Dovere prima dell'onore.

di LadyGwen92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quando la castità di Sakura viene messa in discussione ***
Capitolo 2: *** Quando Sakura è in ritardo ***
Capitolo 3: *** Quando viene impartita una lezione ***
Capitolo 4: *** Inizia la missione! ***
Capitolo 5: *** Contatti indesiderati e flashback obbligatori ***
Capitolo 6: *** Quando Kakashi supervisiona ***
Capitolo 7: *** Quando tutti rimangono sobri ***
Capitolo 8: *** Quando Sakura ha un incubo ( prima parte) ***
Capitolo 9: *** Quando Sakura ha un incubo ( seconda parte) ***
Capitolo 10: *** Quando le cose sfuggono di mano ***
Capitolo 11: *** Quando si ha voglia di parlare ***
Capitolo 12: *** Quando Sakura scrive il suo rapporto ( prima parte) ***
Capitolo 13: *** Quando Sakura scrive il suo rapporto ( seconda parte) ***
Capitolo 14: *** Quando arriva l'estate ***
Capitolo 15: *** Quando l'amore viene confessato ***



Capitolo 1
*** Quando la castità di Sakura viene messa in discussione ***


                                                                                                     DOVERE PRIMA DELL’ONORE
 
 
 
 
“ Alcune cose non sembrano mai importanti finché non se ne sono andate.
   Costantemente lottando per farcela da sola,
   Diventi così consapevole,che la vita è spietatamente ingiusta.”

 
 
 
“ Sei vergine?”
 
Sakura si bloccò e fissò la donna che le aveva insegnato quasi tutto quello che sapeva sull’essere un ninja. Ciò che rendeva la domanda ancora più imbarazzante era che l’uomo che le aveva insegnato tutto il resto sull’essere un ninja, Hatake Kakashi, era in piedi accanto a lei, intento a fissare senza espressione la lampada dell’ ufficio, cercando di non sembrare interessato alla risposta.
 Due ANBU stavano su entrambi i lati della porta,le loro maschere proteggevano i loro pensieri riguardo alla domanda, e il chunin che Tsunade aveva assunto per catalogare le pratiche stava lavorando alla sua scrivania. Tra l’altro, la sua penna si era fermata contro il suo libro ei suoi  occhi fissi sul suo lavoro,  erano un chiaro segno che stava ascoltando con molto interesse.
 Un delicato rossore,appena percettibile, comparve sulle guance di Sakura. “ Ehm…perché lo vorresti sapere Tsunade-sensei?” chiese,sforzandosi di mantenere la voce calma. Prima di dare una risposta potenzialmente imbarazzante, voleva solo sapere se c’era una ragione dietro quella domanda, o se invece  Tsunade le stava   tirando uno scherzo crudele.
 “ Sakura, ti sto affidando una missione molto difficile” le disse Tsunade.” Ti scelgo perché sei il migliore Kunoichi del villaggio..”
 L’ego di Sakura salì alle stelle.
 “…chi non è già in missione”.
 L’ego di Sakura crollò a terra.
 "Preferirei piuttosto mandare una donna più esperta in questa missione” disse Tsunade, appoggiandosi allo schienale della sedia. “ Ma la situazione richiede più talento che esperienza…ma anche l’ esperienza è davvero necessaria, e  preferirei se tu ne avessi un po’…”
 Sakura cercò di non guardare nessuno degli altri uomini presenti nella stanza, specialmente non il suo insegnante pervertito che stava ancora fissando la lampada. Il suo rossore si intensificò, rendendo il suo viso piuttosto caldo.” Intendi…esperienza sul s-se-“
 “Natura sessuale?Si.” Tsunade aveva un sorriso ironico sul viso. Il  tipo di sorriso che solo una vecchia che sapeva tutto poteva dare a un ragazzino che non sapeva nulla. A volte era strano da vedere sul suo volto da ventenne. “ Ecco perché ti chiedo…sei vergine?”
 Il nodo in gola impedì a Sakura di pronunciare una qualsiasi parola per dare una risposta.
 Kakashi sbadigliò accanto a lei.
 “Capisco” disse improvvisamente Tsunade. “ Oh,beh,affiderò a Ino questa missione, potrebbe non avere la tua forza,Sakura, ma ho sentito che è piuttosto popolare tra i ragazzi…”
 “ Riesco a farlo!” Sakura sobbalzò impulsivamente mentre una sensazione amara le attraversava le vene.
 Poteva essere in buoni rapporti con Ino in questo periodo, ma anche se spesso e volentieri uscivano assieme per fare un giro nei negozi o piangevano assieme quando guardavano quei tristissimi film strappalacrime non era abbastanza per uccidere la rivalità radicata tra loro. Una rivalità che, a volte, poteva  essere più dispettosa e psicologicamente traumatizzante di quella tra Naruto e Sasuke. Sakura era un passo avanti a Ino da quando Tsunade aveva trovato il suo potenziale e l’ aveva fatto emergere, ma poteva già sentire le urla di trionfo di Ino per aver ottenuto una missione di classe A che Sakura stessa non poteva gestire. Sakura non poteva permettere a Ino di vincere.
 Tsunade sollevò un sopracciglio. “ Oh?” brontolò.
 “Il…” Sakura ingoiò il suo imbarazzo letteralmente con un sorso.” Ho esperienza di quella…natura,posso fare tutto quello che mi chiedi.”
 L’hokage sorrise.” Va bene,ma sinceramente,mi sorprendi,Sakura…non pensavo fossi quel tipo di ragazza…”
 Sakura fissò ferocemente la sua ex insegnante,insinuando con discrezione che avrebbe dovuto lasciar perdere qualsiasi battuta al riguardo. Tsunade si limitò a sorridere. Sapeva che il temperamento di Sakura era troppo simile al suo per rischiare di farla alterare.
 “ Comunque, resta ancora una missione pericolosa anche con le tue abilità Sakura, ed è per questo che sto mandando Kakashi con te, dopotutto è il ninja più forte di Konoha…”
 “Hokage-sama,sei troppo gentile-“
 “…che se non è un Uchiha, un Jinchuuriki” Tsunade finì la frase. “Inoltre vi conoscete bene e vi fidate l’uno dell’altro, e preferirei mandare una squadra affiata come voi  per questa missione.”
 Sakura alzò lo sguardo su Kakashi e maledisse la sua scelta di stare dalla sua parte sinistra. Con la maschera e l’hitai  abbassato sopra l’occhio, la sua  faccia era completamente nascosta dalla visuale della ragazza. Sospirò e distolse lo sguardo. Avrebbe voluto vedere come aveva reagito a quel commento, perché era vero che si conoscevano e si fidavano l’ uno dell’altro ma la realtà  è che non si parlavano da quasi un anno.
 Ok, va bene, quando si incrociavano occasionalmente per le strade lui a volte aveva trovato l’energia per alzare la mano e dire “Yo”. Ma quello era il genere di saluto che potevi rifilare all’amico della madre del cugino del tuo migliore amico che conoscevi, ma non lo conoscevi particolarmente.
 Era stato il suo insegnante per quasi un anno, e dopo che Naruto era tornato, era stato il suo comandante. Sì, aveva detto “ siamo  alla pari ora”, ma tutti sapevano molto bene che era lui a impartire ordini e che poteva ancora  prenderli a calci in culo se solo avrebbe voluto.
 Due anni dopo, e il Team Kakashi ora era composto dall’ uomo stesso e tre dei nuovi principianti che si erano laureati l’anno scorso. Sakura era un jonin, ed era stata accorpata a persone con le quali non aveva mai lavorato prima, durante le missioni. Naruto, avendo perso tre anni di vita a Konoha, si era appena laureato a chunin e si stava allenando furiosamente per raggiungere il resto dei coetanei che ora godevano dei privilegi dell’essere jonin come Sakura.
 Sasuke non aveva ancora del tutto riacquistato la fiducia a Konoha, da quando era ritornato di sua spontanea volontà con Naruto solo poco più di un  anno fa . Era stato etichettato come un genio pazzo, proprio come suo fratello Itachi, e al momento stava lottando per dimostrare la sua maturità e soprattutto la sua stabilità mentale per laurearsi. Per via delle circostanze, la sua pena venne diminuita.
 A Sakura venne da ridere. Nonostante tutta la sua arroganza e genialità, a Sasuke fece impazzire vedere il membro “più debole” della squadra sette raggiungere lo status di jonin prima di lui.
Ma l’etichetta tacita di “debole” di Sakura era svanita abbastanza bruscamente la prima volta che l’aveva vista colpire un muro di cemento di tre piedi e mezzo. ( Sebbene non fosse stato abbastato impressionato da innamorarsi perdutamente di lei, come sperava.)
 Ma ora, a causa dei loro diversi ranghi, ottenere una squadra per le stesse missioni era quasi impossibile.Sasuke era bloccato a prendere i gatti dagli alberi, Naruto era impegnato a sentirsi frustrato con le missioni di livello medio e quando Sakura non lavorava all’ospedale, accettava le missioni più difficili. I tre trascorrevano ancora una quantità eccessiva di tempo nella reciproca compagnia,ma Kakashi non ne faceva mai parte. Sembrava che senza l’incentivo di essere un insegnante,semplicemente non aveva alcuna inclinazione a socializzare coi tre.
 Sakura si chiese se fosse semplicemente perché era introverso, o se non gliene importava nulla.
 Guardare il suo profilo vuoto nell’ufficio di Tsunade offriva poche risposte.
 Tsunade consegnò la pergamena della missione a Sakura, con questo gesto fece intendere che il capo della missione fosse proprio lei. Mentre Sakura lesse e  Kakashi si grattò il collo, Tsunade fornì loro i dettagli  della missione. “ Come puoi leggere in quel rotolo, il nome del bersaglio è Matsura,solo Matsura, probabilmente lo conosci già.”
“Si.” La bocca di Sakura si era seccata.
“ Particolarmente infame di origine sconosciuta”, disse Kakashi, come se ricordasse mentre parlava.
“ Ha detto di essere alla pari con i tre ninja leggendari e ha una fantasia particolare per…uh…”
 “Ragazze minorenni”, Sakura finì amaramente la frase al posto suo.
Comprese adesso le reali intenzioni di Tsunade dietro la sua precedente domanda riguardante la sua castità.
 “Sei una dei più giovani jonin femminili di cui disponiamo al momento.” disse Tsunade,il viso stranamente inespressivo.”Diciasette anni sono troppi per i gusti vili di Matsura, ma tu sei una ragazza magra e minuta.” Mentre parlava, Tsunade diede un occhiata significativa al petto di Sakura. “ Potresti affermare di essere più giovane e nessuno avrebbe da ridire”.
 Sakura si spostò a disagio. Ora non poteva pentirsi di aver accettato la missione. Tra l’altro non avrebbe voluto Ino da nessuna parte vicino a quest’uomo. “ E’ più maiale di te” pensò. A giudicare dall’angolazione della testa di Kakashi, di sicuro stava guardando intensamente il pavimento.
Il chunin alla scrivania era tornato a catalogare al doppio della sua solita velocità. Le guardie ANBU erano impassibili come sempre.
 “Certo, questo è solo un modo per avvicinarsi a lui”,continuò Tsunade.”Il nostro cliente afferma che Matsura ha rubato un cimelio di famiglia molto prezioso per lui, e ci ha commissionato questa missione di classe A per recuperalo. Ma sono tentata di dire che è più una missione di classe S. Tuttavia. Matsura non è un uomo da prendere alla leggera. Sulla pergamena ci sono i dettagli di ciò che dovete cercare e dove potreste trovarlo.”
 Sakura finì di leggere e lo passò a Kakashi che lo sollevò alla luce per scrutarlo.
 “Onestamente, credo che l’unico modo per avvicinarsi a lui sia quelli di usare la sua debolezza per le ragazze giovani”, disse Tsunade  con rammarico. “ Sono quasi disposta a credere che preferisca le ragazze giovani per una ragione; perché si aspetta che i nemici usino le donne contro di lui. È una tattica comune: portare a letto una bambina è meno pericoloso che portarsi una donna che potrebbe essere una potenziale Kunoichi nemica.”
 Tsunade ci pensò un momento.
 “È  più probabile che sia solo un pervertito, però.”
 Sakura  rabbrividì. Di perverti ne aveva conosciuti, come Jiraiya ad esempio, e in una certa misura anche Kakashi lo era. Naruto pure, si stava dando da fare per essere il capo dei pervertiti, ma tutti loro erano abbastanza innocui se paragonati a Matsura. Beh…Jiraiya non era così innocuo. Soprattutto dopo che l’eroina principale dell’ultimo libro Icha  Icha  portava il nome “ Sakura.”.
 Ora Sakura sapeva perché Tsunade non voleva una vergine in questa missione. Le cose potrebbero sfuggire di mano…e forse bisognava andare fino in fondo…
 Sakura non era mai stata così felice di sentire che Kakashi la stava accompagnando,anche se non le sarebbe dispiaciuto farsi accompagnare dalla maggior parte della popolazione maschile di Konoha.
 “ Non devo dirvi che non sarebbe saggio impegnarlo in un vero combattimento” stava dicendo Tsunade.”Recuperate  la proprietà rubata e andate via da lì il più velocemente possibile; e nessuno di voi due dovrà lasciare indizi sul fatto che Konoha è coinvolta. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è   qualcuno come Matsura, abbiamo già abbastanza problemi.”
 Kakashi spostò il suo peso e incrociò le braccia.” Perché non limitarsi a rifiutare la missione se è così  rischioso?” chiese. La sua voce era leggera e disinvolta ,come se a lui non importasse davvero.
Ma Sakura non  lo aveva mai visto mettere in discussione la validità di una missione prima d’ora.
Doveva essere davvero preoccupato…
 Tsunade sospirò “ La ricompensa è buona,Kakashi, il villaggio ne ha bisogno.”
“ Va tutto bene” gli disse Sakura. “Possiamo farlo.”
Kakashi la guardò, e per la prima volta da quando era entrata nella stanza, i loro sguardi si incontrarono. Ma come al solito, l’ occhio esposto di Kakashi era oscuro e illeggibile. Sakura odiava pensare a quanto facilmente lui  potesse leggere la sua di  espressione, e così distolse lo sguardo rapidamente.
 “ Lascerò i dettagli e i piani a voi due”, disse Tsunade, tirando versò di se una manciata di cartelle.
“ Sono sicura che sarete in grado di farcela, potete partire domani,il nostro cliente non ha fissato una scadenza, ma sarebbe bello se poteste tornare qui entro una settimana, altrimenti diventerebbe tutto più rischioso.”
Sakura annuì.” Sì, Hokage-sama.”
 “Hokage-sama”, fece eco Kakashi.
 “Bene allora!”   Tsunade alzò le mani e le agitò “ Shoo shoo, sistemate la faccenda tra di voi.”
 Nel momento in cui Kakashi chiuse la porta dietro di loro,si voltò verso di lei con le mani infilate nelle tasche. “ Sei sicura?”
 Sakura si schiarì la gola. “ Posso farcela.”
 Era sempre la solita vecchia storia. Tutti si sentivano in dovere di proteggerla perché era una ragazza debole che preferiva curare un amico piuttosto che uccidere un nemico. Ecco perché trovava divertente che lei fosse l’ unico jonin della squadra sette. Perché nessuno se lo sarebbe mai aspettato.
 Ma perché? Perché nessuno si aspettava che diventasse brava, se non meglio dei suoi compagni di squadra maschi? Perché Kakashi ha dovuto aprire la bocca facendole dubitare delle sue capacità?
 “ Sono sicura che Ino sarebbe più che disposta a togliermi  questa missione dalle mani…”continuò.
 “No”, disse improvvisamente Sakura.” Non voglio che le affidino la missione, non è abbastanza forte, e inoltre..vogliono qualcuno che possa passare per una quindicenne e Ino…”
La sua faccia divenne di nuovo calda “..è molto sviluppata.”
 La ragazza in questione era abbastanza sviluppata da poter benissimo rivaleggiare con Tsunade.
Personalmente, Sakura pensava che fosse un po’ un handicap per un ninja essere così “ pesante”, ma Ino ne era  felice. Come la maggior parte dei suoi fidanzati.
 
Era solo un'altra competizione di Ino per dominare Sakura…
 “Va bene allora.” Kakashi indietreggiò leggermente.” Troveremo una stanza al quartier generale dei jonin e inizieremo a pianificare.” disse. Sakura annuì e si trascinò dietro di lui, nascondendo la pergamena della missione al sicuro nella sua custodia.
 
Non parlarono più durante tutto il tragitto verso il quartier generale che si trovava a pochi isolati e ponti dall’ ufficio di Tsunade. Probabilmente Kakashi si sentiva a suo agio avvolto in  quel silenzio. Sakura  invece non si era mai sentita così in imbarazzo in tutta la sua vita.
 Voleva dirgli qualcosa, magari fare quattro chiacchiere come due amici. Ma lui non era il tipo da chiacchiere inutili. L’ ultima volta che avevano fatto una  conversazione mezza decente era stato durante la sua festa per la promozione a jonin. E la conversazione era andata più o meno così:
 “ Bel lavoro, Sakura.Ben fatto.”
 “Grazie, Kakashi-sensei.”
 “Oh,non dovresti chiamarmi più così. Adesso siamo entrambi jonin, non sono più il tuo insegnante.”
 “Ok…allora come dovrei chiamarti?”
 “Kakashi-sama forse.”
 “Penso che mi limiterò a chiamarti senpai…”
 “ Quando sono stato promosso a jonin non c’è stata nessuna festa.”
 “Quando l’era glaciale stava finendo?”
 “Si. Mi sembra di ricordare che la ruota sia stata inventata più o meno in quel periodo.”
 “ Cosa hai fatto per festeggiare la tua promozione a jonin allora?”
 “ Ci sono state affidate missioni di classe A e un terzo delle nostra squadra è stata uccisa in battaglia per negligenza e inesperienza.
 “…Kakashi-senpai…?”
 “Sì, Sakura?”
 “Sei un guastafeste.”
 Per la festa Sakura aveva comprato abbastanza alcol da far dimenticare a Naruto e Sasuke che si era laureata prima di loro. Naruto aveva pianto “ Perché!”.
 “ Perché sono più matura e intelligente di te, testa quadra!” Le aveva risposto lei leggermente sbronza.
 Non avendo più bisogno di un insegnante, Sakura aveva a malapena visto Kakashi dopo. Se mai avesse avuto un qualche problema con un  jutsu , andava da Tsunade poiché avevano più cose in comune in termini di abilità. Raramente lavorava con altri jonin a meno che non fosse una missione particolarmente difficile,e anche in quel caso, le probabilità di essere in coppia con Kakashi erano scarse.
 Sakura si chiese se si sentisse un po’ trascurato.
Poi si rese conto che era lei probabilmente ad essere stata trascurata. Chi era stato l’unico a dedicare tutto il suo tempo al ragazzo prodigio Uchiha,  trascurando i suoi obblighi nei confronti degli altri studenti? Chi aveva l’abitudine di passarle accanto nel quartier generale dei jonin senza nemmeno degnarla di uno sguardo?.
 Kakashi non era il tipo da affezionarsi alla gente,realizzò,un po’ tristemente. Era sempre stato così.
 Desiderare le sue attenzioni la faceva sentire infantile.
La camera 6B era disponibile quando arrivarono. Sakura si sistemò sul divano in dotazione e appoggiò i piedi sul tavolino da caffè.
 “Vuoi del tè?” Le chiese Kakashi.
“ Sì, per favore.”
 In queste sale si svolgevano molte riunioni che poteva durare anche tutto il giorno, motivo per cui ogni stanza veniva fornita di bollitori e ogni sorta di bustine di tè e caffè. Kakashi iniziò a frugare dentro gli armadietti alla ricerca di due tazze pulite mentre Sakura dava un occhiata al gruppo di volantini sparsi sul tavolino da caffè. La maggior parte erano pubblicità per l’assicurazione sulla vita.
 Sakura aveva già provato a stipulare una polizza. Purtroppo le era stata rifiutata” perché era  una ragazza troppo giovane che probabilmente sarebbe morta entro i prossimi dieci anni.” Dalla compagnia assicurativa. L’aveva sconvolta, pensare che la sua vita non contasse nulla in termini monetari.
 Qualcuno come Kakashi, d’ altra parte, valeva probabilmente una fortuna. L’unico problema era che Sakura non pensava che avesse una famiglia da sostenere, quindi perché mai avrebbe dovuto fare una polizza?
 Una tazza da tè le fu posata davanti e lei borbottò un dolce grazie prima di chinarsi in avanti per far cadere qualche zolletta di zucchero nella sua bevanda calda. Offrì la ciotola contenente lo zucchero a Kakashi che prontamente ne versò metà del contenuto nel suo tè. Sakura scosse la testa.
 “Ecco perché indossi una maschera” mormorò.
“Mm?”.
 “Hai fatto marcire tutti i denti, vero?”
 “Ah, mi hai preso.” Si strinse nelle spalle e sorseggiò il suo tè- attraverso la maschera come al solito. Sakura pensò che questo non era  un metodo particolarmente igienico , ma Kakashi era un po’ nevrotico al riguardo.
 Sakura aprì la pergamena e la sistemò sul tavolo. “ Ok, quindi…a quanto pare questo tizio vive in un complesso fortificato a est da qui, a circa un giorno di distanza, se partiamo domani mattina diciamo alle sei dovremmo essere lì verso mezzanotte forse”.
 “Mm.” Kakashi sembrava annoiato.
 “ Non sappiamo come attira queste povere ragazze,quindi potrebbe essere più saggio osservare prima la situazione.”
 “Di solito le compra in qualche modo” la interruppe Kakashi. “Farà un favore a qualcuno,e in cambio, quel qualcuno gli consegnerà sua figlia per alcune notti.”
 La faccia di Sakura si contorse ma non disse nulla.
 “ Per lo più sembra trovarle durante i suoi viaggi, in questo periodo di guerra ci sono un sacco di ragazze orfane abbastanza disperate da andare con lui in cambio di cibo e riparo.” Le disse.
“Ok…ok.” Sakura lesse l’ultimo paragrafo sulla pergamena.” Ok..probabilmente avrò bisogno del tuo aiuto per avvicinarmi a lui, puoi dire che vuoi commissionare a Matsura una missione e puoi consegnarmi come una sorta di pagamento anticipato.”
 “Mm.” Kakashi scrollò le spalle. Non sembrava felice. Ma forse era la sua espressione di sempre…
 Sakura si morse la guancia.”Riesci a pensare a qualcosa di meglio,Kakashi –senpai?” chiese.
Questa sarebbe stata la sua missione, e lui stava solo venendo solo per  precauzione, ma se aveva un idea migliore non aveva che dirlo.
 “No, è un buon piano.” Disse.
Sakura attese.
Kakashi si guardò distrattamente le unghie.
 Inutile. Sakura si lasciò cadere la testa tra le mani e si massaggiò le tempie. “Questa è una follia…quest’uomo sembra forte quanto il nostro hokage.Se qualcosa va storto…”
 “Sarò lì per proteggerti.” Disse dolcemente Kakashi.
 Sakura lo guardò. Normalmente dichiarazioni di questo genere l’avrebbero infastidita, ma in questa situazione lei ne era contenta.
 Kakashi si sedette con un sospiro,i gomiti appoggiati sulle ginocchia. Il suo occhio era chiuso mentre faceva scorrere le dita attraverso le piccole ciocche dietro l’orecchio destro.
“Sai perché Tsunade voleva sapere lo stato della tua castità ,vero?” chiese a voce bassa, come se fosse molto stanco.
 Sakura arrossì vistosamente. Questo non era il genere di cose che voleva discutere con il suo ex insegnante. Era già abbastanza difficile parlare di queste cose con sua madre. “Mm.”
Fantastico, ora dava risposte in stile Kakashi.
 “È improbabile che se Matsura faccia qualcosa con te, sarai in grado di fermarlo.” Le disse Kakashi in modo piatto. “È un modo terribile di perdere la verginità e molto traumatico se non hai precedenti esperienze.”
 Inconsciamente, Sakura strinse le cosce. “Lo so.” Rispose brevemente.
Il suo occhio si aprì e lui la guardò pigramente. “ Sei sicura di non essere vergine?”
Sakura sorrise improvvisamente. Se mio padre avesse sentito che tu mi ha fatto una domanda del genere, domattina ti ritroveresti a faccia in giù nel fiume.”
 Kakashi non batté ciglio aspettando una risposta.
 Il sorriso di Sakura morì.”Io non lo sono, va bene?Ho fatto sesso. Non c’è niente in Matsura che non ho mai visto o toccato prima. Posso gestire dei vecchi pervertiti capricciosi. Posso gestire questo.
 Uscì più coraggioso di quanto fosse in realtà. Kakashi si appoggiò al divano, mettendo un braccio dietro la schiena. “Vedo.” Fu tutto ciò che disse.
 Sakura si sentì completamente imbarazzata. Per un momento desiderò che lui fosse solo un perfetto estraneo. Qualcuno che non la conosceva da quando era una bambina, a cui non sarebbe importato tanto da fare domande così personali. C’erano solo alcune cose che non voleva che Kakashi pensasse mai di lei. Voleva che fosse orgoglioso di lei, che pensasse che era una ragazza forte, intelligente e capace. Non voleva che lui la immaginasse intrappolata in un letto, mentre un pervertito sudato la violentava.
 Lei non avrebbe mai permesso che ciò accadesse. Non c’era bisogno che si preoccupasse tanto.
Ma non  aveva abbastanza coraggio per dirgli che…
 “Allora chi è il ragazzo fortunato?”
 Sakura sbattè le palpebre. “Che cosa?” domandò.
 “Il ragazzo che stai vedendo?”
 “Non vedo nessuno.” Rispose Sakura.
 “Va bene allora, con chi hai fatto sesso?” chiese tranquillamente.
 Sakura sbiancò. “ Non puoi chiedermi una cosa del genere!”.
 “Oh “ sembrò pensarci su per un momento. “ Ah,forse. Ma dato che te l’ ho già chiesto, ti dispiacerebbe darmi una risposta?”.
 Le dita di Sakura si strinsero così intensamente attorno alla sua tazza da tè che si poteva sentire il suono della porcellana incrinata. Cercò di rilassarsi e placare la sua forza. La forza mostruosa che possedeva poteva essere un problema se perdeva le staffe. “ Nessuno, lo sai.” disse a Kakashi senza mezzi termini.
 “Ah…” annuì capendo. “Quand’è che me lo avresti detto?”
 “ Kakashi-sensei!”.
 “Scusa,scusa.” Per la prima volta quella sera le rivolse un sorriso imbarazzato.” Puoi incolparmi per essere così protettivo nei confronti della mia studentessa preferita?”
 Sakura saltò nella sua pelle.” Scommetto che lo dici a tutti i tuoi studenti.”
 “Beh,sì,in realtà lo dico.” Ammise Kakashi. “È un ottimo modo per motivarli, ma sono serio solo quando lo dico a te.”
 Sakura arrossì.”Veramente?” chiese esitante,sperando che non stesse scherzando. Kakashi aveva uno strano tipo di umorismo, quindi non avrebbe mai saputo la verità. “ Come mai?”
 “ Sei più intelligente e più matura  e impari in fretta rispetto agli altri studenti…non scappi con uomini malvagi o pervertiti e quindi non devo preoccuparmi di te più di tanto.” Le sorrise.
“ E lasci sempre i dolci verdi, il che è fantastico,perché io adoro i dolci verdi, normalmente dovrei combattere contro Naruto e Sasuke per ottenere i dolci verdi.”
 Sakura si rilassò leggermente.” Grazie sensei..”
 Il voltò di Kakashi si aprì in un sorriso, “ Pensavo di averti detto di smetterla di chiamarmi così.”
 “ Sì, ma mi sento ancora come se potessi imparare delle cose da te.” Disse onestamente.
Nell’ora successiva mapparono alcuni punti importanti per la missione. Kakashi doveva pensare a portare tutte le provviste necessarie, mentre Sakura doveva prepararsi per sembrare più giovane.
“Sembri più giovane con i capelli lunghi.” La informò. “ C’è un parrucchiere vicino a Ichikaru specializzato nella crescita dei  capelli: è costoso,ma mettilo sul conto di Tsunade sotto le spese per la missione.”
 “Cos’altro?” chiese Sakura.
 “Nessun trucco.” Aggiunse. “Indossa un semplice yukata, devi sembrare povera e orfana, e uno yukata di aiuterà a diminuire un po’ la tua figura.”
 “Oh,sì.” Disse Sakura, roteando gli occhi. “ Perché sono così formosa.”
 “Sakura, i seni grandi non fanno una donna.” Le disse quando la vide mortificarsi per questo dettaglio. “ Dalla vita in giù nessuno potrebbe scambiarti per una bambina.”
 Il suo sguardo si spostò sulle sue ginocchia per dimostrarle il punto. Sakura squittì in un modo non molto dignitoso per un jonin qual’era. “ Smettila di guardare! Vecchio sporco!”
 “ Ehi.” Sembrava ferito. “ Sono perfettamente pulito,grazie.”
 Quando finalmente avevano risolto tutto e non c’ era più nulla da discutere, si alzarono e si avviarono per uscire dall' edificio. Nonostante le circostanze,Sakura non riusciva a trattenere un piccolo sorriso. “ Mi è mancato lavorare con te,sensei.” Gli disse mentre si fermavano davanti l’ingresso principale.
 “Oh.”  Sbatté le palpebre per la sorpresa.
“Sapendo che sarai con me…sono più tranquilla, mi sento più al sicuro.”
Kakashi diede un’alzata di spalle. “ Ecco perché sei la mia preferita.” Disse allungando una mano per arruffarle di nuovo i capelli. “ Sei molto più carina degli altri due.”
“…stavo cercando di essere seria.”
“Lo so, sei stata molto adorabile.” Scese i gradini e si diresse verso la notte a passo lento, con una mano in tasca e l’altra alzata in segno di saluto. “ Ci vediamo domani alle sei, non fare tardi.”
“ Ipocrita.”
Prima di ritornare a casa,Sakura passò dal salone. Stavano chiudendo, ma quando spiegò al proprietario che era per una missione difficile, la lasciò entrare e la fece accomodare. Il jutsu per la crescita dei capelli era come avere una persona sovrappeso che si dondolava sulla tua testa. Faceva abbastanza male da farle venire le lacrime agli occhi, e Sakura non era affatto felice dell’ effetto finale. Con i capelli che si aprivano a ventaglio intorno ai suoi gomiti, era come avere di nuovo dodici anni. Infelicemente si ricordò di quella volta durante l’ esame per diventare chunin, quando quell’ orribile ragazza l’aveva intrappolata per i capelli e l’aveva accusata di preoccuparsi più del suo aspetto che del suo lavoro da ninja. Quelle parole l’ avevano ferita, perché in quel momento corrispondevano a verità.
 Poi le cose erano andate diversamente, e quelle parole no potevano che essere più sbagliate. Sakura era pronta a tutto per difendere i suoi compagni di squadra feriti. Era stata così coraggiosa da impressionare se stessa.
Quell’idiota di Sasuke doveva rimanere privo di sensi durante  tutta quella prova così dolorosa?
 Dopo aver legato i capelli in uno chignon alla  nuca, Sakura disse al proprietario che poteva mandare il conto a Tsunade. Salutò e si incamminò barcollante alla ricerca  di un bar.
Dopo mezza bottiglia di Sakè, si guardò intorno cercando una faccia familiare. Non ce n’erano.
 Bene.
Girandosi sul suo sgabello, Sakura alzò le mani ondeggiandole delicatamente.” Ho tempo fino alle sei per perdere la verginità.” Mormorò. “ C’è qualcuno…tra…in…interessato…qualcuno può aiutarmi?”
 
 
 
 
 
 ANGOLO AUTRICE:
Salve a tutti, ci tengo a specificare che la storia non mi appartiene, ma è della bravissima Silvershine.
La mia è solo una traduzione.
Spero comunque vi piaccia!
Ci vediamo al prossimo capitolo.
Gwen.

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Capitolo 2
*** Quando Sakura è in ritardo ***


Dimmi i tuoi segreti e fammi le tue domande,
 
Oh, torniamo all’inizio…

 
Shikamaru sbadigliò a bocca aperta mentre si massaggiava la nuca. “ Penso che andrò a dormire.” Disse alzandosi in piedi.
 
La mano di Ino scattò, trascinandolo di nuovo al tavolo del bar. “ devi pagare tu il prossimo giro, ricordi?”
 
“Non voglio un altro giro.” Si lamentò.
 
A Ino non interessava. “ Dovrai almeno pagarci questo.”
 
“ Ehi,sono le undici, se non torno entro mezzanotte, mia madre mi farà frustare,” spiegò dandole un’alzata di spalle.
 
Chouji sbuffò quando finì il suo sacchetto di patatine. “ Penso che lei lo farà comunque.”
 
Ino annuì confermando le parole dell’amico. “ Non avrai da bere gratis questa volta, Shika, non da noi,” gli disse con fermezza.  “ Vai a pagare il prossimo giro, poi potrai andare.”
 
Shikamaru sospirò. A questo punto un vero genio avrebbe trovato una via ingegnosa per scappare….ma,purtroppo, erano sufficienti una bottiglia di sakè e una bibita gassata per portarlo a livello del deficiente medio.” Va bene,va bene…” si alzò in piedi.
 
Rimase immobile nel momento in cui sentì una voce familiare in mezzo al ronzio generale delle conversazioni nel bar.
“ Ho tempo fino alle sei per perdere la verginità, c’è qualcuno…tra…interessato…qualcuno può aiutarmi?”
 
Inò scattò sul posto per sbirciare  dall’altro lato del tavolo. “ Sakura!” esclamò  esterrefatta.
 
Shikamaru la raggiunge appena in tempo per vedere la ragazza scivolare direttamente dal suo sgabello e poi sul pavimento in un mucchio disperato.
Chouji si sporse fuori dal tavolo quel tanto che bastava per osservare la ragazza prona. “ Sakura è vergine?” chiese un attimo prima di ricominciare a mangiare.
 
Ino sorrise malignamente e le sue dita si piegarono in un pugno. “ Io lo sapevo!” sibilò allegramente. “ Sapevo che era frigida!”
 
Shikamaru la guardò divertito. Sakura non le sembrava particolarmente frigida in quel momento.
“ Forse dovresti portarla a casa,Ino?”. Sottolineò.  “ Tra non molto una montagna di uomini si accalcherà su di lei e poi non riusciremo più a portarla fuori...”
 
“ Hah,” Ino si scostò i capelli biondi e setosi da sopra la spalla. “ Come se Sakura potesse attrarre qualcosa di più di uno sciame di mosche.” Ciò nonostante, Ino era ben consapevole che gli sguardi della metà degli uomini nel bar erano tutti sulla ragazza ubriaca, pronti ad aiutarla e offrirgli più da bere se necessario. Ino alzò gli occhi al cielo. Tipico. Sperava solo che Sakura fosse troppo ubriaca per poter ricordare questo giorno. Avere il potere di sedurre mezzo locale con una misera frase male formulata era un potere che Sakura non aveva bisogno di sapere di possedere.
Alzandosi dalla sedia, Ino iniziò a farsi strada nel locale, in mezzo a gli uomini, per aiutare la sua rivale distesa ancora sul pavimento. “ Ehi, Sakura. Vedo che non lo reggi tutto quest’ alcol .” annunciò vivacemente mentre sollevava la ragazza per un braccio.
 
“Blergh…” Sakura si allontanò da lei. “ Cosa ci fai qui?”
 
“ Sembrava che avessi bisogno di aiuto,” osservò Ino seccamente mentre trascinava Sakura verso la porta.
La ragazza ubriaca la guardò con occhi sprezzanti. “ Grazie per l’offerta Ino-maialino…ma sei un po’ troppo femminile…”
 
Shikamaru scosse la testa mentre guardava le due ragazze barcollare per la strada. “ E chi se lo aspettava che Sakura fosse così tanto selvaggia da ubriacarsi da sola?” gli fece notare Chouji.
“ Ad ogni modo, vado a casa, ci vediamo domani amico.”
 
“ Ci vediamo.”
 
