Come uccidere un vampiro

di Musical
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***







Il vampiro di nome Jerry era morto da tempo, ormai, i suoi genitori erano finalmente stati vendicati a modo suo, e la vita del famoso illusionista Peter Vincent era tornata più normale di prima, con sbronze e scopate annesse, senz'altro, ma il bello della sua vita era proprio questo.
Tuttavia, dopo un anno dalla morte di Jerry, la vita di Peter tornò a scontrarsi con un altro fottutissimo vampiro, che cazzo! Uno non poteva più fare una vita in santa pace, dopo aver ucciso quello stronzo, che un altro succhiasangue si presentava alla sua porta?! Che palle!!!
Aro Volturi, con questo nome s'era presentato, un sorriso maniacale e tanto, parecchio inquietante, Joker avrebbe fatto meno paura, senz'altro! Si era presentato affermando che gli era giunta la notizia, disse con voce acuta, che aveva ucciso un vampiro... Il modo in cui affermò che era interessato gli provocò un brivido freddo che, porca puttana, sembrava stesse al Polo Nord!

Dopo il loro primo incontro, quel vampiro del clan Volturi, Aro, lo visitava due volte al mese, perché "voleva essere sicuro di non aver davanti un vero cacciatore di vampiri", come aveva detto la seconda volta che si erano incontrati, con quella voce alta e quel falso tono cordiale, ma l'unica cosa che il vampiro faceva ogni volta era guardarlo, osservarlo, studiarlo, e a Peter non piaceva essere un animale allo zoo, si innervosiva per quel fottuto atteggiamento. Quindi, due mesi fa, l'illusionista aveva iniziato a provare a uccidere per davvero quel bastardo.
La prima scelta ricadde sui proiettili d'argento, aveva così tanti proiettili nel suo appartamento, era solo difficile scegliere quale potesse finire quella creatura disumana; la questione finì che quelle centinaia di proiettili erano tutti fatti di ferro.
"Dovresti controllare da dove provengono le tue armi, giovane Vincent. Avere un venditore di fiducia è il primo passo per non ricevere materiale così inutile e scarso."
"Sta' zitto, succhiasangue!"

La scelta successiva fu un paletto di legno ficcato dritto in quel cuore già morto. Peter attese Aro nel mezzo della casa, lo strumento nascosto nel suo pugno e, quando arrivò Aro, il cacciatore di vampiri lo pugnalò al petto così forte che, in un impeto di rabbia, lo spinse fino a colpire un muro. Peter respirava affannosamente, spingendo ancora più in profondità il paletto, tuttavia quegli occhi rossi, dopo un barlume di sorpresa e realizzazione, tornarono a essere freddamente divertiti.
"Se desideravi giocare a Cupido, non avevi che da chiedere."
In tutta risposta, Peter gemette per la frustrazione ed appoggiò la testa sulla spalla di Aro, senza pensarci, non voleva farsi vedere mentre arrossiva.
"La prossima volta, ti ammazzo!"
"Suppongo di sì."
"Non denigrarmi, succhiasangue!," sibilò Peter, fissandolo come se l'illusionista fosse in vantaggio.
"Non l'ho mai fatto, neanche una volta, giovane Vincent. Ma sarei più che sollevato se tu volessi togliermi il paletto dal petto. Sai, non mi piacciono i nuovi metodi con cui gli umani provano piacere al giorno d'oggi."

Il passo successivo era la luce del sole, certo! A suo tempo, Jerry ne era terrorizzato, soffiava contro di esso, quindi il modo migliore per uccidere quel succhiasangue era la luce del sole! Ah! Era un genio!
Peter coprì le finestre con delle tende nere e le legò tutte a una corda che avrebbe tenuto in mano, pronto a guardare quel mostro che bruciava.
Quando Aro entrò nel soggiorno, tutto ciò che Peter riuscì a sentire fu un sospiro di rassegnazione, poi il vampiro iniziò a parlare.
"Mio caro ragazzo, non ho bisogno dei miei occhi per sapere che sei qui, il tuo odore, il tuo battito cardiaco, il tuo respiro, tutto il tuo corpo mi sta dicendo che sei in questa stanza. Allora perché siamo immersi nel buio?"
Aro poteva intuire il motivo che c'era dietro a questa decisione, eppure quel gioco di nascondino gli risultò divertente, anche dopo centinaia di anni che era un vampiro; scelse di camminare come un essere umano, sbagliando apposta i passi solo per ascoltare le reazioni di quel giovane. Poi, quando era stanco ormai di giocare, Aro si avvicinò a Peter, riuscì ad ascoltare quel cuore che batteva velocemente, quel respiro instabile, l'odore di adrenalina e d'endorfine e il vampiro sorrise da questo odore, quell'essere umano era davvero sicuro che voleva ucciderlo? O aveva in mente di fare altro?
"Ti ho trovato", sussurrò vicino all'orecchio di Peter, "Sei pronto?"
Peter deglutì e si prese un momento prima di chiedere a sua volta: "E tu?"
Alchè tirò la corda e tutte le tende si abbassarono, facendo in modo che la luce del sole potesse irradiare l'intera stanza; Peter era pronto ad osservare finalmente quell'abominevole creatura contorcersi dalle fiamme, ma quando aprì gli occhi rimase stupito: si aspettava di tutto, meno che quello, "Cosa?!"
Di fronte a lui, Aro non bruciava, ma brillava: "Tu... Brilli?", gli domandò stupito, e la prima immagine che venne in mente a Peter fu una strobosfera da discoteca.
"Ad alcuni di noi succede. Dipende da quale clan sei stato generato--" ma la lezione di vampirologia dovette cessare a causa delle risate di Peter.
"Tu--oh Dio santissimo!", tentò di riprendere fiato, "Tu-tu brilli! Puahahahahahahahah Questo-Questo è esilarante! Oh Cristo Santo! N-no, no, no. Aspe, aspetta," Peter si ricompose e corse dietro ad Aro, afferrandogli le spalle e girandolo per guardarlo negli occhi, "Quanto siamo suscettibili!"
"Stavi ridendo di me, è scandaloso! Tu--un insignificante umano, osi ridere di me!," gli occhi rossi di Aro erano iniettati di sangue, ma non riuscivano a rimanere fissi sull'umano che lo costringeva a rimanere fermo, immobile, lì, e per un momento il vampiro pensò d'esser diventato debole se lasciava che un misero uomo gli mettesse le mani addosso e potesse imporgli qualcosa.
"Mi credi se ti dico che in nessuno, singolo, libro, c'è scritto che i vampiri possono brillare come un diamante con la luce del sole, ah no! C'è qualcuno che l'ha detto! Rihanna! Hai per caso fatto un provino per fare un video con lei?," finì la sua domanda con una risata.
"Lasciami, sporco umano, o questa volta ti uccido sul serio!"
"Ok, ok, ecco," le mani di Peter si staccarono da Aro, ma immediatamente il suo collo venne stretto in una presa ferma e letale, riusciva a malapena a respirare.
"Ridi nuovamente di me, giovane Vincent, e sarà un piacere vederti agonizzare nel dolore e porre fine alla tua miserabile vita," lo minacciò Aro, lanciandolo contro un tavolo, senza preoccuparsi che l'umano aveva sbattuto la tempia contro l'angolo.

Peter non aveva idea che esistessero i lupi mannari; certo, poteva immaginarlo, ma non era tra le sue priorità. Quella notte, il giovane cacciatore si trovava in una foresta per uccidere un mostro, e supponeva che fosse un vampiro; tuttavia, un enorme lupo gli si avvicinò, aveva una pelliccia marrone e fulva, gli occhi dorati e ringhiava rabbiosamente.
"Ok. Ok, posso farcela," si autoconvinse Peter mentre puntava il fucile verso la bestia, "Sono solo affari, sarà una cosa veloce."
Sfortunatamente, il lupo mannaro gli saltò addosso e cercò di staccargli la testa, Peter cercò di contrattaccare con il fucile, ma era in svantaggio e la sua arma non avrebbe resistito a lungo contro le mascelle del mostro. Un momento dopo, il lupo mannaro fu scacciato, Peter poté udire un sibilo; poi, quando si sedette, vide il lupo mannaro combattere contro qualcuno, non riusciva a riconoscerlo, ma Peter non aveva tempo, doveva caricare il nuovo fucile e sparare.
Quel qualcuno venne scagliato accanto al cacciatore, e alla fine Peter riconobbe il suo alleato, lunghi capelli neri, pelle chiara di marmo, grandi occhi rossi, "Tu?!"
"Preferivo un altro modo per incontrarti di nuovo, giovane Vincent," rispose Aro senza distogliere lo sguardo dal suo nemico naturale. Il lupo mannaro stava per saltare sul vampiro e Aro era pronto a spezzargli la spina dorsale.
"Perché cazzo sei qui! Mi stavi seguendo! Giuro che se mi stavi seguendo... Levati dalle palle!," Peter interruppe il discorso per far fuoco al lupo, una, due, tre volte, quattro solo per essere sicuro che fosse morto definitivamente, "Ugh, odio quando qualcuno mi interrompe... Cosa stavo dicendo... Oh!," si schiarì la gola e ricominciò a parlare con il vampiro, "Tu! Devi rispondere alle mie domande! Primo. Perché il tuo culo è qui?!"
"È sempre un piacere ascoltare le tue buone maniere," rispose Aro, togliendosi la neve dal cappotto.
"Vaffanculo! Perché? Senti, n-non sono dell'umore giusto per giocare ai tuoi stupidi giochetti mentali, non sono abbastanza ubriaco e ho bisogno di altro liquore perché ho ucciso qualcosa che non sapevo esistesse fino a questa sera!"
"C'è un mondo intero che ancora non conosci, ragazzo mio."
"Certo, e tu vuoi mostrarmelo? Solo per la cronaca, non mi fido di te, non prenderei mai la tua fottuta mano fredda e non ho intenzione di volare sul tuo tappeto volante!"
Ma Aro non capì le sue ultime parole, così Peter distolse lo sguardo mezzo imbarazzato e disse semplicemente: "Lascia perdere!"
"Comunque," il vampiro fece un passo verso di lui, cercando i suoi occhi marroni, "Sono grato che tu mi abbia salvato la vita."
Peter sbuffò e sorrise, voltandosi indietro per vedere il vampiro, "Se credi che ti lascio uccidere dal primo mostro che viene, ti sbagli completamente! Sono io quello che deve ammazzarti! E non dimenticartelo succhiasangue!"

