Matrimonio II

di My fair lady
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il terzo incomodo. Di nuovo ***
Capitolo 2: *** Imprevisti e cambiamenti ***
Capitolo 3: *** Vita in quattro ***
Capitolo 4: *** Compleanno ***
Capitolo 5: *** Sconfitte ***
Capitolo 6: *** Canti di guerra ***
Capitolo 7: *** Armonia ***



Capitolo 1
*** Il terzo incomodo. Di nuovo ***


Salve a tutti e bentornati.
Ve l'avevo promesso ed eccolo. Il sequel di Matrimonio. Chi non ha letto il 'primo capitolo' consiglio caldamente di leggerlo.
Si tratta di una What If molto riadattata, infatti nella mia storia Lily e James Potter non sono mai morti.
Nel secondo capitolo della fic, ho anche scritto una piccola sinossi degli eventi che sono accaduti nel mio mondo alternativo.
Per chi già conosce i personaggi della mia storia, sappiate che ci saranno due personaggi nuovi che entreranno nella vita dei protagonisti.
Sono personaggi inventati da me, quindi non esistono nei libri.
DISCLAIMER: Ci saranno alcune parolacce a alcune allusioni. Ho fatto del mio meglio per rendere questa storia meno volgare possibile, e per consigli e critiche costruttive non esitate a contattarmi.




Capitolo 1. Il terzo incomodo. Di nuovo.
 
Un uomo biondo stava esaminando un appartamento vuoto. La sua mente fantasticava sui possibili arredamenti.
Un altro uomo si materializzò di fianco a lui. Era alquanto obeso, e indossava uno di quei vestiti da mago, che Draco tanto odiava, preferendo di gran lunga quelli babbani.
“Scusa per il ritardo.”
“Non si preoccupi.” Sorrise Draco, anche se in realtà era scocciato. “Stavo pensando che l’ambiente è bello, ma un po’ pesante, quindi forse un colore pastello renderebbe tutto più leggero.”
Prese la bacchetta e la puntò sul muro, che divenne giallo, poi la agitò e il muro si colorò di un verde acqua molto delicato. “Questi sono alcuni suggerimenti.”
“Non male…” L’uomo sembrava imbarazzato. Poi gli chiese “Secondo te io sono attraente?”
Drago assunse un’espressione disgustata, che cercò subito di mascherare, e cercò di essere diplomatico. “Beh…Essere attraenti non riguarda solo l’aspetto fisico.” Poi guardando meglio il suo cliente, sudaticcio e paonazzo, si augurò che fosse molto simpatico.
“Io sono americano e mi sono trasferito da poco…e tu sei molto eccitante…quindi…ti andrebbe di spostarci in camera? Tanto lo so che la cosa dell’arredamento è solo una facciata… posso pagarti bene.”
Draco non lo fece neanche finire di parlare che lo minacciò con la bacchetta e pronunciò “Pietrificus Totalus!”
Poi contraendo le sue labbra, come solo un Malfoy sapeva fare, disse “Io offro dei servizi diversi a quelli che lei si aspetta. E di certo un Malfoy non ha bisogno di farsi pagare il sesso. E ringrazia di essere ancora vivo”
Si materializzò, ricordandosi di inviargli decine di strillettere più tardi.
Intanto inviò un gufo ad Harry, che nel frattempo si stava allenando fino allo stremo, spinto dall’allenatore dei Cannoni di Chudley, Hermes Cromwell
“Uno due, Uno due! Forza mammolette.”
Harry e i suoi compagni di squadra stavano volando sulle scope, intenti ad evitare una miriade di bolidi.
Si era già preso diversi colpi in testa e sulla schiena.
Si avvicinò ad uno dei cacciatori, Jack Quill, lamentandosi “Oggi festeggio l’anniversario di matrimonio, e Hermes ha tutta l’intenzione di farmi arrivare a casa ammaccato.”
“E’ oggi?”
“Non ti ricordi? Hai ballato anche con quello schianto di Monica.”
“Ah sì…e non solo ballato…la serata è proseguita in camera da letto.”
Harry rise “Beh, meno male che aveva fatto l’operazione da un po’.”
Jack fece una faccia sconvolta “Cosa?”
Un gufo fece la comparsa sul campo. Tutti si fermarono, e poi Hermes tuonò con voce particolarmente seccata “Potter! È per te!” 
Un altro compagno di squadra, Levi, afferrò la lettera e iniziò a leggerla con voce stucchevole “Ciao tesoro…E’ del maritino!”
Tutti risero, ma nessuno di cattiveria. Era un modo bonario di prendere in giro Harry.
“Quando finisce gli allenamenti vieni subito a casa e assicurati che tua madre non venga da noi. Oggi è la nostra giornata. Uuuh che dolce Potter!”
Harry sospirò “Siete come bambini di cinque anni.”
Per tutta risposta, Levi disse con voce stucchevole “Dai Harry vieni che ti aspetto a casa!”
“Sapete che essendo il vostro capitano vi potrei sospendere?”
Dopo quelle ‘velate’ minacce, i compagni di squadra tornarono seri.
*****
 Draco era arrivato davanti al suo palazzo. Aveva scelto di andare a piedi per prendere il tiramisù, il dolce preferito di Harry nella pasticceria nel loro quartiere.
Era contento di tornare a casa e godersi una serata speciale con suo marito, quando sulle scale vide appollaiata una figura conosciuta.
Era Alexandra.
Draco si avvicinò e chiese “Ehi Alex, come stai? Che ci fai qui?”
La drag sbottò con un fiume di parole “Oh ciao tesoro. Sei divino con questo vestito. Rodrigo è impazzito. Era da qualche tempo che sospettava che lo tradissi, quando non era così, e oggi, dopo averci dato dentro, non so, è scoppiato, Mi ha lanciato un sacco di maledizioni, e tu sai che non sono un granché come strega”
“Diciamo che sei poco più di una maganò”
Alexandra ignorò le parole dell’amico e continuò “Mi ha rubato anche dei soldi e l’atto di proprietà del locale! Appena lo trovo lo spedisco ad Azkaban quel maledetto! Non so dove andare ma non conosce la vostra casa, quindi qui è sicuro…posso stare da voi?”
“Cosa?” rispose Draco scioccato.
“Non so dove andare! Ti prego! Giusto il tempo di trovare Rodrigo.”
Draco sospirò pesantemente “Non è la prima volta che ti metti nei casini con gli uomini, ti ricordo.”
“Mi piacciono belli e dannati purtroppo. Dai, sarò discreta”
Draco ironizzò “Tu e discreta non potete stare nella stessa frase. Ma lo sai che giorno è oggi? È il nostro anniversario.”
Alexandra sfoderò occhi da cucciolo e labbro tremolante. Draco imprecò contro sé stesso, per essersi ammorbidito, e alla fine si arrese “D’accordo. Ma ricorda che è una cosa molto temporanea.”
I due salirono nell’appartamento, e videro che Harry era in casa, appena uscito dalla doccia. Si diresse tutto contento dal marito per salutarlo, ma poi vide Alexandra, e per qualche secondo il suo sguardò passò da uno all’altro.
“Ciao Alex, cosa ci fai qui?”
Draco rispose “Ehm…vieni un attimo in bagno.”
Lo prese per mano e lo trascinò via.
Appena chiusa la porta, Harry chiese “Non è quello che penso vero?”
“Sì, invece” rispose Draco con aria colpevole e nervosa “Me la sono trovata qui per strada, non sa dove andare, ha detto che Rodrigo le ha lanciato delle maledizioni e le ha rubato i soldi...È sola e spaventata.”
“Amore io sono veramente felice della tua vena altruista, ma Alexandra ha molti altri amici. Sai che giorno è oggi per noi…Io volevo passarlo solo con te.”
Draco sospirò seccato “Pensi che io non vorrei? Però non potevo lasciarla lì, sola, abbattuta e disperata.”
Harry sbuffò alterato “Quindi io non ho voce in capitolo, giusto? Come quando venne tua madre qui. E giustamente la casa è tua no? E io sono solo un povero coglione che ha avuto la fortuna di stare con te.”
Draco rimase in silenzio, assottigliò gli occhi e rispose “Beh, se pensi questo sei veramente un coglione.”
“Inizio a pensare che tu mi veda veramente così. Ospiti le persone senza consultarmi, e mi offendi pure.” Urlò Harry alzando le braccia e gli occhi al cielo.
Draco ribatté “Sei sempre tu quello che dice di aiutare gli altri, poi quando arriva un amico che ha veramente bisogno di aiuto, tu ti fai indietro. Sei ipocrita e patetico, perché mi rinfacci che la casa è a nome mio!”
“Allora ok, facciamo così. Tu dormi con Alexandra nella TUA casa e io vado a dormire da mia madre.” Detto questo Harry si smaterializzò, senza dare modo a Draco di avere l’ultima parola.
Ancora furente, tornò in soggiorno, e trovò Alexandra seduta sulla poltrona. “Tutto bene tesoro? Avete litigato per colpa mia?”
Draco non rispose, anche perché la risposta era ovvia. Andò diretto al mobiletto degli alcolici, e iniziò ad armeggiare con gli alcolici, ma Alexandra si alzò e prese il comando “Ti faccio un cocktail veramente magico. Si chiama Concorde, perché fa andare d’accordo tutti.”
“E’ proprio quello che mi serve.” Rise amaro Draco.
La drag iniziò a preparare il cocktail, e da come si muoveva si vedeva che era esperta nelle preparazioni. Mischiò diversi liquori babbani, poi prese una piccola boccetta dalla sua borsa, con un liquido colore blu acceso, e ne versò qualche goccia dentro.
“Anche se sono piuttosto negata con gli incantesimi, con le pozioni sono fantastica. Persino Piton riconosceva il mio talento, sebbene fossi Grifondoro. Ora…spiegami tutto” disse, porgendo il cocktail a Draco.
Lui prese un sorso, e sentì un caldo tepore riscaldargli tutto il corpo, facendolo sentire subito meglio. Iniziò a spiegare “Credo che Harry non abbia mai superato il fatto che la casa sia intestata a me. Il fatto è che quando l’abbiamo comprata lui non era ancora un giocatore di Quidditch e guadagnava meno di me. E ogni volta che litighiamo tira sempre fuori questa cosa.”
“Beh non mi sembra che voi litighiate spesso.”
“In effetti sì, ma resta il fatto che ha un bel brutto carattere. Un tipico Grifondoro.”
“Ehi!”
Alexandra preparò un Concorde anche per lei, poi guardando Draco sorrise maliziosa “Zucchero, scusa se te lo chiedo…ma a letto chi sta sopra e chi sta sotto?”
Draco a quella domanda arrossì leggermente, e poi con un altro sorso di Concorde tornò normale. “Beh, noi preferiamo non rinchiuderci in ruoli sessuali, ma…di solito finisce spesso che lo prendo in quel posto, sia metaforicamente che letteralmente.”
Alexandra rise “E’ proprio questo il problema! C’è uno squilibrio di potere.”
“Detesto parlare di potere in amore.” Obbiettò Draco, subito dopo pensando a quanto fosse cambiato.
“Ascolta. Io sono un’esperta di relazioni, ho avuto circa un fidanzato al mese. A me sembra che si sia creata una situazione di imparità. Il sesso è potere, e il denaro è potere. Harry guadagna più di te, ora e nel sesso lui ti ‘domina’. È tutto qui il problema. Tu prova a dimostrarti più ‘audace’ e vedrai che abbassa la cresta.”
Draco scoppiò in una serie di risatine, effetto del Concorde e anche Alexandra, che iniziò subito a prepararne altri due.

