Fate.

di SimuC
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


PROLOGO.


Io Isabella Swan non sapevo come fosse potuta capitare una cosa simile.
A dir la verità anatomicamente ero perfettamente al corrente sui procedimenti che portavano simili conseguenze, ma date le mie conoscenze non avrei mai immaginato un giorno di essere costretta a preoccuparmi per due persone anziché una.
Per giunta ero sola. Erano passati all’incirca due mesi dalla sua scomparsa. Riprendersi era una prospettiva ancora troppo lontana in quel momento, eppure, se non fosse stato che quest’avvenimento gli apparteneva come il sangue alla carne, ne sarei rimasta distratta, addirittura avrei potuto cambiare vita, o meglio averne di nuovo una. Ma purtroppo il mio dolore non faceva che crescere anziché allontanarsi col tempo…ed ora non poteva che andare peggio visto che stavo per andare incontro all’ignoto.
Molte persone attendono con ansia questo momento della vita. Molte persone ricevono con gioia questa inaspettata notizia. Molte persone di solito hanno più di diciott’anni quando apprendono questa verità.
Ed è così, che io, Isabella, figlia del capo della polizia di quest’insulsa cittadina, quale Forks, sono rimasta incinta.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Capitolo 1.

Sono Bella, Bella Swan. Poco più di un’anno fa mi sono trasferita da Phoenix, dove vivevo con mia madre e il suo nuovo marito Phill, a Forks, uno sperduto paesino coperto perennemente da una coltre di nubi, per stare con mio padre, Charlie, il capo della polizia.

Dopo un periodo di ambientamento ho subito conosciuto la famiglia Cullen, il cui figlio Edward sarebbe diventato la mia fonte di vita.

I Cullen sono vampiri, si. Ho imparato ad amarli tutti, la dolce Esme, Carlisle, la mia migliore amica Alice con il suo fidanzato Jasper, Emmet e Rosalie, ed ovviamente Edward.

Edward legge nel pensiero, ma non nel mio, Alice prevede il futuro e Jasper governa gli stati d’animo. Essi sono vegetariani, per così dire, ovvero si nutrono solo di sangue animale.

Io ed Edward ci siamo innamorati subito, lui è diventata la mia vita ed io la sua.

Finchè…quel fatidico tredici settembre, il giorno del mio compleanno, ne compivo diciotto, mi tagliai con la carta dei regali e Jasper non seppe resistere.

Ne uscii incolume, ma Edward era profondamente turbato dall’avvenimento, poiché credeva che non sarei mai stata al sicuro finchè sarebbe rimasto al mio fianco.

Così, credendo di essere nel giusto, poco dopo i miei diciotto anni mi ha condotta nel bosco per farmi un discorso che sarebbe terminato col mio cuore infranto.

Disse che per il mio bene sarebbero partiti, tutti quanti, e che sarebbe stato come se lui non fosse mai esistito.

Non so perché accadde, o come riuscii a convincerlo, o se la tristezza del momento e la consapevolezza di un addio definitivo, acconsentì a far l’amore con me.

Stavamo assieme da parecchi mesi ma lui, sempre per timore di farmi del male poiché il mio sangue lo attirava più di quello di chiunque altro, si era sempre privato di ogni gratificazione fisica e aldilà del bacio ero costretta davanti ad un muro che diceva “per oggi può bastare attentare alla tua vita, abbiamo esagerato” o cose così.

Ma non quel pomeriggio, non lì nel bosco. Tutto sapeva d’addio.Fu l’esperienza più bella della mia vita, la più esaltante, ma anche la più triste.

La sera però quando mi risvegliai dal dormiveglia in cui ero caduta, ero sola. Di lui nessuna traccia, né della sua presenza. Se non fosse stato per i lividi causati dal suo tocco, seppure delicato, avrei pensato di essermi immaginata tutto.
Quando tornai a casa Charlie dormiva già e mi ricordo bene, vagai per tutta la casa in cerca di un segno del suo passaggio, ma niente. Era sparito completamente. Era come se non fosse mai esistito

Fu quel giorno che provai il dolore più grande della mia vita, più grande di James che mi spezzava una gamba, più dei lividi sulla pelle, scuri ed estesi. L’amore della mia vita mi aveva lasciata.
Avevo sognato di diventare come lui il prima possibile, una vampira che gli sarebbe stata accanto per l’eternità ma ormai quel sogno non mi apparteneva più, e lui era chissà dove, con la sua famiglia, che non avevo potuto neanche salutare. Passarono due mesi quasi, durante i quali non mi accorsi di nulla, perché ero troppo sconvolta, ero come un fantasma a cui Charlie preparava da mangiare e quasi obbligava ad andare a scuola.

Ero a pezzi. Nulla aveva più senso, e se fossi stata attenta, probabilmente l’assenza di ciclo mi avrebbe dovuta mettere in guardia. Non mi preoccupavo minimamente di questa verità perché non riuscivo a pensare chiaramente.

La nausea, poi, pensavo fosse dovuta al mio rifiuto verso la vita in generale, ora che lui non c’era più. Evidentemente mi sbagliavo.
È successo due giorni fa, che l’ho scoperto intendo.
Com’era prevedibile i miei genitori dovevano prima o poi prendere in mano la situazione, e così hanno fatto. Pur capendo il mio dolore non riuscivano a farsi una ragione del fatto che i miei disagi fisici fossero dovuti semplicemente allo shock, perciò mio padre, su consiglio di mia madre da Jacksonville, mi ha fatto prenotare delle analisi del sangue complete per capire la fonte delle nausee e degli svenimenti, come se non fosse già ovvia.

