Quando aveva vent’anni non mi sono mai immaginato
come padre di qualcuno in nessun presente e futuro, ovviamente avevo sempre
messo in conto la possibilità di seminare qualche piccolo bastardo qua e là per
i pianeti, ma quelli non sarebbero mai contati nulla per me, difficilmente li
avrei mai visti e riconosciuti. Quando ero ancora nell’esercito di Freezer le
possibilità che arrivassi alla vecchiaia erano scarse e non avrei certo perso
del tempo a fare il padre di qualcuno, e poi le donne sayan di puro sangue non
esistevano più, quindi dove avrei potuto trovare quella adatta per avere il mio
erede?
E quindi quando Bulma mi ha detto di aspettare un
bambino mio, la cosa non mi ha sorpreso particolarmente, sapevo che sarebbe
potuto accadere, lei una volta aveva provato a parlarmi di contraccettivi, ma
la cosa non m’interessava affatto e ricordo di averle risposto che i sayan non
usavano certe diavolerie. Quel bambino che le avevo messo nella pancia non era
altro che un effetto collaterale di un po’ di svago durante gli allenamenti.
Per me poi quello era un periodo cruciale, dovevo trasformarmi in super sayan e
non riuscivo a pensare ad altro, ormai il tempo stava stringendo, e quindi
anche se oggi non ne vado particolarmente fiero, ho abbandonato Bulma e quel
bambino, li ho tagliati fuori dalla mia vita senza nessun rimorso.
Non c’ero quando Trunks è nato e nemmeno dopo, l’ho
visto per la prima volta in braccio a sua madre, quando l’elicottero è esploso
e sono stati tratti in salvo dal ragazzo del futuro, ecco anche di questo non
posso certo andarne fiero, in quel momento ero talmente pieno di me, che
nemmeno mi sono accorto di quello che stava succedendo. Quando poi me li sono
trovati davanti, ammetto di aver dato un’occhiata al bambino, aveva un tremendo
colore di capelli ho pensato subito, inadatto ad un sayan, almeno il figlio di
Karoth aveva i capelli neri, e poi quel bambino era tutto gridolini e bava, no
era decisamente poco interessante.
Per non parlare del suo nome, Trunks, io mai avrei
chiamato così il mio erede, ovviamente il suo nome avrebbe dovuto essere
Vegeta, ma dal momento che inizialmente non l’avevo riconosciuto come mio
erede, non avevo dato nessun ordine alla donna sulla questione nome, non che
lei l’avrebbe rispettato comunque credo. Quando poi ho sentito chiamare il
ragazzo del futuro Trunks, ovviamente ho capito tutto, per un attimo, mi sono
concentrato su qualcuno che non fosse me stesso, e ho notato che effettivamente
quel moccioso aveva lo stesso colore di capelli di mio figlio e così me li sono
trovati davanti entrambi: quella piccola piattola un giorno sarebbe diventato
un super sayan. Ammetto di aver provato invidia in un primo momento, quel
ragazzo non mi convinceva affatto e poi venire a scoprire che era mio figlio,
mi aveva lasciato molto confuso, avevo troppi sentimenti contrastanti a
riguardo da mettere a tacere al più presto.
Finito poi il Cell game sono tornato a vivere da
Bulma, e mio malgrado mi sono trovato costretto a far da padre a quel
mocciosetto, a modo mio ovviamente, ma dopo aver passato del tempo con Mirai
Trunks, glielo dovevo in un certo modo, lui aveva fatto di tutto per salvarmi
la vita almeno in quel futuro e quindi l’unico modo che avevo per ricambiare il
favore era essere presente nella vita del bambino, mi sono detto che lo facevo
solo per una questione d’onore e quella era una giustificazione che potevo
accettare.
I primi anni non gli ho prestato molta attenzione,
anzi lo trovavo davvero irritante, cercavo di osservarlo a distanza; ho
iniziato a trovarlo vagamente degno della mia attenzione attorno i 4 anni, mi
sono deciso ad allenarlo, ma ammetto che nemmeno in quell’occasione le mie
intenzioni erano onorevoli, volevo allenarlo per entrare nuovamente in
competizione con Karoth: se suo figlio senza essere seguito particolarmente era
diventato fortissimo, il mio poteva esserlo anche di più sotto i miei
allenamenti.
Ovviamente il moccioso aveva appreso con entusiasmo
la notizia che ci saremmo allenati insieme, ma il problema sin da subito fu che
lui vedeva tutto ciò come un gioco. E questa cosa mi aveva lasciato
letteralmente spiazzato, quel bambino non mi prendeva assolutamente sul serio e
soprattutto non prendeva sul serio gli allenamenti, non combatteva affatto per
salvarsi la vita o per diventare più forte, no per lui era solo divertimento. E
da quel momento sono iniziati i paragoni con l’altro Trunks, ho passato un anno
insieme a lui nella stanza dello spirito e del tempo e in lui ho sentito
davvero scorrere la forza di un guerriero, ma soprattutto lui mi rispettava, in
fondo aveva un minimo timore nei miei confronti, invece quel bambino non ne
aveva affatto. Ho provato anche ad andarci giù pesante, ma nulla, l’unico
risultato sono state le grida di sua madre verso di me, quando le ho restituito
il bambino pieno di lividi, ma in quell’occasione è stato lui a difendermi,
dicendo che era stato bello combattere con me.
