Iron Atom

di reign_00evil
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Figlio ***
Capitolo 2: *** La Roxxon ***
Capitolo 3: *** Whirlwind ***
Capitolo 4: *** Un nuovo supereroe ***
Capitolo 5: *** Guai alle Stark Industries ***
Capitolo 6: *** Acciaio vs Tornado ***
Capitolo 7: *** Identità Scoperta ***
Capitolo 8: *** Killer Shrike ***
Capitolo 9: *** Un aiuto in più ***
Capitolo 10: *** Rivincite ***
Capitolo 11: *** Infiltrazione (parte 1) ***
Capitolo 12: *** Infiltrazione (parte 2) ***
Capitolo 13: *** Sfiducia ***
Capitolo 14: *** Un nuovo amico ***
Capitolo 15: *** Hydro-man ***
Capitolo 16: *** Una nuova idea ***
Capitolo 17: *** Operazione Pym ***



Capitolo 1
*** Il Figlio ***


Il Figlio
 


Base degli Avengers h 10:00 a.m.
Era mattinata e Tony Stark si stava vestendo davanti allo specchio con l’aiuto di Pepper per la cravatta.
“Secondo te quale starei meglio? Con il rosso o con l’indigo?” chiese Tony.
“Di sicuro il rosso! Porti sempre quello quando devi andare per questioni d’affari.” rispose semplicemente Pepper con il suo sorriso.
“Te lo voglio dire, e più faticoso discutere di affari che salvare il mondo da un’invasione aliena o da Ultron.”
A quel punto apparì niente meno che Visione attraverso il muro.
“Visione ma che fai” gli chiese Tony.
“Scusami signor Stark ma… la porta era aperta!”
“Sai che non bussare e da maleducati.” replicò Tony esasperato.
“Di cosa ha bisogno.” intervenì Pepper.
“Giusto. C’è qui una persona che vorrebbe parlare con lei signor Stark.” disse Visione per poi sparire di nuovo attraverso il muro lasciando sbigottito Stark.
“Ma … andare verso la porta e forse un problema?” domandò il playboy senza risposta.
“Forse e meglio se vai a vedere chi vuole parlare con te.” disse Pepper ottenendo un sì con la testa da parte sua. Così i due scesero per la sala, e notarono che Happy il bodyguard di Tony stava tenendo d’occhio un ragazzo di 19 anni, di statura media, con i capelli castano scuro, gli occhi di un colore azzurro e per finire un bel faccino. Un bel giovanotto per giunta.
“Capo, scusa per il disturbo ma questo ragazzo non voleva andarsene.”
“Tranquillo adesso sistemo io.”
“Finalmente, stavo cominciando a preoccuparmi. Credevo che lei non voleva parlare con me sa, magari si inventava una scusa che non mi voleva ricevere.” parlò il ragazzo.
“Beh ragazzo all’inizio ero tentato.” disse Tony ironicamente ricevendo un’occhiataccia da Pepper “Comunque ho saputo che volevi parlare con me giusto?”
“Ho fatto bene a rivolgermi con l’androide, sapete la vostra guardia del corpo non voleva nemmeno che entrassi. Ma e così che trattate i visitatori?” disse il giovanotto ricevendo un “Ehi” da parte di Happy.
“Non proprio! Non riceviamo spesso visite.” disse Pepper.
“La capisco. Nemmeno io ricevo spesso visite dove lavoro o a casa mia.”
“Ehm … scusate ma non dovevamo sapere che cosa volevi?” gli riprese Tony.
E il ragazzo divento improvvisamente serio “Mi scusi! Ma prima di iniziare volevo dirvi che quello che vi dirò sarà molto molto scioccante e quindi dovrete essere come dire… pronti a tutto.”
“Spara.” lo incitò Tony.
“Molto bene … Mi chiamo Henry Smoak. E io ... sono tuo figlio!”
A quelle parole i presenti in particolare Tony Stark non riuscirono a crederci. Davvero quel ragazzo era il figlio di Tony Stark noto anche come Iron man?
Tony si riprese iniziando a ridere “Ahahah ok. Se è uno scherzo ci sei davvero riuscito. Ahahah, sei davvero forte ragazzo.”
“Ma… io non sto affatto scherzando. Sto dicendo sul serio del fatto che tu sei il mio padre biologico. Guarda.” disse Henry porgendogli un foglio del test di paternità.
Stark controllò per bene il foglio e notò che il gruppo sanguigno suo e quello di Henry combaciavano.
“Da … davvero sei … mio figlio.” gli chiese perplesso.
“Certo!” rispose “Sai. Non sai da quanto ho atteso questo momento, finalmente ho incontrato mio padre e ce l’ho proprio davanti a me. Ditemi se questo è un sogno?!”
Tony non sapeva cosa rispondere, diavolo non ci credeva davvero che lui avesse un figlio. Pepper lo notò e per fortuna prese in mano la situazione.   
“Bene. Allora io sono Pepper Potts, la segretaria personale di Tony e lui invece e Happy Hogan e come hai visto è la guardia del corpo di Tony.” disse Pepper presentandosi.
“Pepper ti ricordo che Tony ha una questione urgente con gli affari.” gli disse Happy indicando l’orologio. Ma Tony lo bloccò.
“No. Annulla l’appuntamento.”
“Cosa?” dissero insieme la segretaria e il bodyguard.
“Scusate ragazzi. Ma credo… di non sentirmi … tanto bene.” disse soltanto tornando su di sopra nella sua camera lasciando soli loro tre.
Henry abbassò la testa ridacchiando “Eheheh … dovevo aspettarmelo. Aver saputo una notizia del genere ti lascia a bocca aperta e senza parole.”
“Non sai quanto.” disse Happy.
Pepper chiese “Henry ma … tu hai una madre?”
“Oh sì, certo che ho mia madre!”
“E lei sa per caso che tu sei qui?”
“No, certo che no! Se lo viene a sapere darà di matto. E quando da di matto anch’io do di matto. Una volta quando avevo scoperto che l’altro mio padre non era il mio vero padre biologico, gli avevo chiesto chi era davvero mio padre ma lei non ne ha mai voluto parlarne, mi aveva detto di lasciar perdere. Così ho cercato per conto mio senza che lei lo venisse a sapere e dopo tutte le ricerche mi hanno portato da Tony Stark!”
“E tu per tutto questo tempo hai mantenuto questo segreto a tua madre?” domandò allora Happy.
“Certissimo!”
“Beh se hai fatto tutto questo da solo si vede proprio che sei davvero il figlio di Tony.” disse Pepper abbastanza sorpresa.
“Sicuro.” improvvisamente squillò il cellulare di Henry “Ops scusate ma devo andare al lavoro adesso.”
“Che tipo di lavoro?”
“Se ve lo dicessi non ci credereste!”
“Se vuoi puoi farci vedere dove lavori.” disse Pepper ottenendo un larghissimo sorriso da parte del ragazzo.
 
New York h 12:08 a.m.
“Non ci credo.” disse Happy mentre Pepper guardava senza dire una parola. Davanti a loro c’era un palazzo alto come la Sony Tower con 37 piani e in cima alla destra c’era incisa “S.T.”.
“Benvenuti alla S.T. ovvero la “Smoak Technologies”!” disse fiero.
“Smoak?! Proprio come il tuo cognome!”
“Ovvio. Io sono il capo della mia azienda. Non ve la aspettavate vero… che un ragazzo 19’enne fosse a capo di qualche cosa eh? Lo so, lo so faccio questo effetto a tutti!” parlò Henry con tanta naturalezza mentre entrava in una porta scorrevole.
“Buongiorno Signor Smoak.” disse un’impiegata.
“Buongiorno anche a lei.” la salutò facendole l’occhiolino.
“Allora tutto questo e tuo in parole povere.” disse Pepper.
“Sì e un po’ no. Vedete ogni tanto io lascio alcuni affari a un nostro amico di famiglia, io invece creo progetti di tecnologia pulita che possono aiutare la gente, migliorare alle persone che hanno un handicap. Insomma capite …”
“Capito Henry. Vuoi soltanto aiutare le persone che ne hanno bisogno.” gli disse Pepper. Era molto felice nel sapere che il ragazzo teneva davvero ad aiutare il prossimo con il suo genio, una parte di Tony ce l’aveva davvero.
“Esatto signorina … il nostro caro Henry quando vuole inventare qualche tecnologia per far star bene le persone non lo ferma nessuno.” disse un uomo afro-americano alto di mezz’età, con la barbetta grigia e i capelli grigi.
“Jason. Signorina Potts e signor Hogan vi presento Jason Will il mio segretario personale nonché amico di famiglia di cui vi ho parlato è lui che si occupa di tutto.”
“Ah Henry …” disse “Il solito … dai sempre i complimenti agli altri mettendoli a un completo imbarazzo.”
“Che posso dire. Sono fatto così.” sorrise.
“Bene allora noi vi lasciamo nei vostri affari Henry sarai molto impegnato oggi.”
“Cosa … no no non ce bisogno che voi ve ne dovete andare Pepper. Posso darti del tu?”
“Ma certo che puoi darmi del tu Henry! Ma vedi anche noi siamo molto impegnati, sai Tony ha molto lavoro anche lui ultimamente quindi non possiamo restare a lungo qui e poi non possiamo toglierti altro tempo.”
“La Signorina Potts ha ragione Henry, oggi abbiamo un colloquio abbastanza importante.”
“Se intendi con “quella donna” Jason, comincio a chiamare le scorte funebri per me.” disse Henry ironicamente.
“Mi spiace Henry ma proprio lei.”
“Fantastico.”
 
Sala Riunioni h 12:40
Nella sala riunioni dove alcuni avvocati e azionisti aspettavano il giovane Henry Smoak, c’era una donna di 51’anni alta, con i capelli lunghi mori, ben vestita di colore nero come vera donna di affari ma con la gonna che gli arriva fino alle ginocchia. La donna continuava a guardare l’orologio.
“Eccomi!” disse Henry entrando dalla porta e accompagnato dal suo fidato amico.
“Signorino Smoak!” disse la donna di prima.
“Salve a lei, signora Hammer!”
“Bene ora che è arrivato il Signor Smoak possiamo iniziare.” iniziò a dire uno dei avvocati - Come sappiamo tutti l’azienda della “Smoak Technologies” negli ultimi due anni ha avuto grandi effetti positivi da parte della popolazione di New York grazie alle invenzioni tecnologiche del nostro Signor Smoak, dove abbiamo dato aiuto in particolare negli ospedali di Manhattan. Ora la signora Sasha Hammer la direttrice delle “Hammer Industries” ha qui una proposta che può essere di beneficio per tutti!”
“E quale sarebbe questa proposta?” chiese Henry molto dubbioso.
“La mia proposta è molto semplice. Sa che ultimamente sono apparse molte cose strane come per esempio: l’invasione di New York, la caduta dello S.H.I.E.L.D., l’attacco di Ultron a Sokovia, l’improvvisa apparizione di questi “Inumani” hanno causato molti danni hai civili. La gente e come dire ‘stufa’ di tutto questo, non possono più sopportare tutto questo. Lei potrà aiutarli per il meglio che crede ma cosa succederà se verrebbero di nuovo attaccati?! Non sarebbe forse meglio che la gente possa avere qualche tecnologia per far sì che possano difendersi da soli grazie con il nostro aiuto e supporto!”
Henry strinse le sue mani “Mi faccia capire bene. Lei mi sta chiedendo che io dovrei unire la mia compagnia con la sua?”
“Certamente! Sarebbe un’occasione davvero unica non crede?! La Smoak Technologies e la Hammer Industries unite per aiutare il popolo americano!” disse la Hammer sorridendo.
Will vide subito il volto di Henry. Era molto pensieroso se rifiutare o no quella proposta di unire le due compagnie, sapeva benissimo che la Hammer era una donna molto scaltra e poteva con facilità a convincere chiunque con quell’idea, ma Henry era sempre stato un ragazzo molto intelligente ed era sicuro che avrebbe preso la scelta giusta.
“Ebbene signor Smoak? Cos’ha deciso?” chiese uno degli azionisti.
“La mia decisione è … No!” disse.
Tutti rimasero allibiti a quella risposta eccetto Will e Hammer.
“Sono molto desolato signora Hammer ma vede io… non credo che creare tecnologia, ah scusa mi correggo ‘armi’ per dare alle persone per difendersi sia la risposta a tutto. E dico la parola ‘armi’ perché quella è l’unico linguaggio che voi dite spesso mi sbaglio?! E se non erro la Hammer Industries è famosa per la creazione di armi per l’esercito militare non per aver scoperto chissà quale tecnologia per curare le persone dal cancro o peggio dall’AIDS.” Henry parlò tra l’ironico e il freddo “A essere sincero non potrei nemmeno unirmi alla vostra azienda, sa con quello che è successo con suo fratello Justin Hammer e al suo coinvolgimento dei suoi droni controllati da Ivan Vanko, non credo di voler nulla a che fare. Capisce la situazione?”
Avendo ascoltato tutto quello che lui pensava la donna senza perdere la sua freddezza disse soltanto.
“Capisco! ...  e un peccato che lei la pensa in questo modo signor Smoak, sa … io non sono mio fratello.”
Chi può dirlo?” disse pensando.
“Allora direi che il colloquio è terminato!” disse Will iniziando a rialzarsi seguito a ruota da tutti.
Henry strinse la mano alla Hammer “Arrivederci signora Hammer!”
- Altre tanto! – disse dileguandosi dalla porta.
 
Smoak Technologies h 17:30 p.m.
“Aaaah, finalmente e finito non ce la facevo più.” Henry era tutto sfinito a causa del colloquio di prima e dei controlli dei generatori di energia che lui stesso stava creando nei laboratori.
“Sai com’è? Anche le menti brillanti sono dei comuni mortali.” gli disse Will mentre leggeva gli orari per domani.
“Ha ragione Jason, Henry. Sei un ragazzo non un super uomo.” disse una voce femminile che per poco spaventò il ragazzo.
“Potevi almeno chiamarmi Mamma.” disse Henry a sua madre. Sua madre si chiama Amanda Smoak. Era una donna di circa 49 anni, bella, con i capelli biondi tenuti con un fermacapelli, gli occhi azzurri come il figlio.
“Volevo farti una sorpresa tesoro.” disse abbraciandolo. 
“Come stai?”
“Abbastanza bene, ma tu invece… come andata oggi con quel colloquio?”
“Cos… Jason! Gli hai detto di quel colloquio con la Hammer?” disse il ragazzo facendo una faccia sorpresa.
“Perché no! E’ tua madre deve pur sapere cosa succede qui.” disse alzando le mani come se fosse innocente ma Henry si rassegnò.
“Nah, è stato faticoso ascoltare quello che diceva Sasha, la sua idea di unire la mia compagnia con quella sua mi ha fatto rabbrividire.”
“Come biasimarti, quale azienda si unirebbe a loro poi?”, fece sua madre di rimando.
“Henry domani ti dovrebbero arrivare dei materiali che tu avevi richiesto. Ho già avuto conferma proprio stamattina.”
Il ragazzo sorrise a quella notizia “Benissimo. Grazie mille Jason, ora cara mamma … che ne dici se andassimo al tuo ristorante preferito? Ci prenderemo il meraviglioso risotto alla zucca che ti piace tanto!”
La madre accettò l’invito “Oh Henry, a volte mi chiedo come fai a non avere ancora una ragazza?”
“Non lo so!” disse iniziando a ridere seguito poi da sua madre.
 
Stanza di Tony Stark h 19:00
“F.R.I.D.A.Y. ti dispiace ricontrollare?” chiese Stark vedendo il super computer con alcune immagini di Henry.
“Signor Stark il risultato e sempre lo stesso!” disse la voce digitalizzata femminile “In base ai risultati che ho calcolato, Henry Smoak è davvero il suo figlio biologico e figlio di una certa Amanda Smoak madre-vedova.” apparì una foto della madre.
“Non è possibile!”
 
Nel frattempo alle Hammer Industries
“Sapevo che quel ragazzo non avrebbe accettato.” parlò Sasha Hammer mentre teneva in mano un bicchiere d’acqua.
“Dunque che si fa?” disse una voce in un angolo.
“Dovremo per forza accelerare la tabella di marcia, altrimenti non troverò mai dove hanno messo mio fratello!”
“Quindi è tempo dei furti.”
“Sì, hai il mio permesso.” disse infine cono un sorriso poco di buono.
 
 
 
Personaggi apparsi:
 Tony Stark/Iron man interpretato da Robert Downey Jr.

 Virginia “Pepper” Potts
interpretata da Gwyneth Paltrow

 Visione
interpretato da Paul Bettany

 Harold “Happy” Hogan
interpretato da Jon Favreau

 Henry Smoak
interpretato da Logan Lerman

 Jason Will
interpretato da Danny Glover

 Sasha Hammer
interpretata da Michelle Gomez

 Amanda Smoak
interpretata da Naomi Watts

Personaggi solamente citati

Ultron interpretato da James Spader: Apparso in Avengers: Age of Ultron
Justin Hammer interpretato da Sam Rockwell: Apparso in Iron Man 2
Ivan Vanko interpretato da Mickey Rourke: Apparso in Iron Man 2
F.R.I.D.A.Y.: Solamente come voce in Avengers: Age of Ultron e in Captain America: Civil War
 
 
SALUTE A TUTTI VOI CARI RAGAZZI!!! QUESTA E LA MIA NUOVA FANFICTION COME NUOVO PERSONAGGIO IL FIGLIO DI TONY STARK, NONCHE’ IL PROTAGONISTA DELLA SERIE. SPERO CHE VI SIA DI VOSTRO GRADIMENTO DATO CHE ALCUNI DI VOI SONO APPASSIONATI DELLA MARVEL E SPERO CHE VI INCURIOSISCA. CIAO A TUTTI… ALLA PROSSIMA XD!!!
 

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Capitolo 2
*** La Roxxon ***


La Roxxon 






Camera di Henry Smoak h 7:00 a.m.
“Henry svegliati.” alzò la voce Jason per svegliarlo.
“Mhhh … ancora tre minuti per favore.”, mormorò il ragazzo coprendosi il viso col cuscino.
“Hai idea di che ore sono?” gli domandò nuovamente, togliendogli la coperta a forza.
“Mhhh … no …”, mugolò l’altro, parecchio infastidito.
“Oggi è arrivato la tua consegna!”
Per un po’ il ragazzo rifletté su cosa era la sua consegna, e a quel punto si alzò di scatto come se avesse avuto un incubo.
“E’ già arrivato?! Oddio … devo vestirmi in fretta!”, esclamò Henry correndo verso l’armadio per prendere i vestiti e vestendosi più veloce come il vento “Gli hai per caso detto dove metterli?”
Jason lo rassicurò “Certo! Gli ho detto di metterli nel tuo laboratorio.”
“Grazie mille Jason, non so cosa farei senza di te.”
“A patto che tu non mi costringa a svegliarti tutti i giorni.” disse Jason ironicamente mentre stava uscendo dalla sua camera.
Finito di vestire, Henry apri una cassetta del mobiletto vicino al suo letto e tirò fuori una cartella di documenti con una scritta inciso ‘I. A.’.
 
Roxxon Oil Company h 8:00
“Mi scusi signora, ma temo che lei non può andare dal signor Agger senza un appuntamento.”, esordì un segretario della porta d’entrata dell’azienda ad una donna che non era altri che Sasha Hammer.
“Sono sicura che se le dirà il mio nome al suo capo, mi farà andare da lui.”
“Ed è vero!” disse un uomo dall’età di 58 anni con gli occhiali, alto, con i capelli castani, e con la giacca e i pantaloni di colore nero ben vestito “Se si tratta della mia cara Sasha Hammer, lei è sempre la benvenuta nella Roxxon.”
La donna sorrise nel vederlo.
“Dario … ti trovo bene.”, lo salutò.
“Se è così anche tu.”
Il segretario si scusò “Sono desolato signor Agger ma …”
“Tranquillo, non ce bisogno di scusarsi non credi?” lo interruppe il suo capo “Anzi, forse ce un modo che tu puoi rimediare ha questo piccolo errore.”
“Davvero?”
“Certo e il rimedio giusto e … sei licenziato!” disse infine al suo ormai ex-lavoratore. Il povero segretario rimase impietrito dalle sue parole senza dire niente di niente.
“Freddo come sempre Dario.” Lo complimentò la Hammer.
“Grazie. Andiamo nel mio ufficio.”
 
Nel frattempo alla Smoak Technologies
“Evvai! Finalmente è arrivato!” urlò di felicità Henry come se natale fosse arrivato in anticipo.
“Adesso sembri un bambino di 10 anni.”, disse Jason alzando un sopracciglio “Ora se non ti dispiace, mi potresti dire a che cosa vorresti creare questa volta?”
“Ecco … è un prototipo di … esoscheletro per le persone che hanno affetti paralitici su tutto il corpo!”, rispose semplicemente Henry.
“Ah, ok … bene io adesso vado.”
“Ah Jason, che io starò qui per un’intera giornata, quindi non voglio essere disturbato per nessuna ragione.”
“Certamente.”, annuì l’uomo per poi sparire.
Quando fu uscito Henry aprì la prima cassa che aveva davanti “Scusa per averti mentito Jason ma ora … questo progetto è di massima segretezza.”, mormorò tirando fuori dalla cartella con la scritta ‘I. A.’ un disegno che assomiglia a un’armatura “Bene ora … si comincia!”
 
Intanto nello studio di Dario Agger
“Allora Sasha … cosa ti porta qui?”, esordì l’uomo, porgendole un bicchiere di cognac.
“Beh, a vedere come stavi!”, rispose lei, prendendolo.
“Per favore, non cercare di raggirarmi, sai che non funziona con me, ti conosco troppo bene, se sei qui è perché … riguarda a ‘quella’ cosa.”, fece l’altro di rimando serio.
Sasha a quel punto ridacchiò “E’ vero! Me l’ero dimenticato che con te non ti posso nascondere niente.”, iniziò per poi farsi anche lei seria “E va bene, sono qui per sapere dei risultati.”
“Non ce tanto da dire, abbiamo avuto un problema con due volontari ma sembra che l’ultimo sia andato tutto per il meglio.”
“Davvero?”
“Esattamente! Ora gli stiamo facendo un controllo per sicurezza nel caso in cui lui potrebbe avere qualche effetto collaterale sull’operazione.”, rispose pulendosi gli occhiali.
“Molto bene, per il momento tieni d’occhio il tuo soggetto Agger.”
“Lo farò.”, la assicurò l’uomo “Oh già, come andata invece con il caro Henry Smoak?”
“Secondo te?”
“Lo prendo per un no allora!”, disse sarcasticamente.
“Sembra che tu non lo prenda in simpatia.”, disse Hammer.
“Perché dovrei? Non accetterò il fatto che una azienda del genere sia sotto il comando di un ragazzino, e poi simile azienda mi sarebbe solo d’intralcio per i miei affari.”, sibilò Agger con disprezzo.
“Per non parlare di Tony Stark, lui …”
Agger la fermò con grande rabbia “Non ti azzardare a nominare Stark davanti a me Sasha!”
“Ok come vuoi, niente nominazioni di ‘colui che non vuoi che sia nominato’ ma credimi anch’io lo odio per quello che ha fatto a mio fratello … ma se ce una cosa che ho imparato e che rimuginarci sopra non serve a niente caro il mio socio. A quello ci penseremo a tempo debito.”
A quel punto Agger si rilassò e diede ragione alla donna.
“Bene mi hai convinto. Quindi adesso faremo come abbiamo programmato giusto?”
“Sì!” disse infine Hammer iniziando ad alzarsi e uscire dallo studio ma improvvisamente “Ah già, per il nostro comune ‘amico’ …”
“Sì?”
“… gli ho ordinato di agire, ma prima mi ha chiesto una cosa da dirti!”
“E cioè?”
“Ti dico cosa mi ha detto: ‘Voglio un fottutissimo costume!’”
 
Laboratorio di Henry Smoak h 18:00 a.m.
Henry con estrema fatica per mettere bulloni e cavi nei posti giusti riuscì a completare il suo progetto, e come risultato era un’armatura simile a quella di Iron Man rivestita in acciaio, ma di colore bianco e argento e in mezzo al petto dell’armatura c’era un foro dove Henry avrebbe messo il motore d’energia.
“Et voilà.” disse il ragazzo inserendo il piccolo congegno sulla sua armatura “Finalmente e fatta dopo ore e ore di fatica sono riuscito a terminarlo … anf, adesso devo solamente metterlo da qualche parte per far sì che Jason o qualche altro dipendente non lo veda.”
Improvvisamente il suo cellulare squillò.
“Pronto?”, rispose.
“Ciao Henry.”, parlò una voce che lui conosceva bene.
“Ciao Pepper! Aspetta … come fai ad avere il mio numero di cellulare?”, chiese lui un po’ perplesso.
“A scusa oggi ero venuta da te ma il tuo amico, il signor Will, mi ha detto che tu eri impegnato e mi ha gentilmente dato il tuo numero! Perdonami Henry.”, spiegò l’altra dispiaciuta.
Henry la tranquillizzò.
“Non ti preoccupare, comunque cosa c’è?”
“Volevo chiederti se sabato sera ti andrebbe a venire a mangiare qualcosa da noi.”, propose lei.
“Intendi proprio da voi … alla base degli Avengers?” chiese del tutto confuso.
“Sì!”
In quel momento Henry non seppe cosa rispondere era eccitato ma anche onorato ad andare a mangiare nella base degli Avengers dove c’era anche suo padre. Pepper allora lo portò alla realtà.
“Henry? Henry ci sei?”
“Oh … oh sì! Certo che verrò ci puoi contare.”, accettò.
“Oh, benissimo allora per sabato sera, ci vediamo.” lo salutò la donna, riattaccando il cellulare.
Non appena ebbe riattaccato il ragazzo sorrise.
Beh la giornata non potrebbe andare meglio di così”, pensò tra se e se.
 
