Roma - 320 d.C.

di Quistaz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Tutta sua madre ***
Capitolo 2: *** 1 - Fantasmi del passato ***



Capitolo 1
*** Prologo - Tutta sua madre ***


Le prime luci dell’ alba inondano le vie di Roma. La caput mundi, fulcro dell’ Impero Romano, risplende in tutta la sua marmorea solennità. I ciottoli delle strade, bagnati dalla rugiada mattutina, sembrano le tante minuscole tessere di un mosaico.                                     
- Anna sveglia!                                                                                                                                         
Una voce rimbomba per la casa. Una giovane, chiaramente assonnata, risponde con un  urlo. La quiete che aleggiava nel quartiere è definitivamente perduta, almeno per oggi.         
- Perché papà? Perché? Non ce la faccio più! Non potresti lasciarmi dormire, almeno per una volta?                                                                                     
Un uomo sulla cinquantina entra nella stanza ancora avvolta nell’ oscurità. La sua espressione divertita scioglie il cuore della ragazza, che esplode in una tanto naturale quanto goffa risata.                                                                                                                                 
- Forza figlia mia! Oggi sarà una fantastica giornata, sei pronta?                                                    
- Ovviamente papà! – assicura lei mettendosi in piedi. Un sorriso spento le si apre sul viso. Il suo sguardo cade rumorosamente nel vuoto. Ennio, così si chiama il padre, le si avvicina.       
- Anna...                                                                                                                                                     
- Papà, mi manca ogni giorno di più...                                                                                                   
- Lo so tesoro. Lo so. Ma 
carpe diem, ricorda...                                                                                 
Anna gli regala una smorfia affettuosa. Conosce la fissazione del genitore per il latino classico, per la versione più pura della lingua latina, e sa quanto lotti per preservarlo dalle contaminazioni provinciali e barbariche. Ennio è piuttosto famoso a Roma per essere tra i poeti preferiti dell’ Imperatore Costantino, tanto che più volte gli era stato offerto di lasciare la sua 
villa sul Palatino per una abitazione più confortevole nei pressi della reggia. Ennio aveva però sempre rifiutato. Quella casa era la sua vita e non se ne sarebbe mai separato.                                                                                                                                   

INIZIO FLASHBACK  

Claudia, vita mea, potresti venire qui un secondo?                                                                         
- Eccomi Ennio, arrivo...finisco di salutare i clienti e sono da te...                                                   
Ennio lanciò un' occhiata innamorata alla moglie. La donna perfetta. Colta, sveglia, piena di iniziativa. E dotata di una bellezza mozzafiato. Occhi verde smeraldo adornati da una criniera di setosi capelli rossicci che rendevano  magnetico il suo sguardo. Le sue braccia lunghe e affusolate le conferivano poi una grazia ed un’ eleganza divina. Spesso Ennio la sognava sotto le spoglie di Diana, ed a ragion veduta. Era convinto che solamente l’ ampia diffusione del Cristianesimo li avesse salvati dalle visite quotidiane di frotte di devoti in pellegrinaggio...
 

Ad un tratto si udì un grido raggelante. Poi un tonfo sordo. E ancora, il pianto di un bambino. Ennio rabbrividì. 

<<- Ti prego non dirmelo, ti prego di avere pietà.                                                                                                              
- Non vedi che sanguino?                                                                                                                                                        
- No non andare via. Ti prego non farmelo, lo sai che senza di te la notte mi provoca malessere e paure...>>
 

Si precipitò all’ ingresso della villa. Lì giaceva, in un fiume di sangue, la sua amata Claudia. 

Lo shock fu devastante. Gli mancò la terra sotto i piedi, la bella giornata primaverile si trasformò in una tremenda notte d’ inverno. I brividi percorrevano il suo corpo saettando lungo la spina dorsale. Il celebre poeta era diventato un semplice uomo sconvolto, distrutto, annientato dalla crudezza e malvagità del Fato. 