Ho dovuto ragionare molto su questa cosa e alla fine
ho capito che mio figlio non era affatto l’altro Trunks, avevano avuto storie
diverse, il mio Trunks era nato in un epoca di pace, era un moccioso ricco e
viziato, amato dalla madre e dai nonni e aveva anche un padre a fianco; non ero
certo il tipo da portarlo al parco giochi ogni giorno, ma ammetto di essermi
fatto corrompere qualche volta, anche solo per il senso di colpa che ogni tanto
mi si presentava: quegli occhi azzurri che mi guardavano continuamente
entusiasta senza avere il minimo briciolo di timore nei miei confronti mi
lasciavano sempre con l’amaro in bocca. E
a questo si ricollega anche l’episodio del pugno nella camera gravitazionale:
vedere mio figlio trasformarsi in super sayan con estrema leggerezza, senza
nessun particolare sforzo, come se fosse semplicemente un nuovo gioco, non mi
ha reso affatto orgoglioso di mio figlio, ma mi ha reso geloso, lo so che è
assurdo essere geloso di un bambinetto di 8 anni, ma in quel momento avevo
smesso di ragionare. Io per arrivare alla trasformazione di super sayan e poi
superarla avevo dovuto morire, rischiare la mia vita più di una volta e spingermi
oltre qualunque limite umano, mentre mio figlio si era trasformato in super
sayan per giocare meglio insieme al suo amico, al figlio minore di Karoth,
l’avevo trovata davvero un’ingiustizia. E quindi quando ho deciso di misurarmi
con mio figlio, avevo tutte le intenzioni di rimetterlo al suo posto,
soprattutto quando è riuscito a colpirmi, di riflesso ho risposto al suo colpo,
mettendoci volutamente più forza del necessario.
Trunks era voltato all’indietro cadendo
rovinosamente a terra e per un attimo mi sono aspettato un minimo di timore nei
miei riguardi e invece nemmeno in quell’occasione ci sono riuscito, lui era
semplicemente offeso perché secondo lui non avevo rispettato i termini
dell’accordo, dal suo punto di vista non avrei dovuto rispondere al colpo.
Aveva il viso rosso e probabilmente gli sarebbe venuto un livido abbastanza
vistoso e già potevo sentire gli insulti di Bulma e quindi per lavarmi la
coscienza l’ho portato al parco giochi, facendone il bambino più felice del
mondo.
E poi c’è stata la parentesi della mia possessione
da parte di Babidi, non smetterò mai di darmi dello sciocco per esserci
cascato, ho fatto del mio meglio per rimediare, ma ancora oggi ho in fondo dei
sensi di colpa a riguardo. Nonostante tutto quello che ho fatto, mio figlio insieme
al suo ridicolo amico sono venuti a salvarmi, non ero altro che un assassino,
ma mio figlio continuava ad amarmi ed è stato quello a darmi la forza di fare
quello che ho fatto: dare la mia vita per lui e sua madre.
Addirittura prima di sacrificarmi ho deciso di
abbracciare mio figlio, il mio erede, non avevo mai avuto un gesto di tenerezza
nei suoi riguardi, anzi m’infastidiva quando la madre o la nonna lo
abbracciavano, erano cose da femminucce, non certo da sayan; in quel momento
eravamo entrambi impacciati, nessuno dei due sapeva esattamente come fare,
ammetto di averlo fatto soprattutto perché ero convinto che tanto a breve sarei
morto per sempre, non sarei rimasto in vita per vedere le ripercussioni di quel
gesto.
E invece non è stato così, da quel momento la mia
vita è cambiato di nuovo, avevo avuto una nuova possibilità, nonostante tutte
le cose orribili che avevo fatto; quando sono morto per alcuni momenti sono
stato all’inferno e devo dire che non è stato affatto piacevole: avrei dovuto
fare di tutto per non sprecare quella possibilità che mi era stata concessa,
anche perché con tutta probabilità sarebbe stata l’ultima.
Ho iniziato quindi ad interessarmi alla vita di mio
figlio e non solo per gli allenamenti, ammetto che non è stato facile da
entrambe le parti, lui non era abituato alla mia presenza in certi ambiti della
sua vita e io non sapevo bene come rapportarmi a lui fuori dalla stanza
gravitazionale.
Ovviamente non sono e non sarò mai un padre
giocherellone come Karoth, né porterò mio figlio a pescare o sciocchezze
simili, però ho fatto e sto facendo del mio meglio per esserci a modo mio. E a
questo proposito credo, tutto sommato, di essere un padre migliore di Karoth,
non che ci voglia molto, ma di questo ne parlerò quando verrà il suo turno.