*********************

Harry era nella camera degli ospiti di casa Potter-Evans e si guardava intorno. Nonostante avesse dormito tante volte in quella stanza, gli sembrava davvero strano dormire senza Draco.
La luce era spenta, ma lui continuava a pronunciare ‘Lumos’ ad intervalli regolari, perché non riusciva a dormire.
James passò per la sua stanza e quando vide che il figlio era ancora svegliò si avvicinò a lui e si sedette sul bordo del letto. “Come stai?”
“Ehi papà. Sbaglio o stai mettendo su qualche chiletto?”
James rise “Ero venuto a parlare un po’ con te, ma se devi criticarmi vado subito via. Come mai non riesci a dormire?”
“Forse perché mi manca mio marito.”
“Se vuoi posso dormire io con te, ma credo che non sia la stessa cosa.” Propose ironico James. “Qual è il problema?”
“Beh… il primo anniversario di matrimonio dovrebbe essere un evento speciale no?”
“Per noi sicuramente. Sei stato concepito allora.” Rise James.
Harry rabbrividì nell'immaginarsi i genitori in atteggiamenti intimi.
“Ecco. Immagina se fosse venuto zio Sirius a rovinare tutto, e a dormire in casa vostra.”
James rimase in silenzio qualche secondo “Beh dipende anche dal motivo della visita dell’amico. Se fosse in difficoltà cercherei di aiutarlo, anche se ammetto che sarebbe anche fastidioso.”
Harry sospirò “Allora forse Draco ha ragione. Sono ipocrita. Cosa mi è successo? Un tempo ero un amico leale!”
“Non è detto che tu non lo sia. Ma è anche vero che ora hai altre priorità.”
Harry sospirò “Mi da enorme fastidio che la casa sia a nome suo. Mi fa pensare che se volesse, potrebbe sbattermi fuori senza problemi.”
James scosse la testa “Harry, Draco ti ama. Perché dovrebbe sbatterti fuori casa? E poi siete sposati ora. Non c’è più mio o tuo, ma nostro.”
Harry riuscì a capire qual’era il tarlo effettivo che gli corrodeva la mente “Forse è questo che mi rende nervoso... Io non potrei sopportare il nostro divorzio…non potrei sopportare vivere senza Draco.”
James sorrise “Hai visto che il problema era un altro? Ora dormi, e domani comportati come qualsiasi marito stupido. Portagli fiori e scuse.”
L’uomo si alzò, e si diresse in camera sua.
“Ehi papà.”
“Sì?”
“Buonanotte.”
“Buonanotte figliolo.”
****
 
Harry si svegliò di buon’ora e di umore molto migliorato. Fece qualche coccola ad Argo, e poi si smaterializzò a casa.
“Nessun posto è come casa mia.” Proclamò, contento, prima di vedere in che stato era la casa.
Dai calici che erano disseminati in giro, poteva dedurre che si erano bevuti almeno quattro degli intrugli di Alexandra a testa. Draco mangiava addirittura patatine, cosa che evitava sempre di fare, perché le trovava volgari.
Stavano vedendo ‘Chiamami con il tuo nome” e ridevano, come se fosse un film comico.
“Ehm…ragazzi?” tossì Harry per richiamare l’attenzione.
Alexandra rise “Ehi Harry! Abbiamo parlato molto di te! Prepara il tuo culo!”
Harry evitò di soffermarsi su quelle parole, poi si portò una mano ai capelli e sospirò “Sapevo che non dovevo lasciare voi due soli… Avanti…chi è ridotto peggio?”
Draco alzò la mano, tutta sporca di formaggio in polvere e rise “Sissignore! Signor Ammiraglio! Sono pronto a partire!”
“Ho il timore che tu sia già partito amore. Ma che cosa gli hai fatto bere?”
Alexandra cercò di fare un’aria innocente, ma non ci riusciva molto bene, anche per via del trucco sbavato. “Niente tesoro…solo un goccio di felicità.” Prese dalla tasca il flaconcino con la pozione blu “La pozione del dolce oblio! Ti fa dimenticare i tuoi problemi. Tranquillo. L’effetto è temporaneo. Non ti scaldare.”
“Non mi devo scaldare? Io sono una calamita per i guai, ma neanche tu scherzi. Mi ricordo ancora di quella volta che ci chiamasti perché avevi perso a carte contro la mafia russa.”
“Come potevo sapere che uno di loro era un mago?” sbuffò lei, alzando le spalle.
Harry fece distendere Draco sul divano, ma suo marito continuava a muoversi e a dire frasi sconnesse “Guarda. Vedo gli angeli! Ho le ali! Alexandra mi ha dato le ali!”
“Alexandra ti ha dato sicuramente qualcosa, dolcezza, ma non le ali.” Ironizzò Harry. “È normale che faccia così?”
Alexandra sorrise nervosa “Beh devo ammettere che forse abbiamo esagerato con il dosaggio della pozione.”
Harry si lasciò cadere sulla poltrona “Giuro che ti caccio da casa nostra!”
“Tu non sei mica così perfetto, ti ricordo, caro.” Sbottò Alexandra “O devo forse ricordare di quel ragazzo che hai baciato quella sera che Draco non c’era?”
“Tu vuoi paragonare un bacio ad un’intossicazione? Sei proprio una strega.”
Alexandra annuì “Sì, e ne vado fiera. Sparisci tesoro, che l’unica che sa curare una sbronza magica sono io, perché lo faccio ogni mattina!”

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Capitolo 2
*** Imprevisti e cambiamenti ***


Salve a tutti.
Spero vi sia piaciuto il primo capitolo. In questo verranno inseriti altri personaggi, alcuni più forzati di altri.
E' difficile inserire tante modifiche senza storpiare troppo l'opera originale, ma cercherò di fare del mio meglio.
 
Capitolo 2. Imprevisto.
 
La speranza di Draco e Harry di liberarsi di Alexandra in poco tempo fu spazzata via miseramente, dai tentativi falliti della drag queen di trovare il suo ex amante Rodrigo.
I due sposi quindi dovettero abituarsi alla presenza fissa del loro amico in casa loro. Ma certo questo non la rendeva più piacevole. Non sapevano ancora che la loro vita sarebbe presto cambiata definitivamente.
Draco ed Harry erano sul divano, dopo una dura giornata di lavoro. Harry aveva la testa sulle cosce di Draco, mentre Alexandra era rannicchiata sulla poltrona, con indosso solo una vestaglia e un turbante in testa, a guardare un film.
Aveva insistito per guardare Ghost. Erano ormai a metà film quando Harry sbuffò “Non ricordavo quanto fosse triste questo film…Perché hai insistito per guardarlo?”
“Perché io sono molto sensibile, e perché piango ancora per la morte di Patrick Swayze che qui è la fine del mondo.”
Draco sospirò melanconicamente. Harry chiese “A cosa pensi?”
“Beh…penso che non so se riuscirei a sopravvivere se tu morissi.” Disse il biondo. Harry si alzò e lo abbracciò. “Non ci pensare nemmeno. Non ti lascio.”
I due si baciarono.
“Certo che stare con voi in casa è come stare con due vecchi. Vi abbracciate, vi baciate…dov’è la passione?” sbuffò Alexandra.
“Che diavolo ne sai tu di amore?” rispose Harry stizzito. Poi Draco aggiunse “E ti assicuro che la passione non manca.”
La loro relazione in effetti era nata proprio con la passione. Mentre si stavano picchiando, uno sopra l’altro, nacque un bacio furtivo.  Un bacio che cambiò tutto.
“Sembrate due lesbiche. Io vado a farmi un altro drink”
“Perché chiunque viene in questa casa diventa alcolista?” chiese retorico Draco.
I due sentirono un ticchettio alla finestra della cucina. Era un gufo, e portava una busta nera.
Quello era un chiaro segnale. Di solito la busta nera annunciava dei lutti. Draco corse ad aprire la finestra e prese la busta, leggendo il destinatario. “E’ per te Harry.” Disse con voce amareggiata.
Harry la prese e la aprì subito, allarmato, leggendola ad alta voce “Siamo spiacenti di informare della morte di Angelica Potter.”
Harry mormorò incredulo “Oh mio dio…è Angelica.”
Angelica era una cugina di Harry, da parte di James. Le voleva bene, come ad una sorella. Lei l’aveva sempre appoggiato in tutto.
Dentro la busta c’era un’altra lettera e Harry riconobbe la calligrafia della madre “Mi dispiace tanto tesoro. Devi venire qui, c’è una riunione di famiglia a casa di tuo padre.”
Harry non riusciva ancora a credere che fosse morta. Draco gli prese la mano e poi l’abbracciò.
I suoi occhi si inumidirono, poi cercò di riacquistare la lucidità. “Devo andare a casa di mio padre. C’è una riunione di famiglia.”
Draco annuì “Vengo con te. Non ti lascio solo in questo momento.”
I due si baciarono, e Harry sorrise “Grazie.”
Poi si rivolsero ad Alexandra che stava bevendo uno dei suoi Concorde.
“Noi dobbiamo andare a casa di James e Lily. Vedi di non esagerare con l’alcol e mi raccomando. Non invitare nessuno conosciuto su Grindr. Per favore.”
Alexandra diede la sua parola, poi però poso il drink e sorrise tra se e se.
Loro le avevano intimato di non invitare nessuno conosciuto su Grindr, ma lei non ne aveva bisogno.

*********************************
 
Harry e Draco apparvero nel salotto di casa Potter.
C’erano minimo altre dieci persone, e nessuna aveva un’espressione rassicurante.
Harry trovò i suoi genitori e li abbracciò, per poi sedersi, tenendo la mano a Draco.
Ovviamente qualcuno ebbe da ridire qualcosa.
Cameron Potter, il fratellastro di Angelica sorrise provocatorio “Nella lettera richiedevamo solo la tua presenza Harry, non quella di tuo marito.”
Harry strinse i pugni, per non schiantarlo. Non riusciva a credere che quel tizio fosse il fratello di Angelica, visto il loro carattere totalmente diverso.
“Draco è mio marito, quindi ormai è parte integrante di questa famiglia. Ha diritto a partecipare a questa riunione quanto te, che sei frutto di una sveltina con una babbana ventenne.”
James alzò la voce “Smettetela voi due. Cerchiamo di non trasformare questo avvenimento triste in una rissa.”
Solitamente quando James alzava la voce non era mai un buon sogno.
Un signore anziano, con folti capelli bianchi, guardò Harry e Cameron con uno sguardo molto eloquente e poi borbottò. “James ha ragione. Non siamo qui per litigare. È successa una disgrazia. Tutti amavamo Angelica.”
“Cosa è successo?”
Un altro uomo, simile a James, ma con capelli e barba rossi, e più robusto scosse la testa “C’è stata un’esplosione a Diagon Alley, che ha causato danni a diversi negozi e maghi ed Angelica era molto vicina. L’hanno portata al San Mungo, ma non c’è stato molto da fare. Siamo molto addolorati. Ma ora dobbiamo cercare di essere lucidi perché resta un grande problema da affrontare.”
“Aidan.” Disse secco Christopher Potter, il membro più anziano della famiglia.
Harry si portò le mani alla bocca. Angelica aveva avuto un figlio, sette anni fa. Il padre l’aveva lasciata, ma lei aveva portato avanti la gravidanza con coraggio. Ora il piccolo Aidan era rimasto solo.
Draco prese la mano di Harry, cercando di fargli sentire tutto il sostegno possibile.
L’uomo dai capelli rossi sospirò “La custodia di Aidan andrebbe a Cameron, suo parente più prossimo…ma… nelle sue volontà Angelica ha espresso chiaramente che in caso di una sua tragedia…Harry si sarebbe occupato di suo figlio.”
“Cosa?” dissero all’unisono Harry e Cameron.
Gli sguardi di tutti si spostarono verso Harry, e lui poteva leggere benissimo i loro dubbi. “Io? Sicuro che è quello che ha detto?”
Christopher annuì “Angelica ha scritto che avrebbe affidato la sua vita a e, quindi, in caso di scomparsa prematura, suo figlio.”
“Inaudito! Quella carta non ha valore! Insomma…non si può dare un bambino ad Harry…lui…sta con un uomo!”
Lily chiese il permesso di poter esaminare il documento. Prese la sua bacchetta e pronunciò “Revelio”
La donna decretò “Il documento non è stato contraffatto ed è stato sottoposto ad una firma magica. Quindi…Credo proprio che Aidan debba stare con voi”
Harry abbassò la voce “Mamma, io ho Alexandra in casa. Qualsiasi bambino verrebbe traumatizzato da lei. Potreste prenderlo voi.” Propose ai genitori.
Christopher scosse la testa “Dobbiamo rispettare la volontà della nostra cara Angelica. Da adesso Aidan è sotto la custodia di Harry Potter.”
Cameron obbiettò “Non è possibile. Esigo una analisi più approfondita del documento. Ti porto in tribunale Harry”
“Va bene Cameron, è un tuo diritto. Ma nel frattempo…Harry si prenderà cura di Aidan, come è stato voluto da tua sorella. La riunione è conclusa. Vi aggiornerò presto.”
Gli esponenti della famiglia Potter si smaterializzarono.
Draco sembrava realizzare solo adesso tutto quanto “Se ho ben capito…siamo diventati genitori?”
“No. È una cosa momentanea. Non credo che crescere con noi sia un bene per questo bambino. Poi siamo sempre assenti per il lavoro.”
“Preferiresti che lo crescesse Cameron?” chiese provocatorio James.
Harry si sedette sospirando “Non penso di essere pronto... per una responsabilità del genere. Non volevo prendere neanche un gatto, figuriamoci un bambino.”
Lily sorrise “Beh, ha sette anni e mezzo, quindi non devi mica cambiargli i pannolini o dargli il biberon. Se tu volevi bene ad Angelica, come dici, lo farai per lei.”
Lo sguardò di Harry passò su tutte le persone frequenti, e indugiò su quello di Draco. “Mi dispiace che tu sia stato coinvolto in tutto questo.”
Draco sorrise “E non è proprio questo il matrimonio?”
Harry ricambiò il sorriso. Forse, con Draco accanto poteva farcelo.
James tossì “Il bambino è nella tua vecchia camera. Vuoi vederlo?”
Harry annuì. Aveva già visto Aidan, anche se erano passati due anni dall’ultima volta.
Lui e Draco si diressero nella sua camera e lo videro. Gli occhi avevano un taglio sottile, verdi scuro, i capelli erano chiari, lisci come spaghetti e portava un paio di occhiali. Stava leggendo qualcosa.
Harry cercò di sorridere e si presentò “Ehi ciao Aidan. Sono Harry. Ti ricordi di me?”
Il bambino distolse lo sguardo dal libro e chiese solo “Tu sei quello che gioca a Quidditch?”
Harry annuì, sperando di trovare qualcosa in comune “Certo. Anzi, se vuoi ti posso far vedere gli allenamenti qualche volta.”
“No grazie. Odio il Quidditch” rispose lui con sufficienza, facendo sparire i sogni di Harry. Draco provò ad intervenire “Beh Aidan allora cosa ti piace fare?”
Aidan si sistemò gli occhiali sul naso e rispose “Principalmente leggere. Ho appena finito storia di Hogwarts attraverso i secoli”
“Oddio, è Hermione al maschile. Non credo di farcela.” Ironizzò Harry, cercando di non farsi sentire dal bambino.
Aidan sicuramente era un bambino speciale, e i due sposi avevano già capito che gli avrebbe dato parecchio file da torcere.
Harry si sedette sul letto vicino a lui e sospirò “Mamma ti voleva tanto bene, e ha chiesto che se in caso le fosse successo qualcosa di brutto, che tu venissi affidato a me. Tu che ne pensi?”
Aidan rimase in silenzio qualche secondo “Beh, penso sicuramente che non puoi essere peggio di mio zio Cameron. Lui è coglione.”
“Ehi! In casa mia solo io posso dire le parolacce!” disse Lily a voce alta.
“E le dice spesso, fidati” sorrise James.
Aidan sembrava divertito dai due. Harry sorrise, cercando di mostrarsi incoraggiante. “Che ne pensi di venire a casa nostra? Magari fai una bella dormita, e poi domani faremo prendere il resto della tua roba. Cosa ne dici?”
“Penso che non dovresti parlarmi come se fossi un poppante.”
Harry sospirò. “Sei sicuramente un Potter. Non c’è dubbio.”
Lily ironizzò “Secondo me Draco sta già scoprendo il suo lato materno.”
Il mago biondo le scoccò un’occhiataccia. “Te ne vorrei dire quattro, ma sei talmente vecchia che non arriveresti neanche alla prima.”
Aidan chiese “Ma voi fate sempre così?”
“Abbastanza. Ci piace stuzzicarci ma ci vogliamo bene.”
Lily annuì “Quando arrivi a casa di Harry e Draco, potresti vedere uno strano essere di sesso confuso. Non farci caso tesoro. Buonanotte a tutti.”
Harry rise, e poi i tre si smaterializzarono
 
