Cherry blossom girl

di Kia85
(/viewuser.php?uid=3181)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** AU – Flower shop ***
Capitolo 2: *** MITOLOGIA GRECA - Cassandra ***
Capitolo 3: *** HORROR - Terrorizzato ***
Capitolo 4: *** FANFICTION - What if ***
Capitolo 5: *** WITCHCRAFT - Ostara ***
Capitolo 6: *** HURT/COMFORT - Panico ***
Capitolo 7: *** SOULMATE - Filo rosso ***



Capitolo 1
*** AU – Flower shop ***


Raccolta partecipante all’iniziativa #TheWritingWeek di Fanwriter.it

 

 

Day 1 – AU – Flower shop

 

Non era proprio come se la conoscesse.

In realtà la vedeva solo passare ogni mattina davanti al suo piccolo negozio di fiori. Syaoran aveva ipotizzato che probabilmente la ragazza lavorasse nella vicina scuola elementare e che fosse un’insegnante di educazione fisica, considerato che ogni giorno aveva con sé una borsa sportiva.

Un’altra cosa su cui poteva essere sicuro era che la ragazza in questione dovesse essere una ritardataria cronica: molte mattine passava di fronte al negozio correndo a perdifiato e controllando l’ora sul cellulare. Syaoran si ritrovò a ridere ripensandoci su: non aveva mai visto un’insegnante di scuola così ritardataria.

Non era mai stato convinto che ci si potesse innamorare solo così, senza neanche mai rivolgere la parola a qualcuno. Tuttavia quando si rese conto che aspettava con trepidazione l’orario in cui solitamente quella ragazza passava sia di mattina che di pomeriggio, iniziò a mettere in dubbio le proprie convinzioni.

Senza contare il fatto che si ritrovasse ad arrossire stupidamente e con il cuore che batteva forte nel momento in cui lei si fermava a guardare la sua vetrina. Dalla prima volta che lei lo aveva fatto, Syaoran aveva iniziato a curare le composizioni nei minimi dettagli, provando a capire dalle sue espressioni cosa le piacesse di più.

Da quello che era riuscito a intuire, riusciva a catturare la sua attenzione con piccole semplici composizioni in cui la bellezza dei fiori potesse risaltare. Le piacevano soprattutto i garofani e le peonie.

Il giorno in cui aveva scoperto il suo nome, Syaoran si sentì felice come non gli capitava da tempo. Era fuori dal suo negozio a sistemare alcune composizioni, quando lei era apparsa, probabilmente di ritorno da scuola. Syaoran, come gli capitava sempre, aveva interrotto quello che stava facendo per seguirla con lo sguardo: stava camminando per i fatti suoi, quando una ragazza, da dietro, aveva iniziato a chiamarla.

“Sakura, aspettami!”

Lei si era voltata subito.

Sakura…

“Tomoyo, che ci fai qui?” le aveva chiesto una volta che l’amica l’avesse raggiunta.

Insieme passarono di fronte al negozio di Syaoran, il quale si ritrovò a osservarle senza neanche cercare di nasconderlo. Ma che importava? La ragazza… Sakura… continuava a scherzare con l’amica e sorridere.

Il suo sorriso trasmetteva un calore che Syaoran non sentiva da tempo. Avrebbe voluto che lei sorridesse per sempre.

Avrebbe anche voluto che un giorno lei potesse sorridere per lui. Era un sogno, ma nulla gli vietava di farlo. E nello stesso momento era fin troppo felice di aver scoperto il suo nome.

Sakura era il nome del fiore del ciliegio e Syaoran ci vide un segno del destino. Il negozio di fiori era gestito dalla sua famiglia da generazioni e lui non era mai stato particolarmente convinto di prenderne le redini. Ma ora aveva capito che c’era un motivo e aveva benedetto il giorno in cui aveva preso quella decisione. Il motivo era incontrare Sakura.

Inutile dire che pochi giorni dopo in vetrina comparvero bouquet di garofani con inserti di piccoli e sottili rami di ciliegio fioriti. Ovviamente questi ultimi non erano veri, la bellezza del fiore di ciliegio risiedeva anche nella sua immensa delicatezza, ma la composizione era comunque bella da vedere.

Syaoran ne fu ancora più sicuro quando vide che Sakura non solo si fermò a guardare la vetrina sorpresa, ma si decise anche a entrare nel negozio.

Improvvisamente Syaoran divenne rigido come un tronco di legno e iniziò a sudare freddo, nonostante fosse diventato totalmente rosso in viso. Il suo cuore batteva così forte nel petto che sicuramente lei lo sentiva dall’ingresso.

“E’ permesso?” domandò lei timidamente.

“S-sì, prego.”

“Scusami se ti disturbo, ma ho visto le tue nuove composizioni e mi piacerebbe tanto comprarne una.” disse Sakura, indicando i bouquet in vetrina.

“Ah sì, sì, certo.”

Syaoran dovette richiamare tutte le sue forze per rilassarsi, costringere il suo corpo a muoversi e passare di fianco a lei.

“Ehm se… se lo devi regalare a qualcuno, ti posso fare una confezione regalo.” le propose lui, la voce tremava terribilmente.

Dio, era così patetico!

“Grazie, ma vorrei solo portarlo a casa mia.”

Sakura gli sorrise e Syaoran, che non era mai stato così vicino a lei prima d’ora, si accorse del bellissimo verde giada dei suoi occhi. Pensò che avrebbe volentieri passato il resto della sua vita a specchiarsi nel suo sguardo meraviglioso.

“Tutto ok?” gli chiese lei all’improvviso, lo sguardo chiaramente preoccupato.

Syaoran spalancò gli occhi, accorgendosi di essersi incantato a guardarla, e arrossì.

“Oh sì…sì, scusa.”

Così, maledicendosi per quanto fosse imbranato, si affrettò a prepararle una confezione semplice con carta trasparente e un bel nastro di raso verde. Aveva scelto proprio quel colore in modo che richiamasse il colore dei suoi occhi. Non che sperasse che lei se ne accorgesse, ma era stato più forte di lui.

Se ora lei lo avesse trovato goffo e imbranato, beh, Syaoran l’avrebbe anche capita.

“Ecco a te.” le disse infine, porgendole la confezione.

“Ah! È davvero carina! Sei bravissimo! Quanto ti devo?”

“Il primo acquisto lo offre la casa, non ti preoccupare.”

Non era esattamente vero, ma non poteva certo lasciarsi scappare questa occasione. Sarebbe stato stupido, oltre che imbranato.

“Sei sicuro?”

“Certo.”

Sakura sorrise grata, “Beh se è così, devo comunque sdebitarmi in qualche modo.”

“Non ce n’è bisogno, davvero.”

