Ciao, papà!

di _J_HUN_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO: JUNG SU E LA SUA VITA ***
Capitolo 2: *** 01: ATTENTATO ***
Capitolo 3: *** 03: HEY TU ***
Capitolo 4: *** 04 ***
Capitolo 5: *** 05 ***
Capitolo 6: *** 06: _QUANDO VUOI VOLARE ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO: JUNG SU E LA SUA VITA ***


Capitolo 2

 

☀︎__Jung Su e la sua vita__☀︎

 

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Era una giornata molto faticosa, nonostante quello dovesse essere un giorno di riposo. Era pomeriggio tardi e i ragazzi erano dietro la porta di casa di Maya. Jung Su era seduto al tavolo della cucina ed era impegnato a svolgere esercizi di matematica molto difficili.  Aveva i capelli raccolti in un codino, indossava una maglietta a maniche corte e un semplice pantalone sportivo.

— Vado io! — lo avvertì sua madre avendo appena udito il suono del campanello. 

— Ciao ragazzi! — salutò amichevolmente dopo aver aperto la porta rimanendo comodamente impalato lì avanti. Li invitò ad entrare scrutandoli uno ad uno notando con enorme sorpresa che ci fosse anche Yoongi. 

— Ciao Jung Su! — lo salutò NamJoon non appena lo vide.

— Ciao ragazzi... sto un attimo finendo matematica — rispose Jung Su lasciando lo sguardo fisso sul quaderno. La prima domanda che venne in mente a Yoongi, la quale riuscì a pronunciare con difficoltà, fu proprio "che scuola fai?". Una domanda che nessuno immaginava di sentire uscire proprio dalla sua bocca. 

— Scientifico — aveva risposto il più piccolo non degnandolo nemmeno di uno sguardo —Scientifico?! — Jin ne rimase basito — Ah! Ci va mio cugino! — Jimin osservò il ragazzo sospirare rumorosamente. 

— Ho finito.

 Annunciò Jung Su esausto.

— Metti i libri a posto — ordinò Maya invece — Sì mamma, sì — rispose, e come una saetta salì e scese le scale. Ora la serata poteva iniziare —Allora, come ti trovi a scuola e qui in Corea? — domandò Namjoon provando a ottenere più informazioni possibili su di lui.

— Domani inizierò la scuola, quelli erano semplicemente degli esercizi di riscaldamento — aveva risposto Jung Su rivolgendo uno sguardo tagliente e superficiale, esattamente com'era solito fare quando si sentiva toppo osservato. 

— Perché proprio scientifico? — chiese Yoongi tentando in ogni modo di non risultare silenzioso e inutile come al solito — È molto bravo in matematica — aveva risposto Maya senza peli sulla lingua. Jung Su, vedendo lo sguardo della madre perso nel nulla, decise di accendere lo stereo della musica per rallegrarla un po'. Era appena partita Just Right dei GOT7. Si avvicinò alla madre portando un braccio sulla sua spalla e iniziò a cantare in modo buffo provando a farla sorridere in ogni modo possibile. 

Maya, seguita ovviamente dagli altri, iniziò a ridere rumorosamente. Yoongi, che non aveva alcuna forza da poter utilizzare per ridere, si limitò semplicemente a osservare con attenzione il comportamento di quel ragazzino: così allegro e spensierato.

—Forza, anche voi siete troppo spenti. BE HAPPYYYY! —il ragazzo afferrò prima la mano di Yoongi e poi quella di Jin iniziando nuovamente a cantare.

A quel contatto, Yoongi, rimase incantato.

Non sapeva chi era lui, e non voleva nemmeno che lo sapesse però si stava divertendo. Ridere, scherzare e vedere anche i suoi amici ballare in modo strano accanto a lui. Jung Su stava avendo il potere di farli divertire e di farlo divertire. Un rimorso così grazioso da non essere più tale, solo per un singolo attimo. Ecco cos'era Jung Su.

Questo era ciò che c'era nella sua mente dopo due giorni di sottomissione.

 

La serata finì abbastanza tranquillamente, Jung Su aveva fatto simpatia a tutti e con la madre sembrava essere una cosa sola. Quasi Yoongi invidiava quel tipo di rapporto, perché non lo aveva mai provato. Era sempre andato contro il mondo fin da giovane, senza badare ai suoi sogni. 

 

Aveva notato però una stranezza negli occhi del ragazzino: aveva notato che Jung Su parlasse a raffica per una frazione di secondi o minuti, poi si perdeva a fissare un punto avanti a sé non ben definito o il centro suo piatto vuoto.

Ma non gli diede molto peso. Il primo a ritirarsi dalla 'cena' fu Jung Su stesso.

—Buonanotte a tutti, buonanotte mamma.

—Buonanotte Jung Su.

I ragazzi lo salutarono, compreso Yoongi.

—Buonanotte amore!

Sua madre gli diede un bacio in guancia, poi il ragazzo si diresse verso camera sua, per dormire. E da quel momento si poteva aprire un discorso serio, uno di quei tanti discorsi che Jung Su non poteva sentire. 

 

—Pensavo non avessi più questo tuo autocontrollo —Maya iniziò rivolgendosi a Yoongi.

— Ma come hai passato tutto questo tempo? —NamJoon riempì lo spazio vuoto.

—Semplicemente vivendo.

Maya arrivò al punto: avev sostenuto tutto quel 'peso' da sola.

— Ma non importa, sono tornata qua solo per sua volontà. — Sua volontà? — domandò Taehyung che era rimasto in silenzio ad osservare. 

—Jung Su, non è quel tipo di persona che dimostra di essere.

La voce di Maya schiarì negativi pensieri.

— In che senso? 

Chiese Yoongi.

— Scoprilo da solo, tutto quello che ha dentro

Era stata abbastanza chiara: doveva sapere lui se gli interessava davvero come si sentiva Jung Su.

— Va bene, Maya. Hai ragione, ho sbagliato... ma non complicare la situazione.

— Ed una volta che ammetti di aver sbagliato, pretendi che le cose si aggiustino? Jung Su ha quasi quindici anni, noi andiamo sui trenta e la sua vita ha un lato oscuro che nemmeno la sua psicologa riesce a vedere.

La verità era che Yoongi si sentiva veramente dispiaciuto per quello che era successo e quello non era nemmeno un assaggio di come si sentiva dispiaciuto per loro.

—Stiamo provando ad avvicinarlo a noi.

Disse NamJoon rivolgendosi a Jin.

-Ad instaurare un buon rapporto magari...

Intervenne Jimin.

—Ah, non sarà facile. Ma una volta riusciti, quando scoprirà chi è Yoongi, cosa pensate possa fare?

—Noi resteremo nella nostra posizione da amici... Yoongi non so.

Rispose NamJoon.

— Il punto è un altro: Io sono tornata in Corea per realizzare il suo sogno... io non cercavo Yoongi. Questo riavvicinamento cosa  significa?

—Yoongi è dispiaciuto.

Intervenne Jin.

—Poi?

—... Non posso tentare di mettere le cose a posto?

Domandò Yoongi all'improvviso.

—Veditela tu, ma ti dirò una cosa.

La donna afferrò per il colletto della camicia il moro.

—Se dovessi vederlo piangere per mano tua... non la passerai liscia.

—Non mi pare di essere stato così cattivo, se tu sapessi tutto il resto della vita che non hai vissuto eh

Disse Yoongi leggermente infastidito. Il ragazzo venne rimproverato dallo sguardo dei suoi sei compagni. Conveniva più a lui di non divulgare il discorso.

—Lui cosa sa di suo padre?

Domandò Taehyung a Maya.

—Chiedetelo a lui.  — Va bene Maya... capisco che tu sia molto arrabbiata, o meglio... delusa, e ci dispiace tanto. — aveva detto NamJoon tanto per infierire maggiormente —Per favore, potete tornare a casa vostra? — Va bene... scusaci.

I ragazzi la salutarono e poi tornarono a casa loro lasciando Maya dispersa tra i suoi pensieri.

 

"Yoongi, una sola mossa errata con mio figlio, e tu vivo da questa casa non ci esci."

 

Jung Su era nella sua stanza, ma non stava riuscendo a dormire quella sera. Aveva lo sguardo ed il pensiero disperso: si sentiva assolutamente fuori luogo senza una ragione ben precisa. L'indomani avrebbe iniziato la scuola, ma quella non era semplice ansia provocata da una sciocchezza simile, era un vero e proprio complesso su sé stesso.

Si lasciò trascinare dalla oscurità addormentandosi così  in tarda notte.

