Harry Potter ed i Quattro Orfani

di dirkfelpy89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 4 O ***
Capitolo 3: *** I 10 di Scozia ***
Capitolo 4: *** Un Tragico Incontro ***
Capitolo 5: *** Domenica di Sangue ***
Capitolo 6: *** Attacco al Potere ***
Capitolo 7: *** Chi ? ***
Capitolo 8: *** Un Piano Svelato ***
Capitolo 9: *** The Day After ***
Capitolo 10: *** St.James Orphanage ***
Capitolo 11: *** Caccia all'Uomo ***
Capitolo 12: *** Attacco ad Hogsmeade ***
Capitolo 13: *** Resa dei Conti ***
Capitolo 14: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Salve a tutti. Torno su questo bellissimo sito con una nuova fic che si pone, in linea temporale, come un seguito della mia fic “Otto Piccoli Maghi”.
Ora chiaramente questa fic si può leggere tranquillamente anche senza aver seguito l’altra, ma se volete dare un’occhiata la troverete nel mio profilo.
Buona lettura!

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Cap 1, PROLOGO

15 Gennaio 2019

DRIIN DRIIN

Il suono della sveglia echeggiò per la piccola stanza. Rose si svegliò di soprassalto, istintivamente allungò la mano e spense quel piccolo aggeggio demoniaco. L’altra mano la allungò verso il lato sinistro del letto.
Freddo, August doveva essersene andato da un’oretta per aprire il bar.

Sbuffando la ragazza si alzò e, dopo essersi lavata ed aver indossato la divisa da Auror, si avvicinò barcollando al tavolino della cucina. Aveva necessità fisica di un buon caffè.

Mentre l’aroma della bevanda calda la svegliava, la ragazza lasciò vagare il suo sguardo per il piccolo appartamento. Confusionario, un po’ sporco. Casa.
Come accadeva ogni mattina il suo sguardo indugiò un po’ di più su una foto appesa alla parete: il suo gruppo prima di Marlott’s Island. Prima di quell’incubo senza fine. Ad Aprile sarebbero stati 2 anni.

L’orologio toccò le 9 e Rose Greenwood finalmente decise di alzarsi. Prese una manciata di polvere volante, la buttò nel camino e scomparve.

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Riapparve in uno dei caminetti della Sala d’Ingresso del Ministero della Magia.Come ogni mattina la grande sala rivestita di parquet era piena zeppa: una fiumana di persone la percorreva, tutti diretti verso i cancelli di ottone che davano ai vari ascensori.

Sbuffando ed imprecando, Rose riuscì ad inserirsi in questa “corrente” ed in pochi minuti riuscì ad arrivare agli ascensori e poi via verso il dipartimento Auror.

“Finalmente” pensò la ragazza, entrando.
Prese posto nel suo cubicolo e subito riprese una vecchia conversazione interrotta con Arthur Marlon, suo collega auror.
Ad interromperli ci pensò Eveline Morton, vice-comandante del dipartimento “Smettetela di berciare di prima mattina ed andate nell’ufficio del signor Potter. Immediatamente”
A Rose, Eveline ricordava terribilmente la professoressa McGranitt.

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Rose ed Arthur entrarono velocemente nell’ufficio di Harry Potter. L’uomo era seduto alla scrivania intento a parlare con un’altra figura molto nota ai due auror: Lucas Hardy, capo dell’Ufficio dell’Applicazione della Legge sulla Magia e padre del fu Sillus Hardy, morto su Marlott Island.

Ogni volta che Rose incontrava l’uomo non poteva non rimanerne turbata: Lucas aveva gli stessi occhi del figlio, occhi che la osservavano ogni volta con una strana espressione: perché tu? perché tu sei viva e mio figlio no?

“Era l’ora” borbottò Harry “Dobbiamo recarci immediatamente a Saint Urban”
“Saint urban?” chiese Arthur.
“Sì, è stato appena trovato il corpo senza vita di John Livin, il Presidente del Wizengamot”

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Eccoci qui. Capitolo ovviamente introduttivo ma che già ci presenta diversi personaggi importanti.
Per chi se lo chiedesse su marlott’s Island si è svolta l’azione della mia fic precedente: 7 allievi auror più il loro istruttore Ron Weasley si recano su questa isola per prepararsi all’esame finale ma improvvisamente uno dopo gli altri gli allievi, e per primo Ron, iniziano a morire assassinati. Questo è un po’ il preludio ma ripeto, la storia non avrà niente a che fare con “Otto piccoli Maghi”

Se vi è piaciuta lasciate una recensione, mi farebbe molto piacere :>

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Capitolo 2
*** 4 O ***


Cap 2, 4 O

15 Gennaio 2019

I tre auror si materializzarono proprio fuori il centro cittadino di Saint Urban.
Saint Urban era un piccolo paese nel Sussex abitato prevalentemente da maghi e streghe con un certo tenore di vita. Si potevano scorgere numerose ville e manieri appartenenti all’elite della comunità magica: politici, giocatori di quidditch, star della musica etc etc.

Un piccolo gruppo di curiosi attirò l’attenzione dei tre, Harry Potter si avvicinò e non ebbe bisogno di tirare fuori il tesserino. Superato quel drappello potettero assistere alla scena del delitto.

In mezzo alla strada era comparso un cratere piuttosto largo ma poco profondo ed, in fondo, il corpo di John Livin.

Parlare di corpo sarebbe esagerato: del presidente del Wizengamot rimaneva giusto il tronco superiore ed un braccio. Il resto del cadavere era disseminato per il cratere.
Vicino ai resti di Livin, Rose vide due figure che conosceva molto bene: Gary Green, esperto del San Mungo e David Bristol, collega auror.

“E’ un bel casino” ammise Gary, avvicinandosi ai tre nuovi arrivati “Abbiamo fatto già una serie di pozioni ed incantesimi, adesso devo tornare al San mungo, vi invierò poi la mia analisi. Quel che è certo è che si tratta di magia oscura”
“Grazie Gary” disse Harry “David hai saputo nulla dai vicini?”

David Bristol, uno degli auror con maggiore esperienza, uscì dal cratere e si avvicinò scuotendo il capo “Dormono tutti a quest’ora. Hanno sentito dei botti, sono usciti a controllare ed hanno visto questo” concluse, indicando il cratere. "L’elfa domestica forse qualcosa ha visto ma è sotto shock”

“Bene, puoi andare David” disse Harry “Arthur pensa tu all’elfa. Rose vieni con me, osserviamo la scena del delitto” Rose ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma accettò.

L’olezzo era insopportabile. Il corpo, bruciacchiato ed annerito, giaceva nel centro esatto del cratere. Rose si avvicinò e lo esaminò. La porzione di volto che non era bruciata aveva assunto un’espressione di puro orrore.
A qualche metro di distanza trovò il braccio, nelle stesse identiche condizioni. Ma un particolare attirò la sua attenzione: un qualcosa di bianco spuntava dalla mano. Un foglietto.

La ragazza si chinò e delicatamente prese quel pezzetto di carta: “4 O”

“Che cos’hai trovato?” Rose si girò e trovò Harry Potter intento ad osservarla. Rose passò il foglietto all'uomo.
“Un quattro ed una O.” l’uomo rimase qualche istante in silenzio “Ma non è possibile”
“Cosa, signor Potter?”
“Ti ricordi il caso di Joe Quebert? Quel direttore della banca Gringott trovato ucciso un mese fa a casa sua?”

“Sì… perché?”
Harry si tolse gli occhiali e rimase in silenzio per qualche altro istante “Anche allora trovammo un foglietto con un 4 ed una O. Non può essere una coincidenza”

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Non c’era molto altro da fare: il corpo di John venne portato via, la strada sistemata. Quella tetra giornata si concluse tristemente. Rose si materializzò a casa verso le sette di sera, un profumino invitante veniva dalla cucina

“Ciao Rose!” August fece capolino.
“Ecco il mio salvatore!” esclamò la ragazza, lanciandosi contro il ragazzo ed abbracciandolo forte.
“Uh giornata pesa!”

August e Rose si erano conosciuti da poco più di un anno: lui tranquillo cuoco al Villa Villosi, un ristorante piuttosto apprezzato della Londra magica, lei tranquilla auror scampata da un omicidio di massa perpetrato da un suo compagno di studi. La coppia ideale.

“Non puoi capire. Oggi è venuto a pranzo il signor Pascalis” disse allegramente il ragazzo, versando la sua famosa zuppa di zucca nei due piatti “”Non puoi capire quante cose mi ha chiesto e poi… uhm ti sto annoiando? Com’è andata la tua giornata?” chiese August.

Ho analizzato i resti di un tipo spappolato ucciso forse da un serial killer
“Niente di che. Dai dimmi del signor Pascalis!”

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Harry si girò per l'ennesima volta nel letto. Già sapeva che non avrebbe dormito. Era così ogni volta che doveva affrontare un caso problematico, o almeno da quando Ron e 5/7 di una delle sue classi di allievi auror erano stati brutalmente assassinati.
In tanti avevano chiesto la sua testa, lui tra i primi, ma Kingsley prima ed Hermione poi non avevano mai fatto mancare la loro fiducia ed appoggio.

Decise di alzarsi, senza farsi sentire da ginny e scese in cucina. Grimmauld Place senza il vociare dei suoi tre figli era terribilmente vuota e silenziosa. Scese il più silenziosamente possibile in cucina, ravvivò il fuoco e si fece un the ristoratore.
La, seduto davanti al fuoco, pensò.
Ne era sicuro, quel biglietto lo aveva già visto nel caso Qubert. Quindi questo voleva dire solo una cosa: c’era un duplice assassino in libertà. ma perché colpire un membro della Gringott e poi uno del Wizengamot?
Entrambe erano delle persone oneste, senza grandi nemici.
C’era forse un oscuro disegno dietro a tutto questo?

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Pubblico praticamente attaccati i due capitoli in modo da avervi qualcosa di un pochino più corposo da leggere e analizzare. Come sempre buona lettura e se volete lasciate una recensione!

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Capitolo 3
*** I 10 di Scozia ***


Cap 3, I 10 di Scozia

17 Gennaio 2019

La piccola stanza era pregna dell’odore di profumo da quattro soldi mischiato a fumo e sudore.
Quattro persone sedevano su un divano piuttosto sfondato, al centro esatto della stanza ingombra di fogli, mappe e lettere.

L’uomo all’estrema destra del divano tossì, scatarrando. Piuttosto grosso e piazzato, volse il suo sguardo lievemente strabico alla figura alla sua destra.

“Ma quanto cazzo ci mette?”
“Appena avrà fatto arriverà, tranquillo” rispose l’altro. Magro, alto, era tutto curvo, intento a scrivere una lettera.

“Ma poi cosa hai da fare Joe? Vederti con quella sgualdrina di Bardy Street?” fece il terzo. Pelato, con una folta barba nera, aprì la bocca in un sorriso storto, rivelando diversi denti mancanti.

Improvvisamente il camino si riempì di fiamme verdi ed una figura incappucciata ne uscì. Il quarto uomo che, fino a quel momento era rimasto in silenzio, si alzò ed andò a stringere la mano al nuovo venuto.
“Tutto è pronto, signore? Possiamo partire?”
“Non così in fretta, Philip. Si può sapere cosa diavolo avete fatto con Livin? Non bastava un maledetto Avada Kedavra?” il nuovo venuto osservò a turno i quattro uomini.

“Ho fatto così” disse infine l’uomo chiamato Joe “Ma lui è riuscito ad evitarlo, stava per chiamare aiuto e non ci ho visto più, signore, mi è andato in pappa il cervello”
“Ah perché hai un cervello?” chiese beffardo il ragazzo alto e magro.
“Billy smettila” tagliò corto Philip “Mi scusi signore,ho già provveduto a punirlo”

La figura incappucciata si calmò “Comunque sia è morto. Pochi passi ci separano dalla nostra missione e quello che compiremo oggi sarà di vitale importanza. Non tanto per il presente, ma quanto per il futuro”
Il pelato si alzò “Futuro? non capisco”

“Vedi Arthur, un bravo politico, condottiero, leader, vede il futuro. Il presente lo lascio a voi, amici miei” l’uomo porse il braccio a Philip “E’ ora. Andiamo”
Philip si avvicinò, strinse la mano dell’uomo ed insieme si smaterializzarono.

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La grande villa, sicuramente costruita intorno al medioevo, era completamente circondata da un giardino altrettanto imponente e dominava sulla vallata innevata.
Philip e l’uomo incappucciato rimasero alcuni minuti fermi di fronte all’enorme cancello d’ingresso, quasi ipnotizzati da tanta grandezza e fastosità.

L’uomo evocò un patronus e lo indirizzò verso l’ingresso. Qualche minuto più tardi il cancello si aprì.

“Mi raccomando” disse l’incappucciato, percorrendo il lungo vialetto che portava alla villa “Lascia parlare me”
“Ma…”
“Tu sei un mago molto più potente di me, lo so, lo riconosco.
Ma hai tanto da imparare. Lascia parlare me con questi vecchi. I 10 di Scozia rappresentano le più potenti famiglie magiche nel nord del paese e tempo fa erano potentissime ma, dopo la caduta di Voldemort, sono entrati un po’ in crisi”
“E allora perché andiamo da loro?”
“Perché sono arrabbiati con il Ministero e perché contano ancora tanto politicamente. Ora fai silenzio”

Arrivati al portone trovarono una piccola elfa domestica ad aspettarli.
“Prego, fate strada” squittì, indicando la via.

L’elfa li guidò per un labirinto di corridoi fino a giungere ad un’immensa sala, al centro della quale era presente un grande tavolo di legno.
Dieci figure erano sedute al tavolo, evidentemente in attesa dei nuovi arrivati.

“Buonasera” disse l’uomo che sedeva ad una delle estremità del tavolo. Sulla settantina, corti capelli grigi e folta barba bianca, era il più vecchio e le sue vesti le più sofisticate “Chiaramente deve essere il capo” pensò Philip, mettendosi a sedere assieme al suo accompagnatore.

“Avete fatto un lungo viaggio, immagino che vogliate tornare al più presto a casa. Passiamo al sodo e tagliamo tutte le inutili convenzioni sociali, volete?”
L’accompagnatore di Philip, che non si era tolto il cappuccio, annuì “Ve ne siamo grati, sir Thornope”

Thornope sorrise, prese diverse lettere da una tasca e le mise sul tavolo “Il vostro progetto, devo dire, ci è parso piuttosto interessante. Ma, lasciatemelo dire, terribilmente difficile da realizzare”
“Ne siamo consapevoli, ma conosciamo le nostre forze. Abbiamo dimostrato di fare sul serio e, quando un nuovo ministero sorgerà dalle ceneri, vi offriamo la possibilità di tornare alla potenza e grandezza che avevate una volta!”

Thornope si grattò l’ispida barba bianca mentre una figura alla sua destra chiese “E cosa ci guadagnamo?
L’incappucciato rispose “Potere. Sappiamo già che avete diversi uomini nei posti che contano, giù a Londra. Vi chiediamo di poter collaborare con loro e, quando sarà il momento, di appoggiarci formalmente.
In cambio faremo tutto ciò che possiamo per… rendervi la vita più facile una volta che ci saremo insediati. E’ la vostra unica possibilità per uscire da questo esilio dorato. Riprenderci il ruolo che vi spetta!”

