Un amore a Venezia

di eddiefrancesco
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo Capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo Capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto Capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto Capitolo ***
Capitolo 6: *** Sesto Capitolo ***
Capitolo 7: *** Settimo Capitolo ***
Capitolo 8: *** Ottavo Capitolo ***
Capitolo 9: *** Nono Capitolo ***
Capitolo 10: *** Decimo Capitolo ***
Capitolo 11: *** Undicesimo Capitolo ***
Capitolo 12: *** Dodicesimo Capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo Capitolo ***


Era stato definito il matrimonio del momento organizzato tra le famiglie più ricche e prestigiose di Verona. Conosciutisi anni prima ad un ricevimento di Gala a Venezia: Ilario Bonetti ricco commerciante di stoffe pregiate che importava da ogni luogo e a sua volta vendeva as un benestante fornitore per grandi case di moda: Massimo Righetti. L'imprenditore possedeva una discreta industriale tessile la quale aveva tirato su solo ampliando a sua volta un piccolo negozio di tessuti appartenuto al genitore a Venezia. I due uomini avevano così stretto un accordo il quale Bonetti procurava all'industria Righetti i migliori campioni di stoffe. Questo procurava ad entrambi un notevole guadagno privilegiandoli nel settore dell'alta moda. Per sigillare il loro accordo Ilario e Massimo avevano stretto un patto agli inizi della loro società e cioè il matrimonio fra i loro figli; in questo modo la loro fortuna non sarebbe andata in mani estranee dopo la loro morte ma a suo tempo Massimo Righetti avrebbe affidato l'intero patrimonio al suo unico figlio Danilo. Naturalmente i due affaristi non avevano certo chiesto l'opinione di nessuno e tanto meno ai loro figlioli per quanto riguardava il matrimonio. Fu solo in seguito che i due ragazzi vennero informati del loro destino e naturalmente tutto per il loro benessere avrebbero dovuto accettare. Ilario Bonetti difatti aveva pensato al futuro di sua figlia Liliana assicurandole così la vita piuttosto agiata che già conduceva. Liliana Bonetti tempo dopo venne informata dell'accordo preso restandone semplicemente allibita da non riuscire a crederci a quello che suo padre era stato capace di organizzare pur di salvaguardare il suo amato lavoro. - È soltanto per il tuo bene e potrai continuare la tua vita agiata, mia cara - Insisteva col ripeterle Ilario Bonetti. - E in fondo Lilli ...non sei una bellezza, su questo dobbiamo essere schietti. Le rinfacciava di continuo il genitore e questo purtroppo Liliana lo sapeva bene. Non era affatto una bellezza e per di più non era neanche alta, invece era paffuta, i suoi capelli di un castano spento tagliati a caschetto da rendere il suo viso ancora più pieno; di solito indossava abiti sportivi dalle tonalità scure e di taglia più grande per poter camuffare il suo corpo il quale non ne andava fiera. Evitare di guardarsi allo specchio se poteva, trovandosi insignificante e per di più suo padre le proibiva di truccarsi. In compenso era una ragazza simpatica e solare difatti a scuola aveva un gruppetto di amici con il quale si divertiva un mondo e aveva un rapporto speciale con sua cugina Porzia figlia della sorella di suo padre ma ormai non avevano da tempo più rapporti tutto da quando la donna tempo addietro aveva conosciuto e inseguito sposato un bellissimo e giovane venditore ambulante a Venezia. I suoi genitori si erano imposti con ogni forza e più di tutti suo fratello Ilario non ritenendo il giovane veneziano all'altezza della loro facoltosa famiglia. Sua zia Sandra invece innamorata folle del giovane Fausto Cordioli avevano organizzato una fuga d'amore per poi sistemarsi a Venezia ormai il loro nido d'amore dove con un po'di sacrifici avevano avvisato un piccolo e grazioso negozio di oggetti ricordo e souvenir. Dal loro amore erano nati Giulio e Porzia i suoi adorati cugini.

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Capitolo 2
*** Secondo Capitolo ***


Pur non essendo affatto ricchi, come invece lo era la famiglia Bonetti, i Cordioli vivevano serenamente di quel poco che rendeva il loro negozio. Porzia era da poco diplomata in economia e commercio amministrando a sua volta il loro negozietto. Suo fratello Giulio era invece avvocato lavorando presso uno studio legale. Quando le era possibile Lilli si recava a Venezia dai suoi zii; aveva sempre invidiato la loro storia d'amore trovandola romantica e travolgente proprio come una fiaba, sognando fin da piccola di poter incontrare un giorno il suo principe azzurro e magari con una romantica fuga d'amore; e per di più adorava Venezia definendolo incantevole e malinconica. La ragazza si trovava magnificamente in loro compagnia i quali si accontentavano di quel poco che possedevano ma erano molto Uniti e sempre di buon umore. Lilli aveva nel frattempo terminato il liceo artistico per poi iscriversi all'accademia delle belle Arti ma due anni dopo suo padre aveva preteso che lasciasse gli studi per occuparsi della sua azienda. Invece a Lilli non importava affatto ne di stoffe da comprare e tanto meno occuparsi della gestione finanziaria dell'agenzia di famiglia. Il suo grande sogno era diventare una restauratrice d'arte ma nel frattempo amava dipingere fiori dalle svariate tonalità e splendidi nudi di donna forse per il semplice motivo che non le piaceva il suo di corpo preferiva dipingere donne bellissime con lunghe chiome e corpi statuari. Per suo padre invece i suoi sogni erano semplicemente infantili e perdita di tempo e denaro. - Mia figlia non farà la fine di quei vagabondi che dipingono per strada!- Insisteva Ilario Bonetti pretendendo che la sua unica figliola si interessasse del suo prezioso impero e in seguito fare parte della fortuna del suo futuro marito. Lilli non sapeva nemmeno che faccia avesse Danilo Righetti avendo solo una volta intravisto suo padre Massimo definendolo un bel uomo alto e distinto ma come il suo di genitore avido di danaro. E fu così una mattina come tante che durante la colazione aveva ascoltato suo padre parlare dell'imprenditore in questione per poi finalmente degnarsi di informare sua figlia. Il signor Bonetti quasi ricordarsene in quell'istante si era rivolto a lei con notevole euforia - Lilli tesoro, d'accordo con Massimo abbiamo organizzato il fidanzamento fra te e il suo figliuolo Danilo!- Poi come se niente fosse aveva ripreso a dialogare con sua moglie dei suoi ultimi favolosi acquisti in Cina. Lilli aveva posato la sua tazza di latte macchiato e guardato il genitore con occhi sgranati per poi chiedere - Scusa papà... ma credo non aver compreso bene....- Ilario Bonetti aveva così sospeso il suo racconto - A che ti riferisci?- - Che intendevi poc'anzi? Riguardo a quale fidanzamento?- - Ma al tuo mia cara, è ovvio!- - No scusa...io sarei fidanzata? - Suo padre ora la osservava con aria che Lilli definì" seccata". - Lilli, tra me e Righetti da qualche tempo vi è un'ottima Intesa nel nostro campo lavorativo e allora perché non incrementare al massimo il nostro guadagno unendo a sua volta le nostre famiglie e le nostre aziende creandone una sola e di maggior successo....non credi?- - Ma papà... perché devi immischiare me nei tuoi affari, quando sai bene che ho un mio obbiettivo da voler raggiungere.- Ilario Bonetti parve sul punto di perdere la pazienza ma concluse dicendo - Ascoltami una volta per tutte Lilli....non sono soltanto i miei affari ma un domani diverranno anche i tuoi affari. Per altro mi sembrava di averti chiesto di lasciare la pittura e in fondo lo sai Lilli, non sei una gran bellezza, al contrario Danilo è un gran bel giovanotto. Ed ora basta chiacchierare, il lavoro mi attende...e penso che ritornerò per cena.- Detto questo si alzò da tavola e andò via. Lilli non riusciva a credere a quello che aveva udito da suo padre; per l'ennesima volta era stata umiliata. Portando lo sguardo su sua madre che come se niente fosse sfogliava una delle sue riviste di alta moda sorseggiando la sua tazza di caffè. - Mamma, ma l'hai sentito?- - Mm...Oh sì tesoro, credo che sia meraviglioso! Non trovi?- Poi riprese a sfogliare la sua rivista. Ma... erano per caso tutti impazziti? Sì chiedeva la poverina. Di punto in bianco nel giro di una mattinata avevano organizzato il suo futuro, la sua vita. Ma credevano sul serio che vivessero nel medioevo? Quando il genitore disponeva della vita dei sui figli? Lilli si tirò su e recarsi in camera sua, si preparò per la scuola andandoci col suo scuter ma era certa che non sarebbe riuscita a concentrarsi. Era semplicemente allibita per quello che suo padre le aveva detto...o meglio imposto.

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Capitolo 3
*** Terzo Capitolo ***