E così mi sono trovato ad osservare più da vicino
mio figlio e ho notato che oltre ad essere viziato è anche terribilmente
arrogante, prepotente e strafottente, qualcuno soprattutto sua madre potrebbe
dire che ha preso da me, ma non è affatto così, in lui io vedo moltissimo del
temperamento di Bulma, anche perché è pure piuttosto esuberante, vivace e
spericolato, tutte qualità in cui non mi riconosco affatto.
Bulma come madre è sempre stata piuttosto
permissiva, forse più amica che madre, aspetto che non mi sono mai trovato a
condividere, d’accordo che Trunks sarà sempre un moccioso ricco a cui si
apriranno tutte le porte, ma questo non è un buon motivo per lasciarlo
totalmente senza disciplina, in questo mi trovo più d’accordo con la visione della
donna di Karoth.
Trunks insieme a quel Goten sono ingestibili, per
qualunque madre terrestre ovviamente, non per un sayan sia ben chiaro,
ovviamente all’inizio ho cercato di osteggiare quella loro amicizia che non
riuscivo davvero a comprendere, è stata Bulma a farmi ragionare sul fatto che
il figlio di Karoth era l’unico bambino di tutto il pianeta con cui nostro
figlio avrebbe potuto giocare senza trattenersi. A quel tempo il gioco non
m’interessava affatto, e nemmeno ora a dire il vero, però ho capito il concetto
e quindi ho fatto del mio meglio per sopportare i loro giochi violenti, la loro
confusione e il caos che lasciavano per casa ogni volta che quel moccioso
veniva a giocare a casa nostra.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata
quando quei due mocciosi sono rimasti chiusi dentro la navicella di Monaka e a
me è toccato andarli a recuperare, con tutto quello che poi è successo in
seguito; quando siamo tornati a casa ovviamente Karoth era semplicemente
entusiasta di aver vissuto un’altra avventura e perciò non ha sprecato nemmeno
una parola di rimprovero per il figlio e quindi ho notato che anche il mio
erede era piuttosto divertito dalla situazione che aveva appena vissuto. Tant’è
che a cena si è messo a raccontare tutto quanto alla madre per filo e per segno,
nemmeno lei aveva rimproverato più di tanto Trunks, e questo non potevo
accettarlo. A fine della cena una volta rimasto solo con Bulma, gli ho chiesto
che cosa intendesse fare con nostro figlio e lei mi ha guardo perplessa, non
riusciva a capire cosa volessi dire, allora le ho spiegato che Trunks non
poteva passarla liscia quella volta, si era messo in pericolo solo per un
capriccio.
Al che lei ha continuato a fissarmi con
un’espressione incuriosita, poi si è morsa il labbro e a voce bassa mi ha
chiesto cosa proponevo di fare, dopotutto lei non era presente su quel pianeta
e non sapeva davvero quanto nostro figlio si fosse messo in pericolo. Le ho
risposto che andava punito, al che lei mi ha fissato in attesa che continuassi
il discorso: nessuno dei due aveva molta esperienza in materia, se fosse stato
un soldato del mio vecchio esercito avrei saputo perfettamente cosa fare, ma
quello era mio figlio e non un soldato e comunque sua madre non mi avrebbe
certo permesso di torcergli nemmeno un capello. Chiesi allora a Bulma, cosa
facevano di solito i genitori terrestri quando i mocciosi si comportavano male,
ma lei per tutta risposta era scoppiata a ridere, rispondendomi che i suoi
genitori non avevano mai fatto un bel niente a riguardo, dopotutto lei era scappata
di casa a 16 anni per cercare le sfere del drago e nessuno le aveva mosso
nessun rimprovero. Ed ecco cosa intendevo sul fatto che nostro figlio
somigliava più a lei che a me, alla fine era comunque sempre colpa dei due
vecchi!
Per un attimo pensai di interpellare la donna di
Karoth, ma sarebbe stata una sconfitta e quindi decisi di improvvisare e
stringendo i pugni mi diressi in camera di Trunks, sentendo in lontananza la
voce di mia moglie che mi ricordava di non esagerare, perché dopotutto era stato
un caso che il portellone della navicella si fosse chiuso improvvisamente.
Nella camera di Trunks ero entrato pochissime volte,
non persi tempo a bussare comunque, aprii la porta di scatto e trovai il mio
erede assorto nei videogiochi, non si era nemmeno accorto che ero entrato
perché indossava le cuffie.
Ed ecco vederlo così tranquillo mi fece salire il
sangue al cervello, sicuramente non aveva pensato nemmeno un secondo al
pericolo che aveva e che avevamo corso. E quindi mi avventai su di lui
strappandogli le cuffie e gridando il suo nome.
Il moccioso non aspettandosi la mia incursione era
sobbalzato ed era scattato in piedi, chiedendomi perché fossi nella sua stanza.
