Omnia vincit amor

di Francy_remus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bill ***
Capitolo 2: *** Charlie ***
Capitolo 3: *** Percy ***
Capitolo 4: *** George ***
Capitolo 5: *** Fred ***
Capitolo 6: *** Ron ***
Capitolo 7: *** Ginny ***



Capitolo 1
*** Bill ***


-Bill-

“Il fascino del ragazzo più grande certamente non è indifferente” mormorò la ragazza in un inglese ancora contaminato dal forte accento francese. 

“Ed essere un quarto veela di certo non ti peggiora” rispose lui, un sorriso enigmatico stampato sul viso, porgendole un calice di Vino elfico. 

Per settimane si erano osservati alla Gringott ma, sempre presi dal lavoro, non avevano mai avuto modo di parlarsi più di tanto, nonostante il desiderio fosse tanto. Quella festa per il pensionamento di un collega di certo era cascata ad uopo, avevano riso e scherzato insieme. Si erano devertiti, complice forse l’alcool, ma poi c’erano state altre uscite solitarie, come amici. 

“Bill, credo sia ora di prendere una decisione. Sono settimane che usciamo insieme, ma non mi sembra che tu abbia ben capito da che parte indirizzare questa relazione” disse lei, fattasi seria d’un tratto. Guardava il ragazzo seduto accanto a lei a quel tavolino rotondo in acciaio freddo, aspettandosi una qualche reazione. Lui si limitò a prendere un sorso di Burrobirra dal boccale, poi un sospiro particolarmente sofferto, infine proferì parola. 

“Fleur” esordì, sollevando gli occhi verso il viso della ragazza “non possiamo essere più che ottimi amici” 

“Pourquoi?” domandò impulsivamente, smarrita. Quando aveva una reazione imprevista usava sempre la sua lingua madre, e in quell’occasione non avrebbe potuto fare altrimenti. Si aspettava che le cose prendessero tutt’altra piega, pensava che lui l’avrebbe baciata, ma di certo non che lui retrocedesse così repentinamente. Uscivano da più di un mese almeno tre serate a settimana, la ragazza aveva dato per scontato che ci fosse un interesse reciproco. 

“Perché?” chiese lui, come se la risposta fosse ovvia “Primo: sei molto più piccola di me. Sette anni non sono da sottovalutare. Secondo: siamo colleghi, è sconsigliato. Terzo: siamo troppo diversi. Quarto: ci sarà una guerra. Non è il caso di creare nuovi affetti” 

“Non hai detto che non ti piaccio, queste sono solo scuse” decretò la ragazza. Lui non rispose, limitandosi ad osservarla con i suoi occhi blu. 

“Bill, tu stai soffrendo. Non negarci questa possibilità” insistette lei “l’età è solo un numero, lo sai bene. Se l’età contasse qualcosa, perché tutti se la starebbero prendendo con Harry? È così giovane! Qui non si tratta di età, e la questione del posto di lavoro è veramente ridicola” 

Fleur lo guardava aspettando una sua reazione, una qualsiasi. Le bastava sapere che la sua mente era ancora lì, l’aveva provocato tirando in ballo Harry, doveva rispondere. 

“Lascia perdere Potter, è una cosa totalmente diversa” esclamò lui, abbandonandosi contro lo schienale della sedia, scocciato. 

“Sul fatto della guerra, cosa credi? Che se rimanessimo amici soffriresti meno se mi perdessi?” attaccò nuovamente. 

“No, se rimanessimo amici forse tu soffriresti meno” sottolineò lui. 

“Que tu es naïïf” lamentò lei “Quanto sei sciocco” si affrettò poi a tradurre. 

“A me non importa di soffrire, Bill” sussurrò, mettendo una mano chiara e delicata su quella calda e un po’ ruvida del ragazzo “Soffrirei comunque, anche se fossimo solo amici. Mi piaci” 

“Anche tu” ammise lui, stupendola. Non parlava spesso, il primogenito Weasley “Ma anche tralasciando tutto il resto siamo troppo diversi” 

“A cosa ti riferisci?” chiese lei, desiderosa di smontare anche questa sua affermazione. 

