Io ti troverò sempre

di EmmaSwan98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Verità. ***
Capitolo 2: *** Il capitano. ***
Capitolo 3: *** Il salvataggio. ***
Capitolo 4: *** Il lato oscuro. ***
Capitolo 5: *** Principessa o pirata? ***
Capitolo 6: *** La tempesta. pt.1 ***
Capitolo 7: *** La tempesta. pt.2 ***
Capitolo 8: *** Il fratello. ***
Capitolo 9: *** La destinazione. ***
Capitolo 10: *** Lo scontro. ***



Capitolo 1
*** Verità. ***


C'erano una volta, un re e una regina, erano molto felici insieme, erano molto amati e rispettati dai loro sudditi, ma mancava una cosa nella loro vita: un figlio. Molti anni dopo nacque il loro bambino, lo chiamarono Alexander. Il piccolo principe cresceva sano e forte, tanto amato dai suoi cari genitori, sovrani molto fedeli al loro popolo. Il giorno del settimo compleanno di Alexander il re e la regina ebbero un allarme: un prigioniero pericoloso era evaso dalla prigione più sicura del castello. I due, spaventati, misero al sicuro il loro piccolo e iniziarono a dare la caccia al prigioniero; diedero l'ordine di fermarlo ovunque egli si trovasse, e così fu fatto. Venne catturato, mentre cercava di fuggire, venne riportato in cella. I due sovrani guardarono da lontano il prigioniero, portato via con la forza, senza provare un minimo di pena. Ma come era possibile che due sovrani cosi devoti, fossero così crudeli con quell'essere? Chi è questo famigerato fuorilegge al quale toccava tale destino?
In realtà il re e la regina in quel castello nascondevano un enorme segreto, uno di quelli che mai nessuno avrebbe scoperto: la loro vera primogenita.
Diciassette anni prima il re e la regina non erano ancora sposati, solo promessi sposi, ma accadde ciò che non sarebbe mai dovuto accadere, almeno non prima del matrimonio reale: passare la notte insieme. Avere figli illegittimi in quel regno era reato, si rischiava la pena di morte, soprattutto se a farlo fossero i reali, perché dovevano essere il buon esempio per tutto il loro popolo. Questa bambina nacque e venne subito portata via, i suoi genitori non l'avevano neanche voluta vedere, non doveva esistere nelle loro vite, ma non potevano neanche abbandonare una neonata ad un destino imprevedibile. Decisero quindi di rinchiuderla in una torre dal giorno della sua nascita, con lei c'era un'anziana signora che si sarebbe presa cura di lei per i primi anni di vita, ma quella creatura non doveva assolutamente uscire da quella prigione.
Crescendo la ragazzina provò più volte ad evadere, non conosceva il mondo esterno e, quella torre era talmente alta da non riuscire a vedere niente, neanche dalla finestra dalla quale fuggire era altrettanto impossibile poichè il castello confinava con l'oceano, ogni mossa sarebbe stata simile ad un suicidio. Le sue giornate passavano lentamente, adorava leggere, almeno quello le era permesso, era una ragazza curiosa, vogliosa di intraprendere avventure, ma sapeva benissimo che i suoi unici viaggi sarebbero stati nella sua immaginazione, ispirata dai suoi amati libri. Dopo la morte della sua anziana balia i tentativi di fuggire aumentarono, ma ormai era circondata da decine di soldati che facevabo la guardia ventiquattro ore al giorno, tutti loro ignari di chi fosse la ragazza. Ma subito dopo il regno entrò in guerra e i soldati erano molto occupati a combattere i nemici piuttosto che badare ad una ragazzina ribelle. La giovane principessa sconosciuta non aspettava occasione migliore per fuggire nuovamente, e finalmente ci riuscì, era fuori da quella maledetta gabbia che l'ha tenuta intrappolata per quasi diciotto anni.
Ad un passo dalla sua libertà si imbatté con una ciurma di marinai caduti in rovina: pirati. Esseri crudeli e spietati, capaci di ogni cosa pur di conquistare terre e tesori. La principessa, non ci mise troppo tempo a capire che di fronte a lei c'erano proprio dei pirati, le descrizioni corrispondevano in modo fedele a ciò che aveva letto sui libri. Presa, legata e con un sacco sulla faccia fu portata via da questi uomini rozzi con abiti impregnati di forte odore di rum. Ma cosa volevano quei tizi da una ragazza senza un'identità, che nessuno aveva mai visto ne conosciuto? 

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Capitolo 2
*** Il capitano. ***


‘lasciatemi stare, maledetti.'

'stia zitta principessa risparmi le energie per il nostro capitano.'

'al diavolo il vostro capitano, lasciatemi andare.'

La ragazza non aveva la minima idea di dove la stessero portando. Una giovane voce, quasi sicuramente di un ragazzo sulla ventina, spiccava tra i tanti vocioni di quegli uomini ignobili: era la voce del capitano.

'bene bene bene, guarda qui che bel bocconcino.'

'ecco a lei capitano, ciò che ci aveva chiesto.'

'adesso andate via, zoticoni, avete bisogno di una ripulita, puzzate come capre.'

'cosa volete da me, slegatemi, lasciatemi andare.'

'non così in fretta, mai mi lascerei scappare un tesoro prezioso come te.'

'si può sapere con chi non ho il piacere di parlare?'

'Killian Jones al vostro servizio, cara principessa Emma Swan.'

Il capitano le tolse il sacco che le copriva il viso e la principessa rimase abbagliata dal forte colore degli occhi del capitano, più blu dell'oceano, più penetranti di un cielo notturno, e quei capelli neri che sembravano oscurare ogni cosa su quel viso. Aveva degli strani abiti di pelle nera, una spada alla sua destra, un piccolo cannocchiale incastrato nella cintura dei pantaloni e una fiaschetta di rum che fuoriusciva dal taschino della giacca. Inoltre sembrava essere molto rispettato dalla sua ciurma, che obbediva ad ogni suo minimo ordine senza battere ciglio.

'come fate a sapere il mio nome, chi siete voi?'

'puoi considerarmi un vecchio amico, ma non puoi essere certa di essere al sicuro con me. Portatela via, nella mia camera andrà bene, potrò tenerla d'occhio. Su svelti!' 
Un tono di malvagità invase il viso del capitano, un tono che intimoriva tutta la ciurma, i suoi occhi sembravano come riempirsi di oscurità e odio, ma lei non provava ne timore ne paura.
 La principessa venne bendata nuovamente e portata via, rinchiusa in una camera e spinta sul pavimento, in un angolo. Rimase inerme per qualche minuto, cosi da elaborare sul da farsi. Riuscì a togliersi la benda, ma doveva cercare qualcosa per tagliare le corde che le tenevano stretti i polsi. Trovò un coltellino da pesca, e con questo iniziò a consumare la corda per liberarsi le mani. 
Ma il caro pirata la colse di sorpresa, spalancò la porta e sbruffando si avvicinò alla ragazza che in quel momento non sapeva proprio cosa fare e soprattutto non sapeva quali erano le intenzioni di quel tipo vestito di pelle.
'non ci siamo proprio capiti principessina? Tu ora appartieni a me, non scapperai mai da questa nave.'

'una nave? Dove avete intenzione di portarmi? Lasciatemi andare, non vi ho fatto niente; e non chiamatemi principessa, non lo sono mai stata.'

Il capitano si avvicinò così tanto ad Emma da farle mancare il fiato, e con tono molto minaccioso iniziò a parlarle. Le tolse quel coltellino in mano, iniziò a maneggiarlo con molta disinvoltura, era ormai puntato sulla gola di Emma e con quel sorriso che vacillava tra il beffardo e il malvagio la guardava, dritto negli occhi, senza distogliere lo sguardo neanche per un secondo.
'prova a parlarmi di nuovo così e la tua fine sarà più atroce di quel che pensi.'

'chi ti credi di essere? sei solo un pirata irritante e presuntuoso.'

In quell'istante prese velocemente la fiaschetta di rum che il capitano portava sempre con sé, e gliela svuotò negli occhi, gli diede uno spintone, che riuscì a respingerlo giusto in tempo per alzarsi e scappare. Il pirata la colpì  alla gamba con quel coltellino, ferendola, ma la ragazza iniziò a correre più veloce che poteva, seppur ferita, e riuscì ad evitare tutti i pirati che si trovava davanti grazie alla sua agilità e alla sua piccola statura. Aveva voglia di fermarsi ed urlare dal dolore, ma sapeva anche che rimanere accanto a quel pirata non le avrebbe nulla di buono.

''fermate subito quell'insolente, nessuno ha mai trattato così il capitano della Jolly Roger.'

