Accio Rinascita

di Malene Moss
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alla fottuta normalità, cazzo ***
Capitolo 2: *** cap.1.2.- Fratelli di vicolo ***
Capitolo 3: *** cap.2-Un giorno impresso negli annali ***
Capitolo 4: *** cap.3.1.-Il cibo, la cura ad ogni melodramma ***
Capitolo 5: *** cap.3.2.-Il cibo, la cura ad ogni melodramma ***
Capitolo 6: *** CAP.4- B.G.C (Bestiali e goliardiche circostanze) ***



Capitolo 1
*** Alla fottuta normalità, cazzo ***


CAP.1.1-ALLA FOTTUTA NORMALITÀ, CAZZO

Inspirare e espirare, contare lentamente fino a 10, placare ogni briciolo di risentimento, rabbia o rancore nei confronti di chiunque e qualunque cosa...

Lily Evans in tutto il suo particolare splendore era stata costretta in un vestito verde smeraldo che le si abbinava a perfezione con gli occhi e che le cadeva morbido sulle cosce, lasciate scoperte per metà.
Che non lo volessero o che lo volessero ammettere, Lily era l'attrazione principale della festa, seppur essa non fosse stata pensata per lei, ma per sua sorella Petunia e le sue imminenti nozze con quella sottospecie di uomo che quest'ultima soleva chiamare "fidanzato".

La Ragazza era stata donata da Dio, questo diceva la madre Charlotte, di una bellezza particolare e disarmante, non sembrava nemmeno lontanamente appartenere alla famiglia Evans, i cui tratti caratteristici erano una figura minuta e smunta, capelli biondi paglia e naso adunco nelle donne e occhi nocciola e carnagione perennemente abbronzata negli uomini.
La sua era una bellezza anormale rispetto agli appartenenti a quell'albero genealogico e forse questo lo si poteva ricollegare ad un'altra stranezza della ragazza, era una strega. Era inoltre una bellezza inconsapevole e genuina, i capelli rossi ramati per natura mossi in ondulate onde dai riflessi più chiari e acconciati in dolci boccoli danzavano nell'aria quando Lily camminava e avevano un profumo forte e deciso di lavanda così che la giovane lasciasse come una scia di inebriante fragranza per strada, era alta, slanciata e il corpo era plasmato in dolci e accentuate curve, che le davano seppur lei ne fosse inconsapevole, un'aria sensuale, la cosa particolare era la carnagione pallida che dava l'impressione che la ragazza fosse stata intagliata nel marmo.

Il fattore che faceva da protagonista nella figura mozzafiato di Lily era il volto, un volto porcellanato costellato soprattutto nella zona delle guance, zigomi e del naso alla francese, da lentiggini, la giovane era dotata da merlino di una bocca rossastra di natura che spiccava in quella tela bianca che era il viso, insieme agli occhi a cerbiatto che erano di una tonalità di verde chiara e cristallina, un distillato di verde della tonalità dell'erba bagnata dalla rugiada mattutina e di verde smeraldo splendente, che incantavano chiunque incrociasse il suo sguardo. Tutto questo la rendeva la pecora nera della casa e per anni aveva sospettato di essere stata adottata per questo insieme di motivi, ma un occhio attento avrebbe notato quanto in verità la giovane assomigliasse al padre nei modi di gesticolare e che avesse il sorriso luminoso della madre.

Era il fenomeno da baraccone, a detta sua, di quella festa anche perché seppur fosse la sorella della sposa, quest'ultima l'aveva invitata con riluttanza e sotto stretta preghiera dei genitori e non faceva nemmeno parte delle damigelle d'onore, cosa alquanto bizzarra per gli invitati del rinfresco della sposa.
Petunia si era categoricamente rifiutata di partecipare ad un addio al nubilato in stile Las Vegas, per rendere meglio l'idea, e quando la sua damigella d'onore lo aveva proposto era stata sollevata dall'incarico con effetto immediato, era una donna adulta ormai non si sarebbe abbassata ad una tale frivolezza diceva la neo sposina, Lily la pensava in tutt'altro modo, la sorella da quanto la conosceva era sempre stata ingessata nei modi, aveva 21 anni ma aveva l'animo giovanile di una vecchia allettata di 92, era una svampita, isterica e maniaca del controllo tanto che le poche volte che la rossa aveva sentito il fidanzato della sorella, Vernon, proferire parola, le frasi del povero malcapitato erano "Si certo amore, vado subito", "sono d'accordo con te", "i centrotavola come li vuoi?" e poi non meno importante "Certo che pago tutto io". Quel rinfresco era la cosa più da Petunia che avesse mai visto, nell'aria echeggiava un lieve sottofondo di musica swing che seppur a volume importante, sembrava una melodia lontana rispetto alla voce gracchiante della sorella che era contornata di gente, perlopiù parenti, a cui raccontava per l'ennesima volta di come il suo Vern le aveva chiesto la mano e mostrava a tutti l'anello che quest'ultimo le aveva calzato al dito.

In quel momento era seduta in modo composto e si stava maledicendo per non aver accettato l'invito della sua amica Marlene a passare l'estate dopo la colossale battaglia a Hogwarts a casa di quest'ultima. Aveva rifiutato non solo perché ci sarebbero tenute le nozze della sua amatissima e illustre sorella, ma perché aveva pensato che un po' di tempo in completa solitudine quell'estate le avrebbe giovato, non perché disdegnasse la compagnia delle sue compagne di dormitorio e migliori amiche, ma perché aveva l'impellente bisogno di fare un resoconto dettagliato per rendersi meglio conto di ciò che le era capitato, era così che lei affrontava le cose, aveva bisogno di razionalizzare, e aveva razionalizzato all'ennesima potenza per i suoi gusti, si era incupita e le urla di sua sorella svampita e inviperita con il fiorista, poi con il pasticcere, poi con il wedding planner, insomma un po' con tutte le persone che le erano capitate a tiro in quel periodo, non aiutavano certo la rossa e il suo morale a terra.
Aveva suo malgrado cominciato a fumare, vizio che in condizioni normali non avrebbe mai sfiorato la mente della Grifondoro, fumava non per dimenticare, fumava perché le sigarette erano l'unica cosa che la sfiorava e che non provasse ad analizzarla interiormente, come facevano i suoi genitori che da quando era tornata a casa non avevano fatto altro che cercare di tirarla su di morale o almeno di non farle pensare alla guerra raccontando di come Petunia stesse gestendo impeccabilmente e magistralmente tutto quell'organo di ingranaggi che sarebbe stato il suo matrimonio.

Con quei pensieri cercò di estraniarsi dalla voce di una delle damigelle che non faceva altro che elogiare l'organizzazione, il vestiario, la casa, il matrimonio, l'anello, insomma tutto ciò che avesse la firma di Petunia Evans, doveva essere Audrey, perché la voce portata tre decibel più alta del normale poteva appartenere solo a quel cranio inabitato da materia cerebrale della migliore amica di sua sorella ormai licenziata dal suo ruolo di damigella d'onore.

"Ma hai visto le rose sul tavolo sono così ben disposte, solo Petunia poteva pensare ad un'apparecchiatura così elegante, menomale che non sono più la sua damigella d'onore non avrei potuto raggiungere una tale perfezione, non credi Lilian?"

Ed eccolo lì che spuntava sovrano il suo odiato nome d'anagrafe, chi la conosceva veramente sapeva quanto urtava i nervi della Grifondoro essere chiamata in quel modo, nel castello di Hogwarts forse il basilisco ormai deceduto nella camera dei segreti non era a conoscenza di quel fatto, ma non si stupiva che l'amica forse più superficiale della sorella, non lo sapesse. D'altra parte la rossa si era meravigliata del fatto che, a differenza degli altri invitati che la conoscevano come la "squinternata della sorella Evans", le damigelle della sposa volessero rivolgerle parola, poi si era ricreduta e in quel momento aveva sognato che quel giorno di maggio di quell'anno un Mangiamorte l'avesse fatta in brandelli, così che adesso non si sarebbe dovuta sorbire il sermone d'elogio alla sorella

"Mh si, incantevole" "Sono d'accordo" "Mai vista in vita mia una cosa così"

erano le uniche frasi che le erano uscite dalla bocca carnosa, alternate da sorrisi di cortesia e occhiate di fuoco alla madre quando le rivolgeva un sorriso rassicurante, l'unica cosa che la tradiva era il volto e il tono sarcastico che lasciavano presagire la noia sul volto della rossa

"Oddio ma poi hai visto i fiori della navata centrale come saranno, semplicemente stupendi, anche se sono la damigella d'onore Tuny ha preferito sceglierli di persona"

questa era l'altra idiota di Lindsay, vicina di casa e in precedenza amica di Lily, fino a quando Petunia non le aveva detto di starle alla larga perché era stata mandata in una scuola per bambini "speciali", una mediazione linguistica che sapeva di tutto fuorché di normalità.

E così continuarono per un'altra ora le 5 svampite che contornavano una Lily Evans alquanto irritata e stufa, fino a che la madre non la chiamò in cucina con la scusa dei pasticcini, aveva notato che la figlia era una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, la rossa si tirò su quasi come se si fosse seduta sul fuoco e corse in cucina

"So che non approvi tutto questo Lily, ma oggi è il giorno di Petunia" la rimproverò la madre guardandola con il suo cipiglio severo, prese uno straccio e una teiera e li porse alla figlia, che cominciò a preparare il thé

"A nessuno in questa casa è mai fregato un accidente di quello che approvo o non approvo io ci sono abituata- guardò la madre negli occhi e poi continuò a stringere con tenacia e rabbia la teiera come se fosse lei la causa di tutti i suoi problemi-e poi non so se te ne sei accorta ma ultimamente è sempre il giorno di Petunia" con quella frase tentò di far morire la conversazione e congedare la madre, ma lei per la prima volta vide dentro lo sguardo che le aveva regalato sua figlia quella che era:
una ragazza che dopo aver vissuto un'esperienza orribile come una guerra non aveva tutta questa gran voglia di presenziare ad un rinfresco della sposa ed oltretutto se la sposa in questione era la sorella che la disprezzava e che aveva fatto di tutto per non volerla lì

"Mamma, la sorella di Vern si sta spazientendo, vuole il suo thé, ti chiedo di darti una mossa di grazia" fece la sua entrata nella cucina di casa Evans la figura scarna di Petunia Evans, i capelli biondi e ispidi appuntati in una arzigogolata pettinatura, il collo secco e lungo era impreziosito da tutte le collane di perle che aveva trovato per casa e Lily pensò che si dovesse sentir soffocare visto quanti giri aveva fatto fare a quelle collane, indossava un vestito color porpora che le faceva risaltare le poche forme che aveva, o almeno quello era ciò che la giovane sperava

"Sia mai che Marge, la sorella di Vern, aspetti tre minuti" sbuffò Lily in una mezza risata, avrebbe scatenato una lite, ma sinceramente poco le importava che il ricevimento perfetto per un centro anziani di sua sorella fosse rovinato

"A differenza tua loro sono normali, quindi vedi di non rovinare tutto come tuo solito, ora verranno in cucina le damigelle tu non fiatare, non guardare e non fare espressioni capito? O te lo farò pagare per il resto dei tuoi giorni" le puntò il suo dito rinsecchito e nodoso contro tentando di spaventare la Rossa, che le sorrise in modo più falso possibile

"Penso che se ci fosse una lista della cose più interessanti di questo mondo per me, non comparirebbe né questo fenomeno da baraccone del tuo matrimonio né la discussione su quale colori sfinisca un po' la palla di tua cognata" le sibilò in risposta Lily, Petunia non fece in tempo a ribattere che le damigelle arrivarono in cucina

"Se per te va bene Tuny avevamo optato per l'indaco"

"è un matrimonio non un baby shower"

"allora il rosso corallo"

"no"

Dopo un accurato e preciso esame cromatico di tutti i colori presenti nel catalogo di Vogue, decisero per un rosa Salmone, colore meno indicato a parere di Lily alla figura di Marge che era la rappresentazione femminile di suo fratello Vernon, versò il thé a tutte le presenti fino a che non arrivò a Marge che la squadrò con tutto il disprezzo e la presunzione possibile e proferì

"Tu devi essere quella spostata della sorella di Petunia" Lily le rivolse un sorrisetto tirato e sotto lo sguardo di fuoco della madre e della sorella rispose

"Si piacere sono Lily" le tese la mano, ma lei la rifiutò con una faccia schifata

"Come si vede che non somigli a tua sorella, sai io lo sento da metri quando qualcuno ha qualche problema, c'è chi prevede il futuro, chi legge le carte e io ecco sono stata dotata dal signore di questo dono, e in te ho subito notato qualcosa che non andava, poi Petunia mi ha raccontato la tua storia e beh non poteva che confermare le mie supposizioni" Lily le sorrise amara e se ne uscì con un

"Pensi un po', Petunia è davvero fortunata ad essere accerchiata da persone con così tanti talenti di origine divina come lei"

In quel momento qualcosa ruppe il silenzio carico di disagio che si era creato, il suono del campanello quasi come un miraggio di un'oasi con acqua nel Sahara giunse alle orecchie della rossa. Era il suono della libertà, pensò lei e congedò l'assatanata combriccola per precipitarsi alla porta, quello che vide le fece fare i salti di gioia, le fece dire che la normalità non era svanita nel mondo e che si sarebbe forse potuta salvare da quella tortura. Difronte a lei in jeans, maglietta dei Pink Floyd e converse nere, la figura di Marlene Mckinnon le stava sorridendo e un minuto dopo la stritolava in un abbraccio spacca ossa

"Ma allora esiste ancora la normalità" dopo quella frase scoppiò a ridere sguaiatamente insieme alla sua migliore amica, dalle scale si affacciò la madre che le fece sennò di fare silenzio

"è così che rimugini sulla vita Evans oppure questo è un tentativo di suicidio dopo la razionalizzazione dei tuoi problemi esistenziali?" ghignò Marlene, in risposta la rossa simulò la scena in cui si legava la testa ad un cappio e moriva agonizzante, stava ringraziando Merlino per averle mandato il messo celeste di nome "Marlene Mckinnon" a salvare lei ma soprattutto Marge dall'essere assassinata

"Oh no stai tranquilla in verità ciò che vedi è solo il mio fantasma, la fase "suicidio" l'ho passata da almeno un'ora"

detto questo salì facendo strada alla bionda parlando di come avevano passato quel mese d'estate per le scale che l'avrebbero portata in camera sua, non avrebbe potuto andare in sala ad avvertire i suoi genitore dell'arrivo di Marlene o sicuramente la sorella avrebbe dato di matto, la ragazza in questione ondeggiava i fianchi quasi come a tempo di musica in modo sensuale, era alta e abbronzata grazie alla vacanza che aveva fatto sulla costa quell'estate, tutte le curve necessarie perché insieme alle sue compagne di dormitorio tra cui Lily Evans portasse la fama di "Dea", a differenza della rossa Marlene era a coscienza del suo essere sensualmente bella e non mancava di metterlo in mostra e di ricordarlo, ma non era vanitosa e comunque non era sicuramente una di quelle Corvonero svampite di cui era popolata Hogwarts che lanciavano urletti striduli ogni qualvolta un ragazzo le rivolgeva anche per puro errore lo sguardo, era sportiva e ciò aveva contribuito al fattore del bel fisico, ma ciò che più faceva girare la testa al popolo maschile era la sua folta chioma di riccioli biondi, raccolti saltuariamente in una coda bassa e i suoi occhi azzurro ghiaccio, in cui ti saresti potuto specchiare, o almeno così la pensava Legolas Hookum nella canzone che le aveva dedicato al quinto anno. Il viso era abbronzato e sempre sorridente e non mancavano mai commenti sarcastici che uscissero dalla bocca perennemente bloccata in un ghigno.

Quando le due giovani arrivarono in camera di Lily, quest'ultima serrò la porta con la magia e tiro un " Muffliato" alla stanza al centro della quale regnava un letto matrimoniale soffocato quasi interamente da cuscini di ogni tipo, colore, materiale e forma, alla rossa piaceva particolarmente collezionare e questo lo si poteva capire anche dall'enorme parete a cui erano state incollate con un incantesimo di adesione tutte le foto stregate che la Grifondoro possedeva, la noia giocava brutti scherzi si disse Marlene mentre un sorrisetto le spuntò sul viso

"Allora dolce amata Lene, qual buon vento ti porta qua?" si buttò stancamente sul letto levandosi le scarpe col tacco che sua madre le aveva infilato con la forza

"Il vento della noia da solitudine a causa tua, rossa"

lei strabuzzò gli occhi "Pensavo che qualcuno delle ragazze ti facesse compagnia, sennò ti avrei detto subito sì se avessi saputo che fossi sola" perché non le aveva scritto subito? Forse perché la conosceva troppo bene e sapeva che cosa aveva il bisogno di fare, così si tranquillizzò

"Oh non ti struggere per me, sono fortunatamente stata scortata dai miei alla casa sulla costa dei Potter, loro hanno troppi casini per andare là quest'anno così ci hanno lasciato la casa e ho avuto la compagnia di molta altra gente" ghignò lei e Lily si poteva immaginare che tipo di compagnia la sua cara amica aveva potuto apprezzare quell'estate e così non chiese

"La casa al mare dei Potter? Non gli basta quell'enorme castello che loro chiamano casa che anche se si vede in lontananza da casa tua è sempre più grande di tre case come la mia messe una sopra l'altra?" scherzò lei e la bionda le fu caritatevolmente riconoscente per non averle chiesto quanti avevano lascito il segno sulle lenzuola di lino della camera di Marlene quel mese, aveva trovato la sua valvola di sfogo temporanea e adesso era rinata

"Oh Lillina cara come si vede che è da un po' che non vieni nella mia incantevole dimora, i Potter sono dannatamente ricchi tanto da fare invidia anche ai Malfoy e ai Black, non hai una vaga concezione di come sia la loro camera blindata alla Gringott, James mi ci ha portato una volta perché doveva prendere una collana di smeraldi di sua madre che era lì dentro, ci abbiamo perso si e no un'ora a cercare in mezzo a tutto quel ben di Merlino lì dentro" Lily però era rimasta bloccata a collana di smeraldi,

"benedetta chi si sposa James Potter" pensò tra se e sè, ma subito scacciò quel pensiero e si disse che la povera malcapitata si sarebbe accorta di quale cretino aveva davanti e lui sarebbe rimasto il dongiovanni tanto conosciuto come ad Hogwarts, quindi il suo pensiero era dettato solo dal fatto che era dannatamente bello e ricco, poi non c'era nient'altro che facesse pensare alla futura signora Potter come una "benedetta"

"Mutismo da istantaneo innamoramento?" si girò lentamente e con grazia su un fianco Marlene per osservare l'alternarsi di espressioni sul volto della sua migliore amica

"oh ma stai zitta, a proposito di Potter, come è che hai preferito la mia umile compagnia alla sua visto che siete sempre attaccati e anche vicini di casa, se le vostre si possono definire case ecco"

la rossa si alzò dal letto e andò all'armadio e ne prese un paio di jeans a zampa d'elefante e una maglia verde e se l'infilo con eleganza, come ogni azione che svolgeva

"Ah ecco perché quel muso lungo, sei gelosa di Jay! Oh oh oh va bene rispondo, ma tu posa quella bacchetta, dopo che hai polverizzato Avery con un Reducto mi fai leggermente paura... sto svicolando vero? Va bene, Jay è occupato a fare da balia a Black che si sta annientando con l'alcol, non me lo vuole dire per salvare il culo a quel cretino del suo amico, ma io lo so perché li vedo sempre da casa mia" detto questo un'espressione cupa si fece spazio sul suo volto e così Lily decise di parlare d'altro

"Cambio argomento?"

"Decisamente! Cosa sarebbe quella specie di riunione del Wizengamot che si sta tenendo nel tuo salotto?" a quelle parole Lily si abbandonò ad una risata sguaiata e solo quando si fu ripresa si sedette sul letto di nuovo e guardò Marlene dicendo

"Dovrebbe essere un'alternativa ad un addio al nubilato dove l'elemento con grado più alcolico a mia disgrazia sono i dolcetti allo champagne e la media dell'età è 50 anni, elettrizzante non credi?" prese la bacchetta e ne fece uscire degli uccellini dorati per ingannare il tempo o comunque per fare qualsiasi tipo di incantesimo dopo che aveva avuto 7 ore di astinenza a causa dei preparativi, alle pulizie e all'invasione di membri di un catering dei tanti tra quelli chiamati da sua sorella quella mattina

"Facciamo un giuramento, se mai ci dovessimo sposare, e naturalmente tu sarai la mia damigella d'onore e io la tua, non verranno mai organizzate false riunioni del Wizengamot, ma un sano addio al nubilato in un bar malfamato di Londra strabordante di gente e con alcolici di gradazione maggiore al 14" detto questo si sputarono nelle mani secche e nodose e le strinsero in una salda stretta, dopo si accesero una sigaretta e "brindarono"

"Alla sorella vecchia e barbuta di Lily Evans"

"Alla collana di smeraldi di Potter"

"Al Wizengamot"

"Alla fottuta normalità, cazzo"

"Alla fottuta normalità, cazzo" 

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Capitolo 2
*** cap.1.2.- Fratelli di vicolo ***


FRATELLI DI VICOLO

James aveva dimenticato come si respirava, la nozione elementare che è improntata nel cervello di qualsiasi essere umano che non giaccia in una tomba era la cosa più difficile che lui in quel momento potesse fare. 
Maledì sé stesso, Merlino, Morgana, Agrippa e lui solo sa quante altre divinità, ma soprattutto maledì con odio e disprezzo il fautore primordiale del suo immediato dimenticarsi l'azione di respirare, Regulus Black.

Lui che in quel giorno che già vedeva tutti sconvolti, persi e impegnati a non morire per mano di un avversario, aveva fatto la cosa più abominevole che James avesse visto in vita sua, ferire quasi mortalmente Marlene Mckinnon, la sua Lene, la sua migliore amica. 
Ma il vero problema non era come questo avesse lascito il segno nell'anima del corvino, ma di come aveva straziato quella del suo migliore amico, non che fratello del Mangiamorte in questione, Sirius Black.

Fino a quel momento seppur a tutti dicesse che aveva ufficialmente chiuso con la feccia che era la nobile casa dei Black, James sapeva in cuor suo che il suo migliore amico continuava a vedere nella figura di Regulus un appiglio per non stravolgere completamente la sua vita, già di suo sconvolta abbastanza, vedeva in lui una luce in quel lago torbo e nero che era la sua ex famiglia e quando si era ritrovato in faccia la realtà crudele cioè che il suo fratellino era diventato un altro stronzo fissato col sangue puro e con Voldemort, che brindava al motto della sua nobile casata "Toujours Pur" essa lo aveva messo in ginocchio con una semplice parola scandita e pronunciata dal piccolo di casa Black

"Avada kedavra" 
l'anatema che uccide la persona a cui la scagli e con lei tutti i suoi sogni, le sue speranze e le sue possibilità future, i suoi amori, le sue emozioni, trasformandolo nell'ennesimo corpo sotterrato nel cimitero di Godric's Hollow.

Le carte del destino di Marlene furono rimescolate da James Potter che con uno scatto d'adrenalina e rabbia aveva scagliato uno "stupeficum" così potente da spezzare la bacchetta di Black e far morire con lei il destino che il suo proprietario aveva destinato alla dolce Grifondoro.

Dopo quello che successe fu storia e leggenda, cose da cataste di libri diceva Frank Paciock, dopo che ebbero visto di essere in netta minoranza, tutti i Mangiamorte abbandonarono il loro signore in preda al panico, fuggirono da codardi come era loro solito fare, o almeno quei pochi rimasti vivi o non catturati dagli Auror, così che i loro avversari puntarono la bacchetta contro l'oscuro signore e scagliarono contro di lui tutta la rabbia, la brama di riscatto e la voglia di vivere che avevano in corpo, mille incantesimi dilaniarono il corpo o ciò che era Voldemort e fu così potente, il mix di incantesimi, che anche il mago più potente di quei tempi si sbriciolò come un vaso di porcellana in migliaia di piccoli cocci, con la sua morte però aveva lasciato Hogwarts, il campo di battaglia, quasi interamente distrutta, un po' come se facesse da rappresentazione ai sentimenti che ogni persona superstite stava provando dopo quell'irrefrenabile felicità momentanea, per riuscire a staccare dal dolore e riuscire a non pensarci c'era chi si era data alla ludica arte del sesso, come Marlene Mckinnon, chi aveva cominciato a fumare, Lily Evans, chi si teneva più occupato possibile in qualsiasi tipo di attività, James Potter, e chi invece si era abbandonato nelle calde e rassicuranti braccia dell'alcol e questo era il povero Sirius. 
Solo James, o almeno questo era quello che pensava, era a conoscenza di questa cosa, aveva tentato qualunque cosa pur di non lasciar trapelare la notizia, lo aveva coperto con i suoi genitori ,che ormai tenevano a Sirius come un figlio, da tutti i casini che combinava quando in preda all'alcol come se fosse stato posseduto da una maledizione imperius correva per casa inseguito da James che si era ormai abituato ad avere in casa invece che un ragazzo di 17 anni un bambino che ha appena imparato a camminare. 
Malediceva in quel momento 6 anni di sbronze che erano ricadute sulle spalle del povero Lunastorta, come aveva potuto sopportare senza ricorrere ad un prematuro suicidio tutti i soprusi che in quel momento James stava subendo, ma era tutto andato alla perfezione il piano di insabbiamento fino a quel giorno dove era arrivata la goccia che fece straboccare il calderone...

flashback

James stava godendosi appieno uno dei pochi momenti di pace che Merlino aveva fatto in modo di riservargli facendo cadere in un apparente sonno profondo, l'alter ego straboccante e comandato dall'alcol del suo migliore amico. Non avrebbe retto a lungo un'altra notte insonne e soprattutto scandita da Sirius che lo scambiava per Regulus Black e che lo picchiava e lo offendeva fino a fargli perdere i sensi, sentiva il serbatoio della sua pazienza, seppur si fosse dimostrato in quel periodo un'incessante risorsa, avvisarlo di essere agli sgoccioli.

Guardò il suo migliore amico steso elegantemente sul letto rosso carminio della camera che i due condividevano, non che ce ne fosse bisogno, c'erano si e no almeno altre 30 stanze al maniero Potter, ma i due avevano deciso di comune accordo di non voler dormire in stanze separate, il viso era ora tranquillo, ma imperlato di sudore che grondava a gocce solcando i bei lineamenti che lo contraddistinguevano e che erano un marchio della famiglia Black, i capelli neri con riflessi castano scuro cadevano morbidi anche se un po' bagnati all'attaccatura sul cuscino in cui erano stati ricamati gli stemmi Grifondoro da uno dei molti elfi domestici che popolavano la villa, gli occhi color del ghiaccio non si vedevano perché nascosti dalle palpebre che finivano in ciglia non molto folte, la mascella delicata e lievemente squadrata era sovrastata da un sorriso che non accampava da molto tempo il viso del giovane Black, e dal naso dritto scendeva un rigolo di sangue reduce della lotta con James, la figura alta e slanciata di Sirius era ripiegata in posizione fetale e questo fece sorridere il suo migliore amico, solo per un istante poi lasciò spazio ad espressione di puro terrore e il sudore che si era placato aveva ripreso a scendere sul volto del Cacciatore, Sirius era agonizzante sul letto, aveva sicuramente ingoiato qualcosa si disse James, gli occhi se prima erano chiusi ora erano leggermente aperti ma si intravedeva solo la sclera, come se li avesse rigirati.

James si tuffò in preda al panico sul corpo inerme del suo migliore amico e tentò di scuoterlo e applicò tutte le procedure che aveva visto fare a sua madre a lavoro al San Mungo, ma nulla di questo bastò, Sirius esalò l'ultimo respiro, cosa avrebbe detto a chiunque, che un ragazzo prode come lui, sopravvissuto ad una battaglia colossale come quella di Hogwarts, si era strozzato con qualcosa perché troppo ubriaco per rendersi conto di quello che faceva e che lui l'aveva lasciato morire senza aver potuto far niente

"Brutto codardo di un cane bastardo, svegliati hai capito?! Svegliati, come farò io senza te, come farò io non sono ancora pronto a vivere senza te, svegliati, come farò a dirlo alla gente, che cosa penseranno mamma e papà di me o di te, non puoi morire così sotto i miei occhi, non così"

urlò così forte che avrebbe potuto sentir vibrare le pareti, con tutta la frustrazione, la rabbia e la disperazione che un ragazzo potesse mai avere in corpo, urlò come se fosse l'unica cosa che sapesse fare in quel momento, come se questo avesse potuto risvegliare Sirius dal suo torpore, perché sì, Sirius Black, suo fratello, non poteva essere morto, non si capacitava, non lo poteva accettare, si stese sopra quel corpo senza vita e pianse, pianse per la prima volta dopo mesi che erano stati talmente pieni che non poteva tra un inseguimento e l'altro, tra una visita al Paiolo Magico a prendere Sirius e l'altra permettersi di trovare il tempo di piangere. Così pianse tutte le sue lacrime in quel momento, poi qualcosa lo bloccò come colto da un fulmine alzò il busto dal corpo del suo migliore amico, una risata era giunta alle sue orecchie, una di quelle familiari, una risata che sembrava un latrato, quindi non una qualunque risata, ma quella che soleva appartenere al corpo esanime che giaceva sul letto...

