Incantor e Alabardion

di Spettromonocromo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Roberto, stava tranquillamente studiando nella sua stanza, era un ragazzo di vent’anni,
dal volto spigoloso, capelli castani lunghi fino al collo e gli occhi marroni,
il suo vestiario abituale consiste in una maglietta viola e pantaloni neri.
Come descritto in precedenza, stava tranquillamente studiando,
era un ragazzo normale, dall’atteggiamento calmo,
quando all’improvviso sentì una voce nella sua mente.
“Nuove minacce incomberanno su questo mondo, mi concedi il tuo aiuto?”
chiese la voce misteriosa.
“Chi sei?” chiese con aria preoccupata il ragazzo.
“Guarda bene sulla tua scrivania.” Ripose la voce.
Roberto controllò sulla scrivania e vide una maschera di colore viola.
“Ho bisogno di te ragazzo, mi aiuterai?” chiese la voce che Roberto capì
appartenere in qualche modo alla maschera.
“Senti… io sono solo un ragazzo, non credo di poter diventare un eroe.” Rispose lui.
“Non ti posso obbligare… ma ricordati che se non mi aiuti, la tua famiglia,
i tuoi amici, saranno in grave pericolo.” Ribatté la maschera.
Roberto rimase in silenzio per qualche secondo…
“Molto bene, hai fatto la tua scelta, addio.” Disse freddamente la voce.
“Aspetta! Io non voglio che degli innocenti siano messi in pericolo…
che ne dici se facciamo un periodo di prova, per vedere come va?” chiese il ragazzo.
La maschera rimase in silenzio per qualche secondo per poi rispondere:
”Va bene, indossami e avrai accesso ai miei poteri.”
Roberto indossò la maschera e sentì dentro di sé una nuova energia.
“Da adesso avrai i miei poteri, il tuo nome da eroe sarà Incantor.” Disse la voce.
“Senti, hai detto che dovrò affrontare delle minacce, hai idea di chi saranno?” chiese il ragazzo.
“Controlla le notizie.” Disse la maschera.
Roberto così fece e vide che era stato segnalato l’incendio di una banca,
appiccato da un uomo capace di creare sfere di fuoco.
“Muoviamoci!” esclamò la voce.
Roberto si diresse il luogo dell’incendio e lì trovò il responsabile.
Era un uomo dai capelli rossi che indossa una tuta arancione
con il simbolo di una fiamma sul petto che in mano teneva un sacco pieno di soldi.
“Fermo lì!” esclamò titubante il ragazzo.
“Che vuoi ragazzo, vorresti sfidare il potere di Fuocosfera?” Chiese l’uomo.
“Fatti sotto!” esclamò Roberto.
Fuocosfera creò una palla di fuoco davanti al piede e le diede un calcio.
“Che faccio?” pensò il ragazzo.
“Calmo… Metti la mano avanti e crea un campo di forza.” Rispose la maschera tentando di tranquillizzarlo.
Il ragazzo seguì le istruzioni e creò un campo di forza che bloccò il colpo.
“Non basta solo difendersi!” esclamò il nemico.
“Ha abbassato la guardia colpiscilo con una sfera magica, il procedimento è lo stesso di prima.” Disse la voce.
Roberto mise nuovamente la mano avanti e scagliò una sfera viola che colpì il nemico.
“Il coraggio non ti manca… hai vinto, per ora mi ritiro, oggi mi sento buono…
ma la prossima volta farò sul serio!” esclamò Fuocosfera che si dileguò.
“Abbiamo vinto?” chiese il ragazzo.
“No, ti ha lasciato andare, non ti riteneva alla sua altezza.” Rispose la maschera.
“Noi gli dimostreremo il contrario, Incantor sconfiggerà ogni nemico di questo mondo!” esclamò Roberto.
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Alice stava tranquillamente studiando, era una ragazza d vent’anni, dal volto allungato,
capelli neri lunghi fino alle spalle, occhi verdi, il suo vestiario abituale consisteva in una maglietta rossa
e pantaloni verde mimetico.
