Take a chance

di littlepink6690
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Take a chance

1

Essere amica di un supereroe non è mai facile, specialmente se non è solo quello per te. Barry era una delle persone che più stimavo, dopo Ronnie era stato l’unico ad essere riuscito davvero a farmi sorridere e andare avanti.
Mi ero particolarmente infuriata con lui, quando con la questione di Flashpoint aveva agevolato la mia trasformazione in Killer Frost. Nonostante tutto ci era sempre stato per me e assieme avevamo affrontato tanti pericoli, ovviamente sempre assieme al Team Flash, a cui ero molto legata e mai sarei riuscita a farne a meno.
Quale ostacolo c’era tra il fatto di dire a Barry quali fossero i miei veri sentimenti? Per cominciare quando ci siamo conosciuti, lui non aveva occhi che per Iris, la sua migliore amica dai tempi della scuola, lei però si era fidanzata con Eddie Thawne e quindi, Barry stranamente era riuscito a superare abbastanza bene questa batosta. Poi era arrivata Patty. Ammetto di essere stata gelosa di ogni ragazza che Barry abbia avuto, e sentivo che lui faceva la stessa cosa con me, specialmente quando avevo detto loro che Julian mi piaceva e volevo farlo partecipare al Team Flash.
Ciò che ci sconvolse un po’, fu l’arrivo dal futuro di una ragazza che diceva di essere la figlia di Barry, ma non ci aveva ancora detto chi fosse la madre. Barry come era successo per Jay o per Thawne era parecchio restio a dare confidenza e agio a questa persona. Più volte gli avevo detto che avrebbe dovuto darle una possibilità, era impossibile che qualcuno si inventasse una storia così assurda per attaccare il Team. Arrivò anche a chiedermi di scoprire se davvero Nora dicesse la verità.
“Barry quello che mi chiedi è assurdo, perché non puoi semplicemente credere che quella ragazzina è davvero tua figlia e voglia semplicemente il tuo affetto e quello delle persone che sembra conoscere molto bene?” – dissi mentre eravamo agli Star Labs.
“Perché sai benissimo che a fidarmi delle persone che pensavo fossero oneste mi sono sempre scottato” – rispose supplichevole che acconsentissi alla sua richiesta.
“Lo farò, ma se è davvero tua figlia, le darai una possibilità? Cercherai di darle quell’amore che si merita?” – lo guardai seria – “Perché sai che sennò chiamo la mia amica glaciale” – lo fissai dritto negli occhi.
“Okay, lo farò” – alzò le mani e ridendo se ne andò.
Qualche tempo dopo al Ringraziamento, tutti a casa di Barry ci divertimmo a creare e cucinare la più bella pumpkin pie. Ovviamente le donne ebbero la meglio a differenza degli uomini.
“Confermiamo l’ora del decesso?” – chiese Barry guardando la differenza tra la mia e la sua.
“Dai su è solo una torta” – rispose Nora – “L’importante sia buona no?” – e tutti annuimmo.
“Ehi che hai?” – mi accostai a Barry che era davanti alla finestra a scrutare chissà cosa.
“Nulla, mi sento solo uno schifo per aver dubitato che Nora non fosse mia figlia, ma lei è sempre così sfuggente, tipo” – sorseggiò il suo bicchiere con il sidro di mele – “Perché non ci ha ancora detto chi è sua madre? – mi guardò.
“Non ci provare signor Allen, non scoprirò anche questo! Già mi sento abbastanza in colpa per aver strappato un capello a tua figlia. Lascia che sia lei a dirci tutto! L’hai detto anche tu che vuoi che abbia dei nuovi ricordi, dei suoi affetti no?” – chiesi. Non mi ero addentrata nella ricerca, era giusto che fosse Nora a dirci cosa provasse e cosa ci aspettava nel futuro, oltre a questa possibile Crisi e la minaccia che già stavamo affrontando di Cicada.
“Ehi a cosa stai pensando?” – mi chiese mentre ero intenta a pensare al modo in cui Nora mi guardava. Non sapevo come interpretare quel suo modo di fare.
“Nulla, tutto okay, su andiamo a mangiare, ho una fame”
 
