La mia fonte di Guai

di Raffaella92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 Capitolo ***
Capitolo 2: *** 2° Capitolo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** 4° Capitolo ***
Capitolo 5: *** 5° Capitolo ***
Capitolo 6: *** 6° Capitolo ***
Capitolo 7: *** 7° Capitolo ***
Capitolo 8: *** 8° Capitolo ***
Capitolo 9: *** 9° Capitolo ***
Capitolo 10: *** 10° Capitolo ***
Capitolo 11: *** 11° Capitolo ***
Capitolo 12: *** 12° Capitolo ***
Capitolo 13: *** 13° Capitolo ***
Capitolo 14: *** 14° Capitolo ***
Capitolo 15: *** 15° Capitolo ***



Capitolo 1
*** 1 Capitolo ***


"Aaaaaaaaaaah! Non è possibile anche oggi arriverò in ritardo!" Eccomi sono di nuovo di corsa, che preparo il caffè dopo una doccia a velocità della luce. Riuscirò ad arrivare anche oggi in ritardo a lavoro, non c'è niente da fare sono una ritardataria cronica! Vi starete chiedendo chi sono, mi presento, il mio nome è Rossana Kurata, Sana per gli amici ho 25 anni, lavoro in una redazione di un giornale fondato da mia madre Kathrine Kurata a Las Vegas. Anche se sono la figlia del capo non posso permettermi di arrivare in ritardo perché mia madre non ammette ritardi. È un tipo molto molto molto eccentrico ma sul lavoro non transige, quindi devo darmi una mossa altrimenti mi toccherà trovare un altro lavoro. Mentre corro tra le strade della città vi racconto un po' di me. Dicevo lavoro per il giornale di mia madre, non siamo di Las Vegas, Le mie origini sono giapponesi, fino all'età di 5 anni vivevamo a Tokyo poi ci siamo trasferite qui perché mia madre aveva cominciato a lavorare per questo giornale, infine solo 5 anni fa ne è diventata proprietaria, perché il vecchio capo le ha ceduto tutto per andare a "Trascorrere la sua vecchiaia in Italia" testuali parole. Non so come forse l'influenza di mia madre, ma la passione per il giornalismo è presto nata in me ed eccomi qui a lavorare per la mia BigMama! Qui non ho molti amici quasi tutti conoscenti a parte la mia migliore amica Aya, lei è la dolcezza fatta persona, molto pacata e sicuramente più tranquilla di me. Infatti sono un tipo molto esuberante, (infatti è la mia complice in tutte le pazzie) ho la grazia di un elefante in un negozio di cristalli, però i maschi mi definiscono una bomba sexy. Ok si ho un fisico asciutto, tutte le forme al proprio posto, capelli lunghi rossicci, occhi color cioccolato ma tutta questa bellezza non la vedo. Ritornando al mio lavoro nel frattempo sono arrivata in redazione con solo 7 minuti di ritardo un record per me che di solito vado ad un'ora alla volta. Arrivo alla mia scrivania mi metto subito al lavoro per il nuovo articolo e la giornata trascorre molto velocemente, mi dirigo a casa dove chiamo la mia amica Aya per organizzare una serata per noi due, visto che sono 2 settimane che non ci vediamo. Lei lavora come stilista in un importante Atelier del paese e questo periodo è molto pieno di lavoro per lei. Fatto sta che riesco a convincerla e stasera si esce!!

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Capitolo 2
*** 2° Capitolo ***


L'amore cos'è? Non ci ho mai pensato veramente ad essere sinceri, non mi sono mai innamorata veramente, ho avuto qualche storia in passato ma nulla di serio, tant'è vero che non ho superato la fase successiva al bacio, nel senso che sto aspettando quello giusto. Allora voi direte ci hai pensato a cos'è l'amore che vuoi! Invece non mi sono mai soffermata seriamente, non ho mai avuto l'esigenza di andare oltre. Per me fare l'amore è qualcosa che va oltre l'attrazione fisica, è una chimica, non solo tra due corpi, ma tra due anime che s'incontrano. Immagino che l'amore vero ti ruba ogni secondo di ogni ora di ogni giorno... Chissà magari un giorno incontrerò l'uomo della mia vita. Quello che ti legge dentro con un solo sguardo, quello che capisce dai tuoi gesti se stai dicendo una bugia, quello che nonostante tutto resta accanto a te sempre e comunque che conosce i tuoi pregi ma anche i tuoi difetti e li ama tutti incondizionatamente. Mentre facevo questi ragionamenti sotto la doccia non sapevo che quella sera sarebbero cominciati i miei Guai, dolci ma sempre guai! Esco dalla doccia, mi vesto opto per un vestitino bianco che arriva al ginocchio con una fascia blu in vita. Un po' di trucco non molto pesante, scarpe con tacco 12 credo che se non sto attenta potrei fare un bel volo col sedere per terra. Mando un messaggio ad Aya per avvisarla che sto andando da lei, prendo le chiavi della macchina, le chiavi di casa ed esco! Ah si cosa importante nonostante lavorassi con mia madre ho voluto la mia libertà per la mia vita privata quindi vivo da sola, con non poche difficoltà per quanto riguarda la cucina. Quindi molte volte preferisco ordinare qualcosa di già pronto o vado da mia madre a cena visto che lei ha una cuoca fantastica. Arrivo sotto casa di Aya, aspetto che scende è fantastica anche lei stasera, farà sicuramente stragi di cuori come sempre. Indossa un abito crema con dei pois marroncini, tacco 12 capelli perfetti trucco strepitoso. Entriamo nel locale con non poche difficoltà, la fila era assurda. Il locale è nuovo non eravamo ancora venute da quando avevano aperto un mese fa. Sembra carino. Arredamento molto moderno divanetti in pelle bianca, tavoli di vetro musica bellissima ed è strapieno di persone. Trovato con non poche difficoltà un divanetto per due libero ci accomodiamo con i nostri drink, poi ci guardiamo intorno. "Alla fine abbiamo fatto bene a venire è davvero un posto molto carino, che ne dici se andiamo a ballare Aya?" urlo nell'orecchio della mia povera amica che annuisce e mi trascina in pista. "Sana è già il terzo non credi aver esagerato per stasera? Lo sai che non reggi l'alcool" mi urla esasperata la mia amica che mi fa anche da coscienza. "Noo tranquilla sto benissimo, tu piuttosto perché non ti lasci andare un po'? C'è quel ragazzo che ti sta mangiando con gli occhi da quando siamo entrate" dico indicando un ragazzo con i capelli castani ela caschetto e un paio di occhiali un po' troppo grandi per il suo volto. Non smette di fissare la mia amica da quando l'ha addocchiata. Poi quella tonta sarei io! Tsé. Aya si gira esasperata per la mia affermazione e resta imbabolata per non so quanto tempo, quando poi  il giovane ragazzo si avvicina sempre più a lei e le sorride con sguardo ammiccante. "Ciao piacere Tsuyoshi Sasaki, tu sei?" disse il ragazzo molto imbarazzato porgendo la mano alla mia amica che era in uno stato di trance catatonico. Non ricevendo risposta sventola la mano davanti ai suoi occhi così si riprende e si presenta! Ok il ghiaccio è rotto li lascio soli, ed io continuo a ballare, sono di spalle quando sento due mani forti, dalla presa salda posarsi sui miei fianchi, mi volto e resto senza fiato..

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Avete presente quelle scene dei film quando tutto il resto mondo scompare e restano solo i due protagonisti al centro della scena? Ecco era quello che provavo in quel momento, stretta tra quelle braccia che erano così grandi da poter contenere il mondo intero, il resto della sala era sparito eravamo solo io questo sconosciuto che bello, bello come il sole, capelli biondo cenere, fisico statuario, alto, forte, lo percepivo dalla presa che aveva su di me, due occhi, oh, quegli occhi, ambra, color ambra, due pozze profonde dove ti potevi perdere senza dubbio... Chi era non lo so sapevo ancora ma sono sicura di essermi persa in quegli occhi. La musica continuava ma lui non si muoveva aveva incantenato il suo corpo al mio e cosa più importante aveva incatenato i suoi occhi ai miei. Non riuscivo a muovere più un muscolo e da come mi guarda credo che sia lo stesso per lui. Restiamo lì per un tempo indefinito, non so bene quanto tempo perché poi non ricordo niente più. La luce del mattino passa attraverso la finestra della mia camera, mi giro e rigiro nel letto, apro gli occhi a fatica, ho un mal di testa allucinante. Mi siedo al centro del letto mi guardo intorno e mi chiedo come ci sono arrivata a casa? L'ultima cosa che ricordo sono quegli occhi, ambra eccoli che si riaffacciano nella mia mente. Peccato non sapere chi sia, o meglio non ricordare più nulla di quello che è successo dopo. Mi alzo dal letto a fatica, scendo al piano di sotto, verso la cucina, un caffè ci vuole un bel caffè è l'ideale per il post sbornia.
Una voce alle mie spalle da adito ai miei pensieri.
"Oh brava proprio quello che vuole per il post-sbornia" mi giro di scatto, non è possibile, quegli occhi!
Che ci fa in casa mia? Come ci è arrivato, chi è.. Ci metto un po' per riprendermi dallo stato di trance in cui sono caduta.
"Scu..scusa tu chi saresti? Che ci fai a casa mia? Come sei entrato? Ma soprattutto dov'eri!?" dico tutto d'un fiato.
"Oh calma, calma, tutta questa vitalità chi te la dà a prima mattina? Stai un po' zitta gallina.
La tua voce è un fastidio per le mie orecchie" sarà anche bello ma è antipatico.
Si sgorbutico, antipatico, scimmione, insensibile.
"Io sarei una gallina?? Ha parlato il re degli scimmioni. Allora chiariamo una cosa, anzi più di una.
Punto 1 chi diavolo sei?
Punto 2 come ci sei finito a casa mia?
Punto 3 chi ti credi di essere? Eh? Solo perché sei bello non puoi pensare che tutto ti sia concesso, sei sempre in casa mia quindi rispetto giovanotto! "
dopo aver parlato a macchinetta mi rendo conto di ciò che ho detto, gli ho detto che è bello, oddio una bugia non è però potevo evitarla.
È troppo sicuro di sé questo pallone gonfiato. Lui continua a guardami con quel suo sguardo profondo ci pensa un po' a cosa dirmi poi finalmente mi risponde "Allora cervello di gallina, per rispondere alle tue domande
Punto 1 mi chiamo Akito Hayama tu sei?
Punto 2 non lo so come ci sono finito qui, in realtà speravo me lo spiegassi tu, visto che mi hai fatto dormire sul divano, scomodo tra l'altro.
Punto 3 grazie so di essere bello, me lo dicono tutte. Nessuna mi dice no, infatti non capisco perché sono finito sul divano di casa tua e no nel tuo letto. Ma possiamo sempre rimediare che dici? "
mi guarda con un ghino che somiglia ad un sorriso ma non ne sono sicura. Ci metto un attimo x riprendermi e risponderlo a tono. In effetti non mi so spiegare neanche io perché sia qui.
" Senti Caro scimmione dei miei stivali, se hai dormito sul mio divano allora vuol dire che un briciolo di lucidità mi era rimasto ieri sera. Per fortuna non sarei mai venuta a letto con te da sobria, figuriamoci ubriaca fracida. Per tua informazione io sono Rossana Kurata, Sana per gli amici quindi tu chiamami Rossana. E cmq cerchiamo di ricostruire la serata voglio sapere come sei arrivato qui. L'ultima cosa che mi ricordo è che ero con la mia amica Aya che ha poi conosciuto un tipo, e poi ricordo che tu, sii proprio tu, mi hai messo le mani addosso! Quindi vuol dire che mi hai fatto bene con la forza certo perché altrimenti non avrebbe senso.. "
mentre sto facendo i miei ragionamenti vengo intorrotta dalla sua voce
" Cara Kurata.. "
rimarca bene il mio cognome e mi guarda con quello sguardo profondo in cui mi potrei perdere x sempre, ma questo evito di dirglielo. Lui continua.
"... Io... Si aspetta anche io mi ricordo di te, aspetta però non sono stato io a farti bere ma il contrario, io si ti ho preso per i fianchi ma sei tu che mi hai portato al bancone e mi hai fatto bere...poi il resto è tutto offuscato, ricordo che siamo andati in auto, nella tua perché io sono venuto con un amico che appena entrato ha messo gli occhi su una e si è dileguato... Poi da lì non ricordo più nulla... Brutta strega che mi hai fatto eh? Volevi approfittarti di me? Eh mi hai fatto bere e mi hai rapito e ora mi tieni chiuso qui per i tuoi loschi traffici di uomini belli e seducenti... "
lo interrompo subito
" ma sei impazzito o cosa? Hai fatto altro oltre a bere ieri sera?
Caso mai è il contrario sei tu che mi hai costretto a venire con te e volevi approfittarti di me. Di una giovane e bellissima donna come me..." 
mentre continuo il mio sproloquio, lui piano piano si avvicina a me, fino a trovarmelo ad una spanna dal mio viso, troppo troppo vicino, non riesco a dire più niente, mi blocco...
 
 
 

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Capitolo 4
*** 4° Capitolo ***


Salve a tutti, non pensavo che suscitasse tanto interesse la mia storia. Bene ora ci saranno degli sviluppi quindi eccovi il nuovo capitolo. 


Eccolo.. sempre più vicino, ed io sento sempre più caldo, certo che per essere a febbraio fa caldo in questa cucina, si avvicina sempre più, mi blocca con le mani tra il piano della cucina e il suo corpo. Fa sempre più caldo, e lui si fa sempre più vicino. Sento il suo respiro sul mio viso, i nostri nasi si avvicinano, poi avvicina eccolo le nostre labbra si incontrano, io non ho fatto niente per impedirlo, ci stiamo baciando, cioè lui ha baciato me ed io invece di respingerlo sto rispondendo al bacio, allungo le mani dietro al suo collo, lui mette le sue mani sui miei fianchi mi tira verso di sé, i nostri corpi sembrano combaciare perfettamente, s’incastrano in una melodia perfetta che non credevo possibile. Il suoi sapore è sulle mie labbra, nicotina, menta , limone. Sa di buono. Di fresco. Non riesco a staccarmi, ne vorrei sempre di più. Lui sembra pensarla allo stesso modo mi stringe sempre più a sé, siamo senza fiato. Ci stacchiamo per riprendere fiato, ci guardiamo, uno sguardo che vale più di mille parole.
Miele e cioccolato.
I miei occhi nei suoi, le labbra arrossate, il fiato corto, ma siamo ancora stretti l’uno all’altro. Le mie braccia ancora attorno al suo collo, le sue mani ancora sui miei fianchi. Non riusciamo a smettere di guardarci, ma poi decido che è il momento di interrompere quel contatto abbasso lo sguardo, allento la presa dal suo collo, lui però non è della stessa opinione mi stringe ancora di più a sé, abbassa di nuovo la testa, si avvicina al mio volto e in un attimo ci stiamo baciando di nuovo. Un bacio più desiderato di quello di prima, ma sempre con lo stesso sapore: Nicotina, Menta e Limone.
Lo stringo di nuovo a me con le braccia al collo, e in un attimo mi tira su con le gambe e mi fa sedere sul mobile della cucina, allaccio le gambe in torno alla sua vita, lui mi stringe sempre di più. Lo sento, sento caldo, un caldo che parta del basso ventre senza rendermene conto, mi sta baciando il collo , mi fa uscire fuori di testa, non riesco più a capire niente, ansimo, ho il fiato corto, non mi era mai successo prima, è una sensazione nuova che sta nascendo in me.
Ma poi quel poco di raziocinio che mi è rimasto si accende in me e mi stacco da lui a fatica si, ma devo farlo. Non può succedere ora, non così, non ora.
“ S…scusami Akito non posso, non così non ora.” Dico con lo sguardo basso, allentiamo insieme la presa, scendo dal mobile lui mi guarda con uno sguardo perso.
“ Scusami tu, non so cosa mia preso. È solo che di solito, le ragazze sono abituato a prenderle da ubriaco, ma con te.. con te..” lo vedo visibilmente in imbarazzo un po’ peggio di me, sembra quasi che stia arrossendo, non l’avrei detto da un tipo come lui, lo vedo così, sicuro di sé, imbronciato ma sicuro di sé, non avrei mai pensato che si potesse imbarazzare per un bacio.
No aspettate un attimo ma ha detto che con me è diverso?? Ho sentito bene?? Cioè è lucido e ha pensato bene di baciarmi? Sana calma, calma, calma, non lo conosci, l’hai appena conosciuto non sai chi sia non sai nulla di lui, conosci solo il suo nome. Decido di smorzare la tensione che si sta creando perché mi rendo conto di fissarlo da un bel po’ senza dire niente.
“No scusami tu.. è solo che non ti conosco, non so chi sei, mi sveglio ti trovo in casa mia, sul mio divano, litighiamo e poi ci baciamo. Non era un semplice bacio quello, lo sappiamo entrambi, ma io non posso e non voglio venire a letto con te…” mi fermo dopo un ennesimo monologo in cui lui mi guarda come chissà che avessi detto ma deciso di continuare, almeno così se vuole approfondire questa strana conoscenza non corro il rischio di buttare tutto alle ortiche.
“… io… io non ho mai avuto storie serie, importanti e non sono un tipo da una botta e via, mi dispiace, forse ho capito che tipo sei e a che tipo di donne sei abituato, ma io non sono cosi mi dispiace.” Abbasso lo sguardo, sto cominciando ad imbarazzarmi quando lui con il suo indice lo poggia sotto il mio mento e mi alza la testa, ci perdiamo di nuovo occhi negli occhi.
“ Kurata, hai ragione, avrei dovuto capirlo quando mi sono svegliato sul divano che non eri come le altre. Senti facciamo una cosa ricominciamo da capo. Piacere Akito Hayama. Tu sei?”
Non credo alle mie orecchie lui che sembra così sicuro di sé, sembra cedere davanti alla mia muta richiesta. Allora allargo un sorriso e allungo la mano
"Piacere io sono Rossana Kurata, Sana x gli amici, chiamami pure Sana!" dico allungando la mano, lui me la stringe, ma nello stesso tempo i nostri occhi vengono catturati all'attenzione di un luccichio proveniente proprio dalle nostre mani intrecciate.
Due cerchietti oro, come i suoi occhi. Nello stesso istante ci guardiamo negli occhi, e i nostri sguardi dallo stupito, passano ad essere infuriati.
"Non ci credo, non mi faccio incastrare da chi conosco figuriamoci da una sconosciuta e per giunta ubriachi. No no è uno scherzo, tira fuori la telecamera Kurata" mi dice con uno sguardo che se fosse un proiettile forse sarei già morta.
"Hayama secondo te io avrei mai sposato uno come te? Manco morta grazie! Piuttosto sei tu che stai facendo uno scherzo a me. Sto perdendo la pazienza, dimmi dove sta il tranello su!" urlo all'inizio di una crisi di nervi. Ma lui sembra stupito quanto me quindi deduco che ho sposato veramente questo energumeno. Come la mettiamo non lo so. Un avvocato si mi serve un avvocato, ma dove lo trovo? Non posso certo chiedere a mia madre mi direbbe sicuramente che non è stata una buona idea vivere da sola e che questi sono i risultati.
"Cerchiamo di ragionare in modo lucido per favore Hayama, l'ultima cosa che ricordo è il tuo sguardo. Quindi chiamo la mia amica e vediamo se lei sa qualcosa ok?” gli dico con molta calma cercando di trasmetterne un po’ anche a lui. Sembra che ci sia riuscita perché mi guarda in modo diverso, più dolce. Quindi mi allontano per prendere il cellulare dalla mia borsa e al suo interno ci trovo anche un documento, un certificato di matrimonio.
Dovevo essere proprio sbronza da non ricordarmi neanche il mio nome per arrivare a sposarmi nella cappella della perdizione più famosa di Las Vegas, con uno sconosciuto.
Invece no, mi sbagliavo il mio nome lo ricordavo perché ho dato i miei documenti a quel deficiente che ci ha anche sposati. Ma dico non si vedeva che eravamo ubriachi perché non ci ha fermati. Che idiota che sono stata. Certo Hayama è peggio di me per sposarmi.
Ritorno giù con il documento e il cellulare, mentre chiamo Aya mostro il foglio ad Akito, che lo guarda più o meno con lo stesso sguardo che dev’essere spuntato sul mio viso poco fa di sopra.

“Aya sono Sana dobbiamo vederci SUBITO!” dico urlando a con il telefono attaccato all’orecchio. La mia amica mi dice che ci raggiungerà subito.