"Hai usato proiettili d'argento per uccidere quel lupo mannaro?"
"Di mercurio! Sono più facili da trovare ed è più difficile farsi fregare."
"Quindi hai ascoltato il mio suggerimento."
"Uhm," Peter inghiottì la vodka e guardò il suo ospite non così tanto gradito, "Non approfittartene, quel venditore era uno stronzo, non voglio più comprare cose da lui. Fine della storia, non hai fatto nulla per aiutare."
Aro accavallò una gamba, guardando il fuoco acceso nel camino, "Staccarmi la testa e bruciare il mio corpo è l'unico modo."
"Per cosa?"
Il vampiro si voltò a destra ed osservò quel giovane ragazzo seduto sul divano, accanto a lui, la luce del fuoco creava un meraviglioso gioco di luci e ombre sul suo viso, evidenziandogli gli zigomi alti, oscurando ancora di più le occhiaie pronunciate già dal nero della matita che l'illusionista usava per truccarsi, i capelli castani sembravano prendere fuoco, che Peter Vincent fosse in realtà una creatura nata dal fuoco?
"Per uccidermi."
Peter si accigliò e mise da parte il bicchiere, "Perché me lo stai dicendo ora?"
Il vampiro strinse gli avambracci della poltrona, provocando alcuni scricchiolii al legno, "Perché voglio che tu sappia che è impossibile per un essere umano uccidermi," sorrise maniacalmente.
"Non sottovalutarmi."
"Non hai la forza necessaria, mio ​​caro giovane Vincent. A meno che..." lasciò in sospeso la frase per leccarsi le labbra.
"A meno che...? Su parla, sputa il rospo, Dannazione! Non ho mica l'eternità come un succhiasangue che purtroppo conosco."
"A meno che tu non diventi un vampiro."

"Un'altra volta, la stessa storia," sospirò Aro, entrando nella camera da letto, cercando l'illusionista, ma non era lì, sembrava che fosse in cucina, quindi il vampiro corse da quella parte.
Quando si fermò, Peter gli saltò addosso, circondandogli l'addome con le gambe e afferrandogli il collo con entrambe le mani, nel tentativo di spezzarglielo.
"Benvenuto all'inferno, bastardo!"
Peter era sicuro di essere in vantaggio, ma Aro gli prese la schiena e lo lanciò contro uno specchio, rompendolo, poi afferrò la gola di Peter.
"Suppongo che tu sia felice di vedermi, ragazzo mio."
Peter combatté quella mano, cercò di graffiare quelle dita per far perdere la presa; Aro non fu sorpreso, ma Peter poté vedere uno sguardo diverso nei suoi occhi rossi quando il vampiro notò qualcosa in faccia e si avvicinò a lui.
"N-non avvhhhh... Avvicinarti-agh!"
Aro leccò con estrema precisione il rivolo di sangue che scorreva nell'angolo della bocca di Peter e succhiò il resto, assaporandone il sapore metallico e gemendo di piacere.
"Sarebbe uno spreco, non credi?"
Era pronto a bere il sangue di quell'illusionista, quando Peter gli tirò i capelli per baciarlo rudemente, nel tentativo di distrarlo dal desiderio di bere il suo sangue e liberare il suo collo.
Anche se entrambi avevano ragioni diverse per distrarre l'altro, continuavano a baciarsi, mordersi, succhiarsi le labbra.
Hanno combattuto per il dominio, ballando intorno alla stanza, urtando contro i mobili, facendo cadere trofei, soprammobili, regali dei fan, nessuno dei due voleva perdere; Peter gemette quando la sua testa colpì una mensola, andando a sbattere la lingua contro i canini del vampiro.
"Mph-cazzo!," interruppe il bacio, toccando la parte ferita con il dorso della mano.
"Che diavolo stavi facendo?!"
"Ho seguito il tuo corpo."
"Il mio corpo?!" l'illusionista s'indicò, sconcertato, mentre cercava di riprendere fiato, "T-tu, Io-... Queste sono stronzate!"
"Direi l'esatto contrario."
"Provalo!"
"Il tuo cuore, batte molto velocemente, anche adesso", Aro batté le mani con un sorriso indescrivibile.
"Stavo cercando di ucciderti!"
"Oh bene, se lo dici tu... Il tuo corpo non ha l'odore di qualcuno che è intenzionato a uccidere il suo nemico."
"Ho usato un nuovo profumo, sono felice di sapere che non ti piace."
"Oh no, no, no. Non stavo parlando del tuo profumo, ma del tuo odore. Testosterone, dopamina... Ormoni come questi non dovrebbero trovarsi in una situazione come me l'hai descritta."
Peter rivolse lo sguardo a destra e a sinistra, cercando un possibile appiglio, qualunque cosa, "Sei inquietante," affermò alla fine, il suo viso era un'espressione impaurita.
"E tu mi trovi attraente, sei più inquietante di me, giovane Vincent."
"Questo è un tuo trucco! Vuoi solo uccidermi bevendo il mio sangue!"
Aro si leccò le labbra, il sapore era delizioso, "Ho bevuto molte varietà di sangue, la tua non è così speciale, direi che è la peggiore che abbia mai assaggiato. Preferisco un altro genere."
Peter lo attaccò di nuovo, mettendo le mani sotto il mento di Aro per sollevarlo, con tutte le sue forze, ma non accadde nulla, non si udì neanche uno scricchiolio, "Hai finito? Il soffitto di questo appartamento non è molto piacevole da guardare, non c'è un affresco, nessuna decorazione, è deprimente."
"Dove pensi di essere, nella Cappella Sistina?"
"Almeno lì ci sono cose straordinarie da vedere sul soffitto, meravigliosi affreschi dove puoi perderti."
Peter alzò gli occhi al cielo, poi li strinse concentrandosi su quel mostro, "Qual è il tuo problema? Sto cercando di ucciderti, qui, e tu m'inizi a parlare di affreschi?"
"Oh, mi stavi uccidendo? Devi scusarmi, giovane Vincent, pensavo volessi farmi provare il brivido di quelle cose che voi umani oggigiorno chiamate sesso estremo."
Le mani immediatamente lasciarono la presa e Peter rivolse le spalle ad Aro, si portò la mano sinistra a coprirsi il viso, mentre quella destra andò ad appoggiarsi sul fianco, delineando la propria figura, piacevolmente osservata dal vampiro con quegli occhi affamati.
"Non sono abbastanza ubriaco per queste cazzate," mormorò l'illusionista, poi tornò ad affrontare Aro, stava diventando una palla al piede, "Vattene! Adesso! Ora!"
"Vuoi che ti dia il tempo di preparare un altro piano per uccidermi la prossima volta?"
"No, non ci sarà un altro piano, non ci sarà un'altra prossima volta. È finita! Dimenticami!"
Per la prima volta da quando si sono incontrati, Peter notò che il sorriso sul viso di Aro era falso, e si chiese come faceva a saperlo? Dopotutto, erano i soliti sorrisi, che cosa c'era di strano questa volta?
"Dimenticarti?"
"Sì, dimenticarmi! Penso che non sia un grosso problema, tra dieci anni non ti ricorderai più di me, avrai sicuramente altre cose a cui pensare."
Con le mani serrate al petto, Aro guardò Peter, per un vampiro dieci anni erano come dieci minuti, poi cercò di muoversi, "Allora... Direi che questo è un addio, giovane Vincent."
"Sì, addio, vattene."
Aro era pronto per andarsene, ma si fermò e guardò un'ultima volta l'umano: "Ho dimenticato, c'è un'altra cosa che può uccidermi."
"Non mi interessa più, ho--"
"Tu."
E dopo che Aro disse ciò, scomparve.
Quando si rese conto di essere davvero solo, Peter andò al bar, prese una bottiglia di alcol e si chiuse nell'armadio che usava quando voleva nascondersi dal mondo. Cominciò a bere profondamente, sentendo il sapore acre sciogliere un nodo alla gola che non pensava di avere e, in pochi istanti, si ritrovò a piangere.
Cazzo, cazzo, non ha dovuto piangere, allora perché--?
Peter si ritrovò a toccarsi le labbra, cercando di ricordare la sensazione di quel bacio dato ad Aro... Oh Dio, aveva baciato un vampiro, uno di loro aveva ucciso i suoi genitori, che cazzo stava pensando? Stava impazzendo, non voleva baciare quel succhiasangue, ma quando Aro gli leccò via il grumo di sangue all'angolo della bocca, tutto ciò che il suo cervello riuscì a formulare era volere quelle labbra a qualche centimetro più a sinistra, sulla sua bocca, era pronto a divorare quelle labbra mostruose, mortali e dannatamente allettanti. Era fottuto. No, era stato maledetto! Maledetto da quel mostro! Non poteva baciare un vampiro a meno che non fosse stato maledetto o era sotto l'influenza di qualche trucco vampiresco.
Merda! Merda! Merda! Merda! Merda!
Peter sperò con tutto sé stesso che quei dieci anni sarebbero passati rapidamente, così si sarebbe dimenticato di quei capelli neri lisci come la seta, quegli occhi rosso rubino, quel fottuto sorriso che voleva solo essere preso a pugni, quelle labbra che volevano essere baciate e morse.
Un'altra lacrima si posò sulle sue labbra e l'illusionista ebbe l'istinto di leccarla, il suo sapore salato combinato con l'alcol... Come essere umano non era abbastanza forte per uccidere quel Volturi, cosa sarebbe successo se fosse diventato un vampiro? Un vampiro che voleva ancora uccidere altri della sua specie... Sembrava divertente per la mente ubriaca di Peter, poteva funzionare. Era un genio!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***







