The Writing Week 2020 - BSD list di Sacchan_ (/viewuser.php?uid=82631)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Agenzia/Port Mafia ***
Capitolo 2: *** Beast ***
Capitolo 3: *** Amicizia/Tradimento ***
Capitolo 4: *** Ricordi/Cicatrici ***
Capitolo 1 *** Agenzia/Port Mafia ***
Quando
Atsushi propose, la prima volta, una collaborazione tra l'Agenzia e la
Port Mafia non pensò veramente che queste occasioni si
sarebbero protratte nel tempo.
Eppure,
sempre più spesso, i leader delle due organizzazioni
prendevano accordi per fronteggiare nemici comuni che minavano il
benessere della città di Yokohama; a guidare quei
compromessi era il signor Dazai, grazie al suo collegamento passato con
la Mafia.
Si
occupava, di solito, tutto da solo, ma stavolta l'incontro tra
gli esponenti dei due gruppi si sarebbe verificato proprio nel palazzo
sede della Port Mafia, così il suo superiore gli chiese di
accompagnarlo. Atsushi non se lo fece ripetere due volte.
Tuttavia,
molte volte si chiese se quest'idea di partnership, da lui lanciata per
primo, rievocasse nell'altro ricordi spiacevoli legati al suo passato.
Inaspettatamente il colloquio con il referente della Mafia
andò incredibilmente bene, al punto tale che il giovane
detective non riuscì a declinare l'invito a stringergli la
mano quando quell'uomo gli si presentò. Il suo istinto di
tigre gli suggerì che poteva fidarsi.
Ora
che l'incontro era terminato, e i due avevano già lasciato
alle spalle la tana del lupo, il ragazzo camminava impensierito dietro
al suo superiore; questi, al contrario, con le mani nascoste nelle
tasche dell'impermeabile fischiettava tranquillo quell'assurdo
motivetto sul doppio suicidio.
"Dazai-san!"
Lo fermò, non resistendo più alla tentazione.
L'uomo
si girò appena, regalandogli un mezzo sorriso, continuando a
tenere celate le mani.
"Quell'uomo
deve piacergli molto, non è vero?" Domandò il
giovane esitante, sfiorandosi appena il gomito.
Allora
il suo mentore tirò finalmente fuori le mani, allargando le
dita a fianco del suo torace, sorridendogli borioso.
"Come
sei perspicace, Atsushi-kun! Cosa te lo fa pensare?" Domandò
allegro.
Il
ragazzo abbassò lo sguardo chiedendosi se quell'incontro non
avesse, in realtà, turbato il suo superiore più
di quanto desse a vedere.
"Beh,
il suo modo di rivolgergli parola." Balbettò. "Era molto
rispettoso, di solito non usa mai tanto rispetto con i membri della
Mafia."
Rialzando
gli occhi lo vide aprire sorpreso di poco la bocca, per poi chiuderla
subito e scoppiare in una breve risata.
"Penso
che tu abbia proprio ragione, ragazzo mio. Vedi, il signor Hirotsu non
è solo un veterano nella Port Mafia, ma anche un grande uomo
di lealtà e dedizione verso l'organizzazione stessa. Non
è un caso se è a capo di tanti uomini."
Le
dita del più giovane si intrecciarono tra di loro.
"Ed
è questa la tipologia di uomini che più le piace?"
Le
labbra dell'uomo sorrisero di nuovo, ma finalmente Atsushi
poté dire che erano infine diventate sincere.
"Mh.
Chissà. Forse."
Parole usate: 410
Day 1: Agenzia/Port Mafia
Note d'Autrice: ho notato che
Hirotsu non viene molto preso in considerazione nel fandom,
perciò ho pensato che era ora che qualcuno mostrasse tutto
il rispetto che Dazai prova verso quest'uomo.
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Capitolo 2 *** Beast ***
Gli
faceva male la gola, anzi gli bruciava. Stava davvero andando a fuoco,
insieme alla sensazione di soffocare.
La toccò, ma si scontrò con quel
collare che
indissolubilmente lo legava all'attuale capo della Port Mafia. Fintanto
che lo indossava gli apparteneva e non c'era modo di poter venire meno
ai suoi ordini, nemmeno quando l'odore metallico del sangue riverso a
terra gli stuzzicava naso e gola al punto tale da fargli torcere le
budella. Non si era ancora abituato allo spettacolo dei corpi mutilati
scatenati dal White
Reaper che albergava in lui, ogni volta si chiedeva se mai
sarebbe arrivato quel giorno.
Tutto per
quell'uomo.
