L'ultimo Regalo

di LadySweet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** On my way back home ***
Capitolo 2: *** He's gone ***
Capitolo 3: *** Traveling around the galaxy ***
Capitolo 4: *** The last gift ***
Capitolo 5: *** The Memorial ***
Capitolo 6: *** Back to life ***
Capitolo 7: *** Love always win ***



Capitolo 1
*** On my way back home ***


Buio.
Tutto era nero e freddo attorno a lei, avvolto nel silenzio.
All'inizio poteva spaventare, ma dopo poco diventava quasi pacifico.
Poi all'improvviso nell'immensità di quel nulla, un calore strano iniziò a diffondersi e la luce diradò il buio.
Partivano da un punto preciso, e come un'onda si propagavano tutt'intorno a lei.
E più sentiva queste sensazioni, più Rey riprendeva coscienza del suo corpo.
Ed eccola li, infine, la vita che tornava a scorrere in lei.
Ancora con gli occhi chiusi avvertì il calore ed il peso di una mano sul suo ventre.
Fu in quel momento che poggiando una mano su quella aprì gli occhi, e la prima cosa che vide fu un ragazzo, dai capelli neri corvini, gli occhi profondi pieni di sorpresa e il volto graffiato e sporco. Era Ben Solo... il suo Ben, tornato nella luce per lei, per combattere al suo fianco, e a quanto pareva per salvarle la vita come lei aveva inaspettatamente fatto per lui.
< Ben > disse soltanto mettendosi seduta e guardandolo negli occhi senza smettere di sorridere. Non riusciva a credere che lui l'avesse salvata strappandola alla morte.
Anche lui stava sorridendo, come non faceva da anni, o forse per tutta la vita, un sorriso sincero luminoso.
E venne spontaneo come respirare, il gesto di spingersi l'uno verso l'altra, e annullare la distanza con un bacio.
Il gesto più semplice del mondo, eppure quello più carico di significato, quello capace di esprimere ciò che risiede dentro il nostro cuore.
E quel bacio era pieno di gioia per essersi finalmente ritrovati, pieno di gratitudine per essersi salvati a vicenda, pieno di quell'amore appena nato e ancora sconosciuto che stava sbocciando fra di loro.
Si, loro erano una diade nella Forza, due esseri estremamente potenti in egual modo uno nella luce, l'altro nell'oscurità.
Ma il loro legame andava ben oltre la mera questione della Forza.
Loro erano due anime gemelle, legate dal filo rosso del destino, due parti dello stesso essere.
E questo Ben lo aveva capito troppo tardi.
E per quanto desiderasse con tutto se stesso di poter passare la vita accanto a quella donna che lo aveva riportato sulla retta via, sapeva che non avrebbe potuto.
Perché mentre scioglievano il bacio e si concedevano un ultimo abbraccio, il giovane sentiva la vita abbandonare il suo corpo.
Tutto quello che aveva, lo aveva dato a lei, per riportarla in vita. La galassia sarebbe stata meglio senza di lui, ma non avrebbe mai potuto andare avanti senza di lei. Lui non avrebbe potuto vivere senza di lei.
Il tempo di un ultimo sorriso, e poi cadde a terra, chiuse gli occhi e svanì sotto lo sguardo incredulo di lei, a cui non rimase altro che un cumulo di vestiti vuoti, e i mille pezzi del suo cuore spezzato.
Prese la maglietta nera con le mani che ancora tremavano e se la portò al petto, mentre le sue lacrime cadevano copiose una dopo l'altra.
E mentre piangeva, realizzava che il suo Ben se n'era andato per sempre.
Non avrebbe più potuto perdersi in quegli occhi scuri, ne baciare quelle labbra morbide e calde.
Non avrebbe più potuto passare le sue dite fra i suoi riccioli soffici ne farsi stringere da quelle braccia forti e rassicuranti.
Era tutto finito.
Finito ancora prima che potesse cominciare.
Una scossa di terremoto la riportò alla realtà, ovvero che era in pericolo.
Così raccolse gli abiti di Ben, le spade laser e torno all'X-Wing di Luke e fuggì da quel luogo oscuro di morte.
Tornata alla base della resistenza, trovò tutti che ridevano, si abbracciavano e festeggiavano, perché avevano vinto la guerra, era finita finalmente.
Ma lei non aveva nessun motivo di festeggiare.
Così scese dal velivolo senza dare nell'occhio e approfittò della confusione per andare nella sua stanza, non vista, e scoppiare a piangere tutto il suo dolore.
Qualche minuto più tardi le porte della sua camera si aprirono rivelando i suoi due migliori amici Finn e Poe.
Si erano insospettiti vedendo il mezzo vuoto e lei introvabile.
Quando Rey si girò mostrando il suo viso rigato dalle lacrime e gli occhi rossi e gonfi, i due cambiarono subito espressione, abbandonando i sorrisi e tornando seri e preoccupati.


NdA
Ciao a tutti!! 
Eccomi qui, sono tornata! 
Ve lo avevo promesso! ;)
Allora questa sarà una storiella breve, pochi capitoli.
Mi sono ispirata ad una delle teorie che gira sul web,
che per quanto la trovi improbabile nella realtà dei fatti, è un'ottimo spunto! 
Spero che vi piacca! 
Alla prossima! 

