The Writing Week 2020 - BSD list

di Sacchan_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Agenzia/Port Mafia ***
Capitolo 2: *** Beast ***
Capitolo 3: *** Amicizia/Tradimento ***
Capitolo 4: *** Ricordi/Cicatrici ***



Capitolo 1
*** Agenzia/Port Mafia ***


Quando Atsushi propose, la prima volta, una collaborazione tra l'Agenzia e la Port Mafia non pensò veramente che queste occasioni si sarebbero protratte nel tempo.
Eppure, sempre più spesso, i leader delle due organizzazioni prendevano accordi per fronteggiare nemici comuni che minavano il benessere della città di Yokohama; a guidare quei compromessi era il signor Dazai, grazie al suo collegamento passato con la Mafia.
Si occupava, di solito, tutto da solo, ma stavolta l'incontro tra gli esponenti dei due gruppi si sarebbe verificato proprio nel palazzo sede della Port Mafia, così il suo superiore gli chiese di accompagnarlo. Atsushi non se lo fece ripetere due volte.
Tuttavia, molte volte si chiese se quest'idea di partnership, da lui lanciata per primo, rievocasse nell'altro ricordi spiacevoli legati al suo passato. Inaspettatamente il colloquio con il referente della Mafia andò incredibilmente bene, al punto tale che il giovane detective non riuscì a declinare l'invito a stringergli la mano quando quell'uomo gli si presentò. Il suo istinto di tigre gli suggerì che poteva fidarsi.
Ora che l'incontro era terminato, e i due avevano già lasciato alle spalle la tana del lupo, il ragazzo camminava impensierito dietro al suo superiore; questi, al contrario, con le mani nascoste nelle tasche dell'impermeabile fischiettava tranquillo quell'assurdo motivetto sul doppio suicidio.
"Dazai-san!" Lo fermò, non resistendo più alla tentazione.
L'uomo si girò appena, regalandogli un mezzo sorriso, continuando a tenere celate le mani.
"Quell'uomo deve piacergli molto, non è vero?" Domandò il giovane esitante, sfiorandosi appena il gomito.
Allora il suo mentore tirò finalmente fuori le mani, allargando le dita a fianco del suo torace, sorridendogli borioso.
"Come sei perspicace, Atsushi-kun! Cosa te lo fa pensare?" Domandò allegro.
Il ragazzo abbassò lo sguardo chiedendosi se quell'incontro non avesse, in realtà, turbato il suo superiore più di quanto desse a vedere.
"Beh, il suo modo di rivolgergli parola." Balbettò. "Era molto rispettoso, di solito non usa mai tanto rispetto con i membri della Mafia."
Rialzando gli occhi lo vide aprire sorpreso di poco la bocca, per poi chiuderla subito e scoppiare in una breve risata.
"Penso che tu abbia proprio ragione, ragazzo mio. Vedi, il signor Hirotsu non è solo un veterano nella Port Mafia, ma anche un grande uomo di lealtà e dedizione verso l'organizzazione stessa. Non è un caso se è a capo di tanti uomini."
Le dita del più giovane si intrecciarono tra di loro.
"Ed è questa la tipologia di uomini che più le piace?"
Le labbra dell'uomo sorrisero di nuovo, ma finalmente Atsushi poté dire che erano infine diventate sincere.
"Mh. Chissà. Forse."


Parole usate: 410
Day 1: Agenzia/Port Mafia
Note d'Autrice: ho notato che Hirotsu non viene molto preso in considerazione nel fandom, perciò ho pensato che era ora che qualcuno mostrasse tutto il rispetto che Dazai prova verso quest'uomo.

