In Only Seven Days

di carachiel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atto I - capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Atto I - capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Atto I - capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Atto I - capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Atto I - capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Atto I - capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** atto II - capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Atto II - capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Atto II - capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Atto I - capitolo 1 ***


In Only Seven Days

Atto I - Capitolo 1

 

 

Disclaimer: I Queen non mi appartengono e questa storia non ha nessun intento di risultare irrispettosa o offensiva
Nota della traduttrice: La storia originale appartiene all'autrice peblezQ, la mia è solo una traduzione - si spera - fedele.

 

"Stop! Roger, stai andando troppo veloce!" Freddie lo richiama dal pianoforte, interrompendo la sessione di registrazione. Roger sbuffa, ruotando gli occhi. 

"No, sei tu che stavi andando troppo piano" risponde sulla difensiva. Brian ruota gli occhi, togliendosi le cuffie e sfogliando le sue annotazioni. Annuisce prima di indicare una pagina e annuire un'altra volta, concordando con Freddie. 

"No, Roger. Stavi andando decisamente troppo veloce." si volta per guardarlo attraverso il vetro della cabina di registrazione "O meglio, eri a tempo, ma poi hai iniziato ad accelerare." aggiunge. 

L'altro lo fissa storto attraverso gli occhiali da sole, tirando fuori una sigaretta e mettendosela in bocca prima di accenderla. Ne prende una lunga tirata prima di rispondere "beh, mi hai detto di seguirti, idea di merda per mostrarti che sei incapace di tenere il tempo giusto." Roger fa ruotare le bacchette prima di continuare "Sono un fottuto metronomo, quindi perché non stai zitto e mi lasci fare il mio lavoro?" 

John ignora i loro battibecchi mentre suona il riff della canzone, decidendo di fare un po' di pratica. Gli altri sono capaci di andare avanti per mezz'ora se non interferisce. Brian replica con qualche rinfaccio inutile che il bassista non ascolta. 
Sospira, ruotando gli occhi impazientemente. 

"Per quanto mi piaccia stare qua, ascoltandovi litigare come bambini, preferirei finire questo dannato album, che ne dite? 

Freddie sorride, girandosi verso il piano e facendo un cenno al fonico "Va bene, proviamo di nuovo!" 

Roger si acciglia "Mi seguirai stavolta?" 

"Va bene" replica Brian infilandosi le cuffie sopra la matassa di capelli. 

Fanno un altro take, rimanendo al tempo di Roger e riuscendo a restarci per tutta la canzone, il suddetto che sorride orgogliosamente quando finiscono "Beh. Che vi avevo detto, suona molto meglio seguendo il mio dannato tempo!" 

Il chitarrista lo ignora, mentre si sistema le cuffie "Dovremmo fare un altro take, o andare avanti?" domanda a Freddie con un sopracciglio alzato

"Forse dovremmo fare un altro take."
 

Un grugnito di disapprovazione collettiva segue le sue parole prima che John si tolga la cinghia del basso dalle spalle "Dovremmo fare una pausa. Sto morendo di fame."

"Cosa? Dai, ci siamo vicini, me lo sento!" 

"Non porteremo a termine niente di buono se siamo affamati. Roger è parecchio irritabile quando ha fame e io preferirei evitare un'altro discussione su chi sta seguendo il tempo di chi." replica rimettendo il basso sullo stand. 

Il batterista esce dalla cabina di registrazione, passandosi le dita tra i lunghi capelli "Quindi, prendiamo a portar via? In caso io voto giapponese o cinese."

"L'abbiamo già preso l'ultima volta, caro" replica Freddie alzandosi in piedi "Io dico che dovremmo provare qualcos'altro! Magari mangiare in un ristorante, allontanarci dallo studio e schiarirci le idee?. 

"Certo, qualsiasi cosa si avvicini a mangiare."

'Roger non è il solo ad essere irritabile quando ha fame.' pensa il frontman
 

Nonostante le proteste di Freddie, tutti e quattro finiscono nel loro ristorante giapponese preferito. Il suddetto siede col petto in fuori ed evita di proposito lo sguardo di Roger. 

"Smettila di essere così drammatico. Ami questo posto." replica Roger. Freddie sbuffa mentre prende da bere, i movimenti esasperatamente lenti, replicando con un ampio sorriso alle loro espressioni annoiate prima di coprirsi velocemente la bocca

"Avete finito? O dovete continuare a esagerare, stasera?" chiede Brian accennando un sorriso.

"Non finisco mai di essere drammatico, tesoro." replica Freddie con un sorriso sornione.

Ordinarono il cibo e il resto della cena passò relativamente tranquillo. Poi Roger cominciò a parlare dell'album. 
"Continuo a pensare che In Only Seven Days non sia abbastanza forte" commenta "Come se mancasse qualcosa."

"Tipo cosa?" chiede John lentamente. 

Il batterista alza le mani, sulla difensiva "Hey, non sto dicendo che è brutta. Penso solo che le manchi qualcosa, qualcosa che la farà scoppiare, ecco."

John incrocia le braccia "E cosa proporresti di fare? Adorerei sentire le tue idee."


Freddie si alza "Dovrei andare al bagno" mormora velocemente prima di allontanarsi dalla tensione crescente attorno al tavolo. Brian lo guarda allontanarsi con un'occhiataccia che urla 'traditore'. 

Il frontman osserva una donna - probabilmente un'impiegata - riempire un cesto di biscotti della fortuna mentre si fa strada verso il retro, avvicinandosi ai bagni, prima di fare marcia indietro, guardandosi attorno furtivamente. Con nonchalance aspetta che la donna si allontani prima di sgraffignare un biscotto e farselo scivolare in tasca.
Entra nel bagno con un sorrisetto che aleggia sulle sue labbra, chiudendo la porta e poggiandosi contro. Non ha veramente bisogno di usare il bagno, ma immagina sia una buona idea mangiare un biscotto mentre aspetta passi la tempesta che Roger ha scatenato. 

Rompe il biscotto a metà e se ne infila metà in bocca, afferrando la strisciolina di carta al centro e tirandola fuori. Mentre sgranocchia solleva la cartina per leggere i suoi numeri fortunati: 5 13 23 42 11 18

Gira la striscia e legge distrattamente. Non sono mai delle vere predizioni, solo qualche stupido consiglio vago, tipo 'è saggio essere onesti' o simili. 

Freddie li trova divertenti, quindi legge in silenzio con un piccolo sorriso divertito. Una volta finito di leggere il suo sorriso svanisce e rilegge ad alta voce, le sopracciglia aggrottate. 

 

"Il tempo è uno strumento che affrontiamo, e qualcosa che non possiamo rintracciare.
La vita è piena di scelte che compiamo, scelte che potrebbero rubare il tempo che non possiamo trattenere.
Parola del saggio, stai vivendo nelle menzogne, puoi solo andare, non indietro nel tempo.
Se vuoi tornare indietro, fà si che non ci siano legami, a trattenere la tua esistenza."

 

Freddie si acciglia mentre abbassa il pezzo di carta, un 'Ma che cazzo?" appena sussurrato.
Riesamina la strisciolina, chiedendosi chi stamperebbe una simile poesia su un misero biscotto della fortuna. Alza le spalle e se lo rinfila nella tasca. "Potrebbe tornare utile" mormora, scostandosi dalla porta. 

Mentre si gira per aprire la porta, lo specchio inizia a tremare. Esita, spostandosi verso di esso prima di sobbalzare quando anche il lavabo inizia a vibrare sotto il suo tocco.
Si gira velocemente, vedendo anche l'acqua nella tazza gorgogliare, per poi attaccarsi al muro, mentre le vibrazioni si intensificano in un profondo rombo. 

Scivola sotto il lavandino, raggomitolandosi sotto di esso quando vede la vernice staccarsi dai muri. Il suo battito cardiaco accelera, l'orrido presentimento che deve trattarsi di un terremoto; molto potente, anche. 

Freddie si raggomitola su sé stesso quando un forte boato fa tremare l'edificio ancora più forte, la polvere che cade dal soffitto come neve che si deposita a terra, senza coprire le crepe sul pavimento.
Si stringe ancora di più in un angolo con gli occhi spalancati, le crepe che sembrano seguirlo.

Il soffitto comincia a cadere in pezzi, facendolo sobbalzare ad ogni rumore. Sbatte rapidamente le palpebre, cercando di frenare le lacrime mentre tenta di calmare il respiro affannoso, chiudendo gli occhi quando la polvere si fa troppo spessa e le lacrime scorrono più forte cercando di ricacciarla.

Il rimbombo è ancora più assordante della batteria di Roger, e un altro schianto fa ronzare le sue orecchie dolorosamente. Respira velocemente e con fatica mentre il fischio nelle sue orecchie risuona più forte di qualsiasi altra cosa. Rimane da solo con quel ronzio assordante nella testa. 

Il rumore è ancora forte e acuto mentre iperventila, gli occhi serrati dal dolore alla testa. 'Forse il lavandino è crollato e ho una commozione cerebrale.' si domanda silenziosamente.
Inizia a pensare ai suoi compagni di band, e i suoi singhiozzi si intensificano mentre realizza con orrore che sono ancora in sala.
Sono feriti? Saranno scappati? Si saranno preoccupati per lui almeno quanto lui è preoccupato per loro? 

Freddie si siede rigidamente, le mani ancora a coprirsi il retro della testa, ma ricade ma nonostante gli sforzi per rialzarsi e rimettersi in una posizione sicura riesce solo ad aprire gli occhi. 

Essi non rivelano niente se non la spessa, bianca nebbia che lo circonda.
Mentre il ronzio alle orecchie si fa più assordante emette un lamento, realizzando che il bancone e il lavandino sono crollati e che giace sotto le macerie.
Libera il braccio sinistro dalle macerie, sentendo il peso dell'arto inerte, mentre le sue dita tremanti sfiorano qualcosa di caldo e bagnato sulla sua testa, esaminando cautamente il sangue scuro sulle sue dita.
Ora si spiega perché gli fa male la testa e le sue orecchie ronzano. Ha decisamente una commozione. 

Freddie lotta contro l'impulso urgente di chiudere gli occhi, sapendo che potrebbe perdere i sensi. 'Se chiudo gli occhi, potrei non svegliarmi.' ricorda a sé stesso 'Resta sveglio, Freddie. Resta sveglio. Resta sveglio...' si ripete come un mantra, mentre cerca di sgusciare fuori dalle macerie, determinato a uscire dall'edificio prima che esso collassi. 

'Devi trovarli...' pensa mentre se lo ripete a forza per restare sveglio. 'Trova Brian, Roger e John... Trovali ed esci da qui...' continua a ripetersi mentre le sue braccia tremanti lo fanno strisciare sul pavimento. 

Cerca di rialzarsi ma le gambe rigide lo fanno collassare di nuovo per terra. È stranamente confortevole per terra, e le sue palpebre calano inesorabilmente, mentre la vista si appanna e tutto vortica come su un giradischi. 

'Fa male tenere gli occhi aperti' lamenta il suo cervello. Freddie emette un gemito mentre tenta di resistere all'impulso di chiudere gli occhi.
Cerca di nuovo di rialzarsi, i movimenti molto più lenti e riesce a mettersi a sedere, la schiena premuta contro il muro per ritrovare l'equilibrio. 

Mentre si rilassa respirando lentamente le sue palpebre si chiudono automaticamente e rimane immobile per un minuto prima di riaprire di colpo gli occhi, il cuore che rimbomba pesantemente. 
 

Improvvisamente in allerta, si guarda intorno impanicato, aggrappandosi ai cuscini sotto di lui e riconoscendo il luogo. È nel vecchio appartamento che i Queen condividevano nei primi anni '70, ma qualcosa sembra fuori luogo. 

Esamina lentamente la stanza, ma tutto sembra... scuro e sfocato.
La finestra davanti a lui è aperta ma tutto ciò che vede è bianco; come se ci fosse una luce che copre qualsiasi cosa vi sia oltre. Ha la strana sensazione che non vi sia altro che questa stanza, mentre rilascia la presa sui cuscini, senza sentire il tessuto o la temperatura della stanza. 

All' improvviso Brian emerge dalla cucina e Freddie lo fissa mentre si avvicina al tavolo dove Roger e John sono seduti con una plancia* di Scarabeo di fronte a loro. 

"Piano, le tazze sono calde." avverte Brian mentre sistema le tazze, sistemandone una di fronte a una sedia vuota. 

"Vieni, Freddie?" domanda Roger mentre aiuta John a sistemare il gioco.
Lui non risponde, ma annuisce comunque. Le versioni più giovani dei suoi compagni di band - forse è il 1973, pensa - sono seduti al tavolo, aspettando di giocare a Scarabeo insieme come se fosse l'unica cosa importante. 

Si alza lentamente e si avvicina al tavolo, sedendosi ed esaminando il tè nella sua tazza. È fumante, ma non sente il calore che dovrebbe emanare. Prende un sorso di prova e per poco non si brucia la lingua, è incandescente. Impreca sottovoce, facendo quasi cadere il recipiente. 

Viene colpito dalla sensazione immediata di dejà vu, come se fosse già stato lì, in quelle circostanze. Quando Brian si siede, Freddie realizza che deve essere un sogno riguardo un ricordo. Non gli era mai capitato prima di sognare un ricordo. 

Prova a tutti i costi a ricordare tutto ciò che rammenta prima di svegliarsi in quell'appartamento. Dov'era? Come c'era arrivato? 

Sente il tavolo scuotersi, ma i suoi compagni sembrano non farci caso mentre giocano. Per loro, il tavolo non sembra scuotersi violentemente. Il frontman guarda la plancia confuso, realizzando che è il suo turno. Le lettere disposte sono insensate e quando guarda le sue, realizza che sono altrettanto insensate. 

Prova a piazzare qualche lettera a caso, fingendo di avere un'idea ben precisa mentre i suoi amici lo guardano. Roger sbuffa e grida "non vale!" mentre Brian ride, bevendo un sorso del tè. 

John scribacchia sul tabellone dei punteggi e mormora" bella giocata, Fred" con un sorriso. 

Spalanca gli occhi confuso, fissando gli altri. Il suo subconscio lo sta incoraggiando a continuare il sogno mentre chi sogna diventa lucido? Come funziona la questione? Si gratta il viso frustrato, ma si allontana di scatto mentre sente una familiare sensazione sulla fonte, qualcosa di caldo e umido.

Esamina le sue dita, meravigliato dal sangue su di esse. Ricorda improvvisamente, il terremoto e la polvere, il lavabo crollato che lo colpisce e gli causa il trauma cerebrale. Sente il panico assalirlo mentre ricorda il tentativo di restare sveglio durante il terremoto. 'Oh cazzo- oh merda... Quindi sono in coma? È per questo che sono ancora in questo dannato sogno?' si domanda

"Non sei in coma, Fred" commenta tranquillamente John prima di iniziare il suo turno. 

"Cosa?" domanda, le sopracciglia corrugate mentre si domanda se l'ha detto a voce alta. 

"Possiamo sentire i tuoi pensieri, idiota" replica Roger "Noi siamo solo il tuo subconscio, dopo tutto." aggiunge piazzando le lettere. 

"Sono morto?" domanda piano

"Non ancora" risponde Brian grattandosi il mento prima di decidere la parola e piazzandola sulla plancia. 

Il respiro di Freddie incespica nella sua gola mentre articola debolmente "sto morendo?" 

"Tecnicamente stiamo tutti morendo lentamente" replica il batterista con un sorrisetto sfacciato a cui John replica con uno schiaffo sul braccio, strappandogli un lamento. 

"È il tuo turno" replica il bassista

"E giocare a Scarabeo ha importanza a questo punto? È tutto privo di senso." replica il frontman

"Non è tutto insensato. Alcune cose hanno senso solo se le guardi da vicino." 

Freddie osserva di nuovo la plancia, e improvvisamente le parole insensate diventano chiare come il sole, osservando attentamente le parole formatesi. 

 

Tempo. Passato. Infinito. Morte. Caos. Viaggiatore. Svegliarsi. 
 

Queste sono le parole sulla plancia di fronte a lui. Abbassa lo sguardo sulle sue parole e vede una parola formata. O meglio, non solo una parola; sono due: Cerca Loro.

Freddie guarda di nuovo la plancia di gioco e tutte le parole sono state rimpiazzate da: CERCA LORO

Il suo sguardo passa di nuovo ai suoi amici, e sono di nuovo la versione odierna di loro stessi, ma sono coperti di polvere, graffi e ferite, senza sembrare influenzati da quel cambio di immagine. "Svegliati e cercali." dice Roger in tono grave

Si alza in piedi di scatto, gli occhi sbarrati e la mente in allerta, completamente sveglio. La sola frase che rimbomba nel suo cervello è "Svegliati e cercali."



*ho deciso di tradurre 'board' come plancia dato che lo preferivo a tabellone

 

Note della traduttice:

Eccomi con un nuovo progetto! Questa storia, come specificato nell'intro non è mia, ma dell'autrice peblezQ, che mi ha gentilmente concesso di tradurla. QUI: https://archiveofourown.org/works/17479634/chapters/41166545 trovate la storia originale.
Essendo una traduzione a cui mi dedico nei ritagli di tempo, non posso garantire aggiornamenti regolari, ma farò il possibile.

Se vi piace recensite, un feedback è sempre apprezzato ^^

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Capitolo 2
*** Atto I - capitolo 2 ***


In Only Seven Days
Atto I - Capitolo 2

 

Freddie esamina i dintorni con la testa confusa, gli occhi appannati mentre sbatte le palpebre, provando a mettere a fuoco. Respira pesantemente, inquieto. È lo stesso bagno - presume - ma sembra... diverso. Non è a pezzi come prima; è anche più pulito, e sembra sia stato completamente rinnovato. Il panico inizia ad assalirlo mentre si alza lentamente, gli arti rigidi dopo la prolungata immobilità. 

Si guarda allo specchio e sospira, vedendo la brutta ferita sulla sua fronte. Cerca di aprire l'acqua, ma si blocca quando realizza che non trova la manopola, e esaminandolo vede che non ve ne sono affatto. 

Sprofonda nella confusione mentre tasta attorno il lavandino come un idiota, domandandosi perché non c'è una dannata manopola. I suoi occhi lucidi esaminano la stanza riflessa nello specchio, domandandosi perché la carta da parati fiorata sia stata rimpiazzata con quelle strane mattonelle bianche traslucide. I dipinti sono astratti e il water - ruota la testa stupefatto, manca il pulsante per lo scarico. 

"Ma che cazzo?" mormora, senza riuscire a contenere la confusione, iniziando a colpire il lavandino disperatamente. 

"Oh, apriti - oh per l'amor del cazzo!" sibila, muovendo le mani freneticamente sotto il lavandino. Improvvisamente, per qualche miracolo divino, il lavandino si accende rilasciando l'acqua sulle sue mani e Freddie lo fissa. 

Prova a tirare indietro le mani e osserva il getto d'acqua spegnersi per poi riaprirsi quando le rimette sotto. 

"Ma... che... cazzo...?" sussurra, continuando a fare avanti e indietro con le mani, guardando il lavandino aprirsi e chiudersi di conseguenza. 

Guarda il tutto con meraviglia - ma soprattutto confusione - prima di decidere di preoccuparsene dopo, deve pulirsi la ferita prima che si infetti. Mette le mani a coppa sotto il rubinetto e sciacqua la ferita con l'acqua tiepida. 

Cerca il sapone e trova un oggetto montato sul muro che recita 'Dispenser Automatico'. Prova ad agitare la mano sotto di esso, salvo poi fare un salto indietro quando l'oggetto, con uno strano rumore meccanico rilascia qualche goccia di sapone schiumoso sul lavabo. Rimette sotto la mano, questa volta lasciandocela per afferrare il sapone ed esaminarlo. 

"Ma che diavolo...?" si domanda, spostandosi per esaminare il dispenser. 

Mette la testa sotto l'oggetto, ma lo rimpiange immediatamente quando quell'oggetto rilascia il sapone dritto nel suo occhio. "Fanculo!" impreca, muovendo le mani alla cieca verso il lavandino per pulirsi l'occhio. "Maledizione!" aggiunge in tono amaro, osservandosi l'occhio arrossato per pulire il resto del sapone. 

Finisce di lavarsi il viso e sospira vedendo il suo aspetto. 'Almeno non sono più insanguinato' pensa prima di aprire esitante la porta ed uscire dal bagno. Già solo esaminando il bagno aveva immaginato di non trovarsi dove doveva essere, ma la vera domanda è: dov'è? 

Sbircia nella sala e trattiene il respiro quando realizza che è lo stesso ristorante, solo completamente ridecorato. Meravigliato, si domanda perché l'aria non sia piena di fumo - prima di scorgere un cartello con una sigaretta barrata e la scritta: VIETATO FUMARE

"In che girone infernale sono caduto...?" si domanda, la paura che lo assale. Si guarda intorno con gli occhi sbarrati, incapace di rilassarsi quando è chiaramente morto ed è in uno strano Purgatorio o Inferno. Quando una mano si poggia sulla sua spalla scatta di mezzo metro, terrificato. 

"Mi scusi signore - non volevo spaventarla! Sta bene?" una minuta donna asiatica lo guarda con le sopracciglia corrugate, la mano ancora sospesa a mezz'aria.

Freddie tenta di comportarsi normalmente e come se non fosse impazzito "Sto bene, cara. Ero sovrappensiero." replica, con un piccolo sorriso "Non trovavo una persona. Cercavo di farmi vedere." aggiunge per buona misura.

Il viso della donna si apre in un ampio sorriso accogliente e annuisce "Capisco. Vorrebbe mangiare? Faccio apparecchiare un tavolo?" Nonostante il sorriso Freddie immagina che è preoccupata da come osserva la ferita sulla sua fronte, può sentire che ha ricominciato a sanguinare. 

Sorride nervosamente, provando a pensare a una scusa decente. Non può mangiare perché ha dimenticato il portafogli in studio. Roger aveva proposto di pagare lui quando erano arrivati, talmente desideroso di cibo giapponese da accettare di pagare per tutti e zittire le lamentele di Freddie. Sorride al pensiero, per poi realizzare che deve trovare i suoi compagni di band. 

Scuote la testa "No, grazie, cara. Penso tornerò a casa. Magari tornerò un'altra volta."

Si affretta fuori dal ristorante e inciampa sul marciapiede mentre fissa con gli occhi spalancati Londra. Fissa stranito le auto, domandandosi perché diamine siano fatte così. 

Sbatte contro qualcuno, girandosi per vedere un uomo di carnagione scura con una strana barba intrecciata che lo guarda malamente, i suoi grossi occhiali tondi che scivolano leggermente giù. 

"Guarda dove vai, amico" grugnisce prima di continuare per la sua strada. 

Freddie lo ignora, troppo impegnato a esaminare confusamente gli strani vestiti delle persone attorno a lui

Nota un giornalaio e ci si avvicina, sollevano un giornale e guardandone la data con gli occhi sgranati: Sabato, 27 ottobre 2018

Sbatte velocemente le palpebre, controllando gli altri giornali per essere sicuro che i suoi occhi non lo stiano ingannando. Si domanda se sia colpa del sapone negli occhi prima di notare una giovane donna che lo fissa, gli occhi spalancati. 

"Mi scusi. È che lei... Sembra... Uhh, familiare..." scuote la testa, ridendo. Freddie le sorride, prima di decidere di chiederle informazioni. 

"Tutto a posto, cara." si raddrizza "È davvero questa la data?" chiede, con quanta più naturalezza possibile porgendole il giornale. 

Lei solleva un sopracciglio "Uhh... Sì?" replica, il tono poco convinto mentre tira fuori qualcosa dalla tasca. Osserva stranito il sottile oggetto tra le sue mani. Lei preme un pulsante sul lato e il piccolo schermo si illumina, mostrando la data e l'ora, assieme alla foto della ragazza con un cane. 

Lei lo guarda di nuovo "Ha bisogno di chiamare qualcuno?"

Freddie ci pensa, realizzando che no, non può chiamarli perché, se è davvero il 2018, sicuramente non avrà più i loro numeri, prima di replicare "Oh, no cara. Mi ero solo dimenticato che era sabato." lei sorride, salvo poi occhieggiare la sua fronte "Sono caduto l'altro giorno." mente

La donna annuisce, rigirandosi lo strano affare fra le mani. "È sicuro che non ha bisogno di chiamare nessuno? Sembra perso - senza offesa, sono solo preoccupata" replica velocemente e Freddie è preoccupato, non vuole attirare l'attenzione. 

"Starò bene. Grazie per l'aiuto, ma devo andare." si allontana velocemente evitando di voltarsi, sentendo il suo sguardo preoccupato addosso. 

Sa che la biblioteca pubblica non è molto lontana, arrivandovi in tempo record e chiudendosi nel bagno a chiave. 

Vede una scatola con su scritto Kit di primo soccorso e la apre avidamente, tirandovi fuori il necessario per risistemarsi. Dopo essersi disinfettato e bendato la ferita si lava le mani "Se non altro questo lavandino ha un pomello." pensa asciugandosi le mani. 

Entra in biblioteca, realizzando che non ha la minima idea di cosa sta facendo 'Okay, respira. Potresti essere in coma, morto o nel futuro. Per ora, immaginiamo sia quest'ultima ipotesi e troviamo un modo per cercare Roger, Brian e Deaky...' si gira quando qualcuno alle sue spalle si schiarisce la gola, vedendo la bibliotecaria che lo guarda con aria stranita.

"Posso aiutarla?" domanda

"Ha per caso un elenco telefonico che potrei consultare? Sto cercando il numero di certi amici..."

Le sopracciglia della donna si increspano mentre Freddie si domanda perché così tanta gente lo guardi così. 'Forse perché sembro impazzito' si risponde, provando a fare un sorriso. 

"Um, non abbiamo elenchi telefonici..." la donna punta il dito alla sua sinistra, indicando delle persone sedute ad osservare degli strani televisori. "Abbiamo dei computer che può usare. Presumo possa trovare quello che cerca su Google, sbaglio?" spiega 

'Che cazzo è un Google?' si domanda prima di fingere un sorriso e ringraziare, incamminandosi in direzione dei... 'come li ha chiamati? Computer?' 

