Non si può sfuggire al destino

di Vanx_vanix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** incontro ***
Capitolo 2: *** un volo pieno di sorprese ***
Capitolo 3: *** Grazie ***
Capitolo 4: *** Casa Sasaki, Sugita ***
Capitolo 5: *** Coincidenze? ***
Capitolo 6: *** Conoscersi ***
Capitolo 7: *** Aprirsi ***
Capitolo 8: *** I poli opposti si attraggono ***



Capitolo 1
*** incontro ***


                                                  NON SI PUO’ SFUGGIRE AL  DESTINO
                                                                    CAPITOLO 1: Incontro
 
DRINNN DRINNN
S: Pronto!
A:Ciao Sana come stai?
S:Ayaaaaaa! Da quanto tempo che non ci sentiamo amica mia
A:Sana ti ho chiamato per dirti che mi SPOSOOO!!!!
S:WOWWWWWWWWWWW
 
                                                                          *****
 
Ed eccomi qui in un taxi, diretta all’aeroporto di Narita, sto partendo verso l’Italia destinazione Capodichino (Napoli) , per il matrimonio della mia migliore amica Aya, “ che non vedo da ben 5 anni” non sto più nella pelle.  Quando mi ha chiamato un mese fa, per chiedermi di farle da testimone, sono saltata dalla gioia.
Io ed Aya siamo amiche fin da quando andavamo all’asilo, poi 5 anni fa si è trasferita in Italia per frequentare l’università (storia dell’arte), e li ha conosciuto Tsuyoshi, un nostro concittadino giapponese.
 Lo ha conosciuto all’università, mi ha detto che è stato un colpo di fulmine, e che è un ragazzo adorabile, una persona “squisita”,mha! Che strano aggettivo. Hoo!! Che stupida non mi sono neanche presentata, io sono Sana Kurata ho 25 anni, vivo a Tokio e sono un’istruttrice di ZUMBA, amo la danza fin da bambina. Sono una ragazza solare e allegra,e anche un po’ ingenua .
All’età di 4 anni mia madre mi ha iscritta ad una scuola di teatro, e per tutta la mia infanzia, e adolescenza ho lavorato nel mondo dello spettacolo, fino all’età di 17 anni, ma ciò che mi appassionava di più era ballare. Poi ho iniziato a seguire qualche corso di ZUMBA, ed è da li che è nata la mia passione per questa danza fitnes.
T:Siamo arrivati. il tassista mi annuncia che siamo arrivati all’aeroporto.
 Pago il tassista e mi dirigo all’entrata, ma forse voi non  sapete che “a volte” sono impacciata e mi infilo in parecchi casini anche molto imbarazzanti. “Appunto” mentre varco l’entrata dell’aeroporto il mio “gigantesco” trolley si blocca nel tappeto, imprecando cerco di tirarlo via, ed ecco che perdo l’equilibrio e finisco per terra, ma la cosa imbarazzante è…. Che non sono finita proprio in terra ma addosso a qualcuno. Faccio per tirarmi su,” tutta rossa in viso per l’imbarazzo” e……….. “HO MIO DIO!!!!!!! UN ANGELO!!!!!”
Il mal capitato è un ragazzo, non bello di più, capelli biondi, lineamenti perfetti, e occhi (mamma mia che occhi) ambrati color miele, e sono proprio quegli occhi così magnetici che mi fanno rimanere li distesa sopra di lui,  incantata a fissarlo.
?:TOGLITI IMMEDIATAMENTE- mi dice il malcapitato sotto di me,e con imbarazzo ma anche con un pò di fastidio per il tono che ha usato (persino la sua voce a un non so che di accattivante), mi tiro subito su sistemandomi  e scusandomi facendo un piccolo inchino.
S:Mi scusi sono inciampata- la sua risposta? ?:mpf- si gira e se ne và,io rimango di sasso, va bene che è colpa mia ma gli ho chiesto scusa, sarà anche un bellissimo ragazzo, anzi era proprio un dio greco (spalle larghe, muscoloso e alto su per giù un metro e ottanta)ma è stato veramente antipatico, odioso, scorbutico e chi più ne a più ne metta. Tutta infastidita per l’incontro/scontro appena avvenuto mi dirigo al check in sperando di non incontrarlo più.
                                                                                              *****
 
POV Akito
Non ci posso credere ma proprio in Italia si doveva andare a sposare quel……….mmmm, lasciamo perdere, già sono abbastanza infastidito per il fatto che debba prendere l’aereo, e si da il caso che IO non lo abbia mai preso, perché soffro di vertigini.
 Io sono Akito Hayama, ho 26 anni,vivo a Tokyo e sono un insegnate di Karate, non sono una persona molto affabile,ho vissuto un’infanzia che mi ha segnato molto fino all’età di 12 anni, poi le cose sono un po’  cambiate.
Eccomi arrivato in aeroporto. Ma chi me lo ha fatto fare, a si ora ricordo il mio amico anzi unico amico si sposa, e mi a chiesto di fargli da testimone. Quando mi ha chiamato il mese scorso sono rimasto un tantino allibito, non dal fatto che si sposi,ma da come lo ha detto  (-Akito la mia caramellina gommosa ha accettato di sposarmi-) dal che ho pensato, “ma cosa si e bevuto oggi questo qui”,e poi mi ha detto che è uno dei soprannomi che usa con la sua fidanzata “Aya”. Mi ha dato un po da pensare (uno dei soprannomi) non voglio immaginare che altri soprannomi usi.
E mentre mi incammino verso l’entrata dell’aeroporto, vedo scendere da un taxi una ragazza, e sono rimasto un attimo imbambolato, ed è a dir poco strano perche non mi è mai capitato di rimanere colpito da qualcuno. Non avevo mai visto una bellezza cosi, capelli rossi sul ramato che ricadevano sulle spalle e incorniciavano un viso stupendo, sembrava fatto di porcellana, e un fisico da urlo.
Indossa una gonna a tubino nera che gli arrivava fin sopra il ginocchio, e una camicetta rosa a mezze maniche, il tutto risaltava le strepitose forme che aveva soprattutto il lato B che…..”no  Akito ricomponiti” e con questo pensiero supero la ragazza e mi dirigo all’entra. Quando a un certo punto sento dietro di me qualcuno imprecare contro una valigia, mi giro e tutto a un tratto mi ritrovo per terra,e quella bellissima rossa sopra di me, che mi fissa negli occhi tutta rossa dall’imbarazzo.
Porca miseria se è bella, poi con il viso arrossato è ancora più bella.
Ha degli occhioni da cerbiatta color cioccolato che mi colpiscono all’istante. Mettendo insieme i pensieri che avevo fatto poco fa quando l’ho vista, e la sensazione che ho adesso avvendola sopra di me, sento il sangue affluire verso il basso ventre, e…… NOOO! si deve togliere immediatamente prima che la situazione diventi più imbarazzante di cosi, con un tono forse un po’ troppo brusco gli dico.
A:TOGLITI IMMEDIATAMENTE.
E la vedo alzarsi all’istante ancora imbarazzata, fa un piccolo inchino e mi dice.
S:mi scusi sono inciampata- con una vocina delicata che purtroppo anche quella mi manda in tilt, allora con un semplice -mpf-mi volto e me ne vado all’istante, diretto alla toilette, ho bisogno di una rinfrescata. Ma che cazzo mi è preso, io che ho sempre tutto sotto controllo, e non mi faccio sopraffare da niente e nessuno quella ragazza solo con uno sguardo e riuscita a mettermi KO.
Eppure io quegli occhi gli ho già visti, mha spero solo di non rincontrala più, mi fa uno strano effetto quella ragazza, e la cosa Mi infastidisce parecchio.

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Capitolo 2
*** un volo pieno di sorprese ***


              Capitolo 2
 
      UN VOLO PIENO DI SORPRESE
 
POV Sana

Sono qui seduta in sala d’attesa e aspetto che chiamino il mio volo, e sono ancora infastidita da quello che e accaduto poco fa, chi sa poi il perché? Però c’era qualcosa di strano nel suo sguardo, così glaciale e penetrante, non saprei spiegare l’effetto che mi ha fatto immergermi in quegli occhi tanto belli e profondi.
Come se celassero qualcosa, chi sa poi che cosa? Sicuramente avrà affrontate qualche situazione che deve averlo segnato nel profondo. “ AAAAAA Sana basta pensare, tanto non lo rivedrai più” mi dico scuotendo la testa per rimettere in ordine i miei pensieri, ma niente da fare quegli occhi sembra non vogliano abbandonare la mia mente.
Immersa nei miei pensieri  quasi non mi accorgo che il mio volo e stato chiamato, e corro subito all’imbarco per fortuna riesco a salire in tempo sull’aereo, e mi dirigo verso il posto che mi ha indicato la hostess.
NON E POSSIBILE!!!!!  Non ci posso credere. Cos’è una persecuzione?
 Dovrò fare un viaggio di 15 ore accanto a quel bel biondino rozzo, antipatico e dagli occhi così penetranti che mi hanno quasi fatto perdere l’aereo a furia di pensarli.
Quando si accorge della mia presenza e si volta verso di me, mi fissa con quello sguardo glaciale e profondo. Ma questa volta riesco a scorgerci anche un po’ di sorpresa ma e giusto un attimo, forse era una mia impressione. Sta di fatto che, è stato antipatico e scorbutico nei miei confronti, e quindi gli renderò pan per focaccia. Mentre mi siedo al mio posto accanto al finestrino, e con il tono più acido che io possa rivolgergli.
 S: – ho chi si rivede, mister simpatia -.

 
                                               *****
 

POV Akito

“Se prendo Tsu giuro che lo ammazzo”. Mi sono appena imbarcato e mi dirigo al posto che mi ha indicato la hostess. Sono troppo agitato, e sento già che mi sta salendo la nausea, devo cercare di pensare a qualcosaltro. Ed ecco che mi appaiono due occhi color cioccolato nella mente. “no ma allora sono proprio cretino” devo cercare di calmarmi e a chi vado a pensare io?
 Tiro la testa indietro sul sedile e cerco di calmarmi, quando sento qualcuno vicino a me, sicuramente sarà il mio compagno di viaggio, mi volto e……..
È ufficiale, “Tsu appena atterro sei morto” ma con tutte le persone che ci sono su questo aereo, proprio lei mi doveva capitare come compagna di viaggio. È una persecuzione.
 La guardo sorpreso ma cerco di camuffare subito l’emozione, in questo sono molto bravo, fin da bambino  ho sempre avuto un carattere chiuso e scontroso “grazie alla mia famiglia” e non ho mai fatto trapelare le mie emozioni a nessuno, anche se da un paio d’anni a questa parte le cose sono un po’ cambiate, e a volte mi lascio andare ma non più del dovuto.
Mi passa davanti per raggiungere il suo posto, e mi lancia uno sguardo infastidito e mentre si siede mi dice.
S: - Ho chi si rivede, mister simpatia – con un tono acido fino al midollo.
A però che caratterino, non pensavo fino a poco fa. La guardo con un sopraciglio alzato e con un ghigno divertito gli rispondo.
H: - come siamo acide –
Si volta verso di me con il viso accigliato e rossa di rabbia,(porca miseria e bella anche quando è arrabbiata).
S:- da che pulpito. Chi sarebbe acida? Signor che non accetta le scuse di una povera ragazza che gli e caduta addosso senza volere-
H:- oltre ad essere acida starnazzi anche come una gallina – e la vedo diventare ancora più rossa e paonazza di prima,in questo momento potrebbe anche uscirgli del fumo dalle orecchie.
Ma tutto a un tratto la vidi fare dei respiri profondi nel tentativo di calmarsi, incrocia le braccia sotto al seno e punta il suo sguardo dritto nel mio a modi sfida.
S:- Senti brutto babbuino senza cervello, e con poca educazione, io non ti conosco tu non conosci me, ma visto che dobbiamo passare 15 ore l’uno accanto all’altro, e non ho assolutamente voglia di passare queste ore con il pessimo umore, che ne dici di una tregua?- l’ultima frase la dice con il sorriso sulle labbra.
Rimango interdetto, “ ma soffre di personalità multipla?” un attimo prima e furibonda poi sembra che mi voglia sfidare ed ora è tutta calma e per di più sorridente. Questa situazione m’infastidisce, ma visto che “e non lo ammetterò mai “ ha ragione, e mi aspettano 15 ore di tortura, con una alzata di spalle mi volto dall’altra parte.

[I signori passeggeri sono pregati di allacciare le cinture stiamo per decollare]

Panico.

 
                                                      *****

POV Sana

H: - Come siamo acide – mmmmm non lo sopporto, per di più con quel ghigno divertito sul volto.
S: - da che pulpito. Chi sarebbe acida? Signor che non accetta le scuse di una povera ragazza che gli e caduta addosso senza volere –
H:- oltre ad essere acida starnazzi anche come una gallina –
GALLINA........Ora scoppio, sono cosi furibonda che lo strangolerei.
 “calmati Sana calmati, sei su un aereo e non puoi permetterti di dare spettacolo, e soprattutto di cedere a simili provocazioni, perche sono solo provocazioni, oramai non sei più una bambina sei una donna adulta e ragionevole”. Ed ecco che riaffiorano In me i pensieri di prima, e la mia innata curiosità ha il sopravvento  “chi sa cosa celano quegli occhi e cosa li ha resi cosi glaciali e impenetrabili” faccio due respiri profondi e……. diamo inizio alla sfida.
S:- Senti brutto babbuino senza cervello, e con poca educazione, io non ti conosco tu non conosci me, ma visto che dobbiamo passare 15 ore l’uno accanto all’altro, e non ho assolutamente voglia di passare queste ore con il pessimo umore, che ne dici di una tregua?- non ho resistito me la deve pagare per avermi chiamata gallina quindi quel “babbuino” se lo è proprio meritato. In risposta mi fa una alzata di spalle e si volta dall’altra parte.
Un unico aggettivo? “ODIOSO”

 
[I signori passeggeri sono pregati di allacciare le cinture stiamo per decollare]
 

Mi allaccio la cintura di sicurezza e apro la tendina dell’oblò, “adoro il decollo, e ammirare il panorama di Tokyo vista dall’alto”. Non ci sono parole e spettacolare.
S: - Tokyo vista da qua e meravigliosa – e nel dirlo mi volto verso quell’ODIOSO del mio “compagno” di viaggio, e lo vedo chinato in avanti con la testa nelle mani.
S: - Ti senti male? –
Si volta verso di me e il suo sguardo si posa verso l’oblò. Non lo avesse mai fatto. E sbiancato e nei suoi occhi ecco apparire qualche traccia di emozione “PAURA E SMARRIMENTO” era terrorizzato, sudava freddo.
 Nel vederlo così ho avuto una stretta al cuore, e mi sbrigo subito a chiudere la tendina dell’oblò, mi volto verso di lui e lo vedo appoggiato al sedile con l testa all’indietro e gli occhi chiusi, le mani strette a pugno sulle gambe, rigido come un pezzo di legno.
S: - Soffri di vertigini?-
H: - Non sono affari tuoi – il modo in qui lo ha detto non era cattivo, lo ha detto quasi sussurrato, come se non fosse stata quella la risposta che avrebbe voluto dare, ma più una richiesta di aiuto.
Allora spinta da qualcosa, gli stringo la mano. Quel semplice contatto mi provoca un brivido, come una scossa, e sarei tentata a mollargli la mano all’istante, ma non lo faccio sento che in questo momento ha bisogno di incoraggiamento e sostegno, ha bisogno di me.

 
                                              *****
 
POV Akito

Sento stringermi la mano e un brivido attraversa tutto il mio corpo, una sensazione mai provata in vita mia, e non saprei dire se la cosa mi infastidisce oppure no, però sicuramente è riuscita a farmi calmare un po’ e a riprendermi dall’attacco di panico dovuto alle vertigini.
Mi volto verso di lei e il mio cuore perde un battito, mi guarda con un sorriso da farmi mozzare il fiato.
H: - Perche lo stai facendo? – sposto  il mio sguardo sulla sua mano che stringe la mia per fargli capire a cosa mi riferisco.
Ora è imbarazzata.
S: - P-per infonderti un po’ di sostegno  –
H: - non mi conosci nemmeno –
S: - A parer mio non bisogna per forza conoscere una persona per infondergli  qualcosa  che sia incoraggiamento, sostegno o speranza -
Ok se prima pensavo che questa ragazza mi faceva uno strano effetto, ora posso confermare che non mi ero sbagliato, e con sorpresa mi accorgo che questa situazione non mi infastidisce affatto, anzi provo una sensazione di benessere al suo fianco, quasi indispensabile, così mi ritrovo a contraccambiare la stretta di mano di una perfetta sconosciuta, che con quella parola “SPERANZA” mi ha riportato indietro di qualche anno.
 Quando ero un ragazzino arrabbiato con se stesso e con il mondo intero, definito un demonio da mia sorella per aver ucciso nostra madre dandomi alla luce, e aver subito da parte sua tante cattiverie e insulti fino a farmi credere di essere veramente un diavolo, e desiderare a mia volta di morie per togliermi quel peso dalla coscienza.
 Fino a quando una sera tornato a casa e vedo mia sorella venirmi incontro in lacrime e abbracciarmi (un gesto che non avevo mai ricevuto da nessuno) e tra i singhiozzi mi chiede scusa per come mi aveva trattato in tutti quegli anni. All’inizio non riuscivo a capire il motivo di tutto ciò, poi mi fa vedere uno sceneggiato che aveva registrato. In poche parole. “era la mia vita”.
Una ragazzina maltrattata dalla sorella per aver compromesso la salute della loro madre dandola alla luce. A differenza della mia vita, proprio la madre fa capire alla ragazzina che non è colpa sua se sta male, e che l’ha voluta bene ancora prima che nascesse e che gli ha dato la vita per amore, ed anche a far capire alla sorella maggiore che tutta la sua frustrazione e la rabbia nei confronti della sorella minore era ingiusta. Guardando quello sceneggiato ho capito di non essere stato io la causa della morte di mia madre, e ha fatto aprire gli occhi anche alla mia famiglia. Da allora la mia vita è nettamente cambiata ma il mio carattere non ha avuto molti mutamenti, non sono più arrabbiato con il mondo intero e con me stesso, non provoco più risse e il rapporto con la mia famiglia e più solido, ma sono sempre rimasto schivo e chiuso, non parlo quasi con nessuno e non mi interesso a niente e nessuno, a parte il karate che è l’unica cosa che mi rende veramente vivo.
Ciò che mi ha colpito di più non e stato lo sceneggiato in se per se ma quella ragazzina, e tutte le emozioni che è riuscita a trasmettermi recitando quella parte, si è immedesimata nella mia vita senza neanche saperlo, tant’è che qualche giorno dopo ho deciso di scrivere una lettera di ringraziamento a tutto il cast ma in particolare a lei, non so perché l’ho fatto ma ne ho sentito il bisogno, sta di fatto che fino ad ora quella ragazzina sia l’unica persona a qui io abbia detto grazie, perché mi aveva dato una SPERANZA, quella di vivere ancora. Non la dimenticherò mai nemmeno il suo nome ho dimenticato “ Sana Kurata”.
Questa ragazza che mi stringe la mano, mi ricorda quella ragazzina.
S: - Ei biondino? – questa frase e la sua mano che mi sventola davanti al viso mi ridesta dai miei pensieri.
Sbaglio ho mi ha appena chiamato “biondino”.
H: -Akito… mi chiamo Akito Hayama –
S: - Ah ti sei ripreso mi stavo iniziando a preoccupare –
H: - Stavo pensando –
S: - Allora dovevano essere dei pensieri molto profondi, ho cercato di richiamarti alla realtà per quasi mezzora –
H: - Già –
S: - Akito Hayama hai detto giusto? –
Annuisco con un cenno del capo.
S: - io mi chiamo Sana Kurata –
 Ed ecco che il mio cuore si ferma all’istante.
 
