At world's ends

di JennyPotter99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Singapore ***
Capitolo 2: *** At wit's end ***
Capitolo 3: *** Up is down ***
Capitolo 4: *** To make good, captain Norrington ***
Capitolo 5: *** What shall we die for? ***
Capitolo 6: *** I don't think now is the best time ***
Capitolo 7: *** I will follow you everywhere, little star ***
Capitolo 8: *** Keep eyes over the horizon ***



Capitolo 1
*** Singapore ***


A Port Royal le cose erano cambiate di netto.
A capo non vi era più il governatore Swan, ma Lord Cutler Buckett, il comandante della compagnia delle indie orientali che, da poco, possedeva il cuore di Davy Jones.
James Norrington l’aveva fatta sotto il naso a tutti: aveva preso il cuore, le lettere di marca e si era riguadagnato la sua vita, divenendo Ammiraglio della compagnia.
Per prendere il potere della famiglia Swan, Buckett li aveva minacciati di sbatterli in prigione se non avessero fatto tutto quello che voleva lui.
Perciò, Elizabeth e suo padre erano liberi, ma come rinchiusi nella loro stessa casa.
Intanto, la ciurma della Perla Nera era partita alla ricerca di come trovare Jack.
Intrappolato nello scrigno di Davy Jones, l’unico modo era raggiungere i confini del mondo, come aveva detto Tia Dalma.
In pochi conoscevano la giusta rotta da seguire, ma Barbossa sapeva che un suo vecchio amico possedeva delle carte nautiche che potevano seguire.
Si chiamava Sao Feng e si trovava nella sua città natale, Singapore.
Lui, Barbossa e Jack facevano parte dell’antica fratellanza dei pirati nobili.
E dato che Buckett possedeva il cuore di Jones, avendo sotto mano praticamente tutti gli oceani, la fratellanza era stata chiamata a consiglio alla Baia dei Relitti.
Sao Feng era un uomo molto geloso delle proprie cose e riuscire a prendergli le carte nautiche con l’inganno sarebbe stato piuttosto difficile.
Tuttavia, esse si trovavano in un tempio non lontano dalla città.
Il piano era quello di distrarre Sao Feng, mentre Will avrebbe cercato di rubare le carte.
Attraverso una fitta nebbia serale, Alice arrivò a Singapore con la scialuppa e con un abito orientale per camuffarsi con la gente del posto.
Lentamente raggiunse il porto, dove, ad attenderla, c’era il generale delle guardie di Sao Feng: Tai-Huang e i suoi uomini.
-Posto pericoloso per una donna…Soprattutto se una donna sola.- commentò egli.
-Cosa ti fa pensare che sia sola?- intervenne Barbossa, da dietro le sue spalle. -Il tuo signore ci sta aspettando.-
-Notizie di Will?- gli sussurrò Alice, mentre venivano condotti alla dimora di Sao Feng.
-Confido che il giovane Turner prenda le carte, ma mi preoccupi più tu, tieni a freno la lingua davanti a Sao Feng.- rispose Barbossa.
Prima di entrare, gli fecero lasciare tutte le armi, così Alice si tolse la cintura con pistola e spada.
-Tu togli, prego.- le disse il generale e lei si guardò intorno, non capendo.- Tu credi che perché tu donna, noi non sospettiamo di tradimento?-
Alice non se l’ho aspettava, quindi fu costretta a togliersi la giacca dentro cui teneva altre svariate pistole, una bomba e, infine, un’altra pistola incastrata nel reggipetto.
Barbossa la guardò con un sopracciglio alzato.
-Che c’è?-
Sao Feng si trovava in una stanza circondata dai suoi uomini, a fare un rinvigorente bagno nel vapore.
Il suo viso da orientale portava enormi cicatrici e una barbetta lunga fin oltre il mento.
Barbossa ed Alice si inchinarono davanti a lui.
Nel caso il piano andasse male, in quello stesso momento, Gibbs, Pintel, Ragetti e Cotton si stavano intrufolando nelle fognature sotto di loro, con altre spade da poter usare.
-Capitan Barbossa, benvenuto a Singapore.- gli disse Sao Feng, guardando la ragazza dall’alto in basso. -E tu chi saresti?-
Nonostante Alice fosse venuta a sapere di essere la figlia di Bill Turner, pensò che Barbossa, anche se brutalmente, l’aveva cresciuta come sua e oltretutto aveva deciso di non ucciderla per spezzare la maledizione.
Qualcosa doveva pur significare.
-Alice Barbossa.- rispose lei.
-Mi è stato detto che avete una richiesta da farmi.-
-Esatto, dovrei intraprendere una missione e mi ritrovo a corto di una nave e di una ciurma.- spiegò Barbossa.
-Curioso.- commentò l’altro, grattandosi il capo.- Perché, non lontano da qui, non molto tempo fa, un ladro ha cercato di portare via qualcosa dal tempio del mio zio venerabilissimo.- continuò, quando uno dei suoi uomini gli lanciò le carte.- Le carte nautiche: la rotta ai confini del mondo.- Sao Feng fece cenno a due delle sue guardie che, da un enorme secchio pieno d’acqua, tirarono fuori un ragazzo con i polsi legati ad un pezzo di legno: Will.- E’ questo il ladro, il suo viso vi è familiare?-
Barbossa ed Alice non avevano altra scelta che negare.
-Beh, allora non ci sia bisogno di lasciargliela.- disse l’altro, estraendo un pugnale, pronto ad ucciderlo.
-No, no!- esclamò Alice, coprendosi la bocca subito dopo.
Non poteva lasciare che lo uccidesse.
-Venite nella mia città e tradite la mia ospitalità.- ringhiò Sao Feng.- Tu stai andando in fondo agli abissi, lo scrigno di Davy Jones, perché?-
A quel punto, Barbossa gli lanciò una moneta: uno dei nove pezzi da otto, il tesoro della fratellanza.
-Cantata è stata la canzone: dobbiamo riunire la fratellanza a consiglio ed essendo tu uno dei nove pirati nobili, devi onorare la chiamata.- rispose Hector. -Cutler Buckett si è preso il controllo dei sette mari e noi dobbiamo impedirlo.-
-Buffo, in questi tempi oscuri sembra che l’unico modo che un pirata ha per trarre dei profitti, sembra essere quello di tradire altri pirati.- commentò l’uomo.- Ma cosa può ognuno di noi contro la compagnia delle indie orientali?-
Alice iniziava ad essere stanca di quei discorsi: quel Sao Feng si rivelò essere tutto parole e nient’altro.- Può combattere!- gridò, avvicinandosi a lui.- Tu sei Sao Feng, uno dei pirati nobili. Uomini in divisa, con delle stupide parrucche sul capo ci stanno togliendo l’ossigeno, i nostri mari, il nostro mondo e tu te ne stai qui, a crogiolarti, nel bagno di vapore!-
Sao Feng la guardò sorpreso e fece un leggero sorriso.- C’è molto più di quel che si vede in te, Alice Barbossa.- commentò, girandole intorno.- Tuttavia, tu hai mancato di rispondere alla mia domanda. Cosa cerchi nello scrigno di Davy Jones?-
-Jack Sparrow.- intervenne Will.- E’ uno dei pirati nobili.-
Sentendo quel nome, l’espressione di Feng cambiò di netto, passando ad essere furiosa.- Mi piacerebbe molto vedere Jack Sparrow risorgere dal mondo dei morti, così potrei farcelo finire per mano mia!- urlò, dando un pugno alla parete.
-Jack Sparrow ha uno dei nove pezzi da otto. Ha mancato di passarlo ad un suo successore prima di morire, quindi dobbiamo andare a riprenderlo.- continuò Barbossa.
Nello stesso momento, Sao Feng fissò stranamente un uomo accanto a se.- Quindi tu ammetti di avermi ingannato…- sussurrò, estraendo poi la spada.- Armi!-
Tutti intorno a loro presero le loro spade.
Le cose stavano degenerando.
-Sao Feng, ti giuro che le nostre intenzioni erano le più onorevoli!-
In quel preciso istante, dalle tegole di legno sotto i loro piedi, comparvero quattro spade che Alice e Barbossa presero al volo.
-Deponete le armi o uccido la spia!- minacciò Sao Feng, prendendo in ostaggio quello stesso uomo.
Ma in realtà nessuno lo conosceva.
-Uccidilo, non è uno dei miei.-
-Ma se non sta con te e non sta con noi, allora con chi sta?- si chiese Will.
Improvvisamente, ci fu un’esplosione all’entrata, dove comparvero una quarantina di uomini della compagnia delle indie orientali che iniziarono a sparare all’impazzata.
Nel caos, la prima cosa che Alice fece fu liberare Will dalle corde e dargli una spada.
Mentre le guardie britanniche puntavano i loro fucili, il pavimento sotto di loro esplose e ne uscirono Cotton, Pintel, Ragetti e Gibbs con altrettante pistole.
Scappati da lì, quegli uomini li circondarono, ma non sapevano che Tia Dalma aveva piazzato un carretto pieno di esplosivo che li uccise per la maggior parte.
Quando furono in salvo, Barbossa notò che Will aveva in mano la mappa.- Hai le carte!-
-Molto di più: ho una nave e una ciurma.- gli disse Will, tirandogli il rotolo.
-Dov’è Sao Feng?- gli domandò Alice.
-Ci copre la fuga e ci raggiunge alla baia dei relitti.-
-Come hai fatto?-
-Fidati.-