Freddie si siede davanti alla bizzarra macchina e la fissa, sentendo i suoi polmoni sprofondare. Gli tremano le mani, non avendo idea di come far funzionare quel dannato aggeggio. Guarda il ragazzo accanto a lui, osservandolo mentre prende un piccolo affare accanto a un affare che assomiglia a una macchina da scrivere. Imita i suoi gesti e quasi cade dalla sedia quando lo schermo si illumina, notando una piccola icona colorata con su scritto: GOOGLE CHROME. 

'Questo deve essere il Google' pensa, mentre osserva con studiata nonchalance il ragazzo accanto a lui, notando che muove un piccolo affarino e clicca il bottone sinistro. Lo imita e sorride quando nota che sta muovendo una piccola freccia bianca. 

Con fatica porta la freccia su Google Chrome e ci clicca, aprendo un'altra schermata, con una barra bianca che recita 'GOOGLE SEARCH' sotto la scritta colorata di Google. Sbircia di nuovo il ragazzo, notando che clicca sulla sulla barra bianca e digitare qualcosa sulla tastiera. 'Incredibile' pensa, prima di scrivere: "dove sono brian may roger taylor john deacon" 

Clicca il bottone 'ENTER' come ha visto fare al ragazzo e lo schermo cambia nuovamente. La prima cosa che escono sono delle foto dei Queen che Freddie riconosce ed altre che gli sono completamente ignote. Vede la foto di un tizio con una gran massa di ricci grigi - sa che è Brian, ma sembra vecchio. Molto più vecchio di come lo ricordava. Clicca di nuovo e si apre un articolo e una mappa, assieme a una foto di Brian con un altro signore. Lo osserva più attentamente e non gli è difficile riconoscere quegli occhi azzurri; è decisamente Roger. 

L'articolo spiega che l'indirizzo di Brian May è stato reso pubblico da anni, e la mappa sottostante mostra altre informazioni. Freddie digita l'indirizzo sulla barra bianca sopra l'articolo e clicca di nuova. 

Questa volta si apre una scritta che recita 'GOOGLE MAPS', e Freddie lascia andare un verso di stupore mentre pensa: 'Questo Google è fottutamente magico!'. Clicca e si apre l'immagine di una mappa, con un percorso marcato dalla biblioteca fino a casa di Brian. 'Perché è stato così dannatamente facile? Perché non avevamo questo Google nel 1978!?' si domanda mentre osserva lo schermo 'Questo televisore-computer-Google mi ha dato tutte le risposte che cercavo, e probabilmente potrei ottenerne altre, ma devo concentrarmi sulla mia missione.'

La sua eccitazione svanisce quando realizza che non ha la minima idea di come portare la mappa con sé. Di certo non può rubare il computer, attirerebbe solo che altra attenzione. Guarda il ragazzo accanto a lui e decide di provare semplicemente a chiedere aiuto. 

"Uhh, scusa se ti disturbo caro, ma-" domanda piano "-c'è un modo per avere una copia fisica di questa mappa?" 

Il ragazzo sospira prima di allungarsi verso il computer di Freddie e cliccare con la freccia sullo schermo verso la scritta 'STAMPA'. "Ecco a te." replica, prima di tornare al suo computer. 

"Grazie, caro" 

"Nessun problema." replica, mentre Freddie si volta di nuovo verso di lui con un sorrisetto nervoso "Uh, cosa dovrei fare ora?" 

"Ehi, ma hai mai usato un dannato computer?" domanda irritato e il frontman fa un cenno di diniego. 

Gli occhi del ragazzo si spalancano "Oh...Scusa, amico." continua indicando il bancone "Vai alla cassa e la bibliotecaria ti darà la tua pagina, è a pagamento." lo guarda di nuovo prima di chiedere "Hai spiccioli?" 

Freddie fruga nella tasca, tirando fuori qualche moneta che solitamente usa per la macchinetta in studio. Saranno ottantacinque pence. 

"Se vuoi la mappa a colori costa quaranta pence, in bianco e nero venti" spiega e lui annuisce prima di ringraziarlo nuovamente. 

Si avvicina al bancone e domanda "Salve, stavo cercando di stampare una mappa da quel Google. Mi è stato detto che costa quaranta pence a colori, giusto?" 

La donna lo fissa confusa, per poi mettere su il suo migliore sorriso e girarsi verso una gigantesca macchina grigia in cui potrebbero entrare tranquillamente venti gatti; Freddie la osserva in silenzio. 

Lei si gira di nuovo "Sì, abbiamo una richiesta di stampa qui. Eri il computer sette, giusto?" Spalanca gli occhi e si gira verso il ragazzo, notando che c'è un numero sopra lo schermo. 

"Sì, è il numero sette" annuisce mentre piazza i soldi sul bancone "Quaranta pence per la mappa a colori, per favore" aggiungere con un sorriso 

La donna prende i soldi, voltandosi di nuovo verso la macchina mentre preme dei pulsanti. La macchina emette un forte rumore prima di sputare fuori un foglio di carta. Lei lo afferra, porgendoglielo. 'Assolutamente fantastico' pensa mentre lo esamina. La donna lo guarda confusa prima di fare segno ad un altro cliente di avvicinarsi. La ringrazia ed esce dalla libreria, lasciando le persone che hanno assistito alla scena a grattarsi la testa. 

Seguendo attentamente le istruzioni sulla mappa, arriva a destinazione all'incirca nello stesso tempo del tempo stimato dalla mappa - quarantacinque minuti o poco più. È ormai sera quando Freddie guarda i cancelli di fronte a lui, leggendo i numeri dorati e sorridendo quando coincidono con quelli scritti sul foglio. 

Ripiega la mappa, infilandola con cura nella tasca. Esamina i cancelli, non sapendo bene cosa fare. Se è davvero nel futuro, Brian potrebbe dare di matto nel vedere la versione ringiovanita del suo amico e compagno di band. Freddie si domanda come potrebbe essere lui nel 2018 e l'idea di incontrare la versione invecchiata di sé stesso gli provoca un brivido lungo la schiena, grato di non aver pensato a cercare foto di sè stesso su Google. 

Nota un albero che cresce proprio accanto al muro che circonda la proprietà e ha un'idea maliziosa, avvicinandosi all'albero e iniziando a salirci goffamente. Raggiunge la cima del muro e si appollaia sulla cima per esaminare il grande cortile. Freddie nota un altro albero all'interno che potrebbe essere abbastanza vicino da poterlo raggiungere, ma deve strisciare un po' per avvicinarsi. Freddie geme prima di sporgersi sul cemento in cima al muro e inizia a muoversi lentamente. Le sue articolazioni sono ancora rigide e doloranti, e la sua testa pulsa dolorosamente, ma continua ad allungarsi.

Cade.

Colpisce l'erba, emettendo un lamento mentre viene sbalzato dall'improvviso impatto. Sbuffa, cercando di riprendere fiato. Sente una voce profonda, e la luce di una torcia lo acceca. Freddie socchiude gli occhi a disagio, sollevando lentamente la mano per proteggersi gli occhi. Quella che sembra essere una guardia di sicurezza si avvicina a Freddie e l'uomo lo acciglia con disinteresse. “Per favore... ” sibila Freddie "Brian... Ho bisogno di... vedere... Bri..." Freddie mormora, e la sua vista diventa più scura. 

Il volto della guardia di sicurezza ha una strana espressione mentre diventa più sfocato per Freddie. C'è un'altra voce in lontananza, più gentile. Non riesce a capire cosa dice mentre perde lentamente i sensi.

 

 

Angolo Autrice: Solo un piccolo intermezzo comico prima della tempesta di Angst :)

Angolo Traduttrice: Ecco a voi il capitolo 2 ^^ mi sto portando avanti con la traduzione dal cellulare in caso eventuali blocchi creativi con le mie altre storie u.u 

Ricordo che una recensione è sempre gradita, fatemi sapere eventuali svarioni di traduzione!

 

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Capitolo 3
*** Atto I - capitolo 3 ***


In Only Seven Days
Atto I - Capitolo 3



Freddie solleva la testa dal cuscino, fissando un uccello sul davanzale, guardandolo volare via tra le strade di Londra, per poi concentrare la sua attenzione sugli oggetti poggiati sugli scaffali nella stanza, salvo poi venire distratto da Brian che esce dalla cucina con un vassoio e quattro tazze. 

"Piano, le tazze sono calde." avverte Brian mentre sistema le tazze, sistemandone due di fronte alle sedie rimaste vuote. 

Freddie prende posto mentre Roger e John finiscono di sistemare la plancia di Scarabeo, per poi prendere un sorso del suo tè e rischia di far cadere la tazza per il dolore; è bollente. 

"Cazzo" sibila mentre ripoggia la tazza sul tavolo. 

"Ti avevo avvisato che era caldo." ride Brian. 

"Quindi, chi inizia?" domanda Roger mentre passa il sacchetto delle lettere al frontman. 

John si sistema i lunghi capelli e si risiede, e Freddie affonda la mano nel sacchetto. Brian replica "Deaky ha vinto l'ultima volta, quindi forse dovrebbe andare per primo?" 

"Carino." risponde Freddie passando il sacchetto al chitarrista "Bel modo di ricordarci che l'ultima volta Deaky ci ha annientato."

Roger ride e John scuote la testa con un ghigno, per poi sollevare le mani e replicare "Ehy, non devo andare per primo se tu non reggi l'idea di essere un perdente."

Freddie lo guarda male mentre gli altri ridacchiano "Vai, non mi interessa." replica, lasciando andare un sospiro esasperato. 

John va per primo, per poi passare il turno a Roger, che si gratta il mento teatralmente mentre pensa. Freddie lascia andare un lamento dopo un minuto, facendo il gesto di guardare impazientemente l'ora 

"Dovremmo avere un timer per questo dannato gioco." mormora. 

Roger esclama "Ah-ha!" e piazza qualche lettera sulla plancia. Freddie osserva la parola che ha composto - CUBOID -, le labbra strette in una smorfia sospettosa. 

"Non può essere una parola!" esclama. 

"Sfortunatamente per te" il batterista incrocia le braccia e fa un sorrisetto "È un osso del piede - quindi è decisamente una parola." il suo sorrisetto non svanisce mentre Freddie chiede di prendere il dizionario. 

"Sai che perdi punti se contesti la legittimità della parola e hai torto." lo avvisa il bassista, le labbra strette in una linea sottile. 

"Ma se non ho punti da perdere! Non ho ancora giocato il mio turno!" 

"Vorrà dire che inizierai il turno con meno tot punti." replica Roger. 

Brian apre il dizionario e scorre le parole prima di puntare il dito sulla pagina "Roger ha ragione. È una parola - un osso dell'arco plantare." passa il tomo a Freddie e aggiunge "scusa Freddie, perdi due punti."

Il viso del frontman impallidisce mentre legge. Il sorrisetto di Roger si amplia mentre guarda l'altro chiudere il libro con tanta violenza da far tremare il tavolo e le tazze. 

"Non fare il perdente, Fred" replica, senza cancellarsi dal viso il sorrisetto. 

Freddie alza le mani - molto teatralmente - e il bassista trascrive il punteggio negativo sul loro tabellone, un vecchio quaderno di appunti di Roger. 

Il frontman ha un'improvvisa epifania e strappa il quaderno dalle mani di John, sfogliandone le pagine. Punta il dito contro una parola, indicandola ai compagni di band. Roger fa un sorrisetto vergognoso, alla vista della parola che ha appena inserito. 

"Hai barato!" urla Freddie, sbattendo il quaderno sul tavolo. 

"Bene! È solo un fottuto gioco!" replica Roger veementemente. 

"Non è divertente se bari!" afferma mordace, il tono aggressivo tanto da far preoccupare Brian

"Okay, ragazzi. Calmiamoci--" 

"Non ho barato! Sapevo già quella parola! Quelli erano i miei appunti, me la sono ricordata!" replica Roger, la voce che sale di volume per sovrastare quella di Freddie. 

"Seriamente, non facciamo--" 

Freddie interrompe l'intervento del bassista alzandosi in piedi, la sedia rovesciata e il tè che inonda la plancia di Scarabeo. John impreca, prima di cercare di ripulire il disastro. 

"Oh, guarda che hai combinato!" il batterista si alza, occhieggiandolo malamente "Perché non puoi startene da solo a giocare a quel dannato gioco?" 

"Perché sono stufo marcio di questa merda!" esclama. Roger si morde il labbro, cercando di resistere al bisogno di replicare, i pugni stretti. 

"Pensavo aveste risolto quella questione, no?" domanda Brian, più infastidito che deluso. 

"Decisamente no." replica Roger senza distogliere lo sguardo da Freddie.



 
                                                 ________________________________


 

Freddie si sveglia, con un bisogno urgente di aria. Scatta a sedere, per poi ributtarsi indietro con un lamento quando il suo corpo rifiuta di muoversi. È ricoperto di sudore, il respiro affannoso; stava avendo un incubo. Esamina i dintorni e sente il panico assalirlo quando non riconosce la stanza in cui si trova. 

Le lenzuola sotto di lui sono morbide e sottili e, nonostante siano fresche, Freddie è accaldato e grondante di sudore. Si siede, scivolando fuori dal letto e girando per la stanza. Si domanda come abbia fatto ad arrivarci, mentre curiosa tra i comò. Passa un dito sulla superficie; non c'è una singola particella di polvere sopra. 'Pulito immacolato... Il tizio che possiede questa casa potrà permettersi decine di donne delle pulizie.' pondera mentre si avvicina per guardare le fotografie. 

Freddie sente il sangue gelarsi quando nota una foto di lui, Brian, Roger e John. 'Oh, quindi questa è casa di Brian...' realizza, prima di squadrare i capelli corti e i baffi che il sé stesso della foto sfoggia. Sembra felice, come tutti gli altri. Sorride, prima di sussurrare "Look interessante, lo prenderò in considerazione."

Osserva un'altra foto, che ritrae un Brian molto più vecchio, come anche Roger e John, che mostrano un po' di argento tra i capelli. I loro sorrisi sono costellati di rughe, un brutto ricordo del fatto che il tempo non si ferma - ed anche che Freddie non è dove dovrebbe essere. Guarda un'altra foto accanto ad essa, un ritratto di famiglia con Brian, una donna che non assomiglia a Chrissie e i figli di Brian molto più grandi. 

Continua a guardare le foto, mentre sente la testa alleggerirsi. I suoi occhi notano una foto di Roger, le sue viscere che si attorcigliano dolorosamente. Qui ha i capelli corti e un po' di barbetta, ma è ancora carino - assomiglia molto a una ragazza. Freddie ridacchia tra sé ricordando i tanti uomini che gli si avvicinavano nei pub convinti che fosse una donna per i lunghi capelli biondi e le maglie floreali. Anche la sua voce era sempre stata morbida nonostante fosse leggermente roca, ma il frontman l'aveva sempre preso in giro perché sembrava un ragazzo che non aveva completato la pubertà. 

"Non puoi essere serio! Hai tenuto un fan psicopatico nella tua camera da letto, Brian!?" volta la testa di scatto verso la porta - riconoscerebbe ovunque quella voce o, in questo caso, in ogni tempo. È più roca, ma è ancora morbida e acuta. Proviene da lontano, ma è talmente forte da permettere a Freddie di sentirla chiaramente. 

Prova a sentire quella che presume essere la risposta di Brian, ma la sua voce è molto più attutita di quella del batterista. Caro vecchio Roger. Nonostante l'età, sa ancora come parlare forte. Scuote la testa mentre si avvicina alla porta. 'Non potranno avermi lasciato qui senza chiudere a chiave, vero?' si domanda, prima di girare il pomello e aprire la porta con un ghigno. 

Si fa strada in punta di piedi verso la voce di Roger, sentendo il cuore rimbombare più forte ad ogni passo. Cosa può dirgli? Ovviamente pensano che lui non è chi dice di essere, probabilmente. Da quanto ha detto Roger, crede che Freddie sia solo un "fan psicopatico". Freddie esita in cima alla scala, realizzando che non ha idea di come poter provare la sua innocenza. Come può provare di essere il loro impavido frontman che è stato risputato fuori dal passato? 

"Indipendentemente dal fatto se sia o meno un fan con una faccia simile" la voce di Brian riecheggia per le scale "è ferito, quindi il meno che ho potuto fare è stato offrirgli ospitalità mentre arrivava la polizia e l'ambulanza."

Un sorriso nasce sulle sue labbra a quelle parole. Caro Brian, sempre così generoso. Ma la risposta di Roger cancella il sorriso dalle labbra di Freddie. 

"Ma non hai chiamato la polizia! Hai chiamato me!" replica seccamente "Credi sinceramente che l'uomo di sopra sia Freddie fottuto Mercury? Se è così, devi essere proprio impazzito stavolta."

"Sinceramente non lo so, Rog" replica calmo "Ecco perché ho chiamato prima te." Brian si zittisce e Freddie trattiene il respiro "Devi vederlo per capire. È... Quell'uomo è esattamente identico a Freddie. È abbastanza inquietante, a essere sinceri."

"Beh certo, ci credo che gli somigli, ma perché sarei qui se non--"

"--No, Roger, non capisci!" lo interrompe Brian. Non sembra arrabbiato, più preoccupato e disperato. "È esattamente come lui." ripete, in tono più basso. Freddie scende due scalini per sentire meglio. 

"L'hai già detto--" 

"--Roger, ha gli stessi denti, gli stessi occhi" fa una pausa e Roger tace "Indossava una delle tue maglie. Hai presente quale - quel ridicolo maglione colorato di lana. Quello che hai tenuto dopo che--" si interrompe di nuovo e Freddie potrebbe giurare che sembra si sia strozzato.

Il suo battito cardiaco è forte e doloroso mentre siede sui gradini, ascoltandoli in silenzio. Freddie osserva la maglia che indossa, la stessa che Brian ha appena descritto. È una stupida maglia di lana che aveva sottratto al batterista qualche settimana prima; Roger l'aveva lasciata per terra accanto alla batteria e lui l'aveva presa. Non gli importava che l'avesse presa - si "prestano" sempre i vestiti. Tuttavia non capisce perché ancora gli importi di quella vecchia maglia dopo... 'Santo cielo, sono passati quarant'anni!?' realizza, ricordando di aver letto la data sul giornale e sul complicato 'ma anche terribilmente utile' Google. 

Gli si gela il sangue nelle vene quando la scala scricchiola sotto il suo peso, desiderando ardentemente scomparire in questo preciso istante, perché sa che lo hanno sentito. Sente dei passi che si avvicinano alle scale, ma esitano, le due familiari silhouette proiettate sul muro di fronte a lui. 

"Almeno hai chiuso a chiave?" sussurra Roger severamente. Non giunge risposta. Freddie sospira, sapendo che deve venire allo scoperto ora che sanno che è lì ad origliare. Se vuole che gli credano sa che deve farsi coraggio e parlare per primo e ancor di più - essere sincero. 

"Scusate" mormora deglutendo a fatica, trasalendo per quanto suona fragile il suo tono. Si alza piano e scende le scale con esasperante lentezza. Gli tremano le mani e si sente come se il cuore gli potesse balzare fuori e spiaccicarsi sul bel pavimento di marmo bianco. Tiene la testa bassa, gli occhi fissi sulle scale per evitare di guardare i suoi amici. Li ha già visti in foto, ma mai di persona. Si ferma alla fine delle scale e sente un leggero sussulto. I suoi occhi lo tradiscono, inchiodandosi in quei familiari occhi blu sgranati. 

Si fissano l'un l'altro in silenzio, senza fiato. Brian sembra leggermente confuso, ma mai quanto il batterista, mentre esamina Freddie da capo a piedi, facendolo arrossire mentre viene scansionato da quello sguardo intenso, a meno di dieci metri da lui. Il frontman torna a fissare il pavimento, provando  pensare a cosa dire. 

"Amo questo pavimento, caro." commenta, rompendo il silenzio con una risatina imbarazzata 'Wow, ottima partenza' pensa sarcasticamente. Roger sussulta di nuovo, mentre Brian guarda il batterista, gesticolando verso Freddie. 

"Vedi!? Parla persino come lui!" esclama drammaticamente il chitarrista. 

"Chi diavolo sei?" sibila Roger, ignorando l'esclamazione di Brian, gli occhi che lo scrutano sospettosi. 

"Uhh..." deglutisce nervosamente, sentendosi improvvisamente piccolo sotto quello sguardo intenso "Roger, caro, non ci crederai--"

"--Hai ragione, non ci credo!" replica Roger interrompendolo e incrociando le braccia. 

"Roger, lascia che parli--" 

"È un impostore! Dovrebbe essere arrestato per essersi intrufolato in una proprietà privata" lo interrompe aggressivamente, indicando Freddie e facendolo sussultare "-E per averci turbati mentalmente ed emotivamente!" aggiunge, prima di incrociare di nuovo le braccia al petto. 

"Non sono un impostore!" esclama, cercando di sembrare più offeso che nervoso "Sono io! Brian, ti prego, dovete credermi - la cosa più strana--" 

"No, devi fermarti ora. È stato divertente ma... Ti prego, smettila." mormora piano. Freddie si morde il labbro guardandolo. Ha un'espressione addolorata e Freddie si sente male per averlo fatto soffrire. "Congratulazioni amico, hai sicuramente fatto spettacolo. Sembri il doppelganger* di Freddie, ma questo non cambia che chiameremo comunque la polizia per aver fatto irruzione ed essere entrato--" 

"--In realtà non ha rotto** niente tranne che forse un suo osso..."

"--Aspettate!" li interrompe, mentre i due lo guardano con espressione interrogativa. Freddie cerca di far lavorare i criceti nel suo cervello, cercando un modo per convincerli che è davvero chi dice di essere. La sua espressione concentrata svanisce quando la metaforica e stra usata lampadina si accende, trovando qualcosa di utile.

"Millenovecentosettantacinque, Ridge Farm." inizia, e Roger emette un lamento ma Freddie continua a parlargli sopra "Hai scritto quella stupida canzone sulla macchina per poi chiuderti nell'armadio dei nastri quando ti abbiamo negato di metterla sul lato B di Bohemian Rhapsody." conclude, guardandolo con curiosità, ma il batterista sembra poco convinto; se possibile, lo sta facendo irritare ancora di più. 

"Tutto il dannato mondo conosce quella storia, amico. Bel tentativo--" 

"Sanno anche della conversazione che abbiamo avuto mentre eri chiuso lì?" lo interrompe velocemente, mentre Roger lo guarda impassibile. 

"Ricordi, a parte io che urlavo, pregandoti di non danneggiare il registratore?" aggiunge. Roger e Brian si gelano a quella frase, improvvisamente interessati. 

"Ti chiesi perché volevi quella ridicola canzone nell'album, e tu ti ti rifiutasti - usando le mie stesse parole e dicendo che il significato di una canzone non dovrebbe essere spiegato. Ti dissi che ci doveva essere una qualche spiegazione, e tu mi dicesti che parlava di qualcuno che era gay. Mi dicesti che avevi scritto quella canzone pensando a me, e la mia reazione alla canzone la diceva lunga su come la società vedesse me, un uomo gay. Ero così commosso che--" fa una pausa, sentendo un groppo in gola "--che ho mollato, e ho messo la tua dannata canzone sul lato B di Bohemian Rhapsody. Dopo, quando sei uscito, mi hai abbracciato e mi hai detto che mi amavi, per la prima volta. È stato allora che ho capito che i Queen erano molto di più di una band o dei semplici amici --" sospira, sentendo le lacrime scorrere "-- siamo una famiglia."

I due rimangono in silenzio a lungo, e Freddie si asciuga gli occhi, grattandosi il naso con un sospiro drammatico "Guardatemi - piangere non mi si addice per niente. Spero che tu sia felice che ho raccontato quella dannata storia..."

Un'altra terribile pausa

"...Fred...?" sussurra piano Roger. Il frontman lo guarda ed la vista dell'uomo è come una stilettata al cuore. Sembra completamente stravolto, gli occhi blu hanno una brutta sfumatura rossastra e ha i segni delle lacrime sul viso. Gli occhi del chitarrista sono spalancati mentre fissa alternativamente gli altri due. 

"Fred, è...? Sei davvero tu..? Come...?" Roger non riesce a finire le frasi, spezzate dai singhiozzi. 

" Come può averti convinto così velocemente una sola storia?" domanda Brian, ma senza traccia di malizia o cattiveria nella voce. Sembra genuinamente confuso. 

"Perché sempre ho raccontato a tutti che quella canzone riguardava tutt'altro, per tutta la vita. Solo Freddie sapeva di cosa parlava veramente quella canzone." replica piano Roger, senza curarsi neppure di asciugarsi le lacrime, avvicinandosi velocemente al frontman prima di attirarlo nell'abbraccio più stretto che Freddie abbia mai ricevuto. Freddie si lascia scappare un lamento mentre il batterista lo tiene più vicino, come se avesse paura di vederselo strappare via da un tornado. 

"Tesoro... Non... respiro..." geme piano e Roger molla la stretta di colpo come se si fosse scottato. 

"Scusami... Scusami... È solo..." si asciuga gli occhi, ridendo nervosamente "Non riesco ancora a crederci. Sei davvero tu."

Prima che possa replicare Freddie viene stretto in un altro abbraccio, stavolta da Brian, riuscendo a stringerlo a sua volta. Sente il chitarrista singhiozzare, le spalle tremanti mentre il frontman gli carezza i capelli con un sorriso. Roger si unisce, creando un lungo, dolceamaro abbraccio di gruppo. Freddie si domanda perché piangano così forte, realizzando che forse è lo shock di vedere il loro compagno di band così giovane. Allontana momentaneamente i suoi pensieri confusi mentre li stringe a sé, grato che finalmente gli credano. 

Una volta ricomposti, Freddie si schiarisce la gola "Quindi..." si blocca, non sapendo cosa dire dopo... qualunque cosa sia stato. 