Non e possibile, non riesco ancora a crederci, la ragazzina che mi ha praticamente cambiato la vita 14 anni fa, e la stessa che è seduta accanto a me. Tanto e lo shock che non riesco più a parlare l’unica cosa che riesco a fare e stringergli ancora la mano, e non ho il coraggio di interrompere questo contatto anzi non voglio per niente interromperlo. E possibile che ci sia un legame cosi forte che mi leghi a lei?
Ancor prima di sapere il suo nome ho sentito la necessita della sua presenza e il bisogno di averla vicino. Non ho mai creduto nel destino e cose varie, ma ora credo di dover iniziare a ricredermi.
 
                               ******

Sono passate 6 ore da quando siamo decollati, e le nostre mani sono ancora intrecciate l’una all’altra, ci siamo separati giusto il tempo per mangiare e per poter andare in bagno, poi sempre di sua iniziativa tornava a stringermi la mano, e la cosa non mi dispiaceva affatto.
Dal canto mio non ho parlato molto rispondevo alle domande che mi poneva, gli ho detto che sono un istruttore di Karate, e a questa affermazione lei era a dir poco euforica, perché a detta sua e una cosa che ci accomuna perché anche lei è un’istruttrice ma in un altro campo, se non ho capito male insegna ZUMBA.
Per di più mi ha raccontato quasi tutta la sua vita, dal suo lavoro nel mondo dello spettacolo alla sua passione per la danza e la scelta di cimentarsi in quel campo lasciando la carriera da attrice.
 L’unica domanda che gli ho rivolto è stata  quella per chiedergli se si era pentita di questa scelta,mi  risposto , che ne porta un bel ricordo, uno in particolare, e detto questo la vidi portare la mano al medaglione che ha al collo. Chi sa che cosa gli ricordi?
 Sicuramente qualcosa di molto importante, perche quando lo stringeva i suoi occhi si illuminarono di una luce particolare, la cosa mi ha un tantino infastidito ma non ho avuto il coraggio di chiederglielo. “Ritornando alla scelta dell’abbandono della carriera d’attrice” mi ha detto che era una vita troppo frenetica che gli portava via l’esperienza di vivere una vita spensierata e normale, e di non essersene pentita affatto.

                               *****

Sto rivalutando il pensiero di uccidere Tsu, perche se non fosse stato per lui io ora non sarei su questo aereo, e non avrei incontrato la ragazza che 14 anni fa mi ha ridato la voglia di vivere, e che in questo momento sta  dormendo accanto a me. Sembra un angelo mentre dorme, non smetterei mai di guardarla.
Involontariamente  ha appoggiato la testa sulla mia spalla, avendola cosi vicino riesco a sentire il suo profumo. Vaniglia, profuma di vaniglia.
Non sono mai stato sdolcinato e nemmeno fatto certi pensieri ma Sana ha uno strano potere su di me,  sono felice di aver avuto la possibilità di  incontrarla, e averla conosciuta. Tra qualche ora le nostre strade si divideranno e io tornerò alla mia solita vita, e i miei soliti modi di fare. Intanto mi godo queste ultime ore accanto a lei al mio “ANGELO” .
 E con il suo inebriante profumo mi lascio andare nelle braccia di Morfeo.  

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Capitolo 3
*** Grazie ***


                                                      CAPITOLO 3 
                                                         GRAZIE
 
 
POV Sana
Mi sento invasa da uno strano profumo che mi manda in estasi, e un misto tra muschio e menta, “e a dir poco inebriante”. Inspiro profondamente e apro gli occhi. Volto il capo e mi ritrovo due occhi ambrati che mi fissano. Ci metto poco a capire la situazione in qui mi trovo. Ho la testa appoggiata sulla spalla di Hayama e ancora con la mano intrecciata alla sua, una posizione a dir poco imbarazzante. Mi scosto velocemente, rossa dall’imbarazzo.
Non riesco a proferire parola, ed è strano da parte mia visto che di solito sono una macchinetta che non smette mai di parlare. Allora cerco di pronunciare qualche parola giusto per togliermi da questa situazione.
S: - I-o..io…n-non…ecco?? –
A: - Tranquilla non mi sei mica saltata addosso, ti sei solo girata involontariamente mentre dormivi –
Rimango sbalordita. Infatti se ne accorge.
A: - Che c’è? –
S: - E la frase più lunga che hai detto da quando siamo partiti, non hai quasi mai proferito parola, a meno che  qualche monosillabo alle mia domande. Sono sbalordita!! –
A:- Non parlo molto tutto qua! –
S: - L’ho notato per questo sono sbalordita –
Alzata di spalle da parte sua.
S: - Appunto!! –
L’imbarazzo è finito, ma ora mi sento tutta intorpidita, cerco di stiracchiarmi un po’, anche se lo spazio è limitato.
S: - Che bella dormita chi sa quanto ho dormito? –
A: - 8 ore –
S: - Cavoli!! Che ore saranno? –
A: - Sono le tre del pomeriggio di Sabato –
S: - Sabatooo? Domenica semmai ieri era Sabato!! –
Mi guarda con un sopracciglio alzato e un’espressione come se ci fosse qualcosa che io mi dovrei ricordare. Guarda bene la mia espressione, e capisce che io sono arciconvinta della mia affermazione. rassegnato dal fatto che io non ci arrivi……
A: - Il Giappone e otto ore avanti rispetto all’Italia, quindi li ora sono le undici di sabato sera ma in Italia sono le tre di Sabato pomeriggio –
S: - E VEROOO!! Me ne ero completamente dimenticata quindi e come se fossimo tornati in dietro nel tempo. FANTASTICOOO!! – lo dico esultando e battendo le mani come una bambina.
“Fermi, fermi, fermi, cosa vedono i miei occhi?” il mio caro compagno di viaggio musone e che parla a monosillabi sta sorridendo, non ghignando sta sorridendo ed è carinissimo.
S: - Stai sorridendo!! finalmente pensavo che soffrissi di una paralisi da musone – ed ecco che torna musone peggio di prima.
S: - NO dai ti prego sorridi di nuovo eri troppo carino!! –
A: - C-cosa? –
Non ci posso credere è diventato rosso!! no questo non gli e lo dico, così tutto rosso e imbarazzo mi fa una tenerezza.
Devo dire però che forse mi sbagliavo sul suo conto, durante il viaggio ho notato che non era più quel ragazzo freddo che ho conosciuto all’inizio.
Anche i suoi occhi sono cambiati, non sono più duri e glaciali. Sono più caldi e tranquilli. Forse e solo una persona timida e riservata che pone davanti a se un muro, e fa si che sembri freddo e insensibile.
E chiaro che la sfida che mi ero prefissata all’inizio e andata a farsi benedire, anche perché non ho scoperto quasi niente su di lui a parte che vive a Tokyo e che insegna karate, avevo immaginato che praticasse qualche sport per avere dei muscoli cosi definiti. Devo ammettere pero che e veramente sexy.
A: - Kurata, smettila di fissarmi, ci manca poco che ti metti a sbavare –
S:- M-ma cosa dici non è assolutamente vero – sarò diventata sicuramente un’aragosta in questo momento
A: - OH si invece mi stavi letteralmente mangiando con gli occhi. Ammettilo?-
S: - Lo nego nella maniera più assoluta –
A: - Se lo dici tu?-
Che impertinente. Gli faccio una linguaccia e mi giro dall’altra parte, mamma mia che imbarazzo, perche diamine mi sono messa a fissarlo.
A si! perche è maledettamente sexy.
[I signori passeggeri sono pregati di allacciare le cinture di sicurezza stiamo per atterrare]
In questo momento non ho il coraggio di guardarlo, per via dell’imbarazzo di qualche secondo fa, pero spero che non abbia un altro attacco di vertigini per la sensazione del vuoto nella discesa dell’aereo. [*non ho mai preso un aereo e non soffro di vertigini però questo pezzo mi serve per la scena successiva] Non so il perché ma mi preoccupo per lui.
 
                                                          *******
 
Finalmente siamo atterrati, non vedo l’ora di vedere Aya e conoscere Tsuyoshi. Aya mi ha invitata a stare da lei durante questa settimana ci divertiremo da matti, mi ha detto che ospiteranno anche l’amico di Tsuyoshi, il suo testimone. Si sono sicura che mi divertirò da matti questa settimana e poi non vedo l’ora di visitare Napoli.
Ci sono già stata un paio di volte in Italia quando lavoravo nel mondo dello spettacolo, avevo girato anche un film quindi l’italiano bene o male lo conosco, e in più Aya durante le nostre telefonate e video chat, mi ha insegnato anche un po’ di dialetto locale, quindi non dovrei avere problemi.

 
 Come immaginavo Hayama non si è sentito bene durante l’atterraggio infatti adesso e seduto un po’ più in la con le mani sulla fronte, gli sto portando qualcosa di fresco da bere dicono che aiuti.
S: - Hayama ti ho preso una limonata dicono che aiu………- SBAM
S: - O mio dio Hayama scusami non l’ho fatto apposta sono inciampata!-
Ma si può essere più imbranate di me. O mio dio gli ho rovesciato la limonata con tutto il bicchiere sulla testa, “che figura mamma mia” meno male che il bicchiere era monouso e non di vetro, se no sarebbe stato un vero guaio se si fosse rotto. Mi avvicino al suo viso per asciugarlo un po’ sono troppo mortificata.
S: - Aspetta ho un fazzoletto pulito ti aiuto ad asciugarti, scusami ancora Hayama sono mortificata, senti  forse e meglio se vai in bagno a sciacqu…….-
O mio dio ma cosa sta facendo “M-mi sta baciando?” perche? E poi perche non riesco a muovermi che diamine mi prende
A: - Grazie  –
Ma che cavo lo mi prende perche non riesco a muovermi. Lo vedo andare via e non riesco ne a dire ne a fare niente, sento solo un miriade di emozioni invadere il mio corpo ma non riesco e decifrarne neanche una.
Perche mi ha bacia? e per di più perche mi ha ringraziata? Anzi mi sarei aspettata qualche insulto, visto il suo carattere burbero, per avergli rovesciato la limonata sulla testa, invece che fa? mi ringrazia e mi bacia? Non ci capisco più niente.
Eppure era un grazie strano non saprei spiegarlo di preciso, lo ha detto in una maniera talmente profonda che racchiudeva qualcosa di più.
Non parliamo poi del bacio, e stato un bacio a fior di labbra che è durato un istante, ma che mi ha scaturito una strana sensazione, non saprei dire, non è il mio primo bacio ma e come se lo fosse stato, ma ciò che mi ha fatto battere il cuore in una maniera spropositata e stato quel grazie.



Angolo autrice
Scusate se il capitolo è corto ma l'ho dovuto suddividere per forza cosi per i titolo.
grazie a chi legge e recensisce un abbraccio alla prossima.

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Capitolo 4
*** Casa Sasaki, Sugita ***


CAPITOLO 4
                CASA SASAKI, SUGITA
 

POV Akito
 
Perche cazzo lo baciata, se era già difficile allontanarmi da lei cosi figuriamoci dopo quel bacio, non potevo solo ringraziarla?.
 Sfiorare quelle meravigliose labbra al gusto di ciliegia, e stata una sensazione indescrivibile, il cuore mi martellava nel petto, e sentivo un calore irradiarsi in tutto il corpo. Non ho mai baciato nessuna ragazza, perche me le porto direttamente a letto. (si sono un fottuto donnaiolo, che si porta a letto ogni sera una donna diversa). Non ho mai avuto il desiderio così irrefrenabile di voler baciare qualcuno, ma con lei… non so cosa mi prende, ma desideravo ardentemente posare le mie labbra sulle sue. E il risultato qual è stato? che ora mi sento svuotato,come se fossi privo di vita.
 Ogni passo che sto facendo in fretta e furia, fuori dall’aeroporto e una coltellata diritta al petto. Vorrei solo tornare indietro e sentire di nuovo quella sensazione di benessere al suo fianco come quando eravamo sull’aereo.
Perche mi fa questo effetto? eppure la conosco solo da qualche ora? Ha uno strano potere su di me, e sapere che mi fa stare così male mi manda letteralmente in bestia, non mi sento più IO. Rabbia, sento solo rabbia.
Fermo un taxi e mi ci fiondo dentro.
A: - Via Cristoforo Colombo n°27 – devo dire che  prendere la decisione di studiare lingue e culture moderne mi e servita. Visto che non avevo nessuna idea e ispirazione su che tipo di studio orientarmi.
Il tassista a detto che ci vorranno 30 minuti per arrivare, speriamo di fare in fretta perche ho bisogno di una doccia immediatamente, sono tutto appiccicoso, grazie l mio “Angelo”. Se mi fosse capitato con qualsiasi altra persona, mi sarei infuriato come non so che cosa, ma con lei no, non ci sarei riuscito neanche se avessi voluto. Nel vedere la mortificazione nei suoi occhi, ho sentito come un dolore al petto, desideravo solo rivedere quegli occhi pieni di gioia e allegria, forse e anche per quello che lo baciata.
Se ci penso ancora impazzirò “basta Akito riprenderti cazzo, non puoi buttarti a terra per una donna non l’hai mai fatto e non dovari farlo mai”.
Devo trovare subito una distrazione magari riuscirò a levarmela dalla testa, devo tornare in me. A se prendo Tsuyoshi lo uccido sul serio, tutta colpa sua e di questo dannato matrimonio, se mi trovo in questa situazione. Per la settimana che dovrò passare qui, mi ha voluto ospitare a casa sua, bene Tsu preparati sto arrivando più incazzato che mai.
 

                                                         *******     
 

[da qui in poi la H e per le conversazioni di Akito e la A per Aya]
DLIN… DLON…..
Appena apri questa dannata porta sei un uomo morto Tsu.
T: - Aki…… - Lo hai notato il mio sguardo omicida.
H: - Tsu sei un uomo morto – lo sto per prendere dal bavero della camicia, ma mi fermo all’istante, perché vedo dietro di lei una ragazza minuta con un grembiule da cucina e le mani unite a modi preghiera sul petto, con gli occhi pieni di paura. Sicuramente ha udito la mia minaccia. Così mi limito a scansarlo dalla porta, urtandolo con la spalla per poter entrare in casa.
H: - devo farmi subito una doccia dov’è il bagno? – e che si sbrigasse a rispondere, prima che la grazia che gli ho fatto faccia retro front.
T: - Oh ciao anche a te amico mio, non ci vediamo da 5 anni e sai solo dirmi dov’è il bagno? non cambierai mai! – sempre spiritoso lui, ma oggi non e giornata per me.
H: - Sono al quanto alterato Tsu, ed e per colpa tua, quindi muoviti a rispondere e falla finita – gli ringhio contro, sembra aver capito l’antifona, quindi si limita ad alzare gli occhi al cielo esasperato.
T: - va bene, va bene, però almeno lascia che ti presenti la mia caramellina –
Oddio ancora quel soprannome, spero che non lo usi tutte le volte che si rivolge a lei? Sbuffo sonoramente e acconsento, cosi almeno mi lascia andare in bagno in santa pace. Si volta per presentarmela e nota anche lui che la sua “caramellina” come la chiama lui e al quanto spaventata dal sottoscritto.
T: - ecco hai visto che hai fatto, con il tuo caratteraccio l’hai spaventata – mi canzona rimproverandomi, e lo sguardo che gli lancio gli fa capire che no, non e proprio giornata.
T: - non preoccuparti zuccherino, non e cattivo e solo che è molto suscettibile, e sicuramente ha avuto qualche problema con il volo, sai soffre di vertigini – cerca di tranquillizzarla, “Magari fosse solo per quello”.
H: - hai finito? – gli intimo a sbrigarsi prima che scoppio del tutto, il ricordo di quello che è successo durante il viaggio e il resto, mi fa provare dei vuoti di stomaco mai avuti, e la mia rabbia verso di lui (perche è tutta colpa sua) aumenta.
T: - Va bene, va bene. Zuccherino lui e Akito Hayama, Akito lei e Aya Sugita la mia dolce caramellina gommosa, non che futura sposa – O mio dio mi sta per venire da vomitare con tutte queste smancerie, ma da quando è diventato cosi?.
Faccio un cenno col capo a modi saluto e lei fa lo stesso.
H: - ora posso andare o c’è ancora qualcuno da salutare? – gli e lo faccio presente,perche mi aveva detto che avrebbero ospitato anche la testimone della sua fidanzata.
A: - No la mia amica non è ancora arrivata, dovrebbe arrivare a momenti – e lei a rispondermi questa volta, con una vocina timida e delicata. Sembra si sia ripresa dai miei modi, ma la tonalità che ha usato mi ha ricordato le scuse di Sana, quando ci siamo scontrati, ed ecco tornarmi quella sensazione di vuoto nello stomaco pensando a lei, e il pensiero di non rivederla più, e non rivedere più quegli occhioni al cioccolato pieni di gioia di vivere, e di non riuscire a sentire di nuovo quella sensazione di benessere che mi provocava mi fa salire la rabbia. Ma perche deve fare così male stare lontano da lei? Basta devo trovare subito una soluzione, magari quest’amica di Sugita? Speriamo che sia almeno carina da riuscire a farmi distrarre, anche se non penso ci sia qualcuna più bella di lei, basta che non sia rossa, se no Tsu sta volta e morto sul serio.
 