Finì lì solo per quella giornata, quando mi rintanai nuovamente in laboratorio, mi ero messa in testa di controllare quale possibile cosa potesse farmi pensare a che io o Iris potessimo essere la mamma di Nora. Quando vidi il risultato, restai per parecchio tempo a fissare lo schermo sul computer. Mi sedetti ma non distolsi lo sguardo. Mi ero già del tutto convinta che fosse Iris, la madre di Nora e quindi avrei abbandonato l’idea che tra me e Barry potesse esserci qualcosa, ma adesso, che la risposta ricadeva su di me, un piccolo barlume di speranza si fece spazio nel mio cuore.
“Caitlin?” – mi sentì chiamare e di istinto chiusi tutto quello che c’era sugli schermi e mi voltai di scatto.
“Barry? Cosa ci fai qui?” – chiesi guardandolo e mettendomi in piedi – “Stavo giusto per andare via” – mi affrettai a prendere il mio cappottino.
“Ti accompagno” -disse mettendosi le mani in tasca- “Sicura di sentirti bene?” – chiese preoccupato- “Scoperto qualcosa?” – incalzò.
“No no, nulla!” – adesso capivo perché Nora mi guardava così e adesso capivo perché non avesse detto nulla. A conti fatti, dovevo essere già incinta, ma il fatto che io e Barry non ci fossimo neanche mai prospettati una cosa del genere, non sapevo con chi parlarne. Con lui non se ne parlava, con Nora neanche, avremmo tradito la sua fiducia, con Iris, avrei potuto, ma a che scopo?
«Parlane con me Cait» - disse la voce di Frost nella mia mente «Parlerò io con la signorina mistero» - disse con il suo fare pungente. Non avrei risposto perché in presenza di Barry sarebbe stato un guaio, okay sapeva parlassi con Frost molto più facilmente di prima, quando credevo fosse sparita dopo il Pensatore.
Barry mi accompagnò da vero gentiluomo dopo che avevamo passato la serata in un pub per dare man forte a Cisco che aveva davvero bisogno di staccare la spina.
“Vuoi che salga con te e ti metta a letto?” – si propose Barry.
“Beh non vorrei approfittarmene, ma te ne sarei davvero grata, Barry!” -sorrisi mentre salivamo in ascensore assieme. Era calato uno strano silenzio, imbarazzante. Volevo parlargliene, non era giusto non sapesse della mia scoperta, ma non era giusto neanche nei confronti di Nora.  
Quando mi stesi a letto, ero davvero irrequieta, forse avrei dovuto dire a Barry che adesso poteva andare via, non so perché non lo feci. Infine, ci addormentammo. Al mattino come mio solito tastai quello che pensavo essere il mio cuscino, invece trovai il petto di Barry, mi ritrassi così velocemente che lui si svegliò e sbadigliò come se nulla fosse.
“Ehi buongiorno” -sorrise raggiante mettendosi a sedere e guardandomi. Inconsciamente mi portai le coperte sul petto, come a volermi coprire – “Non c’è bisogno di coprire, ho ormai visto tutto” – disse così naturalmente. Arrossì e lo guardai senza parole.
“Cosa è successo?” – avevo paura che avessimo fatto qualcosa che non dovevamo, non avrei voluto che succedesse così. Lui faceva delle facce languide e avrei voluto sprofondare nel letto – “Che imbarazzo!”
“E perché mai? Ti sei addormentata tranquilla come una bambina, in cerca di attenzioni che male c’è?” – disse per poi scoppiare a ridere e lì capì che mi aveva preso in giro.