La fonte era proprio Sirius Black in persona e vivo e vegeto appoggiato allo stipite della porta del piccolo bagno adiacente alla camera che con le braccia conserte rideva di gusto, postando le ciocche nere che gli ricadevano sugli occhi con un movimento della testa, James lo guardò, guardò il corpo sul letto e capì, capì che non avrebbe mai potuto sopportare un trattamento del genere, capì che insieme alle lacrime se ne era andata tutta la pazienza che gli era rimasta in corpo, la disperazione aveva lasciato spazio alla rabbia cieca e alla furia, si alzò dal letto e andò a passi lunghi verso il suo migliore amico caricò e senza che se ne accorgesse il bugno serrato con l'anello adornato con lo stemma della casa dei Potter era sulla mascella dell'altro

"come cazzo hai potuto solamente pensare nell'anticamera di quel cervello bacato che questo- indicando il manichino steso sul letto- potesse essere lontanamente divertente"

urlò prendendo di peso Sirius e sbattendolo al muro, l'altro per niente intimorito forse grazie anche a tutto l'alcol ingurgitato si liberò dalla presa

"come hai fatto tu a cascarci, "come farò io senza te, come farò io non sono ancora pronto a vivere senza te" ridicolo dai, questo era da principianti" disse sedendosi sul letto a baldacchino e ridendo sguaiatamente

Dopo tutto quello che gli doveva, dopo tutto quello che era costretto a sopportare lui si permetteva di scimmiottarlo, questo era veramente troppo anche per un essere dal cuore buono come lui

"Ti permetti ancora di dare libero sfogo ad ogni cazzata che ti passa per la testa, dopo tutto quello che faccio io per te, dopo tutto quello che sopporto a causa tua, davvero Sirius, hai lontanamente idea di quello che mi sono dovuto sorbire in tutto questo tempo, in cui tu mettevi in scena la tua performance da vecchio ubriacone?"

sbraitò e lasciò che il suo urlare riuscisse a placare quella sinistra voglia di strangolare Sirius che gli faceva formicolare le mani, intanto l'altro rise ancora più forte e se è possibile più sguaiatamente

"Carino sapere che il tuo migliore amico ti considera un vecchio ubriacone" provò a farsi più vicino a James, ma quest'ultimo si alzò quasi come se fosse stato colpito da un incantesimo e lì Sirius capì che quello che alla sua mente inebriata dall'alcol era stato architettato come un innocente scherzo, per James era stata la cosa più terrificante che avesse visto in vita sua

"Ho tutto il diritto di considerarti tale, come chiameresti uno che corre come un pazzo per tutta casa spaccando tutto quello che trova a tiro, che puzza di whisky incendiario da far vomitare, che ha ormai preso residenza in quella fogna del Paiolo Magico e che da quanto è marcio, mi scambia per quel bastardo di suo fratello e che ti urla insulti e parole che se solo ti ascoltassi Sirius ti prenderesti a pugni da solo? Dopo l'ennesimo screzio che mi fai, ho tutto il diritto di chiamarti vecchio ubriacone visto che ultimamente per te sono solo un elfo domestico o peggio una balia, vivo nell'ansia che ti succeda qualcosa e nella speranza che un giorno tu ti accorga della fossa che ti stai scavando da solo e che ti redima, ma puntualmente mi presenti queste cose o mi arrivano patronus da parte di John del Paiolo Magico che mi dicono che gli hai quasi finito tutte le casse di whisky incendiario reperibili e che ti ha dovuto nascondere dentro lo sgabuzzino sotto mia stretta richiesta o sennò la gente conoscerebbe che gran pezzo di merda è in realtà Sirius Black, tu parlavi sempre che la nostra amicizia era un dare e un ricevere, ma ultimamente sono io che ti ho dato tutta la pazienza e che ho ricevuto una miriade di calci nel culo" lo guardò in modo più glaciale che potesse, la rabbia gli usciva da tutti i pori, stava per andare verso la porta, non avrebbe retto più di quello ed era un bene per tutti e due se si fosse andato a fare un giro o lo avrebbe ucciso, quando la voce della fonte della sua ira lo richiamò

"Nessuno ti ha chiesto di starmi attaccato al culo, ma tu hai sentito l'impellente bisogno come sempre di fare qualcosa per poi rinfacciarmelo per il resto dei miei giorni, o per avere un po' di gloria da parte di tutti, l'hai fatto solo per stare al centro dell'attenzione come sempre d'altronde" Sirius sapeva bene che ogni singola parola era falsa ma i suoi freni alla lingua erano andati a farsi fottere con l'alcol

"Io mi sarei fatto maltrattare e avrei passato notti insonni per la gloria?! Ma ti senti quando dici queste cazzate? Io l'ho fatto soltanto per il semplice fatto che non so se te ne sei accorto ma siamo rimasti noi due, oltre a me non ti è rimasto un cazzo di nessuno, ognuno pensa a se stesso e ultimamente penso che questa sia la cosa più giusta da fare, nessuno ha tempo di star a pensare a qualche altra ferita oltre che alle proprie, ognuno pensa che le proprie ferite siano le più dolorose e quindi visto che ne sei uscito distrutto, ho pensato che una mano ti sarebbe servita perché sono il solito cretino che è il tuo migliore amico e che ora si accorge di quanto tempo ha sprecato a rincorrere te e il tuo egoismo smisurato, non sei l'unico che è sopravvissuto ad una guerra sai, anche io ho le mie dannate ferite da risarcire e se tu non avessi sempre quella faccia di cazzo alla "sono Sirius Black i miei problemi non sono nemmeno paragonabili ai vostri" forse ti saresti accorto che il nostro rapporto ormai è andato a puttane perché sono l'unico che si cura dell'altro, l'unico che ingoia ogni bastardata dell'altro, l'unico che si mette nei panni dell'altro, e non ti chiedevo tanto in questo tempo, mi sarebbe bastato un "James come stai?", bastava veramente poco, ma eri troppo preso a farti fottere il cervello da quella merda che ti bevi che non hai potuto minimamente nemmeno pensare che magari non sei l'unico a cui sembra che vada tutto male nella vita e non provare nemmeno a chiamarmi migliore amico perché se davvero fossi il tuo migliore amico ti saresti ricordato che il mio dannato molliccio prende la forma di te, Lene, Remus e Peter morti stecchiti"

proferì quel lungo discorso con una calma agghiacciante, guardando Sirius con tutto il disprezzo, l'altro invece più che ascoltava più che si rendeva conto che era stato proprio un pezzo di merda, davvero l'alcol lo aveva reso così? Come aveva potuto non pensare al fatto che la più grande paura di James era vederlo morto? Come aveva potuto fargli passare un periodo del genere? Come non si era accorto che il loro rapporto si era incrinato? Come aveva fatto a non leggere una richiesta d'aiuto negli occhi del suo migliore amico come faceva fino al mese prima?

Non poteva rimanere in quella stanza un minuto di più, non poteva sopportare la freddezza di James nei suoi confronti e la consapevolezza di che persona stesse diventando a causa dei suoi problemi con l'alcol, così corse non prese nemmeno il borsello, non sarebbe andato a bere, l'alcol non sarebbe bastato a eliminare dalla sua mente il ricordo di come lo aveva guardato il suo migliore amico, uscì dall'ampio portone del maniero Potter, era buio e freddo seppur fosse metà Luglio si fermò ansimante e lì gli venne l'illuminazione del posto in cui sarebbe potuto andare, così si smaterializzò sparendo in una nube di fumo grigiastro...

fine flashback

Aveva a fatica ripreso a respirare a scapito delle centinaia di ceramiche ormai sfracellate per terra in cocci sparsi sul parquet di mogano della sala in cui James aveva deciso di sfogare la sua rabbia e la sua ansia incanalandola nella distruzione delle preziose ceramiche della famiglia Black che erano la dote ricevuta al matrimonio, prima che i Black si accorgessero che i Potter fosse traditori del loro stato di sangue, era steso e macchinava su dove potesse essere finito quel cretino del suo migliore amico, era da escludere che fosse ritornato al numero 12 di Grimmauld Place seppur fosse ubriaco e con un vena masochista, sapeva bene che se avesse messo piede lì lo avrebbero trucidato, la famiglia Potter aveva troppe proprietà se avesse dovuto andarlo a cercare in ognuna ci avrebbe impiegato ore ed ore, poi si ricordò del loro refugium peccatorum, conosceva troppo bene quel cane del suo migliore amico si disse tra se e se sorridendo, si tirò subito in piedi prese la bacchetta che giaceva sul davanzale della grande vetrata che dava sull'enorme tenuta che faceva da cornice al maniero dei Potter e guardò per un momento il suo riflesso sull'enorme vetrata, era alto e muscoloso tutto grazie al Quidditch, la pelle parzialmente ambrata gli dava un'aria affascinante accentuata dal sorriso di sghembo o più propriamente definito "ghigno alla Potter" che campeggiava nel suo viso perennemente, aveva dei lineamenti marcati soprattutto quelli della mascella e degli zigomi, altro motivo per cui ad Hogwarts faceva strage di cuori, i capelli corvini perennemente spettinati dalla mano in un gesto ormai inconsapevole erano bagnati dal sudore freddo che aveva prodotto il suo corpo in quelle ultime ore e i suoi occhiali erano storti sul naso all'insù che era come un marchio per i Potter, la cosa più particolare che faceva innamorare le ragazze, questo diceva sua madre, erano i suoi grandi ed espressivi occhi nocciola contornati da pagliuzze color oro, potevi leggere l'anima e i suoi pensieri in quegli occhi, si dette una scrollata ai vestiti e cercò mettere in scena il miglior finto sorriso da mostrare a chi lo avrebbe visto, poi corse a perdifiato giù per le scale in marmo e si lasciò la porta enorme alle spalle e continuò a correre come se inseguisse un cacciatore avversario nel campo da gioco per strappargli la pluffa, poi si smaterializzò pure lui come aveva fatto l'altro prima.

Si ritrovò in una via poco affollata di Londra, le nubi bigie sovrastavano il cielo londinese e premevano quasi a formare una cappa sulla Terra, stette attento a tutte le porte e poi trovò quella giusta, era di legno, scolorita e mezza calante e scardinata, la fissò e sospirò, l'aveva imparata a conoscere bene quella porta, si ricompose e si chiese se la sua figura lasciasse presagire i suoi sentimenti così da creare ancora più scalpore, entrò con il rumore di un campanello e quasi come fosse stato spinto a camminare in modo ritmico alternò i passi e non badò agli sguardi incuriositi che la gente gli rifilava che lasciavano trasparire un unico pensiero "Cosa ci fa uno dei ranghi alti come il rampollo di casa Potter in una bettola del genere"

arrivò in poco tempo alla porta sul retro, la aprì di scatto e per pura fortuna essa non gli rimase in mano, e si ritrovò in quello spiazzo che dava su un muro di mattoni a vista rossi, in quel momento su sopraffatto dai ricordi,

Flashback

Sua madre Euphemia e suo padre Fleamont lo avrebbero accompagnato in quel giorno dall'aria già Settembrina a prendere tutto l'occorrente per partire alla volta di Hogwarts, erano una famiglia rispettabile e facevano parte delle "28 famiglie purosangue" e quindi per prassi avrebbero potuto o meglio dovuto usare metodi alternativi come la metropolvere o semplicemente avrebbero potuto smaterializzarsi per entrare a Diagon Alley, ma alla giovane Black ormai Potter non erano mai andate giù la convenzioni delle 28 Purosangue e quindi aveva trascinato il marito e il figlio dentro al Paiolo magico fulminando tutti quelli che osavano guardarli sbigottiti con lo sguardo, poi con la rabbia che le ribolliva nel sangue aprì la porta sul retro che dava nello spiazzo davanti al muro a mattoni esposti e disse con la voce dolce che serbava solo al suo James

"Devi trovare il giusto mattone contandone tre verticali e due orizzontali. Poi devi battere tre volte in quel punto esatto"


il bambino di poco più di undici anni sapeva per filo e per segno la nozione ma vederla applicata era qualcosa di semplicemente elettrizzante, si creò un varco si mattoni fluttuanti per farli entrare nella via affollata di Diagon Alley, piena zeppa di negozi e ancora di più di maghi, la famiglia si mosse con eleganza tra la folla e dopo un'estenuante giornata scandita a tempo dei saluti che la gente rivolgeva loro avevano comprato tutto e stavano per fare ritorno tramite la metropolvere al maniero Potter quando James vide lo sguardo di sua madre indurirsi mentre serrava i pugni, poi suo padre che cercava di distogliere la moglie da dove aveva puntato l'attenzione, ma fu solo per ultimo che vide contro chi era serbata tutta quell'ira, la famiglia Black si stanziava in tutta la sua regalità e nella consapevolezza della loro superiorità che incuteva timore nell'ampia via e la donna che doveva essere non la matriarca ma comunque un "pezzo grosso" tra di loro sembrò riconoscere la giovane che la guardava con così tanto astio, si avvicinò con grazia ed eleganza fulminando chiunque le ostruisse il passaggio, fino a che con un rumore sordo di tacchi ,udibile solo dopo che la folla intorno alle due famiglie si ammutolì in attesa della tempesta, si piantò con un ghigno folle davanti a sua madre

"Sei entrata da dove entrano le fecce, Euphemia" sua madre a sentir pronunciare quel nome dalla bocca di quella donna che sembrava ingessata sbuffò una risata e alzò il mento in modo orgoglioso e intimidatorio come la sua cara mammina Black le aveva insegnato fin da quando stava nella culla

"Anche quando ero ben accetta in casa Black, non mi pare che mi sia mai dovuta preoccupare della tua opinione, Walburga"

"Vediamo se sarai ancora così incline a tradire le tue discendenze" la donna gli rivolse la sua attenzione per un attimo e poi si concentrò di nuovo su sua madre, non fece in tempo a farsi spuntare un sorrisetto sulle labbra impastate in un rossetto violaceo che la mano di Euphemia volò con decisione in un manrovescio sul viso della sua interlocutrice, la folla cominciò a esalare bisbigli e si fece ancora più fitta 

"Che cosa avete da guardare, andate via o ne pagherete le conseguenze" 
Warburga Black con un'espressione da maniaca guardò in cagnesco chiunque avesse a tiro, girò i tacchi prese per mano il figlio più piccolo e se ne tornò da dove era venuta.

James era così catturato e allibito dalla scena che non si accorse che, mentre suo padre tentava invano si far sbollire la rabbia di sua madre e di scusarsi con le poche persone che ancora affollavano la via, un ragazzino della sua età gli si era avvicinato silenziosamente

"Quella che ha tirato lo schiaffo è tua madre?" gli rivolse la sua attenzione il ragazzino dai capelli neri e gli occhi di ghiaccio così simili a quelli della donna che aveva litigato con sua madre

"E la tua deve essere quella che ne ha prese?" gli rispose lui sorridendogli, l'altro si sporse all'orecchio del ragazzino occhialuto

"Dì a tua madre, se prima non lo riesco a fare io, che ha tutta la mia stima"

Fine Flashback

Fu risvegliato da quei divertenti pensieri da un ometto di mezz'età che in modo burbero gli urlò da dietro "Potter, vuoi che ti crescano le radici dai piedi o ti dai una mossa con quel passaggio che ho da fare" il mago era grassoccio tutto sudato e aveva l'aria di chi va sempre di fretta e quindi James si sbrigò e entrando nella via spaziosa e non poté che ringraziare Merlino e tutti i fondatori che fosse sera e la via si stesse lentamente svuotando, tanto che così sarebbero rimasti solo i negozianti troppo indaffarati nel chiudere bottega per stare a badare al rampollo di una nobile famiglia che girovagava sperduto per lì, si mosse velocemente nella via fino a che cominciò a contare i vicoli, dopo 3 svoltò dopo la gelateria Fortebraccio e da lì infilò nel vicoletto che aveva pensato fin da subito da quando si era smaterializzato dal maniero Potter, lo avevano scoperto un po' di estati prima lui e Sirius quando si erano persi nella via per trovarsi con Remus e Peter, era un vicolo cupo, sinistro e i palazzi che lo sovrastavano erano troppo alti per permettere alla luce di entrarci, era sempre mezzo pieno di sporcizia e di volantini attaccati in ogni dove sulle pareti scrostate e piene di muffa, un posto abbastanza ospitale insomma.

E proprio alla fine di esso appoggiato con le spalle al muro e seduto per terra con la testa tra le gambe, stava accampato Sirius Black, James lo vide e cercò di fare meno rumore possibile mentre si avvicinava con un sorrisetto sul volto, si appoggiò al muro difronte al ragazzo del suo interesse e tirò su un piede facendo aderire la suola consumata delle sue converse rosso carminio al muro mal messo, poi tossì sommessamente

"Niente notte brava, Black?" ghignò infine nel vedere la reazione di Sirius che staccò il volto che sembrava ormai incollato alle ginocchia con un incantesimo di adesione e squadrò con puro stupore ed incredulità la fonte della voce

"Io...ma io...Tu, ma come?" prima che continuasse a farfugliare l'altro lo bloccò

"Grazie per averci dimostrato che l'alcol fotte davvero i neuroni, Padfoot" rise lui mentre si sistemava a sedere accanto al suo interlocutore che continuava a guardarlo stupefatto

"O io sono davvero in condizioni talmente pessime da far smuovere un carico così considerevole di carità e compassione o nelle tue vene scorre puro distillato di masochismo" rivolse lo sguardo al muro davanti a loro, poi alla fine del vicolo e poi rise in modo soffiato minimamente impercettibile

"Un giusto concentrato delle due" constatò il Cacciatore mentre si sistemava gli occhiali sul naso e poggiava la testa al muro, stava aspettando delle scuse, aveva di nuovo fatto il primo passo ma si meritava delle scuse, purtroppo per Sirius che in quel momento maledisse l'alcol, James e la sua famiglia di debosciati

"Io... ecco...io...Merda!" era davvero tornato alla fase della sua vita in cui non riusciva a far uscire dalla sua bocca una frase che non contenesse una sequenza indefinita delle parole "mamma, papà, sangue, puro", si dette mentalmente del ritardato e sospirò, era più dura di quanto credesse

"James io non so da dove cominciare per scusarmi con te, davvero, sono un bastardo, coglione che non si merita niente, dopotutto appartengo ancora a quella feccia di famiglia, capisco se mi vuoi cacciare da casa tua o se peggio non mi vorrai più parlare per tutta la tua vita e non vorrai che faccia da testimone al tuo matrimonio con quella pazza furiosa della Evans o che faccia da padrino al tuo primo figlio, cercherò di farmene una ragione" in condizioni normali avrebbe mandato al diavolo Sirius, ma vide che l'espressione del suo volto era contrita e seria e si meravigliò

"Cretino di un cane, non sarei venuto qui se avessi deciso di odiarti per tutta la mia esistenza, cosa che credo vagamente impossibile visto che sei mio fratello e sarebbe un po' spiacevole vivere in casa con due che si odiano, non credi?" detto questo fece l'occhiolino a suo fratello e gli tese la mano per aiutarlo ad alzarsi, sotto lo sguardo commosso e incredulo di quest'ultimo.

Le parole di James gli rimbombavano in testa e per la prima volta da quelli che parevano secoli a tutti e due i ragazzi sul viso di Sirius nacque un sorriso genuino e felice

"Forza che mamma Euphemia se rientra a casa e la tavola non è apparecchiata ci rifila una fattura Orcovolante" poi squadrò il vicolo e rise sotto i baffi, si girò platealmente calciando qualche bottiglia di vetro di burrobirra e ghignò

"Incantevole posticino qua eh, pensavi di tirarci su casa?"

"Davvero simpatico Prongs, i tuoi neuroni non hanno nemmeno bisogno dell'alcol per suicidarsi"

"Il mio è un talento, dovrei scriverlo nel curriculum o sui biglietti da visita non credi?"

detto questo e dopo un sonoro sbuffo da parte di Sirius, si smaterializzarono nella cucina del maniero Potter, da quel momento i fratelli del vicolo avevano ricominciato a respirare.


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Capitolo 3
*** cap.2-Un giorno impresso negli annali ***


un giorno impresso negli annali

Erano cambiate molte cose, da quella famosa sera in cui Sirius Black era stato ufficialmente adottato dai Potter in quel famoso vicolo e sinceramente il ragazzo non poteva essere più felice di così, sentiva di appartenere finalmente a qualcosa e che qualcuno davvero fosse interessato a lui non come l'erede di un cognome, ma come una persona.

Con quei pensieri si svegliò la mattina del 31 Agosto, il sole stava già filtrando dalle tende spesse della camera e l'unico fascio di luce puntava proprio sul suo viso che non abituato alla luce si storceva in buffe espressioni, con i postumi di una sbronza della sera prima, ma non una di quelle che aveva passato e vissuto all'inizio dell'estate, una di quelle che a tempo debito avrebbe raccontato ai suoi figli come la sbronza più epocale vissuta insieme a quelli che ora sembravano corpi ammassati e messi nelle peggio posizioni sotto le coperte dei letti della camera riservata a loro nel Maniero dei Potter, che insieme al ragazzo erano chiamati "Malandrini".

Non si ricordava molto della sera prima, ma sapeva solo che dovevano aver fatto qualcosa di veramente folle, più del solito in effetti , visto i lividi violacei che apparivano sulle gambe e sulle braccia del giovane, aveva la schiena dolorante come se una banda formata da troll e ippogrifi ci avesse ballato sopra e le gambe che fino a qualche minuto prima erano ripiegate accanto al petto ora erano stese e intorpidite, si maledisse, maledisse il cornuto del suo amico James e la scorta interminabile di alcolici babbani e non del signor Potter da cui i Malandrini avevano attinto ampiamente quella notte.

Si ricordava in modo chiaro e nitido quale fosse il motivo che li avesse spinti a ridursi in quelle condizioni, Remus era appena tornato dall'America, dove lui e sua madre erano stati ospitati dalla zia che si era trasferita lì per lavorare al ministero della magia americano, il MACUSA, che loro ,dopo che Remus all'arrivo in Inghilterra si era rifugiato al maniero Potter in uno dei suoi soliti attacchi di frustrazione dopo che passava troppo tempo con la madre che lo rimproverava anche quando non faceva niente, avevano rinominato BATUSA, e questo aveva riportato un po' di ilarità sul volto magro e un po' scavato di Lupin, aveva dovuto affrontare le ultime due lune piene da solo e la cosa non aveva giovato alla figura esile del ragazzo, era alto e aveva la carnagione pallida, i capelli color miele, a differenza di quelli James, erano pettinati in maniera maniacale dal loro proprietario che aveva sempre la paura che se qualcosa della sua persona fosse sfuggita al suo occhio vigile e fosse stata fuori posto, la gente avrebbe potuto scoprire il suo losco segreto, ecco perché passava ore la mattina davanti allo specchio, da un occhio esterno avresti potuto dire che quello fosse l'atteggiamento di un vanitoso, ma quando conoscevi a fondo Remus sapevi che era la persona più lontana dal vantarsi, si odiava, odiava come doveva dipendere dalle persone, odiava il suo crudele destino, odiava dover reprimere ogni desiderio o emozione per una ragazza perché era un mostro e non poteva rovinare un altro essere umano come aveva fatto con sua madre che da quando quella sera aveva lasciato la finestra aperta e il suo piccolo Remus era stato morso da Fenrir Greyback era diventata paranoica e infelice, non lo aveva detto mai a Remus, ma lui sentiva quando la madre lo accoglieva in casa dopo aver fatto ritorno da Hogwarts che, invece della signora Potter che sembrava sprizzare gioia da tutti i pori quando lo vedeva, nella sua voce c'era pura tristezza e angoscia nel vedere il figlio licantropo tornare per tre mesi, cioè tre lune piene a casa e doverlo accudire, era per questo che aveva deciso che fino all'inizio della scuola avrebbe accettato l'invito a stare dai Potter sarebbe stato un bene per lui, che sarebbe sennò caduto in depressione, e per sua madre Hope che avrebbe finalmente tirato un sospiro di sollievo e ciò lo si notava da come lo aveva guardato negli occhi color mogano prima di spedirlo al Maniero Potter.

Con una lentezza quasi meccanica e innaturale quegli occhi ambrati si spalancarono e cominciarono a correre per tutta la stanza tentando di ricordare e di non ricadere in sonno profondo causato dal mal di testa lancinante e il bruciore di stomaco che lo stavano massacrando, cercò di ricordare cosa fosse successo la sera prima ma l'unico ricordo fu l'etichetta dell'ennesima bottiglia di un alcolico non ben definito che veniva passata da James a Sirius, da Sirius a lui, da lui a Peter e frasi sconnesse del tipo

"Secondo voi Minnie- si ritrovavano sempre a parlare della Mcgranitt quando erano ubriachi- come combatte le pulci, sono peggio di una crociatus quelle assatanate"

oppure, non si ricordava chi l'avesse detto, ma

"Secondo voi lei e Silente quando, li vediamo con la mappa nello studio di lui, scopano?"

con risposta imminente

"Che 'osa stai discendo- risatina pazza che contraddistingueva Peter- Siente è gay, lo 'anno tutti"

e poi si ricordava che erano scoppiati a ridere e avevano continuato finché Morfeo non decise che era l'ora di piantarla con i discorsi sull'orientamento sessuale e le pulci e li strappò alla veglia facendoli cadere in un sonno scomposto.

Passò una buona mezz'ora prima che Remus si accorgesse che Sirius, che divideva il letto con James, si era svegliato e ricordava vagamente una mandragola in quanto era tutto rosso in viso e i capelli neri erano appiccicati su di esso da un mix di saliva e alcol, cercò di tirarsi su ma non ce la fece così Remus ,che in quanto aveva bevuto meno era quello con meno postumi, decise di lasciare il suo caldo giaciglio e di andare ad aiutare l'amico.

Non fece in tempo a passare accanto al letto che subito la sveglia magica sul comodino cominciò a gracchiare, la sua voce intonava "Un calderone pieno di forte amor bollente" di Celestina Warbeck ed era stata regalata quel natale a James dai Malandrini che sapevano quanto lui odiasse la strega, non mancava mai di ricordare quando andava a qualche partita di Quidditch "l'unica pecca del Puddlemere United è che quella racchia ha inciso il loro inno e quindi io ad ogni partita che vado a vedere mi rifiuto categoricamente di cantarlo" e quindi sarebbe stato lo stratagemma perfetto per farlo alzare dal letto, ma non quello per metterlo di buon umore di prima mattina, così decisero di lasciarla al Maniero Potter per il bene di Hogwarts.

Il ragazzo che era stato donato di tanta fortuna alzò la testa dal cuscino dove l'aveva infossata massaggiandosi le tempie con i pollici, si era dimenticato di quanto odiasse quella Celestina Warbeck e quanto lo mettesse di malumore quella sveglia soprattutto in quel momento dove i postumi della sbronza sembrava che volessero mangiargli il cervello , puntò la sua attenzione su di essa, prese la bacchetta, inforcò gli occhiali che aveva trovato a tentoni per terra e sussurrò "stupeficium", la sveglia fece un volo di due metri per finire a schiantarsi contro il volto di un fagotto informe notoriamente conosciuto con il nome di "Peter Minus".

L'estate gli aveva fatto bene e questo fu il pensiero di tutti e tre i Malandrini quando lo videro arrivare al maniero Potter, era sempre stato basso e grassoccio, ma ultimamente era dimagrito e alzato molto, non quanto gli altri tre, ma abbastanza da sembrare un ragazzo di diciassette anni e non uno del terzo anno, gli aveva fatto bene anche dal punto di vista ormonale, erano spariti tutti quei bollicini orrendi che prima infestavano il suo viso e da quando nella battaglia aveva compiuto seppur nel suo piccolo azioni eroiche si era convinto di valere molto di più di quello che pensasse lui e la gente,come gli ricordavano sempre i suoi amici, anche perché un po' con la consapevolezza di non poter sopravvivere a quella battaglia, un po' perché spinto da non si sa quale forza d'animo aveva confessato il suo amore a Emmeline Vance una Grifondoro del suo anno e si erano messi insieme, quindi con grande stupore di tutti, Peter Minus quello che la gente considerava l'estraneo nel gruppo dei Malandrini o comunque il brutto anatroccolo, diventò il primo dei quattro ad avere un ragazza fissa.

"Buon giorno stellina, giornata storta?" ghignò divertito Sirius Black che faceva da spettatore alla scena, in tutta risposta James lo guardò male e poi chiese scusa a Peter, mentre cercava di alzarsi

"Mi duole ricordarti, Padfoot, che in questa camera l'unica stellina sei tu"

"Riferimenti puramente casuali alla stella che mi ha rubato il nome, molto maturo" fece un finto applauso, nel mentre si teneva questo teatrino, entrò in camera Remus che si era munito di quattro tazze di acqua viola che, come gli aveva detto una volta Euphemia Potter, riusciva fantasticamente a ridurre i postumi di una sbronza e così doveva fare anche quel giorno visto che come sempre facevano, anche quell'anno avevano procrastinato la gita a Diagon Alley fino ad arrivare a quel giorno, il 31 agosto, cioè l'ultimo disponibile per fare acquisti per il loro ritorno ad Hogwarts.

"Allora ecco mamma Moony che ci dà l'acquaviola, a che cosa brindiamo?" disse James alzando la tazza piena di quel liquido che in condizioni normali nemmeno sotto tortura avrebbe bevuto e evitando il cuscino rosso che Remus gli aveva lanciato grazie ai suoi riflessi da cacciatore

"Alla sbronza più epocale negli annali" propose Sirius ghignando e tutti si trovarono purtroppo ad essere d'accordo, bevvero il contenuto delle tazze di cristallo e ne sentirono subito i benefici, almeno adesso potevano coordinare i piedi per raggiungere uno dei tanti bagni della villa. Dopo essersi preparati e ancora un po' intontiti decisero di andare a fare colazione, nell'ampia cucina che poteva ospitare si e no tutti i membri della gazzetta del profeta con il pavimento in marmo ed arredata così come tutta la casa dalla Matriarca del Maniero Potter, si prospettò davanti agli occhi dei quattro ragazzi un spettacolo inaspettato e imbarazzante, stavano sedute al tavolo insieme ai coniugi Potter quattro ragazze, ora in condizioni normali i quattro non avrebbero considerato una sciagura questa fortuita coincidenza, ma dopo una notte insonne a base di musica rock e fiumi di alcol anche Silente sarebbe imbarazzato dalle condizioni in cui è ridotto e la cosa più imbarazzante era che in quelle condizioni le prime che li vedevano erano proprio le quattro Grifondoro del loro anno che stavano assaporando la colazione squisita che era destinata ai Malandrini

"Oh guardate ragazze si sono svegliati" a proferire quelle parole fu proprio chi aveva cucinato la colazione, Euphemia Potter, che li guardava in cagnesco e li squadrava con disapprovazione

"Jay, Black, Remus, Minus, chi non muore si rivede" proseguì una Marlene Mckinnon alquanto scocciata dalla situazione, James la guardò stranito e si stava domandando perché la sua migliore amica non gli fosse già saltata al collo e non lo stesse stritolando in un abbraccio spacca costole come tutte le volte che lo vedeva, poi come colto da un'illuminazione si portò la mano e si schiaffeggiò la fronte sorridendo poi con imbarazzo

"Marlene, lenuccia del mio cuore, ma certo che mi ricordo del nostro appuntamento per andare a vedere la presentazione della nuova Nimbus 1000, come potrei mai scordarmi della mia dolce migliore amica" ma il puzzo di brandy lo tradì, Lily Evans che era seduta alla destra di Marlene lo guardò con disgusto

"Potter risparmiati le scuse, non verrete perdonati per averci fatto aspettare un'ora davanti al negozio "Accessori di Prima Qualità per il Quidditch", d'altra parte io l'avevo detto che avreste fatto del vostro meglio per combinarne una delle vostre, ma qui qualcuno sembra aver mangiato pane e bontà a colazione" guardò le altre tre che sbuffarono e subito dopo continuarono a guardare i ragazzi che intanto si stavano tenendo alla larga dal tavolo cucinando

"Porca Agrippa, che ore sono?" balbettò e girò la testa in modo lento e con un sorriso di scuse, guardò il grande ingranaggio che sormontava la parete della cucina e sgranò gli occhi, le 11? Avevano dormito così tanto, e per di più erano in ritardo di ben due ore

"Oh porca Walburga (mediazione linguistica che per Sirius voleva dire puttana), James dimmi quanto tempo di ritardo abbiamo" questo a dirlo fu un Sirius Black stranamente a suo agio anche in quella situazione che era poco indicata per fare il disinvolto

"due ore" quasi squittì James nel dirlo e le reazioni dei quattro sarebbero dovute essere filmate, Sirius strabuzzò gli occhi e fece per appoggiarsi al piano della cucina ma finì per appoggiare la mano sul fornello con uno scatto in avanti si portò all'acquaio per mettere la mano ustionata sotto l'acqua spingendo Remus che dalla sorpresa sputò tutta l'acqua che stava sorseggiando sulla testa del povero Peter che aveva tutti i capelli pieni di acqua e sputo di Remus, alla vista dell'allegro quartetto il pubblicò per un po' cercò di trattenere il cipiglio ferito e severo ma alla fine non ce la fece e si abbandonò ad una risata sguaiata, i quattro si guardarono e poi guardarono le altre persone presenti nella sala

"Sono completamente pazzi questi" disse James

"Fottutamente anormali" concordò Sirius

"Ci trucideranno lentamente" Remus posò le braccia intorno alle spalle dei suoi amici e li guardò con preoccupazione e poi continuò a rivolgere l'attenzione agli altri che continuavano a ridere imperterriti

"Preparo carta e piuma dobbiamo scrivere il testamento" al sentire quelle parole uscire dalla bocca del povero Peter il pubblico si mise a ridere ancora più sguaiatamente, fino a che dopo quello che sembrò un'era mesozoica ai quattro Malandrini, Mary Mcdonald tirò fuori due galeoni dalle tasche, così come le altre tre giovani sedute a quel tavolo e li porse ad un' Euphemia Potter alquanto soddisfatta e trionfante, i Malandrini guardarono la scena allibiti

"Oddio signora Potter lei è un genio del male" rise Mary mentre si sporgeva per dare le monete alla donna scossa da singhiozzi da quanto rideva

"No non è vero è solo che conosco questi quattro da quando avevano undici anni ed erano dei nani, penso di che pasta sono fatti" con un gesto elegante puntò la bacchetta all'orologio e in un batter di ciglia le enormi e dorate lancette si disposero sulle 8:00 di mattina, i quattro ragazzi spalancarono la bocca e capirono di essere stati ingannati, sotto gli sguardi divertiti dei presenti assunsero un'espressione di falsa offesa, questo soprattutto James e Sirius, e si unirono alla tavolata, buttandosi sul cibo come se non si alimentassero da almeno due anni.