Naturalmente una settimana fa mi sono recata dal medico dell’ospedale di Forks, non il mio preferito purtroppo, Carlisle, bensì uno nuovo, ma abbastanza giovane. Facendomi le domande di routine mi sono ritrovata a dovergli dire l’ultima data del mio ciclo mestruale che corrispondeva a più di due mesi fa.

Già abbastanza turbata feci i prelievi necessari.
Ora, due giorni fa vado a ritirare personalmente i risultati e cosa ne esce? “ presenza di sostanze nel sangue che rivelano una gravidanza”. Inutile dire che dopo aver accuratamente nascosto i risultati a mio padre, sono rimasta due giorni in uno stato di shock catatonico, chiedendomi com’è possibile che ciò sia avvenuto. In effetti sono le donne vampire ad aver problemi di concepimento, e non gli uomini.
Ecco ci sono vari problemi però:
1. mio padre prima o poi lo scoprirà e non so come farò a spiegargli ciò che porto in grembo.
2. il padre mi ha lasciata
3. è un vampiro quello che ho in grembo
4. io non sono pronta a diventare madre, inoltre non so assolutamente cosa aspettarmi…
Uno solo invece è il motivo per cui andrò in fondo a questa cosa: lo amo già indiscutibilmente questo bambino e seppure sono sola me la caverò, sarà come avere Edward per sempre accanto a me.

Di Charlie mi sarei occupata mesi più in là, quando il problema sarebbe diventato evidente. La mia più grande priorità in questo momento era scoprire qualcosa sui vampiri neonati…ad esempio come fanno a nascere…stranamente però il dolore sembrava essersi assopito. Forse perché avevo un nuovo scopo nella vita che non fosse rendere felici i miei, o frequentare i miei amici per non farli soffrire o prendere bei voti per accedere al College.
No, mi sarei occupata del mio bambino, l’avrei accudito da sola, con le mie forze, l’avrei difeso, l’avrei pure nutrito se fosse stato necessario.
Un solo pensiero mi attanagliava.
Alice
Alice vedeva nel futuro…quindi mi aveva già vista? Con un pancione enorme o con un piccolo bambino bellissimo per metà vampiro in braccio?
Traduceva gli inni ogni giorno per evitare che suo fratello scoprisse che di lì a poco sarebbe stato padre o lui lo sapeva già? E se lo sapeva già conoscendolo sarebbe tornato…per prendersi le sue responsabilità…questo era davvero troppo.

Erano passati due mesi e avevo trovato un altro modo di sopravvivere. Seppure nella mia mente quella notte si formò la nitida immagine di me ed Edward felici, con in braccio un bel bimbo dalle gote rosse, avevo capito una cosa: il ritorno di Edward non potevo reggerlo.
Non fraintendetemi, era ciò che più desideravo, il suo ritorno, poterlo amare come avevo sempre fatto, tuttavia però avrei sofferto ancora e il mio bambino con me.

Sebbene il bambino avrebbe avuto molto più di lui che di me, e lo speravo davvero, capii che lo avrei sempre considerato solo mio figlio. Lui non apparteneva più alla mia vita purtroppo, non potevo cancellare il suo passaggio, ma avrei ricominciato. Toccandomi il ventre, appena pronunciato, sperai che Alice fosse troppo occupata per badare al mio futuro.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


Ringrazio tutti per le recensioni! Volevo fare dei chiarimenti: il titolo è Fate, ma in inglese ovvero destino poi volevo specificare che avremo una gravidanza diversa, un maschietto, non ho potuto utilizzare Renesmee, un Jacob diverso, perché non legato come nel vero New Moon a Bella, ma comunque lei gli piace molto, e i Cullen torneranno, ma tra un bel po’. Un bacio
SimuC


Capitolo 2.