I 10 rimasero a confabulare per un quarto d’ora, poi Thornope si alzò, imitato dai suoi colleghi.
“D’accordo. Vi metterò in contatto con alcune dei nostri uomini e, se il vostro piano dovesse funzionare, vi appoggeremo ufficialmente. Ma, badate bene, fino ad allora non ci conosciamo e non avremo niente da spartire”

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Usciti dalla villa, Philip e l’incappucciato rimasero qualche minuto fuori dal cancello. Philip prese una sigaretta ed inziò a fumare.
“Allora è deciso”
“Sì. possiamo passare alla fase 2. Quando entrerà in azione Billy?”

Philip spense la sigaretta.
“Domani. Tutto è pronto, il piano funzionerà”
“E’ pericoloso”
“E’ vero, ma pensi un po’ il caos ed il trambusto quando troveranno il cadavere di un insegnante all’interno di Hogwarts” rispose Philip, sghignazzando, prima di smaterializzarsi.

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Capitolo un po’ più interessante. Facciamo conoscenza con un gruppo di personaggi assolutamente vitale per la storia.
Spero vi sia piaciuto e sì, il prossimo capitolo sarà già molto importante.

Grazie a Paige per la recensione e grazie a chi ha messo la storia tra le ricordate/seguite!

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Capitolo 4
*** Un Tragico Incontro ***


Cap 4, Un Tragico Incontro

19 Gennaio 2019

Draco Malfoy si sedette stancamente su una sedia piuttosto malridotta. Da quando il pub “Testa di Porco” aveva cambiato gestione la clientela era leggermente migliorata (per le strane figure che popolavano quel pub ai tempi di Aberforth era stato riservato una saletta interna, lontana da occhi indiscreti) ma lo stesso non si poteva dire per le comodità.

Ordinò al cameriere un idromele in barrique e diede un’occhiata distratta alla Gazzetta del Profeta che qualche avventore aveva lasciato sul tavolino annerito.

Caos nella Comunità magica! Un assassino in circolazione! Dipartimento Auror brancola nel buio"

Draco fece una smorfia. Era la prima volta che la Gazzetta attaccava così direttamente il Ministero da quando la Granger si era insediata, neanche un anno prima. Cambiamenti in vista giù a Londra?
Sorseggiò la bevanda, osservando l’orologio attaccato alla parete. Era in ritardo.

Draco prese dalla tasca una lettera e controllò che l’orario dell’appuntamento fosse esatto. Non che ce ne fosse bisogno, aveva letto e riletto la lettera almeno una decina di volte.

“Scusi è libero questa sedia?” una figura pesantemente incappucciata stava rivolgendo la parola all'uomo.
“Normalmente non invito al mio tavolo chi non conosco” rispose stizzito Draco. L'altro si tolse il cappuccio e rivelò un volto familiare.

“Ah, salve Billy! Ti stavo giusto aspettando!” Draco si alzò, strinse la mano al nuovo venuto ed i due si misero a sedere.
Draco Malfoy era diventato professore di Pozioni ad Hogwarts nel 2007, a soli 30 anni, subito dopo il secondo pensionamento di Lumacorno. Direttore di Serpeverde, una certa malcelata antipatia per tutti gli studenti non appartenenti alla sua causa, si era trovato così a calcare le stesse orme del suo predecessore e mentore Severus Piton.

Billy, Corvonero, 20 anni era stato uno dei suoi studenti più apprezzati, nonostante non appartenesse alla sua casa. Terminata la scuola, Draco era arrivato a sostenere la sua candidatura per un posto al ministero ma Billy, improvvisamente, scomparve. Lasciò il paese e nessuno seppe più niente di lui, fino a quando Draco non ricevette quella lettera pochi giorni prima.
Quel Billy che si trovava davanti a lui al testa di Porco era piuttosto diverso da quello di Hogwarts. Era più magro, aveva meno capelli ma uno sguardo più duro, i tratti del viso più segnati.

“Si può sapere che cosa hai fatto in questi anni? Non ti sei fatto mai sentire”
“Non avendo famiglia ho pensato che fosse giusto passare del tempo per conto mio, terminata la scuola. Un periodo sabbatico, diciamo così. Ho viaggiato molto, sa? Ed ho imparato tanto” Billy rispose, sorseggiando una burrobirra.

"Sono partito con tre amici ed abbiamo fatto, si può dire, un tour europeo. Ma ora sono qui, abbiamo deciso di tornare. Abbiamo un progetto importante da portare avanti ed è per questo che mi trovo qui con lei, oggi"
"Di cosa si tratta?" chiese Draco, posando il calice ed osservando attentamente Billy.

Il ragazzo non rispose subito. Si agitò sulla sedia e lanciò diverse occhiate intorno.
"Ecco, come dire. Si tratta di un argomento molto importante, di fondamentale importanza oserei aggiungere. Non credo che questo possa essere il luogo adatto: c'è troppa gente, potremmo essere ascoltati"
Il professore di Pozioni rimase qualche istante in silenzio, soppesando le parole del nuovo venuto.
"Possiamo uscire fuori"
"No c'è una tormenta di neve. No no, data l'importanza del mio progetto mi stavo chiedendo se potessi riferirle tutto con calma, stasera, da soli nel suo ufficio ad Hogwarts"

Draco rimase stupefatto da questa richiesta. Billy aggiunse "Ho una camera in affitto qui nel paese. Entro nel camino, esco nel suo. Una mezz'ora basterà, nessuno controlla i camini ad Hogwarts di questi tempi e nessuno se ne accorgerà. Ho davvero bisogno di parlarle in privato"

Che cosa diavolo stava succedendo? La richiesta era assurda, ma qualcosa nel tono di voce di Billy, la sua urgenza nell'essere ascoltato da solo, allarmò Draco.
C'era qualcosa di strano in tutto questo e, se il cervello diceva di non accettare, una parte di sé diceva di sì, doveva sapere cosa stava tramando Billy.

"Ok. Alle 9 nel mio ufficio"

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Draco osservò il piccolo orologio sulla scrivania, nel suo elegante ufficio al 3° piano nel Castello di Hogwarts.
Alle 21 in punto le fiamme del caminetto diventarono verdi e Billy ne uscì fuori con una buffa piroetta.

"Grazie ancora professore" disse il ragazzo, prendendo posto su una sedia davanti la scrivania del professore.
Draco mise sul fuoco del camino un bollitore per preparare il the, si mise a sedere ed osservò l'ex alunno "Dimmi tutto"

"Come ben sa" disse Billy, un po' meccanicamente come se avesse imparato quel discorso a memoria "le cose al Ministero non stanno andando bene. La gestione delle cose di Shacklebolt e della Granger non possono essere considerati sufficienti. Siamo in crisi e i nostri politici sono inermi ed imbelli"
"Pensiero condivisibile" ammise distrattamente Draco. Vide Billy sorridere e prendere un po' di coraggio.

"Io ed altri tre amici ci siamo riuniti e ci siamo resi conto che le cose devono cambiare. Il Ministero deve avere una svolta e questa svolta non può venire dall'interno"
"Ti vuoi candidare come Ministro?"
Billy rise "No ovviamente no. Nessuno mi conosce però io ed i miei amici stavamo pensando ad una figura più conosciuta per questa carica pregevole… una persona come lei"

Draco rimase qualche secondo in silenzio "E chi voterebbe per un ex Mangiamorte? Odiato dagli amici di suo padre, cordialmente mal visto dai suoi vecchi nemici"
"Oh i voti non sono un problema. Lei accetti e diventerà Ministro, glielo posso assicurare"

Draco lo osservò intensamente."In poche parole mi stai proponendo di far parte di un, come dicono i babbani? Colpo di stato"
Billy si mosse sulla sedia a disagio "Colpo di stato? No ma… si figuri. Non mi permetterei mai… lo chiamerei piuttosto un cambio di rotta duro, ma opportuno, ecco"

"Non giocare con le parole, la sostanza non cambia. Davvero hai fatto tutta questa strada per parlare con me e cercare di coinvolgermi in un bieco gioco di potere?" Rispose Draco, aspramente "Lo sai quanta fatica ho fatto per recuperare il buon nome dei Malfoy?"
"Ma sa quanto onore, quanta potenza potrà avere? I Malfoy potranno tornare ad essere una delle famiglie magiche più potenti. Basta strisciare nel fango, torni al suo ruolo naturale!" ribatte' Billy, abbandonata ogni prudenza. Il fischio del bollitore interruppe la risposta di Draco.

Il professore si alzò, estrasse la bacchetta ed evocò un patronus che immediatamente filò via fuori dalla porta. Billy rimase interdetto ma Draco non si scompone.
"Devo dirti di no Billy. Nella mia condizione sono riuscito a trovare un equilibrio, non posso e non voglio romperlo. E mi dispiace terribilmente che ti sia trasformato in un personaggio così oscuro"

Accadde tutto in un battito di cuore. Draco, con la coda dell'occhio vide Billy estrarre la bacchetta e puntarla contro di lui. Fece appena in tempo a tuffarsi dietro un piccolo tavolino.
"Avada Kedavra!" Il getto verde sfiorò la testa di Draco.
"Mi dispiace professore, speravo davvero che si fosse unito alla mia causa. Mi dispiace farle questo ma non c'è altro modo" disse Ben, torreggiando su Draco, puntando la bacchetta contro il suo vecchio mentore "Ava…"

In quel preciso momento la porta si spalancò ed entrarono l'insegnante di Incantesimi Marius Codbridge e quello di Difesa contro le Arti Oscure John Beckett, allarmati dal patronus di Draco.
Billy perse la concentrazione e la sua Maledizione Senza Perdono colpi' il tavolino dietro il quale Draco si stava nascondendo.
"Expelliarmus" la bacchetta di Billy volò sopra uno scaffale.

"È finita!" Disse John, mentre Marius era intento ad aiutare Draco a rialzarsi “Draco non si fidava e ci ha avvertito, sei stato troppo stupido ragazzo!”
Billy osservò i tre insegnanti e seppe che era la fine. Ma sapeva anche che mai e poi mai si sarebbe fatto catturare vivo, mai avrebbe tradito i suoi amici e la sua causa.
Indietreggiò fino ad arrivare vicino ad un grande finestrone.

"Stupeficium" Billy si buttò di lato e l'incantesimo colpì la finestra, rompendola in mille pezzi.
"Non vincerete mai!" Urlò il ragazzo, rialzandosi e voltando le spalle ai tre. Solo Draco capì cosa stava per fare.
"Fermatelo!" "Impedimenta" “Incarteratum” ma era troppo tardi. Billy si era già buttato.

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Capitolo un po’ più lungo del previsto, ma è giusto così. Ok Draco professore: non so se apprezzerete ma nella mia testa fin da quando lessi la fine del 7° libro, questo per me sarebbe stato il suo destino. La Rowling non credo abbia rivelato nulla sul suo futuro.
Billy è uno dei quattro cospiratori, lo avrete capito, ho scelto lui in quanto più giovane e più legato ad Hogwarts e Draco, spero abbiate apprezzato.

Vi ringrazio per l’attenzione, se volete lasciate una recensione, ci leggiamo alla prossima!

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Capitolo 5
*** Domenica di Sangue ***


Salve a tutti, scusate il ritardo ma la real life in questo periodo è bella tosta ma non mollo e questo è il nuovo capitolo!

Cap 5, Domenica di Sangue

20 Gennaio 2019

Rose stava scappando. Correva, correva così forte da farle male i polmoni ma non doveva fermarsi.
Una risata folle alle sue spalle.


La ragazza si svegliò di soprassalto. Osservò l’orologio appeso al muro vicino al letto: era passata da poco l’una di notte. Un forte ticchettio prodotto da un piccolo gufo che stava incessantemente becchettando la finestra era stata la causa del suo risveglio così brusco.

Sbuffando spostò il più delicatamente possibile il braccio di August, si alzò ed andò ad aprire la finestra al nuovo arrivato. Il volatile aveva un piccolo foglio di pergamena appeso ad una delle corte zampette.
Rose, evitando qualche beccata di rimprovero dal pennuto, riuscì a recuperare il messaggio: poche righe scritte velocemente

Urgentissimo: ritrovo ad Hogsmeade davanti ai cancelli di Hogwarts alle 1:30. Harry Potter

Maledizione, non di domenica! Rose sbuffò, indossò la divisa da auror il più velocemente possibile, lasciò un piccolo messaggio per August e si smaterializzò.

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L’aria era carica di freddo ed umidità. Hogsmeade era immersa nel buio e nel silenzio in una notte priva di stelle.
Stringendosi nel mantello, Rose si avvicinò al cancello che delimitava i confini di Hogwarts.

“Ehi Rose!” Arthur Marlon e David Bristol emersero dall’oscurità.
“Ehi! Sapete di cosa si tratta?” chiese Rose. La risposta di David venne interrotta da dei rumori di passi che venivano da oltre il cancello. I tre videro delinearsi nell’oscurità una figura umana molto grossa ed alta.

“Hagrid!” esclamò Arthur. Il vecchio custode delle Chiavi e dei Luoghi ad Hogwarts ed insegnante di Cura delle Creature Magiche stava puntando addosso ai tre auror una balestra piuttosto malridotta.
“Ah siete voi. Scusate eh che questa sera è proprio… bah meglio che apro, eh?” l’uomo abbassò l’arma, prese una chiave da una delle innumerevoli tasche del suo pastrano ed aprì il grande cancello “Harry… ahem il Signor Potter vi aspetta, faccio strada… seguitemi!”

Il tragitto attraverso i vasti prati della scuola fu piuttosto silenzioso. Arthur e Rose, i più giovani, provarono una forte nostalgia osservando i luoghi che per sette anni erano stati casa loro mentre David si limitava a scambiare poche parole con Hagrid.
Arrivati all’ingresso del castello trovarono un’altra faccia nota: il Professore di Erbologia, VicePreside e direttore di Grifondoro, Neville Paciock.

“Grazie Hagrid” disse l’uomo, insolitamente serio. Hagrid salutò i tre auror e sparì nell’oscurità.
“Venite, seguitemi da questa parte” disse Neville.
“Si può sapere, professore, che cos’è successo? Hagrid è stato piuttosto, ed insolitamente, criptico” chiese David.
“Sarà Harry a dirvelo personalmente. Posso solo dire che stanotte una persona è morta qui, nel castello”
Questa rivelazione lasciò il gruppo sgomento e silente. Per i cinque minuti successivi i quattro camminarono il più velocemente possibile tra corridoi e passaggi segreti, fino a raggiungere una stanza del terzo piano.

“Eccoci. Entrate e saprete tutto. Buon lavoro” Neville salutò gli auror che lentamente aprirono una porta.

La stanza, piuttosto piccola, era insolitamente piena e rumorosa, nonostante l’ora tarda. Rose vide, seduto dietro una scrivania, Draco Malfoy ed una donna con lunghi capelli neri che non conosceva. In piedi davanti alla scrivania stava il piccolo preside Vitious mentre Harry Potter stava parlando fitto fitto con l'insegnante di Incantesimi Marius Codbridge e quello di Difesa contro le Arti Oscure John Beckett.

Harry congedò i due professori che uscirono silenziosamente dalla stanza.
“Grazie per essere qui. Scusate il poco preavviso e l’ora tarda ma la situazione è stata piuttosto… imprevedibile”
“Che cos’è successo, signor Potter?” chiese Arthur.
“Buona domanda!” esclamò Vitious “Sono arrivato da poco e non credo di aver capito tutto quello che è appena accaduto!”