Brand Corporation: società sussidiaria della Roxxon h 22:06
“Ecco signore tutto pronto.”, disse uno degli scienziati con la valigia dandolo al suo capo.
“Perfetto.” disse Agger “Bene signor Cannon ora posso darle quello che aveva chiesto.”
La figura nell’ombra noto come Cannon vide la valigia che gli stava dando e lo aprì. Era un costume piegato con sopra una maschera di acciaio.
“Ce tutto?” chiese.
“Ma certo! Ora, grazie a quello può usare le sue capacità.”
L’uomo sorrise “Ok. Di ad Hammer che da domani inizio.”, rispose, dileguandosi.





Personaggi apparsi:
 Dario Agger interpretato da Kevin Spacey


Armatura di Henry:


CIAOOOO … E RIECCOMI CON IL SECONDO CAPITOLO DELLA STORIA. CON UN NUOVO PERSONAGGIO CHE A QUANTO PARE E’ UN CONOSCENTE DELLA HAMMER NONCHE’ UNO CHE ODIA MOLTISSIMO TONY STARK. RINGRAZIO PER QUELLI CHE LEGGONO E/O RECENSISCONO IN PARTICOLARE … LA CARA EragonForever PER AVERMI DATO CONISGLI PER MIGLIORARE LA STORIA!!! CHE IL SECONDO CAPITOLO VI SIA DI VOSTRO GRADIMENTO … CIAO AL TERZO CAPITOLO ;).

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Capitolo 3
*** Whirlwind ***


Whirlwind







New York, Café Grumpy h 10:03 a.m.
“Allora mamma, ecco qui per te un delizioso caffè espresso con ciambella ripiena di crema. E per me, ecco un meraviglioso caffè senza espresso con brioche al cioccolato.”, parlò Henry porgendo a sua madre la colazione.
“Oh, grazie.”, disse sua madre prendendo la tazza di caffè per poi berlo.
Dopo aver finito di bere il caffè la donna iniziò a parlare “Allora Henry … come vanno le cose?”, chiese.
Il ragazzo a quella domanda sorrise.
“Se intendi nella azienda, va tutto bene mamma, non ti devi preoccupare.”, rispose per poi guardarla negli occhi.
“Ma tu invece mamma?”
“Eh? Che c’è tesoro?”
“Ce forse qualcosa che non va? Non mi parli quasi mai dei tuoi problemi!”, disse Henry notando lo sguardo di sua madre. Era preoccupata di qualcosa.
“Beh ecco, vedi…”
Improvvisamente una borsetta colpì la testa di Henry.
“Oddio, scusa non ti avevo visto.”, urlò una ragazza.
“Ahi … ahi … fa niente n-non ti preoccupare.”, disse il ragazzo dolente. Riprendendosi vide la ragazza della borsetta, era di statura media, alta, di circa 20 anni, con i capelli lunghi e neri, gli occhi di colore marrone scuro e un bellissimo viso.
La giovane allora scrutò il ragazzo.
“Wow, tu sei … Henry Smoak giusto?”
“Ehm … sì sì sono io!”, rispose il ragazzo notando da lei che aveva una fotocamera “E tu sei … una fotografa?”
“Oh, sì … eheh”, rispose la ragazza grattandosi la testa per l’imbarazzo “Lavoro per il Daily Bugle.”
“Ah. Ho capito”
La ragazza guardò l’orologio “Oh no, devo correre. Scusa per prima ma devo andare.”, disse infine correndo dal bar.
Henry però fu ancora perplesso di quello che era successo. Ma sua madre lo portò nella realtà.
“Henry.”
“C-che c’è?”, si riprese.
“No niente ma quella ragazza ti ha colpito per bene.”, esordì la madre ironicamente.
“Come?”
“No niente, lascia stare.”, disse infine.
 
Nel frattempo alla The New York Saving Bank
Nella banca di New Tork c’era una gran fila di persone che dovevano prelevare i loro soldi, ma a quel punto arrivò un uomo con una giacca nera e un cappello biege che si stava avvicinando al banchiere.
“Salve cosa le serve?”, chiese il banchiere.
“Legga … questo.”, disse l’uomo dandogli un biglietto che c’era scritto ‘questa è una rapina’.
“Se questo è uno scherzo di pessimo gusto signore … non è affatto divertente.”
“Chi lo dice che è uno scherzo di pessimo gusto?!”
Il banchiere quindi si allarmò “Sicurezza! Sicurezza!”, urlò.
Tre uomini della sicurezza arrivarono e puntarono le loro pistole sul uomo.
“Fermo e tieni le mani in alto e belle in vista.”, ordinarono.
Senza dire niente l’uomo alzò le mani.
“Bene, ora girati e facci vedere la faccia.”, disse uno di loro.
L’uomo allora sogghignò.
“Volete vedere la mia faccia dico bene?”, esordì, girandosi verso di loro “L’avete voluto voi!”, esordì iniziando a ruotare su sé stesso creando un piccolo tornado sotto gli occhi stupiti dei presenti.
Tutti i civili dentro la banca iniziarono a urlare, scappare oppure nascondersi. Le tre guardie di sicurezza gli spararono senza successo per poi venendo presi dal tornado e poi sbattendoli violentemente dai muri della banca. Finito di roteare l’uomo rivelò il suo aspetto, alto con un costume di colore verde, con delle lame d’acciaio nei polsi e portava una maschera d’acciaio che gli copriva metà volto.
“Bene ora che ho finito con voi, passiamo al sodo.”, disse girando il suo sguardo al banchiere “Tu, dimmi dove li tenete i soldi.”
“I-io non posso …”, esordì il banchiere spaventato.
“Vuoi che per caso fare la stessa sorte delle guardie?” gli domandò minaccioso.
Il povero banchiere fece un cenno di no come risposta.
“Bene.”
Così lo portò nel caveau della banca, ma prima gli doveva annullare le misure di sicurezza che le Stark Industries aveva fornito. A quel punto il criminale sfondò la porta del caveau con il suo tornado e prendendo tutti i soldi facendo piazza pulita eccetto quelli che avevano dei ricevitori, e capì quali erano grazie a un dispositivo che aveva alla portata di mano. Finito il lavoro si avviò all’uscita.
“Benissimo gente, è stato bello rubare i vostri soldi ma adesso devo andare.”
“Ma chi diavolo sei?” chiese il banchiere ancora spaventato.
“Chi sono io? Io sono … WHIRLWIND!” disse iniziando a ruotare creando un nuovo tornado per poi volare via.
 
Base degli Avengers h 14:00 p.m.
Ormai la notizia sul attacco alla banca da parte del criminale che si è autoproclamato Whirlwind era sui tutti i giornali e TG.
“’Whirlwind scatena un tornado, portandosi via ben novecento novanta mila dollari dal caveu. Nuove minacce a New York?’”, lesse Pepper nei notiziari nel pad.
A quel punto Henry entrò insieme a Happy.
“Ciao Pepper.”, la salutò il ragazzo.
“Ciao Henry, come mai sei qui?”
“Volevo venire qui a vedere come stavate voi, Happy mi ha detto che Tony … cioè mio padre oggi non c’era.”, disse Henry.
“Mi spiace Henry ma lui oggi … era in viaggio per Washington.”, esordì Pepper.
“Ah … ok, hai letto anche tu i notiziari vedo.”, parlò Happy notando la notizia in prima pagina.
“Si!” rispose.
“Cos’è un altro inumano? Un mutante oppure un’androide senziente?”, chiese Henry curioso.
“Non lo so! Ma di sicuro non è nulla di buono.”
“Oh, sì, a proposito, tieni Pepper.”, esordì Happy poco dopo dandole un CD.
“E’ per caso il CD che Tony voleva?”
“Affermativo!”
“Ok, se per voi non è un problema io ritorno alla mia azienda.”, disse Henry uscendo dalla base/casa.
Quando fu uscito Happy sospirò, guardando la donna.
“Non per dire ma … sai, quando gli hai detto che il capo non c’era se le un po’ presa anche se non lo dà a vedere.”
“Mh … bisognerebbe parlare con Tony e cercare di farlo parlare con lui, altrimenti non ci riuscirà mai.”, disse infine.
 
South Bronx, Tremont h 15:20
Al terzo piano di un appartamento il criminale ovvero Whirlwind, giaceva tranquillo su un letto con addosso il suo costume ma senza maschera facendo vedere così il suo volto, dimostra più o meno 35 anni con qualche pizzetto di barba, i capelli marroni, gli occhi del medesimo colore. All’uomo gli stava venendo un abbiocco finché non squillo il suo cellulare con scritto ‘Per David Cannon’.
“Pronto?”, rispose.
“Signor Cannon!”, disse una voce femminile.
“Ah, è lei signora Hammer.”
“Ottimo lavoro sulla banca.”, lo complimentò.
“Grazie, ho fatto la mia parte spero che lei o il signor Agger avete fatto la vostra?!”
“Ma certo!”
Nella porta d’ingresso dell’appartamento qualcuno bussò, e Cannon si avvicinò aprendo la porta con cautela e per terra vide un pacco con su un bigliettino: ‘Noi manteniamo le nostre promesse.’. Lo apri e vide la sua parte dei soldi che lui stesso ha rubato.
“Spero che ci sia tutto.”, disse Cannon controllando i soldi.
“Stai tranquillo, i nostri contatori hanno controllato e ricontrollato per ben due volte.”
“Bene, quando inizierò a fare un altro colpo?”, chiese.
“Non ti preoccupare, ti faremo sapere il più presto possibile.”, esordì infine Sasha Hammer riattaccando il cellulare.
 
Laboratorio di Henry Smoak
“Bene, bene allora, vediamo se i miei calcoli sono esatti.”, esordì il ragazzo con addosso l’armatura alzando le braccia e puntandole sui bicchieri di plastica come dei bersagli.
Improvvisamente i polsi dell’armatura si illuminarono di una luce azzurra per poi colpire i bicchieri con dei raggi laser che riuscì a colpirli alla perfezione. Felice del risultato il ragazzo puntò tutta la sua attenzione su un bicchiere ancora in piedi e su quello doveva passare al più difficile tentativo, ovvero far rimpicciolire il bicchiere.
“Dai … adesso non mi deludere.”, mormorò tra se e se del tutto nervoso puntando il raggio sull’ oggetto che lo colpì circondandolo di energia e a quel punto le dimensioni del bicchiere si ridussero a una formica, si fermò vedendo che finalmente il suo piccolo test era riuscito.
“Ce l’ho fatta … ce l’ho fatta, yu-uhh!!!”, esultò.
Finalmente, tutta la sua fatica aveva dato i suoi frutti. Ora era pronto di essere ciò che lui voleva diventare. Diventare qualcuno … diventare qualcos’altro.




Personaggi apparsi:
 David “Dave” Cannon/Whirlwind interpretato da Liam McIntyre.
 
 
 
Rieccomi con il terso capitolo, e per voi ecco un nuovo villain apparso in questa storia di ‘Iron Atom’ che alcuni di voi riconoscono … e Henry è riuscito a perfezionare la sua armatura che come avete visto ha anche un’altra particolare abilità … che sia di vostro gradimento amci lettori. Vorrei ringraziare ancora atutti per quelli che mi seguono e ovviamente anche a ‘Sayama’ & ‘EragonForever’ che come sempre mi dà molti consigli!! Ciao al prossimo e … BUONE FESTE! ;) <3 <3 

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Capitolo 4
*** Un nuovo supereroe ***


Un nuovo supereroe





Times Square h 23:59
“Avanti, dammi tutti i soldi.’’, esordì un criminale col passamontagna al proprietario del negozio di farmaci.
Quest’ultimo obbedì con grande paura “Sì, ok va bene.’’.
Il proprietario gli diede tutti i soldi che aveva nella banconota, mettendoli nella sua sacca e il criminale fuggì con il bottino.
“Ah ah … anche questa è fatta.’’, esordì il rapinatore avvicinandosi nella macchina dove guidava il suo complice.
“Ben fatto, ora andiamo.’’, feci l’altro di rimando mentre accendeva la macchina.
Improvvisamente qualcosa colpì le due ruote posteriori.
“Ma che diavolo …?’’, dissero insieme i due ladruncoli.
“Andiamo a controllare!’’, esclamò poco dopo quello che era al volante.
Usciti dalla macchina videro una cosa mai vista prima. Le due ruote si erano rimpicciolite.
Il rapinatore del negozio cercò di parlare ‘Che cosa …’.
“Ops, scusate colpa mia.’’, lo interruppe una voce misteriosa che apparì dietro di lui.
“Iron Man?’’, chiese il rapinatore.
“No, non sono Iron Man per vostra sfortuna.’’
“E allora chi diavolo sei?’’, disse allora l’atro, ovvero il complice.
“Ehm … ottima domanda!’’, rispose con naturalezza.
Ottima domanda? Accidenti Henry ma perché fai queste risposte sciocche!’’ pensò lui tra se a se.
“Chi se ne frega chi è, facciamolo fuori.’’, esordì con grande voce l’altro iniziando a sparare.
I proiettili colpirono il bersaglio ma invano, la sua armatura era a prova di proiettili. Così il ragazzo rispose sparando con i suoi laser nei polsi la pistola del rapinatore riducendolo a delle dimensioni di un anello.
Il rapinatore si spaventò.
“Che c’è? Questo non te l’aspettavi?’’, domandò senza ottenere una risposta. Di conseguenza Henry lo colpì, stendendolo.
Ora mancava solamente il complice che anche lui si era spaventato, iniziò a correre. Stava correndo il più che poteva ma Henry dato che poteva volare, riuscì a raggiungerlo senza alcuna fatica e a quel punto lo colpì stendendo anche lui.
“Beh, è stato facile … come bere un bicchier d’acqua.’’, disse il giovane in armatura con un sorriso.
Ma il suo sorriso finì quando udì le sirene della polizia che erano arrivate sulla scena.
“Tu! Chiunque tu sia metti le mani in alto!’’, urlò una poliziotta.
“Aspettate, ho preso due malviventi che stavano rapinando una farmacia.”, parlò.
“Il signor Stark? Che cosa sta facendo?” domandò nuovamente la donna in uniforme.
“Uffa, non sono Iron man! Ma quante volte lo devo dire.”, si esasperò il ragazzo.
“Comunque vieni con noi chi diavolo tu sia.”, disse la donna.
Il suo aspetto era alta sui 53 anni, capelli lunghi e castani, gli occhi del medesimo colore.
“Ma …”
“Qui è il detective Bardon. Abbiamo i due rapinatori e un tizio con un’armatura simile a quella di Iron man.”, lo interruppe il partner della poliziotta.
Senza perdere tempo il ragazzo attivò la modalità volo per scappare lasciando i due ladri alla polizia.
“Accidenti è scappato!”, esclamò la donna.
Accidenti, ora mi prenderanno per un fuorilegge.”, pensò infine il giovane mentre volava via.
 
Base degli Avengers h 8:00 a.m.
Nella base tutto era tranquillo e silenzioso, a parte nella sala.
“Ricapitoliamo quello che è successo, tu hai un figlio di cui non ne sapevi niente, finché lui ovvero Henry non è venuto qui a dirtelo di persona giusto?”, disse un uomo afro-americano che Tony conosceva da tempo.
“Sì, Rhodey! E se te lo devo dire è una situazione davvero … scioccante.”, esordì Tony massaggiandosi gli occhi.
“Chiunque al posto tuo non reagirebbe così.”
“E per di più e figlio di Amanda.”
“Scusa Tony ma chi è Amanda?”, gli domandò l’amico.
“Amanda era … la mia prima fiamma …”, rispose.
“Oh …”
“Io e lei ci siamo conosciuti all’università molto tempo fa, prima eravamo amici finché non diventò qualcos’altro.”, continuò a parlare Tony.
“Vi eravate fidanzati?”, disse Rhodey.
“All’inizio eravamo felici ma poi, la nostra relazione divenne difficile e dall’ora non ci sentimmo più.”
“E pensi che la vostra relazione si andata male perché a quei tempi lei era incinta?”
“Non lo so!”
“E dunque?”, domandò ancora.
“Dunque?”, ribatté Tony.
“Hai capito bene, dunque, che vorresti fare? Lasciare che la cosa possa solo peggiorare!”
“Ma …”
“Tony ascolta, qualunque cosa sia successa con la tua vecchia fiamma e soltanto il passato, ora devi concentrarti su Henry, Pepper mi ha chiamato ieri sera e mi ha detto che lui era venuto per vederti e gli ha detto che eri a Wasghinton, il ragazzo non l’ha presa bene Tony.”, esordì l’amico.
“Che intendi?”
“Intendo che lui vuole avere un rapporto con te Tony! Un rapporto tra padre e figlio. E se tu non gli dai questa opportunità sono certo che lui un giorno non ti rivolgerà più la parola. Ti prego Tony non negargli questa possibilità.”, rispose Rhodey.
Aveva ragione Rhodey, che cosa stava facendo? Invece che affrontare la questione lui si stava solamente torturando con i suoi pensieri e non poteva permettersi che una situazione del genere potesse peggiorare. Doveva trovare una soluzione … e al più presto.
 
Nel frattempo alle Stark Industries
Pepper era seduta sulla sua scrivania dell’ufficio, tranquilla finché …
“Ciao Pepper.”, la salutò una vecchia amica.
Pepper voltò e sorrise di vederla.
“Hill! Come stai?”, la salutò.
“Andrebbe meglio se Stark non creerebbe problemi in città.”, rispose la ex-agente dello S.H.I.E.L.D..
“In che senso scusa?”
“Non hai visto i notiziari?”, domandò Hill accendendo la TV “E successo tutto ieri sera.”
“Ieri sera c’è stata una rapina a mano armata nella farmacia al Times Square. La polizia di New York ha confermato che i due rapinatori sono stati acciuffati, ma hanno anche detto che quando erano arrivati c’era un tizio con un’armatura simile a quella di Tony Stark conosciuto anche come Iron man, che ha detto che non era il miliardario Stark. Chi potrebbe essere costui? La polizia ha ancora confermato che scopriranno chi sia questo individuo con addosso l’armatura.”, esordì il telecronista alla TV.
Pepper fu scioccata dalla notizia. Prima dalla rapina della banca e ora questo?
“Allora Pepper, sai dirmi che succede?”, gli domandò l’amica.
L’altra allora ci pensò un po’ su per poi sospirare.
“Non ne ho idea.”, rispose infine.
 
Nelle strade di New York …
Mentre camminava Henry ebbe modo di sentire tutto al TG della TV e di conseguenza diventò nervoso.
“Fantastico, me lo sarei aspettato da parte della polizia.”, borbottò tra se a se.
Improvvisamente qualcuno si scontrò con lui, facendolo finire a terra.
“Ahia, certo che oggi è la mia giornata no!”, esordì.
“Oddio mi scusi ancora signor Smoak.”, disse la voce di una ragazza che Henry conosce bene. Era la ragazza che ha incontrato nel bar ieri mattina.
“F-fa niente, non ti preoccupare.”, disse imbarazzato.
La ragazza lo aiutò ad alzarsi “Mi spiace, quando vado di fretta non mi accorgo di quello che mi circonda.”, si scusò.
“Beh, nessuno è nato perfetto no?”
“Vero, hai proprio ragione!”, rise la ragazza, divertita.
“Già … comunque non ci siamo presentati bene, Io sono Henry Smoak.”
“Io sono Daniela, Daniela Summer.”
 
Ritornando alle Stark Industries
Happy aprì la porta dell’ufficio.
“Ehm, Pepper.”, esordì.
“Happy che c’è?”, domandò lei incuriosita.
“C’è la polizia!”, rispose Happy entrando, nell’ufficio e seguito a ruota da due sbirri, dei quali una era una donna.
“Mi scusi e lei?”, domandò Hill, sorpresa.
“Sono la detective Olivia Jones e vorrei farle alcune domande riguardo ad un’armatura.”




Personaggi apparsi:
 James “Rhodey” Rhodes/War Machine interpretato da Don Cheadle.


 Maria Hill
interpretata da Cobie Smulders.


 Daniela Summer
interpretata da Kylie Jenner.


 Detective Olivia Jones
interpretata da Mariska Hargitay.





Ciao a tutti voi, auguri a tutti voi per l’anno nuovo 2018!! Ecco per voi il nuovo capitolo con vecchi e nuovi personaggi apparsi in questa meravigliosa storia. Come vedete Henry ha fatto la sua prima esperienza nel fare da lottatore del crimine, e quanto pare come inizio è andato così e così ahahahah … beh era la sua prima prova no? Il nostro giovane eroe ha avuto un leggero imbarazzo nei confronti della ragazza eh. Che dite? Succederà qualcosa? Per saperlo bisogna vedere nei prossimi capitoli ragazzi … ciao a tutti, e alla prossima!!! XD XD XD 

 
 

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Capitolo 5
*** Guai alle Stark Industries ***


Guai alle Stark Industries









Stark Industires (durante l’apparizione della polizia)
“Un’armatura?”, chiese Pepper alla detective.
“Sì, signora Potts, una di quelle armature che Stark crea.”
“Mi spiace ma temo che lei si stia sbagliando, quell’armatura non è uno delle creazioni del signor Stark.”, rispose.
“Non è uno delle creazioni di Stark dite? Allora ditemi dov’era il signor Stark ieri sera?”, domandò la detective Jones.
“Era con noi ieri sera!”, rispose il bodyguard.
“Ho portato lui e la signorina Pepper ha un ristorante italiano.”
“A che ora di preciso?”, domandò ancora.
“Per le 21:59, sono usciti verso le 00:30, poi li ho riportati a casa è tutto.”, rispose infine Happy.
“E deduco che il signor Stark era con lei per tutta la serata, signora Potts.”
“Certo.”
A quelle parole la detective sospirò.
“Signora Potts, si renda conto della situazione del signor Stark? Ha firmato gli accordi di Sokovia, ha promesso che non avrebbe più agito di testa sua, senza il consenso del governo. E se lui ha agito di testa sua verrà arrestato, sa che vuol dire.”, la ammonì l’altra.
Pepper a quel punto si alterò.
“Certo che mi rendo conto di ciò, ma vi assicuro che il signor Stark non centra niente del fatto di ieri sera.”
Improvvisamente ci fu un allarme.
“Che diavolo …”, disse Hill ma venendo interrotta dal temuto Whilrwind che apparì nella porta d’ingresso.
“Scusate, ho interrotto un interrogatorio?”, domandò ironico.
“Accidenti.”, disse il poliziotto accanto alla detective.
“Spara.”, urlò la detective iniziando a sparare contro Whirlwind.
Purtroppo Whirlwind schivò con velocità i proiettili e attaccando i presenti.
“Tsk, sbirri. Io odio gli sbirri.”, esclamò avvicinandosi alla scrivania di Pepper e prendendo uno SmartPhone molto modero per i suoi gusti.
Pepper ripresa dai sensi vide l’uomo avvicinarsi dalla finestra per poi distruggerla.
“E-ehi … fermati.”, lo ammonì.
“Si rilassi signorina, ringrazia il cielo non l’ha uccido … non ancora.”
A quelle parole Pepper si paralizzò e il criminale uscì facendo una risata molto crudele.
 
Nelle strade di New York h 9:30 a.m.
“Non ci credo, tu avevi davvero scattato delle foto a durante a una piccola guerra fra bande?”, domandò curioso Henry a Daniela.
 “Sì, ma non mi dire come, sarebbe troppo lungo raccontartelo.”
“Magari un giorno me lo racconterai.”
“Sì.”
All’improvviso nei video delle vetrine apparì un telecronista del TG annunciando una sconvolgente notizia.
“Stamattina e successo una cosa mai vista. Oggi alle Stark Industries ce stato un attacco da parte del criminale Whirlwind, causando alcuni feriti ma per fortuna non ci sono dei morti. Dentro la sede sono stati attaccati alcuni dipendenti della azienda tra i quali anche due poliziotti, la guardia del corpo del signor Stark Happy Hogan, l’ex-agente dello S.H.I.E.L.D. Maria Hill e Virginia Potts.”
Sentendo tutto ciò, Henry si allarmò.
“Che cosa?”
“O mio dio.”, sussurrò Daniela.
“Scusa ma devo andare.”, disse il ragazzo.
“Certo, anch’io devo andare. Sai lavoro …”, esclamò la ragazza notandogli la macchina fotografica.
“Sì, lo so.”, disse infine iniziando a chiamare Will per chiedergli di venire in auto.
 
Intanto alla Roxxon Oil Company
“Perfetto, ha fatto un ottimo lavoro signor Cannon.”, disse Agger.
“Non c’è di che signor Agger, per me è sempre un piacere lavorare per voi.”, rispose Cannon soddisfatto del suo lavoro.
“Stasera riceverai altri ordini da parte di Hammer.”
“Ah, ok signor Agger.”
 