Era domenica mattina e non avevo intenzione di dormire sino a tardi, anche perché la nausea e il mal di stomaco non me lo permettevano.
Charlie aveva la solita battuta di pesca della domenica, per cui per un po’ non mi sarei dovuta occupare delle sue domande indiscrete. ( ad asempio su dove fosse finito il mio fascicolo dell’ospedale, che avevo accuratamente bruciato.)
Mi alzai per le otto e mezzo e mi feci subito una doccia. Apparivo sempre più pallida nello specchio del bagno, e se possibile, sempre più magra.
Mi vestii semplicemente, un jeans non molto stretto, delle scarpe comode ed una maglia a maniche lunghe blu.
Il mio stomaco grugnì così mi preparai una tazza di cereali e risalii in camera al computer già acceso.
Mi recai su google e cercai:
“gravidanze vampiri”, ovviamente non potevo che affidarmi alle leggende sperando che fossero vere, come tutte quelle che avevo incontrato sinora.
Tutto ciò che vi trovai fu la storia di una certa Bathilda, un’umana che si era invaghita di un vampiro incubo. Ovviamente era rimasta incinta e descriveva la sua gravidanza come “accelerata”, ovvero nove mesi inglobati in uno.
Ma soprattutto la definiva dolorosa. Infatti parlava chiaramente del fatto che le proporzioni e la forza del bambino fossero troppo grandi per il corpo di un’umana, così dopo estenuanti sforzi in un mese una bella neonata l’aveva squarciata usando i suoi dentini e la donna era riuscita a sopravvivere solo grazie al morso del vampiro incubo che così le salvò la vita trasformandola. Le raccomandazioni più ferree erano quelle di nutrirsi di sangue durante la gravidanza per garantire la sopravvivenza ad entrambi.
Ora, c’erano svariati problemi e incognite.
Ammesso e concesso che la leggenda dicesse il vero, molte cose non quadravano.
La mia gravidanza non aveva per niente l’aria di essere accelerata, anzi mi sembrava normalissima, dato che al secondo mese a malapena mi si intravedeva la pancia e provavo i sintomi. Seppure fosse passato poco tempo, non sembrava che fossi stata condannata a provare dolore nell’avere il mio bambino, infatti mi sentivo benissimo.
Purtroppo per me poi non potevo nutrirmi di sangue poiché non avevo più una cara famiglia che me lo procurasse o che avesse delle scorte nel frigo della cucina.
Ma la cosa peggiore era che io non avessi nessuno che alla nascita del piccolo mi mordesse così da salvarmi la vita.
Accidenti. In pratica dovevo scegliere se morire o uccidere il mio bambino.
Avevo bisogno di aiuto. Pensavo di potermela cavare da sola, ma ora mi rendevo conto che non ce l’avrei mai fatta. Seppure io fossi morta chi si sarebbe preso l’impegno di badare ad un piccolo vampiro? Forse solo allora i Cullen sarebbero tornati, grazie al tempismo di Alice, ma non potevo esserne certa. Avevo bisogno di un’amico. Mike, Ben, Angela, Jessica erano da escludere almeno quanto mio padre: erano umani inconsapevoli.
Mi serviva qualcuno che sapesse la verità ma che non fosse direttamente coinvolto. Qualcuno come jacob Black.
Mentre guidavo il mio bel pick up verso La Push ripensai a Jacob.
Ci conoscevamo fin da quando eravamo poppanti, ma non mi ricordavo granchè di lui o delle sue sorelle.
L’anno precedente però Jacob aveva fatto qualcosa per cui gli sarei sempre stata grata: mi aveva svelato involontariamente che i Cullen erano vampiri, fu solo grazie a lui che potei aver chiara la situazione. Ovviamente lui credeva si trattasse di leggende e perciò non vi dava peso; sarebbe stato divertente ora spiegargli proprio che queste erano vere e chiedergli anche aiuto. Ma lui era l’unico, l’unico la cui famiglia vivesse qui da sempre e che conoscesse ogni leggenda a memoria grazie al padre Billy Black capo del consiglio Quileute. L’unico a cui forse, nonostante l’odio mai compreso per la presenza di vampiri, avrei potuto affidare il mio piccolo dopo la mia morte.
Avevo attraversato il bosco fitto e mi ero finalmente trovata dinnanzi la spiaggia di La Push, sempre poco affollata e molto agitata.
Continuando sul sentiero lasciai l’auto proprio davanti la casetta dei Black, piccola e marrone. Nessun suono sembrava provenire dall’interno.
Bella!- mi voltai colta alla sprovvista da un ragazzo, o meglio un omone, dai capelli corti e il fisico possente. Jacob Black era decisamente cresciuto, ed era diventato proprio un bel ragazzo. Indossava dei calzoncini di jeans, era senza scarpe e aveva una maglia a maniche corte scura.
Jacob! Mi hai spaventata…-dissi abbracciandolo, o almeno provandoci.
-Scusa, a casa non c’è nessuno…Billy è alla battuta di pesca con Charlie, così io sono venuto sulla spiaggia..sto aspettando degli amici.-
-Oh, bè allora forse non è il momento più adatto per..- Jacob mi rispose con un sorrisone.
-Ma figurati Bells, aspetteranno! Sono contento che tu sia venuta. Lo sai sei sempre la benvenuta. Ti va di fare un giro per la spiaggia?-
-Si certo, grazie jake.-
Prendemmo a camminare, non sapevo proprio come iniziare il discorso che mi avrebbe portata a chiedergli migliaia di favori assurdi, ma dovevo iniziare in qualche modo. Non ero sicura che rivelare il segreto dei Cullen fosse permesso, ma d’altronde Jacob conosceva tutta la storia, solo pensava fosse una leggenda.
-Allora…come stai?- chiese visibilmente imbarazzato.
-Bene…immagino saprai che i Cullen sono partiti più di due mesi fa- Parlarne mi sembrò estremamente facile, forse perché era necessario.
-Si, Billy me ne ha parlato. Charlie gli ha detto che sei stata molto male, che eri come morta per il dolore- ci sedemmo su un tronco bianco poggiato sulla sabbia, ma io non riuscivo a guardarlo negli occhi.
-Jacob ho bisogno di aiuto-
-Certo Bells, dimmi tutto, lo sai, puoi contare su di me-
Che dolce Jacob Black, per un secondo mi pentii di stargli per rivelare tutto, perché sapevo gli avrei rovinato il bel mondo di favole in cui viveva.
-Jake, ho bisogno prima di tutto che tu mi creda…c’è una cosa che sai già..i Cullen, loro lo sai bè…non sono umani…mi sembra che una volta tu abbia usato la parola Freddi.-
-Bella, erano solo leggende. Non lasciarti influenzare.-
-No! Avevi ragione…io lo so…stavo con Ed- stavo con loro…ed è vero, ma sono buoni…c’è sono vegetariani…si nutrono di sangue animale.-
Jacob non sembrò sorpreso.
-Ah Bella…avrei preferito che tu non mi credessi e lasciassi correre tutta questa faccenda.-
-Quindi tu lo sapevi per certo?- ero sconvolta.
-Si…l’ho scoperto poco tempo fa quando…bè non ha importanza quando…-sembrava non voler far trapelare qualcosa.
-Jacob ho un problema serio, prima che partisse ho chiesto ad Edward di fare l’amore con me- lo dissi assolutamente priva di pudore, tanto ormai.
-Bells sei impazzita??- si alzò di scatto.
-Jake calmati!-
- è già un miracolo che tu sia ancora viva! Ti rendi conto del rischio che hai corso?- sembrò calmarsi un poco.
-Mi fidavo di lui. Il punto è che non sapevo che le umane potessero concepire dai vampiri.- l’imbarazzo mi colpì forte.
-Sei incinta Bella??- mi guardò sgomento e livido in volto, mentre cominciava a tremare dalla rabbia.
Il mio silenzio fu la sua conferma.
-Non ci posso credere! Lo devi uccidere, è l’unico modo, ah guarda Bells le leggende non sono dalla tua stavolta! Mi dispiace, non puoi tenere il figlio del mostro, sai cosa succederà vero?-
-Si lo so. Ma non posso privarmene…io lo amo…-sembrava stupido a quel punto.
-Bella morirai…lo sai vero?-mi guardò con un po’ di tristezza, non sembrava più tanto arrabbiato.
-Non ora di certo…ci vuole ancora parecchio..ma ho bisogno di te…tu sei l’unico su cui io possa fare affidamento.-gli presi una mano, ma lui la tolse dalle mie subito.
-Non puoi chiedermelo. Io ti voglio bene Bella, ma questo va contro la mia natura…ma insomma cos’hai contro gli umani??-
-Che…che vuoi dire?- ora mi ero decisamente persa.
-Io non posso parlartene, in realtà te ne ho già parlato, ma probabilmente non ricordi. Bella, io…mi sono “risvegliato” assieme agli altri con l’arrivo dei vampiri. –
-Risvegliato? Che tenti di dirmi?-
-Accidenti…gli altri mi uccideranno…io non sono proprio umano…-
-Oh maddai Jake…c’è mi stai dicendo che nella mia vita ci deve essere sempre un chè di soprannaturale??- ero sconcertata.
