Giustizia ritardata non è giustizia negata

di Meramadia94
(/viewuser.php?uid=166895)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lauren ***
Capitolo 2: *** Indagini ***
Capitolo 3: *** Nuove scoperte ***
Capitolo 4: *** Nuove scoperte ***
Capitolo 5: *** Stato di crisi ***
Capitolo 6: *** Corsa contro il tempo ***
Capitolo 7: *** Ribellione ***
Capitolo 8: *** Vivere o morire ***
Capitolo 9: *** La fine di tutto ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Lauren ***


L'unità Vittime Speciali di Manatthan era stata creata a causa di una grave necessità. Ovvero che i poliziotti '' normali'' e dei distretti di zona non erano sufficentemente addestrati e preparati per far fronte ad un caso speciale come un crimine sessuale. 
Tutti quelli che erano passati da quell'Unità, chi in un modo, chi in un altro aveva poi dovuto metabolizzare il numero incredibile di innocenze violate, stupratori ancora liberi e potenziali vittime. 
Ormai tutti erano convinti di aver visto di tutto.
Presto però avrebbero dovuto rivedere le loro convinzioni.
Più precisamente nella sera del 20 Marzo 2015 quando ricevettero una chiamata da un'appartamento nell' Uppur West Side da un architetto che riteneva di essere stato assalito sessualmente da due ragazze, molto avvenenti e carine. E di essere stato salvato dalla tata dei suoi figli. 
Una delle due era bionda, occhi chiari e carnagione quasi diafana, uno sguardo che a prima vista poteva sembrare birichino ma che in realtà era sadico ai limiti dell'impossibile.
La sua compagna era poco più alta di lei, occhi e capelli castani, molto lunghi, entrambe poco vestite che appena vista la polizia si erano messe a gridare di essere state costrette a fare sesso con il padrone di casa dopo che questi le aveva adescate in casa sua con la scusa di volerle aiutare.
La terza ragazza indossava dei jeans chiari, degli scarponcelli neri, un maglione bianco ed un giubbotto rosso vermiglio. 
La sua pelle non era ne diafana ne olivastra, occhi neri e capelli castani che le arrivavano fino alle spalle. I suoi occhi sembravano quelli di un soldato appena tornato dalla guerra.
- Scusi?- fece la terza ragazza stringendo le sbarre della cella di sicurezza in cui era stata rinchiusa in direzione di Amanda - Per favore, per favore venga qui...- 
- Non posso interrogarti ne chiederti nulla fino a quando non avrai un avvocato.- fece Amanda.
- No, mi ascolti... non ho bisogno di un avvocato, non mi serve niente, ma deve starmi a sentire...- fece la ragazza con gli occhi che urlavano disperazione - In casa. Cercate in casa, troverete delle microcamere nei giocattoli e nei soprammobili.... lì è stato ripreso qualcosa che potrà provare qualcosa di interessante.
La prego.-
La ragazza aveva implorato in un modo da straziare il cuore, e la detective della Georgia non riuscì in alcun modo a negarle quell'unica richiesta.
....
...
...
- L'uomo dice che è stata lei a salvarlo. Si è introdotta in casa, ha fermato quelle due e mentre le teneva sotto tiro gli ha intimato di chiamare la polizia.- fece Fin dopo aver parlato con la loro vittima. L'uomo aveva confermato le accuse nei confronti delle due sconosciute, ma aveva continuato ad asserire che la terza donna era la baby sitter dei suoi figli e che mentre le due squinternate lo torturavano lei si era introdotta in casa e le aveva neutralizzate.
- Non capisco allora. State trattenendo una dei buoni?- fece Barba.
- Potrebbe non essere così.... angelica.- fece Amanda tenendo in mano una cartellina - Ha detto al signor Weber e alla sua famiglia di chiamarsi Valery Morgan, di essersi diplomata alla Fairfield High School e che le servivano soldi per la retta del college....-
- E l'unica Valerie Morgan che abbiamo trovato, è un'eroinomane a cui hanno sparato a bruciapelo e che poi hanno buttato nel fiume.- fece Carisi. 
- Insomma, si è data da fare... ha messo su un'identità fittizia e ha usato il nominativo di una persona che nessuno avrebbe mai cercato o che l'avrebbe denunciata per furto d'identità.-  constatò Barba - un reato minore. Rischia un anno, considerato che però mentre commetteva questo reato ha salvato la vita di un uomo, potrebbero anche cadere le accuse.
Quello che mi sfugge è il perchè l'ha fatto.-
- Il tutto per farsi assumere dall'architetto Weber.- fece Olivia. 
La ragazza aveva fatto di tutto per farsi assumere come tata dei figli. Aveva inventato un nome e delle referenze completamente fasulle... il che non era poi così inspiegabile, mentire per ottenere un lavoro, fingersi una persona completamente diversa da quella che si era in realtà e guadagnarsi la fiducia delle persone per poterle derubare se non addirittura peggio, era uno schema già visto.
Ma Valerie o chi per lei, stando all'architetto, lavorava per loro da quasi nove mesi. E in quel periodo non erano spariti soldi o oggetti di valore da casa, non erano mai avvenuti incidenti ai bambini o agli altri abitanti della casa, mai una lamentela nè una rimostranza... insomma, non c'era nulla che facesse pensare che la ragazza avesse avuto intenzione di nuocere loro, come provava il suo intervento quella stessa sera. 
- Quale diavolo era il suo piano?- fece Olivia.
- Forse è solo....- suggerì Fin - Pazza da legare. Le ho detto che aveva diritto ad un avvocato, e lei mi ha risposto che non aveva bisogno di un legale. Per me non ci sta con la testa.- 
- Però con quelle due ha agito come se sapesse perfettamente cosa stava succedendo.- fece Olivia - Carisi... tenta di farla parlare.-
- Agli ordini.-
...
...
...
- Ciao.- fece Carisi entrando in sala interrogatori. La ragazza non proferiva parola. Era così da quando l'avevano portata lì. Non parlava, quasi non respirava. Si limitava a guardare le persone con uno sguardo perso... non sembrava affatto intimorita dall'idea di trovarsi nei guai o di finire in prigione.
O forse, non se ne rendeva conto. 
- Non sei una chiacchierona vero?- fece Sonny cercando di farsela amica - Io mi chiamo Dominick.... però i miei amici mi chiamano Sonny. Puoi farlo anche tu se vuoi. Come ti chiami?- 
-Valerie Morgan.- fece la ragazza con voce spenta.
- Non è vero, e questo lo sai.- fece Sonny - hai rubato un'identità, di una persona che sapevi benissimo nessuno avrebbe cercato...  quello che non capisco è quale fosse il tuo piano.- 
La ragazza non rispose. 
- Ascolta.... io mi vanto di avere un certo intuito. E a volte, ci prendo.- fece Carisi - e in questo momento, il mio intuito mi dice che tu sei una brava ragazza.-
- Scommetto che qualcuno lo diceva anche di Ted Bundy.- fece la ragazza. O di quelle due ragazze che aveva minacciato di ammazzare quella sera.... questo mentre stavano torturando nei modi più terribili un povero padre di famiglia reo di una sola cosa: aver ceduto alle loro provocazioni ed essersi concesso l'avventura di una notte. Il che non gli rendeva onore, ma non giustificava nemmeno una simile barbarie. 
- Cerchiamo di venirci incontro, ok?- fece Sonny - Vedi, con  il reato di furto d'identità al massimo ti fai un anno.... a patto che non ci sia altro. Altrimenti rischi una condanna più pesante. 
Però... io non ci credo che una persona che ha brandito una pistola per aiutare un uomo sia una terrorista in fuga o una criminale pericolosa.-
La ragazza per tutta risposta chiese - Lei ce l'ha una famiglia?- 
Sonny era confuso da questa domanda, però rispose - Beh... non sono sposato... e non ho figli.- 
- Non mi riferivo a quello. Ha fratelli, sorelle, genitori...- fece la ragazza.
- Beh... si. Ho due sorelle maggiori e una più piccola. I miei genitori vivono a Staten Island, poco fuori Arden...- 
- Li ama?- fece la ragazza - ama la sua famiglia?- 
- Beh... non siamo andati sempre d'accordo... però si. Mi farei strappare ogni singolo osso da corpo, se questo mi garantisse la loro sicurezza.-
- Già...- fece la ragazza - deve essere bello svegliarsi la mattina e sapere che hai ancora qualcuno che nonostante le stupidaggini che puoi fare, sarà sempre lì per te....- 
- Sei orfana?- 
- Sì.- fece la ragazza con gli occhi che iniziavano a riempirsi di lacrime - Avevo appena compiuto dodici anni. Come regalo avevo chiesto alla mamma di portarmi a New York a vedere uno spettacolo.... ero stata una brava bambina, sa? Andavo bene a scuola.... mettevo in ordine la mia cameretta.... aiutavo la mamma.... non facevo arrabbiare mamma e papà... non rompevo le scatole a mio fratello... quando siamo tornate la nostra vita era distrutta.- 
Carisi ascoltava in religioso silenzio. 
- Mentre eravamo via... quelle due streghe.... hanno bussato a casa mia.... mio padre e mio fratello le hanno fatte entrare... mio padre si è concesso un'avventura di una notte.... e anche mio fratello.... è stata la loro rovina.- 
- Che cos'è successo a tuo padre e tuo fratello?- chiese Carisi. 
- Mio padre era cardiopatico. E quelle due troie non solo lo hanno torturato in tutti i modi possibili e immaginabili.... lo hanno costretto anche ad avere rapporti sessuali e gli hanno negato i farmaci per il cuore di cui aveva bisogno... ha avuto un infarto. E non ce l'ha fatta.-
Sonny rabbrividì.
Quando erano arrivati e l'architetto Weber aveva dichiarato di essere stato aggredito da quelle due ragazze, per un attimo aveva creduto che fosse il classico caso in cui uno ci provava pesantamente con due ragazzine e che al loro rifiuto fosse diventato violento e che per una strana concantenazione di eventi sembrava che fossero loro dalla parte del torto... era difficile credere che due ragazze così potessero essere due mostri.... ma nel sentire quel racconto, che rivelava quanto poco valesse per quelle due la vita umana... iniziava a crederle.
- E tuo fratello?- 
- Lo hanno fatto bere e costretto ad avere rapporti per tutta la notte, è stato costretto ad assumere droga... lui è sopravvissuto.... ma dopo quella notte è caduto in depressione e un mese dopo si è impiccato.-
-..... E tua madre?- 
- Non ha retto. Ha ingoiato una farmacia. E io sono stata sbattuta da una casa famiglia all'altra... appena ho compiuto  i diciotto anni me ne sono andata.... e ho iniziato a cercare quelle puttane.- 
- E ti sei finta un'altra persona.- fece Sonny. 
- Ho passato sei anni a fare ricerche, e basandomi su dove abitavano le loro vittime ho tracciato un percorso.... e ho capito che avrebbero colpito qui. Gli Weber erano il ritratto della famiglia perfetta, proprio il loro tipo, e quando ho scoperto che li tenevano d'occhio....- 
-.... hai fatto di tutto per farti assumere da loro come tata. E hai creato un personaggio di cui nessuno avrebbe sospettato.- 
- No.... solo quello che sarei potuta essere se i miei fossero ancora vivi.
Comunque si. Quando la signora mi ha detto che sarebbe andata alla spiaggia con i bambini e mi ha dato il fine settimana libero... ho capito che avrebbero colpito. Così con la scusa di prendere dei vestiti e altri oggetti personali sono entrata in casa e ho piazzato delle microcamere.- 
- Non lo hai avvertito che poteva essere pericoloso?- fece Sonny. 
- Lei che avrebbe fatto se una ragazza le avesse detto '' Stasera riceverà la visita di due avvenenti donne, non ci faccia sesso, o quei minuti di gratificazione sessuale le costeranno la vita o tutto ciò che ama, se sarà fortunato''?.- fece la ragazza sarcastica.
- Touchè.- fece Sonny - poi che hai fatto?- 
- Lo sa. Stavo tenendo d'occhio i filmati per assicurarmi che la situazione non precipitasse.... ma quando ho sentito che quelle torture erano la giusta punizione per chi tradiva.... e che loro si erigevano a giudice, giuria e boia.... io non ci ho visto più. Sapevo che in casa c'era una pistola, sono entrata dal retro...- 
Il resto era storia conosciuta.
Aveva messo le due sotto tiro e ordinato al padrone di casa di chiamare la polizia. E nel frattempo lei aveva sparato alle due intruse, ferendole di striscio a braccia e gambe. 
- Quelle due troie mi hanno rovinato la vita. Per il loro distorto senso della giustizia e per divertimento, io ho perso tutto quello che avevo di più caro.... dovevano pagare....-
Sonny le prese una mano - E' terribile quello che ti hanno fatto...- 
- Lo so. Ma non importa più ormai.... ci sono le registrazioni che provano che sono due mostri psicopatici.... potete anche seppellirmi in carcere per quanto mi riguarda.... non ho nessuno per cui tornare, niente per cui lottare...- 
- No. Questo non è vero.- fece Sonny - ascoltami... a ben vedere, tu puoi cavartela. Al massimo ti dovrai fare qualche ora di servizi socialmente utili e libertà vigilata.... ma poi potrai ripartire da zero. Ti possiamo aiutare a rifarti una vita.- 
- E quelle due figlie di puttana?- 
- Gliela faremo pagare. Per quello che hanno fatto alla tua famiglia... alla famiglia Weber e a tutti gli altri.... però prima.... devi darmi un nome per convalidare la tua storia.- 
La ragazza ci pensò un attimo prima di dire.
- Lauren Winstone. Abitavo nello stato dell'Illinois.- 
...
...
...
Dal vetro il resto della squadra aveva ascoltato tutta la conversazione tra Carisi e la loro sospettata, la quale dopo aver fornito il suo vero nome e quella storia delirante era scoppiata a piangere. 
Olivia aveva spedito Fin ed Amanda a cercare i riscontri a quella storia. Voleva crederle con tutto il cuore, anche se da una parte sperava che avesse mentito, anche in minima parte come erano solite fare le vittime di violenza carnale sulla dinamica di un'aggressione... ma qualcosa le diceva di non sperarci troppo. 
Non riusciva a dimenticare gli occhi color dell'ambra di quella ragazza.
Erano gli occhi di qualcuno che aveva attraversato l'inferno e che stava ancora disperatamente cercando di uscirne, ma senza successo. 
Ed infatti...
- Abbiamo trovato tutti i riscontri.- fece Olivia -Walter Winstone, è morto il 10 Novembre di sei anni fa, poco dopo il dodicesimo compleanno della figlia minore. La causa del decesso è stata un infarto dovuto ad un forte stress e il non aver assunto in tempo i farmaci.
Il figlio maggiore, Jonathan, vent'anni è stato trovato con alcool e droga in corpo e un mese dopo si è suicidato.
La madre, Eva, è morta per overdose di ansiolitici poco più tardi.- 
- Per quanto riguarda la figlia, Lauren.... è stata sbattuta in orfanotrofio. Nessuno l'ha mai adottata o chiesto l'affidamento.- fece Sonny.
- E dov'è la novità?- fece Fin - le coppie preferiscono i neonati o i bambini in età prescolare.-
Il destino era stato veramente infame con la povera Lauren. Non solo a poco a poco aveva perso tutte le persone che per lei costituivano un porto sicuro, ma con loro aveva perso anche la tranquillità, la stabilità e la possibilità di sperare e sognare una vita normale. Mentre le sue coetanee uscivano e si divertivano, lei passava le ore a riguardare quelle poche foto che le erano rimaste in memoria dei bei tempi andati, in compagnia dei ricordi, dell'odio e del desiderio di vendetta per tutto quello che le avevano portato via.... e per che cosa poi? Il gioco di due ragazze annoiate che come passatempo si divertivano a torturare e distruggere la vita di uomini... non esattamente santi, visto che malgrado tutto l'amore e la dedizione che dicevano di provare per le loro mogli e i loro figli, non erano riusciti a respingere in maniera convincente le avances di due ventenni ninfomani, ma che di certo non meritavano una simile tortura per aver commesso un errore che potevano scontare in mille altri modi.
- Ok, il padre di Lauren ha tradito la moglie con due ragazze.... che però erano maggiorenni e consenzienti all'epoca dei fatti.- fece Barba - quindi non parliamo di stupro ai loro danni nè di abuso di minore.
Una possibilità l'aveva: quella di confessare tutto alla moglie, supplicare il perdono, magari affrontare la separazione....- 
- Ma non ha avuto il tempo.- fece Sonny.
- L'architetto Weber che dice?- fece Barba. 
- Lui dice che mentre era da solo a casa, quelle due hanno bussato alla sua porta chiedendogli della famiglia Gregorys, pare che dovessero andare ad una festa.... pioveva a dirotto, erano bagnate fradice, così le ha fatte entrare per asciugarsi, ha chiamato un huber per loro... e hanno finito per fare sesso. 
