I Prigionieri della Torre

di lmpaoli94
(/viewuser.php?uid=975081)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La fuga ***
Capitolo 2: *** Nel buio di una notte d'estate ***
Capitolo 3: *** Prigionieri sotto tortura ***
Capitolo 4: *** Espedienti subdoli ***
Capitolo 5: *** Prigioniero di una cospirazione ***
Capitolo 6: *** Richiesta d'aiuto ***
Capitolo 7: *** La forza della libertà ***



Capitolo 1
*** La fuga ***


I paesini che si affacciavano lungo il litorale livornese erano stracolme di persone che da molto tempo avevano aspettato la stagione calda tanto agognata.
Tutti sembravano felici in mezzo al quelle moltitudine di feste circondate da un mare bellissimo.
Ma non tutti sapevano della leggenda di uno scienziato pazzo rinchiuso nel castello in quei giorni d’estate.
Il celebre uomo, accusato di aver ucciso alcune persone a causa di una sostanza inquinante da lui inventata, era stato isolato in uno dei momenti più belli del paesino toscano in attesa di essere trasportato in prigione.
< Non avrai vita facile, stupido scienziato pazzo > gli fecero le guardine senza perderlo di vista nemmeno per un secondo < Meriteresti la pena di morte dopo tutte le persone che hai ucciso. >
Ma il giovane scienziato pazzo non accennava a rispondere agli insulti e alle provocazioni, elaborando un piano di fuga per tornare nel suo paese d’origine: il Giappone.
un lungo viaggio ricco d’insidie per un uomo pericoloso come lui.
Ma il giovane scienziato non si sarebbe mai arreso di fronte a niente e nessuno, mettendo a repentaglio anche la sua esistenza.
< Hai fame? È da molti giorni che non mangi. Ecco qua la tua cena. >
< Non ho appetito > replicò lo scienziato con tono grave.
< Mangia, ti ho detto! Devi essere in forze per il tuo processo. Anche se tutti sappiamo quale sarà il tuo destino. >
< Davvero? Peccato che nessuno a parte me, saprà quale sarà il tuo di destino. >
< Che cosa intendi dire? >
< Ahahah stavo facendo solo una supposizione. Non preoccuparti > rispose l’uomo con ghigno malefico < Sei un giovane inesperto in confronto a me e per di più fai un lavoro molto pericoloso. Ma chi te l’ha fatto fare? Finire per fare la guardia ad un pazzo come me. Molto strano, non trovi? >
< Mi stai forse facendo il lavaggio del cervello? >
< Oh, certo che no. Stiamo solo parlando in maniera amichevole come due perfetti amici che si conoscono da molti anni. >
< Io non ho nessuna intenzione di essere tuo amico. >
< Peccato. Saremmo andati molto d’accordo… Magari in un’altra vita… Chissà. >
< Adesso basta parlare. Se non vuoi consumare la tua cena, vattene immediatamente a letto. Questa sera è la tua ultima notte in questo castello. >
< Ancora non capisco perché mi abbiate rinchiuso qua dentro. >
< Tutte le celle sono piene a causa di criminali spietati come te… >
< Ma non ero un soggetto molto pericoloso rispetto ad altri detenuti? Vuoi forse dirmi che sono così importante da essere rinchiuso in un castello? Vi ringrazio del regalo. >
< Tatewaki! Cosa stai facendo?! > gridò il superiore della guardia beccandolo sul fatto a parlare con il detenuto.
< Niente, signore. Stavo solo dando la cena al nostro “ospite”. >
< Ci stavi parlando. Non puoi parlare con i detenuti. Te l’abbiamo già spiegato, ricordi? >
< Mi dispiace. Non succederà più. >
< Capisco che sei molto stanco ma non puoi farti raggirare da questo scienziato. È completamente pazzo e vuole usarti contro di noi. >
< Andiamo. Non arriverei mai a tanto. >
< Fai silenzio! >
< Se credete di farmi paura sappiate che non ci riuscirete mai. Io sono innocente! Non sono io il responsabile di quei poveri morti. >
< Certo, vallo a spiegare al giudice. Nessuno ti crederà, professor Ono Tofu. Ormai il tuo destino è segnato… Andiamo, Roberto. Qui abbiamo finito > disse infine la guardia lasciando da solo il prigioniero.
“Questo è tutto da vedere… Ormai l’ora sta per giungere. La luna è alta nel cielo e io sono a pochi passi dalla mia libertà.”
Mentre il silenzio stava riempiendo l’aria, Ono Tofu era pronto per mettere in pratica il suo piano di fuga.
“Una guardia sta dormendo in vice di controllarmi… Ottima pensata.”
Una volta riuscito a scassinare la porta della cella che lo teneva rinchiuso, Ono Tufo si muoveva per il castello senza fare il minimo rumore.
“Ci deve essere una riunione in questo grande salone. Sono sicuro che parleranno di me… Ho tutto il tempo per la mia fuga.”
< Domani mattina sarà il giorno che Ono Tofu verrà trasferito in una prigione di massima sicurezza dove passerà gli ultimi anni della sua vita > fece Soun Tendo, capo delle guardie < Presto non sarà più un problema per noi. >
< Ha ucciso le nostre famiglie solo per uno stupido esperimento > replicò il Genma Saotome con le lacrime agli occhi per la disperazione < Deve soffrire e morire com’è successo ai nostri cari. >
< Avrà il solito destino, tranquillo Ryoga. La morte di tua moglie e dei tuoi figli non rimarrà impunita. >
< Capitano Soun, ma se verrà trasferito in una cella di massima sicurezza, noi non lo rivedremo mai più… >
< E questo ti dispiace, Hikaru? >
< No. Ma se vogliamo vendicarci, dovremmo ucciderlo con le nostre mani. >
< Noi siamo gli addetti a fare la guardia ad un criminale ricercato in tutto il mondo. Non abbiamo nessun diritto di ucciderlo. >
< E’ qui che si sbaglia, Capitano. >
< Tatewaki… Che cosa vuoi dire? >
< Sappiamo che è una persona subdola e senza cuore. Non si merita di marcire in una cella. Deve morire per il nostro volere. E sono convinto che tutti siate d’accordo con me. >
Guardandosi intorno, il Capitano Soun guadagnò con una sola frase la fiducia di tutti i suoi colleghi per linciare e togliere di mezzo colui che aveva segnato le vite di questi ragazzi.
< Capitano, manca solo lei… Se non accetta il nostro volere, è totalmente contro di noi. Sarebbe una scelta imperdonabile > mormorò Tatewaki < Si fidi di noi. Non le faremo rimpiangere la sua posizione. Nessuno saprà di questo delitto. >
< E la giustizia che si occupa del caso? Quando non lo vedranno arrivare in aula che cosa diranno? Verranno a conoscenza che è solo colpa nostra e saremo tutti incriminati. >
< Magari qualcuno di noi potrebbe prendere il suo posto… Magari io, Capitano. >
< Tu, Tatewaki? >
< Sono quello a cui gli assomiglia di più. Mi guardi negli occhi. >
Riflettendo sul piano dei suoi sottoposti, alla fine il Capitano incaricato per sorvegliare la sorte di un detenuto altamente pericoloso, acconsentì alla richiesta dei suoi uomini.
< Va bene, ma facciamo in fretta. Abbiamo parlato fin troppo. >
< Sarà colpito da una scarica di pallottole che non riuscirà nemmeno a capire da dove provengano. >
Una volta usciti da salone, Ono Tofu si rinchiuse in un mobile dove erano contenuti armamenti molto antichi.
“Vedrete che bella sorpresa quando non mi troverete nella mia cella… Vorrei tanto vedere le vostre facce, ma purtroppo non ho così tanto tempo.”
Appena arrivati di fronte alla cella dello scienziato, Tatewaki si bloccò improvvisamente colpito dai sensi di colpa.
< Ragazzi, secondo me stiamo sbagliando. >
< Capitano, se lei non vuole commettere questo atto di rivolta è libero di starne fuori… Ma per noi non si torna indietro. La preghiamo di aprirci la cella. >
In mezzo ad un ammutinamento contro la sorte di un prigioniero, le guardie designati per la sua protezione erano pronti per sparargli.
Ma quando videro che la cella era completamente vuota, il panico e l’allarme si riversarono in tutto il castello.
< Dobbiamo ritrovarlo! All’istante! > gridò Tatewaki < Voi! Venite con me! >
< Tatewaki, cosa stai facendo? Non sei tu il capitano di questa spedizione! >
< E lei non ha più nessun potere contro di noi > replicò il ragazzo con disprezzo < Il prigioniero non può essere andato molto lontano… O lei ci da’ una mano, o faremo da soli. A lei la scelta. >

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Nel buio di una notte d'estate ***