“Tu sei una ragazza molto raffinata, abituata a soddisfare i tuoi piccoli vizi. Io sono una persona essenzialmente trasandata, mi piace l’avventura, sono una persona semplice. Guarda una sciocchezza: io bevo Burrobirra da un boccale, tu Vino elfico da un calice. Tu sei una persona troppo diversa da me” argomentò lui, sfuggendo il di lei sguardo. 

“Bill, a me non interessano queste cose. Vorrei solo poter stare con te. E poi, la diversità in amore è una risorsa, è scritto in molti romanzi babbani” sorrise lei convinta. 

“Ecco, vedi? Tu vivi in un mondo tutto tuo, fatto di marzapane e Godric solo sa di cos’altro” 

“Bill, te lo ripeto: mi piaci. Mi piaci tanto, non mi sono mai sentita così con nessuno. Quando mi guardi al lavoro mi tremano le gambe, sento il cuore battere all’impazzata. Se so che la sera usciremo insieme non aspetto altro tutto il giorno. Ho passato un periodo orrendo in cui mi sentivo sempre brutta, non mi piacevo, ma quando ti mi osservi io mi sento bella. Bill, mi fai stare così bene” 

La ragazza si maledisse. Aveva appena mostrato la parte più fragile e suscettibile di lei ad una persona che chiaramente non aveva nessuna intenzione di far funzionare le cose. 

“Non pensavo fossi così... presa” ammise lui, interrompendo il flusso di pensieri “sei presa almeno quanto me” sussurrò poi, osservandola di sottecchi, le loro mani ancora incrociate sul tavolo. 

“Ci stiamo dando una possibilità?” domandò lei, incredula, e lui si limitò ad asserire sorridendo. 

Fleur si alzò di scatto, facendo cadere la sedia che tintinnò con un rumore metallico sul pavimento del Paiolo Magico ma non suscitando alcun pensiero nella ragazza, che si limitò a fiondarsi tra le braccia di Bill. Nessuno poteva sapere quanto avesse agognato quell’abbraccio da fidanzati –ancora non riusciva a crederci. Sollevò la testa e fece incontrare le loro bocche più e più volte. Erano avidi di baci, erano rimasti così a lungo appesi alle loro labbra non aspettando altro che fu difficile, per il proprietario, cacciarli quando dovette chiudere. 




Angolo autrice:
Lo so, lo so, sono più di 500 parole, ma è comunque troppo corta per essere una vera one-shot. E poi gli altri capitoli della fanfiction sono delle vere flashfic.
Comunque spero possa esservi piaciuta >.<
A presto
Francy

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Capitolo 2
*** Charlie ***


-Charlie- 

Charlie si lasciò cadere su una sedia del pub rumeno in cui era capitato. Era stata una giornata durissima, erano nati due cuccioli di drago e Charlie era stremato perché se c’era qualcosa di peggio del parto umano era il parto di un rettile. 

“Ehi Weasley, ho saputo che oggi nella tua squadra avete dato alla luce due cuccioli” esclamò John Smith, un collega e, soprattutto, un amico. Il rosso annuì e sorrise soddisfatto, invitandolo a sedersi per una birra, che era il massimo essendo in un pub babbano. 

“Trovo che il nostro lavoro sia così munifico –e non in senso economico” commentò l’uomo, dopo aver ascoltato l’attenta descrizione dell’ostetrico, come si definiva ironicamente. 

“Senti, Charlie, siamo amici da diversi anni ormai. Abbiamo parlato di tutto, ma tu non mi hai mai detto una cosa” esordì ad un tratto John. 

“Dimmi tutto” rispose cordialmente il rosso, sperando che non volesse andare a parare proprio lì. 

“Lo so che sono fatti tuoi, ma mi chiedevo... sei alla soglia dei quaranta e non hai una ragazza vicino. Io e gli altri siamo un po’ preoccupati per te” 

“John, la questione è molto semplice” Charlie prese un profondo respiro, poi iniziò “La verità è che io non sto cercando l’anima gemella, sto bene così. Ho il mio lavoro –che amo- ma che mi impedirebbe di stare con un’altra persona, sarei troppo preso dai miei draghi per potermi dedicare a lei. Ho i miei fratelli e, soprattutto, i miei nipoti, alcuni dei quali mi adorano. Ho i miei genitori ancora in salute nonostante tutto quello che hanno passato. Ho voi: tu, in primis, sei il mio migliore amico, la mia spalla fidata, e anche la mia squadra è speciale, ci sono molto legato. Non voglio niente di più dalla vita” concluse, prendendo un sorso di birra. 