La mattina dopo non sembravano più due angeli in difficoltà, ed hanno iniziato a distruggergli la casa, a ricattarlo... sembrava che fosse riuscito a mandarle via, ma la sera è stato nuovamente assalito da quelle due. Finchè non è arrivata Lauren a levarlo dagli impicci.- 
- E le due ragazze hanno urlato allo stupro e all'abuso di minore.- fece Amanda - Solo che le registrazioni fatte da Lauren dimostrano chiaramente che i ruoli sono al contrario questa volta. Il laboratorio sta analizzando il DNA di quelle due, da lì dovrebbero essere in grado di dire se sono adulte o meno.- 
- Hanno già un avvocato?- fece Barba sperando che gli fosse risposto di sì. Moriva dalla voglia di massacrarle. E di far capire loro una cosa.
Si poteva essere uomo, donna, uno del Bronx o un ricco dirigente d'azienda.
Ma se si seminava dolore e morte allora la punizione doveva essere esemplare.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Indagini ***


Al fine di essere certi che Lauren non avesse omesso niente anche solo per coprire qualcuno che non voleva mettere nei guai, Liv e Barba prima di procedere con gli interrogatori delle due aguzzine dell'architetto Weber avevano chiesto ad Amanda e Carisi di verificare la sua storia, chiedendo informazioni alle persone che la conoscevano.
Le loro indagini li portarono ad una casa famiglia di New York.
- Sì, Lauren Winstone è stata nostra ospite fino a sei mesi fa...- fece il responsabile della stuttura vedendo la foto - Non si è messa nei guai vero? Perchè le farò da garante e le pagherò la cauzione.- 
- No, stia tranquillo... solo una sciocchezza.- fece Carisi - ci sta aiutando con un caso, ma il procuratore vuole andare sul sicuro e ci ha chiesto di confermare la sua storia.- 
- Aspettate.- fece l'uomo - Niente niente, non è che il caso di cui state parlando riguarda l'assassinio della famiglia di Lauren?- 
I due si guardarono. 
Pare che la ragazza si fosse già confidata con qualcuno prima. Non che la biasimassero. Era solo una ragazzina di diciotto anni, avevano visto adolescenti impazzire per molto meno se non ne parlavano con qualcuno.
- Per favore, ci dica tutto quello che sa.- fece Amanda.
L'uomo li scortò nella sala del personale, offrendo loro un caffè.
- Lauren venne a stare qui quando aveva appena compiuto i dodici anni. Il padre era morto d'infarto, il fratello maggiore si era suicidato in seguito ad una forte depressioneun mese dopo, e la madre era morta di overdose due settimane dopo la morte del figlio. Non avevano parenti, così è stata data in affidamento.- 
- Fino a quando è rimasta con voi?- chiese Amanda.
- E' stata nostra ospite fino ai diciotti anni...- fece l'uomo - sapete come sono le coppie che vogliono un figlio, vanno matte per i neonati o per i bambini in età pre-scolare...- 
- E Lauren  non rientrava negli standard.- fece Carisi. 
L'uomo annuì - Quando è arrivata aveva tutti i sintomi dello stress post traumatico. Rifiutava il cibo, qualunque forma di contatto, dormiva a malapena, spesso scoppiava in lacrime o si metteva a gridare come un'ossessa senza riuscire a fermarsi '' Perchè non io?''.- 
- Sindrome del sopravvissuto?- fece Amanda. 
- Sì. L'abbiamo mandata in terapia, e sembrava che la situazione fosse migliorata...- fece l'uomo - Poi tutto è imploso. 
Poco prima del suo quindicesimo  compleanno, un avvocato aveva chiesto ed ottenuto lo sblocco dei beni della sua famiglia. Lauren contava di andare al college e di affittare un appartamento, e il modo più rapido per iniziare a mettere da parte un po' di soldi era vendere qualcosa... ha controllato che negli scatoloni non ci fossero oggetti che la sua famiglia non avrebbe voluto vedere all'asta.... il giorno stesso ha dato di matto e ha iniziato a graffiarsi da sola, urlando come una pazza.- 
- Era riuscita a rimuovere il ricordo del trauma che aveva subito.- fece Carisi - quando ha visto le cose dei suoi genitori è tornato tutto a galla... -
- In quelle scatole vi era anche la videocamera del fratello di Lauren, e pare che assieme vi fossero anche delle cassette.- fece l'uomo - dopo aver visto i filmati ed essere riuscito a calmarla, mi disse che aveva scoperto che il padre e il fratello erano stati sessualmente abusati e torturati per diverse ore di fila.- 
I due poliziotti sbiancarono.
Sì, Lauren aveva detto loro questa storia, ma ascoltarla di nuovo era una tortura. 
- Perchè non avete chiamato la polizia?- chiese Sonny. 
- L'abbiamo fatto.- fece l'uomo - Ma la denuncia non è stata presa sul serio. Sa come ragiona la gente no? Se non dicono ad una donna stuprata che se l'è cercata e che le è pure piaciuto, dicono che un uomo costretto a fare sesso con due belle donne è fortunato.
E da allora Lauren ha passato tutto il suo tempo a cercare informazioni su quelle due al computer. Poi se n'è andata. Non ha più parlato di andare al college.- 
Ed il perchè era ovvio.
Aveva concentrato tutte le sue energie sul trovare i due demoni che avevano distrutto la sua famiglia e fargliela pagare. Anche a costo di finire in prigione. 
Sonny mandò un messaggio a Barba per dirgli che tutto quello che Lauren aveva detto loro aveva trovato riscontro.
...
...
...
- Non capisco.- fece Lauren quando la detective Rollins ed il tenente Benson la accolsero in sala colloqui offrendole un caffè e qualcosa da mangiare - non sono in arresto?- 
- No.- fece Liv. 
- Noi non arrestiamo gli innocenti o le vittime.- fece Amanda con un tono molto gentile, quasi materno, che di solito riservava alle vittime in età pre-adolescenziale e ai bambini - Lauren, vogliamo che tu sappia che ci dispiace da morire per quello che hai passato.-
- Lo so cosa stai pensando.- fece Olivia - '' Grazie per la frase di circostanza, fanno sempre piacere''...- 
- Non importa.- fece Lauren prendendo la tazza di caffè - adesso che succede?- 
- Il vice procuratore Rafaèl Barba formalizzerà le accuse contro di loro. Molteplici capi di stupro, omissione di soccorso, omicidio di secondo grado ed istigazione al suicidio. Non usciranno di galera se non per essere sepolte. Per allora staranno ancora scontando la pena. Solo che...- 
- Che?- fece Lauren turbandosi all'improvviso. 
- Lauren. Abbiamo sia le tue registrazioni che i video di tuo fratello.- fece Olivia - ma al procuratore servirà anche la tua testimonianza.- 
- Cosa...?- fece Lauren sgranando gli occhi. Non poteva credere che quella conversazione stesse avendo luogo. Quelle due puttane non solo aveva ucciso suo padre, e spinto sua madre e suo fratello a porre fine alla loro esistenza, condannandola ad una vita di solitudine, rabbia e dolore per puro divertimento, ma doveva anche ripetere tutto quello che lei e la sua famiglia avevano dovuto subire davanti a due schiere di osservatori, un giiudice, due avvocati e dodici giurati e convincerli che stava dicendo la verità? Come se fosse lei ad aver fatto qualcosa di discutibile o illegale - cioè... devo ripetere TUTTO davanti a della gente che non sa niente di me e che dovrà decidere se sono credibile o meno?- 
- Lauren...- 
- Voi siete fuori di testa, fatevelo dire!- 
- Lauren.- fece Amanda - ascolta... hai ragione. Ne hai passate tante, troppe, e non te lo meritavi. Non meriti nemmeno questo... ma  l'avvocato Barba è un uomo molto buono e non ti farebbe mai salire al banco dei testimoni se non fosse assolutamente necessario.- 
- Quei filmati parlano da soli, a che gli servo io?- fece Lauren. 
- A dire alla giuria cosa ha causato il loro comportamento sconsiderato.- fece Liv - Le registrazioni a casa Weber di sicuro faranno un grande impressione sulla giuria, ma il punto è che dai video si evince solo la violazione di domicilio. I giurati potrebbero anche non vederle per quelle che sono.
Tu sei la prova vivente che quello non è un gioco erotico consensuale.-
- Ma l'avete visto il video di addio di mio fratello prima di impiccarsi?- fece Lauren - Io sì. Lo conosco a memoria.- 
- Lauren, quel video ha un forte impatto emotivo.- fece Amanda - ed il giudice potrebbe non ammetterlo, perchè sarebbe più pregiudizievole che probatorio. Ma se tu ti alzassi in piedi, e dicessi a tutti quante persone hanno sofferto a causa loro...- 
- Cavolo.- fece Lauren sorridendo sarcastica - Voi della polizia dovete essere messi proprio male per aver bisogno di una diciottenne per risolvere un caso.- poi ci ripensò - Se testimonio, quelle due finiscono in prigione?- 
Le due annuirono. 
- Allora va bene.- fece Lauren - Ad un patto. Che non venga proposto loro nessun accordo. Le voglio in galera per il resto della loro vita.- 
Le due annuirono.
Da come avevano visto Barba sembrava poco disposto ad offrire patteggiamenti ed accordi. 
...
...
...
- Che cosa?- fece Buchanan appena arrivato ed assunta la rappresentazione legale di entrambe le donne - E' fuori di testa?- 
- Mai stato più sicuro di così.- fece Barba con Sonny alle spalle. Entrambi guardavano quelle due come se avessero voluto staccar loro la testa da un momento all'altro. Molto lentalmente però. Meglio se con un machete arrugginito - Una pena consecutiva per ogni singolo caso di stupro e omicidio. Non sappiamo ancora a quanto ammonta, ma stai certo che lo scoprirò.- 
- Le mie clienti ti sembrano Ted Bundy e Charles Manson? Andiamo.- fece l'avvocato. 
Sonny intervenne - Abbiamo diverse registrazioni in cui queste... signorine...- fece l'italo-americano sottolineando quella parola per fargli capire che non le riteneva tali - torturano un uomo legato al letto della sua abitazione...-
La biondina fece - Era consenziente. Me lo ha chiesto lui ed io ho obbedito.- 
- Ah ma davvero?- fece Sonny - Prima o dopo averlo minacciato di far vedere ai suoi figli in videochiamata il papà in una situazione equivoca?- 
- E comunque hai ragione... con quei video andiamo poco lontano.- fece Barba - Al massimo le potrei accusare di violazione di domicilio ed atti di vandalismo, non c'è molto in quei video che possa usare per un'accusa di violenza carnale... però se aggiungiamo i video che ci ha fornito la signorina Winstone il discorso cambia. E molto.- 
- E lei crede ad una puttana che ci ha quasi ammazzate?- fece la mora mostrando le braccia sui c'erano ancora i segni delle ferite di striscio - Chi è la matta con la pistola fra noi tre?- 
- Evidentemente le avete rotto le scatole.- fece Sonny furente - e a giudicare da quei filmati, le avete rotto PESANTEMENTE le scatole!- 
- Non avete idea di chi sia vero?- fece Barba - Ok, vi rinfresco la memoria. Lauren Winston, Ilinois, 2009. Era la figlia del proprietario di una fabbrica di scarpe, viveva felice con i suoi genitori e suo fratello, finchè voi non le avete rovinato la vita.- 
- Vi siete finte ragazze in difficoltà mentre Lauren e sua madre erano fuori città.- fece Sonny - E dopo un primo rapporto con suo padre e suo fratello, consensuale, sono cominciati i rapporti non consensuali e le torture. Avvocato, le sue clienti hanno negato ad un uomo malato di cuore dei farmaci che avrebbero potuto salvargli la vita, torturato un ragazzo di vent'anni spingendolo a suicidarsi e la signora Winstone a seguirli poco tempo dopo.-
La mora urlò - NON AVETE LE PROVE DI QUESTO!-
- Sono felice che tu l'abbia detto sai?- fece Sonny prendendo due buste per le prove in cui vi erano due cassette - Forse voi non lo sapete, ma Jonathan... il fratello maggiore di Lauren, ha ripreso buona parte degli orrori a cui avete sottoposto lui ed il padre. E ha descritto il restante in un video che ha girato prima di suicidarsi.- 
- Quei video sono contraffatti...- tentò la mora sbiancando. 
- Ti piacerebbe.- fece Sonny - La sezione Hi-Tech li ha controllati. Sono autentici.-
- Quindi.- fece Barba - Se sommiamo questi video a quelli che ha girato Lauren in casa Weber, non parliamo più solo di danni ad una proprietà privata e di violazione di domicilio, ma viene rafforzata l'accusa di stupro e convalidata l'idea di uno schema frequente.- 
- E non credo che ad una giuria faccia piacere sentire di un uomo malato torturato e di un ragazzo di soli vent'anni che si suicida a causa della vostra indifferenza per la vita umana.- fece Sonny - e il tocco finale sarà la testimonianza di Lauren che dirà ad un tribunale come il vostro comportamento sconsiderato si è ripercosso sulla sua vita.- 
- Ok, calmiamoci un attimo...- fece Buchanan - Cerchiamo di metterci d'accordo.... vent'anni per tutto, terapia obbligatoria e niente registro.- 
- Non ci sta bene avvocato.- fece la mora.
- Nemmeno a me.- fece Barba - Quello che Lauren Winstone vuole è un processo per gridare a tutti la verità. Quella ragazza è già stata maltrattata abbastanza sia dalle tue amiche che dalla polizia quando non l'hanno ascoltata. Non intendo aggiungermi alla lista di persone che l'hanno delusa.- 
- E che cazzo significa?- fece la bionda.
Sonny sorrise - Ci tieni proprio a saperlo? Che dopo aver presentato a dodici giurati ed un giudice le prove di quello che avete fatto e la testimonianza di Lauren, tu e la tua amichetta finirete a Rikers per il resto dei vostri giorni. Ah, e non contate sul piano di farvi una guardia per convincerlo a farvi scappare. Vi mandano nella sezione femminile.- per non parlare degli uomini che si sarebbero fatti avanti una volta letta la notizia sui giornali. Se tanto gli dava tanto, nessuno di loro si sarebbe perso l'occasione di vederle marcire in prigione.
Le due si guardarono per la prima volta smarrite e sconvolte.
E dalla faccia di Buchanan si capiva bene che nemmeno lui sapeva che pesci pigliare. Il massimo che avrebbe potuto fare sarebbe stato dare addosso a Lauren in aula, come era solito fare con le vittime di stupro, ma erano fiduciosi. Quella ragazzina aveva dimostrato una forza ed un'intelligenza fuori dal comune per un adolescente che aveva sopportato l'inferno.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Nuove scoperte ***


Le indagini non si erano fermate. 
Avevano identificato le due ragazze come Bel, la ragazza bionda, e Genesis, quella mora. Due americane di origine spagnola, che risultavano essere impiegate presso una compagnia aerea come assistenti di volo. Proprio come avevano detto all'architetto quando sembravano ancora due ragazze in difficoltà e con qualche opinione troppo aperta in materia di sesso. Poteva dunque essere vero che '' si impegnassero in realazioni sessuali con uomini diversi in ogni città in cui si recavano'', ma avevano omesso la parte in cui quando un uomo impegnato e con famiglia cedeva alle loro provocazioni, queste lo torturassero in modo barbaro fino a quando la vittima non raggiungeva il limite fisico e psicologico. Quando non ci rimaneva secco, chiaramente. 
Avevano inoltre appurato che Bel e Genesis avevano entrambe trent'anni, nonostante ne dimostrassero parecchi di meno. Un aspetto che poteva essere visto come un vanto per alcuni ed un motivo di disperazione per altri, che però loro avevano imparato a sfruttare, ingannando ulteriormente la loro vittima quando minacciava di cacciarle dalla propria casa scortate da una pattuglia, dandogli ad intendere di essere al di sotto dell'età del consenso, mettendo così la vittima davanti alla possibilità di finire in prigione per stupro legale.
- Queste due sono malate.- fece Amanda.
- Non dire questa parola.- fece Barba - con l'impianto accusatorio che abbiamo noi, Buchanan può giusto dire che sono incapaci di intendere e volere.-
- E lei gli mostri questi.- fece Sonny mettendo sulla scrivania di Barba due carte d'identità - Documenti falsi che attestano che entrambe hanno solo quindici anni. Una persona incapace di intendere e volere non semina prove false in giro.-
- Come va la ricerca delle altre vittime?- chiese Barba esaminando alcuni documenti. 
Sonny scosse la testa.
- Non bene purtroppo.- fece Sonny - Abbiamo verificato, e quelle due in effetti lavorano per una compagnia aerea come hostess, quindi potrebbe essere vero che approfittano degli scali per cercare vittime. Stiamo cercando dei casi simili avvenuti nelle città in cui l'aereo su cui erano in servizio è atterrato, ma è molto difficile da verificare.
Se prendiamo per buono che abbiano adescato e fatto sesso con uomini sposati e padri di famiglia mentre moglie e figli per qualche motivo non erano in città, al loro ritorno le mogli davano per scontato che il marito si fosse divertito in loro assenza. Non sono certo cose che finiscono sui giornali.- 
- Dovremmo chiedere a tutti gli avvocati divorzisti del paese.- fece Amanda - ma  senza un mandato dubito che vogliano collaborare.- e non avrebbero trovato nessun giudice disposto a firmare dei mandati per delle pratiche relative a divorzi senza delle prove.