 
                                                        *******
 

POV Sana
 
Sono ancora qui in aeroporto, imbambolata come una stupida per colpa di quel bell’imbusto e quegli occhi cosi belli e magnetici, che hanno il potere di incantarmi.
Perche diavolo mi a baciato? e soprattutto perche mi batte ancora così forte il cuore per un semplice grazie? Forse e stato il modo in cui lo ha detto che mi ha colpito? si deve essere per forza così. E poi quel bacio. Mi ha fatto provare una sensazione di calore in tutto il corpo e un nodo in gola, non mi sono mai sentita così nemmeno al mio primo bacio, forse perché mi ha preso alla sprovvista? Si è andata cosi non ci sono altre spiegazioni. Però devo ammettere che non mi è affatto dispiaciuto “AAAAA basta Sana su riprenditi” mi dico mentalmente, devo correre da Aya che mi sta aspettando, non vedo l’ora di abbracciarla, mamma mia sono 5 anni che non la vedo di persona non sto più nella pelle.
Mi fiondo subito alla ricerca di un taxi.
 
                                                        ********
 
Wow dal di fuori e proprio una bella casetta. È posta su due piani e a prima vista a anche un giardinetto ben curato, con rose rosa, e bianche, camelie, begonie e anche dei fiori li loto blu sono bellissimi, chi sa il retro del giardino come sarà?
DLIN…. DLON…..
Non gli do nemmeno il tempo di aprire la porta, che gli salto letteralmente al collo, ci mettiamo a saltare come due bambine, mamma mia quanto mi e mancata.
S: - Aya mi sei mancata tantissimo – e non posso evitare di mettermi a piangere dalla gioia, sono troppo felice di averla rivista e di poterla di nuovo riabbracciare.
A: - Ho Sana anche tu mi sei mancata tantissimo, non vedevo l’ora che arrivassi – tanta e l’emozione che piange anche lei.
A: - Dai su adesso basta piangere come due stupide, vieni che ti presento il mio pasticcino –
S: - Mi vuoi presentare un dolce? – gli domando ridendo all’affermazione che ha appena fatto.
A: - No ma che dici stavo parlando del mio fidanzato – mi risponde imbarazzata, AAAAA ora ho capito perche lo definisce una persona squisita.
S: - Ha ok ora ho capito, va bene andiamo a conoscere il tuo pasticcino - .
Ci dirigiamo nella stanza accanto al soggiorno da dove sono entrata, a prima vista la casa di Aya e molto carina, ha uno stile raffinato e delicato, come lei d’altronde. Il soggiorno e molto ampio con un divano a semi cerchio in pelle bianca, dietro di esso una libreria grigio chiaro, e dalla parte opposta una parete attrezzata bianca con le rifiniture grigie.
Entriamo in cucina*, anch’essa molto bella, è una cucina angolare con penisola, laccata lucido sul grigio (un po’ più scuro rispetto alla atonalità della libreria) con il top e una parte di pensili bianchi.
In piedi vicino alla penisola, intento a bere qualcosa, c’è un ragazzo non tanto alto, magro con i capelli castano scuro, porta degli occhiali quadrati che gli danno l’aria da sapientone, proprio l’opposto di Akito. “Ma perche diamine mi e venuto in mente lui adesso”.
T: - Ciao io sono Tsuyoshi Sasaki – mi ridesta dal mio pensiero poco opportuno in questo momento, allungandomi la mano, io la stringo di rimando.
S: - Piacere di fare la tua conoscenza Tsuyoshi io sono Sana Kurta –
T: - puoi chiamarmi Tsu e più sbrigativo – afferma lui sorridendo, sembra anche molto simpatico.
S: -  allora va bene. Tsu, sono davvero contenta di conoscerti, Aya mi ha parlato tanto di te. – affermo  allegramente.
T: - anche lei di te, comunque quando ero bambino guardavo il tuo programma di Evviva l’allegria, e ho visto anche alcuni film che ai girato, eri molto brava, e un peccato che ai abbandonato il mondo dello spettacolo – mi dice veramente dispiaciuto.
S: - grazie per il complimento, ma non devi dispiacerti io sono molto felice delle scelte che ho fatto, quella vita era troppo frenetica e mi privava di molte cose, come la danza che e la mia passione –
A: - E balla anche divinamente – mi elogia Aya intromettendosi nella conversazione.
S: - Non esagerare Aya!! – dico io imbarazzata grattandomi dietro la nuca.
A: - ma e la verità!! Zuccherino mio non immagini quanti ragazzi ha steso, le sere che andavamo in discoteca, ballando il latino americano, salsa e merenghe – afferma lei maliziosa.
S: - Dai Aya smettila, non e affatto vero –
A: - Ho si invece, ma tu sei sempre stata tarda a capire certe cose ha ha ha ha – afferma divertita, e non posso fare a meno che confermare e unirmi alla sua risata.
A: - dai su, vieni con me che ti mostro la tua stanza, alla valigia ci pensa il mio tortino zuccheroso – mamma mia, con tutta questa dolcezza quando si rivolgono l’un l’altra, mi faranno venire il diabete in questa settimana.
Intanto noto che Tsu e già intento a trascinarsi con mooolta fatica il mio bolide su per le scale, e siamo solo al primo gradino. Non vi dico il tassista per caricarlo e scaricarlo dal taxi, a momenti gli veniva l’ernia poverino, avrà avuto si e no una cinquantina d’anni, sicuramente Akito non avrebbe avuto problemi, “ancora ma che diavolo mi prende, possibile che debba venirmi in mente in ogni momento? ” cerco di scacciare via il pensiero andando in aiuto di Tsu.
S: - Tsu aspetta che ti aiuto – non faccio in tempo ad avvicinarmi a lui che una voce in cima alle scale mi fa bloccare sul posto.
H: - Lascia fare a me Tsu, se no al matrimonio ci arrivi con il colpo della strega –
No, non e possibile, adesso oltre che pensarlo immagino anche la sua voce? Alzo lo sguardo e il mio cure perde un battito.
S: - Ha-Hayama! –
H: - Ciao Kurata - 

 
 
 
*cucina di Aya
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Capitolo 5
*** Coincidenze? ***


CAPITOLO 5
COINCIDENZE?
 
 
POV Akito
 
T: - CHE COSAAAAAA?- Ed eccolo che come al solito non sa trattenersi.
H: - COSA CAZZO TI URLI! –
Gli ho raccontato tutto.  Dopo la scena delle scale non ho potuto evitarlo. Perché aveva notato il cambiamento dei miei modi, lui mi conosce molto bene, è stato l’unico bambino ad avvicinarsi a me senza il timore dei miei comportamenti.
Conosceva la mia situazione famigliare e del cambiamento che era avvenuto, non sapeva di preciso qual era stato lo sceneggiato in questione e nemmeno della lettera che avevo scritto, ora gli ho raccontato anche di quest’ultima.
Comunque sia non riesco ancora a credere a ciò che è accaduto poco fa. Mentre mi dirigevo verso le scale dopo essermi lavato e cambiato, ho sentito la sua voce, ed e stato come ritornare a respirare, come se il cuore avesse ricominciato a pompare sangue per permettere ai polmoni il loro funzionamento naturale.
Mi sono diretto subito sulle scale per controllare se era veramente lei o solo un’illusione, non c’erano dubbi, era lei!
Non so ancora il perché di queste mie reazioni alla sua sola presenza, ma ora come ora non me ne frega un cazzo, l’importante è che lei c’è ed è qui e questo mi fa stare bene, “dannatamente bene”.
Ritornando a Tsu, è letteralmente scioccato da quello che gli ho raccontato, soprattutto sull’ultima parte, infatti è qui nella mia stanza (dove ci siamo rintanati dopo “l’incontro” sulle scale) che sta facendo avanti e indietro come un pazzo.
T: - L’ha baciata, l’ha baciata, l’ha baciata………… - lo sta ripetendo a macchinetta, sembra più scioccato per il fatto che io l’abbia baciata che per il resto.
H: - Tsu hai finito? Mi stai facendo venire il mal di testa –
T: - AKITOO! – mi indica con il dito.
H: - Cosa c’è? – gli chiedo esasperato dal suo atteggiamento
T: - Tu…. L’hai baciata!!! -  ancora! Ora lo uccido.
H: - Si Tsu l’ho baciata e allora? sembra che tu sia più scioccato per il bacio che per il resto? -
T: - MA NON E’ OVVIO? – se non la smette di urlare, lo butto giù dalla finestra.
H: - Ti ho detto di smetterla di urlare – mi si avvicina ad un palmo dal naso.
T: - AkitoHayama! Tu non hai mai baciato nessuna ragazza. Te le porti direttamente a letto. Hai capito cosa vuol dire questo? – Su questo ha ragione, ma sul fatto che io ci debba capire qualcosa “no”, anche perché non ci sto più capendo niente da un pezzo oramai.
H: - Illuminami? – gli domando puntandomi le braccia al petto.
T: - Akito! Tu ti sei “innamorato”! – no, questo è tutto scemo, e lo dice pure ridendo!
H: - MA TI SEI BEVUTO IL CERVELLO? – stavolta e il mio turno di urlare.
T: - Per niente amico mio, tu ti sei innamorato e non provare a negarlo perché ti posso dimostrare il contrario ad ogni tua obiezione – afferma il sapientone, che ora fa un bel volo giù dalla finestra.
H: - E da cosa lo deduci? – sono proprio curioso di sentire quali cazzate tira fuori adesso.
T: - Primo! l’hai baciata. Secondo! quando sei arrivato qui a casa mia, avevi quello sguardo di un tempo, privo di vita, che magicamente appena l’hai vista si è illuminato di una luceche non ha MAI avuto prima. Si! dopo aver risolto la tua situazione famigliare, il tuo sguardo non era più vuoto e privo di vita, ma era diventato più mite, ma questa luce che hai ora non l’hai mai avuta – doveva studiare psicologia altro che storia dell’arte.
T: - Terzo! L’emozioni e le sensazioni che provi, sono la prova inconfutabile della mia teoria! – “la prova inconfutabile” gli si addiceva anche giurisprudenza a sto punto.
H: - Cazzate! Non posso essermi innamorato in un giorno – gli rispondo.
T: - E allora secondo te cos’è         ? – mi domanda mettendosi comodo e puntandosi le braccia al petto.
H: - Gratitudine! – non ne sono molto convinto, ma voglio pensare che sia gratitudine quello che provo nei confronti di Kurata.
T: - Akito! Akito! L’amore viene confuso molto spesso con la gratitudine – ma sentilo.
H: - tkz –
T: - E se foste destinati? – Addirittura! Ma si sente quando parla? Si che anche io, in un primo momento ho pensato che il destino me l’avesse fatta incontrare, ma da qui a dire che siamo addirittura destinati ne passa di acqua sotto i ponti.
H: - Non dire stupidaggini Tsu – “anche se?” ma che cazzo vado a pensare, io AkitoHayama che crede a queste stronzate. No! Non sono io.
T: - Dai Akito pensaci su, vi scontrate in aeroporto e già lìprovi un’attrazione per lei, poi guarda caso siete anche compagni di viaggio sull’aereo ed inizi a “provare” qualcosa e scopri chi è realmente, e ciliegina sulla torta, thooo vi rincontrate qui a casa mia per farci da testimoni a me e al mio zuccherino, non ci sono dubbi siete destinati! – certo non ha tutti i torti, “ma dai io che credo al destino”, no, non lo ammetterò mai.
H: - Coincidenze! –
T: - A me sembrano molto più di semplici coincidenze – voglio dargli corda almeno per un momento, vediamo cosa mi risponde.
H: - Anche se fosse? Chi ti dice che lei possa mai provare qualcosa per me? –
T: - Già il fatto che non ti abbia respinto al bacio e che quando ti ha visto non ti abbia detto niente a riguardo la dice lunga, e poi anche la sua reazione quando ti ha visto. Era sorpresa si, ma hai visto che sorriso ha fatto quando l’hai salutata? –
H: - Non ne sarei così sicuro – si ha sorriso ma poi ha abbassato lo sguardo, si sentiva a disagio per via di quel bacio, ne sono sicuro.
T: -  Pensala come vuoi, ma secondo me è così – se lo dice lui! Io rimango della mia opinione.
H: - Hei! non una parola con la tua “caramellina” Tsu! – lo conosco troppo bene e la maggior parte delle volte non riesce a tenere la bocca chiusa.
T: - Ma figurati! per chi mi hai preso? Piuttosto! adesso come ti comporterai? – bella domanda! Come cazzo mi comporto? Non lo so nemmeno io.
H: - Come mi comporto di solito! – mi guarda un po’ scettico e non ha tutti i torti.
IO non mi sento più IO, ma non lo ammetterò mai.
 
 

 
*******
 

POV Sana
 
Aver rivisto Hayama qui a casa di Aya, in un primo momento sono rimasta scioccata, ma dopo il suo saluto e aver incrociato il suo sguardo non ho potuto fare a meno di essere felice che lui sia qui, non so di preciso il perché ma e così.
Dopo che Aya e Tsu ci avevano chiesto se ci conoscevamo, ecco che l’imbarazzo aveva preso il sopravvento al ricordo di quel bacio. È stato Akito a rispondere dopo qualche secondo,(visto che dalla mia bocca non riusciva ad uscire nemmeno una sillaba) dicendo che siamo stati compagni di viaggio in aereo.
Dopo che Akito aveva preso la mia valigia per portarla di sopra seguito da Tsu, Aya mi aveva ritrascinata in cucina, ed ora eccomi qui, seduta al tavolo di fronte ad Aya che mi fissa con le mani sul viso e i gomiti appoggiati sul tavolo, e con un sorrisetto malizioso sul volto.
A: - Avanti Sana! so che è accaduto qualcosa tra voi e ora voglio sapere cosa? – Ad Aya non sfugge mai nulla, infatti deve aver notato la mia reazione di poco fa. Comunque io cerco di fare finta di niente guardandomi intorno senza incrociare il suo sguardo.
S: - Sai che hai proprio una bella cucina Aya, come fai a tenerla cosi lucida e pulita? – cerco di cambiare discorso anche se so che sarà invano il mio tentativo
A: - E inutile che cerchi di cambiare discorso, tanto non ci muoviamo da qui fin ché non parli –
T: - CHE COSAAAA? –
H: - CHE CAZZO TI URLI – Sentiamo gli urli di Tsu e Akito che arrivano dal piano di sopra, “Akito ha vuotato il sacco”, e io non posso far a meno di diventare rossa come un pomodoro.
Aya mi guarda sgranando gli occhi, ora più che mai ha capito che e successo “qualcosa”.
A: - Ora me lo dici, e subito! – mi intima puntandomi il dito contro.
Così inizio a raccontarle tutto dall’inizio.
Durante il racconto rimane in silenzio ascoltando con attenzione fino all’ultima parte.
 Sgrana gli occhi rimanendo di stucco, io la guardo in attesa che dica qualcosa, infatti scuote il capo per riprendersi e dire la sua.
A: - Però! non c’è che dire, hai fatto colpo anche questa volta e per giunta senza ballare – afferma sorridendo maliziosa.
S: - AAAA Finiscila Aya – gli rispondo imbarazzata.
A: - Però che coincidenza ritrovartelo qui! Chissà che imbarazzo dopo quel bacio, conoscendoti! –
S:- Appunto! Proprio una coincidenza – infatti ora non so proprio come dovrò comportarmi quando scenderà. Cosa devo fare? Gli devo chiedere perché mi ha baciata oppure dovrei lasciar perdere? Non so cosa fare.
A:- Ti piace! – mi ridesta Aya dai miei pensieri.
S: - C-cosa? NO! ma che dici? come ti salta in mente una cosa del genere? –
A: - Dai Sana non negarlo, ho visto come gli hai sorriso quando ti ha salutata e poi forse questa e la volta buona che…….. –
S: - NO! NO! E NO! – La fermo sul tempo perche so già dove vuole andare a parare.
A: - Avanti Sana perché no? ma l’hai visto bene? – mi domanda lei con fare malizioso.
S: - Certo che l’ho visto Aya! E non posso negare che mi affascina parecchio,degli istinti li ho anche io non sono mica fatta di legno! – ma non posso me lo sono ripromessa.
A: - E allora perché no?- domanda lei in maniera insistente.
S: - Lo sai Aya! – abbasso il capo e stringo con forza il mio medaglione, e lei sa cosa vuol dire.
A: -  Sana ancora con questa storia? Non credi oramai che sia solo una tua convinzione? –
S: -  Può anche essere come dici tu, ma io non voglio più illudere nessuno. E poi chi ti dice che ad Hayama possa mai interessare? –
A: - Sana! Ti ha baciata! Questo non ti dice niente? – mi domanda puntandosi le braccia al petto. Già il bacio, perché?
S: - A proposito perché mi ha ringraziata non riesco a capirlo? – Aya mi guarda incredula
A: - Sana possibile che tu non l’abbia ancora capito? Cosa hai fatto sull’aereo per lui?- ed ecco che appaiono nella mia mente due occhi pieni di paura e smarrimento.
S: - Ho capitooooo! Le vertigini! Mi ha ringraziato per questo. Ma perché baciarmi non poteva solo dire grazie? – Aya mi guarda con un sopracciglio alzato e un’espressione come dire ma ci sei o ci fai? Poi mi viene in mente la prima frase di Aya dopo il mio racconto “hai fatto colpo” e il rossore sulle mie guancia fa capire ad Aya che ci sono arrivata.
A: - Hai capito finalmente! E poi… anche a te piace! – afferma lei con aria soddisfatta.
S: - Aya! Questo non è vero e anche se fosse io non posso! – non voglio più illudermi di poter dimenticare. E non voglio più illudere chi cerca in me qualcosa che io non posso dargli. E men che meno Akito! Anche se fosse solo minimamente interessato, cosa che io dubito, non potrei mai illuderlo, lui più di tutti.
A: - Sana ai già 25 anni quanto pensi di aspettare ancora? –
S: - Non lo so Aya. Ma non riesco a rinunciarci. L’ho sentito allora e l’ho sento adesso, ognuno di noi è destinato a qualcuno e io mi sento destinata a lui! –
A: - Sana ti stai facendo del male da sola lo sai? –
S: - Lo so! Ma preferisco farmi del male, piuttosto che far soffrire ancora qualcuno – affermo stringendo con forza il mio medaglione. 
Veniamo interrotte dai passi che si avvicinano alla cucina, e l’agitazione inizia ad invadermi, ma perché devo essere cosi agitata“Uffa”?
 