Il genio Shikamaru colpì di nuovo. Per un’altra notte saltò il suo turno di pagare da bere. Avrebbe dovuto ringraziare Sakura domani mattina…
 
Uscì dal bar,e nell’aria fresca della notte si incamminò verso casa. Stava per andarsene quando qualcuno, più alto e più ampio, improvvisamente entrò nel sul cammino, oscurando i lampioni e le lanterne per gettare una lunga ombra su di lui. Tuttavia le ombre non spaventarono Shikamaru, che alzò lo sguardo per incontrare lo sguardo di un  solo occhio.
“Shikamaru-kun.”
“Kakashi-san.”
 
Oh grande. Proprio quello di cui aveva bisogno: un altro ritardo. Ora ne era certo che sua madre avrebbe avuto la sua testa quella notte.
 
                                                                                 ***
 
Al sorgere del sole Sakura capì alcune cose importanti :
 
  1. Lei non aveva alcuna tolleranza per l’alcol.
  2.  Sembrava dimenticarsene ogni volta che si sentiva depressa.
  3. Ino era una pessima badante. Aveva impacchettato Sakura con la stessa cura di come la maggior parte della gente gettava le bucce di banana nella spazzatura e se n’era andata con il paio di scarpe preferite di Sakura con una vaga promessa di restituirle.
  4. La sua verginità era,purtroppo,ancora intatta.
  5. Erano le sei e mezza.
 
Sakura si scaraventò giù dal letto così in fretta che si stava già lavando i denti quando notò qualcosa di diverso sulla sua testa. Sbatté le palpebre per la confusione mentre osservava i suoi lunghi capelli rosa, prima che la memoria le fornisse i dettagli necessari del viaggio dal parrucchiere il giorno prima. Non sapeva se la facevano sembrare più giovane. Doveva chiedere a Kakashi.
 
Inciampando nella sua stanza, Sakura saltellò fino al suo guardaroba e gettò via i suoi vestiti in cerca di qualcosa di vecchio e  adatto a farla sembrare  una “ piccola orfanella.”  Aveva solo tre indumenti che corrispondevano al nome di Yukata, due erano stati confezionati per soddisfare i suoi gusti colorati. Il terzo era quello che portava ogni volta che prendeva l’influenza. Era marrone, consumato in alcuni punti ed era con lei da quando aveva dieci anni.
 
Irritata,  notò che le andava ancora. ( Anche se mostrava più delle caviglie.)
 
Sakura la indossò a casaccio e infilò i piedi in un paio di vecchi sandali sotto i suoi soliti stivali.
Sotto il suo yukata legò la cavezza di shuriken attorno alla sua coscia ( sapeva che Kakashi gliela avrebbe confiscata, ma si rifiutava di viaggiare senza ) , e intorno alla sua vita, il suo obi bianco. Di solito evitava di indossare più obi tutti insieme perché tendevano a rendere la sua figura più informe di quanto le sembrasse già, ma in questo caso, tutto ciò che le nascondeva la vita sottile era ben accetto.
 
Sfortunatamente, le mancava il numero necessario di mani per legarla correttamente, quindi mise l’obi sulla spalla, e si diresse verso il punto d’incontro stabilito con Kakashi.
Sakura si sentì abbastanza impacciata mentre si affrettava per le strade verso le porta della città.
Aveva messo da parte il problema sull’essere vanitosi dopo il suo esame di chunin, ma una ragazza non poteva mostrare un minimo di vanità per il suo aspetto? Lo yukata era solo imbarazzante e squallido…
 
Quando Sakura arrivò alle porte del villaggio, Kakashi non c’era, ma questo ovviamente, non la sorprese. Si guardò intorno ansiosamente, cercando di riprendere fiato prima di sedersi per terra.
Lei aveva un’ora intera di ritardo, ma era arrivata lo stesso prima di lui. Lui non doveva saperlo.
Aveva tutte le intenzioni di fargli pensare che lo stava aspettando dalle sei in punto, senza provare nessun senso di colpa.
 
Dieci minuti dopo, l’aria tremolò prima che Kakashi apparisse nel suo tipico vortice di fumo. “Yo”. Alzò una mano in segno di saluto mentre l’altra era impiegata a contenere l’ultima copia di Icha Icha Chaos.
 
      “ Sei in ritardo.” Lo accusò.
       “ Non lo sono.”  La rimproverò lui. “ Ero qui alle sei e mezza,stavo solo cercando te.”
       
      Dannazione. “Ah…”
  Sakura si sollevò dal pavimento polveroso e allungò il suo obi verso Kakashi. “ Ti dispiacerebbe aiutarmi con questo?”
     Kakashi prese il capo in questione, con una certa riluttanza, come se stesse raccogliendo un serpente morto. “ Si….come va esattamente?”
 
“Hai mai visto la lingua di una farfalla?”
 
“Si.”
 
“Qualcosa del genere. Continua a rotolare.”
Dopo diversi minuti di piroette e tiri, riuscirono a legare l’obi in una sorta di papillon. Kakashi accarezzò il suo mento mascherato con aria pensierosa. “ Beh, dubito che farai tendenza, ma almeno non si slegherà.”
 
Sakura respirò con fatica. “No, non succederà mai.”
 
“ Tutto ok?.”
 
Quasi. “ Sto bene…”  Doveva solo prendere esempio da Rock Lee e fingere che si trattasse di una sorta di allenamento di resistenza. Si voltò per guardare Kakashi e tese le braccia. “ Come sto?” gli chiese.
 
Kakashi la guardò dall’alto in basso,sospirò e si ficcò le mani in tasca. Lo sguardo che le rivolse era talmente sincero e cristallino che anche uno come Naruto avrebbe potuto capire.
 
Sakura si espresse in un  sorriso sofferente. “Bene” disse, valutando attentamente l’aspetto di Kakashi.  “ Sembri opportunamente…lo stesso di sempre.”
 
Non era del tutto vero. La sua uniforme di Konoha fu sostituita da qualcosa di più semplice e meno appariscente, anche se rendeva evidente il fatto che fosse un ninja.
L’hitai-ate fu rimpiazzata da una benda di pelle che lasciava ricadere sul viso alcune ciocche argentate sul viso, rendendo più visibile la cicatrice che gli scendeva lungo la fronte e la guancia destra. La famigerata maschera ancora al suo posto , ma la giacca antiproiettile era sparita. Al posto della sua solita maglietta ne indossò una con le maniche corte priva di disegni e coprì le braccia con i guanti e le protezioni simili a quelle  usate dalla squadra Anbu. Tutto il resto era praticamente lo stesso.
 
“ Hai solo tre abiti,vero?” azzardò lei, rendendosi conto che in effetti stava indossando alcune degli abiti che aveva indossato  al funerale del Terzo Hokage: l’unica volta in cui l’aveva visto senza uniforme.
 
Beh…ci fu pure quella volta in cui lei aveva bussato alla sua porta per trovarlo in pigiama con stampato su delle ossa di cane…
 
“ C’è ne bisogno di più di tre?” chiese.
 
“ Be’, forse i vestiti civili avrebbero dato meno nell’occhio.”
 
Kakashi scosse la testa. “ Ho ancora bisogno di sembrare un combattente, Matsurà lo capirà nel momento in cui mi vedrà che sono un ninja, se tento di sembrare un civile, sarà sospettoso nei miei confronti.”
 
“Aspetta,” Sakura alzò una mano. “Non capirà che anche io sono un ninja?”
 
“Non con quelle scarpe.” Kakashi guardò con attenzione i suoi piedi. Sakura si rese conto che tendeva a barcollare da quando li stava indossando. “ Va bene così, diremo che sei una ballerina questo dovrebbe spiegare ogni grazia eccezionale che dimostri, ma dovrai lasciar perdere gli shuriken.”
 
“Non vado in  viaggio senza difese,” sostenne lei.
 
Scrollò le spalle senza risponderle e guardò avanti verso la strada che si snodava tra gli alberi davanti a loro. Come il pigro gentiluomo che era, allargò brevemente il braccio sul sentiero prima di lasciarlo cadere di lato. “ Dopo di te,signorina.”
 
Sakura barcollò giù per tutti e tre gradini prima che lei si arrendesse, togliendosi i sandali e riprendendo a camminare verso la strada sterrata.  Kakashi la seguì a ritmo lento, il naso sepolto nel suo libro.
 
Era proprio come hai vecchi tempi.
Senza la volpe e l’Uchiha. E con molte meno conversazioni e più ansia. Sakura tornò a guardare il suo compagno mascherato e si morse il labbro. Stava ancora leggendo, completamente ignaro di ciò che lo circondava, a meno che non avrebbero dovuto scavalcare buche o rocce. Qualcosa a cui Sakura avrebbe dovuto pensare in effetti. Lo scoprì mentre il suo morbido piede cadeva su un sassolino particolarmente appuntito.
 
Sakura sibilò e si bloccò. Kakashi si fermò proprio dietro di lei.” Qualcosa no va?”
 
“No…” esalò il respiro in un fruscio e proseguì, cercando coraggiosamente di non zoppicare. L’ultima cosa che voleva fare era dimostrare la propria debolezza di fronte a Kakashi.
Lui l’aveva addestrata. Non voleva che lui la guardasse con disappunto perché aveva calpestato uno stupido pezzo di terra!
 
Proseguirono in silenzio, solo occasionalmente: “ Stai bene?”,” Sto bene,”  e “ Gira a sinistra qui”, per spezzare la monotonia. Anche così , sette parole in tre ore erano forzate.
 
Ogni tanto passavano altre persone sulla strada. Il primo era un contadino con un cavallo e un carretto di cavoli. Annuì educatamente a Sakura ( che sorrise dolcemente e annuì in risposta) e si chinò un po’ più a fondo per Kakashi ( che ignorò l’uomo più o meno allo stesso modo in cui ignorò tutto il resto).
 
La seconda persona che videro passare era una vecchia con un bastone. Guardò con aria di disapprovazione mentre passava zoppicando, anche se Sakura non poteva essere sicura per cosa la vecchina  fosse offesa. Forse non le piacevano i ninja? O le ragazze orfane e trasandate? O forse era solo antiquata e non gli piaceva vedere una ragazza e un uomo adulto senza un accompagnatore?
 
Con tutta probabilità, si trattava del libro di Kakashi.
 
 O forse tutte cose.
 
La terza persona che li superò fu un altro contadino  seduto in cima a un grande carro carico di balle di fieno e scatole di mele.  Mentre stava andando nella stessa direzione, fermò i suoi due cavalli accanto al gruppo di viaggiatori. “ Vi serve un passaggio?”
 
Sakura e Kakashi si guardarono l’un l’altro.  Cosa potrebbe esserci di male? Inoltre i piedi di Sakura erano doloranti…
 
“Grazie” disse Kakashi gentilmente e aiutò Sakura a salire sulle balle di fieno mentre lui stesso trovava posto sulle casse di mele.
 
Il contadino spezzò le redini e partirono. Sakura rimbalzò leggermente sul suo materasso di paglia e allungò i piedi davanti a lei. Sotto di lei, Kakashi riprese nuovamente il suo libro. Dal suo punto di osservazione, riusciva a distinguere le parole da sopra la spalla di lui.
 
Era sempre stata curiosa di sapere cosa c’era scritto  in quei libri Icha Icha  che avevano il potere di catturare completamente  l’interesse  del suo insegnante. Purtroppo non era mai stata così coraggiosa per comprarsene una copia per scoprirlo, Naruto invece, aveva ottenuto edizioni gratuite dall’ autore stesso, ed era grazie a lui che aveva un ‘idea di cosa poteva esserci.
Ma comunque…ora aveva l’occasione per dare una sbirciatina senza che nessuno la notasse. Si sporse in avanti impercettibilmente e socchiuse gli occhi.
 
Il cuore di Michiko correva. La sua anima volò in alto e sbocciò come una rosa in erba nel caldo di mezza estate. Lo stava aspettando da tutta la sua vita! “Prendimi!” pianse sfrenatamente a Jiro.
“Basta giochi!”Non mi importa chi ci vede! Devo averti ora,altrimenti questo desiderio mi brucerà dall’interno!”  Si strappò la camicetta per la fretta di rimuovere tutte le barriere tra di loro prima di stringere la testa di Jiro sul suo petto.
 
Kakashi voltò pagina. Sakura emise un miagolio di protesta, troppo vicino al suo orecchio perchè lui non lo sentisse. Sempre lentamente, il vecchio jonin girò la testa e la guardò attraverso un  occhio incappucciato. Sakura fissava risolutamente i campi che passavano come se non avesse fatto altro negli ultimi cinque minuti.
 
Dopo una lunga pausa, Kakashi sospirò dolcemente e si spostò leggermente, girandosi verso Sakura in modo che le pagine del suo libro non fossero visibili a lei. Riprese a leggere e  Sakura dovette trovare il suo passatempo.
 
Il conteggio degli alberi diventò noioso molto rapidamente. Il cielo era troppo blu per consentire l’osservazione di qualsiasi nuvola. Il contadino era leggermente sordo, quindi qualsiasi tentativo di conversazione con lui in genere non andava oltre ,” Scusi?”
 
Sakura riportò la sua attenzione su Kakashi. “Posso avere dell’acqua?”
 
Frugò nel suo zaino senza dire una parola e un attimo dopo le lanciò una bottiglia trasparente. Sakura bevve più del necessario, soprattutto perché non aveva nient’altro da fare. Se Naruto fosse stato lì con lei probabilmente l’avrebbe intrattenuta con chiacchiere inutili e giochi iperattivi di spionaggio. Era solito infastidirla molto, ma  alla sua prima missione senza la bomba bionda, 
si rese conto di quanto le mancassero le sue conversazioni confortati e inutili.
 
A volte si pentiva di essere diventata un jonin. Sembrava che avesse effettivamente ucciso la squadra sette con la sua promozione…
 
Sakura guardò il suo ex insegnante ridacchiare maliziosamente al suo libro. A volte si preoccupava per lui. Non per la sua sanità mentale, quella chiaramente era una causa persa.
 
Tuttavia, alcune volte ripensava ai primi giorni della squadra sette chiedendosi se le scelte fatte dai suoi studenti lo avessero…ferito in qualche modo. Ma era così distante che era difficile dire cosa pensasse o provasse. Se lo aveva ferito il fatto che tutti e tre lo avevano sistematicamente lasciato per allenarsi con insegnati più forti, allora aveva fatto un buon lavoro per nasconderlo.
 
C’era comunque la possibilità che a lui non importasse.
 
Inoltre, era impegnato con la sua nuova squadra adesso. Perché prendersi brighe con la defunta squadra sette quando c’era una nuova generazione di guerrieri da addestrare?
 
In  qualche modo, Sakura non poté fare a meno di sentirsi come un bambino buttato fuori casa da un padre che ora era troppo occupato a crescere una nuova famiglia per prendersi cura di quella più grande.  Erano stati usurpati.,e  Kakashi non sarebbe mai stato niente di più per loro di un insegnante e un comandante. Non voleva essere di più, a quanto pare.
 
Sakura sentì una fitta di nostalgia per i giorni in cui erano una squadra. Semplicemente non le sembrava giusto che si fossero separati e avessero preso strade diverse, ma sembrava che fosse l’unica a sentirsi così.
Tutti i discorsi e il focus sul lavoro di squadra erano stati ciò che aveva legato i tre insieme in un modo che alcuni avrebbero potuto chiamare…malsano. Anche dopo tutti i tradimenti non si poteva dire che i membri della squadra sette non si amassero l’un l’atro. Erano inseparabili. Ma sembrava che nel momento in cui non c’era una “ squadra” ufficiale, l’uomo che gli aveva insegnato tutto ciò stava dicendo : “ Arrivederci raggio di sole! Ora sei da sola, ho cose migliori da fare!”.
 
Sakura non avrebbe dovuto essere così sorpresa. Kakashi aveva amici- persone che probabilmente conosceva da una vita- ma tendeva a trattarli come nient’altro che conoscenze casuali. Aveva senso il fatto che trattasse gli studenti a cui insegnava allo stesso identico modo, se non ancora più lontano.
 
Perché lei si aspettava di più?
 
Con il cuore stanco, Sakura lasciò cadere il soggetto dei suoi pensieri e si distese sul fieno guardando  le cime degli alberi che scorrevano veloci davanti a lei. Cercò di tenere fuori lontano dalla sua mente la bizzarra personalità di Kakashi, ma questo non fece altro che ricordargli la missione che li attendeva. Rabbrividì nonostante il caldo di quel giorno. Il suo piano semicotto di perdere la verginità la scorsa notte in un vortice di passione e alcol era saltato. Non che perdere la sua castità con un completo estraneo in un bar gelido fosse proprio il massimo, ma rispetto a quello che la missione aveva in serbo per lei?  Sakura avrebbe preferito un uomo ubriaco di birra a un pericoloso pervertito.
 
Ma non era da Sakura lamentarsi. Tsunade le aveva spesso spiegato cosa significasse essere una Kunoichi.
 
 
“ Proprio come qualsiasi altro ninja, il tuo corpo è uno strumento” aveva detto. “ Le donne sono guardate dall’alto in basso a causa della loro debolezza fisica rispetto agli uomini, ma il corpo di una Kunoichi può essere un’arma potente più della forza fisica di un uomo. Puoi usarlo per correre, saltare e uccidere…ma puoi anche usarlo per sedurre e distrarre il nemico. Mm…probabilmente te lo spiegherò in modo più dettagliato in un’altra lezione.”
 
Quella lezione purtroppo non era mai arrivata, Quindi Sakura era ancora piuttosto all’oscuro riguardò a ciò che richiedeva seduzione e distrazione. Conosceva i meccanismi di base del sesso.
Aveva già visto uomini nudi ( una cosa piuttosto difficile da evitare visto che lavorava in ospedale), ma spesso si sforzava di capire esattamente come quei pezzi di carne floscia compivano qualsiasi cosa.
 
Sakura lanciò un’occhiata a Kakashi. Era seduto con una gamba distesa e una piegata per appoggiare il gomito contro. Senza pensarci, lo sguardo di Sakura cadde tra quelle gambe chiedendosi pigramente quanto fosse grande.
 
No! Smetti di pensare ai pezzi flosci di Kakashi-sensei!
 
Sconcertata, guardò indietro attraverso i campi rimproverandosi interiormente. Come diavolo avrebbe potuto svolgere questo tipo di missione quando il semplice pensiero di quegli affari la metteva già in agitazione? Come poteva affrontare un super pervertito quando non riusciva nemmeno ad affrontare i suoi stessi pensieri?
 
Alcuni di questi pensieri doveva averli scritti in faccia, perché Kakashi scelse quel momento per parlare. “Stai pensando alla missione?”
Sakura annuì in silenzio, pregando il cielo che non l’avesse notata mentre fissava il suo cavallo.
 
“Ah.”, improvvisamente Kakashi posò il suo libro sulla sua coscia e allungò una mano nel suo zaino.
“ Ho dimenticato di dirtelo…l’ho preso da Tsunade-sama stamattina”.
Le lanciò un tubo di vetro trasparente, il tipo usato spesso per contenere campioni di profumo. In qualche modo, Sakura non pensava si trattasse solo di un semplice profumo. “ Che cos’è?” chiese lei.
 
“Qualcosa per garantire la tua sicurezza.”, disse. “Tsunade ha detto che lo riconoscerai.”
Sakura stappò il tappo dal tubo e annusò curiosa il contenuto. Niente. Questo significava solo una cosa. “ E’ senza profumo,” disse, “ Voglio dire, è destinato a passare inosservato. E’ un veleno? Per Matsura?”
 
Kakashi annuì . “ Secondo Tsunade-sama, una goccia può tramortire un cavallo per alcune ore, ha un sapore amaro, quindi nel momento in cui la vittima riceve una dose saprà che è veleno.
Ma Tsunade mi ha assicurato che funziona velocemente.”
 
“Oh.,” mormorò Sakura. Improvvisamente questa missione non le sembrava poi così male. “ Quindi dovrei metterlo nel suo cibo o qualcosa del genere?”
 
Kakashi non disse nulla.
 
“ La sua bevanda?” tentò Sakura di nuovo, a bassa voce.
 
“ Sakura…dubito che ci sia molto che potresti infilare nel cibo o nelle bevande di questo tizio senza che lui lo sappia.”
 
Sakura voleva tirarsi i capelli.  “ Kakashi-sensei…non dirmi…?” Al suo sguardo vuoto, eppure così lievemente colpevole, gemette forte. “ Oh dio!”
 
“Mi dispiace,” si scusò. “ E’ l’unica soluzione che mi è venuta in mente.”
 
“ NON SPALMERO’ DROGHE SUL MIO CORPO COSI’ CHE QUALCHE VECCHIO CICCIONE POSSA LECCARLE VIA!”
 
Gli uccelli presero il volo dagli alberi vicini e i cavalli nitrirono spaventati. Il contadino sembrava un po’ agitato mentre tentata di calmare i suoi cavalli, ovviamente non era abbastanza sordo da non sentire quel commento così rumoroso. Kakashi rimase impassibile e per nulla turbato dallo sfogo della ragazza. Aveva sentito di peggio.
Questo probabilmente aveva raggiunto solo un 8,5 sulla scala Sakura Tantrum.
 
Ben presto la fauna locale si calmò e i cavalli tornarono in pista. Sakura si lasciò cadere nuovamente sulla sua balla di fieno e incrociò le braccia al petto. Guardò Kakashi con veleno, aspettando la sua risposta.
 
“ Non prendi sul serio il tuo lavoro come un ninja?” chiese freddamente, sorprendendo Sakura per la durezza del suo tono. “ Non vuoi fare qualcosa  perché ti mette a disagio? Offende la tua sensibilità? Allora perché hai accettato questa missione? Perché sei diventata un ninja?”
 
Sakura si sentì come se avesse avuto di nuovo dodici anni, come quella volta in cui era stata criticata così aspramente dal suo insegnate per essersi preoccupata troppo per Sasuke.
“Pensi di essere la prima ragazza che ha dovuto usare il suo corpo come mezzo per uno scopo?”
La rabbia pigra ancora intrappolata nelle sue parole.
 
Sakura strinse i pugni. “ Va bene per te!” lei scattò. “ Nessuno ti chiederà mai di sdraiarti e lasciare che un vecchio disgustoso ti violi per una missione! Devo accettarlo solo perché sono una ragazza, perché sono debole, e questo sembra essere l’unico modo che ho per rendermi utile,forse.”
 
Kakashi non disse nulla.
 
“ Stupidi uomini..” ribattè lei. “ Se non foste tutti così stupidi saremmo in grado di affrontare questa missione correttamente! Con jutsu e Kunai, non con seni e culi!” Una parte di lei si sentì abbastanza mortificata per averlo detto. Un'altra parte – molto più grande- fu abbastanza soddisfatta, soprattutto quando Kakashi abbassò lo sguardo.
 
“Lo so.” Disse tranquillamente. “ Non è giusto, ma deve essere fatto, se non da te da qualcun altro, questo è il piano più sicuro,te lo assicuro.”
 
Sakura si allontanò infelicemente con ogni intenzione di congedare il suo ex insegnante per il resto del viaggio.
 
“ Ma ti sbagli su una cosa,” continuò.
 
Sakura digrignò i denti. “ Oh?”
 
“Mi è stato chiesto di dormire con vecchi disgustosi,” disse leggermente.” E per di più, l’ho fatto senza lamentarmi.”
 
La bocca di Sakura si spalancò leggermente e lanciò uno sguardo sorpreso al suo insegnante. L’imbarazzo che provò per tale ammissione fu bellamente superato dall’orrore.” Che cosa?”
 
Qualcosa che avrebbe potuto essere un rimpianto passò attraverso l’occhio di Kakashi prima di riaprire improvvisamente il suo libro e cominciare  a leggere. “ E’ successo tutto molto tempo fa,però,” disse in tono finale.
Fine della discussione.
 
Sakura deglutì a fatica. Quest’informazione era stata di troppo per i suoi gusti, ma non poté fare a meno di sentirsi un po’ onorata ( e inorridita) perché lo aveva confessato a lei. E al contadino anche.
Anche se secondo Sakura quell’uomo probabilmente non aveva sentito.
 
Quindi non erano solo le Kunoichi a doversi abituare a queste cose. Perché la cosa la sorprendeva tanto?  Dopotutto, sapeva perfettamente che niente era solo bianco o nero. Non tutti gli uomini desideravano donne. Ma ora Sakura si sentiva in colpa. Si lamentava piuttosto ad alta voce dell’ingiustizia del suo corpo che doveva essere usato in quel modo, mentre Kakashi era  già stato usato e scartato e aveva accettato tutto come un suo dovere.
 
“Mi dispiace.” Mormorò.
Lui scosse la testa, ma non distolse lo sguardo dal  libro. “ Non importa ora, volevo solo che capissi che so com’è,” fece un grande sospiro. “ Ma comunque hai detto tu stessa che hai esperienza, quindi almeno non ti troverai in un territorio sconosciuto, devi solamente sopportare l’uomo cattivo per un po’ e poi possiamo tornare a casa.”
 
A Sakura sarebbe piaciuto pensarla in quel modo, se solo non avesse mentito completamente sul fatto di avere esperienza.
 
Non aveva in mente nessun piano.
 
Lei stava andando in un territorio sconosciuto.
 
Ancora poche miglia lungo la strada, e finalmente Kakashi parlò di nuovo.” Cibo?”
 
“ Sì, per favore,” Sakura  tese la mano e prese il sacchetto di cibo che le aveva dato. Scartando il tovagliolo,ansimò di gioia. “ Mochi! Yum. Amo il mochi.”
 
C’è n’erano sei. Subito ne ficcò due in bocca, offrendone uno a Kakashi. Per un attimo sembrò sul punto di accettarlo, ma poi lasciò cadere la mano. “ Ho già mangiato prima di uscire.”
 
“ Questo non significa che non hai fame,” sottolineò. Non aveva trascurato quella mano impaziente.
 
“ Bene…”
 
“ Non mangerai ancora davanti a me?”
 
Kakashi alzò lo sguardo,sul punto di ribattere, quando i suoi occhi si spalancarono improvvisamente e lui indicò un punto dietro di lei.  “ Gai!”
 
“ Dove?!” contemporaneamente Sakura si girò per vedere dove stava puntando.
Non c’era nessuno lì.
 Quando si girò, tre dei mochi mancavano dalla sua mano e Kakashi stava masticando delicatamente sotto la sua maschera, con gli occhi attenti sul suo libro. “ Delizioso,” disse.
 
“….è stata una mossa bassa,” gli disse, completamente infastidita dal fatto che fosse riuscito a farla franca. Per un breve momento, aveva pensato che stesse per vedere cosa si celava sotto quella maschera.
 
“ Un ninja deve usare qualsiasi tattica necessaria per vincere,” replicò allegramente.
 
E’ così?  “ Ah…immagino,” finì l’ultimo mochi prima di strofinarsi le mani e piegare il tovagliolo.
“Bene,capisco perché non vuoi far vedere a nessuno, voglio dire, se il tuo viso è davvero peloso e brutto come dicono,penso che  indosserei anche io una maschera…”
 
Kakashi smise di masticare. Sakura osservò i cavalli, ignorandolo intenzionalmente.
 
Ma l’esca non abboccò all’ amo e Kakashi ritornò sul suo libro.
 
Non le piaceva che non rispondesse ai suoi bluff così, Sakura continuò con assoluta nonchalance.
“ Naruto pensava  che la indossi   perché hai le labbra siliconate.”
 
“ Che cosa ha detto?” chiese Kakashi.
 
“ Ma gli ho detto che era una cosa ridicola, insomma, vedresti il rigonfiamento sotto la maschera!”
Sakura finse una risata. “ Sasuke pensava che avessi i denti sporgenti, infatti ti ricordi di quella volta che per caso ti abbiamo dato quel panino all’argilla?”
 
“ Um…”
 
“ Beh non è stato un caso: in seguito abbiamo esaminato i segni dei denti e abbiamo scoperto che hai denti abbastanza dritti e uniformi,” proseguì. “ Così  abbiamo pensato…se non c’è niente di sbagliato con i tuoi denti, e le tue labbra sono di dimensioni normali…cosa ci potrebbe essere di così brutto da doverlo nascondere sotto una maschera?”
 
“ E?” Kakashi la stava guardando.
 
Sakura fece una pausa drammatica. “ Un labbro leporino!”
 
Kakashi sbatté le palpebre molto lentamente.
 
“ Ho ragione?” chiese lei.
 
Lui sospirò.” Non lo saprai mai…” e poi tornò a Icha Icha Chaos.
 
Sakura schiaffeggiò le mani contro il fieno. “No-lo so! E’ perché hai brufoli! Tanti brufoli,non è vero?”
 
“Perché non accetti le scommesse solo tra loro?” chiese seccamente.
 
“ Oh, lo facciamo,” disse lei,annuendo.” Come ho detto, Sasuke ha scommesso sui denti sporgenti, Naruto sulle labbra siliconate e io…um…”
 
“ Tu cosa?” chiese lui sollevando un sopracciglio.
 
Lei aveva scommesso sull’idea più probabile- che in realtà era veramente attraente, a giudicare dalle risposte delle poche persone che avevano avuto l’onore di intravedere il suo volto ( persone che spesso arrossivano e ancora più spesso svenivano quando cercavano di descrivere correttamente il volto del loro insegnate al curioso trio). Anche se era imbarazzante ammetterlo. “ Io…scommetto che hai una brutta verruca…” disse la prima cosa che le passò in testa.
 
Kakashi rifletté attentamente a quelle parole, prima di scrollare le spalle e riprendere il suo libro. Sakura fece schioccare la lingua. “ Posso vederla?” chiese lei.
 
“ Vedere cosa?”
 
“ La verruca.”
 
“Non c’è nessuna verruca.”
 
“ Oh,ammettilo, sei brutto, ecco perché non vuoi mostrare il tuo volto a nessuno.” Lo ammonì . “ Puoi mostrarmelo,sono molto brava a tenere sotto controllo le mie emozioni- non mi ritrarrò disgustata o altro, e inoltre, sto per entrare in intimità con un vecchio- Potrebbe farmi bene un  trauma prima di arrivare.”
Kakashi rimase impassibile.
“ Non lo dirò a Sasuke e Naruto,” offrì lei.
 
Non si mosse.
 
“ Beh, potrei dirglielo, ma non lo descriverò.”
 
Nessuna risposta.
 
“ Per favore?”
 
Niente.
 
“ TI prego per favore?  Per favore, ti prego per favore?” Strinse le mani come un mendicante. “ Ti…ti concedo un massaggio se mi fai vedere.”
 
Inclinò la testa.” Un massaggio?”
 
“ Sicuro!” affermò lei con entusiasmo. “ All’ ospedale sono piuttosto famosa nell’unità di fisioterapia, tutti m i chiedono sempre di massaggiare le loro maniglie dell’amore. Sono la seconda migliore massaggiatrice dopo Tsunade stessa- e sempre gli stessi pazienti dicono che sono la migliore perché pensano che lei sia un po’ troppo approssimativa.”
 
“ Bene.”  Kakashi si carezzò il mento attraverso la maschera. “ Non so di maniglie dell’amore o calli,ma puoi fare le mie spalle.”
 
Sakura quasi volò in extasy. “Me lo mostrerai!” squittì.
 
“ Solo un piccolo sguardo,” rispose lui freddamente.
 
Sakura cercò di calmarsi cercando di darsi un contegno….ma fallì in modo spettacolare. Stava aspettando questo momento da cinque anni! La sua eccitazione non poteva essere contenuta. Vide lui  piuttosto incurante spostare la mano sul suo viso e afferrare l’orlo del tessuto, sul punto di trascinarlo via dalla faccia…
 
“ Aspetta! “ Sakura balzò in avanti all’ultimo minuto, arrampicandosi sulla sua cassa di mele per afferrargli la mano e impedendogli di muoversi. C’era un po’ più di naso esposto, ma era ancora coperto. Kakashi sbatté le palpebre per la confusione.
 
“ Che cosa c’è?” chiese.
 
Sakura non lo sapeva. Stava aspettando qualcosa. Forse una marcia e un rullo di tamburi. Non aspettavi per ben cinque anni per vedere la faccia di qualcuno per poi scoprirlo così velocemente.
L’attesa era importante…perché fare tutto così velocemente e rovinarsi il momento con un finale così?
 
“ Più piano,” gli disse, rilasciando la sua mano. “ Non devi avere fretta per me.”
Le rivolse uno sguardo incappucciato. “ Vuoi che faccia anche uno spogliarello? Potrebbe essere un costo extra…potrei dover scoprire le mie maniglie dell’amore…”
 
“ Sensei, per favore.” Un broncio delicato si formò sul suo viso.  Lo stesso broncio che spesso faceva balbettare Naruto e costringeva Sasuke a fare qualunque cosa diavolo volesse purché la smettesse.
Era stato abbastanza efficace anche su Kakashi in passato. “ Era carino solo quando avevi dodici anni,” le disse.
Il broncio era accompagnato da ampi occhi lucenti e sopracciglia inclinate. I cuccioli ovunque la guardavano disgustati.
E Kakashi non era così immune come credeva. Con un sospiro,annuì. “ Bene,” disse.
 
Fedele alla sua parola, liberò il bordo della maschera e afferrò la benda sull’occhio. La stese sulla sua testa con un leggero strattone, esponendo il suo sharingan, e con movimenti deliberatamente lenti, piegò la striscia di pelle e la premette sulla mano di Sakura. La ragazza arrossì. Davvero stava facendo un spogliarello viso per lei?!
 
Quando il suo indice si agganciò nuovamente alla sua maschera, Sakura sentì una fitta di panico momentaneo. E se quello che stava per vedere l’avrebbe delusa? E se avesse immaginato la sua faccia per così tanto tempo che la realtà  non fosse stata all’altezza delle sue aspettative? E se fosse davvero brutto?
 
Ma prima che potesse avere ulteriori dubbi, la maschera era nascosta sotto il suo mento e il viso del suo insegnante era nudo per la prima volta da quando lo conosceva.
 
Tutto si rivelò stranamente tranquillo nella testa di Sakura.
 
Con un lieve cipiglio,allungò la mano lentamente e affondò le dita nei capelli su entrambi i lati del viso. Ignorò la sensazione strana che le diede all’inizio e iniziò semplicemente a sfiorare con le dita  le ciocche ruvide, sistemandole sul viso. Le sue belle dita sfiorarono la sua testa, mentre pettinava i capelli che probabilmente non erano stati vicino a un pettine per oltre tredici anni. Quando ebbe finito, si sedette e lo esaminò.
 
Poi le risate si riversano dentro di lei come l’acqua in una sorgente. Il colore esplose nelle sue guancie e lei gli puntò un dito contro colpita da una gioia infantile. “ Ah.” Gridò lei ad alta voce.
“ Lo sapevo!”
 
Kakashi era sconcertato. “ Sapevi cosa?”
 
“ Lo sapevo,lo sapevo, lo sapevo!” in attimo era in piedi , si arrampicò sulle balle di fieno per afferrare il carretto. “ Contadino-san, ho ragione vero?” chiese ad alta voce. “ Non è quell’uomo là dietro la cosa più bella che tu abbia mai visto?”
 
L’autista sbirciò da sopra la sua spalla curiosamente verso la ragazza e poi Kakashi, che sembrava volesse cadere dal carro nella speranza che la terra lo inghiottisse. Il vecchio contadino arrossì leggermente e tornò a guardare la strada, borbottando qualcosa tra sé e sé.
Sakura tornò alla cassa di Kakashi, mantenendo un espressione strana come quella di un biondo idiota.  >” Vedi. Vedi,vedi!” si sistemò davanti a lui.  “ E tu hai una verruca!”
“È un neo di bellezza.” La corresse con calma.
Sakura lo toccò felicemente dove si trovava a tre centimetri del suo mento. “ Ed è così carino!” lei ridacchiò. “ Ora perché lo vuoi coprire con questo su?”
 
Kakashi la guardò senza espressione, lo stesso sguardo che le aveva dato cento volte in passato, ma questa volta significava qualcosa di diverso. Le sue labbra erano rivolte in un leggero sorriso. Quante volte aveva sorriso in passato e lei se lo era perso? “ Ho delle allergie,” disse con un’alzata di spalle.
 
Sakura divorava il modo in cui le sue labbra si muovevano quando parlava, nonostante il fatto che ciò che era appena uscito fosse una completa bugia. “ Se avessi allergie, non saresti seduto in mezzo a tutto questo fieno,” gli ricordò.
 