“Sei sicuro? Intendo, conoscere una ragazza non potrebbe farti male. La vita è fatta per amare” 

“Ma io amo, John. Amo la mia famiglia, i miei amici, il mio lavoro. È un amore diverso da quello che intendi tu, ma è pur sempre amore. La vita è piuttosto soggettiva, amico mio. Se ad un certo punto dovessi trovarmi davanti la donna giusta, non penso me la lascerei scappare. Ma se non dovesse accadere, beh... pace. Ci sono altre cose nella vita oltre ai vincoli matrimoniali” sospirò convinto. 

“Se lei fosse una Dragonologista la prenderesti in considerazione?” insistette Smith. 

“John, non so dove tu voglia andare a parare, ma se ti stessi proponendo, sappi che rifiuterei” rise Charlie. 

“Sei veramente un cretino” sbuffò l’amico. 

“Propongo un brindisi: a te e Natasha. Spero vivamente che il tuo matrimonio continui felicemente” propose il Weasley, alzando la bottiglia di birra e facendo tintinnare il fondo contro quella del collega, rincuorato dall’allegria dell’uomo dagli occhi azzurri: nessun problema se non aveva una relazione romantica, aveva puntato la sua vita su altro. 




Angolo autrice:
Buonasera e scusatemi davvero tanto ma ho avuto dei problemi con il capitolo... comunque spero sia tutto risolto!
Questo su Charlie non è stato facile, lui come sappiamo non si sposa ed è quindi stato difficile passare il suo concetto di amore, che non è circoscritto all'ambito romantico.
Spero comunque di averlo reso abbastanza bene -su di lui non ho chissà quante informazioni.
Un abbraccio,
Francy

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Capitolo 3
*** Percy ***


-Percy-

“Quella stronza ha appena consegnato la relazione” lo informò Watson entrando nel suo ufficio. 

Percy sbuffò, spingendo indietro la sedia con un colpo secco e alzandosi, pronto ad andare a contestare. 

“Weasley, puoi anche rimanere seduto” sorrise la ragazza sopracitata. 

“Sarai contenta, Light. Un'altra delle tue bassezze” sentenziò lui. 

“Già, quella relazione spettava a Percy” gli diede manforte l’amico. 

“Hai bisogno della mammina?” lo derise lei, incrociando le braccia sotto al seno “Oppure Watson può sparire da questo ufficio?” 

Il rosso lanciò una fugace occhiata all’intruso, chiedendo cortesemente di uscire, cosa che fece immediatamente, sollevato di non dover assistere oltre al massacro del ragazzo per mano della spietata Audrey. Quella situazione si trascinava da troppo, voleva regolare i conti con quell’arpia.  

“Posso sapere per quale ragione hai consegnato quella relazione al posto mio?” esordì lui. 

“Perché tu e il tuo amichetto mi definite sempre stronza, quindi volevo dimostrarvi che so esserlo” ribatté lei, sedendosi sulla scrivania in maniera molto sfacciata. 

“Tu mi hai dato ripetutamente del leccaculo” gli ricordò lui. 

“Perché lo sei. Venderesti tua madre pur di sentirti fare dei complimenti” 

“Da che pulpito. Mi sembra che quella che è andata a letto con il suo segretario sia tu” Percy si accorse che forse stava esagerando, quelle erano solo delle voci. 

“E la cosa ti rende geloso, Percival?” domandò lei per nulla offesa dalle insinuazioni, ma divertita dalla serie di provocazioni scaturite in poco tempo. 

“Assolutamente no” deglutì lui a fatica. Quella ragazza era davvero intelligente, competente e competitiva, qualità che lui trovava stimolanti in una persona. 