Stark Industries h 10:00 a.m.
Henry grazie con l’aiuto di Will, arrivò nella sede di suo padre e trovò Pepper e gli altri vicino ad un’ambulanza.
“Pepper!”, urlò il ragazzo.
“Oh, Henry!”, esclamò la diretta interessata, vedendolo.
Il ragazzo la guardò bene per vedere se non aveva ferite gravi.
“Stai bene?”
“Sì Henry, per fortuna stiamo bene.”, rispose.
“Ho saputo sui notiziari che quel Whirlwind aveva attacco qui, e mi sono preoccupato moltissimo.”
“Scusa Pepper, e lui chi sarebbe?”, chiese Hill.
“Lui è Henry, ovvero il figlio di Tony.”, gli spiegò mentre Hill fu sorpresa.
“Henry, lei è Maria Hill. Una ex-agente dello S.H.I.E.L.D..”
“Piacere di conoscerla.”, la salutò Henry per stringergli la mano.
“Anche a me.”, disse altrettanto ma con la faccia ancora sorpresa.
In quel momento si avvicinarono la detective e l’altro poliziotto con altri agenti.
“Scusate se vi devo interrompere ancora signora Potts ma … lei e la signora Hill e il signor Hogan, dovete venire con noi.”, disse la detective.
“Come?”, chiese Henry facendosi avanti.
“Devono venire con noi in centrale riguardo all’armatura del signor Stark che era apparso ieri sera.”
Riguardo a un’armatura? La sua.
“Ma … non vedete che sono abbastanza sotto shock?!”, esclamò.
“Sono spiacente ma sono le procedure.”, disse infine la detective portando in macchina Pepper venendo seguita dagli altri.
Cavolo, ora pensato che il tizio in armatura di ieri sera sia suo padre, nonostante avesse detto che non era lui. Il ragazzo vedendo Pepper dentro nella volante della polizia sentì un forte senso di colpa, si sentì responsabile di averla messo in mezzo seppur involontariamente. E per rimediare seppe che ce solo un modo per tirarla fuori da quella situazione.
“Henry? Va tutto bene?”, chiese Will preoccupato.
“Jason, per caso sono impegnato stasera?”
“No, perché?”
“Devo fare una cosa importante.”, disse infine per poi andare nella sua macchina.
 
Appartamento di Cannon h 20:00
Dentro al sudicio appartamento del criminale, squillò il suo cellulare apparendo nello schermo la Hammer per dargli nuovi obbiettivi.
“Comandi.”, rispose Cannon.
“Nuovo aggiornamento signor Cannon. Al porto di Manhattan è arrivato del carico, lei deve solamente farsi che tutto vada per il meglio.”
“Nessun problema … lo consideri fatto.”, disse riattaccando il contatto e iniziando a muoversi per arrivare al porto.
 
Porto di Manhattan h 20:50
Dopo qualche minuto Whirlwind arrivò a destinazione e vide alcuni uomini armati di mitra che trasportarono il carico.
“Allora e quello?”, chiese Whirlwind.
“Sì, è la roba che la signora Hammer aveva richiesto.”, gli rispose uno degli uomini.
Vide il contenuto del carico ma non guardò cosa ci sia dentro, l’unica cosa che vide era un’incisione con la scritta H.
“Molto bene, portatelo nel furgone.”, ordinò.
Una voce poi li fermò.
“Fermi dove siete!”, urlò la voce misteriosa.
“Ma che diavolo …”, Whrilwind vide la voce che li minacciò.
“E tu chi diavolo saresti?”, domandò.
Henry con la sua armatura disse soltanto.
“Colui che ti metterà dietro alle sbarre.”
 
 
 
 
Ed ecco il nuovo capitolo, tutto per voi miei cari lettori eheheheh … scusate per il ritardo ma ho avuto dei piccoli problemi spero che non ve la prendiate. Parlando d’altro. Con la apparizione di un nuovo supereroe con un’armatura, a creato non pochi problemi per la Stark Industries eh? Voi che dite? Henry ha davvero involontariamente coinvolto Pepper e i suoi amici mettendoli nei guai con la polizia. Secondo voi riuscirà a tirarli fuori da questa situazione oppure loro compreso Tony Stark finiranno a scontrarsi con il governo? E riuscirà Henry ad avere la meglio contro un dotato che può creare tornadi?  Su questo lo si potrà scoprire nel prossimo capitolo. Ringrazio infinite per chi legge solamente o recensisce la mia storia soprattutto a Sayman e EragonForever. Ciao a tutti XD XD XD.
 

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Capitolo 6
*** Acciaio vs Tornado ***


Acciaio vs Tornado
 







Nel porto di Manhattan
“Cos’hai detto?”, chiese Whirlwind al giovane.
“Hai capito bene, colui che ti metterà dietro le sbarre.”
Ma Whirlwind rise a crepa pelle dalla risposta che ha ottenuto.
“Pff ah ah ah … t-tutto qui? Vorresti mettermi dietro le sbarre? Ma hai una vaga idea di chi sono?”
Henry ci pensò.
“Fammi indovinare … uhm … la Trottola Umana?”
“Come hai detto?”, Whrilwind smise di ridere.
“Sì certo, trottola umana no?! Tu giri come una trottola e mi è venuto in mente quello.”, lo schernì.
“Quindi mi stai prendendo per un giocattolo.”, esclamò il criminale iniziando ad alterarsi.
“Le trottole sono cose per ragazzini, quindi … sì!”
A quel punto Whirlwind urlò.
“Sei un uomo morto! Voi portate via il carico, a questo rompiscatole ci penso io.”
“Ehm … sì.”, disse uno degli uomini.
“Eh no. Voi non andate da nessuna parte.”, esclamò Henry sparando un laser.
Ma il colpo purtroppo lo fermò Whirlwind con il suo tornado.
“Sono io il tuo avversario.”, lo provocò.
Allora Henry rispose alle provocazioni, lanciandogli altri raggi laser ma come è successo prima Whirlwind si difese diventando un tornado per poi attaccarlo con aggressività, facendolo volare su un tetto del magazzino del porto.
Il ragazzo si alzò un po’ dolorante.
Accidenti, è più forte di quanto mi aspettassi … ma almeno la mia armatura a resistito all’impatto. pensò.
“Arrivo.”, urlò Whirlwind arrivando di nuovo all’attacco per sferrargli un violento pugno. Ma Henry per fortuna lo schivò volando.
Ce mancato poco.
 
Dipartimento della polizia di New York h 21:20
“La prego detective Jones, sta solamente perdendo tempo.”, esordì Hill nella sala d’interrogatorio.
“Allora risponda alla mia domanda, e che sia sincera stavolta.”
“Non si fida di me quindi?”
“Perché dovrei! Voi dello S.H.I.E.L.D. siete molto bravi a mentire e nascondere segreti!”, disse la detective con tanto disprezzo.
“Sembra che lei non gradisca lo S.H.I.E.L.D.”, parlò Pepper.
“Beh, forse per il fatto che per anni l’organizzazione più grande e potente del mondo, non era altro che una facciata per nascondere che in verità era manipolata dall’HYDRA.”
“Vi assicuro che io non lo sapevo che l’HYDRA si era infilata nella nostra organizzazione.”, disse in sua difesa Hill.
“Come volete voi, ma adesso parliamo d’altro … perché allora Stark ha creato quell’armatura?”
“Vogliamo un avvocato.”, esordì Pepper senza risposta.
 
Intanto nello scontro Henry e Whirlwind
I due combattenti si batterono sopra i tetti della grande mela, Henry parò gli attacchi del criminale per poi rispondere con un pugno sul lato destro della maschera. Il criminale sembra irritato del colpo ricevuto, e di conseguenza cercò di colpirlo con le sue lame d’acciaio.
“Sai ho sentito parlare di te in TV, alcuni dicono che sei Stark ma per me non lo sei affatto anzi sei solamente un qualunque tizio che sembra la pallida copia di Iron man e che vuole giocare a fare l’eroe.”, urlò perdendo la pazienza.
Henry urlò anche lui.
“Ehi, non sono un ‘qualunque tizio’ va bene?! Io sono …”, disse Henry offeso per poi fermarsi improvvisamente.
Non doveva rivelare la sua identità.
“Sei cosa?”
“C-ci penserò!”
“Sei davvero strano per essere uno stupido aspirante eroe.”, esordì per poi attaccarlo nuovamente.
Whirlwind creò un tornado più grande di quello di prima e Henry fu sorpreso.
Questa non ci voleva. pensò ancora il ragazzo.
“Preparati a essere travolto lattina.”, urlò ancora per risucchiare Henry nel suo tornado.
Henry urlò per il forte tornado che lo travolgeva con tanta brutalità.
“Aaaaaaaaaaaaah.”
Il supercriminale con il suo violento tornado lo portò fino al centro della città di Manhattan per alla fine farlo precipitare sul suolo.
Whirlwind guardò il ragazzo e si sorprese della resistenza della sua armatura.
“Però vedo che resisti, hai fegato … ma non per molto.”, disse scroccando le dita.
 
Nel frattempo al Dipartimento
“Ehi Pepper, ho già chiamato l’avvocato … e anche Tony.”, la chiamò Happy.
“Di già?”
“Sì, arriverà tra qualche minuto.”
“Comunque, bisogna capire chi sia la persona in armatura che la polizia pensa che sia Stark.”, disse Hill, preoccupata della situazione.
Poco dopo al centro del dipartimento arrivò la persona che tutti (forse) si aspettavano che venisse.
“Ragazzi.”, esordì Tony.
“Parli del diavolo.”, fece l’ex-agente.
“Ti ho sentito.”
“Tony …”, cercò si parlare Pepper per poi essere interrotta da quest’ultimo.
“Pepper, come stai? Stai bene? Ho saputo quello che è successo e …”
“Sì, sto bene! Ma … Tony ascolta la polizia, pensano che la persona in armatura che hanno visto ieri sera pensano che sia tu.”, lo interruppe la donna.
A quelle parole inarcò un sopracciglio, piuttosto sorpreso.
“Come?”
“Ah eccolo qui signor Stark, tempismo perfetto.”, esordì la detective, dopo essersi accorta del suo arrivo.
“Uh, salve signorina …”
“Detective, detective Jones e non mi chiami signorina signor Stark.”
“Oook.”, alzò le mani Tony.
Improvvisamente sentirono dei rumori fuori dal dipartimento. Tony, Pepper e i loro amici uscirono per vedere cosa stava succedendo e come risultato videro che il supercriminale e il misterioso tizio in armatura si colpivano a vicenda lasciando tutti di sbieco.
Whirlwind aveva messo di nuovo a terra Henry, che però si rialzò subito.
“Tutto qui quello che sai fare?”
“Accidenti ma tu non smetti proprio di parlare eh!”, disse dandogli ancora un altro attacco a forma tornado.
Henry sbatté contro una macchina di un civile.
I presenti in particolare la detective Jones, non potevano immaginare che la persona che era dentro in quell’armatura non era davvero Tony Stark.
“O mio dio.”, disse soltanto Pepper.
“Ehm capo, quella non è una delle sue armature giusto?”, chiese allora il suo bodyguard.
“No ...”
La detective allora urlò ordini ai suoi uomini.
“Su le pistole e seguitemi.”
Tutti i poliziotti la seguirono per poi raggiunger il luogo dello scontro.
“Arrenditi Whirlwind!”, esclamò poi la Jones, puntandogli contro la pistola.
“Ah, ancora lei, vedo che non ha ancora imparato la lezione a quanto pare.”
“L-lasciali in pace.”, disse Henry a fatica.
Ma il criminale non lo ascoltò e scagliò sui poliziotti compresi Tony e gli altri dei vortici di tornado.
Papà.
“AH AH AH, non lo volete capire allora eh. Io sono una forza della natura, io sono inarrestabile.”, urlò Whirlwind alzando le braccia nel cielo.
Henry strinse i pugni per la rabbia e si rialzò.
“Una forza della natura? Ti credi inarrestabile?”
“Eh?”
“Ma andiamo, non sei inarrestabile! Sei solamente un uomo, un uomo che se la prende con le persone più deboli di te, un uomo che crede di essere più superiore agli altri! Mi spiace dirlo ma … tu sei davvero PATETICO!”, gli urlò in faccia Henry con tutta la forza che aveva in gola.
Ma, come, immaginava Whirlwind non gradì del discorso riferito a lui, e corse verso il ragazzo per metterlo di nuovo a terra.
“Ripeti maledetto, ripetilo.”, sibilò minaccioso.
“Te lo ripeto volentieri, sei patetico e … STUPIDO.”, disse infine per poi colpirlo alla gamba destra con il laser al massimo dell’energia.
Whirlwind urlò per il dolore toccandosi la gamba colpita.
“Aaargh … b-bastardo.”, disse vedendo Henry alzarsi.
“Sai, quando ci siamo battuti ho notato che tu crei intorno a te stesso il tornado grazie alle tue gambe. E così ho pensato che se ti mettevo fuori gioco le gambe tu non avresti mai avuto possibilità di fare altri tornadi.”
“I-impossibile.”, esordì cercando di girare su se stesso per creare un tornado ma non ci riuscì.
“Ora è il mio turno.”, disse Henry sbattendo il suo pugno con la sua mano.
Il ragazzo si scagliò su Whrilwind dandogli un bel numero di pugni. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei scazzottate fino a tirargli un bel montante destro sul mento. A quel colpo la maschera del criminale si staccò dalla sua faccia e il suo corpo giace sul terreno privo di sensi.
Tutti i testimoni rimasero a bocca aperta della mi sfatta del supercriminale e della vittoria del ragazzo in armatura.
A quel punto Pepper si avvicinò allo sconosciuto.
“T-tutto bene?”
Henry si voltò su di lei
“Sì, non vi preoccupate signorina!”, disse per poi vedere suo padre.
Non appena Tony lo guardò ebbe una strana impressione, era come se lo conoscesse.
Henry iniziò a volare ma prima di partire disse.
“Come vedete cari poliziotti, io non sono Tony Stark. Spero che questo vi basti come prova, ah … e vi consiglio di mettere Whirlwind sempre sotto sedativi.”, disse infine sparendo nei cieli di New York.
“Happy?”, disse Tony.
“Sì capo?”
“Non ti dispiace dire al nostro avvocato che non ci serve più?”
“Va bene.”, rispose infine.
 
Dimora di Sasha Hammer h 00:00
La Hammer uscì in vestaglia dalla sua camera per poi dirigersi nella sala grande per prendersi un meraviglioso limoncello che era sopra il tavolino. Mentre si serviva accese la TV e sentì alcuni notiziari.
“Stasera verso le 22:15 c’è stato uno scontro di due super esseri vicino al dipartimento della polizia di New York. Il misterioso uomo in armatura a sconfitto il supercriminale Whirlwind ponendo fine a una serie di rapine e attacchi da parte di quest’ultimo. All’inizio la polizia sospettava che fosse il miliardario Tony Stark dietro all’armatura ma alla fine le accuse contro di lui sono state tolte. Alcuni testimoni riferiscono di aver registrato lo scontro ora vi facciamo vedere il video …”, esordì la telecronista per poi mostrarli.
A quella vista la Hammer spalancò gli occhi, incredula davanti a quello che stava vedendo. Ora aveva un problema che potrebbe ostacolare i suoi piani, così, con uno scatto di rabbia, butto il bicchiere di limoncello nel fuoco del camino.
 
 
 
Organizzazioni solamente citati:
S.H.I.E.L.D.: Apparsa in Iron Man, Iron Man 2, Thor, Captain America: Il primo Vendicatore, The Avengers, Captain America: The Winter Soldier, Avengers: Age of Ultron e Ant-Man
HYDRA: Apparsa in Captain America: Il primo Vendicatore, Captain America: The Winter Soldier, Avengers: Age of Ultron, Ant-Man e Captain America: Civil War
 
 
BUONA GIRONATA A TUTTI VOI CARI LETTORI! XD
Allora vi è piaciuto lo scontro tra Henry e Whrilwind? Il nostro eroe ha avuto vari difficoltà contro di lui ma alla fine è riuscito ha sconfiggerlo e finalmente la polizia ha tolto Stark e gli altri da ogni accusa devo dirlo … non posso creder che su questo capitolo avrei scritto che sarebbero stati fuori dai guai con la polizia, era come se le mie mani avessero agito di volontà propria non so se mi spiego eh eh eh. Come avrete notato la Hammer è non poco furiosa della notizia che Whirlwind è stato sconfitto, chissà cosa avrà in mente in futuro. Lo scopriremo nei prossimi capitoli ragazzi.
Vorrei ringraziarvi a tutti voi che mi seguite nella storia e anche a Sayman e EragonForever che mi seguono e recensiscono, grazie ancora … e alla prossima XD XD 

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Capitolo 7
*** Identità Scoperta ***


Identità Scoperta


 
 





Smoak Technologies h 10:00 a.m.
“Ma dov’è Henry?”, si chiese Jason guardando l’ora nel suo orologio.
In quel momento qualcuno alle sue spalle qualcuno lo chiamò.
“Signor Will.”, lo salutò Pepper.
“Signorina Potts.”
“Salve, mi scusi se sono piombata qui senza avvisare.”, si scusò la donna.
“Non si preoccupi amici e parenti di Henry sono sempre i benvenuti.”, la rassicurò.
Pepper si tranquillizzò, guardò tutti i dipendenti dell’azienda ma non vide una persona che sperava che fosse qui …
“Ma … dov’è Henry?”
“Non lo so, di solito è in perfetto orario, se veniva in ritardo mi avrebbe avvisato!”
“Allora bisogna chiamarlo.”, esordì Pepper.
“Se la mia memoria non m’inganna, Henry è ancora in camera sua.”, disse infine Will andando nell’ascensore.
“Vengo anch’io.”
 
Intanto nella Camera di Henry
Henry aprì lentamente gli occhi e vide che era in camera sua, mentre si alzava si sentiva pesante come se il suo corpo non volesse staccarsi dal letto, ancora in ordine.
Si massaggiò le tempie e sentì qualcosa di freddo e di metallo ed allora capì subito che aveva ancora in dosso l’armatura.
Urlò sorpreso.
C-cavolo, ho dormito con addosso la mia armatura. Oh no, oh no, devo subito toglierla e se possibile nasconderlo pensò.
Improvvisamente qualcuno entrò nella porta d’ingresso.
“Henry!”, disse Jason venendo seguito a ruota da Pepper.
“Henry.”
Nooo.
“E-ehm … si?”
“Sei ancora in camera?”, chiese Jason.
“Sì, un attimo!”, rispose togliendo il guanto sinistro per farlo accidentalmente cadere.
I due sentirono il rumore in camera sua.
“Henry, va tutto bene?”, domandò ora Pepper.
No, non va bene affatto!
“S-sì!”
Il ragazzo cercò di togliere il più che poteva l’armatura ma purtroppo inciampò col l’angolo del letto finendo a scontrarsi e buttare giù la porta della camera.
Jason e Pepper spalancarono gli occhi, stentando a credere a quello che avevano davanti.
“Ma che …”, disse Jason.
Henry si alzò e purtroppo finì di incrociare i visi dei due.
“Ops.”
“Henry …”, cercò di parlare Pepper.
“Vi posso spiegare tutto ...”, esordì iniziando a raccontare.
Grande.
 
Nel frattempo alla Brand Corporation: società sussidiaria della Roxxon
Dario Agger era al telefono con Sasha Hammer per la questione dell’arresto di Whirlwind.
“Sì, ti capisco non potevo immaginare che il signor Cannon avrebbe avuto delle difficoltà, ma almeno abbiamo ottenuto il carico.”
“Per pura fortuna Agger, se Cannon non avrebbe allontanato quel misterioso tizio in armatura, non solo Whirlwind sarebbe preso ma avremmo perso anche il carico.”, disse Hammer.
“Capisco come ti sei, abbiamo un problema questo è vero ma di certo quel ‘chiunque sia’ non ci darà ancora del filo da torcere.”, la rassicurò Agger.
“Lo spero, nel caso devi sistemare subito la faccenda prima che la situazione degeneri.”, esordì infine Hammer per alla fine riattaccare.
Improvvisamente il volto Agger diventò duro.
“Signore va tutto bene?”, chiese il suo braccio destro nonché vicepresidente Brian Sagar.
Era un uomo dalla statura più o meno simile a quella del suo capo dall’età di 39 anni, con i capelli corti biondo – nocciola, gli occhi marrone, mentre domandava il suo superiore, lui controllava dei certi appuntamenti nel suo tablet.
“Certissimo che vada tutto bene.”, rispose con senso di ironia per poi dare un’altra risposta con pura accidia.
“No, che non va tutto bene sciocco! Per molto tempo abbiamo operato con grande cura per far sì che nessuno ficca nei miei affari, e improvvisamente appare uno stronzetto che ha sconfitto Whirlwind e averlo messo alle strette, saltando la nostra operazione.”
Il vice non seppe cosa dire.
“E quindi cosa vuole fare?”
“Se Hammer vuole che questo problema sia sistemato subito, la accontenterò.”, disse per poi notare che nella cupola di vetro un uomo stava provando a volare con successo.
Agger allora si avvicinò a due scienziati.
“Allora come procede il volontario n.3?”
“Bene signor Agger, il test sta andando a buon fine!”, rispose il primo, più vecchio.
“Il volontario n.3 sta facendo progressi, nonostante abbia il dispositivo impiantato sulla sua spina dorsale sembra che ormai non ci faccia più caso.”, parlò il secondo.
“E la sua tuta invece?”
“E quasi pronta, ci vorranno al massimo 25 ore per far sì che sia completato.”
“Molto bene, quando avrà finito voglio che gli sia pronto per domani.”, disse andando all’ascensore dove porta l’uscita.
Ma Sagar lo fermò.
“Pronto per cosa signor Agger?”, chiese titubante.
Agger fece un piccolo ghigno.
“Per eliminare il nostro problema!”
 
Camera di Henry (dopo aver ascoltato il suo racconto …)
Pepper e Jason erano ammutoliti quando Henry gli raccontò a loro tutto; dell’armatura, nel voler essere al livello di Tony e nella sua prima impresa contro il crimine, ma purtroppo i due non reagirono granché bene.
“Henry … sei forse impazzito?”, domandò Jason scioccato “Cosa diavolo speri di ottenere facendo così eh?”
“Il signor Will ha ragione Henry, sei solo un ragazzo.”, disse Pepper non credendo che il giovane agisse in questo modo.
“Ok … ok, forse non vi piace come idea.”, disse Henry ormai senza armatura ma con gli abiti normali.
“Forse? Henry, ma non ti rendi conto in che situazione ti sei messo? Stai mettendo a rischio la tua reputazione! Non ti rendi conto delle conseguenze che potresti causare.”, alzò la voce Pepper.
Jason la appoggiò.
“Vero, pensa a tua madre Henry. Come reagirà se verrà a sapere che metti in gioco la tua vita perché vuoi giocare a fare il vigilante? Non ti basta essere un bravo inventore con una azienda che aiuta le persone bisognose?”
Henry si esasperò. Doveva immaginarselo che avrebbero reagito così.
“Sentite, lo so che siete arrabbiati ma vedete … come dici tu Jason, purtroppo … non mi basta.”
I due adulti rimasero in silenzio per farlo parlare.
“Non mi basta essere colui che ha creato la Smoak Technologies per aiutare le persone rimanendo su una scrivania o stringere le mani, no, vorrei che aiutassi la gente proprio direttamente con le mie stesse mani, ma soprattutto … vorrei tanto, tantissimo che un giorno mio padre mi vedrebbe quello che faccio e dicesse ‘sono fiero di te.’.”, esordì Henry stringendo la mano sinistra sul suo petto.
Henry … pensò Pepper vedendo la tristezza e determinazione negli occhi del giovane.
“Ecco cosa voglio di più al mondo.”
Will non seppe cosa dire, voleva tanto far ragionare Henry ma purtroppo lui sapeva benissimo che era molto testardo quando si metteva in testa qualcosa. Guardò Pepper e nelle loro menti si chiesero se appoggiare l’idea di Henry di essere un vigilante oppure dire tutto a Tony e a Amanda. A quel punto decisero …
“D’accoro Henry, ci hai convinto.”, disse Jason.
“Eh?”
“Siamo dalla tua parte e non diremo nulla a nessuno.”, parlò ora Pepper.
“Davvero?”, chiese Henry sorpreso.
“Sì! Anche se per me è ancora difficile ad accettarlo.”, gli rispose Jason.
“Beh, per me invece, sono ormai abituata a questo genere di cose con Tony.”
Henry li ringraziò abbracciandoli.
“Grazie.”
“M-ma di che?”, esordì Pepper imbarazzata.
“Per avermi dato fiducia!”
Improvvisamente il cellulare di Henry squillò e il ragazzo rispose.
“Sì? Sì … ok, arrivo subito.”
“Chi era?”, chiese Jason.
“La segretaria, mi ha detto che c’è una persona che vuole vedermi!”
“Chi sarà mai?”
“Non lo so!”
Così il trio andò giù grazie all’ascensore, e quando furono arrivati al piano terra videro la persona che voleva vedere il giovane. Henry non poteva credere ai suoi occhi.
“E-ehm … ciao.”, parlò Tony alzando la mano in segno di saluto.
“Ciao, cosa ci fai qui?”, chiese Henry.
“Beh … avevo voglia di uscire e … mi chiedevo se … avevi voglia di fare qualche passeggiata se ti va.”
Il ragazzo spalancò gli occhi dalla sorpresa, una passeggiata tra padre e figlio.
“Sul … sul serio?”
“Sì certo Henry! Vorrei tanto conoscerti meglio. Ti va?”, disse Tony mostrando un piccolo sorriso sull’angolo delle labbra.
“C-certo, certissimo! Quando possiamo uscire? S-se vuoi farlo adesso va bene, ma se non ti va possiamo farlo anche stasera no?”, chiese Henry eccitato
“Anche adesso Henry, non è un problema.”
“Ehi Jason, non è un problema se oggi salto l’assemblea?”
“No, puoi stare tranquillo!”
“Tony.”
“Pepper, vorresti venire pure tu?”, gli domandò Tony.
La donna aprì la bocca.
“Ma Tony, è un’uscita tra voi due perché mi devi mettere dentro?”
“Pepper per me non è un problema se ci sei anche tu.”, la rassicurò il ragazzo.
“Bene allora è deciso, usciamo subito.”, esordì infine Tony uscendo dalla azienda di Henry seguito dai due.
 