Harry annuì e si rivolse a Draco “Penso che il Professor Malfoy sia il più indicato per raccontare cosa sia successo stasera”
Draco, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, si riscosse “ No, non credo che sia giusto!” esclamò la donna accanto a Malfoy “Draco ha già dovuto raccontare e rivivere la situazione già una volta non credo che…”
“Tranquilla Astoria” borbottò Draco, ricomponendosi e versando dell’acqua in un bicchiere sbreccato. In poche parole riassunse quello che era accaduto nelle ultime ore.

“Poco dopo Beckett ha chiamato il professor Paciock che ha subito contattato il signor Potter” terminò Draco. Prese il bicchiere d’acqua e lo bevve lentamente, in silenzio.

“Professor Vitious chiami il corpo Insegnanti, infermieri, custode ed informi loro cos'è appena successo. Sia vago ma è importante che questa notizia non venga, per il momento, divulgata agli studenti ed ai genitori” Harry si rivolse al Preside che annuì ed uscì immediatamente “Arthur vai da Hagrid. Dovete cercare di recuperare il corpo il prima possibile”

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Quando anche Arthur uscì, Harry si mise a sedere “Quindi, se ho ben capito, Draco conoscevi o comunque avevi un buon rapporto con questo Billy”
Draco annuì “Era uno dei miei allievi migliori. Non… non riesco a credere che abbia potuto fare questo”
“Che tipo era?” Chiese David “Aveva amici o nemici qui ad Hogwarts?”

“Non lo conoscevo poi benissimo ma in classe era un ragazzo assolutamente normale. Aveva il massimo dei voti, che io mi ricordi mai una punizione. Non aveva però molti amici, era orfano e…”
“Ed i ragazzi possono essere molto cattivi” concluse Rose “Ed è possibile che sia cresciuto dentro di lui un sentimento di, non so, rivalsa contro la società”
Draco rimase in silenzio per qualche secondo “Può essere… come ho fatto a non accorgermene?”
“Come avresti potuto? Avrai centinaia di alunni da tenere sotto controllo, non puoi darti al colpa delle scelte del ragazzo” rispose Harry “Ok quindi Billy sparisce dopo la scuola e vaga per l’Europa con altri tre amici”

“Esatto, improvvisamente sparisce. Ho provato a contattarlo ma niente, mai una risposta, un comportamento strano per lui. Poi ricompare improvvisamente questa sera con un piano folle” rispose Draco.
David si avvicinò alla finestra ed osservò la grande luna piena “Parliamo del piano. Parole vuote o seria minaccia?”
“Billy mi è parso lucido, talmente lucido da preferire la morte alla cattura” rispose Draco.
“Se ha preferito la morte alla cattura, se era pronto a difendere il suo segreto con la vita credo che questo fantomatico piano esista” fece notare Rose.

“Un piano per sovvertire il Ministero della Magia? Da parte, per giunta, di quattro sconosciuti?” chiese David “Non credo sia possibile”
“Eppure per poco non uccidevano il professor Malfoy!” ribatté Rose. Harry Potter si schiarì la voce ed il silenzio cadde nella stanza.
“Credo anch'io che Billy ed i suoi tre fantomatici amici abbiano creato un piano per sovvertire l’ordine magico. E credo anche che gli omicidi di John Livin e Joe Quebert siano collegati a Billy ed al suo gruppo”
“E come?” chiese David.

“Billy ed il suo gruppo vogliano cambiare, sovvertire il mondo magico e, casualmente, negli ultimi giorni due membri importanti del nostro mondo sono stati trovati assassinati. Non credo alle coincidenze. Io credo piuttosto che Billy ed il suo gruppo vogliano gettare il caos nel mondo magico assassinando personaggi importanti ed in vista. Hanno ucciso un Direttore della Gringott, un membro importante del Wizengamot e stavano per uccidere il professore di Pozioni per giunta all'interno di Hogwarts. Credo non si fermeranno qui”

“Ma andiamo” esclamò David “ Quattro persone non possono distruggere il nostro mondo Magico!”
“Devono avere per forza degli agganci, magari all’interno del Ministero stesso” intervenne Draco. Harry annuì “Dobbiamo fare molta attenzione. Ogni Capo-Dipartimento avrà un auror di scorta, Hogwarts stessa verrà messa sotto controllo dal mio Dipartimento. Non possiamo permettere che il nostro mondo magico crolli!”

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Nonostante fossero passate le 10 di mattina le colline intorno al villaggio di Hogsmeade erano ancora immerse in una fitta ed impenetrabile umidità. La solita figura incappucciata si materializzò vicino all’ingresso di una delle numerose grotte che popolavano quelle colline.

La figura si inerpicò sulla collina, guidato dal rumore di tre voci piuttosto concitate che venivano dall'interno della grotta. Varcata la soglia trovò un piccolo fuocherello e Joe, Jonathan e Philip seduti per terra, intenti a parlare tra di loro.
Non appena la figura incappucciata entrò nella piccola grotta i tre smisero immediatamente di parlare.”Oh salve!” lo salutò Philip, alzandosi “Prego, stavamo preparando il the…”
“Non ho tempo per fermarmi. Non dopo il casino che avete combinato ieri sera” ribatté il nuovo venuto “Siete stati fortunati, gli auror non hanno grandi informazioni su di voi, ma stanno iniziando ad intuire il nostro piano”

“Mi dispiace terribilmente. Billy…”
“Non è colpa di Billy, o meglio non solo sua” rispose la figura, sforzandosi di rimanere calma e non sbraitare “Era il piano ad essere sbagliato. Non avrei mai dovuto permettervi di gestire la cosa, siete solo una banda di macellai senza cervello”
Ehi un momento” sbuffò Joe “Siamo noi a rischiare la vita e Billy ci ha rimesso la sua”

La figura rimase in silenzio, trattenendo la sua ira a stento. Infine parlò “Il Ministero brancola nel buio ma alzerà la guardia. Dobbiamo colpirli ora!”
Philip chiese “Dobbiamo dare il via alla fase 2?” La figura annuì “Sì. E’ tempo di prendere quello che ci spetta”

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capitolo di passaggio ma comunque credo piuttosto importante. Cosa intende la figura incappucciate per “Fase 2?” Ce la faranno gli auror a bloccare questa minaccia al mondo magico?

Grazie a tutti per i seguiti e a Paige per la graditissima recensione :)
Alla prossima!

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Capitolo 6
*** Attacco al Potere ***


Cap 6, Attacco al Potere

21 Gennaio 2019

Hugo Stones posò gli occhiali sul tavolo e si stropicciò gli occhi stancamente. Odiava i lunedì.
Riprese gli occhiali e posò lo sguardo su una lunga pergamena fitta fitta di vuote parole. Una decina di altri stati stranieri voleva sapere se le voci di un attentato ad un Professore di Hogwarts fosse vero. C’era chi offriva aiuto, chi era pronto a trovare assonanze con alcuni omicidi accaduti nei loro paesi.
Niente di veramente utile.

Ma il tentato omicidio aveva scosso il Ministero, specialmente gli auror. Potter gli aveva addirittura assegnato un auror di scorta, ma Hugo aveva rifiutato: aveva 65 anni uno stile di vita tutto casa/lavoro, lavoro/casa. A cosa serviva una scorta?
Del resto non si sentiva minacciato, a casa aveva molte misure di sicurezza ed a lavoro era circondato da auror. Perché si preoccupavano tanto?

Verso mezzogiorno decise di fare una pausa. Si alzò dalla poltrona, si avvicinò al camino acceso e lasciò che il fuoco riscaldasse le sue vecchie giunture.
Improvvisamente la porta del suo ufficio si aprì. Il fuoco si spense, Ugo si voltò per capire chi fosse entrato: non si aspettava visite.

Una figura incappucciata era appena entrata.
“Chi diav…” fece Ugo. L’uomo non parlò. Estrasse la bacchetta, la puntò contro Ugo e mormorò “Avada Kedavra”
Prima che Hugo potesse toccare terra, morto, la figura misteriosa era già uscita dalla stanza.

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Michael Copper si stava godendo il suo solito doppio panino al prosciutto sulla solita panchina del solito parchetto vicino al Ministero della Magia.
Michael, 53 anni, direttore del dipartimento per il Trasporto Magico, una stazza invidiabile, era un uomo molto preparato, stimato e prevedibile.

Il piccolo parco era uno dei pochi polmoni verdi in una Londra sempre più congestionata.
“Signore, 10 minuti poi dobbiamo rientrare” disse un’uomo con l’aria stanca, il suo auror di scorta. Michael annuì e dette un morso pantagruelico al suo panino.
L’auror osservò l’uomo con un’espressione di disgusto malcelato, poi riprese la sua posizione, a circa 10 metri dall’uomo.

Michael terminò il suo panino con un sonoro rutto, si alzò con un po’ di fatica e buttò in un cestino le cartacce. Poi accadde.
Un’esplosione sconquassò il piccolo parco e l’onda d’urto buttò Michael per terra.
Silenzio poi urla disperate.

Michael provò ad alzarsi ma la stazza eccessiva glielo impediva.
“Ma guarda che razza di maiale” una figura incappucciata torreggiava su di lui, la bacchetta puntata contro il suo petto enorme.
“No… io… la prego, non lo faccia…”
“Risparmia le parole, palla di lardo”
La posso, la posso pagare”
L’uomo rise “Maiale fino alla fine. Avada Kedavra!”

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Rose Greenwood, Edward Bonde ed Hermione Granger si materializzarono di fronte all’ingresso della tana. A passo veloce i due auror accompagnarono il ministro fino all’ingresso dell’abitazione, bussarono alla porta ed attesero.

Dopo quelle che parvero ore la porta si aprì leggermente e sulla soglia uscì una vecchietta con lunghi capelli ricci ormai bianchi. Doveva essere Molly Weasley, la madre di Ron.
Lo stomaco di Rose fece una strana giravolta mentre, di tutta fretta, entrarono in casa.

Un piacevole odore di arrosto li accolse nel soggiorno. La casa era molto accogliente, calda e vuota, eccezion fatta per Arthur Weasley che sedeva su una comoda poltrona, vicino al camino, lo sguardo piuttosto assente.
“Vado a pattugliare là fuori. Tra mezz’ora vieni a darmi il cambio” bisbigliò Edward. Rose annuì ed osservò l’orologio: erano le 11 e 30.

La mezz’ora successiva si rivelò essere piuttosto strana. Hermione si unì alla suocera in cucina, dovevano preparare il consueto pranzo del lunedì (molto probabilmente ci sarebbero state diverse defezioni, visto il grande carico di lavoro al Ministero, ma Hermione non aveva il cuore di deludere la donna). Rose invece rimase in piedi, piuttosto imbarazzata dalla situazione.

“Siediti pure, cara” disse Arthur Weasley. Rose annuì e si mise a sedere su di un divano piuttosto malconcio.

“Come vanno le cose al Ministero? Immagino non molto bene” chiese l’uomo. Rose annuì.
“Però mi manca il servizio attivo, da quando sono in pensione non so cosa fare tutto il giorno. Avevo ripreso lo studio del mondo babbano, ma poi….” Arthur sospirò e rimase in silenzio.
“Mi… mi dispiace tanto per… per quello che è successo” disse Rose. Avrebbe voluto trovare tutt'altro argomento ma non ci riusciva, non riusciva a non pensare a Ron “Tante volte mi fermo a pensare”
“A cosa?” chiese il signor Weasley, sorridendo.
“Perché io sono sopravvissuta? Perché io e non il signor Weasley o qualsiasi altro dei miei compagni” ammise Rose, osservando il camino, ricacciando una lacrima.

Arthur osservò Rose per qualche istante “Ronald era il più piccolo dei miei figli. Non era studioso come Percy o Bill e nemmeno ironico e giocoso come Fred e George." Disse a bassa voce "Nonostante ciò la sua presenza riusciva sempre ad allietare le nostre giornate. Era la luce dei nostri occhi.
Ci manca terribilmente, a questa età un padre non dovrebbe mai seppellire un figlio. Ma è morto facendo quello che amava e non devi colpevolizzarti per questo”

L’anziano Weasley allungò una mano che la ragazza strinse “Volevo incontrarvi… ma non ho avuto la forza” ammise la ragazza scacciando via, con la mano libera, le lacrime dagli occhi.

La pendola in salotto scoccò le 12 e Rose si riscosse, era il suo turno di guardia. Hermione e la signora Weasley erano indaffarate in cucina mentre il signor Weasley era tornato ad osservare il camino.
Uscì e si avviò a passo spedito verso i confini della Tana.

Fatti pochi passi però si bloccò. a pochi metri di distanza, riverso a terra vicino a dei cespugli di more selvagge, giaceva Edward Bonde.
Rose si immobilizzò. Cosa, cosa diavolo era successo?

Immediatamente estrasse la bacchetta e si avvicinò lentamente al corpo.
“E’ inutile bellina, è morto stecchito!”

La ragazza sobbalzò e puntò la bacchetta contro due nuovi venuti, entrambi incappucciati.
“Chi siete?”
L’incappucciato più grasso rise “Davvero ha importanza? Avada Kedavra!”

Rose evocò immediatamente uno scudo d’argento che riuscì non difficoltà ad intercettare le due maledizioni senza perdono. Doveva avvertire i Weasley.

Riparandosi dietro lo scudo, Rose impresse alla bacchetta un movimento a frusta. Il fiotto di luce che ne scaturì colpì in pieno petto uno dei due incappucciati.
Approfittando del caos prodotto, Rose corse a perdifiato.

Per il momento i due aggressori sembravano aver interrotto l’attacco e la ragazza riuscì a giungere al riparo della Tana.
Immediatamente evocò un patronus che inviò direttamente al Dipartimento Auror, poi andò in salotto dove erano presenti i coniugi Weasley e Hermione.

“E’ in corso un attacco, presto mettetevi al riparo, smaterializzatevi!”
Hermione annuì, prese i due suoceri a braccetto per smaterializzarsi. Ma non fece in tempo.

Un’immensa esplosione fece saltare per aria metà salotto.
L’onda d’urto scagliò Rose per alcuni metri, facendola atterrare bruscamente addosso la credenza della cucina.

Un grande polverone si era alzato, la visibilità si era ridotta a pochi centimetri.

“Signora Granger… Weasley….” boccheggiò Rose. L’urto era stato molto violento: era finita per terra, si sentiva le forze venir meno.
“Scap… scappate” provò a rialzarsi, quasi rabbiosamente, ma era inutile.

Con la mano raggiunse la bacchetta che era caduta poco lontano. Se doveva morire, voleva morire con la bacchetta in mano.
“Andat… dat… date vi…” poi svenne.

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Perdonatemi, perdonatemi davvero, ma queste settimane sono state davvero impegnative.
Vi assicuro che non ho la minima intenzione di mollare questa fic, ci tengo troppo, però il tempo ha avuto qualcosa in contrario .-.

Comunque, capitolo importante, centrale. Spero vi sia piaciuto. Cosa sarà successo a Rose ad Hermione ed ai Signori Weasley?
Lo scopriremo nel prossimo capitolo (che spero di pubblicare prima del 24)
Grazie a tutti!

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Capitolo 7
*** Chi ? ***


Cap 7, CHI?

22 Gennaio 2019

Bianco.
Tutto bianco. Perché?
”Rose?”
No voleva dormire.
”Rose, sei sveglia?”

La ragazza lentamente aprì gli occhi. Era sdraiata su un letto in una stanza che non conosceva. Dove si trovava?