“Adesso capisco qual è il motivo del tuo astio” sussurrò lei, scendendo finalmente dalla scrivania e muovendosi sensualmente verso di lui “Ti rode che io non ti fili e ti caghi in mano a confessarlo” 

“Ti sbagli. Io ti detesto perché sei sempre così... così...” esclamò stizzito, cercando una parola offensiva che però faticava ad arrivare. 

“Così?” incalzò lei, un sopracciglio inarcato. Era pericolosamente vicina a lui. 

“Sei molto stimolante in realtà. Mi sproni sempre a fare del mio meglio con la tua sciocca competitività. E poi sei intelligente. Un altro punto a tuo favore” il ragazzo decise di giocare sulla sincerità per spiazzarla. E vi riuscì decisamente bene. 

“Io cosa?” domandò lei, sconvolta dai... complimenti? Impossibile, si disse, dev’esserci qualcosa sotto. È troppo orgoglioso e intelligente per lasciarsi battere tanto rapidamente. 

“Senti, io credo vivamente che collaborando potremo essere molto più utili al Ministero, che ne dici?” propose Percy, mentre lei asseriva quasi automaticamente “E se uscissimo per un aperitivo una di queste sere?” continuò. 

“Quindi ti interesso?” chiese lei, ancora distratta dalla piega che aveva preso il diverbio. 

“Mi stimoli, e questo è raro. Direi che se ci conoscessimo meglio, ci si potrebbe pensare” esclamò lui, soddisfatto di essere diventato il dominatore della conversazione. 

“Tu sei un grandissimo farabutto” lo rimproverò lei, intuendo che volesse solo zittirla e destabilizzarla “Giochi molto sporco e...” iniziò a dire, scuotendo la testa, ma Percy la zittì con un bacio. Nemmeno lui si spiegava da dove gli fosse venuta quest’idea: che fosse in competizione con lei era evidente, che gli interessasse anche. Ma da lì a baciarla... 

La cosa curiosa fu che lei non rispose con un allontanamento e uno schiaffo come si era aspettato, anzi, cercava di attirarlo maggiormente a sé. In realtà si staccarono solo quando Watson, preoccupato dall’assenza di rumori e temendo per la vita dell’amico, fece irruzione nell’ufficio, scoprendoli. 




Angolo autrice:
eccomi con il terzo capitolo, quello su Percy. Che dire su di lui? Certamente è molto competitivo, soprattutto in ambito lavorativo, e non avendo trovato nessun particolare dettaglio su Audrey, sono andata di fantasia. Quale miglior storia di quella che nasce da un risentimento che poi tanto risentimento non è?
Spesso mi sono sentita dire che faccio rendere conto ai miei personaggi di essersi innamorati troppo rapidamente, ma qui ci tengo a specificare una cosa: loro non sono innamorati al momento, sono solo attratti l'uno dall'altro. Poi piano piano, qualche uscita, qualche appuntamento, le cose evolvono. Ma qui di certo non scocca l'amore.
Sperando di aver reso bene i personaggi, mi congedo.
Francy

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Capitolo 4
*** George ***


-George-

“George, tesoro hai visite” mormorò Molly entrando timorosa nella camera del figlio. 

“Mamma, di a Lee che non voglio vedere né lui né nessuno” mugugnò di rimando il ragazzo, le parole soffocate nel cuscino. 

“Non si preoccupi” rispose una voce che George percepiva ovattata da sotto le coperte, ma riconobbe comunque. 

Sentì la porta chiudersi e si sentì quasi deluso dal fatto che la ragazza se ne fosse andata. Certo, era stato lui a cacciarla, ma in fondo sperava che restasse. 

“Weasley, pensi di startene lì sotto ancora a lungo?” chiese una voce. Quella voce. 

“Angelina?” azzardò lui, già certo della risposta. 

“Sì, sono io. Puoi uscire da lì sotto e parlarmi?” esclamò cercando di sembrare autoritaria ma temendo molto di urtare la sensibilità del ragazzo. 

“No, non voglio vedere nessuno. Vattene” mugugnò nuovamente. 

“Mi hai costretta tu” sbuffò lei, calciando le scarpe da ginnastica e infilandosi nel letto lateralmente, in modo che George non potesse tenere le coperte ed impedirle di entrare. 