Per ben due giorni ci rimurgino' su, poi chiamò l'unica persona di cui si fidava: sua cugina Porzia e le raccontò tutto. La ragazza l'aveva ascoltata non riuscendo a crederci. Purtroppo non riuscì più a parlare con il genitore e sua madre invece troppo presa dai suoi incontri con le amiche. Fu soltanto nel mese seguente che il genitore si degno' di parlarle accennando ad un intimo rinfresco nella loro villa dove avrebbe conosciuto il suo fidanzato. - E se io mi rifiutassi? - Aveva azzardato la poverina, Ilario Bonetti la scrutò per pochi attimi per poi dirle - Non sei nella posizione di poter decidere nulla mia cara, non finché vivrai in casa mia.- Lilli si chiuse ancora una volta nella sua stanza chiedendosi il perché di tutto questo. Era sempre stata una brava figliola ed una discreta studentessa, perché mai allora suo padre si comportava in questo modo nei suoi confronti? - lui e la sua maledetta azienda! - imprecò fra se la povera Lilli. Aveva compiuto da poco 22 anni vivendo in una splendida villa nei pressi del centro storico nel Borgo Venezia. La villa era stata costruita dal nonno paterno e a sua volta Ilario Bonetti l'aveva sistemata a dovere. Di un bianco panna e colonne in alabastro, tutt'intorno ad un magnifico giardino il quale sua madre lo curava personalmente. Entrando vi era un immenso salone con 4 magnifici sofà di un rosa antico, poi si accedeva a 2 sale da pranzo di diversa grandezza arredate con mobili sontuosi in epoca e cucina; al piano superiore 4 camere da letto e 2 magnifici bagni. Sul retro una piscina e un piccolo cotteg il quale veniva usato dai domestici e per finire 2 garage. Era ormai prossima la primavera e in uno di quei pomeriggi fu trascinata da sua madre per compere. - Dobbiamo trovare un abito adatto alla cena in tuo onore, tesoro...e poi dovremmo occuparci del tuo corredo! - Cinquetto' sua madre euforica. E di fatti l'abito giusto per la cena fu scelto naturalmente dalla signora Bonetti di colore bianco crema in seta modello impero con maniche a sbuffo ornato da una fascia in raso sopra la vita, secondo il parere di sua madre quel modello la slanciava molto. Per completare il tutto le vennero abbinate delle scarpette basse in pelle morbida dello stesso colore dell'abito. L'immagine che rifletteva lo specchio era quella di un orrenda e antiquata bambolina da sistemare su un vecchio sofà. Era a dir poco disgustata dalla sua immagine, sperando in cuor suo che per la sera del rinfresco fosse sprofondata sotto terra o magari buscarsi una gran bella influenza da restare a letto almeno un mese. Purtroppo per lei la sera del ricevimento era viva e vegeta. Una delle sale da pranzo era stata adobbata con magnifiche composizioni floreali un po'ovunque e il grande tavolo in cristallo colmo di ogni prelibatezze; erano stati inviati per l'evento solo pochi ospiti i più importanti aveva spiegato Bonetti, quelli che contavano nel loro ambiente e naturalmente Righetti e famiglia. Tutte le signore presenti indossavano gioielli e abiti elegantissimi quasi tutti dalle tonalità chiare, così richiedeva l'etichetta mentre i signori uomini in abito scuro. Suo padre aveva perfino ingaggiato dei musicisti che avrebbero intrattenuto gli ospiti con musica sinfonica a fine serata comodamente seduti. Lilli fu nuovamente trascinata in sala da sua madre con addosso quell'abito ripugnante e poco dopo le fu presentato il suo fidanzato. Danilo Righetti era di fianco al suo futuro suocero anch'egli spinto lì contro la sua volontà; Lilli sollevò appena lo sguardo verso il giovane piazzatole davanti e dovette però ammettere che era piuttosto carino, alto, bruno, sui 25 anni con lineamenti fini e occhi scuri. Indossava un giacchino corto nero come i suoi pantaloni dal taglio classico e camicia bianca. Il giovane la guardò appena e a Lilli le parve di notare un espressione disgustata sul viso del giovane quando gli fu detto: Questa è Liliana Bonetti. - In quel medesimo istante la poverina avrebbe desiderato sprofondare sotto terra purché testati lì. Non volle più guardare in viso Danilo evitandolo per tutto il tempo di quell'incubo di serata. Più volte tentò di darsela a gambe ma ogni qual volta veniva afferrata per un braccio da sua madre e trattenuta tra gli ospiti. Finché approfitto' di un battibecco fra padre e figlio Righetti lì in sala per poi uscire fuori in giardino. Lilli diede una rapida occhiata ai suoi coinvolti in una chiacchierata e pensò che fosse il momento buono per svignarsela anche lei. Appena fuori in giardino si posò contro una colonna chiudendo gli occhi e respirare a pieni polmoni l'aria fresca della sera ma in quella udì un vociare di uomini in tono concitato. Lilli fattasi più vicina trattenne il respiro: erano Massimo Righetti e suo figlio Danilo e non fu per nulla difficile intuire che quest'ultimo veniva trattenuto con forza per un braccio dal genitore mentre il giovane era più che mai deciso a scappare via. - Avanti, smettila di fare il ragazzino! Ne parleremo tranquillamente una volta a casa! - - Cosa vorresti parlare papà? Ma dico? L'hai vista? È una palla di lardo! - - Sta zitto per favore. Che timporta... potrai pur sempre divertirti dove e con chi vorrai una volta sposato. - Quello che udì le fece salir su la nausea, la poverina era disperata portando una mano davanti la bocca trattenendo un gemito. Girò sul retro della villa di corsa varcò la porta secondaria rifugiandosi in camera sua. Sì strappò l'abito di dosso facendolo a pezzi restando con la sola biancheria intima gettandosi sul letto diede sfogo ad un pianto straziante, piangendo così tanto da non riuscire quasi più a respirare. Non era mai stata più offesa e umiliata così in tutta la sua giovane vita e per di più dalla sua famiglia. Come avevamo potuto farle questo? Sì risvegliò all'alba del giorno seguente, si osservò allo specchio, i suoi occhi color nocciola erano cerchiati e lividi dal gran pianto. Più tardi fece una doccia e scese di sotto per la colazione; i suoi erano già lì come loro solito a tavola salutandola appena la videro arrivare come se nulla fosse. Attese poi che suo padre fosse andato via per rivolgersi a sua madre - Mamma, io non credo che sia del tutto giusto quello che papà avrebbe deciso per me - sua madre la guardò piuttosto sorpresa. - Perché dici questo mia cara? - - Ma mamma, non siamo mica nel medioevo... insomma ti sembra corretto che io e quel Danilo....io non voglio e credo nemmeno lui. - - Tesoro, smettila di sognare il principe azzurro. Sai bene che nel mondo degli affari è così che funziona e l'amore non conta nulla. Perciò non sfasciarti la tua testolina con inutili congetture e cerca invece di non pensarci più, d'accordo? - Ma prima che Lilli potesse controbattere la donna proseguì dicendole - A proposito, avremmo da fare diverse compere. Sì è decido il fidanzamento per la prossima stagione e forse il matrimonio per il prossimo inverno. Perciò non manca molto, dobbiamo sbrigarci! - Detto questo la signora Bonetti riprese a sfogliare la sua rivista. Lilli continuava a guardare strabiliata sua madre, poi si alzò da tavola decisa ad uscire da questa gabbia di matti. Tirò fuori da uno dei garage il suo scuter e si allontanò il più possibile dalla villa.

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Capitolo 4
*** Quarto Capitolo ***


Circa un ora dopo era a Venezia per poi dirigersi nel borgo dove si trovava il piccolo negozio degli zii. Porzia e sua zia Sandra furono liete di rivederla ma una volta varcata la soglia del negozietto e vicina a sua zia le si gettò fra le braccia scoppiando in lacrime. Preoccupate la consolarono entrambe chiedendole il motivo del suo sconforto; appena fu in grado di poter parlare Lilli raccontò tutto, non tralasciando nulla della festa e di quello che i suoi avevano detto a riguardo. Porzia e Sandra dopo aver ascoltato si guardarono in viso, erano a dir poco allibite non riuscendo quasi a crederci ma sua zia spostandole una ciocca di capelli dal viso la consolo'. - Ascolta tesoro mio, hai ormai 22 anni, prendi lo stretto necessario e viene qui da noi per un po'. Ti aiuteremo col mettere ordine nella tua vita e pensare cosa è giusto fare.- Lilli la guardò. - Davvero posso? - le chiese - Ma certo! Decidi se dirlo o meno ai tuoi, per me fa lo stesso. Se vorrai me la vedrò io con quello stolto di mio fratello. - le disse Sandra. Lilli si strinse ancora una volta al petto di sua zia provando una grande sicurezza. Ormai presa la sua decisione, verso l'ora di pranzo la ragazza tornò alla villa paterna. Pranzò in compagnia di sua madre ascoltando i suoi banali discorsi sui preparativi delle nozze, ma una volta sola in camera sua, tirò fuori dall'armadio un borsone e il suo zaino, lo riempì con i suoi libri, colori e tutto quello che poteva servirle. Nel borsone invece vi infilò lo stretto necessario dei suoi indumenti. Recuperò i suoi risparmi e in camera dei suoi, prelevò del denaro dalla borsetta di sua madre, lasciando la sua carta di credito con la certezza che una volta scoperta la sua fuga il genitore gliela avrebbe bloccata. Sì finse più naturale possibile ma non appena sua madre su impegnata a telefono con le sue amiche, se la svignò lasciando sul tavolo un misero biglietto con su scritto: vado dagli zii. Intorno all'ora di cena Lilli era nuovamente a Venezia in casa dei suoi adorati zii. Divise la stanza con la cugina dal momento che suo cugino Giulio con viveva più lì, da qualche tempo il giovane si era trasferito in un appartamentino non distante dall'ufficio dove vi lavorava. A cena però non riuscì a mandar giù un solo boccone e sua zia le preparò una tazza di latte caldo e biscotti fatti in casa. La famiglia Cordioli viveva in periferia in un umile appartamentino di tre vani arredato in maniera semplice ma Lilli vi sentiva tanto amore e pace tra quelle persone a lei così care. Nella graziosa cameretta che avrebbe diviso con Porzia vi era un armadio a tre ante, due letti, una scrivania con sopra due mensole colme di libri e peluche. Porzia la mise subito a suo agio facendo spazio nel suo armadio e aiutandola col sistemare la sua roba; poi si sdraiarono insieme su di un letto e chiacchierarono fino a tardi. Porzia era di solo un anno più grande di lei, viveva ancora con i suoi e di giorno si occupava del loro negozio insieme al padre. Lilli si risvegliò il mattino seguente guardandosi intorno, quella graziosa cameretta era davvero molto accogliente illuminata da un tiepido sole il quale filtrava attraverso delle tendine a fiori gialli davanti ad unica finestra. Il letto di fianco al suo era stato rifatto e anche la stanza era in perfetto ordine. Dalla cucina provenivano rumori di stoviglie ed un buon profumo di caffè e biscotti; si tirò su, la sveglia sul comodino segnava le 9 del mattino. Sì tirò giù dal letto e si diresse in bagno per una buona doccia ristoratrice, poi in cucina dove zia Sandra aveva preparato la sua colazione. - Ben alzata tesoro mio! Dormito bene? - Lilli anui poi chiese di Porzia che naturalmente era già al negozio ma sua zia la invitò a sedersi e consumare la colazione e Lilli ne approfitto' per parlarle. - Vedi zia...io non voglio crearti ulteriori problemi con mio padre. Se credi io... - ma la donna non la lasciò continuare. - Ascolta Lilli, sei maggiorenne ed io sono tua zia. Ti ho invitata qui da noi per l'estate o tutto il tempo che vorrai. Perciò rilassati e fa quello che più ti garba, intesi? - Gli occhi di Lilli si riempirono di lacrime di gratitudine, Sandra la strinse ancora una volta al suo petto. - Coraggio piccina, non pensarci più, sistemeremo ogni cosa, vedrai. Ora se vuoi potresti raggiungere Porzia al negozio e cerca di rilassarti. - Terminò così la sua colazione e dopo aver salutato Sandra con un bacio andò via. Durante il tragitto fino al negozio ripensò a quello che le era capitato così tutto d'un tratto; ancora non riusciva a crederci che proprio lei, una ragazza mite e remissiva avrebbe un giorno di punto in bianco lasciato la sua casa, i suoi genitori che fino a quel momento aveva creduto i migliori al mondo. Ora invece le veniva imposto un fidanzato, un matrimonio nel giro di quasi un anno e per di più avrebbe abbandonato il suo sogno di pittrice per lavorare nella azienda di suo padre. Sua cugina le sorrise vedendolo arrivare, aveva appena finito di dare una sistemata all'interno del negozio e si occupava ora degli adempimenti amministrativi. Di tanto in tanto vi passava qualche cliente o un turista in vacanza in cerca di un ricordo da portare via con se. Il negozio si trovava nelle vicinanze del centro storico di Venezia formato da sei zone chiamate sestieri, lì vi erano anche diverse botteghe di artigiani ma quello che più piaceva a Lilli erano i diversi ponti del centro storico della città lagunale che comprende 121 isole collegate da 435 ponti. Il negozio degli zii si trovava proprio nei pressi di un ponte canareggio, così denominato perché sviluppatosi in una zona paludosa. E proprio nei pressi di qualche ponte a giorni alterni si sistemavano li alcuni artisti con i loro bravi cavalletti e le loro tele, intenti a rubare uno splendido tramonto o un tipico angolo della meravigliosa città e in quella Porzia ebbe una fantastica idea. - Ehi Lilli, perché non porti qui tutto il tuo materiale. Troviamo un angolino tranquillo e potresti dipingere. Che te ne pare? - Lilli la guardò, in fondo non era affatto una cattiva idea... anzi era geniale! - Ma certo...se per te va bene, domani porterò tutto qui. - Poi le due ragazze trascorsero insieme il resto della giornata. Nel tardi, una volta a casa Lilli osservò le chiamate ricevute sul suo telefonino il quale aveva spento la sera precedente e come pensava vi erano diverse chiamate del genitore. - Non mi va proprio di sentirlo - disse a se stessa ma Porzia la invitò a chiamarlo per rassicurarlo; ma come la ragazza temeva non la lasciò affatto parlare ordinandole invece di fare rientro a casa. Lilli provò ancora col poter parlare ma fu del tutto inutile, così poco dopo riattaccò. L'indomani come deciso, le ragazze portarono il suo materiale nel negozio; anche sua zia ne fu entusiasta dell'idea di dipingere lì e incoraggiando poi nel sistemare le tele ultimate in vetrina. - È un vicolo piuttosto frequentato, vedrai, qualcuno le noterà. - In quel periodo così triste della sua vita Lilli era davvero fiera dei suoi adorati zii ed era orgogliosa di essere parte della loro famiglia così unità dove vi regnava tanto amore. Nei giorni seguenti passò a trovarli suo cugino Giulio e pranzò con loro e raccontarsi le loro vicissitudini fra cui la sua storia. - Tuo padre non può pretendere assolutamente nulla, sei maggiorenne. Il male peggiore sarebbe quello di diseredarti ma alla sua morte ti spetterebbe tutto di diritto. - le spiegò Giulio. - Per me può tenersi tutto quanto o darlo in beneficenza, voglio imparare a cavarmela da sola d'ora in avanti. - Giulio le sorrise - Sei una cara ragazza Lilli, sono più che sicuro che ci riuscirai. - E così prese da grande euforia, una volta in negozio iniziarono col spostare mobili e scaffali, sistemando quella bottega dando poi una bella rinfrescata. Ricavarono a sua volta un angolino dove Lilli sistemò un cavalletto comprato il giorno precedente presso un mercatino dell'usato con dell'altra roba utile per la sua pittura. E con sua immensa gioia alcuni passanti entravano per curiosare e guardarla dipingere e in seguito ricevette qualche commissione gratificandolo tantissimi. Per Lilli ebbe inizio una nuova vita in un nuovo paese e una nuova famiglia, amata e orgogliosa di se stessa. Ripensava spesso ai suoi, agli amici lasciati e ai suoi studi. Provò ancora col contattare sua madre ma non servì a nulla, ancora presa dai preparativi delle nozze insistendo col far ritorno a casa il più presto possibile e comportarsi da donna matura. Ma questo la convinse sempre più di aver già trovato la sua strada e che l'arte era il suo futuro. E non appena alcune sue tele furono terminate, Porzia ricavò un po'di spazio in vetrina e le sistemò in bella vista per lasciarle asciugare. In uno di quei pomeriggi mentre Lilli era concentrata nel dipingere, Porzia si occupava dell'incasso giornaliero e tutto ad un tratto la osservò. Sentendo lo sguardo di sua cugina su di sé la guardò a sua volta - Che c'è? Ho il volto sporco? - chiese, passandosi il dildo della mano sul viso. - No, affatto. Mi chiedevo invece come staresti con un nuovo taglio di capelli. Insomma...guardati un po'. Quel caschetto così fuori moda! - E alzatasi dallo sgabello le sì avvicinò iniziando col sollevarle ciocche di capelli. - Ma che fai! Sta ferma! - le rispose Lilli spingendola via di fianco, ma non convinta Porzia continuò col studiarla con aria pensosa. Durante quel periodo Lilli aveva perso peso e in fondo anche i suoi capelli avevano bisogno di una sistemata; così nei giorni seguenti Porzia prese appuntamento dal suo parrucchiere e in uno di quei pomeriggi Lilli si ritrovò in un elegante salone di bellezza in compagnia di sua cugina. - Avevo proprio bisogno di una rinfrescata! - le disse Porzia agitando una ciocca dei suoi riccioli scuri. - E vale anche per te, cara cugina. - Ed un sorriso malizioso illuminò il suo grazioso visetto. Porzia era una ragazza molto carina, sempre di buon umore ed un bel portamento. Amava vestire abiti dalle tonalità più svariate, quasi l'opposto di sua cugina. Così dopo una breve attesa Lilli fu fatta accomodare su di una poltroncina girevole davanti ad una elegante specchiera dopo uno sciampoo. Una donna molto bella sulla trentina biondissima le friziono' i capelli con un telo morbido e dopo una rapida occhiata iniziò col spennellare sulle sue ciocche una pomata dall'odore piuttosto nauseabondo. Appena terminata quell'operazione avvolse le ciocche in pezzi di carta stagnola. Piuttosto perplessa Lilli osservava la sua immagine riflessa e Porzia al suo fianco aveva un sorrisetto sornione stampato sul suo viso. Tempo dopo la bionda signora ritornò da lei e dopo aver nuovamente fatto uno sciampoo iniziò a tagliarle i capelli in modo frenetico. Quando fu soddisfatta del suo operato fra colpi di spazzola e phon iniziò la Messi piega su quello che rimaneva sei suoi poveri capelli, penso' fra se Lilli. Ma a lavoro ultimato ammirò la sua nuova immagine allo specchio. - Allora, mia bella signorina....che ne pensi? - le chiese. Lilli era senza parole, domandandosi se era davvero lei quella che ora lo specchio le rifletteva.