Come scritto precedentemente stava studiando in tranquillità quando sentì una voce:
“Hey ragazza!”
“Chi sei tu?” chiese Alice.
“Guarda nell’angolo della stanza.” Rispose la voce.
La ragazza guardò nell’angolo e lì vide che c’era un’alabarda.
“Su questo mondo incombe una minaccia, mi aiuterai a combatterla?”
“Si!” esclamò Alice.
“Hai accettato senza nemmeno pensarci?” chiese l’arma.
“Se qualcuno è in pericolo è mio dovere intervenire, cosa devo fare?” chiese la ragazza.
“Afferrami ed io ti darà il mio potere!” esclamò l’alabarda.
Alice afferrò l’arma, e si sentì infusa di una nuova energia.
“Ti è stato conferito un immenso potere, la mai forza adesso ti appartiene,
il tuo nome da eroe adesso sarà Alabardion.” Disse l’arma.
“Un momento, non posso andarmene in giro così, ho bisogno di una maschera.” Pensò la ragazza.
Alice creò in fretta e furia una maschera con la carta, la indossò e poi esclamò:” Dov’è il nemico!”
“Calma! Non essere impetuosa! Guarda le notizie.” Disse severamente l’arma.
La ragazza controllò le notizie e lesse di una donna capace di controllare il vento, che aveva scatenato una bufera,
l’attacco non sarebbe cessato se non avesse ricevuto il denaro da lei chiesto.
La ragazza si diresse verso il luogo indicato dall’articolo, in mezzo alla bufera vide una donna dai capelli biondi,
indossava un’armatura bianca e un mantello dello stesso colore sopra una tuta nera.
“Guarda, guarda cos’abbiamo qui? Un' aspirante eroina, io li conosco quelli come te,
che si credono supereroi ma alla fine vengono sconfitti!” esclamò cinicamente la donna.
“Non mi farò sconfiggere da te… come ti chiami?” chiese Alice.
“Io sono Ventar, preparati a combattere!” gridò la donna.
La ragazza corse verso Ventar e provò a colpirla con la sua alabarda, ma la donna schivò e contrattaccò
con una raffica di vento che respinse Alice.
La ragazza provò a contrattaccare, lanciando la sua arma, ma nuovamente la donna evitò il colpo e l’arma si conficcò nel terreno.
L’alabarda magicamente ritornò nella mano di Alice che di attaccare nuovamente, ma la nemica fu più veloce,
si diresse dietro la ragazza e la colpì alla schiena con una raffica di vento che la scaraventò a terra..
“Arrenditi.” Disse freddamente Ventar.
“Non mi arrenderò mai!” esclamò Alice che provò a colpire la donna con la sua lancia da terra,
per poi rialzarsi e scagliare una serie di colpi che la nemica riuscì a schivare uno a uno.
La ragazza ormai stava ansimando.
“Non c’è gusto così, addio.” Disse la donna.
“Dove credi di andare?” chiese furibonda Alice.
“Te l’ho già detto, non c’è gusto a combattere contro qualcuno di più debole, addio.”
Disse la nemica per poi dileguarsi nel nulla.
“Non credere che sia finita qui! Avrai vinto tu per ora,
ma la prossima volta che ci rivedremo l’esito sarà diverso!” gridò piena di rabbia la ragazza.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


In un castello, in una dimensione sospesa tra il tempo e lo spazio,
c’era Cremisar, un uomo avvolto da un mantello rosso cremisi
e una maschera del medesimo colore.
Lui non aveva cattive intenzioni, lui voleva la pace ma ne aveva un visione distorta,
credeva che ci sarebbe stato bisogno di unire tutte le dimensioni sotto un unico sovrano, lui
e per farlo avrebbe avuto bisogno della maschera di Incantor e dall’alabarda di Alabardion.