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Capitolo 5
*** 5° Capitolo ***


Poco dopo suona il campanello e vedo la mia amica in compagnia dello stesso ragazzo di ieri sera, un deficiente, perché è colpa sua se mi trovo in questa situazione. Se non avesse messo gli occhi addosso alla mia amica io a quest’ora non avrei questo grosso guaio da risolvere.
“Buongiorno eh Aya, grazie per avermi lasciato nelle mani di uno sconosciuto ieri sera. E tra ero talmente ubriaca che me lo sono sposata! Ti rendi conto??” le vomito tutta la mia frustrazione e il mio rammarico. Ma per quanto sono arrabbiata non posso fare a meno di notare che questi due si tengono per mano. Alchè alzo lo sguardo e decido di presentarmi a questo ragazzo
“Oh scusami sono talmente presa dal mio problema che non ci siamo presentati, piacere sono Sana tu sei?” dico allungando la mano per presentarmi quando sento una voce alle mie spalle che dice:
“Tsu che ci fai qui? “ Cosa ? cosa? Tsu ? lo conosce?? Allora era tutto organizzato lui accalappiava la mia amica mentre il bell’imbusto sposava me??
“No aspettate vi conoscete?” diciamo io e Aya in contemporanea. Con lo sguardo allibito.
“In realtà si a e da molto tempo anche, ma non sapevo che la ragazza che aveva trascinato con sé Akito ieri sera fosse l’amica che il mio pasticcino non trovava più.” Disse Tsu con un po’ d’imbarazzo.
“Si Sana è vero ieri sera ti ho cercato ma non sono riuscita a trovarti, io e biscottino abbiamo aspettato che si svuotasse anche il locale ma non ti ho vista e non potevo certo immaginare che l’amico che lui diceva di aver visto andar via con una ragazza fossi tu”
Ok ok la situazione è un po’ complicata quindi cerco di calmarmi e riordinare le idee.
“Quindi voi avete visto lui..” dico indicando Akito con il mio indice “…potrarmi via dal locale? Quindi è lui che mi ha costretto a sposarlo! Lo sapevo che eri un pazzo mitomane!” dico urlando di nuovo e perdendo di nuovo la calma che avevo cercato di trovare.
“No aspetta sei tu che guidavi, quindi in teoria sei tu che hai costretto me a sposarti!!” dice Akito urlando più forte me.
“No ragazzi aspettate vi siete sposati?? Dove? Quando?” Dicono i nostri amici un ancora sotto schok per la rivelazione.
“Si!” dice Akito, con tono distaccato, freddo, e soprattutto antipatico.
“Ragazzi veramente ora calmiamoci e cerchiamo di risolvere questa situazione, ci potete aiutare per favore?” dico con molta calma rivolgendomi al mio nuovo amico e alla mia migliore amica, che ci guardano con aria afflitta.
“Tsu sei un quasi avvocato che ne dici di aiutare il tuo caro e vecchio amico d’infanzia ad uscire da questa situazione imbarazzante eh?” dice Akito con un tono abbastanza duro che non ammette repliche da parte del povero mal capitato, Tsu. Il poveretto ci guarda e poi dice
“Fatemi vedere il documento per favore? Leggendo quello possiamo capire dove vi siete sposati e soprattutto leggere il contratto che avete firmato. Perché nel caso in cui non ve ne foste accorti il matrimonio è un contratto quindi vuol dire che avete firmato delle condizioni. Anche se ubriachi.” Dice con un tono abbastanza severo che a guardarlo non si direbbe, ha un aria cosi docile, ma secondo me non bisogna farlo arrabbiare, infatti Hayama credo che abbia capito già il suo amico e abbassa lo sguardo, allungando il contratto che aveva ancora tra le mani.
Tsu e Aya leggono il contratto, poi si guardano e poi guardano noi che sembriamo di stare davanti ad un giudice, in realtà data la situazione sembra una barzelletta ma meglio non dare voce ai miei pensieri. Non mi sembra il caso.
“Sana, devo proprio dirtelo, non ti lascerò più sola, lo giuro. Non ti permetterò di bere neanche più un goccio di alcol! Sei incontrollabile. Ma come ti è saltato in mente? Non lo so! Ora ne affronterai le conseguenze che ne verranno.” Accidenti non ho mai visto la mia amica così arrabbiata con me ma neanche così dura. L’ho combinata proprio grossa stavolta.
“Amica mia hai ragione, non so cosa mi sia preso. Ora però vi prego spiegateci cosa dobbiamo fare per annullare questo matrimonio” dico con una voce da super-colpevole e sguardo basso.
“Allora ragazzi, una buona notizia c’è , il matrimonio lo possiamo annullare. Ma ad una sola condizione che avete posto voi stando a quando c’è scritto qui sopra.” Dice Tsu, con voce di supponenza che mi sta facendo salire i nervi a fior di pelle. Non so quanto resisto prima di saltargli addosso e picchiarlo come se non ci fosse un domani.
“Avanti su qual è questa condizione?!” dico spazientita da questo silenzio che Hayama non aiuta a spezzare.
“Dovete condividere lo stesso tetto per tre mesi ragazzi!” Dice il ragazzo occhialuto.
“Cosa?” diciamo insieme io e Hayama, con tono abbastanza alto e nervoso. Ci lanciamo uno sguardo omicida che non ammette compromessi. Incrocio le braccia al petto e sbuffo sonoramente, dando le spalle a quell’antipatico che mi ritrovo per marito ora. Si perché da oggi a tre mesi sarà mio marito poi dopo addio brutto antipatico, scorbutico, freddo, acido. Oddio brutto proprio no. Però è tutto e più altro di quello che ho pensato.
“Si ragazzi queste sono le condizioni che avete preteso nel contratto che avete firmato. Non mi sto inventando nulla è tutto scritto qui! Nero su bianco!!” dice Aya con un tono che non riesco a definire, non so se sia più divertito o arrabbiato. Ma credo più la prima. Solo io riesco a cacciarmi in guai grossi come una casa.
“Visto che non c’è soluzione devo andare a casa nostra amico e fare le valigie per trasferirmi qui per i prossimi 3 mesi. Saranno un incubo. Vivere con questa gallina per tre mesi! Preferire morire” dice Hayama in modo molto freddo e distaccato. Credo che sia proprio cosi, ma io ho visto anche un altro lato meno di mezz’ora fa, un lato dolce e pacato, con una luce diversa negli occhi. Cercherò di capire in questi mesi cos’è che cerca di nascondere dietro quello sguardo freddo.
“Bene, Hayama prendi le tue cose e ti trasferisci sul divano! Non pensare neanche un secondo che ti faccia dormire nella mia camera da letto” dico con un tono molto forse troppo duro. Ma sono ancora arrabbiata, insomma non avrei immaginato di sposarmi in questo modo con uno sconosciuto. Meglio se non lo sappia mia madre.
“Kurata non ci penso neanche a dormire un'altra notte su quel coso, potevi sceglierlo più comodo, non ricevi mai ospiti? Deduco di no!” dice con tono più acido di prima. A quel punto i nostri amici decidono di lasciarci al nostro amaro destino.
“Sana noi adesso andiamo, sai vogliamo passare un po’ di tempo insieme per conoscerci meglio io e pasticcino, abbiamo scoperto di avere molte cose in comune. Credo che anche voi due nonostante andrete molto d’accordo e chissà che finirete per diventare amici in questi mesi!” dice la mia amica con il suo solito tono dolce. Sono contenta che abbia trovato qualcuno con cui condividere le sue giornate.
“Io amica questo scimmione? Neanche morta! Tsè! E cmq Aya preferirei che questa storia restasse solo tra noi quattro, mia madre non deve sapere niente! Se si accorgerà di lui le dirò che lo sto ospitando perché casa sua è in ristrutturazione o non so cosa ma non deve sapere assolutamente la verità! Ti prego!” la supplico facendo gli occhi dolci per convincerla a mantenere il segreto. E ci riesco. Alla fine escono tutti anche Akito, che va a prendere le valigie a casa. Saranno tre mesi lunghi.
con tutto quello che è successo non mi sono accorta che è quasi ora di pranzo perché il mio stomaco comincia a brontolare, cosi decido di preparare qualcosa, meno male che è sabato e non si lavorava, altrimenti non sarei riuscita a fare nulla, non ho proprio la testa.
Decido di preparare qualcosa anche per Akito , non conosco i sui gusti quindi opto per un po’ di sushi. Poco dopo eccolo che rientra, devo pensare bene a dove farlo dormire effettivamente il mio divano non è il massimo della comodità, ha ragione avrà la schiena a pezzi.
Alla fine ho fatto centro il sushi è il suo piatto preferito anche se non l’ha detto chiaramente, ma me l’ha fatto capire dicendo “non mi dispiace il sushi!”
Pranzando con lui ho capito che non gli piace parlare molto, il mio contrario, perfetto direi! Mi viene da piangere. Mi ha solo detto che è un maestro di karate, dal suo fisico avevo capito che fosse uno sportivo, non avrei mai indovinato lo sport però. Alla fine abbiamo passato il sabato sera insieme, perché sono riuscita a tirargli dalla bocca che il suo unico amico è Tsuyoshi nonché ora fidanzato della mia migliore e unica amica Aya. Quindi loro volevano stare soli e di conseguenza siamo rimasti soli noi due. Non parla molto della sua famiglia gli ho chiesto qualcosa ma non mi risponde si è limitato ad un alzata di spalle. È ufficiale lo odio!!!
Siamo sul divano a guardare la tv e mangiare la pizza che abbiamo ordinato e che ha insistito per pagare lui. Abbiamo preferito prendere la Coca invece della birra, meglio rimanere sobri.
Stiamo parlando, o meglio io sto parlando gli ho raccontato di me, di mia madre, gli ho detto che sono stata adottata, non ha senso nascondere una cosa che è sul best seller di mia madre da quando avevo 11 anni. Alla fine mi ha confidato che suo padre è un fan di mia madre. Ma non mi ha detto altro della sua famiglia. Non mi arrenderò così facilmente.
“Quindi della tua famiglia non mi vuoi raccontare proprio niente Hayama?”
“Non c’è molto da dire Kurata. Non siamo una famiglia interessante. Credimi ti annoieresti”
“Ma se non ci provi non posso dirlo. Hai fratelli, sorelle? Tuo padre e tua madre che lavoro fanno?”
“Oh insomma sei petulante, si ho una sorella più grande, Natsumi, e mio padre lavora in ufficio. Mia madre è morta. Contenta Kurata?” dice con un tono molto freddo e quando parla della madre abbassa lo sguardo è un movimento impercettibile ma lo noto subito. Siamo sul divano poggio la mia mano sulla sua e la stringo.
“Mi dispiace Hayama non potevo sapere. Scusami!” gli rispondo con un tono caldo e imbarazzato non potevo certo immaginare che sua madre non ci fosse più. Lui alza lo sguardo che finisce sulle nostre mani, involontariamente anche io guardo la stessa cosa, nessuno di noi due accenna a muoversi, poi ci guardiamo. Di nuovo quello sguardo: Miele e Cioccolato. Si fondono insieme. Sono cosi profondi i suoi occhi che potrei perdermi, sono piccoli movimenti involontari ma ci avviciniamo lentamente, i miei occhi sono prima nei suoi poi sulle sue labbra, e lo stesso gioco lo fanno anche i suoi occhi. Ci avviciniamo sempre più, i nostri nasi si stanno sfiorando, di nuovo, ed ecco le sue labbra sono di nuovo sulle mie proprio come stamattina non riesco a non rispondere al suo bacio. Menta e limone stavolta senza nicotina, in un attimo la sua mano è dietro la mia nuca che mi tira a sé, le nostre lingue cominciano una danza, si cercano, si trovano, si perdono, si ricercano e si ritrovano, le mie mani sono dietro il suo collo, lo attiro a me. In un attimo sono stesa sul divano e lui è sopra di me, si tiene con il braccio per non fare troppo peso sul mio corpo. Eccolo di nuovo quel bacio mozzafiato, c’è desiderio da parte di entrambi. Lo avverto di nuovo quel calore dal basso ventre. Vorrei andare oltre ma no, non posso. Non così. Mi stacco da lui senza fiato, entrambi i nostri occhi si cercano ci guardiamo in modo così profondo prendo fiato e gli dico:
“Non posso, mi dispiace, non cosi. Non me lo sono immaginato così. Mi piaci Hayama non lo posso negare e anche io ti piaccio, lo avverto da come mi guardi e soprattutto da quello che diciamo mi preme sulla coscia in questo momento, ma non posso. Non è cosi che mi sono immaginata…” mentre faccio questo discorso comincio a diventare di un rosso pomodoro. Anche perché il suo sguardo è ancora sul mio viso, così abbasso lo sguardo, lui non demorde con un dito mi alza in viso mi guarda degli occhi e dice
“non ti eri immaginata così la tua prima volta Kurata? È così vero?” l’ha capito, non so come ci sia riuscito ma l’unica cosa che riesco a fare e annuire e lui riprende dicendo:
“non ti obbligherò a fare una cosa che non vuoi tranquilla. Posso essere stronzo, mi ubriaco facilmente, ma non costringerei mai una donna a stare con me contro la sua volontà. È vero c’è attrazione tra noi, inutile negarlo, non solo fisica. Credo che potremmo intavolare anche un altro tipo di relazione. Solo se anche tu lo vuoi.” 

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Capitolo 6
*** 6° Capitolo ***


“Hayama, mi stai proponendo di cominciare una conoscenza? Non lo dici solo perché vuoi portarmi a letto??” ecco esce subito la mia parte sospettosa.
“No, non lo dico solo per portarti a letto. Non mi sarebbe dispiaciuto venire a letto con te stasera inutile negarlo, ma so rispettare ancora una donna. Però non mi dispiaci neanche come persona, anche se sembri petulante, logorroica, gallina, e senza cervello. Ma credo che forse la tua amica aveva ragione questi mesi potrebbero servirci per conoscerci. E magari perché no, iniziare forse la mia prima relazione, che non sia solo da una botta e via.” Ok ora credo che posso anche morire. Nessuno prima d’ora mi aveva mai detto così tante offese, ma in modo così dolce e profondo. Sono emozionata.
“Oh Hayama nessuno mi ha mai offeso in questo modo come hai fatto tu stasera, soprattutto stando in questa posizione, ma forse si Aya ha ragione, potremmo conoscerci meglio. Magari potrei cederti anche una parte del letto per questo periodo però sia chiaro, ognuno nel suo spazio” dico cercando di rimanere quando più lucida possibile, se lucida si può visto che Akito è ancora steso su di me, e mi ha fatto tutto questo discorso ad una spanna dal mio viso. Potevo sentire il calore del suo alito su di me, oltre al calore del suo corpo, e di qualche altra cosa.
Con non poco imbarazzo ci alziamo, continuiamo a guardare la tv e a parlare del più e del meno alla fine decido di cedergli una parte del mio letto, con la promessa che avrebbe tenuto le mani apposto. Quando mi sveglio il mattino seguente mi trovo con la testa sul suo petto, le nostre gambe intrecciate in un groviglio difficile da sciogliere senza svegliarlo, le sue braccia mi tengono stretta a lui impedendomi ogni movimento, alzo un po’ la testa per guardo meglio in volto. È bello non c’è dubbio, sembra anche più dolce quando dorme, i capelli biondo cenere gli cadono sulla fronte coprendogli un po’ gli occhi, resto non so quanto a fissarlo fino a quando non sento che sta per svegliarsi così fingo di dormire. Lo sento alzare la testa, mi fissa sento il suo sguardo bruciarmi sulla pelle. Invece di allentare la presa mi stinge ancora di più a sé come se non volesse farmi scappare, poi muove un braccio, alza una mano e mi accarezza il viso, un tocco delicato, mi sposta una ciocca di capelli che mi è scivolata sul viso, traccia con il dito il profilo dei mio viso, delle mie labbra, si avvina al mio viso mi poggia un bacio leggero sulle labbra, poi sussurra
“Sei bellissima, non credo di meritarti, sono un mostro Sana”
Ma cosa dice, perché si definisce un mostro? Non mi ha voluto dire niente della sua vita, non mi arrendo così facilmente. Non sono un tipo che si ferma alle apparenze, vado sempre oltre e vedo sempre ogni sfaccettatura della persona che mi sta di fronte e di certo non lascio perdere con lui. Nel frattempo lui continua la sua carezza sul mio viso, è arrivato il momento di porre fine a questa dolce tortura perché sto cominciando a sentire caldo tra le sue braccia e non è di certo per la temperatura esterna. Quindi comincio a muovermi e piano piano apro gli occhi, due iridi color ambra mi fissano e mi stringe ancora di più. Fingo di essere sorpresa dalla posizione in cui ci troviamo, ma arrossisco veramente.
“B.. buongiorno, scu…scusa abbiamo dormito cosi?” chiedo cercando di sembrare meno imbarazzata possibile ma non ci riesco. Lui hai quel ghigno da schiaffi sul viso.
“Buongiorno dormigliona! Mi sono appena svegliato,  ed eravamo già cosi quindi deduco che abbiamo dormito tutta la notte cosi. Non credo ti dispiaccia però” lo odio quando fa così, ma è anche un grande bugiardo, se non l’avessi sentito l’avrei creduto sicuramente. Cerco di alzarmi ma lui non molla la presa.
“Credo che stare cosi non dispiaccia più a te che a me Hayama, che dici mi vorresti lasciare?” cerco di essere quanto più lucida possibile non ci riesco poi molto visto che mi sento avvampare di nuovo,finalmente allenta la presa e posso scendere al piano di sotto a preparare la colazione, ma non posso fare a meno di pensare a quello che ha detto prima.
Dopo aver fatto colazione convinco Hayama a passare la domenica insieme al suo amico e ad Aya. Alla fine se mi ci metto anche un tipo come lui cede alle mie richieste.
Raggiungiamo la neocoppietta al centro commerciale, voglio conoscere qualche aspetto in più di Akito, l’unica persona che può aiutarmi e il suo amico d’infanzia Tsu.
Mentre i ragazzi nonostante non sembri ma sono pur sempre maschi, si perdono in un negozio di videogiochi io ed Aya rimaniamo finalmente un pochino sole cosi possiamo parlare tranquillamente.
“Allora amica sembra che Tsu ti abbia proprio rapito il cuore eh?” Chiedo notando gli occhi a cuoricino ha spuntano sul volto di Aya.
“Si, oh Sana sono così felice, non lo conosco molto però abbiamo parlato tanto sai? Mi ha detto che ha una sorella i genitori sono separato, vive con Akito da quando hanno finito le superiori. Diceva che aveva bisogno dei suoi spazi e in casa con la madre non riusciva ad averli, cosi si è accordato con Akito che aveva bisogno anche lui dei suoi spazi visto che in casa sua la situazione non era delle migliori dopo la morte della madre e quindi alla prima occasione sono evasi insieme. Mi ha detto che Akito non è molto socievole, non parla molto ma che quando lo fa sa colpire nel profondo, lui è l’unico che riesce a capirlo e viceversa. Si conoscono da quando andavano all’asilo. Scusami Sana ho monopolizzato la conversazione. Dimmi come sono andati questi giorni insieme a lui?” bene bene quello che mi ha detto Aya mi serviva x cercare di capire meglio il suo carattere. Alla prima occasione non mi farò sfuggire l’occasione di colpire.
“Ehm.. Aya ha un carattere  molto particolare, sai abbiamo parlato un po’, mi ha detto che la madre è morta ma non so né come né quando. Avevo capito che c’era qualcosa che non andava con la sua famiglia, ed ora devo riuscire a capirne il motivo, tanto da scappare da casa. Poi sai mi ha detto che non gli dispiacerebbe intraprendere una relazione con me. Io non so se mi posso fidare, ma fisicamente sarei un ipocrita se dicessi che è brutto, è un gran figo.” Dico tutto d’un fiato mentre la mia amica mi guarda, aspetta un po’ poi mi la sua risposta mi sorprende.
“lo sai che il mio pasticcino l’aveva intuito? Ti spiego, appena ti ha conosciuto ha detto che potresti essere la persona giusta che potrebbe farlo innamorare per la prima volta in vita sua. Ha detto che l’assenza della madre ha influito tanto sulla sua crescita e Tsu dice che vicino ad Akito ci vedrebbe bene una persona come te che riesce ad essere cosi vitale, sincera, esuberante e invadente allo stesso tempo”
“Eh? In mezz’ora che mi ha visto ha intuito tutti i miei pregi? E poi non sono invadente” dico incrociando le braccia sotto il seno e facendo la finta offesa, scatenando una forte risata da parte della mia amica.
“Ahahah certo che sei invadente, e lo sappiamo entrambe. Comunque non ti preoccupare, prima o poi ti racconterà cosa è successo con la sua famiglia. Oh eccoli stanno tornando con una busta piena di videogiochi! Non è possibile!”
“Maschi, sono pur sempre maschi amica mia. Dai andiamo a mangiare che sto morendo di fame”
“Mi sembrava strano che ancora dovevi nominare il cibo Kurata, non ingozzarti però per favore, altrimenti ti lascio a piedi” mi dice Hayama con il suo solito tono incolore. Gli faccio la linguaccia e mi dirigo verso il Macdonald’s. 
Dopo pranzo facciamo un giro in centro per poi dividerci in serata e tornare a casa.
Le prime settimane trascorrono tranquille, io sono riuscita a non avvelenare ancora Akito, dopo le prima due sere che mi ha visto ai fornelli, proponendo piatti a detta sua “Cancerogeni” ha deciso di cucinare lui tutte le sere, anche per ricambiare dell’ospitalità, visto che lui condivide l’appartamento con il suo amico non poteva prestarsi a questa convivenza forzata. L’argomento bacio e famiglia Hayama non l’abbiamo più toccato. Però ogni mattina mi sveglio tra le sue braccia e devo dire che mi sento bene. Al solo pensiero che se ne deve andare tra due mesi mi sento male. L’attrazione tra noi è palpabile tanto che anche Aya se ne è accorta. E mi ha detto che “il suo pasticcino” gli ha confessato che Akito sembra avere una cotta per me. Diciamo che non è il solo.
Credo che mi sto innamorando. Mamma ha scoperto che ospito un amico, in realtà è passata senza avvisare e Akito ha aperto la porta, poi di nascosto mi ha fatto sapere che non gli dispiacerebbe averlo come genero. Se sapesse la verità non credo che approverebbe molto, ma io evito di dirgli la verità e anche Akito lo sa, altrimenti è un uomo morto.
Oggi comincia un altro week-and, la luce filtra tra la finestra della mia camera, marzo ormai è cominciato e la primavera comincia a farsi sentire. Sono ancora a letto, di nuovo tra le braccia di Aki, con le gambe aggrovigliate, le sue braccia che mi stringono e il suo profumo che invade le mie narici. Ho ancora gli occhi chiusi quando sento Akito muoversi, eccolo si sta svegliando. Ed ecco di nuovo che mi accarezza il viso la storia si ripete, traccia con l’indice il profilo del mio viso fino a fermarsi sulla mie labbra, si avvicina mi posa un bacio sulle labbra ma quando sta per staccarsi rispondo al bacio, sorprendendolo e stringendomi ancora di più a lui. Restiamo lì ad abbracciarci e baciarci per non so quanto tempo, fino a quando con le labbra gonfie e senza fiato Akito non è costretto a rispondere a telefono. Ma con l’altra mano non mi permette di muovermi, ed io non protesto.
“Papà…. Si.. ok.. va bene.. a dopo” era suo padre sento che si irrigidisce. Capisco che è arrivato il momento di fare qualche domanda. Mi stringo ancora più a lui.
“Aki, che problemi hai con la tua famiglia? È vero non ci conosciamo da molto ma sento che qualcosa ti tormenta. Ti sei innervosito quando hai visto che era tuo padre a telefono.”
Lui fa un respiro profondo e dopo qualche istante mi risponde                                       
“Odio mio padre, è colpa sua se mia madre è morta. Lui la tradiva ripetutamente, non l’ha mai amata realmente, dopo la mia nascita mamma si è ammalata. Ha scoperto di avere un tumore, mio padre invece di starle vicino continuava a fregarsene, tornava da lavoro sempre più tardi, io ero piccolo ed ero affidato alle cure di mia sorella Nat, ma per lei ero un peso, voleva vivere la sua età da bambina, ma mio padre non glielo permetteva. Mia madre stava sempre più male, ha lottato 5 anni dopo la mia nascita, poi se ne è andata. Da sola in una stanza di ospedale. Mentre mio padre era a letto con la sua ennesima amante. Crescendo ho manifestato una certa insofferenza verso di lui e lo stesso anche mia sorella che a 18 anni è andata via di casa ,lo stesso ho fatto anche io subito dopo il diploma. Ora voleva che lo aiutassi a traslocare perche la casa è troppo grande per un uomo solo come lui. Tutte le sue amanti hanno finito con il lasciarlo solo e non mi meraviglio è una persona insensibile e incapace di amare. Forse in questo somiglio a lui più  di quanto credo” in quel momento lo fermo, poggio il mio dito sulle sue labbra “shhh” gli dico poi mi avvicino e lo bacio. Lo bacio con passione, trasporto. Mi faccio coraggio e dico
“Akito credo di essermi innamorata di te” abbasso lo sguardo, arrossisco poi lui mi costringe a guardarlo, incatena i miei occhi nei suoi mi accarezza la guancia e mi dice:
“Kurata... io sono innamorato di te. Togli il credo. Ma non sono un mostro non puoi stare con me”
“Perché dici che sei un mostro? Sei un po’ insensibile, freddo, distaccato, ma sai essere anche dolce quando vuoi, quella dolcezza che mostri quando pensi che io dorma e ti sento che mi accarezzi il viso mi posi dei baci leggeri sulle labbra o mi stringi a te quando credi che io stia per svegliarmi, ma in realtà sono già sveglia” ecco l’ho detto mi sono giocata la copertura per assaporare della dolcezza di Hayama.

