattina il college avrebbe retto anche senza di lui. I piani della mattinata erano di tornare a casa, farsi una bella doccia rilassante e di godersi qualche serie tv sul divano. Magari con una buona tazza di caffè e dei cannoli. 
Ma anche quei piani furono costretti ad essere rimandati. 
Quando finalmente tornò a casa e recuperò così il suo telefono ufficiale vide che la sorella lo aveva contattato. 
'' Tommy mi ha tradito con la sua agente di controllo. Quella puttana è venuta ad arrestarlo, ha ricominciato a spacciare, ti prego richiamami.''
Sonny si passò la mano in faccia.
Ok, poteva credere che fosse stato abusato... ma che qualcuno lo avesse forzato a riprendere le vecchie abitudini con la forza no.
Ragion per cui uscì di nuovo per dirigersi a Rikers. 
Vero, Tommy era il doppio di lui, ma un occhio nero e due incisivi rotti stavolta non glieli levava nessuno.
...
...
...
Nella sala colloqui di Rikers era già presente l'avvocato Barba. Aveva saputo dell'arresto ed era andato a parlare con Tommy in veste di avvocato.
Quando Sullivan vide Sonny cercò subito di spiegargli.
- Giuro su quello che vuoi che la droga non è mia.- fece Tommy.
Sonny scosse la testa. Per un attimo gli aveva creduto. Che ormai non avesse più nulla a che fare con droghe e spacciatori e che fra tre mesi la faccenda sarebbe stata definitivamente chiusa. Che fosse finalmente cresciuto. Ma a quanto pare si sbagliava. Stava ricominciando con le cattive abitudini.
- Ok, per il momento diciamo che ti credo...- fece Barba - Hai idea di come ci sia arrivata?- 
- No.- 
- Hai qualche nemico o qualcuno a cui non piaci? A parte la famiglia della tua promessa sposa voglio dire.- fece Barba - e che sia in possesso delle chiavi di casa.- 
- No. Ho la mia copia, ma quando sono al lavoro la tengo nel marsupio e non me lo tolgo mai...-
- Quindi cosa vorresti dire?- fece Sonny - che la tua agente di controllo ha provato ad incastrarti?- 
- Beh non lo escludo... forse ha saputo che l'ho accusata.... Dio, Sonny te lo avevo detto di stare zitto, pure da lei sei andato a cantare come un canarino?- 
- Io non ho fiatato!- fece Sonny.
- Beh...- fece Barba - A lei no... ma hanno informato il suo diretto superiore.- 
Sonny e Tommy lo guardarono stralunati. 
- Ma che diavolo vi è saltato in mente? Quei due sono culo e camicia, adesso mi spiego come c'è arrivata quella roba in casa mia! Grazie, bell'aiuto mi avete dato, dico davvero.- 
- Signor Sullivan, si calmi.- fece Barba - era nostro dovere informarla delle indagini a suo carico, per darle tempo e modo di procurarsi un avvocato e preparare una difesa.- 
- Nient'altro?- fece Tommy sarcastico - Le avete pure offerto uno champagnino già che c'eravate? Mi ha minacciato di rispedirmi in galera se non avessi fatto sesso con lei, e ha pure il diritto di difendersi e dire di me tutto quello che vuole?- 
- Legalmente è un suo diritto.- fece Sonny - però così facendo si è auto-incriminata. Viene informata di essere sotto indagine per stupro di primo grado e due ore più tardi a casa della sua vittima vengono ritrovate buste di ossicodone pronto per essere smerciato? E' chiaro che sta cercando di intimidirti.- 
- Lo dici tu a tua sorella?- fece Tommy - Lei pensa che abbia una storia con quella stronza!- 
Sonny annuì - Le parlerò io, le spiegherò che non è colpa tua e che non hai fatto nulla per...-
Tommy alzò le mani come per dire '' Taci''.
- Tu... stai zitto. Per favore. Stai zitto. Hai già combinato abbastanza danni.- 
Sonny sgranò gli occhi - Come prego?- 
- Lo sai benissimo. Questa situazione non è colpa mia, ma tua. Com'è che hai detto? '' Dì al tuo agente che hai ricevuto una promozione, e la tua situazione migliorerà...'', certo, talmente tanto che ora sono qui.- 
- Aspetta...- fece Barba - cos'è questa storia?- 
- Questo qui, a cui non sono mai piaciuto nemmeno fosse lui quello che doveva sposarmi, mi ha consigliato di dire alla stronza che avevo ricevuto una promozione al lavoro dicendo che potevo guadagnare qualche punto.-
- E ha ragione infatti.- fece Barba - aspetta. Stai dicendo che Donna ha fatto quel che ha fatto dopo che gli hai riferito questo dettaglio?-
- Si. Le ho anche chiesto di sbrigarci perchè volevo accompagnare Bella dal ginecologo per l'ecografia, e il secondo dopo lei mi ha intimato di stendermi a terra...- fece Tommy per poi rivolgersi al cognato - Quindi, grazie per il consiglio, volevi liberarti di me, complimenti obiettivo raggiunto.- 
Sonny sgranò gli occhi - No... ti giuro, no!- 
- Sai cosa? Ne ho abbastanza di sfiancarmi per dimostrare al mondo o chicchessia che non sono lo scarto vivente che credete che io sia. Mi credete, non mi credete, per me non ha più importanza. Vuoi aiutarmi? Bene. Sparisci.- 
- Tommy, ascolta...- 
- Ho detto sparisci.- fece Tommy - Non ho commesso nessun reato, anche se non mi credi. Ma se non alzi i tacchi io finisco dentro per aggressione, ma tu vai in ospedale.-  fece per poi richiamare la guardia per tornare in cella.
Sonny tentò di fermarlo, ma Barba lo dissuase.
Era meglio lasciarlo in pace.
...
...
...
Fuori da Rikers Sonny non poteva fare a meno di pensare e ripensare a quello che Tommy gli aveva urlato contro. Praticamente lo aveva accusato di averlo messo lui in quella situazione. Ed iniziava quasi a crederci, visto che Tommy aveva appena confidato loro che i problemi con la sua agente erano cominciati quando su consiglio del futuro cognato aveva detto che aveva avuto una promozione sul lavoro.  Forse non avrebbe dovuto, ma il suo scopo era aiutarlo. Se non per lui per sua sorella e il suo futuro nipote.
L'avvocato se ne accorse.
- Ehy.- fece Barba cercando di rincuorarlo come poteva - guarda che Tommy non pensava davvero quel che ha detto.- 
- E tu che ne sai?- fece Sonny abbattuto.
- Lavoro con i crimini sessuali da qualche anno ormai.- fece Barba - non è come aver a che fare con un omicidio o una truffa, dove è chiaro dove sta il torto. Le vittime sono arrabbiate con sè stesse per non essere riuscite a fermare l'aggressione e con l'aggressore per quello che ha fatto loro... hanno così tanta rabbia in corpo che la sfogano sul primo che passa anche se sanno che non è giusto dare la colpa ad amici e familiari per una cosa simile... non dargli peso. Prima o poi si calmerà.- 
- Roba da matti.- fece Sonny. Ok, non aveva mai condiviso la scelta di sua sorella quando aveva annunciato il fidanzamento prima ed il matrimonio poi con uno che al college aveva pensato bene di unire la consegna delle pizze allo spaccio d'erba, e avrebbe preferito che la sorella allargasse la sua cerchia delle conoscenze ma non avrebbe mai augurato a Tommy un incidente o roba simile.Si sentiva colpevole - E' colpa mia. Non mi è mai piaciuto, non sai quante volte ho desiderato che mia sorella lo piantasse, che si rendesse conto che non era la persona giusta per lei, ma non volevo che gli accadesse qualcosa di male.- 
- Su questo non ho dubbi. Sul fatto che Tommy non sia la persona giusta per tua sorella se permetti ho delel riserve.- fece Barba - La persona giusta non esiste. La persona giusta si diventa per coloro che si ama. E da quel che mi hai detto, Tommy si sta dando da fare per dimostrare al mondo, alla sua ragazza e a te che non è più lo scavezzacollo di tanto tempo fa... perchè non gli dai una possibilità?- 
- Prima risolviamo questa faccenda, poi si vedrà.- 
In quel momento il cellulare di Barba suonò - Liv, dimmi pure.- stette in silenzio per un paio di minuti e poi rispose - Ok, grazie.- 
- Che succede?- 
- Il laboratorio ha analizzato i vestiti che tuo cognato ha portato ad analizzare: ci sono tracce della saliva di Donna ed altri fluidi organici. Il che prova che hanno avuto un rapporto.- 
- Ma non c'è modo di stabilire se è stato consensuale o meno?- fece Sonny.
- Non è questo il punto al momento.- fece Barba - La legge parla chiaro: chi opera nei servizi sociali non può avviare una relazione sessuale o romantica con un utente sotto la sua responsabilità che questi sia maggiorenne e consenziente oppure no.- 
- Si, lo so anch'io, ma questa è un'infrazione del regolamento interno, non un reato penale.- fece Sonny. 
- Intanto convochiamola per sentire la sua versione ed aspettiamo di sapere se sulle confezioni di ossicodono ci sono le impronte di Tommy o meno, e alla prima contraddizione la incastriamo.- 
- Io che cosa faccio?- 
- Per ora niente. Lo vuoi un consiglio? Rilassati. Fa qualcosa che ti piace, stacca il cervello per qualche ora e per una volta pensa che non devi sempre salvarlo tu il mondo e lasciare che anche gli altri si impegnino per renderlo un po' meno orrendo.- fece Barba allontandosi. 
Sonny decise di prendere alla lettera quel consiglio. Era primavera in fondo. Ed era una bella giornata di sole. 
Fermò un taxi e si fece portare sino a Plump Beach, a Brooklyn. Adorava quel posto. Quando lui e le sue sorelle erano piccoli, la loro madre ogni domenica d'estate  preparava insalata di polpo e pasta fredda con mozzarella e pomodorini e passavano la giornata sulla spiaggia, dove passavano la giornata costruendo castelli di sabbia. Anche se le sue sorelle trovavano più divertente fargli fare le sabbiature. Per quanto lo riguardava, lui preferiva starsene a mollo nell'acqua bassa. Adorava la sensazione di distanza tra lui e il resto del mondo quando era in acqua. Era come se i problemi, piccoli o gravi che fossero almeno per un po' si decidessero a sparire.
Per cui si spogliò, ed andò a farsi una nuotata.

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Capitolo 5
*** Una richiesta d'aiuto parte terza ***


- Non hai quasi toccato cibo.- fece Mike notando che l'amico stava giocherellando con le penne al sugo alla marinara invece di mangiarle - stamattina ho provato a chiamarti... ho saputo cos'è successo a Tommy. Mi dispiace.- 
Sonny aguzzò le orecche.
- Chi te l'ha detto?- 
- Un collega che lavora in quell'ufficio.- fece Mike - è venuto a portarci un rapporto e si è fermato per un caffè. E ha fatto ridere un po' di colleghi dicendo che un detenuto ha accusato di stupro l'agente Marshall per evitare un arresto per droga...-
- Non c'è niente da ridere.- fece Sonny - quella stronza è colpevole. Lo so che sembra folle, ma l'ha stuprato.- 
Mike per tutta risposta gli passò una cartellina.
- Che cos'è?- chiese Sonny.
- Un regalo di Natale anticipato.- fece Mike - Ho fatto qualche domanda in giro sull'agente di controllo di Tommy. Su di lei niente di eclatante: studentessa modello, elogi pubblici, terza al master per assistenti sociali, in dieci anni nessuno ha mai parlato male di lei.-
- E il regalo dove sarebbe?- 
- La sua vita privata è un po' meno perfetta. Pare che abbia dato di matto quando suo marito cinque anni fa l'ha lasciata.- 
- Un'amante?- 
- Forse lei lo avrebbe preferito. Se n'è andato perchè diceva che non poteva stare con una donna che amava i delinquenti più di lui.- fece Mike - Insomma, è una donna divorziata, sola e che ce l'ha con gli uomini, a questo punto...-
Sonny s'illuminò.
- No aspetta... tu pensi che Donna abusi dei detenuti maschi che le vengono affidati, facendo leva sulla loro paura di tornare dentro, un po' per odio verso gli uomini,  per dimostrare loro che anche se riescono a rimettersi in piedi lei troverà sempre il modo di essere un gradino sopra di loro?- 
- Lo stupro è una questione di potere, non di attrazione fisica, e di solito gli stupratori odiano profondamente le loro vittime.- fece Mike.
E a quel punto Sonny iniziò a capire cosa era successo davvero in quell'ufficio. Di certo non era stato Tommy a cominciare, ma probabilmente durante il colloquio avevano parlato del più e del meno, ed oltre alla promozione sul lavoro gli aveva raccontato anche del matrimonio e della gravidanza di Bella e quella Donna doveva essersi arrabbiata molto nel sentire che una persona non esattamente perfetta aveva tutto ciò che una persona potesse sognare, come se fosse un premio per le cavolate fatte finora.
Per questo l'aveva stuprato.
Per dirgli '' Puoi migliorare finchè vuoi, ma il modo per metterti sotto io lo trovo''.
Doveva dirlo subito a Barba.
...
...
...
- Sì, penso anch'io che Tommy dica la verità.- fece Barba a tutta la squadra SVU dopo che Sonny aveva riportato loro i suoi sospetti.
Il detective Rollins commentò - E questa ne è la prova. Sono stata a casa di Tommy Sullivan, e dalle telecamere del palazzo risulta che la perquisizione è iniziata e finita in meno di tre minuti.- 
E nessuno di loro pensava che Tommy fosse così stupido da lasciare delle buste di droga pronte per lo smercio sul tavolo della cucina o sotto il materasso.
- Ma la vera chicca è questa.- fece Nick mostrando le foto di una stanza piena di mobili e cianfrusaglie varie, tanto da non esserci nemmeno il posto per poter passare - secondo Bella, l'agente Marshall è rimasta sola in questa stanza per meno di un minuto per poi saltarsene fuori con la droga.- 
Barba prese la foto della stanza per mostrarla a Sonny.
- La riconosci?- 
Sonny annuì - Sì, è la stanza che diventerà la cameretta per il bambino. Bella mi ha chiesto aiuto per portare via un po' di roba e montare qualche scaffale... ci ho passato tre ore il giorno prima che saltasse fuori tutto, ma c'è ancora molto da fare.-
- Quindi ci sono tre possibilità a questo punto.- fece Liv - La prima è che tu sia ceco, la seconda è che sapevi della droga ma hai taciuto per proteggere Tommy o Donna ha finto una perquisizione per piazzare la droga in casa di Tommy. Ed io voto per la terza.- 
Furono tutti d'accordo con lei. 
- Donna Marshall non sopporta che le persone meno perfette di lei abbiano qualcosa in più rispetto a lei, che non ha mai preso nemmeno una multa per eccesso di velocità.- fece Amanda - quindi, se qualche detenuto di cui si occupa si lascia sfuggire qualcosa sulla sua vita privata, e lei ritiene che sia un premio ingiusto, lo costringe ad un rapporto sessuale facendo leva sul fatto che può mentire riguardo alle analisi di urine, sangue e capelli o ingigantire un incidente per rimandarlo in prigione.- 
- Oltre a puntare sul fatto che gli ex detenuti non sono esattamente i testimoni perfetti e che non ci sono molti uomini che denunciano violenze sessuali.- fece Nick - se ne stanno zitti quando vengono abusati da un uomo, figuriamoci da una donna.- 
- Nessun'altra vittima che si è fatta avanti quindi?- fece Barba.
I poliziotti dissentirono. 
- Il nostro unico testimone è Tommy.- fece Amanda - ma per la difesa, l'ossicodone sarà oro.- 
- Ci servirebbe qualcuno che ha subito lo stesso trattamento di Tommy e che non sia stato arrestato o accusato di nuovo dopo essere stato abusato.- fece Nick - o meglio ancora, coglierla con le mani nel sacco.- 
- Dopo che un suo utente l'ha accusata di averlo violentato sotto minaccia di una pistola e la polizia l'ha interrogata a riguardo?- fece Amanda - non si avvicinerà ad un uomo, incensurato o meno, per un bel pezzo.-
- La gente non smette di bere o drogarsi solo perchè il primo venuto gli dice '' Quella roba prima o poi ti ammazzerà''.- fece Barba - Possiamo mandare qualcuno sottocopertura, gli creiamo una finta identità, qualche precedente fittizio, lo mandiamo da lei, e gli diciamo di dirle qualcosa su un'adorata moglie o degli splendidi bambini.- 
- Fosse facile.- fece Liv - Donna ci conosce. E non possiamo perdere dei giorni ad istruire un agente o una recluta sul caso, dirgli cosa dire, cosa non dire...- 
Sonny a quel punto si fece avanti.
Tommy in un certo senso aveva avuto ragione a dargli la colpa.
Se non gli avesse detto di dire a quella stronza della promozione, forse non si sarebbe sollevato l'argomento che stava per sposarsi ed avere un bambino, e lei non avrebbe fatto quel che ormai era storia.
Toccava a lui rimediare.
- Ci vado io.- fece Sonny guadagnandosi un'occhiata stralunata da tutti i presenti - conosco il caso. E conosco lei. Anche se non me ne vanto. E' la mia famiglia.- 
- Sì, ma non sei un agente, un detective o un membro delle forze dell'ordine.-
- Potrei diventarlo però. Sto seguendo i corsi della facoltà di giurisprudenza alla Fordham.- 
- In futuro forse.- fece Liv - ma nel presente, sei uno studente di legge e sei il potenziale cognato di una vittima di stupro.-
- E lei una stupratrice a piede libero che vuole far pagare ad altri qualcosa di cui non hanno colpa.- fece Sonny - non è stato Tommy a puntarle una pistola alla testa ordinandole di rinunciare alla sua vita privata per il lavoro. Non ha nemmeno provato a lottare per il suo matrimonio, perchè la sua solitudine e la sua frustrazione devono essere pagati da altri? Mandate me. Non vi metterò nei guai.- 
- Carisi, è troppo rischioso.- fece Barba che non era per niente contento di saperlo nelle mani di una potenziale stupratrice. Specie dopo quello che avevano condiviso. 
- Ma potrebbe funzionare.- fece Nick - Insomma, non è la prima volta che microfoniamo qualcuno per fargli vuotare il sacco, ed erano civili non poliziotti.- 
- E ha ragione. Tommy potrebbe essere processato per direttissima ad avere un'altra pena detentiva, se aspettiamo di trovare la persona giusta, istruirla sul caso ed assicurarci che sappia fare il suo lavoro.- fece Amanda pensando -'' Ed è carino, il che non guasta''.
Liv a quel punto annuì. 
- Te la senti davvero?- 
Sonny annuì.
...
...
...
- Dominick Smith, per gli amici Smitty.- fece Sonny leggendo la scheda della sua nuova identità - Ha scontato una pena di sei anni per spaccio di ecstasy, tre in prigione, e gliene rimangono tre con la condizionale, sposato... ehy, tutto bene?- fece Sonny vedendo che Barba non lo degnava della minima attenzione, con i piedi sulla scrivania e guardando fuori dalla finestra con aria arrabbiata.
- E me lo chiedi pure?- fece Barba con un sibilio quasi - ti ho detto di lasciar fare a noi, di rilassarti un po', che non devi sempre salvarlo tu il mondo e tu che fai? Ti butti tra le braccia di una che minaccia la gente con un'arma per obbligarli a fare sesso. 
Perchè poi?- 
- Lo sai benissimo.- fece Sonny - La colpa è mia. Tommy ha ragione. Se non gli avessi dato quel consiglio...- 
- Sì, e se una donna non avesse bevuto, se si fosse vestita meglio, se fosse rimasta a casa non sarebbe stata stuprata.- commentò Barba sarcastico - Pacas. Queste sono le scuse che usano gli stupratori per far credere persino a sè stessi che non hanno colpa di quel che hanno fatto.- 
- Riformulo la domanda, a te che cavolo importa?- fece Sonny piccato da quel tizio che pareva credersi chissà chi per dirgli cosa poteva o non poteva fare - Mi hai scopato una volta e a pagamento, questo non ti autorizza a controllare ogni mio passo.- 
- Quello che mi importa...- fece Barba staccando un telefono che non la smetteva di squillare - è che in giro c'è una che ha l'abitudine di minacciare la gente con una vita leggermente più allegra di quanto meritino a suo dire, e Dio solo sa quanti uomini ha violentato e che non si rendono conto di essere vittime o che hanno troppa paura per dirlo, e quel che mi importa è ridurre il danno al minimo. E tu vuoi andare a fare il kamikaze.- 
- Si ma non sarò solo.- fece Sonny - ci saranno i tuoi amici a guardarmi le spalle.- 
- E se quella decide di passare direttamente alle maniere forti che combini?- fece Barba - qui non facciamo gli assistenti sociali e i baby sitter.- 
- E allora non farlo!- fece Sonny perdendo le staffe - chi diavolo ti ha chiesto niente? Non sei il primo e non sei nemmeno l'ultimo che mi scoperà! Tu pensa a fare il tuo lavoro, a mettere la stronza spalle al muro ci penso io!- e nel dir così se ne andò sbattendo la porta.
...
...
...
Due giorni dopo era pronto. Nei giorni successivi alla sua decisione di fare da esca per Donna, non si era fatto la barba e non si era preoccupato molto di tenere in ordine i capelli come era solito fare, ed aveva abbandonato i suoi vestiti per ripiegare su dei panni più dimessi, come tuta e felpa. In fondo doveva sembrare uno spacciatore in libertà vigilata, un aspetto troppo curato o da '' bravo ragazzo della porta accanto'' lo avrebbe tradito. I poliziotti erano riusciti a far affidare il suo personaggio all'agente Marhasll e lo avevano accompagnato agli uffici dove la donna esercitava. 
- Allora, ricordati.- fece Olivia - Abbiamo microfonato l'intero edificio. Quindi una volta dentro non ci sarà un solo momento in cui sarai da solo.- 
- Ok, capito.- 
- Inizia il colloquio in maniera semplice.- fece Nick - Rispondi alle sue domande cercando di essere naturale, e appena capita l'occasione raccontale qualche frottola su una moglie, una fidanzata o qualcuno che ti aspetta a casa anche se hai fatto delle cazzate. Al primo approccio sospetto interveniamo.- 
- Sei sicuro di farcela?- fece Amanda.
Sonny annuì. 
- Tenetevi pronti.- e nel dir così scese dal furgone avviandosi dentro. 
...
...
...
- Non capisco cosa ti sia preso, Dominick.- fece Donna Marshall dopo aver letto il rapporto personale del personaggio che stava interpretando in quel momento - Hai una faccia da così bravo ragazzo... e ti sei messo a produrre e spacciare ecstasy, una droga di tipo uno. Cos'è successo?- 
- A scuola le prendevo sempre.- fece Sonny - E non mi andava di farlo sapere. Così ho pensato che se fossi diventato il tipo figo che distribuiva droga gratis mi avrebbero lasciato in pace. Poi ho avuto qualche difficoltà economica e ho cominciato a venderla. Non ne vado molto fiero.- 
- Beh però vedo che da una parte la vita ti ha comunque privilegiato...- fece Donna leggendo la voce '' stato civile'' - vedo che sei sposato. Tua moglie ti è rimasta accanto?- 
- Sì.- fece Sonny concentrandosi sul ricordo della sua prima fidanzata al liceo - Io e Jenny ci siamo messi insieme al liceo, e da allora non ci siamo più lasciati. E che il cielo la benedica, mi ha perdonato, sia per le bugie sulla mia vera attività che quando mi hanno messo dentro. Abbiamo ricominciato. Quando avrò finito con la mia condanna metteremo su famiglia.- 
'' Ok, amo lanciato. Abbocca.''
- Beh...- fece Donna sforzandosi di sorridere - sei un uomo molto fortunato... conosco detenuti che sono stati piantati in asso dalle mogli per molto meno... beh diamoci da fare. Le condizioni della libertà vigilata prevedono dei controlli settimanali su urine, sangue e capelli.- 
- Si, me l'hanno spiegato.- fece Sonny. 
- Ottimo. Cominciamo con un esame del sangue, sei d'accordo?- fece Donna alzandosi dalla scrivania per condurlo in una saletta dove c'era una poltroncina simile a quelle usate per la donazione del sangue. 
Sonny finse di farsi suonare un campanello d'allarme - Non dovrebbe esserci un'infermiera o una persona con competenze mediche?- 
- Ho un diploma in scienze infermieristiche. Tra le altre cose.- fece Donna - Ora stenditi. Prima iniziamo prima te ne vai.- 
- Ok... d'accordo.- fece Sonny inspirando a fondo.
...
...
...
- Intervenite.- fece Barba. 
- Per cosa?- fece Nick - E' vero che i detenuti devono sottoporsi a dei controlli antidroga, e non possiamo arrestarla per abuso di esercizio della professione medica se ha una licenza che la autorizza.- 
- Questa storia finirà male.- fece Barba - Datemi retta, quello sta per farsi molto male.- 
- Per ora è tutto sotto controllo, avvocato. Diamogli tempo.- fece Amanda. 
- Ok, se lo dite voi.- fece Barba poco convinto. 
...
...
...
- Soffri la vista del sangue?- fece Donna notando che Sonny guardava con timore la siringa che si stava riempendo del suo sangue. 
Sonny dissentì.
- Sono algofobico.- fece Sonny - mi fa paura il dolore.-
- Capisco...- fece Donna - vuol dire che con te ci andrò piano.- e prima ancora che avesse il tempo di rendersene conto, ammanettò il polso dell'italo-americano al lettino. 
- Uouououo, che succede?- fece Sonny. Per tutta risposta Donna gli puntò la pistola. 
'' Proprio come ha detto Tommy...''
- Non gridare. Non urlare e non fiatare.- gli intimò l'agente con due occhi cattivi - se ti azzardi a gridare ti sparo.- 
- Non capisco...- fece Sonny iniziando ad aver paura - che succede...?-
Per tutta risposta Donna gli baciò le labbra per poi mordergli il labbro inferiore. 
- Mi pare una pessima idea.- fece Sonny tentando di prendere tempo. 
- Forse tu e quelli come te ancora non hanno capito, che qui comando io.- fece Donna infilandogli le mani sotto la felpa - Puoi anche dire di no, puoi anche dire in giro che non lo volevi ma nessuno crederà ad un ex detenuto o che tu ti sia rifiutato.- 
...
...
...
- Fate irruzione adesso!- ordinò Liv.
Prima che potesse rendersene conto, anche Barba era corso dietro ai suoi detective. 
...
...
...
- Ho detto di no!- fece Sonny domandandosi dove diavolo fossero andati a cacciarsi i poliziotti che in teoria dovevano assisterlo.
- Ed io ti sto dicendo che non sei credibile.- fece Donna baciandogli il collo mettendosi sopra di lui.
Non ebbe tempo di fare nulla però.
- FERMA, POLIZIA DI NEW YORK!- urlò la voce di Nick.
Carisi riprese a respirare in maniera normale.
Donna si alzò lentamente con le mani alzate. 
- E' tutto a posto... siamo tutti colleghi qui.- 
Amanda per tutta risposta la obbligò a girarsi e le ammanettò i polsi dietro la schiena - Donna Marshall. E' in arresto per stupro ai danni di Tommy Sullivan e tentato stupro ai danni di Dominick Carisi.- 
La donna sgranò gli occhi per la sorpresa e guardò Sonny come se volesse incenerirlo - Mi hai incastrato, brutto figlio di puttana...- 
A quel punto Barba commentò, passandole accanto per sottrarle le chiavi delle manette - Lo sa? Nei legal thriller l'avvocato corrotto e plurilauerato si fa sempre fregare dal novellino fresco di studi. Davvero, funziona sempre.- 
Mentre i due detective portavano via Donna, Barba si occupò di slegare Sonny e di farlo mettere a sedere - Ok... piano piano, ok? Piano.- 
- Sto bene... sto bene...- fece Sonny appoggiandosi all'avvocato, mentre barcollava - sono contento che ti fai gli affari miei.- 
Barba sorrise e lo sostenne per tutto il tragitto, mentre uscivano da quella specie di mattatoio.