"Dio che schifo, ma da quanto è che non mangiate, tre ere geologiche" questa fu Lily Evans che storse il naso, davanti a lei James la guardò scettico

"Che c'è abbiamo fame, non sai che notte abbiamo passato"

"è lampante annusandovi che deve avere a che fare con l'alcol" rise Emmeline mentre intrecciava le dita della sua mano con quelle di Peter, facendo sospirare Mary e Lily e alzare gli occhi al cielo a Marlene

"Cos'è Mckinnon, hai mangiato fette biscottate e acidità stamani oppure è la tua solita nausea da amore?" ghignò Sirius che si era accorto della reazione della bionda che immediatamente lo fulminò con lo sguardo, seppur avessero combattuto fianco a fianco si odiavano e battibeccavano proprio come ad Hogwarts, prima che la Bionda potesse aprir bocca corse in soccorso del Grifondoro una scocciata Lily

"Lene ripassati la lezione sul tatto"

"Il tatto non è mancanza di personalità ma un modo come un altro per non farti odiare da tutta Hogwarts, può essere usato anche come un'utile arma per sfuggire ai piagnistei altrui in modo elegante alternando frasi come "Mi dispiace", "sono d'accordo con te", "vedrai che si risolverà tutto" e stronzate del genere per non finire per sembrare un stronza senza cuore" pronunciò il monologò con voce annoiata e facendo il verso alla Rossa che le sorrise in modo falso riconoscente

"Vedo che hai fatto i compiti"

Continuarono a parlare del più e del meno e quando i quattro ragazzi finirono la loro ricca colazione l'allegra combriccola salutò i coniugi potter e li ringraziò per la colazione, poi presero la lista con tutti i libri e il necessario che avrebbero dovuto comprare in quella che sarebbe stata una lunga giornata a Diagon Alley e si smaterializzarono in pezzo alla via affollata, Lily Evans appena toccò piede nella strada ciottolosa e un po' sporca sorrise grata e le tornarono alla mente molti ricordi, lei e i suoi genitori al Ghirigoro, lei e Severus seduti a Fortebraccio, lei e le sue amiche che venivano cacciate dalla Farmacia perché erano scoppiate a ridere a causa di Marlene che faceva il verso al vecchio mago dietro il bancone adiacente, sospirò e scosse un po' la testa come a voler dimenticare quelle cose e concentrarsi sul presente e tirò fuori dalla borsa la sua lista, fece due passi in avanti e si piazzo davanti ai suoi amici con le mani sui fianchi

"Allora io e Mary andiamo al Ghirigoro visto che ci servono una miriade di nuovi libri, Lene e Em andranno invece a comprare i calderoni e voi quattro se volete potete aggiungervi ad uno dei due gruppi o fare il vostro giro, ci ritroviamo alle 10:30 davanti al negozio di articoli per il Quidditch per questa benedetta presentazione di quel pezzo di legno con su scritto mille"

Il gruppo di divise James e Sirius andarono con Lily e Mary e Remus e Peter con Marlene e Emmeline, i due ragazzi citati prima stavano dietro a fatica sbattendo contro le persone che venivano nel senso opposto e scusandosi, fino a che James non afferrò il braccio della rossa e non la costrinse a girarsi

"Ti corre dietro qualcuno che devi andare così veloce, i libri del Ghirigoro non scappano puoi stare tranquilla" le disse con il suo solito ghigno da schiaffi, la rossa per risposta sbuffò e alzò gli occhi quasi come se fosse stato un tic che si azionava nel momento in cui vedeva il moro, si liberò della presa e lo guardò male erano in mezzo alla strada che era strabordante di gente, non era il luogo perfetto per un battibecco dei loro, eppure

"Tecnicamente tu e questo scimmione di nome Black mi correte dietro" gli concesse due secondi per rendersi conto che la rossa e la sua amica si erano fiondate a velocità se possibile ancora più elevata nella folla, James emise un grugnito e sospirò, Lily Evans lo avrebbe fatto morire, in qualche senso ci aveva preso, ma per questo c'è tempo.

I due ragazzi che erano stati abbandonati continuarono a camminare mentre parlavano del più e del meno e scherzavano in tutta tranquillità e raggiunsero con ben due minuti di distacco dalle loro avversarie che intanto si erano già avventate sugli scaffali e stavano spintonando per raggiungere per prime i libri e uscire presto da quel negozietto angusto, appena misero piede lì dentro videro che lo scenario che gli si parava davanti era al limite del paranormale e catastrofico, pile di libri erano perennemente distrutte da bambini urlanti che dovevano essere figli incustoditi delle streghe che si erano recate lì per la presentazione di quel fantoccio di Gilderoy Allock, o almeno era quello che credevano i due giovani vedendo un manifesto con la figura del Mago, perché da quante streghe c'erano in quella bettola pollulante di libri non si riusciva a scorgere la fine del negozio, al contrario la fila per l'altra cassa era completamente sgombra e così i due maghi ne approfittarono e appellarono i libri che avrebbero dovuto comprare e si mossero con la calma e la noncuranza dello scenario apocalittico che li circondava verso la prima cassa, fecero fluttuare i libri fino al bancone di legno consunto, accanto a loro nella fila per l'altra cassa la situazione stava per sfuggire al controllo vigile del proprietario visto che già un paio di streghe si erano azzuffate per ottenere il posto più vicino. I due si guardarono con uno sguardo scettico e divertito allo stesso tempo, pagarono i libri e fecero per uscire quando la voce che in quel momento meno desideravano sentire in vita loro, sfortuna volle, li chiamò

"James Potter e Sirius Black, coloro che mi hanno salvato la vita sono davanti a me, venite qui voglio un bel primo piano con voi" scandì il fantoccio con i capelli glassati nel gel di Gilderoy Allock rifilando ai due giovani uno sguardo ed un sorriso che di tutto sapevano fuorché di rassicurante

"No guardi ci dispiace ma noi saremmo di fretta, magari un'altra volta" le streghe si voltarono quasi tutte nello stesso momento e con la stessa calma glaciale e bisbigliarono tra loro cose come

"Come fanno a rifiutarsi così, ci fossi stata io al loro posto, tutte le fortune capitano a quelli sbagliati"

"Non vorrete mica deludere questo popolo di streghe che non aspettano altro che avere una foto con chi ha salvato il loro idolo da morte certa" esclamò lui platealmente, James e Sirius si guardarono intorno e videro che le streghe se non avessero fatto quella benedetta foto li avrebbero uccisi certamente, così trascinando i piedi con riluttanza arrivarono dietro il bancone e si disposero ai lati del Mago che ogni foto che il fotografo scattava cambiava una posa accompagnato dai sospiri che uscivano dalle bocche truccate del pubblico davanti, dopo 100 scatti venuti male i due malandrini si guardarono e sorrisero, si erano capiti come sempre

"uno" disse Sirius

"due"continuò James

"tre" finirono in coro e si smaterializzarono fuori dal negozio dove Gilderoy veniva nuovamente assalito dalle sue fans che accanite non avrebbero sopportato a lungo l'attesa per una stupida foto, si guardarono una seconda volta e scoppiarono in una risata scomposta, presero i libri e li riposero nella borsa in pelle che avrebbe trasportato tutte le spese grazie ad incantesimo estensibile, guardarono l'orologio magico regalatogli dai loro genitori al compiere dei loro 17 anni e quasi non si strozzarono con la loro saliva, erano le 10:30, corsero a predi fiato nella folla che popolava la strada e con un po' di spintoni e sgambetti arrivarono con ben 10 minuti di ritardo al negozio di articoli per il Quidditch, davanti alla porta c'era l'altro gruppo che li aspettava impaziente, tanto che tutti non si accorsero della mancanza di due componenti , Lily e Mary, ed entrarono quasi per primi nel negozio.

Nel mentre gli altri entravano nel negozio di Quidditch al Ghirigoro le due giovani Grifondoro guardavano la scena apocalittica con un'espressione di puro disgusto, erano bloccate lì dentro a causa dell'ennesimo ragazzino che aveva fatto cadere l'ennesima pila di libri fluttuante, ma la causa primordiale dei dispiaceri delle due era il protagonista dello scenario al limite del ridicolo, Gilderoy Allock

"Morgana e tutti i fondatori datemi la forza per non tirare un pugno su quella faccia a culo di quel ladro di polli" disse Mary a denti stretti mentre controllava per l'ennesima volta la lista dei libri anche se era pienamente consapevole che aveva preso tutto l'occorrente, ma doveva tenersi occupata in qualche modo

"Io prima ucciderei tutte le oche che lo hanno fatto diventare così noto, non mi stupisce vedere la testa bionda e bacata di quella svampita di Alice Smith che fa a botte con Caroline Bulstrode per essere un metro più vicina a quel mentecatto" sbuffò Lily in risposta, possibile che non si accorgessero della falsità dell'individuo che avevano davanti e che pensassero che davvero fosse stato lui a compiere tutte le eroiche gesta che raccontava nei suoi libri, quando nella battaglia di Hogwarts c'erano voluti Potter e Black a salvargli la pelle chiudendolo nello stanzino delle scope di Gazza o sennò ,dato il fatto che l'unico incantesimo oltre l'oblivius che sapeva era lo stupeficium, sarebbe morto certamente,

"Oddio quanto le odio quelle, più di quanto tu odi Potter" gli ribolliva il sangue ancora nelle vene al sentire quei due nomi, erano le due Corvonero più frivole che Hogwarts avesse conosciuto, con loro morivano tutti i tentativi di emancipazione femminile nel castello, strisciavano dietro a chiunque fosse dotato di un organo copulatore del sesso opposto ed erano le tipiche ragazze che quando venivano lasciate si azzuffavano con quella che veniva dopo di loro, erano bamboline che il popolo maschile trascinava di letto in letto sotto il loro consenso, tutte queste cose portarono il gruppetto delle Grifondoro a affibbiare loro il soprannome di "Antisuffragette".

"Baggianate, il mio odio per Potter è così viscerale che se non fosse illegale e molto probabilmente mi aspetterebbe una celletta ad Azkaban, l'avrei già ucciso nel modo più cruento possibile" la rossa sbuffò una risata alzando gli occhi al cielo, era certa di dove l'amica sarebbe andata a parare, ma lei davvero voleva affrontare il problema "Evans Potter" dentro quello spazio così piccolo tra due scaffali che pullulavano di oggetti per commettere un omicidio?

"Cazzate, dillo che ormai sei talmente abituata alle battutine di Potter, che senza i battibecchi continui fra di voi non potresti vivere" la prese in giro Mary, e con un gesto energico del braccio spostò una ciocca dei suoi capelli castani dietro l'orecchio, era una ragazza snella e alta, era bella nel complesso, ma niente a che vedere con l'unicità di Lily e Marlene,  il suo segno distintivo erano i suoi occhi neri come la pece che esprimevano tutta l'ilarità, la bontà e la generosità che contraddistinguevano il carattere della giovane Grifondoro dall'animo dolce e gentile, andava distintamente a tutte le materie ma quella in cui era un genio indiscusso era incantesimi, fin da quando le era stata recapitata la lettera di ammissione di Hogwarts la prima cosa che lei nel suo essere babbana voleva scoprire per prima in quel mondo tutto nuovo furono proprio gli incantesimi, in poco tempo imparò a padroneggiare quasi tutti quelli del primo libro arrivando alla prima lezione con il professor Vitious e prendendo parte a quelle successive vivendo di rendita in pratica.

"Oh povera povera Mary, il sole del Surrey ti ha cotto il cervello e comunque se riusciamo a fuggire da qui uccido Potter e il suo amico Black  per aver salvato quel troglodita" indicò la fine della fila dove essa si faceva più fitta di persone che si erano caricate di pile di libri tutti firmati Gilderoy Allock solo per un sorriso o per vincere l'ardua impresa e arrivare ad avere un autografo dal loro idolo prima che le assi del pavimento consunto e pericolante del Ghirigoro cedessero.
La situazione si era fatta se era possibile, più insostenibile, le streghe erano così tante che il proprietario aveva dovuto farle sgombrare anche nella cassa vicina, quella riservata alla gente sana di mente che era semplicemente andata là per comprare un libro, azione più che lecita in una libreria, inoltre le pile di libri che il proprietario ultra centenario non era riuscito a risistemare bloccavano l'entrata ed era quello il motivo per cui Lily e Mary erano sedute dietro lo scaffale di legno bruno che conteneva tutti i libri di incantesimi per acconciarsi i capelli, truccarsi e per fare un buon lavoro a maglia.

"Io mi unisco a te, comunque non svicolare, presumo che dobbiamo stare qui ancora per molto tempo, quindi tanto vale parlare" le dette una botta sul braccio Mary mentre ghignava

"Mi ricordi dannatamente lui quando fai quelle facce" finse una faccia inorridita la rossa mentre guardava l'amica che intanto si alzava con la sua tipica espressione "Merlino mi ha fatto venire un'illuminazione", scuotendo la gonna nera che indossava con energia per rimuovere ogni particella di polvere sotto lo sguardo confuso di Lily

"ah c'est l'amour , lo vedi da tutte le parti, questo è un chiaro sintomo bella, comunque sistemati che forse mi è venuto in mente un modo per uscire da questo buco di cu-"

la rossa la precedette "va bene, tutto pur di essere fuori di qui, anche baciare Potter" ridendo

"Ah ma tu ci sei fissata allora con questo Potter" la guardò maliziosa Mary guadagnandosi uno scappellotto sulla nuca seguito da una risata sommessa.

Le due si mossero goffamente cercando di non cadere tra le pile di libri ormai rovinate sul pavimento che se non fosse stato per la fervida memoria delle due, non avrebbero mai saputo come fosse fatto da quanti libri lo ricoprivano interamente. Si stanziarono davanti alla porta a vetri e Mary guardò Lily, che non era troppo convinta di come sarebbero riuscite ad uscire visto che la porta era bloccata fuori da una fitta folla di streghe inferocite che picchiavano con le mani sulle vetrine del negozio cercano di entrare in tutti i modi, poi la rossa guardò la sua amica estrarre la bacchetta dalla tasca della gonna dove la riponeva sempre, ma non fu così scaltra da fermarla dal pronunciare un

"Bombarda"

quello che successe dopo fu ancor più catastrofico dello scenario dentro il Ghirigoro, la porta si frantumo e i vetri in polvere andarono sulle donne più vicine alla vetrina così come le assi di legno che furono abilmente scardinate e ridotte in brandelli che finirono per colpire diverse streghe che popolavano la strada, tutto mentre Mary prese la mano di Lily si precipitò fuori dal Ghirigoro remando contro la folla di racchie urlanti che imperterrite come se la porta non fosse esplosa loro contro, ma fosse stata semplicemente stata aperta, affluì dentro il negozio senza però escludere spintoni, botte e fatture di ogni tipo. Le due giovani aiutate dalla loro altezza e dai pugni che Mary rifilava a ogni essere che gli capitava davanti, arrivarono seppur in condizioni disdicevoli a Fortebraccio.

"L'avete messa al tappeto l'orda di Kappa che vi ha attaccato spero" disse un Sirius Black molto divertito da come apparivano le due giovani che erano appena apparse davanti a lui e alla parte del gruppo restante, il giovane si riferiva al fatto che le due avevano i vestiti un po' sdruciti, la gonna di Mary aveva uno squarcio sulla destra, il cappotto tartan di Lily aveva una manica quasi completamente staccata, in più erano tutte polverose e con i capelli sparati in ogni direzione, le due sembrarono accorgersene dopo un'attenta ispezione del loro riflesso sulla vetrina del gelataio magico.

"Lily prima che tu dica qualsiasi cosa, io ero nel panic-" ma per la seconda volta in quella giornata la Rossa interruppe l'amica, scoppiando in una così fragorosa e sguaiata risata che i passanti si giravano spazientiti quando trovavano la fonte di tanto rumore, Lily dal canto suo con le lacrime agli occhi e i crampi alla pancia da quanto aveva riso, le rivolse di nuovo lo sguardo e cercò di calmare le sue risa

"Semplicemente pazzesco, oh santa Morgana, è stata la cosa più esilarante e allo stesso tempo eccitante che abbia mai fatto" avrebbe voluto aggiungere "dopo il bagno nuda con le sue compagne di dormitorio nel lago nero" ma decise che non era né il luogo e né la situazione adatta

"Quindi tu non mi vuoi assassinare perché ho scardinato e polverizzato la porta del Ghirigoro contro una folla di persone?" la guardò scettica l'altra mentre si metteva a sedere, ma gli altri che non sapevano cosa fosse successo fino al proferire di quella semplice frase della mora, la fissarono spalancando la bocca

"Tu cosa?!" proferì James che era quello più sbigottito del gruppo

"Oh ragazzi ci sareste dovuti essere, per un secondo ho pensato che la mia ora sarebbe giunta sotto la folla assatanata di streghe che ci veniva contro, ma dopo quel secondo è stato semplicemente tutto troppo figo" disse mentre inforcava la paletta e prelevava una grande porzione di gelato alla vaniglia e la assaporava con piacere, tutti la guardarono ancora più sbigottiti se è possibile, tranne Mary che la guardò con fierezza e si asciugò una finta lacrima di commozione sul volto con fare esagerato

"Oh la nostra Lilluccia sta abbandonando la Lily prefetto perfetto e sta diventando una magnifica Lily divine follie, sono notevolmente sorpresa" prese posto accanto a lei prima che uno schiaffetto amichevole le colpisse la nuca

"E brava la nostra Evans, vedi che ci si diverte quando si rompono un po' di regole" la guardò ghignando James, guadagnandosi una linguaccia dall'interessata, tutti i presenti seduti a quel tavolo notarono una cosa, Lily Evans non aveva schiantato James Potter quando lui gli aveva riservato la solita battutina accompagnata da ghigno, tutti tranne i due protagonisti che assaporavano i loro coni con brama.

"Oggi è stata una giornata strana anche per i nostri standard, non credete" si aprì un sorriso malandrino sul volto di Remus mentre pronunciava quella frase e tutti si trovarono ad essere d'accordo con lui e ai posteri avrebbero detto che quello fu il giorno in cui l'acquaviola salvò da fine certa qualcuno, Euphemia Potter scommise e vise ben 10 galeoni, James Potter e Sirius Black finirono nel primo scatto in cui Gilderoy Allock venne male, Mary Mcdonald fece esplodere la porta del Ghirigoro, Lily Evans imparò a divertirsi e a controllare l'istinto omicida nei confronti di James Potter e "Malandrini e "Dee" si amalgamarono, un giorno impresso negli annali.


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Capitolo 4
*** cap.3.1.-Il cibo, la cura ad ogni melodramma ***


il cibo, la cura ad ogni melodramma

Era il grande giorno, il giorno della sua libertà, il giorno da cui sarebbe iniziato l'anno migliore della sua vita, ne era fortemente convinta.

L'anno in cui avrebbe affrontato con dedizione gli studi, con tenacia e costanza l'ardua gara per rimanere una delle ragazze con la media più alta della scuola e con ardore e spensieratezza la sua storia d'amore, sarebbe stata una studentessa, una ragazza, una fidanzata modello, lo doveva a suo padre, lo doveva rendere fiero ora che era morto per mano di quel verme di Malfoy come non aveva fatto quando era ancora in vita.

Con quei buoni propositi stilati in una lista che aveva già perso in fondo al baule scarlatto che l'avrebbe accompagnata nel suo fantomatico viaggio e con un filo di malinconia, Alice Prewett si preparava spiritualmente al suo ritorno ad Hogwarts, apprestandosi a chiudere il suo baule e a far tacere le urla isteriche della madre che le ricordava che per l'ennesimo anno sarebbe arrivata al binario 9 e 3/4 in netto ritardo e avrebbe fatto fare una brutta figura alla sua famiglia davanti a tutti, con lo stesso mix di emozioni di una sposa che deve incamminarsi e stringere la mano del padre per percorrere la navata che la distacca dal suo futuro felice, sicuramente con meno leggiadria e eleganza in quanto la giovane, Grifondoro per dinastia, aveva talmente farcito di oggetti, vestiti, libri scolastici e quelli regalati da sua madre per ogni occasione elegante che le sarebbe stata proposta, che quello ormai saturo sembrava rifiutarsi categoricamente di chiudersi proprio quando mancava mezz'ora a quando le rotaie della locomotiva rosseggiante sarebbero state messe in funzione e con un fischio essa sarebbe partita alla volta del castello tanto amato dalla giovane.

In quel momento stava insultando se stessa per essersi ostinata a credere che la tradizione per cui fin dal primo anno la preparazione della sua partenza veniva svolta rigorosamente senza magia sarebbe stata ugualmente risolutiva rispetto a quella che un normale mago dotato di due dita di cervello e di sanità mentale avrebbe portato facilmente a termine muovendo con grazia la bacchetta, si lasciò cadere sul parquet chiaro della sua camera dagli intonachi dannatamente rosati che erano stati così da quando ne aveva memoria e quasi come se si fosse accorto della tregua che la sua avversaria gli aveva riservato, il baule rifinito in cuoio dipinto di oro scattò e cadde dal letto per gettare tutto il suo contenuto sul corpo esile della ragazza.

"Giuro su Merlino che se la prossima volta mi ostinerò a voler mettere in scena questo teatrino mi farò ricoverare al San Mungo nell'ala di psichiatria" 
sbuffò Alice mentre si liberava dalla marmaglia di roba che la sovrastava e si apprestava ad andare verso il canterale bianco vicino alla finestra, si alzò in piedi e si guardò allo specchio, sembrava uscita da uno di quei film babbani dove si ostinavano a far sembrare i lupi mannari esseri talmente belli e affascinanti, che avevano visto una sera non molto sobria che aveva passato dalla sua migliora amica Lily insieme alle sue compagne di dormitorio.

Sorrise a quei ricordi

"Gente strana, i babbani" 
smorzò una risata, ma il suo sguardo si tramutò quando spostò la sua attenzione sulla montagna invalicabile e informe che le si parava davanti, puntò lo sguardo sull'orologio da polso che giaceva sul comodino accanto a letto ,se lo legò al polso con uno sbuffo di frustrazione e si convinse del fatto che non ce l'avrebbe mai fatta a riparare al casino che aveva fatto senza l'aiuto di una formula magica e che non era del tutto colpa sua se suo malgrado aveva dovuto rompere la tradizione, era una questione di priorità, e ora come ora le sue priorità erano non farsi uccidere da sua madre così da arrivare al binario in tempo e prendere l'Hogwarts Express.

Prese la bacchetta dal comò, se la puntò su di se e disse la formula per darsi una sistemata o almeno abbandonare le sembianze di una superstite dall'attacco di un'orda di Petardo cinese indemoniati, i capelli arruffati a causa del suo strisciare per tutta la stanza erano tornati ad essere un caschetto con una frangetta folta bruno e ordinato con alcune ciocche che sfuggivano alla loro collocazione forzata dietro le orecchie per andare a finirle sul viso dall'incarnato olivastro e dai lineamenti dolci e un po' fanciulleschi, i grandi occhi verdi bottiglia, con finissime venature marroni e furbi erano messi in risalto da un lieve filo di trucco, la bocca rosea eccezion fatta per delle screpolature Rosso vivo che si insediavano in essa come quei fiordi sulle coste Norvegesi che aveva visitato con il suo Frank quell'estate, il sorriso luminoso e la sua fisionomia minuta ma sinuosa al tempo stesso, la facevano somigliare ad una bambolina e non fosse stato il fatto che era fidanzata, anzi super fidanzata con il suo Frank Paciock avrebbe avuto una lunga fila di pretendenti.

Poi puntò la bacchetta sul caos e con una semplice formula magica costrinse il baule al suo potere e finalmente facendolo levitare scese le scale, si infilò il cappotto viola porpora e con sua madre lasciò la Villetta Prewett a Godric's Hollow per incamminarsi o meglio smaterializzarsi alla grande stazione di King's Cross.

Dopo le mille raccomandazione che sua madre le aveva riservato prese la rincorsa e con il suo carrello che reggeva a malapena il suo baule, la sua scopa e il suo gufo dal nome "Mister Edking" in onore del collega di sua madre che scriveva gli elogi funebri per la gazzetta del profeta di cui Alice si era innamorata alla tenera età di undici anni, entrò magicamente nella stazione dall'aria affascinante che già dal primo momento che aveva visto la giovane come sua spettatrice le aveva stregato il cuore.

Le nubi di fumo biancastre rendevano l'aria ancor più affascinante a detta sua ed eccola là davanti a lei, la locomotiva scarlatta si stagliava in tutta la sua magnificenza in mezzo a tutte quelle nubi e non c'era anima viva e morta che almeno una volta non avesse pensato di passare la sua intera esistenza ferma in quel momento idilliaco.

Si disse che aveva fatto dannatamente bene a rompere le tradizioni.

A distoglierla da quegli estasianti pensieri fu una furia rossa, Lily Evans in tutta la sua gioia per il semplice motivo di esistere la abbracciò e la sollevò di almeno dieci centimetri e questo non fece che aumentare la gratitudine della moretta di essere tornata alla salubre e tanto agognata normalità, strinse la sua migliore amica come se non l'avesse vista da mesi e così era, visto che per tre mesi Alice si era eclissata da ogni tipo di luogo che avesse a che fare con la magia, troppi ricordi la riportavano alla triste realtà, suo padre era morto, non esisteva più, non respirava più, non le faceva le pezze bagnate all'aloe sulla fronte quando aveva la febbre, non giocava più a nascondino con lei, non le leggeva più le storie di Beda il Bardo, non la portava più alla Coppa mondiale di Quidditch, era semplicemente scomparso, nel nulla e per un semplice incantesimo rallegrante, successo poi dall'anatema che uccide, se ne era andato ridendo, ironia del destino, e con lui ogni voglia della giovane di pensare al fatto che non l'avrebbe mai più visto e così aveva alternato vacanze dai suoi parenti babbani in Francia, viaggi senza una meta precisa nelle campagne inglesi, due settimane in Norvegia dai parenti di Frank e solo il giorno prima a tarda notte aveva ripreso a dormire o per meglio dire stendersi puntando il soffitto sul letto in cui soleva addormentarsi prima della guerra. Ma ora non poteva essere più felice e sollevata alla vista della sua migliore amica, delle sue compagne di dormitorio che avrebbe visto a momenti, sarebbe stata felice persino di vedere i Malandrini visto quanta gioia aveva provato alla vista di quell'ansiogena di sua madre.

"Ma cosa vedono i miei occhi, mi sembrano secoli che non ci vediamo, mh si ora ricordo perché... forse perché è così, si può sapere che cosa ti ha portato a non rispondere alle mie lettere per tre fottutissimi mesi Alice Prewett" 
le puntò l'indice ossuto sulla faccia imbarazzata e d'un tratto diventata rossa, non si era accorta nemmeno delle lettere delle sue amiche presa come era nella sua ricerca della felicità, la guardò negli occhi che dopo un ispezione attenda della Rossa, decise che sembravano veramente dispiaciuti

"Io davvero Lily mi...mi dispiace non sai quanto, io... ho un po' perso la cognizione di tutto" 
la guardò nella più totale confusione, Lily conosceva Alice quasi quanto i passaggi per preparare un semplice Antidoto Polivalente e sapeva quanto il mostro viscido del risentimento e del senso di colpa stava scavando la sua tana nell'animo della sua amica e provò un moto di incondizionata compassione

"Tranquilla Ali, io scherzavo... quando vorrai raccontarmi cosa ti ha rubato il tempo di rispondere alle mie lettere mi troverai qui, ora andiamo ho mandato in esplorazione Marlene, Emmeline e Mary per trovare uno scompartimento vuoto, stavamo salendo sul treno quando ho avuto la visione di una certa Alice Prewett che entrava alla stazione e mi sono precipitata fuori per accoglierti" 
rise la rossa e subito Alice si ritrovò a sorridere non più falsamente come si era abituata a fare quell'estate ma genuinamente e rise al racconto della sua amica e delle nozze di quella "bisbetica domata" di sua sorella, era bella la normalità, doveva ammetterlo, stava per dire alla sua amica che in quell'estate le erano persino mancati quei due cretini di Black e Potter quando Lily sbuffò sonoramente e pronunciò

"Ma non si sono ancora stancate di andare dietro sempre alla stessa gente" 
stava evidentemente parlando di qualcosa che avesse come argomento Potter o Black, e come riprova di questa sua supposizione davanti ad uno degli sportelli per accedere alla locomotiva rosso cresimi si stanziavano in tutto il loro affascinante splendore i due Grifondoro più famosi di Hogwarts, ma il vero interesse della rossa non erano i due ragazzi in sé ma l'aurea di ragazze che li circondava sempre come un'aureola circonda la testa ad un angelo, un'orda di odiose spocchiose e stupide oche che avevano come unica missione e ambizione nella vita, farsi notare da uno dei due nella speranza di finire nella fatidica "lista", la lista in questione era un foglio di pergamena che i due ragazzi stilavano a inizio di ogni anno dal terzo anno dove c'erano stilati i nomi di tutte le prescelte che volente o nolente sarebbero finite nel letto dei due Grifondoro.

Lily e tutte le sue compagne di stanza erano state in quella lista almeno una volta, alcune di loro più di una, e per questo avevano la fama di veterane, tutto questo però, con gran stupore del numeroso gruppo di ragazze che popolavano Hogwarts, faceva montare i nervi alla Rossa, che però cercò in quel momento di diffondere in ogni particella del suo corpo la nozione del restare calmi anche in situazioni simili.

Alzò il mento e contò mentalmente fino a dieci tirando infine un sospiro per calmare i suoi nervi ormai a fior di pelle, possibile ridursi a nullità del genere per essere notate per giunta da due scimmioni dongiovanni trogloditi come Potter e Black, si disse che tutte le femministe che avevano intrapreso il cammino per l'emancipazione ed erano morte si stavano rivoltando nella tomba in quel momento e questo non fece che gonfiare il suo petto di estrema fierezza, lei non era come loro, non era una vergine in attesa dell'uomo giusto, ma di certo ci volevano più di due moine perché si potesse fidare di qualcuno tanto da andarci a letto e questo le bastava per darle la convinzione di poter affrontare quel percorso dal punto dove si era bloccata all'interno del treno.

Le due Grifondoro quindi partirono con due livelli convinzione molto differenti, la prima, Alice, tentennante e un po' preoccupata della reazione che avrebbe avuto la rossa nella possibilità che quel bifolco di Potter le avesse rivolto parola, Lily, con portamento fiero e convinto mosse i passi uno davanti all'altro molto velocemente, i capelli rossi le oscillavano dietro alle spalle, il viso contratto in una smorfia di superiorità, e i fianchi che involontariamente le oscillavano e che erano messi in risalto dal paio di jeans che la rossa maledisse di aver indossato.

In tutto questo Sirius che era stato assalito da quella che si doveva essere Annie Bolcklake vide che il volto del suo migliore amico si era appena impostato sulla tipica espressione da imbambolamento misto ad adorazione e questo voleva dire solo una cosa, Lily Evans era entrata nel campo visivo di James Potter.

Quest'ultimo allontanò quasi con un gesto meccanico l'ennesima gallinella che gli si era addossata e fece per muoversi, ma qualcosa lo trattenne, anzi qualcuno, il suo migliore amico lo bloccava e gli faceva segno di lasciar perdere, normalmente gli avrebbe risposto di andare a farsi fottere, aggiungendo a quella affermazione insulti coloriti perché di solito anzi quasi sempre non giocava secondo le regole, ma quella volta era diverso, tutto era diverso e non perché quell'anno i due non avevano fatto la famigerata "lista", ma perché da dopo la guerra solo un'incosciente avrebbe ritenuto che i due avevano mantenuto lo stesso livello di maturità.

Per questo motivo allontanarono la folla di ragazzine e allontanandosi tra i bisbigli di disapprovazione di queste, andarono a disporre i loro bauli manutenuti con diverse mani di cera, ennesima prova della loro ricchezza dinastica, nello scompartimento a cielo aperto adibito a questa funzione. Sirius congedò James per andare a vedere dove si erano cacciati gli altri due malandrini e gli cedette la custodia del suo baule, così il moro occhialuto a passo spedito si incamminò verso la meta.