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Capitolo 2
*** At wit's end ***


Grazie alla nave di Sao Feng che aveva lasciato loro anche il generale Tai- Huang e altri dieci uomini, iniziarono il loro viaggio.
Will si preoccupò di seguire le carte, quando giunsero tra iceberg e un freddo congelante.
Alice si rannicchiò su se stessa con due coperte, mentre dei fiocchi di neve le cadevano suoi capelli.
Accanto a se, Pintel, Ragetti e la scimmietta Jack che tremava.
Non le stava tanto simpatica, però le faceva pena.
Così le mise sopra una delle coperte.
-Di questo freddo non si era parlato.- commentò Ragetti.
-Perché quella stregonessa non ci ridà Jack e basta? Come ha fatto con Barbossa.- borbottò Pintel.
-Perché Barbossa era solamente morto.- intervenne Tia Dalma, facendoli sobbalzare.- Jack Sparrow è intrappolato in un posto non di morte, ma di punizione. Il peggiore in cui un essere vivente può andar ad incappare, che ti fa impazzire e morire di fame. Questo vi attende nello scrigno di Davy Jones.- spiegò la donna, con sopracciglia aggrottate.
-Oh, c’era un motivo allora.-
Intanto, Will si apprestava a leggere le carte, ma non le capiva bene.
Non era una semplice mappa: c’erano coordinate, ma la carta era tagliata in più tondi che se, uniti bene, andavano a formare parole.
Verde baleno.
Confuso, il ragazzo lo fece leggere a Barbossa.- Potete interpretare?-
-Mastro Gibbs, i vostri occhi si sono mai posati su un verde baleno?- gli chiese Barbossa.
-Certo, sono molto rari. C’è chi in una vita non lo vedrà mai e chi dice che era presente. Quando tramonta il sole, in giornate speciali, un verde baleno si posa sull’acqua…-
-E’ il segno che qualcuno è passato dal mondo dei morti a quello dei vivi.- intervenne Pintel.
-Non preoccupatevi, mastro Turner.- commentò Hector.- Non è affondare nel mondo dei morti il problema, ma riemergervi.-
***
Usciti da quel clima congelante, Will iniziò a notare che Alice si comportava in modo strano: aveva sempre lo sguardo basso e mangiava poco dalla morte di Jack.
-Stai bene?- le domandò, affiancandola sulla prua.
-Sì, perché….?-
-Ti vedo strana…Credevo che fossi felice del fatto che lo stessimo andando a salvare.-
Di certo Alice non poteva dirgli che era per colpa sua se Jack era intrappolato là.- Sì, lo sono.-
-Non mi hai mai raccontato come vi siete conosciuti.-
Alice abbassò lo sguardo sorridendo.- Quando Barbossa mi rapì, dopo essersi ammutinato, Jack venne tenuto in prigione per svariati anni, con un pasto al giorno. E mentre io crescevo….Mentre Barbossa mi faceva pulire i pavimenti della nave, un giorno, gli portai da mangiare e ci guardammo negli occhi per la prima volta. Avevo circa 16 anni. Non so cosa lui vide in me o cosa io vidi in lui, ma feci una stupidata e lo liberai.- spiegò, ridacchiando poi. -Non so nemmeno come abbiamo fatto a sfidare Barbossa e a bandirlo dalla nave.-
-Vuoi dirmi che tu e Jack ve la siete ripresa?-
-Ci abbiamo provato e per circa due anni abbiamo viaggiato per mari inesplorati, ogni giorno c’era una nuova avventura.- raccontò lei, posando lo sguardo sul cielo notturno.- Ma ci sono state delle volte in cui nemmeno lui sapeva cosa volesse…E quando un pirata non sa che direzione prende, si appoggia alle-
-Stelle.- intuì Will, capendo allora il significato del suo nomignolo.
-Già.- affermò Alice, annuendo con un leggero sorriso.- Io ero la sua stella e lui era la mia casa.- disse infine, guardando l’orizzonte.
In quello stesso istante, la ragazza notò qualcosa di strano: non molto lontano, c’era una fitta nebbia, unita ad un forte vento.
Il problema era che non riusciva a vedere oltre.
-Per ciò che più vuoi al mondo, c’è un prezzo che prima o poi va pagato.- intervenne Tia Dalma.
Spaventata dalle sue parole, Alice si aggrappò in fretta alla torre di vedetta e vide che, più in là, il mare finiva. -Siamo perduti!- gridò, scendendo da una cima.
-Sì, perdersi è l’unico modo per trovare un posto introvabile, altrimenti tutti saprebbero come raggiungerlo.- commentò Barbossa, più che tranquillo.
Improvvisamente, una forte corrente fece prendere velocità al vascello, come se li stesse spingendo nell’abisso.
La ciurma non ebbe nemmeno il tempo per tentare di virare e tornare indietro, che furono costretti a reggersi a qualcosa.
Ma infine, inevitabilmente, la nave cadde giù.
***
Quando Alice riaprì gli occhi, Gibbs le stava offrendo una mano per rialzarsi e solo in quel momento vide il deserto davanti a se e l’acqua alle proprie spalle.
-Che posto dimenticato da Dio.- commentò Gibbs.
Alice si guardò intorno, ma non vide né Jack né la nave.- Non vedo Jack, non vedo nessuno.-
-Non preoccupatevi, il nostro caro Jack è più vicino di quanto pensiate.- intervenne Tia Dalma.
In quello stesso momento, una nave spuntò fuori dalla montagna di sabbia, viaggiandoci sopra come fosse il mare.
Sopra di essa, vicino alla bandiera, Jack che vi rimaneva aggrappato.
La sabbia consentì alla Perla Nera di strusciare fino alla spiaggia e così all’oceano.
Gibbs fu entusiasta di vedere Jack che scendeva a terra con la scialuppa, invece Alice rabbrividì al solo pensiero di dovergli parlare.
-Mastro Gibbs, ultimamente c’è stata un’aria indisciplinata sul vascello, mi chiedo perché!- esclamò Jack.
Gibbs lo guardò confuso.- Siete nello scrigno di Davy Jones, capitano.- gli rispose.
Sembrava che Jack non avesse idea di quello che gli fosse successo.
-Jack Sparrow.-
-Hector!- esclamò, sorridendogli.- Quanto tempo, vero?-
-Già: Isla de Muerte, hai tentato di uccidermi.-
Jack storse le labbra.- Non ero io.- affermò, accorgendosi poi della zingara.-Tia Dalma! Tu aggiungi sempre un tocco di macabro ad ogni cosa.-
-Crede che sia un allucinazione.- commentò Will.
-William! Sei qui perché ti servi il mio aiuto per salvare una damigella pericolosa…O… Una damigella in pericolo? E’ uguale.-
-No.-
-Bene! Quindi non dovresti essere qui! Ergo, non sei qui!- continuò, gesticolando.
Alice si fece spazio tra loro, avvicinandosi.- Jack, è tutto vero, siamo qui.-
Non appena i loro sguardi si incrociarono, Jack divenne improvvisamente serio e dispiaciuto.
-Siamo venuti a soccorrerti…- mormorò l’altra, quasi con la pelle d’oca.
-Ma guarda tu! Si dà il caso che io abbia una nave e voi noi! Io direi che siete voi quelli da soccorrere.- replicò il capitano.
-Io vedo la MIA nave, che è quella.- proseguì Barbossa, indicando la nave in acqua.
Jack si mise una mano sulla fronte per coprirsi gli occhi dal sole.- Quella quale? Deve essere molto piccola e coperta dalla Perla.-
-Jack, Buckett ha il cuore di Davy Jones e il controllo dell’Olandese Volante.- aggiunse Will.
-Cantata è stata la canzone, il consiglio della fratellanza chiamato!- gli disse Tia Dalma.
Jack sbuffò.- Dannazione, vi ho lasciato soli un secondo ed è andato tutto in malora!-
-Sì, Jack.- sospirò il ragazzo.- Il mondo ha un disperato bisogno di te e tu di una ciurma.-
A quel punto Jack prese a ridere.- Perché dovrei imbarcarmi con voi? Di qui 3 hanno cercato di uccidermi e una ci è riuscita.- rispose, indicando Alice.
La ragazza si sentì subito tutti gli occhi puntati contro, mentre Will si ritrovò confuso.
-Ah, non te l’ha detto.- continuò, con un ghigno.- Avrete molte cose da dirvi, qui. Forza, ammainate le vele! Si parte!- esclamò, accorgendosi poi che c’erano degli uomini orientali che non aveva mai visto.- E tu chi sei?-
-Io Tai-Huang e loro miei uomini.- rispose il generale di Sao Feng.
-E da che parte state?-
-Di offerente migliore.-
-Io ho una nave.-
-Allora tu offerente migliore.-
Tuttavia, trovandosi nello scrigno, il puntatore della bussola di Jack girava a vuoto.
L’unica rotta da seguire era scritto sulle carne nautiche nelle mani di Barbossa.- Jack….Dove andrai, Jack?-

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Capitolo 3
*** Up is down ***