********************************
Alexandra era in soggiorno, seduta su una sedia e chiamò qualcuno, anche se apparentemente era sola. “Ehi Leo, tesoro, sei nudo?”
Una voce rispose dal bagno “Si arrivo.”
“Vieni che ti faccio vedere cosa vuol dire avere una Regina nel tuo letto.”
I due iniziarono a baciarsi, proprio nel momento in cui tre sagome comparvero nel salotto.
Prima ancora di aver realizzato cosa succedeva, Harry urlò “Cazzo! Draco! Chiudi gli occhi di Aidan!”
Il campione di Quidditch spintonò il ragazzo fino all’uscita, guardò la porta, facendola aprire, e lo buttò fuori. Poi gli diede un’occhiata più approfondita e dovette ammettere che non era per niente male.
Il povero uomo ebbe solo il tempo di protestare la mancanza dei suoi vestiti, che Harry glieli gettò in mano.
“Ma che cazzo hai in testa Alexandra? O meglio…hai altro a parte quello?”
La drag si chiuse in bagno lanciando inutili proteste e scuse.
Aidan si guardò stranito. Non aveva afferrato pienamente ciò che era accaduto. Draco sospirò “Alexandra è un amico che vive qui momentaneamente. Gli piace vestirsi da donna, è un po’ particolare.”
“Perché voi sareste normali? A proposito, come mai vivete insieme?” chiese di rimando il bambino, con evidente sarcasmo.
Se non fosse il figlio di sua cugina, Harry avrebbe giurato che aveva il sarcasmo tipico dei Malfoy.
Harry rispose, tentennante “Vedi Aidan, noi siamo come amici, che però abbiamo scelto di vivere insieme per sempre, e di volerci tanto bene.”
“Sì…voi amici.” Sbuffò seccata Alexandra uscita dal bagno. “Ma credete che il bambino sia scemo? A proposito, ciao tesoro, chiamami zietta Al.”
Aidan alzò gli occhi al cielo “Lo so cosa siete. Mica sono idiota.”
“Mi piace questo bambino. Vieni piccolo, aiutami a togliere le mie cose dalla stanza degli ospiti.”
Tutto sommato Alexandra nella sua follia aveva intuito che il bambino era qui per restare, e quindi gli aveva concesso la sua stanza.
Draco ed Harry si guardarono, e poi sprofondarono sul divano.
“Siamo diventati genitori da un’ora e già non vedo l’ora che cresca.” Ironizzò Harry.
“Beh, allora seguiamo l’esempio di mia madre, ovvero un calice di Merlot a fine giornata.”
 

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Capitolo 3
*** Vita in quattro ***


Salve a tutti. 
Volevo ringraziare chi sta commentando e sta recensendo questa storia. Lo apprezzo molto. La sento più mia, rispetto alla prima parte. 
Capitolo 3: Vita in quattro
 
Senza grossi imprevisti, erano trascorsi già dieci giorni, da quando Aidan era entrato a far parte della vita di Harry e Draco.
La sveglia suonò, e Draco emerse dal groviglio di lenzuola, ancora molto assonnato.
La porta si aprì e una figura magra e chiassosa irruppe sulla soglia della camera cantando ad alta voce “E’ MATTINA DORMIGLIONI! GIU’ DAL LETTO BRUTTI POLTONI!”
Harry non poteva non svegliarsi. Sbuffò “Alexandra…Come diavolo fai ad avere tutta questa energia di primo mattino?”
“Che cos’hai sulla faccia?” urlò disgustato Draco.
“È semplice pus di bobotubero, sciocchi. È ottimo per le imperfezioni della pelle!”
“Non ti dico cosa sembra perché non voglio essere volgare.” Sospirò il mago biondo.
Alexandra fece la linguaccia e poi lasciò la stanza.
Harry, che aveva trovato la forza di mettersi a sedere constatò amaramente “Se venisse l’assistente sociale ADESSO, saremmo in guai seri. Comunque lo porti tu oggi a scuola il moccioso?”
“Non sono un moccioso!” protestò Aidan che passava dal corridoio per andare in cucina.
“Davvero facciamo schifo come padri.” Sospirò Draco.
“Forse perché abbiamo ventotto anni? E forse perché il destino non ci voleva padri facendoci essere gay?” rispose Harry, chiaramente ancora scosso da ciò che era successo.
Non che odiasse i bambini. Gli piaceva passare del tempo con Teddy, e quando aveva visto Rose, la figlia di Hermione e Ron si era sciolto dalla dolcezza, ma crescerne uno tutto suo no.
Gli sposi si rassegnarono e raggiunsero Aidan in cucina.
Alexandra stava fumando la sua sigaretta elettronica e chiese “Possibile che vi siate dimenticati di comprare i cereali?”
“Io pensavo facessi colazione con sigarette e vodka” ironizzò Harry.
“Ma non per me! Per Aidan. Che razza di tutori siete?”
Harry sbuffò, mettendo il bollitore sul fuoco “Tu non fai nulla dalla mattina alla sera, non potresti farla tu la spesa e renderti utile in qualche modo?”
“E quindi io che mangio?” sbuffò Aidan, con piglio infantile, tanto per ricordare effettivamente la sua età.
“Ci sono dei biscotti. Poi giuro che oggi ti compro i cereali!” annuì Draco. Poi si guardò intorno e scosse la testa sconsolato “Questa casa è un porcile. Siamo tre uomini e mezzo e non riusciamo a tenerla ordinata.”
“Io valgo per uno, non sono mezzo!” protestò Aidan.
“Infatti per mezzo parlavo di Alexandra.”
“Intanto Alexandra lo va a prendere a scuola, quando voi non potete, brutti ingrati insensibili.” Sbuffò la drag.
Insomma, sembrava che fossero tutti molto suscettibili quella mattinata.
“Voi siete così cattivi e freddi con me, eppure io cerco solo di aiutarvi. Chi è che ti ha dato quel consiglio con Harry?”
“Quale consiglio?” chiese curioso Harry.
Draco arrossì leggermente, e bisbigliò all’orecchio di suo marito.
Lui sorrise “Ah non sapevo venisse da Alexandra.”
“Come ti trovi?” sorrise lei maliziosa. Lui annuì “Non mi lamento.”
Aidan alzò gli occhi al cielo “Io dovrei andare a scuola, qualcuno si ricorda che esisto?”
Draco annuì “Eccomi. Vai a prendere lo zaino in camera tua. Che vorresti per cena?”
Aidan si fece pensieroso, poi il suo sguardo cambiò… Diventò triste.
Tutti se ne accorsero, ma nessuno voleva farsi avanti e capire quale fosse il problema.
“Cosa c’è?” chiese Harry.
Aidan scosse la testa sospirando “Niente è che…il venerdì…era il giorno dei fish and chips con ma...” e poi terminò il discorso. Da quando era arrivato non aveva più pronunciato quella parola, fino ad oggi.
Draco ed Harry si ricordarono in quel momento che quello effettivamente, per quanto maturo e sarcastico, era un bambino di sette anni che aveva perso la madre.
Lo sguardo di Draco si addolcì e sorrise “Allora faremo fish and chips oggi. D’accordo?”
Aidan annuì, prese la mano di Draco e poi si smaterializzarono.
Finalmente soli, Alexandra si avvicinò furtivamente ad Harry e sorrise “Allora...cosa hai in mente di fare per il compleanno di Draco?”
“Mancano solo gli ultimi dettagli e la location. “
“Tesoro mi offendi così…sai che ho un locale.”
“Ma non avevi detto che Rodrigo l’aveva occupato e riempito di incantesimi?” chiese Harry
Alexandra rise trionfante. “Sì, ma…ricordi Leonard? Il ragazzo che avete cacciato di casa quella sera? Lui è un auror, e ci siamo tenuti in contatto e gli ho chiesto un piccolo favore, ed è riuscito a sgombrare il locale. Purtroppo, Rodrigo è ancora latitante e ha i miei soldi, ma almeno posso riaprire L’Unicorno Rosa.”
“Ottima notizia! Quindi l’hai rivisto?”
Lei rise “Affermativo. E sa il fatto suo. Sia a letto, sia a lavoro. Però mi ha consigliato di continuare a stare da voi, perché se fossi senza protezione, Rodrigo potrebbe rintracciarmi…”
Harry sospirò “Va bene, in fondo, sei brava con il piccolo. E mi hai liberato di un peso. Ora devo solo pensare agli ultimi inviti, ah, e fai in modo che le decorazioni siano sobrie quella sera. Ci saranno anche i genitori di Draco.”
“Mi sono liberato di un uomo che controllava la mia vita e adesso lo deve fare anche uno dei miei più cari amici?”
“Davvero mi reputi uno dei tuoi più cari amici?”
“Certo” sorrise la drag, con gli occhi già lucidi. “E io cosa sono per te?”
“Una grande scocciatura” rise Harry.

************************************

Aidan era seduto sul banco a lezione, a ricopiare gli appunti della maestra, quando gli arrivò un bigliettino.
Si girò e vide Frank Berger , il bulletto della sua classe.
Ancora non capiva perché sua madre avesse voluto iscriverlo ad una scuola babbana prima di Hogwarts.
Aprì il bigliettino e lesse con ortografia abbondantemente scorretta “Aidan ha due padri!”
Il bambino sbuffò. Tutta colpa della maestra che aveva fatto un discorso sulla sua situazione, mettendolo in imbarazzo davanti alla classe.
Si sistemò gli occhiali sul naso e decise di ignorare la scritta del suo compagno di classe.
Peccato che a ricreazione, il bulletto non aveva le sue stesse intenzioni.
Si avvicinò ad Aidan mentre mangiava una mela e rise “Aidan ha due papà! Come stanno i tuoi zietti gay?”
“Lo sai, ho letto che chi ce l’ha con i gay spesso, teme di esserlo.”
“Ripetilo se hai coraggio” Frank strinse i pugni cicciotti
“Sicuro. Sei quello che chiamano cripto-omosessuale” sorrise il bambino, con aria innocente.
Ovviamente Frank non aveva capito nulla di quello che Aidan gli aveva detto, ma non per questo non si meritava un pugno.
Caricò un pugno in direzione di Aidan, ma i poteri magici del bambino intervennero scaraventandolo per terra.
Purtroppo, proprio in quel momento la maestra responsabile della classe li beccò e disse autoritaria “Voi due! In presidenza!”
****
 