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Capitolo 6
*** Un nuovo lavoro ***


Subito dopo il tentativo di stupro Sonny era tornato a casa, riaccompagnato dal detective Amaro. Ringraziò il cielo quando trovò un biglietto di Mike che lo avvertiva che quella sera non sarebbe tornato perchè gli avevano chiesto di sotituire un collega in malattia per il turno di notte. Nonostante lo avessero preparato a quello che sarebbe successo durante il colloquio con l'agente di Tommy e le rassicurazioni su come sarebbero intervenuti prima che potesse succedere l'irreparabile, era ancora stravolto. Ogni volta che chiudeva gli occhi per rilassarsi un po', vedeva gli occhi di Donna che lo fissavano come se stesse guardando il suo dolce preferito e come se qualcuno le avesse detto che non era obbligata a lasciarne un po' agli altri. Gli sembrava addirittura di sentire la morsa delle manette attorno al polso.
Si era raggomitolato sul divano facendo zapping con il telecomando. 
La mattina dopo, ancora un po' scosso, chiamò Bella per informarla di avere le prove che Tommy non l'aveva tradita e che non aveva ricominciato a spacciare o fare stupidaggini.
'' Ti chiedo di fidarti di me su Tommy. Per favore.''
Era ancora troppo scosso per andare in facoltà, quindi passò tutto il pomeriggio a studiare per l'esame di metà semestre di diritto patrimoniale. 
Fino a quando Barba non si presentò alla porta. 
- Ciao...- fece Sonny - come mi hai trovato?- 
- Beh, avevo un cognome e una foto, non è stato difficile trovare l'indirizzo sull'elenco telefonico.- 
- Certo, capisco...- fece Sonny scostandosi dallo stipite - prego accomodati... ti offro qualcosa?- 
- No sono a posto, grazie.- fece Barba - e sono di fretta.- 
- Come mai qui?- fece Sonny - Problemi?- 
- No.- fece Barba - Sono passato per dirti che Donna ha deciso di patteggiare.- 
- Patteggiare?- fece Sonny - Ha abusato di Dio solo sa quanti uomini, ed avanza pure delle pretese?- 
'' Io l'avrei ammazzata con le mie mani per quello che stava per farti', stava per dire il cubano ma si trattenne - Il punto è che anche se noi tutti sappiamo quello che ha fatto e che è colpevole, con tanto di video a provarlo, il mondo non è ancora pronto ad accettare che uomini e donne sono uguali anche nell'essere tanto vittime quanto carnefici. Ci siamo accordati per una pena alternativa, in modo da non trascinare nessuno in tribunale. Tu e Tommy non dovrete testimoniare.- 
- Quindi Donna non finirà in galera?- fece Sonny bevendo un sorso di caffè. 
Barba fece cenno di no - Io e il suo avvocato abbiamo raggiunto un accordo. Donna perderà il lavoro, verrà radiata dalle forze dell'ordine, e dovrà scontare cinque anni con la condizionale. Al primo sgarro, sia pure un parcheggio in sosta vietata, li sconta tutti. E finirà sul registro degli aggressori sessuali per il resto della vita.
Inoltre, abbiamo trovato un altro uomo che dice di aver subito abusi sessuali da parte di Donna. E' stato lui a fornirle le buste di ossicodone che ha poi finto di ritrovare a casa di Tommy.- 
- Quindi anche le accuse di spaccio per Tommy sono cadute?- 
- Sì.- fece Barba - Mi sono appellato alla sua buona condotta, a quello che ha subito e come ha collaborato per farci arrestare una pericolosa stupratrice. Le accuse sono state cancellate, come se non fosse mai successo niente. Tornerà a casa dalla sua fidanzata e ho già segnalato un ottimo agente di controllo. Uno di quelli che vuole che i suoi utenti arrivino a fine giornata con la consapevolezza di essere migliori del giorno prima.-
- Ok. C'è altro?- 
- Si. Abbiamo messo dentro anche Ralph Kessler.- fece Barba - Lo spacciatore che ha fornito la roba a Donna ha detto che il superiore dell'agente Marshall gli aveva promesso di far sparire le accuse contro di lui se avesse dato una mano ad incastrare tuo cognato. Il che ci fa supporre che abbia sempre saputo cosa Donna Marshall facesse ai suoi utenti e che l'abbia coperta. Sarà sottoposto ad un'indagine.- 
- Bene- fece Sonny - quindi hanno vinto i buoni e tutti felici e contenti... bene.- 
- Carisi.- fece Barba - Ne... ne vuoi parlare?- 
- Di cosa?- 
- Quella donna ti ha quasi stuprato.- fece Barba - Lo so che hai sempre pensato che non ti sarebbe mai capitato, che questo era un caso eccezionale, e che pensi di poter tenere sotto controllo la situazione... ma la verità è che un giorno potresti essere pagato per del sesso standard e invece è uno che se non è brusco e violento non si diverte. O potresti cacciarti in una situazione come quella da cui ti abbiamo tirato fuori. Solo che non ci sarò io a tirarti fuori dai guai.-
- Senti pensi che mi piaccia saltare da un letto all'altro? Sentirmi come una puttana ogni volta che qualcuno mi lascia i soldi sul comodino? E pensi forse che vivere nel terrore che i miei amici e la mia famiglia scoprano che invece di servire ai tavoli per un'agenzia di catering le notti le passo in alberghi ad ore o a casa di gente sessualmente annoiata o che non gli basta più guardare 50 Sfumature?- 
Barba cercò di calmarlo. 
- Ma indovina un po'.- fece Sonny - Questo è lo schifoso mondo reale. E nel mondo reale non vivi se non paghi bollette, e purtroppo mi servono i soldi per la retta oltre a quelli per campare.- 
- Ecco appunto.- fece Barba - senti, è proprio di questo che ti volevo parlare.... io posso...- 
Non finì la frase.
Furono interrotti dall'arrivo di Mike. 
Sonny arrossì come un gambero, dicendo sottovoce -'' Non tradirmi, ti prego.''
- Ehy Sonny.- fece Mike - Ho sentito che tuo cognato è fuori dai guai. Ho preso il cinese per festeggiare...- poi vide Barba - scusa, non sapevo avessimo ospiti.- 
- Non si preoccupi.- fece Barba - non mi trattengo a lungo. Ero solo passato ad  illustrare a Sonny i dettagli della condanna.- 
Mike lo guardò con più attenzione - Aspetti... ma lei è Rafaèl Barba? Il procuratore intendo?- 
- In persona.- fece Barba. 
- Quello della condanna agli stupratori della prostituta?- fece Mike - Dicono che lei è puntiglioso, meticoloso, asfissiante, stronzo...- 
- Si, ma ho anche dei difetti.- fece Barba facendo ridere entrambi. 
- Beh a questo punto non mi meraviglio che Donna sia stata condannata.- fece Mike - si ferma a cena?- 
Barba fece cenno di no con il capo. 
- No grazie. Ero passato solo per un saluto e per dare i dettagli del processo... e per proporre al tuo amico uno stage remunerato nel mio ufficio.-
Gli occhi di Mike si illuminarono di gioiosa incredulità.
Quelli di Sonny si sgranarono per la sorpresa. 
- Davvero?-fece Mike guardando sorridente l'amico che pareva non credere alle sue orecchie - Beh, ma è fantastico. Accetti vero?- 
- Beh a dire il vero io non so...- fece Sonny - mi prende completamente alla sprovvista.- 
- Me ne rendo conto.- fece Barba - Vieni in ufficio sabato mattina alle nove. Così ne parliamo con calma.-
- Certo.- fece Sonny. 
- Ora scusate, ma domattina ho un'udienza e devo ricontrollare parecchie scartoffie.- fece Barba avviandosi alla porta.
- L'accompagno.- fece Sonny per poi chiedergli una volta in ascensore - Che diavolo stai combinando?- 
- Quel che ho detto.- fece Barba - ti sto offrendo un tirocinio remunerato presso il mio ufficio.- 
- Ah, si dice così adesso?- 
- Sono serio.- fece Barba.
- Riformulo la domanda. Perchè ti dai tanto da fare per me? Ci siamo visti solo una volta o due.- fece Sonny. 
- Lo so.- fece Barba - Senti, non lo so ancora perchè mi preoccupo così tanto di te, ma di una cosa puoi essere certo. Non chiedo al primo venuto di farmi da assistente. Lo faccio perchè so che sei la persona che dici di essere.- 
- Non capisco.- 
- Ascolta, non sei il primo che quando gli chiedono perchè non è diventato architetto, ingegnere, o perchè ha deciso di sbattere la testa sui libri ancora per qualche anno dopo il diploma di maturità, e ha scelto proprio legge risponde '' Perchè voglio essere la salvezza degli ultimi'', e alla fine mandano a puttane i loro grandi ideali per qualche mazzetta.- e doveva dirlo, quando gli aveva detto che studiava legge lo aveva pensato. Eccone un altro che si atteggia a paladino della giustizia, chissà quanto dovranno offrirgli per mettere a tacere la sua coscienza... poi aveva cambiato idea. Più o meno nel momento in cui aveva deciso di fare da esca per mettere con le spalle al muro una criminale sessuale. Per proteggere e salvare una persona di cui tra l'altro non aveva una grande opinione. Lì era cambiato tutto - Ma sei l'unico che è sceso in prima linea per difendere una persona che seppur inconsciamente aveva chiesto aiuto.- e che a dirla tutta, non sembrava essere il primo candidato al premio '' Parente acquisito preferito'' della lista di Dominick Carisi Jr.
-In questo lavoro servono nervi d'acciaio, ghiaccio nelle vede e due palle di bronzo grosse come pompelmi. E hai ampiamente dimostrato di averli. Quindi si. Non sono un assistente sociale o un terapeuta, ma so riconoscere il merito quando lo vedo.- quando uscì dal palazzo confermò - Ti aspetto sabato.- 
...
...
...
Alla fine aveva deciso di accettare la proposta dell'avvocato. E non perchè glielo aveva suggerito Mike dicendogli che Rafaèl Barba, nel mondo degli avvocati, era un cavallo vincente e che se avesse fatto un buon lavoro, ci avrebbe pensato lui a trovargli un impiego dopo la laurea.
E nemmeno perchè il coinquilino gli aveva detto '' E' evidente che gli piaci. Ho sentito dire che è anaffettivo e ripudia il contatto umano''. 
Aveva due ottimi motivi. Il primo era la consapevolezza di quanto poteva essere inutile imparare a memoria ventordicimila sentenze e leggi se poi non era in grado di generalizzare ed applicarle sul campo, e nonostante la propensione dell'avvocato a rompere le scatole doveva ammettere che era un ottimo avvocato che avrebbe potuto insegnargli tanto. 
Inoltre per po' voleva un periodo di stacco dal suo '' lavoro''.
Quello che era successo con l'agente di Tommy lo aveva scombussolato. Quell'alternanza di modi gentili, quasi premurosi, ed interessati a sapere il più possibile di lui quasi come se aiutarlo a rimettere ordine nella sua vita fosse la missione che le era stata destinata per poi passare ad un'aggressione vera e propria, degradandolo da persona ad un semplice giocattolo che non aveva facoltà di dire o fare niente senza che qualcuno glielo permettesse lo tormentava. Abbastanza da spaventarlo e fargli pensare che chiunque dei suoi clienti, passati, presenti e futuri avrebbero potuto decidere che quella  sera volevano comandare senza limiti su di lui.
Quel nuovo impiego sarebbe stato come prendersi una vacanza.
Quella mattina prima di andare in ufficio da Barba passò al suo forno preferito a Staten Island per una scatola di cannoli e da uno Starbuck's per prendere due caffè. 
Quando entrò nel palazzo di giustizia Sonny non riuscì a capire bene come si sentiva. Un po' come il primo giorno di università. Un turbine di emozioni: disorientamento, paura, uno strano senso di potere, si sentiva confuso, nervoso e spaventato, ma al contempo euforico e sbalordito, oltre ad essere fiducioso nell'avvenire. 
Si fece indicare l'ufficio dell'avvocato e bussò alla porta.
- Adelante.- rispose. 
Sonny entrò.
- Ah eccoti... ti stavo aspettando. Prego accomodati.- 
- Scusi il ritardo. Mi sono fermato a prendere il caffè e dei dolci.- 
Barba lo guardò intenerito. Sembrava un bambino di sei anni il primo giorno di scuola che offriva a tutti i biscotti della mamma per farsi degli amici. 
Se non avesse visto la determinazione nei suoi occhi nel voler incastrare Donna avrebbe pensato '' Ti mangeranno vivo in una settimana. Se sei fortunato.''
- Ad ogni modo, sei qui.- fece Barba - significa che accetti il posto da tirocinante?- 
- Credo che lei sia un avvocato serio, e che potrebbe insegnarmi molte cose.- fece Sonny - e di aver bisogno di fare qualcosa di diverso. Quindi si, se la sua offerta è ancora valida.- 
Barba annuì. 
- Ti dirò. Al '' Mi sono fermato a prenderle il caffè'' avevo già deciso di prenderti.- fece Barba - Però per favore. Dammi del tu.- 
- Non credo sia opportuno.- fece Sonny - ora è il mio capo...- 
- Si, da adesso ti comando io, e il primo ordine è non farmi sentire vecchio, quindi mi dai del tu.- 
- Ok ok, non ti scaldare...- fece Sonny pensando -'' Che ad una certa età ti fa male agitarti'', ma lo tenne per sè. 
- Vale.- fece Barba - Accordiamoci sulla paga. 
Pensavo ad uno stipendio fisso di duemila dollari, più cinquecento in caso di straordinari o altri extra. Per partire. Ricordati che sei in prova.-
Sonny annuì - Per me va benissimo.- 
- Sono felice che tu abbia accettato. Il tuo aiuto mi capita proprio a fagiolo.- fece Barba.
- Un caso?- fece Sonny sperando che dicesse di si.
- Sì. Ma ti avverto, non sarà affatto facile.- fece Barba. 
Entrambi pensarono -'' Come tutti i reati sessuali in fondo'', ma quello era più rognoso degli altri - Ti ricordi del detective Amaro?- 
- Certo.- e come dimenticarlo? Lo aveva riaccompagnato a casa dopo che Donna aveva provato ad abusare anche di lui, e non aveva smesso di chiedergli se fosse sicuro che non volesse andare al pronto soccorso o se voleva che avvisasse qualcuno. Gli aveva dato l'impressione di essere una persona testarda e che quando si metteva in testa qualcosa non c'era niente e nessuno che potesse dissuaderlo, ma al contempo che fosse una persona ligia al dovere e alla giustizia e che non sopportasse chi faceva il prepotente sui più deboli. 
- Purtroppo stavolta è lui che ha bisogno di aiuto.- fece Barba - Viene da una famiglia dove il padre dettava legge con il pugno di ferro, e che alzava le mani spesso e volentieri, sia sulla moglie che su di lui e sua sorella.- 
- Violenza domestica, quindi.- 
Barba annuì - Ma non sulla moglie. Il padre di Nick Amaro se n'è andato di casa molti anni fa, ed ora si è ripresentato per invitare la sua famiglia al suo matrimonio.- 
Sonny sgranò gli occhi - E la sua ex moglie non lo ha rincorso con un coltello o spedito alla futura sposa le copie dei suoi referti del pronto soccorso per farle capire con chi aveva a che fare e per avvisarla che lei sarebbe stata la prossima?- 
- Sì, sarebbe stata la reazione giusta ma... no.- fece Barba - ma il nostro problema è che alla festa di fidanzamento, alla vigilia del matrimonio, lui ha scatenato una rissa nel ristorante. E la sposa ha dichiarato che il fidanzato l'ha picchiata accusandola di essere una sgualdrina. Poi ha ritrattato dicendo di essersi sbagliata.- 
- E' sconvolta, ha paura, ritratta...- fece Sonny - non è la prima che nega di essere stata picchiata dal marito o dal fidanzato.- 
- Si, ma è violenza domestica. Senza una denuncia della diretta interessata non c'è corte che tenga.- fece Barba - ma abbiamo diverse testimonianze concordanti sul fatto che il padre di Nick ama alzare le mani, e Nick può  testimoniare che non sarebbe la prima volta. Quello che dobbiamo fare noi è convincere una giuria che Amaro Sr è un uomo manesco e violento.-
- Possiamo chiedere alla sua ex di testimoniare, e magari procurarci i referti clinici della signora.- fece Sonny. 
- Vedo che ci siamo già capiti.- fece Barba dandogli un fascicolo - e voglio che tu riguardi le dichiarazioni di tutte le persone interrogate dalla polizia al riguardo per verificare se ci sono contraddizioni o elementi discordati.- 
- Mi metto subito al lavoro.- fece Sonny prendendo posto al tavolo al centro dell'ufficio.
La sua nuova vita iniziava lì.