Ma Sakura a quanto pareva era decisa e non lo ascoltò, “Per ringraziarti domani ti porterò la colazione, che ne dici?”

Syaoran arrossì vistosamente all’idea di rivederla, “Ma io…”

“Allora è deciso.” esclamò Sakura e prese il bouquet.

Si avviò verso la porta, ma si fermò improvvisamente, “Ah quasi dimenticavo… Come ti chiami?”

“Li Syaoran.”

“Io sono Sakura Kinomoto.”

“Lo so.”

Syaoran rispose senza neanche rendersi conto di quello che implicasse la sua risposta.

“Eh?”

Sakura lo guardò sorpresa e lui arrossì nuovamente, agitandosi tutto d’un tratto.

“Ecco io ti… ehm, volevo dire… un giorno eri con una tua amica e ho sentito lei che ti chiamava per nome.” si affrettò a spiegarle tutto d’un fiato.

Sakura si portò un dito sulle labbra, cercando di ricordare, “Ah, sì. Ero con Tomoyo.”

“E’ per questo che lo so.” ribadì Syaoran, sperando con tutto se stesso di non aver fatto l’ennesima brutta figura.

Ma evidentemente non era affatto così perché lei gli sorrise con dolcezza.

“Beh, puoi chiamarmi Sakura anche tu, se vuoi. Passo davanti al tuo negozio ogni giorno e mi sembra ormai di conoscerti da sempre.”

Syaoran rise leggermente, rilassandosi un po’, “Solo se tu mi chiami Syaoran.”

“Perfetto. A domani allora, Syaoran.”

“A domani, Sakura.”

Syaoran la guardò andar via ancora incapace di credere che questo fosse successo davvero. Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe riuscito a parlarle?

Realizzando che quanto accaduto non era stato un sogno, piano piano ansia e agitazione presero il sopravvento sul suo corpo.

Cos’era quello? Un appuntamento?

E come avrebbe dovuto comportarsi domani?

Cosa avrebbe dovuto fare? Cosa avrebbe dovuto dirle?

Ma più di tutto questo… come avrebbe dormito stanotte?

 

Note dell’autrice: konnichi wa!! Torno a scrivere in questo fandom dopo secoli. Complice anche il sequel Clear Card che mi sta esaltando.

Comunque da tempo cercavo un modo per tornare a scrivere e la pagina facebook Fanwriter.it ha proposto questa iniziativa di 7 prompt da scegliere da diverse liste. Dal momento che c’era la possibilità di poter creare con i loro prompt una lista personalizzata, ho deciso di adottare questa soluzione. 😊

Il primo prompt che mi ha ispirato a bestia è stato Flower shop in Alternative universe. Ci vedevo benissimo il nostro Syaoran a cercare di richiamare l’attenzione di Sakura con i fiori. <3

Ringrazio moltissimo Vale che ha betato i capitoli e che mi ha consigliato il titolo della raccolta. 😊

A domani con un nuovo prompt.

Chiara

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** MITOLOGIA GRECA - Cassandra ***


Day 2 – MITOLOGIA GRECA – Cassandra

 

La giornata era particolarmente afosa per essere solo inizio estate.

Sakura sbuffò sonoramente, alzando lo sguardo dal libro di inglese. Syaoran l’aveva invitata a casa sua per studiare insieme e si erano sistemati per terra alla ricerca di un po’ di frescura. Non che studiassero la stessa materia, dopotutto frequentavano facoltà diverse, ma almeno Syaoran avrebbe potuto aiutarla con quella che le sembrava un ostacolo insormontabile.

Aveva sempre odiato inglese. Al contrario Syaoran, arrivando da Hong Kong, lo conosceva molto bene.

Quindi tra il fatto che non capiva l’inglese e il caldo di quella giornata che la stava distraendo ulteriormente, decise di prendersi una pausa. Guardando il ragazzo di fronte a sé, vide che era particolarmente immerso nello studio. Non voleva distrarlo, sembrava molto concentrato. Sarebbe stato estremamente maleducato interrompere il suo studio.

Ma Syaoran evidentemente percepì il suo sguardo e alzò la testa.

“Cosa c’è?”

“Non riesco a capire questo argomento.” rispose Sakura, con un piccolo broncio, “Potresti aiutarmi, per favore?”

Syaoran le sorrise e le fece segno di raggiungerlo. Sakura non se lo fece ripetere due volte e corse a sedersi accanto a lui.

“Di cosa si tratta?”

Sakura mise il suo libro davanti al ragazzo, indicando la pagina, “Mi spieghi la differenza tra Present perfect e Present perfect continuous, please?”

“D’accordo.”

Detto ciò Syaoran si apprestò a spiegarle con chiarezza quello che gli aveva chiesto, cercando di essere semplice e fare degli esempi.

“Prova a fare questo ora.” le consigliò Syaoran, indicandole un esercizio sul libro, “Ti aiuterà a capire meglio.”

“Grazie mille, Syaoran, sei stato chiarissimo.” esclamò lei, sorridendogli calorosamente.

“Figurati.”

Sakura si sporse verso di lui per sbirciare tra le pagine del suo libro, “Tu cosa stai studiando?”

“Storia e mitologia greca.”

Ahh, sembra super interessante.”

“Lo è. Un giorno mi piacerebbe andare a visitare quei luoghi affascinanti.”

“Sicuramente accadrà.”

“Lo sai? Mi ricordi un po’ una delle figure mitologiche.”

“Davvero? Chi?”

“Era una sacerdotessa di Troia di nome Cassandra. Aveva il dono della preveggenza ed era la più bella in assoluto.” le spiegò Syaoran, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Sakura arrossì leggermente, “Ah, ma non ho questo dono.”

“Perché si attiva solo se tu lo vuoi. Ma puoi fare sogni premonitori.”

“Questo sì.”

“Poi, sai, Cassandra fece innamorare Apollo e rifiutò le sue avances, e lui per punirla la maledisse: nessuno credette più alle sue premonizioni e fu malvista da tutti. In questo, però, siete molto diverse. Tu piaci a tutti, Sakura.”

“Non è vero!”

“Cosa? Certo che è vero.” ribatté Syaoran, attirandola in un abbraccio, “Sai che sono un ragazzo geloso.”

“Syaoran!” esclamò lei, arrossendo nuovamente, “Non devi esserlo.”

Il ragazzo avvicinò il viso al suo, facendo strofinare i loro nasi, “Lo so. Tranquilla.”

Si decise infine a baciarla e sospingerla all’indietro per farla sdraiare sul pavimento.

“Beh, dato che a quanto pare siamo in pausa, avrei una certa idea su come trascorrerla…”

“Ma Syaoran, fa caldissimo.” ribatté lei.

Syaoran, in risposta, le sorrise maliziosamente.

“Per fortuna che c’è l’aria condizionata!”