"Com'è che sei qui, di fronte a noi?" domanda Brian.

"Uhh, speravo che tu mi potessi aiutare a capirlo, Bri" 

"Qual'è l'ultima cosa che ricordi?" interviene il batterista.

"Uhm, stavamo registrando In Only Seven Days - per l'album Jazz - ed eravamo affamati, quindi ci prendemmo una pausa dirigendoci verso il nostro ristorante giapponese preferito" spiega, ripercorrendo i suoi passi e sforzandosi di trovare altre informazioni. Si assicura di specificare quale ristorante, nel caso non siano ancora convinti, prima di proseguire "Ero andato in bagno mentre tu e Deaky stavate discutendo, e ho letto questo strano messaggio in un biscotto della fortuna--" si interrompe tirandolo fuori e passandolo a Brian. 

Il chitarrista lo legge velocemente, il volto stretto in una smorfia prima di guardare Freddie "Lo so - ho pensato anch'io fosse strano, tesoro." replica alla domanda silenziosa "E subito dopo averlo letto, c'è stato un fortissimo terremoto e il lavandino è crollato, colpendomi." continua, sfiorandosi la ferita "--Oh, e quando mi sono svegliato il bagno aveva uno strano lavandino senza rubinetti!" 

I due si scambiano un'occhiata stranita prima di guardarlo nuovamente "Era automatico! Non è incredibile? – Comunque, anche il dispenser di sapone era automatico e nel tentativo di capire come funzionasse mi è finito negli occhi--" spiegò, gesticolando "Funzionava solo se ci stavo sotto. Ah, e anche il lavandino --comunque, ho trovato un giornale e ho visto la data! È davvero il duemiladiciotto? -- Insomma, in qualche modo ho viaggiato nel futuro!" continuò a spiegare, mentre gli altri due sbattevano le palpebre cercando di metabolizzare tutte le informazioni che gli sta fornendo. Brian sospira, decidendo che è troppo vecchio per stare al passo di Freddie in quel momento. 

"Okay, piano, Fred" lo interrompe poggiandogli una mano sulla spalla "Come sei arrivato a casa mia?" 

"Oh, sì, la macchina di Google!" spiega, mentre il batterista corruga le sopracciglia confuso. 

"Ero in biblioteca, e un ragazzo mi ha aiutato a usarlo. È incredibile, mi ha dato tutte le informazioni di cui avevo bisogno per trovarti!" racconta, tirando fuori la mappa dalla tasca "Sapevate che stampare una mappa a colori costa quaranta pence? Non è incredibile? Sembra tale e quale era sullo schermo! --Perché non abbiamo questo Google nel millenovecentosettantotto--" 

"Okay, okay, abbiamo capito." lo interrompe Roger, gettando un'occhiata al chitarrista e ricevendo un'occhiata ugualmente addolorata. 

"Millenovecentosettantotto, hai detto?" chiarisce e il frontman annuisce mentre l'altro sospira pensieroso, non sapendo che fare con quella montagna di informazioni. 

"Ho bisogno di un drink." mormora dopo un lungo momento di silenzio, dirigendosi in un'altra stanza. 

"Concordo." aggiunge Freddie seguendolo. Brian rimane ad osservare mentre Roger prende una bottiglia di whisky dall'armadietto dei liquori e ne versa due shots, la gola stretta e il cuore che fa le capriole, domandandosi cosa dire a Freddie e cosa tenere segreto. 


 

* doppelganger: doppio, clone 

** gioco di parole impossibile da tradurre in italiano, tra breaking, irrompere e breaking inteso come rompersi qualcosa.

 

 

Angolo Traduttrice: 

Perdonate il ritardo, avrei voluto postare il capitolo venerdì ma ho dovuto ritardare c.c however, il prossimo capitolo della traduzione arriverà sabato 15.
Ringrazio la cara killer_joe per recensire sempre e ValeMazze che l'ha inserita tra le seguite ^^ Il vostro supporto è fondamentale!

A parte questo, spero siate arrivati fino a qui con i sentimenti intatti - in tal caso tenetevi forte perché i prossimi capitoli saranno persino peggio, preparate i fazzoletti!

 

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Capitolo 4
*** Atto I - capitolo 4 ***


 

In Only Seven Days cap 4

 

Freddie esamina i suoi due più cari amici, fissando le rughe e i loro capelli argentei. L'unica cosa che non è cambiata sono i loro occhi - tuttavia, l'aspetto è molto diverso da quello a cui è abituato Freddie. Brian e Roger sembrano entrambi più nostalgici e più saggi. Il frontman non avrebbe mai pensato che Roger sarebbe mai potuto essere così, ma quarant'anni sono un tempo molto lungo, e molte cose potrebbero essere successe in quarant'anni.

"Non ti sei mai tagliato i capelli." dice Freddie, rompendo il silenzio. Lui e Brian hanno bevuto entrambi uno shot, ma Roger è già al terzo.

Brian replica con un sorriso caldo; gli ricorda un orsacchiotto, e il padre del chitarrista. "Non ti dicevo sempre che non li avrei mai tagliati?" risponde, ridacchiando. 

Freddie ridacchia a sua volta, scuotendo la testa "Tu invece hai scelto uno stile più corto, Rog." aggiunge, guardando l'altro uomo "Sembri Babbo Natale con quella barba!" 

Brian ride al commento di Freddie, nonostante sembri leggermente nervoso. Roger, d'altra parte, aveva dimenticato il bicchiere, bevendo direttamente dalla bottiglia e alla risposta ne prende un lungo sorso. Le labbra di Freddie si stringono, guardando il chitarrista con occhi preoccupati. 

"Roger, stai attento. Il tuo fegato non è più quello di una volta." avverte Brian, ma il batterista replica prendendo un altro sorso. 

"Mi dispiace se ti ho fatto sentire a disagio..." replica il frontman, grattandosi il collo. Gli occhi di Roger si illuminano come se avesse appena ricordato una serie di ricordi ormai perduti nel giro di un secondo. 

 

________________________________

 

 

"Mi dispiace se ti ho fatto sentire a disagio ma, francamente caro - non me ne frega niente" replicò Freddie all'uomo che, per tutta risposta lo spinse all'indietro, facendo rovesciare a Roger il drink e bagnando la ragazza che era con lui. Lei gemette e Roger si girò, l'attenzione di tutti gli astanti del pub su di lui. Strinse gli occhi sul tizio che aveva spinto Freddie e si alzò in piedi.

"Ehy! Tieni le tue fottute mani lontano da lui!" sibilò, avvicinandoglisi. 

L'uomo guardò Roger con un sorrisetto "Oh sei il suo ragazzo o cosa? Che vuoi fare, frocio?"

Roger vide rosso, sentendo il suo pugno sbattere contro la gola dell'uomo e facendolo barcollare all'indietro, gli occhi sbarrati. Il tizio si toccò piano la parte lesa, tossendo mentre il batterista afferrava Freddie per il braccio, precipitandosi fuori dal pub. 

L'aria era fredda e frizzante e il vento non aiutava, ma Roger non se ne curò, troppo incazzato per quello che era appena successo. "Roger, tesoro, rallenta. Mi slogherai il braccio se non mi lasci!" strillò Freddie, tirando il braccio del batterista. 

Roger ammorbidì la presa, strofinandogli il braccio gentilmente "Scusa." mormorò, lo sguardo rivolto verso le scarpe. Freddie fece scivolare la sua mano su quella dell'altro, i baffi sollevati in un sorriso ampio. Roger sorrise di rimando. Freddie aveva i capelli sudati e appiccicati alla fronte e la camicia hawaiiana parzialmente sbottonata aveva una macchia di birra. Stava assolutamente di merda eppure era così accattivante con quel sorriso. 

Il respiro di Roger si bloccò nella gola quando entrambi chiusero gli occhi e i sorrisi svanirono. Il suo cuore stava palpitando e Freddie aprì la bocca per dire qualcosa. Fu interrotto quando qualcuno afferrò il batterista e lo sbattè contro il muro del pub. Roger ansimò all'impatto, riconoscendo il tizio a cui aveva dato un pugno.

"Non vogliamo che voi schifosi pezzi di merda omossessuali mostriate più la faccia qui!" sputò l'uomo, prima di colpirlo. Roger gemette mentre veniva preso a calci, scivolando pesantemente contro il muro. L'uomo gli sputò addosso prima prima di precipitarsi di nuovo dentro il pub, lasciandolo a terra singhiozzante. 

"Roger!" esclamò Freddie, affrettandosi in aiuto del biondo "Mi dispiace così tanto, Rog." balbettò mentre lo aiutava con cautela a rimettersi in piedi. Prese un braccio del batterista sopra la spalla, guardandolo con occhi tristi e spalancati.

Roger replicò con un sorriso gentile. "Per cosa ti dispiace?"

"Se non fosse stato per me, non saresti stato preso a pugni." 

Il batterista ridacchiò, prima di tossire e sputare un po' di sangue "Ne è valsa la pena. Nessuno può trattarti così e fare finta di niente." replicò.

Freddie scosse la testa, le labbra serrate "No, io--" 

"Freddie, rilassati." Roger replicò con un altro sorriso "Non puoi farmi cambiare idea su questo. Quel che è fatto è fatto. Non rimpiango di aver preso a pugni quel coglione." 

Cominciarono a camminare, prima che il frontman sospirasse "Mi dispiace che ti abbia chiamato--" 

"Non importa." tagliò corto Roger, appoggiandosi a Freddie mentre lo aiutava a raggiungere la loro macchina. Freddie si bloccò dietro ad essa. 

"No, ha importanza." replicò sollevando il mento di Roger e obbligando quegli occhi blu a fissarsi nei suoi marroni. "Non meriti di essere chiamato in un modo così orribile quando non sei nemmeno..." Freddie si morse il labbro, senza riuscire a finire la frase.

"E tu non meriti di essere chiamato in modo così orribile perché sei gay." replicò, con un sopracciglio alzato. Freddie sospirò, abbassando lo sguardo e stavolta fu il turno di Roger di obbligarlo a guardarlo "Non devi mai scusarti per essere ciò che sei, Fred. Io ho deciso di prendere a pugni quel coglione e tu non hai deciso chi sei." un angolo della sua bocca si sollevò leggermente verso l'alto "Se sono stato preso a pugni è solo colpa mia, e non cambierei idea per niente al mondo."

Il frontman finalmente sorrise, stringendolo in un abbraccio. Roger ricambiò, reprimendo un gemito per poterlo stringere ancora un po'. Sentì il battito del suo cuore accelerare mentre lo teneva stretto. Freddie si tirò indietro, quasi con urgenza, e si grattò la nuca; sembrava improvvisamente nervoso

"Qual è il problema, Fred?" chiese Roger, preoccupato di aver in qualche modo incasinato tutto.

"Mi dispiace se ti ho mai fatto sentire a disagio ..." mormorò timidamente. Roger lo guardò con aria interrogativa prima di stringerlo in un altro abbraccio.

 

_______________________________


 

"Non potresti mai farmi sentire a disagio. Neanche tra un milione di anni, Fred." replica Roger, l'espressione di nuovo neutrale. Ripoggia la bottiglia, senza rompere il contatto visivo.

Freddie lascia andare il fiato che stava trattenendo, sorridendo all'uomo anziano seduto davanti a lui nello studio di Brian. "Mi dispiace. È tutto così... strano." replica, fissando il motivo del tappeto sul pavimento. 

"Non ti preoccupare, proveremo a capire come e perché sei finito qui, e probabilmente riusciremo a capire anche come riportarti indietro." replica Brian, mentre il batterista prende un altro sorso dalla bottiglia di whisky, sistemandola sul tavolino accanto alla sedia. 

Roger aveva vissuto una lunga vita fino a quel momento e si era abituato a qualunque cosa fosse successa. Era sopravvissuto a eventi orribili ed era sempre riuscito a farcela. Ma questo era diverso. Era contemporaneamente la cosa migliore e peggiore che potesse capitargli. Desidera ardentemente potergli dire tutto ciò che ha bisogno di sapere perché non gli accada. Se Freddie avesse saputo in anticipo di quell'orribile...

"Dov'è Deaky in questi giorni?" domanda piano Freddie dopo un altro momento di silenzio. Roger sospira, prendendo un altro sorso. Se continua a bere, può intorpidire il dolore abbastanza da smettere di preoccuparsi così tanto - o almeno così spera.

"È... a casa. È molto tardi, noi - uhm, non volevamo disturbarlo." replica lentamente Brian, come se stesse scegliendo accuratamente le parole.

Cala un altro silenzio imbarazzato prima che Freddie si schiarisca la gola. "Hai chiamato Roger, ma non lui?" domanda, un sopracciglio sollevato. 

"Come ho detto, non volevo disturbarlo. Roger era molto più vicino..."

"Caro, sai che ti conosco troppo bene, no? So cosa stai pensando. Perché non l'hai chiamato--" 

"Perché non vogliamo infastidirlo!" ringhia il batterista, i denti serrati. 

Il frontman sbuffa "Beh, sembra che il tuo temperamento non sia cambiato, caro. Stavo solo chiedendo, non c'è bisogno di arrabbiarti."

"Fottiti." borbotta Roger, oscillando pericolosamente "Perché sei dovuto venire qui e rovinare tutto..." mormora confusamente, l'alcol che comincia a confondergli i pensieri e intorpidirgli il corpo. 

"Okay, è abbastanza." mormora Brian, le sopracciglia corrugate ma gli occhi colmi di preoccupazione. Freddie lo osserva mentre si alza per prendere la bottiglia di whisky, ma Roger la tiene stretta a sé come se fosse l'oggetto più prezioso che ha. 

"No!" geme il batterista, bloccandolo per impedirgli di portare via la bottiglia. 

"Roger, non dovresti affrontarla così. Non sei un bambino."

"Non dirmi come devo reagire!" replica duramente Roger mentre Freddie osserva terrificato. 'Oddio, Roger sta avendo un crollo nervoso proprio adesso' pensa mentre osserva il vecchio piangere mentre culla la bottiglia. La scena è patetica, ma tutto ciò che sente è solo senso di colpa e rimorso. Sa di essere la ragione del perché Roger sta reagendo in questo modo, ma non avere altre risposte gli rende difficile restare lì a guardare. 

"Dovrei andare--" 

"NO!" esclamano all'unisono, impallidendo. 

"Non andare! Per favore non andare!" lo prega Roger, la voce che si spezza prima di ricominciare a singhiozzare. 

"Roger, per favore, devi rimetterti in sesto." dice gentilmente Brian, carezzandogli la schiena, mentre Freddie deglutisce rumorosamente. Non può sopportare di vedere i suoi amici così e non ha la minima idea del perché stiano reagendo così male. È come se lui... 

"Dove sono?" domanda Freddie, strappandosi dai suoi pensieri. 

"Io non... pardon?" domanda Brian, la testa inclinata.

"Io - il me anziano. Dov'è? Dove sono?" domanda nuovamente, assicurandosi di essere chiaro stavolta. Roger impallidisce mentre il panico si impadronisce di lui e gli occhi del chitarrista si spalancano. 

"Ehm, tu, uh - tu sei..." Brian incespica nel parlare. 

"Non mentirmi." lo avverte, gli occhi che pizzicano per le lacrime imminenti. 

"No, non ti diremo niente." replica Roger. Freddie spalanca gli occhi, scioccato, davanti a tale reazione. Decisamente non se l'aspettava. 

"Perché no?" domanda in tono di sfida, piazzando le mani sui fianchi. Roger si alza, spingendo via Brian e imprecando sottovoce mentre cerca di mantenere l'equilibrio, per poi puntare un dito contro Freddie. 

"Non possiamo immischiarci col passato. Dobbiamo solo riportarti indietro senza il pericolo di cambiare la linea temporale - il che significa che non dovresti sapere niente del tuo futuro." spiega, cercando lo sguardo del chitarrista. "Sbaglio?" 

"Beh, hai centrato il punto" replica. 

"Non vale, so già del Google, delle strane macchine e dello stile - e so di voi due!" replica aspramente Freddie.

"Sì, ed è già troppo." risponde, asciugandosi le lacrime "Vediamo di non incasinare ancora di più il tutto."

Il frontman serrra le labbra mentre guarda l'altro, cercando di rimettere insieme i pezzi, il cervello che esamina freneticamente ogni possibile scenario, per poi lasciare uscire un sospiro frustrato quando giunge a una conclusione. 

"Quando si è sciolta la band?" mormora, mentre gli altri due si scambiano uno sguardo stranito. 

"Che intendi? La band non si è -" Roger si interrompe e Freddie solleva un sopracciglio. 

"Perché hai chiamato Roger, ma non John?" domanda nuovamente, per poi aggiungere "e perché non hai chiamato me?". Prima che possano rispondere continua: "- e non voglio sentire stronzate del tipo 'eh ma era vicino, non volevo disturbarlo'. Dimmi la verità!" 

"Vuoi la verità?" mormora il batterista con uno sguardo torvo. Brian scuote la testa. 

"Roger, non farlo--" 

"No, no. Lui la vuole davvero, quindi diamogli ciò che desidera." replica, la voce aspra. 

"Roger, sei ubriaco. Devi fermarti--" 

"Non potresti reggere la dannata verità, Fred!" ruggisce, avvicinandosi all'uomo più giovane. Freddie, percependo la forza delle emozioni represse nell'uomo di fronte a lui, fa istintivamente un passo indietro. Si morde un labbro, con l'orribile percezione che potrebbe non conoscerli più così bene e che forse dovrebbe fermarsi. 

"No, hai ragione, Rog. Mi dispiace averti provocato." replica, cercando di calmare la situazione "È solo che tutto questo è terribilmente confuso e vorrei solo capire cosa sta succedendo. Vorrei che qualcosa - qualunque cosa - abbia senso, sto impazzendo e non ho idea di cosa fare!" esclama drammaticamente, le mani nei capelli. 

Roger respira pesantemente, guardandolo negli occhi. Il suo sguardo umido gli provoca un brivido, calmandolo immediatamente, per poi annuire "Mi dispiace." mormora "È confuso per tutti noi."

Brian annuisce, sollevato che la situazione si sia calmata. Si gratta il naso pensieroso, prima di guardare Freddie "Forse dovremmo dormirci sopra, schiarirci le idee e domani provare a capire tutto. Ho dei libri sulla teoria del viaggio nel tempo, quindi potremmo iniziare da quello per capire come riportarti a casa."

Freddie e Roger annuiscono, fissando il pavimento in modo da evitare di guardarsi. "Non so se dovrei dormire. Potrei avere una commozione cerebrale." replica il frontman, grattandosi la ferita fasciata. 

"Ti abbiamo fatto dare un'occhiata prima - ti hanno cambiato la benda. Non hai una commozione." replica il chitarrista, con un sorriso stanco ma gentile. 

"Oh... Okay."

"Puoi dormire nella mia stanza se vuoi, non è un problema." replica, avvicinandosi a Freddie e dandogli una pacca di incoraggiamento. Il frontman fa per protestare, ma l'altro scuote la testa e si avviò prima che possa dire qualcosa. 

"Rimango anch'io, quindi?" domanda Roger mentre gli altri due si avvicinano alla porta dello studio. 

"Certo che sì." replica Brian in tono ovvio. "Non guiderai fino a casa in queste condizioni. Ti sei quasi bevuto l'intera bottiglia." aggiunge. 

Una volta che Freddie e Brian escono dallo studio, Roger crolla di nuovo sulla sedia e si passa una mano tra i capelli. Il suo respiro diventa irregolare mentre in silenzio si fa prendere dal panico, e cerca di calmarsi per scongiurare un dannato attacco di cuore. 

Aspetta a lungo fino a quando il chitarrista finalmente ritorna, indugiando sulla porta e fissando il tappeto con espressione neutrale. Roger lo guarda, le lacrime si formano di nuovo nei suoi occhi mentre domanda semplicemente: "Bri, che cazzo facciamo?"

Brian sospira per l'ennesima volta, sfregandosi il palmo della mano contro la fronte. "Non lo so."

Roger guarda di nuovo in basso, le mani strette insieme mentre si china in avanti. "Una parte di me vuole dirgli tutto e avvertirlo di quella terribile malattia..." si interrompe, deglutendo a fatica. Il chitarrista lo guarda, ascoltando in silenzio. "Un'altra parte di me non vuole lasciarlo andare affatto." aggiunge piano, lasciando cadere le lacrime sulle gambe e sul pavimento.

"Anche io." ammette Brian piano, appoggiandosi allo stipite. 

“Non posso credere che sia qui. Ho paura di andare a dormire e svegliarmi senza più Freddie." ammette Roger, fissando ancora nulla in particolare di fronte a lui.

"Ciò risolverebbe facilmente il problema del viaggio nel tempo." risponde con un sorrisetto, cercando di essere positivo.

“Non voglio che questo sia un sogno folle. Voglio passare del tempo con lui, ascoltando la sua voce brillante e drammatica parlare letteralmente di qualsiasi cosa. Farò qualsiasi cosa per assicurarmi che torni al suo posto, ma io voglio quel viaggio per portarlo lì. Non voglio che questo problema venga risolto subito. Voglio lottare, voglio le discussioni e voglio..." Roger si strofina di nuovo la faccia, soffocando un singhiozzo soffocato.
Il chitarrista lo guarda con preoccupazione, aspettando pazientemente che finisca, ma resta in silenzio. Brian sa che Roger non direbbe mai nulla di tutto questo sobrio, e una parte di lui è grato che si stia finalmente aprendo. Ciò che lo preoccupa ancora è quanto questo possa far male a Roger, quindi si avvicina a lui e si siede sul bracciolo della sedia per poi attirarlo a sé e abbracciarlo, lasciandosi coinvolgere dalle lacrime.

"Ha detto millenovecentosettantotto..." mormora Roger dopo che si sono calmati entrambi. Brian si allontana dall'abbraccio, gettandogli uno sguardo confuso.

"Che cosa?"

“Freddie, ha detto che era il settantotto. Ha menzionato quel ristorante, e "In Only Seven Days" dal nostro album "Jazz", e quel... terremoto..." continua Roger stancamente. 

Brian annuisce e i suoi occhi si illuminano mentre realizza. Si toglie di tasca il foglietto - quello che gli ha dato Freddie - e la passa a Roger. “Ha detto di aver preso questo biscotto della fortuna e di averlo letto ad alta voce prima del terremoto. Forse ha qualcosa a che fare con esso?" propone Brian mentre Roger esamina il foglietto. "Sai, forse è collegato al viaggio nel tempo", aggiunge.

Gli occhi di Roger si socchiudono di tanto in tanto, cercando di concentrarsi sulle parole. “Questo è strano. Chi stamperebbe questo su un dannato biscotto della fortuna? ”

“Sì, l'ho pensato anche io. È decisamente strano." risponde Brian annuendo.

"Dovremmo interrogare la gente al ristorante?" Chiede Roger, guardandolo.

"È un buon punto di partenza, suppongo..." risponde scrollando le spalle.

“Voglio dire, ora che ci penso - dubito fortemente che chiunque lavori lì ne sappia qualcosa. Ormai sono passati più di quarant'anni fa ” medita pensieroso.

“Beh, è un buon punto di partenza, in entrambi i casi. Potremmo anche escluderlo di persona invece di aspettarlo."

"O potremmo aspettare", dice Roger con decisione. 

Si scambiano un paio di sguardi e alla fine Brian sospira. "Senti, voglio davvero che rimanga qui anche più a lungo", dice, massaggiandosi il volto "ma non possiamo sabotarlo di proposito. È solo crudele."

"No, no - hai assolutamente ragione" replica “Onestamente non so cosa mi sia venuto in mente quando l'ho detto. Era solo un pensiero."

“No, è... Va bene. Ho capito." dice Brian, facendogli un debole sorriso.

C'è un altro assordante silenzio.

"Non possiamo dirglielo." sussurra piano il chitarrista.

Roger alza la testa "Ma potremmo fermarlo..."

"Ho detto che non gli diremo nulla." ripete Brian, la voce lenta e ferma. Roger si copre la bocca, appoggiandosi al ginocchio e mormorando qualcosa a mezza voce. 

"Che cos'era questo--"

"Ho detto che va bene." replica, abbassando la mano per rivelare le labbra serrate

"D'accordo" dice Brian dolcemente. Gli accarezza la spalla e aggiunge: "Dai, dormiamo un po'."

Roger annuisce debolmente e il chitarrista lo aiuta a rialzarsi, allontanandosi dallo studio con il braccio sopra la sua spalla.

Lo stomaco del batterista si ribalta al ricordo che era riemerso in precedenza, la voce di Freddie riecheggia nella sua mente confusa 'Mi dispiace se ti ho fatto sentire a disagio...' 
Decide che deve essere colpa dell'alcol e respinge quella sensazione nella sua oscura fessura, dove è rimasta per oltre cinquant'anni.


 

 

Angolo Traduttrice:

Ma salve! Come promesso, eccovi l'aggiornamento ^^ 
Non ho molto da dire in realtà se non ringraziare ATEM23 per aver recensito lo scorso capitolo e LadyTsuky per aver aggiunto la storia alle seguite! Se vi piace questa storia fatemelo sapere, il vostro supporto e sostegno è importante!

Sto aggiornando con la maglietta dei Beatles ascoltando i Dire Straits, ma hey, che importa u.u
However, vi do appuntamento al 21 Febbraio per il capitolo 5 di In Only Seven Days!

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Capitolo 5
*** Atto I - capitolo 5 ***


In Only Seven Days cap 5 




 

Brian Harold May era molte cose. Un padre, una rockstar, un animalista e un astrofisico, certo, ma un esperto di viaggi nel tempo? Decisamente no. 

Brian si sveglia la mattina successiva confuso, domandandosi perché stia dormendo in una delle sue stanze per gli ospiti - per poi sbattere contro qualcuno che geme all'impatto. Roger spalanca gli occhi a forza, spingendolo via e raggomitolandosi contro il cuscino. Il suo cervello lentamente comincia a schiarirsi, ricordando che la notte precedente erano entrambi esausti ed era crollato nello stesso letto di Roger per risparmiarsi la fatica di arrivare ad un'altra stanza a notte fonda. 