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Capitolo 7
*** Un caso spinoso ***


Il caso era più spinoso del previsto. 
La loro vittima, Gabriella Nunez, anche se sembrava aver fatto un incontro di boxe con un bestione di cento kili confermava imperterrita che il fidanzato l'aveva accidentalmente spinta mentre cercava di difenderla dalle avances sgradite di uno degli invitati alla festa. Versione che era stata confermata da Nicholas Amaro Sr, ma non c'era niente, nemmeno un fotogramma di un video che attestasse che il presunto potenziale stupratore avesse seguito la ragazza nei bagni.
- Frattura cranica ed una ferita al labbro.- fece Sonny leggendo il referto del pronto soccorso - è fortunata ad essere ancora viva.- 
- Tu prova a dirlo a lei.- fece Barba - continua ad asserire che il suo fidanzato l'ha protetta da un tizio che ha cercato di violentarla. Ma nessuno ha visto scendere il presunto violentatore. E' stato al centro della pista da ballo per tutto il tempo.-
- Sul fatto che spari cazzate non ci sono dubbi.- fece Sonny - quello che non capisco è come faccia una donna a mentire e magari incolpare un perfetto sconosciuto di aggressione per difendere uno che le mette le mani addosso per il puro gusto di farlo.- 
- Perchè se neghi persino a te stesso di aver subito un abuso, lo nascondi. E se lo nascondi puoi credere che non sia reale.- fece Barba - Inoltre, per molte vittime è più difficile ammettere di aver fatto una scelta che ha messo se stessi ed altri in una situazione pericolosa che l'aver bisogno di aiuto.-
- Quella ragazza però rischia grosso.- fece Sonny - Per un malinteso c'è mancato poco che le spaccasse la testa come un'anguria, quando per errore brucierà la cena o gli metterà i calzini nel cassetto sbagliato cosa farà?-
- E' per questo che dobbiamo metterlo in condizione di non nuocere.- fece Barba - Dimmi delle dichiarazioni dei testimoni. Hai trovato qualche contraddizione?- 
- No. Ogni dichiarazione conferma l'altra. Il padre della sposa, il presunto violentatore, ed altre trenta persone dicono tutti la stessa cosa. Lei è scesa per andare in bagno, lui le è andato dietro, e dopo due minuti il padre della sposa ha aggredito il suo futuro genero...- disse pensando '' Anche se a me sembra più adatto a fare il consuocero'' - ed è scoppiata una rissa. 
E poi c'è la sposa che sostiene di essere stata molestata da un uomo e che il fidanzato l'ha spinta via per difenderla. Sono gli unici a raccontarla in questo modo.- 
Non faceva fatica a crederci.
In fondo, il primo era uno che aveva l'abitudine di mettere le mani addosso a tutte le persone che avevano a che fare con lui e delle quali avrebbe dovuto prendersi cura, mentre l'altra era una vittima spaventata che ancora non si capacitava di aver appena scoperto che il suo '' principe azzurro'' in realtà era l'orco cattivo delle favole. E che era convinta di poterlo cambiare. 
In quel momento vennero raggiunti da Carmen, la segretaria di Barba.
- Avvocato? C'è il signor D'Angelo che chiede di essere ricevuto.- 
- Fallo passare.- fece Barba.
- Cosa diavolo vorrà?- si chiese Sonny.
- Se tanto mi da tanto, vorrà chiedere un accordo.- fece Barba.
- Vuoi concedere un accordo ad uno che ha picchiato per anni moglie e figli e che ha replicato con la sua fidanzata?-
- Dipende da cosa ha da offrire.- fece Barba - Prima lezione. Il tuo compito è proteggere le vittime, quindi se puoi evitare di istruire un processo e di dare quindi in pasto ad un avvocato le vittime... fallo. Ci sono cose più importanti di una vittoria a tutti i costi.- 
Sonny annuì.
- Barba...- fece D'Angelo entrando per poi guardare Sonny come per dire -'' E tu  chi sei e che c'entri?'' .
Barba lo intuì e rispose a quella domanda non formulata a voce - E' il mio stagista. Che cosa vuoi?- 
- Proporre un accordo.- fece D'Angelo - il mio cliente è disposto a dichiararsi colpevole di disturbo della quiete pubblica.- 
- Un reato minore?- fece Barba - e forse non è nemmeno il più grave. Scordatelo. Ho un referto medico che parla di una frattura cranica, e sia il medico che il neurologo che hanno visitato la vittima possono testimoniare.- 
- Lo sai meglio di me che i casi di violenza domestica senza una denuncia da parte della vittima che confermi di aver subito maltrattamenti non reggono in tribunale.- fece l'avvocato - il mio cliente dichiara di aver colpito la persona che stava molestando la sua fidanzata.- 
- Che però non ha riportato nemmeno un graffio. Lei invece sembra aver fatto quattro round con Tyson. Andiamo, non ci credi nemmeno tu.- 
L'avvocato sospirò - Hai ragione, non ci credo.- 
Sonny gli diede contro - E allora perchè sostiene questa favoletta e lo rappresenta?- 
- Con gli ideali non si mangia, sai?- fece l'avvocato D'Angelo - Ed ogni cittadino ha diritto alla difesa che può permettersi. Non importa se per te è scandaloso.- 
- Ok calmiamoci tutti.- fece Barba - Vuoi l'accordo? Ecco il mio accordo. Ammissione della colpa, cinque anni di galera, lavori socialmente utili e un'ordinanza restrittiva.- 
- Non accetterà mai.- fece l'avvocato.
- Convincilo ad accettare.- fece Barba - Vero, non ho la denuncia della vittima, ma ho la famiglia dell'aggressore che può testimoniare la propensione del tuo cliente alla violenza, al picchiare una donna per futili motivi, posso procurarmi i referti del pronto soccorso dell'ex signora Amaro. E dopo che avrò dimostrato che il tuo cliente non è nuovo a scatti di rabbia che sfociano nella violenza, la storiella del cavalier servente che interviene per salvare la principessa dal drago crollerà come un castello di carte mal fatto. Sai che vincerei. 
Ti concedo dodici ore per pensare a quest'accordo.- 
- Proverò a convincerlo ad accettare.- fece l'avvocato uscendo - ma non accetterà.- 
...
...
...
Un paio di giorni dopo venne fissata la data del processo.
Nicholas Amaro aveva ritenuto inaccettabile l'accordo proposto dal vice procuratore Barba perchè ciò avrebbe significato '' assumersi la colpa di un reato che non aveva commesso''. Il che significava che sarebbero dovuti andare a processo e che sul banco dei testimoni avrebbero dovuto presentarsi, oltre all'imputato, anche il padre della sposina, il figlio e l'ex moglie dell'imputato, che avrebbero testimoniato su quanto Nicholas Amaro amasse alzare le mani e ritenesse le donne a cui era legato una sua proprietà. Testimonianze dal grande impatto emotivo, ma che avrebbero potuto essere facilmente smontate in virtù del fatto che tutti e tre provavano risentimento e disapprovazione dei confronti dell'uomo e che quindi erano testimonianze poco obiettive.
Ed era proprio di questo che Sonny parlò a Mike la vigilia del processo.
- Pazzesco.- commentò Mike girando il sugo di gamberetti e zucchine per evitare che si attaccasse - fammi capire.... lui la massacra, e lei lo difende a spada tratta?- 
- Si.- fece Sonny apparecchiando la tavola - e sostiene una delirante storia secondo la quale un tizio che secondo cinquanta persone ed una videocamera di sorveglianza non si è mai mosso dalla pista da ballo ha tentato di molestarla, il fidanzato è intervenuto e nella foga del movimento per difenderla l'ha spinta contro il muro.-
- Ma Barba non ci crede, vero?- fece Mike. 
- E con te siamo a quattro persone che non si bevono questa storiella.- fece Sonny - nemmeno il suo avvocato se la beve.- ma il problema non era tanto convincere un giudice o un pubblico ministero. Ma dodici persone. E per i più, e i benpensanti era palese che Gabriella Nunez fosse stata picchiata da un fidanzato troppo possessivo e geloso. E soprattutto troppo vecchio, per i suoi gusti, ma in termini di legge se si era adulti e consenzienti non c'era molto che si potesse dire o fare.
Purtroppo però c'erano anche quelli che avrebbero creduto che il cielo poteva diventare verde, o peggio ancora, potevano esserci almeno un paio di giurati che ritenevano giusto rimettere in riga una moglie o una fidanzata che a loro dire si prendeva troppa confidenza con altre persone con un paio di pugni che potevano votare innocente. E a quel punto, il processo sarebbe stato annullato. 
Avevano bisogno di qualcosa di inequivocabile.
L'ispirazione lo colpì. Dritto in testa.
Anzi, sulla tempia. 
- Oddio, scusa!- fece Mike. Non si era accorto che Sonny si era avvicinato per prendere i bicchieri proprio mentre lui apriva lo sportello attiguo per prendere il sale. Il minuto dopo Sonny si stava lamentando del dolore, toccandosi la tempia - scusa... oddio, ti fa male?- 
- Beh, diciamo che stavo meglio prima.- fece Sonny. 
Mike gli offrì la sedia e lo fece accomodare per controllare che non ci fossero lividi o altro.
- Accidenti, mi dispiace tantissimo, giuro che non volevo...- 
- Dai, datti una calmata.- fece Sonny - Mica l'hai fatto apposta.... aspetta.... fatto apposta...-
- Ti prendo un po' di ghiaccio.- fece Mike. 
Sonny però non stava ascoltando.
Forse aveva trovato un appiglio per demolire la patetica storiella messa su da Nicholas Amaro Sr e sostenuta dalla difesa.

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Capitolo 8
*** Il processo ***


A mezzogiorno dell'indomani, Sonny uscì di corsa dalla facoltà di Legge della Fordham per prenotare un taxi per andare in tribunale. Il processo iniziava alle quindici e voleva arrivare prima per riguardare le carte e riferire a Barba l'idea che gli era venuta in mente.
Arrivò in tribunale in quarantacinque minuti e si diresse verso la sezione 33, aula in cui si sarebbe tenuto il processo.
L'avvocato Barba e Nicholas erano già lì.
- Ehy.- fece Sonny - eccomi qua.- 
- Sei in anticipo.- fece Barba per poi spiegare al detective - Ti ricordi di Dominick Carisi, vero? L'ho preso sotto la mia ala come stagista.- 
'' Poveretto, non lo inividio per niente.''- pensò Nick per poi sorridere all'italiano stringendogli la mano per dire - Benvenuto a bordo.-
- Grazie.-
- Che hai fatto all'occhio?- fece Nick notando la macchia viola.
- Niente di grave.- fece Sonny - Il mio coinquilino non si era accorto che ero vicino a lui quando ha aperto un mobile e ho sbattuto.- 
Barba annuì. Se non fosse stato perchè aveva avuto modo di conoscere Mike avrebbe subito avviato un'indagine per violenza domestica. 
- Ti fa male?- fece Nick.
- Non più del necessario.- fece Sonny - come andiamo qui?-
- Esto non es un juicio, es un suicidio.- fece Barba. Ed era vero. Sul banco dei testimoni si erano presentati oltre all'uomo accusato di molestie, anche il padre della sposa, i figli e l'ex moglie di Nicholas Amaro Sr che avevano dato delle versioni attendibili, rafforzando l'idea che Nicholas Amaro fosse un uomo violento, prevaricatore e che non lesinava calci e pugni se questo significava preservare '' il suo onore'', ma per rovescio della medaglia il suo avvocato aveva tirato in ballo il fatto che al padre della vittima non era mai piaciuto il fidanzato di sua figlia, e che quindi avrebbe potuto mentire sotto giuramento solo per avere il pretesto di allontanarlo, che la moglie non gli aveva mai perdonato ne l'abbandono prima ne il tradimento poi, e che i suoi figli volessero vendicarsi dell'abbandono e di non essere stati coccolati abbastanza. 
- Filtra con le stenografe, sorride alla giuria e la gente ama le storie dell'eroe che combatte come un leone per difendere la sua dama.- fece Barba - Tra poco tocca a lui salire sul banco. Cercherò di farlo crollare, ma non sarà facile.- 
Nick sorrise scettico - Non dirà mai '' Ho massacrato la mia donna di botte perchè avevo l'impressione che non mi stesse rispettando'' in faccia.-
- Però forse non è necessario che lo faccia.- fece Sonny - Ci ho ripensato tutta la notte, e forse e dico forse la sua versione non è così improbabile... insomma, succede che per errore qualcuno si faccia male o che qualcuno non l'abbia fatto apposto.- 
I due cubani lo guardarono per chiedergli cosa e quanto avesse bevuto prima del tribunale. 
- Ti sei bevuto quelle palle?- fece Barba chiedendosi se non fosse stato lui ad essere ubriaco quando gli aveva detto '' Sei assunto''.
- No, perchè nella sua ricostruzione c'è una falla grande come una casa.
Barba si fece interessato.
- Sentiamo un po'.- 
...
...
...
In aula più che alla difesa in un caso di violenza domestica, tutti furono dell'avviso di ascoltare un romanzo eroico, fatto di dame, cavalieri ed orchi malvagi. Stenografe e giurate sembrano affascinate da quell'uomo che aveva sfidato un potenziale stupratore per proteggere colei che amava, domandandosi per qualche motivo non esistessero più uomini come lui.
- Non ho altre domande.- fece l'avvocato della difesa riprendendo posto.
- Quindi. Cerchiamo di riassumere gli eventi di quella sera, ok?- fece Barba  alzandosi per procedere al controinterrogatorio- Lei ha detto che ha cercato di aggredire una persona che si stava prendendo delle libertà con la sua fidanzata, la signorina Gabriella Nunez, e che a lei quelle libertà erano sgradite... è corretto?- 
Nicholas annuì - Giustissimo. Ho colpito il muro per difendere la mia fidanzata. Gli ho dato una spinta per allontanarlo, Gabriella era proprio lì in mezzo ed ha sbattuto contro il muro.- 
- E dopo aver difeso la sua fidanzata cos'ha fatto?- fece Barba.
- Avevo una ferita alla mano e sono salito di sopra per metterci del ghiaccio.- fece Nicholas.
'' E' fatta. Sei mio.''- pensò il cubano. 
- Era... davvero proteggere la sua donna l'intento con cui è sceso?- fece Barba - Perchè ci sono almeno sei testimoni oculari che non hanno visto Javier inseguire la sua ragazza nei bagni, ma hanno visto lei.- 
- Evidentemente erano distratti.- fece Nicholas - La festa era iniziata da un paio d'ore, ed erano già ubriachi, può essere che non abbiano prestato molta attenzione a chi era o non era presente.- 
- Sì, questo glielo concedo.- fece Barba - ma... il punto che non mi torna in questo suo racconto di cavalieri, orchi e principesse da salvare è un altro.
Perchè non ha soccorso la sua fidanzata?- 
Nicholas parve cadere dal pero - Come scusi?- 
- Le ho chiesto, perchè dopo che ha '' messo in fuga'' l'aggressore e visto che la sua ragazza si era ritrovata tra due fuochi, ferendosi alla testa, non l'ha soccorsa.- fece Barba - I genitori di Gabriella e la persona che lei ha accusato di molestie sono concordi nel dire che la sua fidanzata si è rialzata da sola e che da sola, piena di sangue, è risalita barcollante al piano di sopra. Voglio dire, se davvero ciò che le premeva era il bene della sua fidanzata perchè non ha chiamato aiuto, chiesto se tra i presenti ci fosse un medico o un'infermiera, o chiesto un'ambulanza.- 
- L'ho fatto infatti.- fece Nicholas cercando di salvarsi in calcio d'angolo. 
- Ah davvero?- fece Barba. 
- Sì. Le ho detto di stare ferma e di non muoversi finchè non fossi tornato con un dottore, ma evidentemente non mi ha ascoltato.-
- Ma non risulta che lei abbia chiesto se nel locale ci fosse qualcuno che lavorasse nel settore medico.- fece Barba - L'unica cosa che lei ha fatto una volta salito al piano di sopra, è stato sfregarsi del ghiaccio sulle nocche.- 
- Avevo riportato una ferita alla mano, lo ha detto lei.- tentò l'imputato. 
- E la sua fidanzata una frattura al cranio. So che lei non è un medico, ma immagino lei sappia cosa sia un triàge.- fece Barba - Una frattura cranica ha la precedenza su una mano fratturata o semplicemente livida... credo che su questo non ci siano dubbi.- 
- Obiezione, sono solo teorie. Solo congetture.- 
- Temo che invece non lo siano avvocato. Prego, continui pure.- 
- Quindi, l'amore della sua vita era a terra, sanguinante e lei ha sprecato secondi preziosi per alleviare un dolorino alla mano?- fece Barba - e... ha bevuto anche un drink.-
- Ero... ancora un po' sconvolto per l'accaduto. Avevo bisogno di rilassarmi.-
Se prima i giurati e le stenografe erano tentate di credergli, ammaliate da quel racconto di eroi e cavalieri che aveva messo in piedi adesso lo guardavano con disgusto. Fissavano inorridite quell'uomo che al salvare una vita aveva preferito una birra. 
- Che cosa sta cercando di dire? Che il suo benessere ed il suo relax vengono prima di una ragazza ferita? Che la sicurezza e la serenità delle persone di cui dovrebbe prendersi cura non valgono i suoi bisogni?- 
- Obiezione, provocatorio.- 
- Signor Amaro. Se per addormentarsi tranquillo la sera ha bisogno di dirsi questa bella favoletta in cui lei figura come un eroe, faccia pure. 
Ma la prego. Non faccia l'errore di pensare che il resto del mondo eccetto lei sia composto da una manica di idioti.- 
- NON SI PERMETTA, LEI NON ERA PRESENTE, NON HA VISTO COSA E' REALMENTE ACCADUTO.- 
- No, ma a giudicare come si è comportato DOPO e come si sta comportando adesso posso immaginarmelo.- fece Barba - lei non è altro che un piccolo uomo che per sentirsi potente e rispettato ricorre alla violenza fisica.- 
Quello che accadde dopo nessuno fu in grado di prevederlo.
Il secondo dopo all'ultima frase, Barba era a terra, con il naso sanguinante che si espandeva a macchia d'olio, tanto da sporcargli il colletto della camicia e della cravatta.
La gente in aula iniziò subito a gridare impazzita, terrorizzata dalla scena, mentre il giudice cercava di riportare tutti all'ordine battendo il martelletto e i due poliziotti trattenevano Nicholas Amaro Sr che urlava - CHI E' ADESSO IL PERDENTE, PROVA A RIPETERLO SE HAI CORAGGIO!-
Carisi era stato uno dei primi ad alzarsi e a correre come un proiettile impazzito vicino a Barba. 
- Oddio... presto, qualcuno chiami un'ambulanza presto!- urlò per poi rivolgersi al cubano, tamponandogli la ferita con il suo fazzoletto - Non ti muovere, stai tranquillo. Adesso arriva l'ambulanza... tranquillo.- 
Ed in quel momento, che nessuno ebbe più dubbi su cosa era effettivamente accaduto alla festa. 
...
...
...
Quando Barba riaprì gli occhi la prima cosa che avvertì furono un dolore lancinante a naso e testa ed un bip fastidioso che si ripeteva ad intervalli di 0,2 secondi.
Ed i volti di Sonny, Olivia e Nick.
- Qualcuno ha preso il numero di targa....?- commentò Barba appena sveglio. 
Liv, Nick e Sonny sospirarono sollevati quando ebbero appurato che il senso dell'umorismo era ancora intatto. E finchè c'era quello c'era speranza.
- Che è successo...? L'ultimo ricordo che ho è che stavamo parlando...-
-... diciamo che hai usato un'espressione molto colorita per dirgli cosa pensavi degli uomini che picchiano le donne e poi cercano scuse...- fece Nick - e non l'ha presa bene. Fidati, ci sono passato.- 
- E' stato fortunato.- fece Sonny - se l'è cavata con il setto nasale deviato. Glielo hanno rimesso a posto.- 
- E.... il verdetto?- fece Barba. 
Liv sorrise - Nemmeno il tempo di sedersi, i giurati hanno votato tutti colpevole. Si farà quindici anni di galera per violenza domestica. Ha tutto il tempo per rinfrescarsi le idee e capire come si sta al mondo.- 
Nick alzò le sopracciglia - Non gli basterebbero mile anni.- 
A me basta che stia in un posto in cui non possa più nuocere a qualcuno senza assumersene la responsabilità.- 
- Rikers è il posto adatto per lui e quelli come lui. Il problema è che ce ne saranno sempre troppo pochi.- 
...
...
...
- Carisi, vai a casa.- fece Barba. Nick e Liv se n'erano andati, Sonny invece non accennava a lasciare la sua stanza d'ospedale - non mi piace pagare gli straordinari.- 
Sonny sorrise.
- Sì, ma non siamo in ufficio e non sto lavorando per te.- commentò Sonny mettendogli sul tavolino delle lasagne fatte in casa - Sono andato a casa per portartele. Il cibo dell'ospedale fa schifo.- 
- Se hai anche del whisky ti amerò per sempre.- scherzò il cubano.
L'italiano rise - Adesso non esagerare.- fece mettendosi a sedere - Mi hai messo paura. Giuro che questa non me l'aspettavo.- 
- Io si.- fece Barba. Certo, non era partito con l'intenzione di provocarlo e farsi picchiare davanti a tutta la corte per dimostrare che era un violento, ma non si sorprendeva più di quel tanto - E' stato come rivivere un'intera infanzia e buona parte dell'età adulta. Mio padre è morto quando avevo ventitre anni.-
- Mi dispiace.- 
- A me no.- fece Barba - Era esattamente come il padre di Nick. Un alcolizzato che non riusciva a tenersi un lavoro per più di una mezz'ora, che per sfogarsi massacrava sia me che mia madre. E nel frattempo, dettava legge in casa come se fosse il direttore di un carcere.- 
- Ommioddio...- fece Sonny divenendo quasi più pallido di quanto non fosse. 
- Mia madre non riusciva più a farselo piacere, ma non riusciva a lasciarlo. Per comprarsi le bottiglie, mio padre rubava dei soldi da portafogli e zaini smarriti in metropolitana, che poi riconsegnava all'ufficio oggetti smarriti. Si era fatto una buona reputazione con i poliziotti. Mia madre poteva anche denunciarlo per maltrattamenti ma... chi le avrebbe creduto?- 
Sonny ascoltava in religioso silenzio. Per la prima volta, da quando si erano conosciuti, avrebbe potuto giurare che gli occhi di giada dell'avvocato si stavano inumidendo per le lacrime. 
- Quando ha avuto un infarto ed è morto io e mia madre, per festeggiare, siamo andati in vacanza.- fece Barba - e siccome mia madre aveva paura che succedesse come nei film, quando il morto si alza dalla bara e torna a tormentare i vivi, lo abbiano cremato e sparso nell'East River.-
'' Ossignore''- pensò Sonny per poi dire - E' per questo che ti sei preso a cuore questo caso?- 
- Non lo so se l'ho fatto per Nick o per me stesso, per stare meglio... ma stanotte dormirò come un bambino al pensiero che c'è un uomo violento in meno in giro.-
E dormì veramente. 
Sonny non si allontanò dal suo capezzale nemmeno per cinque minuti. Si alzò solo di tanto in tanto per camminare per la stanza per sgranchirsi un po' le gambe e per usare il bagno della stanza. 
Non voleva lasciarlo solo. 
Voleva essere presente nel caso si fosse sentito male durante la notte, avesse avuto bisogno di qualcosa... o ci fosse stata la necessità di calmarlo in preda ad un terribile incubo.