 

(500 parole)

 

Note dell’autrice: ahh il prompt Cassandra è stato davvero difficilissimo da inserire in questa flash. Tra tutti i prompt della lista Mitologia greca però era l’unico che mi sembrava adattarsi a Sakura.

Ad ogni modo, è sicuramente quella che mi piace meno fra quelle che ho scritto finora.

A domani con il prossimo prompt.

Chiara

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** HORROR - Terrorizzato ***


Day 3 – HORROR – Terrorizzato

 

Non poteva essere vero.

O sì?

Di fronte a lui, per terra, c’era un corpo di ragazza straziato dalle ferite. Il sangue colava da più ferite, spargendosi in un’enorme pozza rossa sul pavimento.

Syaoran non voleva guardare il viso della ragazza, perché in fondo sapeva chi fosse. Quelle forme, quel vestito… erano così familiari.

Sakura!

Gli sembrò quasi di morire. Il suo cuore, spezzato, batteva ancora e Syaoran poteva sentire il sangue inondargli il corpo. Il calore lentamente lo abbandonò e il respiro divenne più affannoso.

Non poteva essere vero.

Aveva giurato di proteggerla. Invece ora lei giaceva lì per terra, senza vita. Ed era tutta colpa sua.

Il suo più grande incubo si era avverato: aveva sempre pensato di non essere abbastanza per lei, di non poter fare niente.

Di essere inutile.

Proprio ora che avrebbe dovuto proteggerla, lui aveva fallito e lei non c’era più, vittima di una forza magica troppo grande, più forte di lei, più forte di lui, che le aveva dilaniato il corpo senza pietà.

Syaoran sentì le ginocchia tremare e cedere a terra. Aveva paura, ma voleva toccarla un’ultima volta. Forse sperava che provando a toccarla, sarebbe svanita, e questo si fosse rivelato solo uno spaventoso incubo.

Ma le sue dita tremanti si allungarono e quando toccarono il suo braccio, lo sentirono gelido e umido.

Ritrasse la mano immediatamente ritrovandola sporca di sangue. Aprì la bocca per urlare, ma la voce gli morì in gola.

No.

“E’ tutta colpa tua.”

Poteva sentire voci incolparlo, disperati per la perdita: Cerberus, Yukito, Touya, Daidoji

“Mostro.”

“Non eri degno.”

No no no.

Aveva fatto del suo meglio. Ma… non era abbastanza forte.

“Sei un fallito.”

“Perdente.”

Syaoran!

Poteva sentire ancora la sua voce, dolce ma sempre più debole, in mezzo a tutte quelle urla disperate dei loro amici.

“Avresti dovuto morire tu.”

“Sakura sarebbe ancora viva.”

Syaoran!

“Se non ti avesse incontrato…”

Syaoran si portò le mani sporche di sangue sulle orecchie.

“Basta!”

Syaoran!

Si svegliò di soprassalto. Le mani ancora sulle orecchie, Syaoran realizzò quanto il suo cuore stesse battendo, impazzito. Si passò una mano sulla fronte, imperlata di sudore, e cercò di recuperare il fiato.

Era al sicuro ora, sdraiato sul suo letto, lo sguardo fisso sul soffitto.

Lentamente si rese conto di una mano appoggiata sulla sua spalla: era così calda e familiare.

“Sakura…”

“Syaoran, stai bene?”

Anche nel buio della camera, Syaoran poteva dire che lo stesse guardando molto preoccupata.

Si affrettò a rassicurarla, “Sì, tranquilla.”

“Stavi facendo un incubo?”

“Uno molto spaventoso.”

Sakura gli si avvicinò senza esitare e lo abbracciò, portando una mano sulla sua nuca, “Va tutto bene ora. È finito.”

Lui annuì e la strinse di più, per assicurarsi che fosse davvero lì, che fosse calda e viva, che stesse bene.

“Sono qui con te, ok?”

Syaoran sorrise. Sicuramente lei sapeva già tutto. Il modo in cui riusciva a capirlo non mancava mai di sorprenderlo.

“Sì, sei qui con me.”

Ma questa era l’essere straordinaria di Sakura.

“Per fortuna.”

 

(500 parole)

 

Note dell’autrice: eccoci con il day 3.

Ho scelto il prompt terrorizzato dalla lista horror e insomma, non sono molto brava a scrivere gli horror, però volevo provare. In questo caso vedevo bene Syaoran a essere terrorizzato dalla perdita di Sakura.

Spero che vi sia piaciuta. A domani con il day 4.

Chiara

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** FANFICTION - What if ***


Note dell’autrice#1: piccola premessa a questa os. In generale se scrivo nel fandom di CCS considero come canon quello che succede nel manga, mentre non considero quanto accaduto nell’anime. In questo caso però, trattandosi comunque di un what if, ho deciso di partire dalla fine del secondo film, The  Sealed Card, e quindi il what if è un “se Syaoran avesse davvero dimenticato Sakura?”

Buona lettura.

 

Day 4 – FANFICTION – What if

 

Anche se questo sentimento scompare, sono sicuro che ancora una volta mi innamorerò di te, Sa-”

Aveva fatto nuovamente quel sogno che si interrompeva sempre allo stesso punto. Sentiva la sua voce rivolgersi a una figura davanti a lui, ma non riusciva a vederla. Non aveva assolutamente alcuna idea di chi potesse essere. E se provava a mettere a fuoco, tutto diventava ancora più confuso e finiva sempre per svegliarsi nella sua camera.

Il motivo per cui era andato a vivere in Giappone era legato a quel sogno. Doveva trovare il nuovo padrone delle Clow card, ma anche quella persona e sapeva per certo che fosse in Giappone.

Sua madre gli aveva assicurato che le carte fossero state tutte sigillate, perciò ora era tutto a posto. Tuttavia Syaoran era un lontano parente di Clow Reed e aveva tutto il diritto di conoscere chi fosse stato abbastanza forte da averle sigillate tutte e aver superato il giudizio di Yue. Syaoran poteva percepire nitidamente la forza magica del nuovo padrone provenire da quella piccola città.

Perciò aveva iniziato le scuole medie a Tomoeda. Gli insegnanti erano bravi e i suoi nuovi compagni di classe erano abbastanza simpatici. Tuttavia non era riuscito a legare davvero con qualcuno. Quel ragazzo, Yamazaki, era stato molto gentile con lui e sembrava conoscere un sacco di cose, ma Syaoran non poteva dire di essere proprio amico suo.  Molto era dovuto al fatto che lui sostanzialmente era sempre stato un tipo solitario. L’unica con cui avesse legato davvero era Meiling, ma in quel caso doveva ammettere che il legame di sangue avesse contribuito inizialmente. E comunque lei era rimasta in Cina e in nessun modo aveva voluto andare con lui.