I suoi uomini provarono ad acciuffarla, ma lei era davvero veloce per essere una ragazzina che non era mai uscita dalla sua torre. Emma, una volta fuori, raggiunse il ponte, salì sul parapetto e si gettò in mare, pensando di salvarsi. Nel frattempo il capitano, che ci vedeva sfuocato grazie al rum buttatogli in faccia da Emma, riuscì ad uscire dalla sua stanza e inseguire anch'egli la ragazza, quando ad un tratto, giunto sul ponte, assistette a tutta la scena e nel momento in cui la ragazza si gettò, emanò un urlo: 'SWAAAAAAAAAAN'.

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Capitolo 3
*** Il salvataggio. ***


Corse al parapetto ma non riusciva a vedere la ragazza. Intanto si tolse il cappotto pesante si sbottonò la camicia e si preparò al tuffo.

'preparate una corda, lanciatela, la prenderò non appena sarò in acqua.' -disse il capitano urlando alla sua ciurma.

Senza pensarci due volte si gettò anch'egli per recuperare la ragazza, afferrò la corda, se la legò in vita e iniziò a cercarla. Eccola. Stava affogando. Prese Emma e tirò la corda come nel voler avvisare la ciurma di tirarli su. Di nuovo a bordo stese la ragazza sul pavimento e iniziò a farle la manovra per aiutarla a respirare, doveva aver bevuto molto. Inoltre sanguinava, era la ferita causata dal pirata mentre cercava di fermarla.

'avanti principessa svegliati, non sarò io ad avere la tua morte sulla coscienza.'

La ragazza rinvenne e immediatamente sobbalzò in piedi e si allontanò dal pirata.

't-tu, tu sta lontan...' Perse i sensi senza neanche finire la frase.

'accidenti, Swan.'

Prese la principessa e la portò nel suo dormitorio le fasciò la ferita provvisoriamente, la sistemò nel suo letto, e lui si mise a dormire sulla panca vicino la finestra.la mattina seguente Killian era sveglio già dall'alba, si avvicinò ad Emma e la osservò dormire, dopo prese del rum e iniziò a bere, di prima mattina. Gettò un po' del suo rum sulla gamba della ragazza, per disinfettarle la ferita; lei balzò subito dal letto e si allontanò più che poteva da quel ragazzo, che ai suoi occhi sembrava spregevole.

'ehi ehi calma tesoro, non voglio farti niente, solo medicarti'.'

'prima mi minacci di morte, mi ferisci e poi dovrei credere che vuoi medicarmi? Sto bene lasciami stare.'

Si alzò forse troppo velocemente dal letto, un tremendo capogiro la fece cascare tra le braccia di Killian, che la rimise seduta sul letto.

'per mille balene Swan, stai calma, sei ferita e sei quasi annegata, per fortuna c'era il tuo capitano a soccorrerti'  disse alzando il sopracciglio e sorridendo.

'tu non sei affatto il mio capitano, che cosa vuoi da me?' -disse respingendo il pirata.

'ti racconterò una storia, ma tu devi lasciarti medicare e devi mangiare quello che ti porterò, o finirai per svenirmi addosso ogni 5 minuti'.

'proverò a fidarmi, ma voglio la verità.' -disse Emma, come a volersi arrendere alle cure del pirata.

'ho dei principi sai? E poi mantengo sempre la mia parola, imparerai a capirlo.'

Si guardarono per qualche secondo, Emma non riusciva proprio ad inquadrare le intenzioni di quel ragazzo, era troppo misterioso.

'avevo un fratello di nome Liam, insieme eravamo marinai nella flotta reale, quindi sotto gli ordini dei tuoi genitori. Cinque anni fa mio fratello scoprì qualcosa che non doveva, nessuno doveva, mi raccontò tutto e io dissi che ciò che aveva in mente non era affatto una buona idea.'

'che idea aveva?' -disse incuriosita.

'non essere impaziente piccola, lasciami raccontare, capirai ogni cosa, andiamo con ordine, sono molto preciso. Dunque mio fratello non mi diede ascolto e fece di testa sua. Una settimana dopo fu catturato ed ucciso, indovina un po' da chi? Dai tuoi cari genitori reali.'

'non capisco, cosa può aver mai fatto per scatenare la loro ira e arrivare a farlo uccidere?'

'tu meglio di tutti dovresti saperlo, sei stata o no prigioniera per quasi diciotto anni? E quale è stato il tuo reato? Essere semplicemente nata.'

'nel nostro regno è reato fare figli illegittimi, soprattutto se il figlio illegittimo è figlio dei sovrani'. Il pirata la interruppe immediatamente, non aveva bisogno di riascoltare la storiella dei figli nati fuori dal matrimonio.

'Swan, il mio povero fratello scoprì semplicemente che tu esistevi!'  -le urlò- 'me lo disse, io gli consigliai di dimenticare ciò che aveva scoperto perché sapevo che i sovrani avrebbero fatto di tutto per continuare a nascondere la tua esistenza. Ma lui mi disse che aveva un'idea per liberarti, per far capire al popolo intero che razza di sovrani avessero, così decise di dirlo a chiunque incontrasse per strada, voleva semplicemente aprire gli occhi al popolo smascherando la codardia che si celava dietro le belle facce reali dei tuoi genitori'.

'Killian, non so che dire, non so cosa io possa centrare in questa situazione, alla fine non conosco neppure i miei genitori, non mi hanno mai fatto visita, sono sempre rimasta nella mia torre e negli ultimi cinque anni nella cella più sotterranea che c'è nel castello. Aspetta...hai detto che...tuo fratello ha scoperto tutto cinque anni fa..'

'sei riuscita a collegare ora? Ti sei mai chiesta perché ti avessero privata anche della luce del sole sbattendoti in quelle segrete? La notizia di mio fratello fece scalpore tra i sudditi, che iniziarono a considerare i loro sovrani come dei mostri senza cuore, dei codardi, ma ricchezza, potere, superiorità sociale hanno fatto in modo che i tuoi genitori avessero il coltello dalla parte del manico, fecero passare mio fratello per pazzo ubriacone, quale non era, lui era l'esatto opposto dell'uomo che sono io, lui era tanto buono, voleva solo giustizia anche quando non si trattava di lui in prima persona. Sai perché ti hanno mandato nelle segrete? Perché ci fu un invasione di sudditi inferociti nel castello, misero a soqquadro tutta la tua fortezza reale con lo scopo di trovare questa misteriosa figlia illegittima, così potevano acquisire potere sui sovrani, arrivando addirittura a spodestarli.'

'a quei tempi una guardia mi raccontò che il regno entrò in guerra e che era più sicuro per me rimanere in una cella sotterranea.. ma ti prego continua, cosa hanno fatto a tuo fratello?'

'beh, hanno individuato il divulgatore di tale scandalo e dopo averti nascosta per bene lo diffamarono come un bugiardo, come uno che aveva commesso un attentato alla corona. Fu ucciso il giorno seguente, migliaia di persone acclamarono la sua morte, e io.. dovetti rimanere al mio posto, sapevo che se l'avessi difeso avrei fatto la sua stessa fine. Non aveva uno straccio di prova dell'esistenza della figlia illegittima dei sovrani, così loro e il loro maledettissimo potere me lo portarono via davanti ai miei occhi, ne fui devastato Swan, mio fratello era il mio unico punto di riferimento, siamo cresciuti da soli e senza di lui sembrò cambiare tutto.'

Una lacrima scese dagli occhi di Emma nel sentire quel racconto cosi toccante uscire dalle labbra del duro pirata Killian Jones.

'così dopo la sua morte feci una promessa: non avrei fatto più servigi agli assassini di mio fratello e soprattutto avrei messo in pratica la mia vendetta, ne ero davvero assetato. Il mio lato più oscuro uscì fuori non appena mio fratello smise di respirare, quel lato che solo lui riusciva a placare e nessun'altro ci sarebbe mai più riuscito.'

'di che vendetta parli?'

'trovarti ed ucciderti.'  -disse con tono molto serio, mentre la guardava fisso negli occhi.

Lo sguardo di Emma si fece d'un tratto pallidissimo.

'o almeno questo era il mio piano iniziale, almeno fino a quando non ho incontrato una persona che sapeva della tua esistenza e che aveva il desiderio di ucciderti più forte del mio.'

'chi? Chi ha così tanta voglia di uccidermi, non ho mai vissuto fuori da quelle quattro mura, come mai così tanta gente desidera la mia morte?'

'tesoro sono tante le cose che non sai, e non c'è bisogno di saperle tutte insieme. Per il momento non ti ucciderò, ma devi essere brava e fare tutto ciò che ti dico, chiaro?'  -Uscì dalla stanza lasciando Emma bloccata a letto, ferita.

'Joneees! Maledetto pirata.'

Ma le urla di Emma furono inutili, il pirata se ne andò senza aggiungere parola e lei era troppo debole per corrergli dietro.

