Mugen Tsukuyomi

di Irasue
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il tuo amore ***
Capitolo 2: *** Quello che le parole non sono in grado di esprimere ***
Capitolo 3: *** L'ultima speranza verso un nuovo inizio ***
Capitolo 4: *** Bring me to life (song fic ) ***
Capitolo 5: *** Partenza ***
Capitolo 6: *** Canon ***



Capitolo 1
*** Il tuo amore ***


Il tempo sembrava fermo, come se il sole non volesse più splendere nel cielo, il verde si stava trasformando in un marrone giallastro, le foglie mutavano - secche e fragili, nemmeno gli uccellini non canticchiavano più più. Una brezza d'aria fresca le sposta una ciocca di capelli sulla fronte per poi posarsi delicatamente sui suoi occhi tristi. Il colore dei suoi capelli è così chiaro che può intravedere ancora l'immagine che stava contemplando precedentemente.
Sentì lo sguardo di qualcuno che si posava indiscretamente su di lei, perché la stava fissando? Cos'è che aveva da guardare? Si girò, ma non vide nessuno.
In fine arrivò, era da un pò che camminava lungo quella via a lei così familiare. Le è così familiare che è in grado di percorrerla ad occhi chiusi. Tornò a fissare la strada davanti e quando stava per girarsi nuovamente, i suoi occhi si posarono su qualcosa in particolare. Quanto tempo era passato dall'ultima volta che l'aveva vista? Ormai non ci pensò più e girò il capo nuovamente. Quella panchina era ancora fonte di ricordi ed emozioni che molto tempo fa le aveva costruite proprio lì. Eppure l'aveva vista disintegrarsi durante l'attacco di Pain.

"Hm...allora sarà stata un'altra panchina identica a questa." pensò tra sé e sé.

Percepiva ancora il fastidio dello sguardo di prima posarsi insistemente su di lei. Quella sensazione...Chi la stava spiando? La stava irritando, non poteva concentrarsi, non poteva conservare il suo stato calmo. Si voltò ancora e poi nessuno. Era possibile che in quel giorno non c'era nessuno? Eppure sentiva la presenza di qualcuno attorno a lei. Voleva fare finta di nulla, aspettando il momento opportuno per coglierlo di sorpresa. C'era un raggio di sole che illuminava qualcosa di rosso tra i rami dell'albero. Seguì quel raggio per poi fare un sospiro mediamente lungo ma profondo. Lo stava facendo ancora, ma perché? Non si fidava? Pensava che ormai avessero risolto il problema. Il corvo si spostò, volando via da quel ramo. Quando riprese a camminare, qualcosa la fermò. Non riuscì a fare un'altro passo che andò quasi a sbattere con la testa sul suo petto.

« Che cosa stai facendo qui? » mi chiese con un tono di voce calmo e soave.
« Una passeggiata. » rispose calma.
« Lo stai facendo ancora, Sakura. »
« No, stavo solo passeggiando, lo giuro , volevo prendere un pò d'aria fresca. »
« E nel frattempo cerchi ancora di ricordarti. »

Rimase muta, come se le parole le mancassero.
Cercò un punto da fissare, non riusciva a guardarlo negli occhi, non voleva che egli scoprisse la verità, ma intuiva che stesse mentendo anche senza usare lo Sharingan. I suoi presentimenti e istinti non sbagliavano mai. Da quando l'ha conosciuto anche lei aveva imparato a basarsi maggiormente sui suoi sensi.
Con due dita le prese il viso e glielo spostò delicatamente verso la sua direzione. Ecco, voleva che lei lo guardasse. Cercò di opporre resistenza ma invano, non riusciva a respingerlo, non riusciva a dirgli di no, nemmeno con i gesti.

« Mi avevi detto che saresti andata avanti. » le disse guardandola nei suoi occhi verdi smeraldo ormai lucidi.
« È vero, l'ho detto. » rispose corto.

"Non potevo rispondergli "cercherò" , me l'avrebbe fatto promettere." - pensò dentro di sé la kunoichi.

« Si, ma promettimi che da ora in poi metterai in pratica ciò che dici. »

" Ecco,l'ha fatto.Come non detto. Mi avrà letta nel pensiero? Non riesco a nascondergli niente, per lui sono come un libro aperto. Sono troppo prevedibile... "

« Sai che mi è difficile...» rispose come se stesse per urlare in preda alla disperazione.
« No finché sarò accanto a te. » .

Per lei era incredibile quanta calma e saggezza giaceva in quella persona. Eera l'opposto di...Lui...decisamente.Perché non l'aveva incontrato prima? Ah! È vero, a quei tempi era solo una mocciosa, lui non c'era al villaggio, era piccola e immatura, non conosceva ancora il gusto amaro della vita e le sofferenze che le avrebbe riservato una volta diventata adolescente. Il destino spesso gioca con le carte sbagliate. Si diverte a giocare con le vite delle persone, le fanno incontrare quelle sbagliate mentre le persone giuste non restano che soffrire nell'oscurità più profonda. In molti credono di ingannarlo, che magari la vita la cambiano loro ma in realtà il destino ha la meglio, e la sua situazione ne era l'evidente dimostrazione.

« No. Hai già fatto troppo, devo solo capire come a riuscirci a uscirne da sola. »
« Sai che non puoi farcela, hai sempre combattuto, sei sempre stata brava in tutto quello che hai fatto ma...questa cosa ti supera di gran lunga. Per questo sono qui con te. »

Non poteva resistergli, la dolcezza e la sua calma le trasmettevano un calore che sentì come pervaderle l'intero il corpo. Si lasciò in preda alle emozioni e fece un gesto che prima non aveva nemmeno osato di pensare. Si avvicinàò a lui, la sua testa arrivò all'incavo del suo collo, sempre di più. Lo abbracciò, restando attenta a non spostarsi in qualche maniera sbagliata e disturbarlo. Lui invece spostò una mano nella parte bassa della schiena e con l'altra mano le sfiorò i capelli, per poi muoverle il capo con le dita appoggiandole alla sua nuca, avvicinandola ancora a lui. L'abbraccio era uno vero e sincero. Sakura sentì i suoi battiti, il viso delicato di lei ormai era appoggiato al suo petto, sentendogli l'odore. Era un odore piacevole. Doveva resistere, non voleva in alcun modo versare nemmeno una goccia, nemmeno un'insignificante, no! Non lo doveva fare. Il suo respiro ora si trovava sull'incavo del collo della giovane. Quand'è che ha aveva abbassato la testa sulla sua spalla? Perché lo ha fatto? Anche lui stava soffrendo?

"Che sciocca, è ovvio che soffre anche lui."

« Dai, andiamo a casa. »
« Quale casa? » gli domandò un pò curiosa.
« La mia. »

"Eh? La sua casa? Perché? Cos'ha in mente di fare? Non ci sono mai stata e mai pensavo di andarci nella famosa casa degli Uchiha. "

Sakura sentì un brivido scorrerle lungo la schiena, le sue mani diventarono calde, i battiti erano sempre più intensi, una strana sudorazione dietro la nuca, un calore insopportabile.

« Perché? »
« Perché è meglio così. È una raccomandazione dell'Hokage, da sola non puoi più stare, non in questo periodo. »

L'Hokage. Dovevo immaginarlo. Ora come ora, dopo la guerra si preoccupa per lei, anche troppo. Non era nemmeno una sua familiare, ma solo un'allieva, si prendeva cura di lei come se fosse sua figlia. Sakura era del pensiero che non si somigliavano per niente, eppure molti ritenevano il contrario. Eccezione per quel sigillo sulla fronte che ora incominciava ad odiarlo. È vero, aveva segnato un momento importante della sua vita, ma non lo era più così tanto visto che non è riuscita a fare nulla per "Lui". Mi sentì segnata. I cittadini del villaggio e quelli delle altre nazioni non la conoscevano solo per il suo colore di capelli strano, ma ora con quel sigillo era ancora più identificabile. Odiva quando la gente che la guardava, come la fissava con la coda dell'occhio quando passava accanto a loro, come i bambini la indicavano con il dito attirando l'attenzione dei genitori. Prima era considerata una nullità e ora la fissavano come se fosse una creatura leggendaria appena uscita dai rotoli magici.

"Devi farci l'abitudine. Dovresti sentirti onorata ad avere il mio stesso Byakugou. Questo ti rende una persona speciale. Nessuno più è riuscito a sbloccarlo dopo mia nonna e me. Sono orgogliosa di te.Portalo con onore e usalo al meglio. Ah, a proposito. È simile al colore dei tuoi capelli, questo ti rende ancora più speciale e bellissima."

In quel momento ci credeva, ne era davvero convinta. Ma non poteva ignorare gli altri. Un'altro appunto da aggiungere sulla lista dei " Obiettivi da raggiungere " per trovare la pace interiore.

"Pace interiore? Ma cosa sto dicendo? Mai l'avevo raggiunta, dubito che posso trovarla ora."

Lo seguì, camminandogli vicino sulle vie del villaggio, fino a raggiungere il distretto riservato agli Uchiha.

Sentì sfiorarsi il mignolo della mano. Era la sua mano che cercava quella sottile e fine della ragazza. Sakura arrosì leggermente mentre lo ricambiava. Stavano camminando mano nella mano. Da tanto che non sentiva più la mano di qualcuno stringerla, dandole conforto. La sua timidezza ormai scomparì, fortunatamente. Di sicuro non voleva essere vista in quello stato di puro imbarazzo. Per fortuna non c'era quasi nessuno in quel momento della giornata. Meglio, ma allo stesso tempo si domandò dove si fossero cacciati tutti, quel distretto non poteva essere abitato solo da lui...
Dopo la guerra, Konoha ne ha risentito di disastri. Fu rasa al suolo, ma con l'aiuto di tutti, in meno di un anno le case dei cittadini furono subito ricostruite. Tsunade ritornò al suo posto del quinto Hokage della Foglia, faceva di tutto per ricostruire ciò che la guerra aveva tolto alla loro comunità. Decise di ripristinare per prima cosa le abitazioni dei cittadini con l'aiuto di Tenzo, poi i luoghi pubblici come: le scuole e l'ospedale per poi ricostruire il fulcro di Konoha, l'edificio dell'hokage. Anche se poteva sembrare una donna testarda, cocciuta e arrogante, aveva un animo davvero buono e le sue decisioni erano sempre prese per il bene del suo villaggio. Durante quel anno, convocò Sakura, sembrava molto seria. Le diede una missione molto importante, una la quale la rabbrividì. All'inizio era rimasta a dir poco sconcertata, poi riprendersi e continuare ad ascoltarla.

" Devi trovarlo. "
" Ma perché io? "
" Mando te perché sei uno dei migliori ninja che abbiamo e poi c'è la possibilità che possa portare ferite. Solo tu puoi fare qualcosa anche in merito. Attualmente sei la più qualificata. "
" Ho capito." dissi prendendo una copia del foglio che era presente nella sua cartella, che proprio in quel momento l'aveva messa dentro in uno dei casetti della scrivania.
" Signorina Tsunade, io non riesco ancora a credere su come questo possa essere possibile. Tutti pensavano che..." ed ecco, il pensiero fuggì ancora a "Lui", sapendo la causa...
" Sì, pensavamo tutti così. Ecco perché ti ho convocata. Non ti preoccupare, andrà tutto bene, ormai sei un ninja leggendario. Sei la mia erede. "
" Non proprio. "
" Questo è vero. Però ha il chakra simile a "Lui". Quindi presumo sarà un gioco di ragazzi per te. "
" Ha ragione. Va bene, lo farò. Ma avrei comunque una domanda. "
" Dimmi pure, Sakura. "
" Perché manda solo me? "
" Sakura, questa è una missione importantissima. E' top-secret. Nessuno deve venire a conoscenza. Intesi?"
" Si. Ma non se ne accorgeranno della mia assenza ?"
" No, Ho già pensato a tutto io, non per niente sono l'Hokage. Partirai domani all'alba. "

E infatti fu così. Dopo giorni di perlustrazioni e di ricerche lo trovò dentro una grotta con ferite molto gravi. Quando lo vide, la sua prima reazione fu quella della paralisi. Ero rimasta immobile e muta, con gli occhi spalancati e con le labbra socchiuse. Era lui. La foto sulla copia che l'Hokage le aveva dato ritraeva alla perfezione la persona davanti ad essa. Lui non la guardava. Probabilmente già sapeva del suo arrivo, sicuramente avrà percepito il suo chakra. Con passi lenti si era avvicinata a lui, incominciò a togliergli il mantello e la maglietta, facendolo rimanere a busto nudo. Aveva delle ferite profonde e stava sanguinando, chissà quante ne aveva passato. Se inizialmente poteva intimidirla un uomo a torso nudo, quando lavorava non facevo molto caso, rimanendo impassibile e seria, concentrata sul proprio compito. Era solo uno dei tanti pazienti. Nel suo lavoro le capitava spesso di vedere persone nude, ma lui era una delle persone più importanti di "Lui", una persona di cui tutti ne parlavano e pochi davano per scontato la sua esistenza.