Il telefono babbano di Harry, che non riceveva quasi mai chiamate squillò, e Harry che in quel momento stava rivedendo gli schemi d’attacco per la prossima partita, appellò il telefono e rispose distrattamente “Pronto?”
“Salve signor Potter, sono la signora Carlson, la maestra di Aidan. Oggi ha picchiato un suo compagno di classe, quindi le chiedo di venire qui e parlarne un po’.”
Harry sospirò “Va bene. Arrivo subito.”
“Ma so che abitate dall’altra parte di Londra…”
“Non si preoccupi. Ho una macchina molto veloce.”
Quando la professoressa sentì bussare la porta del suo ufficio da Harry Potter, dieci minuti dopo averlo chiamato, si chiese come fosse possibile…come il fatto che il suo allievo Aidan avesse potuto spingere Frank senza toccarlo. Sicuramente c’era qualcosa di strano in quella famiglia.”
Per Harry era strano camminare per strada senza che nessuno lo riconoscesse. Neville che faceva l’insegnante di Erbologia, gli aveva detto che aveva visto diversi studenti con il suo nome.
Aveva cercato di pettinare i suoi capelli sempre indisciplinati, con scarsi risultati.
“Buon pomeriggio Signor Potter. Ha fatto molto presto.”
Harry si accorse che seduto di fianco alla maestra c’era Aidan.
Cercò di sorridere forzatamente “Ero vicino per lavoro. Mi può spiegare bene cosa ha combinato Aidan?”
La maestra tossì e spiegò l’accaduto “Lui era a ricreazione, quando un suo compagno di classe, Frank Berger lo ha stuzzicato, penso per via della sua…ehm…come dire, attuale sistemazione e… Aidan l’ha spinto per terra…ma sembra quasi come se non l’avesse sfiorato.”
Harry sbuffò, tirò fuori la bacchetta e pronunciò “Oblivion”
La maestra di Aidan fu avvolta da una nebbiolina chiara.
“Hai usato la magia?” chiese Harry
“Credo di sì…lui mi stava per dare un pugno.”
Harry non ricordava a che età avesse iniziato a fare piccoli incantesimi inconsapevoli, ma usare la mania in maniera intenzionale a sette anni sembrava veramente notevole.
La signora Carlson si rinvenne dall’incantesimo e continuò “Anche se non è certo né il primo né l’ultimo che da una spinta ad un compagno, volevo informarla dell’accaduto.”
Harry annuì “Certo. Mi rendo conto della situazione.”
Il mago fece per alzarsi dalla sedia, quando la signora Carlson si schiarì la gola e disse in tono vagamente accusatorio “Aidan è un bambino molto intelligente e non aveva mai avuto reazioni simili prima dell’orribile situazione che ha vissuto…e non so se l’ambiente che sta vivendo possa fargli bene”
Harry sospirò, e si passò una mano tra i capelli. “Quale ambiente?” Ovviamente conosceva già la risposta della maestra, ma voleva sentirla dalla sua bocca.
“Un ambiente diverso…”
“Io e mio marito siamo una coppia molto stabile, forse anche più di molte altre. E nonostante le nostre vite siano cambiate molto negli ultimi giorni, cerchiamo di essere delle brave figure di riferimento per Aidan. Non credo di dover dire altro.”
La signora Carlson era rimasta allibita, dall’ardore di Harry e dal suo discorso. Il mago si alzò e guardò Aidan “Andiamo”
Il bambino non se lo fece ripetere due volte, e uscirono dall’ufficio.
“Non posso credere a quello che è successo.” Disse Aidan meravigliato, mentre camminavano nei corridoi della scuola.
“Cioè?”
“La maestra è famosa in tutta la scuola per aver sempre l’ultima parola con i genitori degli alunni”
Harry rise “Ho affrontato il mago più oscuro di sempre, di certo non mi faccio intimorire da una babbana che vuole dare mostra del suo potere. Spero solo che non ci siano ripercussioni su di te…in caso dimmelo.”
In quel momento, ad Aidan successe qualcosa. Per la prima volta vide Harry, il cugino di sua madre, con altri occhi, in qualche modo si sentiva compreso…meno solo…come se ci fosse qualcuno a sostenerlo nel suo cammino, come aveva fatto sua madre.
“Adesso ti porto a casa, ma è meglio che non chiedi di nuovo ad Alexandra di aiutarti a fare i compiti di storia, perché non è il suo forte. Ma in matematica se la cava”
Aidan annuì, poi prese per mano Harry e si smaterializzarono.

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Capitolo 4
*** Compleanno ***


Salve a tutti. Ringrazio chi segue questa storia e chi la recensisce. 
Godetevi lo spettacolo.

Capitolo 4. Compleanno
 
Harry era sveglio già da molto tempo, ma guardare Draco che dormiva, così pacifico, con il torace che si alzava ed abbassava lentamente era uno spettacolo.
Gli ricordava delle prime volte in cui avevano dormito insieme, quando si svegliava e non riusciva a credere di essere nello stesso letto con Draco Malfoy.
Il biondo sbatté le palpebre un paio di volte e si svegliò “Buongiorno.”
“Buongiorno e buon compleanno, amore.”
La soddisfazione nei loro occhi aveva un chiaro significato. Alexandra aveva passato la notte con Leonard, il suo amante auror e Aidan era andato da Lily e James, quindi erano rimasti soli.
“Certo che è un po’ inquietante pensare a te che mi osservi mentre dormo” ironizzò Draco.
Harry rise “Beh…è raro che mi sveglio prima di te…”
“E’ quasi strano svegliarsi senza Aidan in casa, che gira con il naso dentro qualche libro…È forte.”
Draco andò in bagno a lavarsi i denti, nel frattempo Harry stava rimuginando ad un piccolo progetto che da un po’ gli martellava in testa. Quando Draco tornò dal bagno, Harry chiese a bruciapelo “Io e te non abbiamo mai avuto un vero e proprio appuntamento, vero?”
Draco lo guardò con aria incuriosita “Beh, in effetti no. Quando è iniziato tutto, mi bastava fare il corridoio per trovarti.”
“Io parlo del primo appuntamento, quello con i fiocchi. In cui la gente prende i fiori, ti viene a casa e ti porta al ristorante e poi ti riaccompagna a casa, sperando nel bacio della buonanotte.”
Draco scosse la testa “No, in effetti no.”
“Oggi lo avrai. Avremo il nostro primo appuntamento come se non ci conoscessimo. Verrò a prenderti alle dodici” rise trionfante il moro.
“Non sei costretto Harry, davvero…”
Negli occhi di Harry c’era un fuoco “Draco Malfoy, Posso invitarti a pranzo?
“Accetto il tuo invito, Harry Potter.”
I due si baciarono ed Harry sembrava felice come un bambino. Poi si vestì e andò a controllare Aidan da sua madre. Draco invece preferì rilassarsi e sonnecchiare ancora un po’.
Si smaterializzò nel salotto di casa Potter e vide i suoi genitori insieme ad Alexandra e Aidan, seduti sul tavolo rotondo a giocare a Poker.
Alexandra indossava un Kimono, cosa che non stupì assolutamente Harry.
Una grande bestia pelosa corse verso Harry e gli saltò addosso.
Era Argo. Harry dovette sforzarsi per non cadere, e poi iniziò ad accarezzarlo, mentre il grosso cane gli faceva le feste.
“Ma tu non dovevi stare da Leonard?” chiese Harry ad Alexandra.
“Ci sono stata…ma fare colazione insieme era troppo intimo, così sono venuta a casa Potter. Lily fa un eccellente caffè turco.” Rispose lei semplicemente “Stavo raccontando ad Aidan di quella volta al Gay Pride. Praticamente l’Apocalisse. Draco ci ha quasi rimesso la pelle perché qualcuno ha fatto materializzare un unicorno arcobaleno che però sputava fiamme dalla bocca.”
“Quel qualcuno eri tu.” Commentò acido Harry.
“Però è stato divertente!” ammise Lily, che a quanto pare aveva un concetto di divertente molto relativo. Poi sbuffò con fare melodrammatico “Eh Alex, quei tempi sono finiti. Ora ad Harry importa solo la vita in due, cenette in due, uscite in due…”
“Ehi!” esclamò infastidito Harry “Io non sono certo uno di quegli uomini che dopo sposati non sa più divertirsi.”
Alexandra rise “Mi sa che mi trasferisco da Lily e James, qui sono la benvenuta.”
“Fai pure.” Rispose Harry con fare provocatorio. “Almeno non farai diventare la nostra casa una succursale di Grindr”
“A proposito, Xandra…com’è andata la serata con Leonard?”
La drag queen sorrise sognante “Lui è molto carino. Ed è molto efficiente. E la cosa migliore è che non sembra uno psicopatico.”
“Neanche Rodrigo ti sembrava uno psicopatico.” Rise Harry.
Lily sbuffò “Via Harry, come mai sei così acido? Forse stanotte non è andata altrettanto bene con Draco? Cos’è si è di nuovo addormentato mentre lo facevate?”
“Ora basta. Questa casa sembra una linea erotica. Si parla solo di sesso. E vi ricordo che c’è un bambino presente.” Sbottò Harry. “E comunque è successo solo una volta!”
Aidan rispose “Io non sono un bambino. O meglio il mio corpo ha sette anni, ma di testa sono più maturo di tutti voi insieme.”
“Tu sei un bambino. Sia per il mondo babbano che per quello magico. E inizia a comportarti come tale!”
Harry alzò le mani in segno di resa.
“Stai tranquillo tesoro. Aidan è in grado di capire queste cose.” Sorrise Lily. “Che impegni avete oggi?”
Harry rispose “Beh, oggi a pranzo porto Draco al ristorante e poi stasera…I Malfoy hanno già confermato l’adesione?”
“Certo.” Annuì la madre. “Io devo ancora fare il regalo a Draco. Più tardi pensavo di fare un giro al centro commerciale. Vuoi venire anche te tesoro?” chiese ad Aidan.
Lui come sempre, quando doveva riflettere qualche secondo si passava una mano fra i capelli, cosa che faceva frequentemente anche Harry, nella stessa occasione. “Se mi prendi il gelato sì.”
“Ah com’è bello avere un bambino in casa, eh James?”
Potter senior rispose distrattamente mentre leggeva la gazzetta del profeta. “Confermo.”
Segretamente Lily aveva deciso di viziare molto quel bambino, dal momento che non si era potuta godere l’infanzia di Harry, perché lei per il mondo magico era morta.
“Allora non vi dispiace se vi lascerò il fagottino di gioia ogni tanto.” Sorrise Harry, che trovava nuove occasioni per poter stare da solo con suo marito, quando finalmente Alexandra avrebbe lasciato il nido.
Però poi si chiese che razza di tutore era, se permetteva ad un bambino di stare con tipi come James e Lily.
Eppure, vedendolo così, immerso in una realtà familiare, mentre metteva lo smalto ai piedi di una drag queen, si disse che sicuramente sarebbe cresciuto con una mente molto aperta.”
 
*************************************************
Draco si stava preparando con molta cura per l’appuntamento. Del resto, non era da tutti avere un appuntamento con un uomo con cui stai insieme da più di dieci anni.
Era caldo, per essere giugno, perciò si vesti con dei pantaloni sottili beige e una camicia leggera di lino, color avorio.
Sorrise guardandosi allo specchio, pensando di assomigliare ad un narcotrafficante, ma al contempo aveva un certo stile retrò, che lui gradiva molto.
Il campanello suonò e sentì la voce di Harry attraverso il citofono. Lui scese per strada e quando vide Harry, scoprì che suo marito si era vestito semplicemente con jeans e t-shirt. Ma non gli importava. E poi stava bene comunque.
Aveva in mano un bouquet di gigli e narcisi e una espressione da vero gentiluomo.
“Sei bellissimo.”
“E tu sei…elegante.” Rispose Draco, cercando di trattenere una risata.
Harry sembrava aver preso seriamente il fatto del primo appuntamento. Aveva un comportamento timido e distaccato, ma gentile. “Per il nostro appuntamento ho prenotato ad un ristorante molto carino. Vogliamo andare?”
“D’accordo” annuì Draco sorridendo.
Poi fece per prendergli la mano, come facevano solitamente, ma Harry rispose “E’ un po’ presto per tenerci la mano no? Dobbiamo ancora conoscerci meglio”
 
