False sembianze

di MaryFangirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo Otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nove ***
Capitolo 10: *** Capitolo Dieci ***
Capitolo 11: *** Capitolo Undici ***
Capitolo 12: *** Capitolo Dodici ***
Capitolo 13: *** Capitolo Tredici ***
Capitolo 14: *** Capitolo Quattordici ***
Capitolo 15: *** Capitolo Quindici ***
Capitolo 16: *** Capitolo Sedici ***
Capitolo 17: *** Capitolo Diciassette ***
Capitolo 18: *** Capitolo Diciotto ***
Capitolo 19: *** Capitolo Diciannove ***
Capitolo 20: *** Capitolo Venti ***
Capitolo 21: *** Capitolo Ventuno ***
Capitolo 22: *** Capitolo Vendidue ***
Capitolo 23: *** Capitolo Ventitrè ***
Capitolo 24: *** Capitolo Ventiquattro ***
Capitolo 25: *** Capitolo Venticinque ***
Capitolo 26: *** Capitolo Ventisei ***
Capitolo 27: *** Capitolo Ventisette ***
Capitolo 28: *** Capitolo Ventotto ***
Capitolo 29: *** Capitolo Ventinove ***
Capitolo 30: *** Capitolo Trenta ***
Capitolo 31: *** Capitolo Trentuno ***
Capitolo 32: *** Capitolo Trentadue ***
Capitolo 33: *** Capitolo Trentatré ***
Capitolo 34: *** Capitolo Trentaquattro ***
Capitolo 35: *** Capitolo Trentacinque ***
Capitolo 36: *** Capitolo Trentasei ***
Capitolo 37: *** Capitolo Trentasette ***
Capitolo 38: *** Capitolo Trentotto ***
Capitolo 39: *** Capitolo Trentanove ***
Capitolo 40: *** Capitolo Quaranta ***
Capitolo 41: *** Capitolo Quarantuno ***
Capitolo 42: *** Capitolo Quarantadue ***
Capitolo 43: *** Capitolo Quarantatrè ***
Capitolo 44: *** Capitolo Quarantaquattro ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


Questa fanfiction è una traduzione dal francese all'italiano approvata dall'autrice.
Dettagli sulla storia originale, subito sotto!
 
Titolo storia originale: Faux semblants
 
Ciao a tutti ^_^ rieccomi con una nuova long fiction molto long, si tratta infatti di 44 capitoli, ma spero di non spaventarvi XD a mio parere sono tutti molto incalzanti e intriganti e spero la penserete così anche voi! La storia si costruisce su un grande gioco degli equivoci, i quali dovranno essere districati e chiariti...ma ci vorrà del tempo per risolvere tutto, ovviamente! Happy ending sempre garantito ma a cui si arriverà dopo un po' di sofferenza e guai.
Buona lettura :)
 
 
La mattina era appena sorta sulla città di Shinjuku. Alcuni raggi di soli le accarezzarono il viso strappandola dal suo sonno, un sonno tutt'altro che rigenerante.
Kaori si alzò, presa da stanchezza e fatica. Dal suo rapimento per mano del generale Kreutz sei mesi prima, lei e il suo partner non si erano trovati disoccupati in termini di missioni. Gli XYZ si erano susseguiti così come le belle damigelle in difficoltà, cosa che aveva deliziato lo stallone di Shinjuku.
Nonostante la semi dichiarazione di Ryo, Kaori non aveva avuto l'opportunità di discuterne o di approfondire le cose con colui che aveva nel cuore. Al contrario, Ryo si era dimostrato ancora più sgradevole e non perdeva una sola occasione per saltare su tutto ciò che avesse un bel paio di gambe. Non aveva smesso di lasciarla da parte e far riapparire in lei quella sensazione di trasparenza.
"Ragazzo mancato, piatta come una tavola, pfff...Ryo, imbecille, quando aprirai gli occhi?" si disse mentre si preparava in bagno. Si stirò in tutta la lunghezza e indossò dei jeans chiari e una camicetta bianca la cui scollatura suggeriva il fiorire di un seno che nulla aveva di maschile, al contrario!
Con passo determinato e come d'abitudine, andò nella stanza del suo partner per tirarlo fuori dal suo sonno.
Come al solito, lui finse di dormire.
"Ryo, alzati, gran fannullone!"
"Ohhhh mia dolce Saeko...quanto sei bella...mmmmhhh..."
"Ancora lei! Sporco pervertito, cambia disco!"
Si innervosì ancora di più e gli assestò un bel colpo di martello.
"Ah, perché tanto odio, Kaori!"
Si strofinò dolorosamente la testa, ma una volta che lei ebbe sbattuto la porta, un sorrisetto apparve sul suo viso contuso. Quei risvegli muscolari lo divertivano sempre un sacco, gli piaceva il suo lato impulsivo.
Erano ormai sei lunghi mesi che cercava un modo per scappare dai suoi sentimenti. L'inanellamento di missioni lo aveva aiutato molto in quel senso. Approfittando ancora di tutte le signorine mokkori scacciava colei che era tanto cara al suo cuore, ferendola ogni volta. Per lui era sempre più difficile resistere. La sua eccessiva timidezza, la sua bellezza naturale, il suo modo di arrossire quando lui le lanciava uno sguardo complice, tutto ciò metteva alla prova la sua resistenza. Doveva trovare un modo per porre più distanza tra loro, non doveva soccombere.
Vestito della sua eterna t-shirt rossa, i jeans neri e l'inseparabile fondina, andò in cucina e si sistemò con disinvoltura.
"Vedo che nemmeno oggi ti supererai in cucina" le disse con viso ermetico.
"Vedo che nemmeno oggi mi rivolgerai un complimento" ribatté lei.
Le frecciatine si scontrarono senza che l'uno guardasse l'altro.
"Sbrigati a fare colazione, vorrei passare da Miki al Cat's Eye"
"Conta su di me, sono pronto a tutto pur di vedere la mia amata Miki, anche a un'indigestione"
BAM! La risposta fu immediata, un altro martello giunse a concludere la discussione.
"Quando la finisci di blaterare sciocchezze, potrai raggiungermi!" disse, assicurandosi di sbattere la porta.
 
 
Al Cat's Eye
 
"Buongiorno Falcon! Miki non c'è?"
"Buongiorno Kaori, Miki è sul retro, sta finendo l'inventario"
"Prenderò un caffè aspettando che finisca" disse lei, rivolgendo poi lo sguardo al vuoto.
Falcon rimase in silenzio, come al solito. Non gli piaceva mischiarsi in storie di coppia, anche se vedere Kaori in quel modo non lo lasciava indifferente. Aveva visto i due avvicinarsi sei mesi prima e poi allontanarsi di nuovo con il passare del tempo. Anche se non aveva la vista, vedeva che Ryo stava facendo marcia indietro ancora una volta.
Miki ruppe il pesante silenzio di suo marito.
"Ciao Kaori, come stai? Sono così felice di rivederti!"
"Ciao Miki, anch'io, è passato tanto tempo. Mi dispiace, abbiamo avuto molto lavoro con Ryo e il tempo libero è diventato scarso. Ma non mi lamenterò, per una volta che non siamo in rosso. Comunque, volevo suggerirti di fare un salto da Eriko e di fare un po' di shopping!"
"Mi piacerebbe molto, mia cara, ma ho ancora molto lavoro con l'inventario del bar e ho una fornitura che dovrebbe arrivare oggi pomeriggio!"
"Oh, capisco, non preoccuparti, andrò da lei da sola e avrò una coach tutta per me per rifarmi il look" rispose con un sorriso, anche se aveva sempre paura che Eriko le facesse indossare vestiti troppo sexy per i suoi gusti.
Il campanello tintinnò e, mentre Kaori si aspettava che il suo partner volasse in aria, un angelo biondo andò direttamente verso di lei, con la bocca a forma di cuore.
"Mia dolce Kaori, vieni a baciare il tuo adorato Mick!"
"Miiiick!" gridò lei, ricevendolo con un martello da 10 tonnellate.
"Flce di vdrti mia bella!" fece lui con la faccia schiacciata.
 
 
Appartamento di Ryo
 
Mentre si apprestava a uscire per raggiungere la sua partner, il telefono squillò.
"Saeba all'ascolto!"
"Ryo, sono io, Saeko, ho bisogno di vederti al più presto!"
"Saeeeeko, allora non puoi più fare a meno di me a quanto vedo, anch'io ho voglia di vederti ma lo stallone di Shinjuku è già atteso..."
"Non fare l'imbecille, è per una questione importante e vorrei che venissi da solo, per favore"
"Mmh...sai che quella furia della mia partner non mi lascia tregua, farò fatica a schivarla. E non vedo perché dovrei rispondere al tuo appello dato il numero di debiti che non hai ancora saldato..."
"Ascolta Ryo, questo caso mi sta molto a cuore e quando conoscerai i dettagli capirai perché non voglio coinvolgere Kaori nella missione"
"Molto bene, sembra importante..." disse, recuperando la sua serietà. "Ma mi devi un piccolo anticipo in natura!" aggiunse.
"Sarò al parco alle 16, non fare tardi!" fece lei prima di riagganciare.
Di che affare poteva trattarsi perché Saeko le domandasse di lasciare fuori Kaori? Anche se gli costava ammetterlo, Kaori era diventata un'ottima partner, era notevolmente migliorata con la pistola e nel combattimento. Da quando lavoravano insieme, la vedeva progredire giorno dopo giorno.
Sebbene non volesse lasciarla mischiare in quell'ambiente, non poteva impedire alla giovane donna di farsi coinvolgere chiedendo aiuto ai loro amici. Miki l'aveva molto addestrata con la pistola negli ultimi tempi e Mick aveva la sua parte di responsabilità nella formazione di Kaori, anche se Ryo gli aveva chiesto di non occuparsene. Ma sapeva che Kaori poteva essere insistente e comprendeva che il suo amico non riuscisse a rifiutarle nulla. Quella richiesta era forse la sua occasione di mettere un po' di distanza tra loro e fare un passo indietro rispetto alla loro situazione.
 
 
Cat's Eye.
 
Mick si accomodò accanto a Kaori e la studiò.
"Allora, mia bella, è passato tanto tempo! Che avete fatto tu e il tuo compare? Spero che tu non mi abbia tradito con quel pervertito di Ryo?"
"Oh, non preoccuparti per questo, Mick, siamo molto molto lontani da quel punto, come se si potesse parlare di un 'noi', ovviamente..." disse Kaori con sguardo triste.
Riconoscendo il proprio umorismo inappropriato, Mick le si avvicinò e le disse teneramente:
"Mi dispiace, Kaori, non volevo ferirti..."
Lei non poté fare a meno di arrossire a quelle parole gentile e al suo sguardo dolce.
"Non serve, tu non c'entri niente, avrei dovuto farmene una ragione molto tempo fa..."
"Non dire così, sai che tiene molto a te, solo che non sa dimostrarlo, è una cosa nuova per lui"
"Oh lo so che non è dimostrativo, ma vorrei chiederti una cosa" disse lei torcendosi le dita, con aria imbarazzata.
"Ti ascolto"
"Tu e lui vi assomigliate molto..."
"Stai scherzando? Ho molta più classe e più successo di quel degenerato!"
"Mick! Ti prego! Non è facile parlarne con te..."
"Scusami tesoro, vai avanti, ti ascolto"
"Come ti dicevo, sembra che abbiate molti punti in comune, quindi spiegami perché tu sei riuscito a rivelare i tuoi sentimenti per me senza trattenerti e senza fare marcia indietro, prima di Kazue ovviamente, mentre lui sembra non averne il coraggio. Non posso fare a meno di chiedermi se si tratti poi di coraggio o se non sia per la stupida promessa fatta a mio fratello"
"Capisco...io..."
"In effetti, più ci penso, più credo che abbia avuto il tempo di rifletterci e forse si è reso conto che non prova sentimenti di amore verso di me. Sicuramente tiene a me, ma non abbastanza da osare compiere il passo della vita di coppia" lo interruppe, mesta.
Mick non poté impedirsi di rimanere sconvolto dalla riflessione della giovane donna. Lui non aveva alcun dubbio sui sentimenti di Ryo nei suoi confronti. Doveva essersi mostrato molto duro e distante con Kaori perché lei la pensasse così. Era rattristato dallo stress della sua amica. Anche se stava con Kazue e l'amava di un amore sincero e profondo, Kaori rimaneva il suo primo amore e le voleva molto bene.
"Kaori, non pensavo che la situazione tra voi fosse così difficile. Ryo tiene profondamente a te, anche se è maldestro. Non so cosa gli passi per la testa, ma non metto in dubbio il suo amore per te"
"Il suo amore? Come mettere in dubbio qualcosa che non esiste..." disse lei allucinata.
Tutta quella discussione non era caduta nel vuoto, Miki non poté fare a meno di intervenire, sotto lo sguardo di disapprovazione di suo marito. Prese le mani di Kaori tra le sue e cercò di consolarla in qualche modo.
"Kaori, non lasciarti abbattere, sei una giovane donna meravigliosa, e Ryo non sa cosa si perde facendoti credere che non esisti. Dovresti schiarirti le idee cominciando a prenderti cura di te stessa!"
"Prendermi cura...mio Dio! Eriko! Avevo dimenticato che dovevo passare da lei!"
Il tempo era trascorso così in fretta, ed era stata così presa dai suoi amici da essersi dimenticata di rendere visita a Eriko. Non tardò ad alzarsi e a dirigersi verso la boutique, salutando calorosamente gli amici. Mick si offrì di accompagnarla, preoccupato, e la proposta venne accettata con piacere.

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


Shinjuku
 
Non lontano, Ryo faceva il giro dei suoi informatori prima di passare dagli amici al Cat's Eye. Negli ultimi tempi, alcune reti si stavano formando e criminali brulicavano nelle strade. Ryo voleva controllare la temperatura nel quartiere e ricordare a tutti che era sempre pronto a rimettere a posto chi avrebbe sfidato la legge. Fu allora che Sam, un suo vecchio informatore, lo chiamò da un angolo.
"Saeba!" lo chiamò, a corto di fiato.
"Che vuoi, vecchio amico?"
"Ho delle informazioni che potrebbero interessarti...da un po' di tempo, c'è movimento nel quartiere, alcune reti si stanno attivando, un certo Hansuke, una grande figura della malavita sta facendo parlare molto di sé. Ti avverto, da quello che ho sentito, è lungi dall'essere tenero. È un vero signore della droga, la sua clientela è ricca e molto esigente. Non conosco ancora i dettagli del caso, ma è molto coinvolto nei traffici"
"Mmh...grazie per le succose informazioni, tenderò le orecchie e starò attento nei prossimi giorni. Saprò ricambiarti. Conosci la solfa, se ti arrivano altri elementi..."
"Non mancherò di trasmetterteli!"
Le ultime notizie non lo sorprendevano, in realtà. Tutto ciò non era di buon auspicio.
 
 
Cat's Eye
 
Non appena varcata la soglia del locale dei suoi amici, volò in aria, con espressione libidinosa.
"Mia adorata Miki, vieni a baciare il tuo Ryuccio!"
Ma la freddezza di un bazooka lo accolse.
"Ti consiglio vivamente di tenere la tua faccia da ratto lontana da mia moglie" fece Falcon.
"Va bene, va bene, testa d'uovo, ho capito, ingoia la tua gelosia e servimi un caffè!"
"Sei esasperante, Ryo, compiango Kaori che ti ha come partner!" gli indirizzò Miki.
"Sono io che dovrei lamentarmi, con un tale maschiaccio come partner...sai, Miki, puoi sostituirla e trovare la felicità tra le mie braccia!"
"Basta, Ryo, dovresti un po' rivedere il tuo comportamento! Kaori non supporterò a lungo le tue scemenze!"
"Mmh...a proposito, dov'è andata?" si riprese, più serio.
"Non devi fare altro che cercarla, così imparerai a ferirla!" rispose Miki, arrabbiata.
Non era sconvolto dalla reazione di Miki e la comprendeva. Sapeva di avere avuto un comportamento lungi dall'essere esemplare con la sua partner, e si chiedeva sempre come lei potesse stare al suo fianco con un cafone come lui. Ma ogni giorno che passava, ringraziava il cielo e Hideyuki per avergli fatto incontrare Kaori, era grazie a lei che aveva trovato una parvenza di anima.
"È andata da Eriko, avevano un appuntamento" gli disse improvvisamente Falcon, dopo aver aspettato che Miki tornasse al suo inventario.
"Grazie, testa di polpo!"
"Ryo! Non so se è una buona idea che tu vada da lei"
"Lo so...in ogni caso, l'ispettrice del mio cuore mi attende" rispose Ryo a testa basta, pronto a partire.
"Non è mia abitudine dare consigli, ma non sei lontano da un punto di non ritorno con lei. È davvero abbattuta, se fossi in te, allenterei la presa prima che sia troppo tardi"
"È questo il problema Umi, tu non sei me!" rispose Ryo seccamente, ma con amarezza.
Sapeva che stava andando troppo oltre con lei. Ma non poteva fare altrimenti, se le fosse successo qualcosa, non se lo sarebbe mai perdonato. Tuttavia sapeva anche che gli era difficile vivere senza di lei. Quel mondo non era certamente fatto per Kaori, doveva farsene una ragione.
 
 
Boutique di Eriko
 
Mentre Ryo partiva in direzione del parco, Kaori e Mick erano appena arrivati davanti alla vetrina della boutique.
"Grazie per avermi accompagnato, Mick, e scusami per averti straziato le orecchie con Ryo"
"Non scusarti, è sempre un piacere accompagnare una bella ragazza, e puoi sempre contare su di me, lo sai" le disse teneramente.
"Dai, non tardare, Kazue si preoccuperà. Dalle un bacio da parte mia" gli disse riprendendo il suo buon umore.
"In realtà, volevo sapere se posso venire con te, vorrei fare un regalo a Kazue e avrò bisogno di un consiglio femminile" disse lui strofinandosi la nuca, imbarazzato.
"Ehm...beh...non so se sono la persona adatta, ma visto che mi hai accompagnato e ascoltato così gentilmente, penso di dovertelo!"
Lo sweeper biondo le rivolse il suo più bel sorriso e la seguì nella boutique.
Kaori non poté fare a meno di guardare con sorpresa e meraviglia la bellissima collezione della sua amica. Avrebbe tanto voluto permettersi quei tessuti splendidi. Sarebbe stato un buon modo per dimostrare a Ryo che era tutt'altro che mascolina.
Mick notò lo stupore della giovane donna ma anche la sua frustrazione. Kaori si faceva in quattro per soddisfare e far piacere ai suoi amici e al suo partner, al punto da dimenticarsi di sé per la maggior parte del tempo. L'arrivo di Eriko li destò dalle loro fantasticherie.
"Kaori! Mia bella, eccoti finalmente! Sei sempre stupenda!" le disse, abbracciandola.
Kaori accolse il suo gesto timidamente, ma l'abbraccio della sua amica la confortò.
"Eriko, grazie dell'accoglienza! Ti ricordi Mick?" disse, rivolgendosi al suo compare biondo. Mick assunse la sua aria seducente e con il suo sguardo intenso si indirizzò a Eriko.
"Signorina, è sempre un piacere incontrare un'amica di Kaori, specialmente quando è così affascinante!" si affrettò a dirle baciandole la mano sotto lo sguardo di disapprovazione di Kaori.
"Incantata, Mick! Allora, così vi fate un giretto romantico?" disse, facendo l'occhiolino a Kaori. Quest'ultima cominciò ad arrossire.
"Ma niente affatto! Che vai a pensare, Eriko? Mick è un amico, nulla di più...ha bisogno del nostro aiuto per trovare un bel regalo per la sua fidanzata, Kazue" rispose, agitando rapidamente le mani davanti a sé.
"Dai, mia amata Kaori, non essere timida, stiamo così bene insieme che persino la tua amica vede tutto l'amore e la passione tra noi" fece Mick, passandole una mano intorno alle spalle, con la bava alla bocca.
Fu senza sorpresa che un martello da 20 tonnellate si abbatté sull'angelo biondo.
"Ricomincia e te la caverai da solo per trovare un regalo per la tua donna!"
"Va bene, prometto che starò tranquillo..." fece l'americano.
Eriko li invitò a entrare in un piccolo salotto privato dove si sistemarono comodamente lontano da tutti.
"Hai il dono di attirare i casi disperati, mia cara" la stuzzicò Eriko.
"Sì, puoi dirlo. Dimmi, Eriko, al telefono mi avevi detto di volermi vedere in fretta. Non che mi dispiaccia passare a trovarti, ma cosa c'era di così urgente?" le chiese Kaori.
"Sì, beh, come sai, ho quasi finito la nuova collezione e ho un pranzo di lavoro molto importante con due clienti, due fratelli per l'esattezza, a cui devo presentarne una parte. Una delle mie migliori modelle, Mayumi, mi ha piantata in asso da quando li abbiamo visti l'ultima volta. Si sarebbe ammalata gravemente e da allora non ha più dato segni di vita"
"Capisco dove vuoi arrivare...ma continua" disse Kaori, iniziando a sospettare la richiesta della sua amica.
"Che resti tra noi, ma penso che sia passata dalla concorrenza. Non ci girerò intorno. Insomma, mi piacerebbe che la sostituissi durante l'appuntamento, hai le misure ideali e so che posso fidarmi ciecamente di te. Sarà solo questione di una volta e potrai andartene con il vestito che preferisci" la pregò.
Mick non poté impedirsi di sorridere all'apparente imbarazzo di Kaori. Quest'ultima abbassava lo sguardo e sembrava non sapere come mettersi. Sapeva che la giovane donna non poteva rifiutare una richiesta delle sue amiche, ma provava orrore al doversi pavoneggiare davanti a sconosciuti.
"Eriko! Quello che mi chiedi non è semplice Io...non so...è piuttosto imbarazzante"
"Kao, non sarai sola, ci sarò io e altre modelle. E se lo desideri, Mick può accompagnarsi, se può tranquillizzarti. Lui potrà scegliere ancora meglio il regalo per la sua amata"
Anche se gli rivolgeva le spalle, Kaori riuscì a indovinare l'espressione lasciva sul viso del suo amico alla menzione di quella proposta.
"Ma con piacere Eriko! Sarò felice di accompagnarvi" si entusiasmò Mick.
"Ottimo! Quindi va bene? Kaori? Per favore, ho davvero bisogno del tuo aiuto, ti prego. E sono sicura che Ryo si mangerà le dita di non poter assistere"
Pensandoci, effettivamente sarebbe stata un'opportunità per lei di mostrare a Ryo che poteva fare a meno di lui e che anche lei aveva altre attività a parte la loro partnership. Inoltre, c'era da dire che avere Mick al suo fianco la rassicurava enormemente.
Dopo qualche minuto di riflessione, la sua decisione fu presa con sorpresa di tutti.
"Va bene! Voglio aiutarti Eriko, affare fatto. Mick, conto su di te per dare spiegazioni a Kazue"
Una pioggia di libellule cadde sull'americano.
 
 
Parco di Shinjuku
 
"Aaaah, maniaco!"
"Ma questo è pazzo! Pervertito!"
"Ahi ahi ahi! È pazzesco, nessuna ha accettato la mia offerta, io, lo stallone di Shinjuku!" fece l'uomo a terra con la faccia arrossata.
Un paio di scarpe nere si avvicinarono al suo naso. Il suo sorriso si ripresentò.
"Aaaaah, riconoscerei queste gambe tra milioni, mia bella Saeeeeko!" fece Ryo affrettandosi a voler abbracciare l'ispettrice.
"Ryo! Non ho tempo per i tuoi atteggiamenti infantili!" lo respinse lei. Lui assunse un'espressione più seria, ancora di più quando vide il viso chiuso di colei che un tempo era stata l'anima gemella del suo vecchio e scomparso amico Makimura.
"Che c'è di così importante da non poter nemmeno scherzare, Saeko?"
"Te l'ho detto, una vicenda oscura di cui si parla molto. I miei superiori mi fanno molta pressione e ammetto di aver bisogno di veri professionisti"
"Vai, ti ascolto, spiegami di cosa si tratta" le chiese, falsamente distaccato.
"Bene, abbiamo potuto notare, diverse settimane fa, parecchio movimento nelle alte sfere di Tokyo. È emersa una grande rete di traffico di droga, è ancora difficile identificare chi c'è a capo. È una droga correlata alla ketamina, avrebbe gli stessi effetti con le stesse dosi"
"Continua"
"Le vendite vengono effettuato in un comitato ristretto, il più delle volte in un bar di lusso il cui proprietario è un complice. Secondo le nostre informazioni, i clienti sono molto ricchi e vengono ricevuti spesso in gruppi e/o in coppia"
"E tu vorresti che io passassi per uno dei clienti. Ti costerà caro, Saeko, niente è gratis con me e lo sai. A meno che tu non voglia fingere di essere mia moglie in questo caso, in tal caso dico sì senza esitazione in cambio di alcune bottarelle durante la missione" le disse maliziosamente.
"Taci, non ho finito. Non si tratta solo di droga. È uno dei motivi per cui facciamo molta fatica a identificare il campo di questa organizzazione"
"Ti ascolto" fece lui, serio.
"Contemporaneamente a questa storia di traffico, nello stesso momento, abbiamo iniziato a trovare cadaveri di giovani donna, piuttosto belle, le cui autopsie hanno rivelato una forte presenza di ketamina. Tutte queste donne erano state dichiarate scomparse prima di essere trovate senza vita. Ryo, la questione è molto seria. Essendo della polizia, non posso fare l'infiltrata. Non si sa ancora se siano coinvolti membri delle forze dell'ordine. Mi servono persone competenti. Non avremo possibilità di sbagliare. Questi criminali sono organizzati e per niente teneri. Mi serve una super squadra"
"Per questo motivo non vuoi immischiare Kaori. Non riuscirà a rimanere insensibile di fronte a questo genere di schifezze"
"È troppo onesta per questo genere di missione. Resta la sorellina di Makimura, voglio risparmiarla dal pericolo come te. Serve qualcuno che possa recitare e di cui ci si possa fidare."
"E avevi ragione, lei non ha bisogno di questo ora. Posso conoscere l'identità della mia partner in questa missione?" chiese incuriosito.
Fu allora che una mano familiare carezzò la schiena di Ryo.

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***


Boutique di Eriko
 
Erano ormai ore che Eriko passava abiti a Kaori. Nessun tessuto era stato risparmiato, seta, pizzo, e via dicendo. Mick scopriva una Kaori sublime in diverse tenute. Sapeva che era molto bella di natura, ma doveva ammettere che quei vestiti la rendevano ancora più irresistibile. Le sue curve venivano enfatizzate ogni volta, e lei emanava una grazia naturale suo malgrado.
"Ecco l'ultimo" disse Eriko, porgendole un ultimo vestito.
"Ma non ci entrerò mai, è troppo piccolo"
"Fidati di me, Kao, ti starà benissimo, è l'ultimo capo e sono sicura che il tuo corpo slanciato lo valorizzerà"
Kaori obbedì e si infilò l'abito. Quando uscì, regnava un silenzio pesante, che la mise a disagio.
"Lo sapevo, non mi va affatto, e il tessuto è troppo leggero, dovrai trovare un'altra modella, Eriko, mi dispiace"
Fu allora che Mick balzò in piedi e le si avvicinò.
"Kaori...sei risplendente, questo vestito ti sta a meraviglia, non si capisce se sia tu o l'abito a essere valorizzato per quanto sei mozzafiato" disse con voce leggermente seducente.
"Il tuo americano ha ragione, Kao, io...non pensavo che la combinazione tra te e il vestito avrebbe dato vita a un matrimonio così raffinato! Sono pienamente soddisfatta, i clienti verranno conquistati!" disse Eriko battendo le mani con gioia ed entusiasmo.
In effetti il vestito era più che elegante, si sposava alla perfezione con le forme della giovane donna. Il nero intenso metteva in risalto i suoi capelli fiammeggianti, la forma del bustino sosteneva il suo seno delicato e sodo, gli arabeschi di pizzo lasciavano intravedere il colore della sua pelle mimetizzando delicatamente il petto, abbastanza perché Kaori non si sentisse troppo imbarazzata. L'abito era falsamente lungo. Scendeva fino ai piedi, ma uno spacco che arrivava fino a metà coscia rivelava la curva delle sue gambe sottili e affusolate.
"Questo vestito concluderà l'affare. Sono serena. Non vedo l'ora che arrivi sabato"
"Come? Sabato? Ma Eriko, è solo tra due giorni!" replicò Kaori.
"E allora? Avrai tempo di prepararti e di avvertire Ryo" le disse con un sorriso. "Bado alle ciance! Torna a casa a riposarti un po', avrai bisogno di tutte le tue energie per l'incontro. Mick, a sabato!"
Un giocoso Mick e una Kaori sconcertata lasciarono la boutique.
"Mi dispiace, Mick, ti sto mettendo in una situazione imbarazzante. Non voglio disturbare te e Kazue, probabilmente avete già dei piani" fece Kaori, mortificata.
"Non ti preoccupare. Devo trovarle un bel regalo, starà con il Professore tutto il weekend, quindi come vedi è tutto sistemato!" le disse con un gran sorriso. "Ma dimmi, cosa racconterai a Ryo per giustificare la tua assenza?"
In quell'istante, Kaori non si era ancora resa conto dell'entità della situazione. Era vero, come l'avrebbe detto a Ryo? Come al solito, lui l'avrebbe presa in giro chiedendosi come una grande stilista come Eriko potesse intestardirsi con una ragazza senza forme e senza sesso come lei, e lei avrebbe finito per pensare che avesse ragione. Oh, maledizione, non si sarebbe di nuovo sminuita.
"Non lo so ancora...dopotutto, non sono obbligata a dirgli tutto!" rispose, distogliendo lo sguardo.
"Riflettici, avrai tutta la giornata di domani per pensarci! Se non avrai cambiato idea, passerò a prenderti dopo pranzo. Nel frattempo abbi cura di te, Kaori, una donna come te dovrebbe sempre avere gioia di vivere e il sorriso" le disse, facendole l'occhiolino. La baciò teneramente sulla guancia e se ne andò nella direzione opposta. Lei rimase un momento sbalordita sul marciapiede, pensando a ciò che l'aspettava, poi si riprese e si mise in cammino per rientrare. Non appena fatto qualche passo, provò una strana impressione. Le ultime missioni avevano affinato i suoi sensi. Continuò sul suo tragitto, quando improvvisamente, alla curva di un vicolo, non lontano da casa sua, non poté fare a meno di fermarsi e girarsi all'improvviso.
 
 
Parco di Shinjuku
 
Fu con sorpresa che Ryo scoprì la giovane donna.
"Reika! Wow, due sorelle Nogami solo per me! È il paradiso!" disse come un bambino a Natale.
"Allora, contento, mio Ryuccio? Era da un po' che non ci vedevamo!"
"Oh sì, ma possiamo rapidamente recuperare il tempo perduto, mia piccola Reika!" disse avvicinando il viso a lei con la bocca a cuore.
"Riprendetevi, voi due!" li rimproverò Saeko. "Non vi ho fatti venire qui per assistere alle vostre buffonate. Siate un po' seri, non abbiamo tempo da perdere" continuò, recuperando una scatolina dalla tasca.
"Che cos'è?" disse Ryo leggermente preoccupando, indovinando il seguito.
"Questo, mio Ryuccio, è il simbolo della nostra finta unione ma del nostro vero amore" disse Reika, prendendolo per un braccio. Ryo era più che sbalordito, avrebbe dovuto giocare la commedia della coppia sposata con Reika. Poteva già sentire la furia di Kaori se lo avesse scoperto. Deglutendo con grande difficoltà, cercò ulteriori spiegazioni.
"Saeko, perché questa recita?"
"Come ti ho detto, Ryo, questo traffico ha clienti facoltosi, incluse le coppie. Questa droga provoca, in basse dosi, disinibizione e una sorta di euforia. In poche parole, è l'ideale per spezzare la routine di certe coppie. E credimi, anche per voi due sarà difficile catturare il nostro pesce"
"Dai, Ryo, non farti pregare, sarà solo questione di pochi giorni...e poi, questo non ci impedisce di divertirci" disse Reika, gettandosi al suo collo. Ryo era perplesso. Sapeva che la giovane donna provava profondi sentimenti per lui. Non c'era dubbio che le sarebbe piaciuto interpretare alla perfezione il ruolo della moglie amorevole.
"Io che cosa ci guadagno?" chiese Ryo, con aria più seria.
"La mia eterna gratitudine, e un assegno gonfio! Prometto di renderti il favore, Ryo!" rispose Saeko. "Dovrete essere convincenti, ecco perché vi ho portato queste fedi. Dovrete indossarle solo questo sabato. Ci sarà una serata prestigiosa al Keio Plaza Hotel, sono riuscita a procurarvi i posti. Manterrete i vostri nomi, ma sarete conosciuti con il nome di signore e signora Nogato"
"Questa missione comincia a piacermi sempre di più. Finalmente avrò l'opportunità di tirare fuori il mio vestito più bello!" si entusiasmò Reika.
"Bene! E per la storia del traffico di donne, che ruolo avremo?" disse Ryo, disinteressandosi dell'euforia della sua partner.
"Non preoccuparti, ho già qualcuno su quello. Se vi incrocerete, conto su di te per far finta di niente"
"Lo conosco?" fece Ryo, curioso.
"Si può dire che sì, lo conosci..." rispose Saeko divertita. "A più tardi, Ryo, Reika" li salutò.
Ryo si ritrovò solo con Reika. Pensava alla situazione e al modo con cui avrebbe potuto giustificarsi a Kaori. Avrebbe dovuto dirglielo? Lei lo avrebbe capito? Le avrebbe di nuovo fatto del male, lei non avrebbe sicuramente compreso perché la metteva da parte. Spiegarle che sarebbe stato troppo pericoloso, poteva ancora essere possibile. D'altra parte, dirle che Reika l'avrebbe sostituita, per lei sarebbe stato un odioso affronto. Ryo non riuscì a contenere il suo sorriso pensando alla gelosia della sua partner. Sapeva che era terribilmente gelosa, e ciò lo rassicurava. Era la prova che lei teneva a lui che gli era molto attaccata. Repentinamente, il sorriso svanì e la preoccupazione lo sopraffece. Come si sarebbe arrangiato? Immaginò per un momento Kaori al suo posto e strinse i pugni. Anche se si fosse trattato di una commedia, non si sarebbe abituato all'idea di vedere Kaori tra le braccia di un uomo diverso da lui.
Reika interruppe la sua riflessione e lo guardò languidamente.
"Allora, Ryo, non ti piace l'idea di diventare mio marito? Non ti piaccio più? O hai paura della reazione della tua piccola protetta?" fece sospettosa.
"Stai scherzando?! Quella furia non mi spaventa. E poi sarà bello avere in cambio una partner sexy, dolce e affascinante" disse lui, posandole una mano sul fianco.
Quel gesto, per quanto banale potesse sembrare, ebbe l'effetto di una bomba su Reika. Avvertire Ryo contro di sé era una dolce sensazione. I giorni successivi le avrebbero dato l'opportunità di vivere il suo sogno, e senza dubbio ne avrebbe approfittato. Chissà, forse quella missione le avrebbe permesso di catturare il cuore di Ryo. Non aveva nulla contro Kaori, ma se avesse potuto mettere le mani su Ryo, non si sarebbe trattenuta. Dopotutto, anche lei poteva tentare la sorte, si disse.
"Mi riaccompagni, tesoro? Non mi piace tornare da sola"
"Piano, Reika, conserva i 'tesoro' per sabato! Sono conosciuto qui! Non voglio che le mie fan pensino che non sono più un uomo disponibile!" rispose Ryo scherzosamente, seguendola. In effetti, però, voleva calmare l'ardore della giovane donna senza ferirla troppo. Sapeva che Reika poteva dimostrarsi insistente e seducente. Doveva ammetterlo, era una donna molto bella. Avrebbe potuto benissimo soccombere al suo fascino. Ma in effetti non era più disponibile. Una certa rossina era riuscita a farsi strada. Ma che posto poteva accordarle?
Non sapeva cosa decidere. Dopo la missione, avrebbe dovuto prendere in mano le redini della situazione.
 
 
Strade di Shinjuku
 
Con sorpresa, Kaori si ritrovò davanti un viso che conosceva troppo bene.
"Fratello?" sussurrò. Era un uomo vestito con un completo, un lungo impermeabile e un paio di occhiali che le sorrise, divertito. Non sentì la ragazza e si precipitò verso di lei con sguardo luminoso.
"Kaori! Sono così felice di rivederti!"
La giovane donna, riconoscendo la sua voce, riprese conoscenza e rispose al suo abbraccio.
"Hirotaka! Ma che bella sorpresa! Che ci fai qui? Non pensavo di rivederti" disse, contenta di ritrovare l'uomo che una volta aveva pensato fosse suo fratello, ma che in realtà era soltanto un suo sosia. Ripensò a quel famoso giorno in cui aveva incontrato il poliziotto giunto per arrestare Ryo. Tutti, inclusa Saeko, erano rimasti soggiogati dalla somiglianza di Makimura con quell'uomo. Fortunatamente, anche Hirotaka aveva un buon cuore e aveva rinunciato ad arrestare Ryo.
"Sono qui soltanto per una visita di cortesia. Stavo per passare da Saeko quando ti ho vista uscire da quella boutique. Sembravi in buona compagnia" disse con una leggera smorfia. "Era...il tuo ragazzo?" disse imbarazzato.
Dopo il loro primo incontro, lui si era invaghito di Kaori. La sua dolcezza e il suo coraggio lo avevano profondamente toccato. Ma il legame che aveva percepito tra lei e Ryo gli aveva fatto pensare di non avere alcuna possibilità.
"Chi? Mick? Ahah! No, nient'affatto, è un ottimo amico, tutto qui" disse lei arrossendo.
"Oh! Scusa, pensavo...bene" sembrò sollevato.
"Vuoi venire a prendere un caffè? Ryo sarà felice di rivederti"
"È molto gentile da parte tua, ma devo andare. La prossima volta con piacere! Oh, e Kaori?"
"Sì, Hirotaka?"
"Non dire niente a Ryo, per favore, vorrei fargli una sorpresa"
Kaori fu stupita dalla sua richiesta ma annuì.
"A presto Kaori! Nel frattempo, abbi cura di te!" disse, facendole un cenno con la mano e allontanandosi.
Felice di quell'incontro, lei riprese il suo cammino e quando intravide l'edificio, il suo sguardo si posò bruscamente sul marciapiede di fronte. Non riusciva a credere alla visione che aveva davanti. Ryo e Reika, a braccetto. Sembravano molto vicini. Vide Reika che guardava Ryo con desiderio e insistenza. Ryo non sembrava a suo agio ma non si staccava da lei.
Cosa poteva tramarsi tra quei due? Soppresse la gelosia che montava in lei e si nascose discretamente per osservarli senza essere vista.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro ***


Commissariato
 
Hirotaka entrò nel grande edificio e si diresse verso l'ufficio dell'ispettrice Nogami. La giovane donna era di schiena rispetto al suo visitatore. Impegnata a rispondere al telefono, non si accorse dell'intrusione nel suo ufficio.
"Molto bene, conto su di lei per ottenere tutti i documenti necessari. Conto ugualmente sulla sua discrezione. Certo, la sua collaborazione sarà ampiamente ricompensata. Tuttavia, se tutto questo dovesse essere scoperto, mi creda, non sarà più in grado di accedere ad alcuna istituzione. In altre parole, sarei felice di rovinare la sua reputazione e di metterla dietro le sbarre fino alla fine dei suoi giorni. Con piacere, signor Hiroshi" concluse con voce più sensuale.
"Vedo che non hai perso nulla del tuo mordente, Saeko!" disse Hirotaka, togliendosi gli occhiali.
Riconoscendo il tono e la voce, lei si voltò rapidamente.
"Hirotaka! Non mi aspettavo di vederti così presto!" rispose Saeko salutandolo.
"Quindi hai fatto progressi sul nostro fascicolo?"
"Sì, sono riuscita a ottenere nuove identità per i nostri due infiltrati e i pass per il Keio Plaza Hotel. Il proprietario farà la presentazione con il nostro pesce"
"Per fortuna mi hai lasciato un po' di lavoro, altrimenti mi sarei girato i pollici in attesa dell'azione. A proposito, vuoi informarmi di cosa succede? Novità?"
"Sappi che non ho detto nulla a Ryo di te, ma l'ho avvertito che avrebbe riconosciuto un viso familiare" disse lei, facendogli l'occhiolino.
"Hai fatto bene, sarà una dolce vendetta dal nostro ultimo incontro. Per il momento, tutto procede come previsto. Non ti nascondo che vedere quelle povere ragazze drogate mi fa venire la nausea, sono riuscito a salvare quelle di Hansuke facendole passare per morte, ma non posso purtroppo farle uscire tutte da lì" disse lui con aria dispiaciuta.
"Hai già fatto molto per le poche risparmiate...è già abbastanza rischioso. Giochi con il pericolo, Hiro, stai attento!" lo avvisò, preoccupata.
"Il prossimo incontro è questo sabato e temo che Daisuke farà altre vittime. Non ho potuto avere il luogo dell'appuntamento, non sono stato invitato, li raggiungo solo in serata al Keio. Non ho insistito per paura di attirare sospetti"
"È un bene che si fidino di te, non tireremo la corda! Tienimi comunque aggiornata. Temo che questa missione ci metterà tutti a dura prova. Ci serve solo una piccola prova della transazione e potrò mettere fine alla rete"
"Dimmi, Saeko, è raro vederti così preoccupata...di cos'hai paura?"
Lei rimase in silenzio per un attimo, abbassando lo sguardo, poi lo guardò dritto negli occhi.
"Ho paura di perderti"
Lui la guardò un po' sconcertato, poi le sorrise teneramente.
 
 
Appartamento di Ryo
 
Kaori aveva atteso a lungo prima di raggiungere il suo partner nell'appartamento. Ciò che aveva appena visto davanti all'edificio l'aveva scossa. Doveva riprendersi prima di entrare, e soprattutto non voleva che Ryo pensasse che lei li aveva osservati.
In effetti, mentre si apprestava a tornare, li aveva visti e si era nascosta per osservare cosa succedeva tra loro. Si era comportata come una donna tradita e ridicolizzata. In qualche modo si era vergognata, sapendo di non essere nella posizione di dire nulla a Ryo, dopotutto erano solo partner di lavoro.
Ma non era riuscita a contenere la gelosia nel vederli avvicinarsi. Qualcosa le sfuggiva, come aveva fatto a non notarlo prima? Reika aveva tenuto stretto Ryo per un bel po', osservandolo intensamente. Kaori aveva riconosciuto quello sguardo, pieno di amore e desiderio. Poi, in una frazione di secondo, le sue gambe erano state sul punto di cedere, un semplice gesto aveva frantumato le sue ultime speranze. Ryo era di schiena rispetto a lei, non era riuscita a vedere l'espressione sul suo viso, ma aveva visto Reika che lo baciava. Il bacio era stato fugace ma molto reale. Ryo la teneva semplicemente per le spalle e, secondo Kaori, non era parso intenzionato a rifiutarla. Dopotutto, non era una sorpresa, Ryo le parlava spesso del fascino di Reika e lei sapeva che lui non le era insensibile.
Si lasciò scivolare lungo il muro contro il quale si era appoggiata per nascondersi. Lasciò colare qualche lacrima. Faceva fatica a realizzare ciò che succedeva davanti ai suoi occhi. Poi la tristezza lasciò il posto alla rabbia. Come poteva Ryo nasconderle la sua nuova relazione? Contava così poco per lui da non poterla condividere? Forse gliene avrebbe parlato quando fosse rientrata, restituendole un po' di stima?
Doveva sapere. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano, si schiaffeggiò il viso per darsi un po' di consistenza. Era fuori questione che Ryo notasse la sua tristezza e la prendesse in giro ancora una volta trattandola da bambina. Aspettò a lungo dopo che Ryo fu rientrato, poi si decise a farlo a sua volta.
Dal canto suo, Ryo era lungi dall'immaginare lo stato in cui si trovava Kaori. Appena rientrato aveva iniziato a cercarla, invano. Aveva paura che potesse essere già tornata e che avesse visto la scena con Reika.
Fu sollevato di notare la sua assenza. Cadde pesantemente sul divano, afferrando una delle sue ricche riviste, ripensando a quello che era appena successo davanti a casa sua.
Reika lo aveva colto di sorpresa. Discutendo della missione sulla strada verso casa, una volta arrivati, Reika si era messa a fargli gli occhi dolci.
"Allora Ryo, tesoro, hai sentito cos'ha detto mia sorella?"
"Certo, ha detto che mi sarà eternamente grata! Sento che finalmente avrò il regolamento di tutti i debiti!" aveva detto lui con la bava alla bocca.
"Smettila di fare l'idiota, Ryo! Ha insistito sul fatto che dovremo essere convincenti e credibili! Quindi, pensavo..." aveva cominciato lei, facendo scivolare le dita lungo il collo di Ryo.
"Pensavi...?" si era preoccupato lui.
"Pensavo che forse potremmo iniziare ora" aveva detto lei baciandolo sull'angolo della bocca.
Ryo l'aveva afferrata per le spalle, facendosi meno brusco possibile.
"Reika, Reika, la commedia non è ancora iniziata, non precipitare le cose, per favore" le aveva detto, non volendo ferirla. Se c'era una cosa che sapeva, era che Reika non era il tipo di donna facile da condurre. Quella missione sarebbe stata davvero delicata e lui cominciava a pentirsi di aver accettato.
"Molto bene, saprò aspettare, Ryo...comunque abbiamo solo una giornata!"
"Allora a sabato, e non fare tardi!" le aveva detto con un occhiolino.
Su quelle ultime parole si erano separati e Ryo era tornato a casa. Aveva caldo, molto caldo, e ancora si chiedeva come avrebbe potuto giustificare la sua assenza sabato.
Fu allora che la porta si aprì e vide entrare Kaori. Doveva comportarsi il più naturalmente possibile per non destare sospetti.
"Rientri solo ora? Sto aspettando il mio pasto da ore!"
"Pff, da ore, figurati!" borbottò Kaori.
Ryo la vide andare in cucina senza dire una parola. L'aveva ancora una volta colpita con forza, si disse. Non si vedevano dalla mattina e la loro ultima conservazione era stata fatta solo di frecciatine e osservazioni spiacevoli. Si alzò e la raggiunse in cucina per cercare di calmare l'atmosfera e la vide in piena preparazione della cena. Era concentrata. Non riusciva a leggere le sue emozioni, la vedeva solo di schiena e rintanata in un silenzio che lui sopportava a fatica.
"Allora, cosa mangiamo?" si azzardò a chiedere.
"Da quando ti interessa? Avrai da ridire comunque!" si lasciò scappare. Fino alla soglia d'ingresso del loro appartamento, aveva sperato che lui fosse onesto con lei, era riuscita a trovare una parvenza di calma e aveva ragionato. Ma appena era entrata, lui l'aveva accolta con una vile menzogna! Per Kaori, era troppo. Lui non avrebbe dovuto notare la sua rabbia, quindi si permise di rispondere con un tono appena più aggressivo del solito.
Ryo ricevette la risposta come una botta in testa. Kaori era risentita. Non c'era da stupirsi, considerando come la trattava, si disse.
"Hai visto la lavagna oggi?" le domandò, volendo cambiare argomento.
"No, non ne ho avuto il tempo, sono stata con Mick da Eriko tutto il pomeriggio" replicò.
Cosa ci faceva di nuovo Mick con lei? Sapeva che il suo compare rispettava la loro relazione tumultuosa, ma sapeva che era ancora molto legato a lei e aveva difficoltà ad accettarlo. Ma doveva ammettere una cosa, Kaori era stata onesta, LEI.
"Povero americano! Quando ha una donna così bella di cui occuparsi, che imbecille! Fortunatamente c'era Eriko ad alzare il livello!" disse, tentando di mascherare la gelosia e il nervosismo.
BAM. Kaori non poté trattenersi dallo scagliare un martello 'FURIA ESTREMA' contro il suo partner che andò a baciare il pavimento.
"Non fembra effere andata molto bene!" fece lui spappolato.
"Se ti interessa tanto, è andata perfettamente bene! Mick voleva comprare un regalo per Kazue, ecco perché siamo andati insieme. E se vuoi sapere tutto, non ci sarò sabato, aiuterò Eriko con la sua collezione, avrai campo libero per tutte le signorine mokkori che desideri!" disse cercando di pungerlo sul vivo. Ad ogni modo, lui non sembrava preoccuparsi della sua vita, quindi perché avrebbe dovuto nascondergli la verità. Almeno poteva fargli capire che non era così dipendente da lui e che anche lei poteva vivere per conto suo. Anche se, nel profondo, le sarebbe piaciuto che fosse più dimostrativo e onesto con lei. Parlando di signorine mokkori, sperava che lui ne approfittasse per parlare di Reika. Ma la sua risposta le fece solo ancora più male al cuore.
"Finalmente un'intera giornata e una serata in completa libertà! Potrò soddisfare tutte le signorine mokkori solitarie!" fece lui saltando per aria. Cercò di mostrarsi disinteressato, ma non amava troppo che Kaori lavorasse con Eriko. Quest'ultima aveva il dono di metterla in situazioni imbarazzanti. Sapeva quanto la sua partner fosse riservata, ed era ciò che gli piaceva di lei. Ma Kaori gli aveva dato l'opportunità di nasconderle la verità, avrebbe potuto risolvere la missione senza che lei lo sapesse ed evitare un'altra discussione. Doveva cogliere l'occasione.
Rimaneva da stabilire un punto, la protezione di Kaori. Non gli piaceva saperla mentre sfilava di fronte ad altri uomini, non gli piaceva saperla sola. Sebbene non amasse l'idea, avrebbe chiesto a Mick di vegliare su di lei.
Dopo aver finito la cena nel silenzio e nel sospetto, Ryo si alzò.
"Se devo pianificare il mio weekend, tanto vale che esca a caccia stasera!" disse, stiracchiandosi. "Non aspettarmi, tornerò tardi" disse andandosene.
"È da un po' che non ti aspetto più, Ryo..." sussurrò tristemente Kaori.
 
 
Porto di Yokohama
Ore 19, magazzino
 
Una dozzina di uomini, tutti con addosso dei camici, erano all'interno di un magazzino poco illuminato. Uno di loro si staccò dal gruppo, aveva un lungo cappotto nero e un cappello. L'uomo appariva molto distinto ed elegante. Aveva un certo fascino, i suoi capelli erano neri come un corvo e gli occhi verdi e penetranti. Aveva un viso piuttosto angelico, solo una profonda cicatrice sull'arcata sinistra oscurava i suoi lineamenti.
L'uomo sembrava guidare il gruppo, impegnato a impacchettare bustine di polvere bianca.
"Sbrigatevi! Di questo ritmo, non saremo mai pronti!" li rimproverò.
"Sì, capo!" risposero tutti.
Afferrò un sacchetto tra le mani, lo trafisse e assaggiò le sottili particelle.
"I clienti se la contenderanno!" disse con un sorriso sulle labbra.
Un altro uomo giunse e lo chiamò.
"Hansuke! Hai intenzione di far fuori la merce o cosa?"
L'uomo assomigliava esattamente al primo, ma sembrava più giovane e ancora più bello. Doveva essere vicino alla trentina. Il suo sguardo sembrava più morbido. Se il suo corpo non fosse stato così piazzato e muscoloso, lo si sarebbe potuto scambiare per un giovane studente.
"Daisuke! Non ti aspettavo più" disse Hansuke, aprendo le braccia.
"Cosa vuoi, sono stato trattenuto dalla mia ultima cattura" rispose l'altro abbracciandolo. "Allora, fratello, gli affari vanno bene? Hai conservato per me un po' della tua merce? Sono sicuro che non ne hai ancora approfittato" aggiunse, sostenendo lo sguardo. "È sempre più difficile reclutare e soddisfare i clienti. A questo proposito, sarebbe necessario rivedere la dose, temo che il corpo non sopporti gli effetti superata una certa soglia, abbiamo avuto troppe perdite e troppi signori scontenti"
"Daisuke...te l'ho già detto, queste ragazze sono troppo fragili per le nostre transazioni, dovresti cambiare il settore di reclutamento. So che ti piacciono quelle graziose ed eleganti, ma queste ragazze di buona famiglia hanno un corpo troppo puro per il nostro prodotto. Cerca clienti abituali, a Shinjuku non dovrebbero mancare"
"Sarebbe sicuramente molto più semplice, ma non è questo che i nostri clienti cercano e lo sai. Non sprecherò il mio tempo a rieducare i drogati per vendere! Come sai bene, il tempo è denaro!" si innervosì.
"Che ti prende? A mio parere sei un po' troppo teso...spero che tu possa essere determinato per il nostro incontro di sabato perché non potrò accompagnarti, devo ancora passare dal nostro intermediario per pianificare tutto. Sarò un'ancora importante per noi e devo individuare i luoghi" disse Hansuke, più calmo e posato.
"Certo che andrà bene, non comprometterò la nostra copertura. Non ti preoccupare"
"In ogni caso, ho messo a tua disposizione uno dei nostri migliori elementi, ti sarà di supporto al bar. Ehi, eccolo qui! Kintaro! Vieni, lascia che ti presenti mio fratello Daisuke"
Un uomo uscì dall'ombra, vestito come gli altri due, i capelli neri e lisci, lo sguardo inespressivo nascosto dietro un paio di occhiali scuri.
"Kintaro, questo è mio fratello Daisuke! Daisuke, ti presento Kintaro!"
Gli uomini si scrutarono per un momento e si strinsero la mano.
"Benvenuto nel team, Kintaro!"
"Grazie! Non vedo l'ora di mettermi al lavoro!"

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque ***


Kabukicho
 
Un angelo biondo era tranquillamente seduto sul suo sgabello a sorseggiare il suo liquido ambrato. Mostrava segni di impazienza.
"Sempre incapace di sedurre una donna a quanto vedo! Non importa quello che dici, verrai sempre dopo lo stallone di Shinjuku!" fece Ryo.
"Imbecille! Cosa credi? Sono molto più dotato di te!" ribatté Mick.
"Dai, dai! Ammettilo, la vita di coppia ti ha reso fuori servizio, tutto qui!" lo prese in giro Ryo.
"Ma per niente! Non ho bisogno di saltare sulle belle donne, sono loro che vengono da me!"
Nello stesso istante, due conigliette si precipitarono verso i due sweeper.
"Allora, signori, è da un po' che non vi si vede. Ci siete mancati" dissero tutti sorridenti e intraprendenti.
I due mostrarono un'espressione allegra.
"È bello rivedervi, signorine!"
"Allora, Mick, un piccolo show nel privé?" fece una di loro.
"Lascia perdere, Yuki!" disse Ryo sdegnosamente. "Non può più permettersi questo tipo di intrattenimento, il signore è impegnato"
"Oh, che peccato" disse la ragazza portando la sua attenzione su Ryo.
"Per tua informazione, Ryo, il fatto che sia a dieta non mi impedisce di guardare il menu! Ma su un punto hai ragione, non ho bisogno di questo spettacolo, ne ho già avuto uno molto bello questo pomeriggio, saprò soddisfarmi!" disse Mick, schernendo Ryo. Quest'ultimo sapeva benissimo a cosa il suo amico si riferiva.
"Parli di spettacoli! Guardare un travestito che sfila! Sei davvero cambiato, Mick, prima sapevi apprezzare le belle cose" rispose Ryo, celando il suo fastidio.
"Sei tu che non sai più apprezzare le belle cose. Non sai cosa ti perdi, amico. Di questo passo, altri si occuperanno di apprezzare al tuo posto"
Davanti alla discussione dei due uomini, le conigliette si ritirarono.
"Dobbiamo andare, signori, con permesso!"
"Ma no, tornate!" disse Ryo piagnucolando.
"Dai Ryo, smettila di girarci intorno, cosa vuoi?" disse Mick bevendo un sorso di whisky.
"Che vuoi dire? Io! Nulla!"
"Dai, non farti pregare! Ricorda che siamo stati partner a lungo e ti conosco perfettamente. Vuoi sapere se l'ho vista nuda, vero?"
"Ma tu non stai bene! Dire certi orrori!" fece Ryo.
Mick rise. Poi tornò serio.
"Ero serio, Ryo, quando ti ho detto che non sai cosa ti perdi. Kaori è una donna molto bella e tu lo sai bene. Smettila di far finta di niente. Bella com'è, più di uno sarebbe lieto di sedurla e non avrà lo stesso rispetto che tu provi per lei. È ora che te ne accorga"
"Grazie per il consiglio, Mick, ma so bene cosa aspettarmi. Lei merita un futuro migliore. Ho fatto una promessa a Maki e intendo mantenerla" rispose Ryo con faccia scura.
"Smettila di tornare su quella promessa. E se ci pensi, ti ha fatto promettere di proteggerla. Proteggerla da cosa? Dal tuo amore? Dall'unica cosa che la renderebbe felice, te? È questo che vuoi, Ryo? Proteggerla da te? Non è quello che ti ha chiesto il tuo amico"
"Stai zitto! So cos'ha detto. Non voglio che si ritrovi in una bara a causa mia. Preferisco saperla viva anche se lontana da me" si innervosì, battendo il pugno sul bancone.
"Va bene, come desideri, ma poi non piangere quando la vedrai tra le braccia di un altro!" disse Mick, alzandosi per andarsene.
Ryo lo afferrò per un braccio.
"Mick, non ho finito. Come ti ho detto, voglio proteggerla"
"E?"
"E ho un incarico da svolgere per Saeko, quindi non potrò esserci per un po'. Puoi vegliare su di lei per favore?"
"Lei lo sa?"
"No, preferisco di no, questa missione è troppo pericolosa. E la conosci, sconsiderata com'è, farebbe di tutto per accompagnarmi a rischio della sua vita"
"Stai intraprendendo un gioco pericoloso, Ryo" disse l'americano.
"Lo so"
"Beh, quando hai questo incarico?"
"Sabato"
"Oh! Non dovrebbe essere un grosso problema, devo accompagnarla al suo appuntamento"
Ryo, che stava bevendo, quasi soffocò.
"Che significa? Perché devi accompagnarla? Il pomeriggio non ti è bastato?" disse Ryo, leggermente teso.
"Calmati, è stata Eriko a chiederlo, e ho visto negli occhi di Kaori che la mia presenza l'avrebbe rassicurata. Eriko ha promesso di lasciarmi un regalo per Kazue. Sono due piccioni con una fava"
"Perché dovrebbe sentirsi rassicurata, sta solo aiutando Eriko!"
"Vedo che non ti ha detto tutto. Siete davvero destinati a intendervi. Non le dà solo una mano, è il pezzo grosso della sfilata. Una sfilata privata per due clienti importanti di Eriko"
Ryo rimase sbalordito. Non gli piaceva. Non gli piaceva sapere che Kaori avrebbe sfilato davanti a uomini sconosciuti. Maledisse Eriko per averla chiamata. Controllò con difficoltà la sua gelosia e cercò di mantenere una parvenza di indifferenza. Non voleva che Mick gioisse della situazione e ne approfittasse per stuzzicarlo di più. La situazione era già abbastanza difficile, non c'era bisogno che il suo amico aggiungesse benzina sul fuoco. Deglutì a fatica e si alzò per affrontare il suo amico, con viso ermetico.
"Beh, allora conto su di te per proteggerla! Se non vuoi farlo per me, fallo per lei, per favore" chiese Ryo.
"Certo Ryo, puoi contare su di me. Tengo davvero a lei, sai, non tradirò il mio ruolo di amico"
"Grazie Mick"
"Che ne dici di farci una bevuta come ai vecchi tempi e di approfittare di questa serata per lasciarci andare, amico mio" disse scherzosamente Mick, immaginando l'angoscia e la preoccupazione dell'altro.
"Alla fine non hai cattive idee, americano! Andiamo! Ragazze? Si beveeee!" esclamò Ryo, ringraziando il suo compare con uno sguardo.
I due sweeper tornarono molto tardi come al solito. Kaori sembrò, per una volta, non aver aspettato il ritorno del suo partner prima di addormentarsi. Aveva trascorso la serata a rivedere ciò che aveva visto in precedenza. Non sapeva cosa la ferisse di più, la relazione di Ryo con Reika o le sue bugie. Quando lui aveva deciso di uscire, non si era potuta impedire di andare a guardare dalla finestra per vedere quale direzione avrebbe preso. Sarebbe andato da Reika?
Era stata sollevata nel vederlo andare verso il centro. Senza dubbio aveva raggiunto Mick per andare a trovare le sue conigliette. Non che le sopportasse più di altre ma sapeva che, in compagnia di Mick, non sarebbe andato oltre le bevute.
 
 
Venerdì
 
La giornata trascorse più o meno come al solito. I due eroi sembrarono tesi alla vigilia del gran giorno. Tuttavia, alcuni dettagli della giornata minarono ancora una volta il rapporto tra Ryo e Kaori.
Kaori non andò a svegliare Ryo con una martellata, il che gli dispiacque molto. La colazione passò in un silenzio gelido e lo sweeper ne fu ulteriormente turbato.
Qualcosa non andava nel comportamento di Kaori. Ma pensò che doveva essere molto stressata per il giorno dopo. Più volte volle prenderla in giro, giusto per farla distendere, ma non servì a nulla, Kaori era murata nel silenzio.
I due trascorsero la giornata separatamente. Ryo raggiunse Reika per perfezionare la loro strategia e fare il punto sull'organizzazione per il giorno successivo.
Kaori uscì a vedere la lavagna e non vi trovò alcun messaggio. In qualche modo, ne era sollevata, non riusciva a concepire di fare squadra con Ryo che le mentiva sfacciatamente. Finché Ryo non si fosse dimostrato onesto con lei, le sarebbe stato impossibile lavorare dandogli piena fiducia.
Ad ogni modo, se lui non avesse fatto il primo passo, lei lo avrebbe messo di fronte al fatto compiuto dopo il fine settimana.
Decise di passare da Miki e Falcon. Aveva bisogno di vedere i suoi amici. Non disse loro quello che aveva scoperto. Si vergognava anche solo per averli spiati.
"Allora, Kaori, ho parlato con Eriko al telefono e mi ha parlato di domani! Che fortuna!"
Kaori sentì il rossore sulle guance.
"Sì, sì...che fortuna, come dici tu. Ammetto di essere un po' preoccupata, Miki" disse timidamente.
"Ma no, Kao, non devi. Al contrario, approfittane, trascorrerai la giornata a essere agghindata e bellissima!" la incoraggiò Miki. Fu allora che i suoni della tv presero il sopravvento sulla conversazione e i tre amici si fecero rapire dalle immagini.
"È un vero bagno di folla che accoglie il nostro giovane uomo d'affari. L'atmosfera qui è davvero euforica! Le donne sono giunte in massa per dare il benvenuto alla nostra star del giorno!"
Le immagini mostravano centinaia di donne correre davanti alla stazione.
"Oh, ma è per questo che c'erano così tante persone alla stazione? Ho dovuto sgomitare più volte per andare a vedere la lavagna. Ringrazio il cielo che Ryo non fosse con me, sarebbe stato insostenibile con tutte quelle donne" fece Kaori. "Mi chiedo il perché di tanta confusione. Dovremmo conoscere questo tipo?"
"Kao, non lo sai?" fece Miki, sorpresa.
"Non so cosa?"
"Eriko non ti ha detto niente?"
"Detto cosa? Che succede, insomma? Hanno tutti deciso di nascondermi le cose proprio ora!" si innervosì Kaori. Miki si sorprese di quella risposta.
"Che significa, tutti?"
"Niente, lascia stare, Miki!" disse Kaori realizzando il suo errore. La tv attirò di nuovo la loro attenzione, sullo schermo c'era un giovane dal viso angelico e un penetrante sguardo verde. La giornalista faceva fatica a nascondere l'agitazione.
"Daisuke Nagasaki, siamo lieti di darle il benvenuto a Shinjuku. Può dirci di più su questa visita?"
"Beh, sono felice dell'accoglienza che mi è stata riservata. Non posso dire troppo, tranne che ho molto lavoro da sbrigare e sfortunatamente poco tempo" disse l'uomo con grande imbarazzo e riservatezza.
Le due donne seguirono attentamente l'intervista.
"È un uomo molto bello questo Daisuke!" disse Kaori, senza distogliere lo sguardo dallo schermo.
"Ah, sono contenta che ti piaccia!" disse Miki.
"Perché?"
"Perché è il famoso cliente che incontrerai, è un investitore molto ambito, dicono che lui e suo fratello hanno ereditato una notevole somma di denaro. Si dice che a Daisuke piacciano le belle donne. Kaori? Kaori! Tutto bene?" si preoccupò Miki.
"Sì, sì, è che non me l'aspettavo. D'altronde, se Eriko me ne avesse parlato, non avrei capito la connessione. Ora questa cosa mi mette un po' più sotto pressione" disse Kaori arrossendo.
"Ma non devi preoccuparti, te lo dico io, una bella ragazza come te non dovrebbe farsi problemi...eh, orsacchiotto? Sei d'accordo con me?"
Falcon, discreto fin dall'inizio della discussione, strofinava meccanicamente le stoviglie. Alla domanda di sua moglie, diventò rosso come una peonia e il fumo gli uscì dalla testa. Riuscì solo a fare un cenno.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo Sei ***


Ufficio di Reika
 
"Allora, mio caro marito, pronto per domani?" disse Reika avvicinandosi a Ryo.
"Sì, a proposito, dovremo stare attenti a non esagerare, se capisci cosa intendo"
I due 'partner' erano seduti sullo stesso divano. Reika si incollò a Ryo, appoggiando il seno contro la sua spalla. Il contatto elettrizzò lo sweeper. Anche se il suo cuore era di Kaori, il suo corpo faceva fatica a resistere a una bella donna. Ma si controllò.
Lei si era superata in termini di abbigliamento. Aveva una gonna color pastello con un leggero spacco laterale e una camicetta bianca che rivelava una scollatura profonda. Lei lasciò scivolare le mani sul suo torso, la carezza fu come una scossa elettrica, ma il suo sguardo si fissò sul suo anulare. Le prese la mano violentemente.
"Reika, perché indossi già la fede? Sai che la nostra missione non inizierà fino a domani"
"Calmati Ryo! Sto solo cercando di mettermi nei panni del mio personaggio e dovresti fare lo stesso. Sai, non è così facile abituarsi a questo anello. E se non lo è per me, sarà ancora più difficile per te. Dovresti abituartici" gli suggerì. In un certo senso, Reika non aveva torto. Doveva abituarsi a quell'oggetto.
"Fortunatamente te l'ho portato!" gli disse porgendogli la sua fede. Ryo prese l'anello tra le dita e lo guardò con disprezzo. "Dai, mettilo, non ti farà male" insistette lei.
Ryo fece scivolare l'anello sul dito, molto a disagio. Reika si sistemò sulle sue ginocchia e iniziò ad accarezzargli i capelli.
"Che ti prende, Reika? Non è affatto una buona idea"
"Rilassati un po', Ryo! Come ti ho detto, mi sto allenando per domani, e se vuoi il mio parere, se continui a tirarti indietro, c'è il serio rischio di compromettere la nostra copertura"
Lo guardò dritto negli occhi, avvicinando il viso. Lo sguardo di Ryo indugiò sulla sua bocca. Una certa tensione nacque tra loro. Mentre le loro labbra si sfioravano, una suoneria squillò.
Ryo balzò in piedi, lasciandola cadere sul pavimento. Reika si alzò dolorosamente, guardandolo male, e si diresse al telefono.
"Reika, ascolto!" disse con voce leggermente seccata. "Sì, Saeko, è qui, te lo passo. Tieni, è per te" disse poi porgendo la cornetta a Ryo.
"Ti ascolto!" rispose Ryo, guardando Reika con aria falsamente desolata. "Sì...uhm...molto bene...ci saremo!"
Mise giù e si rivolse a Reika che si era riseduta sul divano, infastidita.
"Saeko ci dà appuntamento qui per poterci dare i biglietti e informarci sulla serata"
"Molto bene. Allora non ti trattengo, Ryo. Ci vediamo domani!" gli disse con tono asciutto.
Ryo abbassò la testa, con aria colpevole. Non voleva ferirla.
"Ascolta, Reika...sei una donna molto bella ma non so davvero dove mi trovo adesso! Sai che il nostro ambiente non lascia spazio ai sentimenti" le mentì, non volendo offenderla il giorno prima della missione. Non era il momento di litigare e rovinare la serata di sabato. Tutto dipendeva da loro, non potevano permettersi di essere ai ferri corti. Pensando di calmare la situazione, le si avvicinò e l'abbracciò.
"Mi dispiace"
Reika non poté fare a meno di sorridere.
"No Ryo, dispiace a me, non avrei dovuto"
"Allora niente rancori, ci vediamo domani!" le disse andandosene – rimuovendo discretamente l'anello nella tasca della giacca.
"A domani! Mio amore..." sussurrò le ultime parole e lo guardò allontanarsi.
 
 
Appartamento di Ryo
 
Kaori era appena rientrata, ancora turbata dalla rivelazione di Miki. Non riusciva a non essere stressata. Anche se aveva lucidato tutta la casa, si era sfogata sulla marionetta di Ryo, non riusciva a evacuare la tensione che provava. Decise di mettersi una tuta sportiva e di uscire a correre. Non appena iniziò a scendere i gradini dell'edificio, sentì degli spari dal poligono. Erano solo le 17 e Ryo era già lì?
Si diresse verso la fonte degli spari, trovò la porta leggermente aperta e vide il suo partner con lo sguardo serio e concentrato, che proseguiva a sparare. Sembrava preoccupato.
Era da un bel po' che Ryo stava sparando, scaricando la pressione. Quello che era successo con Reika lo aveva deluso. Ce l'aveva con se stesso. Si era quasi lasciato andare. Stava pensando alla missione e per la prima volta nella sua carriera, trovava difficile mantenere la calma. Continuava a pensare a Kaori e a ciò che avrebbe provato se li avesse visti. Se sapeva una cosa, era che lei era l'unica ad occupare tutti i suoi pensieri. Come un segno di provvidenza, nello stesso istante la porta si aprì e lui vide Kaori in abbigliamento sportivo. Tra ciò che era successo poco prima e la visione della sua partner con quell'outfit dinamico e aderente, il suo corpo e il suo cuore erano messi a dura prova. Anche con quei vestiti, Kaori era molto attraente.
"Non pensavo di trovarti qui così presto!" gli disse. "Sembri preoccupato"
Dicendo ciò, Kaori voleva che lui si confidasse come a un'amica e non a una partner di lavoro. Non potendo essere la scelta del suo cuore, forse poteva sperare di essere la spalla su cui lui si sarebbe appoggiato.
"Non preoccuparti, nulla che ti riguardi!" mentì lui.
Non appena pronunciate quelle parole, vide nei suoi occhi che l'aveva ferita ancora una volta. Si arrabbiò enormemente con se stesso. Incapace di sopportare di vederla triste, si allontanò e uscì dal poligono.
"Kaori?" disse, girandosi.
Lei gli rivolse la schiena, immobile e muta.
"Io...io...mi dispiace" le disse infine prima di salire in camera sua.
Lei rimase ferma per un momento, attendendo che se ne andasse. Le lacrime scorsero lungo le sue guance e i pugni si strinsero così forte che i palmi diventarono rossi come il sangue. Calmò il suo respiro e andò a correre per scaricarsi. Non vedeva l'ora che finisse il weekend, in modo da poter rimettere le carte in tavola e forse anche porre fine alla loro collaborazione.
 