“Sei pazza?” chiese facendole posto accanto a lui e mettendosi su un fianco. Lei lo guardò dritto negli occhi, per quello che le fu possibile quantomeno. Erano pur sempre sotto un piumone che non facilitava l’entrata della luce. 

“George, avanti, parlami. So che è...” 

“Non osare dirlo” intimò lui. 

“So che è morto Fred, ma non puoi stare qui, così, per sempre” sentenziò, sfidandolo con la prima frase a reagire. 

“Tu non capisci” sibilò lui, le lacrime gli solcavano le guance. Tremava. 

“Non posso capire se non me ne parli”  

“Lui è una parte di me. Io non posso andare avanti senza di lui” 

“Ti sbagli. Entrambi conoscevamo Fred, entrambi sappiamo che lui avrebbe voluto tu reagissi” lo redarguì lei, asciugandogli una gota. 

“Non lo sapremo mai cosa avrebbe voluto. Perché non io? Perché non sono morto io? Perché lui?” domandò retorico, esasperato. 

“Ehi, ehi, stai delirando. Non devi nemmeno pensare a queste cose. Tu hai ancora così tanto da vivere, George. Devi solo uscire da qui e riprendere in mano la tua vita, vivendola per tutti e due” tentò di rassicurarlo lei. Le faceva male vederlo così. 

“Non ci riesco. Da solo non è lo stesso” 

“Sarebbe un problema il contrario. Ma tu non sei solo. Hai la tua famiglia, hai Lee. Hai me” suggerì Angelina, che nel frattempo aveva sollevato il piumone e permetteva all’aria di entrare liberamente. 

“Dovrei darti una spiegazione per... ecco...” iniziò a dire George. 

“Non adesso” lo fermò lei, mettendogli tre dita sulle labbra per zittirlo. Non era il momento di parlare del bacio che c’era stato tra loro poco prima che scoppiasse la battaglia. 

“Davvero ci sarai ancora accanto a... accanto a me?” chiese, sentendosi patetico. 

“Sì, George. Permettimi di starti vicino” supplicò lei. Lui asserì rapidamente, stringendola forte contro il suo corpo. 

“Che dici, scendiamo a salutare i tuoi fratelli? Ho visto Percy e Charlie in cucina” propose lei con molto tatto, accarezzandogli una guancia. Lui annuì piano e insieme si alzarono. 

Lei lo prese per mano e si avviò verso la porta, poi scesero le scale. Lui la trattenne qualche istante. 

“Grazie” mormorò semplicemente, mentre un debole sorriso gli spuntava sulle labbra. 

“Eccolo finalmente, il bell’addormentato” lo schernì Charlie “Il bacio della tua principessa ti ha ridestato?” chiese, mimando un bacio con la bocca. Il minore lo ignorò. 

“Vorrei provarci. Ad andare avanti, intendo” annunciò, mentre Molly iniziava a piangere e Percy, stranamente empatico, le cingeva le spalle con un braccio. 

“Grazie Angelina” furono le uniche parole che la donna riuscì a pronunciare tra le lacrime.  



Angolo autrice:
George, oh George. Ammetto che è stato strano scriverlo e rileggerlo così... dolce, questo povero gemello. Però credo che fosse d'obbligo parlare di Fred e della loro ingiusta separazione. Anche qui, come nel capitolo di Charlie, non sono voluta volare all'amore romantico subito, al momento Angelina è l'amica che lo sorregge quando gli cedono le gambe. Il fatto che poi si sposino e abbiano dei figli resta tutto da vedere *coff coff, sappiamo che andrà così, coff, coff*
A giovedì con il nostro Fred,
Francy

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Capitolo 5
*** Fred ***


-Fred-

Dal due maggio seguo mio fratello in ogni cosa che fa. Come del resto ho sempre fatto. Solo che stavolta è molto diverso: lo vedo attraverso un velo, mentre la sua vita va avanti. Non c’è cosa che potrei desiderare di più al mondo. L'ho visto con Angelina, lei era davvero necessaria a farlo reagire. Ha faticato davvero tanto, non è mai stato un tipetto facile, il mio George. Però lei è una ragazza decisamente testarda e si è messa in testa che lo avrebbe sorretto davanti ad ogni difficoltà. Me lo aveva promesso poco prima della battaglia. 