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Capitolo 2
*** 01: ATTENTATO ***


Capitolo 1

 

☀︎____Attentato____☀︎

 

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𝗠𝗶𝗻 𝗬𝗼𝗼𝗻𝗴𝗶, 𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝘂𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗦𝘂𝗴𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝗕𝗧𝗦, 𝗲𝗿𝗮 𝗹'𝘂𝗻𝗶𝗰𝗼 𝘂𝗼𝗺𝗼 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗮 𝗶𝗻 𝗴𝗿𝗮𝗱𝗼 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗺𝗮𝗻𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗺𝗽𝗮𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗮𝘃𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼. 𝗡𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗲 𝗻𝗲𝘀𝘀𝘂𝗻𝗼 𝗲𝗿𝗮 𝗺𝗮𝗶 𝗿𝗶𝘂𝘀𝗰𝗶𝘁𝗼 𝗮 𝗿𝗶𝗱𝘂𝗿𝗹𝗼 𝗶𝗻 𝗯𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲𝗹𝗹𝗶, 𝗹𝘂𝗶 𝗿𝗶𝘂𝘀𝗰𝗶𝘃𝗮 𝗮 𝘃𝗲𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗮𝘃𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗻𝗼𝗻𝗼𝘀𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗶𝗹 𝘀𝘂𝗼 𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗼 𝗲 𝘀𝗲𝗴𝗿𝗲𝘁𝗼 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗼. 𝗟𝗮 𝘃𝗲𝗿𝗶𝘁à 𝗲𝗿𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗲𝗿𝗿𝗼𝗿𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗲 𝗻𝗲 𝗳𝗮𝗰𝗲𝘃𝗮 𝗽𝗶ù 𝗻𝘂𝗹𝗹𝗮 𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗱𝗼𝘃𝗲𝘀𝘀𝗲 𝘀𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗹𝗮 𝗱𝗶 𝗴𝗶𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗻𝘁𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗮𝗹𝗶𝗻𝗰𝗼𝗻𝗶𝗮, 𝗲𝗿𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗲𝗿𝗮  𝗱𝗶𝘃𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗰𝗼𝘀ì. 𝗠𝗮, 𝗰𝗼𝘀ì 𝗰𝗼𝗺𝗲? 𝗕𝗲𝗵, 𝘀𝗲 𝗰'𝗲𝗿𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝘀𝗮𝗽𝗲𝘃𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗬𝗼𝗼𝗻𝗴𝗶, 𝗲𝗿𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗲𝗱𝗲𝘃𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝗳𝗼𝗿𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝘃𝗼𝗹𝗼𝗻𝘁à 𝗻𝗲𝗹 𝘃𝗼𝗹𝗲𝗿 𝗳𝗮𝗿𝗲 𝗰𝗶ò 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗺𝗮. 𝗘 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶𝗿𝗹𝗼? 𝗗𝗼𝗽𝗼 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗲 𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶𝘀𝘀𝗶𝗺𝗶 𝘀𝗮𝗰𝗿𝗶𝗳𝗶𝗰𝗶 𝗲𝗿𝗮 𝗮𝗿𝗿𝗶𝘃𝗮𝘁𝗼 𝗹ì, 𝗶𝗻 𝗰𝗶𝗺𝗮 𝗮𝗹 𝗽𝗶𝗲𝗱𝗶𝘀𝘁𝗮𝗹𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝗰𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗱𝗮 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝘀𝗼𝗴𝗻𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗲𝗱𝗲𝗿𝗲. 𝗟𝘂𝗶 𝗲𝗿𝗮 𝗹ì, 𝗮𝗹 𝗰𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝗹 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝘀𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼, 𝗲 𝗮𝘁𝘁𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗮 𝘀é 𝗮𝘃𝗲𝘃𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗶𝗹 𝗽𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗶 𝘀𝘂𝗼𝗶 𝘀𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝘁𝗶. 𝗡𝗼𝗻 𝗮𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗻𝗶𝗲𝗻𝘁'𝗮𝗹𝘁𝗿𝗼 𝘀𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼, 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲𝘃𝗼𝗹𝗲 𝗲 𝗶𝗻𝗱𝗶𝘀𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗮𝗿𝘁𝗲. 𝗔𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗺𝘂𝘀𝗶𝗰𝗮.

 

𝗠𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗿𝗶𝘀𝗲𝗿𝘃𝗮 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗶𝗻𝗮𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗮𝘁𝗶, 𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗮𝗰𝗰𝗮𝗱𝗲 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗼 𝗽𝗼𝗶 𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶, 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗬𝗼𝗼𝗻𝗴𝗶 𝘂𝗻 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝘃𝗲𝗻𝗻𝗲 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗲𝗿𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗹𝗲𝗺𝗶𝗘 𝗳𝘂 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗶𝗻 𝗾𝘂𝗲𝗹 𝗱𝗮𝗻𝗻𝗮𝘁𝗼 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗹 𝘀𝘂𝗼 𝗽𝗶𝗹𝗮𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝗰𝗲 si distrusse 𝗶𝗻 𝗺𝗶𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗲𝘇𝘇𝗶 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗶 𝗽𝗶𝗲𝗱𝗶 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗿𝗮𝗴𝗮𝘇𝘇𝗶𝗻𝗼- 𝘂𝗻 𝗿𝗮𝗴𝗮𝘇𝘇𝗶𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲 𝘀𝘁𝗲𝗻𝘁𝗮𝘃𝗮 𝗮 𝗰𝗿𝗲𝗱𝗲𝗿𝗻𝗲 𝗹'𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮.

 

Ma, come sono andate le cose? 

Quel giorno Jimin e Jungkook avevano qualcosa in comunque e no, non si parlava per nulla della loro parte gay repressa bensì di un'espressione turbata stampata in volto. Ma a Yoongi cosa poteva importare? D'altronde a lui, come ben specificato precedentemente, interessava solo vivere la sua vita esattamente come stava facendo, non gli interessava dare peso alle stupide espressioni facciali dei suoi compagni. Così, come previsto dai due, ignorò l'atmosfera interrogativa camminando con nonchalance lungo il corridoio alla ricerca della sala prove. La sensazione di essere tagliato fuori da qualcosa che lo stesse al tempo stesso integrando appieno crebbe maggiormente una volta aver raggiunto gli altri quattro compagni mancanti.

— Hanno terminato le audizioni... — iniziò NamJoon, il leader. Eppure Yoongi aveva capito che quello non sarebbe stato un giorno come un altro. L'aveva capito dallo sguardo degli altri ragazzi.

— ...E hanno preso un ragazzo, di quasi quindici anni —

Quindi? Cosa doveva trovarci di strano? Avevano preso un ragazzino alle audizioni, cosa doveva importargli?  A maggior ragione  se quel ragazzo dovesse compiere quindici anni era ancora abbastanza piccolo per essere modellato. 

Maya è tornata. 

Disse poi Jungkook.

Ecco, quella era stata la frase a svegliarlo da una meravigliosa favola. La frase che gli fece bloccare il respiro, come poteva Maya essere tornata? Pensava di non essere più costretto a sentire quel dannato nome- lo stesso nome che l'aveva ormai tormentato per anni e che lo avevano ridotto a essere un lascivo, psicopatico e apatico uomo. 

— Le abbiamo parlato. — continuò Jin rivolgendo lo sguardo al freddo e bianco pavimento trovandolo improvvisamente interessante. 

— Il ragazzino... mh — bofonchiò Namjoon—  Il ragazzino? — domandò Yoongi ormai ansioso di conoscere il seguito di quella dannata frase. Il ragazzo cosa? Chi era quel ragazzo? Dopo aver udito quel dannato nome era come se fosse tornato per un attimo adolescente. Come se ora il suo grande mondo pieno di pace e serenità stesse iniziando a sgretolarsi. 

— È suo figlio.

Ecco, lo sapeva. Non aveva più bisogno di sentire altro, conosceva perfettamente il seguito. Esatto, Yoongi conosceva il seguito di quel discorso, ma, non poteva assolutamente accettarlo- non ora, non adesso che era arrivato all'apice del suo successo, non ora che stava vivendo appieno la sua vita d'artista. 

È suo figlio e... anche tuo — che Namjoon stesse infierendo sempre più evidenziando l'ovvio della situazione rendendo più nitidi i ricordi sbiaditi di Yoongi era normale. D'altronde il rancore che tutti provavano nei riguardi del rapper- nonché compositore- era dovuto a quella storia passata. 

— Yoongi, cosa farai? 

Domandò poi Namjoon apprendendo un'espressione ancora più seria.

Che domanda idiota. Cosa avrebbe dovuto fare? Non c'era niente da fare. 

— C'è veramente qualcosa da fare? 

Rispose Jin guardando il rapper dritto negli occhi: quella forse era l'unica cosa gentile che gli fosse balenata in mente in quel momento. 

— Sappiamo che è un bravo ragazzo, sveglio e molto furbo. Può essere qui perché Maya potrebbe avergli parlato di te... —quella era la teoria filosofica di Kim Namjoon, sempre pronto a rassicurarlo e a rendergli le cose più semplici. 

— Non c'è niente che possa fare, e lo sai 

Controbatté Yoongi cercando di far presente a tutti che la discussione non doveva continuare a crescere in quel corridoio. 

— Dicevi così anche anni fa, quando era incinta — disse NamJoon riuscendo momentaneamente a pietrificarlo. Ecco, l'aveva colto in pieno, la verità era sempre stata letale a un tipo come lui. 

— Adesso però è più difficile di prima. Non ho idea di cosa fare, questa  situazione è tornata e ora mi sembra ancora più paurosa. Okay? 

Se la sua giornata non stesse sprofondando in quel modo, con quelle semplici frasi che lo stavano leggermente scalfendo, cosa avrebbe potuto farlo? Forse il peggio doveva ancora arrivare e quelle erano solo barzellette, semplici frasi che potevano tornargli utili per il domani.

Ma... da quel momento?

Cosa avrebbe dovuto fare?

Non lo sapeva, non ne aveva la minima idea. Era troppo difficile, perché doveva saperlo ora? Prima di entrare in sala prove? Ormai aveva un pensiero fisso in testa del quale non riusciva a liberarsi. un pensiero che riuscì solo a contrargli i muscoli del corpo facendolo allenare non solo in modo sbagliato, ma anche di malumore.

 

☀︎____ Dopo le prove pomeridiane ____☀︎

 

Cercava e ricercava, nonostante fosse esausto per via delle dure prove. Cercava, stava disperatamente cercando quel dannato numero che aveva accuratamente e gelosamente conservato per quel fatidico giorno.  Doveva per forza averlo e doveva per forza essere ancora quello, cercava quel numero, il numero di telefono di Maya che non poteva aver perso. Lo doveva ammettere però, sentire quel nome non l'aveva scombussolato poi così tanto, l'unica cosa che lo preoccupava era ciò che potesse uscire dalla bocca di quella donna. Se solo avesse voluto, avrebbe raccontato tutto alla Big Hit e la notizia di avere avuto un figlio un paio di anni prima non lo avrebbe messo sicuramente in buona luce. Era così. 