«Prendi la palla al balzo e diglielo Cait, vedi la sua reazione» - scossi la testa e lo guardai.
“Posso offrirti la colazione? Vado a vestirmi, dammi qualche minuto” – sorrisi uscendo dalle coperte.
Mi presi il tempo per sistemarmi e darmi una parvenza di equilibrio. Quando andai in cucina era ormai tutto pronto, pancakes inclusi.
“Signor Allen, grazie che meraviglia” – sorrisi e mi morsi il labbro inferiore.
“Lo fai ancora dottoressa Snow. Però sai non mi dispiace questa mattinata con te” -sorrise e mi offrì il piatto guarnito.
Non parlammo più tanto dopo quella sua frase. Mi aveva mandato totalmente in subbuglio. L’essermi svegliata con lui al mio fianco, senza aver fatto nulla, con la certezza di avere una figlia proveniente dal futuro che non ci aveva ancora detto la verità.
“Barry c’è una cosa che devo dirti” – presi coraggio – “Riguarda me e te, cioè Nora” -dissi cercando di non incrociare il suo sguardo.
“Allora avevi scoperto qualcosa” – mi guardò aspettando che continuassi.
Feci un lungo sospiro e poi lo dissi: “Nora è nostra figlia” – lo fissai per un lungo istante. Poi distolsi lo sguardo, prendendo la tazza di caffè e immergendoci la faccia dentro.  Per dei lunghi istanti non disse nulla, tante che pensai che avesse smesso di respirare. “Barry di qualcosa!” – lo incitai, perché quel silenzio mi stava uccidendo.
“Ha il tuo stesso sorriso e sa mentire esattamente come te” – conoscevo quello sguardo.
“Barry, non sto mentendo, che motivo avrei di farlo?” – lo guardai sconcertata ma ancora composta – “Non ti fidi neanche più di me adesso?” – lo scrutai.
“Ho bisogno di pensare” – disse fuggendo via alla velocità della luce.
«Bella reazione di merda! Sei davvero sicura di provare dei sentimenti per quell’uomo?»
“Piantala Frost, è solo sconvolto” -risposi al mio alter ego.
«Beh, perché tu non lo sei? Dovrai partorire un’adolescente»
Scoppiai a ridere e menomale che c’era lei con la sua ingenuità.
“Frost per adesso non sono neanche incinta, però come inciderà questo sulla linea temporale di Nora?” -chiesi ad alta voce e la prima persona che mi venne in mente di chiamare fu Sara.
-Ohi ghiacciola, come stai? – mi disse mentre mettevo la chiamata in vivavoce.
“Ciao Sara, sono scombussolata a dire il vero. Avrei bisogno del tuo e dell’aiuto di Gideon” – sospirai – “Potete fare una ricerca per me?”
-Certamente dottoressa Snow – disse la voce di Gideon che ascoltava la chiamata.
“Avrei bisogno di informazioni su Nora Allen” – chiesi.
-Nora Frost Allen, figlia di Barry Allen e Caitlin Snow, nata nel 2019, 26 anni. Attualmente su Terra 1- spiegò Gideon. Ma quando stava per continuare, Sara la interruppe.
“Caitlin, c’è qualcosa che devi dirmi?” – chiese Sara e io non sapevo cosa rispondere.
“Non sono incinta, ma Barry e io sappiamo di essere i genitori di Nora, anche se lei non lo sa, che noi sappiamo” – cercai di essere chiara.
“Se non ve lo ha detto certamente c’è un motivo” – mi disse – “A cosa ti sapere quelle cose?” – chiese.
“Beh volevo capire perché non ci avesse detto da subito a verità” -ammisi.
 