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Capitolo 5
*** Quinto Capitolo ***


- Lilli, mia cara...sei semplicemente splendida! - esclamò Porzia alle sue spalle. - Bè...si, in effetti mi piace tantissimo. - Era quasi un altra persona e forse si sentiva anche diversa con quel nuovo taglio e colore di capelli. Ed anche i suoi zii una volta rincasate si complimentarono con lei della sua nuova trasformazione. - Ora dobbiamo pensare anche al tuo guardaroba. - disse Porzia osservandola ancora. - Perché? Che hanno i miei vestiti? - le domandò - E me lo chiedi anche?! Hai bisogno di qualcosa di più femminile e colorato. Basta con queste tute orrende! Conosco un posto dove troveremo abiti moderni a prezzi bassissimi... vedrai. Domani ci andremo! - Le disse piuttosto eccitata Porzia e non accettò nessuna obiezione da parte di sua cugina. E come infatti deciso, il mattino seguente mentre zio Fausto si recava al negozio, loro due si incamminarono per alcuni vicoli di Venezia. Lilli non riuscì più a ricordare in quanti negozi erano entrate per poi finalmente rincasare cariche di sacchetti di ogni genere i quali versarono su di un letto e Porzia iniziò subito con assemblare per colore e a sua volta farglieli indossare. La Lilli di qualche settimana prima, presentata alla festa organizzata dai suoi e vestita come una buffa bambolina non esisteva ormai più ma al suo posto vi era una graziosa e giovane donna dai capelli biondi e sbarazzini vestita con abiti molto femminili dai colori vivaci i quali valorizzavano il suo aspetto. - Ora sì, che sei carina! E con questo sarai perfetta! - le disse Porzia tirandola giù su di una sedia e iniziando a truccarla. - Guardati un po'? - Mettendole uno specchio in mano. Se solo l'avesse vista suo padre!!! Di sicuro gli sarebbe venuto un accidente. Uscite dalla loro stanza, Porzia tutta orgogliosa di se, mostrò la nuova Lilli ai suoi genitori i quali ne restarono strabiliati dalla sua notevole trasformazione. - Lilli, piccola mia, sei splendida! - esclamò zia Sandra abbracciandola. Lilli guardò commossa sua cugina mentre l'altra le strizzava un occhio in segno d'approvazione. Era raggiante e piena di vita, sentendosi proprio come una farfalla che aveva finalmente lasciato il suo bozzolo ma al contrario delle farfalle che hanno vita breve, la sua era appena agli inizi e Lilli voleva assolutamente viverla insieme alla sua nuova famiglia, in quel meraviglioso e splendido vicolo veneziano. Lilli non ricevette più notizie da parte del genitore e francamente non le importava affatto. Con la famiglia Cordioli ci viveva magnificamente considerandosi parte di loro. Come ormai tutte le mattine, insieme a Porzia si alzava di buon ora aiutavano mamma Sandra con le faccende di casa e poi di volata al negozio. Lì, la attendeva il suo adorato lavoro di pittrice. Aveva già venduto qualche tela e ne aveva altre da ultimare; appena erano belle e finite Porzia le sistemava in vetrina e proprio in una delle tante giornata la ragazza si accingeva nel mettere in bella vista un suo dipinto raffigurante uno splendido nudo di donna dalle forme perfette e generose. Lilli nel frattempo si prendeva una pausa avviandosi al bar più vicino per comperare delle bibite fresche lasciando il suo cavalletto incustodito, mentre Porzia terminava di allestire la vetrina. In quella un giovane uomo si fermò lì davanti contemplando il dipinto per poi entrare in negozio. Porzia salutò cordialmente il cliente chiedendo in che cosa poteva servirlo, il giovane dopo averla salutata si guardò intorno portando poi lo sguardo sul cavalletto di fianco la vetrina; poi guardò Porzia dopo aver indicato il quadro in vetrina, la ragazza non lo lasciò aprir bocca. - È interessato a quel quadro signore? - chiese gentilmente. - Si...ma vorrei conoscere l'artista che l'ha dipinto, signorina. - spiegò il cliente. - Certo...ma vede....si è allontanato un attimo fa...- rispose Porzia un po'in difficoltà guardando fuori dalla porta. Nel frattempo l'uomo aveva tirato fuori dall'interno del suo gilè il suo biglietto da visita. - Sono Flavio Padovani, restauratore d'arte come può ben leggere sul mio biglietto, possiedo una piccola bottega dove do lezioni di pittura a giovani artisti e allestisco mostre e come le dicevo vorrei conoscere l'artista di quel dipinto.- porgendo il biglietto da visita. - Bene...lo riferirò all'artista - ( se si degnerà di rientrare) mormorò fra se la ragazza. - Se desidera la farò chiamare - aggiunse Porzia. - Le sarei molto grato - rispose il giovane e dopo averla salutata andò via. Porzia rimase ad osservarlo mentre si allontanava e in quella dal lato opposto del negozio ritornava Lilli con due lattine fra le mani con tutta calma. - Ma si può sapere dove eri finita?! - le urlò contro sua cugina irritata. - Ehi calmati! Ero nel bar qui accanto. Non vedo poi così tanta gente qui dentro! - si giustificò l'altra. - Non è per questo, perditempo che non sei altro! Poc'anzi è entrato un uomo...un restauratore d'arte, questo è il suo biglietto da visita. - Lilli afferrò il biglietto e dopo aver dato una sbirciatina guardò Porzia. - Che ti ha detto? - chiese curiosa. - Gli è piaciuto il tuo dipinto, quello in vetrina e vorrebbe conoscerti. Ma ci pensi Lilli...un restauratore! - Porzia le afferrò le mani iniziando a saltellare fra gridolini di gioia. - Avanti chiamalo, chiamalo subito! - - Si...certo, ci penserò. - Porzia la guardò perplessa. - Come sarebbe a dire ' ci penserò'? Chiamalo oggi stesso. No anzi, andremo noi da lui. Che ne pensi? - - Come scusa? - questa volta fu Lilli a guardarla con aria sorpresa. - Certo. Mi ha riferito di avere...una bottega e da lezioni o roba simile. Avanti andiamoci! E poi è un gran bel giovanotto! - Lilli le sorrise. Porzia aveva stampato sul viso un espressione da sognatrice e questo la divertì tantissimo. - E poi sarei io quella che sogna il principe azzurro ad occhi aperti! - dandole uno spintone. Flavio Padovani era in effetti un bel uomo sui 28 anni, alto, vestiva in maniera un po' eccentrica. Aveva capelli neri lunghi sulle spalle raccolti a codino dietro la nuca e indossava abitualmente jeans sbiaditi, T-shirt colorate con gilè dalle tinte svariate e portava con sé una sacca in tela su di una spalla. Se fosse dipeso da Porzia sarebbero andate da lui divolata ma Lilli preferi' attendere qualche giorno prima di chiamarlo. Quando a pranzo Porzia ne parlò ai suoi, anche loro la invogliarono nel chiamare, in fondo era quello che lei sognava di poter fare: la restauratrice. Ormai convinta più che mai, verso la fine di quella settimana Lilli si accinse a chiamare il pittore; era piuttosto nervosa quando chiusa nella loro stanzetta compose il numero e dopo pochi squilli una fresca e giovane voce d'uomo le rispose. - Parlo con Flavio Padovani? - chiese - Sono Liliana Cordioli e giorni fa lei avrebbe ammirato un mio dipinto, un nudo di donna in un negozio nei pressi del centro storico. Ricorda? - - Oh, si certo. Sarei ansioso di poterla incontrare signorina Cordioli. La sua tecnica mi ha colpito. Vede, domani sera organizzerò una piccola mostra e se vorrà potremmo conoscerci lì. - le chiese gentilmente Flavio. - Si, per me va bene. Mi dia pure l'indirizzo. - Il giovane pittore le riferì il luogo dove si sarebbe tenuta la mostra d'arte e poco dopo si salutarono. Lilli una volta riattaccato uscì dalla cameretta colpendo in pieno viso Porzia con un bel colpo di porta. - Che modi! A momenti mi rompevi il naso! - la rimproverò l'altra, Lilli la guardò dubbiosa - E tu che ci facevi incollata alla porta? - la rimproverò a sua volta la cugina. - Questi non sono affari tuoi. Dimmi invece che ti ha detto il pittore. Lilli le sorrise - E tu come sai che ho parlato con lui? - - Oh ma quanto cianci! Allora...me lo dici o no? - Lilli osservava sua cugina divertita. Porzia era proprio una ragazza incorreggibile ma adorabile e le parlò dell'appuntamento. - Perfetto! Ora scegliamo subito cosa indossare, poi ti sistemerò trucco e capelli. Oh a proposito, io sono il tuo manager. - - Tu, che cosa? Ma per favore! - dandole l'ennesimo spintone ed entrambe scoppiarono in una allegra risata.