Nella foga di ritrovare quel numero- aprendo agenda dopo agenda- sentì una tasca del suo pantalone vibrare: era arrivato un messaggio. Tirò fuori il telefono inserendo il codice di sblocco. 

 

"Yoongi, oggi abbiamo incontrato il ragazzino." 

 

Era il gruppo con i ragazzi. 

 

"È bellissimo." 

 

Commentò Jin, suscitando in Yoongi una sensazione simile alla nausea. Non poteva che fargli un effetto come quello, era come un incubo. 

 

"Non gettate benzina sul fuoco..." 

 

Scrisse come semplice risposta. Ma d'altronde comprendeva bene il loro punto di vista, ciò che aveva fatto non era stato carino, ma loro non sapevano. Esatto, loro non sapevano tutta la verità ed essere trattato in quel modo- come se quasi meritasse di sentirsi male- non era affatto giusto secondo lui. 

La sua vita stava precipitando oppure stava semplicemente cambiando? Non riusciva a trovare risposta. Tutto era successo in così poco tempo- quello era un passato che non immaginava di ritrovarsi avanti. E alla fine, vinto dalla paura, dall'ansia, dalla nausea e dalla stanchezza, si rassegnò ad aver perso il numero. Quel numero che aveva custodito con rimpianto e con dolore. 

 

Il giorno dopo, durante un'esibizione, Yoongi ebbe modo di vedere per la prima volta il ragazzino di cui tanto gli avevano parlato.  Alto, magro, con capelli lisci e occhi grandi  e a taglio. I suoi compagni avevano avuto sicuramente ragione: era davvero un bel ragazzo. Ma d'altronde, con un padre come lui, cosa sarebbe dovuto uscire fuori?

Occhieggiò gelosamente il viso del ragazzino fino a scrutare fra la folla una figura femminile esile, ancora bella e giovane, ferma vicino al palco a osservare il ragazzino che le sorrideva.

Era lei, era Maya

Era la ragazza per la quale avesse gettato l'anima fra le grinfie del diavolo. Quello che fece in quel momento fu alternare indirettamente lo sguardo sul ragazzo e lei; era rimasto un po' sgomentato nel vedere che dalla madre avesse preso anche fin troppo- tratti che si fondevano con i suoi e che confondevano tutto. Chissà cosa avrebbe pensato di lui una volta incontrato, chissà cosa avrebbe provato una volta dopo averlo visto. Pensieri pesanti, troppo pesanti da reggere in pubblico. 

Notò che il ragazzino era abbastanza pratico come ballerino, stava superando ogni sua aspettativa. Leggeva nei suoi occhi la determinazione, l'amore e il desiderio di volerlo fare bene.

Non c'era nulla da dire, il suo aspetto valeva tanto quanto il suo talento. Fu un'esibizione sensazionale, forse una tra le migliori mai viste tra i trainer della bighit. 

 

Una volta finito l'evento Yoongi provò in ogni modo a raggiungere Maya che stava frettolosamente seguendo il figlio dietro la mandria di fotografi e svariati tirocinanti idol.

— Fermati! —  pronunciò d'istinto Yoongi lasciando che il rumore dei tacchi -che picchiettavano allegri sul pavimento- cessasse di fare eco. La donna smise di dargli le spalle mostrando il suo bel faccino- ancora giovane e pulito- al grande artista.

— Dimmi — aveva detto piano. Era passato tanto tempo, forse anche troppo, e rivederlo dopo tutto quello che aveva passato non la rendeva sicuramente felice. 

— Cavolo, da quanto tempo... — disse Yoongi cancellando improvvisamente dalla sua testa ciò che aveva da dire. 

Maya annuì guardandolo nuovamente. Era vero, era stato davvero "tanto" tempo.

— Cosa ti serve? — chiese lei guardandolo di rimando. Questa volta aveva utilizzato un tono diverso da quello precedente- voleva sottolineare il disprezzo che stesse provando in quel momento.  

— Perché sei qua? —Sto realizzando i sogni di mio figlio.

Yoongi rabbrividì. E come darle contro? Quella donna se l'era cavata da sola, aveva cresciuto quello che ora si ritrovava nel camerino più avanti da dove si trovavano loro e aveva patito i mali peggiori. Tutto da sola.

— F-Figlio? — pronunciò lui iniziando a balbettare. Cavolo, Yoongi! Cerca di addurre argomenti più persuasivi per giustificare il tuo comportamento avuto alquanto scorretto. Non puoi uscirtene così, come un deficiente. 

— Sì, Yoongi. — Lui lo sa... di me?

La donna sospirò nervosamente. Era come se volesse sapere solo di quello, come se si stesse preoccupando che qualcuno lo scopra. Era questa la cosa che stava facendo arrabbiare molto Maya.

— No, non sa nulla di te. — e quella frase che doveva essere salutare per Yoongi si rivelò totalmente il contrario- corrosiva come una dose di acido. Lei non aveva mai parlato di lui a suo figlio. Non gli aveva mai detto nulla e non aveva la minima idea di chi fosse. 

— Capisco — pronunciò stretto tra i denti con un nodo alla gola. 

— No, non capisci. Prima o poi lo saprà, ti consiglio di darti da fare. — e quasi quella frase risuonò nella testa di Yoongi come una minaccia. Lui spalancò gli occhi un po' scombussolato da ciò che aveva detto. 

— D-Darmi da fare? —Min Yoongi, sarò schietta con te come non lo sono mai stata: ho sentito il peso di un'intera vita sulle spalle per colpa tua, per  amare lui e me stessa, senza provare a non cadere nel profondo e oscuro abisso della solitudine. Prima o poi, per quanto io non voglia che tu abbia a che fare con lui, saprà sicuramente chi sei, e quel giorno io non potrò fare nulla per cambiare le cose.

Quasi i suoi occhi divennero lucidi. Quelle parole, pronunciate strette tra i denti, stavano lacerando lo stomaco Yoongi. Era così tragico sentirsi dire quelle cose dopo tutti gli anni passati a cercare di dimenticare. 

— Sa che suo padre lavora nel mondo dello spettacolo, capisci? Su ciò non ho potuto mentirgli. Il fato ha voluto che proprio questa dannata casa discografica lo prendesse... quanto ci metterà a capire prima o poi chi tu sia? Ho avuto modo di riparlare con i ragazzi ieri, che mi hanno accolta esattamente come quindici anni fa. Forse non è salutare per me e né tantomeno per te, ma questa è la vita. — Maya si voltò un attimo, non voleva farsi vedere debole. Tutte quelle cose, aveva atteso anni desiderosa di vomitargliele addosso. 

— io non volevo questo — disse frettolosamente subito dopo, tornando poi a camminare avanti a sé lasciando Yoongi lì immobile ad osservarla. Era stato un impatto doloroso, ma ciò sarebbe accaduto prima o poi- forse.

Il suo istinto gli stava severamente suggerendo di tornare dai ragazzi in silenzio fingendo in ogni modo che tutto ciò non fosse successo, ma, le sue gambe, come sempre, stavano facendo altro, portandolo più velocemente possibile verso il suo studio al piano superiore. Era stato pesante e sofferente, avrebbe dovuto riprendersi per bene. 

Certo- avrebbe dovuto. I ragazzi, eccitati e ansiosi, una volta averlo visto stordito in corridoio, si diressero verso di lui. Namjoon e Jin lo afferrarono per un braccio ciascuno e iniziarono a trascinarlo verso il camerino del nuovo membro della BigHit.

— Che diamine fate?! — si lamentò Yoongi iniziando ad agitarsi il più possibile.  

— Andiamo a conoscere tuo figlio! — Namjoon sorprese Yoongi con quella frase- pronunciata con una nonchalance degna di dona. Certo che ce la stavano mettendo tutti per infierire in quella situazione così- di per sé- dolorosa. E lui, che era da sempre stato impassibile a tutto e a tutti, stava quasi per scoppiare in lacrime. Ma il danno era stato già fatto, come poteva tornare indietro? Non poteva. E se avesse saputo, quei sei impiccioni non glielo avrebbero permesso.

 

Fu così che si ritrovò avanti la porta del camerino con Jin intento a bussare. Una volta ottenuto il permesso tutti fecero irruzione nella stanza trascinando il corpo di Yoongi-ormai schiavo della loro volontà. Tutti e sette erano entrati e avanti a loro avevano Maya e il ragazzino seduti su due sedie. 

NamJoon si fece avanti non avendo alcun timore della situazione: 

— Salve! Io sono NamJoon, piacere di conoscerti! — il leader allungò la mano verso il ragazzo mostrando un grande sorriso dipinto in volto.

— Piacere — aveva risposto il più piccolo di rimando stringendo la mano di Namjoon con forza. La sua voce era così docile e delicata, simile a quella della madre.

— Loro sono: Jin, Jimin, Jungkook, J-Hope e Suga. Insieme noi formiamo i BTS 

La donna sorrise.

— Sono gli amici di cui ti ho parlato! 

Il ragazzo annuì.

— Io sono Jung Su — rispose il ragazzino osservando successivamente con cura il volto di ognuno di loro — Ti andrebbe qualche volta di passare del tempo con noi? — NamJoon si stava dimostrando molto gentile nei suoi confronti.

— Dipende, delle volte sono impegnato con la scuola —  rispose Jung Su.

— E voglio passare del tempo anche con mia madre.

 Yoongi ebbe una stretta al petto. "Mia madre". Quella voce, la voce di quel ragazzo, quello era davvero suo figlio? Non sapeva nemmeno lui com'era possibile che non fosse ancora svenuto lì avanti a tutti. 