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Capitolo 9
*** Il primo appuntamento ***


Ormai era quasi un mese che Sonny aveva lasciato il suo '' lavoro'' da gigolò per dedicarsi a quello più regola da tirocinante in uno studio legale. Era un lavoro che gli piaceva e che gli permetteva di stare a contatto con un ambiente  che per lui era una novità e che allo stesso tempo lo affascinava. In quel mese si era occupato di mettere in ordine le carte dell'avvocato Barba, di fare ricerche per lui ed aveva passato diverse ore sui libri di legge per cercare scappatoie legali o precendenti che potevano essere usati per vincere i processi. Da quella sera in ospedale aveva visto un nuovo lato di Rafaèl Barba. Era un uomo che voleva apparire a tutti i costi come un duro che non aveva bisogno di nessuno e che il suo unico scopo nella vita oltre a fare l'avvocato era quello di rendere la vita un inferno al tale o ai tali che pensavano di poterlo fare fesso e vivere abbastanza a lungo da vantarsene... ma lui aveva avuto modo di conoscere un altro suo lato. Quello fragile, bisognoso di affetto e di protezione e di qualcuno che aveva tempo e voglia di ascoltare quello che aveva da dire. Si diceva che vedendo come si comportava una persona a letto si poteva intuire quale fosse la sua personalità, ma allo stesso tempo si diceva anche che il suo comportamento era anche l'opposto di come era solito comportarsi nella vita quotidiana. La prima ed unica volta che avevano fatto sesso, si era preso cura di lui, quasi avesse paura di fargli male, ma allo stesso tempo gli aveva dato la sensazione di volersi far proteggere.
Erano le sette di venerdì sera. 
- Hai fatto le tue ore anche per oggi.- fece Barba - Puoi andare.- 
Sonny alzò lo sguardo dagli appunti che stava scrivendo.
Non si era accorto che fosse così tardi.
Non che avesse chissà cosa da fare o qualcuno da vedere, ma era sollevato di poter andare a casa. 
- Ci vediamo lunedì quindi.- fece Sonny.
- Si, a meno che non capiti qualche caso tra capo e collo tra stanotte e domattina, ma non sei obbligato a venire, essendo solo uno stagista...- fece Barba armeggiando con un cassetto - ma prima pensiamo alle cose importanti.- e nel dir così gli porse una busta - Ecco la paga del mese.- 
Sonny la prese e guardando dentro storse gli occhi - C'è un errore... ci sono cinquecento dollari in più.- 
- Nessun errore.- fece Barba - sono i soldi per il disturbo per il processo al padre del detective Amaro.- fece riferendosi alla notte in ospedale. 
- No, non li posso accettare.- fece prendendo la banconota da cinquecento.
- Si che puoi. Anzi, devi.- fece Barba - fidati. Ora vai.-
Non sapeva ancora perchè si preoccupava così tanto di lui, ma tutto quello che sapeva era che il pensiero di saperlo tra le braccia di qualcuno, che fosse sesso normale o meno, gli faceva rizzare i capelli dall'orrore. Avrebbe fatto di tutto per tenerlo lontano da chiunque avesse avuto intenzione di mettergli le mani addosso o sotto la camicia. 
'' Non è che lo vuoi solo per te?''
'' Taci coscienza bislacca''
- Programmi per la serata?- fece Barba. 
- Non direi.- fece Sonny - Mike approfitta del fine settimana libero per andare a Chicago da Alice, la sua fidanzata, i miei sono andati a trovare dei vecchi amici, Bella e Tommy sono occupati con i preparativi per il matrimonio...- 
- Beh, intanto stasera potremmo andare a cena insieme.- 
Sonny sgranò gli occhi. 
- A.... a cena? Io e te vuoi dire?- fece Barba.
- Si. A meno che tu non abbia un altro impegno.- fece Barba - scegli tu il ristorante.- 
...
...
...
Alla fine avevano optato per un ristorante spagnolo per mangiare la vera paella valenciana. Nell'attesa avevano ordinato un Muller thurgau, il vino che per legge doveva essere servito per un piatto come quello. 
Sonny si guardava attorno spaesato. Gli sembrava di essere tornato indietro di qualche settimana, quando ancora lavorava come gigolò e il cliente di turno prima di passare al dunque lo portava a cena, forse per illudere se stesso ed altri che potevano vederlo che non stava facendo niente di male. In fondo, la società era aggrappata all'idea della prostituta o della squillo d'alto bordo in modo che quando si pensava ad uno che andava a prostitute la prima immagine era una donna vestita in modo elegante e truccata pesantemente. Due uomini a cena fuori potevano sembrare tranquillamente due amici che avevano deciso di concedersi un'uscita senza mogli o fidanzate o che le loro compagne fossero uscite tra loro e che non fossero in grado di mettere insieme una cena decente senza dar fuoco alla casa.
Difficile pensare che uno dei due aveva pagato l'altro per andarci a letto insieme. E forse l'idea di Barba era proprio quella per quella sera. Di portarlo fuori e di chiudere la serata a casa dell'uno o dell'altro o magari di chiacchierare e basta... e forse la cosa non gli dispiaceva nemmeno. In nessuno dei due casi.
- Sembri a disagio.- fece Barba versandosi un po' di vino - Va tutto bene?- 
Sonny annuì - Si. Non preoccuparti.- 
- Sai qual'è la tua miglior qualità?- fece Barba - che non riesci a mentire. E quando ci provi non ti viene molto bene. Dai parla.- 
Sonny sospirò, mandando giù un sorso - Niente davvero. E' che non ci sono più abituato. Gli uomini che di solito mi portavano fuori a cena, lo facevano solo per portarmi a letto. E' strano per me passare una serata normale senza pensare che dopo deve per forza finire nel letto di uno sconosciuto.-
- Ti va di dirmi come è iniziata?- fece Barba mentre il cameriere portava loro la paella valenciana che avevano ordinato. 
- Te l'ho detto.- fece Sonny - avevo bisogno di soldi, e questo era il metodo più veloce.- 
- Ma nessuno si alza la mattina e decide di vendersi per qualche biglietto da cento... ascolta, forse non sono affari miei, e non voglio insinuare niente, ma se prima di... offrire la tua compagnia consapevolmente e con piena volontà fosse successo qualcosa che ti ha fatto stare male o a disagio, potremmo...-
Sonny sgranò gli occhi per la sorpresa - Mi stai chiedendo se qualcuno mi ha molestato a scuola o se qualcuno mi ha coinvolto in pratiche sessuali quando ero ancora troppo piccolo per capire bene di cosa si trattasse? No, sei completamente fuori strada... è iniziata per caso.- 
- Nel senso?- 
- Quando mi hanno ammesso a Fordham, mio padre ha avuto un infarto. Dovevamo mettergli una valvola cardiaca... un intervento da niente se hai i soldi.- fece Sonny - Ce ne servivano tanti, ma anche unendo le risorse non avevamo ancora la cifra giusta. 
- E intanto l'orologio camminava, e una banca vi avrebbe spennato con gli interessi.- 
- Stavo per avere un crollo di nervi, così una sera, mentre tornavo a casa dall'ospedale mi sono fermato a bere una birra.- fece Sonny - e lì ho incontrato un tizio che ha iniziato a provarci pesantemente. Era un omosessuale non dichiarato, che stava approfittando del fatto che moglie e figlio fossero fuori città per dare un'occhiata ai college per cercare un po' di compagnia.
Stavo già per dirgli di levarsi di torno, che non aveva capito nulla....- qui bevve un sorso di vino per farsi coraggio - prima che potessi dire o fare qualcosa mi ha messo in tasca cinquecento dollari. E me ne ha promessi altri cinquecento se avessi tenuto la bocca chiusa e non avessi provato a contattarlo in futuro.- 
- E così avete passato la notte assieme.- 
- Dovevo andarmene, lo so.- fece Sonny - ma mio padre stava male, e quella era proprio la somma che ci mancava... per sentirmi meglio ho pensato che in fondo era per un bene superiore, e che non era come quando una mia compagna di classe aveva deciso di prostituirsi per delle ricariche telefoniche, borsette e vestiti firmati.... ho nascosto un orologio che mi aveva regalato mio nonno per i diciotto anni e ho detto di averlo impegnato per procurarmi i soldi.- 
- E poi hai iniziato a farlo regolarmente.- 
- Con quello che era successo non potevo chiedere ai miei di pagarmi gli studi. Ho cercato un lavoro, ma non ho trovato niente che potesse coprire tutte le spese... poi mi sono ricordato di quell'uomo che mi aveva dato mille dollari per una notte e ho pensato che se avessi preso qualche precauzione nessuno avrebbe scoperto cosa facevo davvero. Come vedi non ho cercato subito la via più facile.- 
- Non l'ho mai pensato.- fece Barba.
- Beh a giudicare da queste domande si direbbe che mi stessi mettendo sotto torchio.- fece Sonny.
- Credimi. Te ne accorgerai quando ti metterò sotto torchio... comunque no.- fece Barba - ma sai collaboro con una squadra l'elitè che si occupa di reati sessuali, quindi se c'è anche solo il sospetto che qualcuno con cui sono in contatto ha subito molestie ed abusi sono tenuto a denunciarli.- 
- Ma non è successo.- fece Sonny  sgranando gli occhi per la paura- è iniziato per caso, ed io ho preso una decisione. E adesso ho smesso. Per favore... non parliamone più. Ne tra noi ne con altri.- 
- Va bene. Stai tranquillo.- fece Barba.
...
...
...
Dopo cena, Barba riaccompagnò a casa l'italo americano che lo invitò a salire per un caffè o un drink.
- Perchè no.- fece Barba salendo con lui. 
In mancanza di alcolici, Sonny mise su un po' di caffè.
- Grazie per la bella serata.- fece Sonny sorridendo - era da tanto che non uscivo con qualcuno e non mi sentivo così bene.- 
- Beh, avrai qualche amico o spasimante con cui ti piace uscire no?- 
- Beh... c'è una ragazza del mio corso, Arielle Hendricksen che ogni tanto mi fa il filo ma...- fece Sonny - le ho detto che non ero pronto per niente di serio.- 
-E saresti pronto adesso?- fece Barba avanzando verso di lui.
Sonny annuì. 
Fu un attimo perchè le loro labbra si unissero.  Sonny non lo respinse. Rispose con entusiasmo al bacio come se non avesse aspettato altro per tutta la vita, lasciando che il mentore esplorasse ogni centimetro della sua bocca, ricambiando a sua volta. Prima ancora che uno dei due potesse rendersene conto erano finiti sul letto. 
Nessuno dei due sembrava essere disposto a lasciare la presa su l'altro. 
Sonny si sentiva perfettamente a suo agio, e Barba aveva scoperto che non gli dispiaceva baciarlo e che avere le sue labbra addosso lo faceva stare bene. Senza nemmeno accorgersene gli infilò una mano sotto la camicia, carezzandogli il petto.
Fu allora che Barba si '' risvegliò dall'incantesimo'' e tornò sulla terra.
- Che succede?- fece Sonny.
- Scusa. Madre de Diòs, disculpa...- fece Barba. 
- Ehy. Non è successo niente di grave.- 
- Se questo per te non è niente, abbiamo un problema.- fece Barba - Tu sei il mio stagista. Sai che significa? Che tra noi due, deve esserci una certa distanza.- 
Sonny avrebbe voluto ribattere '' Guarda che sei tu che mi hai invitato fuori, non io, fai pace con il cervello'', ma lo tenne per sè - Quindi devo darti del lei?- 
- No. Ma questa cosa non deve succedere. Non voglio mettere a rischio una carriera per...-
-... per aver provato a scoparmi di nuovo una puttana che ho pagato per fare sesso e alla quale ho offerto un tirocinio remunerato per sentirmi meno sporco con me stesso.- fece Sonny con gli occhi lucidi - è questo che intendevi dire?- 
Ce l'aveva a morte con sè stesso. Per un attimo, un brevissimo, stupido attimo, aveva pensato di contare qualcosa per quel procuratore americano per ius soli di origini cubane, che oltre a portarselo a letto, si era preso cura di lui come il più gentile e premuroso degli amanti e che aveva dimostrato di preoccuparsi per lui, prima con il caso di Tommy, poi con l'offerta di un lavoro che gli permetteva sia di guadagnare quello che gli serviva senza correre rischi che di arrivare all'esame di abilitazione con un po' di esperienza sulle spalle, di essere importante per lui. Quella sarebbe stata la prima volta dopo un sacco di tempo che invece di fare sesso per soldi l'avrebbe fatto per il puro gusto di farlo.
E invece si sbagliava. Evidentemente non era più importante di una qualunque battona fermata il venerdì sera mentre faceva un servizietto ad un tizio che aveva detto alla moglie di non aspettarlo alzata perchè quello schiavista del suo capo lo aveva tenuto in ufficio fino a tardi. 
Barba si era appena reso conto del casino che aveva combinato.
- No aspetta, hai capito male...- 
- Non. Ci. Provare.- fece Sonny - So cosa ho sentito. Queste tattiche usale con i tuoi delinquenti alla sbarra, ma non come. Ora scusa, ma da quello che ho capito fino a lunedì sono libero, quindi ti pregherei di andartene.- 
- Ti prego fammi spiegare..- 
- Ho detto vattene!!!- urlò Sonny.
A quel punto Barba lo lasciò solo. 
Era stata una bella serata.
Finchè non gli aveva fatto capire che gli aveva offerto un lavoro per pulirsi la coscienza e che non si sarebbe mai messo con una prostituta.
'' Ti sta bene Sonny.... lo sapevi che non dovevi innamorarti.''- pensò abbracciando il cuscino a forma di cane che Teresa gli aveva regalato, piangendo senza singhiozzare -'' è il giusto prezzo da pagare per la tua stupidità.''

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Capitolo 10
*** Lavoro ed ostilità ***


Il lunedì sucessivo, Sonny non aveva ancora sbollito il dolore per la cocente delusione ricevuta quando Barba lo chiamò per dirgli che avevano un caso. 
La vittima era Jennifer Taylor, ventisei anni, impiegata in un ufficio di finanziamenti e prestiti personali, in prova da un mese. 
Quel giorno era stata convocata nell'ufficio del suo capo, Adam Smith, per discutere del suo rendimento, e a dire della ragazza lui ci aveva provato piuttosto pesantamente fino ad invitarla a cena fuori. 
- Pessima idea. Bisognerebbe sempre mantenere una certa distanza tra superiori e subalterni.- aveva commentato acidamente Sonny. 
Barba capì che la frecciatina era indirizzata a lui, ma rimase in silenzio, conscio di essersela meritata. 
La ragazza aveva rifiutato e da lì il suo capo era diventato una specie di mostro che l'aveva immobilizzata sulla scrivania per poi stuprarla brutalmente, prendendosi così in quel momento, quello che sperava di prendersi fra diverse ore magari dopo una cena afrodisiaca.
L'aggressore invece, spaesato e quasi impaurito, aveva dichiarato di non ricordare assolutamente niente di tutto questo, di non averla nemmeno toccata... anzi, di essersi addormentato all'improvviso. 
- Beh.- fece Nick - Almeno è una palla diversa dal solito mi ha provocato lei, era d'accordo e via dicendo, questo gli va riconosciuto.- 
- Sarà... ma a me pare sincero.- fece Sonny.
Lo guardarono tutti male. 
- Ma l'hai letto il referto medico della vittima? Graffi, lividi, abrasioni, ed un trauma vaginale compatibile con una penetrazione forzata o sesso violento.- fece Olivia - e se avessi visto la ragazza che ha stuprato, non avresti nessun dubbio in merito.- 
- Sì, lo so. Ho letto il rapporto ma ho ascoltato anche la versione del dirigente. Tre volte. Tre racconti, nessuna contraddizione. Per la verità bisogna avere le palle, per le bugie una buona memoria.- e stavano parlando di uno che aveva bisogno dell'appunto della segretaria persino per ricordarsi di allacciarsi le scarpe.
- Avrà provato e riprovato la versione per essere sicuro che fosse convincente. Non hai letto '' Anna dai capelli rossi'', il capitolo che parla del presunto furto di una spilla?- fece Amanda guadagnandosi un'occhiata basita da parte di tutti i presenti - mia madre mi leggeva sempre quel libro. Era così noioso che mi addormentavo sempre, ma la parte della spilla rubata era intrigante.- 
- Sì, ma per provare e riprovare una versione dei fatti che lo scagiona dai sospetti, voleva dire che già sapeva che la ragazza l'avrebbe respinto, no?- fece Sonny - quindi, a meno che non abbia una sfera di cristallo...- 
- Ha ragione in effetti.- fece Nick. 
- Certo. Quindi mente Jennifer vero? Mente il referto medico, e magari mentono le lesioni ed il sangue.- fece Olivia. 
- A me sembra che qui, come si sente che un uomo viene accusato di qualcosa, questi sia automaticamente colpevole.- fece Sonny - quello che voglio dire è che quello non mi sembra il tipo di uomo che in pieno orario di lavoro, nella stanza attigua a quella dove ci sono ventuno impiegati aggredisce una donna per violentarla.- 
- Ma dove sei andato a prenderlo questo, si può sapere?- fece Fin rivolgendosi a Barba.
Il cubano stette zitto.
- Beh, in effetti qualche punto poco chiaro c'è...- fece Nick - dal rapporto del kit stupro non c'è traccia di mucosa uterina e sperma.- 
- Si, ma questo convalida il racconto della ragazza.- fece Amanda - lei dice che la violenza non è stata completa. Ha detto che all'imporvviso si è staccato da lei, come se si fosse appena risvegliato da un sogno.- 
- TGA.- fece la voce di una donna dietro di loro.
Era Rita Calohun.
- Il mio cliente è affetto da TGA.- fece la donna.
- Traduzione per noi comuni mortali?- fece Fin.
- E' una condizione neurologia in cui il paziente che ne è affetto ha dei vuoti di memoria. In poche parole, il mio cliente ha difficoltà ad accedere a nuovi ricordi e memorizzare nuove informazioni.- 
- Quindi, potrebbe aver stuprato un'impiegata ma non ricordarsene affatto.- fece Barba - Ma per favore, raccontane un'altra.- 
- Sono in possesso dei suoi referti clinici e delle dichiarazioni del suo medico e del neurologo che l'ha in cura e confermano il suo disturbo.- fece Rita - il mio cliente merita tutte le attenuanti del caso. Non era in sè quando ha violentato la ragazza.- 
- Forse le sfugge un punto essenziale avvocato. Si processano i fatti, non le intenzioni. E i fatti sono che il suo cliente ha abusato di una ragazza che gli ha detto no.- fece Olivia - il resto sono solo scuse.- 
...
...
...
- So che sei arrabbiato.- fece Barba.
Sonny non gli aveva quasi rivolto la parola da quando erano tornati al lavoro. E dire che avrebbe voluto dirgliene di cose. Tipo che non voleva dirgli che la sua carriera era troppo importante, che aveva lavorato e lottato troppo duramente per avere ciò che aveva conquistato per buttare via tutto per mettersi con un ex gigolò. 
Come aveva già anticipato, lui non era tipo da spendersi in sviolinate e moine. Specie con gente che gli veniva affibbiata da qualche tutor universitario per insegnargli il mestiere e che dopo due ore minacciavano di fargli causa per danni morali perchè non faceva loro la riverenza ogni volta che gli portavano le fotocopie o gli originali di un dossier.
Sonny non era così. Aveva un ottimo spirito di osservazione, voglia di fare, di combattere, di imparare e di mettersi in gioco. Tutte cose che gli facevano presumere che sarebbe diventato un signor avvocato, se non addirittura Pubblico Ministero. 
Ma mettersi con lui, dopo averlo assunto come stagista, avrebbe potuto creargli dei problemi. Avrebbero anche potuto pensare che tutti i successi che avrebbe avuto in futuro, sarebbero derivati dal fatto di '' aver dormito nel letto giusto'', quando invece aveva solo ottenuto il giusto riconoscimento per le sue capacità. Senza tener conto dei problemi che avrebbero avuto entrambi se fosse saltato fuori che lo aveva pagato per fare sesso.
- E ne hai tutto il diritto.- fece Barba - non sono stato carino l'altra sera, ma quello che ti chiedo è di non remarmi contro in un caso di stupro solo per ripicca.- 
- Non lo farei mai. Qui l'esperto di stronzaggine sei tu, io nemmeno in mille anni e se mi ci mettessi d'impegno arriverei al tuo livello.
'' Wow, ma sentitelo, sembrate sposati da anni!''- fece una vocina dentro il cubano.
- Però ci sono diversi punti che non tornano in questo caso, e prima che li chiarisca la difesa e porti tutti davanti ad un giudice civile per una causa milionaria, forse è meglio che lo facciamo noi....- fece Sonny - anche se probabilmente dovrei dirti arrangiati, visto che io non sono niente.- 
-Sonny, per favore, non dire così. Sai che non è vero.- 
- Io so solo che che mi hai assunto dopo che mi hai pagato per fare sesso, e che stavi per portarmi a letto un'altra volta. Uno potrebbe anche pensare che tu l'abbia fatto per risparmiare sulle scopate.- 
Barba arrossì. 
- Per l'amor del cielo, sai benissimo che...- fece Barba cercando di calmarlo senza troppo successo. 
- Comunque no. Non voglio usare quella ragazza come ripicca, ma fare bene quello per cui mi hai assunto.- fece Sonny prendendo i suoi appunti - non voglio iniziare un lavoro da avvocato mettendo sul curriculum che uno dei processi a cui ho partecipato era una cantonata pazzesca.- e nel dir così se ne andò sbattendo la porta. 
Barba tentò di richiamarlo, ma decise di lasciar perdere.
Era ancora troppo arrabbiato.
E non gli dava torto. 
Era stata una bella serata che stava per chiudersi in modo tradizionale, e quando Sonny gli aveva aperto il suo cuore lui anche se non intenzionalmente ci aveva piantato un pugnale. 
Doveva dargli tempo e modo di sbollire la rabbia prima di parlargli e spiegargli le sue ragioni.
...
...
...
Sonny si era rifugiato nella sala di lettura della facoltà di Fordham assieme agli appunti che aveva preso, assieme ad un manuale di psichiatria che trattava proprio di TGA per confrontare cosa sapevano effettivamente della malattia con quello che avevano in mano, al fine di capire se c'erano dei buchi nel racconto di vittima o carnefice e se quella dell'amnesia era l'ultima spiaggia di un avvocato troppo pigro o negligente per preparare una vera difesa.
Per ora aveva trovato la definizione di TGA, e che in un terzo dei casi si manifestava in seguito ad un evento traumatico o in seguito ad uno sforzo fisico, come appunto un rapporto sessuale. Solo che avrebbe dovuto ricordare almeno l'effetto scatenante.
Ma lì la spiegazione poteva essere semplice: forse aveva davvero stuprato la ragazza, non aveva retto la pressione anche fisica ed era sopraggiunto il black out, e adesso puntava sul suo disturbo per essere assolto in quanto non era andato fino in fondo con lei. 
Forse era solo lui ad essere arrabbiato e stava davvero usando un caso per ripicca... non ne era sicuro. Aveva solo una gran confusione in testa.
'' Qui ci vuole un iper dose di caffè...''- mentre rimetteva a posto le sue carte lesse di nuovo quello che aveva scritto riguardo la depozione di Smith. Gli sembrava peggio dell'incubo che aveva avuto prima che arrivassero loro.
''Fermi tutti...''- pensò ricercando sul manuale che aveva preso in prestito -'' Tombola.''
...
...
...
- Ma si può sapere cosa ti ha fatto quella povera ragazza?- tuonò Olivia nel sentire nuovamente i dubbi e le insinuazioni del nuovo arrivato - Pensi forse che le donne lo facciano per sport di accusare un tizio a caso di uno stupro  mai avvenuto e di darsi in pasto ad una gogna mediatica?- 
- Beh.- intervenne Nick - Non puoi negare che qualche denuncia che poi si è rivelata falsa l'abbiamo avuta...- fece beccandosi un'occhiataccia dalla sua superiore. 
- Senta tenente, non sono io a dirlo, ma le scienze neurologiche. Adam Smith dice che ad un certo punto si è addormentato di botto, e che ha fatto dei sogni strani, incubi...ok, abbiamo appurato che soffre di TGA, ma questo disturbo quando si manifesta non prevede l'attività onirica, mentre lui lo ricorda perfettamente. Questo significa che non era in preda ad un episodio di TGA in quel momento.- 
- Ha ragione in effetti.- fece Amanda - Di solito le persone che soffrono di una determinata patologia la conoscono meglio del loro medico curante. Ammettiamo pure che Smith abbia deciso di violentare un'impiegata per poi fare affidamento sulla sua malattia per salvarsi in corner... perchè fornirci un elemento che poteva smontare tutto l'impianto della difesa?- 
- Perchè come ci ha detto la sua segretaria, ha una pessima memoria.- fece Liv. 
- Ma ha ripetuto lo stesso racconto per tre volte senza mai cotraddirsi ne aggiungere altri dettagli.- fece Nick- Olivia, nessuno insinua che Jennifer è una bugiarda, ma qualche punto oscuro c'è.-
- Inoltre, da quel poco che so di neurologia, il lasso di tempo è stato troppo breve per avere attività onirica... se stessimo parlando di sonno naturale.- fece Sonny - lo so, sembra folle, ma secondo me le analisi del sangue del sospettato potrebbero dirci qualcosa di più.-
- Ci diranno anche che Jennifer si è stuprata da sola?- fece Olivia ancora scettica. 
- Sentite. Lo so che sono l'ultimo arrivato e che sono solo un tirocinante.- fece Sonny - ma secondo me qui c'è qualcosa che non quadra. Facciamo quest'ultima prova. Se risulta che il sangue era pulito al momento dello stupro mi licenzierò io stesso. Per favore.- 
A quel punto Olivia annuì. 
In fondo un accertamento in più era meglio di un indizio in meno. 