Silenzio. Vuoto silenzio. E rumore, grida, strepitii. Accanto al corpo di Claudia Ennio scorse la figlioletta Anna, di soli due anni. Le lacrime rigavano il suo visino candido. Il pianto della bambina scosse finalmente l’ uomo, che la accolse tra le sue braccia. 

FINE FLASHBACK 

Improvvisamente un raggio di sole colpisce Anna. I fiammanti capelli rossi, traboccanti di vita, ricadono a cascata sulle sue spalle. Le delicatissime lentiggini esaltano i lucenti occhi azzurri. Le labbra sottili e morbide, ancora inviolate, sembrano scolpite da uno dei tanti artisti che nelle giornate più assolate bazzicano i Fori Imperiali.  

E' la copia esatta di sua madre. 

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Capitolo 2
*** 1 - Fantasmi del passato ***


Tre pugnalate. Tanto era bastato per uccidere Claudia.  

Era accaduto tutto molto velocemente. La donna stava salutando i clientes del marito come suo solito. La sua avvenente bellezza la rendeva una presenza sempre gradita ai visitatori e pareva quasi che molti di loro si recassero lì per rubare un suo sguardo, per scambiare anche solo due parole con lei. 

-A domani Lucio...Marco! Eccoti finalmente! Ennio mi ha incaricata di darti questo... 

All’ improvviso un uomo uscì dalla folla e si slanciò verso di lei. Claudia notò con terrore che lo sconosciuto teneva in mano un gladium simile a quello dei gladiatori del Colosseo. Fu un gesto fulmineo, inaspettato, crudo. Un primo colpo la ferì al collo. La furia cieca dell’ assalitore si concentrò poi sul ventre. Un ventre caldo e accogliente, che due anni prima aveva protetto quella che era diventata una bellissima bambina, Anna. Un ventre in cui stava nascendo una nuova vita. Claudia era incinta. Ma ormai era morta, schiacciata dalla follia di un pazzo. 

Ennio era a conoscenza della gravidanza della moglie e, come dargli torto, non stava più nella pelle. Era il loro piccolo, dolcissimo segreto. Perciò quando la scorse stesa per terra, inerme, vide il mondo crollargli addosso. Sì sentì vuoto, inutile. Aveva perso tutto. O quasi. Anna era ancora lì con lui. Anna ci sarebbe stata sempre. Capì di dover onorare Claudia prendendosi cura della loro bambina e di non farle mancare nulla. Affetto, attenzioni. Improvvisamente la felicità della figlioletta divenne l’ unico scopo della sua esistenza. 

 

<<...buttarsi sola in strada a camminare, senza pretese, senza alcuna direzione...pensando solo a cosa potrei dire quando oltre a te mi mancheranno pure le parole...bellissimo parlarti anche se so che i nostri occhi non si guardano...>> 

 

-Anna! Vieni fuori! 

La ragazza sussulta, persa nei suoi pensieri. Il padre le ha trasmesso la passione per la poesia e lei stessa, nei momenti più profondi, si lascia andare e scrive versi brevima di grande intensità. 

-Anna! 

Ancora quel grido. Sulle sue labbra affiora un leggero sorriso. Conosceva bene quella voce, che sembrava provenire dall’ esterno. 

-Flavio, un secondo! Arrivo subito!- risponde. Afferra la prima vestaglia che vede e si precipita sul piccolo terrazzo della villa. 

La luce accecante le impedisce di individuare immediatamente l’ amico. Il suo sguardo inizia a vagare per l’ immenso panorama. Che bella città, Roma. Pur detestando la confusione che regna sovrana nelle sue vie, Anna la adora. Maledetto popolo, maledetti mercanti e, soprattutto, maledetti barbari. Il brulicare di questi inetti, di questi vermi, rende Roma invivibile, almeno per una persona sensibile come lei... 

Un paio di colpi di tosse la riportano alla realtà. Anna gira la testa verso questo nuovo, seccato, richiamo. 