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Capitolo 2
*** He's gone ***


Rey si sedette sul bordo del letto, e i ragazzi andarono a prendere posto accanto a lei.
Si scambiarono un'occhiata e poi Finn le passò un braccio attorno alle spalle, mentre Poe dall'altra parte le toglieva alcuni capelli che erano rimasti attaccati al viso bagnato.
< Rey, che succede? > le chiese l'ex assaltatore.
La ragazza ci mise qualche istante per calmare la voce e riuscire a parlare.
< Non c'è più... Ben non c'è più... > riuscì a dire prima di scoppiare nuovamente a piangere fra le braccia dei suoi amici.
Sospettavano da tempo che lei avesse sviluppato una sorta di attaccamento per il figlio di Leia. Mille volte le avevano sentito dire che Ben Solo sarebbe tornato al lato chiaro della Forza, che ce lo avrebbe portato lei, anche a calci nel sedere se fosse stato necessario, ma non capivano come questo legame fra di loro poteva essere nato... sul campo di battaglia? Fra un colpo di spada laser e l'altro?
Insomma, Finn li aveva visti combattere, e nessuno dei due era tipo che si risparmiava nella lotta. Eppure qualcosa fra quei due era scattato, altrimenti non si sarebbero ritrovati la loro amica distrutta e in quelle condizioni.
Aveva detto che non c'era più... quindi era morto?
Il grande e potente Kylo Ren aveva perso una battaglia?
Poe non era molto sicuro di quella teoria.
< Cos'è successo li sotto Rey? >
< Ben è tornato... per me. Per lottare con me contro Palpatine... ma lui lo ha scaraventato via per impedirgli di aiutarmi. Io sono riuscita a batterlo lo stesso, ma lo sforzo di quel gesto, da sola, mi è costato la vita... >
< Aspetta, in che senso la vita? > chiese Finn, sperando di aver capito male.
< Io sono morta li sotto, capite? Morta!! Ero consapevole di aver perso la vita... e se non fosse stato per Ben che nonostante fosse ferito è tornato per salvarmi, io non sarei qui! Lui mi ha donato la sua energia vitale... tutta la sua energia per riportarmi indietro... ed è morto lui.... > disse mentre i singhiozzi tornavano a strozzare la voce della ragazza. I due amici si scambiarono un'occhiata. Certo erano dispiaciuti che la loro amica stesse soffrendo in quel modo, e in fondo al loro cuore, una piccola parte di loro sarebbe stata sempre grata a Ben Solo per averle salvato la vita... ma il fatto che la sua minaccia si fosse estinta, e con lui tutto il Primo Ordine o chi per loro, li rincuorava e non poco.
< Rey... > iniziò il pilota < ...ci dispiace tanto per quello che è successo. Vedila così: tu gli hai dimostrato quanto tenevi a lui riuscendo nel tuo intento di riconvertire Kylo Ren e farlo tornare Ben Solo. E lui ti ha dimostrato quanto teneva a te sacrificandosi per salvarti e morendo in pace. >
< Poe ha ragione. Per quanto non lo sopportassi, quel tipo ha compito un enorme gesto d'amore nei tuoi confronti. E se fosse qui ti direbbe di non essere triste, ma di vivere una vita piena, e di vivere anche per lui... io credo. > disse il ragazzo stupendosi della sua stessa saggezza, e notando lo stesso stupore nello sguardo dell'amico.
Le parole di Finn colpirono anche Rey.
Ben voleva che lei continuasse a vivere... anche per lui.
Ma come poteva vivere anche per lui, se una parte di lei era morta con lui su quel pianeta? Come avrebbe fatto ad andare avanti e rifarsi una vita senza di lui?
In quel momento Rey non riusciva a pensare... troppo dolore tutto insieme da assimilare, troppe verità da dover accettare.
I due giovani rimasero con lei tutta la notte a tenerle compagnia, non se la sentivano di lasciarla sola con tutto quel dolore che la tormentava.
Dopo aver perso i suoi, Han, Luke, Leia, Ben... loro erano la sola famiglia che le era rimasta, e in famiglia ci si prende cura gli uni degli altri.
Nelle settimane seguenti Rey si rimise in sesto curando le ferite riportate nello scontro, anche se la Forza di Ben aveva guarito il grosso, lasciando pochi graffi e qualche livido. Ma non era il fisico quello che più necessitava di cure.
No, quello di cui Rey aveva bisogno era una cura per la sua mente depressa e il suo cuore spezzato.
Da quando era tornata non era più la stessa, e se ne erano accorti tutti, perfino la diretta interessata si era resa conto di star diventando lo spettro di quella che era prima. E mentre pensava a tutto questo, un'idea prendeva sempre più forma nella sua mente: partire.
Andare lontano da tutto e tutti, stare da sola in raccoglimento con se stessa.
Sapeva perfettamente che i suoi amici le volevano bene e avrebbero voluto che lei rimanesse con loro, dove avrebbero potuto continuare a prendersi cura di lei, e che non avrebbero accettato di buon grado la sua partenza, così trovò la scusa adatta per partire senza che nessuno la fermasse.
< Devi trovare cosa?! > le chiese Finn quando annunciò ai due la sua partenza.
< Un cristallo Kyber. Sono quelli che servono per fare le spade laser.... ogni Jedi ne ha uno. >
< Ma tu non hai già una spada? > chiese Poe
< Si, quella di Luke, e anche quella di Leia. Sono armi potenti, ma sono le LORO armi, i LORO cristalli. Io devo andare alla ricerca del MIO cristallo, fabbricare la MIA arma e diventare un Jedi a tutti gli effetti. Maestro Luke mi disse che questo era l'ultimo passo per completare il mio addestramento > mentì Rey, anche se non era propriamente una bugia. Luke le aveva fatto tenere la sua spada perché lui si era rifiutato di usarla (se non per lo scontro con il nipote) e gli aveva dato anche quella di Leia, ma sui testi Jedi c'era scritto che un vero cavaliere deve possedere un'arma propria.
Ma la verità vera era che quelle spade con cui lei e Ben avevano combattuto erano un ricordo troppo doloroso per lei.
Fare leva sulle ultime volontà dei sui maestri le avrebbe assicurato che nessuno le avrebbe impedito di andare.
< Capisco, devi rispettare i suoi insegnamenti, è giusto. > concordò Finn.
< Quanto starai via? > si informò il pilota
< Non lo so. Ci sono diverse caverne di cristalli Kyber per la galassia e io non ho idea in quale di queste sia il mio.... > e questo era dannatamente vero.
< Mi stai dicendo che te le devi girare tutte finché non lo trovi? > chiese Finn
< Temo di si. Non avendo più un maestro che mi possa indirizzare, è l'unica cosa che posso fare. E quando l'avrò trovato dovrò fabbricarmi un'elsa che si adatti a me e al mio stile di combattimento. C'è un luogo apposito per questo. >
< Deduco che sia una cosa lunga quindi... > concluse Poe non molto convinto.
< Dipende da quanta fortuna ho > rispose lei facendo un occhiolino e un mezzo sorriso cercando di sdrammatizzare.
< Che farai in questo tempo? >
< Approfitterò della solitudine per meditare e finire di leggere i testi Jedi di Luke. E penserò a cosa fare della mia vita una volta che sarò tornata. >
< Allora buona fortuna maestra Jedi! > le disse Poe abbracciandola.
Rey abbracciò anche Finn e si congedarono per la notte.
Tornata in camera Rey finì di raccogliere le sue cose, e cercò di dormire un po'.
L'indomani mattina all'alba decollò con il Falcon.