 

Fu una liberazione ritrovarsi attimi dopo fuori da quella minuscola stanza. Yoongi si discostò dal gruppo e ben presto riuscì a sgusciare lontano da lì tornandosene in camera sua, mentre tutti andare in sala prove, tutti tranne Namjoon e Jin.

 

— Jung Su — bofonchiò Namjoon pensieroso.

— Certo, è davvero un bel ragazzo — rispose Jin come per rispondere al leader.

— Certo che sarà stato difficile... si è anche appena trasferito dal'Italia. Chissà con la scuola come farà... però sembra davvero un ragazzo sveglio — Forse sarebbe meglio farli riavvicinare. — suggerì Jin pensando di dire il giusto.

— Chi? Yoongi e Maya? — domandò NamJoon.

— Per Jung Su non sarebbe meglio se si abituasse a noi? Insomma... non dico che debba per forza, ma sai? Mi dispiacerebbe vederlo solo, almeno i primi giorni. E poi questa potrebbe essere un'occasione per far vedere a Yoongi con i suoi stessi occhi ciò che si è perso! Nonostante le motivazioni per le quali lo ha fatto... intendo... lasciarli soli—  la teoria di Jin non era esattamente sbagliata.

— Hai ragione... tanto, domani dovremmo andare a casa loro... verso sera, dovremo solo trascinare Yoongi con noi — aveva detto Namjoon iniziando ad elaborare uno dei suoi piani malefici. 

— Ma il ragazzo cosa sa precisamente? —  Non l'ho ancora capito, ma di una cosa ne sono certo... non sa chi sia Yoongi.

 

 

☀︎____Your best nightmare___☀︎

 

Yoongi si ritrovava disteso sul suo letto, perso a fissare lo schermo del suo cellulare a guardare le foto di quello che doveva essere suo figlio. Non riusciva a far altro che guardare quelle foto.  Aveva paura, non aveva idea di come prendere in mano la situazione, ciò era accaduto in un solo giorno. Non aveva idea di come gestire tutte quelle emozioni così soffocanti.  

Maya cosa aveva precisamente in mente?

Perché dover fare una cosa del genere solo ora?

Non lo sapeva. 

L'unica cosa che sapeva era che tutto ciò non lo stava aspettando e che quasi sicuramente, per la paura, non lo volesse.

 

 

Lui voleva solo proteggerli...

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Capitolo 3
*** 03: HEY TU ***


Capitolo 3

 

_Hey, tu.

 

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.

.

 

Jung Su camminò verso la sua nuova scuola dopo aver salutato sua madre ed essersi accuratamente preparato.

Non sapeva per quale ragione, ma durante il tragitto sentiva come se qualcuno lo stesse osservando.

Il suo intuito non sbagliava, ma non se n'era ancora reso conto: Yoongi e Taehyung lo stavano seguendo.

— Cosa intendi fare?

— Seguiamolo, Tae.

— Ma per quale ragione?!

— Così sappiamo dove va a scuola...

— Chiederlo a Maya ti faceva schifo?

—Non voglio chiederle nulla.

—Va bene, va bene.

Jung Su entrò dentro l'edificio, cercando la sua aula.

Una volta trovata, entrò, lasciando lo zaino in un posto avanti. Sembrava essere una bella giornata, anche per rilassarsi a fumare. Si diresse fuori, tirando dalla sua tasca una sigaretta e senza pensar di essere visto da Taehyung e Yoongi, iniziò a fumare sotto ai loro occhi.

Lo rilassava, aveva il potere di non farlo pensare.

— Che fa? Fuma?— domandò Yoongi — Quanto sembra... non mi pare sua madre lo sappia.— rispose Taehyung.

 

Dopo Jung Su rientrò al suono della campana lasciando Yoongi e Taehyung andare per un po' in giro.

 

[A scuola]

 

Jung Su era entrato in classe, e non molto tardi altri ragazzi lo raggiunsero. Si sentiva come se fosse isolato. Osservava tutti: i ragazzi non gli sembravano brave persone e proprio prima che potesse iniziare la lezione, un ragazzo prese posto accanto al suo per poi iniziare a parlargli.

—Buongiorno!.

—Buongiorno...

—Come ti chiami?

—Mi chiamo Jung Su, tu?

—Mi chiamo Jason. Piacere di conoscerti! 

—Piacere mio...

Dopo due lunghe ore di matematica, durante l'intervallo, i due ebbero modo di conoscersi meglio diventando ben presto ottimi amici. Presero presto il lusso di accomodarsi fuori, a fumare, mentre avanti a loro passavano molti ragazzi e ragazze. Una in particolare aveva attirato l'attenzione di Jung Su creando interesse anche in Jason.

 

La giornata passò velocemente e oltre ad essere stato adocchiato da molte ragazze, fu lo stesso per ragazzi.

La sua testa era piena, ma era molto tranquillo. Il primo giorno di scuola era andato bene, si era divertito, aveva un amico e aveva anche  adocchiato una ragazza carina.

Come poteva andare meglio?

Non poteva.

Una volta a casa, si ritrovò a tavola con sua madre e  con Yoongi. Jung Su saltò addosso a sua madre, per poi abbracciarla.

—Ah mamma! Mi sei mancata!

Yoongi deglutì.

—Com'è andata?

—È andata bene! Ora vado a cambiarmi!

Yoongi osservò il ragazzo salire le scale, andando verso camera sua. Quella era la cosa più azzardata che avesse potuto mai fare, pensava che il suo cuore non sarebbe stata in grado di sostenere il tutto. Il suo stato di paura venne bruscamente interrotto dalla voce di Maya.

— Che hai Yoongi?

— Nulla, è tutto troppo strano.

—Strano?

—Sì, è tutto strano. Nonostante tutto mi stai dando questa opportunità...

—Lo verrebbe a scoprire prima o poi, quindi... hai fatto tu la scelta giusta di prendere confidenza e trovar modo di dirglielo.

—G-Grazie...

—Fosse per me, saresti già morto.

—Ah...

Jung Su li raggiunse subito dopo prendendo posto a tavola.

— Ah, Yoongi... ci sei pure tu. Ciao! Non ti avevo visto.

La madre sorrise, Yoongi fece lo stesso. 

—Mamma, che si mangia?

—Ho preparato il riso, sopra puoi metterci la salsa se vuoi.

—Uuh! Grazie mamma per aver pensato anche per me.

—Leccaculo, mangia.

Yoongi fu quello che mangiò meno di tutti, aveva lo sguardo perso nel nulla e talvolta i suoi occhi cadevano sulla figura di Jung Su mentre mangiava.

Stavano avendo anche un dialogo carino.

— quindi ti sei fatto degli amici?

Domandò Yoongi all'improvviso.

— Sì, ho conosciuto un ragazzo di nome Jason che è molto simpatico.

— Uh che bello! Fammelo conoscere poi!

Si intromise poi la madre gesticolando entusiasta.

— Certo mamma! Ah... poi ho visto anche una ragazza, che è troppo bella.

— UUUH! Il mio bambino!

— Ah! Mamma! Non urlare!

— Come si chiama?- Maya

— Ah non lo so, so solo che è bella.

—Tipico di noi ragazzi.

Rispose Yoongi di colpo.

— O tipico di te che non ti ricordi manco quanti anni hai...

Rispose Maya guardandolo con uno sguardo accusatorio.

— Whoah! Non litigate dai!

— Jung Su, ti andrebbe di uscire con me ed i ragazzi stasera?

A Yoongi parve quasi un parto pronunciare quella frase così spinta a detta sua.

— Mamma, tu stasera che fai?

— Sto a casa, perché?

— Yoongi, usciremo un'altra volta, grazie lo stesso... ma preferisco passare il mio tempo con mamma, che andare a divertirmi.

— Ma... se vuoi esci, non preoccuparti per me

— No, mamma

— Va bene, stai tranquillo, sarà per un'altra volta.

Rispose Yoongi mentre Jung Su sorrise.

— Ora vado... Buona giornata.

— Ciao Yoongi.

Salutò Jung Su con un colpo di testa mentre Maya fece un gesto di mano simile ad un saluto. Una volta che fu fuori, Jung Su lasciò scorrere le sue emozioni:

— Mamma, Yoongi non mi sembra una brava persona, nasconde qualcosa.

— In che senso amore?

— Mi nasconde qualcosa, me lo sento. Oggi mi ha seguito con Tae fino a scuola. Cosa vogliono esattamente queste persone?

— Tesoro, ma che dici? Sarà stata una tua impressione...

— No, mamma, li ho visti.

— Chiediglielo... allora, no?

—Mamma, non voglio che tu soffra di nuovo, quindi se qualcuno di loro si innamora di te stai lontano...

— Non soffrirò!

— Mamma, scegli bene le tue amicizie... sai a chi mi riferisco... e sì, mi riferisco proprio a quel Yoongi

—Ah! Oggi non hai matematica da fare?

— Quanto siamo simpatiche oggi!-

— Vai!

— Va bene, va bene, ho capito l'antifona: lasciamo fuori Jung Su dalle scopate segrete della madre!

Jung Su era abbastanza nervoso, per il semplice fatto che sua madre non gli aveva dato molta retta su quell'argomento. Così, di mala voglia, salì in camera sua e aprì i libri, iniziando a studiare.

 

[big Hit]

 

— Quindi, ha detto no?

Domandò Namjoon a Yoongi con tono interrogativo.

— Voleva passare del tempo con sua madre... aaaaaish.

— Ah, Yoongi... se tu non avessi mollato tutto quindici anni fa, ora le cose non sarebbero così, ovviamente non ti sto giudicando, amico.

— Ah, beh, mi sembra un po' troppo spinto il commento "on ti sto giudicando amico". Il punto non è questo... sai che non è vero che non me ne fregava niente di loro. Quando me li sono trovati avanti... io...