*************************************************

Il pranzo era stato ottimo, e ora si ritrovavano al dessert.
“Beh, devo dire che è tutto molto piacevole…il cibo, la conversazione…a parte questo violinista fisso al nostro tavolo” sorrise Draco, sbuffando esasperato all’ultima frase.
“Guarda si fa così per mandarli via.” Rispose Harry. Gli diede una banconota di denaro babbano, e il musicista se ne andò. “Beh, spero che tu ti sia trovato bene, così potremo rivederci, se ti va.”
“Chissà.” Sorrise Draco, mentre il cameriere portò loro i dessert. “Cosa sono?”
“Sono pere al brandy. Sono molto buone, assaggia.” Rispose Harry. Con la forchettina apposita, prese un pezzo di pera immerso nel brandy caldo, e l’avvicinò alla bocca di Draco che la aprì per far entrare la forchetta.
Draco gustò molto lentamente, e poi mugolò di piacere “Oh mio dio. Sono deliziose.”
“Che ti dicevo?” rispose Harry sicuro.
L’atmosfera era calda, i due innamorati anche, quando come al solito comparve qualcosa che rovinò tutto. Alexandra.
Indossava dei leggins attillati con le perline e un top rosa scollato.
“Ditemi che non è vero.” Mormorò Harry sconsolato. Draco annuì sospirante “Temo che lo sia.”
Alexandra sembrava allarmata, poi si sedette, senza che nessuno le aveva detto di accomodarsi, e vomitò dalla sua bocca una serie di parole a getto.
“E’ un’emergenza ragazzi! Leonard mi ha detto che mi ama! Ma vi rendete conto? Ci vediamo da due settimane soltanto, e lui dice che mi ama!”
Draco contò fino a quarantacinque, ma poi si stufò e sbottò “Cioè hai interrotto un momento perfetto per questo?”
“E non è una cosa seria? Oh, a proposito, Aidan è all’ospedale.”
Harry e Draco si alzarono allarmati dal tavolo, e lasciarono i soldi sul tavolo.
“Cosa?? E per te è più importante dirci di Leonard? Cosa è successo ad Aidan?” urlò Harry
“Non lo so. Lily mi ha chiamato e mi ha detto di dirvelo. Sta al San Mungo. Comunque, dai, stasera alla festa di Draco ne parliamo.”
Harry ora era furente. “Tu proprio non comprendi il significato di Festa a sorpresa vero? Comunque me la fai pagare. Ora non abbiamo tempo.”
Harry e Draco uscirono dal ristorante, e al primo vicolo che incontrarono si materializzarono al San Mungo.
Era difficile capire chi dei due fosse più agitato.
Draco si diresse di gran fretta verso l’accettazione “Salve. Sto cercando informazioni su Aidan Potter. Noi siamo i suoi tutori legali. Che cosa è successo? È grave?”
L’infermiera controllò il suo schedario, che iniziò a sfogliarsi da solo e dopo qualche secondo una cartella volò sul banco.
Lei lo aprì e poi controllò “Aidan Potter…ah sì eccolo. Non è grave. È solo una reazione allergica. Stanza 230. Con lui ci sono una coppia e suo zio.”
“Suo zio?” chiese Harry, per poi ricordarsi di Cameron.
I due si precipitarono nella stanza di Aidan e videro Lily, James e Cameron.
Lily corse ad abbracciare Harry “Amore. Mi dispiace, non sapevo che Aidan fosse allergico alle arachidi.”
“Non ti preoccupare mamma, l’importante è che Aidan stia bene.”
Cameron aveva le braccia incrociate e guardò in tono accusatorio Harry “Sì, per fortuna. Ma dov’eri tu mentre Aidan stava male? A pranzo con tua moglie.”
Harry fu molto tentato di prendere la bacchetta e trasformare quell’idiota in un calzino, ma cercò di mantenere la calma. Sapeva che Cameron aveva richiesto un’udienza nel tribunale magico per stabilire la custodia e che loro erano ancora in prova. “Non ho lasciato Aidan da solo, ma con mia madre, che ha provveduto subito a portarlo qui al San Mungo. E poi, non permetterti di offendere mio marito.”
Cameron sorrise beffardo “Tutto questo non sarebbe successo se ci fossi stato io. Oh sono sicuro che il giudice ne terrà conto.”
Aidan stava ancora dormendo, ed Harry preferì andare da lui, per evitare di rispondere a tono. Ma temeva che le minacce di Cameron potessero essere reali.
“Non mi sembra che tu abbia ancora chiesto informazioni sulla salute di Aidan, Cameron, quindi…credo che sia ora che tu vada. Ti informeremo.” Disse James, trattenendo anche lui a fatica la voglia di picchiarlo.
Cameron guardò quelle quattro persone, unite e agguerrite e sospirò “Avrete presto mie notizie. Ve lo posso giurare.”
Si smaterializzò.
Lily sospirò. “Forse per colpa mia perderete il bambino…”
Harry sorrise. “No mamma. Non è colpa tua. Non potevi saperlo. Ciò che conta è che Aidan sta bene. Vero?”
Ma stava bene?
Il bambino aveva il petto nudo, e un tubicino nella bocca, retto da dei cerotti. I suoi grossi occhiali erano sul comodino.
Draco ed Harry si posizionarono ai due lati del letto e gli presero la manina, sentendola così piccola rispetto alla loro.
Era un’emozione strana, preoccuparsi così tanto di una vita nuova…una vita che era sotto la loro responsabilità.
Aidan sbatté gli occhi, e mosse la mano. “Si sta svegliando! Vai a chiamare il medico!” disse veloce Harry a Lily.
Lei corse, e dopo qualche secondo riapparve con un medico.
Il bambino tossì, e lui gli levò il tubicino dalla gola, permettendogli di respirare autonomamente. Aidan fece dei respiri belli profondi e poi guardò i suoi tutori, e si accorse di essere in un letto di ospedale. Ancora intontito chiamò “Mamma!”
Qualche secondo dopo però, si ricordò tutto e chiese semplicemente “Che cosa è successo?”
Lily sorrise “Ehi tesoro, ti sei ripreso. Eravamo a prendere un gelato e avevi chiesto il topping al burro di arachidi e…ti sei sentito male. Ora stai bene, vero?”
Il medico sorrise “Sì. È stata una brutta reazione allergica ma ora sta bene.”
Draco si passò la mano sulla fronte e rilasciò il respiro che non si era accorto di trattenere “Meno male.”
“Adesso faremo gli ultimi controlli, poi se tutto va bene, potrete riportarlo a casa.”
Harry sorrise, raggiante “Grazie dottore.”
“Forse è meglio annullare la festa di compleanno, così stasera ce ne stiamo tranquilli” propose Draco.
“Assolutamente no!” ribatté Aidan “Io sto bene, e voglio darti il mio regalo.”
“Sicuro?” chiese Draco. “Per me non è un problema.”
Aidan annuì. E come tutti i Potter sapeva essere testardo. Così decisero di continuare con i loro progetti.
Mentre il medico visitava Aidan, tutti uscirono fuori.
Harry era appoggiato al muro, e Draco si avvicinò “Perché mi hai organizzato la festa a sorpresa? Non ce n’era bisogno, davvero.”
“Invece sì.” Sorrise lui, passandosi la mano tra i capelli.
“Beh…così mi fai sentire speciale.” Sorrise Draco, quasi imbarazzato.
“Lo sei.”
 
*****************************************
Quella sera l’Unicorno Rosa si animò, dopo tanti giorni di attività.
Nonostante lo spavento di poche ore fa, Draco era felice di quella serata. Si sentiva sempre a casa in quel locale.
Era un locale accogliente, la base era di un classico pub irlandese, ma c’era un grande patio con vista sul lago e su Hogwarts, con lanterne cinesi, luci di Natale, candele che volavano da sole… e una grande libreria di acero fiorito.
Dal momento che era giugno, la serata si sarebbe svolta pressoché fuori.
Appena la coppia entrò, furono travolti da tante persone che strillarono “AUGURI!”
Alcuni erano amici effettivi della coppia, altri invece clienti normali che volevano scroccare una birra gratis.
Draco aveva imparato presto a dire le bugie in maniera convincente e quindi sfoderò una reazione sinceramente sorpresa, salutando tutti in maniera calorosa, o almeno calorosa secondo Draco.
In mezzo a tanti amici, ecco comparire Lucius e Narcissa Malfoy.
Il mago biondo corse ad abbracciare i genitori, e anche se la famiglia stava ricucendo molti strappi del passato, doveva ancora migliorare sull'affetto, ma non c’era fretta.
I rapporti erano molto migliorati, e per Draco era questo l’importante.
Harry decise di lasciare un po’ di tempo a suo marito per stare con i genitori e andò dai suoi che avevano accaparrato una panchina insieme ad Aidan.
Poco dopo li raggiunse Alexandra indossava un tubino nero, che in effetti era molto semplice, per lei, ma dietro mostrava praticamente tutta la schiena fino a quasi l’incavo delle natiche. Se il vestito era semplice, il trucco no. C’era un tripudio di colori e forme diverse sul suo volto.
“Non farti vedere che sono ancora arrabbiato con te.” Sbuffò Harry.
Per tutta risposta la drag gli schioccò un sonoro bacio sulla guancia, lasciando un impronta vivida “E dai…mi perdoni?”
“Solo se ti comporti bene. Limitati ad essere una brava padrona di casa.”
“Certo zucchero, e infatti ho una sorpresa per voi.”
Si allontanò e salì sul palco. Con uno schiocco di dita la musica di sottofondo si spense.
“Benvenuti e bentornati alla seriata di riapertura dell’Unicorno Rosaa!!”
Urlò, seguita da molti altri. “Madri, nascondete i vostri figli maschi che la stronza è tornata. Miss Alexandra Savage!!”
Altre urla, seguito da un coro che intonava il suo nome.
“Oggi è una giornata speciale, perché è il compleanno di uno dei miei migliori amici. Siamo tutti qui per festeggiarlo e ora la più bella e talentuosa cantante dell’Inghilterra si esibirà per voi! Dedico questa canzone ad una delle mie coppie preferite!”
La musica di ‘Imagine me and you’ partì dalle casse dello stereo e Alexandra iniziò a cantare. La sua voce era molto bella, e cantava con molto trasporto.
Harry stava bevendo uno dei cocktail corretti di Alexandra e Aidan lo raggiunse. “Lo sai che l’alcol brucia i neuroni?”
Sembrava essere tornato quello di sempre. Harry rise “Ne riparleremo quando sarai più grande.”
Aidan sbuffò “Odio questa espressione che usano gli adulti.” Il broncio che aveva messo era adorabile, per quanto lui fosse serissimo.
“Aidan, non esiste solo il bianco e nero…ma ci sono infinite sfumature…C’è chi beve ogni tanto solo per rinfrescarsi la gola e chi fa come Alexandra che è una spugna umana. E questo è per tutto.”
Aidan sbuffò “Sarà così. Anche tu festeggerai qui il tuo compleanno tra un mese? Voglio venire”
Harry non riuscì a fare a meno di pensare se dopo gli avvenimenti di oggi, Aidan sarebbe rimasto con loro, fino a vedere il suo compleanno.
“Vai da Lily e James, io vado a salvare Draco dai suoi genitori.”
Raggiunse suo marito sul patio, insieme a Lucius e Narcissa.
Non appena si avvicinò, Narcissa sorrise maliziosa “Cosa aspettavi a dirci che ora siamo nonni?”
Il cocktail di Harry gli andò di traverso, e dopo essere tornato a respirare normalmente rispose solo “Beh... non sappiamo se sia una situazione definitiva o no.”
Da una parte Harry lo sperava, perché sentiva che si stava affezionando troppo a quel bambino.
Alexandra puntò la bacchetta alla gola e urlò “Adesso che vi siete scaldati per bene, è arrivato il momento dei regali! Il momento perfetto per ogni festa ben riuscita. Vi avverto che se qualcuno di voi ha regalato a Draco vecchie statuine polverose o pezzi di antiquariato, verrà sbattuto fuori, o solo sbattuto, dipende!”
Tutti risero alla sua battuta.
Tutti iniziarono a radunarsi fuori, intorno ad un divano rosso mattone, dove era seduto Draco con Harry e Aidan.
Alexandra scese dal palco e aspettò il suo turno.
Nonostante il suo avviso, molti dei regali, specialmente quelli da parte del ramo Malfoy della famiglia erano proprio pezzi di antiquariato, altri erano vestiti. Alexandra si sentiva quasi in difetto per il suo regalo che paragonato agli altri era misero, ma quando arrivò il suo turno, lo consegnò con gioia a Draco, che quando lo scartò impazzì di gioia. “Oh merlino! La colleziona completa di Streghe!”
Draco e Alexandra anni fa avevano scoperto una serie tv babbana su tre streghe e la amavano alla follia.
Per questo Draco fu molto felice di vedere quel regalo. Abbracciò l’amica.
Poi scartò il regalo di Lily e quando lo vide divenne rosso come un peperone. “Ma è un perizoma!!”
Anche i genitori di Draco si imbarazzarono. Lily esplose in una serie di risate poi prese un altro pacco contenente il vero regalo, una lampada da tavolo tiffany.
Infine, fu il momento del regalo di Harry, che gli porse una busta. Draco incuriosito la aprì e lesse ad alta voce “Cinque giorni di albergo a cinque stelle a Roma!”
Draco non poteva crederci. Erano anni che desiderava di andarci.
Abbracciò suo marito e poi lo baciò. “Harry… Grazie.”
Il mago moro sorrise “Per il viaggio useremo una passaporta, ma è giusto che ci facciamo un po’ servire. Partiremo a fine mese. Mi sono preso una dispensa dagli allenamenti.”
Draco aveva quasi le lacrime agli occhi e baciò di nuovo Harry.
Infine, dopo che tutti ebbero consegnato i loro regali, Aidan si fece avanti, portando un pacchetto. Lo porse a Draco “Questo è il mio regalo.”
Draco non si aspettava un regalo dal bambino, e questo lo rese più contento. Abbracciò il piccolo, ed entrambi si sciolsero un pochino, percependo un senso di protezione e familiarità.
Draco scartò il regalo di Aidan. Era un libricino, di si e no sessanta pagine. “Lora Lie Lo. Poesie irlandesi di Brigid McBoone.”
“Mia madre mi leggeva qualcuna di queste poesie prima di dormire e…beh…mi faceva piacere regalartelo.”
Un grande sorriso si dipinse nel volto di Draco “Wow è bellissimo… È molto prezioso, e se vuoi me ne leggerai qualcuna a me.”
Aidan annuì con la testolina, sentendosi improvvisamente più leggero.