Dei passi percorrono il lungo corridoio di pietra, il rumore dei tacchi risuona nelle orecchie della donna, che porta un vassoio d'argento con sopra una lettera; è preoccupata, ma è il suo lavoro e ha l'obbligo di eseguirlo. La donna si ferma davanti a una porta e bussa, dopodiché la apre ed entra in una stanza vuota, con soli tre troni davanti a sé.
"È mai possibile che non riusciamo a trovare una segretaria che conosca le basi delle buone maniere?!"
Una mano delicata si alza per calmare il biondo.
"Non essere così severo, fratello, sono sicuro che la nostra amata Elena ha una buona ragione per interromperci."
Il vampiro si alza dal suo posto e offre una mano alla donna.
"Dico bene, mia cara?"
Elena ha paura, ma annuisce e dà ad Aro un foglio di carta in cui ci sono alcune parole scritte freneticamente, "Qualcuno ha telefonato e mi ha chiesto di scriverLe questo messaggio, signore."
Aro prende il foglio e lo legge, "Non ha detto chi era?"
"No, signore. Volevano solo sapere se questa era la magione dei Volturi e mi hanno subito ordinato di--"
"Posso...?"
Aro le guarda la mano e dopo averla presa inizia ad entrare nella sua mente, la donna ha detto la verità, come può vedere, una voce femminile ha parlato con Elena, dicendole le stesse cose scritte sulla lettera; una volta finito, Aro batte le mani e parla con gli altri vampiri.
"Miei amati fratelli. Siamo attaccati. Qualcuno, una povera," si volta a guardare negli occhi Elena, "Una donna sfortunata, una nostra sorella, ha chiesto disperatamente il nostro aiuto." Ritorna a guardare Caius e Marcus.
"Ha affermato che un vampiro, un neonato, ha iniziato a uccidere le persone della nostra specie, sangue del suo sangue."
"Dobbiamo intervenire!," ordina Caius su tutte le furie.
"Non hai ancora fatto la domanda giusta, fratello."
"Cosa stai aspettando, allora?! Parla!"
"È un neonato maschio o femmina?"
"Un maschio, secondo la nostra adorabile informatrice. Ma questa non è la domanda giusta, mia piccola Jane."
"Chi l'ha trasformato?"
Alla domanda flebile di Marcus, il sorriso di Aro si allarga e i suoi occhi rossi scintillano di gioia e di indomabile aspettativa. "I nostri vecchi amici," risponde, leccandosi poi il labbro superiore, "I Cullen."



"Aro è qui!"
"E non è solo!"
"Ma non hanno promesso che ci avrebbero lasciato in pace?," domanda Jacob mentre abbraccia Renesmee.
"Non quando rompiamo la promessa di smettere di combinare problemi," Bella inizia a rispondere.
"E trasformare un uomo in un vampiro, senza il loro consenso, è un problema," conclude Edward per lei.
"Accidenti, sono qui da anni e ancora non capisco le sciocchezze della vostra specie."
Edward lancia un'occhiata a Jacob, ma ci sarà un altro momento per parlare di specie e regole da seguire. I Cullen si preparano per l'incontro con i Volturi, sapevano che lo straniero avrebbe creato problemi, ma Alice si era opposta dal cacciarlo, dicendo che sarebbe andato tutto bene; ora è il momento di mostrare ad Aro le loro motivazioni.
Edward, Carlisle, Emmett e Alice raggiungono Aro, Jane, Alek, Demetri e Felix.
"Alice... Che gioia rivederti, dopo tutto questo tempo. Edward, spero che te e la tua famiglia stiate tutti bene."
"Sappiamo cosa vuoi, Aro."
"Davvero? Oh," il vampiro sorride e fa un passo nella direzione dei Cullen, "Se è così, suppongo che non sia necessario ricordarvi che un comportamento simile al vostro non è assolutamente accettato. Soprattutto, dopo quello che è successo anni fa."
"Ha chiesto lui di essere trasformato," interviene Edward.
Gli occhi di Aro diventano più luminosi, il suo sorriso è molto sinistro e offre una mano per leggere la mente di qualcuno, si offre Carlisle, con stupore dei Volturi.
"L'ho trasformato io, come potrai vedere."
Aro gli prende la mano e inizia a vedere attraverso i suoi ricordi.

Un giovane osservò Carlisle con un'espressione di pura impazienza, "Cosa stai aspettando? Hai tutto il cazzo di tempo che vuoi, cosa che io non ho, per contemplare il passato, quindi sbrigati e fai quello che devi fare, con-beh... Qualunque cosa tu abbia bisogno di fare."
"Perché vuoi diventare uno di noi?"
L'uomo distolse lo sguardo e serrò le mani sulla poltrona, "Ho le mie ragioni."
"Questo lo so, altrimenti suppongo che,in caso contrario, tu non ti saresti presentato in casa nostra--"
"È una fottuta cosa genetica della vostra specie?!"
"Chiedo scusa?"
Il giovane agitò la mano, "Sì, quei... Tutti quei discorsi vittoriani e insignificanti. Non potete andare subito dritti al sodo? O la vostra specie è allergica a questo tipo di discorsi?"
Carlisle sorrise, "Devi perdonarmi," iniziò quando il giovane gli lanciò un'occhiataccia evidente, "Sono stato trasformato molto tempo fa, e a volte dimentico che, al giorno d'oggi, gli umani parlano in modo diverso rispetto alla mia epoca."
L'uomo cercò di trattenerlo un sorriso, ma non riuscì a non sussurrare, "Siete tutti uguali."
Carlisle fu sorpreso e curioso, "
Tutti? Quindi, noi non siamo i primi vampiri che incontri."
L'uomo non rispose, ma inclinò il collo per essere morso, e il vampiro biondo sospirò, "Mi dispiace molto, ma questo farà male."
"Come l'inferno?"

"Devo uccidere tutti i vampiri."
"Anche noi?"
L'uomo bevve un sorso d'alcool, "Probabilmente... Non siete ancora sulla mia lista."
"Sono curioso di sapere chi c'è allora."
"Non sono affari che ti riguardano," dichiarò secco, poi bevve di nuovo dalla bottiglia.
Carlisle sorrise consapevolmente e mise del sangue nella bevanda del neonato, "L'alcool puro è molto pericoloso per un vampiro, credimi, aggiungici del sangue," gli suggerì, ricordando cosa gli accadde anni fa con Charlie Swan.
"Cosa farai dopo che avrai ucciso tutti i vampiri?"
Il giovane iniziò ad osservare il fuoco, "Forse mi ucciderò."
Carlisle guardò il ragazzo, poi decise di scrivere un numero del proprio cellulare, e glielo diede, "Se un giorno cambierai idea, chiamami, sarò felice di aiutarti."

Aro lascia andare la mano di Carlisle, respira affannato, ma si aggiusta immediatamente i capelli e riprende la sua solita calma e compostezza.
"Dov'è il neonato?"
"Alla ricerca del suo obiettivo," risponde Alice.
"Allora... Sarà il caso di andarcene," Aro si rivolge poi alle sue guardie, "Lasciate i Cullen, per ora, abbiamo un neonato pronto ad ucciderci tutti."
Il resto dei Volturi osserva stranamente Aro, ma lo seguono, ignorando completamente i Cullen.
"Spero davvero che tu abbia ragione, Alice."