Ono Tofu si muoveva nei dintorni del castello con le guardie che gli stavano alle costole.
< Circondante immediatamente il perimetro! Non deve allontanarsi per nessun motivo! >
< Capitano Soun Tendo, e se si fosse gettato dallo strapiombo che dà sul mare? >
< E’ impossibile. Non sarebbe sopravvissuto da tale altezza. >
< Il Capitano ha ragione, Ryoga. Secondo me è ancora vivo e si aggira qui nei dintorni > replicò Takewaki < Ma noi non ci faremo cogliere impreparati. >
< Spero che lei abbia ragione, Takewaki. Non si vede niente qui. >
< E’ colpa sua, Capitano. Non ha portato nemmeno le torce. >
< Non volevo che la gente si spaventasse. Ci sono molti villeggianti qui nei dintorni. >
< Benissimo. Ora però dovranno vedersela con un serial killer professionista. >
< Ono Tofu è uno scienziato. Non uno spietato criminale. >
< C’è forse differenza, Capitano? >
< Metta da parte il suo astio nei suoi confronti. La rabbia non ha mai portato da nessuna parte. >
< Capitano Tendo, le vorrei dire che i suoi uomini stanno sbagliando tutto… Ono Tofu vuole proprio questo. >
< Che intendi dire? >
< Dobbiamo disperderci. Solo così avremmo qualche possibilità di trovarlo. >
< Tenente Saotome! Non avrà intenzione di seguirlo… >
< Takewaki ha ragione. Rimanere qui non servirà a niente. >
< Sono io il Capitano e prendo io le decisioni! Fermatevi tutti, altrimenti… >
Ma senza accorgersene, il Capitano Tendo fu attaccato dietro le spalle, imbavagliato e legato.
< Takewaki, che cosa ne facciamo di lui? >
< Gettatelo nella torre dov’era rinchiuso Ono Tofu. Noi prenderemo in mano la situazione. >
< Molto bene. Come vuole lei, Capitano Takewaki. >
< Ryoga! Tu rimani qui insieme ad altri uomini per sorvegliare l’area. Noi andremo fino in pineta. >
< Ma Capitano, non so se Ono Tofu… >
< Controlla la zona e non fare domande, dannazione! >
< Va bene, come vuoi lei. >
< Siete pronti, ragazzi? Questa è la missione più importante della nostra vita. E non possiamo fallire. Per le nostre famiglie e il nostro onore. >
< Sì Capitano! >
< Metterete a repentaglio anche la vostra vita per proteggere la giustizia e gli abitanti di questo posto! >
< Sì, Capitano! >
< Allora siete degni di partecipare a questo “gioco”… Ma mi raccomando: non sparate se non vi dò l’ordine. >
< Sì, Capitano! > dissero infine in coro il gruppo di guardie capitanate da Tawewaki.
“So che sei qui nei dintorni, Ono Tofu. Fiuto già la tua presenza.”
 
 
Mentre Ono Tofu era riuscito a sfuggire dall’area del castello, decise di confondersi tra la folla presente in vacanza a Castiglioncello per non farsi riconoscere.
“Con addosso questi stracci non andrò molto lontano. Se solo avessi con me alcuni vestiti puliti.”
Vedendo una bancarella nelle vicinanze, Ono Tofu si avvicinò con circospezione cercando di non farsi vedere da nessuno.
< Ha bisogno d’aiuto, per caso? > gli domandò una commessa spaventandolo.
< Oh, no. Stavo solo guardando. >
< Questi sono abiti femminili. Lei avrebbe bisogno di una camicia e di un paio di pantaloni. Sono sicura che gli starebbero molto bene. >
< Infatti è quello che ho pensato anch’io > replicò Ono Tofu mettendosi a ridere < Dove posso trovarli? >
< Qua dietro. Sono sicura che troverà quello che cerca. >
< La ringrazio… Dov’è che posso provarmeli? >
< Il camerino è laggiù in fondo. >
< Grazie ancora. Lei è molto gentile. >
< Sì figuri. >
Una volta rimasto solo, Ono Tofu si vestì immediatamente della merce che aveva rubato, guardandosi intorno e assicurandosi che non ci fosse nessuno.
“E’ il momento di fuggire.”
Ma appena Ono Tofu uscì dal camerino, fu bloccato da un altro commesso che non aveva mai smesso di tenerlo d’occhio.
< Dove voleva andare tanto di fretta? >
< A pagare questi magnifici vestiti > replicò Ono Tofu cercando di non peggiorare la situazione.
< Bravo. Deve tornare indietro per il conto. >
< Ok, grazie. >
Spaventato, Ono Tofu corse verso la commessa per farsi dire quanto spendeva.
< Sono venti euro, grazie. >
< Mi scusi, credo che la stiano chiamando laggiù in fondo. >
Appena la commessa fu distratta per pochi secondi, Ono Tofu cominciò a correre con tutta l’energia che aveva in corpo.
< Fermati! Ladro! >
Facendosi largo tra la gente, Ono Tofu si nascose dietro le panchine non illuminate cercando un minimo di protezione.
“Ci mancava pure Takewaki.”
< Capitano, non si trova nemmeno in pineta. >
< Eppure deve trovarsi da qualche parte… Genma Saotome, hai controllato il versante sud? >
< Sì, ma di lui nessuna traccia. >
< Continuiamo a perlustrare la zona. Non può essere andato lontano. >
Appena le guardie che davano la caccia allo scienziato si furono allontanate, Ono Tofu adocchiò una gruppetto di ragazze che si stava avvicinando verso di lui.
“Perché devono proprio venire in questa direzione?”
Non sapendo bene cosa fare, lo scienziato si affacciò sul bancone dove sotto di lui c’era una ripida discesa verso la spiaggia di Castiglioncello.
“Se mi butto da questa altezza rischio di farmi seriamente del male.”
Non sapendo bene cosa fare, Ono Tofu rimase immobile nell’oscurità senza fare niente.
< E’ davvero un bel vestito quello che ti sei comprato, Akane. >
< Credi davvero, Nabiki? Non è troppo appariscente? >
< Sei incantevole. E poi si adatta molto ai tuoi capelli celesti. >
< Ti ringrazio… E tu Kasumi? Non hai intenzione di comprarti niente? >
< No. Non ho trovato niente che poteva interessarmi. >
< Eppure quel vestitino verde smeraldo sarebbe andato a pennello per te. >
< Lo so Akane, ma ho fin troppi vestiti in casa. Ho bisogno di fare un po’ di pulizia se voglio comprarmi qualcos’altro. >
< Ma figurati. Indossi sempre la solita roba. >
< Questo non è vero! > obiettò Kasumi.
Le tre giovani ragazze marciarono verso la pineta senza pensare che da lì a poco sarebbero iniziati i loro guai.
< Sorelle, forse è meglio se indietreggiamo > propose Kasumi.
< Perché? Che cosa ti prende? >
< Quell’angolo dove ci sono le panchine è poco illuminato. Rischiamo di fare delle brutte sorprese. >
< Ma cosa stai dicendo? >
< Akane ha ragione. Non può succederci nulla, Kasumi > ribatté Nabiki.
< Sarà. Ma quel posto non mi fa sentire a mio agio. >
< Stai zitta e vieni con noi. >
 < Ma io… >
< Non è che vuoi tornare immediatamente a casa, vero? >
< Certo che sì. Nostro padre ci starà sicuramente aspettando. >
< Nostro padre è a fare la guardia a un criminale da strapazzo di cui ignoro il nome. Quindi abbiamo tutta la notte libera! > fece Nabiki al colmo della gioia.
“Criminale da strapazzo? Ma senti questa! Glielo farei vedere io…”
< Ok, ma possiamo andare in un luogo in cui ci sia più gente? >
< Non ti facevo così fifona, Kasumi. Sei la più grande tra di noi. un po’ di spina dorsale, per favore. >
< Senti chi parla. Non sono io che quando era piccola aveva paura dei mostri nel suo armadio. >
< Ero piccola e non capivo nulla della vita > replicò Akane facendogli la linguaccia.
< E credi che adesso sia cambiato qualcosa? >
< Come scusa?! >
< Adesso basta voi due. State diventando ridicole. >
Vedendo alcune persone aggirarsi tra la folla armate fino ai denti, le tre sorelle sospettarono che fosse successo qualcosa di molto grosso.
< Vedi, Kasumi? È meglio se stiamo alla larga in quella zona dove ci sono le bancarelle. >
< Nabiki ha ragione. Credo che stiano cercando un presunto ladro. >
< Oh cielo! Se è così potremmo essere in mezzo ad una spietata ricerca! Ma dove mi avete portato voi due? >
< Finiscila, Kasumi. Stai diventando ridicola. >
< Forse sarebbe meglio avvertire nostro padre sulla situazione > fece Akane prendendo il suo cellulare in mano.
Ma dopo aver composto il numero del padre, il suo cellulare non dava segni di vita.
< Mi dice che è spento o irraggiungibile. Strano. >
< Starà inseguendo quel presunto malfattore… Infatti Akane se guardi meglio, quei giovani ragazzi hanno la stessa divisa che porta nostro padre quando va al lavoro. >
< Magari potremmo parlare con loro… >
< Non credo che sia una buona idea, ragazze. >
< Perché no, Kasumi? >
< Perché sono nel bel mezzo di una ricerca. Sicuramente non si farebbero avvicinare. >
< Non hai tutti i torti. >
< Comunque che co0sa facciamo noi? non possiamo rimanere imbambolate come tre statue > fece Nabiki con tono scocciato.
< Quei ricercatori… Si stanno dirigendo verso di noi. >
“E’ il momento di uscire allo scoperto.”
Saltando fuori dall’ombra, Ono Tofu andò incontro alle tre ragazze urtandole con la sua velocità e rischiando di fargli seriamente del male.
< Ragazze! Come state? > fece Ryoga accorrendo verso di loro.
< Stiamo bene, per fortuna > replicò Kasumi.
< E’ lui l’individuo che state cercando? > domandò Akane.
< Ryoga! Che diavolo stai facendo?!> tuonò Takewaki.
< Stavo soccorrendo queste povere ragazze, Capitano. >
< Non c’è tempo da perdere! Il nostro uomo sta scappando, stupido! >
< Vado immediatamente… Con permesso, signorine. >
Una volta lasciate sole le tre ragazze, Ryoga ripresa la rincorsa di Ono Tofu.
Ma Takewaki e i suoi compagni non poterono pensare che si stava nascondendo ancora sotto il loro naso.
< Dannazione! C’è sfuggito ancora! >
< Non può essere andato lontano, Capitano. Era qui fino a un attimo fa’. >
< Ah sì? È colpa tua se ci è sfuggito, Ryoga. Hai rallentato me e i tuoi compagni. Ti rendi conto che stai mandando all’aria la nostra missione?! >
< Ma Capitano, io… >
< Non ci sono ma che tengano! O rintracci subito Ono Tofu o domani sera andrai a fare compagnia al vecchio Soun Tendo. Sono stato chiaro? >
< Sì, Capitano. >
< Da questo momento per 24 ore Ryoga è il nuovo responsabile della missione. Qualunque ordine vi imponga, siete pregati di ascoltarlo. Io ritorno alla Torre di Sonnino per sbrigare faccende più importanti. Ci vediamo domani mattina per nuovi sviluppi > disse infine Takewaki prima di scomparire verso il tragitto che l’avrebbe portato al Castello.
“Sono sicuro che torturerà il mio vecchio compagno, Ranma… Non ti preoccupare, ragazzo. Non mi sono dimenticato di te.”