" Non essere spaventata. Non ti ucciderò. " Le disse ad allora.
Sentiva il suo imbarazzo, il suo timore.
" Non sono spaventata, È solo che...tutti pensavamo fossi..."
" Morto? Tranquilla, puoi dirlo, non mi offendo mica. "

Sorrise. Nonostante la gravità delle sue condizioni, conservava ancora un certo umorismo. Dopo lo portò a Konoha, lì dove continuò a curarlo. Con il tempo scoprì anche un antidoto per la sua rarissima malattia. Doveva ammetterlo, in questi anni Sakura era migliorata davvero tanto. Prima non ci credeva nelle sue potenzialità, ma l'esito positivo del caso di Itachi confermò che finalmente aveva raggiunto un livello più alto, anche se Tsunade glielo ripeteva continuamente che lo aveva raggiunto già da tanto tempo. Non poteva esprimere a parole la gioia che provava quando scoprì finalmente qualcosa di straordinario. Lo visitava ogni giorno finché non fu in grado di rimettersi in piedi. Con il tempo cominciavano a instaurare un legame d'amicizia, parlavano di tantissime cose, accenando anche di "Lui" qualche volta.

Erano passati ormai cinque anni da allora, ora aveva ventidue anni, i suoi capelli ora erano lunghi e lisci come la seta come quando era ragazzina. Ora era una dottoressa con le carte in regola e riconosciuta in tutte le nazioni, diventò la più brava ninja medico esistente, addirittura sostenevano che aveva superato la sua maestra. Felice di tali complimenti, i suoi sforzi l'avevano portata a un risultato che le cambiò radicalmente la vita, ma lei non era in cerca di fama, quello che desiderava era quello di poter aiutare e salvare le persone, anche in punto di morte. Ma come ogni medico, ognuno ha avuto un caso particolare, uno in cui non ha potuto fare nulla e sentirsi dire "dottoressa" inutilmente. Ogni volta che ci pensava a quel caso, non si sentì degna del titolo.
Non c'era giorno in cui non ci pensava, sempre più intensamente, quel caso se l'è fatto sfuggire tra le mani e ora stava entrando in una specie di depressione...lo sapeva..ne era consapevole...Cinque anni, a quanto pare, non erano abbastanza per dimenticare.

« Eccoci. Entra pure, prima le signorine. » la invitò ad entrare per prima.

Erano arrivati. Oltre che buono, educato, dolce, altruista, maturo e premuroso era anche gentile. Gli aggettivi per definire tale persona scarseggiavano, e pensare che tutti lo consideravano come un criminale. A volte, prima di visitarlo, pensava molto a lui. Si era documentata ancora una volta sulla sua famiglia e sulle sue origini. Ha cercato anche una risposta su com'è stato possibile il suo ritorno, e ci fu vicina, o quasi...
Spinse pian piano la porta finché non la spalancò totalmente. Stava esitando.Non sapeva cosa fare, entrarci oppure no. Si morse il labbro. Se fosse entrata sarebbe entrata in contatto con ciò che apparteneva alla sua famiglia, è come se stesse violando la sua privacy. Non voleva invadergli gli spazi.

« Corraggio. Sai, la casa è stata rinnovata dal sottoscritto non appena ho messo fuori il piede dall'ospedale. Sono riuscito a metterla a posto, e questo grazie a te. Grazie a te, Sakura Haruno. »

Sakura rimase ancora qualche istante a guardarlo a leggere sulle sue labbra quel " Grazie " detto con sincerità. Ma improvvisamente un ricordo fugace le apparse davanti agli occhi. Era notte. La luce del palo era accesa. Il suo zaino geometrico. Il vento che le muoveva i bordi dell'abito rosso con i due spacchi laterali. La panchina fredda.

« Di nulla, l'ho fatto con piacere e poi questo è il mio lavoro. Ma dimmi. per quanto tempo dovrò restare qui? »
« Finché non ti rimetterai. Questa tua depressione non la puoi gestire da sola, perciò ora sono qui con te. Tu mi hai curato, ora devo ricambiare. »

Non sapeva più che dire. Sarebbe stato inutile rifiutarlo. Inoltre sapeva che se avesse rifiutato Tsunade e Itachi avrebbero collabborato affinché cedesse. Se doveva accomunare i due, molto probabilmente li avrebbe associato alla testardaggine.

" Ecco...la parola che più lo rappresentava. Ogni cosa, ogni luogo, ogni parola mi ricorda - Lui- ."

Itachi si girò verso di lei, percepiva che qualcosa non andava, lo si vedeva dall' espressione della giovane, diventando inscosciamente seria e triste. Come al solito le prese il mento, alzandolo leggermente per guardarla negli occhi.

« Vedrai, ci riusciremo. Farò di tutto per aiutarti, non ti preoccupare. Non voglio vedere mai più questo viso così bello e innocente avvolto dalla tristezza. Capito? »

Vide le sue labbra incurvarsi. Il suo cuore stava perdendo dei battiti, gli occhi diventarono sempre più splendenti e il corpo si stava irrigidendo sempre di più. Itachi la prese tra le sue braccia per poi donarle un dolce bacio sulla fronte. Sakura fece un sospiro di sollievo.

« Grazie Itachi. » rispose con le guance ancora rosse, stringendo nei propri pugni il materiale del suo vestito.

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Capitolo 2
*** Quello che le parole non sono in grado di esprimere ***


" - Sei..insopportabile, sei la solita noiosa. "

In quel momento si sentì trafiggere violentemente il petto, lasciandola cadere a terra incurante. Non ricordava piu cos'era accaduto. C'era il maestro Kakashi che la reggeva e cercava di svegliarla. Si trattava di un genjutsu che poteva essere annullato solo dall'utilizzatore, fermarlo o peggiorarlo ulteriormente. Infatti, quella che temeva si era avverato, non è stato lui a risvegliarla, ma qualcos'altro.
Si alzò in piedi, cercando in preda al panico, il suo corpo. Era arrivata troppo tardi, non poteva fare più nulla. Il suo viso era sporco di polvere e umido dalle lacrime che scorrevano in continuazione. I suoi occhi erano diventati rossi e irritati oltre che lucidi. Urlò, fregandosene delle conseguenze, tenendo tra le sue mani la sua testa, accarezzandogli quei fili sottili e morbidi capelli corvini. Cercò di resuscitarlo, fece tutto quello che era nel suo potere, doveva ritornare, da lei. I suoi massaggi cardiaci non hanno avuto nessun effetto. Il maestro Kakashi appoggiò la mano sulla sua spalla come per farle sapere che lui c'era. La guardava, voleva che la smettesse, voleva che si fermasse. Lei però voleva insistere, premendo continuamente sul suo torace e facendoli respirazione bocca a bocca. Non ho nemmeno fatto caso che ha sfiorato le sue labbra cosi perfette e cosi fredde, le labbra che aveva sempre desiderato.
Continuando a piangere disperatamente insistò ancora di più, con la sua forza sentì che stava per romperlo. Dunque si fermò, sedendosi in ginocchia vicino a lui per poi coprirsi il viso con le mani sudice di suore, lacrime, polvere e sangue. Guardò verso il cielo annebbiato e urlò ancora fino a sentirsi spaccare i polmoni. In fine si calmò per un attimo e lo abbracciò prendendolo con cura, sporcandosi con il suo sangue. Le sue mani, la sua guancia, i vestiti erano ormai pieni della sua sostanza. All'improvviso sentì un dolore come lacerarle il cuore. Si voltò e lo vide alle sue spalle , era "Lui" che la trafisse con la sua Kusanagi e il Chidori combinati. Il sangue fresco si stava mischiando con il suo.

" Ma come? Lui e tra le mie braccia."

***

<< Sakura, Sakura! >>

La ragazza sentì una voce nell'allontananza.Qualcuno la stava chiamando. Aprì gli occhi e alzò con fatica il busto. Strinse con i pugni la lenzuola respirando in modo irregolare. Panico, paura, timore. Sono questi sentimenti che la stavano invadendo. Le appoggiò entrambe le mani sulle spalle e la scosse un pò per riprendersi. Dopo aver guardato il soffitto ora lo stava guardando negli occhi.

<< Era solo un sogno. >>
<< Pero è successo. >> rispose lei con una goccia di sudore che le scendeva dalla fronte.

Mosse una mano dalla spalla esile della ragazza per spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Po si alzò in piedi e sospirò. Lei sapeva che non l'avrebbe lasciata sola, glielo leggeva in faccia.

<< Vado a preparare la colazione. Tu vestiti pure. >>

Dopo che se ne andò spostò la coperta e con movimenti lenti anche lei si mise in piedi. Inizialmente avvertì una certa instabilità, poi, ad ogni passo acquisiva sempre più sicurezza. Si stava dirigendo verso il bagno per sciacquarsi la faccia. Con gli occhi chiusi stese un braccio in cerca dell'asciugamano. Quando lo prese, lo passò dalla fronte sugli occhi e poi lo fermò a metà viso. Si guardava allo specchio e notò come i suoi occhi erano diventati gonfi. Aveva pianto troppo. Agli inizi riusciva a cavarsela, si teneva talmente tanto con gli impegni lavorativi che pensava bastasse quello per sopprimere i pensieri. Da quando il villaggio è stato ricostruito in totalità, molti cittadini hanno trovato lavoro in varie aziende e locali pubblici, tra cui anche all'ospedale, di conseguenza c'erano almeno tre turni a settimana, e lei poteva godere di alcuni giorni liberi.
Uscì dal bagno e prese i vestiti che aveva indossato anche ieri: una maglietta verde e un paio di pantaloni bianchi aderenti e con le caviglie scoperte. Si pettinò i capelli per poi acconciarli in modo da rendersi presentabile, visto che la mattina tutti sono un pò malconci.
Scese lentamente i scalini fino ad arrivare al piano di sotto. Gli sentì la voce, l'aveva sentita scendere. Sorrise appena.

<< Dai, vieni che e pronto. >>

Raggiunse la cucina e lo guardò. Aveva i capelli sciolti, lasciati cadere sulla schiena, indossava una maglietta blu a maniche lunghe con un colletto a forma di " V" e lo stemma degli Uchiha sul retro, un paio di jeans neri e uno strano grembiule bianco con dei motivi. Erano proprio quei particolari che la fecero rattristare.
"Che odio quei pomodori." pensò accigliando i tratti del viso, ma lui se ne accorse.

<< Scusa, lo avevo trovato qui da queste parti... >> disse per poi togliersi il grembiule e posarlo sul mobile.
<< Non ti preoccupare. Dai sediamoci. >> rispose lei, cercando di farlo smettere di trovarsi una colpa.

Ognuno di loro prese un posto a sedere. Lei si avvicinò ancora di più al tavolo autoservendosi con le pietanze che Itachi aveva preparato. Per prima cosa prese un biscotto con gocce di cioccolato e poi un the al gusto di ciliege. Mentre sorseggiava, lentamente, attenta a non scottarsi con il the bollente, osservò la scatola posta sul mobile con disegnate delle ciliege su uno sfondo verde. Si lasciò sfuggire un sorriso leggero.

<< A quanto pare sai gia i miei gusti.>>
<< Beh, non e difficile, il tuo nome dice tutto.>> rispose Itachi sorridendole dolcemente, per poi sorseggiare il suo caffè.

Durante la loro convivenza avevano imparato a conoscerci meglio. Erano entrati sempre più in confidenza dopo quella missione. Ma ora la cosa stava andando sempre più oltre. Agli inizi lui era per conto suo e lei per le sue, si incontravano varie volte per scambiare qualche parola, aiutarsi e perché no allenarsi insieme, imparando ognuno delle cose che poi si sono rivelate utili per entrambi. Durante questo tempo Sakura aveva sempre cercato di scoprire la verità sul suo ritorno in vita. Com'era possibile? Ovviamente le sue ricerche le svolgeva da sola,in segreto. Inizialmente non voleva trasferirsi da lui. Anche se ormai vive da sola, dato che i suoi morirono nell'ultima guerra, poteva gestirsi da sola,si sentiva completamente indipendente. Ma come al solito, le preoccupazioni dell'Hogake le hanno imposto di seguire i suoi ordini, non raccomandazioni. Era già da un tempo che la osservava in modo particolare. Sakura era dell'dea che ormai la vecchia se n'era accorta del suo comportamento. Eppure pensava di aver fatto di tutto per nascondere cio che ultimamente sentiva, evidentemente non era abbastanza. Era stata in grado di nascondere perfettamente i suoi stati d'animo, ma non poteva più fingere che tuto andava bene. Sakura era cosciente di quello che le stava accadendo, ma non poteva smetterla. A volte si svegliava da uno stato di trance rendendosi conto che per un istante andava con la mente altrove. Le sembrava d'impazzire, quello che le accadeva era incontrollabile ed inevitabile.