“ Ah…beh,son un ipocondriaco, vedi, tutti questi germi invisibili..”
Probabilmente un’altra bugia. Sakura pensò che probabilmente non le avrebbe mai detto perchè  indossava una maschera. Ma per ora era solo contenta di sapere cosa ci fosse dietro. Gli rivolse un grande sorriso e gli disse: “ Grazie, sensei.”
 
“ Non devi ringraziarmi di niente,Sakura,” le rispose, un po’ imbarazzato. Era strano vedere l’intera espressione dopo aver visto sempre solo una piccola parte di esso per così tanto tempo. La sua intera espressione rendeva tutti i suoi sorrisi finti solo più ovvi.
Sakura scosse la testa. “ No, davvero,” disse. “Grazie.”
 
Il suo sorriso si trasformò in qualcosa di genuino. Sakura si risvegliò di colpo. Il suo sorriso era pigro e indolente come i suoi occhi.
 
Era così incredibilmente Kakashi.
 
Passò un momento in cui si limitarono a sorridere di soppiatto.
 
È davvero molto bello…forse più di Sasuke…
 
“ Ok” Sakura batté le mani per rompere l’incantesimo e si trasferì a sedere sulla balla di fieno. “ Se vuoi un massaggio, metti le tue spalle qui,” disse, accarezzando il bordo della balla tra le sue ginocchia.
 
La maschera ritornò di nuovo su, uscì il libro, e in pochi istanti ritornò tutto com’era prima. Solo un piccolo sorriso segreto, giocava delicatamente sulle labbra di Sakura.
Avrebbe dovuto aspettare di ritornare a casa, per poterne parlare con  Naruto e Sasuke! Se diventare per prima jonin non li aveva fatti ammalare di invidia, questo senza dubbio li avrebbe fatti schiattare sul colpo. 

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Capitolo 3
*** Quando viene impartita una lezione ***


Non sappiamo per cosa stiamo combattendo,
 
Mi dicono che è una causa degna,
 
Nessuna causa potrebbe essere così degna.
 
 
 
Il massaggio,sentì Sakura, non durò  quanto avrebbe dovuto. Per cominciare,venti minuti erano appena sufficienti per levigare la superficie  dei muscoli nodosi delle spalle di Kakashi. Se questi nodi fossero dovuti a una dura vita di calci in culo o solo perché passava troppo tempo a leggere in una posizione così terrificante, Sakura non lo sapeva. Ciò nonostante  gli consigliò di non stare molto a lungo in quella posizione.
 
C’era qualcosa di terribilmente rilassante nell’impastare le sue dita contro i muscoli di qualcun altro.  La masochista che era in lei si divertiva a sentire gli scricchioli e i clic sotto le sue mani e ascoltare i gemiti piacevoli/ sofferti dei suoi pazienti. Non che Kakashi abbia mai gemuto. Continuava a leggere allegramente mentre lei attaccava le sue spalle, con solo qualche sospiro occasionale per farle sapere che aveva colpito proprio nel punto giusto.  Qualsiasi tipo di approvazione da parte di Kakashi, non importa quanto sottile potesse essere, era qualcosa da apprezzare e Sakura non poté fare a meno di sorridere. Concentrarsi sul raddrizzamento dei suoi muscoli aiutò Sakura ad allontanare il pensiero costante della missione che si avvicinava,  dalla sua mente.
 
Non molto tardi finirono fuori strada. Con il contadino che aveva bisogno di dirigersi  verso sud per raggiungere una città di mercato ,e con lei e Kakashi che invece dovevano continuare verso est, si separarono.  Ringraziarono l’uomo per averli portati così lontano; tuttavia quest’ultimo sembrava troppo contento di potersi finalmente separare da loro. A quanto pare, il commento di Sakura riguardo lo spalmarsi droghe sul corpo aveva distrutto il loro fragile rapporto.
 
Questo era comprensibile però…
 
I due jonin si addentrarono nella foresta. Sakura si spostò facilmente sul terreno accidentato, scavalcando rocce e tronchi caduti come se stesse scavalcando il bucato sul pavimento di casa sua.
Ma era solo questione di tempo prima che Kakashi li fermasse entrambi.
 
“ Dovrai mettere le scarpe,” le disse. “ Sembra che siamo in anticipo sui tempi previsti, la magione di Matsura si trova a circa tre ore di distanza da noi, non mi sorprenderebbe se avesse inviato delle sentinelle fino a qui, quindi è meglio non farsi cogliere impreparati.”
 
Sakura cercò di sedare la nausea provenire dal suo stomaco. Non disse nulla mentre si infilava i sandali troppo piccoli e rimuoveva la fondina shuriken dalla coscia. La guardò tristemente scomparire insieme al branco di Kakashi. Ora aveva solo le mani nude e il jutsu per difendersi- non erano  difese da prendere alla leggera,ma comunque, avrebbe preferito qualcosa di appuntito e tagliente da tenere in mano quando si sarebbe trovata a  fronteggiare questo fantomatico pervertito.
 
“Stai bene?” chiese Kakashi.
Sakura annuì con fermezza, consapevole che probabilmente era abbastanza pallida da eguagliare il suo obi . Si avviò nuovamente tra gli alberi ad un ritmo leggermente più incerto di prima. Kakashi mise via il suo libro e la seguì con le mani affondate nelle tasche. Sakura si voltò a guardarlo di tanto in tanto per assicurarsi che stesse ancora tenendo il passo ( anche se avrebbe dovuto essere una specie di storpio per non riuscire a tenere il passo quando lei indossava quelle scarpe). Lui era stupefacente. Anche quando aveva posato il libro e prestava attenzione, sembrava ancora che la sua mente fosse a un milione di miglia di distanza.
 
L’aria nella foresta era scomodamente calda e appiccicosa, e l’umidità faceva strane cose ai capelli di Sakura che adesso erano di nuovo lunghi fino al gomito.  Si sentì pruriginosa e arricciata per via del sudore sul retro del suo yukata. Il suo modo di camminare era ostacolato da scarpe troppo piccole per i suoi piedi che, cominciavano a fargli male di nuovo. Il fatto che lei stesse camminando sempre più vicino verso la missione più orribile che avesse mai ricevuto in tutta la sua vita non serviva di certo  a lenire il suo dolore.
 
Ogni passo portava un’altra nuvola nera ad accumularsi sopra la sua testa.
“ Sakura?”
 
“ Che cosa? Scattò irritata, e immediatamente se ne pentì. Niente di tutto questo era colpa di Kakashi. Non aveva il diritto di prendersela con lui, e l’ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento era di alienare l’unica persona che stava cercando di sostenerla. Si voltò lentamente e lasciò uscire un respiro profondo e calmante. “ Che cosa c’è?” chiese più dolcemente.
 
Kakashi notò il suo umore nero. Ma fu abbastanza saggio da non menzionarlo. “ Abbiamo bisogno di una pausa,” disse semplicemente.
 
Trovarono una base di alberi abbastanza asciutta su cui sedersi; le radici erano così grandi e spesse che si attorcigliavano dal terreno come un piccolo tufo. Kakashi le porse un altro pacchetto di cibo e mangiarono in relativo silenzio. Ancora una volta la schiena di Kakashi era rivolta a lei, non offrendole alcuna visione del suo viso.
La confondeva il motivo per cui ora nascondeva il suo viso, specialmente dopo averglielo mostrato solo poche ore prima.
 
In quel momento Sakura non aveva la mente lucida per mettere in discussione le sue abitudini. La missione occupava troppo spazio nella sua testa per lasciare spazio a piccoli misteri come maschere e sorrisi indolenti celati dietro di loro.
 
Kakashi finì il suo cibo per primo ( era sempre stato il più veloce) e si appoggiò contro l’albero in contemplativo silenzio mentre aspettava che lei facesse lo stesso. L’attesa fu abbastanza lunga. L’appetito di Sakura era svanito da tempo ormai,  lasciandola lì, ad osservare con un’espressione cupa quelle semplici palle di riso.
 
“ Devi mangiare.”
Sakura fece una smorfia alle sue parole. Lo sapeva.  Un ninja aveva bisogno di mangiare correttamente per mantenere energia e resistenza. Un ninja affamato aveva meno probabilità di sopravvivere rispetto a uno adeguatamente nutrito. Il problema però, pensò lei, era che se solo avesse inghiottito un altro boccone sarebbe stata male anche fisicamente oltre che mentalmente. Il suo stomaco ribolliva quasi quanto la sua testa.
 
Forse Kakashi lo sentiva, perché non insisté più di tanto come avrebbe potuto fare di solito. Invece si mise a sedere lentamente e allungò brevemente le braccia davanti a sé.
“ Sicura di voler andare fino in fondo in questa missione?” chiese tranquillamente.
 
In realtà quella era l’ultima cosa che voleva fare. Avrebbe preferito infilarsi le dita nelle orecchie e iniziare a canticchiare l’inno nazionale del Paese del Fuoco piuttosto che pensare a quello che avrebbe dovuto fare a breve. Ma non sarebbe stato molto maturo e professionale per un jonin. Questa era la sua prima missione con il suo mentore come partner e l’ultima cosa che voleva era fare la figura della codarda di fronte a lui.
 Così annuì rigidamente e si girò verso di lui che  a sua volta iniziò a tracciare il piano.
“ La prima cosa da decidere è come entrare,” disse ticchettando il dito indice. “ Però è probabile che saremo intercettati prima di arrivare alla magione, forse saremo scortati per il resto del percorso o semplicemente allontanati,” spiegò pratico.
 
Sakura sperò tanto sulla seconda ipotesi.
 
“La storia è che sono un criminale che lavora per conto di una famiglia ricca di uno dei villaggi situati più a est. Sono venuto a negoziare per la sua collaborazione in un’operazione di dubbia natura legale che si terrà il mese prossimo. Gli dirò che ho un disperato bisogno della sua esperienza e competenza in materia, e tu sei soltanto una ragazza che ho raccolto in una delle zone devastate dalla guerra del paese della Nebbia, non hai genitori, niente soldi, né un posto dove stare, niente.”
 
“ Capito,” borbottò lei, gli occhi puntati sul terreno e le mani occupate a strappare le radici dagli alberi su cui era poggiata.
 
“Non hai bisogno di conoscere i dettagli della missione che dovrò negoziare,” continuò Kakashi in modo uniforme. “ Questa è una cosa di cui mi occuperò io, tu dovrai occuparti di Matsura, è forte, esperto e tiene d’occhio tutto, so che sei un jonin molto capace, Sakura, ma voglio che fai attenzione a quest’uomo, ho la sensazione che ci separeremo per la maggior parte del tempo all’interno della magione: quando uno di noi lo terrà occupato, l’altro effettuerà una silenziosa ricerca per il cimelio. Sicuramente ci saranno altri uomini attorno all’edificio per sorvegliarlo, quindi dovremo fare attenzione e spostarci con cautela: se vieni scoperta, conosci la procedura.”
 
“ Rannicchiarsi per terra fingendo di essere morta?” immaginò sarcasticamente.
 
“ Corri,” corresse lui. “ Il più velocemente possibile e urla, se puoi, solo per farmi sapere che anch’io dovrei iniziare a correre. Ora, l’oggetto che stiamo cercando è…”
 
“ Un vaso dipinto con oro vero in cui vi è inserito un piccolo diamante blu,” Sakura si agitò bruscamente. L’aveva memorizzato la sera prima. Sapeva che Kakashi stava solo ricontrollando, ma i suoi nervi la rendevano impaziente e irritabile. “ Il cliente dice che lo riconosceremo perché ha una dipinto  un galletto sul lato.”
 
“ Destro.” Kakashi annuì. “ Anche se non mi sorprenderebbe se il diamante fosse già stato estratto…ma non è affar nostro.” Il suo volto mascherato si inclinò verso di lei, ma Sakura stava fissando intensamente le sue ginocchia per poter accorgersi del suo sguardo su di lei. “ Sei sicura di essere pronta per questo?”
 
Sakura alzò le mani. “ Sì!” scattò esasperata. “ Dio perché continui a chiedermelo?”
 
Kakashi non rispose. Si voltò semplicemente, con in gomiti appoggiati sulle cosce mentre si rigirava una ciocca di capelli intorno al dito. Una tale non curanza infastidì Sakura. La sua bocca stava dicendo una cosa,ma il suo cuore stava urlando qualcos’altro. Non voleva davvero che smettesse di chiederle se era pronta o no…voleva solo che la portasse a casa.
 
Sakura si accartocciò leggermente. “Mi dispiace…sono solo un po’ nervosa,” si scusò tranquillamente. “ Non intendo continuare a prendermela con te.”
 
Lui scrollò le spalle. “È perfettamente comprensibile.”
 
“È solo che non ho mai fatto nulla del genere prima d’ora,” disse, sentendo le guance riscaldarsi di nuovo.
“C’è sempre una prima volta,” rispose freddamente.” Però non diventa più facile.”
 
Sakura lo guardò implorante. “ Non sono nemmeno sicura di cosa dovrei fare.”
 
Kakashi sbatté le palpebre. La mano si staccò dai suoi capelli e sembrò trattenere il respiro. Improvvisamente lo rilasciò mentre parlava.” Be’ …hai detto tu stessa di aver avuto esperienza, dunque attingiti a quella, immagino.”
 
Sakura avrebbe voluto mordersi la lingua. Lei non aveva avuto alcuna esperienza! Certamente non poteva dirlo a Kakashi altrimenti avrebbe saputo che aveva mentito nell’ufficio di  Tsunade. E se mentire a i suoi superiori non era qualcosa per cui perdere il sonno, Sakura sapeva che nel momento in cui avrebbe confessato la verità a Kakashi, lui probabilmente l’avrebbe rispedita a casa seduta stante. Nonostante la prospettiva allentante, non pensava che avrebbe potuto continuare a vivere come se niente fosse. Poteva già immaginare i pettegolezzi ( la maggior parte dei quali sarebbero arrivati dalla bocca di Ino-maialino.)
 
L’hanno rimandata indietro perché non ha avuto il coraggio di andare fino in fondo.
 
Non sa come sedurre un uomo.
 
Non avrei mai dovuto promuoverla a jonin.
 
Ti immagini! Ancora vergine a diciassette anni! È ridicolo!
 
Mordendosi il labbro per soffocare il sofferente gemito che minacciava di sfuggirle, Sakura seppellì la testa tra le sue braccia.  Sentì un macigno sopra la sua testa. Non si era mai nemmeno avvicinata al suo primo bacio. E ora avrebbe dovuto permettere a strani uomini pervertiti di toccare e assaggiare il suo corpo. Questo pensiero le diede un brivido involontario.
 
“ Hai ancora il veleno,giusto?” Kakashi le chiese casualmente, come se non avesse notato il modo in cui era raggomitolata in una palla e che si dondolava da sola.
 
“ Certo, qui.” Gli disse accarezzando la parte anteriore del suo obi.
 
“ Ti consiglio di metterlo su qualsiasi parte del corpo che possa toccare o, uh, baciare di più,” le disse Kakashi, schiarendosi la gola per aver usato verbi goffi. “ Mi raccomando attorno al seno e alle cosce.”
 
Sakura si accartocciò di nuovo.” Oh,dio…”
 
“ Forse anche un po’ sulle spalle?” Kakashi si chiese a voce alta. “ E non dimenticare di lavarti le mani dopo averlo applicato. Non possiamo rischiare di  farti addormentare sul lavoro.”
 
Sakura cercò di infondersi coraggio. Tentò di annuire in modo fiducioso, e di ripetersi “ Io posso fare qualsiasi cosa, come dice sempre Naruto”.  Cercò di convincere se stessa che usare il suo corpo in questo modo non era molto diverso dall’ usarlo per combattere. Ci provò davvero. Ma era a cinque secondi dal pianto.
 
Fortunatamente,Kakashi utilizzò quei secondi con saggezza. “ Metti il veleno allora,” disse,alzandosi. “ La natura chiama, devo rispondere.”
Kakashi stava già scomparendo tra gli alberi quando la prima lacrima trapelò dall’angolo dell’occhio di Sakura. La scacciò furiosamente, arrabbiata con se stessa per averle permesso di uscire. La maggior parte delle Kunoichi faceva questo tipo di missioni ad un certo punto della loro vita, e se lei era mezza brava come pensava Tsunade, allora dovrebbe essere in grado di cavarsela senza lamentarsi.
 
Anche se…aveva sperato che semmai  le fosse stata assegnata questo tipo di missione,   sarebbe arrivata molto più tardi nella sua vita.  Quando non era  più completamente vergine, ad esempio.
Le speranze e le fantasie che aveva nutrito fin da quando era bambina sui primi baci e le prime volte stavano per essere distrutte, solo perché alcuni deficienti non avevano sorvegliato per bene uno stupido vaso.
Sakura si asciugò rapidamente gli occhi e spezzò la parte superiore della piccola fiala  spruzzandosi una minima quantità sulla punta delle dita. Lanciò un rapido sguardo alla radura attorno sé, accertandosi che Kakashi stava ancora rispondendo alla sua chiamata,  mise velocemente la mano sul davanti del suo yukata.
 
Si sentì leggermente idiota, seduta da sola nel bel mezzo della foresta, intenta a massaggiarsi i seni. Ma Sakura doveva essere scrupolosa. Chiunque avesse attaccato le  labbra sul suo petto sarebbe caduto in un breve coma. Tutto ciò che rimase della fiala andò sulle sue cosce. Sakura non sapeva esattamente in quale punto l’uomo l’avrebbe baciata lì, così si limitò a tamponarlo sopra le sue ginocchia.
 
“ Probabilmente dovresti metterlo un po’ più in alto di così.”
 
Sakura quasi saltò fuori dalla sua pelle. Si girò per vedere Kakashi emergere dai cespugli dietro di lei. “ Non comparirmi alle spalle  in questo modo!” ansimò, tirando giù il suo yukata e ritirando le sue gambe.
 
“ Scusami.” Non gli sembrò molto sincero. “ Ma comunque, dovresti mettere il veleno più in alto.”
Il colore avvampò attraverso la faccia di Sakura.” Uomini…” mormorò lei rabbiosa mentre si voltava da lui e spostava il suo yukata. “ Siete tutti così …sudici maiali…” cominciò a spalmare il liquido su  metà coscia.
 
“ Sono completamente d’accordo,” disse. “ Ma vai più in alto.”
 
Come diavolo poteva dirlo? Sakura alzò gli occhi al cielo prima di far scivolare la mano ancora più in alto sulla gamba. I suoi polpastrelli cominciavano a sfiorare il bordo delle sue mutandine. “ Soddisfatto?” chiese piatta.
 
“Mm.”
 
Finì rapidamente e si sistemò il vestito. Kakashi  tese la bottiglia d’acqua sopra le sue mani per lavare via il veleno in eccesso prima di seppellire la fiale sotto un albero vicino. Sakura fece una smorfia di cuore che significava tutto e niente. “ Allora,” disse alla fine. “ Dovremmo incamminarci adesso, giusto?” Era tutta unta e pronta per andare. Francamente sarebbe stata molto dispiaciuta se non avesse incontrato subito Matsura. Le sarebbe bastato farsi succhiare il ginocchio per metterlo fuori gioco alla velocità della luce.
 
Purtroppo, le cose probabilmente non sarebbero mai andate così lisce come l’olio, ma una ragazza poteva sempre sognare.
 
Kakashi la guardò, uno sguardo lungo e pigro che la mise incredibilmente a disagio. Il suo occhio esposto scorreva su e giù per il suo corpo, dalla testa, al seno, all’anca fino alla caviglia. Sicuramente stava esaminando attentamente il suo aspettato per assicurarsi che tutto fosse a posto- che era abbastanza simile a quello di una quattordicenne- per portare a termine la finzione.
Ma doveva stare a guardare così a lungo?
 
All’improvviso si sedette di nuovo contro l’albero.” Siamo in anticipo sui tempi previsti,” le disse. “ Possiamo riposarci un altro po’.” Girò la testa e non la guardò più.
 
Qualsiasi ritardo era il benvenuto per i piani di Sakura. Si costrinse a rilassarsi mettendosi a sedere accanto a lui; abbastanza vicino da sentire il calore irradiarsi attraverso i suoi vestiti ma non abbastanza vicino da poterlo toccare. Sakura lasciò cadere la testa contro l’albero e , quando chiuse gli occhi i suoni della foresta la investirono.
 
Ad un certo punto Sakura si aspettava che Kakashi mettesse in atto il  piano che avevano stabilito prima. Aspettò che si rialzasse e la trascinasse verso la villa, gettandola tra le braccia di un ninja pervertito. Ma niente di tutto ciò accadde. Da quanto tempo erano seduti lì? Abbastanza a lungo per vedere il cielo colorarsi di arancione lentamente. Abbastanza a lungo perché la testa di Sakura iniziasse a scivolare di lato fino a quando non si collegò  con la spalla di Kakashi- quando se ne accorse sbuffò, per poi svegliarsi e riappisolarsi allo stesso modo.
 
La sesta volta che lo fece, Kakashi rise.
 
Sakura gli rivolse un cipiglio stizzoso.” Non posso farci niente” si difese lei, stropicciandosi gli occhi per evitare che si chiudessero di nuovo. “ Non è ancora il momento di andare?” chiese.
“ Siamo qui da almeno un’ora.”
 
“Lo so,” le rispose pigramente.
 
“ Arriveremo in ritardo.”
 
“Non ci stanno aspettando,” sottolineò. “ E qual è la tua fretta?”
 
Sakura ammise a se stessa che il punto era proprio questo. In realtà, non aveva fretta. In quel momento non  avrebbe voluto nient’altro che rannicchiarsi contro l’albero e dormire, dimenticando stupidi vasi e uomini ancora più stupidi. E se a Kakashi non importava, allora nemmeno a lei. “ Quindi è così che succede,” mormorò.
 
“Succede cosa?” Girò la testa verso di lei.
 
“Come fai ad arrivare sempre in ritardo,” disse Sakura, allungando le braccia sopra la sua testa con uno sbadiglio. “Riesci a farlo senza il minimo sforzo.”
 
“ Il trucco è ingannare il tempo pensando  a qualcos’altro.” Spiegò.
 
“ Ah,” sussurrò con un cenno saggio,come se questa fosse una lezione impartita da un vero maestro. “ Suppongo che ti piaccia farti desiderare dalla tua nuova squadra, giusto?”
 
Kakashi si irrigidì leggermente. “ Oh…”
 
“ Che cosa c’è?” Sakura lo guardò attraverso la flebile luce del tramonto.
 
“ Ehm…” Kakashi guardò tristemente in alto verso le cime degli alberi. “Beh…sono sicuro che lo avranno capito e sono tornati a casa ormai.”
 
Sakura si passò una mano sugli occhi. “…avevi organizzato un allenamento per oggi, vero?” pensò indifferente.
 
“ Questa mattina”, ammise.
 
Una piccola bolla di risate scoppiò dalla bocca di Sakura. “ Kakashi-sensei, tu sei il peggior insegnante dell’universo.”
 
“ Non mentre Gai respira ancora.”, le ricordò.
 
Caddero in un altro silenzio. Sakura evitò l’impulso di sonnecchiare concentrandosi a osservare l’ultimo frammento di sole sprofondare dietro gli alberi. Si spostò contro l’albero e afferrò il suo yukata. Il veleno stava facendo aderire il tessuto alla pelle.
 
Sperò vivamente  che Matsura non se ne accorgesse.
 
A quel pensiero, Sakura emise un sospiro depresso.
 
“ Così “, iniziò Kakashi. “Come stanno i miei due peggiori studenti?”
 
Sakura alzò lo sguardo sul suo profilo,cercando di leggere la sua espressione. Un compito leggermente difficile dato che lui non la stava neanche guardando. Ma almeno aveva chiesto del resto della sua ex squadra e questo le scaldò il cuore.
“ Stanno bene,immagino”, disse lei sinceramente. “ Sasuke è frustato, continua a sfidare Naruto, che a sua volte è ancora più frustrato perché continua a perdere contro un genin: hanno persino iniziato a fare il conto di tutte le loro vittorie e sconfitte. L’ultima volta che ho controllato, Naruto aveva venticinque vittorie e ventiquattro sconfitte.”
 
“ Aah” sospirò Kakashi. “ La bellezza della gioventù…”
 
Sakura sorrise. “ Naruto deve continuare a sfidare Sasuke a delle stupide gare di ramen per mantenere alto il suo punteggio.”
 
“È  bello sapere che ora sono buoni amici.”
 
Sakura arricciò il naso.  Lo avrebbe saputo se avesse trascorso un po’ di tempo con loro. “ Beh…non sono sicura che la loro relazione possa essere definita in una parola come amicizia.”, disse lei pigramente. Sollevò le sopracciglia rivolgendosi a Kakashi. “ Se capisci cosa intendo?”
 
Dal suo sguardo vuoto, si rese conto che no, non aveva capito. “ Scusami? “ chiese lui.
 
Sakura alzò la testa. “ Non hai sentito cosa è successo nei campi di allenamento tre mesi fa?”
 
Kakashi scosse la testa. “ Che cosa è successo?”
 
Sakura sussultò. Kakashi non lo sapeva!  Questo era fantastico! Era come trovare un vecchio libro per bambini, di quelli da colorare e poi scoprire che c’era ancora un immagine incompleta. Pensava che il pettegolezzo fosse arrivato da ogni parte al villaggio,  e che non ci fosse più nessuno a cui poterlo dire. Non vedeva l’ora di poter utilizzare i suoi pastelli. “ Non posso credere che nessuno te l’abbia detto!” sorrise lei. “ Tutti a Konoha lo sanno!”
 
Le rivolse uno sguardo sofferente. “ Sanno cosa?”
 
Sakura si morse le labbra, fu grata per l’aria fresca e la luce fioca che attenuò il rossore comparso sulle sue guancie. “ Beh, io non ero lì personalmente, è Neji che ha visto tutto, ha detto che mentre si stava allenando nel campo quattro, ha sentito Sasuke e Naruto combattere nel campo tre. Sai come sono quando si allenano, giusto?  Crash, bang, piccole montagne che volano, insomma cose del genere, ma lui dice di aver sentito che le cose erano troppo rumorose e intense laggiù, il terreno tremava molto. Neji si è preoccupato, pensando che si fossero uccisi a vicenda, così è andato a controllare. E indovina cosa ha trovato?”
 
L’occhio di Kakashi si sgranò all’inverosimile. “ Non intendi…?”
 
“Erano nel loro piccolo cratere, distesi completamente uno sopra l’altro.”  Questa era la versione leggermente modificata degli eventi. Secondo alcune persone, la coppia stava facendo molto di più che baciarsi e rotolarsi per terra. “ Neji aveva promesso che non lo avrebbe detto a nessuno….così naturalmente adesso l’intera città lo sa visto che lui lo ha detto a Ten Ten, che lo ha detto a Ino, che lo ha detto a tutti : Naruto e Sasuke non ne hanno parlato nemmeno con me, quindi ognuno ha la sua versione degli eventi che girano attorno a quei rumori strani.”
 
Kakashi poté solo battere le palpebre sorpreso. “ Non ne avevo idea…”
 
“ Non penso che Naruto e Sasuke abbiano capito bene cosa sia successo”, gli disse.
 
“ Ma Naruto non era completamente innamorato di te?”
 
Sakura sorrise timidamente. “ Era” è la parola chiave, il giorno in cui mi ha detto che non dovevo intromettermi tra la loro rivalità è stato il giorno in cui mi sono resa conto che i sentimenti per Sasuke erano più forti di qualsiasi altro sentimento che provava per me, anche se ai tempi si trattava di un’amicizia ostile.”
 
“ Che mi dici di Sasuke?” chiese Kakashi tranquillamente. “ Pensavo che fossi abbastanza affezionata a lui.”
 
Ad essere onesti, lo era ancora. “ Non è stato così male”, gli disse con un sorriso forzato. “È  meglio perdere un ragazzo per colpa di un altro ragazzo, almeno in questo modo puoi convincerti che non c’era niente che avresti potuto fare per catturare la sua attenzione, è meglio che perderlo con qualcuno come Ino. “ Era completamente devastata quando è venuta a saperlo.”
 
Kakashi emise un profondo sospiro. “ I bambini di questi tempi crescono così in fretta”, rifletté. “ Sono abbastanza sicuro che non fosse così ai miei tempi.”
 
“ Oh?” Lei inarcò un sopracciglio.” Cosa facevi quando avevi diciassette anni?”
 
“Hm? Oh…” si grattò il mento. “ Quello è stato l’anno in cui è finita la guerra….ricordo che ci sono state un sacco di celebrazioni,e tutte comprendevano del Sakè”. Si fermò, cercando di ricordare.
“È stato un periodo molto sfocato della mia vita”, finì in modo vago.
 
Sakura avrebbe dato un braccio ed entrambe le gambe per vedere il diciassettenne Kakashi  che lanciava urla al vento e festeggiava con quantità spropositate di alcol.  Vedere questo avvenimento sarebbe stato più gratificante di vedere la sua faccia nuda ( aveva già raggiunto l’obiettivo, quindi aveva bisogno di trovare qualcosa di meglio a cui poteva ossessionarsi rapidamente). Non  riusciva proprio a immaginare l’uomo stoico e pigro accanto a lei che si ubriacava così tanto da dimenticare un anno di vita.
 
Era possibile che stesse scherzando.
 
“ Ubriacarsi è qualcosa che tutti i diciassettenni fanno bene, a quanto pare”, proseguì allegramente. Sakura aggrottò le sopracciglia, chiedendosi se ci fosse un qualche tipo di significato dietro quella frase. Se c’era, non si fermò per approfondirlo. “ A proposito, come sta Ino?”
 
Sakura scrollò le spalle. “ Sta bene. Recentemente ha rubato metodicamente metà del mio guardaroba.”
 
“ Esce spesso con quel ragazzo intelligente, non è vero?” proseguì dolcemente. “ Shikamaru, giusto? L’hai visto di recente?”
 
Perché questo interesse improvviso? Sakura aggrottò la fronte e guardò gli alberi sopra la sua testa. “ No, non lo vedo da una settimana o giù di lì.”
 
“È divertente.” Kakashi si voltò per darle un’occhiata penetrante. “ Perché l’ho incontrato ieri  e mi ha detto di averti visto in un bar trenta secondi prima.”
 
Eccolo, il doppio significato. Sakura istruì la sua espressione  e finse disinteresse. “ Shikamaru ti ha detto che ero in un bar…?”  Avrebbe ucciso quel piccolo spione…
 
Kakashi scosse la testa. “ A dire il vero no, ti ho visto  con Ino. Ho semplicemente incoraggiato Shikamaru a dirmi cosa era successo.”
 
Sakura diventò un ghiacciolo. Ricordava vagamente quel momento in cui si era rigirata sullo sgabello e aveva fatto quella proposta indecente. A  quel punto la stanza si era capovolta molto velocemente e Ino l’aveva riaccompagnata a casa. Sicuramente Shikamaru non aveva sentito quella proposta..? Beh, sicuramente non l’avrebbe mai spifferato al suo vecchio insegnante, giusto?
 
Piuttosto che parlare e infossarsi con le sue stesse parole, Sakura si trattenne. Aspettò di sentire il resto di quello che sapeva Kakashi prima di passare in  difesa. Sapeva perfettamente che quest’uomo aveva la tendenza a lasciare che fossero i suoi sospettati a confessare involontariamente le loro colpe  prima ancora che loro stessi sapessero di cosa erano colpevoli.  Lo aveva visto troppe volte per lasciarsi fregare così.
 
Rimasero in silenzio per alcuni lunghissimi minuti, in attesa che l’altro lo spezzasse. La mente di Sakura pensò a un piano di riserva. Anche se Kakashi sapeva cosa aveva detto al bar, poteva dirgli che si trattava semplicemente di uno scherzo. Una barzelletta da ubriaca, niente di più.
Alla fine Kakashi dimostrò  di essere il meno testardo dei due. Diede un altro piccolo sospiro e si allontanò da lei. “ Non è una buona idea ubriacarsi la sera prima di una missione importante, Sakura”, la rimproverò. Sembrava proprio come ai vecchi tempi quando sgridava Naruto per aver mangiato troppo ramen prima dell’allenamento.
 
“ Lo so”, disse lei quietamente. “ Stavo solo…”
 
“ Stavi solo cosa?” La guardò in attesa.
 
Era stata così disperatamente disposta a soddisfare tutte le condizioni della missione da fregarsene altamente di regalare la sua verginità a qualsiasi essere di genere maschile purché respirasse. Meglio un completo estraneo di un amico o  di un conoscente che avrebbe dovuto affrontare in seguito. Meglio un completo sconosciuto di un pedofilo.
 
Tuttavia, ubriacarsi era l’unico modo in cui sarebbe mai riuscita a trovare il coraggio per farlo. E nonostante tutto, aveva fallito.
 
“ Ero solo in ansia per la missione” gli disse tranquillamente. Anche se tecnicamente era la verità, sembrava lo stesso una bugia. Stava omettendo troppo per considerarla una risposta onesta. “ Non stavo pensando…”
 
“ Va  tutto bene”, Kakashi posò delicatamente una mano sulla sua spalla. Era calda e grande e le fece venire voglia di chiudere gli occhi e appoggiarsi a lui.  “ Non sono arrabbiato”.
 
Non aveva ancora menzionato nulla della sua verginità,quindi Sakura si sentì più sicura a parlare. “ Mi dispiace ancora, non succederà più.”
 
“ Va tutto bene”, disse di nuovo. “ Non sono più il tuo maestro,Sakura, non devi darmi spiegazioni. Gentilmente dimmi di andare all’inferno ogni volta che vuoi.”
 
Lei sorrise dolcemente.” Lo terrò a mente.”
 
Kakashi la fissò per un momento prima di rimuovere coscientemente la  mano dalla sua spalla. Sakura si sentì stranamente fredda senza quel tocco di conforto. “ Non mi interessa cosa pensa Tsunade-sama”, disse lentamente. “ Qualunque sia il livello di esperienza che possiedi, non ti può preparare per una missione come questa.”
 
“ Veramente?” Sakura lo guardò con un misto di speranza e paura.
 
“ Quasi niente può” mormorò, premendo le spalle al tronco dell’albero mentre continuava a guardare fuori oltre la radura. “ E il tuo problema è che sei attraente, non sarà l’ultima volta che ti chiederanno di usare il tuo corpo in questo modo.”
 
C’era un complimento da qualche parte, ma Sakura non se ne curò in quel momento. Kakashi non la stava lusingando. La stava avvertendo sulla sua caduta. Sakura sapeva di alcune sue caratteristiche: pelle chiara e naso dritto. Sua madre lo diceva spesso, anche se Sasuke non l’aveva mai notato ( l’incidente di tre mesi fa finalmente spiegava il perché). I beni che era sempre stata  grata di possedere ora sembravano più una maledizione.
 
“ Ma puoi sempre rifiutarti”, disse in poco più di un sussurro. “ Nessuno penserà male di te.”
 
Sakura deglutì a fatica. Mentre lei rispettava e ammirava Kakashi in molti modi, sapeva che le sue non erano altro che piccole bugie bianche dette solo per confortarla. I ninja che facevano marcia indietro sulle loro missioni erano sempre  disapprovati. Ma soprattutto, non voleva che Kakashi la vedesse solo come una ragazzina fifona che giocava a un gioco per adulti.  Lei era un jonin, e poteva dirlo a voce alta. Se non sarebbe riuscita a gestire tutto quello che le veniva assegnato, allora non era adatta a mantenere quel titolo.
 
E lei non voleva tirarsi indietro di fronte a Kakashi. Di tutte le persone, sentiva il bisogno che lui la riconoscesse come una combattente valida e capace. La maggior  parte della gente impallidiva di fronte a Sasuke e Naruto. Erano due degli shinobi più abili che Sakura avesse mai conosciuto. Erano speciali. Erano quelli che la gente ricordava subito quando menzionavi la prima squadra del geniale  Kakashi. Lei era solo “ l’altra”. Niente di speciale.
 
Non poteva evitare la missione. Non poteva permettersi di essere debole di fronte a Kakakshi….
 
Sakura lasciò andare il suo respiro con un leggero sospiro. “ Posso farlo” sussurrò con una tale calma da nascondere il leggero attacco di panico che si era creato quando Kakashi aveva pronunciato “ La missione inizia adesso”.
 