- Evidentemente il tuo succhiasangue aveva ragione quando diceva che attiravi disgrazie. Bè io sono una di quelle…ho un branco…-
- Oh mio Dio…ho capito…me ne hai parlato, mi hai detto che tu e la tua famiglia discendevate dai lupi! Gesù Jacob, sei un licantropo? Tutti? Tutti voi?-
-Si Bella…per questo non posso occuparmi di te né del tuo baby sanguisuga…va contro ogni legge, la mia natura, e il mio branco. Noi combattiamo i vampiri, e se non li abbiamo attaccati finora è solo per via di un patto che sancisce la pace-
Stranamente ciò non mi turbava eccessivamente. Jacob poteva aiutarmi, era più che coinvolto nel soprannaturale. Certo questa rivelazione comportava una certa ostilità, ma voleva bene a me, se avesse voluto avrebbe potuto.
-Jacob sei l’unico amico che ho abbastanza immischiato nella vicenda da poter capire…non saprei a chi rivolgermi e da sola morirò prima di aver passato i tre mesi, lo sai-
Lui rimase in silenzio per un po’.
-A Charlie ci hai pensato?- chiese guardando una conchiglia.
-Quando sarà evidente me ne andrò.-
-Bella! Non pensi a quanto soffrirà?-
- è l’unico modo che ho per proteggerlo! Se non me ne vado verrà a sapere di tutto, credo si accorgerà che non è un neonato normale-
-E dove andrai?-
-Gli dirò che vado da un’amica a Seattle per un po’, in realtà invece resterò qui nei boschi, nella casetta abbandonata, credo sarò protetta abbastanza con i lupi nelle vicinanze- sorrisi.
-E quando non tornerai più, né ti farai più sentire, come farà Charlie? E tua madre?-
- Se la caveranno, spero almeno. Avrò portato a termine il mio scopo-
-Morire inutilmente?-
-No, cretino. Dare alla luce ciò che amo-
- E i vampiri? Come mai non sono qui? Tu hai molto da raccontarmi…perché se ne sono andati in realtà? E com—
- Ciao ragazzi.-
Tre ragazzoni ci avevo interrotto, avevano tutti capelli lunghi e non avevano la maglia.
- Ciao, Bella loro sono Quil, Embry e Sam. Lei è Bella-
- Ciao, piacere.
Gli altri risposero con un cenno del capo.
- Bè allora io…vado Jacob…semmai volessi continuare il discorso sai dove abito..Ciao.
- Ciao Bella…-
- Mi allontanai prima che gli altri parlassero e salii sul mio pick up speranzosa ma soprattutto affamata. Chissà se Charlie aveva fatto la spesa o mi sarei dovuta recare all’ospedale in cerca di un’AB positivo.
Era più o meno l’ora di pranzo quando tornai a casa.
-Papà! Scusa mi sono fermata anche da Angela e Ben dopo…- esclamai non appena entrai e appesi la giacca a vento nell’ingresso.
-Ehi Bells, sei stata a La Push, me l’ha detto Jacob quando ho riaccompagnato Billy. Sembrava turbato- era seduto al tavolo e sgranocchiava pane.
- Ah davvero? – chiesi mentre armeggiavo con piatti e forchette.
- Si…quel ragazzo deve avere una cotta per te..perchè non gli dai una chance?
- Papà per favore…lo sai che non voglio parlare di ragazzi…- cominciai ad affettare delle carote.
- Bella non puoi far finta che lui ci sia ancora…puoi rifarti una vita…e il giovane Jacob è talmente cotto di te…- ammiccò.
- Hai detto bene…il giovane Jacob, ha meno di sedici anni…non vorrei che fossi proprio tu ad arrestarmi per pedofilia…-gli sorrisi ma un po’ irritata.
- Bè comunque spero che tu non approfitti di quel povero ragazzo sapendo dell’influenza che hai su di lui.-
- Papà non lo farei mai…- o l’avevo già fatto?
Il discorso si conluse lì, sentivo un ottimo profumino provenire da quel risotto con le carote e non vedevo l’ora di assaporarlo.
Ci sedemmo a tavola e cominciai il mio piatto, peccato che il sapore non fosse buono come l’odore. Masticai il primo boccone ma aveva un sapore orribile così fui costretta a sputarlo nel lavabo, sotto gli occhi di Charlie.
- Tutto apposto Bel?- lui continuava a masticare.
- Si, solo non credevo fosse così cattivo-
- A me sembra che abbia un ottimo sapore…-
Tutt’a un tratto mi accorsi che il buon odore non proveniva dal piatto bensì da Charlie! Sentivo il profumo del suo sangue! Forse lo desideravo perché lo voleva il bambino. Mentre pensavo a quanto si dovevano sentire frustati i Cullen quando mi avevano sempre intorno, decisi che per evitare di cominciare a sbavare sarei dovuta salire.
- Scusa papà, non mi sento molto bene. Mangerò qualcosa più tardi, vado in camera mia.-
- Vuoi che chiami qualcuno?-
- No, no, non preoccuparti.- dissi mentre salivo le scale.
- Mi distesi sul mio letto e tentai di trovar sonno finchè non bussarono alle porta. Era Charlie.
- Bella, c’è qui Jacob, dice che deve parlarti. Vuoi che gli dica di passare più tardi?-
- No, fallo entrare.
- Ehi Bells, stai bene?-
Charlie lo fece passare e rischiuse la porta alle sue spalle.
Io mi alzai a sedere e lui si sedette con me sul letto.
-Scusa per prima, ma i ragazzi dovevano aggiornarmi sulle novità-
- Oh, non preoccuparti. E tu…hai aggiornato loro?- sperai che dicesse di no.
- Bè..non è stato necessario…quando ci trasformiamo sentiamo tutti i pensieri del branco…perciò si loro sanno tutto.-
- Fantastico…-
- Bella, ascolta, loro non possono permettere che tu dia alla nascita questo coso, per cui volevano infrangere il patto, ma li ho convinti a rimandare almeno finchè la cosa non sarà nata e poi a decidere se è pericolosa o meno-
- Oh bè..grazie Jacob, è un sollievo sapere che quando morirò mio figlio mi seguirà poco dopo.- - Non essere sciocca Bells. Allora dovevi raccontarmi…-
- Si bè…è cominciato tutto più di due mesi fa, il giorno del mio compleanno…Alice mi aveva organizzato una festicciola, ma un mio improvviso sanguinamento ha indotto Jasper a perdere il controllo. E così…bè mi ha attaccato-
- Accidenti Bella…potevi rimetterci le penne…-
- Già…comunque non mi feci nulla, ma Edward ritenne fosse molto più sicuro per me che loro se ne andassero per sempre e che io mi rifacessi una vita…e così provavo a fare…quando ho scoperto di essere incinta-
- Cavoli bè…hai qualche informazione?-
- Si…ho cercato su internet-
E così gli raccontai la storia di Bathilda. Jacob sembrava piuttosto terrorizzato.
- Jake il fatto è che non so dove rimediare il sangue…e poi la storia di questa donna sembra diversa dalla mia, guardami! Sono al 2 mese, quasi 3, e mi si intravede a malapena!- gli indicai la pancia.
- mmm, bè, al sangue ci penseremo…io posso cacciare e portarti qualcosa…se riesco…- all’idea inorridii. – oppure potremmo recarci all’ospedale di notte e rapinarlo-
- Non sei divertente…e come ti spieghi le altre incongruenze?-
- Bè, magari il tuo è un maschio- Jacob mi sembrò straordinariamente intelligente.
- Come?-
- Si, si sa che i maschi sono più tardivi, magari Bathilda aspettava una femmina, e quindi aveva una gravidanza accelerata-
Questa teoria mi sembrava esatta, in effetti il racconto parlava di “ una bella neonata vampira”.
- Forse hai ragione…quindi le gravidanze a seconda del sesso sarebbero diverse…-
- Si, forse…senti e come la metterai per la questione dei denti che aprono un varco??io non voglio esserci, non voglio vederti morire -
- Ci penserò al momento adatto…il punto è che non ci sarà nessun vampiro a salvarmi la vita…-
- Se lo chiami salvare quello…e comunque non si potrebbe per via del patto…- - Forse solo se tornassero…-
- E come mai potrebbero?-
- Alice vede nel futuro…mi chiedevo se non mi avesse vista…-
- Mmm…la succhiasangue femmina vede il futuro eh?- A noi ci vede?-
- Ai licantropi? Non ne ho idea, non avevo intenzione di chiederglielo-
- Capisco…senti…non si sa niente a proposito di questi strani mezzosangue?-
- No Jake. Nulla. Un’ultima cosa. Credo dovremmo sbrigarci con la faccenda del sangue…credo che il piccolo abbia fame…oggi ho sentito il profumo di Charlie…-
- …sei sicura di non avere Dracula in corpo??-
- Smettila cretino!- e gli diedi un buffetto dietro il capo.
- Ora vado Bells, alla riserva mi staranno aspettando, sono quasi il capobranco dopotutto, dopo Sam-
- D’accordo…Jacob?- lo fermai prima che si alzasse.
- Perché lo stai facendo? Aiutarmi intendo…-
- Bè…non lo so Bells…ti voglio bene e poi sei un’innocente…ed io aiuto gli innocenti…-
- ..Grazie…-
- Buonanotte…-
Dopotutto Jacob non era così male per essere un ragazzino dispettoso.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