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Capitolo 5
*** Sconfitte ***


Salve a tutti.
Devo dare un triste annuncio. Escluso questo capitolo, ne rimangono due, per finire la mia storia.
Mi dispiace averla scritta così corta, ma è in questo modo che mi ha ispirato :-) 


Capitolo 5. Sconfitte.
 
Era arrivato il giorno tanto temuto da Harry e Draco.
La seduta del tribunale magico per concordare l’affidamento di Aidan.
Nell’aula, a parte loro c’erano Lily, James, Alexandra e anche il resto dei Potter ancora in vita.
Il giudice batté la bacchetta sul tavolo e disse “Inizia ora la seduta per l’affidamento del mago minorenne Aidan Potter. Avvocato Johnson, puoi esporci la situazione?”
Angelina Johnson, la ex compagna di quidditch di Harry e moglie di George Weasley sorrise. “In data 10 maggio, Angelica Potter, madre di Aidan Potter è venuta a mancare, e nelle sue ultime volontà ha espresso chiaramente che ad occuparsi di suo figlio sarebbe stato suo cugino Harry Potter. Ma Cameron Potter, fratellastro della deceduta, si è opposta a questa condizione, e ha voluto discuterne legalmente.”
“Bene. Posso vedere il documento redatto da Angelica Potter?” chiese il giudice.
Angelina glielo porse. È stato sottoposto a diversi incantesimi anti-contraffazione, e si è rivelato autentico al 100%, e come se non bastasse abbiamo il suo ricordo, che si è estratta dopo averlo scritto.”
L’avvocato di Cameron intervenne “Non è una prova attendibile. I ricordi possono essere manomessi magicamente.”
Gli altri esponenti della famiglia Potter si erano schierati con Harry, tranne uno, Wolfgang Potter, il padre di Cameron.
Wolfgang non aveva certo una buona reputazione all’interno della famiglia. Aveva speso la sua parte di soldi in donne e altri vizi. Aveva avuto Cameron con una cameriera babbana, mentre era ancora sposato con la madre di Angelica.
Per questo motivo infatti, lei non era in buoni rapporti con il padre che aveva visto sì e no due volte il nipote.
Però il fatto che fosse dalla parte del figlio, confermava ciò che tutti credevano. Che Cameron volesse Aidan solo per la sua eredità.
“Lo sai che quando ero al terzo anno Wolfgang ci ha provato con me?” sussurrò Lily ad Alexandra. “Era un porco. Altrimenti perché un ragazzo di diciassette anni dovrebbe provarci con una di tredici?” Alexandra emise un ridolino “Che schifoso. Quindi eri carina un tempo.”
Draco si voltò verso loro due e le intimò di fare silenzio, specie perché l’avvocato di Cameron ce l’aveva proprio con Alexandra.
“Il mio cliente è venuto a conoscenza che quel povero bambino vive insieme ad una coppia gay e ad un travestito. E per questo è preoccupato che questo ambiente confuso possa provocare traumi psicologici e sessuali.”
Alexandra alzò il dito. Il giudice sospirò “Non siamo a scuola. Comunque, può parlare.”
“Beh, io sono il travestito di cui parla quest’uomo, e io sono stata obbligata a rimanere a casa dei miei due amici, perché sono stata vittima di furto e stalking. Ma c’è una cosa che voglio dire. Voglio bene ad Aidan, e lui ne vuole a me. Per me è come un nipote. Siete voi che ci vedete del marcio perché voi siete marci!”
Detto questo Alexandra si alzò e uscì dall’aula, seguita da Lily e Draco, che non ce la faceva più a stare in quell’aula. Aveva bisogno di cinque minuti d’aria.
Alexandra e Lily andarono verso la grande terrazza. Entrambe erano vestite molto eleganti
“E’ un peccato che la famiglia Potter non sia stata sterminata da Voldemort. Gli unici che si salvano sono Christopher e James. E Harry ovviamente.” Sbottò Lily.
Draco sospirò “Sono una persona orribile. Lascio mio marito da solo a combattere per quel bambino.”
“Non è solo. Ha James. E tu ti meriti un attimo di relax. A tal proposito…sigaretta?”
“Io non fumo.” Rispose laconico Draco.
Alexandra si abbassò gli occhiali da sole, e gli fece l’occhiolino “Oh credimi tesoro. Questa la devi fumare.”
Draco sorrise e prese una sigaretta ‘corretta’ di Alexandra. Tirò una profonda boccata e sentì i muscoli sciogliersi “Io odio Cameron.”
Lily annuì “Ti capisco tesoro…”
Draco si appoggiò al muro con il piede e sospirò “Mi preoccupo specialmente di Aidan. Aveva trovato un bell'equilibrio con noi…Se…perdessimo…dovrebbe ricominciare tutto da capo.”
Lily si avvicinò e sorrise “Riconosco quello sguardo. È lo sguardo di un genitore.”
“Non dire idiozie. Sapevo da subito che era una cosa temporanea.” Rispose Draco, prendendo un’altra boccata di sigaretta.
Alexandra si avvicinò a lui. Lei e Lily lo avevano circondato. “I figli sono di chi li ama. E tu devi ammettere che hai paura che ti portino via Aidan.”
“Vaffanculo.” Rispose Draco evasivo
Di solito non rispondeva mai in questo modo alle altre persone. Lily sorrise “Guarda che non basta così poco per mandarci via. Avanti. Apri il tuo piccolo cuore avvizzito.”
Draco sospirò “Il problema è proprio quello. Magari fosse avvizzito. Per colpa di tuo figlio sono diventato sentimentale e ora la cosa che temo di più è di essere ferito. E questo mi ferirebbe molto. Ora torno in aula da Harry.”
I tre rientrarono in aula. Harry era chiaramente stressato. Draco si sedette di fianco a lui e gli prese la mano. Lui lo guardò con gratitudine.
Proprio in quel momento l’avvocato di Cameron aveva lanciato il suo attacco più forte. “Io ci tengo a dimostrare che sicuramente per quanto i due coniugi Potter e Malfoy provino ad essere dei bravi tutori, non conoscono il bambino come lo conosce il mio cliente. Per esempio, a causa della loro ignoranza, Aidan Potter ha avuto una violentissima reazione allergica alle arachidi. Cosa di cui il mio cliente era largamente a conoscenza. È stato ricoverato d’urgenza al San Mungo e per poco si è salvato. Proprio per questo, è importante che venga affidato al mio cliente, Cameron Potter, è il suo parente più prossimo, ed è il suo legame più vicino alla famiglia d’origine.”
Dopo aver ascoltato tutte le arringhe degli avvocati, il Giudice e la Giuria si deliberarono per votare.
Tutti si accomodarono fuori. Harry notò Cameron così compiaciuto, che per la rabbia, si sentiva pronto a tutto, impugnò la sua bacchetta, ma Draco lo fermò “No. Ogni cosa potrebbe essere ritorta a nostro sfavore.”
Le porte del tribunale si aprirono e stavolta fecero entrare solo Harry, Draco e Cameron, con i rispettivi avvocati.
Il giudice, un uomo dai capelli grigi e dritti come chiodi si schiarì la voce e iniziò a parlare “Non è stato un verdetto facile. La giuria ha dovuto prendere una decisione di maggioranza, non unanime.”
Draco si alzò e non riuscì più a trattenersi “Come potete mettere ai voti la vita di un bambino? Non è un oggetto. Ha dei sentimenti! Che razza di giustizia è questa?”
Il giudice alzò un po’ la voce “Nessuno ha chiesto il suo parere...ora…” una lettera volteggiò in aria, fino a depositarsi sulla scrivania del giudice. Lui la aprì e lesse “Tenendo conto che questa sentenza è provvisoria, pur riconoscendo e apprezzando gli sforzi dei tutori legali di Aidan William Potter, concediamo per un periodo di prova a Cameron Theseus Potter l’affido del mago minorenne suddetto, in quanto parente biologico più stretto.”
Quella notizia fu come un colpo al cuore per Harry e Draco.
Per qualche minuto sentirono tutto ovattato, i rumori, le voci…e persino l’abbraccio di Lily. Era come se non provassero più nessuna emozione.
L’unica cosa che vedevano era il ghigno compiaciuto di Cameron, che stringeva la mano al suo avvocato e ad alcuni membri della giuria.
L’espressione di Harry era di puro odio. Avrebbe voluto cancellare quel ghigno dalla sua faccia per sempre. Non si sentiva così dalla battaglia di Hogwarts.
Cameron si avvicinò a loro. “Mi dispiace per la vostra sconfitta. Comunque ci rivedremo tra novanta giorni per discutere dell’affidamento definitivo. Ora andrò a parlare con il bambino. Cercherò di non allarmarlo troppo.”
“Io ti uccido.” Mormorò tra i denti Harry, e per fortuna Cameron non lo sentì.
Poi guardò Draco, vedendo rilessa nei suoi occhi la stessa rabbia, la stessa desolazione.
“Io vado a casa. Tanto è inutile rimanere qui.”
“Aspetta…almeno andiamo a salutare Aidan, dobbiamo dirgli che lotteremo per lui, perché lo faremo, vero?”
Harry non rispose, e si smaterializzò.
Lily si avvicinò a Draco e gli mise una mano sulla spalla “Lascialo stare. Ha subito un duro colpo.”
“Beh, non è facile neanche per me…” annuì Draco, ancora confuso da ciò che era successo. “Andrò anche io. Preparo le cose di Aidan.” Disse solo.
E si smaterializzò.
Harry era in camera di Warren, seduto nel suo letto. Il suo corpo era rigido e lo sguardo assente.
Draco sospirò e si avvicinò a lui. “Harry…non è colpa nostra.”
“Ah no? Quel bambino si ritroverà a dover stravolgere la sua vita per colpa di un sistema antiquato che riconosce più meritevole di crescere un bambino uno psicopatico etero, piuttosto che una coppia gay.”
Il mago moro si alzò di scatto e andò in soggiorno, iniziando a riempirsi un bicchiere di Whisky Incendiario, per poi scolarselo tutto d’un sorso.
Draco gli fermò la mano “Dobbiamo cercare di rimanere lucidi. Solo così potremo riprenderci Aidan.”
Harry non rispose, e se ne andò in camera. Draco si lasciò cadere sulla poltrona e rimase in silenzio.
Anche se per settimane, lui ed Harry avevano desiderato la casa vuota, ora, senza Aidan e Alexandra sembrava davvero troppo vuota.
Come una voragine, che separava lui ed Harry.

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Capitolo 6
*** Canti di guerra ***


Salve a tutti.
Come sempre vorrei ringraziare chi recensisce questa storia e anche i lettori silenziosi.
La nostra storia sta finendo. Questo è il penultimo capitolo. All'inizio avevo predisposto un unico capitolo, ma poiché è venuto lunghetto ho preferito dividerlo in due.
Godetevi questo capitolo. Spero vi piaccia.