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Capitolo 11
*** Pericolo imminente ***



Per le analisi di Smith ci volle almeno mezza giornata.
E alla fine la Warner diede un responso inaspettato. 
Uno dei due bicchierini da caffè che erano stati usati da vittima ed aggressore, era risultato positivo ad un potente sedativo.
Solo che non era il bicchierino da cui aveva bevuto la ragazza, ma l'aggressore.
Ed allora Liv fu costretta ad arrendersi.
- Ecco spiegati gli incubi ed il suo '' essersi addormentato'' all'improvviso.- fece Nick - qualcuno lo ha drogato.- 
- E su chi sia il qualcuno credo che siamo tutti d'accordo.- fece Amanda - E' stata Jennifer. E' lei che ha preso i caffè, quindi è l'unica che poteva sedarlo.-
- E a questo punto salta completamente l'accusa.- fece Sonny - Smith non avrebbe mai potuto violentarla, perchè le benzodiazepine inibiscono il senso di libido.- 
- Convocatela.- fece Barba - e consigliatele di portarsi dietro un avvocato.- 
...
...
...
- Jenny, perchè l'hai fatto?- fece Olivia cercando di usare il tono più materno e comprensivo che aveva, quando invece avrebbe voluto dirgliene di tutti i colori. Non le piaceva fare la voce grossa o mettere sotto interrogatorio una donna, ma in quel caso avrebbe fatto volentieri un'eccezione. Se c'era una cosa che odiava erano le denunce false. Non tanto per lo spreco di tempo e risorse per inseguire un fantasma,  quando invece avrebbe potuto tranquillamente andarsene a casa a godersi il tanto atteso e meritato riposo, anche se molto breve, ma era il fatto che la denuncia fosse falsa. Per una vittima di stupro, farsi avanti, significava sopportare durissime invasioni della privacy, far sezionare ogni secondo del suo vissuto perchè dodici estranei ed un paio di avvocati decidessero se era credibile o meno, ed il fatto che ogni tanto ci fossero delle denunce false fatte per ripicca o per non far sapere ad amici e familiari che aveva trasgredito ma senza l'intenzione di pagare le conseguenze non era di certo d'aiuto.
- Non mi potete accusare di niente.- fece Jenny con lo sguardo vuoto - Mi sono informata. La politica della procura è di non perseguire le denunce false, per non scoraggiare altre vittime dal farsi avanti.- 
- Si ma qui parliamo di un altro reato. Anzi due.- fece Barba - Calunnia e produzione di prove false. Possiamo accordarci per sei anni di galera,  e potrei anche decidere per la condizionale, ma voglio una spiegazione. Qualcosa che mi convinca a non mandarti in galera senza passare dal via.- 
- Perchè hai accusato il tuo capo di averti violentata? Sappiamo che non è vero.- 
- Ci sono molti modi per violentare qualcuno.- fece Jenny - Pensate davvero che minacciare di licenziare una persona se non ci sta, sia tanto diverso dal bloccarla su una scrivania?-
L'avvocato ed il tenente la guardarono senza capire. 
- Non capisco.- fece Olivia.
- Allora sarò più chiara.- fece Jenny - Quando Adam Smith mi ha assunta... mi ha detto che il posto era precario, ma che se mi ci fossi messa d'impegno, ed avessi lavorato sodo mi avrebbe offerto un contratto a tempo indeterminato. Lavoro li da circa un anno, e non riuscivo a capire alcune cose.- 
- Del tipo?- fece Barba. 
- Comemai alcune impiegate molto brave fossero state licenziate, mentre altre meno abili, avessero ottenuto il posto fisso.- fece Jenny - poi me lo hanno spiegato. Il signor Smith vuole che noi siamo... gentili. Molto molto gentili con lui.- 
Olivia a quel punto capì. Il suo tono ed il suo animo si addolcirono. 
- Quindi tu stai dicendo che Smith vi tiene in scacco... se non andate a letto con lui, vi caccia.- 
Jenny annuì. 
- Sentite, io so che ho sbagliato e che con il mio comportamento ho sputato in faccia alle vere vittime di stupro....- fece Jenny vicina alle lacrime - ma eravamo terrorizzate dall'idea di finire in mezzo alla strada, e nessuna di noi voleva finire nel suo letto. Sapevamo che avrebbe negato tutto se lo avessimo denunciato e abbiamo pensato di metterlo fuori gioco con un'accusa che non poteva smentire.- 
- Anche tenere una persona alle sue dipendenze in cambio di sesso è da considerare stupro.- fece Barba per poi sentire come se stesse facendo qualcosa di terribilmente sbagliato. 
Con Sonny. 
Doveva parlargli.
...
...
...
Alla fine il caso era stato risolto. Adam Smith, scagionato dall'accusa di stupro di primo grado e scoperto quello che le sue dipendenti avevano fatto aveva promesso e giurato che le avrebbe trascinate in tribunale per farsi risarcire fino all'ultimo centesimo.
- Prima però se posso permettermi, si prepari a difendersi dall'accusa di molestie sessuali sul posto di lavoro.- fece Barba.
Smith sgranò gli occhi - Ancora? Credevo che ci fossimo chiariti su questo punto.- 
- Si. Non ha aggredito personalmente Jennifer immobilizzandola per fare sesso con lei, ma quello che lei ha fatto non è solo moralmente disgustoso, ma anche illegale.- fece Olivia - abbiamo rintracciato alcune delle sue ex dipendenti. Confermano di essere state mandate via, dopo che si sono rifiutate di assecondare le sue avances sessuali- 
- Quindi si, posso accusarla di molestie sessuali e ricatto sessuale.- fece Barba - Ho un sacco di testimoni che non vedono l'ora di raccontare di come hanno perso il lavoro per non aver acconsentito a venire a letto con lei.- 
- Adesso non la faccia così pesante...- fece Smith - Anche lei avrà i suoi metodi per portarsi a letto qualcuno. E poi in ogni relazione umana c'è il ricatto e il potere... le donne per avere quello che vogliono usano la bellezza, gli uomini il potere, è sempre stato così.-
- Spero che non sia questa la sua difesa al processo, perchè se è questa, la giuria la giudicherà colpevole all'udienza preliminare.- fece Barba notando che l'amica stava per azzannarlo alla gola. 
'' Anche lei avrà i suoi metodi per farsi qualcuno.''
Quella frase lo tormentava.
Era come se l'universo gli stesse dicendo che lui e quel verme non erano poi così diversi. Smith minacciava di licenziare le sue impiegate nel caso non lo avessero accontentato sessualmente. 
Lui invece aveva assunto un gigolò come stagista. 
Ma tra loro c'era una differenza determinante: si, aveva pagato per una notte di sesso con lui, e poi lo aveva assunto, ma non aveva mai pensato nemmeno per un momento di minacciare di mandarlo via se non avesse acconsentito ad un altro rapporto con lui. 
Quello che era successo  due sere prima... non era un odioso compromesso e non ci sarebbe stata una translazione economica... era stata una serata tra due persone che condividevano un rapporto molto stretto, e che era sul punto di chiudersi nel modo più tradizionale. Si piacevano, era nata una sintonia particolare e stavano per finire a letto insieme. Di nuovo. 
Si era fermato, anche se doveva ammettere che non gli sarebbe dispiaciuto, per la paura di rovinare la carriera non ancora nata del suo protetto e di fargli credere che l'unico motivo per cui lo aveva assunto era per fare sesso. Ma aveva sbagliato senza rendersene conto, perchè non aveva tenuto in considerazione che oltre alla bravura, e alla voglia di imparare e mettersi in gioco, Dominick Carisi jr detto Sonny, aveva anche un cuore  sensibile al quale bastava poco per spezzarsi. 
Deciso a chiarire le cose andò alla sua postazione al distretto sedici, dove era solito prendere appunti o ripassare per gli esami intermedi, ma non c'era.
In compenso c'era un post it con un indirizzo ed un orario.
'' Maledizione...''- pensò, sapendo di cosa si trattava. Aveva un brutto presentimento. Guardò l'orologio.
Aveva mezz'ora per arrivare sul posto.
...
...
...
Sonny non avrebbe mai pensato di tornare alle vecchie abitudini, concedendo il suo corpo per qualche banconota, dopo aver incontrato Rafaèl. Per cui, quando un cliente chiamò sul suo secondo telefono dicendo che voleva passare la notte in compagnia, stava già per dirgli che aveva '' chiuso l'attività''... ma poi gli era scattato qualcosa. Il desiderio di dimostrare che non accettava di sotto stare alle dipendenze ( e forse alle voglie) di un uomo che pretendeva di controllarlo per una notte di sesso, e nemmeno di passare per raccomandato. 
Non sapeva se la mattina dopo si sarebbe licenziato o meno, ma per ora aveva solo voglia di fargliela pagare un po'. 
Per cui, all'ora prestabilita si presentò all'indirizzo che gli avevano dato.  Era una villetta in stile coloniale, immersa in un giardino all'inglese, con un'aiuola di tulipani colorati.
- Ciao. Ti aspettavo.-
Il cliente di quella sera non doveva avere più di quarant'anni.
Il suo aspetto era curato in maniera molto meticolosa, quasi maniacale: un elegante completo a tre pezzi che era appena uscito dalla lavanderia, i capelli ben pettinati ed impomatati, il profumo del dopobarba.... e a giudicare dai graffi che aveva su entrambi gli indici doveva essere un chirurgo.
- Quanto prendi?- fece l'uomo. 
- Dipende. Quanto vuoi che duri?- fece Sonny. 
- Intanto saliamo. Poi ci metteremo d'accordo.- fece l'uomo.
Lo guidò nella sua stanza da letto, molto elegante, dove tutto era bianco dalle pareti ai soprammobili. 
Sonny provò una sensazione di freddo entrando lì, ma non ci badò.
- Non spogliarti.- fece l'uomo - voglio farlo io.- 
Sonny annuì, anche se iniziava a preoccuparsi. Aveva l'impressione di avere a che fare con uno di quelli che amavano il controllo sulla sua persona. Ne aveva incontrati di quelli. Uomini che al lavoro o tra le mura domestiche erano soggetti al controllo di una persona più potente o con un maggiore carisma e che per sentirsi più forte si sfogava su una prostituta o su un soggetto più debole di lui, tipo la teoria che era stata elaborata per spiegare il comportamento dei bulli.
L'uomo gli si avvicinò e prima gli tolse la camicia, quasi strappandogliela di dosso per poi abbassargli con uno strattone i pantaloni. 
- Ehy.... calma.- fece Sonny provando a tranquillizzarlo - non c'è bisogno di tutta questa fretta, davvero.- 
L'uomo non parve ascoltarlo e lo attirò a sè mentre si sedeva sul letto, senza allentare la presa su di lui. 
Cercò di non darci peso. In fondo non era la prima volta che aveva a che fare con uno di quelli fissati con il controllo. Si rilassò quando l'uomo iniziò a baciargli il basso ventre e per un attimo si era quasi dimenticato di dove si trovava e di cosa stesse facendo... poi all'improvviso, quell'uomo lo sbattè con forza sul letto, e lo fissava come se stesse guardando un dolce. A quel punto iniziò a preoccuparsi davvero. 
- Per favore. Fa piano.- fece Sonny. L'uomo per tutta risposta lo baciò mordendogli prima il labbro inferiore, poi il collo e per finire una spalla, come se volesse mangiarlo - ahia... calmati.- fece provando a fermarlo come poteva.
Mossa che gli costò un ceffone. 
- Ma che stai facendo...?- 
- Secondo te?- fece quell'uomo - non fingere che non ti piaccia.- 
- No, questo non me l'avevi detto...- 
- E che c'era bisogno di dirtelo?- fece quello sorridendo - mettiamo le cose in chiaro: io con te faccio quello che voglio.- 
In quel momento Sonny si maledì per aver accettato quell'incontro. Voleva reagire, ribellarsi, gridare, ma era come paralizzato dal terrore. Non riusciva nemmeno a respirare. Solo pregare. 
Malgrado avesse cercato di trattenerle, sentì che due enormi lacrimoni avevano iniziato a solcargli il volto che ormai sentiva ardere.
L'uomo, dal canto suo, sorrideva soddisfatto.
Aveva l'istinto famelico di un serpente... si nutriva delle sue prede solo quando erano vive e combattive.
E senza che Sonny se ne rendesse conto, anzichè allontanarlo o scoraggiarlo lo stava eccitando ancora di più.
E se ne rese conto quando sentì le mani di quell'uomo armeggiare con l'elastico dei suoi boxer.
'' E' finita.''- pensò l'italiano chiudendo gli occhi pregando che almeno finisse alla svelta.
- FERMO!- 
-Vieni...- fece con tono molto più dolce, ma pieno di sollievo nel vedere che era intervenuto in tempo per impedire al peggio di realizzarsi e che Carisi stava bene. O che non aveva ferite o lesioni serie. 
Si tolse la giacca blu e vi coprì il suo tirocinante che tremava come un animaletto impaurito.
Dopo pochi minuti uscì da quella casa con Sonny, sottobraccio, per condurlo al sicuro, lontano da quella specie di mattatoio.

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Capitolo 12
*** Chiarimenti ***


Erano rimasti in silenzio per quasi tutto il tragitto.
Barba guardava la strada per guidare, ed ogni tanto si voltava verso il sedile del passeggero di fianco a lui, per assicurarsi di come stesse Sonny.
Il suo tirocinante si era abbandonato sul sedile, con uno sguardo perso nel vuoto, il segno delle lacrime ormai secco.
L'aveva portato a casa sua. Immaginava che non volesse tornare a casa e farsi vedere in quelle condizioni da Mike e sentire addosso gli occhi del poliziotto come se fossero due fucili pronti a sparare.
Il cubano si era  offerto di riaccompagnarlo a casa, ma non appena ebbe pronunciato quelle parole, Sonny  si era riscosso dallo stato di catalessi in cui sembrava essere caduto, e lo aveva fissato con due occhi sbarrati dal terrore che lo imploravano di non farlo.
Così decise di portarlo a casa con sè.
Non appena arrivarono a destinazione, l'italiano andò a sedersi sul divano rosso presente nel salotto.
Appena seduto fu completamente immobile ed iniziò a fissarsi le scarpe mentre stringeva un cuscino.
Barba gli si avvicinò per confortarla, ma lui si raggomitolò su se stesso, come un riccio che usava i suoi aculei per difendersi.
- Per favore, non toccarmi, lasciami stare...- implorò.
Barba lo ascoltò ed indietreggiò.
Andò ad armeggiare in cucina e per un breve attimo ebbe il sospetto che Sonny se ne fosse andato.
Non piangeva.
Non singhiozzava.
Non sospirava.
Praticamente era come essere in casa da soli. Tornò poco dopo con una tazza di cioccolata. 
- Cioccolata calda. Fa bene all'anima.- fece Barba. 
- No grazie, non mi va.- fece Sonny. 
- Vuoi andare al pronto soccorso, che avvisi qualcuno...- 
Sonny sbarrò gli occhi per la paura - No! Non chiamare nessuno per favore... non... non voglio che si sappia in giro che mi stavo prostituendo... e al pronto soccorso non saprei nemmeno cosa raccontare...- 
Barba gli prese una mano - D'accordo. Calmati però.- nel dir così si allontanò per prendere la cassetta del pronto soccorso, preparando un batuffolo imbevuto di disinfettante - adesso per favore cerca di non muoverti... e di tenere la bocca chiusa.-
'' Anche se so che questo non sarà facile''- avrebbe voluto dire.
Sonny annuì piano. 
Il cubano gli prese delicatamente il mento per iniziare a tamponare il labbro offeso. Sonny s'irrigidì al contatto con quel fuoco liquido sulla carne viva e strinse forte la stoffa del divano. 
- Lo so, scusa, ho quasi finito.- fece Barba mettendo giù l'arma - ecco fatto.- 
- Rafaèl.... grazie.- fece Sonny - non mi era mai capitata una cosa del genere... pensavo che si rischiasse solo per strada...- 
- Sonny.- fece Barba - devi smettere. Per davvero. So che stasera hai accettato quello che hai accettato per farmi capire che eri arrabbiato, e ti capisco... quindi adesso dobbiamo chiarire la faccenda. Una volta per tutte. Dammi trenta secondi per parlare senza recriminare e senza arrabbiarti.-
Sonny sospirò. Ma si, in fondo cos'erano trenta secondi?
Come negare quella richiesta all'uomo che quella sera lo aveva praticamente salvato da uno stupro?
- Ok. Concessi.-
- Inanzi tutto, ci tenevo a chiarire un punto: non ti ho assunto perchè abbiamo fatto sesso.- fece Barba.
- Ah, quindi mi hai assunto perchè sono giovane e promettente, vero?- fece Sonny scettico.
- Che tu ci creda o meno si.- fece Barba - Sai, una volta collaboravo attivamente con le facoltà di giurisprudenza della Hudson, Columbia, e anche la Fordham. Ogni tanto qualche professore mi chiedeva di tenere sotto la mia ala degli studenti, aspiranti avvocati..- 
- So come funziona.- fece Sonny. 
- Ma non sai che ormai è qualche anno che ho chiesto di non avere più stagisti.- fece Barba - L'idea non mi dispiaceva. Davvero. Ero felice che  le università mi mandassero degli studenti a cui insegnare le prime basi del mestiere. Per me era la prova di saper fare bene il mio lavoro.- 
- Poi che è successo?- fece Sonny. 
- Molti studenti interpretano il tirocinio come un periodo in cui non devono frequentare lezioni ed esami per fare quello che vogliono, contando che alla fine il loro referente scriverà comunque delle buone referenze. Bene, io non sono mai stato così.- fece Barba - ho avuto diversi studenti che venivano da me, nel mo ufficio, che passavano tutto il tempo a controllare il cellulare, a navigare come volevano su internet e che pretendevano il tappeto rosso e la riverenza solo per aver fatto delle fotocopie. All'ennesimo moccioso che pretendeva che lo osannassi nella relazione finale, io mi sono stancato e da allora non ho più preso tirocinanti.- 
- Allora perchè mi hai assunto?- 
- E' passato un mese da quando ti conosco.- fece Barba - Hai spirito di iniziativa, voglia di dire, di fare, di imparare e soprattutto non devo controllarti ogni cinque minuti. E' questo che fa un avvocato.- 
Sonny annuì. Era ancora arrabbiato per come l'aveva trattato l'altra sera, ma non abbastanza da urlargli contro '' Mi hai assunto solo per scopare gratis''.
- Per quanto riguarda l'altra sera...- 
- No, va bene. Non devi spiegarmi niente.- fece Sonny - hai ragione. Tra me e te deve esserci fiducia e confidenza, ma anche una certa distanza.... e capisco che tu non voglia rovinarti la carriera per una volta che sei stato con una prostituta...- 
- Qui ti sbagli. Non è la mia carriera di cui mi preoccupo. Ma la tua.- fece Barba causando un'espressione sorpresa nel suo giovane assistente - Carisi, tu sei bravo. E l'hai appena dimostrato, sostenendo con forza una teoria per la quale l'SVU avrebbe potuto sbranarti vivo, ma che si è rivelata esatta.
E' questo che significa essere un buon avvocato. Avere grinta e non cedere se si è convinti dell'innocenza del proprio cliente.- 
- Beh.... Smith... non è proprio uno stinco di santo...- fece Sonny. 
- Quello non vuol dire.- fece Barba - Carisi, tu hai un grande talento e sei una delle poche persone che conosco che tiene davvero alla legge e non la vede come un business. Non voglio che ti butti via così.- 
Sonny annuì. Non l'avrebbe mai ammesso ma quella sera aveva avuto paura. Molta paura. Gli era capitato spesso di avere dei clienti che avevano voglia di sentirsi al comando e che lo sottomettessero per sentirsi forti almeno per una sera, ma che si fermavano appena chiedeva loro di fermarsi o di rallentare un po', ed era persino abituato a quelli a cui piaceva mordere o provare qualche fantasia a letto... ma non gli era mai capitato uno che per eccitarsi si divertiva a tentare di violentare i partner sessuali. 
Se prima aveva qualche riserva ora non aveva più dubbi. 
Non voleva più fare quel lavoro. 
- Posso... posso dormire qui? Sono per una notte.- 
Barba sorrise. 
- Ti prendo il pigiama. Se intanto vuoi farti una doccia...-
Sonny sorrise.
Confermava. Era felice che Rafaèl Barba si facesse i fatti suoi.
...
...
...
Sonny si svegliò la mattina dopo alle sette del mattino. 
Quando aprì gli occhi vide che Barba era accasciato sulla poltrona vicino al letto e sul comodino c'era un vassoio con su una tazza di caffè fumante ed un croissant al cioccolato. 
- Tu... non hai dormito...?- fece Sonny.
Barba fece cenno di no con il capo. 
- Volevo essere pronto ad intervenire nel caso avessi avuto bisogno d'aiuto... come ti senti? Ti fa ancora male?- 
Sonny fece cenno di con il capo - Non tanto. Rafaèl... grazie. Per tutto. Dico davvero. Non... non eri obbligato.- 
- Sì invece.- fece Barba per poi dire - Ha chiamato Mike. Era preoccupato perchè ieri sera non sei rincasato.- 
- Cosa...?- fece Sonny saltando a sedere sul letto, con gli occhi fuori dalle orbite - Ti prego non dirmi che...- 
Barba lo calmò - Stai tranquillo. Non dirò niente a nessuno senza il tuo consenso. Se non vuoi dirlo a qualcuno, non dirò una parola. Per quello che ne sa Mike, abbiamo lavorato fino a tardi e ti sei fermato a dormire in ufficio.- 
Sonny sospirò di sollievo.
- Grazie.- fece Sonny - Lo so che lavoriamo con i crimini sessuali e diciamo alle vittime che il primo passo per guarire è dire la verità al mondo, che non hanno colpa di quello che è successo, indipendentemente da cosa possono aver fatto... ma lo sai anche tu come funzionano le cose per... quelli come me.- 
Barba annuì. Purtroppo lo sapeva. 
Per quelli che si autodefinivano benpensanti non era plausibile che una persona che spinta dalle circostanze a prostituirsi o a lavorare in quel determinato settore, potesse essere stuprata o molestata. E se per caso qualcuno ci credeva non poteva fare a meno di pensare che '' quella persona aveva fatto una scelta consapevole e che sotto sotto doveva aspettarselo... e che in fondo se l'era cercata.  Non osava nemmeno immaginare quante persone, finite per un errore o un crudele scherzo del destino in un giro di tratta di esseri umani o che aveva subito abusi in tenera età e che aveva finito per intraprendere la strada della prostituzione, che  desideravano con tutto il cuore scappare da quella condizione  ma che avevano troppa paura di farsi avanti. 
Per Sonny poi sarebbe stato come rovinarsi la vita denunciare il tentato stupro. Si sarebbe venuto a sapere che era andato in quella casa per fare sesso a pagamento,  e che lo faceva per pagarsi la retta della facoltà di legge... e questo avrebbe potuto rovinargli la carriera sul nascere. 
'' Tanto prima o poi te la faccio pagare.''- pensò Barba a pugni stretti. 
- Non preoccuparti. E' tutto finito adesso.- fece Barba - Adesso... io devo andare al lavoro. Ci vediamo dopo.- 
Sonny sgranò gli occhi - Pensavo che mi avessi licenziato...- 
- Io non licenzio la gente che sa fare quello per cui è assunta.- fece Barba - Fai colazione prima.-