Brand Corporation: società sussidiaria della Roxxon h 20:00
“Come andiamo?”, chiese la Hammer arrivata da pochi minuti nella Brand Corporation.
“Il signor Agger mi ha chiesto di riferirle che i test sono andati a buon fine!”, rispose Sagar il vicepresidente.
“Molto bene.”
I due entrarono in un corridoio dove c’erano delle porte blindate con dei numeri, arrivarono fino al numero 3.
La porta si aprì e dentro c’era un uomo che si guardava allo specchio.
“Buona sera signor Maddicks.”, lo salutò Hammer.
L’uomo non si voltò ma la guardò sul riflesso dello specchio.
“Lei chi sarebbe?”
“Mi presento, sono Sasha Hammer! Credo che ne abbia sentito parlare del nostro caro amico Agger.”
“E cosa vuole?”, domandò ancora.
“Quello che voglio da lei signor Maddicks … un mercenario!”, esordì la donna.
“Eh eh eh … dica di più.”




Personaggi apparsi:
 Brian Sagar interpretato da Joshua Harto 






Ciao a tutti, ragazzi! XD
E rieccomi con un nuovo capitolo bello pronto per voi. Ed ecco che il segreto di Henry è stato scoperto da Pepper e Jason, e come si immaginava non hanno retto bene nell’averlo scoperto ma alla fine hanno accettato la cosa seppur è stato difficile. Tony finalmente ha deciso di conoscere molto meglio suo figlio e far crescere il loro rapporto, buon per loro ah ah ah. Ora la Hammer e Agger hanno creato un dotato, chi sarà mai questo nuovo personaggio? Quanto potrà essere pericoloso per il nostro Herny? Lo sapremo soltanto nel prossimo capitolo! XD XD
Vorrei ringraziarvi ancora a tutti per seguirmi nella storia e recensirli, anche a Sayman e EragonForever. Ciao e alla prossima ;) ;) ;)  

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Capitolo 8
*** Killer Shrike ***


Killer Shrike




 




Central Park h 9:20 a.m.
Nel meraviglioso parco di New York Henry e suo padre Tony venendo seguiti da Happy, passeggiavano tranquilli e sereni. Beh … non proprio tranquilli, dato che alcuni passanti li guardarono interrogativi.
“Mamma mia.”, disse Henry notando gli sguardi.
“Ti posso capire Henry, quando sei un giovane playboy milionario non puoi uscire senza che la gente ti guardi.”, lo consolò Tony.
“Solo che questa volta la gente vede due playboy milionari passeggiando al Central Park.”, si intromise il bodyguard.
“Già, ma che non sanno che io e lui siamo padre e figlio.”, esclamò ora il ragazzo.
“Ottima osservazione.”, disse Tony complimentandolo.
I tre camminarono fino al lago, dove Henry e Tony si sedettero su una panchina parlando della loro uscita in serata con Pepper e del piccolo imbarazzo che il giovane aveva combinato in un ristorante francese.
Da come lo raccontava, Henry aveva per sbaglio lanciato un pezzo del gambero sul colletto di un cliente di un altro tavolo di fronte a lui. I due risero di quell’evento.
“Bisogna dire che è stato divertente anche se mi spiaceva per quel poveretto.”
“Eh eh eh, vero.”
I due risero insieme, a quanto pare il rapporto tra padre e figlio stava dando i suoi frutti.
Poco dopo Henry si fermò, calmando la sua risata e disse …
“Pepper ti ha detto che fra due giorni sarò a cenare da voi?”
“Credo che me l’avesse accennato.”, rispose Tony scrivendo un messaggio per il suo bodyguard.
T: Dopo ne parliamo.
Poco dopo ecco che arrivò una ragazza dall’aria molto familiare al giovane Smoak.
“Henry?”, esordì, riconoscendolo.
“Oh, ciao Daniela!”
La giovane fotografa si avvicinò.
“Come stai?”
“Sto benissimo grazie, e tu invece cosa ci fai qui?”, chiese il ragazzo grattandosi la nuca.
“Aaah, oggi il mio capo ha dato di matto dicendo che nessuno nel Daily Bugle ha una foto del tizio in armatura.”, rispose la ragazza esasperata.
“Ah, capisco.”, disse Henry notando che era abbastanza giù.
Tony si intromise fra i due.
“Scusa Henry ma … lei chi è?”
“Oh … giusto … lei è Daniela Summer, fotografa del Daily Bugle.”
“Una fotografa, me lo sarei immaginato capo.”, esordì ora Happy.
“Può stare tranquillo, oggi sono libera dal lavoro.”
E così Tony le diede la mano.
“Allora mi presento come si deve, sono Tony Stark, immagino che lei signorina abbia sentito parlare di me?”
“Oh, ma certo!”, sorrise Daniela stringendola.
“Bene ora che vi siete conosciuti che ne dite di …”
Ma improvvisamente il cellulare di Henry squillò lasciandolo a metà di quello che diceva.
“Sì?”
“Henry, tesoro!”, lo chiamò sua madre.
“Mamma cosa c’è? Hai bisogno?”
“Sì, ti posso chiedere se potresti venire a casa mia? Devo fare alcune robe.”, rispose.
“Ok arrivo subito!”
“Chi era?”, chiese Daniela.
“Era mia madre devo andare da lei … scusatemi …”, rispose Henry, per poi andarsene.
Quando si fu allontanato Daniela tornò a rivolgersi a Tony.
“Mi perdoni la domanda signor Stark ma … lei e Henry siete per caso amici?”
“Sì, perché?”, chiese ora Tony.
“Beh ecco …”
Happy però la interruppe.
“A-ah lo sapevo l’istinto della fotografa ha preso il sopravvento.”
 
Queens h 10:39 a.m.
Arrivato alla casa di sua madre, Henry spalancò gli occhi davanti a quello che vide. Sua madre stava cercando di sistemare alcune scatole con vecchi oggetti di ricordo … ancora.
“Non ci credo, lo stai facendo di nuovo?”
“Ah Henry, si lo so ma … che ci posso fare … sistemare le nostre vecchie cose è più forte di me.”, rispose la povera Amanda, grattandosi la nuca.
Henry allora si inginocchiò aiutandola a riordinare le robe e mentre le dava man forte il ragazzo notò una vecchia fotografia con sua madre e alcuni dei suoi ex-compagni di liceo tra i quali c’era anche Tony Stark da giovane.
“Ehi mamma guarda, questa eri tu quando andavi al liceo.”, disse il giovane porgendo la foto alla madre.
Amanda spalancò gli occhi nel vedere sé stessa nella foto.
“O mio … ma quanto ero giovane.”, disse poggiandosi una mano sul petto e sorridendo.
Ma poi il suo sorriso svanì quando vide l’immagine di Stark.
“Vorresti metterlo insieme alle altre foto in camera tua?”
“No Henry, non è necessario.”, rispose, rimettendo la foto dove il figlio l’aveva trovata.
Poco dopo il ragazzo ricominciò a parlare.
“Comunque mamma … ce qualcosa che vorresti dirmi?”, chiese.
“Eh?”, domandò la donna colta alla sprovvista.
“Beh, riguardo alle altre cose che hai tirato fuori chiedo.”, esordì Henry indicando alcune scatole che avevano un bigliettino giallo.
“Oh … ecco … diciamo che alcune di queste scatole le vorrei vendere. Non ha senso tenersi altri vecchi ciarpami di seconda mano.”, disse sua madre tirandosi su e stiracchiandosi la schiena.
“Ne sei sicura?”
“Certo tesoro!”
Passarono molto tempo a sistemare le scatole fino alle 15:45 del pomeriggio quando alcuni camionisti portarono via le cose che la madre di Henry aveva dato via. Finito tutto Henry e sua madre si sdraiarono sul divano a peso morto all’unisono.
Dopo un po’ Amanda iniziò a parlare.
“Ti ricordi quando eri piccolo … che ti buttavi nel divano a peso morto perché avevi messo a posto il garage insieme a me? Dio eri ricoperto di polvere e ragnatele ah ah …”
“Sì mamma, quello sì che era un bel ricordo.”, rispose facendo un meraviglioso sorriso.
“E dimmi riguardo a quella ragazza?”
“Come mamma?”, domandò Henry, colto di sorpresa.
“Hai capito, intendevo la giovane fotografa.”
Il giovane allora si grattò la nuca, arrossendo nervosamente.
“Ecco sinceramente … l’ho conosciuta da pochissimi giorni e poi … perché mi chiedi queste cose adesso?”, replicò esasperato.
“Ah ah ah, e va bene non ti dirò niente … per ora.”, gli disse sua madre facendogli l’occhiolino.
 
Intanto in una località sconosciuta …
Un uomo misterioso guardò su un piccolo schermo del PC portatile il profilo sul giovane Henry e alcune immagini di chi aveva registrato lo scontro dell’uomo in armatura contro Whirlwind.
“Henry Smoak eh?”, si chiese per poi chiudere lo schermo.
 
Times Square h 22:50
Henry dopo aver messo l’armatura decise di ispezionare la città nel caso di futuri rapine o attacchi di qualche super minaccia.
“Allora Henry come va il giro?”, chiese Pepper nell’auricolare.
“Per il momento tutto tranquillo, niente da lamentarsi.” esordì il giovane per poi riprendere “Senti … ti ringrazio ancora per tutto … sai, non è facile aiutare qualcuno che vuole fare qualcosa di strano come questo.”, riprese poco dopo.
“Tranquillo sono ormai abituata a queste cose con Tony quindi, non devi pensarci.”
“Già e vero.”, esordì il ragazzo ridacchiando.
Improvvisamente sentì una chiamata d’aiuto.
“Oddio … oddio … qualcuno mi aiutiiiii.”, urlò la voce di una persona.
“Cavolo, Pepper hai sentito?”
“Forte e chiaro.”
“Da dove proviene?”, domandò ancora Henry.
“Al 520 Park Avenue!”
“Grazie.”, esordì accelerando la velocità del volo.
Arrivando alla sua destinazione Henry sentì di più l’urlo ma non vide nessuno.
“Ma che …”, si chiese mentre vide una piccola luce, e avvicinandosi quel piccolo aggeggio stava facendo l’urlo d’aiuto di prima.
“Pepper qui non c’è nessuno tranne un piccolo dispositivo che fa quella voce d’aiuto.”
A quel punto Pepper si allarmò.
“Oh no, Henry ascolta devi andartene da lì subito.”
“Come?”, chiese prima che qualcosa o meglio qualcuno non lo colpì alle spalle.
“Ah ah ah … non me lo sarei aspettato che tu ci cascasti.”, disse il suo assalitore.
Henry si alzò dal colpo subito.
“Scusami se te lo chiedo, ma tu chi dovresti essere?”
“Diciamo che sono il tuo boia ma puoi anche chiamarmi KILLER SHRIKE!”, si presentò il nuovo nemico del giovane.
Killer Shrike era un uomo sui 59 anni, alto con la corporatura ben palestrata. Il suo costume era di colore nero e cobalto, con attrezzature molto tecnologiche. Il suo capo era avvolto in un casco di metallo con alcuni segni che rappresentavano ad un uccello mentre dietro la sua schiena c’erano due pale anch’esse di metallo che assomigliavano a delle ali e per finire nei suoi polsi aveva degli artigli al titanio.
Henry ammise che il suo costume non rappresentava nulla di buono ma questo non gli metteva paura.
“Averla Assassina eh? Scusa ma non sembri tanto spaventoso.”
“Tu dici?”, domandò Shrike sogghignando.
“Henry ci sei?”, parlò ora Pepper.
“Sì, abbastanza!”, rispose il giovane.
Nel frattempo Killer Shrike tornò di nuovo all’attacco con l’intenzione di finirlo, ma Henry riuscì a schivarlo seppur con fatica dato che il suo avversario era veloce, molto veloce.
Per un pelo pensò Henry.
Poi il ragazzo gli rispose sparandogli i raggi laser per colpirlo ma invano, Shrike riuscì a schivarli con estrema facilità.
“Ma dai, e questo il meglio che sai fare in una lotta?”, disse Shrike schernendolo.
Il ragazzo grugnì ma dopo Pepper lo interrompe.
“Henry … ti prego … vattene via subito da lì.”
“O-ok …”, gli rispose iniziando ad andarsene.
Ma il suo assassino non glielo permise.
“Ah no bello, tu non te ne vai proprio da nessuna parte.”, urlò per attaccarlo con i suoi artigli e scaricargli addosso dell’elettricità ad alta frequenza.
Il colpo causò un forte dolore al povero ragazzo, facendogli perdere la capacità di volo e di conseguenza cadere rovinosamente a terra.
M-maledizione … che male.
“Eh eh … ti è piaciuto il mio trattamento speciale amico eh? Ti assicuro che la prossima sarà più dolorosa rispetto a quello precedente.”
Purtroppo Henry era stordito e non riusciva ad alzarsi proprio a causa della scarica elettrica subita. Faceva fatica anche a sentire quello che diceva il criminale e anche quando Pepper nell’auricolare lo chiamò sperando che fosse tutto intero ma non rispose.
“Sai, ancora mi chiedo come hai sconfitto Whirlwind, sarà forse stato la fortuna da principiante?”
Poco dopo Shrike si inginocchiò davanti a lui, pronto a sferragli il colpo di grazia.
“Oh beh … ha poca importanza ormai … addio!”, esclamò.
Stava per colpirlo quando …
“Allontanati da lui.”, urlò una voce.
“Che?”, replicò l’altro, colto di sorpresa per poi voltarsi.
Dietro di lui stava un uomo di colore di 64 anni, alto e calvo, con la giacca nera in pelle e i pantaloni anch’egli del medesimo colore. Il sicario notò anche che aveva una benda nell’occhio sinistro. L’umo misterioso aveva nelle mani un’arma a mitra molto piccolo ma molto tecnologico.
“Non mi piace ripetere le cose due volte, quindi te lo richiedo ancora un’ultima volta ... allontanati da lui.”
“Chi sei tu per darmi ordini?!? Va all’inferno guercio!”, ringhiò Shrike, non poco irritato.
“Credevo che avresti detto così.”, disse puntandogli l’arma.
Ma Killer Shrike non si preoccupò.
“Oh mamma mia che paura, cosa speri di fare con quel coso? Sparami? Mi spiace dirtelo ma è inutile ... il mio costume e fatto di un materiale molto resistente.”
“Non ne sarei così tanto sicuro.”, fece l’altro di rimando.
Poco dopo il salvatore di Henry sparo contro di lui un raggio laser giallo che di conseguenza colpì Shrike scioccandolo.
“Aaaaaargh.”, urlò per il colpo subito, che non lo uccise ma gli provocò un forte dolore allo stomaco.
“Cos’è che dicevi riguardo al tuo costume?”, domandò ironico il guercio.
“M-maledetto io …”
Killer Shrike cercò di rispondere alla sua provocazione ma temé che così facendo avrebbe potuto subire altri danni, quindi decise che era meglio ritirasi.
“Tu … ringrazia il cielo che sei fortunato … per ora.”, disse infine al ragazzo per poi dileguarsi su nel cielo.
Poco dopo Henry si riprese dallo stordimento e vide il suo salvatore.
“Scusi e lei chi è?”, chiese ancora confuso.
“Mi chiamo Nick Fury signorino Smoak … e tu e io dovremo parlare.”
Sa chi sono?




Personaggi apparsi:
 Simon Maddicks/Killer Shrike interpretato da Kevin Bacon

 Nick Fury interpretato da Samuel L. Jackson





 
CIAO RAGAZZI E RIECCOMI QUI PER VOI XD XD XD!!!!!
Scusate per il disagio ma purtroppo ho avuto problemi personali. Ma ora eccomi qui con un nuovo capitolo di Iron Atom.
Ecco con un due entrate in scena spettacolari, la prima il nuovo nemico di Henry che si è rivelato molto pericoloso senza dargli un attimo di tregua e l’apparizione speciale di Nick Fury, la spia più amata dell’Universo Marvel. Con lui in circolazione ora per Henry sarà un possibile alleato? Oppure il solito Fury che dice cosa devi o cosa non devi fare? Voi cosa ne pensate? Le uniche risposte le troveremo nel prossimo capitolo amici lettori.
Ringrazio ancora a voi per chi segue la mia storia e recensirle in particolare Sayman, EragonForever e BlazingStarR3D. Grazie ancora … alla prossima ;) ;) ;)

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Capitolo 9
*** Un aiuto in più ***


Un aiuto in più













Ristorante cinese Megu h 00:30
Dopo che Fury salvò Henry da Killer Shrike, gli chiese di togliersi l’armatura e di andare in un ristorante cinese per parlare con lui in privato. Beh, non proprio in privato perché dopo che erano arrivati alla loro destinazione giunsero anche Pepper con Maria Hill. Quest’ultima era andata a prenderla su ordine del vecchio direttore dello S.H.I.E.L.D.
E Quando tutti e quattro entrarono c’erano solamente due camerieri.
“Una notte molto bella vero?”, domandò il primo cameriere.
“Sì, ma porto sempre l’ombrello.”, rispose Fury.
Sentendo la risposta, il cameriere ordina l’altro con lingua cinese di chiudere tutte le porte e le finestre del ristorante. Dopo che avevano chiuso tutto, i camerieri prepararono un tavolo per quattro.
Nel vedere tutto quello spettacolo Henry spalancò gli occhi.
“Ehm … per caso loro sono …”, parlò Henry riprendendosi.
“Agenti dello S.H.I.E.L.D.? Sì.”, concluse per lui Hill.
I quattro si avvicinarono al loro tavolo e si sederono. Per alcuni secondi ci fu un silenzio tombale.
Pepper fu la prima a spezzare il silenzio.
“Fury, cosa la porta qui?”
“Secondo lei signorina Potts?”, disse Fury guardando il ragazzo.
Henry vide gli sguardi dei presenti puntati su di lui.
“Eh? Cosa …?”, si chiese il giovane.
“Allora?”, gli disse Fury fissandolo con durezza.
Henry riprese a parlare.
“Non voglio cominciare col piede sbagliato: devo guardare la benda o l’occhio? A dire il vero sono ancora stordito dall’elettro-shock che ho subito, non so se sei reale o sei un Delirium termens…”
“Io sono molto reale, la persona più reale che incontrerai nella vita.”
“Ah … ok ...”
“Scusate se intervengo ancora ma … come sapevate che lui era l’uomo in armatura?”, intervenne Pepper.
“Diciamo che abbiamo fatto qualche ricerca su di lui. Chi era, cosa mangia, quando esce del lavoro … e via così, e poi abbiamo fatto due più due.”, disse Hill rispondendo alla domanda della donna.
“Cosa? Siete entrati sul mio profilo? Cavolo questo è abuso di potere, avete mai sentito parlare di violazione di privacy?”, esordì Henry scioccato.
“Non per lo S.H.I.E.L.D. ragazzo.”, rispose Fury.
Henry fu sorpreso della risposta data.
“Comunque, che cosa vuole? Così la finiamo qui.”
La spia si esasperò a quella domanda.
“Sai sei proprio come tuo padre, in parte … ma non tutto gira intorno a te. Ho altri problemi da risolvere, contro un tizio con una zucca fiammeggiante al posto della testa che fa casini su casini.”
“Come?”, si chiese ancora Henry.
“Lascia perdere, il punto è … che tu ti sei in mezzo in qualcosa più grande di te.”, lo ammonì.
“Cosa significa?”, chiese ora Pepper.
“Significa che tu ragazzo, ti sei fatto dei nemici molto cattivi!”
A quelle parole Henry spalancò gli occhi, non poco stupito.
“Aspetta, aspetta lei mi sta dicendo che quello che stava cercando di uccidermi … lo conosce?”
“Per il momento non ancora, ma quello che hai sconfitto qualche giorno fa si chiama David Cannon.” rispose “Era un delinquente dei bassi fondi del Bronx, quattro anni fa scoprimmo che i suoi poteri c’è li aveva fin dalla nascita, le sue doti erano a dir poco catastrofici e così decidemmo di metterlo nell’Indice dei dotati.”
“L’Indice?”, domandò il ragazzo, perplesso.
 “E una prigione per dotati in particolare teniamo quelli instabili.”, rispose la Hill.
“E come mai questo Cannon è ancora libero?”, domandò Pepper.
“Tre anni fa è riuscito a scappare. Non sappiamo chi lo abbia fatto evadere ma quello che sappiamo che da allora Cannon sparì nel nulla come un fantasma.”
“O almeno fino ad oggi.”, esclamò infine Fury.
“Quindi qualcuno che ha assoldato Whirlwind giorni fa, ora mi vuole morto.”, si rispose Henry.
“Sì, e temo che farà tutto il possibile per farti fuori figliolo.”
A quel punto Henry pensò a tutto ciò che seppe in quei precisi momenti.
“Allora che dovrei fare, lasciare tutto e mettere la mia armatura sul muro e nascondermi?”
“Sì e no!”, rispose semplicemente Fury
Il giovane e Pepper furono senza parole.
Sì e no? pensarono all’unisono.
Fury allora si spiegò meglio.
“Ascolta molto attentamente Henry, se tu vorresti fare quello che pensi sia giusto ok rispetterò la tua decisione. Dato che tu faresti di testa tua proprio come Stark e quindi sarebbe impossibile farti cambiare idea, ma voglio che tu non corra almeno i rischi … sono stato abbastanza chiaro?”
“Mi scusi ma me lo sta ordinando oppure era un consiglio da brav’uomo?”, domandò ribattendo il ragazzo.
Ma come risposta Fury lo guardò torvo.
“Bene, ora posso dire che abbiamo finito il nostro breve colloquio.”, esordì alzandosi dal tavolo.
Gli altri tre lo seguirono a ruota.
“Ho già chiamato il signor Will per venirvi a prendere.”, disse Hill.
“Grazie Hill.”, la ringraziò Pepper.
Prima che Fury se ne andasse lanciò un’occhiata al ragazzo.
“Ah, Smoak?”
“Sì?”
“Io ti tengo d’occhio!”, esordì infine per poi sparire.
A quelle parole Henry deglutì, non poco intimorito dalla cosa … d’ora in poi sarebbe stata dura.
 
Nel frattempo nella macchina di Jason Will …
“Ma guarda, così ti sei preso una sgridata da un’agente speciale dello S.H.I.E.L.D.?”, chiese Will non appena era venuto a sapere dei fatti di quella sera.
“Ti correggo, non un’agente qualunque, ma il grande direttore dello S.H.I.E.L.D. Nick Fury.”, disse Henry con un sospiro.
“E’ stata una sorpresa molto imprevista, se voglio essere sincera.”, parlò Pepper ripensando a quello che disse Fury nel ristorante.
Will non la biasimò.
“Non oso immaginare.”
Per un paio di minuti ci fu un lieve silenzio finché Henry non parlò.
“Bene, ora se volete un attimo avere la mia attenzione vi devo dire una cosa.” cominciò il ragazzo “Come facciamo contro quel tizio lancia-fulmini?”
I due cari amici spalancarono gli occhi.
“Ma Henry … non sarebbe meglio se ci pensi domani a queste cose?! Prima ti riposi e meglio è!”, lo ammonì Will.
“Su questo sono d’accordo con Jason.”, disse Pepper appoggiandolo.
“Beh se non volete parlare di quello allora, parliamo dei miei propulsori della mia armatura.”, disse Henry con tanta naturalezza.
“I propulsori?”, chiese Will.
“Sì! Purtroppo sono andati e mi volevo chiedere se ce ne avevo di scorta.”
“Mi spiace Henry ma, se non ricordo male temo che tu non è abbia di scorta.”, gli rispose subito Wil.
“Eeeeh?”
“Quando tu ci hai fatto vedere ogni cosa sulla tua armatura e sui suoi pezzi, notai subito che tu non hai preso nemmeno un pezzo di ricambio nel caso che tu avessi l’armatura andata a male.”
“Non è possibile.”, disse il giovane prendendosi la testa con le mani.
“Non ti preoccupare, ho già pensato io l’ordine per quei propulsori.”, esordì Will.
“Davvero?”
“Sì, ma per il tempo che arrivi la consegna è dopo domani.”
“Dopo? domani? Stai scherzando spero?”, domandò il ragazzo con la bocca spalancata.
“No.”
Henry si sdraiò dal sedile a peso morto sul sedile, disperato.
“Ma io ho un cattivo da prendere.”
“Se vuoi Henry, puoi trovare qualcuno in grado di sistemarti i propulsori danneggiati e tenerteli finché non ti sarà arrivato il cambio. Però non penso che in questa città ci sia qualcuno tanto bravo da sistemarli in poche ore.”, gli consigliò Pepper.
Improvvisamente Henry gli venne un’idea.
“Aspetta … io forse conosco qualcuno in grado di risolvere il mio problema.”, disse infine, sorridendo.
 