Capitolo 3.


Erano passate due settimane dall’ultima visita di Jacob e mi sentivo alquanto vuota. Mi sentivo male innanzitutto. Avevo fame.
Fame, bè diciamo sete. Oramai non riuscivo a mangiare quasi niente, senza che il mio corpo lo rigettasse. Diciamo che facevo l’anoressica, perché per non far preoccupare Charlie mangiavo a pranzo, cena e colazione, ma poi mi recavo in bagno e buttavo tutto, o lo vomitavo senza sforzo. Da sola non potevo cercare sangue, ma dimagrivo a vista d’occhio, tranne per la pancia che cominciava a rendersi visibile. Per questo indossavo magliette appartenute a mio padre da giovane che mi arrivavano alle ginocchia.
Ero troppo stanca per alzarmi dal letto, perciò vi rimanevo quanto più possibile. Era quasi una settimana che non andavo a scuola, troppo debole.
Charlie usciva prima di me al mattino per cui non poteva sapere delle mie assenze e a tutte le telefonate della scuola rispondevo io.
Era sera ed ero riuscita già a dileguarmi da Charlie e a salire in camera per mettermi a leggere, anche se avevo la testa occupata dalla fame.
- Ohi Bella-
- Accidenti Jacob, che colpo! Ma da dove sei entrato??-
- Dalla finestra!-
Jacob era assurdo. Non si faceva vivo da due settimane ed ora si presentava sul mio letto, appena entrato dalla finestra! Mi ricordò tremendamente Edward e le sue escursioni notturne. Un forte dolore mi squarciò il petto.
- Come mai qui? Sono 2 settimane che sei sparito!-
- Bells avevo da fare cose per il branco, scusa se non ti ho più chiamata ma ci sono stati dei problemi…-
- Cioè?-
- Il piccolo Seth Clearwater si è trasformato…e questo desta sospetti dato che i vampiri se ne sono andati. Molti credono sia colpa tua-
- Mia??-
- Bè della cosa che porti in grembo…comunque non dargli peso…- a proposito come stai? Ti trovo sciupata…ma mangi?-
- No..non molto a dire il vero.-
- Bè allora è bene che abbia portato questo!- tirò fuori una busta di plastica molto piccola.
- Se hai un cheeseburger là dentro, sappi che la notizia non mi esalta…- lo guardai con disgusto.
- Macchè cheeseburger! Ho qualcosa di più disgustoso…- dalla busta tirò fuori una sacca rosso scuro.
- Sangue???-
- Si…non sai che casino per trovarlo…poi dici che non ti voglio bene!-
- Accidenti Jake grazie! Ci voleva proprio…ma come hai fatto??-
- Bè ho fatto credere con un certificato falso di aver bisogno di trasfusioni periodiche per una falsa malattia, e ora l’ospedale mi invia sacche ogni settimana a casa, non ti dico la faccia di Billy!-
- Wow…e non pretendono di fartele loro?-
- No no, sono convinti che io abbia un’infermiera. Lo sapevi che Sam è bravissimo a fare la voce da donna?- mi sorrise.
- Grazie…a tutti…-
- Basta dai, bevi sta schifezza…-
Mi avvicinai il bicchiere del bagno e vi versai il contenuto della sacca. L’idea mi inorridiva ma mi sentivo anche attratta. Mandai giù un bel sorso.
Il sapore era strano. Buono. In men che non si dica lo finii tutto e già mi sentivo meglio.
- Ehi hai ripreso colore!-
- Credo mi servisse…non ti disgusto?-
- Un po’…ma non importa…comunque anche io caccio.-
Gli sorrisi e finii tutta la sacca.
- Guarda ce n’è un’altra ma conservala per il restante weekend…te ne porterò dell’altro.-
- Senza te sarei persa…-
- Non sai quanto..ora che ne pensi se domani vai a scuola?-
- Si…hai ragione…domani ci andrò…-
- Bella? Tutto apposto? Con chi stai parlando?- una voce urlò dalle scale.
- È Charlie…meglio se vai…ah Jacob, domani pomeriggio devi accompagnarmi in un posto…-sorrisi contenta mentre lui roteava gli occhi e usciva dalla finestra. Io mi addormentai subito sazia e appagata.