 
Una volta a bordo della nave, come al solito, Jack e Barbossa iniziarono a dare ordini a manetta, tant’è che l’equipaggio fu confuso.
-Che stai facendo?!- borbottò Barbossa.
-No, tu che stai facendo?!-
-Il capitano da gli ordini!-
-Infatti il capitano sta dando gli ordini!-
-Mia la nave, io capitano!-
-Ma mie le carte!-
-Allora tu…Cartomante.-
-Smettetela!- intervenne Alice, gesticolando.- Sono quasi 10 anni che vi sopporto litigare, adesso basta, avete capito?! Tu, al timone!- esclamò, indicando Jack.- E tu, leggi le carte!- continuò, indicando Barbossa.- Sono stata abbastanza chiara?!- disse infine sbuffando, andandosi a sedere sulle scalette della stiva.
Jack e Barbossa rimasero sorpresi.- Dovremmo fare come dice?- si chiese Jack.
-Direi di sì.- rispose Barbossa, salendo alla poppa.
Intanto, Alice si passò le mani tra i capelli, mentre mille emozioni facevano a botte nella sua testa, tra sensi di colpa e dispiaceri.
-Hai lasciato Jack al Kraken.- intervenne Will, affiancandola.
Era giunto il momento di sputare la verità.- Will, non avevo scelta. Jack portava la macchia nera, ci avrebbe seguiti ovunque.-
-Hai scelto di non dirmelo.- replicò l’altro, abbassando lo sguardo.
-No, perché era un peso che solo io dovevo portare.- commentò, prendendogli le mani.
Will gliele strinse, ma la guardò con sopracciglia aggrottate.- Se fai le tue scelte da sola, come posso fidarmi?-
Alice ricambiò lo sguardo, confusa.- Perché siamo una famiglia…-
Will parve in contrasto con se stesso e se ne andò senza dire niente.
Calò la sera e ancora non avevano capito come tornare nel mondo dei vivi.
Una tenera canzoncina attirò Alice sul bordo del ponte: il carillon di Tia Dalma.
La donna la vide alle proprie spalle, come se la stesse spiando.
-Scusami, è che è una bella canzone.- commentò lei.
Tia Dalma le sorrise e si tolse il ciondolo, mettendolo al suo collo.- Servirà più a te che a me.- le disse.- Hai visto com’era…Un tempo…Un uomo.-
Alice capì che si stava definendo a Davy Jones e annuì.- La prima volta che ci siamo incontrate, mi hai letto la mano…Hai indovinato tutto. Sei davvero una Dea.-
Proprio in quel momento, la ragazza notò qualcosa di strano nell’acqua.
Sembravano fantasmi annegati in mare.
-Che cosa sono?- chiese Ragetti.
-Di loro dovrebbe occuparsene Davy Jones. Fu questo il compito affidatogli, dalla Dea, Calypso. E ogni 10 anni può sbarcare a terra un giorno.- spiegò Tia Dalma.
-E lui non lo fa?- intervenne Alice.
La donna scosse la testa.- E per questo l’uomo si è tramutato in mostro.-
-Quindi non ha sempre avuto i…Tentacoletti?- domandò Pintel.
-No.- rispose Alice.- Era un uomo.-
Successivamente, si videro arrivare delle barche: le persone a bordo apparivano come ancora vive.
-Non sono pericolose, vero?- aggiunse Will.
-Non siamo che ombre per loro.-
In quell’istante, Alice riconobbe il governatore Swan a bordo di una scialuppa e lui riconobbe loro.
-Will…Will Turner, vero?-
Il ragazzo lo guardò confuso.- Signor Swan, lei è….?-
-Morto? Sì, credo di sì. Non preoccuparti, Elizabeth sta bene. Che morta sciocca è stata questa…Tutto per colpa di un forziere. Ho appreso che se pugnali il cuore al suo interno…Un altro deve prenderne il posto.- spiegò l’uomo.
-Signor Swan…- sussurrò Will, dispiaciuto.- Mi dispiace tanto.-
Infine, egli gli sorrise e continuò il suo viaggio.
-Ormai è in pace.- affermò Tia Dalma.
Alice iniziò a chiedersi come Elizabeth stesse soffrendo e come avrebbe potuto soffrire lei, ora che sapeva che in qualche modo Barbossa l’aveva risparmiata in passato.
Di fatti, subito dopo, lo raggiunse al timone.
-Quando mi hai rapita, sapevi che ero la figlia di Bill Turner, eppure non mi hai sacrificato per spezzare la maledizione. Perchè?- gli domandò, decisa di sapere la risposta.
L’altro evitò il suo sguardo, come se si vergognasse.- La ciurma non era d’accordo.-
-La ciurma mi avrebbe fatto volentieri a pezzetti…Perché?!-
-Perché mi ero affezionato!- esclamò l’altro, sospirando.- E’ questo che vuoi sentirti dire?-
Alice fu come sollevata: allora era vero, lui ci teneva.
Inaspettatamente per il pirata, la ragazza lo abbracciò.
Tuttavia, ciò non riusciva ancora a farla dormire la notte.
Si dondolò sull’amaca, per svariate ore, senza riuscire a prendere sonno.
Fin che non vide un’ombra entrare nel magazzino.
La seguì e vide Jack che si prendeva una bottiglia di rum.
-Non riesci a dormire?- le chiese, stappando la bottiglia.
-No e tu…?-
-Mi sembra di aver passato un’eternità in quel posto, sono stanco di dormire.- rispose lui, passandogliela.
Anche se il rum non le piaceva affatto, Alice la prese e bevve un sorso. -Mi dispiace per quello che ti ho fatto, Jack.-
Jack alzò l’angolo della bocca in un ghigno.- Sensi di colpa?-
Alice, invece, un sopracciglio.- E tu ne hai avuti? Quando mi hai abbandonata sull’Olandese Volante?-
-Hai ritrovato tuo padre o no?- borbottò Jack, riprendendosi la bottiglia.
-Sì, e allora? E’ stato comunque or- commentò, osservandolo poi che la fissava con uno sguardo strano, come fosse ovvio dove volesse andare a parare il discorso. E allora Alice capì.- Tu sapevi che lui era mio padre…Mi hai lasciata lì apposta perché sapevi che Sputafuoco faceva parte della ciurma di Jones.-
Jack le sorrise appena, stringendole la mano.- Sei sempre stata intelligente, stellina.- le disse, posandole le labbra sull’orecchio.- Ma non credevo che fossi così vendicativa.- le sussurrò, prima di andarsene.
Alice si guardò la mano dove lui ci aveva lasciato qualcosa: i 5 scellini che si erano promessi.
***
All’alba del giorno dopo, erano ancora fermi e oltretutto il vento li aveva abbandonati.
-Se prima del tramonto non sfuggiremo all’assenza di vento, resteremo come anime erranti fra due mondi.- esordì Tia Dalma.
Tutti sapevano ormai che il verde baleno si sarebbe dovuto presentare al tramonto, ma non avevano tempo.
Jack stava cercando di interpretare le carte, così Alice si unì a lui: due menti forse lavoravano più in fretta.
Il capitano capì subito le sue intenzioni.- Non mi serve il tuo aiuto.-
-Lo hai detto tu che sono una ragazza intelligente. E poi…Chi ti ha aiutato ad uscire da quel pasticcio di quando hai rubato il cappello al generale delle guardie spagnole, seducendolo, così da impedire che ti impiccassero?-
-Tu.-
-Chi ti ha suggerito di intrappolare quel Salazar nel triangolo del diavolo?-
Jack sbuffò.- Sempre tu.-
-E chi ti è venuto a salvare dopo che eri bloccato su un’isola deserta dopo 28 giorni?-
-Tu, va bene, ho capito!- esclamò l’altro, facendole spazio sul tavolo.
In quel momento, Alice notò che il capitano aveva uno strano sguardo e forse capì anche  il motivo.- Tu stai tramando qualcosa.- gli disse, incrociando le braccia.
-Beh, se ne usciremo sani e salvi da qui, vorrei trarre il mio profitto, ti pare?- rispose lui.- Salgo sull’Olandese Volante, prendo il cuore, gli do una pugnalata e divento l’ultimo pirata immortale che esista. L’immortale capitan Sparrow…Suona bene!-
Alice sperò che non dicesse sul serio.- Ma dovrai anche traghettare le anime all’altro mondo…O finirai come Jones.- continuò, facendogli il segno dei tentacoli.
Jack storse la bocca, disgustato.- Non mi ci vedo con i tentacoli.-
Lei sospirò, dando un’occhiata alle carte.- Calato il tramonto non importerà più.- commentò, girando la pagina fino a che non coincisero alcune parole.- Sopra è sotto? Che vuol dire?-
-Decisamente insopportabile.-
Lei iniziò a pensarci su.- Un momento…Se il sopra è sotto e noi siamo sopra, adesso, vuol dire che siamo sotto, ma dobbiamo tornare sopra.-
Jack le andò dietro.- Quindi, adesso, noi dovremmo stare sotto per stare sopra.-
Insieme, ne vennero a capo.- Dobbiamo girarci!- esclamarono insieme.
Allora i due scesero sul ponte e iniziarono a correre da destra a sinistra.- Dobbiamo far rollare la nave!- urlò a tutti Alice.
Così, l’intera ciurma prese a fare lo stesso, mentre Barbossa ordinò di slegare tutti i cannoni, così che il veliero ondeggiasse talmente tanto da finire sotto sopra.
Alice e Jack si aggrapparono al bordo della nave, guardandosi soddisfatti.
-Ora il sopra.-
-E’ il sotto.-
La nave si ribaltò e finirono tutti sott’acqua.
Proprio in quel preciso istante, un lampo verde baleno si fermò sul pelo dell’acqua e in men che non si dica, la Perla Nera fu di nuovo nella corretta posizione.
Dopo essersi asciugata gli occhi, Alice si alzò e guardò il sole che aveva appena albeggiato.- Ce l’abbiamo fatta!- esclamò, sorridendo insieme a Jack.
Per un attimo si erano dimenticati di tutto, ma solo per un attimo.