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Capitolo 3
*** Traveling around the galaxy ***


Rey in realtà sapeva molto bene cosa fare una volta partita.
Aveva fatto qualche ricerca in quei giorni, scoprendo che Anakin Skywalker era originario del pianeta Tatooine, e che Luke era cresciuto li con i suoi zii.
Quindi era giusto che le spade di Luke (e suo padre) e Leia tornassero dove tutto era iniziato.
Ma prima di tutto questo, aveva già una mezza idea di dove andare a cercare il suo cristallo e come forgiare la sua arma.
I testi erano abbastanza chiari su questo fortunatamente.
Sperando di avere fortuna, inserì delle coordinate specifiche nel computer di bordo e partì nell'iperspazio.
Dopo 4 ore di viaggio finalmente arrivò.
Era un pianeta dell'orlo occidentale, piccolo, roccioso e nascosto da un campo di meteoriti. Rey atterrò delicatamente sul suolo roccioso.
Il cielo violaceo, e le nuvole grigie davano una strana atmosfera.
La ragazza non aveva la minima idea di dove andare a quel punto, scesa dal Falcon.
Si chiese cosa le avrebbe detto Luke se fosse stato li: chiudi gli occhi... respira... senti la Forza intorno a te... echeggiò la voce del maestro nella sua testa.
E così la ragazza fece. Si concentrò profondamente finché non iniziò a sentire dei sussurri, in lontananza.
Seguì quella direzione per qualche kilometro, fino a che non si trovò davanti ad una massiccia parete di roccia scura.
Un portone era stato scavato nella parete, con una incisione tutt'intorno, dei simboli.
Avevano sicuramente un significato, ma era una lingua che Rey non conosceva, e sui libri non c'era nulla del genere.
Ma bastò sfiorare la porta affinché questa si aprisse.
Rey entrò a passo incerto, e appena fu dentro il pesante portone si richiuse alle sue spalle con un tonfo e una volata di polvere.
All'inizio tutto fu buio, poi la vista di Rey si aggiustò alla poca luminosità, notando che l'unica illuminazione era data dalla miriade di cristalli che spuntavano dalle pareti. La Jedi si guardò intorno meravigliata per qualche minuto, poi iniziò a camminare a passo lento per la caverna, i sensi estesi e la concentrazione al massimo.
Nella sua testa un coro di sussurri indecifrabile.
Sembrava quasi che i cristalli parlassero, ma come avrebbe fatto a trovare il suo in mezzo a tutta quella confusione?
Passarono almeno tre ore buone di passeggiata nella caverna, in mezzo ai sussurri, fino a quando, una voce uscì dal marasma, più chiara e nitida delle altre “sono qui... sono qui”. Rey si guardò intorno per capire da dove venisse quel richiamo, fino a che verso il soffitto non vide un cristallo che brillava più degli altri.
Così la giovane iniziò a studiare la parete in cerca di appigli per scalare la parte... ma non ne trovò.
Le parti erano perfettamente lisce, solo i cristalli spuntavano, e non poteva certo rompere dei cristalli.
Ci pensò un attimo, poi si sedette a terra a gambe incrociate.
Chiuse gli occhi.
Fece dei lunghi respiri profondi e si concentrò solo su quella voce che sentiva.
In un attimo il freddo pavimento della grotta sparì dalla sua percezione.
Si sentiva leggera come l'aria e in quel momento si accorse che la levitazione aveva funzionato, trovandosi davanti a quella piccola pietra scintillante.
Allungò una mano delicatamente e lo estrasse dalla roccia senza alcuna difficoltà.
Appena le sue dita lo toccarono, questo da trasparente che era diventò giallo come il sole. 
< Oh Ben... se solo tu potessi vederlo.... > disse sperando che potesse sentirla, mentre sorrideva di felicità.
Poi pian piano tornò verso e terra e uscì dalla caverna.
Tornata sul Falcon impostò la rotta per quello che era un vecchio tempio Jedi, in cui era conservata una vecchia fucina.
Un ometto piccolo e basso con braccia più lunghe delle sue gambe le forgiò un'elsa che la rappresentasse.
E dopo una giornata di lavoro le consegnò una spada a doppia lama, ripiegabile, da cui uscivano due fasci di luce gialla.
Nella religione Jedi, ogni colore corrispondeva ad un significato.
Il giallo era il colore della saggezza, portato da coloro che erano destinati a tramandare la conoscenza.
E in quel momento, capì come avrebbe messo a frutto la vita che Ben le aveva donato, e come viverla anche per lui.
Avrebbe girato la Galassia, trovato chiunque avesse in se la Forza, e li avrebbe radunati per addestrarli e passare a loro tutto quello che lei aveva imparato, anche se era poco. Ma avrebbe usato gli antichi testi, e chiesto aiuto alla Forza e i suoi maestri... infondo se lei era destinata a quel colore un motivo ci doveva essere, e lei lo avrebbe messo in pratica.
Conclusa la questione della sua spada, impostò la rotta per Tatooine e partì.
Arrivò poco lontano dalla vecchia casa di Luke.
Tatooine era come Jakku, desertico, ma meno afoso e più popolato.
I due soli poi davano tutta un'altra atmosfera a quelle distese di sabbia... era quasi magico, mentre Jakku era decisamente monotono.
Stare li per qualche tempo non le avrebbe certo fatto male.
Impiegò una settimana circa per ripulire la casa dalla sabbia e dalla polvere, per non parlare di tutte le colonie di insetti e parassiti.
Ma finalmente la casa adesso era pulita e abitabile.
In quei giorni Rey aveva notato delle tombe non molto lontano dall'ingresso della casa, e avvicinandosi notò che erano quattro: la madre di Anakin, il marito, il figlio di lui e la moglie, gli zii che avevano cresciuto Luke.
Rey aggiunse quelle mancanti, e davanti ad ogni lapide sotterrò un oggetto appartenuto al proprietario: per Anakin la sua spada, per Padmé un bracciale che Leia conservava sempre, per Luke uno dei suoi mantelli, per Leia la sua spada, usata in battaglia dal figlio, per Han i suoi dadi dorati, e per Ben i suoi abiti.
Ora che aveva riunito la famiglia, sperava che qualcuno le facesse visita per spiegare loro il suo progetto, ma soprattutto sperava che apparisse Ben, per poterlo rivedere.
Gli mancava così tanto.
Non passava giorno in cui non pensasse a lui e a quel bacio che si erano scambiati.
E ogni mattina andava sulla sua tomba per cercare di mettersi in contatto con lui, ma nulla.