- Senza contare che se per una donna è un incubo farsi avanti e dire di essere stata molestata o violentata...- fece Sonny - Figuriamoci per un uomo. Per un uomo ammettere una violenza è più difficile. Il mondo non è ancora pronto ad ammettere che i ruoli possono invertirsi. 
Insomma, anche se li trovassimo...- 
- Anche se mi secca ammetterlo hai ragione.- fece Barba - Anche se li trovassimo, non è detto che vogliano testimoniare.- 
- Ma l'architetto Weber testimonierà?- chiese Fin. 
- Non lo so.- fece Amanda - Sua moglie è tornata, ma non vuole assolutamente dirle che il tutto è stato scatenato dal fatto che si è portato a letto due ragazze più giovani di lei e per giunta nel loro stesso letto.- 
- E se va in aula a testimoniare, la cara mogliettina scopre che mentre lei si occupava di due bambini di otto anni, lui se la spassava.- fece Amanda.
- Convincetelo a testimoniare.- fece Barba - So che per lui non sarà facile, ma più testimoni troviamo, più possibilità abbiamo.- 
Carisi ed Amanda non se lo fecero ripetere due volte. L'architetto era ancora ricoverato in ospedale per lesioni ed altri accertamenti. Ed era proprio lì che si sarebbero diretti. 
- Lauren come sta?- fece Barba.
Liv scrollò le spalle. 
- Mi sento a disagio quando le parlo o devo anche solo fissarla negli occhi, Rafaèl.- fece Olivia - Quella ragazza... ha sopportato un vero e proprio inferno in terra, è rimasta sola al mondo, quando si è rivolta alla polizia per chiedere aiuto le hanno riso in faccia e ha dovuto cavarsela da solae a cercare due serial killer negli anni in cui avrebbe dovuto uscire a fare shopping con le amiche, trattare con i genitori per il coprifuoco, innamorarsi forse... e adesso noi la mettiamo alla sbarra a farle ripetere tutto, nemmeno dovesse convicere qualcuno che il suo dolore è reale.- 
- Non è giusto.
Lo so.- come non era giusto che Buchanan la prendesse di mira a breve ( perchè l'avrebbe fatto, poco ma sicuro) insinuando che fosse una bugiarda, e che magari il dolore per aver perso la sua famiglia l'avesse in qualche modo '' iniziata'' al consumo di alcool e droghe e che quella storia che aveva raccontato non era che un trip mentale a cui aveva finito per credere, avrebbe persino potuto darle della schizofrenica che sostituiva la realtà con una sua versione più sopportabile... l'avrebbe preparata a questo nella preparatoria, ma non sapeva se era il caso di dirle che l'avvocato avrebbe potuto insinuare che il fratello si era suicidato perchè era depresso da anni e forse lui stesso paranoico o pazzo... e soprattutto non sapeva se esisteva un modo per prepararla anche a quel tipo di insinuazioni senza che la ragazza minacciasse di staccare la testa a qualcuno dal banco dei testimoni - ma noi purtroppo non ci possiamo fare niente. Non possiamo riportare indietro l'orologio per impedire alla vittima di uno stupro di cadere nelle mani del suo predatore, così come non possiamo mandare indietro il tempo per dire alla futura vittima di un omicidio che quello che sta facendo adesso in un futuro prossimo diventerà il movente per il suo assassinio.-
- E cos'è che possiamo fare allora?- fece Olivia. 
- Far capire alla vittima o a chi è rimasto in questo schifo di mondo che la legge è dalla loro parte.- fece Barba - e in questo caso, per dimostrare a Lauren che giustizia ritardata non è giustizia negata. Le daremo una possibilità. La aiuteremo con il college, a trovare un appartamento, un lavoro... avrà una vita. 
Ma prima deve andare avanti.-
Purtroppo era vero. 
Per andare avanti con la propria vita si doveva essere per prima cosa in pace con sè stessi. E Lauren non ci sarebbe riuscita a lasciarsi tutto alle spalle se non avesse assistito con i suoi occhi alla condanna di chi aveva distrutto la sua famiglia.
'' Coraggio piccola...''- pensò Liv -'' Hai fatto trenta. Puoi fare trentuno.'' 
...
...
...
- Voi siete fuori di testa.- fece l'architetto Weber quando i due poliziotti gli illustrarono il motivo della loro visita - Non ci penso nemmeno.- 
- Arichitetto, mi rendo conto che le chiediamo molto...- fece Sonny - anche mio cognato ha subito un abuso sessuale, e la capisco, ma qui c'è di mezzo anche un omicidio.- 
- Prego?- 
- Il padre di Lauren è stato ammazzato.- fece Amanda - Da quelle due. Per divertimento. Il fratello e la madre di Lauren si sono suicidati in seguito a questo. Sì, parliamo della stessa ragazza che si è occupata per qualche mese dei suoi figli e che poi le ha salvato la vita.- 
- Credo che le debba qualcosa.- fece Sonny.
- Sì, infatti... le darò abbastanza soldi da permetterle di andare al college e per affittare un appartamento, io e mia moglie ci prenderemo cura di lei...- 
- Ma si sente quando parla?- fece Sonny basito - Lauren chiede giustizia per la sua famiglia e lei le stacca un assegno?-
- Senta, mi dispiace per Lauren.- fece Weber - Davvero. Ed anch'io vorrei vedere quelle due dietro le sbarre per il resto della loro vita, e far capire loro come ci si sente ad essere in trappola, senza poter scappare e doversi guardare le spalle in ogni secondo.- 
- E cosa glielo impedisce?- fece Amanda - Non vuole che sua moglie sappia che la prima volta che ha fatto sesso con quelle due lei era d'accordo?-
L'architetto annuì.
- Perderei mia moglie e i miei figli. Ho fatto un errore. Uno stupidissimo errore, una sola volta... voi non avete mai sbagliato?-
Amanda lo guardò come per dire -'' Ma stai parlando con me?''
Sonny annuì - Come tutti del resto. Architetto, la perfezione non esiste.
 La perfezione diventa solo una pesante maschera, il cui scopo non è illudere gli altri che noi non abbiamo difetti.
E' una maschera che decidiamo di mettere per illudere noi stessi di essere migliori di tanti altri.- 
- Ecco appunto.- fece Weber - E per il mio errore ho già pagato. Ho rischiato la vita.- 
- Sì, e il motivo per cui lei è ancora vivo è perchè Lauren è intervenuta per salvarle la vita.- fece Amanda - Vuole ripagarla adeguatamente? Vada in aula e dica come sono andate le cose.- 
- E dovrei dire davanti a mia moglie che l'ho tradita?- fece Weber - Non farei in tempo a sedermi, mia moglie chiederebbe il divorzio e non rivedrei più i miei figli. Non posso perdere la mia famiglia.- 
- E qui la correggo.- fece Sonny - Lauren ha perso la sua famiglia. Suo padre, sua madre e suo fratello sono morti. E Lauren salirebbe a testimoniare ogni giorno per i prossimi mille anni se questo glieli riportasse indietro. Non accadrà.
Lei però potrebbe cavarsela. Sì, magari sua moglie si arrabbierà con le conseguenze che immagina, ma potrebbe anche decidere di perdonarla se lei le chiedesse scusa ed implorasse per l'assoluzione. E ripagherebbe Lauren in modo adeguato.- 
L'architetto scosse la testa, ancora traumatizzato da quello che aveva subito e dall'idea che da casa sua sarebbe potuto uscire con i piedi avanti per il gioco di due psicopatiche. 
L'idea di dover far sapere a sua moglie che nulla di tutto questo sarebbe mai accaduto se avesse mandato via quelle due al primo flirt invece di cedere alla prima provocazione, di perdere lei ed il suo amore, la stima e l'affetto dei loro figli lo atterriva.
- Potete effettivamente costringermi a testimoniare?- 
- Tecnicamente no...- fece Sonny. 
- Alora il discorso è chiuso.- fece l'architetto - Io considero pagato il mio errore. Ora devo pensare alla mia famiglia. Non posso esporla ad un imbarazzo simile.- 
A quel punto i due capirono che trattare con lui era fiato sprecato e decisero di andar via.
- Dite a Lauren che mi dispiace...- fece l'architetto - e che la ripagherò per quello che ha fatto per me.- 
- Glielo dica lei!- fece Amanda furente - e già che c'è, le spieghi anche che non vuole aiutarla ad ottenere giustizia per pararsi il culo!-
...
...
...
- Che vigliacco.- fece Amanda uscendo furente dall'ospedale - Una ragazzina ha il coraggio di impugnare una pistola, di affrontare due mostri sadici e lui per ringraziarla pensa bene di darle un extra sulla paga.- 
- Ha pur sempre subito uno stupro.- fece Sonny - E lo sai, non c'è un modo giusto o sbagliato di reagire, magari questo è solo il suo.- 
- Balle.- fece Amanda - All'Unità Speciale se permetti ci sono da più tempo di te. E di vittime di abusi sessuali e molestie ne ho viste a bizzeffe. Avevano tutti paura di dire al mondo cosa avevano subito, di subire il giudizio della gente, di familiari ed amici e degli avvocati del web. Però alla fine sono saliti e hanno testimoniato. Almeno, quelli che non sono stati fatti sparire prima del giorno X.
Lui invece ha solo paura che la moglie gliele canti perchè è andato a letto con due estranee. 
Poteva pensarci prima a sua moglie e ai suoi figli.- 
Sonny la guardò non troppo sicuro di aver capito bene - Cosa vorresti dire? Che se l'è cercata?- 
Amanda scosse la testa. 
- No.- fece Amanda - dico solo che se lui ha deciso che non far sapere a sua moglie che l'ha tradita è più importante che ottenere giustizia, dovremmo concentrarci su Lauren. Visto che lei vuole il nostro aiuto e ha tutte le intenzioni di collaborare.- 
-Giusto...- fece Sonny - per quanto riguarda lui, diamogli un po' di tempo. C'è la possibilità che cambi idea no?- 
Amanda annuì.
Sperava che il collega ci vedesse giusto anche stavolta. 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Nuove scoperte ***


 - Il vice procuratore Barba stamattina ha formalizzato le accuse.- fece Carisi in macchina con Lauren in direzione della nuova sistemazione di quest'ultima - Violazione di domicilio, danni a proprietà privata, stupro, omicidio di secondo grado ed istigazione al suicidio.- 
- Le avete arrestate in maniera definitiva quindi?- fece Lauren speranzosa. 
Sonny annuì. 
- Quindi... il giudice mi crede...?- chiese ancora. 
- Beh ha accettato il caso, vuole sentirlo in aula tra una settimana e non ha concesso loro la cauzione.- fece Sonny - tutte cose che fanno ben sperare.- -
- E ora che succede?-
- Intanto ti porto in un posto dove sarai al sicuro.- fece Sonny - Domattina verrò a prenderti alle nove. L'avvocato Barba vuole interrogarti.- 
- Perchè?- chiese Lauren - c'è... qualche punto su cui non è convinto? Guardi che non ho mentito. Su niente.- 
- Lo sappiamo tranquilla.- fece Sonny - E' solo la prassi. I testimoni devono simulare l'interrogatorio dell'accusa con il PM prima di andare in aula, in modo da essere sicuro che la testimonianza non si auto-contraddica. La difesa cercherà di darti addosso, scaverà nel tuo passato...- 
- Non c'è niente da scoprire.- fece Lauren - Cerchino pure. Non ho fatto nulla di cui dovermi vergognare.- 
- Tenteranno di farti dubitare di quello che dici, della verdicità della tua storia e di farti dire che hai inventato metà di quello che hai raccontato per sopportare meglio il dolore.- fece Sonny - e... devo dirtelo. C'è la possibilità che insinuino qualcosa di poco lusinghiero sui tuoi genitori e tuo fratello...- 
- Non si devono permettere.- fece Lauren - giuro che se quelle due si azzardano a dire una sola mala parola contro la mia famiglia, stavolta le ammazzo con le mie mani.- 
- Questo fingerò di non averlo sentito.- fece Sonny - Comunque. Ti siedi al banco, e rispondi alle domande con la verità. Per il resto lascia fare a Barba.-
Una decina di minuti più tardi, i due erano in un appartamento al terzo piano di un palazzo che non ne vantava più di dieci.
 L'appartamento era molto semplice: dopo un piccolo ingresso c'era il soggiorno- sala da pranzo nel quale c'era un acquario con almeno dodici pesci rossi, un divano  blu di fronte al quale c'era un tavolino da caffè in vetro e vari oggetti di arredamento: un cactus, una lampada da salotto e proprio accanto al soggiorno una piccola cucina.
In fondo c'era la  camera da letto: a due o tre metri dalla finestra c'era un letto da una piazza e mezzo con una coperta blu sopra il quale era appesa un poster di Marilyn Monroe.
A sinistra c'era un piccolo comodino con un abat-jour, e a destra un piccolo scompartimento per i libri.
L'armadio era a muro ed era leggermente aperto. 
- E' carino qui...- fece Lauren. 
- Si chiama Sacred Haven.- fece Sonny - quando l'incolumità di una vittima di violenza sessuale o domestica è in pericolo, la polizia le assegna una casa rifugio.- 
- Pensa che quelle due possano venire a cercarmi?- fece Lauren che non sapeva se essere spaventata o felice di quell'ipotesi. A giudicare dal modo barbaro di come trattavano gli uomini che per loro meritavano la distruzione totale per una scappatella una vocina dentro di lei diceva '' E fai molto bene ad averne'', dall'altra quasi quasi ci sperava. Se le cose si fossero messe male, per la legge, avrebbe avuto tutto il diritto di sparar loro a bruciapelo. 
- No, non credo.- fece Sonny - ma hai bisogno di un posto dove stare. E la cella di sicurezza di una stazione di polizia o la guardina non sono il posto adatto a te. Qui sarai al sicuro e avrai una casa vera. Finito il processo, ti aiuteremo con l'università e a trovare un lavoro che possa permetterti di provvedere a tutte le tue necessità.- 
- Perchè?- fece Lauren - Vi ho fornito le prove e vi darò la mia testimonianza in tribunale, voi chiudete il caso, ed ognuno per la sua strada. Perchè vi date tanto da fare per me?- 
- Non vorrei sembrarti maleducato...- fece Sonny - ma negli ultimi sei anni non hai pensato ad altro che a farti giustizia. So che non hai più fatto progetti per il futuro, non hai più pensato al college...- 
- Avevo cose più importanti da fare.- 
- Lo so. Ma al dopo ci hai pensato?- fece Sonny - E' un bene che tu non abbia mai mollato la ricerca della verità, ma presto ti verrà resa... e dopo ti sentirai felice ed appagata, ma potresti anche provare un senso di smarrimento.- 
- Me la caverò.- fece Lauren sedendosi sul divano - Io bado a me stessa da quando avevo dodici anni.-
- Appunto.- fece Sonny - e non è giusto. Sei ancora quasi una bambina, e hai bisogno di qualcuno che si preoccupi per te e che ti permetta di godere anche dei lati positivi della vita. Lo so che mi dirai che nella tua vita non c'è niente di positivo, ma il grosso l'hai fatto. Da qui in poi è tutto in discesa.-
Lauren annuì - Ci penserò. Non avrò pace finchè non le vedrò in galera.- 
...
...
...
- Ho cercato di convicerla a rilassarsi un po', a prendersi una pausa... niente da fare.- fece Sonny quella sera nell'ufficio di Barba dopo essersi accertato che Lauren fosse al sicuro. L'aveva informata che ci sarebbe stata una pattuglia davanti al rifugio per tutto il tempo, e che per qualunque evenienza doveva chiedere a loro. L'aveva informata che per la sua sicurezza non poteva ne uscire ne usare il telefono, se non quello che le aveva dato, provvisto di GPS e con i numeri dei detective che seguivano il suo caso in chiamata rapida. 
Poi era andato da Barba. 
- Non la biasimo però.- fece Sonny - Se qualcuno avesse fatto alla mia famiglia quello che hanno fatto alla sua, probabilmente anch'io programmerei ogni mio gesto per farla pagare al colpevole.- 
- Non lo metto in dubbio.- fece Barba - ma avere un solo obiettivo nella vita non è sempre la cosa giusta da fare. Quando avrà ottenuto una condanna si sentirà bene per una settimana, un mese magari, ma poi inizierà a sentirsi debole e svuotata senza un altro imput... hai parlato con il preside della Fordham?-
Carisi annuì. 
- Devo solo dire in quale facoltà vuole entrare, poi provvederà a farle avere i libri per fare il test di ammissione e potrà iniziare a frequentare da Settembre.-
- Ottimo.- fece Barba - Io invece provvederò a pagarle la retta e trovarle un appartamento. La invieremo ad un centro di avviamento professionale, la aiuteranno a trovare un lavoro.-
- Non l'ho mai vista così preso da una vittima.- 
- Hai visto anche tu quei filmati, no?- fece Barba -La giustizia ha già tradito Lauren una volta. Non sarò io il prossimo a lavarmi le mani di lei.-
In quel momento vennero raggiunti da Carmen, la segretaria di Barba.