— Tu?

— E non lo so... sento mancanza.

— Mancanza?

Disse Jin entrando in stanza.

— Mi pento, va bene? Avrei dovuto proteggerli in maniera diversa, così basta?

— E che cosa vorresti fare? — domandò Namjoon attorcigliando le braccia al petto.  —Anzitutto... farmi amico mio figlio, no? —Poi? — domandò Jin lanciandogli uno sguardo tagliente. 

— Forse... chiarire con Maya, sarebbe la cosa giusta da fare, non è vero?

—Non credo ci sia qualcosa da chiarire... è chiaro che tu li abbia abbandonati, Yoongi. — e la voce di Namjoon lo risvegliò come da un sogno. — Lo so, però non posso farne a meno. Devo obbligatoriamente pensare al mio rapporto con entrambi, se no non sto tranquillo durante la giornata. — questo invece era il tono preoccupato di Yoongi.

— Sei strano... E lunatico, sarà forse che Namjoon sa più cose di me, non pensi, Joon?

— Forse perché non è nemmeno normale come lui agisce. Prima dice che non gli importa di nulla e di punto in bianco vuole fare il padre e il marito — il tono di NamJoon sembrava quasi minaccioso oltre che severo e accusatorio.

— Che carino! Un idiota laureato! — rispose Jin utilizzando un tono sarcastico.

— Jin! — lo richiamò Yoongi.

— AH! Andiamo a ballare! Ci stiamo mischiando in cose più grandi di noi che nemmeno, d'altronde, ci appartengono. — disse NamJoon seguito subito dopo dal capo di Jin che annuiva energicamente.

 

Che cazzo di sbruffoni maledetti.

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Capitolo 4
*** 04 ***


Quarto capitolo 

 

_Memory.

 

.

.

.

 

Maya uscì fuori casa dirigendosi dritta verso la Big Hit- era molto arrabbiata. Era così arrabbiata che il suo unico intento era quello di trovare Yoongi e ucciderlo. Non aveva mai avuto problemi ad affrontare le liti con Jung Su, ma quella volta era diverso, quella volta la loro lite era stata scaturita da un errore di Min Yoongi. 

Arrivò velocemente al luogo di arrivo ignorando tutte le persone che le dicevano di fermarsi, spalancò la porta della stanza di Yoongi, vedendo a primo impatto non solo la faccia spaventata di quest'ultimo ma pure l'espressione seria e severa di Kim Namjoon. 

— Buonasera.

Disse Namjoon sorpreso dalla presenza della donna ben visibilmente arrabbiata. 

—Le cose non vanno bene, non sono nemmeno iniziate.

Rispose lei sbattendosi la porta alle spalle per poi apprendere una postura da vera dittatrice.   

— Che intendi? —  YOONGI PERCHÉ HAI SEGUITO JUNG SU FINO A SCUOLA?!

Yoongi deglutì per poi rispondere con tono calmo e tremante.

— Volevo sapere la scuola... —Non potevi chiedermelo? Pezzo di idiota allenato. — Basta! Non litigate... Maya, cosa succede? — la voce di Namjoon parve zittirli per qualche istante.

— Ho litigato con mio figlio, perché è molto intelligente.

Ironizzò Maya portando gli occhi al cielo per poi produrre un suono simile a quello di una risata isterica.

— Perché mi viene da ridere sentendo questa frase? — il tono di Yoongi stava tornando irritante e menefreghista, il solito tono che usava quando affrontava una lite verbale civile. — Senti Yoongi... vuoi morire adesso? — Maya aveva proprio iniziato a sentire le mani formicolare, era quasi come se volesse riempirlo di pugni in faccia. — Avete semplicemente litigato per il fatto che l'ho seguito? —Yoongi, ai suoi occhi non sei una brava persona. Adesso come la mettiamo? Che poi, stai cercando di fare tutto tu... non  capisco nemmeno perché. Potresti farti i cazzi tuoi come hai sempre fatto? Ti prego... mi rimangio ciò che ho detto ieri! Non meriti alcuna opportunità, questa non è la tua famiglia, non più.  — Senti, stai calma prima di tutto. Poi, perché non dovrei essere una brava persona? Che cazzo ho fatto di male adesso? Certo, giochiamo tutti a scaricare la colpa a Yoongi, no? — Ah! Questa l'ho già sentita! Wow, certo che è proprio genetica... ah... e poi, tanto per la cronaca... un TRENTENNE che segue un ragazzo di QUINDICI anni mentre va a scuola, trovandoselo poi seduto a tavola per l'ora di pranzo con sua madre, che lo invita subito dopo ad uscire... che cazzo di idea potrebbe farsi? Coglione. 

Yoongi rimase colpito da ciò che aveva detto. Forse era meglio fare come gli aveva suggerito il suo amato compagno di gruppo Kim Taehyung- doveva chiedere a Maya e finirla lì, ma, no. Le cose semplici non erano proprio nello stile firmato Min.

— Ah ma che significa?! Come diavolo lo hai cresciuto?! E poi, cosa significa "certo che è proprio genetica", cosa avresti da ridire? Vedi che un figlio si fa in due eh, Maya. —L'ho cresciuto come ho potuto in questi anni, perché prima di tutto ho dovuto maturare io. E poi, l'ho cresciuto devo dire BENISSIMO! Fare tutto ciò da sola mi ha permesso di insegnargli le basi per vivere... dato che sei molto perspicace in queste cose, nonché interessato, vieni dai, facciamo un altro figlio e prova a crescerlo, da solo. Sarebbe un totale fallimento. E io non smetterei per nulla al mondo di ridere! Tanto è diventato un gioco, semina e raccogli se è marcio è colpa del contadino o di chi ha seminato?! —Ragazzi! Smettetela! La situazione non si risolve discutendo... — la voce di Namjoon aveva ormai fatto eco nelle loro teste. Era proprio stanco di sentirli lamentare e litigare come due bambini, avevano molta rabbia repressa entrambi ma di sicuro non era un loro problema.

—Devi finirla di farmi pesare il fatto che non ci sono stato!— ma quanto pareva Yoongi non aveva afferrato il concetto di "smettetela" ed era ripartito in quarta con il suo solito charm da so tutto io. 

— Il punto non è che ti faccio pesare il fatto che non ci sei stato, non ci sei nemmeno ora! Ed è più che giusto così che io ti parli così.  — e molto chiaramente nemmeno Maya aveva capito di dover abbassare il tono e di darsi un contegno.  — Che cosa vorresti dire? — Che lo stai solo allontanando! — Allontando? — Sì,  Min Yoongi... lo stai allontanando. — E spiegami come. — Già dal fatto che si è sentito seguito! Tu al suo posto cosa penseresti? Non ti definiresti un miaco pazzoide da solo?! 

Namjoon elaborò una frase di senso compiuto per placare quelle voci stridule che lo stavano ormai disturbando da un paio di minuti.

— Ha ragione Maya. Hai sbagliato a seguirlo, ma ora non possiamo farne una tragedia greca... In fondo... ormai... non si può fare più nulla, è accaduto e basta.

— Capisco, allora che dovrei fare?

Chiese infine Yoongi. — Conosci tuo figlio. — la risposta di Maya non era per niente sbagliata.

— Secondo me dovreste riavvicinarvi pure voi.  — osò dire Namjoon attendendo con ansia un pugno o un calcio da parte di entrambi- cosa che stranamente non accadde.

— Eh? — esclamò  Maya di punto in bianco perplessa — Penso che Jung Su possa accettare la situazione se essa sia accompagnata da una certa "quiete"... voi tornate insieme, madre e padre. Jung Su vede i genitori riuniti e beh... conosce Yoongi come suo padre e fine, tutti felici e contenti! — ora si aspettava un proiettile nella tempia.

Yoongi guardò Maya e subito dopo NamJoon- non aveva da obiettare a dire il vero, i suoi sentimenti erano sfocati ma il loro fine era molto chiaro.

—Questo, NamJoon, non accadrà mai. — rispose infine Maya abbassando le braccia per poi apprendere un'espressione imbarazzata. — Io penso possa accadere, insomma. Il vostro rapporto non è del tutto perso... già dal fatto che vi parlate e che avete anche pranzato insieme. Capisci? Yoongi si deve solo far perdonare... giusto? — Namjoon sapeva bene si star rischiando la vita in quel preciso istante ma voleva davvero dire qualcosa di utile e realmente fattibile.  —E i quindici anni? Dove li metti? Te li infilo come supposta? 

Maya fece una pausa.

— Intendi Jung Su? — domandò poi Yoongi cascando dalle nuvole.  — No, il mio cane. CERTO CHE PARLO DI JUNG SU! Tutto il tempo in cui IO — si indicò il petto — ho sofferto, dove speravo che per un attimo tu tornassi, anche fino a due anni fa ci ho sperato. Tutto il tempo in cui sono stata abbandonata dalla mia famiglia, sono scappata dalla mia città... sono stata abbandonata dai miei amici. Ho sempre vissuto sola, io e mio figlio, soli. Dimmi, tutto il dolore che ho provato, come può essere compensato?

— Maya... nella vita ci sono momenti in cui si soffre... — il tono compassionevole di Namjoon era la goccia ad aver fatto traboccare il vaso.  — Io ho già sofferto abbastanza. E vi dirò: se Jung Su dovesse star male per tutta questa storia... chiuderò definitivamente il rapporto e farò in modo che la mia assenza la sentiate fin dentro le ossa. 

— E perché lo hai aperto se hai già sofferto abbastanza. Davvero? Solo per Jung Su? Avresti potuto dirgli nome e cognome e lasciare che se la sbrigasse lui con Yoongi, ma... non lo hai fatto, ciò significa che c'è molto altro sotto, cara signora delle supposte. 