<< Oggi sei libera. >>
<< Ancora lei giusto? >>
<< Si. Ma non ti preoccupare. Oggi ti porterò fuori. >>
<< E tu? Non dovevi andare al lavoro? Hai delle responsabilità adesso. >>
" Ecco,mi faccio sfuggire una specie di predica che sicuramente non gradirà. Ma in fondo, perche mi preoccupo cosi tanto per lui?"
<< Mi sono preso la giornata libera. >>

Era un ragazzo davvero bravo. Ragazzo? Non sapeva se a trent'anni si venisse considerati ancora ragazzi, però le dava questa sensazione di eterna giovinezza, come se ne avesse 20, proprio come lei, non sembrava invecchiato di una virgola da quella volta che si incontrarono nella foresta. Che strano. Da quando l'aveva portato quel giorno a Konoha, l'Hokage lo graziò per poi permettergli di prendere il posto alla stazione della polizia che per tanto tempo non vi ci lavora piu nessuno. Ovviamente i cittadini avevano paura, sapendo degli eventi passati. Però grazie a Tsunade, che fece un discorso abbastanza lungo con lo scopo di pacificare tutti, Itachi fu accettato e addirittura acclamato per il suo gesto anche se drastico ma neccessario. Anche Sakura rimase stupita dal fatto che le persone furono in grado di comprenderlo, forse la guerra li avevano resi piu vulnerabili e diffidenti, ma allo stesso tempo anche più umani.
Dopo l'evento piu drammatico della sua vita, si era chiusa nella propria casa, rifiutando ogni forma di socializzazione. Le sue amiche arrivavano anche a chiedere in giro se si trovava ancora al villaggio. Al lavoro facevo il suo turno e appena finiva un servizio andava subito nel suo ufficio, non voleva incontrare e parlare con nessuno. Forse è cosi che Tsunade se n'è accorse. L'unica persona con cui si apriva era proprio Itachi, ecco perche l'Hokage decise che ra meglio per lei trasferirsi da lui. Erano buoni amici, ma spesso trascurava anche lui, rinspondendogli male,comportandosi in maniera sbagliata. Lui era al corrente del suo problema, anche lui soffriva per la perdita del fratello, però non lo dava a vedere troppo. Le diceva sempre " Guarda avanti". Come se davanti esistesse una strada per raggiungere quella serena, che ora cercava. Aprezzò quello che stava facendo, occuparsi di una persona è la cosa più difficile che si può fare, è un lavoro molto impegnativo che richiede molta pazienza.
La sua casa era davvero grande, con tre stanze da letto tutte al primo piano, tre bagni per ogni stanza e uno di servizio, un dojo, quattro balconi, un grandissimo giardino, una cucina, un bel terrazzo e un soggiorno molto spazioso e luminoso. La maggior parte del tempo la passavano nel soggiorno e nella cucina,ma la sera ognuno andava nella sua camera da letto. Lui dormiva nella sua stanza mentre lei in quella di Sasuke.La camera matrimoniale era sigillata. Ogni volta che si trovo in quella stanza si sentiva strana, forse e uno dei motivi dei suoi incubi. Certo, Itachi l'aveva rinnovata ma la sua mente non si fermata a pensare che la stanza dove ora dormiva, prima apparteneva a Sasuke.

<< Allora, dove andiamo oggi? >> .
<< A fare una passeggiata in giro. Appena finita la colazione preparati, usciamo insieme. >>

„Usciamo insieme". Questa frase la fece provare una sensazione strana. Suonava come un appuntamento ma allo stesso tempo anche nulla di particolare perché passavano molto tempo insieme, era una cosa quotidiana.

***

Le strade sembrano più strette di prima, il sole mi l'accecava. Era davvero un bel giorno per fare una passeggiata, e quelo odore...e di aria pulita, così fresca...Camminarono molto. I suoi occhi andavano a posarsi su vari negozzi, abitazioni, costruzioni, parchi e locali.

Itachi si fermò all'improvviso, tirandola indietro verso di lui.

<< Siamo arrivati. >>

Si erano fermati davanti a un negozio di abbigliamento. L'invitò ad entrare e la seguì dando il buongiorno alla commessa per poi girare un pò per gli scaffali.

<< Ti piace qualcosa?>>
<< Sinceramente, non tanto. >>
<< Come mai? >>
<< Questo posto non fa per me. >> rispose Sakura scocciata, guardando un vestito rosso intenso e attilato,lungo fino alle ginocchia e con due bretelle che alla base erano sottili e nella parte alta delle spalle erano sempre piu larghe.
<< Capisco. Allora andiamo. >>
<< Va bene.>>

Uscirono dal negozio silenziosamente.

" Mi ha portata in un negozio per poi chiedermi se volevo qualcosa. Tutte queste attenzioni...Come si comporta con me...Come si prende cura di me...Perche? Mi sta sfuggendo qualcosa, è molto strano."

<< Perche lo fai? >>
<< Fare cosa? >>
<< Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda. Sai di cosa sto parlando. >>

Lui sospirò, chiudendo le palpebre per poi riaprirle. Di scatto la prese in braccio e cominciò a correre. Si spostò a grande velocita, saltanto sui tetti e sui rami degli alberi. I suoi spostamenti veloci non le fece mettere a fuoco niente. Cosa stava facendo?
Si fermò e l'appoggiò al suolo. La guardò insistente ma in silenzio. Sapeva quello che stava facendo, ma non voleva parlarle, era piuttosto serio.

<< Pensavo lo avresti scoperto da sola, dopotutto...Sei una alla quale piace portare delle investigazioni in segreto...>>

" Perche ho come la sensazione che mi parla con sottinteso?"

<< Non so di cosa tu stia parlando. Dimmi perché lo fai? Non stai ricevendo nulla in cambio. >>

Quel suo atteggiamento strano, insolito e serio le mise paura, più dei soliti malfattori e banditi. Le persone calme sono spesso quelle più pericolose. Cosa stava cercando di dirle? Non capiva...Non era più in grado di pensare....

<< Non e un fatto di ricevere ma di dare. Io ti sto offrendo il mio amore, Sakura.>>
<< Il tuo amore? Perché? >> gli domando mentre le mani cominciarono a tremarle.

" Cos'e questa sensazione che ora sto provando? "

<< Si. Tu sei l'unica che può capirmi. Attraverso te vedo ciò che sarei potuto diventare se mi avessi lasciato preda alla disperazione. Ti sto aiutando perché ne hai bisogno. Tu hai bisogno di amore e nessuno può dartelo, oltre me. >>

La sua risposta le sembrava logica, un messaggio forte e allo stesso tempo sembra anche una dichiarazione di possesso. Appoggiò nuovamente le mani sulle sue spalle e la fece girare, obbligandola a guardare il fiume e gli alberi circostanti. Sentì qualcosa di freddo appoggiarsi sul suo petto. Le stava mettendo una collana d'argento con un ciondolo rotondo con il bordo bianco, lo sfondo rosa e dentro un piccolo ventaglio rosso e bianco. Lo guardò con attenzione, osservando il materiale, studiandone i suoi dettagli.

<< E questo per cos'è? >>
<< E un mio dono, che ti ricorderà di me. >>
<< E come faccio a dimenticarmi di te? Mi sempre accanto...Non mi lasci mai sola. >>
<< Questo è vero, però potrà succedere che un giorno non potrò più starti vicino.>>.

Gli sorrise lo abbracciò come se fosse una bambina. Strinse la presa sulla sua schiena e sospirò. L'amava...Che sciocca a non essersi resa conto dei suoi sentimenti. Doveva accorgersi dai suoi gesti. L'amore e un sentimento troppo forte, difficile e complesso da essere espresso con le parole.
Erano sdraiati sul prato, lei stesa e appoggiata al suo petto, lui invece seduto, divertendosi a giocherellare con le ciocche di capelli rosa della giovane. Quella era un'atmosfera davvero piacevole.

<< Non avevo mai vista una cosa del genere. >>
<< Cosa non avevi visto ? >>
<< I tuoi capelli. Sono rosa e allo stesso tempo naturali. Sicura non sei un alieno? >>
<< Si. E anche se lo fossi stata, te ne saresti accorto. >>

Il tempo era già passato e fuori stava calando la notte, dunque decisero di alzarsi e avviarsi verso la casa.

<< Tu entra pure, io devo andare a fare un servizio. >> lui le lasciò un bacio sulla fronte per poi allontanarsi

Sakura entrò dentro casa e si mise comoda nella poltrona. Successivamente si alzò per andare verso il bagno per preparare la vasca con l'acqua calda quando, alla porta si sentì il campanello suonare. Si affrettò a mettersi l'accappatoio, e quando scese al piano di sotto aprì la porta. Era Itachi con un enorme pacco regalo tra le braccia.

<< Buon Compleanno ! >>

"Per tutti i Kami! Oggi e il mio compleanno? Do uno sguardo fuggitivo sulla parete su cui era appeso il calendario. Oggi, sabato 28 marzo.

"Sono stata cosi presa dal mio traslocco, dagli impegni al lavoro e al mio problema che mi ero proprio dimenticata di questo giorno."

<< Dai aprilo. >> Itachi la incoraggiò ad aprire il pacco una volta accomodati nel soggiorno.

Sakura aprì il pacco,togliendo lentamente il fiocco rosso e in fine tolse il coperchio bianco. Sul suo volto si fece un sorriso. Era felice.Dentro allo scatolone c'era il vestito rosso che aveva visto in giornata nel negozio.

<< Come hai fatto a ..>>
<< A saperlo? Eh, io so tutto. Il tuo sguardo, anche se principalmente indifferente, mi ha dato l'indizio. Sai Sakura, sono le cose che vogliamo ignorare che in realtà ci interessano maggiormente. >>
<< Itachi, non ho parole...Grazie...Stai facendo davvero molto per me.>>
<< Lo faccio con piacere.Ora pero vestiti, dobbiamo andare. >>
<< Stavolta dove mi porti? >>
<< Questo lo scoprirai quando arriveremo lì. Tu mettiti in fretta il vestito e preparati sennò arriviamo in ritardo. >>

Prese il vestito e corse nella sua stanza .Alla fece una doccia veloce per avere piu tempo per prepararsi.Indossò l'abito , si truccò e si raccolse i capelli lunghi e rosa in una coda di cavallo posta nella parte superiore della testa. Prese un paio di scarpe nere e con attenzione scese le scale con attenzione. Ma lui già la stava aspettando in salotto. Indossava una maglietta nera, una giacca di pelle nera e un pantalone blu scuro accompagnando il tutto con un paio di scarpe marroni di una tonalità scura.

<< E mai possibile che tu sei sempre il primo? >>
<< Sono un uomo, non ho bisogno di tanto tempo per prepararmi. >>

Uscirono fuori di casa per dirigersi verso la destinazione.Conoscevo già quelle strade e i viali pero man mano che le diceva che c'erano quasi arrivati lei avvertiva uno strano presentimento. Si fermarono dietro l'angolo della locanda, invitandola a seguirlo . Lo segui e quando vide la parte frontale del locale trattenne un sospiro. Quel posto...Andava sempre lì da piccola insieme a loro. Stavano entrando, quando delle luci si accesserò e una torta si illuminava al centro della tavola. Tutti i suoi amici le stavano cantando e applaudivano. Avvicinandosi alla torta lesse al centro „Buon Compleanno Sakura" e nella parte più bassa il numero „ 23". Spense le candeline dopo aver espresso il suo desiderio. Sakuraormai non ci credeva più in quel genere di cose, però perché sprecare un'occasione del genere che succede solo una volta all'anno? Magari succederà quello che ha appena desiderato, non si sa mai.
Tutti si avvicinarono a lei abbracciandola e baciandola sulle guance. Prima si fece avanti la mia amica del cuore Ino, poi TenTen,poi Hinata, Kiba,Shikamaru, Sai e il proprietario Ichikaru. Tra loro c'e anche La Signorina Tsunade, Shizune e il maestro Kakashi. Sorrise e ringraziò a tutti. Lui si stava avvicinando. Il ragazzo biondo dagli occhi azzurri e dai baffetti, con tre strisce su ogni guancia, si avvicina a lei lentamente.

<< Buon Compleanno, Sakura-Chan! >>

Ma cosa pensa? Che sorridermi e dirmi Buon Compleanno serve a dimenticare tutto? Questa volta perché e partecipe al mio compleanno? L'ultima volta che abbiamo parlato avevamo messo le cose in chiaro. Ci avra ripensato?

"-Immagino che tutto sia finito.
-Si, non c'e piu nulla che ci spinge ad essere amici.
-Non voglio commettere lo stesso errore di confrontarci. Rompere il nostro legame è la cosa megliore da fare. Io non sono una vendicatrice. Preferisco ucciderti con l'indifferenza. So già quello che sentirai e penserai, ma non m'interessa. Si poteva trovare un'altra soluzione, si trova sempre una soluzione a tutto. Hai calpestato i miei sentimenti e la tua promessa. Addio Naruto, per me sei...M.O.R.T.O. Dimenticami, uccidendo lui hai ucciso anche me. Non cercarmi mai,non osare a provarci."

Ora che lo rivedeva le veniva la voglia di strangolarlo.

Si avvicinò a lei,voleva abbracciarla. Poi le trafisse il petto brutalmente con la mano lasciandola cadere nella propria pozzanghera di sangue sul pavimento. Il suo cuore si era fermato. Si toccò il petto. Ma..dov'era? Era nelle sue mani. Con un coltello conficcava più volte il muscolo che ancora pulsava, poi lo gettò e cominciò a sfoderare la sua Kusanagi. Cosa stava succedendo? Dal suo abito rosso e rovinato continuava a fuoriuscire il sangue senza fermarsi. Puntò la sua katana verso di lei per poi continuare a trafiggerla instancabilmente nel torace.

„ Sei cosi inutile che non sei nemmeno stata in grado di aiutarmi. Non ti sei mai meritata il mio amore e mai lo meriterai. Meriti solo di morire, per mia mano. HAHAHHAHAHAHAH"

Stava facendo la sua solita risata malefica da psicopatico. Vide le sue gambe come si avvicinano a lei. Ma cosa volva fare? Ormai si dava per spacciata. Però perché non sentiva dolore?

Si udirono delle voci in lontananza.

