Red summer

di sihu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Un nuovo inizio ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


RED SUMMER

PROLOGO

Peter guardava di fronte a sé, terrorizzato.

Sebastian era appena morto tra le braccia di Charleen. Aveva a lungo amato quella ragazza, in silenzio. Alla fine aveva perso. Seba si era preso tutto anche questa volta, anche morendo. Persino ora che giaceva agonizzante, ancora una volta Charleen aveva occhi solo per lui. Tutti avevano occhi solo per lui, Peter era destinato a rimanere invisibile. Solo. Incompreso.
Lei gli accarezzava il viso, senza riuscire a rassegnarsi alla realtà, i bei ricci scomposti. L’uomo che aveva amato per tanti anni, in silenzio, non c’era più. 

Il fuoco lo aveva portato via in pochi attimi, prima che lei riuscisse a fare qualcosa.

Frank era distrutto. Il suo migliore amico, il compagno che gli era stato a fianco per anni non c’era più. Alice al suo fianco fissava il vuoto. 

Lily si stringeva a James, quasi temesse che anche lui potesse scomparire da un momento all’altro, come era successo l’estate precedente.

Cristal nascondeva il viso nell’incavo della spalla di Remus. 

Peter era solo. 

Si guardò attorno e vide Sirius. Anche lui solo. La sua speranza, il suo nuovo inizio.

Si voltò verso l’amico, ma poi arrivò Rose. Senza dire niente strinse la vita del ragazzo, lui si lasciò andare. La testa appoggiata alla sua spalla.

Aveva perso, adesso era davvero solo. Non c’era spazio per lui in quel gruppo.

Peter si lasciò andare alla disperazione. 

Che ci faceva lui in mezzo a quei ragazzi?

Ripensò alla parole di Piton e poi a quelle di Regulus, senza riuscire a trovare una via d’uscita a tutto quel dolore.

 

Un caffè con l’autrice

Con questa storia rimetto ufficialmente piede qui dopo tanti anni. Troppi forse. In questi anni sia io che questo posto sono cambiati. 

Mi sembra quindi doveroso lasciarvi alcuni appunti:

- questa storia è il seguito di Broken Memories. Potete leggerla senza avere letto la prima, forse però alcuni passaggi vi saranno oscuri;
- questa storia arriva 10 anni dopo la precedente. Lo scheletro della storia è lì nel mio computer da tutto questo tempo, eppure non l’avevo mai sviluppata. In questi 10 anni io ed i personaggi siamo cambiati molto. Rileggendo Broken Memories mi sono resa conto di avere dato sfogo alle mie emozioni e ad i miei problemi di allora attraverso James. Sono davvero curiosa di sapere cosa succederà questa volta, e come evolveranno i miei personaggi.
- il titolo che avevo annunciato 10 anni fa per questa storia avrebbe dovuto essere L’ESTATE DELL’AMICIZIA, DEL TRADIMENTO E DEL SANGUE. Davvero molto scenografico e pomposo. Ma, come si dice, “less is more” e quindi è diventato RED SUMMER.
- se dopo avere letto il prologo e le mie (presuntuose forse) note siete ancora qui… beh, siete speciali. Buona lettura!

 

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Capitolo 2
*** Un nuovo inizio ***


CAPITOLO 1
UN NUOVO INIZIO

Le vacanze estive erano iniziate davvero in grande stile quell’anno, persino per Remus. Per la prima volta dopo tanti anni aveva detto addio alla vecchia signora e a tutti i suoi gatti, e si era trasferito insieme a tutta la banda nella casa in montagna dei nonni di Alice e James. La stessa dove James dopo Capodanno aveva ritrovato la sua memoria.

Dopo gli avvenimenti degli ultimi mesi, e ancora di più dopo le sventure dell’estate precedente, tutti quanti sentivano il bisogno di staccare, di riposarsi e di non pensare a nulla di più complicato di cosa mangiare al pasto successivo. 