 
Ryo guardò la sua sveglia che indicava le 20. Kaori era fuori da più di due ore, ormai, e pioveva forte. La preoccupazione lo vinse. Continuava a martellarsi la testa rimproverando il proprio comportamento degli ultimi giorni.
Dov'era andata? Che stava facendo? Mentre componeva il numero di Mick, sentì sbattere la porta. Si precipitò all'entrata e la vide, inzuppava fino alle ossa, acqua e sudore colavano lungo la sua pelle fine, i capelli erano leggermente arruffati...Dio se era sexy e attraente, si disse. Fece violenza sul proprio corpo in modo che non fosse troppo esplicito.
"Ma dove sei stata?" si innervosì.
"Cosa può importarti? Se sei arrabbiato perché non hai ancora cenato, non devi fare altro che ordinare qualcosa" rispose lei con tono più calmo, stanca per la sua folle corsa. Ryo le si avvicinò, non riuscendo a rimanere lontano. Nel vederlo approcciarsi, lei indietreggiò per la paura e si ritrovò fermata dalla porta.
Ryo avanzò e le tese la mano come per invitarla a entrare.
"Scusa Kaori, ero preoccupato, tutto qui" disse con tono più morbido. Kaori si stupì di quel cambiamento. Le piaceva vederlo preoccupato per lei. Segno che contava, un po'.
"Avevo solo bisogno di sfogarmi" aggiunse, afferrandogli la mano.
"Esistono altri modi per sfogarsi che non siano correre sotto la pioggia gelida" le disse con sguardo intenso. Kaori riconobbe quello sguardo, era lo stesso che l'aveva sedotta. Uno sguardo tenero e profondo. Si accorse che stava arrossendo e che gli rivolgeva la stessa espressione.
Ryo dovette trattenersi per non baciarla immediatamente. Si riprese rapidamente, lasciò andare la sua mano e si allontanò.
"Sì, avresti potuto sfogarti in cucina e superare te stessa, per esempio"
Kaori sentì la rabbia montare, ma si calmò altrettanto velocemente, non volendo dargli soddisfazione. Andò in bagno e ne uscì poco più tardi per preparare la cena. Pensò a lui e a Reika e si pentì di essersi lasciata intenerire per un momento. Non doveva farsi addolcire, avevano molto da chiarire.
Si sedettero al tavolo e mangiarono, per una volta senza litigare. Ryo la guardò andare a letto, poi salì sul tetto per fumare una sigaretta e ripassare tutto quanto era accaduto.
Dopo aver trascorso molto tempo a riflettere osservando la città, andò a letto e chiuse gli occhi immaginando Kaori al suo fianco.
Quella notte fu agitata per Kaori. I tuoni rimbombavano all'esterno e Kaori sudava. Il suo sonno era tutt'altro che pacifico. Immagini di Ryo e Reika che facevano l'amore nel loro appartamento le apparvero. Nel suo incubo, li sorprendeva in pieno atto e vedeva Ryo scacciarla senza alcuna considerazione. Mentre nel sogno lui le sbatteva la porta in faccia, si svegliò all'improvviso, sudata. Ansimando, ebbe molta difficoltà a riprendere fiato.
Si calmò lentamente, girò la testa e guardò il volto di Hideyuki.
"Fratello, tu che vedi tutto, dimmi che non è vero. Dimmi che non l'ha fatto. Io che pensavo di essere quella che lui ama. Ho fatto un grosso errore...che ne pensi?"
Nello stesso istante, un lampo comparve e la fece sussultare. Si alzò dal letto e andò in cucina a farsi un the. Appoggiando la tazza sul tavolo, vide la giacca di Ryo lasciata casualmente su una sedia, si alzò per metterla a posto, ma inciampò contro il piede del tavolo facendo cadere l'indumento a terra.
Imprecò contro la propria goffaggine e si sporse per prendere la giacca di Ryo quando, sollevandola, qualcosa cadde sul pavimento piastrellato e tintinnò, attirando la sua attenzione.
Quando Kaori si chinò a raccogliere l'oggetto, improvvisamente ebbe le vertigini vedendo che, ciò che inizialmente pensava fosse una moneta, si rivelò una fede.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo Sette ***


Era da un po' che osservava il gioiello tra le sue dita. Non sapeva cosa pensare. Era totalmente disorientata, il suo cuore si strinse e la gola si annodò. Da quanto lui aveva quell'anello, cosa poteva significare.
Lo esaminò e vide che sembrava nuovo. Probabilmente non era mai stato indossato. In qualche modo, ne era sollevava. Ma ciò non significava che avesse trovato le risposte alle molteplici domande che le attraversavano la mente. Si ricordò improvvisamente del loro dialogo nel poligono, Ryo era parso molto stressato e teso. Il suo atteggiamento era legato a quell'anello? Peggio ancora, c'era una connessione con Reika? Solo pensandoci, il suo corpo si irrigidì. Ryo aveva intenzione di sposare Reika? Erano già sposati? No, certo che no, Ryo non poteva nasconderle una cosa del genere, non era possibile, doveva esserci una spiegazione razionale. Cercò di calmarsi e di porre la questione in maniera ragionevole. Non poteva esplodere di rabbia immediatamente senza dare a Ryo la possibilità di spiegare. Ma doveva ammettere che Ryo aveva un comportamento bizzarro da un po' di tempo, e lei non poteva che constatare che l'onestà non era il suo forte ultimamente. Accumulava le bugie. Non poteva nemmeno dire che fosse tenero con lei. Al contrario, negli ultimi mesi si era dimostrato distante e disinteressato.
All'improvviso, il suo sguardo si fece triste, Kaori scivolò lungo il muro, le gambe piegate, portò una mano alla bocca mentre l'altra teneva davanti ai suoi occhi l'oggetto causa della sua malinconia. Forse era per quello...forse voleva liberarsi di lei...forse la sua relazione con Reika era seria...forse non sapeva come dirglielo, e da lì nasceva la tensione tra loro.
Kaori rimase a lungo seduta sul freddo pavimento piastrellato della cucina, fissando il vuoto. Il suo mondo era appena crollato, le poche certezze che le erano rimaste si erano frantumate in una frazione di secondo. Poi riacquistò la poca forza che ancora aveva si alzò, iniziando a camminare con passo deciso verso la stanza di Ryo. Mentre posava la mano sulla maniglia della porta, si bloccò improvvisamente.
"Ma cosa stai facendo, Kaori?" si disse in un sussurro. "Non posso entrare nella sua stanza e fargli una scenata! Se sto cercando di uccidermi, non c'è modo migliore"
Rifletté per un momento e si disse che, se gli avesse parlato della sua scoperta, lui avrebbe creduto che lei fosse andata a cercare nelle sue tasche e sarebbe seguita un'altra discussione. Non era il momento giusto e anche se le si laceravano le viscere al pensiero, non erano affari suoi. Non stavano insieme. Erano solo soci, in ogni caso fino alla fine del weekend. Dopo la sua giornata di lavoro, avrebbe dovuto prendere una decisione.
"Mio dio, la sfilata! Sono già le 3 del mattino!" esclamò, rendendosi conto del tempo trascorso a rodere per quell'anello. Si voltò, rimise l'anello nella giacca di Ryo e l'appoggiò delicatamente sulla sedia. Tornò in camera sua, con sguardo amaro, poi fissò la foto di lei e Ryo che ridevano fino alle lacrime.
"Come puoi farmi questo, Ryo? Tu, l'unica persona di cui mi fidavo..."
Si sdraiò sul letto, mordendosi il labbro per fermare i tremori, le lacrime tornarono a scorrere lungo le sue guance. Presa dalla collera, gettò la foto contro il muro, e quella si frantumò in mille pezzi. Guardò i pezzi sparsi con disprezzo e si stese nuovamente per tornare a piangere. Si addormentò per la stanchezza.
 
 
Sabato
 
Kaori faticò ad aprire gli occhi. Si alzò con difficoltà e andò in bagno. Non prese tempo per guardarsi alo specchio e si fece una doccia. Il contatto dell'acqua calda sulla pelle le rilassò i muscoli, ma fu uno scarso conforto per il suo dolore ancora ben vivido. Il bagno si riempì di una fitta nebbia di valore. Si diresse allo specchio per asciugarlo e il suo riflesso apparve. Non si sconvolse nel vedere il proprio viso segnato dagli eventi di quella notte. Gli occhi erano rossi e cerchiati, le guance leggermente gonfie, e i suoi capelli sembravano aver battagliato contro il cuscino. La giornata sarebbe stata lunga, molto lunga. Prese la trousse con i trucchi, cercò di restituire una parvenza di vitalità al suo viso ferito, poi afferrò la spazzola per domare i capelli un po' più lunghi del solito. Li aveva lasciati crescere un po', non avendo trovato il tempo di tagliarli. Indossò un paio di jeans e una camicia di seta rosa. Guardò a lungo il proprio riflesso.
"Coraggio, Kaori! Andrà tutto bene" si disse sorridendosi, cercando di ridarsi forza. Andò in cucina per preparare la colazione. Entrando, lanciò una rapida occhiata alla giacca di Ryo, ripensando a quella notte. Molto velocemente si riprese e si impegnò in cucina per schiarirsi le idee. Si diede tempo per bere il suo caffè, guardò l'orologio che segnava le 10. Per una volta, ringraziò il cielo che Ryo dormisse ancora, non se la sentiva di nascondergli le sue emozioni. Afferrò la giacca e un paio di scarpe col tacco, guardò in direzione della stanza di Ryo sperando comunque di vederlo prima di andare, ma poi uscì per raggiungere Eriko.
La porta che sbatté svegliò Ryo dal suo sonno. Aspettò a lungo pensando di vedere giungere la sua furia per svegliarlo a colpi di martello, ma non arrivò nulla con sua grande delusione. Si strofinò i capelli e guardò la sveglia che indicava le 10.30. Si alzò, si infilò una maglietta e si diresse meccanicamente nella stanza della sua partner. In quel momento non sentiva la sua aura, se n'era già andata? Mentre entrava, qualcuno bussò all'entrata. Andò alla porta.
"Kaori cara, è il tuo angelo biondo preferito!" fece Mick dietro la porta.
Ryo aprì.
"Puoi abbassare il tono, per favore, qualcuno qui cerca di riposare!"
"Già in piedi, Ryo? Kaori ti ha tirato giù dal letto, lei dov'è comunque?"
"Se n'è già andata" disse, vedendo in cucina che la colazione era pronta e la tazza di Kaori riposta.
"Strano, pensavo che le sarebbe piaciuto che andassimo insieme"
"Mi scuserai ma non ho tempo di fare conversazione, devo andare da Reika"
"Ehm, mi sono perso un episodio o cosa? Pensavo si trattasse di una missione di Saeko. Che c'entra Reika?" si sorprese l'americano.
"Non fraintendere, Mick! È davvero una missione di Saeko, ma collaboro con Reika"
"Mmh...capisco..." disse Mick, stringendo gli occhi.
"Non c'è niente da capire, Mick, lavoriamo e basta" rispose Ryo, indovinando i pensieri del suo compare.
"Capisco meglio perché non hai detto niente a Kaori. Sai che giochi a un gioco pericoloso, Ryo?"
"Smettila. Non c'è niente tra lei e me, so essere professionale. Non voglio mischiare Kaori a tutto questo, voglio..."
"Proteggerla, sì, conosciamo la nenia, Ryo!" lo interruppe Mick.
"Questa è la tua missione per oggi, quindi se non vuoi che ti infili una pallottola in mezzo agli occhi, sarà meglio che la raggiungi!" disse Ryo leggermente innervosito.
"Ok, ok! Va bene, vado. Oh, Ryo?"
"Mmh?"
"Non fare l'imbecille, per favore...se la fai soffrire un'altra volta, sarò io a prendermi cura di te!" lo minacciò Mick. Ryo gli sorrise. Ringraziò il suo amico per essere così protettivo nei confronti di Kaori, anche se ciò a volte tendeva a infastidirlo. Lui riteneva di essere l'unico a sapere cosa fosse meglio per Kaori anche se, per il suo bene, doveva farle male. La voce del suo amico scomparso gli tornò come un'eco.
"Promettimi di vegliare su di lei, Ryo".
 
 
Boutique di Eriko
 
Al piano superiore, una decina di donne alte e snelle correvano da destra a sinistra, alcune erano in mutande, altre in abiti di raso nero, altre ancora seduta qua e là mentre venivano truccate e pettinate. Eriko era in piedi all'ingresso, ad osservare la scena e dando ordini alla sua squadra.
"Andate ragazze, siate professionali e coscienziose! Abbiamo ancora un po' di tempo, respirate. Nami, per favore, controlla le modifiche su questo vestito. Tu, controlla gli accessori! Non voglio lasciare nulla al caso!"
Mentre guardava l'orologio chiedendosi cosa stesse facendo Kaori, quest'ultima era a soli cento metri dalla boutique. Notando l'ora, decise di correre per recuperare il ritardo. Nella fretta, non prestò attenzione all'uomo che era appena arrivato nello stesso momento e lo urtò con forza, cadendo all'indietro e portandosi dietro la valigetta di quest'ultimo. Crollò con tutto il suo peso sul bidone della spazzatura.
"Il mondo ce l'ha con me!" disse tra sé. Fu allora che l'uomo le allungò la mano, aiutandola a rialzarsi. Lei l'afferrò senza guardare realmente il suo proprietario.
"Mi dispiace davvero, sono confusa, spero di non averle fatto male!" disse lei abbassando lo sguardo e lisciandosi la gonna.
"Dovrei essere io a scusarmi, non volevo farle male, signorina. Niente di rotto, spero?" disse l'uomo, senza distogliere lo sguardo da Kaori.
Kaori alzò gli occhi e incontrò uno sguardo d'intenso verde. Lo fissò per un momento e riconobbe nell'uomo il cliente di Eriko.
"Daisuke!" esclamò.
"Ci conosciamo?" le chiese sorpreso, sorridendole.
"Sì...beh, no, voglio dire...ehm...no" rispose lei, balbettando.
"Beh, sì o no?" la prese in giro.
"Diciamo che so chi è lei, Daisuke Nagasaki, cliente di Eriko Kitahara, oggi ha un appuntamento con lei" disse imbarazzata, guardando di nuovo in basso. "Mio dio, i suoi documenti!"
Si chinò per raccogliere i fogli sparsi sul suolo a causa dello scontro. Prendendoli, notò che c'erano solo profili dettagliati delle modelle. Strano, si disse. Poi vide Daisuke abbassarsi a sua volta e recuperare i fogli, posando una mano sulla sua.
"Lasci, faccio io, non è grave" le disse. "Sono solo curricula di modelle che vorrebbero lavorare per il nostro gruppo" aggiunse, notando la sua espressione interrogativa. Entrambi si alzarono.
"Posso sapere chi è lei? Non è la segretaria della signorina Kitahara, è troppo bella!" le disse, squadrandola dall'alto al basso.
"Oh no no, sono un'amica di Eriko, sono venuta ad aiutarla, mi chiamo Kaori." rispose lei torcendosi le dita, notando lo sguardo insistente del giovane uomo.
"Incantato, Kaori" disse lui chinandosi per baciarle la mano. Kaori fu ancora più imbarazzata. Le sue guance erano in fiamme. Non era abituata a tanta attenzione da parte di un uomo, per di più attraente, non sapeva cosa fare.
"Dunque trascorreremo la giornata insieme, Kaori" disse lui sorridendo.
"Kaori!!" gridò improvvisamente Mick, arrivando senza fiato.
"Mick! Sei qui!" disse lei ritrovando il sorriso.
"Avresti potuto aspettarmi, avremmo fatto la strada insieme." disse cercando di riprendere respiro, ignorando volontariamente Daisuke.
"Scusami ma avevo bisogno di fare una passeggiata da sola" disse lei dispiaciuta.
Daisuke si sentì un po' a disagio davanti allo scambio tra i due amici. Si schiarì la gola per ricordare loro della sua presenza.
"Vado, devo presentarmi alla signorina Kitahara" disse lui indirizzandosi a Kaori.
"Oh certo! Mi scusi, signor Nagasaki!"
"Daisuke! Per favore, Kaori, mi chiami Daisuke! A dopo, allora!" disse facendole l'occhiolino.
"Molto bene, Daisuke! A tra poco" rispose lei, sorridendogli timidamente.
Daisuke entrò nell'edificio e lasciò i due amici sul marciapiede.
"Vuoi spiegarmi?" fece Mick, nascondendo a fatica la gelosia.
"È il cliente di Eriko, l'ho urtato con violenza arrivando qui. Stavamo facendo rapidamente conoscenza"
"Sembravate andare d'accordo" la stuzzicò.
"Non dire sciocchezze, siamo stati solo cortesi, tutto qui" si offuscò lei.
"Se lo dici tu. Perché non mi hai aspettato, Kaori?"
"Come ti ho detto, volevo stare un po' da sola"
"C'è qualcosa che non va?" si preoccupò Mick.
"No niente, non preoccuparti..."
"Kaori, sai che puoi dirmi tutto. Dai, dimmi cosa c'è che non va" disse lui sospettoso.
"Non ora Mick, per favore. Magari più tardi"
"Molto bene, come vuoi, sarò qui se necessario" disse prendendola tra le braccia e baciandola sulla fronte, facendola arrossire. Kaori apprezzò il gesto dell'amico, trovando un po' di conforto tra le sue braccia. Daisuke, che era ancora all'ingresso della boutique, osservò la scena. Si riscoprì invidioso dell'uomo che teneva Kaori tra le braccia. Quando li vide avanzare, si allontanò.

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Capitolo 8
*** Capitolo Otto ***


 
Ufficio di Reika
 
Ryo fece un profondo respiro e si decise a entrare.
Vedendo che Reika non era sola, si rassicurò. Almeno la presenza di Saeko avrebbe rinviato gli assalti della giovane donna.
"Eccoti finalmente, non ti aspettavamo più!" disse Saeko, accavallando le gambe.
"Vedo che bramate sempre per vedermi, signore!" sorrise lui.
"Calma gli ardori, tesoro, risparmiali per stasera" disse Reika, sforzandosi di rimanere professionale.
"Allora, qual è il piano, signor Commissario?" chiese Ryo.
"Beh, il piano è relativamente semplice. Sono riuscita a contattare il signor Hiroshi, il proprietario del Keio Plaza Hotel. Avete appuntamento alle 20.30. È sottinteso che è essenziale l'abito da sera. Ryo, ti ho portato un completo. Reika, hai sicuramente un bel vestito da qualche parte"
"Oh no, non il completo!" si lagnò Ryo. "Come vuoi che nasconda la mia pistola lì sotto? Mi rifiuto di separarmi dalla mia Python 357"
"Non preoccuparti, nella giacca ho fatto inserire una fodera per nascondere la fondina e la Colt" lo rassicurò. "Quanto a te, Reika, sta a te vedere come nascondere la tua arma"
"Uhm, non dovrebbe essere un problema, un paio di giarrettiere andranno bene, vero Ryo, tesoro?" disse Reika incollandosi a Ryo.
Saeko roteò gli occhi al cielo.
"Ora che il problema dei vestiti è risolto, passiamo alle cose serie. Ecco i pass per entrare. Una volta lì, assicuratevi di individuare quanti sono in tutto. Reika, avrai addosso questo microchip, puoi attivarlo quando riuscirai a stare da sola e se avrai informazioni importanti da comunicare. Il signor Hiroshi vi presenterà il nostro pesce grosso, un certo Hansuke"
Alla menzione di quel nome, Ryo fece il collegamento con ciò che gli aveva detto il suo informatore.
"Hansuke..." sussurrò.
"Ryo? Qualche problema?" disse Saeko vedendolo perso nei suoi pensieri.
"No, nessuno. Continua" si ricompose.
"Dunque, come dicevo, il proprietario vi presenterà questo famoso Hansuke. Vi farete passare per una ricca coppia sposata che cerca di trasgredire un po' rispetto alla routine e divertirsi. L'obiettivo è che vi proponga una transazione e che vi dia la posizione del deposito. Il nostro uomo non va mai in giro con un grosso carico. Non potete intrappolarlo per un sacchetto. Quello che vogliamo è prendere tutta la merce. Mi seguite?"
"Sì, benissimo!" rispose Reika.
"Sappiate che avrò un uomo che agirà nell'ombra, sarà lì per aiutare in caso la situazione ci sfugga. Finora è riuscito a infiltrarsi senza attirare sospetti, vorremmo che continuasse in questo senso"
In quel momento qualcuno bussò alla porta e Hirotaka entrò.
"Hirotaka!" fece Ryo, sorpreso. "Di certo non mi aspettavo te!"
"Ciao Ryo" rispose l'altro stringendogli calorosamente la mano.
"Vieni, Hirotaka!" disse Saeko, raggiante. "Hirotaka sarà lì per aiutarvi se necessario. È riuscito ad avvicinarsi ad Hansuke che si fida di lui chiamandolo Kintaro, il suo braccio destro"
"Beh, sei molto dotato, amico! Ben fatto!" disse Ryo, ridendo leggermente.
"In effetti stasera potrei essere impegnato altrove, dovrei assistere Dansuke, il fratello di Hansuke. Dunque farò avanti e indietro da un fratello all'altro. Non potrò sempre essere presente"
"Non preoccuparti, Hiro! Siamo professionisti, non dovremmo avere bisogno di te. E ricorda che durante il nostro ultimo incontro sono stato io a salvarti le chiappe, non dimenticarlo!" disse Ryo facendogli l'occhiolino.
Hirotaka sorrise abbassando la testa. Sapeva che Ryo era molto bravo, ma sapeva anche che i due fratelli erano notevoli.
"Reika, questa è la carta di credito per stasera, non c'è plafond, ma non approfittatene comunque. Avete una suite riservata sempre nell'hotel per la notte" spiegò Saeko.
"COSA?" gridò Ryo.
"Va tutto bene Ryo, è solo per la notte. Non è un grosso problema" aggiunse Ryo.
"Aspetta, non mi hai mai detto di avere una carta di credito illimitata, perché io non ne ho diritto?"
Una pioggia di libellule atterrò su Saeko.
"Tutto ok? Ad ogni modo, vi terremo d'occhio grazie alle telecamere di sorveglianza dello stabilimento. Per qualsiasi cosa potremo intervenire, ma spero di no. Ci occupiamo di questo caso da mesi, è ora che tutto finisca"
Saeko si diresse verso Hirotaka. Ora erano vicini.
"A stasera Ryo! Reika!" fece Hirotaka salutandoli. Poi posò una mano sulla schiena di Saeko come per condurla fuori. Ryo notò il gesto e sorrise.
"Sono carini, non trovi?" disse Reika.
"Mmh"
"Alla fine di questa missione, potremo organizzare una cena a quattro, che ne pensi Ryo?" fece passandogli le braccia intorno al collo.
"Penso che sia tempo di entrare in azione" disse Ryo divincolandosi delicatamente dalla sua presa.
"Sono del tutto d'accordo con te, mio caro" rispose lei, rubandogli un bacio.
 
 
Boutique di Eriko
 
"Signor Nagasaki!" disse Eriko scendendo le scale. "Sono felice di vederla, finalmente! Ma è da solo? Suo fratello non è venuto?"
"Signorina Kitahara!" disse Daisuke stringendole la mano.
"La prego, mi chiami Eriko!"
"Molto bene, ma a una condizione, mi chiami Daisuke per favore! Se dobbiamo lavorare insieme, evitiamo i formalismi, che ne dice?"
Eriko si sorprese dell'aria rilassata dell'uomo.
"Beh, d'accordo!" acconsentì. Mentre lo incoraggiava a seguirla, in lontananza vide Kaori e Mick.
"Se mi vuole aspettare di sopra, Nami la farà accomodare, devo salutare un'amica"
Daisuke accettò di salire senza di lei.
"Kaori!" gridò Eriko. "Cominciavo a spazientirmi, vai di sopra, forza, devi farti pettinare e truccare. Hai una faccia spaventosa"
Kaori abbassò lo sguardo e obbedì.
"Dovresti essere più indulgente con lei, Eriko, ha avuto una settimana difficile" disse Mick, mortificato.
"Oh, non lo sapevo. Beh, se la sua settimana è stata dura, la faremo sorridere di nuovo coccolandola"
Daisuke era stato sistemato su un divano di velluto rosso. Il suo completo blu spiccava maggiormente. Dopo aver chiamato un'intera squadra a occuparsi di Kaori, Eriko raggiunse il suo cliente.
"Non mi ha detto dov'è suo fratello?"
Daisuke emise un colpo di tosse nervosa.
"Sì, aveva altri affari di cui occuparsi, non è potuto venire. Ma non si preoccupi, ho pieni poteri di decisione"
Eriko tacque quando le luci si abbassarono mentre quelle sulla passerella davanti a loro si accesero.
Il sipario si aprì e una sfilata di modelle vestite in diverse stoffe, una più bella dell'altra, uscì dal retro. Erano tutte bellissime. In un camerino c'era Kaori, ansiosa. Era stata truccata e pettinata e quasi non si riconosceva. C'era da dire che non si era mai presa cura di sé in quel modo, avevano enfatizzato il suo sguardo, colorato le guance e le labbra. I suoi graziosi occhi nocciola erano ancora più belli. La parrucchiera aveva fatto magie con i suoi capelli, erano leggermente gonfiati, alcune ciocche le ricadevano sullo sguardo dandole un tocco di mistero. Era magnifica. Si passò le mani tra i capelli per conferire un po' di volume quando bussarono alla porta.
Mick entrò nel camerino. Si guardò alle spalle per capire se qualcuno lo avesse visto.
"Allora, mia bella...sei pro..." si fermò.
Non riuscì a terminare la frase, affascinato dalla bellezza della sua amica.
"Wow, Kaori...sei...sei...non ho parole!" balbettò.
"È tutto trucco, Mick" disse lei imbarazzata.
"Smettila, sei bellissima" le disse avvicinandosi. Avrebbe potuto offuscare qualsiasi modella famosa, e ancora dubitava della propria bellezza. Ryo non si rendeva conto dei danni che le sue parole offensive avevano provocato. Mick maledisse il suo migliore amico.
"Dai, vestiti, altrimenti non risponderò più di niente! Lascia che rimanga fedele a Kazue, per favore!" disse scherzosamente, cercando di nascondere l'emozione. "Sbrigati, presto toccherà a te"
Mick uscì e le lasciò indossare il famoso abito di pizzo nero che Eriko adorava tanto su di lei.
Kaori respirò profondamente, poi si lanciò. Appena fatto qualche passo, sentì il pesante sguardo di Daisuke su di sé. Notò dal suo viso inebetito che apprezzava il vestito. O meglio, lei pensava che si trattasse solo del vestito. Dentro di sé era felice per la sua amica, sapeva che il suo talento sarebbe stato ripagato.
Quando tutte le modelle si riunirono e si allinearono per chiudere lo show, Daisuke si alzò e applaudì Eriko, fissando Kaori.
"Eriko! Complimenti per questa magnifica collezione, non mi pento di aver fatto questo viaggio" le disse.
"Grazie Daisuke! Sono contenta che le piaccia" fece lei divertita.
"Che ne dice di festeggiare la nostra collaborazione stasera al Keio Plaza?" le propose.
"Oh ma con gioia, sarei onorata"
Mentre le modelle si dirigevano nel retro, Daisuke chiamò Kaori.
"Kaori!"
Kaori si voltò e lo vide avvicinarsi a lei. La guardava con molta insistenza.
"Era già molto bella su quel marciapiede, ma è ancora più magnifica su questa passerella" le disse, con aria seducente.
Kaori, come al solito, sorrise arrossendo.
"Grazie signor Nagasaki! Voglio dire, Daisuke"
"Mi farebbe l'onore di accompagnare me e la sua amica questa sera al Keio Plaza Hotel per celebrare la collezione e anche il nostro incontro?" le chiese afferrandole la mano.
"Non so, mi coglie alla sprovvista" rispose Kaori.
Daisuke fu sorpreso dalla sua esitazione. Lui aveva sempre avuto l'abitudine di ottenere le cose senza chiederle. Tutte le donne sgomitavano per essere al suo fianco. Kaori non era solo bella ma disinteressata. Era così attraente che non riusciva a distogliere lo sguardo da lei. Non voleva lasciarla scappare. Totalmente obnubilato dalla giovane donna, non vide Eriko correre verso di loro.
"Forza Kaori, tesoro! Accetta! Sarò l'opportunità per schiarirti le idee. Non hai nemmeno bisogno di cambiarti, sei già pronta per uscire"
"Sì, è perfetto, potremo vedere l'effetto del vestito sui clienti" aggiunse Daisuke.
"Va bene, d'accordo" rispose Kaori, arrendendosi.
"Benissimo, aspetti qui, è tempo di sistemare le scartoffie" disse Daisuke.
Mick osservò la scena da lontano e non amò lo sguardo di Daisuke sulla sua amica. Ma non poteva dargli torto, Kaori era una dea in quel vestito.
Daisuke ed Eriko si allontanarono per firmare alcuni documenti. Mick ne approfittò per raggiungere Kaori.
"Devo andare, tesoro!" disse tristemente.
"Cosa? Non vieni con noi?"
"Mi dispiace, ma devo andare da Kazue. È stata di turno tutta la settimana e non ci siamo visti molto. Se mi assento stasera, di sicuro finirò nella zona dei single, anche se mi sarebbe piaciuto interpretare il tuo fidanzato!" le disse sorridendo.
"No, hai ragione, vai da lei. Non voglio causarvi problemi. Dalle un bacio da parte mia"
Lo accompagnò all'uscita. E, mentre si sporgeva per salutarlo, lui le disse:
"Fai attenzione, Kaori!" la baciò sulla guancia, poi la strinse. "Ho attaccato un trasmettitore nel pizzo del bustino. Sai, per sicurezza!" le sussurrò all'orecchio.

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Capitolo 9
*** Capitolo Nove ***


 
Appartamento di Ryo
 
Dopo aver finalizzato gli ultimi dettagli della serata a venire e aver cercato di controllare i ripetuti assalti di Reika, Ryo tornò a casa. Quando entrò, vide che l'appartamento era orribilmente vuoto. Nessun segno di Kaori. Si rese conto che ultimamente si limitavano a intravedersi e in quei pochi momenti finivano sempre per litigare. Come erano arrivati a quel punti? Ryo si diresse verso la stanza della sua partner. Osservò il pomello della porta, pensando al numero di volte in cui ci si era fermato davanti per socchiuderla e guardarla dormire, o ancora soffermandosi sentendola singhiozzare a causa delle sue scemenze.
Non percependo la sua aura, decise di entrare. La brezza del suo profumo era come una dolce carezza sul suo viso. Avanzò verso il suo letto quando udì il suono di vetri rotti sotto i piedi.
Allertato, esaminò la stanza, chiedendosi cosa fosse successo. Poi vide l'oggetto del crimine sul suolo. Si chinò a raccogliere la cornice spezzata, eliminando i frammenti di vetro rimanenti. Il suo cuore si serrò alla vista della foto. Sembravano così felici e complici. Già in quel momento, i suoi sentimenti erano cambiati nei confronti della sua protetta. Era sorpreso che lei non lo notasse. I momenti in cui abbassava la guardia e mostrava nel suo sguardo tutta la tenerezza e l'amore che provava per lei erano rari ma ben presenti. Sorrise e ammise che quei momenti erano effettivamente troppo rari, mentre la feriva provandoci con le altre davanti ai suoi occhi nel quotidiano. Nonostante tutto, lei era ancora lì, al suo fianco. Ma per quanto tempo?
Una cosa restava certa per lui, al suo fianco lei era in pericolo e meritava una vita migliore. Forse, uscendo dalla sua vita, se la sarebbe tolta dalla testa. Dopotutto, tanti anni vissuti insieme avevano aumentato il loro attaccamento. Col tempo, si sarebbe abituato alla sua assenza...
Immerso nella sua riflessione, non vide l'ora trascorrere. Erano già le 19, doveva ancora prepararsi e andare da Reika. Si precipitò sotto la doccia, lavandosi automaticamente. Si sistemò i capelli neri, si profumò leggermente, indossò la camicia sul corpo ancora leggermente umido. L'abbottonò, trascurando le gocce d'acqua che colavano sul petto muscoloso. L'indumento sposò la forma dei suoi muscoli. Infilò la fondina con la Python nella fodera del completo nero. Con i capelli ancora lievemente bagnati, si mise i pantaloni, sostenuti da una cintura marrone, e scarpe dello stesso colore. Mentre si apprestava a lasciare l'appartamento, guardò di nuovo verso la camera di Kaori, ripensando alla cornice che lei aveva rotto, probabilmente ancora una volta in un impeto di rabbia, e le lasciò un biglietto per non peggiorare le cose tra di loro.
'Kaori, sono uscito a fare un giro tra gli informatori, per controllare che aria tira nel quartiere. Non aspettarmi, rischio di rientrare molto tardi. Ryo.'
Ryo andò a recuperare la Mini e la parcheggiò in una strada un po' più lontana, nel caso in cui Kaori fosse entrata e l'avesse individuata. Uscì e guardò il proprio riflesso nel finestrino della macchina. Non amava quel tipo di abbigliamento, non era molto a suo agio. Si aggiustò il papillon, si infilò l'anello al dito e corse a recuperare Reika.
 
 
Ufficio di Reika
 
"Aaaah, ma che sta facendo Ryo, doveva essere qui già dieci minuti fa!" si spazientì Reika. La giovane donna si versò un bicchiere di vino bianco, bevendolo quasi in un sorso. Pur essendo una detective molto seria e professionale, Reika era sopraffatta dallo stress. Era molto nervosa all'idea di passare la serata con Ryo. Eppure era felice di potersi trovare tra le sue braccia e di trascorrere la serata come sua moglie, l'aveva sognato tanto. Ma sapeva anche che quella sarebbe potuta essere l'ultima volta in cui avrebbe avuto la possibilità di sedurlo. Doveva superare se stesso. Perciò, si poteva dire che non avesse lasciato nulla al caso. Aveva indossato un lungo abito rosso dalla scollatura molto profonda trattenuta da due sottili bretelle. L'abito sottolineava la sua vita, rivelando le sue belle curve. Aveva lasciato sciolti i lunghi capelli castani che cascavano lungo la spalla sinistra. Sotto il vestito, al livello della coscia, aveva fissato la giarrettiera con la sua COP 357 Magnum 4. Una spilla rossa come un rubino era attaccata come accessorio sul lato sinistro, dove era nascosto il microchip di Saeko. Si era truccata e profumata.
Stava vagando nel suo ufficio quando qualcuno bussò alla porta.
"Arrivo!" disse con voce più acuta del solito. Dirigendosi ad aprire, si fermò davanti allo specchio, guardando il proprio riflesso e sistemando con cura una ciocca dietro l'orecchio. Aprì con calma e scoprì un Ryo più elegante che mai. Era stranita nel vederlo così. Lo fissò a lungo senza muoversi. La situazione durò un po', Ryo era nelle stesse condizioni. Trovava Reika molto bella e deliziosamente sexy. Non si era risparmiata su abito e capelli. Quella sera avrebbe avuto una partner molto elegante ma anche un po' provocante. Fu lui il primo a riprendersi.
"Reika?" fece agitando una mano davanti al suo viso, come per svegliarla.
"R...Ryo! Uh. Entra, ti prego" disse sconcertata.
-Riprenditi, Reika, non è il momento di essere timida- si disse-.
"Vuoi bere qualcosa?" gli chiese indicando il tavolino.
"No no, penso che dovremmo andare, siamo già un po' in ritardo" disse lui frettolosamente.
"Va bene! Andiamo, allora! Puoi recuperare l'anello dalla scrivania?"
Lui si avvicinò verso la scrivania, prese l'anello e si girò, trovandosi faccia a faccia con lei. Reika tese la mano sinistra davanti al suo viso.
"Puoi mettermelo per favore? Ho messo lo smalto, non è ancora del tutto asciutto, non voglio rovinarlo" mentì. Ryo era turbato da quella vicinanza, sentiva il suo profumo e il suo respiro caldo. Reika era diabolicamente attraente. Le prese la mano, deglutì a fatica e fece scivolare l'anello al suo dito.
"Bene, siamo pronti, tesoro! Andiamo!" disse lei baciandolo sull'angolo della bocca.
Ryo rimase immobile per un momento, pensando che la serata sarebbe stata molto lunga. Poi decise di muoversi, le si avvicinò e le offrì il braccio. Quindi i due nuovi partner lasciarono l'ufficio, a braccetto. Sulla strada che portava alla Mini, Ryo non poté fare a meno di guardarsi intorno, per paura di incontrare Kaori sul tragitto di casa. Giunti alla macchina, da gentiluomo aprì la portiera a Reika per farla accomodare, poi si mise al volante e guidò fino al Keio Plaza Hotel.
 
 
Boutique di Eriko
 
Nello stesso tempo, Eriko aveva riportato Kaori in camerino in modo che una truccatrice la sistemasse. Le portò degli orecchini di diamanti che pendevano lungo il suo collo. Un braccialetto e una collana dello stesso stile andarono a circolare il suo polso delicato e il suo collo.
"Eriko, è troppo! Non posso!"
"Calmati tesoro, ti stanno a meraviglia e non è una mia idea, se capisci cosa intendo!" le disse, lanciando un'occhiata verso la porta.
"Cosa? Daisuke?" fece Kaori sorpresa.
"Proprio lui! Penso che tu abbia attirato la sua attenzione. Sei fortunata, un bell'uomo come lui!" le disse dandole una gomitatina. Kaori arrossì di nuovo, a disagio. Non era abituata ad avere tanta importanza agli occhi di un uomo. In effetti, però, l'occasione non si era mai presentata. Non aveva avuto l'occasione di essere così femminile e accurata. Riacquistò un po' di fiducia in sé vedendo il proprio riflesso. In fondo, non era poi così mascolina, almeno non con un vestito del genere.
"Dai dolcezza, dobbiamo andare!" le disse Eriko.
"Aspetta, prima vorrei fare una telefonata. Aspettami di sotto, arrivo"
Prese il telefonò e chiamò a casa. Doveva avvertire Ryo. L'attesa che lui rispondesse fu lunga e angosciante. Non sapeva cosa gli avrebbe detto, avrebbe deciso in base al suo umore. Fu sorpresa di cadere sulla segreteria. Riprovò due volte senza successo. Attese la fine del messaggio automatico per lasciare il proprio.
"Ryo, sono Kaori. Volevo solo avvisarti che rientrerò più tardi del previsto stasera. Eriko mi ha invitata con un suo cliente al Keio Plaza Hotel per festeggiare la loro collaborazione" disse con tono molto informale. Rimase in silenzio, abbassò lo sguardo e continuò. "Ryo, non so quando sentirai questo messaggio, ma vorrei che domani ci prendessimo un momento per parlare. Io...io..." disse esitante. "No, lascia stare! A domani" disse riattaccando, triste.
Lasciò la mano a lungo sulla cornetta che aveva riposto sulla sua base. Respirò a fatica. Si sedette. Il fatto che lui fosse ancora assente da casa la feriva. Non si preoccupava nemmeno di aspettarla o di avvisarla in alcun modo. Dove era andato, ancora una volta? Che stava facendo? Pensava almeno un po' a lei?
Data la mancanza di notizie, c'erano poche possibilità che la stesse cercando. Poco a poco, la visione della coppia Ryo/Reika cominciò a sembrare ovvia e fece male, molto male. Persa nei suoi pensieri, non sentì la presenza dell'uomo a pochi metri da lei.
"Kaori?" fece quest'ultimo, dubbioso nel vedere la giovane donna così triste. Quella donna era decisamente piena di misteri...come poteva una ragazza tanto bella essere così mesta?
Kaori alzò gli occhi e trovò l'intenerito sguardo verde.
"Daisuke, mi dispiace, mi stava aspettando" disse, alzandosi dolorosamente.
"Non si preoccupi. Tutto bene?" le chiese avvicinandosi e posandole una mano sulla spalla. Kaori si irrigidì al tocco della sua mano, leggermente a disagio.
"Sì sì, non si preoccupi. Sono solo un po' stanza, la giornata è stata lunga" rispose sorridendo timidamente.
"Spero che troverà una sferzata di energia al Keio! Sarebbe un peccato non divertirsi stasera, specialmente con questo vestito" disse passandole un braccio intorno alla vita, avvicinandola a sé e fissandola intensamente.
Kaori non si divincolò subito dalla presa. Lo guardò. Quell'uomo era molto attraente, poche donne dovevano resistergli. Aveva un gran fascino e un viso angelico. Se non avesse avuto Ryo sotto la sua pelle, si sarebbe lasciata sedurre. Dopotutto, aveva ragione, si disse. Per una volta era al centro dell'attenzione, doveva approfittarne un po', non le avrebbe fatto male. Delicatamente si liberò dalla sua stretta e scosse il capo come per scacciare cattivi pensieri.
"Ha ragione, Daisuke! Spero solo di non addormentarmi una volta lì" disse scherzosamente.
"Non si preoccupi, ho un ottimo modo per rimanere svegli e trovare l'allegria" fece lui con un occhiolino. Kaori alzò le sopracciglia, interrogandosi su quella risposta. Che intendeva dire? Alla fine alzò le spalle, dicendosi che si stava facendo troppe domande e che doveva lasciarsi andare un po'. Dopotutto, Daisuke si era dimostrato premuroso fin dall'inizio. Poteva certamente concedergli fiducia.
L'uomo le tese la mano per invitarla a seguirlo. Kaori l'afferrò, alzò leggermente il vestito ed entrambi raggiunsero Eriko, che diventava impaziente di fronte alla berlina di Daisuke.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo Dieci ***


Keio Plaza Hotel

Ryo e Reika arrivarono al maestoso ingresso dell'edificio. Era un posto molto lussuoso. Entrarono e si diressero alla reception. Un'impiegata li invitò a fornire i loro nomi.
"Signore e signora Nogato!" disse Ryo.
La donna guardò il registro.
"Suite numero 331, 42° piano, una notte. 471.676 yen*, per favore"
Ryo deglutì con difficoltà, scoprendo qual era la somma per una sola notte. Ma si riprese velocemente, non doveva far trasparire nulla. Dopotutto, interpretavano il ruolo di una coppia ricca.
"Tesoro, puoi regolare tu, per favore?" disse Reika rifilandogli una gomitata sul fianco.
"Certo, amore mio!" rispose lui. Ryo tese la carta all'impiegata, leggermente teso. La donna la scansionò e la restituì con un sorriso sincero. Soddisfatta, consegnò loro la chiave della stanza e un distintivo con la scritta 'ospite VIP'. Un fattorino li raggiunse per prendere il solo e unico bagaglio che avevano portato per la notte.
"Il signor Hiroshi sarà felice di ricevervi prima dell'inizio della serata. Vi ha dato appuntamento al minibar al 20° piano. La serata comincerà tra mezz'ora, vi potete recare con il vostro badge. Il tutto si svolgerà nella nostra ampia sala al 2° piano. Vi auguro buon divertimento, signore e signora Nogato" disse loro l'impiegata, sorridendo in particolare a Ryo. Quest'ultimo ricambio genuinamente. Reika notò il loro scambiò e gli pestò il piede per richiamarlo alla realtà, poi si sporse verso di lui, simulando una carezza tra i capelli.
"Non giocare troppo, stallone, ti ricordo che siamo sposati e dobbiamo essere molto innamorati!" lo rimproverò all'orecchio. Si voltò verso l'impiegata sorridendo e tenendo la mano di Ryo come per rimarcare che lui apparteneva a lei. L'impiegata, imbarazzata, si rivolse verso il suo computer.
"Gelosa, mia cara?" disse Ryo afferrandola per la vita, attirandola a sé. Reika sentì il calore irradiare dal suo corpo a quel contatto. Fu presa da vampate di calore. Ryo era più attraente che mai e il minimo gesto da parte sua la faceva diventare matta. Una volta nell'ascensore che li conduceva alla loro camera, Reika non poté fare a meno di interpretare la sua parte di moglie profondamente innamorata. Continuava a incollarsi a lui, premendo il seno contro il suo petto, sussurrandogli dolci parole al'orecchio. Ryo tentò più volte di mantenere le distanze, simulando imbarazzo per essere in presenza del fattorino. Si spostò dietro di lei e l'avvolse tra le braccia, baciandola sul collo, bloccando così le sue mani erranti. Una volta arrivati, lasciarono la mancia al fattorino, che lasciò la valigia nella quale Ryo aveva nascosto un minischermo di sorveglianza così come alcune mini telecamere Ne passò anche a Reika, la quale le infilò nella borsetta. Ryo prese le altre e le fece scivolare nella tasca in terna. Avrebbero potuto installarle in posizioni strategiche, dove la sorveglianza dell'hotel non filmava. Si recarono dunque all'incontro con il signor Hiroshi.
 
 
Nello stesso tempo, a pochi metri di destanza, una berlina nera era imbottigliata nel traffico.
"Mi dispiace, signor Nagasaki, faremo un po' tardi" disse l'autista.
"Non importa, Tomoharu" rispose Daisuke sul sedile del passeggero. "Si sa che il meglio arriva sempre alla fine" aggiunse scherzosamente. Le due amiche sul sedile posteriore risero di gusto.
"È bello sentirla ridere, Kaori!" disse Daisuke. Eriko sorrise a Kaori e le fece l'occhiolino. Kaori si imbarazzò.
"Ho qualcosa che renderà la serata un po' più festosa. Che ne dite di un bicchiere di champagne?" suggerì loro.
"Come? Adesso? Qui, in questa macchina?" esclamò Kaori.
"Volentieri!" disse Eriko senza trattenersi. Kaori la guardò sbalordita. Daisuke tirò fuori dal vano portaoggetti refrigerato una bottiglia e tre bicchieri. Ne porse uno a Eriko, poi guardò Kaori, con un cenno della testa come per ripeterle la domanda. Eriko guardò Kaori e le fece capire che avrebbe dovuto lasciarsi andare un po' e che un bicchiere non le avrebbe fatto male.
Kaori accettò il bicchiere che Daisuke le porgeva e aspettò che lui si servisse a sua volta. Tutti e tre brindarono e bevvero un sorso. Gli ultimi metri per l'hotel furono lunghi e i tre ebbero il tempo di bere altri bicchieri, senza tuttavia svuotare la bottiglia. Kaori, non avendomesso nulla nello stomaco tutto il giorno, si sentì leggermente euforica. Si promise di mangiare un boccone sul posto. Una volta arrivati, l'hostess del Plaza salutò Daisuke.
"Signor Nagasaki! Felice di rivederla" disse la donna con le guance rosse. Kaori notò l'imbarazzo della donna. Sembrava essere incantata da Daisuke. Quell'uomo era una vera calamita per le donne, si disse. Non poté evitare di fare il paragone con Ryo. L'unica cosa che li distingueva era che Daisuke era più gentiluomo, e sembrava davvero interessato a lei.
"Kaori?" la chiamò Daisuke.
Persa nei suoi pensieri, non si era accorta che lui le tendeva il braccio. Vi si appoggiò e si recarono alla festa. Giunti sul pianerottolo del secondo piano, una folla di persone in fila era davanti all'ingresso di quella che sembrava un'enorme sala. Daisuke si fece strada con Eriko e Kaori a ciascun braccio. Si fermò davanti al buttafuori.
"Signor Nagasaki" lo salutò l'uomo, rimuovendo il cordone che si affettò a chiudere dietro di loro. Kaori rimase abbagliata. L'atmosfera era piuttosto intima nonostante l'alto volume della musica. Al centro, il pavimento luminoso sembrava delimitare la pista da ballo. Attorno c'erano piccoli salotti in velluto rosso. Infine, un maestoso bar correva lungo la sala. Persone ben vestite erano già accomodate e sorseggiavano dai loro bicchieri. Sembrava che, su ogni lato, una scala conducesse a un'altra sala più piccola.
"Questa è l'area vip!" le disse Daisuke vedendola osservare il salone. "Che ne dite di bere e di mangiare qualcosa?" propose.
"Sì, ottima idea!" disse Eriko.
Kaori era un po' persa tra la folla che cominciava a raggrupparsi. Li seguì da vicino, pensando solo a riempire lo stomaco vuota. Una volta sedute, Daisuke ordinò altro champagne e servì a ciascuno un bicchiere. Si chinò nuovamente su Kaori, fece scivolare una mano intorno alla sua vita e le disse all'orecchio:
"Ha notato?"
"Cosa?" rispose lei, immobilizzata dall'improvvisa vicinanza.
"Tutti gli uomini la stanno guardando..."
Kaori si guardò attorno e notò che molti uomini la fissavano. Era sempre più a disagio. Bevve d'un sorso il suo bicchiere, facendo una smorfia, come per darsi un po' di coraggio di fronte a quegli sguardi.
"Ehi, piano, signorina!" le disse Daisuke, trattenendosi dal ridere.
"Mi dispiace!" disse lei, riconoscendo di aver esagerato.
"Non voglio ritrovarla inerte su uno di questi divanetti" mentì lui, pensando per un momento che avrebbe potuto approfittare di lei. Si abbassò di nuovo e le sussurrò all'orecchio:
"Non nascondo che non mi piace il modo in cui questi uomini la guardano. Ma posso capirli, lei è diabolicamente seducente, Kaori"
Fortunatamente, la scarsa illuminazione della sala non gli permise di vedere il fuoco sulle sue guance.
Eriko, dal canto suo, non prestava molta attenzione ai due compagni di serata. Era troppo impegnata a chiacchierare con un vecchio amico, ritrovato lì per puro caso. Andò a ballare in pista, in buona compagnia. Dopo una buona mezz'ora, raggiunse Kaori, ancora in piena conversazione con Daisuke.
"Tesoro, vado a casa, ho avuto una settimana importante e domani partirò presto per Tokyo. Voglia scusarmi, Daisuke!" disse, dispiaciuta.
"Aspetta Eriko, vengo con te!" disse Kaori, afferrando Eriko e tenendola per un braccio. Non osava dirlo, ma aveva paura di stare da sola con Daisuke. Eriko lasciò la mano che Kaori le ghermiva.
"No no, tesoro, tu rimani qui! È ora che ti svaghi un po'! Guarda un po' quel tipo" disse, indicando Daisuke. "Ti divora con gli occhi! Ti si deve ricordare quanto sei bella, Kao. E questo tizio è l'occasione perfetta" disse posandole una mano amichevole sulla spalla, confortandola. "Non starai ancora aspettando che Ryo si decida?" aggiunse, notando lo sgomento della sua amica.
Kaori abbassò gli occhi, sentendosi messa a nudo di fronte all'osservazione dell'amica. Ripensando a tutti i suoi anni perduti nella speranza di un gesto da parte di Ryo, ai suoi ripetuti assalti su tutte le donne, e ora alla sua relazione con Reika, la rabbia tornò in superficie. Alzò lo sguardo, fissando l'amica con aria determinata.
"Kao, non fare quella faccia, non volevo offenderti" disse Eriko, intimorita.
"Hai ragione, Eriko, è ora che dimentichi quell'idiota e che pensi a me stessa!"
"Ah, così ti preferisco! Allora buona serata mia cara, conto su di te per raccontarmi tutto" le disse strizzandole l'occhio. Baciò l'amica e se ne andò.
Kaori tornò da Daisuke, ancora appoggiato al bancone, ordinò un altro bicchiere sotto lo sguardo stupito dell'uomo.
 
 
Ufficio del signor Hiroshi
 
Era da un po' ormai che il proprietario dell'hotel e i due partner parlavano per giungere al punto sugli elementi della serata. Hiroshi aveva un appuntamento nei salotti privé con Hansuke per parlare della loro collaborazione. Hiroshi e il signore della droga avevano concordato di rendere disponibile la struttura per 'reclutare' clienti facoltosi durante feste esclusive.
"Dovrete solo godervi la serata, e io verrò a cercarvi per presentarvi al signor Nagasaki"
"Per noi va bene! Le consumazioni sono ovviamente offerte dalla casa, immagino!" fece Ryo, soddisfatto della propria osservazione.
L'uomo si schiarì la gola, capendo dove Ryo voleva arrivare.
"Uhm...non era quello che era stato concordato, signore..."
"La informo che abbiamo già pagato per la camera. Vista la delicata situazione in cui si trova, potrebbe venirci incontro!" disse Ryo, minaccioso. Ryo non sopportava quel genere di uomo. Non era meglio di Hansuke. Se Saeko non gli avesse messo le mani addosso, si sarebbe ingozzato di soldi grazie a quell'associazione criminale. Era contento di poter danneggiare l'uomo in questione.
"Negozio solo con il commissario Nogami, signor...signor?"
"Saeba, Ryo Saeba!" rispose Ryo, lo sguardo nero. Con un gesto tirò fuori la Python e la puntò sull'uomo.
"Ryo, ma che stai facendo? Non è il momento!" disse improvvisamente Reika, in preda al panico. Hiroshi riconobbe il nome di Ryo e spalancò gli occhi.
"L'Angelo della morte..." sussurrò.
"Proprio lui!" fece Ryo, sicuro di sé.
"Ryo, abbassa la pistola, per favore!" lo implorò Reika.
Hiroshi deglutì a fatica e si alzò rapidamente.
"Mi dispiace, signor Saeba, ovvio che potete approfittare del bar quanto volete!" fece, prendendo a inchinarsi ripetutamente.
"Alla buon ora!" rispose Ryo, sorridendo. Ryo e Reika uscirono dall'ufficio, entrarono nell'ascensore e scesero al secondo piano per recarsi alla festa. Arrivando vicino all'ingresso, Ryo vide uscire una giovane donna, riconoscendola troppo bene.
"Eriko!" disse con voce che non voleva così alta. La giovane donna si voltò, ritenendo di aver sentito il suo nome, ma vide solo un uomo di schiena, che sembrava baciare una donna contro il muro del corridoio.
"Ce ne sono di impudici! Sappiate che questo è un hotel e ci sono delle camere!" disse loro, con aria disgustata. Nella fretta e vedendo Eriko girarsi, Ryo non aveva trovato altra soluzione che placcare Reika contro il muro e nascondere i loro volti. Le loro bocche erano così vicine che l'uno come l'altra sentirono lo scambio del loro respiro caldo.
"Penso che se ne sia andata, Ryo!" disse Reika, cercando di controllare la propria agitazione. Ryo si allontanò rapidamente e fece finta di sistemarsi la giacca. Aveva avuto davvero paura che Eriko lo vedesse con Reika. Avrebbe immaginato il peggio e senza dubbio gli avrebbe fatto una lavata di capo. Quella missione stava diventando sempre più complicata.
 
 
*circa 4000€

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Capitolo 11
*** Capitolo Undici ***


"So a cosa stai pensando, Ryo!" disse Reika appropriandosi del braccio dell'uomo. Ryo la guardò, interrogativo.
"Hai approfittato della presenza di Eriko per avvicinarmi a te. Ma sai che non ne hai bisogno, tesoro" gli disse, sistemando il suo papillon e approcciandosi pericolosamente a Ryo. Reika non aveva affatto capito. Ryo non pensava a un loro riavvicinamento, ma alla paura di essere sorpreso da Eriko, colto in fallo. Improvvisamente pensò a Kaori. Lei era lì? Quel giorno avrebbe dovuto lavorare con Eriko. Sarebbe stata presente? Poi sorrise e si disse che non era da lei frequentare posti del genere, non era fatta così. E, timida com'era, non sarebbe rimasta senza Eriko, si sarebbe aggrappata a lei come a un salvagente.
Quando arrivarono all'ingresso, guardò rapidamente la stanza. Una cosa era certa, c'era folla. Si concentrò per vedere se avrebbe individuato il suo compare americano. Dopotutto, era incaricato di vegliare su Kaori. Il fatto di non scorgerlo lo rassicurò. Avrebbe potuto portare a termine la sua missione con Reika.
"Reika, approfitteremo della folla per separarci. Hai dieci minuti per installare le telecamere di sorveglianza" le disse, abbracciandola.
"Va bene, comincerò con i bagni!" rispose lei durante la loro stretta furtiva. "Vado a rifarmi il trucco, amore" disse con tono più alto per le orecchie indiscrete. Colse l'occasione per lasciargli un casto bacio sulle labbra. Ryo sorrise, divertito dall'attrazione che lei provava per lui.
 
 
Dall'altra parte della pista da ballo, gli effetti dell'alcool iniziavano a pesare su Kaori. Decise di fermarsi prima di non essere più in grado di tornare indietro. Ebbe un improvviso lampo di lucidità e si domandò come sarebbe tornata a casa ora che era bloccata in quella festa, sola, con un uomo che conosceva poco. Se in precedenza qualcuno le avesse detto che avrebbe vissuto un momento del genere, non ci avrebbe creduto di certo. A poco a poco che usciva dai suoi pensieri, alzò lo sguardo verso Daisuke che non la mollava. Si guardarono a lungo, senza dire una parola. Lei era seduta su uno sgabello, a gambe incrociate. Daisuke era di fronte a lei, appoggiato al bancone. La sala era poco illuminata, solo le luci sulla pista da ballo e qualche candela sui tavoli conferivano una lieve luce ai loro volti. Più Kaori lo guardava, più il viso di Daisuke cambiava. La semioscurità giocava sui suoi lineamenti. Strinse gli occhi come per ottenere una risoluzione su quel viso, scoprendo che lo conosceva troppo bene. Non vedeva più Daisuke, ma il suo partner.
Persa nella sua fantasticheria, non lo vide mentre si chinava e la baciava. Trascinata dalla visione, chiuse gli occhi e si lasciò scivolare in quella sensazione che trovò squisita. Quando la sua lingua stuzzicò quella di lei, non si rende conto di essersi lasciata istintivamente andare tra le sue braccia. Durante quello scambio, una visione del suo incubo in cui sorprendeva Ryo e Reika che univano i loro corpi, improvvisamente la strappò dalla sua immaginazione. Aprì gli occhi e realizzò che non stava baciando Ryo, ma Daisuke. Il ritorno alla realtà fu come una scossa elettrica e, come se Daisuke l'avesse avvertito, lasciò delicatamente la sua bocca per andare ad accarezzarla con un dito.
"Baci davvero bene...la tua bocca è così dolce, Kaori. Aspetto questo momento da quando ci siamo visti su quel marciapiede" disse senza distogliere lo sguardo da lei. Kaori era più che imbarazzata. Non era quella che voleva. L'alcool e il poco che aveva mangiato avevano turbato i suoi sensi. Doveva riprendersi, trovare un modo per respingere quell'uomo senza ferirlo. Come avrebbe giustificato il suo gesto? Come non offenderlo? Si allontanò da lui lentamente.
"Daisuke...io...scusami, ma devo andare a rinfrescarmi un po'" disse, colta di sorpresa per quello che era appena successo. Daisuke la guardò partire verso i servizi.
 
 
Ufficio del signor Hiroshi
 
I due uomini d'affari erano faccia a faccia sotto la stretta sorveglianza di quattro uomini armati.
"Sono molto felice di poter collaborare con lei, signor Nagasaki. Spero che il nostro stabilimento le permetta di far prosperare la sua attività e di conseguenza la nostra" disse il signor Hiroshi, soddisfatto del contratto appena firmato con Hansuke.
"Lo stesso vale per me, signor Hiroshi. Sono lieto di vedere che mantiene le sue promesse. Signori, è tempo per noi di andare a goderci la serata" disse Hansuke alzandosi e sistemandosi la giacca. Prima di uscire, si abbassò su uno dei suoi uomini.
"Dite agli altri di portare la mia dama di compagnia" gli disse.
"Già fatto, signore. Sta aspettando nel privé"
"Perfetto. Beh, penso che possiamo andare, ora" disse Hansuke, soddisfatto. "Tenetela d'occhio durante la serata. Non voglio avere una fuggitiva da gestire oltre ai nostri affari" aggiunse, minaccioso.
"Capito, capo"
"Signor Hiroshi, a dopo!"
"A dopo, signor Nagasaki!"
 
 
Salone
 
Dal canto suo, Ryo vide Reika andare a individuare dei punti morti dove installare le telecamere. Non voleva lasciare nulla al caso e sapeva che il posto di sorveglianza dove si trovava Saeko non era sufficiente per la completa visibilità. Doveva ugualmente stare attento con il proprietario dell'hotel, aveva ancora dei dubbi su di lui. Si guardò intorno e notò rapidamente una ventina di uomini armati. Dovevano fare parte della gang. Doveva giocare bene le sue carte.
Una bella hostess gli si avvicinò con un vassoio.
"Signore, un bicchiere di champagne?" gli propose.
"No, grazie, signorina. Forse più tardi"
Lei si recò da altri clienti.
Nel frattempo, Kaori si era precipitata in bagno. Finalmente al riparo dagli sguardi, cercò di riprendersi.
"Che ti è preso, Kaori? Come hai potuto lasciarti andare così?" si disse. "Ryo ha ragione, che idiota sono a volte"
Ryo...ancora lui. Non riusciva a toglierlo dalla sua mente. Soffriva per quell'ossessione. Non poté trattenere le lacrime. Per il proprio benessere e il proprio futuro, avrebbe dovuto mettere fine alla sua fissazione per quell'uomo che non aveva le sue stesse aspettative.
Il rumore della porta la fece uscire dai suoi pensieri. Sentì dei tacchi schioccare sul pavimento.
Reika era entrata in bagno senza sospettare della presenza di Kaori. Guardò il luogo e cercò un punto strategico dove lasciare una prima mini telecamera. Vide il segnale dell'uscita di emergenza, prese una sedia lì vicino e la usò per arrivare a fissare rapidamente la telecamera. Poi scese per recarsi verso il lavandino per sciacquarsi le mani.
Kaori fu aizzata dai rumori che sentì, si tolse i tacchi, si arrampicò sul water e quando vide la fonte dei rumori, inciampò e cadde lungo il muro.
Reika si girò, sorpresa dal fracasso.
"Tutto bene? Si è fatta male?"
Sull'istante, si preoccupò davvero per la persona all'interno della toilette. Poi si arrabbiò con se stessa. Presa dall'emozione del bacio che aveva dato a Ryo, aveva dimenticato di verificare, entrando in bagno, se ci fosse qualcuno che avrebbe potuto sorprenderla. Ansiosa di sapere cos'aveva potuto vedere la sconosciuta, aspettò che uscisse.
Kaori non rispose alla domanda di Reika. L'avrebbe sicuramente riconosciuta. Notando il silenzio e che la donna non se ne andava, decise di uscire, mandando Reika in confusione.
"Ka...Kaori?! Ma che ci fai tu qui?!" chiese Reika, sbalordita dalla sua presenza. Kaori cercò di mostrarsi sicura.
"Ho accompagnato Eriko per divertirmi un po'" rispose, leggermente tesa di fronte a colei che aveva rubato il cuore dell'uomo che amava.
"Eriko..." mormorò Reika, riflettendo. Sentendo quel nome, Reika ebbe un lampo. Ripensò a quello che era successo qualche momento prima con Ryo. Si rese conto che Ryo non aveva fatto in modo di avvicinarsi maggiormente a lei per desiderio, ma perché non voleva essere sorpreso dall'amica di Kaori. Il suo ego ricevette un colpo. Come aveva fatto a non pensarci prima? Anche quando era in sua compagnia, Ryo non poteva fare a meno di pensare alla sua rossina. Reika cominciò a sentirsi infastidita e arrabbiata.
"E tu? Posso sapere cosa ti porta qui?" la interrogò Kaori.
"Come te, sono qui per divertirmi" rispose Reika, leggermente alterata. Le due donne si guardarono per un momento. Kaori abbassò lo sguardo, stanca della situazione. Voleva replicare, ma notò l'anello che Reika indossava. Il cuore le balzò in petto. La verità la colpì duramente in faccia. Il suolo crollava sotto i suoi piedi. Nonostante l'effetto nefasto che quella visione ebbe su di lei, cercò di non far trasparire nulla. Bruciava dalla voglia di scoprire il segreto di quell'anello. Voleva che tutte le maschere cadessero, ma rimase in silenzio. Nessun suono poteva uscire dalla sua bocca poiché lo stupore l'aveva paralizzata.
Reika aveva visto il suo sguardo indugiare sulla sua mano sinistra. Capì rapidamente che Kaori aveva notato l'anello. Anche se era a un milione di miglia dall'immaginare a cosa stesse pensando Kaori, pensò velocemente a Ryo e alla possibilità che Kaori potesse vederlo, mettendo a repentaglio la missione. Kaori doveva andarsene in fretta e non parlare con Ryo, altrimenti tutto rischiava di andare in frantumi, comprese le proprie intenzioni verso di lui. Presa dalla situazione e dai propri sentimenti verso lo sweeper, afferrò le redini.
"Ascolta, Kaori, forse è il momento che tu lo sappia, Ryo..." cominciò a dire Reika.
"Fermati, Reika" la interruppe Kaori, risollevando gli occhi su di lei. "Non penso di voler sapere nulla" disse, nervosa.

 

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Capitolo 12
*** Capitolo Dodici ***


Dal canto suo Ryo, dopo aver individuato gli uomini armati, si diresse verso l'uscita di sicurezza. Una volta nella tromba delle scale, sistemò a sua volta una microcamera. Terminato quel compito, tornò nel salone. Trovò curioso che Reika non tornasse dal bagno. Si fermò davanti alla porta dei servizi. Si guardò intorno e seppe di essere sorvegliato. Bussò leggermente.
"Reika, mia cara, ne hai per molto?" disse senza entrare.
Kaori, interpellata da quella voce così familiare, guardò sorpresa la porta. I suoi occhi continuarono a spostarsi dalla porta a Reika
"Lui è qui?" fece, impanicata.
"Dammi cinque minuti, ho bisogno di rinfrescarmi, amore!" rispose Reika a voce più alta, senza distogliere lo sguardo da Kaori. Non voleva soprattutto che Kaori si precipitasse fuori dalla porta e facesse una scenata a Ryo.
"Va bene. Non metterci troppo comunque" disse Ryo.
"Aspettami, arrivo" replicò Reika.
Kaori era senza parole di fronte a quello scambio. Come potevano tutti e due prendersi gioco di lei? Come aveva potuto, lei, essere così cieca? Come poteva Ryo essere così spregevole? La rabbia iniziava a montare in lei. Non era un solo martello quello che avrebbe voluto tirare fuori, ma tutta l'artiglieria. Nonostante il vortice di sentimenti che provava, riuscì a riprendere parola, doveva sentirlo.
"Dura da tanto? Intendevate dirmelo?" chiese freddamente.
Reika sapeva di avere di fronte una bomba a orologeria. Doveva giostrarsi molto bene. Doveva allontanarla brutalmente da Ryo e sapeva che le era rimasta solo una carta da giocare.
"Da un po', sì. Ascolta, Kaori, Ryo non voleva dirtelo, non pensava fosse necessario. Dopotutto, eravate solo partner, capisci?" disse Reika pensando di stroncare Kaori.
"Non necessario...eravate partner..." ripeté Kaori lentamente, annientata da tali rivelazioni. "Eravate? Perché non lo siamo più?" fece, sperando di potersi aggrappare a un ultimo ramo.
"Certo, non ti ha detto nulla nemmeno di questo" rispose Reika, distogliendo lo sguardo da Kaori per concentrarsi sul proprio riflesso allo specchio. "Non te ne sei accorta? Avete lavorato molto ultimamente, ma poi niente. Ryo voleva mettere da parte del denaro e sistemarsi con me. Pensava che potessimo dar vita a una nuova partnership, e visto che Eriko spesso ti chiedeva aiuto per il suo lavoro, pensava che prima o poi te ne saresti andata"
Kaori accolse le rivelazioni come colpi da fuoco che le trafiggevano il corpo e il cuore. Si aggrappò al bordo del lavandino per non crollare sul pavimento. Si portò una mano alla bocca per soffocare un singhiozzo. Il suo sguardo tornò alla porta. Sapendo che lui era lì dietro, provò disgusto. La sensazione fu così forte che vomitò nel lavabo.
"Mio dio, Kaori, stai bene?" disse Reika cercando di avvicinarsi. Kaori, ancora china sul lavandino, alzò una mano per segnalarle di fermarsi. Senza guardarla, parlò di nuovo.
"Non un passo in più, Reika! Non avvicinarti!" disse, affranta. "Fammi un favore, vattene da qui, lasciami stare. Andatevene tutti e due, non voglio più vedervi" aggiunse con falsa calma. Reika non si fece pregare e obbedì.
"Puoi dirgli che domani me ne andrò. E per quanto riguarda la sua promessa, può dimenticarla. Non ho bisogno di lui" disse Kaori, con sguardo duro.
Reika non rispose, aspettò che Kaori si allontanasse un po' e uscì per raggiungere Ryo.
"Qualcosa non va?" le chiese Ryo, vedendo il suo volto un po' confuso.
"No, no, tutto bene. Ma penso di essermi fatta notare da uno degli uomini. Non ne sono sicura" rispose lei cercando di distrarlo.
"Cosa?" si innervosì Ryo.
"Calmati, ti ho detto che non sono sicura" disse, riprendendosi.
"Sarà il caso che tu lo sappia rapidamente, ci cercano" disse lui guardando un uomo che avanzava verso di loro.
"I signori Nogato? Potete seguirmi, per favore?" disse l'uomo.
Ryo e Reika si guardarono senza sapere cosa ciò presagisse. Seguirono l'uomo che li condusse al piano di sopra in un salotto privato.
Reika si guardò alle spalle per assicurarsi che Kaori non fosse ancora uscita.
"Cosa stai guardando in quel modo?" chiese Ryo, notando il suo comportamento strano.
"Nulla" rispose lei guardando in basso. Ce l'aveva un po' con se stessa per la bugia che aveva rifilato a Kaori. Ma si disse che era l'unica soluzione per allontanarla. Ma allontanarla da cosa, dalla missione? O da Ryo?
Nel frattempo, Ryo le diede un leggero colpo col braccio per riportarla alla realtà.
"Vi chiedo di aspettare un momento qui. Il signor Hiroshi e il signor Nagasaki non tarderanno ad arrivare. Nell'attesa, gradite bere qualcosa?"
"Volentieri!" disse Reika, che aveva davvero bisogno di un drink per rilassarsi.
"A quanto pare, ti sei fatta delle idee sbagliate, partner. La prossima volta, stai più attenta" le confidò Ryo all'orecchio.
Intanto, Kaori aveva grande difficoltà a rimettersi in sesto. Aveva la sensazione di essere in un incubo. Non poteva più restare lì. Soprattutto, non voleva incontrarli insieme. Era stato già abbastanza difficile vederli mentre si baciavano, ma beccarli a pavoneggiarsi in quanto coppia sarebbe stato insormontabile.
Doveva andarsene. Fece un profondo respiro e si diresse verso la porta. Quando posò la mano sulla maniglia, il ricordo di Daisuke e del loro bacio scambiato le tornò in mente.
"Come farò?" si disse. Si ricompose e decise di raggiungerlo. Lui non si era mosso. La aspettava, con un bicchiere vuoto in mano. Sembrava pensieroso. Quando la vide tornare, un sorriso gli illuminò il volto.
"Kaori, rieccoti finalmente! Ce ne hai messo di tempo!" le disse tendendole la mano.
"Mi dispiace Daisuke, non posso rimanere, sono stanca. La giornata è stata lunga" disse lei, facendogli abbassare la mano, rifiutando il suo invito.
"Capisco. Mi permetti di accompagnarti a casa?" chiese lui, non senza nascondere la delusione.
"Se vuoi" disse lei, con aria completamente persa.
"Chiederò al mio autista di preparare la macchina. Aspettami qui, non ci metterò molto" aggiunse, invitandola a sedersi.
Kaori si sedette sullo sgabello, sperando che Daisuke si sbrigasse. Abbassò lo sguardo sul bicchiere vuoto che aveva davanti, temendo di rivedere Ryo e Reika insieme.
 