Ventar e Fuocosfera apparvero davanti a lui e dissero all’unisono: ”Siamo tornati, mio re.”
“Avete messo alla prova i possessori della maschera e dell’alabarda?” chiese l’uomo.
“Ho messo alla prova il possessore della maschera, al momento non ha dimostrato alcuna forza particolare.”
Rispose l’uomo in grado di controllare il fuoco.
“Idem per colei che possiede l’alabarda, non mi ha dato l’impressione di essere particolarmente forte.”
Disse la donna capace di controllare il vento.
“Fate in modo che diventino sempre più forti, la prossima volta mandate qualche servo
di basso rango!” tuonò Cremisar.
“Si, sire!” esclamarono i due all’unisono.
“Si certo, come no!” pensò Ventar.
“Non fidarti troppo dei tuoi alleati!” pensò Fuocosfera.
I due se ne andarono e iniziarono a complottare contro il loro re.
“Quello lì vorrebbe il potere, ma per favore!” esclamò altezzosamente la donna capace
di controllare il vento.
“È solo uno sciocco, quel potere è sprecato nelle sue mani!” esclamò arrogantemente l’uomo
in grado di controllare il fuoco.
“Piuttosto chi mandiamo contro quei due, adesso?” chiese Ventar.
“Che ne dici di quello lì nuovo, Il Domatore?” propose Fuocosfera.
“Non è particolarmente forte, dovrebbe andare bene.” Rispose la donna.
“Ok, perfetto!” esclamò l’uomo.
“Questo mondo diviso non può continuare così!” pensò Cremisar.
“Le guerre non conducono a nulla di buono, anzi, ma in qualsiasi dimensione vada,
nessuno sembra essere in grado di comprendere questo concetto semplice e banale!”
disse l’aspirante Re del mondo mentalmente.
“Ma fortunatamente io sono superiore a tutto ciò, io sono Cremisar, colui che diventerà Re
del Mondo, la guerra non esisterà più sotto il mio dominio!” continuò lui con il suo pensiero.
 “Quei due allocchi credono di avermi fatto fesso, ma per fortuna io riesco a tenere tutti
i miei servitori sott’occhio.” Pensò Cremisar.
Intanto i due servitori andarono a parlare con Il Domatore, per informarlo della sua nuova missione.
Una nuova minaccia attende gli eroi, una minaccia in grado di controllare una creatura
sputa fiamme.
“Ma guardalo, si crede forte!” disse con aria di scherno Ventar dopo aver parlato con Il Domatore.
“Non ha capito di non valere nulla e che è stato inviato lì solo per aiutare i due eroi a diventare più forti!”
rispose Fuocosfera che successivamente scoppiò in una cinica risata.
“Spero che diventino forti il prima possibile quei due!” esclamò la donna dalle cui parole trapelava una sete di potere.
“Lo spero anch’io, in questo modo potremo sottrarre il potere a Cremisar il prima possibile!” esclamò l’uomo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


“Finalmente è pronto!” esclamò Roberto.
Davanti a lui c’era una tuta la cui parte superiore è viola e quella inferiore grigia.
“Non capisco perché hai perso tempo per creare un costume.” Disse la maschera
“Perché altrimenti qualcuno potrebbe riconoscermi dai miei vestiti.” Rispose il ragazzo.
“D’ora in poi dovrò sempre indossarlo sotto i vestiti.” Pensò Roberto.
Il ragazzo poi ritornò alla sua scrivania, prese matita e fogli con l’intenzione di cominciare
un disegno.
“Non mi viene l’ispirazione, forse uscendo mi verrà un’idea.” Pensò Roberto.
“Ragazzo se intendi uscire portami con te.” Disse la maschera.
“Non posso andare in giro con una maschera però.” Replicò il ragazzo.
“Posso diventare invisibile.” Disse la voce.
Roberto indossò la maschera che svanì.
“Guardati alla specchio.” Disse la maschera.