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Capitolo 6
*** Sesto Capitolo ***


L'indomani vestite per la serata, si avviarono all'appuntamento. La mostra d'arte si trovava nei pressi di Piazza San Marco in uno dei vicoli piuttosto frequentati. Quando le due ragazze vi giunsero c'era già un bel po'di gente che varcava un piccolo cancelletto per poi scendere pochi scalini accedendo in una sala triangolare con muri in pietra levigata e fresca, piuttosto piacevole per quella serata di inizio luglio. L'unica illuminazione in galleria erano dei faretti situati sopra ogni quadro dando a sua volta un aspetto pittoresco. Tre maestose colonne anch'esse in pietra dividevano la sala in tre zone e nell'entrata sotto gli scalini era sistemato un piccolo tavolo in cristallo con sopra alcuni depliant. Seduti a quel tavolo vi erano due ragazzi mentre posatovi appena c'era Flavio Padovani, il pittore indossava dei jeans scuri e una camicia blu, i suoi capelli raccolti in un codino dietro la nuca. Le ragazze si tenevano per mano mentre ammiravano le opere girando fra la gente e poco dopo Porzia le strinse più forte la mano indicando la direzione dove vi era Flavio. - Eccolo, è lui! - bisbigliò eccitata sua cugina. Lilli lo osservò attraverso i visitatori che le passavano di fianco. - Non trovi che sia carino? - insistette Porzia, lei si limitò ad anuire col capo. - Dai avviciniamoci. - La incoraggiò l'altra ma in quella un giovane uomo ben vestito con al suo fianco una ragazza dai capelli fulvi molto attraente si affiancarono al pittore in questione, con fare amichevole iniziarono a chiacchierare. Lilli prese del tempo per poter osservare meglio il nuovo arrivato per poi riconoscerlo: era Danilo Righetti! A quel punto afferrò la mano di Porzia e con uno strattone la trascinò sull'altro lato della galleria rischiando di far inciampare sua cugina. - O insomma! Che ti piglia adesso? Quello lì ti aspetta! - bisbigliò Porzia ormai seccata. Lilli invece indicò il giovane accanto al pittore. - Il tizio che si è appena avvicinato è Danilo Righetti. - bisbigliò. - E chi diamine sarebbe? - chiese l'altra - Il figlio del socio in affari con mio padre che dovrei sposare - Porzia volle osservarlo più da vicino. - Però! Mica male! - Lilli fece invece una smorfia ma non accennava a muoversi, mentre l'altra provò col tirarla dietro di sé. Per sua fortuna Danilo salutato il pittore si allontanò e questa volta fu Porzia a strattonare la mano di sua cugina e fermarsi accanto a Flavio. Fu sempre Porzia a fare le presentazioni una volta salutato il giovane pittore. - Signor Padovani, sono la proprietaria del negozio dove ha veduto il nudo di donna giorni fa...ricorda? E lei è l'artista che voleva incontrare. - Lilli approfitto' per osservarlo da vicino notando i suoi bellissimi occhi di un blu intenso e il suo viso dai lineamenti delicati disegnato da una rada barbetta. Dopo le presentazioni eseguite da Porzia i suoi occhi blu si illuminarono all'istante stringendo la mano di Porzia per poi portare il suo sguardo su di lei. - Sono lieto di poterla conoscere - stringendole la mano. - Piacere mio. Sono Liliana Cordioli ci siamo sentiti per telefono. - Il giovane annuì mentre sua cugina la guardò subito con aria sorpresa e Lilli sperò in cuor suo che non la smentisse li davanti a lui. Flavio iniziò subito a parlarle . - Come le ho detto per telefono giorni fa, il suo quadro mi ha decisamente colpito. Mi dica, ha frequentato la scuola d'arte suppongo? - - No, il liceo artistico e sono al secondo anno all'Accademia delle belle Arti. - Certo. Dunque signorina Cordioli...- la ragazza lo interruppe. - La prego solo Liliana - lui le sorrise. - Bene, allora solo Flavio. Le dicevo che avrei praticamente sul retro di questa galleria un piccolo laboratorio e a giorni alterni dei ragazzi vengono da me per perfezionare la loro tecnica. Se vuole sarei ben lieto di poter ammirare altri suoi lavori - Lilli sorrise alquanto compiaciuta dal suo invito e accettò volentieri. - Allora l'aspetto. L'indirizzo lo troverà sul mio biglietto. A presto! - stringendo nuovamente la mano ad entrambe. Lilli e Porzia si allontanarono da lui, vagarono ancora un po'per la galleria poi andarono via. Una volta fuori sua cugina l'afferrò per le mani e iniziò con quel suo allegro balletto salterino. - Lilli hai sentito ti ha inviato! - ripeteva euforia. - Si certo, ho sentito. Ma ora smettila di saltellare e andiamo via! - Durante il tragitto fino a casa Porzia non smise un attimo di parlarne e una volta arrivati dagli zii, la poverina non riuscì ad aprir bocca, ormai rassegnata ad ascoltare la sua euforica cugina. Il sogno di Lilli sembrava sul punto di realizzarsi; nella successiva settimana acquisto' uno zaino più grande dove infilò dentro alcuni dei suoi lavori e chiese a sua cugina di volerla accompagnare, restandone sorpresa quando l'altra si rivolge a lei con un rifiuto. - Sono il tuo manager no la tua balia. Ora muoviti e va da lui! - dandole subito dopo una pacca sul di dietro. Con lo zaino sulle spalle e a cavallo del suo scuter Lilli si diresse verso la bottega del pittore. Sì ritrovò così davanti ad un portoncino socchiuso, lo spinse ed entrò. Dopo un piccolo corridoio notò due porte una di fronte all'altra, una delle due era socchiusa e dall'interno provenivano delle voci, si avvicinò dando un colpetto col dorso della mano. Flavio Padovani la invitò ad entrare dopo averla raggiunta sull'uscio. Disposti in due file uno di fianco all'altro, un piccolo gruppo di giovani pittori sedevano davanti ai loro cavalletti e di fronte a loro disposti su di un tavolo vi erano diversi oggetti: da un piatto con della frutta ad un vaso di fiori. Di fianco al tavolo uno scaffale in legno colmo di fogli, tele e colori. Flavio girava tra i cavalletti osservando con interesse e dando a sua volta dei suggerimenti. Lilli non poté fare a meno di guardarlo con indosso una semplice maglietta blu e i suoi jeans sbiaditi; il giovane l'aveva accolta con un cordiale saluto facendola avvicinare al tavolo dove Lilli vi posò su il suo zaino e mostrò i suoi lavori. Flavio li osservò attentamente poi con un cenno del capo le disse - Sono semplicemente splendidi e mi piace come crei le sfumature dando a sua volta luce e forma quasi da poterle animare. - passando subito al tu. Poi volle mostrare le tele e i disegni ai giovani pittori offrendo loro delle spiegazioni per poi restituirle alla sua proprietaria. - Mi piacerebbe che tornassi, magari potresti fermarti un po' ogni qual volta lo desiderassi e dar loro un aiuto - Lilli spalancò i suoi occhi color nocciola - Ne sarei davvero onorata, magari a giorni alterni così avrò modo di poter terminare l'accademia - Flavio annuì - Certamente. Sarebbe insensato non terminarla, allora ti aspettiamo Liliana - - Lilli. I miei amici mi chiamano semplicemente Lilli - lui le mostrò un meraviglioso sorriso. - Bene Lilli. Ma se nel frattempo ti va di restare saresti la benvenuta, puoi sederti dove credi. - indicando uno dei posti vuoti. Lilli non se lo lasciò ripetere e trovò subito un cavalletto vuoto; Flavio riprese il suo giro tra i ragazzi, lei invece sistemò su una piccola tela, i suoi colori di fianco e guardò un po'intorno ma il suo sguardo ritornò ancora una volta su Flavio. Il giovane pittore le era piaciuto da subito, a modo suo era piuttosto attraente e molto garbato nei modi ma poi decise di dedicarsi al suo lavoro scegliendo il soggetto da dipingere. Quel pomeriggio fu decisamente piacevole in compagnia di quei ragazzi, nascendo subito una gran bella amicizia chiedendole spesso la sua opinione sui loro lavori.

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Capitolo 7
*** Settimo Capitolo ***