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Capitolo 7
*** 7° Capitolo ***


Si lo so, che è un pò corto, ma l'ho fatto apposta, per lasciare un pochino di suspense sulla parte finale.. se riesco più tardi carico anche il continuo. 






“Cosa? Tu sei sveglia sempre? Io sono un mostro, violento. Ho picchiato mio padre prima andare via di casa, perché aveva osato dare uno schiaffo a mia sorella durante una delle tante liti… sono un tipo violento, l’ho lasciato a terra sanguinante.”
“Hai solo difeso tua sorella chiunque l’avrebbe fatto. CHIUNQUE Aki!” gli dico prendendo il suo volto tra le mani costringendolo a guardarmi
“Ti Amo Akito, ti amo, non potrei mai amare un altro come amo te. Queste settimane insieme mi hanno insegnato tanto, all’inizio non ti sopportavo, non vedevo l’ora che passassero questi 3 mesi per toglierti dai piedi, in realtà anche ora non ti sopporto. Però ti amo..”
mi interrompe con un bacio mozzafiato, non mi lascia il tempo di respirare o di ragionare che sono a cavalcioni su di lui, ci baciamo senza sosta, quando poi capovolge la situazione ed è sopra di me. Ci stacchiamo un attimo per riprendere fiato, mi guarda intensamente e dice
“Ti amo Sana, come non ho mai amato in vita mia, non credevo di potermi innamorare mai, ma tu sei entrata cosi prepotentemente nella mia vita che mi hai stravolto..”  lo interrompo dicendo
“Ti voglio.. “
Mi guarda stravolto
“Anche io, ma non così. Voglio che sia speciale per te ed anche per me, io aspetto, adesso che sono sicuro che mi ami anche tu. Ti aspetto. “
io comincio a piangere e lui bacia ogni lacrima che scende dai miei occhi, fino ad arrivare alle mie labbra. Ci baciamo ancora, ancora e ancora. Suona il campanello che ci costringe a staccarci, sono ancora rossa in viso, capelli arruffati, fiato corto, ma vado ad aprire la porta. L’ultima persona che avrei voluto vedere è fuori la porta di casa mia.
Naozumi Kamura.
“Che ci fai tu qui?” dico con tono freddo e distaccato                                                     
“Sono qui per te, tesoro. Non sei contenta di vedermi?” Con quel suo tono da professor so tutto io, grr non lo sopporto proprio!
“neanche un po’! Che vuoi?”
“Te!" 

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Capitolo 8
*** 8° Capitolo ***


Grazie a tutti voi che state continuando a leggere la mia storia, mi fa piacere che vi piaccia. Eccovi un nuovo capitolo spero che sia di vostro gradimento! Buona lettura! Baci Raffy! 










"Sono venuto a prendere la mia futura fidanzata per andare a fare un giro e magari cominciare a cercare casa nostra che dici?”
“Vattene. Non ti sposerò mai. Non voglio vederti, né sentirti.”
Le lacrime spingono ad uscire ma sono più forte non gli farò vedere che può farmi ancora del male. Quando sto per chiudere la porta lui la ferma con un piede e cerca di entrare ma per fortuna viene bloccato da Akito che non vedendomi arrivare era sceso a vedere chi fosse.
“E lui chi è? Che ci fai con la mia fidanzata eh? Sei in cerca di guai amico?”
Nao si rivolge ad Akito con un tono di supponenza e freddezza che mi fa paura.
“Amico chiami qualcun altro, io e te non ci conosciamo e non ti voglio conoscere. Poi Sana non è la tua fidanzata, mi dispiace per te, ma è mia moglie! Quindi sei pregato gentilmente di uscire da casa nostra”
Akito gli ha sputato in faccia che siamo sposati, adesso cominceranno i guai me lo sento. Naozumi non accetterà una porta chiusa in faccia e un matrimonio celebrato da due ubriachi sconosciuti. Li guardo con il terrore negli occhi entrambi alterno lo sguardo tra Aki e Nao. Adesso ho veramente paura, perche Kamura comincia a ridere quelle risate che malefiche che mi hanno terrorizzato per tanto tempo.
“non finisce qui Rossana, non finisce qua”
mi dice con tono glaciale gira le spalle e se ne va. Akito chiude la porta ed io scoppio in un pianto liberatorio, mi accascio a terra e piango a singhiozzi. La dolcezza di Akito mi calma per un po’, ora siamo sul divano sono ancora tra le sue braccia lui mi stringe a sé ed io ho un po’ meno paura. Adesso devo tirare fuori lo scheletro che ho chiuso per tanto tempo in quell’armadio Hayama ha il diritto di sapere. Glielo devo.
Mi calmo. Asciugo le lacrime. Mi sistemo meglio sul divano e guardo Akito negli occhi, è arrivato il momento della verità. Forza Sana adesso o mai più!
“Lui era Naozumi Kamura, uno dei più grandi Editor di tutto il paese. Quando mia madre ha rilevato la redazione  il vecchio proprietario era pieno di debiti e con i soldi di mia madre è riuscito a pagarli tutti. Ma Nao non era contento, aveva mirato sempre e solo alla redazione di mia madre è quando lei l'ha rilevata saldando tutti i debiti a lui non ha fatto molto piacere. Quindi ha cominciato a fare l'impossibile per indebitarci. Per fortuna è una donna forte e tenace mamma e non si è piegata facilmente… Fino a che.. “ m’interrompo per riprendere fiato Akito mi accarezza la guancia e asciuga l’ennesima lacrima che sgorga da mio viso.
“Forza tranquilla qualsiasi cosa sia successa lo risolviamo, insieme” mi tira a sé e mi abbraccia.
“Fino che, Kamura non ha trovato il modo di incastrare mia madre. Ha fatto in modo che gli sponsor del nostro giornale si tirassero misteriosamente indietro, in modo da non avere più fondi. Niente fondi, niente stipendi per i dipendenti, zero fondi aziendali e significava che il giornale doveva chiudere, mamma aveva provato ogni strada per non chiudere, ma non c’era via d’uscita. Fino a quando non arriva di nuovo Kamura. Propone una via d’uscita conveniente più per lui che per noi. Avrebbe coperto i debiti del giornale ma ne sarebbe diventato il proprietario. Sapevo che arrivata a quel punto avremmo perso tutto quello per cui mamma aveva lottato e lavorato tutta la vita. Non potevo permetterlo. Così abbiamo fatto in modo che Kamura non ci prestasse i soldi. Ho fatto un prestito indebitandomi fino al midollo. Ho risanato i debiti del redazione, non era molto contenta mamma che abbia fatto i salti di gioia avrebbe preferito cedere a Kamura anziché farmi indebitare, ma non l’avrei mai permesso. Piano piano con l’aiuto di mamma sto pagando il io debito con la banca.”
Non è ancora finita qui perché ora viene il peggio, ma ho bisogno di riprendere fiato cosi faccio una pausa e Akito mi stringe a sé come a volermi infondere il suo coraggio. Mi posa un leggero bacio sulla fronte, tiro un sospiro e riprendo il mio racconto.
“Kamura non ha accettato facilmente la sconfitta, quindi ha fatto in modo mi metterci i bastoni tra le ruote. Mi ha perseguitato per mesi, ha cominciato a seguirmi, me lo sono trovata sotto casa tutte le sere, il suo scopo è arrivare alla redazione, quindi per lui sono la strada più facile visto che non ci è riuscito in un modo, ha escogitato la secondo strada, sposarmi.”
A quel punto scoppio in lacrime al solo pensiero di sposare quel verme, viscido mi sento male.
“Non puoi sposarlo, noi siamo già sposati Sana, anche se involontariamente noi siamo già sposati”
mi dice con un tono rassicurante, caldo mi stringe a sé.
“Non si arrenderà facilmente, non lo conosci. Il fatto che ora che siamo sposati non lo fermerà, te lo posso garantire.”
“Sana non permetterò a nessuno di separarci. Te lo prometto.”
Akito mi tranquillizza un po’ devo essere sincera, però poi mi ricordo della telefonata di suo padre, cosi mi alzo di scatto allargo un sorriso un pò forzato a 72 denti
“Aki, è tardi devi andare da tuo padre, ti sta aspettando” lui cambia espressione s’incupisce, non credo che abbia voglia di andarci. Ci metto un po’ a convincerlo, qualche bacio, qualche moina ed ecco che è sotto la doccia a prepararsi. Nel frattempo io penso di organizzargli una sorpresa per stasera.
“Kurata, per la tua gioia raggiungo mio padre contenta? Ci vediamo più tardi” mi dice con un tono abbastanza retorico. Poi mi avvicino lo bacio e lo accompagno alla porta dicendo
“Certo sono molto contenta! Vai ci vediamo dopo”
lo spingo fuori la porta e vado ad organizzare la serata alla velocità della luce.
Eccomi pronta. Ho pensato a tutto, ho preparato il tavolino al centro del salone, candele, luci soffuse, musica di sottofondo, cenetta per due rigorosamente ordinata alla signora alla donna che lavora da mia madre. Mi sono vestita di tutto punto, indosso un abito che arriva al ginocchio, rosa cipria, scarpe tacco 12, capelli sciolti, un velo di trucco e un po’ di lucidalabbra. Sono seduta al tavolino e aspetto Akito che torni. Non tarda, infatti eccolo che entra dalla porta ha la testa bassa quindi non si accorge subito dell’atmosfera che ho creato in casa, quando alza lo sguardo eccolo che i suoi occhi si illuminano, forse per la prima volta da quando lo conosco. Si avvicina, mi da un bacio sulla guancia.
“Sei.. sei splendida, dammi 10 minuti e sono da te, ho bisogno di una doccia, è stata una giornata lunga e faticosa” mi dice mentre si allontana e sale al piano di sopra. Dopo esattamente dieci minuti eccolo che scende. Indossa un jeans scuro e una camicia bianca che mette in risalto i suoi capelli biondo cenere e il suoi occhi ambra, così magnetici.
“Hai preparato tutto questo per me”
il suo tono è imbarazzato non si aspettava che potessi preparare questo per lui non è abituato a ricevere questo tipo di attenzioni. Ora siamo qui seduti uno di fronte all’altro, le nostre mani si sono intrecciate, i nostri occhi sono incatenati tanto che non riesco a dire niente, così abbasso lo guardo imbarazzata.
“Oggi ho avuto modo di parlare molto con mio padre, il che è tutto dire che io parla. Comunque gli ho detto di te, ha detto che è un fan di tua madre” mentre parla abbasso lo sguardo e arrossisce.
“Mi fa piacere che abbiate parlato molto. Siete riusciti a chiare almeno un po’? No aspetta gli hai parlato di me? Che gli hai detto?”
“No non abbiamo chiarito, le cose sono molto complicate, non credo che riusciremo mai a sistemare le cose, 25 anni sono lunghi. Comunque non gli ho detto che ci siamo sposati, ho solo detto che ho incontrato la persona che per la prima volta ha sciolto il mio cuore di ghiaccio in poche settimane, sai come mi ha risposto?”
mi chiede, faccio segno di no con la testa e lui continua
“Ha detto che quando una persona è capace di cambiarti in poco tempo allora è quella giusta! Credo proprio che per la prima volta in vita mia devo dare ragione a mio padre”
Sono commossa, i miei occhi sono pieni di lacrime, allora mi alzo e mi dirigo verso di lui, mi siedo sulle sue ginocchia, prendo il suo viso tra le mani, lo bacio. Lo bacio con passione, lui non ci mette molto a rispondere al mio bacio. Mi stringe a sé ed io sento di nuovo il mio corpo andare in fiamme. Ci stacchiamo per riprendere fiato, mi guarda intensamente negli occhi, presa da non so quale coraggio mi alzo e lo trascino con me al piano di sopra. Arriviamo davanti la porta della camera da letto, mi tira a sé e mi bacia di nuovo i nostri corpi sembrano fatti per combaciare. Apre la porta e lo trascino dentro.
Comincio a sbottonargli la camicia, mi stacco da lui per ammirarlo, i suoi addominali sono scolpiti, sul suo viso compare un ghigno che potrebbe somigliare ad un sorriso, poi sento la sua mano sulla mia schiena fa scendere piano la zip del mio vestito. Me lo sfila lentamente, con una lentezza disarmante, come se volesse godersi ogni singolo movimento, sono qui davanti a lui imbarazzata abbasso lo sguardo, poggia il suo dito sotto il mento e mi alza lo sguardo, il suo sguardo è penetrante, ricominciamo la danza con le nostre bocche. Mi fa cadere sul letto. Mi fa stendere sul letto in un attimo è sopra di me, mi dedica uno sguardo carico di desiderio, lo stesso che può leggere nei miei occhi. Sono solo in Biancheria intima mentre lui senza camicia, allora presa da un po' di coraggio allontano le mani dal suo collo e scendo verso la sua cintura e in un attimo gli slaccio cinta e pantaloni, lui mi aiuta a sfilarseli. Siamo ora uno di fronte all’altro ci separano solo dei piccoli lembi di stoffa. Ed ecco in un attimo ci sfiliamo anche la biancheria, restiamo per un attimo a fissarci, a scambiarci sguardi carichi di desiderio. Miele e Cioccolato. Ambra e Rosa Del Deserto (è una pietra dal colore marrone ho controllato da internet).
In un attimo la sua bocca è sul mio collo, le mie mani vagano per i suoi capelli. La sua bocca esperta traccia ogni parte del mio corpo, con una mano gioca con un mio seno, mentre altro è in pieno possesso della sua bocca.
Emetto dei piccoli gemiti di piacere, ferma per un attimo la sua dolce tortura e mi guarda con un ghigno, poi ricomincia la sua tortura scende con la sua bocca sempre più giù.
Fino ad arrivare alla mia femminilità, per un attimo mi sento in imbarazzo poi la sua voce spazza via ogni pensiero
“Dio sei bellissima, non vergognarti” il tono della sua voce è basso, profondo, roco, ansimante, carico di piacere. Continua la sua tortura arrivando lì con la sua lingua esperta, sa come muoversi, sa come farmi impazzire, sento un calore che sale, è il momento di capovolgere la situazione, lo vedo risalire tracciare sempre con la lingua il percorso a ritroso sul mio corpo, fino arrivare sulle mie labbra, mi bacia con foga, desiderio.
Capovolgo la situazione e in un attimo sono a cavalcioni su di lui,  il suo sguardo non mi lascia un attimo, ricambio il favore tracciando con le mie labbra e la lingua in percorso dei suo corpo statuario. Arrivo ai suoi pettorali li accarezzo con le dita traccio il contorno,  comincio a leccarlo a lasciare tanti piccoli baci sensuali, emette un gemito roco, non è ancora il momento il fermarmi quindi continuo la mia discesa, arrivo alla sua virilità, lo guardo dal basso senza interrompere il contatto con i suoi occhi, gioco con il suo membro stringendolo tra le mani, poi avvicino la mia bocca con la punta della lingua comincio a leccarlo, ed è lì che sta per impazzire me ne accorgo quando le sue pupille si dilatano, mi stendere e in un attimo e di nuovo sopra di me, ci guardiamo con intensità, si sta facendo spazio tra le mie gambe, aspetta ancora un attimo, come se aspettasse un mio cenno di assenso. Ed è cosi che faccio
“Sono sicura” gli dico accarezzandogli il viso, ecco, lo sento piano, si fa spazio in me, si muove piano nota sul mio viso una smorfia di dolore, si ferma di colpo mi guarda e mi dice
“Stai bene? Vuoi che mi fermi?” è preoccupato lo avverto dal suo tono e dal suo sguardo, ma il dolore è già passato.
“Mai stata meglio, ti prego continua…” sussurro, anche se dal mio tono sembra più una dolce supplica. Sembra calmarsi, perché poi riprende a muoversi sempre piano, poi i nostri gemiti respiri e sospiri diventano sempre più veloci, le spinte da prima lente ora sono più veloci e un po’ più forti, ma non fa male, è una dolce tortura. Ansimiamo sempre di più alluni sono fino ad arrivare insieme all’apice dei piacere, stanchi, sudati, e felici si accascia su di me e stringe a sé. Restiamo così non so quanto tempo. I nostri respiri piano ritornano regolari. Si stende accanto a me facendomi poggiare la testa sul suo petto. Restiamo così in silenzio ad accarezzarci e stringerci, quando lui interrompe il silenzio
“ Stai bene?” mi chiede preoccupato
“Mai stata meglio!” gli dico sfoderando un sorriso enorme
“Questa è stata la notte più bella della mia vita ti amo Sana”
“Anche io ti amo Aki” ci baciamo e ricominciamo ad amarci nel modo più dolce che ci sia.