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Capitolo 13
*** Una situazione pericolosa prima parte ***



Dopo la disavventura di quella sera, Sonny smise davvero di lavorare come gigolò. La paura di ritrovarsi di nuovo faccia a faccia con quell'uomo, o con una qualunque altra persona che si eccitava solo quando violentava o picchiava il proprio partner, dando per scontato che quello o quella fosse d'accordo.
Aveva avuto gli incubi per settimane. Ogni volta che si addormentava vedeva gli occhi di quella belva umana carichi di desiderio che pregustavano il momento in cui l'avrebbe preso, sentiva le sue urla che chiedevano pietà, inascoltate... a Mike, aveva detto che era solo molto stressato sia per lo studio che per il lavoro. Non gli avrebbe mai detto di aver subito una tentata violenza sessuale mentre si stava prostituendo. Lo avrebbe disprezzato e poi informato i suoi genitori e le sue sorelle e non lo avrebbe mai sopportato. Aveva deciso di dimenticare, anche se non gli sarebbe stato facile.
Trovò conforto continuando ad assistere Barba nei casi che gli capitavano al SVU. In quel periodo, dovette anche fare i conti con la consapevolezza che si stava innamorando di quell'uomo, che aveva almeno dieci anni più di lui, e che aveva un modo tutto suo di prendersi cura delle persone.
Provò a scacciare quel pensiero, inutilmente. Non si era mai definito gay, ma nemmeno etero. Si considerava una persona normalissima, che non aveva il controllo sul momento in cui si sarebbe innamorato e soprattutto che non poteva scegliere di chi.
Ma forse non avrebbe dovuto innamorarsi di Rafaèl Barba. 
Non tanto perchè stavano parlando di un uomo e lui era il classico bravo ragazzo che veniva da una famiglia cattolica vecchio stile... ma perchè era il suo capo. Due sere prima della sua aggressione, quando lo aveva rifiutato, si era arrabbiato, ma a mente lucida aveva dovuto ammettere che il cubano aveva ragione sul fatto che tra loro doveva esserci una certa distanza... e poi lo aveva sempre detto che essere amanti e colleghi di lavoro era una pessima combinazione.
Per fortuna non ebbe modo di pensarci molto, visto che nel loro lavoro non conoscevano ne orari ne potevano garantirsi di avere giorni di ferie.
- Mi hanno assegnato un caso dell'ultimo minuto.- fece Barba - Il Pubblico Ministero incaricato del caso è dovuto andare fuori città perchè le condizioni di salute della madre si sono aggravate all'improvviso.- 
- Accidenti.- fece Sonny preoccupato sia per la signora che per il caso in sè. Barba era un ottimo PM ma non conoscendo i dettagli, pur con tutta la bravura del mondo, sarebbe stato difficile vincere il processo o garantire a tutte le parti coinvolte la giustizia che meritavano - è sicuro di essere pronto? Forse potrebbe chiedere una sospensione.- 
- Non c'è n'è proprio il tempo purtroppo.- fece Barba - Comunque mi pare un caso semplice. La vittima si chiamava Jonathan Watson, ventotto anni, insegnante di inglese in un liceo. Morto per trauma cranico causato da una martellata. L'imputata è l'amministratrice del condominio in cui viveva.- 
- Vediamo se indovino.- fece Sonny - Era il classico spaccone odiato da tutti che teneva la musica a palla impedendo ai condomini di starsene tranquilli nei giorni festivi o che trovava sempre il tempo e il modo di attaccare briga, e l'amministratrice esasperata dalle continue lamentele lo ha ammazzato?- 
Barba fece cenno di no con il capo. 
- Al contrario. Era un uomo che aveva un profondo rispetto per gli altri: so che seguiva personalmente diversi studenti con problemi a scuola e con i bulli, che seguiva dei progetti di reinserimento e godeva di una certa fiducia da parte di tutti i colleghi e dei vicini.- 
- Allora come...?- 
- Era omosessuale. E l'amministratrice detesta gli omosessuali.- fece Barba - La vittima è stata assassinata in un appartamento sfitto del condominio in cui viveva. Voleva comprarlo per andarci a vivere con il suo compagno ed aveva chiesto all'amministratrice di vederlo per potersi mettere d'accordo sul prezzo. Lei gli da appuntamento e subito dopo lui viene ucciso.- 
- Un crimine dell'odio, quindi?- fece Sonny - Strano che non se ne sia occupata l'SVU.- 
- Non c'è stato stupro ne altro che faccia pensare ad un'aggressione sessuale, per questo non sono intervenuti. Poco male. Sarà un caso semplice.-
Sonny non potè fare a meno di pensare all'ironia della situazione.
Un'omofoba assassina interrogata e messa con le spalle al muro da un PM che forse non era omosessuale ma che aveva avuto un rapporto con un uomo. 
...
...
...
Il processo procedeva tranquillamente. 
E non si metteva bene per Charlene Collins, l'imputata. Infatti, sia il fidanzato della vittima che il portiere del palazzo avevano testimoniato che la donna era l'unica persona di tutto il palazzo ad avere ogni giorno delle discussioni e delle liti molto accese con la vittima, che sparlava spesso della vittima e che lo odiava senza farne segreto in merito del suo malcelato odio per gli omosessuali e che era anche l'unica che poteva accedere all'appartamento come voleva, in quanto in possesso di un doppione di tutte le chiavi degli appartamenti, e che quindi non aveva necessità di chiedere al portiere. 
La '' prova regina'' della sua colpevolezza erano secondo il PM che aveva seguito il caso ed i poliziotti incaricati, le impronte digitali nell'appartamento, un suo capello e una mail inviata dal cellulare della donna a quello della vittima in cui gli dava appuntamento per discutere del prezzo della casa.
- Sono innocente.- fece la donna alla sbarra - Non l'ho ucciso io. Lo giuro su Dio.- 
- Signora Collins.- fece Barba - è vero che lei e la vittima litigavate spesso a causa del suo orientamento sessuale?- 
- Sì.- fece la donna. 
- E perchè, se mi consente? Siamo in pieno ventunesimo secolo e in America. Non è reato innamorarsi di una persona e desiderare di passare tutta la vita con lei.- 
- Obiezione.- 
- Accolta.- 
- Ritiro.- fece Barba - Signora, come spiega il fatto che sono stati ritrovati i suoi capelli e le sue impronte digitali nell'appartamente in cui la vittima è stata assassinata?-
- Sono l'amministratrice del palazzo. Sono stata lì molte volte. E' normale che ci siano le mie impronte...- fece la donna - insomma come ve lo devo dire che non sono stata io? E' vero, io e quell'uomo non eravamo in buoni rapporti, ma non ho mai desiderato di fargli del male.
Ed anche se avessi voluto, quel giorno non ci sarei riuscita. Ero a letto per una colica renale.- 
A quel punto il marito dell'imputata si alzò in piedi, sparando per aria un colpo.
Nell'aula di tribunale si scatenò l'inferno. Gente che urlava e cercava di scappare, ma ormai era troppo tardi. 
- Fermi!- fece l'uomo prendendo in ostaggio una donna puntandole la pistola alla testa  obbligando così le guardie giurate a consegnargli le armi- da qui non entra e non esce più nessuno!-
- Carl...- fece l'imputata con gli occhi fuori dalle orbite. 
- Mia moglie è innocente!- fece l'uomo - Charlene non ha ammazzato nessuno. Voglio che il caso venga riesaminato. Immediatatamente. Altrimenti da qui non esce nessuno. Vivo.- e nel dir così spinse via la donna e spostò la canna della pistola sulla testa di Carisi.
'' Scommetto che stamattina l'oroscopo mi consigliava di non alzarmi dal letto.''- pensò il biondo rabbrividendo nel sentire il metallo della canna della pistola premergli contro la fronte. 
Barba gli andò vicino tenendo le mani in vista.
- Per favore, posi la pistola.- fece Barba. 
- Tu!- fece l'uomo puntandogli contro l'arma - proprio tu mi vieni a dire cosa devo fare? Tu che stavi massacrando senza pietà una donna innocente? Charlene non ha ammazzato nessuno, capito? Quel giorno non si poteva nemmeno alzare dal letto, figuriamoci spaccare la testa a qualcuno!- 
Barba inspirò a fondo per calmarsi - Ok. Va bene. Vuole che riesaminiamo le prove? Lo faremo.- 
- E ti aspetti che io ti creda? Proprio tu, che sei il primo che la vuole vedere in galera?- 
A quel punto Sonny si alzò  dal suo posto tenendo in alto le mani- Signore... non è stato l'avvocato Barba a convalidare l'arresto di sua moglie. Ha preso il caso solo stamattina e all'ultimo minuto... e nessuno della sua squadra ha indagato sul caso... possiamo riesaminare tutto... e se sono stati commessi degli errori, siamo ancora in tempo per rimediare...- 
- E tu chi cazzo sei?- fece Carl Collins. 
- E' il mio tirocinante...- fece Barba - Capisci, lui... va ancora a scuola, è poco più di un ragazzino... fallo uscire insieme agli altri.- 
- Di qui nessuno esce fino a quando non mi assicurate che il vero colpevole pagherà.- 
- Cerca di ragionare. Hai sparato un colpo in un'aula di tribunale. Fuori sarà già pieno di polizia, gli SWAT e la SRO. Non ci permetteranno mai di lavorare se tu non gli dai delle garanzie.- fece Barba - Fai uscire almeno le donne e gli anziani. Ok?- 
Collins ci pensò un attimo. Guardò la moglie e poi annuì - Ok. Ma qui dentro rimane chi dico io.- e nel dir così indicò il giudice Barth, il portiere del palazzo, la donna che aveva preso in ostaggio, un paio di uditori dell'accusa - Tu. Tu. Tu e tu.- 
Barba sospirò sollevato. Forse ce l'avrebbero fatta.
- E tu.- fece Collins puntandogli contro l'arma - e se qualcuno fa qualche scherzo, se mi accorgo che cercate di fregarmi... il primo che ammazzo sei tu. Tutti gli altri, fuori.- e nel dir così nell'aula si scatenò un fuggi fuggi generale, come mille formiche impazzite. 
Sonny però non aveva arretrato di un passo. 
- Io non me ne vado.- 
- Carisi, per favore...- fece Barba sperando di non doversi mettere a discutere con il suo stagista proprio in quel momento - basto io in questa situazione del cavolo.- 
- Ma non posso...- 
- Ascolta.- fece Barba - vuoi essere d'aiuto giusto? Allora vai ad avvisare Olivia e gli altri, recuperate tutto quello che c'è da recuperare, riesamina tutto e se c'è qualche falla nell'impianto accusatorio approfondite.- 
- Ma...- 
- Ho detto fila.- fece Barba.
A quel punto Sonny si convinse ed uscì fuori. Come previsto da Barba, fuori c'erano già i poliziotti e la squadra SWAT, cecchini sui tetti e ad ogni angolo... sembrava di vedere la scena di un film.
- SONNY!- si voltò e vide Mike corrergli incontro per poi abbracciarlo - Meno male... stai bene, vero?- 
- Sisisisi, tutto bene... dobbiamo andare subito al SVU.-
...
...
...
La squadra era già informata di quello che era successo in quell'aula di tribunale, ovvero che uno degli uditori era entrato armato di pistola, ma quello che ancora non sapevano era  come avesse fatto e il perchè. 
- Con tutta probabilità era una glock 18.- fece Fin - una di quelle pistole che possono essere smontate e rimontante. Probabilmente l'aveva messa in un contenitore di plastica per aggirare i controlli.- 
- Va bene.- fece il tenente Tucker degli affari interni, l'incaricato del coordinamento delle operazioni in quel delicato frangente - cosa vuole?- 
- La stampa, la tv e i giornali e che la moglie venga assolta.- fece Sonny - è convinto che la moglie sia stata incastrata. Dice che il giorno dell'omicidio, la signora era costretta a letto con una colica renale.
Vuole che il caso venga riesaminato.-
- Riesaminare un caso vecchio di sei mesi?- fece Tucker - Scusi, ma lei chi è? E a che titolo parla?- 
- E' Dominick Carisi.- fece Nick - lo stagista dell'avvocato Barba.- 
- Quindi un civile. E anche se la cosa la sconvolgerà, non accettiamo consigli dai civili.- fece Tucker.
Sonny si morse la lingua per non mandarlo al diavolo prima di dire - Tenente, forse non ci siamo capiti troppo bene. Collins è disperato ed è pronto a tutto. E se non proviamo nemmeno a riesaminare il caso, il primo che ammazza lì dentro è Barba! Gli ha puntato la pistola in faccia!- 
Liv andò vicino a Sonny per cercare di calmarlo, nonostante lei stessa morisse dall'ansia e dalla voglia di fare irruzione in quell'aula di tribunale.
- Tenente.- fece Fin - In fin dei conti, provare a riesaminare il caso, che cosa ci costa?-
A quel punto Tucker si convinse.
- E va bene. Provateci. Però sia chiaro. Io organizzo l'irruzione. Con o senza il vostro benestare.- disse allontanandosi, suscitando il pensiero comune '' Stupido caprone'' da parte di tutti i poliziotti del SVU.
- Ok.- fece Olivia - cosa sappiamo di questo delitto?- 
- Che la vittima era un omosessuale, e che per questo motivo aveva quasi tutti i giorni degli alterchi piuttosto coloriti con l'imputata.- fece Amanda - per il resto aveva solo amici e persone che non facevano che dire quanto fosse moralmente integro.-
- Sì, ma passare dai litigi e le battute pesanti ad un omicidio mi pare esagerato.- fece Fin. 
- Si comincia con uno schiaffo e si finisce con un coltello.- fece Liv, memore di quante donne ogni giorno venissero maltrattate sia psicologicamente che fisicamente dai loro uomini... e quante di loro avessero pensato, illudendosi, che il loro amante/aguzzino non avrebbe mai avuto la forza di ucciderle, perchè altrimenti si sarebbero ritrovati senza una persona di cui abusare psicologicamente e quindi ritrovati persi... sbagliando clamorosamente. 
- Si ma io ho sentito sia le dichiarazioni dei testimoni che letto le carte processuali.- fece Sonny - e se devo essere onesto, l'impianto accusatorio sta in piedi per puro miracolo.-
- In che senso?- fece Nick. 
- Non hanno trovato le sue impronte digitali sull'arma del delitto, ma hanno trovato i suoi capelli e le sue impronte nell'appartamento... che però potrebbe aver lasciato in qualunque momento, visto che era l'amministratrice.- 
- Insomma, sono elementi che potevano giustificare un fermo di ventiquattro ore , ma non l'arresto e l'incarcerazione... come mai il PM ha convalidato l'arresto?- fece Amanda. 
- Per una mail che è stata spedita alla vittima due ore prima che venisse uccisa.- fece Sonny - Solo che Charlene sostiene di aver perduto il suo telefono.- 
- Ma che sorpresa.- fece Fin sarcastico. 
- Effettivamente suona come una scusa, e nemmeno tanto originale, ma ha ragione. Gli elementi che la inchiodano sono prettamente circostanziali.- fece Mike - controllare non costa niente...no?- 
Liv annuì. 
- Amanda, Fin, andate al deposito prove e fatevi consegnare tutti i referti del delitto. Nick, tu cerca di scoprire se è vero che l'imputata il giorno dell'omicidio aveva problemi di salute.- fece Liv.
- Io allora vado a parlare con amici e colleghi della vittima, per scoprire se era davvero così amato o c'era qualcuno che avrebbe voluto spaccargli la testa.- fece Mike. 
- Io invece riguardo tutte le carte del processo.- fece Sonny - magari ci trovo una contraddizione, un punto poco chiaro, insomma qualcosa che sollevi un ragionevole dubbio sulla colpevolezza dell'imputata.- 
Liv annuì.
...
...
...
Sonny prese le sue carte ed iniziò a rileggerle, alla disperata ricerca di qualcosa che potesse fargli pensare che Charlene Collins fosse stata incastrata... ma l'unica cosa che riusciva a vedere tra le righe erano gli occhi verde smeraldo del suo mentore e Collins che gli puntava una pistola in faccia.
'' Andiamo su...''
Doveva assolutamente trovare qualcosa che smentisse l'impianto accusatorio che incolpava la donna dell'omicidio.
Se non per il caso in sè, per Barba.
Per la persona che lo aveva tirato fuori da quella vita.
Che gli aveva dato l'opportunità di mettersi in gioco, che si era preso cura di lui come mai nessuno aveva fatto prima di quel momento e che lo aveva salvato dal trauma peggiore che una persona potesse subire.
Adesso toccava a lui salvargli la vita, o quanto meno provarci.
...
...
...
La situazione in tribunale intanto si era fatta rovente. Per costringere Collins ad arrendersi e ad uscire e liberare gli ostaggi, Tucker aveva dato ordine di chiudere la fornitura di aria condizionata. Barba andava da una parte all'altra dell'aula per fornire a tutti gli ostaggi bicchieri d'acqua ed assicurarsi delle condizioni di ognuno di loro, raccomandando di non bere tutta l'acqua in un'unica sorsata.
La persona che gli dava più pensiero era il portiere del palazzo, un soggetto asmatico. 
- Senti...- fece Barba rivolgendosi al loro sequestratore - perchè non fai uscire almeno lui?- 
- Taci.-
- Ma non vedi che sta male?- fece Barba. 
- Prima i tuoi amici si sbrigano a riesaminare il caso, prima ce ne andiamo.- fece l'uomo - fino a quel momento siediti e stai zitto.- 
Barba sospirò e si mise a sedere, allentandosi la cravatta.
Non potevano fare niente.
Solo pregare.