- Avvocato? C'è il signor Buchanan che chiede di essere ricevuto.- 
- Fallo passare.- fece Barba.
- Cosa diavolo vorrà?- si chiese Sonny.
- Se tanto mi da tanto, vorrà chiedere un accordo.- fece Barba - che io rifiuterò prontamente.- 
- Non capisco allora...- fece Sonny stranito - Come mai accetta di vederlo?- 
Barba lo guardò con un sorrisetto - Carisi, quando e se deciderai di fare il procuratore ti accorgerai che stare chiuso quattordici ore al giorno in un ufficio può essere noioso, e quindi devi trovare il modo di divertirti come puoi.  Ed ascoltare le linee difensive di Buchanan e contestargliele, finchè non le mette in pratica, E' divertente.
Rimani e goditi lo spettacolo.-
Carisi sorrise - Ok.- 
- Barba...- fece Buchanan entrando per poi guardare Sonny come per dire -'' E tu che c'entri?'' - scusi detective, non per offenderla, ma è un discorso per avvocati qualificati.-
Barba lo fulminò - Ecco perchè lui rimane. Adesso parla, cosa vuoi?- 
Buchanan fece - Proporre un accordo.- 
- Lo immaginavo.- fece Barba - nessun accordo.- 
- Ascolta almeno cosa voglio dire.- 
- Sentiamo.- fece Barba annoiato. 
- L'accordo non riguarda entrambe. Solo Bel.- fece Buchanan - Ho contattato una pschiatra per una perizia. E secondo la dottoressa, la signorina Bel ha subito a sua volta un abuso sessuale da parte del patrigno. Non lo ha mai detto a nessuno, mai trovato un supporto adeguato a parte la sua amica Genesis. E' lei la vera pazza tra le due, Bel è solo una vittima.- 
Sonny non ci vide più - Una vittima? Le va di scherzare per caso?- 
- A me no. Lei e la sua Unità vi occupate proprio di questi casi, dovreste essere comprensivi con lei.- 
- Ok. Ammettiamo per un attimo che sia vero.- fece Barba - Bel è stata abusata da un uomo che avrebbe dovuto essere una guida, e come molte vittime non ha mai trovato il coraggio di dirlo a qualcuno... d'accordo, a questo posso anche credere.
Ma il mondo è pieno di persone che sono state abusate, in un modo o nell'altro, ma queste persone non fanno quello che ha fatto Bel. - 
- Ha delle attenuanti da manuale.- fece Buchanan - se me lo concedi, trasferirò la procura di Genesis ad un mio collega e rappresenterò solo Bel. E ci accordiamo per un un buon patteggiamento.- 
- Ah certo, molto comodo... per lei.- fece Sonny - ha capito che non può vincere il processo e gioca a scaricabarile con una e con l'altra tira fuori la carta della vittima di abusi prima e delle cattive compagnie poi.- 
Ed era innegabile, ammesso e non concesso che fosse vera la storia dell'abuso sessuale infantile, che Genesis non si fosse affatto comportata come avrebbe dovuto un'amica desiderosa di aiutarla a superare il suo trauma, ma visto che entrambe si presentavano come le vendicatrici delle donne che soffrivano consapevolmente o meno per mano di uomini che dicevano di amarle, nessuno dei due riteneva che Genesis avesse costretto l'amica a seguirla nei suoi folli piani puntandole contro una pistola o minacciandola di Dio solo sapeva cosa.
Bel aveva preso una decisione. Da sola. Non era credibile che delle parole, per quanto capace e carismatico potesse essere chi le pronunciava, spingessero qualcuno a commettere delle barbarie. 
- Giusto per sapere... nell'ipotetica possibilità che prendessi in considerazione questo colloquio per il processo, Bel testimonierebbe contro Genesis?- 
- Le... le riesce molto difficile capire che Genesis non è davvero sua amica...- fece Buchanan. 
- In tal caso per me il discorso è chiuso.- fece Barba - Subire abusi non ti rende incapace di distinguere il bene dal male o di capire che quello che fai è sbagliato. Lei sapeva cosa stava facendo. E ci si divertiva. Perciò adesso se ne assume la responsabilità.- 
- Pensavo che il tuo compito fosse tutelare le vittime di abusi.- 
- La porta dell'Unità Vittime Speciali è sempre aperta per le vittime di stupro e molestie.- fece Barba - doveva solo venire da noi, e l'avremmo protetta ed assistita, proprio come Lauren. Ha preso una decisione in libera autonomia. La gente non si trasforma in un mostro. Si rivela.- 
...
...
...
- Ci mancava solo la ballata della vittima che diventa carnefice.- fece Sonny versando da bere in due bicchieri quando Buchanan se ne fu andato. Non l'avrebbe mai ammesso, ma per un attimo aveva temuto che Barba avrebbe concesso un accordo ad una delle due - se almeno quello che ha fatto a tutti quegli uomini lo avesse fatto al suo patrigno, la capirei.- 
- Chi ti dice che lui non sia stata la loro prima vittima?- fece Barba bevendo il suo drink. Non che la cosa gli dispiacesse - Ma qui il problema è che dopo ha fatto lo stesso con altri uomini che a lei non hanno fatto niente di male.- 
- Questo caso mi mette i brividi...- fece Sonny - quando ero piccolo, mia nonna materna, che viveva nel Queens si era rotta una gamba. Aveva bisogno di assistenza per almeno due settimane. Mia madre andò a stare da lei, e portò anche me e le mie sorelle. Mio padre è rimasto a casa da solo.- 
- Se stai per dire che poteva essere una loro vittima, rasserenati.- fece Barba - Ok che sono adulte da un bel po', ma dovrebbero essere più anziane per pensare che tuo padre poteva cadere nella loro rete.- 
- Lo so, ma non riesco a non pensarci.- fece Sonny - e poi poco importa. Se fosse stato così mia madre lo avrebbe prima ucciso e poi usato come concime per i gerani.-
Barba sorrise. 
- Consolati.- fece Barba - Non faranno più del male a nessuno per un bel pezzo.- 
Sì. Era una buona notizia.
Ma non c'era molto di che gioire dato che le indagini le aveva praticamente fatte una ragazzina al posto loro. Una ragazzina che aveva perso tutto.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Stato di crisi ***


Al fine di eliminare ogni possibile dubbio e proteggere Lauren dalle domande meschine che Buchanan le avrebbe certamente rivolto, più per farla passare come una pazza ossessionata per avere almeno una carta da giocarsi al processo, Barba e Olivia avevano chiesto a Lauren di parlare con il dottor Lindstrom in modo che potesse dare un pare spassionato e sincero riguardo alle condizioni mentali della ragazza. 
E lo psichiatra, salvo i postumi di stress post traumatico non aveva rilevato nulla nelle parole e nei comportamenti della ragazzina che facessero pensare ad una squilibrata bisognosa di supporto.
- La difesa insinua che Lauren sia schizofrenica.- fece Barba - Che mi dice?- 
- Beh. Tecnicamente non potrei parlare delle sedute con i pazienti, ma visto che Lauren mi ha dato il suo benestare...- fece il dottor Lindstrom - E' una malattia cronica degenerativa del cervello. Chi ne soffre presenta  alterazione del pensiero, con la rottura delle capacità funzionali di percezione della realtà ed elaborazione delle informazioni esterne. Tale situazione determina l’isolamento progressivo della persona e un disadattamento tale da rendere difficoltose le normali attività di vita quotidiana.- 
- Stando al suo assistente sociale, Lauren non ha mai dato segno di volersi inserire in un gruppo o di frequentare i suoi coetanei.- fece Olivia - pensa che...?-
Lindostrom dissentì - Non dimentichiamo che stiamo parlando di una persona che ha perso uno alla volta, a pochi giorni di distanza l'un dall'altro, tutti i suoi punti di riferimento, quando era poco più di una bambina... sarebbe anche riuscita ad assimilare il lutto e adeguarsi alle nuove circostanze... se non avesse scoperto che si trattava di omicidio e che il colpevole era ancora vivo e libero. Una rivelazione simile non poteva non influire negativamente sul suo non ancora ritrovato equilibrio interiore.
Per il resto, la schizofrenia non è caratterizzata solo da allucinazioni, auto isolamento e percezione distorta... ma anche da altri disturbi, quali appiattimento dell'affettività, perdita d'iniziativa, compromissione dei rapporti sociali, e difficoltà nel linguaggio.
Lauren prova rimorso per avere ingannato la famiglia per cui ha lavorato con un nome falso, durante il salvataggio del signor Weber ha diretto tutti con la capacità di un militare esperto, e dai test neurolinguistici e di logica a cui l'ho sottoposta, posso dire che ha una proprietà di linguaggio sorprendente per una ragazza della sua età. Inoltre, non presenta deliri, allucinazioni ne tantomeno un comportamento disorganizzato.- 
- Quindi qual'è la diagnosi?- fece Barba.
- La vostra vittima è perfettamente sana di mente, in grado di intendere e volere e capace di distinguere il bene dal male.- fece il dottor Lindstrom - ora scusate, ma tra quindici minuti ho una seduta.- 
- Certo.- fece Barba - La chiamerò per la deposizione in tribunale. Fino ad allora, ci aggiorniamo.
...
...
...
Nel frattempo Carisi, con l'approvazione di Barba, aveva convinto Lauren ad uscire un po' dalla casa che le avevano assegnato per distrarsi un po'. Voleva metterla a proprio agio in modo che potesse riposarsi un po', fare la ragazzina dopo tanto tempo, e riprendere il discorso in modo da convincerla a riprendere gli studi e da dove aveva lasciato.
- Grazie per il pranzo, davvero.- fece Lauren camminando con Carisi lungo le strade di New York. 
- Figurati.- fece Sonny - mi ha fatto piacere. E poi sono riuscito a farti parlare di qualcosa di piacevole per un'ora e mezza. Non lo credevo possibile.- 
- Nemmeno io.- fece Lauren - Non ricordavo più quanto fosse rilassante parlare o pensare a qualcosa di futile.... quando comincia il processo?- 
'' Ecco, è finita la magia.''- pensò Sonny buttando il bricco del caffè in un cestino della spazzatura - Tra qualche giorno. Quindi, se devi cambiare qualche dettaglio della tua versione o dirci altro questo è il momento adatto.- 
- Perchè dovrei nascondervi qualcosa, scusa?- fece Lauren. 
- A volte capita che le vittime omettano dei dettagli, a volte per proteggere qualcuno, oppure perchè temeno il giudizio della gente... è un comportamento molto frequente- fece Sonny - non credo che sia il tuo caso, ma se ci fosse qualcosa di questo caso che hai tenuto per te, è il momento di parlarne. Alla sbarra non potrai farlo.- 
- Credimi.- fece Lauren - Tutto quello che sapevo ve l'ho detto. Anche se vorrei non averlo mai saputo.- 
Sonny annuì. 
- Posso farti una domanda?- fece Sonny. 
Lauren annuì. 
- Perchè ti sei spacciata per un'altra persona per introdurti in casa Weber?- fece Sonny - Insomma... ancora non era successo niente, perchè mentire?- 
Laure inspirò. 
- Avrei preferito che tu mi scopassi nelle lenzuola d'organza bianco.- commentò Laure. Carisi all'inizio la fissò come per chiederle se fosse impazzita o di cosa stesse parlando... poi riflettè. Quella frase l'aveva pronunciata Genesis mentre teneva fermo a terra il signor Winstone poco prima di costringerlo ad un rapporto sessuale tutt'altro che consenziente.
- Le lenzuola d'organza bianco facevano parte del corredo di nozze dei miei genitori.- fece Lauren - Ma non venivano usate da un po' di tempo. Come facevano dunque quelle due pazze a sapere della loro esistenza?- 
E a quel punto Sonny comprese.
Bel e Genesis non atterravano in una città per presentarsi ad una casa a caso, dando per scontato di trovarci un padre di famiglia rimasto solo per un paio di giorni a causa di circostanze particolari. Prendevano di mira una famiglia, la tenevano sotto controllo per giorni, magari settimane, per conoscere tutte le abitudini di chi abitava nella casa designata e i punti deboli degli abitanti, per sapere come muoversi di conseguenza al momento giusto. E questo spiegava il perchè Lauren avesse adottato un'altra identità quando aveva bussato alla porta dei Weber per il lavoro da baby sitter. 
Sapeva che li stavano tenendo d'occhio, e temeva che se avesse detto subito come si chiamava ed in che modo la sua famiglia era scomparsa, Bel e Genesis avrebbero cambiato quartiere e bersaglio, forse addirittura stato, e lei avrebbe perso l'occasione. 
- Non volevo rischiare che mi riconoscessero e cambiassero idea.- fece Lauren - anche se Jake e Lisa non erano in casa, io ci stavo spesso a dare una mano con le pulizie e in giardino, apparivo in qualche loro foto... non volevo rischiare che mi riconoscessero. Anche se... questa bugia in effetti potevo risparmiarmela.- 
- Come mai?- 
- La sera in cui si sono presentate alla porta di casa Weber... per intenderci quando ancora sembravano due dolci ed indifese ragazze appiedate sotto la pioggia battente, io non ho resistito. Avevo bisogno di sapere se almeno ricordassero quanto male mi avevano fatto. Era rischioso, lo sapevo ma... sono tornata in quella casa, dicendo che credevo di aver dimenticato in camera un braccialetto. Il signor Evans mi ha detto che lo avrebbe cercato e di accomodarmi, di prendermi un caffè... e ho scambiato due parole con loro.- 
- Gli hai chiesto se ricordavano della famiglia Winstone?- 
- Più o meno.- fece Lauren - Ho detto loro che la loro fisionomia non mi era nuova, che mi pareva di averle viste in Ilinois, magari ad una feste a casa di Lauren Winstone... e loro hanno detto che non conoscevano nessuno con quel nome e che non sapevano chi fossi.-
Mi hanno rovinato la vita.
E nemmeno si ricordavano che faccia avessi.-
Sonny tremò di rabbia nel sentire quelle parole. Quelle due si erano presentate come le vendicatrici delle donne tradite dai loro mariti e che volevano risparmiare ai loro figli il dolore di avere una padre che alla prima occasione aveva tradito la mamma. Lui le vittime di stupro che avevano salvato, restituito alla vita o che non erano riusciti a salvare le vedeva continuamente. Se le ricordava tutte, a menadito. Perchè gli importava realmente di loro. 
Bel e Genesis invece avevano dimenticato non solo l'uomo che avevano torturato fino alla morte, ma anche quel ragazzo appena ventenne che si era suicidato a causa loro, di quella donna che incapace di sostenere il dolore della morte di figlio e marito aveva avuto un overdose... e di quella bimba che era rimasta sola a sostenere il peso delle loro azioni. 
Per loro era un gioco. 
Ne meno ne più.
Ma le persone che avevano rovinato non erano pedine su una scacchiera. 
Erano persone vere, con vite vere. 
- Lauren, forse tu non te ne rendi ancora conto... ma questo incubo è finito.- fece Sonny - tra qualche giorno tutto finirà. Potrai ricominciare a vivere come una persona normale... lo so che negli ultimi sei anni hai vissuto l'inferno, e che non ti abbandonerà mai, ma io ti sto chiedendo di non buttare il miracolo che è la tua vita.- 
- Lo chiami miracolo?- fece Lauren - Sopravvivere mentre tuo padre, tua madre e tuo fratello sono due metri sottoterra lo chiami miracolo?- 
- Onestamente? Sì.- fece Sonny - Sai io sono in polizia da un bel po' di tempo. E non hai idea di quanta feccia ho visto. E purtroppo ho visto anche dei bravi ragazzi, che potevano realizzare dei mondi, finire sulla brutta strada per via di incontri sbagliati o di qualche bastardo che si è approfittato di loro. 
Avevi una pistola in mano e le persone che ti hanno distrutto la vita a portata di mano. Potevi sparare ed invocare la legittima difesa, e il signor Weber avrebbe confermato ogni tua parola. Non l'hai fatto però. Tra la vendetta e la giustizia, hai scelto la giustizia. Hai deciso di far sapere al mondo che cosa ti hanno fatto. Questa storia adesso finirà. E tu dovrai pensare a cosa fare del tempo che ti rimane... i tuoi genitori e tuo fratello vorrebbero che tu impiegassi le tue energie per costruire qualcosa di tuo. Non vale la pena perdere altro tempo per loro. Te ne hanno già rubato troppo.- 
- Che proponi?- 
- Andiamo a fare un giretto all'università di Fordham.- fece Sonny - fanno anche dei corsi serali. Facci un pensierino.- 
Lauren sorrise. 
Camminarono ancora un po' fino ad arrivare alla macchina del detective. Sonny si stupì di trovare la portiera aperta, visto che era sicurissimo di averla chiusa, ma gli stava venendo il dubbio di averla lasciata aperta, con i telecomandi non si era mai sicuri di aver chiuso la macchina... diede una rapida controllata, ma era tutto in ordine, non mancava niente.
Click. 
E si raggelò al sentire la canna di una pistola puntata contro il suo collo. 
- Dammi la tua pistola e le manette, subito.- fece la voce di Genesis.