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Prigionieri sotto tortura ***


Takewaki passeggiava nei salotti del Castello di Sonnino arrivando fino in cima alla torre e fissando i i prigionieri che aveva rinchiuso con la sua aria da superiore.
< Allora, come si sono comportati i prigionieri oggi? >
< Bene, Capitano. Non hanno fiatato minimamente. >
< Perfetto… Vedo che le maniere forti stanno avendo il loro successo… Ranma… Soun… Avete capito quello che vi ho detto? >
Ma i due prigionieri non risposero, rimanendo muti e guardandosi a vicenda con sguardo rabbioso.
< Un traditore e un assistente di uno scienziato pazzo… Davvero una bella coppia. >
< Qui l’unico traditore sei tu, Takewaki… Un uomo senza scrupoli che pensa solo al potere. >
< E quindi? Non è colpa mia se ho dovuto prendere la situazione in mano… Soun Tendo, dovevi pensarci prima di metterti contro di me. >
< Tu non sai minimamente che cosa sia la giustizia! >
< Ah davvero? E vorresti insegnarmelo tu? >
< Rimanere rinchiuso qua dentro è pura follia. Fammi uscire da questa cella e parleremo come due persone civili. >
< Non ci pensare nemmeno, Soun. Ormai non conti più niente in questa vita. >
< Come osi mancarmi di rispetto?! Appena le mie figlie verranno a sapere che sono rinchiuso qua dentro… >
< Che cosa vuoi che facciano? Credono di poterti liberare? Ahahah allora vuol dire che non mi conoscono abbastanza. >
< Avete finito di parlare a vanvera voi due? >
< Ranma Saotome, figlio di un membro di queste guardie e traditore proprio come Soun Tendo. Dovevi essere come tuo padre: libero e fiero per quello che ha fatto nella sua vita. Invece hai pensato bene di fare il mascalzone e di uccidere persone innocenti. Non è forse così? >
< La ricerca che io e Ono Tofu abbiamo portato avanti per tutti questi anni era solo per fare del bene alla razza umana. >
< E quelle decine di morti per avvelenamento? Come te lo spieghi? >
< Non siamo stati noi. Siamo innocenti. >
< Già… Tutti innocenti in questo mondo… Ma qualcuno deve pur pagare, no? >
< Appena la verità arriverà a galla potremmo dire la nostra. >
< Non c’è nessuna verità. Siete condannati a morire qua dentro… Ma non vi preoccupate. Non sarà un’agonia molto lunga. Infatti verrete trasferiti nella sala delle torture che ho fatto allestire apposta per voi. >
< Che cosa? >
< Hai capito bene, Soun Tendo. Pronto per soffrire le pene dell’inferno? >
< No… Non puoi farci questo… >
< Posso eccome. Genma Saotome, conducili nella sala della torture. Così sapranno contro chi si sono messi. >
S’eppur riluttante, Genma Saotome prese suo figlio per le catene e lo trascinò insieme a Soun Tendo verso il piano inferiore del castello.
< Papà, faresti davvero questo a tuo figlio? >
< Ho forse altra scelta? >
< Devi ribellarti! Dannazione! Quel dannato Tatewaki è solo un tiranno! >
< E tu?! Che sei stato sorpreso a fare l’assistente di un criminale? Che cosa dovrei pensare di te? > gridò Genma prendendo per il collo suo figlio evitando però di fargli del male.
< Tu non capisci, papà… >
< Allora vedi di farmi capire. >
< E come? Ormai è troppo tardi. Le nostre ricerche sono state distrutte nell’incendio di un mese fa’ ed io e il mio compagno siamo stati condotti fino a qua contro la nostra volontà… e Tu non hai fatto niente per fermare tutto questo. >
< E’ colpa mia, giovane ragazzo > mormorò Soun Tendo entrando nella conversazione < Non dovevo essere così precipitoso. Ma in voi ho trovato solo la cattiveria assoluto e come membro speciale dei servizi segreti giapponesi, non ho avuto altra scelta che procedere al vostro arresto. >
< Allora tu e mio padre fate parte dei servizi segreti? Da quando in qua? >
< Da sempre, figlio mio… Ma non potevi saperlo. Nessuno lo sai. >
< Io figlio di un membro speciale delle forze segreti giapponesi. Davvero incredibile. >
< Avete finito di parlare! Ho voglia di vedere un po’ di sofferenza. Genma Saotome! Se volevi parlare con tuo figlio dovevi farlo molto tempo prima. Adesso è troppo tardi. >
< Sì, Capitano. >
< Come puoi prendere ordini da quell’uomo? È senza scrupoli. >
< E’ il mio Capitano! E come membro superiore devo ascoltarlo in tutto e per tutto. >
< Non pensavo che tu ti potessi piegare ad un uomo molto più giovane di te, papà. >
< Smettila di parlare, Ranma. Altrimenti peggiorerai la situazione. >
Dopo averli incatenati su due attrezzi di tortura, Takewaki ordinò a Genma Saotome di procedere.
< Devo proprio, Capitano? >
< Vuoi che lo faccia io? Ma ti avverto: non andrò tanto per il sottile. >
< Ma questo attrezzo distruggerà le loro ossa e i loro muscoli. >
< Lo so bene. Ed è questo che io voglio. Voglio vedere un po’ di tortura pura. >
Con le mani che gli tremavano dalla paura, Genma cominciò a torturare i suoi uomini senza avere il coraggio di guardarli in viso.
Ma le urla continue dei due prigionieri non facevano che far sentire in colpa io vecchio Saotome.
< Bravo, Genma. Continua così. >

< Fa lo stesso! Continua e non fermarti! A meno che tu non voglia prendere il loro posto.>
Completamente ammutolito, Genma Saotome continuò a torturarli finché il pover Soun Tendo non cominciò a sanguinare per primo dalle braccia.
< Fermati. Direi che può bastare… Puoi liberarli. >
Una volta fatti uscire dall’attrezzo, Soun fissava il suo ex sottoposto con sguardo rancoroso.
< Takewaki, che cosa ci trovi di bello nel vederci torturare? >
< Dovete capire qual è il vostro posto. >
< Non ti sei divertito abbastanza? >
< Il mio divertimento finirà quando avrò catturato Ono Tofu… Sono convinto che sia ancora là fuori da qualche parte a terrorizzare qualche villeggiante… Se ci penso, E’ davvero incredibile che nessuno possa sospettare di quello che faccio in queste stanze segrete del castello. >
< Come ho detto prima, presto la verità verrà alla luce. E tu non avrai via di scampo, Takewaki. >
< Questo è tutto da vedere, Ranma… Genma, riportali nella loro cella. Hanno sofferto abbastanza per oggi. >
< Sì, Capitano > rispose l’uomo con tono triste prima di scomparire nei corridoi del castello.
“Ono Tofu… Sei lì fuori da qualche parte… Ma la tua libertà ha le ore contate.”
 