Queens h 10:11 a.m.
Tony Stark il celebre e meraviglioso playboy filantropo, si chiese come mai quella mattina se ne stava lì a guardare la casa dov’è cresciuto Henry e la sua vecchia fiamma Amanda. E si chiese ancora come mai si fossero lasciati, cosa che Tony purtroppo fece fatica a ricordarsi. Togliendosi dai suoi pensieri vide nella finestra Amanda che spolverava casa sua, e, nonostante fossero passati anni poté notare che teneva ancora quel bellissimo viso che vide quando la conosce al liceo. Era molto tentato di andare lì salutarla come ai vecchi tempi e magari farsi spiegare sul perché aveva tenuto segreto che Henry fosse suo figlio. Fece per fare tre piccoli passi ma improvvisamente si fermò, sentendo dentro di se che non era ancora pronto per sapere tutta la verità.
“Capo?”, chiese Happy distogliendolo fra i suoi pensieri.
Tony si girò da lui, e per un secondo disse …
“Andiamo.”
E così Stark se ne andò ripromettendosi che avrebbe chiarito le cose con Amanda a tempo debito.
 
Fort Hill; State Island h 10:45 a.m.
Henry grazie all’aiuto di Pepper arrivò alla sua destinazione, ora doveva solo incontrare uno anzi due persone che avrebbero potuto aiutarlo. Fece una lunga passeggiata e arrivò in una casa stile vittoriano ovvero dove abitavano delle sue vecchie conoscenze che non vedeva da un bel po’, quindi si avvicinò, bussando la porta.
Aspettò per qualche secondo e poi la porta si aprì facendo apparire un uomo sui 69 anni, alto, con capelli corti e grigi, gli occhi di un colore opale, i suoi vestiti erano stile vittoriano tutto di colore grigio solo che nella parte superiore aveva solamente il gilet.
L’uomo guardò il ragazzo da capo a piedi.
“Sì?”, chiese.
“Ciao West, non ti ricordi? Sono Henry, Henry Smoak.”
“Oh …” si sorprese “Signorino Smoak da quanto tempo, cosa ci fa da queste parti?”
“Sono qui per vedere se ci sono Tessa e Lucas.”, rispose il ragazzo.
“Certo, saranno felici nel sapere che lei è qui.”, esordì West facendolo entrare.
Quando fu entrato Henry notò che malgrado siano passati due o tre anni dall’ultima volta che li ha visti questa casa non era cambiata granché.
“Edward chi è?”, chiese una ragazza, scendendo dal piano di sopra.
Quando la ragazza scese si vide Henry lo guardò alquanto sorpresa. La ragazza era di statura media, di età 16 anni, un viso molto grazioso e intellettuale. I capelli erano lunghi e biondi mentre gli occhi erano di un colore azzurro celeste, aveva in mano un libro sulla teoria dei buchi neri di Stephen Hawking.
“Ehilà Tessa!”, la salutò Henry.
“Henry! Sei proprio tu!”, disse la giovane felice di rivederlo.
“Come va allora? Tutto bene?”
“Tutto bene non ci si può annoiare.”
Henry allora si grattò la nuca.
“Scusa se piombo qui, ma tuo fratello dov’è?”
“Lui, è nel retro della casa. Sta cercando di sistemare i cavi della macchina di Edward, ti accompagno se vuoi.”
“Grazie Tessa.”
E così la ragazza portò il suo amico da suo fratello gemello Lucas e arrivati lì Henry vide un giovane ragazzo della stessa età di Tessa, con i capelli biondi anche lui e gli occhi castani. Il diretto interessato stava mettendo a posto la parte davanti della macchina.
“Ehi Lucas, indovina chi è venuto a trovarci?”, gli disse sua sorella.
“Eh?”, chiese voltandosi vedendo sua sorella e Henry.
“Ma tu guarda … Henry!”, sorrise il ragazzo biondo.
“Lucas!”, si avvicinò l’altro abbracciandolo.
Poco dopo si sciolsero la stretta e Lucas iniziò a parlare.
“Accidenti era da un bel po’ di tempo che non ti vedo.”
“Eh eh, scusate tanto ma ho avuto molti impegni.”
“Fammi indovinare, è per il lavoro?”, chiese Tessa.
“Sì, in un certo senso.”, rispose ridacchiando.
“Dunque cosa ti porta qui?”, chiese ora Lucas.
“Ecco … non so da dove cominciare ma …” si innervosì “Mi promettete che non direte nulla né a nessuno?”
“Ok Henry, sai che con noi ti puoi fidare.”, lo tranquillizzò Tessa.
Così Henry tirò fuori dallo zaino due stivali d’acciaio della sua armatura, e i due gemelli furono sorpresi a quella vista.
“Ma che diavolo …”, esordì il biondo.
“Incredibile.”, disse la ragazza.
“Ma Henry, questo è … spettacolare. Cavolo sotto i gli stivali ci sono propulsori di gravità, con energia ai tachioni a d’alta frequenza, diavolo Henry come hai fatto?”, gli chiese Lucas esultato a vedere tale tecnologia.
“Dimentichi che sono un esperto di elettronica, e per di più ho una azienda dove ho tutto quello che mi serve per crearlo.”
“Adesso devi dirci tutto quello che è successo in questo tempo.”, disse infine il fratello di Tessa.
“V-va bene, però quello che sentirete potrà essere molto assurdo.”
Così i ragazzi si riunirono in sala per la merenda e nel mentre Henry raccontò tutto iniziando dal giorno in cui ha parlato con Tony, la sua idea di costruire un’armatura nel diventare un supereroe fino ai due scontri con Whirlwind e il nuovo avversario che si è fatto ieri sera, Killer Shrike. I due gemelli ascoltarono con estrema attenzione a quello che il loro amico diceva, ma come Henry si aspettava i due ebbero fra di loro una reazione opposta.
“Wow Henry, ma è davvero uno sballo.”, disse Tessa con un sorriso a trentadue denti.
“Sballo di cosa Tessa, e da inconsci anzi peggio, è un suicidio.”, la rimproverò Lucas.
“Perché dici così fratello?”
“Perché mi chiedi!? Per poco Henry non si faceva ammazzare da questo uomo-piccione.”
Henry allora intervenne per calmare l’amico.
“Ehm sì, per poco non ci rimanevo secco ma guarda sono ancora qui.”
A quelle parole l’altro sospirò.
“Henry mi spiace dirtelo ma … tu non sei adatto a fare questo genere di cose.”, esordì il biondo.
“Ti ci metti anche tu.”, si lamento il giovane Smoak, ricordandosi dei rimproveri da parte di Will e Pepper “Ascolta Lucas, so che per te può sembrare tutto strano, ridicolo e …”
“Folle quello che vuoi fare, diavolo Henry sei una persona qualunque non un vigilante accidenti a te.”
Il ragazzo a quelle parole sospirò, esasperato.
“Diavolo anche tu non vuoi capire vero? Questa è la mia possibilità di essere qualcos’altro nella vita invece che essere semplicemente Henry Smoak.”
Tessa fu sorpresa dalle parole di Henry, per un po’ ci pensò e disse …
“Beh se tu vuoi diventare altro Henry … io ci sto.”
Henry e Lucas scioccarono da quelle parole.
“Cheee?”, parlarono in coro.
La bionda allora sospirò.
“Vedi Lucas, Henry è libero di fare le sue scelte e se questo potrebbe essere una possibilità che lui e il suo vero padre possano avere un buon rapporto così sia no.”
Il giovane eroe fu felice del supporto che la ragazza gli diede, e Lucas purtroppo non poté più ribattere sua sorella dato che quando si mette in testa una cosa lui non può farle cambiare idea.
“Cavolo, non so chi sia peggio dell’uno e dell’altro.”
“E allora?”, ridacchiò Henry.
“Va bene … fammi vedere come potrei sistemarlo.”, disse infine Lucas iniziando a esaminare.
 
Intanto alla Brand Corporation
Il criminale di nome Killer Shrike si fece un bagno, giusto per sgranchirsi dopo lo scontro contro il ragazzo di ieri sera. Uscito da esso si guardò allo specchio e, girandosi vide la cicatrice sulla schiena ricordandosi ancora quell’intervento subito, e del dispositivo che gli scienziati della Roxxon gli misero dentro la schiena. Sogghignò poiché grazie a quello riusciva a fare cose che poteva solamente immaginare nella sua mente ma ora che l’ha ottenuto aveva giurato di lavorare per la Roxxon a patto che questi lo pagassero per i suoi servigi da mercenario.
“Eh eh eh … bisogna dire che queste cose danno proprio la testa, non è così?”, chiese Shrike vedendo la foto del ragazzo in armatura, che quando lo prese fra le mani lo fece in mille pezzi.
“Stanotte, stanotte tu … morirai.”





Personaggi apparsi:
 Edward West interpretato da Jonathan Hyde


 Tessa Stein
interpretata da Elle Fanning


 Lucas Stein interpretato da Thomas Brodie-Sangster






Ciao ragazzi e ragazze vi sono mancato? O forse un pochino ah ah ah ah XD.
Ed ecco dei nuovi personaggi che in qualche modo daranno man forte ad Henry. Ritornando a Fury invece beh … ha fatto sia pro che contro le decisioni del ragazzo nel diventare un eroe ma a quanto sembra abbia accettato la cosa, voi che dite? E per Stark invece? Secondo voi era meglio se andava subito a parlare con Amanda oppure avrebbe aspettato quando sarà il momento giusto? Le risposte cari lettori, li potremmo scoprire più avanti nella storia.
Voglio ringraziare ancora a tutti quelli che mi seguono e recensiscono soprattutto a Sayman, Eragon Forever e BlazingStaR3D.
Ci vediamo nei prossimi capitoli! ;) ;) ;)

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Capitolo 10
*** Rivincite ***


Rivincite






 




Casa di Tessa e Lucas Stein h 17:45 p.m.
Dopo che Lucas finì in fretta il lavoro sugli stivali, quest’ultimo decise di restare ancora un po’ con i due gemelli chiedendo a loro invece cosa avevano fatto loro in questi tre anni. Tessa gli rispose che l’anno scorso erano andati per un viaggio delle convescion della scienza in Canada, perché lei voleva tanto andare nel settore di chimica e biologia mentre il fratello solamente nel settore di ingegneria spaziale, dato che quello era la sua specialità.
“E così abbiamo fatto disperare tanto Edward per fargli scegliere quale dei settori volevamo andare.”, disse Tessa ridendo di gusto.
Il pover’uomo sentì del racconto e sospirò.
“E’ stato un esperienza che non vorrei davvero si ripetesse, ma purtroppo ho paura che mi capiterà ancora un episodio del genere.”, mormorò tra se a se.
“Guarda che ti sentiamo Edward.”, gli disse Lucas.
“Ma quindi, Henry?”, chiese Tessa al ragazzo.
“Quindi, cosa?”, domandò lui, inarcando un sopracciglio.
“Quando gli e lo dirai a tua madre del tuo incontro con tuo padre Tony?’”
Il giovane rifletté per poi sospirare.
“A essere sinceri, non lo so.” esordì “Ma ogni tanto, penso che dovrei dirglielo ma … una parte di me mi dice che non mi sembra ancora il momento di dirglierlo.”
“Henry guarda che se aspetti troppo, sono certo che tua madre lo scoprirà da sola, e non sarà affatto piacevole.”
“Può darsi, ma per il momento non gli e lo dirò.”, rispose, guardando poi gli stivali appena riparati “Parlando altro … Lucas, sei sicuro che funzioneranno?”
“Aaaah Henry santo cielo, te l’ho già detto per una settima volta che gli stivali sono apposto. Fino a domani saranno funzionanti e poi mi hai detto che dopo domani ti arrivano i pezzi da ricambio.”
“Beh, scusa caro ‘genietto dell’ingegneria’ ma sai, devo esserne certo.”, disse il ragazzo facendo una linguaccia.
“Certo che tu non cambi mai eh?”, chiese Tessa senza ricevere una risposta.
Henry si alzò dalla sedia.
“Molto bene ragazzi, credo che sia il momento di andare.”
Lucas non capì le sue parole.
“Scusa ma cosa devi fare?”
Il giovane ghignò.
“Semplice, andare a caccia di un’averla!”, rispose infine.
 
Intanto nella base degli Avengers
Pepper fece una lista di idee per domani sera, stava scrivendo cosa mettere sul ‘menù speciale di Virginia ‘Pepper’ Potts’, ma in quel momento qualcuno suonò alla porta d’ingresso.
“Arrivo.”
Quando si avvicinò, apri lentamente la porta e rimase non poco sorpresa nel vedere chi aveva davanti.
“Oh …”
“Salve signorina Potts, dovrei chiamarla Pepper?”
“H-Hammer!” balbettò la povera donna “Cosa ci fa lei qui?”
“Quanta formalità, perché non ci diamo del tu?!”, fece quella di rimando.
“Se lei … cioè, se tu sei qui per il signor Stark, mi spiace ma lui non è qui oggi.”, disse Pepper riprendendosi dalla sorpresa.
“Ah, e così il nostro caro Tony non è qui ... peccato.” esordì Hammer “Ma fa niente mi basta parlare con te ‘Pepper’, a donna a donna.”
 
Ponte di Brooklyn h 20:10
Prima di arrivare lì Henry andò prima alla sua azienda, testò subito i suoi stivali che a quanto pare erano ancora funzionanti. Il giovane rifletté su come sconfiggere Killer Shrike e in pochi minuti ebbe un’idea magnifica che avrebbe potuto definirsi una grande colossal idea geniale. Verso sera decise di dargli la caccia ma, sapendo che anche Shrike lo stava cercando, andò quindi sul ponte di Brooklyn per fare da esca per far sì che lui rispondesse al segnale e come scontato ebbe ragione.
“Oh – oh … ma tu guarda che tipo.”, disse Killer Shrike apparendo davanti al ragazzo.
“Beh, visto che mi stavi dando la caccia e io altrettanto con te, mi sembrava inutile che noi due girassimo per tutta la città per chissà quanto tempo solo per darci la caccia tra noi.”
“Stento a credere quello che dico ma mi hai tolto le parole di bocca.”
“Allora ‘averla’, vogliamo iniziare oppure stare qui a fare a tu per tu?”, disse ironico Henry.
Killer Shrike senza perdere tempo iniziò ad attaccare verso il giovane, cosa che Henry rispose, volando dritto a lui per poi sparagli i laser ma la cosa non sfuggì al mercenario, e lo schivò con facilità ma purtroppo per lui non si aspettava che il ragazzo voleva che lo schivasse per avere l’opportunità di dargli un bel colpo di laser dritto sul torace facendo volare Shrike a qualche centimetro di distanza tra lui e Henry.
“B-brutto …”
“Ah-ah, te l’ho fatta uccellaccio.”, ironizzò Henry.
“Aspetta, che ora ti rimangio tutto quello che hai detto.”, urlò Shrike scagliandogli ancora le raffiche elettriche, che fino a ieri sera avevano per poco distrutto gli stivali dell’armatura.
Ma per fortuna il ragazzo le schivò.
Killer Shrike comunque gli e ne lanciò altri colpi ma non riuscì a prendere il suo bersaglio.
Allora Henry rise di gusto.
“Cosa c’è? E’ forse la tua serata no?”, rise di gusto Henry.
“Come osi a prendermi in giro, eh?!”, sbraitò il criminale stringendo i suoi pugni.
Quest’ultimo partì di nuovo all’attacco, solo che questa volta usò calci e pugni per fargli male e come poteva vedere ci riuscì. Diede al giovane un temibile set di colpi di kick-boxi.
Arghh … ma che … questo qui va proprio sul pesante pensò Henry.
Killer Shrike rise minaccioso.
“Dimmi, ne vuoi ancora stronzetto?”
Henry si riprese dalle botte.
“Se vuoi saperlo …”, disse per poi volare il più lontano possibile da lui.
“Ehi, te la dai a gambe?”
“Vuoi seguirmi oppure aspettare che io sia molto ma molto lontano da te, uccellaccio?”, lo provocò.
“Tu …” sibilò stufato di quel giochetto “Ora ti vengo a prendere!”, esordì iniziando a inseguirlo sui cieli di New York.
 
Nel frattempo nelle strade del Times Square …
Nella macchina della polizia, la detective Olivia Jones era a parlare con un collega al cellulare.
“Come diavolo è possibile che sia scappato?”, si alterò la donna.
“Mi spiace detective Jones ma abbiamo provato a …”, cercò di dire l’agente dall’altra parte del telefono.
“Cercatelo ovunque, anche nelle discoteche se necessario ma trovatelo.” lo interruppe lei spegnendo il contatto “Accidenti.”, borbottò poi tra se a se, alquanto irritata, continuando a girare nelle strade.
Improvvisamente però notò nel cielo due figure, delle quali una familiare, mentre l’altro no.
“Oh diavolo …” esordì, prendendo quindi una radio “Qui è la detective Jones, c’è in corso uno scontro tra superdotati diretti al Park Avenue. Ripeto uno scontro tra superdotati diretti al Park Avenue.”, continuò iniziando a inseguirli.
Nel mentre che la detective li seguiva, Henry e Killer Shrike se le stavano dando di santa ragione senza darsi tregua tra colpi di laser e scariche elettriche. Shrike, deciso di farla finita, gli tirò un bel gancio sinistro molto potente ma il giovane si parò con le braccia e rispose al gancio, colpendolo non solo con i pugni ma anche grazie ai suoi raggi laser.
“B-brutto …”, proferì Shrike, leggermente affiacato.
“Però, sei davvero duro per metterti al tappeto.”, disse Henry, continuando a colpirlo.
Mentre i due erano impegnati a darsi pugni e scazzottate, davanti a loro c’era un muro di qualche palazzo del Park Avenue e senza notarlo si scontrarono, cadendo giù nella strada.
Killer Shrike fu il primo ad alzarsi, sebbene con fatica a causa dei colpi subiti.
“Anf … anf … b-basta giocare adesso.”, replicò, non poco irritato e ansimante.
“Sai … anf, concordo.”, fu d’accordo il giovane riprendendo la posizione di difesa.
Il criminale dopo, urlò per la carica lanciandogli ancora le raffiche elettriche, ma improvvisamente una pallottola lo sfiorò proprio vicino ai suoi artigli e vide la detective che puntava la pistola a entrambi.
“Che …?”, domandò Henry sorpreso.
“Ancora tu! Ma non è possibile.”, ribatté Shrike, irritato “Odio a morte i piedi piatti.”, riprese, sparando ancora scariche elettriche, puntando però alla detective Jones.
Ma Henry fu più veloce e la salvò, caricandosela come una sacca di patate.
La povera detective sobbalzò dal gesto.
“C-che … che cosa fai? Mettimi giù!”
“E-ehi, non ti agitare per favore, guarda che ti ho salvato la vita.”
Shrike volò contro di loro per ucciderli, ma il giovane come sempre riuscì a schivarlo sebbene la povera malcapitata sentiva che poteva svenire tra un momento all’altro. Perciò Henry prese un pezzo del lampione e colpì Shriek a metà faccia della sua maschera a casco lanciandolo ad un albero, poi il ragazzo andò giù per far scendere la detective. La donna sentendo il suolo le sue gambe cedettero.
“Cavolo.”
“Prima volta che un eroe la salva e la porta in volo?”, chiese ironico il ragazzo.
La donna in risposta lo guardò male.
“Lo prendo come un sì!”
Poco dopo i due si voltarono al punto in cui il criminale si era schiantato.
Quest’ultimo si riprese, ma di conseguenza aveva il casco rotto e si poteva vedere il suo vero volto, quindi cercò di coprirsi il viso, suscitando la sorpresa della detective.
“Ma quello è … Maddicks!”
“Chi?”, domandò Henry, perplesso.
“ARRIVOOOO!”, urlò più forte Shrike ormai deciso di sistemare la cosa una volta per tutte.
Ma Henry e la detective Jones risposero, sparandogli laser e proiettili fino a che i laser del ragazzo riuscirono a colpire le sue ali meccaniche e il colpo subito costrinse a Maddicks di chiudere gli occhi cosa che gli costò molto, perché quando li riaprì si accorse che era troppo vicino al giovane e ricevette un bel pugno dritto in faccia facendolo cadere per terra e contorcere dal dolore preso e non dava segno di volersi alzare.
I due allora capirono che ormai lui era fuori gioco. Pochi minuti dopo arrivarono la polizia con le SWAT.
La donna iniziò a parlare.
“Grazie …”
“Eh …? Ah, prego!”, rispose il ragazzo.
“Sono indebito con te … purtroppo.”, esordì la detective.
“No, aspetta, lei non deve per forza essere in debito con me.”
“Dici?”
“Ehm … detective, brutte notizie.”, li interruppe un poliziotto.
“Riguardo a …”
“Cannon!” proferì “Non riusciamo a trovarlo.”
A quel nome Henry si congelò.
“Scusate, Cannon avete detto?”
“Sì, purtroppo è scappato all’ospedale nonostante era sotto stretto controllo.”, gli rispose la detective Jones.
O grande pensò infine il giovane preoccupato.
 
Nel frattempo nella base degli Avengers.
La Hammer e Pepper parlarono molto riguardo a Stark e dei problemi che ha avuto con il fratello di quest’ultima.
“Come puoi vedere mia cara Pepper, io non ho nessun rancore contro di te o di Tony.”
“Lo spero molto, sai, se c’è una cosa che ho imparato in questi anni e che non ti puoi fidare molto di un Hammer.”, disse Pepper.
“Puoi stare tranquilla mia cara, te lo posso assicurare.”, la tranquillizzò Sasha con uno dei suoi sorrisi persuasivi.
La donna poi vide nel tavolo da cucina una lista.
“Questo cos’è?”
“Quello? E’ una lista per la cena di domani. Sai domani sera ho degli invitati.”, rispose Pepper.
“Davvero? Oh beh, allora sarebbe meglio che me ne vada ma prima, potresti dirmi dov’è il bagno?"
Pepper le indicò dov’era il bagno e la Hammer andò nella sua destinazione, chiudendo la porta a chiave e improvvisamente aprì la sua borsa e tirò fuori un piccolo congegno che assomigliava ad un mouse del computer e lo nascose sotto un mobile del bagno.
“Avevi proprio ragione Pepper. Non ti puoi fidare molto di un Hammer.”, disse infine uscendo dal bagno e andare via.
 
 
 
 
Ciaooooooooooo a tutti! XD XD
Quanto è bello ritornare a scrivere ahahahah. Perdonatemi comunque per il ritardo, ma come sempre ho molte cose da fare e mi sono un po’ preso dagli studi.
Vabbè, comunque ritornando a noi cari lettori, ecco il secondo round di Henry e Killer Shrike che voi avete aspettato con pazienza spero che vi sia piaciuto molto e non vedrete l’ora di scoprire che cosa voleva fare la Hammer alla base degli Avengers? OOOOH, vi assicuro che le risposte le avrete amici miei! Adesso non vedo l’ora di preparare il prossimo capitolo dove il protagonista sarà a cena con suo padre e i suoi amici e che sarà diviso in due parti.
Ringrazio ancora per il sostegno e le recensioni e non le recensioni che mi date, in particolare a Sayman, EragonForever e BlazingStaR3D.
Ciao a tutti e divertitevi!!!! ;) ;) ;)
 

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Capitolo 11
*** Infiltrazione (parte 1) ***


Infiltrazione (Parte 1)








Smoak Technologies h 11:50 a.m.
“Riguardo al direttore dell’ospedale Henry, ha chiesto altre protesi per le braccia per tre pazienti.”, parlò Will sulle richieste di alcuni clienti.
“Capisco, ma dagliene altre scorte nel caso in cui avessero altri problemi.”, esordì il ragazzo.
Poco dopo il telefono del giovane squillò e Henry guardò per vedere chi era.
Rimase molto sorpreso nel vedere che Daniela gli aveva chiesto l’amicizia su Facebook, quindi accettò subito la richiesta, iniziando a scrivergli.
Ciao, ma come sei riuscita a trovare il mio profilo?, lo inviò.
“Tutto bene Henry?”, chiese Jason.
“Uh? Sì, va tutto bene!”, rispose
Gli arrivò un altro squillo. Daniela gli aveva appena risposto.
Ho scritto solamente Smoak e mi è apparso subito il tuo nome, chiamalo sesto senso del giornalista. ;)
Henry rise, divertito del messaggio.
Improvvisamente al ragazzo gli venne un’idea.
Ascolta, per caso stasera hai impegni?
No, perché?
Stasera sono a cena con degli amici e mi chiedevo se volevi venire anche tu rispose il giovane.
Certamente, verrò volentieri!
Perfetto, a stasera allora
A stasera!
Poi la conversazione finì e Henry sorrise soddisfatto, quindi chiamò Pepper per dargli la notizia.
 
Intanto nell’ufficio di Pepper …
Il cellulare della donna squillò e quindi l’ho prese per rispose.
“Sì?”
“Ciao Pepper, scusa se ti disturbo.”, la salutò Henry.
“Non disturbi puoi stare tranquillo, di cos’hai bisogno?”
“Riguardo a stasera, ho invitato un’amica che ho conosciuto da un bel po’. Volevo dirtelo in tal caso se per te e Tony sarebbe un problema.”
“No, certo che no Henry, anzi, Tony mi ha parlato che tu hai incontrato una ragazza del Daily Bugle e l’ha trovata simpatica, sarei contenta di conoscerla puoi invitarla tranquillamente.”
“Wow, grazie mille Pepper ti adoro.”, disse il giovane molto felice.
“Non … non c’è di che.”, rispose la donna, imbarazzata e felice allo stesso tempo.
 