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Capitolo 4
*** Il lato oscuro. ***


Passò la notte, entrambi non riuscirono a dormire, Killian passò tutto il tempo sul ponte, a bere rum. All'alba entrò  nella sua camerata, dove Emma stava riposando.

'principessa Emma Swan' -urlò- 'ho deciso di ucciderti, su in piedi.'

'K-killian, c-che cos'hai? Sembri d-diverso, mi spaventi.'- la ragazza notò subito un forte odore di alcol, era senza dubbio ubriaco.

Il pirata si avvicinava sempre di più, con quel ghigno sempre stampato sulla faccia, questa volta più cattivo del solito. Stava mostrando il suo lato più oscuro.

'addio tesorino.'-disse svelto e con la forte mano prese il collo di Emma, lo strinse così forte da bloccarle il respiro. Lei cercava di implorare pietà, ma nessuna parola uscì dalla sua bocca e nell'agitazione gli mise una mano sul suo petto, come a volerlo respingere e lui, di colpo, la lasciò, si allontanò e la guardò in silenzio per qualche secondo.

'Swan..s-stai bene? Io non volevo, è una cosa che io non riesco a controllare.' -disse mentre si allontanava dal letto.Emma allungò il braccio e prese stretto il polso del pirata.

'Killian cosa ti è preso?'' -chiese ansimante la ragazza.

'nulla, ti prego, sta lontana da me, sono pericoloso.' -scosse la mano, si liberò della presa di Emma e se ne andò via senza aggiungere altro.

Durante la giornata non ebbero occasione di parlare, Killian cercava di stare lontano da tutti. Emma si riprese, la ferita ormai non le faceva più male, ma si rifiutava di mangiare, non riusciva a non pensare a tutto ciò che le stava succedendo.In pochi sapevano dove il capitano andasse nei suoi momenti di riflessione post sbronza, tra questi c'era il fedele nostromo Milo.

'capitano la ragazza non tocca cibo da giorni, come dovrei comportarmi?' -chiese Milo con molto rispetto nei confronti del suo capitano, con il quale aveva un rapporto quasi fraterno.

'quella principessa non morirà su questa nave, io la porterò a destinazione viva. Chiaro?'

'si signore.' -rispose il nostromo.

Ma niente e nessuno riuscì a convincerla, la piccola ragazza dai lunghi capelli biondi era una gran testarda, al contrario di quanto si poteva evincere dal suo dolce viso. La giornata passò così, con Emma che camminava avanti e dietro per il ponte, nella speranza di riuscire a parlare con Killian, aveva bisogno di capire cosa fosse successo quella notte; ma del capitano non c'era traccia, sembrava essere sparito nel nulla, lei provò a chiedere notizie a riguardo ma nessun pirata della ciurma sapeva darle spiegazioni.

Si fece buio ed Emma era poggiata sul parapetto a godersi le stelle, pensava alle parole di Killian, ai suoi gesti, a come fosse riuscito a cambiare personalità in modo così veloce.  Alle sue spalle, ad osservarla già da un po' c'era proprio lui, il capitano, bello come sempre, col vento che gli scompigliava i capelli corvini, che con passo felpato si avvicinava alla ragazza.
 

'a me rilassa tantissimo.' -disse il pirata all'improvviso, cogliendo Emma di sorpresa.

'oh, sei quì' –disse come spaventata, guardandolo le vennero in mente le scene della notte prima- 'non ti ho visto per tutto il giorno, dov'eri sparito?'

'il mare intendo, l'orizzonte che unisce cielo e oceano, mi rilassa i nervi.' -disse lui cercando di non rispondere alla domanda di Emma, ma lei gli lanciò un occhiata che non aveva bisogno di traduzioni, si capiva che stava per ripetere la domanda posta pocanzi.

'un capitano sa dove non farsi trovare nella sua nave, tesoro.' –rispose, senza dare troppe spiegazioni.

'perché mi hai evitato?'

'chi ti dice che volevo evitare te?'

'me lo sento..' -rispose Emma, abbassando lo sguardo.

'in alcuni casi so dare il peggio di me, e so farlo benissimo. Ho tentato di ucciderti, ero accecato dalla rabbia in quel momento, e tu, eri ciò che più si avvicinava alla mia vendetta.'  -disse il pirata, ammettendo quella sua oscurità, che egli stesso odiava, ma che era parte di lui.

'si ma poi mi hai lasciata, cos'hai avuto?'

'un attimo di lucidità si può dire. Hai appoggiato la tua mano sul mio corpo, forse per errore, non so, ma quel tocco mi ha fatto come rinvenire, come se mi stessi dicendo di smetterla.'

'beh, ho avuto la meglio sulla tua oscurità, capitano.'-disse Emma sarcasticamente.

'oggi non hai riposato, tu non lo sai ma io ho visto tutto ciò che è successo durante la giornata, va in camera.'-rispose serio lui

'ecco, mi stai evitando di nuovo.'

'ti ho detto di andare a dormire, Swan!'- disse con tono decisamente più alto.

'agli ordini. Buonanotte!' -disse stufata e immediatamente andò nella camera di Killian per coricarsi.

Il pirata rimase un po' da solo, sosteneva che guardare l'oceano l'aiutava a pensare, e guardando le sua amate onde capì che i sentimenti non potevano avere la meglio sulla sua vendetta. I sentimenti erano riservati ai deboli, e lui di certo non lo era. Arrivò in stanza poco dopo, sistemò la panca sulla quale dormiva da quando aveva ceduto il suo letto ad Emma, ma prima di sdraiarsi, andò vicino alla ragazza, con un pugnale in mano, si assicurò che stesse dormendo e lo avvicinò alla sua gola.

'mi dispiace tesoro, non posso lasciarti vivere, i tuoi genitori hanno ucciso mio fratello, devono provare lo stesso dolore che ho provato io.' -disse sussurrando.

Stava per tagliarle la gola, ma quando si concentrò sul suo viso non ne ebbe il coraggio, ogni volta che guardava quei lineamenti delicati sembrava come trasformarsi, come se avessero un effetto magico sul suo ego.

'no non posso, accidenti, non è giusto.'  -disse mettendosi una mano sulla fronte e pensando che quella ragazza non c'entrava niente con i suoi genitori e che ucciderla, forse, non avrebbe riempito affatto la sua sete di vendetta, perché in fondo nessuno conosceva la principessa sconosciuta e dunque nessuno poteva soffrire per la sua morte. Con molta rabbia lanciò il pugnale sul davanzale della finestra e andò a dormire. Lui stesso non accettava il fatto di provare quelle emozioni: pena, pietà, senso di giustizia, ma quella ragazza stava stravolgendo gli eventi.

Emma aprì un po' gli occhi, per paura che il capitano la vedesse, ma con la coda dell'occhio vide che stava dormendo; per tutto il tempo in realtà era rimasta sveglia, finse di dormire quando Killian entrò in stanza. Neanche a se stessa sapeva spiegare perché l'avesse fatto, forse aveva timore che si ripresentasse la stessa situazione della notte prima e preferiva rimanere in guardia nel caso in cui il suo lato oscuro fosse riemerso, ma questa volta si fermò da solo, da un momento all'altro cambiò idea. Nella testa di Emma viaggiavano mille pensieri ma in fondo voleva davvero capire qualcosa in più su quel misterioso giovane pirata.

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Capitolo 5
*** Principessa o pirata? ***


Durante la notte Emma si svegliò molte volte, non riusciva a lasciarsi andare sapendo che lì c'era qualcuno che ha tentato di ucciderla già in due occasioni, ogni volta che si girava verso il capitano notava un espressione agitata sul suo viso, tanto duro quanto fragile.

'buongiorno principessa.' –disse lui sorridendo, come se niente fosse successo il giorno prima.

'santo cielo capitano, ti ho già detto che non sono una principessa.' –rispose irritata.

'beh il tuo comportamento da donzella in difficoltà dice tutto il contrario.'  -aggiunse sogghignando.

'non sono una donzella in difficoltà.' –disse stranita, ogni giorno quel pirata si comportava in maniera più strana.

'dimostramelo.' -disse lui con aria di sfida.

'e che accidenti dovrei fare, il mio essere in difficoltà dipende da te, a dirla tutta.'

'beh hai due ore per pensarci a partire da adesso. Ah lì c'è la tua colazione.' –si avviò verso l'uscita della stanza.

'cosa fai mi dai ordini e vai via?'  All'improvviso l'olfatto di Emma fu sorpreso da uno spiacevole odore-  'ma cos'è? Pesce a colazione? Non avete limiti voi pirati.'