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Capitolo 4
*** The last gift ***


Le settimane si susseguirono e Rey aveva dato notizie a Poe e Finn, dicendo che avrebbe sostato li per qualche settimana.
Era riuscita a trovare lavoro come aiuto meccanico nell'arena delle corse.
Non era molto, ma faceva qualcosa che sapeva fare e riusciva a mantenersi.
E nel tempo libero si dedicava a fare ricerche su chiunque potesse avere la forza, su dove potesse trovarsi e su un luogo adatto per costruire questo luogo di ritrovo.
Una mattina si svegliò con una forte sensazione di nausea.
Eppure non aveva mangiato niente di strano la sera prima e non si era appesantita.
Che diavolo di motivo c'era di stare così male?
Ma non fece in tempo a formulare quel pensiero che dovette correre in bagno per rimettere anche l'anima.
Mai avuti degli spasmi in quel modo, e così violenti poi.
Che fosse malata? Che fosse allergica a qualcosa senza saperlo?
In quel momento un'aura azzurra illuminò la stanza.
Rey voltò lo sguardo e vide Leia che la guardava preoccupata.
< Ciao Leia! > disse la ragazza con un sorriso per nulla convincente.
< Rey cara, ti senti bene? >
< No... ho una terribile nausea >
< Nausea dici? Mmm... ti capita di sentire odori più intensi di altri che di danno fastidio in questo periodo? >
< In effetti si... >
< E, perdonami la domanda... da quanto non hai il ciclo? >
< Beh.. io... insomma, l'ho avuto.... ricordo perfettamente che ce l'avevo quando... >
< Posso? > chiese lo spirito avvicinandosi al ventre di Rey e poggiandovi una mano.
< Mia cara, credo proprio che tu sia incinta! >
Rey sgranò gli occhi e spalancò la bocca, come se volesse dire qualcosa, ma non uscì alcun suono. Incinta?! Ma se era ancora vergine per la miseria!!
< Ma se io non... non ho mai... >
< La Forza agisce in maniera misteriosa. Vedi anche mio padre Anakin venne al mondo per volere della Forza, senza che sua madre collaborasse in alcun modo. Ma nel tuo caso è diverso. Io credo che nel momento in cui mio figlio ti abbia ceduto la sua forza vitale, parte di questa forza abbia preso vita dentro di te. >
< Aspetta, aspetta... vediamo se ho capito... > iniziò la ragazza tenendosi lo stomaco con una mano e puntando l'altra verso la donna. < Tu mi stai dicendo che aspetto un figlio da Ben per volere della Forza? >
< Si, più o meno è così... > disse la donna con un sorrisino quasi compiaciuto
< Com'è possibile??? E ora come faccio?? Come lo cresco un figlio?? E il mio progetto di reclutare e addestrare nuove persone dotate della Forza?? > Rey era nel panico, non riusciva più a mettere insieme le idee, portandosi prima le mani fra i capelli e poi tornando ad appoggiarsi alla tazza, continuando a restare seduta a terra.
< Rey, calmati adesso. Come ti è venuta questa idea? > le chiese Leia chinandosi davanti a lei e poggiandole una mano sulla spalla.
< Beh, quando ho creato la mia spada laser, il cristallo è diventato giallo. E ho letto che il giallo è il colore di chi deve tramandare la conoscenza... >
< E non ti viene in mente nessun'altro modo per passare questa conoscenza? >
Rey ci pensò su per qualche secondo, alzandosi in piedi e tornando nella camera da letto. Facendo vagare lo sguardo per la stanza e il suo occhio cadde sulla pila di
antichi testi.
< Dici che dovrei... scrivere un libro sui Jedi? >
< Scriverne di nuovi, tradurre quelli vecchi in un linguaggio più accessibile, e perché no in più di una lingua, da lasciare come guida alle prossime generazioni. Tanto qualcuno da addestrare ce l'avrai sempre con te... e magari sarà lui o lei a portare avanti il tuo progetto. > disse la donna puntando lo sguardo al ventre della ragazza.
< Forse hai ragione... dici che chiunque ci sia qui dentro, avrà la Forza? >
< Dubito che il figlio della diade nasca senza Forza. Tu e Ben siete potenti, e questa è una linea di sangue molto forte. >
< A proposito di Ben... perché tu sei qui e lui no? Sono settimane che provo a mettermi in contatto con lui ma... silenzio totale. >
< Beh vedi Ben, come suo nonno ha fatto prima di lui, sta affrontando un cammino di redenzione nella Forza. Essere tornati al lato chiaro in punto di morte ti permette di unirti alla Forza, ma prima di avere questa abilità di apparire bisogna purificare la propria anima, diventare veramente un tutt'uno con la forza. >
< Capisco... e sai quanto tempo ci vorrà? Sai vorrei metterlo al corrente della situazione. A meno che non lo sappia già > disse lei toccandosi la pancia.
< Dubito che lo sappia, dopotutto non penso ne avesse propriamente l'intenzione. I cammini di redenzione dipendono dalla persona che li affronta, perciò non saprei dirti quanto tempo ci vorrà cara. Ma sono sicura di una cosa: appena avrà concluso questa faccenda verrà da te. Sarà la prima cosa che farà, puoi starne certa! E noi saremo sempre con te per qualsiasi cosa tu abbia bisogno. > le disse ridacchiando, riuscendo a strappare una risatina anche alla ragazza.
E detto questo il fantasma della donna sparì.
Rey uscì di casa per prendere un po' d'aria fresca del mattino, mentre vide alzarsi il secondo sole, mentre il primo era già alto.
La giovane si toccò il ventre leggermente rigonfio e guardando l'orizzonte sorridendo.
Questo bambino in arrivo era l'ultimo regalo di Ben per lei, affinché non rimanesse da sola, e avesse una parte di lui sempre con lei... ora lo capiva.
E per quanto la cosa la spaventasse e non poco, si fece forza e decise che l'avrebbe affrontata come aveva sempre fatto: con coraggio e determinazione.
Ora si che aveva un validissimo motivo per continuare a vivere, e farlo anche per lui.