La mattina dopo ero davvero in crisi. Mi svegliai presto, bevvi un po’, ma giusto un po’ di sangue per tenermi in forze e poi mi feci una doccia.
Non sapevo cosa indossare. L’unica mia alternativa era una felpa molto larga che nascondesse il gonfiore.
Mi legai i capelli e scesi da casa.
Presi il mio pick up ed arrivai più che puntualea scuola. Jessica e Angela mi videro e aspettarono che parcheggiassi.
- Ciao ragazze!- esclamai scendendo dall’auto.
- Ciao Bella, ma che fine avevi fatto?-
- Ehm ho avuto la febbre…per questo non sono venuta..ma ora sto meglio…-
- Bella si vede!- cominciò Angela – sei pallida e anche magra…-
- Sei incinta!- Jessica non aveva mai parlato sino a quel momento, ma mi guardò con sguardo accusatorio.
- Cosa?? No che dici…!-
- Si si cara mia, lo vedo! Felpa larga, viso scarno, strano comportamento. Ne sono esperta, mia madre mi fece partecipare ad uno stupido talkshow in cui bisognava riconoscere le donne incinte dalle altre…dimostrava che familiarità hai col tuo stesso sesso-
- Tu sei un po’ strana…- Angela era interdetta.
Mi guardarono poco dopo in attesa di risposta. Io guardai in alto.
- Eva bene! Si, sono incinta…- risposi infine.
- Oh mio Dio! E di chi? Di Cullen?-
- Si…bè..si-
Entrambe stavano sorridendo, temevo avrebbero fatto i salti di gioia.
- Ragazze vi prego dovete mantenere il segreto, Jessica… Mio padre non lo sa…- la guardai speranzosa che tenesse il becco chiuso.
- Oh si stà tranquilla, la tengo a bada io.- di Angela mi fidavo senz’altro di più. Per fortuna suonò la campana e potei allontanarmi senza dare altre informazioni, avevo rivelato sin troppo.
Le lezioni trascorsero in fretta, così il pomeriggio dopo aver rassicurato mio padre e aver preso i soldi che tenevo da parte per il college, tanto non mi sarebbero serviti, uscii per andar a prendere Jacob a La Push.