'' Cazzo''- pensò Sonny -'' Una cosa Buchanan doveva fare, una. Tenere d'occhio queste pazze.'' 
- Oppure..?- fece il detective. 
Bel aveva messo una cintura attorno al collo di Lauren, legandolo al poggiatesta del sedile.
- A soffocarla ci metto quindici secondi.- fece Bel - I quindici secondi più lunghi di sempre. Consegna pistola e manette, tesoro, e non le capiterà niente.-
- No, Sonny no...- Lauren tentò di fermarlo, ma la bionda dietro di lei aumentò la stretta del laccio, minacciando non solo di soffocarla ma di farle anche uscire gli occhi dalle orbite. 
- Ook....- fece Sonny allungando una mano per consegnare pistola e manette. 
- Bravo ragazzo...- fece Genesis passando la pistola a Bel che liberò Lauren solo per ammanetarla al poggia testa e  puntarle la pistola alla nuca.
- Guida.- fece Genesis puntando la pistola alla nuca di Sonny - E se ti azzardi ad urlare, o cercare di attirare l'attenzione anche solo fermandoti più del dovuto al semaforo verde...-
-... dovrai chiamare il servizio di lavanderia per ripulire la macchina da sangue e cervello. Il suo.- fece Bel ammiccando a Lauren - questo ovviamente dopo aver spiegato alle Alte Sfere come mai una testimone è morta nella  tua auto ed uccisa da un colpo di una pistola registrata a tuo nome.- poi si rivolse a Lauren - Per te è lo stesso discorso. Se provi a fare scherzi, il tuo amico muore.- 
- Ma se sparate vi fate scoprire.- fece Sonny. 
Genesis rise maleficamente - Ti piacerebbe, dolci guance. A New York a nessuno frega niente di nessuno a meno che la cosa non lo riguardi direttamente. Un tizio ammazzato da un ladro è rimasto in macchina per una settimana... sei multe, un avviso di rimozione, nessuno ha pensato che ci fosse qualcosa di strano... se ne sono accorti solo al deposito e perchè hanno rimosso l'auto.- 
Sonny deglutì nervosamente. 
- Va bene... faccio come volete, ma non fate cazzate...ok?-  fece Sonny mettendo in moto l'auto, implorando Lauren di perdonarlo con lo sguardo. 
Ancora non poteva credere che Buchanan fosse stato così fesso da perdersi due imputate. Ma in fondo di che si stupiva? Quelle due sicuramente gli avevano fatto due moine, avevano stragiurato di non aver fatto nulla di male, e con la scusa di andare in bagno se l'erano filata dalla scala di servizio.
Qualcosa gli diceva che il suo oroscopo gli ordinava di non alzarsi dal letto quella mattina. 
Ma ormai la frittata non poteva essere rimessa nell'uovo. 
Doveva trovare il modo di usare il telefono e dire che c'era qualcosa che non andava.
Possibilmente senza farsi ammazzare ne far uccidere Lauren. 
Guidò per almeno due isolati con la pistola puntata alla testa, per poi essere condotto ed ammanettato assieme a Lauren in una casa. Una di quelle che erano usate per gli scambi per le vacanze. Era vuota, ma la chiave era dentro un vaso all'ingresso.
- Tenete presente, signorine...- fece Sonny - che se ammazzate un poliziotto finirete in carcere e non ne uscirete più.- 
- Non metterla giù così pesante, dolci guance.- fece Genesis - sarebbe un reato rovinare un così bel faccino.- 
Sonny rise sarcastico - Non vorrei deluderti cocca... ma non sei il mio tipo. E nemmeno io il tuo. Non sono sposato, fidanzato e non ho figli. Insomma, non sono il tipo di uomo a cui potresti fare delle avances e rovinargli la vita.-
Genesis lo guardò - Infatti. Ma ci sei utile lo stesso.- 
- Ah si? E per cosa di grazia? Per portarvi l'ultimo pasto in galera? E' fattibile.- 
Bel puntò la pistola a Lauren - Sei proprio una puttana ingrata lo sai?- 
- Disse colei che ha ripagato gentilezza ed ospitalità con una vita distrutta.- fece Lauren. Era spaventata. Più dall'idea di essere uccisa senza vedere le aguzzine della sua famiglia in galera che dall'idea della morte in sè, ma non avrebbe ammesso ciò nemmeno sotto le peggiori torture.
- Ti abbiamo fatto solo un favore.- fece Genesis - A tuo padre non fregava niente di te e di tua madre. Gli è bastata la provocazione di due ventiquattrenni per buttare al vento vent'anni di matrimonio.-
- E per questo meritava di morire???- fece Lauren rossa in viso - E mio fratello?- 
Genesis fece la vaga - Sì, lui è stato quel che si dice... un tragico incidente. Non doveva morire nessuno a dire il vero, ma tuo fratello si è messo in mezzo per difendere vostro padre e lui... beh, mi dispiace, ma con certi problemi le emozioni forti vanno proprio evitate.- 
- Lo avete ucciso voi!- fece Lauren. 
- Ad ogni modo, noi volevamo evitarti di crescere con uno che alla prima occasione corre dietro alla prima minigonna e che ai tuoi diciotto anni, se non fossimo intervenute noi, si sarebbe scopato le tue amiche.- fece Bel - e tu come ci ringrazi? Andando alla polizia, ci spari addosso... e vuoi che altre donne si tengano mariti traditori. Sei proprio una persona orribile.- 
- Fatemi capire...- fece Sonny - uno che fa delle fantasie su delle attricette carine per voi è il peggio del mondo? Che avreste fatto con uno stupratore, un assassino o un molestatore di bambini?- 
- Tu chiudi il becco!- fece Genesis - e non preoccuparti... non ho intenzione di farti fuori. Devi testimoniare riguardo al fatto che il processo non è più fattibile.- 
Sonny rise - Se pensi davvero che dirò una cosa simile sei più pazza di quello che pensavo.- 
- Sai, abbiamo parlato un po' con l'avvocato...- fece Bel - Ha detto che le carte di un processo vengono distrutte in caso di estinzione per morte di una  delle parti in causa... o se c'è un conflitto di interessi... sai tipo se il giudice ha dei pregiudizi... o se qualcuno dalla parte dell'accusa e che ha partecipato al caso ha fatto qualcosa di inappropriato.- 
- Quindi?- fece Sonny. 
Genesis rise - Quindi a te la scelta: o ti fai lei...- fece indicando Lauren - o ti fai lei.- fece ammiccando a Bel che salutava con la mano.
Sonny sgranò gli occhi. 
- Non ho capito....- 
Genesis rise - Hai capito benissimo invece, occhioni belli.- fece la ragazza - Andiamo. Non mi dire che non ci hai mai pensato.-
Sonny non rispose. Finalmente aveva capito cosa stavano tramando quelle due matte. Se c'era la prova o anche solo il sospetto che un poliziotto o il pubblico ministero avessero imbeccato i testimoni, suggerito le risposte anche senza accorgersene o detto loro di dire una cosa per un'altra, la testimonianza veniva ritenuta poco credibile e di conseguenza l'intero caso era a rischio. Mai però quanto poteva essere pericoloso far venire anche solo il sospetto che un membro dell'accusa avesse avuto un rapporto troppo personale o intimo con un testimone o un imputato. Il giudice avrebbe dichiarato nullo il procedimento prima ancora che qualcuno potesse dire ah.
Solo che lui non poteva farlo.
E non solo per il caso in sè.
Quelle due non le avrebbe toccate nemmeno se fossero state le uniche donne sulla faccia della terra e fosse stato disperato... e non poteva fare una cosa simile a Lauren... cavolo, aveva l'età di sua nipote Mia!
- Qual'è il problema?- fece Genesis - Siamo tutti adulti consenzienti qui.- 
- Su questo ho delle riserve se mi consenti.- fece Sonny fissandola con rabbia - In ogni caso verrebbe commesso uno stupro.- 
Le due risero sguaiatamente. Carisi lottò con le manette per tentare di liberarsi ma era inutile. Non avrebbe concluso nulla senza le chiavi. 
- Oddio puoi ripetere?- fece Genesis senza smettere di ridere - questa me la devo ricordare... ti offrono una scopata e tu lo chiami stupro?!? Sei esilarante.- 
Sonny non si scompose anche se aveva una voglia matta di sputarle in faccia - Sì, visto che una delle due parti non è consenziente.- 
- Hai due scelte. O ti scopi Bel o ti scopi la puttana qui presente.- fece Genesis indicando Lauren - tu ti fai una scopata come Dio comanda, il processo viene annullato, e non ci rivedremo mai più.- 
- E permettervi di passarla liscia e rovinare qualche altra famiglia?- fece Lauren con rabbia sputando in faccia a Bel - Ecco la risposta!- 
- Ok, allora passiamo all'estinzione per morte!- fece Genesis dando all'amica cenno di sparare.
Sonny sgranò gli occhi terrorizzato. 
- Nonononono!!!!- fece il poliziotto - Non sparare!- 
- Oh vedi?- fece Genesis sfottendo Lauren - Alla fine, non importa quanto un uomo dica di amarti o di tenere a te o ad altri o che pensi di essere di chissà quale levatura morale... basta mostrargli una a gambe aperte e che ci sta e diventano tutti uguali.- 
'' Pensa Sonny pensa....''- non poteva mandare a puttane il processo, l'idea di toccare anche solo con un dito una di quelle due lo faceva vomitare... ma non poteva portarsi a letto Lauren. Era poco più di una bambina, aveva l'età di sua nipote, sarebbe stato uno stupro in piena regola. Per entrambi. Al contempo però non poteva portare il peso della sua morte sulla coscenza.
Doveva trovare un altro modo.
E alla svelta.
Il suo cellulare squillò.
Era Amanda che lo stava chiamando.
Genesis lo prese subito - E questa che cazzo vuole?- 
E lì gli venne un'idea. Non c'era una  foto di Amanda mentre lo chiamava, e loro due l'avevano vista e conosciuta come Detective Rollins. Non conoscendo il nome di battesimo e l'impossibilità di vedere la sua faccia poteva tranquillamente mentire e chiedere aiuto.
- E'... è mia sorella.- fece Sonny - Si starà chiedendo come mai non sono ancora andato da lei a fare il baby sitter... stasera doveva uscire con alcuni colleghi.-
- Mandale un vocale e inventa una scusa.- fece avvicinandogli il cellulare senza togliergli la pistola dalla faccia -e non osare fare scherzi.-
- Ehy sorellina...- fece Sonny cercando di essere naturale - lo so che sono in ritardo, ma sono in riunione con Greg e Carl e non credo che mi libereranno tanto presto... mi spiace non posso fare il baby sitter... ciao ti voglio bene.- quando la chiamata fu chiusa - Contente?- 
- Quasi.- fece Genesis - Allora? Chi ti scopi? O la dobbiamo uccidere?- 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Corsa contro il tempo ***


- E così Bel ha subito a sua volta abusi dal patrigno.- fece Liv quando Barba le ebbe raccontato quello che Buchanan gli aveva proposto alla ricerca di un accordo che gli permettesse di uscirne bene almeno al cinquanta per cento. 
Barba annuì.
- Non sapevo se dirtelo o meno.- fece l'avvocato - pensavo che avresti insistito per un accordo, almeno per lei, puntando su questo fatto. Dopo quello che ho visto e che ci ha raccontato Lauren non me la sento.-
- Nemmeno io.- fece Liv stupendosi di sè stessa. Si era battuta persino per una terrorista, quando aveva scoperto che prima di un attentato era stata stuprata sia dal compagno che dal cognato ripetutamente, ogni volta che scopriva che un carnefice aveva subito abusi si faceva in quattro per convicere il pm e la difesa a patteggiare ed usare gli abusi come attenuanti... ma stavolta non ci riusciva. Le ci era voluto del tempo, ma alla fine aveva capito che arrivava un momento nella vita in cui non si poteva più incolpare il passato e nel quale se si decideva sbagliato al posto di giusto, allora non c'era passato che teneva.
Lauren, Jonathan e i loro genitori meritavano giustizia.
Lauren meritava di potersi alzare la mattina e sentire il cuore libero dall'angoscia di non dover passare un altro giorno senza avere dei risultati.
- Qui dentro abbiamo avuto tutti un trauma legato all'infanzia...- fece Liv - Mia madre era un'alcolizzata che non provava affetto per me perchè le ricordavo di continuo cosa le aveva fatto un mostro.
Fin si è visto uccidere la madre sotto gli occhi. 
Amanda non può certo dire di aver avuto i genitori dell'anno, tu hai avuto problemi con tuo padre, Carisi ha subito un'aggressione brutale a soli tredici anni, ma nessuno di noi è diventato un assassino, un alcolizzato o qualcuno che trae piacere e godimento nel rovinare la vita a qualcuno. Esiste la possibilità di scelta, quella che molti dicono di non aver avuto per non ammettere di essere nel torto. Prendi Lauren. Aveva una pistola e le assassine della sua famiglia a portata di grilletto, e stavano commettendo un crimine. Poteva ucciderle, ma non l'ha fatto.- 
- Lo so.- fece Barba. Non gli piaceva mettere in forse un abuso sessuale, di solito nessuno gridava allo stupro con la consapevolezza di finire in tribunale a ripetere la sua storia a degli estranei che avrebbero dovuto giudicare, senza sapere niente del vissuto della vittima, se la vittima era sincera o meno e di dover subire lei stessa un processo da parte di un avvocato, ma in quel caso aveva molte riserve. Genesis e Bel avevano mentito sia per entrare in casa Weber per molestarne il proprietario e sulla loro età per convincerlo a non chiamare la polizia per denunciare la violazione di domicilio e le molestie. Per quanto ne sapevano la storia dell'abuso infantile, poteva anche essere una storia che aveva inventato sul momento, per cavarsi dagli impicci e suscitare compassione. 
- Lauren come sta?- fece Liv. 
- Carisi oggi la portava un po' in giro per New York. Vuole convincerla ad andare al college e vedersi come una ragazzina, non come un agente segreto che finge di essere una ragazzina.- fece Barba. 
In quel momento vennero raggiunti da Amanda che pareva molto agitata.
- Liv. Carisi mi ha mandato uno strano messaggio...- fece Amanda - Mi era partita una telefonata mentre armeggiavo con Jesse e il telefono, Carisi mi ha richiamato poco dopo e mi ha lasciato un messaggio strano.- 
- Che genere di messaggio?- fece Liv. 
- Tanto per cominciare mi ha chiamato sorellina, e ha detto che non poteva raggiungermi perchè era in riunione con Greg e Carl.- fece Amanda -  ho provato a richiamarlo ma non risponde, anche a casa...- 
- Greg e Carl...- fece Liv - Carl Rudinick e Gregory Yates. Ci sta mandando un 10-13 per dirci che è in difficoltà...-  e di certo non per uno scippo o un ladruncolo della domenica.
E quando a loro si aggiunse anche Fin ne ebbero la certezza. 
- Bel e Genesis se la sono data a gambe.- fece Fin.
- COSA?!?- fece Barba - Ma come è possibile?- 
- Buchanan le aveva portate in tribunale per la simulazione dell'interrogatorio, gli hanno chiesto di andare in bagno prima...- fece Fin - Sono scappate dalla finestra.- 
- Ma cosa...- fece Barba pallido come un fantasma - cioè, una cosa doveva fare, una, tenerle d'occhio fino al processo! Giuro che se lo becco lo strangolo.- 
- Calma...- fece Liv - manteniamo la calma, e cerchiamo di capire come fare per aiutare Dominick e Lauren... ti ha detto dove andava? Non so... al parco, in centro, a Coney Island...- 
- Ha detto che l'avrebbe portata a pranzo, ma non mi ha detto dove.- fece Barba.
- Se ha pagato con la carta di credito però possiamo capire dove l'ha usata l'ultima volta.- fece Fin - Da lì potremmo avere un'idea di dove era quando le ha incontrate.- 
- Mettila subito sotto controllo.- fece Liv - Amanda, chiama il TARU e digli di tracciare il GPS del telefono di Carisi e di quello di Lauren.- 
- Avverto anche la SRO?- fece Liv. 
- Troppo pericoloso.- fece Barba - Quelle due matte potrebbero reagire con rabbia sentendosi in trappola. Per ora questa cosa non deve uscire di qui.- 
...
...
...
- Mi dispiace averti coinvolto.- fece Lauren ammanettata al fermo di una mensola del soggiorno. Carisi era legato poco distante da lei.
- Avrei dovuto sparar loro quando ne avevo la possibilità. In testa però.- 
- Non dirlo nemmeno per scherzo.- fece Sonny - Non ti preoccupare. Andrà tutto bene.-  Era riuscito a prendere tempo dicendosi in forte imbarazzo tra chi scegliere, e gli avevano concesso quindici minuti per decidere chi tra Lauren e Bel avrebbe dovuto avere le sue ''attenzioni'', ma la verità era che stava malissimo al solo pensiero. Non poteva avere un rapporto con una ragazzina, anche se si fosse detta disposta a starci, sarebbe stato comunque uno stupro. E per principio non andava mai a letto con una donna a meno che non ne fosse innamorato.