 
Ryo e Reika attesero pazientemente il momento del loro appuntamento. Reika picchiettava con nervosismo sul bicchiere. Ryo posò una mano sulla sua per calmarla, poi rivolse lo sguardo in avanti e vide giungere Hiroshi. Guardandosi intorno per studiare le altre persone, i suoi occhi si posarono sulla figura di una donna dai capelli corti seduta al bar. Gli rivolgeva la schiena. Quella visione gli ricordò Kaori. Non poté fare a meno di chiedersi cosa stesse facendo in quel momento. Gli piaceva immaginarla nello stesso abito di quella donna, bella, snella, diabolicamente seducente. Non si rese conto che stava fissando la giovane donna, perso nei suoi pensieri. Fu allora che la donna si voltò e per Ryo fu uno shock. I suoi occhi si spalancarono per il panico. Cosa ci faceva lei lì? Con chi era? Perché era sola?
L'espressione sul suo viso era così triste, così sconvolta. A cosa stava pensando? Perché aveva un'aria così stravolta? Voleva raggiungerla per chiederle di tornare a casa ma non poteva, era ingabbiato in quella dannata missione. Nella sua testa si creò un immediato legame, la missione. Avrebbe potuto correre un reale pericolo rimanendo lì. Ma come avvertirla senza farsi notare? Fu allora che vide un uomo andare incontro a Kaori. Ryo si sentì a disagio mentre li guardava. Provava grande preoccupazione nel saperla in compagnia di un uomo che non conosceva. Poco a poco, l'inquietudine si trasformò in vera gelosia, quando vide che lui posava la giacca sulle sue spalle. Nonostante i suoi occhi tristi, la trovava meravigliosamente bella. L'abito che indossava sposava perfettamente le sue curve. Era terribilmente attratto da lei in quel momento. Vederla vestita così lo faceva impazzire. Sapeva che era bella al naturale, ma quella sera stava risvegliando qualcosa in lui che gli era difficile frenare.
Kaori lasciò che Daisuke le coprisse le spalle con la giacca, poi si fecero spazio tra la folla. Mantenne lo sguardo basso, permettendo a Daisuke di guidarla all'uscita. Ryo la guardò allontanarsi con lo sconosciuto, preoccupato. In preda al panico, scrutò la sala, sperando di trovare Mick. Ma non vide nessuno. Sapeva che il suo amico era coscienzioso, era inconcepibile che avesse lasciato Kaori da sola.
Intanto, Kaori continuava a seguire Daisuke, che lottava per trovare un varco tra la folla. Alla fine uscirono senza troppi problemi. Una volta in corridoio, lei e Daisuke si fermarono improvvisamente. Kaori alzò gli occhi senza capire perché l'uomo si fosse fermato.
"Daisuke!" disse un uomo di fronte a loro, alzando le braccia al cielo. Assomigliava molto a Daisuke. Avevano gli stessi lineamenti, solo una cicatrice lungo l'arcata sopraccigliare e rughe più marcate li differenziavano.
"Hans..." mormorò Daisuke, stringendo più forte la mano di Kaori. Kaori lo guardò interrogativamente. Ma quando vide l'altro uomo avvicinarsi, capì subito che erano imparentati.
Hansuke abbracciò suo fratello, poi spostò lo sguardo su Kaori.
"Chi è quest'affascinante signorina, fratellino?" chiese, con un sorriso malizioso.
"Hansuke, lei è Kaori. Kaori, lui è mio fratello Hansuke..." rispose Daisuke, abbassando lo sguardo, a disagio. Kaori avvertì lo stesso imbarazzo. Qualcosa di quell'uomo la infastidiva. Il suo sguardo penetrante la metteva molto a disagio.
"Incantato, Kaori!" disse Hansuke, abbassandosi per baciarle la mano. "Vedo che mio fratello ha sempre buon gusto. Dai, non smetterai mai di deliziare i miei occhi con le tue nuove conquiste" aggiunse, con aria altezzosa.
"Non sono una conquista, signore!" disse Kaori sfidandolo con lo sguardo, non dando a Daisuke tempo di rispondere. Daisuke strinse di nuovo la mano di Kaori, che lo guardò. Lui scosse leggermente la testa facendole capire di tacere.
"Selvaggia, soprattutto! Mi piace molto. Ovviamente ci farà l'onore di unirsi a noi"
"In realtà stavo per accompagnare Kaori a casa" disse Daisuke.
"Ti ricordo che abbiamo un appuntamento, Dai, non c'è tempo per le tue storielle d'amore al momento. Kintaro si occuperà di accompagnare la signorina" disse Hansuke, più serio. Kaori ribollì di rabbia per la sua osservazione. Aveva moltissima voglia di tirare fuori un martellone. In quel momento, altri due uomini si avvicinarono, una donna era tra di loro.
"Capo!" lo interpellò uno dei due.
"Eccoti finalmente! Stavo diventando impaziente" replicò Hansuke.
"Mi scuso, capo, ma lei aveva bisogno di una sistemata" disse uno dei due uomini con un ghigno.
La giovane donna era molto bella, indossava un lungo abito di lustrini bordeaux. I suoi lunghi capelli corvini erano leggermente ondulati e coprivano parte del suo viso. Più gli uomini si avvicinavano, più il suo viso veniva esposto. Notando i suoi lineamenti, Kaori rimase a bocca aperta per la sorpresa.
"Mayumi..." sussurrò. Avrebbe potuto riconoscere la donna prima se solo quest'ultima avesse avuto la forza di sollevare il volto. Kaori era inorridita nel vedere la donna sballata. Sembrava molto stanca e il suo viso era vuoto di ogni espressione. Aveva avuto l'opportunità di incontrarla diverse volte durante i lavori proposti da Eriko. Era molto simpatica e piena di vita. Aveva un corpo in grado di far girare più di una testa. Molti uomini cercavano di corteggiarla. La donna che aveva davanti non era più nemmeno l'ombra di se stessa. Nonostante lo strato di trucco, il volto sembrava segnato.
Hansuke notò lo sguardo di Kaori che esaminava Mayumi.
"Vi conoscete?" chiese, interrogando entrambe.
Mayumi alzò gli occhi su Kaori e la sua espressione divenne di angoscia. Risposero all'unisono.
"No, non penso!" rispose Kaori.
"Ka...Kaori!" ribatté Mayumi.
Hansuke, con aria dubbiosa, guardò di nuovo suo fratello.
"Penso che dovrai rivedere i tuoi piani, Dai. Mi farete il piacere di unirvi tutti e due a noi. Mi piacerebbe saperne di più su di lei, Kaori"
"Hans, no! Non è posto per lei" replicò Daisuke, preoccupato per ciò che stava succedendo.
"Dai, non è una proposta ma un ordine! Sono il capo, non dimenticarlo!" si innervosì Hansuke. Daisuke abbassò lo sguardo.
"Va bene, ma lasciami un momento con lei. Ti chiedo cinque minuti. Andate, vi raggiungeremo"
"Ok, cinque minuti, non uno di più. E non dimenticare che la voglio con noi, non contrariarmi" disse Hansuke, indicando Kaori. Hansuke, Mayumi e i due uomini entrarono nella sala. Mayumi lanciò un'ultima occhiata supplicante a Kaori. Quest'ultima prese quell'espressione come un grido angosciato. Si sentiva impotente di fronte a quella situazione. Avrebbe tanto voluto aiutare la giovane donna. Si rivolse a Daisuke, che aveva un'aria smarrita.
"Cosa significa tutto questo, Daisuke?" gli chiese cercando di captare la sua attenzione.
"Io...mi dispiace, Kaori, non volevo coinvolgerti" rispose, fuggendo con lo sguardo.
"Coinvolgermi in cosa?" chiese lei preoccupata.
"Non posso dirti niente, non so cos'abbia in mente mio fratello. Sembravi aver riconosciuto la donna, è una tua amica?" domandò imbarazzato.
"Sì e no. L'ho incontrata alle sfilate di Eriko, l'ho incrociata in diverse occasioni. È da un po' che non si presentava alle sfilate. Eriko pensava che..." Kaori emise un piccolo grido di terrore. "Mio dio, Mayumi! Che cosa le ha fatto tuo fratello?" gli chiese con sguardo insistente. Daisuke si murò nel silenzio.
"Daisuke, rispondimi! Hai visto in che condizioni era? Dobbiamo aiutarla!" disse Kaori scuotendolo per le spalle, volendo tirarlo fuori dai suoi sogni a occhi aperti.
"Non possiamo, Kaori!" rispose Daisuke, risoluto. Kaori lo guardò, disgustata.
"Come puoi lasciare che accada? Se non vuoi aiutarla tu, allora lo farò io" disse determinata, dirigendosi verso l'ingresso della sala. Daisuke la trattenne per un braccio, sempre senza guardarla, Kaori si voltò e attese che parlasse.
"Mio fratello...mio fratello non ha fatto nulla. Sono stata io a presentarla" rispose Daisuke, con aria colpevole. Kaori si sentì persa a quelle rivelazioni. Come aveva potuto agire così, quell'uomo dai tratti angelici. Lo interrogò con lo sguardo, in attesa di ulteriori spiegazioni.
"Assumo giovani donne per fare da escort a clienti facoltosi. Fa parte dei miei affari. A volte Hansuke ha bisogno di una di loro per le sue cene di lavoro. Credimi, Kaori, non ne vado fiero"
Kaori rimase sbalordita da ciò che aveva appena sentito, liberò bruscamente il braccio dalla sua presa. Lo guardò schifata. "Sei un essere spregevole! Come fuoi fare questo! Mi fai schifo"
Sul punto di andarsene, lui le strinse il braccio.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo Tredici ***


Mentre Ryo cercava invano il suo amico americano, e non riuscendo più a reperire Kaori con lo sguardo, si sentì prendere dall'ansia. Reika notò il suo strano comportamento.
"Che succede Ryo? Sembri preoccupato" disse accarezzandogli il braccio.
"Kaori è qui!" rispose lui, con aria sconfitta. "Devo assolutamente parlarle!" aggiunse.
"Non vorrai lasciarmi qui da sola!" si seccò Reika.
"Non capisci, è con un uomo, è in pericolo!" replicò.
"Ma ti senti? Chi ti dice che è in pericolo? Magari ha incontrato qualcuno e vuole divertirsi un po', tutto qui"
Ryo sembrò riflettere per un momento. In effetti lei non sembrava in pericolo. Quell'uomo non era necessariamente un malintenzionato. Dopotutto, non era quello che voleva, che lei trovasse la felicità e fuggisse dall'ambiente in cui lui l'aveva immersa. Perché era così difficile saperla con qualcuno di diverso da lui? Non accettava che un altro uomo potesse toccarla dopo essersi trattenuto per anni. Il suo viso si tese al pensiero che Kaori potesse essere toccata e baciata da un altro uomo. Si rese conto improvvisamente che non riusciva a lasciarla andare. Mentre giungeva alla decisione di andarle incontro, Reika lo trattenne e gli fece segno di guardare avanti.
"Guarda, Ryo, penso che sia il nostro uomo!" disse Reika vedendo il signor Hiroshi che stringeva la mano ad Hansuke. Ryo fu colto di sorpresa, non poteva lasciare Reika da sola con quegli uomini. Avrebbe atteso il momento giusto per eclissarsi e chiamare Mick alla riscossa.
Gli uomini salirono i gradini. Giunti al salotto privato, il signor Hiroshi indicò Ryo e Reika ad Hansuke che sorrise alla vista della coppia di sposi.
"Signori Nogato! Lieto di conoscervi, finalmente!" disse Hansuke stringendo loro la mano. "Io sono Hansuke e questa è una mia amica, Mayumi"
La donna annuì leggermente.
"Signore, signora" dissero Reika e Ryo salutandoli a loro volta.
"Per favore, niente formalità, chiamateci Hansuke e Mayumi" rispose l'uomo, con un sorriso infelice.
"A condizione che voi ci chiamiate Ryo e Reika" disse Reika, sorridendo.
"Reika...che bel nome...lasci che glielo dica, Ryo, ha una moglie bellissima!" aggiunse Hansuke.
"Grazie. Cos'aspettiamo per arrivare al nocciolo della questione?" disse Ryo, che aveva fretta di andarsene.
"Forza, nessuno ci mette fretta. Godiamoci questa serata" disse Hansuke, sorpreso dalla premura di Ryo.
Reika guardò Ryo con disapprovazione. Mentre Hansuke ordinava da bere per tutto il tavolo, lei ne approfittò per chinarsi a sussurrargli nell'orecchio.
"Che ti prende? Vuoi compromettere la missione? Se è per Kaori, non preoccuparti per lei, sta bene!"
"Cosa te lo fa dire?" rispose Ryo, innervosito.
"Perché ho avuto occasione di parlarle..."
"COSA?!" disse Ryo ad alta voce, facendo reagire Hansuke.
"Calmati, per favore!" disse Reika posandogli una mano sul viso, cercando di placarlo.
"Che succede?" fece Hansuke sospettoso.
"Niente, niente...mio marito è un po' nervoso, non si preoccupi" disse lei, cercando di salvare le apparenze. Ryo rimase in silenzio per un momento. Scosso dalla rivelazione da Reika, sentì la rabbia montare. Perché lei non gli aveva detto del suo incontro con Kaori? A cosa stava giocando? Tutto ciò non gli diceva niente di buono. Le lanciò uno sguardo omicida. Reika lo avvertì e guardò in basso, a disagio.
"Ho quello che serve per farla rilassare, Ryo!" disse Hansuke porgendogli un bicchiere, con un sorriso malizioso. "Se non vi dispiace, aspetteremo il mio socio prima di iniziare a parlare di affari"
Hansuke si rivolse a uno dei suoi uomini e gli fece capire di andare a cercare Daisuke.
A pochi metri da loro, lontani da occhi indiscreti, Kaori era alle prese con Daisuke.
"Lasciami, per favore!" lo rimproverò.
"Mi spiace, Kaori, ma non posso farlo" rispose lui senza mollare la presa.
Lei lo fucilò con lo sguardo.
"Allora lasciami tornare a casa! Ne ho abbastanza per stasera"
"Anche io. Credimi, Kaori, non volevo arrivare a questo punto con te. Mi piaci davvero e me ne voglio per averti coinvolto in questa storia" disse con aria penosa.
"Ti piacevano anche tutte quelle di cui hai venduto l'anima? Ti piacevano anche loro?" disse lei, divincolando il braccio.
"Ti sbagli, con te è diverso!" le disse, offeso dalle sue parole. "Non ci conosciamo da tanto, ma credimi, tengo davvero a te, Kaori"
"Hai ragione, Daisuke, non ci conosciamo! E preferirei dimenticare il nostro incontro"
"Non dire così, anche tu tieni a me" disse lui avvicinandosi pericolosamente a lei. Kaori indietreggiò mentre lui avanzava, e si trovò schiacciata contro il muro.
Daisuke la bloccò con il proprio corpo. Posò una mano su ciascun lato del viso di Kaori. Lei distolse lo sguardo, porgendogli la guancia. Daisuke distava pochi centimetri. Kaori poteva sentire il suo respiro caldo e ansimante sulla gota.
"Hai già dimenticato il nostro bacio di prima?" le sussurrò all'orecchio.
Kaori girò il capo e lo guardò negli occhi.
"Non avrei mai dovuto permetterlo, è stato un grosso errore"
"Per essere stato un errore, ci hai messo molta passione!" disse, sempre più vicino.
Infastidita dal fatto che lui potesse credere che lei avesse risposto al bacio per passione nei suoi confronti, lo schiaffeggiò violentemente.
"Non ero in me in quel momento. Ti proibisco di pensare che ci fosse passione. Ho solo pensato di baciare qualcun altro" gli urlò. Sorprendendosi da sola di quell'ammissione, si portò la mano alla bocca rimpiangendo di essersi spinta fin lì. Daisuke, ferito dal suo schiaffo, la guardò. Qualcosa era cambiato in lui. I suoi occhi avevano una sfumatura di follia. Kaori si spaventò per ciò che vi lesse e cercò nuovamente di scappare. Daisuke fu più veloce e la tenne per un braccio, la strattonò così da averla faccia a faccia. Colto da improvvisa rabbia, la schiaffeggiò a sua volta con violenza e lei cadde a terra, con la guancia segnata. Per la forza del colpo, l'angolo del suo labbro cominciò leggermente a sanguinare. Durante la caduta, un tacco era rimasto impigliato nel vestito, strappando un po' lo spacco e il microchip fissato sul bustino si staccò. Kaori si portò una mano sulla guancia come per calmare l'infiammazione, poi guardò Daisuke. Era impassibile davanti a lei. Si accovacciò, sollevò il trasmettitore e le parlò con voce falsamente calma.
"Ecco qua, un trasmettitore! Se c'è una cosa che non tollero, sono le spie" disse teso, fissandola.
Kaori guardò il trasmettitore senza comprendere.
"Io...non capisco!" mentì.
"Non sopporto gli sporchi bugiardi. Cos'avevi intenzione di fare? Intrappolarmi?"
"Daisuke, ti giuro che non so perché quel trasmettitore fosse su di me" disse lei supplicandolo con lo sguardo. Internamente, Kaori pregava perché, grazie a quell'oggetto, Mick potesse giungere in suo soccorso. "Se davvero fossi una spia, pensi che avrei voluto tanto tornare a casa? Pensi davvero che avrei fatto di tutto per scappare?"
Cercava disperatamente un modo perché lui le credesse, temendo che volesse eliminarla.
Daisuke sembrò riflettere. Poi la guardò di nuovo.
"Penso che tu sia una donna molto intelligente, Kaori"
Lei sostenne il suo sguardo nonostante fosse invasa dalla paura. Quando pensava che per lei fosse finita, Daisuke allungò una mano per aiutarla ad alzarsi.
"Ti concederò il beneficio del dubbio" disse, lasciando cadere il trasmettitore a terra e schiacciandolo col piede. "D'ora in poi, non ti toglierò gli occhi di dossi. Mi farai il piacere di accompagnarmi e collaborare. Sappi che se tenti qualche scherzo, sarò felice di eliminare tutte le persone che ti sono vicine" la minacciò. Gli occhi di Kaori si sbarrarono e la sua gola si annodò. Cercò di riprendere il controllo sulle proprie emozioni.
"Le tue minacce sono inutili, ho già perso tutte le persone che amavo" disse pensando a suo fratello e a Ryo, con aria triste.
"Davvero? E quel biondino con il quale sembravi intima alla sfilata della tua amica Eriko?" rispose, soddisfatto di avere il controllo su di lei.
"Mick! Eriko! Ti proibisco di fare qualsiasi cosa ai miei amici!" disse lei, fuori di sé.
"Eccoci, abbiamo toccato un punto sensibile. Se non vuoi che accada loro nulla, cerca di essere docile e collaborativa" disse con sguardo oscuro.
Kaori abbassò lo sguardo, afferrò la mano che lui tendeva e lo seguì. Rientrarono nella sala e si diressero verso i salotti privati al piano superiore. Daisuke la precedeva, lei lo seguiva senza lasciargli la mano, guardando in basso. Era terribilmente spaventata ma anche molto innervosita. Innervosita per la svolta degli eventi, innervosita per essere così debole. Doveva ricomporsi. Forse era un'opportunità per mettersi alla prova. Dopotutto, non era la metà di City Hunter per niente. La metà di City Hunter...come poteva ancora pensare di esserlo. All'improvviso, il flash del suo incontro con Reika le tornò in mente. Non era più la sua partner e Ryo non si era preoccupato di dirglielo.
Venne investita improvvisamente dalla tristezza. Era di nuovo sola. Dopo aver perso suo fratello, doveva perdere anche il suo partner, colui che considerava come la sua famiglia, il suo unico pilastro, il suo unico amore. Daisuke, notando che era smarrita nelle sue fantasticherie, le tirò il braccia per richiamarla all'ordine. "Non dimenticare i tuoi amici, Kaori..." disse inclinandosi leggermente verso di lei. "Prendi questo e pulisciti la bocca, non vorrei che ti facessi notare dai clienti" le disse porgendole un fazzoletto. Lei lo guardò, con occhi pieni di odio, ma obbedì.
Hansuke, che era rivolto verso le scale, vide suo fratello arrivare.
"Dai! Eccoti finalmente! Hai decisamente oltrepassato i cinque minuti accordati" disse alzando le braccia per accoglierlo. Nello stesso momento, Ryo e Reika, che erano di spalle rispetto ai nuovi arrivati, si alzarono e si voltarono. Non notarono subito la presenza di Kaori, nascosta dietro Daisuke, impugnata a togliere il sangue dall'angolo della bocca. Le tremava la mano e sussultava a ogni contatto della stoffa contro la bocca ferita, segnata appena da un piccolo squarcio. La guancia le faceva ancora male.
Come poteva Daisuke pensare che un semplice fazzoletto avrebbe cancellato il segno?, si disse.
"Mi dispiace Hans, un piccolo problema da risolvere" rispose Daisuke nervosamente.
Hansuke si voltò verso Ryo e Reika.
"Signori Nogato, vi presento il mio fratello e socio Daisuke. E...dov'è la tua affascinante accompagnatrice, Dai?" chiese Hansuke cercando Kaori. Daisuke strattonò violentemente il braccio di Kaori costringendola a farsi avanti. Teneva ancora in mano l'estremità del fazzoletto macchiato di sangue mentre finiva di tamponarsi la bocca. Sorpresa dal rapido gesto, alzò bruscamente gli occhi per affrontare i suoi interlocutori. In un decimo di secondo, incontrò lo sguardo confuso di Ryo. Sentì un dolore folgorarle il cuore. Quel dolore, Ryo lo vide nei suoi occhi senza capire cosa stesse succedendo. Si fissarono a lungo, incapaci di pronunciare parola. Ryo notò subito il viso ferito di Kaori. Serrò la mascella al pensiero che qualcuno avesse potuto colpirla. Aveva solo un desiderio, afferrare la sua arma e liberarla dalla presa di quel mostro in piedi accanto a lei.

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Capitolo 14
*** Capitolo Quattordici ***


Reika, avvertendo la tensione di Ryo, gli accarezzò i capelli avvicinandosi al suo orecchio.
"Per favore, ricomponiti, non possiamo tirare fuori le armi, ci sono troppe guardie e persone innocenti!" gli sussurrò all'orecchio.
Ryo sembrò ascoltarla a metà. Continuava a fissare Kaori, disperato. Kaori era completamente persa. Dopo lo shock di aver incontrato lo sguardo di Ryo, osservò entrambi senza sapere cosa stesse succedendo. Eppure aveva ben sentito, 'signori Nogato', cosa significava? Guardò l'uno e poi l'altra, a turno, alla ricerca di risposte alle sue domande, ma tutti rimasero in un profondo silenzio. Fu Reika a rompere il ghiaccio.
"Incantata, Daisuke!" disse tendendogli la mano.
Daisuke la salutò, poi tese la mano a Ryo.
"Signor Nogato!"
Ryo, che continuava a fissare nervosamente Kaori, distolse lo sguardo per rivolgersi a Daisuke. I suoi occhi erano profondamente neri di odio. Fece immediatamente il collegamento tra il volto ferito della sua partner e l'uomo al suo fianco. Quando gli strinse la mano, vi mise tutta la collera e l'astio, provocandogli dolore. Internamente era impaziente di regolare i conti, facendogli pentire di essere nato. Aveva i nervi a fior di pelle. Tornò con lo sguardo su Kaori e i suoi occhi mostrarono compassione. Voleva accarezzare quello zigomo contuso e prenderla tra le braccia per confortarla.
Reika, d'altronde, perdeva la pazienza di fronte all'atteggiamento di Ryo. Se continuava a guardare Kaori in quel modo, la loro copertura sarebbe stata gravemente compromessa. Cercò un modo per distrarlo dalla sua partner.
"Ryo, tesoro mio, i signori diventeranno impazienti, perché non finiamo?" gli disse, posandogli una mano sul viso per recuperare la sua attenzione. Poco a poco, Kaori emerse dal suo letargo sotto lo sguardo bruciante di quello che considerava suo partner. Sentendo i falsi nomi, capì subito che Reika e Ryo erano in missione. Senza dubbio un'altra idea di Saeko, si disse ribollendo. Anche se la situazione era chiarita, Kaori non dimenticava le parole di Reika, 'Pensava che potessimo dar vita a una nuova partnership'. Dunque Ryo aveva chiesto a Reika di essere la sua partner e aveva messo da parte lei senza dirle una parola. Forse erano una finta coppia sposata, ma magari erano davvero una coppia di partner. A quel pensiero, ebbe difficoltà a contenere la rabbia. Tuttavia, si prese tempo per valutare la situazione e, di fronte al pericolo presente, soppresse le emozioni in profondità e stette al gioco, con sorpresa di Ryo.
"Signor Nogato" disse, tendendo la mano a Ryo, che la guardò stupito dal gesto. Impiegò un istante prima di capire l'atteggiamento di Kaori, e decise di prenderle la mano delicatamente. Kaori la porse poi a Reika, con uno sguardo nero.
"Signora Nogato" disse duramente.
Reika sospirò di sollievo, capendo che Kaori non avrebbe messo a rischio la loro missione. Ciascuna coppia si sistemò intorno al tavolo. Kaori e Daisuke furono di fronte a Ryo e Reika. Kaori fuggiva lo sguardo di Ryo, riluttante all'idea di leggervi dei rimproveri.
"Allora, Ryo, come possiamo sistemare gli affari con voi?" chiese Hansuke.
Ryo, in silenzio, pensava a come far uscire Kaori da lì. Reika gli diede un calcio sotto il tavolo per riportarlo alla realtà. Ryo le lanciò uno sguardo assassino, poi si riprese.
"Abbiamo saputo della vostra attività. Io e mia...mia..." balbettò Ryo, incapace di pronunciare quella parole di fronte a Kaori. Sapeva che l'avrebbe ferita di nuovo e, visto ciò che aveva appena passato, non poteva infliggerle anche quello.
"Sua moglie!" disse Reika, guardando Ryo con occhi ammonitori.
Kaori alzò lo sguardo e osservò Reika che rispondeva a Hansuke con aria orgogliosa. Avrebbe voluto scagliarle un martellone con la targa 'Resta al tuo posto, sgualdrina', ma dovette costringersi a tacere. Ryo vide lo sguardo arrabbiato di Kaori, era molto a disagio di fronte alla sua partner. Percepiva tutto il suo astio ma avrebbe voluto incontrare il suo sguardo per farle capire che c'era solo lei nel suo cuore. La vedeva fuggire costantemente il suo sguardo senza capire perché. Sapeva che ce l'aveva con lui per non averle parlato della missione, ma lei doveva capire il motivo. Era rassicurato di vederla stare al gioco, ma preoccupato nel sapere che era alle prese con quell'uomo.
All'improvviso ebbe un'idea e si rivolse a Reika.
"Tesoro, penso che faresti meglio a lasciarci parlare tra uomini. Dovresti andare a riposarti nella nostra suite, ti raggiungo lì" le disse con sguardo insistente.
Kaori fu nauseata da quelle parole.
"Ryo!" esclamò Reika, fucilandolo con lo sguardo. "Non mi allontanerai dalla missione!" borbottò, avvicinandosi a lui.
"Fai quello che ti dico e non discutere" le rispose con un tono che voleva severo.
"Va bene, come vuoi. Signori!" li salutò alzandosi e andandosene, leggermente seccata.
"Che peccato vederla andare così in fretta, signora Nogato, spero che avremo il piacere di rivederla presto" rispose Hansuke, con un sorriso carnivoro sulle labbra.
Mentre Reika si congedava dal gruppo, Ryo la interpellò un'ultima volta.
"Reika!" la chiamò. Per non destare sospetti, le si avvicinò, l'abbracciò sorprendendola, sussurrandole all'orecchio.
"Conto su di te, tua sorella e Hirotaka per far uscire Kaori da questa missione il più rapidamente possibile. Se la cosa non verrà sistemata a breve, missione o no, me ne occuperò da solo e puoi dire a tua sorella che potrà mettere una croce sulla sua promozione" brontolò. Reika, sconvolta dalle minacce di Ryo, rimase immobile.
"Ryo, non penserai che..." fece incredula.
"Stai zitta e vai!" la interruppe.
Reika non seppe cosa ribattere. Ryo si allontanò da lei per raggiungere il gruppo mentre Reika scappava a testa bassa. Kaori, che aveva assistito alla scena, non sapeva cosa pensare. Eppure aveva sentito bene, lui e Reika avevano una suite lì, il che significava che sicuramente vi avrebbero trascorso la notte. Un'ondata di gelosia eruttò dal suo ventre. Tutto ciò pareva simile all'incubo che aveva disturbato la sua notte precedente. Mentre le immagini di quella visione le tornavano in mente, Ryo tornò a sedersi evitando di guardare Kaori.
"Allora, Ryo, il signor Hiroshi mi ha detto che è interessato al nostro prodotto. Sappia che prendiamo molte precauzioni sulla commercializzazione"
"Capisco, e come il signor Hiroshi ha avuto occasione di dirle, io e mia moglie abbiamo acquistato uno stabilimento, intendiamo usarlo per organizzare molte feste private. Vorremmo portare qualcosa ai nostri clienti, se capisce cosa intendo" disse Ryo senza distogliere lo sguardo.
"Penso di capire dove vuole arrivare. È chiaro che la sua attività ci interessa ugualmente, perché non prendere due piccioni con una fava?" rispose Hansuke con sorriso trionfante. "Daisuke, magari oltre al nostro piccolo commercio potresti suggerire al signor Nogato di lavorare con te. Penso, Ryo, che la sua struttura potrebbe avere bisogno di accompagnatrici, che ne pensa? Sappia che formiamo il nostro limitato staff affinché sia altrettanto utile e convincente" aggiunse Hansuke, afferrando il mento di Mayumi tra le dita, con aria da dominatore.
Kaori non poté trattenere un'espressione disgustata a quella scena. Tutto di quegli uomini la ripugnava. Non osava immaginare cosa Mayumi avesse passato, ma si era promessa di aiutarla. Era determinata a mandare in fumo il loro traffico, con o senza Ryo.
"Perché no, penso che i nostri clienti sarebbero felici di essere accompagnati" rispose Ryo, falsamente allegro alla proposta di Hansuke. "In termini di transazione e consegna, come si procede?"
"Non c'è tanta fretta. Come le ho detto, ci piace prendere precauzioni. Questo tipo di commercio richiede molta prudenza. La ricontatteremo più avanti"
"Sappia, Hansuke, che anch'io amo prendere precauzioni, spero di stabilire un rapporto di fiducia" disse Ryo con aria seria. Kaori alzò gli occhi al cielo e non poté reprimere un sorrisetto sentendo quelle parole. 'Rapporto di fiducia', quell'espressione dalla bocca di Ryo ora risuonava così finta. Hansuke notò l'espressione della giovane donna.
"Lei non sembra essere d'accordo, Kaori..." disse con aria divertita.
Kaori fu sorpresa dall'osservazione di Hansuke. Si era ancora lasciata andare alle emozioni. Tuttavia, riacquistò la calma e sostenne il suo sguardo.
"Non penso che lei sia un uomo di fiducia e di parola, signor Nagasaki!" disse con sguardo duro.
A quelle parole, Daisuke sollevò la mano per schiaffeggiarla ma fu trattenuto dall'intervento di suo fratello, con gran sollievo di Ryo. Non avrebbe sopportato che la toccasse di nuovo. La tensione si percepiva dal suo sguardo e le mani si serrarono intorno al bicchiere. Era orgoglioso del coraggio di cui Kaori faceva prova, la riconosceva bene, non poteva fare a meno di sfidare i criminali e dire loro quello che pensava, a tutti i costi. Era sempre integra con i propri sentimenti ed era per quello che l'aveva conquistato.
"Fermati, Dai! Sarebbe un peccato danneggiare la merce. L'hai già conciata per bene"
Hansuke si alzò per avvicinarsi a Kaori e si sedette accanto a lei. Kaori era ora intrappolata tra i due fratelli. Si immobilizzò e temette il seguito degli eventi.
Hansuke posò una mano sulla sua coscia svelata dallo spacco del vestito.
"Imparerai a obbedirci, Kaori..." iniziò a dirle, alzando la mano lungo la gamba. Kaori tremava al contatto, sentiva la bile montare in gola e gli occhi annebbiarsi di lacrime. Resistette e incontrò lo sguardo di Ryo che non riusciva più a stare fermo e stava infilando una mano dentro la giacca. Immediatamente indovinò le sue intenzioni, ma scosse leggermente la testa per segnalargli di non fare nulla. Ryo capì subito il messaggio della sua partner. A cosa stava giocando? Non gli piaceva come si stavano mettendo le cose. La situazione sembrava sfuggirgli, anche Kaori gli sfuggiva e non riusciva a tollerarlo. Ryo si schiarì la gola per attirare l'attenzione dei due uomini. Hansuke gli si rivolse.
"Non pensate che abbiamo già perso abbastanza tempo?"
Hansuke si staccò da Kaori, con grande sollievo di Ryo e della donna.
"Andiamo, Ryo, si rilassi, amico mio, possiamo divertirci un po'"
"Non ho l'abitudine di mescolare lavoro e piacere, signor Nagasaki" disse duramente.
"Penso che possiamo aiutarla a rilassarsi" disse Hansuke indicando uno dei suoi uomini, schioccando le dita. Quello scomparve per alcuni istanti e tornò con un piccolo vassoio d'argento sul quale era posta una minuscola traccia di polvere bianca, lunga appena 4 centimetri, oltre a una cannuccia di plastica rigida. Kaori fu sconvolta. Spalancò gli occhi e fissò Ryo per la paura di ciò che sarebbe seguito.
Ryo rimase impassibile davanti al vassoio.
"La prego, Ryo, come simbolo della nostra collaborazione" disse Hansuke, mostrando il vassoio con la mano. Kaori era atterrita dallo spettacolo che le si offriva. Sentiva che Ryo era bloccato suo malgrado. Non poteva lasciarlo in una posizione simile, doveva trovare rapidamente una soluzione. Se Ryo avesse inalato la droga, avrebbe perso i suoi riflessi, i suoi sensi sarebbero stati disturbati. Questa volta era lui ad essere in pericolo, e anche se lei si ripeteva che la loro partnership non era più valida, il suo amore per lui era ben presente. Senza riflettere e sorprendendo tutti, afferrò la cannuccia e fece sparire tutta la polvere nel proprio naso, sotto lo sguardo inorridito di Ryo.
"Razza di idiota!" brontolò Daisuke, scuotendole la spalla.
Hansuke la guardò, sbalordito. Poi scoppiò a ridere. Daisuke e Ryo erano preoccupati.
"Mia cara Kaori, non smetterà di sorprendermi!" gridò, con occhi scintillanti. "Sta cercando l'oblio, mia bella?" le chiese.
La schiena di Kaori era curva e la sua testa abbassata. Presa dalle vertigini, le sue mani erano appoggiato al tavolino su cui era china con la parte superiore del corpo. Ryo era nauseato da quella scena, perché l'aveva fatto? Kaori sollevò il capo con difficoltà, gli occhi arrossato. Guardò Ryo di fronte a sé. La sua bocca si articolava senza far uscire alcun suono. Eppure Ryo riuscì a leggere le sue labbra e capì facilmente, 'Perdonami, Ryo'. Kaori si alzò dolorosamente.
"Sta giocando col fuoco, mia cara, ha tutto da perdere facendo prova di tanta audacia" disse Hansuke davanti a suo fratello sconcertato.
"Non ho più niente da perdere" disse lei tristemente, fissando Ryo.
Ryo sentì il proprio cuore annodarsi sentendo quell'ammissione. Come poteva lei dire una cosa del genere? Qualcosa gli sfuggiva. La Kaori così allegra, così generosa, così sorridente, sembrava scomparsa davanti ai suoi occhi. Lui non era certo stato premuroso ultimamente, ma era sempre stato così fin dall'inizio della loro collaborazione e fino a quel momento non era stato un problema. Si comportava da cafone e lei finiva sempre per perdonargli il suo comportamento odioso. All'improvviso si rese conto che il problema poteva essere quello, lui non era cambiato e Kaori sembrava aver raggiunto il suo limite. Dal suo rapimento da parte del generale Kreutz, lui aveva soltanto indietreggiato nonostante la sua dichiarazione, rimettendosi a corteggiare le clienti e le donne che incontrava. Avrebbe dovuto saperlo che Kaori non l'avrebbe tollerato a lungo.

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Capitolo 15
*** Capitolo Quindici ***


Nel frattempo, Reika era tornata nella loro suite. Voleva calmare i propri nervi ma non riusciva a controllarsi. Si recò al minibar e si servì un drink che bevve in un sorso.
-Come ha osato mettermi in disparte? Avremmo dovuto essere partner? C'è sempre lei, sempre e solo Kaori- rimuginò. Il suo ego aveva subito un colpo quella sera. Non tollerava che Ryo la scartasse e favorisse ancora una volta Kaori. Eppure non sembrava insensibile al suo fascino. Si servì un altro bicchiere, incapace di contenere la rabbia. Si portò il bicchiere alla bocca quando la porta della camera si aprì improvvisamente.
"Dannazione, Reika! Che stai facendo? Metti via quel bicchiere!" la rimproverò Saeko. Infatti, non avendo sentito il microchip attivarsi quella sera, Saeko si era preoccupata per sua sorella e Ryo e aveva deciso di cercare le risposte nella loro suite.
"Lasciami in pace, sorellina! Se vuoi prendertela con qualcuno, vai da Ryo!" ribatté Reika.
"Di che parli? Dov'è Ryo?" chiese Saeko, avvicinandosi a lei e strappandole il bicchiere dalla mano. Reika strinse gli occhi mentre la guardava.
"Ah, il grande Ryo! Beh, come puoi vedere da sola, non è qui!" disse Reika, facendo ampi gesti con le mani per sottolineare il vuoto nella stanza. "Ha deciso di fare il solista" brontolò. Desiderò servirsi un altro drink ma Saeko la fermò.
"Ma che ti succede? Dev'esserci una buona ragione se Ryo ti ha messo da parte"
"Una buona ragione? Vuoi conoscere questa buona ragione, Saeko?" disse Reika, leggermente alticcia.
"Sì, mi piacerebbe Reika, e mi piacerebbe che smettessi di bere. Cerca di comportarti da professionista"
Reika si riprese, rendendosi conto che il suo comportamento era tutt'altro che adulto e responsabile.
"Scusami, Saeko, ero al limite, mi dispiace" disse con aria triste. Saeko si approcciò a sua sorella vedendola sconvolta e le mise una mano sulla spalla.
"Insomma, Reika, vuoi dirmi cosa succede? Sai che Ryo può essere un partner difficile. Basta vedere come si comporta con Kaori"
"È questo il problema, Kaori" borbottò l'altra.
"Come? Cosa c'entra Kaori in questo caso?" chiese Saeko, improvvisamente inquieta.
"Come, non hai visto dal tuo posto di sorveglianza, sorellona? Kaori è qui! E adesso è insieme a Ryo e ai trafficanti" disse Reika. Saeko fu shockata nell'apprendere che la sorellina di Makimura era, suo malgrato, mescolata nell'affare. Non poté fare a meno di immaginare la rabbia e la preoccupazione di Ryo.
"Non è possibile! Com'è finita qui? Vi ha seguiti?"
"No, no, con Ryo avevamo preso precauzioni. Era insieme a un cliente di Eriko che sembra essere il fratello del nostro pesce"
"Ma come lo sai? Avete parlato?"
"L'ho incontrata in bagno mentre sistemavo una telecamera di sorveglianza. Credimi, ho fatto di tutto per farla andare via e perché non venisse coinvolta. Non avrebbe dovuto trovarsi lì" disse Reika, infastidita dalla svolta degli eventi.
"Va bene. Ora capisco perché sei in queste condizioni"
"Cosa intendi dire?" chiese Reika, socchiudendo gli occhi.
"Niente, lascia stare" disse Saeko, capendo che sua sorella era sopraffatta dai suoi sentimenti per Ryo che l'avevano fatta agire senza pensare.
"Ryo ci incarica di far andare via Kaori, altrimenti potremo dire addio alla missione"
"Non potevi dirlo prima!" gridò Saeko. Mentre cercava un modo per tirare fuori Kaori dalle mani dei trafficanti, una voce familiare le tirò fuori dai loro pensieri.
"Allora, signore, aspettate il principe azzurro?" disse lo sweeper americano, appoggiandosi alla porta.
"Mick!" esclamò Saeko. "Accidenti, non ci credo, che ci fai anche tu qui?"
"Come sarebbe, anch'io? Sto cercando Kaori, il suo microchip ha smesso di funzionare, quindi mi sono preoccupato. Ho fatto il giro di tutti i piani finché non vi ho sentite discutere!" rispose Mick, armeggiando con i resti del trasmettitore tra le dita. Saeko arrossì di vergogna. Se avessero continuato, si sarebbero fatte scoprire.
"Aspetta, qualcosa mi sfugge, perché le hai messo un trasmettitore?" chiese Saeko senza ben capire cosa stesse succedendo.
"Oh, è piuttosto semplice, conosci il nostro Ryo, non ama sapere la sua piccola protetta da sola, quindi mi ha chiesto di sorvegliarla. Ma stasera avevo dei piani e Kaori usciva con Eriko e il loro cliente, così ho nascosto un microchip nel suo vestito per controllare da lontano. Stranamente quel tipo non mi ispirava fiducia e, non so perché, ma vedendovi qui sento che il mio intuito non mi ha ingannato. Dov'è la mia rossina preferita?" le interrogò, alzando un sopracciglio. Tutto iniziava a incastrarsi nella testa di Saeko e si sentì sopraffatta dalla situazione. Kaori, suo malgrado, si era ritrovata nella rete di uno dei trafficanti. Poteva interessare solo per una cosa. Probabilmente progettavano di usarla come escort. Saeko stava iniziando a mangiarsi le unghie per il nervosismo, capendo fin troppo bene cosa sarebbe successo a Kaori se nessuno fosse intervenuto. Si riprese e guardò Mick.
"Mick, la situazione è più che grave. Kaori è in serio pericolo se non interveniamo!" disse con aria cupa.
"Oh, aspetta, aspetta! Ryo lo sa? Se tu sei qui, lui non deve essere lontano! Non c'è dubbio che la tirerà fuori dai guai!" rispose l'uomo iniziando a farsi prendere dal panico.
Reika si avvicinò a loro.
"Ryo c'è ma è in missione, non potrà intervenire, altrimenti rischia di distruggere la nostra copertura" osservò.
Mick la guardò seriamente.
"Aspetta, ora è a me che sfugge qualcosa! Sapevo che Ryo doveva rendere un servizio, ma non pensavo che sarebbe stato infiltrato! Reika, hai detto la 'nostra' copertura? Di cosa parli?" si preoccupò Mick.
Saeko vide che il tempo passava e le spiegazioni si trascinavano, quindi prese la parola.
"Mick, non abbiamo tempo per questo, Ryo e Reika dovevano fingere di essere una coppia sposata benestante per attirare il nostro uomo e ottenere le coordinate del magazzino dove tiene la sua merce. Solo che questo tizio ha un fratello che si occupa di reclutare giovani donne delle quali vende i servizi ai loro clienti dopo averle drogate. Questo fratello è il cliente di Eriko e ha intenzioni più che dubbie nei confronti di Kaori. Capisci dove voglio arrivare?" terminò. Mick ingurgitò le sue parole e fu improvvisamente nauseato.
"E dove sono Ryo e Kaori in questo momento?" fece, accusando il colpo.
"Sono con i due fratelli e non so cosa stia succedendo. Ryo ci ha appena incaricato di trovare una soluzione per liberare Kaori, se falliamo c'è la possibilità che questa serata si trasformi in un bagno di sangue" disse Reika con aria seria.
"Saeko, hai un piano?" domandò Mick.
Saeko era persa nelle sue riflessioni. Sapeva che sarebbe stato difficile far uscire Kaori da lì senza che venisse notata. Non poteva nemmeno compromettere la missione. Si posò una mano sulla fronte, sentendo l'arrivo di un'emicrania. Sembrò avere un'idea improvvisa e prese il telefono.
"Sono io!" disse al suo interlocutore. "Abbiamo un grosso problema, dovrai entrare in scena. Prova a trovare un modo per isolarti rapidamente e richiamami, ti spiegherò cosa succede"
Riattaccò sotto gli sguardi interrogativi di Mick e Reika.
"Reika, tu rimarrai qui, e cerca di non annegare nell'alcool" le disse severamente.
Reika incrociò le braccia ed emise uno sbuffo seccato.
"Mick, tu vieni con me. Torniamo alla festa" aggiunse afferrando il braccio dell'uomo.
"Ai tuoi ordini, mia cara, da tempo sogno di passare del tempo con te!" disse con aria pervertita.
"Ti confonderai tra la folla, andrai direttamente al bar e, quando si presenterà l'occasione, voglio che tu faccia sparire Kaori dai radar di Ryo. Così potrà concentrarsi nuovamente sulla sua missione" gli spiegò impassibile. "Stai molto attento, non avremo molte possibilità. Questi uomini non scherzano e non siamo nella posizione di sfidarli" aggiunse gravemente.
Mick capì l'importanza della situazione e riacquistò serietà.
"Conta su di me, Saeko, non vi abbandonerò!"
"È soprattutto Kaori che non va abbandonata, Mick!" gli disse con un occhiolino. Salirono in ascensore per raggiungere la festa. Una volta all'ingresso, si fermarono e si guardarono.
"Non dimenticare, Mick, abbiamo una sola possibilità!"
Mick rispose annuendo, poi si fuse tra la folla. Allo stesso tempo, il cellulare di Saeko squillò.
"Grazie per aver richiamato" disse rispondendo.
 
 
Salotto privato
 
"Allora, mia cara, come ti senti?" disse Hansuke sotto lo sguardo astioso di Ryo. Quest'ultimo faceva molta fatica a mantenere la calma. Vedeva Kaori che gradualmente assumeva un'espressione stravolta. La sua gamba tremava per il nervosismo. Aveva voglia di saltare alla gola dei due uomini e abbatterli per il male che stavano causando alla donna che amava. Era passato qualche istante da quando Kaori aveva inalato la sostanza e iniziava già a sentirne gli effetti. A poco a poco sentì una specie di calore diffondersi nel suo corpo e nel suo cuore. Era presa da lievi vertigini. La sensazione era più che strana, era come se la tristezza e la disperazione che aveva provato pochi minuti prima la stessero gradualmente lasciando. Si sentiva sempre più leggera, calma, appagata, e non le dispiaceva. Sentiva le voci di coloro che le stavano intorno, molto lentamente. La sua visione era sfocata. Nonostante tutto, era ancora ben consapevole di quello che le succedeva attorno, ma non aveva la forza di esprimersi. Il suo sguardo tornò su Ryo, di cui avvertiva il nervosismo. Si alzò, lasciando i due fratelli.
"Ehi, ma cosa stai facendo?" fece Daisuke cercando di farla risedere.
"Calma, lasciala fratellino, nelle condizioni in cui si trova, non rischia di andare molto lontano" disse Hansuke abbassando la mano di suo fratello.
Ryo guardò Kaori. Vide che lo fissava, con un lieve sorriso sulle labbra. Dopo essersi alzata, fece il giro del tavolo che li separava e si sedette accanto a lui. Ryo la guardò con un po' di diffidenza, ma fu rassicurato di saperla al suo fianco e lontana dalle mani erranti dei due fratelli. Kaori continuava a guardarlo, avvicinandosi ulteriormente. Si incollò a lui, lasciando che il suo seno si premesse contro il suo petto. A quel contatto, Ryo sentì il proprio battito accelerare. Era da molto tempo che non si trovavano così vicini.
"Penso che le piaccia molto, signor Nogato!" disse Hansuke beffardo. "Sua moglie potrebbe non essere contenta" disse, ridacchiando. Daisuke, geloso, si alzò di scatto e si diresse verso di loro per staccare Kaori da Ryo.
"Basta così! Scusi, signor Nogato..." cominciò a dire, cercando di allontanare Kaori dal suo posto.
Fu allora che Ryo fece un gesto con la mano, intimandogli di non andare oltre.
"Ma signor Nogato!" disse Daisuke, senza capire il gesto di Ryo.
"Mi scusi, ma sostanzialmente il souvenir era destinato a me perché mi rilassassi, no?"
Daisuke lo guardò senza capire dove Ryo volesse arrivare.
"E questa sfortunata, ma comunque bellissima donna, se n'è occupata al mio posto. Sto pensando di dover recuperare quanto mi è dovuto e di rilassarmi in un modo o nell'altro" aggiunse Ryo guardando Kaori attaccarsi di più a sé, e le sue mani vagavano lungo il suo corpo. "Fa parte dei servizi che offrite, no?" disse Ryo guardando Daisuke. Daisuke fu colto di sorpresa. Non era previsto che Kaori facesse da escort al loro cliente. In ogni caso, non quella sera. Era riservata a lui.
Ryo aveva ripreso il controllo della situazione ed era felice di sapere Kaori tra le sue braccia. Poteva proteggerla senza sollevare dubbi sulla sua identità o sulla loro relazione.
Da parte sua, Kaori si rannicchiò contro il petto di Ryo. Il suo calore la confortava. La propria coscienza le diceva di fermarsi, ma gli effetti della droga erano molto più forti. Passò le mani sul suo corpo muscoloso, lasciò che quella sinistra salisse lungo la nuca di Ryo. Quest'ultimo si elettrizzò alla sua dolce carezza. Con la stessa mano, gli fece girare il viso in modo che la guardasse. Ryo si immerse nei suoi occhi dimenticando la presenza dei due uomini. La guardò intensamente, con occhi ardenti di desiderio per lei. Era davvero irresistibile con quel vestito. Poi ebbe un momento di lucidità, non poteva certamente approfittare della situazione. Kaori non era in sé, era sotto l'influenza della droga. Internamente, la ringraziò per averla presa al suo posto. Chissà come si sarebbe comportato se l'avesse inalata. Già lottava enormemente per resistere all'impulso di baciarla.
Mentre Kaori si avvicinava a Ryo fino a sfiorargli le labbra, sentì un odore particolare su di lui, riconobbe che quel profumo era quello di Reika. Nonostante la potenza della droga, quell'odore riportò alla memoria il loro rapporto di coppia. Kaori abbassò lo sguardo e si allontanò da Ryo, con gran delusione di quest'ultimo.
"Sembra che la dose non fosse abbastanza forte!" rise Hansuke. Ryo lo guardò con odio, poi tornò su Kaori, sperando che tornasse da lui. Kaori aveva i sensi esasperati. La musica diveniva sempre più intensa per le sue orecchie. Si alzò, trasportata dal suono, e si diresse verso la scala che dava sulla pista. Guardandola, Ryo e Daisuke si alzarono nello stesso momento, desiderando trattenerla.
"Sedetevi, signori, penso che ci faremo una bella risata con il prossimo spettacolo" disse Hansuke con un sorrisetto.
"Ma Hans, non possiamo lasciarla fare!" protestò Daisuke.
"Di cos'hai paura, Dai? Che te la rubino?" replicò Hansuke. Interpellò poi uno dei suoi uomini.
"Dì a Kintaro di raggiungerci immediatamente"
"Bene, signore!" disse l'uomo, prendendo un walkie talkie in mano e lanciando l'appello.

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Capitolo 16
*** Capitolo Sedici ***


Ryo non staccò gli occhi da Kaori e la vide dirigersi verso la pista da ballo. Quest'ultima, condotta dalla musica, aveva solo un'idea in mente, andare in pista e divertirsi. Si infilò tra la folla e cominciò a lasciarsi andare al ritmo della musica, attirando l'attenzione su di sé. Ryo non si perse un solo istante. Per via della droga inalata, aveva dimenticato la sua timidezza e si dimenava senza moderazione. Improvvisamente, Kaori vide due mani appoggiarsi sui suoi fianchi, facendola voltare, e si ritrovò premuta contro un uomo che lei non conosceva affatto. L'uomo la guardava con insistenza e le sue mani vagarono sul corpo della giovane donna godendosi le sue curve. Kaori non aveva la forza di divincolarsi. L'uomo si faceva sempre più intraprendente notando che lei collaborava alle sue carezze.
Ryo ribolliva dentro, quella mascherata iniziava a innervosirlo. Mentre si apprestava ad andare a recuperare la sua bella, fu fermato da una mano familiare.
Hirotaka li aveva raggiunti. Ryo lo guardò inebetito, senza capire perché gli impedisse di andare da Kaori. Hirotaka gli fece cenno di guardare un po' oltre. Ryo fu sorpreso ma anche rassicurato di vedere Mick sulla pista. Sembrava aver individuato la giovane donna.
In effetti, l'angelo biondo vide Kaori alle prese con un uomo troppo intraprendente per i suoi gusti. Si stupì di vedere che la donna non gli assestava una martellata in testa. Con passo deciso, si diresse verso di loro.
Kaori, la cui testa desiderava cacciare lo sconosciuto ma il cui corpo non le rispondeva, fu improvvisamente catturata da un altro uomo. Quando alzò lo sguardo, riconobbe subito Mick.
"Ehi, biondo, chi credi di essere?" disse lo sconosciuto sfidando Mick con lo sguardo. Mick trattenne Kaori tra le braccia.
"Come stai, tesoro? Da quando ti lasci avvicinare così facilmente?" le disse, volendosi confortante.
"Mick!" disse Kaori, gli occhi brillanti di gratitudine. Lo sconosciuto tornò alla carica per riprendersi quanto gli spettava. Mick gli afferrò la mano e la torse violentemente.
"Se fossi in te, amico, non insisterei!" disse Mick minaccioso.
L'uomo, facilmente sistemato, si ritirò. Mick alzò il mento di Kaori per studiarla. Notò il suo sguardo vitreo.
"Non preoccuparti, mia cara, ti tireremo fuori da qui" disse preoccupato.
Si guardò intorno, cercando una via libera, ma vide solo guardie a ogni angolo. Sarebbe stato difficile andarsene in incognito. Mentre pensava a come far uscire Kaori da lì, Kaori si incollò a lui, avvolgendogli il collo con le braccia. L'americano rimase destabilizzato dalla giovane donna. Posò le mani sui suoi fianchi e l'allontanò un po' per guardarla in viso.
"Kaori? Kaori! Che ti prende? So che mi trovi irresistibile, ma questa non sei tu!"
"Dai, Mick, non dirmi che ti lascio indifferente!" gli rispose con voce soave.
Mick la guardò, perso. Quella non sembrava affatto Kaori. Qualcosa nel suo sguardo e nel suo modo di muoversi era diverso.
Ryo, testimone della scena, fissò Mick sperando che quest'ultimo incontrasse il suo sguardo e capisse di dover agire in fretta. Vide Kaori lasciarsi andare contro il suo migliore amico ed ebbe difficoltà ad assistere alla scena. I fratelli Nagasaki si avvicinarono alla ringhiera, volendosi godere lo spettacolo.
"Vede, signor Nogato, il nostro prodotto è una vera perla rara. I vostri clienti ne apprezzeranno senza dubbio gli effetti. Mentre il corpo assorbe il prodotto, la disinibizione raggiunge l'apice" commentò Hansuke, orgoglioso di sé. "Ovviamente tutto dipende dalla dose somministrata. La nostra piccola recluta ha assaggiato solo una minima quantità, ma sufficiente per lasciarsi andare ai suoi desideri primari" aggiunse. Mentre Hansuke parlava, Ryo si irrigidiva. Aveva un solo desiderio, fracassargli la testa contro la ringhiera e far zampillare il suo sangue. Quel criminale si deliziava dello spettacolo offerto da Kaori e la cosa lo disgustava ai massimi livelli.
"Abbiamo giocato abbastanza! Kintaro?" lo chiamò Hansuke.
"Sì, signore!" rispose Hirotaka, guardando Ryo con la coda dell'occhio.
"Per favore, recupera la signorina e portala nei nostri appartamenti" aggiunse Hansuke, indicando Kaori con la mano.
"Bene, signore" obbedì Hirotaka.
Ryo fissò Hirotaka implorandolo di lasciare che Mick si occupasse di Kaori. Hirotaka sostenne lo sguardo di Ryo, con aria dispiaciuta.
"Un momento!" disse Ryo.
Hirotaka si bloccò, in attesa dell'intervento dei fratelli Nagasaki.
"Signor Nogato?" chiese Hansuke.
"Io...vorrei un anticipo!" rispose Ryo improvvisamente, con il viso teso.
"Hans, non vorrai..." commentò Daisuke, interdetto.
Hansuke alzò la mano per zittirlo e guardò attentamente Ryo.
"Cosa intende con anticipo? Non ci ha nemmeno dato qualcosa in cambio! Perché dovremmo aderire alla sua richiesta?" chiese Hansuke impassibile.
Ryo, la cui mascella si serrò per la tensione, rifletté un momento, intrappolato. In effetti, nulla li obbligava a dar seguito alla sua richiesta. Poi riprese la sua aria seria e, con un sorrisetto che mostrava la sua fiducia, si diresse verso Hansuke.
"Vede, signor Nagasaki, come ho già detto, mi piace prendere qualche precauzioni prima di concludere un affare. Questa ragazza è la mia unica garanzia degli effetti del prodotto, quindi è normale che io possa avere l'opportunità di testare la merce prima di firmare un contratto con lei" disse Ryo senza scomporsi.
Dentro di lui, il cuore gli tamburellava nel petto, stava giocando una mano di poker. Ma doveva provarle tutte per poter proteggere Kaori. Mick non aveva modo di tirarla fuori da lì senza farsi notare e Hirotaka doveva interpretare perfettamente il suo ruolo se non voleva rischiare la vita. Tutto era loro avverso, gli rimaneva solo quella carta da giocare.
Hansuke sembrò riflettere un istante sulla richiesta.
"E quali sono le mie garanzie?" domandò, con aria seria.
"Non intendo lasciare l'edificio. Chiami la reception, hanno ancora i dati della mia carta. Chieda loro di trasferire l'importo che desidera, sarà l'acconto. Se sarò soddisfatto, dovremo solo sigillare l'accordo. Che ne pensa?" chiese Ryo.
Hansuke sembrò pensare a lungo. Si pose i pro e i contro. Guardò a turno Kaori e Ryo. Poi fissò lo sguardo su Ryo, quest'ultimo aveva un'aria impassibile ma sentiva il proprio cuore accelerare mentre aspettava il verdetto di Hansuke. Gli si avvicinò, tendendogli la mano.
"Si può dire che lei è un uomo coscienzioso, signor Nogato, e questo mi piace" disse Hansuke aspettando che Ryo gli afferrasse la mano.
"Allora, affare fatto, signor Nagasaki?" domandò Ryo, accettando la mano.
"Affare fatto!"
I due uomini si strinsero la mano.
"Abbiamo ancora qualche dettaglio da sistemare" aggiunse Hansuke senza lasciare la presa.
"La ascolto"
"Mi dice cosa penserà la signora Nogato di tutto questo?" disse Hansuke sospettoso.
Ryo si era dimenticato della presenza di Reika. Era stato così accecato da Kaori che aveva scordato la sua partner di una sera.
"Non si preoccupi per lei, è abituata a non vedermi rientrare a casa presto, e sa che non perdo mai occasione di divertirmi quando sono in buona compagnia"
Non doveva mentire troppo, era il comportamento che adottava con Kaori da anni. Non contava più le sere in cui era tornato all'alba senza avvertire la sua partner, che a volte rimaneva sveglia fino a tardi per aspettarlo.
"Vuole che uno dei miei uomini la avverta?" chiese Hansuke, con un sorriso carnivoro. "Kintaro?"
Hirotaka fece per avvicinarsi.
"Non sarà necessario" rispose Ryo in fretta. "Preferisco farlo io. Dica piuttosto al suo uomo di trovarmi una suite libera e di portare lì la ragazza"
"Come desidera. Ritroviamoci qui, le forniremo il numero della camera e avremo il tempo di verificare il trasferimento dell'acconto. Kintaro! Recupera la ragazza"
Ryo guardò fiducioso Hirotaka andare a prendere Kaori. Avrebbe senza dubbio avuto il tempo di spiegare a Mick il cambio di programma.
Nel frattempo, Kaori metteva alla prova la resistenza di Mick. Anche se la donna si limitava a far scorrere le mani sul corpo dello sweeper, era già troppo per lui. Faceva fatica a resistere all'impulso di soccombere al suo fascino. Tentò di pensare a Kazue per trovare la forza di allontanarsi da Kaori. Non capiva il comportamento della giovane donna, che di solito era così timida e riservata.
"Kaori, guardami, cos'hai preso?" le chiese, molto preoccupato.
Lei non rispose, comportandosi come una marionetta senza fili. Si voltò per andarsene ma Mick la tenne per un braccio e la tirò a sé per non farla scappare. Kaori si ritrovò premuta di nuovo contro di lui. Sollevò il viso e affondò gli occhi nocciola in quelli di lui.
"Lasciami, Mick, voglio divertirmi e non subirmi una ramanzina"
"Non andartene, per favore. Non sei in condizioni normali.Dammi il tempo di trovare una soluzione per tirarti fuori da qui, Kaori" le disse.
Dietro la sollecitudine del suo amico, Kaori lesse nello sguardo di Mick tutti i sentimenti che provava per lei. Toccata da ciò che vedeva, si mise in punta di piedi e lo baciò castamente. Mick fu colto di sorpresa. Ci mise un po' a capire cosa fosse appena successo. Guardò Kaori, stupito e stordito.
"Grazie Mick..." gli disse accarezzandogli la guancia.
In quella parola Mick avvertì tristezza ma anche gratitudine. Certamente, la Kaori che teneva tra le braccia era ambigua. Non sapeva come reagire. Il comportamento di lei era imprevedibile e molto pericoloso.
Alzò lo sguardo, ricordando che Ryo doveva essere vicino. Si preoccupò all'improvviso della scena che gli avevano appena offerto.
In effetti, a Ryo non era sfuggito lo spettacolo. Aveva stretto i pugni vedendo Kaori baciare il suo migliore amico. Sebbene sapesse che lei era sotto l'influenza della droga e dell'alcool, non riuscì a frenare la gelosia. Mick, avvertendo la furia del suo ex partner, alzò gli occhi e incrociò quelli di Ryo. Vide il suo amico immobile. Cercò di attirare la sua attenzione. Ryo finalmente guardò il suo compare americano. Tra di loro si svolse uno scambio silenzioso. Ryo si diresse da Reika, come concordato. Avrebbe così potuto calmare i nervi dopo ciò a cui aveva assistito.
Allo stesso tempo, Hirotaka raggiunse Mick e Kaori. Posò una mano sulla spalla di Mick, che si sorprese per la presenza dell'agente.
"Mick, Kaori deve venire con me"
"Che ci fai qui? Come vedi non possiamo andarcene, siamo circondati di guardie. Faresti meglio ad andartene se non vuoi essere notato" disse Mick, sempre tenendo Kaori tra le braccia.
"Ascoltami, non abbiamo molto tempo. Sono io l'infiltrato. Lavoro per questi tizi. Ryo ci ha lasciato uno spazio aperto. Devo portargli Kaori. Penso che ne approfitterà per farla uscire. Raggiungilo nella suite di Reika" gli spiegò Hirotaka velocemente.
"Mi gira la testa, Mick" disse Kaori all'improvviso, con voce stanca.
"Sta perdendo i sensi, Mick. Ci stanno guardando, dobbiamo fare in fretta. Stai al gioco"
Mick comprese il piano di Hiro.
"Vuoi lasciarci in pace, iniziamo a divertirci solo ora!" gridò Mick, fingendo di essere seccato.
Hirotaka gli assestò un pugno allo stomaco facendolo piegare per lo shock, tenendo Kaori per la vita.
"Grazie Mick, mi dispiace" disse Hiro guardando Mick a terra.
"Ma ti prego. È di tuo interesse proteggerla, altrimenti non mancherò di pagarti con la stessa moneta" rispose Mick con voce dolorante, ancora per terra.
Hirotaka allontanò Kaori dalla vista di tutti e si diresse verso l'ascensore.

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Capitolo 17
*** Capitolo Diciassette ***


Suite di Ryo e Reika
 
Mentre tutti si impegnavano per cercare di salvare Kaori, Reika rimuginava. Si era seduta sul bordo del letto, attendendo il ritorno del suo partner.
"E pensare che avevo indossato il mio vestito più bello...povera Reika, verrai sempre dopo la rossina..." si lamentava. "Come è potuto andare tutto così male, dovrei essere io con lui, non lei!"
Mentre Reika continuava a lagnarsi del suo destino, Ryo aprì la porta. Il suo viso era ermetico. Tutto ciò a cui aveva assistito lo aveva sconvolto. Non controllava più nulla ed era ciò che lo infastidiva di più. Quando Reika lo vide entrare, si alzò subito e cercò di captare il suo sguardo per valutare il suo umore. Quando lui alzò gli occhi per incontrare i suoi, lei vi lesse tensione e rabbia. Indietreggiò appena per la paura.
"Allora? Kaori è al sicuro?" osò chiedere.
Ryo rimase in silenzio, lo sguardo sempre minaccioso.
"Ryo?"
"Chiama tua sorella e dille di raggiungerci qui! Devo parlarle" disse molto duramente.
Reika obbedì e poco dopo Saeko arrivò. Saeko immaginava il nervosismo di Ryo, e si avvicinò lentamente a lui.
"Ryo, mi dispiace..." iniziò.
"Taci, Saeko!" la rimproverò. "Come hai potuto farmi questo?! Mischiare Kaori in questa storia è una follia! Quando pensavi di dirmelo? A cosa stai giocando? Perdere un Makimura non ti è bastato?" fece Ryo, ebbro di collera.
Saeko rimase sbalordita nel sentire i rimproveri di Ryo, ci mise un po' ad assimilare tutto ciò che le urlava in faccia. A poco a poco si riprese, avanzò verso di lui e lo schiaffeggiò violentemente.
"Come puoi credere che io l'abbia coinvolta?! Non mi sarei mai servita di lei per una missione, soprattutto questa! Non c'entro niente con la sua presenza qui!" gridò a sua volta.
Ryo si strofinò la guancia e la guardò. Sembrava sincera, ma lui non riusciva a credere che Kaori fosse coinvolta nella faccenda per pura coincidenza.
"Ora che sembri aver capito che io non c'entro niente, puoi dirmi cosa pensi di fare per Kaori?" disse Saeko, pensando che Ryo non avrebbe tentato di scusarsi per il suo comportamento.
"Non lo so..." disse Ryo, smarrito. "Questi uomini non scherzano. Hanno guardie dappertutto. Sono riuscito a convincerli a farmi passare la notte con Kaori" disse con più calma.
"COSA?" gridò Reika.
Ryo non reagì. La donna gli si avvicinò.
"Ma sei pazzo! Penseranno che non siamo una vera coppia! Ti rendi conto fino a che punto ci metti in pericolo, Ryo?!"
"E cosa volevi che facessi? Che lasciassi Kaori, drogata, nelle mani di quegli uomini?" replicò lui seccato.
"Come? Hanno drogato Kaori?" s'incupì Saeko.
"Purtroppo sì. Non era previsto. In pratica, la droga era destinata a me, per farsi rilassare o mettermi alla prova, non lo so. Kaori si è sacrificata per me" rispose Ryo, ripensando all'atto della sua partner.
"Sicuramente ha pensato alla Polvere degli Angeli. Voleva risparmiarti pensando che avessi già sofferto troppo in passato per la droga" sottolineò Saeko.
Ryo la guardò. Non aveva fatto quella connessione. Capiva solo che Kaori non solo aveva fatto quel sacrificio per salvare le apparenze, ma anche per lui e per il suo passato. Lei non aveva voluto che lui lottasse contro quella droga come aveva già fatto con la Polvere degli Angeli.
"Kaori..." mormorò, pensieroso.
"E adesso? Che intendi fare? Sai che Reika ha ragione, non puoi passare la notte con Kaori senza destare sospetti sulla vostra copertura come coppia"
"Sì, ma non posso lasciare Kaori in questa situazione. Non sappiamo fin quando dureranno gli effetti della droga e quali saranno gli effetti collaterali. Comunque è troppo tardi, ho già fatto capire loro che passerò la notte con lei e che mia moglie è abituata alle mie avventure" aggiunse.
Sentendo la spiegazione di Ryo, Reika apparve sconvolta. Gli voltò le spalle, offesa.
"Come hai osato? Come se fossi il tipo di donna che accetta i tradimenti del marito!"
"Forse hai un piano migliore da proporre, tesoro?" rispose Ryo seccato.
Reika tacque, delusa di non trovare una soluzione migliore.
"Penso che il fatto che abbiano accettato così facilmente sia un brutto segno, Ryo. Io e te sappiamo che questi uomini non fanno le cose a metà. Non vi toglieranno gli occhi di dosso. Dovrai interpretare bene la tua parte, sia con Kaori che con Reika. Sarà difficile far andare via Kaori senza attirare l'attenzione" disse Saeko.
"Lo so, ma almeno sono sicuro che Kaori stasera sarà al sicuro e mi basta"
"Dipende da te. Cercherò di contattare Hiro per saperne di più e vedere se può procurarci un biglietto di uscita per Kaori. Ma sappi che non metterò in pericolo la sua copertura, Ryo. È in pericolo una persona a te cara, ma lo stesso vale per me. Anzi ne ho due" disse Saeko.
Ryo si sorprese a quella rivelazione e capì perché l'amica fosse così tesa per quella missione. Doveva vegliare non solo sulla sorellina del suo primo amore ma anche sul suo nuovo amore. Saeko se ne andò e lasciò Ryo e Reika in un pesante silenzio.
"Ryo, forse non sono stata all'altezza stasera, ma questa missione è molto importante anche per me. Siamo troppo coinvolti per fare marcia indietro. Ti aiuterò a trovare un modo di far uscire Kaori da qui" disse Reika, compassionevole. Voleva sinceramente liberare Kaori, ma soprattutto per poter essere di nuovo da sola con lo sweeper.
"Grazie Reika. Mi dispiace di essermi lasciati trasportare" disse abbracciandola.
"Ryo, per favore, non lasciarmi" lo implorò.
Ryo titubò. Il suo primo obiettivo era salvare Kaori, ma non poteva abbandonare Reika. Avrebbe dovuto essere il protettore di entrambe.
"Resta qui, tornerò"
Ryo se ne andò per raggiungere i fratelli Nagasaki come concordato, lasciando nuovamente Reika sola con se stessa.
 
 
Ascensore
 
Nel frattempo, Hirotaka faticava a sostenere Kaori che sembrava perdere le forze. Faceva parte degli effetti collaterali. La giovane donna, non avendo mangiato da molto tempo, aveva mal assimilato la droga.
"Dai Kaori, coraggio! Prova a resistere, stiamo arrivando"b le disse.
Lei era assonnata e aveva difficoltà a percepire ciò che le accadeva intorno. La voce di Hirotaka la rassicurava. Riuscì comunque a tenere gli occhi socchiusi e a vedere il viso di colui che assomigliava esattamente a suo fratello e ciò le diede la forza di combattere e rimanere sveglia.
Quando l'ascensore raggiunse il 43° piano, videro due uomini armati avanzare verso di loro.
"Kintaro, il capo ci ha chiesto di accompagnarvi fino alla suite. La 421 dovrebbe essere libera, abbiamo recuperato il pass" disse uno di loro.
"Bene. Dammelo, al resto penserò io" rispose Hirotaka.
"Non è possibile, il boss vuole vederti. Ci occuperemo della ragazza e del cliente"
Hirotaka fu colto di sorpresa. Non faceva parte dei suoi piani lasciare sola Kaori. Non aveva molta scelta e si chiese cosa volesse Hansuke da lui.
"Ok, va bene. Sistemerò la ragazza e la farò riprendere. Sarebbe un peccato che il cliente arrivasse e la trovasse incosciente. Il capo non sarebbe felice se ci fossero lamentele"
"Ok"
Hirotaka, accompagnato dai due uomini, condusse Kaori alla suite.
"Aspettatemi lì" ordinò loro. "E vi proibisco di entrare nella stanza una volta che me ne sarò andato. Assicuratevi solo che non fugga, ma date le sue condizioni e gli effetti della sostanza, il cliente sarà già arrivato"
"Ok"
Entrò nella suite sostenendo una Kaori mezza incosciente. La fece stendere sul letto. Si sedette sul bordo. Le sistemò qualche ciocca dietro l'orecchio e la guardò dispiaciuto.
"Mi dispiace, Kaori. Avrei voluto trovare una soluzione per tirarti fuori di qui. Questo non è il posto giusto per una giovane donna come te"
Kaori, che era ancora parzialmente sveglia, guardò il viso di Hirotaka. Le sembrava tutto così confuso.
"Hide...Hide...sei tu?" disse con filo di voce.
Hirotaka sorrise. Lo confondeva di nuovo con suo fratello.
"Andrà tutto bene, non ti preoccupare" le disse con calma, accarezzandole il viso. "Ryo non tarderà. Potrai almeno riposare questa notte" aggiunse.
Sentendo il nome del suo partner, Kaori aprì maggiormente gli occhi e reagì violentemente.
"No...non Ryo!" disse ad alta voce.
Hirotaka non comprese la reazione della giovane donna. Pensando che fosse un effetto della droga, si alzò e andò a prendere un bicchiere d'acqua. Lo portò alle labbra della giovane donna.
"Bevi un po' d'acqua, ti farà bene"
Lei acconsentì. L'acqua la rivitalizzò un po'.
"Dove sono?" disse riprendendo gradualmente conoscenza.
"Sei ancora in hotel, in una suite, ci sono guardie davanti alla porta" le spiegò.
Kaori lo guardò.
"Che ci fai qui? Voglio andare a casa"
"È complicato da spiegare, Kaori, e non ho molto tempo. Sappi che per il momento sei al sicuro e che Ryo non tarderà ad arrivare"
Kaori iniziò a rabbrividire e a sudare.
"Kaori? Kaori!" si preoccupò Hirotaka "Non può essere, sei in astinenza. Che dose ti hanno dato quei bastardi?" insorse. Hirotaka aveva già assistito all'astinenza nelle donne che i fratelli Nagasaki avevano reclutato e drogato. C'era solo una soluzione per calmare lo stato di stress di Kaori e non attirare l'attenzione delle guardie.
"Mi dispiace, tesoro, ma dovrò darti una dose per calmarti" le disse, preparando una piccola montagnetta di polvere bianca. "Dai, alza la testa"
Le sollevò il capo, abbastanza perché lei potesse posare il viso sulla polvere. Poi lasciò che inalasse la sostanza.
"Non preoccuparti, è una dose minima. Ti aiuterà a calmare l'astinenza" le disse, cercando di rassicurarla. Kaori si sdraiò. Hirotaka le sistemò il vestito per nasconderle le gambe e la coprì. La guardò sofferente, provava molto affetto per lei.
"Troveremo una soluzione, te lo prometto" disse chinandosi per lasciarle un bacio sulla fronte.
Si assicurò un'ultima volta che si fosse calmata. Poi si alzò e lasciò la stanza.
"Tutto bene?" disse uno degli uomini.
"Benissimo. Non dimenticate, signori. Rimanere ai vostri posti stanotte. Tornerò per vedere se tutto è a posto" li minacciò. Poi se ne andò, riluttante, per raggiungere Hansuke.
 