 
Mentre Kasumi, Nabiki e Akane facevano il bagno nel bel mare di Castiglioncello ignari di quello che stava succedendo al loro padre, Ono Tofu non smetteva di seguirle.
“Se vorrò liberare il mio compagno Ranma devo farmi aiutare da loro tre. Ma devo trovare un espediente che possa convincerle, altrimenti sono spacciato.”
< Anche oggi è una bella giornata, non vi pare? > fece Akane.
< Sì, molto soleggiata come al solito. >
< Ragazze, che ne dite di fare un altro bagno? L’acqua è stupenda. >
< Ma siamo appena uscite ora, Nabiki. Perché non prendi un po’ di sole con noi? >
< Non ho voglia di stare sull’asciugamano a scottarmi. Ho dimenticato la protezione solare a casa. >


< Oh, cara. >
< Mi prendi in giro, Kasumi? >
< Sì, un po’. >
< Perché non vai a scovare qualche bel ragazzo che si aggira da queste parti? >
< Ottima idea, Akane. Tu non vieni? >
< Vai pure da sola. Io ho bisogno di prendere un po’ di sole. >
 < Ok. Ci vediamo più tardi. >
Appena Nabiki si fu allontanata dalle altre, Ono Tofu gli andò dietro per spingerla inavvertitamente verso la riva del mare.
< Ahi! Ma chi è stato?! >
< Scusami tanto, giovane ragazza. Sono stato uno sbadato. >
< Lo credo bene. Ma non mi hai vista?! >
< Purtroppo no. ero distratto. >
< Stai molto attento la prossima volta. >
< Sicuro. Non accadrà più. >
< Nabiki, che cosa succede? > domandò Kasumi.
< Quest’uomo. Mi è venuto addosso involontariamente. >
< Ma non l’ha fatto apposta, no? >

Appena Kasumi fissò lo sguardo di Ono Tofu, la giovane Tendo fu molto cordiale con lui.
> Non ci faccia caso a mia sorella. È sgarbata con tutti. >
< Non si preoccupi… Il mio nome è Ono Tofu. E lei è? >
< Kasumi Tendo, piacere di conoscerla. >
“Non mi ha riconosciuto. Questo sì che è una fortuna.”
< Kasumi, perché non passeggiamo un po’ sulla riva di questo bellissimo mare? >
< Volentieri… Nabiki, di ad Akane che ci vediamo dopo, ok? >
< Sì… certo > replicò Nabiki alquanto sorpresa che sua sorella potesse aver fatto colpo su un giovane uomo appena conosciuto.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Espedienti subdoli ***


Ono Tofu non smetteva di fissare Kasumi con il suo sguardo pieno di secondi fini.
Non avrebbe mai immaginato che la primogenita di Soun Tendo potesse essere così affettuosa e amorevole.
< Allora Ono Tofu, che cosa ti ha portato fin qui a Castiglioncello? >
< Il bel mare. Non ho mai visto niente di simile in tutta la mia vita > mentì lo scienziato < E tu? Sei in villeggiatura con le tue due sorelle? >
< Mio padre è stato trasferito qui per una missione segreta molto importante… Peccato però che né a me né alle mie sorelle abbia detto nulla. Sembra quasi che non si fidi di noi. >
< Quindi sei qui con tuo padre? Capisco. >
< Però è da alcuni giorni che abbiamo perso il contatto con lui. Spero che non gli sia successo niente di grave. >
< Dov’è che in questo momento alloggia? >
< Al Castello di Sonnino. Ma è proibito andare fin lassù se non abbiamo un permesso speciale. >
< E tuo padre è il Capitano di questa missione segreta? >
< Sì… Ma tu come fai a saperlo? >
< Come? Ho tirato ad indovinare. Ahahah sono bravo, no? >
< Direi che non ti si può nascondere niente > replicò Kasumi sorridente < Per quanto tempo pensi di fermarti qui in questo posto? >
< Per tutto il tempo che voglio. Non è obbligatorio che riparta subito. >
Nel mentre Ono Tofu e Kasumi stavano parlando amorevolmente in privato, i membri della missione segreta erano ancora sulle tracce dello scienziato.
“Accidenti! Non hanno un minuto di sosta!”
< Ancora non capisco che cosa stiano cercando… >
< Perché non provi a domandarglielo? >
< Non credo che me lo direbbero… >
< Tu prova. Sei o non sei la figlia del loro Capitano? >
< Hai ragione! Come ho fatto a non pensarci prima? >
Avvicinandosi verso il gruppo di uomini completamente indaffarati, Kasumi sfoderò la sua gentilezza disarmante per poter parlare con uno di loro.
< Tu saresti la figlia del nostro Capitano Soun Tendo? >
< Esatto… In primo luogo volevo sapere che cosa state cercando in maniera così assidua e poi vorrei sapere come sta mio padre. È da molti giorni che non ho sue notizie. Sta bene? >
Completamente allibiti, il gruppo di uomini si guardarono a vicenda con sguardo serio e preoccupato.
< Stiamo dando la caccia ad un uomo molto pericoloso che si aggira qui nei dintorni di Castiglioncello. >
< Davvero? E non avete idea di dove possa essere? >
< Purtroppo no. Sembra scomparso nel nulla. >
< Vedrete che riuscirete a trovarlo… A proposito, tu come ti chiami? >
< Ryoga. E sono uno degli uomini più fedeli a tuo padre > mentì il ragazzo.
< Ah, molto bene. Quindi sai come sta. >
< E’ molto indaffarato in questa missione. Però tutto sommato non se la passa molto male. >
< Quindi mio padre è il Capitano di una missione che consiste nel ritrovamento di un serial killer? >
< Non un serial killer, ma uno scienziato pazzo. >
< Addirittura? Questa sì che è bella. >
< Signorina Kasumi, io e i miei uomini le consigliamo di stare molto attenta se continua ad aggirarsi da queste parti. È molto pericoloso con lui a piede libero. >
< Non ti preoccupare. E poi non chiamarmi Signorina Kasumi. Basta solo il mio nome. >
< Ok, come vuoi tu Kasumi… >
< Sei stato molto gentile nel rivelarmi le vostre intenzioni. Vi prometto che non ne farò parola con nessuno. >
< Meglio per tutti noi. Non vogliamo finire in guai molto seri. >
< Certo che no. Appena lo vedi salutami mio padre. >
< D’accordo, presenterò. A presto Kasumi Tendo… Andiamo ragazzi. >
Una volta rimasta da sola, la ragazza tirò un sospiro di sollievo nel sapere che suo padre stava bene.
< Ti hanno mentito Kasumi. >
< Che cosa? >
< Perché un giovane ragazzo come quel Ryoga dovrebbe essere il responsabile del ritrovamento dello scienziato pazzo? Non poteva farlo tuo padre di persona? >
< Forse aveva ben altre cose da fare. L’hai sentito, no? >
< Diciamo che ho voluto sentire quello che volevo… Non mi piace quella gente. >
< Se è così di conseguenza non ti piace nemmeno tuo padre. >
< Non ho mai avuto il piacere di conoscerlo… EE comunque è meglio se rimani alla larga da loro. Qui c’è sotto qualcosa di grosso. >
< L’avevo capito… Adesso che cosa farai? >
< Non lo so. Mi è venuta una gran fame. Che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa? >
< Ottima idea. >
 
 
Mentre Takewaki non si dava pace nella ricerca imperterrita di Ono Tofu, quest’ultimo si divertiva a continuare a torturare i suoi prigionieri.
< Hai delle notizie da riportarmi, Genma Saotome? Spero per te che siano buone. >
< Purtroppo no, Capitano. >
< Ryoga? Come si sta comportando? Non ha ancora ritrovato il nostro uomo? >
< No, Capitano. Sembra scomparso nel nulla. >
< Come può essere scomparso nel nulla in una cittadina così piccola come Castiglioncello? È naturale che la sua ricerca non viene impiegata come si dovrebbe. >
< Forse ha bisogno di più uomini. >
< Oppure ha bisogno che io entri in azione… Ormai il tempo sta scadendo. Portamelo immediatamente qui da me. >
< Come vuole lei, Capitano. >
< Adesso ne ho abbastanza di torturare i prigionieri. È giunto il momento di portare a termine questa missione con l’uccisione del nostro nemico. >
< Sì, infatti. >
< Che cosa stai facendo ancora qui, Saotome? Portami Ryoga! Altrimenti me la prenderò con te. >
< Vado subito, Capitano. >
Ma prima che il vecchio uomo potesse lasciare il castello, Ryoga rientrò alla base completamente stremato dopo una lunga notte spesa alla ricerca dello scienziato.
< Ryoga, sei venuto da me a mani vuote… Come mai? >
< Mi dispiace Capitano, ma ho fallito. Ono Tofu è scomparso nel nulla. >
< Capisco… E non ti senti un po’ in imbarazzo essendo consapevole nell’aver fallito? >
< Prenderò la punizione che mi merito, Capitano. Ma sappi che ho fatto il possibile. >
< Un insignificante scienziato che si aggira indisturbato per le strade di questo paesino… Non credi che sia una faccenda alquanto strana? >
< Ma io ho fatto il possibile… >
< Sciocchezze, Ryoga! Tu e tutti gli altri uomini siete inutili sotto i miei occhi. Dovrei torturarvi come ho fatto con Ranma Saotome e Soun Tendo… Ma con voi farò una piccola eccezione… >
< Che tipo di eccezione? >
< Hai forse paura, Ryoga? >
< Certo che no. Perché ne dovrei avere? >
< Perché stai per conoscere il tuo destino. Genma, a te l’onore. >
< Che cosa dovrei fare, Capitano? >
< Sei proprio un ingenuo pure tu… Va bene, toccherà a me. >
Prendendo un ascia di guerra posta accanto alla sua scrivania, Takewaki la sfoderò contro il povero Ryoga tagliandogli la testa con un solo colpo.
Completamente allibiti, gli altri uomini decisero di non guardare una simile scena.
< Voi sarete i prossimi a morire, velo garantisco… Genma, conducili verso la sala delle torture e fai in modo che non escano vivi da lì. >
< Ma Capitano, ne è davvero sicuro? >
< Osi forse discutere i miei ordini?! >
< Certo che no. >
< Allora fai come ti ho detto. Io ho altre faccende da sbrigare. >
Senza nemmeno guardarli negli occhi, Takewaki uscì dalla stanza dove aveva consumato l’efferato omicidio per darsi alla ricerca di Ono Tofu.
“Sei là fuori molto vicino a me… Presto ti verrò a prendere.”
 