Capitolo 6. Canti di Guerra
 
Draco si svegliò e tastò l’altra parte del letto, cercando di trovare il corpo di Harry, ma come al solito non c’era. Da quando avevano perso l’affidamento di Aidan, suo marito aveva sviluppato l’abitudine di svegliarsi presto per andare a correre, e poi andare direttamente agli allenamenti.
Andò in cucina e trovò un altro dei suoi bigliettini che gli diceva ‘ti amo’.
Ormai era consuetudine per loro comunicare tramite bigliettini e Draco odiava questa cosa.
Erano passati solo pochi giorni dal trasferimento di Aidan, ma a Draco ed Harry erano sembrati secoli.
Il Telefono babbano squillò, e Draco rispose svogliatamente.
“Sono stufo di ripetere che non sono interessato al trading online!” sbottò lui,
ma poi la voce di una donna rispose “Scusi? Questa è casa Potter?”
“Potter-Malfoy” corresse lui.
“Io sono l’insegnante di Aidan. La signora Carlson. E sono preoccupata per lui.”
“Le abbiamo già spiegato che ora la tutela del bambino è passata a suo zio.”
“Sì. Lo so, ma sono tre giorni che Aidan non viene a scuola, e quando provo a chiamare il numero dello zio, non ricevo risposta. Quindi…che volete fare?”
Draco non capì le ultime parole della signora Carlson “Scusi?”
“Volete andare a controllare quel bambino o no? Perché francamente, siete due idioti.”
“Scusi?” ripeté come un pappagallo Draco.
“Vi siete arresi. E questo è un comportamento da perdenti. Sinceramente anche io all’inizio avevo dei dubbi, ma credo che lei e suo marito siate le figure migliori per Aidan. Ora vada a riprenderselo.”
Draco aveva gli occhi lucidi, però se li asciugò con la mano e poi si guardò allo specchio risoluto
“Basta! Io sono un Malfoy e quando un Malfoy vuole qualcosa se la prende!”
Poi aprì l’armadio con un gesto secco e deciso “Prepariamoci per la guerra.”
Decise di indossare i suoi vestiti più eleganti, e poi si smaterializzò a casa di Cameron. Non conosceva benissimo l’ubicazione della casa, quindi smaterializzarsi era un rischio. Ma doveva farlo.
Comparve in un grande appartamento. Essendo lui un arredatore si perse per qualche secondo a criticare l’arredamento della casa, poi però si ricordò la sua missione principale.
Prese la sua bacchetta e pronunciò “Guidami da Aidan.” La bacchetta vibrò verso sinistra, poi lo fece salire al secondo piano, fino ad arrivare ad una stanza.
Sembrava chiusa a chiave. Recitò “Alohomora!” e questa si aprì.
Davanti a sé, in una stanza spoglia, c’era Aidan.
Lui si avvicinò, emozionato “Ehi! Ciao piccolo.”
“Piccolo?” i suoi occhi lanciavano scariche di rabbia, ed erano strane da vedere, in un bambino di sette anni e mezzo. “Perché mi avete lasciato con mio zio? Lui dice che vi siete stancati di me.”
“Che cosa?” Ora era Draco ad essere arrabbiato. Strinse la bacchetta talmente forte nel suo palmo che quasi si spezzò. “E’ una bugia. Purtroppo, durante la seduta in tribunale, tuo zio è riuscito a vincere la causa per il tuo affido temporaneo. Non ti avremmo mai lasciato.”
“Stronzate!” urlò Aidan “Non ci avete nemmeno provato. E non vi ho più visto.”
Draco si sentì profondamente in colpa. Non aveva scusanti. E quasi non riconosceva più il bambino che aveva davanti, che aveva vissuto con loro un mese e mezzo.
“Noi abbiamo lottato in tribunale, e lotteremo ancora. La sentenza è solo temporanea. E comunque non dire queste parole, signorino, o dovrò lavarti la bocca col sapone, oh cazzo, sembro mia madre.”
Lo sguardo carico d’odio di Aidan si spense un po’. Il bambino era rimasto senza parole, il che era tutto dire per lui. “Davvero?”
“Certo che sì. Io ed Harry ti…” prima che potesse finire con ‘ti vogliamo bene’ comparve Cameron.
Guardò Draco e sbuffò seccato. “Che ci fai qui? Avete perso.”
Draco puntò la bacchetta in direzione dell’uomo viscido e chiese, scandendo bene le parole “Perché diavolo hai detto ad Aidan che ci eravamo stancati di lui?”
Cameron sorrise “Non mi fai paura, Malfoy.”
Anche lui prese la bacchetta, ma Draco fu più veloce e lo schiantò, ma Cameron riuscì a ridurre l’urto dell’incantesimo.
I due ingaggiarono un duello di incantesimi, dove raggi verdi e blu si scontrarono a gran velocità.
Cameron comprese presto che non poteva vincere, così pronunciò “Accio Aidan” attirando a sé il nipote, e poi si smaterializzò.
Draco era rimasto solo in quella casa, senza nessuna idea di dove potessero essere andati. Aveva bisogno d’aiuto.
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A casa di Lily e James, gli ospiti della casa facevano colazione in tranquillità. Ovviamente Alexandra indossava solo una vestaglia e un asciugamano in testa.
Qualcuno suonò al campanello, e James andò ad aprire, trovandosi di fronte un uomo sui trentadue anni, dai capelli scuri e un accenno di barba. Portava due orecchini ad entrambe le orecchie. L’uomo chiese “Abita qui Alexandra Savage?”
La drag queen, sentendosi nominare comparve e quasi urlò per la sorpresa “Leonard? Cosa ci fai qui? Ti ho detto che non volevo più vederti!”
“Ah allora è lui il Leonard famoso.” Sorrise maliziosa Lily, che come sempre amava intromettersi negli affari degli altri.
Leonard sembrava esasperato ed esclamò “Alexandra! Ti prego. Dammi un’occasione. Ti amo!”
Alexandra sospirò, incrociando le braccia “Tesoro, è stato bello, ma la nostra storia è solo di sesso.”
“Sposami! E farò di te la persona più felice del mondo.”
In quel momento comparve Draco. Sembrava agitato. Guardò Leonard “E tu chi sei?”
“Un’anima in pena!” rispose lui.
Draco senza rispondere puntò la bacchetta nella sua direzione sbuffò “Non ho tempo per te. Somnia!”
Con un incantesimo l’uomo cadde addormentato per terra. Alexandra sospirò “Grazie a Merlino. Che è successo tesoro?”
“Ragazzi, poche cazzate. Sono stato a casa di Cameron, e lui ha portato via Aidan da qualche parte…Dobbiamo andare a riprendercelo.”
Poi con un tono perentorio, quasi da generale impartì gli ordini. “James: Tu contatta i Potter e vedi se scopri dove potrebbe essere andato, Lily e Alexandra, vestitevi e venite con me. Andiamo a prendere Harry.”
I tre lo guardarono con ammirazione e stupore, poi iniziarono ad eseguire i suoi comandi.
 
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Harry sbadigliò.
Era seduto attorno ad un grande tavolo rettangolare, con tutti i giocatori vicini e l’allenatore stava proiettando magicamente delle schede di altri giocatori.
“Ragazzi, gli Italiani non sono da sottovalutare. Hanno due ottimi cacciatori e un portiere stratosferico. Per fortuna pare che il loro Cercatore non sia un granché.”
L’allenatore cambiò scheda, ma sul muro venne proiettata una scritta “Che cosa stai facendo qui Harry?”
Il soggetto interessato si guardò in giro e chiese “Ragazzi, chi è il simpaticone?”
Nessuno rispose. L’allenatore mise un’altra scheda e apparve un’altra scritta. “Aidan ha bisogno di te, idiota.”
Harry era sempre più confuso, quando guardò entrare nella stanza Lily e Draco. Lui li guardò stupito. Sembravano entrambi molto seri. “Noi andiamo a recuperare il bambino. Vieni con noi?”
Lo sguardo del moro si adombrò. “Noi non possiamo fare niente.”
“Forse noi no. Ma se la famiglia Potter scoprisse che Cameron ha rapito Aidan, non ci sarebbero più dubbi che siamo noi le persone adatte a crescerlo.” Rispose Draco. “Devi crederci. Ora più che mai. Vieni? Non lo faccio senza di te. Sei tu che mi hai insegnato a lanciarmi in questi piani folli.”
Harry si alzò dalla sedia e raggiunse suo marito. Lo baciò dolcemente e sorrise “Non ti ho mai amato così tanto come ora.”
I compagni di Harry rimasero esterrefatti, e lui promise all’allenatore che avrebbe studiato le tattiche per tre giorni, per farsi perdonare.
Si smaterializzarono a casa di James e Lily. Alcuni dei Potter erano già arrivati, compreso Christopher, il patriarca della famiglia. Leonard era sistemato sul letto di Harry dove avrebbe continuato a dormire tranquillamente.
Simile ad un vecchio gufo appollaiato sulla sua poltrona, Christopher chiese il motivo della convocazione. Draco sospirò “Il motivo è che c’è un bambino nei guai, e voi siete stati così stupidi da pensare che Cameron avrebbe potuto essere un buon tutore. Sono andato a casa sua per parlare con Aidan e quando l’ha scoperto ha portato via il bambino chissà dove.”
I membri della famiglia Potter dopo questa dichiarazione rimasero sconvolti.
Uno dei Potter, quello dai capelli rossi sospirò. “Cerchiamo di non allarmarci. Oltretutto non credo che farà del male al bambino.”
James sorrise “Non notate la mancanza di qualcuno?”
E in effetti, Wolfgang Potter non era presente, sebbene fosse stato convocato. “Sospetto che i suoi progetti, e quelli del figlio siano quelli di avere la custodia di Aidan solo per avere la parte di eredità che spetterebbe ad Aidan. Sapete che Wolfgang la sua l’ha quasi sperperata tutta.”
Christopher disse serio “Le tue sono accuse gravi.”
“E allora perché non è qui a difendersi?” rispose James.
“Ora basta!” si intromise Harry “Mio marito ha ragione. Voi dovete sempre discutere e parlare per decidere qualcosa. Ma ora è finito il tempo di parlare. Io vado a recuperare Aidan. Mio…” si bloccò. Draco sorrise e gli prese la mano. “Nostro figlio.” Concluse Harry.
Il Potter dai capelli rossi sospirò, passandosi la mano fra i capelli “Wolfgang ha una tenuta a 80 km da Londra. Potete provare ad andare…ma…se vi smaterializzate, potrebbe accorgersene.”
Draco chiese “E quindi come ci arriviamo?”
Lily sorrise “Ho un piano.”
Fortunatamente la vicina di casa di Lily e James aveva una macchina. Vecchia, scassata, del suo marito babbano ormai in pensione. “Perfetto, vai a chiederle se possiamo prenderla in prestito.” Propose Harry
“Non c’è tempo per chiedere. Alexandra vai a rubarla.”
Lei annuì ed uscì di casa. James sospirò “Povera signora Rosalie…le verrà un colpo.”
“Ma no. Non se ne accorgerà nemmeno.” Sorrise Lily.
Alexandra tornò dal suo reato “Andiamo belli. C’è una macchina che vi aspetta!” Draco fu il primo a uscire di casa, seguito da Harry e poi Lily che sbuffò “Avanti, vieni James!”
“Ma sono in pigiama!” protestò lui.
Lily sbottò “Andiamo! Tanto chi ti deve guardare?”
E così tutti uscirono di casa, lasciando i Potter da soli.
Un sorriso, raro, si dipinse nel volto di Christopher “Quella donna mi è sempre piaciuta.”
I cinque scesero in strada ed entrarono in macchina. Ma sorse un piccolo problema.
“Chi sa guidare una macchina?”
Alexandra sbuffò “Se non ci fossi io...” e si mise al volante.
“Tesoro, hai la patente?” chiese Lily.
“Certo, ma me l’hanno tolta per eccesso di velocità.”
E con queste premesse rosee partirono.
Draco sembrava essersi rinvenuto dal momento di ardore e risolutezza che aveva avuto. “Ma cosa ho fatto?”
Harry gli strinse la mano “Amore sei stato grande.”
“Mi viene voglia di vomitare.”
Lui gli massaggiò la pancia sospirando “Tranquillo amore…è normale.”
Poco più avanti videro delle transenne che indicavano strada chiusa, e Alexandra spense la macchina.
Draco diede due pugni sul sedile per sfogare la frustrazione. James sbuffò “E adesso dove andiamo?”
Harry invece sorrideva “Alex… chi ti ha insegnato a guidare?”
“Quel pilota matto della formula uno babbana.”
“Appunto. Metti in pratica i suoi insegnamenti.”
Lo sguardo di Alexandra mutò. I suoi occhi si assottigliarono. Ingranò la marcia e pigiò con forza sull’acceleratore.
Distrusse senza sforzi lo sbarramento creato dalla polizia e velocemente raggiunse la strada, mantenendo una velocità piuttosto sostenuta.
Purtroppo, la loro bravata non era passata inosservata. Una volante della polizia iniziò a seguirli a sirene spiegate.
Fu Draco il primo ad accorgersene, mentre stava lottando con la nausea.
“Ma non possiamo spiegargli che stiamo correndo così tanto per un buon motivo?” sbuffò Alexandra, accelerando ulteriormente.
Harry si sporse dal finestrino e sospirò. Era proibito usare la magia di fronte ai babbani ma stavolta doveva farlo. Prese la mira con la bacchetta e poi pronunciò “Diffindo!”
Due ruote della macchina della polizia si squarciarono, senza motivo apparente, costringendoli a fermarsi.
Lily gli strinse la mano “Sono così fiera di te.”
“Per aver infranto la legge magica e babbana?” ironizzò lui. Dio, era un miracolo se la famiglia Potter era ancora libera e non ad Azkaban, in una cella tutta per loro.
Poi controllò suo marito, che aveva assunto un colorito quasi verde. “Tesoro tutto bene?”
“Ho l’aria di una persona che sta bene?”
Lily sospirò “Povera signora Rosalie. Se le riportiamo la macchina piena di vomito chi la sente?”
“Grazie per l’interessamento.” Sbuffò Draco.
Alexandra si vantò “Sono brava al volante, vero? A proposito, James, dolcezza, dove devo andare adesso?”
Il padre di Harry rifletté e mormorò “Al terzo semaforo a destra e poi segui le indicazioni per Riannhon’s Cove. Dopo un po’ dovremmo trovare una strada sterrata. Falla tutta.”
Dopo mezz’ora di strada, arrivarono al casale che gli aveva indicato Christopher.
Alexandra spense la macchina e Draco poté finalmente tirare un sospiro di sollievo.
La porta del casale era stata protetta con degli incantesimi, ma i cinque maghi non ebbero difficoltà a farla saltare in aria.
Lily entrò per prima sorridendo “Siamo tornati, tesoro.”
Si divisero per perquisire la casa.
Draco, Harry e Alexandra cercarono nelle stanze da letto, mentre Lily e James nelle altre.
In cucina trovarono Wolfgang Potter, che come se non fosse nulla si stava preparando un tè.
Lily gli puntò la bacchetta addosso. “Dicci dove sono Cameron e Aidan.”
Lui si girò e sorrise sornione “Lily, sei sempre bellissima.”
Lei inarcò le sopracciglia. “Dimmi dove sono.”
“Oh un po’ qui, un po’ li.” Rispose lui ridendo, rivelando l’assenza di diversi denti.
“Siete venuti qui con tutta la fanteria e loro non ci sono.”
James ringhiò dalla rabbia e lo schiantò. Lily guardò suo marito, e vedendolo così agguerrito si strinse a lui sorridendo “Ecco il mio uomo.”
L’unica cosa che Harry e Draco avevano trovato erano dei vestiti di Aidan. Ma di lui nessuna traccia. Poi Draco si sporse dalla finestra e vide la macchina della signora Rosalie partire da sola per un sentiero attraverso i campi. “Quel coglione se ne sta andando con la nostra macchina!” urlò


To be Continued....
 