 
Salone
 
Hirotaka fu il primo a ricomparire.
"Allora, Kintaro, la ragazza è ben sistemata? Hai il pass?" chiese Hansuke.
"Sì, è tutto pronto, signore"
"Perfetto. Questo signor Nogato non mi ispira fiducia. Dovremo prendere le nostre precauzioni e monitorarlo attentamente"
"Come intende procedere?" gli chiese Hirotaka.
"Non preoccuparti, ho in mente una piccola idea" disse Hansuke, con un sorriso sardonico sulle labbra. Hirotaka capì che stava tramando qualcosa e per lui sarebbe stato difficile scoprire cosa. Non c'era nulla di buono in tutto ciò. La trappola sembrava chiudersi su di loro. Nello stesso istante arrivò Ryo.
"Allora, signori? Tutto pronto?" domandò, falsamente allegro.
"Quasi, signor Nogato. Quasi..." rispose Hansuke.

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Capitolo 18
*** Capitolo Diciotto ***


"Deve sapere, Ryo, che non è nostra prassi offrire una giovane recluta la prima sera. È un privilegio che le offriamo"
"Ho capito e vi ringrazio"
"Molto bene. Capirà quindi che non possiamo permetterci di farle passare la notte con lei. Domani mattina partiremo presto per Osaka" continuò Hansuke.
Ryo era sotto shock. Allora non avrebbe avuto il tempo di elaborare un piano per tirare Kaori fuori da lì. Sentì la rabbia montare nuovamente. Non poteva tollerare l'idea che Kaori sparisse davanti ai suoi occhi. Ma come altro fare?
Guardò Hirotaka come per chiedere aiuto. Quest'ultimo capì cosa Ryo voleva dirgli ma abbassò gli occhi non potendo accontentare la richiesta dello sweeper.
"Ho capito" si riprese. "Ditemi solo come potremo contattarvi per concludere l'accordo" tentò un'ultima volta.
"Kintaro si occuperà di ricontattarla. Buona serata!" disse Hansuke, soddisfatto.
"Signor Nagasaki?"
L'uomo si voltò sentendo il proprio nome. Ryo gli si avvicinò.
"Sappia che, se lavoreremo insieme, non mi basterà una piccola consegna. Mi piacciono le cose in grande, e finora ho visto solo una piccola parte del vostro prodotto. Chi mi assicura che potrete offrirmene una grande quantità?" disse molto seriamente.
Hansuke lo fissò, punto sul vivo.
"Deve sapere che non mi piace che si dubiti della mia parola, Ryo. Ma mi piace ancora meno l'idea di perdere un cliente. Saremo felici di mostrarle i nostri magazzini durante il prossimo incontro"
Ryo era orgoglioso di aver raggiunto il suo obiettivo. Avrebbe finalmente scoperto il magazzino di stoccaggio e minare il loro traffico. La missione sarebbe presto finita e avrebbe potuto riversare tutta la sua furia su quegli uomini.
"Kintaro? Puoi dare il pass al signor Nogato? La camera è al 43° piano, suite 421. Spero che si diverta! Soprattutto, non la rovini" aggiunse Hansuke, con aria sadica.
"Non si preoccupi, intendo prendermi cura di lei" rispose Ryo, non senza provare amarezza pensando a ciò a cui Hansuke alludeva.
Hirotaka si fece avanti per dargli il pass.
"Sarò io a venirla a prendere per ricondurla nella sua stanza. Avrà due ore, non una di più" disse a Ryo, facendogli un occhiolino discreto. Ryo si rassicurò dal fatto che sarebbe stato Hiro ad andarlo a chiamare, forse sarebbe riuscito a prolungare il suo incontro con Kaori. Annuì e si diresse verso l'ascensore.
"Kintaro, accompagnami, ci resta una cosa da verificare"
"Come posso aiutarla?" chiese Hirotaka.
"Come ti ho detto, non mi fido dei Nogato. Voglio assicurarmi che non cerchino di nuocerci. Li metteremo sotto sorveglianza"
"Come vuole procedere?"
"Faremo visita alla signora Nogato" rispose Hansuke freddamente.
Hirotaka ringraziò il cielo per essersi infiltrato così bene. Anche se non riusciva a localizzare il magazzino in cui i due fratelli tenevano la maggior parte della loro merce, poteva tenere d'occhio le azioni dei trafficanti. Hansuke aveva dubbi sull'identità di Ryo e Reika e lui poteva prevenirli di conseguenza. Ciò che lo spaventava un po' di più era il modo in cui Hansuke si sarebbe assicurato dell'onestà della coppia. Aspettarono che Ryo scomparisse dalla loro vista per prendere l'ascensore e andare da Reika.
Intanto, Ryo era appena arrivato sul pianerottolo del piano indicato. Si fermò per un momento, non sapendo come sarebbe andato l'incontro con Kaori. Come si sentiva, cosa pensava di tutto ciò, di vederlo lì con Reika? Sarebbe ancora stata sotto l'effetto della droga o al contrario aveva già ripreso conoscenza? Lo avrebbe accolto con una martellata? Si maledisse di non aver preso tempo per scoprire di più da Hirotaka. Aveva avuto talmente fretta di trovarla e saperla al sicuro, che si era precipitato senza rivolgere una parola all'amico. Con passo lento e il respiro un po' difficoltoso a causa della tensione della situazione, si diresse verso la suite. Salutò le due guardie che decisero di prendersi del tempo libero. Respirò profondamente ed entro. La stanza era a malapena illuminata, oltrepassò un piccolo corridoio guidato dalle luci sul pavimento. Si avvicinò e trovò Kaori sdraiata sul letto. La coperta che aveva addosso era caduta a terra, lasciando Ryo a godersi lo spettacolo che lei gli regalava. Non si muoveva e sembrava profondamente addormentata, la mano sinistra vicina al viso e l'altra sul ventre. Le gambe erano reclinate sul lato destro, completamente esposte dallo spacco del vestito. Ryo sorrise, era meravigliosamente bella. Vederla così vulnerabile gli causò un pizzicotto al cuore. Si avvicinò a lei, si sedette sul bordo del letto. Appoggiò la mano sinistra sull'altro lato, vi fece pressione e le sistemò qualche ciocca per schiarirle il viso. La guardò per un momento, sembrava così tranquilla.
"Sei così bella, Sugar..." mormorò continuando ad accarezzarle il viso. "Come hai fatto a ritrovarti un'altra volta in una faccenda sporca? Non ti abbandonerò, Kao"
Delicatamente, le sue dita sfiorarono la bocca ferita e Kaori sussultò. Poco a poco, uscì dal suo letargo e aprì dolorosamente gli occhi. Pensando di vedere Hirotaka, fu sorpresa di riconoscere i lineamenti di Ryo. Si sollevò bruscamente.
"R...Ryo! Che ci fai qui? Dov'è Hiro?" disse sconvolta di ritrovarsi in presenza del suo partner.
"Cosa? Non ricordi?" fece lui preoccupato.
Kaori impiegò un momento a rispondere, si guardò intorno per riprendersi. Non ricordava tutto, ma alcuni frammenti della serata le tornarono in mente. Il suo alterco con Daisuke, il confronto con Reika e Ryo, la droga, il bacio con Mick...Si portò improvvisamente le dita alle labbra come se fossero appena state toccate dall'americano.
"Mio dio, Mick...devo vederlo" disse tentando di alzarsi.
"Aspetta Kaori" disse Ryo afferrandole il braccio per trattenerla. Lei fu di nuovo presa da vertigini e perse l'equilibrio. Poi sentì due potenti braccia sostenerla. Stare così vicina a Ryo la turbava, le piaceva sentire il calore del suo corpo contro il proprio.
"Kaori? Stai bene?" si inquietò lui.
Kaori si portò una mano agli occhi come per eliminare la nebbia. Riuscì lentamente a riprendere i sensi. Si liberò improvvisamente dalle braccia di Ryo.
"Va tutto bene, non devi preoccuparti" disse senza guardarlo.
Ryo non capì la sua reazione e la distanza che lei cercava di mettere tra loro. Di solito era lui a respingerla e a essere freddo, non lei, non Sugar.
"Certo che mi preoccupo, Kaori, non sei in condizioni normali e hai assunto della droga"
"Non dovresti essere qui Ryo! Hai una missione da compiere. Ci sono persone che hanno bisogno di te. Io posso farcela da sola" replicò, risoluta. Kaori non voleva che Ryo giungesse di nuovo in suo soccorso. Non era più il suo ruolo, dopotutto non erano più soci. Non voleva più essere il peso morto che lui aveva trascinato per sette lunghi anni. Ryo la affrontò e le sollevò il mento, spingendola a guardarlo negli occhi.
"Di cosa stai parlando, Kaori, sono qui perché anche tu hai bisogno di me e non ti lascerò rischiare la vita. E sai che non puoi fare nulla senza di me, partner!" scherzò cercando di calmare la tensione tra loro.
Lei alzò gli occhi che si erano ridotti a fessure, poi spostò la mano di lui dal viso. Ryo percepì la sua rabbia.
"Smettila Ryo! Smettila di trattarmi così, non sono più una bambina! Saprò cavarmela da sola, devo assolutamente trovare Mick"
"Mick, Mick, Mick! Hai solo il suo nome in bocca! Cosa? C'è qualcosa tra voi? È per questo che l'hai baciato prima?" si innervosì Ryo, non capendo l'improvviso interesse di Kaori per il suo compare americano.
Kaori, sconvolta dalle insinuazioni di Ryo, si sentì prendere dalla furia. Fece uno sforzo sovrumano per placarsi.
"Hai proprio una faccia di bronzo, Ryo! L'ho baciato mio malgrado e mi sento in colpa! Pff, non vedo perché cerchi di giustificarmi, non ho niente da biasimarmi!"
"Niente da biasimarmi? Mi hai piantato in quella sala e ti sei gettata su di lui per baciarlo! Mi sembra che siamo partner, non dovresti nascondermi niente!" replicò Ryo, seccato ripensando a quanto successo. Kaori rimase sbalordita. Lui ce l'aveva con lei per aver baciato Mick quando si era sacrificata poco prima inalando la droga al posto suo. La biasimava per avergli nascosto qualcosa dopo che lui le aveva mentito fin dall'inizio. Ma rifiutava di stare al suo gioco, voleva che se ne andasse in modo da stare un po' da solo.
"Vattene, Ryo!"
"Come ti ho detto, non ti lascerò"
"Non devi più giocare a fare l'eroe, ti libero dai tuoi obblighi" gli disse, voltandogli le spalle.
"Non me ne andrò, Kaori. In ogni caso ho pagato per stare con te una parte della notte, quindi non puoi cacciarmi" le rispose.
"Come sarebbe, hai pagato?" disse Kaori, sorpresa.
"Eri sotto l'effetto della droga e vulnerabile, non potevo lasciarti nelle mani di quei criminali, era troppo pericoloso. Quindi ho convinto uno di loro ad accettare il pagamento in cambio di una notte con te"
Kaori non riusciva a credere a ciò che sentiva. Ryo non l'aveva mai considerata una donna a tutti gli effetti, e ora si ritrovava classificata al rango di prostituta. Scosse la testa per scacciare i cattivi pensieri. Si diresse verso il mini bar e si versò da bere.
"Che diavolo stai facendo?" disse Ryo osservandola.
"Cosa, non vedi? Mi metto a mio agio! Dopotutto, hai pagato per divertirti, no?" replicò, volendosi piccante. Ryo le si avvicinò, prendendo il suo bicchiere e bevendo. Lei lo guardò, arrabbiata.
"Non voglio, Kaori. E sai che sei l'unica a non farmi venire voglia di mokkori" disse in un ghigno, orgoglioso di se stesso. Si allontanò da lei e si avvicinò alla vetrata, osservando la città in attesa della martellata, avrebbe provato che nulla era cambiato nella loro relazione. Kaori meditò nel suo angolo sull'osservazione di Ryo, poi ripensò agli effetti della sua droga, alla sua disinibizione di poco prima. Per un istante maledisse Hirotaka di non averla dato una dose maggiore. All'improvviso ebbe un'idea. Sapeva che, se avesse voluto essere più intima con Ryo, lui sarebbe scappato. Visto che desiderava che se ne andasse, sarebbe stata la soluzione migliore. Sollevò la testa, guardando Ryo che le volgeva la schiena, e gli andò incontro, col cuore che tamburellava. Ryo, non vedendo arrivare il martello, si voltò e si ritrovò faccia a faccia con Kaori, sorpreso. C'era qualcosa di diverso nei suoi occhi. Un bagliore che non conosceva.
Kaori si avvicinò sempre più a lui, intrappolandolo contro il vetro. Ryo era teso, saperla così vicina metteva a dura prova i suoi sensi.
"Cosa fai, Kaori?"
"Cosa c'è, Ryo? Non ti senti a tuo agio? Non ti piaccio?" disse, seducente.
Certo che gli piaceva, soprattutto vestita così. Sentì il desiderio aumentare mentre lei gli si incollava maggiormente. Pregò interiormente che il suo mokkori non si manifestasse.
Lei alzò le mani per portarle al collo di Ryo, lasciando che una gli accarezzasse i capelli. Ryo accettò la carezza come una dolce tortura. Lei non aveva idea di che potere avesse su di lui. Gli era molto difficile resistere. Sentirla così vicina a lui, sentire il suo seno contro il petto e il suo respiro caldo sul viso. Non sarebbe riuscito a resisterle a lungo, lei era più che desiderabile e la voglia di stringere il suo corpo e farla sua cominciò a prevalere sulla ragione. Cedendo al cuore e ai suoi impulsi, la afferrò per la vita, girandola su lato in modo che anche lei si trovasse contro il vetro. Si fissarono un momento vedendo il desiderio sui loro visi, e con un movimento quasi selvaggio lui premette le labbra sulle sue. Dopo il primo contatto brusco, la sua lingua cercò di farsi strada nella bocca di Kaori. Tutti gli anni passati a contenere il desiderio si liberarono in quel bacio. Di fronte a tanta passione, Kaori lottò per reagire in piena consapevolezza, si lasciò trasportare dalla passione che Ryo metteva a baciarla e ad accarezzarla. Dopo un po' si separarono ansimando. Erano entrambi senza fiato. Ryo si rese conto di ciò che aveva appena fatto. Ce l'aveva con se stesso perché aveva lasciato esprimere i suoi sentimenti in quel bacio. Aveva ancora le idee offuscate. Il contesto non si prestava a una decisione sulla loro relazione. Anche se quello scambio lo aveva confortato circa quello che provava per lei, e sebbene gli sarebbe piaciuto andare oltre, avrebbe dovuto porre distanza tra loro, doveva avere le idee chiare per terminare la missione e mettere Kaori al sicuro. Delicatamente, afferrò le sue mani per liberarle dalla presa. Le tenne nelle proprie per un momento.
"Kaori, io...non posso farlo..." disse cercando di riprendere il sopravvento.
Kaori sentì il proprio cuore spezzarsi. Come poteva tornare così freddo dopo essere stato così appassionato qualche minuto prima. Pensò a Reika. Come aveva potuto essere così stupida.
"Ascolta, Kaori, non volevo che andasse così..." cominciò a dire Ryo.
"Stai zitto" disse lei, alzando una mano per farlo tacere. "È colpa mia, non avrei dovuto. Penso che dovresti andartene" gli disse voltandogli le spalle.
 
 
Stanza di Reika
 
Reika attendeva pazientemente il ritorno di Ryo. Sussultò quando sentì due colpi alla porta. Ryo aveva il pass, perché bussava?
"Avanti!" disse.
Hansuke e Hirotaka entrarono nella suite.
"Signor Nagasaki? A cosa devo la sua presenza qui?" chiese lei.
"Non sembra sorpresa di vedermi senza suo marito, signora Nogato" disse lui sospettosamente.
"Perché dovrei esserlo, è una sua abitudine approfittare di serate come queste per divertirsi un po'" disse imbarazzata.
"Se posso permettermi, Reika, il signor Nogato non merita una moglie bella come lei" disse prendendole la mano. Lei la tolse, imbarazzata. Hansuke si rivolse a Hirotaka e gli fece un cenno. Quest'ultimo ricordò la loro conversazione in ascensore.
 
 
Flashback
 
"Mi occuperò della signora Nogato. Nel frattempo, assicurati di installare discretamente questa piccola telecamera nella stanza. Voglio assicurarmi che non si tratti di una commedia. Capito, Kintaro?"
"Capito, signore!" obbedì Hirotaka, a disagio all'idea di intrappolare i suoi amici.
 
Fine flashback
 
 
Presente, stanza di Reika
 
"Signora Nogato, accetterebbe un ultimo drink con me? La mia accompagnatrice mi ha abbandonato per il resto della serata e mi sento un po' solo" disse fingendosi triste.
Reika lanciò un'occhiata a Hirotaka, non sapendo cosa fare. Questi le fece un cenno con la testa spingendola ad accettare. Era in qualche modo rassicurata di saperlo insieme a loro.
"Va bene, signor Nagasaki, ma solo un bicchiere!" disse, leggermente stressata. Hansuke servì due drink al mini bar e tornò da Reika. Fece scivolare una mano sulla sua schiena e la guidò alla vetrata.
"Venga, la vista è magnifica, non trova" disse, lasciando la presa per fare cenno a Hirotaka di approfittare del momento per sistemare rapidamente la telecamera. All'uomo ci vollero pochi secondi per fissarla sul lato inferiore della scrivania che si affacciava al resto della stanza, il letto al centro.
"Brindiamo? Alla nostra collaborazione!" disse facendo tintinnare i due bicchieri. "Suo marito mi ha detto che avete intenzione di prendere un grosso carico, non pensavo foste così interessati"
"Insieme a mio marito abbiamo molti progetti e ci preoccupa la soddisfazione dei nostri clienti. Prevediamo di espandere la nostra clientela. Siamo fiducioso che il vostro prodotto attirerà nuovi clienti, dobbiamo assicurarci quindi di avere una scorta notevole" gli disse Reika, comprendendo i sospetti di Hansuke. I due terminarono i loro drink. Hansuke guardò Hirotaka. Capendo che l'uomo aveva sistemato tutto, non perse altro tempo.
"È tardi. La lascerò tranquilla. Buonanotte signora Nogato. Spero che suo marito non la faccia aspettare troppo a lungo. A presto, cara Reika"
Reika osservò gli uomini congedarsi. Una volta chiusa la porta, si sedette sul bordo del letto. Decise di andare a farsi una doccia per allentare la tensione della serata e pregò che Ryo non tardasse a tornare.

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Capitolo 19
*** Capitolo Diciannove ***


Suite 421
 
Il silenzio nella stanza aleggiava da un po'. Ryo si avvicinò nuovamente a Kaori. Lei gli rivolgeva la schiena e guardava in lontananza le luci della città. Non voleva che Ryo vedesse i suoi occhi annebbiati di lacrime. Tutto si mescolava nella sua testa. La serata, i trafficanti, il suo malessere, il risveglio accanto a Ryo e il bacio. Si portò le dita alle labbra desiderando ancora di provare quella sensazione, poi soffocò un singhiozzo. Ryo si azzardò a posarle una mano sulla spalla. Ce l'aveva con se stesso per averla ferita un'altra volta. Quel contatto fece sussultare Kaori. Si voltò per affrontarlo.
"Kaori, non me ne andrò, non ti lascerò sola"
Kaori allontanò la mano di Ryo.
"Ryo, il tuo posto non è qui. Per rispetto della nostra ex collaborazione e per ciò che abbiamo vissuto. Lasciami. Se non vuoi farlo per me, fallo per Hideyuki" disse lei stancamente.
"Di cosa parli? Cosa vuoi dire con 'ex' collaborazione? Intendi andartene?" rispose Ryo, inorridito.
"Smettila con la commedia, Ryo"
"Quale commedia? Kaori, cosa sta succedendo?" le chiese preoccupato.
Kaori non capiva perché Ryo stesse così sulla difensiva. Voleva mostrargli che aveva iniziato ad accettare la sua decisione anche se ciò le strappava il cuore.
Ryo non capiva a cosa si riferisse Kaori. Aveva infine deciso di andarsene? Voleva lasciarlo? Si avvicinò a lei, desiderando prenderla tra le braccia, quando dei colpi alla porta lo fermarono nel suo slancio.
"Ryo, Kaori, sono io, Hirotaka!"
Kaori colse l'occasione per aprirgli la porta e liberarsi da Ryo.
"Entra, Hiro!" fece sollevata.
Ryo gli rivolse uno sguardo seccato, non avendo potuto terminare la conversazione con Kaori.
"Stai meglio Kaori? Mi dispiace per prima, ma sembravi in astinenza. Non ho avuto scelta"
"Non ti preoccupare, gli effetti sono spariti. Per il momento, a parte un po' di vertigini e molta stanchezza, sto bene" disse lei riprendendo un po' di entusiasmo. Ryo si avvicinò a entrambi.
"Hai trovato un modo per far uscire Kaori da qui?" chiese.
"Mi dispiace, Ryo, ma è troppo rischioso. I fratelli Nagasaki non mi danno tregua. Temo che inizino ad avere dei sospetti. Dovendo agire da intermediario tra loro e te, non ho spazio per gli errori" si scusò Hirotaka.
Ryo abbassò lo sguardo, abbattuto. Nessuna soluzione praticabile sembrava disponibile.
Kaori lesse il viso di Ryo. Non aveva davvero intenzione di mandarla via?
"Ti disturba così tanto avermi in tra i piedi?"
Sentendo la sua osservazione, Ryo alzò gli occhi su di lei.
"Non essere sciocca, Kaori! Sai che sei in pericolo se rimani qui. Vogliamo solo che tu sia al sicuro" si giustificò.
"E cosa voglio io, importa o se ne fregano tutti? Non me ne andrò. Voglio aiutarvi" insistette.
"È fuori discussione, Kaori, è troppo rischioso" si innervosì Ryo.
"Non credo che abbiamo tempo per discuterne, amici, le guardie stanno tornando. Ryo, devo riportarti nella tua suite" intervenne Hirotaka, sentendo che i toni si alzavano.
"Cosa facciamo per Kaori?" chiese Ryo.
"La cosa migliore al momento è che rimanga qui. In ogni caso, non abbiamo molta scelta"
"Finalmente qualcuno dalla mia parte! Grazie, Hiro!" disse lei, soddisfatta. Ryo le lanciò un'occhiata di disapprovazione. Lei sostenne il suo sguardo in segno di ribellione.
"Kaori, rimani nella suite, tornerò più tardi" le disse Hirotaka. Chiusero le porta alle loro spalle, aspettando il ritorno delle guardie.
"Non venite pagati per fare delle pause, signori! Accompagno il signor Nogato nella sua suite. Assicuratevi che la ragazza non esca, tornerò dopo" li rimproverò.
"Sì, signore" risposero quelli insieme.
Ryo e Hirotaka si misero in cammino senza scambiare una parola. In ascensore, Hirotaka ruppe il silenzio.
"Allora? Com'è andata tra voi?" chiese preoccupato.
"Niente, cosa vuoi che succeda con un tale maschiaccio" rispose Ryo.
"Ryo, per favore, non a me. Non inganni nessuno. Abbiamo notato tutti come hai perso la lucidità in sua presenza"
Ryo abbassò lo sguardo, in colpa. Sapeva che la discrezione non era stata il suo cavallo di battaglia quella sera. Aveva divorato Kaori con gli occhi ed era irrimediabilmente attratto da lei.
"Ci siamo solo baciati" ammise.
"Quindi le hai confessato i tuoi sentimenti?" insistette Hirotaka.
"Non ha più importanza, conta di lasciarmi" rispose, rassegnato.
"Ma...ma perché?" fece Hirotaka, smarrito.
"Non lo so, c'è qualcosa che mi sfugge, ma conto di sapere cosa e avere l'ultima parola"
La discussione venne interrotte dall'apertura delle porte dell'ascensore. Quasi arrivati alla suite di Ryo, Hirotaka lo fermò.
"Ryo, devo dirti una cosa. Hansuke mi ha fatto installare una telecamera nella tua stanza. Reika non deve averla rilevata. Dubita di voi, Ryo. Hansuke è molto sospettoso e sembra non credere troppo al vostro idillio. Preferisco avvisarti"
Se i fratelli Nagasaki avessero scoperto la loro vera identità, ciò avrebbe rimesso tutto in discussione. Erano troppo vicini all'obiettivo per poter rinunciare. Ryo fece un profondo respiro.
"Beh, daremo loro ragione di non dubitare più" disse, nervoso.
Hirotaka lo guardò interrogativamente e lo chiamò un'ultima volta.
"Ryo?"
"Mmh?"
"Per Kaori, so che hai paura, ma dovresti fidarti un po' più di lei"
"Io mi fido di lei, più di chiunque altro. Sono le altre persone che non mi ispirano fiducia" rispose.
Ryo entrò nella suite. Vide Reika in camicia da notte davanti alla vetrata. Ryo si guardò intorno alla ricerca della telecamera che Hiro aveva fissato. Sentendo la porta aprirsi, Reika si voltò e si sentì felice e sollevata di vedere Ryo. Quando volle avvicinarsi, Ryo le fece segno di fermarsi e le mostrò la telecamera fissata alla scrivania. Lei comprese che erano sotto sorveglianza.
"Reika, tesoro, non dormivi?" disse prendendola tra le braccia. "Dubitano della nostra coppia, dovremo essere molto convincenti! Pronta a stare al gioco?" le sussurrò all'orecchio. Reika annuì.
Posò le mani su ciascun lato del suo viso e lo baciò languidamente. Ryo si sentì teso sotto quel bacio. Ripensò a Kaori e al bacio che avevano condiviso. Non c'era alcuna somiglianza. Avrebbe preferito interpretare la commedia con la sua partner, sarebbe stato meno complicato.
Reika, d'altra parte, ne approfittava più del dovuto. Capì ciò che dovevano provare e prese il comando. Si baciarono a lungo. Poi Ryo mise fine allo scambio pensando di aver dato abbastanza.
"Che ne dici di andare a letto? La serata è stata lunga, ci meritiamo un po' di riposo, no?"
"Certo, amore mio, hai ragione" rispose Reika con occhi scintillanti.
Ryo andò in bagno e ne uscì vestito dei soli boxer. Scivolò sotto le lenzuola accanto a Reika. Lei ne approfittò per incollarsi a lui, facendogli sentire il peso del suo corpo e delle sue curve. Ryo era piuttosto a disagio. Reika era intraprendente. Tentò di mettere un po' di distanza, ma Reika tornò all'assalto più volte.
"Basta, Reika, abbiamo dimostrato abbastanza!" borbottò.
"Dai, Ryo, non essere sciocco, se hanno installato la telecamera per la notte è per avere la prova che stiamo davvero insieme. Non è un casto bacio che li tranquillizzerà sulla loro impressione" rispose lei in un sussurro.
Ryo meditò sulle sue parole. Non aveva del tutto torto. Dovevano spingere sulla commedia per far tacere i sospetti.
 
 
Suite 421
 
Quando Ryo e Hirotaka se ne andarono, Kaori rimase di nuovo sola nella suite. Attese il ritorno di Hirotaka. Mentre pensava al bacio scambiato con Ryo, bussarono alla porta. Non ebbe il tempo di autorizzare la persona a entrare che la porta si aprì. Pensando di trovare Hirotaka, vide invece comparire Daisuke. Impaurita, indietreggiò fino a urtare contro la vetrata. Daisuke le si avvicinò pericolosamente.
"Allora, mia cara, ci siamo divertiti?"
"Se proprio vuoi saperlo, sì, mi sono molto divertita!" mentì. Daisuke lottò per contenere la rabbia. Lei si comportava da sfacciata. Le si avvicinò e lei si ritrovò intrappolata.
"Ti dimostrerò che sono più dotato di lui" le disse carezzandole la guancia.
"Ti proibisco di toccarmi, sporco pervertito!" si ribellò, allontanando la sua mano.
Daisuke rise, facendola rabbrividire.
"Non sei nella posizione di proibirmi niente, sgualdrina!"
L'afferrò improvvisamente per la vita, la sollevò per gettarla sul letto. Lei cercò di alzarsi per fuggire ma lui fu più veloce. Si stese su di lei con tutto il suo peso, bloccandola. Iniziò ad accarezzarla e la baciò con la forza. Quando lei sentì la sua bocca premere, lo morse violentemente, facendolo raddrizzare. Con furia, la schiaffeggiò violentemente.
Lei iniziò a urlare, dibattendosi senza cessare. Mentre le copriva la bocca per farla zittire e imporsi nuovamente, la porta della suite si aprì in un fracasso e Hirotaka entrò.
Quest'ultimo afferrò Daisuke per le spalle e lo allontanò da Kaori, dandogli un pugno quando lo vide tornare alla carica. Daisuke si ritrovò a terra con il labbro sanguinante. Hirotaka si avvicinò a Kaori, terrorizzata, le tese la mano per sollevarla e abbracciarla.
"Kaori, tutto bene?" disse, preoccupato per ciò che la giovane donna aveva subito.
Kaori annuì, incapace di dire una parola, ancora sotto shock.
"Me la pagherai Kintaro. Perché ti immischi?" disse Daisuke, arrabbiato.
Hirotaka lo guardò con disgusto.
"Mi immischio in ciò che riguarda gli affari di suo fratello. Non apprezzerebbe che abbia picchiato di nuovo una ragazza. Ha già fatto dei danni con le altre. E suo fratello sembra apprezzare particolarmente questa. Non osi toccarla di nuovo" lo minacciò Hirotaka.
Daisuke si alzò dolorosamente e lasciò la suite, non senza inviare uno sguardo nero a Kaori e Hirotaka. La porta della suite si chiuse, lasciando loro un po' di tregua. Kaori si sforzò di riprendersi, Hirotaka allentò la stretta e le sollevò il mento.
"Ti fa male da qualche parte? Sei ferita?" le chiese vedendo il suo viso leggermente tumefatto.
"No, sto bene, ho solo avuto molta paura" rispose lei trattenendo un singhiozzo.
"Avrei dovuto dare ascolto a Ryo e capire come farti uscire da qui, anche a costo di danneggiare la mia copertura" disse mortificato.
"Non dire così, Hiro, non è colpa tua. Sono stata io a insistere per restare. Non è la prima volta che vengo malmenata dai miei rapitori" disse, sforzandosi di sorridere. "Ma è la prima volta che vengo salvata da qualcuno diverso da Ryo" aggiunse amaramente.
Hirotaka capì che qualcosa non andava tra i due partner, ma si rifiutò di intervenire. Dopotutto, pensò che non fossero affari suoi.
"Ti prego, non dirlo a Ryo" lo implorò.
"Kaori, io..."
"Promettimelo, Hiro! Non voglio che pensi di nuovo che sono un'incapace"
"Non penso che ti consideri un'incapace, Kaori, tiene molto a te e ti stima enormemente"
"Se avesse stima per me, non mi mentirebbe" disse lei, rassegnata.
"Di cosa parli, Kaori?" chiese Hirotaka, non capendo le parole della giovane donna.
"Di niente, lascia stare" disse lei, pentendosi di aver rivelato troppo. "Cosa succederà adesso?"
"Prima di tutto rimarrò con te e veglierò sulla tua sicurezza, dovresti approfittarne per riposare"
Lei obbedì e si sdraiò sul letto.
"Grazie Hiro..." disse prima di addormentarsi.
Hirotaka la osservò assopirsi e la coprì. Era solo il sosia di suo fratello, eppure non poteva fare a meno di vegliare su di lei come se fosse proprio sua sorella.

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Capitolo 20
*** Capitolo Venti ***


 
Stanza di Ryo e Reika
 
Reika si faceva sempre più intraprendente, aggrediva Ryo di baci. Mentre quest'ultimo aveva impiegato molto tempo a calmare gli ardori in seguito al suo incontro con Kaori, ecco che doveva affrontare Reika. In altre circostanze, non si sarebbe lamentato. Prima dell'arrivo di Kaori, molte donne si erano precipitate nel suo letto per soddisfare ogni suo desiderio. Non per niente era conosciuto come lo stallone di Shinjuku. Ma dall'arrivo della sorella del suo migliore amico, aveva messo da parte i bassi istinti, anche se aveva cercato di farle credere il contrario saltando su tutte le passanti e le clienti. Reika era una donna molto bella, molto attraente, ma lui non poté fare a meno di immaginare Kaori. Lo aveva fatto impazzire con quel vestito, e averla baciata focosamente poco tempo prima aveva suscitato in lui un desiderio irrefrenabile. Mentre Reika si metteva a cavalcioni su di lui e si sporgeva per baciarlo sul collo, lui l'afferrò per la vita e la donna si ritrovò sotto di lui.
"Mi piace quando prendi l'iniziativa, tesoro..." gli sussurrò.
Ryo si abbassò per baciarla e, vicino al suo orecchio, le mormorò qualche parola.
"So che muori dalla voglia, Reika, ma faremo solo finta. Non andremo oltre le apparenze" disse Ryo.
Reika si imbronciò, delusa di non poter soddisfare il proprio desiderio. Sentire Ryo così vicino la faceva impazzire. I lunghi baci scambiati con lui avevano risvegliato il calore nel suo bassoventre. Voleva di più. Con una mano gli afferrò il sesso e gli inflisse dolci carezze. Ryo sussultò di stupore.
"Solo perché non possiamo farlo non significa che non possiamo divertirci" disse Reika con un sorriso malizioso.
Ryo si sentì intrappolato. Il lento su e giù e Reika risvegliò i suoi più bassi istinti. Lottò costantemente contro il desiderio. Non era con lei che voleva fare il grande passo. C'era solo una donna con cui voleva condividere le carezze e i baci, e non era al suo fianco.
Ryo non poté trattenere un gemito mentre Reika guidava la danza con vigore. Lei ansimò di piacere vedendolo perdere la testa sotto le sue carezze. Ryo cercò di prendere il sopravvento sulla situazione e trovò la forza di afferrare la mano di Reika per fermarla. La donna aveva gli occhi brillanti di desiderio. Le bloccò le mani sopra la testa, temendo che tentasse di nuovo di destabilizzarlo, poi iniziò a muoversi incessantemente avanti e indietro, facendo sfiorare e strofinare le loro intimità. Anche se Reika voleva di più, provava piacere a quel contatto e non poté reprimere i lamenti. In quella lunga danza dei loro corpi, continuarono a baciarsi soffocando le grida.
Giudicando che lo spettacolo fosse durato abbastanza a lungo, Ryo si chinò su Reika e le fece capire tra i baci che era il momento di finire. Entrambi concordarono nonostante l'apparente riluttanza di Reika e si separarono, sfiniti.
Reika, nonostante la frustrazione, si abbandonò pochi istanti dopo ad un sonno profondo. Ryo fece molta fatica ad addormentarsi, sentendosi in colpa per quel riavvicinamento con lei. Non osava immaginare la reazione di Kaori se avesse scoperto quella scena. Conoscendo Reika, sapeva che si sarebbe divertita a schernire la sua partner. Non voleva vederla ferita dalle rivelazioni. Inoltre, conosceva abbastanza bene i suoi sentimenti nei confronti di Reika e sapeva bene che avrebbe sofferto ancora di più. Si martellò la testa per essere stato così stupido lasciandosi coinvolgere in quella missione. Avrebbe voluto poter fumare una sigaretta in quel momento, anche se il suo desiderio principale era di raggiungere Kaori e assicurarsi che stesse bene.
 
 
Suite 421
 
Il giorno non si era ancora levato. Hirotaka vegliava su Kaori da alcune ore. Si era sistemato su una sedia vicino alla giovane donna. Il sonno iniziava a vincerlo. Mentre affondava lentamente tra le braccia di Morfeo, il suono del telefono lo svegliò di soprassalto.
"Kintaro, ascolto" disse con voce assonnata.
"Dove sei?" disse duramente Hansuke. Quella voce familiare lo costrinse a connettersi con la realtà.
"Io...sono con la ragazza, signore" rispose esitante.
"Kintaro, non vieni pagato per approfittarne. Fammi il piacere di venire qui e portare la ragazza, vorrei parlarle"
Hansuke riappese, lasciando Hirotaka perplesso. Era ancora notte, anche se non ci sarebbe voluto molto perché il sole sorgesse, non poteva fare a meno di chiedersi perché Hansuke gli avesse detto di raggiungerlo con lei. Cos'era successo? Ryo e Reika avevano commesso un errore?
Non rifletté oltre, si alzò e si chinò su Kaori, ancora addormentata. Le accarezzò delicatamente la guancia cercando di tirarla fuori dal sonno.
"Kaori...Kaori...svegliati, per favore..." le disse con voce dolce.
Kaori aprì faticosamente gli occhi. Si guardò intorno e vide Hirotaka nella penombra.
"Che succede? È ancora notte, Hiro..." disse cercando di tornare a dormire.
"Kaori, ehi! Non riaddormentarti, ho bisogno di te!" le disse un po' più forte.
Kaori si mise a sedere con difficoltà. Si stiracchiò sbadigliando.
"Va bene. Che c'è Hiro, hai trovato un modo per tirarci fuori da qui?"
"Mi dispiace, ma non proprio. Il fratello di Daisuke vuole vederci. Non chiedermi perché, non lo so" rispose Hiro vedendo lo sguardo interrogativo di Kaori. Lei cominciò a farsi prendere dal panico. Perché voleva vederla? Cosa poteva avere in serbo per lei?
La presenza di Hirotaka la rassicurò e si fidò di lui. Non era sola, ciò la aiutò a trovare il coraggio di accompagnarlo. In ogni caso, non poteva abbandonarlo.
"Va bene, ti seguo Hiro"
"Prometto che veglierò su di te, Kao. Non dire nulla senza un mio segno, ok?"
"Ok" obbedì lei.
"Non so cosa ci aspetta, ma una chiamata a quest'ora non è mai un buon segno. Aspettiamoci il peggio" l'avvertì. Kaori sostenne il suo sguardo come per indicargli che non aveva paura. Voleva mostrarsi coraggiosa anche per lui.
"Resta al mio fianco durante l'incontro. Se la questione dovesse farsi difficile, rimani dietro di me e, se si presenta l'opportunità, fuggi senza guardarti indietro. Va bene?"
"Ma Hiro..." disse lei leggermente impanicata.
"Non discutere, Kaori, per favore" disse, intransigente.
Kaori abbassò lo sguardo, concordando. Anche se, interiormente, sentiva che non gli avrebbe permesso di sacrificare la sua vita per lei.
 
 
Ufficio del signor Hiroshi
 
La stanza era ampia e spaziosa. Una grande scrivania era davanti alla vetrata. Hansuke era seduto a guardare gli schermi di sorveglianza, oltre che una piccola radio. Sul lato c'era un divano dove il signor Hiroshi si sentiva a disagio. Era circondato da due guardie armate. Daisuke era di fronte alla finestra, di spalle rispetto a suo fratello.
Hirotaka e Kaori arrivarono. Erano entrambi stressati da ciò che li attendeva. Immaginarono tutti i possibili scenari. Kaori saltellava sul posto per l'apprensione. Hirotaka le strinse la mano e le sorrise rassicurante. Kaori rispose timidamente.
"Andrà tutto bene, resta al mio fianco" le disse prima di bussare alla porta.
Hansuke li invitò a entrare. Non si prese la briga di alzarsi per salutarli.
"Mi dispiace, amici, vi abbiamo tirati fuori dal letto" finse di scusarsi. "Allora, Kintaro, hai voluto approfittare del fascino della signorina?"
Kaori teneva gli occhi fissi sul suolo per paura di incrociare lo sguardo di Daisuke che si era voltato verso di loro.
"Niente affatto, signore. Come concordato, ho recuperato il signor Nogato per riportarlo da sua moglie e sono tornato per assicurarmi che la ragazza stesse bene"
Hansuke sembrò riflettere.
"È strano, Kintaro, perché non è la stessa versione del mio caro fratello"
Hirotaka sfidò Daisuke con lo sguardo. Capì che l'uomo aveva a che fare con quell'incontro a porte chiuse.
"Ho sorpreso suo fratello mentre la colpiva. Sono intervenuto prima che le gonfiasse la faccia e lei diventasse non presentabile per gli altri clienti, signore"
Hansuke alzò lo sguardo su Kaori. Vedendo le sue guance arrossate e il sangue seccato sulla bocca, si voltò verso Daisuke e gli assestò un violento pugno in faccia. L'altro cadde a terra.
"Ti ho già espressamente richiesto di non danneggiare la merce. Quando lo capirai, Dai!"
Si avvicinò a Kaori per sollevarle il mento.
"Mia cara, mi dispiace. Fortunatamente, abbiamo una truccatrice talentuosa che coprirà tutto"
Hirotaka serrò la mascella vedendo Kaori sofferente al contatto di Hansuke. Daisuke si alzò faticosamente e fece un ghigno che attirò l'attenzione di suo fratello.
"Cosa ti fa ridere, Dai?"
"Se fossi in te, Hans, non avrei pietà per lei" disse orgogliosamente.
"E perché?" disse, punto sul vivo.
"Questa sgualdrina ci nasconde qualcosa. Prima di incontrare te e il tuo cliente, ho scoperto un trasmettitore su di lei"
Hansuke rimase sbalordito dalla rivelazione di suo fratello. Avanzò verso di lui e lo afferrò per il colletto.
"COME? Aveva un trasmettitore e non hai pensato di avvertirmi, idiota!" gridò.
Kaori guardò Hirotaka, disperata. Daisuke aveva appena sputato il rospo e chissà cosa le avrebbe fatto Hansuke. Hirotaka si aspettò il peggio e guardò Kaori, impotente.
"Non preoccuparti, l'ho distrutto" rispose Daisuke.
"Perché pensi che sia sufficiente! Sei davvero un imbecille, Dai, ringrazia di essere mio fratello, è l'unico motivo per cui non ordino di eliminarti" disse Hansuke, furioso. Lo lasciò con riluttanza, fece un respiro profondo per calmarsi e si rivolse a Kaori con sguardo minaccioso.
"Per chi lavori?"
Kaori deglutì a fatica.
"Per...per nessuno"
"Ripeto la domanda. PER CHI LAVORI?" fece, ulteriormente irritato.
Kaori si ammutolì, non sapendo cosa dire. Hansuke prese il silenzio come un affronto e la schiaffeggiò violentemente. Kaori cadde a terra, posando una mano sulla guancia dolorante. Hansuke tornò a guardare Hirotaka.
"Tu lo sapevi?"
"No, signore"
Hansuke si mise a vagare, arrabbiato.
"E dire che siamo sul punto di firmare un grosso contratto...la tua negligenza, Dai, ci mette in una situazione più che imbarazzante"
Si fermò e guardò Hiroshi, incuriosito. Si avvicinò a lui. L'uomo rabbrividì percependo la furia del trafficante dirigersi a lui.
"Signor Hiroshi, non è che ci nasconde qualcosa?" chiese con voce quasi melensa.
L'uomo non smise di tremare e sentì gocce di sudore scorrergli lungo le tempie.
"No, no...nient'affatto, signor Nagasaki" rispose esitante.
"Perché ho la sensazione che mi stia sfacciatamente mentendo, Hiroshi"
L'uomo abbassò lo sguardo per paura di essere scoperto. Hansuke prese l'arma di una delle guardie e la punto contro la tempia di Hiroshi. Kaori represse un grido di terrore.
"Le darò un'ultima possibilità di rispondere. Ha qualcosa a che fare con tutto questo?"
Sentendo il freddo gelido dell'arma sulla pelle, l'uomo crollò. Sotto la minaccia, si arrese.
"Va bene, va bene. Dirò tutto"
"No, stia zitto, per pietà!" esclamò Kaori.
Hansuke la guardò. Appoggiò il dito sul grilletto.
"Vi abbiamo teso una trappola. La coppia sposata è fasulla. Entrambi lavorano per la polizia. Erano incaricati di intrappolarvi per ottenere l'indirizzo del magazzino" confessò Hiroshi.
"E lei?" aggiunse Hansuke, indicando Kaori.
"Non lo so, non la conosco, lo giuro" supplicò Hiroshi.
"Va bene, voi due. Sbarazzatevi di loro" disse Hansuke rivolgendosi alle guardie.
"NOOOO, RYO!!!" gridò Kaori, le lacrime agli occhi.
Hansuke li fermò con la mano, sorpreso dall'intervento di Kaori. Le si avvicinò nuovamente. Kaori si portò una mano alla bocca, realizzando il proprio errore. Hirotaka la guardò, disilluso. Si era lasciata vincere dai sentimenti e si era rivelata.
"Cosa vi lega?" le chiese sospettosamente.
Kaori non rispose.
"Lo ami?" chiese incuriosito.
Kaori continuò a tacere, le lacrime le annebbiavano gli occhi.
"Per una reazione così veemente, non puoi che amarlo"
Hansuke rise. Kaori lo guardò, astiosa.
"Non dovresti ridere, non lo conosci" disse fiduciosa.
"Ah beh, e chi è?" chiese divertito.
"Lo scoprirai presto" disse lei minacciosamente.
"Perché, pensi che potrebbe venire a cercarti?"
Kaori abbassò lo sguardo, dicendosi che lui l'aveva sempre fatto e l'avrebbe fatto ancora, anche se non erano più soci. Il bacio che avevano scambiato qualche ora prima lo aveva tradito. Qualcosa di forte li univa.
"Dubito che abbia qualcosa a che fare con te, poverina. Sembrava divertirsi molto con la sua partner. Probabilmente non lo hai soddisfatto mentre era con te"
Kaori era smarrita, di cosa parlava Hansuke? Hirotaka capì dove voleva arrivare, guardò Kaori, cercando di attirare la sua attenzione.
"Vedo che non capisci. Guarda tu stessa".

 

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Capitolo 21
*** Capitolo Ventuno ***


"Kaori..." mormorò Hirotaka per impedirle di stare al gioco di Hansuke. La donna guardò Hansuke, preoccupata. L'uomo girò intorno alla scrivania e rivolse lo schermo in modo che Kaori potesse vedere le immagini. Hirotaka avrebbe voluto stringerle la mano per sostenerla. La vide crollare mentre osservava le immagini. Kaori sostenne lo sguardo. Il suo cuore si serrò alla vista di Ryo e Reika a letto insieme. Avrebbe voluto svegliarsi e dire che era solo un banale incubo. Davanti ai suoi occhi c'era la prova che Ryo e Reika stavano insieme, e ne fu turbata. Distolse lo sguardo, incapace di vedere oltre.
"Oh, aspetta, con il suono è ancora meglio!" fece Hansuke, orgoglioso di fare del male alla giovane donna.
Kaori li sentì gemere e le venne la nausea. Vederli così intimi, insieme, la spezzò. Ripensò al bacio scambiato con Ryo poco tempo prima, e venne vinta dall'incomprensione. Non riusciva a credere che quella stessa sera Ryo l'avesse baciata per poi fare l'amore con Reika. Ma si ricordò del suo imbarazzo dopo che si erano baciati, 'Non posso farlo'. Quella frase aveva ancora più senso vedendo le immagini.
"Andate, andate a eliminare quegli individui" ordinò Hansuke.
Il suo intervento fece uscire Kaori dal suo torpore. Mentre si precipitava sui due uomini, Hirotaka afferrò la sua arma, fermandola.
"Vattene Kaori! Salvati!" le urlò.
Mentre Hirotaka abbatteva a sangue freddo i due uomini, Kaori si lanciò per fuggire ma fu trattenuta da Daisuke. Hansuke afferrò contemporaneamente la sua arma e la puntò su Hirotaka, intimandogli di abbassare la pistola. Daisuke tornò da suo fratello con Kaori tra le braccia.
"Ecco una sorpresa! Non avrei mai sospettato un simile tradimento, Kintaro" disse Hansuke cercando di celare la rabbia.
"Hirotaka..." soffiò Kaori, disperata nel vedere il suo amico minacciato.
"Non preoccuparti Kaori, andrà tutto bene" cercò di rassicurarla.
"Hirotaka...interessante! Quindi vi conoscete, a quanto vedo. Peccato vedere morire un'amicizia così bella" disse Hansuke premendo il grilletto. Kaori, udendo lo scatto, morse violentemente Daisuke che mollò la presa per il dolore e si gettò su Hansuke per afferrare la sua arma.
"Vattene, Hiro, scappa!" gridò, bloccando la canna dell'arma di Hansuke.
"Lascia, piccola sgualdrina!" urlò Hansuke, cercando di riprendere il controllo. Hirotaka guardò Kaori con preoccupazione e gratitudine e scappò. Daisuke si riprese e colpì nuovamente Kaori, che cadde. Si precipitò per recuperare Hirotaka ma fu fermato dal fratello.
"Lascialo, non abbiamo tempo. Chiama una macchina. L'hotel deve essere pieno di poliziotti. Dobbiamo andarcene" ordinò Hansuke.
Daisuke obbedì. Hansuke si abbassò su Kaori.
"Tu ci accompagnerai, ho dei progetti per te, mia bella" disse guardandola freddamente.
 
 
Suite di Ryo e Reika
 
Nel frattempo, Ryo non trovava sonno. Sapere Kaori non lontana da lì e sola lo turbava. Avrebbe tanto voluto raggiungerla e stare al suo fianco. Voltò lo sguardo su Reika, ancora addormentata.
"Kaori, perdonami..." disse.
All'improvviso sentì dei passi in corridoio, afferrò la sua arma, si lanciò su Reika facendola cadere con il lenzuolo addosso. Reika aprì gli occhi e rimase stupita dalla posizione in cui si trovavano.
"Ryo...ma che succede?" fece, colta di sorpresa.
"Ssh...qualcuno si avvicina, recupera la tua pistola" rispose serio e teso.
Lei obbedì e attesero, al buio. Qualcuno bussò alla porta, Ryo e Reika si guardarono, inquieti. Chi poteva essere?
"Ryo, Reika! Sono io, Hirotaka"
Ryo si alzò bruscamente, ancora in mutande, con la pistola in mano e gli aprì la porta. Hirotaka entrò, in panico.
"Reika, chiama Saeko per avvertirla di controllare tutti i piani!" disse, faticando a mantenere la calma. Ryo guardò in fondo al corridoio per vedere se c'erano altri aggressori, richiuse la porta vedendo che era vuoto, poi si affrettò a vestirsi.
"Dov'è Kaori?" chiese, improvvisamente preoccupato, infilandosi i pantaloni.
Hirotaka non riusciva a rispondere. Preferì ignorare la domanda di Ryo mentre Reika chiamava Saeko.
"Hiro!" si spazientì Ryo. Intuendo il nervosismo di Ryo, Hirotaka lo guardò mortificato.
"Mi dispiace, Ryo, volevo farla scappare, ma erano troppi" si scusò.
Ryo si sentì stringere il cuore, immaginando il peggio. Fissò Hirotaka severamente.
"Cos'è successo? Lei dov'è?" ripeté, avendo cura di calcare ogni parola.
"Hiroshi ha vuotato il sacco. Hansuke aveva ordinato ai suoi uomini di uccidervi. Kaori si è opposta. Ho voluto prendere tempo sparando per consentirle di scappare, ma erano in troppi e l'hanno presa"
La rabbia di Ryo aumentò mentre Hirotaka gli svelava i fatti. La collera si leggeva sul suo viso.
"Come hai fatto a scappare e ad essere ancora vivo?" gli disse con tono di rimprovero.
Hirotaka era a disagio, sapeva che non avrebbe dovuto abbandonare a Kaori. Ma per poterla salvare, doveva avvertire Ryo.
"Hansuke mi puntava con la sua pistola, Kaori ha inventato una diversione e l'ha bloccato permettendomi di fuggire per venire da voi. Devono ancora essere nell'ufficio di Hiroshi"
"Avresti dovuto dirlo prima!" fece Ryo finendo di sistemare la fondina. "Andiamo!"
Nello stesso istante, dei colpi di pistola risuonarono in corridoio. A giudicare dal suono dei passi, erano in molti. Reika riuscì a recuperare Saeko al telefono.
"Saeko! La missione è andata in fumo, hanno scoperto la nostra identità, ci serve aiuto" disse Reika leggermente in preda al panico.
"Lo so, siamo già qui con Mick" rispose l'altra, in sottofondo si udirono colpi di pistola.
Qualche tempo prima, Saeko si trovava nella sala di videosorveglianza con Mick. Entrambi avevano visto Hirotaka e Kaori entrare nell'ufficio di Hiroshi. Mick aveva voluto intervenire sapendo Kaori in pericolo, ma Saeko l'aveva trattenuto per un braccio spiegando che la donna non temeva nulla finché ci fosse stato Hirotaka. Con la visuale che avevano non erano riusciti a capire cosa succedeva nell'ufficio. Vedendo Hirotaka scappare, avevano capito che stava succedendo qualcosa e si erano precipitati di sopra. Finalmente giunti all'ufficio di Hiroshi, l'avevano trovato vuoto. Solo tre corpi giacevano a terra in una pozza di sangue. Hansuke non aveva risparmiato il padrone e lo aveva abbattuto. Capendo che i loro amici erano minacciati, si erano precipitati al 42° piano e avevano iniziato a partecipare a uno scontro a fuoco con gli uomini presenti.
Tutti gli spari cessarono. Reika si era vestita rapidamente e tutti uscirono cautamente dalla stanza. Furono sorpresi di vedere gli uomini a terra.
"Allora, avete deciso di cominciare i festeggiamenti in anticipo?" fece Mick con la pistola in mano. Non poteva più sparare con la stessa precisione che aveva avuto in precedenza, ma con l'allenamento riusciva di nuovo a maneggiare la pistola come un professionista.
"Dobbiamo trovare Kaori, è in pericolo!" rispose Ryo freddamente.
"Mi dispiace, Ryo...non li abbiamo visti quando siamo arrivati. Siamo arrivati in ufficio troppo tardi, erano già andati via"
"Se venite dal basso, possono essere solo risaliti! C'è una pista sul tetto dell'edificio?" chiese dopo aver riflettuto.
"Mi sembra di sì!" rispose Saeko.
"Ok, Mick e Reika, scendete e controllate le uscita, nel caso ci siano sfuggiti. Hiro e Saeko, andiamo di sopra" ordinò. "Se li beccate, teneteli in vita, ho dei conti da regolare"
"Ryo..." fece Saeko.
"No, Saeko! Hanno toccato Kaori, me la pagheranno" disse con viso scuro.
Saeko tacque davanti allo sguardo minaccioso di Ryo. Tutti obbedirono e percorsero i vari piani, tutti vuoti. Mick e Reika controllarono le uscite, non trovando traccia di Kaori né dei trafficanti.
"È da tanto che non faccio squadra con una bella donna" disse Mick per celare la tensione.
"Piantala, Mick!" borbottò Reika.
"Cosa? Non sei contenta di essere con me? Almeno cambi un po' da quel pervertito di Ryo!" scherzò.
"Avrei preferito restare con lui..." brontolò.
Mick la sentì e sorrise. Sapeva che la giovane donna era innamorata di Ryo.
"Sì, ma lui preferisce un'altra" scivolò senza volerle fare male.
"Cosa credi! Se la preferisse a me, non mi avrebbe baciato né tantomeno avrebbe fatto l'amore con me" mentì, ferita dalle parole dell'americano.
Mick spalancò gli occhi dalla sorpresa e fu colpito dalla rivelazione. Si arrabbiò con Ryo. Come aveva potuto fare una cosa simile a Kaori? Fu strappato dai suoi pensieri quando una berlina dalle finestre oscurate uscì in una strada adiacente. Reika sparò sulla macchina, rompendo il vetro posteriore. Mick posò la mano sulla pistola per fermarla.
"Ma perché l'hai fatto? Li avevo sotto tiro!" fece lei, seccata.
"Kaori è nella macchina, potresti ferirla sparando in quel modo!" rispose lui.
Reika si rese conto del suo errore.
"Cosa dirà Ryo quando saprà che li abbiamo lasciati scappare?"
"Ho avuto il tempo di segnare la targa e forse potremo ottenere delle informazioni grazie alle telecamere di sorveglianza" la rassicurò.
Poco dopo, Ryo, Saeko e Hirotaka li raggiunsero.
"Nessun segno di loro né di un elicottero" informò Saeko. Ryo era immobile. I suoi occhi erano persi nel vuoto. Ce l'aveva terribilmente con se stesso per non essere riuscito ad aiutare Kaori.
"Sono fuggiti in macchina. Volevo sparare per fermarli" cominciò a spiegare Reika.
"Sei pazza! Avresti potuto ucciderla!" si arrabbiò Ryo.
"Non preoccuparti, Ryo, ha sparato un solo colpo. E siamo riusciti a segnare la targa" aggiunse Mick.
"Ok, dammela, lancerò un appello. La troveremo, Ryo, te lo prometto" cercò di rassicurarlo Saeko.
"Nel frattempo, forse possiamo controllare le telecamere di sorveglianza, potremmo avere una traccia del luogo in cui intendono andare, no?" propose Mick.
"Vado a recuperare le registrazioni. Chiama Umibozu, ci incontriamo al Cat's Eye"
"Va bene, andiamo"
Ryo rimase solo, tornò di sopra a prendere le telecamere e i nastri. Si fermò per qualche istante nella suite. Recuperò i nastri che Reika aveva registrato. Rifletté, poi decise di guardarli, non volendo perdere tempo e sperando di trovare una traccia, un dettaglio a cui aggrapparsi per trovare Kaori.
Pregò dentro di sé per rivederla viva.

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Capitolo 22
*** Capitolo Vendidue ***


 
L'aria che filtrava dal vetro posteriore rotto catturò Kaori. Si era tardivamente coperta la testa con le mani legate durante l'impatto. Raddrizzandosi, vide delle macchie di sangue su una delle mani. Fortunatamente, il proiettile le aveva solo sfiorato la testa. I due fratelli prestarono poca attenzione alla sua ferita.
"Dio, ci hanno quasi preso!" gridò Daisuke.
"Per fortuna hanno smesso di sparare, devono tenere al fatto che tu rimanga in vita, bellezza..." aggiunse Hansuke, facendo l'occhiolino a Kaori. Kaori cominciò seriamente a preoccuparsi. Non era più riuscita a vedere Ryo e non sapeva se fosse ancora vivo. Si chiese come sarebbe uscita da quella situazione. Il cappio si stava stringendo intorno al suo collo e non sapeva cosa i due fratelli le avrebbero riservato.
"Nessuno dei nostri uomini risponde" disse Daisuke al fratello, riagganciando il telefono.
"Beh, si può dire che il tuo Ryo sia bravo, sempre che questo sia il suo vero nome" disse Hansuke, rivolgendosi a Kaori.
"Non avete idea" ribatté lei, rassicurata di sapere che Ryo era ancora vivo.
Hansuke sorrise alla calma di Kaori.
"Dovremo eliminarli una volta per tutte, sanno troppo. Di certo non si fermeranno" disse Daisuke.
"Non ti preoccupare, Dai, fintanto che lei è nelle nostre mani, non oseranno fare molto" rispose Hansuke, accarezzando la guancia di Kaori.
Kaori rabbrividì disgustata dal tocco di Hansuke. Anche se non aveva dimenticato le immagini di Ryo con Reika, sapeva dentro di sé che Ryo non l'avrebbe abbandonata. Ma doveva trovare il modo di recuperarla. Non aveva più trasmettitori addosso e Hirotaka non era più nei giochi. Rifletté e osservò discretamente la strada per indovinare il luogo in cui si sarebbero recati. Fortunatamente per lei, i due fratelli non avevano pensato di bendarle gli occhi. Allo stesso tempo, si disse che avrebbe avuto poche possibilità di fuggire. I cartelli stradali scorrevano mentre viaggiavano e un nome spuntava in continuazione. Era lì che sarebbero andati.
"Yokohama..." mormorò tra sé.
 
 
Keio Plaza Hotel
 
Ryo stava spulciando tutti i video che erano stati in grado di ottenere. Niente, non c'era niente, quindi analizzò il video della telecamera installata da Reika nella tromba delle scale. Vide i due fratelli Nagasaki e Kaori precipitarsi giù per le scale. Saeko e Mick dovevano aver incrociato i fratelli. Era contento di vedere Kaori viva, si batteva con rabbia, il che lo faceva sorridere. Era orgoglioso di lei, fiero del coraggio che mostrava nonostante le circostanze.
Mise il video in pausa desiderando guardare Kaori di più, vide il suo sguardo triste e il viso gonfio, tremò di rabbia. Incapace di tollerare ulteriormente, fece avanzare il video e passò al nastro successivo, dove la vide di nuovo con Reika in bagno. Aumentò il sonoro quando vide le due donne una di fronta all'altra e Kaori sembrò nervosa quando Reika iniziò a parlare. Ascoltò attentamente le parole di Reika, 'Eravate solo partner'. 'Non era necessario', 'Ryo voleva sistemarsi con me', 'Pensava che te ne saresti andata'. Mise in pausa, inorridito dal discorso di Reika. Vide Kaori crollare mentre Reika proseguiva con quella vile menzogna. Fu a sua volta preso da nausea quando vide Kaori vomitare nel lavandino. Ricevette il colpo di grazia quando sentì Kaori dire che se ne sarebbe andata. Tutto era molto più chiaro riguardo al suo comportamento. Era stata distante e tesa in sua presenza, ora capiva la ragione di quell'atteggiamento. Avrebbe dovuto sospettare che Reika avesse parecchio a che fare con tutto ciò, specialmente dopo avergli confessato di averla vista in bagno.
"Ryo, sei un idiota!" si disse, seccato.
Quando vide Reika uscire dal bagno con un sorriso sul volto, non poté fare a meno di colpire violentemente il tavolo con un pugno, interrompendo immediatamente la visione. Provò un odio senza nome per Reika. Si arrabbiò pensando di aver giocato a fare l'innamorato appassionato con lei sapendo Kaori non lontana. Cos'aveva pensato vedendoli in quella sala? Conoscendola, doveva aver ribollito di gelosia, come aveva fatto lui quando l'aveva vista baciare Mick. L'aveva ferita nel peggiore dei modi. Non poteva lasciarla nelle mani di quei criminali. Era più che furioso e avrebbero pagato tutti per la sofferenza che le avevano inflitto.
Si riprese, si diresse verso l'uscita e partì per il Cat's Eye. Aveva dei conti da regolare e non poteva aspettare. Guidò a tutta velocità attraverso la città per raggiungere il locale dei suoi amici. Dopo aver parcheggiato, attese qualche momento per calmare i nervi. Li vedeva, tutti riuniti, ed era commovente osservarli tutti dediti per salvare Kaori. Quando il suo sguardo cadde su Reika, ringhiò e la mascella si serrò. Scese dall'auto e si diresse al caffè. Entrò, facendo suonare il campanello, attirando l'attenzione su di sé.
"Ryo!! Notizie di Kaori? Cosa possiamo fare?" fece Miki, in preda al panico. Umibozu, fedele a se stesso, non disse una parola riconoscendo l'umore nero di Ryo.
"Ryo, sono riuscita a lanciare un appello sulla targa, abbiamo perso le tracce vicino a Kawasaki. Mi dispiace" disse Saeko, mortificata.
Ryo rimase stoico. Era sollevato di vedere tutti mobilitati, tutti tranne una persona. Si voltò verso di lei.
"Reika!" la interpellò. Quest'ultima si girò e si preoccupò per lo sguardo freddo di Ryo. "Vorrei parlarti in privato"
Reika si alzò dallo sgabello ed entrambi uscirono dal locale.
"Ti ascolto, Ryo"
Ryo fece un profondo respiro.
"Per cominciare, sappi una cosa, sei fortunata!"
"Perché?" chiese lei, divertita.
"Perché mi sono sempre promesso di non colpire né sparare mai su una donna" disse impassibile.
"Perché mi dici questo?"
"Davvero? Hai il coraggio di farmi questa domanda? Sei una bella donna, Reika, ma in fondo sei oscura e marcia a causa delle tue piccole manipolazioni. Ho visto il video di quando eri con Kaori, ho sentito tutto. Come hai osato farle credere che ci saremmo sistemati insieme e che volessi rompere la nostra collaborazione!" si arrabbiò, attirando l'attenzione degli altri.
"Ryo...io...io..." balbettò.
"Smettila! Non voglio sentire un'altra parola uscire dalla tua bocca. Hai fatto abbastanza! Ascoltami, non lo ripeterò, non provo e non ho mai provato niente per te. C'è solo una donna che conta per me e non sei tu" la interruppe.
Reika sentì le lacrime montare. Si portò le braccia intorno alle spalle come per scaldarsi dal freddo che Ryo le soffiava.
"Sappi anche che non cambierò mai partner. Se dovesse andarsene a causa tua, preferirei rimanere da solo e non ti proporrò mai di fare squadra con me, non potrai mai essere alla sua altezza"
Reika tacque, le lacrime scorsero liberamente. Saeko, vedendo la scena, uscì dal bar per avvicinarsi a lei. Reika crollò tra le sue braccia. Saeko alzò lo sguardo su Ryo e fece per dirgli come la pensava, ignorando le circostanze della storia.
"Ryo..." iniziò.
"No, Saeko! Se le tue lacrime ti fanno pena, chiedile cos'ha provato Kaori dopo tutto quello che le ha detto. È solo una leggera punizione rispetto a quello che la mia partner ha sopportato per causa sua. Non andrò oltre per il rispetto che provo per te e per la nostra amicizia, ma non voglio più vederla qui, lasciala andare a casa!" rispose Ryo, intransigente.
Saeko aveva ascoltato attentamente Ryo e sospettava che la sua sorellina fosse andata troppo oltre con Kaori, anche se ignorava i dettagli della vicenda. Guardò sua sorella con difficoltà.
"Che cos'hai fatto, Reika?"
L'altra sfuggì lo sguardo di sua sorella, vergognandosi di quanto era successo.
"Ti porto a casa. È inutile che resti qui, non farà che peggiorare le cose. Ma la faccenda non finisce qui, dovremo discutere seriamente io e te" disse con cautela. Saeko partì ad accompagnare sua sorella. Ryo rientrò nel bar, dove tutti i suoi amici lo guardavano interrogativamente.
"Dove sono finite Reika e Saeko?" chiese Miki.
Vedendo Ryo discutere con Reika, Mick pensò a ciò che la sorella di Saeko gli aveva detto. Era arrabbiato con Ryo per essere andato a letto con lei conoscendo i sentimenti di Kaori nei suoi confronti. Se il tempo non fosse stato contro di loro, si sarebbe occupato di rimproverarlo.
"Non ha importanza!" rispose Ryo.
Mick non si trattenne dal sorridere amaramente.
"Non ha importanza? Davvero? Fai attenzione, diventa una tua cattiva abitudine quella di trattare male le donne che ti amano!" sottolineò.
Ryo si voltò, senza capire l'osservazione dell'amico.
"Cosa intendi dire?"
"Intendo dire che se non avessi passato il tuo tempo a divertirti con la piccola Nogami, forse non saremmo qui a cercare una soluzione per trovare Kaori"
Ryo si girò violentemente, si precipitò su Mick e lo sollevò per il bavero.
"Ripeti un po'?!"
"Non qui! Ci sono cose migliori da fare che battervi. Ci sono altre priorità, Ryo" s'impose Umibozu.
Ryo lasciò la presa.
"Sistemeremo la cosa più tardi" disse Ryo.
"Ci conto" rispose Mick.
Erano tutti tesi. C'era da credere che solo Kaori fosse in grado di portare calma e gioia al piccolo gruppo.
"Mick, vieni con me, faremo il giro del quartiere per pescare qualche informazione. Ci sarà qualcuno che potrà parlarci di questi fratelli Nagasaki" disse Umibozu.
"Grazie Umi" rispose Ryo, guardando male Mick. Umibozu fece segno a Mick di seguirlo. Miki si avvicinò a Ryo.
"Cosa voleva dire Mick?" chiese sospettosa.
"Non lo so, Miki. Ultimamente ho commesso molti errori. Ho intenzione di sistemare le cose. Spero solo che non sia troppo tardi" rispose Ryo, incerto. "Dì loro di chiamarmi se hanno notizie" disse, dirigendosi verso l'uscita.
"Ma dove vai?"
"A cercare dove sono sicuro di trovare le risposte"
 
 
Yokohama
 
Kaori era ora all'ingresso della città di Yokohama. Si diressero a nord e passarono vicino alla stazione di Sakuragi-cho. A pochi isolati di distanza, l'auto iniziò a rallentare e lei riconobbe il quartiere degli affari di Minato Mirai. Grandi edifici si affacciavano sul quartiere. Il veicolo continuò a viaggiare lentamente e girò in una stradina. Giunsero davanti a un cancello che dava su una grande villa sotto stretta sorveglianza. Una volta sbloccato l'accesso, la berlina entrò in un vialetto. Poco dopo arrivò un altro veicolo dietro di loro. I due fratelli uscirono per primi e fecero segno alla guardia di occuparsi di Kaori, strattonandola senza mezzi termini. Kaori ebbe il tempo di individuare Mayumi che usciva dall'altra auto. In qualche modo, si rassicurò di sapere che non era sola.
"Portatele nella cella e tenetele d'occhio" disse Hansuke ai suoi uomini. Le donne furono trascinate di forza nel seminterrato della casa. Mentre Kaori si aspettava di trovare in una lugubre stanza senza servizi, fu sorpresa di notare un luogo confortevole. C'erano due letti con i rispettivi comodini, la luce era accesa, e c'era un lavandino. Le guardie le fecero entrare bruscamente. Kaori si alzò con difficoltà e aiutò Mayumi a fare lo stesso.
"Tutto bene?" le chiese preoccupata.
"Sì, grazie Kaori"
"Come sei finita qui?" le domandò, mentre entrambe si sedevano su uno dei letti.
"Ho incontrato Daisuke durante una serata di gala organizzata dall'agenzia di modelle. Mi ha corteggiato. È stato molto dolce e gentile con me. Si è offerto di accompagnarmi a casa, poi il suo autista non si fermava, io mi sono spaventata e gli ho chiesto di svoltare, ma lui ha tirato fuori una pistola e mi ha minacciata" spiegò, con voce singhiozzante. "Volevo urlare, ma mi ha fatto capire che ora conosceva il mio indirizzo, non avrebbe esitato a fare del male ai miei cari se non gli avessi obbedito" terminò, piangendo.
Kaori l'abbracciò per confortarla.
"Non preoccuparti, intendo farci uscire da qui" disse determinata.
"Tu? Ma come?"
"Troverò un modo"
"Non so come pensi di fare, ma prometti di portarmi con te!" disse Mayumi disperata.
"Te lo prometto, non ti abbandonerò!"