Si obbliga a tirarsi su, stirandosi mentre sente ogni osso tornare al suo posto - per la maggior parte. Ha ancora un problema alla spalla e se la massaggia mentre si alza e gira intorno al letto. 

"Andiamo, Rog. Dobbiamo alzarci e sistemare la nostra... situazione." mormora mentre lo sveglia. 

"Quale dannata situazione--" brontola Roger prima di bloccarsi "ohh... quella..." si lamenta, strofinandosi il volto. 

Si alza mentre Brian apre la porta e si avvia nel corridoio. Sbuffa, massaggiandosi la testa pulsante prima di uscire dalla camera. Vorrebbe non aver bevuto così tanto la notte scorsa. Non aveva dei postumi così da anni. 

Guardano entrambi verso la camera da letto di Brian prima di scambiarsi un'occhiata. Brian annuisce prima di spostarsi verso la scala. Roger spalanca gli occhi mentre scuote la testa, indicando prima l'altro poi la camera da letto. 

Rimangono in silenzio mentre continuano a protestare per le richieste di ognuno. Roger tende la mano per Carta Forbici Sasso e Brian ruota gli occhi prima di cedere. Fanno tre round e il chitarrista sorride quando vince due round su tre. Scende giù per le scale, lasciando l'altro da solo con i suoi pensieri e quella dannata porta. 

Roger respira a fondo prima di aprire la porta e sbirciare. I postumi della sbornia ronzano ancora fastidiosamente mentre cerca di concentrarsi sulla figura nel letto. Si avvicina piano, sospirando quando vede Freddie dormire pacificamente, completamente avvolto dalle coperte. Sorride affascinato, decidendo di aspettare ancora un attimo prima di svegliarlo. 

Il frontman mormora qualcosa nel sonno spostandosi leggermente. Il batterista si schiarisce la gola e mette una mano sulla sua spalla per scuoterlo "Sveglia, Freddie."

Freddie sorride, gli occhi ancora chiusi "Roger, sei tu, tesoro?" mormora, la voce impastata di sonno. 

Roger ridacchia prima di rispondere "Sì, sono io."

"Oh, Roger, ho fatto un sogno così particolare..." mormora mezzo assopito, strofinando il viso sul cuscino per cercare di svegliarsi "Ero nel futuro, e tu e Brian eravate un paio di vecchi bacucchi!" esclama.

Roger sbuffa drammaticamente, incrociando le braccia e alzando un sopracciglio "Vecchi bacucchi? Davvero? E' maleducato, Freddie." replica ridacchiando. 

I suoi occhi si spalancano e si mette a sedere fissando l'altro "Oh no. È reale." mormora. 

"Sfortunatamente." replica il batterista "Andiamo, dobbiamo preparare la colazione. Brian ci aspetta di sotto." Apre la porta della camera per poi fermarsi e guardare Freddie con un sorrisetto "Avremo bisogno del tuo aiuto visto che siamo dei vecchi bacucchi."

Gli occhi del frontman sono spalancati mentre balbetta "Scusa, non intendevo--"

"Vieni o no? Avremo bisogno di un po' di cibo per poterti riportare indietro, giusto?" replica con un sorriso.

Freddie annuisce, ricambiando il sorriso e scivolando fuori dal letto. 

Si avviano verso le scale e Freddie supporta Roger non appena lo vede barcollare. "Sto bene, Fred--" 

"Stai barcollando come se fossi su una dannata barca. Non voglio che cadi e ti fai male, Rog." replica con un'occhiata severa. Gli occhi del batterista si spalancano mentre si riaffacciano i ricordi della sera precedente e di molti anni prima e sfugge alla presa del frontman. 

"Ho detto che sto--" quasi scivola dallo scalino e l'altro lo afferra prontamente prima che voli giù dalle scale.

"Stai ancora di merda, tesoro." ridacchia Freddie "E' il minimo che possa fare. Ti ho aiutato abbastanza volte per venire a patti con la tua natura testarda e non ne avrò mai abbastanza. Non importa quanti anni hai adesso, sei ancora un bambinone che ha bisogno del mio aiuto."

Roger sbuffa ridacchiando, scuotendo la testa e sorridendo a Freddie dopo che sono arrivati in fondo alle scale. Entrano in cucina per vedere Brian che tira fuori gli ingredienti per la colazione. Si gira al suono delle sedie che vengono allontanate dal tavolo e sorride alla scena. Freddie aiuta Roger a sedersi mentre quest'ultimo borbotta maledizioni e proteste, ma viene ignorato mentre il frontman si avvicina a Brian e gli sorride.

“Buongiorno, Bri.” saluta Freddie stancamente. "Dove tieni i bicchieri?"

“Lì." Brian indica l'armadio dietro Freddie, e l'uomo annuisce prima di girarsi per prendere un bicchiere. Lo riempie di acqua e fa una pausa per un attimo a fissare meravigliato il lavandino. 

“Questo è il lavandino più bello che abbia mai visto. Dovremmo avere più lavandini come questo nel settantotto." commenta Freddie prima di afferrare il bicchiere e tornare indietro verso Roger.

Brian si ritrova a sorridere a mentre il cantante dà a Roger il bicchiere d'acqua. Freddie si siede accanto a lui e lo osserva inghiottirlo avidamente. Improvvisamente sente un dolore allo stomaco e le lacrime cominciano a pizzicargli gli occhi mentre lo osserva prendersi cura di Roger durante i postumi della sbornia; qualcosa che pensava non avrebbe mai più potuto vedere in vita sua prima della scorsa notte. Improvvisamente si sente stordito, chinandosi e afferrando il bancone per reggersi mentre il mondo diventa scuro e sfocato intorno a lui.

Il battito del suo cuore è fragoroso, e il suo respiro è flebile mentre mantiene la testa appoggiata al piano di lavoro freddo tra le braccia distese. “Brian, tesoro, stai bene?” chiede Freddie preoccupato, alzandosi rapidamente per aiutare il suo vecchio amico.

Il chitarrista fa segno di sì, borbottando: “Sto bene. Dammi solo un minuto. Ho solo la testa un po' leggera, tutto qui.”

“Sei sicuro?” domanda Freddie piano mentre si strofina nervosamente le mani. Brian si concede un altro momento prima di rialzarsi e sorridere all'amico.

“Sì, sto bene. Scusa, suppongo di non aver dormito bene la scorsa notte.”

Lo suo sguardo si fa più teso e Brian si schiarisce la gola. Fa un gesto verso il bancone e sorride di nuovo, sapendo che probabilmente sembra nervoso. “Sto preparando i pancake ai mirtilli. Ti va di darmi una mano?"

Freddie annuisce, facendo un debole sorriso e lascia cadere la questione per il momento. Li ha colpiti in un modo molto peggiore di quanto avesse mai pensato. Tutto ciò sta facendo meravigliare Freddie su cosa sarà potuto succedere in tutti questi anni per far reagire così i suoi vecchi amici alla sua presenza. 'Onestamente potrebbe essere solo lo shock del mio viaggio nel tempo - sì, deve essere così. Cos'altro potrebbe essere?' Freddie si chiede silenziosamente mentre aiuta Brian a preparare i pancake. 

“Che cosa ti è successo alla spalla, Bri?” chiede Freddie dopo un po', provando a fare conversazione con i suoi amici che ora gli sembrano estranei "Se posso chiedere?" Aggiunge.

“Oh, niente, davvero. Succede con l'età, Freddie... ”risponde Brian con un sorriso gentile e una leggera scrollata di spalle. "Avrò tirato qualcosa non molto tempo fa, è - non è niente."

Freddie annuisce, comprensivo, facendo un lieve sorriso per una frazione di secondo, per poi concentrarsi sul suo compito e occasionalmente lanciare occhiate ai suoi due amici. Sta davvero iniziando a sentirsi a disagio per quanto siano diversi e si sente scortese, ma non riesce a smettere di fissarli meravigliato.

“Ti piace quello che vedi, Freddie?” domanda Roger sfacciatamente dopo un po' e Freddie arrossisce, abbassando la testa per distogliere lo sguardo. 

"Scusa. Non volevo - è che sembri così - mi dispiace." balbetta nervosamente.

“Sto solo scherzando, Fred. Va tutto bene ”, risponde Roger con un lieve sorriso. "Se significa qualcosa, ti sto fissando anch'io." ammette. 

Il frontman fa un sorriso a trentadue denti e alza un sopracciglio verso Roger. "Non sei abituato a vedermi così, tesoro?"

Il batterista fissa silenziosamente l'ampio ghigno di Freddie con una terribile sensazione nello stomaco. È la sbronza che lo fa sentire nauseato? Decisamente. Tuttavia, il modo in cui Freddie si sta comportando in modo così spensierato attorno a loro ed è di nuovo giovane e sano e la consapevolezza di non poterlo trattenere, gli fa solo venire voglia di rannicchiarsi e morire.

"No", rispose Roger freddamente. "Affatto."

Freddie si schiarisce la voce goffamente, e il silenzio nella stanza diventa più pesante di prima. Roger si prenderebbe a calci da solo per aver risposto come un vecchio depresso, ma non riesce a trovare il coraggio per continuare a recitare. Brian gli lancia uno sguardo severo, e Roger scrolla le spalle mentre stringe il bicchiere vuoto, le braccia incrociate appoggiate al tavolo.

“Quindi, stavo pensando di andare in quel ristorante oggi per parlare con gli impiegati a proposito di quel biglietto. Giusto per escludere la possibilità di qualche vecchia maledizione giapponese dall'equazione del tuo improvviso viaggio nel tempo." Brian rompe il ghiaccio mentre estrae una padella e la mette sul fuoco. Freddie e Roger annuiscono silenziosamente, senza alzare lo sguardo dalle cose a portata di mano. 

“Ho alcuni libri nel mio studio sui viaggi nel tempo. Voi due dovreste rimanere qui e leggerli. Forse puoi trovare delle risposte in uno di quei vecchi libri.", continua Brian, parlando in tono rassicurante. Nessuna risposta, ma nota Roger sussultare e smettere di girare distrattamente il bicchiere sul tavolo. “La mia casa sarà vuota per tutta la settimana, quindi possiamo nascondere Freddie qui per ora. Speriamo di riuscire a capire tutto in soli sette giorni... ”aggiunge Brian.

Freddie sbuffa, scuotendo la testa mentre un'idea improvvisa gli lampeggia nella testa. Roger e Brian lo guardano inarcando le sopracciglia. “Cosa c'è di così divertente, Fred?” chiede Brian con un sopracciglio alzato.

"In soli sette giorni... E' la canzone a cui stavamo lavorando prima che accadesse tutto questo..." risponde Freddie sorridendo mentre scuote di nuovo la testa. "Interessante coincidenza, eh?"

"Già, è una coincidenza interessante." concorda Brian, guardando Roger con gli occhi spalancati e una scrollata di spalle.

"Sì, non penso di credere più alle coincidenze" brontola Roger come risposta prima di dare di nuovo al bicchiere tutta la sua attenzione.

Un altro momento di silenzio passa prima che Freddie parli di nuovo “È la canzone di Deaky... Forse lui ci può aiutare? Forse è un segno?"

Roger e Brian rimangono zitti e focalizzati sugli oggetti nelle loro mani. Freddie serra le labbra, passando a Brian la scodella di pancake e mettendo le mani sui fianchi. “Qualcuno deve dirgli cosa è successo. Merita di saperlo, non importa cosa diavolo sia successo negli ultimi quarant'anni circa."

Brian lancia a Roger uno sguardo che Freddie non perde, e sospira tristemente prima di rispondere "Non credo che dovremmo disturbarlo, Fred. Non sai cosa è successo in tutti questi anni. Tu non lo conosci più.”

“No, hai ragione. Non conosco lui, né te, né Roger. Tuttavia, tu e Roger state facendo qualunque cosa per aiutarmi, quindi perché lui non può fare lo stesso? Cosa lo rende così diverso da voi due, hmm?" risponde con uno sguardo torvo. Si sente male nel dire una cosa del genere, ma ha bisogno di capire perché John non può venire e aiutarli con qualunque cosa stia succedendo. “John e io abbiamo avuto un litigio o qualcosa del genere? Mi odia? È così?

"No! Niente del genere! Al contrario, Fred..." Brian si interrompe e si pizzica il naso, scegliendo con cura le parole “Non vogliamo sconvolgerlo, ok? Non sappiamo quale potrebbe essere la sua reazione davanti a tutto questo.”

"Non può reagire in modo peggiore di Roger," Freddie volta la testa "senza offesa, Rog", e guarda di nuovo il chitarrista. "Cosa diavolo è successo? Cosa mi sto perdendo qui, Brian?”

"Bene." sospira Brian, abbassando la mano e guardandolo negli occhi. “Chiamerò John, ma non posso promettere che accetti, va bene? Non lo voglio forzare a fare qualsiasi cosa non voglia."

"Okay," Freddie emette un sospiro, sentendosi più calmo. "Tutto a posto. Mi dispiace. Se non vuole venire, allora va bene, non voglio che prenda delle decisioni per lui."

Brian annuisce prima di voltarsi per fare il primo lotto di pancake. "Bene allora. Lo chiamerò prima di andare."


 

_____________________________________

 

 

John Richard Deacon era molte cose. Un padre, un bassista in pensione per una famosa rock band, e un buon amico. 

John è seduto al tavolo, e il telefono squilla mentre fa colazione con sua moglie Veronica. Lei si alza per rispondere, e lui la guarda con un gran sorriso. La vita di John è tranquilla e calma. Ama la sua famiglia e adora momenti come questi in cui può sedersi e guardare sua moglie rigirarsi una ciocca di capelli mentre prende il telefono fisso. Il suo sorriso si spegne per un momento prima di illuminarsi nuovamente. Si mette il telefono sul petto mentre guarda John e dice semplicemente: “È Brian. Vuole parlarti."

John alza un sopracciglio, ma appoggia il tovagliolo sul tavolo prima di alzarsi per recuperare il telefono dalla sua meravigliosa moglie. Ruba un bacio sulla guancia prima che lei ritorni al tavolo e si preme il telefono contro l'orecchio.

"Pronto?" chiede John.

"John, sei tu?"

"In persona." risponde mentre si gira a guardare fuori dalla finestra.

"Sono Brian. " replica, suonando come se stesse sussurrando. John sente la preoccupazione irrompere nel suo cuore, ma fa comunque un sorriso.

“Come stai, Brian?” domanda educatamente, sorridendo tra sé mentre osserva un uccello nel suo giardino volare su un albero.

"Uhh." la voce dell'uomo si spegne, e John lo sente sussurrare qualcosa di incomprensibile dall'altra parte. La preoccupazione di John è evidente mentre aggrotta le sopracciglia e si nasconde nel suo studio per avere un po' di privacy.

John chiude la porta del suo studio ed entra “Brian, qual è il problema? Va tutto bene?"

"Uh, non so proprio come risponderti."

"È tua moglie - figli?" John cammina per lo studio, appoggiandosi alla scrivania. "Sei tu o Roger?"

"No, no, forse Roger potrebbe non stare bene, ma questo è solo un sintomo del vero problema", risponde Brian, suonando frettoloso e distratto.

"Brian, mi stai spaventando", dice John a bassa voce "Sputalo fuori." aggiunge piano, guardando la porta chiusa dello studio nella speranza che sua moglie non riesca a sentirlo.

“Potresti venire? So che è all'ultimo minuto, ma abbiamo un po' di emergenza.” la risposta è affrettata e impanicata. 

John sospira, pizzicandosi il naso per la frustrazione. "Io... non lo so..." John si strofina la faccia mentre ascolta il respiro irregolare del chitarrista dall'altra parte. Alza il polso per guardare l'orologio e sospira di nuovo. "Posso essere lì tra venti minuti."

"Grazie," sospira sollevato Brian. "Mi dispiace di nuovo disturbarti, ma questo... è abbastanza urgente."

"Ovviamente. Tutto ciò di cui hai bisogno, sono sempre disposto ad aiutare." risponde John con un sorriso gentile, anche se sa che Brian non può vederlo. 

"Grazie e scusami ancora." balbetta rapidamente.

“Non c'è bisogno di scuse. Sarò lì appena posso." risponde, prima di riagganciare. Il cuore di John batte all'impazzata ora e si prende un momento per calmare il respiro prima di lasciare la stanza. Appoggia il telefono sul ricevitore e bacia in fretta sua moglie.

“Qual è il problema, tesoro? Che cosa ha detto Brian?" chiede Veronica preoccupata mentre John prende il cappotto e si dirige verso la porta d'ingresso. Lo segue in fondo al corridoio e lui si ferma prima di uscire.

"Non lo so. Ha detto che è un'emergenza. Ti chiamo quando so cosa sta succedendo, okay amore?" risponde con un sorriso forzato. Veronica annuisce debolmente, salutando mentre lo guarda affrettarsi fuori dalla porta e verso la sua macchina.


 

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Brian cammina avanti e indietro nervosamente mentre Roger si siede sulla sedia con la testa appoggiata sul palmo e Freddie si siede di fronte al batterista. Aspettano nervosamente l'arrivo di John mentre il frontman guarda alcuni libri che hanno estratto dalla collezione di Brian per distrarsi.

"Non posso credere che tu abbia appena detto che si tratta di un'emergenza e nient'altro." brontola Roger.

"In quale altro modo potrei convincerlo a venire senza sembrare completamente impazzito?" replica Brian, agitando le braccia drammaticamente sopra la testa.

"Ha ragione." Freddie fa una smorfia con una scrollata di spalle. “Inoltre, non era del tutto errato chiamare questa un'emergenza. Al momento siamo in una situazione di emergenza."

"Tuttavia, non vogliamo causare al maledetto vecchio merluzzo un dannato attacco di cuore." risponde rudemente Roger prima di sporgersi per prendere la bottiglia di whisky della scorsa notte. Brian la porta via rapidamente e aggrotta la fronte. 

“Niente alcol! Attieniti all'acqua, per favore. Abbiamo bisogno che tu sia sobrio quando John arriva." lo rimprovera. 

"Scusa, mamma." risponde Roger, sollevando le mani sulla difensiva. Prende il bicchiere d'acqua che gli viene fornito e ne beve un sorso prima di ripoggiarlo. Si poggia sullo schienale ma sobbalza quando suona il campanello.

"È qui," sussurra Brian nervosamente. 

Il chitarrista non si muove e Freddie lo fissa con un'espressione accigliata. "Lo lascerai entrare o...?"

"Solo... dammi un minuto, Fred", risponde Brian con calma, chiudendo gli occhi e orientandosi. 

Dopo un momento, si gira e mormora "State buoni, voi due." prima di dirigersi lungo il corridoio in direzione della porta d'ingresso.

Brian fa un respiro profondo e apre la porta per vedere John lì in piedi, che sembra titubante. "Brian, cosa c'è che non va?" chiede John immediatamente, non volendo perdere tempo in convenevoli. 

"Uhh, sarebbe più semplice se ti mostrassi", risponde mentre si gratta nervosamente la nuca. Lo lascia accomodare prima di chiudere la porta e condurlo nel suo studio. "Per favore, abbi una mente aperta e cerca di non andare fuori di testa", borbotta nervosamente mentre lo guida attraverso la casa. Si fermano davanti al suo studio e John getta a Brian uno sguardo strano.

"Uhh, cosa intendi per mente aperta..." si interrompe quando incrocia lo sguardo con nientemeno che Freddie Mercury. L'uomo è giovane - forse sulla trentina, nota John. È seduto su una poltrona di fronte a Roger, che sembra abbia visto giorni migliori, e ha in grembo un libro sulla teoria del viaggio nel tempo.

"Deaky, tesoro, posso spiegarti." dice Freddie rapidamente mentre si alza e solleva le braccia sulla difensiva

John ha gli occhi spalancati, sbatte le palpebre immobile, le dita contratte. Serra le sopracciglia mentre lascia che il momento passi.

Fa un respiro profondo e dice semplicemente "No".


 

 

Angolo Traduttrice:

Grazie a tutte le persone che recensiscono la storia, e anche a voi lettori silenziosi! *tira fuori dei biscotti* venite fuori, giuro che mi fa piacere un parere UwU
E lo so, il capitolo termina con un cliffhanger, ma giuro che andrà tutto bene... Circa.
Cioè, non proprio c.c povero Deacy.

Il capitolo 6 arriverà per il 27 febbraio!

 

 

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Capitolo 6
*** Atto I - capitolo 6 ***


In Only Seven Days Cap 6 


 

'I long for peace, before I die.'*

Quella frase era sempre rimasta nella mente di John, fino a quel giorno. Un'altra cosa che è mai riuscito a dimenticare è quel dannato AAAY-O. Quegli esercizi vocali che piacevano alla folla, e che avrebbe voluto cantare insieme a lui per migliorare la sua voce e il suo spirito, ma che all'epoca non aveva il coraggio di fare. Se avesse avuto la possibilità di cambiare un solo piccolo dettaglio, avrebbe detto a sé stesso di cantare con Freddie quando faceva quei vocalizzi. È tutto quello che vorrebbe cambiare; quanto dava per scontato uno dei suoi più cari amici. 

Aveva sempre pensato che, se avesse potuto vedere Freddie in quel momento gli avrebbe detto così tanto, ma ora che si trova di fronte a quella stessa situazione, si ritrova congelato. Come una statua, guardando l'uomo a cui non ha mai avuto occasione di dire addio.

Allora perché sono le sue prime parole sono state "no"? Perché deve essere così? Considerando che, negli ultimi ventisette anni ha affermato che avrebbe letteralmente detto qualsiasi cosa tranne "no" al suo caro vecchio amico, Freddie Mercury.

"Deaky, so che è molto da accettare, ma lo giuro - sono proprio io." spiega Freddie lentamente, restando fermo, e troppo lontano dalla stretta di John.

John scuote lentamente la testa, gli occhi lucidi che sbattono contro le palpebre. Il labbro gli trema e lo morde per trattenere il singhiozzo che lotta per sfuggire alla sua gola. Guarda Brian e gli dà una spinta dato che è il più vicino, e tutti gli occhi si spalancano mentre Brian retrocede.

Il chitarrista lo fissa, completamente stupefatto "Ma cosa--" 

"Come osi chiamarmi e dirmi di venire dicendo 'oh, è un'emergenza!' quando chiaramente non lo è? Come osi coinvolgermi in questa patetica pubblicità** per il tuo stupido film e prendermi in giro così? Cosa speri di ottenere da questo, eh?" replica duramente fissando Brian e Roger, gli occhi simili a quelli di un predatore che sta per attaccare "Ti ho detto che non volevo avere niente a che fare col tuo film di merda!" Freddie lo fissa con uno strano senso di stupore e terrore quando lo sente imprecare. John raramente imprecava, anche quando era arrabbiato. Era già successo, ma era abbastanza raro da scioccare persino gli altri due. 

Le sopracciglia di Freddie si aggrottano. 'Pubblicità... per un film?... Ma di che diavolo sta parlando...?' si domanda mentre osserva gli altri due cercare di calmare il bassista. 

"No, no - John, lo giuro, non è come pensi." Roger agita le mani sulla difensiva. “Stai attento a quello che dici, John... Deaky - è proprio lui. È Fred.” aggiunge. 

"Basta. Non è più divertente..." John sospira. "E non lo è mai stato."

"Posso provarlo!" sbotta Freddie, catturando la loro attenzione e volendo calmare il disagio di John. "Per favore, lascia che te lo dimostri, e poi puoi arrivare alle tue conclusioni, va bene, tesoro?"

John stringe gli occhi e scuote la testa.

"Per favore. Posso dirti una cosa che solo io - il vero Freddie Mercury - potrei sapere.” dice Freddie, cercando di farsi ascoltare "Per favore, dammi solo una possibilità..."

Gli occhi di John sono chiusi, ma non riescono ancora a trattenere le lacrime mentre respira pesantemente. La sua faccia è arrossata e le sue spalle sono tese. Espira lentamente e si costringe ad annuire in risposta. Anche se è tutto falso, ha giurato che se gli fosse stata data la minima possibilità di rivedere il suo amico, non gli avrebbe mai detto di no. Vuole che tutto sia reale, ma sta iniziando a chiedersi se si è persino svegliato questa mattina. Forse è Freddie, ma perché il vero Freddie sarebbe qui se questo non fosse un sogno?

Freddie fa un respiro profondo prima di dire: "Millenovecentosettantaquattro, Ridgewood Farm..."

John alza gli occhi al cielo, ma Roger si schiarisce la gola. “Ascoltalo e basta, per favore?” Dice Roger con fermezza.

John espira, emettendo un leggero suono sibilante prima di annuire. "Tutto a posto. Continua..." fa un cenno lentamente a Freddie, spingendolo a proseguire. Tutti e tre danno all'uomo tutta la sua completa attenzione mentre inizia la sua storia.


 

_____________________________


 

L'aria nella fattoria è umida e polverosa ma la pesantezza della discussione precedente permane ancora nell'aria, rendendo difficile respirare.

John esplora i soprammobili nel salotto in quel pomeriggio nuvoloso. Passa le dita sui libri e sui vecchi giochi da tavolo sullo scaffale prima di fermarsi a un gioco familiare. Sorride affascinato, mentre estrae il gioco, soffiando via la polvere dalla scatola e dandovi un sguardo soddisfatto. 

Studia meravigliato il vecchio gioco da tavolo in legno, arrivando rapidamente alla conclusione che probabilmente ha in mano una tavola da Scarabeo antica ed estremamente rara. Studia l'elegante incisione sulla scatola di legno, tracciando le parole con il dito. Legge la data e quasi sussulta per la meraviglia:  Scrabble ™ © 1940.

Questo deve essere uno dei set originali dato il gioco è stato inventato nel 1938. John sorride meravigliato e lo posiziona con cura sul pavimento. Chiama ad alta voce ai suoi amici e compagni di band. I tre membri rimanenti dei Queen emergono da diverse aree della fattoria, osservando con curiosità il bassista. 