Killian sorrise come al suo solito, alzò il sopracciglio, le fece un occhiolino e se ne andò. Emma  stava pensando a come dimostrare al pirata di non essere una donzella in difficoltà come la definiva lui, coprì quel piatto pieno di pesce, che riempì la stanza di un odore nauseante e si mise a rovistare negli armadi del capitano. Trovò dei vestiti, forse da donna o forse no, ma erano comunque di dimensioni più o meno adatte al suo esile corpo. Si tolse i suoi abiti, ormai ridotti in stracci e si infilò le brache, una camicia e degli stivaletti che le stavano un po' grandi. Si legò i lunghi capelli con un pezzo di corda e uscì dal dormitorio. Si diresse in poppa, dove di solito c'era Killian appoggiato al suo amato timone.  Quando lui la vide non poté fare a meno di scoppiare a ridere.

'cosa ridi, pirata.' -borbottò Emma, un po' imbarazzata.

'quei vestiti...devo ammettere che così sembri ancora più piccoletta.' -rispose  sorridendo teneramente il capitano.
 

cos'hanno che non va questi vestiti?' -chiese, mentre pensava a quanto fosse presuntuoso quel capitano. 

'beh, sono di quando avevo undici anni'. -continuo a ridacchiare- 'e sentiamo, pensi che così mi dimostrerai di non essere una donzella in difficoltà?'

'no, c'è di più, voglio imparare ad usare la spada.' -a quelle parole Il pirata scoppiò in una risata contagiosa che coinvolse vari membri della ciurma, persino Emma stava per ridere, ma si trattenne per non compiacere quel presuntuoso capitano.

'allora? Accetti o no?'

'non ce la farai mai bellezza, non hai la stoffa di un pirata.'

'ti ho detto insegnami.' -disse la fanciulla. Killian si avvicinò minaccioso verso il viso della ragazza. La guardava letteralmente dall'alto al basso. Le alzò il mento con una mano e la guardò intensamente negli occhi.

'nessuno da ordini al capitano Jones.'

In quei momenti, quando faceva l'autoritario, sembrava una persona completamente diversa dai momenti in cui sorrideva. Secondi di silenzio paralizzarono l'intera ciurma, quel giovane pirata era capace di incutere timore persino ai marinai più grandi di lui. Si girò di spalle, prese una spada e la fece scivolare a terra, verso Emma.

'prendila.' –disse con tono deciso. Emma impugnò la sciabola e con fatica la tenne in mano con entrambe le mani, pensò che non sembrano così pesanti, ma fece finta di niente.

'per tutti i mari del mondo, Swan' –disse mentre alzava gli occhi al cielo- 'Qui c'è molta strada da fare.' -aggiunse sarcasticamente.

'scusi capitano, se nella mia cella nessuno mi ha insegnato a tenere in mano una spada.' -replicò la ragazza altrettanto sarcastica.

Mentre Killian si divertiva a fare l'insegnante di Emma, il resto della ciurma continuava a svolgere le proprie mansioni. 

'quei due hanno troppa intesa per i miei gusti.' -disse Milo, fedele nostromo e amico del capitano.

'cosa farfugli Milo?' -chiese un altro membro della ciurma.

'da quando è qui causa solo guai. È proprio vero che una donna su una nave porta sfortuna.' -I suoi compagni lo guardarono in modo strano, ma lui continuò- 'è così evidente, il capitano sta perdendo la testa con quella sgualdrina, non dorme di notte, è distratto di giorno, non si prende cura della nave come faceva poco tempo fa, ma soprattutto, sta consumando tutte le scorte di rum.'

'non sarai mica geloso Milo? ' – ribatté il compagno e tutti i pirati risero a quella battuta simpatica- 'non fare sciocchezze amico, dobbiamo molto al capitano Jones, lui ha salvato tutti noi, te in particolare.'

Milo girò le spalle al resto della ciurma e si allontanò da solo. Intanto Killian insegnava alla sua piccola apprendista le prime nozioni di combattimento: 'vieni qui' -disse prendendole la mano- 'devi prima di tutto imparare a tenerla, poi potrai maneggiarla, non vorrei diventassi un pericolo con quella spada.' -disse il capitano.

Emma e Killian erano molto vicini, lui dietro di lei, con le braccia una sull'altra. Lui guidava la sua mano che impugnava la spada. Avanti e dietro, movimenti lenti e precisi. 

'adesso proviamo a fare come ti ho insegnato, ti prometto che ci andrò piano.' -disse con il suo solito ghigno. 

Emma iniziò a puntare la spada verso Killian, ma ovviamente lui riusciva ad evitare ogni colpo della ragazza, di conseguenza provò a sferrare lui un colpo e con grande sorpresa notò che Emma riuscì a schivarlo. Lui fece un gran sorriso, come di soddisfazione ma subito dopo disse: 'la fortuna dei principianti.'

'no, non vuoi ammettere che sto imparando.'

'non combatto con te come faccio di solito, moriresti quasi sicuramente.' -disse mentre entrambi continuavano a sventolare a destra e sinistra quelle spade.

'non essere assurdo capitano, il meccanismo l'ho capito.' –rispose lei abbassando la guardia, come se sapesse che lui non l'avrebbe mai colpita.

'ricordati di tenere sempre gli occhi sulla spada.' Proprio In quel momento scagliò un colpo un po' più degno, che però fece finire in terra la ragazza.

'ecco, non sei riuscita a resistere ad un colpo appena più forte.' Emma in un balzo saltò in piedi e ricominciò a difendersi con la spada, ma ad un tratto si bloccò.

'Killian.'

'Swan, che hai?' Emma aveva lo sguardo vuoto. Tutt'un tratto si lasciò cadere. Killian gettò velocemente la spada a terra e si avvicinò per prenderla.

'Swan? Emma? Avanti tesoro riprenditi.'  -disse schiaffeggiandola delicatamente, mentre la sorreggeva in piedi.

'oh, accidenti.' -disse lei rendendosi conto di essere cascata nuovamente tra le braccia del capitano.

'te l'avevo detto che eri una donzella in difficoltà.' –disse amichevolmente, mentre i loro sguardi erano completamente intrecciati.

'avanti, riproviamo.' –disse lei scostandosi immediatamente dalle forti braccia del pirata.

'forse ho esagerato, ti porto in camera.' -rispose lui, riponendo la spada al suo posto e prendendo al suo posto l'adorata fiaschetta di rum.

'no, continuiamo ad esercitarci.' –disse insistendo.

'pensavo di essermi spiegato, non ripeto le cose più di una volta.' -aggiunse mentre sorseggiava.

Eccolo di nuovo, quello sguardo minaccioso, autoritario, quello che si avvicinava all'oscuro, quello sguardo che mandava Emma in totale confusione.

'Swan!' –disse in modo deciso- 'mi ascolti o no?' -le prese un braccio, ma Emma si fece indietro: 'non sono una donzella in difficoltà.'  -Lanciò la spada a terra e andò via. -'tu non puoi darmi ordini.' –mentre camminava verso il sottocoperta.

'teoricamente posso, sono il capitano e qui tutti, nessuno escluso, esegue i miei ordini!' -concluse il pirata con tono decisamente autoritario.

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Capitolo 6
*** La tempesta. pt.1 ***


Passarono giorni di navigazione, il pirata e la nuova arrivata continuarono a punzecchiarsi continuamente. Lui sosteneva che la principessa fosse testarda e impertinente, lei d'altro canto pensava che il pirata fosse fastidiosamente sicuro di sé, presuntuoso e per giunta aveva il terribile vizio di compiacersi da solo. Emma continuava ad esercitarsi ogni giorno con la spada, con Killian che le faceva da maestro, le insegnava i segreti della pirateria. 

Era una di quelle sere tranquille, con il mare calmo e il cielo limpido; Killian amava le serate così, riusciva a rilassarsi con non mai. Emma lo vide, da lontano, che sorrideva guardando quello sfondo pittoresco, e non poté fare a meno di sorridere anche lei, guardando un uomo così duro, così spietato a volte, sciogliersi dinanzi a un semplice cielo pieno di stelle.

'Emma.' –disse lui sorpreso.

'ciao capitano.' –rispose sorridendo lei.

'come mai non sei sottocoperta a riposare?'

'è come se questa incantevole luna mi avesse chiamato per farsi guardare, e beh, devo dire che è valsa davvero la pena uscire.' –disse mentre guardava anch'ella il cielo.

'vieni qui.' –le ordinò Killian, che in quel momento posò le mani sul timone.

Prese le mani di Emma e le accompagnò al timone, insieme alle sue. Le spiegò i movimenti principali e quando bisognava effettuarli.

'così, in caso di emergenza, so di poter lasciare il timone tra le tue piccole mani.' –aggiunse con tono stranamente dolce il pirata.

'allora la luna e le stelle ti fanno davvero questo effetto?' –disse Emma sconcertata– 'sembri così diverso sa quando...'

'da quando cosa, Swan?'