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Capitolo 5
*** The Memorial ***


7 ANNI DOPO

I due soli di Tatooine erano alti nel cielo, l'aria era calda, e dalla casa a cupola usciva il profumino invitante del pranzo ormai pronto.
Il pancino della piccola Kayla che era appena fuori dalla porta con tutto il suo armamentario intenta a costruire qualcosa, lo aveva riconosciuto molto bene, e la voce della madre che la chiamava era la conferma.
Così raccolse in fretta tutto quello che aveva, corse in casa a mollarlo nella sua camera e andò come un fulmine a lavarsi le mani.
Rey vide arrivare la figlia saltellante e non riuscì a trattenere un sorriso.
Era incredibile il modo in cui somigliasse a suo padre: gli stessi capelli neri, lasciati lunghi fin sotto le spalle; gli stessi occhi scuri con quello sguardo vispo e furbetto; ma in qualcosa somigliava anche a lei, i tratti del viso erano dolci come i suoi.
Kayla era una bambina allegra e solare, sempre sorridente e molto vivace... forse un pochino troppo vivace. Diciamo leggermente incline ai pasticci ecco, proprio come suo padre; ma era anche molto portata per i lavoretti manuali e le costruzioni meccaniche, come lei. Aveva iniziato anche a mostrare i primi segni della Forza già ad un paio d'anni, ma Rey aveva iniziato solo da qualche settimana con le prime lezioni su come controllare questo potere.
Stranamente la bimba sembrava essere consapevole di avere qualcosa di speciale, per questo non era mai stata spaventata... tranne quando combinava qualche guaio, usando quel potere... ma più per l'ira della madre che per il potere in se.
Kayla era curiosa, e chiedeva spesso del padre, e Rey gliene aveva sempre parlato con sincerità, ritenendo la figlia sveglia abbastanza da capire la situazione.
Quel padre che avevano atteso tanto e che in tutti quegli anni non si era mai fatto vedere. Evidentemente il suo cammino di redenzione era piuttosto lungo.
Rey si chiese spesso quanto fosse durato quello di Anakin, che di malefatte alla galassia ne aveva fatte per una vita, dato che quello di Ben stava durando così tanto.
Gli mancava ogni giorno, e a volte ancora piangeva, da sola nel suo grande letto.
Senza quelle braccia forti e possenti che la stringevano, senza quelle mani grandi che le accarezzavano il viso, senza quelle labbra morbide che la baciavano... senza il suo corpo a possederla... quante notte lo aveva sognato.
Ma poi si faceva forza, si asciugava le lacrime e pensava che lei e Kayla non erano sole... ci pensavano nonna Leia e zio Luke a colmare quel vuoto, venendo spesso a
trovare la nipotina. Anche Anakin appariva di tanto in tanto a raccontare storie alla piccola.
Per non parlare degli zii acquisiti: zio Poe, zio Finn e zia Rose, venivano quattro volte l'anno a trovare madre e figlia e portavano sempre un sacco di regali.
Loro erano stati i più restii ad accettare la sua “mistica gravidanza” come la chiamavano loro, specialmente perché Ben non era esattamente l'idolo delle folle, ecco.
Ma quando poi seppero che la bimba era nata, partirono subito alla volta di Tatooine, e nel momento in cui gli occhietti di Kayla incontrarono i loro, fu amore a prima vista, mettendo da parte chi fosse il padre.
< Mamma allora? Io ho fame!! > la richiamò alla realtà bambina che era già seduta al suo posto, tovagliolo appuntato alla maglia e posate in mano.
< Tu hai sempre fame tesoro mio > rispose la madre esasperata, mettendo in tavola le pietanze.
Mangiarono tranquille, come facevano sempre, mentre si scambiavano chiacchiere e racconti.
Ma quello non era un giorno come tutti gli altri, era una data importante che andava celebrata. Infatti, alla fine del pasto, Rey portò in tavola una torta con una sola candelina.
Non era il compleanno né di una né dell'altra, ma era l'anniversario della morte di Ben, e loro lo ricordavano sempre. Erano solite infatti spegnere insieme la candelina sulla torta, esprimendo lo stesso desiderio, nella speranza che un giorno si sarebbe avverato.
Attesero il calare dei due soli, con Rey e tutti i fantasmi della famiglia che raccontavano alla bimba aneddoti sul padre per tenere vivo il suo ricordo, e lei che ascoltava attenta e con gli occhi illuminati.
Poi, quando il primo sole iniziò la sua calata, uscirono tutti da casa, le due mano nella mano.
Arrivarono davanti alla tomba di Ben e madre e figlia si chinarono, mentre i fantasmi della forza si radunavano attorno alla lapide.
Rey accese la candela profumata e la depose ai piedi della lapide.
La piccola Kayla invece poggiò una coroncina di fiori di terracotta che aveva fatto quella mattina, andando ad aggiungerlo a quelli degli anni precedenti.
Poi le due si alzarono, fecero un paio di passi indietro, e tornando a prendersi per mano, chiusero gli occhi e tutti concentrarono la loro Forza sul ricordo di Ben.
Nonostante avesse solo 6 anni, la bimba era già molto potente, ed era in grado di vedere per qualche minuto alcune immagini che la madre condivideva con lei.
E per la prima volta Rey condivise con la figlia l'immagine del volto di Ben. Ormai era abbastanza grande per vederlo con chiarezza.
< Lo vedo mamma! Era proprio bellissimo!! > disse la bimba con il sorriso e gli occhi chiusi, mentre Rey sorrideva a sua volta.
< Beh grazie! > disse una voce maschile leggermente imbarazzata.