La notizia era come se fosse caduta nel dimenticatoio, né io né Barry ne parlammo più, né lo facemmo con Nora, il che mi faceva anche abbastanza tristezza. Sicuramente c’era qualcosa che Sara non mi aveva detto, e che riguardava certamente quello che anche Nora non ci aveva detto.
Quando un giorno, che per noi era sembrato uno uguale all’altro, Nora ci confessò di aver vissuto lo stesso giorno per beh 52 volte, dovemmo affrontare nuovamente la minaccia di Cicada, senza The Flash, gli serviva molto tempo per pensare.
“Ehi ci riuscirai” – dissi mettendo una mano nulla spalla di Nora.
“Non voglio perdere nessuno di voi” – poi si interruppe.
“Non succederà” – sorrisi.
Risolto il nuovo ostacolo, adesso ce n’era uno ancora più grosso, affrontare la questione “sono la mamma di una ragazza di 26 anni e ancora non sto con suo padre?”
Per arrivare alla verità, giungemmo al fatto che Nora stesse aiutando Thawne, che dal suo futuro aveva manipolato tutto e tutti dall’inizio che nostra figlia fosse arrivata.
Barry non sentiva ragioni ed era furioso con me, di nuovo.
“Per che diamine ti ho ascoltato?” – disse mentre si agitava avanti e dietro per il condotto dei laboratori.
“Barry è nostra figlia! Per favore non è giusto quello che stai pensando di fare” – dissi.
“La riporterò da dove è venuta e non sarà cambiato nulla per me” – mi guardò.
“Aver conosciuto Nora non ti ha cambiato? Io non me la sono goduta proprio, mia figlia, Barry!” – lo guardai con le lacrime agli occhi – “Non ti sei neanche interessato a chiederti perché non ha mai parlato di me? Uh?” -disse amareggiata del suo comportamento nei miei confronti, nonché in quelli di nostra figlia.
“Se ci tieni tanto, adesso ce lo facciamo dire da lei” – disse aprendo il portellone.
“Papà, posso spiegarti!” – disse Nora guardandolo.
“Spiega a tua madre perché, non hai mai parlato di lei” – vidi il viso di Nora cambiare ancora di più espressione.
“Perdonami Nora, ma il mio occhio clinico ha trovato l’anomalia dell’anemia e l’ho scoperto” – spiegai cercando di trattenere le lacrime.
“Non hai nulla di cui farti perdonare mamma, la colpa è solo mia se ho voluto sistemare gli eventi di un passato che non sopportavo” – disse guardando suo padre, perché tutti sapevamo a cosa avessero portato le scelte di Barry – “Scusa papà se volevo che tu e la mamma continuaste a stare insieme. Ricordi quando ho avuto quel déjà-vu? Beh, quello era il giorno in cui morivi, il giorno in cui mi avresti lasciata orfana, ma c’è un grosso problema io non ci sono ancora in questa linea temporale, perché voi due ancora litigate per cose sciocche e non avete avuto ancora il coraggio di dire cosa provate l’uno per l’altra” -concluse guardandoci entrambi mentre noi ci guardavamo tra di noi. Era quello il motivo, per tanto silenzio.
“Avrei dovuto essere arrabbiata con te, papà, perché ti sei lasciato andare dopo la morte di mamma, ed è per questo che poi sei svanito nella Crisi, lasciandomi con Iris, Joe, Cecile,Ralph e Cisco, che sono diventati la mia famiglia, non l’ho fatto perché quando vi ho visto per la prima volta mi sono innamorata di voi” – sorrise – “Mi dispiace non averti detto nulla ed essere stata diffidente nei confronti di tutti e due, non volevo darmi false speranze, di sistemare le cose” – ammise.
“Beh, mi hai salvata da Cicada. La sconfiggeremo” – ammisi,
“Dovrai tornare comunque al tuo presente, Nora” – disse Barry.
 