'insomma...da quando dai ordini ai tuoi marinai, sei diverso da ogni momento della giornata.' Entrambi sorrisero, mentre guardavano l'orizzonte con le loro mani unite, che reggevano il timone.
 

Il giorno successivo fu una giornata stranamente tranquilla, uno splendido sole, molti dei pirati chiacchieravano, il capitano che non dava ordini a nessuno.

'ciao Emma, sono il pirata di fiducia del capitano, penso di non essermi mai presentato, mi chiamo Milo.' –disse un ragazzo che all'improvviso si trovo faccia a faccia con Emma– 'se rimarrai con noi per molto tempo preferirei che tu ci sapessi almeno distinguere.' –aggiunse con tono particolarmente amichevole.

'si hai ragione, praticamente non conosco nessuno di voi.'

'adesso conosci me.' –disse Milo.

Nei giorni a seguire la ragazza sembrava essersi integrata alla perfezione, scoprì di avere grande affinità con il pirata Milo, inoltre il fatto che Killian ponesse tanta fiducia in lui non faceva che aiutarla a fidarsi di quel ragazzo, anche se lo conosceva da poco.

'Emma, ti ho preparato questo.' –disse Milo porgendole un piatto di zuppa– 'mi sembravi affamata.'

'oh grazie Milo, peccato che tutti i pirati non siano come te.'

'forse il pirata dalle cattive intenzioni è solo un pregiudizio.' –disse toccando delicatamente il viso di Emma.

Lei sorrise, prese ciò che Milo le aveva portato e se ne andò sottocoperta.

'Swan, che ci facevi con Milo?' –chiese curioso il capitano entrando in stanza.

'per l'amor del cielo non sarai mica geloso?' –rispose Emma infastidita.

'senti ragazzina, tu non sei qui per fare nuove amicizie, per te questa nave è solo di passaggio.' –disse Killian con tono duro, uno di quelli che Emma detestava.

Uscì subito dalla stanza, lasciando il capitano da solo e si diresse verso il suo nuovo amico, in lacrime.

'Emma cosa succede?' –disse Milo.

'quell'essere, il tuo capitano, sono stanca del suo carattere bipolare, vorrei che fosse un po' più..stabile.' –rispose la ragazza con un viso triste.

'è così da sempre, nessuno mai è riuscito a cambiarlo.'

'non ha mai avuto una persona accanto? Una fidanzata insomma.' 

'una donna, in effetti, riuscì ad attirare particolarmente la sua attenzione; il nostro capitano è da sempre un gran donnaiolo, ma quella donna aveva qualcosa di diverso, sembrava riuscisse a controllarlo.' –raccontò Milo.

'allora prova sentimenti..' -disse Emma pensando per un attimo al capitano.

'in realtà non ci giurerei molto, alla fine la uccise brutalmente.' –disse sottovoce. Emma rimase pietrificata a quelle parole, ora tornava tutto.

'dunque o le porta a letto o le uccide, io penso di far parte della seconda categoria.' -disse preoccupata.

'non ti succederà niente finché io sarò su questa nave.'

'sei una persona fantastica, beh non che ne abbia conosciute molte in vita mia' –disse Emma sarcasticamente.
 

La ragazza si allontanava sempre di più dal capitano e si avvicinava a Milo, le piaceva tanto la particolare dolcezza di quel pirata, non era affatto come Killian, un giorno buono e quello dopo spietato.

Era un bel pomeriggio, Emma e Milo erano seduti sui gradini del ponte. 

'sei splendida Emma, non ho mai visto una ragazza più bella di te.' –disse, un attimo dopo la baciò. Emma arrossì ma rimase in quelle braccia che considerava molto più sicure di quelle di Killian.

'ma oltre che bella, sei anche la prediletta del capitano, e io non permetterò che lui cambi a causa di un insulsa ragazzina.' –aggiunse, questa volta con tono terribilmente duro.

'ma Milo, cosa stai dicendo, non ti riconosco.' –si fece indietro, ma lui continuava ad avanzare verso di lei. Lo sguardo di Emma si fece intimorito come non era mai successo, le mani di quel pirata, che qualche istante prima le accarezzavano dolcemente il viso, adesso avevano un altro obiettivo.

'hai rovinato tutto e non te ne rendi conto, il capitano non è più lo stesso da quando tu sei qui, ormai gli importa solo di te, ti insegna anche i segreti della navigazione, è inaccettabile per un pirata fedele.' –continuava a ad avvicinarsi ad Emma, cercando di toccarla con la forza.

 

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Capitolo 7
*** La tempesta. pt.2 ***


non ho voluto io tutto questo, non puoi pensare davvero queste cose Milo, tu non sei così, non puoi davvero approfittarti di me.' –disse la ragazza agitandosi sempre di più. Lì intorno non c'era nessuno, Milo aveva calcolato tutto, l'amicizia improvvisa, la dolcezza e ora l'appartarsi lontano dagli altri. Era tutto parte di uno squallido piano.

'sono molto peggio di così, cara Emma, non hai capito niente di me.' –disse infine con rabbia, le prese i polsi, la bloccò al muro e iniziò a baciarla contro la sua volontà.

'ti prego lasciami.' –urlava lei– 'Killian aiutami per favore.'

Killian si trovava al timone, non sarebbe mai riuscito a sentire la voce della ragazza. Ma in cuor suo sapeva di dover cercare Emma e parlarle. Non riusciva a trovarla, chiese alla ciurma e tutti rispondevano di averla vista con Milo. Killian colse in flagrante l'uomo, che reputava di sua fiducia, che cercava di saltare addosso alla ragazza, lo prese dal colletto della larga camicia, lo tirò su e gli scagliò un potentissimo destro, tanto forte da farlo cadere a terra. Prese la mano di Emma, l'aiutò ad alzarsi e l'avvicinò a sé.

'stai bene, Swan? Cosa ti ha fatto questo maniaco?' –chiese preoccupato il capitano.

Guardandosi intorno i tre si accorsero che tutta la ciurma assistette alla scena, rimanendo a bocca aperta quando videro il loro capitano mettersi contro il suo preferito. 

'nessuno toccherà mai con un dito questa ragazza, sono stato chiaro?' –urlò furiosamente il capitano, avrebbe ucciso chiunque sarebbe venuto meno ai suoi ordini. La ciurma annuì fedelmente dopo di che ognuno tornò a finire la propria mansione. La giornata passò nell'imbarazzo per chiunque incrociasse lo sguardo di Milo.

Le acque sembravano essersi calmate, Emma e Killian andavano più o meno d'accordo dopo l'accaduto, anche se lui continuava ad essere terribilmente bipolare.
 

Qualche giorno dopo una tempesta si abbatté sulla Jolly Roger, tutti erano impegnati a manovrare la nave, tutti tranne uno, Milo.

Accecato dalla rabbia per l'umiliazione subita, aspettò il momento giusto, il momento in cui il capitano non era con Emma, visto che ormai la seguiva ovunque. Ma la tempesta era davvero potente e il capitano aveva l'obbligo di rimanere al timone, nessuno sapeva meglio di lui come resistere ad una tempesta del genere.

Improvvisamente Emma si sentì tirare per un braccio, era Milo. La portò in un angolo della nave, la spinse di spalle verso il parapetto e iniziò a dirle un sacco di cose terribili. Emma spaventata iniziò ad urlare, a chiedere aiuto a Killian ma Milo le coprì fortissimo la bocca con una mano.

'tutti penseranno che tu sia caduta durante la tempesta e io fingerò di averti vista da lontano principessa.' –le disse Milo, tanto sicuro di quello che stava per fare.

'capitano Joneeeees' –urlò un pirata – 'Milo è sparito, e temo anche Emma.'

Killian rimase qualche secondo inerme, bloccato, doveva scegliere: Emma Swan o il timone?

Da lontano la vide, si agitava nel tentativo di liberarsi, e subito dopo vide Milo che le premeva la schiena sul parapetto. Stava per buttarla in mare.

'Milo fermati, che diavolo stai facendo.' –disse correndo verso la ragazza.

'avere una ragazza sulla nave porta sfortuna, capitano, e tutta la sfortuna ricade su di me.' –Killian lo spinse e prese giusto in tempo Emma, in lacrime e tremante. Vederla così vulnerabile non era affatto piacevole.
 

domani  camminerai in passerella, Milo.' –affermò il capitano con notevole fermezza.

'cosa? Io ti sono sempre rimasto vicino, si da quando tuo fratello è morto.' -rispose il pirata in preda alla rabbia.

'non osare nominare mio fratello.' -disse infuriato mentre si avvicinava al viso di quell'uomo, che ormai riteneva solo un traditore.