********
 
POV Akito
 
Dopo essere entrati in cucina la tensione si poteva tagliare con il coltello.
Sugita accortasi che erano già le sette di sera e che non aveva ancora preparato la cena, si era data da fare a mettere in tavola tutto ciò che si poteva mangiare senza il bisogno di una cottura, e Sana le aveva dato una mano.
Siamo a tavola già da mezzora e nessuno proferisce parola, non che a me non piaccia il silenzio anzi, pero questo e a dir poco inquietante e passare una settimana cosi sarebbe da suicidio. Per di più Tsu continua a guardarmi di tanto in tanto, ed inizia ad infastidirmi, Sugita fa lo stesso nei confronti di Sana (scommetto che anche lei sa cosa è successo).
Sana sembra ignara di tutto ma si vede che si sente a disagio anche se cerca di non darlo a vedere continuando a mangiare, anzi si sta abbuffando come se non mangiasse da un mese, sembra una bambina. Ha il latte della mozzarella che le cola dalle labbra, non c’è che dire e proprio buffa.
CLIK!  Un flash proveniente dalla parte di Tsu mi abbaglia facendomi voltare di scatto verso di lui, e lo trovo con ancora il telefono in mano e un sorriso da imbecille sul volto.
H: - Che cazzo stai facendo? – gli domando un po’ alterato. Odio che mi vengano scattate delle fotografie, soprattutto a mia insaputa.
T: - Scusa Akito ma non ho saputo resistere. Il tuo sorriso era da immortalare e un evento più unico che raro! – risponde lui ridendo di gusto.
Sto quasi per scattare verso di lui ma la voce di Sana mi blocca all’istante.
S: - Non esagerare Tsu! Però se sapevo che collezionassi i sorrisi di Hayama lo avrei fotografato anche io sull’aereo, era davvero carinissimo! – alla sua affermazione, la mascella di Tsu ci manca poco che finisca sopra il tavolo dallo stupore, e vedo, anzi sento, che Sana vedendo la reazione di Tsu, sta per fargli la domanda che non voglio assolutamente che faccia.
S: - Perché hai questa reazione? – ecco gli e lo ha chiesto.
T: - Sana!Akito non ha mai sorriso in 26 anni! – “brutto imbecille”non poteva starsene zitto. Vedo Sana sgranare gli occhi e voltarsi verso di me, e dopo una frazione di secondo fa un sorriso che parte da un orecchio all’altro, non ho mai visto un sorriso più luminoso di quello, e devo dire che è ancora più bella.
H: - Perché sorridi così? – non ho potuto evitare di dirlo mi è uscito quasi senza volere.
S: - Perché pensare che il primo sorriso della tua vita lo hai rivolto a me, mi rende immensamente felice! – alla sua affermazione il mio cuore perde un battito, e sento un calore imporporare le mie gote.
CLICK , FLASH
Mi volto immediatamente verso di lui.
H: - Tsu, finiscila! – gli ringhio contro.
T: - Anche il tuo imbarazzo e da immortalare, eri tutto rosso ah ahahahah – mmmm vorrei strozzarlo.
S: - Se stai cercando di dire che è anche la prima volta che si imbarazza, devo deluderti di nuovo Tsu – afferma Sana ancor più sorridente di prima.
 

 
*******
 

Grazie all’intervento, “poco opportuno a mio parere”, delle foto scattate da Tsu, l’aria ora e più respirabile.
A: - A proposito Sana! Non ti ho ancora chiesto come stanno tua madre e Rey? – alla domanda di Sugita, Sana sgrana gli occhi e fa cadere dalle mani le posate, scattando in piedi e portandosi le mani sulle guance lanciando un urlo disumano.
S: - OH MIO DIOOOOOOOOOOOO!!!!! – mi ha quasi rotto un timpano, certo che ha un megafono al posto delle corde vocali.
A: - Sana che succede? – gli domanda allarmata Sugita.
S: - Mi sono dimenticata di chiamare Rey, sarà furibondo! – dice agitando le braccia, per poi sparire dalla cucina dirigendosi al piano di sopra.
Questa reazione, non so perche mi ha un po’ infastidito, chi è questo Rey?
T: - Chi è Rey? – Tsu dà voce ai miei pensieri e non so il perché ma glie ne sono grato.
A: - Rey è stato il primo amore di Sana – dice Aya ridacchiando, ma questa risposta non mi è piaciuta affatto.
T: - Stanno insieme da tanto? – non so se picchiarlo o meno.
A: - No! non sono mai stati insieme, anche perché Ray è sposato e ha 12 anni in più di Sana, lui è stata la sua prima cotta fino all’età di 11 anni – Tsu la incita ha continuare, ed ora anche io sono curioso.
A: - Rey era un senza tetto, Sana lo ha incontrato quando aveva 5 anni, gli ha fatto tenerezza e lo ha portato a casa sua, con il consenso di sua madre ovviamente “è una donna molto particolare” lo hanno vestito e sfamato, e gli hanno dato un lavoro. Ha fatto da manager a Sana nel mondo dello spettacolo, ed ora gestisce la parte burocratica della palestra di Sana. Si vogliono molto bene, per Sana è come un padre e per lui Sana è come una figlia, è molto protettivo nei suoi confronti. Se non fosse stato per Sana chi sa che fine avrebbe fatto, glie ne è molto grato – io e Tsu rimaniamo a bocca aperta, sapevo che Sana fosse una persona speciale ed ora ne ho la conferma. E’ una persona molto altruista, non solo gli ha dato un tetto e un lavoro, gli ha ridato una vita, e io posso capirlo. Perché è ciò che ha ridato anche a me.
Ed eccola che piomba in cucina così come era sparita con un tablet in mano. Si siede sulla prima sedia libera che trova proprio quella vicino alla mia.
S: - Non riuscivo a trovare il tablet, ho dovuto buttare per aria tutto ciò che avevo in valigia, ah ahahah- afferma ridendo.
Inizia a trafficare con quel coso, dicendo che c’erano 1 messaggio di sua madre e  35 messaggi di Ray, più un messaggio vocale, sempre di Rey.
 
MESSAGGIO VOCALE  DI REY
R: -SANAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA, che fine hai fatto. E meno male, che ti avevo avvertita di chiamarmi appena saresti arrivata, chiamami immediatamente quando senti il messaggio, ti è successo qualcosa? Sei stata male? Oooooooooooooooooooh la mia piccola Sana perché non mi rispondi ?–
MM: - Finiscila Rey ha 25 anni, non e più una bambina, sicuramente avrà incontrato un bel ragazzo sull’aereo e si e dimenticata totalmente di noi ahahahahah –
R: M-ma maestra cosa sta dicendo, quale ragazzo? Chi? Che cosa? Sana non può avere un ragazzo! SANAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA stai lontana dai ragazzi hai capitooooooooo………………………………….
FINE MESSAGGIO VOCALE.
 
Durante la riproduzione del messaggio Sana, Tsu e Aya stavano morendo dalle risate, e non posso negare che una risatina sia scappata anche a me, ma solo quando è intervenuta la madre di Sana. A differenza mia Sana in quel momento poteva fare invidia ad una aragosta. Quando diventa rossa è ancora più bella.
S: - Che ore sono adesso in Giappone? – domanda Sana, asciugandosi le lacrime uscite dalle troppe risate.
H: -  Le 5:30 su per giù – gli rispondo io, visto che gli altri due sono ancora piegati in due dalle risate, sicuramente non hanno nemmeno sentito la domanda.
S: - Oh! allora gli scrivo un messaggio, poi domani mattina lo chiamo, adesso starà dormendo! -
Subito dopo aver inviato il messaggio, quel coso inizia a squillare.
S: - Non è possibile! È già sveglio a quest’ora?-afferma incredula spalancando la bocca.
A: - Conoscendolo non ha dormito per niente – gli risponde Sugita ricomponendosi un po’, dal troppo ridere.
Drin..drin..drinn…
Sana accetta la chiamata, e dallo schermo appare un uomo con i capelli scuri tutti in disordine e gli occhiali da sole. Si possono portare gli occhiali da sole in casa alle 5 e mezza del mattino? Mah.
R: - SANAAAA! – gli ringhia contro ma un attimo dopo è in lacrime.
R: - mi hai fatto preoccupare, stai bene? Ti è successo qualcosa? Perché non mi hai chiamato? Hai visto quanti messaggi ti ho mandato? – non c’è che dire sembra proprio un padre preoccupato, a mio parere anche un po’ troppo esagerato.
S: - E dai Rey! Mi ero dimenticata di chiamarti, ero troppo impaziente di rivedere Aya – non so perché sento che non sta dicendo tutta la verità.
Da dietro l’uomo, vediamo arrivare su una macchinina giocattolo rossa, una donna con un copri capo assurdo sulla testa (un letto a baldacchino con uno scoiattolo che sta dormendo) deve essere sicuramente la madre di Sana, perché come la vede inizia ad urlare, ma devo dire che non le somiglia per niente.
S:-Mammina, mammina come mai sei già sveglia a quest’ora? Aspetta un momento, Rey che ci fai a casa di mia madre non dovresti essere a casa tua con Asako? -
MM: - Figurati!E’ qui da quando sei partita e non si e mosso da d’avanti quel computer, e non mi ha fatto nemmeno chiudere occhio, comunque ciao anche a te figliola – afferma la madre di Sana, Rey si gratta dietro la nuca imbarazzato,e Sana ricomincia a ridere di gusto.
A: - Buongiorno signora Kurata, buongiorno anche a te Rey – afferma Sugita avvicinandosi al tablet, seguita da Tsu che viene presentato da Sana.
MM: - Sana tesoro, chi c’è li vicino a te? - le chiede la madre intravedendo sicuramente la mia spalla. Cosi Sana mettendomi il braccio sull’altra spalla mi attira a sé mostrando per intero la mia figura alla madre, il suo gesto ha provocato in me un brivido lungo la schiena e vengo invaso nuovamente dal suo inebriante profumo. “Coincidenze Akito, sono solo tutte coincidenze” mi ripeto mentalmente.
S: Ah mammina lui e Akito Hayama il testimone di Tsu, pensa ci siamo incontrarti sull’aereo, senza sapere che poi ci saremo incontrati qui per far da testimoni ad Aya e Tsu che coincidenza vero? Ah ahahah – “appunto coincidenze” però forse non si è resa conto di cosa ha appena detto, com’è ingenua! Infatti dopo ciò che ha detto Sana, Rey sbianca e spalanca la bocca dallo stupore, tant’è che la mascella potrebbe arrivare per terra, sua madre invece mi fa un saluto facendo apparire sul suo volto un sorrisetto malizioso, io faccio un cenno con il capo a mo’ di saluto, poi si volta in direzione di Rey e fa scattare un ventaglietto,tirato fuori dalla manica del kimono, portandoselo d’avanti la bocca .
MM: - Cosa ti avevo detto! ah ahahahah – gli afferma facendo una risata alla Babbo Natale, “questa donna inizia a starmi simpatica”, intanto Sana è rossa dall’imbarazzo. E si! Si è resa conto, di aver dato conferma alle allusioni della madre, che aveva fatto nel messaggio registrato di prima.
MM: - E comunque niente male, ben fatto figliola! – afferma voltandosi di nuovo verso lo schermo.
S: - Ma mammina cosa dici guarda che non è come pensi – inizia a sbraitare gesticolando tutta rossa in volto.
Poi sua madre dandoci le spalle si dirige alla sua macchinina saltandoci dentro, e sgommando via, urla i suoi saluti seguiti da un “divertitevi”.
La video chiamata prosegue ancora per qualche minuto riguardante alcune questioni burocratiche della palestra, che Rey ha esposto a Sana. fino ad arrivare ai saluti quando Rey fa delle raccomandazioni a Sana riguardante i ragazzi, alla quale lei risponde esasperata di non preoccuparsi e che non è più una bambina, poi togliendosi per la prima volta gli occhiali da sole,(mostrando i suoi occhi verdi)pone i suoi saluti a tutti, e lanciando a me  uno sguardo minatorio, che io sono ben accetto a ricambiare.
 
 
Il resto della serata prosegue tranquillamente, la tensione che c’era all’inizio oramai è scemata, le ragazze stanno organizzando l’itinerario per domani, hanno deciso che nel pomeriggio andremo in giro per la città, Sana vuole visitare Napoli. Per la sera Sugita ha detto che ceneremo al “Bamburesturant” è un ristorante di cucina asiatica e per concludere la serata andremo in un pub vicino alla spiaggia.
 Sana non sta più nella pelle, salta dalla gioia come una bambina e non vede l’ora che sia domani, è un vulcano pieno di allegria, praticamente il mio opposto.
Non ho mai trascorso una serata come questa e diversamente da come mi aspettavo in un certo senso mi sono anche divertito, sarà per la presenza di Sana o forse no, ma per la prima volta mi sono sentito a mio agio insieme a qualcuno. A parte il fatto che Tsu mi ha osservato per tutta la serata e questo mi ha infastidito parecchio. Non so se le deduzioni di Tsu siano vere oppure no, ma l’aver sentito di nuovo il suo profumo, inizia a destabilizzare le mie convinzioni.