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Capitolo 9
*** 9° Capitolo ***


Salveeeeeee gentee! Eccomi con un nuovo capitolo, spero che vi piaccia, è un pò corto ma il prossimo sarà più lungo! Grazie a tutte che recensite la mia storia, grazie anche ai lettori silenziosi dicono molto anche loro!  





La luce del mattino filtra attraverso la finestra, apro gli occhi è mi accorgo che sono avvinghiata ad Akito e in un attimo il ricordo della notte appena trascorsa riappare nella mia mente facendomi arrossire di colpo. Mi rendo conto che sto talmente bene tra le sue braccia che vorrei che questo momento non finisse mai, mi stringo ancora più a lui e aspetto che si svegli è così bello quando dorme, i suoi addominali scolpiti, il suo viso d'angelo, comincio a tracciare il profilo dei suoi bicipiti con il mio indice, comincio a scendere sempre più, poi risalgo, fino ad arrivare al suo viso, dorme ancora e non sembra accorgersi del mio tocco, gli sfioro le labbra con le dita poi ripercorro lo stesso percorso di poco fa, nello stesso istante però non riesco a staccare lo sguardo dal suo viso. Dorme così profondamente che non lo sveglierebbero neanche le bombe a mano accidenti. Sono sveglia da più di un'ora, lui dorme beatamente, come fa non lo so. Decido fare una doccia, così mi dirigo in doccia e il getto di acqua calda sul mio corpo mi aiuta a non pensare troppo, stanotte quando Akito si è addormentato io non riuscivo a dormire così mille pensieri e paure hanno cominciato a farsi spazio nella mia mente, pensavo a Kamura, al suo sguardo, al suo tono di sfida, allo sguardo glaciale che ha lanciato ad Akito, ho paura di quello che possa fare quell’uomo, è dotato di tanta di quella cattiveria che non è pensabile in un essere umano. Sono così assorta nei miei pensieri che non mi accorgo che il box doccia si è aperto e due braccia forti e possenti mi stringono. Hayama si è svegliato, richiamato dal fruscio d’acqua mi ha raggiunto. Mi abbraccia da dietro e comincia a lasciarmi una scia di baci sul collo, poi sulla spalla e poi risalire al collo, avverto un brivido lungo la schiena, allungo il mio braccio dietro la sua nuca e lo tiro di più a me.
“Buongiorno dormiglione, ti sei svegliato finalmente”
“Buongiorno mia principessa, sai com’è stanotte non ho dormito molto..Sai credo che dovremmo risparmiare un po’ d’acqua, quindi ho deciso che faremo la doccia insieme..”
mi dice con una voce sensuale e allusiva che mi strappa subito un sorriso e tutti i miei pensieri sono già spariti, mi giro verso di lui occhi negli occhi, mi stringe sui fianchi e mi spinge con delicatezza verso la parete, pelle contro pelle, ci guardiamo, poggio le mie mani sulle sue spalle si avvicina di più a me e in un attimo le sue labbra sono sulle mie, un bacio dolce, passionale e carico di desiderio, lo stringo a me, fa scendere le sue mani sulle mie natiche e mi alza e allaccio le miei gambe intorno al suo bacino, la sua bocca scende sul mio collo poi sul mio seno, lo succhia, lo bacia, gioca con i miei capezzoli, sa come farmi impazzire, inarco la schiena ed emetto un gemito di paciere, struscio la mia intimità contro la sua per un po’ poi ecco che cerca il mio sguardo e in un attimo ci uniamo di nuovo, non pensavo che sentirlo dentro di me mi potesse dare questa sensazione di completezza, si in questo momento, tra le sue braccia, con lui dentro di me per la prima volta in vita mia mi sento finalmente completa. I nostri respiri i nostri gemiti diventano sempre più veloci e forti raggiungiamo l’apice del piacere insieme ci accasciamo a terra ancora stretti l’uno all’altra la sua testa sulla mia spalla e ancora dentro di me.
“Piccola strega, cosa mi hai fatto?”
mi sussurra all’orecchio e una lacrima sfugge al mio Controllo tutta la tensione accumulata nella giornata di ieri, tutti i pensieri di poco fa abbandonano il mio corpo e mi lascio andare in un pianto liberatorio, Akito ha uno sguardo perso non si aspettava queste mie lacrime, mi prende il volto tra le mani mi guarda intensamente, l’acqua che scende si confonde con le mie lacrime lui si alza e mi trascina con sé fuori dalla doccia m’infila l’accappatoio e ci dirigiamo in camera da letto continuo a piangere, ci accomodiamo sul bordo del letto e mi accoccolo sulla sua spalla, mi avvolge in un caldo abbraccio e senza dire niente restiamo lì per non so quanto tempo, il silenzio è riempito solo dai miei singhiozzi. Quando finalmente mi calmo lo guardo dritto negli occhi, poggio un leggero bacio sulle sue labbra.
“Grazie Aki” gli sussurro ad un soffio dalle sue labbra
“Non credevo che fare l’amore con me facesse così schifo, stanotte non eri della stessa opinione o sbaglio?”
Mi dice con un tono che vuole sembrare ironico ma non ci riesce, non sa essere divertente, così scoppio a ridere, credo che era quello voleva perche vedo il suo sguardo distendersi e mi stringe a sé.
“Fare l’amore con te è una delle cose più belle che potessi immaginare. Non essere scemo! Andiamo a fare colazione e ti racconto”
Annuisce e in silenzio ci vestiamo e ci dirigiamo al piano di sotto a fare colazione. Mentre io preparo il caffè Aki si è offerto di preparare dei pancake
“Lascia faccio io rischi di dare fuoco alla cucina altrimenti. Non voglio disturbare i vigili del fuoco di domenica mattina” 
Non ha per niente fiducia nella mia cucina, infondo non ha tutti i torti, io e la cucina siamo due mondo diametralmente opposti. Ma non posso dargliela vinta quindi mi fingo offesa  sbuffo e incrocio le mani sotto il petto.
“Io potrei anche stupirti che ne sai! Se non mi fai provare Tsè”
lui guardo di sbieco alza un sopraciglio e gli compare un ghigno sul viso che lo prenderei a schiaffi.
“Kurata, tengo troppo alla mia vita e anche questa casa non mi dispiace quindi evitiamo di correre in ospedale almeno oggi”
“E va bene hai vinto. Dai sediamoci che ho fame” ci sediamo allo snack della cucina, addento uno dei pancake devo dire che sono veramente ottimi, come si dice, quando una cosa è buona uno tira l’altro.  M’ingozzo come se non ci fosse un domani
“Kurata come fa un corpo come il tuo a contenere tutte queste schifezze che mangi? Sei impossibile”
“H-am-Hayama taci! Non puoi capire io sono piena di risorse. Tsè” dico fingendomi offesa.
Mentre finiamo la colazione veniamo interrotti dal suono del campanello, Hayama va ad aprire subito lo vedo tornare con la testa basta
“Aki chi…”
le parole mi muoiono in gola quando vedo entrare mia madre con uno sguardo che non ammette obiezioni e una rivista scandalistica tra le maniche ritrae una foto mia e di Akito mentre facevamo l’amore ieri sera. Non è possibile.

 
 

“La figlia della famosa scrittrice e redattrice del nostro paese Katrinhe Kurata ha sembra che
abbia trovato l’amore!
Sembra che la giovane Sana Kurata stia trascorrendo una luna di miele anche se
casalinga molto calda.”
 
 
 
 
 

“Sana va bene tutto, che ospiti uno sconosciuto, che ci vai a letto, ma no che ci finisci sulla copertina di una rivista scandalistica e per di più scopro che te lo sei anche sposato! Ti rendi conto? Io devo sapere dai giornali che mia figlia ha sposato un uomo di cui io non sapevo nulla? Per grazia mi vorresti dare qualche spiegazione, credo che sia arrivato anche il momento”
È arrabbiata, ha ragione, ma come ci siamo finiti su quella rivista, come hanno saputo che ci siamo sposati, non riesco a venirne a capo.  Mia madre è fuori controllo, ha urlato come non avevo mai visto in tutta la mia vita. Credo che sia arrivato il momento della verità.
“Mamma per favore calmati, ora ti spiego tutto pero siediti e calmati” come sempre riesco a tranquillizzarla.
Si siede sullo snack della cucina ha ancora uno sguardo duro spero che dicendole la verità si calmi almeno un po’.
“La sera in cui ho conosciuto Akito, ero uscita con Aya siamo andate in un locale, abbiamo alzato un po’ il gomito, ero in pista a ballare e ho incontrato lui, un bicchiere tira l’altro ed eravamo ubriachi fracidi, non so come siamo usciti insieme fuori dal locale e ci siamo diretti alla cappella dei matrimoni al centro della città. Ci siamo sposati. Abbiamo firmato un contratto. Il mattino seguente quando mi sono svegliata non ricordavo nulla e neanche Akito, ci siamo accorti ad avere le fedi al dito solo dopo un po’ ho trovato poi il contratto matrimoniale e prevede che prima di richiedere una separazione dobbiamo convivere sotto lo stesso tetto per tre mesi. Sapevo che ti saresti arrabbiata e ho preferito mentirti, ti ho detto che era un amico in difficoltà. Tra me e Akito c’era un tacito accordo di convivenza civile e forzata, ma non avevamo previsto che ci saremmo innamorati mamma..” interrompo un attimo il racconto per guardare mia madre e poi Akito che è rimasto lì in silenzio sul ciglio della porta ad ascoltare tutto il racconto. Lo sguardo di mia madre sembra più tranquillo, poggia una mano sulla mia e la stringe forte, il suo sguardo diventa sempre più dolce. Sembra quasi si sia emozionata.
“Figliola, io sono contenta che tu abbia trovato finalmente la persona giusta, non ammetto che tu beva in modo disumano, ma non capisco chi sapeva che vi eravate sposati? Chi ha potuto parlare a questa rivista? “
“Aya e Tsu il migliore amico di Akito, ci fidiamo cecamente di loro, poi tu la conosci la mia amica non è una persona così meschina, non sapevano neanche che stiamo insieme è successo tutto così in fretta ieri che non abbiamo avuto il tempo neanche di parlarne con loro due..”
“Allora chi Sana? Chi poteva farlo? Inutile dirti che questa cosa avrà delle grosse ripercussioni su di noi e sul giornale. Eravamo già sul filo del rasoio”
“La fata turchina!”
All’improvviso Hayama se ne esce interrompendo mia madre, come se si fosse illuminato.
“Hayama che dici? Chi è la fata turchina?”
“Kamura, è colpa mia signora Kurata mi dispiace!”
dice abbassando lo sguardo mortificato ed io capisco subito a cosa si riferisce, la scenata di ieri sera.
“Hayama non è colpa tua, non potevi sapere che tipo era, l’hai fatto solo per difendermi”
“Kamura? È stato qui? Figliola non dirmi che ha ricominciato? Stavolta lo denunciamo”
“Ricominciato cosa Sana? Cosa non mi hai detto?”
Vedo Akito dilatare le pupille, ed ha uno sguardo freddo, che non gli ho mai visto da quando lo conosco. Mi fa paura.
“Aki, per favore calmati..” dico scendendo dallo sgabello e avvicinandomi a lui posando una  mano sul suo braccio.
“…era questo che volevo dirti quando ti ho detto che ti avrei raccontato tutto”
“Ora ne hai l’occasione figliola digli tutta la verità, adesso io vado sono cose che dovete chiarire tra di voi, però appena riesci chiamami dobbiamo risolvere questa situazione prima che Naozumi ti tolga la cosa più importante, l’amore” non ho mai visto mia madre così preoccupata neanche quando rischiava di perdere la redazione. Le faccio un cenno con la testa ci abbracciamo e poi va via. Restiamo soli è giunto il momento di dire tutto.

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Capitolo 10
*** 10° Capitolo ***


Salve a tuttee. Eccomi con un nuovo capitolo! Qui viene spiegato quello che è successo tra Sana e Nao. Ma dell'astio che lui prova verso la famiglia Kurata verrà fuori più avanti, spero che vi piaccia e vi auguro buona lettura!! 
 
 
 
 
 
 
 
 

Tiro un respiro profondo, prendo Aki per mano e ci accomodiamo sul divano, gli tengo le mani e comincio a raccontare
"Quando ho detto che Naozumi ha cominciato a seguirmi non si è limitato solo a quello. A parte farmi avere dei regali, fiori per far si che io accettassi una sera di uscire con lui, speranze che gli sono morte dopo molto tempo. Una sera dopo una serata con Aya stavo rientrando in casa era molto tardi, ero stanca e quindi non mi accorsi subito che c'era qualcosa che non andava. Mi stavo dirigendo al piano di sopra quando si accende la luce del soggiorno.. "
scoppio in lacrime nel ricordare quella sera Akito anche se non sembra è molto sensibile mi abbraccia forte e sussurra al mio orecchio
" Piccola tranquilla, ora ci sono io qui con te"

"Ed è l'unica cosa che mi da la forza di continuare il racconto, dicevo si accende la luce in salotto e da dietro il muro spunta lui, Kamura con un sorriso beffardo sul volto, che mi fa ancora tanta paura. Comincio ad urlare e cercai di dirigermi con  lentezza e calma verso la cucina mentre con le mani incrociate dietro la schiena cercai di recuperare il cellulare e chiamare aiuto. Una persona valeva l'altra l'importante è che ascoltassero quel dialogo. Comincia a parlare per capire cosa volesse
piano piano lui si avvicinava a me e io indietreggiavo, se avesse scoperto il cellulare sarebbe stata la fine. Avevo ed ho ancora terrore di lui non lo nego. Mentre lui si avvicina io indietreggio sempre di più fino a quando urto contro il piano cucina e pensai che fosse arrivata la mia fine, nel suo sguardo leggevo soddisfazione per vedermi così terrorizzata

Il suo sguardo era gelido, m'incudeva terrore così annuii molto lentamente non riuscivo a dire nulla

ero terrorizzata infatti la mia voce tremava.
La sua voce era roca mi faceva schifo anche solo il pensiero che potesse toccarmi con quelle mani luride. https://ssl.gstatic.com/ui/v1/icons/mail/images/cleardot.gifsenza rendermene conto comincia a piangere
< No piccolina non piangere, non ti farò del male, tu sarai mai, comunque, con le buone o con le cattive perciò inutile versare lacrime>
< Nao ti prego.. aspetta parliamone, giungiamo ad un accordo> cerco di racimolare un brivido di lucidità e provai a farlo ragionare ma non ci fu verso, lui continuava a ridere e io speravo che il mio cellulare avesse chiamato qualcuno che poteva aiutarmi realmente. Lui si avvicinava a me, mi bloccò le braccia e con la sua bocca cominciò a scendere lungo il mio collo, ero pietrificata non riuscivo a muovere un muscolo, solo le lacrime scendevano incontrollate, quando stava cominciando a sbottonarmi la camicetta sento la porta di casa aprirsi velocemente, vedo la mia ancora di salvezza, Rey l’assistente di mia madre, è sempre stato presente per me come un padre senza di lui mi sentirei sola in certi momenti.
< Lasciala subito> urla con tutto il fiato che aveva in corpo, il suo volto era spaventato credeva di essere arrivato tardi, si avvicina in un lampo e strattona Kamura e lo allontana da me, ne comincia una colluttazione senza esclusione di colpi, io ero come paralizzata, sotto shock non sapevo che fare, vedevo loro due intenti a darsene di santa ragione. Come risvegliata da un incubo mi avvicinai a loro due
gli urlo tra le lacrime, mi avvicino e gli fermo in braccio a mezz’aria che era pronto a colpire ancora una volta il volto di Kamura, si volta mi guarda e capisce che ho ragione cosi si alza e mi abbraccia e scoppio ancora una volta in lacrime disperate. Naozumi era stordito dalle troppe botte non era abituato poverino, il signorino fa sporcare ad altri le mani.
Rei si volta verso di lui lo prende per il collo della camicia e lo fa alzare da terra





A quel punto sia io che Rei sgraniamo gli occhi, e ci guardammo negli occhi, come fa ad essere sempre un passo avanti a noi non capivamo. Perché tanto odio verso la mia famiglia.
non avevo mai visto Rei così arrabbiato e impaurito per me. È sempre stato un tipo molto apprensivo nei miei riguardi, peggio di un padre credo, non ho mai avuto un padre lui è quella figura maschile che più gli si avvicina.




Detto questo gira le spalle ed esce da casa mia ancora barcollando per le botte. Io scoppio tra  le braccia di Rei, ero sconvolta, non sapevo come uscirne. Ma Rei era deciso a denunciarlo e con l’aiuto di mia madre riuscino a convincermi. Così il mattino seguente andammo a denunciarlo, non ci credevano perché lui era un uomo potente, non poteva fare del male ad una donna, era inconcepibile. Poi una poliziotta aveva ascoltato la nostra denuncia e decise d’intervenire, prendendo le mie difese, dicendo che conosceva bene Nao, aveva agito allo stesso modo anche con la sua famiglia, li aveva ridotti in rovina, aveva abusato di lei, si perché ci era riuscito quella volta, non era stata fortunata come me. Aveva provato a denunciarlo ma essendo una persona influente la denuncia è caduta nel dimenticatoio, si era arruolata proprio per cercare di incastrarlo. Da lì in poi cominciò una vera e propria campagna Anti-Kamura.
Ricevevo le sue minacce quasi ogni giorno, poi dopo quattro mesi fu arrestato finalmente. Da allora non ne ho saputo più nulla. Sembrava che me ne fossi liberata. Fino al giorno del suo arresto sono tornata a vivere da mia madre, avevo paura di restare sola. Poi la sera stessa in cui ci arrivò la telefonata tornai subito a casa mia.

 
 
Ho finalmente raccontato tutta la verità ad Akito, ma adesso ho paura, sapere che Kamura è libero di nuovo di agire e la prima cosa che ha fatto è stato farmi finire sui giornali mi terrorizza. Per mesi mi svegliavo di notte, sognavo che fosse ancora a casa mia, che stesse per violentarmi.
 