Quel sogno tuttavia lo tormentava ogni notte. Rendeva evidente un vuoto dentro di lui, come se fosse il pezzo mancante di un puzzle. Syaoran sapeva dannatamente della sua mancanza, ma non sapeva di cosa si trattasse, né come fare per recuperarlo. Per quante persone incontrasse e per quante cose facesse, niente riusciva a completare quella sensazione di vuoto. E le parole che pronunciava lui nel sogno erano il suo unico indizio.

Un giorno si lasciò così assorbire da quel pensiero, che durante la lezione di giapponese si ritrovò a perdere il filo della spiegazione dell’insegnante. Il suo sguardo vagò fuori dalla finestra, dove gli studenti della seconda sezione del loro stesso anno stavano facendo educazione fisica. Tra di loro aveva riconosciuto una ragazza che aveva visto spesso con Yamazaki. Si chiamava Mihara e a quanto pareva era la sua fidanzata.

In quel momento Syaoran la vide parlare e ridere insieme ad altre due ragazze. Concentrandosi sulle due ragazze, Syaoran percepì un’intensa forza magica provenire dalla ragazza con i capelli corti e quella pettinatura un po’ strana.

Che fosse lei la nuova padrona delle carte?

Decise di indagare. Aveva saputo da Yamazaki che il pomeriggio la ragazza si fermava per il club delle cheerleader insieme a Mihara. Così decise di aspettarla senza farsi vedere. Quando lei uscì dal cancello della scuola per incamminarsi verso casa, Syaoran usò la sua bussola, che gli indicò proprio la stessa strada intrapresa dalla ragazza.

Cominciò così a seguirla. Se avesse avuto poteri magici abbastanza forti, avrebbe dovuto percepire anche lei la sua presenza.  

Difatti arrivati al parco del re pinguino, lei si voltò fronteggiandolo. Non sembrava particolarmente sorpresa e lo guardò direttamente negli occhi.

“Ciao, Li.”

Syaoran sussultò, preso in contropiede, “C-come fai a sapere il mio nome?”

“Non ha importanza. Perché mi stavi seguendo?”

Syaoran fu colpito da quanto lei sembrasse totalmente a suo agio. La situazione lo lasciò sempre di più sorpreso.

“Sei… sei tu la nuova padrona delle Clow card?”

Sakura per tutta risposta controllò che non vi fosse nessuno nei paraggi. Dopodiché prese il ciondolo che portava al collo.

“Chiave che possiedi la forza della stellamostrami la tua vera natura! È Sakura che te lo ordina! ReleaseRescissione del sigillo!

Il ciondolo della ragazza divenne all’improvviso uno scettro con una stella dorata all’estremità. Syaoran era senza parole. L’aveva trovata.

“Fly! Volo!”

La ragazza aveva preso quella che sembrava una carta di Clow, sebbene il retro fosse di colore rosa, e subito dopo due ali erano apparse sulla sua schiena. Syaoran non poteva credere ai suoi occhi.

“Ma come-”

Non fece in tempo a finire la domanda che la ragazza gli si avvicinò e lo prese per le braccia, sollevandolo subito dopo da terra.

“Ehi, aspetta!”

La ragazza rise leggermente, “Si chiamano Sakura card ora.”

Detto ciò gli fece fare un piccolo volo, mentre lui si lamentava di farlo scendere immediatamente, e alla fine lo lasciò sulla cima dello scivolo a forma di pinguino. Syaoran cercò di mantenere l’equilibrio una volta con i piedi per terra e la ragazza si fermò di fronte a lui. Le ali sparirono e lo scettro tornò a essere un semplice ciondolo.

Quando il ragazzo recuperò un po’ di contegno, si schiarì la voce, “Sakura card?”

“Sì. Mi chiamo Sakura Kinomoto.”

“Sakura?”

Perché quel nome non suonava come nuovo? Quando lo aveva pronunciato era sembrato così naturale.  

“Tutto bene?" gli chiese lei, notando la sua mancanza di risposta.

Syaoran scosse il capo per ridestarsi, "Sono solo sorpreso che sia tu la nuova padrona delle Clow card. Mi aspettavo qualcuno di..."

"Più forte?"

"Diverso." si affrettò ad aggiungere lui, “Volevo dire diverso.”

Sakura fece spallucce, guardando a terra, "Beh, io non sarò quello che ti aspettavi, ma mi sono impegnata a fondo per le mie carte."

“Ehm… ascolta…”

“Dimmi.”

“Lo so che può sembrare una richiesta un po’ strana, ma potresti raccontarmi cosa è successo.”

Dato che aveva trovato la nova padrona delle Clow card, tanto valeva farsi raccontare tutto.

“Riguardo le Clow card?”

“Sì, che altro?”

Sakura scosse il capo, poi gli sorrise. E quando lo fece, Syaoran sentì qualcosa smuoversi in profondità dentro di lui. Era la prima volta che la vedeva, allora perché quella sensazione di familiarità?

Prima il nome, ora quel sorriso.

Sakura con un balzo raggiunse terra e si voltò verso di lui, "Pranziamo insieme domani a scuola, ok? E ti racconterò tutto."

"Si."

La ragazza lo salutò con la mano prima di andare via e Syaoran rimase fermo a guardarla allontanarsi finché lei non sparì dietro l'angolo.

La sua sagoma, in ombra con le spalle al sole, per un momento gli era apparsa proprio come la persona nel suo sogno.

*****

Il giorno dopo Sakura si presentò a ora di pranzo nella sua classe insieme all'altra ragazza che Syaoran aveva visto con lei.

"Pensavo che..."

"Li, ti presento Tomoyo Daidoji.” lo anticipò Sakura, “E’ a conoscenza di tutto, anzi, senza di lei non avrei mai potuto farcela."

Daidoji gli sorrise e lo salutò con un piccolo inchino, "Piacere.”

Syaoran ricambiò subito il saluto.

Pochi minuti dopo erano seduti sotto un albero e Sakura gli stava raccontando tutte le sue avventure per raccogliere le carte: di come aveva trovato il libro di Clow nella libreria del padre, di come aveva incontrato Cerberus, di come giorno dopo giorno fosse riuscita a raccoglierle tutte.

"Incredibile!" esclamava Syaoran di tanto in tanto.

Sakura a quel punto sorrideva e riprendeva il racconto. Qualche volta la ragazza esitava, come se un ricordo triste sopraggiungesse all'improvviso, portandole via tutta la felicità che poteva provare. Syaoran non sapeva spiegarsi perché. L'unica cosa di cui era certo era che in quei momenti il suo corpo reagiva con un desiderio di spingersi in avanti e abbracciarla per allontanare la sua tristezza. E la cosa lo sorprendeva immensamente perché non aveva mai provato niente del genere per nessuno, soprattutto per qualcuno che aveva appena incontrato.