Lee ci mette del suo, lo aiuta con il negozio, gli fa sempre da spalla. Un giorno, in un momento di rabbia cieca, ho sentito il mio gemello dirgli che non mi potrà mai sostituire. So di essere un’impronta indelebile nella vita di George, ed ogni tanto vorrei davvero lui si dimenticasse di me, così da poter vivere più tranquillo. Ma lui non vuole lasciarmi andare. 

Il suo matrimonio è stato davvero commovente: mamma in particolare non riusciva più a smettere di piangere. Ron, che ha fatto da testimone al mio Georgie, gli ha confessato che sapeva di non essere me. È stato molto tenero il modo in cui gliel’ha detto, molto empatico da parte di Ronald. È stata forse la prima volta in cui quei due hanno parlato davvero, faccia a faccia. Hanno pianto, ricordato, riso insieme, come due fratelli. 

Ma oggi penso sia il giorno più bello della sua vita: sta per diventare papà. Angelina è entrata in travaglio circa un quarto d’ora fa, George continua a saltellare sul posto, emozionato. Non l’hanno lasciato entrare perché trema così tanto da distrarre i medici. Al suo fianco c’è Lee. 

“Vorrei tanto ci fosse anche lui” mormora mio fratello ad un tratto. 

“Lo so” risponde semplicemente il nostro amico, dandogli una pacca su una spalla. 

“Signori, è nato” esclama un Medimago, aprendo la porta della camera e facendoli entrare. 

“Amore” sorride George alla volta di Angelina “tutto bene?” 

Dopo che lei ha fatto cenno di sì con la testa, finalmente guarda suo figlio. 

“Signor Weasley, è un bel maschietto” annuncia l’infermiera che glielo sta ponendo in braccio. 

Lui si gira verso sua moglie e la fissa negli occhi. Lei gli sorride dolcemente annuendo, chiaramente d’accordo con l’idea del marito. 

“Benvenuto al mondo, Fred Weasley” esala, poi si scioglie in un pianto commosso. E per la prima volta non percepisco mera tristezza collegata a questo nome. Al mio nome. 

Sento speranza, tanta speranza. Il mio nipotino solleva una manina paffuta chiusa a pugno, come in segno di vittoria. Eh già, mio piccolo Fred, abbiamo vinto noi. 



Spazio autrice:
Ebbene, ecco il capitolo più complesso. Fred è un personaggio così amato che mi è davvero stato difficile scrivere questa flashfic. Purtroppo a causa della sua morte non avrà una compagna di vita come la maggior parte dei suoi fratelli, e piuttosto che accampare una storiella con una ragazza qualsiasi, ho preferito parlare anche qui di un altro tipo di amore, molto simile a quello di Charlie, seppur diverso: lui prova un affetto smisurato per il suo gemello, perché appunto è molto di più di un semplice fratello.
Io non so se ho fatto un buon lavoro, davvero, sono tormentata dai dubbi, ma spero vivamente che qualcuno apprezzi.
Inoltre ci tenevo a ringraziare chi sta leggendo questa storia e la sta gentilmente recensendo volta per volta, chi l'ha aggiunta a preferite, seguite o ricordate, e anche chi l'ha solo letta. Il primo capitolo è arrivato a 200 visualizzazioni poco fa, grazie mille!
Chiudo dandovi appuntamento a sabato sera con il capitolo su Ron.
Un grosso abbraccio,
Francy

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Capitolo 6
*** Ron ***


-Ron-

“Mi sembra ingiusto che ci siamo appena trovati e già ci lasciamo” si lagnò Ron. 

“Per l’ennesima volta, Ronald, ci conosciamo da sette anni, se tu sei stato così sprovveduto da aspettare fino ad ora per dichiararti la colpa non è mia. Inoltre non ci stiamo lasciando, io sto tornando ad Hogwarts per studiare, e tu ti sei iscritto al corso per Auror. Questo non vuol dire lasciarsi, a casa mia” precisò Hermione per la ventiduesima volta –le aveva contate davvero. 