Roxxon Oil Company; Studio di Dario Agger h 12:20 a.m.
Il sinistro Dario Agger, era nel suo ufficio a giocare con la sua pallina da golf e mentre stava facendo una buca dietro da lui apparì un uomo sui 40 anni, afro-americano, alto, con i capelli neri e gli occhi di colore opale.
L’uomo si sedette su una poltrona e tossì per farsi notare.
“Solo un secondo.”, lo ammonì Agger facendo un’ultima buca “Fatto.”
“Era ora.”, disse l’uomo.
“Mi chiedo ancora come fa a entrare e uscire senza che qualcuno lo noti, ma perché lo dico a fare dato che parlo con una spia signor Cross.”
“Va dritto al punto signor Agger.”
“Molto bene allora, dunque lei sa che Sasha Hammer le ha incaricato un compito molto importante.”
“Sì.”
“E che dovrà farlo stanotte.”
“Lo so, e spero che voi mi diate la mia ricompensa che la Hammer mi ha promesso.”
“Avrà la sua ricompensa solo se farà bene il suo lavoro signor Cross.”, lo guardò male Agger.
“Signor Agger, io faccio bene il mio lavoro, sempre.”
“Certo su questo ne sono sicuro, ma dovrà fare molta …”, disse Agger girandosi per parlare a faccia a faccia con Cross quando vide che non c’era più sulla poltrona “… attenzione.”
“Tsk, odio quando fa così.”
 
Base degli Avengers h 19:30
Quella sera era un magnifico momento per il giovane Henry, finalmente poteva fare la sua prima cena con suo padre Tony, sembrava un sogno ma invece era realtà al cento per cento. Comunque si sentiva in colpa per aver mentito a sua madre che stasera lui non sarebbe tornato, che era ancora al lavoro e che avrebbe fatto tardi.
“Ehi Henry?”, chiese Daniela vedendolo pensieroso.
“Uh, sì?”
“Sembri preoccupato, e per via di stasera?”
“Oh, no stai tranquilla Daniela e tutto ok.”, disse il giovane avvicinandosi alla porta e rivelandosi alla telecamera.
La porta si aprì rivelando la figura di Happy.
“Ah, sei arrivato Henry e … anche la giornalista.”, disse scrutando la ragazza.
“Ehm … sono senza macchina fotografica lo giuro.”
“E il video registratore?”, domandò.
“Neanche quello!”
“Ok, potete entrare su, su.”, gli incitò ai due ragazzi.
 “Ma fa sempre così?”, chiese Daniela a bassa voce rivolta a Henry.
“Conosco Happy da un bel po’, quindi credo di sì.”
I tre andarono verso la cucina e i due giovani guardarono Pepper che stava sistemando gli ultimi ritocchi del tavolo. Con lei c’erano anche Visione e Rhodey.
“Eccoli qui Pepper.”, disse il bodyguard.
“Ciao Henry, come stai?”, lo salutò la donna.
“Eh, eh, tutto bene. Ehi Pepper vorrei farti presentare Daniela.”
La ragazza citata si presentò.
“Salve mi chiamo Daniela Summer.”
“Piacere di conoscerti Daniela.”, disse Pepper porgendole la mano.
“Bene, ho il piacere di conoscere il giovane Henry Smoak. Tony mi parla spesso di te.”, parlò ora Rhodey al ragazzo.
“Lei sarebbe …”
“James Rhodes, ma puoi chiamarmi Rhodey!”
“E io sono Visione, beh … ci siamo già visti una volta.”
“Già.”, esordì il ragazzo ridacchiando, ricordandosi che aveva incontrato l’androide nel primo giorno che incontrò suo padre.
“Bene ora che ci siamo tutti, possiamo iniziare.”, parlò Tony dietro a Happy.
“Eccoti qui.”, scherzò Rhodey.
Tutti i presenti andarono sul tavolo, e ognuno scelse il proprio posto.
“Se permettete, vorrei avere il privilegio di dirvi … ‘Buon appetito a tutti’.”, disse Henry ricevendo molti ringraziamenti.
I padroni di casa e gli invitati iniziarono a mangiare i primi piatti di pennette al ragù con i funghi, una ricetta fatta da Pepper, e Henry e Daniela si complimentarono con lei. Al secondo piatto c’erano due vassoi uno fatto da Visione con seppie al forno con un pizzico di spezie, e uno fatto da Happy e da Tony con cosce di pollo in padella al rosmarino. I tre cuochi chiesero ai due ragazzi di provare i loro piatti per primi per vedere chi era il miglior cuoco, Henry dopo averli mangiati entrambi disse che erano deliziosi sebbene avevano esagerato con gli ingredienti.
E per ore continuarono a parlare.
“Lo sapevate che molti studiosi, ritengono che i camaleonti sono sordi di natura e che per comunicare fra loro usano delle vibrazioni dei rami degli alberi?”, chiese Henry.
“Sinceramente, non lo sapevo!”, rispose Daniela interessata alle teorie di Henry.
Pepper rabbrividì.
“Non ne voglio sapere di camaleonti o altri rettili, io … ho il terrore.”
“Su Pepper che male fa un camaleonte mica è velenoso”, la rassicurò Tony.
“Velenoso o no Tony, fanno impressione lo stesso.”
Tutti allora scoppiarono una fragorosa risata.
 
Intanto fuori nei boschi …
Una figura oscura era dietro a un albero vicino alla residenza degli Avengers e non era niente meno che William Cross. La spia vestiva di una tuta rossa scura da capo a piedi e nell’occhio sinistro aveva un binocolo con la lente rossa.Poi da dentro nel suo zaino tirò fuori un cellulare smart phone che in realtà era una vicetrasmittente che indicava dove Sasha Hammer aveva messo il piccolo congegno, ovvero nel bagno. Allora Cross attivò il congegno e si trasformò in un piccolo robottino con quattro zampette simili a un ragno, facendolo muovere sui dispositivi di sicurezza che erano proprio dentro a un mobile rettangolare della sala grande e quando il mini-robot arrivò lì si inserì nei codici di sicurezza disattivandoli tutti da dentro e fuori dalla residenza. Il primo obbiettivo di Cross andò bene ora non doveva far altro che mandare il mini-robot nella stanza di Stark.
Perfetto ora devo muovermi anch’io nella stanza di Stark pensò avviandosi al suo prossimo obbiettivo.




Personaggi apparsi:
 William Cross/Crossfire interpretato da Michael Ealy



Ehilà gente, rieccomi di nuovo al lavoro dopo settimane di fatica a finire la prima parte del capitolo! XD

Allora, come potete vedere eccovi un altro cattivo che stavolta è uno privo di super poteri ma grande esperto nello spionaggio. Che ne dite, un’ottima idea della serata a cena tra Henry, suo padre e i suoi amici eh? Secondo voi il loro rapporto diventerà molto solido oppure un giorno qualcosa lo farà crollare?! Comunque spero che gradiate molto questo capitolo e spero che la seconda parte lo sarà molto di più, e vorrei ringraziarvi ancora per avermi seguito la storia recensita o non, vi adoro tutti in particolare a Sayman, EragonForever e BlazingStaR3D.
Ciao e alla prossima!!!! ;) ;)
 
 

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Capitolo 12
*** Infiltrazione (parte 2) ***


Infiltrazione (parte 2)














Intanto nello alla Smoak Technologies …
La madre di Henry era molto rattristata che suo figlio non potesse venire a casa per il fatto che era impegnato al lavoro, così decise di fargli una sorpresa, ovvero che sarebbe andata lei da lui. Quando entrò si presentò alla segretaria e passò senza problemi fino allo studio di Henry ma quando arrivò lì di lui non c’era traccia.
“Henry?”, chiese la donna senza ricevere risposta.
Allora provò a controllare in camera sua, nel bagno, nella sala ma niente.
“Ma dove sarà?”
La donna si avvicinò al tavolo dello studio e vide un foglio e lo lesse.
“Ma che …”, si interruppe quando notò che Will entrò nello studio.
L’uomo fu scioccato di vederla.
“Amanda …”
“Jason, dimmi cosa significa questo!”
 
Nel frattempo alla base degli Avengers …
I nostri diretti interessati continuarono a parlare e ridere di fatti accaduti o di barzellette uscite a caso. Tutti loro stavano parlando eccetto uno, Visione, quest’ultimo dopo che tutti risero per le parole di Pepper sulla sua paura dei rettili decise di stare fuori dal balcone per prendere una boccata d’aria se e così che lo può definire dato che è un androide. Henry vedendolo lì fuori solo decise di fargli compagnia.
“Tutto bene?”, esordì.
“Sì ragazzo!”, rispose l’androide.
“Mi sembri pensieroso, cosa un po’ strana visto che tu sia un androide, però vedendoti così sembri più umano. Ma non pensare male ok? Io non giudico nessuno!”, disse Henry alzando le mani in segno di scuse.
“Oh, non ti devi preoccupare Henry. So che tu non diresti nulla di male alla gente o a quelli come me, e solo … che ero in pensiero per un’amica.”
A quella rivelazione il giovane strabuzzò gli occhi.
“Eeeeh, scusami per la domanda un po’ inopportuna ma è un’androide come te oppure …”
“Come te, sì, ma ha dei super poteri.”
“Oooh!”, esclamò l’altro stupito.
“Si chiama Wanda, è una persona molto speciale per me.”, disse Visione.
“E fammi capire bene, questa ‘Wanda’ ti piace?”
A quella risposta Visione diventò rigido.
“E-ehm … non so …”
Cavolo colpito nel segno pensò Henry ma poi riprese a parlare.
“Scusa se te lo dico ma, perché non gli dici quello che provi? Sono certo che lei ti ricambierà.”
“Non saprei Henry, il nostro rapporto è stato complicato. E’ successo a causa degli accordi di Sokovia, ci siamo scontrati in due fazioni opposte per via di un amico di Rogers, Bucky Barnes …”
“… Il Soldato d’Inverno! Sì, ne ho sentito ai notiziari.”, disse Henry rattristato della cosa.
“Quello che mi ha fatto star male di più, e che lei finì in prigione.”
“Mi dispiace.”
“Ma … lei riuscì a scappare grazie con l’aiuto del capitano. Ora vive in clandestinità.”, disse l’androide.
“Se lei è libera, perché non sei andato da lei?”, chiese il giovane.
“Forse perché, ho paura. Paura che se ci rincontrassimo le cose fra noi potrebbero solo peggiorare.”
“Chissà, non puoi saperlo se non provi a farlo.”, esclamò infine il ragazzo sicuro.
 
Ora nella sala …
Tony vide la discussione tra Henry e Visione riguardo a Wanda. Sorrise quando suo figlio consigliò a quest’ultimo di fare lui la prima mossa e di rimettere a posto il rapporto tra lui e la ragazza.
“E’ bravo!”, parlò una voce, ovvero Rhodey.
“L’hai capito vedo.”
“Sì, è dall’ora della cena che ho visto che è un bravo ragazzo, uno che dà fiducia alla gente, uno di cui ci si può fidare. Mi ha raccontato quello che fa, quello che la sua azienda fa alla gente. E’ uno che cerca di fare la cosa giusta.”
“Vero!”, esordì Tony.
“Sai che ti dico? Porto una cosa.”, disse Rhodey iniziando a salire sul secondo piano.
“Che cosa?”
“Lo vedrai Tony!”
Così l’amico di Tony andò sopra per prendere nella sua stanza alcune foto super imbarazzanti di Tony che quest’ultimo vorrebbe che sparissero. Quando arrivò nel corridoio proprio vicino alla porta della stanza sentì improvvisamente dei piccoli rumori. Aprì lentamente la porta, e vide un uomo sul computer di Tony che ha inserito una chiavetta USB. Rhodey si avvicinò molto piano.
“Ehm, Ehm.”
“Un’attimo!”, disse Cross.
“Tu sei tutto tranne che un tecnico, quindi e meglio che tu cominci a parlare o ti pesto a botte per farti rimpiangere di essere entrato qui.”, lo minacciò Rhodey.
Cross non se ne preoccupò, rimase in silenzio per pochi secondi.
“Il colonello James Rhodes giusto?”
“Esatto, ma sono anche l’ultimo uomo che qualcuno oserebbe minacciare. Ti sei guadagnato un bel guaio amico, ed e anche di quelli brutti.”
“Me ne frego di quello che dici.”, parlò ancora Cross continuando a schiacciare i tasti del computer.
“Ok, io non l’ho ripeto due volte: o ti arrendi subito o chiamo subito i rinforzi”, disse Rhodey.
Ma Cross sembra non ascoltarlo e dopo che ebbe preso la chiavetta guardò Rhodey come per farglielo intuire.
“Sai, so riconoscere quando qualcuno fa un bluff, e tu … ne stai facendo uno proprio adesso.”, sorrise iniziando ad alzarsi piano.
E così incominciò un combattimento corpo a corpo tra Rhodey e Cross, quest’ultimo saltò dal tavolo per assalirlo con ferocia e i due caddero a terra. Cross sferrò alcuni pugni violenti a Rhodey ma lui si difese e lo colpì con un montante sulle costole facendogli male. L’uomo infiltrato resisté al dolore ma fu costretto a rialzarsi facendo guadagnare all’amico di Tony il tempo di rialzarsi e andare alla carica verso di lui sbattendolo su un armadio per cercare di bloccarlo e colpirlo con tutta la forza che aveva, usando ganci e montanti, Cross riuscì a parare i colpi e rispose colpendolo con una ginocchiata piegandolo in due. Rhodey tossì per il colpo subito ma cercò di resistere ritornando alla posa di difesa e vide che Cross fece pose di combattimento di Mua-thay che Rhodey riconobbe molto bene dato che alla accademia militare lo insegnavano. Cross lo attaccò con diversi attacchi di pugni e gambe riuscendo a colpirlo e mettendolo a terra. Gli stava dando il colpo di grazia fino a quando qualcuno non lo fermò dandogli un bel diretto destro.
“Ho fatto bene a venire.”, disse Happy soccorrendo a Rhodey.
“Ouch, grazie!”, lo ringrazio rialzandosi.
“Come stai?”
“Ho avuto i miei giorni migliori, ora chiama Tony prima che …”, parlò Rhodey guardando il suo assalitore, ma lui non c’era “Oh no.”
Senza perdere tempo i due corsero giù per avvertire Tony. Quando li videro, Tony si allarmò per le condizioni del suo amico.
“Rhodey, cos’è successo?”
“Mi spiace Tony, c’era un uomo dentro in camera tua. Ho provato a fermarlo ma non sono riuscito …”
“Non ti preoccupare, adesso ci penso io!”, esordì lui attivando F.R.I.D.A.Y. “Ehi F.R.I.D.A.Y. abbiamo un problema.”
“Si, signor Stark, qual’è il problema?”, chiese l’intelligenza artificiale.
“Qualcuno è entrato nella struttura, com’è possibile?”
“Ricerco subito.” Esordì per poi prendersi qualche secondo e riprendere a parlare “Sembra che qualcuno abbia mano messo tutti i sistemi di sicurezza, usando con qualche virus digitale.”
“Sai almeno dirmi dov’è adesso?”
“Sta andando nella zona Ovest della struttura.”
“Visione?”, chiese Stark.
“Vado!”, rispose l’androide avviandosi per inseguire l’intruso.
“Tony. Papà.”, dissero Pepper e Henry.
“Pepper, voi restate qui con Happy e Rhodey. Io intanto vado a dar man forte Visione.”, esordì Tony ordinando a F.R.I.D.A.Y. di portargli l’armatura di Iron man.
Henry fu molto preoccupato e anche frustrato dalla situazione, proprio ora che poteva avere una serata tranquilla con suo padre e i suoi amici, viene rovinato da qualche infiltrato sconosciuto venuto qui per chissà cosa. Voleva dare una mano a Tony ma senza la sua armatura non poteva fare granché se non quello di tranquillizzare Daniela che alla fine sarebbe andato tutto bene.
 
Zona Ovest della struttura degli Avengers …
Cross corse come un diavolo per evitare che venisse preso dagli Avengers, correndo nelle zone da allenamento con a fianco l’uscita improvvisamente apparì da sotto il suolo Visione.
“Oh, ca …”
“Fermati!”, ordinò Visione.
Cross rimase fermo, immobile come se fosse una statua.
“identificati.”, riprese a parlare Visione.
“Identificarmi?”, domandò quello, sorpreso.
“Certamente!”
A quella risposta Cross ridacchiò e nella sua manica sinistra apparì un piccolo oggetto rettangolare con un pulsantino rosso e quest’ultimo lo premo.
“Cosa ti servirebbe?”, chiese Visione restando sulla difensiva.
“Stai tranquillo, non è per ucciderti … no no no … è per chiamare rinforzi.”
“Chi?”
Improvvisamente si sentì un qualcosa muoversi nell’aria, e quando Visione lo sentì venne attaccato alle spalle.
“Ehi, ehi genteeeeeee!”, urlò l’uomo di nome Killer Shrike.
Visione cadde a terra ma si riprese subito.
“Fatti sotto, robottino.”, disse Shrike.
L’androide quindi, lo attaccò.
Cross vedendo lo scontro tra i due vide l’occasione per fuggire.
“Perfetto, ora devo solamente tagliare la corda.”
“Nei tuoi sogni.”, proferì ora Tony con il modello Iron man Mark XLVII.
“Oooh, ma guarda il grande Tony Stark.”, ironizzò Cross, tirando fuori dallo zaino una pistola automatica.
Gli sparò ma l’armatura di Iron man era molto resistente, ma questo non lo preoccupò perché lui lo voleva solo rallentarlo e perciò iniziò di nuovo a correre.
Tony lo seguì nonostante viene colpito dai proiettili del nemico.
E’ un osso duro pensò Cross.
“Hai fatto del male al mio amico.”, disse Tony furioso.
Si ricordava ancora a quello che gli è successo a Rhodey durante lo scontro con Rogers, non voleva che si ripetesse ancora.
“Eh eh … che posso dire nel mio lavoro capita, ogni tanto.”, rise la spia, prendendoci gusto.
Intanto nello scontro nel cielo tra Visione e Shrike, i due cercarono di schivare i loro rispettivi colpi, uno schivava il laser giallo che l’androide faceva uscire dalla gemma mentre l’altro dagli artigli elettrificati del criminale.
“Chi siete tu e l’altro? Che cosa volete?”, domandò Visione dopo un po’.
“E tu pensi che te lo racconterei senza problemi?!?”, rispose secco Shrike.
“Speravo di sì!”
Nel frattempo, Iron man cercò di colpire Cross ma purtroppo si rivelò difficile nel centrarlo dato che lui continuava a sparargli.
La spia, stufo della situazione, decise di usare una via d’uscita.
“Ora basta.”, sussurrò Cross tirando ancora fuori dallo zaino una granata flash lo lanciò dritto a Stark.
La granata esplose davanti a lui accecandolo per brevi minuti.
“Ehi Shrike, andiamocene!”, gli urlò.
Shrike sentì Cross e fece la stessa cosa che ha fatto la spia, lanciò la granata flash a Visione accecandolo per pochi minuti e ne approfittò per prendere Cross e portarlo via il più lontano possibile.
Tony e Visione si ripresero dal colpo di flash ma non appena i loro occhi tornavano normali i due nemici erano spariti.
“Maledizione.”, disse frustrato Tony.
Ormai non potendo inseguirli, i due decisero di vedere gli altri per vedere se ora stavano bene.
Arrivati nella sala, i due diretti interessati vennero assaliti con molte domande.
“Tony, me no male stai bene? Capo l’ha preso? Ehi papà com’è andata?”
“Ehm ragazzi, forse se li lasciamo respirare un attimo ci diranno tutto.”, disse Rhodey ripreso.
“Ci sono sfuggiti!”, disse Visione.
“Chi?”, chiese Henry.
“Una spia e c’era con lui, un complice.”
“E per caso sapete che era?”
“No!”
“Henry, forse è meglio se tu e la tua amica tornaste a casa.”, esordì Tony.
Il ragazzo si rattristò, la serata è andata male, e cosa poteva andare di peggio?
 
Hammer Industries h 1:30 a.m.
Sasha Hammer era seduta tranquilla su una poltrona, e leggeva un libro di enciclopedia. Dopo che era quasi alla fine del libro senti quattro passi, ed entrarono Cross con Maddicks.
La donna li scrutò.
“Missione compiuta.”, disse Cross dando a lei la chiavetta USB.
“L’infiltrazione, com’è andata?”, chiese Hammer.
“Beh, era andata tutto bene finché non mi hanno scoperto e abbiamo fatto qualche casino ma per fortuna …”
Lo interruppe Maddicks.
“Siamo riusciti a cavarcela.”
A quel punto Sasha si prese il PC portatile e inserì la chiavetta e quello che vide la sorrise come se Natale fosse arrivato in anticipo.
“Perfetto!”
 
 
 
 
Personaggi solamente citati
Wanda Maximoff/Scarlet interpretata da Elizabeth Olsen: Apparsa in Avengers: Age of Ultron e in Captain America: Civil War
Steve Rogers/Captian America interpretato da Chris Evans: Apparso in Captain America: Il primo Vendicatore, Avengers, Captain America: The Winter Soldier, Avengers: Age of Ultron e in Captain America: Civil War
 
 
 
 
Fatto anche questo, evvai!!!!! XD
E sì amici, fare un capitolo diviso in due parti non è mica tanto facile, ma comunque divertente. Spero che vi sia piaciuto la seconda parte del capitolo “Infiltrazione”?!
E’ stato davvero spettacolare voi che dite, stavolta Henry non ha potuto fare granché senza la sua armatura era inevitabile che la parte dell’eroe toccava ad Iron man … cioè Tony e gli altri voi che dite eh? IHIHIHIH! Chissà cosa ha preso Cross nel computer di Tony e che cosa c’era di così importante che (a quanto pare) la Hammer lo voleva? E poi cos’ha scoperto la madre di Henry? Bisogna scoprirlo più avanti nella storia amici lettori! Già! XD
Vorrei ringraziare ancora a tutti voi che lo leggono e che lo recensite o non, in particolare a Sayman, EragonForever e BlazigStarR3D con tutto il cuore ;) ;) ;) ;)!!!!
Ci vediamo alla prossima!!!
 

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Capitolo 13
*** Sfiducia ***


Sfiducia












Queens; casa di Amanda Smoak h 2:20 a.m.
Dopo il terribile casino nella base degli Avengers, Henry e Daniela furono riaccompagnati da Happy nelle loro rispettive case. Il ragazzo chiese al bodyguard di fermarsi non tanto vicino a casa sua e quando fu sceso dalla macchina si avviò a nella dolce casa dov’era cresciuto.
Mentre camminava il ragazzo sospirò.
“Huff, certo che la serata non è proprio andata nelle migliori.”
Poco dopo aprì la porta e vide l’ultima persona che avrebbe voluto vedere proprio quella stasera. Sua madre.
Fu sorpreso di vederla sveglia, seduta sulla sedia che lo scrutò in un modo che lui non aveva mai visto.
“Ehi …”
“Dov’eri Henry?”, chiese sua madre.
“Ehm … ero nella mia azienda mamma.”, mentì il giovane.
“Davvero?”
“Sì, certo!”
“Che strano!”, disse Amanda.
“Strano cosa?”, domandò il figlio, perplesso.
Sua madre a quella domanda sospirò.
“Beh, io ero venuta alla sera per vederti, per farti una sorpresa ma a quanto pare … l’ho avuto io la sorpresa.”
Henry diventò nervoso e lei lo notò subito.
“Tu non c’eri nello studio! Ho provato a vedere se eri da qualche parte ma improvvisamente ho visto questo.”, tirò fuori un foglio che Amanda aveva letto e lo porse sul tavolo per farlo leggere al figlio.
Il ragazzo si avvicinò e vide le cose che aveva scritto sulla sua giornata con Tony.
“M-mamma …”
“Quindi stai frequentando lui, non è così?!? Da quanto sta andando avanti?!? E non ti azzardare a dire altre stronzate di bugie!”
Henry esitò per quella risposta.
“D-da … da questa settimana!”
Amanda in quel momento cercò di sopprimere la rabbia che aveva.
“Perché?!? Perché?!? PERCHE’ MI HAI MENTITO PER TUTTO QUESTO TEMPO?!?”, sbottò.
A tutte quelle domande Henry strinse i pugni.
“Mi stai chiedendo a me perché? A dir la verità sono io a chiederti perché non mi hai voluto dire niente riguardo a lui mamma, perché?”
“Non puoi capire Henry, sei ancora … troppo giovane per questo.”
“Non posso capire?!? Non sono più un bambino mamma!”, si alterò il giovane.
“Per me sei ancora un bambino, quindi ti tratto come tale.”
A quelle parole, Henry pensò subito su dove sua madre voleva arrivare.
Non vorrà …
“Henry ti proibisco di entrare in contatti con lui!”, disse con autorità.
“Non puoi.”
“Si che posso.”
“Ma chi credi di essere?!?”, esclamò perplesso il giovane.
“Sono tua madre!”
“No! Una madre dovrebbe dare appoggio al proprio figlio in qualunque situazione! Non tenergli un guinzaglio e dirgli cosa deve o cosa non deve fare! NON PUOI CONTROLLARE LA MIA VITA!”, urlò infine Henry per poi correre fuori.
Amanda restò per pochi minuti in silenzio per poi dire in sussurro.
“Henry …”
Il ragazzo correva, correva senza un punto preciso a causa di tutta quella rabbia e tristezza che stava provando in quel preciso momento.
Diavolo … perché?
 