“Ho trovato una vecchia tavola di Scarabeo. Mi chiedevo se vi piacerebbe giocare con me?" domanda John con un timido sorriso. Si scambiano rapidamente sguardi di disapprovazione prima di sospirare e sedersi per unirsi a lui. Quel gioco era l'unica cosa che poteva ricongiungerli dopo una brutta lite. John ha sempre saputo come sistemare le cose, soprattutto con l'elettronica, e ogni membro dei Queen lo apprezzava. Se non avessero avuto John, avrebbero potuto sciogliersi molto prima di registrare il loro primo album.

Non molto tempo dopo, stanno tutti ridendo come se non avessero mai discusso un'ora prima. La lite sembra improvvisamente così inutile che John aveva già dimenticato di cosa si trattasse. Guarda i suoi amici bisticciare e scherzare tra loro mentre giocano; ognuno tira fuori parole che fanno immediatamente dubitare a Roger o Freddie dell'esistenza di parole così ridicole. 

"Ah!" Esclama John mentre realizza cosa può scrivere. Posiziona strategicamente le sue tessere sul tabellone e scrive: RIDICOLO. Riceve due punti bonus per il suo turno e sorride ampiamente mentre segna il suo punteggio.

"Oh andiamo! Non è giusto!" piagnucola Roger quando tutti si rendono conto che il gioco è finito, lasciando John come campione e battendo Roger di soli tre punti.

Ridacchiano tutti mentre impacchettano il gioco, e Freddie dà una pacca sulla spalla di John mentre Brian e Roger si alzano per mettere via il gioco, litigando su come funzionavano i punti bonus e se era giusto considerare valide certe condizioni*** o qualcosa del genere. 

"Ehi, ehm... Deaky?" chiede timidamente Freddie, catturando l'attenzione del bassista. Lo guarda e Freddie si gratta nervosamente la mascella. "Sei sempre il primo a sistemare le cose quando tutto va male, e volevo solo che tu lo sapessi," sorride prima di aggiungere un dolce "grazie".

John sorride, e il frontman gli fa scivolare un braccio attorno per abbracciarlo. Il bassista sente il suo cuore battere mentre sfiora il collo di Freddie. Si libera dall'abbraccio e, prima di accorgersene, viene lasciato di nuovo solo nel salotto dopo essersi seduto lì per alcuni minuti.

Li sente ridere a crepapelle per qualcosa in cucina, e John ridacchia, sporgendosi per afferrare il suo taccuino prima di raggiungerli. Si siede al tavolo accanto a Freddie mentre Roger e Brian tentano di preparare il pranzo - ciò che sta realmente accadendo è che ogni tanto si lanciano un pezzo di formaggio.

"Cosa? Pensavo solo che sei così dolce come se fossi una specie di formaggio!" gli dice Roger 

Brian confuta con: "Beh, almeno è meglio che sporcarsi le mani con la pistola per grasso della macchina****."

John osserva i suoi amici con un sorriso prima che il suo sguardo si sposti su Freddie. Ha uno sguardo malinconico negli occhi mentre li osserva e John all'improvviso ha un'idea. Apre il suo taccuino e scarabocchia qualcosa velocemente.

You’re my best friend,
You make me happy--live ?
You’re always the first one to fix things when they go wrong.
You know I’ll never be lonely with you by my side.

Gli occhi di John si alzano verso Freddie mentre lo guarda scarabocchiare i suoi appunti e il frontman gli fa un ampio sorriso. 


 

_____________________________


 

John sospira dopo che Freddie ha finito di raccontare, per poi riaprire gli occhi e scuotere la testa "Brian o Roger potrebbero averti raccontato questa storia. Erano lì quando è successo..."

"Ma non sanno cos'è successo dopo, tesoro." aggiunge in tono basso "Non ho finito di raccontare - adesso arriva la mia parte preferita." sorride sfacciatamente. 

La sua espressione muta in una confusa mentre lo osserva "Prima che lasciassimo la fattoria," racconta "ho impacchettato quella tavola di Scarabeo con le mie cose e te l'ho data quando siamo tornati a casa. Brian e Roger non hanno mai saputo di questo scambio. Pensavano l'avessi presa tu, ma io l'ho presa al posto tuo perché sapevo che non avresti mai avuto il coraggio di rubarla."

Gli occhi del bassista si spalancano e Freddie continua "Quel gioco stava solo prendendo polvere lì. Io sapevo che l'avremmo usato - e così è stato. In ogni tour, ce lo portavamo e ci giocavamo come se non ci fosse stato un domani. E tu l'hai sempre tenuta dopo che te l'ho data." finisce di raccontare, per poi stringere le labbra in una linea e alzare gli occhi, pensieroso "O meglio - l'hai tenuta almeno fino al millenovecentosettantotto. Non so se l'hai tenuta anche dopo." aggiunge, parlando quasi più a sé stesso. 

John lo fissa, mentre viene attraversato da ogni emozione che potrebbe umanamente provare - tutte in un solo momento. Fa un passo indietro, trovandosi con la schiena contro il muro mentre ci scivola contro. Ci si poggia con tutto il peso, fissando il pavimento dello studio. 

"John?" domanda lentamente Brian, allungando il braccio per toccarlo ma bloccandosi per timore di spaventarlo. 

Freddie si strofina le mani ansiosamente mentre aspetta la sua risposta alla 'prova' che è chi dice di essere. Il bassista fissa il suolo, domandandosi come possa ricordare così nitidamente un vecchio ricordo, come l'odore dell'aria umida e polverosa della fattoria.

L'aria è pesante quasi quanto lo era quel giorno e sa che deve spezzare la tensione una volta per tutte. "Ce l'ho ancora." replica, la voce così bassa da essere udibile solo da Freddie, che si aggrappa ad ogni sillaba, mentre cerca di decifrare ciò che John sta pensando. 

"Io non... Ho ancora quella vecchia tavola di Scarabeo nell'armadio, nascosta in una scatola che solo io posso aprire..." aggiunge guardandolo negli occhi "Non ci ho giocato da quando..." John si morde il labbro, temendo di poter dire troppo, ora che sa. Le lacrime pungono le sue guance morbide e rugose che mostrano molti anni di esperienza e sentimenti. I suoi occhi sono lucidi e il cuore batte rapidamente quando realizza il tutto. 'È lui. È davvero lui. È davvero tornato...'

John scoppia in violenti singhiozzi, afferrando il telaio della porta mentre le unghie scavano nella vernice e la scheggiano mentre preme la testa contro il legno. Brain e Roger si scambiano sguardi colmi di disperazione, e Freddie rimane fermo al suo posto, osservando con orrore mentre vede John che sta avendo un crollo nervoso proprio in quel momento. 

John guarda Freddie e si allontana lentamente dallo stipite della porta mentre si avvicina all'uomo più giovane. Roger e Brian si avvicinano inconsciamente mentre John attira Freddie nell'abbraccio più stretto che uno di loro abbia mai sperimentato.

"Chi avrebbe mai pensato che quella maledetta tavola di Scarabeo ci avrebbe riuniti di nuovo..." John borbotta contro il collo di Freddie. Il frontman carezza piano la schiena dell'uomo tremante, facendolo scivolare dolcemente. I suoi occhi sono chiusi e placidi mentre lo tiene stretto a sé.

"Shh, va tutto bene tesoro..." mormora piano mentre i singhiozzi del bassista crescono di volume e le sue spalle tremano più intensamente mentre tiene la maglia di Freddie stretta tra le dita.

"Indossi persino quello stupido maglione." mormora incoerentemente, non sapendo più cosa sta dicendo. Dopo qualche sighiozzo anche Roger e Brian si uniscono all'abbraccio, mentre si avvera ciò che hanno sempre sognato - una reunion della band al completo, di nuovo. 

Si godono il momento, mentre ognuno di loro si bea del calore di Freddie e della sua personalità, stringendosi a lui come se potesse evaporare da un momento all'altro. 

"Uh, scusate, ma non riesco... a... respirare." geme, sentendosi soffocare. Gli altri si allontanano di scatto come se si fossero bruciati, mormorandogli delle scuse. 

Freddie gli sorride, godendosi l'affetto e la gratitudine che gli stanno mostrando. Ridacchia tra sé, domandandosi perché nel settantaquattro non avrebbe mai ricevuto questo tipo di attenzioni. 

"Chi è morto e vi ha fatto decidere di trattarmi come la regina che sono?" scherza, nel tentativo di alleggerire l'umore. Tuttavia l'aria si fa più pesante ancora, mentre gli altri si scambiano sguardi preoccupati. Il sorriso di Freddie svanisce mentre realizza le terrificanti implicazioni della sua frase. 

'Chi è morto e vi ha --...chi è morto...Dov'è il me anziano? Perché sono così tristi? Dove sono io? Chi... è morto?' i suoi occhi si spalancano, realizzando ciò che il suo subconscio aveva inizialmente soppresso. 

Gli altri lo guardano con espressioni preoccupate mentre li guarda di rimando "No..." sussurra abbassando lo sguardo, la schiena che colpisce la scrivania dello studio, aggrappandosi ad essa come fosse un'ancora. "No..." mormora più forte, mentre l'idea precipita nelle sue viscere, facendole annodare dolorosamente. 

Freddie, respira." gli mormora gentilmente Roger, mettendogli una mano sulla spalla.

"Non toccarmi!" sibila, voltando la testa di scatto e il batterista si allontana di scatto. 

"Freddie, devi respirare lentamente prima di andare in iperventilazione." dice John con tono gentile. "Andrà tutto bene. Respira e basta--" 

“Come cazzo posso stare bene!?” sbotta Freddie, la sua voce è forte e acuta mentre si spezza per l'emozione. Si afferra i capelli iniziando ad ansimare “Io... quando morirò?” chiede Freddie con gli occhi spalancati mentre fissa il tappeto a motivi geometrici.

"Non possiamo dirtelo, non te lo diremo." risponde rapidamente Roger, la voce che si spezza quando inizia a piangere di nuovo. “Per favore, Fred, abbiamo bisogno che ti calmi. Respira."

“Come sono morto?” domanda di nuovo Freddie. 

“Non te lo diremo, Freddie!” esclama Brian con voce profonda, facendo sussultare il cantante abbastanza da provocargli un brivido lungo la schiena. Tutti lo fissano, il tono è bastato a gelarli. 'Brian non ha mai alzato la voce, soprattutto ora che è un vecchietto.' medita Freddie in silenzio.

Il chitarrista afferra lo schienale della poltrona e si siede lentamente. Si prende il viso tra le mani mentre inizia a singhiozzare violentemente. Molto più violentemente di quanto non abbia fatto dall'arrivo di Freddie. Lo guardano tutti disperati mentre cerca di calmare i singhiozzi. Brian ha finalmente ceduto. Freddie gli dà silenziosamente credito per aver mantenuto la calma per così tanto tempo.

Freddie cammina verso il chitarrista e gli mette una mano gentile sulla spalla, calmandolo un po', Gli carezza le spalle fino a quando il suo respiro non è più regolare e lo sente sospirare sollevato.

Il silenzio è pesante e tutti si preoccupano che sia i loro stessi nervi sia quelli degli altri possano cedere di nuovo.

Freddie si strofina gli occhi mentre si siede sulla sedia accanto a Brian. “Posso almeno sapere quanto tempo è passato dall'ultima volta che mi hai visto?” chiede debolmente. 

Si guardano l'un l'altro e, infine, Roger parla. “Ventisei anni e cinque settimane.” Gli occhi di Freddie si spalancano notando quanto sia specifica la sua risposta.

John lancia Roger uno sguardo. "Che diavolo stai facendo? Non puoi dire a qualcuno del passato questo tipo di informazioni! ”

Il batterista serra le labbra mentre incrocia le braccia. "Ha già capito che non è più qui con noi, quindi perché diavolo non dirgli tutto ciò che deve sapere per evitare che accada!?"

"Pensavo che fossimo d'accordo sul fatto che fosse una cattiva idea, Rog." dice Brian in tono lento e minaccioso, come un pitbull che ringhia alla preda.

"Sono appena arrivato e anche io so che è un'idea terribile!" concorda John, agitando le braccia "Non puoi dire a un uomo il suo destino!"

"Beh, è già qui, quindi forse è un dannato segno che dobbiamo impedire che ciò accada!" replica Roger

Freddie ricomincia ad iperventilare mentre guarda gli altri discutere. 

"Per favore, smettetela di litigare!" esclama "È l'ultima cosa che vi ho visto fare prima di finire qui - e non voglio sentirvi di nuovo discutere! Per piacere." aggiunge piano, abbassando la testa. 

"Mi dispiace, Fred. Hai ragione." risponde John "dobbiamo tutti calmarci e capire cosa sta succedendo." Brian annuisce e Roger dopo qualche secondo alza le mani, accettando di essere civile per il momento - nonostante sia ancora arrabbiato. "Bene. Ora, qualcuno mi può aggiornare?" domanda il bassista "Che diavolo sta succedendo, e perché abbiamo qui con noi un Freddie Mercury che ha viaggiato nel tempo?" 

Il frontman prende un respiro profondo, alzandosi. "Avrai bisogno di sederti, tesoro. Ho una storia piuttosto interessante da raccontare." replica, accennando un sorrisetto. Mette da parte le sue paure di morire, per il momento; John ha ragione, devono stabilire un piano e concentrarsi sull'obiettivo principale: capire come e soprattutto, perché Freddie ha viaggiato nel futuro. 

 

 

* Da Mother Love, l'ultima canzone che Freddie ha cantato.

**qui l'autrice usa testualmente la parola 'double-whammy' che ho scoperto essere 'quando due eventi spiacevoli si verificano simultaneamente' e, non potendo tradurla letteralmente, ne ho tratto una mia interpretazione molto libera, scusatemi! 

*** Dall'inglese PR stunt, o publicity stunt – è un evento pianificato e progettato per attirare l'attenzione del pubblico sugli organizzatori dell'evento o sulla loro causa (in pratica ha insinuato che lo avesse portato là solo per fargli fare da cavia)

**** frasi prese da Sweet lady e I'm in love with my car (rispettivamente opera di Brian e Roger - e come te sbagli)


 

Angolo Traduttrice:

A momenti mi dimenticavo di aggiornare ^^'''''' ma eccovi qui il capitolo bello e pronto. Il prossimo capitolo verrà postato il 6 marzo!
Se la storia vi piace lasciate una recensioncina ^^ sia io che l'autrice originale apprezzeremmo molto!

Vi ricordo che QUI trovate la storia originale, in inglese.

 

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Capitolo 7
*** atto II - capitolo 7 ***


In Only Seven Days 
Atto II - Capitolo 7



 

"Non può essere una parola!" esclama Freddie

"Sfortunatamente per te" il batterista incrocia le braccia e fa un sorrisetto "È un osso del piede - quindi è decisamente una parola." il suo sorrisetto non svanisce mentre Freddie chiede di prendere il dizionario. 

"Sai che perdi punti se contesti la legittimità della parola e hai torto." lo avvisa il bassista, le labbra strette in una linea sottile. 

"Ma se non ho punti da perdere! Non ho ancora giocato il mio turno!" 

"Vorrà dire che inizierai il turno con meno tot punti." replica Roger. 

Brian apre il dizionario e scorre le parole prima di puntare il dito sulla pagina "Roger ha ragione. È una parola - un osso dell'arco plantare." passa il tomo a Freddie e aggiunge "scusa Freddie, perdi due punti."

Il viso del frontman impallidisce mentre legge. Il sorrisetto di Roger si amplia mentre guarda l'altro chiudere il libro con tanta violenza da far tremare il tavolo e le tazze. 

"Non fare il perdente, Fred." replica, senza cancellarsi dal viso il sorrisetto. 

Freddie alza le mani - molto teatralmente - e il bassista trascrive il punteggio negativo sul loro tabellone, un vecchio quaderno di appunti di Roger. 

Il frontman ha un'improvvisa epifania e strappa il quaderno dalle mani di John, sfogliandone le pagine. Punta il dito contro una parola, indicandola ai compagni di band. Roger fa un sorrisetto vergognoso, alla vista della parola che ha appena indicato.

"Hai barato!" urla Freddie, sbattendo il quaderno sul tavolo. 

"Bene! È solo un fottuto gioco!" replica Roger veementemente. 

"Non è divertente se bari!" afferma mordace, il tono aggressivo tanto da far preoccupare Brian.

"Okay, ragazzi. Calmiamoci--" 

"Non ho barato! Sapevo già quella parola! Quelli erano i miei appunti, me la sono ricordata!" replica Roger, la voce che sale di volume per sovrastare quella di Freddie. 

"Seriamente, non facciamo--" 

Freddie interrompe l'intervento del bassista alzandosi in piedi, la sedia rovesciata e il tè che inonda la plancia di Scarabeo. John impreca, prima di cercare di ripulire il disastro. 

"Oh, guarda che hai combinato!" il batterista si alza, occhieggiandolo malamente "Perché non puoi startene da solo a giocare a quel dannato gioco?" 

"Perché sono stufo marcio di questa merda!" esclama. Roger si morde il labbro, cercando di resistere al bisogno di replicare, i pugni stretti. 

"Pensavo aveste risolto quella questione, no?" domanda Brian, più infastidito che deluso. 

"Decisamente no." replica Roger senza distogliere lo sguardo da Freddie.

Freddie stringe I pugni, chiaramente furioso "Sapevi che era la mia giacca preferita. Mi hai visto indossarla e l'hai mostrata alla ragazza al banchetto e sei riuscito comunque a venderla accidentalmente." sbatte il pugno sul tavolo puntando il dito contro il batterista "Accidentalmente un cazzo!" 

"Ti giuro, non lo sapevo!" esclama, la faccia arrossata mentre gesticola come se qualcosa nell'aria possa provare la sua innocenza. "Andiamo, è solo una dannata giacca - e l'hai riavuta indietro." aggiunge. 

"Solo una --" replica, sconfitto e disgustato "-- L'ho riavuta pagandola molto più del prezzo originale. Ci abbiamo letteralmente rimesso per colpa tua!" 

"Beh, allora potevi non ricomprarla."

"Ragazzi, calmatevi --" 

"Sì, io dovevo ricomprarla! Amo quella fottuta giacca e tu lo sapevi!" esclama drammaticamente Freddie, zittendo il fievole tentativo del bassista di calmarli. "Tu sei il dannato idiota che l'ha comprata per me! Pensavo sapessi che volevo tenere il tuo fottuto regalo!" 

"Ti ho comprato quella giacca tre anni fa!" replica Roger "Mi dispiace, onestamente non sapevo che la volevi tenere. Vendiamo i nostri stessi vestiti alla bancarella, Fred. Pensavo volessi sbarazzarti di una giacca che neanche ti sta più..."

"Non me ne sbarazzerei mai, anche se non mi sta, e avresti dovuto saperlo!" replica, sbuffando indignato e si dirige verso la camera da letto sbattendo la porta. 

Roger si gela quando sente la serratura scattare, alzandosi per battere il palmo contro il legno. "Condividiamo la stanza, coglione! Non puoi chiudermi fuori!" esclama cercando, vanamente, di aprire la porta. 

"Mi hai chiuso fuori un sacco di volte per farti qualche donna! Puoi dormire sul divano!" replica Freddie, la voce attutita. 

"Beh, fottiti pure te, amico!" sputa, dando un calcio alla porta prima di buttarsi sul vecchio divano sbiadito, le braccia strette al petto, sbuffando come un bambino messo in punizione. 

"E' solo l'una, Freddie non può restare tutto il giorno lì dentro..." mormora John rivolto al chitarrista, le braccia incrociate

"Non lo so. Sa essere abbastanza... insistente." replica Brian, imitandolo. 

 

________________________________________

 

 

"Wow, di certo sei insistente, Fred." dice John con un sopracciglio alzato. 

"Hai dannatamente ragione." replica il suddetto con le mani sui fianchi, fissando Brian e John con le labbra strette. 

"Non puoi andare in giro. Non possiamo rischiare che la gente veda un giovane Freddie Mercury che va a zonzo per Londra." replica il chitarrista alla precedente richiesta di Freddie di andare con lui al ristorante, agitando un dito severamente. 

"Oh andiamo, sono già uscito -" 

"Già, ed è una fortuna che non ti abbiano riconosciuto..." replica John "...perché non l'hanno fatto...giusto?"

"Nessuno mi ha riconosciuto." replica, le sopracciglia aggrottate. 

"Hai parlato con altri eccetto noi?" domanda il bassista. 

"L'ho fatto, ma nessuno mi ha riconosciuto!" 

"Sei sicuro che nessuno -" 

"Certo, John! Ti ho già detto tutto quello che è successo! Ho incontrato la cameriera al ristorante, la bibliotecaria, il ragazzo sembre in biblioteca - e nessuno di loro sapeva chi fossi -" fa una smorfia "- ehm, beh, mi hanno guardato in modo strano quando non sapevo come usare quel Google, ma non sembravano sospettare fossi Freddie Mercury.*

John ruota gli occhi, strofinandosi il viso. "Giusto, giusto. Il Google... Dove hai preso la mappa." si interrompe con espressione confusa quando qualcosa non torna "Aspetta, hai detto di aver visto una ragazza fuori dal ristorante e di averle chiesto se la data sul giornale era giusta."

Freddie annuisce "Giusto, scusa - c'era quella ragazza fuori dal -"

"Hai detto che sembrava molto preoccupata. Ti ha riconosciuto?" domanda nuovamente. 

"Io non -" si gela quando ricorda quello che ha detto "- aspetta. Ha detto che le sembravo familiare, ma ha lasciato cadere la questione." replica con un gesto, per poi sorridere nervosamente "Non penserai che lo abbia creduto davvero -" 

"Potrebbe." concorda Brian. Sbuffano in coro, prima che Roger prenda la parola. 

"Posso rimanere con lui e tu e John andate al ristorante." dice lentamente. "Non dobbiamo per forza cestinare il nostro piano. Se quella donna credeva davvero fosse Freddie, potrebbe aver postato qualcosa sui social e creato un casino online."

"Che diavolo è un social...?" domanda Freddie "E che significa online?" 

Il batterista fa per replicare ma Brian lo zittisce "Niente che ti riguardi, Fred." per poi rivolgersi a Roger "Comunque, tu verrai con me e John rimarrà qui."

Roger sbarra gli occhi, la bocca spalancata. "Cosa!? Perché?" 

"Perché sei impulsivo e non sai tenere la bocca chiusa." replica John con una scrollata di spalle. 

"E inoltre, dovremmo lasciarli un po' insieme. Noi siamo stati con Freddie per tutta la scorsa notte e in mattinata." aggiunge il chitarrista con un sorriso. 

"Sono cazzate. Non gli dirò niente!" esclama Roger. 

"Dai, lascialo stare!" prega Freddie mentre Brian e John aggrottano le sopracciglia.

"No. Roger viene con me al ristorante e John resta qui con te per studiare tutto ciò che trovate su un viaggio nel tempo." rimarca Brian come farebbe un padre e Roger alza gli occhi al cielo.

"Bene." replica duramente prima di superare gli altri due e uscire dallo studio. "Ti aspetto fuori!" Roger esclama dal corridoio. Il chitarrista apre la bocca per dire qualcosa, ma viene interrotto quando la porta che sbatte echeggia in casa come un tuono.

Brian espira profondamente prima di scusarsi. "La mia casa sarà vuota per la settimana, quindi non c'è bisogno di chiudervi nel mio studio" dice con un sorriso. "Sentitevi a casa." aggiunge rapidamente. Dà ai due rapidi abbracci e si avvia.

John sospira prima di voltarsi verso Freddie.

"Roger è ancora un bambino - anche da vecchio," scherza il frontman con un sorriso. Il bassista ridacchia al suo commento e si siede su una delle poltrone.

"Giusto, quindi leggi quel mucchio e io leggerò questo?" suggerisce mentre indica le pile di libri. Freddie annuisce, mettendo la pila più vicina a lui sul tavolo accanto alla sedia di fronte a John. Entrambi iniziano a leggere i libri di viaggi nel tempo che Brian ha fornito loro.

Di tanto in tanto John guarda Freddie, troppo distratto per concentrarsi sulla lettura di questi libri che non hanno molto senso per lui. Quando John non guarda, Freddie lo guarda di sottecchi, i suoi occhi si trascinano su e giù per la sua figura come il gatto curioso che è.


 __________________________________________


 

Roger si sveglia da un pisolino che non ricorda di aver iniziato, e i suoi occhi scrutano attraverso la distesa oscura dell'appartamento alla ricerca del suono acuto del telefono. Rotola a malincuore giù dal divano con un gemito e inciampa sulla coperta ai suoi piedi e qualsiasi altra cosa sia piazzata lì, in agguato nel buio del salotto. Roger pensa sbrigativamente che dovrebbero davvero ripulire, sussurrando maledizioni sottovoce fino a quando non raggiunge finalmente il telefono. Lo prende pochi istanti prima dell'ultimo squillo e preme con forza il ricevitore contro l'orecchio. Borbotta "Salve?" con una voce bassa e roca, capendo da qualche parte nella sua mente che dovrebbe essere tardi.

 

"Uhh, questa è la residenza dove alloggiano i Queen?" una voce nasale maschile parla dall'altra parte della linea. Roger annuisce, sfregandosi gli occhi insonnoliti. Già di giorno non riesce a vedere bene, ma di notte è infinitamente peggio; tutto è solo una distesa di colori scuri sfocati insieme come un dipinto di Picasso.

"Sì, certo." risponde Roger dopo un momento, rendendosi conto che l'uomo dall'altra parte non avrebbe capito il suo mormorìo stanco.

“Il signor Norman Sheffield si chiedeva se sareste in grado di rimpiazzare una band domani sera? C'è uno spettacolo al... uhh... ”la voce nasale fu rapidamente sintonizzata al cervello di Roger, e lui rispose immediatamente.

"Sì, naturalmente!" esclama, anche se stancamente. "A che ora e dove?"