<< Itachi, portala fuori. >>
<< Tsunade-sama, e più grave dell'altra volta. Cosa faccio? >>
<< Fai quello che hai sempre fatto. >>

Sentiva freddo.Stava tremando. Non sono era più in grado di muoversi,però riprendeva conoscenza. Era tra le sue braccia. La stava baciando. Chiuse gli occhi e ricambiò. La strinse a sé, forzando la presa sulla sua schiena e collo. Restarono per alcuni istanti cosi, poi la lasciò. Il suo volto era bagnato e la sua espressione le fece impressione.

<< Itachi-san..>>
<< Smettila di aggiungere „-san" ogni volta che arrivo a questo gesto. Per favore..mi fai sentire un estraneo oltre che un vecchio.>>
<< Si..scusa...E' successo ancora? >>
<< Si. Pero ora sono riuscito a farti tornare. La cosa si sta aggravando e non so per quanto tempo questo metodo sara ancora efficace.>>
<< Allora fa quello che ti ho proposto tempo fa.>>
<< Non posso. >>
<< Si invece. Itachi, solo tu sei in grado di farlo. Tu sei l'unico Uchiha ancora in vita e l'unico che possiede l'abilità che ti permette di fare ciò che ti ho proposto.
<< E' tropo pericoloso. >>
<< Se ci tieni a me, a un nostro futuro, allora fallo. >>
<< Mi stai obbligando cosi. >>
<< Si. >>
<< L'amore che provi per me non ti permetterà di sbagliare. Andrà tutto bene. Se ogni volta sei riuscito a farmi tornare, questa volta ci riuscirai di sicuro.>>
<< Va bene, pero ora andiamo a casa. >>
<< E la festa? >>
<< E' finita. Ma ti prometto che l'anno prossimo sarà perfetta. >>

Presto, tutto sarebbe finito e lui non si sarebbe più complicato ad aiutarla nel futuro...
 

.....continua




 

Angolo autrice

Rieccomi qui con il secondo capitolo. Qui troviamo il vero stato di Sakura. La sua depressione si sta evolvendo e ora sta avendo delle allucinazioni. Pero per fortuna c'e Itachi che ogni volta riesce a portarla in sé con il suo Sharingan. Come lo avrete capito, Itachi ha fatto lo stesso procedimento anche in passato,ecco perché nel primo capitolo erano strani. Lui si è innamorato di lei dal primo momento in cui l'ha vista e con il suo amore la sta aiutando come meglio può. Anche lei sente qualcosa per lui, non se ne accorge subito, è troppo impegnata e in preda al tormento che sta avendo, a quanto pare l'immagine e il ricordo di Sasuke la sta torturando. In questa storia non ho dato molto spazio agli altri , purtroppo non sono arrivata alla performance di introdurre piu personaggi nella storia e poi si tratta di una storia che riguarda la nostra protagonista Sakura e piu di due-tre personaggi non credo che sono necessari dato che non ho intenzione di fare una storia lunga.
Sakura è talmente presa dai suoi pensieri che dimentica del suo stesso compleanno e di ciò che Itachi le sta cercando di dire attraverso i suoi gesti.
Lo so,possono sembrare brutali le scene ,come se fossero tratte dai film horror, però e questo ciò che Sakura immagina ogni volta che ha un'allucinazione, forse anche di peggio. E' cosciente del fatto che perde del proprio conscio, però come ho già descritto sopra, non può farci nulla. Ed e per questo che ora sta appellando a Itachi. Ma secondo voi cosa gli avrà chiesto di fare e Itachi ha rifiutato? Ovviamente ho lasciato un piccolo indizio nella parte finale della storia. E poi, in seguito a cosa ha avuto questa crisi? Cosa ha determinato secondo voi questo stato della ragazza?
Da notare che nella prima parte Sakura sogna,mentre nell'ultima sta avendo un'allucinazione. Ovviamente, per scrivere questa storia mi sono ispirata ai brani „ Evanescence-Understanding „ e „ Evanescence-My heart is broken „

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Capitolo 3
*** L'ultima speranza verso un nuovo inizio ***


Un luccichio le solleticò il viso. Cominciò ad aprire le palpebre lentamente, come se avesse paura di aprirle di scatto. Era tutto nero, faceva fatica a mettere a fuoco. Non si sentiva più i muscoli. Sentiva anche qualcosa sulla pancia che la disturbava, voleva toglierla. La sua mano venne fermata con prontezza. Una persona la stava guardando e gesticolava con la testa in segno di negazione, emanando uno strano suono appena fuoriuscito dalle labbra. Appoggiò la mano sulla sua testa, le accarezzò la fronte e poi la baciò

< Torno subito. >

Anche se ancora non riusciva a vedere del tutto, fece affidamento sugli altri sensi, come l'udito e l'olfatto. Quella voce e quel odore li riconosceva su mille. Appena se ne andò lei cercò di richiudere gli occhi continuando a riposarsi. Si sentì così stanca...sfinita è la parola giusta per descrivere quel momento. Ogni muscolo si era atrofizzato, appena poteva muovere le dita. Per fortuna si trattava solo di uno stadio  temporaneo.
 

***

 
La porta si aprì lentamente. Non riusciva a distinguere la persona che era appena entrata però era sicura si trattasse di una conoscente. Finalmente, ora, riusciva a vedere meglio i colori e le forme degli oggetti. La donna che era appena entrata per farle le solite visite quotidiane,vestita tutto di bianco, con in mano un piccolo vassoio con un bicchiere d’acqua e una piccola scatoletta in forma cilindrica con le pillole che doveva prendere. Aveva dei bellissimi capelli biondi tagliati a forma di caschetto e dei splendidi occhi celesti. Lei continuava a muoversi nella stanza mentre lei rimanevava immobile e indifferente. Prese una sedia e si accomodò accanto al letto della paziente.
 
< Ciao Sakura. Come ti senti? >
< Mpf..Ho avuto giorni migliori. >  
< Dovresti essere felice piuttosto che lamentarti. >
< Sei sempre la solita. Certo non mi sento molto bene. Anche se non è una giornata in cui io possa essere in ottime condizioni, mi sento comunque felice e realizzata....>
< Si, ti capisco. Pero io ne ho due,tu solo uno.. >
< Per ora. >
< Quindi stai già pensando a un’altro? >
< Deve passare del tempo prima. >
< Già. Senti Sakura hai già pensato ad un nome? >
< Ancora no. >
< Vuoi sapere se è...>
< Shh, zitta, voglio scoprirlo da sola. >
< Va bene, ho capito. Però fammi sapere per l’evento successivo.>
 
Un uomo alto, dai capelli lunghi e corvini e dagli occhi scuri entrò nella stanza, interrompendo la loro discussione. Ino si alzò dalla sedia e si girò di spalle dirigendosi verso la porta da cui lui era appena entrato.

< Vi lascio soli. Sakura, mi raccomando. >  Le fece l’occhiolino.

L’uomo si avvicinava a lei, tenendo in braccio una coperta color blu dove dentro  vi era una piccola creatura che stava beatamente dormendo.

< È maschio. >  

Era talmente felice che i suoi occhi neri brillavano come non mai. L’emozione era così forte che nelle sue pupille si poteva tranquillamente osservare quella piccola luce che continuava a splendere mentre guardava sia il neonato che la madre. Cercò di spostarla alzandola verso l’alto e appoggiando la schiena sui cuscini. Stese le braccia per ricevere il loro figlio. Lo afferrò con estrema delicatezza e cominciò a sfiorargli con l’indice il viso. Sembrava che non avesse alcuna reazione, dormiva come un angelo.

< Hai pensato ad un nome? >  
< Diciamo. Sai, pensavo al nome Sasuke. >
< Sasuke? Come mai questo nome? > Itachi sembrò sorpreso,ma allo stesso tempo triste e melanconico
< Non lo so, mi è venuto in mente appena l’ho visto. Inoltre è il nome del padre del Terzo,un grande uomo, che spero anche lui lo diventerà.>  rispose mentre continuò ad accarezzare la piccola creatura che ora stava nelle sue braccia.
< Si, mi piace. > Concluse in fine con un sorriso quasi tirato
< Bene, allora è deciso. >
< Si, ora devo andare a firmare per i documenti. Ci vediamo più tardi.> Prima di andare via le diede un bacio sulle labbra.
 
Mentre accarezzò suo figlio pensò già ai giorni in cui si sarebbe presa cura di lui, in cui si sarebbe impegnata a insegnargli tutto quello che sapeva insieme a suo padre. Quando spostò la mano sinistra da sotto il capo del bambino, quel luccichio continuava ad attirarle ancora l’attenzione. Passò le dita uno dall’altro, posando lo sguardo sull’oggetto in oro presente sul suo anulare. Improvvisamente si ricordava del giorno in cui si era unita a Itachi nel sacro rito del matrimonio. Dopo più di due anni di convivenza, avevamo deciso che era giusto sposarsi. Quando le fece la proposta in pubblico, alla festa di primavera , tutti rimasero a bocca aperta, alcuni erano rimasti con gli occhi spalancati, alcuni le suggerivano da dietro di rispondere „ Si ” mentre altri si erano messi a piangere per la gioia. In quel giorno importante dovevano partecipare in tantissime persone e cosi è stato, purtroppo però, mancavano quelli piu importanti, i loro genitori. Tsunade si era offerta di farle da madre, il maestro Kakashi da accompagnatore e Naruto insieme a Hinata da testimoni. Il rapporto tra lei e gli altri migliorava ogni giorno che passava dopo la guerra. La guerra di sette anni prima li aveva aiutati ad essere più uniti di prima, diventando una famiglia davvero numerosa.
 
< Ciao Sakura. Vedo che stai meglio. >  Disse la donna dai capelli lunghi e biondi.
 
Era immersa così tanto nei suoi pensieri che nemmeno si era accorta della sua presenza. La persona di fronte a lei si presentava come una donna forte e autoritaria oltre che sicura e decisa in tutto quello che faceva. Nonostante fossero passati tanti anni, lei era rimasta ancora come quando ne aveva venti.
 
< Ora che posso tenerlo nelle braccia, posso dire che mi sento meglio. >
< Mi fa piacere. Dato i miglioramenti puoi anche andare a casa. >  Le riferì tenendo nelle mani la sua cartella clinica.
< Finalmente. >
< Ma domani, prima del mezzogiorno. >
< Posso andarci anche ora. Sono un medico e in caso di necessità posso cavarmela da sola.>
< Lo so, però voglio tenerti sotto la mia stretta osservazione per assicurarmi che tutto vada bene.>
< Lo sapevo. Va bene, fa come meglio creda, ma deve sapere che non vedo l’ora di andare a casa il prima possibile. Anche se ho lavorato in questo posto per tantissimo tempo, non mi piace stare qui, immobile e bloccata in questo letto e queste quattro mura. >
< Hahahahaha questo lo dice ogni medico che è arrivato nei panni del paziente. Non ti preoccupare, presto andrai a casa, ora però...>  si avvicinò al letto per prendere il bambino, mettendolo nel lettino accanto al suo.
< ... Devi riposarti. >
 
Non si mostrò contraria al suo gesto e alla sua affermazione, limitandosi a darle ascolto e a posizionarsi meglio nel letto. A volte poteva sembrare davvero cocciuta e testarda però sapeva benissimo quello che faceva, aveva un bel bavaglio di esperienza e da lei non poteva fare altro che imparare. Anche se a ventiquattro anni,non ha mai smesso di darle ascolto e considerarla come una madre. Con il tempo si era affezionata davvero tanto a lei.
 

 ***

 
Sasuke dormiva beatamente nel piccolo lettino, nella sua stanzetta. Era un bambino davvero calmo e raramente si metteva a piangere. Sakura pensava che che la calma l'abbia ereditata da suo padre dato che lei era sempre come un vulcano. Somigliava tanto a suo padre, capelli corvini, occhi neri e carnagione chiara. Pensandoci bene somigliava a quel bambino che tempo fa vide in una fotografia di famiglia. Itachi a quei tempi le disse che si trattava di suo cugino Obito che era morto durante la guerra. Ma questo a Sakura le sembrò strano che egli abbia passato l’infanzia a casa dei suoi suoceri defunti. Non aveva insistito con le domande, sembrava piuttosto triste e di sicuro non volevo ricordargli quei sentimenti. Lo comprendeva, sapeva com’è quando ci si sentiva distrutti a causa della perdita delle persone care, anche lei aveva sofferto per l’assenza dei suoi genitori. Grazie a Naruto, la guerra è finita con la loro vittoria. Fin dai tempi dell’Accademia voleva diventare Hokage e lo desidera tutt’ora, pero la Signorina Tsunade non voleva cedergli ancora il posto, anche se forte, lo considerava ancora un giovane ragazzo immaturo e senza il minimo d’esperienza. In cambio si era offerta di prenderlo sotto la sua ala ed insegnargli il mestiere più bello e impegnativo del villaggio.
La sua vita era cambiata radicalmente, era la moglie della più importante figura del villaggio dopo l’Hokage cioè la consorte del capo della polizia nonché l’ultimo degli Uchiha rimasto ancora in vita, era una mamma di un bambino di sei mesi e una dottoressa di successo. La mattina passò il tempo facendo il suo turno al lavoro, e fino a qui ci siamo, ma quando tornavaa casa... è da li che il tempo non aveva più importanza per lei. Tra fare le spese, badare al bambino, cucinare, mettere le cose in ordine,fare le pulizie e ripassare le cartelle cliniche non trovava più tempo per sé stessa. Ino le consigliò di prendersi una pausa, la stessa cosa le disse anche Tsunade, però per lei era difficile rinunciare al posto che per anni ho faticato per averlo.
 