Nel loro cammino verso Volterra, qualcuno spara al braccio di Felix, con un proiettile d'argento, e tutti i vampiri si allarmano, poi un dardo fiammeggiante colpisce il petto di Demetri; nessuno di loro viene ucciso, ma sicuramente si sono indeboliti.
Alek e Jane circondano Aro per proteggerlo, quando vedono qualcuno camminare verso di loro, indossando un lungo cappotto nero, pantaloni di pelle e stivali neri, nella mani tiene due pistole.
"Chi sei?," Demetri chiede.
"Quel fottuto di Van Helsing!"
Aro sbuffa divertito, "È morto centinaia di anni fa!"
"Beh... È-è... Sarebbe ora che qualcuno prenda il suo posto."
Lo sconosciuto punta una pistola contro Alek, ma Jane interviene con il suo potere, facendo sì che questo nemico inizi a provare dolore, Felix e Demetri approfittano di questo momenti, prendendolo e iniziando a combattere contro di lui; le guardie dei Volturi sono in svantaggio, non solo perché combattono contro un neonato, c'è qualcos'altro sotto, Aro ne ha il sospetto. Quando Demetri e Felix vengono sconfitti, Alek e Jane coordinano i loro poteri per distruggere il vampiro ostile, e all'inizio sembra funzionare, il neonato urla, stringe i denti, chiude gli occhi e si strappa i capelli, avvertendo una forza bollente salirgli in gola, e le sue labbra non riescono a trattenere le parole.
"Fermate. Questa. Merda. Adesso!"
Entrambi i vampiri si fermano, storditi da ciò che è accaduto, dopodiché Jane ricomincia, ma viene fermata nuovamente dalle parole del neonato.
"Cristo Santo! Stavi ascoltando prima?!," l'uomo si alza e si toglie la neve dai panni, "Ora, non voglio combattere di nuovo con voi. Tutto quello che voglio, e non per Natale, non fate battute a riguardo, è quel succhiasangue, per ora!," e indica Aro.
Aro fa un passo, entusiasta di vedere un tale corpo trasformato con un tale potere, così potente, così magnifico, "Mio caro, giovane, Vincent. È una sorpresa vederti in questo nuovo e assoluto--"
"Taglia le tue cazzate! E preparati!"
"Non mi inviti nemmeno a cena?"
Peter tace, poi nega, "No, no. No! Facciamo in fretta e lascia che ti uccida."
Il neonato cacciatore di vampiri guarda gli altri vampiri, poi parla di nuovo con una voce grave, "Andate via, lasciatemi solo con lui."
Tutti e quattro seguono il suo ordine, davanti allo sguardo stupito di Aro, "Il tuo potere, mio caro, è straordinario, come funziona?"
"Non vengo in Italia con te e gli altri membri della band gotica."
"Perchè no?"
"Ho--" Peter muove vagamente la mano, "Altri piani."
Aro si avvicina al giovane neonato, accarezzando i suoi corti capelli castani, "L'immortalità ti sta d'incanto, davvero."
Peter evita il suo sguardo, se fosse ancora umano, sarebbe arrossito completamente, ma ora la sua pelle abbronzata ha un leggero colorito sugli zigomi, "No! È una merda, grazie mille!"
"Allora perché hai voluto diventare uno di noi?," Aro guida delicatamente Peter verso il basso per annullare la differenza d'altezza e raggiungerlo.
L'illusionista deglutisce rumorosamente pensando alla ragione, è stata una decisione istintiva, voleva diventare abbastanza forte da uccidere questo bastardo e tutti gli altri, ma ora che lo ha finalmente davanti, Peter può solo avvicinarsi a quel vampiro, reclamando quelle labbra velenose e accattivanti, "Volevo--"
Non termina la frase perché bacia il vampiro e lo abbraccia grossolanamente, desideroso di sentire qualsiasi parte del proprio corpo attaccata a quella del vampiro; Aro conduce Peter sulla parete di una montagna, stringendogli il collo senza bisogno di essere delicato, "Sciocco, stupido umano."
"Vedo che hai fatto progressi con gli insulti, succhiasangue."
"Invece tu sei diventato piuttosto prolisso."
Peter morde il collo di Aro, provocando un scia di brividi lungo la schiena del suo partner, "Giovane--Mio caro!"
Peter si ferma e lancia uno sguardo infastidito ad Aro, "Qual è il tuo problema? Sto cercando di--"
"Uccidermi, qui?"
Peter sbuffa e sorride, ricordando una delle loro discussioni, "Forse," e gli bacia il collo dopo aver spostato una ciocca di capelli neri.
"Ho la forza di ucciderti, ora, potrei farlo in qualsiasi momento."
Aro passa una mano tra i capelli di Peter e li tira leggermente per vedere il viso del neonato; nulla è cambiato se non gli occhi, non dorati come quelli di Cullen, né rossi come i suoi, sono ambrati, come se avessero rubato l'anima del fuoco; la pelle di Peter è diventa più dura, l'unico cambiamento che non gli piace, a parte questo è tutto perfetto, anche la puzza insopportabile d'alcool.
"Lo sai? L'alcool è proibito da ora per l'eternità."
"Non sei mio padre!"
"No. Ma posso diventare il tuo Maestro."
"Il mio cosa?"
"Il tuo Maestro," Aro gli sfiora la guancia con un amorevole gesto, "Mio caro, giovane, Vincent. Ora sei un neonato, hai bisogno di disciplina e regole, non puoi farlo da solo, hai bisogno di qualcuno che ti insegni come comportarsi."
"Comportarsi?!"
"Qualcosa non va, mio a--"
Peter spinge via Aro, guardandolo incredulo, "Qualcosa non va, dici? Eh, è tutto sbagliato! Tu che dici che ho bisogno di un Maestro è sbagliato, che ho bisogno di qualcuno che mi insegni come comportarmi è sbagliato, il tuo sguardo! Il tuo modo di guardami è sbagliato!"
"Come dovrei guardarti, allora?"
"Non come se fossi un premio da mettere in mostra, tanto per fare un esempio! O come uno strumento!," s'indica mentre fa un passo in direzione del vampiro, "I-io so perché mi vuoi, lo sai? Più di prima."
"Davvero?"
"Già, davvero! Prima era perché potevi togliermi la vita, e ti piaceva l'idea di giocare al gatto col topo. Ora che non hai più l'opportunità di bere il mio sangue, trovi allettante l'idea di avermi tra i tuoi ranghi di soldati. Beh, notizie dell'ultimo minuto, succhiasangue, non ti seguirò nella tua tana di zombie luccicanti, né ora né mai!"
Aro afferra il collo di Peter e lo lancia a una decina di metri di distanza, rompendo alcuni tronchi d'albero, "Se è così, allora sarà un piacere ucciderti!"
Peter si rimette in piedi, pronto a combattere ad armi pari, "Fatti sotto, walking dead!"
I due vampiri iniziano a combattere, in una battaglia di forza, velocità e astuzia, entrambi hanno l'intenzione di uccidere l'avversario, ma ben presto Peter, essendo un neonato, prevale: su un precipizio, l'illusionista riesce ad afferrare il collo di Aro e gli fa sbattere la testa sulla scogliera, stringe, stringe, con tutta la rabbia, con tutta la frustrazione che ha in corpo, mentre Aro cerca di liberarsi.
Sotto il proprio tocco, Peter sente che il collo del vampiro inizia a spezzarsi, quasi ci riesce, quando improvvisamente allenta la presa, incapace di finire l'obiettivo che si era prefissato mesi prima.
Aro alza le palpebre per guardare Peter, i suoi occhi ambrati sono pieni di lacrime, come può un vampiro avere ancora la possibilità di piangere?
"Perché stai piangendo?"
"Non lo sto facendo!"
Aro alza una mano e riesce a malapena a toccare lo zigomo di Peter, "Posso avere l'onore?"
"Per l'amor del cielo, no! Non ti lascio fare i tuoi trucchi su di me!"
"Perché non vuoi seguirmi?"
"L'ho già fatto, stronzo!"
È diventato un vampiro, un mostro come quello che ha ucciso i suoi genitori, solo per essere... Il suo eterno nemico, piuttosto che un misero umano, ha dato via la sua anima per trasformarsi in un vampiro, ma non è abbastanza stupido da seguire Aro in Italia, diventando uno dei tanti, ha già rinunciato a qualcosa, ora è il turno di Aro.
"Avevano detto che eri rimasto sorpreso da un essere umano disposto a regalare la propria vita a qualcuno dannato come voi!," era sicuro di fare la cosa giusta dopo aver sentito una simile frase.
Il Volturi guarda profondamente negli occhi di Peter, come se cercasse di capire cosa voglia dire il neonato, e un attimo dopo sorride maliziosamente, "E ti sei davvero fidato di loro?"
Peter perde la presa, sta, sta dicendo--
"Oh, mio povero, caro, giovane, Vincent. Anche se sei un neonato, rimani ancora così ingenuo. Tu, un infantile essere umano, hai davvero pensato che ti avrei voluto solo perché ti eri trasformato in un vampiro? Ti voglio, certo, il tuo potere è meraviglioso, sarà una magnifica aggiunta alla mia collezione."
Il suo cuore era morto, settimane fa, eppure Peter lo sente spezzarsi... Voleva diventare un vampiro, aveva ordinato a una donna di chiamare la Magione dei Volturi per far sapere ad Aro che era pronto, adesso è pronto, ma niente è più importa ormai, è ancora uno stupido, inutile, devastato umano... Guidato dalla sua rabbia, Peter lancia Aro verso una roccia, "Non osare seguirmi! Dimentica il mio nome!!!," gli ordina per poi scappare.
Aro rimane fermo, immobile, a fissare i fiocchi di neve cadere, poi si alza... Stava litigando con qualcuno? Sicuramente. Ricorda di aver detto una bugia, una vendetta dettata dalla propria sofferenza di alcuni mesi fa, ma perché? Perché aveva sofferto? Cosa l'aveva fatto soffrire?... Aspetta, sono secoli che non sente dolore, è un vampiro, non può essere triste, ha la sua congrega, Volterra, tutti i Volturi... Decide di tornare a casa, anche se ha la sensazione che manchi qualcosa.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***







Il vampiro si aggira per la foresta da solo, l'aria è satura di quel particolare tanfo di cane bagnato e tenta in tutti i modi di non pensarci, non volendo assolutamente che la sua nuova natura modifichi le sue abitudini e convinzioni. Peter emette un fischio e, dopo qualche minuto, un branco di lupi mannari non del tutto amichevoli lo circondano, ringhiando e facendo bella mostra delle proprie zanne, pronti ad uccidere il neonato.
Una volta attirata la loro attenzione, Peter sorride, pronto, "Ho un compito per voi," afferma, cominciando poi a parlare con quella voce aspra e grave, "Dovete uccidere qualcuno per me."