“Io vado dove mi pare e piace a differenza tua; oggi
mi hai decisamente deluso, non avevi nessun motivo per ficcare il naso nella
navicella di quel tizio e hai messo in pericolo te stesso e il figlio di
Karoth. Ho deciso che da questo momento sei in punizione!” gli ho annunciato e
lui mi ha risposto con un’occhiata stupita e come sua madre poco prima, stava
attendendo che finissi il discorso, già peccato che non avessi ancora un piano
ben preciso. Mi sono, quindi, guardato attorno nella stanza e l’occhio mi è
caduto sulla televisione e i videogiochi sparsi in disordine sul pavimento.
“Per due settimane niente televisione, niente
videogiochi e niente Goten. E metti in ordine questa stanza, non sopporto il
disordine!” gli ho ordinato e poi sono uscito sbattendo la porta, per non
vedere la sua reazione, che probabilmente mi avrebbe fatto innervosire ancora
di più.
Fuori dalla porta ho trovato Bulma con un sorrisetto
piuttosto compiaciuto e allora le ho chiesto in malo modo che cosa avesse da
sorridere.
“Oh nulla tesoro, sai credo tu abbia ragione, Trunks
va messo in riga e sono contenta che una volta tanto te ne sia occupato tu, in
quanto suo padre. Ma forse hai dimenticato qualcosa?” mi disse ridacchiando e
mandando me sempre più fuori di testa, tant’è che alzando la voce le chiesi che
cosa avessi dimenticato.
“I miei genitori non mi avranno mai messo in
punizione, però so che quando si decide di togliere qualcosa, la tal cosa va
ritirata, altrimenti non hai la certezza che non venga usata!” mi ha risposto
lei.
“Ma gli ho ordinato di non usarli e quindi non lo
farà!” le ho detto di rimando, ma con tono incerto, ormai mi aveva instillato
il tarlo del dubbio, tant’è che per tutta risposta lei continua a ridacchiare,
davvero insopportabile.
E quindi sono rientrato in gran carriera nella
camera del mio erede ed effettivamente l’ho trovato ancora intento a giocare ai
videogiochi, ma stavolta si era accorto della mia entrata e la sua espressione
era piuttosto impaurita, stava aspettando una mia reazione e anche mia moglie
che era alle mie spalle la stava aspettando e sarebbe stata memorabile pensai
mentre con una sfera di luce fece saltare in aria la televisione facendo
gridare di sorpresa sia Bulma che Trunks.
“Ti avevo detto niente tv. E se proverai di nuovo a
disobbedirmi il mio prossimo bersaglio sarai tu!” lo minacciai e lui per tutta
risposta si voltò verso la madre per cercare aiuto.
“Eh no tesoro, mi dispiace ammetterlo, ma tuo padre
questa volta ha ragione. E soprattutto vedetevela tra voi due!” ha risposto
Bulma prima di allontanarsi dal campo di battaglia, lasciando che ci
fronteggiassimo tra noi.
Trunks mi fissò accigliato e con le braccia
incrociate e poi sbottò:” fino ad ora non ti è mai importato niente di quello
che facevo, allenamenti a parte!”.
Quelle parole ammetto che mi ferirono, perché aveva
perfettamente ragione, ma non potevo certo cedere, lui era un moccioso di 8
anni ed io ero suo padre:” t’informo che da oggi le cose cambieranno, e ora
consegnami quello che è rimasto dei videogiochi e sbrigati, altrimenti non
avrai più nemmeno quelli!” gli ordinai; credo che per un attimo il mio erede
abbia pensato di opporsi, poi però deve aver reputato che era meglio ubbidire e
quindi mi ha consegnato il materiale incriminato rimasto.
Stavo per andarmene vincitore, ormai ero girato di
spalle quando il moccioso ha osato aggiungere:” Goku è decisamente meglio come
papà, lui non sgrida mai Goten, non è giusto!”.
Strinsi tra le mie mani quegli stupidi videogiochi,
sentendomi molto tentato dal distruggerli, e poi far saltare in aria la sua
stanza e anche tutta la casa, ma una vocina mi fermò dicendomi che non avrei
vinto così la battaglia, e quindi con lentezza mi girai e gli risposi:”se volevi un padre patetico come Karoth, avresti dovuto
nascere Son. La tua punizione si è appena allungata di una settimana e prova
anche solo a fiatare e diventerà un mese!” e stavolta sono uscito sbattendo la
porta, senza aspettare una possibile replica.
I giorni seguenti non furono affatto facili, mio
figlio mi teneva il broncio, m’ignorava completamente, cosa davvero strana
visto che fino a qualche tempo prima ero io a comportarmi spesso così nei suoi
riguardi e devo ammettere che ora che mi trovavo dall’altra parte la cosa
faceva davvero male, Bulma poi era di pochissimo aiuto, non si voleva
immischiare nella faccenda.
Non mi sarei mai sognato di chiedere consiglio a nessuno
su come gestire la situazione, anche perché le esperienze paterne di Karoth
erano inesistenti e l’unico altro padre che conoscevo era Crilin, ma sua figlia
era piccola e quindi non faceva ancora grossi danni e poi non mi sarei comunque
abbassato a tanto. Feci perciò l’unica cosa che sapevo fare: se il mio erede
m’ignorava, anch’io l’avrei ignorato.