Gli si parò davanti una visione tra l'ilare e il tenero, un'indaffarata Mary McDonald cercava con tutte le forze che aveva in corpo di sistemare alla meglio il suo baule sul treno mentre era circondata da altri bauli che James supponeva fossero delle sue amiche, si avvicinò con passo felpato così da non farsi sentire dalla ragazza, si appoggiò alla stiva con le spalle

"Vuoi una mano?" 
Disse scompigliandoli i capelli e guardando la ragazza, che in quel momento voleva fare tutto eccezion fatta stare circondata dai bauli che le sue compagne le avevano caritatevolmente donato e flirtare con James Potter, così alzò gli occhi e li puntò sul moro

"E tu cosa vuoi Potter, stare lì con la tua sigaretta da stronzo dietro l'orecchio, mentre ti scompigli quei capelli da stronzo che hai e godere della visione tanto divertente di me che muoio sommersa dai bauli? Accomodati!"
lo guardò come se la domanda che le era stata rivolta fosse retorica, James sbuffò una risata, per la prima volta si ritrovò a pensare a come l'umor pungente della ragazza gli fosse sfuggito in tutti quegli anni in cui avevano condiviso la casa, il motivo era forse che non si erano quasi mai rivolti la parola eccezion fatta per "mi passi il sale per favore?", "Grande vittoria, Potter" e forse ringraziamenti a caso in quei sei anni di convivenza, scrollò le spalle e si accostò alla giovane che aveva catturato la sua attenzione

"Questo stronzo-indicandosi e ghignando sommessamente- in questo momento avrebbe potuto, fosse stato uno stronzo qualsiasi, godere per un po' di questa visione, girare il culo e prendere L'Espresso per Hogwarts lasciando te e la tua fila di bauli a King's Cross, ma si suppone che io sia lo stronzo James Potter con una vena di masochismo ereditaria e abbia deciso di aiutarti" detto questo spostò con il braccio nerboruto la ragazza che lo guardò stupita e caricò i bauli uno per uno sulla locomotiva, poi si scrocchiò la schiena e rivolse di nuovo l'attenzione su Mary che in quel momento lo stava guardando con una smorfia a detta di James tra l'adorabile e il buffo, sorrise e si guadagnò uno sguardo confuso

"Potter, sei sempre stato così strano? Perché io sono sempre stata un stronza e anche questa volta non ho rinnegato la mia natura di stronza e tu... beh tu...ah lasciamo perdere vai" 
proferì la ragazza ancora più confusa

"Te l'ho già detto McDonald che ho una vena masochista?" 
Gli rispose lui mentre si sfilava la sua amata Marlboro con un gesto elegante e la presentava davanti agli occhi della giovane mentre ormai solcavano il pavimento di moquette sotto gli occhi sbigottiti e avidi dei presenti che li guardavano dagli scompartimenti, Mary lo guardò e poi si finse onorata dell'offerta, si mise una mano sul petto e poi rise divertita

"Potter, ci stai provando con me?" doveva ammettere che molte volte aveva immaginato una scena simile, che prevedeva James che ci provava con lei, ma mai si sarebbe immaginata che il moro avesse l'abilità di provarci appigliandosi a qualsiasi cosa, anche l'ennesima sigaretta che si ostinava a tenere dietro l'orecchio, avrebbe dovuto aggiungerlo come voce al suo futuro curriculum.

"Merlino, voi donne siete tutte dannatamente uguali, non posso fare un gesto carino una volta che subito mi fate passare per un molestatore seriale, poi è logico che faccio sempre lo stronzo" 
gli rispose lui mentre si fermava davanti allo sportello di uno dei tanti scompartimenti

"Non sarebbe molto da te, fare un gesto carino senza che sia una dichiarazione di interesse" 
gli si stanziò accanto e mentre James era appoggiato ai finestrini che davano dal corridoio al panorama delle campagne inglesi e scozzesi, lei si dispose di modo da far apprezzare il panorama delle sue spalle fini alla gente che popolava gli scompartimenti mentre ghignava.

"Sai McDonald sono una fonte inesauribile di sorprese" 
ridendo, guardandola e squadrandola da capo a piedi, poi si rimise in posizione eretta e si girò per incamminarsi dando le spalle alla sua interlocutrice e facendo per andarsene, lei però lo fermò catturando la sua attenzione

"Scrivila sui biglietti da visita questa Potter, otterrai molto successo"

Mary si girò e fece per andare, ma non sapeva nemmeno dove, visto che non aveva idea di dove si fossero sistemate le sue amiche e il moro seppur fosse di spalle percepì la confusione della ragazza, si voltò lentamente e indicò qualcosa alle spalle di Mary

"Seguirò sicuramente il suo consiglio lady Mary, fino ad allora penso che lo scompartimento che cerchi sia quello" 
Mary boccheggiò, ma si ricompose e ghignò, ricacciando i capelli dai riflessi biondi che le coprivano il viso tirando indietro la testa

"Un'altra delle tue doti sorprendenti, Potty?"

Girò i tacchi e andò dove il ragazzo dalle innumerevoli sorprese le aveva indicato, si disse che non voleva sfatare il mito James Potter, non aveva sinceramente voglia e poi quel suo lato alla Mark Darcy la intrigava, non ne era attratta, ma lo trovava curioso.

Rise e disse che James Potter era proprio un enigma.

Con questi pensieri aprì lo scompartimento numero 34 e in modo non molto aggraziato, entrò dentro e si abbandonò su un sedile per essere sommersa dai commenti e dalle richieste di spiegazioni del perché non fosse arrivata prima a sedersi con loro.

"Mary McDonald ci grazia finalmente della sua presenza ragazze" 
fu Emmeline la prima a notare l'entrata in scena dell'amica e se n'era uscita con un commento sarcastico, fu il turno poi della mamma del gruppo, Alice

"Non hai una vaga idea dell'angoscia che mi ha assalita quando è partito il treno e tu non eri qui", 
passò il testimone a Marlene che la squadrò attentamente

"Quindi McDonald in nome di Agrippa ci illumini su dove sei stata tutto questo tempo?" 
Se era ricorsa al cognome, la preoccupazione era tanta che era arrivata a tediare anche le viscere di Marlene e quindi si disse che doveva alle amiche delle spiegazione, così

"Ero con Potter" 
se ne uscì sganciando un fiammifero acceso in una polveriera, la prima a reagire fu Lily, si alzò e si sedette accanto a lei mentre le prendeva il braccio e iniziava con le domande stupide, a detta di Mary

"Per la barba di Merlino, Mary che ha fatto Potter? Ti ha molestato, ti ha obbligato a dirgli dove ero? Giuro che se ti ha molestato come fa di solito io lo ammazzo" 
fece per uscire dallo scompartimento, ma l'amica la fermò sbuffando sonoramente

"Lily ti calmi per Morgana, no non sono stata molestata nemmeno lontanamente, anzi sono stata io la vera stronza tra i due, lui è stato, so che è strano da sentire per te, ma è stato carino e l'argomento Lily Evans non è venuto fuori nella nostra conversazione che tu ci creda o no, è molto probabile invece che se non fosse stato per lui  non sarei qui"

Sganciò un'altra bomba, possibilmente ancor più grossa e dannosa di quella di prima.

"Donna, ci vuoi raccontare tutto senza farci esplodere il cervello giocando col gioco degli indovinelli?" Questa volta fu Marlene, ma con un sorriso grato all'aggettivo che la sua amica aveva riferito al suo migliore amico, era l'unica fino a quel momento ad aver visto il lato bello di James Potter

"Va bene se vi calmate vi dico che è successo, allora grazie a voi, brutte stronze, mi stavo spaccando la schiena per caricare i bauli sul vagone senza alcun risultato, è arrivato Potter e io ho fatto la stronza pensando che fosse venuto lì per prendermi per i fondelli mentre morivo schiacciata dai bauli e invece lui stranamente mi ha aiutata e ha caricato i bauli per me, mi ha accompagnato sul treno e mi ha offerto una delle sue preziose sigarette e all'inizio ho pensato che ci stesse provando, ma abbiamo parlato e se devo dirla tutta cara Lily, ora so Perché tutto il castello lo adora" 
rise alla fine Mary, tutte le ragazze nello scompartimento la guardarono stranite, tutte tranne Marlene ovviamente che aveva capito perfettamente la ragazza e che cosa la avesse colpita in James, perché era la stessa cosa che al primo anno quando piangeva nei bagni infondo al treno la aveva fatta avvicinare al Grifondoro.

"Oh santo Godric, quante sono queste- e Lily le piantò quattro dita della mano davanti al volto- oddio signore non sapevo che Potter ricorresse alla droga per adescare le ragazze, si vede che le solite oche non gli bastano più" 
tutte ora però erano fissate e stranite dall'ostinazione di Lily nel credere Mary drogata, l'ultima schiaffeggiò la mano della sua amica risentita e anche un po' stufa del comportamento della rossa e spiegò

"Sei ridicola Lily, Potter non mi ha molestato ne mi ha drogato, è stato soltanto gentile, se ti risulta così tanto difficile da credere, perché non lo constati tu stessa e impari a conoscerlo?"

Lily boccheggiò e poi si arrese sbuffando sonoramente sedendosi sul divanetto bluastro e guardando male le sue amiche che si erano lasciate andare ad una risata liberatoria, parlarono del più e del meno per una buona mezz'ora, poi Lily congedò, dopo aver indossato l'uniforme e aver appuntato con orgoglio la spilla da Caposcuola che aveva tanto negli anni passati agognato e che ora aveva finalmente nelle mani, la compagnia di amiche e sparì chiudendosi alle spalle la porta dello scompartimento camminando nel corridoio per andare in uno dei primi scompartimenti, quello riservato ai Caposcuola, dove si sarebbe tenuta la riunione di inizio anno.

Nel mentre nello scompartimento 34 si teneva il terzo grado di Mary McDonald, un non curante delle continue restrizioni incise nei cartelli ogni cinque metri attaccati negli spazi di metallo lasciati liberi dai finestrini James Potter stava smaltendo la sua sigaretta Marlboro che teneva tra l'indice e il pollice come era sua abitudine e stava percorrendo il corridoio con la sua tipica camminata pigra e svogliata, ma allo stesso tempo sdegnante di tutto e di tutti, non vedeva l'ora di trovare dove i suoi amici e Frank Paciock fossero finiti ma allo stesso tempo aveva bisogno di stare da solo, 
"che tipetto la McDonald"
pensò e a quei pensieri rimembrò la conversazione tenuta poco tempo prima con la protagonista dei suoi pensieri, la sua irriverenza e il suo non essere minimamente mai in soggezione quando lui le rivolgeva la sua attenzione lo avevano attratto tanto da arrivare a offrirle una delle sue preziosissime sigarette, ma si disse subito che il motivo fosse che era abituato a vedere soggezione e idolatria nei suoi confronti quando si rivolgeva a una delle tante ragazze con cui si rapportava e Mary che non era nemmeno lontanamente del calibro delle oche che lo circondavano le era sembrata un pesce fuor d'acqua.

Preso come era da quei pensieri non si rese conto di essere arrivato allo scompartimento dove era certo ci fossero i suoi amici, il suo non era acume era solo il suo grande spirito di osservazione che in quel momento aveva davanti un'orda di ragazzine incollate ad un vetro dove dietro sicuramente era comodamente seduto uno dei loro idoli, Sirius Black.

James ci mise tutta la sua buona dose di auto controllo per non schiantarle una ad una, possibile che davvero non capissero che se volevano così ardentemente essere le poche che oltre ad essere entrate nei loro letti erano passate al livello fidanzate, disegnare cuori negli aloni di alito sui vetri del loro scompartimento non era sicuramente la cosa migliore da fare ma la peggiore?

Riuscì piano piano e con promesse di appuntamenti ad Hogsmeade che ovviamente non si sarebbero mai tenuti ad evacuare la zona e ad entrare nello scompartimento, non fece in tempo a sedersi che la calca si era già riformata come un erbaccia incolta, si abbandonò sul sedile in una posa molto poco composta e allungò le gambe in modo che poggiassero sul libro che il suo amico Remus stava avidamente divorando

"Prongs, siamo già isolati da un'orda informe di innumerevoli oche giulive tutto a causa tua e di quel coglione di Padfoot, vuoi davvero provocarmi?" 
Il moro decise di dare ascolto alla richiesta silente dell'amico di non rompere le pluffe per una buona volta e rivolse la sua attenzione al suo compagno preferito di malefatte, seduto sull'altro divanetto accanto a Peter

E Frank che dormiva talmente profondamente che sembrava non lo facesse da anni

"Da quanto è che stanno là fuori?"

Chiese ghignando ad un Sirius Black intendo a mangiare il bottino di guerra che doveva aver saccheggiato dalla Signora del carrello e che condivideva in quel momento con un altrettanto affamato Peter Minus

"Oh da quando è partita questa ferraglia, prima erano anche di più poi alcune hanno ceduto agli istinti primordiali, altre sono state eliminate brutalmente dalle concorrenti, niente spargimenti di sangue stavolta purtroppo,( si riferiva a quando Melody Patterson aveva sbattuto ripetutamente e con voga la testa di una ragazzina che aveva osato rubarle il posto più vicino al vetro dello scompartimento un anno prima) e ora che ne hai mandate via un po' tu, sono rimaste quelle con due dita di cervello in più per capire che le speranze di un appuntamento ad Hogsmeade con noi saranno concretizzate solo se sotto l'effetto dell'amorentia" 
rise Sirius spostandosi una ciocca di capelli da viso e puntando la sua attenzione sul nuovo arrivato, lo guardò attentamente

"Dove sei stato mentre noi eravamo reclusi qui? La Evans ne sa qualcosa a riguardo o possiamo stare tranquilli che non ci toglierà punti prima di iniziare l'anno come tutti i fottuti anni?" 
Si sporse verso il viso del suo migliore amico e la sua espressione enigmatica ma questo lo spinse di nuovo al suo posto accompagnando l'azione con un sonoro sbuffo

"Che tu ci creda o no, non ero in cerca della Evans, ho aiutato una donzella, lady Mary McDonald, a caricare i bauli sul treno e poi l'ho accompagnata al suo scompartimento, non ci ho mai provato e sono fiero di me stesso" 
si batté la mano sul petto gonfio di orgoglio, l'attenzione di Remus Lupin era stata catturata al sentire il nome della ragazza con cui il suo amico aveva condiviso parte del viaggio in treno, era un'attenzione talmente ben nascosta, si convinse lui, che i suoi amici non avrebbero notato mai lo spostamento della sua attenzione dal libro al discorso di James.

L'ultimo menzionato sentiva di aver dimenticato qualcosa, che c'era qualcosa che doveva fare e che ora gli sfuggiva, ripercorse la lista di cose da fare che Remus gli aveva stilato quella mattina:

- alzarsi

-lavarsi

- non riaddormentarsi

-fare il baule

-colazione

-prendere la spilla da Caposcuola

-uscire da casa in orario possibilmente

Nessun indizio apparentemente, ripercorse le tappe, poi l'illuminazione lo fece per poco strozzare con la sua stessa saliva

"Merda, la Evans mi ucciderà, mancano cinque minuti all'incontro con quei cretini masochisti dei prefetti e io sono ancora qui a raccontare della McDonald"

Si vestì in fretta e non si curò nemmeno di tirare la tenda della porta a vetri dello scompartimento provocando i sospiri e gli urletti delle ragazzine, si appuntò quella stupida spilla e si catapultò nel corridoio non prima di essersi girato e aver rivolto uno sguardo divertito al ragazzo che in quel momento stava fingendo di leggere

"Caratterino interessante lady Mary McDonald, bella scelta Moony"

iniziò a correre ignorando l'ennesima regola scritta sui cartelli sulle pareti,  fino a che non lo colpì qualcosa in viso, anzi non lo colpì qualcuno in viso, il sangue bagnava lo zigomo dolente del Caposcuola che un po' intontito per il colpo arrivatogli d'improvviso cercava chi fosse tanto prode da sfiorarlo, trovò presto la fonte, Michael Duxe, un serpeverde nerboruto quanto stupido, si stagliava davanti a lui con un sorriso soddisfatto in volto, davanti a lui sollevato denti centri metri da terra grazie alla mano dello scimmione c'era uno spaventato e sollevato che il colpo non lo avesse incassato lui, Tom Howard, era amico di James perché le loro famiglie seppur lui fosse babbano di origine si conoscevano e i due condividevano anche il fatto di essere stati capitani di Quidditch rispettivamente di Corvonero e Grifondoro

"Duxe, molla la presa o giuro che con uno schiantesimo ti faccio fare tutto il treno sui denti"

Ringhiò James cercando di proteggere il suo amico, quel giorno la sua vena di Masochismo doveva proprio essere molto florida, Duxe per tutta risposta rise, una risata stupida e gongolante e poi cercò di sferrare un pugno a James, ma la sua scarsa mira lo tradì nuovamente e il pugno venne incassato da Tom, che ottenne come premio un naso rosso, rotto e sanguinante, James decise così di reagire, non sarebbe stato un buon inizio da Caposcuola ma non aveva voglia di sprecare il suo tempo con quel troglodita di Duxe, caricò e sferrò un destro ben piazzato a differenza del suo avversario tra naso e bocca e un altro dritto sulla mascella così che in poco tempo la montagna priva di materia grigia di nome Duxe giacesse per terra svenuto e con la mandibola dislocata.

James si caricò Tom che doveva essere quello messo peggio dei reduci dell'incontro e con passo spedito, con un braccio del suo amico intorno al collo lo portò all'infermeria alla fine del treno accanto alle carrozze riservate ai prefetti e ai professori. Fortuna volle che proprio davanti a uno di questi si stanziasse in tutta la sua magnificenza la figura sinuosa di Lily Evans che sembrava alquanto nervosa, era a causa del suo ritardo si disse James, e che tamburellava un piede sul pavimento rivestito di moquette.

"Potter final- poi aguzzò lo sguardo e il suo tono cambiò- che è successo a lui?" 
puntò il dito contro il peso morto sulle spalle di James, esaminò anche la figura di quello che sarebbe stato suo malgrado il suo compagno di ronde per quello che sarebbe stato un interminabile anno e trovò il livido violaceo e il rigolo di sangue che sgorgava da esso sullo zigomo e collegò, ma per la prima volta in vita sua sbagliò completamente

"Io ancora non mi capacito di come Silente abbia potuto darti questa responsabilità di Caposcuola, e tu te ne fotti così altamente, cosa volevi fare eh Potter farti bello davanti ad una delle tue ochette e quindi hai deciso di massacrare l'ennesimo essere umano che ti intralciava la strada?" 
Gli urlò lei puntandogli il dito sul petto e poi guardandolo con disprezzo, James non fece in tempo a spiegare che uscì dalla porta dello scompartimento adibito a infermeria una figura molto nota a lui.

Dorcas Meawdones in tutta la sua bellezza era appena spuntata dalla porta dello scompartimento e si era appoggiata allo stipite per aspettare che il buffo trio che aveva davanti entrasse, poi si soffermò su uno dei tre e sul suo viso spuntò un sorriso dolce

"Guarda cosa vedono le mie iridi, James Potter, come andiamo Potterino?" 
gli si avvicinò muovendo sensualmente i fianchi sotto lo sguardo indagatore e allibito di Lily, come faceva Potter a conoscere ogni persona che respirasse? Chi era quella strega e come mai era così in confidenza con lui? Queste domande frullavano nella testa della ragazza mentre si spostava dal corridoio all'infermeria

"Una meraviglia come vedi, Dorcas, tu che mi dici, mia madre ha deciso di promuoverti finalmente o sei ancora la sua leccapiedi preferita?"

Dorcas, ecco il nome della Strega e doveva lavorare per la madre di Potter, la quale nessuno nel mondo magico mancava di sapere essere una dei Medimaghi più capaci e primario del San Mungo. Dorcas e faceva il medimago. Davvero  molto poco per nutrire la curiosità di Lily.

"Io vengo retribuita per leccare i piedi a tua madre, tu invece Potterino?" 
detto questo si mise all'opera e rimise in sesto il ragazzo, che ancora un po' intontito si alzò dal tavolo e strinse la mano a Potter ringraziandolo e andandosene tutto pimpante. La sua fame di notizie la stava divorando.

"Evans, visto che è tua abitudine ficcare il naso dove non ti riguarda, ti risparmio la fatica, primo: lei- indicando la strega dai capelli biondi- è Dorcas Meawdones, una dei tanti specializzandi in Medimagia sotto il controllo di mia madre, nonché mia amica in quanto siamo vicini di casa" 
fece una pausa per vedere la mano di Lily che veniva accompagnata da un sorriso d'imbarazzo verso Dorcas, poi riprese

"Secondo: Tom Howard non è pazzo e nessuno gli ha modificato la memoria, l'unica pazza psicolabile sei tu che non mi hai nemmeno lasciato spiegare, mentre stavo arrivando allo scompartimento per i Caposcuola, ho incontrato Duxe che voleva darne di santa ragione a Tom, così gli ha sferrato un pugno che, visto che quanto a mira fa pena, ha colpito il mio regale zigomo, poi ho cercato di farlo ragionare ma ha sferrato un pugno a Tom, allora io per salvare Tom da morte certa ho accoppato Duxe, ho caricato di peso Tom e sono venuto qui e poi tu mi hai aggredito"

Lily si sentiva dannatamente stupida e lo sguardo che le riservava la Meawdones non era d'aiuto, si sentiva in colpa ma questo lo mise a tacere facilmente, poi si alzò e si diresse verso James, stava per fare qualcosa di cui si sarebbe amaramente pentita

"Io...ecco... Dio ma c'è gente che lo fa tutti i giorni questa cosa?...Io... se vabbè scusa, ti avrei dovuto far spiegare" 
ma Potter non sembrava soddisfatto

"E scusa per aver messo in dubbio la sanità mentale di Silente per averti scelto come Caposcuola" 
proferì con tono annoiato, poi si diresse alla porta, salutò educatamente Dorcas e aspettò che James facesse lo stesso, quando quest'ultimo si alzò e abbracciò la bionda, la faccia di Lily si mosse in un'espressione di disgusto, che cercò di nascondere quando James le rivolse la sua attenzione di nuovo

"Andiamo, sia mai che il prefetto perfetto Lily Evans faccia ritardo" scherzano con la Rossa che come risposta con grande stupore del Caposcuola gli fece il verso e gli dette una spinta amichevole. Entrarono ridendo nello scompartimento dei Caposcuola sotto gli occhi esterrefatti dei Prefetti che li aspettavano lì dentro, per due semplici ragione: James Potter e Lily Evans che di solito conversavano con un botta e risposta di incantesimi e fatture ora in quel momento ridevano tranquilli e non sembrava ci fossero stati segni di lotta e la seconda: Lily Evans il prefetto perfetto non arrivava mai tardi e ora aveva ben non cinque ma dieci minuti di ritardo.

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Capitolo 5
*** cap.3.2.-Il cibo, la cura ad ogni melodramma ***


il, cibo la cura ad ogni melodramma 1

Entrarono ridendo nello scompartimento dei Caposcuola sotto gli occhi esterrefatti dei Prefetti che li aspettavano lì dentro, per due semplici ragione: James Potter e Lily Evans che di solito conversavano con un botta e risposta di incantesimi e fatture ora in quel momento ridevano tranquilli e non sembrava ci fossero stati segni di lotta e la seconda: Lily Evans il prefetto perfetto non arrivava mai tardi e ora aveva ben non cinque ma dieci minuti di ritardo.

I due giovani sentirono gli occhi dei presenti addosso, la ragazza dai capelli rossi si girò elegantemente, tirò fuori dalla borsa di pelle una pergamena e la porse ai presenti come se nulla fosse successo, sotto gli occhi incuriositi di James e proferì annoiata

"Noto con piacere che siete tutti nuovi, finalmente Silente si è deciso a rinnovare la troupe, bene cominciamo dalle cose basilari, questo è James Potter- 
indicandolo e lasciando che i prefetti lo salutassero o gli rivolgessero occhiatine imbarazzate- 
ed io sono Lily Evans ed ho cinque regole, prima, c'è un'emergenza? Chiamatemi solo se non sono già intervenuti i professori o se questi hanno richiesto la mia presenza, se arrivo lì e si è già tutto risolto mi premurerò di farvi fare tutte le ronde notturne di quel mese, e così si arriva alla seconda, se vedete qualcosa nei corridoi durante una ronda notturna, cercate di mantenere il controllo e vedervela da soli, Silente non è un incosciente vi ha scelto per una ragione e non ho piacere quando mi si sveglia nel cuore della notte per tre ragazzini che hanno infranto il coprifuoco, terza, se non potete presenziare alle ronde una volta, dovete farlo presente una settimana prima o in caso di malattia anche il giorno stesso e non mi portate motivazioni che so per certo che nel 70% dei casi sono false, non mi interessano i vostri affari, e poi c'è la quattro, queste regole sono per questa stretta cerchia che non include il corpo insegnanti, se solo vi azzardate a proferire parola con uno di loro sarà mia unica premura affidarvi la supervisione delle peggio punizioni al posto di quella di Gazza. Tutto chiaro?" 
Potter la guardò divertito e si disse che non avrebbe mai voluto trovarsi al posto dei prefetti in quel momento, specialmente di quello di Corvonero che ora stava alzando titubante la mano per prendere parola

"Scusa Evans, queste sono quattro, tu hai detto che c'erano cinque regole, ma ne ho contate solo quattro" 
disse lui cercando di non balbettare, cosa che fallì miseramente quando la rossa puntò i suoi occhi verdi verso di lui e finì

"La Quinta, che tu inconsapevolmente hai già infranto, è che non mi dovete contraddire mai" 
poi stiracchiò un sorriso rassicurante, riprese il foglio con le firme e lo rimise nella borsa

"Tutto chiaro o vi serve uno schema?" 
Si alzò, ma poi si risistemò a sedere sul sedile bluastro e disse

"Giusto che scema, dimenticavo, alla fine del banchetto di inizio anno dovrete radunare e fare anche un veloce censimento di tutti i primini delle vostre case, scortarli alla vostra sala comune, dare loro la parola d'ordine e spiegare tutte le cose che potrebbero essere utili per la loro incolumità, tutti tranne Grifondoro, ci penseremo io e Potter, voi sarete occupati nella prima ronda notturna, non vi devo nemmeno ricordare che se so che uno dei primini non si trova sotto le sue soffici coperte sognando di uccidere un ungaro spinato con il solo aiuto del pezzo di legno che lui chiama bacchetta dopo il coprifuoco, passerete il quarto d'ora più brutto della vostra esistenza, vero?"

Poi squadrò il gruppetto che sembrava star rimuginando sul fatto che fare il prefetto con a capo Lily Evans era più pericoloso ed estenuante di battersi contro Voldemort in persona, infine si alzò finalmente e lasciando un pacco di pergamene sul tavolo in mezzo allo scompartimento si apprestò verso l'uscita seguita da un sempre più divertito James Potter, si girò facendo spostare i lunghi capelli che schiaffeggiarono il prefetto di Serpeverde e puntò il dito verso i fogli

"Questi sono gli orari delle ronde, grazie anche al fatto che quest'anno ci sarà pure una squadra di Auror a sorvegliare la scuola, si tratta soltanto di alzarsi da letto e girovagare per la scuola due volte a settimana, carico che sono certa potete sopportare tranquillamente"

Poi sbuffò una mezza risata e disse

"Tranquilli se siete intimoriti dalla mia fiscalità e antipatia temporanea, si tratta solo di oggi dovevo portare avanti la tradizione dei caposcuola che il primo giorno stilano i loro ultimatum, non sono così tanto un dito nell'occhio in verità, ma se le regole che ho detto non verranno rispettate posso anche diventare peggio ve lo può assicurare Potter qui presente" 
riservò un occhiolino divertito ai presenti che tirarono un sospiro di sollievo e si dissero che mai avrebbero osato evadere il codice della Furia Rossa.

Lily Evans e James Potter si trovarono così a ripercorrere la strada in senso contrario, per la prima volta in vita loro in egregio silenzio scandito soltanto dalle risatine che il ragazzo emetteva o dai saluti che i due lasciavano alla gente che li incontrava lungo il corridoio, a rompere il ghiaccio fu James

"Allora Evans, che mi racconti? Passata bene l'estate?" 
con sommo stupore della rossa sembrava davvero interessato a sapere della sua estate, così decise di accontentarlo

"Un idillio Potter, la parola giusta che descrive la mia estate è "Horror", prima che tu me lo chieda è un tipo di film che tentano di turbare l'anima di chi li guarda"

Spiegò lei con un sospiro di stanchezza e con un gesto annoiato della mano davanti al viso

"Evans, mio padre è fissato con i babbani, potesse ne accoglierebbe una quantità inconsueta in casa, ecco perché abbiamo rischiato più di una volta di essere esclusi con grande piacere di mia madre dalle "sacre 28", quindi conosco il genere di cui stai parlando e ti chiedo cosa ti ha portato a scegliere proprio questa parola come riassunto?" 
la informò lui sotto lo sguardo incuriosito di Lily, mentre si accendeva l'ennesima sigaretta che aveva estratto dall'astuccio rosso e bianco riposto poi accuratamente nella tasca del mantello

"Ho una famiglia di babbani, fissati con l'idea che esista un Dio che regola il destino di tutti, che sono tutti biondi e bassini cosa che mi ha fatto credere più volte di essere stata adottata e per finire un'amabile sorella psicotica e bipolare che mi odia e che ha deciso di rovinarmi tutta l'estate con i preparativi del suo matrimonio perfetto, con il marito perfetto, con la tabella di marcia perfetta, in sostanza tutto va come deve andare e puntualmente va di merda" 
tirò fuori dalla tasca della gonna il suo astuccio di Lucky Strike, ne estrasse una, la accese e aspettò che il ragazzo che la osservava con un sopracciglio alzato le facesse notare che il prefetto perfetto Lily Evans fumava e per di più in un ambiente dove da qualunque parte ti girassi trovavi un cartello con il divieto, ma lui la lasciò interdetta

"Evans ma sul serio le Lucky Strike?"

"Taci Marlboro"

Il ragazzo ghignò e continuò a camminare lentamente mentre alternava i tiri suoi a quelli della ragazza

"Perchè?" 
Le chiese scrollando le spalle divertito dalla figura solitamente composta e ligia alle regole della sua compagna di tragitto che ora stava rompendo più di cinque regole insieme

"Cosa?"

"Evans ti reputo una ragazza intelligente, vuoi davvero che ti imbocchi come faccio con le oche di Corvonero quando mi chiedono di risentirgli Trasfigurazione o vuoi sputare il rospo?"

Lei sbuffò e finse un'espressione offesa poi scrollò la testa e per la prima volta non mentì a quella domanda

"In condizioni normali ti direi per dimenticare, ma sinceramente mi hai piacevolmente sorpreso con questo tuo non fare lo stupido per più di dieci minuti, quindi ti dico la verità, all'inizio lo facevo per poter uscire di casa con una scusa che non fosse La boccata d'aria, poi non so ma il fumo è come se si portasse fuori tutti i miei problemi, non pretendo che tu capisca" 
gli disse lei tranquilla e alludendo al fatto che tutti sapevano quanto fosse agiata la vita del rampollo dei Potter all'apparenza

"Pensi che la mia vita sia la novellina felice che la gente racconta solo perché sono un ragazzo viziato e cresciuto in un palazzo abitato in prevalenza da elfi domestici al suo cospetto? Ti facevo meno superficiale Evans" scherzò lui, cercando di nascondere la punta di delusione che gelava l'ultima sua constatazione che aveva fatto fermare la Caposcuola che ora lo osservava mentre gettava la sua sigaretta dal finestrino della locomotiva

"Oh... no no, io non intendevo questo, cioè un po' sì, ma capiscimi, non conoscendoti e conoscendo solo il tuo lato immaturo e viziato ho poco su cui basarmi per non ritenere le voci sulla tua vita perfetta non vere" rise lei mentre cercava di riportare la conversazione come era prima e come aveva apprezzato nel cammino verso lo scompartimento, dal canto suo il ragazzo se ci fosse stata una ragazza qualunque a sentire la sua risposta avrebbe detto "Vediamo di costruire qualcosa su cui basarti per sfatare questo mito" ma lei era Lily Evans ed era certo che avrebbe rovinato anche il poco che aveva costruito con tenacia in quei due minuti, cercando di trattenere l'istinto di invitarla ad Hogsmeade, era cresciuto quell'estate, se ne era accorto quando l'aveva rivista, la rossa che per lui era solo una scommessa in quel momento era diventata la dipendenza più dolce e più bella nell'immaginario di James Potter, se davvero voleva far vedere quanto fosse maturato e soprattutto se voleva così ardentemente diventare qualcosa di più di "Potter troglodita stupido idiota viziato" doveva andare con calma e cautela e per gradi anche se questo avrebbe dovuto richiedere l'uso massiccio di autocontrollo.