Quello che successe dopo però, fu ancora peggio di non sapere di essere sua madre. Vederla svanire a causa ancora una volta dello zampino di Thawne, faceva salire in me l’istinto omicidio di Killer Frost.
“Grazie per tutto, mamma papà” - disse stringendosi a noi mentre pian piano svaniva- “Promettetemi che vi darete una possibilità” -sorrise guardandoci – “Vi voglio bene”
 
Non credevo possibile poter stare nuovamente così male, per una persona a cui tenevo. Era vero che Nora l’avevo vissuta poco, ma era un pezzo di me, nonostante non l’avessi mai tenuta tra le braccia. Decisi che mi sarei presa una pausa dal Team Flash, non riuscivo ancora a stare agli Star Labs, senza pensare a Nora o a quello che avevamo sprecato io e Barry. Non sapevo cosa mi aspettassi da lui, se un appoggio o un conforto, come aveva detto Nora stessa, noi non eravamo neanche vicini sentimentalmente.
“Caitlin, avanti apri questa porta, sai che potrei vibrare ed entrare ugualmente” -disse la voce di Barry dall’altra parte dell’ingresso. Se lo avesse fatto, lo avrei accolto molto volentieri. Appena apparve all’ingresso sorpassato, lo accolsi con un bel ghiacciolo appuntito tra le mani.
“Vedi di sparire all’istante Caitlin non vuole vederti e io tanto meno” – dissi da Frost mentre lo fronteggiavo. Certo non mi sarei aspettata quello che fece in quei brevi istanti, mi afferrò il viso tra le mani e posò le sue labbra sulle mie. Lasciai all’istante il posto a Caitlin, che baciasse lei, bleah.
“Barry” – dissi staccandolo e lo guardai.
“Nora ha ragione, siamo stati degli sciocchi, non voglio perdere neppure un momento in più” – disse riprendendo a baciarmi e annullai ogni pensiero, e mi lasciai andare tra le braccia dell’uomo che da tempo amavo, e al quale non avevo mai avuto il coraggio di confessare i miei sentimenti.
Mi sentì avvolgere i fianchi, dalle sue braccia e audacemente portò le mani sul mio sedere.
“Fosse per Frost, ti avrebbe già segato le mani” – ridacchiai lasciandomi guardare.
“Perdonami per il ritardo” – disse guardandomi e riprese il bacio intensificandolo, tanto che dovetti avvolgere le braccia intorno al suo collo, per sostenermi. Mi portò in camera da letto, tanto ormai sapeva dove fosse e mi fece stendere sul materasso. Ormai ero in preda alle emozioni, che quel bacio mi stava suscitando e portai le mani sullo la sua camicia a tastare i suoi addominali. Gli sbottonai la camicia mentre lui sollevava la mia gonna, poi abbassò la zip e ma la sfilò delicatamente e mi lasciai accarezzare le gambe, come se fosse la cosa più bella del mondo. Ribaltai le posizioni e mi misi sopra di lui, sbottonando i suoi pantaloni, che mi aiutò a levare. Dopo poco eravamo nudi, uno davanti all’altra e Barry mi guardava in maniera dolce ma con desiderio. Si era messo a sedere e mi costrinse dolcemente a sistemarmi cavalcioni su di lui. Sentì un brivido lungo la schiena e poggiai le mani sulle sue spalle, mentre lo sentivo farsi strada tra le mie cosce, mi morsi il labbro inferiore, abbandonando la testa all’indietro per qualche momento, mai portai il viso davanti al suo e iniziai a baciarlo con una certa passione e graffiai leggermente le sue scapole, mentre prendevamo il sincrono nei movimenti. Era qualcosa che avevo ingenuamente pensavo per tanto tempo e adesso era tutto a portata di mano e sentivo la sua lingua giocosamente intrecciarsi alla mia e le sue mani vagare su tutto il mio corpo. Quando si fermarono sulle maniglie dell’amore, le sue labbra staccatesi dalle mie finirono sul mio seno nudo e alla sua merce. Ansimai con un certo affanno e sorrisi al suo sorriso quando lui mi guardò, nonostante avesse la bocca impegnata, i suoi occhi erano molto espressivi.
Facemmo varie pause, perché la voglia era tanta, ma nonostante tutto volevamo godercelo tutto questo momento.
Ero poggiata sul suo petto, e sollevai il viso,
“Dormi signor Allen?” -chiesi cercando il suo sguardo.
“No sono molto sveglio e penso al fatto che Nora, è stata così poco tempo con noi ma aveva già capito che stavamo solo temporeggiando” -disse guardandomi.
“Non vanificheremo quello che lei ha fatto per noi, te lo prometto” – sorrisi.
“Credi che riusciremo a mantenere la promessa che le abbiamo fatto?” – chiese.
“Credo che già abbiamo dato una buona carica alla promessa, che ne pensi?” -dissi giocherellando con un suo capezzolo.
“Dottoressa Snow cosa sta cercando di fare? Mi provoca?” -disse nascondendosi tra la mia spalla e il mento, per baciarmi il collo e ridacchiando, riprendemmo a fare l’amore.
 
 

To be continued…

Come sempre un ringraziamento a chi leggerà e recensirà, un grazie anche alla mia Alfa/Socia!! XOXO

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Capitolo 2
*** 2 ***


 

2

 

Ero certo che per Caitlin non fosse facile dover sopportare per la seconda volta la perdita di suo padre. Oltre a sconfiggere Cicada, avevamo dovuto affrontare l’alter ego del papà di Frost, in poche parole. Come avevo promesso a me stesso, non avrei sprecato più un minuto nella mia relazione con Caitlin.
Come c’era da aspettarsi, il Team Flash scoprì nell’arco di qualche settimana che io e Caitlin ci stavamo frequentando. Nonostante la scomparsa di Nora, stavamo vivendo la nostra storia con i piedi per terra.
“Signor Allen come sei pensieroso stamattina” – sorrise mentre si portavo una tazza di caffè fumante alle labbra – “Qualcosa non va?”
“Nulla, solo che pensavo che potresti passare più tempo nel loft con me!” – dissi ed avevo appena mandato a monte i pensieri che stavo ripercorrendo poco fa.
“Mi stai chiedendo di venire a vivere da te?” – mi guardò con quel suo fare innocente, che mi faceva letteralmente impazzire.
“Beh si, non devi rispondere subito, prenditi tutto il tempo che vuoi” – la guardai e lei abbandonò la tazza sul bancone della cucina e mi venne incontro circondandomi la nuca con le braccia.
“A patto che tu voglia convivere anche con Frost” – sussurrò sulle mie labbra.
“Beh certo che sì, e tu conviveresti con Flash?” – chiesi.
“Abbiamo un patto” – sorrise e mi baciò con un certo desiderio.
“Caitlin devo andare al lavoro” – sorrisi con lei che mi mordicchiava le labbra.
“Non credo che il capitano West avrà nulla da dire, se fai un po’ di ritardo” -disse facendosi audace e baciandomi con la lingua in maniera meno casta.
 