Il ragazzo guardò il suo riflesso e notò che la maschera non era visibile.
“Perfetto, andiamo!” esclamò il ragazzo che uscì di casa.
“Ti piace proprio disegnare ragazzo, vero?” chiese la voce.
“Disegnare è la mia vita, adoro gli anime e i manga e il mondo del fumetto in generale
un giorno ne voglio diventare un fumettista.” Rispose Roberto.
“Cosa sono gli anime e i manga?” chiese la maschera.
Il ragazzo iniziò un lungo discorso sull’animazione, il fumetto giapponese, i vari generi e i titoli preferiti.
“Capisco, vuoi che questo diventi il tuo futuro?” chiese la voce.
“Mi piacerebbe, ma meglio se mi concentro sugli studi e trovi un lavoro,
piuttosto che gettarmi in una carriera che potrebbe non fruttarmi nulla.” Ripose Roberto.
“Non mi piace come ragioni ragazzo.” Disse la maschera.
“Perché?” chiese Roberto.
“Rinunciare ai propri sogni non è molto nobile.” Replicò la voce.
“Chi ti credi di essere? Non hai diritto di dirmi come vivere la mia vita!” esclamò il ragazzo.
La maschera rimase in silenzio per qualche secondo per poi dire:” Scusa, hai ragione.”
“Fa niente.” Rispose Roberto.
“Piuttosto ti è venuta qualche idea?” chiese la maschera.
“Per ora no, adesso andiamo in piazza, se nemmeno lì mi verrà un’idea
allora ce ne torneremo a casa.” Rispose il ragazzo
Roberto arrivò in piazza, c’era un gran numero di persone che vistavano monumenti e negozi.
Il ragazzo si avvicinò alla fontana che si trovava al centro del luogo.
Era bellissima, gli zampilli d’acqua erano talmente belli da essere quasi ipnotizzanti.
“Ora ho un’idea!” pesò il ragazzo che felicissimo decise di correre verso casa.
“Trovato qualche idea?” chiese la voce.
“Si, forza sbrighiamoci non vedo l’ora di mettermi all’opera!” esclamò Roberto.
Tornato a casa il ragazzo si sedette davanti alla sua scrivania, cercò alcune immagini
della fontana che aveva visto come riferimento e cominciò a disegnare.
Dopo qualche ora Roberto concluse il lavoro e pensò: “Non è uscito così male!”
“Non sarebbe meglio metterci qualche passante?” chiese la maschera.
“Hai ragione, grazie mille!” esclamò il ragazzo che si mise all’opera.
Passata qualche altra ora, il disegno era completato:
Una fontana davanti alla quale erano presenti dei passanti che ammiravano la sua bellezza.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


“Ecco fatto!” esclamò Alice.
Davanti a lei c’era una tuta rossa e una giacchetta verde.
“Un guerriero non giudica dal costume ma dalle abilità in battaglia!” esclamò l’alabarda.
“Hey, rilassati! Il costume non è solo per bellezza,
ma per impedire che la gente mi riconosca dai vestiti che indosso.” Rispose la ragazza.
“Mi toccherà indossarlo sotto i vestiti.” Pensò Alice.
La ragazza si sedette alla sua scrivania, accese il computer e cominciò a scrivere.
“Che stai facendo, dovresti pensare a combattere!” esclamò l’arma.
“Calamai! Esiste altro nella vita oltre ai combattimenti!” rispose la ragazza.
“Per esempio?” chiese l’alabarda.
“Per esempio leggere e scrivere.” Rispose Alice.
“Non mai stato un gran lettore, lo ammetto.” Disse l’arma.
“C’è sempre tempo di rimediare nella vita.” Rispose la ragazza.
Alice tuttavia non trovando l’ispirazione decise di uscire di casa.
“Hey, portami con te in caso di emergenza!” esclamò l’alabarda.
“Non posso mica andare in giro con un’alabarda come se non fosse nulla.”
Protestò Alice.