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Capitolo 2
*** Beast ***


Gli faceva male la gola, anzi gli bruciava. Stava davvero andando a fuoco, insieme alla sensazione di soffocare.
La toccò, ma si scontrò con quel collare che indissolubilmente lo legava all'attuale capo della Port Mafia. Fintanto che lo indossava gli apparteneva e non c'era modo di poter venire meno ai suoi ordini, nemmeno quando l'odore metallico del sangue riverso a terra gli stuzzicava naso e gola al punto tale da fargli torcere le budella. Non si era ancora abituato allo spettacolo dei corpi mutilati scatenati dal White Reaper che albergava in lui, ogni volta si chiedeva se mai sarebbe arrivato quel giorno.
Tutto per quell'uomo.
Nella Port Mafia esisteva il detto "quando ti feriscono, ferisci cento volte tanto" ed era quello che il boss gli ordinava di fare quando lo mandava in missione: si scatenava, portava il caos, poi riprendeva i sensi. Era sempre uno spettacolo orripilante.
Allora cadde sulle ginocchia, in preda agli spasmi di paura e rimorso. Vomitò qualcosa a terra, ma erano solo succhi gastrici.
La prego, mi venga a prendere.
Fissò dunque la luna, alta e piena nel cielo oscuro; lo derideva proprio lei, fonte del suo potere. In quel momento si sentì perso e vuoto; lui, unico vivo superstite di una strage da egli stesso generata.
Ah, ma perché ci sta mettendo tanto?
Ciò che bramava era il tocco della sua mano, capace di quietare la sua bestia interiore. Ma se non sarebbe arrivato in tempo la sua Abilità lo avrebbe posseduto ancora e...
Scosse la testa con vigore. Lui sarebbe arrivato e di nuovo gli avrebbe dato una ragione per vivere.
Infine, finalmente, lì udì: molteplici passi e tra tutti quelli inconfondibili del suo unico e vero Boss.
Voltò il viso pieno di gioia distorta per incontrare la sua unica ancora di salvezza: avvolto nella notte, da quel suo copriabito più scuro del nero stesso e dalle bende che rilucevano sotto la luce lunare, colui che un tempo era chiamato il Demone Prodigio della Port Mafia, ma che ora ne ricopriva il rango più importante.
"Un ottimo lavoro, Atsushi." Dichiarò austero a braccia conserte. Un solo occhio era visibile e luccicava nell'oscurità.
Il giovane sorrise.
Sì, tutto per quell'uomo.


Parole usate: 350
Day 3: AU/Beast
Note d'Autrice: allora... esattamente io ho letto qualcosa della novel di Beast, forse un riassunto non ricordo. Perciò non sono sicura di essere stata coerente, ho giusto scritto e mi sono lasciata trasportare.

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Capitolo 3
*** Amicizia/Tradimento ***


"Non ti abbandono, amico."
Era finita. La battaglia era finita. Ma Chuuya assomigliava davvero a uno straccio sul punto di svenire.
Quel dannato di Dazai! Come al solito aveva girato tutto a suo favore, lasciando a lui il compito di fare da zavorra. Avesse avuto anche solo un briciolo di forza in più lo avrebbe colpito con un bel pugno in pieno viso. Era ciò che si sarebbe meritato, in tutti i sensi!

"Ugh, ti prego! Pronunciata da te quella parola ha lo stesso suono di veleno." Rispose il membro della Port Mafia digrignando i denti e tenendosi la fronte con una mano, i sensi minacciarono di andarsene da un momento all'altro, ma non sarebbe crollato così.
"Quindi vorresti che ti chiamassi partner?" Domandò serafico il detective dell'Agenzia, sostenendosi il viso con le mani giunte a coppa. Una allegria tale che provocò nell'altro solo un'espressione di totale disgusto.
"Non dirlo nemmeno. Non voglio sentirlo dire da chi ha tradito la mia organizzazione." Mormorò il dirigente della Mafia, distogliendo lo sguardo, facendo sì che il loro contatto di sguardi si perse.
"Chuuya..." Lo rimproverò Dazai con un tono di voce spaventosamente serio, avvicinando il viso a pochi centimetri a quello dell'altro ricatturando così quelle iridi turchesi.  "Posso aver lasciato la Mafia, ma non ho mai tradito te."
Qualcosa scattò furente in Chuuya: con le ultime forze rimaste nel suo braccio sollevò la mano e la premette forte contro quelle labbra fin troppo suadenti. Lo sforzo gli costò persino degli ansimi, l'utilizzo di Corruzione si faceva ancora sentire.
"Smettila, non dirlo!" Fiatò con il respiro corto. "So quanto sei bravo con le parole, ma io non ci casco. Non più." La forza nella mano calò, ma non smise di premere finché Dazai la toccò con le proprie dita e la lasciò calare verso il basso.
"Allora cosa farai?" Domandò più profondo di qualche istante prima. "Lascerai che questo tuo ex-partner ti aiuti e ti riporti indietro o crollerai qui esausto come sei?"
Nakahara si ritirò indietro, ponendo finalmente una sorta di distanza di sicurezza tra di loro capace di donargli un po' di tranquillità.
"Sei sempre così, non mi lasci mai una vera scelta." Alzò il pugno, ma era debole e privo di forza. "Perché sai già quello che farò." Lo colpì al petto, prima di crollare, ma più che un pugno assomigliò a un tenero buffetto.
"Perciò vedi di riportarmi indietro al punto di recupero." Mormorò a fior di labbra prima di perdere definitivamente i sensi.