Base degli Avengers h 9:00 a.m.
Dopo il disastro di ieri sera, Tony chiamò alcuni tecnici e serramentisti per mettere a posto la loro casa.
“Ma guarda, 120.00 $ per due finestre? Che avvoltoi!”, disse Happy.
“Da quando sei spilorcio?”, chiese il suo capo.
Ma il bodyguard non rispose alla sua domanda e Tony quindi chiamò F.R.I.D.A.Y.
“Allora cara, dimmi se hai l’immagine di quell’uomo di ieri sera che ci ha attaccati.”
“Controllo!”, affermò la voce digitale per poi controllare, ma dopo qualche minuto rispose “Non ho trovato nulla sui database criminali, per il sospettato.”
“Rhodey ieri mi ha detto che quel tipo aveva usato ogni tecniche di combattimento tipiche militari. Vedi se trovi database dell’esercito su di lui.”, ordinò Stark.
“Ma certo!”, esordì infine F.R.I.D.A.Y.
“Sospetta che sia qualche soldato dell’esercito americano sbattuto in galera?” parlò ora Happy.
“No, congedato con disonore!”
“Ne sei sicuro?”, domandò Pepper.
“Non vedo altra ipotesi.” esordì Tony per poi sospirare “Come sta Rhodey?”
“Lui sta bene, Visione è con lui, per fortuna non ha nulla di grave a parte qualche livido in faccia e nelle altre parti superiori del corpo.”, disse la donna.
Improvvisamente il cellulare di Pepper squillò.
“Si chi è?”, chiese.
“Buongiorno Pepper sono Jason.”, rispose Jason.
“Oh, ciao Jason.”, salutò la rossa.
“Chi è?”, domandò Stark, curioso.
“E’ Jason il segretario di Henry nonché amico di famiglia.”, spiegò Pepper.
“Da quando hai il suo numero di cellulare?”, chiese adesso Happy.
“Scusate ragazzi ma … devo parlare con lui adesso, vi spiego dopo.” replicò Pepper “Dimmi pure Jason!”
“Per caso Henry e lì da voi?”
“No, alle 2:20 lo abbiamo accompagnato a casa sua perché?”
“Ecco sua madre mi ha chiamato stamattina è lei ha parlato con lui dicendo che l’ha scoperto Pepper, sai cosa intendo?”
La donna spalancò la bocca capendo subito cosa intendeva.
“Sì, capisco e poi che è successo?”
“Hanno litigato, si sono detti cose che non avrebbero voluto dirsi. Dopo che ho finito con lei ho provato a chiamarlo ma non risponde, pensavo che fosse con te.”
“Mi dispiace Jason ma sinceramente non ho idea su dove sia.”, disse Pepper rattristata.
“Ehi Pepper c’è qualcosa che non va?”, chiese Tony notando lo sguardo triste della donna.
“Tony … ecco, sua madre a scoperto tutto e loro …”
 
Nel frattempo alla casa di Tessa e Lucas Stein …
Henry dopo aver litigato con sua madre e per evitarla di vedere per un bel po’, decise di stare dai gemelli e quest’ultimi dissero che poteva stare da loro quanto voleva. E sì, aveva davvero dei ottimi amici.
“Dunque ricapitoliamo, tu e tua madre avete fatto la classica litigata tra madre e figlio non e così?”, disse Lucas.
“Sì, e ho visto mia madre arrabbiata per qualcosa ma questo è stato molto peggio.”, parlò Henry sorseggiando una tazza di latte.
“Forse ha avuto le sue buone ragioni per esserlo.”, rispose la gemella “Lei era fiduciosa che tu non avresti avuto niente a che fare con Stark ma tu beh, hai come dire ‘tradito la sua fiducia’.”
“Ma non capisco perché non vuole che gli parli o che posso creare un rapporto con lui. Non riesco ancora a capirla.”, sbuffò il ragazzo.
“Forse riguarda a quello che è successo in passato quando erano giovani.”, disse ancora Tessa.
“Non so.”
Lucas, vedendo l’atmosfera tesa, ebbe una proposta.
“Ehi, vi va di guardare un film?”
“Ottima idea fratello.”
“Ci sto, che film guardiamo?”, chiese l’amico dei gemelli.
“Jackie Brown!”, esordì il biondo.
 
Dipartimento di polizia di New York h 10:28 a.m.
La detective Jones era seduta sulla sedia della scrivania parlando con una persona nel cellulare.
“Capisco … si certo, certo … tesoro ascolta, tu pensa solo allo studio al resto ci penso io capito?  … bene … si ti voglio bene anch’io, ciao.”
Poco dopo aver terminato la chiamata arrivò lì un poliziotto.
“Detective Jones, ho qui i fascicoli che lei mi ha chiesto.”
“Bene, grazie!”, disse la donna controllando il fascicolo di Simon Maddicks e del suo certificato di morte “Rapina mano armata … omicidio plurimo … morto durante una rissa in carcere. Strano … davvero strano.”
 
Intanto di nuovo alla casa di Tessa e Lucas Stein …
Il trio guardò ancora il film e ogni tanto commentarono riguardo agli atteggiamenti dei protagonisti o di alcune scene un po’ forti.
“Dio che donna è quella Jackie!” disse Tessa meravigliata del personaggio “Se fossi una donna come lei …”
“Come lei? Sul serio?”, parlò contrario suo fratello.
“Certo, perché, hai forse qualche problema con le donne come lei?”
“No, sto solo dicendo che tu non riusciresti a fare la metà di lei. Tutto qua.”, esordì stuzzicandola in testa.
E così i due gemelli si bisticciarono e Henry invece era lì ad assistere un’altra scena ridicola come al solito. Nonostante fosse lì con loro a guardare un film, il giovane non si tolse l’immagine di sua madre che gli ordinò di non frequentare Tony, quel ricordo lo fece innervosire, tanto che non riuscì a divertirsi.
A quel punto il giovane si alzò.
“Ah ragazzi, io vado fuori a rinfrescarmi le idee.”
I due gemelli all’improvviso si bloccarono per guardarlo.
“EEEEEEEH? Ma come?”, urlarono insieme.
“Avete sentito bene, vado fuori a togliermi tutti i pensieri.”
“E come, andare al parco e dare da mangiare ai piccioni?”, chiese Lucas.
“Oppure, metterti l’armatura e sventare qualche crimine?”, chiese a sua volta Tessa.
“Mmmh, scelgo la seconda scelta.”, esordì infine Henry ricevendo due sguardi diversi: una col sorriso a trentadue denti, l’altro invece beh con la bocca spalancata.
 
 
 
 
 
Ciao a tutti voi lettori, finalmente fatto anche il tredicesimo eh eh eh.
Non è stato per niente facile se voglio essere sincero ma scrivere un testo dove Henry e sua madre litigano non è mica un gioco da ragazzi.
Comunque tornando alla storia, vi è piaciuto questo capitolo non è vero? La madre di Henry ha rivelato la sua parte furiosa che dite? Pepper scopre grazie a Jason che lei ora sa tutto e purtroppo Tony ne è informato dell’accaduto. In che modo potrà reagire ora Stark con la sua vecchia fiamma? E come mai Maddicks è creduto morto dalla polizia, come è possibile che uno che è morto e di nuovo alla vita?
Ci sono alcuni misteri che devono essere svelati ma per questo bisogna scavare di più a fondo … seguendo la storia amici miei.
Ringrazio a tutti voi quelli che recensiscono e chi no che mi seguono in particolare a: Sayman, EragonForever e BlazinStarR3D.
Alla prossima ;) ;) ;)!!!

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Capitolo 14
*** Un nuovo amico ***


Un nuovo amico



 


 






Forest Hills; Queens h 11:50 a.m.
“Dai sul serio!? Aveva solo questi!?”, urlò il rapinatore grasso al suo socio.
“Certo.”, disse l’altro però mingherlino.
“Cavolo, rapinare un negozietto del genere per due stupidi dollari io…”
“Ehm, ehm …”, disse Henry con la sua armatura dietro alle due moto dei due malcapitati.
“Che ca …”, disse il mingherlino.
“Ah no, niente parolacce bello.”, esordì colpendolo con il laser.
L’altro, quello grasso nervoso iniziò a fuggire.
“Va al diavolo.”, disse.
Così il giovane lo inseguì, nelle strade del Queens dato che il ladro sorpasso le macchine a zig e zag invece il giovane eroe era sopra di lui scossando la testa perché gli faceva pena da morire. Henry si chiese alcune volte sul come mai i criminali il giorno d’oggi erano incapaci oppure o meno organizzati, ma questo dava poco importanza dato che quest’ultimo stava attraversando il ponte.
“Ehi senti, che ne dici se ti fermi tanto ti prenderò lo stesso.”
Ma il grassone non lo ascoltò.
“Uff, e va bene.”, disse il ragazzo puntando il bersaglio.
Ma quando stava caricando il laser, qualcosa prese il delinquente dal lato destro. Era una sostanza bianca, sottile e appiccicosa che lo avvolse su tutto il corpo, e lo appese nel muro.
Henry dietro la maschera d’acciaio, spalancò gli occhi e allo stesso tempo la bocca.
“Eh …”
“Scusami tanto, ho visto che lo stavi inseguendo senza fare qualcosa.”, parlò colui che ha lanciato la sostanza sottile.
“C’è l’avevo in pugno!”, protestò Henry.
Il giovane Smoak vide molto bene la persona con cui sta parlando, aveva un costume rosso e blu con in mezzo al petto il simbolo di un ragno di colore nero.
“Aspetta, io ti conosco tu devi essere …”
“… lascia che mi presenti io. Sono Spider-man!”, esordì Spidey “Tu invece come ti chiami?”
“Ecco … io … ancora non ho scelto un nome da eroe.”, disse imbarazzato Henry.
“Oh cavolo, sai prima ti avevo preso per il signor Stark ma poi mi sono un attimo chiesto che lui non inseguirebbe un pesce piccolo, per piccolo sai cosa intendo.”
“Sì, capisco perfettamente.” esordì, per poi fare una pausa e riprendere “Ehi, so che è molto difficile chiedertelo ma … come, hai avuto questi meravigliosi poteri?! No, perché sono fantastici. Ho sempre desiderato sapere tutto di te.”
“Oh, beh come potrei spiegartelo ...”, disse nervoso Spider-man.
Henry pensò a come glie lo avrebbe raccontato, e ad un tratto nella sua mente si fece un’idea davvero scioccante.
“Se ti fa star bene ti svelo chi sono.”
“Cheee?!”
 
Brand Corporation: società sussidiaria della Roxxon h 12:00 a.m.
“Come sarebbe a dire che sono morti nel test H?!”, urlò Agger ai suoi scienziati.
“Signore, ci abbiamo provato tre volte e ogni volta che gli diamo il siero, le loro cellule lo rigettano uccidendoli.”, spiegò una donna.
“Allora provatene su altri, aumentate la dose del siero accidenti. Voglio dei buoni risultati, non dei pessimi risultati, avete capito?”
“F-faremo del nostro meglio, signore.”, disse un altro.
“Lo spero per voi.”
 
Intanto nella Casa di Amanda Smoak…
Amanda stava annaffiando le rose con tranquillità, anche se in realtà lo stava facendo solo per togliere tutta la tensione cha ha avuto con suo figlio. Era ancora tramortita per le parole che Henry le disse ieri notte, si rattristò molto per quell’episodio quando …
“Ciao, Amanda.”, parlò una voce che alla donna ricordò tanto bene e che non credeva di risentire.
“Tony?”, chiese, sorpresa.
“Sei ancora più bella di come me lo ricordavo.”, disse Tony guardando bene la sua ex fiamma.
“Che ci fai qui?”
“Credo che tu lo sappia già.”
La donna sospirò.
“Te la detto Henry, non è così?”
“Me la detto il vostro amico Jason, ha spiegato cos’è successo.”
“Bene, se ti ha spiegato cos’è successo te ne puoi andare.”, proferì acida.
“Non del tutto … ci sono alcune cose che tu mi dovresti dire.”, esordì Tony deciso.
“E di cosa, Tony eh?”
“Sul perché? Perché non vuoi che Henry parla con me, e perché non mi hai mai detto di essere incinta?”
La donna rimase immobile per la domanda e per poi sospirare.
“Vieni dentro …”, mormorò.
Tony la seguì dentro casa sua, e quando entrò vide alcune foto di lei e Henry da bambino fino al giorno della sua laurea, felici.
Amanda arrivò nella sala con in mano un assegno da 500.000 $
“Che significa?”, chiese Tony confuso.
“Quando ho scoperto di essere incinta, venni da te a dirtelo ma incontrai tuo padre, gli raccontai quello che è successo è lui sai cosa mi chiese? Di non rivelarti niente … secondo lui non eri pronto per essere un padre!”, confessò la donna.
Tony fu scioccato da quella verità. Suo padre davvero gli avrebbe detto di non dirgli nulla.
“Impossibile, mio padre era una persona difficile ma … non avrebbe mai fatto una cosa del genere.”
“Ma l’ha fatto Tony, e mi diede questi soldi per non solo per tacere ma anche per dare un futuro a mio figlio. Ma io non li ho mai usati.”
“Come mai?”
“Secondo te perché Tony? Volevo farlo crescere come una brava persona che aiuta la gente, non come un playboy che si diverte a sbeffeggiare i reporter o filtrare una ragazza, portarla a letto e metterla incinta.”, si alterò Amanda.
A quelle parole Stark scosse la testa per poi sospirare nuovamente.
“Amanda ascolta, non sono più quella persona non più.”, disse Tony.
“Certo, lo so che sei cambiato. Quello che ti è successo con i terroristi, all’invasione degli alieni, Sokovia e vero ma dimmi ora Tony, pensi che sarebbe un bene che Henry viva con te … nel tuo mondo?!”
Nel sentire ciò Tony spalancò gli occhi e dischiuse le labbra dalla sorpresa.
Era vero Tony non ci aveva mai pensato. Se Henry restava con lui poteva rischiare di essere in grave pericolo. Ma quando Henry era entrato nella sua vita aveva visto in lui felicità, una felicità che Tony non aveva mai visto e non voleva rovinare quel rapporto che lui e suo figlio avevano creato. Dopo ancora qualche momento di riflessione guardò la donna negli occhi, lo sguardo serio.
“Amanda, so che ora per te è molto difficile e so che stai solamente cercando di proteggerlo. Ma farlo allontanare da me adesso … non credo che sarebbe un bene anzi, credo che Henry abbia almeno il diritto di conoscere il proprio padre. Ti prego Amanda fallo almeno per tuo figlio.”
La donna sentendo quelle parole non seppe cosa dire. Aveva ragione … dannatamente ragione. Era vero, voleva solamente proteggerlo, ma se in quel modo avesse impedito a Henry di conoscere meglio suo padre e di non avere più contatti con lui … molto probabilmente il rapporto già incrinato che avevano si sarebbe spezzato del tutto e questo non avrebbe potuto sopportarlo. Alla fine sospirò.
“E … e va bene.”, mormorò semplicemente.
 
Nel frattempo in una zona del Queens…
“Cavolo, devi aver proprio fatto un sacco di cose meravigliose.”, disse Spider-man, ovvero Peter Parker dopo che i due si sono presentati con i loro veri nomi.
“Sì, creare quest’armatura è stato una delle cose di cui vado fiero.”, parlò Henry.
“E dimmi, hai per caso sconfitto qualche alieno, un super essere?”, chiese Peter.
“Beh, ho avuto a che fare con due strani personaggi uno, era un mutante e l’altro invece indossava un costume di alta tecnologia.”, spiegò per bene l’altro.
“Che figata, sono invidioso sai … il signor Stark mi arruolò per un solo giorno per bloccare Cap quella volta all’aeroporto.”, esordì facendogli vedere un video dello scontro.
“Ma va!”
“Forte eh?!”
“Certo …”, disse Henry. Ma improvvisamente, nel pensiero del ragazzo apparì sua madre la loro litigata “Ehi, Peter?”
“Sì!”
“Tu hai qualcuno a qui tieni molto?”, chiese.
“Sì, mia zia May lei è come una madre per me.”
“E ti sei mai chiesto di rivelarli, ogni cosa?”
“Forse … non so. Perché me lo chiedi?”, chiese Peter, perplesso.
Smoak sospirò prima di parlare.
“Sai, anch’io ho una persona importante. Mia madre. Io le ho sempre nascosto che frequento mio padre ma … lo ha scoperto, ma non sa che ho creato l’armatura per essere come lui ogni tanto … però, delle volte mi viene questo istinto di dirle tutto ma non so se è la cosa giusta da fare o meno. Tu che dici Peter?”
“Io … non glie lo direi che sono un supereroe. Vedi, ti ho già detto che questi poteri li ho ottenuti dal ragno, e da un bel po’ ho imparato che da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Se glie lo dicessi rischierei di cambiare la vita di mia zia e di metterla in pericolo. Se vuoi un consiglio, dovresti tenerla all’oscuro della tua doppia vita così riusciresti a proteggerla.”
“Capisco!” disse Henry sospirando “Magari hai ragione, Peter!”
Il giovane Parker sorrise per quelle parole, ed era felice di parlare con il suo nuovo amico Henry non solo perché erano due giovani che desideravano fare la cosa giusta, ma perché cercavano di proteggere le persone che volevano molto bene ed amavano.
 
Brand Coporation: società sussidiaria della Roxxon h 18:19
Uno dei soggetti del progetto H, urlò dal dolore disumano.
“Aaaaaaaaaaargh … aaaah … aaargh …”
“I suoi parametri stanno aumentando!”, disse uno degli scienziati.
Tutti i poveri presenti, videro il malcapitato cambiando il suo corpo, divenendo trasparente come l’acqua per poi sciogliersi. Erano tutti scioccati eccetto il loro capo Agger.
“Ripulite tutto e rifacciamo da capo!”, esordì voltandosi.
“S-signore … guardi lei stesso.”, parlò una donna.
Agger ascoltò e vide qualcosa di incredibile, il liquido dell’acqua si modellò nel corpo dell’uomo di prima e sorrise. Il soggetto era sopravvissuto all’esperimento.
“Perfetto!”







Personaggi apparsi:
 Peter Parker/Spider-man interpretato da Tom Holland







Ehilà a tutti, scusate se ciò messo un bel po’ ma ho avuto da fare in questo mese … o forse il mese scorso. Ah ah ah ah ah.

Vi ringrazio comunque per la pazienza, e vi darei degli abbracci se fossi con voi XD.
Allora ... bell’incontro tra Henry e Peter … ehm, cioè Spider-man, molti desideravano che ci fosse nella storia eh?! Ed abbiamo finalmente capito sul perché Amanda non voleva mai parlare a suo figlio di Tony, beh ora si sa no, ih ih ih. Ora molti di voi si chiederanno chi sarà mai il soggetto sopravvissuto al progetto H … Beh lo saprete al prossimo capitolo amici lettori!
Spero che vi sia stato di vostro gradimento il 14° capitolo!
Vorrei ringraziare tutti quelli che mi seguono e recensiscono tra i quali EragonForever, Sayman e BlazingStarR3D!
Ciao e alla prossima ragazzi! ;) ;)
 

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Capitolo 15
*** Hydro-man ***


Hydro-man
 





Hammer Industries h 23:00
Sasha Hammer riguardò sul pc che Cross aveva preso alla base degli Avengers per ben tre volte, sorridendo ancora. Improvvisamente squillò il telefono.
“Sì?”, chiese.
“Hammer, ho buone notizie!”, rispose Agger dall’altra parte del telefono “Il quinto soggetto è sopravvissuto al progetto H!”
“Davvero?”, domandò la donna con fare sorpreso.
“Affermativo.”
“Bene, molto bene sembra che la fortuna baci per noi.”, disse la donna contenta dei risultati che erano accaduti in quegli ultimi giorni.
“Adesso come agiremo?”, chiese Agger poco dopo.
“Per il momento fai addestrare il tuo soggetto Agger e poi quando sarà pronto dovrai dargli un incarico.”
“E quale sarebbe?”
La donna rimase taciuta per pochi secondi per poi dire.
“Il suo bersaglio sarà …”
 
Nel frattempo vicino alla Casa di Amanda Smoak…
“Grazie mille Peter, per tutto e per avermi fatto compagnia.”, disse Henry, entrambi con gli abiti da civili.
“Ehi, è quello che fanno gli amici!”, sorrise il ragazzo.
“Sì.”
Dopo che Peter tornò per casa sua per non far preoccupare Zia May, Henry contò fino a dieci per poi avvicinarsi alla porta per affrontare la madre, quindi la aprì lentamente.
“S-sono a casa.”, balbettò il giovane venendo poi abbracciato strettamente dalla donna.
“Oh, Henry, mi dispiace così tanto!”, disse sua madre con voce triste.
“Mamma io …”, iniziò Henry.
“No, non devi dire niente, scusami se sono stata così dura con te … io ti ho detto quelle cose perché volevo solo proteggerti ma non mi rendevo conto che ti stavo anche allontanando da me.”
Sentendo quelle parole Henry rimase di stucco, sua madre si sta scusando con lui perché lo voleva proteggere? Sospirò, ricambiando la stretta.
“Ehi mamma, è tutto ok, non ti devi scusare anzi, sono io che mi devo scusare con te e per averti urlato e detto cose brutte.”, disse il ragazzo tranquillizzandola.
“Ah, il mio ragazzo!”, disse Amanda stringendolo più forte di prima.
“Ehm, mamma … ti dispiace lasciarmi ora? Mi stai … soffocando.”, proferì il figlio cercando di prendere fiato.
“Oh, accidenti scusa.”
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta.
“Ehi Henry, sono io Daniela!”
“Eh?”, disse solamente il ragazzo.
“La tua ragazza!” parlò sua madre sottovoce.
“Cosa!? M-ma che dici!”, balbettò Henry per l’imbarazzo.
Intanto sua madre ridacchiò, per poi aprire la porta e facendo entrare la ragazza.
“Salve, signora Smoak!”
“Cara, non devi darmi del lei chiamami pure Amanda.”
“Va bene Amanda.”
“Ciao, Daniela cosa ti porta qui?”, chiese Henry salutandola.
“Stavo tornando a casa dal lavoro e ho pensato di fare un salto da te, per chiederti se domani pomeriggio volevi uscire.”
“Un’ uscita … sì, per me va bene!”
“Perfetto allora, ci vediamo al Flushing Meadows Park per le 14:55!”, esordì Daniela felice.
“Ok!”, disse infine il ragazzo.
Infine i due si salutano e aspettando che la ragazza sia lontana Amanda disse soltanto.
“Ben fatto tigre!”
 
Base degli Avengers; h 7:59 a.m.
“Ehi Rhodey, come stai?”, disse Tony al suo amico.
“Bene Tony! Allora che mi volevi dire!”, esordì Rhodey.
“Questo! F.R.I.D.A.Y. ha scoperto chi è William Cross, ex-agente delle forze speciali degli U.S.A. specializzato nello spionaggio e nell’hacker-aggio, lui e quel tipo di genere che ogni governo vorrebbe assumere.”
“Tipo Hitman e roba così?”
“Peggio temo! Qui dice che fu congedato con disonore per aver dato informazioni sbagliate al governo e aver perso metà dei propri compagni in una missione ad Uruguay, e quello è stato il suo primo errore. Dopo averlo congedato pensa … i piani alti decisero di ‘abbatterlo’ se vogliamo dirlo così, dato che Cross sapeva troppe cose che potevano mettere a rischio tutto il governo ma quando lo andarono a prendere Cross era sparito dal nulla.”, raccontò Tony.
“E per tutti questi anni è riuscito a farla franca, tipico di una ex-spia.”, disse Rhodey sorpreso della sua storia “Ora pensi che stia lavorando per qualcuno?”
Tony in risposta annuì.
“Sì Rhodey, ma la domanda e … chi.”
 
Intanto nell’ufficio di Dario Agger…
“Signore, ecco i dettagli riguardo al prossimo progetto.”, disse il vicepresidente Sagar.
Agger lesse tutto quello che c’era riguardo a questo nuovo progetto che aveva in mente.
“Bene, molto bene.”, disse versandosi del cognac.
“Ah signore, mi chiedevo se … quando inizierà la signora Hammer ad agire?”
Agger guardò Sagar in modo duro e freddo.
“Fin quando non avremo tutti i pezzi del puzzle, aspetteremo!”
 