“Forse posso risolvere questo problema.” Disse l’arma che si rimpicciolì.
“Fantastico, posso portarti sempre con me!” esclamò la ragazza.
Alice uscì di casa e iniziò a camminare per le vie della città.
“Perché vuoi scrivere?” chiese l’alabarda.
“Perché ho delle idee e voglio esprimerle, inoltre le storie hanno
il potere di far sognare e di portarti in luoghi fantastici,
io voglio far sognare le persone.” Rispose Alice.
“Vorresti diventare una scrittrice?” chiese l’arma.
“Mi piacerebbe… ma credo sia meglio che mi concentri su altro,
la mia priorità è trovare un lavoro pagato decentemente
non uno che mi piaccia…” rispose la ragazza.
“E così stai mettendo i soldi davanti alla tua passione…
questo non è molto onorevole!” esclamò furibonda l’alabarda.
“Con l’onore non si sopravvive, nella vita ci sono delle priorità!” ribatté Alice.
“Anche questo è vero…” disse l’arma.
“Su, forza ho bisogno di trovare l’ispirazione.”
Disse la ragazza che riprese a camminare.
Alice arrivò in piazza e notò la statua del Grande Drago.
“In guardia bestia!” esclamò l’alabarda.
“Guarda che è una statua.” Disse Alice.
“Certo, lo sapevo...” disse l’arma.
“Ho un’idea !” esclamò la ragazza che in fretta e furia ritornò a casa.
Tornata alla sua abitazione, Alice accese il computer,
e iniziò a scrivere la storia di un Re Drago,
che avrebbe dovuto combattere per difendere il proprio regno.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


“Il mistero degli incendi, ben tre nell’ultima settimana.”
Così recitava un articolo che Roberto aveva appena letto sul suo cellulare.
“La cosa puzza…” disse la maschera.
“Credi che dietro ci sia un qualche losco figuro?” chiese Roberto.
“Tre incendi in una settimana, forse qualcuno vuole attirare la nostra attenzione…”
rispose la voce.
“Dici che dovremmo andare in perlustrazione?” chiese il ragazzo.
“Si.” Rispose la maschera.
Roberto nei panni di Incantor iniziò a perlustrare l’immensa città,
passò circa un’ora ma il giovane eroe non trovò nulla di sospetto in giro.
“Credo che forse dovremmo tornare indietro…” disse Roberto.
“Perché?” chiese la voce.
“Perché è un’ora che stiamo pattugliando la città e ancora non abbiamo visto nulla!” rispose il ragazzo.
Tuttavia all’improvviso Roberto sentì un’esplosione.
Il ragazzo decise di dirigersi verso il luogo dello scoppio e lì trovò il colpevole.
Era un uomo dai capelli viola, col pizzetto e gli occhi marroni, indossava un armatura verde scuro,
sopra una cotta di maglia verde chiaro, accanto ad esso c’erano due draghi dalle scaglie verdi alti quanto lui.
“Finalmente sei arrivato… ma dov’è l’altra?” chiese l’uomo.
“L’altra chi?” chiese Roberto.
“Non fare il finto tonto, quella con l’alabarda!” esclamò il nemico.
Il ragazzo si sentiva confuso.
“Dimenticavo di presentarmi, io sono il Domatore! Controllo i draghi!” esclamò l’uomo.
“Calmo! Sono draghi di medie dimensioni, come domatore è mediocre.” Disse la maschera.
“Draghi andate e distruggete!” esclamò Il Domatore.
Le creature si diressero furibonde contro il ragazzo, Roberto era nel panico.”
“Crea un campo di forza e difenditi!” esclamò la voce.
Il ragazzo mise una mano davanti a sé e creò una cupola dal colore viola che bloccò l’attacco dei draghi.
Le creature continuavano a graffiare la cupola nel tentativo di distruggerla.
Roberto pensava che tra poco per lui sarebbe stata la fine… ma qualcuno intervenne.