“Da quel momento sono passati tre anni, a quanto pare la prima cosa che ha fatto è venire a casa mia ieri mattina, Aki non avrei mai voluto trascinarti in questa situazione, mi dispiace. Sei libero di andartene” abbasso lo sguardo mentre sono ancora tra le sue braccia. Lui sospira poi mi prende il mio mento tra le sue dita e mi fa alzare il capo ci guardiamo intensamente per qualche istante.
“Non sarà un Kamura qualsiasi a spaventarmi. Il solo pensiero che lui abbia provato a toccarti mi fa salire il sangue al cervello, se l’avessi saputo ieri l’avrei pestato fino a fargli smettere di respirare” lo disse con una tale rabbia che avevo visto solo quando nominava suo padre.
“Non osare metterti nei guai per me! Promettimelo”
“Non ti posso promettere una cosa che non sono sicuro di mantenere, ma ti posso promettere che non ti lascerò sola da questo momento in poi”
ci abbracciamo e cominciamo a baciarci con passione, non riusciamo a stare vicini, che ci accendiamo in un nanosecondo. Infatti è un attimo e lui e sopra di me siamo sdraiati sul divano che continuiamo a cercarci con le mani, le mie mani vagano sul suo corpo in cerca del bordo della sua maglia e le sue vagano senza sosta sul mio. Quando veniamo interrotti dal suono del campanello. Maledizione. Ci stacchiamo controvoglia e mentre io mi sistemo un po’ Akito va ad aprire.
“Oh buong… abbiamo interrotto qualcosa amico?”
Sono Aya e Tsu, si sono bloccati sulla porta appena hanno visto i capelli di Akito arruffati e le mie guance arrossate. Così mi affretto a rispondere visto che Hayama non si degna.
“No, che dici Tsu, entrante, buongiorno. Come mai siete da queste parti?”
Dico un po’ imbarazzata mentre i ragazzi si accomodano sul divano che sono riuscita a mettere apposto in un nanosecondo.
“Sana in realtà si volevamo sapere come stavate, da questa mattina non si fa che parlare di voi, siete su tutti i giornali e anche in tv”
dice Aya con il suo solito tono materno
“In tv?” diciamo insieme io e Akito
“Si, amico non mi dite che non avete ancora acceso la tv da quando vi siete svegliati! Non mi dite che non avete fatto altro che..”
Tsu sembra prenderci in giro io divento un peperone
“Tsu piantala! Non fare l’idiota” il tono di Akito non ammette repliche è in evidente imbarazzo.
“Aya per favore mi spieghi cosa dicono in tv? In realtà non abbiamo avuto tempo di accendere la tv, perché mia madre si è presentata come una furia qui, dopo aver letto la rivista che ci ritraeva e con tanto di luna di miele annessa!”
“Sana non so come ma hanno saputo che siete sposati da meno di un mese, non hanno detto come vi siete sposati ma hanno detto che il vostro è stato un matrimonio lampo, le foto dell’altra notte hanno fatto il giro di tutti i tg, dicono che non sappia il motivo di decidere di non partire per la luna di miele, però sembra che non vi stiate annoiando…”
l’ultima frase Aya la dice con un po’ d’imbarazzo e poi mi fa un sorriso che solo io riesco a leggere. È felice per me e Akito un po’ meno perché la mia prima volta sia finita sui giornali.
“Tutta colpa di Naozumi, è tornato Aya, ieri mattina si è presentato qui, voleva che andassi con lui a cercare casa, tsè, Akito è intervenuto e l’ha messo alla porta dicendogli che eravamo sposati, lui ha preso la volo l’occasione e ha fatto appostare un gruppo di giornalisti sotto casa e alla prima occasione ecco che ci ha venduti alle migliori testate. Credo che questo sia solo l’inizio della sua vendetta.”
“È tornato? Com’è possibile? Doveva restarci almeno altre 3 anni in carcere..”
Aya ha lo sguardo terrorizzato si avvicina e ci abbracciamo, lei sa tutto, sa cosa ho passato, sa di tutte le mie notti insonni, dei miei incubi, di tutte le mie lacrime.
“Ragazzi di cosa state parlando? Vorreste spiegarmi chi è che questo? E perché c’è l’ha tanto con Sana?”
“Tsu, siediti armati di pazienza che la storia è lunga. Ora ti racconto, lasciamo le ragazze sole andiamo in cucina. Sana ha bisogno di sfogarsi con un amica” Akito è dolcissimo, capisce sempre quand’è il momento di dire e quello di agire. Trascina il suo amico in cucina lasciandomi sola con Aya. Così gli racconto tutto quello che è successo nella giornata di ieri. Anche di ieri sera le racconto tutto. Della notte, dei miei pensieri, del risveglio, e  dell’arrivo di mia madre.    

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Capitolo 11
*** 11° Capitolo ***


Salveee ecco un nuovo capitolo fresco fresco. 
 
 
 
 
 
 
 

Parlare con Aya devo dire che mi ha tranquillizzata tanto, è un misto di dolcezza e valeriana messa insieme. Parlare con lei mi da un effetto sedativo, mi capisce come nessuno, e poi conosce tutta la storia di Kamura. In quel periodo quando mi svegliavo di notte con gli incubi e gli attacchi di panico era lei a tenermi la mano, si perché in quei mesi decise di trasferirsi a casa di mia madre insieme a me pur di non lasciarmi sola. Tutta la mia famigli gli fu grata di questo, perché quando non c’era uno un c’era l’altro e così non ero mai sola. Sono stati la mia ancora di salvezza. Ancora oggi non so come avrei fatto senza di loro sono il mio bene prezioso. Siamo ancora strette in un abbraccio quando Akito e Tsu tornano in salotto. Akito deve avergli raccontato tutto perché il suo sguardo è molto preoccupato poi quasi a voler spezzare quel silenzio così pesante che è ingombrante balena una delle sue solite idee
“Ragazzi ho un idea! Perché non usciamo andiamo a fare un giro e mangiamo qualcosa fuori?”
“Si dai Sana venite poi ti farebbe bene pensare ad altro per un po’”
“Non so ragazzi se sia una buona idea.. “
“Dai Sana, andiamo, hai bisogno di distrazione e anche io ne ho bisogno”
Akito me lo chiede con uno sguardo supplichevole che non so dirgli di no. Hanno ragione un po’ di svago ci farà bene e poi ho una fame da lupi, il che non è certo una novità!
“Ok ragazzi, mi avete convinto andiamo però mi dovete dare mezz’ora!”
“No 10 minuti non di più Kurata e fatteli bastare”
“Hayama sei un brutto scimmione, prepotente”
Sbuffo vicinissimo al suo viso, grave errore perché lui ne approfitta per darmi un bacio a fior di labbra, ma basta anche solo il minimo contatto per mandarmi in pappa il cervello, accidenti.
“Ehm.. Hayama sei un prepotente, ribadisco il concetto. Torno subito” Giro le spalle e mi dirigo al piano di sopra, devo rendermi almeno presentabile ho pianto talmente tanto che sembro un panda. Mi strucco e ritrucco, cambio la maglia, indosso una camicetta celeste, sotto il jeans che avevo già messo prima e metto le scarpe. Comode non si può mai sapere, quindi opto per un paio di snikers. Prendo la giacca la borsa a tracolla e in 10 minuti sono pronta. Record! Scendo al piano di sotto e tutti mi guardano come se avessero visto un fantasma.
“Accidenti, ci hai messo esattamente 10 minuti Kurata non ci credo! Prendiamo gli ombrelli ragazzi, credo che il sole si ritirerà da qui a breve”
ha un tono così sarcastico e una faccia da schiaffi che preferisco ignorarlo. Cosi fingo di non averlo sentito gli passo davanti e prendo Aya sotto braccio la trascino verso l’uscita di casa.
“Hayama, renditi utile chiudi casa” dico con un tono piatto e senza trasparire la minima emozione, devo provare a tenergli il muso, non credo che ci riuscirò. Saliamo in auto di Tsu, mette in moto e parte spedito come se già sapesse la destinazione, nessuno dice nulla, il silenzio mi uccide. Non posso stare zitta
“Tsu dove stai andando?”
“Lo vedrai, ti piacerà è stata un’idea.. ajaaaa”
Quando sta per dirlo vedo da sedile posteriore dove sono seduta che Akito gli tira un pizzico sul braccio e subito cambia risposta.
“..Sana, ti piacerà non c’è altro da sapere fidati”
“Ok te la do per buona ma solo stavolta. Aya allora come va con il lavoro, adesso comincerà un periodo pieno di lavoro eh?”
“Si effettivamente adesso saremo piene di lavoro, ci sono molti abiti da consegnare e altri tanti da confezionare. Saranno mesi lunghi e pieni lavoro. Spero di riuscire a ritagliare un minimo di tempo da trascorrere con Tsu, voglio veramente conoscerlo meglio. È un ragazzo così dolce e sensibile che quasi non mi sembra vero di averlo incontrato”
Aya ha gli occhi sognanti mentre parla del suo fidanzato, sono così contenta che abbia trovato la sua metà.  Così cerco di incoraggiarla.
“Si dai vedrai che riuscirai a trovare tempo per lui. Vi vedo così bene insieme, sono così contenta per te amica mia. Te lo meritavi.”
Ci stringiamo le mani e sorridiamo, dal lato davanti dell’auto i due ragazzi non smettono di tenerci d’occhio ma facciamo finta di niente.
“Appena scendiamo dall’auto, mi devi raccontare tutto di ieri sera. Non pensavo che fosse già cosi avanti”
Sussurra al mio orecchio la mia amica in modo da non farsi sentire dai ragazzi, mentre io arrossisco.
“Bhe.. in realtà neanche io pensavo che eravamo così avanti. È successo senza che potessi pensarlo. Dopo ti racconto” Sussurro a voce ancora più bassa della sua. M’imbarazza un po’ parlare di certi argomenti. Poco dopo sentiamo che l’auto si ferma, ci giriamo e i nostri occhi s’illuminano, siamo al mare. Io e Aya amiamo il mare ci lanciamo dall’auto e corriamo sulla spiaggia lasciando i ragazzi indietro a chiamarci per chiederci di aspettarli ma niente da fare il mare è come una calamita per noi due. Ci fermiamo con occhi sognanti a riva, io allargo le braccia e chiudo gli occhi per respirare a pieni polmoni, quando due braccia mi abbracciano da dietro e delle labbra posano un bacio sul mio collo ed è subito un brivido lungo la schiena, mi giro e getto le braccia al collo ci guardiamo intensamente negli occhi

“Allora ti piace qui?”
“Oh si! Adoro il mare, adoro sentire il suono delle onde infrangersi sugli scogli e scivolare sulla riva, mi fa sentire libera. Grazie Aki”
“Per cosa?”
“Per aver avuto l’idea di venire qui, come facevi a sapere che adoro il mare?” il suo sguardo diventa sorpreso non si aspettava che me ne fossi accorta
“Chi ti dice che sia stato io?”
“Ho visto perfettamente il pizzico che hai dato al povero Tsu sul braccio mentre eravamo in auto, era un modo per farlo tacere”
“Caspita Sana quando dici tu sei davvero perspicace” i nostri amici che erano lì vicino hanno ascoltato la nostra conversazione e scoppiano a ridere per l’affermazione di Akito
“Si, è stata un’idea di Akito venire qui, ha detto che adori il mare ed eccoci qui. Voleva farti una piccola sorpresa, anche se non sembra anche lui ha un lato dolce. Che viene fuori solo con te però.” Le parole di Tsu mi fanno capire di quanto Aki sia più chiuso di quanto sembri, ma è altrettanto dolce. Così mi sciolgo in un sorriso e lo stringo ancora di più nell’abbraccio in cui eravamo ancora stretti.
“Grazie, mi ci voleva!” lo attiro a me e lo bacio,lui ci mette qualche secondo per ricambiare il bacio mi attira ancora di più a se.
“Ehm.. Ragazzi che modi prendetevi un stanza!” Tsu è in imbarazzo è diventato rosso come un peperone, fa scoppiare tutti noi in una fragorosa risata.
“Amico piantala! Andiamo lì c’è un bar andiamo a prendere qualcosa da mangiare”
Hayama gli si avvicina e lo trascina con la delicatezza di un elefante senza dargli modo di replicare. Noi restiamo lì qualche secondo ad osservare quel siparietto e a ridere di gusto. Sono davvero comici insieme.

“Sana, siete davvero una bellissima coppia. Tsu mi ha detto che non è facile per lui esternare i sentimenti, ma da quando è accanto a te ha visto un notevole cambiamento in lui in meglio. Dice che Akito era un bambino difficile da gestire, crescendo non è cambiato molto, ma da quando è accanto lo vede diverso, è sempre il solito tipo di poche parole, gli deve tirare le parole di bocca sempre, ma quando è in tua compagnia gli vede una luce negli occhi che non gli ha mai visto. Gli fai bene, al cuore. È contento che il suo migliore amico, suo fratello abbia trovato una persona che faccia uscire il meglio di lui. Ed anche io non ti ho mai visto con questa luce negli occhi. Il tuo sguardo s’illumina quando c’è lui.”
Aya mi parla sempre con una franchezza che non ti aspetti, però è proprio questo che adoro di lei, ci abbracciamo e scoppiamo a ridere.

“Si devo essere sincera Hayama mi fa bene, sto bene con lui. Anche prima di ieri cioè avevamo instaurato un rapporto pacifista. All’inizio non è stato facile, poi più passavano i giorni più capivo che oltre quella maschera c’era altro. Complice il fatto che dormivamo nello stesso letto, tutte le mattine lo sentivo accarezzarmi e baciarmi mentre io dormivo, ieri mattina invece ho risposto al bacio. Ho capito in quell’istante di essere irrimediabilmente, incondizionatamente innamorata di lui. Ieri sera ho preparato una cenetta romantica, il resto è storia sui giornali. Ma aldilà di tutto, è stato magico non immaginavo… “
mentre faccio un resoconto non potevo immaginare che nuovi problemi erano all’orizzonte. Dopo aver mangiato un panino sulla spiaggia fatto un giro sul bagnasciuga, il sole comincia a tramontare così decidiamo di rientrare. Sulla strada verso casa il suono del mio cellulare interrompe il karaoke che io e Aya avevamo cominciato.
“Pronto.. Si sono io.. Sto tornando.. arrivo..” la telefonata di Rei mi mette in agitazione non mi piaceva per niente il suo tono.
“Ragazzi dobbiamo tornare subito, Tsu accelera per favore”
“Kurata che succede?” Akito è preoccupato. Lo vedo dal suo sguardo.
“Non lo so, Rei mi ha chiamato dicendo di tornare subito a casa che è urgente”
“Tranquilla Sana, accelero però calmati.” Tsu e Aya cercano anche loro di tranquillizzarmi ma non ci riesco, mi tranquillizzerò solo quando arriverò a casa.

 

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Capitolo 12
*** 12° Capitolo ***


Eccomiiiii 
Grazie a chi mi segue, chi recensisce la mia storia, e gli l'ha aggiunta tra i preferiti! Grazie di cuori a tutte! Spero che vi stia piacendo veramente!! 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il tragitto sembra interminabile non arriviamo più, quando arriviamo a casa non credo ai miei occhi, una miriade di giornalisti sotto casa, un camion dei vigili del fuoco, mamma che non sembra lei, ha lo sguardo perso, anche Rei sembra spaesato, preoccupato, scendo di corsa dall’auto Akito e i miei amici sono accanto a me, la mano di Hayama s’intreccia alla mia, alzo lo sguardo quello che vedo mi spaventa. La mia casa, non c’è più. È tutto andato in fumo. Tutto bruciato. Sento un vuoto all’altezza dello stomaco, le gambe stanno per cedermi. La mia casa. È come se mi  fosse stata amputata una parte del corpo, tutta la mia vita spazzata via così, in un attimo, non c’è più nulla. Calde lacrime bagnano il mio viso, mi sembra tutto così irreale, Akito mi abbraccia il mondo sembra meno crudele tra le sue braccia, ma è d’aiuto solo per una frazione di secondo. Poi la disperazione torna a farsi spazio in me. Poi corro tra le braccia di mia madre.
“Mamma, com’è potuto succedere?”
“Tesoro non lo so i vigili del fuoco dicono che sia stato un corto circuito, magari avete lasciato qualcosa acceso che so un fornello, qualcosa del genere?”
“No mamma, sono sicurissima, abbiamo pranzato fuori, quando Rei mi ha chiamato stavamo tornando, era tutto in regola quando siamo usciti loro erano con me hanno visto” dico girandomi e indicando Hayama, Aya e Tsu. Loro annuiscono
“Signora Kurata è impossibile che abbiamo lasciato qualcosa acceso, magari è stato un corto circuito, ma no nessun fornello è rimasto acceso” Akito è convinto anche lui che non sia stata una nostra distrazione. Ma cosa ha potuto scaturire un corto circuito se l’impianto è nuovo, la casa è di nuova costruzione, mi sembra cosi impossibile.
“Mamma, la casa è di nuova costruzione, com’è possibile un corto circuito?” a quel punto interviene un vigile del fuoco
“Signorina, tutto è possibile, non è detto che una casa di nuova costruzione sia impossibile, se l’impianto non è a norma, o che so un filo installato male e un sovraccarico l’ha mandato in corto, comunque non si preoccupi, indagheremo e le faremo sapere” 
“Guardi posso garantire, sull’efficienza della ditta che ha svolto i lavori.. “ a quel punto crollo in un pianto disperato mamma e Akito sono lì accanto a me per sorreggermi, sembra tutto finto, così un incubo.
“Sana tesoro adesso è inutile che restiamo qui, andiamo venite a casa mia voi due” mia madre ha capito che se non mi allontana da qui potrei restarci tutta la notte, sa anche che Akito resterebbe con me.
“Si mamma hai ragione, Aki andiamo” dico allungando la mia mano verso quella di Hayama, lui l’afferra e ci dirigiamo in auto con Rei, siamo tutti in silenzio nessuno dice niente, Akito continua a tenermi la mano, sotto lo sguardo duro di Rei dallo specchietto retrovisore che non smette di fissarci. Siamo arrivati a casa, mi rendo conto che Aki non era mai stato da mia madre, perché guarda la villa di mamma come se fosse un tesoro. Non se l’aspettava, infondo non ne avevo mai parlato. Continuiamo a tenerci per mano, gliela stringo ancora più forte e gli sussurro
“Non fari spaventare, non è enorme come sembra”
Prendo Aki per mano e lo trascino in casa, Rei ci guarda di sottecchi è geloso, lo vedo da come lo guarda. Anche se indossa gli occhiali da sole, ormai lo conosco bene per cogliere tutte le sfumature del suo carattere, è molto apprensivo, geloso, protettivo, sia verso mia madre, ma soprattutto verso di me. Mi considera un po' come sua figlia, ed io lo vedo il padre che non ho mai avuto. C'è sempre stato, in vent'anni è stato sempre presente, in ogni tappa della mia vita. Non mi ha mai lasciata sola, è stato il mio complice, il mio supporto ma sa essere anche molto rigido quando serve. È difficile fargli cambiare idea, ma io ci riesco quasi sempre. Basta fare gli occhietti da cucciola, e lui cede quasi sempre. Credo che questo sia il momento di fare gli occhi dolci. Perché sta squadrando Akito e i suoi occhi sono sulle nostre mani intrecciate proprio come in auto. Prima che possa dire qualcosa sono io a parlare
"Akito ed io dormiremo nella mia vecchia camera, Rei non è che avresti un pigiama per lui? Avete più o meno la stessa statura quindi dovrebbero stargli" e sfodero così il mio sguardo persuasivo
"Sana, bambina mia non può dormire nella camera degli ospiti? Guarda che so tutto, tua madre mi ha raccontato che è un matrimonio finto" eccolo ci siamo lo sapevo che andava a parare lì.
"Rei, non hai letto i giornali? Visto che ci siamo sopra da questa mattina.. Le cose sono cambiate. Non ha senso dormire in due stanze diverse. Perciò vengo da te a prendere il pigiama e andiamo tutti a letto, sono stanca, è tardi, domani devo andare a lavoro e anche Akito deve lavorare."
" No Sana domani non venire in redazione, meglio se vai ad informarti per l'incendio " questa è mia madre che interviene dalla cima delle scale del piano di sopra.
" Ma mamma.. Ho del lavoro da finire.. "Non mi lascia terminare, alza la sua mano davanti al mio volto
" Non si discute sono ordini del capo, non vorrai mica avere degli screzi col capo? Ecco vedo che siamo molto ragionevoli. " abbasso lo sguardo e non posso far altro che obbedire, infondo ha ragione devo risolvere questa situazione e poi non possiamo stare da mia madre. Rei ci renderebbe la vita impossibile né sono certa. Non si stanno simpatici quei due. Lo leggo nei loro sguardi. Mamma invece sembra divertita dalla situazione. Mi dirigo al piano di sopra vado in camera di Rei prendo un pigiama e vado in camera mia, ma di Hayama nessuna traccia. Non è che quei due lo stanno sottoponendo ad un terzo grado. Oh no! Mi fiondo verso le scale e sono ancora lì tutti e tre a parlare a bassa voce non li riesco a sentire. Sento solo la voce di Akito che dice
"Non preoccupatevi domani andrò con lei in centrale. Ora vi auguro buonanotte"
"Buonanotte Akito, mi raccomando" questa è mia madre ha un tono preoccupato.
"Notte." Rei non sembra molto contento. Si abituerà alla sua presenza. Ha ragione non è abituato a vedermi con nessuno. Di tutti i miei flirt non gliene ho fatto conoscere neanche uno. Lui è il primo, sa anche lui che cosa significa questo. Che Hayama è importante. Lo è diventato in così poco tempo che non me ne sono neanche accorta. Ha stravolto la mia vita, la mia casa, i miei pensieri. Sono così assorta nei miei pensieri che non mi accorgo che sono bloccata sulle scale e lui è davanti a me che mi sventola una mano davanti agli occhi.
"Sana tutto bene?" è preoccupato il suo tono lo tradisce.
"S-si andiamo?" annuisce e ci dirigiamo in camera mia. Appena entra lo vedo spaesato non si aspettava una camera così grande per una sola persona. Certo casa mia non è così grande. È molto più modesta, d'altronde l'ho acquistata da sola. Camera mia è la classica una ragazzina, è ancora tutto così uguale a come l'ho lasciata 5 anni fa. La foto mie e di Aya attaccate al muro sulla scrivania, il letto a baldacchino, un tappeto al centro della camera e il bagno sulla sinistra della stanza. Non molto grande, ma abbastanza capiente da contenere l una vasca da bagno. Hayama si guarda intorno poi esclama
"Accidenti Kurata non avrei mai detto che avessi una villa e una camera così.. Così enorme" per poi fare un fischio. Si aggira per la stanza con le mani in tasca, studia ogni angolo, si sofferma sulle foto, nessuna è una classica foto, tutte ritraggono me e Aya in posizioni o facce buffe. Non siamo le classiche ragazze noi.
"ti dispiace casa di mia madre?” Comincio a parlare come lui, la cosa è grave.
“No, solo che non sono abituato. Casa di mio padre è molto più piccola..” gli metto l’indice sulle labbra intimandogli di fare silenzio.
“Shh.. Hayama baciami” non se lo fa ripetere due volte mi tira a sé e mi bacia, un bacio passionale, in un attimo siamo stesi sul letto i nostri vestiti sono sparsi sul pavimento, i nostri corpi sono un groviglio tra le lenzuola, di gemiti, respiri, sospiri, baci, mani intrecciate, movimenti prima lenti e poi più veloci e in un attimo raggiungiamo l’apice del piacere insieme, restiamo così accoccolati l’uno all’altro, tutta la tensione accumulata nell’arco di questa giornata sembra essere svanita. Ci stringiamo ancora di più e Akito mi poggia un bacio sulla testa, mentre cerco la sua mano la intreccio alla mia.
“Ti amo Kurata” quelle paroline spezzano il silenzio che si era creato tra noi.
“Aki, ti amo anch’io” ci baciamo di nuovo, un bacio pieno di trasporto, la passione si riaccende ma prima di continuare devo sapere cosa si sono detti giù. Con non molta difficoltà mi stacco da lui lo guardo negli occhi e mi ci perdo come sempre.
“Hayama, devo chiederti una cosa.. “
“Dimmi ti ascolto”
“Cosa stavate dicendo con mia madre e Rei al piano di sotto prima?” il suo sguardo cambia, sembra preoccupato.
“Niente, mi hanno chiesto se ti accompagno domani in centrale dal pompieri”  il suo tono voce è diverso, è preoccupato lo sento.
“Sei sicuro?” gli chiedo
“Si, sono sicuro. Credimi, erano solo preoccupati che andassi da sola, tutto qui” vuole tranquillizzarmi, ma gli credo.
“Ok, va bene ti credo, ma non devi andare a lavoro domani?” gli mostro un sorriso rassicurante.
“No, chiamo domattina per non andare a lavoro, non ti lascerei mai sola in un momento del genere” la sua voce è così rassicurante in questo momento che potrebbe crollare anche il mondo non me ne preoccuperei minimante.
“..E poi se non ti accompagnassi credo che quel tipo con gli occhiali da sole mi verrebbe a cercare fino in capo al mondo, non gli sto molto simpatico credo” mi dice con i suo ghigno che somiglia sempre più ad un sorriso.
“Ahah Hayama no, Rei è solo geloso. È quello che più somiglia ad una figura paterna per me. Non ho mai avuto un padre, l’abbiamo conosciuto quando siamo arrivati qui 20 fa io e mia madre, eravamo in bar, a fare colazione, e lui lavorava in quel bar, almeno fino a quel momento, ebbe una lite furiosa con il suo proprietario che lo licenziò su due piedi, era stato così gentile con me che il suo sorriso mi aveva conquistato subito. Così mia madre gli offrì di lavorare per noi, prima come autista ed infine è diventato assistente di mia madre quando è diventata direttrice del giornale. È sempre stato al mio fianco, mi ha consigliato, supportato e sopportato sempre. Mi ha insegnato che non bisogna mai arrendersi nelle avversità che bisogna lottare sempre, perciò gli devo molto. È semplicemente molto protettivo con me, crede che sia ancora una bambina” mentre gli racconto di Rei lui mi guarda rapito dal mio racconto, non m’interrompe, mi fa terminare, e poi mi risponde.
“Adesso ho capito perché mi guardava male. Credo che dovrò parlarci altrimenti sarà difficile vivere sotto lo stesso tetto. Non possiamo andare neanche da me, vivo con Tsu..” è dispiaciuto di non poter essere d’aiuto. A me dispiace che abbia perso le sue cose nell’incendio. Ormai credo che sia andato tutto perduto.
“Non ti devi preoccupare mia madre ci ospiterà fino a quando sarà necessario.” Mi avvicino al suo volto e lo prendo tra le mani lo bacio, in un attimo ricominciamo ad amarci per tutta la notte.
 