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Capitolo 23
*** Capitolo Ventitrè ***


Shinjuku
 
Il sole iniziava a comparire all'orizzonte. La notte era stata dura. Ryo deambulava per i vicoli di Shinjuku. Si fermò a livello di un uomo anziano in un angolo buio del quartiere. Gli assestò un calcio per rendere nota la sua presenza.
"Alzati Sam!"
Il vecchio aprì a malapena un occhio, studiando l'individuo che lo strappava dal suo sonno. Comprendendo chi si trovava di fronte a lui, si svegliò improvvisamente.
"Saeba! Cosa ti porta qui?" chiese con voce ancora assonnata.
"L'altro giorno mi hai parlato di un certo Hansuke. Voglio sapere di più su di lui"
"Mi dispiace ma l'ultima volta ti ho detto tutto quello che sapeva"
Ryo perse la pazienza, si accovacciò alla sua altezza, tirò fuori la sua Python 357 e la rigirò tra le mani.
"È un peccato Sam, mi piaci ma vedo che ti rifiuti di collaborare..." cominciò con aria serio.
L'uomo sentì gocce di sudore scorrergli lungo il viso alla vista della pistola. Doveva essere un brutto momento se lo sweeper era così impaziente.
"Aspetta, aspetta. Al momento non ho informazioni da darti, ma posso sempre chiedere. Tutto quello che so è che organizza spesso serate mondane e ci sono sempre belle ragazze pronte a dare spettacolo e a rendersi più intime, se capisci cosa intendo" disse divertito. "È il tipo di serata che apprezzeresti" aggiunse, facendo l'occhiolino.
Ryo immaginò Kaori durante quel genere di serata. Era sicuro che i fratelli Nagasaki non avrebbero esitato a usarla. Sentì la bile montargli in gola al pensiero. Afferrò l'informatore per il colletto e lo sollevò di rabbia.
"Informati su quando e dove si terrà la prossima serata. Sarà meglio che trovi le mie risposte" lo minacciò.
L'uomo fu colto di sorpresa dallo sguardo nero di Ryo. Uno sguardo che non vedeva da molto tempo.
"Va...va bene...io...farò del mio meglio!" disse faticosamente, quasi soffocando tanto Ryo stringeva la presa. Ryo lo lasciò ma non distolse lo sguardo da lui.
"Devono aver fatto qualcosa di molto grave se l'Angelo Nero è di ritorno..." osò dire.
Ryo girò i tacchi e si allontanò. Tornando al Cat's Eye, continuò a pensare a Kaori. Si strofinò la faccia, la stanchezza iniziava a farsi sentire. Si fermò all'angolo di un vicolo e accese una sigaretta. Era abituato a vedere Kaori rapita e usata come moneta di scambio, ma ora era diverso. Non aveva modo di localizzarla, non aveva addosso alcun trasmettitore. Avrebbe dovuto trascorrere la giornata come una qualsiasi donna normale, e ciò l'aveva irrimediabilmente portata nelle mani di quei delinquenti. Si rese improvvisamente conto che, l'unica volta che l'aveva allontanata dal suo mondo, lei si era inconsapevolmente avvicinata di nuovo a lui. Espirò uno sbuffo di fumo e diede un pugno al muro vicino.
"Il destino si impegna a farci del male, Sugar..." sussurrò.
Ci mise un po' a riprendersi. Non avendo notizie da Mick e Umibozu, decise di tornare a casa. Sulla soglia, abbassò la testa, preparandosi a trovare il vuoto e la calma che dovevano regnare nell'appartamento. Respirò profondamente e proseguì con il cuore pesante.
Senza pensarci troppo, si versò un bicchiere di liquido ambrato e lo bevve in un sorso. Mentre si serviva un altro drink, nella sua mente apparve Kaori con un'espressione dispiaciuta, allora sorrise e posò il bicchiere.
"Hai ragione, Kao, ho di meglio da fare" rispose alla visione.
Si diresse nella camera della sua partner. Il suo odore profumava la stanza e gli diede una parvenza della sua presenza. Si sedette sul letto e guardò la foto sul comodino. Lo sguardo cadde sul suo migliore amico scomparso.
"Ti ho fatto una promessa, Hide, la manterrò. La pagheranno, credimi. Anche se dovrò rinunciare alla poca umanità che mi è rimasta" confidò.
Abbassò il capo e il suo viso si oscurò. Si sdraiò sul letto di Kaori, sopraffatto dalla stanchezza, e si addormentò.
 
 
Yokohama
 
Le due donne si erano addormentate, sfinite. La notte fu breve per Kaori, il suo sonno fu intervallato da incubi. Aveva avuto diverse visioni di Ryo che moriva davanti ai suoi occhi. Appena si fu levato il mattino, fu la prima ad aprire gli occhi. Si guardò intorno riflettendo su una via d'uscita, ma c'era solo una piccola finestra con le sbarre. Sospirò, scoraggiata. La porta si aprì improvvisamente e due guardie entrarono, le osservò avvicinarsi a Mayumi e afferrarla senza mezzi termini, svegliandola di soprassalto.
"Non toccatela" disse.
I due uomini si guardarono e scoppiarono a ridere.
"Pensi di poterci fermare!" disse uno di loro.
Kaori li osservò mentre la prendevano in giro, stringendo i pugni per la rabbia. Ammise con riluttanza di non potercela fare. Mayumi la guardò, facendole capire di non correre rischi.
I due uomini se ne andarono con la donna lasciando Kaori da sola. Quest'ultima si sedette sul letto, si prese la testa tra le mani e per la prima volta si sciolse in lacrime. Le ci volle qualche istante per riprendersi e asciugarsi rabbiosamente le guance.
"Riprenditi, piccola Kaori! Non è il momento di lasciarsi andare! Troverai una soluzione" disse a se stessa per rassicurarsi. Nello stesso istante, la porta si riaprì e Mayumi fu sistemata sul letto. Fu stesa sulla schiena e non si mosse. Kaori attese che gli uomini uscissero prima di correre verso di lei. Le si chinò sopra mettendole una mano sulla spalla.
"Mayumi? Tutto bene?"
La donna le si rivolse con gli occhi arrossati. Aveva segni blu sugli avambracci. Rimase il silenzio prima di rispondere.
"Vorrei tanto che tutto questo finisse..." disse in un sussurro prima di scoppiare in lacrime.
"Cos'è successo?" chiese Kaori, preoccupata per la sua nuova amica.
"Ricordi quando ci siamo incrociate in corridoio al Keio?"
"Sì, certo!"
"Non è sfuggito loro che ci conoscevamo. Voleva sapere di più su di te e di quel tipo che era con sua moglie"
Kaori deglutì a fatica sentendo Mayumi che parlava di Ryo come di un uomo sposato.
"Hanno voluto farmi parlare per sapere di te"
"Che idioti, perché non chiedermelo direttamente?" disse Kaori con rabbia.
"Sicuramente sospettavano che non avresti collaborato...dopotutto, finora il coraggio non ti è mancato" disse Mayumi, cercando di sorridere.
"Mi dispiace, Mayumi"
"Non dirlo, tu non c'entri niente. Forse possiamo cavarcela. No?"
Kaori non rispose, non desiderando infrangere le sue speranze.
"Riposati" le consigliò.
"Anche tu dovresti riposare, la giornata sarà lunga" rispose Mayumi.
Kaori si fermò, pensando che avrebbe dovuto contare le ore in quella cella in attesa di trovare una via d'uscita.
"Almeno avremo il tempo di pensare a un piano"
"Non sperarci..." rispose Mayumi.
Kaori sollevò un sopracciglio, interrogativa.
"La giornata sarà lunga nel senso che gli incontri si susseguiranno. Hanno organizzato una serata privata al locale Nakagawa, come ogni settimana. È il loro appuntamento quasi quotidiano con i loro maggiori clienti. È dove presentano le ragazze e fanno la più grossa vendita di droga"
Kaori trionfò interiormente. Quel locale era l'occasione perfetta per catturare quei tipi e l'intera rete.
"Se rispettano i loro impegni, stasera torneremo a Shinjuku" disse sfregandosi il mento con le dita.
Mayumi la guardò senza capire bene.
"Che tipo di appuntamento sarà per noi?" domandò.
"Non penso che sarà diverso dal solito. Come d'abitudine, vorranno prepararci fisicamente per i loro clienti della serata. Parrucchiere, stilista, truccatrice"
"Quante dovremmo essere?"
"In genere una ventina. Beh...ogni volta, alcune scompaiono e altre vengono a sostituirle qualche giorno dopo..." aggiunse tristemente.
"Ascolta, Mayumi, è una grande occasione. Possiamo approfittarne per fuggire e cercare aiuto" rispose Kaori frettolosamente.
"Non pensarci! Saranno ancora più vigili con noi. Ti hanno già vista all'opera e sanno che proverai a scappare" disse, spaventata.
"Ecco perché non scapperò" rispose lei con un sorriso. Mayuri la guardò, sorpresa, non capendo dove volesse arrivare.
"Non sarò io a scappare, ma tu, Mayumi!" disse Kaori con fierezza.
"COME? Ma...ma non posso lasciarti, Kaori!" rispose Mayumi, in panico.
"Non preoccuparti per me. Devi solo seguire le mie istruzioni e, se tutto andrà bene, potrò andarmene" le spiegò. Kaori si chiese come potesse aiutare Mayumi a fuggire.
"C'è un momento durante la giornata in cui ci troveremo in un punto molto trafficato?"
Mayumi rifletté un momento.
"Abbiamo appuntamento in una boutique non lontana da qui. Il proprietario è uno dei suoi fedeli amici. Hansuke usa quel posto per preparare le ragazze prima di partire per Shinjuku. Ma naturalmente ci chiuderanno sul retro in modo da non essere individuate e ci saranno delle guardie a sorvegliare"
"Sei riuscita a individuare un'uscita da cui potremmo facilmente scappare?"
Mayumi ci ripensò.
"Una sola, è vicino ai camerini e si affaccia direttamente sulla strada. Ma è impossibile passarci, ci sono sempre degli uomini che fanno la guardia"
Kaori rimase pensierosa per alcuni istanti, poi sorrise.
"Credimi, con un po' di immaginazione, nulla è impossibile" disse, ostinata.
 
 
Shinjuku
 
La suoneria del telefono destò Ryo dal suo sonno. Si guardò intorno e vide che si era addormentato nella stanza della sua partner. Si avvicinò con disinvoltura alla cornetta.
"Saeba"
"Ryo, sono Miki, puoi raggiungerci al Cat's Eye?"
"Arrivo"
Ryo riattaccò e si diresse al locale dei suoi amici. Quando entrò, non fu sorpreso di trovare Umibozu e Mick. Guardò freddamente il suo compare americano.
"Allora, avete novità?"
"Purtroppo non molto rispetto a quello che sappiamo già" rispose Umibozu.
Ryo si pizzicò la parte alta del naso, pentendosi di aver posto la domanda.
"E tu?"
"Niente di più, aspetto altre informazioni, ma questi tipi sono molto prudenti, nulla sembra filtrare dalla loro organizzazione" disse abbattuto.
"Ryo?" lo interpellò Mick. Umibozu alzò la testa.
"Mick...no" fece Umi.
Mick abbassò la testa, non sapendo cosa fare.
"Cosa? Cosa c'è?" chiese Ryo guardandoli, preoccupato.
Nessuno dei suoi amici rispose e tutti abbassarono il capo. Ryo sentiva che qualcosa non andava. Il disagio abitava il locale.
"Ditemelo, cosa c'è? Mick, cosa sai?" chiese Ryo impaziente.
Allo stesso tempo, Hirotaka e Saeko entrarono.

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Capitolo 24
*** Capitolo Ventiquattro ***


"Qualche novità?" chiese Miki a Saeko e Hirotaka. Saeko guardò Hirotaka, chiamandolo a rispondere. "Ho inviato una squadra al porto di Yokohama per sequestrare le merci nel magazzino di cui ci ha parlato Hiro"
"Allora?" chiese Ryo.
"Nulla. Nessuna traccia del traffico. Sono stati veloci" rispose Saeko, delusa.
"Ho alcune informazioni che potrebbero aiutarci, ma ora che hanno scoperto la nostra identità, non so se saranno valide" aggiunse Hirotaka.
"Dì comunque..." fece Ryo.
"Quando ero sotto copertura con Hansuke, avevano l'abitudine di organizzare una festa privata con i loro maggiori clienti. Il problema è che non ho mai potuto partecipare, ero troppo occupato a gestire le piccole transazioni di Hansuke al porto di Yokohama. Non ho mai saputo il nome del luogo in cui si tengono queste serate. So solo che si svolgono a Shinjuku e che vi portano una ventina di ragazze"
"Quindi torneranno qui" aggiunse Ryo, cupo. "Altro?"
Saeko e Hirotaka si guardarono con esitazione. Ryo notò il loro imbarazzo.
"Allora?" insistette.
Hirotaka guardò Saeko come per chiedere il suo consenso. La donna annuì incoraggiandolo a parlare.
"Come ho detto, in queste serate, si portano dietro le ragazze. Un modo per consentire loro di mettere a loro agio i clienti mentre parlano delle transazioni..." cominciò Hirotaka.
Ryo sentì il sangue ribollire davanti al tentennamento di Hirotaka. Temeva il resto.
"Ma non finisce qui, alcuni chiedono un incontro privato con le ragazze e..." continuò Hirotaka.
"Fermati, ho capito!" lo interruppe Ryo, con una smorfia di disgusto.
"Non sappiamo cos'hanno in mente per Kaori, niente ci dice che lei ci sarà" commentò Saeko.
"Non possiamo permetterci di porci questa domanda, Saeko. Bisogna urgentemente trovare questo posto"
"E una volta trovato, come pensi di entrare senza farti notare Ryo? Ci conoscono tutti. Probabilmente hanno una lista su cui bisogna figurare" aggiunse Mick. Si guardarono tutti pensando di trovare l'uno la risposta nell'altro.
 
 
Yokohama, villa Nagasaki
 
Mayumi si riempì di speranza nel sentire il piano di Kaori.
"Sei sicura che funzionerà?" le chiese.
"Sì, non preoccuparti. E comunque, non abbiamo davvero scelta" rispose Kaori.
"Ma una volta fuori, cosa dovrei fare? Non conosco nessuno che possa aiutarci. Non posso andare dalla polizia, sarebbe troppo rischioso per te. Sono sempre un passo avanti..." disse, smarrita. "Temo anche per i miei cari, se notano la mia assenza, se la prenderanno con loro"
Kaori le si avvicinò, vedendola turbata.
"Non credo che penseranno di occuparsi dei tuoi cari se si renderanno conto della tua scomparsa. E hai ragione, meglio evitare la polizia, sarà il primo posto dove penseranno di trovarti. È troppo rischioso"
"Allora come facciamo? Non vale la pena, Kaori!"
"Niente affatto. Ascoltami. Una volta che sarò riuscita a farti scappare, andrai alla stazione di Sakuragi-cho, prenderai un treno veloce per la stazione di Shinjuku. Recati al caffè Cat's Eye, non è lontano, non puoi mancarlo. E ordina un XYZ a mio nome"
"XYZ? Sembra che ci sia una leggenda secondo la quale, se uno scrive queste tre lettere su una lavagna, un angelo viene ad aiutarti a risolvere i tuoi problemi" disse Mayumi. "Questo è il tuo piano? Non dirmi che ci credi!"
Kaori non poté fare a meno di sorridere all'osservazione di Mayumi.
"Ora, dire che è un angelo è esagerato" disse ridendo. "Ma sì, la leggenda esiste. Conosco questo misterioso protettore"
"E poi?" domandò Mayumi. "Se lui non venisse?"
Kaori non aveva pensato a quella possibilità. Non riusciva a immaginare che Ryo non avrebbe risposto al suo appello.
"Non preoccuparti, verrà" disse tentando di rassicurarsi.
"E come lo riconoscerò"
"Capirai subito che è lui"
Nello stesso istante, le guardie entrarono in camera, seguite da Hansuke.
"Allora, signore, pronte?"
Le due non risposero. Kaori lo guardò con odio.
"Forza, avete bisogno di una sistemata per stasera"
Si rifiutarono di alzarsi.
"Signori, procedete"
I due uomini le afferrarono con la forza e le indirizzarono verso una sala da bagno.
"Entra, hai cinque minuti per farti la doccia" disse uno a Kaori.
Lei obbedì con riluttanza. Fece partire l'acqua calda. Malgrado tutto, i suoi muscoli apprezzarono il calore del getto. Cominciò a insaponarsi rapidamente, sussultando ad ogni passaggio sulle parti contuse del suo corpo. Si asciugò e indossò i vestiti posti sulla sedia accanto. Fu rassicurata nel vedere che si trattava di un paio di pantaloni e una camicetta. Si guardò allo specchio e non fu sorpresa di vedere la sua espressione sconfitta. I segni dei colpi sul viso non erano ancora svaniti. Finì rapidamente la sua toletta e lasciò il posto a Mayumi. Quando le due donne furono pronte, furono sistemate in macchina. Il veicolo si diresse, come previsto, verso una piccola boutique. L'autista fece il giro per parcheggiare sul lato del negozio.
"Vi avvertiamo, niente scherzi, altrimenti..." disse una delle guardie estraendo la pistola.
Le fecero uscire ed entrarono nella boutique. Sul retro, Kaori vide più di una dozzina di donne, vestite in abiti leggeri, che si facevano sistemare i capelli e il trucco. Avevano tutte lo stesso sguardo, vuoto. Nessuna emozione traspariva sui loro volti.
Kaori si sporse all'orecchio di Mayumi.
"Che cos'hanno?" chiese.
Mayumi non nascose il suo imbarazzo.
"A forza di essere drogate, sono diventate un po' tossicodipendenti, attraversano diverse fasi, tra sovraeccitazione e stanchezza. Sono animate solo dal bisogno di ricevere la loro dose" spiegò.
"Com'è che tu sembri meno colpita?"
"È il privilegio, se si può dire, di essere la preferita del grande capo" rispose con sguardo falsamente gioioso. Kaori sorrise, comprensiva.
"Il capo preferisce quando la ragazza è un po' cosciente, quindi ho ricevuto pochissime dosi o solo una quantità minima. Preferisco soffrire in piena coscienza, può sembrare masochista ma spero ancora di uscirne un giorno. Ma le cose rischiano di cambiare, penso. E se rimango qui, diventerò come loro" aggiunse.
"Perché? Sei molto più carina di tutte le ragazze che ci sono qui!" rispose Kaori.
"Tutte...tranne te, Kaori!"
Kaori non rispose, imbarazzata. Mayumi le si avvicinò ulteriormente.
"Kaori, se riusciamo a fare in modo che io fugga, per favore fai attenzione. Non saranno teneri con te" disse, preoccupata. Kaori deglutì a fatica, rendendosi conto della situazione in cui si stava infilando, ma non poteva fare altrimenti. Era l'unica possibilità di riuscire.
"So che quando scopriranno la tua assenza, rischio di pagarne le conseguenze. Ma non preoccuparti per me, sono abituata a incassare i colpi e riesco sempre a uscirne" cercò di tranquillizzarla.
"Non sono sicura che lo notino. Quando sono venuti a prendermi, li ho sentiti parlare di te. Hanno in mente di farti avanzare per la vendita di stasera" disse abbassando la testa. "Mi dispiace Kaori, avrei dovuto dirtelo, ma non pensavo che avresti escogitato questo piano e non volevo farti preoccupare"
Kaori la guardò con un piccolo sorriso.
"Non sarebbe cambiato molto in ogni caso. Se non vuoi abbandonarmi, fai tutto il possibile per arrivare rapidamente al Cat's Eye. È la mia unica possibilità di uscirne"
"Te lo prometto!" disse Mayumi, determinata. "Ammiro il tuo coraggio, Kaori"
Kaori sorrise amaramente. Poteva apparire coraggiosa fuori, ma dentro gridava dalla voglia di mettersi le gambe in spalla e scappare a tutta velocità.
 
 
Cat's Eye
 
Ryo prese una sigaretta e l'accese. Miki si apprestò a rimproverarlo, ma Umi le fece cenno di tacere e di lasciarlo fare.
"Ci sono dozzine di posti dove potrebbero andare. Forse possiamo cominciare a fare il giro dei bar, minacciando i proprietari per avere una pista?" domandò Hirotaka.
"Che bel poliziotto! In questo ambiente sono tutti in combutta, se iniziamo a minacciarli uno per uno, l'informazione che li stiamo cercando circolerà rapidamente e avremo ancora meno possibilità di intrappolarli e..." spiegò Mick.
"E sarà già troppo tardi per Kaori" lo interruppe Ryo.
"Non possiamo stare qui a girarci i pollici, Ryo!" disse Miki, spigliata.
Ryo non rispose. Più le ore passavano, più gli veniva l'ansia e faceva fatica ad avere le idee lucide. Quando si trattava di una semplice cliente, riusciva rapidamente a trovare la soluzione senza vacillare. Ma era Kaori, niente era facile, non poteva permettersi un singolo errore.
"Potrebbe non essere più in questo paese..." disse una vocina spenta dal retro.
Ryo si irrigidì. Alzò gli occhi e vide il viso pallido di Reika.
"Cosa ci fa qui? Pensavo di essere stato chiaro!" si innervosì.
"Ryo, è venuta a darci una mano, abbiamo bisogno di tutti per questa faccenda. E deve riparare a degli errori" spiegò Saeko posandosi accanto a sua sorella.
"Ha già fatto abbastanza! Non abbiamo bisogno di lei" affermò Ryo.
"È principalmente colpa mia se Kaori è in pericolo. Voglio aiutarvi a salvarla" disse Reika.
Ryo si alzò e si diresse verso l'uscita.
"Dove vai?" chiese Saeko.
"Lontano da lei!" rispose lui senza voltarsi indietro.

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Capitolo 25
*** Capitolo Venticinque ***


Yokohama
 
Kaori osservava le ragazze indaffarate tra i camerini e i tavolini per il trucco. Aveva l'impressione di assistere a un gala di robot. Ciò che la preoccupava di più era notare il tessuto ridotto che copriva i loro corpi. Era abituata agli outfit sgambati di Eriko, ma non a ritrovarsi mezza nuda. Le guardie si rifacevano gli occhi senza ritegno, pensò che non sarebbe stato difficile trovare un diversivo. Si guardò intorno per individuare l'uscita. Soddisfatta di osservare che si trovava proprio accanto ai camerini, si disse che il suo piano avrebbe dovuto consentire facilmente a Mayumi di liberarsi. Una delle guardie le indirizzò verso un tavolino da trucco. Dietro di loro, un uomo entrò salutando le guardie e si rivolse alle donne presenti. Il suo sguardo indugiò su Kaori e Mayumi. Si avvicinò a loro con passo sicuro.
"Signore..." disse con voce soave.
Le donne lo guardarono senza rivolgergli alcuna riverenza. L'uomo non se la prese. Si concentrò maggiormente su Kaori, che era truccata molto leggermente, non volendosi far notare ulteriormente.
"Lei dev'essere Kaori? È così?" chiese l'uomo.
Kaori annuì. L'uomo batté forte le mani, facendola sussultare, e altre due donne, con il viso inespressivo, si avvicinarono a loro e truccarono entrambe. Kaori fu sorpresa, ma lasciò perdere, non volendo attirare altra attenzione. La truccatrice modificò la sua carnagione, nascondendo i segni dei colpi, delineò gli occhi con un tratto di eyeliner. Le coprì le labbra di un rosso brillante.
Kaori aveva la sensazione di essere coperta da una maschera, ma era pur vero che il trucco metteva ancora più in evidenza la sua bellezza naturale. Finito con il trucco, il proprietario aveva preparato due outfit nei camerini. Gli occhi di Kaori si spalancarono pensando di aver visto un semplice body bianco di pizzo come capo d'abbigliamento. Si voltò leggermente verso Mayumi che era rimasta al suo fianco, con aria interrogativa.
Mayumi capì i pensieri di Kaori e annuì per farle capire che sarebbe stato tutto ciò che avrebbe indossato per quella sera. Si rese conto che sarebbe stata conciata come una coniglietta.
L'uomo le invitò a cambiarsi. Kaori approfittò del tragitto per segnalare a Mayumi che il momento sarebbe presto giunto.
"Non perdere tempo a cambiarti, creerò un diversivo una volta entrate, e se tutto va come immagino avrai tempo per scappare dalla porta. Ok?"
"Ok"
Si avvicinarono alle cabine. Kaori entrò per prima. Mayumi procedette in quella adiacente, quella più vicina all'uscita di sicurezza.
Kaori si spogliò. Non indossò altro che le mutandine. Si portò le braccia davanti al seno e le incrociò per proteggere il suo pudore.
"Sei pronta Mayumi?" sussurrò contro la parete.
"Sì, pronta!" disse la vicina con una vocetta.
Kaori fece un profondo respiro per farsi coraggio.
"Aiutami, Hide! Dai Kaori, è il momento, vai!" si disse per darsi forza.
Kaori si precipitò fuori dal camerino.
"Aaaaaahh, un topo! Un topo! Aiuto!" gridò causando il panico intorno a lei. Tutte le altre ragazze si misero a urlare per la paura e a correre in giro. Le guardie furono turbate da quel movimento, entrambi gli uomini erano combattuti tra guardare Kaori mezza nuda e gestire il panico che si era creato nella boutique.
Non volendo attirare l'attenzione, dovevano calmare le ragazze. Si impegnarono tutte a radunarle dimenticando di osservare l'uscita. Mayumi, sentendo le urla di terrore di tutte, sbucò fuori dalla cabina per vedere se la via era libera. Fortunatamente per lei, la diversione di Kaori sembrava funzionare. Non poté fare a meno di ridere quando la sentì urlare di un topo.
"Brava, Kaori! Un vero colpo di genio!" sussurrò.
Vedendo gli uomini impegnati a calmare le ragazze, si affrettò a scappare attraverso la porta di emergenza proprio accanto al suo camerino. Si defilò senza difficoltà e senza essere notata. Solo Kaori occasionalmente si guardava intorno per osservarla, continuando a gridare. Non lo mostrò, ma saltò di gioia interiormente quando vide Mayumi fuggire.
"Buona fortuna Mayumi..." mormorò tra sé.
Poi abbassò lo sguardo e tornò alla realtà, era mezza nuda, urlò per l'imbarazzo facendo raddoppiare il movimento di panico.
Dopo diversi infiniti minuti, la calma tornò. Kaori colse l'occasione per tornare rapidamente nella cabina, indossare il body e uscire velocemente, aprendo contemporaneamente la tendina della cabina di Mayumi. Approfittò del fatto che gli uomini fossero impegnati a consolare le ragazze per mettere tutto in ordine e allo stesso tempo mettere via il body di Mayumi. Nessuno avrebbe dovuto vedere che era scomparsa.
Mentre lo metteva via, passò davanti agli specchi e si vide. Si vergognava terribilmente di quello che indossava e temeva il peggio da Hansuke e dai clienti della serata. Si preparò mentalmente a subire il peggiore dei trattamenti. Doveva raddoppiare gli sforzi per non arrendersi e combattere. La sua ultima speranza era Mayumi. Pregava perché la sua nuova amica riuscisse a contattare Ryo.
Da parte sua, Mayumi si ritrovò per strada. Camminò mantenendosi lungo le pareti per trovare le vie principali. Aveva quasi trattenuto il respiro mentre si allontanava dalla boutique. La paura l'aveva colta quando, svoltando su una strada, si era imbattuta in una berlina nera con degli uomini che sembravano armati. Continuò a camminare sperando di passare inosservata. Proseguì a testa bassa quando, passando alla strada successiva, la via sembrava schiarirsi. Girò dunque per raggiungere l'asse principale. Quando riuscì a raggiungere la folla, vi si immerse e raggiunse la stazione.
Una volta lì, fece un altro profondo respiro. Il peggio sembrava essere passato. Entrando, si guardò intorno con paura di essere seguita, non era il momento di fallire. Scansionò la folla per poi concentrarsi sui pannelli delle partenze. Doveva ancora passare per il controllo dei biglietti. Rapidamente trovò una partenza per Shinjuku. Mancavano 15 minuti. Si diresse verso il binario indicato. Attraversando la stazione, vide molti negozi. Andò contro la sua morale, ma voleva passare il più possibile inosservata. Passò davanti agli espositori e rubò un paio di occhiali scuri e una sciarpa. Si allontanò con discrezione indossando gli occhiali e coprendosi i capelli con la sciarpa. Cercò di comportarsi il più naturalmente possibile. Scivolò tra la folla in attesa che il treno entrasse nella stazione. Aveva individuato un uomo che sembrava solo, si mise alla sua altezza, quando si avvicinarono al controllore, si incollò a lui per iniziare la conversazione. Il controllore non se ne accorse e li lasciò passare. Camminarono insieme finché non salirono sul treno. Dieci minuti dopo, il treno partì e lei si sedette, sospirando di sollievo. Si tolse gli occhiali e la sciarpa e non poté fare a meno di ridacchiare. A poco a poco, rilasciò la tensione. Ce l'avevano fatta.
All'improvviso ripensò a Kaori e il suo sorriso sbiadì.
"Grazie Kaori...ti prometto che troverò il tuo angelo custode!" si disse in un sussurro.
 
 
Boutique di Yokohama
 
Kaori non riusciva a riconoscersi davanti al suo riflesso. Tremava di terrore azzardandosi a immaginare il corso della serata. E se Mayumi non fosse riuscita a raggiungere la stazione? E se le fosse successo qualcosa di brutto? Aveva scommesso tutto sulla sua nuova amica. Probabilmente era una follia, ma non aveva scelta. Si chiese improvvisamente come avrebbe reagito Ryo. Era già al corrente dei piani dei due fratelli? Aveva fatto il giro dei suoi informatori come faceva talvolta per le clienti che proteggevano? Anche i loro amici la cercavano? Immaginava facilmente Mick mentre aiutava il suo migliore amico, Miki che sicuramente si preoccupava, Umibozu imperturbabile ma altrettanto preoccupato, Saeko e Hirotaka che cercavano informazioni e Reika...
Reika! No, Reika era di certo troppo impegnata a saltare addosso a Ryo e a permettergli di approfittare del suo fascino. Dopotutto adesso erano intimi. Lui l'avrebbe abbandonata per favorire Reika, lasciando che i loro amici si prendessero cura di trovarla? Scosse rapidamente il capo a quel pensiero. No, certo che no, non avrebbe permesso a nessun altro di salvarla.
"Allora, signorina...lascia che l'ammiri!" disse il proprietario della boutique, spogliandola con gli occhi. "Mmh, i clienti saranno felici, il signor Nagasaki ha fatto bene a sceglierla"
Kaori si coprì con le mani, desiderando preservare un po' di pudore. Se avesse avuto i suoi martelli, l'avrebbe volentieri distrutto sotto uno di essi.
Il proprietario guardò le altre ragazze. Erano tutte pronte. Si recò dagli uomini e li ordinò di portarle in un altro sito. Si riavvicinò a Kaori.
"Sarà mio piacere rivederla questa sera, cara" le sussurrò.
Lei rabbrividì di disgusto.
"Il piacere è lungi dall'essere condiviso" rispose, astiosa.
Lui se ne andò con un sorriso carnivoro sulle labbra.
Una serie di macchine erano parcheggiate sulla strada dietro il negozio. Kaori seguì il gruppo e salì in macchina con altre ragazze.
"Dove stiamo andando?" chiese a una di loro.
"Sei nuova? Andiamo al magazzino, come al solito. È il momento migliore della giornata" rispose l'altra, stranamente euforica. Kaori non volle rischiare di saperne di più. Guardò il veicolo proseguire sulla via principale per lasciare la città e avvicinarsi al porto. Kaori immaginò che stessero andando direttamente verso i magazzini. L'auto si fermò a pochi chilometri dalla riva. Uno degli uomini scese dall'auto e fece una telefonata. Kaori tese le orecchie per scoprire di più su ciò che si stava tramando. Riuscì a catturare qualche frammento di parole.
"Poliziotto...magazzino 27...cambio...via libera...carico..."
Poi tornò in macchina e ripresero la marcia. Kaori non aveva idea di che ora fosse. La sua pancia brontolava da diverso tempo. Doveva essere pomeriggio inoltrato o più. Il cielo stava perdendo luminosità. Una volta parcheggiato il veicolo, vide un magazzino, il numero 27, erano arrivati. L'uomo scese dal veicolo ed entrò nel magazzino, uscendone pochi istanti dopo, segnalando ai suoi colleghi di entrare.
Uscirono tutti e condussero le ragazze all'interno. C'erano numerosi uomini armati. Le fecero sedere sul pavimento, in fila. Diedero loro qualcosa da mangiare. Kaori sentiva di essere in galera. Le trattavano come comune bestiame. Si guardò intorno e in lontananza vide dei letti. Un po' più lontano, dei tavoli con vari strumenti tra cui siringhe, compresse e infusi. Si azzardò a immaginare la loro utilità e automaticamente chiuse gli occhi per la paura.
"Per favore Ryo, vieni presto, ti prego..." sussurrò.
 
 
Shinjuku
 
Era da diverse ore che Ryo faceva il giro dei suoi informatori, senza successo. Si avvicinava discretamente agli stabilimenti privati sperando di notare attività sospette, ma non vide nulla. Decise di tornare nuovamente da Sam, sperando di raccogliere informazioni.
L'uomo si nascondeva nell'angolo di un vicolo. Ryo si avvicinò.
"Allora, vecchio amico, hai ottenuto le risposte che aspettavo?" chiese senza preamboli.
Sam tremò leggermente di fronte al viso serio di Ryo, sapeva di non avere margine di errore. Fortunatamente per lui, la sua rete era stata molto attiva ultimamente. Tutti sapevano del ritorno dell'Angelo della morte e tutti ne erano scossi.
"C'è una serata organizzata dai Nagasaki questa sera, a Shinjuku" disse l'uomo fiero della sua scopera.
Ryo si abbassò su di lui.
"Lo so già, non mi dici nulla di nuovo, amico"
Tirò fuori la sua Python e la incollò alla tempia dell'uomo.
"Aspetta, aspetta!"
"Ho aspettato abbastanza!" disse Ryo intransigente.
"So dove si tiene la serata!" rispose Sam precipitoso. Ryo tenne la pistola su di lui.
"PARLA!" si innervosì.
"Il bar Nakagawa! Sarà al bar Nakagawa!" rispose Sam alzando le mani in segno di resa.
"Spero per te che non sia una trappola. Se fosse così, tornerei per farti la pelle!" lo minacciò.
Ryo mise via la pistola e partì in direzione del caffè.
 
 
Stazione di Shinjuku
 
"Stazione di Shinjuku! Ultima chiamata!"
Mayumi era appena arrivata alla stazione. Uscì rapidamente dal treno, quasi non riuscendo a crederci. Corse verso l'uscita. Una volta fuori, si guardò intorno e fermò un passante, chiedendo dove fosse il locale Cat's Eye. Dovette chiedere più volte prima di ottenere una risposta.
Marciò con passo normale per non attirare l'attenzione. Arrivando davanti al caffè, guardò la vetrina con apprensione. Dopo qualche minuto, decise di entrare. Trattenne un grido di terrore vedendo un uomo molto alto dal viso scuro. Lo osservò, tremante, e stava per uscire quando, voltandosi, urtò contro il petto di un altro uomo.
"Io...io...mi scusi..." fece, non riuscendo a terminare la frase nel riconoscere l'uomo che le stava di fronte.
Ryo la guardò, pensando ugualmente di riconoscerla.
"X...Y...Z..." disse a bassa voce.

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Capitolo 26
*** Capitolo Ventisei ***


Yokohama
 
Il sole iniziava a tramontare. L'aria si faceva sempre più fredda. Kaori cominciò a tremare in tutte le sue membra. Si guardò intorno, le altre ragazze non sembravano soffrire per il freddo.
La porta del magazzino si aprì discretamente, i fratelli Nagasaki apparvero, scambiando saluti con gli uomini di turno, quindi si avvicinarono al gruppo di donne. Le guardarono attentamente, sorridendo soddisfatti.
"Molto bene, molto bene. Signore, siete splendide. Tutto ciò preannuncia una bellissima serata" disse Hansuke, il suo sorriso aumentò. Si soffermò su Kaori. Le si avvicinò, lei rabbrividì per la paura.
"Ecco il pezzo forte della nostra serata! Il bianco ti sta a meraviglia, Kaori" disse con sguardo insistente.
"Non mi piegherò mai alla sua volontà!" gli buttò in faccia.
"Non sappiamo che farcene di quello che vuoi!" rispose lui seccamente. Daisuke si avvicinò al gruppo e guardò attentamente le donne. Si fermò.
"Hans!"
Il fratello si girò.
"Dov'è Mayumi?!" chiese, aspettandosi una risposta.
Hansuke si rivolse ai suoi uomini.
"Razza di idioti, ne manca una, che ne avete fatto?" si innervosì.
Uno degli uomini osò parlare.
"Pensavamo ci fossero tutte, non rimaneva nessuno quando siamo partiti"
"Banda di incapaci, non sapete più fare un lavoro come si deve??"
"Siamo spiacenti, capo, ma c'è stato il panico nella boutique, lei è impazzita a causa di un topo, la ragazza ha dovuto approfittarne per scappare" cercò di giustificare un altro accusando Kaori con lo sguardo.
Hansuke, che le rivolgeva le spalle, soffiò annoiato, poi si voltò verso Kaori, la tensione sul viso. Le si avvicinò, lei indietreggiò per paura di essere colpita di nuovo.
"E così hai permesso alla tua amica di scappare, peccato per te, pagherai per lei" la minacciò. "Immagino che non ci dirai dov'è andata, vero?" chiese, falsamente calmo.
"Preferisco morire!" lo sfidò Kaori.
"Ai tuoi ordini, mia bella!" disse puntandole addosso la pistola.
Kaori chiuse gli occhi in attesa della sentenza fatale. Sentì il cane schioccare, era sul punto di svenire.
CLICK
"BOOM!" disse Hansuke, ma non si sentì alcuno sparo. "Pensavi davvero che avrei messo fine adesso al tuo calvario? No, ho piani migliori per te"
"Cominciamo con le ricerche della ragazza?" chiese uno degli uomini.
"No, lasciate stare. Ce ne occuperemo più tardi. Ma avvisate i clienti che cambiamo programma. Dai, chiama Shibuya, stasera andremo al Trump Room!" disse, con sguardo scintillante. Si chinò poi su Kaori.
"Qualsiasi cosa tu abbia in mente, mia cara, è sprecata!" le sussurrò, con occhi vittoriosi.
Kaori sentì le lacrime salirle agli occhi. Era persa. Il suo piano era fallito. Ci aveva messo tutto il suo coraggio e la sua forza. Aveva scommesso tutto sulla sua messaggera.
"Tu, laggiù, portala al tavolo e iniziamo con le iniezioni!" ordinò Hansuke.
Un uomo si avvicinò a Kaori, la sollevò con la forza e la condusse a quello che sembrava un letto da campo. Quando vide le fiale e le siringhe sul tavolo, Kaori si rese spaventosamente conto di ciò che l'aspettava. Presa da una rinnovata energia, lottò ferocemente, dando filo da torcere a chi la teneva.
"Stai ferma!" disse l'uomo.
"No! No! Lasciami!" gridò disperata.
La fecero sdraiare con la forza e la legarono con forza. Il cuoio delle cinghie le feriva la pelle. Hansuke si sporse verso di lei, con una siringa in mano.
"Te l'ho già detto, signorina, non sappiamo che farcene di quello che vuoi!" disse, pungendola bruscamente.
Kaori fece una smorfia di dolore e presto la vista le si offuscò. Riusciva solo a distinguere degli aloni di luce sopra di lei oltre che a delle sagome umane. Anche l'udito le faceva brutti scherzi, sentì solo qualche eco. Socchiuse gli occhi cercando di vedere, ma il suo corpo si stava ormai arrendendo. A poco a poco, perse conoscenza.
 
 
Cat's Eye
 
Ryo guardò Mayumi, incapace di dare nome a quel viso che gli parve familiare.
"Cos'hai detto?" le chiese, afferrandola per le spalle.
Mayumi lo guardò con insistenza, riconoscendo l'uomo su cui i due fratelli l'avevano interrogata in precedenza.
"Sei tu l'angelo custode?" rispose con un po' di esitazione nella voce.
Ryo sollevò un sopracciglio, interrogativo.
"Angelo custode?" ripeté.
Mayumi si riprese e mise un po' di distanza tra loro quando lo vide mentre la spogliava con gli occhi.
"Lei mi aveva avvertito, sei più un protettore che un angelo!" disse, con un lieve sorriso sulle labbra. Umibozu non si astenne dal sorridere all'osservazione della giovane donna.
"Lei?" chiese Ryo, che si stava perdendo.
Mayumi respirò profondamente.
"Lei, Kaori! È Kaori che mi manda qui!"
Ryo sbarrò gli occhi.
"Lei dov'è? Sta bene? È ferita?" chiese frettolosamente, stringendo le mani sulle spalle della giovane donna.
"Mi...mi fai male!"
Ryo lasciò la presa rendendosi conto dell'imbarazzo della donna.
"Scusa! Dov'è Kaori?"
"Eravamo a Yokohama quando è riuscita a creare una diversione per farmi scappare" iniziò a spiegare.
"A Yokohama, dove?" si affrettò lui a chiedere.
"Aspetta, non è così semplice, eravamo in una boutique per prepararci. Ma ormai il negozio dev'essere vuoto. Mi ha detto che eri l'unica persona che poteva aiutarci"
Ryo sorrise nel sentire quelle parole. Si fidava ancora di lui, malgrado il veleno versato da Reika. Ne era sollevato.
"Come mai sei sola e lei non è con te?" si insospettì.
"È stata un'idea di Kaori. Non potevamo scappare entrambe, ci avrebbero seguito e nessuna delle due avrebbe potuto cercare aiuto. Ha voluto sacrificarsi perché io uscissi e venissi a chiederti aiuto"
"Chi mi dice che è stata lei a mandarti e che non è una trappola di Nagasaki?" osò chiedere.
Mayumi fu in qualche modo ferita dal sospetto di Ryo, ma capì in fretta. Rifletté cercando la prova che dimostrasse che era stata mandata da Kaori. Poi il suo sguardo si illuminò.
"XYZ...XYZ!" esclamò. "Mi ha detto che è un codice per chiamarti"
Ryo chiuse gli occhi, sollevato. Si trattava proprio della sua Kaori.
"Va bene, sediamoci" la invitò. "Umi, dì agli altri di venire"
Umibozu obbedì e servì loro del caffè.
Ryo guardò Mayumi in attesa che iniziasse a raccontare la storia.
"Kaori sta bene, se si può dire così"
"Che significa?" si preoccupò Ryo.
"L'hanno molto malmenata, ma lei non si è mai arresa. È davvero una donna combattiva. Se non ci fosse stata lei, non sarei mai riuscita a scappare"
Iniziò a spiegargli della diversione creata da Kaori nella boutique. Ryo riconobbe bene il coraggio e il lato spericolato della sua partner. Si permise anche di immaginare la scena, ma si accigliò rapidamente, pensando a Kaori mezza nuda che correva per la stanza.
"È ferita?"
"Ha ricevuto qualche botta e un proiettile l'ha sfiorata ferendole leggermente la testa mentre erano in macchina"
Ryo serrò i pugni sapendo delle condizioni della sua partner e pensò a Reika che avrebbe potuto ucciderla.
"Dovresti sapere dove si trova ora?" chiese, speranzoso.
"Purtroppo no. Sanno che li state cercando e sono molto prudenti. Hanno cambiato le abitudini e il corso della giornata. Di solito raggruppano le ragazze in un magazzino per pre..." non riuscì a finire la frase.
Ryo la guardò, incoraggiandola a continuare. Mayumi evitò il suo sguardo pensando a Kaori e a quello che le stavano facendo. Guardò Ryo, spaventata.
"Cosa? Cosa dovrebbero fare in questo magazzino?" osò chiedere, immaginando la risposta.
"Loro...cominciano a drogarle per prepararle alla serata..." rispose tristemente.
Il sangue di Ryo si ghiacciò. Tutto ciò avrebbe portato Kaori ad essere usata come merce sessuale. Non poteva sentire di più.
"Pensi che noteranno la tua assenza?"
"Non lo so, spero di no"
"Sai qualcosa che potrebbe aiutarci?"
"Sì, dovrebbero ricevere i loro clienti questa sera alle 20 al bar Nakagawa. Tutte le ragazze dovrebbero essere lì per...beh, lo sai..." disse, non volendo essere esplicita.
"Sì, capisco. È un'informazione che ho già. Come possiamo entrare discretamente?"
"Sfortunatamente, l'accesso sul retro è bloccato" rispose mestamente.
Entrambi rifletterono per un momento. Il tintinnio del campanello del caffè li destò dai loro pensieri. Il piccolo comitato era nuovamente riunito. Saeko, Hirotaka e Mick erano arrivati quasi contemporaneamente. Ryo vide giungere Reika con riluttanza, decise di ignorare la sua presenza.
"Mayumi? Cosa ci fai qui?" chiese Hiro perplesso.
"Kintaro!" disse lei, sia sorpresa che terrorizzata.
Ryo le mise una mano sulla spalla per rassicurarla.
"Non preoccuparti, è dalla nostra parte! Kaori ha aiutato questa donna a scappare ed è venuta ad aiutarci per trovare Kaori" spiegò Ryo. "Abbiamo la conferma che la serata si svolge al bar Nakagawa. Il problema è l'accesso. Non c'è modo di passare per la porta sul retro, è chiusa a chiave"
"Potrei avere un'idea..." disse una voce esile.
Ryo guardò Reika con disprezzo. Saeko osservò sua sorella, volendo saperne di più.
"Dai, parla!" la incoraggiò.
"Conosco abbastanza bene questo bar. Cioè, conosco soprattutto il cameriere, l'ho aiutato su un caso. Mi deve molti favori, posso sempre chiamarlo" disse, titubante.
"Cosa aspetti!" disse freddamente Ryo. "Fai in modo che possiamo ascoltare la conversazione, non ho molta fiducia in te" aggiunse.
Reika prese l'osservazione di Ryo come uno schiaffo ma eseguì. Quando riuscì ad avere il cameriere al telefono, cercò informazioni sullo svolgimento della serata.
"Oh, non è una serata adatta a lei, signora Nogami..." disse l'uomo. "Ma può facilmente passare dall'ingresso principale, i clienti hanno appena cancellato la serata"
Ryo guardò Mayumi, che si imbarazzò. Ryo capì che i fratelli avevano probabilmente notato la sua scomparsa, spingendoli a cambiare i piani.
"Sa dove si svolge la serata?" chiese Reika.
"Mi dispiace ma non sono autorizzato a dirlo" si scusò.
Rabbioso, Ryo afferrò il telefono, strappandolo dalle mani di Reika.
"Ascoltami, ci dirai subito dove si terrà la serata se non vuoi trovarti sul necrologio di domani" lo minacciò Ryo.
"Ma chi è?"
"L'Angelo della morte" rispose Ryo gelido.
Ci furono alcuni istanti di silenzio. Il cameriere deglutì faticosamente.
"Uh...sì, signore...dovrebbero recarsi a Shibuya, al Trump Room!" rispose frettolosamente.
"Non osare avvertirli, altrimenti diventerò il tuo peggiore incubo" rispose Ryo prima di riattaccare.

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Capitolo 27
*** Capitolo Ventisette ***


Magazzino di Yokohama
 
Ogni ragazza, a turno, si sistemava sul lettino per ricevere la sua dose di droga. Erano molto più accomodanti di Kaori, essendo abituate alla procedura. Dopo aver ricevuto le iniezioni, rimanevano mobili. Camminavano come automi ma potevano comunque muoversi e parlare tra loro. Solo Kaori rimase quasi priva di sensi.
"Non ti sei risparmiato sulla dose, Hans!" disse Daisuke.
"Non hai capito, le ho solo dato un tranquillante. Era troppo agitata per ricevere la sua dose" spiegò Hansuke. "Forza, si sta facendo tardi, tutti in macchina. Abbiamo ancora dei preparativi da terminare" aggiunse battendo le mani. "Dai, tu ti occuperai di portare le ragazze e farle sistemare. Io rimarrò un po' qui per gestire il carico. Dovremo effettuare una grossa consegna in questo bar senza attirare troppa attenzione"
Daisuke annuì.
"Dovrei arrivare circa venti minuti dopo di te. Prova a raggiungermi per darci una mano"
"Va bene. E se lei non si fosse ancora svegliata?" chiese, facendo un cenno verso Kaori.
"A lei riserverò un trattamento speciale. Ci sono delle salette private. Sistemala in quella più lontana. Me ne occuperò personalmente" disse Hansuke, con aria perversa.
Daisuke non si oppose al piano del fratello, ma doveva ammettere che l'idea che approfittasse di Kaori lo irritava. Dopotutto, era stato lui a scoprirla, in fondo gli apparteneva. Senza aggiungere un'altra parola, si avvicinò a un gruppo di uomini, ordinò loro di accompagnare le ragazze in macchina e di partire per Shibuya. Si rivolse a Kaori che era ancora assonnata.
"Qualcuno mi aiuti a portarla in macchina" disse ad alta voce. Due uomini giunsero a recuperare la giovane donna, Daisuke fece loro cenno di aspettare; la sollevarono leggermente e lui le infilò una vestaglia di seta nera. Gli uomini la condussero alla berlina e Daisuke si sedette accanto a lei, guardandola con desiderio.
Quando furono tutti pronti, fece cenno di partire. Il corteo prese la direzione di Shibuya.
Lungo il tragitto, Daisuke non fece che guardare Kaori, ammirando la sua graziosa carnagione, poi scese lungo la figura della giovane donna. La vestaglia nascondeva in parte le sue curve ma lasciava indovinare le sue forme divine. Daisuke si perse immaginando Kaori tra le sue braccia, completamente nuda. Una volta giunti al quartiere, si sporse verso di lei, ancora incosciente, e ne approfittò per baciarla furtivamente.
Kaori gemette. Aveva sentito un paio di labbra sulle proprie e, persa nelle sue fantasticherie, pensò per un momento che fosse Ryo, ma presto si rese conto del suo errore, volle mandare a quel paese l'importuno, ma non riuscì a muoversi. Poté solo emettere un gemito infastidito.
"Siamo arrivati, tesoro..." disse Daisuke con voce sommessa.
Kaori lo riconobbe immediatamente e fu invasa dal panico. Come sarebbe riuscita a difendersi se non poteva muoversi? Cosa doveva subire, ancora?
Poco a poco, riuscì ad aprire gli occhi.
"Cosa mi avete fatto?" chiese debolmente.
"Abbiamo dovuto darti un sedativo, eri troppo agitata. Ma non preoccuparti, presto proverai una sensazione completamente diversa e ci divertiremo" rispose Daisuke sorridendo.
Kaori non poteva reagire fisicamente ma la sua volontà di fuggire era presente. Quando riuscì a tenere gli occhi aperti per più di due secondi, guardò dove si trovavano. Erano in una via poco usata, probabilmente sul retro del locale. Sicuramente non avrebbero rischiato di essere visti con tutte quelle ragazze. Kaori rifletté e si chiese cos'avrebbe fatto Ryo al suo posto. Le era difficile ragionare quando la sua testa e il suo corpo erano come catturati in una morsa. Certamente l'effetto del tranquillante sarebbe svanito, ma avrebbe continuato a fingere di essere semi-cosciente. Forse avrebbe potuto guadagnare un po' di tempo e avrebbe evitato di essere legata.
 
 
Cat's Eye
 
Dopo aver messo giù il telefono, Ryo rivolse la sua attenzione a Mayumi. La donna era completamente in panico.
"Quindi hanno scoperto che sono sparita se hanno deciso di cambiare luogo. Mio dio, Kaori!" gridò.
Ryo le si avvicinò, vedendola spaventata.
"Pensi che potrebbero eliminarla?" chiese preoccupato.
"No, per fortuna no. Non ero più la preferita da quando Daisuke ha presentato Kaori"
"Cosa intendi con 'preferita'?"
"Tutte le ragazze presenti a queste serate sono lì per intrattenere i clienti e facilitare la vendita. In genere, ci sono salette private dove alcuni possono richiedere un piccolo show. Non so bene cosa succeda, essendo la preferita, Hansuke mi teneva con sé" disse, guardando in basso, vergognandosi e a disagio.
Ryo si sedette accanto a lei e le mise una mano sulla spalla incoraggiandola a confidarsi.
"Cosa ti ha fatto?" chiese, temendo la risposta.
"Hansuke non è un uomo che si possa definire tenero. È spesso stressato per queste serate a causa delle grosse transazioni che vengono effettuate. Quindi anche lui cerca di divertirsi. È qui che entra in gioco la preferita. Mi prendeva sempre da parte per fare le sue cose..." spiegò con voce tremante e gli occhi appannati di lacrime.
Ryo era inorridito dalla storia di Mayumi. Era molto dispiaciuto per la giovane donna, ma era ancora più preoccupato e sopraffatto nel sapere che Kaori sarebbe stata nelle mani di quel sadico. Se avesse osato toccarla, non avrebbe più risposto di nulla.
"Ryo, quest'uomo è peggio di quanto tu possa immaginare. Conosce solo tortura, perversione e violenza" disse, senza nascondere la sua inquietudine.
Era fuori discussione che il suo angelo subisse lo stesso trattamento. Lei che era così pura e innocente. Si alzò rapidamente. Mick osò avvicinarsi.
"Cosa conti di fare? Saranno troppo numerosi perché tu possa gestirli da solo" disse.
Miki e Saeko erano colpite dal racconto di Mayumi.
"Ryo, lascia che ti aiutiamo a salvarla!" disse Miki supplicante.
Solo Umibozu si astenne dal parlare, riconoscendo l'aura omicida di Ryo. Sebbene sapesse che lo sweeper voleva andare da solo, doveva accettare il loro aiuto. Quindi intervenne.
"Kaori non avrà bisogno di vedere altri orrori rispetto a quanto ha già visto. Verrò ad aiutarti a liberarla" disse, col tono di chi stava dando un ordine. Ryo alzò il capo e capì l'allusione di Umi. Sapeva che, una volta lì, avrebbe potuto non essere in grado di trattenersi, e Kaori non sarebbe riuscita ad assistere. Annuì.
"Verrò ad aiutarvi anch'io. Ci vorrà un alibi per entrare senza farsi notare troppo. Farò finta di essere una di loro. Umibozu, tu mi accompagnerai come cliente" intervenne Saeko, senza battere ciglio.
Umibozu divenne rosso d'imbarazzo ma approvò il piano di Saeko.
"Immagino che ci sia un accesso sul retro?" chiese Ryo a Mayumi.
"Sì, ma ci sono delle guardie all'ingresso"
"Quante?"
"Di solito sono solo due. All'interno, ce n'è una in ogni angolo. Le sale private sono al piano inferiore" disse, con una voce fragile. "Kaori potrebbe avere un po' di tempo prima che Hansuke la raggiunga. È sempre lui ad occuparsi dei grossi affari. Una volta finito, è lì che lui..." si fermò.
"Voglio venire anch'io! È fuori discussione che abbandoni Kaori!" disse Mick. "Faremo squadra Ryo, da solo non riuscirai a trovarla abbastanza velocemente con tutti gli uomini che ci saranno" aggiunse.
Ryo avrebbe preferito tenerlo da parte, ma sapeva bene che Mick si sarebbe imposto. Nonostante avessero un conto da saldare, rimanevano ex compagni di squadra e Ryo sapeva che Mick sarebbe stato il partner ideale per aiutarlo in quella missione rischiosa.
"Hiro, tu ti terrai lontano per chiamare i rinforzi una volta terminato il lavoro" ordinò Saeko. L'uomo acconsentì.
"Se vuoi davvero fingere di essere una di loro, dovrai cambiarti i vestiti" consigliò Mayumi a Saeko.
"E cosa dovremmo indossare quando siamo in servizio?" si preoccupò Saeko.
"Diciamo qualcosa di abbastanza leggero e succinto" rispose Mayumi.
Saeko non si scompose, abituata a giocare sul suo fascino.
"Pausa finita, sono le 18, non perdiamo tempo. Mick, vieni con me a fare scorta di armi. Saeko, vai a prepararti. Umi, cerca di trovare un completo per la tua taglia. Ci ritroviamo qui tra 45 minuti. Non fate tardi" ordinò Ryo con tono secco.
Tutti si affrettarono a prepararsi.
Mick giunse all'edificio di Ryo insieme a quest'ultimo. Non scambiarono una parola durante il tragitto. Arrivati all'armeria, l'atmosfera era ancora pesante. Ciascuno si equipaggiò. Ryo si rivolse al suo ex partner.
"Hai intenzione di fissarmi ancora a lungo?" disse Ryo, leggermente irritato dal comportamento di Mick.
"Mi stavo chiedendo cosa le dirai dopo averla salvata da questo inferno"
Ryo abbassò lo sguardo per un istante. La sua priorità era salvarla e sperare che fosse ancora viva senza troppe lesioni fisiche o psicologiche. Non aveva ancora pensato al dopo.
"Non lo so, tutto quello che voglio per il momento è tirarla fuori da lì e assicurarmi che stia bene" disse, sentendosi in colpa.
"Mmh, capisco...finora non si può dire che tu l'abbia risparmiata"
"Lo so, Mick! Non c'è bisogno di rigirare il coltello!" si innervosì Ryo rivolgendo a Mick uno sguardo duro.
"Lo sai? Davvero, Ryo? Sai come si sentiva sabato quando l'ho trovata vicina a quel criminale? Sai fino a che punto aveva poca considerazione di sé, quando era semplicemente magnifica? Sai come si è sentita dopo che ancora una volta l'avevi messa in disparte? Sai che aria disperata aveva in quell'hotel mentre mi baciava?" inanellò Mick, lasciandosi trasportare dalla rabbia.
Ryo rimase in silenzio, ascoltando il suo migliore amico che gli schioccava la sua inconsapevolezza in faccia.
"Sai come si sentirebbe se sapesse che sei andato a letto con Reika?" disse Mick, dandogli il colpo di grazia.
Ryo non poté tollerare oltre e saltò al collo del suo amico. Lo prese con entrambe le mani per il bavero della giacca e lo placcò con rabbia contro un armadietto.
"Ti proibisco di dire una simile bugia, Mick! Non sono andato a letto con Reika! Non le avrei mai fatto una cosa del genere! Kaori è l'unica donna con cui..." si fermò, incapace di pronunciare le parole.
Mick approfittò del momento per fargli lasciare la presa. Lo guardò male.
"Smettila, Ryo! Non a me! Vuoi farmi credere che non hai fatto nulla con Reika quando si è gettata su di te. Che interesse avrebbe avuto a dirmelo se si tratta di una bugia?" si innervosì nuovamente Mick.
Ryo alzò gli occhi sul suo amico.
"Non abbiamo fatto niente, non ti sto mentendo. Dovevamo recitare perché eravamo sotto sorveglianza. Quei vermi avevano messo una telecamera nella nostra stanza. Volevano assicurarsi che fossimo sposati e che onorassimo i nostri impegni, se capisci cosa intendo. Se non mi credi, chiedi a Hiro! È stato lui ad avvertirci. Quella vipera di Reika ha semplicemente colto l'occasione per divertirsi. Quindi sì, ce l'ho con me stesso per il poco che è successo tra me e lei, credimi sarebbe stato molto più facile per me se Kaori fosse stata al suo posto" si giustificò.
Mick abbassò lo sguardo, riflettendo per un momento su ciò che Ryo gli aveva appena detta. La storia reggeva e Ryo non gli avrebbe mai mentito.
"Mi dispiace di aver dubitato di te. Si può dire che questa ragazza è davvero pazza di te" disse con un ghigno.
"Lo so. Se sapessi tutto, ti accorgeresti che ha fatto di peggio" aggiunse Ryo, comprendendo meglio il comportamento di Mick nei suoi confronti.
I due amici si sorrisero, ritrovando un po' di calma e complicità. Mick terminò di armarsi così come Ryo. Uscendo, si rivolse nuovamente a Ryo.
"Come intendi giustificare tutto questo a Kaori? Pensi che ti crederà? E se avesse visto le immagini?" domandò Mick, preoccupato.
Ryo aveva già pensato a quella possibilità e ammise, per una volta, di aver paura. Il suo angelo sarebbe stato devastato.
"Dopo tutti questi anni trascorsi insieme, è l'unica che sa davvero chi sono. Spero solo che non l'abbia dimenticato e che mi darà tempo di spiegarle" rispose, timoroso. "Potresti farmi un favore?"
"Ti ho fatto diversi favori, vecchio mio, ma se è nell'interesse di Kaori, ti ascolto"
"Cerca di tenere Reika lontano da Kaori, non voglio che le riversi altro veleno" chiese Ryo.
"Ok, ci proverò. In cambio fammi un favore, Ryo"
"Cosa?"
"Cerca di prenderti cura di Kaori e di renderla felice. Hai già fallito una volta, non ti darò una seconda possibilità" disse Mick, estremamente serio.
Ryo non rispose ma gli sorrise.

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Capitolo 28
*** Capitolo Ventotto ***


Shibuya – Trump Room
 
Daisuke scese dall'auto e andò a salutare un uomo che doveva essere il proprietario del bar in questione. Kaori, rimasta in macchina, appoggiò la fronte contro il finestrino del veicolo, sentendosi terribilmente debole. Il freddo del finestrino la rinvigorì un po', risvegliando gradualmente i suoi sensi.
Pensava a Mayumi, se fosse riuscita a contattare Ryo. Si rese conto improvvisamente che il luogo dell'appuntamento era cambiato, in che modo Ryo sarebbe riuscito a trovarla, era sconfitto in partenza. E anche se, per puro caso, fosse riuscito a trovarla, sarebbe stato sicuramente troppo tardi.
Ebbe voglia di crollare, ma si sentiva così disidratata che nessuna lacrima riuscì a cadere. Nello stesso istante, la portiera si aprì e per poco lei non cadde per terra, per fortuna Daisuke l'afferrò in tempo, evitandole l'urto.
"Allora, ci lasciamo andare, mia bella?"
Le prese il braccio per metterselo intorno al collo, fungendo da supporto per Kaori e conducendola all'interno dello stabilimento, ordinando agli altri uomini di far entrare le ragazze. Quando passò davanti al proprietario del locale, questi non mancò di spogliare Kaori con lo sguardo.
"Molto carina la piccola!"
"Toccala solo con gli occhi, Ari!" minacciò Daisuke.
Dentro il bar, Daisuke non si prese la briga di assicurarsi che i suoi uomini facessero il loro lavoro, portò direttamente Kaori al piano inferiore.
Il luogo era silenzioso e buio. Alcune candele artificiali fornivano un po' di luce. Un lungo corridoio conduceva su ogni lato a salottini molto intimi. Kaori riuscì a tenere gli occhi socchiusi, guardando le stanze defilare. Quando si lasciava andare immaginando che tipo di attività si svolgessero lì, le si gelava il sangue. Più si immergevano nel corridoio, più l'ansia aumentava. Aveva già perso la dignità e la fiducia in se stessa per poter perdere altro. Non poteva finire così, avrebbe dovuto combattere e usare l'intelligenza.
"Eccoci, tesoro, ti sistemiamo qui. Avrai tutto il tempo per riprenderti" disse Daisuke mettendola su un divano. Lei lo guardò con occhi assonnati. Lui si accovacciò per mettersi al suo livello e le scostò una ciocca liberando il suo viso.
"Sei davvero una gemma, Kaori! Peccato che non possa andare diversamente..." disse con tono di rimpianti. Sebbene li odiasse entrambi, Kaori preferiva di gran lunga la compagnia di Daisuke. Sembrava meno folle di suo fratello. Hansuke aveva il dono di farla tremare, non le piaceva l'idea di rimanere sola con lui.
Daisuke iniziò ad allentare molto lentamente la cintura della vestaglia di Kaori, come se la stesse sfogliando. Aprì il tessuto rivelando totalmente il corpo leggermente vestito di Kaori. La ammirò per un momento, poi fece scivolare la mano lungo la sua gamba fino al fianco.
"Raramente ho visto una donna bella come te, Kaori...peccato che mio fratello ti abbia messo gli occhi addosso..."
Kaori capì l'interesse di Daisuke nei suoi confronti. Forse aveva una carta da giocare. Sarebbe stato più facile con Daisuke che con suo fratello, pensò. Daisuke si alzò per uscire a cercare le altre, ma Kaori lo chiamò.
"Daisuke..."
L'uomo si voltò e le si avvicinò di nuovo.
"Lascia...lasciami un'ultima possibilità per rimediare..." iniziò a dire.
Daisuke fu dapprima sorpreso. Si chinò per accarezzarle il viso.
"Sei tornata ragionevole, Kaori, come pensi di rimediare?"
Kaori non ci pensò più, doveva giocare il tutto per tutto, afferrò le sue ultime forze e lo baciò furtivamente prima di lasciar cadere la testa sul divano.
Daisuke fu destabilizzato dal bacio della giovane donna. Anche se all'inizio lo aveva respinto, lui era sempre un po' preso da lei e lei ora sembrava volersi concedere. Si alzò, continuando a contemplarla.
"Tornerò, tesoro. Ti darò un po' di tempo per riprendere le forze. Poi ti lascerò tutto il tempo per rimediare" disse, eccitato all'idea di poter approfondire i loro scambi.
Daisuke uscì in corridoio, chiudendo la porta e facendo scivolare la chiave nella tasca della giacca. Tornò di sopra e vide le ragazze sistemarsi al bar, aspettando tranquillamente i loro clienti. Scambiò qualche parola con i suoi uomini e attese l'arrivo del fratello.
Poco dopo, Hansuke giunse seguito da un camion. Lontano dagli sguardi, ordinò di scaricare le merci che furono immagazzinate al primo piano.
"Allora, è tutto pronto?" chiese a suo fratello.
"Sì, sono tutti al loro posto, i clienti non dovrebbero tardare troppo" rispose Daisuke.
"E la ragazza?"
"Hai esagerato con la dose, Hans, è caduta e ha vomitato. Non possiamo darle la sua dose ora, non sappiamo quali conseguenze potrebbe avere su di lei. Aspetto che si riprenda per prepararla" mentì.
"Mmh, che peccato. Cerca di sistemare le cose, non amo che mi si faccia aspettare" disse Hansuke severamente.
Daisuke sorrise internamente. Era riuscito a guadagnare un po' di tempo con Kaori. Finalmente avrebbe avuto l'opportunità di approfittarne.
Dal canto suo, Kaori riprendeva sempre più le forze e riuscì a mettersi seduta. La testa le girava ancora leggermente ma vedeva molto più chiaramente. Si guardò intorno, cercando un oggetto per difendersi o una via di fuga. C'era solo una bottiglia d'acqua e un bicchiere su un tavolino. Si versò un bicchiere e bevve un gran sorso. Osservò la bottiglia e il bicchiere per un momento, poteva sempre usarli per difendersi. Poi guardò il proprio outfit.
Fece una smorfia vedendo il body che copriva solo parzialmente il suo corpo. Alzò di nuovo lo sguardo e vide il muro di vetro che correva lungo il piccolo salotto. Scoprì se stessa vestita in quel modo e osservò il suo viso pesantemente truccato. Non poté impedirsi di togliersi il rosso dalla bocca con la manica. Mentre compiva quel gesto, guardò la cintura che pendeva dalla vita, decise di rimuoverla dai passanti e di infilarla in una delle tasche della vestaglia. Guardò tristemente il proprio riflesso, poi rapidamente si accigliò e riprese un atteggiamento più determinato. Il suo momento non era ancora arrivato. Avrebbe combattuto fino alla fine, anche fosse morta. Doveva fare affidamento solo su se stessa, il tempo era contato.
 
 
Al piano di sopra, l'attività era più intensa. I clienti arrivavano lentamente. Allo stesso tempo, Saeko e Umibozu erano a pochi metri dall'ingresso.
"Dai Umi! Rilassati un po', se rimani così, non ci faranno mai entrare" lo rimproverò Saeko.
Umibozu era rosso come un pomodoro, il fumo gli uscì dalle orecchie quando Saeko gli mise una mano sulla spalla per cercare di distenderlo. Il gesto ebbe l'effetto opposto. Non era abituato a farsi passare per un pervertito. Si maledisse per aver accettato di interpretare il ruolo del cliente.
"Guarda, entrano tutti, è il momento"
Saeko prese il telefono e chiamò subito Mick.
"Mick, è ora, la serata è iniziata, io e Umi stiamo per entrare, potrete intervenire" disse, poi riattaccò. Saeko scese dall'auto e afferrò il braccio di Umi. Quest'ultimo cercò di recuperare una tonalità più decente. Si intrufolarono tra gli altri uomini. Saeko non ebbe problemi ad attirare l'attenzione su di sé. Aveva rispettato il dress code indicato da Mayumi e passava facilmente per una di loro. Umibozu rimase fedele a se stesso, dritto senza vacillare.
"Ehi, tu, che fai lì fuori, dovresti essere dentro con le altre" la chiamò una delle guardie all'ingresso.
"Oh, ma ho solo seguito questo bel cliente ricco. Mi ha detto di avere un appuntamento col capo. Vero, tesoro?" disse carezzandogli la testa.
Umibozu si irrigidì a quel contatto.
"Non pensi di esagerare, Saeko..." mormorò.
"Stai zitto e collabora!" replicò lei con discrezione.
L'uomo li studiò un istante, Umibozu sembrava un po' ombroso e strizzato nel suo completo, ma sorrise ampiamente alla vista di Saeko, spogliandola con gli occhi. Lei non mancò di fargli l'occhiolino. L'uomo arrossì ma si schiarì la gola, guardando di nuovo Umibozu.
"Cos'hai da guardarmi, piccoletto? Hai intenzione di farmi aspettare a lungo" brontolò Umibozu.
L'uomo deglutì con difficoltà.
"No, certo che no. Entrate, vi prego" balbettò.
Dall'altra parte dello stabilimento, in una strada adiacente, una Mini rossa era parcheggiata con discrezione. A pochi metri di distanza, Mick e Ryo erano pronti, osservavano le guardie all'esterno. Ryo indossava un lungo impermeabile scuro che gli permetteva di nascondere le sue armi, aveva sempre la sua eterna Python 357. Mick era vestito allo stesso modo, celando le armi sotto il suo perenne completo.
"Un giorno mi spiegherai come riesci a muoverti facilmente vestito così" lo prese in giro Ryo.
"Classe in ogni circostanza, amico, soprattutto perché all'interno devono esserci molte donne carine" rispose con un occhiolino. Quello scambio di battute rilassò un po' l'atmosfera. All'improvviso, un uomo bussò al finestrino. Ryo lo abbassò immediatamente.
"Sono entrati, è ora" disse Hirotaka.
"Ok, andiamo" disse Ryo, determinato.
 
Hansuke attendeva a uno dei suoi tavoli, circondato da due ragazze. Sul tavolo di fronte, alcuni pacchetti di polvere erano esposti e i clienti sfilavano davanti a lui, andandosene con uno o più pacchetti e portando una ragazza al piano inferiore.
Daisuke, intanto, era sceso per raggiungere Kaori. Aprì la porta e trovò Kaori ancora sdraiata. Si avvicinò leggermente a lei, stupito che non si fosse ancora ripreso. La baciò leggermente. Kaori represse una smorfia, continuando con la recita.
"Come ti senti, mia bella? Forse è il momento di liberarsi di questo indumento, che ne pensi?" disse iniziando a spogliarla. Lei strinse ancora più forte il bicchiere che teneva dietro di sé e lo lasciò avvicinarsi. Aspettò che fosse vicino alle sue labbra per rompergli il bicchiere in testa, facendolo cadere a terra per lo shock. Si alzò rapidamente e si diresse verso la porta per uscire. Girando la maniglia, si rese conto che era bloccata. Daisuke l'aveva chiusa. Abbassò le spalle, scoraggiata. Poi sentì Daisuke dietro di lei riprendere velocemente coscienza, si voltò e con terrore vide che lui si sfregava la testa.
"Cerchi queste?" disse agitandole le chiavi davanti agli occhi. Kaori si incollò alla porta. Daisuke si approcciò e le assestò un violento pugno in faccia. L'urto fece sanguinare Kaori dal naso e la fece cadere. Ebbe a malapena il tempo di riprendersi che Daisuke la sollevò bruscamente e la premette di nuovo contro la porta.
"Me la pagherai, sporca sgualdrina! Non mi farò più fottere, è finita! È ora che tu mi dia quello che voglio"
La afferrò con più forza per le spalle e la gettò sul divano. Daisuke si avvicinò e le prese con violenza il viso tra le mani prima di schiacciare le labbra sulla sua bocca ferita. Kaori sentì le lacrime montare. Mentre la schiantava con tutto il suo peso e lei sentiva la sua eccitazione addosso, fece scivolare la mano ancora libera nella tasca per afferrare la cintura.
Daisuke strattonò i capelli di Kaori costringendola a inclinare la testa all'indietro e con l'altra mano strappò la parte superiore del body, stringendole dolorosamente un seno. Kaori soffrì di quel contatto e volle mettervi rapidamente fine. Con disperazione, riuscì ad afferrare la cintura con entrambe le mani e con un rapido gesto avvolse il collo del suo aggressore con il sottile tessuto. Con rabbia, strinse più forte che poteva. Daisuke iniziò a soffocare e si mise le mani intorno al collo per liberarsi, le rivolse uno sguardo spaventato e, sul punto di colpirla per la seconda volta, lei gli assestò una ginocchiata tra le gambe facendolo piombare a terra. Non lasciò la presa e strinse di più. Solo quando lui perse i sensi, allentò la presa. Si portò una mano alla bocca realizzando il suo gesto. Si inginocchiò e vide i segni della cintura sul suo collo. Tremava, terrorizzata.
 