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Capitolo 6
*** Back to life ***


Rey e Kayla aprirono gli occhi di scatto e per poco alla ragazza non veniva un infarto.
Mise meglio a fuoco la vista.
Appena dietro la lapide, in mezzo alla sua famiglia, c'era Ben. Ma al contrario degli altri non era un fantasma della Forza, non aveva quell'aura azzurrina.
No, lui era proprio lui, in carne ed ossa, con gli stessi abiti che indossava quando era morto... ma Rey li aveva seppelliti nella sabbia, sotto la tomba... com'era possibile??
La bimba intanto per lo spavento si era nascosta dietro le gambe della madre.
La donna lo vide guardarsi intorno e sorridere agli spiriti azzurri, che ricambiavano il suo sorriso, congratulandosi con lui. Poi salutarono madre e figlia e sparirono.
Ben allora puntò lo sguardo sulla bellissima giovane donna che gli stava davanti, ancora incredula e stupita.
< Rey, sono io! > le disse Ben, avanzando lentamente verso di lei.
< Ben... com'è possibile? > chiese lei con le lacrime che bussavano ai suoi occhi.
Lui le prese le mani, e lei riconobbe il suo tocco, le sue mani, sentì il profumo della sua pelle, e capì che lui era veramente li, veramente vivo!
E allora si abbandonò fra le sue braccia, lasciando scendere le lacrime.
Gli gettò le braccia al collo e lo baciò con tutto l'amore che aveva conservato nel suo cuore in tutto quel tempo.
E fu in quel bacio che ogni singolo pezzo del cuore di Rey tornò al suo posto.
< Ben, io non capisco, tu sei... >
< Lo ero, fino a ieri. Ho compiuto il mio cammino di redenzione, e ora la mia anima è stata purificata. Ma noi siamo una diade e non possiamo stare a lungo separati. Ed è stato proprio il tuo amore a riportarmi qui. Anzi, il vostro... > spiegò lui guardando verso la bimba ancora nascosta dietro le gambe della madre che non aveva detto nulla.
Il giovane si inginocchiò alla sua altezza e le sorrise. Rey si spostò togliendo il nascondiglio alla bimba che adesso era faccia a faccia con il padre, rossa in viso.
< Ben, questa bellissima bambina è nostra figlia Kayla. Kayla tesoro, questo è Ben, il tuo papà. > fatte le presentazioni Rey rimase in silenzio.
< Ciao Kayla, è un piacere conoscerti! > le disse lui senza smettere di sorridere.
La bambina osservò attentamente l'uomo davanti a se: aveva i capelli neri, come i suoi. Aveva gli occhi scuri, come i suoi. E quando lui le porse la mano, lei guardò la madre per un attimo, e vedendo il cenno di assenso da parte sua, ancora un po' esitante poggiò la propria su quella di lui, e una forte sensazione si scatenò nel suo cuoricino, di un affetto incondizionato, come quello che provava quando abbracciava la madre.
Un grande sorriso si aprì allora sul suo viso, e abbracciò forte il padre, lasciando che le sue grandi braccia la avvolgessero.
Per Ben, stringere quel piccolo corpicino fra le braccia fu un'emozione immensa, come se l'avesse vista nascere in quel momento.
Si rattristò per tutti i momenti meravigliosi che si era perso, a partire dalla vista di Rey con il pancione, alla nascita della figlia, la sua prima parola, i suoi primi passi.
Ma chissà che questa seconda occasione non gli avrebbe portato un altro figlio, da vivere appieno questa volta.
< Andrai via anche tu come fanno la nonna e lo zio? > chiese la bimba sciogliendo l'abbraccio.
< No piccolina, io sono qui per restare per sempre! >
Rey si avvicinò e li abbracciò entrambi a lungo.
Poi la piccola Kayla iniziò una lunga lista di cose che doveva assolutamente mostrare al padre, le sue creazioni di cui andava orgogliosa e corse in casa, riccioli saltellanti sulle spalle, veloce come il vento.
I due si scambiarono un altro lungo bacio, e poi abbracciati rientrarono anche loro.
< È incredibile quanto mi somiglia... >
< Già... e non solo nell'aspetto. > disse lei
< Che vuoi dire? >
< Lo vedrai, lo vedrai. A proposito... ma tu lo sapevi? >
< Cosa? Di aver generato un figlio? No. L'ho scoperto ieri da mia madre. Devo ammettere che è stata una bella sorpresa! >
< Dillo a me, che sorpresa che è stata! Tu eri sparito da settimane, mi sono svegliata una mattina con la nausea e poi appare tua madre dicendomi che ero incinta di tua figlia per il volere della forza. Mi ci sono voluti giorni per accettare la cosa. >
< Immagino non sia stato facile per te. Mi spiace di non essere stato presente... e di essermi perso così tanto di te e di voi due... >
< Non è dipeso da te. Ma ora sei qui e possiamo recuperare il tempo perso! > disse lei stringendosi ancora di più a lui e guardandolo con il sorriso.
< Chi l'ha scelto il nome? >
< Io. Perché non ti piace? >
< Kayla? Sul serio? >
< Si beh, c'è un lungo ragionamento dietro... >
< Voglio proprio sentirlo! >
< Ho pensato a lungo agli eventi significativi della mia vita e alle persone importanti, e il mio primo pensiero eri sempre tu. Così ho iniziato a pensare agli eventi significativi della tua vita. E dopo essermi scervellata per settimane ho realizzato che se tu non fossi mai diventato Kylo Ren, noi non ci saremmo mai incontrati e tutto quello che abbiamo vissuto non sarebbe mai accaduto. Paradossalmente è la nascita di Kylo Ren che ha messo in moto tutta la nostra storia. E così ho pensato al femminile di Kylo, ovvero Kayla... e poi suona bene, e le si addice. >
< In effetti non l'avevo mai considerata sotto questo punto di vista. E poi lei è la prova vivente che dal mio passato oscuro, è nato un altro raggio di luce. D'ora in poi voi sarete la mia luce! >
E prendendole il volto fra le mani la baciò ancora.
Ormai avrebbe potuto farlo ogni volta che voleva!
Il loro bacio fu interrotto dal rumore di qualcosa di metallico che cadeva a terra, per poi vedere arrivare giù per le scale due gambine, e due braccia sottili che reggevano una pila di oggetti accatastati uno sull'altro, alta il doppio di lei.
Kayla era arrivata con le sue creazioni, e per quanto si prospettasse una lunga serata, Ben non vedeva l'ora di sentire tutto quello che la sua piccolina aveva da raccontargli e farsi stordire dalle sue chiacchiere.
Padre e figlia non smisero di parlare per ore, anche durante la cena.
E mentre chiacchieravano allegramente, il giovane non riusciva a smettere di meravigliarsi su come quella bambina fosse la fusione perfetta di lui e Rey.
Avrebbe potuto guardarla armeggiare per ora senza stancarsi di quei boccoli neri che ricadevano morbidi e scompigliati sulle sue spalle.
Ma alla fine, la piccola crollò sfinita sul divano del piccolo salotto.
E Ben la prese la fra le braccia, accompagnato da Rey, la depose nel suo lettino.
La bimba aprì gli occhietti stanchi... doveva chiedere una cosa molto importate.
< Papà? > disse attirando l'attenzione di lui che si sedette sul bordo del lettino accanto a lei.
< Si? >
< Domani mattina sarai ancora qui vero? >
< Ma certo tesoro > rispose lui accarezzandole il viso.
< Allora vieni a svegliarmi tu? >
< Sarà un piacere > le disse e con un'altra carezza e un bacio sulla fronte le diede la buonanotte.