“Rose, amore. Oh cielo, grazie!”
Finalmente Rose riuscì a mettere a fuoco le due persone sedute ai due lati del letto. A destra, visibilmente provato, c’era August, a sinistra sua madre Mary.
“Ciao” borbottò Rose. Adesso che era sveglia si sentiva piuttosto intontita e con un gran mal di testa.

August si chinò e le diede un bacio “Siamo stati in pensiero, hai dormito per circa 22 ore!”
“Dove sono?”
“Al San Mungo. Tuo padre è andato in ufficio ma tra un'oretta dovrebbe...”
Solo allora Rose si ricordò cosa fosse successo. Si drizzò sul letto e chiese “La signora Granger? I signori Weasley?”

“Stiamo bene, grazie”
Rose volse la testa verso la porta e trasalì. Hermione Granger era appoggiata allo stipite della porta e sorrideva verso la ragazza “August, Mary potreste lasciarci un attimo soli?”

I due obbedirono alzandosi silenziosamente ed Hermione si mise a sedere, occupando il posto di August.
“Ministro, cosa è…”
“Cosa è successo? Non posso dirti tutto perché altrimenti i medimaghi mi ucciderebbero!” rispose la donna sorridendo “Posso dirti però che, dopo circa un minuto dall’esplosione, grazie al patronus che hai inviato al quartier generale auror Harry ed altri due auror si sono materializzati ed hanno messo in fuga gli aggressori. Anche se dovrei dire l’aggressore, visto che uno di loro è rimasto ucciso nello scontro”
“Come avete fatto a…”
“L'esplosione ci ha buttato addosso al divano. Ci siamo fatti male certo, ma è servito a salvarci, il divano ci ha fatto da scudo”

Rose aggiustò i cuscini, in modo da stare più eretta “Ed Edward?”
Hermione osservò un attimo di troppo la finestra.
“Non… non ce l’ha fatta… vero?”
Hermione annuì, poi osservò intensamente la ragazza “Hai battuto la testa ed hai perso molto sangue. Riposati, recupera le forze”
“Posso già…”
“No” rispose Hermione, in tono definitivo “Riposerai oggi e domani. Rientrerai solo se avrai passato gli esami medici, non possiamo permetterti di rientrare in campo troppo presto”

Rose cercò di protestare ma lo sguardo duro della Granger la fermò e lentamente, stancamente, annuì.

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Nella piccola stanza sembrava fosse scoppiata una bomba. Joe si era stravaccato sul divano malridotto. Gli occhi umidi, lo sguardo perso nel vuoto aveva una bottiglia di whisky incendiario quasi finita in una mano e la bacchetta nell'altra.
Philip invece era in piedi, lo sguardo imperscrutabile rivolto verso il camino.

Alle 15 in punto le fiamme del camino si tramutarono diventando di un verde chiaro.
L’incappucciato uscì dal camino bestemmiando.

“Mancava tanto così” esclamò tirando un calcio rabbioso ad una sedia scompagnata che finì rovinosamente a terra, pochi centimetri a destra di Philip “E voi due stupidi idioti vi siete fatti battere sul tempo”
Joe si riscosse e borbottò “Erano troppi. Arthur era stato ferito da quella ragazza. Quando gli auror si sono materializzati… Io…”

“Ma comunque abbiamo ucciso due Capi-Ufficio! Se consideriamo anche gli altri assassinii…” intervenne Philip, degnando il nuovo venuto di uno sguardo infuocato.
“Abbiamo solo compiuto metà dell’opera. Uccidili tutti e la comunità magica andrà in malora. Lasciane anche uno solo vivo… e la gente avrà comunque un faro di speranza!” rispose l'incappucciato.

“Spegniamo questo faro, allora!” esclamò Philip “I nostri compagni devono essere vendicati! Non possiamo fermarci proprio ora”
Joe non rispose, si limitò ad annuire e dare ancora un sorso alla bottiglia. L’incappucciato rimase in silenzio, soppesando la situazione “Avrò bisogno di tornare dai 10 di Scozia. Non so fino a quanto siano contenti di come è andata la cosa ma devo comunque tenerli aggiornati. Lo farò domani”
L’incappucciato volse le spalle ai due, prese una manciata di polvere volante e la gettò nel camino.

“Fino ad allora state qui e cercate di non combinare guai” detto questo sparì nuovamente nelle fiamme verdi.

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Harry gettò gli occhiali sulla scrivania. Non ne poteva davvero più di quella faccenda.

“Abbiamo scoperto qualcosa che potrebbe rivelarsi interessante” disse Arthur Marlon, seduto proprio davanti ad Harry, lo sguardo attento posato su un foglio di pergamena piuttosto lungo “Abbiamo parlato con diversi orfanotrofi del paese e… Billy Parrott ed Arthur Joffrey hanno frequentato lo stesso orfanotrofio… il St James Orphanage, Nottingham”
Harry si riscosse e lesse il foglio che Arthur stava porgendo “Interessante. Domani dovremmo dare un’occhiata”

L’uomo osservò l’orologio. Erano le 2 e 20, Ginny l’avrebbe ucciso.
Stiracchiandosi buttò un’occhiata all’altro fascicolo “Per quanto riguarda la morte di Hugo Stones? Si sa qualcosa?” Quello era il caso che più colpiva Harry: Hugo era stato una delle prime persone ad accoglierlo al Ministero e non poteva credere che fosse morto proprio dentro il suo studio.

“N...n..no” rispose il ragazzo, soffocando uno sbadiglio. Harry sorrise “Penso sia il momento che tu vada a casa”
“Ma n...n...no io sto b...b..bene”
“Oh avrai la tua buona dose di nottate senza sonno. Stasera direi che basta, abbiamo una buona pista dopotutto. Vai a casa”

Arthur non se lo fece ripetere due volte. Recuperò la sua divisa, salutò il superiore ed uscì dall’ufficio di Harry.
Pace.

Harry si alzò, brontolando per il mal di schiena. Raccolse il mantello, chiuse il suo ufficio, salutò i pochi colleghi rimasti per il turno di notte e finalmente uscì dal Dipartimento Auror.
Si diresse agli ascensori sbadigliando e buttò un occhio alla grande insegna “Ufficio dell’Applicazione della Legge sulla Magia”

E così, improvvisamente, Harry ebbe un’illuminazione. Tutti i più importanti Capi-Ufficio erano stati attaccati. Tutti tranne Lucas Hardy.
Quando Hermione venne eletta Ministro della Magia la scelta di nominare Lucas Hardy come suo successore era parsa a tutti come giusta e saggia.

Lucas, 56 anni, era stato a lungo vice di Hermione Granger, aveva affrontato Voldemort e la tragica vicenda di suo figlio non aveva fatto altro che, paradossalmente, aumentare la sua fama. Ed allora… allora perchè?

Harry fece dietrofront, estrasse la bacchetta, la puntò sulla porta dell’Ufficio e mormorò “Alohomora”.
La lucida doppia porta in mogano si aprì senza un cigolio. L’uomo sussurrò “Lumos” ed entrò.
Conosceva molto bene quegli uffici e non ebbe difficoltà a trovare quello di Lucas.

“Alohomora”bisbigliò ancora una volta ma la porta rimase chiusa. Perché?
Harry estrasse da una tasca del mantello un lungo pugnale contorto, simile a quello regalatogli da Sirius anni fa. Fece passare il coltello tra lo stipite e la porta fino a quando un sonoro “TAC" non indicò che la serratura era stata forzata.

L’ufficio di Lucas Hardy era sicuramente bene arredato: le pareti erano state dipinte con una tinta azzurro chiaro, i mobili erano tutti palesemente nuovi e moderni.
Harry si diresse immediatamente alla scrivania, aprì e rovistò tutti i cassetti ed i numerosi plichi presenti sulla scrivania in radica di noce ma non trovò niente di compromettente.
Terminata l’analisi della scrivania passò alla libreria. Tutti i tomi (per lo meno più di un centinaio) erano perfettamente organizzati con il dorso di ciascun libro allineato al centimetro.
Tutti tranne uno.

L’uomo sfiorò quel libro che spiccava per pochi centimetri sugli altri ed anche questa volta sentì un chiaro “TAC”
Nella parete accanto alla libreria si era appena aperta una piccola conca.

Respirando a fatica Harry si avvicinò a quella piccola apertura nel muro e vi infilò la mano. Estrasse alcuni piccoli fogli di pergamena: la maggior parte era composta da corrispondenza privata (piuttosto piccante da quel che Harry riusciva a leggere) ma fu un minuscolo foglietto di carta ad attirare la sua attenzione.

I 10 sono d’accordo. Ho parlato con i 4 O, il piano può continuare

“Bene signor Potter. Abbassi la bacchetta, molto lentamente” Le viscere di Harry collassarono. Si voltò e vide Lucas Hardy puntare la bacchetta contro di lui.

“La curiosità è un peccato molto grave”

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Perdonate per il ritardo ma sono stato senza computer per diverse settimane e quando sono tornato avevo perso i file di questa e altre fic. Mi ci è voluto un po’ per riprendere il tutto ed “approfittando” di questo periodo particolare sono tornato su questo meraviglioso sito. odio lasciare le cose a metà.

Che dire, capitolo fondamentale. Sa un po’ di cliché forse, ma aspettate il prossimo e le cose saranno più chiare :)
Come sempre vi ringrazio per seguire questa mia fic e invito chiunque a lasciare un parere, fosse anch’esso negativo !
Un saluto, a presto :)

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Capitolo 8
*** Un Piano Svelato ***


Cap 8, UN PIANO SVELATO

23 Gennaio 2019

Harry rimase immobile, pietrificato dalla sorpresa e dalla consapevolezza di aver commesso un tragico errore.
“Expelliarmus” la sua bacchetta volò a diversi centimetri di distanza, sotto la scrivania.

“Lucas io…non capisco” mormorò Harry. Arthur aveva appena lasciato il dipartimento auror ma era sempre piuttosto disordinato, una sera sì ed una no tornava sui suoi passi perché puntualmente si dimenticava qualcosa.
Se fosse tornato indietro avrebbe visto la porta aperta, la luce accesa…

“Sapevo che avresti dubitato di me” ammise Lucas, puntando la bacchetta verso Harry, un sorriso malvagio e folle a deformare il volto “Billy doveva servire a questo, a ferirmi ed elevarmi così da ogni possibile sospetto. Peccato sia morto inutilmente”

Tempo. Aveva bisogno di tempo. Harry ebbe una fugace visione di un sedicenne Draco Malfoy puntare la sua bacchetta contro Silente, su nella Torre d’Astronomia.

“Perché Lucas? Perché? Tu…tu non sei un assassino!”
L’uomo sorrise, la mano tremò appena “No, non lo sono. Ho chiamata i Quattro Orfani appositamente per questo. Ma riuscirò a trovare la forza per ucciderti, Potter. Ma prima… Crucio!”

Harry cercò di schivare la maledizione ma a quella distanza ravvicinata non era possibile. Provò dolore, ma non quanto se ne aspettasse. Lucas non sapeva maneggiare la Maledizione Cruciatus, non aveva l’anima rosa dall'odio ed aveva commesso un’errore.

Harry urlò, talmente tanto che lo stesso Lucas rimase sorpreso dall'apparente successo della sua maledizione “Non c’è nessuno qui che verrà a salvarti. Meriti di soffrire Potter. lo meritate tutti per quello che questo Ministero ha fatto a mio figlio!”
“Che cosa c’entra il Ministero?” rispose Harry cercando di scivolare, centimetro dopo centimetro, verso la scrivania.
“Sillus è morto ucciso da un aspirante auror, da un sistema che non è stato in grado di capirlo, di prevenirlo! E nonostante tutto quello che è successo voi siete rimasti tutti ai vostri posti! Non vi siete fatti da parte! Non avete ammesso il fallimento di questo sistema, il vostro fallimento! Crucio!”
Era chiaro che Lucas non fosse più in se stesso. Harry ancora una volta incassò la maledizione piuttosto bene e rotolò ancora un po’ più vicino alla scrivania.

“E questo cosa c’entra con l’ondata di morte che hai provocato?”
“Nessuno ha pagato per i vostri errori. Qualche pianto, un bel funerale, tante belle parole e poi niente. Solo Sillus ed i suoi amici hanno pagato. Solo gli innocenti!” rantolò Lucas, grosse lacrime scivolarono sulle sue guance “Io. Io li vendicherò!”
“Che cosa succede qui? Avevo dimenticato una relazione, sono tornato indietro ed ho sentito le grid…” Arthur comparve sulla soglia dell’ufficio di Lucas. Il suo sguardo si posò su Lucas Hardy che torreggiava su Harry Potter riverso a terra ed immediatamente estrasse la bacchetta magica.

Lucas si distrasse per un attimo, voltandosi per vedere chi fosse l’intruso. Un attimo, giusto che quello che serviva ad Harry.
L’auror si mise immediatamente in ginocchio e caricò a testa bassa l’avversario che finì riverso addosso alla scrivania.

“No…Io…” ruggì Lucas, cercando di rialzarsi “Avada Kedavra! Avada Kedavra!” un raggio verde sfiorò di pochi centimetri la testa di Harry che, approfittando della confusione, era riuscito a recuperare la bacchetta.

“Stupeficium!””Stupeficium!” i due incantesimi lanciati dai due auror colpirono Lucas Hardy in pieno petto. L’uomo venne lanciato in aria dalla forza combinata dei due incanti atterrando bruscamente dall’altra parte della scrivania. Immobile.

“Arthur usa la metropolvere e chiama immediatamente Rona... David Bristol. Fai venire qui anche un medico del San Mungo” Arthur non se lo fece ripetere due volte ed uscì a spron battuto dalla stanza.

Harry si avvicinò a Lucas “Reinnerva!” Niente.
“Dai ho bisogno… Reinnerva, Reinnerva! REINNERVA!” Niente da fare. I due incantesimi avevano avuto la meglio sul cuore malandato dell’uomo.
Harry si accasciò a terra e pianse lacrime amare.

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“E’... è morto” sussurrò Philip, leggendo la lettera che un grosso gufo aveva appena recapitato nel quartier generale dei quattro orfani.

“Chi ?” chiese Joe, intento a tagliare delle patate con un lungo coltellaccio.
“Lucas Hardy” rispose Philip, accartocciando la lettera e gettandola nel camino accesso. Joe bestemmiò, afferrò una bottiglia di whisky incendiario e bevve.

“E’ finita allora” borbottò l’uomo, ruttando “Il piano è andato a puttane senza il vecchio. Eh Philip? Philip?” Joe si voltò ed osservò il compagno che era rimasto in piedi, osservando il camino.
“Non possiamo mollare ora” disse Philip “Devo… devo andare a parlare con i 10 di Scozia. Se confermeranno il loro supporto….”
Joe lo osservò piuttosto dubbioso.

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Rose avanzò, zoppicando leggermente, per il corridoio del primo piano. Sostò un attimo davanti alla porta chiusa dell’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia poi proseguì diretta al quartier generale degli Auror.
Era stata appena dimessa dal San Mungo e, nonostante le proteste dei suoi genitori e del suo ragazzo, si era immediatamente materializzata al Ministero della Magia.

Il piccolo atrio che dava sui vari cubicoli era affollato da una ventina di auror che stavano ascoltando attentamente Hermione Granger.
Rose scivolò silenziosamente contro il muro, cercando di non interrompere il Ministro. Scorse Harry Potter seduto in silenzio con accanto sua moglie Ginny ed un ragazzo dai capelli arancioni.