Maya impallidì visibilmente per poi pronunciare un fermo e pacato "eh?". 

— Allora vedi che non è come dici tu? Ti è rimasto qualcosa di Yoongi, del tuo passato... e nei tuoi occhi leggo la  speranza che lasci traspirare. Perché sei così dura? Tu non lo sai, ma lui è stato male, ha sofferto Maya, non sei stata l'unica ad aver vissuto dei puri momenti di agonia. —Finiscila, non sono in vena di giochi. — Non è un gioco... allora: io non posso decidere per voi. Voglio solamente dire che, secondo me, se Yoongi trovasse del tempo, così come tu, e provaste a parlarne... forse le cose si sistemerebbero. Intendo per voi, riguardo Jung Su... è un ragazzo di quindici anni. Non so quanto possa ragionare in maniera matura, ma di certo non potrà prendere e buttare Yoongi nel cesso se voi avrete una relazione finalmente stabile... — Tu non conosci Jung Su. — Allora dimmelo tu chi è, Maya — NamJoon, Jung Su è un vero genio. Secondo te quanto ci metterà a scoprire che sia Yoongi sua padre?  — Genio? — Ragiona molto bene... credimi. Se avesse interesse, scoprirebbe entro i prossimi due giorni chi è Suga, la star mondiale in veste di Agust D e il resto di tutte le vostre inutili cazzate. Questa è l'unica cosa che mi preoccupa, che possa sentirsi... tradito e che ci prenda tutti per dei veri idioti laureati. — Così mi turbi... — Mi fa venire i brividi, ogni volta che esprime un suo parere personale... trova sempre la soluzione. Il suo cervello, non so cosa realmente sia... ma è qualcosa di incredibile e non mi sto vantando perché è mio figlio, voglio solo dirvi di non giocare con lui perché sarebbe come giocare con il fuoco. — Che bello, mio figlio è intelligente. — Namjoon e Maya rivolsero lo sguardo su Yoongi che aveva appena espresso un commento assolutamente fuori luogo al discorso. 

— Allora credo sia meglio che ti muovi, Yoongi. — rispose NamJoon tentando di salvare la quiete acquistata. 

— Lo so, il punto è "come"? — Impara a conoscere mio figlio. — È anche mio figlio, non c'è bisogno che specifichi "mio". — Ha vissuto, amato e sofferto con me. Quindi ho tutto il diritto di dire " mio ". Buona fortuna. — e detto ciò Maya li lasciò in totale silenzio. No, non gliene sarebbe fregato un fico secco delle prossime mosse di Yoongi, ora era arrivato il momento di capire cosa avesse in mente Jung Su e di trovare un modo per far cadere i sospetti sull'identità di Yoongi- giusto per non fare la parte della stronza insensibile. 

 

Durante ciò Jung Su stava studiando in camera sua ma non riusciva a smettere di pensare a Yoongi e Taehyung. 

Non si spiegava il motivo per cui lo avessero seguito.

Che poi, sua madre, come faceva a conoscerli? Come aveva avuto questo buon rapporto con tutti i membri dei BTS? Da quanto si conoscevano? E perché si conoscevano?

 

Velocemente si assicuró che sua madre non fosse in casa, per entrare dentro la sua camera. C'era qualcosa che non aveva mai fatto in vita sua: frugare tra la roba di sua madre. Ma sapeva che la risposta doveva per forza essere lì fra le sue cose, sapeva che Maya, la donna che l'aveva messa alla luce, sapeva molto più di quanto dicesse di sapere e lui non si sentiva per niente nel mood di fare il piccolo attore e recitare la parte del figlio tonto che si lascia ammaliare dalle frasi dolci e ricche d'amore della propria mammina.

— Qua qualcosa non va bene. — si disse afferrando una grande scatola nascosta accuratamente dietro a tutte le altre robacce inutili. Quella scatola l'aveva sempre vista in mano a sua madre ma non era mai riuscito a scoprirne il contenuto anche perché quest'ultima gli aveva severamente vietato di toccarla: era la parte oscura della sua vita. Ma no, no no, aveva smesso di giocare a chi l'ha visto, doveva conoscere con i suoi occhi se dentro quella scatola ci fosse qualcosa di importante o meno.  

— Mamma, anche tu mi nascondi qualcosa. Ma perché? Perché io non devo sapere la verità? Cosa stai cercando di tenermi nascosto? Chi sono queste persone? Mi dispiace, ma oggi frugherò fra i tuoi segreti.

Jung Su aprì la scatola e all'interno trovò delle foto.

Sapeva che era sbagliato, ma il suo intuito suggeriva di puntare lì dentro- sua madre ogni volta che stava male e piangeva la vedeva sempre dalla serratura della porta con in mano quella scatola ma non si era mai preso il lusso di infrangere il confine tra lui e quella parte segreta di sua madre, lo chiamava "rispetto". Però qualcosa non andava e ora che i suoi sporchi segreti si stavano trasmutando in dubbi per lui, era arrivato il momento di risolvere gli enigmi. Iniziò a vedere le sue foto di quando era piccolo leggendo accuratamente le date e le dediche sopra scritte. Tante, tantissime foto a dir poco inutili, tutte tranne una. 

I suoi occhi caddero su una foto con un soggetto familiare e con immediatezza i suoi occhi si illuminarono.

La afferrò guardandola da più vicino.

— Yoongi?

Girò la foto leggendo la data: 2007.

Cosa ci faceva Yoongi abbracciato a sua madre, con le labbra così vicine alle sue? Oh beh, questa sua madre gliela doveva spiegare proprio bene.

— Yoongi, chi diavolo sei? — si domandò ad alta voce mettendo la foto in tasca ricominciando a pescarne altre a casaccio trovandone così molte altre, accompagnate pure da molte dediche.

— "Sei come il mio respiro, senza esso non vivo, Data: 2006."

Yoongi che teneva per mano sua madre e che sorridevano insieme. Oh mamma mia che gusti pessimi, ma sapevo che c'era qualcosa che non andava in questo diavolo di uomo.

— Mamma, che diavolo di rapporto avevi con Yoongi prima che nascessi? — domandò quasi come se questa fosse avanti a lui in quel momento.

Era molto confuso ma stava comunque cercando di trovare una fattibile soluzione, anzi, più che "soluzione" desiderava un collegamento. 

— Ti amo?

L'ultima foto lo stupì: sua madre e Yoongi si stavano baciando in maniera più affiatata.

A quel punto, Jung Su, si lasciò scappare qualche lacrima.

—Stavano insieme? Perché non me lo ha detto?

Si morse il labbro inferiore.

— Non si fida di me? È questo il motivo?! Pensava che la giudicassi?!

Prese le tre foto portandole poi con sé in camera sua nascondendole accuratamente dentro ad una scatola.

Velocemente digitò il numero di sua madre: non si stava sentendo affatto bene.

Aveva i battiti veloci e non riusciva quasi a respirare.

Succedeva ogni volta che era sconvolto o spaventato, e nonostante avesse litigato con lei, sua madre era l'unica persona su cui aveva sempre contato.

— Jung Su?

— M-Mamma...

— Jung Su, stai bene?

— No, mamma. No...

— Oh dio! Che hai? Perché respiri così?! Cos'hai fatto? Non dirmi che hai provato a fumare di nuovo!

— Mamma, non r-respiro...

— Sto arrivando subito!

Appena Maya chiuse il telefono diede le spalle a entrambi i suoi "amici" e iniziò a correre verso l'uscita dell'edificio urtando chiunque bloccasse il suo cammino. Yoongi scattò quasi subito al suo inseguimento lasciando Namjoon con un grande punto interrogativo in mente: cosa diavolo stava succedendo?

— Maya?! Dove corri?

— MIO FIGLIO STA MALE!

— Come sta male?! E ho appena finito di dirti che non devi usare il termine "mio" con me! 

— Sta avendo un attacco di panico, credo. Non lo so! Lasciami in pace! 

— Ma che dici?! No! Io vengo con te!

— Torna indietro e vattene a fanculo!

— Maya!

— NON HO TEMPO DA PERDERE!

—Non sei più sola, vengo con te. 

Maya iniziò a piangere correndo sempre più velocemente.

L'unica persona che le aveva regalato durante la sua vita, momenti indimenticabili e chini d'amore stava male. Il suo piccolo bambino stava assolutamente male.

 

Una volta avanti alla porta di casa, Maya digitò il codice correndo verso camera di Jung Su. Yoongi si era bloccato un attimo prima di salire le scale. Non riusciva a muoversi.

Forse aveva paura. Fu così che si limitò a guarda le spalle di Maya sparire lungo la rampa. Maya aprì la porta dirigendosi spedita verso il figlio ora disteso sul letto e che respirava affannosamente.

— JUNG SU! CHE HAI FATTO?!

—M-Mamma...

Sua madre lo abbracció sentendo poi il suo battito cardiaco rallentare.

— Sono qui, ora va tutto bene. Chiamo un'ambulanza? Andiamo in ospedale? Mh?

Jung Su la strinse forte, ogni volta aveva paura e non sapeva cosa fare, aveva bisogno che qualcuno gli stesse vicino.

Sua madre era da sempre stata la sola ed unica a stargli vicino e così sarebbe stato per tutta la vita.

Una volta separati dall'abbraccio Maya si sporse verso la porta pregando che il ragazzo al piano sottostante la sentisse.

— YOONGI! PORTAMI UN BICCHIERE DI ACQUA PER FAVORE.

— Mamma, perché cazzo Yoongi lo stalker è qui?

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Capitolo 5
*** 05 ***


Quinto capitolo 

 

_Stammi lontano.