"Ti devo purtroppo dare ragione, quando mi impegno sono un vero dito in culo, passami il francesismo, inoltre porto al dito un anello con uno stemma e ho una divisa per presenziare alle riunioni di famiglia, ma anche Grace Kelly aveva i suoi demoni" il ragazzo riportò l'attenzione su Lily che un po' resistette all'istinto di scoppiare in una risata sguaiata per il paragone fatto, ma non resistette e James si beò per tre minuti del sorriso luminoso e la risata cristallina che la ragazza per la prima volta da quando la conosceva gli aveva rivolto

"Mary aveva ragione Potter, sei pieno di sorprese, come ti è venuta in mente Grace Kelly?" Gli chiese lei tra una risata e l'altra, lui per tutta risposta si fermò davanti alla porta di uno scompartimento, che la rossa capì fosse di proprietà dei Malandrini dalla l'orda di oche che attorniava lo sportello in vetro, fece per andare avanti verso il suo scompartimento, quando lui la bloccò per il braccio, la folla si ammutolì

"Grace Kelly ha sempre avuto un certo fascino per mia madre che ha fatto coniare ai folletti una collana uguale alla sua in smeraldi e comunque penso che quello che cerchi sia qui" la rossa si avvicinò allo scompartimento dei Malandrini con riluttanza e vide che James aveva ragione, le sue amiche avevano lasciato lo scompartimento 34 e si erano sistemate insieme ai ragazzi di Grifondoro, tutta colpa di Alice si disse lei, il ragazzo aprì la porta e spinse la ragazza dentro per poi richiuderla subito alle spalle di scatto per non far entrare la folla di ragazzine, poi con uno sbuffo si accomodò accanto alla sua amica, la ragazza che aveva spinto così energicamente da farla cadere gli rivolse un'occhiataccia

"La cavalleria questa sconosciuta, Potter" mentre si alzava dolorante aiutata da Marlene che rivolse un'occhiata scettica all'amico occhialuto per la frase che lui riservò alla rossa

"Ricorda Evans, è Grace Kelly ad essere corteggiata non il contrario"

la destinataria della frase alzò gli occhi e sbuffò una risatina schiaffandosi una mano in viso

"Prongs, hai drogato la Evans per caso? Perché in questo momento non ti sta uccidendo e sta persino ridendo" tutti annuirono come a confermare lo stupore di Sirius Black

"Giuro sulla mia Nimbus 1000 che non le ho fatto niente" rise lui, mentre stendeva le gambe e le poggiò su quelle esili Mary McDonald che lo guardò con uno sguardo di fuoco che lui finse di non aver notato

"E allora come ti sei fatto quel livido, se non c'entra Lily?" chiese Marlene poggiando il pollice sul livido ormai schiarito dove campeggiava una lieve cicatrice, sperava fosse stata Lily e quindi al sentire che invece non fosse così, la preoccupazione prevalse

"Lene, tranquilla non è niente davvero-prese la mano della sua migliore amica non ancora del tutto convinta e la strinse, rassicurandola con un sorriso-è solo quel cretino di Duxe che ormai è inoffensivo e che cercava di uccidere Tom Howard, poi ho incontrato Dorcas in infermeria, prima che tu ti preoccupi, mia madre l'ha esiliata lì, e poi sono andato alla riunione con i prefetti insieme alla cara Evans, che mi ha ricordato vagamente la Signora Tompson quella che ci faceva da babysitter e che si ostina a dire che le Lucky Strike sono meglio delle Marlboro" le spiegò paziente lui e per la prima volta lo scompartimento vide gli effetti benefici che James Potter aveva su Marlene McKinnon senza i quali probabilmente la ragazza avrebbe affatturato tutta Hogwarts in sei anni, Sirius interruppe la scenetta

"Molto commovente, ma non so se vi siete accorti che mentre facevate la vostra seduta psicanalitica sta ferraglia si è fermata" tutti quindi si alzarono in piedi e cercarono di darsi una sistemata per essere presentabili, dallo sportello videro la fila di primini che spaesati si rodevano dalla curiosità e dall'ansia di cosa li avrebbe aspettati varcando la porta di uscita della locomotiva e ebbero tutti la stessa reazione nostalgica, poi Frank Paciock prendendo per mano la fidanzata aprì lo sportello del loro scompartimento e si incamminarono dietro la fila di primini

"Come sono bassi, eravamo anche noi così nani allora?" Constatò Sirius ridendo all'amico Caposcuola

"Guarda là- disse l'altro indicando un gruppetto formato da cinque ragazzine- quella mora non ti sembra Cassandra?" Lo spintonò un po' per il braccio e gli fece puntate l'attenzione sulla ragazzina dalla folta chioma mora che stava saltellando indisturbata insieme alle sue amiche, presto la comitiva scoprì che quella fosse Cassandra Dearborn, la cugina di nobile stirpe ovviamente sia di Potter che di Black, l'ultimo fischiò sonoramente

"Cassi cassi, gira il tuo ragale faccino" emise quella frase canticchiandola con un motivetto,

La ragazzina si girò così come tutte le sue amiche che emisero degli strilletti indistinti, la bionda tra loro con un grande sorriso adulante chiese all'amica

"Cassi, come conosci Potter e Black e perché non ce lo hai detto prima?" L'interessata sbuffò e poi puntò il dito verso i due ragazzi

"Li conosco perché purtroppo erano presenti alla mia nascita in quanto miei cugini e non ve l'ho detto prima per evitare questo" ed indicò le facce mezze perse delle sue amiche, che congedò dicendo che sarebbe presto arrivata dal gigante che le avrebbe scortate alle barchette in legno

"Su Cassandra più garbata, la mamma non ti ha insegnato le buone maniere?" Ghignò James mentre prendeva posto alla destra della ragazza seguito dal suo compare che era alla sinistra della cugina

"Sapete tutte le volte che vi vedo insieme cosa penso?"

I due fecero segno di no

"Penso a quanto sarebbe bello essere orfana" i due risero e scompigliarono i capelli della ragazzina

"Oh Cassi Cassi, la tua irriverenza nei nostri confronti è esilarante, dicci un po' hai pensato a come affrontare le tre prove per accedere allo smistamento?" Cassandra li guardò confusa e la combriccola dietro ai ragazzi capì che la poveretta stava per farsela sotto

"Certo, le tre prove misteriose prima di raggiungere la sala grande, te lo ricordi quel ragazzo Nicolas Peterson, pace all'anima sua, chissà cosa si prova ad essere ridotto in cenere da un ungaro spinato?" Concordò James ghignando, la vista della faccia persa della cugina era esilarante, aveva abboccato

"E... e... a voi che è capitato?" Chiese lei balbettando

"A me prima il tranello del diavolo e poi non ricordo, ma credo fossero le acromantule, infine non ricordo, ma James ha avuto anche di peggio perché ha mostrato timore all'inizio, quindi gli è capitata una chimera, gli inferi e poi infine non ricordo... mi aiuti James?"

"Credo fosse un tuono alato, ma non ho così tanta lungimiranza al momento" lo soccorse l'amico mette se la rideva sotto i baffi.

La ragazzina scappò via spaventata e per andare a raccontare tutto alle sue amiche, che povere di certo non sapevano a quale destino sarebbero andate contro

"Ma davvero? Le tre prove? Siete veramente degli stronzi" rise Remus il quale a suo tempo era cascato a sua volta nella trappola delle fatidiche tre prove, le ragazze li guardarono con disapprovazione e l'allegra combriccola uscì dalla locomotiva per incamminarsi verso le carrozze che li avrebbero scortati al castello, l'atmosfera era surrealmente tranquilla e i ragazzi si ritrovarono a sorridere alla frase di un Frank Paciock alquanto sollevato

"Ragazzi bentornati a casa".

Tra scherzi e battute arrivarono al castello che si stagliava in tutta la sua importanza e magnificenza e che ogni anno stregava i cuori dei giovani che avrebbero soggiornato lì, con la sua atmosfera intrigante conferita dal fatto che la prima vista che gli studenti avevano di esso era quando era illuminato solo dalle sporadiche fiaccole e dalla luce della luna che si rischiarava nell'immenso lago davanti al castello, il lago nero, dimora di innumerevoli creature magiche di cui l'indiscussa regina era la piovra gigante che i Malandrini avevano comprato da Mundungus Fletcher e avevano fatto crescere nel lago nero. Il lago immenso e sempre placidamente calmo era anche il panorama mozzafiato della piccola capanna ai limiti della foresta proibita dove risedeva il guardacaccia, Hagrid. 
Il parco bagnato da uno dei soliti acquazzoni inglesi era completamente buio e cupo, così come quasi tutte le alte torri del castello e nell'insieme conferiva un'aria inquietante a tutto.

Percorsero il grande corridoio dotato di un pavimento in marmo bianco, e pensarono che Hogwarts dopo la ristrutturazione e ricostruzione post guerra fosse magica e intrigante quanto quella di prima se non di più, con loro grande sollievo, si sistemarono nelle lunghe tavolate di legno sgombre di cibo, ma apparecchiate di tutto punto per ospitare le pietanze che sarebbero, come ogni anno comparse sui tavoli alla fine del lungo monologo di Silente.

Dopo un'attesa che sembrò interminabile, fece il suo debutto nella Sala Grande spalancando le ampie ed alte porte in quercia con un movimento risoluto della bacchetta, la professoressa più temuta e amata al contempo dai suoi studenti, Minerva McGranitt, stava sfilando alternando i passi scandendo il silenzio creatosi alla sua entrata con il rumore dei suoi tacchetti che picchiavano con convinzione sul pavimento di marmo venato. La figura longilinea e un po' allampanata aveva i suoi punti di riconoscimento distinguibili, i capelli bruni con da qualche parte delle venature grigie erano tirati con precisione in una crocchia bassa e nessun capello o ciuffetto osava uscirne, gli occhialini rettangolari che la donna teneva sulla punta del naso dritto erano senza montatura così che da lontano sembrava che nemmeno ci fossero, il volto sempre impostato in un'espressione austera era dotato di labbra sottilissime che quasi mai, e chi lo vedeva poteva ritenersi fortunato, si inarcavano in un sorriso.

La professoressa era seguita da un'abnorme orda di primini che sembravano incantati da quello che gli si prospettava davanti e che aveva fatto temporaneamente dimenticare loro il loro stressante, ma inevitabile destino, lo smistamento. Proseguirono con i volti pieni di stupore puntati verso il soffitto incantato che rifletteva il cielo oscuro e quasi senza luna di quella sera, puntellato di stelle dove le nuvole bigie non tappezzavano l'orizzonte, molti di loro salutarono cugini, amici o fratelli più grandi che li rassicuravano e auguravano loro buona fortuna.

Arrivarono al podio in legno con lo sgabello basso e la McGranitt tirò fuori da un sacco sdrucito un cappello che tutto sembrava fuorché indossabile senza attirare le occhiate di scherno della gente.

"A turno quando sentirete il vostro nome vi presenterete su questo podio, io vi metterò il cappello in testa e lui deciderà dove smistarvi, non devo ricordare che chiunque fosse convinto che avrebbe affrontato ardue prove per essere smistato rimarrà deluso" guardò assottigliando gli occhi prima Cassandra e poi i suoi cugini che tirarono un bacio alla professoressa che decise che ignorarli sarebbe stato meglio per tutti.

Lo smistamento cominciò, ma l'attenzione dei presenti nella sala fu catturata soprattutto da alcune ragazzine:

"Ophelia Crookshanks"

La strega si presentò sul podio con passo spavaldo e il viso contratto in una smorfia di superiorità, il cappello non sfiorò nemmeno la testa della ragazzina

"Serpeverde"

La tavolata verde e argento si aprì in un'esplosione di fischi e applausi accogliendo la giovane strega i cui colori della divisa cambiarono

"Cassandra Dearborn"

La sala fissò l'erede di tanta fortuna e la proprietaria di un cognome così importante e l'attesa era silenziosa e tesa come quando vennero smistati James Potter e Sirius Black, la ragazzina dal canto suo, già sollevata nel non dover affrontare creature fantastiche di ogni genere come le avevano confidato mentendole i cugini, si mosse con fierezza verso il cappello, si sedette con convinzione sullo sgabello e aspettò il verdetto, la casa che l'avrebbe accolta sarebbe stata onorata della fortuna che i suoi genitori avrebbero mandato alle casse della scuola, il cappello sembrò pensarci sù, ma quasi subito urlò

"Grifondoro"

Sopra le urla e gli applausi della tavola di Grifondoro si levò la voce di suo cugino James

"Oh sì, grande Cassi Cassi, ho vinto cinque galeoni, sgancia Black"

Urlava ridendo, nel mentre l'amico gli dava la somma

"Eh andiamo Cassi Cassi dovevi fare una cosa bene, una sola" si lasciò cadere sulla panca e accanto a lui i primini che si erano accomodati risero a quella visione

"Sono in Grifondoro, una Dearborn in Grifondoro, questo sì che rimarrà nella storia della famiglia" sorrise lei e si accomodò sulla panca.

Toccò poi a:

"Cliodna Finnigan"

Era la ragazzina bionda, amica di Cassandra, la quale la guardò nella speranza di fargli forza, si fece spazio titubante tra la folla per salire incerta sul podio di legno, si mise a sedere cercando di non svenire, il cappello le toccò a mala pena la testa e urlò alla sala

"Tassorosso"

Il volto di Cliodna sembrò rilassarsi in un sorriso a trentadue denti, salutò le amiche rispettivamente sedute una a Serpeverde e l'altra a Grifondoro e si sentì convinta di se stessa per la prima volta.

Toccò a

"Fleur Gorodok"

Che tutta pimpante saltellò fino allo sgabello dove si sedette in piena tranquillità e serenità e il cappello dopo un po' di esitazione uscì un distinto

"Corvonero"

La ragazzina se possibile ancora più felice di rifugiò tra le braccia del Prefetto di Corvonero che la accoglieva così come aveva accolto tutti i primini smistati nella sua casata

Con il nome Jackson Vablatsky smistato senza esitazione del cappello in Serpeverde, si concluse lo smistamento e subito sparirono lo sgabello e il cappello, come tutti gli anni, si avvicinò al leggio in oro intagliato perché raffigurasse un'enorme civetta con candelabri al posto delle ali, Albus Silente con un bicchiere di acqua viola sul quale tintinnò con una forchettina da dolce, si schiarì la voce e proferì lentamente

"Buonasera a tutti e benvenuti a quelli che hanno varcato per la prima volta le porte di Hogwarts e bentornati a chi torna a casa dopo una lunga estate.

Sono certo che siete a conoscenza del fatto che il castello dopo la guerra di Maggio è stato completamente ristrutturato e rimesso a lucido e direi di ringraziare gli studenti del sesto e del settimo anno per tutto questo- la sala si aprì in un applauso sonoro che fu messo a tacere dal gesto elegante dell'anziano mago in un gesto molto simile a quello di un direttore d'orchestra- detto questo proporrei anche un minuto di silenzio per tutte le vittime che Voldemort ha mietuto- tutta la sala ammutolì e sotto iniziativa di un'Alice Prewett sull'orlo delle lacrime tutti i componenti delle quattro case strinsero la mano dei loro vicini e chiusero gli occhi, i primini si concessero un silenzio di attesa e emozione aspettando con impazienza il momento in cui avrebbero potuto assaporare il loro primo banchetto e conoscere i compagni di casa, per gli altri occupatori della sala grande quel silenzio era l'ennesimo tentativo fallito di dimenticare cosa era successo in quel giorno di Maggio stranamente freddo e nuvoloso, troppi ricordi riemersero nelle menti dei giovani, troppe verità vennero a galla d'un tratto portando uno spiraglio di luce dove il buoi regnava padrone, c'era chi piangeva, nessuno osò però interrompere il silenzio disumano con singhiozzi, il dolore era così forte da ammutolirli, c'era chi invece le lacrime non le trovava, le aveva già finite e chi invece era divorato e straziato dai sensi di colpa e dalla codardia delle sue azioni rivissute nei ricordi, avrebbero, in un'altra mossa di codardia pura, voluto con tutti loro stessi obliviarsi la memoria e gettare i ricordi nel lago nero, altri ancora erano come pietrificati in una parvenza di superiorità, erano quelli che non si erano pentiti, quelli che avrebbero rifatto tutto, quelli che non avevano rinnegato il signore oscuro dopo la sua totale sconfitta, quelli in cui il rimorso aveva sventolato bandiera bianca e la loro regina era Bellatrix Black, in tutta la sua folle eleganza e compostezza.

Il minuto era finito, era volato via e con lui tutti i presenti cercarono di ricomporsi come se per quel lungo minuto fossero stati gelati, Silente guardò gli studenti e cercò di celare ogni sua emozione con un ampio e rassicurante sorriso

"Bene, direi di non indugiare troppo, anche Perché sono certo che avrete un certo languore dopo il lungo viaggio sull'espresso, quindi non mi dilungherò in inutili chiacchiere per troppo tempo, solo il tempo necessario a ricordare ad alcuni e a mettere al corrente altri di alcune regole che consiglio di seguire se non volete rimanere uccisi precocemente:-il preside sorrise e strizzò un occhio in direzione dei primini impauriti e dei Malandrini che ghignavano apertamente- l'accesso alla foresta qui intorno, la Foresta Proibita, come vi farà intuire il nome è severamente vietato, inoltre Mr Gazza, il nostro efficiente guardiano, mi ha esplicitamente chiesto di ricordare che è proibito mostrate le proprie abilità nella nobile arte della trasfigurazione e dell'uso di incantesimi nei corridoi del castello e di ricordare che chiunque sarà sorpreso a ricreare un qualunque ecosistema nel corridoio del settimo piano, sarà sottoposto a severe conseguenze- quel particolare divietò lasciò confusi i novellini e fece puntare l'attenzione degli altri studenti sul gruppo dei Malandrini che non avevano perso la loro espressione ghignante- le selezioni per entrare nella squadra di Quidditch delle vostre case si terranno nella terza settimana di lezioni e gli orari, con le pergamene per iscriversi saranno affisse nella vostra sala comune dai Capitani delle squadre che ricordo a tutti quest'anno sono: per Serpeverde, Amycus Carrow- solo la tavola di Serpeverde si mosse in un contenuto applauso, le altre tavolate guardarono in cagnesco verso la fonte del rumore-, per Tassorosso, Amos Diggory,- L'applauso si ampliò dal tavolo dei Tassi a quello dei Grifoni- per Corvonero, Angelina Redwood,- ai corvonero applaudenti si aggiunsero i Tassorosso, i Grifondoro si astennero per caricarsi per il loro capitano- ed ultimo ma non per importanza a Grifondoro, James Potter- la sala si levò in un fragoroso e lungo applauso, persino alcune serpi si misero ad applaudire e il tavolo dei Grifondoro esplose in un tripudio di fischi e cori per il loro indiscusso Genio del Quidditch, Silente riprese la parola- inoltre il Ministero della Magia per questo anno ha messo a disposizione una squadra di Auror specializzata che sorveglierà i corridoi e le entrate al Castello facendo ronde notturne, ecco Perché chi verrà trovato fuori dai dormitori dopo lo scoccare del Coprifuoco se non è un prefetto verrà sottoposto anche ad un interrogatorio da parte di questi. Ho finito con le noiosità per adesso, vi ricordò che alla fine del banchetto intoneremo il nostro inno, solo quattro parole: calzino, bicchiere, tapparella e lenza".

Alle ultime parole di Silente, magicamente sul tavolo apparve ogni tipo di pietanza possibile e immaginabile, gli elfi si erano superati quell'anno, pensò con rammarico Lily, e subito un'orda famelica di persone si tuffò su di loro con ferocia e brama. I piatti di Sirius, James e Frank era spariti sotto la moltitudine di cibo che ci avevano riversato dentro e che in quel momento stavano divorando con modi da cavernicoli

"Quando il vostro metabolismo fulmineo vi abbandonerà potrò sentirmi realizzato" disse Peter imbronciandosi e mangiando la misera coscia di pollo che aveva nel piatto

"Caro Peter, tu hai la fidanzata e noi abbiamo il cibo come unica consolazione" spiegò Sirius dopo aver inghiottito l'ennesimo boccone di Portidge con un gesto ovvio

"E allora Frank che ha sia la fidanzata che il cibo" chiese Peter con un sopracciglio alzato e il sorriso divertito dai suoi amici

"Beh lui si che è un uomo fortunato" proferì un James Potter indaffarato a rubare dal piatto del primino che sedeva accanto a lui l'ennesima fetta di torta alla melassa, quest'ultimo lo guardò offeso

"Ei tu, Potter, Perché la mia fetta di torta alla melassa è nel tuo piatto?"

Tutti gli studenti del settimo anno di Grifondoro osservavano il siparietto simpatico

"Beh ti hanno mai parlato della Magia di Hogwarts, ora hai la prova che esiste" sorrise fintamente il Caposcuola addentando la fetta contesa, il primino incrociò le braccia e si rivolse alla ragazzina che aveva davanti

"Dearborn, Tuo cugino è un coglione" proferì il ragazzino biondo, indicando il ragazzo accanto a lui

"E tu non avrai alcuna speranza di superare i provini di Quidditch" rispose tranquilla lei sotto gli sguardi confusi degli spettatori mentre addentava la sua quaglia arrosto

"Non è vero e poi che c'entra?" Disse lui un po' offeso dalla schiettezza della sua compagna di casa

"Pensavo che stessimo parlando di cose ovvie" fece spallucce e si riconcentrò nell'azione di presentarsi alla ragazzina bruna seduta accanto a lei

"I primini sono la peggio piaga dopo la sifilide" proferì saggiamente Sirius Black, sotto le occhiatacce delle ragazze

"Santo Merlino ora ricomincia con il monologo sulla sua intolleranza verso i primini" sospirò un esasperato Remus Lupin mentre si massaggiava la pancia, aveva mangiato decisamente più di quanto il suo stomaco potesse reggere

"A me sembrano così carini invece, con le loro faccine piccine, nelle loro uniformi piccine e con gli occhi estasiati da qualsiasi cosa che appaia nel loro campo visivo" proferì Lily sospirando e guardando gli esseri così piccoli che sedevano un po' più distanti da lei, tutti la guardarono disgustati

"Evans hai per caso fatto uso di stupefacenti?" Disse un alquanto allibito Sirius Black, nonché si aspettasse l'odio della Evans nei confronti dei piccoletti ma non era preparato a tutta quella dolcezza sconfinata tanto estranea ai comportamenti normali della ragazza

"Black non ci badare, Lily è "Lily sono felice della vita" in questo momento, Perché è entrata in modalità Lily Primo giorno, da domani sarà la solita stronza" spiegò rassicurando il ragazzo, Mary

"Quanti tipi di Lily Evans ci sono?" Fu Remus a parlare chiedendo timidamente spiegazioni alla McDonal, rispose però Marlene, con un gesto risolutivo della mano

"Più di 500, passiamo dai picchi di pazzia pura, un esempio è la Lily festa della vittoria di Grifondoro o Lily Estate a casa Mckinnon, a picchi di rompimento di pluffe all'ennesima potenza, come Lily alzo la mano perché so solo io questa cosa o Lily paranoica pre compito di aritmizia" i ragazzi la guardarono cercando di coprire la loro perplessità con una faccia di chi avesse capito tutto, poi Silente richiamò di nuovo l'attenzione del suo vasto pubblico

"Bene è ora che vi congedi, ma non prima di aver intonato il nostro inno" partì lui intonando i primi versi e poi si fermò

"Ognuno con il motivo che più lo aggrada" sorridendo ai suoi studenti, tutti intonarono un motivo diverso che portò la cacofonia della sala ad un livello fuori del normale, l'inno finì con James e Sirius che dovevano ancora dire gli ultimi due versi, visto che avevano optato per un motivo lugubre da marcia funebre, sotto lo sguardo frustrato e allo stesso tempo divertito della sala.

Le tavole si ripulirono e gli studenti un po' intontiti dalla quantità di cibo esorbitante che avevano ingerito si apprestarono a salire le scale e scomparire nei dormitori

"Potter sono esausta e la mia voce mi ha abbandonato, chiama i primini per me con grazia" il moro non se lo fece ripetere e il suono del suo potente fischio si fece udire in tutta la sala

"Piccole bestiole del primo anno di Grifondoro, muovetevi a venire qua, chi arriva tardi dormirà accanto alla signora grassa per una settimana" tutti un po' confusi ma con la consapevolezza di non voler passare una notte al vento gelido nei corridoi corsero verso i due

"Morgana dammi la forza, Potter per le mutande di Merlino questa è la tua grazia?" lo guardò male e poi rivolse la sua attenzione alla piccola folla davanti a loro che li guardava esitante

"Bene noi siamo i caposcuola Lily Evans e James Potter, seguiteci vi spiegheremo un po' le cose fondamentali da sapere per non perdervi nel castello, Potter inizi tu?" prese a camminare seguita dal collega e dai novellini che li guardavano intimoriti ma anche divertiti

"Con estremo piacere Indil, bene andiamo bestiole" si incamminò verso il corridoio centrale, e cominciò a spiegare velocemente l'uso proprio di quel corridoio

"Scusa come mi hai chiamato?Perché Indil, Potter svela il significato di grazia"

"Nah... credo che sia più divertente vederti macchinare mentre cerchi disperatamente di capirne il significato, Indil" la rossa strinse i pugni e prese il posto di Potter mentre cominciavano a salire le scale

"Bene stiamo salendo le scale, state bene attenti quando le utilizzate, a loro piace cambiare" detto questo indicò un punto indistinto sopra la sua testa, le scale in marmo si muovevano come le gru dei palazzi, indisturbate, i ragazzini iniziarono a bisbigliare e poi uno prese coraggio e chiese

"Scusa Evans, ma tu e Potter state insieme?" A quelle parole la caposcuola si strozzò con la saliva e dietro di lei il suo collega fece verso al novellino di tagliare con la mano e gli occhi divertiti

"D'ora in poi le vostre domande verranno ascoltate solo se pertinenti, sono stata abbastanza chiara?" Disse la ragazza che in quel momento si stava mimetizzando con la sua folta chioma da quanto era diventata rossa

"Bene continuiamo, questi sono i quadri, sono animati quindi non vi spaventate se vi parlano non avete le traveggole- James intanto stava parlando con il quadro della Sirena che gli rispondeva con una punta di malizia- oh andiamo Potter, sei così in astinenza che ci provi pure con i quadri? E tu Sirena tornatene nel bagno dei prefetti- prese per il braccio il Caposcuola e lo trascinò lontano mentre questo ricambiava i saluti dei quadri e la comitiva li seguiva tra i bisbigli di adulazione delle ragazzine tutte già innamorate del Capitano di Quidditch- dicevamo, bene il primo piano, qui trovate l'aula di storia della magia, quella di Babbanologia, quella di difesa e di trasfigurazione,l'infermeria, il bagno delle ragazze, la stanza di detenzione e molte altre sale che a voi non interessano"

Fece segno a James di continuare e mentre salivano le scale lui iniziò

"Secondo piano gente, bagno fuori servizio o dimora dell'infelice Mirtilla Malcontenta, e le aule che vi interessano non sono qui, l'unica che non abbiamo visto è quella di pozioni nei sotterranei, luogo di infelicità allo stato puro, ora proseguiamo su queste scale, terzo piano, non molto eccitante- si corresse con una gomitata nelle costole della collega- aula di incantesimi dal livello base a quello avanzato e la sala trofei l'aula più pulita del castello- vide la faccia confusa dei ragazzini e si affrettò ad aggiungere- la punizione più gettonata è passare tutta una sera a pulirla- salirono di nuovo altre scale- quarto piano, non molto importante c'è solo la biblioteca- salirono la rampa adiacente a quella appena fatta- quinto stramaledettissimo piano, le cose cominciano a farsi interessanti, guardate"

Nel mentre James continuava il suo lungo monologo sulla spiegazione del reticolo complicato della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, Lily non poté che notare con fastidio che tutti i primini lo ascoltavano rapiti, d'altronde erano conosciute le doti di grade oratore del ragazzo occhialuto, lo stesso trattamento non era riservato a lei quando parlava, i primini non erano rapiti dai suoi racconti anzi sembravano mortalmente annoiati.

"Ragazzini ora saliamo alle torri, mi raccomando che non vi venga mai in mente di tuffarvi di sotto, sennò al castello toccherà sopportare lo sproloquio di un medimago sull'importanza della vita e cazzate varie e se non morite nell'impatto ci penserà la popolazione di Hogwarts- i primini risero divertiti- la più alta è quella che fa da aula di Astronomia, poi c'è la guferia, poi la sala comune di Corvonero, la presidenza e poi c'è il fiore all'occhiello di questo castello, signori e signore vi presento la signora grassa"

Detto questo fece strada per le scale e si piazzò davanti al ritratto con un sorrisetto angelico in volto, fece un occhiolino al gruppetto e per poco non fece svenire le ragazzine che bisbigliarono tra loro osservando il Caposcuola continuare

"Lei è il nostro angelo custode" puntò il dito verso il quadro

"Oh James che sciocchino, non farmi arrossire, piuttosto la parola d'ordine?"

"Stavo per dire, il nostro controllore inflessibile e ligio alle regole"

Lily Evans alzò gli occhi al cielo spostò il suo collega lontano dal quadro e disse

"Schiopodo Sparacoda"

Il quadro si aprì rivelando uno spazio ampio e circolare dall'aria accogliente e molto più caldo rispetto agli altri ambienti del castello, questo dovuto al camino schioppettate vicino alle scale per i dormitori, la sala era ancora affollata dagli studenti più grandi, ma sovrastavano tutti quelli del settimo anno che stavano rumorosamente giocando a gobbiglie seduti davanti al fuoco sui comodi divanetti rossi.