 
*******
 

POV Tsuyoshi
 
Sono preoccupato, l’ho osservato per tutta la sera e sono più che convinto che quello non è lo stesso Akito che conosco da sempre. Non che la cosa mi dispiaccia, ma vedere di nuovo quello sguardo che aveva da bambino, mi ha preoccupato molto, e sapere che il motivo di tutto ciò sia stato causato da Sana mi preoccupa ancora di più.
La sua vicinanza gli fa bene, e come se avesse bisogno di lei per poter respirare.
Ho paura che…, anzi ne sono certo, lei è assolutamente indispensabile per lui, se quel piccolo distacco avvenuto dall’uscita dell’aeroporto fino a quando l’ha rincontrata qui, lo ha reso quell’essere cinico e privo di vita, non voglio immaginare cosa accadrebbe quando ogni uno di loro tornerà alle proprie vite. 
Lo conosco troppo bene, e so per certo che anche se capisse che i sentimenti che prova per lei sono molto più profondi di una semplice gratitudine, lui non glielo direbbe mai.
Non sono sicuro se anche lei provi qualcosa ma di sicuro non gli è indifferente, i suoi imbarazzi e i suoi sguardi, me ne danno la conferma, anche se il mio pasticcino mi ha detto che Sana sulle faccende amorose è un po’ tarda.
A: - Però che coincidenza che il tuo migliore amico e la mia migliore amica, abbiano fatto il viaggio insieme e si siano rincontrati qui da noi. Non credi anche tu pasticcino? – domanda la mia caramellina entrando in camera da letto, ridestandomi dai miei pensieri.
T: - Già – gli rispondo io, non molto convito delle sue deduzioni, perché non sono molto convinto che si tratti solo di coincidenze.
A: - Pasticcino! Cos’hai ti vedo preoccupato?- al mio zuccherino non sfugge mai niente. Ma non so cosa risponderle, vorrei chiederle consiglio ma ho promesso ad Akito di non dire niente. Se lo facessi mi ucciderebbe, ne sono sicuro.
T: - Niente zuccherino è tutto apposto –
A: -E’ per Akito vero? Ho notato come lo hai guardato per tutta la sera – com’è dolce il mio zuccherino al miele, riesce a comprendere sempre tutto, ma non so come risponderle, quindi mi limito ad annuire con il capo.
A: - Non mi hai mai raccontato niente di lui. Non mi e sembrato una cattiva persona questa sera, si non parala molto e se ne sta sulle sue, anche se quando è arrivato devo dire che mi aveva messo molta paura –
T: - Già – forse non posso dirle che il cambiamento del suo umore è derivato dalla presenza di Sana. Però….posso parlarle dell’infanzia difficile che ha avuto!
T: - Sai, Akito non ha avuto un’infanzia come dovrebbero averla tutti i bambini di questo mondo –
A: - Cosa intendi dire? – m’interrompe lei quasi sconvolta da quello che ho appena detto.
T: - Calmati amore fammi finire. Allora ti stavo dicendo che Akito ha avuto un’infanzia molto difficile, quando è nato sua madre è morta dandolo alla luce, e l’atteggiamento che ha avuto sua sorella nei suoi confronti per l’accaduto lo ha portato ad essere un bambino scontroso, rude, insensibile e privo di ogni emozione per la vita degli altri e per se stesso. Sua sorella lo incolpava per la morte della loro mamma, lo chiamava addirittura“demonio” e a lungo andare lui si è convinto di esserlo, e di essere veramente lui la causa della sua morte, portandolo così a desiderare lui stesso di morire. Crescendo le cattiverie e gli insulti della sorella nei suoi confronti e il senso di colpa hanno fatto sì che Akito diventasse sempre più meschino, ricattava persino gli insegnati a scuola. Tutto ciò durò per ben 12 anni fino a che…… - interrompo il mio racconto perché non so come continuare. Se vado avanti la mia caramellina capirà sicuramente di quale sceneggiato si tratti è la migliore amica di Sana dai tempi dell’asilo.
 Quindi mi volto verso di lei, (perche intento nel mio racconto non l’ho guardata nemmeno per un secondo)e la trovo con gli occhi sbarrati, non saprei dire se si tratta di stupore o di shock,  con le mani sulla bocca.
T: - tesoro che cos’hai? Sei rimasta scioccata per la storia di Akito? Non devi tesoruccio mio so anche io che un bambino non dovrebbe mai passare quello cha ha passato lui però…. – stavo tentando di farla riprendere quando lei mi tappa immediatamente la bocca. E con il volto più serio che gli abbia mai visto…
A: - Tsu..! Che giorno è natoAkito? – mi domanda togliendo le sue mani dalla mia bocca, per portarle con i pugni serrati sulle sue gambe.
T: - Perche me lo chiedi? – gli domando sorpreso e un po’ preoccupato, non mi chiama mai per nome ameno che non sia arrabbiata.
A: - Tsu rispondi e basta! – afferma con più decisione, e la cosa inizia a preoccuparmi cosi rispondo alla sua domanda.
T: - Il 12 ottobre! – alla mia risposta Aya inizia a delirare salta giù dal letto e comincia a fare su e giù per la stanza.
A: - Non è possibile! Non ci posso credere!......... –
T: - Caramellina! Che succede perché ti sconvolge tanto aver saputo il giorno in cui e nato Akito? – alla mia domanda Aya si ferma e salta sul letto avvicinandosi ad un palmo dal mio naso.
A: - Pasticcino mio! 14 anni fa Sana ha ricevuto una lettera da un ragazzino nato il 12 ottobre in qui gli raccontava la stessa identica storia che mi hai appena raccontato. Dimmi che è lui ti prego? – ho saputo della lettera solo oggi e ringrazio i kami che Akito me ne abbia parlato. Ho uno strano presentimento, e non è brutto! Quindi annuisco alla sua domanda e Aya inizia a saltare dalla gioia.
A: - E lui! È lui! È lui!........ lo ha trovato! Non ci posso crede aveva ragione! –
T: - amore calmati! E mi vuoi spiegare cosa succede? –
A: - Tsu! Sana conserva quella lettera nel suo medaglione da 14 anni con il sentore un giorno di incontrarlo dice di sentirsi destinata a lui! –
T: - L… - Aya mi tappa la bocca prima che possa urlare.
A: - Shhhhhh! Zitto vuoi che ci sentano? –
T: - Lo sapevo che non erano semplici coincidenze. Devo andarlo a dire subito ad Akito – salto giù dal letto diretto alla porta.
A: - Sasaki Tsuyoshi! Fermati immediatamente! – mi blocco all’istante. Quando mi chiama per nome e cognome non promette bene. Mi volto lentamente verso di lei.
A: - Tu non gli dirai proprio un bel niente! – afferma lei con decisione.
T: - Amore ma Akito deve sapere che Sana conserva quella lettera, lui ancora no ha capito che prova qualcosa per lei se glie lo dicessi…… - m’interrompe.
A: - Appunto pasticcino se tu glielo dici rovineresti tutto. Anche Sana ha provato qualcosa per lui quando l’ha baciata, ma non ne è ancora consapevole. Se davvero le sue sensazioni che si porta dietro da 14 Anni sono vere dobbiamo lasciare il modo di scoprirlo ad entrambi – non ha tutti i torti, se davvero sono destinati “cosa che io ne sono certo fin dall’inizio” dovranno accorgersene “spero”.
T: - Hai ragione! Ma se non se ne accorgessero? Akito è uno zuccone non ammetterebbe mai nemmeno a sé stesso di potersi innamorare di qualcuno, e poi a quanto mi hai detto Sana è un po’ tarda sulle questioni di cuore! –
A: - Non diremo loro niente, ma questo non vuol dire che non possiamo aiutarli ad avvicinarsi. Lasciamoli un po’ da soli e vediamo cosa succede.- afferma lei con un po’ di malizia.
T: - D’accordo mia dolce Caramellina al miele! Facciamo come dici tu! –
 
 
*******
 
POV Aya
 
Oh Sana! Le tue sensazioni erano giuste e il tuo cuore lo ha riconosciuto.
Spero che te ne accorga anche tu e che la tua testardaggine non abbia il sopravvento.
Mi hai sempre detto che “non si può sfuggire al destino che ci è stato assegnato”, ora ne ho la conferma, il destino lo ha portato da te.
 
POV Sana
 
Ciao Sana.
Non ho mai scritto una lettera ma la voglio scrivere a te, Sana Kurata.
Sono nato il 12 ottobre di 12 anni fa,quel giorno mia madre è morta dandomi alla luce. Ho passato la mia vita, con la convinzione di essere stato il suo assassino, chiamato demonio da mia sorella e convincendomi di esserlo, subendo da lei insulti e maltrattamenti. A casa mia non sono mai stato il ben venuto, quindi ogni sera mi dirigevo in quello che sentivo veramente casa mia, “un gazebo”, e li consumavo le mie cene da solo. Non ho mai ricevutone dato amore, nemmeno dalla mia famiglia, mi sono sempre ritenuto un mostro e per questo ho desiderato di poter morire.  Questa è stata la mia vita fino a tre giorni fa.
Dopo aver visto il tuo sceneggiato, io e le mia famiglia abbiamo aperto gli occhi, ed ora stiamo cercando di costruire una vera famiglia unita, ma il motivo che mi spinge a scriverti è un altro.
Questa notte ho fatto un sogno. Ho sognato la mia mamma. 
Era dentro un gazebo adornato di rose bianche, edera avvolta da una luce immensa. Invitandomi a raggiungerla mi ha fatto stendere sul suo grembo, cullandomi come un bambino e cantandomi una ninna nanna.  Per la prima volta ho sentito il calore di mia madre, e ho potuto inebriarmi del suo profumo, un profumo dolce, la mia mamma profumava di vaniglia.
Mi ha detto una sola frase “figlio mio, io ti ho dato la vita perché tu possa viverla, vivila a pieno” dopo di che mi ha posato un bacio sulla fronte e una calda lacrima è caduta sul mio viso, quella lacrima mi ha aperto il cuore e mi ha mostrato una luce nuova.  Aprendo gli occhi non c’era più la mia mamma, ma c’eri tu Sana. E mi hai detto “questa e la luce della speranza ora vivi la tua vita che ti è stata donata con amore” e come un angelo sei volata via.
Per questo motivo ora ti sto scrivendo, per dirti solo una cosa.
“Grazie”, per avermi dato la speranza che anche io posso vivere una vita senza rimorsi.
“Grazie”mio dolce “Angelo”.
 
Mi sono appena svegliata nel cuore della notte con il cuore all’impazzata.
Ho ancora impressa nella mente l’immagine del sogno che ho appena fatto.
Ho sognato di serre nel gazebo a leggere la mia lettera, e all’improvviso mi sono apparsi due occhi ambrati.
Ma che diamine mi prende, perche il mio cuore batte così forte?

 
 
ANGOLO AUTRICE
Spero vi sia piaciuto questo capitolo. Volevo comunicarvi che i prossimi capitoli non saranno più cosi ravvicinati. Tra casa, lavoro e le mie bimbe scrivo la storia di notte. In due settimane o dormito una sera si a l’altra no quindi ora rallento un po’.
Ho il difetto che quando incomincio a fare qualcosa la voglio portare a termine il prima possibile, pero ora ho bisogno di recuperare un po’ di sonno arretrato.
Ringrazio chi legge e recensisce, e anche ai lettori silenziosi. Grazie anche a chi ha aggiunto la storia tra i preferiti e le seguite, e un grazie particolare a kategirl90 che mi fa da beta, correggendo i miei errori.
A presto alla prossima

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Capitolo 6
*** Conoscersi ***


CAPITOLO 6
CONOSCERSI
 
 
POV Akito
Non sono riuscito a chiudere occhio, colpa di Tsu e le sue congetture, anche se sinceramente non riesco a dargli completamente torto, troppe coincidenze e poi il suo profumo… ed è proprio per questultimo che non sono riuscito a dormire. In aereo non ci avevo dato molto peso ma ora…. Definire tutti gli avvenimenti successi una coincidenza mi risulta alquanto difficile.  
Sta di fatto che intorno alle 7, (stanco di rigirarmi nel letto) avevo deciso di andare a fare una corsa, giusto per mettere in ordine i miei pensieri. Ma prima di uscire avevo incontrato Tsu e Sugita in salone che si preparavano per uscire, dicendomi che i piani per oggi erano saltati. Dovevano andare a Caserta perché un loro vecchio compagno di università aveva bisogno del loro aiuto e che sicuramente sarebbero tornati verso tarda sera.
Non so perché ma questo imprevisto (detto da loro) mi puzza. E’ troppo una coincidenza assurda che costringa me e Sana a rimanere da soli per un’intera giornata. Non bastavano i pensieri che non mi hanno fatto dormire questa notte, ora ci si metteva anche questo dannato amico di Tsu e Sugita.
Sto correndo da circa 2 ore per capire come affrontare questa situazione in cui mi trovo.
Non posso più negare a me stesso che provo qualcosa di più della gratitudine ma non penso sia amore “come dice Tsu”, in più devo dire che dopo il racconto di Aya riguardo a Rey, non posso che provare stima e ammirazione verso di lei. Già Rey! Ha detto Sugita che per lei è come un padre, ma il suo vero padre dove sarà? Che sia morto? Questo potrebbe essere un altro fattore che ci accomuna? Non ho mai voluto seguire la carriera di Sana dopo aver visto lo sceneggiato, l’avevo vista cimentarsi nel programma di evviva l’allegria, e dopo lo sceneggiato e il sogno non ho voluto più guardare niente che la riguardasse volevo ricordarla così come l’ho sognata, però ora…. Basta! sono giunto ad una conclusione, voglio conoscerla meglio.
Stanco e sudato dalla corsa e con un gran mal di testa dovuto ai troppi pensieri, rientrato in casa mi dirigo in cucina per bere un bicchiere d’acqua.
Mentre sto mettendo il bicchiere nel lavandino sento una musica provenire dal giardino, vado verso la porta finestra e dopo aver messo piede fuori, mi blocco sul posto, “forse era meglio rimanere in casa”.
Ciò che mi si para davanti mi fa andare in tilt cervello corpo e tutti gli annessi.
Sana!
Indossa un pantajazz a pinochietto viola attillato, che fa risaltare le sue splendide forme che già avevo notato “ed apprezzato” al nostro primo incontro, e un top bicolore a effetto marmorizzato viola e bianco, che lascia la parte bassa della schiena completamente scoperta*.


*Immagine correlata                              
Ovviamente non si è accorta di me perché è girata di spalle intenta ad allenarsi. Ho già visto ragazze ballare e non mi hanno mai suscitato niente in particolare, ma il modo in cui la sto facendo Sana….. porca miseria! ha una sensualità nei movimenti che mi manda in tilt.
Siamo a luglio e il clima alle 10 e mezza del mattino ancora non ha raggiunto i livelli massimi, si e no ora ci saranno 25 gradi ma io sto andando a fuoco dopo aver visto quel meraviglioso lato b scuotersi al ritmo di ShakyShaky di Daddy Yankee** (ma non poteva mettere un’altra canzone no?) sento uno forte desiderio farsi strada denro di me, non ho mai desiderato cosi ardentemente qualcuno “ con tutte le donne con qui sono satato non sono mai stato spinto dal desiderio ma dalla voglia di divertimento e piacere”non posso più stare qui fermo ad ammirarla devo andarmene subito, mi ci vuole una doccia ghiacciata immediatamente, “ho detto che voglio conoscerla non saltarle addosso!”.
 
** https://youtu.be/OO73qiSL8ew
Il ballo ZUMBA di Sana
 


 
*******

 
POV Sana
 
Uffa! Ma proprio oggi questo amico doveva aver bisogno di loro.
Aya mi ha lasciato un biglietto dicendomi che dovevano andare a Caserta e che torneranno tardi, che pizza!
Già dopo il sogno di questa notte ho fatto fatica a riaddormentarmi, ogni volta che chiudevo gli occhi mi balenavano davanti i suoi, e ora.. devo passare una giornata intera sola con lui! Non che mi dispiaccia però…
Ancora non riesco a capire il sogno che ho fatto, certo non posso negare che Akitoabbia suscitato in me qualcosa, anche se non riesco a comprenderne il motivo.
Uffa! neanche l’allenamento è riuscito a liberarmi del tutto la mente, non so che cosa devo fare.
Perché l’ho sognato? E soprattutto perché insieme alla mia lettera? forse ha ragione Aya dicendo che è tutta una mia convinzione? O forse il sogno sta a significare che devo voltare pagina una volta per tutte?
Eppure io lo sento, le parole di quella lettera mi sono entrate nell’anima, come posso voltare pagina? Ci ho già provato a lasciarmi alle spalle questa storia, “senza risultato ovviamente” ma adesso….
Devo anche ammettere pero che nessuno di loro aveva suscitato in me un minimo di emozione, si mi piacevano erano carini, simpatici ma per il resto…neanche nel baciarli non ho mai provato niente. Invece Akito con un solo sfiorar di labbra ha provocato in me calore e brividi, e non posso negare di esserne attratta. Diamine è bello e sexy da morire, forse è proprio questo il motivo, ed è solo un’attrazione fisica quella che provo per lui. E non parliamo poi dei suoi occhi, Kami! Sono bellissimi e hanno un colore e uno sguardo cosi magnetico da avere il potere di incantarmi, è come se parlassero, come se mi volessero dire qualcosa.
“AAAAAA Basta!” a furia di pensare mi è venuto un gran mal di testa, non so ancora di preciso cosa devo fare, però di una cosa ne sono certa, sento che devo conoscerlo.
Ora però devo pensare come riempire questa giornata, di stare a casa non se ne parla proprio, e poi voglio visitare Napoli.
Appena torna Akito gli chiedo se vuole venire con me, perché uscire da sola in una città che non conosco non mi sembra il caso, già mi perdo a Tokyo solo per andare al supermercato figuriamoci qui!
Chi sa dov’è andato? Spero non si sia perso, perché se anche lui non ha il senso dell’orientamento siamo messi proprio bene.
“Intanto mi bevo un bicchiere d’acqua e mi vado a fare una bella doccia!”
Nel mentre sto mettendo il bicchiere nel lavandino noto che non è vuoto, eppure ricordo benissimo di averlo lasciato pulito dopo la colazione! quindi vuol dire che Akito è tornato! Bene gli vado a chiedere subito se gli va di venire con me a visitare Napoli.
Mentre salgo le scale mi si accende una piccola lampadina “se è tornato perché non è venuto a salutarmi?” che maleducato orami sente.
Salgo le scale di corsa dritta alla sua camera.
S: - HAYAMAAAA! – Senza nemmeno bussare spalanco la porta della sua stanza.
 
 
“OH – MIO – DIO”……………………
Paralizzata! Sono praticamente paralizzata non riesco né a parlare né a muovere un muscolo.
H: - Kurata non ti ha insegnato nessuno a bussare? -
S: - S-SEI NUDOOO! – non so quanti secondi o minuti siano passati prima che Akito mi risvegliasse dal mio stato di paralisi, ma sono bastati per squadrarlo dalla testa ai piedi, oh myGod! ma quante vitamine prende questo qui, ha certi muscoli! Bicipiti, pettorali e addominali che sembrano gli siano stati scolpiti addosso, se era sexy vestito ora porca miseria non saprei come definirlo.
H: - Kurata! Hai visto qualcosa di interessante? – mi domanda incrociando le braccia al petto, osservando la mia mano con un sorrisetto compiaciuto sul volto.
Già perché forse non ho ancora detto che sono rimasta praticamente imbambolata con gli occhi sgranati, una mano sulla bocca dopo il mio urlo, e con il dito dell’altra mano cheindica  il punto dove (dopo la mia radiografia al qui presente) il mio sguardo si è soffermato! al suo…… per tutti i Kami…essendomi ridestata dopo la sua domanda inizio a sventolare le mani in preda al panico, non saprei che tonalità di rosso abbia assunto ma mi sento il viso andare in fiamme, cosi mi tappo gli occhi dandogli le spalle.
S: - COPRITI MALEDUCATO! –
H: - Guarda che sei entrata tu senza bussare! –
Non riesco più a risponderli ha ragione! Mamma mia che figura! Non ho mai visto un uomo completamente nudo e proprio ora che mi è capitato io che faccio? “rimango a fissargli il…..” ho mi dio non immaginavo che fossero cosi…cosi… ,(già a 25 non ho mai visto un uomo completamente nudo quindi si! Sono ancora vergine, ma non per una mia scelta intendiamoci, o forse si? Comunque sia, un po’ le mie “sensazioni”, un po’ il fatto che non ho mai trovato nessuno che mi facesse provare determinati input, io sono ancora vergine) oh mamma sto andando in iperventilazione che faccio?
H: - Kurata! Calmati! Cos’è non hai mai visto un uomo nudo? – OH OH!
S: -  N-NO! CIOE’ SI!-“stupida! Stupida! Sana cerca di controllarti”
S: - OooooohHayama ma come ti salta in mente una cosa del genere, finiscila di fare il cretino e rivestiti! – di certo non gli vado a dire che non ho mai visto un uomo nudo, mi prenderebbe sicuramente in giro. Ma è mai possibile che mi debba cacciare sempre in situazioni imbarazzanti!
Tutto a un tratto sento un respiro sul collo che mi provoca dei brividi lungo la schiena, caldo! Fa anche troppo caldo, sento come un nodo stringermi in gola e il cuore inizia a battere decisamente troppo forte.
H: - Puoi girarti ora – mi sussurra all’orecchio, e vengo anche invasa dal suo inebriante profumo “muschio e menta” lo stesso che avevo sentito in aereo. Ma che diamine mi prende. Cerco di deglutire per poter sciogliere quel nodo in gola ma senza risultato.
S: - Si-sicuro? –
H: - Si! –non ne sono sicura ma ho sentito un pizzico di ironia nella sua risposta“che sbruffone!”.
Mi volto lentamente e il signorino ha i pantaloni indosso ed è intento ad infilarsi la maglietta, certo che è davvero bello anche se… senza vesti è molto meglio “ma che cavolo mi prende?”, ma guarda te in che situazione mi sono andata a cacciare perché diamine non ho bussato.
H: - Allora? – Akito mi ridesta dai miei pensieri ma sono ancora un bel po’ in imbarazzo.
S: - C-cosa? –
H: - Perché sei piombata qui senza neanche “bussare”? – ecco! perché?
S: - Beh..ecco..io..Ahsi ero venuta a chiederti se ti andava di uscire con me? – glie lo chiedo guardandomi la punta delle scarpe, non ho ancora il coraggio di incrociare il suo sguardo.
H: - Uscire.. con te? – mi domanda un po’ incerto.
S: - Si! Visto che Tsu e Aya sono dovuti andare a Caserta e hanno detto che torneranno tardi io non ho voglia di stare in casa, e poi volevo visitare un po’ la città e non mi va di andarci da sola –
H: - va bene! – la sua risposta immediata mi emana una sensazione di gioia che scaccia via l’imbarazzo di poco fa, facendomi tornare allegra e pimpante.
S: - Oh! Grazie! Grazie! Grazie! allora vado a farmi subito una doccia e poi usciamo ok? – saltello pimpante ed allegra verso il bagno quando…
H: - Kurata sono le 11 e mezza non è meglio pranzare prima? – ecco di certo non posso dirgli che io e la cucina non viaggiamo sulla stessa lunghezza d’onda.
S: - Be! possiamo fermarci a mangiare qualcosa fuori che ne dici? – gli chiedo speranzosa “fa che dica di si?”.
H: - ok! – mi risponde per poi dirigersi fuori dalla camera diretto alle scale.
H: - Ti aspetto di sotto –
S: - Ok! – E felice come una pasqua mi dirigo in bagno saltellando.
 