Il mattino arriva presto, quando mi sveglio cerco con la mano sull’altro lato del letto il corpo di Akito ma è vuoto, poi sento l’acqua scorrere in bagno, mi dirigo in bagno ed è già vestito. Lo abbraccio da dietro
“Buongiorno Hayama” gli bacio le ampie spalle che mi trovo davanti, lui si gira e mi abbraccia
“Buongiorno a te, ti ho preparato un bagno caldo, ti lascio a rilassarti, ti aspetto giù per la colazione” mi da un bacio e scappa via. Dopo il bagno, che devo essere sincera ci voleva, mi vesto, è rimasto ancora qualche capo nel mio vecchio armadio, ora che ci penso Akito dove ha preso quel completo, dopo glielo chiederò. Scendo in salone lo trovo lì ad aspettarmi bello come il sole.
“Aki dove hai preso i vestiti puliti?”
“Ho chiamato Tsu me li ha portati lui prima di andare a lavoro stamattina. Dai sbrigati che ci aspettano in questura” è preoccupato quanto me, lo vedo dal suo sguardo. Facciamo colazione e poi usciamo. Dopo un tragitto breve eccoci davanti la questura. Siamo mano nella mano, arriviamo alla porta che ci hanno indicato. Bussiamo, siamo dentro. Il poliziotto ci guarda preoccupato tira un lungo respiro e dice
“Signori, dai primi rilievi, è risultato che non era un incidente, l’incendio è stato appiccato ti proposito. Abbiamo trovato un focolaio al centro del salotto di casa sua.”

 

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Capitolo 13
*** 13° Capitolo ***


Eccomi con un nuovo Capitolo, grazie a chi continua a seguirla, grazie di cuore! 
 
 
 
 
 
 
Non ci credo, la mia casa è stata incendiata? Ma perché? Da chi? Sono in uno stato di trance che non riesco più a parlare. Sento solo la mano di Akito stringere la mia.
“Mi scusi, ma non ci sono tracce su chi possa essere stato?”
“No, non abbiamo trovato nulla Signor Hayama, ci dispiace. Però le posso assicurare che non ci arrenderemo fino a quando il responsabile non verrà trovato”
“Noi cosa possiamo fare nel frattempo? I nostri effetti personali sono andati tutti perduti?”
“Purtroppo si, mi dispiace, non siamo riusciti a recuperare niente”
Come se scossa dalla mia trance, le parole del poliziotto mi riportano alla realtà, non è rimasto nulla, tutto in fumo, in cenere, la mia vita così, andata in fumo.
“Mi scusi, sul palo della luce che c’è vicino casa è posizionata una  videocamera di sorveglianza, non potete chiedere di vedere le immagini registrate?” chiedo speranzosa, di riuscire a vedere chi abbia voluto farmi questo. Anche se dubbi ormai non ne ho più. Ma non posso fare nomi prima di esserne sicura.
“Ci abbiamo già pensato signorina, stiamo aspettando che arrivino le registrazioni, appena avremo notizie la richiameremo subito” detto questo ci congediamo dal poliziotto, usciamo dalla questura in silenzio. Non sono capace di dire più una parola. Entriamo in auto, ho lo sguardo rivolto verso il finestrino, mentre Akito chiama mia madre per informarla delle novità.
“Signora Kurata, si sono io.. si purtroppo non sono buone notizie qualcuno ha appiccato l’incendio volontariamente.. anch’io lo credo.. stiamo andando a casa.. certo a dopo” chiude la telefonata e poggia la sua mano sulla mia e la stringe come ad infondermi forza e coraggio.
Apprezzo molto questa sua vicinanza, ma non posso metterlo in pericolo. Se è come penso io, siamo tutti in pericolo. Accidenti.
Arriviamo a casa, sempre in rigoroso silenzio. Saliamo in camera mia, mi stendo sul letto, con lo sguardo perso verso il soffitto. Akito non dice nulla, mi osserva solamente, sento il suo sguardo su di me, poi si stende anche lui accanto a me. Fissiamo il soffitto in silenzio.
“Kurata, non stare zitta per favore, di qualcosa, piangi, urla, picchiami, ma non stare in silenzio. Anche se amo il silenzio, il tuo no. Non lo sopporto”
Giro il capo verso di lui, lo guardo intensamente
“Akito, io credo che sia stato Kamura. Come può un essere umano arrivare a tanto? Perché tutta questa cattiveria..” non riesco a terminare che scoppio in lacrime
“Non lo so Sana, non lo so come si può arrivare a tanto. Anche io ho pensato subito a lui. Ma se non abbiamo prove certe non possiamo accusarlo”
“Akito lui non comparirà mai in prima persona lo capisci? Non riusciremo mai ad incastrarlo”
“Ti prometto che ce la faremo, lo faremo arrestare di nuovo e questa volta ci resterà per sempre. Te lo prometto” il suo sguardo è così profondo, che mi ci perdo, come sempre d’altronde. Ambra liquida, miele, oro. Così magnetico da incantarmi, come un flauto per i serpenti, così sono i suoi occhi per me. Non mi era mai capitato prima.
È lui a interrompere questa magia alzandosi di colpo dal letto
“Se non la smetti di guardarmi così non so se riuscirò a trattenermi dal saltarti addosso, quindi alzati e andiamo ad acquistare qualcosa e passiamo da Tsu visto che i nostri abiti sono andati perduti”
“L’idea non mi dispiacerebbe se tu mi saltassi addosso, ma abbiamo tempo per questo. Andiamo a fare shopping? Non avrei mai immaginato che saresti tu a proporlo a me Hayama potrei abituarmi a questa cosa sia” dico sfoderando il mio miglior sorriso.
“Non ti ci abituare, è solo un caso eccezionale data l’emergenza! Su alzati, basta poltrire!”
Mi porge la sua mano io l’afferro e mi tira, per farmi alzare dal letto, non resisto siamo uno di fronte all’altro che lo tiro per il colletto della camicia e lo bacio, non ci mette molto a rispondere le sue mani sono sui miei fianchi e mi attira a sé facendo aderire i nostri corpi, con non molta fatica si stacca me, mi prende per mano e mi trascina fuori dalla camera. Scendiamo ci dirigiamo in auto e in un attimo siamo già sulla strada verso il centro commerciale.
“Hayama..”
“Si”
“Grazie!”
“Per cosa?”
“Per questo” Dico indicando con il capo la strada sulla quale siamo.
“Kurata, te lo ripeto non ti ci abituare. Poi non pensare che lo faccia gratis, voglio la mia ricompensa per questa tortura alla quale mi sto sottoponendo” Ghigna già so dove vuole andare a parare.
“… Sai ci devo pensare, dipende da come ti comporterai” dico facendo una voce sensuale mentre con una mano sposto i capelli sul lato lasciando libero la parte sinistra del collo, so che sto giocando col fuoco. Vedo che stringe il volante tra le mani, e dilata la pupille lanciandomi uno sguardo.
“Kurata, non giocare con il fuoco” Sto giocando con il suo autocontrollo lo so, così allungo le gambe sul cruscotto dell’auto, ho indossato un paio di shorts quindi le mie gambe sono in bella vista.
“Hayama non credevo che avessi così poco autocontrollo sai, ti facevo più forte” la mia voce è quasi un sussurro e il mio sguardo è languido, vedo che gira in una stradina isolata ferma l’auto inchiodando e si gira verso di me
“Kurata ma scherzare col fuoco in questo modo, soprattutto se sono al volante” mi tira a sé e mi bacia, con urgenza, non oppongo resistenza, anzi, gli getto le braccia al collo e lo tiro più a me. In un attimo le sue mani vagano sul mio corpo, i nostri respiri si fanno sempre più affannati, la sua bocca e sul mio collo poi scende più giù ad arrivare alla scollatura della camicetta la sbottona piano, ogni bottone che laccia sfiora la mia penne provocandomi dei brividi, con non poca fatica mi stacco da lui e gli indico di sdraiarci sui sedili posteriori e in un attimo la passione tra noi prende il sopravvento. Mi sfila la camicetta e lo stesso faccio anche io con la sua, accarezzo i suoi addominali scolpiti è così bello.
Mi slaccia gli shorts e io comincio a slacciargli la cinta dei pantaloni mentre lui continua la sua tortura sul mio collo, si stacca un attimo solo per liberarsi da sui pantaloni e dei boxer, in un attimo anche il mio reggiseno è via, lui comincia a giocare con i miei seni, li lecca, li succhia e in un attimo i miei capezzoli si induriscono, comincio ad ansimare senza vergogna, sa come farmi impazzire, mi sfila anche l’ultimo pezzo di stoffa che avevo addosso, non resisto più, ho bisogno di sentirlo dentro di me.
“Aki.. ti prego.. oh.. sii” ansimo ancora più forte e lui con me, si fa spazio tra le mie gambe, eccolo entra in me, la sensazione di pienezza che provo  quando sono con lui non la posso descrivere, le sue spinte sono sempre così dolci, continuiamo a baciarci, come se da questo contatto dipendesse la nostra stessa vita, sento che stiamo per arrivare, le spinte diventano più veloci, inarco la schiena e veniamo insieme, l’apice del piacere è un baratro così dolce, che mi sembra di impazzire.
“Kurata ti amo” la sua voce è ancora affannata, cerchiamo di riprendere fiato mentre siamo ancora stretti l’uno all’altro. Il mio cuore batte fortissimo sembra che stia per uscirmi dal petto. Anche il suo cuore batte all’impazzata, spero che sia così sempre tra noi. Ogni volta che facciamo l’amore, sembra sempre diverso, più bello, più travolgente, più passionale.
“Anch’io ti amo Akito” lo stringo forte a me come se avessi paura che potesse scappare via da un momento all’altro.
“Credo che dovremmo rivestirci e andare, ore lo shopping sarà più sopportabile sai..”
“Se saremmo finiti comunque così non mi sarei staccata da te prima di uscire sai.. non è molto comoda l’auto” dico scoppiando a ridere mentre cominciamo a rivestirci, e darci un contegno.
“Kurata sei tu che mi hai provocato, non dovevi.. Ora conosci l’effetto che mi fai quindi fossi in te starei più attenta la prossima volta” quel suo ghigno odioso che gli compare sul volto quando crede di avere ragione, e poi non sono io che faccio questo effetto a lui, ma caso mai è il contrario. Non riesco a resiste quando mi è vicino, il mio corpo va a fuoco in un attimo. È bastato un bacio per mandarmi in tilt il cervello. Arrossisco al solo pensiero di poco fa e abbasso lo sguardo. Così cerco di sdrammatizzare.
“Hayama sei un pervertito, non si discute su questo, ora metti in modo che ci aspetta una giornata di shopping!” comincio a ridere e alzo il braccio in alto con un pungo in segno di vittoria.
“Tu mi provochi e io sarei il pervertito? Mi sfugge qualcosa..”
“Zitto e parti, hai già ricevuto il tuo premio, quindi ora tocca a me” mentre scoppio a ridere lui intreccia la sua mano alla mia e parte, per tutto il resto del tragitto litighiamo su chi deve scegliere la stazione giusta alla radio, alla fine la spunto io.
Arrivati al centro commerciale, lo trascino da un negozio all’altro, provo un capo dopo l’altro e lui sembra ormai rassegnato, è stato lui a gettarsi la zappa sui piedi da solo, adesso è inutile che si lamenta. Tsè. Alla fine della passeggiata ci fermiamo al Mac a mangiare qualcosa e per poi andare a casa su e di Tsu. Non ha voluto acquistare nulla dicendo che da me aveva portato solo lo stretto necessario. Così poco dopo siamo a casa loro. È un appartamento in un condominio, molto modesto ma carino, adatto per due ragazzi che vivono da soli, appena si entra c’è subito il salotto con il divano alla mia destra e la tv nella parete attrezzata e al centro della stanza un tavolo con le sedie. Nella stanza accanto c’è una piccola cucina con il frigo. Lungo il corridoio alla mia destra c’è il bagno, e alla mia sinistra le due camere da letto, la prima è quella di Tsu molto ordinata come lui d’altronde, un letto al centro della stanza, pareti sono blu e bianche, l’armadio di fronte al letto e la scrivania sulla parete destra della stanza, di fronte alla porta che una grande finestra che illumina tutta la camera. La seconda camera è quella Hayama, le pareti sono tutte beige, asettica come lui d’altronde da un musone cosa potevo aspettarmi. La finestra è posizionata allo stesso modo dell’altra camera, invece il letto è sulla parete destra appena si entra dalla porta e su quella sinistra c’è l’armadio, l’altra parete vuota è occupata dalla scrivania. Una cosa che colpisce la mia attenzione è un dinosauro sulla scrivania, mi avvicino come catturata da quell’oggetto.
“Quello è l’unico regalo che mio padre mi abbia mai fatto in vita sua” Era alle mie spalle ha seguito ogni mio movimento, mentre lui apre l’armadio e comincia a riempite il borsone gli rispondo
“Per portarlo con te vuol dire che in fondo è importante”
“No l’ho portato con me per il semplice fatto che ho una passione per i dinosauri tutto qui”
Dice tirando su con le spalle. Ma non gli credo il suo tono lo tradisce, in fondo lo so che nonostante tutto suo padre è importante, anche se non lo ammetterà mai.
“Sarà, ma mi è difficile crederti caro mio..” esco dalla sua camera e mi dirigo in salotto, noto che non ci sono foto in giro, solo delle coppe sulla parte attrezzata mi avvicino per leggere le targhette e sono tutte di Akito, le ha vinte in varie gare di Karatè, è davvero bravo, devo vederlo all’opera assolutamente.
Sento la porta aprirsi è Tsu, in sua compagnia c’è Aya, non mi meraviglio più di tanto. Neanche loro si meravigliano di vederci lì.
“Sana, amica mia! Come stai oggi?” Aya è sempre molto dolce e premurosa con tutti
“Amica mia, dai bene! Stamattina io Hayama siamo andati in questura, l’incendio è doloso, qualcuno ha dato fuoco a casa mia, non è stato un incidente”
“Cosa?” Dicono all’unisono i miei amici
“Non dirmi che c’entra Kamura in tutta questa storia ti prego!”
“Non lo so Aya, ma credo di si, non abbiamo prove certe, l’unica cosa certa è che ho perso tutto. È andato tutto in fumo, in un attimo. Ora dobbiamo solo aspettare stanno facendo altre indagini” La mia voce è stanca, affranta. La mia amica mi abbraccia e restiamo così per un tempo indefinito, so che almeno per quegli attimi la mia angoscia sembra attenuarsi.
“Sana, io ho fatto che dici vogliamo andare?” la voce di Hayama ci fa sciogliere dall’abbraccio annuisco, salutiamo i ragazzi e ci dirigiamo verso casa di mia madre. il tragitto in auto è stato silenzioso. Siamo entrambi preoccupati, lo vedo dal modo in cui Akito stringe le mani intorno al volate dell’auto. Entriamo in casa è deserta, posiamo le buste e il borsone all’entrata, anche la signora Shimura non c’è, ma ci ha lasciato un pasto pronto sul tavolo della cucina.
“La signora Shimura ha preparato il sushi, ieri le ho detto che era il tuo piatto preferito”  Sempre premurosa, basta dirle un cosa e lei subito te la fa trovare pronta, è la donna più dolce che abbia mai conosciuto, dopo mia madre.
“Kurata non mi dispiace questo sushi sai”
“Ero sicura che la signora Shimura conquistasse anche te con la sua cucina”
“Potresti imparare qualcosa da lei però sei un vero disastro ai fornelli”
“Hei, come ti permetti, so essere un ottima cuoca quando voglio” fingo di essere offesa ma in fondo so che è la verità, sarei capace di bruciare anche un uovo al tegamino.
“Non ti puoi offendere perché ho detto la verità Kurata. Lo sai anche tu che ho ragione”
“Oh insomma, andiamo su aiutami a portare le buste di sopra” lo trascino con me in camera, passiamo l’intero pomeriggio a sistemare i miei acquisti e i suoi capi e a prenderci in giro a ridere o meglio io ridevo e lui ghignava, Poi sentiamo la porta aprirsi, mamma dev’essere tornata. Scendiamo al piano di sotto e come immaginavo lei e Rei sono lì davanti alle scale che ci aspettano. Ci dirigiamo in salotto. Spieghiamo quello che ci è stato detto in centrale e Rei insiste per cominciare delle ricerche personali, con molte reticenze mamma accetta e Akito si offre di collaborare con lui. Tra il mio e suo stupore, Rei accetta. Così in poco tempo si dirigono fuori casa e non li vediamo fino a tarda sera. Sono preoccupata veramente, non mi ha mandato neanche un messaggio, niente, non so nulla di loro. Non vorrei che si fossero messi dei guai, per colpa mia per giunta. Dopo cena di loro due neanche l’ombra, così comincio a chiamare Akito, ma niente, provo con Rei ma neanche lui risponde. Vado nello studio di mia madre, la trovo lì al pc intenta a lavorare, è così assorta che non si accorge della mia presenza.
“Mamma “ attiro così la sua attenzione, alza lo sguardo e smette di scrivere
“Tesoro, dimmi cosa ti preoccupa?” non c’è niente da fare una madre ti conosce come le sue tasche.
“Sono preoccupata, Akito e Rei non mi rispondono, non vorrei che si mettessero nei guai per colpa mia”
“Non è colpa tua, casomai è colpa di quel redattore da strapazzo, non preoccuparti sanno quello che fanno, mi fido di Rei, ed anche di Akito ho avuto modo di parlarci sai”
“Cosa? Quando hai parlato con lui?”
“Ieri sera, si vede che è realmente innamorato di te, il suo sguardo non mente, farebbe di tutto per te. Farebbe di tutto anche per entrare nelle grazie di Rei”
Ecco questa era la parte che più mi preoccupava del discorso con mia madre, Rei. Lui è sempre stato geloso, iperprotettivo con me.
“Mamma, che hai detto ad Hayama? Non l’avrai messo in imbarazzo spero..” conosco mia madre, so quanto sa essere invadente e imbarazzante.
“Tesoro mio certo che no, gli ho detto solo che voglio dei nipotini e Rei mi ha fulminato con lo sguardo tutto qui”
“Ma.. Mamma!! Ti sembrano cose da dire?” sono rossa peggio di un peperone, parlare di certe cose con mia madre non mi ha mai messo a mio agio.
“Certo cara, ormai sei adulta. Certe cose le conosci, poi avete saltato la fase del lungo fidanzamento, vi siete sposati direttamente quindi.. poi vi siete innamorati, io l’avevo già previsto veramente, però sono dettagli..”
“MAMMA!! Ma poi cosa avevi previsto scusa?” non sono imbarazzata di più
“Che tu e quel Dio greco di Akito v’innamorasse!” e scoppia in una risata malefica. Se non fosse mia madre avrei terrore di stargli accanto.
“Eh?”
“Sana, ho una certa età, ma certe cose le capisco ancora. La prima volta che sono venuta da te e l’ho trovato in casa tua, vi ho osservato, non avevate lo sguardo di due amici, lui ti ha sempre guardata con uno sguardo che tutte le donne vorrebbero..”
“Che sguardo?”
“Lo sguardo di uno che si lancerebbe nel fuoco per te, se un uomo di guarda così credimi è quello giusto” non ho notato solo io gli sguardi che mi lanciava e mi lancia ancora adesso Hayama, erano così evidenti allora. Non so che dire in realtà, mi ha spiazzata la confessione di mia madre. Nota che la sto osservando con stupore e così continua il suo discorso.
“.. Anche tu figliola, non hai mai avuto quella luce negli occhi, quel paio di ragazzi che hai frequentato non avevi questa luce negli occhi, non li ho conosciuti e sono contenta di questa cosa a dire il vero, perché solo ora vedo la vera felicità nei tuoi occhi, vi fate bene a vicenda”
Ha ragione ci facciamo bene a vicenda. Da quando è entrato nella mia vita è cambiata, stiamo avendo un po’ di guai è vero ma chiunque al suo posto sarebbe fuggito invece lui no, adesso è fuori chissà dove con Rei a cercare qualche prova che incastri Kamura.
“Sai mamma hai ragione, anche se ci sono ancora alcuni aspetti che non capisco del suo carattere. Mi ha raccontato qualcosa ma è ancora molto restio, non ha un buon rapporto con il padre, la madre è morta quando era piccolo, lui e la sorella sono cresciuti in un certo senso soli, ma sono decisa a fargli risolvere questa situazione non mi arrendo facilmente”
“Così ti voglio Sana, combattiva e mai arrendevole! Mi raccomando qualsiasi cosa succeda non smettere mai di sorridere e sperare”
“Mai, mamma! Grazie” ci abbracciamo, poi la saluto e mi dirigo in camera mia, è mezzanotte e loro due neanche l’ombra, sono stanca, decido di mettermi al letto aspetterò sveglia.
La luce del mattino filtra dalla finestra ed una cosa fastidiosa mi risuona nelle orecchie, che ore sono, la sveglia, non ricordo di aver messo la sveglia, devo essermi addormentata. Hayama! Mi siedo al centro del letto ed è vuoto proprio come ieri sera. Abbasso lo sguardo delusa, non è rientrato. Meglio prepararsi devo correre a lavoro. Quando la porta della mia camera si apre, è Akito, è qui!
“Buongiorno dormigliona” si siede accanto a me e tra le mani ha un vassoio con la colazione.
“Buongiorno a te nottambulo. A che ora sei tornato?” Sono preoccupata.
“Tardi, eri veramente stanca non mi hai sentito per niente rientrare e non hai sentito neanche che mi sono alzato per andare a preparare la colazione” poggia il vassoio sul letto si avvicina e ci scambiamo un bacio dolce e appassionato. Ci stacchiamo e lo guardo negli occhi, mi ci specchio e mi perdo.
“Novità? Avete scoperto qualcosa?”
“Si.. fai prima colazione però, poi ti racconto tutto”   