Lilli era davvero entusiasta, provando stima per se stessa e la notevole considerazione che gli altri mostravano nei suoi confronti, in primo luogo da Flavio il quale aspettò che gli allievi fossero andati via per avvicinarsi - Spero che ti sia trovata bene qui con noi e ci terrei che tornassi - - Certo, verrò con immenso piacere - Flavio le sorrise accompagnandola alla porta. Arrivata a casa Porzia volle conoscere ogni piccolo particolare di quel suo primo giorno alla bottega, chiedendole dei giovani pittori che aveva conosciuto e di Flavio. Lilli era davvero grata alla sua cara e indiscreta cugina, grazie a lei era rinata e non solo fisicamente ma la faceva sentire realizzata e orgogliosa di se stessa. Come promesso Lilli ritornò alla bottega dei pittori, continuando a dipingere anche nel negozio degli zii. Nel piccolo laboratorio d'arte sedeva quasi sempre in disparte, le piaceva mostrarsi discreta e Flavio come d'abitudine le si avvicinava come d'altronde faceva con i ragazzi aiutandoli nel loro lavoro ed in una di quelle volte passandole accanto le sfiorò appena una spalla per chinarsi ed ammirare da vicino il suo dipinto. Quel suo leggero contatto le fece provare uno strano effetto senza considerare il subbuglio che provò interiormente quando il giovane avvicinò il volto al suo, piegandosi appena in avanti, un gesto alquanto naturale da parte di Flavio. Al termine delle sue lezioni Flavio aspettava che i ragazzi andassero via per poter intrattenersi un po'in sua compagnia mentre metteva ordine nella stanza e lei sistemava il suo zaino e in uno di quei pomeriggi fattosi vicino le chiese - Lilli mi piacerebbe mostrarti uno dei miei lavori e conoscere la tua opinione - lei ne fu davvero lusingata di quell'invito accettando. - Bene, potremmo vederci domattina, se non hai altri impegni? Magari se non ti sembro troppo sfacciato passerei a prenderti se mi lasciassi il tuo indirizzo - Lilli avvertì un tuffo al cuore e accettò nuovamente il suo invito dando così il recapito dei suoi zii dove attualmente viveva. Il mattino seguente di buon ora Flavio era davanti al portoncino della famiglia Cordioli ad attenderla e dopo essere stata aiutata da sua cugina nella scelta dell'abito giusto, Lilli arrivò da lui; Porzia le aveva consigliato un grazioso abitino in cotone azzurro decorato da piccoli fiorellini gialli chiuso in avanti da minuscoli bottoncini e aveva calzato dei sandali allacciati alle caviglie e parve proprio che a Flavio piacque quel suo luk dal momento che la osservò con un certo interesse per poi sorriderle. Il pittore invece indossava dei pantaloni in tela bianchi e una camicia blu e i suoi capelli pettinati come di solito dietro la nuca. La fece accomodare nella sua multipla blu e avviò subito il motore. Dopo un breve percorso si fermò nei pressi di una piazza, lì vicino vi erano diverse botteghe e altrettante chiesette alcune di esse in restaurazione; Flavio la guidò proprio in una di queste, la chiesa di San Luca. Entrandovi Lilli notò subito che stavano effettuando dei restauri. I banchi erano stati disposti nel centro della navata e ricoperti con teloni, su alcune pareti invece vi erano poggiate diverse scale e due impalcature. Su di un' impalcatura c'erano dei ragazzi i quali salutarono il pittore poco dopo entrato. - Viene Lilli, se ci riesci vorrei che salissi su quell'impalcatura - indicando una su cui non vi era nessuno. Lilli annuì e con il suo aiuto iniziò a salire, certo non le fu molto facile con l'abito che indossava ma era troppo curiosa di poter ammirare da vicino il lavoro iniziato. Più volte Flavio le diede il suo aiuto nel sorreggerla ed a ogni suo tocco la ragazza provava una strana eccitazione scorrerle lungo la schiena per poi proseguire a salire. Finché non fu davanti ad un affresco raffigurante uno splendido viso di donna, forse l'immagine di una Madonna; Flavio indicò il dipinto - Ecco, questa è l'opera a cui sto lavorando - lei ne fu incantata e ammiro' il magnifico lavoro iniziato su quel volto di donna dipinto a sua volta secoli prima con magnificenza. - È semplicemente splendido! - - Ti ringrazio, e vorrei chiederti se saresti disponibile nel farmi da assistente - Lilli lo guardò convinta di non aver afferrato - Stai dicendo sul serio? Tu vorresti che io...- lui annuì - Certo, ho visto come lavori e sono sicuro che potrai aiutarmi, naturalmente come dicevo sarai la mia assistente per il momento. - Lilli riuscì a malapena a contenere l'euforia che la pervadeva, quello era davvero il suo unico sogno e per di più avrebbe lavorato al suo fianco. Più tardi si lasciò accompagnare sotto casa ma prima di rincasare la ragazza si diresse nella pasticceria più vicina dove acquisto' una golosa torta gelato e una bottiglia di buon vino rosso. Ritornò a casa dagli zii che era ormai ora di pranzo e sistemò in fresco la torta e la bottiglia di vino attirando l'attenzione di zia Sandra - Che si festeggia mia cara? - Lilli le sorrise prima di rispondere - Zia Sandra, Flavio Padovani mi ha appena offerto un lavoro come assistente in una sua opera di restauro! - Sandra le afferrò le mani spalancando i suoi occhi scuri - Dici sul serio? Oh Lilli ma questa sì che è una splendida notizia! - stringendo a se la sua amata nipote. In quella facevano rientro a casa Porzia e suo padre e a loro volta vollero conoscere il motivo di tanta euforia e una volta saputa la bella notizia la strinsero in affettuosi abbracci orgogliosi della loro piccola Lilli festeggiando subito dopo. Nei giorni seguenti Flavio la invitò chiedendole di indossare indumenti comodi per poi passare a prenderla: era il suo primo giorno come assistente e naturalmente si limitò ad osservare e ad ascoltare le spiegazioni di Flavio per ogni passaggio da eseguire sull'affresco da restaurare. Il tempo volò velocemente in sua compagnia imparando il più possibile su quel meraviglioso lavoro, essendogli infinitamente grata per la sua fiducia. A giorni alterni Lilli si recava nella bottega d'arte dove ultimò alcune sue tele e diversi disegni e nel frattempo l'estate trascorreva serena ma così presa dal suo lavoro quasi non se ne accorse. Porzia con il suo fare piuttosto esuberante di tanto in tanto passava a prenderla facendo così amicizia con alcuni dei ragazzi e in quel fine agosto alcuni di loro le invitarono a trascorrere un pomeriggio in un magnifico parco invitando a sua volta Flavio con l'unirsi a loro il quale accettò volentieri di poter stare all'aria aperta. Anche Lilli ne fu entusiasta dell'invito tanto più che ci sarebbe stato anche il loro maestro al picnic. Flavio le piaceva ogni giorno di più, era gentile e paziente un po'con tutti e quel pomeriggio dopo aver indossato jeans e t-shirt le due ragazze si avviarono sul luogo dell'appuntamento portando con loro una cesta preparata da zia Sandra piena di gustose prelibatezze, dai senduic al prosciutto ad una invitante torta alla frutta appena sfornata. Arrivate a bordo della graziosa Smart di Porzia si incontrarono con i loro amici e poco dopo Flavio li raggiunse; anche loro avevano portato spuntini a base di dolcetti alla frutta e bibite fresche. Sistemarono sul prato una tovaglia a quadri bianca e rossa e le loro leccornie e sedettero sull'erba profumata; Flavio trovò posto proprio accanto a lei facendole nuovamente battere il cuore ogni qual volta le loro braccia si sfioravano, incompenso si divertirono tantissimi. Porzia era un'irrefrenabile chiacchierona e i ragazzi a loro volta raccontavano dei simpatici aneddoti. Ad un tratto Flavio le si fece vicino ed in un sussurro le chiese - Ma Porzia chiacchiera sempre così tanto? - Lei sorrise divertita dalla sua osservazione. - Altro che! Comunque oggi sta lasciando parlare anche gli altri. - Flavio sgranò i suoi occhi chiari ed esclamare - Oh poveri noi! - Lilli scoppiò in una allegra risata. Di fatti Porzia era davvero inesauribile in modo particolare quando incontrava una gioiosa compagnia. Il picnic proseguì tranquillo fino all'imbrunire, ripulendo poi il tutto prima di andar via. Per gli inizi del mese seguente ci fu un'altra bellissima sorpresa per Lilli: nella stessa galleria dove aveva conosciuto Flavio, il giovane pittore aveva allestito una nuova mostra con le opere dei suoi ragazzi ed alcune di Lilli. Quando la ragazza ne fu a conoscenza non riuscì a trattenersi dalla gioia e d'impeto gli gettò le braccia al collo mentre lui d'istinto le cinse i fianchi avvicinandola a se. Piuttosto imbarazzata del suo gesto e con l'essere così vicino a lui si ritrasse chiedendo perdono per la sua sfacciataggine ma Flavio invece ne fu divertito sorridendole - Non scusarti. Capisco la tua euforia e in fondo te lo meriti. Sei una splendida artista e hai talento da vendere - Lilli ne fu sorpresa e non solo per il suo complimento ma per essere stata stretta fra le sue braccia avvertendo sulla sua pelle quella meravigliosa emozione. E per concludere quella serata così importante invitò i suoi zii alla galleria presentandogli al giovane pittore. Lilli per quell'occasione indossò un top in seta verde ed una gonna bianca, Porzia le sistemò trucco e capelli i quali in quei mesi le sfioravano le spalle. La galleria si riempì di appassionati d'arte intenti nell'ammirare le tele esposte fra questi Massimo Righetti e signora e in quella Lilli si allontanò dal fianco di Flavio non appena l'imprenditore salutò il pittore con fare confidenziale. La ragazza da prima non diede molto peso alla faccenda dal momento che il giovane pittore fosse piuttosto conosciuto, così decise di unirsi ai suo zii per poi concludersi magnificamente la mostra d'arte.

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Capitolo 8
*** Ottavo Capitolo ***


L'indomani nella bottega d'arte come era ormai di consueto, Flavio la trattenne ancora un po'con lui ma questa volta era per poterle consegnare un assegno - È per te Lilli, te lo sei meritato d'altronde - lei lo guardò stupefatta per poi chiedergli la motivazione. - Due delle tue tele furono acquistate ieri sera, dopo che eri andata via e dal momento che saresti venuta qui oggi ti consegno quel che ti spetta. Ma in cambio...mi offrirai da bere - Gli occhi di Lilli si bagnarono di lacrime di gioia portando una mano sul viso, subito dopo aver letto le cifre sull'assegno e ancora una volta come segno di gratitudine gli gettò le braccia al collo ma prima che potesse tirarsi indietro, lui la strinse al petto guardandola negli occhi - È già la seconda volta che decidi di abbracciarmi e poi scappi via, sono pur sempre fatto di carne, sai? - le sussurrò dolcemente l'uomo stringendola ancora di più a se, facendo aderire i loro giovani corpi. - Scusami Flavio...non volevo essere sfacciata, io... intendevo solo ringraziarti - si giustificò la ragazza. - Bene, accomodati pure allora - La invitò Flavio con voce roca avvicinando sempre più il suo viso e con infinita dolcezza sfiorò con un bacio sensuale le tenere labbra. Lilli si lasciò completamente stringere dalle sue braccia, assaporando il calore del suo corpo e delle sue morbide labbra, in un attimo dolce e travolgente per entrambi e nell'allontanarsi da lei la guardò ancora profondamente nei suoi occhi - È da tanto che desideravo baciarti ma... temevo che tu mi giudicassi indiscreto - Lilli gli sorrise appena, ancora un po' stordita da quella meravigliosa emozione. - No, non sei mai stato indiscreto con me ma...ora credo che dovrei offrirti da bere ...non credi? - lui le sorrise comprendendo perfettamente il suo imbarazzo. - Certo, se desideri festeggiare il tuo successo di artista insieme a me - lei annuì sorridendogli e poco dopo erano seduti ad uno dei tavolini di un bar nei pressi della splendida Piazza San Marco, la quale a quell'ora della sera sembrava magica, gustarono una squisita coppa di gelato in due sfiorandosi appena le mani, per poi Flavio intrecciò le sue dita a quelle di lei facendole accelerare i battiti del suo cuore. Più tardi Flavio si offrì di poterla accompagnare a casa e prima di darle la buona notte, le prese delicatamente una mano fra le sue e sfiorarle ancora le labbra con dolcezza. Una volta a casa mostrò il suo assegno agli zii - Sono tanto orgogliosa di te, piccola mia. Ero sicura che c'è l'avresti fatta - le disse Sandra abbracciandola fra lacrime di gioia. Lilli era fiera di se e del suo talento artistico per poi scoprirsi follemente innamorata del suo pittore. Flavio le piaceva per davvero, amava tutto di lui, dal suo aspetto fisico, ai suoi modi dolci e gentili ma dopo quel suo primo bacio capì di amarlo profondamente con tutta se stessa. Era il suo primo amore quello sognato da bambina, l'amore puro e delicato che tutte le fanciulle sognano di incontrare e proprio lì a Venezia, proprio come sua zia, Lilli aveva incontrato il suo amore travolgente. Lilli si svegliava come ogni mattina piena di vita e continuò con il suo lavoro come apprendista restauratrice e a giorni alterni si recava nella bottega d'arte non riuscendo ormai a star un attimo senza di lui e nel lavorare accanto Flavio le cingeva spesso le spalle, sfiorando delicatamente le sue labbra in dolci baci quando nessuno li osservava. Finché tutto questo ad un tratto mutò, quel magico incantesimo era svanito da un giorno all'altro e Lilli ne restò turbata, chiedendosi il perché di quel suo comportamento freddo e distaccato nei suoi confronti al quale non sapeva dare una motivazione. Flavio ora la evitava, non avvicinandosi affatto, parlandole a mala pena o rivolgendole la parola solo se era davvero necessario, salutandola poi con freddezza al termine delle sue lezioni mentre metteva ordine nella stanza per poi attendere che lei fosse andata via. Lilli non riusciva proprio a capacitarsi del suo repentino cambiamento, frugando spesso in se stessa in cerca di qualcosa che potesse darle una risposta, per averlo potuto offendere in quel modo. Finché non giunge l'inverno e in programma vi era una nuova mostra d'arte da organizzare e come di consueto furono sistemate le tele in una nuova galleria nei pressi dell'incantevole Ponte dei sospiri. Lilli si preparò al meglio per quella serata indossando un abito in lana bianco panna e calzato stivali dal tacco alto. Flavio, nel vederla arrivare le sorrise appena ma poi ritornò col trattarla con freddezza; insieme a loro vi erano i ragazzi della sua bottega e con lei vi era Porzia. Ancora una volta quella sera rivide Danilo Righetti accompagnato da una nuova ragazza; sicuramente non faceva voto di castità durante il loro fidanzamento, pensò fra se Lilli con ironia. Comunque era più che mai decisa ad ignorarlo, per poi osservarlo nuovamente chiacchierare con Flavio e poco dopo il pittore la chiamò con ancora al suo fianco Danilo - Lilli vorrei presentarti mio cugino Danilo. - poi rivolgendosi al giovane disse - Lei è la mia collega Lilli - In quell'attimo il cuore della ragazza mancò di un battito, mentre stringeva la mano che il giovane le porgeva ma volle mostrare una finta disinvoltura nel sorridere a Danilo, tutto l'opposto del loro primo incontro alla villa paterna pensò fra se. - Sono lieto di poterti conoscere, Flavio mi ha mostrato i tuoi lavori e sono davvero molto belli - lei accennò un sorriso - Ti ringrazio - rispose semplicemente. Ma in quella Danilo la osservò con una certa insistenza, per poi dirle - Che strano ...ma ho come la sensazione di averti già conosciuta ....solo che non ricordo dove - lei abbozzo' ancora un sorriso - Credo proprio di no - gli rispose di getto e con una banale scusa, volle allontanarsi da loro. Più tardi a serata conclusa, Lilli preferi'andar via subito, insieme a sua cugina. Aver scoperto la parentela che univa i due giovani uomini, l'aveva un po' turbata, per poi una volta a casa e averci riflettuto un po' su, non ci trovò nulla di così strano e d'altronde non le riguardava, dal momento che non intendeva assolutamente sposare Danilo, specie dopo aver incontrato Flavio nella sua vita nonostante il suo repentino cambiamento. Ormai era da un po' che si frequentavano ma il saperlo imparentato con i Righetti le dava un po'da riflettere. Poi pensò fra se, che forse era giunto il momento di accennare qualcosa a Flavio su di lei prima che lo sapesse da terzi. Così decise di dirgli tutto appena sarebbero stati da soli, sperando che Flavio avrebbe compreso. E qualche giorno dopo si recò alla bottega quando ormai la lezione di pittura era al termine, sedette in fondo alla stanza in attesa che i giovani allievi fossero andati via, poi ormai decisa, si avvicinò al tavolo dove Flavio sistemava la sua sacca e in quella il giovane pittore sollevò lo sguardo su di lei - Sei ancora qui? Credevo fossi andata via - le disse in tono distaccato e ritornò ad occuparsi della sua roba. Lilli gli si fece più vicino - Potrei chiederti...che avrei fatto di male? - lui sollevò ancora lo sguardo - Prego? - le chiese con strafottenza. Lei inghiottì a vuoto prima di riprendere a parlargli - Ti ho chiesto se ti ho offeso in qualche modo? - Flavio la guardò ancora - E perché pensi di avermi offeso? - fece ancora un passo verso di lui - Perché mi rivolgi a malapena la parola, oppure eviti di parlarmi. E comunque se la mia presenza ti infastidisce così tanto...puoi ben dirmelo e andrò via - lui la guardò ancora con quel suo sguardo freddo, poi si allontanò da lei, recuperò il suo giubbotto appeso di fianco la porta - Sai Lilli, la prima cosa che ammiro in una persona è la sua onestà - Lei avvertì che le sue gambe le tremavano ma restò lì ferma davanti a lui - Cosa vorresti dire con questo? - Flavio indossò il suo giubbotto, poi recuperò la sua sacca sul tavolo - Scusami ma avrei altro da fare per stasera - avviandosi deciso verso l'uscio ma Lilli fu più rapida, fermandosi dinanzi a lui e chiedere ancora con insistenza - Cosa ho fatto, per averti offeso così tanto? - . - Vuoi davvero che te lo dica, Liliana Bonetti? E guarda caso... figlia di uno dei più ricchi commercianti! E... dimmi un po'. Quant'è che avresti deciso di dirmelo? - Lilli sussultò, come aver ricevuto uno schiaffo in pieno viso. Il bel viso di Flavio era invece visibilmente alterato e con gesto deciso ma delicato provò col scansarla per poter uscire dalla stanza. Lei provò ad afferrargli un braccio per poi guardarlo negli occhi - Credimi Flavio....non era mia intenzione mentirti e tanto meno essere disonesta nei tuoi confronti. Ma vedi...non vado fiera del nome che porto, io ...- Flavio si liberò della sua presa - Non hanno alcun senso, adesso, le tue motivazioni, dal momento che hai lasciato passare tutto questo tempo! - Poi uscì dalla stanza attraversando il piccolo corridoio e avvicinarsi all'uscio; Lilli lo seguì, fermandosi nuovamente davanti - Flavio ti prego, ascoltami. Vivo con i miei zii, perché ho vergogna di mio padre. Ma credimi...non avrei mai voluto feriti - Il giovane restò immobile - Sei liberissima di vivere dove e con chi ti pare, d'altronde non sei tenuta a darmi nessuna spiegazione. Ora, come ti ho già detto, avrei da fare - Gli occhi di Lilli si riempirono di lacrime di dolore ma non intendeva piangere li, davanti a lui; decise dunque di andar via e una volta fuori della bottega, recuperò il suo scuter senza voltarsi. Fu solo allora che diede sfogo a lacrime di frustrazione, mentre l'aria fredda della sera, la colpiva in pieno viso.