“Barry più tardi incontrerò un mio vecchio collega di studi. È morta sua mamma ci terrei ad essere al suo funerale” – disse sistemandomi la camicia. Non era ancora venuta a vivere nel loft, ma aveva iniziato a passare le notti da me.
“Me lo stai dicendo per capire se sono geloso?” – chiesi.
“Io lo so già che sei geloso, volevo stuzzicarti un po’” – rise dandomi un leggero bacio prima di rimettersi ai fornelli.
“E adesso mi vendico un po’” – dissi mentre scostandole i capelli portavo le labbra sul suo collo e iniziavo a lasciarle una scia di baci. Poi le mie dita aprirono la sua giacca da camera e ci finirono sotto.
“Bar-ry” – sussultò prima che la voltassi verso di me e la sollevassi per farla sedere sul marmo – “Brr il marmo è freddo” – allargò appena le gambe e mi sistemai tra di esse e iniziai a baciarla con desiderio. Ero stato cieco per un sacco di tempo e adesso non potevo fare almeno di ammirare questa donna che avevo davanti.
 
Nonostante quello che aveva fatto Nora, la Crisi si sarebbe avuta e io sarei dovuto morire durante questa. Il Team sapeva della Crisi, volevo che si preparassero, ma avevo omesso che volevo lo facessero perché avrebbero dovuto farlo per essere pronti senza di me. Stavo venendo meno alla promessa fatta a Nora, lei sarebbe stata felice che io e Caitlin ci fossimo dati una possibilità, ma cosa ne era della sua nascita?
 
Oltre alla Crisi avevamo da affrontare il nuovo nemico, che poi era quell’amico che Caitlin aveva incontrato settimane fa. Si era messo in testa di salvare l’umanità con la sua cura da strapazzo, dovevamo fermarlo, prima di affrontare la crisi.
“Come ti è venuto in mente di aiutarlo Cait?” – dissi furioso – “Quando avevi in mente di dircelo? Oh, sì l’amichetto speciale viene prima del tuo Team, vero?” – la guardai.
“Oh, eccolo che fa il geloso, ma quello che mente sei tu! Perché non ci hai detto che Monitor ti ha rivelato che morirai nella Crisi? E che non hai mosso un dito per evitarlo? Così mantieni le promesse eh Barry?” – era alterata lo capivo benissimo.
“Ragazzi, ohi, datevi una calmata” – disse Iris mettendosi tra di noi e prima che potesse aggiungere altro, Frost che aveva avuto il sopravvento su Caitlin scagliava qua e la delle saette di ghiaccio.
“No no” – disse Cisco fermandomi e andando dietro di lei – “Le parlo io”
 
 
“È ancora arrabbiata con me?” – guardai Frost –
“Non puoi salvarti organizzando feste epiche di compleanno, Allen, e si è ancora arrabbiata. Tu hai fatto il ragazzino geloso, mentre lei sai quanto soffre per te, per questa cosa della Crisi, e sai che non è neanche facile sopportare me, no? E poi Russo l’avete sconfitto” – disse prima di lasciare il suo outfit aggressivo.
“Mi rifiuto di lasciarti andare così senza fare nulla, ne abbiamo affrontate tante, questa non sarà diversa” -mi guardò per qualche istante.
“Ho visto tutti i possibili scenari, Caitlin, io devo morire” – la guardai prendendola dalle spalle – “Mi dispiace”
“E a me non pensi? Alla promessa fatta a Nora?” – non riuscì a dire nulla, l’abbracciai solamente. Quella notte facemmo quasi ininterrottamente l’amore. Mancava davvero poco alla crisi e dovevamo esser pronti.
 
Quando superammo con Pariah, il portale che lui stesso, o meglio Nash Wells, aveva aperto liberando l’Anti-Monitor, ci trovammo davanti ad un qualcosa che non smetteva di saettare. Dopo alcuni accorgimenti, scoprimmo che il Barry Allen di Terra 90 era intrappolato su quel nastro da corsa. La soluzione era chiara, Flash doveva morire, e dovevo farlo io. Salutare Cisco e Caitlin che erano con me, soprattutto lei non era facile. Ci scambiammo un lunghissimo bacio, fatto di tante parole non dette e poi lei prese semplicemente la mia mano e la portò sul suo addome. Capì che nonostante la situazione quella era la notizia più bella del mondo. A mia insaputa però Barry prese il mio posto dopo avermi requisito la velocità.
 