'mi sono comportato esattamente come avrebbe fatto lui, ti ho sempre mostrato lealtà e fedeltà e tu mi mandi in passerella? Avresti mai mandato Liam in passerella a causa di una ragazza, capitano?' -chiese Milo.

'Liam mai avrebbe fatto questo ad Emma, era troppo buono per far del male ad una ragazza.' –disse mentre la tempesta si abbatteva e i marinai cercavano di tener su la nave–  'tu non sarai mai come mio fratello, ora faresti meglio a sparire dalla mia vista o non vedrai neanche la luce del giorno domani.'

La tempesta continuava ad abbattersi  su quella nave, c'era bisogno dell'intervento del capitano per guidarla fuori da essa quindi  prese Emma per le mani, le disse di correre sottocoperta, nell'ufficio del capitano, l'unica stanza che poteva chiudersi a chiave dall'interno e le disse dove avrebbe trovato la chiave:  'ora va, lì sarai al sicuro.'

Emma lo guardava con occhi di ammirazione, quel gesto, quelle parole, quella protezione, le fecero capire che si sbagliava sul conto di quel presuntuoso pirata, che quel giorno si dimostrò il più rispettoso di tutti.

'Emma ti ho detto di andare, svelta' –le urlò.

La ragazza corse sottocoperta e fece tutto ciò che le aveva detto il capitano. Era fradicia, così si tolse la camicia, si avvolse in una pesante coperta e si accovacciò in un angolo, che in quel momento le sembrava il posto più sicuro al mondo.

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Capitolo 8
*** Il fratello. ***


La mattina seguente tornò a regnare il sole, Killian, esausto si ritirò nel suo ufficio, dove vi trovò Emma avvolta in una coperta e messa in un angolino, mentre dormiva. Si avvicinò a lei, la guardò intensamente, poi la prese in braccio per portarla a letto ma quei movimenti la svegliarono.

'che stai facendo?' -disse Emma ancora intontita.

'hai dormito sul pavimento, ti porto a letto.'

'non ce ne bisogno, sono abbastanza riposata.'

Si girò e vide un raggio di sole entrare dalla piccola finestra e sorrise

'finalmente la tempesta si è placata.' -disse stupita.

'beh non poteva mica durare in eterno, tesoro.' –disse, alzando il sopracciglio.

'tutto bene? Sembri preoccupato.'

'sono stanco, molti di noi sta notte non hanno dormito, è stata una tempesta violenta.'

'allora va tu in camera a riposare.'

'e lasciarti tra le mani di quel pericolo? No affatto, finché non l'avrò spinto in passerella tu non uscirai da qui, non senza di me.'

'lo so che non ha fatto una bella azione, ma ucciderlo Killian, ti sembra il caso?'

'Swan, non è la prima volta che uccido un uomo, ne ho uccisi tanti, anche dei miei.'

Il volto di Killian si fece oscuro, come quando tentò di ucciderla, quelle immagini tornavano spesso nella mente di Emma, quelle immagini la trattenevano dal fidarsi dal bel pirata.

Emma abbassò la testa e disse: 'ti prego di riflettere.'

Lui non rispose, si girò e andò via. Ci pensò a lungo e decise di risparmiarlo, ma non totalmente: da quel momento Milo sarebbe stato uno schiavo. Emma non era entusiasta della scelta ma in fondo era meglio di niente. 

'che mi dici della donna che hai ucciso molto tempo fa?' –chiese Emma.

'una traditrice, non merita neanche di essere ricordata.' –rispose nervoso il pirata– 'è stato Milo a parlartene vero? Era l'unico a sapere di questa storia.'

'si, è stato lui, ma ti prego, non ucciderlo. Penso che desiderasse che io e te ci allontanassimo.'

'ovviamente.' –rispose il capitano, secco.

'allora? Qual è la verità?'

'mi piaceva quella donna, era matura, in effetti aveva molti anni in più di me, mi raggirava come desiderava e di ciò me ne vergogno. Il suo unico obiettivo era avermi totalmente in pugno e infine consegnarmi a degli uomini che mi volevano morto, lei ci avrebbe guadagnato un bel matrimonio che l'avrebbe trasformata in una ricca nobildonna.' –raccontò Killian– 'ma Swan, nessuno ha preso mai in giro questo affascinante capitano, neanche una bella donna come lei, così la uccisi e nessuno seppe più niente di lei. Fine della storia.'

Emma rimase in silenzio, capì che ciò che aveva fatto era solo perché si sentiva ferito, e pur di non ammettere la sofferenza preferì sostituirla con la rabbia e la vendetta. Il pirata ancora non lo sapeva, ma quella ragazza riusciva a capire i suoi sentimenti più nascosti, riusciva a percepire ogni cosa dal modo in cui parlava.
Passarono giorni di navigazione, Emma imparava lentamente a maneggiare una spada, era molto inesperta, ma in quei giorni ci mise tutta se stessa. Killian iniziava ad affezionarsi davvero a quella ragazzina, lo divertiva e si divertiva a prenderla in giro; lei aveva la capacità di farlo ragionare, come nessuno riusciva a fare da tempo.

La terra dove si trovava la persona che voleva uccidere Emma era molto lontana e ci vollero settimane per raggiungerla via mare. Per lei tutto quello era una nuova avventura, forse l'unica visto che non appena avrebbero toccato terra lei sarebbe stata consegnata a quella persona che voleva fortemente la sua morte.

'domani a quest'ora toccheremo terra.' –affermò il capitano.

'domani a quest'ora forse sarò morta.' –aggiunse con tono triste Emma.

'non domani, tra due giorni.' –disse come a voler sdrammatizzare. Ma subito dopo aggiunse– 'devo ammettere che mi mancherai.' 

'credo che...' –si bloccò di colpo.
 

cos'hai Swan?'

'credo che mi mancherà tutto questo.' –disse, mentre una lacrima le scendeva sul viso.

'ehi, non fare così, sei stata bene qui?' –gli chiese teneramente.

'molto...forse troppo nonostante tutto, mi hai insegnato a combattere, anche se non mi servirà a niente.'

'in realtà ti servirà.' –le disse il pirata, speranzoso.

'come scusa? Verrò giustiziata.'

'e chi ha mai parlato di essere giustiziati?'

'in ogni caso verrò uccisa.'

'beh non per forza. Non se combatti, così come ti ho insegnato io.'

'spiegati capitano.' –chiese la ragazza, ma ad un tratto sembrò collegare ogni avvenimento– 'vuoi per caso dire che tu hai calcolato tutto? Tu hai fatto si che io ti chiedessi di insegnarmi ad usare la spada, sei un vero manipolatore.' 

'se te l'avessi ordinato non l'avresti mai fatto e ho lasciato fare tutto a te, a quanto pare mi è andata piuttosto che bene.' –sogghignò.

'sei davvero incredibile...ma ti prego dimmi chi desidera uccidermi, non me l'hai mai detto.'

'è giusto che tu lo sappia. Tuo fratello, Emma. Tu hai un fratello gemello.'

'd-dimmi che è uno scherzo, Killian dimmi che tutto questo è un incubo.'

'mi dispiace deluderti tesoro, ma è la verità. Tuo fratello ti odia, a tal punto da volerti morta.'

'ti prego raccontami tutto, sono le mie ultime ore di vita, ho il diritto di conoscere la verità fino in fondo.'

'quando tu e James siete nati i vostri genitori non erano ancora sposati, ma ciò già lo sai.'

'si beh mi ero solo saltata la parte in cui non nasco da sola ma con un gemello, ma continua.'

'ecco...dunque, per loro era troppo rischioso avere due figli illegittimi nel castello, un maschio poi sarebbe stato un vero disastro se si fosse scoperta la sua esistenza, invece tenere nascosta una bambina sarebbe stato più semplice, e poi il solo fatto di non farvi conoscere sarebbe stato un gran vantaggio. Non appena nati, tu sei stata portata in quella stanza dove sei cresciuta mentre tuo fratello fu dato ad uno stregone, di nome Tremotino, con la promessa di portarlo nel regno più lontano possibile, così che non avrebbe mai conosciuto le sue origini. Tremotino però, che chiede sempre qualcosa in cambio, chiese il loro primo figlio legittimo, una richiesta un po' crudele ma con lui funziona così. Quel futuro bambino quindi sarebbe diventato uno stregone fortissimo. I tuoi genitori accettarono, ma sette anni fa, quando è nato il tuo fratellino Alexander si rifiutarono di far avvicinare Tremotino al loro piccolo bambino tanto atteso.' –raccontò il capitano, il quale sapeva che tutte quelle notizie stavano sconvolgendo la sua piccola amica- 'Tremotino dunque, che non rompe mai un accordo cercò il tuo gemello per vendicarsi di quei traditori dei tuoi genitori, lo trovò, viveva in campagna con una povera famiglia di pastori, ma sembrava felice. Gli raccontò tutta la verità, gli disse di avere una sorella gemella, rimasta nel castello, seppur rinchiusa. Ma per James la cosa grave fu che scelsero di mandare via lui per sempre e tenere te.' –disse concludendo la storia.