< Buona sera tesoro >  entrò nel salotto, appoggiando la sua borsa nella poltrona, incominciò a  liberarsi della cravatta in modo sensuale, avvicinandosi a lei.
Lei si trovava in cucina come al solito. Preparava il latte per Sasuke e anche la cena per loro. Mise le mani sui suoi fianchi scendendo lentamente, sempre più giu fino ad arrivare all’interno della coscia, poi appoggiò il suo metto sull’incavo del collo di lei, baciandoola. Mescolava il riso per non attaccarsi, ma appena la toccava il corpo e la sfiorava con le sue labbra, Sakura perdeva dei battiti, fermandosi da quello che stava facendo, concentrandosi sui suoi movimenti, non curandosi più del cibo sul fuoco.

< Sei arrivato prima..>  continuò ad accarezzargli la guancia con la mano sinistra.
< Ho finito più in fretta che potevo, volevo arrivare a casa presto, da mia moglie e il nostro figlio. >  Rispose girandola velocemente verso di lui.
 
Cominciò a scendere ancora con le mani sui  fianchi, le aprì le gambe per poi prenderla in braccio dal fondoschiena con forza e baciandolq con foga la portò sul tavolo, appoggiandola sopra la superfice. Sakura si reggeva a lui con le mani dietro il suo collo. L'aveva presa in braccio con una forza e facilità impressionante. Continuò ancora con i baci sul collo e sul seno, abbassandole di più la scollatura della maglietta, prendendole un seno per baciarlo, mordicchiarlo e succhiarle il capezzolo turgido. Trattenne un respiro quado il capezzolo si trovava tre le sue umide labbra, divertendosi a giocherellare con la lingua calda e umida dalla saliva.
Ultimamente finiva sempre così quando tornava dal lavoro. Non la lasciava mai di finire quello che stava facendo che la stuzzicava ogni volta. Neppure la pazienza di aspettare l’ora di andare a letto non ce l’aveva.Ovviamente non si mostrò contraria e partecipò più che volentieri al suo desiderio incontrollabile.
Una mano la teneva appoggiata sulla superfice del tavolo mentre con l’altra stringeva il gluteo. Ora stava incominciando a spingersi sempre di più verso la sua parte inguinale, a quel punto Sakura non poteva più restare indifferente al suo membro ormai eretto che cerca di sfugggire da dentro i pantaloni. Senza pudore glielo toccò, guardandolo con uno sguardo provocatorio, mentre lui comincia a togliersi la giacca e la camicia bianca, rimanendo a busto nudo. Continuava poi con la cintura e cosi via quando all’improvviso avvertirono dei suoni.
Rimasero bloccati e dispiaciuti.
 
< Stavolta vado io. >  
< Va bene.>
 
Sasuke si era messo a piangere e nulla sembrava fermarlo. Si rimesse a posto la maglietta e si precipitò alla pentola che stava emanando uno strano odore di bruciato.

"Dannazione! La prossima volta mi devo ricordare almeno di spegnere il gas."

Ormai rassegnata, chiamò il locale Ichikaru e ordinò due portate. Rimisse a posto la cucina e si spostò nel salotto. I pianti di Sasuke non si sentirono più, Itachi sicuramente era riuscito a tranquilizzarlo. Si sedette nella poltrona, aspettando l’ordinazione e Itachi, sperava di continuare quello che avevano appena iniziato, non poteva assolutamente lasciarla così. Spostò lo sguardo sulla sua borsa e osservò qualcosa che le suscitò interesse. Ci infilò la mano prendendo una specie di diario dal suo interno color nero  con un ventaglio rosso e bianco come simbolo, disegnato nella parte alta. Lo aprì e la sua ipotesi si dimostrò essere corretta, si trattava di un diario. Sapeva che non era educato frugare negli oggetti altrui ma erano sposati e pensò che sarebbe stato giusto in fondo, non dovevano avere segreti.
Sfogliò alcune pagine e non vide nulla di interessante, pagine dedicate al suo lavoro,alla sua infanzia, e altre cose di cui ne era a conoscenza, ma successivamente si fermò su una pagina che risaliva alla data di due anni fa.
 
„ Venerdi 27 aprile
Caro diario,
Domani è il compleanno della ragazza a cui ci tengo moltissimo. Ho pensato tanto a cosa potrei regalarle, così ho deciso di offrirle in dono qualcosa di simbolico e la sera ho pensato di organizzare una festa. Con quest’occasione penso che le dirò anche su come io sono ritornato i vita, visto che tutti pensavano fossi morto. Mi ha sempre chiesto come ci sono riuscito ma ho sempre evitato di risponderle. Sicuramente si aspetta una risposta rilevante su una tecnica segreta o chissa che cosa di rivelante, ma se le dirò che in realta si tratta di un semplice clone creato in un laboratorio, rimarrebbe delusa. C’e anche Naruto che insiste a partecipare al suo compleanno. Sono statto contrario all’inizio ma poi ci ho ripensato....”
 
Sfogliò ancora una pagina, disinteressata a quello che aveva appena letto. Come poteva essere così menefreghista? Perché non le importava che non si trattava di quello vero? Un comportamento strano e insolito.
 
 
„  Sabato 28 aprile
Caro diario,
Oggi ho fatto qualcosa di estremamente scorretto nei confronti della persona a me piu cara... „
 
A quel punto sgranò gli occhi e con curiosità continuò a leggere.
 
„... Sharingan – abilità innata che permette al portatore di prevedere, memorizzare e copiare qualsiasi mossa e tecnica . Lo Sharingan completamente sviluppato è anche in grado di soggiogare la mente degli individui più deboli, facendogli compiere azioni volute dall'utilizzatore o addormentandogli. Nel mio caso, posso anche intervenire sulla mente altrui e di conseguenza alterare i ricordi, proiettare illusioni, controllare la volontà di una persona, impiantare suggestioni ed estrarre ricordi di una persona dalla sua mente. Non ho pensato di poter arrivare a così tanto. Non mi sono mai spinto cosi tanto per aprofittare delle mie abilità, eppure l’ho fatto. Mi sento un verme, non ho voluto arrivare a questo ma lei mi ha obbligato. Certo, non potevo più vederla cosi. Lei stessa mi ha chiesto questo grandissimo favore, come se per me fosse facile. Le mie abilità le ho usate solo contro gli nemici, non posso farle questo, la amo. Ma proprio per questo devo rispettare la sua decisione e quindi aiutarla... Però e anche vero che ho paura di daneggiarle la mente...”
 
 
Rimase immobile. Ormai era completamente presa, continuando ancora,passando alla pagina successiva.
 
 
“ Domenica 29 aprile
 
Caro Diario,
Oggi noto ottimi miglioramenti. È stata la prima volta che l’ho vista senza quel sguardo triste e quegli occhi pieni di lacrime. Mi sono comportato normalmente con lei, a quanto pare sa tutto di tutti come prima, però non ricorda del mio fratello e degli avvenimenti collegati a lui. Finalmente vedo la sua vera persona e questo mi rende davvero felice, anche se io sono rimasto ancora demoralizzato per la  perdita di Sasuke. Mi è stato difficile, ma sono riuscito a buttare via tutto quello che riguardava lui, tranne  per una piccola foto di famiglia. Mi ha chiesto chi fosse quel ragazzino, non potevo dirle la verità, anche se cancellati, i ricordi posso ritornare...o forse no? Non saprei con precisione le conseguenze dato che non ho mai ricorso a questa cosa...”
 
 
Le mani di Sakura cominciarono a tremare e lo stesso anche per le gambe. L’uomo con cui è vissuto le aveva fatto qualcosa... Cos'è che gli avrebbe chiesto due anni prima? Per quale ragione l'aveva mentita?
Si alzò, barcollava, appena si reggeva in piedi dallo shock, ma continuò comunque a dirigersi verso le scale, a passi lenti, cercava di riflettere tenendo il diario nella mano sinistra. Lo vedeva, era con il bambino tra le braccia. Il diario cadde a terra, lo fissava incredula ma poi, l’immagine di lui scomparse. Senza accorgersene stava salendo le scale in gran fretta per raggiungerli ma quando arrivò, loro non c'erano più. Andò nella stanza di Sasuke ma nessuno, né Itachi né il bambino c'erano. Le pareti si stavano sciogliendo, delle fiamme l'avvolgevano...cosa stava succedendo....? E perché si trovava legata? Perché si trovava su una croce?
 
 
 
 
 
                                                                             ...continua.
 
 
 
 
“ Come puoi guardare dentro i miei occhi come se fossero porte aperte......”
                                       {Evanescence- Bring me to life}
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice

Riciao a tutti voi carissimi lettori. Come avrete indovinato, Sakura ha chiesto due anni prima a Itachi di cancellare dalla sua testa Sasuke e ogni cosa che lo riguardasse. Essendo l’unico Uchiha ancora in vita, Itachi ha rispettato la sua decisione e cosi l’ha aiutata grazie a una delle sue tante abilità. Sakura non solo è riuscita a scappare dalla depressione di cui prima soffriva ma è anche riuscita a socializzare, ad essere come prima e farsi una famiglia. Vi siete mai chiesti come sarebbe stata la vita di Sakura senza sapere dell’esistenza di Sasuke? Io me l’ho immaginato per un pò.
Come sempre, la storia è stata ispirata a due brani degli Evanescence “Lost in Paradise” e “Eternal”.
Avete  notato l’ultima frase trascritta dal testo della canzone “Evanescence-bring me to life”?.
Anche il prossimo capitolo sarà ispirato a un brano di questo gruppo ma alla fine, che collegemanto c’è tra la canzone e la storia?? Inoltre, perché Sakura non sembra sorpresa che non si trattava del "vero" Itachi?

Non vi resta che scoprirlo nel prossimo aggiornamento.

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Capitolo 4
*** Bring me to life (song fic ) ***


        

 
 
 
Le fiamme mi stanno soffocando, ne sento il loro calore. Corro verso la finestra per aprirla e cerco una nuova via d'uscita, la porta è bloccata dalla bestialità delle fiamme che stanno risalendo lungo i muri della stanza. Quando apro le finestre, il vento è talmente forte che va a sbatterle all'indietro, procurandomi un graffio sulla mano. La brezza che entra mi sta raffreddando il corpo, fuori fa troppo freddo e io sono vestita con dei capi d'abbigliamento abbastanza leggeri per poter uscire così. Sto appoggiando le mani su una delle finestre e prendo uno piccolo slancio per poter alzare una gamba. Sto per buttarmi ma improvvisamente vengo fermata per un polso.
 
 
 " Come puoi guardare dentro i miei occhi
Come se fossero porte aperte
Arrivando nelle profondità del mio corpo,
Dove sto diventando ghiacciata.
Senza un'anima
Il mio spirito sta dormendo
In qualche luogo freddo
Fino a che non la ritroverai
E la riporterai a casa. "
  
 
Quel tocco di cui ne sto sentendo la materia, quella stretta...Ignoro la sua presa e continuo a farmi avanti. Mi prende per la vita e con estrema facilità mi riporta dentro la stanza. Mi gira verso di esso, con un gesto veloce e mi obbliga a fissarlo. Lo sto guardando, e lui guarda me, lo fisso negli occhi. Il suo sguardo mi è cosi familiare...ma cosa sta facendo? Mi sento così stanca...Ma non rinuncio e continuo a rimanere sveglia. Mi sento stanca nonostante io faccia nulla, perché?
Mi sta ancora guardando negli occhi, non distoglie mai lo sguardo. Quelle pupille nere stanno prendendo delle strane sfumature di rosso, fino a tingersi di un rosso sangue intenso. Sta piangendo, le sue lacrime sono fatte di...sangue. Mi lascia il polso e fa un passo indietro per poi mostrarmi un sorriso strano, sadico. Ora mi sto riprendendo però...osservandolo...delle immagini si vanno a proiettare davanti ai miei occhi, distraendomi da ciò che prima facevo. Chiudo le palpebre e cerco di riaprirle, cercando di cancellare tutto e sperare che tutto sia solo un sogno, però appena le apro...tutto si dipinge di un nero infinito. Non c'è più nulla accanto a me. I mobili, il fuoco, la finestra, i muri...niente. C'è solo lui davanti a me. Ma chi è ?
Sto facendo uno sforzo enorme, sto lottando con me stessa cercando di sopprimere le immagini che si stanno stendendo sempre di più. È tutto confuso, vedo prati, vedo armi che i ninja usano nei combattimenti, vedo Naruto, vedo anche il maestro Kakashi, vedo l'Accademia e in fine, tutta la confusione si ferma quando arrivo a quel ragazzo. Capelli corti e corvini, occhi neri, è vestito con una maglietta blu e pantaloni bianchi...anche il suo coprifonte è blu. Si avvicina a me, mi ringrazia. Io sto piangendo, ma perche? Mi tocco le guance ma non sento alcuna umidità...ora capisco.. è un ricordo. È dietro di me, sento il suo respiro sul mio collo e poi, mi colpisce.
Ora ricordo! 
 
 " ( Svegliami. )
Svegliami dentro.
( Non riesco a svegliarmi. )
Svegliami dentro.
( Salvami. )
Chiama il mio nome e salvami dalle tenebre.
( Svegliami.)
Ordina al mio sangue di scorrere.
( Non riesco a svegliarmi. )
Prima che io venga distrutta.
( Salvami. )
Salvami dal nulla che sto diventando."
  