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Capitolo 9
*** Nono Capitolo ***


Comprendeva perfettamente il risentimento provato da Flavio ed era incollera con se stessa per avergli mentito in primo luogo e non aver più dato una spiegazione dopo tutto quel tempo trascorso insieme. Non aveva mai voluto ferirlo o ingannarlo, al contrario, era innamorata di lui, mostrandole invece fiducia nei suoi confronti e creduto in lei. Rinunciò in seguito ad incontralo, non recandosi nemmeno al suo amato lavoro di assistente restauratrice. Non raccontò nulla a Porzia, sicura che le avrebbe dato torto. Finché una mattina come tante, Porzia e Lilli si accingevano ad uscire di casa, per recarsi al loro negozio, quando uno dei giovani allievi della scuola di pittura volle incontrarla, e informarla di una nuova mostra organizzata da Flavio, il quale le chiedeva il permesso di poter esporre un suo quadro lasciato alla sua bottega. Lilli acconsentì, riferendo che era libero di fare quello che più preferiva. In quella, sua cugina, forse per la prima volta, non volle immischiarsi, si limitò semplicemente ad ascoltare, ma durante il tragitto fino al negozio, le chiese solo se era sicura di quel che faceva, l'altra si limitò ad un semplice gesto con le spalle. Porzia inseguito, le riferì il luogo della sua mostra ma era più che mai decisa a non andarci. Riprese così a lavorare nel negozio e continuò a dipingere ma più volte, Porzia la osservava immobile davanti ad una tela bianca persa nei suoi pensieri. Fattasi vicina, le accarezzò amorevolmente una spalla e chiederle - Ehi... tutto bene? - Lilli le sorrise annuendo, per poi concentrarsi nel suo lavoro. Era ormai giunto febbraio e Venezia era come ogni anno pronta per i festeggiamenti del Carnevale, il quale rappresenta una grandiosa festa popolare per un pubblico senza età. Un periodo spensierato e di liberazione dalle abitudini quotidiane, potendo a sua volta nascondersi dietro una splendida maschera veneziana. Piazza San Marco era festosa e già colma di coloratissimi coriandoli; nella bottega di fronte al loro negozio erano stati esposti in vetrina diversi costumi, in particolare quelli in epoca con i loro pizzi e merletti e pregiate maschere ma Lilli non avvertì nessun entusiasmo, se non una forte stretta al cuore e tanta malinconia. Così ti tuffo' di capofitto nel suo lavoro creando un altro suo capolavoro, come tema: il Carnevale veneziano. Finché un freddo pomeriggio, Flavio si recò al negozio. Fu Porzia ad accoglierlo salutandolo e il giovane ricambiò cordialmente il saluto per poi rivolgere il suo sguardo su Lilli, seduta di fianco il bancone che sfogliava distrattamente una rivista. Nel vederlo entrare si era alzata di scatto ma era rimasta immobile e in silenzio. Flavio invece le si avvicinò, tirando fuori dal taschino interno del giubbotto un assegno che posso' sul bancone davanti a lei - Sono venuto a consegnarti questo. Hanno acquistato la tua tela che avevo esposto nell'ultima mostra d'arte. - Detto questo la salutò con un semplice cenno del capo, e salutare anche Porzia prima di andar via. A quel punto Porzia si voltò di scatto verso sua cugina, rimasta lì ferma, ad osservare ancora l'assegno lasciato sul bancone. - Ehi! Bella addormentata... cosa stai aspettando? Una carrozza che ti passi a prendere, per caso? Avanti, corrigli dietro! - Lilli la guardò con espressione smarrita stampata sul volto, ma l'altra, afferrato il suo giubbino, glielo lanciò contro. - Mi hai sentita? Ti ho detto di raggiungerlo! - Lilli si svegliò dal suo smarrimento, infilò velocemente il giubbino e si affrettò ad uscire. Una volta fuori dal negozio, si avviò a passo svelto su per il vicolo, finché lo raggiunse: era fermo, su di uno dei ponti della zona paludosa ad osservare l'acqua sottostante con sguardo assente. Il cuore della ragazza batteva forte nel suo petto, mentre lo raggiungeva, finché non gli fu vicino - Io al tuo posto non lo farei. L'acqua non è soltanto fredda ma piuttosto inquinata! - disse con ironia. Flavio sollevò lo sguardo, voltandosi verso di lei e le sue labbra si curvarono in un dolce sorriso. Lilli gli fu più vicino, infilando le mani nelle tasche del giubbino - Ho dimenticato di ringraziarti - lui sollevò le spalle, ma lei proseguì - Flavio... permettimi di parlarti. Avrei un po'di cose da spiegarti, se desideri ascoltarmi - il giovane annuì e si incamminarono insieme per il ponte, per poi fermarsi nel primo bar che incontrarono. Una volta entrati, sedettero ad un tavolino e dopo aver ordinato una cioccolata calda, Flavio portò lo sguardo su di lei - Dunque...ti ascolto - le disse. Lilli aspettò che arrivassero le loro consumazioni, poi iniziò il suo racconto. Gli parlò di suo padre, della sua ossessione per il lavoro, e per quella folle decisione presa insieme al suo socio. Flavio ascoltò attentamente senza interrompere e infine chiederle - E tu...che intendi fare? - Lilli lo guardò e sollevò le spalle - Intendo restare qui, finché i miei zii lo vorranno. Poi inseguito, prenderò in affitto un appartamentino tutto mio - ma il giovane le chiese ancora - E invece...per quanto riguarda Danilo? - lei lo guardò decisa negli occhi - Non mi importa un fico secco di lui! Per me, può fare quello che crede - Dopo un breve silenzio fra di loro, Flavio sollevò lo sguardo - Ti piacerebbe prenderti una rivincita su Danilo? - lei lo guardò - Che cosa intendi dire? - - Bè...al tuo posto, mi divertirei un po' . È sempre stato un tipo pieno di se. E una bella lezione non gli farebbe certo male. - Divertirmi?...in che senso? Spiegati meglio. - Bè, so dove se la passa e magari potremmo andarci lì...come dire, per caso. Sempre, se ti va. - - Ma... è tuo cugino! - lui sollevò a sua volta le spalle - E allora? Torturiamolo solo un po'. Infondo siamo a carnevale! - Lilli sorrise, pur non riuscendo a comprendere appieno cosa intendeva Flavio. Ma infondo non le importava affatto. Restarono insieme quella sera, nonostante fosse piuttosto freddo, passeggiando per un po'; per poi riaccompagnarla sotto casa con la promessa di ritrovarsi l'indomani a lavoro. Lilli ci ritornò da lui volentieri, ritrovando la sua allegria e iniziò a dipingere delle nuove tele, fra queste un ritratto di Flavio. A termine delle sue lezioni, il giovane pittore la invitava a restare con lui per il resto della serata e la ragazza accettava con immenso piacere. Una sera la portò in un pab del centro, frequentato da ragazzi piuttosto alla moda: lì infatti incontrarono Danilo con alcuni suoi degni amici e in compagnia di bellissime ragazze. - Quello lì cambiava ragazze, con la stessa frequenza che cambiava camicie - penso Lilli con ironia. Flavio la invitò ad accomodarsi e le offrì da bere, nel frattempo salutava Danilo con un gesto della mano. Il cugino li raggiunse poco dopo al loro tavolo salutandoli - Ciao. Lilli...? La collega di mio cugino, giusto? - ( ragazzi ...che perspicacia!) Pensò tra se Lilli ma sorrise a quel suo strano modo di fare. Il giovane proseguì dicendole - Pare che tu abbia venduto un bel po'di quadri - lei annuì - Bè si, grazie anche a Flavio. E tu di che ti occupi? - Gli chiese, curiosa di ascoltare la sua risposta. - Oh bè. Sai ...mi occupo di contabilità nell'azienda di famiglia - - E in che consisterebbe? - insistette lei - Tessuti molto pregiati di cui mio padre ne è fiero. Da un po', avrebbe un socio in affari, il quale di comune accordo vorrebbero farmi sposare la sua figliola, un vero rospo, ragazzi! - aggiungendo una smorfia di disgusto. Lilli sorrise appena e chiese - Ma è davvero così brutta? - Sarebbe alquanto impossibile poterla descrivere, credimi. Mi si rivolta lo stomaco al solo pensiero. - In quella, dall'altro lato del bar, una ragazza con modi eleganti gli faceva cenno di raggiungerla. Danilo si accinse ad alzarsi dalla sedia dicendo con aria pomposa - Vi chiedo scusa ragazzi ma le donne mi desiderano! - Lilli che sedeva di fianco, con un movimento repentino della mano, colpì la sua tazza di tè bollente, la quale si rovesciò completamente sul cavallo dei pantaloni del giovane. Danilo balzò su dalla sedia iniziando ad imprecare, mentre Lilli con aria mortificata gli porgeva le sue scuse. Il malcapitato iniziò a tamponare la parte bagnata con un tovagliolino e avviarsi visibilmente seccato verso il bagno del locale. Flavio, restato in silenzio per tutto il tempo, portò lo sguardo su di lei, dopo essersi goduto appieno, la disgrazia capitata allo sfortunato cugino. - Credi che abbia esagerato? - lui finse di pensarci per un po' - No...in fondo stasera è piuttosto freddo, almeno adesso, avrà una parte del corpo " al caldo"! - scoppiando entrambi in una allegra risata.