Iniziò quindi una battaglia di resistenza tra noi
due, fatta di silenzi ed occhiatacce, ma quello era il mio pane, non avrei
ceduto di un millimetro, ero convintissimo che alla fine sarebbe stato Trunks a
cedere, anche se dovevo riconoscergli una certa tenacia, senza alcun dubbio
ereditata da me.
Alla fine fu Bulma a mettere fino a quella
situazione arrivata ad un momento di stallo, eravamo appena scesi per cena e
trovammo la tavola vuota e quindi entrambi ci eravamo girati ad osservare Bulma
famelici.
“Ah bene eccovi qui! Non preoccupatevi, avrete la
vostra cena, ma solo quando la smetterete con questa storia: Trunks tuo padre
ha ragione, hai sbagliato e quindi è giusto che ti abbia punito…e tu Vegeta
smettila di metterti al suo livello, lui ha 8 anni è normale che sia arrabbiato
con te, gli passerà!” ci rimproverò e per tutta risposta entrambi la fulminammo
con lo sguardo, ma il silenzio continuò.
“Io non sono arrabbiato, sono confuso, lui non si è
mai interessato così tanto a me e ora pretende di fare come dice lui, non è
giusto!” esclamò il mio erede.
“Sono tuo padre Trunks, avrei dovuto forse essere
più presente anche prima, ma ora ho intenzione di rimediare. E comunque tu devi
fare come ti dico io e questo è quanto!” gli ho risposto alzando la voce.
“Quello che papà vuole dire è che si è preoccupato
per te e vuole farti capire che hai sbagliato tesoro. Sai com’è fatto…” cercò
di mediare Bulma, ma come reazione fece esplodere me:” E come sarei fatto
scusa?” le chiesi.
“Eddai Vegeta sai benissimo cosa intendo” mi rispose
Bulma lanciandomi un’occhiata molto eloquente; sì sapevo benissimo cosa
intendeva, che fino a quel momento non ero certo stato un modello di padre, ma
non accettavo neanche l’accondiscendenza, Trunks doveva portarmi rispetto anche
al di fuori degli allenamenti.
“Trunks hai sbagliato e ora ne paghi le conseguenze:
fine della storia. La prossima volta mi aspetto che tu stia più attento, invece
di ficcarti nei guai perché non pensi alle conseguenze” provai a spiegargli e
improvvisamente mio figlio da furioso divenne serio, sembrava avesse finalmente
capito.
“E va bene, credo di aver capito. Ma possiamo almeno
riprendere ad allenarci? Mi sto annoiando nella mia stanza e insomma…” aveva
iniziato a spiegare mio figlio, prima di fermarsi perché il mio sguardo doveva
essere furente, lui si stava annoiando…credo che fosse proprio quello il punto
della punizione…
“Quello che Trunks vuole dire, Vegeta, non è
esattamente che si sta annoiando, è che vorrebbe passare del tempo con te e
quindi…” cercò di nuovo di mediare mia moglie, la quale lanciò un’occhiata di
avvertimento al figlio, dannazione quei due s’intendevano a meraviglia, in quel
momento sperai che un giorno anch’io avrei avuto qualcuno con cui avere la
stessa intesa, ma ancora non sapevo che il destino presto mi avrebbe
accontentato.
Entrambi mi stavano fissando, stavano attendendo una
mia decisione, se avessi detto di no sarei rimasto fermo sulla mia posizione e
avrei vinto, ma d’altra parte poi avrei avuto addosso pure Bulma a tormentarmi,
quindi risposi che avremmo potuto allenarci assieme, ma che questo non avrebbe
cambiato la situazione: tre settimane senza videogiochi, tv e Goten.
“Ehm veramente sarebbero due, una è già passata…”
s’intromise mia moglie e le lanciai la mia peggior occhiata in risposta, ma poi
ammisi, che sì, una settimana era già passata in effetti, poi le ordinai di
tirare fuori la mia cena altrimenti me la sarei andato a procurare altrove.
Fortunatamente Bulma si decise a darci la cena e il mio erede, che da una
settimana non spiccicava una parola se non occhiatacce, tornò improvvisamente
loquace, come se nulla fosse successo: decisamente tutto sua madre!
Vorrei poter dire che quello fu il nostro primo
unico litigio vero e proprio, ma chiaramente non è stato così, anzi quando è
diventato adolescente è stato ancora più difficile tenerlo a freno, ha iniziato
a raccontare piccole bugie e a scappare di casa addirittura e mia moglie non ci
trovava nulla di così strano, commentava semplicemente che era un ragazzo e che
non faceva nulla di male poi alla fine, anzi che forse ero io ad essere troppo
severo nei suoi confronti, ma le ho sempre risposto che lui era l’erede del
principe dei sayan e che era chiaro che mi aspettassi il meglio da lui. Per me
era difficile mettere in relazione quel Trunks adolescente con quello del
futuro, erano due persone completamente diverse, per quello che poteva
sembrarmi, ma dopotutto mio figlio aveva passato in pace quasi tutta la sua
vita e aveva quindi moltissimo tempo per sciocchezze e passatempi terrestri,
mentre il Trunks del futuro aveva passato la sua vita a cercare di salvarsi la
vita e a salvarla a chi gli stava attorno, forse per me sarebbe stato più
semplice essere il padre di quell’altro ragazzo, avevamo avuto esperienze
piuttosto simili in fondo, mentre il figlio che mi ritrovavo era una continua
sfida ai miei nervi e alla mia pazienza.