Solo nella propria stanza, Aro cammina, cercando di pensare a come sopprimere un clan di vampiri giapponesi, non la mente non vuole collaborare, fissandosi su un solo pensiero, che non è quello che vuole il vampiro, non oggi, non adesso; sente dei passi arrivare, poi la porta si apre e Marcus entra nella stanza di Aro.
"Fratello," gli sorride, "È un piacere vederti. Cosa ti porta qui?"
"Dovresti andare," gli sussurra l'altro vampiro.
Il sorriso di Aro si allarga e diventa più inquieto, "Devi perdonarmi, non capisco cosa intendi."
"Il tuo legame con noi diventa più debole giorno dopo giorno."
Aro inclina la testa minacciosamente, che Marcus stia mettendo in dubbio la sua lealtà nei confronti del covo?
"Il tuo cuore non è con noi da molto tempo e recentemente anche la tua mente è in altri luoghi."
"Posso assicurarti, fratello, che ti sbagli. Sto provando a--" si ferma, la sua memoria sta di nuovo giocando con lui, ancora una volta, suggerendogli come finire la frase, ucciderti qui, come se gli fosse familiare, ma non è sicuro dove e quando abbia sentito una frase del genere.
"Ti manca."
Aro si acciglia mentre sente che davvero gli manca qualcosa, tuttavia, risponde mantenendo quel sorriso falso e pericoloso sul suo viso, "Non so di cosa tu stia parlando, fratello."
Marcus apre la bocca, pronto a rispondere, quando un ululato interrompe la discussione.

Non riesce a stare fermo, cammina avanti e indietro nella propria stanza, irrequieto, tenta di bere un bicchiere pieno di alcol diluito con una goccia di sangue, ma anche questo sembra non rilassarlo... La televisione! La televisione può essere un vero toccasana in questi casi!
Peter lo accende e inizia a fare zapping per andare alla sezione dei cartoni animati, gli unici in grado di calmare la sua mente; mentre preme il tasto avanti, passa un telegiornale che mostra un maniero in rovina, Peter continua a premere un altro paio di volte, per poi tornare indietro, come se la sua mente avesse catturato solo in quel momento quello che aveva visto.
Il maniero è un palazzo costruito durante il medioevo, all'interno delle mura della città. L'illusionista riconosce quel palazzo, lo ha visto così tante volte sulle foto e sul computer in quegli ultimi mesi per costruire il piano perfetto per uccidere un certo vampiro; il neonato alza immediatamente il volume della televisione, dove sta parlando una giornalista.

"Ci troviamo a Volterra, in Italia, dove ieri sera è stato appiccato un fuoco all'interno del palazzo medievale alle mie spalle. Molti antichi affreschi, statue, sono stati rovinati, una grande perdita per la cultura. Il palazzo apparteneva a una delle più importanti famiglie italiane, quella di Volturi, ora tutti scomparsi. Non sappiamo ancora chi sia il colpevole, la polizia italiana ha avviato le indagini. Noi--"

Peter spegne la televisione e getta lontano il telecomando, iniziando a massaggiarsi la tempia con la mano libera. Ha un vago ricordo di quello che era successo quella notte con i lupi mannari, ma ora l'ex cacciatore di vampiri ha le idee chiare a riguardo.
Che diavolo aveva fatto? Deve andare in Italia il prima possibile, la giornalista ha detto che i Volturi erano tutti morti, ma Peter non vuole crederci, è sicuro che qualcuno sia ancora in vita, altrimenti tutto sarebbe stato vano.
E il cacciatore di vampiri spera con tutto il suo cuore fermo che un vampiro dai lunghi, neri e setosi capelli e gli occhi color rubino sia ancora vivo.

Tutto è finito, il suo covo, il suo mondo, il suo potere... Ha perso tutto... Nel giro di poche ore... Com'è stato possibile?
All'interno del palazzo ormai quasi del tutto distrutto, Aro è seduto su ciò che rimane del proprio trono, immaginando che sia un incubo, un mero scherzo della mente, tutti sono ancora vivi, il nome dei Volturi ancora spaventa persone e vampiri, può ancora essere al sicuro all'interno del suo clan.
Come è sopravvissuto a quell'orrido e oltraggioso genocidio? Sembrava che quei luridi cani lo evitassero di proposito, ma perché?
Il vampiro avverte dei passi e si prepara a combattere, forse hanno cambiato idea.

Sono trascorsi alcuni giorni da quando Peter ha appreso la notizia, ed ora eccolo lì, che cammina lungo il corridoio, i suoi occhi sono alla ricerca di qualche segno di vita, con una mano accarezza i muri bruciati, quando qualcosa lo colpisce e lo allontana a diversi metri di distanza, facendogli sbattere la schiena contro la base di una statua distrutta.
"Ahi! Ok, questa stranamente l'ho sentita."
Tuttavia, questo significa che qualcuno è ancora vivo! Peter alza la testa mentre osserva arrivare una figura scura.
"Cosa ti porta qui straniero!", gli domanda una voce maschile e le labbra di Peter lasciano sfuggire un tremulo respiro.
"Cristo Santo, sei vivo," sussurra, ma l'altro vampiro non gli presta attenzione.
"Sei venuto per deridere la sconfitta dei Volturi?!"
Il neonato alza le mani in segno di resa, "No, posso spiegare," ma la sua gola viene stretta in una morsa di marmo.
"Non siamo completamente caduti in disgrazia, io sono ancora vivo, e mi assicurerò di ricreare il covo di vampiri più potente che tu abbia mai sentito."
Aro stringe la presa sul collo di quello sconosciuto, soddisfatto di vedere la sua faccia in agonia, le sue grida disperate e le sue mani in un'apparente impossibilità di poter reagire totalmente, eppure questo ragazzo è un neonato, potrebbe ribellarsi senza problemi, allora perché mai non fa niente? E perché Aro ha l'impressione di aver già visto questo giovane da qualche parte prima?
Peter respira a malapena, riesce a sentire il suo collo quasi spezzarsi, d'accordo, è sicuro di meritare un trattamento così brutale, ma questo è troppo, presto quel succhiasangue lo ucciderà mentre vaneggia sulle cazzate e sulla vendetta dei Volturi, quindi ordina, "Usa il tuo fottuto potere su di me!"
E Aro obbedisce, involontariamente comincia a invadere la memoria di Peter; vede il loro primo incontro, quel giovane era un uomo, un anno fa, ed entrambi stabilirono una strana relazione in cui entrambi dichiaravano il desiderio di uccidere il loro rispettivo nemico mortale (per lo più il giovane, Aro vede il sé stesso del passato concordare solo per divertimento e vedere i vari vani tentativi di quell'illusionista), finalmente capisce il motivo dietro agli scherzi della sua mente, sono dovuti tutti a causa di quelle conversazioni con questo neonato, avverte la disperazione di quest'uomo, il desiderio di stare con Aro, anche se è un vampiro, e poi rivive il loro ultimo incontro.

Peter osservò Aro anche se la sua vista era sfocata a causa dei suoi occhi ambrati pieni di lacrime.
"Perché stai piangendo?," gli chiese Aro.
"Non lo sto facendo!"
Il vecchio vampiro sollevò una mano e riuscì a malapena a toccare lo zigomo di Peter, "Posso avere l'onore?"
Il neonato provò imbarazzo e gridò, "Per l'amor del cielo, no! Non ti lascio fare i tuoi trucchi su di me!"
"Perché non vuoi seguirmi?"
"L'ho già fatto, stronzo!"
Era diventato un vampiro, un mostro come quello che aveva ucciso i suoi genitori, solo per essere... Il suo eterno nemico, piuttosto che un misero umano, aveva dato via la sua anima per trasformarsi in un vampiro, ma non era abbastanza stupido da seguire Aro in Italia, diventando uno dei tanti, ha già rinunciato a qualcosa, ora era il turno di Aro.
"Avevano detto che eri rimasto sorpreso da un essere umano disposto a regalare la propria vita a qualcuno dannato come voi!," era sicuro d'aver fatto la cosa giusta dopo aver sentito una simile frase.
Dopodiché Aro sorrise malignamente.