La stanza era tappezzata in ogni centimetro di carta da parati rossa e oro, i colori che Godric Grifondoro aveva scelto per distinguere gli studenti appartenenti alle sue fila dagli altri, l'atmosfera era rilassata e un po' soporifera

"Amico, come va il tuo primo giorno di lavoro?" Urlò la voce canzonatoria di Black che si era improvvisamente stanziato alle spalle dell'amico, lasciando senza parole le ragazzine che ora guardavano la coppia estasiate sotto lo sguardo scettico e disgustato di Lily

"Direi che è giunta l'ora per voi di scomparire dalla mia vista, la parola d'ordine cambia ogni settimana e la troverete nella sala, non vi azzardate a dirla a qualche altro abitante del castello che non sia di Grifondoro o sarà mio unico interesse farvi passare una nottata insonne nella stanza dei trofei, quelle scale a destra sono dei dormitori maschili, quelle a sinistra di quelli femminili, voi maschi vedete di non farvi venire in mente di evadere dal vostro dormitorio verso quello femminile è vietato, quella è la bacheca delle comunicazioni, ci possono scrivere i prefetti, i caposcuola, il Capo della casa, la professoressa McGranitt e il Capitano e il vicecapitano della squadra di Quidditch, ora andate prima che vi schianti tutti" i primini guardarono la ragazza risentiti e seguirono però alla lettera le sue indicazioni scomparendo per le scale, nessuno quella sera scese in sala comune per prudenza

"Dov'è finita la Lily sono felice della vita?" Rise Sirius Black che si accomodò gustandosi gli ultimi tiri della sua sigaretta, la ragazza storse il naso, sbuffò e si mise a sedere davanti a lui

"È andata a farsi fottere e forse dovresti seguirla" lo guardò gelandolo sul posto era infastidita dall'adulazione che i primini avevano nei confronti di Potter, non poteva essere più bravo di lei in qualcosa che non fosse Trasfigurazione e il Quidditch in cui nessuno osava mettere in dubbio che fosse un genio indiscusso

"Che c'è che turba il tuo io interiore, Rossa?" Le rise in risposta Mary mentre le picchiettava la mano secca sulla spalla

"Niente, assolutamente niente"

"Io odio quelle specie di goblin" sbuffò James Potter mentre si accomodava accanto all'amico ed estraeva l'ennesima sigaretta dall'astuccio di carta rossa e bianca, questo non fece che fomentare Lily che sbuffò e strabuzzò gli occhi

"Tu non hai il diritto di odiarli"abbaiò lei esterrefatta

"Questa è un'altra cosa che non possiamo condividere?" Sbuffò una risata divertita lui seguito da quella di Sirius e Marlene divertiti dalla reazione spropositata della loro compagna di casa

"Non è quello, loro ti amano, ti adorano, le guardi le persone quando parli loro? Evidentemente no, perché ti saresti accorto di come riesci a rendere un luogo insignificante come la guferia, la cosa più interessante al mondo per quegli "gnomi"" lo guardò con tutto il disprezzo

"Sai vero che quello che gli hai detto è un complimento?" Rise divertita Emmeline accoccolata su una poltrona che condivideva con il suo ragazzo Peter

"Non è questo il punto, il punto è che non mi capacito di come a te ti guardino così e a me mi guardino come se fossi un panciasquamato ucraino o nel migliore dei casi come si guarda il professor Ruf"

Alla fine di quella frase, tutti esplosero in una fragorosa risata e la rossa si indispettì ancora di più

"Voi non mi capite"

"Sei ridicola Indil e soprattutto magari potrebbe aiutare non intimargli di essere schiantati" ride James mantre la guardava sedersi nella poltrona libera

"Indil?" Lo guardò divertito Remus che giocava a scacchi con Frank

"Oggi Potter ha deciso di essere ucciso" spiegò con fare ovvio Lily mentre estraeva una lucky strike dal pacchetto color oro e l'appoggio tra le labbra rosee, Alice spinse via il fidanzato che si guardò intorno e cercò di capire cosa avesse sbagliato e la ragazza rivolse l'attenzione sulla rossa

"Tu fumi?" Le urlò

"Non definirei l'azione come fumare- mentre con tranquillità lasciava uscire il fumo dalla bocca- ma più aspirare ed espirare il fumo della combustione del tabacco, suona meno sbagliato da questo punto di visto" l'amica la guardò incredula

"Hai iniziato quest'estate vero? Io lo sapevo..." stava finendo la frase quando Marlene scattò in piedi, aveva capito dove voleva andare a parare l'amica

"Sapevi che se fosse stata insieme a me e senza la supervisione della perfetta Alice Prewett io l'avrei portata sulla cattiva strada, intendi questo vero?" Le rise in faccia amara, gli spettatori della tesa scena si guardarono tra loro ma decisero di non muovere un passo, di lì a poco sarebbe scoppiato un caos e loro non ne volevano fare parte

"L'avrei detta con altre parole, ma questo è il sunto, se ci fossi stata io..." cominciò l'altra, ma fu interrotta nuovamente questa volta da Mary che non scattò ma rise

"Si da il caso che tu però non ci fossi, per lei, come non ci sei stata per me, come non ci sei stata per Lene o Em" spiegò tranquillamente, Remus accanto a lei si mosse a disagio verso il divano dove stavano seduti impietriti gli altri due Malandrini

"Ora sarebbe colpa mia se tu piangi la notte per gli incubi, se Lily ha cominciato a fumare, se Emmeline ha sviluppato una forma di paranoia e ipocondria e per questo non può essere lasciata un minuto da sola e se Marlene si scopa tutto ciò che respira"

Tutti restarono con il fiato sospeso, Alice si accorse della cattiveria e della bestialità della frase appena proferita, poteva davvero essere così infima così viscida? Erano segreti quelli che sicuramente alcune delle sue amiche non volevano che fossero rivelati ai quattro venti e per di più Mary aveva ragione che lei avesse voluto o no, non c'era stata e per questo non aveva provato a fermare le sue amiche, non era stata loro amica in quell'estate.

Marlene rimase impassibile, stiracchiò una smorfia di delusione e si mosse velocemente ed elegantemente per raggiungere l'amica che pensava dal canto suo che qualcuno fermasse la bionda, ma ciò non accadde, Lily che di solito era quella che prendeva le difese di tutti si alzò sotto gli sguardi dei ragazzi e alzò il mento aspettando la reazione di Marlene, che non tardò ad arrivare, la bionda caricò uno schiaffo ben assestato sul volto di Alice tanto deciso e secco da lasciarle il segno, non aggiunse altro e si fiondò su per le scale del dormitorio seguita a ruota da Emmeline

"Em lo sai io non intendevo"

"Non è il caso Alice" la squadrò e se ne andò, lasciando un bacio sulle labbra di Peter, toccò a Mary che intraprese la strada più lontana possibile da Alice

"Ora hai un altro peso in meno, soddisfatta?" indicando il volto della sua interlocutrice rigato di lacrime e poi se ne andò come avevano fatto le sue compagne, Alice aspettò in egregio silenzio la reazione di Lily, la rossa di alzò prese la sigaretta ormai terminata e la spense con fare plateale nel posacenere scarlatto sul tavolo da caffè al centro dei divanetti, si alzò e con calma quasi glaciale e sotto lo sguardo impaurito dei presenti si diresse verso le scale a chiocciola in pietra

"Oh andiamo Lily dimmi qualcosa almeno tu" la pregò l'amica che si alzò per bloccarle il passaggio, la rossa girò la testa e con voce atona e piatta proferì

"Dimmi cosa ti devo dire, farò del mio meglio"

"Urlami in faccia, picchiami o che ne so schiantami, fammi vedere quanto sei imbestialita con me" urlò con voce straziata dal pianto

"È qui che sbagli, io non sono una persona che porta rancore, tendo sempre a lasciar correre, a perdonare e anche in questo caso non sono arrabbiata- il volto della mora sembrò rischiararsi e camminò a braccia aperte per abbracciare l'amica a che però la respinse- non sono arrabbiata, ma non ti far vedere per un po', non parlarmi, non sederti accanto a me, non mi guardare o allora mi vedrai arrabbiata, stavolta hai esagerato anche per gli standard di Marlene"

Si girò e gli sguardi inorriditi dei presenti le bruciarono sulla schiena, sempre girata e con un piede sulla scala disse

"Mi auguro che i divanetti siano comodi quanto il tuo letto a baldacchino stanotte, buonanotte" e poi scomparve nelle scale.

Alice si accasciò a sedere per terra, era una stronza e non poteva biasimare le sue compagne di stanza se non l'avrebbero più voluta vedere per il resto dei suoi giorni, tutto quel casino per una sigaretta, o forse no, tutto quel casino per la sua dannata lingua lunga e la sua tendenza inconsapevole a criticare chiunque e a pensare di detenere la verità e di fare sempre la cosa giusta.

I Malandrini guardarono Frank raccogliere la fidanzata in lacrime e portarla lontana dagli sguardi bramosi di gossip trascinandola su nel dormitorio maschile e poi rimasero soli, si guardarono con sguardo grave poi Peter parlò per primo

"Non si può stare tranquilli nemmeno il primo giorno" mette si stiracchiava e si alzava dalla poltrona

"Hai ragione Woorm" concordò Remus che lo copiò nei movimenti

"Direi che è giunta l'ora di una bella visita di cortesia agli elfi domestici delle cucine, che dite? Propose Sirius, mentre sbadigliava scomposto

"Direi che il cibo è la migliore cura ai melodrammi" rispose James convinto e appoggiò le braccia sulle spalle dei suoi amici, uscirono dal ritratto cercando tranquillità in tutto quel putiferio.


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Capitolo 6
*** CAP.4- B.G.C (Bestiali e goliardiche circostanze) ***


B.G.C

Per la prima volta da mesi la mattina dell'inizio delle lezione quasi come per screzio il sole pallido e timido settembrino nacque da dietro i monti che circondavano Hogwarts, i raggi al primordio fievoli e sporadici rischiaravano il castello e illuminavano il grande parco davanti ad esso, si infiltravano nei corridoi portando un po' di calore tra le alte mura in pietra e nei dormitori attraverso le finestre risvegliando dal torpore della sera passata a ciarlare gli studenti, quasi come volessero ricordare il fatto che le lezioni sarebbero iniziate di lì a un'ora. Il sole avrebbe dovuto mettere di buono umore anche i giovani frequentanti del settimo anno di Grifondoro, ma così purtroppo così non fu, Lily era riuscita a mal fatica a prendere sonno e quando Morfeo aveva interrotto il frullare incessante e paranoico dei pensieri e dei ricordi di quella sera della testa della rossa erano ormai le cinque e mancavano solo due ore a quando il suo orologio biologico le avrebbe intimato di alzarsi dal letto e liberarsi della soffice trapunta oro e rossastra per acquistare tutt'altra mise.

L'alter ego da prefetto perfetto di Lily Evans non tardò a presentarsi nella mente assonnata della ragazza, lasciando poca possibilità di scelta alla ragazza se non quella di andarsi a preparare per il suo ultimo primo giorno nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

Sbuffò scansando con un movimento meccanico le lenzuola e lasciando cadere la trapunta dal letto, prese la bacchetta e rimboccò perfettamente il letto, non voleva lasciare ancora più lavoro di quello che già dovevano sopportare agli elfi, si fermò in mezzo alla stanza e guardò in direzione dell'unico letto intatto oltre al suo, Alice in questo momento sarebbe potuta essere lì a farle compagnia in quanto era l'unica puntuale del gruppo oltre a lei guardò il suo baule e un punta di amarezza mista a senso di colpa si unì al suo alter ego

"Dopotutto Alice ha ragione, avresti potuto evitare, avresti risparmiato a Marlene di essere chiamata puttana, a Mary di essere additata come bambina con gli incubi e a Emmeline di esser vista come paranoica"

Distolse l'attenzione dal baule della Prewett e si diresse in bagno, si specchiò nella toeletta e cominciò a macchinare un restauro ad opera d'arte, si tolse il pigiama e si addentrò nella doccia, aprì l'acqua e optò per il getto gelido, se non si fosse svegliata con quello voleva dire soltanto che era morta assiderata nel frattempo. Fu la doccia più celere della sua esistenza, con un movimento circolare della bacchetta in Salice dagli intarsi eleganti e con un trillo, suono che emetteva solitamente quando scagliava incantesimi, la folta chioma vermiglia della giovane era completamente asciutta e acconciata in dolci boccoli naturali, Lily si sedette sullo sgabello davanti allo specchio, e ringraziò mentalmente chiunque avesse inventato il trucco, che in quel momento l'avrebbe salvata dalla vista dei solchi bluastri che aveva sotto gli occhi.

In un momento fu pronta e si infilò l'uniforme che la sera prima aveva preparato accanto alla finestra e soffermò la sua attenzione su un dettaglio che la fece sorridere, Alice l'aveva scorciata come ogni anno, era una regola che si erano imposte dal quarto anno, quando la ragazza si era appassionata al restiling, così da poter dire di stare infrangendo una regola in più di chiunque altro in quanto era vitato che le gonne scolastiche e non, fossero più corte di quattro dita sopra il ginocchio e le loro erano sicuramente fuori dalla norma.

Si affrettò e riprese la bacchetta da sopra la toeletta, con un movimento secco aprì tutte le tende dei letti a baldacchino delle sue compagne di stanza

"In piedi dormiglione, è un nuovo giorno gli uccellini cinguettano, Thor guaisce, Fierobecco divora un furetto ed è l'ora per voi di prepararvi"

Da sotto il cuscino di Marlene arrivarono suoni indistinti e attoniti, Emmeline si alzò di scatto con una mano sul petto ansimante e rifilò un'occhiata di frustrazione verso l'orologio sopra la porta in acero del bagnetto quindi si alzò e corse verso di essa urlando

"Mi prenoto" e poi sparì.

Mary dormiva ancora indisturbata, così Marlene che si era alzata nel frattempo recuperò la sua bacchetta in melo sperduta in quella marmaglia di roba che aveva gettato senza la minima cura nel suo baule e la puntò sul viso della bella addormentata

"Aguamenti"

La mora si spinse di scatto a sedere in posizione di attacco afferrando a sua volta la bacchetta in corniolo da sotto il cuscino e si guardò intorno spaventata, quando mise a fuoco la stanza notò le sue due amiche, Marlene e Lily, che se la ridevano saporitamente

"Brutte stronze, vi odio" mugugnò la ragazza mentre si apprestava a strascicare i piedi e la sua figura completamente zuppa verso il bagno, provò ad entrare spingendo in basso la maniglia in ottone, ma capì che il bagno era già occupato, cominciò a bussare ripetutamente

"Che ci vai a fare in bagno, la doccia l'hai già fatta" la prese in giro Marlene che stava aspettando il suo turno in bagno

"Simpatica davvero, tu mica sei così schizzinosa, nel senso va bene se entriamo in due quando esce sta qui" propose Mary indicando la porta del bagno, Marlene si aprì nella sua tipica risata che consisteva in un alternarsi di sbuffetti e la lingua che puliva i denti bianco candido

"McDonald, mi sono fatta la doccia con James fino alla scorsa estate e ho vissuto con i quattro malandrini al completo per una settimana, ho abbandonato qualunque tipo di schizzinosità"

Mary e Lily se ne uscirono con un "Marlene" esasperato come facevano tutte le volte che la bionda se ne usciva nei suoi impeti di incontrollata sincerità, Emmeline uscì poco tempo dopo dal bagno che era già occupato dalle altre due che ottimizzando al massimo i tempi riuscirono ad essere presentabili in poco.

Uscirono quindi dal dormitorio femminile scherzando ma furono gelate sul posto da qualcosa, per la precisone da qualcuno, Alice Prewett usciva dal dormitorio di fronte, cioè quello dei ragazzi, per mano al fidanzato, la ragazza dopo che si fu staccata dal bacio delicato e pudico con Frank guardò la compagnia di ragazze davanti a lei e non fece niente, l'unico pensiero che sfiorò la mente delle altre fu che magari era esagerata tutta quella messa in scena di risentimento, dopo tutto avevano già perdonato l'amica dopo neppure cinque minuti dalla litigata

"Alice io devo andare dai ragazzi, saranno già giù, ci vediamo a lezione" la congedò Frank scoccandole un bacio sulla guancia, lei le rifilò un sorrisetto tirato e si avvicinò alle amiche

"Ragazze io-" non la fece finire Mary e le circondò le spalle con un braccio

"Vedi Prewett, sarà che è il primo giorno, sarà che siamo troppo buone, mettici anche il fatto che siamo talmente esauste che odiarti ci prosciugherebbe ogni linfa vitale che ci rimane, ma ti abbiamo perdonato"

Le altre tranne Marlene e Alice si incamminarono verso la sala grande sotto richiesta silente di Lily, le due che rimasero si avvicinarono alla finestrella sbarrata del corridoio semicircolare prima delle scale

"Alice, sai... dio come siamo arrivate a questo punto... sai, io quando lo faccio, intendo il sesso, è come se per una volta nella vita vivessi il momento e non avessi preoccupazioni future, mi sento potente, appagata, leggera e felice per un po' e così riesco ad estraniarmi dai miei problemi, come se svanissero nel nulla, come se la guerra non ci fosse mai stata, come se non avessi visto la morte in faccia, come se davvero avessi la libertà di vivere il momento, ti giuro che questa mia piccola dipendenza finirà presto, quando troverò quello giusto per me, magari mi aiuterà avervi h24 accanto, come finirà Lily di fumare quando si accorgerà che l'unico modo per far defluire i pensieri fuori è imparare a conviverci, come Mary finirà di piangere quando si abituerà al fatto che tutto è cambiato che non devi più girare col chi va là per paura di essere uccisa, come Emmeline smetterà di vedere un probabile pericolo da tutte le parti quando si deciderà ad affrontare la paura di essere osservata e spiata e come tu, Alice, smetterai di sentirti dannatamente sola e di estraniarti da tutti per il vizio di importi la felicità quando ti inculcherai in testa che confidarti con altre persone fa venire a galla le tue debolezze, ma ti aiuta anche a condividere il dolore per tuo padre con qualcuno che ti possa aiutare... andrà tutto bene, come sempre" appoggiò una mano sulla spalla di Alice e la strinse, l'altra si girò e cinse la vita della bionda in un tenero abbraccio mentre lei le massaggiava i capelli come se fosse sua madre, le due si staccarono, Marlene chiarì

"Questo ce lo teniamo per noi vero, Prewett" la mora sorrise e guardò l'orologio da polso oro

"Merda sono le otto, dieci minuti e qualunque professore avremmo alla prima ora ci ucciderà" le due si ridestarono e si fiondarono per le scale correndo come matte, quasi a memoria si diressero giù verso il piano terra, arrivando in meno di cinque minuti in sala grande, ispezionarono la grande ed immensa sala ma notarono solo i Malandrini seduti comodi che stavano tranquillamente gustando la loro colazione come se di lì a poco non sarebbero stati inevitabilmente in ritardo, alle due servivano gli orari della mattina e quindi si decisero ad andare a chiedere informazioni al quartetto meno consigliato

"Jay, sia lodato Godric, ti ho trovato" si fece scappare Marlene in un sussurrò mentre riprendeva fiato, rimase in piedi al lato sinistro della lunga tavolata seguita a ruota da Alice e portando l'attenzione su di sé

"Lene, dimmi tutto ciò di cui hai bisogno ed io lo esaudirò" rispose James inforcando meglio gli occhiali sul naso e aprendosi in un sorriso di sghembo

"Bene era quello che volevo sentire, sei una gioia per le mie orecchie, gli orari" allungò il braccio e rivolse il palmo della mano all'aria aspettando che il foglio di pergamena la riempisse, il moro la guardò con un sopracciglio alzato ma fu preceduto da Remus

"Marlene, non ti arrabbiare, ma li ha presi Lily i vostri, noi abbiamo i nostri, ma non so a quanto vi possano servire"

La bionda strinse i denti e dalla bocca già devastata dal freddo uscì un verso stizzito e frustrato

"Io frequento le lezioni per Auror, come Jay e Black, anche se penso che sceglierò la strada del giocatore di Quidditch professionale, sto tergiversando comunque per me non è un problema vedrò dai vostri, Alice per te che frequenti quelli per scrivere per la Gazzetta del Profeta è un bel casino" macchinò veloce Marlene mentre batteva il piede nervosamente sul pavimento in marmo

"Oh grazie tante Marlene non me ne ero accorta"

Stavano per esplodere nel solito battibecco infantile, quando Sirius si alzò elegantemente e fischiò per prendere la parola

"Calmate gli estrogeni ragazzine, collegate il cervello, tutte le prime lezioni sono di materie generali e si dà il caso che in tutti i nostri orari ci sia come prima lezione: storia della Magia, sennò non saremmo qui a gozzovigliare"

Le due lo guardarono risentite, ma anche grate dell'informazione e si fiondarono fuori dalla sala, Alice quando stava per solcare il confine tra sala grande e corridoio si girò e chiese con il tipico cipiglio da mamma che aveva

"Avete intenzione di restare tutta la mattina lì o alzate le vostre regali chiappe e ci seguite"

"La preferivo nel mood disperato" bisbigliò Peter facendo sogghignare gli amici

"Arriviamo mammina" Urlò James che prese a correre e si caricò in spalla Marlene che iniziò a ridere chiassosamente, i due sarebbero stati una bella coppia, peccato che non era mai nata la chimica giusta, gli altri dietro cercavano di tenere il passo del Grifondoro fallendo miseramente, arrivarono dopo poco davanti all'aula nella quale evidentemente la lezione non era ancora iniziata, Lily, Mary e Emmeline videro arrivarsi contro una mandria sconquassata, in testa a tutti c'erano James Potter e la loro amica Marlene sulla sua spalla come un sacco di farina mentre quest'ultima riempiva il silenzio del corridoio con le sue risa sgangherate con enorme felicità del suo destriero, dietro c'erano altre quattro persone che cercavano di stare al passo con Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black e la loro amica Alice che sembrava stremata.

James appena mise a fuoco la meta partì in una frenata di talloni slittando sul pavimento e con una sterzata elegante e un po' traballante si fermò e posò il sacco di farina dai capelli biondi per terra e lei gli scompigliò i capelli sotto lo sguardo intenerito di Mary e Emmeline e quello leggermente infastidito di Lily, arrivarono presto anche gli altri che si abbandonarono sulle panche in legno tassello adiacenti alla porta.

Dalla porta dagli stipiti in quercia videro la figura trasparente e minuta del professor Ruf trapassare il muro dietro la grande cattedra in legno e fluttuare in tutto il perimetro dell'aula, i ragazzi tra sbuffi annoiati e chiacchiericci incomprensibili entrarono nella grande aula luminosa grazie alle grandi vetrate gotiche, presero posto nei banchi che erano delle ricostruzioni più minimaliste dell'enorme cattedra con intarsi vittoriani, tutto in quella classe persino il professore era un rimando ai tempi morti.

Lily si sistemò con Marlene, ma stranamente non aveva voglia di battibeccare con la sua amica e nemmeno parlare con lei di qualunque argomento da conversazione, la bionda se ne accorse

"Lily, tutto bene?" Chiese lei mettendole una mano sulla spalla e scuotendola

"Oh certo, tutto tutto bene" finse lei mentre offriva un sorriso il più rassicurante che potesse, il suo immediato mutismo era iniziato dal momento in cui aveva visto Marlene e Potter insieme, mentre si ridevano complici, la bionda non era convinta per niente del "tutto tutto bene" della sua amica ma decise di non assillarla, non voleva sembrare paranoica ed insistente.

Dietro di loro sedevano i dongiovanni firmati Potter e Black, sembravano fare di tutto tranne che prestare attenzione al discorso che il professor Ruf senza ogni dubbio, nemmeno del professore stesso, stava facendo a se stesso. I due prima avevano giocato a filetto, poi James si era messo a pensare agli schemi per il Quidditch e Sirius aveva schiacciato il suo meritato, a detta sua, pisolino di bellezza, dopo che James sollevò un argomento delicato

"Pad"

Nessuna risposta

"Pad"

Lo scosse e la testa riccioluta del ragazzo si levò lentamente e lo squadrò con altrettanta lentezza

"Non credi che...insomma che..."

Si strofinò la mano dietro la testa in segno di timidezza e disagio

"Insomma che cosa, Prongs sputa il rospo"

Il moro ostentò e poi si portò le mani in viso come quando ci si lava il viso, l'amico fu colto dall'illuminazione

"È la Evans, non è vero?" sbuffò annoiato

"E se invece che mollare la presa dovessi ricominciare tutto da capo"

"Non ti seguo"

Il moro girò la sedia verso l'amico fregandosene platealmente del professore e del suo estenuante sproloquio

"Se per tutti questi anni avessi sbagliato tattica di approccio"

"Finalmente"

James lo guardò confuso

"No dico finalmente ci sei arrivato, temevo che avrei dovuto continuare a ripeterti il mare è pieno di pesci James, la Evans non è l'unica, per poi venire ignorato puntualmente"

Rise lui mentre si spostava i capelli in un movimento magnetico ed aggraziato

"Stupido cane pulcioso" lo spinse con un braccio fuori dalla sedia e i due cominciarono a sghignazzare il più silenziosamente possibile.

"Mi vuoi dire che hai? Tanto prima o poi lo scoprirò, risparmiami almeno la fatica" Marlene McKinnon non era una che mollava e questo Lily lo stava provando sulla sua pelle

"Ti ho detto che non ho niente per Merlino e tutti i fondatori" scandì lei lentamente mentre poi zittiva la sua amica che continuava a picchiettare le unghie sul banco

"Io non ti credo"

"Dovresti farlo"

"Menti da schifo, ne sei a conoscenza vero?"

"Credo di sì"

Le due si guardarono e sostennero lo sguardo l'una dell'altra, poi Lily sospirò e alzò gli occhi, non era facile, non sapeva nemmeno come spiegare a se stessa cosa aveva sentito quando le si erano parati Potter e Marlene davanti, quel lieve fastidio, decise di rimanere vaga

"Va bene, ma tu dimmi una cosa, quanto siete amici tu e Potter, un numero voglio"

"Fanculo Lily, mi è preso un colpo, non so dare un numero, Perché?"

"Beh tu provaci"

Ora la lezione era solo un vago sottofondo

"Mi sto innervosendo Evans ti avverto, comunque direi da una scala da uno a dieci, dieci, ora mi puoi spiegare perché?"

La rossa si massaggiò le tempie e spostò poi le mani tremanti sui capelli e li afferrò saldamente

"Nient'altro interesse che non sia l'amicizia deduco?"

La bionda esplose in una risata scomposta ed attirò l'attenzione dell'intera classe sulle due ragazze, Lily divenne rossa mentre bisbigliava a Marlene di calmarsi con minacce di morte e altre cose molto dolci

"Oddio Lily, ma ti senti? James è stato più fratello con me di quanto lo sia stato Adam"

La rossa tirò un sospiro di sollievo e si aprì in un sorriso tranquillo

"Oh oh oh" rise Marlene e guardò la sua amica che si mangiava convulsamente le unghie e si avvicinò al viso di Lily

"Ora ho capito tutto, sei interessata a James, a te piace James" cominciò a battere le mani come un lattante, la rossa cercò di macchinare una scusa credibile e finalmente la trovò

"Non è per me, è per Sandy Hall, una mia amica, una delle poche sane in quel covo di vipere di Corvonero, era gelosa della vostra amicizia e visto che delle mie parole non si fidava molto, ho voluto essere certa di averle detto la verità"

La bionda aprì e chiuse la bocca meccanicamente sperava davvero che l'amica potesse fare coppia fissa con suo fratello, e dal canto di Lily, quella che aveva raccontato a Marlene era la verità o almeno una parte di quella.

Finì il noioso comizio sulla vita di uno dei maghi meno significativi dell'Inghilterra e con lei anche la tortura ai danni degli studenti di Grifondoro e Tassorosso.

I primi si apprestarono verso l'aula di pozioni, Remus si sentiva assonnato e dolorante, era vicina, le cicatrici bruciavano, tiravano, era ridotto una pezza, quell'estate il Medimago Piper Johnson, famoso per le sue ricerche sulla licantropia, aveva trovato la cura, non completa, ora era come un animagus, manteneva la lucidità durante la trasformazione, che però non si poteva trasformare a piacere, ma la pozione Anti-lupo un po' giovava agli effetti collaterali, la trasformazione era dolorosa quanto un pizzicotto e il mostro in cui si trasformava era un lupo di razza normale lontano anni luce dall'essere rachitico e contorto di prima.

E allora perché il momento prima della luna seppur di fosse accorciato era tale a prima? Si sedette su una delle panche in marmo del portico e si disse che magari poteva prendersi il lusso di saltare una lezione, dopotutto gli importava poco di cosa avrebbe potuto pensare quel vecchio codardo di Lumacorno, i suoi amici avrebbero capito il motivo della sua assenza. Preso come era da quei pensieri non si accorse che una figura snella e slanciata lo guardava con un'aria che non capiva se fosse preoccupata o estatica, Mary McDonald lo squadrava con un sopracciglio alzato e le mani incrociate sotto al seno

"Remus Lupin, l'incarnazione maschile di Lily Evans in ritardo per la prima lezione di Pozioni"

Rise lei mentre prendeva posto accanto al ragazzo biondiccio

"Per essere precisi in realtà salterò la prima lezione di pozioni" fece spallucce lui alzando un angolo della sua bocca sottile

"Ancora più eccitante" si accorse del doppio senso che aveva appena plasmato e arrossì visibilmente provocando una risatina composta di Remus

"Sei un po' contorta sai Mary?"

"Non è proprio la cosa più carina da dire ad una ragazza qualunque, ma lo prendo come un complimento" si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, prestò tutta l'attenzione sul ragazzo che aveva accanto e si beò della vista che aveva davanti, seppure non tutti lo notassero a primo impatto quando scorgevano il gruppo dei Malandrini sicuramente perché non era il più appariscente, Remus Lupin aveva il tipico fascino tenebroso, dannatamente magnetico e lei anche se aveva cercato in tutti quegli anni di reprimerlo, ci era cascata bellamente.

"Mary McDonald, ti ritieni una ragazza qualunque?" la squadrò il ragazzo, una ragazza qualunque era la definizione più lontana dalla brunetta, era unica in tutto, unicamente esuberante, dolce, gentile, aveva un modo tutto suo di pettinarsi, di servirsi da mangiare, di sorridere, contò ben cinque tipi di sorrisi e fu quello il momento in cui mise a tacere una delle sue personalità da maniaco sessuale.

"Non so se il fatto che odio quasi tutto il castello e non mi faccio chiunque respiri influisca su questa cosa"

Risero, Remus pensò che doveva aggiungere la simpatia e la lieve ironia alla lista dei pregi della ragazza

"Mh credo allora che tu non possa avere il privilegio di far parte di questo club"

Risero ancora, Mary si rese conto che Remus era intelligente e spiritoso, era davvero il ragazzo ideale come pensava

"Ora sono talmente dispiaciuta da non poter affrontare l'ora di Pozioni appena iniziata da dieci minuti" gli puntò un dito dall'unghia curata sul petto con un'espressione furba e gli occhi neri ridotti a due fessure brillanti

"Va bene"

"Vai"

"Vai"

Si guardarono e risero diventando tutti e due rossi in viso, tra loro c'era tensione perché tutti e due erano talmente presi dall'altro da non accorgersi che l'altro provava le stesse cosa.

"Lupin, che racconti?"

"Tra di noi l'ascoltatore bravo sarei io, lo sai vero?"

"Lo so, ma come tutte le cose del mondo mi frega poco se sei un buon ascoltatore, racconta qualcosa dovrai convincermi a non cercare altra compagnia offrendomi il tuo racconto è maledettamente interessante"

Il ragazzo scelse con cura ciò di cui parlare, gli piaceva da matti la compagnia di Mary e voleva fare qualcosa di egoistico una volta nella sua vita, e poi partì

"Bene, scelto... ieri dopo lo psicodramma di cinque ragazze di Grifondoro, settimo anno che litigavano a caso, non so se le conosci- rise quando la ragazza sbuffò una risata e incrociò le braccia- quel cane stupido di Sirius ha deciso di voler andare nelle cucine-"

La ragazza si fece più vicina e studiò Remus con una faccia sognante ed allibita

"Tu sai dove sono le cucine?"

Il ragazzo rise a quella visione e le mise un nano sulla spalla ma la levò subito a causa di una scarica elettrica che gli arrivò fino alla spina dorsale

"Sono molto esperto in questo campo, se mi lasci finire dopo ti ci porto, ma tu prometti di mantenere il segreto"

"Sarà il nostro posto segreto, Lupin" il ragazzo arrossì e si massaggiò la nuca visibilmente in imbarazzo

"Bene dicevo Sirius ieri sera se n'è uscito con 'Andiamo nelle cucine' seguito da una frase filosofica di James sul cibo e i melodrammi, tipico suo, vabbè insomma siamo usciti dalla sala comune e ci siamo apprestati verso le cucine, tranquilli del fatto che Gazza non fa le ronde il primo giorno perché lo passa a lucidare la sua armeria per le torture da punizione. Ad un certo punto eravamo quasi arrivati alla meta, quando sentiamo un miagolio, ci nascondiamo dentro allo stanzino delle scope più vicino, ma sentivamo di starci particolarmente stretti, James si è messo a sghignazzare e ha fatto voltare Sirius, poi Peter ha iniziato a ridere pure lui e quindi mi sono girato per intimare il silenzio, dopo aver finito di girarmi mi trovò davanti la scena più disgustosa e esilarante allo stesso tempo dell'intero globo"

Mary completamente rapita dal racconto era assetata di notizie, voleva sapere cosa era così esilarante e disgustoso allo stesso tempo

"Mulciber e la Fint nel bel mezzo del tu-sai-cosa che ci guardavano con gli occhi fuori dalle orbite"

La ragazza aprì la bocca

"Mulciber e Flint?" sussurrò lei e l'altro annuì,

era completamente rapita dal racconto e stava pensando alla vita terribilmente noiosa che doveva condurre, se anche Mulciber faceva sesso fuori dal coprifuoco e dalla sala comune di Serpeverde e lei no, poi esplose in una risata scomposta

"Mulciber e Flint, Merlino la sagra del vomito" Remus rise a ruota e poi la ragazza si ricordò della promessa, si alzò con il sorriso sulle labbra e tese la mano al suo compagno di casa

"Bene Lupin ti sei guadagnato appieno la mia compagnia ora però hai una promessa da mantenere" il ragazzo prese la mano sorridendo a sua volta e ignorando le scossette, il dolore era un vago ricordo, prese a camminare velocemente e Mary si beò del panorama della faccia di Remus concentrata, poi per poco non lo fece cadere andandogli a sbattere contro, si era fermato davanti ad un enorme arazzo con un cesto di frutta, la ragazza stava per fargli notare che non era la cosa più normale del mondo solleticare una pera in un arazzo, quando davanti a loro si aprì un varco con un piccolo corridoio in pietra viva che finiva in una volta a botte. Un insieme di profumi investì il volto di Mary, che si aprì in un'espressione di piacere sotto lo sguardo divertito di Remus, la ragazza partì spedita e si addentrò nella grande cucina, una miriade di elfi domestici lavoravano meticolosamente su diversi piani di cottura, sembrava di essere finita nel film "Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato", gli occhi le brillarono e si aprì in un sorriso estasiato si sentiva Veruca Salt.