 

.

.

.

 

—Mamma, perché cazzo Yoongi è qui?

—Ero preoccupata... si è spaventato anche lui.

—Non lo voglio qui! Fallo andare via!

—Stai calmo amore... perché fai così?

—Perché sta qui?

—Prima sono stata alla bighit... per questo motivo lui è qui...

—Perché sei stata alla bighit? Qual era la necessità di andare lì?!

In quel momento entrò in stanza Yoongi con in mano un bicchiere d'acqua.  Il ragazzino lo osservò da capo a piedi, non sapeva ancora come definirlo. Chi era la persona cattiva? Lui o sua madre? Chi è gli aveva mentito di più?

Era quanto strano, non sapeva come interpretare i suoi occhi, quegli occhi neri così identici ai suoi.

—Ti senti meglio? — domandò subito dopo Yoongi lanciandogli uno sguardo pieno di preoccupazione. 

—Sì, sto bene, grazie mille.

Maya sedette sul letto, fianco a lui, così come fece Yoongi nella parte opposta alla sua.

— Vuoi andare da qualche parte? Potresti prendere un po' d'aria — propose subito dopo l'uomo.  — No, devo studiare. — rispose invece Jung Su provando a liquidarlo il prima possibile.  — Ma ti piacerebbe? — Si intromise Maya. 

— Mi piacerebbe uscire ora, ma non posso.

— Se vuoi domani non andare a scuola.

— Come?

— O al massimo... glielo diciamo noi ai professori... — si intromise Yoongi aspettandosi una risposta antipatica.

—Che intendi con "noi"? — domandò Jung Su alzando il capo con espressione interrogativa e infastidita.

— Che io o lui in caso, se non ti giustificano, andiamo a parlare con il professore — rispose sua madre provando a far cadere ogni sospetto. — Ma perché non dovrei andare a scuola? Ora sto bene. — controbatté il ragazzino.  — Perché se vuoi uscire per svagarti un attimo,  puoi anche rilassarti e non studiare per oggi. — rispose Yoongi di consueto — Ha ragione. — appoggiò Maya ormai troppo agitata per la salute del ragazzino x.

— Invece di pensare a me, parliamo un attimo di voi.  Voi due anni prima di quindici anni fa, cosa eravate? Amici? 

— In che senso? — chiese sua madre con voce tremante.

— Cosa a eravate prima della mia nascita?

—Eravamo amici stretti. — rispose Yoongi. Jung Su pensò che molto probabilmente se essere amico stretto significasse baciare e dire "ti amo" allora non aveva capito ancora nulla di cosa significasse amare e sua madre aveva una concezione d'amore troppo diversa da quella alla quale stava pensando lui ed era per questo che non credeva affatto a ciò che Yoongi gli aveva detto.

— Io penso che ti stia crescendo il naso, no che già sia così piccolo e angelico. — rispose Jung Su incrociando le braccia al petto.

— Eravamo amici... tesoro. — intervenne sua madre. 

— Mamma, menti anche tu.

— Perché stai dicendo questo? Perché pensi che sia io che tua madre stiamo mentendo 

— Senti, non mi piace girare attorno al discorso, Yoongi tu non mi piaci. Ho la sensazione che mi stai nascondendo qualcosa, e sai cosa c'è? È così. Ne sono certo. 

— Ma che dici? Non nascondo nulla...

— Invece sì e anche mamma mi nasconde qualcosa. Ora posso rimanere solo in camera mia?

— Va bene. — acconsentì sua madre alzandosi in piedi. 

— Mamma, perdonami se sono così.

— No, amore. È tutto okay... prenditi i tuoi tempi, d'altronde come hai sempre fatto.

— Va bene, ciao.

— Ciao, Jung Su.

— Ciao, Yoongi.

 

Jung Su rimase in camera sua mentre Maya e Yoongi si recarono in cucina entrambi turbati da quel breve dialogo.

— Da quanto tempo non sentivo la voglia di piangere... grazie tante Yoongi — Io mi sento turbato... a essere sincero  —Non è la prima volta che fa così. — Vero? — Diciamo che... lui ha sempre ragione. Vuoi o non vuoi riesce sempre ad avere ragione. — Capisco... capisco.

Maya sollevò la frangia lasciando scoperta la fronte, i suoi occhi erano lucidi ed era anche molto nervosa. Yoongi si avvicinò a lei reggendo la frangia alzata con la mando aiutandola così a tenere il viso scoperto.

Era sempre delicato e gentile come una volta, le labbra sempre rosee e carnose, i suoi occhi tondi e azzurri e i capelli morbidi e castani.

— Cosa stai facendo? — Che intendi? — Smettila di fissarmi — Per favore, smettila di trattarmi così, ne ho abbastanza, non pensi? — Come dovrei trattarti? Come se nulla fosse successo? — In modo normale... — Mi dispiace, la mia azienda non dispone di questi servizi. — Ti va di uscire? — Eh?

— Andiamo a prendere un frullato, la situazione è già abbastanza scossa... rilassiamoci un secondo, che ne dici? — Non posso farlo, mi spiace  — Perché? — Sto facendo il possibile per fare un bel regalo a Jung Su per il suo compleanno, sto risparmiando, non posso uscire. — Pago io, ovviamente 

Maya fece una pausa per poi togliersi dalla fronte la mano scheletrica di Yoongi. 

— Yoongi, io mi sento in imbarazzo, evitiamo, grazie mille

— Perché in imbarazzo?

— Siamo andati a letto insieme, abbiamo fatto un figlio e ci comportiamo peggio di due estranei. Poi mi offri un frullato dopo che tuo figlio ha detto di non volerti né vedere e né averti nella sua vita? — Parliamone un attimo, ti va? Senza litigare. — No, non mi va Yoongi, nemmeno un po' — senza che se ne potesse rendere conto aveva iniziato a piangere. 

— Ma perché no? Perché sei così difficile? — Perché è stato difficile, quindi lo sono anche io, logica no?

Anche Yoongi iniziò a sentire gli occhi riempirsi di lacrime.

— Il fatto che tu sia tornato avanti a me così all'improvviso, ha solo scombussola la mia vita, nulla di più. E l'ho fatto per Jung Su, hai capito? Non per te. Tu per me non conti un cazzo. — Io vorrei poter ricominciare. — Ricominciare cosa? — Ricominciare con te, con Jung Su... anche se è tardi. Non voglio che voi stiate soli. Io sono davvero pronto a ricominciare.  — Cosa esattamente ti spinge a fare ciò? I sensi di colpa? Non mi dite Yoongi, stai provando pietà e compassione? Ah, questo mi fa proprio ridere — Non lo so, quando ti ho visto volevo subito riavvicinarmi a te. Quando ho visto Jung Su mi sono sentito idiota, perché abbiamo un bambino bellissimo e non ti ho ancora dato la spiegazione che ti manca per mettere un punto a tutto e perdonarmi.  — Non potevi pensarci prima? — Non parliamone qua... ti ricordo che c'è Jung Su— Perché no? — Perché Jung su potrebbe sentirci, ancora? Devo ripeterlo? — Ne parleremo in un altro momento

— Per favore però, prometti che arriveremo ad una soluzione. — Ti prometto che parleremo, ma non ti prometto di fare la famigliola felice e tranquilla che hai in testa 

 

[Sera]

 

— Mamma. — Sì? — Ti chiedo scusa per oggi, forse ho esagerato sia con te che... con Yoongi... — Stai tranquillo... ora come ti senti? — Io ora sto bene. — Novità?

— Mi hanno chiamato praticamente tutti i BTS, anche se non capisco ancora perché a loro interessa così tanto di me. — Vero? È una bella cosa. — Sì, vero. Mi hanno chiesto come stavo... — Che carini! — Mi piacerebbe prendere lezioni di canto e di piano, ci ho pensato oggi — Vuoi che ti prenda degli insegnanti privati? — No mamma... non ti chiederei mai questo. Posso solo prendere dei libri per studiare? Solo questo... — Amore, ma se vuoi i ragazzi possono aiutarti. — I ragazzi? — Sì, i ragazzi — che intendi? — Jimin e Jungkook possono aiutarti col canto, mentre NamJoon e Yoongi con il piano, sono davvero bravi... — Va bene — Davvero va bene? — Sì, davvero.

— Sì! Allora chiedi... manda un messaggio, che ne dici? — Non puoi tu? — No, Devi farlo tu, è a te che serve — Aish! Va bene!

Jung Su tornò in camera sua stendendosi sul letto a pancia sotto. Aveva avanti agli occhi i contatti dei ragazzi.

Non sapeva a chi scrivere, ma sentiva di aver bisogno di un ripasso e delle lezioni in più. Così iniziò a digitare un messaggio da inviare al contatto di Jimin e successivamente uno da inviare a Yoongi.

 

Da Jung Su: per Jimin.

Hey, Jimin, sono Jung Su.

Volevo chiederti se tu e JungKook eravate disposti ad aiutarmi un pochino con il canto.

 

Da Jung Su: per Yoongi.

Yoongi, Sono Jung Su.

Volevo chiederti se potevi darmi una mano col piano, suono ad orecchio ma vorrei proprio studiare.

 

Da Jimin: per Jung Su.

Hey piccolo!

Certo! Quando avrò del tempo libero te lo dirò e inizieremo al più presto.

Vuoi anche un ripasso di danza classica?

 

Da Yoongi: per Jung Su.

Sì, quando sei libero avvertimi che vengo o io da te o tu da me e ripassiamo un paio di cose.

Va bene?

 

Da Jung Su: per Jimin.

Va benissimo, dimmi poi quando sei libero. 

In ogni caso, non faccio danza classica, non l'ho mai fatta.

Scusami!