 
Al piano di sopra, notando l'assenza di suo fratello, Hansuke perse la pazienza. Si guardò intorno, chiamò uno dei suoi uomini per sapere dove fosse Daisuke. Uno di loro lo informò indicando che quest'ultimo era sceso da una delle ragazze. Non trattenendosi più, Hansuke si alzò per raggiungerlo.
Saeko e Umibozu lo seguirono con lo sguardo. Saeko fece cenno al suo partner di sorvegliare i dintorni mentre lei si dirigeva verso l'uscita. Umibozu la seguì a una distanza ragionevole.
Sul retro dell'edificio, due uomini giacevano a terra. Mick e Ryo se ne erano facilmente liberati. Saeko si era intrufolata tra la gente riuscendo a raggiungere la porta sul retro, bussando due volte, facendo una pausa e colpendo la porta altre tre volte. Udì lo stesso codice dall'altra parte e si affrettò ad aprire. Socchiuse la porta e si rassicurò di vedere i due compari.
"Superbo outfit, dovresti vestirti così più spesso!" disse Mick, con espressione maliziosa.
"Non abbiamo tempo da perdere con queste cose, Mick. Dammi una pistola, andrò di sopra con Saeko per trovare la merce" grugnì Umibozu. "Ryo, Hansuke è appena sceso di sotto, Kaori è sicuramente lì, non c'è tempo da perdere" aggiunse.
"Ok, Mick, andiamo" fece Ryo caricando la sua pistola, lo sguardo freddo.
"Ryo! Non abbiamo visto suo fratello...spero che..." esitò Saeko.
Ryo serrò i pugni per la collera. Temeva le condizioni in cui l'avrebbe trovata. Mentre si affrettavano a dirigersi di sotto, Umibozu trattenne brevemente Ryo per il braccio.
"Non dimenticare, lei ha già visto orrori a sufficienza. Ma se le hanno fatto del male, assicurati di fargliela pagare come un vero mercenario".

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Capitolo 29
*** Capitolo Ventinove ***


Nel salotto, Kaori lottava per riacquistare una respirazione normale. Stava soffocando per l'orrore davanti al corpo senza vita di Daisuke. Automaticamente si guardò le mani, erano pulite ma lei aveva l'impressione che fossero piene di sangue.
"Che cosa ho fatto..." sussurrò.
Scosse la testa come per scacciare quello che era appena successo. Si alzò, leggermente barcollante, vide il suo riflesso allo specchio e notò che era mezza nuda, la parte superiore del body era lacerata e rivelava un seno. Chiuse rapidamente la vestaglia per nascondersi, poi guardò di nuovo il corpo steso a terra.
"Le chiavi, mi servono le chiavi..." si disse, chinandosi per cercare nelle tasche di Daisuke, con una smorfia di terrore.
Dopo un istante, sentì l'oggetto metallico tra le dita, lo tirò fuori dalla tasca. Doveva uscire da lì senza farsi notare. Tutto si accelerava nella sua testa, si era ritrovata sola, era stata picchiata più volte, era stata quasi violentata, aveva ucciso un uomo con le sue mani...Era troppo, si appoggiò contro la porta, le lacrime scesero sul suo viso contuso.
A malapena ebbe il tempo di riprendersi dalle sue emozioni che la maniglia della porta girò lentamente. Presa dal panico, indietreggiò rapidamente, stringendo le chiavi in mano come si trattasse di un'arma.
La porta si aprì e il suo cuore fu nuovamente preso dalla paura quando vide Hansuke di fronte a lei con uno sguardo nero. L'uomo guardò in basso e vide suo fratello steso a terra, senza vita. Chiuse brutalmente la porta, la chiuse a chiave e fissò Kaori.
"Cos'hai fatto a mio fratello?!" gridò, facendola sussultare.
Kaori iniziò a singhiozzare, aspettandosi il peggio.
"Io...lui..." balbettò, non sapendo cosa dire.
Hansuke tirò fuori un coltello dalla giacca e minacciò Kaori. Si chinò per controllare il fratello, ma non avvertì polso. Si mise a ridere nervosamente. La giovane donna non seppe come reagire. L'uomo sembrava totalmente pazzo.
"L'hai ucciso...l'hai ucciso!" gridò mentre si avvicinava a lei e la colpiva violentemente, facendole sbattere la testa contro lo specchio.
Kaori cadde a terra, con la testa insanguinata. Era completamente stordita. Hansuke la prese per il viso e la costrinse ad alzarsi, cosa che lei fece con grande difficoltà. Lui afferrò il coltello e le accarezzò il volto con la punta provocando una smorfia nella donna.
"Pagherai il tuo gesto! Ti tratterò come la puttana che sei!" disse crudelmente.
 
 
Nello stesso istante, Saeko salì discretamente le scale, scivolò nel corridoio e diede un'occhiata all'ingresso di una stanza. Due uomini erano di guarda. Informò Umibozu mostrando due dita. Lui annuì. La donna iniziò a camminare con disinvoltura verso i due.
"Ehi tu! Che ci fai qui? Non c'è niente per te!" disse uno.
Lei si avvicinò con un'andatura felina e si incollò a uno dei due, accarezzandogli il viso.
"È completamente drogata! Non ci sarebbe nulla di male ad approfittarne un po'!" disse l'altro con un sorriso perverso.
Saeko lo guardò inizialmente con allegria, poi più seriamente, tirò fuori un lungo filo di acciaio e strangolò uno dei due uomini. Uno sparo silenzioso abbatté l'altro.
"Ottimo lavoro!" commentò Saeko.
"Preferisco quando ci sono più rumori e fiamme" rispose Umibozu seccamente.
Saeko forzò senza difficoltà la serratura e aprì la porta. Non trattenne un sorriso quando vide la stanza piena di droga.
"Ora tocca a Ryo e Mick" disse con un barlume di speranza.
Da parte loro, questi ultimi non erano disoccupati. Scendendo le scale fino al seminterrato, non si stupirono di sentire risate mischiate a gemiti. Ryo si concentrò per provare a sentire la voce di Kaori. Mick gli fece un cenno negativo col capo. Continuarono a scendere, costeggiando le pareti uno di fronte all'altro. Arrivarono a un piccolo corridoio e videro quattro uomini armati. Mick lanciò le sue lame, infilzandole nel collo di due di loro e facendoli cadere, mentre Ryo, dotato di silenziatore, sparò al terzo e al quarto alla testa. Si avvicinarono ai corpi, confermando la morte degli uomini, si guardarono e fecero cenno di continuare ad avanzare. Giunsero a un corridoio dove non c'erano meno di venti porte. Kaori era dietro una di esse. Il cuore di Ryo fu preso dal panico, le era vicino, lo sentiva, ma doveva comunque trovare la porta giusta. Fece cenno a Mick di prendersi cura del lato destro, lui si sarebbe occupato del sinistro. Ryo aprì una prima porta e vide un uomo che contemplava una giovane donna che danzava languidamente davanti a lui. La donna era talmente drogata da non reagire alla presenza di Ryo, a differenza dell'uomo che si girò bruscamente e sentì il freddo metallo di una pistola sulla fronte. Ryo aveva lo sguardo duro e gli fece segno di tacere.
"Dov'è Hansuke?" gli chiese.
"Io...non lo so..." rispose l'altro.
Ryo lo colpì con un pugno che lo fece cadere a terra privo di sensi. Mick fece le stesse scoperte dall'altro lato. Lo stesso spettacolo si ripeté per le quattro porte successive.
In fondo al corridoio, una giovane donna era nella morsa di un folle.
"Puoi pensare di poter scappare, ma questa è la tua fine, mia cara..." le sussurrò all'orecchio. "Ma prima ci divertiremo un po'!" aggiunse sollevando il coltello e facendolo scivolare lungo la gamba e risalendo alla vita. "Togliti la vestaglia!" ordinò.
Kaori obbedì, abbassò gli occhi e vide macchie di sangue sparse sul suo corpo. Il bianco del body non era altro che una miscela di sangue e sudore. Il viso di Hansuke si illuminò davanti alla semi nudità di Kaori.
"Molto bene, eccoti più accomodante..."
Sollevò la lama sul collo e le provocò un taglio, strappandole un grido di dolore.
"Questo è per aver strangolato mio fratello..." disse duramente. "Ora mettiti sul divano"
Kaori eseguì, titubante per il dolore, e si sedette. Hansuke le si avvicinò e si mise accanto a lei, continuando a minacciarla con il coltello. Prese una siringa con l'altra mano. Lei non smetteva di tremare. Il suo cuore era sull'orlo di esplodere immaginando cosa l'attendesse.
"Ora io e te ci divertiremo un po'..." disse con un sorriso carnivoro.
Kaori scosse vivamente la testa.
"No, no per favore, per pietà, no..." implorò, la voce soffocata di lacrime.
"Allunga il braccio!" le ordinò.
"No, per favore, non lo fare..." disse lei singhiozzando e stringendosi le braccia al petto.
Lui le afferrò violentemente il braccio, perdendo la pazienza, e le iniettò il prodotto. Kaori volle allontanarlo ma lui le rivolse contro il suo gesto e la costrinse a sdraiarsi.
"Lotta quanto vuoi, presto mi accoglierai con tutto il tuo corpo"
Kaori era totalmente disperata, la trappola si era richiusa su di lei.
Nessuno sarebbe giunto per lei, aveva fallito. Sentì Hansuke stendersi sopra di lei, strappando l'ultimo pezzo di stoffa che fungeva da barriera, mentre le sue forze ricominciavano ad abbandonarla.
"Ryo..." sussurrò in un ultimo appello.
Sentendo che Hansuke iniziava ad allentare la cintura e ad abbassarsi i pantaloni, in un ultimo slancio di speranza si mise a urlare.
"RYOOOOOOOOO!" gridò con tutte le sue forze, spingendo Hansuke a interrompersi.
"Puoi gridare, nessuno verrà in tuo soccorso"
Avendo esaurito le forze con quell'urlo, Kaori perse i sensi, il suo corpo la abbandonò.
Hansuke sorrise vedendola addormentata.
"Almeno così non dovrò sentire le tue grida!" disse, chinandosi su di lei.
Le allargò le gambe in modo da entrare in lei, quando sentì una possente mano afferrarlo per il colletto e proiettarlo indietro. La forza del gesto fu tale che Hansuke si ritrovò a sbattere contro lo specchio, rompendolo. Ebbe a malapena il tempo di riprendersi, quando fu di nuovo afferrato per il collo e sollevato. Incontrò due occhi neri di odio. Il viso del suo aggressore era teso. Riuscì a riconoscerne i lineamenti.
"Signor Nogato..." fece Hansuke, soffocando.
Ryo serrò la presa, asfissiandolo un po' di più, poi lo lanciò contro il tavolino, ferendolo. Hansuke non ebbe tempo di riprendere fiato che Ryo gli afferrò di nuovo la testa e la schiantò contro il tavolo, facendo schizzare il sangue. Lo sweeper lasciò esplodere la sua rabbia sfrenata. Malgrado lo shock, Hansuke riuscì a pronunciare alcune deboli parole.
"Fermo...per...pietà..." lo supplicò.
Ryo gli si avvicinò e si inginocchiò afferrandolo per il collo macchiato di sangue. Tirò fuori la sua Python 357 e l'appoggiò sulla spalla della sua vittima.
"Hai avuto pietà quando lei ti implorava?" disse intransigente.
Gli occhi dell'uomo si sbarrarono di terrore e Ryo sparò una prima pallottola nella sua spalla, facendolo urlare di dolore.
A quel grido, Mick si precipitò nella stanza e vide l'orribile scena. Lanciò un'occhiata a Ryo che a malapena lo guardò, poi si rivolse su Kaori, nuda, priva di sensi e coperta di sangue. Si gettò su di lei, coprendola con la vestaglia e cercandole il polso. Era molto debole.
"Ryo, è ancora viva ma dev'essere curata in fretta" disse Mick.
Saperla ancora viva sollevò Ryo. Quando aveva sentito la sua voce, sebbene lontana, gli si era gelato il sangue e si era lanciato verso di lei. Quando aveva sparato con il silenziatore sulla serratura per farla scattare, aveva cautamente aperto la porta. Ma alla vista del suo corpo insanguinato e di quell'uomo sopra di lei, il suo cuore aveva perso un battito e aveva lasciato esprimere tutta la sua rabbia e il suo odio. Con cieca collera continuò a torturare la sua vittima.
"Non ne ho ancora per molto con lui" rispose Ryo freddamente.
Si sporse all'orecchio di Hansuke.
"Sai cosa fanno quelli come me ai rifiuti come te che osano toccare ciò che hanno di più prezioso su questa terra?" disse minaccioso.
Hansuke scosse la testa, implorandolo con lo sguardo.
Ryo lo lasciò cadere a terra, alzò la sua arma e sparò sul pene dell'uomo. Hansuke volle gridare, ma nessun suono uscì dalla sua bocca per quanto il dolore era intenso.
Mick fece scivolare un braccio sotto il collo di Kaori e l'altro sotto le gambe e la sollevò per trasportarla. Il suo corpo era inerte e perdeva rapidamente calore.
"Ryo, finiscilo. Non abbiamo tempo, dobbiamo portarla via subito"
Ryo si rese improvvisamente conto dell'urgenza della situazione. Diede il colpo finale sparando una pallottola tra gli occhi della sua vittima che giacque in una pozza di sangue accanto a suo fratello. Ebbe il tempo di notare i segni di strangolamento su Daisuke, chiedendo chi fosse il responsabile, ma non indugiò oltre. Guardò Kaori insanguinata e fece segno a Mick di dirigersi alla Mini. Sul tragitto non mancò di sparare contro altri uomini.
Sentendo gli spari, Saeko e Umibozu scesero a loro volta. Saeko chiamò Hirotaka affinché convocasse i rinforzi e sequestrasse la droga. Ebbe il tempo di intravedere Kaori tra le braccia di Mick e fu sopraffatta dalla preoccupazione. Quando vide Ryo seguirli con il volto scuro, non ebbe dubbi che per un momento si trovasse ancora di fronte all'Angelo della morte.
Ryo chiese a Mick di mettersi al volante in modo da potersi mettere dietro con Kaori tra le braccia. Le sue mani tremavano mentre le accarezzava il viso.
"Perdonami, angelo mio..." mormorò, baciandola delicatamente sulla fronte.
Mick partì a tutta velocità, di tanto in tanto guardava nello specchietto retrovisore e vedeva il suo migliore amico totalmente sconvolto. Lungo la strada, videro dalla parte opposte una decina di auto della polizia. Poco dopo, una jeep li seguiva da vicino. Mick sorrise riconoscendo Umibozu.
"Resta con me, Sugar..." mormorò Ryo. "Mick, accelera!" gli ordinò.
"Ci siamo quasi!" rispose lui arrivando all'ingresso della clinica del Professore.
Tutti e tre uscirono dall'auto, seguiti da vicino da Umibozu. Il Professore si precipitò fuori.
"Baby face? Che ci fate tutti qui a quest'ora?" chiese l'anziano, non avendo visto Kaori.
"Doc, è Kaori, è molto debole..." disse tristemente Ryo, facendo notare Kaori.
Quando vide tutto il sangue su di lei, il Professore si avvicinò rapidamente.
"Portala subito in sala operatoria. Mick, chiama Kazue, avrò bisogno di lei!"

 

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Capitolo 30
*** Capitolo Trenta ***


Era già da più di due ore che Ryo pazientava in corridoio, non sapendo come lei stesse. Kazue andava e veniva con diverse sacche di liquido. Cercò di sondare il suo viso per indovinare cosa stesse accadendo in sala operatoia, la vide concentrata sul suo compito. La donna non aveva tempo di rispondergli sulle condizioni di Kaori.
Mick era di fronte a lui, altrettanto tormentato e preoccupato. Vedeva il suo migliore amico nelle peggiori condizioni, le mani giunte e sudate. Kaori era così debole quando erano arrivati, da temere il peggio. Cercò di nascondere la sua apprensione per non preoccupare Ryo ulteriormente. Umibozu rimaneva distante dai due uomini, l'aria seria. Non lasciava trasparire nulla.
Gli occhi di Ryo erano fissi al suolo, ripensando a quello che era successo qualche ora prima. Lei era coperta di sangue e il suo viso tumefatto, il suo corpo quasi completamente nudo. Fece una smorfia di orrore pensando alle mani di Hansuke su di lei.
Nello stesso istante, Saeko e Hirotaka arrivarono di corsa.
"Ryo! Come sta?" chiese Saeko preoccupata.
Ryo non rispose, scuotendo la testa e facendole capire che non sapeva di più al momento.
"Kaori è in sala operatoria con il Professore e Kazue, per ora non abbiamo notizie. È in pessime condizioni" rispose Mick, lo sguardo triste.
Saeko abbassò gli occhi su Ryo, immaginando il suo tormento. Gli mise una mano sulla spalla.
"Ryo, mi dispiace per tutto questo" disse sinceramente.
"Tu non c'entri niente, sono l'unico da biasimare in questa storia, non avrei mai dovuto lasciarla sola" disse lui. Tutti lo guardarono con compassione. Per una volta, il loro amico sembrava molto vulnerabile.
"Vado a cercare Miki, dev'essere preoccupatissima. Torniamo subito" disse Umibozu.
L'ex mercenario uscì dalla clinica e Mick si alzò, facendo cenno a Saeko e Hirotaka che desiderava parlare con loro. Leggermente lontani da Ryo ma non abbastanza perché lui non sentisse, Mick raccontò cos'era successo.
"Abbiamo fatto fuori alcuni uomini e l'abbiamo sentita urlare in lontananza, Ryo l'ha trovata priva di sensi e insanguinata sul divano"
"L'hanno...?" chiese Saeko, incapace di pronunciare la parola.
"Non lo sappiamo ancora, c'era così tanto sangue..."
"Ryo doveva essere fuori di sé per uccidere tutti e due contemporaneamente..." disse pensosa.
"Ne ho ucciso solo uno, anche se avrei preferito occuparmi di entrambi" interruppe Ryo.
Saeko ebbe l'aria confusa.
"Scusami Ryo, ma qualcosa mi sfugge, chi si è occupato di Daisuke?"
"Probabilmente quel rifiuto di suo fratello. L'uno non era peggio dell'altro" rispose Ryo, ancora furioso. Saeko rimaneva scettica, soprattutto perché aveva avuto il tempo di notare i segni di strangolamento su Daisuke. Aveva visto anche che Hansuke aveva un coltello con sé, non si sarebbe preso la briga di strangolare suo fratello quando avrebbe potuto ucciderlo con una coltellata.
A meno che...non riuscì a concludere il pensiero, il Professore uscì dalla sala operatoria, il camice macchiato di sangue e l'aria seria. Ryo si alzò rapidamente, Mick, Saeko e Hirotaka si avvicinarono per conoscere le notizie.
"Come sta Doc?" si affrettò Ryo a chiedere.
Il Professore fece una pausa per asciugarsi le mani.
"Ha ricevuto un violento colpo in testa, che le ha provocato un ematoma subdurale. Non c'è molto che possiamo fare se non aspettare che si riassorba. Il taglio al collo era più profondo del previsto, ma sono riuscito a fermare l'emorragia. Ryo, ho fatto una visita completa, ho una notizia buona e una cattiva" aggiunse, guardandolo gravemente.
"Ti ascolto" disse lui serio.
"La buona notizia, che penso di rassicurerà, è che è intatta, se capisci cosa intendo"
Ryo si sentì liberato da un peso immenso. Il suo angelo aveva mantenuto la sua innocenza e ne era sollevato. Il suo onore era stato preservato. Ma si accigliò pensando alla brutta notizia.
"Qual è la cattiva?"
"Ha ricevuto una dose molto elevata di droga. Non so ancora quali conseguenze avrà sul suo corpo. Probabilmente subirà l'astinenza. Siamo lontani dagli effetti della PCP, ma non dobbiamo prenderla alla leggera. Kaori dovrà dimostrarsi forte"
Ryo abbassò nuovamente il capo, sentendosi in colpa per non essere intervenuto prima per salvarla. Non avrebbe mai dovuto subire tutto ciò.
"C'è un'altra cosa che mi ha sorpreso un po', Ryo" aggiunse.
Ryo lo guardò di nuovo con interesse.
"Quando l'ho visitata, sono rimasto colpito dai muscoli irrigiditi degli avambracci e dalla contrazione delle mani. Aveva dei segni sui palmi. Teneva stretto qualcosa prima che la trovaste?"
Ryo scosse la testa non capendo a cosa il Professore si riferisse, si voltò verso Mick interrogandolo, Mick rispose allo stesso modo. Saeko spalancò gli occhi per la sorpresa, facendo il legame tra il collo di Daisuke e i segni sulle mani di Kaori. Si schiarì la gola per attirare l'attenzione.
"Ryo, Daisuke è stato strangolato a morte. Non c'erano segni di mani sul collo e ancora meno tracce di una corda"
"È impossibile, lei non avrebbe potuto..." fece Ryo guardando Saeko, che era ancora vestita come una escort. Improvvisamente notò la vestaglia che indossava e si attardò sulla cintura. Saeko lo notò e a sua volta osservò la cintura dell'indumento. La tolse e la prese tra le mani come avrebbe potuto fare Kaori.
"Kaori..." soffiò Ryo.
Con un gesto veloce, scagliò un pugno al muro, riservandovi tutta la sua rabbia e il suo dolore, facendo sobbalzare tutti gli altri. Senza dire una parola, lasciò la clinica. Una volta fuori, si appoggiò al muro e tirò fuori una sigaretta.
Nello stesso momento, Umibozu arrivò con Miki. Fece segno a sua moglie di entrare e raggiungere gli altri. Rimase accanto a Ryo per un momento, senza parlare.
"Come sta?" si azzardò a chiedere.
"Male...ma non è niente in confronto a ciò che l'aspetta al risveglio."
Umibozu non nascose la sua incomprensione.
"Ho fallito, Umi. Non ho saputo proteggerla. Oggi è su un letto d'ospedale, ferita fisicamente e psicologicamente"
"Saprai aiutarla a..." iniziò Umibozu.
"Ha ucciso un uomo!" disse Ryo stringendo il pugno. "Hai capito? Perché non ho potuto essere al suo fianco, lei ha dovuto fare ciò che avevo giurato di evitarle!" gridò.
Umibozu rimase impassibile e alzò il capo verso il cielo, sembrando riflettere.
"Cosa sarebbe stato peggio, Ryo? Che lei si lasciasse stuprare e uccidere o che abbia difeso la sua integrità e la sua vita a tutti i costi?"
Ryo pensò per un momento.
"Se non avessi accettato questa missione, tutto questo non sarebbe successo" disse, disfattista.
"Se l'avessi accettata interamente come tua partner, Ryo, non si troverebbe in questo stato" replicò Umibozu.
"Volevo che avesse una vita normale, è ciò che si merita. Io le porto solo sofferenza e dolore"
"Era in pericolo mentre viveva come una donna normale, Ryo. Se tu non fossi stato nei paraggi, non saresti arrivato a salvarla e probabilmente lei ora sarebbe morta. Ciò che hai vissuto potrebbe accadere di nuovo senza che tu lo sappia se decidi di separarti da lei"
Ryo sentì il proprio corpo irrigidirsi all'idea che Kaori soffrisse di nuovo. Era inconcepibile per lui. Umibozu notò il suo conflitto interno.
"La tua indecisione nei suoi confronti ti farà perdere. Siete una cosa sola, è ora che te ne accorga e che prendi le cose in mano. Ha ucciso per difendere la sua vita, insegnale a conviverci come hai saputo fare tu da solo"
"Ho imparato a conviverci per lei e perché lei è la mia unica ragione per aggrapparmi alla vita"
"Allora dai anche a lei un motivo per aggrapparsi alla vita" affermò Umibozu prima di entrare in clinica.
Ryo rimase solo per un momento fuori, a guardare l'alba. Stava ripensando al passato e soprattutto al giorno in cui lei era entrata nella sua vita. Il giorno in cui gli era piombata addosso ed era diventata la sua Sugar Boy. Lei aveva trascorso la giornata a osservarlo cercando di capire cos'avesse motivato suo fratello a lavorare con un ex mercenario come lui. Nonostante la sua giovane età, era riuscita a trovare qualcosa di buono in lui e aveva convinto anche lui. Per tutto ciò che lei rappresentava e per tutto ciò che gli aveva dato, lui sarebbe sempre stato al suo fianco. Si rifiutava di perderla di nuovo, non le avrebbe permesso di allontanarsi da lui. Comprese che non avrebbe potuto vivere senza di lei accanto, aveva bisogno di lei per andare avanti.
Schiacciò la sigaretta e raggiunse gli altri. Tutti alzarono lo sguardo quando videro arrivare Ryo.
"Dovreste tornare a casa, starò io qui" disse loro.
"No, io rimango finché non si sveglia" rispose Miki. Umibozu le posò una mano sulla spalla.
"Miki, Ryo ha ragione, sarà meglio rientrare" disse con calma. "Ci avvisi quando si sveglia?" chiese a Ryo, che annuì.
"Io rimango, in ogni caso Kazue è qui e dopo quello che è successo ho bisogno di starle accanto" aggiunse Mick. Ryo non si oppose.
"Avvisami se ci sono novità" disse Saeko avvicinandosi. "Sono sicura che Hideyuki veglia su di lei"
Ryo le sorrise teneramente.
"Ryo, mi dispiace di non aver potuto fare di più per lei. Non avrei mai dovuto abbandonarla" disse Hirotaka.
"Non sarebbe cambiato nulla e lei si sarebbe sentita in colpa se fossi rimasto ferito o ucciso" disse Ryo sforzandosi di mantenersi stoico.
Tutti se ne andarono lasciando Ryo e Mick.
Il Professore tornò da loro.
"Kazue ha finito, Kaori è nella sua stanza. È ancora sotto anestesia. Non dovrebbe svegliarsi subito" disse loro.
Ryo esitò, poi si lanciò.
"Posso vederla, Doc?" disse con l'aria di un bambino.
"Se vuoi, Baby face, ma preferisco avvisarti, il suo viso è ancora molto segnato dai colpi"
Ryo comprese e si diresse verso la stanza che il Professore gli aveva indicato. Si preparò a bussare automaticamente la porta ma si ricordò che Kaori dormiva ancora. Socchiuse la porta e la vide stesa sul letto, addormentata. Si fece avanti sistemandosi accanto a lei. La guardò a lungo. Anche con tutte quelle bende, era sempre bella. Si chinò verso di lei e le sistemò una ciocca ribelle. Quel gesto lo fece sorridere. Aveva la sensazione di non aver potuto toccarla per un secolo, sentire la sua pelle sotto le dita lo fece rabbrividire. Era di nuovo lì con lui.
"Ho avuto così tanta paura, Kaori. Così tanta paura di perderti. Non lascerò mai più che qualcuno ti faccia del male"
Vedendola così, quasi inanimata, lo tormentava, si alzò per mettersi di fronte alla finestra e guardò fuori, pensando al suo risveglio e a ciò che le avrebbe detto. Aveva così tante cose da dirle, da spiegarle. Ripensò a ciò che Mick gli aveva detto in armeria. Cosa le avrebbe detto su lui e Reika. Lei gli avrebbe creduto? Immaginava che l'avrebbe colpito con un martello per alleviare la rabbia e la gelosia, cosa che lo fece sorridere.
Mentre era perso nella sua immaginazione, Kaori cominciò lentamente a svegliarsi. Soffriva terribilmente, aveva la sgradevole sensazione di essere passata sotto un rullo compressore. Sentiva un dolore lancinante alla testa. Gemette, attirando l'attenzione di Ryo. Si voltò e la vide svegliarsi gradualmente. Il cuore gli balzò in petto. Era felice di vederla prendere vita davanti ai suoi occhi.
"Ah, la testa, che male!" disse con gli occhi socchiusi, portandosi una mano al capo.
Poi aprì maggiormente gli occhi. Guardandosi intorno, non prestò attenzione a Ryo.
"Che ci faccio qui?" chiese.
Ryo corse al suo capezzale e le prese una mano nella sua.
"Non preoccuparti, ora sei al sicuro. Non hai niente da temere, Kaori. Va tutto bene" fece, ansioso.
Lei lo guardò con occhi sbarrati. Fissò i suoi occhi color onice che la guardavano teneramente, poi liberò rapidamente la mano dalla sua.
"So che sarai furiosa, Kao, ma voglio spiegarti..." iniziò.
Lei continuò a fissarlo e lo interruppe.
"Chi è lei? Come fa a sapere il mio nome?" chiese, leggermente in preda al panico.

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Capitolo 31
*** Capitolo Trentuno ***


Come anticipato in Un giorno mi apparterrai, posto il capitolo di False sembianze anticipatamente rispetto al solito in quanto da sabato a domenica prossima non avrò la possibilità di farlo. L'aggiornamento per questa storia è previsto per mercoledì 16 settembre.
 
 
Era da più di trenta minuti che Ryo aspettava fuori dalla porta della stanza di Kaori. Come poteva essere, lei non ricordava nulla, nemmeno lui. Si era aspettato che piangesse, urlasse, che si arrabbiasse con lui e lo mandasse a quel paese, ma sicuramente non si attendeva che perdesse la memoria. Aveva chiamato il Professore in soccorso. L'uomo era giunto di corsa, e quando Ryo gli aveva detto che Kaori non ricordava nulla, gli aveva chiesto di uscire per poterla visitare. Aveva dovuto darle un calmante per poterla esaminare.
Ryo era appoggiato al muro di fronte alla porta, in attesa che il Professore facesse luce sulle condizioni di Kaori. Kazue era appena arrivata seguita da Mick. Ryo le indicò la presenza dell'anziano nella stanza. Lei si affrettò ad entrare e Mick rimase accanto a Ryo.
"Allora, si è svegliata? Come sta?" chiese, preoccupato.
"Non ricorda niente, Mick..."
"È un bene che abbia dimenticato il suo soggiorno con quei criminali, no?"
"No, Mick, non ricorda nulla, né di questi giorni né degli ultimi dieci anni! Non sa più chi sono io, chi siamo noi!" disse un po' più forte.
Mick rimase stupito. Faceva fatica a crederci. Come poteva essere?
Nello stesso istante, il Professore e Kazue uscirono dalla stanza. Kazue prese Mick per un braccio per allontanarlo un po'.
"Eh, voglio sapere anch'io!" disse lui, offeso.
"Non preoccuparti, ti dirò di cosa si tratta. Ma per ora lasciamo che il Doc parli a Ryo da solo" gli rispose lei a bassa voce.
Il Professore si schiarì la gola e si avvicinò a Ryo. Quest'ultimo lo guardò con molta attenzione.
"Allora Doc? Dimmi che è una cosa temporanea, per favore"
"Ha sicuramente un'amnesia, ricorda tutto fino a quando aveva sedici anni. Poco prima di conoscerti. Il che significa che..."
"Significa che pensa che suo fratello sia ancora vivo" terminò Ryo mestamente.
"Purtroppo sì. Il trauma è stato così notevole che il suo cervello, per autodifesa, ha nascosto gli ultimi ricordi e gli ultimi anni. Ryo, penso che l'amnesia sia solo temporanea. La sua memoria tornerà quando l'ematoma si riassorbirà. I primi anni, la morte di Hideyuki, l'incontro con te e i vostri anni di partnership torneranno gradualmente. Dovrai supportarla nel miglior modo possibile e sia tu che gli altri l'aiuterete a recuperare la memoria"
Ryo distolse lo sguardo e rifletté per un momento.
"Come posso supportarla e aiutarla se non sa nemmeno chi sono. Non si fiderà di me" disse, abbattuto.
"Non esserne così sicuro. Anche se il suo cervello ha dimenticato chi sei, il suo cuore non la ingannerà" disse l'anziano ammiccando. "Ryo, per quanto riguarda Hideyuki, non metterci troppo a dirglielo...è come strappare un cerotto, meglio fare in fretta" aggiunse con aria dispiaciuta.
Ryo si lasciò scivolare lungo il muro, turbato dalle parole del suo vecchio amico. Mick tornò in quel momento.
"Ryo, Kazue mi ha spiegato. L'aiuteremo, vi aiuteremo. Prendilo come un nuovo inizio" disse dandogli una pacca sulla spalla.
Non vedendo reagire il suo amico, si lisciò la giacca, si sistemò la cravatta e assunse un'aria maliziosa.
"Va bene, se non vuoi parlarle, sarò felice di farle compagnia e di mostrarle quanto sono più attraente di lei" disse faceto.
A malapena ebbe il tempo di posare la mano sulla maniglia che Ryo lo afferrò per il bavero della giacca e lo tirò indietro.
"Giù le zampe!" lo rimproverò.
"Mick Angel! Ti avevo espressamente chiesto di non avvicinarti a quella stanza!" cominciò a gridare Kazue. Mick alzò le mani al cielo in segno di innocenza.
"Non ho fatto niente tesoro, promesso!" disse imbarazzato.
Kazue gli si avvicinò, lo prese per mano e lo costrinse a seguirla lasciando Ryo da solo. Quest'ultimo fissò la maniglia della porta. Esitò un momento e decise di entrare. Per una volta, dimenticò di bussare e vide uno spettacolo assolutamente angelico. Kaori era seduta vicino alla finestra, non prestando attenzione a Ryo che era appena entrato. Kaori si sentì osservata e si voltò. Sorpresa dalla presenza di Ryo, si portò le braccia al petto.
"Cosa...signor Saeba?"
"Io...mi dispiace Kaori...aspetta! Saeba? Ti ricordi il mio nome?" chiese con entusiasmo.
"È stato il dottore a dirmi chi è lei..." disse lei abbassando gli occhi. Non sapeva perché, ma l'uomo che le stava di fronte le faceva molto effetto. Il cuore le batteva forte in sua presenza. Quanto a Ryo, era deluso dal fatto che lei ancora non si ricordasse di lui. Le si avvicinò e si fermò a una distanza che considerò ragionevole. Non voleva spaventarla anche se moriva dalla voglia di prenderla tra le braccia. Lei lo guardò e strinse gli occhi.
"Posso farle una domanda?"
"Certo"
"Come...come mi conosce?" chiese esitante.
Ryo non seppe cosa rispondere.
"Si può dire che ero un buon amico di tuo fratello..." rispose.
"Amico? Mio fratello? Ero?" ripeté lei, cercando di capire. "Perché, non lo è più?"
Ryo si sfregò automaticamente la nuca, non sapendo come dirle della morte di Hideyuki.
"È...è complicato..." balbettò.
"Ho tutto il tempo, come può vedere. Mi racconti!" insistette.
Ryo fu colto di sorpresa. Era in trappola.
"Tuo fratello e io lavoravamo insieme"
"Anche lei è un poliziotto?" domandò Kaori sorridendo.
Ryo si imbarazzò.
"Non proprio" confessò, a disagio.
Kaori emise una risatina che fece sorridere Ryo. Gli piaceva vederla allegra.
"Allora, si può dire che lei è un tipo molto misterioso"
La riconosceva, nella sua spontaneità. Rifletté per un momento e ripensò alle parole del Professore, 'Meglio fare in fretta'.
"Kaori?"
"Sì?"
"Vorrei portarti in un posto particolare...accetti di venire con me?" disse, celando l'ansia.
Kaori si accigliò immaginando il posto in cui lui avrebbe voluto portarla. Ryo notò la sua aria furiosa e capì subito a quello che pensava. Agitò rapidamente le mani davanti a sé, mentre uno stormo di corvi volava dietro di lui.
"No, no, non è quello che pensi!"
Kaori rifletté. Non conosceva quell'uomo. Parlava con lui da qualche minuto e lui si offriva di portarla da qualche parte. Era davvero un'idea ragionevole? La testa le diceva di no ma il suo cuore suggeriva tutt'altra cosa.
"Devo vestirmi, non posso uscire così, e poi il dottore deve essere d'accordo" gli confidò.
Ryo si sorprese che lei accettasse così in fretta ma fu sollevato che si fidasse di lui.
"Va bene, vado a chiedere a Kazue, cioè all'infermiera, di portarti alcune cose e vedo con il Doc se puoi uscire un po'"
Lei annuì e lui uscì chiudendosi la porta dietro. Si fermò un momento in corridoio, pensando a ciò che aveva appena fatto. Era la soluzione migliore, si disse. Era necessario. Ottenne il consenso del Professore e Kazue aiutò Kaori a vestirsi. Ryo andò a cercarla dopo un quarto d'ora. Lei lo aspettava, su una sedia a rotelle. Il Professore aveva incoraggiato Ryo, ma gli ordinò di riportarla in clinica in seguito. Lo aveva avvertito che lo shock avrebbe potuto farle recuperare la memoria interamente o parzialmente.
"Sei pronta?" le chiese. "Non ci vorrà molto, non ho avuto il permesso di sforare la mezzanotte" tentò di scherzare per metterla a suo agio.
Kaori sorrise alla battuta e ciò gli piacque. Aveva l'impressione di ritrovare un po' di complicità tra loro.
Kaori si sentiva un'adolescente. Quel Saeba la incuriosiva tanto quanto l'attraeva. Scosse il capo mentre faceva a se stessa quella confidenza.
"Andiamo!" disse.
Ryo la sistemò delicatamente nella sua Mini. Portarla tra le braccia era una dolce sensazione, il suo delicato profumo era sempre inebriante. Una volta che lei fu in macchina, Ryo riuscì a prendere fiato e calmarsi. Si accomodò a sua volta e si inoltrarono dentro Shinjuku finché non si fermarono all'ingresso del cimitero. Kaori spalancò gli occhi per la sorpresa.
"Che ci facciamo qui?" chiese preoccupata.
"Ti fidi di me?"
Lei non sapeva perché, ma per quanto fosse sorprendente, si fidava di lui.
Ryo scese dall'auto, la sistemò sulla sedia a rotelle ed entrò nel cimitero. Avanzarono lungo le lapidi. Kaori sentì il proprio cuore battere più forte, conosceva quel luogo, ma perché? Ryo si fermò improvvisamente e le tese la mano per invitarla a camminare. Lei l'afferrò e camminarono per qualche metro. Giunti a destinazione, lei lo guardò e vide il suo volto cupo e triste.
"Chi c'è qui? Un tuo caro?" chiese con innocenza.
"No, Kaori, un nostro caro" le rispose invitandola a voltarsi verso la stele di Hideyuki.
Kaori seguì il suo sguardo e vide il nome di suo fratello scritto sulla pietra. Cadde in ginocchio e toccò le incisioni con la punta delle dita. Portò una mano alla bocca per soffocare un singhiozzo. Ryo le si avvicinò e si accovacciò accanto a lei.
"Mi dispiace Kaori..." disse tristemente.
Kaori fissò la lapide, poi si attardò sulla data della morte.
In quel momento, ebbe un lampo. Vide suo fratello insieme a lui, mentre lavoravano insieme, vide se stessa mentre scopriva la sua vera attività e lo scambio che avevano avuto insieme durante il loro primo incontro. Rivisse il momento in cui Ryo era tornato per annunciare la morte di Hideyuki e lei gli proponeva di diventare la sua partner.
"Ryo..." mormorò prima di svenire.
Due forti braccia la trattennero nella caduta.
"Kaori! Kaori!" gridò Ryo.
L'aveva detto...lei aveva pronunciato il suo nome. Era servito quel posto per risvegliare i suoi ricordi. La prese tra le braccia e corse verso la macchina, abbandonando la sedia a rotelle. Guidò velocemente per riportarla in clinica. Ancora una volta, varcò l'ingresso con Kaori tra le braccia e chiamò il Professore.
"Cos'è successo, Ryo?" chiese l'anziano preoccupato.
"Ho seguito il tuo consiglio, le ho detto di Hideyuki ed è svenuta"
"Ha solo perso i sensi, riportala nella sua stanza, ha bisogno di riposo"
"Doc! Prima di svenire, ha detto il mio nome" disse Ryo, con un barlume di speranza nella voce.
Il Professore rifletté un momento.
"Lo shock della scoperta potrebbe averle riportato i ricordi. È una buona cosa. Resta da sapere ciò che ricorda..."
Ryo la portò nel suo letto. Ce l'aveva con se stesso per essere stato così brusco, ma non poteva nascondersi da lei a lungo. Prima o poi l'avrebbe scoperto. Aveva ricordato il suo nome. Non avrebbe saputo spiegarlo, ma si era sentito rinascere quando l'aveva pronunciato. Sperava che il suo risveglio non fosse brutale come la notizia che aveva appena appreso.
Rimase al suo fianco, guardandola mentre dormiva. La fissava intensamente, indugiando sulle sue labbra. Da quando era di nuovo con lei, i suoi sentimenti si erano intensificati. Si fece violenza per non toccarla. Lei sembrava così fragile ma allo stesso tempo desiderabile.
La contemplò per un po'. Le sue palpebre si appesantirono e iniziarono ad abbassarsi, cedendo alla stanchezza. Quando era sul punto di addormentarsi, la sentì gemere.
"Hide...Hideyuki..." mormorò, con gli occhi ancora chiusi.
Ryo si chinò su di lei.
"Kaori...Kaori...calmati...sono io, Ryo!" le disse con calma.
Lei aprì improvvisamente gli occhi.
"Ryo!" esclamò.

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Capitolo 32
*** Capitolo Trentadue ***


Non erano passate nemmeno 24 ore da quando l'aveva trovata ed erano state le ore più intense che avesse vissuto. Non voleva immaginare quanto tutto ciò dovesse essere difficile per Kaori. Quando l'aveva portata al cimitero per ricordarle la morte di suo fratello, aveva immaginato che la giovane donna sarebbe crollata, ma non aveva pensato che avrebbe riportato altri ricordi. Stava ancora aspettando in quel maledetto corridoio, rivide il volto atterrito di Kaori quando aveva pronunciato il suo nome. Aveva appena avuto il tempo di chiederle cosa ricordava che lei era stata colta da tremori. Il Professori, volendo controllare le condizioni della giovane donna, era entrato nello stesso momento e lo aveva fatto uscire. Poco dopo Kazue era giunta ad aiutarlo.
"Non capisco, Doc, cos'è successo?" chiese Ryo al Professore che stava uscendo.
"Data la quantità di droga che le è stata iniettata, il suo corpo non ha avuto ancora il tempo di andare in astinenza. E senza ricordare nulla, lo stress post traumatico è rimasto inattivo finché non ha scoperto della morte di suo fratello. La notizia ha creato uno stato di angoscia al suo risveglio che il suo corpo non riesce a gestire se non con la droga, ed ecco spiegati i tremori"
"C'è la possibilità che possa disintossicarsi senza troppe difficoltà?"
"Non preoccuparti troppo. Kaori non è tossicodipendente. Ha ricevuto una forte dose, sì, ma per un periodo non abbastanza lungo da ricavarne una dipendenza significativa. Saeko è stata così gentile da portarmi due sacchetti di questo prodotto, per farla disintossicare poco a poco"
Ryo fu sollevato, aveva avuto così paura che Kaori sperimentasse ciò che aveva vissuto lui con la Polvere degli Angeli. Sapeva che era forte e coraggiosa, ma non voleva che affrontasse un altro calvario.
"E cosa ricorda?" gli chiese, leggermente ansioso della risposta.
"Non ha voluto dirmi tutto. Ma avrai un sacco di tempo per parlarne. Lasciamola riposare un po'. Dovresti tornare a casa e fare lo stesso, hai un aspetto terribile"
Ryo si passò una mano sul viso per scacciare la stanchezza, sentì la barba sotto le dita. Il Doc non aveva torto, Kaori doveva riposare, e anche se moriva dalla voglia di vederla e sapere cosa ricordasse esattamente, doveva permetterle di recuperare un po' di forze, il loro successivo incontro sarebbe probabilmente stato un po' complicato.
Andò a recuperare la macchina e rientrò a casa. Varcò la soglia e si ritrovò di fronte al vuoto lasciato da Kaori. Senza indugiare troppo a lungo, si diresse in bagno. Si tolse rapidamente i vestiti e scivolò sotto l'acqua calda. I suoi muscoli si lasciarono vincere dal calore dell'acqua e si rilassarono. Rimase a lungo sotto la doccia, rivivendo le ultime 24 ore. Si ricordò poi di dover chiamare Miki per darle le ultime notizie, avrebbe tralasciato l'ultimo evento non sapendo ancora cosa Kaori ricordasse. Uscì dal suo letargo, si rasò e si vestì come al solito. Scese in salotto per prendere il telefono. Fu allora che vide il punto luminoso che lampeggiava. Sperava con tutto il cuore che non fosse il Professore. Sollevò la cornetta per ascoltare il messaggio.
"Ryo, sono Kaori. Volevo solo avvisarti che rientrerò più tardi del previsto stasera. Eriko mi ha invitata con un suo cliente al Keio Plaza Hotel per festeggiare la loro collaborazione"
Aveva dovuto lasciare quel messaggio mentre lui era da Reika. Ascoltare la sua voce lo fece stare bene, anche se avvertiva un pizzico di tristezza che lo fece sentire ancora più in colpa. Ricordava di non essere stato tenero con lei quel giorno né quelli precedenti. La sentì fare una pausa per poi riprendere.
"Ryo, non so quando sentirai questo messaggio, ma vorrei che domani ci prendessimo un momento per parlare. Io...io...No, lascia stare! A domani"
Le sue ultime parole gli spezzarono il cuore, aveva percepito tutta la sua angoscia. Lei si era sentita infelice ed era ancora una volta colpa sua. Di cosa aveva voluto parlargli? Affondò sul divano, un po' scosso da quel messaggio. La domanda gli rimase in testa per tutto il pomeriggio. Si dimenticò persino di chiamare Miki per parlarle delle sue condizioni. Alla fine, fu vinto dal sonno.
 
 
Dal Professore
 
Quando Kaori riaprì gli occhi, era già calata la notte. Si guardò intorno, ancora leggermente assonnata, e vide che era solo. Si raddrizzò nel letto, stringendosi nelle braccia. Cosa le era successo? Ricordava Ryo al suo fianco, poi un buco nero. Al suo risveglio, si era sentita sotto shock, il suo cuore era stato preso dal panico, non era più riuscita a controllare i tremiti, aveva pronunciato il nome della sona persona che poteva aiutarla, Ryo. Il Professore era intervenuto e le aveva iniettato quel prodotto miracoloso, facendo scomparire lo stress e il dolore.
 
 
FLASHBACK
 
Qualche ora prima.
 
"Come ti senti, Kaori?" chiese l'anziano.
"Meglio, grazie...cosa mi ha dato?"
"Non ti preoccupare. Cosa ricordi esattamente?"
Kaori si mise a pensare, provando in qualche modo a mettere insieme i pezzi.
"Io...ricordo Kaibara...mio dio, Ryo?!" fece, spaventata.
"Calma, Kaori..." disse il Professore, mettendole le mani sulle spalle. "Ryo sta bene. Stanno tutti bene. Hai subito un violento shock alla testa e i tuoi ricordi sono un po' mischiati. Non ricordavi nulla, pensavi che tuo fratello fosse ancora vivo"
Kaori rimase sbalordita dalle rivelazioni. Realizzò di aver sofferto di amnesia.
"Non è tutto, Kaori, probabilmente hai ancora qualche buco nella memoria. Non agitarti, tutto tornerà poco a poco. Ti ricordi qualcos'altro?" chiese, cercando di rimetterla in pista.
Non poteva dirle tutta la verità per paura di causare un altro shock. Finora lei si era battuta con molto coraggio e lui era sorpreso della sua capacità di rimettersi in piedi così in fretta.
"Io...io...non lo so..." esitò, massaggiandosi la testa. "Ricordo la nave, Mick incosciente, Ryo e io..." disse, mentre le guance diventavano vermiglie.
Ricordò il bacio scambiato attraverso il vetro e il suo cuore fu di nuovo preso dal panico, oltre che da un senso di rabbia che non comprese.
"Kaori? Kaori??" ripeté il Professore.
Kaori fu strappata dai suoi pensieri e guardò il Professore che si accigliò preoccupato.
"Vuoi vedere Ryo?" le chiese, pensando che era ciò di cui la giovane donna aveva bisogno al momento. Lei ci pensò per un istante. Il suo cuore le gridava di dire di sì, ma la sua testa glielo impediva. Qualcosa le sfuggiva. Il Professore le aveva detto che c'erano ancora dei buchi nella memoria. Cosa le mancava ancora? Aveva bisogno di un po' di tempo.
"No, io...non adesso, sono ancora un po' stanca, Doc, voglio riposare" disse con voce debole.
"Va bene, Kaori. Riposati e ne riparleremo al tuo risveglio, se vuoi. Dirò a Kazue di non consentire visite per il momento, quando ti sentirai pronta ci avviserai".
 
FINE DEL FLASHBACK
 
 
Cos'era successo? Era ben consapevole di aver perso la memoria per poco, di essersi svegliata in quella stanza come ultimo ricordo lo scontro di Kaibara e Ryo. Aveva molta voglia di vedere Ryo, ma la rabbia latente in lei non la lasciava. Cercò di alzarsi, mise un piede per terra e poi l'altro, si appoggiò al bordo del letto, ancora debole. Camminò lentamente verso lo specchio del bagno adiacente. Vide il proprio viso gonfio, la benda intorno alla testa e la medicazione sul collo. Era molto pallida. Toccò cautamente i lividi e le garze cercando di capire cosa le fosse successo. Sfiorandosi il collo, gli occhi si incupirono, ebbe la visione di un uomo dai lineamenti sfocati che la minacciava con un coltello. Si appoggiò al bordo del lavandino per trattenersi dal cadere. Nello stesso momento, Kazue entrò nella stanza, notando l'assenza di Kaori a letto andò in bagno e trattenne Kaori, vedendola turbata.
"Kaori? Kaori! Tutto bene?" le chiese.
"Aiutami a tornare a letto, Kazue, per favore..." le rispose con voce flebile.
"Cos'è successo?" le chiese mettendola con cura a letto.
"Ho avuto un flash, sono stata aggredita..." disse, fuggendo lo sguardo di Kazue.
"Ricordi il tuo aggressore?" chiese Kazue, astenendosi dal dirle la verità.
Il Professore era stato chiaro, toccava a Kaori raccogliere i pezzi della sua memoria. Quando i ricordi le fossero tornati, significava che il suo cervello era pronto ad affrontarli.
"No, è tutto sfocato...vorrei tornare a casa, Kazue" le disse supplicandola con lo sguardo.
"Kaori, non so se...chiederò al Professore, ma non ti prometto niente"
Kazue uscì e Kaori sperò che le consentisse di rientrare. Poco dopo, l'anziano ritornò con la giovane infermiera.
"Kaori, Kazue mi ha detto che vuoi andare a casa"
"Sì, Doc, non mi sento a mio agio qui, ho bisogno di tornare a casa"
"Non puoi andare da sola, chiamerò Ryo. Ma se senti un minimo problema, torni qui subito. Dovrò visitarti ogni giorno. Le tue condizioni richiedono un monitoraggio quotidiano"
"Promesso, Doc" disse lei, felice di essere riuscita a convincerlo.
Pochi minuti dopo, Ryo arrivò. Doc lo prese da parte prima che raggiungesse Kaori.
"Ascolta, Baby Face, non ricorda ancora tutto. I suoi ultimi ricordi si fermano a Kaibara. Quando si è vista allo specchio, ha ricordato di essere stata aggredita, ma è ancora molto vago. Bisogna procedere lentamente. Probabilmente ti farà delle domande, cerca di rimanere sul generico più che possibile. Sapendola lontana dalla clinica, non vorrei correre il rischio di un ennesimo shock"
Ryo annuì. In ogni caso, non sapeva davvero come spiegarle tutto. Lei ricordava Kaibara. Strana coincidenza, anche allora aveva sofferto di una leggera amnesia. Credeva ancora che se ne fosse andato senza di lei? Temeva tanto quanto desiderava vederla.
Ascoltò attentamente le ultime raccomandazioni del Professore e si decise a recarsi da Kaori. Questa volta bussò prima di entrare. Lei era seduta sul bordo del letto, indossava jeans e una camicia color rosa pallido.
Kaori lo fissò, il viso arrossato per l'emozione. Il suo cuore si allarmò vedendolo di fronte a sé, con la sua eterna t-shirt rossa e la giacca blu. Non riusciva a capire se lui fosse felice o turbato di essere lì.
Ryo sollevò lo sguardo e le si avvicinò con un'espressione seria, tendendole la mano.
"Pronta a rientrare, partner?" le chiese, studiandola. Aveva l'impressione di camminare sulle uova. Non sapeva ciò che lei sentiva né cosa pensava. Lei annuì, incapace di rispondere, gli afferrò la mano sostenendo il suo sguardo, cosa che lo rassicurò. Kaori aveva la sensazione di non vederlo da settimane e si trattenne dal gettarsi tra le sue braccia. Nel frattempo, Ryo si asteneva dall'abbracciarla ma la frase del Professore continuava a tornargli in testa, "Bisogna procedere lentamente".
Camminarono in silenzio verso la macchina. Attraversarono Shinjuku. Nell'abitacolo regnava un silenzio pesante e imbarazzante. Ryo decise di parlare per primo.
"Come ti senti?"
Kaori lo ringraziò interiormente per aver interrotto il silenzio. Perché erano così imbarazzati? Forse a causa del bacio che avevano scambiato? Forse lui se n'era pentito? Si morse il labbro non volendo credere a quell'ipotesi.
"Kaori?" la chiamò Ryo preoccupato di non aver ricevuto una risposta.
"Scusami, Ryo, è solo che mi sento un po' strana"
"Vuoi che ti riporti in clinica?"
Lei lo guardò, sorpresa.
"No, no. Sto bene, sono felice di rientrare a casa nostra" disse esitante.
Ryo sorrise sentendola dire 'casa nostra'.
"Anche io" confessò.
Kaori era felice di vederlo condividere i suoi sentimenti. Il resto del tragitto fu silenzioso, i due si scambiarono timidi sorrisi e sguardi furtivi.
Una volta giunti all'edificio, Kaori titubò, non sapeva ancora cosa fosse successo dopo l'episodio sulla nave e quel flash. Guardò Ryo, interrogandolo.
"Cosa c'è? Non ricordi dov'è la tua stanza?" chiese, preoccupato.
Kaori abbassò il capo, imbarazzata dalla sua domanda. Ricordava molto bene dov'era la sua stanza, era delusa di sapere che apparentemente nulla era cambiato da quel punto di vista. Ryo notò la sua frustrazione. "Che ne dici se ci sediamo in salotto così preparo del the? Forse vorrai parlare un po', no?" le suggerì.
Ryo? Preparare il the? Kaori non riusciva a credere alle sue orecchie. Sembrava così premuroso, così gentile con lei. Cosa non avrebbe dato per riacquisire tutti i ricordi. Lui la invitò a sedersi sul divano e tornò poco dopo con due tazze calde tra le mani. Si sedette accanto a lei, lasciando un po' di distanza tra loro, e posò le tazze. Attese un momento e si voltò verso di lei. La studiava, mettendola un po' a disagio.
"Kaori, il Doc mi ha detto che i tuoi ultimi ricordi risalgono a Kaibara...cosa ricordi esattamente?" le domandò.
Lei titubò. Doveva parlargli del bacio? Temeva molto la sua risposta. E se lui avesse negato, se per lui tutto ciò non avesse significato nulla? Avrebbe dovuto dirgli tutto?
"Io...ricordo il vostro scontro...e..." esitò.
Ryo la guardò attentamente, notando il suo disagio. Si chiese se ricordasse il loro bacio attraverso il vetro.
"E?" le chiese, incoraggiandola a continuare.

 

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Capitolo 33
*** Capitolo Trentatré ***


Kaori evitò lo sguardo di Ryo. Era molto imbarazzata all'idea di parlare di quel bacio. Non sapendo cosa fosse successo tra loro in seguito, non voleva intraprendere quella strada.
"Kaori?" Ryo la richiamò all'ordine.
"È ancora tutto molto vago, Ryo, io...mi dispiace..." rispose abbassando il capo.
"Non devi dispiacerti, non è colpa tua" disse Ryo posandole una mano sulla schiena.
Quel contatto la elettrizzò. Non era mai stato così premuroso e attento con lei. Non era abituata a quel nuovo comportamento.
"Ryo...tutti questi lividi sul mio viso e queste bende...prima ho avuto la visione di un uomo che mi aggrediva con un coltello...è successo sulla nave?"
Ryo si sentì un po' perso, il Professore gli aveva detto di non rispondere alle sue domande, i ricordi dovevano tornare da soli.
"Mi dispiace Kaori, ma non posso dirtelo. Il Doc è stato chiato" disse rassegnato.
Notando la sua delusione, le sollevò il mento per attirare il suo sguardo.
"Non preoccuparti, ti aiuterò a recuperare la memoria. Domani, dopo aver visto il Doc e se te la senti, andremo a incontrare Miki e gli altri, ti farà bene vedere i tuoi amici" la rassicurò.
Kaori lo ringraziò con un'occhiata. Per quanto avrebbe amato stare con Ryo e approfittarne un po' di più, pensò che vedere i suoi amici le avrebbe ugualmente giovato.
"Dovremmo andare a riposarci, che ne pensi? Una buona notte di sonno ci farà un gran bene"
Kaori annuì ma rimase ancora un po' titubante. Cosa doveva fare, seguirlo o dirigersi nella propria stanza? Se si fosse invitata nella camera di lui senza che nulla fosse cambiato tra di loro, si sarebbe resa ridicola, ma se la loro relazione si fosse evoluta e lei fosse andata a dormire da sola, Ryo avrebbe potuto rimanerci male. Era così gentile con lei ma allo stesso tempo così distante. Si alzò insieme a lui ma rimase immobile per un istante.
"Kaori? Non stai bene?" chiese lui, ansioso nel vederla ancora una volta persa nei suoi pensieri. In qualsiasi momento avrebbe potuto ricordare tutto e non sapeva come avrebbe reagito.
"No, no, sto bene, solo che..."
"Posso accompagnarti nella tua stanza se vuoi?" disse precedendola. Benché in fondo avrebbe preferito saperla nel suo letto e tra le sue braccia, non sapeva se sarebbe stato in grado di trattenersi. Kaori, d'altra parte, lo ringraziò silenziosamente per aver preso le redini della situazione, anche se era delusa di non poter rimanere con lui per la notte.
Ryo l'accompagnò alla porta della sua stanza. Kaori entrò, inizialmente tentennante, poi fece qualche passo. Il rumore di vetri rotti sotto i piedi la fermò. In quel momento, Ryo si maledisse per non aver pensato di sbarazzarsi dei frammenti né di aver rimpiazzato la cornice. Kaori avanzò e si abbassò per raccogliere la cornice. Quando vide la foto che ritraeva lei e Ryo, un nuovo flash le apparve.
Ricordò Ryo che baciava Reika, la scoperta che aveva fatto in cucina e l'aver gettato la foto con rabbia. Cadde a terra e sentì le mani di Ryo sulle spalle. Ora sapeva perché provava tanta collera quanto amore per Ryo.
"Kaori?? Stai bene?" le chiese lui, molto preoccupato. Aveva visto il suo volto scomporsi quando aveva preso la cornice tra le mani. Senza dubbio si era dovuta ricordare di qualcosa.
"Kaori, rispondimi, ricordi qualcosa?" le domandò, inquieto per la reazione della giovane donna.
Sentì improvvisamente le spalle di Kaori tendersi. La donna si alzò bruscamente allontanandosi da Ryo. Mantenne la schiena rivolta verso di lui, nascondendosi volontariamente.
"Dovresti andare a letto...come hai detto, abbiamo bisogno di dormire" rispose seccamente.
Cercò di mantenere un atteggiamento neutro, ma Ryo non si fece ingannare, aveva percepito il cambiamento nel suo comportamento. Anche se sapeva di dover andare piano, non poteva lasciarla in quello stato. Fece qualche passo verso di lei, le posò una mano sulla spalla e la invitò a girarsi.
Quando lei si voltò, lui vide i suoi occhi nocciola brillate, sembrava così triste e arrabbiata contemporaneamente.
"Kaori, parlami..." disse, ansioso.
Cos'aveva potuto metterla in quelle condizioni? Senza dubbio lui doveva essere responsabile in qualche modo, ma cos'aveva fatto per spingerla al limite? Kaori vide l'aria stressata del suo partner, ma lei si arrabbiava ulteriormente mentre i ricordi tornavano. Aveva baciato Reika, e quell'anello, cosa significava? Perché il suo cervello non riusciva a creare un legame? Automaticamente, guardò le mani di Ryo sulle spalle e fu sollevata di non vedere alcun anello.
Lo guardò.
"Ryo, sono stanca...vorrei riposare..." disse fingendosi esausta.
Ryo rifletté per un momento. Non doveva affrettare le cose ma non gli piaceva neanche saperla triste. Le si avvicinò per un istante. La guardò intensamente.
"Se hai bisogno di parlare, sai dove trovarmi" disse con voce calma e posata prima di andarsene.
Kaori lo guardò allontanarsi e si ritrovò di nuovo sola. Si abbassò per posare la cornice sul comodino accanto alla foto di suo fratello. Si sedette sul bordo del letto e prese la foto tra le mani, l'ammirò per un momento e la lasciò giù prima di sdraiarsi. Si addormentò così rapidamente che non ebbe tempo di cambiarsi. Il suo sonno fu molto irrequieto, immagini di Ryo e Reika che si baciavano e si pavoneggiavano come una coppia inondarono i suoi sogni. Si rivide in bagno a discutere con la detective, quest'ultima le ripeteva una frase continua, 'Non sei più la sua partner', con un sorriso scaltro.
Si svegliò di soprassalto come se l'avessero schiaffeggiata nel sonno. Si girò, i capelli più arruffati del solito e la camicia stropicciata. Non riuscì a riaddormentarsi. Si alzò e lasciò la stanza. Aveva bisogno di un po' d'aria fresca. Si recò sul tetto, facendo molta attenzione a non fare rumore per non svegliare il suo partner. Aprì la porta e si sorprese di vedere Ryo appoggiato alla ringhiera. Si avvicinò lentamente e si posizionò al suo fianco. Ryo non la guardò e continuò a fumare la sua sigaretta contemplando il panorama.
"Non riesci a dormire?" le chiese, falsamente distaccato.
Kaori abbassò gli occhi.
"Ho...ho avuto un incubo" rispose.
"Ne vuoi parlare?"
Kaori non replicò.
"Kaori, se vuoi che ti aiuti a recuperare la memoria, dovremo riuscire a comunicare. Fidati di me" le disse, girandosi per essere di fronte a lei.
Lei lo sfidò con lo sguardo.
"È questo il problema, non so più se posso fidarmi di te, Ryo" disse duramente, ripartendo verso l'appartamento. Sconcertato da quelle parole, lui rimase sbigottito, guardandola mentre si allontanava. Temeva di sapere cosa lei ricordava vedendola così brusca. Non poteva lasciarla andare così. L'ora del confronto era arrivata. Decise di raggiungerla.
Mentre lei scendeva con calma le scale, lo sentì correrle dietro.
"Kaori! Aspetta!" esclamò.
Lei non rispose al suo appello e continuò a scendere prima che lui la trattenesse per un braccio. Si voltò per affrontarlo.
"Kaori, parlami..."
Kaori abbassò lo sguardo, non sapendo cosa fare.
"E tu? Perché non mi hai detto niente? Perché dovrei parlare con te quando tu non sei mai stato in grado di farlo? Eravamo partner, ricordi? Non avremmo dovuto dirci tutto? È così che funziona la fiducia, Ryo. Sì, la tua vita privata non mi riguarda, me l'hai detto spesso, ma quando decidi di mettermi da parte in quanto partner preferirei scoprirlo da qualcun altro che non sia Reika!" lo rimproverò.
Lui riceveva in pieno tutta la sua rabbia. Il suo odio per Reika si intensificò, poi vide le lacrime comparire nei suoi occhi.
"Che tu voglia vivere con lei, non ho niente da dire, come ho detto è la tua vita privata, anche se avrei preferito che me lo dicessi piuttosto che farmelo scoprire a fatto compiuto. Dopo tutti questi anni, Ryo, pensavo che...oh, lascia stare, è meglio che torni a letto..." disse, non volendo palesare la sua delusione e la sua gelosia. Gli avrebbe dato troppa soddisfazione, divincolò il braccio dalla sua presa e si voltò per andarsene quando lui la chiamò un'ulteriore volta. Si fermò in fondo ai gradini lasciando che la raggiungesse, non osò guardarlo. Si vergognava di essersi lasciata trasportare dai suoi sentimenti e dal rancore.
"Kaori, guardami" disse lui, calmo.
Kaori scosse il capo, non riuscendo ad affrontarlo. Si era messa a nudo di fronte a lui, gli aveva fatto capire che tutto ciò la toccava enormemente. Sentì la sua mano sollevarle il mento, incontrò il suo sguardo di onice che la fissava intensamente, si avvicinò al suo viso.
"I tuoi ricordi sono un po' difettosi, Sugar! Non ho mai voluto porre fine alla nostra partnership. Non c'è mai stata l'idea di vivere con Reika" iniziò a spiegare.
Kaori lo guardò con occhi larghi. Saperlo così vicino a lei la destabilizzava. Aveva quel potere su di lei e, anche se avrebbe voluto credergli, non riusciva a scacciare certe immagini dalla sua testa.
"Ryo, solo perché ho subito uno shock, non devi sentirti obbligato a proteggermi, io..." si innervosì.
Non ebbe il tempo di finire la frase che sentì le labbra di Ryo appoggiarsi alle sue. Si irrigidì per qualche secondo prima di soccombere a quella sensazione divina, lasciando che la lingua del suo partner entrasse nella sua bocca a giocare con la sua gemella. Il contatto fu calmo e dolce inizialmente per diventare poi più intenso e infuocato. Ryo passò le mani sotto la sua camicia ancora spiegazzata avvicinando Kaori di più a sé mentre lei faceva vagare le sue tra i capelli di ebano del suo partner.
Quando sentì la virilità di Ryo contro di sé, indietreggiò, liberandosi dall'abbraccio.
"Ryo, io..." balbettò, turbata. "Mi sento persa"
"Mi dispiace, Kao, non avrei dovuto..." disse lui ansimando.
Quel bacio lo aveva trasportato ancora di più di quello scambiato in hotel. Voleva che lei sapesse cosa provava. Da quando si erano baciati in quella camera, aveva avuto un solo desiderio, assaggiare nuovamente quelle labbra che aveva tanto voluto. Vedendola mentre gli sfuggiva un'altra volta, non era riuscito a trattenersi.
"Vorrei capire, Ryo, tu e Reika..."
"Non c'è mai stato niente tra me e lei. Saeko aveva bisogno di me per una missione pericolosa. Non sapevo che avrei fatto squadra con Reika. Non volevo ferirti, Kaori. Sono stato maldestro con me e me ne voglio. Sei tu la mia partner e nessun'altra" tentò di spiegare.
"Perché me l'hai tenuto nascosto? Vi ho visti mentre vi baciavate, Ryo! Perché non hai detto niente?" riprese, furiosa.
"Volevo proteggerti, la missione era rischiosa e non volevo che tu fossi coinvolta. Non posso dirti di più, Kaori. Ma quello che hai visto era solo una recita. Avevo paura che...credimi, l'unica che davvero voglio baciare è..." disse incerto.
"È...?" chiese lei, sentendo il proprio volto diventare cremisi.
"Sei tu, Sugar..." le sussurrò.
Lei si sentì febbrile di fronte alla sua confessione. Voleva tanto credergli. Sembrava così sincero. Anche se non aveva messo insieme tutti i pezzi del puzzle, non poteva negare i suoi sentimenti. Per una volta, lui si apriva con lei, lui che era così ermetico e modesto riguardo quello che provava.
Ryo le si avvicinò di nuovo, chiedendole il permesso. Vedendo che non lo respingeva, ridusse la distanza e le sistemò una ciocca ribelle. Lei rabbrividì.
"Penso che abbiamo avuto la nostra dose di emozioni per stasera. È ora di andare a riposarsi"
Kaori non lo contraddisse. Tutto ciò l'aveva sconvolta. Molti ricordi erano tornati in superficie. Rimanevano alcune cose da chiarire. Sperava davvero che nessun altro ricordo sarebbe giunto ad ostacolare il loro nuovo inizio. Anche se non aveva prove della veridicità della versione che Ryo le aveva fornito, poteva vedere nel suo sguardo tutto l'affetto che lui provava per lei, e il bacio non aveva mentito.
Entrambi rientrarono nell'appartamento. Ryo, a malincuore, la lasciò sulla soglia della sua stanza, sentendo che lei aveva bisogno di mettere un po' ordine in testa. Sapeva che quella notte non se ne sarebbe andata, era la cosa più importante per lui in quel momento. Per quanto gli sarebbe piaciuto continuare il loro scambio precedente, sapeva che c'era ancora molta strada da fare e ricordi da riscoprire. La parte più difficile doveva ancora arrivare.
Si separarono e ciascuno raggiunse il proprio letto. Il resto della notte fu molto più calmo e sereno. Kaori riuscì a dormire, mentre Ryo immaginava il corpo del suo angelo sotto le dita, e ci mise un po' più di tempo a calmare i suoi ardori.