Aro rivive anche la notte in cui Peter aveva chiamato i lupi mannari e ordinato loro di uccidere tutti i Volturi, tranne uno, questo neonato era stato spinto dalla gelosia, disperazione, rabbia e paura... Il vecchio vampiro non sa bene come reagire ma sorride, come se finalmente si ricordasse.
"Mio caro, giovane, Vincent," tuttavia Aro riprende a stringere il collo di Peter, "Sei minimamente consapevole di ciò che hai combinato? Hai distrutto il mio covo."
"Lo so," Peter fa fatica a respirare, "Ero ubriaco."
"Questa non è una buona ragione."
"Lo era, ma io--"
"Hai distrutto la mia vita! Hai distrutto il mio potere! Mi hai quasi distrutto!"
"Avevo paura!," gli urla in faccia, fermando Aro, poi il neonato distoglie lo sguardo, tremante, la sua voce è appena udibile, "I-io, non so cosa pensavo... Mi sentivo solo, perso, mi sentivo... Un... Un mostro."
Aro osserva Peter: anche se s'era trasformato in un vampiro, è ancora fragile, ancora ingenuo, ancora una persona che ha paura.
"Hai davvero bisogno di qualcuno che ti insegni come comportarti."
Peter solleva lo sguardo, iniziando ad arrabbiarsi, "Io non--"
"Sì, invece," lo interrompe Aro, mentre accarezza una guancia del neonato, "Non puoi ordinare a un gruppo di lupi mannari di uccidere tutti i vampiri che non ti piacciono. Distruggeresti una gerarchia costruita nel corso dei secoli."
"Tu volevi decimare un clan per una mezza succhiasangue."
Aro rimane in silenzio, l'argomento dei Cullen non era ancora qualcosa di piacevole di cui parlare.
"Erano affari, ed eravamo stati mal informati."
Peter alza un sopracciglio scettico, "Oh sì, certo, si chiamava così ai tuoi tempi, vecchietto?"
Aro riesce a malapena a reprimere un sorriso, quella sfrontatezza lo irrita, ma allo stesso tempo lo diverte, "Spero tu ti sia reso conto che non invecchierai più e che presto diventerai un vecchio vampiro."
"Che cazzo c'entra? Sarò sempre più giovane di te."
"Non direi. Ti sei trasformato in un vampiro a quarant'anni."
"Oh, e suppongo che tu invece sia diventato un succhiasangue a--"
"Trenta."
Il neonato sembra sconcertato, con la bocca spalancata, il suo cervello prova ad elaborare le nuove informazioni, "Quindi, mi stai dicendo che, per tutto questo tempo, in cui pensavo che tu fossi più grande di me, ufficialmente sono io quello più vecchio di te?!"
"Se la metti in questo modo."
"Cazzo... Sei invecchiato parecchio male."
Aro prende un lungo respiro e si guarda intorno, il suo passato è perduto, non ha più nulla, solo un cognome, ogni vampiro in tutto il mondo sarebbe davvero felice di sapere che i Volturi se ne sono andati, ci sarebbero state nuove guerre per la supremazia. Se qualcuno scoprisse che è ancora vivo, verrebbe ucciso in pochi secondi, vendicando tutti i vampiri uccisi dal suo clan; Peter osserva Aro, non gli piace quella faccia, "Stai--"
"Sto bene."
No, non è vero, "Guarda, possiamo--"
"Ho detto che sto bene!," Aro si volta a guardare Peter e lo intimidisce con lo sguardo di non parlare, ma l'illusionista non è così bravo a leggere l'atmosfera, oppure è talmente bravo a farlo e vuol parlare con Aro perché sa come ci si sente in simili circostanze.
"Ho prenotato una stanza, possiamo andarci. Solo per riposare un po'."
Aro sorride per la stupidità di quel neonato e gli lancia una rapida occhiata, "Non hai imparato che i vampiri non hanno bisogno di riposare?"
"Sì, l'ho imparato. Ma ne hai bisogno."
"Non sai di cosa ho davvero bisogno," Aro sibila rabbioso, pronto ad uccidere il neonato; Peter però ha tutt'altra idea.
"No," risponde infatti, "non so delle stronzate di cui un vampiro ha bisogno quando ha perso il proprio clan. Ma so di cosa ha bisogno un uomo quando ha perso qualcuno che... Insomma... Già sai."
Il vecchio vampiro studia l'espressione di Peter, "Perché sei venuto?"
E Peter fissa gli occhi ambrati su quelli di Aro, pronto a rispondere, ma non dice nulla, preferisce tacere.
Aro, d'altra parte, legge in quella quiete un'ammissione di colpa in quello che è successo.
"Dovresti morire per quello che hai combinato."
"Lo so."
"Hai paura della morte?"
"E tu?"
Aro si piega un po' per sfiorare con la propria bocca le labbra di Peter, e il neonato segue il partner in quel bacio, agguantando la nuca di Aro, entrambi continuano a baciarsi, esplorando la bocca dell'altro, ma Aro inizia a sentirsi a disagio nel stare seduto sopra a Peter, quindi lo prende e lo spinge contro un muro, facendo collidere entrambe i loro ventri; un basso ringhio rimbomba nella gola del neonato e una gamba circonda il bacino dell'altro vampiro per tirarlo ancora di più a sé e fargli capire che il cambiamento è molto apprezzato.
Dopo una prova di equilibrio, anche l'altra gamba segue la prima, trovando quella posizione ideale, se non ci fossero vestiti. Questo infastidisce Peter e cerca di parlare tra i loro baci, "Hum... Locand," sussurra tra i baci.
"Che cosa?"
"L'hotel dove ho prenotato quella stanza."
"La Locanda?"
"Quello," risponde trattenendo l'istinto di strofinarsi contro Aro, mordendosi il labbro con i suoi lunghi canini.
Aro sbatte lentamente le palpebre mentre sfiora il collo del neonato, facendolo rabbrividire, "Noto che non ti dispiace spendere soldi."
Peter prende una ciocca di capelli da vampiro, "Quando devi essere perdonato da un fottuto succhiasangue che è una prima donna, amante del lusso più schifoso, sei costretto a scegliere l'opzione migliore. Possiamo rimanere lì quanto vogliamo."
Aro guarda languidamente Peter e sorride quasi maniacalmente, "Ho un'idea migliore."
Peter ha quasi raggiunto il limite della sopportazione, "Sarebbe?"
"Che ne dici di iniziare dentro di te?"

Il telefono squilla e un uomo va a rispondere, "Pronto?"
Dall'altro lato, la voce di un uomo prende la parola, "La tua fottuta offerta è ancora valida, Carlisle?"
Il biondo vampiro sbuffa divertito, "Certamente."
"Devo avvertirti che c'è una seconda persona con me."
"Non sarà un problema."
"Bene."
"Dato che conosco questa seconda persona, ci sono richieste particolari, signor Vincent?"

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***







Qualcuno bussa alla porta.
"Stanno bussando all'ingresso."
"Come puoi vedere, sto andando ad aprire."
"Potresti correre."
"E tu potresti alzare il culo e aprire la porta invece di far fare a me tutto il lavoro!," gli risponde agitato, aprendo la porta per trovarsi di fronte una giovane donna.
"Buongiorno, signore," saluta, il suo sangue ha un odore meraviglioso, "È Lei Peter Vincent?"
L'ancora neonato annuisce e allunga una mano per prendere il pacco che aveva ordinato, firmando poco dopo la ricevuta di spedizione.
"Grazie, signore, buona giornata!"
Peter osserva la donna, il suo profumo è ancora nell'aria, si sente pronto a correre, ucciderla e bere il suo sangue, ma improvvisamente il vampiro ordina a sé stesso, "Chiudi questa maledetta porta e non ucciderla!"
Non è sicuro se il potere funzioni anche su di lui, ma Peter chiude la porta e non insegue quella donna, quindi va bene.
"Non puoi sempre fare affidamento sul tuo potere, giovane Vincent," afferma la stessa voce di prima, mentre il proprietario continua a leggere il giornale nel sua elegante, assolutamente vecchia e completamente fuori dal comune, postura.
"Voglio essere sicuro di non diventare un mostro come te."
Aro alza gli occhi rossi per fissare Peter, poi fa un respiro e chiude il giornale. "Conoscevo un vampiro che rinnegava la sua natura, aveva provato persino una dieta vegetariana, a base di sangue di soli topi, non una scelta encomiabile se me lo chiedi, e presto perse la bellezza della vita eterna."
"Era Carlisle?"
Aro sorride e si strofina le mani, guardando il vampiro illusionista, "Louis de Pointe du Lac".
Peter rimugina sul nome, ma alla fine aggrotta le sopracciglia e fa una smorfia scontenta, "Mai sentito nominare."
"Il punto è, mio caro, che sei già un mostro, quando hai scelto di trasformarti in un vampiro. Devi convivere con questo fatto per sempre... O almeno, fino a quando non decidi di morire."
Peter si guarda attorno, puntando su tutto ciò che possiede in casa, per poi fissare gli occhi ambrati su Aro, la vera ragione per cui aveva deciso di rinunciare alla sua umanità.
"Ti... Ti dispiacerebbe?," esita a chiedere, ma non può farne a meno, vuole sapere.
"Dispiacermi di cosa?"
Tuttavia, l'ex cacciatore di vampiri decide di abbandonare la conversazione, mette il contenuto del pacco postale nel congelatore e se ne va, e Aro rimane solo nel soggiorno.