Parole usate: 406
Day 5: Amicizia/Tradimento
Note d'Autrice: ... cosa è successo? Io ho veramente scritto di Dazai e Chuuya? Comunque sì, mi sono ispirata a una certa scena della season 2.

Ok...

Sì, va bene lo ammetto! Non mi è dispiaciuto scrivere di questi due, magari potrei -dico potrei- valutare l'idea di scrivere qualcosa di più lungo anche su di loro! Ok, l'ho scritto...
 

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Capitolo 4
*** Ricordi/Cicatrici ***


"Ne, ne, Odasakuuu!"
L'interpellato sfilò via dalle labbra la sigaretta, soffiando fuori dalla gola il fumo in eccesso. Non era bastato zittirlo pochi istanti prima, per far calmare i suoi capricci; demone-prodigio della Port Mafia sì, ma bambino petulante pure.
"Io voglio sapere! Quel cerotto sulla guancia ti rovina quel bel faccino!" Continuò il ragazzo sedutogli accanto, agitando le braccia in modo fin troppo esagerato.
L'uomo spense la sigaretta nel posacenere con un gesto esasperato.
"Cosa credi che sia?" Mormorò calmo cedendo. "Voglio dire, te ne stavi lì fermo imbambolato nel bel mezzo di una raffica di spari, con i tuoi uomini che cadevano a destra e a sinistra. Questo graffio me lo sono fatto quando ti ho afferrato il braccio e spostato via."
Al suo fianco, improvvisamente, avvertì solo un attento silenzio.
"Oh!" Esclamò soltanto il ragazzo accanto.
Gli occhi chiari di Odasaku lo seguirono mentre afferrò il suo copriabito e lentamente si alzò in piedi.
"Capisco, certo capisco." Realizzò Dazai piegando il cappotto sotto il suo gomito. "Ma vedi, mio caro Odasaku, non c'è bisogno che tu faccia qualcosa di così pericoloso per me. In fondo non sono io a schifare la morte, è semplicemente questa a schifare me e non volermi con sé."
L'uomo chiamato Odasaku scosse di poco il bicchiere per far sciogliere il ghiaccio all'interno.
"Dazai-kun." Lo chiamò, bloccando i suoi passi. "Non so cosa tu volessi dire adesso, ma sappi che per me una cicatrice ricevuta mentre salvo la vita a un mio amico è la prova del bene che gli voglio."
Non gli rispose, il ragazzo chiamato Dazai, si abbandonò soltanto a un debole accenno di sorriso mentre lasciò il bar Lupin per quella sera.



"Dazai-san, Dazai-san!"
Come risvegliato da un sogno il detective dell'Agenzia si voltò alla sua destra, scontrandosi con il viso preoccupato del suo subordinato che lo guardava con apprensione.
"Sì? Cosa c'è, Atsushi-kun?" Gli domandò raggiante, ritrovando il suo solito brio.
Le iridi di due colori diversi di Atsushi calarono verso il basso, posandosi sul braccio del suo mentore.
"Beh... se aveva prurito al braccio credo che adesso lo abbia strofinato abbastanza."
Dunque era questo? Dazai osservò la sua mano stretta attorno all'avambraccio, poco più sopra del polso. Sotto le dita avvertì le bende ruvide e il calore emanato dalla sua pelle. Riportò l'attenzione su Atsushi che aspettava ancora una risposta da parte sua.
"Sai, sotto queste bende c'è una lunga cicatrice." Scandì lentamente, gustandosi l'espressione del suo sottoposto che, poco alla volta, passò da sorpreso a preoccupato. "Sfortunatamente non me la sono procurata cercando di proteggere qualcuno."

Parole usate: 414
Day 6: Ricordi/Cicatrici
Note d'Autrice: Vi giuro che mi dispiace di questo schifo, nella mia testa era venuta fuori migliore. Ah, chiedo scusa anche a Odasaku perché finisco sempre per usarlo in modo così subdolo.

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