 

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Capitolo 34
*** Capitolo Trentaquattro ***


 
I primi raggi del sole giunsero a tirare Kaori fuori dal suo sonno. Aprì gradualmente gli occhi e si tirò su lentamente. Per la prima volta da molto tempo, sorrise sfiorandosi le labbra con le dita. Si chiese per un istante se non avesse sognato quel momento. Scacciò subito quei pensieri e si alzò rapidamente, venendo colta da una vertigine che la fece risedere. Si posò una mano alla testa cercando di calmarsi.
"Dai Kaori, la giornata sarà lunga, non è il momento di stare male" si incoraggiò. Attese qualche istante e si rialzò più dolcemente. Prese alcune cose e andò in bagno. Si fermò davanti allo specchio, esitando a guardarsi. L'ultima volta che l'aveva fatto, aveva avuto una terribile visione. Era stata aggredita e, data l'entità delle ferite, non era stata in grado di difendersi da sola. Probabilmente Ryo era giunto a salvarla ancora una volta. Era così profondamente persa nei suoi pensieri che non prestò attenzione al suo partner appoggiato alla porta.
"Hai bisogno di aiuto per fare la doccia?" chiese maliziosamente.
Sussultò sentendo la sua voce e si voltò rapidamente. Lui indossava solo i boxer e una t-shirt, rivelando la sua muscolatura. Lo aveva già visto poco vestito quando andava a tirarlo giù dal letto, ma ora le circostanze erano diverse. Lui era lì e non distoglieva lo sguardo da lei, le braccia incrociate, rendendola leggermente febbrile.
"Ti ho svegliato? Scusami..." disse lei torcendosi le dita per il nervosismo.
Ryo amava avere quell'effetto su di lei, saperla così ricettiva al suo fascino era fonte di gioia. Le si avvicinò e si abbassò al suo orecchio.
"Per niente al mondo mi sarei perso questo spettacolo..." le sussurrò.
Lei sentì il calore salirle sulle guance. Senza dubbio il fumo le doveva uscire dalle orecchie.
"Prenditi il tuo tempo, mi occuperò della colazione" le disse allontanandosi e chiudendo la porta.
Lei rimase un istante interdetta. Non abituata a quel cambio di atteggiamento, non era sicura di come reagire. Si maledisse per essere così timida. Senza perdere altro tempo, fece scorrere l'acqua della doccia e vi si precipitò. In seguito si allacciò un asciugamano addosso e si avvicinò allo specchio annebbiato. Si tamponò leggermente il viso, lasciando che il suo riflesso apparisse lentamente. Fu rassicurata nel vedere che i lividi stavano gradualmente sbiadendo, erano molto meno pronunciati. Si truccò un po' per nasconderli, non voleva mostrarsi ai suoi amici in quel modo. Indossò un paio di pantaloni neri che modellarono le sue gambe e una camicetta bianca. Domò le ciocche che sfuggivano al bendaggio. Non avrebbe dimenticato di chiedere al Doc di poterla togliere. Sfiorò la medicazione sul collo, facendosi ancora molte domande, poi uscì per dirigersi in cucina.
Ryo aveva preparato il caffè, dei tsukemono* e qualche toast. Kaori era sbalordita. Ryo si girò con un sorriso.
"La signora è servita!" disse giocosamente.
"Grazie...non sapevo che fossi capace di una simile impresa..." fece lei maliziosa.
Ryo rise nervosamente.
"Sono maggiormente conosciuto per altre imprese..." ribatté, tornando poi serio.
Kaori abbassò lo sguardo, imbarazzata dall'allusione del suo partner. Ryo amava giocare con la sua timidezza.
Dopo aver terminato il primo pasto della giornata, lui se ne andò per farsi la doccia e vestirsi. Quando tornò giù, la trovò sul divano a fissarsi i piedi.
"Non stai bene, Kaori?"
Lei alzò lo sguardo.
"Non ne sono sicura, sono felice di andare a trovare i nostri amici ma sono un po' preoccupata. Lo so, sono ridicola, ma dal momento che sicuramente ho dimenticato buona parte dei miei ricordi, non so come reagirò" disse, mortificata.
Lui si sedette al suo fianco.
"Non preoccuparti, sono i tuoi amici, e sono stati tutti in apprensione per te. Saranno felici di rivederti. E se succede qualcosa, io ci sarò" le disse con sguardo tenero.
Kaori non seppe come interpretare le sue parole. Ci sarebbe stato come partner o di più? Non avevano parlato di quello che era successo la sera prima e non sapeva come lui si sarebbe comportato davanti ai loro amici. Di comune accordo, si alzarono per andare in clinica.
Il Professore invitò Kaori ad entrare nella stanza per le visite. Kaori lanciò un'occhiata preoccupata al suo partner. Quest'ultimo le sorrise rassicurante.
"Come ti senti, Kaori?" chiese il Professore, misurandole la pressione.
"Sto bene, ho avuto un capogiro questa mattina mentre mi alzavo"
"Kazue ti preparerà più tardi per la risonanza magnetica. Vedremo se il tuo ematoma si è ridotto. Hai avuto altri tremori?" disse togliendole il bracciale.
"No. A proposito, cosa mi ha dato l'ultima volta per calmarmi?"
Il Doc era un po' imbarazzato dalla sua domanda, esitò a dirle la verità.
"Uhm...beh..." balbettò.
Kazue entrò improvvisamente e lui gliene fu grato.
"Buongiorno Kaori!" disse rivolgendosi alla sua amica.
"Buongiorno Kazue!"
"Professore, è tutto pronto"
"Bene, Kaori, ti lascio con Kazue. Arrivo tra pochi minuti" tagliò corto l'anziano. Kaori seguì Kazue in un'altra stanza, guardandosi oltre la spalla e vedendo il Professore che parlava con Ryo.
"Allora, Doc? Come sta?" gli chiese.
"Di base sta bene. La disintossicazione sta procedendo bene. Devo ancora controllare le sue ferita, ma ho buone speranze per la sua ripresa" lo tranquillizzò.
"Ieri sera le sono tornati altri ricordi..."
"Come? Perché non me l'hai portata?" rispose il Doc, stupito.
"Non ha reagito come la prima volta, non ha perso i sensi" giustificò Ryo.
Il Professore si strofinò il mento, riflettendo.
"Incredibile..."
Ryo si accigliò, interrogandolo.
"È abbastanza raro che dopo il trauma che ha vissuto si riesca a reagire così rapidamente. I suoi ricordi tornano a una velocità sorprendente" aggiunse. "Stai in guardia, Ryo, può darsi che in un qualsiasi momento tutto le torni in una volta sola e anche se è sulla buona strada, non sappiamo come potrà reagire"
Ryo immaginava che, quando la verità fosse venuta la luce, c'erano buone probabilità che Kaori ne sarebbe stata completamente destabilizzata. Doveva pensare a come rimetterla sulla giusta strada e rassicurarla quando lei avesse appreso quello che aveva fatto.
"Ti lascio, vado a terminare la visita" disse il Doc congedandosi.
Ryo attese ancora un momento prima di vedere Kaori uscire con Kazue e il Professore.
"Va tutto bene, l'ematoma si riassorbe bene. Entro una settimana, sarà completamente sparito. Kazue ti toglierà le bende, ma terrai la medicazione sul collo per altri due giorni finché non sarà ben cicatrizzato" disse l'anziano indirizzandosi a Kaori.
Ryo era felice di saperla sulla strada della guarigione, anche se rimaneva all'erta per la sua memoria, ancora difettosa. Kaori si allontanò di nuovo con Kazue per qualche cura finale. Ryo rimase ancora con il vecchio. Il timido scambio di sguardi tra lui e Kaori non passò inosservato al Doc.
"Non mi hai detto tutto, Baby Face?"
"È meglio che alcune cose rimangano segrete, Doc!" rispose Ryo guardando la sua partner che si allontanava con Kazue.
Nella stanza, Kazue rimosse la benda di Kaori che fu lieta di sbarazzarsene. Sarebbe apparsa meno malata di fronte ai suoi amici.
"Ryo mi ha detto che andrete al Cat's Eye, ti senti pronta?" le chiese gentilmente l'infermiera.
"Ho un po' paura ma non posso nascondermi per sempre. Spero solo di non aver fatto nulla di grave. Non mi sono ancora tornati tutti i ricordi e temo un po' ciò che può essere successo" confidò.
Kazue le posò una mano sulla spalla.
"Non preoccuparti, Kaori, qualsiasi cosa tu abbia fatto, conoscendoti non ti sei comportata in malafede. Fidati di te e di loro" la rassicurò Kazue. Le sue parole confortarono Kaori.
"Ma dimmi, Ryo sembra diverso oggi. È successo qualcosa?" chiese Kazue, incuriosita di non aver subito le avances dello sweeper.
Kaori si imbarazzò ripensando al loro bacio. Ebbe ancora delle vampate di calore.
"Ehm, no, no, perché dici così?" balbettò.
"Ma niente..." rispose Kazue sospettosa. "Bene, ho finito, puoi uscire. Ci vediamo domani. Nel frattempo, se hai bisogno, non esitare a tornare"
Kaori si alzò e se ne andò per raggiungere Ryo. Le sue guance erano ancora rosse per la conversazione con Kazue. Sperava che l'infermiera non sospettasse nulla, lei stessa non sapeva davvero cosa pensare.
"Pronta, partner?" le chiese Ryo.
Kaori annuì. Si diressero al Cat's Eye. Kazue aveva raggiunto il Professore ed entrambi li osservarono partire.
"Almeno questa prova sarà servita di lezione a Ryo. Era ora che quei due si ritrovassero" fece Kazue.
"Forse si sono ritrovati ma il test non è finito. Hanno ancora molta strada da fare" rispose l'anziano, dubbioso.
Una volta in strada, Ryo non poteva fare a meno di guardare Kaori di tanto in tanto, sapeva che era nervosa.
"Andrà tutto bene, non preoccuparti. E poi, hai un aspetto migliore senza la benda" disse Ryo, con un tono che voleva più leggero. Kaori non rispose. Non le importava che aspetto avesse, tutto ciò che contava era come si sarebbe comportato Ryo, avrebbe dovuto di nuovo suonargliele per calmare i suoi ardori? Non ebbe il tempo di rifletterci oltre perché avevano già parcheggiato di fronte al bar. Kaori si apprestava a uscire dall'auto ma Ryo la trattenne per un braccio. Lei lo guardò senza capire. Lui le accarezzò la guancia e la guardò teneramente.
"Procediamo con calma, va bene?" disse, cercando di tranquillizzarla. "Non hai ancora recuperato tutti i tuoi ricordi e hai ancora un po' di strada da fare, quindi vai passo dopo passo"
Non voleva che i loro amici sapessero cosa era successo la sera prima. La cosa più importante era che Kaori ritrovasse i ricordi e sapesse affrontarli. La giovane donna, anche se un po' delusa, comprese cosa voleva dire il suo partner e non si oppose.
Avanzarono verso il bar ed entrarono, facendo risuonare il campanello. Miki si voltò rapidamente e si precipitò verso Kaori per abbracciarla.
"Miki...Miki! Vorrei...respirare..." disse Kaori, soffocando leggermente per la stretta della sua migliore amica. L'ex mercenaria non controllava la sua forza, era così felice di ritrovare la sua amica. Si riprese e si allontanò.
"C'è chi è fortunato qui" disse Ryo, fischiando davanti alle giovani donne.
Kaori strinse gli occhi per la rabbia. Non erano passati due minuti da quando erano entrati che Ryo aveva ripreso i suoi atteggiamenti. Ryo si voltò e le fece l'occhiolino. Lei capì allora che aveva designato Miki come fortunata, e si addolcì subito.
"Mi dispiace, Kaori, ma sono così felice di rivederti...ero così preoccupata per te! Non posso dire di aver ricevuto molte notizie...grazie, Ryo!" si seccò Miki con lo sweeper.
Dentro di sé, Kaori era grata a Ryo, non avrebbe voluto che Miki sapesse che non si era ricordata di lei, l'avrebbe ferita e non l'avrebbe sopportato.
 
 
*sottaceti

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Capitolo 35
*** Capitolo Trentacinque ***


 
Ryo si accomodò al bar e chiese un caffè a Umi, che era rimasto impassibile al loro ingresso. I due uomini lasciarono parlare un po' le donne. Di tanto in tanto, Ryo lanciava un'occhiata a Kaori. Era contento di vederla sorridere di nuovo. Sembrava ritrovare il suo buon umore.
"Allora, cosa ricorda esattamente?" chiese Umibozu all'improvviso.
"Non sono ancora tornati tutti i ricordi, ma siamo sulla buona strada. La parte più difficile deve ancora arrivare. Non ricorda di essere stata drogata, né quello che ha fatto" spiegò Ryo.
Kaori raggiunse il bancone insieme a Miki.
"Allora, state tramando qualcosa?" fece l'ex mercenaria.
"Niente affatto, cercavo di capire come un energumeno senza tatto come lui fosse riuscito a metterti le mani addosso" rispose Ryo cercando di distogliere l'attenzione.
"A chi hai dato dell'energumeno?" si innervosì Umibozu.
Ma Kaori non si fece ingannare, lo conosceva troppo bene per sapere che le stava nascondendo qualcosa. Lo guardò sospettosa. La porta del locale si aprì all'improvviso, attirando l'attenzione di tutto il gruppo tranne Ryo che aveva percepito l'aura del suo ex partner.
"Ciao a tutti!" disse Mick con un ampio sorriso.
Kaori non ebbe il tempo di salutarlo a sua volta che l'americano le passò una mano intorno alla vita per avvicinarla a sé.
"Ciao Kaori cara!" disse, gioiosamente.
Ryo osservò la scena con la coda dell'occhio. Anche se gorgogliava di gelosia, si astenne dal lanciarsi sul suo compare americano. Kaori, colta di sorpresa, non ebbe il tempo di accoglierlo con un martello. Quando incontrò lo sguardo di Mick, sentì qualcosa di strano. Mick si rese conto dell'occhiata di Kaori e la lasciò andare, con sorpresa di tutti. Imbarazzato, si strofinò la nuca e si avvicinò a Ryo.
"Ryo, posso parlarti in privato per qualche minuto?" gli sussurrò all'orecchio.
Kaori non aveva pronunciato una parola e continuava a fissare Mick. Aveva una strana sensazione. Miki notò la paralisi di Kaori e le si approcciò.
"Kaori? Va tutto bene?" le chiese, strappandola dalle sue fantasticherie.
Intanto, più a distanza Mick discuteva con Ryo.
"Cosa c'è, insomma?" chiese Ryo, leggermente irritato dal comportamento del suo migliore amico.
"Di cosa si ricorda esattamente?" domandò Mick.
"Se mi stai chiedendo se si ricorda di te, rassicurati, la risposta è sì!" fece Ryo.
Mick si sentì sollevata. Kaori non l'aveva dimenticato. Eppure qualcosa nel suo sguardo aveva attirato la sua attenzione.
"Mick, se riuscissi a mantenere un po' le distanze da lei, sarebbe gradito!" disse Ryo minaccioso.
Mick sorrise al consiglio dello sweeper.
"Cos'è, hai paura che te la rubi?" ribatté Mick, con aria subdola.
Ryo si incupì. Sapeva che il suo amico provava sempre dei sentimenti verso la sua partner. Mick notò la sua espressione seria.
"Calma, Ryo! Stavo solo scherzando!" rispose Mick, agitando le mani in avanti con un sorriso tirato.
"Tutto bene, voi due?" intervenne Kaori, ansiosa nel vederli parlare così seriamente.
Mick le si avvicinò, rimanendo a una distanza ragionevole. Mentre stava per passarle una mano intorno alle spalle, vide lo sguardo oscuro del suo amico e si trattenne.
"Sì, non preoccuparti Kaori, stavamo solo parlando delle ultime notizie dal quartiere" rispose Mick, a disagio.
Kaori notò le sguardo del suo partner e non capì cosa stesse succedendo. Sempre osservando Ryo, si rivolse a Mick.
"Mick, vorrei parlarti da sola" chiese all'americano.
Ryo volle opporsi ma non poteva scontrarsi con Kaori. Faceva parte del suo processo per recuperare la memoria.
"Kaori" fece Ryo. "Ricordati, non devi fare domande, la memoria tornerà da sola"
Kaori annuì e uscì con Mick, trascinandolo per un braccio. Ryo li osservò, preoccupato, e si sistemò di nuovo sul suo sgabello.
"Cos'è questa storia dei ricordi, Ryo?" chiese Miki.
Ryo fece un profondo respiro.
"Kaori non ricorda gli ultimi giorni, quello che è successo, il suo rapimento, la droga, eccetera. Ti dirò i dettagli, ma Doc ha detto che è meglio che i ricordi tornino da soli per non sottolineare il suo trauma. Quando le tornerà tutto in mente, significherà che è pronta ad affrontarlo" spiegò Ryo.
"Mio dio, povera Kaori..." fece Miki tristemente.
"È molto più coraggiosa di quanto sembri" intervenne Umibozu cercando di rassicurare Miki.
Fuori, Kaori lasciò la presa da Mick.
"Sai, non hai bisogno di trascinarmi, ti seguirei ovunque Kaori" disse l'americano massaggiandosi il braccio.
"Scusami, Mick, non volevo essere brutale" disse lei mortificata.
"Non è grave. Di cosa vuoi parlare?" le chiese, nascondendo la propria angoscia.
Cos'aveva da dirgli per volerlo fare in privato?
"Che cos'è successo, Mick? Cioè...voglio dire...noi abbiamo..." Kaori non riuscì a finire la frase, le parole le rimasero intrappolate in gola.
"Sfortunatamente, come ha detto Ryo, i tuoi ricordi devono tornare da soli. Sappi che non hai fatto niente di male. Abbiamo solo condiviso un momento di forte complicità..." disse, rimanendo deliberatamente vago. "Dovremmo rientrare. Perso che un certo tizio giapponese stia diventando impaziente" aggiunse con un sorrisetto.
Non poteva ricordarle che lei lo aveva baciato su quella pista da ballo. Sapeva che l'avrebbe messa a disagio e non voleva farlo. Il rapporto tra loro era sempre stato chiaro, anche se quel bacio lo aveva turbato, ma sapeva di non poter sperare di più. Si augurava solo che, quando quel ricordo le fosse tornato in mente, lei non ce l'avrebbe avuta con lui per averle mentito.
Quando rientrarono, Ryo osservò Mick, cercando di scoprire di cos'avevano discusso. Mick scosse il capo facendogli capire che non aveva rivelato nulla. Lo sweeper si tranquillizzò un po'. Non sapeva ancora cosa era passato per la testa di Kaori quella sera, quando lo aveva baciato. Sapeva che si era ritrovata sotto l'effetto della droga, ma non gli era piaciuto vederla tra le braccia di un altro uomo né le sue labbra toccare quelle di qualcuno che non era lui.
"Tutto bene, Kaori?" chiese Miki vedendo la sua amica un po' turbata.
"Sì, grazie Miki" rispose l'altra gettando un'occhiata al suo partner.
Avvertiva una certa tensione tra Ryo e Mick, e sperava di non esserne la causa. Non si sarebbe mai messa tra di loro e ciò la alterava molto. Si sedette sullo sgabello giocando con la propria tazza ed emise uno sbuffo infastidito.
"Con Kazue ed Eriko abbiamo programmato di uscire domani sera, dovresti venire con noi, ti schiarirebbe un po' le idee, no?" propose Miki, volendo aiutare la sua amica.
Kaori non sapeva cosa rispondere, non era sua abitudine uscire con le ragazze. Non ebbe il tempo di rispondere che Ryo si schiarì la gola.
"Miki, non penso che sia una buona idea. Con tutto ciò che è successo, è ancora un po' troppo presto" intervenne, senza guardare Kaori. La giovane donna fu sorpresa di vedere Ryo prendere in mano la situazione. In un certo senso aveva ragione, era uscita da quella vicenda da poco, forse era prematuro. Inoltre, Ryo non sarebbe stato con lei e lei aveva bisogno di sentirlo accanto. D'altra parte, non poteva rimanergli per sempre incollata addosso. Doveva andare avanti.
"Ryo non ha torto, Miki, non so se sono pronta per questo genere di serata" ammise Kaori, non senza lanciare un'occhiata al suo partner.
"Va bene, sei tu che decidi Kaori, se cambi idea, sai che sei la benvenuta" rispose Miki, leggermente delusa.
"Grazie Miki, vedrò se potrò uscire un po'"
Ryo si alzò dallo sgabello e si diresse verso l'uscita. Voleva stare solo con la sua partner ma non poteva costringerla a rientrare. Si voltò verso Mick prima di avanzare verso la porta.
Kaori li vide scambiare qualche parola. Cosa le nascondevano quei due? Non le piaceva essere messa da parte, sentiva di essere coinvolta e non le piaceva affatto.
Ryo si voltò verso di lei, leggermente contrariato.
"Kaori, andiamo a casa" la convocò.
La giovane donna non rispose. Lanciò uno sguardo alla sua amica e si diresse all'uscita salutando tutti, quindi seguì Ryo da vicino. Era leggermente teso e lei temeva di esserne il motivo.
"Ho...ho fatto qualcosa di sbagliato?" si azzardò a chiedergli.
Ryo, rendendosi conto del malessere di Kaori, se la prese con se stesso.
"No, no...stai tranquilla..." disse, tentando di scacciare dalla mente la conversazione con Mick.
Salirono in macchina e tornarono a casa. Giunti all'appartamento, Kaori andò in cucina per preparare la cena. Ryo ripensò alle parole scambiate con Mick prima di andarsene.
 
 
FLASHBACK
 
"Non è stato troppo difficile?" lo interrogò Ryo.
"No, tutto bene. Sa di essere andata oltre, ma vuole vedere Kaori per spiegarsi" rispose Mick.
"Non esiste, non voglio che faccia soffrire di nuovo Kaori" si innervosì Ryo. "Anche se sono riuscito a spiegarle cos'è successo con Reika, non voglio che stia male un'altra volta nel vederla"
"Lei sa che..." fece Mick, non terminando la frase.
"No, non è il momento che lo scopra. Ha già avuto molti problemi sapendo che io e Reika siamo stati partner, le spiegherò quando tutti i suoi ricordi saranno tornati" spiegò Ryo, in tensione.
"Significa che tu e Kaori...?" chiese Mick con un leggero sorriso.
"Non è questo il momento, Mick. Ci vediamo più tardi. Continua a mantenerla a distanza, conto su di te" ordinò Ryo.
 
FINE FLASHBACK

 

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Capitolo 36
*** Capitolo Trentasei ***


Kaori era impegnata in cucina, mentre Ryo era ancora infastidito dalla sua conversazione con Mick. Non poteva tenere Reika a distanza indefinitamente. Kaori prima o poi lo avrebbe capito. Si alzò e la raggiunse in cucina. Rimase in piedi un momento, appoggiato alla porta, a guardarla. Aveva solo un desiderio, prenderla tra le sue braccia e baciarla languidamente, le sue labbra gli mancavano. Doveva mantenere una certa distanza tra loro, lei era ancora molto fragile.
Kaori si voltò con un piatto in mano. Quasi lo fece cadere incontrando lo sguardo incendiario di Ryo. Lui le si avvicinò lentamente e posò delicatamente le mani sulle sue per prendere il piatto.
"Dovresti riposarti un po', mi occuperò io del resto" disse con tenerezza.
Lei lo guardò, soggiogata. Sebbene apprezzasse il nuovo Ryo, saperlo così accondiscendente la turbava.
"Ryo, perché sei così gentile con me? Cosa mi nascondi?" gli chiese accigliandosi.
Ryo si girò, sorpreso dalla domanda della partner.
"Io? Ma niente, cerco solo di farti rilassare un po'..." rispose, a disagio.
"Smettila, okay? Non sono fatta di cristallo! Ho notato il tuo confabulare con Mick! Ho perso la memoria forse ma non sono idiota!" si arrabbiò.
Ryo posò il piatto sul tavolo e tornò da lei con calma. Le prese la mano e l'attirò a sé. Lei si ritrovò con la testa contro il suo petto, sentendo ogni battito del suo cuore.
"Non è per gentilezza che mi comporto così, è perché tu conti più di quanto pensi, Kaori. Pensavo l'avessi capito ieri sera" disse tenendola tra le sue braccia.
Quelle parole rassicurarono Kaori, ma la situazione non le era più chiara. Si godette quel momento di tenerezza con lui, poi sollevò il capo e incontrò il suo sguardo. C'era una certa tensione tra loro in quel momento. Ryo si impose di contenersi e resistere all'impulso di baciarla.
"Che ne dici di andare a mangiare? Se non ci sediamo a tavola adesso, sento che il mio appetito crescerà e non sarà una semplice cena a saziarlo" disse con sguardo intenso.
Kaori si sentì febbrile. Facendo fatica a sostenere il suo sguardo, si limitò ad annuire per indicare che era d'accordo. Si sedetteto e mangiarono in silenzio, lasciando che gradualmente la tensione scendesse.
"Ryo, stavo pensando alla proposta di Miki per domani sera..." disse Kaori interrompendo il silenzio.
"Mmh, e?" chiese Ryo, immaginando dove volesse arrivare.
"Non mi farebbe male cambiare aria..." disse, preoccupata per la sua reazione.
"Kaori, non sono sicuro che sia una buona idea" la contraddisse.
Sarebbe stata circondata dalle sue amiche, ma non gli piaceva comunque saperla sola. Dopo tutto quello che era successo, non voleva saperla lontana da lui. Non voleva perderla di nuovo.
"So cosa ne pensi ma se tu venissi con me, io..." aggiunse, a disagio.
Non avrebbe mai pensato che un giorno gli avrebbe chiesto di accompagnarla fuori. Era un grande passo per lei. Notando il suo imbarazzo, Ryo sorrise, divertito dalla situazione.
"Quindi mi stai proponendo un appuntamento? In genere, sono gli uomini a fare il primo passo" disse, rallegrandosi di poterla pungere sul vivo.
Kaori balzò in piedi, incrociando le braccia con aria scontenta.
"Non è un appuntamento! Pensavo solo che...oh, lascia perdere, non ha senso parlare con te!" replicò seccandosi e facendo per andarsene.
Ryo si alzò immediatamente e la raggiunse.
"Va bene" disse.
"Davvero?" chiese Kaori sbalordita.
"Certo" rispose, con aria molto seria. "E poi è fuori discussione che mi perda una serata circondato da ragazze una più bella dell'altra" aggiunse con aria trionfante e lasciando apparire una leggera goccia di bava.
Kaori non si trattenne e lo colpì con un martellone 'Sporco pervertito'.
"Quasi mi mancava" disse lui rimettendosi a posto il collo.
Kaori sorrise all'osservazione di Ryo, felice di aver ritrovato un po' della loro precedente complicità. Capiva chiaramente il suo modo di fare, come distoglieva l'attenzione quando lei si sentiva in imbarazzo o anche quando diventavano un po' troppo intimi.
"Spero che rimarrai tranquillo domani" disse, andando a letto.
Ryo la guardò allontanarsi, rallegrandosi di vederla ancora gelosa.
"Conta su di me..." sussurrò, con sguardo tenero.
Ciascuno si recò nella propria stanza. Kaori ebbe difficoltà ad addormentarsi. Non sapeva se aveva fatto la scelta giusta proponendo a Ryo di accompagnarla. Temeva che sarebbe saltato di nuovo su tutte le donne che avrebbe incontrato. Anche se il loro bacio l'aveva rassicurata, lui sembrava sempre un po' sulla difensiva. Si chiese se non avrebbe di nuovo fatto marcia indietro. Ciò che non sapeva era che anche Ryo stava facendo molta fatica a trovare sonno. Non era abituato a mostrare i suoi sentimenti e temeva che avrebbe ferito entrambi. Non era ancora pronto perché i loro amici e nemici vedessero che il suo rapporto con Kaori era cambiato.
La mattina dopo, Kaori si alzò presto come al solito. Andò in bagno, lieta di poter contemplare il proprio viso allo specchio e di vedere che i lividi stavano scomparendo sempre di più. Non fece fatica a camuffare tutte le tracce rimaste degli ematomi con un po' di trucco. Quindi si recò in cucina a preparare la colazione, Ryo non si era ancora alzato. Aspettò un po', poi salì lentamente le scale per svegliare il suo partner. Bussò alla porta e, non ricevendo risposta, entrò con passo felpato. Si avvicinò al letto e si sedette sul bordo. Guardò il suo viso addormentato e si ammorbidì osservando i suoi lineamenti. Esitante, alzò la mano per accarezzargli la guancia.
"Ryo, svegliati, la colazione è pronta..." gli sussurrò, sporgendosi al suo orecchio.
Lui poteva sentire il suo dolce profumo, che risvegliava tutti i suoi sensi. Sentirla così vicina di primo mattino stimolò il desiderio che provava per lei. Finse di dormire profondamente, spingendola a prolungare le sue carezze e ad avvicinarsi ancora di più. Quando pensò che fosse abbastanza vicina, l'afferrò per la vita trascinandola nel letto e con un gesto veloce la bloccò con tutto il suo corpo.
"Buongiorno partner! Dovrai lavorare di più sui tuoi riflessi, altrimenti questo genere di situazione potrebbe ripresentarsi abbastanza spesso..." le mormorò con sguardo ardente.
Kaori allargò gli occhi per la sorpresa. Era stata colta di sprovvista e non si era aspettata di ritrovarsi sotto di lui così in fretta. Anche se la sensazione era tutt'altro che spiacevole e le piaceva sentirlo contro di sé, di certo non voleva mostrare le sue debolezze. Con l'avambraccio lo spinse indietro facendolo ribaltare sulla schiena e poté alzarsi facilmente, con stupore del suo partner.
"Cosa dicevi a proposito di riflessi?" ribatté stuzzicandolo.
Sebbene deluso di non aver potuto godere maggiormente del corpo a corpo, le sorrise, con aria orgogliosa.
"Per fortuna hai un buon insegnante" disse, glorificandosi.
Kaori non ebbe bisogno di altro per schiacciarlo sotto un martello 'Pallone gonfiato'.
"Sentilo, ma se non hai mai voluto allenarmi! Per fortuna sono una buona osservatrice!" ribatté.
Senza sapere davvero perché, quell'osservazione le era sfuggita e dovette ammettere di avere un piccolo rimorso. Ryo sembrò toccato dal suo rimprovero. Fondamentalmente, lei non aveva torto, aveva sempre rifiutato di farla mischiare in quell'ambiente, aveva deciso di metterla da parte, anche se ciò significava mettere in pericolo la sua vita. Ce l'aveva profondamente con se stesso per ciò che l'aveva portata ad essere lì di fronte a lui, senza parte dei suoi ricordi.
"Ryo, mi dispiace, non volevo..." si scusò, temendo di averlo ferito.
"No, Kaori, non scusarti, hai ragione. Avrei dovuto insegnarti a difenderti. Tutto questo non sarebbe successo, se..." si fermò.
"Se? Ryo, dimmi cos'è successo, per favore..." lo implorò, avvicinandosi a lui.
"Non pensiamoci più. Forse non posso ridarti la memoria, ma posso correggere i miei errori. Se vuoi, ti insegnerò a combattere corpo a corpo"
"Tu...accetti di addestrarmi? Davvero?" domandò lei, speranzosa.
"Sì, e poi sei la mia partner, no? City Hunter siamo tu ed io, sarebbe bello se i nostri nemici temessero te quanto me!" la rassicurò, posandole una mano sulla spalla.
"Grazie Ryo..." rispose lei, riconoscente.
Quello sguardo triste e felice allo stesso tempo turbava Ryo.
"Sì, beh, si può dire che già ti temano più di me, quando scoprono il tuo lato pazzo furioso con i tuoi martelli" disse, cercando di nascondere le proprie emozioni.
La reazione di Kaori fu immediata, Ryo fu rapidamente inghiottito da 100 tonnellate.
"Due martelli in pochi minuti, superi te stesso, Ryo!" replicò lei, sfregandosi le mani. "Sbrigati e vieni a fare colazione, voglio andare da Miki e darle la buona notizia per stasera"
Ryo uscì da sotto il martello, massaggiandosi virogosamente la testa.
"Alla fine i martelli non mi mancavano così tanto, forse la preferirei senza..."
 
 
Cat's Eye
 
"Buongiorno Miki!" salutò Kaori.
"Oh Kaori, sembri in forma migliore, è bello vederti così!" si affrettò a rispondere l'ex mercenaria.
"Grazie. Ammetto di sentirmi meglio. A questo proposito, volevo dirti riguardo alla tua proposta, sarei felice di uscire con te e le ragazze"
"Ma è grandioso, sono contenta che tu abbia cambiato idea. Ma Ryo non era contrario?"
"Contrario a cosa?" chiese l'interessato.
"Pensavo che non volessi che Kaori uscisse stasera"
"È abbastanza grande per fare quello che vuole" rispose Ryo.
"Sì...beh, Ryo ci accompagnerà stasera, se non ti dispiace. Solo nel caso non stessi bene" si giustificò Kaori.
Miki guardò Ryo minacciosamente, pensando che quest'ultimo avesse ideato quello stratagemma per rovinare la serata di Kaori. Sul punto di sgridarlo, il campanello suonò e un angelo biondo volò per atterrare ai piedi di Kaori sotto un martello da 10 tonnellate.
"Buongiorno Kaori! Lieto di vedere che hai ripreso le vecchie abitudini!" borbottò Mick.
"Sono lieta anch'io di vederti, Mick" rispose Kaori.
"Allora, amici, novità?" fece l'americano, riprendendosi in pochi minuti.
"Kaori sta molto meglio, e questa sera usciamo tra ragazze, spero che non farai come Ryo e che permetterai a Kazue di venire senza accompagnatore" intervenne Miki, senza dimenticare di lanciare un'occhiataccia allo sweeper giapponese. Ryo non poté fare a meno di vantarsi davanti al suo compare.
"E sì, vecchio mio, stasera mi occuperò di queste affascinanti signorine" disse soddisfatto.
"Ma...ma...anch'io voglio partecipare!" replicò Mick, mettendo il broncio.
"Ma tu non devi sorvegliare Kaori, dopotutto è la mia partner" aggiunse Ryo.
Kaori si schiarì la gola, cominciando a irritarsi.
"Smettetela tutti e due. Non cominciate!"
"Sapendoti in giro, è fuori discussione che lascerò Kazue da sola" disse Mick.
"Un vero uomo deve prendersi cura di lei!" lo prese in giro Ryo.
"In fondo non sarà un problema se venite tutti e due" disse Kaori.
Ryo si voltò verso di lei, attonito.
"Ma Kaori!"
"Non c'è 'Ma Kaori' che tenga, te la sei cercata!" affermò lei.
Mick sorrise trionfante, infastidendo Ryo.
"Miki, pensi che anche Umibozu vorrebbe venire?" fece Kaori.
"Ah no, quell'imbranato farà scappare tutte le ragazze!" ribatté Ryo.
Fu nuovamente schiacciato da un martellone 'Rabbia suprema di Kaori'.
"È da te che scapperanno se continui così" lo rimproverò.
Miki rifletté.
"Gliene parlerò, ma sai, non ama molto questo tipo di serata, non è a suo agio" rispose un po' imbarazzata.
"Vedi tu Miki, ci vediamo stasera all'appartamento, così partiremo tutti insieme, sarà più divertente. E finalmente potremo festeggiare la mia guarigione" disse Kaori entusiasta.
"Conta su di noi, avviserò Eriko, Kazue, Saeko e..." Miki si fermò, avvertendo uno sguardo oscuro su di sé. Mentre lei elencava le persone che sarebbero state presenti quella sera, Ryo non aveva immaginato che Reika sarebbe stata inclusa. Minacciò Miki con un'occhiata.
"E ci sono abbastanza persone per aggiungerne altre" la interruppe Ryo, irritato.
"Sì, hai ragione Ryo" concordò Miki.
Kaori guardò Ryo e capì cosa gli era preso. D'altronde nemmeno lei aveva voglia di rivedere Reika, ma non potevano neanche tenerla per sempre lontana dal gruppo. Provava molto risentimento nei confronti di Reika, ma sapeva anche che era molto presa da Ryo. Ciò non scusava quello che aveva fatto, ma poteva giustificare il suo comportamento. Avrebbe avuto tutto il tempo di discuterne un giorno insieme a lei, ma non quella sera.
"Kaori, vieni, dobbiamo andare dal Professore" disse Ryo, desideroso di andarsene.

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Capitolo 37
*** Capitolo Trentasette ***


Dal Professore
 
"Molto bene, Kaori, puoi rivestirti" disse il Professore avendo terminato la visita.
"Doc, so che ha consigliato a Ryo di non rispondere alle mie domande sulla mia memoria difettosa, ma se i miei ricordi non tornassero mai?" lo interrogò, preoccupata.
"Non c'è motivo che giustificherebbe questa eventualità. Hai quasi ritrovato tutti i ricordi, sei sulla strada giusta, abbi pazienza" le consigliò. "Per il resto, sono contento di notare che sei in ottima forma. Hai avuto altri malesseri o momenti di angoscia?"
Kaori rifletté.
"No. Ma c'è da dire che Ryo si impegna per farmi riposare" replicò, lanciando un'occhiata alla porta.
"Va tutto bene con il tuo partner?" chiese l'anziano, la curiosità prendeva il sopravvento.
Kaori arrossì. Non sapeva davvero cosa rispondere. Non poteva dire che le cose stessero andando male, al contrario Ryo era molto premuroso, ma qualcosa la faceva rimanere in guardia.
"Ryo è...come dire...diverso!" disse esitante.
"Ed è una cosa buona o cattiva?" indagò il Professore.
"In realtà non lo so. Mi sembra che questa inversione di tendenza sia in parte dovuta a ciò che ho fatto e che non ricordo" confidò, preoccupata.
L'anziano capì i tormenti della giovane donna ed era naturale che ciò le pesasse.
"Dovresti schiarirti un po' le idee, non va bene rimuginare" le suggerì.
"Sì, lo so, per questo esco con i miei amici stasera. Penso che mi farà bene"
Il Professore si prese un momento per riflettere sul suo stato fisico e psicologico. Dopotutto, con tutto il coraggio che aveva dimostrato fino a quel momento, sarebbe stata in grado di affrontare l'esterno. Kaori vide che si preoccupava e cercò di attirare la sua attenzione.
"Non si preoccupi, Doc, Ryo mi accompagnerà e anche Mick. Non rischio nulla. No?"
Il Professore la guardò seriamente, chiedendosi se dirle o meno parte della verità. Dopotutto, si trattava della sua salute e un dottore doveva essere onesto con il proprio paziente.
"Kaori, non ho nulla da obiettare sull'uscita, ora che le ferite sono guarite. Tuttavia, c'è una cosa che dovresti sapere"
Gli occhi di Kaori si spalancarono, pieni di curiosità.
"Quando sei stata colta da tremori l'ultima volta, mi hai chiesto cosa ti avevo dato per calmarti così in fretta. Ti ho dato un farmaco contenente ketamina" confessò.
Kaori rimase scossa dalla rivelazione.
"Mi ha...drogato? Ma perché?" rispose, sentendo i capelli che si drizzavano lentamente.
"Calmati, Kaori, non l'ho fatto a cuor leggero. Faceva parte della tua disintossicazione"
"Disintossicazione? Cosa intende? Che mi sono drogata? Io? Kaori?" fece, offesa.
"No, Kaori, tu non c'entri. Non posso dirti tutto, ma qualcuno ti ha deliberatamente drogato e si tratta della stessa persona che probabilmente ti ha inflitto le ferite. Quello che ti dico ti fa venire in mente qualcosa?" le chiese, esaminando le sue reazioni. Kaori non rispose, alcune immagini le tornavano continuamente in testa, il volto di quell'uomo rimaneva ancora molto sfocato.
"Nient'altro. Ma questo significa che dovrò continuare ad assumere questo farmaco?" chiese, incredula.
"No, non preoccuparti. Al contrario, ti sei ripresa così bene che penso non serva più. Ma al minimo problema, non esitare a venire da me"
"Doc? Come ha reagito Ryo quando l'ha scoperto?" chiese, inquieta.
"Basta che osservi come si comporta con te adesso e troverai la risposta" le disse con un occhiolino. "Dovresti andare da lui. Divertitevi!" aggiunse con un sorriso.
Kaori raggiunse Ryo in corridoio. Dopo averlo rassicurato sulle sue condizioni, non osò parlargli della sua conversazione con il Professore. Si avvicinò e gli prese il braccio, appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Grazie..." sussurrò.
"Per cosa?" domandò Ryo, apprezzando la vicinanza della sua partner.
Lei alzò la testa e immerse lo sguardo nel suo.
"Per niente..." rispose, piena di gratitudine nel sapere che lui era al suo fianco malgrado tutto.
Tornarono a casa e si prepararono per l'arrivo dei loro amici.
Mentre lei si sistemava in bagno, truccandosi leggermente gli occhi, enfatizzando le labbra e mimetizzando ciò che rimaneva dei lividi, Ryo attese in basso, vagando. Qualcuno bussò vigorosamente alla porta.
"Allora, dov'è la star della serata?" chiese Mick senza degnarsi di salutare Ryo.
Mick era seguito da Kazue ed Eriko. Lo sweeper salutò entrambe. Il suo sguardo indugiò su Eriko, sapeva che era a disagio in sua presenza.
"Ho portato una cosa per Kaori...Ryo, mi permetti di..." fece Eriko titubante, sentendosi in colpa per quello che era successo.
Ryo le fece segno di entrare e la condusse al bagno dove si trovava Kaori.
"Aspetta che finisca, non dovrebbe metterci molto"
"Ryo! Io...mi dispiace davvero...non pensavo che...beh, lo sai!" balbettò, imbarazzata.
"Lo so..." tagliò corto lui. "Kaori, abbiamo visite, c'è Eriko!" l'avvertì.
"Arrivo!" rispose lei.
Ryo scese in salotto lasciando Eriko con Kaori.
"Kaori!" esclamò Eriko abbracciandola. Kaori aveva ancora addosso l'asciugamano. Era un po' imbarazzata di trovarsi così di fronte alla sua amica. Vide Eriko osservare l'entità delle sue ferite. Kaori si portò una mano sulla cicatrice al collo, con aria disinvolta.
"Non potevi aspettarmi con gli altri in basso?" chiese, incuriosita di notare che Eriko l'aspettava fuori dalla porta.
"Oh, non preoccuparti, ti lascio finire di prepararti. Volevo solo portarti questo vestito per stasera, è per scusarmi di...beh, lascia stare, vai subito a cambiarti e raggiungici" si affrettò a dire prima di scappare giù per le scale.
"Ma che le è preso..." si chiese Kaori rimasta senza parole in corridoio, con un sacchetto in mano.
Andò nella sua stanza e aprì il pacchetto di Eriko. Scoprì un magnifico abito verde smeraldo. Inizialmente imbarazzata, esitò a indossarlo ma sapeva che Eriko l'avrebbe rimproverata se avesse osato non mettersi il suo regalo. Si affrettò a vestirsi. L'abito le calzava meravigliosamente bene, lo trovava leggermente corto ma ammetteva che il colore e la scollatura posteriore erano bellissimi. Una volta pronta, scese le scale per unirsi agli ospiti che erano al completo, anche Umibozu aveva deciso di partecipare.
Incontrò lo sguardo infuocato di Ryo. I suoi occhi sembravano brillare di desiderio e lei sentì immediatamente la timidezza prendere il sopravvento. Non abituata a quell'espressione, non sapeva come reagire, soprattutto di fronte ai loro amici. Mick, nel frattempo, non si era trattenuto dal far cadere la mascella sul pavimento. Si era precipitato su Kaori, le sue mani pronte a strimpellare sul tessuto del suo vestito, finché Kazue non intervenne colpendolo in testa.
"Sei meravigliosa, Kaori!" si complimentò Kazue.
"Questo vestito ti sta benissimo, sei splendida, tesoro!" si unì Miki.
Umibozu rimase in silenzio di fronte al flusso di complimenti, come al solito. Saeko guardò con orgoglio la giovane donna, pensando a Hideyuki. Kaori aveva semplicità ma al contempo tutto il suo fascino. Guardò Ryo e vide nei suoi occhi quanto ammirasse Kaori.
"È bellissima!" gli disse discretamente.
"Lo è sempre stata, con o senza quel vestito" rispose Ryo senza distogliere lo sguardo da Kaori.
"Andiamo?" si entusiasmò Eriko, orgogliosa della sua creazione e della modella.
Tutti si diressero verso il locale più vicino. Mentre le donne erano alla testa del corteo, gli uomini rimasero indietro a osservarle in sordina. Mick si avvicinò a Ryo, con un sorriso sulle labbra.
"Si può dire che tu sia molto fortunato stasera, Ryo, Kaori è sublime!" rimarcò Mick. "Da un po' tutti gli uomini che incrociamo si voltano verso di lei, avrai qualche problema!" aggiunse, stuzzicando Ryo.
L'altro mise il broncio. Mick aveva ragione, Kaori attirava tutti gli sguardi su di lei, sarebbe stato difficile tenerli a bada senza far capire che lei era sua.
"Taci, Mick! Se si voltano è perché sono tutte belle. Guarda che bel gruppetto, farò fatica a frenare il mio mokkori!" replicò Ryo, cercando di cambiare discorso.
Improvvisamente i due compari non sentirono più i loro piedi toccare il suolo. Si voltarono, spaventati, e videro Umibozu leggermente surriscaldato.
"Piantatela, tutti e due! Mick, cerca di occuparti della tua donna piuttosto che di quelle degli altri, e Ryo, tieni tranquillo il tuo mokkori se vuoi conservarlo" li minacciò.
"Avevo detto a Kaori che era una cattiva idea invitarlo" rispose Ryo.
Giunti al locale, si sedettero a un tavolino e ordinarono dei drink. Mentre aspettavano che le loro consumazioni arrivassero, Eriko prese Kaori per un braccio invitandola a ballare. Furono rapidamente seguite da Miki e Kazue.
"Come va tra voi?" chiese Saeko e Ryo.
"Tutto bene" fece Ryo, conciso, osservando da lontano la sua partner.
"Le hai parlato della missione con Reika?" insistette Saeko.
"Ne conosce una parte, ci siamo chiariti. Per il resto, sistemeremo le cose col tempo. Tutto ciò che voglio è che possa divertirsi un po'"
"Riuscirai un giorno a perdonare mia sorella?" domandò lei, preoccupata. Ryo rimase in silenzio per un momento, poi rispose senza guardarla.
"Ha ferito la persona più importante al mondo per me, è imperdonabile. Se deve chiedere perdono a qualcuno non è a me che deve farlo, ma a Kaori" disse con sguardo scuro.
Dal canto suo, Kaori si lasciava andare ballando con le sue amiche. Le piaceva poter dimenticare le sue preoccupazioni. Per la prima volta dopo tanto tempo, si stava divertendo. Vide Ryo in lontananza che la guardava ma parlava con aria seria insieme a Saeko. Si chiese cosa si stessero dicendo. Fu allora che sentì un corpo incollarsi a lei da dietro, si voltò per valutare lo sconosciuto. L'uomo non esitò a lasciar correre le mani sul corpo di Kaori. La donna lo spinse una prima volta, ma l'uomo tornò alla carica.
"Dai, lasciati andare..." disse l'uomo, vizioso.
"No grazie, non sono interessata!" gli rispose seccamente, accigliandosi per il disappunto.
L'uomo si fece più intraprendente, afferrandola per la vita e avvicinandola a sé. Lei provò a respingerlo di nuovo, senza successo, si sentì soffocare.
All'improvviso un pugno colpì la mascella dell'importuno, spedendolo a terra con il labbro insanguinato. Kaori si voltò preparandosi a trovare le braccia di Ryo ma fu sorpresa di vedere Mick. Quest'ultimo la prese tra le braccia e la guardò.
"Va tutto bene Kaori? Kaori?" ripeté ansioso.
La scena le parve familiare. Fu allora che un flash le venne in mente. Si rivide drogata, tra le mani di un uomo un po' troppo intraprendente, e Mick che arrivava a salvarla. Mentre quest'ultimo assisteva al suo sogno ad occhi aperti, lei si vide mentre lo baciava nella sua memoria. Alzò gli occhi su di lui e si sentì svenire.
"Kaori? Kaori, stai bene? È meglio se andiamo a sederci!" disse lui sostenendola tra le braccia.
"Dove...dov'è Ryo?" chiese, sentendosi debole.
Mentre si avvicinavano al tavolo, alzò gli occhi e vide Ryo che discuteva animatamente con una giovane donna dai capelli lunghi. Quest'ultima si girò e il cuore di Kaori perse un battito. Se Mick non l'avesse trattenuta, di sicuro sarebbe crollata.
"Reika!" soffiò.

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Capitolo 38
*** Capitolo Trentotto ***


 
Ryo guardava Kaori da lontano, non lo mostrava ma era felice di vederla divertirsi un po' con aria spensierata. Non le distolse gli occhi di dosso e l'osservò ballare con le sue amiche. Non apprezzava lo sguardo degli altri uomini su di lei, ma non poteva biasimarli, lei risplendeva.
"Dai, vieni con me, uniamoci a loro Ryo!" disse Mick, dandogli una gomitata.
"No grazie, non vorrei dare inizio a una rivolta muovendo il mio corpo in pista" rispose Ryo.
Ciò che non voleva ammettere era che avrebbe avuto difficoltà a mantenere le distanze dalla sua partner se avesse ballato al suo fianco. Non desiderava che incollarsi a quel corpo perfetto che gli era tanto mancato.
"Come vuoi, vecchio mio, non mi tratterrò per te!" rispose l'americano con aria allegra.
Ryo lo guardò raggiungere le ragazze e lanciargli un'occhiata oltre la spalla, orgoglioso di lui. Guardò di nuovo Kaori e vide un uomo avvicinarsi a lei, fu fiero quando la vide spingerlo via. Strinse i pugni quando lo vide tornare alla carica e si stava facendo avanti per rimetterlo al suo posto, ma si fermò a causa di una giovane donna. Spalancò gli occhi per l'orrore quando riconobbe Reika. Si prese tempo di osservare Kaori e si sollevò nel vedere che Mick era intervenuto. Si concentrò nuovamente su Reika. Aveva una sola idea in mente, farla uscire da lì subito, prima che Kaori si accorgesse della sua presenza.
"Che ci fai qui, ti avevo chiesto di stare alla larga!" fece Ryo, nervoso.
"Tu non mi dici quello che devo fare, Ryo! Faccio quello che voglio!" ribatté Reika, molto seccata.
"Ti do cinque minuti per uscire da qui, non voglio che Kaori ti veda!" le grugnì senza mezzi termini.
"Non esiste! Puoi urlare quanto vuoi, non ti obbedirò ciecamente come la tua piccola partner!" lo punzecchiò lei.
"Volontariamente o con la forza, ti farò uscire da qui!" ribatté lui, fuori di sé.
Nel frattempo, Mick aveva accompagnato Kaori al loro tavolo. Lei si era immobilizzata quando aveva alzato gli occhi e aveva visto Ryo che litigava vigorosamente con Reika. Li osservava mentre a turno si gridavano addosso e un fiume di ricordi le tornò alla mente. Fu assalita da immagini, si vide nella boutique di Eriko, sfilando con quel bellissimo abito nero, il suo alterco con Daisuke, mentre inalava la droga di fronte a Ryo e perdeva il controllo del suo corpo, il bacio appassionato con lui...l'ultimo flash la fece crollare, la visione di Ryo e Reika a letto insieme le fece sobbalzare il cuore. Scosse il capo come per impedire alle immagini di scorrere e si liberò da Mick, precipitandosi verso la toilette. Mick le corse dietro, sotto gli sguardi sbalorditi dei loro amici. Ryo aveva tardivamente notato la presenza della sua partner, troppo impegnato a scaricare i nervi su Reika. Quando alzò lo sguardo su Kaori, si rese conto che era troppo tardi, la vide fuggire mentre Mick cercava di recuperarla.
"Sei fiera di te?!" gridò a Reika.
"Non è colpa mia se non sei capace di essere sincero con la tua partner!" lo schernì lei.
Ryo non si degnò di rispondere e si affrettò a inseguire Mick e Kaori. Quando arrivò in bagno, Mick stava aspettando fuori dalla porta, chiaramente chiusa a chiave. Ryo si agitò, era sul punto di sfondare la porta ma Mick lo bloccò, fissandolo.
"Cosa pensi di fare? Buttare giù la porta e dopo?" chiese, cercando di attirare la sua attenzione.
"Devo parlarle, non posso lasciarla sola lì dentro!" disse, ancora arrabbiato.
Kaori, intanto, era seduta sul water, con la testa tra le mani e il corpo preso da scossoni. Non riusciva a fermare le lacrime e il cuore le batteva forte in petto. Come aveva potuto dimenticare? Perché, perché lui gliel'aveva nascosto? Lei si era sacrificata per lui, lui l'aveva baciata e alla fine era andato a letto con Reika!
'Sei l'unica che voglio baciare...' si ripeté.
"Hai spesso detto che volevi fartele tutte, Ryo...come ho potuto essere così stupida..." si disse cercando di rimettere ordine tra i suoi ricordi.
Fece del suo meglio per calmare i singhiozzi e riprendere fiato. Si guardò intorno e ridacchiò vedendo che si era rifugiata in bagno.
"Brava Kaori, non avresti potuto scegliere un posto migliore per crollare" si disse amaramente. Si asciugò il viso umido quando qualcuno bussò alla porta destandola dal suo torpore.
"Kaori! Kaori! Per favore, rispondimi!" gridò Ryo dietro la porta.
Kaori si guardò i piedi. Non aveva voglia di vederlo. Ryo, non sentendo la sua voce, insistette di nuovo, cercando di forzare la porta.
"Vattene! Lasciami in pace!" gridò lei di rimando, sperando che lui battesse in ritirata.
Ryo sospirò di sollievo nel sentirla, anche se avrebbe preferito che lei lo invitasse piuttosto che scacciarlo. Appoggiò la fronte contro la porta.
"Kaori, apri, dobbiamo parlare..." disse con più calma sotto lo sguardo torvo di Mick.
Kaori si prese tempo per pensare alla sua proposta. Non voleva farsi ancora intenerire. Ora capiva perché Ryo non voleva esporsi con lei di fronte ai loro amici, perché cercava di risparmiarla, perché dormivano separati. Respirò profondamente per farsi coraggio. Sapeva che non l'avrebbe lasciata stare tanto facilmente. Fissò la maniglia della porta prima di afferrarla.
Ryo era in allerta. Mick lo spostò dalla porta per parlargli.
"Non è stando incollato a questa porta che lei verrà fuori. Dobbiamo darle un po' di spazio adesso" disse Mick, fingendosi sereno.
Ryo lo fulminò con lo sguardo.
"No Mick, non posso lasciarla. Non so cos'abbia visto o cosa pensi di aver visto. È ancora fragile..." disse con aria disperata.
Entrambi furono interrotti quando la porta si aprì su Kaori. Uscì dal bagno senza guardarli, impassibile. Ryo le si avvicinò con cautela, così come Mick.
"Kaori..." dissero all'unisono.
Kaori non reagì immediatamente. Alzò gli occhi lentamente, guardando prima l'uno e poi l'altro. Avanzò con calma e schiaffeggiò violentemente Ryo, con le lacrime agli occhi.
"Questo è per avermi mentito deliberatamente" disse freddamente, saettandogli un'occhiata nera.
Quindi si avvicinò a Mick, che indietreggiò per paura di subire lo stesso trattamento del suo amico. Lei alzò la mano, ma per accarezzargli la guancia.
"Perdonami Mick...mi dispiace di..." si fermò, le lacrime tornarono. "Ti ho sempre considerato il mio migliore amico, provo molta stima per Kazue, non avrei mai pensato..." balbettò tra i singhiozzi. Si allontanò di corsa. Ryo l'afferrò e la costrinse ad affrontarlo.
"Kaori! Ti prego, torniamo a casa insieme, avremo tempo per parlare, ho molte cose da spiegarti" disse Ryo, con voce avvilita.
"A casa?" ripeté lei incredula. "Se sapessi da quanto tempo speravo di sentire queste parole, da quanto tempo desideravo che tu mi guardassi come una donna e non come un maschiaccio, da quanto tempo ne ho abbastanza ti farti la predica sul tuo comportamento verso le nostre clienti, da quanto tempo volevo che mi aprissi il tuo cuore e mi accettassi come partner a pieno titolo" disse scoraggiata. "Sono stanca, Ryo. Stanca di lottare per stare al tuo fianco, per permettermi di entrare nella tua vita. Avrei solo voluto che ti fidassi di me come io di te" emise fiaccamente.
"Kaori, non è quello che pensi! Per favore, dammi la possibilità di spiegare"
"Non ti permetterò di nuovo di abbindolarmi. Torna da lei, dovrà essere in astinenza!" gli buttò.
Lui la guardò allontanarsi, impotente.
"Dove stai andando?" si azzardò a chiederle.
"Dove sono sicura di non vederti"
"Kaori!" provò a richiamarla.
Lei non si curò di voltarsi e se ne andò, determinata.
"Lasciala, ha bisogno di tempo per digerire tutto quanto" gli consigliò Mick, posandogli una mano sulla spalla. Ryo non le distolse gli occhi di dosso, per paura di vederla scomparire in qualsiasi momento.
"Non posso..." sussurrò prima di correrle dietro.
"Ryo!" gridò Mick, volendolo fermare. Ma Ryo stava già inseguendo Kaori. Quest'ultima uscì dal locale senza dire una parola ai suoi amici.
"Taxi!" gridò lei, senza successo, sul marciapiede. Le macchine le passarono davanti senza che nessuno si fermasse.
"Non è proprio la mia serata. E io che pensavo di passare un bel momento" brontolò, tirando su col naso.
Sul punto di arrendersi, una jeep si fermò alla sua altezza. Alzò gli occhi e fu sollevata di vedere Umibozu.
"Sali" disse lui senza mostrare alcuna emozione.
Kaori obbedì e ringraziò il suo amico. Mentre metteva in marcia, Ryo arrivò di corsa. Sfortunatamente, poté solo assistere al veicolo che partiva.
Umibozu e Kaori si infilarono nel traffico, la giovane donna era sollevata di essere sfuggita al suo partner.
"Dove avevi intenzione di andare?" chiese Umibozu.
"Io...non lo so...volevo solo allontanarmi da lui" rispose lei, imbarazzata di coinvolgere il suo amico nel loro litigio. "Spero che Miki non me ne vorrà troppo" aggiunse.
"Non preoccuparti, è tua amica, capirà" la rassicurò. "Che intendi fare adesso?" le chiese, concentrato sulla strada.
"Non lo so. Ho sempre vissuto la mia vita in sua funzione senza davvero pensare a me stessa e ciò che volevo. Lui ha sempre avuto la precedenze su molte cose. Io..."
"Lo amavi" la interruppe.
Kaori sorrise amaramente a quell'affermazione. Non c'era dubbio che la banda lo sapesse da molto tempo. Non si erano fatti ingannare, si disse.
"E lo amo ancora..." soffiò.
"Lui non ha mai smesso di amarti, Kaori" ammise Umibozu, il cranio rosso per l'imbarazzo.
Lei lo guardò incredula.
"Ne dubito, se mi amasse davvero, non sarebbe mai andato a letto con lei" disse, con una smorfia mentre ripensava a quelle immagini.
"Chi ti dice che lo ha fatto, Kaori?"
"Non mi è stato detto, mi è stato mostrato!" replicò, lottando per trattenere la rabbia.
"Ryo ha passato tutti gli ultimi anni a nascondere i suoi sentimenti per proteggerti dai suoi nemici. Ci provava apertamente con le altre donne perché non si notasse che solo una gli aveva rubato il cuore. Si è sempre assicurato di tenerti lontano dal pericolo, a costo di ferirti" fu l'arringa calma di Umibozu. "Se avessi dovuto fingere di stare con un'altra donna per proteggere Miki, l'avrei fatto senza esitazione, anche se inevitabilmente mi avrebbe separato da lei" terminò.
Kaori ascoltò le sagge parole del suo amico. La sua rabbia era sempre presente, ma lasciava spazio a dei dubbi. Quello che diceva aveva senso, ma era ancora furiosa per la mancanza di fiducia di Ryo nei suoi confronti. Non le aveva parlato della missione né di Reika. Senza dubbio avrebbe compreso se lui gliene avesse parlato.
"Non l'avresti mai accettato" la interruppe lui, leggendo i suoi pensieri.
Presa dalla loro conversazione, Kaori non si accorse subito che il veicolo si era fermato. Quando vide l'edificio di fronte a loro, si voltò rapidamente verso Umibozu, senza capire.
"Pe...perché?" chiese, non comprendendo.
"Perché tu sei la sua partner in tutti i sensi e i partner devono affrontare ogni prova insieme se vogliono sopravvivere in questo mondo" rispose Umibozu.
Kaori guardò di nuovo l'edificio del loro appartamento, fece un profondo respirò e uscì dal veicolo.
"Grazie Umi..." sussurrò, allontanandosi dalla jeep.
"Ryo mi deve un grosso favore dopo tutto questo" si disse Umibozu, assicurandosi che Kaori entrasse nell'immobile.

 

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Capitolo 39
*** Capitolo Trentanove ***


Kaori entrò nell'edificio, riflettendo sulle parole di Umibozu. Salì lentamente i gradini uno ad uno, ancora sbalordita dalle immagini che aveva impresse in testa. Arrivò alla porta dell'appartamento e sollevò la mano, pronta a bussare, pensando che forse Ryo era già tornato. Poi cambiò idea, convinta che non fosse possibile.
Kaori rivide il suo sguardo disperato dopo averlo schiaffeggiato, si osservò la mano ricordando il suo gesto. Come erano arrivati a quel punto? Era abituata a litigare con lui, ma ora era diveraso. La loro relazione era evoluta, o almeno era quello che pensava. Entrò in casa e osservò la bottiglia di liquore a cui Ryo spesso attingeva dopo il ritorno da una missione difficile o quando era nervoso e non voleva mostrarlo. Svitò il tappo e osò bere un sorso. Sussultò nel sentire l'amarezza del liquore e tossì per scacciare la bruciatura che le invase il petto. Mise via la bottiglia e si rimproverò per averlo fatto. Alla fine, preferì andare sul tetto per contemplare il panorama, come era abituato a fare lui.
Da parte sua, Ryo si era molto preoccupato nel vederla scappare, non sapendo dove intendesse recarsi. Dopotutto, impulsiva e arrabbiata com'era, sarebbe potuta scappare. Quando vide la parte posteriore di una jeep allontanarsi con lei a bordo, si rassicurò molto di più e ringraziò Umibozu interiormente per averla portata con sé. Mentre osservava il veicolo in lontananza, Mick corse a raggiungerlo.
"Dov'è Kaori?" gli chiese, senza fiato.
Ryo si accese una sigaretta e rispose con calma senza guardarlo.
"Se n'è andata"
"Che intendi fare?" gli chiese l'amico.
"Me ne vado" rispose succintamente.
Mick abbassò la testa, non sapendo cosa fare per aiutare il suo ex partner.
"Capirà, Ryo"
"Prima è necessario che accetti di ascoltarmi"
"Accompagno Kazue. Se hai bisogno, io ci sono" disse Mick, dandogli una pacca amichevole sulla spalla.
Ryo lo ringraziò con un'occhiata e partì in direzione dell'edificio dai mattoni rossi. Camminò lentamente a lungo, pensando continuamente a lei. Cosa sperava? L'aveva soltanto ferita durante la loro partnership, facendo il buono e il cattivo tempo. Tutto ciò non poteva durare eternamente. Accettando quella missione con Reika, sapeva di aver inferto il colpo di grazia. Dopotutto, non era quello che lui voleva fin dall'inizio, che lei partisse per trovare la felicità in una vita normale, lontana dal suo mondo? Ma, lontano da lei, lui sarebbe riuscito a sopravvivere? Avrebbe mantenuto quella scintilla che lei gli aveva risvegliato? Camminò ancora e ancora, rimuginando su tutte quelle domande, e si ritrovò di fronte all'ingresso del palazzo, senza aver trovato risposta. Alzò gli occhi e scoprì che non c'erano luce accese. Lei non era tornata e lui sentì un grande vuoto dentro di sé. Entrò nell'appartamento, prese una bottiglia di liquore ambrato, si diresse alla finestra e bevve un sorso. Si bloccò per un momento, fissando il contenitore con aria sorpresa e inghiottì. Allargò gli occhi, pensando di sentire le labbra di Kaori sulle proprie.
"Kaori..." sussurrò.
Corse in fretta nella sua stanza per assicurarsi che fosse lì, ma notò solo la sua assenza. Salì le scale verso la propria camera, tristemente. Una volta arrivato, si bloccò. Indietreggiò e si diresse cautamente verso il tetto.
Aprì la porta e si allietò nel vederla appoggiata alla ringhiera. Si avvicinò con prudenza.
Si posizionò al suo fianco senza osare guardarla. Rimasero così a lungo, senza scambiare una parola. Per la prima volta dall'inizio della loro partnership, Ryo non sapeva cosa fare per tirarla fuori dal suo silenzio. Non poteva permettersi di scherzare, la situazione era abbastanza grave. Voleva prenderla di nuovo tra le sue braccia, con la paura di non avere più l'opportunità di sentirla vicino a sé. Stava gradualmente realizzando ciò con cui aveva vissuto negli ultimi anni. Si era sempre astenuto dal toccarla, dal rivelarle i suoi sentimenti, per paura di svelarsi, di dimostrare il suo profondo attaccamento e, in quel momento, forse avrebbe potuto non poterlo fare più. Le lanciò un'occhiata di sottecchi, cercando di indovinare il suo umore. Lui che era sempre riuscito a leggere in lei, non sapeva più come interpretare il suo sguardo.
"Perché?" chiese lei all'improvviso.
Lui pensò per un momento che il tempo si fosse fermato nel sentire il suono della sua voce. Ci fu silenzio.
"Volevo proteggerti" rispose.
"No, perché sei andato a letto con lei?" fece lei più duramente, sentendo di nuovo salire le lacrime.
"Non sono andato a letto con lei, Kaori" disse Ryo, girandosi verso di lei. Kaori continuò a fissare l'orizzonte.
"Non mentirmi, Ryo! Se c'è una cosa che mi devi adesso, è la verità" si innervosì.
"Kaori, guardami" la implorò.
Lei scosse la testa, non trovando il coraggio di affrontarlo. Lui la prese per le spalle, poi le fece sollevare la testa.
"Guardami" ripeté teneramente.
Dopo alcuni istanti di esitazione, lei obbedì.
"Giuro che non sono andato a letto con lei. Ero in missione con Reika, come già sai. Ti ho trovata in quella stanza d'albergo perché dopo averti vista prendere la droga e aver...baciato Mick, ero preoccupato e non volevo lasciarti da sola. Quindi ho convinto i due fratelli a farmi passare la notte con te. Ma sospettavano già di qualcosa e sono riusciti a separarci. Fortunatamente per noi, Hirotaka si è occupato della tua sicurezza. Quando è venuto a prendermi per riportarmi da Reika, mi ha informato che nella stanza era stata installata una telecamera. I due volevano assicurarsi che io e lei non recitassimo, quindi abbiamo...abbiamo..." si fermò, incapace di pronunciare le parole.
"Fatto sesso!" lo troncò lei.
"No! Abbiamo solo simulato" la corresse.
Kaori lo guardò intensamente cercando di capire se fosse sincero. Era combattuta dalla voglia di credergli, ma tutto era parso così vero su quel video.
"Perché mi hai baciata prima di andare da lei?"
Ryo sorrise, ripensando al bacio che avevano condiviso. Senza dubbio, se fosse rimasto con lei, non si sarebbe trattenuto dall'andare oltre.
"Ti eri sacrificata per me prendendo quella droga anche se eri rimasta male nel vedere me e Reika sposati per finta. Quando ti ho visto baciare Mick sulla pista da ballo, sono andato fuori di testa, ma non potevo fare niente. Ho avuto paura di perderti, Kaori. Avevo bisogno di sentirti con me e non contro di me" ammise, rivelandosi un po' di più.
"Perché ogni volta devo rischiare di morire perché tu ti apra, Ryo?" insistette lei.
Era molto toccata da ciò che lui le diceva. Aveva paura di perderla come ne aveva lei di perdere lui.
"Perché sono un idiota e sono incapace di lasciarti andare. Kaori, non passa giorno senza che io mi faccia delle domande su di noi. Questa missione mi ha aperto gli occhi. Ora so che anche se volessi la tua felicità in una vita normale, può darsi che tu sia in pericolo senza che io lo sappia, come è successo qualche giorno fa. Preferisco saperti in pericolo vicino a me che lontana. Trascorrerò la mia vita a proteggere la tua perché tu sei ciò che ho di più caro" dichiarò.
Kaori non poteva crederci. Dopo tutto quel tempo a sperare che lui dicesse parole simili, mai avrebbe pensato di sperimentarlo per davvero. Anche se le immagini di lui e Reika l'avevano scossa, doveva ammettere che il discorso appena fatto l'aveva colpita ancora di più. Non sapeva più a cosa pensare.
Lui le si avvicinò.
"Kaori, devi credermi" le disse, supplicandola con lo sguardo.
Lei osò alzare gli occhi, sostenendo il suo sguardo. Vi lesse molta tristezza, ma non riusciva a scacciare quella che sentiva nel suo cuore. L'aveva fatta soffrire molto. Non sapeva più cosa fare.
"Ho bisogno di riflettere" rispose, facendo per andarsene.
Lui la trattenne per il braccio e lei si voltò.
"Non preoccuparti, non intendo scappare, devo solo riposare un po'" aggiunse, rispondendo alla sua domanda silenziosa. Lui annuì e lasciò la presa. La guardò tornare in casa e rimase ancora un attimo a osservare le luci della città. Kaori non riuscì a trovare la voglia di togliersi il vestito e si stese sul letto. In pochi minuti si addormentò profondamente.
Intanto, Ryo era rimasto a contemplare il panorama, era rassicurato dal sapere che lei era in quell'appartamento con lui, non sapeva che si sarebbe fidata di nuovo di lui, se lei aveva visto che era stato sincero, ma avrebbe fatto tutto il necessario per non ferirla di nuovo. Qualche goccia gli cadde addosso e lo riportò alla realtà. Alzò gli occhi al cielo e notò alcuni lampi.
"Ci manca solo che un fulmine mi colpisca..." si disse, affrettandosi per rientrare.
Scese lentamente le scale e si diresse verso la stanza di Kaori. Sapeva che la giovane donna odiava il temporale e voleva assicurarsi che stesse bene. Socchiuse la porta e la vide distesa sul fianco, indossava ancora il vestito color smeraldo. Pareva che dormisse profondamente, le si avvicinò e si inginocchiò per essere il più possibile vicino al suo viso. Le accarezzò la guancia con il dorso della mano e la guardò dormire. Era così bella, così desiderabile, si trattenne dal baciarla. Per compensare l'impulso, si alzò, prese il piumino in fondo al letto e la coprì per non farle prendere freddo.
"Buonanotte Sugar..." sussurrò prima di andarsene.
Andò a letto e fissò la porta. Gli piacque immaginare che Kaori varcasse quella soglia per raggiungerlo. Avrebbe voluto tanto tenerla tra le sue braccia, solo per quella notte. Soltanto a immaginare la scena, il desiderio montò in lui e dovette farsi violenza per calmare il proprio ardore.
Nello stesso istante, un tuono rimbombò magnificamente, sperava che il sonno di Kaori non ne fosse disturbato.
 
 
Kaori dormiva già da una buona ora, ma il suo riposo fu rapidamente scosso dal temporale. Riviveva la scena del bacio con Ryo, si compiaceva a lasciarsi andare tra le sue braccia, tuttavia quando apriva gli occhi non stava più baciando il suo partner ma Daisuke, lottò energicamente per allontanarsi da lui, ma lui non si smuoveva, il suo sguardo era duro e la colpì più volte, il che la fece svegliare di soprassalto, sudata. Scansionò la stanza cercando di orientarsi. Toccò il comodino, cercando di accendere la lampada. Una volta accesa, si prese il viso tra le mani, era umido di sudore. Rimosse la coperta che avave addosso per trovare un po' di freschezza. Si sedette sul bordo del letto e un altro rombo di tuono la fece sussultare niovamente. Presa dalla paura, si alzò e uscì dalla stanza. Camminò lungo il corridoio, poi si fermò davanti alla porta della camera di Ryo. Esitò a lungo, poi si azzardò ad aprire leggermente la porta, vide quella schiena larga e muscolosa che l'aveva tanto emozionata quando andava a svegliarlo al mattino.
Ma che le prendeva? Aveva trascorso tutta la serata a scappare da lui, e ora eccola a correre nella sua stanza. Nello stesso momento, il temporale riprese, spingendola ad avanzare verso il letto. Senza riflettere oltre, si accomodò delicatamente sul bordo, cercando di non svegliare il suo ospite. Scivolò lentamente sotto il lenzuolo e guardò il corpo che ancora le dava le spalle. Fu tentata di aderirvi per trovare conforto nel suo calore ma cambiò idea. Se Ryo si fosse svegliato, non sapeva come avrebbe reagito. Lui voleva che restasse, le aveva ammesso che teneva enormemente a lei, l'aveva perfino baciata un po' di tempo prima, ma ancora non sapeva se ciò li avrebbe condotti da qualche parte. Era soltanto convinta di aver bisogno di lui malgrado tutto.
Quello che non sapeva era che Ryo l'aveva sentita avvicinarsi ed entrare nella sua stanza. Sorrise avvertendola al suo fianco ma non sapeva nemmeno cosa fare. Quando l'ennesimo lampo balenò nella stanza, la sentì incollarsi a lui, tremando. Sentendo la sua paura, ne approfittò per voltarsi e la prese tra le braccia, godendosi quel momento. Kaori si ritrovò con la testa sul suo petto e circondata da due forti braccia.
"Non dormi?" osò chiedere lei.
"In realtà ti aspettavo..." soffiò lui.
Kaori alzò lo sguardo, incredula.
"So che odi i temporali, Kao"
Lei non riusciva a vedere il suo viso, ma avrebbe scommesso che in quel momento lui stesse sorridendo ampiamente, e aveva ragione.
"Grazie di esserci per me" gli disse grata, nonostante tutto.
Lui serrò la presa.
"Grazie per far parte della mia vita" le sussurrò con voce calda.
Come un segno, la luna arrivò a portare una lieve luce, illuminando i loro visi al buio. Ryo abbassò gli occhi per contemplarla.
"Resta con me" disse seriamente.
La giovane donna lo interrogò con lo sguardo, non sapendo come interpretare quel messaggio.
"Per la vita" dichiarò lui, guardandola intensamente.
I suoi occhi si appannarono nuovamente per l'emozione di quelle parole. Ryo accarezzò l'ovale del suo viso e la sentì rabbrividire sotto le dita, si sporse di più, la guardò negli occhi e con la bocca si impadronì delle sue labbra. Kaori si lasciò andare tra le braccia del suo partner. Gli abbracciò il collo e aprì la bocca per far danzare le loro lingue. Lo scambio fu dolce e tenero, lei lasciò mescolare le dita con i capelli d'ebano di Ryo, spingendolo a incollarsi a sé. Lui accettò l'invito e la coprì con il suo corpo, continuando a baciarla con più fervore. Le accarezzò una gamba, tirando su il vestito fino alla vita. Sentire le sue curve sotto le mani era una vera delizia. Si separarono, senza fiato.
"Ringrazierei quasi il cielo per aver brontolato stasera" confessò lui, faceto.
Lei rispose sorridendo, ringraziandolo interiormente di alleviare il suo stress. Lui la contemplò per un momento, non più come sua partner ma come la donna che era sempre stata. Si abbassò al suo orecchio per seminare una pioggia di baci lungo la guancia e sul collo. La sentì trattenere un gemito, e lo fece sorridere. Kaori non rimaneva ferma e accarezzava febbrilmente la schiena del suo amante, strappandogli un grugnito. Lui si girò sulla schiena portandola con sé e Kaori si ritrovò a cavalcioni su di lui. Ryo era affascinato dal corpo della giovane donna, la osservò per un momento vedendola arrossire sotto le sue carezze, si raddrizzò e con una mano aprì lentamente la cerniera del vestito scoprendo il suo seno. Non volendo attentare al suo pudore, premette il petto contro il suo seno, ma quel contatto fece salire di un gradino il desiderio che sentiva già presente. Kaori arrossì ancora di più quando sentì l'eccitazione del suo partner. Avvertì il calore aumentare nel suo ventre. Aveva sognato quel momento per così tanto tempo. Disegnò arabeschi sul suo petto, toccando le poche cicatrici che lo contrassegnavano con la punta delle dita. Ryo si morse le labbra, le sue carezze erano morbide e ammalianti. Fece scorrere le proprie mani sul corpo perfetto della giovane donna. Le accarezzò un seno e ne approfittò per baciarlo teneramente, facendo inarcare Kaori di piacere. Amava l'effetto che le procurava. Continuò con la sua corsa al desiderio correndo verso il basso ventre, fece scivolare le dita sotto il sottile pizzo ma sentì Kaori tendersi immediatamente. Si bloccò, si rimise dritto e la vide leggermente spaventata.
"Kaori, non siamo obbligati a farlo se non ti senti pronta..." disse accarezzandole il viso, cercando di rassicurarla. Kaori era rossa di vergogna. Non era mai arrivata fino a quel punto con un uomo, e sebbene lo amasse con tutto il cuore e lui fosse il solo a cui avrebbe voluto offrire la sua verginità, aveva paura.
"Ho paura, Ryo..." confessò.
"Hai il diritto di avere paura, angelo mio, non ti costringerò mai ad andare oltre. Ho promesso che non ti avrei mai più fatto del male, Sugar. E anche se ho davvero voglia di fare l'amore con te, rispetterò la tua scelta" disse, sincero.
Quella parole la tranquillizzarono e le scaldarono il cuore. In risposta, prese possesso delle sue labbra e lo baciò teneramente.