 
*******
 


H: - Kurata è già passata più di un’ora e mezza e avrei fame, ci vuole ancora molto? – mi incalza Akito da dietro la porta, (non sa che sono una ritardataria nata) ma quando si tratta di scegliere ciò che devo indossare non riesco mai a decidere, oggi più degli altri giorni.
S: - Ho quasi fatto! –
H: - Kurata ti do ancora 5 minuti, se non sei pronta me ne vado! – impaziente il signorino, ma non sa che le donne si fanno attendere?
S: - Arrivo subito! –
Alla fine ho optato peruno shorts in jeans chiaro e una camicetta bianca smanicata, i capelli legati in una coda alta e per il trucco un filo di eye-liner,  lucidalabbra alla ciliegia e sono pronta.
H: - Kurata i 5 minti sono passati io me ne…. – si blocca nel momento in cui apro la porta.
S: - sono pronta!  – ed è rimasto immobile a fissarmi sbalordito.
S: - che c’è? Qualche problema? Ho qualcosa che non va? –
H: - No! – mi risponde con un po’ di imbarazzo voltandosi subito e dandomi le spalle.
H: - Andiamo che ho fame! – mi dice incamminandosi verso le scale “ma che gli è preso?”
 
 
Usciti di casa abbiamo deciso di incamminarci a piedi “Aya la sera prima aveva detto che c’era un ristorante a pochi metri da qui”,Akito ha chiesto indicazioni a un passante ed ora ci stiamo dirigendo dove ci è stato indicato.
Camminiamo in un rigoroso silenzio ed è al quanto snervante se non imbarazzante dopo quello che è successo prima. Devo trovare qualcosa da dire non mi va di passare la giornata con lui in questo modo, e poi avevo deciso di conoscerlo meglio quindi…...si ma non so proprio che cosa dire uffa! Ma perché devo essere cosi nervosa “diamine Sana è un ragazzo come tanti”. Bè a dire la verità non è esattamente cosi, e totalmente diverso dalle tante persone che ho conosciuto e così misterioso ed intrigante, eppure mi chiedo come mai non lo abbia mai incontrato fino ad ora eppure viviamo nella stessa città. 
H: -Se vuoi chiedere qualcosa chiedi pure!–
S: - C-cosa? –ero così immersa nei miei pensieri che la sua affermazione mi ha fatto sobbalzare sul posto.
H: - Si vede lontano un miglio che ti frulla qualcosa per la testa, e poi a quanto ho capito sei una gran chiacchierona mi sembra starno che tu non abbia ancora aperto bocca – se già ero senza parole ora lo sono di più, questa frase è addirittura più lunga di quella detta in aereo “va migliorando il signor monosillabi”. Comunque questa è l’occasione giusta per intavolare almeno un po’ di conversazione quindi gli chiedo la prima cosa che mi passa per la mente.
S: - Mi stavo chiedendo, come mai non ci siamo mai incontrati prima? Cioè viviamo nella stessa città, potremmo anche aver frequentato la stessa scuola da bambini eppure non ci siamo mai incontrati! –
H: - Io sono nato e vissuto ad Osaka, mi sono trasferito a Tokyo un anno fa per aprire la mia palestra di Karate –ora e tutto più chiaro eppure che stupida che sono Aya mi aveva detto che Tsu era di Osaka, se facevo due più due ci arrivavo.
S: - ora mi è tutto più chiaro, quindi vivi a Tokyo solo da un anno dimmi un po’ in che zona risiedi? -
H: - Shibuya – rimango sbigottita con gli occhi sgranati e stampata sulla bocca una bella O.
H: - Dalla tua espressione presumo che anche tu sei di quella zona? –
S: - Esatto! – gli rispondo dopo essermi ripresa, possibile che viviamo nella stessa zona e in un anno non ci siamo mai incontrati.
Drin..Drin… veniamo interrotti dallo squillo del suo telefono, appena vede sul display chi lo sta cercando si porta svogliatamente all’orecchio il telefono.
H: - Pronto? –
? : - DANNAZIONE  AKITO PERCHE DIAMINE NON HAI CHIAMATO PER FARCI SAPERE COME ANDATO IL VIAGGIO SONO TRE GIORNI CHE NON ABBIAMO TUE NOTIZIE CHE DIAMINE TI PASSA PER LA TESTA ALMENO UNA TELEFONATA PER FARCI SAPERE…… - Gridava talmente forte che ho sentito tutto anche io eAkito ha dovuto spostare il telefono dall’orecchio e dalla sua espressione sembra un po’ infastidito infatti gli urla contro interrompendola.
H: - NATS PIANTALA DI GRIDARE COME UN’ISTERICA - dopo averla canzonata la conversazione telefonica diventa più calma, e da quello che ho capito si tratta di una donna, e dentro di me nasce una punta di fastidio ma cerco di ricacciarla indietro anche perché a me che cosa me ne deve interessare? Le comunica che il viaggio è andato bene e che non ha avuto problemi per via delle vertigini, e su questo punto non posso far altro che provare gioia e soddisfazione. Dalle risposte che dava Akito si sentiva che c’era confidenza tra loro, facendomi arrivare alla conclusione che dovrebbe trattarsi della sua ragazza, ed ecco che torna quella punta di fastidio “se è già impegnato perché mi ha baciata?” e ripensando a questo vengo pervasa anche da un po’ di rabbia.
 È stata una chiamata breve, che ha provocato in me vari stati d’animo in contrasto tra loro anche se non dovrebbe interessarmene però non riesco a trattenermi.
S: - Non dovevi far preoccupare la tua ragazza, perché non l’hai chiamata ieri? – purtroppo non riesco a mascherare bene le mie emozioni e nella mia domanda si sentiva un po’ di astio. Lui mi guarda un po’ sorpreso però poi sfodera uno dei suoi “rari” sorrisi (come li definisce Tsu “possibile che non abbia mai sorriso e che lo faccia solo con me?”).
H: - Era mia sorella! E comunque non ho la ragazza, se così fosse stato non ti avrei baciata! – Colpita e affondata, ma che fa mi legge nel pensiero, e comunque dopo la sua risposta il sollievo si fa strada in me, ma alla battuta finale il mio cuore perde un battito e sento una strana sensazione allo stomaco mai provata, come se facesse le capriole.
Non posso negare che la sua risposta mi abbia fatto piacere, però ora mi sento in imbarazzo ma non è vero e proprio imbarazzo forse è meglio dire agitazione, ecco sì! Mi sento stranamente agitata.
Non sono riuscita a rispondergli quindi torniamo a camminare in silenzio “con Akito Avanti a me di qualche passo” fin che non si blocca di colpo, e quasi gli andavo a sbattere contro. Seguo il suo sguardo posato alla nostra sinistra, (una vetrata con varie foto di pietanze da far venire l’acquolina in bocca, sembra quasi di essere tornata a casa) guardo in alto verso l’insegna “bambù resturant”.
S: - Oh siamo arrivati finalmente, ho una fame! Entriamo? – gli chiedo, ma lui è ancora imbambolato a fissare la vetrina con uno sguardo perso come sull’aereo. Gli sventolo una mano davanti agli occhi per farlo rinsavire.
S: - Hayama che ti prende vogliamo entrare? – alla mia domanda si volta verso di me.
H: - Si! – così dicendo si avvicina all’ingresso del ristorante aprendomi la porta dandomi la precedenza ad entrare “però non lo facevo cosi galante”.
Non mi ero sbagliata su di lui la prima volta che l’ho visto.Akito a prima vista può sembrare rude, antipatico, scorbutico e menefreghista ma è solo una maschera, qualcosa deve averlo segnato nel profondo, i suoi occhi “e ciò che rivela il suo sguardo” non mentono a sofferto molto.
 
 

 
********
 


POV Akito
 
Questo posto mi riporta alla mente la prima uscita con la mia famiglia dopo il nostro ricongiungimento.
Mio padre la sera dopo aver visto lo sceneggiato era rincasato con del sushi e notando che a me quella pietanza piaceva molto qualche sera dopo ci ha portati a cenare in un ristorante di sushi. È stata la prima uscita come una vera famiglia eper me è stato come un regalo, non avendone mai ricevuti, quella sera mi sono reso conto di avere anche io una famiglia. Tutti gli anni come ricorrenza il 14 luglio mio padre ci porta a mangiare in quello stesso ristorante, e non è un caso che oggi sia il 14 luglio. Non potrei condividere questa ricorrenza di famiglia con nessun’altro che non sia Sana.
S: - Ti piace il sushi? –
H: - Non mi dispiace -  che mi piaccia e un eufemismo per me e la pietanza che adoro in assoluto si può dire che abbia quasi una venerazione per il sushi.
S: - che non ti dispiaccia è un po’ poco, secondo me l’adori! –
H: - e da cosa lo deduci? –
S: - Allora per prima cosa solo a guardarlo ti brillavano gli occhi come ad un bambino con il suo giocattolo preferito, secondo! Per quel che ho notato, di solito mangi in maniera frettolosa invece il sushi lo mangi con molta calma e gustandone il sapore, terzo! Ne hai mangiati 6 piatti – perspicace la ragazza.
H: - Cosa fai osservi tutto ciò che faccio? – non so perché ma adoro quando si imbarazza ed infatti e tutta rossa, questo lato di lei mi fa impazzire.
S: - N-no ma che dici, io non ti osservo era solo un modo per poter fare un po’ di conversazione, stupido sbruffone –  mi risponde mettendomi il broncio cercando di scacciare l’imbarazzo e la cosa inizia a divertirmi.
H: - Oh si che osservi “guardona” – sta assumendo tutte le tonalità di rosso possibili quindi ha capito a cosa mi riferisco, apre e richiude la bocca un paio di volte nel tentativo di rispondermi.
S: - sei..sei..un brutto scimmione antipatico – ed è talmente imbarazzata e infuriata allo stesso tempo che riprende a mangiare le sue pietanze con una foga mai vista.
H: - Kurata stai attenta che se continui ad abbuffarti così diventerai una balena! –
S: - Non preoccuparti mio caro scimmione io ho miei metodi per bruciare tutte le calorie che assumo! –
H: - Immagino che sia al ritmo di ShakyShaky - “mossa sbagliata Akito” meglio non rievocare quelle immagini, ma mi basta guardare l’espressione di Sana alla mia affermazione per ricacciarle indietro.Non saprei dire se è stupita o arrabbiata ma una cosa e certa fa un po’ paura e io non ho mai paura.
S: - Mi hai vista? – mi chiede puntandomi il dito contro e dal tono che ha usato è decisamente arrabbiata, ma non ne capisco il motivo se non voleva farsi vedere poteva benissimamente allenarsi in camera sua e non in giardino.
H: - Si! – e dopo la mia affermazione prende il menu e me lo spiattella con forza sulla testa e non era tanto piccolo come menu.
H: - MA SEI SCEMA? Mi hai fatto male! –
S: - Ben ti sta grandissimo maleducato! Se mi avevi vista perche non mi sei venuto a salutare? – Non ci credo si è arrabbiata ed e diventata violenta solo perche non l’ho salutata questa mattina? Non so cosa pensare. Intanto lei attende la mia risposta con le braccia incrociate e mi guarda come una mamma che ha appena rimproverato il figlio, sfioro il ridicolo ma mi sento esattamente come un bambino beccato in flagrante con le mani nella marmellata, ma di certo non gli posso dire che dopo averla vista ballare in quella maniera sono dovuto andare a fare una doccia ghiacciata per far spegnere i miei bollenti spiriti.
H: - Perché non volevo disturbarti -  me ne esco così e direi che mi è andata bene perche la sua espressione ritorna tranquilla e pacata.
S: - ok va bene sei perdonato! – e finisce così il nostro battibecco, a dir la verità non mi sono mai divertito cosi tanto nel litigare con qualcuno.
Dopo aver finito di pranzare ricominciammo a litigare per chi doveva pagare il conto ovviamente la spunto io non gli avrei mai permesso di pagarmi il pranzo e poi volevo essere io ad offrirglielo.
Usciti dal ristorante Sana è ancora imbronciata per via del conto, è una ragazza incredibile riesce a mutare il suo stato d’animo in meno di un secondo, è una forza della natura.
H: - Dove andiamo adesso? – gli chiedo, visto che voleva visitare la città.
Ed ecco che il suo viso imbronciato ora passa ad essere pensieroso, si guarda un po’ intorno fin che sul suo volto appare un radioso sorriso.
S: - Andiamo a prendere un gelato! – non ci posso credere dopo tutto quello cha a mangiato ora vuole un gelato?
H: - Ma sei un pozzo senza fondo, ti sei appena finta di mangiare due porzioni di tiramisù! –
S: - Hayama quanto sei antipatico! Su andiamo, la giù c’è una gelateria e questa volta offro io! – e con naturalezza infila il braccio sotto al mio trascinandomi verso la gelateria. Dopo aver preso i gelai Sana rimane incanta nel vedere il mare “era sempre stato sotto i nostri occhi” ma fino ad ora non c’è ne eravamo neanche accorti. Vedendogli uno scintillio negli occhi mentre osserva il mare (capisco che le deve piacere molto) così le propongo di andare sulla spiaggia a finire il nostro gelato.
Ha lo sguardo fisso sulle onde ed ha un’espressione cosi felice che mi fa tornare alla mente le mie domande di questa mattina su suo padre.
H: - posso chiederti una cosa? – le chiedo un po’ incerto, infatti lei si volta verso di me sorpresa ma poi con un sorriso acconsente.
H: - Quel Ray non è tuo padre giusto?- non sono mai stato bravo a parlare figuriamoci a chiedere una cosa del genere, ma lei sembra aver capito cosa avevo intenzione di chiederle, spiazzandomi completamente con la sua risposta.
S: - No non è mio padre e neanche la mia mammina e la mia vera madre, sono stata adottata! – e ciò che mi colpisce di più e che ha detto il tutto col sorriso sulle labbra.
H:- Scusa non volevo essere invadente!-
S: - Ma figurati e poi non è un segreto la mia mamma un po’ di tempo fa ha scritto un’autobiografia riguardante la nostra vita – ora che ci penso ricordo mia sorella che aveva acquistato un libro su Sana ma non ho voluto leggerlo e nemmeno che me ne parlasse, ma ricordo che l’avevo vista piangere mentre lo leggeva ed ora ne capisco il motivo.
H: - E tu eri d’accordo? – Non trovo giusto spiattellare la propria vita privata al mondo intero per di più su di un argomento così delicato.
S: - Si! Quando avevo 5 anni la mia mammina mi ha confessato di non essere la mia vera madre ma di avermi trovato su una panchina nel parco, e che aveva intenzione di rintracciare la mia vera madre così che io potessi conoscere le mie origini, e così ci facemmo una promessa. Quando io sarei diventata una persona abbastanza conosciuta dal mondo grazie alla televisione e lei una famosa scrittrice avrebbe scritto un libro per poter rintracciare la mia vera madre – sono allibito, non riesco a capacitarmi del fatto che il mio angelo appena nata sia stata abbandonata, gettata via dalla persona che avrebbe dovuto amarla più di ogni altra cosa al mondo. Chi sa come si sarà sentita quando la sua madre adottiva le aveva raccontato tutto, e che cosa avrà provato nel girare quello sceneggiato quando la madre le diceva che l’aveva messa al mondo per amore. Io per anni mi sono sentito in colpa credendo di aver ucciso mia madre ma se avessi passato ciò che ha vissuto lei non riesco nemmeno lontanamente ad immaginare cosa sarei diventato. Vedendola cosi allegra e piena di vitalità non si direbbe che alle sue spalle si cela una storia cosi triste.
H: - E siete riuscite a rintracciarla? –
S: - Si! Subito dopo l’uscita del libro ci ha contattato e ci siamo incontrate –
H: - E.. cosa ai provato nel vederla? –
S: - Inizialmente avevo paura “ma non paura di incontrarla, ma avevo paura che la mia mammina volesse che andassi con la mia vera madre” avevo sempre desiderato incontrarla, per sapere il perché mi avesse abbandonata e per ringraziarla di avermi messa al mondo. Senza di lei non avrei potuto vivere la vita che ho vissuto fino ad ora e non avrei conosciuto la mia mammina, Rey, i miei amici ed ora anche te. Non ho mai provato rancore per lei e non ne provo tuttora, mi ha raccontato che quando mi ha partorita aveva 14 anni e che non poteva prendersi cura di me e che se mi ha abbandonata lo ha fatto per potermi dare la possibilità di vivere una vita migliore e io le sono grata per questo –
Sono rimasto incantato da ogni singola parola che ha detto, io se fossi stato al suo posto non so se sarei stato disposto ad incontrarla, posso solo constatare che Sana ha una bontà d’animo infinito è una forza della natura ed ha tutta la mia ammirazione, io in confronto sono stato fragile e debole o fatto si che la rabbia e il dolore prendessero il sopravvento, mi chiedo da dove arriva tutta la sua forza?
S: - E te invece? – rimango spiazzato dalla sua domanda.
H: - Io cosa? –
S: - Cosa ti è successo per fa si che tu ti nasconda da quell’aria da duro che ti porti dietro? – sono rimasto quasi senza parole ma cerco di ricompormi immediatamente.
H: - E cosa ti fa pensare che mi sia successo qualcosa? – le domando cercando di non far trasparire la mia agitazione, perche si la sua domanda mi ha letteralmente spiazzato.
S: - I tuoi occhi! Gli occhi sono lo specchio dell’anima Hayama, e nei tuoi si cela profondo dolore ed un’infinita tristezza – è incredibile come riesca a leggermi cosi nel profondo e comunque non riesco a stupirmene, da quando l’ho incontrata ho sentito il forte bisogno di averla accanto, la sua sola presenza ha un forte ascendente su di me, mi sento diverso, riesce a far uscire la parte migliore di me una parte che nemmeno credevo mi appartenesse. Però non me la sento di raccontarle tutto, so che non è giusto nei suoi confronti visto che lei mi ha raccontato la sua vicenda, ma mi sento in imbarazzo, non so se ha ricevuto o meno la mia lettera, e se anche l’avesse ricevuta potrebbe ricordarla oppure no, ma se così fosse e le raccontassi la mia storia, potrebbe ricongiungere i pezzi e io non mi sento pronto.
S: - Non sei obbligato a rispondermi, e non sentirti in dovere di farlo, se un giorno vorrai parlarne sappi che io ci sono! – afferma sfoggiando un sorriso meraviglioso, le sue parole mi hanno fatto perdere un battito al cuore, e il suo sorriso lo ha rimesso in moto più veloce di prima. Sana è una ragazza straordinaria in lei c’è la bontà, l’altruismo, il coraggio, la forza, la gioia e la voglia di vivere che dovremmo avere tutti a questo a mondo, in lei si racchiude l’essenza della vita stessa, ricambio il sorriso “oramai con lei mi viene così naturale sorridere”.
H: - Non volevi andare a visitare la città? – le chiedo cercando cambiare discorso.
S: - Si! Ma stare qua è più bello! – e non posso essere più d’accordo.
 