Lui è la causa di tutto, delle mie decisioni, delle mie scelte, dal nulla che sono diventata, dal mio dolore. I ricordi stanno ancora girando nella mia testa, le risposte alle domande di prima stanno arrivando una ad una. La poltrona, il diario, il riso che stava bruciando. Itachi! Sasuke! Chiamo il loro nome disperata. Non ricevo nessuna risposta ma in cambio, esso si avvicina a me con gli occhi rossi, da cui sta scorrendo il sangue su una delle sue guance.

Chiama il mio nome e fa una pausa. Si ricorda ancora di me. Osa ancora pronunciare il mio nome.

< Riportami Itachi e Sasuke. Dove li hai portati? >

Non mi risponde ma bensì mi mostra qualcosa. Si gira di spalle e con una mano fa un gesto, mostrandomi un'immagine con mio figlio , Itachi e la nostra casa. Sto per fare un passo avanti ma lui fa scomparire tutto. Perché si diverte così tanto a torturarmi in questo modo? Ormai è morto, è solo l'immaginazione della mia mente.

< E se non lo fossi? >  afferma.

Cosa? No, non è possibile. Mi sta leggendo nel pensiero, come riesce a farlo? Sto impazzendo.

< Fai troppe domande inutili. >

Mi parla ancora. Siamo solo noi due, uno di fronte all'altra in mezzo all'oscurità.
Cerco di far luce nei miei pensieri, cerco una soluzione, delle spiegazioni. Lui sta con le braccia conserte e mi guarda da testa ai piedi, studiandomi nei minimi dettagli, con il suo solito sguardo freddo e distaccato. Sto cercando di capire...
 
 
 " Ora che so cosa mi manca
Non puoi lasciarmi
Respira in me e rendimi vera.
Riportami in vita. "
  
Sto avendo un momento di ricomposizione.

< Fai con calma, hai tutto il tempo a disposizione.>

Ma che vuole da me? Perché la sua immagine mi sta ancora inseguendo? Ero davvero innamorata così tanto di lui?
Metto le mani all'altezza delle tempie e me le massaggio con l'indice. Faccio dei respiri profondi. Sono ancora impaurita ma stranamente non mi sento più così tanto terrorizzata. Mi viene incontro Itachi con il bambino in braccio. Mi sposto e cerco di correre verso di loro. Itachi non mi guarda, fissa un punto cieco, mentre il bambino sta con gli occhi chiusi e non respira. Muovono le spalle come se stessero respirando ma in realtà non lo fanno. Cerco di toccare Itachi ma la mia mano oltrepassa il suo corpo.
Rimango scioccata e cerco di riprendermi.

< Ora hai capito? >

Mi dice, alzandosi in piedi da una pietra immaginaria. Cosa vuole intendere con "capire"? Cosa mai dovrei capire?
Sto perdendo le conoscenze , comincio a piangere e a tirar contro di lui dei pugni, ma non mostra alcuna emozione e non dimostra di sentire alcun dolore, eppure i miei pugni sono forti.

< Cerca di calmarti ora. >

Mi ordina. So che lo farà dal tono in cui si rivolge. Con uno scrocchio delle dita fa scomparire Itachi e Sasuke. Io sto tremando e continuo ancora a piangere. Mi mette le mani sulle spalle e mi scuote.

< Sakura! Dannazione, è mai possibile che non ci arrivi? Tsk, ti facevo piu intelligente>

Non gli rispondo e cerco di staccarmi da lui. Ci riesco, forse perché non ha insistito. Mi allontano da lui e cerco di sfuggire. La persona che per tanto tempo ho amato e che ho visto morire con i miei occhi, ora mi sta perseguitando, mi sta incolpando del mio totale fallimento. Questo l'ho capito ma...

< È inutile fuggire. Questo è un posto infinito dove non vi è nessuna via d'uscita, a meno che non lo voglia io. Smettila di pensare alle tue colpe, cerca di pensare a qualcos'altro! >

Pensare a qualcos'altro? A questo suggerimento sto incominciando a ricordarmi di Itachi, del periodo in cui ho vissuto accanto a lui, ricordo i miei amici, la Signorina Tsunade, penso alla mia carriera da medico, alla mia gravidanza, al mio matrimonio...Poi mi fermo e comincio ad andare nei dettagli, in particolar modo a un oggetto. Sposto la mano al mio petto e noto che il ciondolo che tenevo al collo non c’è più.
 
" E un mio dono, che ti ricorderà di me. "
"E come faccio a dimenticarmi di te? Mi sei sempre...Non mi lasci mai sola. "
"Questo è vero, però un giorno succederà che non potrò più starti vicino."
 
Lo avrò dimenticato in qualche posto. Cerco di ricordarmi dove l’ho lasciato ma in mente mi viene solo l’immagine di come l’ho messo al collo quella mattina stessa. Credo di capire ora... È come se lui lo avesse già saputo, o era qualcos’altro?
I ricordi sono delle proiezioni delle cose che sono successe in passato, dove il nostro cervello le deposita e le conserva, lasciandoci liberi ad accedere, ma solo ad una parte perche l'altra si trova nello subconscio, lì dove difficilmente possiamo arrivare, se non grazie alla ipnosi o alla meditazione.
Mi sto concentrando e ora comincio a capire dove vuole arrivare...tutto è stato...

 " Riportami in vita
( Ho vissuto nella menzogna, non c'era niente dentro.)
Riportami in vita
Per tutto questo tempo
Non ci ho potuto credere
Non riuscivo a vedere
Chiusa nell'oscurità,
Ma tu eri li di fronte a me." 

Era tutto un'illusione. Questi ultimi ricordi si sono rivelati delle vere e proprie illusioni. Avevo talmente paura di lui che ho rifiutato di vedere la realtà e facilitargli la strada per portarmi nel mondo reale. Tutti questi momenti sono in realtà coperti dall'oscurità, lui era sempre lì, eppure lo vedevo ma lo ignoravo. Voglio tornare là fuori però vorrei anche ciò che ho vissuto, continuare a vivere in quella dimensione, nella menzogna...

< Certo che potevi farti vedere in un'altro modo, non facendomi morire dalla paura.>

Gli dico. Cercava di riportarmi fuori, nonostante è stato proprio lui a buttarmi in questo piano. Ancora una volta ha giocato con la mia mente e con i miei sentimenti. Che stupida!

< Dovevo pur fermarti in qualche modo, non posso farti vedere il prossimo passaggio. Quindi ora, smettila di fare la bambina piagnucolona e rispondi: vuoi vivere ancora qui o vuoi tornare là fuori? >

 " Mi sembra di aver dormito
Un migliaio di anni
Devo aprire i miei occhi
Di fronte a tutto.
 
Senza un pensiero
Senza una voce
Senza un'anima
Non lasciarmi morire qui
Ci dev'essere qualcos'altro da fare
Riportami in vita. "
  
Mi sento vuota e confusa. Mi sento come se prima avevo tutto e ora mi ritrovo senza niente. Come potrei vivere sapendo che in un'altra parte della mia mente, ho vissuto momenti felici? Ricorderò sempre Itachi e Sasuke. Se non saranno nella realtà, si faranno vivi nei miei sogni. Forse dovrei rimanere qui, non c’è niente che possa farmi cambiare idea. Là fuori non sono cosi importante come lo sono qui.

< Sbrigati! >

La sua voce mi sta distruggendo. Mi mancava sentirlo, guardarlo...

< Ho deciso. >

< Cosa? >

Sto facendo una pausa e rifletto molto bene sulla decisione che sto prendendo. Sta ancora di fronte a me, con quell'aria da scocciato e con quella postura rilassata. Mi sta aspettando. Voglio tornare da Itachi, so che lui mi ama. Voglio stringere ancora il nostro bambino al mio petto. Rivoglio la vita perfetta. Però...

< "Riportami in vita.">
< Bene. >
 
Tutto ciò che ho costruito era solo nella mia immaginazione mischiato con quella di Sasuke. Ecco perché c'era Itachi, sapeva forse che anche il solo ricordo di lui poteva calmarla?Non posso vievere in una menzogna, preferisco vivere la realtà e continuare a soffrire per un amore non corrisposto...
 
Sasuke sfodera la sua Kusanagi e mi colpisce. Non avverto però nessun dolore...
 
***
 
Sto aprendo gli occhi. Qualcuno mi regge e mi scuote. Le sfumature stanno prendendo il loro vero colore, così come anche le forme. Tutto mi è piu chiaro.

< Sakura, ti sei svegliata. Va tutto bene? >

C'è il maestro Kakashi che mi parla e mi aiuta a rialzarmi.

< Dove sono loro? >

Questo per me si rivela come una seconda possibilita. Non posso lasciarli da soli, devo intervenire, e al più presto.

< Penso di sapere dove sono andati... >

Rimango affianco al maestro e lo seguo. Ci stiamo spostando nella Valle dell'Epilogo, lì dove il sole è ritornato a splendere.

< Eccoli. >
< Già. Me lo immaginavo che sarebbero venuti qua. >

Il maestro Kakashi ha davvero un ottimo intuito, non è la prima volta che si sono sontrati lì.
Mi faccio prendere dalle emozioni e li raggiungo in men che non si dica. Salto e corro tra le varie rocce per poi arrivare da loro. Quel quadro è davvero inquietante. Entrambi hanno perso un braccio e hanno un'espressione dolorante.

< Hei, ciao Sakura-Chan. > 

Ignoro la voce di Naruto e mi concentro al meglio per poter privargli del dolore che entrambi si sono causati a vicenda. Purtroppo però, non posso fare miracoli, non sono mica un dio.

< Senti Sakura...Io...>   Sasuke cerca di dirmi qualcosa.
< Zitto. Ho bisogno di concentrazone. >  taglio corto.
< Scusa. >

Sento la sua voce e le mie dita stanno tremando. Mi sta guardando, lo vedo con la coda dell'occhio. Vorrei tanto abbracciarlo ma non voglio mostrarmi così.

< Per cosa? >

Gli domando. Lui non ha mai chiesto scusa. Che strano...

< Per tutto. >
< Sei così...insopportabile. Stupido. >

Non ce la faccio più a resistere e mi lascio scorrere le lacrime sulle guance. Queste lacrime hanno sempre avuto un sapore di salato. Forse il gusto era determinato da ciò che l'individuo sente, ma oggi mi sono resa conto che non è sempre cosi. Sto piangendo di felicità, sto piangendo perche finalmente mi sento utile, mi sento felice perchè non ho dovuto soffrire per la perdita di uno dei due, sono felice perchè ancora una volta, l'amore della mia vita mi ha guardata e mi ha parlato, chiedendomi addirittura scusa. Quant'è che ci è voluto? Questa realtà ha superato di gran lunga quell'illusione di una vita perfetta.
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
Angolo autrice
 
Rieccomi qui carissimi lettori.
Stavolta ho scelto di scrivere una song-fiction perche la canzone " Bring me to life " degli Evanescence c'azzeccava proprio con la mia idea, per non dire del finale della serie Naruto, che anche quella ci è andata a pennello. Avevo in mente di far risvegliare Sakura dal genjustu in cui Sasuke l'ha portata per non inseguire lui e Naruto, e darle una seconda possibilità. A quanto pare, il mangaka Kishimoto mi ha aiutata con le ferite, facendo perdere a entrambi il braccio, visto che io non avevo idea di come " procurare danni " ad entrambi.
Non voglio dare delle ulteriori spiegazioni, vorrei che foste voi da soli a capire l'insieme della storia. Posso solo dire che questa storia, all'inizio sembrava essere ambientata dopo la guerra, ma in realta è durante la guerra. Ho voluto scrivere su cosa avrebbe immaginato Sakura durante l'illusione indotta da Sasuke. Poi sicuramente vorreste chiedermi, perche ho scelto Itachi come compagno di Sakura. Per prima cosa, mi piace questa coppia poi, seconda cosa, perché Sasuke amava tantissimo suo fratello e ha avuto una certa influenza sull'illusione di Sakura. Sasuke ha sempre nutrito qualcosa per la nostra rosa,ma non ha mai dato spazio ai sentimenti perché lui aveva un obiettivo molto più importante da raggiungere.
Durante la sua illusione, lui ha cercato di arrivare da lei, ma Sakura era talmente presa dalla nuova vita che ha voluto addirittura cacciare via il ricordo di lui. Ovviamente Sasuke non ha avuto dei metodi gentili per farsi presente, ma era obbligato perche come spiegato nella storia, riportarla nella realtà era un processo dove lei doveva in qualche modo staccarsi da ciò che prima ha vissuto.
Vorrei precisare che questa song-fic è ambientata verso la fine del capitolo 698 e 699 del manga.
Vi starete chiedendo: Ma come può influenzare Sasuke l'illusione di Sakura?
Non dovete pensare a chissà che risposta complicata perche in realtà è molto semplice. Come spiegato nella storia precedente, Sharingan è un'abilita innata davvero straordinaria e con essa non solo può portare gli individui nelle illusioni, ma può proiettare delle illusioni e tanto altro, poi dipende dall'utilizzatore e dalle sue capacità, in che modo puo usare quest'abilità.