Poi un giorno improvvisamente ha smesso di
contraddirmi e di fare cose sciocche, così senza una valida spiegazione,
apparentemente, ha iniziato anche a studiare di più, aveva sempre però lo
sguardo perso, come se pensasse a qualcun altro o a qualcos’altro, alla fine fu
Bulma a chiarirmi il mistero: nostro figlio si era innamorato.
Ammetto che la cosa per me fu come un fulmine che mi
trapassò da parte a parte, le chiesi quindi se conoscesse anche il nome della
fortunata e lei mi rispose che ovviamente lo sapeva, ma non me l’avrebbe detto
nemmeno sotto tortura.
E ben presto compresi il motivo per cui Bulma non
voleva confessarmelo, mi fu chiaro il giorno in cui trovai Trunks intento a
distruggere la mia stanza gravitazionale: gridava e tirava calci pugni e sfere
di energia a casaccio, dalla sua aura riuscivo a percepire una furia cieca,
entrai quindi nella stanza e lo schiaffeggiai con forza.
Il mio erede si fermò a guardarmi un attimo e poi
osò dirmi di lasciarlo in pace, con un tono che ricordava moltissimo il mio,
nei miei momenti peggiori, mi salì quindi una grandissima rabbia e ammetto che
stavo per picchiarlo di nuovo, ma dopo anni su questo dannato pianeta e
un’altra figlia, ho imparato un minimo autocontrollo e perciò gli ho ordinato
di dirmi immediatamente cosa stesse succedendo, altrimenti avrei trovato un
altro modo per farlo parlare e non gli sarebbe piaciuto affatto.
Non mi rispose, ma almeno smise di demolire la
stanza gravitazionale, si girò di spalle e poi piano disse:” lei dice che non
possiamo più vederci, mi ha mollato!”.
Chi diavolo era quell’insulsa terrestre che osava
lasciare il mio Trunks, doveva davvero essere una gallina senza cervello, gli
risposi che sicuramente avrebbe trovato presto un’altra ragazza e di non farne
una tragedia. E lo pensavo davvero dopotutto era il mio erede e poi era ricco e
credo anche che per i canoni terrestri si potesse considerare un bel ragazzo,
non gli mancava niente insomma. E devo anche ammettere che parlare di ragazze
con mio figlio mi metteva alquanto a disagio, non avevo certo grandi esperienze
di cui potermi vantare con lui: ero passato dalle prostitute dei bordelli a sua
madre e non avevo certo intenzione di parlargli di nessuno dei due argomenti.
“Ma io voglio solo Marron!” mi gridò mio figlio
stringendo i pugni.
Marron, il mio erede si era invaghito della figlia
di Crilin e C18, dovetti reprimere la nausea e impedirmi di gridare che anch’io
ero d’accordo sul fatto che non si vedessero mai più.
“E come mai non potete più vedervi?” gli chiesi, invece,
facendo appello a tutte le mie forze spirituali.
“E’ colpa di sua madre, dice che è troppo piccola
per pensare a certe cose e che comunque io non vado bene per lei!” mi rispose
mio figlio sempre gridando.
Quell’ androide osava non approvare Trunks, ma come
osava, avrebbe dovuto essere in estasi che il figlio del principe dei sayan
s’interessasse alla sua insulsa e insipida figlia, era inaudito.
“Beh Trunks vedi di risolverla per conto tuo senza
distruggere la mia stanza gravitazionale e ora sparisci!” gli ho ordinato e lui
che ormai non era più così rabbioso, non se l’è fatto ripetere e se ne è andato
alla svelta.
Ma quella storia che quel patetico terrestre e la
sua donna di latta non vedessero di buon occhio mio figlio continuava a
tormentarmi, non riuscivo davvero a liberarmi del pensiero e quindi ho fatto
qualcosa che poi mi sarei ripromesso di non fare mai più: sono andato all’isola
del Genio, dove vivono quei patetici personaggi, per chiedere spiegazioni alla
diretta interessata.
Appena arrivato mi sono incrociato proprio con
Marron, ricordo di averla scrutata con attenzione e ribadisco di averla trovata
davvero insipida e poi quella sciocca appena mi ha visto è scappata via senza
nemmeno salutarmi; poco dopo sulla spiaggia si è presentata la donna di latta e
dal suo sguardo ho capito subito che era pronta alla lite, anche se ancora non
riuscivo a comprenderne il motivo; mi chiese quindi come mai mi trovassi sulla
loro isola.