Eppure eccolo lì. Il suo corpo sembrava deciso, sembrava averlo già fatto.

Ma era impossibile.

Quando suonò la campanella della fine della pausa pranzo Sakura aveva terminato di raccontare come fosse stata in grado di superare il giudizio di Yue.

"Senti..." iniziò Syaoran, quando la vide alzarsi.

"Si?"

"Possiamo continuare domani? Voglio sapere il resto."

Sakura gli sorrise ancora, "Ma certo."

Fu così che nei giorni seguenti Syaoran puntualmente trascorreva la pausa pranzo insieme alle due ragazze e ai loro racconti.

Nei giorni in cui non c’era scuola, Daidoji solitamente li invitava nella sua grande villa in modo che Sakura potesse mostrare a Syaoran il potere delle carte. Anche se apparteneva al clan Li, Syaoran aveva solo potuto studiare la loro magia, ma mai e poi mai vederla praticare.  Inoltre aveva sempre pensato che un giorno le carte sarebbero state sue di diritto, ma sorprendentemente non si ritrovò a essere geloso. Quella ragazza aveva fatto del suo meglio per le carte e si era meritata il titolo di nuova padrona.

In quelle occasioni Daidoji non perdeva l’occasione per far indossare all’amica degli strani costumi creati da lei stessa e per riprenderla durante le sue imprese, il tutto con grande imbarazzo della ragazza. A quanto pareva era una cosa che aveva fatto anche durante la cattura delle carte, ma i filmati che aveva erano molto pochi e gli altri erano andati perduti. Quindi Syaoran aveva potuto vederne solo un paio.

Era riuscito a incontrare anche il guardiano del libro di Clow, Cerberus, o come lo aveva chiamato Sakura, Kero-chan, il che era abbastanza appropriato visto che quando non assumeva la sua forma originale sembrava sostanzialmente un piccolo peluche. Uno molto suscettibile tra l’altro. Guai a chiamarlo peluche!

Syaoran ancora non aveva incontrato l’altro guardiano delle carte, Yue. Sakura gli aveva spiegato che aveva assunto una forma umana, Yukito, e che era diventato il compagno di suo fratello.

“Una volta avevo una cotta assurda per lui.” si lasciò scappare un giorno la ragazza.

Stavano tornando a casa dalla villa di Daidoji a pomeriggio inoltrato.

“Per il giudice?”

Sakura rise appena, arrossendo, “No, per Yukito.”

“Forse eri attratta dalla sua magia.”

La ragazza scosse il capo, come se si aspettasse la sua risposta, “No, era una vera cotta.”

“E poi?”

Sakura lo guardò, i suoi occhi che solitamente mostravano allegria, erano di nuovo improvvisamente tristi, “Beh, lui non provava le stesse cose per me. Vuole bene a mio fratello, no?”

“Capisco.”

“Poi per consolarmi mi disse che un giorno avrei trovato anche io una persona a cui voler bene più di tutti.”

“E l’hai trovata?”

Sakura si fermò e Syaoran si voltò a guardarla. Anche se la conosceva da qualche settimana faceva ancora fatica a capirla. Come in quel momento. Si era fermata all’improvviso e lo fissava con un misto tra tristezza e determinazione.

“Sì.”

“Chi è?”

“Lui mi ha aiutato molto durante la cattura delle carte e anche a trasformarle in carte di Sakura. Anzi, senza di lui forse non ci sarei riuscita. Però sai… ora è via.”

“E quando torna?”

Sakura fece spallucce e Syaoran si accorse che, anche se non voleva darlo a vedere, i suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime.

“Non lo so, ma lo aspetterò.”

Syaoran sentì il suo cuore stringersi. Dio, avrebbe tanto voluto rendersi utile in qualche modo e farla sorridere di nuovo. Odiava vederla triste, era qualcosa che aveva imparato in quei giorni trascorsi accanto a lei.

Chi era quella persona tanto stupida da farla aspettare e soffrire in quel modo? Lei che non meritava niente di tutto ciò.

Ma più della sua rabbia, vinse la voglia di tranquillizzarla. Così allungò una mano e la appoggiò sulla sua spalla.

“Tranquilla. Sono sicura che tornerà.”

Sakura a quel tocco non poté più trattenersi e appoggiò la testa sul suo petto, lasciando che le lacrime scorressero.

“Grazie.”

Syaoran non seppe per quanto tempo rimasero così. La accompagnò a casa per assicurarsi che stesse bene, ma non riusciva a togliersi dalla testa quello che aveva fatto.

Per quanto semplice come movimento, lo aveva scombussolato. Era apparso un gesto conosciuto, non sapeva di novità. Lo aveva già fatto.  

Ma come era possibile, come poteva averlo già fatto? Con quella ragazza poi. Lui si conosceva, sapeva che se qualcuno gli fosse piaciuto, non avrebbe mai potuto mostrare tutta quella sicurezza. Sarebbe arrossito continuamente e avrebbe mostrato tutta la sua goffaggine.

Tuttavia c’era sempre quella sensazione di vuoto che il sorriso di quella ragazza riusciva scuotere, destandolo dalla rassegnazione di vivere perennemente così. E in quei momenti gli tornavano in mente le parole della madre quando lui le aveva accennato al vuoto di memoria che aveva iniziato a percepire.

Una volta lei gli aveva spiegato che oltre alla memoria del cuore, esisteva anche una memoria del corpo basata sul contatto fisico, su reazioni fisiologiche a particolari situazioni, e per far fronte a questo problema, lei gli aveva consigliato di soffermarsi a pensare ai piccoli gesti del suo corpo. Questo lo avrebbe aiutato a capire.  

Se Syaoran pensava a quello che era successo da quando aveva conosciuto Sakura, troppe cose rientravano in quanto affermato da sua madre. Aveva l’impressione di aver già provato quelle emozioni, di aver già fatto determinati gesti, di aver già visto il suo sorriso, ma anche se si sforzava di ricordare, non ci riusciva.

E invece di capire, soffriva. Si sentiva stupido: se davvero aveva già vissuto quelle cose, perché non le ricordava? E perché nessuno gli raccontava cosa fosse successo?

Nei giorni seguenti decise di evitare un po’ Sakura e la sua amica, accampando scuse neanche tanto convincenti. Quella ragazza gli faceva provare un mix di sentimenti che Syaoran non riusciva a mettere in ordine. La sensazione di non avere il controllo su quello che gli stava accadendo era destabilizzante.  Non poteva sopportarlo.

Il suo gesto però, neanche a dirlo, la rese triste. Syaoran la sorprese più volte a guardarlo da lontano, in mensa o mentre faceva educazione fisica, ed ogni volta, quando i loro sguardi si incrociavano, lei si rattristava.