Il suo vecchio mentore e insegnante non disse nulla. Pensò di averlo visto annuire impercettibilmente con la coda dell’occhio, ma forse era solo il vento che frusciava attraverso le sue ciocche grigie e arruffate. Pigramente si chiese se i suoi capelli fossero sempre stati di quel colore, o se fosse solo una di quelle persone  terribilmente  sfortunate che soffrivano di invecchiamento prematuro durante l’adolescenza o nei primi vent’anni. Lei non lo sapeva. A dire il vero non sapeva molto di Kakashi in generale.
 
Come aveva ottenuto il suo famoso occhio? Non si era mai premurato di dirglielo.
Qual’era il suo colore preferito? Ovviamente era un domanda piuttosto insignificante da fare.
Dov’era la sua famiglia? E cosa gli era successo? Era mai stato innamorato? Aveva una ragazza? Una moglie? Bambini?
 
Cosa stava pensando in quel momento mentre fissava gli alberi? Stava contemplando le sue parole decise e ammirando la sua maturità? O si stava chiedendo se avesse lasciato il forno acceso?
 
Sakura avrebbe voluto che dicesse qualcosa. Ma nulla. Se Naruto fosse stato lì avrebbe riempito quel silenzio assordante con discorsi senza senso. Lei invece poteva solo riempirlo con le sue paure e insicurezze. Perché Kakashi non stava dicendo nulla?
 
Poi la sua mano toccò la sua gamba.
 
Non era un tocco di conforto o di condoglianze. Sapeva com’erano- rapidi, fermi e spesso accompagnati da un sorriso triste. Questo non era così. Il tocco di Kakashi era morbido, quasi distratto mentre le sue dita vagavano pigramente sulla sua coscia. Il materiale del suo yukata era sottile,  e questo le permetteva di sentire anche i tocchi più leggeri.
 
Incredibilmente trovò il coraggio di alzare lo sguardo su di lui, purtroppo però la sua faccia offriva poche spiegazioni. Stava ancora fissando impassibile gli alberi come aveva fatto negli ultimi minuti.
 
Il suo tocco divenne più audace. Le forti dita spinsero la  parte interna della sua  coscia mentre il suo pollice disegnava delicati cerchi sulla parte esterna. Sakura si spostò a disagio sotto la sua mano calda. Nessuno l’aveva mai toccata in questo modo. “ Kakashi-sensei..” iniziò goffamente. La sua gola  diventò tesa e arida, non sapendo bene cosa dire dopo.
 
Forse stava fraintendendo la situazione? Sembrava quasi un tocco innocente, più simile a una carezza sensuale. Ma era Kakashi . Non avrebbe mai…non in un milione…
 
La sua mano scivolò in alto sulla sua coscia, facendola sobbalzare. Tentò di afferrare il suo polso per bloccare la sua avanzata, ma lui la ignorò e continuò.
 
“ Kakashi- sensei – cosa stai facendo?” sibilò, sentendosi andare a fuoco mentre le sue dita si avvicinavano pericolosamente all’inguine. Era imbarazzante. E anche un po’ spaventoso. Perché le stava facendo questo?
 
Strinse delicatamente la parte superiore della sua coscia, mentre lei cercava di spingere via la sua mano con più forza. Ancora una volta la ignorò e un secondo dopo la prese a coppa.
 
Sakura si irrigidì e le sue gambe si spezzarono in allarme, anche se questo servì solo a stringergli la mano. Non poteva muoversi, per non parlare di respirare. Si sedette tremante contro l’albero, fissando la mano tra le sue gambe. Poteva sentire il suo dito medio premere attraverso il suo yukata e il materiale delle mutandine nel punto in cui si trovava la sua entrata. Tentò di tirare via la mano. Lui rispose premendo più forte, facendola congelare di nuovo. Il sangue le corse in faccia. In parte perché era mortalmente scioccata e imbarazzata, e in parte perché sentiva un formicolio strano sotto quella mano calda. Se solo avesse spostato quel dito duro pochi centimetri più in alto…
 
Sakura deglutì quasi in modo udibile.
 
Alla fine Kakashi girò la testa per guardarla. “ Questo ti mette a disagio?” chiese senza tono, in quello che doveva essere il più grande eufemismo dell’anno.
 
Sakura gli rivolse uno sguardo feroce, il petto si sollevò nel tentativo di tenere a bada tutti i sentimenti contrastanti che aveva dentro- il più importante di tutti: la rabbia.  La sua risposta fu subito chiara nei suoi occhi luminosi. Che cosa pensava? “ Perché..?” ansimò lei, la voce spezzata per il dolore.
 
“ Qualsiasi cosa tu stia provando ora”, disse Kakashi, “ lo sentirai cento volte peggio quando lo farà Matsura.”
 
Un’ondata gelida attraversò Sakura, prosciugando  tutte le intense emozioni provate, lasciandole solo un retrogusto intorpidito. Allentò la mano dal polso di Kakashi, facendola scivolare completamente.  Ma la mano di lui rimase premuta insistentemente contro di lei.
 
Tsunade- sama aveva spesso affermato che Kakashi portava sempre i suoi metodi di insegnamento a un livello estremo rispetto a qualsiasi altro normale, sano insegnante. Lei aveva ragione. Ma anche lui. Se non riusciva a fare nulla mentre lui la toccava, come diavolo avrebbe potuto gestire Matsura?
 
E poi arrivò l’amarezza. Era la prima volta che veniva toccata in questo modo da chiunque, e quest’uomo lo stava facendo solo per impartirgli una lezione. L’avrebbe fatto comunque se avesse saputo che in realtà era vergine? Pensava che fosse una cosa normale perché pensava di essere  già stata toccata in quel modo prima?
 
 La sua mano si contorse contro di lei, facendo sussultare il suo corpo in risposta.
Oh dio, si stava bagnando.
 
Sakura chiuse gli occhi pregando qualsiasi divinità che lui non si accorgesse di nulla. Non era sicuro che il suo cuore impazzito potesse sopportare l’imbarazzo.
 
“ Non è piacevole,vero?” provò a indovinare Kakashi. “ Essere toccati senza permesso o tenerezza…”
 
Questo è quello che pensava lui. Sakura deglutì di nuovo, cercando di distrarsi dalle strane sensazioni che si attorcigliavano sotto il peso di quel palmo. Non pensava che fosse   esattamente  piacevole  ( era una situazione troppo strana), ma non era del tutto sgradevole, anche se era il momento più imbarazzante di tutta la sua vita. E ora era quasi certa che non l’avrebbe fatto se avesse saputo la verità.
 
“Kakashi-sensei”, iniziò tremante “ Devo dirtelo…”
 
Lui si irrigidì e guardò oltre la sua testa.
 
“ Non sono davvero..uhm…beh, la verità è che io sono a-“
 
La mano libera di Kakashi fu improvvisamente premuta contro la sua guancia; schiacciando il pollice tra le sue labbra socchiuse. Le parole le morirono in gola. Sakura indietreggiò voltandosi verso di lui.
 
“ Siamo sorvegliati” la avvertì con il minimo sospiro.
 
Gli occhi di Sakura sfrecciarono intorno alla radura, cercando di localizzare il loro pubblico, ma non trovarono nulla.  Perché non aveva percepito nulla? Kakashi era davvero così disinvolto, anche quando teneva la mano tra le gambe dei suoi ex studenti?
 
 
Poi casualmente, la mano di Kakashi scivolò via da lei. Sakura cercò di mantenere la stessa indifferenza mentre si allontanava di qualche centimetro, sistemò il suo yukata e si passò una mano tra i capelli schiarendosi la gola. Il suo cuore batteva ancora forsennato tra le su costole e le sue mani tremavano leggermente , e anche se lui non la stava più toccando, le sensazioni che le aveva provocato pulsavano ancora nel suo basso ventre.
 
Albero, per favore apriti e ingoiami adesso…non riusciva nemmeno a guardarlo per la vergogna.
 
“ Vuoi dell’acqua?” Chiese Kakashi ad alta voce, alzandosi in piedi e aprendo lo zaino. Non aspettò nemmeno la risposta di Sakura prima di pescare una mano dentro e ritirare la cavezza shuriken che aveva confiscato prima.
 
Con una semplice azione lanciò due shuriken sugli alberi, per poi sentire solo un thunk vuoto contro la parate legnosa. Sakura osservò irritata. Come poteva fare tutto questo così facilmente? Lei non sentiva nessuno…
 
Per alcuni secondi, tutto ciò che si sentì fu il martellare incessante del cuore di Sakura. Poi, proprio mentre stava iniziando a pensare che Kakashi avesse ucciso gli intercettatori con la sua precisione mortale, due ombre si staccarono dagli alberi mentre un paio di figure apparsero nella radura.
 
Ognuno aveva uno shuriken conficcato nella protezione di metallo sulle loro braccia.
 
“ Bel tentativo,” disse uno, “ ma hai fallito.”
 
“ Non avevo intenzione di uccidervi”, Kakashi spostò il peso su una gamba e infilò le mani in tasca. “ Ma hai ragione, ho sbagliato, stavo mirando alle tue palle, purtroppo mi sembrano un bersaglio troppo piccolo…”
 
Sakura si passò una mano sulla faccia. Poteva capire che Kakashi non stava cercando di fare amicizia qui. Se questi erano gli uomini di Matsura, sicuramente avrebbe cercato di esercitare su di loro una sorta di dominio il più rapidamente possibile.
 
Ma insultare i  loro genitale probabilmente non era una mossa che la maggior parte delle persone avrebbe scelto…
 
Tuttavia, i due uomini sembrarono impassibili. “ Devi essere eccezionalmente abile se hai percepito la nostra presenza”, disse uno di loro. Sakura non era sicura di chi dei due stesse parlando visto che entrambi indossavano maschere simili a quella di Kakashi, solo un po’ più bizzarre per mascherare i movimenti delle labbra. “ Ci hai trovato quasi all’istante”.
 
A queste parole ,Kakashi rispose con una modesta scrollata di spalle. “ Solo moderatamente esperto, ma anche io potrei percepire il tuo intento voyeuristico da laggiù.”
 
I due uomini si spostarono colpevoli. Sakura tirò una faccia disgusta contro di loro dietro a Kakashi.
 
“ Questa terra è un territorio privato”, disse uno degli uomini, schiarendosi la gola per cambiare argomento. “ Dovete andarvene”.
 
Kakashi scosse la testa. “ Sono venuto qui perché sto cercando qualcuno.”
 
“ Oh?”
 
“ Matsura, ho una richiesta da fargli.”
 
Un ninja lo schernì. “ Matsura non concede favori!”
 
Kakashi rimase in silenzio per un momento. Sakura osservò attentamente la parte posteriore della sua testa e le sue spalle abbassarsi per un momento. Quando parlò, la sua voce era più calma. “ Intendo offrirgli un premio squisito.”
 
Sakura abbassò lo sguardo sullo sporco scrostato ai suoi piedi. Un minuto fa il suo cuore stava volando come un palloncino..ora improvvisamente si sentiva incredibilmente pesante. Due paia di occhi si soffermarono su di lei, valutandola. Sakura soppresse l’impulso di accucciarsi dietro l’ombra di Kakashi. Questa era la sua, missione dopotutto.
 
“ Bene”, disse uno di loro in tono finale. “ Ti porteremo personalmente da Matsura, potrebbe essere interessato alla tua offerta.”
 
È tutto ciò che sono? Si chiese Sakura con un sospiro interiore. I due uomini si voltarono e cominciarono a farsi strada nella foresta. Kakashi si trattenne un attimo per raccogliere le sue cose e aiutare Sakura ad alzarsi in piedi, anche se espresse una momentanea esitazione nel prendere la sua mano. Soprattutto sapendo dove si trovasse qualche minuto prima.
 
Una volta in piedi, Kakashi posò delicatamente una mano sulla sua testa. Restò lì un po’ più a lungo di quanto probabilmente avrebbe dovuto, e Sakura alzò lo sguardo per incontrare il suo occhio stanco.
 
“ Mi dispiace”, disse gentilmente.
 
Gli dispiaceva per cosa?
 
Gli dispiaceva perché l’aveva appena definita come un premio? Gli dispiaceva perché ormai era troppo tardi per tornare indietro? Gli dispiace per quello che avrebbe dovuto affrontare a breve?
 
O gli dispiaceva per aver infilato per caso la mano tra le sue gambe?
 
Sakura arrossì leggermente e scosse la testa. “ Va tutto bene”, gli disse, e intendeva sul serio. Per qualunque cosa si stesse scusando, poteva perdonarlo.
 
La mano di Kakashi le scivolò via dalla testa, gentilmente le  sfiorò la schiena mentre ricadeva di nuovo al suo fianco. Quel lieve contatto la confondeva un po’, ma scoprì che non le importava particolarmente. Si sentiva un meglio quando la sua pelle incontrava la sua.
 
Sembrava una cosa sciocca nella sua testa, ma era vero.
 
Questi pensieri erano quasi sufficienti da farle desiderare di intrecciare la sua mano nella sua e guadagnare parte della sua illimitata forza e coraggio, mentre si lanciavano dietro le loro guide voyeuristiche. Quasi sufficiente. Sakura tuttavia si trattenne dal farlo, sapendo che probabilmente sarebbe stato inappropriato tenersi per mano con il proprio superiore durante una missione.
 
Probabilmente, pensò, era ugualmente  inappropriato molestare il proprio subordinato durante una missione, ma forse qualcuno non la pensava così.
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
 
Bene , bene, bene! Finalmente le cose si stanno movimentando qui! Kakashi ha davvero dei modi alquanto discutibili di impartire lezioni, d’altro canto….poveraaa Sakura quanto si è dispiaciuta! Comunque quanto sono dolcini! Anche se suderemo almeno sette camicie  per vederli uniti appassionatamente in love.
 Ehm ehm, deliri a parte vorrei ringraziare tutti quelli che hanno recensito, messo la storia tra le preferite, seguite o  ricordate, e  chi semplicemente ha dedicato del tempo per leggerla. Vi ringrazio di cuore!
 
Detto questo, ci vediamo ( per modo di dire) al prossimo capitolo settimana prossima.
Questo fandom merita un po’ più di KakaSaku.

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Capitolo 4
*** Inizia la missione! ***


Sei una specie di mio protetto e un giorno mi dirai che hai imparato tutto quello che sai da me,
 
So che dipendi da me come farebbe un giovane a un guardiano,
 
So che mi sessualizzi come farebbe una cosa giovane e penso che mi piaccia.
 
 
La residenza di Matsura non era così lontana come immaginava Sakura, tuttavia le sembrò esattamente come l’aveva immaginato. Un agglomerato insipido di edifici grigi a tetti piani, troppo moderno per essere definito tradizionale, e troppo vecchio per essere in linea con gli stili attuali. Si vociferava che Matsura si fosse affermato come un ninja d’élite oltre trent’anni fa. Sembrava che il complesso fosse stato costruito in quel periodo.
 
Attraversarono una serie di porte. Poi un’altra, e poi un’altra interminabile serie di porte prima di giungere  all’interno dell’edificio. Sakura e Kakashi si scambiarono un’occhiata discreta. Entrambi capirono che non era un posto in cui potevi entrare facilmente senza avere un invito. Se qualcosa sarebbe andato storto, per loro non sarebbe stato particolarmente facile fuggire. Non con tre cinta di mura perimetrali alte trenta piedi sormontate da un poco rassicurante filo spinato e spuntoni acuminati.
 
I due ninja che li avevano condotti fino lì, li consegnarono a un paio di uomini di guardia alla porta d’ingresso di uno degli edifici più grandi. Mentre uno di loro entrò, presumibilmente per annunciare il loro arrivo, l’altro li tenne sotto controllo.
 
“ Bella giornata,eh?” disse la guardia educatamente.
 
Kakashi lo guardò per un breve istante, valutando se fosse il caso di fare conversazione o meno.
 
“ Mm” fu tutto ciò che disse.
 
La guardia non si preoccupò di chiedere a Sakura la sua opinione sul tempo, e per questo lei si irritò leggermente. Non veniva ignorata in questo modo da quando era bambina…il che, in retrospettiva, forse era proprio quello che voleva.
 
I minuti trascorsero lenti.
 
Kakashi tirò fuori il suo libro e iniziò a sfogliare la pagina che aveva interrotto. Sakura si tenne in equilibrio su una gamba sola, mentre con la mano si massaggiò le vesciche piuttosto prominenti sull’altro piede. La guardia emise suoni scoppiettanti con le sue guance, sentendosi chiaramente a disagio.
 
Finalmente l’altra guardia tornò. “ Matsura-sama è un uomo impegnato”, disse con reverenza. “ Ma per fortuna sei arrivato in un momento opportuno, è pronto a ricevervi in salotto, Mai vi accompagnerà lì.”
 
Lasciarono le scarpe nell’ingresso “( cosa per cui Sakura fu eternamente grata) e furono affidati alle cure di un’anziana cameriera. Scivolarono in un labirinto di corridoi e scalinate, a un ritmo così tremendamente lento che i due jonin di Konoha  avrebbero potuto osservare l’intero edificio da cima a fondo e forse anche trovare il vaso, prima di arrivare davanti all’ingresso del salotto dove Matsura li stava già aspettando.
 
La vecchina diede un colpetto alla porta di carta. “ Matsura-sama, i tuoi visitatori sono qui.”
 
“ Falli entrare.”
 
La voce che proveniva dall’interno della stanza era profonda e baritonale, sembrava graffiata dall’età e dallo stile di vita aspro. Sakura deglutì quando si ritrovò a immaginare l’uomo che possedeva quella voce. Aveva dato per scontato che si trattasse di un vecchio con le guance rugose e gli occhietti porcelli. Considerò la cosa improbabile, visto che si trattava di un ninja d’elite. Dunque cosa avrebbe dovuto aspettarsi?
 
La porta si aprì e Sakura adocchiò il suo bersaglio.
 
 
Era seduto di fronte un tavolino basso  e una tazza di tè portata alle labbra.
 
Vecchio. Grasso. Rugoso.  I suoi capelli grigi e ispidi legati in una coda lungo la schiena e una barba altrettanto lunga biforcata su una pancia piuttosto rotonda. Le labbra che sorseggiavano il tè erano grandi e sorprendentemente bagnate, in un modo piuttosto disgustoso. La sua fronte  ricadeva così in basso da rendere i suoi occhi appena visibili. 
 
 
Santo…
 
Si adattava perfettamente alla sua immagine mentale di un deviato vecchio pervertito. Davvero strano.
 
Sakura si disperò interiormente.
 
Kakashi entrò per primo con Sakura che si trascinava dietro di lui, interpretando il suo ruolo di ragazza mite. Sakura si sedette dietro di lui, con le gambe incrociate di fronte a Matsura. Tenne lo sguardo fisso sul pavimento, ma anche senza guardare poteva sentire gli occhi di Matsura su di lei.
 
“ A cosa devo il piacere?” disse con la stessa voce aspra di prima.
 
Kakashi diede un breve cenno, per nulla rispettoso. “ Mi chiamo Umino Iruka,” indicò Sakura  con una mano, “ e questa è Rin-chan. Saluta, Rin-chan.”
 
Nessuno glielo chiedeva di farlo da quando aveva sei anni. Tenendo gli occhi ben fissi sul pavimento,  fece un inchino profondo e cortese, con la fronte che quasi sfiorò il pavimento.
“Ciao,” disse,alzando la voce di qualche ottava e modulandola in modo da sembrare più infantile.
 
Matsura distolse l’attenzione da lei e la riportò a Kakashi. “ Allora, cosa ti porta qui da me?” chiese.
“ Mi hanno detto che hai un favore da chiedermi.”
 
Kakashi annuì. “ Perdonami se sembro impaziente, ma il mio padrone- il capo di una delle famiglie più ricche di un paese dell’ est- mi ha assegnato una missione; ma temo sia troppo difficile per poterla gestire da solo, quindi desidero umilmente chiedere il tuo aiuto se per-“
 
“ Io non aiuto le persone che non conosco”, lo interruppe improvvisamente Matsura bevendo un altro sorso di tè. “ Non lo faccio, a meno che non ci sia qualcosa per cui valga la pena farlo.”
 
Gli occhi di Matsura saettarono su Sakura.
 
“ Sono disposto a dividere la ricompensa della mia missione con te,” disse Kakashi. Sakura constatò che non la stava offrendo direttamente a Matsura su un piatto d’argento.
“ L’importo è considerevole e, naturalmente, sei il benvenuto nel prenderti tutti i tesori che troviamo durante la missione, a me ne interessa solo uno, il resto è tuo.”
 
Su suggerimento di Matsura, Kakashi continuò spiegando i dettagli della missione immaginaria. Menzionò date false, nomi e luoghi in modo così naturale e spontaneo che Sakura si chiese se il convoglio carico di tesori che secondo lui sarebbe dovuto arrivare il mese prossimo sulla costa orientale, fosse effettivamente reale. Per qualcuno che era abituato a raccontare bugie così spaventose per giustificarsi ogni volta che era in ritardo( sempre), Hatake Kakashi sapeva cosa stava facendo. Quando ebbe finito, Sakura quasi si convinse sulla veridicità della storia, nonostante sapesse in anticipo che erano tutte sciocchezze.
 
Matsura ascoltò attentamente, assottigliando gli occhi quando Kakashi finì il suo discorso. “ Un convoglio come questo sarà indubbiamente sorvegliato dai migliori guerrieri della zona,” sottolineò.
“ Il premio merita a malapena lo sforzo.”
 
Il sopracciglio di Kakashi si sollevò brevemente per la sorpresa. “ Oh, pensi che sarà un’impresa troppo difficile per te?” chiese gentilmente.
 
Una tazza da tè colpì il tavolo con tanta di quella forza che quasi si spezzò. Matsura guardò Kakashi in modo impressionante. “ Quanti anni hai?”
 
“ Trenta.”
 
Un’altra bugia, pensò Sakura roteando gli occhi. Kakashi aveva sempre trent’anni negli ultimi due anni.
 
“ Lascia che ti dica una cosa, Umino Iruka,”ringhiò Matsura. “ Ero un ninja leggendario da molto prima che tu nascessi, assediavo i castelli di Rasen prima ancora che tu tenessi in mano il tuo primo Kunai; suppongo di sapere cosa sia troppo difficile per, visto che ho perso alcune battaglie. Ma un miserabile convoglio non è all’altezza di me.”
 
Kakashi fece un cenno leggermente impaziente.” Sì, sì, quindi il vero problema sta nella ricompensa? Quello che ti offro non è abbastanza interessante per te?
 
“ La promessa di denaro va benissimo,”disse Matsura. “ Ma ci siamo appena conosciuti e non ho nessun motivo per fidarmi di te, è consuetudine che qualcuno nella tua posizione porti un segno di buona volontà, per unire e rafforzare questa nuova amicizia.”
 
I suoi occhi si posarono di nuovo su Sakura. Lei rapidamente guardò le sue ginocchia.
 
“ Perché hai portato la ragazza qui?” Chiese Matsura, anche se era chiaro che dal suo tono sapesse già il perché.
 
Kakashi guardò di sbieco Sakura, come se non fosse interessato a lei. “ Rin-chan? Sta solo viaggiando con me.”
 
“Perché?” Matsura insisté. “ Chi è lei?”
 
“ L’ho trovata in uno dei villaggi vicino al confine del Paese del Fuoco, la sua famiglia è stata colpita dalla guerra e dalla carestia e non aveva più nessuno che si prendesse cura di lei, così l’ho portata con me”, spiegò Kakashi. “ Ho intenzione di riportarla presto nel mio villaggio.”
Matsura non sembrò affatto colpito. “ Perché?Sto considerando che la sua presenza debba essere un ostacolo per uomo esperto come te. Lei deve aver rallentato considerevolmente il tuo viaggio per arrivare fin qui. Che cosa potrebbe offrire per renderla una seccatura utile?
 
Sakura si morse il labbro. Quando lei e Kakshi avevano ripassato la missione, lui non aveva spiegato il perché lei avrebbe dovuto viaggiare con lui. Aveva preparato una risposta?
 
Kakashi inclinò leggermente la testa da un lato. “ Rin-chan ha molto da offrire, i suoi massaggi sono come il tocco di un angelo sulle spalle stanche.”
 
Era vero, pensò Sakura, immodestamente.
 
“…è lei è molto brava con la sua bocca.” E solo per assicurarsi che tutti i presenti avessero colto il punto sottile di quella frase, Kakashi aggiunse: “ I suoi pompini sono buoni da morire.”
 
Sakura quasi cadde per terra. Con qualche mistica impresa di autocontrollo, riuscì a evitare di soffocare il suo ex sensei fino alla morte. Invece fissò così intensamente il tappeto davanti a lei che fu un miracolo che non prese fuoco spontaneamente. Ma tutto l’autocontrollo del mondo non poté impedire al rossore di diffondersi sul suo viso, sebbene questo non fosse un problema, in fondo non era fuori dal suo personaggio.
 
Abbastanza consapevole dell’imbarazzante imbarazzo di Sakura, Matsura rise di cuore. “ Un motivo sufficiente, una ragione sufficiente”, concordò. “ Ma sicuramente sei a conoscenza della mia reputazione, Iruka-san, trovo un po’ difficile credere che tu l’abbia portata qui senza uno scopo ben preciso. A meno che tu non faccia regolarmente questo genere di cose…?”
 
Kakashi scosse la testa. “ Hai ragione. Ho sentito parlare della tua reputazione. Rin-chan è la mia merce di scambio, anche se speravo di offrirtela in modo più sottile. Ovviamente nulla può sfuggire al tuo occhio attento,” disse. “ Ho trovato Rin-chan lungo il mio sentiero per arrivare qui. I suoi sguardi unici hanno catturato la mia attenzione…pensavo che potessero cattura anche la tua.”
 
Matsura si sfregò il doppio mento con un dito tozzo. “ Che pensiero gentile, ma ovviamente l’hai già avuta.”
 
Kakashi sollevò le mani in modo colpevole. “ Non ho potuto resistere, dovevo sapere se il suo sapore era buono come il suo aspetto.”
 
“ E?”
 
“ Non l’avrei portata fin qui se non fosse stato così.”
 
Sakura non poté fare a meno di sentirsi un po’ arrabbiata a causa di questa conversazione così umiliante. Cos’era lei, un mobile? Parlavano di lei come se non fosse presente nella stanza. Come se fosse una bambola che passa da un uomo all’altro. Come se non fosse un umano con sentimenti e paure personali.
 
Certo, questo era tutto un gioco di ruolo. Kakakshi non la stava davvero barattando, e lei non era davvero un’orfana indifesa. Ma quante altre ragazze erano state sedute dove adesso era seduta lei, che realmente erano impotenti e indifese e non avevano altra scelta se non quella di andare di avanti con tutto ciò che altri uomini decidevano per loro? Quante ragazze aveva portato Matsura nel suo letto? Quanto era reale la loro paura e vulnerabilità rispetto alla sua?
Solo poche persone ebbero l’onore di conquistare l’odio pure e incontaminato di Sakura. Orochimaru era uno di questi, per quello che aveva fatto passare a Sasuke. Itachi era un altro…per quello che anche lui, aveva fatto passare a Sasuke. Sasuke era il terzo, per quello che le aveva fatto passare.
 
Mastura raggiunse il quarto posto nella sua lista, per tutto quello che aveva fatto a quelle povere ragazza nella sua stessa posizione, e per quello che eventualmente potrebbe farle in seguito.
 
( Per pura coincidenza, Kakashi era al quinto posto per aver tentato di abbattere in modo efficace tutti i legami con la sua ex squadra. Sakura poteva perdonare un po’ di atti molesti nei boschi, ma non poteva perdonarlo per quello.)
 
 Si sorprese del suo ribollire interiore quando Matsura si alzò in piedi. Per essere un ninja d’élite, non era per nulla leggero. Avrebbe dovuto essere davvero d’èlite per compensare l’handicap della sua massa corporea. Una volta raddrizzato, indicò con impazienza una mano a Sakura. “ Alzati ragazza così posso darti un’occhiata.”
 
Sakura lanciò una breve occhiata a Kakashi che scrollò le spalle e annuì. Si alzò con cautela e rimase in piedi umilmente mentre Matsura si spostava intorno al tavolo per esaminarla.
 
Era alto quasi quanto Kakashi e torreggiò facilmente su di lei. Era abbastanza vicino perché Sakura sentisse l’odore del tè che aveva bevuto mischiato a quello che riconobbe come sakè. Deboli macchie palleggiavano sulla sua fronte. Sakura si chiese come un uomo del genere avesse guadagnato un titolo leggendario e un S-rank.
 
Una mano grande e grassoccia ricoperta di calli la prese per il mento, in un contatto ingiustificato.
Matsura osservò il suo viso, esaminandola da diverse angolazioni, spinse persino il suo labbro inferiore verso il basso per controllarle i denti. Sakura tenne gli occhi inchiodati al pavimento.
Ora sapeva cosa significava essere trattati come un pezzo di carne. Lei non era nulla per quest’uomo. Nient’altro che un piacere economico per passare il tempo. Lui la vedeva come Kakashi probabilmente vedeva i suoi libri…
 
Pessima, pessima associazione…
 
“È pulita?” Matsura domandò a Kakashi, come la maggior parte della gente chiedeva se un cavallo fosse stato ferrato.
 
“ Lo è,” mormorò Kakashi, senza guardare nessuno dei due.
 
Sakura sbatté le palpebre confusa. Dopo un’intera giornata di trekking nella foresta e metà in cui era stata seduta su una pila di fieno, pensava che fosse piuttosto sudicia in realtà…
 
“ Quanti anni ha?” chiese di nuovo Matsura.
 
Questa volta, Kakashi li guardò. “ Quattordici.” Osservò attentamente Matsura, come se stesse cercando di carpire la sua reazione.
 
Anche Sakura osservò l’uomo e lo vide alzare un sopracciglio. “ Un fiore non ancora sbocciato,vedo.”
 
Almeno si convinse, perché si voltò e urlò verso la porta chiusa. “ Yushio!”
La porta si aprì e una guardia si alzò in attesa. “ Sì, Matsura-sama?”
 
“ Prendi Mai e portala qui. Deve vedere la ragazza.”
 
La guardia annuì e richiuse la porta alle sue spalle. Matsura si spostò per riprendere il suo posto mentre Sakura praticamente crollò in ginocchio sollevata ora che una certa distanza venne ripristinata tra loro.
 
“ Quindi accetti la mia offerta?” Chiese Kakashi allegramente.
 
“ Vedremo”, mormorò Matsura. “È  abbastanza carina, potremmo essere in grado di concludere un affare.”
 
Sakura cercò di non sentirsi indignata per essere stata ritenuta solo “ abbastanza carina”. La cosa più importante era che si erano assicurati un invito a breve termine. Quello era l’unica cosa che contava.
 
“Umino Iruka…” Matsura masticò quel nome alla bocca, come se avesse avvertito qualcosa di familiare in quelle parole. Si accarezzò lentamente la barba accigliandosi intensamente mentre guardava l’uomo di fronte a lui. “ Ha mai sentito di un uomo con il nome di Hatake Kakashi?”
 
 
Tutto all’interno di Sakura si bloccò, mentre Kakashi annuì sommessamente. “ Sì,”disse. “ Pensi che gli somiglio,vero?”
 
“ Non l’ho mai incontrato personalmente,” ammise Matsura. “ Anche se la sua descrizione è la stessa in ogni villaggio in ogni paese. Capelli grigi, mascherato, e con uno sharingan all’occhio sinistro. Posso chiederti…come hai perso il tuo occhio, Iruka-san?”
 
“Il solito modo,” Kakashi scrollò le spalle.  “ C’è un fondo di verità quando una madre dice a un  figlio che è pericoloso correre con le forbici in mano.”
 
“ Un infortunio infantile?” La fronte di Matsura si corrugò. Era difficile sapere se credesse o meno alle parole di Kakashi. “ E perché la maschera?”
 
Kakashi ci pensò un attimo prima di rispondere. “ …Ho una verruca.”
 
“ Ah,” Matsura annuì in modo comprensivo. La fronte di Sakura implorò di essere schiaffeggiata contro il tavolo.
 
Qualcuno bussò alla porta. Quando Matsura la chiamò, il pannello si aprì per rivelare la vecchia anziana che li aveva accompagnati fino alla stanza. “ Mai”, Matsura fece un cenno verso Sakura.
 
“ Prendi questa ragazza e lavala, trova qualcosa di pulito da farle indossare e mettila comoda in una delle stanze.”
 
Avrebbe dovuto fare il bagno!
 
Merda.
 
Sakura guardò freneticamente Kakashi, e anche se la sua espressione era apparentemente vuota, sapeva che stavano pensando la stessa cosa. Accettare di fare il bagno avrebbe comportato inevitabilmente a lavare via il veleno sulla sua pelle, e anche se avesse avuto un’altra bottiglia con se, era improbabile che avrebbe avuto la privacy per riapplicarla. Non con Mai in giro.
 
“ Starai bene,Rin-chan,” disse Kakashi alzandosi in piedi e offrendole una mano. “ Sei in buone mani.”
 
Sakura gli prese la mano e si tirò su dalle sue ginocchia. Non appena fu in piedi, Kakashi la tirò in un ampio, inaspettato abbraccio. Troppo sorpresa a fare non molto di più che soffocare dolcemente contro la sua spalla, le ci volle un momento per capire cosa stava facendo.
 
Ah, intelligente, Kakashi-sensei, pensò mentre lei ricambiò il suo abbraccio. Questa era l’occasione  perfetta per lui di infilarle nella tasca un’altra fiala di veleno, o forse persino un Kunai.
 
Ma lui non le diede niente. Sakura aggrottò le sopracciglia con crescente apprensione mentre non le passava un’arma né infilava nulla di utile nel suo obi.
 
Era solo un semplice abbraccio.
 
Era solo…era proprio quello di cui aveva bisogno.
 
La realtà della sua situazione fu improvvisamente troppo opprimente da sopportare, e sentì il suo corpo tradirla mentre si aggrappava più strettamente al suo vecchio sensei come  fosse l’unica cosa che le impediva di affogare. Era preoccupata che nel momento in cui l’avesse lasciato andare, sarebbe stata inghiottita in un  buco nero e poi le cose sarebbero cambiate. Lui aveva cercato di avvertirla…ma lei lo aveva ignorato. Ora era troppo tardi e l’unica cosa che poteva fare per aiutarla era offrirle un addio segreto.
 
Arrivederci,Sakura.
 
Arrivederci, verginità di Sakura.
 
Sakura e la sua verginità avrebbero voluto solo andare a casa.
 
Kakashi doveva sapere come si sentiva. Non si sarebbe preoccupato di abbracciarla altrimenti.
 
Dopo una piccola eternità, le sue caldi braccia si allentarono intorno a lei, e lei dovette fare un passo indietro. “ Vai adesso”, fece cenno verso la porta dove Mai la stava aspettando.” A dopo.”
 
Sakura annuì tremante, non fidandosi di se stessa per parlare quando il nodo alla gola minacciò di incrinarsi e spezzare le sue parole. Invece girò i suoi occhi lucidi sul pavimento e seguì Mai fuori dalla stanza.
 
Anche con la porta chiusa, le pareti erano abbastanza sottili per sentire la breve, imbarazzata risata di Kakashi.
 
“È  solo un po’ nervosa, non ha mai fatto niente del genere prima d’ora.”
 
Era tutto troppo spaventoso.
     
Il bagno era semplice e freddo con un a vasca da bagno incassata nel terreno come un fossato. Mai porse a Sakura una saponetta e una singola salvietta e le disse di spogliarsi e iniziare a insaponarsi mentre lei le faceva scorrere l’acqua. Sakura obbedì, non sapendo cos’altro fare. Sentendosi una scema deficente, lasciò i suoi vestiti in un’ordinata pila nell’angolo prima di sedersi su uno degli sgabelli disponibili.
 
Notò i vecchi occhi lattiginosi di Mai scrutare la sua figura con uno sguardo che poteva essere definito sospetto. ( Almeno Sakura sperava che si trattasse di sospetto: ne aveva le scatole piene di vecchi che le lanciavano occhiate ambigue- non aveva bisogno che le donne anziane facessero lo stesso.) Ma se Mai pensava che il suo corpo sembrava un po’ troppo maturo per avere quattordici anni, non disse nulla e continuò ad aiutarla riempiendo la vasca.
 