NdA
Ciao a tutti! 
Allora spero che la storiellina sia di vostro gradimento.
Nel prossimo capitolo arriva la parte arancione della storia...
... ma sarà anche l'ultimo, eh si siamo quasi alla fine.
Alla prossima!!
 

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Capitolo 7
*** Love always win ***


Rimasti finalmente soli i due andarono in camera da letto, e si abbracciarono forte.
Non ci fu bisogno di parole. Si amavano, lo sapevano benissimo, e dopo tutti quegli anni, avevano bisogno di una cosa sola: amarsi.
Le loro bocche si muovevano coordinate, regalandosi brividi lungo la schiena.
Le loro mani erano curiose di esplorare i rispettivi corpi, scoprire ogni angolo, ogni dettaglio, ogni cicatrice.
La bocca di Ben scese lungo il collo di Rey, che aveva chiuso gli occhi godendosi quei contatti caldi e umidi, sentendo i brividi convergere nel suo ventre.
Quando le mani di lei si ancorarono ai suoi capelli, lui riportò lo sguardo in quello di lei, per catturare nuovamente la sua bocca.
E mentre i respiri si facevano più veloci e affannosi, la maglietta del ragazzo era già finita sul pavimento, seguita da quella di lei.
Ma Ben voleva vedere ogni centimetro della sua pelle, e così portò una mano dietro la schiena, per sciogliere il gancio che teneva legate le fasce per il seno.
E quando queste iniziarono ad allentarsi e cadere Rey d'istinto si portò una mano al petto per coprirsi mentre voltava lo sguardo e il suo volto diventava di un rosso acceso. Ben sorrise, e con un dito sotto al mento la costrinse a guardarlo.
< Non essere in imbarazzo amore mio, sei bellissima. Ed io voglio contemplare tutta la tua bellezza > le disse sussurrando, mantenendo lo sguardo puntato negli occhi di lei. Piano piano Rey tolse il braccio e scoprì il suo seno sodo all'uomo davanti a lei, che non poté far altro che guardare in adorazione quel corpo meraviglioso.
La baciò ancora mentre le sue mani scendevano delicate per impossessarsi di quei boccioli caldi e turgidi, e un gemito fuggì dalla bocca di lei quando sciolsero il bacio.
Le sensazioni che Ben le dava con il solo tocco delle sue mani era qualcosa di intenso, che la stava infiammando da capo a piedi, e più lui la stuzzicava più lei voleva di più.E lui lo sentiva. Sentiva il piacere che si diffondeva dentro di lei, proprio come sentiva diffondere il suo nella zona bassa.
Il suo corpo stava reagendo al piacere di lei, e più lei gemeva più cresceva il suo desiderio.
Scese con la bocca lungo l'addome, la pancia, il ventre lasciando una scia di piccoli baci infuocati.
Ma quando era all'orlo dei pantaloni, lei lo fece alzare, e si fiondò sulle sue labbra.
Questa volta era lei che voleva esplorare il corpo statuario di quell'uomo. Passò le sue mani inesperte e curiose sul suo petto, e con la punta delle dita definì i suoi pettorali, gli addominali, i fianchi, le spalle, le braccia muscolose.... godendosi la sensazione frizzante dei suoi sospiri. E in quel momento, seguendo l'istinto si chinò davanti a lui, portando a terra con se i suoi pantaloni, lasciandolo completamente nudo davanti ai suoi occhi incantati.
Con un velo d'imbarazzo prese l'erezione di lui fra le mani, esplorando quella parte dell'uomo che non aveva mai visto prima, senza alzare mai lo sguardo verso di lui.
Poi quando dai suoi gemiti capì che lui apprezzava quello che lei stava facendo, decise di provare una cosa nuova. Ne seguì la forma con la punta della lingua, e sentì tramite il loro legame, il piacere esplodere in lui, così lo avvolse con la lingua, all'interno della sua bocca, beandosi di quella doppia sensazione.
Tripla se si contava anche la sua di reazione.
Ben era in preda all'estasi mentre la bocca calda di lei lo avvolgeva, la lingua lo saggiava, la mano lo massaggiava... ma per quanto si stesse godendo quelle attenzioni, voleva di più. Così ad un certo punto la scostò delicatamente da se, la fece stendere sul letto.
Liberò se stesso dai suoi pantaloni ancora accasciati alle sue caviglie, e liberò anche lei da quello che rimaneva dei suoi vestiti. Le divaricò le gambe e si godette la vista di quel tesoro prezioso che era la femminilità della sua donna. Quel dono che lei aveva tenuto in serbo per lui e lui solamente.