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Capitolo 4
*** To make good, captain Norrington ***


Improvvisamente, intorno a lei, Barbossa, Will, Jack e Gibbs si puntarono le pistole contro.
-E allora!- esordì Barbossa.- La fratellanza si riunisce alla baia dei relitti e io e te andiamo Jack, non ammetto discussioni.-
-Se la fratellanza si riunisce, io metto la prua dall’altra parte, amico.- ribatté Jack.
-I pirati nobili si uniscono per combattere Buckett e tu sei un pirata nobile. Combattimento o no Jack, tu non scappi.- intervenne Will.
-Ehm, ragazzi…- balbettò Alice, cercando di dirgli qualcosa.
-Buckett ci verrà a cercare uno ad uno e ci ucciderà, tranne te ovviamente.- continuò Hector.
-Ragazzi…-
-Di sicuro non tornerò nello scrigno di Davy Jones, puoi contarci.- disse infine Jack, premendo il grilletto verso di lui.
Quando fu il momento però, il proiettile non uscì.
-E’ quello che cercavo di dirvi, polveri bagnate.- aggiunse Alice.
Avendosi appena fatto un bel bagnetto, le pistole erano piene d’acqua.
Successivamente, Will aprì le carte e indicò un punto sulla mappa.- C’è una sorgente d’acqua su quest’isola: possiamo fare delle scorte e tornare a spararci più tardi.-
-Tu guidi la spedizione, io resto sulla nave.- esordì Jack.
-Non ce la lascio la mia nave in mani tue.- replicò Barbossa.
-Perché non scendete entrambi e lasciate la nave a me, nel frattempo?- intervenne Will.
Così, Alice, Barbossa, Jack, Pintel, Ragetti e gli uomini di Sao Feng scesero a terra.
Una volta sulla spiaggia, si accorsero che arenato lì c’era il cadavere di un enorme bestia: il Kraken.
Uno dei tanti risultati del comando di Buckett su Jones.
Aveva perfino gli occhi ancora aperti.
-Vuoi ancora scappare, Jack?- gli chiese Barbossa.- C’è un problema nel rimanere l’ultimo. Pian piano non rimarrai nemmeno tu.-
-E riuniamo il consiglio allora?- domandò l’altro.
-E’ la nostra unica speranza.-
-Sono miserie che si commentano da sole…- commentò, dando un colpetto alla bestia.
-Il mondo era una volta un posto più grande.-
-Il mondo è sempre uguale…E’ il resto, che è più piccolo.-
Si avviarono quindi alla sorgente, ma dentro una pozza d’acqua, galleggiava un cadavere.
Barbossa assaggiò l’acqua.- Velenosa, guastata dal cadavere.-
Alice si avvicinò ad analizzare quel corpo: il pugnale che aveva nel petto, lo aveva già visto.
-Capitano, abbiamo compagnia!- gridò Ragetti, dalla scialuppa, indicando un veliero accanto alla Perla Nera: la nave di Sao Feng.
Di fatti, gli uomini del suo generale improvvisamente gli puntarono le pistole contro.
Jack indicò Barbossa.- E’ lui il capitano.-
Tornati a bordo della Perla, scoprirono che Sao Feng e la sua ciurma aveva imprigionato tutti, compresa Alice alla quale vennero messe subito delle manette.
-Sao Feng, la tua presenza qua è sicuramente una fortuita coincidenza.- commentò Barbossa, mentre Jack si nascose dietro di lui.
Ma Sao Feng lo vide lo stesso.- Jack Sparrow….Una volta tu mi hai gravemente insultato.-
-Davvero? Non è da me.- rispose l’altro, prima di ricevere un pugno sul naso.
-Liberatela! Non fa parte del patto.- intervenne Will, indicando la sorella.
-Di quale patto si parla?- chiese Barbossa, confuso.
-Mi serve la Perla per liberare mio padre, è l’unico motivo per cui ho intrapreso questo viaggio.- spiegò Will.
Alice lo guardò delusa.- Perché non mi hai detto del tuo piano?-
Will ricambiò.- Era il mio peso da portare.-
-Beh, a te serve la Perla, tu hai la tua fratellanza- consiglio! Nessuno è venuto a riprendermi perché sentiva la mia mancanza?- domandò Jack ai presenti.
Gibbs, Pintel, Ragetti, Cotton e perfino la scimmietta alzarono la mano.
-Bene, allora io vado con loro!-
Ma Sao Feng lo bloccò, prendendolo per le treccine.- Jack, prima c’è un vecchio amico che ha tanto voglia di vedere te e la tua dama.-
-Non so se sopravviverei ad un’altra visita di un vecchio amico.- borbottò lui, mentre l’uomo gli voltò il viso verso un’altra nave, quella di Buckett.
-Sta a te scoprirlo.-
***
Jack ed Alice vennero portati a bordo dell’Endeavour, la nave principale di Cutler Buckett, colui che stava a capo della compagnia delle indie orientali e ora anche dell’Olandese Volante.
L’uomo che aveva marchiato Jack con la P sul polso.
La sua cabina era piena di oggetti, mappe e dipinti pieno di egocentrismo.
-I tuoi amici sembrano così disperati da tradirsi a vicenda, Jack.- commentò l’uomo, guardando fuori dalla finestra.
Approfittando che fosse voltato, Jack iniziò a cercare il cuore in tutte le scatole che trovò.
-Non è qui Jack.- gli disse Buckett.
-Cosa?-
-Il cuore di Davy Jones. Hai ancora paura di lui per via del vostro patto?-
-Nah, quel patto è stato saldato, mi pare.- replicò il capitano, dando un’occhiata in giro.
-Con la tua morte? Eppure, eccoti qui.- continuò l’altro, posando lo sguardo su Alice.- E tu devi essere Alice. Devo ammetterlo Jack, in quanto a donne, ci sai fare.-
Infastidita, la ragazza alzò un sopracciglio, stuzzicandolo.- Io non ne vedo nessuna al vostro fianco, non sarete un eunuco?-
Di scatto, Cutler prese il marchio con la P incandescente dal fuoco, posandoglielo dritto davanti agli occhi, come a spaventarla. -Sarebbe un vero peccato se dovessi rovinare questo stupendo visino.- le mormorò, per poi sorriderle, come se stesse solo scherzando.- E se Jones venisse a scoprire che sei vivo?-
-Cosa mi proponi?- gli chiese Jack.
Buckett riguardò la ragazza, come se non potesse dire niente in sua presenza.- Beh, una donna non dovrebbe stare qui ad annoiarsi con gli affari di due uomini, non credi?-
Alice aggrottò le sopracciglia.- E allora che ci faccio qui?-
-C’è un altro capitano che desiderava averti sulla sua nave, ha tanto insistito.-
In quel preciso istante, alcuni uomini di Sao Feng la vennero a prendere e la condussero sulla sua nave.
Le diedero un diadema prezioso da indossare e svariati gioielli su tutto il corpo, per poi condurla nella cabina del capitano.
Ancora non sapeva il perché.
-Benvenuta, Alice.- le disse Sao Feng, alle sue spalle. -Deve esser stato terribile per te, confinata in questo corpo, Calypso.-
In quel momento capì, il pirata credeva che lei fosse la Dea del mare.
Per il bene della sua vita, forse era meglio lasciarglielo credere.
-Il primo ordine della fratellanza, alla quale io mi sarei opposto, ti tramutò in una semplice donna. Jack Sparrow non dona il suo cuore alla prima damigella che capita, ho capito subito che tu eri speciale.- commentò egli.
-E adesso che sono qui, cosa vuoi da me?- gli domandò: gli uomini vogliono sempre qualcosa.
-I tuoi doni, se tu mi farai l’onore di donarmeli.- rispose, avvicinandosi fin troppo.
-E se decidessi di no?-
-Allora affronterei la tua furia.- ribatté, baciandola di scatto.
Disgustata, Alice cercò di staccarselo di sotto, mordendogli un labbro.
Sao Feng mugugnò dal dolore e si allontanò, quando, in quel preciso istante, ci fu un boato e una palla di cannone colpì la cabina.
Il capitano volò via, colpito al petto da un asse di legno.
Alice poté notare, dal buco della parete, l’Olandese Volante che li stava attaccando.
Cercò di soccorrerlo, ma ormai era troppo tardi, era in punto di morte.
Con le ultime forze, si staccò un ciondolo dal collo e glielo mise tra le mani.- Va al mio posto alla baia dei relitti…E sarai finalmente libera.- mugugnò, prima che i suoi occhi si chiudessero.
Sao Feng le aveva appena ceduto la sua ciurma e la sua nave.
-Che cosa ti ha detto?- intervenne Tai-Huang.
-Mi ha nominata capitano…- gli disse lei, sorpresa.
A comando dell’attacco, c’era sì l’Olandese, ma comandato dal secondino di Buckett, il nuovo ammiraglio Norrington.
Sia James che Alice si guardarono con stupore.
-Chi è che si fa chiamare capitano, qui?- domandò Jones.
Tai-Huang non esitò ad indicare la ragazza. -Lei.-
James aveva una nuova divisa, ma sempre un cappello blu e la parrucca bianca.
-Nuova divisa?- gli disse Alice, alzando un sopracciglio.
-Come sei finita qui?-
-Vuoi dire come sono quasi morta? Grazie a te, mi pare.-
Norrington abbassò lo sguardo.- Alice, io non avevo scelta. Non avevo più una vita.-
-Si ha sempre una scelta e tu hai scelto di prendermi in giro. Hai rubato il cuore e lo hai usato per i tuoi scopi, condannando me e la mia famiglia. Hai una divisa da soldato, ma grazie a questo tuo gesto, ti sei rivelato più pirata di quanto pensassi.- continuò Alice, guardandolo quasi con disgusto, anche se, tuttavia, qualcosa di lui l’aveva sempre attratta.
-Trainate la nave.- ordinò alla ciurma di Jones.- La ciurma in cella, il capitano starà nei miei alloggi.-
Alice scosse la testa, unendosi al proprio nuovo equipaggio.- Grazie signore, ma preferisco rimanere con loro.-
Così, la ragazza e il resto della ciurma venne rinchiusa in una cella dell’Olandese Volante.
Almeno Alice avrebbe potuto rivedere suo padre.
Lo cercò tra i mozzi che pulivano il pavimento, ma lo trovò incastonato nel legno della nave, come Walburg, il marinaio che aveva incrociato la prima volta con Will.
Era come diventato un tutt’uno con la nave.
-Bill?- gli mormorò, avvicinandosi lentamente.
Egli aprì i suoi occhietti azzurri e chinò la testa.- Alice?-
-Sì, sono io.- sorrise lei.
-Alice! C’è anche Will con te?! Ah! Siete venuti a prendermi! Lo sapevo!- esclamò entusiasta.
Ad Alice quasi dispiacque dovergli dire che Will non c’era.- No, mi dispiace, ma Will non c’è…Ma ti giuro che lui sta cercando di trovare qualsiasi modo per liberarti.-
Bill assunse improvvisamente uno sguardo serio.- E la ragazza?-
-La ragazza? Intendi Elizabeth?-
-No, Will non verrà…- borbottò l’altro, abbassando lo sguardo.
-Certo che verrà.-
-No…Se Will salverà me, perderà Elizabeth.-
-Cosa? Perché?- gli chiese, confusa.
-Se qualcuno pugnala il cuore di Davy Jones, un altro deve prenderne il posto e la ciurma dell’Olandese viaggerà verso mari che lei non può solcare, non una persona viva.- spiegò Sputafuoco, richiudendo lentamente gli occhi, come se si stesse addormentando.- Non può…-
Se quello che Bill diceva era vero, allora sarebbe significato la stessa cosa anche per Jack, semmai avesse pugnalato il cuore.
Lo avrebbe perso per sempre.
Ma doveva esserci un altro modo, così Alice gli diede una scossa per risvegliarlo.- Bill…-
Lui riaprì di scatto gli occhi.- Alice? Figlia mia, c’è anche Will?! Siete venuti a prendermi?!-
Come aveva detto Sputafuoco la prima volta che si erano incontrati, quando fai parte della ciurma da tempo, alla fine diventi parti della nave e ti dimentichi perfino chi sei.
-Lo aveva promesso…- mormorò Bill, prima di riaddormentarsi.
In qualche modo dovevano salvarlo dal debito che aveva con Jones in fretta, prima che si scordasse di tutto, perfino dei suoi figli.