Gli rendeva tutto ancora più difficile, quando lui aveva solo bisogno di ritrovare se stesso e non poteva farlo stando accanto a lei.

Ma avrebbe dovuto immaginare che una come Sakura non si arrendeva tanto facilmente. Così pochi giorni dopo fu lei a seguirlo dopo la fine della scuola.

Percependo la sua aura dietro di lui, Syaoran si voltò verso di lei, “Perché mi stai seguendo?”

Sakura non sembrava sorpresa e lo guardò dritto negli occhi, “Devo chiederti una cosa.”

“Cosa?”

“Mi stai evitando?”

Syaoran sospirò: era inutile mentire. Così annuì.

“Ho fatto qualcosa di sbagliato?” domandò lei subito dopo, lo sguardo divenne preoccupato.

Syaoran si affrettò a negare, “No, è un problema che riguarda me.”

“Ovvero?”

“Sono venuto in Giappone per due motivi. Trovare la nuova padrona delle Clow card e la persona del mio sogno.”

“Che sogno?”

“Un sogno che mi tormenta da diverso tempo. Penso che fosse una persona importante per me, ma non riesco a ricordare chi sia.”

Sakura non disse niente e abbassò lo sguardo, “Mi dispiace.”

“Tu ne sai qualcosa?”

Syaoran la fissò e lei incrociò lo sguardo arrossendo lievemente e sembrando, per la prima volta, titubante.

“Perché dovrei?”

“Quando sto con te, mi sembra di provare qualcosa di familiare. Anche se non ti avevo mai incontrata prima.”

“Forse perché siamo legati entrambi a Clow.”

Syaoran la osservò a lungo e con sguardo indagatore, prima di sospirare rassegnato. Per un momento aveva sperato che lei gli rispondesse in modo diverso.

“Sì, può darsi.”

Sakura a quel punto gli si avvicinò, “Comunque mi dispiace per quello che provi. Ma vorrei in ogni caso aiutarti. E se non vuoi più passare del tempo con me, va bene, ma almeno accetta questo.”

“Cos’è?” chiese Syaoran quando lei gli porse un sacchetto.

“Un regalo.”

“Per me?”

Sakura annuì e sorrise, arrossendo appena, “Certo.”

“Ma… perché?”

“Se non posso starti accanto io, permettilo almeno a lei. Potresti chiamarla Sakura, ok?”

Syaoran non capì molto bene quello che lei gli avesse chiesto. Ma non fece in tempo a chiederle altro perché lei si girò e iniziò ad allontanarsi da lui.

Il ragazzo decise di aprire il sacchetto. Dentro vi era un…orsacchiotto.

Lo prese tirandolo fuori dal sacchetto. Era rosa e morbido, con un paio di ali sulla schiena.

Le ali come quelle di Sakura.

Nel momento in cui le sue mani strinsero il peluche, la testa iniziò a pulsare dolorosamente. Chiuse gli occhi e si ritrovò nel sogno che lo tormentava da settimane. Solo che questa volta la figura di fronte a lui sembrava diventare più chiara.

Era una ragazza, con uno strano vestito e uno scettro in mano.

Anche se questo sentimento scompare…” iniziò a dire lui nel sogno, “…sono sicuro che ancora una volta mi innamorerò di te, Sa-”

Sa-

Sakura?

Poteva essere lei?

Sì, Sakura!

Il momento in cui finalmente riconobbe la figura misteriosa del suo sogno, fu anche il momento in cui migliaia di ricordi si riversarono nella sua mente. Ricordi che magicamente aveva dimenticato, ma che erano sempre stati impressi nel suo corpo, perché quello era un incantesimo che neanche Clow Reed avrebbe potuto fare.

Ora ricordava cosa fosse successo. E soprattutto ricordava chi fosse la persona più importante della sua vita, la stessa che si stava allontanando da lui in quel momento.

“SAKURA!”

Sakura si voltò sorpresa e quando lo vide, sorrise.

Sorrise felice e con gli occhi pieni di lacrime, gli corse incontro.

 

Note dell’autrice #2: eccoci qua, in ogni caso questi due sono destinati l’uno all’altra, nel bene e nel male. Amen. :D

È stato parecchio difficile scrivere questa os, ma alla fine sono riuscita a finirla.

Ci vediamo domani con il quinto prompt.

Chiara

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** WITCHCRAFT - Ostara ***


Day 5 – WITCHCRAFT – Ostara

 

L’arrivo della primavera era sempre molto atteso.

In primavera le energie rinascono tanto nella natura quanto negli uomini.  Le giornate si allungano, i fiori sbocciano e nascono nuovi esseri viventi.

Fin dall’antichità l’umanità aveva celebrato l’arrivo della primavera con riti propiziatori, per ammirare la rinascita e favorire la fertilità della terra.

Così ogni anno era tradizione, anche per loro, fare hanami.  

Sakura aspettava sempre con ansia il giorno del loro immancabile picnic. Ma a lei non serviva l’arrivo della primavera per ricaricarsi di energie, perché era così tutto l’anno.

E a Syaoran tanto bastava per stare bene.

In effetti, nella sua vita la primavera era arrivata sotto forma di una persona in carne ed ossa e da quel momento lui si era sentito più vivo e pieno di energie.

Era come rinato. Prima di Sakura si era sempre sentito egoista, pensava solo a se stesso e ad aumentare i propri poteri magici.

Ma lei era diversa, metteva sempre il bene degli altri al primo posto e pensava che ci fosse del buono in tutti. Anche in lui. Tramite i suoi occhi, Syaoran aveva visto quello che di buono lui poteva offrirle.

E sembrava immenso.

“A cosa stai pensando?”

Sakura si voltò verso di lui, mentre stava sistemando i tamagoyaki nei bento.

Syaoran arrossì. Nonostante il tempo passato, non riusciva ancora a impedire che Sakura lo sorprendesse mentre pensava a lei. Dio, era così prevedibile.

“Solo che non vedo l’ora di ammirare i ciliegi fioriti.”

Sakura si voltò a guardarlo sorpresa. Lo fissò pochi secondi prima di ridere dolcemente.

“Bugiardo, in realtà non vedi l’ora di mangiare quello che abbiamo preparato.”

Syaoran scoppiò a ridere, “Beccato. In effetti sembra tutto delizioso.”

“Vero. Anche io ho già fame!” esclamò lei, sorridendogli.

Lui la guardò mentre tutta felice chiudeva i bento con cura e andava poi a recuperare una giacca.

Primavera o no, fintanto che Sakura era con lui, Syaoran avrebbe avuto la forza di fare qualunque cosa. Di questo era certo.

Syaoran, andiamo? Gli altri ci stanno aspettando!”