“Serve una mano?” chiese una voce.
Era una ragazza dai capelli neri lunghi fino al collo, indossava una maschera rossa, tuta dello stesso colore,
una giacchetta verde e impugnava un’alabarda, con la quale aveva respinto i draghi.
“Fatevi sotto mostri!” esclamò la ragazza.
“Vacci piano! quei draghi agiscono contro la loro volontà.” Disse l’alabarda.
“Finalmente sei arrivata!” esclamò il Domatore.
I draghi attaccarono all’unisono la ragazza che con la sua arma parò e respinse ogni colpo.
Una delle creature tornò all’attacco ma la giovane eroina schivò il colpo, provò a contrattaccare,
ma il drago  con i suoi artigli parò il colpo.
“Adesso tocca a me attaccare!” esclamò la ragazza che si diresse verso i due draghi.
Le creature tuttavia sbarrarono la strada alla giovane eroina con due fiammate.
I due draghi tentarono di attaccare all’unisono con due codate, ma la ragazza saltò,
schivò il colpo e le creature si colpirono a vicenda.
“Ok, adesso mi sono stufato!” esclamò il domatore.
Il nemico alzò il braccio e gridò:” Draghi unitevi!”
I due draghi si fusero in unica creatura a due teste.
“Come faccio?” si chiese la giovane eroina.
“Un momento! ho un’idea!” pensò la ragazza.
“Tu! Puoi creare un campo di forza intorno a me?” chiese l’eroina.
“Si!” esclamò il ragazzo.
Roberto creò un campo di forza intorno alla ragazza che si diresse contro il drago due teste.
La creatura sputò due fiammate, ma il campo di forza difese la ragazza.
Il nemico esaurì le forze e non poté più sputare fiamme, così la giovane eroina
si avvicinò a lui e lo colpì con un pugno allo stomaco.
I due draghi si divisero, mentre il Domatore disperato gridava: “Perché? Perché?”
“Ok, devi spiegarci un po’ di cose!” esclamò Roberto.
Per tutta risposta il Domatore si volatilizzò.
“È scappato!” esclamò la ragazza.
“Grazie di avermi aiutato, chi sei?” chiese Roberto.
“Mi chiamo Alice Taglienti, tu invece chi sei?” chiese l’eroina.
“Io mi chiamo Robero Magici.” Rispose il ragazzo.
“Grazie anche te per avermi aiutata” rispose Alice.
“Figurati, se uniamo le forze nessuno sarà in grado di sconfiggerci.” Disse Roberto.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


“Non credi sia troppo potente?” chiese Fuocosfera.
“Non credo, è forte ma stupido, gli eroi potranno sicuramente fermarlo.” Rispose Ventar.
“Ma ne sei proprio sicura?” chiese l’uomo.
“Certo che si, non farti troppi problemi, il potere tra poco sarà nostro.” Rispose la donna.
Roberto lanciò un raggio di energia magica viola contro Alice che schivò l’attacco.
La ragazza provò a contrattaccare ma il ragazzo creò un campo di forza e parò l’attacco.
I due erano ormai due ore che si stavano allenando.
“Possiamo smetterla? Sono due ore che stiamo combattendo!” esclamò Roberto.
“No, i nemici che affronteremo saranno potenti.” Rispose la maschera.
“E dai!” esclamò Alice.
“No! Dobbiamo diventare sempre più forti!” esclamò l’alabarda.
“Leggi! Le notizie dicono che dal lago qui vicino ultimamente
si sono avvistate delle strane ombre.” Disse il ragazzo.
“Meglio controllare!” esclamò la ragazza.
I due si diressero al lago.
“Come facciamo a controllare?” chiese Roberto.
“Se solo avessimo delle bombole d’ossigeno…” disse Alice.
“Ragazzi non c’è problema! Posso proteggervi con la mia magia e permettervi di respirare.” disse la maschera.
I due si tuffarono e si trovarono davanti un gigantesco Piranha a due teste.
