𝘉𝘢𝘤𝘬 𝘵𝘰 𝘵𝘩𝘦 𝘴𝘤𝘩𝘰𝘰𝘭 𝘥𝘢𝘺𝘴

di zetastories
(/viewuser.php?uid=902719)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 𝑃𝑟𝑖𝑚𝑜 𝐺𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 ***
Capitolo 2: *** Chi sei tu? ***
Capitolo 3: *** «Ma tu come fai a conoscerlo, il mio nome?» ***



Capitolo 1
*** 𝑃𝑟𝑖𝑚𝑜 𝐺𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 ***


I corridoi della scuola erano ormai vuoti da parecchio tempo, il sole penetrava le tende dalle finestre e dava a quell'ambiente piuttosto asettico una delicata colorazione arancione.

Ritsu stava finendo di spazzare il pavimento della sua classe, dato che quel giorno era il turno suo e di altri due ragazzi per pulire l'aula dopo le lezioni; ma -naturalmente- i due ragazzi se l'erano data a gambe utilizzando una banalissima scusa a e lui -da ragazzo decisamente tropppo gentile quale era- aveva accettato senza dire nulla; era piuttosto "ingenuo" per avere quindici anni.

Ed eccolo lì, con una scopa in mano, fermo in piedi davanti alla cattedra, a fantasticare come al solito.

«La biblioteca...devo andarci, magari c'è il senpai»
Si sarebbe dovuto limitare a finire i suoi lavori ed andarsene a casa, ma ormai i suoi pensieri erano colmi del ragazzo del quale era innamorato.

Ripensando al motivo per cui si era invaghito di quel ragazzo si sentiva piuttosto stupido, sembrava una di quelle cotte imprivvise, da film romantici di pessima qualità.

...
Mesi prima, in biblioteca, mentre cercava di afferrare un libro fuori dalla sua portata, un ragazzo dall'aria misteriosa lo aveva aiutato, passandoglielo. Da quell'istante Ritsu, estremamente colpito ed imbarazzato dal gesto, continuava ad andare in quel luogo per leggere i libri subito dopo che il ragazzo li aveva restituiti: così era riuscito a scoprire il suo nome e da allora continuava a ripeterselo in continuazione, persino prima di addormentarsi.

«Masamune Saga»

Sussurrò tra sé e sé.
Era così bello. 
Il suo nome rieccheggiava tra le pareti del suo cranio, rendendogli impossibile pensare ad altro. Era dunque questo l'amore? Non poteva averne certezza, ma quella sensazione gli faceva sentire il petto in fiamme.

Il senpai era di due anni più grande di lui. Era parecchio alto, moro, aveva le spalle larghe e delle mani molto grandi. 
Nella memoria di Ritsu era rimasta impressa la profonda voce del ragazzo, ma anche il suo fascino misterioso. 
La sua serietà, che lo faceva sembrare quasi distaccato dalla realtà, era motivo di tumulto nel cuore di Ritsu.

Sapeva anche di non avere speranze -ovviamente-; non solo perché erano entrambi due ragazzi, ma perché Ritsu era troppo timido per potergli rivolgere la parola: era un ragazzino minuto, non molto alto e dai modi estremamente delicati

Sapeva anche di non avere speranze -ovviamente-; non solo perché erano entrambi due ragazzi, ma perché Ritsu era troppo timido per potergli rivolgere la parola: era un ragazzino minuto, non molto alto e dai modi estremamente delicati. Anche lui, a modo suo, era piuttosto sostenuto.
I capelli, dello stesso colore del miele di castagno, gli arrivavano quasi agli occhi: verdi, grandi e molto espressivi.

Non era affatto popolare a scuola e aveva pochissimi amici, coi quali a malapena scambiava qualche parola; per questo era piuttosto insicuro e non si sarebbe mai sognato atteggiarsi come i ragazzi popolari, che chiedono di uscire alle ragazze senz...        

Non era affatto popolare a scuola e aveva pochissimi amici, coi quali a malapena scambiava qualche parola; per questo era piuttosto insicuro e non si sarebbe mai sognato atteggiarsi come i ragazzi popolari, che chiedono di uscire alle ragazze senza troppi problemi -figuriamoci chiederlo ad un altro maschio, più grande di lui per giunta!-.

«Masamune» ripeté un'altra volta a bassa voce. 
«Che bel nome, suona così bene» pensò, emozionandosi.
«Masamune Saga»
Questa volta il volume della sua voce era più alto.

Si voltò di scatto.
Un rumore aveva attirato la sua attenzione e lo aveva riportato dal mondo dei sogni alla realtà. Era un suono di passi improvvisamente interrotti, identicamente a quando si frena di scatto pochi istanti prima di sbattere contro un palo. Cos'era quel rumore?

Masamune quel giorno, subito dopo le lezioni, si era precipitato a casa per studiare per l'imminente simulazione, che avrebbe avuto entro poche settimane. 
Passò almeno due ore a studiare, concentrato sui libri, ma quando poi toccò ad inglese si rese conto di aver lasciato il quaderno a scuola, nel suo sottobanco. Si maledì, ma poi riflettendoci per una manciata di secondi si ricordò che la scuola era sicuramente ancora aperta, poichè di solito a quell'ora c'era sempre qualcuno che stava ancora finendo le pulizie. 
Si mise velocemente le scarpe e si precipitò a scuola, senza nemmeno degnare il suo gattino che si era messo supino in cerca di coccole.