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Capitolo 7
*** Armonia ***


Salve a tutti.
Sono passati diversi giorni dalla pubblicazione del penultimo capitolo, ma è successo di tutto, tra cui mi si è rotta totalmente la tastiera incorporata del Pc, e quindi ho dovuto portarla dal tecnico, che però era oberato di lavoro...comunque, oggi pomeriggio ho riavuto il mio PC e ora finalmente potrete leggere il capitolo finale. Spero che vi piaccia ed enjoy. 
Capitolo 7. Armonia


Harry raggiunse suo marito alla finestra e puntò la bacchetta in direzione della macchina che si stava allontanando, ma Draco lo fermò. “No. Potresti fare del male ad Aidan.”
Lui annuì.
Tutti quanti si radunarono fuori dalla casa, e andarono in cerca di un’altra macchina, per poterli inseguire.
Purtroppo, in quel momento comparvero tre Auror del Ministero, ad indagare su di loro per aver usato la magia in pubblico.
Uno degli Auror era Leonard, che evidentemente si era svegliato. Un altro invece, alto e grosso ghignò beffardo “Allora vediamo. Una transessuale, un mago in pigiama, una donna di mezza età, un mago che sembra uscito da una passerella ed Harry Potter, il famoso sopravvissuto a Tu-Sai-Chi e ora campione di Quidditch. Cos’è Potter, non ti basta la fama che hai ora? Cristo che compagnia strana, specialmente questo qui.” Disse indicando Alexandra.
Leonard si intromise “Ehi. Non devi mica offendere.”
“Ah stai zitto Abbott. Perché avete usato la magia contro dei babbani?”
Harry sbuffò “E’ stata un’emergenza. Un mago minorenne è stato rapito e dobbiamo trovarlo. Lasciaci andare e ti prometto che dopo spiegheremo tutto.”
L’omone rise “Fammi pensare…no.”
Leonard si avvicinò ad Alexandra e le sorrise. “Ehi…mi manchi.”
Lei sospirò “Forse anche tu.”
“Ma dimmi…è così importante il ritrovamento di questo bambino?”
Lei alzò la voce di un paio di ottave “E’ vitale!”
Lui annuì “Capisco…allora…”
Si girò verso i suoi due colleghi e li schiantò.
“Cosa?” esclamarono Harry e Draco all'unisono. Lui rispose “Avanti andate a cercare il vostro bambino! Io li tratterrò!”
I due sposi sorrisero e annuirono. Tutti si smaterializzarono a parte Alexandra, che prima di farlo baciò il suo amante con passione e poi anche lei svanì.
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Il gruppo si ritrovò in un piccolo agglomerato di case, con la precisa intenzione di rubare una macchina. Lily fece fermarne una, e il guidatore, di mezza età sorrise “Non pensavo ci fossero le prostitute anche qui.”
La donna si sentì ferita, ma poi sorrise “Certo amore, vieni più vicino…” e poi lo atterrì con un pugno in faccia.
Nonostante i metodi non proprio corretti per l’ottenimento della macchina, tutti quanti ci salirono, e prima di partire Harry lanciò a tutti un Oblivion.
Lily fece un incantesimo per seguire le tracce della macchina della signora Rosalie e delle impronte di pneumatici apparvero, e sempre con Alexandra alla guida si diressero all'inseguimento.
Poi la donna guardò la guidatrice e sorrise “Beh, direi che dopo oggi hai la prova che Leonard ti ama davvero, per aver fatto quello che ha fatto. Non vuoi dargli una possibilità?”
Alexandra sospirò. “Il problema non è lui. È che ho paura che se mi lego a qualcuno, poi addio libertà, addio feste, addio comunità gay…addio a tutto.”
Lily le mise una mano sulla spalla “Tesoro…questo è quello che credi tu. Chi ti dice che tu non possa condividere queste cose con lui?”
La drag queen rimase in silenzio per qualche secondo, poi il suo sguardo si addolcì e sembrò essere stata colta da un pensiero “Non credi mica che lo porteranno ad Azkaban per quello che ha fatto, vero?”
James sorrise “Non si finisce ad Azkaban per aver schiantato due persone.  Altrimenti noi marciremmo lì.”
Draco scosse la testa “Io l’ho sempre detto che voi Potter siete matti.”
“Però ne hai sposato uno, no?”
Il biondo sorrise “Allora devo essere anche io pazzo.” E si baciarono.
Lily sbuffò “Ma avete il cordone ombelicale voi due?” poi le sembrò di vedere un punto nero in lontananza. Inforcò gli occhiali e urlò “Ci siamo! E’ la macchina della signora Rosalie! Schiaccia quel pedale, Alexandra!”
 
******
 
Cameron guidava e guardò nello specchietto retrovisore. Sbuffò contrariato “Cazzo, mi hanno già trovato.”
Aidan che era seduto dietro sorrise “Ora forse finalmente la smetterai con questi patetici tentativi di scappare.”
Cameron neanche guardò il nipote, ma rispose serio. “Nessuno potrà mai volerti bene. Sei troppo strano.”
Il bambino non rispose, ma quelle parole scavarono dentro di lui una ferita.
“Tu non sei un bambino normale. Parli di cose che non dovresti conoscere. Spaventi le persone. Nessuno potrà mai volerti come figlio.” Continuò lui.
Eppure, Harry e Draco si erano lanciati all'inseguimento per lui. Possibile che gli volessero bene?
Cameron recitò una serie di incantesimi, e la macchina decollò, iniziò ad alzarsi sempre di più e a volare tranquillamente.
Alexandra sospirò “Oh oh. Potremmo avere un piccolo problema.”
“Preparati tesoro, si vola.” e con la magia, anche l’altra macchina si alzò in volo. “Continua a guidare.”
Nel frattempo, James si sporse dal finestrino cercando di pronunciare un incantesimo per spezzare quello di Cameron, ma Harry lo fermò. “No papà. C’è anche Aidan lì dentro.”
Lily annuì preoccupata “Però non possiamo continuare così per molto. Di questo passo ci vedranno i babbani.”
“Ci sarebbe un modo. Dovrei materializzarmi all'interno dell’abitacolo della macchina e prendere Aidan.” Suggerì Draco.
Harry scosse la testa “Non ci pensare. È pericoloso.”
Alexandra chiese “Perché è pericoloso?”
“Perché la macchina è in movimento, e lo spazio è poco. C’è il rischio di sbagliare e materializzarsi a mezz’aria.” Sospirò Harry.
La determinazione di Draco tornò a farsi viva in lui “Non c’è altro modo. Se ci vedranno i babbani, allora sì che finiremo ad Azkaban. Vado io. E non appena sarò tornato, voi spezzerete l’incantesimo che permette di volare alla macchina.”
“Non esiste. Sono io l’eroe, ricordi?” sorrise Harry.
Draco ironizzò “Appunto, fai divertire anche gli altri ogni tanto.” Lo baciò e poi scomparve con il rumore di uno schiocco.
Alexandra alzò le mani dal volante per urlare “Vola mia Libellula, Vola!”
 
Qualche secondo dopo Draco comparve nel sedile posteriore della macchina della signora Rosalie. Sembrava scosso e affaticato, ma c’era riuscito. Guardò Cameron e sorrise trionfante. “Hai perso Cameron. Aidan, dammi la mano.”
Il cugino di Harry, in uno scatto di rabbia impugnò la bacchetta e un raggio rosso partì dalla punta, causando la comparsa di diversi graffi sul volto di Draco. Nonostante il dolore, il biondo afferrò la mano di Aidan e cercò di concentrarsi per materializzarsi al sicuro.
Purtroppo, a causa della stanchezza dovuta al primo viaggio, stavolta Draco ebbe meno fortuna e ricomparve a 40 metri da terra, insieme ad Aidan.
Draco era allo stremo delle forze. Prima di perdere i sensi strinse a se Aidan, per proteggerlo e poi iniziarono la caduta.
Harry vide tutta la scena e corse a smaterializzarsi sulla strada, appena in tempo per riuscire a rallentare la caduta di Draco e Aidan. Nello stesso momento James si sporse dal finestrino e lanciò un ‘Finite Incantatem” e la macchina si preparò ad una rovinosa caduta per terra.
Lily sorrise soddisfatta “Spero che Cameron si sia fatto male.” Poi girandosi verso Alexandra “Tesoro, inizia a scendere di quota.”
Lei obbedì e dolcemente arrivarono a terra.
Harry era riuscito a arrestare la caduta di Draco e Aidan, facendoli planare dolcemente a terra. Aidan era ancora molto scosso, mentre il suo tutore legale si occupava di guarire i tagli di Draco.
James e Lily erano andati da Cameron per assicurarsi che non scappasse
Aidan chiese preoccupato “Come sta Draco?” Harry lo abbraccio e sorrise “Sta bene…dovrebbe risvegliarsi a momenti.”
Aidan si sentì avvolto in quell’abbraccio. Sentiva conforto, protezione, affetto, e finalmente le lacrime che non aveva mai pianto neanche per la morte della madre iniziarono a sgorgare dai suoi occhi.  Harry se ne accorse e lo strinse ancora di più. Poi lo guardò negli occhi e gli disse “Ti voglio bene.”
Lui pianse ancora di più, ma nei singhiozzi mormorò “Cameron mi ha detto che nessuno mi vorrà mai bene.”
“E tu gli credi? Noi siamo venuti a cercarti perché ti vogliamo bene, così come i miei genitori, Alexandra…”
La Drag aveva aperto i dotti lacrimali, di fronte a quella scena. Chiese a Lily “Pensi che mi faranno mai adottare un bambino?”
“Forse nel tuo caso una maledizione imperius può aiutare.” Ironizzò lei. Poi sorrise “Magari potresti crescerlo con Leonard.”
Lei sorrise.
Harry e Aidan erano ancora avvolti in un grande abbraccio, quando Draco riprese i sensi. Guardò i due e si sentì sollevato. Era andato tutto bene. Gli occhi di Harry ripresero colore, quando vide che suo marito era cosciente, e così avvolse anche lui nel grande abbraccio, ma Draco si lamentò “Ahi.”
Harry ironizzò “Si vede che sei un eroe principiante. Hai idea di quante costole incrinate ho?”
“Puoi anche rimanere l’eroe numero uno. A me interessa solo della mia famiglia.”
Aidan sorrise. “Come stai papà?”
I due genitori si guardarono e sorrisero. Era la prima volta che Aidan usava quella parola. E incredibilmente, era proprio quello che mancava per sentirsi effettivamente una famiglia.
Harry aiutò Draco ad alzarsi, e poi Aidan corse dai nonni, per salutarli, proprio mentre James mandava un gufo agli auror per affidare loro Cameron Potter.
Harry guardò Draco e sorrise “Sei pronto a fare il padre?”
“Con te sì.” Rispose lui. “In fondo è un’altra avventura da fare insieme.”

Epilogo:
 
Alexandra si era vestita molto bene, per andare a trovare Leonard nel settore confinamento del Ministero della Magia.
Il secondino la guardò. Minigonna, tacchi a spillo e camicetta bianca, con una cintura in vita. “Lo sa che quando entrerà le faranno proposte oscene i detenuti?”
“Ci sono abituata tesoro.” Rispose laconica lei.
La guarda alzò le spalle con la bacchetta fece aprire la porta scorrevole, su cui sopra vi erano incisi diversi incantesimi.
Lei oltrepassò le celle con passo sicuro, ricevendo fischi, battutacce, proposte. Un grosso omone rise “Non scaldatevi troppo. Ha la sorpresa.”
Lei si girò, e abbassandosi gli occhiali da sole disse solo “Tesoro. Sono molto più donna di chiunque tu ti sia mai fatto e molto più uomo di quanto tu sarai mai.”
E proseguì, fino ad arrivare alla cella di Leonard.
Lui la vide, e si rizzò a sedere sul letto. Sorrise. “Non mi aspettavo di vederti.”
“Beh, chi ti aspettavi? Minerva Mc Granitt?”
Lui rise “Ti amo anche per questo.”
Lei non rispose. Lui sospirò “Cos’è che ti spaventa?”
“Forse il fatto che tu potresti essere il primo brav’uomo che mi piace...e con cui voglio provare a costruire qualcosa.”
I suoi occhi tradirono la sua emozione e la sua felicità. Poi sorrise “Sarà difficile se resterò qui dentro.”
“E chi l’ha detto? E’ utile avere amicizie altolocate come il Ministro”
“Tu conosci Hermione Granger?”
 
FINE.
 
Ebbene sì. Purtroppo, anche questa fanfiction come l’altra è piuttosto breve. Ma è così che mi ha ispirato e quindi… Ho deciso di ascoltare la mia musa.
Io spero che vi sia piaciuta e che abbiate amato i personaggi come li ho amati io.
Chissà se magari, non potrebbero tornare per una terza parte?”
😊

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