“Per questo è importante. Ci siamo quasi, manca poco e questo terribile incubo potrà finire e le nostre vite tornare alla normalità” Hermione concluse il discorso con un sorriso incoraggiante e tutti gli auror applaudirono convintamente.
La folla si sciolse e Rose ne approfittò per avvicinarsi ad Harry “Salve signor Potter. Signora Potter! Ho fatto il prima possibile!”
Harry sorrise stancamente mentre Ginny strinse la mano all’auror “Ti hanno già dimessa?”
“Sì diciamo che ho fatto un po’ di… pressione sui medimaghi”
“Bene. Ah questo è Teddy Lupin, il mio figlioccio!” il ragazzo coi capelli arancioni sorrise alla ragazza e le strinse le mani.

“Ho saputo quello che è successo” disse Rose “Terribile… conoscevo benissimo Lucas…”
“Quella maledetta isola ha rovinato più di sei vite” ammise Ginny. Harry annuì stancamente poi si rivolse a due colleghi “David, Arthur. Domani mattina andrete a perquisire la casa di Lucas. Ok?”
I due auror annuirono.
“Io e te invece andremo al St James Orphanage” disse Harry, rivolta a Rose.

“Domani però. Stasera torni a casa!” si intromise Ginny, Teddy ed harry sorrisero.
“D’accordo. Riposati Greenwood, domani vedremo di chiudere questo caso”

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Ok capito corto ma sicuramente denso :)
Non ho mai creduto nei villain puri e duri (alla Voldemort per intenderci) Ho sempre cercato di dare ai miei villain (qui su Efp ma in generale ovunque abbia scritto) una sfumatura per cercare di provocare un minimo di immedesimazione.
Lucas è un uomo buono ma profondamente distrutto dalla morte del figlio. Cerca così una vendetta stupida, oscena, terribile ma per i suoi occhi giusta.

Cosa faranno i 2 orfani rimasti? cederanno o venderanno cara la pelle? I 10 di Scozia cosa avranno da dire? Lo scoprirete nel prossimo capitolo :)
Grazie a tutti come sempre ^^

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Capitolo 9
*** The Day After ***


Cap 9, The Day After

24 Gennaio 2019

Ginny chiuse delicatamente la porta. Harry si era appena messo a letto dopo aver bevuto una pozione che gli avrebbe garantito una notte senza incubi o sogni.
Scese stancamente le scale ed entrò in cucina dove trovò, seduto davanti al camino, Teddy in compagnia di Kreacher e Polly, gli elfi domestici, intenti a preparare il the.

“Andate pure a letto, ci penso io” disse Ginny, rivolta ai due elfi domestici che si dileguarono dalla stanza silenziosamente dopo aver fatto un breve inchino.
A Ginny c’era voluto un po’ di tempo per abituarsi a quelle due figure ma con Harry impegnato al Ministero e con lei che era sempre al seguito delle varie squadre di Quidditch della nazione avere un paio di elfi domestici era inevitabile per mantenere Grimmauld Place vivibile.

Una volta che il the fu pronto la donna ne versò due tazze, una per lei ed una per Teddy, e si mise a sedere accanto al ragazzo.
All’epoca Teddy aveva circa 21 anni ed aveva ereditato dalla madre il temperamento gioioso ed anche una certa goffaggine mentre dal padre aveva ereditato il fisico asciutto ed un incondizionato amore per la lettura.

Di quel suo temperamento gioioso al momento però non c’era traccia. I capelli erano di un cupo blu notte e sedeva fissando nel fiamme che guizzavano nel caminetto.
“Tutto bene Teddy?”
Il ragazzo annuì distrattamente.
“Non sei un granchè come bugiardo, Ted” ammise Ginny sorridendo. Ted si riscosse dai suoi pensieri ed osservò la donna.

“Ho avuto… ho avuto paura per… per Harry” ammise, posando la tazza sul tavolo “Questa volta…. questa volta davvero”
Ginny sorrise e prese la mano del ragazzo nelle sue.
“Come fai? Come fai a stare tranquilla, a non roderti dentro?”

Ginny rimase in silenzio.
“Mi faccio questa domanda da quando avevo 14 anni” rispose la donna sorridendo “Ed ho capito che certe persone non possono fare altrimenti: devono correre incontro al pericolo perché, anche se volessero evitarlo, sono destinati ad affrontarlo. Ed allora hai due opzioni: ti lasci distruggere dalle paranoie e dall’ansia oppure cerchi di affrontare la situazione, tenendo rinchiuso nei più cupi anfratti del tuo cuore i pensieri più cupi, andando avanti giorno per giorno”

Teddy rimase in silenzio per qualche secondo, riflettendo, poi i capelli virarono su un castano chiaro.
“Ecco così mi piaci molto di più” ammise Ginny. Teddy sorrise e poi si slanciò per abbracciare la donna.
“Ti voglio bene Teddy” sussurrò la donna.

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Rose stava dando una letta veloce alla Gazzetta della Sera. Era a letto, ma non aveva affatto sonno.
Si mosse leggermente e sentì una fitta di dolore alla schiena. L’idea di affrettare il recupero non era stata forse la sua migliore decisione ma certo non poteva restare a poltrire sapendo che i suoi colleghi rischiavano la vita.
Si ritrovò a pensare a Lucas. Era sempre stato un uomo buono, con il sorriso sulle labbra e sempre con una parola di conforto.

Com’era potuto accadere? Fino a che punto può arrivare il dolore per la morte di un figlio?
“Basta pensare Rosie” August comparve sulla soglia della camera da letto con un boccale in mano “Non sono un legilimens ma immagino che quella tua testolina sia piena di pensieri non proprio positivi”
Potrei ucciderti per avermi chiamato Rosie. Ma se in quel boccale c’è qualcosa per farmi dormire all’istante senza sognare un bel niente potrei riconsiderare la tua condanna”

August sorrise e porse alla ragazza il boccale “Non sono un pozionista infallibile o almeno così diceva il professor Malfoy. Questa però riesco a farla piuttosto bene!”
Rose bevve il calice tutto d’un fiato, poi si appoggiò di nuovo al cuscino. Un’ondata di piacevole sonnolenza la invase.

“Grazie amore” la ragazza si voltò e baciò August che aveva preso posto accanto a lei.
“Quindi… che condanna hai in mente per me?” chiese il ragazzo, mettendo una mano sul fianco di Rose.
La ragazza soffocò un grosso sbadiglio “Per stasera immagino dovrò sentirti russare tutta la notte” disse August.
Rose annuì, baciò il ragazzo e poi si addormentò all'istante.

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Joe e Philip si materializzarono appena fuori dall’ingresso della grande villa innevata.
“A che ora hanno detto?”
“Alle 11”
“Sono le 10 e 45. Meglio andare, questi vecchi sono imprevedibili”
Philip rimase un attimo pensieroso e si avviò, seguito da Joe, al cancello d’ingresso.

L’uomo evocò un patronus e lo indirizzò verso l’ingresso. Qualche minuto più tardi il cancello si aprì.

“Ora… è importante trattare queste persone con rispetto” disse Philip, piuttosto teso “Lascia… lascia che sia io a parlare”
Joe grugnì, Philip lo prese come un assenso.

Arrivati al portone trovarono la piccola elfa domestica ad aspettarli.
“Prego, fate strada” squittì, indicando la via.

Raggiunta la solita immensa sala dal solito grande tavolo, Joe e Philip rimasero sulla soglia, quasi intimoriti.
“Prego, non vorrete stare sulla soglia” Thornope, Philip lo riconobbe, indicò due sedie libere.
Philip si era preparato un discorso piuttosto lungo ed articolato ma, adesso che si trovava di fronte ai 10 di Scozia, la sua memoria vacillava pericolosamente. Era un assassino, un sicario non un politico.

“Le nostre spie ci hanno riferito i vostri progressi” annunciò Thornope, leggendo diversi fogli di pergamena “Ci dispiace per la dipartita di Hardy, un duro colpo. Era lui la mente del piano, dopotutto. Siete riusciti a seminare un bel po’ di confusione nel mondo magico però la morte del vostro “comandante” e referente politico, il fallimento dell’uccisione del Ministro della magia…”
L’uomo adagiò i fogli sul tavolo e posò i suoi penetranti occhi verdi sui due.
“Sinceramente credo che il nostro rapporto sia giunto ad una conclusione anticipata”

Philip diede un leggero colpo di tosse. maledizione perché aveva la salivazione azzerata?
“Quando… quando Hardy ci ha contattato.... abbiamo subito accettato. Non per la paga”
“Non solo per quella” aggiunge Joe ridacchiando.
“Ma per il messaggio, per la motivazione” continuò Philip “Cambiare questo mondo magico. Noi orfani siamo stati emarginati, nessuno ci ha dato una mano. Crediamo in questa operazione con tutto il nostro cuore. Vi abbiamo dato dimostrazione di quello che sappiamo fare. Sì non abbiamo ucciso il Ministro ma guardate lo scompiglio che abbiamo portato! Ci, vi, manca poco al raggiungimento di un sogno e volete mollare proprio adesso?”

Thornope e gli altri nove lo osservarono in silenzio, senza rispondere.
“Abbiamo un piano. E’ folle forse, pericoloso, ma ci stiamo lavorando da mesi”
Philip spiegò il piano nella sua interezza e Joe si accorse che l’atmosfera era cambiata: se prima era fredda e distaccata adesso le parole di Philip stavano riscaldando quella sala ghiacciata.

Terminata la descrizione del piano, i 10 rimasero a confabulare per un quarto d’ora, poi Thornope si alzò, imitato dai suoi colleghi.
“Forse siamo folli ma le vostre parole hanno risvegliato un piccolo fuoco dentro di noi. D’accordo vi daremo alcuni dei nostri uomini. Badate bene però, appena qualcosa dovesse andare fuori posto ordinerò ai miei uomini di ritirarsi e negheremo di aver mai avuto un qualsiasi tipo di rapporto con voi”
Philip sorrise “Non ci sarà bisogno. Questo piano non fallirà”

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Capitolo più “soft” dopo l’ultimo sicuramente più al cardiopalma.
Ho voluto soffermarmi sulle reazioni dei protagonisti, dedicandomi un po’ di più al rapporto dei Potter con Teddy.
Nel Frattempo i due orfani rimasti stanno progettando la parte finale della loro missione. Cosa avranno in mente? Lo scoprirete nei prossimi capitoli :)

Grazie ancora per le visite e per le recensioni, alla prossima :)

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Capitolo 10
*** St.James Orphanage ***


Cap 10, ST.JAMES ORPHANAGE

25 Gennaio 2019

Ore 7 Hermione si svegliò, una flebile luce invernale stava filtrando dalla finestra. Allungò involontariamente la mano dall’altra parte del letto. Freddo.
Ogni mattina quel freddo risvegliava un dolore che solo il lavoro e la famiglia poteva rendere sopportabile.
Sbuffando si alzò e si recò alla finestra per alzare le tapparelle. Vide un auror appostato davanti porta di casa sua. Non poteva sopportare più quella situazione, dovevano fermare gli Orfani rimasti e farlo il prima possibile.

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Ore 8

Harry si svegliò. Rimase fermo sotto le coperte, cullato da quella sensazione di calma e pace che si prova subito al risveglio, prima che le preoccupazioni ed i pensieri arrivino a rovinarci la giornata.

Ginny non c’era, probabilmente era giù a preparare colazione.
Dopo essersi lavato scese le scale lentamente, un po’ intontito. Al primo piano vide la porta del salotto aperta. Un po’ sorpreso dal fatto che la porta non fosse stata chiusa da Kreacher, Harry si avvicinò alla porta e diede un’occhiata in salotto.

Quando Harry aveva deciso di trasferirsi a Grimmauld Place uno dei primi obiettivi che si era posto era cancellare il più possibile la presenza dei Black: ne aveva abbastanza di teste di elfi, ritratti urlanti ed altra paccottiglia che tentava di assassinarlo un giorno sì ed uno no.
Era riuscito nel corso delle settimane, grazie anche ad una squadra spezza-incantesimi, a cancellare ogni traccia tranne per il vecchio arazzo dei Black. Un po’ perché era incollato da centinaia di anni ed un po’ perché Kreacher aveva seriamente minacciato di togliersi la vita se avessero osato toccare quella “sacra reliquia”
Harry aveva optato per una soluzione pacifica: aveva tenuto l’arazzo e lo aveva ricoperto, nel corso degli anni, di decine e decine di foto e disegni della famiglia Potter-Weasley.

Teddy era proprio lì, davanti alla parete, intento ad osservare una foto in particolare. Harry sapeva già quale fosse: era l’unica foto che fosse riuscito a rimediare del matrimonio di Remus e Ninfadora.
Al centro della foto c’era la coppia sorridente, ai due lati i pochi invitati presenti: un sorridente Kingsley, i signori Tonks e Malocchio Moody, piuttosto scompagnato e, stranamente, vagamente sorridente.

“Ehi Teddy, hai dormito qui stanotte?”
“Oh sì, era troppo tardi ed avevo troppo sonno per smaterializzarmi” replicò il ragazzo “Ehi quella è nuova?” chiese, indicando una foto piuttosto recente. Era la foto del 21° compleanno del ragazzo, quella dove aveva annunciato che, dopo numerosi tira e molla con Victoire Weasley, i due avevano deciso di andare a vivere insieme.
“Oh sì. E penso che Ginny abbia già ricavato due spazi per il matrimonio” osservò Harry, lasciando vagare lo sguardo sulla foto in questione. Teddy sbiancò, i capelli diventarono rosso fuoco “Ecco così sei un perfetto Weasley! Renderesti orgoglioso Arthur!”
Teddy sorrise e seguì il padrino fuori dal salotto, diretti verso la cucina.

Ginny e Polly avevano preparato una colazione insolitamente abbondante “Kreacher è di sopra, in soffitta. Credo che abbia trovato un vecchio cappello di Wallburga. Bah” disse la donna, intenta a divorare una grosso toast “Ehi perché quei capelli Teddy?”
“Oh..ehm...niente” Teddy borbottò imbarazzato, mettendosi a sedere. Harry sorrise, si chinò a baciare la moglie poi si mise seduto accanto al figlioccio
“E’ appena arrivata questa da Lily” Ginny indicò una busta aperta. L’uomo prese la lettera e ne diede una breve letta “Uhm… tra due giorni avranno l’uscita ad Hogsmade” Osservò, ripiegando la lettera.
“Ma sarà sicuro?” chiese Ginny.
“Ho messo diversi auror a guardia. Certo non capisco perché Vitious voglia continuare a far visitare Hogsmeade di questi tempi. Magari andrò a visitare Hogsmeade se avrò abbastanza tempo libero, giusto per andare sul sicuro …”

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Ore 9

Driiiin, Driiiiin

Rose saltò in aria come punta da uno spillo. Osservò la sveglia. Le 9 ?? Per le chiappe di Merlino, era tardissimo! August si mosse appena, ancora perso nel mondo dei sogni.

Maledicendosi, Rose balzò fuori dal letto, si lavò, acchiappò la divisa e si vestì nel tempo record di dieci minuti.
Lasciò una nota per August poi entrò nel camino, prese una manciata di polvere volante, la buttò e scomparve.