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Capitolo 10
*** Decimo Capitolo ***


Lili ritornò il mattino seguente nella chiesa di San Luca, riprendendo il suo lavoro di assistente restauratrice, ma prima ancora di uscire di casa, raccontò a Porzia dell'incidente capitato al povero Danilo, ridendo entrambe a crepapelle fino alle lacrime - Se l'è proprio cercata quel pallone gonfiato! - Nel pomeriggio si recò anche nella bottega d'arte, concludendo così la serata in compagnia del suo amato Flavio. Intanto si avvicinava il martedì grasso; Venezia era ormai festosa, colma di gente intenta a divertirsi e fiumi di coriandoli invadevano la romantica laguna. Nei pressi del Canal Grande si ammiravano giovani, indossare tipici abiti folcloristici; Lilli trovò tutto questo, molto pittoresco e romantico e il tutto era illuminato da fiaccole sparse un po'qua e là. Completamente rapita nell'ammirare lo spettacolare panorama, sussultò quando Flavio le strinse una mano e avvicinarla a se, guardandosi negli occhi per un dolcissimo istante, ma un vociare di ragazzi catturarono la loro attenzione, e tra questi riconobbero Danilo in compagnia di amici nei pressi del molo, i quali, preso a nolo una gondola, si accingevano a saltarci su, fra schiamazzi e risate, forse anche un tantino brilli, per proseguire a fare baldoria indossando buffi cappellini. Lilli continuava ad osservarli ritenendo alquanto infantile il loro comportamento. Così fra uno schiamazzo e l'altro,il gruppetto saltò a bordo della bella imbarcazioni ma nel saltarci su, il povero Danilo inciampò, atterrando supino sul letto della gondola, accompagnato da un gran bel tonfo. I suoi stessi amici e chi vi era lì vicino, a quella esilarante caduta, scoppiarono subito in fragorose risate riuscendo quasi a non potersi reggere in piedi, tenendo le mani sui loro ventri dal gran ridere, mentre il malcapitato Danilo massaggiava il suo fondoschiena con aria imbronciata. - Avanti Danilo! Non prenderla così male. A Carnevale ogni scherzo vale e il tuo è stato uno scherzo col "botto"! - Lo canzonarono i suoi amici, mentre sedeva in gondola con aria imbronciata. Dopo aver assistito a quella patetica scena, Flavio si voltò a guardarla dicendole - Pensi che possa bastare come vendetta? - lei annuì. - Credo proprio di sì. In fondo mi ha fatto solo una gran pena - fu la sua risposta, continuando ad osservare il giovane sfortunato allontanarsi sulla graziosa imbarcazione. Ormai sembrava essere ritornata quell'antica complicità fra di loro, ma nulla di più; Lilli invece continuava ad amarlo in silenzio un po'confusa, per quel amore non ricambiato o almeno non come aveva sperato. Nel frattempo, nella piccola bottega d'arte, la ragazza aveva instaurato uno splendido rapporto d'amicizia con i giovani pittori e nel mese seguente, riuscì a portare a termine il ritratto del suo amato Flavio, ma per il momento era un po' indecisa se mostrarglielo oppure tenerlo per se. Cosi, una volta asciutto per benino, lo avvolge in un telo e lo portò via, nascondendolo nel suo zaino. La primavera era già nell'aria, il che significava, l'avvicinarsi della data del suo patetico fidanzamento con Danilo. Non aveva più ricevuto notizie da suo padre, ma sapeva bene che il genitore non si arrendeva così facilmente quando aveva un suo obiettivo. Nel frattempo si svolse ancora una mostra e come entrambi speravano, fu un altro gran successo, riuscendo nella vendita di altri quadri. Per quella serata, Lilli aveva indossato un grazioso abito in seta di colore arancio e calzato sandali dorati. La galleria venne visitata da diversi ammiratori d'arte e alle prime tele vendute, i giovani allievi acquistarono alcune bottiglie di buon vino rosso frizzante e una volta andato via l'ultimo visitatore, diedero inizio ai festeggiamenti, proponendo un brindisi per ogni tela venduta. Lilli decise però di fermarsi al secondo bicchiere di vino, mentre Flavio, incoraggiato da quei mascalzoncelli che per giunta sapevano bene che il loro maestro era astemio, ne buttò giù più di un bicchiere di vino, ormai completamente brillo. Una volta terminato il vino, decisero di andare via, ma dal momento che il pittore non era nelle condizioni di poter guidare, due di loro si offrirono di accompagnarlo a casa e poi continuare a far baldoria, ma una volta sotto casa di Flavio fra allegre risate, furono costretti a portarlo su di peso. Non fu affatto un impresa facile il sorreggerlo, mentre Lilli gli frugava nelle sue tasche, in cerca delle chiavi di casa e in quella Flavio sollevò il capo e con voce ormai impastata dall'alcool, la rimproverò - Ehi, piccola scostumata! Tieni giù le mani! - ma in quella, i ragazzi scoppiarono a ridere divertiti dal suo rimprovero, perdendo completamente le forze lasciandolo cadere, ma in quel frangente Lilli aveva recuperare le chiavi ed aperto il portoncino; così venne risollevato e portato su per pochi scalini. Una volta arrivati, lo posarono contro il muro per poter prendere fiato, mentre Lilli si accingevano ad aprire anche quella porta ma sfortunatamente Flavio iniziò a scivolare lentamente giù in terra, e fra l'ennesima risata riuscirono a portarlo dentro e posarlo sul letto. Lilli però non se la senti di lasciarlo da solo nelle sue condizioni, chiedendo ai ragazzi di ritornare a prenderla più tardi. Flavio era ormai spaparanzato sul suo letto che ronfava alla grande.

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Capitolo 11
*** Undicesimo Capitolo ***


Lilli restò lì per un po'vicino al letto ad osservare Flavio che russava alla grande e in quella non riuscì a trattenere una risata, poi provò col svestirlo e quella fu davvero una gran fatica: Flavio era alto il doppio e per giunta sbronzo. Ma riuscì anche in quest'ultima impresa, lasciando solo i suoi boxer; non riuscì proprio a fare a meno di osservare il suo corpo magro e asciutto e allo stesso tempo tonico. La tentazione di volerlo toccare fu davvero molto forte, con movimenti lenti e delicati Lilli, iniziò a sfiorare il suo petto per poi scivolare sul suo ventre piatto, in quella, il pittore si spostò di fianco facendole fare un salto all'indietro, ma non smise di guardare ora i suoi capelli scuri scompigliati e lentamente gli sciolse, lasciandoli cadere sul cuscino. Lilli gli passò lentamente le dita fra quella chioma nera e lucida, poi gli posso' sul suo corpo un lembo della coperta e lo lasciò riposare. Si spostò nell'ingresso del piccolo appartamento dove vi era un divano di tessuto blu, sul muro di fianco un arazzo dalle tinte scure. Accanto vi era un tavolino in legno colmo di libri e di fianco in terra un'altra pila di libri; due puf di pelle nera erano disposti ai piedi del divano, alle spalle del divano si trovava un piccolo cucinino che divideva la stanza dalla zona cucina, un muretto di un metro o poco più fungere da tavolo con due sgabelli. L'ambiente era separato da una porta scorrevole la quale separava l'ingresso dalla zona notte, anch'essa semplicemente arredata da un armadio in legno massiccio, un materasso posato su una semplice rete metallica con sopra una coperta di tessuto indiano. Alle spalle del letto vi era una piccola finestra, e su di un fianco un'altra pila di libri e album da disegno, sui quali era posato sopra un lume. Dalla medesima stanza si accedeva ad un piccolo e semplice bagno, il tutto ben tenuto. Ormai la stanchezza si faceva sentire e Lilli slacciò i suoi sandali decisa a stendersi sul divano, in attesa di essere prelevata ma senza nemmeno accorgersene si addormentò. Era ormai notte fonda, quando Flavio avvertì una gran sete, alzandosi così dal suo letto, attraversò il piccolo soggiorno e avvicinarsi al cucinino. Buttò giù un sorso d'acqua e se ne ritornò a letto, dando una fugace sbirciatina sul divano mentre ci passava di fianco e ritornare nuovamente sul letto come se niente fosse. Per poi tutto d'un tratto, spalancò gli occhi, si sporse in avanti e osservò attentamente nell'altra stanza, e solo allora si accorse di Lilli che dormiva tranquillamente sul suo divano. Si alzò e le si avvicinò ancora un po'incredulo; era a piedi nudi ma indossava il suo grazioso abitino color arancio. Flavio si inginocchiò lì davanti, era serenamente addormentata, con i suoi capelli biondi un po' scompigliati intorno al viso, le sollevò una ciocca bionda e le accarezzò amorevolmente una guancia. Una delle spalline dell'abito era scesa giù da una spalla mettendo in mostra una parte della rotondità del suo seno. Flavio le sfiorò ancora i capelli e al suo tocco delicato, Lilli aprì lentamente gli occhi. - Flavio! - bisbigliò appena, osservando il suo viso. - Come mai sei sul mio divano? - le chiese con un dolcissimo sorriso, lei si tirò su di un gomito - Ma come?...Non ricordi? - Lui la osservò - Cosa dovrei ricordare? - Lilli non poté fare a meno di sorridere per poi raccontargli di averlo accompagnato a casa. - Mi stai dicendo che avrei bevuto?? - lei annuì - Be', si e al secondo bicchiere di vino sei venuto giù come una pera cotta - E per quale ragione mi ritrovo completamente nudo? - Devo deluderti, se pensi che abbia abusato di te. Ti ho semplicemente spogliato e messo a letto e... fidati, è stato davvero faticoso! - Flavio l'aveva ascoltata per un po' divertito, poi ad un tratto il suo viso tornò serio, allarmando un tantino Lilli, così credette di giustificarsi - Il punto è che quei ragazzacci dei tuoi allievi, hanno dimenticato di passare a prendermi. - lui abbozzo'un sorriso - Tanto meglio. Perché vorrei che restassi qui con me. - Lilli spalancò gli occhi, convinta di non aver compreso bene, ma Flavio le diede conferma di quello che intendeva, avvicinando le sue labbra e sfiorandola con delicatezza le sue, mentre la abbracciava. - Viene di là con me Lilli - le sussurrò su una guancia per poi baciarla con più trasporto. Lei lo lasciò fare, socchiudendo gli occhi. Il suo corpo era tutto un fremito e distinto gli cinse il collo con le braccia; alzatosi Flavio, la sollevò fra le braccia portandola con sé e adagiarla sul suo letto. Poi lentamente iniziò a svestirla ma Lilli provò vergogna coprendo parti del corpo con le sue mani ma lui le sussurrò - No. Lasciati guardare - ammirando la sua pelle attraverso la luce soffusa del lume. Ora la baciava con più passione, accarezzandola, desiderando a sua volta le carezze di lei, insegnando anche l'arte dell'amore. Ora le loro carezze si era fatte più audaci, più intime, finché con immensa dolcezza furono un solo, unico corpo, provando entrambi una sublime sensazione di benessere che li invadeva sempre di più, fino a consumarli del tutto, lasciandosi completamente travolgere dal loro dolce amore, restando inermi uno fra le braccia dell'altro fino ad addormentarsi. Lilli si risvegliò il mattino seguente con un meraviglioso senso di benessere, respirando l'aroma del caffè appena fatto e accorgersi che il posto al suo fianco era vuoto. Sì rannicchiò di fianco chiudendo gli occhi, rammentando la notte appena vissuta fra le sue braccia, fra le braccia del suo principe azzurro. Flavio era l'uomo che desiderava con tutte le sue forze, il suo grande amore.