Al contempo però se si fosse rifiutato di scegliere tra il subire uno stupro e commetterne uno, Lauren sarebbe stata uccisa.
E poi avrebbero ucciso anche lui. 
Doveva trovare una soluzione alternativa che permettesse ad entrambi di uscire vivi dall'inferno. O quantomeno di resisterci fino all'arrivo degli altri.
Purtroppo però secondo Bel e Genesis il tempo era finito. 
- Spero per te che tu abbia scelto.- fece Genesis prendendo la pistola del poliziotto e puntandola alla testa di Lauren - altrimenti vedrai come è facile sparare alla testa di qualcuno.-
- Ma se spari ti fai scoprire.- fece Sonny - Qualcuno sentirà il colpo e chiamerà la polizia, anche giusto per non rischiare di essere coinvolta in un conflitto a fuoco.- 
- Non se uso un cuscino come silenziatore.- fece Genesis - Il padrone di casa è fuori città, la donna delle pulizie non arriverà che domattina presto. E per allora saremo già lontane.-  poi sorrise - che uomo tutto d'un pezzo. Avremmo dovuto bussare alla tua porta, ma dove sarebbe stato il divertimento?- 
- Oh andiamo, non farla tanto lunga.- fece Bel - Ti hanno detto di scopare mica di fare un esame di latino. Non vedo dove stia il problema.- 
- Che è uno stupro, forse?!?- fece Carisi. Non importava cosa avrebbe scelto. Comunque la metteva ci sarebbe stata comunque una vittima. 
- E forse tu non hai capito che se non decidi alla svelta chi farti, ti ritroverai con un cadavere tra le mani...- fece Genesis - e non credo che tu voglia sulla coscienza una tenera e dolce diciottenne. Ha già perso la mamma e il papà, non deve succedergli altro.- 
Carisi a quel punto cedette. 
Poteva ripetersi fino all'infinito, ma presto quelle due si sarebbero stufate di giocare con lui e Lauren al gatto con il topo e avrebbero sparato. 
'' Dio, perdonami...''
- Lauren... non ti farò del male, ok?- fece Sonny - non ti succederà niente di brutto... nient'altro.- 
Genesis sorrise - Saggia decisione.- 
...
...
...
- Olivia.- fece Fin - Carisi ha usato la sua carta di credito per l'ultima volta alle 13.30 in un Bistrot a Chelsea.-
- Hai il nome del ristorante?- fece Olivia - Fatti dare tutti i filmati di sicurezza di tutti i negozi di quell'area. Spiega loro che è questione di vita o di morte e che non c'è tempo per un mandato.- 
- Già fatto.- fece Fin - Ci hanno spedito tutti i filmati. In uno c'è una ripresa interessante. Carisi e Lauren che entrano nella macchina, ma Carisi sta fermo alcuni minuti prima di mettere in moto.- 
- Come se lui e Lauren si fossero fermati a parlare... o come se stesse negoziando con qualcuno.- e propendeva per la seconda ipotesi. Solo che non riusciva a capire come avessero fatto quelle due ad introdursi nella macchina di Carisi senza dare nell'occhio. Ok, vivevano nella capitale mondiale del menefreghismo ma una macchina che suonava impazzita perchè qualcuno ne  forzava la portiera non passava certo inosservata,  specie in un quartiere affollato e ad ora di pranzo. 
Inoltre non ce lo vedeva Carisi a lasciare un auto aperta. A New York. 
A dissipare tali dubbi ci pensò Barba con un messaggio. 
- Cavolo...- 
- Che succede?- fece Amanda preoccupata - Li hanno trovati...?- 
- Barba.- fece Liv - Dice che hanno forzato il cassetto del suo ufficio.-
- E con questo?- fece Amanda.
- Dentro c'era la copia delle chiavi della macchina di Carisi.- fece Olivia - La settimana scorsa c'era lo sciopero degli Uber, e Carisi gli aveva prestato la sua auto per andare in giro, non gli aveva ancora reso il doppione...- 
- Bel e Genesis devono aver saputo da voci di corridoio che quei due erano in contatto anche fuori dal lavoro, e avranno cercato in ufficio qualche traccia...- fece Fin. Ed il resto era storia conosciuta. 
Li avevano seguiti, atteso che lasciassero l'auto da qualche parte e poi ci si erano infilate dentro, in attesa. 
- Ancora niente dal TARU, ne per i cellulari ne per l'auto.- fece Amanda sempre più nervosa - dobbiamo trovarli. Quelle due non avranno alcuna pietà.- 
- Cerchiamo di ragionale.- fece Fin - tra il tuo messaggio e Carisi che paga un pranzo all'italiana per due non corre più di mezz'ora.-
- Non si sono allontanati molto quindi se teniamo conto del traffico.- fece Liv - Ok. Controllare le agenzie immobiliari e cercate le case sfitte del circondario e quelle in cui il proprietario non risulta in città.- 
- Ok, liberi di prendere iniziative.- fece Liv - Il tempo passa, e dobbiamo assolutamente trovarli vivi. Entrambi.-
...
...
...
Dopo aver scoperto l'effrazione nel suo ufficio ed il furto delle chiavi dell'auto di Carisi, Barba andò ad affrontare Buchanan, ai suoi occhi responsabile principale della scomparsa di Lauren e Carisi.
- Ma tu hai una vaga idea di quello che hai combinato?!?- urlò Barba fuori di sè. Nemmeno alla sbarra con la feccia dell'umanità aveva un'espressione così feroce in viso - Una cosa dovevi fare, una! Tenerle d'occhio ed accertarti che per almeno tre giorni non combinassero danni!- 
- Mi hanno chiesto di usare il bagno prima dell'istruttoria, erano tranquille e serene, come potevo immaginarlo?- cercò di difendersi Buchanan. 
- Due pazze schizzate che violentano, torturano e all'occorenza uccidono che rischiano dai trent'anni all'ergastolo, certo, era impossibile prevedere che avrebbero tentato la fuga!- poi inspirò per calmarsi - adesso però devi dirmi tutto quello di cui hai parlato con loro.- 
- Questo è impossibile, ogni conversazione che ho con i miei clienti è coperta da segreto professionale.- 
- Risparmiami i cavilli, due persone stanno rischiando la pelle!- fece Barba - vuoi veramente avere sulla coscienza un'orfanella di diciotto anni che tutti sanno già aver patito l'inferno? La stampa e l'opinione pubblica ti faranno a pezzi. Prima cosa.
Seconda cosa, se ti rendi complice dell'omicidio di un poliziotto, avrai seri guai sia con la polizia che con l'FBI.-
- Ok, d'accordo.- fece Buchanan - niente che non avrebbe detto qualunque altro avvocato. Mi hanno solo chiesto se esisteva e qual'era un modo per invalidare un processo.- 
- E tu che gli hai risposto?- 
- Che se la difesa o l'accusa avessero dato anche solo il sospetto di aver imbeccato, corrotto, o plagiato i testimoni le loro dichiarazioni sarebbero state invalidate.- fece Buchanan. 
E non era il loro caso, in quanto le immagini che Lauren aveva fornito loro parlavano da sole, e Buchanan poteva giusto puntare sull'infermità mentale, facilmente confutabile, della vittima per sperare di vincere. 
- Ho spiegato loro che la credibilità del testimone viene messa in discussione se si scopre che c'è un conflitto di interessi...- 
- Tipo se si scoprire che un membro dell'accusa o il pm hanno avuto dei trascorsi intimi con i testimoni o è nata una sintonia particolare...- e qui gli venne un atroce dubbio - non gli avrai mica detto dell'estinzione per morte?- 
- Era pertinente.- 
- E hai detto a due assassine pazze e sadiche che i processi diventano nulli se il testimone chiave muore?- fece Barba trattenendosi a stento dall'azzannarlo alla gola - perchè non hai direttamente consegnato loro pistola e calce?- fece uscendo dallo studio di Buchanan sbattendo la porta chiamando Liv per informarla. 
'' Non osare morire Carisi.''- pensò mentre componeva il numero -'' non lo voglio un altro assistente.'' 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Ribellione ***


- Sai che ci speravo che scegliessi in questo modo?- fece Bel sedendosi sulle gambe di Carisi come una '' schiava felice'', con un sorrisetto sbarazzino che metteva i brividi. 
Sonny deglutì nervosamente. 
Alla fine non era riuscito a decidere di stuprare Lauren ed aveva acconsentito invece a subire la violenza, con Lauren che urlava e strepitava di non farlo, di lasciarlo in pace, e altri epiteti coloriti rivolti alle due ragazze. A quel punto Genesis l'aveva portata in un'altra stanza. Dire che era terrorizzato era un eufemismo. Che potessero fare del male a Lauren, nonostante si fosse piegato. Da quello che sapeva, lo stare ai patti non era certo in cima alla lista delle loro qualità. 
Allo stesso tempo però stava malissimo per quello che stava per accadere.
'' Scusami Tommy... avrei dovuto crederti subito.'' - pensò ripendando a quando il cognato, dopo un arresto, gli aveva confidato di essere stato costretto a fare sesso con la sua agente di controllo. All'inizio aveva pensato che erano solo panzane, che stesse cercando di impietosirlo facendo leva sul suo nuovo incarico per fargli mettere una buona parola con chi di dovere, e che magari sotto sotto aveva provato un minimo di attrazione, usando se e ma a ripetizione. Avrebbe dovuto credergli subito. Poteva dubitare di lui su molte cose... sul suo riuscire a cambiare davvero, ma non avrebbe dovuto dubitare della forza del suo amore per Bella. 
'' Te lo meriti. Hai messo in dubbio la parola di una vittima ed ora Dio ti punisce.''- fece una vocina nella sua testa.
'' Non credo che Dio mandi gli stupratori a fare i giustizieri.''- ribattè lui.
- Peccato tu non sia sposato e con figli...- fece Bel - La tua famiglia sarebbe stata incredibilmente fortunata.-
- Potresti non parlarmi?- fece Sonny acidamente.
- Ehhh ma come siamo scortesi...- fece Bel - che c'è, non ti piaccio?- 
- Onestamente? Sto trattenendo il respiro per non vomitare.- fece Sonny - Mi fai schifo. Tu e la tua amica.- 
- Mi spiace di non essere di tuo gradimento...- fece Bel - Beh mettiamola così. Fingi che sia la tua collega bionda.- 
Sonny sgranò gli occhi - Cosa...?-
- Non fare il finto tonto... sai benissimo di cosa sto parlando.- 
Sonny cercò di fare mente locale. Da quando le avevano arrestate non aveva memoria di essersi comportato in modo particolarmente gentile con Amanda in modo da far venire a qualcuno il dubbio che era una vita che non la vedeva come una semplice collega, ne di averlo detto a qualcuno. 
'' Cazzo, la foto!''- ora ricordava. Un giorno quando aveva accompagnato Liv e Amanda alle giostre assieme ai bambini per fare il fotografo, aveva conservato una foto di Rollins con Jesse in braccio come ricordo di quella giornata. E dietro vi aveva annotato qualcosa, una frase da cioccolatino... dovevano averla trovata nel vano porta-oggetti quando si erano introdotte in auto per cercare una pistola o qualunque cosa da usare come arma.
- Andiamo.- fece Bel dandogli un bacio sul naso - quante volte hai fatto l'amore con la tua collega, in una stanza d'albergo, sul dondolo del pergolato dei tuoi o sul suo divano dopo aver dato alla mocciosa latte e valeriana, nei tuoi desideri? E quante volte hai realizzato una di queste fantasie?- 
Sonny rimase in silenzio, distogliendo lo sguardo. Non parlava di queste cose con il suo parroco figurarsi con una psicopatica ninfomane e assassina. 
Però non gli aveva dato una cattiva idea... sarebbe stato meno terribile se avesse pensato di essere in quella stanza di motel del West Virginia con Amanda mentre le esprimeva quello che aveva nel cuore. 
- Sei un bell'uomo con delle esigenze. Approfitta.- fece Bel - dopo non ti succederà nulla di male. Appena finito ce ne andiamo e tu e la tua amica tornate a casa.- 
- Fottiti.- fece Sonny con rabbia preparandosi all'inferno che stava per subire.
...
...
...
- Lasciatelo stare, lui non c'entra niente in questa storia!- strillò Lauren. 
Genesis le puntò la pistola sotto il mento. 
- E' solo colpa tua se siamo arrivati a questo punto.- fece Genesis - Potevi rifarti una vita. Trovarti un tizio e farci un paio di marmocchi... noi di certo non saremmo venute a rompervi le palle.- 
'' Balle.''- pensarono entrambe. Forse non per una specie di eredità di padre in figlio, ma nulla avrebbe impedito a quelle due pazze di bussare anche alla sua porta per rovinarle di nuovo la vita di moglie e di madre. 
Non si sarebbe mai liberata di loro. 
E quindi Lauren non vide che una soluzione. Doveva liberarsi, recuperare la pistola di Carisi ed aprir loro la testa come un'anguria. 
Non c'era un'altra soluzione. 
Almeno così sarebbe stata certa che nessuno avrebbe più dovuto soffrire per causa loro.  Ma prima doveva essere certa che il mondo le vedesse per i mostri che erano, in modo che non pensassero a due vittime di una ragazzina psicotica.  Senza farsi notare afferrò il cellulare di Sonny a cui avevano tolto sia la scheda  che la geolocalizzazione. Non le servivano per quello che doveva fare lei. 
- Avete distrutto la mia vita.- fece Lauren - Li avete uccisi. Uno dopo l'altro.- 
Genesis la sfottè - Ti abbiamo fatto solo un favore. A tuo padre non fregava un cazzo di te o di tua madre. Due ventiquattrenni lo hanno pregato di portarsele a letto e lui non è nemmeno riuscito a dir loro '' no'' in maniera convincente. Se davvero avesse amato la sua famiglia, non avrebbe mai ceduto.... il fatto che sia morto... beh, non ci riguarda.- 
- Non vi riguarda?!?- fece Lauren inviperita - Era cardiopatico! Ve lo ha detto, ha supplicato di avere almeno le sue medicine e voi gliele avete negate!- 
- Ah non me ne parlare.- fece Genesis - quella si che è stata una scocciatura. E' morto prima che potessimo processarlo e non ci siamo nemmeno divertite quanto avremmo voluto. Tuo fratello e tua madre invece hanno scelto da soli di andarsene.- 
- Sì, per colpa vostra!- fece Lauren - Mio padre può anche aver sbagliato...ma non meritava questo. Nessuno lo merita.- 
- Come noi non meritiamo di finire in prigione.- fece Genesis - noi rendiamo un importante servizio alla comunità.- 
- Scopandovi il primo che vi passa davanti?- fece Lauren. 
- Scopandoci il primo marito e padre di famiglia infedele.- fece Genesis - Ci sono troppi matrimoni che sono basati sulle bugie e sull'inganno. E la fiducia è alla base di ogni relazione umana. Le donne non meritano di vivere la loro vita ed investire amore ed energie su uno che si è fatto irretire dalla prima minigonna che passa. E noi gli diamo la punizione che si merita.-
- Certo... peccato che per un giudice non sarà un'attenuante.- 
- Non ci arriveremo al processo.- fece Genesis - il tuo amico di là si sta scopando una delle imputate. Basterà far esaminare le prove e questo caso crollerà come un castello di carte mal fatto.- 
- Sì, perchè lo avete obbligato. E quando si saprà, ci sarà solo un altro capo d'accusa contro di voi.- 
- Sai meglio di me che questi casi sono un po' complicati e basta che una delle due parti neghi anche solo un dettaglio.- fece Genesis - Ammettilo. Il gioco è finito. E vince il giocatore più furbo.- 
- Si concordo...- fece Lauren con finta accondiscendenza per poi strattonare la corda ed afferrare la pistola - ma che sia tu o l'altra puttana ho i miei dubbi. Alza le mani.-
- Come cazzo hai...- fece Genesis sgranando gli occhi. 
- Sai, tu ti vedi come un giustiziere delle casalinghe tradite... io come una persona normale che dopo aver subito un torto diventa un giustiziere della notte.- fece Lauren puntandole la pistola facendola finire sulla sedia. 
- Che vuoi fare? Uccidermi?- 
- Questa si che potrebbe essere un'idea...- fece Lauren - L'avvocato Barba vi avrebbe cucinato a fuoco lento... a me va bene anche il mordi e fuggi.- nel dir così recuperò le manette di Sonny, la afferrò per i capelli e la ammanettò ad uno degli infissi della mensola. 
Poi afferrò l'imbottitura di un cuscino e gliela infiò in bocca per non farla urlare.
- Goditi gli ultimi secondi che ti rimangono.- fece Lauren con uno sguardo folle - e se credi a qualche Dio... prega.-
...
...
...
Nel frattempo, Sonny si trovava in una situazione assai poco piacevole. Bel si era seduta sulle sue ginocchia ed aveva iniziato a baciarlo sulla faccia, le labbra ed il collo. Lei lo baciava. Lui provava solo rabbia e disgusto. Cercava di non pensarci, di essere altrove ma era più difficile di quanto avesse immaginato. 
' Finirà presto, finirà presto...'- si ripeteva come un mantra portafortuna. 