 
Mentre Ono Tofu e Kasumi stavano fissando il tramonto sul mare mangiando un gelato, lo scienziato pazzo non poté sottrarsi ai tocchi e agli sguardi della giovane donna.
< Kasumi, perché mi guardi così? >
< Perché sei un tipo molto buffo, Ono. >
< Sul serio? E questo è un male? >
< Ahahah certo che no… Anche se ti conosco da poche ore sono convinta che sei una persona molto speciale per me. >
< Lo pensi veramente? >
< Certo. Non potrei mai dirti una bugia per illuderti. >
Nel sentire quelle parole piene d’amore, Ono Tofu non poté più trattenersi.
< Kasumi, io… >
Avvicinandosi a lei con molta cautela, Ono Tofu posò le sue labbra sulle sue assaporando quella dolce fragranza che non aveva mai sentito prima.
< Kasumi, spero di non averti mancato di rispetto… >
< Assolutamente no. Hai trovato il coraggio di fare la prima mossa e questo riempie il mio cuore di gioia. >
< Ne sono davvero felice. >
< Quali altre stupende sorprese hai in serbo per me? >
< Presto lo scoprirai > rispose Ono Tofu senza confessargli il suo secondo fine.
“Kasumi, mi piaci veramente. Ma io non potrei mai essere la persona adatta per te. non dopo che sono ricercato per un crimine che non ho mai commesso… Se ti capitasse qualcosa di male, non potrei mai perdonarmelo.”
< A cosa stai pensando, Ono? >
< A niente. Stavo solo finendo il gelato. >
< Ahahah ma ti si sta sciogliendo sulle mani. >
< Accidenti hai ragione! >
< Sei davvero incorreggibile > rispose Kasumi sorridendo a più non posso mentre veniva spiata in gran segreto.
“Finalmente ti ho trovato, Ono Tofu… E per di più in compagnia di una delle figlie del traditore. Davvero interessante. Vedrai che bella sorpresa quando verrà a conoscenza del tuo piccolo segreto… Non vedo l’ora.”

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Prigioniero di una cospirazione ***


Mentre Ono Tofu stava aspettando il momento giusto per tirare fuori la verità, Takewaki non smetteva di fissarli.
< Ono, che cosa ti succede? > gli domandò Kasumi.
< Niente. Perché? >
< Sei diventato stranamente silenzioso. C’è qualcosa che non va’? >
< In verità sì… >
< Davvero? Che cosa succede? >
Con il nervosismo che gli stava salendo, Ono Tofu si guardo intorno con fare circospetto.
< Hai paura che qualcuno ci stai spiando? >
< Sì, è una strana sensazione… >
< Non c’è nessuno nei paraggi > rispose Kasumi cercando di rassicurarlo.
< Mi dispiace, ma non mi fido. Quel maledetto di Takewaki potrebbe essere qui nelle vicinanze. >
< Takewaki? E chi sarebbe? >
< Colui che si è ribellato a tuo padre e che lo tiene prigioniero insieme al mio assistente contro la loro volontà. >
< Ma cosa stai dicendo? >
< Kasumi, è meglio se andiamo da qualche altra parte. Questo luogo non è sicuro. >
Nel mentre la ragazza e Ono Tofu cercarono di fuggire, il gruppo di guardie capitanate da Ryoga piombò verso di loro all’improvviso circondandoli.
< Ono Tofu, tu non andrai da nessuna parte. >
< Ono, che significa? Che cosa vogliono da te? >
< E’ il pericoloso scienziato pazzo che è fuggito dalla torre di Castiglioncello, signorina. E noi siamo qui per riportarlo in cella. >
< Voi non mi riporterete da nessuna parte > rispose lo scienziato cercando una via d’uscita.
< Ormai sei circondato. Non puoi scappare. >
< Se osate provare a sbarrarmi la strada, la povera Kasumi farà una brutta fine. >
< Ono! Che stai facendo?! Così mi fai male! >
Con il coltello all’altezza della gola, Kasumi riusciva faticosamente a respirare.
< Fai silenzio. Usciremo indenni da questo scontro > gli sussurrò lo scienziato.
< Lasciala andare! Così peggiori la tua posizione, Ono Tofu. >
< Non m’interessa. Tanto non ho niente da perdere. >
< Ryoga, che cosa facciamo? >
< Non vi muovete, dannazione! la ragazza deve uscirne indenne. >
< Quindi dobbiamo lasciarlo passare? >
< Purtroppo sì. >
< Ma Ryoga… >
< Evita di discutere e fai quello che ti dico, stupido! >
< Va bene. >
Con la strada spianata, Ono Tofu prese con se la povera Kasumi come ostaggio per sfuggire dalle angherie delle guardie della torre.
< Dovevi lasciarla andare! >
< Ho mentito. >
Gettandosi da un parapetto non molto alto, Ono Tofu riuscì a sfuggire agli inseguitori e a nascondersi vicino alla riva del mare dietro gli scogli.
< Ecco. Qui nessuno ci darà fastidio > rispose lo scienziato liberando la giovane donna.
Con la rabbia che imperversava dentro di lei, Kasumi diede un sonoro schiaffo a Ono Tofu.
< Come hai potuto farmi questo?! > gridò la donna con le lacrime agli occhi.
< Fai silenzio! Vuoi farci scoprire? >
< Che cos’è tutta questa storia? >
< Non ti preoccupare. Ti racconterò tutto. >
< Allora avanti, che cosa aspetti? >
< Non è così facile come pensi, Kasumi. La faccenda è molto intrigata. >
< Comincia col dirmi perché quegli uomini ti stavano inseguendo… Se non ho visto male, sono gli stessi membri capitanati da mio padre. >
< Esatto. Purtroppo tuo padre è tenuto prigioniero dal nuovo capo di quella congrega che vuole imprigionarmi e uccidermi. >
< Ma perché? Che cos’ha fatto mio padre per essere rinchiuso contro la sua volontà? >
< E’ stato sopraffatto da un uomo losco e molto potente: Takewaki Kuno. >
< Non ho idea di chi sia ma se me lo ritrovassi tra le mani… >
< Cerca di mantenere la calma. Agitarsi non serve a nulla. >
 La fai facile tu. Non hai tuo padre imprigionato. >
< No, però ho il mio assistente Ranma che sta patendo le stesse pene dell’inferno. >
< E’ vero che gli uomini in quel castello vengono torturati? >
Ma Ono Tofu evitò inizialmente di rispondere per paura di scatenare la furia incontrastabile di Kasumi.
< Rispondimi, accidenti! >
< Purtroppo sì. >
< Oh mio Dio. Se è così mio padre potrebbe essere in fin di vita. >
< Mi dispiace doverti raccontare questa storia ma credo che tu sia l’unica che possa salvarlo. >
< E come potrei fare? Non sono mai entrata in quel castello. >
< Dovrai entrare nella tana del nemico e fare breccia del volere di Takewaki. Solo così abbiamo una possibilità per salvare tuo padre e Ranma. >
< E credi che funzionerà solo se vado fino a quel castello? Tu sei completamente pazzo.>
< Hai un’idea migliore? >
< Così rischio di farmi uccidere! >
< Ci sarò io che ti coprirò le spalle. Mi so muovere molto bene nei vicoli di quell’edificio. >
< Adesso però spiegami una cosa: perché sei ricercato da quel gruppo di ragazzi? Che cos’hai fatto? >
< Sono vittima di una cospirazione insieme al mio assistente. >
< Che tipo di cospirazione? >
< Sono stato accusato di aver avvelenato con una sostanza da me creata decine e decine di persone. >
< E non è vero? >
< Assolutamente no. Il mio progetto su una nuova medicina doveva salvare migliaia di vite umane che non possono permettersi di avere acqua potabile… Ma qualcuno ha sabotato la mia ricerca trasformandola in un veleno mortale. >
Fissandolo con sguardo compiaciuto, Kasumi non riusciva a credere alle parole dell’uomo.
< Kasumi, perché mi guardi così? >
< Mi dispiace Ono, ma non ti credo. >
< So che può sembrare difficile, ma è questa la verità. >
< Tu prima mi abbagli con i tuoi modi di fare gentili e poi cerchi di aggredirmi raccontandomi questa storia. Che cosa dovrei pensare di te? >
< Non sono uno scienziato pazzo, Kasumi. Faccio il bene del mondo. >
< Non è vero. Tu stai facendo del male a me e a mio padre che viene tenuto rinchiuso per colpa tua. >
< Ma io non centro niente! >
< Non puoi cambiare le carte in tavola come ti pare e piace, Ono Tofu. >
Sentendo la voce seria e acuta di Takewaki, Ono Tofu si girò di scatto.
< Maledetto! Ci stavi forse spiando?! >
< Sì. Vi ho sentiti parlare per tutto il tempo. >
< Lasciaci in pace, Takewaki. >
< E perché? Devo riportarti alla torre. È lì il tuo posto. >
< T non mi porterai da nessuna parte. >
< Ah no? >
Con un gesto delle dita, gli uomini di Takewaki circondarono lo scienziato e la ragazza.
< Kasumi Tendo, vero? Mi dispiace che tu abbia conosciuto uno dei peggiori criminali internazionali. Io e i miei uomini dovremmo stare più attenti ai nostri prigionieri. >
< E’ vero che tieni rinchiuso mio padre? >
< A malincuore sì, Kasumi. Ma solo per poco tempo… Se vuoi possiamo liberarlo insieme. Sono sicuro che sentirà molto la tua mancanza. >
< Perché l’hai fatto? >
< Ho dovuto per forza. Non voleva ritrovare questo essere abietto. Mi dispiace essere andato contro di lui ma non avevo altra scelta… Ora che finalmente Ono Tofu è in trappola, la sua prigionia è finita. >
< Davvero? Possiamo andare a liberarlo? >
< Certamente… Ragazzi, catturato quel dannato scienziato e speditelo direttamente nella sala delle torture. Io vado con la ragazza da suo padre. >
< Come vuole lei, Capitano… Tu! vieni con noi. >
Cercando di opporre resistenza, Ono Tofu inveì contro Takewaki minacciandolo di morte.
< Bravo, i miei complimenti. Gli hai fatto il lavaggio del cervello in pochi minuti. Sei un essere spregevole. >
< Qui l’unico essere spregevole sei tu, caro Ono Tofu. >
< Kasumi, ti prego. Non cadere nella sua trappola. Lui non ha nessuna intenzione di liberare tuo padre. È una trappola! >
< Fai silenzio, Ono Tofu. Mi sono fidata di te… L’unica trappola è stata la tua. Devo liberare mio padre. Tu per me non sei nessuno. Addio. >
< No! Kasumi! Lasciatemi andare! > gridò disperatamente lo scienziato cercando di divincolarsi dalle strette delle guardie.
< Brava, hai preso la decisione migliore nonché la più saggia… Ora andiamo da tuo padre. Ti sta aspettando. >
 