Riapparve nel lungo e caotico corridoio della Sala d’Ingresso del Ministero della Magia. Correndo come meglio poteva riuscì a raggiungere gli ascensori ed a buttarsi letteralmente in uno miracolosamente ancora mezzo vuoto. Giunta al Dipartimento Auror praticamente con un enfisema polmonare in corso, Rose riuscì a ricomporsi ed entrò nell’ufficio del Signor Potter.
L’uomo alzò lo sguardo da una relazione ed osservò la ragazza con un’espressione incuriosita.
“Eccomi… mi perdoni.. per il… ritardo”
“Appena in tempo” rispose Harry sorridendo. L’uomo si alzò dalla scrivania e si avvicinò alla ragazza.

“Bene. Abbiamo un appuntamento tra quindici minuti, meglio non fare aspettare. Non so cosa riusciremo a scoprire ma ti prego di aguzzare bene le orecchie e la mente. Ok?”
“D’accordo Signor Potter!” l’uomo annuì e porse la mano destra a Rose. La ragazza la prese e posò lo sguardo per una frazione di secondo sulla cicatrice sul dorso “Tre… due..uno!”

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Quando Rose riaprì gli occhi si trovò in una piccola stradina piuttosto malconcia.
“Da questa parte” disse Harry “Tieni la bacchetta pronta, non si sa mai” Rose annuì mentre Harry faceva strada in quella parte piuttosto malfamata di Nottingham.

Ad un certo punto sbucarono in una piccola piazza e si fermarono davanti ad una palazzina apparentemente in rovina. Un’alta cancellata separava quell’edificio dalla piazza, il prato era assolutamente incolto e la facciata, un tempo bianca, era grigiastra e stinta.

Harry estrasse la bacchetta e la picchiettò su quello che un tempo doveva essere stato il citofono.
“Harry James Potter e Rose Karen Greenwood. Abbiamo un appuntamento con la responsabile, Mrs Belton” La statua che rappresentava un gatto soriano, sistemata sopra la cancellata, si inchinò impercettibilmente ed il cancello si aprì.

Non appena oltrepassarono il cancello notarono subito il cambiamento. Il prato era tagliato perfettamente con alcune fontane ed alberi ad impreziosire quel piccolo spazio verde davanti alla palazzina che, certamente non era bella o sfarzosa, ma neppure cadente e spenta.
Il Ministero della Magia, sin dalla caduta di Voldemort, si era impegnato per migliorare il servizio di orfanotrofi magici nel paese (prima della 2° Guerra magica ce n’erano solo 3 nelle Isole Britanniche, nel 2019 erano 12) per fornire luoghi dove i giovanissimi maghi e streghe avrebbero potuto crescere consapevoli dei loro poteri.

Certo erano pur sempre orfanotrofi ed entrando dentro al St.James Orphanage Rose non potè non rimanere colpita dall’ambiente spoglio e tutt’altro che allegro.
Harry si rivolse ad una strega panciuta seduta all’Accettazione “Abbiamo un’appuntament…”
“Primo Piano, quarta stanza a destra” bofonchiò la donna, vestita con una divisa rosa pallido, intenta a leggere un settimanale di gossip.

Arrivati al primo piano la situazione migliorò un po’: appesi alle pareti c’erano diverse foto e dipinti degli ospiti di quell’orfanotrofio. Pochi, troppo pochi sorrisi però.
“Ah signor Potter!” una donna piuttosto magra ed anziana li stava aspettando nel corridoio. Harry e Rose strinsero la mano alla donna che li fece accomodare nel suo ufficio.

“Eh siete arrivati con così poco preavviso che non ho fatto neanche in tempo a…” disse la donna, con una strana vocetta acuta, cercando di sistemare la scrivania colma di libri, pergamene e biscotti alla zucca. I due visitatori si misero a sedere su due orrende e molto poco comode poltrone mentre la donna scartabellava in un archivio impolverato. Trovati i fogli che le interessavano anche Mrs Belton si mise a sedere.

“Caffè? Succo di zucca?The?”
“No grazie” Convenevoli terminati.

“Ecco signora Belton… immagino che lei sappia perché siamo qui oggi”
“Oh sì. Non… non riesco ancora a crederci” la donna porse loro due piccoli fascicoli. Su uno c’era scritto “Billy Powell” e sull’altro “Jonathan Verum”. Harry lesse i due fascicoli e poi li passò a Rose.

“Billy aveva 20 anni. I suoi genitori erano stati uccisi da un mangiamorte in fuga” disse Mrs Belton “Una mente geniale, brillante davvero. Ci aspettavamo grandi cose da lui...ed invece” la donna si asciugò una lacrima “Jonathan aveva invece… facendo un piccolo calcolo…. 27 anni. Sì. Sua madre morì dandolo alla luce e suo padre morì pazzo di dolore. Visse alcuni anni in un orfanotrofio babbano poi fu trasferito qui, una storia davvero drammatica”
“Com’era caratterialmente?” chiese Rose.
“Il fascicolo dice tutto” rispose Mrs Belton “Era un po’ violento, rissoso. Comprensibile visto che non si era trovato affatto bene in quell’orfanotrofio babbano. Nonostante tutto però era riuscito a stringere un’improbabile amicizia con Billy…”

Quella rivelazione accese l’interesse dei due auror.
“Billy e Jonathan erano… erano amici? insomma si frequentavano qui nell’orfanotrofio?” Mrs Belton rimase in silenzio, osservando la finestra.
“In realtà era molto amico di… oddio come si chiamava… Joe Swordson” la donna prese il fascicolo dall’inventario “25 anni, genitori morti in un incidente a cavallo di una scopa, stessa storia: prima in un orfanotrofio babbano poi qui da noi” porse il fascicolo ad Harry “Sì loro erano davvero grandi amici qui dentro e credo anche ad Hogwarts”

“E questo Joe… aveva altre amicizie qui dentro?”
Questa volta Mrs Belton rispose subito “Oh certo, Philip Block!” anche in questo caso porse il relativo fascicolo a Harry “24 anni, prefetto ad Hogwarts, genitori uccisi da due mangiamorte. Oh era un ragazzo molto furbo: terribilmente servizievole con noi e spietato con i compagni. Nonostante questo era anche lui molto intelligente e talentuoso”

“Quindi se ho ben capito” disse Rose, eccitata “Philip, Joe, Jonathan e Billy si conoscevano bene. Insomma si frequentavano”
“Sì. E ripeto era strano perché Joe e Jonathan erano molto duri, tosti, Philip era molto prepotente e Billy intelligente ma molto timido. Avevano caratteri molto diversi eppure erano sempre insieme, per questo me lo ricordo molto bene!” ammise Mrs Belton.
“E… si sa qualcosa di questi Philip e Joe? Una volta usciti da qui, intendo”
“No. O per lo meno non sono più tornati qui…”

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Harry e Rose ringraziarono la donna ed uscirono dall’orfanotrofio. Attraversato il cancello questo si richiuse di botto ed il St.James Orphanage tornò ad essere una palazzina in rovina.
“Signor Potter…”
“Sì Rose?”
“Pensa… pensa che…” Rose non sapeva come iniziare ma l’uomo capì.
“Che Philip e Joe siano gli altri due orfani?” l’uomo estrasse la bacchetta e porse la mano a Rose “Oh sì. Troviamoli”

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Questa volta capitolo più “investigativo”
A quanto pare gli auror sono riusciti a rintracciare gli ultimi due Orfani… Ma riusciranno a scoprire dove si nascondono ed a catturarli?
Lo saprete nei prossimi capitoli :)

Come sempre vi ringrazio per l’attenzione e, se volete, una recensione mi farebbe molto piacere!
“Alla prossima!

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Capitolo 11
*** Caccia all'Uomo ***


Cap 11, Caccia all’Uomo

27 Gennaio 2019

Ore 8

Philip osservò il grande specchio posato sopra il camino. Aveva 24 anni ed un tempo era davvero affascinante: Capelli biondi, penetranti occhi azzurri, un fisico asciutto e scattante e modi accattivanti. Aveva rotto diversi cuori ad Hogwarts.
Terminata la scuola aveva trovato diversi lavoretti non gratificanti e quel piccolo subdolo tarlo iniziava a scavare nella sua mente. Era un Dio, lui ed i suoi amici, erano semplici divinità. Il mondo non li capiva, erano orfani.
Poi venne quella zuffa con quei due rampolli maledetti. Litigarono, troppo vino elfico, gli insulti, le maledizioni, i loro corpi per terra.
La fuga dall’Inghilterra. Nessuno scoprì mai la verità, diavolo erano bravi. Erano Dei.
Adesso però il suo riflesso mostrava un uomo profondamente diverso. Del suo fascino, dei suoi modi falsamente cortesi era rimasto ben poco in quei capelli sporchi, in quelle profonde occhiaie ed in quella barba non fatta.

“Phil?” la voce roca di Joe riportò l’uomo alla realtà.
“Sei pronto, amico?” Philip strinse la mano sull’impugnatura della bacchetta “Oggi… oggi tutto finirà… questo mondo finirà. Il nostro… il nostro nuovo mondo invece prenderà vita”
Joe osservò Philip. Aveva uno sguardo strano, maniacale. Non l’aveva mai visto così.
“Tutto bene Phil?”
L’altro si voltò, puntando i suoi profondi occhi azzurri sull’amico, compagno di tante avventure “Mai stato meglio”

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Ore 9

Neville si sedette nel lungo tavolo riservato agli insegnanti in Sala Grande. In quanto VicePreside poteva sedere nel posto accanto al preside, proprio quello che voleva quella mattina.
Prese una tazza di porridge ed iniziò a mangiarla, lasciando vagare lo sguardo sulla scolaresca. Dieci minuti più tardi arrivò il preside. Rivolse un breve cenno di saluto a tutti e poi prese il suo posto sull’alto scranno dorato.

“Buongiorno Neville!”
“Buongiorno Filius. Ecco volevo parlarti già da qualche giorno ma non sono mai riuscito a trovarti in giro per il castello…” l’uomo fissò il Preside. Sembrava malato: grosse occhiaie stavano crescendo sotto i piccoli occhi piuttosto assenti.
“Oh sì… ultimamente non esco molto dal mio ufficio. L’età”
“Ecco… oramai sarà tardi ma non credo saggio lasciare che gli alunni vadano ad Hogsmeade stamattina” il preside non sembrò averlo ascoltato. Si prese un toast ed iniziò a tagliarlo con deliberata lentezza.
“Credi che non abbia pensato alla sicurezza dei ragazzi? Credi che sia un pazzo a permettere alla scolaresca di avere un momento di gioia e di pausa?” rispose infine, piuttosto duramente. Tutti i professori si voltarono verso il preside che mai si era rivolto così ad un collega.
“No… certo” borbottò Neville.

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“E quindi l’ho visto volare via a cavallo su una scopa dorata fino… fino al cielo più fitto!” la donna stava blaterando da ormai diversi minuti ma l’attenzione di Harry era sottozero.
Un’altra falsa pista.

“Grazie grazie, è stata molto… utile” borbottò quando la donna ebbe finito il suo sproloquio “Marlon accompagna la signora”
Da quando avevano scoperto dei contatti dei due orfani uccisi con Philip Block e Joe Swordson il dipartimento auror aveva concentrato le sue indagini su questi ultimi due. Pochi erano stati i passi in avanti, non si avevano traccia di quei due da più di quattro anni. Erano scomparsi, letteralmente svolatilizzati.

In un estremo tentativo avevano chiesto informazioni alla cittadinanza, tramite le pagine della Gazzetta del Profeta. Da quel momento una frotta di pazzi/mitomani/perdigiorno stava affollando i locali del ministero con informazioni assolutamente false o inutili per le indagini.

“C’è un’altra persona qui, signor Potter” la testa di Rose fece capolino “Sembra interessante”
Harry osservò l’orologio: erano le 9 e 30 ed aveva già sentito una decina di pazzoidi “Falla entrare”

Nell'ufficio entrò una donna piuttosto diversa dalle precedenti: era sulla cinquantina, lunghi capelli neri ben curati ed una veste magica piuttosto appariscente ma comunque adeguata. Non sembra una svitata, pensò Harry, indicandole la sedia davanti alla sua scrivania.

“Dunque, se è qui immagino che abbia informazione su” l’uomo prese dei fogli e mostrò alla donna le foto dei due ricercati “Philip Block e Joe Swordson”
“Che cosa hanno fatto?”
“Non possiamo entrare nel dettaglio. Però hanno a che vedere con i Quattro Orfani. Non sappiamo fino a che punto, però, per questo li stiamo cercando”

La donna annuì, sospirò e poi volse i suoi occhi nocciola su Harry “Non sapevo se venire qui, devo essere sincera, ma immagino che sia la cosa migliore. So dove si trovano queste due persone” sospirò ancora, incerta se continuare.
“Prego, ci dica tutto quello che sa” rispose Rose con un sorriso incoraggiante.
“Mia figlia… mia figlia Elizabeth è sempre stata piuttosto ribelle. Ecco se io dicevo bianco, per lei era nero. Se dicevo di studiare, prendeva apposta dei brutti voti. Non era cattiva era solo…”
“Un’adolescente” concluse Rose. La donna annuì sorridendo.

“Così è stato anche con i ragazzi. Si è messa con diversi cattivi ragazzi che, sapeva, non mi sarebbero mai piaciuto. Solo per farmi impazzire immagino. Uno di questi… fu Philip. Sembrava un così caro ragazzo ma.... ma ecco non lo era. Picchiò mia figlia” concluse con un piccolo singulto. Rose diede una piccola pacca sulla spalla della donna, offrendole un fazzolettino.
“E cosa successe?”
“Si lasciarono ovviamente. Purtroppo però i rapporti tra noi due si erano guastati ed a 17 anni, finita Hogwarts, andò a vivere per conto suo, in una piccola catapecchia fuori città. Era brutta ma era sua” Harry alzò leggermente le sopracciglia. Storia interessante ma non riusciva a capire dove stesse andando a parare. La donna si soffiò il naso e poi proseguì.

“Da quel momento i rapporti si sono un po’ rotti… ogni tanto vado a trovarla ma so… insomma” la donna smise di parlare e si asciugò le lacrime che erano riprese a cadere dai suoi occhi “Ogni anno, dopo Natale, la vado a trovare. E anche quest’anno sono andata da lei con un po’ di arrosto avanzato. Solo che non è stata lei ad aprire la porta”
“E’ stato Philip?” chiese Harry. La donna annuì.
“Che cosa ci faceva in casa di tua figlia?”
“No… non lo so. Non lo riconobbi all’inizio, ero sconvolta. Disse che era il nuovo fidanzato di mia figlia, che si era trasferito da lei. Poi uscì mia figlia e… sembrava diversa, quasi malata. Mi disse di non preoccuparmi, che era felice e mi chiusero la porta in faccia”
“Uno strano comportamento” sussurrò Rose. la donna annuì.