- Ciao Bella- mi disse Sam Uley (lo riconobbi dai capelli) quando mi vide fuori casa di Jake.
- Oh ciao Sam..volevo ringraziarvi per l’aiuto che mi state dando…davvero…so quanto è difficile per voi non…-
- No Bella…non credo tu possa saperlo…ma questo non cambia niente, non posso prometterti che dopo la nascita saremo tutti amici-
- Oh bè io..—
- Bella!-
- Jacob! Parlavo con Sam…-
- Si…dai andiamo…-
Salutammo quello con un gesto del capo e salimmo sul pick up.
- Allora…dove mi porti?-
- A Port Angeles Jake…non ho più niente da mettermi!-
- In effetti notavo questo nuovo look…ti dona… Bells ma non hai delle amiche per lo shopping? C’è ti pare che io, un lupo, possa accompagnarti a fare shopping??-
- Sei mio amico…quindi si…-
Lo sentii sbruffare prima di tornare a concentrami sulla guida. Che caro Jacob. Forse Charlie aveva ragione: aveva una cotta per me, avrei dovuto capirlo dall’anno precedente.
- Oddio Bells, quanti altri negozi intendi girare??- Jacob mi seguiva pieno di buste.
- Jake lo sai, anche io odio lo shopping, ma devo mascherare il mio piccolo Edward j. Càrlie-
- Cosa? Chi?-
- Il bambino…anzi volevo dirtelo…perché…sai te lo dovrai ricordare quando…-
- Bella, non baderò a quella cosa…-
Non gli risposi, d’altronde non potevo neanche chiederglielo. A chi mai avrei potuto chiedere un simile impegno?
- Perché Carlie?-
- È il nome di mio padre con quello di Edward, Carlisle. -
Entrammo in un altro negozio. Vidi un vestito pre-maman e decisi di provarlo mentre Jacob aspettava sul divanetto.
Il vestito era molto carino, blu scuro con le spalline e largo da sotto il seno, lungo fino al ginocchio. Uscii e feci una giravolta chiedendo a Jacob come mi stava. Lui mi guardò sorpreso e si alzò avvicinandosi.
- Sei…sei bellissima..-
Mentre assorbivo la verità delle sue parole e ne coglievo il senso si avvicinò a me e mi baciò. Dapprima soffrii enormemente e riconobbi la differenza dalle labbra fredde ad un paio bollenti, poi mi sciolsi al pensiero che finalmente avevo qualcuno, di nuovo. Anche se era un ragazzino mi stava accanto il più possibile e mi aiutava…che male c’era? Avrei potuto amare mai qualcuno più di Edward? Risposi al bacio abbracciandolo.
- Ehm Ehm…- la commessa si avvicinò, e noi ci separammo imbarazzati.
- Si…?- risposi io rossa in volta.
- Le sta davvero bene. Aveva ragione suo marito dicendo che era perfetto, e maschera anche bene la presenza della pancia…a che mese è? –
- Oh al 3..- Jacob rispose per me.
- Che gioia vedere un papà così interessato…mia sorella ha dovuto affrontare la gravidanza sola…!-
- Oh bè lui..lui non è mio f…-Jacob si bloccò, troppo accaldato per continuare.
- Scusatemi, ho esagerato. Allora lo prende?-chiese gentilmente la ragazza.
- Si…si lo prendo-
Presi il vestito ed uscii con Jacob, lo shopping era finito. Appena in auto Jacob mi prese la mano.
- Scusami…-
- Per cosa?-
- Per il bacio…so che magari è troppo presto.. non so cosa mi sia preso…io…-
- Tranquillo Jake…non c’è problema…tu mi piaci-
- Davvero Bells??-
- Bè si…certo non sarà mai come…ma mi sei stato vicino ed io…non dimentico-
- Bella hai presente ciò che ha detto la commessa su “nostro” figlio?-
- Si..-
- Bè vorrei avesse ragione-
Mi voltai verso la strada e non fiatammo per tutto il tragitto, una lacrima silenziosa solcava le mie guance quella sera.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***


Capitolo 4.