Sakura gli porse la mano e Syaoran le sorrise, afferrandola con decisione.

“Andiamo.”

 

Note dell’autrice: ok, allora scegliere un prompt dalla lista witchcraft è stato difficile. Ho scelto Ostara perché è la cosa che più riesco ad associare con l’hanami.

Ringrazio tantissimo Vale che sta correggendo le os. :3

A domani con il penultimo prompt.

Chiara

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** HURT/COMFORT - Panico ***


Day 6 – HURT/COMFORT – Panico

 

Lo aveva riconosciuto subito. Per quanto non le fosse capitato spesso, sapeva certamente riconoscerlo.

Era panico.

Aveva iniziato con le mani che sudavano inspiegabilmente. Poi erano cominciati i tremori e le palpitazioni. Il cuore aveva iniziato a batterle così velocemente che pensava sarebbe scoppiato da un momento all’altro.

Si era fermata, quindi, mentre tornava a casa dall’università. Il fiato le si era accorciato, la sensazione di oppressione al petto stava diventando insopportabile e la testa le girava. Se non si fosse appoggiata sarebbe caduta sicuramente. Così si appoggiò con la schiena ad una parete e si accovacciò per terra.

Doveva solo ricordarsi che sarebbe andato tutto bene.

Era il suo incantesimo invincibile, no?

Andrà tutto bene, si ripeté.

Ma non era invincibile. Tutti gli altri pensavano che lei lo fosse, che fosse sempre forte e ottimista. Eppure talvolta doveva fingere che tutto andasse bene e poi alla fine, inevitabilmente, arrivava quel nemico silenzioso e terribile.

Panico.

Per quante situazioni avesse dovuto affrontare, faceva ancora fatica ad affrontarlo e sconfiggerlo.

Soprattutto quando troppi pensieri lo alimentavano.

Il passaggio dal liceo all’università era stato difficile. Doveva ancora trovare il ritmo tra lezioni, esami e club del pomeriggio. Voleva impegnarsi tanto, voleva che la sua famiglia e i suoi amici fossero orgogliosi di lei. Ma lei conosceva i suoi punti deboli e il timore di fallire era sempre lì, dietro l’angolo, pronto a tenderle un agguato quando meno se lo aspettava.

Le mancavano i suoi amici del liceo, le mancava vedere Tomoyo tutti i giorni. Lei era andata all’università di Stanford, in California, una delle migliori al mondo e sarebbe tornata solo durante le vacanze di Natale. Certo, Tomoyo la chiamava spessissimo, ma non era come averla accanto.

Sakura si portò una mano sul petto, come a costringersi a ricordarsi di respirare e che non c’era nessun reale pericolo alla sua vita, anche se era difficile. Solitamente pensare alle persone che amava la aiutava, ma in questo preciso momento avrebbe peggiorato tutto. La persona che poteva aiutarla non c’era, anzi, aveva contribuito al suo attacco di panico.

Aveva litigato con Syaoran. Non capitava spesso, qualche volta ci cascavano, ma quella volta in particolare era stato molto brutto. A scatenare il litigio era stato un altro incontro saltato perché Sakura avrebbe dovuto studiare dopo cena per essere preparata alla lezione del giorno successivo.

Lei non era come Syaoran, aveva bisogno di tempo per studiare, di ripetere e ripetere gli argomenti. Syaoran lo sapeva e l’aveva sempre appoggiata e aiutata. Ma era anche vero che non si vedessero più come prima. E Syaoran, che era sempre stato terribilmente geloso, non l’aveva presa bene.

Sakura non pensò neanche di ribattere per quanto riguardava la sua gelosia, lui in fondo sapeva di essere la persona più importante per lei e lei glielo aveva dimostrato più volte.

No, ciò che davvero l’aveva infastidita era che così facendo Syaoran aveva mostrato di non fidarsi di lei. E dannazione, avere fiducia l’uno nell’altra era il loro punto forte. Qualunque cosa fosse successa, sapevano che potevano contare sempre l’uno sull’altra.

Il fatto che le fosse venuta meno questa certezza le aveva dato il colpo di grazia.

E ora era lì, a cercare di combattere quel nemico che non poteva essere sconfitto con la sua magia.

Se solo fosse stata a casa sua, sentiva che sarebbe andata meglio. Ma era per strada, da sola, a pochi passi dalla fermata dell’autobus a cui era scesa di ritorno dall’università. Forse avrebbe dovuto chiamare suo padre, ma non voleva farlo preoccupare. Magari era ancora al lavoro…

“Sakura!”

Quella voce la riportò immediatamente alla realtà e subito dopo qualcuno le si inginocchiò di fronte, abbracciandola forte.

Syaoran?”

“Va tutto bene, ci sono io.”

Sakura strinse le dita sulla sua schiena, come se fosse l’ultimo suo appiglio prima di cadere nel baratro. Faceva ancora maledettamente paura.

“Tranquilla, chiudi gli occhi e respira ora.”

Syaoran le accarezzò la nuca, percependo il fiato corto della ragazza sul proprio collo.

“Non c’è motivo per cui tu non debba riuscirci.”

Sakura si costrinse a seguire le sue parole e inspirò a fondo, la testa nascosta nel suo torace e la mano di Syaoran che la accarezzava dolcemente la stavano aiutando. L’odore della sua camicia, così familiare, alleviò piano piano l’oppressione al petto, un respiro dopo l’altro.

Era al sicuro, doveva convincersene. La presenza di Syaoran l’aveva rassicurata fin da quando erano bambini. Lei glielo aveva sempre detto e lui puntualmente non si faceva mai attendere. Anche ora, nonostante tutto, era lì con lei.

Sakura non seppe esattamente quanto tempo passò così, ma alla fine riprese il controllo sul proprio respiro, le vertigini terminarono e il cuore tornò a battere a un normale ritmo.

“Va meglio?” le chiese Syaoran accorgendosi del cambiamento.

“Sì, grazie.” rispose Sakura e si scostò un po’ per guardarlo negli occhi, “Ma tu che ci fai qui?”

Syaoran distolse lo sguardo, imbarazzato, “Io… beh… mi sono sentito un completo idiota non appena hai messo giù. E non mi andava di far finire questa giornata così.”

“Stavi andando a casa mia?”

Il ragazzo annuì, prendendole le mani tra le sue, “Sì, ma ti ho vista per terra e ho capito che stavi avendo uno dei tuoi attacchi.”

“Scusa se ti ho fatto preoccupare.”

Syaoran scosse il capo, “Sono io che devo chiederti scusa. Sono stato uno stupido. So che stai passando un momento difficile e mi ero ripromesso che ti avrei sostenuta. Ad ogni costo. Ma insomma… è da tanto che non ti vedevo e…”

Syaoran abbassò lo sguardo, evitando di guardarla negli occhi e diventando completamente rosso in viso.