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Capitolo 12
*** Dodicesimo Capitolo ***


Poco dopo il suo pittore, entrò nella stanza portando con sé un vassoio con sopra due tazze di caffè e dei biscotti. - Ben svegliata amore - le sussurrò dolcemente e lei ricambiò il suo saluto con un sorriso, poi posato il vassoio su di un lato del letto, le si distese accanto - Dormito bene? - le chiese stringendola a se; - Magnificamente - fu la sua risposta, mentre gli cingeva il collo in cerca delle sue labbra e lui ricambiò il suo bacio con infinita passione. - Non sono mai stato così bene in vita mia, da quando ti conosco Lilli - lei lo guardò spostando una ciocca scura dal suo viso. - Io ero felice, il solo starti accanto e adesso, non so descrivere cosa provo fra le tue braccia. Ti ho amato da subito Flavio ma ...non osava dirtelo. - Gli confessò, mentre lui cercava ancora le sue labbra. - Ti amo anch'io Lilli, non voglio perderti...anche se ho provato una gran rabbia, quando ho saputo che tu...- lei gli posò un dito sulle labbra - Ti prometto che non ti mentirò mai più, credimi - Più tardi a malincuore, l'accompagnò a casa; Lilli provò da prima un po'di vergogna, nel rientrare a quell'ora del mattino. Porzia dormiva ancora ma Sandra l'aspettava già alzata, ma le sorrise semplicemente appena la vide entrare e lei si rifugiò fra le sue braccia, mentre i suoi occhi brillavano come stelle. Ritrovò Flavio quello stesso pomeriggio nella sua bottega, ormai incapace di stargli lontano, e non appena soli, la strinse a sé e impossessarsi delle sue morbide labbra. - Morivo dalla voglia di baciarti! - le sussurrò il suo uomo e lei lo strinse a sua volta, impaziente di poter ancora stare con lui, nella loro meravigliosa intimità, amandosi ancora di più. Il loro amore era sbocciato, crescendo forte e rigoglioso, ma il doversi separare era per entrambi una dolce tortura, però nuovamente ansiosi di potersi ritrovare. Finché termino' anche quell'inverno, cedendo il posto ad un'altra spensierata estate da vivere insieme, per poi giungere il mese di luglio, ed una mattina come tante, Lilli ricevette una raccomandata, non le fu difficile indovinare chi era il mittente, accingendosi a leggere il messaggio. Come d'altronde immaginava, il genitore le ordinava di presentarsi alla villa, nel giorno da lui stabilito per festeggiare il suo fidanzamento, e in caso contrario avrebbe provveduto con un disconoscimento da parte della famiglia Bonetti. Lilli si limitò ad una smorfia di indignazione, mentre Sandra seduta accanto la guardava un tantino preoccupata, così Lilli porse la lettera alla zia, attendendo che l'altra la leggesse. Cosa pensi di fare? - le chiese subito Sandra, - Intendo andarci. Ma non prima aver consultato Giulio. - Sua zia si limitò ad annuire. Quello stesso pomeriggio incontrò Giulio, consigliandola per il meglio sul da farsi e comportarsi di conseguenza. Nel frattempo proseguì il suo lavoro di pittrice, incontrando ogni sera Flavio come se niente fosse, in attesa di quel fatidico giorno. Giorni prima, Lilli, impacchettò il ritratto del suo Flavio accompagnato da un biglietto e consegnò il tutto nelle mani di Porzia. Pochi giorni prima della data del fidanzamento alla villa Bonetti, Lilli e Giulio partivano per Verona, prenotando due stanze in un hotel nei pressi della villa. Una volta giunti a destinazione, la ragazza inviò un messaggio al suo uomo con su scritto - Perdonami se non ti ho detto nulla, ma ti chiedo di avere fiducia in me. Per favore và da Porzia. - Una volta letto il messaggio, Flavio si precipitò da sua cugina, il quale investì la povera ragazza di mille domande. Lei si limitò a zittirlo, sollevando una mano per poi consegnarli il pacco affidatole da Lilli. - Ti prego, non farmi altre domande, ma abbi solo un po'di pazienza. Lilli ti spiegherà tutto al suo rientro. - A quel punto Flavio annuì salutandola, per poi recarsi alla sua bottega. Una volta lì, piuttosto impaziente, lesse il biglietto il quale riportava un nuovo messaggio - Se mi ami come dici, ti chiedo di credere in me. Con tutto il mio amore, Lilli - In secondo luogo si appresto' a scattare il pacco, trovandovi il suo ritratto dipinto su tela. Lo posò su un cavalletto e lo osservò. Il suo stesso volto era stata dipinto su quella tela in modo semplicemente sublime, sentendo accrescere in lui un amore quasi irreale per la sua amata e dolce Lilli. Giunse così anche quella fatidica serata e con a suo fianco Giulio, vestiti di tutto punto, facevano il loro ingresso nell'elegante villa paterna. Come Lilli aveva immaginato, era stata nuovamente sistemata a dovere l'elegante sala da pranzo. Note di musica sinfonica echeggiavano nell'aria, maestose composizioni floreali sistemati con cura un po'ovunque e per finire, il magnifico tavolo in cristallo apparecchiato con ogni prelibatezze. A completare il tutto, ospiti dell'alta società elegantemente vestiti: le signore in abiti da sera dalle tonalità chiare, al contrario dei signori uomini in abito scuro. Se si fosse trattato di un vero fidanzamento, sarebbe stato tutto fin troppo perfetto, pensò tristemente Lilli, ma quello purtroppo era una farsa. Al braccio di suo cugino Giulio, fecero il loro spettacolare ingresso. Aveva scelto di proposito un abito di raso blu, allacciato dietro la nuca, lasciando scoperte le spalle e calzato sandali di color bronzo dai tacchi alti allacciati alle caviglie. Si era truccata con cura e altrettanta cura aveva pettinato i suoi capelli oramai biondi. Altrettanto elegante era suo cugino Giulio nel suo completo grigio scuro dal taglio classico. Tutto ad un tratto il vocio in sala si azzittì e subito dopo anche la musica, mentre gli ospiti volgevano i loro sguardi alla coppia entrata in sala. In quella Giulio le strinse teneramente il braccio infondendole coraggio, lei gli sorrise fiduciosa e contenta di averlo al suo fianco. Una volta visualizzato i suoi genitori fra gli ospiti, si avvicinò a loro, i quali erano in compagnia dei signori Righetti e del loro figliolo Danilo. - Buona sera papà, mamma! - Lilli godette appieno la loro espressione attonita e in quel medesimo istante Danilo esclamò meravigliato il suo nome - Lilli?! - lei si voltò verso il giovane elegantemente vestito, - Oh ciao Danilo! Sì, sono proprio io Lilli...o meglio, come mi chiamasti tempo fa? ...Ah già " Palla di lardo" - Il volto del giovane divenne paonazzo dall'imbarazzo e in compenso ricevette una gran gomitata nelle costole da suo padre. A quel punto intervenne Ilario Bonetti mostrando una calma apparente, posò il suo bicchiere e le si avvicinò - Cosa hai creduto di fare presentandoti qui con lui e per giunta....conciata in quel modo?! - mormorò fra i denti, osservandola con aria di disgusto. Lilli si voltò con molta calma verso Giulio - Ah sì, ti riferisci a mio cugino Giulio. Bè, ha voluto farmi da cavaliere per stasera ed è anche il mio avvocato - Il volto di Ilario Bonetti pareva sul punto di esplodere dalla rabbia, mentre in sala si sollevava un vociare. - Tu, devi essere del tutto impazzita! Che cosa significa: il tuo avvocato? - Urlò a quel punto il genitore. Lilli guardò nuovamente Giulio, il quale con molta calma, tirò fuori dalla tasca interna della sua giacca, una busta sigillata e la porse al padrone di casa. Suo padre la osservò prima di afferrarla dalle mani di suo nipote e a quel punto con disinvoltura, Lilli si voltò verso gli ospiti fermi lì ad ascoltare - Restate pure e divertitevi miei cari signori, in fondo è tutto pagato. - Poi guardò nuovamente suo padre, ma questa volta era fin troppo seria - Resterò qui a Verona solo per pochi giorni e vorrei cortesemente trovarci la tua firma su quel documento - Per poi mettersi sotto braccio a suo cugino; in quella il signor Righetti, fino ad allora rimasto in silenzio, fece un passo in avanti e azzardare - Ma... insomma Ilario! Il fidanzamento? Ed il nostro accordo? - Bonetti era ormai fin troppo furioso ed umiliato per potergli rispondere, tenendo ancora il documento fra le mani. Fu invece Lilli ad intervenire - Sono spiacente signor Righetti ma credo proprio che non ci sarà più nessuno fidanzamento. E per quanto riguarda il vostro accordo... bè, sarebbe da vedere - Poi guardò Danilo - Così almeno il povero Danilo, non dovrà faticare per consolarsi altrove, se mi avrebbe sposato, non è così che aveva suggerito a suo figlio, signor Righetti? - Ora fu la volta di Righetti a ricevere una gran bella gomitata fra le costole, dalla sua rispettabile signora, la quale si allontanò con aria stizzita, evidentemente punta nel vivo. Dopo questo spettacolare colpo di scena, Lilli girò sui tacchi e sempre con Giulio al suo fianco andò via. Ilario Bonetti non si era mai sentito tanto umiliato in vita sua e per di più da sua figlia, si guardò intorno e con un fugace - Scusate - uscì dalla sala per rifugiarsi nel suo studio. Chiusa la porta, si avvicinò alla scrivania, afferrò un tagliacarte e aprì la busta, tirando fuori il documento. Mentre lo leggeva dovette posarsi contro la scrivania, allentando subito dopo il nodo del suo cravattino di seta. Il documento lo intimava ad annullare immediatamente il fidanzamento, se non voleva subire una denuncia da parte di sua figlia e in cambio Lilli o meglio Liliana Bonetti pretendeva di diventare sua socia al 50 per 100, in più richiedeva il cotteg della villa paterna. Bonetti afferrò il telefono, componendo il numero del suo legale, invitandolo a presentarsi l'indomani alla sua villa. Naturalmente il ricevimento di quella sera, fu drasticamente interrotto per un mancamento della signora Bonetti. Purtroppo per l'uomo d'affari Ilario Bonetti non ci fu nulla da fare, se non firmare il documento e a sua volta annullare il fidanzamento e cedere alle richieste imposte da sua figlia Liliana, sotto suggerimento del suo avvocato. In questo modo evitava uno scandalo fra l'alta società e per di più non metteva a rischi i suoi affari. Due giorni dopo, Lilli venne chiamata dal legale di suo padre, invitandola col presentarsi nel suo studio. Vi trovò già suo padre sul luogo, seduto ad una delle due poltroncine di fronte la scrivania dal ripiano in cristallo, dove dietro ad essa vi era seduto il suo avvocato, di fianco ad Ilario Bonetti, su di un divanetto in pelle nera, sedeva il suo notaio. Il genitore non la degnò di un solo sguardo, l'avvocato invece si tirò su dalla poltrona, tendendo la mano ad entrambi, poi le indicò il posto vacante accanto al suo cliente. Lilli invece volle restare in piedi e in quella, il legale allungò il documento verso di lei. Fu invece Giulio ad afferrarlo dalle mani dell'uomo, lo lesse attentamente per poi mostrarlo a sua cugina dicendole - È tutto a posto - La ragazza allora lo prese a sua volta per poterlo leggere, poi osservò suo padre e il legale di fronte con aria di sfida. - Bene, sono più che soddisfatta - Detto questo, strappò il documento in pezzi lasciandoli cadere sulla scrivania. In quella Ilario Bonetti sussultò dalla sua poltrona, mentre Lilli si volgeva verso di lui - Sono tua figlia, non merce di scambio. Vi auguro una buona giornata signori. - Voltò le spalle e uscì dallo studio con sempre al suo fianco Giulio. Partirono immediatamente per Venezia, non volendo restare un minuto di più in quel posto, ritornando invece dai suoi zii. Quella stessa sera, dopo l'ora di chiusura della bottega d'arte, Flavio salutati i suoi allievi si dirigeva verso casa. Parcheggiò la sua auto e sistemata la sua sacca su una spalla, si avvicinava al portoncino di casa tirando fuori dalla tasca dei suoi jeans, le chiavi. In quella, una voce fin troppo familiare alle sue spalle, lo chiamò. Il giovane voltò di scatto il capo, trovandosi li davanti la sua dolce Lilli con indosso il suo abito di seta arancio. - E tu... Da dove sbuchi fuori? - le chiese appena veduta. - Oh! Davvero una gran bella accoglienza! - Flavio le si avvicinò, ma il suo viso era fin troppo serio - Si può sapere dove eri finita? - lei gli sorrise. - Non ha nessuna importanza, perché non ti libererai di me, tanto facilmente - Fattosi più vicino, l'afferrò per un braccio e con un gesto non proprio garbato, Flavio la strinse al suo petto. - Promettimi che non fuggirai mai più - le bisbigliò contro il suo viso, Lilli gli cinse il collo con le braccia - Tu invece, promettimi che mi amerai per sempre e non dubiterei mai più di me - Flavio la guardò intensamente nei suoi occhi color nocciola - Solo se farai altrettanto con me, piccola ladra di cuori - lei scosse il capo - No. Io ho rubato solo il tuo cuore, perché è l'unico che voglio, per sempre. - Flavio strinse sempre di più a se la sua dolce Lilli, impossessandosi avidamente delle sue labbra, complice del loro immenso amore una splendida e romantica Venezia. Ringrazio dal profondo del cuore tutti voi, per il tempo dedicatomi. Raffaella

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