Le settimane trascorsero tranquille e così anche i mesi. Arrivai al quinto mese che Jacob continuava a portarmi il sangue di nascosto, ma ero diventata enorme. Non era certo una pancia da quinto mese. Jake sosteneva che avrei partorito di lì a pochi giorni. In effetti Charlie doveva essere proprio un credulone a pensare che fossi solo ingrassata.
Così una settimana prima avevo fatto la litigata con papà perché mi lasciasse andare dalla mia amica a Seattle e lui invece si era rivelato un’osservatore più acuto di me.
- Senti Bella posso capire che vuoi cambiare aria…ma ora ti sembra giusto?-
- Che intendi dire?-
- Bè…ho notato che tu e Jacob non siete solo amici…ti sembra carino da parte tua sparire proprio ora?- mio padre non sapeva di certo che Jake e i lupi mi sarebbero stati accanto nella casetta nel bosco.
- Stà tranquillo papà…con Jacob abbiamo chiarito e parlato-
- Come vuoi…non voglio immischiarmi…dimmi solo una cosa Bells…lo ami davvero o hai solo trovato un rimpiazzo?-
- Io…non lo so…- per la prima volta mio padre seppe far chiarezza, certo lo sapevo che non avrei mai amato nessuno come Edward, ma non avevo la forza di ammettere a me stessa che Jacob era un surrogato.
- Bè…riflettici prima di farlo soffrire…i Black sono come di famiglia…ora…vai pure a Seattle se vuoi…io me la caverò.-
Il bambino mi tirò un calcio fortissimo che sicuramente mi avrebbe lasciato un’ematoma, come spesso succedeva; dopotutto era per metà un vampiro perciò fortissimo. Andai in camera. Così dopo quella settimana mi ero trasferita nella casetta nel bosco rimessa in sesto da Emily, la ragazza di Sam, solo per me.
Era piccola ma accogliente ed era nel confine Quileute, perciò abbastanza lontana da Forks. Jake si era praticamente traferito da me e mi portava sangue ma anche cibo umano, che ormai riuscivo ad ingerire abbastanza bene.
Quella sera eravamo davanti al camino della casetta, io con la mia tazza di sangue e lui con la sua cioccolata, ero in vestaglia e lui mezzo nudo come al solito
. - Allora Bells…mancheranno pochi giorni…-
- Già..ti confido che sono spaventata-
- Ci credo…Bella che piano hai?-
- Nessuno…per questo sono spaventata…non ho alcun piano…non so come farà a sopravvivere-
- Io vorrei Bella…per te…ma non posso…quella cosa potrebbe mordermi…sai che effetto ha su di noi? Ci uccide credo-
- Tranquillo Jake, Bathilda diceva che sua figlia non fosse velenosa-
- Ah…mi tranquillizza un sacco…-mi guardò con umorismo. – ed io? Come farò a sopravvivere senza di te?-
- Ce la farai…sei forte…e anche io…magari…quando sarà nato fammi portare subito da un medico e fammi ricucire…-
- Si mi immagino la sua faccia…- ridemmo per un po’.
- Jacob…se invece non sopravvivo, devi fare una cosa per me-
- Dimmi-
- Devi trovare i Cullen-
- Bella non puoi chiedermi una cosa simile…- si spostò.
- Non capisci? Tu sei l’unico che può trovarli….digli la verità e…consegnagli il piccolo…-
una lacrima mi solcò il viso. - D’accordo Bella…non so come farò ma lo farò-
- Grazie…sei il mio migliore amico…-
- È tutto qui quindi?-
- Si..credo che tu l’abbia sempre saputo…- gli sorrisi debolmente.
- Già lo sapevo…ma mi va bene così…l’ho capito…piacerti non è abbastanza…non potrò mai competere col succhiasangue…anche tu sei la mia migliore amica Bells…e poi hai un demone in corpo…per me non è possibile avvicinarmi più di tanto-
Jacob era così…riusciva sempre a farmi tornare il sorriso. Ed accettava tutto. Jacob mi piaceva ma non ne ero innamorata e lui lo sapeva, l’aveva capito. Tra l’altro era pressoché inutile considerato che stavo per morire.

Ovviamente ero sparita per quanto ne sapeva Forks. I Quileute erano tutti molto gentili con me, fin troppo.
Passarono all’incirca due giorni dalla chiacchierata con Jacob, eravamo andati con tutto il gruppo del branco a La Push, sulla spiaggia, era sera per cui credo intendessero fare un falò. Grossa com’ero avevo bisogno dell’aiuto di Jacob, che trasformato mi portava in groppa. Era davvero molto grosso e morbido, il pelo era rossiccio e aveva un grande musone. Mi lasciò solo quando fummo arrivati vicino al bagnoasciuga, mentre gli altri, Sam, Embry, Emily, Quil, Seth sedevano e sistemavano la legna.
Dun tratto sentii un forte dolore al ventre e vi poggiai la mano, Emily se ne accorse.
-Bella stai bene?- si avvicinò con apprensione.
- S si…era solo un crampo- mi rialzai in posizione eretta.
- Ehi Bella,goccioli- mi fece notare Sam indicandomi.
In effetti mi sentivo bagnata. In realtà acqua mi scendeva lungo le caviglie.
- J..Jake! Jake, mi si sono rotte le acque!- subito tre ragazzi mi afferrarono da dietro mentre mi contorcevo dal dolore.
- Fatemi stendere, fatemi stendere!- gridai in preda agli attachi che sentivo al ventre. Mi ritrovai con la schiena sulla sabbia e sentivo una miriadi di voci mentre tentavo di respirare.
- Chiama un medico, sbrigati Jacob!- fu Quil credo.
- No, no, no, Jacob lo sai, no!- lo sovrastai. –Vieni qui- lo supplicai.
- Bella che devo fare, ti prego dimmelo!- nella voce aveva la disperazione.
- Jacob, strappa qui- gli indicai il vestito. – Jake Jake, quando esce, prendilo…prendilo ti prego…e chiama Edward…ti prego Jacob, chiama i Cullen- le lacrime ormai sgorgarono mentre mi sentivo lacerare.
Notai gocce d’acqua sul mio viso…lacrime?
Un forte urlo mi squarciò i polmoni quando sentii la pelle tagliarsi. Il bambino mi stava mordendo per uscire. Dun tratto mi sentii libera dal peso che mi aveva ingombrata per mesi ma subito tornò un dolore enorme, poi chiusi gli occhi, mentre sentivo qualcuno chiamarlo “ EJ” e prenderlo tra le braccia. L’urlo che lanciò Jacob e gli ululati mi ridestarono per due secondi, ma non provai ad aprire gli occhi, il sangue mi avvolgeva completamente.
- No! Bella no! Presto! Prendete la macchina! Che fate lì impalati! Sbrigatevi! Portiamola all’ospedale!- Jake era impazzito urlava come un forsennato, dagli altri silenzio.
- Jacob…fratello…è morta…è inutile…- non seppi riconoscerne la voce, ma fu l’ultima cosa che sentii, e fu la conferma, ero o stavo per morire.




In realtà pensavo di essere morta. Dovevo essere morta. Eppure sentivo il battito del cuore, fortissimo, come mai era stato, provai a seguirlo per aprire gli occhi ma non mi trovavo, volevo parlare, dire a chiunque avesse parlato che ero viva, ancora, ma non trovavo la lingua. Per un secondo non ci fu nulla per me, il vuoto, e pensai che se questo era ciò che mi aspettava dopo la morte avrei ringraziato, ma due secondi dopo ci furono solo fiamme

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