L'uomo scambia le informazioni con Roger, mentre afferra il vecchio quaderno che hanno usato come tabellone per Scrabble quel giorno, insieme alla matita che vi giace sopra, per scarabocchiare orario e luogo. Ringrazia l'uomo e procede a riagganciare il telefono.

“Ragazzi! Sveglia! Domani sera abbiamo un concerto!” urla nell'appartamento e le risposte delle due camere da letto sembrano dei fantasmi che gemono per la disperazione.

"Sono le tre del mattino, Roger!" arriva la voce di John dietro una porta.

"Diccelo quando non è notte fonda!" aggiunge Freddie. Roger ruota gli occhi, avvicinandosi alla camera da letto sua e del frontman. Aggeggia con la maniglia, per poi ricordarsi la lite he hanno avuto il giorno prima. Bussa piano, poggiando la testa contro la porta. "Sono ancora incazzato con te!" replica stancamente Freddie, la voce attutita e distante. 

Roger emette un lamento prima di trascinarsi di nuovo sul divano. Si accoccola sotto la coperta che era sul pavimento addormentandosi immediatamente. 

 

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Brian e Roger rimangono in silenzio lungo il tragitto verso il ristorante giapponese. Il chitarrista ha gli occhiali appollaiati sul naso mentre esamina il bigliettino e Roger guida, l'espressione neutra e i soliti occhiali da sole. Brian si toglie gli occhiali e guarda l'amico in silenzio. 

"Scusami." è tutto quello che riesce a dire. L'atmosfera è pesante e le nocche del batterista sbiancano mentre stringe più forte il volante. 

"Perché non siamo potuti andare insieme?" borbotta, i denti stretti. 

"Smettila. Sei ridicolo." esclama Brian "Che ti è successo? Sei anche più immaturo del solito oggi."

La mascella di Roger si contrae e fissa l'altro attraverso gli occhiali scuri. “Non lo so. Mi chiedo cosa mai potrebbe, eventualmente, darmi fastidio oggi." esclama stridulo, alzando il tono di un'ottava mentre parla. “Forse dovremmo chiedere al nostro caro amico Freddie fottuto Mercury,  che è tornato ieri sera dal cazzo di millenovecentosettantotto! ” Roger termina la sua esclamazione con un cipiglio permanente verso la strada.

"Senti, sono scioccato quanto te." Brian risponde pazientemente. “Ma ho bisogno che tu ti schiarisca la testa per un minuto e consideri le conseguenze delle tue azioni. Quello che hai detto a Freddie questa mattina era sbagliato. Nessuno dovrebbe mai sapere della propria morte."

"Non gli ho mai detto che è morto, l'ha capito da solo." sibila Roger. 

"Intendevo dirgli quanto tempo è passato da quando è morto..."

"In realtà ha detto, e cito testualmente: "Quando è stata l'ultima volta che mi hai visto?" e ciò potrebbe significare letteralmente qualsiasi cosa, Brian. Per quel che ne sa, potrebbe essere morto due fottuti anni fa e non ho parlato con lui da ventisette anni!" esclama furiosamente. 

Brian aggrotta le sopracciglia, deluso. "Sappiamo entrambi che è abbastanza intelligente da capire le implicazioni dietro la tua risposta."

"Non è stato abbastanza intelligente da capire molte delle mie dannate implicazioni nel corso degli anni, quindi dubito fortemente che l'abbia capito" ribatte Roger. Si morde il labbro in un'orrida realizzazione di quello che ha appena rivelato a Brian, e velocemente volta di nuovo lo sguardo sulla strada.

Il chitarrista lo guarda confuso “Quali implicazioni, Roger? Che cosa intendi?"

"Sei intelligente, capisci da solo." brontola Roger, tenendo gli occhi incollati sulla strada.

Brian fissa Roger ancora per un momento prima di dirigere lo sguardo sulla sua finestra. Esamina i molti scenari nel suo cervello, cercando di mettere insieme tutti i pezzi di puzzle confusi. Loro due sempre stati molto vicini nel corso degli anni, ma la loro vicinanza era stata danneggiata dalla morte di Freddie. Brian era molto depresso dopo ciò, così come gli altri, e si era rifiutato di lavorare su Made In Heaven con Roger e John. Finirono col litigare a causa di ciò, e aveva cercato di fare ammenda aiutandoli a finire. Aveva anche dovuto cantare l'ultimo verso della canzone Mother Love, perché Freddie era morto prima che potesse finirla. 

Brian può sentire il battito del suo cuore e gli occhi che gli fanno male mentre lacrime del passato si riaffacciano come un doloroso promemoria di ciò che è accaduto. La morte era una parte normale della vita, eppure gli umani non hanno trovato un modo per impedirle di influenzare il loro stato emotivo in seguito. Brian non riesce a capire perché gli umani non abbiano ancora dominato questo genere di cose, visto che la morte è stata una parte normale della vita di una persona dall'inizio dell'umanità. Forse il segreto è smettere di preoccuparsi per le altre persone, ma come poteva smettere di preoccuparsi per quelli che lo circondano? Si preoccupa troppo degli altri, al punto da non lasciare quasi nulla per se stesso.

Roger parcheggia di fronte al ristorante, dall'altra parte della strada. Entrambi indossarono cappelli da baseball e Brian indossa un paio di occhiali da sole di Roger. "Cazzo, continuo a dimenticare che questi sono graduati." sibila Brian quando la sua vista diventa sfocata a causa degli occhiali da vista di Roger.

"Ormai dovresti essere più preparato a sgattaiolare in pubblico, Bri." risponde Roger con un sorriso compiaciuto. "Porta i tuoi la prossima volta."

Escono dal veicolo e attraversano la strada verso il ristorante giapponese, mantenendo la testa bassa e sperando di non attirare l'attenzione. Roger dà un'occhiata all'autobus mentre passa, fissando il poster sul lato di esso con una foto di Freddie Mercury e le parole "Bohemian Rhapsody" lungo l'intero lato dell'autobus. Brian e Roger si scambiano una rapida occhiata prima di entrare nel ristorante.

Il posto è relativamente tranquillo poiché la pausa pranzo di solito inizia tra mezz'ora, verso le undici e mezza circa. Ci sono quattro tavoli occupati e una cameriera accoglie i due un sorriso luminoso e vivace.

"Buongiorno! Tavolo per due?" chiede allegramente la donna.

“Uh, no, in realtà, ci stavamo solo chiedendo se possiamo parlare con qualcuno che ha lavorato qui ieri? Stiamo cercando un amico che avrebbe potuto essere qui." dice Brian con un sorriso stretto. 

"Oh, stavo lavorando ieri, forse posso aiutare?" risponde, facendo un cenno incoraggiante.

"Hai visto un uomo sulla, ehm ..." la faccia di Roger si contorce goffamente mentre cerca di ricordare quanti anni aveva Freddie nel settantotto "- um, trenta - trentina?"

"È alto circa così" Brian solleva il braccio ad un'altezza approssimativa di Freddie, "indossava un maglione di lana multicolore e aveva dei bei capelli neri, corti." Aggiunge Brian. Roger sbuffa piano alla descrizione di Brian, borbottando  "belli"  sottovoce mentre tenta di nascondere un ghigno. 

La donna si strofina il mento nei pensieri, arricciandosi le sopracciglia e il naso mentre cerca i suoi ricordi. All'improvviso guarda i due con un sorriso e una lampadina che si illumina sopra la sua testa.

"Aveva un taglio in testa?" chiede lei, massaggiandosi la fronte nel punto in cui si trovava il taglio di Freddie.

"Sì!" esclama Brian.

"Oh, allora voi siete gli amici che stava cercando?" chiede la donna con un sopracciglio inarcato e uno sguardo d'intesa.

“Sì, dovevamo cenare insieme ma eravamo terribilmente impegnati. Ci stavamo solo chiedendo se avesse fatto l'ordine che avevamo richiesto?” chiede Brian, cercando di arrampicarsi sugli specchi per capire perché potrebbero essere lì.

"Oh, no, non l'ha fatto", risponde accigliata.

“Ahh, va tutto bene, tesoro. Possiamo fare un ordine da asporto ora? Siamo disposti ad aspettare." chiede Roger, seguendo la storia di Brian.

“Oh certo, certo. Venite con me, facciamo al bancone da asporto." spiega la donna con un gran sorriso, facendo segno loro di seguirli.

Roger e Brian si scambiano occhiate nervose prima di scrollare le spalle e seguire la donna. Decidono che poiché hanno fame, potrebbero anche mangiare.

 

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"Sono affamato!" Roger si lamenta mentre caricano i loro strumenti sul furgone. "Dovremmo prendere qualcosa da mangiare prima di suonare."

“Ci aspetta un'ora di macchina per un concerto che inizierà tra due ore, Rog. Vai dentro e fatti un panino: non abbiamo tempo di fermarci e prendere qualcos'altro sulla strada." dice John con espressione accigliata.

"Non avete fame ragazzi?" domanda nuovamente. 

“Abbiamo già mangiato, sega. Ora stai zitto e prepara il tuo panino rapidamente. Finiremo di caricare noi il furgone." replica il bassista con le sopracciglia corrugate. Roger agita le mani in difesa prima di girarsi per tornare nel loro appartamento.

Roger quasi si scontra con Freddie mentre il cantante lascia l'edificio con un po' di equipaggiamento, e non scambia una sola occhiata. Sospira, allontanandosi ed entrando nel loro condominio.

Brian nota lo scambio e lancia al frontman uno sguardo severo mentre posa le mani sui fianchi. "Alla fine dovrai parlargli, Fred."

Freddie posa l'attrezzatura sul retro del furgone, ignorando il chitarrista e grugnendo mentre si alza di nuovo "Penso di poterlo evitare ancora un po'." risponde senza guardarlo. 

Brian alza gli occhi al cielo mentre John chiude il retro del furgone. "È tutto, allora?" domanda il bassista, controllando Freddie dato è stato l'ultimo a caricare l'attrezzatura.

“Sì, tesoro, ora andiamo." esclama Freddie.

"Non possiamo fare a meno di Roger" dice Brian, guardando il loro edificio. “Si sta preparando un sandwich."

“Oh, fanculo. Andiamo semplicemente senza il vecchio merluzzo." brontola Freddie mentre apre la portiera del furgone per salire sul sedile posteriore.

"È il suo furgone, Freddie", risponde Brian alzando le sopracciglia. "È il guidatore."

"E il batterista" aggiunge il bassista con le sue labbra in una linea sottile. Freddie alza gli occhi al cielo e John spinge Brian. "Davanti"* sussurra con un sorrisetto.

Brian sospira e si arrampica dietro con Freddie. Roger si precipita fuori dall'edificio pochi istanti dopo con il suo sandwich avvolto e si infila sul sedile del conducente. Dopo che tutti sono sistemati nel veicolo partono, facendo piccole attività per distrarsi dal lungo viaggio.

Dopo circa trenta minuti di guida, tuttavia, il motore inizia a gemere, lasciando presto i quattro sul ciglio della strada. John sta tentando di riparare la gomma a terra mentre Freddie è seduto sul retro a scrivere, Brian guarda e Roger cammina, mangiando il suo panino. 

"È, uhm, in senso antiorario, penso che sia così, John", dice il chitarrista, indicando vagamente la gomma e la chiave nella presa di John mentre passa.

"Oh veramente, ma davvero? Ti piacerebbe farlo, Brian? Certo, vieni." John ribatte sarcasticamente.

Il chitarrista agita le mani sulla difensiva. "No, no, stai andando alla grande."

"Non riesco a credere di essere bloccato sulla strada, a mangiare un panino al prosciutto!" Roger geme con un boccone di suddetto sandwich in bocca. “Non possiamo continuare a fare questi fottuti concerti da pub in questo modo, guidando ore solo per fare soldi! Hai detto che questo album ci avrebbe aiutato, Fred!" 

"Queste cose richiedono tempo." risponde stancamente Freddie. "Non abbiamo scelta. Dobbiamo solo continuare a provare. "

"Sì, sì, va bene." brontola Roger prima di prendere un altro boccone del suo sandwich.

Il vento allontana la tensione e continuano a fare quello che erano prima. Brian ha le mani sui fianchi, fissando la ghiaia con occhi spalancati e contemplativi. Tira le labbra in un mezzo cipiglio mentre considera di alzarlo. “Ehi, ora che ho un momento, volevo chiedere a voi ragazzi qualcosa” rompe il silenzio, catturando l'attenzione di tutti. "C'è questa... pioggia di meteoriti più tardi stasera, e volevo davvero vederlo -" Brain parla timidamente, grattandosi nervosamente la nuca, "- prima che Roger accettasse questo concerto senza il nostro permesso." aggiunge con uno sguardo severo in direzione di Roger.

"Ehi, almeno abbiamo un concerto!" si lamenta il batterista. 

Freddie alza la mano, congedando Roger mentre il suo sguardo è trasfissato su Brian. “Pioggia di meteoriti, dici? A che ora è, tesoro?

La faccia di Brian è arrossata e ridacchia nervosamente. John smette di stringere il bullone della gomma per appoggiarsi al tallone e stringere le sopracciglia "Non mi piace quella faccia", dice lentamente. "Quanto è tardi?"

"Uhm, all'incirca alle quattro e sedici del mattino," risponde Brian in fretta, le sue parole si susseguono mentre parla.

"Maledizione," geme Roger con l'ultimo boccone del suo sandwich. Deglutisce, poi aggiunge: "Tutti abbiamo da fare la mattina!"

Brian annuisce debolmente, tenendo la testa chinata come un cucciolo rimproverato. "Lo so, lo so - è stato uno stupido suggerimento, non avrei dovuto sollevarlo - mi dispiace", risponde troppo velocemente perché nessuno degli altri membri lo comprenda prima di mettersi sul sedile del passeggero del furgone . Freddie fissa la parte posteriore della testa di Brian con un'espressione accigliata alle labbra. Il suo sguardo si sposta su Roger per un momento, mentre viene sopraffatto da troppi pensieri e idee.

 

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La gamba di Roger rimbalza ansiosamente mentre aspettano il loro cibo. Nessuno di loro è stato in questo ristorante da quando - Roger scuote la testa, decidendo di tirare fuori il criptico bigliettino per distrarre i suoi pensieri. Lo fissa assentemente, per poi alzare lo sguardo verso i bagni in fondo al corridoio e i suoi occhi colgono una ciotola di biscotti della fortuna.

“Vado in bagno." sussurra a Brian, e annuisce in risposta, senza alzare lo sguardo dal telefono. Il chitarrista sembra essere altrettanto ansioso, probabilmente sta cercando di affogare nei suoi commenti su Instagram per distrarsi dai dolorosi ricordi di questo posto. Roger ricorda a sé stesso di ricontrollare la ferita di Freddie per ogni evenienza. 

Si incammina lungo il corridoio e con disinvoltura raccoglie un biscotto della fortuna, infilandolo di nascosto nella tasca posteriore prima di entrare nel bagno. Estrae il biscotto dal suo involucro e lo apre. Mette il biscotto sul bancone e solleva il bigliettino e quello di Freddie per confrontarli. La prima cosa che nota è la differenza di carattere. Roger non è mai stato molto bravo con la vista, ma è in grado di distinguere un carattere da un altro quando uno sembra curva mentre l'altro è in grassetto. Uno è molto lungo mentre l'altro è una piccola frase; "È saggio dire il vero."

C'è sicuramente qualcosa di piuttosto sospetto nel biglietto, ma non può essere il ristorante. Se fossero coinvolti, ora non lo sono più. Infila il biglietto di Freddie nella tasca posteriore destra e l'altro nella sinistra, gettando il biscotto nel cestino ed esce dal bagno.

Quando ritorna in sala, il loro ordine da asporto è pronto e rapidamente lo afferrano e escono. Sente di poter finalmente respirare di nuovo nel momento in cui lasciano l'edificio. Lui e Brian non si scambiano una sola parola mentre camminano verso la macchina e vanno via.
 

Nel frattempo, a casa del chitarrista, John e Freddie stanno sfogliando libri sui viaggi nel tempo, a circa metà delle loro pile quando qualcosa inizia a squillare nella tasca di John. Freddie gli lancia uno sguardo incredulo mentre John tira fuori lo stesso strano aggeggio che  anche quella donna - che può o meno averlo riconosciuto - aveva. John fa scorrere il dito sullo schermo, solleva il dispositivo sul viso e dice: "Ciao, Veronica, mi dispiace di aver dimenticato di chiamare" interrompe la frase mentre osserva nervosamente Freddie. Si alza e cammina verso la porta dello studio. "Sto solo aiutando Brian e Roger con qualcosa, molto probabilmente sarò a casa di Brian per gran parte della giornata", spiega.

Freddie fissa sbalordito mentre si rende conto che John sta usando un telefono tascabile. La voce del bassista diventa più difficile da sentire mentre cammina più in basso nel corridoio e Freddie gli permette di avere la sua privacy, abbassando di nuovo lo sguardo sul libro. Fissa la pagina, non prendendo in realtà nessuna nuova informazione mentre sente la voce di John echeggiare in fondo al corridoio. Non riesce a capire cosa sta dicendo, ma da quello che riesce a raccogliere, sta inventando una storia a sua moglie per spiegare perché è a casa di Brian senza farla preoccupare. Freddie sorride, ricordando Veronica con affetto dal settantotto, ed è contento che sia ancora sposato con lei dopo tutti questi anni. Si chiede vagamente se abbia mai trovato qualcuno del genere - con cui potersi sistemare e allevare un mucchio di gattini insieme - o persino bambini. Per quanto gli piacciano le avventure spudorate, vuole ancora stabilirsi e trovare qualcuno con cui eventualmente sposarsi e avere una famiglia. Freddie sospira a lungo, con le dita che si piegano sul bordo superiore del libro mentre John rientra nello studio.

"Mi dispiace" borbotta il bassista mentre si siede di nuovo sulla sua sedia.

“È un telefono? Sembra strano." chiede Freddie, guardando la cosa che John sta per rimettere in tasca.

John la fissa con occhi spalancati e preoccupati, e sussurra sottovoce un "vaffanculo". Freddie ridacchia e agita le sopracciglia verso il suo vecchio amico.

“L'ho già visto. Non puoi dirmi che non stavi parlando con te stesso in una strana scatola di metallo che è più sottile di quanto non possano mai essere le mie cosce." dice Freddie con un sorrisetto scherzoso.

"Sì, è un telefono", risponde John prima di infilarlo in tasca. "Torniamo a studiare i viaggi nel tempo, sì?"

"Va bene, bene - ma prima puoi dirmi una cosa?" chiede Freddie con un sorriso da cucciolo.

"Puoi chiedere, ma non prometto alcuna risposta."

"La tua canzone parlava di me o lei?" domanda con un sorriso.

John sbatte le palpebre stupito. "Scusa?"

"La tua canzone, You're my best friend. Riguardava me o tua moglie?"

John ridacchia, scuotendo la testa con un sorriso. "Lo sai già, Fred."

"Io? Perché sono ancora convinto che riguardi me." risponde sfacciatamente Freddie

"Hai contribuito a ispirare alcuni dei testi, ma è ed è sempre stato su Veronica", risponde John con un ampio sorriso sprezzante. Freddie sorride brillantemente a John, notando in silenzio che il suo sorriso  è dieci volte più adorabile quando è vecchio e rugoso. Sembra prezioso e innocente, ma saggio oltre i suoi stessi anni.

"Va bene, continui a dirtelo," borbotta Freddie con un sorrisetto, guardando indietro il libro in grembo.

Il sorriso di John si ammorbidisce, ma rimane caldo e luminoso mentre lo guarda leggere "Per la cronaca, la canzone parla anche di te - ma non solo di te, da solo", dice John, facendo sì che Freddie lo guardi. “Riguarda anche i Queen e come siamo sempre stati più di una semplice band. Siete stati tutti come una seconda famiglia per me. "

Freddie sorride affettuosamente a John, e il  bassista arrossisce. Si schiarisce la gola e guarda il prossimo libro che ha afferrato, ma Freddie continua a fissarlo, sorridendo dolcemente prima di tornare alla sua lettura.
 

 

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"Roger, posso parlarti un minuto?" Freddie chiede al batterista mentre l'uomo in questione mette l'ultimo furgone nel suo furgone. Roger chiude le porte posteriori del suo furgone e si appoggia su di esso, guardando Freddie con le sopracciglia corrugate.

"Oh, finalmente vuoi parlarmi, eh?" Roger ringhia sottovoce mentre estrae una sigaretta dalla tasca del jeans e se la accende in bocca. Prende un lungo trascinamento prima di aggiungere: “cosa vuoi? Per ricordarmi di nuovo quanto sono un idiota? ”

"No, questo non riguarda te o me" sospira Freddie, piegando le braccia e appoggiandosi accanto a Roger. “Dovremmo andare a vedere quella pioggia di meteoriti con Brian. Sappiamo tutti che non riesce a vederlo bene in città - dobbiamo essere fuori in campagna per guardare il cielo." spiega Freddie mentre estrae una sigaretta per sé.

"In nessun modo sto sveglio fino alle quattro del mattino per guardare una pioggia di meteoriti." Roger replica freddamente.

"Senti, mi dispiace per prima" ammette Freddie umilmente, catturando infine l'attenzione di Roger. "Certo che ero arrabbiato per aver venduto la giacca, ma ero molto ferito quando non ti rendevi conto di quanto significhi davvero per me", spiega Freddie con voce bassa e timida. “Non avrei dovuto evitarti per ore solo per dispetto. Oggi ho capito che potresti non averlo saputo davvero, e non è tutta colpa tua, quindi mi scuso per aver agito come un bambino oggi."

"No, Fred, mi dispiace," convince Roger, sentendosi più calmo e sollevato. "Odio quando litighiamo, e odio non poter parlare con te, amico," aggiunge piano. "Mi dispiace, sono un idiota maledetto."

Freddie lo guarda negli occhi e sorride. "Ti perdonerò se ci porti in una buona posizione per osservare le stelle."

La bocca di Roger si apre e si chiude come una trota prima di chiuderla per annuire lentamente. "Va bene, bene." Roger si strofina distrattamente la spalla e Freddie inclina la testa verso di lui.

 

“Va bene tesoro? Ti sei stirato un muscolo o qualcosa del genere?" chiede. 

Roger scrolla le spalle, "Forse" roteando la spalla mentre cammina intorno al furgone.

 

 

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Brian e Roger entrano in casa con l'asporto e vanno direttamente in cucina. Trovano Freddie e John lì dentro, che controllano il frigo e gli armadietti per cercare un po' di cibo. John è il primo a notare i due e sospira di sollievo. Freddie si gira e sorride ampiamente all'asporto giapponese sul tavolo.

“Oh, bene, hai portato del cibo. Siamo assolutamente affamati." esclama Freddie eccitato mentre corre verso il cibo, frugando nella busta e tira fuori i contenitori. Brian apre l'armadio per recuperare i piatti mentre Roger e John aiutano Freddie a organizzare il cibo al tavolo.

Mentre li sistemano sui piatti, Roger estrae i due foglietti nelle tasche posteriori. "Ehi, date un'occhiata a questi" dice Roger mentre consegna loro i due pezzi di carta “Li ho mostrati a Brian in macchina. È strano, vero? Il carattere che hanno usato è diverso, quindi non so cosa significhi."

John li esamina da vicino mentre Freddie li osserva "Sì, molto particolare" commenta il bassista con un sopracciglio sollevato

"Hai avuto più fortune con l'asporto?" chiede Freddie, recuperando la busta. Emette un "Ahah!" mentre estrae alcuni pacchetti di salsa di soia e quattro biscotti della fortuna. Ne apre uno rapidamente e lo confronta con l'altro.

Gli altri tre fanno lo stesso con i restanti e guardano sbalorditi mentre concludono che il foglietto di Freddie è nettamente diverso dagli altri.

“Pensi che il carattere sia diverso perché lo hanno cambiato nel corso degli anni? Voglio dire, dobbiamo ricordare che Freddie lo ha preso nel settantotto." chiede Brian a voce alta, parlando a nessuno in particolare.

"Questo è possibile, ma dobbiamo anche concordare sul fatto che sia stato scritto come una poesia criptica, intendo, senti" spiega Roger, sollevando lo strano biglietto poetico di Freddie per leggerlo.

“Il tempo è uno strumento in cui ci troviamo di fronte, eppure è qualcosa che non possiamo rintracciare. La vita è piena di scelte che facciamo, scelte che possono rubare il tempo che non possiamo trattenere. Parola dei saggi, stai vivendo nelle menzogne, puoi solo andare avanti, non indietro nel tempo. Se vuoi tornare, fà che non ci siano legami, a trattenere la tua esistenza nel tempo. "

Roger finisce di leggere e fa una faccia disgustata. "Cazzo, è quasi come se fosse un avvertimento o una minaccia di qualche tipo" commenta guardando Freddie "- hai detto di averlo letto prima di quel terremoto, giusto?" il frontman annuisce e gli altri tre si accigliano.

John si strofina il mento “Quel terremoto è stato piuttosto sospetto quando è successo. Voglio dire..." si interrompe, rendendosi conto che sta dicendo troppo.

“Aspetta, c'è stato davvero un terremoto, allora? Non era solo per me che il mondo si stesse facendo a pezzi?" Freddie indaga nervosamente.

"Sì, è stato un vero terremoto," si picchietta la testa dove si trova il bendaggio di Freddie, "hai la ferita a dimostrarlo. Quello che mi chiedo è se quel terremoto ha qualcosa a che fare con esso ”, spiega John rapidamente. "Alcuni dei tuoi libri parlavano di wormhole, Brian", dice John, alzandosi dal suo posto per affrettarsi nello studio. Torna qualche istante dopo con un libro aperto, mettendolo al centro del tavolo per mostrare a Brian e Roger di cosa sta parlando.

"Hmm, questa è una possibilità -" Brian si strofina il collo pensieroso "forse si è aperta una spaccatura e Freddie ci è caduto dentro?"

“Sembra assolutamente ridicolo! Non può essere reale! " commenta Roger, alzando le mani freneticamente.