"Padron Remus, è vivo, erano tanto preoccupati gli elfi quando ieri non è venuto con padron Peter, padron James e padron Sirius" Mary sbuffò una risata divertita

"Twinkly, come sei carina, stiamo tutti bene e ho da presentarvi una persona"

Tutti gli elfi smisero di lavorare e si accalcarono davanti ai due

"Lei è Mary McDonald, state tranquilli con lei il segreto delle cucine è al sicuro"

Tutti gli elfi la osservarono con i grandi occhi gentili, l'elfo Twinkly alzò la mano e si accostò a Remus

"È la fidanzata di padron Remus" cominciò a saltellare, ma fu fermata da Mary che la toccò sulla spalla ossuta

"Oh no no"

"Beh allora dovrebbe esserlo, sono tanto carini padron Remus e Padrona Mary"

I due arrossirono di botto e cominciarono a massaggiarsi la nuca imbarazzati, Remus parlò per primo

"So che Mary è troppo gentile per chiedervelo, ma potreste farle un po' di porridge con tanta cioccolata e scorza d'arancia" sussurrò ad un altro elfo, la ragazza lo guardò strabuzzando gli occhi, non sapeva se essere piacevolmente colpita o un po' inquietata, l'altro la notò e fece spallucce

"Sono un ottimo osservatore"

Mary gli sorrise e scosse la testa fiondandosi sul porridge

"Quindi siamo amici?"

"Beh tu mi hai già confidato un tuo segreto, quindi credo di sì"

Remus le sorrise e il suo occhio cadde sull'orologio strabuzzò gli occhi

"Merda"

"Buongiorno anche a te, Lupin"

"No merda"

"L'hai già detto"

"La lezione di pozioni è appena finita e sta per iniziare trasfigurazioni"

Mary sputò il boccone di Porridge che era dentro la sua bocca rosea e si alzò iniziando a correre, Remus salutò e ringraziò cordialmente gli elfi e si fiondò all'inseguimento della ragazza, i due corsero, prima rampa di scale, seconda, terza, svoltare un angolo a sinistra, poi a destra e ci furono, peccato solo che la porta in cedro fosse ormai chiusa.

I due deglutirono rumorosamente, i loro amici avrebbero fatto loro il terzo grado certamente e in più i loro compagni di lezione erano i Corvonero ergo sarebbero stati argomento gettonato dei prossimi pettegolezzi.

La ragazza aprì la porta e si presentò in classe seguita dal compagno di evasione, tutti spostarono l'attenzione dalla pergamena in chi stavano scrivendo con la loro piuma sulla coppia appena entrata e la reazione fu all'incirca la stessa, puro stupore era stampata sulle facce dei presenti

"Lupin e McDonald ci donano della loro presenza, dieci punti verranno tolti a Grifondoro per la vostra mancanza di giudizio e maleducazione ora sedetevi"

Sentenziò la McGranitt, loro malgrado i banchi liberi erano quelli accanto a James e Sirius che ghignavano sommessamente e a Lily e Marlene e avevano l'aria malvagia che sprizzava da tutti i pori dei loro visi, i due ragazzi erano in ultima fila e le ragazze erano subito davanti a loro, presero posto e la lezione ricominciò

"Remussino"

Lo chiamò James seguito da Sirius che rideva

"McDonald, come è questa storia scusa?"

Le chiese Marlene che era la più esterna della fila e che stava incrociando le braccia sotto al seno mentre rideva, Lily la soccorse

"Lene lasciala stare, ci dirà cosa è successo solo quando saremo sommerse da chiffon, tulle e pizzo Veneziano per il suo matrimonio con Rem Rem" rise lei mentre batteva il cinque all'amica bionda alla sua sinistra, mentre quella alla sua destra lasciava cadere la testa sul banco sconsolata.

"Rem Rem visto che la nostra amica fa lo sciopero del silenzio, parla tu che nella coppia si suppone che tu porti i pantaloni" si girò Marlene ghignando e puntando la sua attenzione sul ragazzo biondo che si stava tartassando le mani

"Va bene, mi promettete che non farete facce da "oddio ma che carini" e voi da "bel lavoro Moony""

"Croce sul cuore" rise Lily

"Tu non hai un cuore da crociare" scherzò Marlene che si meritò uno schiaffo amichevole sulla fronte

"Allora, dopo storia della magia mi sono seduto sulla panchina del porticato perché avevo un sonno assurdo, Mary si è seduta accanto a me e abbiamo parlato e poi avevamo fame così abbiamo preso quello che restava nella sala grande e stavamo mangiando, quando ho visto l'ora e ci siamo precipitati qui anche se evidentemente eravamo in ritardo" spiegò Remus, Mary sapeva che mentiva, I Malandrini sapevano che mentiva e molto probabilmente le altre due spettatrici sapevano che Mary sapeva che lui mentiva. Mentiva da fare schifo in effetti.

James rise e assestò una poderosa pacca sulla spalla dell'amico

"Oh Remussino, menti peggio di Sirius quella volta quando mia madre gli domandò perché il maglione che aveva messo a lavare puzzava di erba e lui rispose che era bruciato un cespuglio vicino a casa"

L'interessato cercò di mantenere la sua migliore espressione da bambino viziato con un broncio dal labbro inferiore proteso, ma poi al ricordo del perché il maglione di ciniglia puzzasse di erba si aprì nella sua tipica risata tanto somigliante ad un latrato, la McGranitt lo squadrò furente da dietro gli occhialini rettangolari

"Signor Black, vedo con piacere che trova esilarante questo argomento, lei e il suo compagno Potter sapete dirmi che cosa è un animagus, il lungo processo di trasformazione e tutto ciò che ho spiegato in merito all'argomento"

I due ghignarono era fin troppo semplice, la strega continuò

"Inoltre vorrei che continuaste voi la lezione, io mi metterò nei panni di uno studente e ascolterò le vostre abilità oratorie"

I due si guardarono complici, si alzarono e si diressero spavaldi verso la cattedra e si misero uno, Potter, appoggiato sulla cattedra, mentre l'altro vicino alla lavagna

"Signorina McGranitt in quanto studentessa deve prendere posto prima che tolga due punti alla sua casa" disse Sirius, la donna in tutta risposta si indispettì e prese posto vicino a Lupin che lo guardava terrorizzato.

Cominciò il ragazzo occhialuto

"Bene classe, cercheremo di risvegliare le vostre menti assopite con una lezione interessante e interattiva, a chi risponde bene verrà riservato un posto per i B.G.C" notoriamente conosciuti in tutta la scuola del terzo anno su come Big Gatsby Club, la grande festa che i Malandrini organizzavano dopo il Lumaclub, per il professore grassoccio, che adorava preferire una stretta cerchia dei suoi studenti tra cui pochissimi erano quelli meritevoli rispetto a quelli che avevano una parentela famosa, era diventata un'aperta competizione con i Malandrini a quale delle due feste fosse la più memorabile e i vincitori erano sempre e solo i Malandrini, tutti bisbigliarono tra loro, persino Lily Evans era interessata alla proposta, una mano ossuta si levò dal pubblico, Minerva McGranitt era confusa

"E cosa sarebbero?"

"Del Big Gatsby Club ci è concesso dire solo la regola, non si parla del Big Gatsby Club" Rispose alludendo alla citazione di "Fight Club" un Sirius Black molto a suo agio nella posizione di professore

"Ora se il mio collega è pronto, direi di cominciare, prego professor Potter" l'altro rise e iniziò

"Gli animagus sono rari, molto rari, infatti in tutta l'Inghilterra si contano solo undici maghi questo perché solo streghe e maghi molto potenti e qualificati sono in grado di diventare Animagi. Il processo è lungo, arduo e non privo di rischi, infatti, la trasformazione può fallire o peggio ritorcersi contro lo sventurato neofita, con terribili conseguenze. Tuttavia, una volta che la formazione è completata, un Animagus può cambiare a piacimento in qualsiasi momento, con o senza bacchetta."

Guardò il suo pubblicò e domandò

"La gara per assicurarsi il B.G.C è ufficialmente aperta, chi sa dirmi come fa un Animagus a decidere l'animale in cui trasformarsi?"

Ci fu un po' di esitazione nella classe, poi la mano annoiata di Peter scattò in alto

"Bene Signor Minus, ci illumini" strizzò l'occhio all'amico Sirius mentre prendeva posto vicino a James molto divertito da tutto

"La vostra è una domanda trabocchetto, in quanto un Animagus può trasformarsi in un solo animale e questo non viene scelto dal mago ma è determinato dalla sua personalità e dai suoi tratti innati, inoltre lasciatemi aggiungere che pur trasformandosi in un animale il mago o la strega manterranno sempre dei tratti caratteristici"

"Signor Minus anche se era ovvio che avevi già un posto d'onore nel B.G.C ti sei guadagnato il tuo posto" sentenziò Sirius e chiese silenziosamente al compare di continuare

"Bene si apre la seconda Manche, come voi tutti confido che sappiate, il processo per trasformarsi è arduo, ma ancora più importante è diviso in diverse fasi questo fa sì che la durata del percorso sia variabile e molto lunga e certi dicono sia anche dolorosa, quindi arriviamo alla seconda domanda, quali sono le fasi per trasformarsi?"

La mano di Lily Evans scattò in aria con un sorrisetto compiaciuto, Black la captò subito

"La signorina Evans si è quasi staccata un braccio, credo che le daremmo la grazia di rispondere"

La rossa sbuffò un po' divertita

"Prima si sceglie l'animale in cui ci si vorrebbe trasformare, esso non deve essere un animale fantastico o magico, anche se il desiderio al momento della trasformazione potrebbe non essere preso in considerazione, qualora l'animale più affine alla persona che si vuole trasformare sia un altro, si sceglie sempre un animale della zona, soprattutto se la persona non si vuole registrare al Ministero, così da dare il meno possibile nell'occhio, se mi dovessi a trasformare in Inghilterra non sceglierei un pinguino imperatore come animale. Dopo la scelta c'è l'assunzione per un mese di una pozione specifica per togliere momentaneamente il senso del gusto della persona per prepararsi alla fase tre dove si deve tenere in bocca per due mesi una foglia di Mandragola che ha un sapore acre che all'inizio non verrà percepito grazie alla pozione, ma già dal secondo mese il mago o la strega dovranno convivere con quel sapore. Infine c'è la fase quattro quella meno prevedibile e dalla durata più variabile, qui il mago o la strega entreranno in sintonia con l'animale e cercheranno di far apparire sul loro corpo dei segni caratteristici dell'animale in cui si trasformeranno, se uno si trasforma in un gatto, è probabile che all'inizio invece che una trasformazione completa, appaiano le orecchie e poi gradualmente quando la mente, ma soprattutto gli organi saranno pronti a sostenere cambiamenti, il mago sarà in grado di trasformarsi"

I due sorrisero alla Rossa e il telecronista delle partite di Quidditch di Hogwarts parlò

"Chapeau signorina Evans non fosse che sarei accusato di favoritismi le riserverei un posto nel privet" James rise e si ricompose dopo lo sguardo imbestialito della McGrannit

"Bene, ultima Manche perché tra poco ci dilegueremo tutti da quella porta allegramente, Quale incantesimo viene usato per far tornare un Animagus alla forma umana e quale è la differenza tra lupo mannaro e animagus?" la mano annoiata di Marlene Mckinnon si alzò con estrema lentezza

"La signorina McKinnon vuole con tutte le forze ed energie che ha in corpo rispondere a questa domanda, vada allora" ghignò Sirius spostandosi i capelli dal viso con un movimento elegante, Marlene sollevò un lato del labbro superiore in una smorfia irritata

"L'Incanto Homosembiante costringe un Animagus ad abbandonare la sua forma animale, la differenza tra animagus e licantropo è che la licantropia è causata da un'infezione del sangue trasmessa attraverso il morso di un lupo mannaro o per via ereditaria, mentre l'abilità trasformarsi volontariamente in un animale è appreso. I lupi mannari non possono mantenere le proprie capacità mentali, dopo la metamorfosi (a meno che prendere la Pozione Antilupo), né possono controllare la trasformazione, mentre gli Animagi possono fare entrambe le cose. Un Animagus nella sua forma animale può avvicinare un lupo mannaro senza correre rischi" ghignò la ragazza bionda a suo agio, James le strizzò un occhio e concluse la lezione

"Bene, per te valeva la stessa cosa di Wormy , Lene hai vinto comunque il biglietto, devo dire che da questa breve esperienza ho imparato che è più noioso fare l'insegnante che sentir cantare Celestina Warbeck, ci si becca in giro gente l'ora è finita andate in pace"

Tutti gli studenti radunarono le loro cose nelle borse in pelle di drago, e velocemente guardarono l'orario per vedere L'atrocità che aspettava loro, Mary furtivamente tentò di dileguarsi nella folla, ma Alice la bloccò tirandola per il colletto della camicia

"Oh cara Mary, Emmeline starà con Peter, e Bonnie e Clyde- si riferì a Lily e Marlene con quel nomignolo- sono una ad Antiche Rune e l'altra è alla riunione di Quidditch con quel cavallo pazzo di Potter, quindi siamo noi"

La bruna la guardò un po' intimorita, avrebbe chiesto spiegazioni e con Alice era impossibile mentire. La ragazzina col caschetto prese a saltellare intorno all'amica procurando un livello sovrumano di agitazione e nervosismo nell'altra, stava perdendo la pazienza lentamente e inesorabilmente, Alice aprì bocca, ma Mary ormai al culmine della pazienza la precedette

"Remus mi ha raccontato che ha beccato Mulciber e la Flint nello sgabuzzino delle scope, poi siamo andati nelle cucine e abbiamo fatto ritardo, non c'è altro"

L'altra ghignò e di fermò nel corridoio incrociando le braccia esili

"Volevo chiederti se mi facevi copiare il tema sull'incantesimo Fidelius, ma questo è molto più interessante" rise Alice mentre superava l'amica, lei la prese per il braccio e la fece voltare, l'altra la guardò scettica

"Cioè tu mi dici che non ti fregava niente del perché io e Lupin siamo arrivati insieme a trasfigurazione? Che ne hai fatto di Alice Prewett" rise Mary mentre riprendeva a camminare silenziosamente verso la biblioteca, Alice la affiancò e soppesò i lati positivi o negativi della frase che stava per dire, ghignò e emise una risatina, la mora la guardò con un sopracciglio alzato, non le sembrava di essere stata così spiritosa

"Remus è cotto di te e tu sei cotto di lui, sembrate due che hanno mangiato tre chili di Polentine-riferendosi ai biscotti che facevano venire le ginocchia molli- quindi ho subito capito che eravate andati da qualche parte ad amoreggiare" rise Alice mentre si gustava l'ennesimo leccalecca al gusto di sangue, era il terzo di quella mattina, non sarebbe più entrata in nessun abito da sera per il Lumaclub ma poco importava se quello era il motivo.

Mary si indispettì

"Intanto avrei piacere se non lo sapesse tutto il castello, poi non è assolutamente vero, io e Remus siamo-" l'altra non la lasciò finire che si intromise

"Amici, giusto-rise sommessamente-anche io e Frank siamo amici, come no"

Si erano già sedute ad uno dei tavoli circolari e attorniati da divanetti in pelle camosciata, Mary era stufa di quell'argomento, ma voleva saperne di più di come il suo comportamento cambiava quando entrava nel suo campo visivo il giovane Lupin, Alice intanto si era già messa all'opera aveva appellato i libri che le servivano per quel maledetto tema di incantesimi e aveva iniziato a raccogliere informazioni con un incantesimo che aveva imparato ad utilizzare nei tirocini che la scuola faceva per gli studenti del sesto e settimo anno per velocizzare il percorso formativo lavorativo, che metteva in risalto i punti salienti di un argomento, Mary la guardò mentre un sorrisetto divertito le spuntava sul viso

"Prewett stai barando"

l'altra finse un'espressione preoccupata e scioccata, per poi rimettersi all'opera, Mary si convinse che riguardare per la millesima volta il suo tema non le avrebbe fatto poi così male, tirò fuori le sei pergamene che aveva scritto, le rilesse e si beò di cotanta precisione e accuratezza, quelli potevano essere i temi che rispecchiavano una persona come la sua amica Lily o al limite Emmeline, sempre ligie al dovere, mai un capello fuori posto, sempre sorridenti, sempre cordiali, sempre disponibili, insomma perfette, sicuramente la loro categoria non includeva lei che si definiva "un casino vagante", dopo un po' che scribacchiavano, Mary alzò la testa e si convinse che Alice sarebbe stata la persona giusta, in altri casi avrebbe preferito dire alla sua migliore amica, Emmeline, ma ultimamente era occupata, occupata a studiare la materia dal nome "Peter Minus", quei due le avrebbero fatto venire il diabete, si accostò a Alice

"Alice" nessuna risposta

"Terra chiama Alice" ance qui nessuna risposta, il suo autocontrollo che era già era stato messo a dura prova per tutta quella lunga mattina non resse, si alzò con i pungi stretti

"Porca Morgana, Alice stappati quelle cazzo di orecchie e ascoltami" l'altra la guardò imbarazzata e un filo interrogativa, la sala ormai aveva puntato l'attenzione su di loro inevitabilmente non tutti i giorni ti capitava di vedere movimenti differenti dallo sfogliare annoiato di grossi tomi o dallo scorrere delle piume bagnate di inchiostro sulla pergamena. La cosa peggiore era che con la sua uscita poco fine e conforme alle norme sul tono di voce, Mary McDonald aveva attirato lo sguardo furente e infastidito della guardiana rinsecchita e decrepita della biblioteca, Madama Pince, la quale si affrettò ad arrivare alla fonte del rumore, le due erano gelate sulla figura della donna e non osavano fiatare, quando arrivò al tavolo pronunciò il verdetto

"Per il vostro ardore, la vostra maleducazione e l'infrangere di almeno due regole del codice per vivere serenamente in biblioteca- con il dito nodoso e rugoso indicò il leccalecca di Alice e poi Mary che intanto era come impietrita- sarete bandite da questi luoghi per una settimana, non mi interessa se avete compiti urgenti da portare a termine, avevate a pensarci prima di farmi saltare i pochi nervi sani che mi rimangono e voi ragazzini ritornate ai vostri temi mediocri o farete la stessa fine" si girò e se ne tornò da dove era arrivata, le due si guardarono e radunarono le loro cose in fretta e furia, in poco tempo furono fuori dalla biblioteca.

"Cosa mi volevi dire dolce Mary?" ghignò Alice, Mary quasi non urlò dalla concitazione

"Davvero Alice, ora mi ascolti?" le assestò uno schiaffetto amichevole sulla schiena, l'altra fece spallucce e continuò scendendo le scale per andare alla lezione di incantesimi al terzo piano, quando la sua accompagnatrice si arrestò per le scale in marmo si bloccò sbuffando

"Ti muovi o faremo tardi ad incantesimi" continuò a scendere, Mary stranamente silenziosa la scortò fino al corridoio dell'aula, davanti alla porta in cedro, ogni porta di ogni materia era realizzata con il legno della bacchetta del professore che la spiegava, sostavano i Malandrini, il cuore di Mary galoppò, quasi non cadde inciampando in un primino, la sua amica la scrutò e rise piano

"Sei esilarante, McDonald"

"Si vede così tanto?"

"Cosa si vede così tanto?"

"Che a Mary piace il tenebroso e magnetico Lupin" rise Alice in risposta a Marlene che era appena arrivata saltellando e si era sistemata accanto alle sue amiche che stavano percorrendo il corridoio, la bionda rise scompigliandosi i capelli

"Non è vero e poi non è così evidente" protestò Mary in risposta

"Che cosa è così evidente?" Arrivò spedita Emmeline e si aggiunse all'insolito gruppetto, i capelli biondi erano scompigliati e era abbastanza trafelata e accaldata anche se faceva un freddo da record per essere il due settembre, Marlene si aprì in una risata ancora più divertita dalle tre che condividevano la camminata verso incantesimi con lei

"Che Mary è infatuata di Remussino e che tu hai fatto sesso" le due arrossirono di botto e si zittirono mentre Alice che divorava l'ennesimo leccalecca stava ridendo liberamente, arrivarono davanti ai Malandrini che appena le videro riposero nella borsa di Remus qualcosa che evidentemente doveva essere molto preziosa data la frenesia con cui l'avevano celata ai loro occhi, Alice ispezionò il gruppetto, erano solo in quattro, Frank era a erbologia molto probabilmente, si incupì e chiese

"Avete visto Lily? Con noi non è e pensavamo fosse con voi" gli altri la guardarono divertiti e si aprirono in un sorriso sardonico

"Davvero Prewett, lo stai chiedendo a noi, potesse la Evans ci crucerebbe ogni volta che ci vede" rise Potter con una punta di impercettibile amarezza, Sirius arrivò in soccorso della ragazza preoccupata di dove si fosse cacciata la sua amica, indicò un punto dietro le spalle delle ragazze. 

Lily Evans avrebbe raggiunto l'esaurimento nervoso molto presto e dal nervosismo sarebbe morta di infarto a trent'anni, ne era certa. Percorreva a lunghe e leggiadre falcate l'ultimo corridoio, dietro di lei tre ragazzi del quinto anno le stavano alle calcagna, sembrava quasi che la volessero scortare, finì la sua sfilata fermandosi con il gruppetto dei Malandrini e delle ragazze e si voltò lentamente

"Bene visto che penso che Merlino vi abbia donato del dono della parola e sono alquanto innervosita dal fatto che mi avete fatto da ombra per ben tre piani, volete di grazia dirmi cosa vi turba così tanto?" gli altri tre scelsero il loro portavoce, forse martire era la parola giusta, lui fece un passo verso la soprannominata da tutto il castello "Vedova nera: bellissima quanto letale", deglutì sonoramente e parlò

"Evans, senti prima che tu mi schianti, ti volevo dire che i prefetti di corvonero le fanno sapere che per la prossima settimana non potranno adempiere al loro compito, la ronda di martedì si intende e chiedevano di poter fare quella di mercoledì al posto dei serpeverde" la rossa lo guardò, gli rivolse uno sguardo divertito e il ragazzo si sciolse un po'

"Bene ricordami anzi dimmi il tuo nome e cognome"

"David Massey"

"Perfetto David, dì a quelli che ti hanno mandato qui che avrei apprezzato di più che fossero venuti loro a parlarmi e che la loro richiesta è stata accolta, dì anche che oltre alla ronda di mercoledì faranno quella di sabato al posto mio e di Potter" sentenziò la rossa congedando il ragazzo che se ne andò felice e grato di avere ancora il dono del respiro, il gruppetto la guardò incredulo e divertito, il primo a parlare fu James allietato dalla scenetta

"Davvero Evans da quando deleghi?"

"Oh caro Potter, da quando ho saputo che gli auror ci avevano messo una ronda di Sabato, ma io dico senza alcun ritegno" sfilò tra il gruppetto e si addentrò nella classe luminosa e un po' fredda seguita dagli altri studenti di Grifondoro e di Tassorosso.

La lezione di incantesimi passò piacevolmente in modo veloce, così che gli stomaci affamati degli studenti si potessero cimentare presto nel pranzo sfizioso a base di Black pudding, pollo arrosto, pasticcio di carne e verdure grigliate di ogni tipo.

"Porca Walburga, che abbiamo oggi pomeriggio? Abbiamo iniziato oggi e già ci caricano come Thestral" affermò un Sirius Black che ingurgitava tutto ciò che gli capitava a tiro alquanto scocciato

"E da quando ti preoccupano i compiti Pad, non dirmi che lascerai la grande arte del procrastinare solo al sottoscritto" rise James mentre batteva una poderosa pacca sulla spalla del compagno che sputacchiò una patata arrosto nel piatto sotto lo sguardo schifato di Lily e Marlene che sedevano davanti ai due

"Io oggi pomeriggio ho Erbologia, Alchimia, il club di Pozioni e poi finalmente mi daranno informazioni sul mio tirocinio in medimagia" palesò Lily che fremeva dalla voglia di fare qualcosa di utile e pratico, non che non le piacessero le materie che studiava ma trovava vagamente inutile sapere le proprietà di un Bezoar sui veleni se poi non le poteva veder mettere in pratica, Marlene la squadrò disgustata dal fatto che tanta felicità provenisse dal fatto che invece di passare il pomeriggio a giocare a gobbiglie era sommersa di lezioni

"Tu hai bisogno di rivedere le tue priorità, Rossa" la esortò ironica Mary mentre prendeva la mela cotta da un piatto oro davanti al suo calice, Lily le fece una linguaccia e continuò il suo discorso

"Pensala come ti pare, ma finalmente hanno capito che madama Chips non sia idonea ad insegnare cosa fare in casi di emergenza, ci vuole un medimago vero non un guaritore che non si occupi solo di taglietti o gente schiantata, dicono che hanno scelto uno che ha ricevuto ben tre Mungo Bonham, una leggenda vivente in pratica" esalò lei con gli occhi che brillavano, un mago o una strega così capaci e potenti da aver ricevuto ben tre premi per la Medimagia si contavano sulle dita di una mano, Alice accorse a presentare i suoi programmi del pomeriggio

"A chi lo dici bella, io la prossima settimana quando inizieranno questi benedetti tirocini avrò il piacere di condividere l'ossigeno con Charity Purkiss, chissà che donna interessante e quante storie ci racconterà e magari ci svela anche un po' dei suoi segreti, scrive d'incanto quella donna-" Peter fermò l'elogio della Prewett alla direttrice e scrittrice di cronaca nera e gialla della Gazzetta del Profeta

"Alice presentati con un bel solitario di diamante, non potrà resisterti" rise lui trascinando gli altri in una risata rumorosa e sguaiata. Finirono il pranzo tra le chiacchiere e scherzando allegramente, si alzarono sazi e un po' inebetiti da tutto il cibo che il loro stomaco stava disgregando freneticamente e con estrema fatica, James stava parlando con Marlene del Puddelmore United e della loro incredibile partita contro i Cannoni Cuddle, quando si gelò sul posto, gli occhi sbarrati, i capelli come se riflettessero le sue emozioni non erano più intirizziti ma cadevano flosci sulla fronte e la bocca era contratta in una smorfia di puro terrore misto a sorpresa, il gruppetto si girò verso il capitano di Quidditch

"Prongs ma che-" iniziò Remus

"Mamma?" sussurrò lui impercettibilmente

"James vorrei tanto essere tua madre, sarei una bella donna sulla cinquantina, con un marito affascinante dai soldi illimitati, dalle camere alla Gringot strabordanti e tre premi Mungo Bonham" rise Marlene, girò la chioma capelluta, così come fecero gli altri e si gelarono nella stessa posa di James.

Euphemia Potter era una donna sulla cinquantina che dimostrava trentacinque anni, dal fascino elegante, irresistibile e incoscientemente superbo caratteristico della sua famiglia da nubile, i Black, aveva lunghi capelli neri come la pece che aveva ereditato il figlio, il suo viso era elegante e le rughe, grazie anche al fatto che fosse una strega e che quindi il processo di invecchiamento era più lento rispetto a quello dei babbani, erano poche, impercettibili e le davano l'aria affascinante di donna di esperienza, era la tipica donna in carriera che si divideva tra il suo lavoro da Medimaga e primario del San Mungo e la sua famiglia formata dal marito, Fleamont, il figlio James da lei tanto amato e viziato e gli altri tre malandrini che considerava come figli adottivi e che amava accogliere nell'immensa tenuta Potter tutte le estati. Amava il Quidditch e si era diplomata nella casa di Serpeverde come la sua famiglia d'origine, ma si era innamorata di un Grifondoro traditore del suo sangue ed era stata, con suo sommo piacere, radiata dall'albero genealogico dei Black dalla sua amabile nonnina.

In quel momento gli occhi grigi stavano leggendo la Gazzetta del Profeta mentre era seduta compostamente con le gambe incavallate su una panca in marmo della Sala d'ingresso, Minerva le aveva dato appuntamento in quel luogo, chiuse di scatto la Gazzetta sbuffando, la sua amica Charity Purkiss non aveva scelto niente di così emozionante quella mattina da attirare la sua attenzione, e la posò accanto a lei, si alzò e penso che mai come allora i suoi piedi chiedevano pietà per essere stati rinchiusi nelle ennesime decolletè in pelle di drago che suo marito le aveva regalato per uno dei loro anniversari. Si stava spazientendo e seppur in circostanze normali non lo avrebbe mai fatto si passò una mano tra i capelli corvini, si spolverò i vestiti neri e si apprestò verso la sala grande, non avrebbe aspettato altro tempo, aveva già rinunciato ad un intervento importante per parlare con Minerva e lei era in ritardo di ben venti minuti, camminava elegantemente e il mantello di velluto bordeaux le svolazzava per il vento, il mento leggermente sollevato e il viso dai lineamenti eleganti era impostato in un'espressione scocciata.

Vide da lontano un gruppetto che accalcava l'entrata alla Sala Grande, dovevano essere Grifondoro del settimo o, al limite, del sesto anno, ghignò apertamente, stava molto probabilmente per ricongiungersi con suo figlio, quei pensieri furono provati da una parola che uscì dalla bocca del ragazzo che si era gelato sul posto appena l'aveva vista

"Mamma?"

Si apprestò ad arrivare all'immenso portone in quercia nera e una risatina soffiata le uscì dalla bocca perfettamente colorata da un rossetto rosso sangue

"Ragazzo, tua madre non ti insegnato come si saluta?" proclamò lei mentre si fermava davanti al gruppetto, le ragazze la guardavano allibite e un po' confuse, una ragazza alta e avvenente richiamò l'attenzione della donna

"Oh santo Godric, Euphemia Potter è qui davanti a me! Piacere Lily Evans" la Donna si aprì in un risolino melodioso, strinse la mano della ragazza che sembrava dover morire da un momento all'altro per l'eccitazione

"So chi sei ragazza, sei particolarmente famosa in casa mia, non sicuramente per la tua simpatia, ma per la tua intelligenza e forza d'animo" Lily non sapeva se essere onorata che Euphemia Potter sapesse chi fosse, infastidita dal fatto che l'avesse definita acida e antipatica o al settimo cielo per il complimento appena ricevuto, quindi sorrise

"Mamma che ci fai qui?" chiese sbuffando suo figlio, mentre lei salutava la sua Marlene e parlavano insieme della scuola

"Hogwarts è proprio come me la ricordavo, sai James fu qui che-"continuò la matriarca Potter mentre guardava il corridoio dietro di lei

"Mamma osi usare l'arte del tergiversare di cui sono il possessore contro di me?" Il ragazzo incrociò le braccia sul petto e si piazzò davanti al campo visivo della donna

"Avrei apprezzato un'accoglienza più calorosa, un "ciao Mamma mi sei mancata, ho letto la tua lettera e non ho volontariamente non risposto ad essa", ma tralasciamo, sono qui perché Minerva ha richiesto un colloquio con me" spiegò Euphemia del tutto non turbata dall'ostilità di suo figlio che in quel momento stava maledicendo il capo della sua Casata per aver chiesto un colloquio con sua madre e si stava domando il motivo di tanta urgenza e segretezza, ma era tranquillo che il problema di cui avrebbero parlato non sarebbe stato lui per due motivi: la scuola era iniziata quel giorno e né lui né i Maladrini avevano fatto ancora niente di illegale.