 

Da Jung Su: per Yoongi.

Va bene, grazie Yoongi.

E scusa se oggi sono stato aggressivo.

 

Da Jimin: per Jung Su.

Oh no! Devi assolutamente farla!

Inizieremo da domani, fatti trovare in sala prove alle 16:00.

 

Da Yoongi: per Jung Su.

Tranquillo, eri nervoso, può capitare.

Ti va domani di uscire con me e la tua mamma? Magari andiamo a mangiare Sushi.

 

Da Jung Su: per Yoongi.

Va bene, vedrò con mia madre se abbiamo impegni.

Comunque, io già da domani posso iniziare.

 

Da Yoongi: per Jung Su.

Facciamo domani sera allora?

 

Da Jung Su: per Yoongi.

Va bene.

 

Si sentì stupido, come se stesse prendendo in giro sé stesso. Prima voleva che Yoongi si allontanasse da lui ma era finito comunque con il prendere un appuntamento il giorno dopo, sia per uscire che per suonare il piano.

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Capitolo 6
*** 06: _QUANDO VUOI VOLARE ***


Capitolo 6

 

_Quando vuoi volare.

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Appena uscito da scuola Jung Su salì in macchina con Yoongi e NamJoon dirigendosi verso casa sua.

Non era solito ad andare in macchina, preferiva fare una passeggiata.

— Com'è andata a scuola? — gli domandò Yoongi provando ad acquistare la sua gentilezza.  — È andata bene.  — rispose invece Jung Su sentendosi leggermente in imbarazzo. 

— Hai tanti amici a scuola? — domandò invece Namjoon curioso di conoscerlo meglio. — Uno, però mi basta —Uh~ fantastico.- Yoongi— chiese improvvisamente Yoongi. 

— Senti... Yoongi — Sì? — Sì, allora... stasera può venire questo mio amico? Intendo all'uscita con la mamma... — Per me va bene, se ti fa felice portalo. —  Uh, davvero Yoongi? Grazie! — Nulla! NamJoon, ma tu perché sei qua in macchina con noi esattamente? Non mi ricordavo di averti invitato.  — Evito litigate con Maya, lo sai — Non c'è bisogno, ti scarico alla Big Hit. — Ma no! — Ma sì!

Yoongi svoltò in una via che conduceva alla Big Hit.

— Scendi.— Che palle che sei.

Il ragazzo uscì sbattendo subito dopo la portiera alle sue spalle. 

— LA PROSSIMA VOLTA CON PIÙ GENTILEZZA! — Gli urlò Yoongi fuori dopo aver abbassato il finestrino. Ora era rimasto solo con Jung Su.  — Tutto abbastanza indolore. — disse il ragazzino sorprendendo Yoongi.  — Cos?  — Hahaha! Niente. Oggi devo fare le prove con Jimin... ma non ci vado assolutamente. Io non farò mai danza classica. — Povero Jimin — Nah, se lo merita. — Perché? — Istinto.

Yoongi lasciò perdere decidendo di non sapere quali fossero i sospetti su Jimin.

 

Una volta arrivati a casa Jung Su corse ad abbracciare sua madre per poi andarsi a cambiare in camera sua. I capelli li aveva da poco tinti di biondo e ciò rendeva il suo viso molto 'armonioso' e luminoso per via della carnagione bianca ereditata sicuramente da Yoongi. Una volta pronto tornò in cucina sedendosi a tavola.

— Mamma, che hai cucinato? — Ramen. — Buono! — Mangia che si fredda — Sì, mamma. Buon appetito!

Yoongi rimase per qualche secondo bloccando a fissare il nulla poi rispose a Jung Su. 

—Anche a te!

L'ora del pranzo passò velocemente, fra battute e risate: Maya, Yoongi e Jung Su, seduti allo stesso tavolo che mangiavano e trasmettevano un'aria di casa. Ciò che rendeva forse così calda la stanza erano proprio i sentimenti positivi che condividevano un po' tutti. Tutto così nuovo e familiare al tempo stesso.

—Ora che fai? — domandò Yoongi curioso. 

 — Vado a studiare.

— Che compiti hai?— chiese sua madre curiosa. 

— Ho solo da fare matematica. — Buona fortuna! — Ah! Ma che buona fortuna, dieci minuti e sono qua di nuovo.

—Sei bravo in matematica?— domandò Yoongi curioso delle sue capacità. 

—Ho dieci. —Stupendo... io ho conseguito al diploma di scienze umane e la laurea da psicologo. — Ora vado, se no non riesco a finire più. A dopo!

Yoongi ne rimase quasi intristito- non lo aveva per nulla ascoltato.  — A dopo. — rispose semplicemente sperando che al suo ritorno avrebbe dimostrato più attenzione. 

Maya e lui erano ora soli e il silenzio era quanto imbarazzante.

— È andata bene. — Chissà cosa gira nella sua testa, ma sì... è andata bene. —Sembravamo quasi una famiglia... — Come?  — Sembravamo quasi una famiglia ho detto — Mh. — Io, tu... lui. Una famiglia normale. —  Capisco... — Stasera dove vuoi andare? —Non lo so, possibilmente in un posto dove non si paga molto.  — Avevo proposto di mangiare Sushi con Jung Su, a lui andava bene...  — Se a lui andava bene... a me va benissimo. —  A posto.

Dopo il silenzio, il silenzio che persisteva e che alla fine nessuno lo tollerava. Era qualcosa di cui avevano anche paura, ma a cui non potevano continuare a dar corda.

— Tu, come stai? — domandò Yoongi per sciogliere il ghiaccio.  — Normale?  — Normale? — Sì... ho sentimenti neutrali nei tuoi riguardi — Nei miei riguardi? — Prima erano negativi, ora sono neutrali, non è un bene questo? — Capisco. — I tuoi? — Di sentimenti? — Esatto. — I miei credo siano positivi... e dispiaciuti. — Capisco. — Non puoi capire. — Nah, sì che posso. — Va bene, come dici tu.

 

[USCITA]

 

Yoongi aveva dato la sua prima lezione di piano a Jung Su, dopo aver terminato attese in salone che sia lui e la madre fossero pronti per dirigersi insieme al ristorante giapponese. 

Jason era lì avanti, ad aspettarli. E una volta che arrivarono Jung Su vide l'amico da lontano salutandolo con felicità: lui era il suo primo amico.

Insieme entrarono dentro il locale prendendo posto.

— Quindi ti chiami Jason — Disse Maya iniziando a constatare se quel "Jason" fosse una persona adatta o meno per suo figlio.  — Sì, sono Jason signora. — Oh! Chiamami Maya... se no mi sento vecchia. —  Va bene Maya. — Maya,  il papà di Jung siccome si chiama?

Yoongi e Jung Su erano andati per ordinare mentre loro due erano rimasti a tavola e Jason non aveva potuto fare a meno di chiederle chi fosse il padre di Jung Su. 

— Jung Su... non ha un vero e proprio padre. Ci ha abbandonati quando lui era piccolo. — Oddio! Mi dispiace... mi sembrava che il ragazzo moro fosse tuo marito... siete così carini assieme, poi stiamo uscendo seguendo questo schema... Scusa ancora! — Tranquillo! È tutto okay! Può capitare... — Davvero? — Certo! Comunque, lui si chiama Yoongi. — È il sosia di SUGA dei bts. —  Tesoro, penso proprio che ci hai visto bene, è proprio Min Yoongi quello.  — DAVVERO?! Wow, non me lo aspettavo.

Una volta arrivato il cibo in tavola jung Su e Jason iniziarono a mangiare lasciando che Yoongi e Maya potessero scambiarsi uno sguardo sollevato.

— Mamma, dopo andiamo alle giostre? — Certo tesoro... 

— Vi ci porto io.— propose Yoongi. — Grazie Yoongi. — Grazie — Disse Jason. 

— Allora, ditemi, andate d'accordo a scuola?

— Jung Su è il migliore, è un genio. Io sono il secondo della classe, molto triste 

— Ah! Si impegna Jung Su allora!

— Sì, sì. AH JUNG SU HO SCOPERTO IL NOME DELLA TIPA!

Jung Su quasi non si affogò.

— Come?! — Si chiama Marina. — Che bel nome... Marina. — Domani passa due ore con noi durante chimica. — COSA?! —Ti ho praticamente creato un appuntamento! — Tu... c-cosa...

Yoongi scoppiò a ridere.

— Mi ricorda me da ragazzino!

Maya deglutì.

— In che senso? — Di tutte le ragazze, solo una aveva rubato il mio cuore. Ad ogni messaggio, ogni piccolo gesto... reagivo quasi come te. Il mio amore non aveva fine. —Ed ora? —Ora cosa? — Ed ora, stai ancora con lei? — È una storia complicata. Ci siamo lasciati anni fa... o meglio, io ho lasciato anni fa  — Perché?  — Avevo paura, così ho preso la strada più semplice.— Dipende dalla situazione, credo... — No, non dipende dalla situazione. Non so se ti ho detto che io e mia madre siamo stati abbandonati da mio padre quando ancora io non ero nemmeno nato. — Ehm... no... — Ora lo sai, comunque... quello non era amore. —Come fai a dirlo? Magari tuo padre aveva anche paura — Domandò Yoongi leggermente colpito.

— Che senso ha stare insieme, per poi scappare al primo ostacolo? — Magari non è andata così. — Tu lo vedi qui mio padre con mia madre? — Mh. — Questa è la tua risposta. — Se un giorno dovesse tornare? — In che senso? — Se un giorno tuo padre tornasse? Tu cosa faresti? — Lo prenderei a calci in faccia e gli sputerei addosso quanto ho sofferto in questi anni, per colpa della sua mancanza.

 

Mi dispiace... Jung Su.

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