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Capitolo 5
*** Partenza ***



" -Questo non ha niente a che vedere con te."
" -Niente a che vedere con me dici? "
" -Ci rivedremo presto...Grazie. "

Una parola, sei lettere, tre vocali e tre consonanti. " Grazie" poteva assumere tantissimi significati in diverse circostanze e specialmente in diverse frasi. Poteva essere detto con sincerità, in modo ironico o sarcastico, dipendeva dall'interlocutore, in che modo avrebbe interpretato. A lei, che la sentiva ogni giorno dai suoi pazienti le era diventata una parola comune che spesso aveva imparato a non sorprendersi ogni volta che essi esprimevano la loro gratitudine. Detta, però, da colui che per più di tre anni gli aveva rincorso dietro e sperato che un giorno l'avrebbe notata, prese un significato davvero importante. Certo, non era la prima volta che glielo diceva, forse era la seconda, ma anche se raro, instintivamente aveva capito che quell'unica parola racchiudeva in realtà un infinità di sentimenti che presto non gli avrebbe rivelati. A volte si chiedeva se avesse paura dei suoi stessi sentimenti e se lo avrebbe demoralizzato in qualche modo. Poteva ottenere tutto ciò che desiderava senza fare troppe storie, otteneva tutto senza chiedere il permesso. La sua autorietà era diventata ormai conosciuta, tutti lo temevano e con la scoperta di essere un semi-dio fece rabbrividire ancor di più gli shinobi. Ma agli occhi suoi era rimasto lo stesso ragazzo che aveva conosciuto tempo fa nei primi anni dell'Accademia. Occhi neri in cui potevi perfettamente rispecchiarti, capelli neri come la pece che con con una sola ciocca che svolazzava nell'aria poteva conquistare la maggior parte dei sguardi delle ragazze, la sua camminata che trasmetteva sicurezza, sorriso appena accennato che abbelliva sempre il suo viso inespressivo e la carnagione bianca come il latte, era la rappresentazione dell'essere perfetto. L'essepre perfetto aveva un nome, Sasuke Uchiha dalla personalità ineguagliabile. Il tempo lo aveva cambiato. Queste sono le solite parole „ Il tempo può cambiare le persone". Sono diventate così „famose" che ormai ora sono più che noiose. La sofferenza che ha accompagnato Sasuke nel percorso del tempo non può più prendere la definizione della frase sopra trascritta. Non si può esprimere i suoi stati con delle comunissime parole, per comprendere al meglio si deve passare attraverso le sue stesse esperienze, sofferenze, sentire il potere nelle proprie vene come viene e ti danneggia. Tutti corrono per diventare più forti ma nessuno è in grado di capire che la potenza stessa può distruggere. Si è distrutto, umiliato, è passato attraverso le grinfie dell'oscurità e il delirio lo ha avvolto. Nonostante tutto e riuscito a sopravvivere, ma non da solo. Tutti devono ringraziare Naruto, anche lui dovrebbe farlo.
I pensieri stanno avendo la meglio su di lei. Immobile, muta e inespressiva, stando seduta al tavolo di quel terrazzo. Un tocco delicato sfiora la mano della ragazza dai capelli rosa. La guarda, sospira e cerca di sorridere nel tentativo di rassicurarla.

-Quindi ti ha detto questo?

La sua bellissima voce da innocente la riporta alla realtà. Non è educato „andarsene" con la mente altrove durante una conversazione, ma Hinata non sembra che se l'ha presa, infondo ora erano simili.

-Si. Ma ho ancora dei dubbi.
-Non posso mentirti che ti capisco, Sasuke è molto diverso da Naruto, caratterialmente parlando, nonostante abbiamo tutti scoperto che sono dei fratelli. Posso, in cambio, dirti che ti starò vicino e che qualunque cosa vorrai fare o dire io sarò sempre qui con te.

Hinata, la ragazza tanto dolce e la più emotiva e sensibile tra tutti. Che la frase „Il tempo può cambiare le persone?" poteva definire anche lei? In questo caso si potrebbe rispondere si. Durante la guerra ha dimostrato di avere grinta, corraggio e la sicurezza che prima tutti dubitavano che l'avesse. Il suo cambiamento, forse, è dato anche dalla perdita di una persona che negli ultimi tempi cominciava a considerarla di più di un semplice cugino. La parola „maturazione" potrebbe essere un sinonimo della parola „sofferenza". E allora perche Naruto veniva e viene comunque considerato un immaturo anche se probabilmente ha sofferto più di tutti? A questa domanda potrebbe rispondere facilmente Sasuke, lui potrebbe dire che questa parola definisce di più lui che quel incompetente baka. Lui ha dovuto soffrire per la mancanza dei suoi familiari e amici, lui gli ha visti privi di vita. A quella fragile età, vedere un quadro del genere avrebbe scioccato chiunque, se magari aggiungiamo anche nostro fratello che sia il colpevole di tutto, allora si avrebbe preso in considerazione le seguenti parole „ delirio" , „pazzia" e „disperazione" , seguite da un comportamento altamente mutato.

-Grazie Hinata.

Sakura accennò con il capo. Se prima poteva considerarla una rivale, ora Hinata poteva tranquillamente fidarsi di lei. Non che non si fidava anche prima, prima non hanno mai avuto il tempo e l'occasione di avvicinarsi cosi tanto. Nell'infanzia, Sakura già teneva un'amica del cuore che presto si rivelò una vera e propria rivale. È inaccettabile troncare un'amicizia per un ragazzo, eppure lo avevavo fatto.

-Figurati.

Disse Hinata, sorridendo e guardandola dolcemente. Non le piaceva vedere la sua amica triste, lei si fidava di Naruto ma Sakura si fidava di Sasuke? Nella loro relazione, se cosi si poteva chiamare l'inizio dei loro incontri, non si parlava ancora di questo. Gli inizi sono sempre difficili, specialmente se si tratta di uno come Sasuke.

-Tu ne sai qualcosa della punizione?
-No, mi dispiace.

Sperava che qualcuno glielo dicesse, che glielo confermasse che tutto andrà bene. Era la pupilla di Tsunade, ma non poté scoprire ciò che le interessava maggiormente. Erano delle informazioni che riguardava il consiglio e l'Hokage e dovevano restare secrete fino al loro arrivo. Erano partiti da un solo giorno e già la sua mente ne era piena di pensieri e immagini con Sasuke incatenato e condannato o a vita nella prigione, o alla morte.

-Mh.
-Sakura, cerca di stare tranquilla, vedrai che tutto andrà bene. Inoltre Naruto non lascerà il suo amico, non dimentichiamo che lui stesso lo ha salvato e riportato a Konoha.

Sakura rimase in silenzio. Avrebbe voluto tanto riportarlo lei a casa e non Naruto, il quale gli ha messo sulle spalle un'enorme peso. Dopo gli anni di allenamenti, Sakura cominciò a guardare il suo amico con occhi diversi e non considerarlo più un idiota. Era arrivata persino a mentirlo confessando il suo amore per lui. Dentro di lei avrebbe voluto che le credesse ma allo stesso tempo voleva anche che la rifiutasse e accorgersi del suo comportamento. „-Kun" , uno stupido suffisso distrusse tutto il suo discorso. Uno sbaglio apparentemente piccolo ma di un'enorme aiuto per far capire a Naruto e a interromperla. Una persona qualunque avrebbe sciolto un'amicizia da anni per quell'inutile gaffa. Naruto non era una persona qualunque e questo poteva confermarlo Hinata stessa che come Sakura, sperava in un qualcosa nel futuro.

-Non posso stare tranquilla. Solo quando ritornerà e rimetterà piede a Konoha, potrò esserlo.

Tre anni e qualche mese, Sakura ha aspetto il suo amato Sasuke. Rivederlo le sembrava ancora impossibile. Per assicurarsi che non stesse sognando, si è fatta dare un oggetto da lui. Si parla di un paio di orechini di sua madre, che gli prese prima di abbandonare la sua casa. Non erano presenti alle sue orecchie, tali oggetti, ritenuti importantissimi da lui, dovevano restare al sicuro e non esposti a un mondo intero, almeno cosi lo pensava lei.

-Ti fai troppi problemi. Le cose si risolveranno. Devi solo avere pasienza.

Pasienza? Quest'è una qualità che non fa parte del suo carattere. Preferirebbe urlare Shannaro e spaccare tutto, agire, trovare, piuttosto che aspettare che le cose si risolvino da sé. In quella circostanza non poteva che non dar ragione a Hinata e cercare di tranquilizzarsi. La paura di perderlo è ancora forte di quando ne aveva tredici anni, quando a quei tempi temeva che se ne sarebbe andato per inseguire il suo sogno di vendetta, e cosi fù. Sperava che questa volta le cose sarebbero andate diversamente.

-E se il Consiglio lo vorrà uccidere?
-Sakura, sei proprio sciocca. Non hai analizzato bene le cose, la pena di morte è scontata, al massimo gli daranno un paio di anni di carcere.
-Per tutti i Kami, non fammi pensare a questo.
-Le cose stanno cosi, non dimentichiamo che è stato un nukenin, non potrà mica andarsene in giro liberamente dopo quello che ha fatto in passato.

Da quando Hinata era diventata un'insensibile? Sakura non credeva alle sue orecchie, pensava che in quel momento, le sue capacità auditive le avevano fatto un brutto scherzo. Ciò che affermava non poteva dire che era falso, le tornava in mente i momenti in cui ha dichiarato di voler distruggere il villaggio e ogni abitante, inclusa lei. Nello stesso giorno ha cercato anche di ucciderla e non per una volta, ma per ben due. Anche nel presente si chiede se lo avrebbe fatto davvero. Lei lo ha sempre perdonato ma gli altri? Non tutti hanno un'anima buona e spesso, il volere della giustizia ha la meglio sui sentimenti.
Sakura non si ferma dal sospirare. È talmente preoccupata che non fa altro che pensare a lui tutti i giorni. Stavolta lui ha lasciato qualcosa in sospeso, qualcosa di più esplicito in confronto a quella sera. Non era fatto di molte parole ma quelle poche che uscivano dalla sua bocca valevano più di un discorso intero di Naruto. Erano poche, forti e con un messaggio sicuro, un messaggio che sarebbe subito arrivato alle orecchie e processate nella testa dell'ascoltatore.
-Perche mi sono innamorata di Sasuke? Cos'ho trovato in lui?
Era la prima volta che si faceva questa domanda. Aveva pianto, urlato, pregato, combattuto, mentito, aveva fatto di tutto per arrivare da lui. Avrebbe pagato ogni cosa per un solo suo sguardo intenso e penetrante. Non ricorda più tutte quelle volte che aveva pianto per Sasuke ma aveva promesso a se stessa che dopo la guerra non lo avrebbe fatto più. Lui forte e bellissimo, lei debole emotivamente ma bella comunque. Si sentiva più bella e femminile quando aveva i capelli lunghi, sperava che sarebbe stata notata dal moro ma lui nemmeno si mostrava interessato alla lunghezza o all'acconciatura dei capelli.

-L'amore quando viene, ti colpisce e basta. È un sentimento cosi forte che ti spinge a far di tutto per arrivare dalla persona amata ma allo stesso tempo ti rende anche debole.

La risposta di Hinata fece pensare ancora di più Sakura. In effetti si sentiva molto debole e se non fosse stato per Tsunade, sarebbe rimasta allo stesso livello di prima, e ancora sconsiderata dal moro. Quando ripensa al momento dello sblocco del Byakugou le compare sempre un sorriso, sapendo che Sasuke era rimasto anch'esso stupito dalla brutalità del suo potere con cui distrusse uno Zetsu Bianco. In quel momento pensava di averli raggiunti ma il suo ottimismo non era uno dei migliori, infatti subito dopo dubitava ancora delle sue capacità. Sasuke non le aveva mai rivelato ciò che pensava di lei. Sakura si dava le risposte da sola.

„-In questo momento sei come Sakura."

Infatti, quest'affermazione era la risposta alla sua domanda. Era ancora inutile agli occhi suoi. Non lo aveva detto, ma si era capito. Come al solito, sempre bravo con i messaggi sottintesi. Ormai era stanca, non riusciva a farsi notare ma al contrario, per tutto quello che faceva veniva sempre in qualche modo rimproverata da lui, continuando poi con „noiosa" e „insopportabile". Pensava che aveva raggiunto l'apice ma dopo la guerra, ebbe una rivelazione. Finito tutto, non aveva più alcun scopo o forse uno c'era ancora. Che aveva cambiato idee solo per usarla a ripristinare il suo clan? Questo pensiero la fece rabbrividire. Ma ancora una volta si diede una risposta da sola, se voleva poteva prendere una qualunque donna ma lui aveva scelto lei. Dunque un motivo c'era e avrebbero chiarito cio che per anni avevano lasciato in sospeso, al suo ritorno.





 

Angolo Autrice
Ciao a tutti, rieccomi tornata con So che non è molto lunga ma ho voluto descrivere una parte dei pensieri di Sakura dopo che Sasuke è partito con Naruto nel capitolo #679. La storia è ambientata a casa di Hinata su una terrazza, dove le due ragazze, ormai diventate buone amiche, si confidano e parlano delle loro esperienze, pensieri, sentimenti e ciò che riguarda Sasuke e Naruto.