“Qualche giorno fa ho visto le foto di quei due sulla… sulla Gazzetta del Profeta. E solo allora ho riconosciuto il tizio biondo. Era Philip”
Harry si alzò, imitato da Rose e dalla donna. Harry porse la mano alla signora “Grazie, le sue informazioni ci saranno sicuramente utili. Dove si trova questa casa?”
“Silking Road, numero 10. Mi porti a casa la mia Elizabeth, per favore”

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Ore 10

La lunga fila di studenti si stava accalcando nella Sala d’Ingresso, pronti ad andare ad Hogsmeade. C’era una certa tensione nell'area, notò Neville.
“Ehi Nev, non vieni fuori con noi?” la vociona di Hagrid riscosse l’uomo dai suoi pensieri.
“Oh no Hagrid, ho un sacco di lavoro arretrato!”
“Ahaha più whisky incendiario per me allora!” il mezzogigante caracollò giù per gli ultimi scalini. Neville improvvisamente si riscosse “Ehi Hagrid!”
“Cosa?”
“Dai un’occhiata ai ragazzi là fuori” Hagrid osservò il collega intensamente poi annuì “Gli starò addietro come la fiamma di uno Schiopodo Sparacoda!”
“Eh, così forse è un po’ troppo” sorrise Neville, risalendo le scale.

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Ore 11

Rose, Arthur ed harry si materializzarono in Silking Road. Capirono subito cosa intendesse quella donna per “quartiere poco raccomandabile”
Le poche case che si affacciavano su quella stradina laterale erano ridotte piuttosto male con facciate scolorite e giardini inselvatichiti.

Il numero 10 non faceva eccezione: la facciata un tempo rosa adesso era di un clorore indefinibile, un paio di persiane pendevano dai cardini ed il giardino aveva erba alta fino alle caviglie. Rose ed Arthur estrassero le bacchette mentre Harry bussò alla porta. Niente.
“Alohomora” disse Arthur. Niente, Harry se l’era aspettato.

Prese il suo coltello magico, lo infilò nella serratura e, dopo qualche secondo, Clic era dentro.
Si ritrovarono in una grande stanza che doveva fungere da cucina/soggiorno. La situazione all’interno non era migliore: la carta da parati era strappata, il pavimento sporco e polveroso, il divano sfondato ed un odore di sudore misto a fumo che non migliorava la situazione.

“Elizabeth? Sei in casa?” Rose chiese ad alta voce. Harry si avvicinò ad una scrivania per analizzare alcune carte rimaste sopra mentre Arthur si avvicinò ad una porta socchiusa.
“Sarà la camera da letto” mormorò, puntando la bacchetta verso la porta. L’aprì lentamente poi entrò dentro la stanza.
Ne uscì subito dopo, bianco in volto.
“Cosa c’è?” chiese Rose.
“Ho trovato Elizabeth”

La ragazza giaceva sul letto, palesemente morta. Aveva addosso il pigiama, le braccia e le gambe legate. Tranne questi segni di violenza però sembrava aver avuto una morte non traumatica.
Rose toccò delicatamente il corpo.

“E’ ancora calda. Deve essere morta da poche ore”
“Quindi quei due si sono impossessati di questa casa” analizzò Arthur “Hanno imprigionato la povera ragazza e forse stamattina l’hanno uccisa. Ma i due orfani non sono qui”
“Chissà dove…”
“lo so io” rispose Harry, entrato nella stanza. Aveva un foglio in mano, sembrava una piantina stradale “Sono ad Hogsmeade”

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Ebbene sì. ci siamo, la parte finale, quella clou di questa fic è arrivata.
Ad Hogsmeade si decideranno le sorti della comunità magica! Spero questo cap vi sia piaciuto e se volete lasciate una recensione :)

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Capitolo 12
*** Attacco ad Hogsmeade ***


Cap 12, Attacco ad Hogsmeade

27 Gennaio 2019

Ore 12

“Sono… quindici falci e dieci zellini!”
Il ragazzino davanti al bancone, dopo aver accuratamente contato il denaro, porse a Teddy la somma esatta e prese la busta arancione contenente una decina di merendine marinare.
“Buona lezione allora!” esclamò Teddy ridacchiando, mettendo i soldi nel registratore di cassa. Il ragazzo sorrise e si dileguò.

Quando Teddy aveva iniziato Hogwarts era certo che sarebbe diventato un auror come sua madre e come il suo padrino.
Cinque anni più tardi realizzò che forse non era proprio il suo mestiere, dato i terribili risultati in Pozioni e Difesa Contro le Arti Oscure. Soppesò diverse carriere al Ministero ma poi la risposta fu ovvia: I Tiri Vispi Weasley!

Da ragazzo era sempre stato un grande… consumatore dei prodotti creati da George Weasley e spesso, durante le vacanze estive, dava una mano in negozio. Quando, quattro anni prima, Zonko cedette il suo negozio ad Hogsmeade ai “Tiri Vispi” fu naturale per George e Ron affidargli quel negozio.

Il tintinnio del campanello lo riscosse: nel negozio erano appena entrati Rose, Fred, James ed Albus.

“Ehi ragazzi ero in pensiero, siete in ritardo!” esclamò Teddy rivolgendo un ampio sorriso alla piccola comitiva “Dove sono Lily, Hugo e gli altri?” chiese a Fred.
“Bah, troppo freddo per loro. Ci credi Ted io proprio non…”

Fred improvvisamente si zittì (cosa già abbastanza strana) In lontananza si potevano chiaramente udire alcune esplosioni ed urla.
“Ma che diavolo…” esclamò James. Anche i compagni si erano ammutoliti e tendevano le orecchie.
Teddy fu il primo a reagire. “Vado a vedere che cosa accade. Voi rimanete qui, non uscite per nessun motivo, ok?” Dopo che tutti gli altri annuirono l’uomo prese il cappotto ed uscì dal negozio.

La scena che si presentò davanti agli occhi di Teddy lo raggelò. Mielandia era stata fatta saltare letteralmente per aria e lo stesso destino sembrava essere toccato all'Emporio dei Gufi.
Alcune case erano in fiamme ed al centro della via, un centinaio di metri più avanti, c’era un grande cratere. Con sommo orrore Teddy vide alcuni corpi, tra i quali il ragazzo che era appena uscito dal negozio qualche minuto prima, e tre figure incappucciate intente a lanciare alcune maledizioni verso I Tre Manici di Scopa.

Teddy tornò immediatamente all’interno.
“Che cosa succede Te…”
“Presto nascondetevi dietro il bancone. Bacchette fuori per ogni evenienza!”
“Ted che cosa?”
“Statemi a sentire, per l’amor di Dio!” urlò Ted, chiudendo tutte le tapparelle. Prese la bacchetta, la puntò verso la porta mormorando “Colloportus” e poi si unì ai ragazzi che si erano rifugiati dietro il bancone.

“Si può sapere cosa succede?”chiese James.
“Non lo so… pare sia in corso un attacco ad Hogsmeade” Rose, James ed Albus trattennero il respiro mentre James imprecò.
“Dobbiamo stare qui al sicuro, per il momento. Avvertirò subito gli auror ed Hogwarts” Teddy avrebbe voluto buttarsi nella mischia ma non poteva, doveva pensare a quei ragazzi, perciò prese ancora una volta la bacchetta, pensò a Victoire ed evocò il suo patronus, un lupo.

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Ore 12 : 15

Neville, tutto intento a correggere i compiti di Erbologia del 4° anno a stento si accorse del patronus che era entrato.
“Ma cos…”

Neville, sono Teddy. E’ in corso un attacco ad Hogsmeade. Sono minimo in tre ma potrebbero essercene di più ed hanno già fatto delle vittime. Aiutaci ti prego

Il patronus non si era ancora dissolto che Neville aveva già indossato il mantello ed era uscito dal suo ufficio.
Correndo come un matto riuscì ad arrivare in meno di cinque minuti davanti all’Ufficio del Preside
“Api… Api frizzole” rantolò. La porta che dava alla grande scala mobile per l’ufficio del Preside si aprì e Neville la percorse in pochi secondi.

Ogni preside di Hogwarts aveva dato, a seconda della propria personalità, un’anima diversa a quella stanza.
Rispetto all’epoca di Silente quella stanza era priva di tutti quegli strani aggeggi che solo quel gran mago riusciva a decifrare ma in compenso c’erano molti più libri e mobili “a misura di Vitous” data la piccolissima statura dell’uomo.
Quando Neville entrò il preside era seduto in un angolo, su una comoda poltrona di chintz intento a leggere un tomo all’apparenza molto antico. Non appena il professore di Erbologia entrò l’uomo chiuse il tomo e rivolse uno sguardo assente al nuovo arrivato.

“Professore… è in corso… in corso un attacco ad Hog… ad Hogsmeade!” boccheggiò Neville, appoggiandosi al tavolo del Preside.
Costui si alzò, senza fare una piega, e chiese “Un attacco? Non è possibile…”
“La prego, dobbiamo andare ad aiutare gli alunni! Si tratta di una questione di vita o di morte!”

Vitious rimase in silenzio mentre un’alta voce autorevole echeggiò per la stanza “Se è in corso un attacco Filius…” Era il ritratto del professor Silente che osservava, insieme ai ritratti degli altri presidi, i due.

Vitius sorrise, estrasse la bacchetta e mormorò “Un Attacco c’è e ci sarà… all’interno di Hogwarts! Avada kedavra!”

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Harry Potter, Rose, Arthur, David ed altri dieci auror si materializzarono in una delle stradine laterali di Hogsmeade. Tutto intorno a loro risuonavano esplosioni ed urla
“Arthur, David prendete cinque auror ed andate verso Elbow Street. Rose e voi altri cinque, con me verso High Road!” strepitò Harry “State attenti agli alunni ed a possibili ostaggi, se potete catturate e non uccidete. Comunicate solo via patronus. Via, via via!”

Il gruppo comandato da David si mosse verso sinistra a testa bassa, quello comandato da Harry verso destra.

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La scena che si pose davanti agli occhi di Rose era una delle più cruente che avesse mai avuto l’occasione di vedere.
Numerose abitazioni erano incendiate, alcuni negozi erano saltati per aria e già poteva vedere qualche cadavere disseminare la strada principale.

In una traversa gli auror trovarono Hagrid in compagnia del professor Marius Codbridge ed una decina di studenti impauriti. Marius perdeva copioso sangue da una gamba.

“Cos’è successo Hagrid?” chiese Harry mentre gli altri auror prendevano posto e davano le prime cure a Marius.
“Spuntati fuori dal nulla, maledizione!” strepitò Hagrid “Sono in sei, tutti incappucciati. Hanno fatto saltare per aria Mielandia. Non abbiamo capito subito però…”
“Abbiamo messo al sicuro più ragazzi possibili anche se uno di questi incappucciati ha fatto un bel casino” bofonchiò Marius, indicando il cratere “Io ne ho abbattuto uno, Beckett un altro e credo che un ragazzo del settimo anno abbia messo ko un terzo. Gli altri tre non ho idea di dove si trovino”

“Morti?”
“Sicuramente credo tutti quelli in Mielandia e per fortuna non era molto affollata. Poi penso che qualcun altro sarà morto o nelle case oppure a causa di quella maledizione che ha creato quel cratere” rispose Marius.
“Un Momento” si intromise Rose “Ma gli orfani non erano solo in quattro? e Due sono anche morti…”
“Sicuro hanno agganci in alto, non capisco come abbiano fatto ad arrivare a questo punto altrimenti” mormorò Harry.

Nel frattempo nuove esplosioni ed urla riecheggiarono.
“Dev’essere l’altra squadra” disse uno degli auror nel gruppo. Harry annuì.
“Al mio tre corriamo verso High Road e li prendiamo da dietro. Uno… due… TRE!”

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Scusate tanto per l’assenza prolungata ma purtroppo tra la pandemia, la stagione estiva ed un’altro lockdown… Diciamo che la situazione era tutta tranne che felice. Però ci tengo a finire questa fic e quindi credo proprio che questi ultimi 3 capitoli usciranno molto presto!

Per quanto riguarda il capitolo che dire… le cose si fanno serie!Vitious che attacca neville? cosa è successo e perché questo attacco?
Hogsmeade è sotto attacco. Cosa succederà, Harry e gli auror riusciranno ad avere la meglio?
Tutte le risposte nel prossimo capitolo!

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Capitolo 13
*** Resa dei Conti ***


Cap 12, Resa dei Conti

27 Gennaio 2019

Ore 12 : 30

Al “tre” di Harry gli auror scattarono il più velocemente possibile. Svoltato l’angolo di High Road si trovarono di fronte una furiosa battaglia: tre figure incappucciate, riparate dietro alcuni detriti, erano intente a lanciare numerose maledizioni contro il gruppo di auror capitanato da David che stava avanzando con qualche difficoltà sotto i colpi del nemico.

“Prendete la mira e non sprecate un colpo!” urlò Harry, puntando la bacchetta verso il tizio al centro del gruppetto.
Il suo “Impedimenta” riuscì a bloccare il bersaglio mentre l’”Incarceratum” di Rose lo bloccò a terra.
Gli altri due, vistosi in netta difficoltà ed inferiorità numerica, si ritirarono ed entrarono in una piccola casa diroccata senza più porta che dava direttamente sulla strada.

“Sono in trappola!” esultò Rose.
“Come topi, ma i topi in trappola sono fin troppo pericolosi” rispose Harry.

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“Avada Kedavra!”
Neville per fortuna era stato attento e, insospettito dal comportamento del preside, aveva a sua volta estratto la bacchetta.
La maledizione lo mancò di diversi centimetri mentre lo schiantesimo di Neville prese in pieno il preside che si rovesciò oltre la poltrona di chintz e cadde a terra, svenuto.

“Uno schiantesimo in piena faccia alla sua età…rimarrà svenuto per un bel po’ di tempo” osservò il ritratto di Piton mentre Neville evocò delle funi che legano stretto il Preside Vitious.
“Che cosa indegna… un professore che schianta un preside… Assurdo!” mugghiò il ritratto di Phineas Nigellus”
“Oh ma temo che il preside Vitious non fosse proprio… nelle sue facoltà” rispose il ritratto di Silente, osservando l’uomo svenuto “Scommetterei che si tratta di una Maledizione Imperius… e ben eseguita, non avevo il benché minimo sospetto” Il ritratto di Piton annuì lentamente.

“Maledizione Imperius…” borbottò Neville.
“Credo che la vostra priorità sia mettere Hogwarts e gli studenti sotto controllo. Sono sicuro che gli auror si staranno prendendo cura di questi…disturbatori” aggiunse Silente, sorridendo al professore di Erbologia.

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“Maledizione, Maledizione e Maledizione! Siamo fottuti, Phil, fottuti!” Joe chiuse la porta alle sue spalle e si portò immediatamente dietro un divano rovesciato. Philip aveva preso posto dietro il bancone della cucina.

“Che facciamo? Che cazzo facciamo?” ululò Joe “Siamo in trappola come topi da strapazzo!”
Philip per tutta risposta rise. Una risata lugubre, senza gioia.

“Oh il mio Joe ha paura? Cosa vuoi fare? Li uccidiamo tutti, semplice!”
“Tu sei matto amico. Io dico… io dico che dobbiamo smaterializzarci prima che sia troppo tardi!” Joe borbottò e la risata di Philip si interruppe.
“Cosa? Vuoi scappare? Vuoi dargliela vinta?”
“No… ma siamo in due contro almeno una decina di auror! Non vedo molte alterantive alla fuga...”
“E allora? Gli ammazziamo tutti! Che problema c’è, sono feccia! Non dirmi che adesso te la vuoi dare a gambe perchè te lo scordi, questa è la nostra ultima occasione!”sbraitò Philip.
“‘Fanculo, tu sei pazzo, amico mio!”
“Pazzo? Oh no amico sono perfettamente lucido e consapevole del fatto che se adesso scappiamo… i 10 di Scozia e mezzo mondo magico ci staranno alle calcagna! E che quindi i nostri fratelli di lotta saranno morti per nessun motivo” Lo sguardo di Philip era assolutamente diverso rispetto al solito: i suoi occhi erano folli ed inoltre erano comparsi diversi tic sul suo volto di solito così impassibile e glaciale.