I genitori dei ragazzi, entusiasti per il ritrovato buon umore di James, avevano subito detto di sì. Persino l’apprensiva mamma di Peter aveva sollevato solamente qualche debole protesta, acconsentendo quasi subito che anche il figlio si unisse agli amici tra lo stupore generale.

“Tua mamma si è resa conto che non hai più sei anni, questo è davvero un grande successo Peter. Dovremmo festeggiare!”

Aveva esclamato Sirius quando l’amico gli aveva dato la grande notizia. 

Peter aveva sorriso ed aveva annuito, imbarazzato, mentre James prendeva in parola il suggerimento del compagno di avventure e versava da bere. 

Ogni giorno c’era qualcosa da festeggiare, che fosse un compleanno o semplicemente il sorgere del sole. Nella vecchia baita aleggiava un’aria di festa come se ne sentiva da parecchio la necessità. I brutti pensieri, le tragedie ed i complotti erano ormai alle spalle. Tutto quello che i ragazzi volevano era divertirsi. Insieme.

Se solo pensava all’estate precedente, ed a come aveva rischiato di perdere suo cugino James, Alice sentiva mancare il fiato e lo stesso valeva per i suoi compagni. In particolare per Sirius e Lily. 

La rossa non riusciva ancora a credere a come fossero andate le cose. Si era resa conto di provare qualcosa per James proprio quando il ragazzo era andato il come ed l’aveva scordata. All’idea di come avesse rischiato di non riuscire a coronare il suo sogno d’amore con il bel cercatore si sentiva mancare. Certo, la loro storia era appena agli inizi, ma c’erano tutte le promesse per pensare ad una bella favola con tanto di lieto fine. 

Lo stesso valeva per Sirius. Nonostante avesse chiarito con James una parte di lui non riusciva a perdonarsi per come erano andate le cose. L’anno prima, sul treno che li stava riportando a Londra i due ragazzi avevano litigato e James ne era uscito distrutto. Sirius, arrabbiato, era partito con suo zio alla volta dell’Europa senza avere più notizie dell’amico fino a settembre quando, di ritorno al castello, aveva scoperto che poco dopo il suo ritorno a casa il migliore amico era rimasto vittima di uno strano incidente ed era finito in coma.
Erano poi seguiti mesi difficili, pieni di apprensione prima e di sensi di colpa dopo. Solo alla fine dell’anno i due ragazzi erano riusciti a buttarsi tutto alle spalle, mettendo la parola fine su quella brutta storia.

Ora non volevano pensare ad altro che divertirsi. Erano giovani, belli, spensierati e non avevano alcun pensiero che li potesse tormentare. Tra una festa, una cena e tornei di varia natura le giornate alla Baita scorrevano veloci, fin troppo per Frank e Seba. I due ragazzi, dopo avere superato gli esami finali del settimo anno, erano in attesa di sapere cosa ne sarebbe stato del loro futuro. Dai risultati degli esami, infatti, sarebbe dipesa la possibilità di sostenere l’esame di ammissione all’Accademia Auror. Entrambi ci tenevano tanto, troppo per riuscire a sopportare un fallimento.

“Mia madre non mi ha messo sotto pressione, ha solo detto che se non vengo ammesso mi toglie il saluto e mi iscrive ad un corso di uncinetto.”

Aveva raccontato Frank, sorridendo nervoso. Alice, la sua ragazza, aveva cercato di consolarlo, ma era evidente che qualcosa tra loro non andasse. Da quando era finita la scuola la ragazza era diventata strana, quasi fredda. Frank non lo aveva notato per via dell’agitazione, ma agli altri ragazzi non era sfuggito. James aveva provato a parlare con la cugina, ma lei era stata vaga.

“Tranquillo James, è tutto a posto. Sei tu che sei paranoico e vedi complotti ovunque”.

Aveva detto lei, chiudendo velocemente il discorso. 

Tuttavia, anche l’ansia per i risultati degli esami era svanita non appena un grosso storno di grossi gufi aveva fatto la sua comparsa con una lettera per ciascun ragazzo. Avevano aperto le lettere frenetici, scoprendo il ciascuna lo stesso verdetto: tutti promossi. 