“E?” lo incalzò Sakura.

“E sentivo la tua mancanza.”

Sakura gli prese il viso tra le mani e lo costrinse a guardarla negli occhi, “Anche io.”

Il ragazzo sorrise, attirandola verso di sé per far incontrare le loro fronti, “Mi dispiace, tanto tanto tanto.”

“Va tutto bene, Syaoran.”

Syaoran rise leggermente, “Dovrei essere io a rassicurarti, invece…”

“Hai già fatto tanto. Sono molto contenta che tu sia qui.” esclamò Sakura, sorridendo e abbracciandolo.

Syaoran la strinse a sua volta e Sakura sospirò felice. Forse il suo incantesimo non era più invincibile, perché lei aveva imparato quanto la vita potesse essere difficile crescendo.  Ma quando Syaoran era con lei, allora sì, era davvero invincibile.

“Dai vieni, ti accompagno a casa.” disse poi Syaoran, aiutandola ad alzarsi, “Devi riposarti un po’ ora.”

“Ti va di restare a cena?” gli chiese lei guardandolo con una preghiera negli occhi, “Almeno stiamo un po’ insieme.”

Syaoran le sorrise dolcemente.

“D’accordo, ma poi torno a casa, così potrai studiare.” rispose lui toccandole la punta del naso con il dito.

Sakura rise e lo prese sottobraccio, stringendosi a lui.

“Grazie, Syaoran.”

 

 

Note dell’autrice: sì sì, l’ispirazione per questo capitolo è arrivata dall’episodio 14 della serie Clear card. Credo che quell’episodio mi abbia fatto sciogliere come neve al sole guardando questi due. <3

Grazie ancora a Vale per la correzione.

Ci vediamo domani con l’ultima os della raccolta.

Chiara

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** SOULMATE - Filo rosso ***


Day 7 – SOULMATE – Filo rosso

 

Il braccio di Syaoran era appoggiato appena sulla sua vita e Sakura poteva sentire il respiro del giovane uomo sul proprio collo.

Sapeva che si era addormentato, ma sapeva anche che il sonno di Syaoran fosse molto leggero e il minimo rumore lo avrebbe svegliato. Era come se stesse sempre in allerta, sempre pronto all’azione.

Al contrario lei non era ancora riuscita ad addormentarsi e non resistette alla tentazione di ricoprire la mano di Syaoran con la propria. Percorse le sue dita con un tocco appena percettibile. Le piaceva farlo quando non riusciva a dormire, la aiutava a rilassarsi: la mano di Syaoran era tanto forte quando aveva dovuto proteggerla, quanto delicata quando la toccava.

Un pensiero la colpì all’improvviso. Se Syaoran non fosse mai venuto in Giappone, dove sarebbero stati ora?

Avrebbe mai potuto amare una persona diversa da lui? Certo, aveva avuto una terribile cotta per Yukito da piccola, ma ora sapeva quanto diverso fosse quel sentimento da quello che provava per Syaoran. Ripensò alla leggenda cinese che le aveva raccontato Syaoran, il quale a sua volta l’aveva sentita da sua madre, secondo cui esisteva un filo rosso del destino che legava due persone. Anche in Giappone esisteva una leggenda simile, ma cambiava la posizione a cui era legato il filo. Secondo la leggenda cinese il filo era legato alla caviglia, mentre in Giappone si pensava che fosse legato al mignolo.

Alla fine avevano concordato entrambi che la versione giapponese fosse migliore, anche perché Yamazaki aveva raccontato loro che inizialmente gli dei legavano davvero le persone alla caviglia ma questo continuava a farle inciampare, quindi era decisamente scomodo.

Sakura rise tra sé, immaginandosi Syaoran che inciampava nel filo.

Ma al di là di questo, caviglia o dito mignolo, lei sapeva che sicuramente l’altra estremità del suo filo apparteneva a Syaoran.

Era la persona destinata a lei.

Anche se fossero stati separati, ognuno di loro dalla parte opposta della Terra, alla fine si sarebbero ritrovati.

Se si fossero reincarnati, se fossero finiti in un’altra epoca o dimensione, si sarebbero ritrovati.

Se Syaoran fosse stato molto più grande di lei, o molto più piccolo, se fosse stato una ragazza, se avesse avuto un corpo diverso, fintanto che fosse stato Syaoran nel cuore, Sakura lo avrebbe scelto su tutti. Non avrebbe potuto trovare un cuore altrettanto gentile e coraggioso.

Era quello il cuore di cui si era innamorata, che le sarebbe stato accanto per tutta la vita.

Finché morte non vi separi…

Sakura sorrise, mentre il suo cuore perdeva un battito di fronte a quell’idea neanche tanto assurda. Era solo il loro destino.

“Sakura?”

“Mm?”

Syaoran, con gli occhi ancora chiusi, fece strofinare il proprio naso nei capelli della ragazza, “Non riesci a dormire?”

“No, ma non preoccuparti.” lo rassicurò lei, accarezzando la sua mano, “Sto bene.”

“A cosa stai pensando?”

“Qualcosa di bello.”

“Fintanto che sono cose belle, va tutto bene.” esclamò Syaoran, stringendola di più, “Però cerca di dormire.”

Sakura mormorò come a dire “d’accordo”, mentre lui le dava un buffetto sulla testa.

Tuttavia si accorse che il suo pensiero bello era diventato troppo ingombrante ora, complice anche il risveglio di Syaoran, e non avrebbe dormito tanto presto. Così si voltò verso di lui, ritrovandosi a un soffio dal suo viso.

Syaoran?” sussurrò, temendo che si fosse riaddormentato.

Il ragazzo però la guardò incuriosito, socchiudendo appena gli occhi.

“Mm?”

Sakura gli sorrise e fece intrecciare le loro mani.

“Vuoi sposarmi?”  

 

Note dell’autrice: bene, siamo arrivati alla fine. Ho tenuto il prompt filo rosso come ultimo perché sapevo che mi dava più senso di chiusura della raccolta.

Non avevo assolutamente idea di come impostarla, poi ho trovato una citazione della Ohkawa, tratta da un’intervista delle CLAMP, in cui affermava che Sakura avrebbe scelto Syaoran, non in quanto ragazzo della sua età, ma per il suo essere Syaoran. Lo avrebbe scelto in qualunque forma si fosse presentato. L’ho trovato davvero di grande ispirazione per poter scrivere.

Quindi insomma, spero che questa piccola raccolta vi sia piaciuta. A me ha fatto tanto piacere tornare a scrivere di loro che sono una delle mie OTP. <3

Ringrazio Vale per la correzione e il supporto.

A presto

Chiara

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3904031