Di solito, i vampiri non piangono, ma per Peter è difficile rinunciare ad un'abitudine del genere per sempre, specialmente dopo aver bevuto, avvolto tra tutte quelle coperte; Aro vede un involucro bianco tremante e singhiozzante, quindi decide di intervenire, "Caro Vincent".
"Vattene," una voce ovattata lo minaccia, ma l'ex capo dei Volturi insiste.
"Vincent."
"Lasciami da solo!"
Anche se è notte, Aro può vedere le tracce delle lacrime sulle guance di Peter e per questo rimane lì, accanto al suo... Allievo.
"Non stanotte," sussurra Peter, ma sorprendentemente continua a parlare, "Sono diventato un mostro, proprio come quello che li ha uccisi..."
Senza alcuna esitazione, Aro appoggia una mano sulla spalla di Peter con cautela. "Va tutto bene Peter. Va tutto bene."
"No, non va bene."
"Mio giovane Vincent, Jerry era un vampiro senza classe, non aveva talento nell'uccidere, beveva il sangue di chiunque e non si faceva scrupoli."
Peter si gira furioso e sibila malignamente, "Pensi che questo possa cambiare qualcosa?"
Aro esita solo per un millesimo di secondo, ma poi risponde, "Assolutamente no--"
"Beh allora fammi il sacrosanto piacere di andare a fanculo!," e torna a rivolgergli le spalle.
"Comunque," Aro ricomincia a parlare, avvicinandosi all'orecchio del neonato. "Se fosse stato un vampiro di classe, avrebbe ucciso anche te, oltre ai tuoi genitori."
Peter alza gli occhi al cielo, "Adesso mi sento molto meglio."
"Non sei un mostro come lui."
"Lo sono! Sono un vampiro, un fottuto mostro, come te, come Jerry!"
"Non paragonarmi a quel villano!"
"O cosa?," Peter torna a guardare Aro, la sua bocca a pochi centimetri da quella dell'altro vampiro, "Cosa farai?!"
Aro non risponde, si china semplicemente su Peter e lo bacia, togliendogli il respiro, e Peter lo segue, si aggrappa alle spalle del vampiro e scambia le loro posizioni, continuando a baciarlo e mordendogli le labbra, affamato, disperato e desideroso di sentirsi di nuovo vivo, di non ascoltare i singhiozzi di quel bambino che chiama disperatamente i suoi genitori e incolpa un adulto Peter di averli uccisi.
Aro è d'accordo ma non si sottomette completamente al neonato, restituisce quelle attenzioni a modo suo, con l'unica prerogativa di non far sentire Peter come un mostro: è stato Carlisle a trasformare Peter, e Carlisle è rimasto un vampiro di alto rango, nonostante la discutibile scelta della dieta. Egoisticamente, Aro ringrazia quel rozzo vampiro per non aver trasformato Peter, così ha l'opportunità di educare il neonato come un altolocato vampiro.

Peter, steso nudo sul petto di Aro, anche lui nudo, prende un profondo respiro e sussurra: "Mi dispiace."
Aro smette di intrecciare le dita tra i capelli di Peter e lo guarda, "Perché dici così?"
Peter mantiene ostinatamente gli occhi sulla sedia dove sono stati gettati i suoi vestiti un'ora fa, e si struscia contro la pelle di marmo del suo... Collega.
Aro sta per usare il suo potere ma Peter lo ferma, "Allora dimmi, giovane Vincent, cosa ti turba così tanto."
"Se usi il tuo potere su di me, allora userò il mio potere su di te."
"Hai usato la tua magnifica abilità contro di me per ben due volte."
"E allora?"
"Io, invece, l'ho usata una volta, e solo dopo aver seguito il tuo ordine."
Peter alza la testa per guardare il vampiro, "Mi avresti ucciso, cazzo, sono stato costretto a farlo!"
"Non lo avrei fatto se non mi avessi ordinato di dimenticarti."
Peter è borbotta qualcosa prima di posarsi di nuovo sul petto di Aro.
"Suppongo d'aver vinto questa discussione."
Peter ridacchia, "Non hai vinto proprio un cazzo di niente."
"Il mio premio è usare il mio potere su di te, almeno una volta."
"Cosa? Assolutamente no!," Peter si allontana, sente già il vuoto nel suo petto e probabilmente anche Aro avverte la stessa perdita, notando la sua espressione. "Non mi piace l'idea di te che osservi la mia vita."
"Come io preferisco non ricevere ordini."
"Quindi abbiamo un accordo. Fine della storia."
Peter ritorna ad allungarsi sul letto, rivolto al muro, distante da Aro... Perché finiscono così ogni volta? Perché è così difficile dirgli quello che in realtà vuole dirgli? Stupido stupido stupido!
Fortunatamente, Aro gli si avvicina e lo abbraccia con attenzione da dietro, come se avesse ancora un fragile umano tra le braccia e trascina Peter contro sé stesso finché la schiena del neonato non tocca il suo petto; Peter desidera mandare via Aro, ma intreccia insieme le loro dita e chiude gli occhi mentre espira.
Aro non dimentica quello che aveva in mente qualche istante fa: inizia il contatto e lentamente guarda i ricordi di Peter, dal giorno in cui è nato fino a quegli ultimi istanti vissuti, concentrandosi su un determinato argomento; poi interrompe il contatto.
"Hai avuto la tua possibilità, ora, bastardo. Non pensare di poterne avere un'altra!"
"Non mi interessa della loro morte."
Peter si ferma a parlare e inclina la testa per vedere l'altro vampiro.
"Creerò un altro covo, se vorrò farlo. Ma non mi manca nessuno, avevano abilità sorprendenti, ma non mi importa di loro."
Il neonato ha un brivido e aggrotta le sopracciglia, significa che Aro vuole stare qui, con lui, solo perché ha un potere abbastanza forte?
Non glielo chiede, spaventato dalla risposta, e poi Aro inizia ad accarezzare il membro di Peter, le sue dita si alzano e si abbassano, prima con un ritmo calmo, come una dolce carezza, la mano poi si stringe in un pugno, a volte istigando la punta già bagnata.
Peter deglutisce rumorosamente, si morde le labbra e chiude gli occhi, spingendosi contro Aro, mentre il suo bacino segue il ritmo di quella maledetta mano, sperando che presto si velocizzasse.
"Ho diversi modi di conoscere le cose, mio giovane Vincent," Aro gli sussurra vicino all'orecchio.
"Tipo-- cosa..."
Il moro vampiro sorride compiaciuto e si ferma immediatamente dalla sua attività, lasciando Peter completamente insoddisfatto.
"Che-- dove cazzo vai?"
"Mi dirai cosa ti preoccupa?"
Peter respira pesantemente, nel tentativo di far funzionare di nuovo il cervello.
"Io, tu-- Sai già cosa è successo."
"Oh certo, suppongo che la perdita del mio covo sia un pesante fardello per la tua già dannata anima, dopo tutto hai ucciso la mia famiglia... Ma c'è qualcos'altro, qualcosa di nuovo, vero?"
"Vuoi continuare a fare quello che stavi facendo prima?"
Aro batte le mani una volta, sorridendo diabolicamente. "Temo di no, mio caro."
"Che cosa?!"
"A meno che tu non mi dica cos'altro ti preoccupa. Altrimenti posso sempre usare la mia abilità e lo capirò da solo."
Peter lancia un'occhiata ad Aro, poi ricorda di avere anche lui due mani ed è pronto a finire quello che quel coglione ha iniziato, ma il vampiro più anziano lo ferma all'istante, bloccandogli i polsi sopra la testa, posizionandosi sopra il neonato.
"Allora?"
Peter viene colto di sorpresa, fissa Aro ma poi cerca di liberarsi.
"Che strano..."
"Cosa?," gli chiede nervosamente.
"Sei un neonato."
"E con ciò?"
"Beh, un neonato è più forte di un normale vampiro, dovresti uscire da una situazione del genere senz'alcun problema, eppure non lo fai... Devo presumere che ti piaccia questa situazione?"
"Fanculo! Levati dalle palle!"
"Per non parlare del tuo dono. Potresti ordinarmi di fare quello che vuoi... Eppure non lo fai."
"Sono ancora umano, nonostante tutto, e non ho intenzione di usare i vostri trucchi da vampiri."
"Devo darti una spiacevole notizia, ragazzo mio," sussurra Aro a pochi centimetri dal suo viso. "Trovo questo tuo modo di comportarti come se fossi ancora un essere umano piuttosto irritante."
"Puoi star certo che non mi dispiace affatto."
"Eppure," Aro rilascia un polso di Peter per accarezzargli la guancia con il dorso della mano, per nulla intimidito da un probabile colpo basso che il giovane Vincent potrebbe assestargli. Aro può dire di conoscere abbastanza bene l'uomo sotto di lui da saper come usare il giusto tono di voce, le giuste parole, i giusti gesti e renderlo innocuo; è un tipo di potere che l'ex capo dei Volturi aveva provato raramente, così diverso da quello che esercitava a Volterra, ma non per questo meno intrigante.
"Lo trovo particolarmente affascinante."
Il neonato guarda il vampiro sopra di lui, ingoia alcune volte l'aria per pensare, non è facile in una situazione in cui il tuo amichetto richiede immediate attenzioni e il bastardo di cui sei irrimediabilmente inn... Indifferente... È impegnato a fare altre attività, come blaterare cose senza senso. Peter ha in mente un altro lavoro che quelle labbra potrebbero fare, con un risultato impeccabile, e di riflesso solleva il bacino per sfregarsi contro l'inguine di Aro, in un gesto di assoluta disperazione.
"Allora... Vogliamo continuare o vogliamo rimanere qui ancora un po' a scambiarci insulse dichiarazioni d'amore platonico?"
A pensarci bene, forse Aro trova irritante la capacità di Peter di rovinare questi momenti quasi romantici.
"Sai che ti meriti una bella punizione? Spero che tu--"
Con la mano precedentemente rilasciata, Peter afferra il collo di Aro e lo trascina in un bacio famelico che il vampiro più anziano accetta volentieri.
"Vediamo cosa sai fare!," dichiara Peter, poi solo i sussurri lussuriosi dei due amanti si spargono per la camera da letto.