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Capitolo 5
*** What shall we die for? ***


Quando si fu fatta notte fonda, qualcuno venne ad aprire la loro cella.
Norrington estrasse le chiave e gli disse di uscire.
-Che cosa fai?- gli chiese Alice, sorpresa.
-Scelgo da che parte stare.- rispose lui, prendendole la mano.- Svelti!-
Alice gli fece un piccolo sorriso e si unì al resto della ciurma, di soppiatto, per raggiungere la poppa dove delle corde collegavano la nave di Sao Feng con l’Olandese.
Gli uomini si arrampicarono con le corde fino ad arrivare al vascello.
-Non andare alla baia dei relitti, Buckett sa del consiglio della fratellanza.- l’avvisò Norrington.
Anche se James aveva praticamente condannato tutti i pirati, l’aveva comunque liberata e fatta fuggire, rischiando il suo posto.
Forse qualcosa di buono in lui c’era, perfino verso un pirata come lei.
Non sapeva cosa lo spingesse a farlo, ma per ricambiare, Alice gli prese il viso tra le mani e lo baciò dolcemente. -Vieni con noi.- gli sussurrò, poggiando la fronte sulla sua.- James vieni con me.-
Prima che l’altro potesse rispondere, Jones li raggiunse.- I prigionieri non possono lasciare la cella!-
-Stai indietro.- gli ordinò Norrington, estraendo spada e pistola.
-Tutti in coperta! Prigionieri in fuga!- gridò Davy Jones, svegliando il resto della ciurma.
-Va!- le urlò James.
Alice si aggrappò alla corda, strisciandoci sopra prima che fosse troppo tardi.
Alla fine, per evitare che li riprendessero, James fu costretto a tagliare le corde, facendoli cadere in acqua.
Quando Alice tornò in superficie e si voltò, vide Davy Jones che trapassò l’ammiraglio con la spada.
-James! No!- singhiozzò, ma con la consapevolezza di dover andare avanti.
Almeno per vendicarlo.
***
Nel momento in cui Alice arrivò alla baia dei relitti, gli 8 pirati nobili si erano già riuniti attorno ad una grande tavolata.
-Fin che non vedo Sao Feng, io me ne starò buono tranquillo qui.- disse Jack.
-Sao Feng è morto.- esordì Alice, affiancandosi a capo tavola con il patrigno.- Ucciso dall’Olandese Volante.-
Jack notò il ciondolo che aveva al collo.- Ti ha nominata capitano? Lo danno a tutti questo titolo, al giorno d’oggi!-
-Lord Buckett sa dove ci siamo riunendo e presto saranno qui.- continuò Alice, esponendo le parole di Norrington.
-Chi ha fatto la spia?!-
-Non credo che il traditore sia qui tra noi.- commentò Barbossa.
Alice si guardò intorno, non vedendo il fratello.- Dov’è Will?-
-Non è qui tra noi.- rispose Jack, stringendosi nelle spalle.
-Cari amici, dobbiamo sbrigarci, in quanto pirati nobili, consegnate i vostri pezzi da otto.- disse Hector.
Ragetti iniziò a girare per il tavolo con un vassoio ed Alice notò che i pirati, sulle loro sedie, misero al suo interno i primi oggetti che gli capitavano davanti.
-Ma non sono pezzi da otto…Sono pezzi di tutto.- continuò Alice.
-Già, alla prima adunanza, il consiglio si ritrovò senza un doblone.- spiegò Gibbs.
Pintel alzò le spalle.- E cambiate il nome!-
-Come? Otto oggetti di quel che vi capita, non importa quale? Certo, molto piratesco.-
-Mastro Ragetti, datemi l’occhio.- disse Barbossa al suo mozzo.
-L’ho conservato con cura da quando me lo affidaste.-
-Certo, ma adesso mi serve.- Barbossa gli diede un colpetto sulla nuca e l’occhio cadde sul vassoio. -Signori miei, in questo stesso posto, molto tempo fa, il primo consiglio decise di confinare una Dea pericolosa nel corpo di una donna…Sbaglio imperdonabile. Oh sì, domammo i mari, questo è vero, ma demmo spazio anche a Buckett e i suoi consimili. Perciò, quello che propongo io oggi è: dobbiamo liberare Calypso.-
Inizialmente ci fu un silenzio imbarazzante, poi si creò brusio.
-Sparategli!-
-Tagliategli la lingua!-
-Sparate a lui e alla sua lingua dopo mozzata!- esclamò Jack.
In disaccordo gli uni con gli altri, d’un tratto presero tutti a picchiarsi a vicenda.
-Questa è pazzia.- commentò Alice, sospirando.
-Questa è politica.- ribatté Jack.
-I nostri nemici saranno sicuramente vicini.-
-Sempre che non siano già arrivati.- ribatté Barbossa, alzando gli occhi al cielo.
Allora Alice, per interrompere quell’inutile malmenarsi, salì sul tavolo e sparò un colpo in aria.- Silenzio!- gridò, facendo fermare tutti.- Ci sarebbe un’altra opzione: combattere.-
Successivamente, tutti risero.
-La baia dei relitti è una fortezza. Perché combattere, quando possiamo servircene?-
-Oppure, potremmo liberare Calypso e sperare che ricambi il favore!- replicò Barbossa.
-Ma quale favore? Ma fammi il favore!- esclamò Jack.
-Tu cosa proponi?-
-Seppie.- rispose Jack, passeggiando tra i presenti.- Non dobbiamo cari amici, dimenticarci delle nostre amiche seppie: quei simpatici salsicciotti potrebbero tornarci utili. Potremmo restare in questa fortezza e in poco tempo saremo meno della metà, cosa che va a mio discapito comunque la metti. Oppure, possiamo liberare Calypso e sperare che sia misericordiosa…Il che io dubito.- disse, poggiandosi poi all’altro capo del tavolo.- Ma, se devi dire la mia, sono d’accordo con..Ehm…Non posso credere alle parole che mi stanno per uscire dalla bocca… Con Capitan Barbossa…Junior: dobbiamo combattere.-
-Te la sei sempre svignata dalle battaglie!- commentò Barbossa, mentre Alice guardò Jack con gli occhi sgranati.
-No mai!- ribatté l’altro.
-Si sempre!-
-No, mai!-
-Si, sempre!-
-No, mai, calunnia e maldicenza! Io ho solo messo in atto una delle più nobili attività piratesche. Dobbiamo combattere…Per svignarcela via.-
Sorprendentemente, quasi tutti furono d’accordo.
-Comunque, secondo il codice dei pirati, un atto di guerra può essere emanato solo dal pirata re.- esordì Barbossa, incrociando le braccia.
Jack si ritrovò a non sapere cosa dire.- Te lo sei inventato questo.-
-Ah sì? Io chiamo il capitano Teague! Custode delle chiave del codice!-
In quel momento, un uomo dallo stesso identico aspetto di Jack, solo un po' più vecchio, trascinò sul tavolo un grosso libro dalla copertina rigida e un enorme lucchetto: suo padre.
Aperto il lucchetto, il capitano Teague lesse le righe.- Barbossa ha ragione.-
-Non c’è stato un pirata re fin dal primo consiglio ed è difficile che la cosa cambi!-
-Perché?- chiese Alice.
-Perché tutti votano sempre per se stessi.- le rispose Gibbs.
-Io chiedo una votazione!- affermò Jack.
Come predetto da Gibbs, ognuno usò il proprio voto per se stesso.
Fin che non venne il turno di Jack.- Alice Barbossa.-
Alice scoppiò a ridere.- Cosa?!-
L’unica donna che faceva parte del consiglio, fermò i commenti e gli urli.- Molto bene: cosa dite voi, capitan Barbossa, re del consiglio della fratellanza?-
Alice non ci poteva credere, ma con un ghigno soddisfatto sorrise.- Preparate le navi…All’alba, saremo in guerra.-
Tutti esultarono e si alzarono per andarsi a preparare.
Con un grande sorriso, Alice andò ad abbracciare Teague.- Ciao, quanto tempo!-
-Ah, dolce Alice, sei ancora una vera stella.- commentò lui, accarezzandole il mento.
Subito dopo, la ragazza si voltò stranita verso Jack.- Perché lo fai?-
-Beh, se voglio diventare capitano dell’Olandese, dovevo lasciarti da fare qualcosa, non credi?-
Alice si ricordò allora del discorso fattole da suo padre e divenne seria.- N-no, non farlo.-
Jack aggrottò le sopracciglia.- Perché no?-
Arrossendo, lei gli si avvicinò.- Perché vuol dire che ti perderò. Sarei solo una sciocca umana che non può seguirti ovunque andrai.-
Il capitano le accarezzò la guancia col dorso della mano.- E tu vuoi seguirmi ovunque andrò?-
Alice lo guardò dritto negli occhi.- Sì.-
Di ricambio, Jack alzò l’angolo della bocca.- Intanto vediamo se sopravviveremo domani, eh, stellina?-