“Cos’è quel coso?” chiese il ragazzo.
“Un piranha a due teste… un Birahna!” rispose la ragazza.
“Ti sembra il momento di fare battute?” chiese Roberto.
“Per sdrammatizzare!” ribatté Alice.
Il Birahna con le sue due bocche provò a divorare i due ragazzi che fortunatamente evitarono il colpo.
Alice provò a colpire il nemico con la sua alabarda ma esso schivò l’attacco.
Roberto provò a colpire il gigantesco pesce con un raggio viola ma il Birahna evitò anche quell’attacco.
“Ho un’idea! Dobbiamo portarlo in superfice!” esclamò la ragazza.
“Come facciamo?” chiese il ragazzo.
“Tu attaccalo con la magia,  mentre saliamo in superfice!” ripose Alice.
I due nuotarono in superficie mentre il ragazzo attaccava il pesce gigante.
Il pesce a due teste era sempre più veloce e sempre più vicino ai ragazzi.
“Tra poco ci prende!” esclamò il ragazzo.
“Resisti, tra poco saremo in superifcie.
Finalmente gli eroi emersero, il Birahna saltò fuori dall’acqua
e finì sulla terra ferma, la battaglia era finita.
Il gigantesco pesce venne poi preso in custodia da un acquario.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


“Voi due! Gli eroi dovrebbero essere diventati più forti, andate
e metteteli nuovamente alla prova!” tuonò Cremisar.
“Si, sire!” esclamarono i due all’unisono.
“Perfetto, è il nostro momento!” esclamò Ventar.
“Il potere di quei due finalmente sarà nostro!” esclamò Fuocosfera.
“Che sciocchi quei due! Io so tutto!” pensò l’uomo avvolto nel mantello rosso cremisi.
“Che noia! Qui non succede nulla, nessun cattivo da una settimana!” esclamò Alice.
“Dovresti essere contenta di questa tranquillità.” Rispose Roberto.
“Volete un po’ d’azione? Vi accontento subito!” esclamò una voce.
Era Fuocosfera insieme a Ventar.
L’uomo creò una sfera di fuoco che scagliò con un calcio.
I due si cambiarono, rivelando i loro costumi da eroi.
“Siamo pronti a combattere!” esclamò la ragazza.
Ventar generò una raffica di vento contro i due.
“Vediamo se sei migliorata!” esclamò la donna.
Il ragazzo creò dei campi di forza per bloccare l’attacco.
Alice contrattacco cercando di colpire il nemico con la sua lancia non riuscendoci.
“Adesso tocca a me!” esclamò l’uomo che generò e scagliò un’altra sfera infuocata.
Roberto parò nuovamente il colpo con un campo di forza per poi cercare di contrattaccare
con un raggio viola.
Il nemico schivò l’attacco e chiese “Tutto qui?”
Ventar tornò all’attacco e generò una raffica di vento contro il ragazzo.
Roberto bloccò l’attacco con un campo di forza e tentò di avvicinarsi al nemico.
Quando l’attacco cessò il ragazzo riuscì finalmente a colpire Ventar con uno dei suoi raggi viola.
Fuocosfera lanciò una serie di sfere infuocate contro la ragazza, che parò ogni colpo con la sua lancia.
Il nemico continuava ad adattare, Alice cercò di avvicinarsi schivando ogni singolo colpo, quando
la ragazza fu abbastanza vicina diede un punto a Fuocosfera e lo atterrò.
“Errore di calcolo…” disse l’uomo.
“Ci vendicheremo…” disse la donna.
“Voi non farete proprio un bel nulla!” esclamò una voce.
Era Cremisar.
“Cosa credevate? Che non mi sarei accorto del vostro piano”
chiese l’uomo incappucciato.
Cremisar mise la mano avanti e disse:” Il vostro potere è mio…
è la punizione per il vostro tradimento, non mi servite più.”