 

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Capitolo 14
*** 14° Capitolo ***


Eccomiiii! 

Un altro capitolo fresco di produzione. Un parto, c'era una crisi creativa, non è particolarmente bello come volevo, non sono del tutto soddisfatta ma spero che vi piaccia. Buona lettura e grazie sempre tutti voi che mi seguite! Un bacio a tutti e buon week and!

 

 

 

 

 

 

 

“Aki, io devo andare a lavoro, sono in ritardo”
“Kurata qual è la novità tu sei sempre in ritardo” lo odio quando fa così, gonfio le guance e gli sbuffo in faccia.
“Hayama sempre simpatico di prima mattina eh, grazie! Allora mi dici cosa avete scoperto tu e Rei?”
“Sali in auto, ti accompagno a lavoro, ti vengo a riprendere io quando hai finito non andare via da sola ci siamo capiti?” me lo dice con un tono preoccupato ma cerca di essere tranquillo.
“Ho capito, metti in modo andiamo su, non sono così tarda come sembro”
“Su questo ho i miei dubbi, vabbè, comunque, io e occhiali da sole..” lo interrompo subito
“Occhiali da sole?”
“Si, Rei, quello indossa sempre gli occhiali da sole, mi sembra il nome più adatto a lui, insomma non interrompermi più altrimenti non ti racconto niente”  l’ho irritato, ho capito che odia essere interrotto già è tanto che mette dieci parole in fila, ma non ci riesco scoppio a ridere, lui mi guarda perplesso.
“Scusa Hayama ma la tua faccia è talmente buffa che non posso fare a meno di ridere, la smetto giuro, continua non t’interrompo più”
“Io sarei buffo, allora non ti sei guardata allo specchio, fammi proseguire, siamo andati a casa tua, siamo entrati dal retro visto che è sotto sequestro, al centro del salotto effettivamente c’è un focolare, ma non è tutto, in ogni stanza è stato appiccato un focolare, anche se è partito tutto dal centro del salotto. Chiunque sia stato l’ha fatto per assicurarsi che tutta la casa prendesse fuoco e non rimanesse niente. Però abbiamo trovato una cosa che potrebbe interessarci, ma non abbiamo potuto toccarla, abbiamo deciso che stamattina occhiali da sole sarebbe andato in centrale per convincerli di un nuovo sopraluogo..”
“Cosa avete trovato?” Sono impaurita, chi potrebbe arrivare a tanto se non Kamura.
“Questo..” Mi mostra una foto dal suo cellulare, è un accendino in oro, sembra pesante.
“Non l’avete mica toccato?”
“Kurata non siamo così sprovveduti, tranquilla. L’ho solo fotografato. Per caso lo riconosci?”
“No non l’ho mai visto prima. Ma Kamura che io sappia fuma, potrebbe essere suo tranquillamente”
“Si ma non potremmo saperlo se la polizia non va a fare i rilievi, siamo arrivati, mi raccomando Sana, non ti muovere dall’ufficio quando sono qui sotto ti chiamo e tu scendi intesi?” il suo tono sembra più un ordine, non ho intenzione di contraddirlo, anche perché se chi ha appiccato l’incendio si è aggirato per casa mia potrebbe arrivare anche da mia madre.
“S..si Akito non ti preoccupare, aspetto una tua chiamata, ci vediamo più tardi” faccio per scendere dall’auto ma lui mi blocca con un braccio mi tira a sé e mi bacia.
“Senza questo non puoi andare via. Come faccio ad resistere fino ad oggi pomeriggio altrimenti” lui ghigna, io sorrido.
“Hai ragione, allora ce ne vuole un altro. Uno per te e uno per me” stavolta sono io ad unire le nostre labbra, in un bacio dolce. Con molta fatica mi stacco da lui e scendo dall’auto.
“Ciao Hayama” lo saluto con la mano e lui ricambia alzando la mano. Entro nell’edificio e solo allora sento la sua auto ripartire. Salgo in ufficio e mi metto subito a lavoro, ho molte difficoltà a concentrarmi, non faccio altro che pensare all’accendino. Solo Kamura può arrivare a tanto. Chi altro avrebbe avuto motivo di mandarmi sui giornali e poi incendiarmi casa.
Akito sembrava seriamente preoccupato, ma ho come l’impressione che non mi abbia detto tutto, non so è una sensazione che non mi abbandona, avrò modo di scoprirlo. Sono immersa nei miei pensieri, quando il suono del cellulare mi riporta alla realtà. Un sms. Leggo il mittente mi si gela il sangue. Kamura. Apro.

  • Amore mio come stai? Ho saputo che casa tua, non esiste più. Che peccato. Un brutto incidente, ti consiglio di stare attenta. Incidenti del genere possono anche non essere individuali. Spero di vederti presto. Naozumi.

È stato lui non ho più dubbi. Chiamo subito Akito. Squilla. A quest’ora dovrebbe aver finito la lezione con i bambini.
“Kurata, ti manco così tanto che non riesci a non sentire la mia voce”
“Hayama non scherzare per favore..” la mia voce trema. Lui l’avverte subito
“Che succede? Perché la tua voce trema?”
“Kamura. Mi ha mandato un messaggio. È stato lui.”
“Che stai dicendo? Ne sei sicura?”
“Si.. cioè no, ma il suo messaggio mi ha fatto capito che lui c’entra. C’entra sempre..” scoppio in lacrime a telefono, mentre metà ufficio ha gli occhi puntati su di me.
“Sana calmati per favore. Vai nell’ufficio di tua madre, ti raggiungo subito. Non ti muovere da lì per favore.”
“O…ok.. ci vediamo qui, fai presto per favore” non mi risponde stacca il telefono. Io corro nell’ufficio di mia madre sconvolta.
“Figliola.. che succede?” si avvicina a me e mi abbraccia. Io a quel punto non riesco più a trattene i singhiozzi, piango, riverso tutte le lacrime. Poi mi calmo e mostro il messaggio a mia madre. il suo sguardo è impaurito.
“Maledetto. È stato lui” il tono di voce di mia madre è duro. Ed è arrabbiata poi continua
“Dobbiamo chiamare Rei e Akito”
“Ho già chiamato Akito, sta venendo qui, per favore chiamalo tu Rei”
Annuisce e si dirige verso la sua scrivania, compone il numero di Rei e gli dice di raggiungerci nel suo ufficio. In meno di 15 minuti, entrambi sono nell’ufficio di mia madre.
Mostro loro il messaggio. Akito è furioso, ha le mani stese lungo il corpo e stringe i pugni.
“Signora Kurata, dobbiamo mostrare subito questo messaggio alla polizia. Stamattina sono andato in centrale, li ho convinti ad un nuovo sopraluogo, speriamo che trovino l’accendino. Ora con questo abbiamo una prova per accusarlo. Dobbiamo andare prima che sia troppo tardi. “ Rei è davvero preoccupato. Ha ragione, io ho paura e mia madre anche lo vedo dal suo sguardo. Hayama non proferisce parola.
“Akito, Rei ditemi la verità c’è dell’altro che dovrei sapere? Stamattina ho avuto come l’impressione che oltre all’accendino volevi dirmi altro, ma non l’hai fatto e anche il raccomandarmi di non muovermi da qui mi ha insospettito”
“Sana ma che dici, cosa dovrebbe esserci.. abbiamo trovato solo quell’accendino e stamattina io sono andato a convincere i poliziotti a fare un nuovo sopraluogo” sembra in evidente imbarazzo Rei, come un bambino che viene colto il fragrante di una marachella e si vuole nascondere dalla propria mamma.
“No Rei, stai mentendo. Ditemi la verità vi prego.. Akito.. ti prego” i miei occhi sono pieni di lacrime alterno il mio sguardo tra i due uomini presenti in questa stanza.
“Kurata..” mi dice Akito avvicinandosi a me e prendo le mie mani tra le sue
“..in effetti c’è dell’altro, ma ciò comporta che tu debba essere più forte di quando non sia già”
“Mi stai spaventando Aki..”
“No! Ci sono io con te, c’è tua madre, Occh.. Rei, Aya, Tsu non sei sola” Incatena i suoi occhi ai miei e riesco solo annuire, ha ragione non sono sola fino a quando ci sono tutti loro al mio fianco.
“Sono pronta ditemi tutto”
“Non qui, è meglio se andiamo a casa piccola Sana” Rei mi spaventa sempre più quando se ne esce con queste cose, ora cosa c’è che non va. Continuo a guardare Akito, sempre con le mie mani nelle sue, ci facciamo entrambi un cenno con il capo. Usciamo tutti dall’ufficio di mia madre, prendo le mie cose e andiamo tutti via. Il tragitto verso casa sembra non finire mai, sono in auto con Hayama, il silenzio ne fa da padrone, ho lo sguardo rivolto verso il finestrino, ma sento distintamente il suo sguardo che mi brucia sulla pelle. Poi allunga la sua mano sulla mia e me la stringe con fare di protezione, tiro un sospiro di sollievo. È incredibile come solo la sua vicinanza serva a calmarmi, lui questo lo avverte però anche la sua presa è più lenta, anche lui sembra essere meno teso. Siamo arrivati a casa, scendiamo dall’auto. Entriamo in salotto, mamma e Rei già sono qui. Come hanno fatto. Forse Hayama guida come una femminuccia e non me ne sono accorta.
“Allora mi dite cosa succede?”
“Sana, vieni qui..” Akito si è seduto sul divano, batta la mano sul posto libero accanto a lui. Faccio come mi dice, ci prendiamo per mano. Mi rendo conto che mi ero agitata di nuovo, perché sento di nuovo quella sensazione di tranquillità che ho avvertito poco fa. Trio un sospiro di sollievo. Meno male che ci sei Hayama. Sono pronta ad ascoltare.
“Oltre all’accendino abbiamo trovato un altro indizio che ci porta a Kamura, ma non l’abbiamo detto prima perché volevamo che fosse la polizia a scoprirlo. Ma a questo punto dopo il suo messaggio è inutile non dirti nulla. Non volevamo spaventarti e farti preoccupare. Abbiamo trovato anche un cellulare, non sappiamo cosa contenga, perché non abbiamo potuto toccarlo. Per via delle impronte, ma così come l’accendino siamo sicuri che sia di Kamura. Ma dobbiamo informare la polizia del suo Sms” La voce di Rei è tesa, roca, preoccupata. Come abbia potuto commettere un errore così uno come lui che non lascia traccia.
“E se l’avesse fatto apposta di lasciare l’accendino e il cellulare? Lui di solito non si espone mai. Rei tu lo conosci bene, sai com’è, quella sera eri lì anche tu..” scoppio in lacrime al solo pensiero di quella sera. Meno male che Rei è arrivato in tempo.
Akito mi attira a sé e mi abbraccia.
“Calmati, tu credi che sia solo una trappola?”  Aki mi asciuga le lacrime che sono scese sul mio volto. Io annuisco.
“Si, pensateci. Che senso ha appiccare un incendio e lasciare tracce ovunque?”
“No, non credo che sia una trappola, ma poi a che scopo scusami?” Rei proprio non riesce ad entrare nella testa di quell’essere.
“Rei hai dimenticato cosa ha tentato di fare alla mia bambina?”
BOOM! Una martellata con il suo affidabile Piko parte dalla mano destra di mia madre per posarsi sulla testa del mal capitato Rei.
Non posso fare a meno di ridere, certo che aiuta a stemperare la tensione, anche Hayama cambia espressione, sembra voglia ridere per il siparietto creato da quei due, ma gli esce solo un ghigno. Il solito.
“Occ… Rei scusi, ma perché non crede possibile che l’ipotesi di Sana possa essere corretta?”
Hayama proprio non riesce a chiamarlo per nome, pure capiterà che lo chiami Occhiali da Sole e lì saranno guai. Divertenti ma sempre guai.
“Hayama, le spiego, quel viscido non è un tipo che fa le cose giusto per e non credo che abbia lasciato il cellulare e l’accendino di proposito, piuttosto credo che preso dalla foga abbia perso entrambe le cose. Lui è un tipo che ama vedere il dolore sul volto degli altri. Quindi non si metterebbe a rischio così dopo pochi giorni dall’uscita dal carcere”
Ora sembra quasi una persona seria l’assistente di mia madre, il suo ragionamento non potrebbe essere sbagliato. Ma anche il mio potrebbe essere giusto.
“Il tuo ragionamento potrebbe essere corretto, ma pure il mio potrebbe esserlo, io invece credo che lui abbia lasciato lì quegli indizi apposta per farsi trovare prima da noi, io credo che lui sapeva che voi due sareste andati a cercare qualcosa in casa mia, per me aveva premeditato tutto. Ora il messaggio che mi ha mandato è stato solo l’amo per farmi entrare nella sua rete. Insomma ragionate, se si fosse accorto di aver perso quegli oggetti, non credo che si sarebbe fatto vivo avrebbe sviato in tutti i modi, non si sarebbe fatto vivo invece lui vuole essere trovato. Sta studiando la sua prossima mossa pensateci”
“Effettivamente sana potrebbe non avere tutti i torti. Se non vorrei farmi trovare non mi farei sentire, invece lui ha fatto l’esatto contrario. Si forse hai ragione. Ora che si fa Rei?”
Hayama mi ha appoggiato in pieno nella mia folle ipotesi.
“Aspettiamo, io direi di aspettare la prossima mossa, lei che dice signora Kurata?”  Rei ha cambiato espressione. È assorto nei suoi pensieri. So già cosa pensa, sta pensando a come proteggere me e la mamma. Anche se credo che lui voglia solo me.
“Si, aspettiamo, sia la sua prossima mossa, che la reazione della polizia a queste due scoperte. Poi agiremo! Ora tutti a tavola su”
“Sii il mio povero stomaco brontola” Dico sorridendo e massaggiandomi la pancia. Ci accomodiamo tutti a tavola, pranziamo velocemente, nessuno di noi è riuscito più a tornare a lavoro nel pomeriggio. Siamo tutti assorti nei nostri pensieri. Dopo pranzo io e Akito ci dirigiamo in camera mia, ci stendiamo sul letto e mi accoccolo sul suo petto, mentre mi accarezza e mi bacia la nuca, cado in un sonno profondo.
Non so quanto tempo ho dormito, so solo che quando apro gli occhi trovo due occhi ambra che mi fissano.
“Mmh..” mugolo qualcosa incomprensibile.
“Ben svegliata..” mi sussurra ad un passo dalle mie labbra, e steso sul lato con il braccio che gli tiene la testa. Io gli sorrido, faccio appello a tutta la forza che ho anche se appena sveglia ho la stessa velocità di un bradipo, allungo la mano sulla sua guancia gliel’accarezzo e lui mi bacia il palmo, poi man mano scende sul mio avambraccio, la spalla, il collo, ed è lì che perdo quella piccolissima parte di razionalità che avevo. Poi arriva alle mie labbra, ci baciamo, un bacio che sa di passione, nicotina, menta e limone, ha fumato di nuovo. Ma non me ne curo lo tiro verso di me e in un attimo mi sovrasta, intreccia le sue mani alle mie, ci stacchiamo per prendere aria, la sua bocca è di nuovo sul mio collo, scende sempre più, con una mano mi accarezza i fianchi, per poi mettere la mano sotto la mia maglia, un brivido mi percorre la schiena, mi sfila la maglia ed in un attimo faccio lo stesso con la sua, in sfila la gonna e mentre io litigo con la sua cinta lui mi aiuta a sfilarsi i pantaloni, siamo solo in intimo, mi guarda sempre come se mi vedesse la prima volta, come se fossi cosi fragile da potermi rompere. Le nostre labbra si attirano come calamite, cerchiamo con voracità, con urgenza. La sua bocca è di nuovo sul mio collo scende, comincia la sua lenta tortura, mi sfila il reggiseno, comincia una dolce tortura sui miei seni, ansimo, senza rendermene neanche conto, ormai la mia testa è andata in fuoco come il resto del mio corpo, scende lungo in ventre, si ferma alla molla della mia biancheria, mi sfila anche quello, poi con la sua lingua comincia la tortura proprio lì.
“Ah.. Si.. Akito..” ansimo con voce roca e rotta dal desiderio. Sento che impazzisco se non ribalto la situazione e così faccio, ora sono io ad essere sopra di lui, lo bacio, con urgenza, poi sgrano gli occhi una cosa mi è tornata alla mente, la porta non è chiusa a chiave.
“Dimmi che hai chiuso la porta a chiave Aki?”
“Eh? No, accidenti” fa per alzarsi ma lo blocco con una mano sul petto.
“Aspetta.. vado io” dico con voce sensuale scendo dal letto e mi muovo sculettando, verso la porta chiudo a chiave e mi rigiro lentamente, quel breve percorso dalla porta al letto cerco di renderlo quanto più lento possibile, cammino piano, sorrido ammiccando, e il suo sguardo è sempre più desideroso, salgo sul letto gli sfilo i boxer ora è il mio turno dargli una dolce tortura, poi risalgo sul suo torace, cerca la mia bocca, mentre ci baciamo salgo a cavalcioni su di lui e con una spinta dolce ma decisa è dentro di me.
Ansimiamo insieme all’unisono, i nostri movimenti vanno al ritmo del battito dei  nostri cuori, ribalta di nuovo la situazione, sono sotto di lui, continuiamo a muoverci, insieme, le nostre labbra si cercano come se fosse acqua nel deserto. Le spinte diventano sempre più veloci, eccoci, in men che non si dica esplodiamo insieme nel dolce piacere dell’amore.
“Oh Sana..” ansima tra l’incavo del mio collo, soffoca un forte gemito, si accascia su di me, restiamo così a coccolarci per un tempo che non so dire, ora mi sento meglio. Perdermi in lui, sentirlo in me, è una sensazione che non ho mai provato, solo Akito è capace di donarmi certe emozioni, non so spiegarle, quando non è con me è come se mi mancasse il respiro, l’urgenza che abbiamo di creare un contatto, quando siamo vicini, non so spiegarla, è un qualcosa che va oltre l’immaginato, non credevo che l’amore potesse essere così. Sento il respiro di Hayama più regolare e leggero, si è addormentato. Non deve aver riposato poi molto stanotte, mi dispiace dargli tutti questi problemi. Alzo lo sguardo e l’osservo dormire, è bello, non smetterò mai di dirlo, i fili d’oro che gli ricadono sul viso, quel viso così rilassato sembra un angelo, peccato che non possa ammirare quei suoi occhi. Quelli che mi ci perdo ogni volta che lo guardo. Vengo riportata alla realtà dal suono della porta qualcuno bussa.
“Sana, tesoro, siete svegli? È pronta la cena. Posso entrare?” È la mamma, meno male che ho chiuso.
“Mamma si, sono sveglia, Akito dorme, ora lo sveglio e scendiamo ci vediamo giù non preoccuparti”
“Ok cara, basta che non mi fate diventare nonna proprio ora, ho una leggera fame” me lo dice con quel suo tono così normale che riesce sempre a risultare una persona poco normale agli occhi di chi non la conosce.
“Mamma!! Ci vediamo giù!”
Comincio ad accarezzare il volto di Akito, ci metto poco perché il mio tocco lo sveglia quasi subito, e cattura le mie labbra mi stacco con non molta fatica.
“Dobbiamo andare giù la cena è pronta, su” dico alzandomi per andare a recuperare i miei indumenti in giro per la camera.
“Oh, io sarei passato volentieri al dessert” Mi dice con quello sguardo a cui è difficile resistere ma devo.
“No Hayama non ci provare, già ci si mette mia madre”
“Perché cos’ha detto tua madre?”
“Niente, niente da su andiamo a cena” dico sulla soglia della porta mentre lui sta mettendo le scarpe.  Scendiamo in salotto, ceniamo tranquillamente, a parte le battute allusive di mia madre, sul fatto di voler diventare nonna e la faccia rosso peperone d’imbarazzo di Akito e quella furiosa di Rei. Finiamo di cenare. Siamo tutti sul divano, quando qualcuno suona la porta. Non potevamo immaginare che cosa ci stesse aspettando aldilà di quella porta.