Ci sdraiamo entrambi sulla spiaggia ad ammirare il cielo limpido senza nemmeno un’ombra di nuvola in un rigoroso silenzio, ma non è quel silenzio imbarazzante di questa mattina è un silenzio di complicità. Tra di noi si è creata una strana complicità e come se fosse caduta una barriera che non ci permetteva di comportarci con naturalezza, fino ad oggi non mi sono mai goduto momenti di calma e tranquillità, era come se dentro di me ci fosse un vuoto da colmare che non mi permetteva di godermi certi momenti della vita, come passare la giornata in compagnia di qualcuno, chiaccherare, discutere, confrontarsi, sono cose che non ho mai sentito il bisogno di dover fare, ma ora sento che sono fattori essenziali e che d’ora in poi non possa farne a meno. Sana riempie quel vuoto! Ed ora mi sento veramente me stesso.
S: - Hayama? –
H: - mmh? –
S: - Perché mi hai baciata? – Sapevo che questa domanda prima o poi sarebbe arrivata, ma sinceramente neanche io mi so dare una risposta del perché l’ho abbia fatto, quindi rispondo nella maniera che solo AkitoHayama può fare.
H: - Così! Eri troppo vicina e non ho saputo resistere! –
S: - Non avevo dubbi! –
H: - Su che cosa? –
S: - Che sei un cretino! Ahahahah – Afferma ridendo di gusto ed è chiaro che anche per lei la barriera e caduta.
H: - E tu sei una Guardona! –
S: - Imbecille! –
H: - Gallina! –
S: - Scimmione – e giuro che non mi sono mai divertito in vita mia come in questo momento.

 
*********
 

POV Sana

Oh no e adesso che faccio? In frigo c’erano solo due bistecche e sono riuscita a carbonizzarle tutte e due.
H: - Kurata sei un incapace! – mi sbuca alle spalle all’improvviso ci mancava poco che mi venisse un infarto.
S: - Ma sei scemo mi hai fatto prendere un colpo! Non si sbuca cosi all’improvviso alle spalle di qualcuno stupido! –
H: - comunque sei un incapace! Come si fa a carbonizzare in questa maniera due bistecche? –
S: - Sai che sei antipatico! – incrocio le braccia sotto il seno imbronciata.
H: - E tu una pessima cuoca, ora capisco perché hai voluto pranzare fuori! – gli faccio una bella linguaccia voltandomi dall’altra parte facendo la finta offesa.
S: - E con questo? Si è vero in cucina sono negata ma ho tante altre buone qualità! – mi pavoneggio voltandomi di nuovo verso di lui.
H: - Ah sì, e quali? – mi domanda lui puntandosi le braccia al petto. Certo che ha fatto un bel cambiamento dall’oggi al domani, da un associale musone ora e diventato più spigliato e quasi divertente.
Dopo la nostra chiacchierata in spiaggia si è creata una certa intesa tra di noi quasi una complicità, e la cosa non mi dispiace affatto, e come se ci conscessimo da sempre.
S: - So ballare, cantare, recitare e riesco a far ridere i musoni cronici come tè! ah ah ah ah – me la rido di gusto compiaciuta.
H: - Si come no! Comunque! che tu sappia ballare, cantare e recitare non risolve il fatto che ora siamo senza cena! – giusto e ora che facciamo?
H: - Non ci resta che ordinare una pizza sperando che non bisogni aspettare molto visto che oggi e “DOMENICA” ! –
S: - Si ma come la ordiniamo se non conosciamo nessuna pizzeria? –
H: - Elenco telefonico? – mi canzona con ovvietà
S: - Ma bravo c’ero arrivata anche io ma come facciamo a cercare il numero? io non so leggere l’italiano lo parlo un po’ ma leggerlo no! –
H: - Per quello non c’è problema il sottoscritto sa leggere in italiano –che pallone gonfiato.
S: - E di grazia signor so tutto io dove ha imparato a leggere l’italiano? –
H: - A scuola! – sempre con quell’aria da spavaldo.
S: - Ma se come seconda lingua a scuola si studiava solo l’inglese? –
H: - Io come facoltà universitaria ho studiato lingue – Questa non me l’aspettavo.
H: - Cos’è abbiamo perso la “lingua” Kurata? – mi domanda marcando sulla parola lingua.
S: - ah ahah spiritoso, dai su allora sbrigati a chiamare che ho fame! – e non faccio in tempo finire di formulare la frase che il mio stomaco si fa sentire.
H: - Già! Ho notato! – Ghigna lui divertito dirigendosi a prendere l’elenco telefonico.
 
H: - Hanno detto che ci vorrà un’ora – mi comunica Hayama dopo aver chiuso la comunicazione.
S: - Vaaa bene! nel frattempo che ne dici di guardare un po’ di televisione? – Meno male che Tsu e Aya Hanno installato la Parabola per vedere i canali Giapponesi.
H: - D’accordo! – Afferma Hayama pizzandosi sul divano e accendendo la TV.
E NO! NO! E NO! Il suo zapping si è fermato su un film Horror no ti prego no.
S: - No Hayama ti prego non un film Horror! – lo imploro, ho il terrore dei film Horror perche poi finisco per sognarmeli la notte.
H: - Paura Kurata? –
S: - No per niente! – mento spudoratamente – e solo che non mi piacciano! –
H: - E invece te la fai sotto dalla paura! – brutto antipatico! gli faccio una linguaccia e mi siedo indispettita accanto a lui sul divano. Dopo qualche secondo lo vedo alzarsi e dirigersi verso l’interruttore della luce.
S: - NON SPEGNERE LA LUCE! – gli urlo dietro.
H: - Non mi dire che hai anche paura del buio? – mi prende in giro! Ed io incrocio le braccia ancora più indispettita di prima.
H: - Dai Kurata non si può guardare un film Horror con la luce accesa! –
S: - NO! NO! E NO! La luce rimane accesa – sono irremovibile già ho acconsentito al film ci manca solo che spenga la luce e posso già ritenermi morta di paura.  
H: - Va bene te lo concedo e già tanto che hai acconsentito al film! Sei proprio una bambina lo sai? – e dopo essersi seduto di nuovo sul divano gli spiattello il telecomando in testa.
H: - Una bambina violenta! – Afferma divertito massaggiandosi la parte dolente, ben gli stà! Ma la scena è stata troppo divertente e non posso fare a meno di ridere.
H: - Proprio una bella accoppiata! “il giorno e la notte”! – non poteva trovare un aggettivo più opportuno per definirci.
S: - Ai proprio Ragione io sono il sole e tu la luna –
H: - Non mi dispiace la luna! Almeno la puoi ammirare senza accecarti –
S: -  Già! ma ha bisogno del sole per brillare – dopo la mia affermazione piombiamo nel silenzio più totale fissandoci negli occhi “ ma che razza di discorso stiamo facendo, come mi è venuto di dire una cosa del genere” rimaniamo così! persi uno negli occhi dell’altro,una strana sensazione si fa strada dentro di me un misto di gioia e paura allo stesso tempo e posso scorgere nel suo sguardo le mie stesse emozioni, si è creata come una magia nel nostro scambio di sguardi come se tutto attorno a noi si fosse fermato non riesco nemmeno a sentire il vociare della TV, non è una brutta sensazione ma strana.
DLIN…DLON…
L’incanto viene interrotto dal suono del campanello e Akito che si alza per andare ad aprire la porta, mentalmente maledico il fattorino delle pizze “aspetta ma che dico perché mai lo devo maledire anzi! forse è arrivato proprio nel momento giusto”.

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Capitolo 7
*** Aprirsi ***


Capitolo 7
Aprirsi
 
POV Akito
 
S: - Già! Ma ha bisogno del sole per brillare –
Mi volto di scatto verso di lei e appena i nostri occhi si incontrano tutto si ferma.
Mi perdo completamente nelle sue iridi e vedo passarmi davanti agli occhi tutta la mia vita e tutto ciò che ho fatto fino a due giorni fa.
Mi rendo conto solo adesso che fino ad ora ho brancolato nel buio, credevo di vivere una vita tranquilla senza più rimorsi e con la coscienza pulita, ma concretamente come ho vissuto fino ad ora?
Mi sveglio la mattina faccio la mia solita corsa, dopo pranzo mi dirigo nella mia palestra per fare lezione fino a sera, dopo di ché mi dirigo al solito bar per bere qualcosa per poi tornare a casa. Nei fine settimana vado in qualche pub giusto per passare una serata diversa e come sempre mi porto a casa la classica ragazza da una notte e via. Cosa c’è di concreto in tutto ciò? Praticamente niente!
E poi arriva “lei”! Che ti prende per mano mentre stai cadendo nel vuoto, perso nella tua più grande paura.
 Senza neanche conoscerti e dopo averle urlato contro, insultata e ignorata lei ti prende per mano e con quel semplice gesto e un sorriso ti da quella forza che ti mancava per ritrovare la calma e riemergere dal baratro. 
“Lei” che si entusiasma a tal punto da sembrare una dolce e buffa bambina e riesce a strapparti il tuo primo sorriso.
 “Lei” che con la sua presenza e i suoi modi di fare la sua complicità e la sua allegria ti fa uscire da quel circolo vizioso che ti sei creato, fatto di solitudine, e ti fa vedere il mondo sotto un'altra luce.
Le parole di mia madre mi rimbombano nella testa “ti ho dato la vita per viverla, vivila a pieno” credevo veramente di esserci riuscito, ma mi sbagliavo e la giornata appena trascorsa ne è la prova. Ho vissuto più emozioni e esperienze nelle ultime 48 ore che in 26 anni, e tutto grazie a lei.
Cos’è lei per me? È questa la risposta alle mie domande? Lei è la mia luce?
Forse si o forse no ma l’unica cosa certa in questo momento è che vorrei solo stringerla a me e non lasciarla andare mai più e più la guardo, più ci penso, e sento che la risposta alle mie domande è sì! Lei è la mia luce è ciò di cui ho bisogno per poter brillare anche io in questa vita.
E dopo aver raggiunto questa consapevolezza il desiderio di abbracciarla e sempre più forte che decido di cedere alla mia tentazione..
DLIN DLON…
Dannato fattorino……..
 
******* 
 
Rabbia, rabbia e rabbia.
È tutto ciò che provo in questo momento, solo rabbia.
Se quel dannato fattorino non avesse suonato a quel dannato campanello l’avrei fatto, avrei stretto fra le mie braccia Kurata, ma dopo cosa sarebbe potuto succedere? Come avrei giustificato il mio gesto?
Forse è stato un bene che sia arrivato in quel momento perché davvero non saprei come avrei potuto giustificare ciò che ero intenzionato a fare, e dovrei sentirmi sollevato ma non ci riesco perché la rabbia rimane, ed è una rabbia che non avrei mai più voluto provare, rabbia per me stesso.
Sì! sono arrabbiato con me stesso. Perché dopo aver raggiunto la consapevolezza che Kurata è la mia ancora di salvezza “la mia luce”, come farò dopo questa settimana, quando dopo il matrimonio ognuno ritornerà alle proprie vite?
Se ripenso a come mi sono sentito quando l’ho lasciata in aeroporto, come mi sentirò quando ritornerò a casa? “Peggio, sarà molto peggio”.
E resto qui a scervellarmi su come mi devo comportare, cosa devo fare, dovrò prendere le distanze da lei fin da subito prima che sia troppo tardi? O è già troppo tardi?
Solo al pensiero sento già il vuoto che mi opprime il petto e mi manca l’aria.
Dannazione! Ma è possibile che abbia questo potere su di me? È possibile che io sia così debole?
Non so proprio cosa devo fare, so che devo allontanarmi il prima possibile da lei, ma non voglio, non ne ho la forza.
In questo mento vorrei solo prendere a calci e pugni me stesso per essermi cacciato in questo guaio. Devo trovare subito una soluzione, ne va della mia salute mentale, sento che da un momento all’altro rischio di scoppiare e ho decisamente i nervi a fior di pelle, se non fosse stato per la mano di Kurata che in questo momento si è posata sulla mia, avrei frantumato il bicchiere contenente la birra.
Il mio sguardo si posa prima sulla sua mano poi su di lei che mi guarda attonita e impaurita e tutta la mia rabbia si dissolve lasciandomi inerme davanti a quegli occhi impauriti. Mi sento uno schifo perche sono stato io far tramutare il suo sguardo limpido e gioioso in quello pieno di paura.
S:-Hayama ti chiedo scusa per quello che ho detto prima non era mia intenzione offenderti! Sono mortificata, non penso assolutamente che tu sia una persona buia non so neanche perche abbia fatto quello stupido commento, mi è uscito cosi in modo naturale ma riferito alla luna non a te personalmente non volevo assolutamente fare un paragone con te, mi dispiace moltissimo che te la sia presa, davvero, non era mia intenzione –
Ed ecco che affiora il senso di colpa, come può solo pensare che io ce l’abbia con lei? Però, dopo tutto, come darle torto? Anche io al suo posto avrei pensato la stessa cosa.
Dopo aver aperto al fattorino sono rientrato in casa con le pizze senza degnarla di uno sguardo e senza proferir parola, mi sono chiuso nei miei pensieri e nella mia rabbia.
H: - Non ti devi scusare, non mi sono offeso – cerco di tranquillizzarla ma non mi sembra molto convinta.
S: - Sicuro? Non si direbbe dal tuo comportamento, non hai più proferito parola da quando è arrivato il fattorino, e durante tutto questo tempo eri teso e scuro in volto, poi a momenti avresti stritolato quel povero bicchiere –
Infatti, come pensavo non è convinta della mia risposta e vedere il suo volto incupirsi ancora di più fa accrescere il mio senso di colpa.
Ora come posso fare per rimediare? Non voglio assolutamente che si senta in colpa per un qualcosa che non ha fatto, l’unica maniera che ho per rimediare e confessarle la causa del mio turbamento. Ma così facendo dovrei mettere a nudo la mia debolezza e non sono pienamente sicuro di volerlo fare. Sarebbe come allentare i nodi alla mia corazza, che porto dietro da sempre, una corazza così dura e impenetrabile che ora in sua presenza faccio fatica a controllare e sento che i nodi si stanno allentando contro la mia volontà.
H: - Non sono arrabbiato con te Kurata, ma con me stesso! –
La confusione che leggo nel suo volto e la stessa che attanaglia me, le parole sono uscite dalla mia bocca senza che me ne rendessi conto, la corazza sta cedendo e ho paura, una fottuta paura che però non mi impedisce di continuare a parlare ma al contrario le parole fuoriescono senza controllo.
H: - Perché ciò che hai detto è la verità! –
Se lei è rimasta stupita dalle mie parole io sono letteralmente scioccato dal non essere riuscito a trattenerle.
S: - A-Akito, ma cosa intendi? –
Oramai i nodi si stanno sciogliendo uno ad uno e trattenerli e quasi impossibile.
H: - Sana, hai solo dato un nome a ciò che sono da sempre, un uomo chiuso nella sua oscurità, e me ne sono reso conto nel momento in cui hai fatto quel commento. La giornata che abbiamo trascorso oggi tra chiacchiere, passeggiate e confronti io non l’ho mai sperimentata in vita mia. –
Se prima ero io quello sconvolto ora lo è lei e io sono sempre più stupito di come sono riuscito ad aprirmi per la prima volta con qualcuno, avrei anche potuto fermarmi e non rivelarli tutto ma sentivo l’estremo bisogno di doverlo fare e non sono per niente pentito, anzi mi sento sollevato per la prima volta in vita mia.
Sana è rimasta senza parole, e vederla cosi scioccata per quel poco che la conosco è a dir poco strano. Sono molto curioso di sapere cosa sta pensando in questo momento e la risposta alla mia domanda non tarda ad arrivare.
S:-Hayama, stai cercando di dirmi che te ne stai sempre solo isolato da tutti?-
Oramai inerme davanti a quegli occhioni color cioccolato che scrutano i miei e riescono con un semplice sguardo ad arrivare fino nel profondo della mia anima, incapace di resisterle e impedirle di leggermi dentro, annuisco affermativamente alla sua domanda.
S: - Caro Hayama questo è inconcepibile! – mi canzona con una punta di rimprovero.
E poi mi sorprende ancor di più quando si avvicina a me con uno sguardo indecifrabile e con un sorrisetto tra il malizioso e il divertito, e giuro che la sua vicinanza mi manda completamente in tilt il cervello. Non so a quanti kami devo appellarmi per mantenere la compostezza e frenare il desiderio di fiondarmi su quelle labbra cosi rosse e carnose, so solo che, se si avvicinasse ancora di qualche centimetro non riuscirei a fermare il mio impulso.
S: - Sai Hayama che dopo quello che mi hai appena detto tu non ti libererai più di me? -
Possono sei piccole parole riempirti il cuore e farlo battere all’impazzata ed avere la sensazione che ti possa uscire fuori dal petto.
Possono! E come se possono.
Questa è la minaccia più bella che mi abbiano mai fatto, e alla quale vorrei sottostare per sempre.   
 