-Oh...ehm...- il suo viso diventa paonazzo -...immagino ti sia accorto che non ti avevo visto...  

-Come no? - dice ironico il giovane. E’ un ragazzo alto, castano, dagli occhi profondi. Due braccia possenti come tronchi d’ albero escono dal suo torace. 

-Flavio su, non fare il bambino...- ridacchia lei timidamente. 

-Solo perché me lo chiedi tu, Anna...allora, qualche novità? 

-Niente di nuovo, a parte che papà ha iniziato a scrivere i suoi nuovi carmina...quelli che l’ Imperatore gli ha commissionato per la nascita del figlio... 

Anna tira fuori la lingua, in segno di disgusto. Le sue iridi ridono spensierate. Le lentiggini cantano. Flavio è il solo che riesce a divertirla, a farla sentire sé stessa, a darle la possibilità di vivere. In qualche modo questo vivace ragazzo romano ha trovato la chiave per rompere il guscio di paranoie e negatività che il dolore per la perdita della madre ha costruito intorno a lei. Nemmeno Ennio ci è mai riuscito. 

-Porta rispetto per il grande Imperatore Costantino!le dà corda lui scimmiottando gli anziani, da sempre sostenitori del princeps. 

Si guardano. Gli occhi di lui brillano come piccole spille. Ad un tratto le sue labbra si aprono, ma il suono arriva con un paio di secondi di ritardo. Le sue sopracciglia si piegano fino a dare vita ad un’ espressione piuttosto impacciata. 

-Senti, ti dovrei chiedere una cosa… 

-Dimmi, lo sai che tra noi non ci sono segreti- gli ricorda lei affettuosa. 

-So quanto sia difficile per te, non vorrei mai forzarti…ma ti andrebbe di fare un giro ai Fori Imperiali, io e te? 

Le parole erano guizzate fuori dalla sua gola scattanti e leggere. Ad Anna però erano sembrate pesanti come i massi del Colosseo, tanto da gelarle il sangue nelle vene.  

-Ai Fori…- balbetta lei, quasi in preda ad un attacco di panico. 

La ragazza rivive in un solo secondo la sua giovinezza costellata da paure e fughe dal mondo esterno. Un flash attraversa la sua mente. E’ tornata ad essere quella bambina spaventata che fuggiva da tutto e da tutti. Improvvisamente si sente trasportata da un turbinio di emozioni in una dimensione irreale, frutto della sua immaginazione. Silenzio, muto silenzio. Di colpo però tutto cambia. Dei passi risuonano nella piazza deserta. La bimba dai capelli rossi si volta di scatto. Un mare di ombre scure marcia verso di lei, che inizia a correre. Queste sagome buie sembrano invadere ogni piccolo angolo della città. Scappa piccola, scappa. Corri finchè puoi.  

Un muro le taglia la strada. La fragile e indifesa Anna si sente morire dentro. No! Ombre maledette, andate via! Le vengono le lacrime agli occhi. Ma queste figure oscure e malvagie sembrano non avere intenzione di fermarsi. Si avvicinano sempre di più, sempre di più... 

Delle morbide gocce salate scorrono sul suo viso. Sono fin troppo reali.  

Flavio capisce di aver sbagliato. Che stupido che è stato a proporre all’ amica una cosa del genere! Come avrebbe potuto lei, così schiva, così riservata, così timida, accettare una sua richiesta tanto sfacciata? E, soprattutto, come aveva potuto tralasciare l’ agorafobia dell’ amica?  

Un forte senso di inadeguatezza si diffonde per tutto il suo corpo. Si era comportato da egoista, aveva posto i suoi interessi e le sue aspettative davanti alla felicità di una giovane puella. In cuor suo sente di non meritarla. Inutile girarci attorno: si era perdutamente innamorato di Anna. Le sue dolci maniere, il suo radiante sorriso lo avevano conquistato.  

Senza accorgersene, Flavio inizia a tormentarsi le mani per il disagio. 

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