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Capitolo 15
*** 15° Capitolo ***


Salveeee, eccomi tornata! Questo periodo di ritorno alla normalità ha rimesso in gioco di nuovo tutte le mie abitutiti e spazzato via un pò d'ispirazione, ma con non poca fatica sono riuscita a finire questo nuovo capitolo, spero che vi piacerà. Sopratutto spero di riuscire ad aggiornare il prima possibile perchè gia sono al lavoro per il prossimo capitolo! 


Grazie ad ogni singola persona che ha dedicato un pò del suo tempo alla mia storia. Grazie veramente di cuore. 
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento! A presto! Raffaella! 






 

La signora Shimura va ad aprire, ma quando viene in salotto il suo sguardo non promette nulla di buono.
“Signori scusate c’è una persona alla porta che vorrebbe parlare con tutti voi”
“Chi è?” chiede mia madre.
“Il Signor Kamura, lo faccio passare?”
Il mio volto si tinge di terrore, mia madre ha lo sguardo preoccupato, Rei comincia a scaldarsi e Akito ha uno sguardo freddo, e stringe i pugni fino a diventare bianche le sue nocche.
Siamo tutti preoccupati ci guardiamo l’un l’altro senza riuscire a dire niente, poi madre con un movimento quasi impercettibile del capo fa cenno di farlo entrare. Io mi avvicino più ad Akito, solo così mi sento più tranquilla.
“Signore Kurata buonasera, signori” eccolo con il suo solito sorriso, rivolge a Rei e Akito uno sguardo di disgusto, e a me uno sguardo che incute terrore.
“Kamura che ci fai qui?” mia madre prende in mano la situazione forse è meglio così sembra l’unica in grado di ragionare in questo momento. Sento la mano di Akito stringere la mia sempre più forte. Un’ondata di tranquillità mi travolge e comincio a respirare.
“Oh signora Kurata, questa è l’accoglienza che riservate ai vostri ospiti? Non me lo sarei aspettato da una donna di classe come lei. Non m’invita ad accomodarmi?”
“Non sei il benvenuto in casa mia, taglia corto cosa vuoi?” l’ho sempre detto che è una donna con le palle mia madre.
“Eh va bene, verrò al dunque. Sono qui per comunicavi che l’assicurazione che la sua bella figliola ha stipulato al momento dell’acquisto della casa non può coprire i costi di ristrutturazione, un perito è già passato a controllare oggi in giornata e l’incendio è stato doloso, c’è un focolaio che è partito dal salotto e un principio in ogni stanza..”
“Questo già lo sappiamo, la polizia ci avvertito, ma che c’entra l’assicurazione in tutto questo e soprattutto che c’entri tu con l’assicurazione?” Mia madre è fuori di sé, ed anche io, Hayama al mio fianco comincia ad agitarsi, prima che possa fare qualche gesto di cui pentirsi gli accarezzo il dorso della mano, e stringo di più la sua presa.
“Oh semplice, io sono il proprietario dell’agenzia assicurativa dov’è stata stipulata la polizza.” Sgraniamo tutti gli occhi.
“Vedo dai vostri sguardi che non ne eravate a conoscenza. Mi dispiace di essere stato io a portarvi la brutta notizia, ma il mio perito ritiene che siccome l’incendio è stato appiccato volontariamente, non possiamo coprire il pagamento. Per le indagini svolte da noi, l’avete fatto voi apposta per ricevere i soldi, estinguere il mutuo e ristrutturare casa. Avanti siate sinceri con me” Si volta verso di me, mi rivolge uno sguardo languido che mi da il voltastomaco.
“Quindi damerino, stai dicendo che Sana o qualcuno di noi abbia appiccato l’incendio per riscuotere i soldi dell’assicurazione? Tsé, ti sembriamo così disperati? Scusate eh per l’espressione” Hayama non è riuscito a trattenersi, ha ragione, poi si scusa con mia madre per il tono e il modo usato in casa sua, lei non ci bada infatti gli fa un cenno con il capo di non preoccuparsi.
“Signor? Ah si Hayama, loro no, sono una famiglia benestante, hanno un ottima reputazione qui in città, lei no, lei chi è? Un karateka da quattro soldi, che credeva di poter fare un po’ di soldi avvicinando il discoteca Sana, mi sto forse sbagliando?”
“Ma che stai dicendo? Prima di quella sera non sapevo neanche chi fosse Sana, non sono un arrampicatore sociale come te” si è alzato si è avvicinato a Kamura, sono uno di fronte l’altro si guardano con sfida.
“Ah no? Vuoi negare che hai sposato Sana per interesse? Da ubriachi per giunta, vuoi negare che sia stato tu a chiamare i giornalisti per farvi fotografare in quella notte di passione? E infine ma non per ultimo, incendiare casa sua, da su Hayama, sei un poveraccio e sapevi che lei non ti avrebbe mai guardato, così hai studiato tutto nei minimi particolari…”  non riesce a finire la frase che Akito lo prende per il colletto della camicia.
“Ti faccio nero, fata turchina dei mie stivali”
Il suo sguardo è vuoto, profondo, gelido. Da quando ha conosciuto Kamura lo vedo spesso nei suoi occhi quello sguardo, mi fa paura. Certo come sta rigirare le carte quell’uomo nessuno.
“Fallo e finirai dietro le sbarre in un attimo”
“Akito per favore, lascialo, fallo per me ti prego”
“Si, karateka fallo per lei..” se la ride quel bastardo. Allungo la mano sul braccio di Akito, sembra come riscosso dai suoi pensieri, mi guarda ci perdiamo occhi negli occhi, solo a quel punto lascia la presa e io mi stringo a lui. E gli sussurro un “Grazie”
“Non sono così meschino da arrivare a tanto, non potrei calcolare tutto nei minimi dettagli fino ad arrivare a dare fuoco ad un appartamento. Mi credi?” Mi rivolge uno quei suoi sguardi caldi, miele fuso. Io annuisco.
“Certo che ti crediamo Akito, non ho dubitato un solo istante di chi sia il colpevole di tutta questa situazione vero Rei?”
“Eh.. si Signora Kurata, è vero. Non è lui il colpevole” guardiamo tutti Kamura che inizialmente sembra non capire, poi rinsavisce e risponde ai nostri sguardi.
“Oh insomma non crederete che sia stato io? Cosa ve lo fa pensare?”
“Vedi te lo spiego subito, hai tentato in ogni modo di rovinare la Signora Kurata, hai prova ad abusare di Sana, ti sei presentato a casa sua con prepotenza, hai acquistato l’agenzia di assicurazione dove guarda caso è assicurata la casa di Sana, poi hai inviato un messaggio di minaccia a Sana, infine ti presenti qui, accusi senza ragione Hayama, tutto questo perché vuoi raggiungere solo i tuoi scopi, hai bisogno di altro?” Rei è stato chiaro e conciso.
“Oh ma non potete mai incastrarmi. Sapete perché? Ve lo spiego subito, allora la cifra per ristrutturare l’appartamento è alta, restano ancora altri 25 anni di mutuo da pagare, due sono le cose, o paghi il mutuo o paghi la ristrutturazione, dolce Sana, il tuo stipendio non riuscirebbe mai a coprire gli interi costi, io ti sto offrendo un aiuto. In due possibilità, o mi vendete la redazione e così riuscirete a coprire i debiti e vivere dignitosamente per il resto della vostra vita, oppure mi sposi, così io ottengo due delle cose più ambite di questa città, la redazione e Te”
“Mi fai schifo! Non ti sposerei mai, neanche fossi l’ultimo uomo sulla terra. A costo di essere sommersa dai debiti ma non scenderò mai ai tuoi ricatti”Sono disgustata, anche al solo pensiero di cedere ai suoi ricatti. Come può pensare una cosa del genere. Il dio denaro certo che da proprio alla testa.
A questo punto Akito decide di intervenire sembrava strano che ancora non l'avesse fatto.
"Kamura, non può sposarti, mi dispiace sei arrivato tardi.. Non volendo ho fatto prima di te" il suo tono è pari a quello dell'essere che abbiamo di fronte, bravo Aki.
"Caro Hayama, conosco bene i termini del vostro contratto di matrimonio, la clausola diceva che per tre mesi dovevate convivere trascorso questo tempo potete divorziare e non credo che tu o la dolce Sana qui presente, vogliate avere qualcuno dei vostri affetti sulla coscienza vero?"
Ma è impazzito o cosa? Che sta dicendo.
" Kamura come fai a conoscere i termini del contratto?"
Chiedo cercando di essere quanto più lucida possibile.
" Semplice ti sto facendo seguire.. "
" Cosa? " diciamo tutti all'unisono.
" Si amore ti sto facendo seguire da quando sono uscito dal quel postaccio dove tu e il tuo amico mi avete fatto rinchiudere, ho seguito tutto quella sera, ma non potevo immaginare che te lo sposassi questa mummia. Non ti facevo così sciocca, ma anche finirci a letto, con quale coraggio.. Ma non ti preoccupare ti farò vedere io chi è il vero uomo qui"
"Kamura esci subito da questa casa, non sei il benvenuto. Via!!" Non ho mai visto Rei così arrabbiato.
"Oh calma, non puoi cacciarmi, non sei nessuno qui"
"Neanche tu Kamura, Rei in questa casa può tutto quello che vuole. Ti ha detto di andare fuori da casa mia, quindi via!!"
"Signora Kurata quanta rabbia repressa, dovrebbe fare un po' di yoga aiuta sa. Vabbè tolgo il disturbo, per ora. Voi piccioncini pensate alle vostre famiglie, sarebbe un peccato che se alla signora qui presente accadrebbe qualcosa, oppure alla tua cara sorellina Hayama."
"lascia in pace mia sorella e la signora Kurata, loro non c'entrano in questa storia intesi?"
"Tutto dipende da voi.. Non da me. Adesso vi saluto. Buonanotte signori" sorride soddisfatto a tutti noi e se ne va. Siamo impietriti non riusciamo a parlare. Bisogna trovare una soluzione il prima possibile.
Tremo non riesco a formulare una frase di senso compiuto. Al solo pensiero di dover rinunciare ad Akito per cedere ai ricatti di quello, no non posso , ma non posso neanche lasciare che facciano del male a mia madre o oppure alla sorella di Aki. La mia mente è sommersa di mille pensieri, provo a formulare qualche ipotesi, ma non ci riesco. È come un mare in tempesta la mia mente in questo momento. Guardo nei volto di loro tre che sono con me, hanno presso a poco lo stesso sguardo, credo che anche il mio sia simile al loro, se non peggio. Dopo un tempo indefinito, mia madre decide di rompere quel silenzio che si era creato con l’uscita di scena di Kamura.

“Sana, non ti preoccupare, troveremo il modo. A costo di vendergli la redazione”
“No mamma non se ne parla. Piuttosto mi sacrifico io. Ma non voglio che tu venda o che succeda qualcosa a te o alla sorella di Akito” a quel punto Hayama si alza sembra, no togliamo il sembra è furioso.
 
“Ma ti ascolti? Ti sacrifichi tu per cosa? Quel farabutto non l’avrà vinta, non succederà nulla a nessuno, tu non sarai costretta a sposare quel verme e tua madre e mia sorella staranno bene e la redazione resterà nelle vostre mani. Fosse l’ultima cosa che faccio, ma non ti lascio sola. Non rinuncerò a te per un Kamura qualsiasi”
Le parole di Akito mi risvegliano come da un incubo. Ha ragione, non avverrà niente di tutto quello che ha detto. Se me lo promette, mantiene. Ne sono sicura.
Solo che in questo momento, non so essere positiva, il mio volto traspare i miei pensieri. Guardo la mia famiglia e comincio a piangere, Hayama mi tira a sé e mi abbraccia. Invece di calmarmi questa volta piango ancora di più. A singhiozzi, non riesco a fermarmi.
 
“Calmati Sana per favore. Andiamo a dormire, su. Hai bisogno di riposare”
Mi avvolge tra le sue braccia, mia madre e Rei gli fanno un cenno di capo e mi accompagna in camera.  Continuo a piangere, sempre stretta tra le forti braccia di Akito, non mi lascia andare, ci siamo seduti ai piedi del letto, mi accarezza i capelli e pian piano mi calmo. Recupero il respiro normale, le lacrime smettono scendere sulle mie guance.
 
“Akito”
“Dimmi..”
“Grazie..” Scosto il capo dalla sua spalla per poterlo guardare degli occhi, lui mi regala una sottospecie di sorriso, disegnare una curva all’insù sul suo volto sarà difficile.
“Non ho fatto nulla..”
“Invece si, in questo periodo ti sei trovato catapultato nel mio mondo e nei miei guai. Avresti potuto andare semplicemente via invece no, sei rimasto. Per me è tanto. Veramente, ma adesso dobbiamo parlare seriamente”
“Sono rimasto perché era ed è quello che voglio, a quest’ora vuoi parlare? È mezzanotte passata..”
“Si, adesso altrimenti domani non so se avrò il tempo e la forza. Di notte si dicono cose che di giorno non penseremo mai di riuscire a dire quindi fammi parlare ti prego..”
“Ti ascolto.. “
“Le parole di Naozumi mi stanno facendo pensare, credo che dovremmo scendere a compromessi, almeno in parte perché altrimenti non ne usciremo facilmente..”
“Sana non pensare neanche per un attimo che io ti lasci nelle mani di quel lurido. Già so dove vuoi andare a parare” non mi da neanche il tempo di terminare il discorso che è partito subito. Accidenti.
“Aki, per favore ascoltami, ragiona potrebbe essere una soluzione..”
“NO no e poi no. A costo di finire in galera perché l’ammazzo ma non accetterò mai quello che vuoi fare”
“Per favore, sii ragionevole.”
“No ragiona tu, per l’amor del cielo. Come potrei stare tranquillo al solo pensiero che sei tra le braccia di quello. Ti prego, chiedermi di dividerti. Non puoi chiedermi di accettare che un altro uomo di sfiori, ti baci e che possa anche solo pensare di fare l’amore con te. No Sana, mai e poi mai. Scordatelo.”
Akito è furioso. Mi urla in faccia come non aveva mai fatto, ha ragione non posso dargli torto, ma forse è l’unica strada per uscire da questa storia.
“Ti prego ragioniamo con calma.. mi stai facendo paura..” dico con le lacrime agli occhi di nuovo.
Lui sembra risvegliarsi, il suo sguardo è di nuovo ambra liquida, si avvicina e mi accarezza la guancia.
“Sana, non voglio perderti, questo è il punto. Scusami non volevo spaventarti, perdonami”
Ci abbracciamo e restiamo lì al centro della stanza per un tempo indefinito. Neanche io ho intenzione di perderlo, per la prima volta in vita mia sono innamorata, con lui sento delle sensazioni ed emozioni che non ho mai provato in tutta la mia vita. Ha ragione non possiamo perderci. Non credevo di convincermi così presto però devo ammettere che quando sono vicina a lui, il mio cervello si spegne, non esiste più nessuno. Solo io e lui. Solo Sana e Akito, solo miele e cioccolato. Solo due anime che si sono trovate così per caso, in una sera qualunque, senza un motivo preciso e senza cercarsi neanche troppo.

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