La Crisi si concluse con la dipartita di Oliver, che si sacrificò per tutti noi e la creazione di un'unica Terra Prime.
 
Come da tradizione nel Team Flash, per rallegrare il clima un po’ triste, portai una scatoletta di sigari per festeggiare l’annuncio della gravidanza di Caitlin.
“Oddio ragazzi sono così felice per voi” – disse Cecile tutta emozionata.
Poco dopo nel clima di festa non mi accorsi, che proprio Caitlin era sparita. La trovai nel salottino.
“Ehi tutto okay?” – mi sedetti accanto a lei.
“Sono in pensiero per Frost” – disse voltandosi verso di me.
“Perché non è felice per la gravidanza?” – chiesi era abbastanza complicata come questione.
“Sì lo è ma vuole lasciarmi il posto, le avevo promesso che avrebbe vissuto la sua vita e invece adesso, non avevo fatto i conti con questo” – disse tenendosi l’addome.
«Caitlin smettila! Fidati che se voglio dare fastidio lo faccio lo stesso, non sono io a partorire un adolescente. E poi sarò la zia che vizia la piccola no?» - la sentì ridere e mi spiegò cosa le avesse detto Frost.
Sentimmo un fruscio e ci voltammo verso il balcone, c’erano Kara, Lena e Alex.
“Non potevamo perderci certamente questo baby shower no?” – disse Kara entrando lasciando il suo fantastico regalo e tutte abbracciarono Caitlin.
“Ehi e io?” – chiesi allargando le braccia.
“Tu hai fatto la minima parte in tutto questo Allen” – rispose Lena ridacchiando. E tutti scoppiammo a ridere.
“Ehi fate largo che devo salutare ghiacciola” - si scansò Sara entrando come un ninja – “Ehi Danvers”
“Sara non iniziare che ti cavo gli occhi” – disse Ava avvicinandosi a Caitlin – “Sei uno splendore.
“Poi sono io?” – disse Sara guardando la sua ragazza.
“Ragazze su non litigate, sono già impegnata!” – Beh, una cosa che Caitlin non sapeva e che avevo intenzione di chiederle di sposarla, lì assieme a tutti i nostri amici, anche se ne mancavano altri.
Dopo una canzone che avevo particolarmente a cuore, non fu subito chiaro se Caitlin avesse risposto di sì o no, perché era scoppiata in lacrime.
“Avanti Barry sono solo gli ormoni, senti bene che ha detto sì” – mi disse Sara – “Occhio a come me la tratti eh!”
“Oddio Barry sì” -disse buttandosi addosso con molta euforia.
“Ti amo Caitlin Snow”
“Ti amo anche io signor Barry Allen” – sorrise e poi mi baciò ancora singhiozzante di gioia.

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Capitolo 3
*** 3 ***


 

3

“Ehi, come va stamattina?” – chiesi sedendomi di fronte a lei al tavolo in soggiorno, porgendole una tazza di tisana.
“Frost dice che vorrebbe ammazzarti”- ridacchiò passandosi la mano sulla pancia.
“E tu invece?” – chiesi portando la mano sulla sua – “La pensi come lei?”
“A volte si, ma sarà bellissima, quando nascerà” – sorrise guardandomi in viso.
«Chi te lo dice? E poi mai sai se saranno due o sarà un maschietto, io a prescindere ammazzerò Allen»
La vidi inarcare le sopracciglia e la guardai preoccupato.
“Che succede tesoro?” – la guardai accarezzandole il viso.
“Niente tutto okay” – sorrise alzandosi – “Che ne dici se andiamo a passeggiare un po’? Magari stiamo un po’ con Jenna che ne pensi?” – sorrise accarezzandomi il viso.
“Vuoi fare ancora pratica?” – baciai la sua mano – “Sei già bravissima!”
“È una bambina dolcissima, lo faccio volentieri” – sorrise prendo la mia mano.
“Va bene mammina” – sorrisi.
«Di al signor Allen di non paraculare!»
“Frost è fastidiosa stamattina?” – chiesi guardandola, capivo ormai quando parlavano tra loro.
«Ah io fastidiosa, non ce l’ha lui una cosina che ti scalcia nella pancia, odioso!»
“È solo un po’ agitata. Passeggiare farà bene pure a lei”
 
 
-Caitlin’ s side-
“Cisco, sei certo che funzioni?” – chiesi allarmata.
“Ti ho mai delusa in tutti questi anni” – disse come offeso.
“No, sai quando lo dovrai fare! Appena inizieranno le doglie useremo questo siero okay?” – lo incitai.
 