 
Una volta varcato l’ingresso del Castello di Sonnino, Kasumi non riusciva a sentirsi a suo agio.
< Che cosa ti prende, Kasumi? >
< Niente. Ero solo sovrappensiero. >
< Sei contenta che tra poco riabbraccerai tuo padre? >
< Assolutamente sì. >
< Vieni con me. Si trova nella mia stanza. >
Una volta giunti in cima alla torre, Kasumi vide un ambiente lugubre e spettrale.
< E’ questa la tua stanza, Takewaki? >
< Può sembrare spaventosa, ma è qui che controllo tutta la missione e i miei uomini. E adesso che il mio compito sta per giungere al termine, vorrei farti vedere una cosa. >
Girando la poltrona della stanza, Kasumi rimase di sasso nel vedere suo padre legato e imbavagliato.
< Papà! Che cosa ti hanno fatto? >
Il povero Soun Tendo aveva dei graffi sui bracci e all’altezza del viso e contusione sul
< Sei stato tu! l’hai ridotto così! >
< Se l’è meritato quel vile traditore. Così ci penserà due volte se mia ci sarà una prossima volta… >
< Liberalo. Hai dato la tua parola. >
< Mi dispiace, piccola Kasumi. Ma tu e tuo padre non uscirete vivi da qui… Anche voi avrete la vostra condanna. Prendetela. >
Appena Kasumi fu circondata, venne aggredita malamente dagli uomini di Takewaki.
< Non fategli del male. Almeno non ora. >
< Che cosa ne facciamo di lei, Capitano? >
< La cella in cima la Torre sarà la sua nuova casa… Ma non ti preoccupare. Solo per un breve periodo. >
< Che tu sia maledetto, Takewaki! Papà! >
< Il vecchio non può sentirti, ragazzina. Portatela via! Ordinò Takewaki prima di dirigersi verso la sala delle torture dove ad attenderlo c’erano Ranma e Ono Tofu.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Richiesta d'aiuto ***


Takewaki fissava Ranma e Ono Tofu con sguardo rancoroso e ghigno malefico.
< Ono Tofu, ti sei fatto riacchiappare come uno stupido > fece Ranma con tono flebile.
< Purtroppo non c’ho potuto fare nulla. Gli uomini di Takewaki mi hanno circondato. >
< Questo sì che è un bel problema. Ed io che contavo su di te. >
< Non è ancora finita per noi, Ranma. Ricordatelo. >
< Ah no? Non l’hai ancora capito che stiamo per venire torturati? >
< Fate silenzio > gli intimò Takewaki < Non voglio sentirvi parlare. >
< Tu non ci dai ordini! > rispose Ono Tofu sputandogli addosso.
< Maledetto! > replicò il Capitano prendendolo a schiaffi < L’ultimo che si è ribellato a me sai che fine ha fatto, caro scienziato. >
< Il tuo piano non andrà mai a buon fine. >
< E questo chi lo dice? Tu? Mi dispiace per voi ma nessuno vi potrà mai aiutare. >
< Ahahah sei un ingenuo, Takewaki. C’è sempre una speranza. >
< Mi sembra una frase che ho sentito per molto tempo… Adesso però basta parlare. Ono Tofu, tu sarai il primo ad assaporare la mia nuova frusta d’acciaio. >
< Fai pure quello che vuoi. Ma non riuscirai ad avere la meglio su di me e gli altri prigionieri. >
Dopo averlo spogliato, Takewaki cominciò a martoriarlo facendolo sanguinare in tutte le parti del corpo.
< Fa male, Tofu? Non lo fai più il gradasso. >
< Ho assaggiato di peggio nella mia vita. >
< Mi piacerebbe ucciderti immediatamente, sai? Ma voglio ancora divertirmi un po’ con te. Voglio che le tue grida si sentano fino al mare. Soffri più che puoi! >
< Ahhh! >
Non riuscendo a trattenersi, alla fine lo scienziato svenne per le troppe frustate prese.
< Ha perso i sensi, il piccolo genio della scienza… Ranma, sei pronto anche tu per una scarica di legnate? >
< Non l’hai ancora capito che non ferirai mai il nostro spirito? >
< E tu non l’hai ancora capito che sei condannato a vita come il tuo capetto? Lasciate ogni speranza o voi che entrate. Hai presente Dante? Questa è l’entrata all’inferno e nessuno può scappare. Nessuno. >
 
 
Preoccupate per la scomparsa improvvisa della loro sorella, Nabiki e Akane non riuscirono a mettersi in contatto con lei in nessun modo.
< Akane, che cosa facciamo con nostra sorella? Sembra scomparsa nel nulla. >
< Non lo so, Nabiki. È da ieri che non abbiamo sue notizie… Secondo me sarebbe meglio chiamare la polizia. >
< Ho appena guardato gli orari su internet e a quest’ora la caserma più vicina è chiusa. >
< Questo vuol dire che dovremo andare alla prima caserma aperta, no? >
< Ma è a più di 20 km da qui. Non abbiamo nessun mezzo di trasporto che ci può portare. >
< Accidenti, Nabiki! Se tu almeno avessi imparato a portare la macchina avremmo preso un auto a noleggio e non avremmo di questi problemi. >
< Che ci posso fare se sto ancora imparando? >
< Lo sai qual è il tuo problema? Che se fai una cosa che non ti piace non hai voglia, anche se sarebbe molto utile. >
< Possiamo parlarne un’altra volta? Adesso non è questo il problema, bensì nostra sorella. >
< E come se non bastasse abbiamo perso anche i contatti con nostro padre. >
La sera era già scesa sulla piccola cittadina di Castiglioncello ma le due giovani donne non riuscivano a darsi pace in nessun modo.
< Il Castello di Sonnino è molto vicino da qui. Potremmo andarci a piedi. >
< Ma non ti ricordi, Nabiki? Nostro padre non vuole che lo andiamo a trovare sul posto di lavoro. >
< E quindi? Hai forse un’altra scelta? >
< Purtroppo pensandoci bene no. Ma se fosse pericoloso? Ho sentito dire che ci sono rinchiusi alcuni dei più criminali internazionali pericolosi. Tra cui uno scienziato pazzo di cui ignoro il nome. >
< Che cosa? hai detto scienziato pazzo. >
Presa da un moto di nervosismo, Nabiki cercò di spremersi le meningi per ricordarsi dove aveva visto l’uomo in compagnia di Kasumi.
< Nabiki, che cos’hai? >
< Quell’uomo in compagnia di nostra sorella… vuoi vedere che è il famoso scienziato pazzo rinchiuso nella torre di Sonnino? >
< Come fai a sapere che in quel Castello c’è uno scienziato pazzo? >
< Me l’ha rivelato nostro padre in segreto prima che cominciasse la sua missione. >
< Che cosaaa? Non capisco perché l’abbia rivelato a te. >
< Perché sono stata l’unica che si è interessata alla sua missione. >
< Davvero? Oppure l’hai solamente stressato a tal punto che ha dovuto rivelarti alcuni particolari? >
< Questo non è vero > rispose Nabiki imbronciata.
< Certo, come no. Credi che non ti conosca abbastanza? Sei mia sorella, Nabiki. >
< Comunque sta di fatto che dobbiamo recarci da nostro padre immediatamente. E più tempo passa e Kasumi potrebbe essere in pericolo se rimane in contatto con quell’uomo. >
< Credi che a quest’ora lui l’abbia rapita e siano scappati da Castiglioncello? >
< Non lo so, Nabiki… E sinceramente non voglio pensarci. >
< Questo sarebbe un guaio irrimediabile… Rechiamoci al Castello di Sonnino immediatamente. Nostro padre deve sapere di nostra sorella e quello che può rischiare. >
< E quello che rischiamo noi? >
< Falla finita e non ci pensiamo, ok? >
< Va bene. Abbiamo una torcia che può illuminare il nostro cammino se dovremmo intraprendere sentieri bui e nascosti? >
< La torcia del cellulare è sufficiente. Andiamo. >
 