'ma io non conosco neanche i miei genitori, non sono mai venuti a farmi visita, perché mio fratello è così arrabbiato con me?' –chiese Emma sconcertata.

'perché avrebbero potuto tenere lui e mandare via te.'

'io penso che lui abbia vissuto meglio di me, per cinque anni non ho visto neanche il sole.' –disse lei, pensando ad alcune cose che non le tornavano- 'ma tu in tutta questa storia cosa c'entri?'

'in qualche modo sono finito in un porto dove c'era tuo fratello ad attendermi, sicuramente sotto comando di Tremotino, lui sa tutto di tutti, gli sarà giunta voce che la mia è la nave più veloce di tutti i reami. Tuo fratello, James, mi promise qualcosa di molto allentante per un pirata. Mi promise che se avessi trovato sua sorella e gliel'avessi portata viva, lui avrebbe fatto in modo che la mia nave arrivasse sull'isola che non c'è, un luogo che molti pirati, per anni hanno cercato, ma che nessuno è riuscito mai a trovare, alcuni sono morti nel tentativo di arrivarci. A quel punto sarei diventato definitivamente il pirata più potente di tutti i mari. Se però non fossi riuscito nella mia impresa, se ad esempio tu non fossi sopravvissuta al lungo viaggio, a morire sarei stato io, per esser venuto meno alla parola data.' 

'per questo ci tenevi così tanto che io imparassi in fretta a maneggiare la spada? Perché combattessi contro mio fratello?'

'nel mio piccolo, ho cercato di aiutarti.' -rispose dolcemente il capitano.
 

'te ne sono grata, capitano, ma sappiamo entrambi che non riuscirò a sopravvivere.'

'è meglio che tu risparmi le forze per domani, andiamo a dormire.'

'avrò tempo di dormire quando sarò morta, buonanotte capitano.' –disse lei, che preferiva passare l'ultima notte sulla nave ad ammirare le stelle.

Killian non rispose, se ne andò. Il pensiero che da domani lei non sarebbe stata più su quella nave lo rattristava. Non doveva andare così, non doveva affezionarsi, lui non si era mai affezionato a nessuna donna, o almeno non in un modo così particolare.

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Capitolo 9
*** La destinazione. ***


La mattina seguente arrivarono al porto di quel villaggio sconosciuto, era sera, e appena scesi non poterono fare a meno di sentire un' allegra melodia. Quello era un regno sempre in festa, quasi ogni sera c'era un ballo, sembrava un mondo così diverso, dove i problemi si potevano risolvere con una semplice danza.

'mio fratello è cresciuto in questo posto meraviglioso.' –disse con stupore la ragazza, che aveva visto più cose in poche settimane che in quasi diciotto anni di vita.

'Emma Swan, benvenuta a Camelot, il regno più felice che abbia mai visto.' 

'Killian questo posto è fantastico, la gente è allegra, da qualche parte fanno festa, ti prego andiamoci, non ne ho mai visto una, ne tanto meno partecipato.' 

La curiosità sul suo volto era evidente, quella ragazza meritava di vedere il mondo, non di morire per qualcosa di cui neanche ne aveva la colpa. Il capitano non faceva altro che pensare e lei e se sarebbe riuscita a battere suo fratello; si rattristava al pensiero di non averla più tra i piedi, ma ancora non riusciva ad ammettere a se stesso quello che provava per Emma.

'Swan, vieni qui, inutile fissare da lontano.' 

Emma si avvicinò convinta che il capitano volesse portarla a riposare, ma inaspettatamente non era quello che aveva in mente.

'mi faresti l'onore di venire al ballo con me, questa sera?' –disse inchinandosi, da vero galantuomo, come se non fosse mai stato un pirata.

Gli occhi di Emma si illuminarono, in faccia le si poteva leggere tutta la gioia che l'aveva travolta in quel momento, come quando fai un regalo ad un bambino, perché in fondo è così che si sentiva. In realtà quelle erano sensazioni nuove per Emma, che in vita sua non aveva mai ricevuto nulla da nessuno e quel pirata, le regalava un sacco di nuove emozioni.

'accetto con molto piacere.' –rispose sorridendo– 'Tu, capitano, mi stupisci terribilmente.'

'beh, è l'effetto del mio fascino, tesoro.' –disse sogghignando– 'ma parliamo di questioni serie, abbiamo bisogno di abiti Swan, non posso portarti ad un ballo con dei pantaloni di pelle.'

'dove credi che possa trovare un abito da sera?' –disse sbruffando.

Killian la riportò sulla nave, nella stiva c'era un baule pieno di abiti eleganti.

'e questi? Non dirmi che appartenevano a...'

'oh no no.' –la interruppe subito il capitano– 'come ben sai, prima di essere un pirata ero un marinaio per bene, poi prima di abbandonare tutto rubai alcuni vestiti al tuo castello con la speranza di guadagnarci qualcosa, i risparmi prima o poi sarebbero finiti, e io stavo per imbattermi in una vita da pirata totalmente sconosciuta.'

'a quanto pare non l'hai mai fatto e direi che sei decisamente un pirata degno di essere chiamato tale.'

'non capisco se prenderla come un complimento o come un offesa, ad ogni modo, Swan, quello che sono lo devo solo a me stesso. Avanti indossane uno e andiamo a questa festa, prima che cambi idea.' –disse uscendo dalla stanza, ma subito dopo era di nuovo affacciato alla porta– 'oppure preferisci che io rimanga?' –aggiunse con sguardo terribilmente malizioso.

'fuori di qui, sei senza pudore!' –rispose lanciando il primo oggetto disponibile vero la bella faccia di Killian.

Emma si vestì, si sistemò i capelli e poi vide Killian, anche lui vestito come un principe, con un completo che gli stava a meraviglia. Si guardarono con occhi meravigliati, camminarono l'uno verso l'altra, Killian porse il braccio per accompagnare la sua dama e insieme, si diressero verso il castello.

'è strano, vederti così.' –disse il pirata.

'non ti piace?' –chiese la ragazza.

'al contrario, penso mi piaccia anche troppo. Penso ti donino gli abiti da principessa, in fondo è nel tuo sangue.'

Lei sorrise e per un attimo pensò a come sarebbe stata la sua vita se i suoi genitori l'avessero riconosciuta, se l'avessero cresciuta come una principessa, ma i suoi pensieri furono interrotti da Killian.

'eccoci, Swan, sei pronta per il tuo primo ballo, col pirata più affascinante di tutti i mari per giunta?'

'oh Killian, è incredibile.' –disse con occhi lucenti e gioiosi.

Il castello di Camelot era aperto a tutti gli abitanti che volessero festeggiare, perché in quel regno non esistevano differenze tra nobili e non, esisteva solo gente serena, e lo dimostrava danzando quasi ogni sera. 

'accidenti, io non so ballare, so a malapena usare una spada leggera.'

Killian sorrise e disse: 'tu devi solo...seguire me.'

La portò in mezzo a tutta quella gente che danzava, prese le mani di Emma e iniziò a farla volteggiare come tutte le altre donne nella sala.

'non dirmi che...tu ne sei capace.'

'te l'ho detto, non sono sempre stato un pirata, tesoro.'

Le loro mani si sfioravano, a ritmo di quella deliziosa musica medievale, i loro sguardi erano fissi, non riuscivano a staccarsi, erano come magnetici. Continuarono a danzare, Emma aveva il sorriso più sincero di sempre e Killian non poteva fare a meno di guardarlo e di provare benessere dentro di lui.

'sei incantevole, piccola Swan.' –disse con lo sguardo ammaliato.

'devo ammettere che anche tu sei niente male con dei vestiti normali.'

La musica era così coinvolgente che Emma non ci mise molto a imparare come seguire Killian. Dopo qualche volteggio il pirata non riuscì proprio a resistere, tirò a sé la ragazza e le strappò un bacio.
 

Lei rimase così sorpresa da essere indecisa se respingerlo o meno. Ma quella sensazione si aggiungeva alle altre che il pirata le faceva provare, questa volta più intensa, le invase l'intero corpo.

'Killian cosa fai?'

'ti bacio.'

'pensi sia opportuno?'

'ti prometto che non ti lascerò morire, ho avuto la conferma di aver bisogno di te per essere una persona migliore.'