Sakura bagnò il pezzettino di stoffa con uno dei rubinetti e cominciò a strofinarsi gli stinchi.
 
Non pensava che fosse particolarmente formosa e femminile, almeno non quel genere che faceva impazzire i ragazzi. Decisamente quella era Ino. Alla fine la sua amica/nemica aveva appurato che Shikamaru era un genio e aveva deciso di accettare il suo consiglio e abbandonare la dieta. Cinque chilogrammi più tardi e il padre di Ino doveva respingere i ragazzi con un kunai. Letteralmente.
 
 Ma Sakura aveva scoperto con su  sgomento che, con o senza una dieta, il suo non era variato di molto. Le sue cosce non avrebbero potuto mai essere snelle e lisce come quelle delle ragazze sulle riviste, ( correre, saltare e saltare sugli alberi erano attività che aiutavano a bruciare i grassi e tonificare piuttosto che snellire i muscoli), né avrebbe mai guadagnato abbastanza peso da poter riempire i suoi piccoli seni o impedire di far vedere le costole ogni qualvolta alzava le braccia.
 
Nonostante tutto,  era abbastanza contenta del suo peso. Era flessuosa e leggera- due caratteristiche importanti per ogni ninja ( elementi con cui Matsura a quanto pare, aveva qualche problemino). Ma se avere quel peso era un vantaggio per la sua carriera di ninja, era uno svantaggio con il sesso opposto.
 
Certo, Sakura era un ninja migliore di Ino, ma quest’ultima doveva solo sbattere le sue folte ciglia da cerbiatta e spingere il petto in fuori per accaparrarsi qualsiasi ragazzo volesse.
 
E chi attraeva lei?
 
Vecchi pedofili, ecco chi.
 
 Continuò a insaponarsi con una smorfia sul viso. Evitò accuratamente di passare il panno sul suo seno per paura di lavare via il veleno. Non si preoccupò di evitare le sue cosce. Nel momento in  cui era entrata in bagno il veleno laggiù sarebbe stato una causa persa.
 
“ Qui ho finito,” Mai spense i rubinetti e posò un asciugamano sul pavimento, vicino al bordo della vasca.
 
Questo era il punto in cui Sakura avrebbe dovuto sorridere e ringraziare la donna per l’aiuto, tuttavia in quel momento il suo umore era pericolosamente nero. Meglio se avesse interagito con il minor numero di persone possibili, altrimenti avrebbe rischiato di esplodere come un vulcano rosa in miniatura. Inoltre i suoi pensieri la turbavano parecchio, per potersi preoccupare della vecchia.
 
Mentre scivolava con cura nell’acqua, assicurandosi di non farla salire sopra la sua vita, pensò a Kakashi.
 
Dov’era lui? Cosa stava facendo? Stava ancora “negoziando” con Matsura? Shikamaru gli aveva detto che cosa aveva fatto al bar la notte scorsa e stava semplicemente tenendo la bocca chiusa, oppure era veramente ignaro della sua piccola situazione? Se glielo avrebbe detto, quale sarebbe stata la sua reazione? Avrebbe pensato che fosse una piccola idiota immatura se avesse saputo quanto desiderava tornare a casa?
 
Probabilmente.
 
Si ricordò delle sue parole e sul fatto di aver già affrontato una situazione simile. Lui aveva già fatto quello che stava per fare, forse più di una volta.
Ma non era come se avesse perso la verginità in questo modo. Sapeva che per i ragazzi era diverso.
Non appena entravano nella fase della pubertà volevano trombare tutto ciò che si muoveva- e di solito lo facevano. Salvo per Sasuke. Nessuno era mai stato testimone della sua pubertà e, anche quando era tornato, possedeva l’impulso di un panda morto. Naruto d’altra parte…
 
Anche se non l’avrebbe mai detto esplicitamente, aveva avuto la sensazione che Naruto non si era sempre limitato a sedere fuori dai bordelli che Jiraya era solito visitare durante i suoi viaggi. Aveva quasi perso la verginità con una comune prostituta prima ancora di raggiungere i quindici anni. E lui non era il solo. Quella era la maggior parte della strada che sceglievano i ragazzi di Konoha.
 
Il ragionamento di Shikamaru era che il sesso terrorizzava gli uomini. “ Tutti sono così preoccupati di poter fare schifo che preferiscono fare pratica con persone che non contano davvero”, aveva detto.
“ Poi tornano a casa, prendono le fidanzate e diventano leggende.”
 
In quel caso Shikamaru doveva essere ancora vergine. Era troppo pigro per non esserlo.
 
Ma a parte questo sospetto non confermato, Sakura era abbastanza sicura di essere l’unica vergine rimasta nel suo gruppo. Quando venivi considerato un’ adulto già a quindici anni, molte persone si sentivano già di arrivare a quel punto. Cosa stava aspettando Sakura?
 
Sasuke? Possibilmente.
 
Forse era stata troppo occupata? Ronzio…
 
Sakura arricciò il naso, mentre risciacquava le braccia con attenzione, evitando ancora i suoi seni.
 
In realtà  aveva un sacco di tempo libero. A volte le veniva da piangere dalla noia perché aveva così poco da fare. Se si fosse sistemata con un ragazzo, avrebbe potuto essere impegnata a farlo, invece di deprimersi. Ma no,  era troppo pignola. Se non poteva essere Sasuke, allora non ne valeva la pena.
 
Ora Naruto aveva Sasuke.
 
Accidenti a quel biondino. Era stato il primo a mettere gli artigli sull’ultimo Uchiha sopravvissuto.
 
Doveva ammettere però…
 
Sakura si sedette quando finì di insaponarsi. Era in un bagno pieno di acqua profumata e mezza fiala di veleno spalmato sul petto con la grave possibilità che se non avesse fatto attenzione a tenere asciutti quei seni,  avrebbe perso la sua verginità con l’individuo più depravato che avesse mai conosciuto.
 
Aveva il dubbio che Kakashi non poteva davvero sapere come si sentiva, considerando la tradizione della maggior parte dei giovani. Lui era un pervertito fino al midollo, colpa soprattutto dei libri che leggeva. Quasi poteva credere alla chiacchiera che Ino le aveva confidato tempo fa, quella in cui si diceva che Kakashi aveva perso la verginità a undici anni. Undici!
 
 
( A Sakura non piaceva soffermarsi su quella voce, perché sensei + sesso era uguale a…)
 
Ma se ripensava ancora…
 
No! Non voleva arrendersi di fronte a lui. Non quando lui era lì a giudicarla con le sue esperienze. Non voleva perdere il suo rispetto in questo modo. Un rispetto che aveva lavorato duramente per ottenere dopo essere stata considerata per anni il membro più inutile e debole della squadra sette.
 
“ Hai finito?” Chiese Mai dietro di lei.
 
Sakura abbassò lo sguardo sul suo seno. Era umido per via del vapore acqueo, ma questo non era sufficiente a diluire il veleno. Anche così, avrebbe dovuto stare attenta a rivestirsi. Sfregamenti troppo vigorosi e tutto si sarebbe dissolto.
 
“Sì, penso di sì”, disse, uscendo dalla vasca. Rifiutò l’aiuto della donna anziana di asciugarla, preferendo farlo da sola. Dopo aver indossato uno yukata bianco e pulito e aver raccolto i capelli, Mai la condusse fuori dal bagno e in un altro groviglio di corridoi fino a una qualsiasi camera che Matsura avesse menzionato prima.
 
“ Queste sono le camere di Matsura-sama”, annunciò Mai e nel mentre introdusse Sakura attraverso una serie di porte sorvegliate.
 
Se le sue fantasie sui vecchi pedofili pervertiti si erano rivelate esatte, allora anche la sua camera da letto avrebbe potuto essere come se la immaginava:
Tende rosse, lenzuola di seta nera, un sacco di gingilli dall’aria costosa sparpagliati su costosi tavolini e casse. Spade, wakazashi, pugnali e kunai. Armature, nastri, senbon e dipinti di sanguinose battaglie.
 
Sakura si guardò intorno disgustata. Tipico, pensò. Questa stanza era disgustosa.
Puzzava anche di qualcosa di strano, ma meno ne sapeva, meglio era.
 
“ Aspetterai qui Matsura-sama”, le disse Mai in tono formale. Davvero molto professionale. Doveva essere abituata a strofinare le ragazze per il piacere del suo padrone.
 
 Aggrottò le sopracciglia verso la vecchia intenta a uscire dalla stanza e richiudere la porta dietro di sé. Quando fu sicura di essere sola, cominciò a guardarsi intorno, cercando qualcosa che potesse corrispondere alla descrizione che il cliente gli aveva fornito sul vaso rubato. Notò alcuni vasi sparsi per la stanza, e in alcuni di quelli un possibile collegamento, ma nessuno di loro sembrò essere dipinto d’oro e impregnato con un diamante blu.
 
Sconcertata, tornò di corsa nella stanza principale e si sistemò in fondo al letto.
Tutto quello che poté fare era aspettare Matsura e sentire un nodo di paura torcerci nello stomaco ogni minuto che passava. L’attesa fu atroce. Si trovò alla ricerca di finestre e pozzi di ventilazione, meglio prendere nota di quante più possibili vie di fuga.
 
La gente avrebbe pensato male di lei, se fosse scappata in  quel momento, avesse cambiato il suo nome e fosse diventata un’eremita e lasciato Kakashi da solo per finire la missione? Almeno non avrebbe mai dovuto affrontare il suo rimprovero….
 
Oh Dio…
 
 Si passò le mani sul viso incurvandosi sulle ginocchia. Avrebbe dovuto smettere di pensare a cose come, finestre allettanti e stili di vita eremitici. Avrebbe dovuto concentrarsi sul mantenere la sua farsa da ragazza di quattordici anni e sull’atto che avrebbe dovuto compiere a breve. Se non fosse riuscita a fare una prestazione convincente, Matsura si sarebbe rivestito e tanti saluti al piano.
E la sua vita anche.
 
 
In che modo un orfano di quattordici anni si sarebbe comportato in una situazione del genere?
 
Sakura ci pensò per un momento.
 
Probabilmente non molto diversamente da una vergine ninja diciassettenne.
 
La porta si aprì con un botto. Sakura scattò in piedi, le mani strette nella stoffa delle maniche del suo yukata. Aprì la bocca per pronunciare qualcosa- un saluto,un grido di sorpresa, un gemito di paura-qualsiasi cosa.
 
La sua bocca si spalancò prontamente, abbattendo qualsiasi cosa volesse pronunciare, mentre Matsura le passava accanto come se lei non fosse nemmeno lì.
 
Gli occhi di lei seguirono la figura ingombrante del ninja che prendeva velocemente posto sul bordo del letto. Le sue mani si avvolsero nervosamente sul suo cappotto un attimo prima di lasciarlo cadere a casaccio sul pavimento. Cosa avrebbe dovuto dire? La stava praticamente ignorando.
 
Con un grande sospiro, l’abominevole uomo si distese sul letto, le braccia incrociate dietro la testa e gli occhietti chiusi.
 
Il silenzio regnò sovrano.
 
Sakura si chiese se effettivamente fosse andato a dormire dimenticandosi di lei. Ora sarebbe il momento perfetto per svignar-
 
“ Starai lì per tutto il tempo?”
 
 Trasalì per la sorpresa, guardando l’uomo con  occhi spalancati. Lui ricambiò il suo sguardo, era annoiato e in attesa.
 
“ Oh…scusa,” non sapeva cos’altro dire. Probabilmente un “ Fottiti!” sarebbe stato meglio.
 
Matsura emise un altro sospiro impaziente. “ Togliti i vestiti.”
Si aspettava che ad un certo punto avrebbe dovuto spogliarsi per quest’uomo. C’era ben poco che potesse fare evitarlo. Ma sentire quelle parole sottoforma di un ordine spassionato le provocò un gelido brivido tra le ossa.
 Non aveva problemi con la sua nudità. Si era spogliata per i medici, si era cambiata con le donne nello stabilimento balneare e aveva persino dato ad alcuni dei suoi compagni di squadra maschi durante le missioni. Ma niente di tutto questo era per il sesso. Niente di tutto questo era per un pervertito; un uomo che voleva solo guardare il suo corpo per il proprio piacere personale.
 
La fece sentire debole e vulnerabile come mai in vita sua.
 
Ma lei non poteva scappare.
 
Piuttosto meccanicamente, tirò la fascia attorno alla vita e aprì  lo yukata. Con una scrollata di spalle, l’indumento scivolò lungo le sue braccia e poi sul pavimento.
Rimase in piedi con nient’altro che le semplici mutandine grigie che aveva indossato quella mattina e fissò con decisione il vecchio ninja, sfidandolo a chiedere di rimuoverle.
 
Ma lui era troppo occupato a far scorrere gli occhi su e giù per il suo corpo scoperto e un cipiglio leggero gli tirò la fronte bassa. Sakura si sentì violata da come quel semplice la sguardo la fece sentire e istintivamente indietreggiò coprendosi il petto.
 
“ Quanti anni hai?” chiese.
 
Sakura inghiottì il nodo in gola. “ Quattordici”. Aveva notato i suoi fianchi snelli? Pensava che la sua vita fosse troppo stretta? Non pensava che il suo corpo fosse cambiato in tre anni.
 
“ Un po’ vecchia per i miei gusti”, disse, sfoggiando un ghigno.
 
Sakura non sapeva se doveva sentirsi offesa o no. Quindi tenne la bocca chiusa barcollando delicatamente sul posto. All’esterno poteva dare l’impressione di essere svogliata e rigida, ma all’interno cercava di trovare un modo per chiedergli di leccargli il seno.
 
Qualcosa su cui non avrebbe mai pensato di doverci riflettere.
 
Matsura la chiamò verso il letto agitando la sua grande mano.
 
Sentì il terrore scorrerle nelle vene, tuttavia continuò ad avanzare. Solo uno strumento, ricordò a se stessa. Il tuo corpo è solo uno strumento…niente di più. Questo non significa niente. Solo uno strumento…
 
Desiderava davvero poterci credere.

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Capitolo 5
*** Contatti indesiderati e flashback obbligatori ***


E sta iniziando a raggiungermi,
 
Che io sappia più delle stelle e del mare,
 
Di quello che faccio nella tua testa.
 
 
 
Chiedevi  a Sakura di spiegarti la procedura standard per curare delle ferite da taglio e lei te ne avrebbe parlato  senza alcun problema. Come guaritrice era seconda solo all’hokage stessa ed  era perfettamente informata sull’argomento. Conosceva i dettagli del corpo umano come Ino conosceva ogni fiore del suo giardino, o il modo in cui Kakashi sapeva a memoria ogni singola parola dei suoi amati Icha Icha.
Sapeva come resuscitare i morti. Sapeva come fermare il dolore senza  necessariamente l’uso di farmaci. Poteva  ricucire una ferita in modo così impeccabile da non lasciare alcuna cicatrice.
 
Ma Sakura non era un dottore.
 
Lei era un meccanico umano. Venivano da lei rotti, e li mandava via riparati. Muscoli, ossa, sangue e chakra erano come bulloni, ingranaggi e viti per lei. Oltre a questo,la sua conoscenza dei  naturali processi del corpo umano era limitata.
 
Chiedevi a Sakura che aspetto avesse un pene eccitato, per non parlare del modo in cui funzionava, e probabilmente sarebbe rimasta a bocca aperta prima di borbottare imbarazzata che una volta aveva sentito che quei cosi erano molto simili a banane.
 
Era tutto quello che sapeva al riguardo.
 
Sakura aveva finito l’accademia molto prima che l’educazione sessuale entrasse nel programma scolastico. Sua madre non aveva mai provveduto a colmare le sue lacune limitandosi a insegnarle lo stretto e indispensabile  sul ciclo mestruale. A suo padre piaceva fingere che cose come il sesso, ragazzi e periodi femminili non esistessero davvero e quindi non parlavano mai di niente del genere. Tsunade non riteneva necessario informala su certi dettagli poiché stava semplicemente formando un chirurgo, non un medico di base, e non c’era praticamente nessun’altro che poteva illuminarla.
 
Senza una TV, non poteva farsi un’idea dai film trasmessi a tarda notte. Senza il coraggio di comprare Icha Icha, non riusciva a racimolare nulla della conoscenza volgare, ma ampia di Jiraya.
 
Camminò verso Matsura, con la sua mancanza di conoscenza e di esperienza sottoforma di macigno sopra la sua testa. Si ricordò di quella volta in cui Lee le aveva chiesto di uscire per un appuntamento. Lei aveva detti no. Ora desiderava di non aver rifiutato. Se avrebbe dovuto scegliere tra Lee e questo maiale, avrebbe scelto Lee in un batter d’occhio. Forse non sarebbe andata fino in fondo con lui, ma per lo meno avrebbe potuto dargli un bacio. Il suo primo bacio.
 
Ora avrebbe dovuto dare il suo primo bacio a un vecchio pervertito. E non necessariamente sulla bocca.
 
Probabilmente rimarrò traumatizzata per tutta la vita!   Pensò, mentre si inginocchiava sulla morbida seta che ricopriva il materasso. Dopo tutto questo non vorrò più stare con un  altro uomo!
 
Il che era un vero peccato, perché era sicura che il sesso sarebbe stato abbastanza bello una volta trovata la persona giusta (  dalle esperienze che le raccontava Ino) e non aveva ancora escluso la possibilità che l’orientamento di Sasuke  potesse tornare indietro e magari nella sua direzione, se lei gli avesse dato una buona ragione….
 
Tranne che Naruto probabilmente gliene avrebbe dato una migliore. Ecco come andavano di solito queste cose…
 
Sakura smise di strisciare in avanti quando si inginocchiò a pochi metri dalla fine del piede di Matsura.  Non si sarebbe avvicinata di più. Se Matsura avrebbe voluto che lei facesse qualcosa, avrebbe dovuto dirglielo esplicitamente, altrimenti avrebbe colto la palla al balzo e fatto il meno possibile.
 
“ Il tuo tutore,” mormorò Matsura, “ ha detto che sei particolarmente brava con le mani.”
 
In realtà, lui aveva detto che era particolarmente brava con la sua bocca. Tuttavia non sentì il bisogno di correggerlo per  timore che gli venisse ricordato…
 
“ Puoi iniziare dai piedi”.
 
Voleva un massaggio? Sakura quasi gridò per il sollievo. Questo avrebbe potuto farlo. Negli ultimi cinque anni, il suo lavoro consisteva nel fare massaggi e si era esercitata con dei vecchi grassocci.
All’improvviso guardò Matsura come se fosse un cliente, anche se l’idea non l’allettava particolarmente, era sempre meno spaventosa di altre idee.
 
Tirò via i tabi ( e cercando d ignorare l’odore nauseabondo), si mise a lavoro impastando i pollici nella pianta del piede. Avrebbe preferito avere un po’ di olio per levigare la pelle, ma non voleva coinvolgere nulla che potesse essere stimolante.
 
Dopo pochi minuti, passò all’altro piede, incrinandogli le dita intenzionalmente. A Matsura non importò. Chiuse gli occhi e sembrò addormentarsi a tutti gli effetti. L’unica indicazione a testimoniare che fosse sveglio fu quando borbottò: “ Più in alto.”
 
Sakura si masticò selvaggiamente la guancia mentre le sue calde mani scivolarono lungo i polpacci di lui, poi portò il piede sulle sue ginocchia per mantenere la gamba sollevata. Immediatamente si pentì di quella mossa nel momento in cui il tallone toccò deliberatamente il suo sesso. Lei non disse nulla, sopportando quel tocco indesiderato. Se fosse stato un vero cliente, o lei o Tsunade lo avrebbero preso per i testicoli e sbattuto fuori. Se fosse stato un vero cliente, lei non avrebbe mai fatto un massaggio in mutande,tanto per cominciare. Purtroppo con il ruolo di povera ragazza orfana, non poté fare altro che tenere la bocca chiusa mentre era tra le sue grinfie.
 
“ Più in alto.”
 
Si fermò, sentendosi incerta. Le stava chiedendo di massaggiarli le cosce. Questo era un problema per due ragioni:
 
a)indossava ancora i pantaloni.
b)Quando Tsunade le aveva insegnato i principi del massaggio, aveva spiegato un’importante nozione da non tralasciare, quando si trattava di clienti di sesso maschile.
 
   “Mai,mai,mai massaggiare più in alto delle ginocchia!” L’hokage aveva detto alle ragazze riunite nel suo ufficio mentre batteva la mano su un manifesto a grandezza naturale di anatomia umana, appeso al muro. “ Lo stesso vale per l’addome,i fianchi,eccetera,eccetera. Fondamentalmente, state lontane da quell’intera area. Non è un problema che troverete con le vostre clienti, ma fate molta attenzione che gli uomini sono molto più sensibili in queste zone. L’ultima cosa di cui un cliente maschio ha bisogno è una giovane massaggiatrice che gli dà una furiosa erezione; sarebbe davvero imbarazzante.”
 
Le ragazze avevano riso, piuttosto sconvolte dalla spiegazione eccessivamente sincera dell’hokage. La stessa Sakura aveva riso con loro, arrossendo.
 
Tsunade aveva quindi sfruttato un’immagine per intero di Jiraya con un cerchio rosso tagliato intorno al suo viso,il simbolo che di solito era riportato sul retro dei suoi libri. “ E non massaggiate mai quest’uomo, non importa cosa toccate, sarà comunque eccitato.”
 
Sakura non aveva voglia di far eccitare Matsura. Voleva evitare la cosa il più a lungo possibile, ma non era esattamente nella posizione di poter rifiutare.
 
“ Non posso andare oltre”, gli disse tranquillamente. “ I tuoi…ehm… i pantaloni sono d’intralcio.”
 
Matsura sollevò un sopracciglio.” Allora toglili”, disse, come se affermasse la cosa più ovvia del mondo.
 
Istintivamente, lei esitò. Era come chiedere a un insetto stecco di togliere i pantaloni a un tricheco. Certo, i trichechi non indossavano i pantaloni, ma se li avrebbero indossati, un insetto stecco avrebbe avuto difficoltà a rimuoverli.
 
Tuttavia, il suo compito era  sorridere e sopportare. Con mani tremanti, allungò la mano e cominciò a sbottonare i pantaloni dalla vita piuttosto generosa di Matsura. Quando furono disfatti, Matsura si spostò leggermente, facilitandole il compito nel tirare la stoffa ancora più giù. I pantaloni, realizzò, una volta rimossi , erano praticamente abbastanza grandi da contenere quattro Sakura – due per ogni gamba dell’indumento.
 
Capì anche che a Matsura bastava un semplice massaggio al piede per eccitarsi.
 
E quel fungo era un paragone migliore della banana.
 
 
+++
 
Rasengan e Chidori.
 
Naruto e Sasuke.
 
Si stavano scontrando sul tetto dell’ospedale ed erano in procinto di uccidersi a vicenda.
 
E uccidere Sakura.
 
Qualcuno sarebbe morto quel giorno se non fosse intervenuto. Se non avesse gettato Sasuke in un serbatoio d’acqua e Naruto in un altro. Sarebbe caduta a pezzi se non si fosse rivolto a lei, se non si fosse chinato e non le avesse rivolto un sorriso gentile; un gesto e un’ espressione così distanti da tutto ciò che li circondava in quel momento, che lei non aveva  potuto fare a meno di aggrapparsi a questo. Voleva crederci, anche se era una bugia.
 
I suoi compagni di squadra stavano facendo a pezzi il loro mondo – il mondo di cui faceva parte anche lei. A loro non importava nulla. Ma a lui sì.
 
“ Non ti preoccupare, andrà tutto bene, ritornerà tutto come prima”.
 
Ci era voluto un po’, le cose erano andate molto peggio prima che potessero migliorare….ma aveva mantenuto quella promessa.
 
+++
 
“ Toccalo.”
 
“…che cosa?”
 
“ Nello stesso modo con cui facevi il massaggio, toccalo.”
 
Era solo carne.
 
Solo uno strumento.
 
Sakura allungò le mani tremanti…
 
+++
 
Sakura si era seduta a piangere contro il recinto di legno dietro al cantiere del legname. La sua faccia era rossa, le sue guance bagnate per le troppe lacrime, e non aveva nessuna voglia di alzarsi e tornare a casa. A cosa importava? Lì nessuno poteva vederla piangere.
 
Un bambino è morto. Un bambino di appena sei anni. E lei, un jonin, era incapace di guardarlo morire. La sua forza era mostruosa…ma in quel caso, non era abbastanza.
 
Lei non meritava il suo titolo.
Tutto quello che riusciva a fare era piangere.
 
Voci di bambini. Sakura aveva alzato lo sguardo per vedere quattro persone che camminavano nella sua direzione. Tre bambini pestiferi che probabilmente avevano portato il pannolino fino a due giorni fa, e un uomo alto con una maschera e un libro sporco. Un rantolo le era sfuggito dalla bocca, aveva cercato di asciugare le labbra prima che quei visitatori inaspettati la raggiungessero.
Le labbra strette per evitare di singhiozzare.
 
“ Yo”.
 
Aveva sollevato una mano in risposta, non era in grado di parlare.
 
Lui non si era fermato e non  l’aveva nemmeno guardata.
 
I bambini si erano zittiti all’improvviso, la fissavano con apprensione mentre camminavano dietro il loro insegnante. Poteva non aver notato le sue lacrime, ma credeva di sì. E appena pensavano di non essere a portata d’orecchio, aveva sentito i loro sussurri ripartire. Qual’era il suo problema? Perché sta piangendo? Forse è stata scaricata?
 
Si era sentita ancora più sconvolta di prima, e finalmente aveva trovato la volontà di rialzarsi per tornare a casa. I sussurri curiosi di quei bambini e il totale disinteresse del suo ex- insegnante erano abbastanza per farla vergognare di continuare a piangere per strada.
 
Si era spinta fino al mercato, ma poi era crollata su un cesto pieno di galline.
 
Almeno non  piangeva più. Tutto quello che poteva fare era guardare le persone che camminavano e si godevano le loro vite. Adulti, bambini,civili e ninja. Nessuno di loro sapeva che un piccolo filo di vita era stato tagliato quella mattina. A nessuno importava che il figlio di qualcuno era sparito per sempre. Era straziante rendersi conto di quanto era fragile la vita. Un kunai sfortunato e anche lei poteva cadere nell’inevitabile destino di ogni donna e uomo vivente.
 
Sakura non pensava di potercela fare.
 
Non era passata nemmeno mezz’ora che qualcuno le aveva picchiettato la spalla.
 
Eccolo lì, in silenzio, con un bicchiere di plastica di frappé e panna in mano, proprio come quelli che lei ordinava sempre quando di tanto in tanto la squadra sette usciva per un pranzo celebrativo ( che a volte lui offriva).
 
Non la guardava, perché il suo libro era ancora nell’altra mano. I suoi tre allievi  litigavano dietro di lui, mentre colpivano un altro cesto di galline.
 
Lei aveva accettato il milkshake senza dire niente, a malapena era in grado di guardarlo negli occhi, ma era così grata per il suo gesto che sentiva chiaramente il suo cuore soffrire per l’intensità dell’emozione.
La  mano era scivolata sulla sua testa, arruffando le ciocche rosa con le sue dita fredde e umide- prova inconfutabile per aver portato il frappé per tre isolati. Poi quella stessa mano stava girando una pagina mentre si allontanava dopo i bambini impazienti, stanco delle loro chiamate con “ Dai, Kakashi – sensei!. Lo aveva sentito dire” Seriamente..dovreste restituire quel pollo”,  prima di vederlo allontanarsi.
 
E improvvisamente, Sakura credeva di potercela fare.
 
+++
 
“ Mostrami esattamente quanto è buona la tua bocca.”
 
+++
 
Sakura era nell’ufficio dell’hokage con lui al suo fianco. Le avevano consegnato una missione che sapeva di non poter affrontare, ma lei non poteva rifiutarla perché aveva qualcosa da dimostrare, perché questa era  la sua unica possibilità per parlargli di nuovo.
 
Lui l’aveva guardata preoccupato. Le aveva offerto molte possibilità di tirarsi indietro. Lei non vedeva la vera considerazione dietro le sue parole.
 
Non era preoccupato perché pensava fosse debole.
Era solo preoccupato perché lei era la sua preferita.
 
Ma lei non riesce a capirlo, quindi dà risposte sbagliate, ancora e ancora.
 
+++
 
Toccare Matsura era come toccare un rospo. Non solo possedeva vagamente la stessa consistenza, ma non riusciva a togliersi la sensazione che stesse toccando qualcosa di velenoso che avrebbe contaminato inevitabilmente le sue dita. Cercò di distogliere la mente da questi pensieri, concentrandosi sul suo compito, lo trovò quasi impossibile. Ogni grugnito e slancio di carne la riportarono bruscamente alla realtà, finché non fu dolorosamente consapevole che lei, Haruno Sakuura, era su un letto con un vecchio, chiedendosi se sarebbe stata in  grado di sopportare quell’affare dentro la sua bocca.
 
Per cominciare, era già un miracolo che riuscisse a tenere tra le dite  su quel piccolo pene rivoltante. Metterlo in bocca, avrebbe solo portato guai.
 
E anche se Kakashi aveva detto che i suoi pompini erano buoni da morire, in realtà non poteva garantirlo personalmente. Nessuno avrebbe potuto. Sakura non aveva mai fatto sesso orale a nessuno, e non aveva la minima idea di cosa sarebbe potuto accadere con Matsura. Non era nemmeno sicura di come si facesse un pompino…
 
Così, si mise in una posizione goffa, chiedendosi se il vecchio ninja avesse abbastanza riflessi pronti per catturarla prima che lei aprisse un varco attraverso il muro, verso la libertà.
 
Ma Matsura non fu paziente con i preliminari. Invece di aspettare che lei raccogliesse il coraggio di piegare la testa,  le afferrò il braccio provocandole una fitta di dolore, e la spinse sui cuscini. Con un sussultò, Sakura atterrò sul materasso morbido, alzando lo sguardo su Matsura mentre si avvicinava pericolosamente a lei. Cercò di non  sentirsi come una sardina schiacciata da una balena. Tentò invano  di reprimere la sua paura.
 
Era difficile.
 
“ Girati”, ordinò Matsura.
 
Lei obbedì, fremendo per l’angoscia. Sapeva cosa sarebbe successo da lì a poco, e la realtà la rese rigida e inflessibile. Come un burattino. Matsura la fece distendere sotto di lui, afferrò e strinse i suoi seni, senza preoccuparsi minimamente quando lei rimase a bocca aperta per il dolore causato dalla ruvidezza del suo tocco. Non era un essere umano per lui. Solo un oggetto.
 
Una delle sue mani si abbassò per accarezzarle con forza tra le sue gambe, attraverso le mutandine. Sakura si girò per lo shock. Non aveva niente a che fare con il tocco di Kakashi. Il suo insegnante aveva avuto ragione quando l’aveva avvertita che la mano di Matsura sarebbe stata cento volte peggio.
 
Matsura non era gentile come Kakashi. Non l’aveva fatta bagnare come aveva fatto Kakashi.
 
Matsura se ne accorse quando la sua mano toccò la stoffa. Sakura fu contenta di avere la testa girata così lui non poté vedere la  smorfia assassina sul viso mentre affondava le dita nella zona più intima che possedeva. Piuttosto che farle tremare le gambe e far battere il cuore, la fece semplicemente desiderare di commettere un omicidio.
Poi le affondò due dita dentro.
 
Per poco non urlò e quasi si sgroppò. Fa male! Uno strappo o qualcosa di simile le provocò le lacrime agli occhi mentre un dolore bruciante avvampò intorno alla sua intrusione. Ogni tentativo di divincolarsi fu bloccato con fermezza da Matsura. Una risatina bassa risuonò nel suo orecchio.
 
“ Pensavo che ti avesse già assaggiato,” mormorò pesantemente. “ Quel tuo tutore deve avere un cazzo grande come una matita.”
 
 
Gongolante per questa scoperta, Matsura, tolse la mano dal piccolo anfratto di Sakura, portando le dita sul seno. Lei osservò shockata la macchia di sangue espandersi sulla sua pelle e tutto il suo corpo divenne freddo. Che cosa aveva fatto?
 
Matsura spostò la mano sulla sua spalla e succhiò pensosamente le sue dita umide. Sakura avrebbe voluto imbavagliarlo. “ Pensavo che non fossi vergine. Sei più innocente di quanto pensassi…ma io preferisco le innocenti, sai, mi eccitano di più.”
 
Lottare divenne uno sforzo reale per Sakura adesso. Non poteva sopportare che lui le posasse di nuovo una  mano addosso  – per toccarla di nuovo in quel modo. Sembrava che almeno una parte di quel corpo enorme fosse un muscolo, e non importava quanto lei si contorcesse e gettasse il peso contro le sue braccia, non poteva liberarsi. Cercò persino di raccogliere il suo chakra, come le aveva insegnato Tsunade, nel tentativo di sovrastarlo con la sua forza. Non le importava  di fallire la missione. Lei voleva uscire! Adesso!
 
Ma come poteva tenere sottocontrollo il chakra quando la sua lucidità mentale e la sua caparbietà erano andati a farsi benedire? 
Stava piangendo e singhiozzando senza rendersene conto, lottando per trovare una sferzata di energia con cui contrattaccare.
 
“ Calmati,” sentì la voce di Matsura sopra i suoi incessanti singhiozzi. “ Piangere è davvero poco attraente.”
 
La sua voce fu insopportabile per le orecchie di Sakura. Si chiese se la lussuria stesse prendendo il sopravvento su di lui, quando lo vide accasciarsi pesantemente su di lei, quasi schiacciandola a letto. Fu solo grazie ai suoi riflessi fulminei  che riuscì a scivolare fuori da sotto di lui, anche se scivolò giù dal letto e sul pavimento opaco nella fretta.
 
 
Matsura cadde sul materasso,ansimando. I suoi occhi vitrei si socchiusero su di lei quando realizzarono cosa gli era successo. “ Piccola stronza…”
 
Poi la sua coscienza lo abbandonò.
 
Sakura rimase rannicchiata sul pavimento, respirando affannosamente e fissando ansimante la schiena dell’uomo mentre dormiva.  Notò che stava lottando contro gli effetti del veleno, ma persino un ninja d’élite non avrebbe potuto sconfiggere qualcosa nel suo stesso corpo. Anche se, non aveva idea per quanto tempo sarebbe stato privo di sensi. Aveva preso solo una piccola dose diluita…ed era un uomo grosso. Gli effetti avrebbero potuto durare solo pochi minuti.
 
Anche con questo pensiero snervante nella testa, Sakura trovò difficile muoversi. Il dolore tra le sue gambe si era attenuato, ma quello nel suo petto sembrò intensificarsi ogni minuto di più. Sapeva che avrebbe dovuto sentirsi sollevata di aver superato la prima fase di una missione di classe A/S estremamente difficile…
 
Allora perché si sentiva come se in qualche modo avesse fallito?
 
In ginocchio, si accovacciò più in basso finché la sua fronte toccò il pavimento. Avvolse convulsamente le mani tra i suoi capelli, tirando le ciocche rosa, mentre i suoi occhi si chiudevano nella vana speranza di cancellare tutto quello che era successo fino a quel momento. Oh dio, avrebbe dato qualsiasi cosa  per dimenticare la sensazione di quelle dita schifose muoversi dentro di lei.
 
Tremò di rabbia, sentendo una strana specie di ansia che non riconobbe fino a quando non sentì la voce di Kakashi.
 
“ Sakura?”
 
Soprattutto, aveva paura che lui la vedesse in questo stato.
 
Erroneamente, si chiese se non potesse vederla davvero se fosse rimasta sul pavimento senza dire nulla. Come si era persa il suo ingresso nella stanza, non lo sapeva.   Eppure questa era un’altra su cui avrebbe dovuto lavorare, non andava bene per un ninja non accorgersi di queste cose. Ma ci avrebbe pensato in un secondo momento, magari quando sarebbe svanito  l’attuale impulso di infilare la testa del suo sensei nel forno, per quanto avesse lasciato andare le cose con Matsura.
 