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Capitolo 6
*** I don't think now is the best time ***


Se Jack si era messo in testa qualcosa, era difficile fargli cambiare idea, soprattutto se si trattava di qualcosa che andava a suo favore.
Come comandato da Alice, non appena sorse il sole, il giorno dopo, tutte le navi dei pirati nobili si allearono contro Buckett.
E proprio da dietro una folta nebbia, l’Endeavour si mostrò, ma quello che il consiglio della fratellanza non si aspettava, era che dietro di lui c’era un’intera flotta.
Jack ed Alice si fulminarono con lo sguardo e successivamente anche tutto il resto della ciurma.
Ma nel codice dei pirati c’era un’opzione, il Parlè.
Potevano parlamentare col nemico per capire il da farsi.
Così, Barbossa, Jack ed Alice scesero su un’isoletta di sabbia in mezzo al nulla incontrandosi con Will, Buckett e Davy Jones che, non potendo stare a terra per 10 anni, aveva le gambe dentro un secchio d’acqua.
-Ecco la pecora che ci ha portato il lupo alla porta!- borbottò Barbossa, indicando Will.
-Non incolpate Turner, lui è solo lo strumento del tradimento.- esordì Buckett.- Se volete conoscere il vero architetto, guardate a sinistra.-
Barbossa ed Alice si voltarono verso Jack: di sicuro, aveva fatto un patto con lui mentre la ragazza era sulla nave di Sao Feng.
-Io ho le mani pulite…In senso figurato.-  ribatté Jack, mangiucchiandosi le unghie.
-Rivendico le mie azione come mie, Jack non centra niente.- intervenne Will.
-Ecco, ascolta lo strumento!-
-Will, sono stata a bordo dell’Olandese: capisco le tue intenzioni, ma credo che nostro padre…Lui…E’ troppo tardi, è una causa persa.- continuò Alice, dispiaciuta.
-Nessuna causa è persa fin che ci sarà un solo folle a combattere per essa.- affermò il fratello, lanciandole il coltello che gli aveva dato Bill, per ricordarle la loro promessa.
-Se Will non lavorava per te, allora perché aveva questa?- domandò Buckett, consegnandogli la sua bussola.- Tu avevi un patto con me Jack, di consegnarmi i pirati per garantirti la libertà e così è stato.-
-Tu con me hai ancora un debito da pagare!- esclamò Jones.
-Quel debito è stato pagato, mio caro, con un… Piccolo aiuto.- replicò Jack, indicando Alice.
-Io propongo uno scambio.- disse Alice, tenendo in mano il coltello.- Will parte con noi e tu ti tieni Jack.-
-Andata.- confermò Buckett.
-Ritorno!- si intromise Barbossa.- Jack è uno dei pirati nobili, tu non hai il diritto!-
Alice alzò un sopracciglio.- Il re?-
Allora Jack si apprestò a scambiarsi il posto con Will, quando Alice gli prese il viso fra le mani e lo baciò.
Intanto, di nascosto da tutti, gli mise il coltello all’interno della manica della giacca.
Se Jack avesse pugnalato il cuore di Davy Jones, allora la vittoria sarebbe stata dalla loro: quindi, quel bacio, fu come un addio.
Buckett non avrebbe avuto più un’arma da usare contro il polpo.
-Come comandate, vostra maestà.-
-Cane!- urlò Barbossa, estraendo la spada per tagliargli la treccina contenente il suo pezzo da otto, che la scimmietta andò subito a prendere.
-Avete una scelta: morire tutti quanti o morire per la maggior parte.- continuò il britannico.
Alice si avvicinò a lui tanto da poterlo fissare.- Noi combatteremo e voi morirete.- affermò, con decisione.- Perciò arrendetevi subito…Sarebbe un vero peccato se dovessi rovinare questo stupendo visino.-
Infine, Alice guardò Jack per un’ultima volta e poi si voltò per tornare alla Perla.
-Re?- le chiese Will.
-Della fratellanza, grazie a Jack.- spiegò Alice, sorridendo.
-Jones mi ha detto che è stato lui, tempo fa, a dire al consiglio della fratellanza come imprigionare Calypso. L’ha tradita.- spiegò il ragazzo.
Perciò, i due amanti si erano pugnalati alle spalle a vicenda: una storia che le fece venire la pelle d’oca, poiché l’aveva già sentita.
Quando tornarono a bordo della Perla, videro che Tia Dalma era stata legata con una decina di corde.
Barbossa teneva in mano il vassoio con i novi pezzi da otto: aveva intenzione di liberarla.
-Che stai facendo? Lasciamo a Jack una chance!- gli disse Alice.
-Al contrario di te, io non mi fido affatto di Sparrow: piano B.- ribatté Barbossa, staccandole il ciondolo dal collo.
Unì il suo e quello di Jack a tutti gli altri, davanti il viso della donna e poi li fece bruciare.
-Che bisogna fare?- chiese Pintel.
-Si riuniscono tutti gli oggetti e si bruciano, poi bisogna ripetere le parole Calypso io ti libero dal tuo legame umano.- spiegò il capitano.- Si dice che si debba parlare come si parla ad un’ amante.- Quando le cose iniziarono a fare fumo, Barbossa alzò lo sguardo verso il cielo.- Calypso io ti libero dal tuo legame umano!- gridò, ma sembrò non succedere nulla.
-L-L’avete della male.- commentò Ragetti.
Allora Alice si avvicinò a lei.- Calypso…-
-Fallo, ti prego.- le mormorò lei, come se fosse stanca di tutto ciò.
-Io ti libero dal tuo legame umano.-
Il vassoio iniziò a vibrare in aria da solo e il fumo le andò dritto nelle narici.
-Calypso!- intervenne Will.- Quando il consiglio ti imprigionò, chi fu a dire loro come fare?-
Tia Dalma lo guardò furiosa.- Dimmi il nome!-
-Davy Jones.-
Improvvisamente, la sua forma iniziò ad ingrandirsi, sempre di più, fino a che non fosse abbastanza alta quanto l’albero maestro.
-Calypso!- urlò Barbossa, inginocchiandosi davanti a lei.- Io ho adempito al mio voto! Spero che tu potrai ricambiare! Risparmia, me, la mia nave, la mia ciurma, ma scatena la tua furia contro coloro che si proclamano tuoi padroni…O miei.-
L’espressione della Dea non fu affatto contenta, né in vena di dare una mano.
Improvvisamente, ella prese ad urlare verso di loro in una lingua sconosciuta ed infine, si tramutò in polvere che se ne andò via con l’aria.
Probabilmente Barbossa aveva intenzione di usare i doni della Dea per affrontare la flotta di Buckett.
-E’ tutto qui?- si chiese Will. -Ora che facciamo?-
-Niente, se n’è andata via l’ultima speranza.- rispose Barbossa.
Ad un certo punto però, si alzò uno strano vento e le nuvole si mischiarono l’un l’altra fino a formare un cielo grigio e tempestoso.
Alice percepì tra i pori della pelle che non era finita.
-Siamo spacciati. Buckett ha la sua flotta e l’Olandese non ci lascia possibilità.- commentò Gibbs.
Jack era a bordo dell’Olandese, con lo scopo di pugnalare il cuore: loro dovevano solo fargli guadagnare tempo.
-Nessuna impresa è folle fin che ci sarà un solo folle a combattere per essa.- replicò Alice, con il fratello che la guardava sorridendo.- Ascoltate tutti!- urlò, arrampicandosi sul bordo della nave.- La fratellanza ha gli occhi puntati qui, su di noi, sull’ammiraglia, la Perla  Nera e cosa vedranno? Topi impauriti alla deriva? No! Vedranno uomini liberi! E libertà! E tutto ciò che udirà il nemico sarà il fragore delle nostre spade e si renderà conto di quel che valiamo noi!- esclamò verso la ciurma.- Grazie al sudore della fronte e alla forza delle nostre schiene….Signori….Su le bandiere.-
Will annuì stringendo il pugno.- Su le bandiere!-
-Su le bandiere!- gridarono tutti gli altri, d’accordo con lei.
Anche tutte le navi dei pirati nobili, compresa quella di Teague, issarono la bandiera in alto, così da mostrarla bene.
La frase di suo fratello le aveva messo coraggio ed era tutto ciò che bastava.
-Qualunque sia la tua scelta…- mormorò tra se e se, accarezzando il legno della Perla  Nera.- Vengo a prenderti.-