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Capitolo 40
*** Capitolo Quaranta ***


"Mi dispiace Ryo, ma non credo sia il momento giusto. La mia testa è tutta capovolta" disse, un po' vergognosa di rifiutarlo così.
"Ti penti?" chiese lui, preoccupato.
Per una volta, i ruoli erano invertiti, Ryo pendeva dalle labbra di Kaori. Si pentiva di averlo raggiunto? Si pentiva di essersi lasciata andare tra le sue braccia? Era stato troppo precipitoso per lei?
Lei lo guardò, notandolo perduto, e sorrise, indovinando le domande che si stava ponendo. Gli posò una mano sulla guancia, costringendolo a guardarla.
"Neanche per un secondo. È solo che...ho appena recuperato i ricordi..." riconobbe. Lui posò un dito sulle sue labbra per zittirla.
"Capisco, non preoccuparti. Hai ragione, dobbiamo prenderci tempo per ritrovarci" ammise.
"Grazie, Ryo, avevo paura che..." si rannicchiò tra le sue braccia.
Ryo sorrise e la strinse, lei era ancora seminuda e, sentendola premersi così, pelle contro pelle, lo risvegliò tra le gambe.
"Per contro, mia cara, se rimani in queste condizioni attaccata a me, ci sono buone probabilità che non riesca a calmare il mio amico" disse, invitandola a guardare in basso.
Kaori arrossì magnificamente, benché fiera di fargli quell'effetto.
"Non muoverti, ti darò una delle mie magliette"
Lei si sollevò per afferrare l'indumento che lui le tese, Ryo la osservò infilarsela. Era troppo grande per lei, ma vedere Kaori con la sua t-shirt non gli dispiacque, anzi, aveva tutto il tempo per contemplare le sue lunghe gambe affusolate. Kaori apprezzava l'odore di Ryo sulla sua pelle. Lui le si avvicinò e la prese di nuovo tra le sue braccia. Si guardarono e si baciarono ancora più appassionatamente. Ryo si separò dalle sue labbra, ansimando.
"Dovremmo dormire. Se continuiamo così, temo di non poter mantenere la mia promessa" dichiarò.
Lei annuì timidamente e fece per dirigersi alla porta, ma Ryo intervenne.
"Che stai facendo?" chiese, stupito.
"Va...vado a letto" rispose lei esitante.
"Kaori, solo perché ti desidero da matti non significa che non possa lasciarti dormire al mio fianco. Resta con me stanotte...questa notte e tutte le altre".
 
 
La mattina dopo, Kaori si svegliò tra le braccia del suo partner, sorrise vedendo il suo torso nudo. Non aveva sognato, aveva davvero passato la notte al suo fianco. Notò l'ora, erano già le dieci. Si liberò delicatamente dalle sue braccia, non volendo svegliarlo. Quando riuscì a uscire, si girò su un fianco e si alzò per preparare la colazione.
Ryo non tardò a scendere per raggiungerla. Quando lei si voltò per lasciare il caffè sul tavolo, incontrò il suo sguardo caldo su di sé.
"Panorama molto gradevole, signorina Makimura!" si complimentò.
La reazione di lei non si fece attendere, il rosso sulle sue guance poteva competere con quello della maglietta. Lui avanzò e l'afferrò per la vita.
"Sei stata discreta quando sei uscita dal letto, stai diventando molto dotata!" le sussurrò all'orecchio.
"Ho dovuto diventarlo, ultimamente mi hai dato molto filo da torcere con tutte le visite notturne che hai reso alle nostre clienti" replicò lei.
Ryo fece una smorfia a quell'osservazione, l'aveva punto sul vivo.
"Avrai diritto a una lunga vacanza da questo punto di vista perché l'unica a cui voglio rendere delle visite notturne sei tu" disse, baciandola teneramente.
Lei si allontanò dalle sue labbra, facendolo grugnire per la frustrazione.
"Vieni a mangiare ora, non voglio fare tardi per la prima lezione" disse entusiasta.
Ryo si accigliò, non comprendendo.
"Che vuoi dire? Quale lezione?"
"Non dirmi che l'hai già dimenticato, me l'hai promesso, Ryo!" si offuscò.
"Mi dispiace Kao, ma di cosa parli?"
"Mi hai detto che mi avresti allenata al combattimento? Ti ricordi? Per farmi diventare tua partner in maniera completa!" disse lei, sostenendo il suo sguardo.
Ryo chiuse gli occhi, ricordando la sua proposta. Doveva darle la prima lezione di combattimento corpo a corpo. E ora che era diventata più che la sua semplice partner, ovviamente lui voleva che lei sapesse come difendersi per sopravvivere. Quella missione gli aveva fatto capire che la sua vita sarebbe stata in pericolo con o senza di lui. Doveva insegnarle a battersi se voleva tenerla vicina a sé, viva.
"Va bene, allora in questo caso, l'allenamento comincia adesso. Bevi il tuo caffè e raggiungimi al poligono" le ordinò.
"Ma...non mangi?" chiese lei sorpresa.
"Quando ti ritroverai presa in ostaggio senza mangiare o bere per diverse ore, dovrai resistere per avere l'energia di batterti" disse lui, molto seriamente.
Kaori lo vide salire i gradini di corsa, entrare nella sua stanza e uscirne con addosso una tuta. I suoi capelli erano leggermente disordinati, ma ciò non le impedì di trovarlo attraente come sempre. Ebbe appena tempo di bere il caffè che lui era già uscito. Si precipitò a sua volta in camera sua per cambiarsi, si mise un paio di leggings e una canotta e lo raggiunse pochi minuti dopo al poligono.
Quando varcò la soglia, vide Ryo che sistemava dei tappeti sul pavimento. Era davvero serio, l'avrebbe addestrata. Si chiese cosa l'avrebbe aspettata. Lo aveva già visto allenare le clienti a difendersi, e si poteva dire che era sempre stato molto solenne nel suo compito.
Quando si voltò verso di lei, deglutì a fatica. Anche vestita così era molto desiderabile. Scosse la testa per concentrarsi maggiormente.
"Pronta?" le chiese.
Kaori annuì. Lui le si avvicinò, lei non gli staccò gli occhi di dosso. Ryo l'avvolse con le braccia e lei si lasciò andare. Ryo colse l'occasione per ribaltarla e lei atterrò senza tante cerimonie.
"Prima lezione, mai deconcentrarsi!" le disse, allungando la mano per aiutarla ad alzarsi.
Kaori si alzò facilmente, avendo in mente solo l'idea di vendicarsi. Mentre lui si allontanava per riprendere posizione, lei ne approfittò per saltargli addosso, ma Ryo si girò in tempo e le afferrò le braccia facendole incrociare dietro la schiena, lasciandola nuovamente indifesa. Approfittò della debolezza della donna per abbassarsi al suo orecchio.
"Seconda lezione, mai agire precipitosamente..." le sussurrò.
"Capito" disse, innervosita.
"Sei molto carina quando ti arrabbi" aggiunse, orgoglioso di avere il controllo su di lei. Kaori si girò per affrontarlo e avvicinò il viso al suo, sfiorandogli le labbra.
"Neanche tu sei male come insegnante" gli mormorò avvicinandosi ulteriormente.
Lui si chinò per poterla baciare, lei ne approfittò per far passare una gamba sulla sua e riversandolo sulla schiena. Si ritrovò a cavalcioni su di lui, bloccandogli le braccia sopra la testa.
"Cosa dicevi a proposito della prima lezione?" lo stuzzicò.
Ryo sorrise all'audacia della sua partner.
"Usare il proprio fascino non fa parte della lezione, partner" rispose, sedotto dalla visione che lei gli offriva.
"Forse, ma ammetti che può essere di aiuto" disse, facendogli l'occhiolino.
Con un colpo di reni, lui riuscì a ribaltarla e fu sopra di lei, bloccandole a sua volta le mani.
"Dicevi?" la prese in giro.
Kaori fece il broncio. Si era fatta catturare di nuovo. D'altronde, aveva a che fare con un ex guerrigliero. Lo guardò più profondamente, ripensando al suo passato e a ciò che aveva vissuto, e si rattristò. Ryo notò il suo sguardo mesto e si raddrizzò.
"Tutto bene?" le chiese.
"Sì, è solo che pensavo che non arriverò mai al tuo livello" rispose sollevandosi a sua volta. "Mi dispiace di essere una partner così pessima. Ogni volta che sono stata rapita per servire da moneta di scambio...non solo rischiavo la mia vita, ma anche la tua. Vorrei poterti proteggere come tu hai fatto con me, Ryo" gli confidò.
Le accarezzò la guancia con il pollice e si avvicinò per baciarla castamente.
"È grazie a te se sono ancora qui, Kaori. Almeno ho un motivo per vivere" disse guardandola teneramente. "Continuiamo?" le chiese, sollevandola energicamente.
Per tutta la mattina, lui lavorò per insegnarle delle prese, e si poteva dire che Kaori se la cavava molto bene e imparava davvero rapidamente.
Dopo qualche ora, si ritrovarono uno di fronte all'altra, sudati e senza fiato.
"Penso che per oggi abbiamo finito. Riprenderemo domani" disse Ryo.
"Non mi oppongo a un buon bagno" disse lei sfiatata.
Ryo le si avvicinò, circolandola con le sue forti braccia.
"È un'ottima idea, partner" rispose malizioso.
Lei gli sorrise divertita. Tornarono entrambi di sopra e lei andò a prepararsi un bagno. Si spogliò ed entrò nell'acqua piena di schiuma. Immerse la testa sotto l'acqua godendosi la sensazione che provava. Improvvisamente sentì un'intrusione alle sue spalle e si voltò rapidamente.
"Ryo!" esclamò.
"Che c'è? Non c'è niente di male nell'unire l'utile al dilettevole, no?" disse con aria falsamente innocente.
Lei sorrise alla sua illusione.
"Pensavo che dovessimo prenderci il nostro tempo" disse, inarcando le sopracciglia.
"Certo, ma non c'è nulla di sbagliato a prendermi cura della mia partner. Con tutto questo esercizio, un massaggio non ti farà male, mia bella" si difese, massaggiando le sue spalle delicate.
La sensazione era dolce e piacevole. Kaori non disse nulla ma apprezzò la sua iniziativa. Lui la massaggiò delicatamente, poi iniziò a baciarla nell'incavo del collo. Lei sentì il suo corpo assalito da scosse elettriche. Si ubriacò delle sue carezze e lasciò andare la testa contro il suo petto. Vedendola abbandonarsi, Ryo si trattenne dal farsi più intraprendente. La schiuma copriva il corpo della sua amata, ma lui indovinava le sue forme e aveva un solo desiderio, lasciare che la sua bocca le scoprisse. La voleva così tanto, ma lei aveva bisogno di tempo e lui lo capiva. Kaori si voltò in quel momento e lo guardò febbrilmente. Lo baciò dapprima leggermente, invitandosi con la lingua nella sua bocca e giocando con la sua gemella, poi il bacio divenne molto più infuocato. Lui le accarezzò la schiena con la punta delle dita, facendole salire e scendere fino ad arrivare al suo fondoschiena, muovendo la mano sulla sua pelle morbida.
"È meglio fermarsi, tesoro, non credo di potermi più trattenere..." soffiò lui a malincuore.
Kaori abbassò lo sguardo, imbarazzata di mettere così alla prova la sua resistenza. Non si era mai sentita così bene come in quel momento, tra le sue braccia, sotto le sue carezze e i suoi baci. Lo desiderava molto, ma si sentiva ancora fragile, aveva l'impressione che le mancasse qualcosa per avanzare con lui ma non capiva cosa. Ryo notò nel suo sguardo che qualcosa la disturbava.
"Tutto tornerà nella tua memoria, non ti preoccupare. E quando avrai trovato tutti i tuoi ricordi, io ci sarò Kaori" disse, guardandola negli occhi.
"Grazie" rispose lei a bassa voce.
Ryo uscì dall'acqua, afferrando un asciugamano che si legò in vita e ne prese un altro invitando Kaori a raggiungerlo. La strinse a lungo sentendola rabbrividire.
"Potremmo andare da Miki e Umibozu più tardi. Dopo la tua partenza affrettata di ieri, Miki si dev'essere fatta delle domande, e conoscendo Umi, non dev'essere stato troppo loquace sulla vostra conversazione"
Kaori ci rifletté un momento.
"Hai ragione, non voglio che si preoccupi di più" disse pensierosa.
"Forse potremmo dire loro che sei avanzata di grado, no?" fece lui sorridendo.
Kaori non credeva alle sue orecchie. Ryo era pronto a ufficializzare la loro relazione di fronte ai loro amici. Era più di quanto potesse offrirle come segno del suo impegno. Lui così schivo davanti agli altri, voleva rivelare che non erano più solo partner di lavoro. Ma era il momento giusto? Non avrebbe ricevuto altre brutte sorprese? La tempesta era passata ma stranamente aveva la fastidiosa sensazione che si stesse preparando uno tsunami.
"Andrà tutto bene, Sugar" disse lui, avvertendo la sua ansia.

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Capitolo 41
*** Capitolo Quarantuno ***


Cat's Eye
 
"Pensi che sia stata una buona idea portarla da Ryo?" chiese Miki. Umibozu continuò a occuparsi delle stoviglie senza prestare attenzione alla domanda di sua moglie.
"Ah, quello lì, se lo avessi tra le mani, sarei felice di strangolarlo! Andare a letto con Reika, che idea! Non poteva ferirla di più!" si innervosì lei.
"Non è andato a letto con lei, Miki. Erano in missione, non aveva scelta. Non è stato certamente facile per lui" lo discolpò Umibozu.
"Cosa? Adesso lo difendi?" si offuscò la donna.
"Dico la verità, tutto qui. Fa sempre l'imbecille quando si tratta di donne, ma Kaori non è una donna qualsiasi per lui. Penso che abbia fatto del suo meglio, e si sente già abbastanza in colpa così senza rincarare la dose" disse Umibozu con calma.
Miki sorrise alla saggezza di suo marito. Nonostante la cecità, aveva il dono di vedere oltre le apparenze.
Umibozu si interruppe e alzò la testa, sentendo avvicinarsi un'aura familiare.
"Abbiamo visite"
Il campanello suonò e la coppia di sweeper entrò. Miki afferrò il suo vassoio pensando di doverlo usare contro il pervertito giapponese numero uno.
"Ciao a tutti!" esclamò Ryo.
Kaori era rimasta leggermente indietro, ancora imbarazzata dal suo comportamento del giorno prima.
"Kaori!" fece Miki avvicinandosi timidamente. "Come ti senti?"
"Io...sto bene" balbettò. Alzò lo sguardo su Umibozu e sorrise in segno di ringraziamento. Sebbene cieco, lui rispose con un lieve cenno del capo.
"Mi dispiace per ieri sera, ho un po' rovinato la festa" disse scusandosi.
"Non preoccuparti, chiunque avrebbe reagito allo stesso modo sapendo che..." rispose Miki, lanciando un'occhiata assassina a Ryo. Umibozu si schiarì la gola per richiamarla all'ordine mentre Ryo abbassava lo sguardo con senso di colpa, comprendendo il messaggio dell'ex mercenaria. Kaori sorrise amaramente pensando a quanto era successo la sera precedente.
"Non parliamone più, ti va un bel caffè caldo!" invitò Miki.
Kaori annuì e si sedette al bancone, seguita da Ryo. Umibozu servì loro i caffè e continuò a mettere a posto i piatti. Sentiva che l'atmosfera era leggermente cambiata. Qualcosa era diverso, Ryo non si era gettato su sua moglie e lo avvertiva un po' teso. Kaori lanciava occhiate furtive al suo partner non sapendo come comportarsi, la sua timidezza prese il sopravvento. Ryo capì che era a disagio per via del loro nuovo status, ma lui quasi non più.
"Allora, novità?" chiese Miki cercando di rompere il silenzio.
"Io e Ryo, noi..." cominciò Kaori cogliendo lo spunto della sua amica.
"Alleno Kaori a combattere!" la interruppe Ryo.
Miki allargò gli occhi per la sorpresa. Lui che si era opposto all'idea che Kaori potesse combattere o sparare su qualcuno, ora aveva cambiato idea.
Kaori fu sorpresa e delusa dal fatto che Ryo le avesse impedito di dire che ora erano una coppia e che avevano accettato i reciproci sentimenti. Probabilmente aveva cambiato idea di nuovo, si disse.
"Ma...ma...insomma, davvero? Quindi hai cambiato idea? Tu che volevi tanto che Kaori non avesse sangue sulle sue mani" fece Miki, sentendo allo stesso tempo la disapprovazione da parte di suo marito.
Ryo guardò Kaori che fissava nervosamente la sua fumante tazza di caffè.
"Sì, ho cambiato idea nel momento in cui ho capito che non voglio più saperla lontana da me, soprattutto perché ormai è più di una semplice partner. Lo è sempre stata" rispose Ryo posando la mano su quella di Kaori.
Lei alzò gli occhi su Ryo, sorpresa da ciò che aveva appena detto ai loro amici. Il suo sguardo brillava di emozione. Miki non sapeva più cosa dire, rimase sconvolta dalla rivelazione. Si alternò a guardarli e mentre stava per congratularsi con la sua migliore amica, il campanello suonò di nuovo. Mick entrò senza librarsi in volo, senza aria libidinosa, senza bava gocciolante. Aveva un'aria molto seria e si diresse lentamente verso la coppia di sweeper.
"I pervertiti sono decisamente rari oggi. Non è di buon auspicio" sottolineò Umibozu.
Mick salutò Ryo e si rivolse a Kaori non sapendo quale atteggiamento adottare. L'aveva vista fuggire la sera prima, sconvolta, e non sapeva se fosse arrabbiata anche con lui, anche se si era scusata.
"Kaori, io..." esitò. Non osò guardarla negli occhi.
"Mick, se c'è qualcuno qui che deve vergognarsi, sono io" lo interruppe lei. Ryo fece un cenno a Kaori, invitandola a conversare con Mick. Kaori si alzò e prese Mick da parte.
"Mick, mi dispiace davvero per...beh...sei stato un sostegno incrollabile in questi ultimi giorni per me, e non ti ringrazierò mai abbastanza per esserti preso cura di me come hai fatto..."
"Kaori, è normale, tu mi sei molto cara, purtroppo avrei dovuto fare di più, non avrei mai dovuto abbandonarti, io..."
Kaori gli fece segno di fermarsi.
"Non devi dispiacerti, sono io che devo scusarmi. Ti ho baciato, Mick, e mi dispiace tanto..." si scusò Kaori, abbassando di nuovo gli occhi per la vergogna.
"Non eri in te, Kaori, so cosa provi, l'ho capito nel tuo sguardo in quel momento" disse prendendole le mani. Kaori lo guardò ancora e ripassò la scena nella sua testa.
"Ero talmente disperata in quel momento, e tu mi sei apparso come..."
"Come un angelo" la interruppe, facendole l'occhiolino. "Non devi giustificarti, Kaori, non ce l'ho con te. Ti direi perfino grazie, ho finalmente realizzato uno dei miei sogni" scherzò, anche se in fondo era davvero contento di aver potuto baciare il suo primo amore.
Kaori gli sorrise, grata.
"Inoltre, forse potremmo ripetere l'esperienza, l'ultima volta sono stato colto di sorpresa, non ho avuto tempo di mostrarti cosa posso fare" disse, approcciandosi per baciarla di nuovo.
Ma la sua bocca atterrò sulla canna di una Magnum 357,
"Se vuoi ancora l'opportunità di baciare la tua donna, non avvicinarti più alla mia, Angel!" disse Ryo, serio.
"Mi spieghi?" chiese Mick, con ancora il cannone sulle bocca.
Kaori si allontanò per mettersi accanto a Ryo, arrossendo. Ryo mise via la pistola e passò un braccio intorno alla vita di Kaori, avvicinandola a sé. La guardò e premette le labbra sulle sue, lasciando tutti sbalorditi.
"Penso che questo risponda alla tua domanda" fece Ryo separandosi dalle labbra di Kaori, lasciandola ansimante.
"Pfff, mia povera Kaori, costretta a baciare un tale zoticone...se un giorno vorrai assaggiare un vero bacio, fammelo sapere!" ribatté l'americano, scrollando le spalle.
"Pfff, dilettante!" brontolò Ryo.
"A chi hai dato del dilettante?!" si innervosì Mick.
"Lo dicevo che non poteva durare" intervenne Umibozu.
"Beh, penso che vi lascerò, andrò alla stazione" fece Kaori, desiderando prendere un po' d'aria.
Con tutte quelle rivelazioni, aveva bisogno di schiarirsi le idee. Era sollevata di aver chiarito le cose con Mick e di scoprire che nulla era cambiato nella loro relazione. Quanto a Ryo, era rassicurata di vedere che aveva accettato la loro nuova relazione e si mostrava perfino geloso. La giornata si annunciava molto migliore di quanto avesse immaginato.
Sul punto di uscire dal bar, Ryo le afferrò il polso.
"Aspetta, ti accompagno"
"Ryo, devo imparare ad affrontare l'esterno da sola, è ora. Non mi farai da balia per sempre. E ci sono poche possibilità che mi succeda qualcosa in pieno giorno. Ad ogni modo, dopo la lezione di stamattina, sono pronta a difendermi" disse con sicurezza.
Ryo esitò per un momento, non gli piaceva saperla da sola, ma lei aveva ragione in qualche modo. E poi si recava semplicemente alla stazione, non c'era nulla da temere. Poco rassicurato, le diede il suo consenso e la guardò andarsene.
"Davvero la lasci andare alla lavagna da sola?" chiese Mick preoccupato. Ryo non rispose.
Kaori camminò lungo il marciapiede pensando a quanto era successo nel locale, si sentiva più leggera di quando si era svegliata. Tutto era andato bene e aveva ritrovato il suo amico Mick. La sera prima era solo un brutto ricordo, ora poteva andare avanti. Alzò gli occhi, orgogliosa di poter vivere un nuovo inizio, ma la sua felicità ebbe vita breve quando vide in lontananza una figura fin troppo familiare. Era a qualche metro da lei, e sebbene avesse trovato il coraggio di sistemare le cose con Mick, non aveva la stessa forza né la voglia di affrontare Reika. Quando quest'ultima sollevò lo sguardo e incontrò quello di Kaori, agitò una mano per attirare la sua attenzione.
"Non lei, no, non ora" mormorò.
Guardò a destra e a sinistra.
"Kaori! Kaori! Aspetta!" sentì in lontananza.
Senza riflettere troppo e volendo a tutti i costi sfuggire a una conversazione con la sua nemica giurata, si precipitò in un vicoletto e iniziò a correre senza guardarsi indietro. Corse, corse, corse ancora senza prestare troppa attenzione a dove stesse andando. Non le importava, voleva allontanarsi il più rapidamente possibile da quella voce che risultava dolorosa alle sue orecchie. Quando non sentì più nulla, si voltò per assicurarsi di non essere seguita. Fortunatamente era riuscita a scappare, sospirò di sollievo. Mentre si apprestava a tornare sulla strada principale, sentì un sussurro non lontano.
"Se gridi ti ammazzo, hai capito!" fece una voce maschile.
"Pietà, la prego, mi lasci andare, la supplico..." rispose una voce femminile scossa dai singhiozzi.
Kaori si avvicinò lentamente alla fonte. Si fece discreta per non farsi individuare. Arrivò a un incrocio e vide nella semi oscurità, tra i bidoni della spazzatura, un uomo piuttosto alto e dalla barba incolta che minacciava con un coltello una giovane donna placcata contro il muro. La sweeper trattenne un grido di orrore, l'uomo accarezzava la giovane donna che lottava quanto poteva per divincolarsi. Improvvisamente le vennero alla mente dei flash, vide Daisuke approcciarsi a lei come stava facendo quell'uomo con la donna, provò disgusto e rabbia. Stringendo i pugni, interpellò l'uomo.
"Ehi, tu! Lasciala!" esclamò Kaori.
L'uomo la guardo con ira.
"Pensa agli affari tuoi, mocciosa!" ringhiò l'uomo.
Vedendo lo sguardo disperato della giovane donna, Kaori si avvicinò l'uomo ancheggiando esageratamente.
"Non vuoi piuttosto divertirti con me, sono molto più appetitosa di quella studentessa!" rispose lei, giocando sulla seduzione.
Una libellula cadde sulla testa dell'aggressore. Lei approfittò della sua sorpresa per avanzare ancora più lentamente, per infine incollarsi a lui. L'uomo lasciò quindi la sua vittima per circolare la vita di Kaori. Quest'ultima colse l'occasione di colpirlo con una ginocchiata tra le gambe.
"Vattene, presto!" urlò alla ragazza.
La giovane la guardò, riconoscente, e scappò a tutta velocità. L'uomo che era caduto a terra sotto l'urto alzò lo sguardo e fissò Kaori, astioso.
"Farai meglio ad andartene da qui, e che non ti riveda in giro!" rombò lei.
"Non avresti mai dovuto farlo, sporca sgualdrina!" la minacciò prima di alzarsi e avventarsi su di lei. La placcò al muro portando il coltello alla sua gola. Il contatto della lama contro la pelle e lo sguardo folle dell'uomo la immobilizzarono sul posto. In quel momento, i suoi occhi si velarono e si vide di nuovo in quel salotto privato alle prese di Daisuke che era sul punto di violentarla, lei si batteva, fino a quando non afferrava la cintura per stringergli il collo, lasciandolo senza vita.

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Capitolo 42
*** Capitolo Quarantadue ***


Poco dopo l'uscita di Kaori dal caffè, Ryo aveva aspettato che sparisse dal suo campo visivo prima di congedarsi a sua volta.
"Dove vai?" chiese Mick.
"Ad assicurarmi che stia bene" rispose Ryo.
Seguì quindi lo stesso percorso di Kaori. Era consapevole del fatto che lei vodesse badare a se stessa, ed era orgoglioso di vederla affrontare l'esterno senza il suo aiuto, ma non riusciva a convincerli a lasciarla vagare da sola per le strade di Shinjuku. Probabilmente non aveva nulla da temere, ma lui non voleva più lasciarla sola, sapendo che le mancavano ancora alcuni ricordi e non sapeva quando la sua memoria avrebbe deciso di abbattere l'ultima barriera.
Camminò un po' e si fermò, guardandosi intorno per scorgerla, ma niente. Era stata veloce, si disse. Senza dubbio l'avrebbe trovata alla stazione, alla ricerca di un XYZ sulla bacheca. Mentre stava per riprendere la marcia, vide Reika correre verso di lui. Roteò gli occhi al cielo chiedendosi perché il destino dovesse metterla nuovamente sulla sua strada.
"Ryo!" esclamò la donna, lievemente sfiatata.
"Quante volte dovrò dirtelo, esci dalle nostre vite" disse con calma, stanco di doverla allontanare.
"Va bene, ho capito" rispose Reika, riprendendo fiato poco a poco. "Non ho intenzione di farvi del male, a nessuno dei due. Mi arrendo, ok?"
"Non pensi che sia un po' troppo tardi? L'hai davvero ferita, non se lo meritava"
"Lo so e mi sento in colpa. Se sono venuta ieri sera, era per scusarmi con lei e dirle che non era successo niente tra di noi. Ma è chiaro che neanche lei vuole sentirmi..." confessò, tristemente.
"Cosa? L'hai vista? Dov'è?" chiese preoccupato.
Se Kaori aveva visto Reika, doveva essersi sentita furiosa. Impulsiva com'era, doveva essere fuggita presa dalla rabbia. Vedere Reika le aveva già risvegliato alcuni ricordi, rifletté Ryo. Si sentì improvvisamente colto dall'ansia, e se...?
"Reika, rispondimi!" si arrabbiò, afferrando la giovane donna per le spalle.
"Calma, Ryo, mi stai facendo male!" trasalì Reika.
"Scusa..." fece, lasciandola.
"Non sono riuscita a parlarle, quando mi ha vista è fuggita in quel vicolo" rispose, indicando la stradina.
In quell'istante, una giovane donna ne uscì correndo con le lacrime agli occhi. Ryo la intercettò.
"Ehi, piano, stai bene?"
"È...io...lei..." cercò di esprimersi la giovane, spaventata, guardandosi dietro.
"Reika, occupati di lei. Torno subito" disse Ryo, con sguardo scuro.
Ryo capì subito che Kaori aveva cercato di salvare la giovane. Gli si gelò il sangue. Non doveva succedere di nuovo, no. Si precipitò nel vicolo buio, con la pistola in mano. Quando vide Kaori alle prese con l'aggressore, il suo cuore perse un battito. L'uomo la minacciava con un coltello e lei era indifesa. Il suo sguardo era vago, inespressivo. Non si prese tempo di riflettere e si avvicinò all'uomo, attaccando la Magnum sulla sua nuca.
"Hai mezzo secondo per lasciarla!" minacciò.
L'uomo sentì la freddezza del cannone su di sé, ma non obbedì. Notando che l'uomo era refrattario e lasciandosi sopraffare da una profonda rabbia, lo afferrò per il colletto e lo strattonò indietro, facendolo cadere. Quando l'uomo cercò di riafferrare il coltello, finito non lontano da luì, Ryo si gettò su di lui e lo colpì con un violento pugno, fratturandogli la mascella.
Preso dalla frenesia, lo colpì più volte, esternando sia la sua paura di perdere Kaori ma anche la sua collera di non essere arrivato in tempo la sera in cui tutto era cambiato per lei.
Le sue nocche si arrossarono sotto i colpi, era colto da una furia cieca. Kaori uscì dal suo torpore nello stesso tempo, lasciando scorrere un flusso di lacrime sulle sue guance. Aveva appena realizzato ciò che la sua mente aveva cercato di scacciare. Aveva ucciso con le sue mani. Se le guardò come se fossero coperte di sangue e pianse ulteriormente.
"Cosa ho fatto..." sussurrò, la voce strangolata dai singhiozzi.
Quando sentì il suono della sua voce, Ryo emerse dal suo furore. Liberò improvvisamente l'uomo, sfigurato dai colpi. Lo sweeper non gli prestò ulteriore attenzione, molto più preoccupato per Kaori. Si voltò verso di lei e la vide seduta al suolo, tremante e sommersa dalle lacrime. Continuava a rispetere la stessa frase, l'espressione stravolta. Non sembrava percepire ciò che le accadeva intorno. Ryo le si avvicinò e si inginocchiò. Le posò una mano sulla spalla facendola sussultare. Lei lo guardò con occhi pieni di lacrime, e lui vi lesse tutta la sua angoscia.
"Non rimaniamo qui" disse, aiutandola ad alzarsi.
Kaori si sollevò dolorosamente, sentiva le sue gambe cedere. Ryo la tenne per la vita e la incollò a sé. Camminarono in completo silenzio. Mentre adocchiavano la strada principale, Kaori si bloccò. Era come paralizzata nel vedere i passanti.
"Faremo un'altra strada, ok?" disse Ryo, guardandola teneramente. Kaori rimase immobile. "Kaori?" la interrogò preoccupato.
"Ryo, io...non sento più le mie gambe..." rispose debolmente, senza incontrare il suo sguardo. Appena finita la frase, svenne tra le sue braccia. Dopo lo shock che aveva vissuto, non c'era da stupirsi che fosse crollata. Ryo la portò sulla schiena, quando la sentì appoggiare la testa tra le scapole e le mani sulle spalle, si rassicurò di scoprire che non era completamente incosciente. Tornarono a casa così.
Dopo aver varcato la soglia, Ryo posò con cura Kaori sul divano del salotto. Si sedette accanto a lei per un momento, carezzandole teneramente la guancia. Si alzò quindi per preparare un the. Mentre faceva bollire l'acqua, si chiese cosa l'avrebbe aspettato al risveglio di Kaori. Con quale stato d'animo sarebbe stata?
Quando l'aveva vista seduta per terra, completamente disorientata, aveva sentito un pizzicotto al cuore. Non sapeva ancora esattamente cosa ricordasse, ma era sembrata così sconvolta. Quando tornò per posare le tazze fumanti sul tavolino, la vide tornare in sé. Si sistemò accanto a lei e le diede il tempo di riprendersi.
"Come ti senti?" chiese, esitante.
"Non lo so..." soffiò, sedendosi lentamente, prendendosi la testa tra le mani.
Tutto si mischiava nella sua testa. Tutti i suoi ricordi le erano tornati come un boomerang. Ancora una volta, ripassava le immagini del suo rapimento, della droga, del tentativo di stupro e...
Trattenne un singhiozzo quando rivide il corpo senza vita di Daisuke. Guardò Ryo con orrore. Lui sapeva ciò che aveva fatto? Come aveva reagito quando l'aveva scoperto? L'avrebbe ancora voluta se avesse saputo la verità, lui che si era promesso di mantenere le sue mani pulite? E lei, come avrebbe potuto convivere con quella cosa sulla coscienza? Il suo cuore fu preso dal panico sotto quella moltitudine di domande, abbassò lo sguardo incapace di affrontare quello del suo partner. Ryo, sentendola di nuovo perdere il sangue freddo, posò una mano sulla sua sperando di riportarla a sé.
"Va tutto bene, Kaori" sussurrò. Notando che la sua partner fuggiva il suo sguardo, le si avvicinò ulteriormente, passandole un braccio dietro la schiena.
"Non è stata colpa tua..." cercò di tranquillizzarla.
Le sue parole riecheggiarono in lei. Capì quindi che Ryo lo sapeva. Lo sapeva ed era sempre lì al suo fianco. Si azzardò ad alzare gli occhi per guardarlo, senza poter impedire alle lacrime di scorrere silenziosamente lungo le sue guance.
"Lui...ha provato a...e non sapevo se tu...come ci sono arrivata, Ryo?" fece con disperazione.
Ryo strinse la presa.
"È colpa mia Kaori, se tu sapessi come me ne voglio" disse con la gola annodata. "Quando ti ho vista stesa, con tutto quel sangue addosso, sono impazzito. Pensavo di averti persa e non ho avuto più il controllo di me stesso. Mi sono lasciato trasportare dalla rabbia e ho ucciso Hansuke. Quello che hai fatto tu è diverso. Non hai ucciso, Kaori, ti sei difesa. Se non avessi avuto il coraggio di difenderti come hai fatto, saresti stata violentata e probabilmente a quest'ora saresti morta. Daisuke l'avrebbe pagata, credimi. Sarebbe morto in ogni caso. Non sei un'assassina, Kaori, sei stata una vittima. Io sono un assassino, non tu. Ecco perché non ti merito, Sugar. Non avrei mai pensato di meritarti un giorno. Tu sei così pura, così generosa...per colpa mia oggi hai perso il tuo sorriso...ma ai miei occhi sei sempre Kaori, la mia Kaori, sei la mia luce in questo mondo di oscurità. Se devi arrabbiarti con qualcuno, è con me. Non devi sentirti in colpa, se c'è qualcuno da biasimare sono io. Spero che un giorno troverai la forza di perdonarmi"
Kaori l'aveva ascoltato religiosamente e si era lasciata andare tra le sue braccia. Lui si sentiva in colpa tanto quanto lei per quello che era successo in quel salotto. Aveva sentito nella sua voce tutto il dolore che provava. Lei era la sua luce, era così che la vedeva. Era rassicurata di sapere che i suoi sentimenti non erano cambiati nonostante la sua azione.
"Ho paura, Ryo. Paura che mi vedrai diversamente, che non sarò più quella luce che illumina i tuoi giorni. Ho fatto una cosa terribile" sussurrò. Lui le posò una mano sulla guancia e la invitò ad alzare la testa.
"Kaori, tu sei ciò che ho di più prezioso. Sono io che dovrei avere paura. Come può una donna incredibile come te amare un uomo come me. Ho sempre e solo vissuto nel sangue e nella violenza. Ho ucciso un sacco di persone, non ti merito al mio fianco"
Kaori lo guardò teneramente. Lo amava dal giorno in cui l'aveva incontrato. Aveva saputo guardare oltre le apparenze e vedere l'uomo buono che era nel profondo. Aveva saputo scuoterla. Come poteva lui ignorare una cosa del genere?
"Ryo...io non ti ho mai visto come un assassino. Tu sei quello che ha fatto battere il mio cuore dal giorno in cui i nostri occhi si sono incontrati. Sei molto più puro di quanto pensi. Le tue azioni non riassumono la persona che sei, è ciò che c'è in fondo al tuo cuore a definirti. Da quando ho potuto leggere in questo cuore, non ho mai smesso di amarti" disse lei puntando il dito sul petto del suo partner.
Ryo le prese la mano e la guardò intensamente.
"Adesso capisci perché non puoi incolpare te stessa per quello che hai fatto, Kaori" disse sostenendo il suo sguardo.
Lei allargò gli occhi per la sorpresa. L'aveva spinta a capire che quello che vedeva in lui valeva anhe per lei.
"Hai sempre desiderato diventare mia partner completa, Kaori. Quando ti ho detto che eri diventata molto di più, volevo che capissi che eri una parte di me. City Hunter siamo io e te, siamo una cosa sola, Kaori. Guardati come guardi me e come io guardo te"
L'emozione travolse Kaori. Ultimamente si erano ravvicinati, ma mai erano stato così trasparenti come in quel momento. Forse non aveva rimosso tutto il senso di colpa, ma iniziava ad accettarlo.
"Grazie..." disse, gli occhi brillanti di gratitudine e amore.
Ryo le accarezzò le labbra con il pollice e si avvicinò per baciarla teneramente. Premette maggiormente le labbra contro le sue approfondì il bacio. Con l'altra mano le accarezzò delicatamente la schiena, poi si schinò su di lei facendola sdraiare sul divano. Il loro scambio divenne più ardente. Kaori lasciò che le sue mani si fondessero nei capelli di Ryo, tirando leggermente. Ryo gemette di piacere contro la sua bocca.
"Resta con me per sempre" sussurrò lui con voce calda.
Kaori fremette a quelle parole. Aveva trascorso così tanto tempo a entrare nella sua vita e nel suo cuore. Lui che era così chiuso, così misterioso, che non lasciava mai trasparire nulla per paura di mostrare la sua vulnerabilità. Era lì con lei, per lei. Era così facile aver lasciato cadere le barriere tra loro.
"Per sempre" rispose in un soffio.
Ryo afferrò di nuovo le sue labbra. Le loro bocche si socchiusero per far suonare e ballare le loro lingue. Il bacio divenne più languido e le loro mani partirono in carezze incessanti. Le passò una mano sotto la camicetta, carezzandole il ventre fino al seno che toccò con la punta delle dita, strappando un gemito di piacere alla sua compagna. Kaori non rimase ferma e lasciò i suoi capelli per far scivolare le mani lungo la schiena. I due amanti si lasciarono vincere dal desiderio che nasceva in entrambi. Il corpo di Kaori si inarcò al contatto delle mani di Ryo. Quest'ultimo slacciò uno ad uno i bottoni della sua camicetta. Kaori fece glissare le mani sotto la maglietta del suo amante, toccandogli lo stomaco con la punta delle dita. Ryo sentì il proprio corpo lasciarsi andare sotto le carezze della sua partner.
"Mi fai impazzire..." soffiò, lasciando la sua bocca prima di riprenderne possesso.
Terminato con la camicetta della giovane donna, fece scivolare l'indumento sulle sue spalle. Lasciò le sue labbra per baciarle dolcemente il collo, scese sulla spalla abbassando la bretella di un reggiseno. Sotto quell'assalto di baci infiammati, Kaori si curvò premendo maggiormente il suo corpo contro quello di Ryo. Sentì contro il basso ventre l'eccitazione del suo partner. Arrossì a quella dimostrazione.
Ryo si raddrizzò e vide Kaori turbata.
"Tutto bene?" le chiese, sentendola leggermente tesa.
Kaori scosse leggermente la testa prima di afferrare il suo collo con le mani e avvicinare il suo amante per baciarlo focosamente. Kaori si sollevò per liberarsi della camicetta diventata ingombrante, mentre Ryo si toglieva la maglietta. Lui la guardò per un momento, il suo seno che si alzava al ritmo del suo respiro ansimante. Kaori ne approfittò per far sedere Ryo e posizionarsi sulle sue cosce. Sentirla così a cavalcioni su di sé alimentò il suo desiderio per lei. Fece vagare una mano sulla parte bassa della sua schiena e l'altra si perse nei capelli fiammeggianti della giovane donna spingendola ad avvicinarsi maggiormente a lui. Stuzzicò il suo collo con la lingua, provocandole un'accelerazione nella respirazione.
"Ryo..." lo chiamò in un altro gemito.
Mentre lui si apprestava a sbottonare i pantaloni, dei colpi risuonarono contro la porta.

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Capitolo 43
*** Capitolo Quarantatrè ***


Si guardarono senza fiato, pensando entrambi di aver sognato. I colpi si fecero più reali e insistenti.
"Ryo! Per favore, apri!" disse una voce familiare.
Ryo guardò Kaori con stupore, non aspettandosi di ricevere visite.
"Dannazione, non si può mai stare tranquilli. Mi dai cinque minuti per rispedirla al suo commissariato?" disse Ryo rivolgendosi a Kaori, ancora sfiatato per il loro scambio.
"Ryo, potrebbe essere importante" mormorò Kaori.
Un barlume di delusione passò negli occhi dello sweeper quando Kaori si alzò e recuperò la camicetta per indossarla. Afferrò la maglietta di Ryo e gliela gettò in faccia, insistendo con un'occhiata perché si vestisse rapidamente. Lei si diresse alla porta, lisciandosi i vestiti con le mani e riordinando qualche ciocca. Respirò profondamente, cercando di riprendere una frequenza cardiaca più ragionevole, e aprì la porta all'ispettrice.
"Finalmente! Grazie, Kaori" esclamò Saeko, entrando precipitosamente. "Ryo, dobbiamo parlare" aggiunse seccamente. Ryo era rimasto sul divano e non degnò la loro ospite di un'occhiata. Kaori lo cercò con lo sguardo e, vedendolo imbronciato, si posizionò di fronte a lui per attirare la sua attenzione.
"Ryo!" lo chiamò, cercando di riportarlo alla ragione. Lui alzò gli occhi sentendo la tensione nella voce di Kaori, poi si voltò per affrontare Saeko.
"Saeko, se sei qui per parlarmi ancora di tua sorella, non ne vale la pena..." disse Ryo stancamente.
Saeko si raddrizzò e alzò una mano per farlo tacere, poi assunse un'aria più seria.
"Ryo, non sono qui per questo. Riguarda solo voi. Sono qui per parlarti della faccenda Nagasaki"
Ryo guardò Kaori, preoccupato.
"Come? Pensavo che la questione fosse chiusa. Hai fatto tutto il necessario, no?" chiese, la sua voce tradiva la sua inquietudine.
Il silenzio calò nel salotto.
"Tu...sei qui per arrestarmi, vero?" intervenne Kaori, improvvisamente ansiosa. Ryo guardò Saeko, con espressione imperscrutabile. Se la sua amica aveva intenzione di mettere in prigione la donna della sua vita, di certo non le avrebbe permesso di farlo. Si erano finalmente ritrovati, era impossibile che la facesse sparire di nuovo.
"Nessuno è venuto ad arrestarti, Kao" disse, fissando severamente Saeko. "Se sei venuta per questo, allora arresta anche me" aggiunse, tendendo le mani.
Saeko li guardò entrambi. Kaori guardò Ryo, commossa di vederlo a suo sostegno in quel momento.
"Ryo" sospirò.
Lui le si rivolse.
"Te l'ho detto, Sugar, non voglio più perderti" disse guardandola calorosamente prima di avvicinarsi e baciarla di nuovo.
Saeko sorrise, intenerita dallo spettacolo offerto dai suoi amici. Poi si schiarì la gola per ricordare loro della sua presenza. Kaori si separò da Ryo, imbarazzata di essersi lasciata andare davanti all'ispettrice. Si guardarono di nuovo e si avvicinarono entrambi con le mani tese in avanti. Saeko chiuse gli occhi e si portò le mani a stringere la radice del naso, non sapendo esattamente come reagire.
"Mi dispiace di spezzare il vostro sogno di ritrovarvi in una cella per due, ma non sono venuta per questo. Nessuno sarà arrestato. Il caso è definitivamente chiuso e grazie a voi due" disse, divertita. La coppia di sweeper la guardò con incredulità, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
"Non capisco, Saeko" disse Kaori disorientata.
"Allora perché tutta questa suspense? Ascolta, se non è importante, tornerai una prossima volta, io e la mia partner abbiamo del lavoro" si innervosì Ryo, prendendo l'ispettrice per il braccio e volendo ricondurla all'uscita.
Saeko si liberò e fissò Ryo.
"Ryo, dopo questo show, sicuramente non mi farai bere la storia del lavoro" lo prese in giro.
Ryo si bloccò, rendendosi conto di essersi appena rivelato davanti a lei e di non poter più nascondere la sua relazione con Kaori.
"Se non ti dispiace, come ho detto, devo parlarti...parlarvi, in realtà" riprese, mettendosi a posto una ciocca.
"Ti ascoltiamo" rispose Kaori, attenta.
"Grazie a voi, abbiamo potuto sequestrare tutta la droga e siamo riusciti a smantellare completamente la rete. Kaori, grazie a te e all'aiuto che hai dato a Mayumi, abbiamo potuto liberare tutte le giovani donne tenute prigioniere da quei mostri. Per ringraziarci, la direzione ci ha offerto una bella ricompensa di sei milioni di yen* che consegno a voi".
Ryo assunse un'aria inebetita sentendo la cifra guadagnata da quella missione. Guardò Kaori con occhi scintillanti di gioia, ma vide solo tristezza sull'espressione della sua partner.
"Kaori?" la interrogò.
"Saeko, è molto gentile e generoso, ma non possiamo accettare" disse mestamente.
"COSA?!?" esclamarono Saeko e Ryo in coro.
"Sì, non possiamo. Forse ho aiutato molte persone, ma ho anche fatto del male. Ho comunque commesso un omicidio. Per me, quel denaro è sporco per via del mio gesto. Mi dispiace" rispose.
Ryo la guardò. Era così fiero di lei. Non si era affatto sbagliato su di lei, era pura, sincera e vera. Era per tutti quei motivi che l'amava con tutto il suo essere.
Saeko abbassò lo sguardo e sorrise.
"Aspetta, Kaori, non è tutto. La ragione principale della mia presenza qui è che abbiamo dovuto procedere all'autopsia dei corpi dei due fratelli..."
Kaori si immobilizzò, aveva molta paura di ciò che avrebbero potuto riscontrare sui corpi. Ryo guardò Saeko con molto interesse, la supplicò silenziosamente di non intraprendere un percorso che avrebbe ferito di nuovo la sua partner.
"Quando il patologo ha esaminato il corpo di Daisuke, aveva inizialmente concluso che era stato strangolato a morte visti i segni sul collo..." disse l'ispettrice, guardando Kaori con comprensione.
"Lo sappiamo già, Saeko, non c'è bisogno di rigirare il coltello nella piaga" intervenne Ryo seccamente, sentendo Kaori rabbrividire per l'orrore.
"Ma continuando con più di un esame, non è stato lo strangolamento a portarlo alla morte. È stata trovata una quantità significativa di droghe nel suo organismo. Doveva essere un consumatore regolare. Apparentemente il suo cuore non ha sopportato l'ultimo eccesso. Ha avuto un attacco cardiaco, Kaori. Il suo cuore probabilmente si è fermato pochi secondi dopo che ti sei gettata su di lui. Non sei responsabile della sua morte" spiegò, osservando la reazione della giovane donna.
Ryo si voltò verso la sua partner. Sentendo quelle parole, aveva avvertito un'ondata di sollievo invaderlo.
"Io...non l'ho ucciso?" sussurrò, totalmente disorientata.
"No, Kaori, non 'hai ucciso" rispose Saeko, dando più enfasi alle sue parole. Kaori alzò gli occhi sull'ispettrice, realizzando gradualmente cosa tutto ciò significasse e si gettò tra le sue braccia emettendo qualche singhiozzo.
"Grazie" disse con voce flebile.
Saeko si irrigidì per un momento, poi ricambiò l'abbraccio, stringendo la sorellina del suo amore perduto. Incontrò lo sguardo di Ryo che annuì, ringraziandola discretamente. Tra i due vecchi amici ci fu un dialogo silenzioso. Dopo qualche minuto, Kaori si separò dall'ispettrice, che le sorrise calorosamente.
"Bene, penso sia ora di lasciarvi. Ci vediamo" disse, salutandoli con la mano.
"Ti accompagno" disse Ryo approcciandosi.
Posò un leggero bacio sulla tempia di Kaori, poi accompagnò Saeko. Lasciarono Kaori sola in casa per un momento. Kaori ricordava la scena in cui era alle prese con Daisuke mentre lo strangolava. Ricordava che in effetti lui aveva chiuso gli occhi pochi istanti dopo avergli avvolto la cintura intorno al collo. Non cercò di capirne di più e scosse la testa per pensare ad altro. Saeko l'aveva appena detto, lei non era responsabile della sua morte, era immacolata.
Nel frattempo, Ryo uscì dall'edificio con Saeko, accompagnandola alla sua auto.
"Saeko, riguardo all'autopsia..." iniziò, titubante. "Sei sicura che...?"
L'ispettrice alzò la mano per fermarlo.
"Ryo, non sono un medico legale, ho solo condiviso il rapporto che è stato steso. Per il resto, è classificato come riservato" disse, facendogli l'occhiolino. Lui posò una mano sulla sua spalla.
"Grazie Saeko"
"Non devi ringraziarmi, Ryo. Prenditi cura di lei" rispose, con un sorriso timido sulle labbra.
La macchina partì e lui l'osservò allontanarsi. Si voltò verso l'immobile e guardò la finestra del loro appartamento. Sorrise e rientrò. Una volta sulla soglia, si diresse in cucina e la vide di schiena, le mani sul piano di lavoro. Le si avvicinò dolcemente e l'avvolse tra le braccia.
"Come ti senti?" chiese.
"Strana..." soffiò lei.
Lui la fece girare per guardarla in faccia e la studiò.
"Non dirmi che sei delusa?" fece, leggermente divertito.
Kaori scosse il capo.
"No, certo che no! Mi domando solo se..."
Non riuscì a finire la frase, Ryo le posò un dito sulle labbra per zittirla.
"Hai sentito Saeko, è finita. È ora di andare avanti. E ho una piccola idea per aiutarti" disse con aria maliziosa.
"Ryo!!" rispose Kaori, falsamente offesa dall'allusione del suo partner.
"Cosa? Pensavo che potremmo uscire a mangiare qualcosa, tanto per festeggiare! A cosa pensavi, fanciulla?"
Kaori sentì le guance assumere una tonalità vermiglia, che divertì molto il suo partner. Ryo si abbassò e la baciò calorosamente sulla guancia.
"Anche quest'idea mi è passata per la testa..." soffiò nel suo orecchio. "Ma possiamo aspettare ancora un po', no?"
Kaori fremette nel sentirlo così vicino. Il suo respiro caldo addosso riaccese il suo desiderio. Quando Ryo si allontanò da lei, si lasciò scappare un gemito di frustrazione. Tese la mano, invitandola ad afferrarla, e uscirono a mangiare fuori. Lungo il tragitto, mantennero una certa distanza, lei avrebbe voluto che Ryo si comportasse come a casa. Le mancava la loro vicinanza, ma non osò farglielo notare. Da parte sua, Ryo era all'erta. Anche se era ormai a suo agio con Kaori davanti ai loro amici, non sapeva ancora come comportarsi con i loro nemici. Doveva imparare a controllare di più i suoi sentimenti per lei ora che stavano insieme, quella dimensione non doveva renderlo vulnerabile.
Arrivati al ristorante, si sedettero a un tavolino isolato. Imbarazzati per la loro nuova condizione, ciascuno si immerse nel menu. Dovettero aspettare che arrivasse la cameriera e finalmente si affrontarono di nuovo.
"Grazie per quest'uscita, Ryo" disse lei timidamente, rompendo il silenzio che si era instaurato.
"Di niente...almeno qui sono costretto a tenermi in riga" rispose lui, sostenendo il suo sguardo.
Kaori oscillò sulla sedia, leggermente turbata dal suo partner. Se fossero rimasti a casa, non c'era dubbio che il desiderio avrebbe prevalso su di loro. Ma si sentiva pronta ad andare oltre quell'ultimo passo? Internamente, ringraziò Ryo per essere così paziente con lei. Capiva perché aveva deciso di uscire. Voleva darle il tempo di decidere, le lasciava scelta. Lo guardò con molto amore e gratitudine e per una volta fu Ryo che si sentì arrossire, anche se non si notò sul suo viso.
 
 
*un po' più di 50.000€

 

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Capitolo 44
*** Capitolo Quarantaquattro ***


Il loro pranzo si svolse con qualche scambio leggero. Non riuscivano ancora a credere all'importo che Saeko aveva dato loro. Certamente avrebbero potuto respirare un po' prima di tornare in missione. Avrebbero finalmente potuto pagare un po' di affitti in anticipo e la banca non li avrebbe minacciati per molto tempo. La fine del pranzo si avvicinava e Kaori lo guardò, interrogandosi sulla loro relazione.
"Ryo, dopo questa missione, tu..." iniziò. Era tutt'altro che a suo agio sull'argomento. Probabilmente lui era abituato, doveva sentirsi meglio. Benché avesse detto che non voleva più perderla e si fosse mostrato più che intraprendente con lei, non era sicura di come comportarsi. In passato era stato così mutevole da non sapere come muoversi. Si aspettava in qualunque momento che lui si tirasse indietro. In privato, non si era trattenuto di mostrarle tutto l'amore che provava, aveva persino compiuto il passo di rivelarsi ai loro amici, eppure proprio poco prima in strada e persino nel ristorante aveva mantenuto una certa distanza.
"Kaori, non rimpiango alcuna parola di ciò che ti ho detto finora. L'unico rimpianto che ho è non avertelo detto prima. È ancora troppo presto per dirlo a tutti, se capisci cosa intendo" disse, facendole l'occhiolino, e lei capì che non si riferiva ai loro amici ma ai nemici. "Dovrai lavorare ancora un po'" aggiunse.
Kaori comprese che voleva continuare ad addestrarla in modo che potesse difendersi da sola. Mostrarsi alla luce del solo era ancora un pericolo per lei. Lui la sentiva ancora vulnerabile e voleva proteggerla.
"Le cose cambieranno, Sugar, dovremo essere più vigili"
L'arrivo della cameriera li interruppe. Ryo pagò il conto senza dimenticare di inviare un sorriso devastante alla ragazza. Kaori lo guardò severamente, sentendo la gelosia montare, ma Ryo le fece l'occhiolino.
"Fidati di me" le sussurrò. Lei comprese il suo gioco e si rassicurò. Sorrise maliziosamente e lo schiacciò sotto un martellone da 100 tonnellate. Si sporse vicino al suo volto ancora annientato.
"È di tuo interesse fare in modo che io sia pronta rapidamente se non vuoi trovarti sfigurato ad ogni uscita" gli mormorò all'orecchio.
"Ho capito!" rispose lui.
Quando lui si riprese, entrambi lasciarono il ristorante. Come al tragitto di andata, il ritorno venne effettuato mantenendo la stessa distanza. Non volevano mostrare ai loro nemici che la loro relazione era cambiata e stettero attenti a non far trasparire il minimo cambiamento. Bisticciarono come al solito.
Una volta varcata la porta dell'edificio, Kaori salì i primi gradini, Ryo rimase volontariamente dietro di lei, ammirando la figura della giovane donna. Dopo aver compiuto gli ultimi gradini che portavano al loro appartamento, Kaori non ebbe il tempo di afferrare le chiavi che Ryo l'afferrò per la vita facendola voltare e si ritrovò premuta contro la porta. Lui pressò le labbra sulle sue, si separò per lasciarle un bacio sulla guancia.
"Finalmente a casa" le sussurrò.
Lei sentì il suo cuore battere più forte e ci mise un po' a riprendersi. Ryo recuperò le chiavi della sua compagna e aprì la porta, lasciando Kaori ansimante.
"Dovrai mostrarti più reattiva, partner...non ti ruberò solo le chiavi la prossima volta" disse, malizioso. Kaori si accigliò, si era fatta di nuovo ingannare da lui. Non sapeva cosa provare. Era eccitata ma anche irritata. L'avrebbe resa pazza a quel ritmo. Anche se, in fondo, sapeva che quel gioco serviva solo a rendere l'atmosfera tra loro più leggera. Senza dubbio lui aveva percepito la sua apprensione e voleva distrarla per mitigare la sua ansia. Quando le voltò le spalle, lei gli lanciò un martello in testa da dieci tonnellate.
"Mai voltare le spalle al nemico" dichiarò orgogliosa, sfregandosi le mani.
Gli passò accanto e salì le scale verso il bagno.
"Che fai?" chiese Ryo, che si era rimesso molto rapidamente.
"Vado a fare un bagno per rilassarmi" disse, birichina.
"Ottima iniziativa. In questo caso, esco per un po', tornerò in serata"
"Certe cose non cambiano" sbottò lei, delusa dal fatto che Ryo non rimanesse.
Ryo sorrise al broncio della sua partner, salì le scale per raggiungerla. Arrivato alla sua altezza, le accarezzò la guancia con il pollice e immerse i suoi occhi color onice in quelli di lei. Kaori rabbrividì al suo tocco.
"Se resto sapendo che sei nuda nella vasca da bagno, temo di perdere il controllo, mia cara. Non ci vorrà molto, non ti preoccupare. Intendo solo fare un giro per ricordare a tutti che City Hunter è ancora vivo ed è più forte che mai" sussurrò prima di posare un dolce bacio sulle sue labbra.
Kaori lo guardò andarsene, frustrata di non essere riuscita ad approfondire ulteriormente lo scambio con lui. Andò in bagno e fece partire l'acqua calda. Una volta riempita la vasca, vi scivolò dentro e si lasciò trasportare dal profumo di vaniglia che veniva emanato. Il tardo pomeriggio prometteva di essere più leggero di quanto avesse sperato. Tutti i suoi pensieri andarono al suo partner. Era così felice di vederlo premuroso. Dopo aver visto sfilare tutte le clienti che Ryo non si era astenuto dal corteggiare, finalmente era a lei che dichiarava il suo amore. Tutti quegli anni di sofferenza nel vederlo provarci con le altre facendole credere che lei non era desiderabile. Tutte le volte in cui lei aveva dubitato del proprio fascino. Se soltanto avesse saputo. Trasportata dalla stanchezza e dai pensieri, si immerse in un dormiveglia. Quando aprì gli occhi, si sorprese di vedere attraverso la finestra che era giunta la sera. Non pensava di essersi addormentata così a lungo, ma le aveva fatto bene. Uscì dall'acqua che si era intiepidita e si avvolse in un asciugamano. Si fermò davanti allo specchio e iniziò a truccarsi leggermente. Disegnò una linea sugli occhi e vi aggiunse del mascara. Mise in risalto la carnagione con un po' di blush e applicò un rossetto chiaro sulle labbra. Si impegnò un po' di più con i capelli. Voleva sorprenderlo al suo ritorno, in modo che vedesse che potesse essere davvero femminile. Voleva che la guardasse con ancora più desiderio. Indossò un completo di lingerie in pizzo nero e quando finì di allacciare il reggiseno, la luce si spense. Non vedeva più niente. Armeggiò con la punta delle dita sul pavimento alla ricerca del suo asciugamano, e quando lo trovò vi si avvolse di nuovo.
Lentamente si mise a cercare l'interruttore e cercò di riaccendere la luce invano. Afferrò allora la maniglia e aprì la porta per scoprire che tutte le stanze erano al buio. Solo le luci della strada illuminavano l'appartamento. Ma era troppo flebile per i suoi gusti. Non sentendo alcun rumore, sospettò che Ryo non fosse ancora tornato. Rifiutandosi di aspettarlo al buio, prese il coraggio a due mani e uscì in corridoio, il suo cuore tamburellava. Appena fatti due passi, ebbe una brutta sensazione. In quel momento, ne era certa, non era sola. Ricordò tutti i consigli di Ryo e camminò lungo le pareti. Si diresse verso le scale senza fare rumore. Anche se immersa nell'oscurità, conosceva esattamente i luoghi, a forza di vivere lì e di pulire in ogni angolo. Cercò di sistemarsi in una posizione strategica per individuare meglio il suo visitatore. Proseguì dunque lungo le pareti, dirigendosi verso la porta d'ingresso. Se l'intruso non avesse trovato quello che voleva, sarebbe uscito da lì e lei avrebbe potuto beccarlo insieme alla sua pistola. Sul tragitto, lasciò cadere deliberatamente l'asciugamano, sperando che l'intruso potesse inciamparvi o scivolarvi sopra. Si accovacciò, chiuse gli occhi e si concentrò di più per provare a percepire la sua aura. Sebbene riuscisse a calmare la paura, il suo cuore non cessava di battere forte. Quando aprì gli occhi, vide la sagoma dell'intruso all'altezza delle finestre. Vedendo la sua corporatura, si trattava di un uomo e stranamente non sembrava armato.
"Non è possibile" sussurrò tra sé. "Non può essere..."
Non ne era sicura ma quella figura le era familiare. Strinse gli occhi per cercare di discernere meglio l'intruso e acuì i suoi sensi per sentire l'aura di quest'ultimo. Concluse che non c'erano dubbi sul visitatore. Prese discretamente l'asciugamano e camminò lentamente verso il suo obiettivo. Quando lui si bloccò, Kaori si fermò per un momento per paura di essere scoperta, prese l'asciugamano che gettò verso l'importuno, confondendogli i sensi, e si gettò con tutte le sue forze su di lui, facendolo cadere a terra. Gli afferrò entrambe le mani e gliele sollevò sopra la testa, serrando le gambe intorno alle sue cosce, come le aveva insegnato il suo partner.
"Ti ho preso!" fece Kaori, orgogliosa. "Allora, ti arrendi?" chiese sfacciatamente.
Con un movimento brusco, l'intruso la fece girare di schiena, sovrastandola con il suo corpo.
"È da tanto che mi sono arreso, signorina Makimura" disse lui prima di impadronirsi appassionatamente delle sue labbra. Kaori passò le dita fra i capelli del suo visitatore, tirando leggermente per separarsi dalle sue labbra.
"Non ho detto la mia ultima parola" sussurrò prima di respingerlo con veemenza, sfuggendo dalla sua presa.
Era molto eccitata dalla svolta degli eventi. Si allontanò da lui e si diresse verso le scale, salendo lentamente.
"Kaori?" domandò con preoccupazione quella voce così familiare al suo cuore.
Kaori rimase in silenzio in modo che lui non la reperisse. Una volta in cima alle scale, esitò per un momento. Camminò all'indietro, con un sorriso malizioso sul volto. Il cuore le batteva ancora più forte nel petto, ma la paura aveva lasciato il posto all'esaltazione del momento. Indietreggiò ancora e ancora, poi si imbatté contro quello che pensava fosse il muro, ma il muro era troppo mobile per i suoi gusti. Il visitatore la circondò con le sue braccia muscolose e la fece girare. Si ritrovò con il seno schiacciato contro il suo torso. Provò a dibattersi più volte, poi lui la placcò contro la parete. Sentì il suo viso avvicinarsi.
"Eppure te l'ho già detto, non ti lascerò mai più allontanare da me, Sugar" sussurrò contro il suo orecchio.
"Ryo" mormorò lei, emozionata.
Lui le afferrò di nuovo le labbra, dapprima castamente ma molto rapidamente la tensione aumentò tra i due e il bacio si fece più intenso. La bocca di lei si aprì leggermente, lasciando che la lingua accarezzasse la sua gemella. Ryo premette di più il suo corpo contro quello della sua compagna e lasciò che le mani esplorassero quel corpo che aveva a lungo desiderato. Kaori gli circolò il collo con le mani avvicinandolo di più a sé, mentre lui le sfiorava il seno con la punta delle dita scendendo a raggiungere i fianchi.
"Completo molto carino, partner..." sussurrò soavemente.
Kaori sorrise al complimento.
"Stai zitto e baciami" gli ordinò.
Lui obbedì, sollevandola per le cosce, e lei gli circondò la vita con le gambe.
"Ho davvero voglia di te..." disse lui ansimando, sentendo aumentare il desiderio mentre la baciava e la toccava.
Lei gli prese il viso tra le mani e lo baciò ardentemente. Ryo la portò nella sua stanza, senza lasciare le sue labbra un solo istante, e la posò delicatamente sul suo letto. La sovrastò con il suo corpo e Kaori ne approfittò per far scivolare le mani sotto la sua maglietta, sollevandola delicatamente. Ryo si raddrizzò per togliersi l'indumento e si premette di nuovo contro la sua compagna. La baciò lungo il collo e la sentì inarcarsi sotto di lui, emettendo un gemito di piacere. Lei gli accarezzò la schiena larga e muscolosa e seguì con le dita le cicatrici lasciate dal suo passato carico. Il suo amante non rimase fermo, abbassò delicatamente le spalline del reggiseno mentre posava una pioggia di baci lungo la strada. Poi si girò sulla schiena, portando Kaori nel suo movimento. Si ritrovò sdraiata su di lui, con le mani sul suo torso. Si raddrizzò trovandosi a cavalcioni su di lui, e avvertì il desiderio concentrarsi nel suo basso ventre. L'intimità di Ryo sembrava più che costretta nei pantaloni che Kaori decise di sbottonare lentamente, suscitando in lui la sete che aveva di lei. Lui si sollevò per incollarsi a lei e ne approfittò per sganciare il reggiseno. Quando eliminò il tessuto, lei alzò le braccia per nascondere il seno e si sentì arrossire per la timidezza. Ryo notò il suo imbarazzo e strinse il suo abbraccio.
"Non devi nasconderti, Kaori, non hai nulla da invidiare alle altre donne. E qualcuno sembra essere d'accordo con me" disse, invitandola a guardare in basso.
Kaori arrossì maggiormente vedendo il rigonfiamento tra le sue gambe.
"È vero che tu hai degli elementi di paragone..." rispose tristemente, fuggendo il suo sguardo per la vergogna.
Ryo portò una mano al suo viso e la invitò a sollevare gli occhi.
"Sono un idiota, Kaori. Quelle donne non significavano niente per me, sei sempre stata la sola e unica. Forse ho elementi di paragone in termini di sesso, ma nessuno in amore. E credimi, è completamente diverso. Sei l'unica per cui provo questo sentimento, ed è tutto nuovo per me"
Kaori sentì la gola annodarsi a quelle parole. Ryo vide i suoi occhi brillare di emozione e premette di nuovo le labbra sulle sue, facendola girare sulla schiena. Lei era rassicurata dalla sua affermazione, lui l'amava e faceva di tutto per dimostrarglielo. Le carezze ripresero più intensamente, lui fece glissare una mano verso il suo basso ventre, invitandosi sotto il sottile pizzo delle sue mutandine, accarezzando la sua intimità con la punta delle dita. Kaori sentì il suo corpo lasciarsi andare a quel contatto. Ryo si sentì invaso dallo stesso calore. La donna si mostrò un po' più audace e diede inizio a prolungate carezze fino a raggiungere i suoi pantaloni, che aprì lentamente.
Ryo tolse la mano dal suo nascondiglio per togliere i pantaloni, lasciando che Kaori sfiorasse il suo sesso che non nascondeva più la sua voglia di lei. Lei avvertì quella protuberanza contro il palmo e lo accarezzò. Ryo si deliziò per quella sensazione ed emise un gemito. La baciò più focosamente, volendo insistere di più. Quando la liberò del suo ultimo indumento, la sentì tendersi leggermente.
"Kaori, non siamo obbligati..." le sussurrò, senza fiato, gli occhi brucianti di desiderio.
Lei gli restituì lo sguardo e in risposta gli circondò il bacino con le gambe e gli ghermì il collo per approfondire il loro bacio. Lo lasciò per un istante.
"È da tanto tempo che ne ho voglia, Ryo..." fece, gli zigomi arrossati per quella confessione.
Ryo sorrise alla sua affermazione e la baciò, poi passò al suo collo e scese ulteriormente per solleticare un seno con la lingua, facendola gemere. Approfittò del momento per sbarazzarsi dei boxer. Si ritrovarono nudi, corpo contro corpo. Ryo dovette farsi violenza per non farla sua subito. Voleva prendere tempo e farle scoprire attraverso le sue carezze tutta la tenerezza e l'amore che provava per lei. Tornò al suo viso, la baciò ancora e le accarezzò la lingua con la propria mentre inseriva un dito nella sua intimità bagnata. Kaori agitò il bacino per quella deliziosa sensazione. Ryo la lasciò abituarsi all'intrusione per un momento, poi aggiunse un secondo dito, dando inizio a un via vai incessante. La giovane donna avvertì il desiderio aumentare mentre Ryo s'introduceva con le dita in lei. Fece scivolare le mani tra i suoi capelli costringendolo a guardarla e lui vide nei suoi occhi che era pronta ad accoglierlo. Tolse lentamente le dita e si spinse in lei con molta delicatezza. Non voleva spaventarla. Il suo respiro si fece più rauco, non aveva mai sentito una cosa del genere prima. Aveva sicuramente fatto sesso con molte donne, accontentandosi di soddisfare un istinto primario. Tutto era diverso con Kaori, l'amava di un amore profondo. Quando sentì che era vicino ad impadronirsi della barriera della sua intimità, si raddrizzò e la guardò intensamente.
"Io...ti amo, Kaori" dichiarò accarezzandole i capelli e baciandola dolcemente.
Con un rapido colpo di reni affondò più profondamente in lei e rimase disteso per un momento, permettendole di abituarsi al dolore.
"Ti amo, Ryo" sussurrò lei nell'incavo del suo orecchio.
Lui si sentì sopraffatto dalla felicità, proprio come lei a quella confessione, e non poté fare a meno di muoversi in lei, andando avanti e indietro inarrestabilmente, strappando a entrambi gemiti di piacere finché raggiunsero l'estasi.
Si addormentarono l'uno contro l'altra, felici di essere uniti, formando una cosa sola. Il resto della notte non fu tanto tranquilla e le loro effusioni durarono fino alle prime ore del mattino.
 
 
Con l'allenamento, sia a letto sia nel poligono di tiro, Kaori si rivelò una partner fuori dal comune. Si dimostrò più che efficace durante le missioni. I loro nemici iniziarono a temerla tanto quanto temevano Ryo, il che sollevava notevolmente quest'ultimo. La loro complicità si fece più forte e il loro amore più grande. Grande come ciò che lei custodiva nel suo ventre.
 
 
Fiiiineeee! Ridendo e scherzando (ma neanche più di tanto visto il periodo), questa storia ci ha accompagnato per diversi mesi e fa sempre un certo effetto quando si arriva all'ultimo capitolo! Ringrazio di cuore chi ha letto, seguito e apprezzato la storia, come sempre il ringraziamento più grande va a chi ha commentato, perché indubbiamente mi spronate molto a continuare con il proporre le storie belle che incontro in giro e che penso meritino di essere conosciute dal copioso fandom italiano di questo manga intramontabile!
Quindi un cuoricino va a: krys005, rosy, Kaory06081987, Stellafanel87, Fanny Jumping Sparrow, Kikka1989, Kyoko_09, Saori Chan, Alice21, giulia_88, Stekao, Morkiryan89, Giampins, klau86, sfenoide, olga86, whiterose87, Gemma83, Little Firestar84, robysaeba.
Spero vorrete continuare a seguirmi, ho altre storie belle da proporvi ^__^ a presto!!!

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