“La vostra isola? Mi risulta che questa sia ancora
l’isola del Genio delle Tartarughe. Lo stipendio da poliziotto di tuo marito
non vi permette nemmeno di comprarvi una casa tutta vostra…” ho esordito, non
ho mai potuto sopportare quella donna, con lei ho ancora un conto in sospeso,
prima o poi e la pagherà per avermi rotto il braccio anni fa.
La vedo stringere gli occhi, poi fare un sorrisetto
malefico prima di rispondermi:” Almeno Crilin ha un lavoro, invece mi risulta
che tu di professione faccia ancora il marito della donna più ricca del
pianeta”.
Quanto avrei
voluto staccare la testa dal collo di quella donna e vedere se all’interno
aveva gli organi o i bulloni, ma ho fatto del mio meglio per trattenermi
limitandomi a risponderle:” mi dispiace di essere stato più furbo di te,
avresti dovuto accoppiarti con Mr Santan…Ma non è questo il motivo per cui mi
sono scomodato a venire fino a qui. Pretendo di sapere perché mio figlio non
può frequentare quella gallina di tua figlia!”
La vedo arrossire e fremere di rabbia, quasi mi
aspetto che mi attacchi e la cosa non mi dispiacerebbe poi molto, ma invece
decide di spiegarmi il motivo:” il tuo prezioso Trunks ha 17 anni, Marron ne ha
14 e probabilmente non sai che due sere fa li ho trovati qui nella camera da
letto di Marron insieme. Tua moglie ne è stata già messa al corrente,
evidentemente ha deciso di non informarti della cosa!” e poi è scoppiata a
ridere, ha osato ridermi in faccia, ormai sono pronto a farla saltare in aria,
non me ne importa più nulla, prima ucciderò lei, poi tirerò il collo a sua
figlia e in fine mi occuperò della mia famiglia.
Punto il dito, sto per colpirla e vedo che lei si
sta mettendo sulla difensiva, ma all’ultimo minuto devio il colpo verso una
palma dietro di lei, mi sta scendendo il sangue dal cervello, e sto valutando
che se la facessi fuori, poi potrei avere delle scocciature, quindi le ordino
semplicemente di tenersi alla larga dalla mia famiglia e poi me ne vado in
volo, cercando di non sentire le risate di sprezzo che mi sta indirizzando
quella dannata donna.
Una volta a casa sono indeciso se incenerire prima
Bulma o prima mio figlio, anche quella volta lei era stata sua complice, negli
anni l’ha sempre coperto e questa è una cosa che non ho mai sopportato, decisi
quindi di prendermela prima con lei.
La trovai nel suo laboratorio intenta a fare dei
calcoli, era tanto presa che nemmeno sembrò accorgersi della mia presenza,
anche se stavo respirando rumorosamente, ero furioso e stavo facendo molta
fatica a trattenermi.
“Ehi Bulma, non è che per caso ti sei dimenticata di
dirmi qualcosa riguardo a Trunks?” le chiesi alzando la voce.
Lei, finalmente, alzò la testa dai suoi calcoli e mi
guardò per un attimo stupita, poi notando la mia espressione rabbiosa, comprese
subito a cosa mi stessi riferendo e la vidi quindi mettersi sulla difensiva:”
dai non è successo niente di grave, C18 la sta facendo più tragica di quello
che è stato, si sono addormentati tutto qui, Trunks me l’ha giurato. E poi tu
come fai a saperlo?” mi chiese, dopo anni sa benissimo che con me è meglio
attaccare che difendersi.
Se le avessi raccontato del mio confronto con C18
avrei perso la faccia, e in quel momento mi resi conto che non avrei dovuto
immischiarmi nella cosa, era successo solo a causa del mio orgoglio, decisi
quindi di risponderle che non importava come fossi venuto a saperlo, fatto stava
che mi aveva tenuto nascosta la cosa e non avrebbero dovuto.
Ma Bulma scoppiò a ridere e mi disse che si vedeva
che mi mancava tutta la parte dell’adolescenza e soprattutto se reagivo così
con Trunks che ormai aveva 17 anni, cosa avrei fatto quando fosse arrivato il
turno di Bra.
“Mia figlia non si comporterà come quella sciocca di
Marron, stanne certa!” le risposi risoluto, già pensando a quale sarebbe stato
il modo migliore per tenerla rinchiusa nella sua camera da letto fino almeno ai
20 anni, per fortuna al momento era solo una bambina, l’unica che stava davvero
dalla mia parte aggiungerei.
“Aspetta e vedrai mio caro. Ma comunque che io
sappia C18 ha proibito a Marron di vedere Trunks, quindi il problema è risolto,
al momento. E tra l’altro devi sapere che gli adolescenti s’innamorano e si
disinnamorano anche nel giro di una notte, quindi non darei molto peso alla
cosa!” mi spiegò sempre continuando a ridere, ormai ero stanco di essere preso
in giro, avevo finito tutto il mio autocontrollo, quindi me ne andai a sbollirmi
nella landa più desolata che trovai sul pianeta: avevo davvero bisogno di
meditare, ma assolutamente da solo, senza distrazioni da parte della mia
famiglia.