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Capitolo 7
*** I will follow you everywhere, little star ***


Come si ci aspettava dalle nuvole, iniziò una forte tempesta.
Mentre la Perla Nera e l’Olandese Volante si dirigevano l’una verso l’altra, davanti a loro si aprì un enorme vortice d’acqua da cui entravano fulmini e saette.
Sgranando gli occhi, Alice si arrampicò sulla torre di vedetta: era una cosa che non aveva mai visto e di sicuro non era in grado di comandare la nave.
Ma forse qualcun altro sì.
-Papà! Ci servi tu al timone!- gridò per via dei forti tuoni.
Barbossa sembrava molto deciso e si mise al timone.- Sì! Ammainate le vele topi di sentina! E’ il giorno della morte che dà alla vita il suo valore! Perciò stringete i denti e non fatevela  addosso!-
Will ed Alice diedero il comando di preparare i cannoni nel frattempo che le due navi si addentrarono nel mulinello senza paura.
Una volta che furono bordo a bordo, si spararono a vicenda.
Girando in tondo nel mulinello, Perla e Olandese furono talmente vicine che gli uomini-pesce iniziarono a lanciarsi all’arrembaggio.
Will sguainò la sua spada e rubò ad uno di loro una cima, porgendola alla sorella.- Va, ci pensiamo noi qui!- le disse, stringendole la mano.- Sta attenta.-
Alice gli sorrise.- Tieni gli occhi piantati sull’orizzonte.-
Si aggrappò alla corda e volò dritto all’altro vascello, in cerca di Jack.
Tenne ben salda la spada in mano, colpendo chiunque le sbarrasse la strada, tra ciurma di Davy Jones e uomini della marina britannica.
Si diresse così nelle prigioni sottostanti, dove Jack era rinchiuso.
-Ma guarda un po', perché ci ritroviamo sempre in queste situazioni?- gli domandò, con un sorrisetto.
L’altro alzò gli occhi al cielo.- Me lo rinfaccerai tutta la vita?-
Lei si avvicinò stringendo le grate.- Dipende da che vita vuoi vivere.-
Lui fece lo stesso, mettendo le mani sulle sue.- E tu che vita vuoi vivere?-
-Qualunque sia la tua scelta, io sono con te.- affermò, guardandolo dritto negli occhi.
-E come hai intenzione di liberarmi?-
Alice si guardò intorno, trovando una panchetta di legno.- Leva.-
Proprio come Will fece con loro la prima volta, la ragazza fece pressione sulle grate che si sfilarono da sole, essendo anche luride e bagnate.
Successivamente, sgattaiolarono per la nave, trovando la stanza in cui il cuore era tenuto in ostaggio.
A puntare due fucili contro il forziere c’erano nient’altro che le stesse due goffe guardie che avevano incontrato il loro primo giorno a Port Royal.
-Alto là!-
-Tranquilli, sono solo venuto a prendere i miei effetti.- gli disse Jack, mettendosi la cintura con spada e pistola.
-Comunque, perché voi siete qui potendo essere altrove?- gli domandò Alice.
-Siamo quelli a guardia del forziere.-
-Non c’è molto da fare, diciamocelo. La disciplina su questa nave lascia a desiderare, colpa degli uomini- pesce.- commentò lo smilzo.
-Ah, colpa degli uomini- pesce? E ti pare che gli uomini non pesce siano più disciplinati?-ribatté l’altro.
Alice e Jack alzarono gli occhi al cielo, capendo che sarebbe stato un gioco da ragazzi portare via il forziere da sotto i loro occhi.
Usciti dalla prua però, Davy Jones gli sbarrò la strada.
-Guardate chi abbiamo qui: Jack Sparrow, un uccellino che non ha mai imparato a volare!-
-Ti potrei liberare, compare.- gli disse Jack.
-La mia libertà è ormai andata perduta da tempo!- replicò lui, estraendo la spada e iniziando a combattere con lui.
D’un tratto, qualcuno da dietro le spalle di Alice le mise una spada sulla gola, cercando di strozzarla.
Con forza e anche se si tagliò il palmo delle mani, Alice riuscì a liberarsi ed a togliergli l’arma dalla mano.
Quando si voltò, vide Bill Turner.
-Papà! Sono io!- gli disse, ma lui non sembrava ascoltarla e continuò a colpirla con le mani. Alice gli fermò i polsi, guardandolo negli occhi.- Sono Alice! Tua figlia!-
Per un attimo parve che si fosse ripreso, ma poi le strinse le mani sulla gola.
Senza respirare, Alice fu stesa a terra, con lui sopra di lei.
Prima che perdesse i sensi, Will lo colpì alla tempia con una tegola di legno, facendolo svenire.
Mentre Alice si riprendeva, Will le offrì la mano per rialzarsi.
In quello stesso momento, si udì un boato e tutti caddero all’indietro: gli alberi maestro di entrambe le navi si erano incastrati fra di loro.
Intanto, Jack aveva lo scrigno in una mano e con l’altra combatteva con Jones.
-Come farai senza la chiave?!- gli chiese quest’ultimo.
-Io ce l’ho la chiave!- affermò il capitano.
Jones tirò fuori la chiave, nascosta fra i tentacoli.- No, ce l’ho io.-
-Ah, quella chiave?-
Una volta individuata, Alice si intromise e con la spada tranciò il tentacolo che aveva la chiave, facendolo cadere a terra.
Fu in quel momento che vennero entrambi circondati.
-Questo sarebbe il momento buono per dirmi qualcosa, se vuoi! Probabilmente saremo morti prima del tramonto.- esclamò Alice, tagliando la testa ad uno della ciurma di Jones che l’aveva simile ad un’anguilla.
-Tipo che non è vero che sono stato con Scarlet prima di conoscerti?- domandò lui, evitando un colpo di spada. Alice si voltò a guardarlo con le sopracciglia aggrottate, ma lui ridacchiò.- Scherzetto!-
Alice ringhiò e fece uno sgambetto ad un britannico, per poi conficcargli la lama nel petto.-Sii serio per una volta!-
-O altrimenti che per tutto il tempo in cui sono stato da solo in quello scrigno, non ho fatto altro che pensare a te?-
Alice sgranò gli occhi, quasi commossa.- Davvero?-
-Non sono così sdolcinato, stellina.-
Alice serrò i denti e infastidita, gli diede uno schiaffo.
Anche Jack si arrabbiò.- E basta con questi schiaffi!- borbottò, dando un calcio ad un marinaio con la faccia da pesce martello.- Cosa vuoi che ti dica?! Che ti amo?!-
La ragazza si abbassò per evitare un colpo di cannone da parte della Perla.- Sì, una volta per tutte, dannazione!-
-Ok! Ti amo!- ribatté Jack, prendendola per un braccio.
Alice lo fissò negli occhi, cercando di capire se fosse serio o no.- Bene!-
-Bene!-
Mentre Will cercava di far ragionare suo padre, Davy Jones si postò dritto davanti ad Alice.
-Brutta strega, non troverai alcuna pietà in me!- ringhiò, furioso che le avesse tagliato il tentacolo. Prima che potesse fare qualcosa però, Will lo trapassò con la  spada. -Mastro, vi siete dimenticato? Io sono senza cuore!-
Con la mano a forma di chela, lo colpì alla fronte, facendolo cadere.
L’Olandese stava tirando la Perla sul fondo del mulinello, perciò Barbossa ordì di colpire l’albero maestro della nave di Jones per liberarsi.
Quando l’Olandese barcollò, Jones sfruttò il momento per disarmarla e puntarle la punta sulla gola.- Dimmi, Alice Turner, temi tu la morte?-
-E tu?- intervenne Jack, con in mano il pugnale di Bill e il cuore di Jones.
In quel momento, Jones notò il modo in cui si guardavano Jack ed Alice.- Ah, l’amore! Un’orrenda colpa! Eppure, a quanto vedo, così facile da rinnegare. Sei la crudeltà fatta persona, Jack Sparrow!-
-La crudeltà è un fatto di punti di vista.- commentò Jack.
-Ah sì?- ribatté l’altro, prima di affondare la spada nel petto di Will e riderne malvagiamente.
Alice corse da lui e cercò di fargli rimanere gli occhi aperti.- No! Will! Guardami, ti prego!-
In quell’istante, Bill riaprì gli occhi.- William? Mio figlio!- esclamò, avventandosi su Jones.
Jack non sapeva cosa fare: aveva il cuore in mano, ma Will stava morendo.
Perciò, fece l’unica cosa che andava fatta.
Mise il pugnale nella mano di Will e insieme trapassarono il cuore di Davy Jones.
Jones capì tutto da dolore che aveva al petto e strinse tra la chela il ciondolo al collo, la cui catenina, inevitabilmente, si spezzò e cadde.
Le ultime gocce d’acqua che stavano cadendo gli passarono sul viso, come se la sua amata lo stesse accarezzando.
-Calypso….- mormorò, prima di cadere dritto nell’abisso.
La ciurma dell’Olandese Volante si riunì sul ponte: il cuore nel forziere andava sostituito e quello di Will avrebbe preso il suo posto.
Jack non poteva permettere ad Alice di vedere quell’atto e oltretutto il vascello stava affondando.
Così Jack estrasse la pistola, raccolse il ciondolo di Jones, disse ad Alice di reggersi al suo bacino e si aggrappò ad una corda di una delle vele.
Sparò al nodo che la teneva legata alla nave e così entrambi, grazie a vento, volarono in alto, mentre il veliero sprofondava.
Raggiunta la Perla Nera, si tuffarono e salirono a bordo.
-Jack, grazie al cielo state bene, la flotta è ancora lì e io credo che sia ora di mettere in atto le nobili tradizioni piratesche.- gli disse Gibbs, alludendo alla fuga.
Ma Jack scosse la testa.- Mai stato un tipo da tradizioni.-
Intanto, l’Endeavour aveva già i cannoni pronti e si stava dirigendo verso di loro.
-Che cosa facciamo?- gli chiese Alice.
-Quello che avevi detto tu…- rispose Jack, legandosi il carillon al collo.- Combattiamo.-
I due si sorrisero e in quel preciso momento, l’Olandese Volante uscì dagli abissi, ancora integra.
Non potendoci credere, Alice guardò chi c’era al timone: suo fratello.
-Fuori i cannoni!- ordinò egli.
Alice capì subito cosa avesse intenzione di fare: combattere insieme Buckett.
-Preparate i cannoni!- urlò alla ciurma, girando il timone.
Ad un certo punto, l’Endeavour si ritrovò in mezzo all’Olandese e alla Perla, senza via di scampo.
-Fuoco!-
Cutler Buckett non era un marinaio, né un capitano, perciò non aveva idea di cosa fare.
E mentre i soldati cercavano disperatamente di salvarsi, tuffandosi in mare, la nave principale della compagnia delle indie orientali, fu distrutta.
Le ciurme della Perla, dell’Olandese e di tutte i vascelli della fratellanza esultarono alla vittoria, nel frattempo che la flotta di Buckett, spaventata, se la dava a gambe.
-Vuoi che ti lanci il cappello?- domandò Alice a Jack.
-Nah, ho in mente una cosa migliore.- rispose lui e con un sorrisetto l’attirò a se, baciandola intensamente.
Alice ridacchiò, guardandolo negli occhi.- Non l’hai fatto, alla fine.-
Jack scosse la testa, accarezzandole la guancia col bordo della nave.- Altrimenti non ti avrei potuto seguire ovunque, stellina.-
Alice fu pienamente soddisfatta di esser riuscita a far dire a Jack due cose carine in un giorno.