 
Una volta camminato per più di un’ora, alla fine le due ragazze arrivarono dinanzi al Castello di Sonnino in cima alla collina.
< Meno male. Ci siamo riusciti > fece Nabiki con tono affannato
Guardandosi intorno, le due ragazze non videro nessun individuo che potesse fare la guardia al territorio.
< Questo posto sembra abbandonato a se stesso… Non lo pensi anche tu, Nabiki? >
< Sì, esatto. Non c’è nemmeno un cancello malandato che possa tenere alla larga i malintenzionati. >
< Comunque è impossibile che siamo sole. Deve esserci per forza qualcuno. >
Vedendole dinanzi all’entrata principale, Ryoga corse verso di loro fissandole con sguardo carico di rabbia.
< Chi siete voi? Non avete letto che il passaggio verso questo sentiero è severamente vietato alle persone non risiedenti in questo Castello? >
< Mi dispiace giovane ragazzo, ma non abbiamo trovato scritto niente di tutto ciò. >
< Comunque vi consiglio di andarvene se non volete passare dei brutti guai. >
< Stiamo cercando nostro padre: Soun Tendo. Capitano di una missione segreta che anche noi ignoriamo. >
< Se è una missione segreta come fate a sapere tutto ciò? >
< Siamo molto curiose quando vogliamo > rispose Nabiki piccata.
< Smettila di fare la superiore, Nabiki. Stai peggiorando la nostra situazione > gli sussurrò sua sorella Akane.
< Comunque avete detto che vostro padre è Soun Tendo? Pensavo che il vecchio avesse solo una figlia… >
< Invece siamo in tre… Allora? Possiamo parlare con lui? >
< Credo che in questo momento sia impossibile. Ha molto da fare. >
< E’ talmente occupato da non ricevere le sue figlie? >
< Io prendo solo ordini da lui e mi è stato detto che non vuole essere disturbato da nessuno. >
< Ascoltami giovane guardia: lo capisci che è una questione di vita o di morte? Nostra sorella e scomparsa e non sappiamo dove cercarla. Per questo abbiamo bisogno del suo aiuto. >
< Mi dispiace per voi ma non è colpa mia se vostro padre, nonché mio Capitano, deve stare fuori le questioni familiari in questo periodo. >
< Ma cosa significa?! >
< Nabiki, mantieni la calma… >
< Ma come faccio, Akane? Questo ragazzo sta facendo lo sbruffone con noi e io non posso sopportarlo. >
< Attenta ragazzina, tu non sai chi sono io. >
< Sei solo un vile arrogante che vuole evitare di aiutarci in qualunque modo… Ma ti avverto: se non ci fai passare, entreremo con la forza. >
< Ahahah voglio proprio vedere come > ribadì Ryoga divertito.
< Ah sì? Vuoi mettermi alla prova? Allora stai a vedere. >
Ma prima che Nabiki potesse fare un atto imperdonabile, Takewaki uscì dal Castello dopo che alcune grida rimbombarono alle sue orecchie.
< Che cosa sta succedendo qui? >
< Signore, queste ragazze dicono di essere le altre due figlie del nostro Capitano > rispose Ryoga facendogli l’occhiolino < Che cosa devo fare con loro? >
Rimanendo in silenzio per alcuni secondi, Takewaki fece segno al suo sottoposto di lasciarle entrare nel castello.
< Siete state fortunate, non c’è che dire. Il mio Signore vi da’ il permesso di entrare. >
< Ecco, ci voleta tanto? Mascalzone che non sei altro. >
< Come mi hai chiamato, ragazzina?! >
< Adesso smettila, Nabiki. Abbiamo ottenuto quello che volevamo ed è questo l’importante. >
< Razza di cafone che non sei altro. Prrr > ribadì Nabiki facendogli una pernacchia prima di entrare definitivamente nel castello.
Mentre le due ragazze si guardavano intorno con aria smarrita, Takewaki fece gli onori di casa portandole da loro padre.
< Il vecchio Tendo è molto impegnato ultimamente a causa di un prigioniero che ci sta dando molto filo da torcere… Ma adesso che l’abbiamo finalmente placato, si sta prendendo un momento di riposo nella sua stanza. >
< Si sta forse riferendo allo scienziato pazzo Ono Tofu? >
< Esatto… Forse avete avuto l’occasione di incontrarlo nel momento della sua evasione? >
< Purtroppo sì. L’ho incontrato io > rispose Nabiki.
< Molto interessante. Spero che non le abbia fatto del male. Sarebbe molto imperdonabile da parte sua. >
< No, non si preoccupi… L’unica cosa che vorremmo sapere è che se lui p stato riacciuffato, sa se ha visto nostra sorella Kasumi? >
< Vostra sorella? Ah sì! Si trova in compagnia di vostro padre e vi sta aspettando. >
< Davvero? >
< Sì. È grazie a lei se abbiamo potuto ricatturare quel dannato scienziato… Grazie al suo coraggio ho voluto premiarla come meglio si meritava. Venite con me. >
Dopo aver camminato per molti vicoli stretti, alla fine Takewaki li portò dritti alla Sala delle Torture.
< Signore, ma dove siamo? Non vediamo niente. >
< Aspettate un momento e vedrete. >
Dopo aver acceso le luci, lo spettacolo che le due sorelle si ritrovarono dinanzi fu alquanto raccapricciante.
Kasumi, Soun Tendo in ero incatenati alla parete insieme a Ono Tofu e al suo assistente Ranma.
< Che cosa significa tutto questo?! > gridò Nabiki in preda allo spavento.
< Significa che questa notte non uscirete vivi da qui… Genma Saotome, incatenale insieme agli altri. I familiari dei nostri traditori devono assaporare contro chi si sono messi contro. >
< Come vuole lei, Capitano. >
< No! Lasciateci andare! Noi non abbiamo fatto niente! >
< Non posso lasciare andare due testimoni molto pericolosi. Che figura ci farei io? Siete condannate a soffrire e a morire insieme a tutti gli altri. >
< Maledetti! Che cosa gli avete fatto? >
< L’abbiamo un po’ torturati > rispose Takewaki con ghigno malefico < E questo era solo l’inizio. Presto anche voi assaggerete quello di cui sono capace. >