"Sembra ridicolo - ma nel caso te ne fossi dimenticato, tesoro - sono seduto qui con te in questo momento quando non dovrei esserlo." La faccia di Freddie è impassibile mentre parla. "Se sono onesto, è la cosa più logica che abbia sentito nelle ultime ventiquattro ore", aggiunge con un'alzata di spalle.

"È giusto, suppongo," borbotta il batterista massaggiandosi la fronte. “Come possiamo rimandare a casa Freddie se è scivolato in un maledetto buco temporale? Non ne so molto, ma sembra che tu non possa controllarli. "

"Beh..." Brian si interrompe, mentre ognuno si sporge verso di lui. "In teoria potrebbe essere controllato, ma per farlo occorrerebbe una fonte di energia molto grande e la tecnologia adeguata" spiega Brian mentre chiude il libro. "Non siamo ancora lì in termini di tecnologia per costruire una vera e propria "macchina del tempo"."

"Non lo so, forse c'è una DeLorean in giro da qualche parte." aggiunge Roger sfacciato, cercando di fare un tentativo di scherzare per alleggerire l'umore.

"Che cazzo significa 'mancanza di tecnologia'?" Freddie esclama con un'espressione sconcertata. "Ho appena visto John parlare con sua moglie dal telefono che ha tirato fuori dalla sua tasca - la sua tasca!" esclama, esasperato. "Ho usato un dannato Google per stampare una mappa per arrivare a casa tua, per l'amor del cielo! - oh, e non farmi nemmeno parlare dei lavandini automatici!" aggiunge. 

"Sì, la tecnologia è avanzata, ma non abbastanza per costruire macchine del tempo", spiega Brian con le labbra strette. "Fidati di me, se avessimo macchine del tempo a nostra disposizione, lo sapresti," aggiunge con un sospiro.

"Beh, che mi dici di quella cosa DeLorean che Roger ha menzionato?" chiede Freddie con la testa inclinata.

"Ignoralo, è solo un idiota", risponde John con le sopracciglia corrugate e prendendo un boccone del suo pasto.

"Ehi, forse dovremmo guardare 'Ritorno al futuro'** - forse questo ci aiuterà a capirlo?" suggerisce Roger con un sorriso.

"No!" Brian e John rispondono collettivamente. Roger fa il broncio, alzando gli occhi prima di mangiare il suo pasto.

Brian guarda Freddie mentre mangiano, e sorride affettuosamente, ricordando qualcosa per breve tempo che ancora gli riscalda il cuore. Guarda di nuovo Roger e nota l'uomo che fissa Freddie per lunghi periodi di tempo, provando, ma non riuscendo a essere sottile. Sembra avere gli occhi calamitati dal cantante, e Brian improvvisamente capisce le implicazioni di cui Roger stava parlando prima. Il chitarrista guarda il suo cibo in modo contemplativo, guardando i propri ricordi sotto una nuova lente ora.

 

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"Brian, svegliati, siamo arrivati." Freddie sospira dolcemente, svegliando Brian dal sonno. L'uomo alza la testa e sbatte le palpebre, sentendosi vacillare mentre cerca di recuperare l'equilibrio. Scende stancamente dal furgone e si sente immediatamente sveglio quando non vede altro che campi e alberi nei dintorni. 

“Uh, è una specie di scherzo malato? State pensando di uccidermi qui?" chiede stupidamente. 

"No, idiota - siamo qui per guardare la tua stupida pioggia di meteoriti" geme Roger. 

"Aspetta... cosa?" chiede incredulo il chitarrista mentre John e Freddie tirano fuori le coperte per sdraiarsi sull'erba.

"Mentre dormivi abbiamo raccolto del cibo e altri materiali necessari per accamparci qui per la notte." spiega John mentre appiattisce la coperta sull'erba.

"Quando hai detto che inizierà, tesoro?" chiede Freddie con un piccolo sorriso.

Brian fissa i tre con gli occhi spalancati prima di scuotere la testa, rendendosi conto che gli hanno posto una domanda. Solleva il polso per controllare l'ora e replicare"Non prima di altre quattro ore o giù di lì".

"Allora faccio un pisolino, svegliatemi quando è il momento", annuncia Roger mentre si rannicchia sulla coperta accanto a un John seduto. Freddie si siede di fronte a John e dà un colpetto sul posto accanto a lui con un sorriso di benvenuto.

"Penso che sarebbe terribilmente scomodo rimanere in piedi per quattro ore, non sei d'accordo?" dice Freddie con un sopracciglio inarcato. Brian sorride con affetto ai suoi amici prima di sedersi sulla coperta con loro.

"Non dovevate farlo." dice timidamente.

"Ringrazia Fred, è stata una sua dannata idea." brontola Roger stancamente, con la schiena rivolta verso i compagni.

Il frontman si avvicina a Brian e sussurra: "Ho accettato di perdonarlo per la giacca se avesse accettato di portarci qui fuori a guardare la pioggia di meteoriti."

Il chitarrista sorride ampiamente e John ridacchia. Roger sbuffa rumorosamente, borbottando un lieve, "Non riesco a vedere, ma non sono fottutamente sordo - posso sentirti", il che fa scoppiare a ridere gli altri tre. 

Per tutta la notte, dormicchiano a intervalli e ogni tanto mangiano, parlando di tutto e niente per tutto il tempo. Nessuno di loro dorme in realtà più di mezz'ora, ma non gliene importa niente. La scontrosità di Roger scompare subito dopo il suo primo pisolino e tutti ridono di una storia che ha raccontato, quando Freddie vede qualcosa nel cielo.

"Woah, qualcosa ha appena attraversato il cielo!" Freddie esclama eccitato, saltando in piedi e indicando il cielo notturno stellato. Si alzano tutti rapidamente e fissano il cielo meravigliati mentre si vedono più stelle cadenti che attraversano la distesa stellata sopra di loro.

Rimangono tutti in silenzio e trafitti mentre guardano la pioggia di meteoriti al suo apice, che attraversa tutto il cielo in vari punti. Una volta che non compaiono più frequentemente, Roger e John si siedono di nuovo a chiacchierare, guardando occasionalmente il cielo. Gli altri due rimangono fermi, guardando il cielo in soggezione.

"Voglio volare in alto come una stella cadente un giorno." borbotta Freddie mentre osserva il cielo. Brian distoglie gli occhi dal cielo per la prima volta dall'inizio della pioggia di meteoriti e osserva il frontman, che è ancora completamente ipnotizzato dal cielo. Brian può vedere una stella cadente nel riflesso degli occhi scuri di Freddie, e in quel momento tutto sembra andare per il verso giusto. Brian si sporge in avanti e lo stringe in un abbraccio stretto, e l'uomo incrocia le braccia attorno al chitarrista, senza dire una sola parola.

“Grazie.” mormora Brian, mentre Freddie gli carezza la schiena. 

 

 

 

*letteralmente, 'shotgun', che ho scoperto essere un modo gergale per dire che ci si mette sul sedile davanti.

** Ritorno al futuro è uscito nel 1985 perciò ha senso che Freddie non lo conosca.  

 

 

Angolo Autrice:
Ma salve, miei cari lettori! Con questo capitolo inizia il secondo atto! Mi scuso per il ritardo, dato che questo capitolo sarebbe dovuto uscire il 7 marzo, ma ho dovuto posticiparlo per ragioni di lunghezza, oltre che per questa questione della quarantena, che mi ha causato un paio di problemi di natura 'tecnica', ragion per cui i prossimi capitoli saranno pubblicati appena ne avrò l'occasione, scusatemi! 

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Capitolo 8
*** Atto II - capitolo 8 ***


In Only Seven Days
Atto II cap 8

 
Roger si appoggia all'indietro nella sedia girevole dietro la soundboard, guardando Freddie e John dietro lo spesso vetro mentre discutono della prossima canzone che stanno per registrare. Li osserva mentre il frontman si sporge sopra la spalla di John per indicare qualcosa sulla pagina, e il bassista lo guarda con un grande sorriso sul viso. Il batterista li osserva ridere senza sapere cosa si stiano dicendo perché non viene captato dai microfoni. Roger tira un'altra lunga boccata dalla sigaretta con le labbra strette, osservandoli amaramente. Di recente è di cattivo umore e sa che ha qualcosa a che fare con Freddie, ma continua a reprimere quei pensieri. Non vuole occuparsi di scoprire ciò che lo disturba, pur essendo stressato per questo nuovo album. Non ha mai veramente perdonato Freddie per quello che ha fatto l'altra sera, ma sa anche che l'uomo era completamente ubriaco. Brian guarda Roger attraverso il vetro e lo saluta silenziosamente dopo aver sistemato la chitarra, facendolo uscire dalla sua foschia confusa. 'Lascia stare, Rog. Lascia stare.'
 
Roger schiaccia la sigaretta e fa un cenno al loro tecnico del suono prima di alzarsi e infilarsi le mani in tasca. Si trascina verso la cabina di registrazione ed evita ogni contatto visivo con tutti mentre prende le bacchette dal tavolo e si fa strada verso la sua postazione. 
 
"Va bene, quindi, sapete tutti cosa state facendo per questa traccia?" chiede John mentre sistema il suo basso. Ora tutti sono sistemati con i loro rispettivi strumenti.
 
"Stiamo facendo 'In Only Seven Days' ora, giusto?" Roger conferma prima di sollevare le cuffie per poggiarle intorno al collo.
 
"Sì" risponde Brian sbrigativamente mentre aggiusta i livelli dell'amplificatore sulla sua chitarra. "Oh hey, hai letto le mie note per il tempo, vero Rog?" chiede e Roger alza gli occhi al cielo, si mette le cuffie in testa e dà a Brian un pollice in su.
 
“Non stavi sonnecchiando lì dentro, vero? Avresti dovuto leggere gli appunti, Roger." brontola il chitarrista. 
 
Roger si acciglia. 'Non stavo sonnecchiando'  risponde nella sua testa. I suoi occhi si spostano su Freddie, guardandolo mentre suona alcune note di riscaldamento al pianoforte. Si distrae, sbatte le palpebre e scuote la testa. "Sì, sì, li ho letti, va bene?" replica "Andiamo avanti con la canzone ora, okay?"
 
"Va bene, siamo pronti per partire, Geoff." esclama Freddie al loro tecnico del suono dopo aver indossato le cuffie, dandogli un pollice in su.
 
Dopo aver ottenuto l'okay dal loro ingegnere, Roger conta e iniziano a suonare. Roger suona ai tempi di Brian, proprio come aveva promesso, ma la sua mente continua a diventare sempre più distratta mentre osserva Freddie. Deglutisce pesantemente, non capendo perché non riesca a rimanere concentrato. Suonano la canzone per circa un minuto prima che Freddie smetta di suonare e scuota la testa. 
 
"Stop! Roger, stai andando troppo veloce!" Freddie lo richiama dal pianoforte, interrompendo la sessione di registrazione. Roger sbuffa, ruotando gli occhi. 
 
"No, sei tu che stavi andando troppo piano" risponde sulla difensiva. Brian ruota gli occhi, togliendosi le cuffie e sfogliando le sue annotazioni. Annuisce prima di indicare una pagina e annuire un'altra volta, concordando con Freddie. 
 
"No, Roger. Stavi andando decisamente troppo veloce." si volta per guardarlo attraverso il vetro della cabina di registrazione "O meglio, eri a tempo, ma poi hai iniziato ad accelerare." aggiunge. 
 
L'altro lo fissa storto attraverso gli occhiali da sole, tirando fuori una sigaretta e mettendosela in bocca prima di accenderla. Ne prende una lunga tirata prima di rispondere "Beh, mi hai detto di seguirti, idea di merda per mostrarti che sei incapace di tenere il tempo giusto." Roger fa ruotare le bacchette prima di continuare "Sono un fottuto metronomo, quindi perché non stai zitto e mi lasci fare il mio lavoro?" 
 
John ignora i loro battibecchi mentre suona il riff della canzone, decidendo di fare un po' di pratica. Gli altri sono capaci di andare avanti per mezz'ora se non interferisce. Brian replica con qualche rinfaccio inutile che il bassista non ascolta. 
Sospira, ruotando gli occhi impazientemente. 
 
"Per quanto mi piaccia stare qua, ascoltandovi litigare come bambini, preferirei finire questo dannato album, che ne dite? 
 
Freddie sorride, girandosi verso il piano e facendo un cenno al fonico "Va bene, proviamo di nuovo!" 
 
Roger si acciglia "Mi seguirai stavolta?" 
 
"Va bene" replica Brian infilandosi le cuffie sopra la matassa di capelli. 
 
Fanno un altro take, rimanendo al tempo di Roger e riuscendo a restarci per tutta la canzone, il suddetto che sorride orgogliosamente quando finiscono "Beh. Che vi avevo detto, sembra molto meglio seguendo il mio dannato tempo!" 
 
Il chitarrista lo ignora, mentre si sistema le cuffie "Dovremmo fare un altro take, o andare avanti?" domanda a Freddie con un sopracciglio alzato
 
"Forse dovremmo fare un altro take."
 
Un gemito di disapprovazione collettiva segue le sue parole prima che John si tolga la cinghia del basso dalle spalle "Dovremmo fare una pausa. Sto morendo di fame."
 
"Cosa? Dai, ci siamo vicini, me lo sento!" 
 
"Non porteremo a termine niente di buono se siamo affamati. Roger è parecchio irritabile quando ha fame e io preferirei evitare un'altro discussione su chi sta seguendo il tempo di chi." replica rimettendo il basso sullo stand. 
 
Il batterista esce dalla cabina di registrazione, passandosi le dita tra i lunghi capelli "Quindi, prendiamo a portar via? In caso io voto giapponese o cinese."
 
"L'abbiamo già preso l'ultima volta, caro" replica Freddie alzandosi in piedi "Io dico che dovremmo provare qualcos'altro! Magari mangiare in un ristorante, allontanarci dallo studio e schiarirci le idee?. 
 
"Certo, qualsiasi cosa si avvicini a mangiare." replica in tono piatto John. Il batterista annuisce, prendendo un'altra boccata dalla sigaretta per distrarsi dai pensieri. Fissa il pavimento mentre escono dallo studio, cercando di evitare che la sua mente vaghi in posti sbagliati. 
 
 ___________________________________
 
 
"Roger, stai bene, tesoro?" la voce di Freddie riporta il batterista alla realtà e lo fissa con gli occhi spalancati. "Non penso che fissare il cibo ti sazierà."
 
"Sì, scusa. Sono solo un po' stanco." replica piano giocherellando nuovamente con il cibo giapponese. 
 
"Non hai mangiato quasi niente fino ad ora." commenta in tono preoccupato "So che sei nel panico per questa faccenda, ma devi mangiare, tesoro."
 
Getta uno sguardo agli altri due, che replicano con occhiate eloquenti, quasi ad urlargli di mangiare per non far preoccupare Freddie, ma Roger non sembra improvvisamente riuscire a concentrarsi su nulla. Il frontman appoggia le posate prima di alzarsi. 
 
"Devo andare al bagno, torno subito." dice piatto dirigendosi verso la porta della cucina. 
 
"In fondo al corridoio, seconda porta a sinistra." risponde Brian alla muta domanda e l'altro lo ringrazia prima di allontanarsi. Fissano tutti il corridoio, aspettando il rumore della porta che si chiude. 
 
Il chitarrista porta lo sguardo su Roger, gli occhi stretti "Andiamo, devi cercare di tirarti su."
 
Il batterista molla la forchetta, poggiandosi contro lo schienale della sedia. "Scusa se non ho considerato i tuoi sentimenti. Non sono un robot, Brian, mi dispiace se non riesco a fingere che non mi disturbi." replica, i pugni stretti. 
 
"Non è facile per nessuno" replica John, fissando il proprio cibo "- fidati, Dio solo sa se non l'ho presa bene. Penso di aver quasi pianto dieci volte oggi mentre ero con lui. Per quanto gli voglio bene, non riesco a restarci da solo."
 
Gli altri due annuiscono, un pesante silenzio cala su di loro mentre fissano il cibo. Roger si volta e non vede nessun segno di Freddie, per poi voltarsi nuovamente. "Dobbiamo parlarne."
 
"No" replica tagliente il bassista. "Potrebbe tornare."
 
"Non posso tenere la bocca chiusa. Devo dirgli qualcosa." ringhia
 
"Nessuno gli dirà niente, d'accordo?" li avverte il chitarrista a bassa voce. 
 
"Non sappiamo che diavolo sta succedendo. C'è decisamente una ragione perché lui è qui, e io penso che sia per cambiare il passato." afferma Roger
 
"Andiamo, sappiamo che non è una coincidenza che Freddie Mercury ha viaggiato nel futuro!" 
 
"Forse lo era. Non siamo niente per l'universo. Potrebbe essere un posto sbagliato, momento sbagliato..." considera Brian, concordando con John. 
 
"Non vi ricordate quella sera? Perché io non riesco a smettere di pensarci." replica il batterista "Vi ricordate che era una strana sera? Il terremoto, quelle persone--" 
 
"Shh!" sibila John bruscamente "Smettila, Roger."
 
"Sto solo cercando di risolvere il mistero! Quella notte fu un casino e lo sapete! Dobbiamo almeno dire a Freddie quello che successe dopo il terremoto!" esclama Roger disperatamente.
 
_______________________________
 
 
Nonostante le proteste di Freddie, tutti e quattro finiscono nel loro ristorante giapponese preferito. Il suddetto siede col petto in fuori ed evita di proposito lo sguardo di Roger. 
 
"Smettila di essere così drammatico. Ami questo posto." replica Roger. Freddie sbuffa mentre prende da bere, i movimenti esasperatamente lenti, replicando con un ampio sorriso alle loro espressioni annoiate prima di coprirsi velocemente la bocca
 
"Avete finito? O dovete continuare a esagerare, stasera?" chiede Brian accennando un sorriso.
 
"Non finisco mai di essere drammatico, tesoro." replica Freddie con un sorriso sornione.
 
Ordinano il cibo e il resto della cena passa relativamente tranquillo. Poi Roger comincia a parlare dell'album. 
 
"Continuo a pensare che In Only Seven Days non sia abbastanza forte" commenta "Come se mancasse qualcosa."
 
"Tipo cosa?" chiede John lentamente. 
 
Il batterista alza le mani, sulla difensiva "Hey, non sto dicendo che è brutta. Penso solo che le manchi qualcosa, qualcosa che la farà scoppiare, ecco."
 
John incrocia le braccia "E cosa proporresti di fare? Adorerei sentire le tue idee."
 
Freddie si alza "Dovrei andare al bagno" mormora velocemente prima di allontanarsi dalla tensione crescente attorno al tavolo. Brian lo guarda con un'occhiataccia che urla 'traditore'. 
 
 
Il chitarrista si volta verso gli amici "D'accordo, calmatevi. Roger non stava cercando di insultare la tua canzone. Io sono d'accordo, manca decisamente qualcosa, ma penso che possiamo pensarci dopo aver mangiato, va bene?" 
 
John continua a tenere le labbra serrate, ma annuisce. "Va bene" replica all'unisono con Roger, per poi portare l'attenzione sul cibo. Dopo qualche minuto di silenzio, Roger fa per prendere da bere ma esita, vedendo il liquido oscillare leggermente. Corruga le sopracciglia, confuso, piazzando le mani sul tavolo e lo sente vibrare mentre si guarda attorno. 
 
"Che c'è che non va?" domanda John, le labbra serrate. 
 
"Lo sentite?" chiede piano, sollevando un sopracciglio. Gli altri due piazzano le mani sul tavolo, imitando il batterista. 
 
 
"Sì, il tavolo sta vibrando." annuisce il bassista. Brian fa un cenno affermativo, mentre si scambiano sguardi confusi. 
 
Improvvisamente, i piatti iniziano a tintinnare e tutti mormorano nella sala da pranzo, ma immediatamente si zittiscono mentre le vibrazioni si trasformano in tremore. Roger fissa a occhi spalancati il suo drink mentre ondeggia, rovesciandosi fuori dal bicchiere mentre il tavolo inizia a tremare più violentemente.
 
L'urlo di una donna provoca un improvviso panico nella stanza mentre il tremore peggiora e dal soffitto inizia a piovere polvere. Roger, John e Brian scivolano immediatamente sotto il tavolo mentre le scosse dell'edificio diventano più intense e violente. I loro battiti cardiaci risuonano più forti quando gli oggetti iniziano a cadere dai tavoli, si schiantano rumorosamente e si frantumano mentre colpiscono il pavimento.
 
"Santo cazzo!" grida Roger mentre un pezzo del soffitto cade sul tavolo accanto a loro, e fissa con orrore le facce degli altri avventori mentre rimangono rannicchiati sotto il loro tavolo.
 
Terremoto! Dobbiamo evacuare l'edificio!" una voce profonda sovrasta le urla dei clienti terrorizzati che si stringono sotto i tavoli da pranzo. Roger guarda negli occhi i suoi compagni di band, e tutti hanno la stessa espressione di terrore mentre si annuiscono silenziosamente. Roger è il primo a strisciare fuori da sotto il tavolo e si alza per aiutare le persone al tavolo successivo. Una coppia con una bambina si alzano in piedi con l'aiuto di Roger, Brian e John. Roger si stringe rapidamente sopra la bambina mentre un altro pezzo del soffitto si sbriciola sopra di loro, colpendolo alla testa e facendolo vacillare vertiginosamente mentre conduce la bambina fuori dall'edificio.
 
Il terreno trema di nuovo sotto i loro piedi, facendo crollare tutti sul pavimento. Roger si rannicchia sulla bambina mentre un altro pezzo di soffitto si frantuma su di loro, e geme di dolore mentre un pezzo di legno lo colpisce sulla parte bassa della schiena. La bambina piange e la testa di Roger pulsa dolorosamente. 
 
"Va bene. Dobbiamo muoverci!" grida, e tutti ricominciano a muoversi, strisciando freneticamente verso l'uscita del ristorante.
 
 
Arrivano all'uscita, e Roger si alza, prendendo la bambina il braccio e allontanandosi dall'edificio. La ripoggia per terra e si guarda alle spalle. Il tetto dell'edificio è quasi completamente crollato e guarda con orrore mentre John e la coppia dell'altro tavolo aiutano Brian a strisciare fuori. La donna li supera velocemente, correndo dalla figlia e abbracciandola piangendo. 
 
 
"Grazie!" singhiozza e il batterista le sorride debolmente per poi avvicinarsi, barcollando leggermente, ai suoi amici. Il marito della donna e John aiutano il chitarrista a sedersi sul bordo del marciapiede e l'uomo stringe la mano di Roger, ringraziandolo per aver portato fuori la figlia
 
 
 
"Roger, la tua testa!" esclama il bassista indicando la testa del batterista. Roger sbatte le palpebre, sollevando il braccio intorpidito verso la testa, per poi riportarlo davanti a sé, fissando il sangue che gocciola dalla sua mano, come uno scintillante guanto vermiglio. La bambina urla e Roger sbanda nuovamente, l'urlo che gli perfora i timpani e peggiora lo scampanellìo in essi. John lo afferra così che non cada. 
 
"Sono usciti tutti?" Un poliziotto chiama dopo che le ultime due persone hanno lasciato l'edificio in rovina. La terra trema di nuovo sotto i loro piedi, causando una gigantesca crepa nella strada. Ognuno perde l'equilibrio, ondeggiando con la terra in movimento e urlando mentre la crepa diventa pericolosamente grande. Gli allarmi per auto iniziano a suonare, mentre la gente si agita ed urla terrorizzata. 
 
"Indietro, indietro!" alcuni poliziotti richiamano le persone per strada. Roger dà un'occhiata ai suoi tre amici, e i suoi occhi si spalancano mentre guarda il ristorante con un'orrenda epifania.
 
“Freddie! Dov'è Freddie!?" urla freneticamente, sfuggendo alla presa di John. "È ancora lì!" Roger piange quando non riesce a trovarlo tra la folla. Roger si affretta verso l'edificio ma inciampa sulle proprie gambe. Le sue orecchie risuonano dolorosamente e la sua vista diventa macchiata e confusa mentre sbatte le palpebre debolmente, guardando il ristorante. Osserva un gruppo di persone in uniforme scura che si affrettano a entrare nell'edificio, e sente il mondo capovolgersi su di lui mentre cade, incapace di tenere gli occhi aperti. Le sue guance pungono mentre giace sull'asfalto, la sua visione a malapena lì più mentre non riesce a pronunciare debolmente il nome di Freddie. 
 
“Roger!” È l'ultima cosa che sente, essere chiamato da lontano prima di perdere coscienza. 
 
 
_______________________________________ 
 
"Quella notte non è successo molto" fa spallucce. "Oltre al caos di un terremoto, non c'è molto di quello che ricordo, che fosse fuori luogo."
 
Roger fissa Brian, con gli occhi spalancati e sconcertato. “Non è chiaramente il dannato caso adesso, vero? Ora sappiamo che Freddie è caduto in un buco temporale quella notte e dobbiamo dirgli cosa è successo!” esclama Roger.
 
"Non c'è molto che sappiamo davvero", risponde John, con la voce stanca. “La mia memoria è diventata più vaga nel corso degli anni, ma da quello che ricordo non abbiamo ancora imparato molto. Onestamente è stato solo un evento confuso."
 
Roger sospira, sfregandosi di nuovo la faccia. “Devi ammettere che è fin troppo comodo, giusto? Quell'anno è stato l'anno in cui Freddie ha iniziato a diventare molto... attivo con i partner." spiega lentamente, facendo in modo che Brian e John sollevino entrambi un sopracciglio.
 
"Che cosa stai dicendo, Roger?" chiede John a bassa voce.
 
“Qualcuno doveva averlo mandato qui prima che potesse contrarre quella terribile malattia! Questa non può essere una coincidenza!" sussurra duramente. 
 
“Roger, smetti di sperare. Non esiste qualcosa come il destino..."
 
“Non sto dicendo che sia il destino. Voglio dire, qualcuno deve aver creato un portale quella notte!" replica, interrompendo Brian.
 
"Si chiama wormhole -" Brian si pizzica il naso, "- in entrambi i casi, è impossibile." risponde scuotendo la testa incredulo.
 