- Dovresti essere più collaborativo, dolci guance.- fece Bel - Mi stai facendo fare tutto da sola... così rendi tutto più difficile.- 
Sonny la fissò, e dopo averla guardata per un lungo attimo, le sputò dritto in mezzo agli occhi.
- E questo è quanto.- fece Sonny. 
Bel si arrabbiò ed iniziò a baciarlo con violenza stringendogli i polsi così forte da minacciare di spezzarglieli...
Click.
- Allontanati.- fece Lauren puntandole la pistola - Ho come la sensazione che le tue attenzioni non gli siano molto gradite.- 
Bel obbedì seppur controvoglia e sorpresa.
Carisi tirò un sospiro di sollievo. Non poteva credere di essersela cavata davvero. 
- Brava Lauren...- fece Sonny avvicinandosi con cautela - dammi la pistola adesso.- 
- No.- si rifutò Lauren - Prendi i cavi di televisore e videoregistratore e legala. Esci di qui e trova un telefono funzionante.- nel dir così gli porse il suo - consegnalo ai tuoi colleghi, a Barba, a chi ti pare.- 
- Lauren...- fece Sonny cercando di farla ragionare. Sembrava di nuovo la ragazza che aveva conosciuto pochi giorni prima, quando aveva minacciato di uccidere le due responsabili della fine della sua famiglia. Quella ragazza rassegnata fino al punto di voler addirittura finire in prigione per il resto della sua vita ora che aveva trovato chi le aveva distrutto l'infanzia e fornito le prove.
E non gli piaceva. 
- Fa come ti dico.- fece Lauren - fidati di me. Ti prego.- e nel dir così fece cenno a Bel di andare nell'altra stanza, continuando a mirarle l'arma del poliziotto alla testa. 
Carisi recuperò i fili della tv e del lettore dvd, e del telefono per legarla all'infisso attiguo. 
- Lauren... non fare sciocchezze.- fece Carisi. 
- Non preoccuparti.- fece Lauren - Va e chiedi aiuto.- 
Sonny annuì.
Aveva deciso di fidarsi di lei. 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Vivere o morire ***


- Ancora niente?- fece Barba.
Liv scosse la testa. 
- Stiamo ancora verificando...- fece Liv - Per ora non ci sono testimoni, e le telecamere non hanno ripreso niente di sospetto.- 
Barba si versò un bicchiere di caffè prima di dire - E' colpa mia.-
Liv lo guardò - Ma che dici?- 
- Dovevo immaginarmelo che quelle due non si sarebbero arrese tanto facilmente.- fece Barba - dovevo proteggerli. Entrambi. Dovevo difendere sia lui che Lauren...- 
- Rafaèl.- fece Liv - Carisi è adulto. Non è un bambino che necessita di controllo costante ogni secondo, e non era tuo il compito di sorvegliare Bel e Genesis. Era di Buchanan. E non solo non l'ha fatto, ma ha detto loro che il processo non ci sarebbe stato se Lauren fosse morta prima che si potesse fare.- 
- Quanto è vero Iddio...- fece Barba - se è successo loro qualcosa, prima lo denuncio all'ordine degli avvocati per violazione del segreto professionale, e poi lo poterò alla sbarra come complice per omicidio.- 
In quel momento vennero raggiunti da Amanda, trafelata e con un'espressione di gioiosa incredulità. 
- Olivia! Forse ci si siamo.- fece la bionda - Abbiamo ricevuto una segnalazione dal distretto di zona a Soho. Carisi li ha contattati dicendo di aver bisogno di supporto e di chiamare noi.- 
Barba quasi saltò in piedi - Ci sono feriti?- 
- No.- fece Amanda - Fin ha detto agli agenti di non fare nulla finchè non arriviamo noi.- 
- Andiamo allora.- fece Liv.
...
...
...
Lauren stava giocando con la pistola. Inseriva e toglieva la sicura e i proiettili, divertendosi a contarli, mentre Bel e Genesis la guardavano terrorizzate chiedendosi se e quando avrebbe deciso di usarla contro di loro. 
Carisi si affacciò per dire - Ho chiamato Liv e gli altri. Arriveranno a minuti.- 
Lauren annuì - Bene. Ottimo.- 
Genesis tentò - Dovrei usare il bagno.- 
- Prego, falla pure.- fece Lauren - chi te lo impedisce?- 
- Scherzi vero?- fece Geneisi sgranando gli occhi - Mica vorrai che pisci sul pavimento!- 
- Non lamentarti. E' un favore al confronto.- fece Lauren - Mio padre non vi ha forse supplicato di avere almeno le sue medicine? Non vi ha forse detto di prendere tutti gli oggetti di valore che c'erano in casa, i soldi, la combinazione della cassaforte, non vi ha offerto forse l'orologio d'oro che portava, tutto... pur di avere almeno le sue medicine???-fece andando contro di loro con la pistola per poi guardare Sonny - Ha implorato, ha supplicato... e queste due streghe gli hanno negato di potersi salvare la vita.- 
- Non pensavamo che dicesse la verità!- fece Bel - pensavamo che...- 
- Non è vero...- fece Lauren - sta zitta o ti scarico la pistola in testa. Ci avete tenuto d'occhio per almeno due mesi... sapevate delle lenzuola d'organza, quindi non potevate non sapere dei suoi problemi.- 
- La situazione c'è sfuggita di mano, ok.- fece Genesis - Nessuno degli uomini con cui abbiamo giocato è mai morto, non doveva morire nemmeno lui, volevamo solo che tua madre si rendesse conto con chi era sposata.- 
- Ok.- fece Sonny - a quello che ho sentito... è arrivata una confessione. - fece il poliziotto allungando una mano verso Lauren - su...dammi la pistola.- 
Lauren dissentì. 
- Non funzionerà... il modo per cavarsela lo troveranno, e qualcun altro soffrirà. Altri bambini si ritroveranno da soli o con la famiglia a pezzi...- fece Lauren - ho commesso l'errore di lasciarle in vita una volta... stavolta non sbaglio.-
Le due per la prima volta si spaventarono davvero.
- Cazzo cazzo, fermala, ci vuole uccidere!- piagnucolò Genesis. 
- Non la biasimo!- fece Sonny. 
- Ma che razza di poliziotto sei? Perchè difendi lei e non noi, chi è la pazza con la pistola tra noi???- urlò Bel. 
- STATE ZITTE!- urlò Lauren facendo sobbalzare persino Carisi  - Se riaprite la bocca anche solo per respirare, vi sparo.-e l'avrebbe fatto volentieri, con un gran sorriso su quelle fottute labbra... ma dove sarebbe stato il divertimento? Suo padre e suo fratello avevano sofferto le pene dell'inferno per un giorno ed una notte prima che la morte raggiungesse suo padre e le convincessero a scappare, non prima di aver devastato la loro casa con graffiti e distrutto soprammobili e qualunque altra cosa ci fosse in giro per casa. Era indecisa se costringerle a salire su una sedia dopo averle bendate e legato le mani dietro la schiena, scuotendo la sedia minacciando di farle cadere e farle sfracellare ad un metro da terra... o buttar loro addosso carta e benzina minacciando di bruciare la casa con loro dentro, come avevano fatto con suo padre e suo fratello. 
- Dite addio al mondo e pregate se avete un Dio, puttane!- fece Lauren.
Bang!
Bang!
Bang!
Bang!
Bang!
Bang!
Bang!
In breve la parete fu presa d'assalto dai proiettili, mentre le due tremarono ad ogni colpo esploso. 
- Me ne è rimasto uno solo in canna.- fece Lauren guardandole con uno sguardo di ghiaccio - e con questo ad una di voi apro la testa.-
- Lauren no, aspetta.- fece Sonny. Se non gliele toglieva dalle mani le avrebbe ammazzate davvero. E che il cielo lo assolvesse, non gli sarebbe dispiaciuto, ma poi avrebbe dovuto arrestarla - non ti conviene ucciderle... diventerebbero loro le vittime, e nessuno saprebbe cosa ti hanno fatto... anche se ti vendichi la tua famiglia non tornerà in vita.- 
- Lo so, ma non m'importa!- fece Lauren - Non c'è più niente per me in questo mondo, niente! Sono già morta dentro, da almeno sei anni, posso anche morire in prigione!-
- No, ascolta... tu non sei affatto morta dentro.- fece Sonny - Ascolta: se lo fossi stata, queste due sarebbero all'obitorio, crivellate di colpi da un pezzo... potevi prenderti la tua vendetta, ma hai chiesto giustizia. 
Hai ancora speranze per il futuro... sei stata bravissima finora, non buttare via tutto adesso che il traguardo è così vicino da poterlo toccare.- 
Lauren parve non averlo ascoltato e poi si rivolse a Genesis - Ti lascio la scelta... o ti apro la testa con un proiettile... o uccido la tua collega.- 
- Cosa...?- fece Genesis terrorizzata come non mai in vita sua - No... non puoi farlo!- 
- Perchè no? Tu non ti sei fatta problemi a dirgli di stuprarmi o di farsi stuprare...- fece Lauren - Eh si... il vostro gioco non è così divertente vero?- 
- Per favore...- fece Genesis - Non farlo... ce ne andiamo via ok? Non verremo più a romperti le palle, ci ricorderemo il tuo nome, ti lasceremo in pace, te, il tuo futuro marito e i bambini ma per favore per favore... non ci uccidere!- 
- E' troppo tardi.- fece Lauren - Voi vi siete prese la mia vita, adesso tocca a voi essere messe sotto torchio da un tribunale fai da te.- 
- Lauren ascolta, così facendo i tuoi genitori e tuo fratello non torneranno in te.- 
Lauren lo guardò con gli occhi pieni di lacrime - E...e.... come posso riaverli indietro....? Ti prego dimmi come devo fare per...-
Sonny guardò addolorata - Non li riavrai indietro Lauren. E credimi quando ti dico che mi venderei l'anima se questo potesse riportare indietro il tempo a quel Novembre... ma non posso. Quello che però posso fare è metterle in prigione ed aiutarti a ricominciare da capo. 
E' questo che devi fare. Mantieni vivo il loro ricordo, ricordali come una famiglia unita ed amorevole, e vai avanti... ed io ti giuro sarà come se fossero sempre li con te.- 
Lauren a quel punto crollò in ginocchio tenendo stretta la pistola scoppiando in un pianto disperato. Il piano che aveva represso da sempre e da anni. Carisi la prese tra le braccia cercando di consolarla come poteva. Sapeva che non avrebbe sparato. Gli anni di isolamento, di sofferenza e di autodistruzione psicologica non avevano avuto ripercussioni sul suo animo buono e generoso. La strinse forte come se fosse un naufrago in mezzo alla tempesta mentre la conduceva fuori dalla casa che poteva diventare il loro mattatoio. Fuori c'erano Liv, Fin ed Amanda. A questi ultimi fece cenno di entrare in casa per arrestare Bel e Genesis. 
- Lauren...- fece Liv abbracciandola -Come va, tutto a posto?- 
Lauren annuì tremante. 
- Non sono stata nemmeno capace di ammazzarle...- 
Liv la coccolò come se fosse una bambina piccola, un piccolo esserino che non sapeva nulla del mondo in cui era appena capitato su cui vegliare e proteggere - No. Tu non hai sparato perchè sapevi che non era giusto.- 
BANG!
Fu un attimo, ma bastò. 
Genesis aveva ripreso la pistola di Carisi dall'agente di pattuglia che la stava scortando fuori ed aveva sparato l'ultimo colpo rimasto in canna, dritto dritto alla spalla di Lauren che cadde a terra senza un grido. Nel quartiere si scatenò subito un fuggi fuggi generale di gente terrorizzata che chiamava aiuto, cercava rifugio e cercava di tenere stretti a loro i figli.
- LAUREN!- urlò Olivia con gli occhi vitrei. La ragazza era stesa a terra mentre una pozza di sangue si allargava sotto di lei, aprendo la bocca per dire qualcosa, ma riuscì solo a boccheggiare come un pesce rosso - PRESTO, UN'AMBULANZA, FERITA DA ARMA DA FUOCO!-
- MA CHE CAZZO HAI FATTO, SGUALDRINA?!?!?!??- urlò Amanda afferrando Genesis interrompendo così le risate sguaiate delle due che avevano trovato esilarante il modo in cui Lauren era caduta a terra. 
- L'ho solo accontentata!- fece Genesis - è da quando l'abbiamo incontrata che non fa che frignare su quanto le manchino i suoi genitori e suo fratello, voleva sapere cosa fare per riavere indietro, adesso li rivedrà, tutti felici.- 
La bionda le torse il braccio dietro la schiena spingendola contro la macchina - Io... ti potrei rompere il braccio, e tutte le altre ossa che ti rimangono. Sia a te che alla tua socia a delinquere... ma sai cosa? Lascerò che sia Barba a farvi male. Tanto male.- 
Carisi prese la sua giacca - Lauren ascolta, dobbiamo bloccarti l'emorragia... ti farà male.- e nel dir così premette la giacca sulla ferita. Lauren cacciò un urlo, aggrappandosi alle braccia del poliziotto, mentre Liv tentava di calmarla carezzandole la fronte. 
- Ehy, confermo quanto detto prima.- fece Sonny mentre la sirena dell'ambulanza si faceva sempre più vicina - sei stata eccezionale finora. Non mollare.- 
Fu l'ultima cosa che la ragazzina sentì prima di svenire.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** La fine di tutto ***


Per fortuna la ferita alla spalla di Lauren Winstone non era così seria da rendere necessaria la sala operatoria. 
- Se l'è cavata molto bene.- fece l'infermiera. 
- Appunto. Non so nemmeno perchè mi ricoverate... è solo un graffio...- fece Lauren mordendosi le labbra a sangue. Anche se non era una ferita grave o mortale le faceva comunque malissimo. 
- Forse perchè il graffio te l'ha fatto una pallottola, tesoro.- fece la  dottoressa prendendo delle pinze ed una siringa alla novocaina.
La ragazza afferrò il braccio di Olivia. Lei stava bene, e se la sarebbe cavata. 
Sonny aveva dovuto pagare il prezzo più alto invece. 
Anche se in quel momento giocava a fare lo gnorri.
- Rimanga vicino a Sonny.- fece Lauren mentre il medico le disinfettava la ferita - Ha bisogno di supporto.- 
Olivia la guardò - Che intendi dire?- 
Ma era troppo tardi.
L'anestesia aveva già fatto effetto. 
Appurato che Lauren era al sicuro, decise di informarsi sulla salute del più giovane dei membri della sua squadra.
Carisi era su una brandina del pronto soccorso, con un paramedico che gli stava misurando la pressione. 
- Come sta?- fece Olivia. 
- Sta bene.- fece il medico - Non ho riscontrato ferite, ne traumi... un po' sotto shock forse, ma credo sia normale.- 
Olivia attese che il medico se ne fosse andato per parlare con Carisi. Lauren le aveva detto di stare vicina a Sonny e di dargli supporto. Il medico aveva detto che il suo detective stava bene e che non aveva riportato ferite... solo che anche se da poco, conosceva bene Lauren, e sapeva che quando portava qualcosa alla loro attenzione aveva ottimi motivi. 
- Tenente...- sorrise Sonny - Mai stato così felice di vedere qualcuno in vita mia.-
- Altrettanto. Ci avete fatto prendere un bello spavento.- commentò Liv.
- Barba dov'è?- fece Sonny guardandosi attorno. 
- Arriva tra poco.- fece Liv - sta facendo il culo a Buchanan.- 
Sonny sorrise al pensiero - Ma fa bene... Dio, una cosa sola doveva fare, tenerle d'occhio quelle due pazze.-
-Puoi dirmi com'è andata?- 
Sonny annuì.
- Eravamo usciti dal ristorante e stavamo parlando... volevo portarla alla Fordham per farle vedere il campus, e convincerla a fare un pensierino sull'idea di riprendere gli studi... quando siamo saliti in macchina Bel e Genesis erano già lì... non so come hanno fatto ad entrare... forse non ho chiuso la macchina quando ho parcheggiato...-
Liv fece cenno di no.
- No. Hanno chiesto a Buchanan di usare il bagno, prima della preparatoria, e hanno forzato il cassetto della scrivania di Barba.- fece Liv - c'era una copia delle tue chiavi della macchina.- 
- Si... c'era uno sciopero degli Uber, e mi aveva chiesto in prestito l'auto...- fece Carisi. 
- Ok. Poi che è successo?- fece Liv.
- Sotto il sedile tengo la pistola di riserva.- fece Sonny - Mentre eravamo al Bistrot hanno curiosato nella mia macchina, e devono averla trovata.... mi hanno puntato l'arma contro ed intimato di consegnar loro quella che portavo con me e le manette. Hanno ammanettato Lauren al poggiatesta e minacciato di strangolarla se non avessi guidato... poi una volta in quella casa Lauren si è ribellata, e ha preso in mano la situazione.- 
- C'è altro?- fece Olivia. 