"Bene se non hai altro da chiedere figlio mio io avrei un colloquio, ciao Sirius, Remus, Peter, nipote Alice, Evans- si fermò sulle altre sue che si presentarono subito- arrivederci ragazzi" con un elegante mossa scansò la combriccola e si addentrò nella grande Sala, ebbe un tuffo al cuore di malinconia, si riscosse e studiò la sala, non c'era l'ombra di Minerva McGrannit, una voce la richiamò

"Euphemia eccomi, scusa il ritardo, abbiamo avuto un'emergenza"

La strega fece retrofront e sotto gli sguardi concitati di tutta la sala che non credeva ai propri occhi che vedevano la strega più popolare che spesso campeggiava nelle copertine di teenwitch, vincitrice di tre Mungo Bonham e capo del San Mungo, a grandi falcate ritornò nel luogo da cui era partita e si apprestò a seguire la McGranitt che con passi veloci saliva le scale principali seguita dal gruppetto di Grifondoro, si fermarono davanti all'ufficio del preside, il Gargoyle squadrò il gruppo davanti a lui e proferì con voce roca

"Parola d'ordine"

"Victoria Sponge" affermò la professoressa, la statua possente si sollevò e fece spazio alla combriccola che salì le scalette a chiocciola in pietra per ritrovarsi davanti ad una porta in Sambuco, alche la McGranitt si girò lentamente

"Bene ora che ci avete scortato gentilmente dal Preside ho l'obbligo di congedarvi" gli altri la fissarono corrucciati e sotto lo sguardo ammonitorio della vicepreside si diressero verso la sala comune di Grifondoro nel mentre le due donne stavano entrando nello studio del Preside.

La piccola saletta dall'aria affascinante era organizzata su tre piani di cui i due superiori erano dei soppalchi con delle librerie piene di libri di qualsiasi argomento e oggetti dall'inestimabile valore e potenziale magico, i due soppalchi erano organizzati in colonnati e sorretti a loro volta da colonne in marmo bianco al centro della saletta circondata da librerie c'era una cattedra in legno scuro con il piano in panno di velluto blu sommerso da pergamene, dietro ad essa sedeva su una poltrona dalla regale seduta in pelle di drago nera il preside di Hogwarts, sorrise alle donne appena entrate e protese il braccio per indicare una delle poche sedie lasciate libere

"Salve Euphemia e bentornata ad Hogwarts, prego si metta a sedere, il viaggio è stato di suo gradimento?"

"Beh Caro Albus, per i limiti di tutti i viaggi in metro polvere in Inghilterra" rise compostamente la donna, quasi non si era accorta del pubblico che aveva intorno, riconobbe i coniugi McKinnon, i Lupin, i Prewett, i Paciock, i Minus, Terence Vance e quella che doveva probabilmente essere sua moglie, altre due coppie di coniugi che non conosceva e per finire suo marito appoggiato alla finestra con uno dei suoi sigari Cumbalette in bocca mentre le sorrideva, non fosse stata innamorata follemente di quell'uomo avrebbe cestinato ogni suo sigaro, non le piaceva né il sapore né tantomeno il vizio, si avvicinò alla sedia indicata dal suo amico

"Cosa abbiamo qui, una riunione del Wizengamot?" Rise lei sedendosi con le gambe accavallate sulla sedia in pelle

"Cara, la simpatia non è il tuo forte, lasciala a chi di dovere" sogghignò Fleamont strizzando un occhio da dietro gli occhiali dalla montatura spessa, si alzò e prese posto accanto alla moglie, la McGranitt che fino ad allora era rimasta in egregio silenzio si sistemò in piedi accanto al Preside

"Vediamo prima di sistemare le faccende minori, Cara Euphemia, ti volevo proporre di far parte del programma di tirocinio di Medimagia qui ad Hogwarts, non c'è bisogno che tu sosti al castello, ti apriremo un passaggio metropolvere" Propose la donna esitante

"Certamente e con immenso piacere Minerva, odio le matricole inesperte, ad una condizione" la McGranitt la guardò timorosa, conosceva bene il figlio della signora Potter e se la sua interlocutrice era come lei la richiesta sarebbe stata alquanto sopra le righe

"Qualunque cosa" rise nervosa, la donna si levò dalla seduta sotto lo sguardo dei presenti alquanto confusi e proferì tranquillamente

"Ne ero certa, vorrei che solo un gruppo ristretto lavorasse con me, si intende cinque persone, le altre verranno seguite da altri superiori meno capaci della sottoscritta che sceglierò personalmente tra le mie fila, il gruppo che ne uscirà sarà il fiore all'occhiello dei futuri tirocinanti del San Mungo"

"Mi sembra perfetto, come conta di scegliere il suo club?"

"Farò una prima selezione guardando i loro rendimenti scolastici, solo quelli con la media oltre ogni previsione o eccezionale accederanno al colloquio con me, quando verranno a scuola tutti i capi dei reparti della Magia dell'Inghilterra per reclutare studenti e poi farò un test teorico per vedere se la loro preparazione è eccellente e non mediocre"

Pensò a suo figlio James che avrebbe tirato un sospiro di sollievo, non che non le piacesse lei o suo padre, ma Hogwarts era l'unico posto dove poteva essere conosciuto come James Potter non come il figlio di Fleamont e Euphemia Potter, rispettivamente Capo del Dipartimento dell'applicazione della legge magica e capo del San Mungo nonché vincitrice di tre Mungo Bonham, era conosciuto grazie a lui, non grazie alle sue discendenze e voleva che restasse così

"La mia elitè frequenterà corsi al San Mungo così che io non debba fare su e giù, che non è il massimo del Comfort, e che possa al tempo stesso farli assistere ad operazioni di un certo calibro"

Esitò e guardò con aria sognante fuori dalla vetrata

"Ci sarà da divertirsi, amo la sana arte della competizione tra ragazzi"

"Euphemia, sapevamo di poter contare su di lei, ma non è l'unico motivo per cui ho indetto questa riunione"

Si alzò e la lunga veste verde smeraldo prodotta con materiali molto pregiati e adornata con fili d'oro, lisciò il grande pennuto rosso fuoco appollaiato su un supporto in oro, la grande fenice prese due lettere che il Preside le porse e sparì dalla grande vetrata, tutti lo guardarono straniti e in attesa del motivo della convocazione, parlò la signora McKinnon

"Albus, c'è un problema con i ragazzi?"

Lui rise, una risata elegante, contenuta e tranquilla, lisciò la lunga barba e puntò gli occhi intelligenti e blu celati dalle lenti a mezzaluna

"Oh Ophelia, si tranquillizzi sua figlia sta bene e non è nei guai, è un'altra la ragione per cui vi ho trascinato qui"

La strega che aveva parlato aveva i capelli biondo cenere acconciati in modo statuario con gel e lacca che non le toccavano nemmeno le spalle, la preoccupazione era leggibile sul volto della donna dagli occhi neri, suo marito la rassicurava picchiettando pazientemente la mano sulla spalla, un'altra donna dai capelli biondi e la struttura mingherlina e asciutta prese parola

"Scusi l'ignoranza ma io e mio marito non siamo molto esperti di magia, l'unica strega in famiglia è nostra figlia, se non è perché i nostri figli sono nei guai, perché ci ha convocati?"

Poi ricominciò torturandosi le mani

"E perché noi, pur essendo babbani, vediamo il castello? La mia Lily ci ha spiegato che i babbani come noi dovrebbero vedere delle rovine per la protezione del mondo magico"

Il mago si aprì in un sorrisetto compiaciuto e interessato, la signorina Evans aveva preso argutezza da sua madre a quanto pare

"Vedo con piacere che è molto informata sul castello, signora Evans, ho fatto un piccolo strappo alla regola per lei, suoi marito, i signori McDonald, la signora Lupin e la signora Vance"

I maghi presenti bisbigliarono sbigottiti dal fatto che la faccenda doveva essere talmente importante che Albus Silente aveva abbattuto le difese della scuola per ben sei babbani

"Ci dobbiamo preoccupare Albus?" chiese Fleamont tutto ad un tratto diventato serio, sua moglie gli strinse la mano sottile intorno al polso e cominciò a lisciarla nel tentativo di calmarlo

"Assolutamente no, Fleamont. Vi spiegherò tutto in presenza dei Caposcuola" Minerva McGranitt bisbigliò all'orecchio del preside e lui chiamò il suo pubblico ad alzarsi e seguirlo verso il retro di una delle tante librerie, c'erano degli specchi d'acqua che tappezzavano tutto il muro in pietra, erano come schermi e si vedevano i corridoi della scuola

"Dopo i catastrofici eventi di maggio, ho dovuto rafforzare la sicurezza nel castello, questi sono specchi riflettenti, non ho ancora dato un nome proprio a questa mia geniale invenzione, lo specchio d'acqua riflette il tuo pensiero, pensi a chi vuoi vedere e lui ti appare nello specchio e puoi vedere che cosa sta facendo e pensando" spigò il mago ansiano alla comitiva davanti a lui

"Questo ci dovrebbe servire per?" domandò confusa e assetata di notizie Elena Prewett, era una giornalista anche nell'anima dopo tutto

"Cara Elena,al momento ci servirà a sapere perché il signor Potter e la signorina Evans non sono ancora arrivati"

Non lasciò libertà di parola nessun altro che allargò uno degli specchi d'acqua e lo trasferì davanti alle sedute dello studio da cui erano partiti, nello schermo magico apparve una ragazza seduta dietro ad un banco in legno, dai lunghi capelli rossi e dalla faccia identificabile senza alcuno sforzo, i coniugi Evans si sporsero dalle loro sedie per vedere meglio, la loro figlia nello specchio sedeva tranquilla e un po' annoiata mentre una strega di mezza età con davanti un manichino dalle sembianze di una strega spiegava qualcosa che evidentemente era noioso o era estremamente facile per Lily, il sonoro dei suoi pensieri rimbombò nello studio del preside

"O santa Morgana, ma davvero quando abbiamo Euphemia Potter nel castello dobbiamo ostinarci a sentire le chiacchiere insulse su malattie stupide di Madama Chips, dovrebbe baciare dove la madre di Potter cammina, lei sì che è un Medimago con i contro fiocchi"

La signora Potter ghignò, le piaceva già la ragazza, gli Evans guardarono la donna citata dalla figlia, Euphemia si girò in direzione dei genitori del piccolo genio di nome Lily Evans, Brian Evans le chiese

"Ma lei è la famosa Euphemia Evans, vincitrice di tre premi, come aveva detto Lily?" la donna accanto a lui fece segno di non ricordare e la signora Potter la soccorse

"Mungo Bonham, già sono proprio io"

"Mia figlia non fa altro che leggere suoi trattati e parlarci di lei, la adora"

La donna agitò una mano imbarazzata e strinse la mano ai due che le stavano parlando che scoprì si chiamassero Charlotte e Brian, tornarono con gli occhi sullo schermo e continuò il sonoro dei pensieri della rossa

"Dio solo sa quanto ammiro quell'icona del femminismo, è il mio nuovo idolo, dopo Jimmy Page dei Led Zeppelin, Jimmy rimane imbattuto" 
la ragazza rise a quei pensieri e si disse che dopo aver fatto visita a Silente sarebbe andata dritta in dormitorio e avrebbe rubato il vinile di Physical Graffiti e una burrobirra dal baule di Marlene, continuò a pensare

"Morgana quanto vorrei essere lei, una strega potente con un aspetto da trentenne anche se ha cinquant'anni e di una bellezza assurda, sposata con la trasposizione nel mondo magico di Colin Firth che ugualmente anche se ha cinquanta anni ne dimostra nemmeno trenta, una carriera spettacolare, la faccia stampata sul 60% dei manuali più all'avanguardia della medimagia e tre Mungo Bonham, l'unica pecca della sua perfetta vita è quel cretino di Potter come figlio, si vede che i geni li ha ereditati da nessun dei due, ora che ci penso credo che se non fosse che è la perfetta fusione fisica di quei due penserei certamente che sia stato adottato"

Nello studio di Albus tutti puntarono l'attenzione su Charlotte e Brian Evans, ma i due a sua volta guardarono i coniugi Potter come se avessero appreso un'amara verità

"Quindi sareste i genitori di quel Potter?" sibilò Brian che d'un tratto aveva alternato il sorriso ad una faccia di pura delusione e disappunto, quei due erano i genitori del ragazzino viziato che perseguitava sua figlia sin dal primo anno

"Fieri di esserlo, io mi preoccuperei di sua figlia che tra i due sembra essere quella maleducata" lo freddò sul nascere Fleamont riservando all'uomo tanto disgustato da suo figlio un'occhiata di finta cortesia, Albus Silente richiamò l'attenzione sullo specchio,

Madama Chips stava finendo il suo lungo monologo alla classe e stava chiedendo una diagnosi accurata della malattia che affliggeva il manichino medimagico notoriamente chiamato MUM, Lily alzò gli occhi e sbuffò annoiata

"Possibile che nessuno sappia che è Vaiolo di drago, sono finita nell'unica classe di trogloditi" 

Alzò la mano e Madama Chips le dette parola un po' scocciata del fatto che nessun altro se non quella ragazza dall'aria maledettamente saccente sapeva diagnosticare un comunissimo caso di Vaiolo di drago

"La diagnosi è Vaiolo di drago, è lampante dai sintomi e dalle analisi che lei ci ha fornito, è febbricitante e ha le allucinazioni, è molto facile diagnosticarlo dalle pustole di colore rosso verdastro che in questo caso sono ad uno stato primordiale in quanto le suddette pustole hanno diametro inferiore al centimetro"

"Eccellente come sempre, signorina Evans, dieci punti a Grifondoro"

Madama Chips così congedò la classe, Lily raccolse le sue cose e si precipitò in fretta e furia verso la porta della sala del primo piano, aveva assolutamente bisogno di andare nel suo dormitorio e rilassarsi, la testa le stava esplodendo

"Maledetto ciclo" pensò lei e le donne dello studio che la osservavano risero divertite,

Camminava spedita verso le rampe di scale in fondo al corridoio dove finiva anche il corridoio perpendicolare a quello che stava percorrendo lei, ma una voce la richiamò, non riconosceva la cosiddetta voce

"Evans aspetta" un ragazzo biondiccio e alto quanto lei si fermò ansimante alla sua destra, si aprì in un sorriso che infondeva tutto tranne che acume, forse era un suo compagno di corso molto probabilmente perché era uscito dalla stessa porta da cui era evasa lei

"Posso fare qualcosa per te?" chiese cortesemente lei, mentre si fermava e riponeva la sua attenzione sulla divisa gialla e nera che indossava il suo interlocutore, lui prese a spostare il peso da piede a piede guardandosi le scarpe

"Tu sei... Lily Evans" disse lui balbettando, era così a disagio che Lily non riuscì a non pensare di reprimere ogni istinto omicida nei suoi confronti per aver interrotto la sua ascesa al dormitorio

"Si suppone così" sorrise lei, poi un'atroce verità le sfiorò la mente, era certa di non ricordare il nome del ragazzo che a quanto pare doveva invece conoscere lei, si strofinò la nuca imbarazzata e dispiaciuta

"Scusa la schiettezza, ma... io ti conosco? Perché se sì mi dispiace non ricordarmi chi tu sia" lo studio di Silente espose in una risata imbarazzata

"E tutte le speranze del giovine caddero miseramente" scherzò Daniel McDonad, evidentemente Mary aveva preso il senso dell'umorismo da suo padre

"Lo immaginavo, piacere Thomas Ardeen" disse il ragazzo allungando la mano grande verso quella secca e fredda di Lily

"Non mi aiuti bello, vabbè lasciamo perdere và"

Finse di aver capito e strinse la mano a Thomas affermando subito senza esitazione

"Oh ma certo"

"Si cade sempre più in basso amico" scherzò Colin McKinnon battendo il cinque al suo migliore amico Fleamont che derideva il ragazzo insieme a lui

Un silenzio imbarazzato si creò tra i due ragazzi interrotto dopo quelli che sembravano infiniti minuti dalla Evans che mentendo provò a congedarlo

"Scusa Thomas è stato un piacere, ma ora dovei proprio andare ho una fame svengo, vado a fermarmi lo stomaco" fece per incamminarsi e continuare il cammino che il ragazzo dal cervello paragonabile ad una nocciolina salata aveva interrotto, ma lui per la seconda volta la fermò

"Tieni la mia mela"

"Oh certo, la tua mela" disse lei fintamente gioiosa

"Santa Priscilla, cosa dovrei farci con una mela? Ci zeppo i tavoli con una mela" pensò lagnandosi la rossa, accettò la mela i sorrise fintamente riconoscente, si girò e prima di addentare la suddetta mela pensò che poteva benissimo essere avvelenata, dopotutto era di uno sconosciuto

"Non la mangi?" lei si girò di spalle per non far vedere che sussurrava un incantesimo per controllare che la mela fosse sana e che non incorresse in pericolo di morte

"Non ti fidavi, certo" sembrava un po' deluso, la ragazza si affrettò a scusarsi mortificata

"Scusa non sei tu davvero, ma essendo che di norma non è consigliabile accettare cibo dagli sconosciuti ho dovuto controllare, non si è mai troppo prudenti" spiegò lei che era diventata tutta rossa e aveva stampato in faccia un sorriso imbarazzato, il ragazzo non rispose come se fosse stato destabilizzato da quella regola basilare nel manuale "Come non finire avvelenato/ucciso/drogato" 

"Questo è più stupido di Gazza"

rimuginò Lily mentre aspettava un responso da parte del suo interlocutore, intanto in Presidenza, Fleamont Potter aveva aperto le scommesse clandestine che trattavano su quando la ragazza avrebbe messo fine a quel teatrino imbarazzante, nel mentre il gioco d'azzardo era appena iniziato il ragazzo in questione si risvegliò tutto a un tratto e se ne uscì

"Ovviamente, senti Lily non ce la faccio a trattenermi, ci vieni al Lumaclub con me?"

"Ora come ora vorrei essere carina e gentile come Black e non sentirmi maledettamente in colpa perché così potrei rifiutarmi di passare la serata del Lumaclub come un calvario" 
la presidenza rise e aspettò il verdetto, c'erano in gioco bene dieci galeoni e venti sterline e Lily si senti contrastata internamente, guardò la mela e poi la faccia assente e un po' tarda del ragazzo e non se la sentì di rifiutare

"Certo, perché no" la presidenza si schiaffò una mano sul volto simultaneamente e i vincitori riscossero il denaro nel mentre la rossa vedeva correre via il suo cavaliere constatando la teoria secondo la quale il ragazzo che l'aveva appena invitata non dovesse spiccare per la sua intelligenza, si maledisse e maledisse il suo animo sempre gentile anche nelle occasioni meno opportune mentre si incamminava verso le scale in marmo alla fine del corridoio per adempiere alla richiesta di Silente che la voleva nel suo studio, così come fece il suo collega James Potter che stava camminando con la sua solita andatura annoiata e non curante di ciò che lo circondava, le due mani occupate una da un boccino d'oro che senza alcuno sforzo riusciva sempre recuperare e l'altra da una mela verde che stava addentando, la ragazza lo vide e sbatté le palpebre confusa

"Potter tutto solo? Quando mai è capitato in sette anni di scuola, dove è Black e Remus e Minus?" 
si chiese la rossa mentre si era fermata a guardarlo dal primo gradino delle scale, i coniugi Potter risero a quel pensiero e si trovarono d'accordo con la ragazza, Albus Silente alzò una mano e proferì velocemente

"D'ora in poi non potremo i pensieri della dolce signorina Evans, ma solo il dialogo tra i due, sennò gli specchi entrerebbero in collisione, più di un pensiero non lo possono reggere" gli altri annuirono e puntarono l'attenzione sul corvino che aveva superato la compagna di casa che era rimasta immobile sul primo gradino e lo seguiva con lo sguardo confuso

"Potter che ci fai qui?" chiese la ragazza

"Penso che io abbia la facoltà come libero mago maggiorenne di andare dove mi pare senza un apparente motivo, tu non credi Indil?" si fermò a sua volta lui rivolgendole un sorriso di sghembo, lei lsbuffò sonoramente e continuarono a salire le scale, James addentò la sua mela attirando lo sguardo sorpreso della ragazza

"Che coincidenza Potter, anche tu una mela" lui guardò la mela rossa in mano alla ragazza e fece spallucce spiegando

"è reduce dalla mia esercitazione in trasfigurazione, Minnie stavolta ci ha dato roba talmente semplice che mi sono bastate due tentativi per imparare" Lily lo guardò sbigottita, le c'erano volute ben dieci mele a lei, era infastidita dall'abilità innata di Potter in trasfigurazione, lo studio di Silente rise alla faccia furente e rossa d'imbarazzo che Minerva McGranitt aveva

"Non era semplice per niente, sei tu che non so per quale motivo sei portato per la trasfigurazione, a me mette i brividi" lui la guardò fintamente offeso e contrattaccò

"Farò finta di non aver sentito l'invidia del piccolo alchimista, la trasfigurazione è la materia più affascinante e immediata che ci sia" la professoressa nello studio guardò il suo miglior alunno che per la prima volta in sette anni non si vergognava ad esprimere il suo amore per la materia, era quasi commossa

"Piccolo Alchimista? Vabbè non lo voglio sapere lascia perdere, torniamo alle mele, la mia è un regalo" disse velocemente la caposcuola aspettandosi una reazione curiosa del ragazzo con cui condivideva il cammino

"Aspetta che lui le chieda chi le ha regalato la mela, forza James sveglia!" si sporse dalla seduta la signora McKinnon seguita dalle donne presenti nello studio, ma la richiesta non fu accolta dal ragazzo e fissò con aria diabolica la ragazza, non avrebbe vinto lei

"I tuoi non ti hanno insegnato che non si accetta il cibo dagli sconosciuti, Indil?" ghignò James, la rossa capì la provocazione e contrattaccò difendendosi valorosamente, nel mentre Terence Vance si apriva in un 

"Grande ragazzo, non dargliela vinta" e gli uomini nello studio si radunavano per vedere meglio come le donne avevano fatto precedentemente

"Non è uno sconosciuto Potter, è Thomas Ardeen e mi ha invitato ad andare al Lumaclub con lui" le donne si aprirono in un coro di incitamento, erano così carini insieme quei due, ma la strada era ancora lunga, il cacciatore dal canto suo si aprì in una risatina innocente mentre faceva sparire il torsolo di mela che aveva in mano e riacciuffava il boccino che fino a tre secondi prima svolazzava indisturbato

"Buono a sapersi indil, bel colpo quella mela forse ha il quoziente intellettivo più alto di Ardeen" lei come le donne nello studio aveva percepito la puntina di gelosia nella voce calda di James

"è geloso" cominciarono a dire a tempi alterne le comari e si placarono in tempo per sentire Lily che sbuffava una risata tranquilla, mentre salivano le ennesime rampe di scale

"Buono a sapersi per cosa? Mi devo trovare a dover staccare l'ennesimo mio accompagnatore dal muro o posso stare tranquilla stavolta" la sua mente volò a quando dovette staccare un corvonero del quinto anno che l'aveva invitata al ballo d'inverno e rise limpidamente, James si beò di quel suono soave e poi come se colpito da una scossa si ridestò e assunse una smorfia menefreghista

"Rilassati Indil non sei al centro del mondo, se ti preme così tanto il tuo cavaliere rimarrà illeso, ma userò quest'informazione all'occorrenza, magari sul campo di Quidditch" la signora Potter si ridestò e si schiaffò una mano in volto

"Mio figlio è un'idiota"

La rossa studiò la faccia perfetta del suo accompagnatore analizzandolo, lui la guardò in tralice aspettando una sua risposta che non tardò ad arrivare

"Sei davvero così stronzo o nascondi un lato buono sotto quella faccia da cretino?"

"Questa è servita su un piatto d'argento, enorme errore rossa" rise il signor Paciock

"Se vuoi scoprire il mio lato nascosto esci con me e sarai accontentata" ghignò lui mentre la rossa si schiaffava una mano in viso contratto in una smorfia divertita, lui si passò una mano nei capelli e poi ripose il boccino nella tasca del mantello

"Rettifico, mio figlio è un completo idiota" ribadì Euphemia Potter scuotendo la testa mora in segno di disapprovazione mentre però una risata divertita le usciva dalle labbra fini

"Davvero pessima Potter, sei arrugginito, ha mai funzionato con qualcuna?"

"Oh tu non immagini nemmeno il numero" ridacchiò lui mentre la guardava di sottecchi, la signora Potter era allibita, non si aspettava che suo figlio fosse vergine, dalle conversazioni che riusciva a captare quando James parlava con Sirius doveva essere parecchio gettonato tra il popolo femminile di Hogwarts, ma non pensava a quei livelli

"Tra loro credo ci sia oltre a tutto il dormitorio femminile di Corvonero anche quella francese..."

Non finì che James la fermò con le grandi mani sulle spalle secche, la guardò con le sopracciglia alzate che sembravano voler prendere vita tutto ad un tratto, la ragazza lo guardò stranita

"Indil, so che è la gelosia a parlare per te, ma non puoi parlare di Apolline la mezza Veela, come "quella francese": bionda, con occhi azzurri, nonché la fidanzata intoccabile di Delacour, che tanto casta e pura non era alla fine, anzi-"

Lily lo bloccò con un gesto gentile e leggiadro della mano come se volesse racchiudere la voce di James nel suo piccolo pugno

"Che tu ci creda o no, la tua vita sessuale non rientra nei miei interessi Potter"

"Questi due finiranno insieme prima della fine dell'anno" disse saggiamente Elena Prewett con una faccia di chi aveva esperienza in campo

"Peccato, avremmo molte cose di cui discorrere su questo argomento" rise lui e lei scosse la testa fintamente sconsolata mentre rideva a sua volta

"Senza nessun pudore" sospirò affranta la signora Potter mentre appoggiava la testa alla spalla del marito che se la rideva sotto i baffi

"Allora, il destino ha voluto che ci incontrassimo per la strada, dove vai Potter?"

"Come se non lo sapesse" esclamò Bernardine McDonald procurando le risa di tutte le altre donne

"Oh porco Salazar, Fleamont, non dirmi che la ragazza ha detto destino" Euphemia si portò una mano sulla fronte cosciente di cosa sarebbe successo di lì a tre secondi, infatti James non mancò di fare spallucce e enunciare

"Il destino non esiste è solo una scusa che inventò un mago poco capace e pigro alla prima cosa storta della sua vita, dico io e comunque sto andando da Silente"

"Pure io, intendo sto andando da Silente, per l'altra cosa non sono pienamente d'accordo ma va bene" concordò la rossa mentre era combattuta se dare ragione al suo interlocutore o continuare a vivere tranquillamente a Hogwarts

"No che non va bene Indil, tutto questo potrebbe cambiare l'idea che mi sono fatto di te e che ti sei fatta tu di me" sembrava visibilmente sconcertato e convinto della sua affermazione che Lily non osò contraddirlo, decise però di riportare la conversazione su un tono decisamente più tranquillo

"La mia idea potrebbe cambiare solo in meglio, se ritieni il credere un argomento così importante, va bene, cominciamo da un grande dogma, Dio"

"Santa Agrippa ci risiamo" sussurrò la signora Potter

"Baggianate dico io, gli hanno mai fatto una foto o ha lasciato qualcosa che fosse testimoniatamente scritto da lui, no, ergo niente prove che esista, ergo..."

"Altra cosa a cui non credi, in cui credo io"

"Tu davvero credi alla storia della vergine che si ritrovò magicamente incinta e partorì un figlio che dava vita agli uccellini dal fango, che moltiplicava i pani e i pesci pur essendo chiaramente un babbano e resuscitò magicamente tre giorni dopo essere stato ammazzato?" chiese lui stranito da come una ragazza intelligente come la Evans potesse credere a quelle scemenze

"Se la metti su questo piano ragazzo, hai ragione tu" dichiarò Brian Evans sotto lo sguardo ammonitore della moglie

La rossa rise scuotendo la chioma vermiglia

"È questa la parte bella del credere, credi e stop, Dio non è razionalizzabile"

Poi guardò il ragazzo confuso mentre stavano salendo le scale in pietra e giravano l'angolo, tar non molto sarebbero arrivati a destinazione

"Bene allora passiamo a qualcosa di più soft, credi nel Matrimonio?"

"Indovina? No, lo trovo solo un modo per mostrare sfarzosità non richiesta, un modo per essere al centro del mirino di ogni parente assatanato che devi trattare con rispetto che magari nemmeno si merita perché sei il più gettonato nella dinastia del parentado per l'eredità, qualora mi dovessi sposare ci saremmo solo io, mia moglie, i Malandrini, Marlene e pochi tra le sue amiche o amici, oltretutto secondo la mia umilissima opinione non serve un rito per testimoniare che due persone staranno insieme tutta la vita, se si amano davvero lo faranno con o senza fede al dito" la rossa rimase stupita dalla sua schietta sincerità, era un altro attacco dell'alter ego di James Potter e quel lato la affascinava irrimediabilmente, doveva ammetterlo, le donne nello studio sospirarono e guardarono il ragazzo nello schermo con occhi innamorati

"La futura signora Potter sarà una donna dannatamente fortunata" sospirò la signora Evans che aveva rivalutato completamente il ragazzo

"Wow Potter, mi sorge una domanda a questo punto, credi in qualcosa?"

Il ragazzo annuì, e valutò la risposta da dare alla collega

"Credo in tutto ciò che posso vedere, credo nell'amicizia con i Malandrini o con Marlene o quella in generale, la vedo tutti i giorni e ho visto anche gli effetti su chi la perde, sono abbastanza certo che esita e che serva molto nella vita, credo nella Magia, la vedo tutti i giorni, la sento scorrere in forma di adrenalina nelle vene quando combatto, credo in poche cose Indil, ma più di tutte credo nell'amore, credo che sia la magia più bella di tutte e non parlo del noioso e poco verosimile pranzarono, si sposarono e poi vissero felici e contenti, credo nell'amore quello che ti prende le viscere, che ti fa salire lo stomaco in gola, quello che ti fa fare le peggio cazzate, quello che ti plasma e ti cambia, quello che ti fa sentire bene con te stesso e con il mondo, tu hai Dio che ti ascolta quando hai bisogno io ho Sirius, tu ti sposerai e l'aria intorno ti apparirà magica, io magari mi accontenterò di una cerimonia al limite dell'umiltà ma sentirò la magia scorrermi nelle vene ogni volta che guarderò la donna che amo, non è molto ma per ora mi va bene così"

Le donne se è possibile erano ancora più rapite dalla schietta dolcezza e i pensieri così veri e profondi del ragazzo occhialuto

"Se non se lo sposa la rossa mi prenoto io" decretò con aria sognante la signora Lupin

La ragazza intanto non riuscì a ribattere che furono davanti all'enorme Gargoyle in pietra che si animò quando gli furono davanti i due caposcuola

"Parola d'ordine prego" sentenziò la statua guardando un punto fisso dietro i ragazzi che intanto sembravano aver visto una mangusta

"Merda, me la sono scordata" sussurrò lei cercò aiuto in James ma nemmeno lui se la ricordava, poi una luce Malandrina si accese negli occhi del ragazzo

"Ciao Borromé, come va la vita da statua?"

"tuo figlio parla anche con le statue, non ho sentito dire niente di diverso da "Parola d'ordine" a quella statua" rise Colin McKinnon in direzione del signor Potter che fece spallucce, suo figlio era capace di parlare anche con il porridge

"Ciao anche a te James, Beh un po' poco divertente, sempre uguale e piena di ragnatele che vuoi farci" rise lui mentre batteva un poderoso cinque al ragazzo

"Tu conosci il Gargoyle di Silente?" chiese la rossa stranita, possibile che conoscesse tutto il castello e sembrava anche che fosse l'unica oltre ad alcuni serpeverde ad avere in antipatia il ragazzo

"Ovvio io e Borromé, chiamalo così non gli piace essere di proprietà di qualcuno è molto suscettibile, siamo amici di vecchia data, lunga storia- tornò a rivolgersi alla statua- amico senti ti ricordi il favore che mi dovevi per averti procurato un appuntamento con la statua della strega orba? Bene sono venuto a riscuoterlo"

Lo studio di Silente sbuffò una risatina divertita, quel ragazzo era incredibile

"Qualunque cosa"

"Facci entrare, Silente ci vuole vedere ma non ci ricordiamo la parola d'ordine" implorò il ragazzo corvino intrecciando le mani, Il Gargoyle si spostò un po' riluttante e James lo ringraziò, i due salirono le scalette fino alla porta in legno e bussarono sul legno massiccio e da dentro sentirono uno strascichio di sedie molto rumoroso, i due giovani si guardarono e aspettarono che la voce del possedente dello studio gli desse il permesso di entrare, la voce di Silente non tardò ad arrivare, i due entrarono e si aspettavano di tutto, tranne quello che videro in sala.


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