"Sì, eppure Freddie Mercury sta pisciando nel tuo bagno in questo momento, quindi penso che dovremmo smetterla e dire che tutto è possibile." risponde con un sopracciglio alzato e le sue labbra tirate in una linea sottile.
 
John fissa il tavolo e incrocia le mani. "Roger ha ragione." Brian e Roger lanciano a John sguardi sconcertati, e lui li guarda. “Forse non è stata una coincidenza destino. Forse era tutto pianificato?"
 
"Chi progetterebbe qualcosa del genere?" Chiede Brian incredulo.
 
"Io vorrei." risponde Roger in modo affrettato. Si schiarisce la gola, tossendo goffamente. “Voglio dire, molte persone lo farebbero. È Freddie Mercury."
 
Annuiscono tutti, contemplando in silenzio le opzioni. “Per ora, dobbiamo tenerlo per noi. Non c'è motivo di spaventarlo a vita con questo tipo di informazioni fino a quando non sapremo con certezza come e perché è qui." conclude, gettando al batterista uno sguardo cupo. "Va bene, Rog?"
 
Roger fa il broncio prima di annuire solennemente. "Bene, ma quando scopriamo che ho ragione, gli diremo tutto."
 
John e Brian annuiscono d'accordo prima di impegnarsi con i loro pranzi per non sembrare sospettosi quando Freddie torna. Non sanno che il suddetto era in piedi appena fuori dalla porta, appoggiato al muro con gli occhi spalancati e il cuore palpitante. 
Freddie non ha molti rimpianti nella vita, ma ora ne ha uno: aver origliato i suoi amici quando tutto ciò che voleva era chiedere a Brian come usare il suo dannato bagno.
 
 
 

 
 
Angolo Autrice:
*barricata dietro uno scudo anti lettori* 
Scusate, scusate, scusate! Questa situazione mi ha completamente stravolto i ritmi di scrittura e quindi mi sono ritrovata senza PC e a dover recuperare i troppi capitoli mezzi tradotti per ultimarli c.c comunque, per vostro gaudio questo sarà un doppio aggiornamento, detto questo vi lascio col capitolo 9 ~ 
Recensite e fatemi sapere se ci sono errori o svarioni di traduzione

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Capitolo 9
*** Atto II - capitolo 9 ***


In Only Seven Days 
Atto II Capitolo 9



Roger non ha mai avuto bisogno di infrangere i limiti di velocità dai tempi del college, ma stavolta è urgente. Guida ben al di sopra del limite di velocità, per non essere fermato, ed arrivare a destinazione in breve tempo. Non può essere in ritardo, si rifiuta di essere in ritardo. Non è in ritardo come al solito, ma sente che il suo migliore amico negli ultimi vent'anni merita una sorpresa. Non merita di aspettare più a lungo nella sua vita. 
 
Le mani di Roger stringono più forte il volante, i suoi palmi diventano più viscidi mentre preme a fondo l'acceleratore della sua auto. Il suo viso è stretto in un'espressione concentrata mentre fissa la strada davanti a sé. Vuole essere in anticipo per lui. Vuole farlo sorridere e ridere. Probabilmente direbbe qualcosa del tipo: “Oh, tesoro, non sei mai stato così toccante in vita tua. Ti meriti un premio." o qualcosa del genere. L'angolo del labbro di Roger si contrae verso l'alto al pensiero, e il sorriso si allarga quando si intravede il segnale stradale, indicando su quale strada si trova. 'Ci sono quasi. Ci sono--' 
 
I pensieri di Roger vengono presto interrotti quando il telefono nella sua auto inizia a squillare, e lo guarda impallidendo. Non può fermarsi ora, quindi lo prende e risponde mentre è ancora alla guida. 'Ci sono quasi…'
 
“Roger? Dove sei?" è una voce familiare sull'altra linea; Peter Freestone. Il cuore di Roger si ribalta quando sente l'angoscia nella voce dell'uomo.
 
“Sono a quasi trecento metri da Garden Lodge. Sono quasi--"
 
"Non preoccuparti di venire..." c'è una lunga e terribile pausa. "...Perché se n'è andato", arriva la voce dall'altra parte.
 
Roger non risponde. Porta la macchina sul ciglio della strada, gli occhi vitrei mentre si sforza di tenere il ricevitore all'orecchio. "Che cosa?" esclama, mettendo la macchina nel parcheggio sulla spalla della strada.
 
"Freddie, lui..." l'uomo all'altro capo della linea smette di parlare e Roger può sentirlo piangere in sottofondo. 
 
"No" dice piano “Abbiamo appena parlato stamattina. Avremmo dovuto prendere un tè..." si interrompe, mordendosi la nocca mentre i suoi occhi iniziano a lacrimare. Le sue spalle tremano mentre fissa dritto, lasciando cadere il telefono mentre Peter sussurra "Mi dispiace..." e incrocia le braccia sul volante. Appoggia la testa contro le sue braccia e fissa il suo grembo con occhi spalancati e pieni di lacrime mentre elabora quelle informazioni.
 
'Quel bastardo! Sarei arrivato presto. Stavo...' Roger si asciuga gli occhi e cambia marcia. Preme il piede sul pedale dell'acceleratore e sterza mentre un'altra auto quasi si scontra con la sua. Guida più veloce di prima e mantiene la sua attenzione sulla strada. Guida fino a quando non vede il cancello del Garden Lodge, e si fa strada verso l'entrata con una curva veloce e brusca, facendo stridere le ruote.
 
Abbassa il finestrino e inserisce il codice per aprire i cancelli, e batte le dita impazientemente mentre si aprono lentamente. Comincia a guidare prima del solito e accelera lungo il vialetto, sbattendo sul freno per far fermare la macchina in una brusca frenata davanti alla porta di casa di Freddie. Jim apre la porta, le lacrime agli occhi e Oscar tra le braccia.
 
La vista di Roger diventa sfocata mentre esce dall'auto e si precipita verso l'ingresso, senza preoccuparsi di chiudere la porta o addirittura di spegnere la macchina. "Devo vederlo ..."
 
"Se n'è andato -"
 
"Fammi entrare!" Roger interrompe Jim, avvicinandoglisi e sbattendo il pugno sullo stipite della porta. L'altro non si muove, quindi Roger lo spinge lontano dalla sua strada per precipitarsi nella villa.
 
"Non vuoi vederlo, Roger!" supplica, posando il gatto per afferrare il braccio di Roger.
 
"Sono venuto qui per vedere Freddie, quindi dannazione, è quello che farò!" sibila, gli occhi e le guance rosse dalle lacrime. Jim lo lascia andare, e Roger salta di qualche gradino mentre sale, stringendo forte la ringhiera mentre sale. Vede tutti quelli che circondano la stanza di Freddie a testa bassa e si scambiano le loro condoglianze. Un uomo afferra rapidamente Roger mentre entra nella stanza e lo tiene alla porta.
 
Roger fissa la coperta che copre Freddie. Fissa il letto a lungo, pensando all'uomo vivace a cui si è affezionato negli anni. Pensa a un ricordo, uno che sfuma nel successivo, e così via. Tutti mostrano Freddie, il suo viso luminoso e il suo sorriso sempre così luminoso fino all'ultima volta che lo vide. Freddie riusciva a malapena a rialzarsi, ma il batterista riusciva ancora a farlo ridere. Rideva così forte che iniziava a tossire rauco, sedendosi e coprendosi la bocca con il fazzoletto che Jim aveva a portata di mano per lui.
 
Roger sente il proprio corpo crollare a terra, pensando a Freddie mentre imprecava per avergli raccontato una barzelletta del genere. Riesce ancora a sentire la sua voce. “Eri vicino ad uccidermi, tesoro. Tuttavia, mi rifiuto di darti questa soddisfazione, quindi sono qui per restare, purtroppo..."
 
Sente che qualcuno gli strofina la spalla in modo rassicurante mentre finalmente inizia a singhiozzare, coprendosi la bocca con la mano mentre si toglie gli occhiali da sole dal viso, non volendo più vedere nulla. Cadono sul pavimento vicino alla testata del letto di Freddie, e Roger fissa l'insieme di colori sfocati di fronte a lui, rifiutandosi di socchiudere gli occhi per vedere cosa potrebbe esserci dietro quelle forme. “Di nuovo in ritardo, tesoro? Sei peggio di me!" Riesce a sentire il tono giocoso di Freddie che riecheggia nella parte posteriore del suo cervello.
 
Sorride tremante tra i singhiozzi, scuotendo la testa per il dolore. "Mi dispiace" mormora singhiozzando. "Ero di nuovo in ritardo..."
 
____________________________

 
Roger alza lo sguardo dal suo posto, guardando Freddie aiutare Brian a preparare il pranzo. Sente John schiarirsi la gola e guarda l'uomo con la fronte sollevata. Il bassista gli fa un sorriso comprensivo, e Roger improvvisamente si rende conto che sta iniziando a piangere. Si asciuga rapidamente gli occhi, sospirando stancamente mentre si strofina la testa. Si alza bruscamente e esce dalla cucina, chiudendosi nella prima stanza in cui si imbatte mentre inizia a iperventilare, appoggiandosi al bancone di bagno mentre il panico si impossessa di lui. 
 
Il ricordo di quel terribile giorno è in loop nella sua testa dalla scorsa notte, e vorrebbe poterlo reprimere ulteriormente. Roger aggrotta le sopracciglia al suo riflesso e si spruzza un po' d'acqua sul viso. "Tieni duro, Roger,” si istruisce fermamente, agitando un dito severo al suo riflesso. "Per Freddie" aggiunge dolcemente. Il suo cervello continua a urlare di avvertirlo prima che sia troppo tardi, ma deve tenere la bocca chiusa per il bene del suo amico. "Dirglielo non farà che peggiorare le cose" ripete come un mantra nella sua testa fino a quando non riesce a controllare di nuovo il respiro affannoso. Roger sussulta quando sente bussare piano alla porta.
 
"Sono solo io, Rog..." Roger sospira quando sente la voce calma di John. Apre la porta e incontra gli occhi preoccupati del bassista. Dà un'occhiata verso la cucina e l'uomo stringe rapidamente le spalle di Roger in modo rassicurante. "Rilassati, Freddie e Brian stanno ancora lavando i piatti -" fa scivolare via le mani e incrocia le braccia, "- come stai?"
 
"Non bene" risponde con una voce orribile.
 
"Che cos'hai in mente, Rog?" chiede John con calma, il sorriso caldo e rassicurante. 
 
"Non riesco a smettere di pensare a quel dannato giorno..." mormora piano, guardando il pavimento di marmo bianco. Freddie aveva ragione, è bellissimo. 
 
"È stata una giornata difficile per tutti noi" replica, annuendo "Anche il funerale è rimasto nella mia mente -"
 
"No, non il funerale." interviene rapidamente, prendendolo alla sprovvista. L'espressione confusa si trasforma lentamente in uno sguardo confuso, prima di tornare di nuovo dolce e comprensivo.
 
"Ohhh" John trascina la parola, guardando anche il pavimento. "Intendi quel giorno... Il giorno..." John guarda Roger e gli afferra la spalla con un sorriso triste. “Ho quasi dimenticato che eri lì quando è successo. Mi dispiace così tanto, Rog."
 
Roger lascia che John gli avvolga il braccio attorno al collo e lo stringa in un abbraccio stretto. Singhiozza sulla sua spalla, tirando su col naso. “Non ero lì quando è successo, però. Era troppo tardi, John, ”sussurra "Non ho avuto modo di dirgli addio..."
 
John fa tacere Roger, incoraggiandolo come farebbe un padre a un bambino e carezzandogli la schiena. Mormora qualcosa, borbottando nella camicia di John questa volta, ma il bassista sa cosa sta dicendo. "Lo so, lo so... Nessuno di noi dovrebbe dire addio, ed è crudele, ma forse avevi ragione -" si tira indietro per guardarlo negli occhi "- forse questa è la nostra seconda possibilità. Forse possiamo salvare Freddie. "
 
"Come?" Roger si strofina il naso con il polso, facendo scivolare il braccio verso l'alto per asciugare anche le lacrime. "Come possiamo salvarlo senza dirgli tutto?"
 
"Troveremo un modo. Te lo prometto." risponde con fermezza. “Tu, io e Brian lo salveremo, non preoccuparti. Per ora, dobbiamo concentrarci su come rimandare Freddie al suo posto e trovare un modo per avvertirlo senza fargli avere un trauma." spiega con un cenno deciso, senza rompere il contatto visivo con Roger per un momento.
 
“È già traumatizzato. Non ragiona più da quando ha scoperto che non è più con noi..." Roger si allontana quando sente qualcuno schiarirsi la gola. I due si girano in direzione del suono, e scorgono Freddie, in piedi come un angelo in ombra, la sua sagoma che brilla dalla luce della cucina dietro di lui. Roger si alza più in alto, sfregandosi di nuovo il naso con la manica e sfregandosi furiosamente le guance nel tentativo di apparire presentabile in due secondi. “Freddie!” Roger dice un po' troppo forte. "Non ti abbiamo visto." aggiunge, la sua voce sale di un'ottava e si spezza in modo orrendo.
 
"Va bene" risponde Freddie con voce calma. La sua faccia è neutra e le sue braccia stese. Roger nota una delle sue dita contrarsi mentre li fissa, risultando piuttosto intimidatorio. Roger deglutisce e il bassista si gratta nervosamente il braccio.
 
"Come stai, tesoro?" chiede Freddie, uscendo dalla cucina per avvicinarsi a Roger. John fa un passo indietro per lasciare a Freddie lo spazio per raggiungerlo, mentre il batterista continua a fissare il suo giovane amico come una statua. Il battito del cuore di Roger prende velocità mentre sente la mano di Freddie sulla sua guancia, asciugandosi una nuova lacrima che gli scivola via dagli occhi.
 
"Starò bene ora che sei qui." sussurra Roger, gli occhi spalancati mentre lo fissa. Freddie mantiene la sua espressione neutra, ma i suoi occhi mostrano tristezza e preoccupazione mentre annuisce. Le sue labbra si piegano leggermente in un sorriso, e Roger può giurare di averlo visto arrossire per un momento. Si gira e fa cenno ai due di seguirlo, ed eseguono senza dire altro. 
 
"Brian ed io stavamo discutendo dei buchi temporali e penso dovreste venire a sentire." spiega, prima che possano chiedergli perché si comporta stranamente. Il batterista deglutisce dolorosamente, alzando un sopracciglio e cercando Brian con lo sguardo. Il suddetto è seduto al tavolo con un libro tra le mani e gli sorride di rimando, poggiandosi contro la sedia. 
 
"Penso di aver capito come raccogliere abbastanza energia da mandare Freddie indietro." dice prendendo il libro tra le mani. 
 
Gli altri due lo fissano stupidamente "Aspetta, l'hai già capito?" domanda il bassista, stupefatto ma soprattutto confuso. 
 
"Beh, è solo una teoria, ma Roger ha detto che dovremmo smetterla di scartare ogni opzione fattibile." replica il chitarrista, guardando il suddetto con un sorrisetto "Ora sappiamo che viaggiare nel tempo è possibile, e penso di sapere dove trovare gli strumenti necessari." spiega, il sorriso che si allarga. 
 
"Ed esattamente dove -" Roger non riesce a finire la frase quando sente la porta d'ingresso spalancarsi. I loro occhi sono spalancati mentre tutti e quattro si guardano in silenzio, il rumore di tacchi che riecheggia nell'ingresso. 
 
"Brian, tesoro, dove sei?" risuona la voce di Anita come una campana. Il suddetto si alza lentamente mentre tutti si agitano a disagio. Freddie guarda dietro le sue spalle e poi di nuovo verso il chitarrista mentre il rumore dei tacchi si fa più forte. Roger esamina la stanza alla ricerca di una via di fuga. 
 
"Chi cazzo è--" sibila Freddie, ma il batterista lo zittisce e lo trascina in un'altra stanza. John fa per seguirli ma decide di chiudergli la porta quando nota la donna entrare in cucina. 
 
"Anita, tesoro!" esclama Brian fin troppo felicemente prendendo una sedia e sedendosi, cercando di evitare di guardare il bassista. 
 
"Oh ciao John." lo saluta Anita con un sorriso sorpreso, ma felice. "Cielo, ne è passato di tempo. Come stai?" 
 
Il bassista getta uno sguardo a Brian e lo vede indicare con la testa verso la porta, gli occhi spalancati. John si appoggia contro la porta della stanza in cui ha chiuso i compagni di band per poi rispondere "Sto bene, io e Veronica stiamo da favola." 
 
"Oh, ma è magnifico, caro!" replica Anita con un largo sorriso, avvicinandosi con le braccia spalancate e l'uomo deglutisce nervosamente prima di accettare l'abbraccio. Le dà una pacca sulla schiena in modo rigido, per poi cercare lo sguardo del chitarrista 'Che diavolo sta succedendo, Brian?' prima di fingere un ampio sorriso verso Anita. 
 
Brian si schiarisce la gola e si avvicina al tavolo, chiudendo il libro con nonchalance "Che cosa è successo? Pensavo fossi a Parigi col teatro." domanda in modo quanto più possibile poco sospetto, prendendo il libro e tenendolo nascosto dietro la propria gamba. 
 
"Non ci crederai, il volo è stato cancellato. Devo aspettare altri due giorni prima di ripartire." replica, non notando il comportamento ovviamente sospetto dei due, per poi accorgersene e voltarsi verso John, che per la sorpresa si drizza. 
 
"Ho... interrotto qualcosa?" domanda lentamente, cercando di capire. 
 
"Oh no no no no." replica velocemente, notando Roger e Freddie uscire di soppiatto dalla porta alle sue spalle, e anche il chitarrista se ne accorge. Anita fa per girarsi, ma il bassista le afferra il polso in un momento di panico. I due si immobilizzano, guardandoli con gli occhi spalancati e Brian gesticola verso di loro in modo quanto più possibile non sospetto. 
 
"Io, uh - che bel braccialetto. Dove l'hai preso? Stavo pensando a un regalo per Veronica e penso che lo adorerebbe." dice, sollevandole il polso per osservare il braccialetto dorato con finto interesse. 
 
I due sospirano di sollievo quando Anita comincia a parlare di come ha ricevuto il braccialetto e Roger spinge velocemente Freddie nello studio dietro l'angolo, chiudendo la porta quanto più piano possibile, poggiando l'orecchio alla porta per ascoltare. Il frontman si tortura le mani nervosamente mentre guarda l'altro origliare. Il batterista poggia la mano contro la porta mentre ascolta i rumori atturiti farsi sempre più chiari. 
 
Quando i rumori si interrompono proprio fuori dalla porta i due si scambiano uno sguardo preoccupato, mentre il batterista afferra il pomo e blocca la porta, per poi indietreggiare. Il pomo si muove leggermente e sentono altre parole attutite. Ansimano poggiati contro la scrivania, guardando il pomo girarsi. Entrambi cercano di origliare ma Roger non riesce a sentire nulla. Freddie si avvicina, cercando di capire quello che viene detto dall'altra parte. 
 
"...La macchina di Roger è fuori. Lui dov'è?" sente solo una parte della frase ma è abbastanza per guardare il batterista per metterlo al corrente. L'uomo sospira e il frontman abbassa lo sguardo, cercando di capire cosa fare, per poi rialzarlo appena gli viene un'idea, avvicinandosi a Roger. "Sa che sei qui." gli sussurra piano "Apri la porta. Io mi nascondo."
 
Roger si avvicina, prendendo la bottiglia di whiskey da terra e aprendo di scatto la porta e facendo quasi cadere Brian che aveva la mano sul pomo. I tre uomini si fissano l'un l'altro e Anita sorride al batterista. 
 
"Ho trovato il whiskey!" dice il batterista, sollevando la bottiglia con un ampio sorriso e Brian ne approfitta per lanciare il libro nello studio da dietro la schiena. Chiude velocemente la porta prima che Anita possa notare il mucchio di libri in giro e vi si appoggia con un sorriso che urla 'Sto cercando di non sembrare sospetto' 
 
"Stai bene caro?" domanda Anita, notando lo strano comportamento. 
 
Il chitarrista le replica con un altro sorriso "Certo, tutto bene. Io, beh, uhm, noi ci stavamo facendo due chiacchiere e siamo solo sorpresi di vederti."
 
Gli altri due annuiscono rapidamente mentre Roger abbraccia la donna e le dà un bacio "È bello vederti, Anita. Ma perché sei qui e non a Parigi ad esibirti?" 
 
“Il volo è stato cancellato. C'è stata una terribile tempesta la scorsa notte ”, spiega Anita accigliata. I tre uomini si scambiano uno sguardo strano, non ricordando una tempesta a Londra ieri sera. “Andrò di nuovo via tra due giorni. Non è davvero un problema, cara - oh, ehi, come sta Sarina?" dice, cambiando argomento rapidamente.
 
“Oh, adesso è in America. Sarà via per circa una settimana - "Roger si interrompe immediatamente quando gli viene un'idea "- In realtà, intendevo mostrare a John il posto. È stato così impegnato, non ha ancora avuto la possibilità di vederlo!" dice, guardando il bassista con uno sguardo severo. John lo guarda confuso, cercando di capire cosa sta facendo il vecchio batterista, poi sorride, rendendosi improvvisamente conto di ciò che ha in mente. 
 
“Oh, certo, certo! Stavamo per andarci presto, no?" replica il suddetto, giocando con lo schema di Roger. Brian finalmente prende piede e annuisce con entusiasmo.
 
“Ah, sì, certo. Voi due andate avanti senza di me. Starò qui con Anita per un po', la lascerò sistemare e vi raggiungerò più tardi, sì? ” Brian dice, la sua voce si fa più forte mentre si appoggia alla porta del suo studio.
 
“Oh, bene, va bene allora. E' stato bello vederti, John. Spero di rivederti presto, sì? ” Dice Anita, dando al vecchio un veloce abbraccio.
 
"Sì sì, certo", risponde John con un sorriso. Lui e Roger camminano verso l'atrio principale, e John si sporge verso Roger, alzando la voce. "Oh hey, sai cosa mi sono appena ricordato, Rog?"
 
"Che cos'è, John?" Roger risponde, il tono altrettanto forte. 
 
"Ricordi alla tua quarantesimo compleanno quando sei uscito dalla finestra del tuo studio e sei caduto in giardino?" dice John, la sua voce si fa fastidiosamente forte ora e Anita aggrotta la fronte confusa "Ci ho pensato solo quando sei uscito dallo studio con quella bottiglia di whisky!"
 
“Ah, sì, ricordo. È stato un momento così divertente! ” risponde Roger ridendo mentre aprono la porta d'ingresso. “Arrivederci, Anita! È stato bello rivederti! ” Dice Roger con un leggero cenno.
 
Anita saluta riluttante, il sopracciglio sollevato per la confusione. "Altrettanto, Roger."
 
Dopo essere usciti, John guarda oltre e saluta anche lui. “Ci vediamo più tardi, Brian? Continuiamo da dove eravamo rimasti?" domanda John con un sorriso forzato.
 
"Sì, naturalmente. Guida con attenzione!" replica Brian. 
Chiudono la porta e Anita guarda immediatamente Brian con un'espressione sconcertata. Il chitarrista sorride e le avvolge un braccio attorno alla spalla. “L'udito di Roger sta peggiorando in questi giorni, sai? È davvero un peccato, davvero, che dobbiamo iniziare ad alzare la voce per parlargli." dice con nonchalance, e Anita sospira, massaggiandosi la fronte e annuendo.
 
“Giusto, certo. Poveretto.” risponde comprensiva. “Non devi restare qui troppo a lungo, tesoro. Vai, trascorri del tempo con i tuoi amici. È passato molto tempo da quando voi tre avete trascorso del tempo insieme." dice Anita con un sorriso.
 
“Lo farò, a tempo debito. Lasciami salutare mia moglie, prima." dice Brian, sporgendosi verso un bacio. Lei gli sorride e inclina la testa, accogliendo il bacio. Proprio mentre le loro labbra si uniscono, sentono un forte tonfo proveniente dallo studio di Brian, ma prima che lei possa dire qualcosa al riguardo, il chitarrista approfondisce il bacio e finge di non aver sentito nulla. Anita scrolla le spalle e gli restituisce il bacio, avvolgendogli le braccia attorno al collo con un largo sorriso.
 
Nel frattempo, fuori, Roger e John si stanno coprendo la bocca mentre ridacchiano guardando Freddie che si è calato dalla finestra. Barcolla leggermente mentre si alza e si scuote rapidamente i vestiti prima di arrancare verso la macchina di Roger con un broncio.
 
"Hai qualcosa tra i capelli", osserva John con uno sbuffo, muovendosi per estrarre un ramoscello dai capelli di Freddie. Freddie fa per schiaffeggiargliela e si infila le mani tra i capelli per liberarsi dalle piante.
 
“Stai zitto e sali sulla dannata macchina.” borbotta Freddie mentre fa per entrare nella portiera del passeggero. John lo blocca e agita il dito in segno di diniego. 
 
“Ah-ah-ah, non così in fretta. Vai dietro, dove i finestrini sono oscurati e nessuno può vederti." lo rimprovera con un sorriso.
 
Il frontman alza gli occhi al cielo e apre la porta sul retro, sedendosi sul sedile e sbattendo la portiera prima di incrociare le braccia. Roger e John entrano in macchina e il batterista cambia rapidamente marcia. Freddie guarda attraverso la finestra sul retro mentre si allontanano da casa di Brian. Si gira di nuovo e nota che gli occhi di Roger passano rapidamente dalla strada allo specchietto retrovisore. Sospira, guardando fuori dalla finestra e si chiede come potrebbe essere la dimora di Roger, in modo da distrarsi da tutto questo casino.




Angolo Autrice:
Ed ecco anche il capitolo 9! Cercherò di recuperare la solita scaletta settimanale quindi - si spera - per lunedì prossimo dovrebbe esserci il cap 10! 
In caso dovesse saltare perdonatemi cwc

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