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Capitolo 14
*** Una situazione pericolosa seconda parte ***


Era già passata una mezz'ora buona da quando da semplice udienza per un caso facile facile si era trasformata in un incubo apocalittico. 
Avevano recuperato tutte le carte del processo alla ricerca di qualcosa che fosse sfuggito ai poliziotti che si erano occupati allora del caso. 
E non dovettero sudare molto per trovarla.
- Nelle tue carte si fa menzione ad una mail inviata tre giorni prima dell'omicidio alla vittima?- fece Mike. 
- No.- fece Sonny. Anzi, non trovava nessun riferimento ad alcun dispositivo elettronico in possesso dell'imputata o della vittima. Forse nessuno aveva pensato che ci fosse bisogno di analizzarli, visto che avevano una sospettata con dei trascorsi tutt'altro che idilliaci a portata di mano. 
- Beh, io nelle mail ricevute della vittima ne ho una che dice '' Vuoi che i tuoi colleghi a scuola sappiano chi sei, brutto frocio?''- fece Mike - sembra la signora Collins che lo sta ricattando.- 
- Puoi scoprire da quale dispostivo è partita questa mail?- fece Sonny.
- Io no, ma ho chiesto ai tecnici di provarci e...- nel dir così lesse un messaggio sul suo telefono - no. Chiunque l'ha scritta, l'ha inviata da un Internet Cafè. Però dal timbro omofobico sembra l'imputata.- 
- No aspetta...- fece Sonny - ok, magari non è la donna più simpatica del mondo, ma non è un'inetta.- 
- Sarebbe a dire?- 
- Beh, Charlene anche se ha fatto battutine o offese nei confronti degli omosessuali, non l'ha mai aggredito ne manifestato il desiderio di fargli del male...e so che all'udienza per la cauzione ha detto al giudice di essere innocente e che non si sarebbe mai fatta vent'anni per un finocchio... però se avessero scoperto che queste offese continuavano per via telematica, lui avrebeb avuto tutte le prove per denunciarla.- 
- Ma infatti non ha scritto dal suo PC, ma da un locale.- 
- E a noi chi ce lo dice che sia stata proprio lei?- fece Sonny - inoltre, insulti a parti, a me sembra che qualcuno lo stesse ricattando.- 
Di dire ai suoi colleghi e al preside della scuola dove lavorava circa il suo orientamento sessuale. 
In quel momento vennero raggiunti da Liv.
Sonny chiese con la voce che tremava - Novità...?- 
Liv scosse la testa. 
- Il tenente Tucker ha provato a negoziare con Collins, ma si rifiuta di lasciar andare qualcuno. La sua unica richiesta è che la moglie venga assolta... voi che mi dite?- 
- Non hanno analizzato quasi niente.- fece Sonny - Ci credo che Collins è furioso. Abbiamo trovato una mail nel pc della vittima che somiglia molto ad un ricatto ma in queste carte...- fece additando gli incartamenti del processo - non se ne fa menzione.- 
- Un ricatto, eh?- fece Liv visibilmente interessata - Per cosa?- 
- Non lo sappiamo ancora ma chiunque abbia spedito la mail ha usato un internet cafè e minacciava di dire ai colleghi della vittima della sua omosessualità... quindi magari non era Watson quello che doveva aver paura, ma il ricattatore.- 
- Pensi che avesse scoperto qualcosa di importante su qualcuno dei condomini e che volesse renderlo di dominio pubblico?- fece Liv chiamando Amanda e Nick Amaro - Rollins? Passate al setaccio il passato ed il presente di tutte le persone che avevano a che fare con la vittima. E' probabile che sia stata uccisa per qualcosa che aveva scoperto e che doveva restare un segreto. Sollecitate il laboratorio per le analisi dei reperti.- 
A quel punto Sonny prese coraggio e chiese - Dal tribunale c'è qualche novità...?- 
- Non ancora. Tucker sta organizzando l'irruzione. Appena sono pronti entrano.- e bastarono quelle parole per spaventare a morte il tirocinante del Pubblico Ministero. 
- Digli di aspettare.- fece Sonny - Come l'accusa ha ignorato l'esistenza di un ricatto, forse ha ignorato altri elementi, forse troviamo qualcosa di più e potremmo evitare di farla finire nel sangue.- 
Olivia annuì.
- Farò quel che posso.- fece allontandosi.
...
...
...
Le indagini proseguirono e rivelarono molte cose che non erano agli atti, oltre la famosa mail spedita alla vittima poco, tra cui il fatto che la vittima poco prima di essere uccisa aveva fatto coming out a scuola. 
- Qualcuno gli ha fatto problemi per questo?- fece Amanda. 
- No.- fece Nick - Anzi si, una collega molto giovane, sui ventisette anni che a detta di tutti si era presa una cotta per lui. Quando ha saputo che gli piacevano gli uomini è scoppiata a piangere come una fontana.- 
- Comunque mi pare evidente che uscendo allo scoperto, Watson avesse reso inutile il ricatto di cui era vittima.- fece Amanda - voglio dire... chi lo ricattava minacciava di dire ai suoi colleghi che era dell'altra sponda, ma uscendo allo scoperto...-
- Si ma un ricatto per che cosa?- fece Fin.
Fu la dottoressa Warner a sciogliere l'arcano mistero. 
- Non posso dirvi per cosa, ma posso darvi un'idea di chi possa essere il ricattatore e forse l'assassino.- fece la dottoressa - Ho riesaminato tutti gli elementi di prova del caso. Sì. Nell'appartamento c'erano le impronte dell'imputata e quelle della vittima... ma l'impronta di Charlene Collins è parziale. E lo è perchè un'altra impronta l'ha coperta.- 
- E se non apparitiene alla vittima, vuol dire che in quella casa c'è passato qualcun'altro dopo di lei.- fece Mike - Charlene diceva la verità. Non l'ha ammazzato lei.- e la cosa più pazzesca di tutta quella storia, era che non ci sarebbe stato alcun bisogno del marito che aveva deciso di giocare al risolutore. Anche in caso di condanna, sarebbe bastato formulare la richiesta per andare in appello. Con le analisi la verità sarebbe venuta a galla. Così facendo invece si era rovinato la vita.
- E sappiamo a chi appartiene?- fece Liv. 
- Mi servirebbe del tempo per ricostruirla, ma ho scoperto un'altra cosa. Il cellulare di Charlene non è mai stato analizzato.- 
- Forse perchè pensavano che non ve ne fosse la necessità.- fece Mike - Hanno pensato di controllare solo i tabulati telefonici.-
- Se l'avessero analizzato avrebbero rilevato, sul dispositivo, una piccola traccia di salbutamolo.- fece Melinda - viene usato per combattere il broncospasmo in alcune patologie respiratorie.- 
Sonny in quel momento ebbe un'illuminazione - Come per esempio l'asma?- 
Melinda annuì. 
- Charlene non soffre d'asma...- e di questo ne era sicuro, perchè l'aveva osservata per più di un'ora e mezzo, e si, l'aveva vista tesa, nervosa, agitata, preoccupata, ma non gli aveva dato l'impressione di essere affannata o senza fiato. Ricordava però che il portinaio del palazzo, durante l'interrogatorio di accusa e difesa aveva usato spesso l'inalatore - ma il portinaio del palazzo si... deve averglielo sottratto in qualche modo e poi teso una trappola alla vittima.- 
Benson prese il telefono - Informo subito Tucker. Forse possiamo evitare che finisca nel sangue.- 
Sonny riprese piano a respirare.
Quell'incubo stava per volgere al termine.
...
...
...
Quella lunga ed interminabile giornata finalmente finì. Olivia aveva consegnato i referti delle analisi a Tucker, in modo che potesse dire a Collins che sua moglie era innocente e chi era il vero assassino.
Collins, realizzato di ritrovarsi nella stessa stanza della persona che stava per portargli via per sempre l'amore della sua vita solo per pararsi il culo, lo aveva afferrato per il collo e aveva minacciato di scaricargli la pistola in testa. 
Solo l'intervento di Barba era riuscito a calmarlo. 
'' Ascolti. Lei diciamo che non ha fatto niente di troppo grave. Le procurerò un buon avvocato e la giuria terrà conto dello stato emotivo in cui si trova in questo momento... ma se adesso gli spara se ne andrà pre sempre e non potrò più aiutarla.''
'' Lui mi ha quasi rubato l'amore della mia vita!''
'' Ma non è successo. Charlene è qui. Ed oggi potrà tornare a casa, libera. Ma è inutile se non c'è nessuno per cui tornare. Il signor Watson e il suo fidanzato non potranno mai più avere il sogno di una vita insieme... lei e sua moglie invece potete ricominciare. Mi dia retta. Metta giù quella pistola e si consegni. Andrà tutto bene.''
Solo a quelle parole Collins si convinse.
Ed appena tornato alla centrale, l'avvocato venne informato di come e perchè si fossero ritrovati in quella situazione.
- Il portinaio del palazzo abusava sessualmente della figlia sedicenne di un condomine da mesi ormai.- fece Olivia - e la teneva in scacco con una foto di sè stessa a seno nudo. L'aveva convinta a farsene una e mandargliela spacciandosi per un coetaneo che le piaceva molto...- 
- Così le ha fatto credere che pure se lo avesse denunciato nessuno le avrebbe mai creduto, vista l'esistenza di quella foto.- fece Barba. E probabilmente aveva ragione. O comunque avrebbe sollevato il dubbio che la ragazza '' se la fosse andata a cercare'', come erano soliti dire i sedicenti benpensati ad ogni stupro in cui la vittima aveva ben altri interessi oltre a frequentare la chiesa o la biblioteca.
- Watson un giorno lo ha colto sul fatto, e ha commesso l'errore di dire in faccia a quel figlio di puttana che lo avrebbe denunciato alla polizia.- fece Olivia - prima  ha tentato di fermarlo con il ricatto. Solo che Watson ha deciso di non piegarsi, e ha fatto coming out a scuola, venendo accettato dai colleghi.- 
- E così ha organizzato l'omicidio per far ricadere la colpa sulla Collins, sapendo che detestava gli omosessuali e tentando di farlo passare per un crimine d'odio.- fece Barba - ma come ha fatto a rubarle il telefono?-
- Semplice.- fece Nick - Qualche giorno prima del reato, la signora è scivolata mentre portava sia la sua borsa che quelle della spesa, e con la scusa di aiutarla a raccogliere tutto, le ha sottratto il cellulare.- 
- Ed essendo il portinaio aveva le chiavi di tutti gli appartamenti, inclusi di quelli sfitti.- fece Amanda.
- Capisco....- fece Barba guardandosi attorno - manca qualcuno.- 
Liv lanciò uno sguardo d'intesa con il resto della squadra prima di dire - Qualcuno che dovresti ringraziare. E' stato lui a fare il diavolo a quattro per far riesaminare tutte le prove. Tucker avrebbe fatto irruzione senza se e senza ma.- 
- Sempre saputo che era un estùpido cabron.- commentò Barba strappando una risata a tutti i presenti nella stanza. 
...
...
...
Sonny si era rifugiato nell'ufficio di Barba dopo aver saputo che quella storia allucinante era finita, per aspettarlo. Aveva bisogno di riflettere. Mike gli aveva detto che Collins doveva essere innamorato di sua moglie fino alla follia per fare quello che aveva fatto. 
Si era rovinato la vita solo per essere sicuro che la giustizia avrebbe fatto quello che doveva, mettere in galera un colpevole e rilasciare un innocente  e sapere sua moglie al sicuro. 
Una volta aveva chiesto a sua madre come aveva fatto a capire che suo padre fosse l'uomo giusto per lei. Lei gli aveva risposto parlandogli del loro primo incontro. Un giorno lo aveva incontrato sul treno, mentre scappava dal controllore. Aveva dimenticato di obliterare il biglietto prima di salire e rischiava una multa, per non parlare dell ramanzina lunga un km che i suoi genitori le avrebbero sicuramente fatto. E Dominick le aveva passato il suo, senza farsi notare. E si era preso la multa al posto suo. 
'' In poche parole... quando sarai pronto a rischiare e a metterti in gioco per la persona che ami... sarai sicuro che è vero amore.''
Quando aveva iniziato a lavorare come gigolò per pagarsi la retta ed altre spese, si era ricordato di un film in cui si diceva che in quel lavoro c'era un'unica regola, un divieto: non innamorarsi mai. Innamorarsi sul posto di lavoro creava un sacco di grane a cose normali, figurarsi innamorarsi di uno che andava a prostitute. O gigolò, nel suo caso.
Però era successo.
Si era innamorato di quell'uomo, con dieci anni più di lui, di queli occhi verdi come scheggie di giada che mettevano in risalto un volto che voleva dimostrarsi severo ed arcigno, per nascondere un'anima dolce e gentile.
Ricordava ancora la prima sera. Prima di allora non aveva mai incontrato qualcuno di violento, che non si divertiva se non prendeva con la forza il proprio partner, ma che avevano difficoltà a rispettare la safeword quando lo legavano o che erano soliti prendersi quello che volevano senza aspettare troppo. Rafaèl invece era stato gentile. Lo aveva fatto stare bene. Si era preso cura di lui, una sensazione mai provata prima di quel momento. 
Ma era un amore impossibile. 
Rafaèl aveva ragione. Per loro non c'era futuro. Lui era il suo tirocinante ed era stato anche l'uomo che aveva pagato in cambio di sesso. Se quella storia fosse saltata fuori sarebbero stati guai per entrambi. E lui non voleva creargli problemi.
A riscuoterlo da questi pensieri ci pensò lo stesso Rafaèl, entrando nel suo ufficio, sorridente.
- Sapevo che ti avrei trovato qui.- fece il cubano.
Sonny gli andò incontro, timidamente, riuscendo per qualche strano miracolo a non saltargli in braccio per la gioia di rivederlo sano e salvo. 
- So che devo ringraziare te se hanno riaperto il caso...- fece Barba. 
- Do...dovere.- fece Sonny.
- Mi piacerebbe sdebitarmi, in qualche modo.- fece Barba - chiedimi quello che vuoi.-
Dopo un lungo istante di silenzio...
- Facciamo l'amore.- fece Sonny cogliendo il cubano completamente di sorpresa - Ti prego.- 
- Come scusa...?- fece Barba non troppo sicuro di aver capito bene cosa il suo tirocinante. 
Sonny ribadì - Hai capito benissimo. Rafaèl oggi ho avuto paura. Paura di non rivederti più, di non riuscire a salvarti in tempo... e per tutto il tempo ho avuto il terrore di non poter più stare tra le tue braccia... di non provare più la sensazione di benessere che sento quando ti prendi cura di me... ho bisogno... di sapere, di sentire che non è solo un sogno, che non è la mia mente che reagisce al trauma... ti prego. Fai l'amore con me.- fece supplicando con gli occhi lucidi - Lo so cosa pensi... ma possiamo pensare domani alle conseguenze...- 
Barba lo  zittì poggiandogli due dita sulle labbra. 
- Carisi io non so se è il caso...- fece Barba - dopo quello che ti è successo....- 
- E' proprio per questo che te lo sto chiedendo.- fece Sonny carezzandogli il dorso della mano - ho bisogno di cancellare il ricordo di quell'uomo... di ricordare come sia stare tra le braccia di una persona che non ti considera solo un involucro di carne e sangue con cui soddisfare degli appetiti, ma un essere umano da trattare con rispetto e considerazione.... sei l'unico a cui posso chiederlo. 
L'unico che si è preso cura di me in tanti anni.- fece Sonny - ti prego... alle conseguenze pensiamo domani...stanotte prenditi cura di me. Per favore.- 
Barba sorrise, non riuscendo in alcun modo a non accordargli quel desiderio. Anche a lui mancava occuparsi del suo giovane protetto. Ma non avrebbe mai osato toccarlo in quel modo, dopo che alcune sere fa, un uomo aveva praticamente tentato di violentarlo solo per rendere l'amplesso più eccitante.
Per lui. 
- Va bene Sonny.- fece Barba - come vuoi tu. Ma non qui.- ma non resistette comunque al desiderio di baciarlo sulle labbra.

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Capitolo 15
*** Di nuovo insieme ***


- Prego accomodati...- fece Barba aprendo la porta del suo appartamento, un attico del più bel palazzo di Park Avenau.
- E' carino qui...- fece Sonny entrando nell'appartamento del vice procuratore - come mai... sei voluto andare in hotel quando....?- 
- Mi ero appena trasferito.- fece Barba porgendogli un bicchiere di scotch - e a New York dicono che nessuno si fa gli affari degli altri a meno che non lo riguardino, ma sarebbe saltato all'occhio se avessi invitato qualcuno a casa e questi non se ne fosse andato.... non mi piace quando la gente parla di me, come se dovessi sare spiegazioni.- 
- Ed ora cosa è cambiato?- 
- Che sei il mio tirocinante.- fece Barba - pure se dovessi fermarti qui tutta la notte, nessuno insinuerebbe che abbiamo fatto qualcosa.
Non mi vergogno di quel che sono... ma non mi piace sentirmi in dovere di dare spiegazioni.- 
Sonny sorrise sorseggiando il suo bicchiere.
Quando ebbe finito, il cubano gli tese una mano. 
- Sei sicuro di volerlo fare?- fece Barba - non sei costretto.- 
Sonny sorrise.
- Ti ringrazio per la premura...- sorrise Sonny - ma voglio cancellare i ricordi di quell'uomo... sostituire il ricordo di lui che mi picchia per prendermi con la forza con il tuo mentre mi baci e mi accarezzi.- 
Barba sorrise, stringendolo piano, sospingendolo con cura verso il letto da una piazza e mezzo della sua camera da letto, senza smettere di assaporare le sue labbra e perdersi in quel sorriso che da solo illuminava il mondo.
Gli infilò piano una mano sotto la camicia, carezzandogli la pancia per farlo rilassare.
- No aspetta.- fece Sonny allontanandolo leggermente - aspetta... solo un istante, ok?- 
Barba annuì. Se lo immaginava. Era passato troppo poco tempo da quando aveva subito un tentativo di stupro, ed era ancora traumatizzato. 
- Non preoccuparti. Se non te la senti nessuno ti obbliga...- fece Barba.
- Rafaèl, mi va.- fece Sonny - Davvero.... ma ho ancora degli incubi su quell'uomo.... tu non hai idea di quanto io desideri lasciarmi andare con te...- 
Barba gli mise due dita sulle labbra per calmarlo prima di dirgli - C'è un modo per aiutarti a riprendere fiducia... ma ho bisogno del tuo consenso.- 
Sonny lo fissò - Che vuoi fare....?- 
- Non ho intenzione di farti del male.- fece Barba tenendogli le mani - Hai la mia parola. Non ti picchierò, non ti morderò, non farò niente che possa causarti dolore. Tutto ciò che ti chiedo è di fidarti di me.- 
Sonny annuì automaticamente. 
Si fidava di Rafaèl.
Lui si era sempre preso cura di lui, anche quando lo faceva solo per se stesso. 
Per questo lasciò che gli togliesse la camicia e sfiorasse con le labbra i segni dei morsi che l'uomo che poche sere prima lo avrebbe stuprato senza pensarci due volte gli aveva lasciato sul collo, labbro inferiore e spalla, rilassandosi.
Non reagì nemmeno quando il cubano gli mise quell'orrenda cravatta che sembrava aver ricavato dal copridivano di sua nonna sugli occhi. Dopo di che lo fece adagiare piano sul letto. Il '' piano'' di Barba era relativamente semplice. Aveva sentito spesso parlare di esercizi sulla fiducia, che venivano impiegati spesso nei corsi di teatro, in cui si insegnava a riporre completamente la fiducia l'uno dell'altro. Specie dopo aver messo il compagno in una posizione vulnerabile.
E facendo così aveva messo Carisi nelle condizione di accordargli fiducia incondizionata.
Senza avere l'intenzione di abusarne però. 
- Dovrei legarti le mani.- fece Barba - Sei d'accordo?- 
- Pensavo che non fossi uno di quelli che si guardano 50 Sfumature.- commentò Sonny. 
- In effetti non lo sono.- fece Barba - ma è l'unico modo per aiutarti  a recuperare la fiducia nelle persone, soprattutto in quelle con cui dovrai aver a che fare, volente o nolente. Però non voglio forzarti a fare qualcosa che ti mette a disagio, pure se è per aiutarti. Quindi se non te la senti, dillo. Non sei costretto a fare nulla che non ti vada.- 
Sonny annuì. 
- Mi fido di te.- 
Barba annuì e prese dal cassetto del comodino altre due cravatte che usò per legargli i polsi alla testiera del letto, stando però attento a non legarlo troppo stretto, per non dargli l'impressione di volerlo intrappolare con la scusa di aiutarlo. 
- Se sei a disagio dimmelo. E ci fermiamo subito.- fece Barba carezzandogli il volto per poi baciarlo lentamente, per dargli il tempo di abituarsi e rispondere ai suoi baci.
Barba iniziò a baciarlo su collo, petto e basso ventre, stuzzicandogli i fianchi, dandovi anche dei colpetti. Quello era il suo punto più sensibile. Forse era per questo che si era fissato su quel punto in particolare. Adorava sentirlo ridere. La risata argentina dell'italo americano era come un suono di campane, che lo metteva in pace con sè stesso e il resto del mondo.
Continuò così per un po' prima di sbottonargli i pantaloni ed abbassarglieli leggermente. 
Almeno per quella sera non aveva intenzione di fare grandi cose... ma di farlo rilassare, e al contempo farlo godere un po' sì.
- Va tutto bene?- chiese il cubano. 
Sonny annuì - Sì, per ora si...-
- Ok bene.- sorrise baciandogli delicatamente la fronte massaggiandogli il petto, fino a scendere sulla sua zona più intima, stimolando la sua intimità. Prima lentamente, per poi aumentare il ritmo, studiando attentamente le reazioni sul volto del compagno, per assicurarsi che stesse bene. 
- Oh mio Dio...- fece Sonny. 
- No, puoi chiamarmi Rafaèl....- sorrise il cubano continuando in quello che stava facendo.
- Ah, sei in vena di battute?-
- Se serve a farti sorridere sì.- fece Barba baciandolo dolcemente. 
Il massaggio iniziava a fare l'effetto desiderato. L'italo americano iniziava a sentire il sangue affluire in un unico punto oltre che una sensazione piacevole di formicolio alle gambe. Dentro di sè sorrise. Barba era riuscito nell'intento di costringerlo a mettersi completamente nelle sue mani e farlo stare bene al contempo. Questo nessuno degli uomini o delle donne con cui era andato a letto fino a quel momento lo aveva mai fatto. 
- Rafaèl.... sto per....- 
- Buono, tranquillo.- fece Barba rallentando - non ancora.- 
Avrebbe voluto dirgli '' Non ti facevo così stronzo'', ma preferì osservare il silenzio. La sensazione di benessere che provava in quel momento era troppo bella e voleva conservarla quanto più a lungo era possibile.
Anche se non sapeva fino a quando avrebbe retto in quello stato. 
Barba continuò il suo lavoro sorridendo nel vedere il viso del compagno arrossato dal piacere.
Quasi a tradimento aumetò il ritmo, e l'uomo sotto di lui cominciò a gemere senza controllo, fino a venire, sentendo una piacevolissima sensazione di formicolio partire dalla colonna vertebrale fino alle gambe. 
A quel punto Barba si rialzò e gli tolse la benda e gli liberò le mani, vedendo che gli occhi azzurri del compagno brillavano ancora. 
- Oddio...- fece Sonny rimettendosi a sedere - questa mi mancava...-
- Stai bene?- fece Barba.
Sonny annuì - Io sto bene... più che bene... Cavolo...- fece Sonny massaggiandosi le spalle leggermente indolenzite - dove... dove l'hai imparato?-
Barba sorrise - Questione di sensibilità. Diciamo che non è necessario '' fare tutto'' per sentirsi sessualmente appagati... basta sapere dove colpire... una carezza sulla coscia porta sangue all'inguine, la manipolazione dei capezzoli stimola l'eccitazione sessuale...- 
Sonny lo guardò scioccato. 
- L'ho letto in un libro.- 
Sonny cercò di trattenersi dal ridere - Scusa... quando non fai a pezzi i criminali è questo che ti leggi?- 
- Non amo i reality.- fece Barba - e poi è servito a farti riguadagnare fiducia.- fece per poi accoglierlo sul suo petto, cullandolo finchè non si fu addormentato.