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La forza della libertà ***


Dopo aver avuto la loro dose di tortura giornaliera, Ono Tofu e Ranma erano stati rimandati rispettivamente nelle loro celle da Genma Saotome.
< Genma, come puoi prendere ordini da un vile codardo come Takewaki? > gli domandò Ono Tofu con voce flebile.
< Ho forse altra scelta, ragazzo? >
< Papà, tu non sei questo tipo d’uomo. Non sei crudele come lui. >
< Ho giurato che avrei portato avanti il mio lavoro fino alla fine. E non posso sottrarmi a questa promessa. >
< Ti rendi conto che stai facendo soffrire gente innocente? E non mi sto riferendo a noi, ma alle figlie di Tendo. >
< Soun Tendo… >
< Quel povero Cristo non ha fatto nulla se non venire sopraffatto dal nostro nemico in comune… E tu non fai niente per combatterlo? >
< E rischiare di venire imprigionato pure io? Non se ne parla nemmeno. >
< Quindi preferisci stare al suo servizio piuttosto che provare a ribellarti? >
< Io sono completamente solo, Ranma. Lo vuoi capire o no?! >
< Ci saremmo noi a darti man forte, papà. Non saresti solo in nessun caso. >
< Voi siete stati condannati a vita. Non potrete mai uscire vivi da qui. È solo questione di tempo e Takewaki vi ucciderà senza pietà. >
< Ci sta già uccidendo, Genma. Ma molto lentamente > replicò Ono Tofu.
< E comunque non puoi fare in modo che quelle tre ragazze vengano torturate come noi. È inumano. >
< Esatto. Il loro unico peccato è fare parte della famiglia Tendo… E’ questa la giustizia?! >
< Non lo so. Non so cosa pensare > mormorò Genma con tono disperato mettendosi le mani sul viso.
< Genma, solo tu puoi fermare tutto questo. Hai ragione a pensare che noi siamo impotenti… >
< Se provo a ribellarmi farei la stessa vostra fine e dopo sì che non avremmo più speranze. >
< Io e Ono Tofu stiamo elaborando un piano di fuga per uscire indenni da qui. È solo questione di tempo. >
< Evadere dalla torre più alta del Castello? Voi siete pazzi. È impossibile. >
< Pensa alla famiglia Tendo, d’accordo? Al resto ci pensiamo noi. >
< Ma io… >
< Vai, papà. Non hai un minuto da perdere. >
Dopo aver rinchiuso suo figlio Ranma e Ono Tofu, Genma Saotome si fece coraggio per andare a parlare con il suo superiore e spiegargli questa situazione che stava divenendo insostenibile.
< Genma, perché ci hai messo così tanto? >
< Mi scusi, Capitano. Ma i prigionieri hanno ancora molte energie da spendere. >
< Ancora per poco, caro Genma. Per domani ho in mente la loro esecuzione. Così finiranno di essere un problema per tutti. >
< Ma Capitano, è illegale ucciderli. >
< La legge la decido io, Genma. Non l’hai ancora capito? Ryoga, assicurati che i due prigionieri non diano più nessun problema. Mi sono spiegato. >
< Come vuole lei, Capitano > replicò il ragazzo prima di uscire dalla stanza del Capitano.
< Capitano, cos’ha intenzione di fare? >
< Stai calo, Genma. Non ti agitare. >
< Veramente io… >
< Sai una cosa? Non ti ho ancora dato l’ordine di torturare le figlie di Soun Tendo. Per dimostrarmi la tua lealtà nei miei confronti, ti ordino di fare la stessa cosa come hai fatto con lo scienziato e con tuo figlio. >
< Ma Capitano, sono delle innocenti ragazze. Non si meritano una fine del genere. >
< Di questo non devi preoccuparti… Sei con me o contro di me? >
In quel momento Genma non seppe cosa rispondere.
Se decideva di andare contro i voleri di takewaki la sua vita sarebbe finita, al contrario se avesse accettato una simile crudeltà.
< Allora? Non ho tutto il giorno per sapere la tua risposta. >
< Non posso farlo. Mi dispiace > rispose l’umo evitando di guardare il Capitano dritto negli occhi.
< Rifiuti di obbedirmi? Hai commesso il più grande errore della tua vita… Mi dispiace per te Genma, ma sarò costretto a spedirti in prigione con gli altri traditori. >
< Tu non spedirai in prigione più nessuno, fratello. >
Sentendo una voce acuta e femminile, Takewaki si fermò di colpo.
< E tu che diavolo ci fai qui? >
< Sono venuta qui a fermare la tua pazzia degenerativa. >
< Nessuno ti ha dato il permesso di entrare, Kodochi. >
< Infatti sono entrata a forza facendomi largo tra i tuoi uomini… Essendo una ragazza hanno pensato bene di potermi fermare con le armi e con le loro parole piene di disprezzo. Ma non sapevano di cosa ero capace. Non per altro sono sorella di un rivoluzionario. >
< Che cos’hai intenzione di fare? >
< Te l’ho detto: fermarti una volta per tutte. >
< Anche se sei riuscita ad entrare nel Castello, non vuol dire che ne uscirai viva. >
< Non sei nelle condizioni di minacciarmi, fratellino. >
< Adesso basta prendermi in giro! > gridò l’uomo battendo le mani sulla sua scrivania.
< Nel mentre tu eri qui a mettere sotto torchio il povero Genma Saotome, ho fatto in tempo a recarmi in cima alla Torre del Castello a liberare il povero Ranma e lo scienziato Ono Tofu. >
< Che cos’hai fatto?! >
< Naturalmente con l’aiuto di commilitone d’eccezione. >
Vedendo che Ryoga era stato incatenato e imbavagliato, Takewaki fissava sua sorella con sguardo impaurito.
< Stupido Ryoga! Ti sei fatto sorprendere da una donna! >
< Rassegnati, Takewaki. Ormai non hai più via di scampo. >
Voltandosi verso la finestra della sua stanza, Takewaki pensò che l’unico modo di fuggire era buttarsi.
< Non mi avrai mai per vinto, sorella. Io non mi faccio sconfiggere. >
< Cosa vuoi fare? Gettarti da questa stanza? Cadresti dritto nel mare a decine e decine di metri d’altezza. Non riusciresti mai a sopravvivere. >
< Questo lo dici tu. >
< Non ti muovere > replicò la ragazza puntandogli addosso un fucile < Non lascerò che tu provi a farla franca. >
< Hai forse paura? >
< Sì. Ne sai una più del diavolo. >
< Ahahah hai ragione. Kodochi. Sono un tipo molto imprevedibile. E quindi non ho niente da perdere. >
< Non costringermi a spararti, Takewaki! >
< Faresti del male a tuo fratello? Non credo proprio… Addio sorellina. Questa volta hai vinto tu, ma la prossima volta andrà tutto diversamente. >
Ma prima che Takewaki potesse saltare dalla finestra, Ono Tofu e Ranma si erano arrampicati proprio dalla finestra della sua stanza per bloccargli la fuga.
< Che cosa pensavi di fare, Takewaki? Hai visto che siamo molto più furbi di te? > mormorò Ranma canzonandolo.
< Lasciatemi andare! >
< Mai. Per rimediare a tutti i mali che hai fatto, berrai la nostra sostanza che tu hai trasformato in un veleno mortale. Così ti passerà la voglia di fare il gradasso. >
< Non potete trattarmi così! >
< Invece possiamo eccome… Tienilo fermo, Ranma. >
Sotto gli occhi increduli di Kodochi, Ono Tofu fece bere a forza la sostanza avvelenata che Takewaki aveva trasformato e incastrato Ranma e lo scienziato.
< E’ questioni di pochi secondi… Sei pronto a morire come quei poveri innocenti? >
< Io… questa non è la mia fine… >
< Oh, lo è eccome. Addio Takewaki. >
Mentre le sue palpitazioni stavano crescendo in maniera esponenziale, il giovane Takewaki cadde a terra senza energie stroncato dal suo stesso veleno, mentre sua sorella Kodochi si era coperta gli occhi dallo spavento.
< Adesso è tutto finito, Kodochi. >
< Ne siete davvero sicuri? >
< Adesso Takewaki non sarà più un problema per nessuno. Il suo corpo giace morente dinanzi a noi. >
< Vederlo disteso per terra senza vita… Mi fa accapponare la pelle. >
< Avrà una degna sepoltura… Subito dopo aver liberato Soun Tendo e le sue figlie. Rechiamoci nella sala delle torture. >
Non potendo più aspettare, Ono Tofu si recò da Kasumi con la paura che la povera ragazza potesse stare male.
Una volta giunti nella Sala delle Torture, il giovane scienziato vide i corpi di Soun Tendo e delle tre ragazze appese alla parete.
< Aiutatemi a liberarle! > gridò disperato Ono Tofu.
Appena si ritrovarono distesi a terra, essi stavano respirando in maniera molto affannosa.
< Kasumi, sono qui con te. Va tutto bene. >
Appena la ragazza aprì gli occhi, il giovane scienziato tirò un sospiro di sollievo.
< Ono, sei davvero tu? >
< Sì, Kasumi. È tutto finito. Takewaki non è più un problema. >
< Ono… ti sarò per sempre grata per avermi salvata > replicò la ragazza accasciandosi tra le braccia del giovane uomini.
> Kasumi! Svegliati! >
< Sono svenuti, Ono. Hanno bisogno di essere portati subito in ospedale > fece Ranma.
< D’accordo. Aiutami a trasportarli. >
< Non c’è fretta. Tra poco le ambulanze saranno qui > fece Genma.
< Grazie per tutto quello che hai fatto per noi, papà. >
< Io non ho fatto niente, ragazzo mio. È stata Kodochi. >
< Hai avuto il coraggio di ribellarti a Takewaki. Sei stato molto coraggioso. >
< O Stupido. Bisogna vedere da quale prospettiva… >
 < Ahahah sei sempre il solito. >
< Mi dispiace che mio fratello vi abbia dato così tanti problemi… ancora non capisco perché era avvolto da una rabbia irrefrenabile. >
< Era invidioso del nostro progetto > spiegò Ono Tofu < E cercava ogni espediente per farci fuori… L’unica cosa che non riesco a sopportare era il fatto di attentare alla vita di quelle tre ragazze innocenti solo perché sono le figlie di Soun Tendo. >
< Comunque l’importante che questa storia sia finita. L’unica cosa che conta è la guarigione delle tre ragazze e di loro padre. >
Appena l’ambulanza arrivò dinanzi al castello, Kasumi, Nabiki, Akane e Soun furono trasportati d’urgenza all’ospedale più vicino.
< Ono, tu non vieni con me? >
< Ti raggiungerò il prima possibile, Kasumi. Non ti preoccupare > replicò lo scienziato baciando la sua mano prima di rimanere con Ranma, Kodochi e Genma.
< Adesso sbarazziamoci del corpo di Takewaki. >
Ma una volta ritornati nella sua stanza, videro con grande sorpresa che il suo corpo era sparito.
< Non è possibile. Non può essere scomparso nel nulla… Che significa tutto questo? > mormorò Ranma spaventato.
< Sapete una cosa? Credo che questa storia non sia ancora finita. >

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3901148