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutte, scusate,sono imperdonabile per aver ritardato di un’anno la pubblicazione del nuovo capitolo.
Ma tra vari impegni e problemi famigliari non riuscivo a trovare il tempo per scrivere.
Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia e spero di non dover ritardare ancora cosi tanto per il prossimo.
Un grosso baccio e un abbraccio a tutte voi che seguite la mia storia, a chi recensisce e a chi segue in silenzio, fatemi sapere se vi piace lo svolgimento della storia, i vostri commenti mi aiutano a migliorare e a motivarmi sempre di più. Un bacio e un abbraccio, a presto al prossimo capitolo.

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Capitolo 8
*** I poli opposti si attraggono ***


Capitolo 8
I poli opposti si attraggono



POV Sana

 
Sono letteralmente scioccata, è inconcepibile, dal mio punto di vista che una persona possa condurre una vita così….mmmm  Come dire?..... così “triste” ecco si! Triste.
No! Non posso accettarlo, non è giusto! 
La vita è bella! Anzi deve essere bella e piena di avventure ed emozioni “belle” per tutti. Non posso accettare che Hayama abbia vissuto fino ad ora una vita triste e buia.
 S: - Sai Hayama che dopo quello che mi hai appena detto tu non ti libererai più di me? – 
E se è vero che mi chiamo Sana, che i kami possano fulminarmi se non dovessi riuscirci, questo è il mio obbiettivo. Caro Hayama sono determinata a trasformare completamente la tua vita, voglio vedere quei splendi occhi ambrati pieni di gioia di vivere. 
Questa è una promessa Hayama, sarò il tuo sole, e a giudicare dalla luce che sprigiona dai suoi occhi, lo vuole anche lui, e quindi mi impegnerò al massimmo a cominciare già da subito.
S:- Quindi caro Hayama, deduco, che dal tuo sguardo l'idea non ti dispiaccia! E allora sù...! Forza! La notte è ancora giovane, e visto che Tsu e Aya ancora non si decidono a tornare, noi usciamo e andiamo a divertirci!!- 
Lo prendo per mano e mi alzo dal divano come una saetta, mah.... mi ero dimenticata che aveva ancora in mano il bicchiere con la birra, e quindi data la mia poca grazia nell'alzarmi e averlo preso per mano nell'intento di trasacinarlo con me, gli rovescio la birra addosso. 
S:- Oddio Hayama, scusami non volevo, mi diaspiace tantissimo! - sono talmente mortificata e l'unica cosa che riesco a fare e coprirmi il viso con le mani. Ma possibile che io debba essere così imbranata: la limonata in testa e la birra sui pantaloni. Ci manca solo che lo ustioni con del thè caldo o del caffè è siamo a posto!
H:- Senti Kurata!- dal tono della sua voce, visto che non ho il coraggio di guardarlo, posso dedurre che sia un tantino irritato. Devo però farmi coraggio e guardarlo, quindi scopro gli occhi  facendo rimanere le mani a mo' di preghiera davanti alla bocca.
Ora potendolo guardare non saprei decifrare bene il suo sguardo, non sembra tanto irritato ma nenanche il contrario, però gurdando in che stato sono i suoi pantaloni avrei una voglia matta di ridere a crepapelle, ma cerco di trattenermi il più possibile, per quanto  difficile..beh, sembra che si sia fatto pipì addosso!
H:- Se proprio non devo più liberarmi di te, fammi un favore, che non ti venga mai in mente di starmi vicina se dovessi avere in mano qualcosa di bollente! E non ti azzardare a servirmi del thè o del caffè caldi!- 
Ed ecco appunto lo stesso mio pensiero, così mi viene ancora più da ridere.
H:- Non provarci nemmeno a ridere, vedo che stai cercando di trattenerti-
Dopo questa non resisto più e scoppio a ridere come una matta, per di più la sua faccia imbronciata e con le braccia conserte è troppo buffo e non riesco a smettere. Ma devo darmi un contegno non sta bene che io rida così, e anche se difficile, cerco di incamerare aria nei polmoni e facendo dei grossi respiri provo a fermare la mia risata. 
Dopo essermi calmata lo vedo lì ancora con le braccia conserte, la testa un pò inclinata lateralmente e con il broncio di chi attente che qualcuno (la sottoscritta) abbia smesso di sbeffeggiarlo, solo in quel momento mi rendo conto che è ancora tutto bagnato e anche il pavimento e il divano non sono da meno.
S:- Scusami, scusami Hayama. Dvvero non capiterà più te lo prometto, e stai tranquillo mi terrò alla larga da te con qualsiasi cosa che possa provocare ustioni. Ora aspetta che vado a prendere qualcosa per pulire questo disastro.- 
Corro a prendere degli strofinacci per pulire e spero che Aya non arrivi prima che non abbia finito di ripulire il tutto.
Torno in sala e rimango di sasso, mi ritrovo Hayama in mutande! mentre raccoglie scarpe, maglietta, calzini e pantaloni che si è appena tolto. Mentre si sta tirando su, si ferma a guardarmi e vedendomi completamente immobile fa un sorrisetto malizioso.
H:- Kurata stai sbavando! Se volevi vedrmi in muntande bastava dirlo, non c'era bisogno di rovesciarmi addosso la birra!- Cacchio stavo sbavando davvero, con quel fisico da Dio chi non sbaverebbe. Ma non posso certo passare per una pervertita.
S:- Brutto scimmione senza pudore, per tua informazione non stavo sbavando, e poi non potevi andare a spogliarti in bagno? Sei proprio uno svergognato.- 
H:- Avanti Kurata non fare la santarellina, sappiamo entrambi che sei una "guardona", e poi non potevo di certo andare di sopra zuppo com'ero. Avrei imbrattato le scale e tutto il resto, così avrai meno da pulire e intanto ti sei rifatta anche gli occhi.- 
Ma guarda tè che insolente, mi dirigo verso di lui stizzita, intenta a colpirlo a suon di stracciate, ma mi ferma prima che mi avvicini abbastanza.
H:- Prima di scatenare la tua furia, potresti passarmi le pantofole? ho ancora i piedi tutti bagnati, grazie a te!- 
S: - Guarda le prendo giusto perchè sicuramente tirandotele in testa faranno più male dello straccio. - e mi dirigo verso la scarpiera posta all'entrata.
H: - Ma non dovrei essere io quello arrabbiato, dopo che mi hai inzuppato e sbeffeggiato? - rientrando in sala gli lancio una pantafola che prende al volo, e gli corro in contro con l'altra in mano per colpirlo dritto su quella zuccona da scimmione che si ritrova. 
Ma prima ancora che riesca a colpirlo fa cadere tutto cio che ha in mano bloccandomi per i polsi. 
H:- certo che sei proprio violenta! Ma io, si da il caso che sia più forte, ora voglio proprio vedere come farai a liberarti?- sorride beffardo.
Per cercare di liberarmi mi dimeno come un'ossessa, e con ancora la pantofola in mano sospesa a mezzaria sopra la sua testa, bloccata nella morsa di Hayama, cerco di colpirlo con scarsi risultati. Tra spinte e movimenti bruschi non so come ma Akito perde l'equilibrio cadendo all'indietro sul divano trascinando anche me, finendo così a cavalcioni sopra di lui.
Mi ritrovo con la faccia piantata sul suo petto nudo e con ancora i polsi blocatti tra le mani di Akito. All'istante vengo pervasa da una forte scossa e brividi in tutto il corpo, il suo profumo invade le mie narici e mi sento avvampare. Sento che Akito allenta la presa dai mei polsi, sollevo la testa lentamente trovando ad un palmo dal naso il suo viso. Punto gli occhi nei suoi e ci guardiamo così intensamente che i nostri sguardi si fondo l'un l'altro, miele e cioccolato uniti insieme. Le nostre labbra sono talmente vicine da riuscire quasi a sfiorarsi. Sentire il suo respiro sulle mie labbra provoca in me un forte richiamo a cui non riesco a resistere e il mio sguardo si va a posare dirattamente sulle sue labbra, il cuore martella nel petto all'impazzata. Ho un desiderio irrefrenabile di assaporare quelle labbra e quando alzo di nuovo lo sguardo verso gli occhi di Akito, lo trovo a puntare il suo sguardo sulle mie labbra per poi tornare di nuovo occhi negli occhi. Posso percepire la complicità e lo stesso desiderio, gemello al mio, anche in lui, e quando poso di nuovo lo sguardo sulle sue labbra, queste diventano un'attrazzione alla quale non posso resistere. Mi sento calamitare verso quelle labbra, mi basta mezzo millimetro per azzerare la distanza e soddisfare quel richiamo a cui non riesco a resistere.



POV Akito

 
S:- Quindi caro Hayama, deduco, che dal tuo sguardo l'idea non ti dispiaccia! E allora sù...! Forza! La notte è ancora giovane, e visto che Tsu e Aya ancora non si decidono a tornare, noi usciamo e andiamo a divertirci!!- 
Mi prende per mano, alzandosi come una saetta dal divano non faccio in tempo a posare il bicchiere pieno di birra sul tavolino, che me la ritrovo tutta addosso. 
S:- Oddio Hayama, scusami non volevo, mi diaspiace tantissimo! - si porta le mani in volto imbarazzata.
Passi la limonata, passi la birra, la voglio il più vicino possibile a me, ma.....
H:- Senti Kurata!- Fa scivolare le mani dal volto per scoprire gli occhi.
H:- Se proprio non devo più liberarmi di te, fammi un favore, che non ti venga mai in mente di starmi vicina se dovessi avere in mano qualcosa di bollente! E non ti azzardare a servirmi del thè o del caffè caldi!-  - Perchè di finire ustionato non mi va proprio.
Ed eccola li che cerca a stento di trattenersi dal ridere.
H:- Non provarci nemmeno a ridere, vedo che stai cercando di trattenerti-
E scoppia a ridere come una matta. Ma guardala un po'. Oltre al danno pure la beffa. Ridi ridi mia bella Sana, quando avrai finito faremo i conti.
Rimango lì a guardarla con le braccia conserte, è troppo buffa e in fondo mi fa anche tenerezza nel tentativo di bloccare le risate con quei profondi respiri. Ma oramai il danno è fatto e una piccola vendetta non me la toglie nessuno.
Ci mette un po ma alla fine riesce a calmare le risate, poi mi guarda e guarda il disastro che ha combinato.
S:- Scusami, scusami Hyama. Davvero non capiterà più te lo prometto, e stai tranquillo mi terrò alla larga con qualsiasi cosa che possa provocare ustioni. Ora aspetta che vado a prendere qualcosa per pulire questo disastro.- Me lo auguro vivamente.
Mentre va a prendere qualcosa per pulire mi alzo dal divano per dirigermi in bagno ma sono fradicio fin dentro i calzini e di camminare come una papera con quei pantaloni zuppi fino al piano di sopra non ne ho proprio intenzione. Quindi decido di spogliarmi direttamente li, intanto mi prenderò un pochino della mia vendetta per quando tornera Kurata. 
Data l'esperienza di questa mattina so per certo che si sentirà in imbarazzo, infatti appena torna e mi ritrova in mutande rimane imbabolata come una statua di sale, e quel che vede si capisce che non le dispiace, e la cosa non può che farmi piacere però ora devo prendermi un po' gioco di lei e sicuro come l'oro si incazzerà.
H:- Kurata stai sbavando! se volevi vedermi in mutande bastava dirlo, non c'era bisogno di rovesciarmi addosso la birra!- 
Come immaginavo, è diventata paonazza sia di vergogna che di rabbia.
S:- Brutto scimmione senza pudore, per tua informazione non stavo sbavando, e poi non potevi andare a spogliarti in bagno? Sei proprio uno svergognato!- 
H:- Avanti Kurata non fare la santarellina, sappiamo entrambi che sei una "guardona", e poi non potevo di certo andare di sopra zuppo com'ero. Avrei imbrattato le scale e tutto il resto, così avrai meno da pulire e intanto ti sei rifatta anche gli occhi.- 
Mi sto divertendo come un matto, quando si arrabbia diventa troppo bella e buffa allo stesso tempo, inizia a fare qualche passo verso di me intenta sicuramente ad usare la violenza, ma voglio stuzzicarla ancora un po'.
H:- Prima di scatenare la tua furia, potresti passarmi le pantofole? Ho ancora i piedi tutti bagnati, grazie a te!- 
S: - Guarda le prendo giusto perchè sicuramente tirandotele in testa faranno più male dello straccio. - e corre a prendere le pantofole. Ora il bello ha inizio!
H: - Ma non dovrei essere io quello arrabbiato, dopo che mi hai inzuppato e sbeffeggiato? 
Eccola che spunta dall'ingresso lanciando la pantofola che prendo al volo, corre verso di me come una furia con l'altra pantofola in mano pronta a colpirmi sulla testa ma la blocco all'istante trattenendola per i polsi, senza stringerla troppo forte, non ho nessuna intenzione di farle male o di lasciarle qualche segno.
H:- certo che sei proprio violenta! Ma io, si da il caso che sia più forte, ora voglio proprio vedere come farai a liberarti?- 
Si dimena come una furia e tenta ancora di colpirmi con quella pantofola a mezzaria sopra la mia testa. Devo dire però che per essere minuta di foza ne ha e per non gravare tanto sui suoi polsi per non farle male, sono un po' in difficolta a tenerla ferma. Non voglio però che scappi, così tento di girarla con le spalle al divano per farcela cadere sopra e bloccarla li ma nel tentativo perdo l'equilibrio inciampando nei miei stessi indumenti lasciati cadere poco prima e finisco sul divano portandomi sopra di me lei a cavalcioni.
Il suo viso finisce sul mio petto e sentire il suo calore su di me mi provoca un brivido lungo tutto il corpo, i suoi capelli proprio sotto il mio naso, inebriato dal suo profumo mi manda in estasi.
Volevo una piccola vendetta ma la situazione si è capovolta, averla così vicino e in questa posizione non so se riesco a controllare l'attrazione e il desiderio che provo per lei. Allento la presa sui suoi polsi cosicchè lei si possa alzare e allontanarsi da me e da questa situazione a dir poco pericolosa per me e per i i miei desideri, ma lei non lo fa. Con mia somma sorpresa alza lentamente la testa e punta il suo sguardo nel mio e cio che vedo nei suoi occhi mi destabilizza completamente. Vedo fondersi i miei desideri con i suoi. 
Possibile che provi le mie stesse emozioni? 
Il mio cuore, che già aveva inizato a battere all'impazzata, perde un battito quando vedo il suo sguardo posarsi sulle mie labbra come se volesse azzerare la distanza che le separa. Come per effetto di una calamita anche il mio sguardo si posa sulle sue labbra, il suo respiro sul mio non aiuta affatto.
Torna a gaurdarmi negli occhi e io faccio lo stesso, alterniamo sguardi tra labbra e occhi e quando la sento più vicina non so cosa fare. Lei vuole! Lo sta facendo sta per posare le sue labbra sulle mie!
Ma proprio nel momento in cui capisco che lei non si allontanerà e che anzi, vuole la stessa cosa che voglio anche io, vengo invaso dalla paura. Paura di sbagliare, paura di non riuscire a trattenermi, paura di perderla, la desidero troppo, desidero assaporare con più approfondimento quelle labbra. Il desiderio è talmente forte che ne ho paura.
H:- Sei troppo vicina- Le soffio sulle labbra queste tre parole che spero la facciano ritornare in se, perchè se non si ferma lei, io non so se riuiscirei a fermarmi. Sento che è troppo presto per approfondire quello che sta nascendo tra noi, perche sì, sono sicuro che stia nascendo qualcosa, e se sbaglio ora ho la sensazione che sarà difficile tornare indietro.
S:- Lo so – sussurra e la sua risposta ahimè non è quella che mi aspettavo, ma è quella che fa scattare in me la conferma che non si vuole fermare e che forse non è un errore, allora mi lascio andare a quel calore che si propaga in tutto il mio corpo, il sangue inizia a pompare sempre di più e mentre sono preda dei suoi occhi così magnetici, le sue labbra si posano sulle mie.   




ANGOLO AUTRICE
Carissime lettrici, finalmente dopo un anno sono riuscita ad aggiornare. Non vorrei far passare tanto tempo tra un capito e l'altro ma purtroppo non ho potuto fare altrimenti. Spero che questo capitolo vi sia piacciuto e volevo ringraziare di cuore Kategirl90 per i suoi consigli che hanno dato a questo capitolo quel tocco in più che gli mancava, e per la sua disponibilità, grazie.
Spero di aggiornare il prossimo in tempi brevi, e se riesco ad aggiungere anche una piccola sorpresa. Un forte abbraccio a tutte, a chi legge, a chi lascia una recionsione e chi legge silenziosamente.
un bacio e al prossimo capitolo.

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