I due svennero e l’uomo incappucciato esclamò: ”Fatevi avanti! Voglio il vostro potere!”

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Cremisar era lì davanti a loro, furioso e pronto a lottare.
“Unitevi a me! Sotto il mio dominio il mondo sarà un posto migliore.”
Disse l’uomo.
“Cosa vuoi fare?” chiese Roberto.
“È molto semplice…” disse il nemico interrompendosi.
“Il mondo è pieno di conflitti, solo unificandolo potranno essere eliminati.”
Rispose Cremisar.
“E come vorresti fare tutto ciò?” chiese Alice.
“Beh… molto semplice! Conquistandolo!” rispose il nemico.
“E cose come la libertà non ti interessano?” chiese il ragazzo.
“Il mondo non cos’è meglio per esso… ma io si!” esclamò Cremisar.
“Come puoi dire questo?” chiese la ragazza.
“Sei giovane… non puoi capire.” Rispose l’uomo.
“Posso capire che sei solo un megalomane assetato di potere!”
esclamò Alice che si diresse contro il nemico.
“È tutto inutile!” gridò Cremsiar.
L’uomo cominciò a scagliare una serie di sfere di fuoco dalla mano.
“Occhio!” gridò Roberto che creò un capo di forza intorno alla ragazza.
“Deve aver assorbito i poteri di quei due…” pensò Alice.
“Adesso tocca me!” esclamò il ragazzo.
Roberto scagliò un raggio di magia contro il nemico che schivò il colpo.
“Prendi questo!” esclamò Cremisar.
L’uomo scagliò una raffica contro il ragazzo che provò a parare
il colpo con un campo di forza.
Il campo forza purtroppo cedette.
“È finita per voi!” esclamò il nemico.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


“Queste armi finalmente sono mie!” esclamò Cremisar trionfante.
“Ti vuoi arrendere?” chiese la maschera.
“Cos’altro possiamo fare?” chiese Roberto.
“Dovete lottare!” esclamò la lancia.
“E come? ha vinto lui…” rispose Alice.
“Mi sa che dovremo farlo…” disse la maschera.
“No! Se lo facciamo sai quale sarebbe la nostra fine!” rispose l’arma.
“Dobbiamo purtroppo…” rispose la maschera.
La lancia rimase in silenzio per qualche secondo per poi dire: “Va bene.”
“Cosa vorreste fare?” chiese il ragazzo.
“Noi vi daremo tutto il nostro potere.” disse la maschera.
“Ma tutto ciò ha un prezzo…” disse la lancia.
“Noi cadremmo in un sonno profondo…” disse la maschera.
“È il nostro dovere ragazzi… arrivederci.” Disse l’arma.
Roberto s’illuminò di una luce viola mentre Alice fu circondata da una luce rossa.
“Il tuo potere non sarà mai tuo!” esclamò Alice.
“Stai per essere sconfitto!” esclamò Roberto.
“Questo lo vedremo!” esclamò il nemico.
Il ragazzo corse verso il nemico e con un raggio di magia cercò di colpire il nemico.
Cremisar schivò l’attacco e provò a contrattaccare con una serie di sfere di fuoco.
La ragazza intervenne e parò gli attacchi con la lancia.
“Se le fiamme non vi elimineranno, ci penserà il vento!” esclamò Cremisar.
L’uomo generò una potente raffica contro i due.
Il ragazzo creò dei campi di forza per difendersi dall’attacco.
“Cosa facciamo?” chiese Roberto.
“Annulla il campo di forza.” Rispose Alice.
“Non credo sia una buona idea…” disse perplesso il ragazzo.
“Fidati di me!” esclamò la ragazza.
Il campo di forza fu annullato e Alice cominciò a correre contro il vento,
riuscì ad arrivare davanti al nemico e con un pugno allo stomaco le atterrò.
La battaglia era vinta, le armi entrarono in uno stato dormiente fino all’apparizione
di un nuovo nemico.

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