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Capitolo 16
*** Un nuovo caso ***


Sonny si era svegliato poco prima che iniziasse ad albeggiare, pensando a quanto era successo con Rafaèl poche ore prima. A lui non era mai piaciuto il bondage. Non gli piaceva farsi legare, insultare e meno che mai picchiare. Non gli piaceva il dolore fisico, quindi aveva sempre cercato di evitare determinate cose e situazioni che glielo provocassero, ma con il lavoro che si era trovato a svolgere era capitato di incontrare qualcuno con dei gusti sessuali particolari. 
Ricordava che uno dei suoi primi clienti era un uomo sui quaranta e gli piaceva il bondage. Gli aveva dato appuntamento in un albergo, si erano incontrati e gli aveva chiesto di togliersi i vestiti e dopo averlo fatto sdraiare gli aveva legato le braccia ai pomi del letto... poi lo aveva '' cavalcato'' quasi tutta la notte.
Un altro si era seduto sul letto invitandolo a spogliarsi molto lentamente, tipo spettacolino, prima di portarselo a letto... un'altro ancora lo aveva preso direttamente sul pavimento, a due passi dalla porta d'ingresso. 
Non gli avevano fatto male, doveva dirlo, ma si erano curati solo di prendere quello che volevano senza pensare a come si sentisse lui... ma era certo che non gli sarebbe mai capitato niente... almeno finchè un uomo non aveva deciso di trasformare in tentato stupro una normale prestazione e Rafaèl non era corso in suo soccorso.
Rafaèl Barba. L'uomo che si era prodigato per fargli ritrovare fiducia e piacere nell'essere toccato intimamente da un altra persona senza oltrepassare il limite, preoccupandosi di chiedergli come stesse, che si era assicurato che quello che gli stava facendo fosse di suo gradimento, che fosse a suo agio... e di cui si era innamorato. 
Aveva fatto l'unica cosa che non avrebbe mai dovuto fare in quel lavoro. 
'' Ma va, figurati se mi innamoro di qualcuno che va a prostitute si era detto''.
Certe volte il destino era strano.
Ma in quel momento sentiva che non avrebbe potuto fargli regalo più gradito. Quando vide che Barba ancora non accennava a svegliarsi, si mise la prima cosa che trovò ai piedi del letto ed andò in cucina a preparare qualcosa che rendesse piacevole il risveglio del cubano.
...
...
...
Barba aprì gli occhi mezz'ora più tardi. 
Istintivamente, nel dormiveglia, allungò la mano per cercare Carisi ma sentì solo il letto freddo ed il materasso vuoto.
Per un attimo pensò di aver solo sognato la '' notte d'amore'' passata con Sonny... poi lo vide. 
Aveva addosso la sua camicia, ed aveva una tazza di caffè in mano.
Una visione angelica.
- Ti ho preparato il caffè.- fece Sonny con un sorriso, avvicinandosi con  una tazza di caffè nero. 
- Quindi... non era un bel sogno.- 
Sonny sorrise - No. Direi proprio di no.- fece sedendosi sul materasso vicino al compagno.
Barba lo prese, sorridendo, per poi informarsi - Come ti senti?- 
Sonny sorrise, sorseggiando il suo - Te l'ho detto. Sto bene. Non preoccuparti per me.-
A quel punto Rafaèl parve tranquillizzarsi. Temeva davvero di aver sbagliato qualcosa, che Carisi non volesse dirglielo, di averlo messo a disagio seppur senza volerlo...invece sembrava che stesse benissimo. Anzi, che stesse meglio di quanto non lo avesse mai visto.
- E' stato bellissimo.- fece Sonny - mi hai fatto stare bene.- 
Barba gli carezzò il viso.
- Grazie.- fece Sonny accoccolandosi. 
- Non dirlo nemmeno.- fece Barba - a volte basta poco per...- 
- Non solo per stanotte.- fece Sonny - Mi hai salvato quando l'agente di custodia di Tommy voleva soprafffarmi, l'hai aiutato ad affrontarla e hai ridato la serenità sia a lui che a mia sorella, mi hai dato un lavoro degno di questo nome, mi hai salvato da uno stupro... ti sei preso cura di me. E sinceramente... non capisco perchè.- 
Barba lo prese tra le braccia. 
- Non lo so nemmeno io perchè.
Tutto quello che so e che mi serve sapere è che prendermi cura di te mi fa sentire bene... non lo so... c'è qualcosa in te che non riesco a spiegare. So solo che quando ti vedo sereno e tranquillo, sento che la mia vita ha un significato...- fece Barba sorseggiando il caffè per poi chiedergli - ti va di fare una passeggiata prima di andare al lavoro?- 
Sonny annuì con un sorriso.
...
...
...
Era difficile descrivere come si sentivano entrambi. Si diceva che nella vita ci si innamorava solo tre volte. Da adolescenti, un amore che avrebbe fatto soffrire... e l'amore inaspettato, quello eterno. 
Speravano entrambi di essere alla terza volta. 
Tutto quello che sapevano era che entrambi stavano sorridendo come due ebeti. 
- Sorridi come un ebete.- fece Barba.
 - Senti chi parla...- fece Sonny ridendo. 
Poi cambiò espressione. Sul viale della passeggiata, aveva visto un ragazzo di circa vent'anni, capelli castano chiari tagliati corti e carnagione chiara, dallo sguardo perso nel vuoto.
Seppur fossero lontani, quel ragazzo aveva un'espressione stranissima in volto. Era come se, nonostante avesse solo vent'anni, il suo viso ne dimostrasse almeno quaranta o giù di lì. 
I suoi occhi divennero grandi il doppio quando vide che il ragazzo si stava arrampicando sul parapetto.
- Madre de Diòs...- fece Barba per poi correre verso di lui, assieme a Sonny.
- Ma che fai, vieni giù da lì!- fece Carisi una volta che lo ebbero raggiunto, tenendogli una mano per aiutarlo a scendere. 
Il ragazzo si voltò per un attimo e i due poterono vedere che i suoi occhi verdi erano arrossati per il pianto e che aveva delle macchie di sangue sulla camicia e i pantaloni - Vattene, lasciami in pace...- 
 - Vattene, lasciami in pace...- 
- Amico, cerca di calmarti e scendi da lì.- fece Sonny che iniziava a spaventarsi davvero.
- Figliolo...- tentò l'avvocato - Ascolta. Sta tranquillo, va bene? Scendi di lì, ci racconti cos'è successo e troviamo una soluzione....- 
- Non c'è niente che potete fare, nessuno dei due...- fece il ragazzo.
- Con tutto il rispetto, ma non sei il primo che me lo dice... e che si sbaglia.- fece l'avvocato con una punta di vanità
- Mi hanno appena violentato.- fece il ragazzo con gli occhi che tremavano - che cavolo c'è da sistemare....?- 
I due si guardarono confusi e stravolti.
Barba riprese il suo solito auto-controllo.
- Beh... è un motivo in più per darti il nostro aiuto, no?- fece il vice procuratore - scendi da lì, e sistemeremo le cose, va bene?-
A quelle parole, seppur con titubanza, il giovane si convinse e tese la mano all italiano che lo aiutò a scendere, ancora tremante, e si accoccolò contro la terrazza. 
- Coprilo con la mia giacca, io chiamo l'ambulanza.- fece Barba sfilandosi l'indumento per poi darlo al suo protetto.
Sonny lo coprì alla meglio mentre cercava di calmarlo - Tranquillo. Ti portiamo subito all'ospedale.-
...
...
Dopo aver affidato il giovane Nicholas Hallander alle cure del personale del Bellvue, il vice procuratore Barba chiamò il detective Benson che si precipitò in ospedale con Amaro.
- Ci hai fatto prendere uno spavento, sai?- fece Olivia. Quando aveva sentito l'amico procuratore chiamarla dall'ospedale, chiedendo di smettere con tutto quello che stava facendo e raggiungerlo quanto prima, aveva subito pensato che gli fosse successo qualcosa.
Quando l'aveva visto in sala d'attesa però si era tranquillizzata. 
- Come mai questa chiamata?- chiese Nick.
Barba decise di mentire riguardo al come ed il perchè si trovasse sul Brooklyn Bridge assieme a Sonny - Dopo quello che è successo in tribunale non riuscivo a dormire, così ho fatto una passeggiata... e l'ho trovato sul punto di saltare. Poco dopo ho incontrato Carisi... mi ha detto che era ancora un po' sottosopra...- 
Benson ed Amaro si guardarono, poco convinti dalla '' coincidenza'' che per puro caso si fossero ritrovati entrambi nello stesso posto allo stesso momento, ma non indagarono oltre. 
In quel momento vennero raggiunti dal medico.
- Dottore... allora?- chiese l'avvocato Barba.
- Ha riportato diverse ferite compatibili con uno stupro.- fece il medico - Ha riportato diversi ematomi sull'interno coscia, entrambe le gambe, lacerazioni multiple, il labbro inferiore spaccato...- 
- Lei che opinione si è fatto?- fece Nick. 
- I segni che lasciano i rapporti sessuali consenzienti  e quelli di una violenza sono identici, specie alla prima esperienza sessuale. Si, potrebbe essere stato sesso consensuale un po' violento...- fece il medico per poi concludere - ma dallo stato emotivo del paziente lo escludo fortemente.-
- Gli possiamo parlare?- chiese Olivia. 
- E' sotto sedativi.- fece il medico - vi chiamerò io quando si sarà svegliato.- 
...
...
...
- La nostra vittima si chiama Nicholas Hallander, 20 anni appena compiuti, terzo anno di college, ed è un membro della Tau Omega.- fece Amanda.
Tutti non poterono fare a meno di pensare a quanto fosse strano e curioso. Negli anni si erano imbattuti spesso nella confraternita universitaria della Tau Omega. La confraternita aveva fatto parlare spesso di sè a causa di atti di nonnismo, un incidente stradale in cui era rimasto ucciso un bambino di quattro anni, consumo di alcool e droghe... ma il motivo principale per cui l'SVU aveva conosciuto la confraternita era dovuto al fatto che molte studentesse della Hudson, matricole o laureande, spesso avevano accusato i membri della confraternita con cui avevano avuto un flirt ( o con i quali pensavano di poter avere una storia o una semplice amicizia) di averle molestate o violentate, sia in branco che singolarmente. 
Non avrebbero mai pensato che un giorno, uno studente di quella confraternita sarebbe stato la vittima anzichè il carnefice. 
- Certo che è incredibile...- fece Nick - di solito gli studenti della Tau sono gli stupratori, non le vittime.- 
Sonny lo guardò malissimo - Che vorresti dire? Che esistono categorie di persone che possono  solo essere stuprate e altre che possono solo essere stupratori?- 
'' Tu sei una puttana. Non si può stuprare una puttana.'' 
- Non ho detto questo....- fece Nick basito - dico solo che è raro ricevere denunce di stupro da parte di quella confraternita... ascolta, lo so che forse sei ancora sotto shock per Donna e per Tommy ma rilassati...- 
Barba guardò il detective cubano ed il suo tirocinante preoccupato. 
- Qui non si tratta di me.- fece Sonny - Notizia dell'ultima ora: non tutti quelli che sono in una confraternita sono stupratori. E comunque non importa se fai parte di un club, che lavoro fai, di che sesso sei o come ti vesti. Nessuno è autorizzato a metterti le mani addosso.- e nel dir così andò verso gli spogliatori, nello sconcerto generale.
Fin cercò di sdrammatizzare - Dovresti dargli una vacanza.- fece rivolto a Barba.
Il cubano però non rispose.
Aveva appena realizzato di aver commesso un errore.
Non doveva essere lui a salvare Carisi dalla paura e dall'angoscia che l'esperienza da poco vissuta gli aveva causato.
Doveva essere lui a trovare il modo di salvarsi e vivere serenamente.
E forse aveva capito quale.
Permettendogli di salvare qualcuno che aveva vissuto il suo stesso calvario. 

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Capitolo 17
*** Guarigione dolorosa ***


Dopo il confronto avuto con il detective Amaro in centrale, Sonny era tornato a casa sua di volata. Ringraziò Iddio che Mike non fosse in casa. Non voleva dargli spiegazioni, che gli avrebbe sicuramente chiesto vedendolo con gli occhi fuori dalle orbite, rosso in viso e con l'espressione sconvolta.
Si era tolto tutti i vestiti in fretta e furia e si era infilato sotto la doccia. 
Le parole di Nick gli ronzavano in testa. 
'' Di solito questi tizi sono gli stupratori, non le vittime''- ed era stato come se gli avesse detto che era al corrente di quello che faceva per pagare i conti, e che non poteva definirsi stupro se un cliente si prendeva libertà eccessive con uno che era andato a casa sua per avere un rapporto a pagamento. 
E gli era parso di tornare in quella casa... con quell'uomo che gli toglieva a forza i vestiti, mentre lo sbatteva con violenza sul letto, mentre lo schiaffeggiava e lo mordeva per costringelo a stare fermo... e mentre lo guardava con gli occhi carichi di desiderio. Desiderio di vederlo soffrire. 
Anche quando fu uscito dalla doccia, non potè fare a meno di aprire il lavandino e continuare a lavarsi. 
Solo il suono del campanello lo riscosse un poco dai suoi pensieri. 
- Un attimo... non sono vestito.- fece Sonny asciugandosi in fretta e furia per poi mettersi una camicia blu e dei pantaloni neri. 
Quando aprì la porta si trovò davanti Rafaèl. 
- Ciao...- fece Barba - posso... posso entrare?- 
- Prego.-  fece Sonny scostandosi - che posso fare per te?- 
- Dimmelo tu.- fece Barba. Non ebbe bisogno di specificare a cosa si stesse riferendo. 
- Sto bene.- 
- Si, ed io affitto barche ai turisti.- fece Barba sarcastico - Parliamo?- 
- Non ho niente da dire.- fece Sonny armeggiando con la moka - sto bene. Non ho nessun problema ok? Solo che mi infastidiscono i discorsi di chi non crede che a tutti può succedere qualcosa contro la sua volontà.- 
- Nick non voleva dire questo.- fece Barba - Ha qualche difficoltà a dire quello che pensa realmente...- 
- Beh, allora ha un problema serio.- fece Sonny cercando di avvitare nervosamente la macchinetta per fare il caffè senza riuscirvi - se non impara a trattare le vittime da vittime ed i colpevoli da colpevoli, si troverà male lì.- 
- Carisi.- fece Barba levandogliela di mano - Tu non stai ancora bene... ascolta, se vuoi prenderti qualche giorno di ferie, se non te la senti di lavorare a questo caso, non c'è nessun problema.- prima che Sonny potesse rispondere aggiunse - ma forse sarebbe meglio che lo seguissi. 
Carisi, tu hai subito un trauma. E il non parlarne non ti servirà a fingere che non sia mai accaduto.- 
Sonny lo fissò con gli occhi lucidi - Che dovrei fare secondo te? Andare a dire in giro che il bravo ragazzo cattolico che tutti credono, quello tutto casa, scuola e lavoro, si mette in vendita per pagare le bollette e che è stato quasi stuprato da un cliente? Non mi crederebbe nessuno e mi rovinerei la vita, no grazie.-
- Ascolta.- fece Barba prendendogli cautamente le mani - se potessi, io quel bastardo lo seppellirei vivo in un pozzo buio e profondo per aver osato farti del male... ma non è mandandolo in prigione che riuscirai a superare questo dolore.- 
- E come posso secondo te?- fece Sonny. 
- Io pensavo che sarei riuscito ad aiutarti in un modo... ma forse ho sbagliato a pensare di poter risolvere tutto così in fretta.- fece Barba - quindi ecco cosa faremo. Il caso è tuo. Sarai tu a dirmi la linea d'accusa da tenere, a dirmi cosa fare.- 
- Ma... ne sei sicuro?- fece Sonny. 
- Non ho mai permesso ad un tirocinante di dirmi come gestire un caso.- fece Barba - se te lo permetto, vuol dire che credo veramente che tu sappia cosa fare.- inoltre, permettere a Carisi di gestire il caso di stupro di uno studente universitario appartenente a quella che a tutti gli effetti era considerata '' una setta di stupratori'', e quindi una vittima poco credibile equivaleva a permettergli di salvarlo. E spesso salvare una persona da un inferno che si viveva in prima persona, equivaleva a fare pace con sè stessi ed il proprio passato. 
- Vado... a parlare con Nicholas allora...- fece Sonny ancora incredulo.
...
...
...
Quando Sonny raggiunse la loro vittima nella sua stanza d'ospedale lo trovò rannicchiato su sè stesso nel letto, con gli occhi spenti e vacui, il volto arrossato e gonfio dal pianto. 
- Se sei venuto anche tu a dirmi di tenere la bocca chiusa non disturbarti.- fece Nicholas - appena esco presento la rinuncia agli studi, torno a casa e non dico una parola.- 
Sonny lo guardò stranito. 
- Scusa ma di che parli?- 
- L'università ha mandato una consulente. Per aiutarmi a metabolizzare la cosa diceva.- fece Nicholas rosso in viso e con gli occhi lucidi - e dopo neanche cinque minuti ha iniziato a dire che probabilmente avevo frainteso, che devo pensarci bene prima di fare una tragedia per una sciocchezza e che '' se voglio'' ho la possibilità di non procedere legalmente.- 
Sonny ascoltò quel resoconto basito.
Aveva sentito parlare che nei campus universitari c'erano i cosiddetti tribunali farsa, che tendevano a convincere le vittime di aver frainteso ogni cosa e che nella migliore delle ipotesi ''punivano'' gli stupratori con qualche ora di servizio sociale. Il tutto per impedire alla vittima di rivolgersi a dei veri poliziotti a ad un vero tribunale, in modo da proteggere la reputazione della scuola. 
Se lui avesse avuto figli, non avrebbe mai acconsentito a permettere loro di passare quattro lunghi anni in un edificio in cui lo stupro avveniva con la stessa frequenza con cui si organizzavano le feste di confraternita. 
- La consulente non voleva aiutarti, io si.- fece Sonny - Dominick Carisi. Puoi chiamarmi Sonny. Lavoro nell'ufficio della procura.- 
- Si mi ricordo di te... tu sei quello che mi ha impedito di buttarmi.- fece Nicholas.
- Appunto. Pensi davvero che mi sarei disturbato a salvarti la vita se non avessi creduto che ti fosse successo qualcosa di terribile?- fece Sonny - Ho avuto anch'io vent'anni. E so per certo che non si minaccia di buttarsi a fiume se la cosa non è davvero grave.- 
Nicholas abbassò lo sguardo. 
- Ti va di dirmi cos'è successo?- 
- Devo ripetere quello che è successo un'altra volta?- fece Nicholas - A che scopo?- 
- Io ti credo e voglio aiutarti.- fece Sonny - Facciamo così: dai tu il ritmo alla conversazione. Dimmi solo quello che ti senti di dirmi e che ti ricordi. Nessuna pressione, nessuna indagine.- 
Il ragazzo annuì. 
- Ero appena tornato dagli allenamenti in piscina. Alla Tau Omega c'era una festa, ma io non ci sono andato. Fra qualche giorno ho una gara, e sarebbe venuto un selezionatore per la squadra olimpica e non volevo distrazioni. Sono salito in camera mia... e lui era lì.- 
- Chi? Il tuo compagno di stanza?- 
Nicholas annuì. 
- Era mezzo ubriaco, aveva gli occhi di fuori... gli ho detto '' cavolo amico, che brutta cera, quanto hai bevuto?''... lui non mi ha risposto, e poco dopo ha detto... '' mi piaci un casino''... pensavo che scherzasse, così ridendo gli ho detto... '' si, anch'io'' ... ma stavo scherzando.- 
- Ma per lui è stato come se gli avessi detto '' prendimi''.- 
Nicholas ingoiò per non scoppiare a piangere. 
- Mi ha afferrato e sbattuto sul letto... aveva uno sguardo che non gli avevo mai visto...- fece Nicholas - non so nemmeno io perchè l'ho fatto. Forse volevo solo tranquillizzarlo... gli ho dato un bacio.
A quel punto mi ha slacciato i pantaloni, ha iniziato a toccarmi ovunque e poi mi ha sodomizzato.-
Sonny annuì comprensivo, nonostante sentisse che il suo stomaco ribolliva come una pentola di fagioli. 
- Devo chiedertelo. Gli hai detto di no, che quello che ti stava facendo non era gradito...- 
Nicholas rimase in silenzio per un lungo attimo. 
- Preferisco non rispondere. L'ho già detto a quelli della Hudson e hanno provato a ri-impastare la vicenda, che il fatto che non ho reagito e che non ho emesso un fiato era un chiaro segno di consenso...- fece Nicholas - e forse hanno ragione, insomma io sono un atleta, sono in grado di difendermi, se non avessi voluto avrei trovato il modo di impormi...- 
- Non necessariamente.- fece Sonny - Si chiama immobilità tonica. In quel momento il tuo cervello ha deciso che il modo migliore per sopravvivere era non fare niente. Il fatto che tu l'abbia baciato e che tu non ti sia più mosso non significa affatto che tu fossi consenziente.- 
- Quindi ora che si fa?- 
Sonny gli passò un cellulare. 
- C'è il mio numero in chiamata rapida.- fece Sonny - Meglio se non usi il tuo per un po' di tempo. Devi limitare al minimo i contatti con il tuo aggressore ed il personale universitario. C'è qualche familiare che potrebbe ospitarti per un po'? Non so, magari i tuoi genitori...- 
- Sono morti quando avevo quattordici anni.- fece Nicholas - pensavo che finalmente la mia vita avesse preso una piega diversa... ed invece...- 
Sonny gli carezzò una mano con cautela - Andrà tutto bene. Ci vorrà un po', ma te lo butterai alle spalle. Non permettere al tuo stupratore  di rubarti anche il futuro...
Ti troveremo noi un posto dove stare. Tu pensa solo a stare tranquillo e a rimetterti.- fece Sonny prima di andarsene, ma non senza avergli raccomandato di chiamarlo a qualunque ora del giorno e della notte se per caso avesse avuto bisogno di parlare con qualcuno.
...
...
...
Quella sera, Sonny raccontò del suo colloquio a Barba. 
- Quello che non riesco a capire è, come hanno fatto quelli della Hudson a sapere dell'aggressione?- 
- E' meno misterioso di quel che credi.- fece Barba - Un po' di tempo fa abbiamo avuto un caso circa episodi di violenza carnale ai danni di studentesse da parte di quella confraternita... il modus operandi degli stupratori è precedere le vittime dal capo della sicurezza, sostenendo di non essere sicuri delle loro azioni, che temono di aver fatto un errore di valutazione...- 
-... ed il capo della sicurezza li esorta a fare qualcosa di carino per le vittime, per confondere  le idee alla parte lesa.- ed allo stesso tempo giocando con lo stato emotivo delle vittime si mettevano al sicuro. Nel suo periodo trascorso con Barba e all'SVU aveva imparato che spesso le vittime, per illudersi di avere un minimo di controllo sulla situazione tentavano di rimanere in buoni rapporti con il loro aggressore. E per chiunque sarebbe stato difficile credere che una vittima dopo essere stata abusata continuava a frequentare amichevolmente il suo aggressore. 
- Sicuramente è quello che ha fatto l'aggressore di Nicholas.- fece Barba - è andato dalla commissione disciplinare, ha raccontato la storia a modo suo e loro hanno promesso di occuparsi della vicenda.- 
- Facendo passare Nicholas per uno che non è in grado di capire cosa vuole e cosa no.- fece Sonny. 
- Il tipico modus operandi dei campus universitari.- fece Barba - dicono di avere una polizia interna ed un tribunale per tutelare il benessere dei loro iscritti, ma quello che vogliono in realtà è proteggere la loro immagine.- 
- Vorrà dire che allora ci penseremo noi a tutelare l'immagine di Nicholas.- fece Sonny. 
L'indomani mattina i poliziotti sarebbero andati a parlare con la parte avversa, come da copione. Se lo stupratore era così convinto di poterla fare franca la miglior cosa da fare era farlo parlare liberamente in modo che potessero inchiodarlo con le sue stesse parole. 

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