I passi di Kakashi giunsero dietro l’angolo del letto, e lei sentì,più che vedere, la sua presenza incombere su di lei. Sentì un fruscio di stoffa e una mano parzialmente inguantata toccarle la schiena nuda in modo esitante. “ Stai bene,Sakura?” Lo sentì mormorare.
 
All’improvviso  si drizzò dritta, le braccia si strinsero protettive sui suoi seni, e gli sorrise. “Sto bene,” mentì brillantemente. Era perfettamente consapevole del suo viso arrossato dal pianto, anche se le lacrime erano sparite. Le sue ciglia erano ancora piene di umidità latente. Anche quando sorrise al suo ex insegnante, vide un cipiglio di preoccupazione  sulla sua fronte.
 
Ma se c’era una cosa di cui poteva fidarsi con Kakashi era questa: lui avrebbe rispettato la sua dignità. Certo, non poteva fidarsi di lui per altre cose oltre a questa. Quella volta che se n’era andata per una lunga missione, si era completamente dimenticato di dar da mangiare ai suoi pesci- causando piccoli orribili cadaveri con gli occhi vitrei come benvenuto a casa una volta terminata la missione. E non aveva mai pagato il suo turno al bar. Né le cene. Prendeva l’abitudine di fare vaghe promesse per poi dimenticarle comodamente. E meno parliamo della sua puntualità complessiva, meglio è.
 
Ma sapeva quando fare un passo indietro e trattarla come un adulto capace di gestire i suoi problemi.
 
Anche se…avrebbe potuto essere solo la pigrizia e  l’avversione di essere coinvolti in questioni emotivamente stancanti.
 
Sakura  preferì pensare alla prima opzione. Kakashi non poteva essere davvero un tipo senza cuore…forse…forse…a meno che…
Oh, dannazione, non poteva essere sicura di nessuna opzione.
 
Le offrì una mano e Sakura esitò per un momento. Prendergli la mano comporterebbe un ampia esposizione del suo seno, di quanto già non fosse esposto. Ma poi, si sentì una sciocca a sentirsi timida con uomo familiare e fidato come Kakashi, dopo tutto quello che Matsura aveva visto e toccato. Sorrise tremante, accolse la sua mano e si alzò in piedi.
Probabilmente l’aveva notata oscillare, il che poteva essere il motivo per cui le sue dita rimasero strettamente chiuse con le sue anche quando era di nuovo in piedi. Lei alzò lo sguardo su di lui, sul punto di dirgli che stava perfettamente bene, quando si rese conto che gli stava fissando il petto.
 
Che pervertito!
 
 
Sakura aprì la bocca per dirgliene quattro, ma lui parlò prima. “Sei ferita.”
 
Aveva visto il sangue.
 
“ Oh…no,questo?” Sakura ritirò la mano dalla sua per asciugare il sangue sul suo seno parzialmente esposto, regalandogli una risatina leggermente agitata. “ Non è niente.”
 
Lui la guardò attentamente. Aveva visto che la pelle del suo petto era intatta, quindi stava cercando il vero danno. Anche Sakura abbassò lo sguardo e vide una piccola striscia di sangue dipinta sul suo stomaco.
 
Le mancava solo una freccia lampeggiante che indicasse le sue mutande.
 
Alzò lo sguardo nello stesso momento di Kakashi, e i loro occhi si incontrarono. Il rispetto per i limiti e le questioni personali era sparito. “ Ti ha ferito,Sakura?” chiese senza mezzi termini.
 
La bocca di Sakura si seccò, e iniziò a indietreggiare, cercando i suoi vestiti. “N – No, io…era solo-“
La  mano di Kakashi le toccò la clavicola, impedendole di passargli accanto. Sakura sobbalzò consapevole di quanto potesse bruciare quel contatto inaspettato. Tuttavia cercò di mostrarsi indifferente mentre guardava di nuovo Kakashi, mettendosi sulla difensiva.
 
Parlò di nuovo, in maniera più lenta e più significativa.” Ti ha ferito?”
 
Il modo in cui lo disse…sembrò esattamente come aveva fatto quella volta in cui aveva cercato di scusarsi del perché non aveva fatto gli allenamenti mattutini che le aveva assegnato per un’intera settimana.  Mentre  lei aveva borbottato una vaga bugia sulla strada della menzogna, lui aveva semplicemente continuato a ripete la stessa domanda, più lentamente e formulata con più precisione ogni volta. “ Perché non li hai fatti?” Fino a quando non era stata costretta a confessare che odiava sentirsi sudata di prima mattina. Non faceva bene alla sua carnagione.
 
A quel punto Kakashi le aveva ordinato dieci giri attorno al campo di allenamento.
 
Sakura sapeva che per quante scuse e bugie avrebbe potuto trovare, o se semplicemente avrebbe insistito che non era niente, lui non avrebbe smesso di chiedere finché non avesse detto la verità.
 
Questo non significava che avrebbe smesso di provarci.
 
“Va tutto bene,” disse fingendosi onesta. “ Avevo un piccolo taglio sulla gamba,tutto qui,l’ho già guarito”.
 
C’erano due difetti in questa bugia. Il primo era che Sakura difficilmente si preoccupava di curare qualcosa di insignificante che non avrebbe causato interferenze con le sue prestazioni. Il secondo, non c’era nessuna traccia di sangue sulla sue gambe e, a giudicare dal modo in cui Kakashi le guardava le cosce perfettamente lisce e pulite, lo aveva capito chiaramente lui stesso.
 
Per fortuna decise di non insistere sulla questione.
 
Appoggiandosi sul mobiletto, le rivolse un sorriso molto simile a quello che lei le aveva rifilato prima. “ Va bene allora”,disse leggermente, con gli occhi corrugati in finta letizia. “ Bel lavoro, Sakura, sapevo che ce l’avresti fatta.” Poi fece un passo indietro e indicò la sua pila di vestiti come se li tenesse in ostaggio fino a quando lei non avesse risposto alle sue domande.
 
Sentendosi in parte sollevata e in parte infuriata, si mosse per prendere il suo yukata, avvolgendolo strettamente al suo corpo mentre Kakashi fece il giro del letto per osservare Matsura. Lei si unì a al suo fianco, sentendosi ancora leggermente infastidita, mentre lui apriva le palpebre di Matsura per controllargli le pupille.
 
“Mm.” Kakashi si raddrizzò e infilò le mani in tasca. “È ancora lievemente cosciente, potrebbe svegliarsi in qualsiasi momento.”
 
Sakura guardò l’uomo mezzo nudo con disgusto, prima di rivolgere uno sguardo curioso a Kakashi. “ In tal caso è meglio iniziare a cercare il vaso,ma…non è quello che avresti dovuto fare adesso?”
 
Kakashi si strinse nelle spalle. “ La mia ricerca mi ha portato qui.”
 
Sakura digrignò i denti. “  Stavi ficcando il naso nella parte della mia missione,vero? Ovvio, non pensavi che fossi in grado di farlo senza il tuo aiuto?” chiese amaramente. Ma ad essere onesti, era più irritata del fatto che non fosse arrivato prima. Probabilmente avrebbe decantato le sue lodi se fosse arrivato in tempo per impedire a Matsura di togliersi i pantaloni, ma se fosse arrivato, a quel punto avrebbe di sicuro ucciso entrambi.
 
“ Solo una coincidenza, tutto qui,” disse lui con facilità, evidentemente quelle accuse lo aveva toccato come acqua sulla schiena di un’anatra.
 
Rimasero entrambi in silenzio quando Matsura emise un mezzo gemito muovendosi leggermente, prima di tacere di nuovo. Kakashi guardò attentamente l’uomo prono. “ Probabilmente dovremmo ucciderlo”; commentò.
 
La bocca di Sakura si aprì leggermente mentre lui  velocemente si mosse per prendere uno dei wakizashi ornamentali dal muro. Lascio cadere il fodero incrostato d’oro sul pavimento, esponendo la lama corta e affilata.  Quando tornò verso il letto, venne fermato dalla mano di lei sul suo braccio. La guardò interrogativo, prima di battere le palpebre per aver realizzato. “ Oh, scusa,” disse. Girò la lama e gliela porse. “ A te l’onore”.
 
Per quanto desiderasse prendere quella lama e conficcarla nel cuore del vecchio pervertito, non pensava che fosse appropriato. Ad essere onesti, rimase scioccata del fatto che Kakashi stesse suggerendo una cosa del genere. “ Non possiamo ucciderlo,” sussurrò.” Questo non fa parte della missione.”
“ Se si sveglia troppo presto, la missione finirà”, sottolineò, pragmatico come sempre.
 
 “Non siamo pagati abbastanza per rischiare di ucciderlo,” sibilò Sakura.” Tutto quello che ha fatto è stato rubare. Non puoi uccidere un uomo solo per aver rubato…”
 
“ Ha fatto molto di più che rubare”, scattò Kakashi. La durezza del suo tono la colse alla sprovvista per un momento, facendole scivolare la mano dal suo braccio. Le rivolse un’occhiata leggermente dispiaciuta, sapevano entrambi che aveva ragione. Con un sospiro, lui parlò più dolcemente “ Quante ragazze pensi abbia portato Matsura nel suo letto, pensi che solo per questo non ne valga la pena?- pensi che-“
 
“ Trecentodiciotto…”
 
Entrambi guardarono aspramente Matsura, e Kakashi sollevò il wakizashi con cautela. Ma non ci fu bisogno di preoccuparsi. L’uomo era ancora profondamente addormentato.
 
“ Sta parlando nel sonno,” respirò Sakura, accigliandosi leggermente. “ Penso…stava rispondendo a quello che hai detto?”
 
Kakashi si accovacciò lentamente.” Matsura-sama….qual è il tuo nome completo?”
 
“ Ichiro…Matsura Ichiro…”
 
Sakura guardò Kakashi  per conferma, ma tutto quello che fece fu scrollare le spalle. “ Posso solo presumere che sia la verità”, disse alla fine.
 
“ Chiedigli del vaso”, disse lei, battendogli sulla spalla.” Dov’è il vaso?”
 
“ Matsura –sama”, ricominciò Kakashi. “Dove si trova il vaso che hai rubato a un uomo che vive nella valle di Tsukoyomi?”
 
Matsura grugnì di nuovo. “ Ho molti vasi…” mormorò pesantemente.” Dov’è la ragazza…”
 
Lui ignorò la domanda. “ Questo vaso è dipinto d’oro ed ha un diamante blu incastonato. C’è un galletto dipinto su un lato.”
 
I due compagni attesero apprensivamente la risposta del vecchio. Impiegò così tanto tempo che Sakura si chiese se fosse caduto in uno stato di sonno profondo. Ma poi disse:” Al quinto piano…nella galleria privata…lungo il corridoio degli specchi…”
 
Sakura avrebbe dovuto ringraziare Tsunade e le sue droghe miracolose.
 
“ Ottimo.” Tirò la manica nera di Kakashi. “È  tutto quello che abbiamo bisogno di sapere. Vieni, andiamo.”
 
Kakashi non si mosse. “ C’è qualcuno nell’edificio che è forte come te, Matsura-sama?” chiese. “ Chi è il più forte dopo di te?”
 
Sakura si rese conto che sarebbe potuta crollare se ci fossero state altre persone che potevano rappresentare una minaccia per la loro missione, se si fossero trovati nei guai. Ma era raro che la gente come Matsura si circondasse di altre persone che potevano rivaleggiare con la sua forza. No quelli come lui avevano un branco di perdenti pronti a scattare a ogni suo ordine.
 
“ Matsura Jin…mio figlio…è persino più forte di me…”
 
Sakura gemette forte. Era l’ultima cosa che avrebbe voluto  sentire. “ Bella storia…vuoi dire che non abbiamo nemmeno sottomesso la minaccia più grande?” Tra pochi secondi  si sarebbe strappata i suoi capelli artificialmente lunghi. “ Non dirmi che tutta quella merda è stata per niente.”
 
“ Dov’è Jin?” chiese Kakashi all’uomo addormentato. “È nell’edificio?”
 
“È tornato oggi…molto probabilmente sta dormendo nella sua stanza…”
 
“ Dove si trova la sua stanza?” premé Kakashi.
 
“…Sesto paino…”
 
Kakashi annuì lentamente. “ Se non facciamo casino, dovremmo essere in grado di evitarlo,” disse tranquillamente a Sakura. “ Dovremmo essere più discreti.”
 
Lei annuì cupamente.” Questo era il piano da sempre,giusto?” sottolineò lei.
 
Lui si alzò bruscamente.” Andiamo allora” disse, voltandosi verso la porta.
 
Sakura guardò incredula la sua schiena allontanarsi. “ Quindi non vale la pena ucciderlo adesso?”
 
“ No, se suo figlio è qualcosa come Sasuke.”
 
Ah, questi geni troppo potenti che volevano vendicarsi a ogni costo quando la loro famiglia veniva uccisa. Sakura temeva di pensare a quanto sarebbe stato potente Jin visto che era migliore di suo padre, dopo che quest’ultimo rivaleggiava con Tsunade e Jiraya in termini di forze. Non avrebbe mai voluto vedere il suo lato incazzato.
 
“ Andiamo,Sakura,” Kakashi la spinse poco gentilmente quando lei non riuscì a seguirlo il più velocemente possibile.  La ragazza gettò un ultimo sguardo sul corpo russante di Matsura prima di andare via. Non avrebbe potuto sopportare di uccidere un uomo disarmato e indifeso, ma se in futuro  le cose sarebbero andate diversamente, non avrebbe avuto alcuno scrupolo nel farlo.
 
Kakashi la stava aspettando nel corridoio illuminato. Fu solo allora che si rese conto che c’era qualcosa di diverso in lui. “ Ti sei cambiato i vestiti,” commentò lei. Indossava l’uniforme dei ninja che facevano la guardia attorno all’edificio.
 
“ Una mia copia sta sorvegliando il piano di sotto, sbrighiamoci prima che qualcuno si accorga che ci sono due di me in giro,” le rispose, guardando attentamente il corridoio. “ Anche tu hai cambiato i vestiti.”
 
“ Sono quelli che mi hanno dato”, disse la rosa tranquillamente.
 
Kakashi la guardò. Sicuramente doveva aver visto qualcosa in faccia, perché si senti in dovere di chiederle nuovamente: “ Sei sicura di stare bene,Sakura?” il suo tono disinvolto e sereno nascose perfettamente la lieve preoccupazione in quella domanda.  “ Se vuoi, posso finire questa parte da solo e possiamo incontrarci fuori dal recinto vicino a…”
 
“ No,” lo interruppe.” Non pensarlo neanche. Posso farcela, questa è la parte facile.”
 
Kakashi scrollò le spalle e cominciò a farsi strada verso le scale.
 
Il viaggio al quinto piano sarebbe stato abbastanza difficile. Le voci e i sussurri che sentirono arrivare durante il tragitto li obbligarono a dover entrare in ripostigli vuoti per evitare di essere visti, rallentando la loro avanzata. Ci volle così tanto tempo per risalire solo tre rampe di scale che Sakura iniziò a preoccuparsi che Matsura potesse svegliarsi prima di arrivare alla galleria del quinto piano. Sebbene ci trovò almeno un lato positivo. Al quarto piano, Kakashi la fece entrare in un bagno vuoto appena in tempo per evitare l’addetto alle pulizie che stava passando in quel momento. Sakura colse volentieri l’occasione per lavare il sangue dal petto e dallo stomaco e la puzza di Matsura sulla sua pelle. Si sfregò un po’ troppo a lungo, ma Kakashi non disse nulla.
Aspettò semplicemente in silenzio, guardando fisso la porta fino a quando lei non lasciò andare la saponetta, incapace di diventare più pulita.
 
Quindi partirono di nuovo.
 
Il quinto piano era beatamente vuoto, e nel momento in cui uscirono dalle scale, divenne chiaro che erano nel posto giusto.
 
Un lungo corridoio, fiancheggiato da uno specchio dopo l’altro, si estendeva davanti a loro. Girarono l’ennesimo angolo, e nel riflesso del muro opposto, Sakura vide un uomo e una ragazza in cima le scale.
 
“Ehi,” iniziò la rosa, sentendosi cinica e stanca. “ Credi che sia questo il “ Corridoio degli Specchi” di cui ci ha parlato quel vecchio?”
 
“ Il corridoio dell’esagerazione sembra più appropriato”, osservò Kakashi avviandosi. Sakura lo seguì immediatamente, e guardò di lato attirata dal movimento del suo riflesso negli specchi.
 
“ Oh…schifo..” si fermò quasi in stato di shock.
 
La ragazza che la stava guardando era pallida come un lenzuolo e con gli occhi grandi e scuri, i capelli scompigliata sulla fronte ampia. Sembrava giovane e fragile, così diversa dall’immagine mentale che lei portava nella sua mente da anni. Non aveva mai visto niente di più lontano da un ninja, il che fu uno shock. Dov’era finita  l’acconciatura sbarazzina, il sorriso furbetto e i suoi abiti pratici? Chi diavolo era questa ragazzina mite che la stava fissando impaurita?
 
Non c’era da stupirsi che Kakashi continuasse a chiederle se stava bene. Quasi fu tentata di chiedersi la stessa cosa. Non aveva affatto un bell’aspetto.
 
“ Sakura, andiamo.” Mentre lei era troppo indignata per il suo aspetto, Kakashi non perse tempo a raggiungere la fine del corridoio. Stava quasi sparendo dietro l’angolo, quando, Sakura scoppiò in una corsetta per raggiungerlo e trascinarsi dietro di lui lungo un altro corridoio specchiato prima che arrivassero in un vicolo cieco e una sola porta.
 
“ Galleria?” indovinò lei.
 
Lui aprì la porta di colpo, dando una rapida occhiata prima di entrare all’interno. Fece un cenno a Sakura di seguirlo. “Galleria”, concordò infine.
 
Come la maggior parte delle altre stanze dell’edificio, la galleria era piuttosto quadrata, ma così grande da occupare quasi tutto il piano. Quando Kakashi accese la luce, si accorsero che in tutta la stanza erano disseminati tantissimi tavoli di vetro, vetrine e scaffali di vetro, e su ogni superficie disponibile c’era una sorta di inestimabile artefatto. C’era così tanta roba in quella stanza che Sakura non capì bene da dove cominciare a guardare. Vide diverse dozzine di vasi su un piedistallo, ma nessuno di essi corrispondeva alla descrizione che le era stata data. Non riusciva nemmeno a distinguere la roba dall’altra parte della stanza.
 
“ Questo potrebbe richiedere un po’ di tempo”, disse Kakashi, tirando fuori un kunai dalla sua sacca sul fianco. “ Potremmo ave bisogno di un paio di orecchie extra.”
 
Un pollice insanguinato e un rotolo di evocazione più tardi, e Pakkun era seduto stancamente sul pavimento di legno di fronte a Kakashi. “ Yo”,borbottò il cane. Sakura si chiese se questo modo dire lo avesse preso dallo stesso Kakashi.
 
“ Ho bisogno che tu ti sieda all’ingresso e tieni un’ orecchio aperto”, disse Kakashi al cane. “ Se senti qualcuno avvicinarsi, faccelo sapere.”
 
“ Sarà fatto.” Il cagnolino sbadiglio e trotterellò in avanti, parcheggiando il suo posteriore peloso davanti la porta. Con i suoi occhi languidi e l’espressione funerea, Sakura sapeva che non avrebbe deluso il suo padrone.
 
 
Kakashi guardò Sakura. “ Controlla l’altro lato della stanza, io guarderò in questo. Ci incontriamo a metà strada.”
 
Probabilmente aveva dimenticato che era lei il leader della missione, ed era quindi l’unica autorizzata a impartire tali ordini. Ma perché preoccuparsi di discutere su piccoli dettagli pedanti su cui lei era d’accordo comunque? Inoltre se avesse cercato di dominarlo, lui l’avrebbe fissata incredulo. Sentendosi stanca e abusata da tutti gli uomini in generale, roteò gli occhi  iniziando a vagare tra le inestimabili reliquie. Piatti,armature,spade,opere d’arte antiche…Sakura lanciò un occhio annoiato su tutti loro, interessata solo a trovare il vaso col galletto d’oro e col diamante blu.
 
“ Che cosa?” la voce di Kakashi risuonò nella stanza.
 
“ Oh…” Sakura sventolò una mano. “ Solo una mucca,non un galletto,scusa.”
 
Tornarono alla ricerca. O meglio, lui tornò a cercare mentre Sakura continuò a farsi strada tra gli oggetti, pensando ai migliori venti modi per uccidere vecchi pervertiti. Arrivò fino al numero sette, che implicava un ingegnoso uso degli insetti di Shino e degli orifizi corporei, quando Kakashi chiamò il suo nome, almeno tre volte. “ Huh?” non gli aveva prestato attenzione.
 
“ Penso che l’abbiamo trovato,” disse mentre Sakura si unì al suo fianco, per dare un’occhiata al vaso che lui aveva individuato.
 
Con una finitura laccata blu e un galletto dorato dipinto sul lato, le sembrò probabile. La pietra blu incastonata nell’occhio del galletto avrebbe potuto essere un diamante, ma Sakura non era un esperta. “ Immagino di sì,” disse. Anche se non fosse stato il vaso giusto, a lei non importava particolarmente, voleva solo andare a casa.
 
 
“ Meglio renderlo più piccolo,” disse Kakashi, mettendosi in ginocchio per eseguire una serie di complicati sigilli che avrebbero mascherato e compattato il vaso rubato. Mentre lo faceva, Sakura guardò in direzione di Pakkun, seduto vicino la porta, intento a tenere d’occhio eventuali intrusi.
 
E quando Kakashi ritirò il suo vaso trasformato in kunai nella sua sacca, il piccolo cane improvvisamente balzò in piedi. “Ci sono visite, Kakashi” disse, mentre correva  verso di loro facendo rumore con gli artigli sul pavimento di legno. “ Sono in due, e ho sentito che uno si riferisce all’altro come Jin-sama, stanno sicuramente arrivando…”
 
“ Jin?” Sibilò Sakura ,e immediatamente iniziò a cercare un’arma.
 
Kakashi si fermò per un breve momento, valutando la situazione. La loro unica via di fuga era stata compromessa. La stanza stessa non possedeva alcun tipo di praticità. I passi e le voci nel corridoio divennero udibili anche alle orecchie di Sakura, da un momento all’altro sarebbero stati scoperti in un posto in cui non avrebbero dovuto essere…e da un uomo che apparentemente era forte come un ninja leggendario.
 
“ Pakkun,” Kakashi sibilò bruscamente al cane. “ Vattene,adesso.”
 
Pakkun non se lo fece ripetere due volte. In un discreto alito di fumo, scomparve sul posto, lasciandoli al loro destino. Sakura era già alla ricerca di una vecchia spada da samurai quando Kakashi le afferrò il polso. “ Non essere sciocca,” le disse bruscamente, e indicò un punto della stanza. “ Mettiti contro il muro,ora.”
 
Sakura obbedì, chiedendosi cosa avesse in mente mentre lui spense le luci. La stanza era immersa nell’oscurità. Premette la schiena contro il pannello di legno freddo del muro dietro di lei, rendendosi conto di quanto fosse futile la situazione. Certo, ora erano perfettamente nascosti nell’oscurità, ma c’era solo una stanza in questo piano, e quando il figlio di Matsura sarebbe entrato, avrebbe senza dubbio acceso la luce. Qual’era il punto? Sarebbero stati comunque catturati!
 
All’improvviso Kakashi  si mise di fronte a lei, in piedi, talmente vicino da poter sentire il calore emanato dal suo corpo e l’odore vagamente muschiato che accompagnava un uomo che aveva fatto un lungo viaggio ma che non si era ancora concesso un bagno. Per qualsiasi ragione, avrebbe dovuto essere spiacevole.. ma Sakura, lo trovò stranamente confortante.
 
Conforto che volò prontamente fuori dalla finestra quando lo sentì strattonarle la fascia in vita. “ Aspetta – cosa stai-?” Le mani di Sakura volarono verso le pieghe del suo yukata, tenendole insieme per preservare la sua modestia quando la fascia cadde per terra. “ Kakashi-sensei! “ Sibilò, sentendosi mortificata all’inverosimile, anche se lui non poteva vedere nulla attraverso il buio.
 
Forse.
 
Ma mentre cercò di richiudere lo yukata, le mani di Kakashi si fermarono sulla sua scollatura, tirando via la stoffa dalle sue spalle con i pollici. Non importa quanto lei potesse squittire indignata, Kakashi non ne voleva sapere. “ Ora non è proprio il momento,Sakura.”, ammonì sottovoce. “ Fai come ti dico.”
 
Sakura si rese conto che avrebbe dovuto fidarsi di lui.
 
“ Metti le braccia attorno al mio collo.”
 
Lei obbedì, rigidamente, chiudendo le mani dietro la nuca. L’azione lasciò che il suo yukata si aprisse liberamente, con grande imbarazzo. Quando sentì un paio di mani calde attraverso i suoi vestiti per premere contro la sua schiena, le sue braccia si strinsero in una presa lievemente soffocante intorno al collo di Kakashi. I suoi denti si unirono, trattenendo un discreto numero di imprecazioni per colpa di quella situazione assurda.
 
Tuttavia, l’indignazione sparì all’istante nel momento in cui sentì il ginocchio di Kakashi farsi strada tra le sue cosce. La sua bocca si spalancò per lo shock quando una di quelle caldi mani scivolò per intrappolarle la natica, sollevandola saldamente contro la parte anteriore del corpo di lui. Poteva sentire tutto. I suoi seni nudi contro il tessuto ruvido della sua uniforme. Il suo stomaco premere contro il duro piano del suo addome. I suoi fianchi perfettamente inclinati con i suoi. Tra loro non rimase nemmeno un solo pollice di distanza, non lasciando assolutamente nulla all’immaginazione.
 
Improvvisamente tutto fu così intimo e Sakura sentì molto di più del suo vecchio maestro di quanto avrebbe mai voluto sentire. Un milione di pensieri avrebbero dovuto passarle per testa a velocità iperattiva. Rabbia, paura, umiliazione,timidezza…
 
Ma l’unica parola che le venne in mente fu…oh
 
La mano di Kakashi scivolò per un breve istante per tirare giù la maschera, e dalla luce della soglia, vide un impeccabile linea d’argento delineare la sua mascella. “ Mi dispiace,” sussurrò a voce alta, veramente dispiaciuto. “ Ma dovrò baciarti.”

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Capitolo 6
*** Quando Kakashi supervisiona ***


Angolo AUTRICE:
 
Mi scuso profondamente! Dovevo pubblicare molto prima ma non ho avuto proprio tempo ed è stata una settimana di M.
Ad ogni modo, vi lascio alla lettura del capitolo!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ancora un po’ del tuo gusto in bocca,
 
Ancora un po’ di te legato al mio dubbio,
 
Ancora un po’ difficile dire cosa sta succedendo.
 
 
Era norma per tutti gli studenti dell’accademia ricevere  il primo giorno di scuola il manuale di base dei ninja di primo grado. Al suo interno erano scritte tutte le regole che tutti i ninja- jonin compresi- dovevano applicare. Erano semplici linee guide, ma abbastanza efficaci da delineare le responsabilità e gli atteggiamenti che tutti gli shinobi  di Konoha dovevano assumere.
 
La regola numero uno ero: Dovere prima dell’onore.
 
Sotto c’era anche una breve spiegazione per i neo-nin su ciò che questo avrebbe comportato. Qualcosa riguardante le missioni che devono essere messe sempre al primo posto. Il ninja in questione avrebbe dovuto essere disposto a sacrificare qualsiasi cosa per il bene la riuscita della missione, che si trattasse delle sua dignità, reputazione e persino delle loro stesse vite. Sakura non riusciva a ricordare la formulazione esatta, ma Iruka-sensei aveva spiegato questa regola così: “ Anche se dovrai giocare o in modo controcorrente per vincere…provaci”. Sicuramente lui aveva indorato la pillola per i suoi giovani genin, perché c’erano connotazioni più oscure dietro quella particolare frase.
 
La regola numero undici era davvero interessante: evitare qualsiasi atteggiamento romantico con i compagni di squadra.
 
Dopo che Sakura era entrata a far parte della squadra sette, aveva strappato questa pagina dal suo libro. Non riusciva a ricordare quale spiegazione ci fosse dietro a proposito di questa linea guida, ma probabilmente aveva a che fare con percezioni ed emozioni alterate, che a sua volta erano tutte legate alla regola venticinque:
 
Gli shinobi devo tenere le emozioni per se stessi.
 
Lei non riusciva a vedere come questa cosa potesse essere rilevante. Il miglior ninja che avesse  mai incontrato era un miscuglio di emozioni pronte ad esplodere e lui aveva avuto il coraggio di non reprimerle: erano la sua forza. Aveva visto cosa accadeva a chi interiorizzava le emozioni, quelli che permettevano all’odio e alla miseria di  divorargli il cuore fino a quando la pazzia non li avrebbe colpiti. Se avesse dovuto scegliere se essere Naruto o Sasuke,  avrebbe preferito il biondo senza dubbio. Aveva meno problemi mentali.
 
Ma fu la regola trentaquattro che le venne in mente in quel momento.
 
Quando la missione è compromessa: cambia compromesso.
 
Spiegazione?
 
Se ti capita di trovarti di soppiatto in un posto in cui non dovresti stare e senza possibilità di salvataggio o fuga, cerca di minimizzare il problema di quanto  sia in realtà.
 
Cioè, prendete la persona più vicina a voi e iniziate a fottergli il cervello.
 
I cliché erano cliché proprio perché funzionavano.
 
Certo, Sakura avrebbe dovuto sapere che Kakashi non faceva mai niente a metà. Prendeva il suo lavoro troppo seriamente. Quasi senza vestiti, le gambe divaricate e la mani in posti che nessun compagno di squadra o amico avrebbe dovuto piazzare, davano quel tocco in più di autenticità sulla loro messa in scena.
 
L’affermazione, “ Mi dispiace, ma dovrò baciarti”, avrebbe potuto essere riformulata con “ Mi dispiace, ma ho intenzione di darti una vacanza gratis” o “ Mi dispiace, ma potrei darti una delle tue più grandi fantasie sessuali qui e ora.”
 
Sakura non poté negare gli immensi sentimenti contrastanti svolazzare nel suo stomaco. Una combinazione del suo corpo premuto così intimamente contro quello di lui e l’adrenalina pura che le scorreva nelle vene, fecero scattare qualcosa dentro di lei. Si sentì vertiginosa e nervosa, ma era famelica di qualcosa. Qualcosa che andava oltre le sue semplici  scuse e una mano sul sedere. La stava toccando l’uomo più bello di tutto l’universo. Fu quasi un bisogno primario, quando lo sentì dire : “ Mi dispiace, ma dovrò baciarti.”
 
Come avrebbe potuto resistere?
 
Ma poi…il fatto che l’uomo più bello della creazione fosse, in realtà, il suo insegnate, la confuse un po’.
 
Questo era Kakashi-sensei. Il pigro vagabondo che sedeva e leggeva pornografia mentre i suoi pupilli si allenavano e spappolavano a terra sotto il suo occhio non molto attento. L’uomo che, quando arrivava il conto al tavolo, all’improvviso non lo trovavi da nessuna parte. L’uomo che le aveva succhiato il veleno di un serpente dal suo alluce quando aveva dodici anni, e che le aveva fatto distogliere lo sguardo tutto il tempo per non vedere la sua faccia. L’uomo che l’aveva presa in giro per i suoi calzini per i sei mesi successivi.
 
L’uomo che aveva assassinato il suo pesce rosso.
 
Ma prima che Sakura avesse una reale possibilità di riflettere su tutti i problemi psicologici che questa situazione avrebbe portato, Kakashi chinò la testa e premette le labbra contro le sue.
 
Anche se fu il suo primo bacio, Sakura si aspettava di avere almeno qualche idea su come avrebbe potuto sentirsi.  Aveva ascoltato la macchinetta Ino tantissime volte. Secondo il maialino, esistevano molti tipi di baci. Cattivi e buoni, trascurati, casti, lenti e teneri da poterti sciogliere. Altri duri e affamati da provocare l’arricciamento delle dita dei piedi e i vestiti sul pavimento( o almeno così diceva Ino).
 
Non era sicura in quale categoria inserire il bacio di Kakashi. Sentì troppe cose contemporaneamente. Delicato – quasi cauto – come se stesse mettendo alla prova la sua reazione, ma con un margine di impazienza che le ricordò dove si trovassero. Le dita di Sakura si incurvarono sui morbidi capelli della nuca mentre la sua bocca s’inclinò saldamente contro quella di lui. Il calore irradiò nel suo stomaco e un debole tremore le attraversò la spina dorsale. I suoi  si chiusero quando sentì la mano sul suo sedere stringere leggermente. Avrebbe dovuto sentirsi inorridita. Ma tutto quello che avrebbe voluto era avvicinarsi un po’ di più.
 
Le voci si fecero più forti, la conversazione quasi discernibile attraverso la porta socchiusa. Lei avrebbe voluto che se ne andassero. Non solo per evitare complicazioni con la missione, ma anche perché Kakashi continuasse a farle questa cosa meravigliosa più a lungo…
 
“Mmm,” mormorò contro le sue labbra. Il tono basso e tenero si trasformò in uno più profondo e ruvido del solito, e il solo suono riecheggiò nel cervello di Sakura.  Ad essere onesti, lei non registrò nemmeno cosa avesse detto. Ma la sua voce fu sufficiente a evocare un gemito soffocato e spezzato in fondo alla gola.
 
La mano di Kakashi si allargò tra i suoi capelli arruffati mentre con l’altra strinse il lato inferiore della coscia, tirando su la gamba di una frazione per cullargli i fianchi. Lui si spostò contro di lei.” Più forte”,raspò.
 
 
Un gemito crudo strappò la gola di Sakura. Forse un po’ deliberato, ma non per questo senza sentimento. Sapeva perché voleva che facesse rumore; solo le persone che avevano qualcosa da nascondere tacevano. Dei ladri di ceramica non gemerebbero così forte da attirare l’attenzione.
 
Vagamente consapevoli che la  conversazione che si stava avvicinando in corridoio, si trasformò improvvisamente in un muto, quando per caso i loro gemiti furono ascoltati.
Kakashi sorrise contro le sue labbra – uno sguardo raro nei suoi pensieri a cui non era abituata. Lo vide sorridere per la prima volta quel giorno.  Sentirlo sorridere contro le sue labbra innescò alcuni sentimenti incredibilmente contrastanti nel suo cuore.
 
Chi era esattamente quest’uomo?
 
I passi divennero più affrettati. Kakashi sfilò una mano di Sakura dalla sua spalla per spingerla sotto la sua camicia, facendola scivolare sulla sua schiena. Lei seguì la sua guida più che volentieri, felice di poter toccargli i muscoli tonici. Lasciò la sua mano e si posò bruscamente sul suo seno. Sakura rimase senza fiato per l’incredibile calore del suo grande palmo che si posava su di lei come se fosse il proprietario di quella dannata cosa. Non l’afferrò come aveva fatto Matsura, senza tirare e pizzicare il suo capezzolo sensibile. Si limitò a schiacciare la mano contro di essa, quasi in modo rispettoso, mentre le sue dita seguirono la curva premendo delicatamente in  un modo che Sakura desiderò inarcare la schiena. Poi borbottò una leggere e bassa approvazione contro la sua bocca.” Sei una brava ragazza.”
 
Non avrebbe dovuto dirlo. Era già abbastanza problematico che la sua voce le provocasse cose strane dentro di lei, senza che lui pronunciasse parole così volutamente erotiche. Perché le brave ragazze non lo avrebbero fatto.
 
Le brave ragazze non avrebbero strofinato le cosce contro l’anca del proprio insegnante. Non si sarebbero drappeggiate così spudoratamente sugli uomini dentro stanze buie. Non si sarebbero lasciate trasportare da un atto fatto di finti baci e carezze per trasformarlo reale e sentito. E certamente non avrebbero avuto un quasi orgasmo quando gli veniva detto che erano brave ragazze.
 
Le sopracciglia di Sakura si serrarono insieme quando un altro gemito bisognoso le uscì dalla gola. Il formicolio tra le sue gambe che aveva assaggiato per la prima volta nella foresta tornò in piena forza, e non poté fare a meno di aggrapparsi impotente alle larghe spalle del suo ex insegnante mentre stava lottando per affrontare tutte le nuove e spaventose sensazioni che la stavano bombardando. Ma il bacio che lui gli diede, non fece nulla per sedarle. Ci mancò poco che Sakura sfiorò le fiamme.
Quindi la porta si aprì di colpo. “ Che diavolo ci fate qui?”
 