Due settimane dopo, mentre ero nel loft sola, e mi apprestavo a preparare la mia solita tisana, sentì del calore tra le gambe.
“Oh mio dio” -dissi allarmata portandomi le mani sotto la pancia.
«Cosa succede Caitlin? Oddio le acque si sono rotte le acque. Presto chiamo Allen»
Compose il numero e poi partirono una serie di insulti alla persona di Barry.
“Brutta testa di fulmine, dove dannazione sei? La tua futura moglie sta per partorire e ha dei dolori allucinanti. Sbrigati, la devi portare in ospedale. Oh no mi dice che non c’è tempo. Va a prendere immediatamente Cecile, Iris, Julian fa un po’ tu! Sbrigatiiiii”
«Come diamine ti è venuto di chiamare Julian, Barry ti ammazzerà»
“Oh andiamo è un medico, come ha sanato una ferita, potrà parare un bambino che esce dalla tua fagiana, su” – scoppiò in una lieve risata.
«Devi chiamare Cisco, Frost. Presto»
“Perché mai? Da quando gli ingegneri sono bravi a far partorire le donne?” – rispose.
«Tu fallo e basta!» – lasciai andare un urlo.
Quando Cisco arrivò, Frost non ebbe neanche il tempo di obiettare, che si vide separata da me.
“Cosa diamine fai? Sei impazzito, senza di me si farà male! “
“Frost, sarai qui accanto a me, assieme a Barry” – sorrisi loro mentre, beh mentre Julian si inventava medico ginecologo.
Non so quali delle mani che tenevo, tra quella di Barry o quella di Frost, che stritolai di più. Di certo tutte le invettive erano contro Barry, mi sentivo molto il mio alter ego in quel momento.
“Non potevi essere una lumaca con l’inseminazione? NO! Doveva essere Flash anche in quell’istante” – lo guardai in cagnesco – “Ti odio signor Allen” – dissi prima di lanciare un altro urlo, l’ultimo, perché sentì il vagito della neonata.
“Uh è femminuccia” – disse Frost guardandola e scorsi sui suoi occhi delle lacrime.
“Che fai piangi, ghiacciola?” – la punzecchiò, ma anche lui non scherzava a lacrime che scorrevano sulle sue guance.
“Ringrazia che c’è una neonata, sennò” – lo guardò in cagnesco.
“Finitela” – dissi prendendo dalle braccia di Cecile, che aveva assistito Julian, la piccola Nora- “Ciao piccina” – sorrisi accarezzandole il viso sereno – “Io sono la mamma, poi ci sono il papà, la tua zia preferita, e tutti i nostri amici” – sorrisi.
 
 
“Io non mi staccherò più da questa bambina” -sorrise Kara tenendo Nora tra le braccia- “Ha un odore così buono”
“Kara, tesoro, non puoi pensare sempre al cibo però!” – disse Lena guardandola – “Sono io quella incinta fino a prova contraria eh”
“Sto facendo solo pratica, e non penso solo al cibo”
“Si chiama gravidanza condivisa” – dissi io sedendomi e sorseggiando dell’acqua.
“Si tu l’hai condivisa con me e non con tuo “marito” – ci tenne a sottolineare Frost.
“Poi ci dovete dire come mai adesso siete due persone distinte” – disse Sara guardandoci entrambe.
“Voleva liberarsi di me” -disse tagliente Frost.
“Veramente mia figlia dorme solo in braccio a te” – sorrisi e guardai Barry avvicinarsi.
“Allen farebbe venire i capelli bianchi anche alla piccola” – si fecero la linguaccia a vicenda.
“E’ davvero una meraviglia! Nora!” -sorrise Ava.
“Oh grazie cara” – disse Nora ridacchiando, anche lei incinta.
“Comunque un club di mamme, penso proprio che seguirò Wally nella sua vacanza spirituale” – disse Frost allontanandoci.
“Infatti anche io centro poco” – disse Barry.
“Signor Allen, il pannolino tocca sempre a te, tanto” – scoppiammo a ridere alla sua faccia.

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