Adesso toccava a lui farle scoprire il piacere delle attenzioni nella zona più delicata.
E proprio come aveva fatto lei prima, partì con gesti delicati delle punte delle dita, per poi usare tutte le dita, nelle pieghe umide di lei, e infine aggiungere la lingua per farla impazzire.
E lei stava davvero impazzendo finché pronunciò il nome di lui fra un gemito e l'altro, come una supplica per avere di più. < Ben... ti prego... >
E quello fu il momento in cui Ben si mise sopra di lei, fronte contro fronte, petto contro petto... e con un bacio entrò piano dentro di lei, cogliendo quel suo fiore che per troppo tempo era rimasto incolto.
Fu strano per Rey, piacevole e doloroso allo stesso tempo.
Ma il dolore durò il tempo di battito di ciglia, lasciando spazio a quella sensazione di piacere, di goduria, di pienezza e completezza che l'avere Ben dentro di lei le stava regalando. Le sue spinte furono dapprima lente e cadenzate, lasciando che le gambe d lei si allacciassero attorno al suo bacino, le sue mani si legassero dietro al suo collo, fra i suoi capelli, mentre sentiva i suoi gemiti aumentare; poi diventarono pian piano sempre più veloci e frenetiche mentre il piacere fluiva intenso e prorompente in entrambi, per giungere poi al culmine quando entrambi raggiunsero l'orgasmo.
CI volle qualche secondo per tornare a respirare regolarmente.
Secondi che i due passarono abbracciati, ancora uno dentro l'altra, uno sopra l'altra.
Quando anche il battito del loro cuore si fu calmato, Ben uscì piano da lei per stendersi al suo fianco, mentre lei si accoccolava sul suo petto.
Lui la avvolse fra le braccia e la guardò.
< Mi sei mancato tantissimo > gli disse lei
< Mi sei mancata anche tu! > ripose lui accarezzandole i capelli.
< Ti amo Ben Solo >
< Ti amo Rey >
Confermarono quelle parole con un bacio.
Un lungo bacio intenso e carico di tutto l'amore che avevano l'uno per l'altro.
Quella notte si amarono ancora e ancora, fino a quando giunse il mattino che li trovò ancora nudi, ancora abbracciati ma felici e più vivi che mai.
I primi giorni fu stranamente meraviglioso svegliarsi con qualcuno accanto, andare insieme nella stanza della loro bambina e svegliarla per mandarla a scuola, addestrarla insieme... le conoscenze di Ben erano decisamente d'aiuto nel contenere il potenziale della figlia. Ma pian piano che passava il tempo fu facile abituarsi alla reciproca presenza, a tutte quelle piccole attenzioni che si davano l'uno con l'altra e l'immenso amore che donavano alla bambina.
Ma la sorpresa più grande arrivò quattro mesi più tardi, quando Rey scoprì di essere nuovamente incinta. Kayla che già era ubriaca di felicità per aver ritrovato il padre, fu entusiasta all'idea di avere un fratellino o una sorellina con cui giocare!
E anche la loro “famiglia allargata” accolse con gioia la notizia della nuova gravidanza, oltre che del ritorno di Ben, ovviamente.
Ben aveva espiato le sue colpe, aveva pagato per i suoi errori, e adesso finalmente si era ripreso il suo posto nella galassia, accanto alla donna che amava e ai suoi figli.
Già, figli: una splendida bambina, e un piccolo in arrivo.
Più guardava il pancione di Rey aumentare settimana dopo settimana, e più realizzava che aveva tutto quello che infondo al suo cuore aveva sempre voluto, e nulla lo avrebbe più diviso dalla sua famiglia.

FINE!!

NdA
Ciao a tutti!
Allora, siamo giunti alla fine anche di questa storiella.
Io spero che vi sia piaciuta e vi ringrazio tutti tantissimo per essere stati ancora con me. 
Vi dico già che ho già pronta un'altra long-fic. 
Saranno capitoli più lunghi, quindi gli aggiornamenti saranno più diradati,
forse uno o due alla settimana.
Anche perhé nonostante il virus, sto finendo si scrivere tesi di laurea,
quindi dividerò le energia fra la scrittura e lo studio.
Vi aspetto quindi fra qualche giorno!
Un abbraccio a tutti!
LadySweet
 

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