Flushing Meadows Park h 15:00
Henry fu lì ad aspettare Daniela per cinque minuti e non negò che si preoccupò del suo ritardo fin quando una voce non lo attirò.
“Ehi Henry, eccomi!”, parlò Daniela.
“Sei arrivata finalmente.”, disse scherzosamente lui.
“Scusa, stavo sistemando alcune cose del lavoro.”
“Tranquilla, sai come si dice … prima il dovere e poi il piacere.”
I due giovani risero e cominciarono la loro passeggiata nel parco. Henry chiese a Daniela sulla sua vita e cosa l’ha spinta ad essere una fotografa, e la ragazza rispose che suo padre era un fotografo come suo padre prima di lui, ed Henry allora pensò che era un gene di famiglia. Poi fu lei a chiedergli della sua vita e di tutto il resto fino alla domanda conclusiva e la domanda ossia quella sul rapporto tra lui e Tony.
“Come?”, chiese Henry, sorpreso.
“Quello che ho detto! Che rapporto avete te e Stark?”, ripeté Daniela.
A quella domanda il ragazzo, dentro di sé, si chiese cosa dirgli: la verità oppure la bugia?
“Ecco … io … io e Tony siamo solo amici, amici per la pelle!”, rispose.
“Capisco, sai anche Stark mi disse la medesima risposta.”
“Eh eh …”
Mentre i due passeggiavano ancora, non molto distante, un uomo alto di statura robusta, di età trentotto, biondo con gli occhi di color opale. Portava solamente una semplice maglietta nera attillante e i jeans biege, camminava in modo pesante e quando notò una coppia vide una bella collana a perle e un orologio d’oro, e quindi si avvicinò ai due.
“Ehi, lo sapete che avete dei bei gingilli.”, esordì.
“Ehm, grazie.”, parlò il compagno.
“Non vi dispiacerebbe se li prendo?!”, riprese, facendo apparire un ghigno.
“Cosa? E’ uno scherzo?”, parlò ora la fidanzata del compagno.
“Affatto …”, disse mentre il suo braccio destro cambio forma diventando acqua e prendendo per il collo il compagno di lei.
Il braccio liquido avvolse completamente la testa del povero uomo per affogarlo, e lui si agitò.
“O mio dio! O mio dio! Ti prego non fargli del male, tieni la collana! Tieni la collana!”, urlò la donna dallo spavento porgendo all’individuo la collana.
Quest’ultimo lasciò la presa del collo e prese con bruschezza il gioiello, per poi prendere anche l’orologio del fidanzato.
“Grazie!”
Vedendo la scena, Henry e Daniela non nascosero la loro paura verso quell’uomo ma cercarono di restare calmi.
“Ehi, tu!”, parlò Henry “Lasciali stare.”
Il diretto interessato si voltò.
“Che vuoi ragazzo, non vedi che sono impegnato?”
“E io ti ripeto di lasciarli stare, bell’imbusto!”, disse Henry sfidandolo.
Daniela si preoccupò molto della situazione.
“Devo farti insegnare qualche lezioncina eh!”, esordì il dotato stringendo i pugni e far fuoriuscire l’acqua dei rubinetti e i tombini del parco.
La gente del parco venne presa dal panico e cercò di trovare dei ripari.
“Cacchio!”, disse Daniela con occhi increduli.
Ok, qui non va bene pensò il giovane notando solamente ora che non aveva con sé l’armatura … per la seconda volta.
“Ora ti insegno a rispettare gli adulti moccioso.”, parlò ancora l’uomo.
“Senti ‘Hydro-man’ perché non risolviamo alla vecchia maniera?!? Però senza poteri!”
A quel punto il diretto interessato pensò.
“Sai che ti dico … nah.”
E così attaccò Henry con un getto d’acqua ma quest’ultimo venne salvato da Daniela e i due ragazzi caddero a terra.
“Cos’è che avevi in mente?”, chiese la ragazza.
“Volevo affrontarlo ad armi pari, ma sembra che lui se ne freghi delle regole.”
Improvvisamente ‘Hydro-man’ come lo ha chiamato Henry, scaglio ancora un altro getto d’acqua ai due ma per loro fortuna lo evitarono. Poi ad un certo punto il cattivo si fermò.
“Che diavolo, ma quando arriva quello lì?!”
“Eh?”
“Dov’è quel tizio in armatura?”, sbottò più forte.
“Dicevi a me?”, domandò una voce che i due giovani ragazzi conoscevano bene.
Era Iron Man.



Personaggi apparsi:
 Morrins Bench/Hydro-man interpretato da Ryan Gosling




Buondì a tutti voi cari lettori … e sì, sono tornato con un nuovo capitolo!!! XD XD XD

Perdonatemi per il ritardo ma purtroppo le forze della vita mi hanno staccato per un bel po’ dai tasti che vi posso dire. Comunque tornando a noi, finalmente Henry e sua madre si sono chiariti e hanno riavuto il loro meraviglioso rapporto madre e figlio. Io sono felice e voi? Ed eccovi un nuovo super cattivo della Marvel e molti di voi lo conoscono bene dato che questo personaggio è apparso in molte storie e in molti gruppi dei supercriminali, mi è sembrato giusto aggiungerlo alla storia perché potrebbe creare non pochi problemi al giovane Henry. Meno male che è apparso Iron man vero? Speriamo che il ragazzo sconfigga anche questo nuovo superumano in fondo … ha sangue Stark dentro di se, quindi riuscirà a trovare un modo. Ih ih ih ih.
Vi ringrazio infinite per il vostro sostegno e ringrazio ancora a EragonForever, Sayman e BlazinStarR3D per le loro recensioni!
Ciaoe al prossimo capitolo! ;) ;)
 

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Capitolo 16
*** Una nuova idea ***


Una nuova idea








 





Flushing Meadows Park (durante l’attacco di Hydro-man);
“Okay amico, che ne dici di arrenderti così la gente del parco può passeggiare felice senza super esseri in giro?”, disse Stark ad Hydro-man.
“Ehi amico, non eri te che volevo ma l’altro!”, rispose l’altro di rimando.
“Come scusa?”
Hydro-man sbuffò seccato.
“Intendevo quello con l’armatura di colore bianco.”
Ah, c’è l’ha con me! pensò Henry.
Stark in risposta sospirò.
“Beh, spiacente per te ma ti sono capitato io.”
“Ma che cavolo! Eppure ho fatto tutto questo casino solo per attirare lui!”, borbottò ad alta voce Hydro-man.
Ma nel mentre Iron Man andò verso di lui per dargli un pugno ma improvvisamente, il colpo non lo colpì anzi lo trapassò senza che lui sentisse niente.
A quel gesto l’avversario si incazzò.
“Non avresti dovuto farlo!”, esclamò, rispondendogli con un pugno d’acqua.
Il colpo spedì Iron Man qualche chilometro di distanza tra lui e il suo avversario, cadendo a schiena in giù.
Ok, non è stata una buona idea! pensò Tony rialzandosi “F.R.I.D.A.Y. analizzalo!”, esclamò poco dopo.
“Sembra che tutto il suo corpo, ossa e organi sia fatto di materiale liquido.”, disse la voce digitale.
Tony sbuffò in risposta.
“Aaah, fantastico, non mi bastavano i soldati con l’extremis adesso mi tocca fronteggiare un uomo fatto d’acqua.”
“Come ha in mente di affrontarlo?”, domandò F.R.I.D.A.Y.
“Mmmh … forse so come fare.” esordì Stark, per poi rivolgere l’attenzione al tizio di fronte a lui “Ehi tu, ascolta sembri un tipo sveglio, quindi ora levati subito dalle tende e io non ti farò evaporare con il mio nuovo giocattolo se farai il brav’uomo.”
“Tu farmi evaporare? Balle!”, esordì Hydro-man, schernendolo.
Per tutta risposta Stark puntò il guanto contro di lui.
“Okay … ma poi non venirmi a dire che non ti avevo avvertito uomo idrante!”
Detto ciò Iron man sparò per poco a bruciapelo il volto del criminale per colpire invece una panchina del parco che evaporò.
“Questo era solo una prova, ma adesso faccio sul serio quindi ... pensi ancora che sia una balla?”
A quel punto l’uomo strinse un pugno e seccato disse.
“Tch … e va bene hai vinto ... per ora ...”
E con quelle parole Hydro-man si dileguò passando dal tombino delle fogne.
Se ne andato, meno male, pensavo che non avrebbe bevuto alla minaccia. pensò Tony.
“Signor Stark!”, esclamò la giovane Summers, distogliendolo dai suoi pensieri.
Tony allora le ricvolse un sorriso.
“Ciao ragazzi, come va?”
“Stiamo bene ma … come hai fatto con quel raggio a minacciarlo?”, chiese Henry curioso.
“Beh ragazzo, quello che ho usato non era un vero raggio laser, era più un raggio fotonico che crea ologrammi.”, rispose Tony con serenità.
“Aspetta … stai dicendo che era tutto un bluff?!?”, esclamò il giovane Smoak, stupito.
“Precisamente!”
 “Scusate se interrompo la vostra conversazione di raggi laser e altro, ma … come ha fatto a capire che eravamo in pericolo?”, domandò imrpovvisamente la ragazza.
 
 
Dipartimento di polizia di New York h 15:45 p.m.
“Avanti amico cammina.”, disse la detective Jones mentre portava con sé un borseggiatore.
“M-ma non ho fatto niente, stavo giocando buono, buono con il yo-yo e ad un tratto siete venuti addosso a me.”, replicò l’altro.
“Si come no, stavi borseggiando una coppia di anziani.”, disse con nonchalance la detective.
“Non ero io.”, si difese il giovane.
La detective per tutta risposta inarcò un sopracciglio.
“Dici? Strano perché quella coppia la conosco molto bene e saranno felici di testimoniare.” replicò la donna, per poi darlo in consegna a un collega “Ehi tienimelo.”
“Certo.”, esordì un poliziotto.
E la donna si sedette sulla sua scrivania.
Uff, che giornata ... certo che in questi giorni stanno accadendo un sacco di cose strane pensò tra se e se.
Ed era vero, soprattutto dopo aver scoperto che Maddicks era ancora vivo invece che morto, e lei non sapeva cosa dire. Magari avrebbe chiesto a un conoscente della prigione a scoprire qualcosa in più.
“Ehi Jones alcuni testimoni dicono che c’è stato un attacco da parte di super esseri al Meadwos Park e non ci crederai … Iron man ha risolto la situazione.”, disse il suo capo.
“Ma pensa, come mai ogni volta che accade qualcosa di strano appare sempre Stark e gli altri Avengers?”, chiese per poi uscire.
 
 
Intanto al Flushing Meadows Park…
“Tu mi avresti messo cosa?”, chiese Henry sorpreso.
“Ti ho messo una ricetrasmittente che se lampeggia a causa di attacchi significa che sei in pericolo.”, disse Tony confessando tutto.
“Incredibile … anche se è stato un po’ esagerato.”, fece il ragazzo di rimando, ancora stupito.
Stark in risposta sospirò.
“Credimi al giorno d’oggi bisogna essere preparati a tutto, l’ho imparato a mie spese.”
“L’importante e che non si sia fatto del male nessuno.”, aggiunse Daniela.
“Giusto! Ora potrai trovare quel tale e dargli la caccia.”, concordò Henry.
“Non è possibile!”, rispose secco Tony.
“Come sarebbe?”, chiese Smoak, perplesso.
“Ci penseranno le autorità ora.”
“Ma non dovrebbero occuparsene gli Avengers?!”
“Non siamo autorizzati per farlo, non ricordi?”
“Ah ... giusto.”, mormorò l’altro di rimando dopo averci pensato.
“Comunque, dimenticatevi di quel tipo fatto d’acqua, tornate a casa vostra e fate finta che questo non sia mai successo.”
“Ma signor Stark …”, esordì Daniela.
Iron Man dall’altro canto sospirò.
“Daniela … ti ho detto di chiamarmi Tony.” esordì per poi tonare serio “Ascoltatemi attentamente, state lontani dai guai.”, disse per poi andarsene.
 
 
Da qualche parte nelle zone di Philadelphia…
“Siamo spiacenti signore, ma ogni volta che ci avviciniamo a lui riesce sempre a sfuggirci.”, disse uno degli uomini di Fury.
“Non importa, voglio che lo troviate per bene, anche negli asili nidi se necessario.”, ordinò Fury esasperato.
“Sissignore.”, ubbidì l’agente, andandosene.
Poco dopo ne arrivò un altro, leggermente affiatato.
“Signore deve vedere questo, c’è stato un attacco di un dotato al parco di Meadows.”
“Fammi vedere.”
Fury osservò con attenzione il video su Hydro-man e sull’intervento di Iron man.
“Accidenti … ultimamente stanno uscendo criminali di tutti i colori.”
 
 
Camera di Henry h 18:00 p.m.
Dopo aver accompagnato Daniela a casa, Henry decise di tornare alla sua azienda per andare dritto in camera sua, e, una volta lì, incontrò per caso Jason e gli raccontò di quello che è successo oggi e l’uomo ascoltò con attenzione, facendo anche notare che il ragazzo si comportava come tutti gli adolescenti … ovvero in modo stressato, facendolo sospirare.
“Quindi, cosa vuole fare adesso … vuole tenermi d’occhio tutto il giorno? Eddai, mi sta trattando come un ragazzino di sedici anni.”
“Ma dall’apparenza, sei un ragazzino!”, disse Jason con tranquillità.
“Lo trovi divertente ammettilo.”, lo guardò Henry con un’occhiataccia.
“No, quando mai?”, alzo le mani Jason come segno di innocenza.
Il giovane Smoak lo guardò torvo un altro po’ per poi lasciar perdere.
“Parlando d’altro … ho in mente di fare un nuovo piccolo passo per la mia armatura!”
“Fammi indovinare, vuoi cambiargli colore?”
“No! Ho in mente di far sì che possa rimpicciolirmi quando lo voglio io.”, disse il ragazzo.
Nel sentire ciò l’uomo lo guardò con fare preoccupato.
“Henry … forse non sarebbe meglio se ci ripensi, questo tipo di passaggio che vuoi fare e troppo rischioso.”
Il giovane però lo guardò con sguardo rassicurante.
“Non ti devi preoccupare, ho già risolto il problema per questo test ma per farlo avrei bisogno di qualcuno che è un esperto nel campo atomico.”
“Aspetta, spero che tu non stai suggerendo chi penso sia.”, ribattè.
“Certamente mio caro, il dottor Hank Pym!”
 
 
 
Ciaooo a tutti!!!! XD XD XD
Eccomi finalmente tornato da voi, dalla storia e … da tutto il resto. Ah ah ah ah.
Sono molto dispiaciuto se non mi avete sentito, ma purtroppo in questi mesi ho trovato lavoro e di conseguenza non ho avuto il tempo di scrivere e pubblicare il nuovo capitolo. Ma questo non mi impedisce di poter scrivere di nuovo, nossignore. Comunque parlando altro cari lettori ecco che Henry sta lavorando ha un nuovo tipo di idea per la sua armatura e ha già pensato di chiedere aiuto al noto Hank Pym. Chissà come andrà finire?!
Vi ringrazio per seguire e recensire la storia questo mi rende sempre felice cari EragonForever, Sayman e BlazinStarR3D e a tutti gli altri!
Ci vediamo alla prossima, un bel ciao a tutti! ;) ;) ;)

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Capitolo 17
*** Operazione Pym ***


Operazione Pym
 




San Francisco h 9:30 a.m.
“Ok, mi chiedo se riuscirò a trovarlo!”, parlò Henry ad alta voce.
Il ragazzo aveva cercato su internet per sapere dove si trovasse il dottor Pym ma si rivelò una vera impresa … per due motivi: uno, da quello che sapeva Pym era un tipo molto riservato e secondo, era ricercato dalle autorità perché il suo forse amico Scott Lang possedeva la sua tuta e venne arrestato con alcuni amici di Cap.
“Cavolo, non pensavo che trovare il dottor Pym fosse così difficile. Ah, se almeno se riuscissi a scovarlo col GPS, avrei fatto in un lampo.”, si disse il ragazzo.
La prima cosa che aveva fatto era vedere se abitava a casa sua ma nisba, oppure nei posti che gli piacevano, ma neppure lì lo trovò. Ore dopo ore Henry stava per perdere ogni speranza nel trovarlo, fin quando…
OUCH!
Si scontrò involontariamente con un uomo, portava un berretto da baseball e degli occhiali da sole. Ma a quel punto Henry non se ne badò anzi, era preoccupato del signore.
“Oh, mi scusi, sta bene?”, gli chiese il ragazzo.
“Sì, sì, ragazzo … sto bene. Fai comunque attenzione a dove guardi la prossima volta.”, replicò il signore con fare seccato.
In verità anche lei dovrebbe fare attenzione a dove guarda pensò Henry, tenendo per se quelle parole.
Nonostante tutto al giovane notò una cosa all’uomo, che stava sempre cercando di non guardarlo. E da lì cominciò a sospettarlo.
“Signore …”
“Ho detto che sto bene.”, parlò ancora quello, ma stavolta alzò la testa inconsapevolmente, facendo prendere un bel colpo al povero Henry.
A-aspetta, è davvero lui!
“Scusi, per caso lei è … il dottor Hank Pym!”, chiese il ragazzo con fare cauto.
A quelle parole l’uomo si paralizzò.
“Eh, cosa … no, no temo che tu abbia preso la persona sbagliata.”, rispose.
“Ah …”, mormorò il ragazzo poco convinto.
Poi, improvvisamente, notò che per terra c’erano degli oggetti piccoli a forma di cerchio con una luce blu in mezzo. Così li prese per ispezionarli.
“Interessante, sembra che il piccolo nucleo si concentrato di energia quantistica, affascinante.”
“Accidenti, speravo di passare inosservato …”, sussurrò il signore “Ma a quanto pare non ho granché scelta.”
Il ragazzo cercò di dire qualcosa ma l’uomo gli spruzzo un piccolo spray di qualche tipo.
“Ach … ma che cosa è? Odora di menta e timo …”
“Scusa.”
“EH?”
E qualche secondo Henry svenne con un leggero russare.
“Bene, e ora …”, si chiese il signore.
 
Nel frattempo a casa di Amanda Smoak…
La madre di Henry intanto se ne stava tranquilla a guardare la tv.
“Ieri pomeriggio, al Flushing Meadows Park c’è stato un attacco di un nuovo super essere coinvolgendo alcuni civili ma per fortuna nessun ferito, grazie all’intervento di Iron man il sospettato si è dato alla fuga. Dopo l’attacco, alcuni testimoni hanno sentito che il sospettato era alla ricerca del nuovo supereroe, già apparso al dipartimento di polizia durante una lotta con il criminale di nome Whilrwind. Molti e compresa io ci chiediamo: chi è questo nuovo eroe che si aggira nella città di New York?”
Dopo aver sentito la telecronista, Amanda notò nel video del Meadows Park suo figlio e la ragazza che era con lui. Improvvisamente cominciò a preoccuparsi di Henry chiedendosi se stava bene, e che sperava non si cacciasse nei guai.
Henry.
 
Ora… in una località sconosciuta
Il ragazzo aprì lentamente gli occhi, ancora confuso per capire che cosa fosse successo.
“Ouch! Diavolo non ho dormito cose bene dall’ultima volta.”, disse sbadigliando.
Quando cercò di mettere la mano in bocca, sentì che c’era qualcosa che lo bloccava e vide dei lacci che lo legavano.
“Eeeeh?”
Improvvisamente si sentirono dei passi.
“Scusami se ti ho legato ma era per precauzione.”, parlò l’uomo che lo aveva stordito, ovvero il dottor Hank Pym.
“Ok.”, esordì Henry ma poi … “Incredibile, lei è il dottor Pym, ah, non ci credo. Sa, io ho sentito parlare di lei e … e io mi chiamo Henry. Sono un suo ammiratore.”
“So benissimo chi sei.”, proferì parola Pym con una faccia poco socievole.
“Ah, davvero?!?”, esclamò il suddetto interessato, alquanto sorpreso.
“Sì, ti chiami Henry Smoak. Hai studiato a soli 15 anni all’università di Stamford, ottima scuola devo dire e ed eri il più giovane della tua classe. Esperto nel campo della elettronica e dell’atomo, curioso, hai avuto buoni voti nello sport in particolare in ginnastica, tennis, baseball e pallacanestro. E anche vincitore per ben tre volte nella scienza umanitaria. E dolci sin fundo, sei il direttore della tua azienda Smoak Technologies.”
Il ragazzo resto senza parole.
“Cavoli è peggio di uno stalker.”, si disse, alzando involontariamente la voce.
Per un breve minuto i due restarono in silenzio fino a quando …
“Ora, mi chiedo che cosa può volere un ragazzo, geniale e bene educato come te da un vecchio scienziato in pensione come me!”, esordì Pym un po’ curioso.
Il giovane non seppe cosa dire, ma poi rifletté su cosa voleva lui.
“Se voglio essere sincero con lei io avrei bisogno del suo aiuto per una cosa.”, disse infine Henry.
L'uomo allora si fece pensieroso per un attimo, iniziando poi a rovistare nello zaino del giovane.
“Fammi pensare ragazzo, questo?”, domandò Pym tirando fuori l’armatura di Henry in miniatura.
“C-come …”, sussultò, sorpreso da ciò.
“Ti dico io che cosa vuoi, tu vuoi trovare un modo per usare l’armatura e rimpicciolirti come desideri senza che tu rischi di morire, è così?”, chiese Pym guardandolo ora in modo truce.
“Emh … sì …”, rispose il ragazzo, stavolta intimorito.
Pym allora sospirò pesantemente.
“Dunque ragazzo, ecco la mia risposta, ed è … no!”, parlò arrabbiandosi “Non darò mai la mia formula delle MIE particelle a un ragazzo come te che vuole giocare a fare l’eroe. Le particelle sono una cosa molto complessa, troppo pericolose se vengono usate in malo modo.”
“Ma io posso imparare dal maestro no?”, disse scherzosamente il giocane Smoak.
“Come? Scordatelo! Ho già avuto come allievo Scott e uno mi basta e avanza.”, proferì lo scienziato.
Ma dopo alzandosi dalla sedia tirò fuori un coltello e si avvicinò ad Henry.
Cos’ha intenzione di fare? Vuole farmi fuori? Caspita quindi e così che deve andare a finire pensò quest’ultimo, agitato.
Improvvisamente Pym tagliò i lacci, liberandolo.
“Vattene.”, ringhiò.
Il ragazzo lo guardò stranito.
“Hai sentito figliolo, vattene, ho già molto da fare.”
“NO!”, urlò Henry senza pensarci.
“Come hai detto?”, gli chiese.
 
Nelle strade di Chinatown h 10:55 a.m.
Il criminale Hydro-man era seduto su una sedia vicino a un ristorante cinese aspettando una persona. E intanto che aspettava, mangiava come un bufalo.
Qualche minuto dopo, sentì dei passi avvicinarsi a lui e vide dei tacchi a spillo.
“Hai dei strani gusti nel scegliere dei posti d’incontro, signor Bench.”, disse la Hammer.
“Ehm … mi spiace, ma questo è il mio posto preferito. E poi qui c’è molta folla, nessuno si rende conto su cosa succede.”, proferì Bench.
“Mph, comunque mi spieghi una cosa? Cos’è successo nel piano?”, gli domandò.
“Non è ho idea, ho fatto come mi ha chiesto, ma invece che il tizio di cui mi ha parlato è apparso Iron man.”, rispose Bench, senza peli sulla lingua.
“Capisco, allora riproverai ancora oggi!”, ordinò la Hammer.
Sentendo quelle parole Bench si alterò.
“Come?!? Senti bella signora, non sono il tuo mastino hai capito?!? Mi sono offerto volontario per i vostri esperimenti e questo mi sta bene, ma non vuol dire che devo per forza obbedirvi.”
In risposta la Hammer lo guardò con sguardo truce.
 “Va bene, allora vorrà dire che invierò ai media di tutta la città tutto quello che riguarda a te mio caro.”
“Eh? Sta scherzando?”
“Vuoi mettermi alla prova?”
Bench la guardò fissa, capendo subito che lei non scherzava affatto. Così si arrese.
“Ok, ok, farò quello che vuoi.”
“Felice che tu abbia capito, ti auguro un buon pasto.”, esordì la Hammer andandosene.
 
Intanto…
Henry provò a convincere Pym ad aiutarlo.
“La prego.”
“No!”
“Per favore.
“No!
“Se …”
“Perché non vuoi capire ragazzo? Per tutta la vita ho cercato di evitare che le particelle finissero nelle mani sbagliate, non posso fidarmi di nessuno, nemmeno di te.”
Henry non seppe più che dire, fin quando …
“Sa che le dico … ha ragione. Ha ragione di non fidarsi di nessuno, non oso immaginare cosa significhi per lei proteggere il lavoro di una vita temendo che qualcuno un giorno possa trasformarlo in qualcosa che noi temiamo di più. Sa … ieri io e una mia cara amica stavamo per rischiare molto per colpa di un super essere, anche se per fortuna è arrivato Iron man. Ma se dovesse ricapitare di nuovo e se stavolta Iron man non sarà lì, io non potrei fare niente per aiutare le persone a cui tengo. Per questo ho bisogno del suo aiuto per far sì che posso proteggere i miei più cari amici. Spero che almeno questo lo capisca.”
Pym ascoltando parola per parola il giovane, si chiese tra sé a sé, se lui avesse ragione. Infondo lui una volta ha perso sua moglie e ora che ha un modo per riportarla a casa …
Hank si avvicinò al ragazzo guardandolo negli occhi, e vide determinazione.
“Va bene … ti aiuterò!”






Personaggi apparsi:
 Hank Pym interpretato da Michael Douglas


Personaggi solamente citati:

Scott Lang/Ant-man interpretato da Paul Rudd: Apparso in Ant-man, Captain America: Civil War e in Ant-man and the Wasp
 
 
 
Ciao a tutti! Eccomi qui finalmente sono tornato. spero che la mia assenza non abbia causato problemi. xd
Tornando a noi ecco Henry che si confronta con Hank Pym, e di certo non è stato delle migliori. Ahahahahah. Bisogna dire che Pym ha sempre avuto un carattere molto difficile, e se lo voglio dire questo è una parte che mi piace di lui. voi cosa ne pensate? Intanto Hammer come sempre è peggio dei serpenti: subdola e spietata.
Spero che vi piaccia molto ragazzi e vi ringrazio per leggerlo e ringrazio anche a chi recensisce: EragonForever, Sayman, e BlazinStarR3d e tutti gli altri. E grazie anche per la vostra pazienza!
Ciao ;) ;) ;) e… al prossimo capitolo!
 

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