'perché mi dici adesso queste cose? Abbiamo passato settimane in viaggio e tu non hai fatto altro che confondermi, con comportamenti da psicopatico.' –erano gli unici due a non tenere il ritmo, erano troppo occupati a confessare i loro sentimenti, ma neppure volevano uscire da quella realtà quasi magica che li circondava.
 

speravo mi fosse passato non appena saremmo scesi dalla nave, ma il mio desiderio di rimanerti accanto non fa altro che crescere, non mi era mai capitato, ti sono sincero, io le ragazze le ho sempre usate. Ma tu Swan, tu riesci a rendermi migliore del malvagio pirata quale sono.'

Emma scoppiò in lacrime e lo abbracciò così forte come a volersi sentire protetta, come a voler chiedere aiuto a quel malvagio pirata, che fino a quel momento era stata la persona più buona con lei. 

'non voglio morire, voglio continuare a vivere avventure con te sulla Jolly Roger, non pensavo che l'avrei mai detto, ma ora eccomi qui, come se le parole mi uscissero da sola dalla bocca.' –disse singhiozzando.

'troveremo un modo, io credo in te, non permetterò a nessuno di ucciderti, siamo già riusciti ad evitarlo più volte, penso che tu sia brava a sopravvivere, proprio come me.' –disse Killian, le mise le mani sul delicato viso, asciugandole le lacrime, poi l'abbracciò, in quel momento Emma capì quanto le piacesse stare tra le braccia di quel capitano.

Passarono la notte sulla nave, dormirono per la prima volta sulla stessa brandina, il pirata la tenne stretta a sé per tutta la notte. Emma si svegliò di buon ora si vestì di nuovo da piccolo pirata, prese la sua spada e andò sul ponte ad esercitarsi. Poco dopo Killian la raggiunse, la osservò da lontano, così carina, maneggiare quella spada, e sperava con tutto il cuore che sarebbe riuscita a sconfiggere suo fratello.
 

'smetti di guardarmi e combatti, pirata.'

'Swan, è ora, dobbiamo andare nel bosco.'

Si avvicinò a lei preoccupato, le diede un bacio sulla fronte e si guardarono negli occhi. Lui le prese la mano, tirò un sospiro e si avviarono verso il misterioso gemello di Emma.

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Capitolo 10
*** Lo scontro. ***


Si diressero verso il bosco, mano nella mano, uniti come non lo erano stati mai. Riuscivano a vedere James in lontananza, ad aspettarli, un alto ragazzo biondo, con gli occhi verdi, in effetti c'era una gran somiglianza tra lui ed Emma.

'sono compiaciuto, pirata.' –disse il gemello di Emma, 'ti sono sincero, non credevo saresti riuscito a mantenere la parola, e invece, mi hai portato la mia sorellina.' –il suo tono era malvagio, strafottente, ancora peggio del primo incontro di Emma e Killian.

'James, devo parlarti.' –disse il capitano, sperando di riuscire a convincere il ragazzo a non uccidere sua sorella.

'beh, io non voglio parlare con te, ora scusami.' –disse James, scansando il pirata– 'ma qui ci sono questioni di famiglia da risolvere.' –si avvicinò ad Emma, la quale non poté fare a meno di notare l'odio che quel ragazzo provava nei suoi confronti.

'dunque saresti tu il mio misterioso fratello gemello; mi tocca ammettere che ci assomigliamo.' –disse la ragazza con aria di sfida, in fondo non riusciva ad avere di colui che aveva il suo stesso sangue.

'non perderti in chiacchiere sorellina, ormai non ti serve a nulla.'

'allora avanti, uccidimi.'

'non sono un codardo, devi combattere, morirà chi perderà, molto probabilmente tu.'

'Swan, ce la farai, io credo in te.' –disse con parole confortanti il capitano.

'ah dunque ora siete alleati? Beh caro pirata mi dispiace, non diventeremo mai cognati.' –disse James con evidente disprezzo.

Emma sfilò la spada e attaccò per prima, era molto agile, ma James era molto bravo, era evidente che sapeva usare la spada da quando era un bambino.

'dimmi un po' sorellina, a palazzo ti hanno anche insegnato ad usare la spada?'

Emma con tutta la rabbia che aveva urlo a suo fratello che non conosceva neanche lei i loro genitori, che ha sempre vissuto in una prigione. Con quella rabbia riuscì a gettare via la spada di suo fratello e buttarlo a terra, gli saltò addosso e gli puntò la spada al collo.

'tu non hai capito niente della mia vita, è stato un inferno, sono sempre stata sola, nessuno mi ha mai amato, e ora dimmi, fratello, quale invidia può portarti ad uccidermi? Avrei dato oro per essere al tuo posto, per vivere una vita libera, libera di andare dove mi pareva, di toccare la pioggia, l'erba, di sentire il calore del sole sul mio viso, di poter distinguere le stagioni, invece niente, mi è stata negata la vita, quindi fai pure fratello, vendicati e uccidimi.' –disse Emma in preda alla rabbia e alla tristezza– 'e che questo sacrificio possa aiutarti a condurre una vita serena.' –disse infine, come se quelle dovessero essere le sue ultime parole.

Un mare di lacrime scesero dal viso di Emma e caddero su quello di James. Infondo erano gemelli, in qualche modo potevano sentire i sentimenti dell'altro. James, approfittando della vulnerabilità della ragazza, non perse occasione per scaraventarla a terra e trovarsi in posizione di vantaggio per poterla finalmente uccidere. La sua spada era letteralmente puntata sul petto di Emma.

'noooooo.' –urlò Killian– 'fermati amico, ti supplico. Non sono uno che supplica ma in questo caso l'istinto e i sentimenti stanno avendo la meglio su di me, quasi non riesco a controllarmi. Non permettere alla tua sete di vendetta di andare oltre il tuo cuore, James, io l'ho capito grazie ad Emma, e sono sicuro, che se tu le dessi una sola possibilità, ti renderesti conto che ho ragione. Ora per favore, posa quella spada.' –le parole del pirata colpirono sia James che Emma, la quale non riusciva a credere che Killian fosse finalmente a liberare il suo cuore e ad aprirlo. Ma suo fratello aveva lo sguardo perso, guardò Killian con gli occhi sbarrati

'sei un debole, ti stai facendo offuscare dall'amore.' –disse con lo stesso disprezzo di prima– 'l'amore è una debolezza, pirata, tu meglio di me dovresti saperlo, se non sbaglio la tua prima fidanzata ti stava portando praticamente alla rovina.'  -James colpì una nota dolente per Killian, il quale era pronto a tutto per proteggere Emma.

'l'amore non è una debolezza, è una forza, sai prima non lo sapevo, quella donna non era il mio vero amore. Ma con Emma io ho sentito cose che mai avrei pensato di poter sentire, e no, io non mi sento affatto debole, mi sento più forte che mai, perché ho qualcuno per cui poter lottare, prima lottavo solo per me stesso, ora c'è lei nella mia vita.' –disse Killian parlando faccia a faccia con James.

Emma non riusciva a credere che lui stesse pronunciando quelle parole, si chiedeva da quanto pensava tutte quelle cose di lei, immaginava a come poteva andare se lei sarebbe sopravvissuta. James guardava entrambi, era confuso, ma le parole dei due ragazzi colpirono profondamente i suoi sentimenti: da una parte c'era il pirata più temuto di tutti i mari che stava aprendo il cuore all'amore,  dall'altra sua sorella, che ha patito la solitudine e che forse davvero non meritava di essere uccisa dal suo stesso fratello. Lui ed Emma si guardarono negli occhi per un istante, di colpo lui lasciò cadere la spada a terra e continuò a guardare la sorella che era immersa di lacrime di rabbia. Lei in un balzo si rimise in piedi e corse verso Killian, si abbracciarono forte, così tanto da farsi mancare il respiro, ma era una mancanza piacevole per entrambi.

sei così piccola e forte, Swan.' –disse fiero il pirata, mentre accarezzava il viso colmo di lacrime di Emma.

't-tu pensi davvero ciò che hai detto? Da quanto? E come mai non mi hai mai detto niente?' –chiese la ragazza che ne aveva tante altre di domande.

'non sono stato certo dei miei sentimenti finché non ti ho vista in pericolo, è stato inaspettato anche per me, credimi, ma sono felice di aver ammesso a me stesso la realtà.'

'più volte sono stata in pericolo, e tu eri lì, a salvarmi.'

'eri in pericolo, ma non stavi per morire, forse non l'avrei sopportato.'

I loro sguardi completamente in simbiosi, quasi dimenticavano che James era ancora lì.

voi, con il vostro squallido amore, mi avete fatto qualcosa, mi sento come stregato.' –disse James sentendo una strana sensazione.

'no, fratello, è la rabbia che scompare dal tuo animo.' –rispose Emma con dolcezza.

James la guardò, con un gesto del braccio scomparve in una nube blu.

'cosa diavolo è successo Killian? Dov'è finito?' –chiese Emma scioccata.

'è magia, Swan, non è altro che maledetta magia.

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