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Capitolo 8
*** Keep eyes over the horizon ***


Alla fine della festa però, la ragazza capì che non avrebbe potuto rivedere presto suo fratello: secondo le regole, Will non avrebbe potuto fare porto per 10 anni ancora.
Perciò, i due salirono su una scialuppa e raggiunsero una spiaggia per salutarsi.
-Nostro padre è libero.- commentò Alice, mentre Will posava lo scrigno su uno scoglio.
-Sì, ma ha deciso di navigare con me per pagare tutto il suo debito. Lo proteggerò io, sta tranquilla.- le disse Will, guardando il proprio cuore.- E’ sempre appartenuto ad Elizabeth, glielo farai avere?-
Alice annuì, prima di abbracciarlo.- Te lo prometto.-
-Mi mancherai.-
-Anche tu, tantissimo.-
Will chiuse gli occhi e le baciò la fronte.- Tieni gli occhi puntati sull’orizzonte.- le sussurrò, prima di tuffarsi in mare.
Alice vide l’Olandese allontanarsi al tramonto e successivamente, un lampo di verde baleno sul bordo dell’acqua.
***
Così, la Perla Nera fece porto a Port Royal, dove Alice consegnò lo scrigno in mano ad Elizaabeth che, non solo era divenuta governatrice della città, ma era anche incinta.
Festeggiando l’arrivo di un nipotino, Jack ed Alice si fermarono ad una taverna per mangiare e fare provviste.
-Ti prego, dimmelo ancora una volta, un’ultima volta e poi basta, giuro.- disse a Jack, stringendosi a lui, ma tenendo le dita incrociate dietro la schiena.
Jack sospirò, ma col sorriso, mentre tornavano alla Perla con dei sacchi.- E va bene.- rispose, guardandola negli occhi.- Ti amo.-
Alice ridacchiò e dopo essersi morsa un labbro, lo baciò dolcemente.- Allora, Capitan Sparrow, mi fa vedere la sua nave?-
-Oh sì, stellina.- le disse, conducendola fino al porto.- La mia nave è grande e possente…- Ma giunti lì, la Perla Nera era sparita e al suo posto una miserabile scialuppa.- E non c’è… Perché non c’è?!-
Alice capì subito chi fosse il responsabile.- Papà.-
Sullo stesso porto, Gibbs dormiva beatamente stretto ad un peluche.
-Signor Gibbs!-
Gibbs aprì lentamente gli occhi.
-Potete spiegarmi perché la mia nave non c’è?-
-La nave? Ci siamo sopra.- borbottò, sobbalzando poi.- Jack! La nave non c’è!-
L’altro stava per dargli un pugno.- Ma dai!-
-Coraggio, non fa niente, non è la prima volta che siamo io, te e la scialuppa.- commentò Alice, salendo a bordo e levando la cima che la legava al porto.
Sbuffando, Jack la seguì e presero il largo.- Come fai ad essere così tranquilla?-
Ad un tratto, Alice si tolse qualcosa di ingombrante dal didietro dei pantaloni: le carte nautiche, rubate direttamente da sotto i baffi del patrigno.
Jack rimase a bocca aperta e lei gli sorrise.- Sicuro che non vuoi dirmelo ancora?-
Il capitano strinse i pugni e serrò i denti.- Ti amo!-
Alice ridacchiò e dalla sacca gli passò una bottiglia di rum, mentre per se prese una di gin.
-So che volevi diventare immortale, Jack, ma ci sono altri mezzi per cui possiamo esserlo entrambi.- esordì Alice, indicandogli un disegno sulla mappa: una coppa con su scritto Aqua de vida. -La fonte della giovinezza.-
Jack fece un ghigno soddisfatto.- Perciò si parte, presumo.- continuò, aprendo la bottiglia con i denti e poi estraendo la bussola che gli indicò la direzione.- Siamo pecore nere, gente spietata.- canticchiò, bevendo un sorso.
Alice gli sorrise e batté con lui la bottiglia.- Trinchiamo allegria yo-oh!-
 
CONTINUA…
 
Spero che anche questa storia vi sia piaciuta, troverete il prossimo capitolo della saga sul mio profilo 😊

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