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Capitolo 6
*** Canon ***


Sasuke's flashback

Il sole splendeva da qualche parte all'orizzonte e raggi rossi dividevano calorosamente la terra, ritirandosi prima del crepuscolo. Presto sarebbe arrivata la notte fredda e impenetrabile, e Sasuke si accampò ai piedi della montagna, vicino al fiume. Le foreste della Terra infuocata gli erano così familiari che era molto più facile nascondersi qui che nei deserti della Suna.
Guardando il cielo, Sasuke sentì tutta la stanchezza della giornata. Ha girato di nuovo il mondo. Quanto tempo è passato da quando era a Konoha è sconosciuto. L'Uchiha ha smesso di contare i giorni delle sue avventure, il cui segno va oltre cento ogni volta. Più pensi al tempo trascorso fuori casa, più vuoi tornare. Perché c'è - dove e c'è - a chi.
In tali momenti, i ricordi del passato si insinuano nella testa. Ogni volta che Sasuke sognava di dimenticare alcuni momenti della sua vita. Getta via, come spazzatura inutile, in modo che tutto scompaia, come una foto sbiadita. Ma il ricordo di qualsiasi ninja non permetteva al proprietario di lasciar andare ciò che era.
I pensieri su Sakura lo preoccupavano sempre più spesso ultimamente. Come la lasciò a Konoha, come la chiamava sempre miserabile, debole, annoiata fino all'osso.

"E l'ho quasi uccisa anche io."

Era impaziente, si arrese all'ambizione, dimenticando la legge più importante: l'amicizia. È diventato spazzatura, tradendo coloro che lo amano più delle loro vite. Seguì le emozioni nel tentativo di dimostrare a tutto il mondo che aveva ragione, e scese sempre più in basso, toccandosi la schiena, pensando che fosse un supporto.
Il pugno stringe involontariamente il mantello a nocche bianche, alle unghie che sono affondate nel palmo della mano.
Immagini del passato spuntano nella sua testa sotto forma di cornici congelate, fotografie: secondo - Sakura è in piedi di fronte a lui, piena di speranza e fiducia nel futuro luminoso della squadra numero sette, un altro secondo - sostituisce il kunai alle sue spalle, con l'intenzione di uccidere Sasuke, per spezzare questo filo da sola, ma i sentimenti la sopraffanno con la testa e non completa ciò che ha iniziato.

L'Uchiha potrebbe ucciderla allora. Da questo pensiero, un leggero brivido attraversa la schiena.

Sasuke si vergogna delle sue azioni? No, è già passato. Fa male ricordarli? Sì. È arrabbiato con se stesso, maledice il destino e il suo malinteso su cose così semplici e allo stesso tempo complesse come l'amicizia, l'amore e la devozione. Itachi ha dato la vita per la pace e la tranquillità, e Sasuke ha creato guerre e spargimenti di sangue.

Il pensiero che adesso Sakura lo ami ancora di più di allora, e che lo ha perdonato a lungo, riscalda la sua anima. Nella sua testa, sempre più associazioni con mia moglie - spaventa e ispira allo stesso tempo. È un forte vento, foglie di ciliegio che si aggirano intorno a lui - anche lei.

L'Uchiha è morbido e sorride, rendendolo conto. Può davvero amare?

Sasuke si pone sempre più spesso questa domanda e ricorda con calore nella sua anima il conforto della sua casa, che è troppo lontano fisicamente, ma ha il suo posto nel cuore dell'eremita. L'odore ciliegia della moglie, l'espressione cupa della figlia, il sorriso rassicurante di Naruto. Tutto questo dentro allevia il dolore delle ferite infiammate, ricoperte da una crosta di tempo.

Come gli piacerebbe dimenticare la sua cattiva condotta e lasciar andare il peso che si abbatte, ma non può. Non è ancora arrivato il momento.

***

Nonostante fossero semplicemente bambini che soffrivano per mancanza di amore, furono abbandonati.
Furono lanciati verso l'odio.

L'oscurità non si fece aspettare, non aspettò l'invito. Si dichiarò. Fu lei a dipingere l'anima di Sasuke in una penombra di fiori, spingendolo su un sentiero oscuro, e la fine del sentiero non fece presagire nulla di confortante. Il vecchio sistema di valori è crollato sotto i piedi, rompendosi in piccoli pezzi. Nemici. Amici. Che diavolo di differenza fa chi uccidere in caso di vendetta ... è l'unica cosa che avrebbe dovuto preoccuparsi?

Ad un certo punto, Sasuke realizzò, se non per Naruto, che era l'unico amico che aveva la forza e il coraggio di non arrendersi e diventare un ostacolo per l'ex nukenin, la maledizione del clan non avrebbe lasciato il giovane Uchiha e il mondo degli Shinobi. Nel combattimento finale con l'Uzumaki, Sasuke è riuscito a sentirsi per la prima volta in una serie di anni perduti. Per davvero.

Non è solo.

Ma per Sasuke, questa non era la fine della strada. Al contrario. Non è potuto rimanere nel villaggio, dove è stato costretto a guardare facce oppressive. Le caratteristiche irregolari in cui ha visto i fantasmi di una paura precedente, vagando ombre di sfiducia. Nonostante tutti gli sforzi degli altri membri dell'ex squadra sette, lo shinobi dell'Alleanza visse in memoria delle terribili azioni dell'Uchiha. Ecco perché, alla fine della Quarta Guerra Mondiale, Shinobi Sasuke lasciò il villaggio.

Espiazione per i peccati commessi. Questo è quello che era.

“Ci vediamo la prossima volta”, disse l'Uchiha, preparandosi a lasciare il villaggio, toccando le dita della fronte di Sakura con un gesto che per Sasuke stesso aveva un significato profondo e ricordava l'infanzia. Felice, spensierato. Come si è scoperto. Lo shinobi dai capelli scuri aveva qualcosa a che fare con esso. "E grazie."

Uno sguardo moderato studiò le emozioni sul viso della kunoichi dai capelli rosa.

“Ci vediamo la prossima volta”, quando le guance di Sakura diventarono leggermente rosa, l'Uchiha si sentì calmo.

Questa era la sua risposta. Era pronta ad aspettarlo.

Sacrificio in cambio di gratitudine. Si umilia e si accetta così com'è. Un fatto importante per l'Uchiha, che decise di seguire le orme di Itachi e di proteggere il mondo, che un tempo suo fratello maggiore difendeva così altruisticamente e che poi si difese in un duello con il suo migliore amico.

Sakura capisce che non ha altra scelta, capisce che, come Itachi, è costretto a prendere le distanze dai suoi parenti. Per il suo bene e la difesa di Naruto. Per il bene di un mondo in cui i suoi cari possano continuare a vivere felici. Nessuna paura Nessun dolore. Nessun odio

Lei capisce.
Allo stesso tempo, Sasuke stava per mantenere la sua promessa. "La prossima volta" ha avuto luogo. Un giorno qualunque, una figura con un mantello nero apparve all'orizzonte, nella zona di visibilità del villaggio.

"Bentornato a casa, Sasuke-kun."

Lo stava già aspettando al cancello. L'eccitazione travolgente della ragazza non si nascondeva agli occhi di Sasuke. Aspetto vivace. Tremori leggeri nel corpo. Le emozioni di Sakura si leggono come un libro aperto.

"Sono a casa, Sakura. Stai bene?"

Nonostante non si fossero ancora legati l'un l'altro dal matrimonio, Sasuke sentì finalmente che aveva un posto dove poteva tornare.

"Come va la tua mano, Sasuke-kun?Se lo desideri, puoi eseguire immediatamente un'operazione protesica. Con le cellule del Primo Hokage, la tua mano ..."

L'Uchiha vide che l'eccitazione non aveva ancora lasciato la kunoichi. Nonostante fossero riusciti a trasferirsi a casa della ragazza e stavano riposando proprio ora, seduti a tavola, fu tirata come una freccia.

"Sakura", interruppe Sasuke, i suoi occhi toccarono quelli della rosa.
"Grazie, ma non è necessario", guardò il tessuto penzolante, il posto in cui dovrebbe essere la sua mano sinistra.
"Ci sono abituato."

Per quanto non vorrei fermare il tempo, la tariffa per tale era troppo alta. Sasuke aveva ancora degli affari incompiuti, il che significava che in quel momento doveva lasciare la casa di Sakura per vedere Naruto, e poi di nuovo ... per lasciare Konohagakure.

Ciò significava che era tempo di dire addio.

" Sakura, io ..."

" Sasuke-kun! " - lo interruppe immediatamente la kunoichi, saltando dalla sedia, e poi si bloccò, come se non sapesse cosa dire.

Sakura lo avvertì in modo assolutamente accurato di rompere il silenzio . L'Uchiha la vide dal suo sguardo sconcertato, dalle emozioni di panico che provò immediatamente a nascondere in se stessa.

"Sasuke-kun" ripeté più piano, con gli occhi bassi e concedendosi un sorriso incerto.
" Lo sai? I membri del team sette spesso si ricordano di te e una volta Naruto mi ha detto ..."

Le seguenti parole fecero Sasuke, rivolgendosi a Sakura, spalancando gli occhi:

"" Nonostante il fatto che Sasuke non sia a Konoha, mi sento come se fosse con noi, come se stesse svolgendo una missione congiunta con noi, come ai bei vecchi tempi. " L'unica differenza è che protegge il villaggio dall'esterno e noi dall'interno ".

"Sasuke-kun, questa volta portami a difendere il villaggio fuori."

L'Uchiha sentì qualcosa di caldo gocciolare sul suo braccio teso. Qualcosa che non era altro che una lacrima di Sakura.

Certo, non poteva aspettare per sempre. Il fatto che lei non fosse accanto a lui apparentemente stava causando il suo grande dolore. Questa ragazza lo seguirà, non importa quello che dice?

" Non posso."

Sasuke si alzò e tese una mano in un gesto d'addio. Con sua leggera sorpresa, non ricambiava. Era silenzioso. E solo in piedi sulla soglia poteva esaminare il suo viso: attraverso un mortale pallore la ragazza cercò di stringere un sorriso.

C'è un limite al suo sacrificio?

Affascinato da queste emozioni e spinto da un misterioso impulso, Sasuke attirò a sé Sakura. Quel respiro si perse all'istante. Si precipitò da lui, aggrappandosi alla sua guancia dura con la sua faccia morbida e arrossata, le ciglia bagnate dalle lacrime calde. La sentì tremare, le labbra erano salate dall'umidità insidiosa e per molto tempo ... non riuscì più a staccarsi.

Questo è stato il loro primo bacio. La loro prima volta.

Timidezza. L'angolarità dei movimenti. Sensazione timida. L'effetto di confusione, come se qualcuno li avesse riuniti nel momento più emozionante.

"Aspetterò la" prossima volta ", disse infine addio e non c'erano più lacrime nel suo sguardo. Solo determinazione ben nota a Sasuke.

Nonostante il fatto che la separazione fosse stata ritardata, potevano comunicare usando la posta del falco. Più e più volte, ricevette notizie secche da Naruto sullo stato delle cose nel villaggio. La brevità della narrazione veniva occasionalmente illuminata da linee sature delle emozioni dei suoi compagni. Emozioni di Sakura.

Un giorno, il falco Liszt, senza preavviso e senza accordo, scambiava posta una volta ogni due settimane sorpassando l'errante. Nel momento in cui l'Uchiha non si aspettava notizie.

Temendo che potesse accadere qualcosa al villaggio, Sasuke aprì rapidamente la lettera. Lo Sharingan non poteva mentire. Questa goffa calligrafia apparteneva al suo migliore amico. Tuttavia, contrariamente ai disordini interni, lo sguardo dello shinobi ha trovato solo descrizioni della routine più ordinaria: un falso allarme. Ma perchè? Se letteralmente due giorni fa ha avuto lo stesso ...

"Ussuratonkachi", rimproverando Naruto, l'Uchiha mette da parte la lettera, non notando immediatamente la presenza del secondo foglio.

Scrittura a mano Sakura. Pulito, diligente. Dice che la ragazza ...

"Nel terzo mese di gravidanza?"

Un Uchiha colpito non riesce a capire se si tratta di realtà o di un genjutsu, capolavori sovrapposti sulla carta? Ma il suo rinnegan, ottenuto in una battaglia mortale, non è in grado di fare a pezzi ogni illusione?

Lui, Sasuke, avrà un figlio? ...

Sasuke era un tempo molto giovane e cercava di ottenere l'attenzione e l'approvazione di suo padre. Certo, non è stato facile. Fugaku Uchiha, il leader del clan, ha fissato standard elevati per i suoi figli, che sono cresciuti solo grazie al genio di suo fratello maggiore, Itachi. Il figlio più giovane non era così completamente in grado di capire questa persona severa. Com'era Fugaku? Dovere verso il clan e le mansioni del padre. Quale linea dovrebbe essere tra questi due obblighi? Può finalmente essere al suo posto?

“Pensi che sarà un bambino o una bambina? Spero di poterti vedere molto presto. ”

Ancora vivendo emozioni contrastanti, Sasuke ha lentamente piegato il messaggio. Il suo sguardo era fisso sulla distanza.

Adesso è tempo di tornare.
Lo stavano aspettando a casa.


 

Angolo autrice

Dal primo capitolo ormai ne è passato di tempo, e la Sasusaku ormai è CANON.
In questo capitolo vengono esposti i pensieri di Sasuke,che come ben sappiamo è partito per il suo viaggio di redenzione,lasciando Sakura con delle speranze. Con i suoi brevi ritorni al villaggio ha avuto tempo da dedicarle, principalmente tornava per quello, per poi frequentarsi, seppur nella maniera in cui Sakura se lo aspettava. Ma Sasuke ha imparato ad aprirsi e non sfuggire più da quei legami.

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