- No. E' tutto.-
- Carisi... ti conosco da un po'.- fece Liv - e quello che so di te, è che le bugie non le sai dire. E se le dici, ti riesce malissimo. Che è successo in quella casa?- 
Carisi provò a cambiare discorso - Lauren come sta?- 
Liv ripose - La ferita era più dolorosa che pericolosa. Le hanno tolto la pallottola in Pronto Soccorso, non c'è stato bisogno della sala operatoria... adesso per favore, rispondi.- 
- Te l'ho detto.- fece Sonny - non ho altro da dire... è tutto, davvero.- 
- Stai dicendo che quelle due psicopatiche  vi hanno solo portato via, con l'intenzione di tenervi solo rinchiusi? Carisi. Non sta in piedi.- nel dir così gli porse un bicchiere d'acqua - Puoi parlare liberamente.- 
Sonny bevve l'acqua in un'unica sorsata. 
Erano quelli i momenti in cui avrebbe ucciso per un drink. 
- Volevano far invalidare il processo. E lo sai anche tu quali sono i motivi con cui un processo si può invalidare, specie se è uno stupro o si rende necessario che la vittima testimoni... se il testimone principale muore... o se qualcuno che ha lavorato al caso ha avuto dei contatti un po' troppo intimi con imputati o testimoni...- fece Sonny cercando di non tremare - Così hanno... oddio, non riesco nemmeno a dirlo...- 
- Vuoi prenderti un po' di tempo?- fece Liv che iniziava ad intuire dove quel discorso stava per andare a finire, sperando con tutto il cuore che Carisi le dicesse tutt'altro. 
Sonny fece cenno di no con il capo. 
- Mi hanno detto che avrebbero ucciso Lauren se non avessi fatto sesso con lei o con Bel...- fece Sonny abbassando lo sguardo - ho cercato di prendere tempo più che ho potuto, ma alla fine...- 
- Oddio...- fece Liv portandosi una mano alla bocca, pallida come un lenzuolo - Sonny.... non ti avranno mica...-
- No.- fece Sonny - Ho detto loro che ci sarei stato, ma che non avrei toccato Lauren nemmeno per sbaglio... Bel mi ha fatto mettere sul divano, si è seduta sulle mie gambe e ha iniziato a baciarmi...  e non si sarebbe fermata lì... non so come ha fatto Lauren, ma è riuscita a cavarmi dagli impicci...- 
- Carisi.- fece Liv - quello che hai appena descritto è un tentativo di stupro e molestie sessuali.- 
- No.- fece il poliziotto - Non è successo niente, va bene? Non...- 
- Non c'è niente di cui tu ti debba vergognare.- fece Liv - ma devi parlarne con qualcuno. Posso suggerirti uno psicologo se vuoi.- 
- No. Non c'è bisogno... lo supererò. Cole mi ha puntato una pistola dritta in faccia, pensavo che mi avrebbe ucciso, e l'ho superata, senza psicologi o roba simile... funzionerà anche stavolta... non ho intenzione di andare a dire a chicchessia di essermi fatto fregare come un pivello fresco di accademia e di non essere riuscito a tenere a bada due donne o di pagare qualcuno perchè ascolti i miei problemi. Per favore, adesso lasciami in pace.- 
Liv sorrise annuendo - D'accordo. Ti lascio tranquillo.- nel dir così sfilò un biglietto da visita dal suo portafoglio. Il biglietto da visita del dottor Lindstrom - Se cambi idea... chiamalo.- 
Sonny annuì poco convinto. 
Barba ne sarebbe stato informato. Di sicuro. Sperava solo che non lo chiamasse a testimoniare. 
..
..
..
Ci volle una settimana perchè Lauren potesse riprendersi ed essere in aula per il processo alle assassine della sua famiglia. Bel e Genesis, che di solito erano abituate a vestire in maniera sexy e provocante, per tutta la durata del processo erano vestite da perfette brave ragazze della porta accanto. Sul banco dei testimoni sfilarono Lauren, tutta la squadra SVU, ed anche il signor Weber che in preda ad una profonda crisi di coscienza aveva confessato a sua moglie cosa aveva dato origine agli eventi del 20 Marzo appena trascorso, desideroso anch'egli di farla pagare a quelle due donne che presentandosi come dolci ed innocenti fanciulle bisognose di aiuto avevano deciso di rovinare la sua vita. Assieme a lui, altri sei uomini si erano fatti avanti denunciando stupri, abusi e torture. 
La giuria pareva essere sconcertata da quei racconti che trasformavano le due ragazze dal sogno di qualunque uomo a dei mostri senza etica e senza morale, che ridevano sguaiatamente persino dopo aver accidentalmente causato la morte di un uomo. 
E parevano essere stati folgorati dalla testimonianza strappa lacrime di Lauren Winstone.
La giuria era dentro da quasi due giorni ormai. 
- Perchè ci mettono tanto a decidere?- fece Lauren andando avanti ed indietro nello studio di Barba.
- Non c'è nulla di strano, tranquilla.- fece Barba in tono paterno - Vuoi che ti ordini qualcosa da mangiare?- 
- Scusi, ma non riesco a pensare al cibo in un momento come questo.- fece Lauren - quest'attesa è terribile.- 
- Però mangiare qualcosa non ti farebbe male.- fece Sonny - Il medico ha detto che devi mantenerti in forze.- 
Liv le andò vicina - Lo so che non ce la fai più ad aspettare... ma devi stringere i denti ancora per qualche ora. Dopo sarà tutto finito.- 
- E se dovessero decidere che non è possibile che siano colpevoli? E se qualcuno fosse in disaccordo in camera di consultazione?- fece Lauren. 
- Non credo ci sia da preoccuparsi.- fece Barba - Anche se è palese che se un avviene un tradimento coniugale, la responsabilità non è dell'amante ma di chi tradisce, tutti, sia uomini che donne, hanno l'istinto di spaccare la faccia all'amante. E poi ci sono i video che hai girato, quelli di tuo fratello... nessuno può credere alla storia che si è trattato di un gioco erotico consensuale finito male.- 
In quel momento vennero raggiunti da Carmen.
- Sono rientrati.- 
Lauren tremò. Fino ad un secondo prima moriva dalla voglia di sapere cosa fosse stato deciso sul suo caso, adesso avrebbe voluto aspettare ancora. 
Ma ormai il tempo era finito. 
...
...
...
- Membri della giuria, avete raggiunto un verdetto unanime?- fece il giudice Serani.
- Lo abbiamo raggiunto, Vostro Onore.- fece il portavoce. Un uomo basso e tarchiato, sui quarant'anni. 
- Per le accuse di stupro, tortura, rapimento, omicidio e violazione di domicilio, come giudicate le imputate?- 
- Giudichiamo le imputate... colpevoli.- 
Lauren riprese a respirare in quel momento.
Finalmente, dopo sei anni era finita.
Bel e Genesis invece iniziarono ad urlare, istericamente. 
- Non è giusto! Questo non è un processo è un teatrino!- fece Genesis - Noi non abbiamo fatto niente di male!- 
- Ordine.- fece il giudice battendo il martello - Mi trovo d'accordo con il verdetto emesso dalla giuria. Per quanto possa essere d'accordo sul fatto che tradire il proprio coniuge sia un atto immorale e che renda chi lo compie indegno di fiducia, non posso dire di essere d'accordo sul fatto che sia un reato da punire con la pena di morte. Per questo esistono i tribunali civili e gli avvocati divorzisti. 
Nemmeno posso giustificare la barbarie che la famiglia Winstone ha dovuto subire.
Per cui condanno le imputate alla pena di 2360 anni di prigione, oltre che al pagamento delle spese processuali.
La seduta è tolta.- 
Poco dopo le due donne vennero consegnate, scalcianti ed urlanti agli agenti che le avrebbero consegnate a Rikers. Lauren le fissò senza dire una parola, gongolando per il verdetto. Dopo sei anni finalmente si sentiva libera ed in pace.
- Sono orgogliosi di te.- fece Sonny con il sorriso sulle labbra.
- Come?- 
- I tuoi genitori e tuo fratello.- spiegò Amanda - Ovunque siano, in questo momento sono orgogliosi di te.-
Lauren sorrise per poi abbracciare uno ad uno i membri della sua nuova famiglia.
Quelli che l'avevano accolta e soccorsa quando ormai aveva perso fiducia nella vita e nella giustizia, prendendola per mano mentre era all'inferno, sostenendola ad ogni passo mentre la guidavano per uscire.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Epilogo ***


Una settimana dopo il verdetto, Lauren era al cimitero di Plainfield, Ilinois, con un mazzo di crisantemi bianchi.
- Ciao mamma. Ciao papà. Ciao Johnny...- salutò la ragazza con le lacrime agli occhi, inginocchiandosi davanti alla lapide della sua famiglia - scusate se non sono venuta prima... ma non volevo disturbare il vostro riposo, se non avessi avuto una cosa importante da dirvi. Adesso ce l'ho. 
Bel e Genesis sono state arrestate... e dodici persone ed un giudice le hanno riconosciute colpevoli. Scusate se ci ho messo tanto... ma ora è finita. Non dovete più preoccuparvi.- ingoiò - Adesso so chi vi ha portato via da me e perchè.... papà, quello che hai fatto alla mamma è orribile. Hai tradito una moglie dolce ed affettuosa con due ragazze che hai conosciuto per soli dieci minuti.... ma non meritavi di morire tra atroci torture. 
Mamma, non arrabbiarti con papà...ha sbagliato, è vero, ma non era una decisione che spettava ad altri se non a te quella di scegliere se perdonarlo o meno... perdonalo. Come io ho perdonato lui, e te e Johnny per avermi lasciato da sola...- nel dir così cambiò i fiori e l'acqua al vaso - Ho deciso di andare al college. Mi laureerò in legge, e poi andrò all'accademia di polizia. Ho trovato degli amici che mi aiuteranno a rimanere a galla in questo momento... gli stessi che devo ringraziare se oggi sono venuta a darvi questa bella notizia.-
Si fece il segno della croce prima di andare via. 
Doveva tornare a casa.
...
...
...
- Carisi.- fece Olivia al più giovane dei suoi sottoposti - Nel mio ufficio. Subito.- 
Sonny si alzò e si diresse nell'ufficio del suo superiore, chiudendo la porta.
- Volevi vedermi?- fece Sonny. 
- Sì.- fece Olivia - Ho chiamato il dottor Lindstrom. Ha detto che nell'ultima settimana ti ha fissato tre sedute, e ti sei presentato agli ultimi cinque minuti. Ogni volta.- 
- Ho avuto un contrattempo.- fece Sonny - Può capitare.- 
- Una volta su tre. Non tre su tre.- fece Olivia - Carisi. So cosa stai facendo. Fingere che il problema non esista non lo risolverà.- 
- Io non ho nessun problema, ok?- fece Sonny - Non mi è successo niente.- 
- Amanda ha detto che l'altro giorno ti ha toccato una spalla per chiamarti, visto che non rispondevi quando ti chiamava per nome, e sei scattato come un pupazzo a molla.- 
- Ero sorpreso, ecco tutto.- fece Sonny - io non capisco perchè tu mi voglia vedere a tutti i costi come una vittima da salvare....-
'' Quando per trovarne una basta aspettare nemmeno mezza giornata'', avrebbe voluto aggiungere ma lo tenne per sè. 
- E' questo che pensi?- fece Olivia - che io mi senta più felice e a posto con il mondo quando incontro una vittima da salvare e che voglia fare altrettanto con te? Perchè ti sbagli.
Carisi.... lavoro qui da più tempo di te, di Amanda... persino di Fin. E adesso sono  a capo dell'Unità. Ho una doppia responsabilità verso di voi. Devo garantire per la vostra condotta, ma devo anche proteggervi. E che tu lo voglia riconoscere o meno, hai bisogno di un supporto.- 
- Ok, va bene.- fece Sonny sarcastico - E cosa dovrei andare a dire allo psicologo, secondo te? Che stavo per stuprare una ragazzina di diciotto anni e farmi fare una serie di domande del tipo, come ti sei sentito, avevi voglia di farlo?
Che per evitare uno stupro stavo per subirne uno a mio volta, che non sono stato capace di reagire contro due ragazze pur non essendo ubriaco o semi incosciente?
O di essermi fatto fregare come un pivello appena uscito dall'accademia e con il minimo delle valutazioni?-
Olivia cercò di calmarlo - Carisi. Calmati.- fece versandogli dell'acqua - bevi un sorso e cerca di calmarti un po'.- 
Sonny obbedì. 
- Ascolta. Nessuno pensa e mai penserà che tu abbia mai pensato di obbligare una donna a fare qualcosa che non voleva. E nessuno ha mai pensato che non fossi in grado di svolgere al meglio il tuo lavoro.- fece Olivia - Carisi, quello che voglio dire, è che è normale avere bisogno di aiuto a volte. E non c'è nulla di cui doversi vergognare ad ammetterlo ad alta voce.
Dammi retta. Vai a fare due chiacchiere con Lindstrom. Senza trovare scuse per non andarci.-
Sonny annuì.
- Ok. Domani.- fece Sonny - No, non sto procrastinando... ma oggi è un giorno di festa per Lauren. E non voglio rovinarglielo con i miei problemi.- 
Liv sbuffò - E sia. Ma da domani voglio che tu frequenti lo psicologo, altrimenti...- 
- Mi licenzi?- 
- Non ci sono i presupposti. Per ora. Però posso convincere il dottor Lindstrom a piazzarsi qui.- fece Olivia - Sonny, è per il tuo bene: non puoi lavorare con le vittime di stupro e di abusi in generale, se tu per primo non affronti i tuoi problemi.-
Sonny annuì per poi dirigersi alla Grand Central per andare a prendere Lauren. Alla fine aveva deciso di stabilirsi a Manatthan, definitivamente. Non voleva perdere le amicizie che aveva stretto in quelle settimane che per molto tempo aveva immaginato come la fine di tutto, e che invece erano state quelle della rinascita.
- Ho parlato con il preside della Fordham. Ha detto che potete supervisionarmi voi.- fece Lauren mentre con la macchina del poliziotto si dirigevano verso il quartiere di Chelsea. 
- Perfetto.- fece Sonny - Sono contento che tu abbia deciso di riprendere a studiare.- 
- E' buffo sai?- fece Lauren - un mese fa pensavo solo alla vendetta, e che dopo averle consegnate a chi di dovere sarei finita in prigione pure io... non avevo nemmeno la voglia di combattere per la mia libertà...- 
- Hai passato il periodo più oscuro della tua vita.- fece Sonny - e non avresti mai dovuto viverlo. Adesso hai tutto il diritto di ricominciare. Hai diciotto anni. Ed una vita intera davanti a te. Avrai momenti difficili, ma noi ti staremo sempre vicino.- 
- Dove stiamo andando?- 
Sonny sorrise - Aspetta e vedrai. E' una sorpresa.- 
Accostò davanti ad una casa a cui si accedeva con una piccola scala. Una casa dai mattoni rossi. 
Sonny scese e la invitò a seguirlo. Poi le portò dentro i bagagli. L'interno dell'appartamento era confortevole. Ben arredato e pulito. 
Lauren continuava a non capire. 
Poi, nel soggiorno...
- SORPRESA!- fecero Liv, Barba, Fin ed Amanda. Sul tavolo c'era un piccolo buffett ed uno striscione '' Welcome Home''.
Lauren li guardò tutti con gli occhi fuori dalle orbite prima di dire - Ma... cosa...?-
Fu Liv a rispondere - E' semplice. Questa, d'ora in poi, è casa tua. Abbiamo organizzato una raccolta fondi sui social. Vivrai qui d'ora in poi.- 
- C...cosa?- fece Lauren. 
- Abbiamo promesso che ti avremmo aiutato a rifarti una vita.- fece Amanda - e il primo passo è darti un posto dove stare. Lo stato ti pagherà l'affitto e le bollette fino a quando non avrai trovato un lavoro che possa provvedere a tutte le tue necessità.- 
- Io non so che dire...- fece Lauren senza fiato davanti ad una simile generosità.
Barba le si avvicinò con una busta.
- Questo invece è da parte mia.- 
Lauren la aprì e vide due file di numeri e parole. 
- Che cos'è?- 
- Sono le coordinate di un conto bancario. Un fondo per l'università.- fece Barba. 
- No, non posso accettare..- fece Lauren - Vi sono grata per tutto quello che avete fatto per me, ma non posso accettare anche questo.- 
- Si che puoi. Anzi devi.- fece Barba- all'udienza ero sincero quando ho detto che lo stato ti doveva qualcosa. La prima volta che hai chiesto aiuto ti ha riso in faccia e hai fatto il lavoro della polizia. E meglio di molti infiltrati. Questo è il minimo sindacale.- 
- Ma io...- 
- Tesoro.- fece Amanda - hai passato troppo tempo a badare a te stessa e a fare un lavoro che non ti spettava. 
Per favore. Lascia che ora ci sia qualcuno a prendersi cura di te.- 
Lauren dopo averci riflettuto annuì e li abbracciò uno ad uno. 
Dopo sei anni finalmente aveva reso giustizia alla sua famiglia. Ma di una cosa era certa: non ce l'avrebbe mai fatta senza l'affetto e l'amore dei suoi nuovi amici e della sua famiglia aquisita. 
Gli stessi che adesso, a poco a poco, la stavano restituendo alla vita.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3892877