“Il fatto è che mi mancherai” soffiò il ragazzo dispiaciuto, abbassando lo sguardo. 

“Ehi, anche a me mancherai” esclamò la riccia, addolcita. Gli prese il volto tra le mani e gli sorrise “Vedrai, ci rivedremo prima di quanto immagini. Se riuscirai a venire ad Hogsmeade, ci vedremo lì. Altrimenti Natale non è poi tanto distante, sono solo quattro mesi” 

“Allora aspetto il calendario delle uscite, chiaro? Così vengo a trovarti” concluse lui, strappandole la promessa. 

Hermione stava ripensando al loro primo, vero addio e le si stringeva il cuore. Ron le mancava più di quanto le piacesse ammettere. Era seduta in un vagone con Neville e Ginny che parlavano di Quidditch, annoiandola, pertanto aveva deciso di lasciar vagare la mente tra i ricordi. Certo, Hogwarts era bella, ma senza il giovane Weasley tra quelle mura aveva un po’ perso quell’atmosfera familiare che aveva sempre avuto. Dall'inizio della loro fuga, Hermione faticava a trovare un luogo da considerare come casa propria, forse a causa del troppo peregrinare. 

L'Espresso si era fermato, probabilmente erano giunti a King’s Cross. Salutò distrattamente Neville e scese tra i genitori che provavano a recuperare figli di ogni età, cercando con lo sguardo il suo ragazzo. Non era nemmeno certa di trovarlo lì, pensava che sarebbe venuto ma con ogni probabilità era rimasto in Accademia o la aspettava alla Tana. Hermione si sentì un po’ delusa, anche se si rendeva conto di quanto poco fosse razionale. Stava per attraversare il Binario per tornare nel mondo babbano quando intravide una chioma rossa. Le venne istintivo sorridere. 

“Scusami, scusami davvero Mione. Mi hanno trattenuto in Accademia, non volevo arrivare in ritardo...” Ron stava ansimando queste parole dopo una corsa estenuante. Aveva il busto leggermente inclinato in avanti e le mani poggiate sulle ginocchia. In una di esse stringeva un mazzo di girasoli accuratamente incartati. 

“Questi li ho presi per te” aggiunse poi, porgendo i fiori alla ragazza. Lei li afferrò, poi gettò le braccia al collo di Ron. Lui si rilassò, capendo che la sua fidanzata non era arrabbiata, e tirò un autentico sospiro di sollievo. 

“Ti amo, Ronald” sussurrò lei, guardandolo negli occhi. Era la prima volta che se lo dicevano. 

“Anche io, Hermione” rispose subito lui, posando un leggero bacio sulle labbra della giovane che finalmente si sentiva a casa. 




Angolo autrice:
Eccomi con la flashfic su Ron ed Hermione (chiaramente non poteva che essere su questa coppia). Qui li ho immaginati proprio all'inizio della loro separazione mentre entrambi soffrono per il distaccamento dovuto a differenti scelte di vita. Resta difficile condensare tutto in poche parole, se fosse stata una one-shot sarebbe stato più facile... questo comunque è il risultato, spero apprezzabile. Lunedì pubblicherò il settimo e ultimo capitolo su Ginny con i relativi ringraziamenti.
Un abbraccio,
Francy

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Capitolo 7
*** Ginny ***


-Ginny- 

Harry era seduto nella cucina della Tana mentre sorseggiava un bicchiere di succo di zucca e leggeva la Gazzetta del Profeta. Sentendosi osservato, abbandonò a malincuore il giornale e si voltò in direzione dello sguardo che percepiva. 

“Signora Weasley, tutto bene?” chiese, incuriosito dal fatto che fosse la vecchia strega. Si sarebbe più facilmente aspettato uno dei suoi figli. 

“Harry caro, vorrei tanto farti una domanda, ma temo di risultarti davvero sfacciata” mormorò lei, torcendosi le dita con rammarico. 

“Lei non dovrebbe mai sentirsi invadente. Avanti, mi dica” le sorrise cordialmente Harry, decisamente disorientato. 