Nella
Port Mafia esisteva il detto "quando
ti feriscono, ferisci cento volte tanto"
ed era quello che il boss gli ordinava di fare quando lo mandava in
missione: si scatenava, portava il caos, poi riprendeva i sensi. Era
sempre uno spettacolo orripilante.
Allora cadde sulle ginocchia, in preda agli spasmi di paura
e rimorso.
Vomitò qualcosa a terra, ma erano solo succhi gastrici.
La prego, mi
venga a prendere.
Fissò
dunque la luna, alta e piena nel cielo oscuro; lo
derideva proprio lei, fonte del suo potere. In quel momento si
sentì perso e vuoto; lui, unico vivo superstite di una
strage da
egli stesso generata.
Ah, ma
perché ci sta mettendo tanto?
Ciò
che bramava era il tocco della sua mano, capace di
quietare la sua bestia interiore. Ma se non sarebbe arrivato in tempo
la sua Abilità lo avrebbe posseduto ancora e...
Scosse la testa con vigore. Lui sarebbe arrivato e di nuovo
gli avrebbe dato una ragione per vivere.
Infine, finalmente, lì udì: molteplici
passi e tra tutti quelli inconfondibili del suo unico e vero Boss.
Voltò il viso pieno di gioia distorta per
incontrare la sua
unica ancora di salvezza: avvolto nella notte, da quel suo copriabito
più scuro del nero stesso e dalle bende che rilucevano sotto
la
luce lunare, colui che un tempo era chiamato il Demone Prodigio della
Port Mafia, ma che
ora ne ricopriva il rango più importante.
"Un ottimo lavoro, Atsushi." Dichiarò austero a
braccia
conserte. Un solo occhio era visibile e luccicava
nell'oscurità.
Il giovane sorrise.
Sì, tutto per quell'uomo.
Parole usate: 350
Day 3: AU/Beast
Note d'Autrice: allora...
esattamente
io ho letto qualcosa della novel di Beast, forse un riassunto non
ricordo. Perciò non sono sicura di essere stata coerente, ho
giusto scritto e mi sono lasciata trasportare.
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Capitolo 3 *** Amicizia/Tradimento ***
"Non ti abbandono, amico."
Era finita. La
battaglia era finita. Ma Chuuya assomigliava
davvero a uno straccio sul punto di svenire.
Quel dannato di Dazai!
Come al solito aveva girato tutto a suo favore, lasciando a lui il
compito di fare da zavorra. Avesse avuto anche solo un briciolo di
forza in più lo avrebbe colpito con un bel pugno in pieno
viso.
Era ciò che si sarebbe meritato, in tutti i sensi!
"Ugh, ti prego!
Pronunciata da te quella parola ha lo stesso
suono di veleno."
Rispose il membro della Port Mafia
digrignando i denti e tenendosi la fronte con una mano, i sensi
minacciarono di andarsene da un momento all'altro, ma non sarebbe
crollato così.
"Quindi
vorresti che ti chiamassi partner?"
Domandò serafico il detective dell'Agenzia, sostenendosi il
viso
con le mani giunte a coppa. Una allegria tale che provocò
nell'altro solo un'espressione di totale disgusto.
"Non dirlo
nemmeno. Non voglio sentirlo dire da chi ha tradito la mia
organizzazione." Mormorò il dirigente della Mafia,
distogliendo
lo sguardo, facendo sì che il loro contatto di sguardi si
perse.
"Chuuya..." Lo
rimproverò Dazai con un tono di voce
spaventosamente serio, avvicinando il viso a pochi centimetri a quello
dell'altro ricatturando così quelle iridi
turchesi. "Posso
aver lasciato la Mafia, ma non ho mai tradito te."
Qualcosa
scattò furente in Chuuya: con le ultime forze rimaste
nel suo braccio sollevò la mano e la premette forte contro
quelle labbra fin troppo suadenti. Lo sforzo gli costò
persino
degli ansimi, l'utilizzo di Corruzione
si faceva ancora sentire.
"Smettila, non
dirlo!" Fiatò con il respiro corto. "So quanto
sei bravo con le parole, ma io non ci casco. Non più." La
forza
nella mano calò, ma non smise di premere finché
Dazai la
toccò con le proprie dita e la lasciò calare
verso il
basso.
"Allora cosa
farai?" Domandò più profondo di qualche
istante prima. "Lascerai che questo tuo ex-partner ti aiuti e ti
riporti indietro o crollerai qui esausto come sei?"
Nakahara si
ritirò indietro, ponendo finalmente una
sorta di distanza di sicurezza tra di loro capace di donargli un po' di
tranquillità.