Lei non dovette nemmeno finger il suo ansito sgomento quando la bocca di Kakashi si strappò dalla sua. Entrambi sbatterono le palpebre quando la luce tornò a illuminare la stanza.
 
“Ehm…” iniziò Kakashi, ma il pensiero intelligente svanì in quel momento. Sakura sapeva che stava solo recitando, il che la fece sentire un po’ sciocca dal momento che la sua espressione vivace e i suoi pensieri indecenti erano del tutto reali.
 
 
L’uomo in piedi era poco più di una sagoma, ma persino Sakura non poté non notare la somiglianza piuttosto evidente con un certo pervertito. L’uomo magro non le sembrò molto più vecchio di Kakashi, i  lunghi capelli e la barba già ingrigiti dallo stress. Dietro di lui, un uomo anziano e occhialuto, indubbiamente un servitore, stava tenendo in mano un antico elmo da samurai, probabilmente un souvenir raccolto ( o rubato) durante il suo viaggio.
 
“ La galleria non è autorizzata al personale,” disse l’uomo che era indubbiamente il figlio di Matsura, Jin. “ Uscite!”
 
Sakura e Kakashi saltarono in aria come poli opposti. Sakura armeggiò per raccogliere la fascia e con un gesto affrettato richiuse il suo yukata mentre Kakashi infilò la camicia e rimise la maschera al suo posto. “ Mi dispiace, Matsura – sama ,” disse,quasi docilmente.” Non succederà più.”
 
Jin indietreggiò e guardò torvo la coppia arrancare fuori dalla stanza. “ Se vi beccherò di nuovo, non sarò così indulgente la prossima volta.”
 
“ Grazie, Matsura – sama ,” Kakashi si inchinò umilmente e prese la mano di Sakura per condurla via nel corridoio. Colse il suo rossore rosato attraverso gli specchi che passarono, e un paio di labbra gonfie di baci.
 
Oh, dannazione, pensò mentre la mano formicolò dentro la sua. Come avrebbe potuto guardarlo di nuovo negli occhi?
 
I loro piedi non si fermarono fin quando non giunsero davanti le scale, dove Kakashi le lasciò prontamente la mano e si voltò seriamente verso di lei. “ Mi dispiace per quello che è successo, Sakura,” disse, con il tono da cane bastonato. “ Era la mossa meno problematica da fare, e non volevo rischiare un combattimento, ma mi dispiace se ti ho fatto sentire a disagio.”
 
Bene, lo aveva fatto. Ma le aveva fatto provare molte, molte altre cose, metà delle quali si rifiutava di capire e pensare. Quindi Sakura optò per un sorriso convincente, sventolando una mano in modo sprezzante. “ Oh,no,non è niente”,disse lei. “ Non preoccuparti, stavamo solo facendo il nostro lavoro.”
 
Kakashi sospirò, inclinando un sopracciglio verso l’alto. “ Sei stata convincente”,disse, sembrando sorpreso. “ Se fossi stato al posto di quei tipi, ci avrei creduto anch’io.”
 
Sakura non seppe bene cosa dire. Meglio fargli credere che fosse stato tutto un ottimo lavoro di recitazione, piuttosto che sapere che ogni gemito era stato reale, e che c’erano ancora scosse di desiderio nel suo stomaco soltanto a guardarlo. Lei girò gli occhi sul pavimento, giocherellando con i polsini delle maniche,quando arrossì nuovamente. “ Non è stato niente di che.”
 
“ Hai mai considerato di fare l’attrice?” chiese. “ Potresti andare lontano.”
 
Sakura lo fissò con gli occhi socchiusi. La stava prendendo in giro. La stava mettendo a disagio, e Hatake Kakashi viveva per mettere le persone a disagio. Possibile che lui sapesse quale piega avesse preso la loro piccola recita…e…
 
Oh, Dio, avrebbe voluto non pensarci più!
 
Incrociò le braccia.” Hai ancora il vaso?”
 
Lui accarezzò la sua borsa.
Lei seguì il suo gesto. All’improvviso sgranò gli occhi verdi. “ Uhm…hai sangue dappertutto,” gli fece notare con una smorfia.
 
“ Hm?” Kakashi sollevò il pollice incriminato macchiato di sangue, guardandolo sorpreso. “ Oh…è successo perché ho chiamato Pakkun.”
 
“ Eh, è su tutti i miei vestiti!” Sakura squittì indignata, tirandosi una manata in faccia quando vide le simpatiche impronte digitali sul collo e sulla fascia.
 
“ Scusami.”
 
“ Morirai per un emorragia uno di questi giorni.”
 
“ Probabilmente.”
 
“ Non lo stai guarendo, lo sai.”
 
“Va bene.”
 
“ Dove hai lasciato il kit? Hai portato delle bende,vero?”


“ Va tutto bene,” Kakashi sventolò la sua preoccupazione, e abbassò la maschera. “ Mi limiterò a succhiarlo finché non smetterà di sanguinare.”
 
Sakura sollevò un sopracciglio per il modo tranquillo in cui gli rivelò il viso. “ Attento,Kakashi – sensei .” La tua faccia sta diventando davvero un brivido economico”, lo stuzzicò. Anche così, gli occhi di Sakura divorarono avidamente quei lineamenti sublimi. Dalla punta del naso perfettamente sagomato alla fossetta carina all’angolo della bocca. Tenendo il pollice saldamente in bocca,le rivolse uno sguardo pigro e un gesto di “ seguimi” mentre scendeva di nuovo le scale. Si trascinò dietro di lui, maledicendo le sue fossette accattivanti e le sue macchie di bellezza. Se non fosse stato così carino, forse le farfalle nel suo stomaco sarebbero sparite ormai.
 
Quando arrivarono al piano inferiore per scendere la successiva scalinata, Kakashi incespicò nel muro. Sakura allungò una mano per fermarlo, immediatamente preoccupata. Non era come se inciampasse nei suoi stessi piedi. “ Sensei, stai bene?” chiese.
 
Si raddrizzò, sembrando leggermente sorpreso. “ Sto bene.”
 
Bene, anche i ninja d’élite avevano i loro momenti di goffaggine. Meglio non attirare l’attenzione,pensò Sakura.
Ma a metà della scala successiva, accadde di nuovo. Kakashi si afflosciò improvvisamente contro il muro come se qualcuno gli avesse fatto uscire l’aria dai polmoni.  Estremamente preoccupata, Sakura gli afferrò la spalla per impedirgli di cadere giù dagli ultimi gradini. “ Fa’ attenzione,” sibilò. Sentì la gente muoversi nei corridoio di fronte a loro. Kakashi aveva scelto davvero un brutto momento per svenire. Probabilmente aveva usato lo sharingan troppo a lungo, quando lei era impegnata con Matsura. Di solito andava così, avrebbe resistito fino a quando la stanchezza non fosse diventata insopportabile e poi sarebbe crollato. Quando accadeva questo era meglio urlare “ merda” e scappare.
 
Improvvisamente Kakashi fu di nuovo in piedi.” Sto bene,” la rassicurò. “È solo un capogiro”.
 
Quelle parole non furono per niente rassicuranti. “ Non farmi brutti scherzi, Kakashi – sensei”, lo avvertì, tenendolo stretto per la manica mentre camminavano con cautela. Quando raggiunsero il pianerottolo, lei lasciò la presa. “ Non possiamo tornare indietro.”
 
“ Giusto,” disse con un sospiro e debole sorriso si dipinse sulle sue labbra adorabili. “ Forse puoi semplicemente trascinarmi?”
 
La pelle di Sakura fremé di terrore. “ Kakashi – sensei…”
 
In un attimo, l’occhio di Kakashi si chiuse e lui si accasciò da un lato. Sakura guardò con orrore l’uomo colpire il pavimento con un sonoro tonfo e emettere un piccolo gemito prima di fermarsi.
S’inginocchio davanti a lui stringendogli le spalle. “ Sensei!” sibilò. “ Kakashi – sensei : alzati, non è il momento giusto per fare un sonnellino.”
 
La sua unica risposta fu un leggero russare.
 
Lo fece rotolare di un fianco e gli poggiò una mano sulla fronte. La temperatura era nella norma, la sua pupilla era profondamente dilata e il suo respiro uniforme. Solo un piccolo particolare fece accigliare la rosa: c’era del sangue sulle labbra…quello del suo pollice. Il pollice…che…
 
Oh no…lui non…?
 
Quando posò lo sguardo sul suo yukata, emise un grande sospiro esasperato.
C’ era di nuovo del sangue sul suo seno. Questa volte non era il suo, ma di Kakashi. Aveva fatto tutto da solo, prima le aveva palpato i seni dimenticandosi del veleno che lei si era spalmata addosso e poi si era messo il dito in bocca.
 
“ Sei un’idiota!”  ribollì minacciosa e infuriata. “ Sei uno stupido, stupido idiota!
 
Che cosa avrebbe dovuto fare adesso?
 
Non potrebbe trascinarlo e nasconderlo dentro un armadio e aspettare che gli effetti del veleno svanissero. Matsura con molta probabilità si sarebbe svegliato prima, e quanto tempo avrebbe impiegato per capire che il vaso mancava dalla sua collezione? Dovevano andarsene adesso. Ma Kakashi non era in condizioni di viaggiare…
 
Sentì i passi di Jin e  il suo servitore provenire dalla galleria al piano di sopra.
 
“ Sei il peggior sensei della storia”, disse fervidamente all’uomo incosciente mentre lo prendeva per un braccio e una gamba. Con il controllo del chakra attentamente misurato, lo sollevò in aria portandolo sulle spalle come un enorme tappeto. Il suo peso la fece quasi piegare all’istante prima che lei correggesse il rilascio di chakra. “ Non posso portarti sulle spalle,eh? Mormorò , mentre si affrettava ad allontanarsi rapidamente dalle voci che si avvicinavano.
 
Percorse l’ultima rampa di scale,ma poi si bloccò quando vide la ragazza delle pulizie venire dall’altra parte. Guardò in modo terrificante la piccola Sakura  che si trascinava un uomo alto sei piedi sulle spalle. “ Sta bene?” chiese la ragazza, con occhi spalancati mentre Sakura la superava. Dal rossore che macchiava le guance della ragazza, e dal modo in cui gli occhi erano fissi senza vergogna sul volto di Kakashi, Sakura realizzò, ancora una volta, quanto fosse bello il suo sensei.
 
Non c’era da stupirsi che Kakashi indossasse sempre una maschera tutto il tempo. Le normali interazioni sociali avrebbero potuto trasformarsi in qualcosa di imbarazzante quando tutti intorno a te non facevano altro che guardare e sbavare.
 
“ Sta bene,” rispose Sakura.” Ha solo bisogno di una boccata d’aria fresca.”
 
Ci fu una piccola pausa e poi, “ E tu, stai bene?”
 
“ Sto bene, è leggero, guarda” disse Sakura, sollevando Kakashi per fare effetto. “ Sai dov’è l’uscita più vicina? Voglio portarlo fuori il prima possibile prima che ricominci a vomitare sangue.”
 
Allarmata, la ragazza indicò il corridoio da cui era appena uscita. “ Devi passare dalle cucine, vuoi che chiami un medico?”
 
“ Certo, va bene”. Non sarebbero rimasti abbastanza a lungo da doversene preoccupare.
 
Le cucine furono facili da trovare, bastò seguire l’odore di frittura della tempura. Nel momento in cui aprì la porta, ricevette alcune dozzine di sguardi confusi e sconcertati da parte di tutti glia addetti della cucina. “ Scusate,” disse lei sbrigativa. “ Dov’è l’uscita? Devo portarlo fuori prima…”
 
Sempre alcune dozzine di mani indicarono senza dire parole un punto della stanza dove un ragazzo con un cesto di cavoli aprì la porta in quel momento. Al di là lui, c’era la notte.
 
Fantastico.
 
Sakura borbottò un grazie agli operai, precipitandosi verso la porta. Quando uscì in quel recinto scuro, le ci volle un momento perché riuscisse a orientarsi. Vide la stella del nord direttamente davanti a lei, il che significava che la strada per Konoha era dritta verso est dal punto in cui si trovava.
 
Ma come avrebbe fatto a scavalcare i muri perimetrali senza creare un casino?
 
“ Oi, tu lì.”
 
Sakura si irrigidì e si voltò. Un soldato vestito allo stesso modo di Kakashi la stava guardando attraverso la fioca luce del lampione. “ Cosa sta succedendo’ chiese.
 
“Uhm…non sta molto bene,” provò Sakura.” Lo sto portando fuori per fargli prendere un po’ d’aria fresca-“
 
“Metti giù quell’uomo.” Il ninja sembrò piuttosto allarmato dal fatto che Sakura potesse persino portarlo sulle spalle.
 
“ Penso che sia meglio se lo portassi un po’ oltre…”
 
Ma a quel punto il ninja sembrò aver capito che quella che aveva davanti non era solo una ragazzina ordinaria. “ Metti giù l’uomo e arrenditi.” La sua mano raggiunse l’elsa della spada appena visibile dalla sua spalla.
 
Sakura gemette interiormente. Lo sapeva, che questa missione sarebbe stata un completo disastro fin dall’inizio. Le cose non stavano andando affatto bene.
 
“ Non posso farlo,scusa.” Regalò a quell’uomo un rapido sorriso di scuse prima di sollevare il piede e sbatterlo a terra.
 
Il terreno si spezzò e tremò, e un’ondata d’urto balenò verso l’uomo. Ebbe abbastanza tempo per alzare le mani per proteggersi la faccia dai detriti volanti prima che il terreno cadesse sotto di lui. A quel punto, Sakura stava per colpire il muro perimetrale.
 
“ Fermatela!” Sentì qualcuno gridare dietro di lei. “È una spia!”
 
“ L’uomo Umino è scomparso! Era un clone!”
 
“ Prendili! Prendili entrambi!”
 
“ Sono spie.”
 
Raccolse una nuova ondata di chakra nel suo braccio, e colpì il muro emettendo un grido acuto. Cemento e intonaco si sbriciolarono come onigiri mal confezionati. Sakura si fece largo tra la polvere e le macerie, ignorando le grida stordite e inorridite davanti e dietro di lei. Il secondo muro stava arrivando. Tirò un nuovo pugno e raccolse di nuovo il suo chakra. Un altro colpo e il muro si frantumò, permettendo a Sakura di fare una piccola pausa dalla sua traversata.
 
Pigramente, Sakura desiderò che Kakashi fosse sveglio per vederla. Sarebbe stato di sicuro contento del suo allenamento.
 
Tuttavia i suoi amici e compagni di squadra erano sempre incoscienti durante tutte le sue acrobazie più belle.
 
Al terzo muro, lei sentì il suo polso dolorante, ma continuò a colpire a prescindere, e si allontanò da una serie di frecce scagliate nella sua direzione. Quando arrivarono tra gli alberi, Sakura tirò un sospiro di sollievo. Più o meno. Registrò almeno una ventina di uomini che la seguivano, e per depistarli si inoltrò nella foresta muovendosi a zigzag.
 
Probabilmente erano solo di livello Chunin considerando quello che le aveva detto Kakashi dei ninja di Matsura. Lei non aveva voglia di combattere contro tutti, quindi optò per alcune tattiche diversive abbastanza efficaci per poterli ingannare.
 
Creò una mezza dozzina di cloni ombra, cambiò bruscamente direzione e si diresse a sud. Quattro uomini la seguirono, il resto seguì le sue copie. Tre cloni e un improvvisa virata a est, e suoi inseguitori si dimezzarono. Gettò shuriken come se fossero fuori moda e lanciò jutsu che fecero salire le radici degli alberi da usare come supporto.
 
Un altro giro di cloni e il gioco fu fatto.
 
Adesso avrebbe dovuto allontanarsi il più possibile e far sparire le tracce per i suoi inseguitori, quindi si diresse verso il suono dell’acqua: un fiume. Lì, concentrò il chakra sui piedi, e seguì il torrente verso sud. Si stavano allontanando da Konoha, ma Tsunade era stata abbastanza chiara sulla questione che lei e Kakashi non avrebbero dovuto lasciare alcun segno che il villaggio della foglia potesse essere coinvolto in qualche modo.
 
Barcollante, si diresse verso riva per fare una pausa. Aveva il respiro corto e le sue braccia e le sue gambe erano fredde, segno che aveva sprecato troppo chakra. A differenza di Naruto, lei non era un pozzo senza fondo di chakra che avrebbe potuto usare ogni volta che ne avesse avuto bisogno e il peso di Kakashi stava iniziando a indebolirla. Aveva un  limite, e se avrebbe dovuto spingersi troppo oltre, di sicuro si sarebbe schiantata con la faccia per terra, tirando con sé anche Kakashi, e in fondo, non sarebbe stato poi così divertente.
 
Lentamente lasciò che Kakashi scivolasse dalle sue spalle, poggiandolo al riparo in una piccola nicchia rocciosa scoscesa. Era ancora profondamente addormentato, anche se i suoi capelli e vestiti erano ancora coperti di polvere di cemento. Le sembrò ancora più pallido e sbiadito di quanto già non fosse. Per un momento fu tentata di togliere la polvere dalla sua guancia, sorprendendosi del suo stesso pensiero ritirò la mano leggermente confusa. Non era sicura se c’era qualcosa  per cui avrebbe dovuto sentirsi in colpa.
 
Gemendo, Sakura tirò su le ginocchia, seppellendo la faccia in esse. Non aveva bisogno di questo. Non aveva bisogno di niente di tutto ciò. Era solo stanca e confusa, e il suo unico desiderio era quello di tornare nel suo angusto appartamentino e infilarsi sotto le coperte dall’odore familiare e bearsi nel suo morbido materasso. Invece, si trovò fuori in mezzo al nulla, tremante di freddo e stanca e solo mezzaluna come compagnia. La borsa che Kakashi aveva portato e che conteneva tutto il cibo, i soldi e le coperte d’emergenza era rimasta nella magione di Matsura.
 
E di certo non sarebbe tornata indietro per riprenderla.
 
Non aveva nemmeno voglia di andare alla ricerca di un villaggio vicino. Per cominciare, non aveva abbastanza chakra per trascinare Kakashi con lei, e non  poteva lasciarlo da solo nella foresta, quando i nemici li stavano cercando.
 
Erano bloccati.
 
Sospirando, si alzò in piedi. “ Meglio sfruttare questo tempo al meglio”, disse a nessuno in particolare mentre si allontanava tra gli alberi. L’aria era umida, probabilmente la pioggia sarebbe arrivata tra poche ore. Avrebbero avuto bisogno di un riparo per la notte.
 
 
Scelse gli alberi più sottili e li circondò con un braccio. Tirò un forte calcio che distrusse le radici, e trascinò gli alberi uno ad uno nella roccia scoscesa dove giaceva Kakashi. Li appoggiò in modo tale da formare un angolo, affiancandoli l’uno all’altro per formare un sorta di riparo sul suo ignaro compagno di squadra.
 
Quando Sakura strappò il settimo albero, cominciò a piovere. Piccole gocce d’acqua la picchiarono sulla testa e sulle spalle, cadendo dal cielo con crescente rapidità.
 
Il suo lavoro era solo a metà e la forma allungata di Kakashi era ancora esposta agli elementi.
 
Era così patetico. Per essere uno dei migliori ninja di Konoha, sicuramente aveva passato molto tempo sulle sue spalle – e di solito in  un letto d’ospedale.
 
La pioggia  peggiorò col passare dei minuti. Le mani di Sakura erano rosse e crude e le schegge le infilzarono le dita. I suoi capelli divennero zuppi quando finalmente posò l’ultimo albero e iniziava a posare i rami fitti di foglie sopra i tronchi. Era in parte per nascondersi e in parte per impedire alla pioggia di colare dalle fessure degli alberi.
 
Quando fu certa di aver fatto il miglior lavoro possibile – date le sue scarse riserve energetiche- Sakura si unì a Kakashi sotto il rifugio, strisciando per sedersi accanto alla sua testa.
Non era particolarmente spazio lì sotto, e lui occupava in modo sconsiderato, molto spazio per terra, ma lei era troppo stanca per occuparsene. Anche se per un breve istante desiderò  che Yamato fosse lì con la sua meravigliosa capacità di far spuntare case completamente ammobiliate dalla terra come funghi.
 
Sakura rabbrividì.
 
Non voleva pensare ai funghi. Inutile dire che non ne avrebbe mai più messo in bocca uno.
 
Kakashi si mosse dolcemente. Guardò verso di lui e si rese conto che probabilmente era perché c’era una fuga piuttosto ampia che gli schizzava sul naso.
Non era abbastanza da svegliarlo, ma di sicuro gli dava fastidio.
 
Non del tutto sicura se fosse la cosa giusta da fare, Sakura lo aiutò. Afferrò la stoffa della sua camicia e lo strattonò gentilmente verso di lei finché la sua testa non si posò sulle sue ginocchia. La falla adesso gocciola senza pietà sul suo petto. Mise la mano sulla macchia umida, impedendo al suo vecchio sensei di bagnarsi ulteriormente.
 
Certo, i suoi capelli non stavano aiutando le cose. I suoi capelli lunghi avevano trattenuto molta acqua e adesso gocciolavano dappertutto sul viso del povero Kakashi. Lui si contorse di nuovo, riscoprendo il suo disagio.
 
Beh…era ora di sbarazzarsene comunque. Non avrebbe più avuto bisogno.
 
Sfilò uno dei Kunai che Kakashi portava sul fianco, si portò la lama tra i capelli iniziando a tagliarli. Non era particolarmente attenta, tanto ci avrebbe pensato Ino a sistemarli quando sarebbe tornata a casa.  Per adesso si sarebbe accontenta di averli tutti storti sfrangiati. Lasciò cadere il kunai sulla pozza di fili rosa accanto e lei, e fece un lungo sospiro.
 
Tornò a guardare Kakashi e si accigliò. La sua faccia era ancora rivolta verso di lei, rilassata e vuota. Le sembrò senza età. Avrebbe potuto avere trent’anni, o anche vent’anni, e se si fosse accigliato un po’ di più ( il che non era difficile) avrebbe persino potuto passare per quaranta. Sakura si divertì a giocare con le sue fossette finché lui non gemette infelicemente e mosse la mano vagamente.
 
Finalmente stava gradualmente tornando.
 
Così, Sakura decise di parlargli. Forse lo avrebbe aiutato a riprendere coscienza più in fretta, e lei si sarebbe concentrata più a lungo per rimanere sveglia.  Ma di cosa parlare?
 
“ Bel tempo,eh?” buttò lì.
 
Kakashi non fu d’accordo, a giudicare dal suo silenzio.
 
Si passò le mani sul viso. “ Sono così stanca…” intendeva sia fisicamente che emotivamente. L’ultima volta che aveva spinto il suo chakra così al limite era stato quando aveva affrontato l’Akatsuki. Non pensava di aver provato così tanto stress da quando Sasuke se n’era andato. Due incontri sessuali  con due uomini diversi nell’arco di un giorno. Entrambe esperienze completamente opposte. Matsura le aveva fatto provare disgusto e vergogna. Kakashi invece…
 
Sakura non era sicura di cosa avesse fatto Kakashi, oltre a evocare sentimenti piuttosto inappropriati per la loro relazione e i loro ranghi.
Non avrebbe dovuto leggere altro, e vederla come una semplice esibizione per escludere i sospetti di essere sorpresi in un’area riservata. Lui di sicuro la vedeva in questo modo.
 
Era tutto automatico per lui. Baciare qualcuno per una missione non era diverso da qualsiasi altra cosa avesse fatto per una missione. Certamente non l’avrebbe in nessun altro modo. Per lui sarebbe stata sempre la ragazza dodicenne ossessionata dall’amore e che si preoccupava più di coordinare i vestiti piuttosto che prepararsi per una missione.
 
E lei non era nemmeno sicura di volere che lui la vedesse come qualcosa di più…
 
Tuttavia non riuscì a smettere di guardargli le labbra. Erano stati abbastanza vicini perché lei intravedesse i suoi denti ( chiaramente la maschera non era una scusa per lesinare sull’igiene orale).
Un dettaglio affascinante la intrigò. Come la maggior parte delle persone, gli incisivi erano leggermente più lunghi e più acuti, ma la colpì come un tratto normale potesse essere così sbalorditivo per lei.
 
Ovviamente si stava ancora abituando all’idea che Hatake Kakashi possedesse addirittura i denti, in primo luogo.
 
Pigramente si chiese che cosa avrebbe provato con quel canino sotto la punta della sua lingua.
 
“Ack!”
 
Sakura gli tirò immediatamente la maschera sulla faccia, altrimenti rischiava di ottenere altri strani pensieri come quello. Ora che non riusciva a vedere la sua bocca, non poteva pensare più all’idea di abbassarsi e vedere se un secondo bacio sarebbe stato bello come il primo.
 
Devi smettere di pensarci!
 
“ Alllora”, dichiarò ad alta voce. “ Stavo pensando che dovrei comprare un nuovo frigorifero! Quello che ho continua a spegnersi e fa andare a male tutto il cibo. E ogni volta devo scroccare qualcosa a Naruto…il che è davvero spiacevole. Ha cose nel suo frigo che hanno vita propria.”
 
Questo argomento probabilmente non avrebbe tenuto sveglio nessuno.
 
“Naruto dice che stai ancora passando per fare dei controlli di tanto in tanto,”  Sakura guardò il vecchio ninja appoggiato al suo grembo. “ Mi ha sorpreso, non pensavo che avessi passato del tempo con qualcuno di noi dopo che mi hanno promossa, anche se…dall’aspetto del frigo di Naruto, chiaramente non passi da un po’.”
 
Sakura tamburellò con le dita sulla coscia meditando stancamente. “ Certo, può darsi che ero l’unica con cui non parlavi, sono sicura di averti viso parlare con Sasuke fuori dall’accademia qualche mese fa e hai certamente fatto visita a Naruto almeno una volta o due volte”. Il suo sguardo vagò sul viso di lui, soffermandosi sulla benda che copriva lo sharingan. La rimosse delicatamente, sorridendo imbarazzata alla propria meschina tendenza ad aggrapparsi alle occasioni più insignificanti ma dolorose.  “ Vorrei solo sapere perché, huh? Non ucciso il tuo pesce rosso,vero?”
 
Kakashi emise un lieve sospiro. “ Eri nel mio punto cieco.”
 
Sakura trasalì per la sorpresa. “ Kakashi-sensei? Sei sveglio?”
 
Lui non rispose. Il suo respiro era lo stesso di prima, persino indisturbato. Le sue ciglia non tremolarono nemmeno.
 
Stava ancora dormendo.
 
Sakura si sporse in avanti e curiosamente chiese “ Qual è il tuo nome completo…?”
 
“ La maggior parte delle persone mi chiama…Kakashi-sama…”
 
Lei si accigliò e gli diede un colpetto.” Tu sei sveglio!”
 
“ Vorrei non esserlo…” borbottò con gli occhi ancora chiusi. “ La mia testa mi sta uccidendo.”
 
Sakura sentì una fitta di compassione mentre gli premeva una mano fredda sulla fronte. Non c’era niente che potesse fare per lui. Anche se, teoricamente avrebbe potuto usare il suo chakra per calmare il mal di testa, ma non era saggio. Perfino Tsunade non usava il suo chakra per scherzare con le teste delle persone; a meno che non era assolutamente necessario.
Spesso produceva effetti collaterali sgradevoli che erano peggiori del problema originale.
 
Kakashi avrebbe dovuto solo conviverci. “ Puoi tornare a  dormire”, offrì. “ Ti sveglierò nel caso dovesse succedere qualcosa.”
 
Lui no fu interessato a questa proposta. “ Dove siamo?”
 
“ A poche miglia a sud est dal complesso di Matsura,” gli disse.
 
Kakashi aprì un occhio. “ Non è molto lontano.”
 
Sakura sbuffò. “ Mi sentivo esausta, soprattutto con il tuo peso morto sulla schiena.”
 
“Scusa…” disse leggero, trascinando via l’ultima sillaba assonnato. “ Una distrazione da parte mia.”
 
Lei lo guardò freddamente. “ Non pensare che non lo dirò a tutti, l’élite Hatake Kakashi si droga durante una missione di classe A e viene portato a casa tra le braccia di una bambina!”
 
Kakashi la guardò altrettanto freddamente. “ Certo, glielo dirai,” gracchio.”Certamente, spiegherai anche esattamente come mi sono drogato in primo luogo.”
 
Ah. Beccata. Sarebbe stato abbastanza difficile evitare l’argomento di come le droghe si fossero trasferite dal suo seno alla bocca di lui senza scavarsi un buco nella fossa durante la spiegazione. “ Bene,” borbottò lei, arrossendo leggermente. “ Ma almeno posso raccontare che hai fatto qualcosa di stupido?”
 
Lui sospirò e chiuse gli occhi. “ Ti ricordi quel momento in cui mi guardavi e mi amavi?”
 
Lei arricciò il naso. “ Se mai dovessi amarti, sarà solo perché mi hanno drogato,” lo prese in giro.
 
Le sopracciglia di Kakashi si inclinarono, quella sinistra spezzata dalla cicatrice. “ I bambini possono essere così crudeli.”
 
Sakura sorrise dolcemente. “ Non son più una ragazzina,Kakashi- sensei.”
 
“ No…lo so,” sospirò. Entrambi i suoi si aprirono per una frazione di secondo: uno scuro e illeggibile,l’altro rosso sangue che stava roteando lentamente. Per chiunque altro sarebbe stato uno spettacolo terrificante, ma Sakura lo aveva visto troppe volte per poterlo temere. Aveva visto il potere dello sharingan e assistito alla distruzione balistica che il Mangekyou avrebbe potuto provocare.  Sapeva che fissare lo sharingan non era dissimile dal fissare la canna di un fucile…ma si fidava implicitamente dell’uomo che lo possedeva. Lui non l’avrebbe mai ferita.
 
Almeno non intenzionalmente.
 
All’improvviso Kakashi trattenne il respiro. “ Perché sei stata d’accordo,Sakura?
 
Le sbatté le palpebre fissandolo. “Eh?”
 
“ La missione”, specificò. “Perché hai accettato la missione?”
 
 
La bocca di Sakura smise di funzionare per un momento, cercando di affrontare i riflettori appena puntati su di lei….cercando di ricordare quale fosse stata la sua motivazione. Bene, anche non potendo esprimere le sue ragioni personali, diede lo stesso una spiegazione logica. “ Ero la più adatta per questa missione,ecco perché.”
 
Kakashi scosse la testa una volta. Sentì il peso rotolare contro la sua coscia. “ No, non lo sei,” disse lui in tono uniforme. I suoi incappucciati e piatti non fornirono alcuna spiegazione. Sakura si pentì amaramente di avergli sollevato la maschera…perché aveva la sensazione che la sua bocca avrebbe rivelato molto più dei suoi occhi.  Poteva solo supporre che in quel momento fosse un po’ dispiaciuto per tutta quella situazione. “ Eri una delle meno adatte.”
 
Leggermente colpita da quella valutazione,Sakura serrò i denti. “È quello che pensi? Allora perché non hai detto a Tsunade di chiamare qualcun’altra? Qualcuno di migliore?”
 
“ L’ho fatto.”
 
Trattenne l’impulso di lasciarlo lì e scappare sotto la pioggia. “ Adorabile, mi dispiace di essere un tale peso per te, Kakashi – senpai , anche se non dovrei esserne sorpresa. Hai fatto del tuo meglio per ignorare la mia esistenza per l’ultimo anno o giù di lì, che non aveva senso che tu volessi fare una missione con me-“
 
Una mano fredda e ghiacciata si chiuse sulla sua bocca, interrompendo l’inizio del suo sfogo. Kakashi non sembrò affatto da lei. “ Perché hai mentito a Tsunade – sama?”
 
Sakura distolse la mano dalla sua bocca e iniziò dolcemente a strofinarla tra le sue per dargli un po’ di calore. “ Dovrai essere più specifico…le mento un bel po’…”  anche se fu abbastanza sicura a cosa lui si riferisse.
 
“ Sei vergine…vero?”
 
Lo disse in un modo così calmo, così sicuro, che lei capì all’istante che non avrebbe potuto convincerlo del contrario. Lui sapeva. Malinconicamente, continuò a strofinargli la mano.
“ Quando l’hai capito?” chiese debolmente.
 
“ L’ho sospettato nel momento in cui l’hai detto in ufficio?”, disse gentile. “ L’ho capito quando Shikamaru mi ha detto della proposta che hai fatto all’intero bar.”
 
Merda. avrebbe soffocato quel tipo quando sarebbe tornata a casa. Che fastidio.
 
Un vistoso rossore si sparse sul volto di Sakura, per lo più per la rabbia- non tutta diretta a Shikamaru.
 
“ Allora perché non mi hai impedito di venire?” si raddrizzò lei. “ Se lo sapevi, perché mi hai lasciato fare?”
 
“ Non sei più una ragazzina,Sakura,” rispose pesantemente.  “ Non puoi continuare a fare affidamento sugli adulti che prendono le decisioni per te, non quando sei un adulta, ho creduto che avessi delle buone ragioni per farlo, ecco perché non ho interferito.”
 
Le venne da piangere. Dopotutto, forse non era così grande come pensava che fosse. “ Non avevo nessuna buona ragione…non capivo, non realizzavo che sarebbe stato così,” disse tremante.
“ E per te! Non volevo che tu pensassi che sono una buona a nulla che non sarebbe stata in grado di farlo.”
 
Kakashi rimase in silenzio per un  po’. “ Non c’è niente di sbagliato nell’essere vergine,Sakura, non è una malattia che deve essere curata il prima possibile, e seriamente non dovresti vederlo come una sorta di handicap-“
 
“ Questa è un po’ una cazzata detta da Mr l’ho persa quando avevo undici anni!”  sparò lei.
 
Apparentemente, Kakashi rimase impassibile, ma a lei non sfuggì il breve  echecazzo! Lampeggiare nei suoi occhi, per poi lasciare il posto alla noncuranza. “ Mm?” sollevò un sopracciglio. “ Chi ti ha detto che…”
 
Sakura si agitò. “ Beh… è una cosa comune, ed è quello che tutti dicono di te..” non riuscì a credere che stesse avendo questo genere di discussione con lui.
 
“ Beh, non è vero,” disse alla fine, con suo grande sollievo, prima di aggiungere. “ Avevo più o meno dodici anni, comunque…”


Sakura lo guardò a bocca aperta. “ Non fa molta differenza!”
 
Kakashi scrollò le spalle e distolse nuovamente lo sguardo da lei. Sakura stufò nella sua incredulità e imbarazzo, rimuginando sui suoi pensieri. Dopo alcuni minuti di tregua dalla pioggia, lui sospirò.
“ Mi dispiace.”
 
Lei lo guardò stancamente. “ Per cosa?”
 
“ Per molte cose”, disse con tono distante. “ Ma soprattutto per aver fatto finta di niente quando non avrei dovuto. Nel momento in cui l’ho capito, avrei dovuto chiedere a qualcun altro.”
 
Sakura si accigliò. Mentre in un certo senso era d’accordo, era anche abbastanza contenta di aver avuto questa piccola possibilità di lavorare di nuovo col suo insegnante. Ma se avesse portato con sé qualcun altro…l’avrebbe baciata allo stesso modo in cui aveva baciato lei?
 
Santa merda…sarebbe stata Ino,no?
 
“ Anche se sono contento che tu sis riuscita ad andare fino in fondo,” proseguì più allegramente Kakashi.  “ Nessuno sarebbe riuscito a tirarci fuori da guai come hai fatto tu, Sakura chan, e mi hai anche aiutato a trovare il vaso.”
 
Sakura inclinò la testa. “ Hai ancora il vaso,giusto?”
 
Kakashi si toccò la tasca e si bloccò. “ Oh…” i suoi occhi si spalancarono come se qualcuno lo avesse appena pugnalato allo stomaco.
 
“ Che cosa c’è?” Chiese allarmata.
 
“ Icha Icha Chaos è andato…!”
 