Ricordo di essere stato via diverse ore, ma nessuno
si era di certo preoccupato, non era la prima volta che sparivo, negli anni mi
è capitato anche di non farmi trovare pure per due giorni e in genere è sempre
successo in seguito alle liti con Bulma, quando non posso vincere preferisco
battere in ritirata per calmarmi e in genere quando torno anche a lei è
passata, facciamo finta che non sia successo nulla.
Ma quella volta non ero ancora pronto a lasciare
perdere, non tanto con Bulma, che per l’ennesima volta si era messa dalla parte
del figlio, oh no, sarebbe stato Trunks a pagarla per avermi fatto fare la
figura dello sciocco con C18, non che lui mi avesse chiesto d’immischiarmi,
però aveva anche omesso un pezzo della verità ed ero del tutto intenzionato a
fargliela pagare.
Ovviamente una strigliata non sarebbe servita a
molto, negli anni avevo provato quel metodo, ma a quanto pareva il mio erede
dimenticava facilmente, ma avevo trovato altri metodi per rimetterlo in riga.
Gli ho proposi di allenarci insieme, ormai non si
allenava con me tutti i giorni, perché la scuola terrestre spesso lo teneva
impegnato per interi pomeriggi, ma quel giorno non avrei accettato un rifiuto e
appunto mio figlio non rifiutò, forse aveva interpretato giusto il mio sguardo
nel fargli la mia richiesta.
Entrammo nella stanza gravitazionale e senza
aspettare che si preparasse gli fui addosso e iniziammo quindi a combattere;
all’inizio Trunks non ci mise poi molta foga, si limitò a schivare i miei
attacchi, riuscii comunque a colpirlo un paio di volte, anche se di striscio.
Mi lasciai colpire una volta prima di iniziare ad
attaccare sul serio e prima che riuscisse a trasformarsi in super sayan misi a
segno un paio di colpi sufficientemente potenti da mandarlo a tappetto.
Era a terra che mi fissava perplesso, iniziò
finalmente ad avere il sospetto che quello non fosse esattamente un
allenamento, fece per rialzarsi, ma gli misi un piede sullo sterno e gli
intimai:” la prossima volta che provi a dormire fuori casa senza il mio
permesso non la passerai liscia, come ora!”.
Lui per tutta risposta sussultò, non si aspettava
affatto che ne fossi venuto a conoscenza, fece quindi per rispondermi, ma la
mia occhiataccia deve averlo fatto desistere, tant’è che si limitò ad annuire.
Feci poi per lasciare la stanza, ma mi venne in
mente che era il caso di aggiungere qualcos’altro:” Ah e Trunks, prova a
raccontare a tua madre cosa è successo qui dentro e ti posso assicurare che te
ne farò pentire amaramente!” gli annunciai prima di andarmene.
Ovviamente essendo mio figlio, non l’avevo certo
ridotto così male e poi era pur sempre un sayan e quindi era perfettamente in
grado di sopportare certe cose; feci in modo che non avesse lividi troppo
visibile e devo dargli credito che non andò a spifferare nulla a Bulma, tant’è
che alla fine quell’episodio fu presto dimenticato, anche perché l’amore per
Marron era andato a farsi benedire. Dopotutto aveva ragione Bulma, ma non
l’avrei certo ammesso, anche se ho imparato a non immischiarmi mai più nelle
relazioni di mio figlio, i problemi si sarebbero ripresentati con Bra, ma
questa è tutt’altra storia.
Ora mio figlio è presidente della Capsule
Corporation, lui che in un altro mondo e in un’altra vita avrebbe potuto essere
un re guerriero, forse sarebbe anche potuto diventare il padrone dell’universo,
invece passa le sue giornate dietro una scrivania a fare calcoli come sua
madre. Indossa pure dei ridicoli occhiali, pare che sia una prerogativa dei
secchioni di questo pianeta. La cosa mi disturba? No, nemmeno troppo, ormai
vivo sulla Terra da troppi anni e mi sta bene che il mio erede segua l’azienda
di sua madre, almeno non è un buono a nulla come il suo amico Goten o peggio
come suo padre, questo non avrei potuto proprio sopportarlo.
Mi pento mai di non essere saltato su una navicella
dopo il Cell game? Dipende da quando mi pongo il quesito, ma il più delle volte
la risposta è no ovviamente.
PRECISAZIONI
Da uno sperduto angolo del mio cervello mi è venuto
in mente di creare una piccola serie in cui il principe dei sayan rievoca solo
a se stesso, ovviamente, fatti e pensieri relativi a vari personaggi che
gravitano attorno alla sua vita. Quando mi farà comodo terrò conto della serie
Dragonball Super, ma non penso di rifarmi a quella GT. Sarebbe dovuta essere
una storia molto più breve, ma è venuta così, le prossime, che spero di
riuscire a scrivere, potrebbero essere più brevi, ovviamente dipenderà dal
personaggio o dai personaggi (in alcuni casi verranno abbinati). Non era
nemmeno mia intenzione partire da Trunks, ma il capitolo si è quasi scritto da
solo, spero vi sia piaciuto. A presto.