"Sei sempre
così, non mi lasci mai una vera scelta." Alzò
il pugno, ma era debole e privo di forza. "Perché sai
già
quello che farò." Lo colpì al petto, prima di
crollare,
ma più che un pugno assomigliò a un tenero
buffetto.
"Perciò
vedi di riportarmi indietro al punto di recupero."
Mormorò a fior di labbra prima di perdere definitivamente i
sensi.
Parole usate: 406
Day 5: Amicizia/Tradimento
Note d'Autrice: ...
cosa è
successo? Io ho veramente scritto di Dazai e Chuuya? Comunque
sì,
mi sono ispirata a una certa scena della season 2.
Ok...
Sì, va bene lo ammetto! Non mi è dispiaciuto
scrivere di questi due, magari potrei -dico potrei- valutare l'idea di
scrivere qualcosa di più lungo anche su di loro! Ok, l'ho
scritto...
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Capitolo 4 *** Ricordi/Cicatrici ***
"Ne, ne, Odasakuuu!"
L'interpellato
sfilò via dalle labbra la sigaretta, soffiando
fuori dalla gola il fumo in eccesso. Non era bastato zittirlo pochi
istanti prima, per far calmare i suoi capricci; demone-prodigio della
Port Mafia sì, ma bambino petulante pure.
"Io voglio sapere! Quel
cerotto sulla guancia ti rovina quel bel
faccino!" Continuò il ragazzo sedutogli accanto, agitando le
braccia in modo fin troppo esagerato.
L'uomo spense la
sigaretta nel posacenere con un gesto esasperato.
"Cosa credi che sia?"
Mormorò calmo cedendo. "Voglio dire, te ne
stavi lì fermo imbambolato nel bel mezzo di una raffica di
spari, con i tuoi uomini che cadevano a destra e a sinistra. Questo
graffio me lo sono fatto quando ti ho afferrato il braccio e spostato
via."
Al suo fianco,
improvvisamente, avvertì solo un attento silenzio.
"Oh!" Esclamò
soltanto il ragazzo accanto.
Gli occhi chiari di
Odasaku lo seguirono mentre afferrò il suo copriabito e
lentamente si alzò in piedi.
"Capisco, certo capisco."
Realizzò Dazai piegando il cappotto
sotto il suo gomito. "Ma vedi, mio caro Odasaku, non c'è
bisogno
che tu faccia qualcosa di così pericoloso per me. In fondo
non
sono io a schifare la morte, è semplicemente questa a
schifare
me e non volermi con sé."
L'uomo chiamato Odasaku
scosse di poco il bicchiere per far sciogliere il ghiaccio all'interno.
"Dazai-kun." Lo
chiamò, bloccando i suoi passi. "Non so cosa tu
volessi dire adesso, ma sappi che per me una cicatrice ricevuta mentre
salvo la vita a un mio amico è la prova del bene che gli
voglio."
Non gli rispose, il
ragazzo chiamato Dazai, si abbandonò
soltanto a un debole accenno di sorriso mentre lasciò il bar
Lupin per quella sera.
"Dazai-san, Dazai-san!"
Come risvegliato da un sogno il detective dell'Agenzia si
voltò
alla sua destra, scontrandosi con il viso preoccupato del suo
subordinato che lo guardava con apprensione.
"Sì? Cosa c'è, Atsushi-kun?" Gli
domandò raggiante, ritrovando il suo solito brio.
Le iridi di due colori diversi di Atsushi calarono verso il
basso, posandosi sul braccio del suo mentore.
"Beh... se aveva prurito al braccio credo che adesso lo
abbia strofinato abbastanza."
Dunque era questo? Dazai osservò la sua mano
stretta attorno
all'avambraccio, poco più sopra del polso. Sotto le dita
avvertì le bende ruvide e il calore emanato dalla sua pelle.
Riportò l'attenzione su Atsushi che aspettava ancora una
risposta da parte sua.
"Sai, sotto queste bende c'è una lunga
cicatrice." Scandì
lentamente, gustandosi l'espressione del suo sottoposto che, poco alla
volta, passò da sorpreso a preoccupato. "Sfortunatamente non
me la sono procurata cercando di proteggere qualcuno."
Parole usate:
414
Day 6:
Ricordi/Cicatrici
Note
d'Autrice: Vi giuro che mi
dispiace di questo schifo, nella mia testa era venuta fuori migliore.
Ah, chiedo scusa anche a Odasaku perché finisco sempre per
usarlo in modo così subdolo.
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