Dopo un’ intensa notte di festeggiamenti, che Seba e Frank aveva passato interrogandosi sul loro futuro, i due ragazzi decisero di tentare il test di ammissione all’Accademia Auror. Entrambi erano tesi e nervosi mentre scrivevano con molta cura il loro nome sul pezzo di carta che avrebbe deciso il loro futuro. Come spesso accade tuttavia i momenti destinati a cambiare la vita sono veloci, tanto che nemmeno una manciata di ore dopo Frank e Seba erano di nuovo insieme agli amici ed il pensiero del loro destino era stato accantonato.

Finalmente libero da compiti e incombenze, e dal pensiero della squadra, James era finalmente libero di passare finalmente del tempo con Lily. Nell’ultimo anno la ragazza si era resa conto di avere giudicato male il ragazzo e, dopo avere rischiato di perderlo un paio di volte, aveva deciso di dargli una possibilità. Dopo diversi imprevisti i due ragazzi erano finalmente riusciti a baciarsi poco prima di salire sul treno che li avrebbe riportati a casa. Un bel cambiamento per James rispetto all’anno precedente.

Ora i due ragazzi si frequentavano ufficialmente da qualche settimana, eppure tra loro c’era ancora impaccio. James aveva sempre paura di dire la cosa sbagliata, che lo avrebbe fatto di nuovo odiare dalla rossa. Lily, dal canto suo, era in difficoltà in quel nuovo ruolo. Per la prima volta nella sua vita non c’era un libro che poteva aiutarla. 

“Ti va una passeggiata?”

Propose James un pomeriggio soleggiato, prendendo la ragazza per mano. Lily lo guardò e subito pensò che non lo aveva mai visto così bello. 

“Certo, chiamo gli altri..”

Rispose prontamente Lily, sorridendo,

“Io veramente volevo stare un po’ solo con te.”

Replicò il ragazzo, preso alla sprovvista dalla reazione di lei.

“Scusa, io credevo..”
Mormorò la ragazza, imbarazzata.

“Tranquilla, non sono arrabbiato. Basta un bacio e passa tutto.”
Le sussurrò lui all’orecchio.

“Va bene, ma accontentati di quello.”
Mise in chiaro lei, fissandolo per capire la reazione del moro a quelle parole. James sospirò, senza però perdere la sua espressione allegra.

“Lo so, per il resto devo mettermi l’anima in pace ed essere paziente.”

Disse il ragazzo, stringendo a sé Lily. 

“Bravo”

Esclamò la ragazza, baciando a sua volta James.

“Sai che non sono un santo, vero?”
Disse il ragazzo, fissando intensamente gli occhi verdi della bella rossa.

“James, ne abbiamo già parlato..”

Iniziò lei, di colpo seria. 

“Va bene, niente discussioni. Voglio passare la giornata a farti le coccole in riva al torrente.”
Disse James, chiudendo il discorso. Non valeva davvero la pena rovinarsi una giornata così bella. Dopo tutto, aveva tutto il tempo del mondo da passare con Lily.

***

Alice, poco distante, guardava i due ragazzi inquieta.

“Vuoi andare con loro?”
Le chiese Frank, arrivando alle sue spalle. La ragazza sussultò per la sorpresa.

“Non mi va, scusa. Ho da fare qui.”
Ribatté la ragazza, liberandosi dalla stretta del ragazzo dopo avergli dato un casto bacio sulla guancia.

Frank sospirò, alzando gli occhi al cielo. Negli ultimi giorni Alice era spesso strana, assente. Qualcosa la turbava ma il ragazzo non riusciva a capire cosa e lei, dal canto suo, non voleva parlarne. Seba, che dall’altra parte della stanza aveva visto tutta la scena, lanciò un cuscino per distrarre l’amico dai suoi problemi.

“Ragazze… e chi le capisce”. 

Sospirò il riccio, strappando finalmente una risata all’amico.

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