Molly prese un profondo respiro, poi, mentre il ragazzo, portava il bicchiere alle labbra, domandò: 

“Cosa stai aspettando a chiedere a Ginny di sposarti?” 

Lui sputacchiò il succo che gli era andato di traverso, osservando la donna per capire se stesse scherzando, ma lei sembrava molto seria, oltre che a disagio. Il problema non era tanto nella richiesta che gli aveva fatto, era lecita. La cosa che aveva più sconvolto Harry era la provvidenzialità della domanda: lui avrebbe voluto proporsi quel pomeriggio stesso. 

“Io” esordì, dopo qualche secondo di silenzio “io pensavo, beh, ecco, durante la partita di Quidditch” riuscì ad articolare. 

“Oggi?” incalzò Molly, se possibile più confusa di lui, che asserì. 

“Harry io ci sono” annunciò Ginny, appena comparsa sulla porta in tenuta sportiva. 

“Siete molto pallidi, sembrate due stracci. È successo qualcosa?” aggiunse in direzione della madre e del fidanzato, che presero a negare farfugliando frasi sconnesse. 

“Andiamo, i tuoi fratelli saranno stanchi di aspettarci” concluse lui, afferrandole la mano e puntando verso l’esterno. 

Presero a giocare come se niente fosse, in fin dei conti nessuno sapeva nulla eccetto Harry. Erano riusciti per l’ennesima volta a convincere Ginny a giocare come Cercatrice contro il suo fidanzato, cosa che in realtà non le dispiaceva affatto, nonostante si trovasse più a suo agio nel ruolo del Cacciatore. Il giovane Potter sembrava davvero poco competitivo, come se più che inseguirlo, scappasse dal Boccino. Finalmente, dopo quasi un’ora, la ragazza lo afferrò, soddisfatta. Non appena l’ebbe preso in mano, la pallina dorata si dischiuse sotto lo sguardo curioso di tutti i Weasley, rivelando un anello semplice ma bellissimo. 

L’attenzione di Ginny fu attirata dalla voce di Harry che era sceso dalla scopa e si stava inginocchiando sul terreno brullo che circondava la Tana. 

“Ginevra Molly Weasley, mi vuoi sposare?” gridò per farsi sentire anche dalla ragazza, ancora sospesa a quattro metri da terra. 

Non appena il suo cervello ebbe elaborato la domanda, la piccola Weasley planò verso di lui e, scesa dalla sua scopa, annuì piangendo. 

Da tutti i fratelli presenti erano scoppiati applausi e congratulazioni ai neosposi, mentre Molly, da dietro la finestra della cucina, fece l’occhiolino a Harry, commossa. 

 

Angolo autrice: 

Finita. Anche questa raccolta è finita. Ginny e Harry non potevano che coronare il loro sogno romantico in sella ad una scopa, e i numerosi fratelli Weasley, tutti bravi a Quidditch (forse Percy fa l’arbitro...), hanno facilitato il compito. Visto che su questa coppia si sanno molte cose a livello di conoscenza iniziale, primi baci, etc, ho pensato di descrivere la romantica proposta di matrimonio di Harry. Poi un momentino di imbarazzo dovevo pur inserirlo, e Molly si sbracciava saltellando e urlando “Ti aiuto io”, quindi come potevo non accogliere il suo contributo? Spero non risulti OOC. Okay, adesso basta. Non mi dilungherò troppo in queste note, ma i ringraziamenti sono d’obbligo. 

Ringrazio 1997silenzioLunaLilysnowdropunderthesun, _Ale208_, _Dreamer97 per averla inserita nelle preferite. 

Ringrazio Lily710 patronuspower per averla inserita nelle ricordate. 

Ringrazio Ari_Rivaa, Bea1725, chiara140, dreamer90, HarryPotter394Lally_LPlenemckinnon, Lily710LunaLilyTraumerin_ per averla inserita nelle seguite. 

Ringrazio Bea1725, Nini1996Traumerin_ per averla recensita. 

Infine, dedico questa raccolta a Bea1725 e a Traumerin_ perché sono sempre state presenti ad ogni pubblicazione, mi hanno sostenuta e consigliata, e le loro meravigliose recensioni mi hanno spronata a continuare. Davvero grazie mille! 

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