Arrivato a scuola si diresse velocemente verso la sua classe e tirò un sospiro di sollievo nel ritrovare il suo quaderno nel posto esatto in cui lo aveva dimenticato, altrimenti gli sarebbe toccato andare alla segreteria scolastica e attendere un'eternità. Prese il taccuino e si diresse a passo spedito verso l'uscita: non aveva un minuto da perdere.

Proprio mentre procedeva con disinvoltura, sentì come un sussurro che diceva suo nome. Pensò di esserselo immaginato e non ci fece caso.

« Masamune Saga »
Questa volta sentì chiaramente qualcuno fare il suo nome, ed era certo di non esserselo sognato.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chi sei tu? ***


Un professore? No, non era possibile. 
Stette fermo qualche istante per poi decidersi a fare capolino sulla soglia della classe dalla quale aveva sentito qualcuno pronunciare il suo nome.

Si trovò -più o meno- davanti un ragazzino minuto dallo sguardo sognante. Diede un'altra occhiata all'aula e notò che non vi era nessun altro, ergo il suo nome poteva averlo pronunciato solo quel ragazzino. Ma chi era? I due non si conoscevano. 
Takano si fermò a pensarci un attimo e si ricordò quel viso che di tanto in tanto lo fissava mentre era in biblioteca, preso dalle sue letture, ma niente di più. Come faceva a conoscere il suo nome?

Nel frattempo Onodera aveva interrotto le sue pulizie, non capiva chi poteva esserci ancora a scuola a quell'ora, chi poteva aver prodotto quel suono?

«Se qualcuno mi ha sentito pronunciare il nome del senpai con questo tono...finirà male. Molto male. Oh mio dio!»
Pensò ansiosamente il ragazzino, sempre più turbato. Ci riflettè una manciata di secondi, si fece coraggio, e decise di uscire e verificare se c'era effettivamente qualcuno o meno.

Masamune entrò per capire come mai aveva sentito pronunciare il suo nome.

Fu una cosa improvvisa. Entrambi si mossero allo stesso tempo, e con la medesima velocità. Una volta che Onodera vide il senpai sbucare dalla porta era già troppo tardi per rallentare, lo spazio che c'era tra loro diventava sempre più ridotto, si sarebbero urtati sicuramente -cosa che, in altre circostanze, non gli sarebbe affatto dispiaciuta-.
Ritsu cercò di fer,arsi di scatto, in maniera piuttosto goffa. Inciampò su se stesso e finì esattamente sul petto di Masamune, il quale, un po' riluttante e divertito, lo afferrò per evitare di rendere la situazione ancora più inquietante. Il moro sorrise leggermente.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** «Ma tu come fai a conoscerlo, il mio nome?» ***


Ritsu guizzò all'indietro, avvampando ed emettendo versi decisamente "particolari". Ancora una volta, perdette l'equilibrio e cadde all'indietro, ma questa volta Masamune non riuscì a prenderlo in tempo.

«Tutto bene?» chiese Takano, quasi divertito dalla situazione, allungando una mano verso il ragazzo a terra.

«....S...S..cioè, sì! Tutto benissimo! Ah! Ah! Davvero! Sì!» balbettò nervosamente, in preda al panico.
«Mio dio, che figura» disse poi, sottovoce.
Calò il silenzio e la situazione si fece imbarazzante. Masamune volse il viso verso il ragazzo, non aveva più quel sorriso quasi rassicurante che aveva in volto fino a qualche istante prima.

La quiete s'interruppe. 
«...Dunque, credo di aver sentito qualcuno chiamarmi»
...
«E ci sei solo tu qui dentro.»

Ritsu sentì il suo cuore accartocciarsi su sé stesso.
«Bh....ck.....Gh....Ehm...i-io? S-sei..sei sicuro?»
«Sì, e ora che ti parlo riconosco perfettamente la tua voce»

La giornata di Ritsu era passata dall'essere

La giornata di Ritsu era passata dall'essere "il solito giorno tranquillo" all'essere letteralmente l'inferno. Non aveva idea di cosa dire, di come guardare il ragazzo che gli stava davanti, di come respirare. 
Inspirò profondamente e cercò di formulare qualcosa di sensato: «N-no, niente, mi stavo ricordando solo il tuo nome parlando con me stesso»

«Ma tu come fai a conoscerlo, il mio nome?» domandò freddamente Masamune, con un tono quasi beffardo, quasi divertito, che andò a insidiarsi nel petto di Onodera, il quale ormai era totalmente privo di modi per sfuggire ai duri colpi dell'avversario.

«........beh, m-mi è capitato di prendere più volte dei libri che hai letto anche tu, e non ho potuto fare a meno di notarlo...ecco, sì...»
«Forse perchè mi fissavi tutto il tempo e correvi a farti dare in prestito il libro neanche 5 minuti dopo che lo avevo restituito?»
⟨⟨Cazzo.⟩⟩
Ritsu non aveva mai pensieri violenti o scurrili, ma in quel momento riusciva solo a inveire su sé stesso con ogni vocabolo vagamente licenzioso che conosceva.

«Dimmi un po'.»
Takano era estremamente serio, la sua voce non lasciava trasparire alcuna emozione.
«Sei innamorato di me?» domandò con nonchalance, dopo una breve pausa.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3908438