“E’ partito di cervello. Io certo non voglio farmi ammazzare…” pensò Joe. Lentamente si alzò ma la bacchetta puntata di Philip lo bloccò.
“So cosa vuoi fare”
“Phil io… niente non voglio fare niente” Joe lentamente estrasse la bacchetta. Non abbastanza perché Philip lo vide

“Tu vuoi scappare eh?
“No… io”
Avada Kedavra” Joe non se lo aspettava e prese la maledizione in pieno petto. La luce verde abbagliò per un attimo la piccola stanza e Joe cadde senza emettere un suono.
“Non ammetto traditori nelle mie fila” Philip sputò, si diresse alla finestra e, ben protetto, iniziò a scagliare maledizioni addosso agli auror che lentamente stavano avanzando.

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Il primo getto verde colpì un carretto a pochi centimetri da Harry. Il carretto esplose e l’auror si gettò a terra.
“Siamo allo scoperto, non possiamo avanzare facilmente!” urlò David.
Harry annuì e, riparato dietro un barile, osservò meglio che poteva la situazione.

“Ok, Rose, David, Jack e Malcom. Andate sulla destra dove non possono beccarvi e cercate una porta o una finestra sul retro. Un modo per entrare e colpirli alle spalle”
Rose e gli altri auror annuirono e scattarono sulla destra.

La casa dove i due incappucciati si erano rifugiati aveva sulla destra un piccolo viottolo delimitato da un muretto. Dopo aver percorso un centinaio di metri videro che effettivamente dietro alla casa c’era una porta di servizio.
Scavalcarono il muricciolo e si avvicinarono alla porta: Rose e Jack si misero vicini al muro alla destra della porta chiusa, David e Malcom sulla sinistra.

Dopo una rapida occhiata, Rose puntò la bacchetta e mormorò “Alohomora” la porta si aprì emettendo un leggero cigolio. I quattro auror, bacchette alla mano, scivolarono dentro un piccolo corridoio fiocamente illuminato.
A sinistra delle scale malandate portavano al primo piano, davanti a loro una porta socchiusa dava sul salotto.
“Io e Malcom andiamo di sopra, voi avanti” bisbigliò David. Rose e Jack annuirono e lentamente spinsero la porta davanti a loro.

La prima cosa che notarono fu il corpo che si trovava riverso a terra, palesemente morto. Dal fisico Rose pensò si trattasse di Joe… che cos’era successo in quella casa?Chi lo aveva ucciso? Philip... ma perché?
La seconda fu Philip che, nascosto dietro una finestra alla loro sinistra, era intento a sparare numerose maledizioni agli auror che lentamente cercavano un modo per avanzare.

In realtà era una situazione piuttosto semplice: Philip era palesemente fuori di testa e dava loro le spalle.
Purtroppo non appena Jack fece un passo il vecchio e rovinato parquet scricchiolò. Una cosa banale ed insignificante come uno scricchiolio fu fatale.
Philip si voltò ed intuì subito la situazione “Avada Kedavra! Avada Kedavra!” urlò puntando la sua bacchetta, questa volta, contro i due auror.

Rose riuscì ad evocare in tempo il solito scudo d’argento, l’unica difesa in questi casi e vero punto di forza di Rose. Jack non fu abbastanza veloce ma riuscì comunque, gettandosi a terra, ad evitare il fiotto di luce verde.
Rose si chinò di fronte al compagno e puntò lo scudo contro Philip
“Arrenditi Philip. Sei circondato!” Rose doveva solo guadagnare tempo perché, sicuramente attirati dalle urla, David e Malcom sarebbero arrivati in pochissimi minuti. Ma Philip non aveva nessuna intenzione di ascoltare.

“Preferisco morire. I Quattro orfani potranno anche morire oggi… ma il nostro sogno vivrà per sempre! Confrigo!”
L’incantesimo esplosivo colpì in pieno lo scudo evocato da Rose che riuscì, seppure con estrema difficoltà, a deviarlo. L’incantesimo deviato da Rose colpì il soffitto che cedette con un forte “BUM”

Philip osservò il soffitto crollare, impietrito dallo stupore o forse dalla paura mentre Rose ebbe appena il tempo di sdraiarsi accanto a Jack e porre lo scudo sopra di loro a difesa.
Poi il nulla.

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Quando dieci minuti dopo gli altri auror arrivarono sulla scena trovarono incredibilmente vivi sia Rose che Jack. Entrambi malridotti, contusi ma vivi.
Lo stesso non si poteva dire di Philip che perì, schiacciato dal soffitto che cadde proprio sopra di lui.

Trovarono la morte quattro dei sei assalitori e circa quindici alunni innocenti e sette abitanti del villaggio.
Terminò così la Battaglia di Hogsmeade del 27 gennaio 2019.

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Termina così questo sanguinoso attacco ad Hogsmeade e forse anche la storia degli Orfani.
Spero di averla resa il più interessante ed avvincente possibile!

Vi aspetto per l’Epilogo dove gli ultimi nodi verranno al pettine! Un saluto!

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Capitolo 14
*** Epilogo ***


Cap 13, Epilogo

31 Gennaio 2019

La notizia dell’attacco ad Hogsmeade fece in breve il giro di tutta la Gran Bretagna, facendo nascere in tutti i cittadini magici un senso di orrore per la sorte delle povere 22 vittime.
Ben presto arrivarono decine e decine di maghi e streghe ad Hogsmeade ed in breve riuscirono a ricostruire come meglio poterono la cittadina.

Il 31 Gennaio, giorno dei funerali, il tempo era plumbeo e nero, come le anime delle persone che si assieparono nella piazza centrale per l’inaugurazione di un monumento in onore dei caduti.
Fu la stessa Ministra della Magia a fare un breve ma potente discorso.

“Ci siamo illusi. Ci siamo illusi che la malvagità, che gli omicidi e che l’insensatezza se ne fossero andati da questo paese con la morte di Voldemort e la cacciata degli ultimi mangiamorte.
Abbiamo vissuto in un falso senso di sicurezza. Due anni fa 8 auror morirono ma la notizia passò in sordina. Adesso sono morti 22 civili e tutto è purtroppo collegato" la donna si fermò per un momento, poi continuò

"Non dobbiamo mai permetterci di abbassare la guardia, di pensare di essere completamente al sicuro perché il male non muore mai ed è sciocco identificarlo solo in una persona.
Noi oggi ricordiamo 22 persone che non hanno avuto nessuna colpa se non trovarsi davanti a dei folli.
Ricordiamoli, come dobbiamo ricordare tutte le persone che questa organizzazione ha ucciso. Vi prometto che faremo completa chiarezza sulla faccenda perché queste persone, questi figli, figlie, sorelle e fratelli non siano morti invano”

Un’ora più tardi la piazza si svuotò, lasciando sola Hermione davanti al monumento commemorativo.
“Un bel discorso, Herm, davvero” Harry si era avvicinato lentamente ed osservava il monumento, assorto.
“Dimmi che hai belle notizie” disse Hermione, rivolgendosi all’amico che sorrise impercettibilmente.

“David ed Arthur mi hanno appena scritto. Sono riusciti a metterli al muro, i 10 di Scozia. Loro negano e promettono battaglia legale ma le prove non mentono, ci sono tutte le lettere con Hardy ed i 4O. Sarà dura ma possiamo farcela” terminò Harry con un sorriso più grande.
“Non posso crederci ancora” ammise Hermione “Non pensavo che Lucas Hardy potesse…”

“Quella maledetta isola ha rovinato anche la sua vita. E’ impazzito perché, secondo lui, nessuno del Ministero ha pagato per le loro colpe. Così ha avuto l’idea di stravolgere il MInistero e non con la politica, no, ma contattando i Quattro Orfani e chiedendo supporto ai 10 di Scozia” Harry ricostruì la vicenda.
“Il loro piano era di uccidere tutti e far diventare Lucas Ministro?” chiese Hermione.
“Sì tramite l’aiuto materiale dei Quattro Orfani e l’aiuto logistico dei 10. Non credo che ci fossero solo ragioni politiche… il dolore per la morte del figlio ha fatto sì che volesse punire un po’ tutto il mondo magico”

I due rimasero in silenzio poi Harry continuò “Però hanno fallito, con Draco e da lì in poi hanno commesso diversi errori. Hanno tentato una mossa disperata: mettere il preside Vitious sotto la maledizione Imperius e far modo che organizzasse una gita ad Hogsmeade senza protezioni particolari per gli alunni”
“Ma come....”
“Non lo so. probabile Vitious fosse andato a parlare con Hardy, erano amici, ed in una di queste occasioni uno degli orfani, nascosto, può avergliela lanciata” propose Harry. Hermione annuì, stancamente.

Harry guardò l’orologio, era piuttosto tardi.
“Devo andare Herm” la donna si voltò e silenziosamente abbracciò forte l’amico.
“Grazie Harry… per tutto” disse infine, staccandosi dall’abbraccio, una lacrima solitaria che scendeva dal suo occhio destro.
Hermione era dovuta crescere in fretta ed un Ministro non può permettersi momenti di debolezza, perciò quella situazione sorprese Harry che, un po’ imbarazzato, disse “Grazie a te Hermione. Sei la migliore di noi, lo sei sempre stata" poi, cercando di alleggerire la tensione disse, facendo l'occhiolino all'amica "Se domani vieni alla Tana sono sicuro che Molly farà i suoi cannelloni speciali!” concluse con un sorriso che la donna contraccambiò. Si separarono e poi entrambi si smaterializzarono.

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Rose si materializzò appena fuori dalla porta di casa, prese le chiavi ed entrò. Era stanca morta.
Dopo la battaglia di Hogsmeade era rimasta al San Mungo per un paio di giorni e poi era stata rimandata a casa solo il giorno prima, giusto in tempo per i funerali. Odiava i funerali ma purtroppo non poteva non mancare.

Grazie al suo comportamento in servizio era stata promossa ed adesso poteva comandare pattuglie fino a 3 auror. Un buon punto di partenza per una che era in servizio attivo da soli due anni.
Certo, essere scampata ad un omicidio di massa aveva aggiunto quel briciolo di esperienza in più che non guasta.

Appena entrata sentì un aroma di spezie inconfondibile.
“Ehi Rose!” August lo stava chiamando dalla cucina. La ragazza si tolse gli stivali e la divisa e li buttò in un angolo dell’ingresso. Se l’avesse vista sua madre!

Stancamente ma con un grosso sorriso sulla faccia si diresse in cucina dove August stava letteralmente danzando tra i fornelli.
“Ciao amore” bofonchiò la ragazza, abbracciando August “Puzzi di spezie”
“Uhm… lo prenderò per un complimento”
“Lo è, adoro le spezie” Rose prese il ragazzo e lo avvicinò a se. Si baciarono a lungo e con foga.

“Com’è andato…”
“Non ho bisogno di parlare” rispose Rose. Era vero. Era stanca e non voleva pensare, pensare a niente“Quanto tempo ci vuole per finire la cottura?”
“Un’oretta direi”
“Basterà” rispose Rose, spingendo August verso la camera da letto.

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Harry uscì dalle fiamme del camino del salotto di Grimmauld Place quando ormai era quasi mezzanotte. Avrebbe voluto fare prima ma tra una relazione e l’altra semplicemente non era riuscito ad alzarsi dalla scrivania per tre ore.

Scese in cucina e trovò tre persone ad aspettarlo: Teddy era seduto alla tavola, intento a leggere un libro mentre Ginny stava scrivendo su un lungo foglio di pergamena.

“Ehi buonasera ritardatari. I ragazzi?” chiese Harry. Diede un leggero bacio a Ginny, una pacca sulla spalla a Teddy e si sedette per mangiare la zuppa di piselli che Kreacher aveva preparato apposta per lui.
“Hanno provato a reggere ma non ce l’hanno fatta” rispose Ginny, alzando lo sguardo dal foglio “Dormono come ghiri”
“Harry… è finita… giusto?” chiese Teddy. Oramai Harry capiva il figlioccio alla perfezione e sapeva che questa domanda se la covava dentro da diversi giorni.

Posò il cucchiaio e rivolse lo sguardo a Teddy “Sì. Più o meno, mancano i dettagli e la battaglia legale contro i 10 di Scozia. però tutto è finito, i quattro orfani sono morti” I capelli di teddy passarono da un grigio topo ad un castano chiaro.
“Meglio” disse Harry con un sorriso, indicando il colore dei capelli del figlioccio “Ora Teddy… io ti devo ringraziare. Hai salvato la vita a Rose, Fred, James ed Albus quel giorno ed io non potrò mai dimenticarlo”
Ginny posò la mano su quella di Teddy “Siamo orgogliosi di averti in famiglia, Ted” Il ragazzo però non sembrava del tutto convinto.

“Avrei dovuto… avrei dovuto far parte dei combattimenti. Sarei dovuto uscire dal negozio ed affrontarli ed invece no, sono rimasto in negozio. Sono un codardo”
Ginny scosse la testa “Esistono tanti tipi di coraggio, disse un giorno un mago molto famoso” rivolse un sorriso al marito che lo contraccambiò “Coraggio non vuol dire solo prendere la bacchetta e lanciare incantesimi contro il nemico. Per quello ci sono gli auror! Hai salvato la vita di quattro ragazzi, hai avvertito Neville ed il Ministero e se questo fa di te un codardo, sono orgogliosa di avere un codardo come te in famiglia” concluse con un sorriso.
Teddy rimase a pensare ed il colore dei capelli virò verso il solito rosa cicca e poi abbracciò gli altri due con l’animo più leggero.

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Rose si svegliò improvvisamente e completamente. Osservò l'orologio, erano solo le 5 del mattino.
Quella notte non aveva avuto incubi, non aveva rivissuto come ormai accadeva quasi ogni notte, specie durante qualche caso piuttosto problematico, Marlott Island.

August accanto a lui russava sommessamente e Rose, per la prima volta da quando quel caso era cominciato, si sentì serena ed appagata.
Stava meditando se prendersi qualche giorno di riposo quando un forte ticchettio alla finestra la svegliò.

Si alzò ed andò ad aprire la finestra, lasciando entrare un gufetto con le piume tutte arruffate. Consegnò il messaggio alla ragazza e poi volò via, uscendo dalla finestra aperta.
Rose la chiuse, prese il messaggio e lo lesse.

Rose, sono David. C'è appena stato un omicidio a Garzonville, Surrey. Richiesto intervento auror"

Rose sorrise, accartocciando il biglietto. Era proprio vero, il male non dorme mai!

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Termina così questa mia long ambientata dopo gli avvenimenti di "Otto Piccoli Auror"
Ultimo capitolo piuttosto importante per riassumere un po' la vicenda e risolvere le ultime questioni rimaste aperte.

Devo essere sincero, non so se questo filone di storie con protagonisti Harry, Rose e gli altri auror verrà continuato ulteriormente. Avrei delle idee per altri casi , magari meno "action" e con la possibilità di sviluppare diversi personaggi introdotti qui.
Chiaramente non so se questa cosa può interessare e creare da 0 un nuovo caso potrebbe essere problematico. Ci penserò

Quindi ringrazio come sempre paige che è stata la mia recenistrice (si dice così??) E tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate :) Un saluto!

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