"Va bene. Certo, sono felice di sentirlo. Buona giornata anche a te."
Il dottore posa il cellulare con un sorriso sulle labbra.
"Chi era, Carlisle?"
Il vampiro si gira a guardare la sua famiglia, "Una nostra vecchia conoscenza."
Bella si rivolge a Edward che sorride consapevole, "Ricordi quel cacciatore di vampiri che voleva essere trasformato?"
Gli occhi di Bella si spalancano, sorpresi ma felici, "È ancora vivo?"
"E pure in ottima compagnia, direi," aggiunge Carlisle seduto accanto al suo partner.
"Proprio come aveva previsto Alice," Alice bacia Jasper come ringraziamento.
"Secondo le parole del nostro nuovo amico, non sono esattamente compagni."
"Ah no?"
"No," Carlisle assume un'espressione divertita, "Definisce la loro relazione come nemici con benefici."
Il silenzio pervade la stanza prima di essere rotto da numerose e grasse risate.
"Come puoi considerare piacevole la compagnia di Aro?," domanda Emmett mentre accarezza i capelli di Rosalie.
"De gustibus non disputandum est."
"Parli così solo perché tua figlia si è innamorata di un lupo mannaro, senz'offesa amico."
"No, figurati, ormai ho quasi perso la speranza con voi succhiasangue."
"Comunque, quel ragazzo ha distrutto il clan Volturi."
"Potrebbe iniziare una guerra?," chiede Bella e Jacob istintivamente tende tutti i muscoli del corpo.
Edward annuisce, le sue labbra diventano una linea mentre rivolge un'occhiata a Nessie, spaventato dalle conseguenze: "Potrebbe."
"Se Aro non mostra interesse a riguadagnare il dominio sui vampiri, è probabile che ci sia una guerra per vedere chi ha il clan più potente."
"E correremo il rischio di dover partecipare."
"Ma... È terribile! Dobbiamo impedirlo!"
"Potrebbe non esserci, tutto dipende da Aro e dagli altri vampiri."
"Non ci resta che aspettare e vedere, allora."
"E inizierà prima di quanto possiamo immaginare," mormora Alice appoggiata al petto di Jasper.

Aro non sembra preoccupato di una possibile guerra tra vampiri, al contrario è comodamente seduto su una poltrona intento a leggere un libro, godendosi il silenzio della stanza; possiamo dire che Aro sta considerando questo periodo come una vacanza, una piacevole vacanza prima di tornare al lavoro. Il vampiro sa perfettamente che deve mostrarsi vivo, per non perdere il proprio prestigio, ma per il momento vuole solo rilassarsi e trascorrere le giornate in compagnia di quello che è teoricamente un piacevole passatempo, ma in pratica sembra qualcosa di più complicato di un passatempo, non aveva ucciso il neonato dopo che Peter aveva ordinato a quei lupi mannari di distruggere il covo dei Volturi. È qualcosa che fa impazzire Aro, non lo stanca, lo incoraggia a non uccidere una persona solo perché ha un irresistibile odore, a preferire di bere il sangue di alcuni donatori di sangue, come Carlisle aveva suggerito. Stranamente, Aro avverte una strana stretta al petto ogni volta che vede Peter in uno stato pietoso, e cerca in tutti i modi di fargli pensare a qualcos'altro, dal momento che il neonato non sembra disposto a parlare di determinati argomenti, come la sua paura di stare in compagnia di Aro solo perché ha un'abilità strabiliante. Se solo Aro avesse avuto il coraggio di dire che, se in piccola parte è così, d'altra parte non è interessato al potere di Peter, anche se l'ex cacciatore di vampiri avesse il potere della sua perduta sorella Dydime, non l'ucciderebbe... Ed è strano pensarci... Fuori dal suo modo di fare...

I pensieri del vampiro si spezzano quando una porta si apre e viene sbattuta, mentre un tornado vampirico si dirige verso la cucina e inizia ad armeggiare con bicchieri e bottiglie.
"Come è stata la tua giornata,?" gli chiede beffardo e Peter lo raggiunge tenendo in mano un bicchiere pieno di alcol.
"Non parlare."
"Ti sembro qualcuno che segue gli ordini?"
"Solo... Guarda, ho imparato la tua fottuta lezione, non andare in giro quando hai sete. Ok! Ho capito."
Se Peter fosse stato un altro vampiro, Aro sarebbe stato soddisfatto nel sapere che il suo protetto aveva ucciso una persona, tuttavia la preoccupazione prende il sopravvento e gli chiede: "Hai ucciso un essere umano?"
"Cristo Santo, no!," Peter beve un sorso di alcol e si siede, mentre Aro prende una bustina contenente sangue animale e lo versa nel bicchiere di Peter.
"Ho usato il mio potere per non ucciderla, non so quanto abbia funzionato, ma almeno mi sono concentrato e non le ho fatto del male."
Aro poggia le labbra sulla testa di Peter, "Sei stato bravo."
"Il suo profumo era così dolce... Aveva una bambina, lo sai? Una piccina meravigliosa..."
Sarebbe stata una lunga lotta per non bere sangue umano, ma Peter aveva fatto la sua scelta mesi prima, ora deve solo resistere ed allenarsi.
"Con il tempo sarà più facile per te."
Peter rivolge gli occhi su Aro ed allarga le braccia cone se stesse per dire qualcosa di ovvio, "Lo dici anche se non l'hai mai provato?"
"Beh, trovo il sangue umano particolarmente fruttato, ha un gusto intenso e deciso, come il più delizioso dei vini. Ma ho visto gli effetti su coloro che hanno cercato di essere vegetariani e non è stato facile le prime volte. Forza di volontà e follia sono la chiave per negare la natura dei vampiri."
Peter ridacchia e torna a guardare il suo bicchiere riempito di sangue animale mescolato con alcol.
"La natura dei vampiri, sì, certo. Vuoi sapere una cosa? Succhiami il cazzo, stronzo," e beve un sorso per dare sollievo alla sua gola arsa.
Nonostante sia leggermente infastidito dal modo di fare di Peter, Aro si muove con un sorriso sul viso e s'inginocchia tra le gambe del neonato, impedendo a Peter di chiuderle.
"Che cosa stai facendo?," gli urla allarmato mentre cerca di allontanarsi da quel vecchio bastardo. Aro sorride malignamente, trova divertente fare questi scherzi al suo ex nemico.
"Eseguo gli ordini."
"Che cazzo?!," dice con un tono troppo acuto, "Ho capito abbastanza bene come funziona il mio potere e, e sono sicuro di non averlo usato!"
Aro accarezza l'interno coscia di Peter, provocando diversi brividi lungo la schiena del neonato; anche se mentalmente è contrario, Peter espone ancora di più inguine, con gli occhi chiusi e mordendosi il labbro inferiore.
Aro alza lo sguardo, "Sei davvero sicuro di non avermelo ordinato? Dal mio punto di vista, direi che è l'opposto."
Peter respira pesantemente e mormora, "Fottiti, succhiasangue."
"Se proprio insisti."
Rapidamente, Aro gli toglie il bicchiere dalla mano del neonato e lo porta a letto, orgoglioso di aver fatto concentrare Peter su qualcosa di diverso dalla possibile morte di quell'insignificante essere umano.






Ed è finita per noi, di certo non per loro, hanno tutta l'eternità davanti! 😁
Cosa succede adesso? Eh, teoricamente ci potrebbe stare un seguito, come ha preannunciato Alice (ed Alice c'azzecca sempre 😂), praticamente al momento mi piacerebbe dedicarmi ad altre storie che ho lasciato in sospeso (sempre riguardo ai personaggi interpretati da David e Michael), quindi è solo una pausa momentanea che mi prendo da Aro e Peter (ne approfitto anche per pensare a come sviluppare la storia), quindi ricapiterò in questo fandom sicuramente!
Grazie per aver letto! Un bacio a tutti e a presto! 😘

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