Per la mancanza di un cuscino con cui coprirsi la faccia, Sakura colpì la testa contro le rocce. “ Non ci credo…”
 
La risposta di Kakashi alla sua verginità “perduta” era stata un sospiro e un “ oops, che peccato”.
Ma se gli parlavi di pornografia le sue risposte erano palpitazioni cardiache e sudorazione profusa.
 
“ No – aspetta – l’ho lasciato assieme alle armi”, si ricordò, sembrando sollevato. “ Dov’è la borsa?”
 
Sakura evitò il suo sguardo. “ Alla magione.,” disse tranquillamente.
 
Lui sospirò miseramente.
 
“ Non è la fine del mondo”, gli disse caldamente. “ Basta comprarne uno nuovo quando torniamo.”
 
“ Ma quella era una copia firmata…”
 
“ Conosci personalmente Jiraya – sama!” Contrariamente ai sentimenti precedenti per i quali avrebbe voluto baciare quest’uomo, adesso avrebbe solo voluto strozzarlo. “ Lo farai firmare di nuovo, e poi non potresti nemmeno leggerlo ora, hai mal di testa e scommetto che non riusciresti nemmeno a tenerlo, le tue mani sono blocchi di ghiaccio!”
 
Sakura si mise a lavoro sfregando anche l’altra mano che aveva trascurato, rilasciando il suo chakra per diffondere un po’ del suo calore. Kakashi le rivolse uno sguardo acuto, che nelle sue condizioni era più simile a un “ cosa?” di un bradipo ubriaco. “ Non preoccuparti” le disse. “ Sei troppo stanca.”
 
Lei fece finta di niente continuando a riscaldare il suo palmo. Poteva sentire i suoi occhi su di lei però.
 
 
“ Sei una brava Kunoichi, Sakura, e sei una brava persona,” disse piuttosto serio. “ Non credo che nessun’altra sarebbe stata in grado di scappare da quel posto mentre dovevi trascinarmi. “ C’è l’hai fatta, nonostante quello che noi ti abbiamo fatto passare.”
 
“ Noi?” chiese accigliata.
 
“ Matsura e io.”
 
Sakura sbuffò. “ Beh, Matsura di sicuro, ma tu…voglio dire…è stato diverso…”
 
“ Davvero?” Kakashi interruppe cauto. “ Mi sono praticamente imposto a te.”
 
“ Ma è stato diverso,” borbottò, arrossendo pesantemente.  “ Stavamo solo facendo il nostro lavoro  - e non è stato esattamente spiacevole.”
 
Kakashi sollevò un sopracciglio, ma non disse nulla.
 
“ Voglio dire…non ho molti paragoni da poter fare, ma è stato davvero carino.” Zitta,zitta,zitta,Sakura! Per quella poca dignità che ti resta!
 
“…non c’è molto da paragonare con?”
 
“ Era il mio primo bacio…”
 
Quelle semplici parole indussero un piccolo attacco di cuore. “ Sakura, i-“
 
“Non importa adesso,” tagliò corto, sentendo la fatica insinuarsi tra le ossa. “È finita, ormai è fatta e non c’è niente da far in proposito, ci sono cose da cui non possiamo riprenderci”. Non importa quanto lei desiderasse poterci riuscire. Il ricordo delle dita di Matsura che si spezzavano dentro di lei sarebbe stato un ricordo che lei avrebbe odiato per sempre. “ Non dovremmo nemmeno parlarne adesso, dovresti dormire.”
 
“ Hai bisogno di dormire anche tu”, sottolineò Kakashi, sembrando un po’ diffidente. L’effetto della bomba “ primo bacio” non era ancora svanito.
 
“È meglio che la persona che sorveglia non sia sotto l’effetto di tranquillanti”, replicò lei in tono arcigno. “ Adesso chiudi gli occhi.”
Con la mano libera gli coprì la fronte, cominciando a premere leggermente e massaggiare alcuni punti noti per il mal di testa che Tsunade le aveva insegnato. In pochi secondi sentì il corpo di Kakashi rilassarsi e un sospiro sfuggì delle sue labbra mascherate. “È carino da parte tua” disse lui.
 
Il piccolo commento la scaldò. Finalmente lui poteva beneficiare del suo aiuto, anche se per qualcosa di così piccolo, poiché la maggior parte delle volte era il contrario. In pochi minuti si addormentò di nuovo. Sakura si passò una mano sui capelli trasandati e la lasciò ricadere al suo fianco. Le dita dell’altro mano erano intrecciate con quelle di Kakashi.
 
Decise di non spostarle.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Quando tutti rimangono sobri ***


 
 
 
 
Premessa: Buonasera a tutti! Ed eccomi di nuovo qui…in ritardo…come sempre.
È inutile dirvi che tra il caldo, il lavoro e i mille impegni è stata un’impresa ardua scrivere questo capitolo. Spero che non ci siano troppi errori. L’ho riletto ma la stanchezza a volte gioca brutti scherzi. Detto questo, vi lascio alle vicende di questi due,(  in questo capitolo sono davvero, tra Sakura e le sue immense pippe mentali e Kakashi che, beh, è Kakashi, posso dire che sono senza speranza).
Ringrazio tutti per aver messo la storia tra le preferite/ seguite e vi ringrazio anche per le recensioni, a cui prometto che risponderò.
Buona lettura!
 
 
 
                                             + + + + +
 
 
 
Quando perdi qualcosa che non puoi sostituire,
quando ami qualcuno ma è tutto sprecato,
cosa potrebbe esserci di peggio?
 
 
 
Gli incubi di Sakura si potevano contare sulle dita di una mano. Naturalmente, non contavano i sogni lievemente inquietanti e sconvolgenti, poiché era una cosa normale considerando il lavoro che svolgeva.
 
I veri incubi capaci di intrappolarle la mente come il peggior genjutsu, erano rari. Di rado infatti, i suoi incubi erano così terrificanti da doverla svegliare scuotendola con un potente strattone. La prima volta che si era svegliata con tale paura che le attanagliava il cuore in una morsa era stato poco dopo che Naruto aveva lasciato Konoha, quando il suo stupido subconscio le aveva fatto notare che non sarebbe stato del tutto improbabile se non avesse mai più rivisto i suoi più cari amici. Non vivi comunque.
 
La seconda volta era stata la sera prima del suo esame di chunin. Complice il trauma del primo esame: aveva sognato i suoi compagni di squadra che l’abbandonavano nella foresta dell’ Assoluto Certo Destino mentre alberi simili a serpenti tentavano di stritolarla a morte, e che Tsunade e Kakashi si limitavano a guardarla, scuotendo la testa per la delusione.
 
L’esame in realtà era stato tutto l’opposto rispetto a questa visione orribile. Chouji e Ino erano dei buoni compagni di squadra quando non erano nevrotici, e non c’erano  pallidi uomini – serpenti che vagavano  indisturbati alla ricerca di qualche collo da mordere. Né qualche spia di villaggi nascosti aveva tentato un colpo di stato per rovesciare Konoha o uccidere l’Hokage.
 
Quindi, tutto sommato, le cose erano andate piuttosto bene.
 
Non si era nemmeno dovuta preoccupare delle critiche di Kakashi. Lui non si era fatto vivo. All’epoca se l’era presa;faceva male sapere che non fosse interessato ai suoi progressi, solo perché non era un ragazzo e non era folle.
 
Tuttavia, questo risentimento era svanito quando aveva scoperto che gli era stata affidata una missione  di rango S. La conferma è avvenuta quando è apparso pochi giorni dopo la sua laurea in ospedale, con un braccio rotto e una spalla lacerata. E aveva chiesto specificatamente di un medico: un chunin di nome Haruno Sakura.
 
Nessuno gli aveva detto che era passata. Lo aveva dato per scontato.
 
Si  era presentato poi alla festa.
 
( Sebbene entrambi erano d’accordo che sarebbe stata in guai seri nel caso non avesse ottenuto la promozione.)
 
 
Il terzo vero incubo che aveva avuto era accaduto poco dopo lo scontro con Sasori. Mai come quella volta era stata così vicina alla morte. Non aveva mai sentito la stretta fredda e paralizzante della morte insinuarsi in lei. Ma quello che l’aveva spaventata di più sull’intera esperienza di premorte era stato che non le sarebbe importato.  Mentre giaceva morente, non riusciva a richiamare nemmeno un briciolo di rabbia o paura. Tutto quello che provava era l’accettazione per la sua sorte…perché quello era la cosa più semplice da pensare.
Non avrebbe voluto sentirsi di nuovo così, non più, e quegli incubi piuttosto reali erano bastati per cementarle quella convinzione.
 
Ma quando Sakura venne scossa  per essere risvegliata dal suo quarto incubo, si ritrovò a fissare una parete di tronchi umidi. Le immagini bruciavano fresche nella sua mente. La sensazione di mani avide sul suo corpo che prendevano più di quanto lei potesse dare, violando e abusando di esso. Non riusciva a capire se l’uomo sopra di lei fosse Kakashi o Matsura…ma nel momento in cui aveva sentito il suono di Raikiri dividere l’aria, si era svegliata di soprassalto col cuore tonante e il canto degli uccelli che le risuonava nelle orecchie.
 
Le ci volle un momento per rendersi conto che quello era semplicemente il coro dell’alba. La foresta poteva essere davvero assordante di mattina presto. Stupidi uccelli…
 
Costringendosi a rilassarsi facendo respiri profondi, si schiacciò contro le rocce, avvolgendo le braccia su se stessa. Anche se il sole non era ancora sorto, c’era abbastanza luce che filtrava attraverso le fessure dei tronchi da permetterle di vedere che Kakashi non era più disteso per terra. Girò la testa e vide che era seduto accanto a lei, con aria cupa e rigida. Il calore del suo braccio premeva contro il suo.
 
Sakura non riuscì a pensare a nulla da dire. Nemmeno il “ buon giorno” le sembrò appropriato in quel momento.
 
“ Ora…” iniziò Kakashi, la sua voce si spezzo leggermente come se fosse la prima volta che la usava quel giorno. “ Quello era uno strattone mio clonico o un incubo piuttosto sgradevole.”
 
“ Chi è un idiota miope?” gracchiò Sakura, stropicciandosi gli occhi. Sapeva che al mattino non era esattamente una visione di bellezza, quindi fece del suo meglio per allontanare la sua faccia da Kakashi. “ Oh, merda mi sono addormentata durante il mio turno di guardia?”
 
“ Certo,” Kakashi grugnì e si stirò, facendo sobbalzare Sakura dal suo braccio. “ No ho avuto il coraggio di svegliarti però.”
 
Detto dall’uomo che portava una casseruola e un cucchiaio durante le vecchie missioni di classe D della squadra sette al solo scopo di farli alzare al mattino. “Considerazione” non era un  termine frequentemente  utilizzato nel suo vocabolario, ma forse sentiva che la stanchezza di lei potesse rivelarsi più problematica in seguito.
 
Accidenti…non poteva smetterla di mettersi così tanto in mostra in  questa missione, vero? Gemendo, Sakura uscì da sotto l’accampato rifugio e la luce del mattino la colpì in pieno viso.
L’aria era così umida che non poté fare a meno di tossire, d’altronde i suoi erano polmoni di città, nati e cresciuti. Si accorse che puzzava, e non del suo solito odore di sapone della lavanderia a gettoni di fronte al suo appartamento.
 
Stava inciampando verso il bordo del fiume quando Kakashi emerse dal riparo dietro di lei, strappando lunghi capelli rosa dalla lama umida del suo kunai. Dopo essersi spruzzata un po’ d’ acqua fredda sul viso e sui capelli per districarli, si voltò e vide  lui osservarla con sguardo incredulo. “ Che cosa c’è?” grugnì.
 
“ Non potevi aspettare finché non tornavamo a casa?” chiese gentilmente, indicandole i capelli tagliati.
 
Lei scosse la testa. “ Erano solo d’intralcio.” E continuavano a ricordarmi la missione…
 
Il copy-ninja scrollò le spalle. “ Giusto,” rimise il kunai nella fondina. “ Comunque ti stanno meglio, ti fanno sembrare più sofisticata.”
 
Sakura non era sicura si trattasse di un complimento. Le stava per caso dicendo che era carina?
“ Sofisticato come un kimono che indossa un nobile, o sofisticato come un…?”
 
Lui la fissò, con l’occhio visibile incappucciato di un impassibilità esasperante, mentre il suo pollice si fermò contro l’anello di metallo all’estremità del kunai. “ Sembri una donna.”
 
Si voltò bruscamente e cominciò a spruzzarsi acqua sul viso nel tentativo di far sparire il rossore sulle sue guance. Si rese conto che era arrossita più volte nelle ultime ventiquattro ore che in tutta la sua vita- e la causa era in piedi dietro di lei, che stava sbadigliando rumorosamente. Che cosa avrebbe dovuto rispondere a commenti del genere? Grazie, anche tu sembri un uomo?
 
Di sicuro non stava flirtando con lei, perché sapeva che Hatake Kakashi era incapace di agire in quel modo. In tutti gli anni in cui aveva avuto l’onore di averci a che fare, non l’aveva mai sentito scherzare con un donna o fare commenti suggestivi. Naturalmente, in questi anni non aveva mai mostrato alcun interesse per il gentil sesso.
 
Naruto e Sasuke avevano scommesso sull’eventuale strada che avrebbe intrapreso il loro sensei. Naruto era fermamente convinto che fosse etero. Sasuke era troppo cinico per accettare il suo pensiero, cioè che in realtà il copy ninja fosse gay. (A cui Naruto aveva risposto “ Perché? Perché è così simile a te?” La risposta era stata un pugno clamoroso da parte dell’Uchiha.)
 
 
Anche se Sakura non era mai stata coinvolta in quella piccola scommessa., aveva semplicemente creduto che lui fosse asessuato. Che forse le uniche cose che lo interessavano erano i libri. Le donne non lo accendevano. Uomini nudi non lo accendevano. Ma diamine, bastava dargli un libro Icha Icha  e faticavi a fargli distogliere lo sguardo.
 
Quindi, a meno che non avessi stampata letteratura erotica sulla pelle, Hatake Kakashi non avrebbe mostrato alcun interesse per te. Certo,aveva baciato Sakura per il bene della missione, ma probabilmente non c’era nessun motivo recondito dietro. Anche adesso, quel commento strano, probabilmente era solo un’osservazione passiva più che un vero  complimento.
Avrebbe potuto trasformarsi in un fungo e lui se ne sarebbe uscito con “ Sembri un po’ velenoso.”
 
E per di più, il fungo non sarebbe arrossito e non avrebbe passato il resto della giornata agonizzando sul significato recondito a quelle semplici parole mentre l’uomo in questione era intento a farsi gli affari suoi.
Sakura non potrebbe biasimarlo. Kakashi aveva questo effetto sulle persone. Aveva questo effetto su di lei.
 
Immerse i suoi piedi doloranti nell’acqua fredda del fiume per un meritato sollievo, quando lui si inginocchiò accanto a lei. Gli lanciò un’occhiata in tempo per vederlo togliere i guanti e la maschera e iniziare a raccogliere l’acqua tra le mani per sciacquarsi la faccia. Quella era la quarta
volta che si toglieva la maschera durante questa missione.
 
O Kakashi stava diventando terribilmente compiacente con la sua presenza o…
 
“ Sei ancora drogato?” chiese senza mezzi termini.
 
Kakashi rimise la maschera al suo posto e si voltò verso di lei, un occhio chiuso e l’altro leggermente turbato. “Mm?”
 
Bene, qualunque potesse essere la ragione, Sakura decise di non indagare oltre. Facendoglielo notare non avrebbe fatto altro che renderlo più cauto, e onestamente, la visione del suo volto scoperto non era un motivo per lamentarsi, anzi. Scosse la testa, e rivolse il suo sguardo alle acque increspate di fronte a lei, mentre i suoi pensieri ritornarono alla  notte precedente.
 
Il suo compagno di missione sospirò e si appoggiò allo schienale; le gambe incrociate e il peso sulle spalle. Un polso emise un suono così udibile che Sakura non poté fare a meno di ridacchiare.
“Le tue articolazioni suonano come se avessero bisogno di un po’ di lubrificante,sensei”; lo stuzzicò.
 
“ Sei solo gelosa perché non puoi fare clic più forte di me”, rispose lui con leggerezza.
 
Sakura si mise a sedere e iniziò a far ruotare il polso fino a quando non emise un suono impressionante. Gli rivolse uno sguardo trionfale, ma Kakashi rimase  impassibile. In risposta, si strinse nelle spalle, emettendo si un pop che uno scricchiolio.
 
Per non  essere da meno, Sakura sollevò i piedi dall’acqua e fletté le dita dei piedi fino a quando tutti diedero simultaneamente dei piccoli scricchiolii, come il rumore di ramoscelli che si spezzano.
 
Continuarono quella stupida gara fino a quando uno dei due non riuscì più a spezzare le articolazioni. “ Va bene,” sospirò, alzando una mano. “ Hai vinto.”
 
Lei gli sorrise. “ Non c’è da meravigliarsi che Gai- sensei continui a vincere sulla vostra rivalità, ti arrendi troppo facilmente,” disse.
 
“ Sapere quando smettere è il marchio di un giocatore più intelligente”, rispose Kakashi. “Non vale sempre la pena combattere.”
 
Il sorriso di Sakura morì un po’. Cercò il volto mascherato e indecifrabile di Kakashi che era ancora parzialmente lontano da lei per chissà quale significato nascosto. Stava insinuando che ieri avrebbe dovuto lasciar perdere? Prima che le cose potessero degenerare? O era solo un altro commento innocente consegnato con la sua solita noncuranza?
 
Capì la risposta quando lui tirò fuori un kunai dalla custodia e glielo passò. Eseguì pigramente un contro sigillo, e il freddo metallo nelle mani di Sakura si trasformò sottoforma di un delicato vaso blu e oro.
 
Lei fissò il disegno inciso intorno al galletto, tracciando le linee con la punta delle dita.
 
Kakashi si alzò con un grugnito. “ Spero che quella cosa valga la pena,” disse con disinvoltura, trascinandosi verso il rifugio e cominciò a smontarlo.
Lo guardò con apprensione prima di riportare la sua attenzione sul vaso.
 
Questo manufatto probabilmente valeva una fortuna. Avrebbe potuto scappare, venderlo e ritirarsi felicemente all’età di diciassette anni, senza doversi mai più preoccupare dei soldi.
Nemmeno i suoi figli e i suoi nipoti avrebbero dovuto preoccuparsi dei soldi se avesse tenuto il vaso per sé.
 
Ma alla fine della giornata, era solo un pezzo di argilla. Valeva davvero la pena di aver perso…?
 
Dannazione Kakashi…
 
Sakura si alzò in  piedi con cautela,portando il vaso contro il suo petto mentre guardava Kakashi  sistemare i tronchi in una pila orizzontale. Non era del tutto necessario, ma almeno se qualcuno si fosse imbattuto in questa piccola radura non avrebbe capito subito che qualcuno aveva trascorso la notte lì.
 Ogni cosa poteva essere d’aiuto. Lo guardò raccogliere la benda sull’occhio che gli aveva tolto la scorsa notte.
 
“ Non è come pensi,” disse lei, quasi con troppa calma, aspettandosi che lui la sentisse.
 
Si voltò a cuor leggero, tirando le cinghie di cuoio della fascia. “ Mm?” chiese.
 
Sakura deglutì a fatica. “ Matsura non ha…” la sua voce si spezzò e provò di nuovo. “ N        on l’ha presa…sono ancora vergine.”
 
Kakashi batté le palpebre lentamente e le mani caddero ai suoi fianchi. Sembrò riflettere su questa ammissione per un momento o due prima di avvicinarsi a lei e posare la mano sulla zazzera rosa di capelli ribelli e umidi.  “ Non penso che sia importi molto a questo punto, vedi, in un modo o nell’altro…” , disse in tono equo piegandosi al suo livello. “ Non ha preso la tua verginità, ma ha preso la tua innocenza, ti ha fatto piangere ancora.”
 
A quelle parole lei indietreggiò bruscamente, costringendo la mano a scivolare dalla sua testa. Gli lanciò uno sguardo feroce. “ E quando avrei pianto?”
 
Kakashi si raddrizzò, le mani in tasca.” La scorsa notte, nel sonno.”
 
Incapace di formulare una risposta, Sakura fissò il terreno.
 
“ Non c’è nulla di cui vergognarsi,” le disse gentilmente.
 
Questo di conversazione non contribuiva affatto per l’immagine stoica e sicura che stava cercando di mostrare. Invece, le sue parole gentili le fecero desiderare di piangere di nuovo. L’ultima cosa che avrebbe voluto fare  era piangere di fronte a quest’uomo…ma chiaramente l’aveva già fatto la scorsa notte. “ Niente  di cui vergognarsi…” le parole riecheggiarono nella sua testa. “È facile per te dirlo, scommetto che non hai pianto nemmeno una volta in vita tua.”
 
“ Pensi tu…” rispose Kakashi con aria lenta, guardando il cielo. “ Ma in realtà ho pianto molto quando avevo la tua età, ogni volta che sono caduto…ogni volta che mi tagliavo la barba, sai quel genere di cose.”
 
Sakura gli rivolse uno sguardo incredibilmente turbato.
 
“ Beh, ero ubriaco per la maggior parte del tempo,” aggiunse.
 
Ah…quindi forse non stava scherzando prima?
 
“ Non ti preoccupare, Sakura,” disse, superandola. Colse l’odore della terra e della linfa degli alberi nella sua scia e si rese conto che puzzava esattamente della stessa cosa. Quando raggiunse la riva del fiume, la guardò speranzoso. “ Vieni?”
 
Atterrò sulla superficie mobile del fiume e partì, seguendo la corrente. Sakura si affrettò a recuperare la distanza, e quando lo raggiunse chiese “ Ho davvero pianto nel sonno?” fece una smorfia di terrore. Non l’aveva mai fatto prima- o almeno lei non lo ricordava.
 
“È per quello che mi sono svegliato”, le disse allegramente. “ Quello, e il fatto che stavi chiamando il mio nome, in un contesto poco lusinghiero credo, ma sono abbastanza sicuro che non fosse quel tipo sogno.”


Quasi affondò nel fiume per lo shock. Non poteva credere di averlo detto. Non poteva credere di parlare  nel sonno. Normalmente il suono della sua stessa voce la svegliava all’istante…ma  gli incubi erano più turbolenti rispetto ai soliti sogni. “ Ovviamente non  ti sei preoccupato di svegliarmi,” gli fece notare.
 
“ Ogni volta che ci ho provato, mi hai dato un pugno”, disse Kakashi un po’ tristemente. “ Lo sai, sono completamente nero e blu sotto la maglietta.”
 
Meglio per Sakura non cercare di immaginare cosa potesse esserci sotto quella dannata maglietta. Il solo pensiero la fece sentire calda e a disagio. “ Scusa,” mormorò.
 
Lui scrollò le spalle.” Se qualcuno lo chiede, è stato Matsura.”
 
“ Non vuoi che nessuno sappia che sei stato picchiato da una ragazzina incosciente,eh? Indovinò chiaramente.
 
“ Non sono sicuro che la mia reputazione in declino approverebbe”, ammise.
 
Sakura sbuffò. “ E certamente non è possibile.”
 
Kakashi le rivolse uno sguardo irritato. “Ti ricordi quel momento in cui-“
 
“ Ti guardavo e ti rispettavo?” fornì lei.  “ Certo che l’ho fatto, è stato durante i dieci minuti prima  di quello stupido scherzo che ti ha fatto Naruto.”
 
Sembrò mortificato. “ Ti ho perso così velocemente, eh?” lui sospirò.
 
“ Bene…” Sakura inclinò la testa. “      Pensavamo di averle viste tutte dopo aver incontrato Gai- sensei, ma sai, qualcuno sembra più carino accanto a quell’uomo…”
 
Kakashi non ne fu affatto entusiasta.
 
Lei increspò le labbra in attesa di una risposta. Quando lui non  disse niente, abbracciò il vaso più vicino e disse.” Mi dispiace di averti picchiato la scorsa notte, di averti drogato, e di averti ricoperto di polvere e cemento e di averti fatto dormire per terra in una foresta e col ma di testa.”
 
Ci fu una lunga pausa di riflessione prima che lui si decidesse a dargli una risposta.
 
. “ Mi dispiace per averti fatto piangere.”
 
Lei sbollentò. “ Ehi, non eri responsabile per-“
 
Le diede uno sguardo indefinibile. Il tipo che diceva si, invece. “ Hai parlato nel sonno, Sakura.” Si voltò verso il tortuoso sentiero del fiume. “ Se c’è una cosa più straziante nel vedere qualcuno a cui tieni piangere, è sapere la causa di ciò.”
 
Era un bel sentimento, ma la mente di Sakura inciampò  su una parola in particolare.
 
Tieni?
 
“ Ci tieni a me?” sussurrò, tenendo gli occhi fissi davanti a sé, proprio come faceva Kakashi.
 
“ Mi importa di tutti voi, Sakura, anche di Naruto e di Sasuke, tutti voi siete come una famiglia per me” sospirò. “ E se c’è qualcosa che ti infastidisce…sul serio…non esitare a dirmelo o di mandarmi al diavolo. Non so tu. Ma odio quando le persone vedono la mia faccia triste e non smettono di chiedermi cosa c’è che non va o se voglio parlarne.”
 
Kakashi aveva anche  una faccia triste?
 
“ E se volessi parlare?” chiese in tono apprensivo.
 
Le diede un’occhiata di traverso. “ Vuoi parlare di quello che è successo?” chiese tranquillamente.
 
Sakura si succhiò il labbro inferiore. “ No…voglio dire…non lo so, penso che sia troppo presto.” E in tutta onestà, non pensava di avere il coraggio di parlargli di questo genere di cose. Ma se non a lui, allora a chi altro?
 
Non avrebbe avuto il coraggio di dirlo a sua madre. Anche se le fosse stato dato il permesso di parlare della missione con lei, Sakura non l’avrebbe fatto. Sua madre si sarebbe solo preoccupata e alla fine si sarebbe ritrovata con un coltello puntato da suo padre per consegnare le dimissioni da ninja. L’unica ragione per cui i suoi genitori l’avevano lasciata diventare una Kunoichi era perché gli aveva promesso che questo tipo di missioni erano arcaiche e semplicemente erano state abolite.
 
Avrebbe potuto dirlo a Tsunade. Il rapporto lo avrebbe richiesto. Ma anche se Sakura si fidava ciecamente e ammirava molto quella donna, era difficile aprirsi con lei su certi argomenti. Avrebbe
potuto rovesciare anche le budella a Tsunade, e la risposta più comprensiva che avrebbe ricevuto
 sarebbe stato un sopracciglio inarcato e un morbido “hm”. Se si sentiva generosa. In sostanza, non era una donna con cui confidarsi.
 
E chi altro c’era? Naruto? Si sarebbe sentito a disagio nel sentire certe cose. Avrebbe cercato di offrirle un po’ di sostegno condito con un po’ di simpatia, ma alla fine non avrebbe capito e lei lo avrebbe solo sconvolto.
Dirlo a Sasuke era fuori questione. No, a meno che non avrebbe voluto ricevere  uno sguardo incredulo e un “ Smettila di deprimerti per niente” come risposta.
 
Ma Sakura non cercava nessuna solidarietà. Voleva soltanto dirlo a qualcuno che avrebbe capito…qualcuno che non ne avrebbe fatto un grosso problema.  E francamente, l’unica persona lontanamente vicina a questi requisiti stava camminando proprio accanto a lei.
Forse avrebbe potuto tenerselo per sé? Non tutti i fardelli dovevano essere condivisi. Forse con il tempo sarebbe stata  in grado di fare cinque passi senza che un brutto flashback dell’essere umano più ripugnante di sempre che la violentava, le tornasse in mente.  Adesso capitava perché la ferita era ancora fresca nel suo cuore.  Forse se avrebbe aspettato qualche altra notte…?
 
Sakura  fissò cupamente l’acqua scorrere davanti a loro. “ E’ normale stare così male?” gli chiese tranquillamente.
 
Kakashi seppe all’istante a cosa si riferiva. “ Sarei sorpreso se non fosse così.”
 
Questo è tutto ciò che dissero al riguardo. Non parlarono molto oltre quella volta, a parte la pausa occasionale nel loro cammino per cercare di capire se la loro direzione fosse corretta.
Furono d’accordo sul fatto che il fiume si stava gradualmente curvando verso est, verso il sole di mezzogiorno. E avrebbero continuato a seguire la strada tortuosa se un improvviso scoppio di chakra lontano non li avesse fatti fermare entrambi.
 
“ L’hai sentito?” Chiese Sakura, anche se conosceva già la risposta.
 
Kakashi si sfregò la nuca, guardando gli alberi dietro di loro. “ Mm…” mormorò infelicemente. “ Penso che siamo seguiti.”
 
 
Non c’era bisogno di chiedere chi.
 
“ Dai”, disse lui dirigendosi verso gli alberi. “ Dobbiamo andare via da qui.”
 
Gli andò dietro, maledicendo silenziosamente la sua mancanza di scarpe. Era già difficile stare al passo con Kakashi in ogni caso, ma le risultava ancora più difficile quando era appesantita da una pentola inestimabile mentre doveva correre attraverso rocce aguzze, piante spinose e occasionali invertebrati scagliosi. Quando la foresta divenne più fitta e gli alberi più grandi e ampi, seguì con gioia Kakashi sui rami, lontani dal terreno dove le loro tracce sarebbero state facilmente rivelate.
 
“ Vuoi che tenga il vaso?” chiese da sopra la spalla mentre scendeva sul ramo inferiore di un altro albero.
 
“ Sto bene,” disse lei strettamente e lo seguì.
 
“ Proseguiremo verso sud,” spiegò Kakashi. “ Se per caso riusciranno ancora a rintracciarci, non li condurremo a Konoha.”
 
“ Giusto,” annuì Sakura.
 
Gli alberi stavo cominciando di nuovo a diradarsi  e la distanza tra un ramo e l’altro si allargò. Fu quando Sakura stava facendo un salto attraverso uno di questi ampi spazi vuoti che realizzò che Kakashi si era fermato.
 
 
Direttamente nel posto in cui stava per atterrare.
 
“ Attento-!”
 
Bumf!
 
Il piede di Sakura colpì il ramo proprio mentre il resto del suo corpo colpì Kakashi. Lo scontro con la sua schiena fu talmente forte che l’intero ramo dell’albero tremò, iniziando a oscillare su e giù in modo minaccioso. Lui  rimase impassibile, sbatté le palpebre lievemente sorpreso come se fosse stato colpito da una debole raffica di vento. “ Tutto ok, Sakura?”
 
Sakura, d’altra parte, si sentì come se fosse sbattuta contro un muro di mattoni. “ Perché ti sei fermato?” ansimò rabbiosa, controllando il vaso tra le mani per assicurarsi che fosse illeso.
 
Tenne un dito sulle labbra mascherate e le prese il gomito guidandola verso la parte più spessa del ramo. Si appoggiò contro il tronco inclinato e le fece segno di nascondersi. Anche se non aveva visto né sentito nulla, ubbidì, accovacciandosi sul ramo con una mano sul tronco e la schiena che sbatteva contro la gamba di Kakashi.
 
Aspettò in silenzio,rimanendo completamente immobile, salvo respirare e battere le palpebre.
 
Non passò molto tempo prima di poter distinguere due voci in mezzo al coro degli uccelli e del clic degli insetti. Gradualmente si fecero più forti fino a quando un movimento catturò la sua attenzione.
. Inclinò la testa quel tanto che bastava per vedere due ninja passeggiare nella radura sotto di loro.
 
“- Ti sto dicendo che non ho visto tracce per almeno due miglia…”
 
“No, sono sicuramente venuti da questa parte. Qui è dove conduce il sentiero.”
 
“ Che cosa c’è oltre?”
 
“ Alcuni villaggi…e poi il confine con Suna.”
 
“Pensi che siano dei ninja del villaggio della sabbia ?”
 
“ Certo, cos’altro potrebbero essere? Hai visto cosa ha fatto quella ragazza,giusto? Ha buttato giù tre pareti senza fare il minimo sforzo e Suna ha la reputazione di avere una kunoichi muscolosa, mostruosamente forte, ovviamente è una di loro.
 
Con il tocco della mano di Kakashi sulla spalla, Sakura improvvisamente si rese conto che stava iniziando a sollevarsi con l’intenzione di mostrare quello che una fanciulla muscolosa avrebbe potuto fare alle loro fragili ossa.
Però, la mano di lui la riportò alla realtà, si sistemò di nuovo, fumando silenziosamente e fissando i due uomini che fu un miracolo che non la sentissero o che divampassero nelle fiamme.
 
I suddetti uomini continuarono per la loro strada, completamente inconsapevoli del fatto che le loro prede fossero a un palmo dal loro naso. Kakashi attese fino a quando non furono al sicuro,  prima di aprire le braccia e  allontanarsi dal tronco. “ Torneremo indietro,” disse tranquillamente. “ Gireremo ad  ovest e cercheremo  un villaggio in cui riposare per qualche giorno. Non penso che torneremo a Konoha oggi.”
 
Ci fu qualcosa nel tono in cui lo disse che infastidì Sakura, o forse stava ancora ribollendo per la rabbia che i due inseguitori avevano acceso. Qualunque cosa fosse, si spezzò. “ Stai dando un sacco di ordini per qualcuno che non è il capo in questa missione,” brontolò.
 
Kakashi si rivolse a lei in attesa. “ Hai qualcos’altro da proporre?”
 
L’unico  suo desiderio era quello di andare a casa. Adesso. L’ultima cosa che avrebbe voluto fare era ritardare ulteriormente  quell’obiettivo, e di certo non avrebbe voluto fare soste nei villaggi stranieri. Ma questo non era altro che un piccolo desiderio egoistico, e nessun leader poteva permettersi di essere egoista. “ No,” sospirò debolmente. È un buon piano, sto solo dicendo…sono io il capo qui, lo sai, apprezzerei se mi comandassi un po’ meno.”
 
Lui scrollò le spalle. “ Abitudine.” Prontamente si voltò e calpestò il ramo successivo. “ Dai,” ordinò. “Per di qua.”
 
Sakura ringhiò frustrata. “ Lo stai facendo di nuovo!”
 
                                               + + + + + + + +
 
 
Trovarono un villaggio a qualche chilometro più a ovest, anche se era grande la metà di Konoha, sembrava essere affollato il doppio. Doveva essere un giorno di mercato, poiché la strada principale che attraversava il centro del villaggio era piena di carretti, bancarelle e passanti. La gente girovagava con ceste piene di cibo e da qualche parte un contadino sembrava aver perso il controllo della sua mandria di maiali, mentre Sakura individuava almeno venti maialini rosa correre tra le gambe dei commercianti e degli abitanti del villaggio.
 
“ In realtà non abbiamo soldi,sai.” Indicò l’uomo che aveva tanta voglia di fare il capo.
 
“ Lo so,” disse, guardandosi attorno con un dito poggiato contro il mento. “ Dovremo improvvisare.”
 
“ Sembra disonesto” osservò lei cupa.
 
“ Può darsi,” rispose Kakashi, voltandosi verso di lei. “ Dammi il vaso un momento.”
 
Glielo porse senza discutere, chiedendosi cosa avesse intenzione di farci. Quando tirò fuori il kunai dal fianco, la bocca di Sakura si aprì. “ Aspetta- cosa pensi di fare?”
 
Lui le diede un’occhiata vuota. “ Il cliente deve pagarci le spese di missione,giusto?”
 
Con rapido tocco della lama, il diamante uscì dalla mano del galletto e atterrò nella mano tesa di Kakashi. Sakura si passò una mano tra i capelli. “ Come capo di questa missione, devo dire che sono davvero contraria a questo…”
 
“ L’ho notato.” Fu tutto ciò che disse prima di trascinarla in direzione di una bancarella di un gioielliere.
 
Mentre si avvicinarono, il proprietario dello stand gli sorrise ampiamente, mostrando un discreto numero di denti mancanti, anche se la maggior parte dei rimanenti possedevano diamanti incastonati all’interno. “ Salve, signore,” disse con piacere assiduo. “ Come posso aiutarti?” Cerchi una bella collana per tua figlia,forse?”
Ci volle un momento perché Sakura si rendesse conto che l’uomo si stava riferendo a lei. Arrossì per l’imbarazzo, soprattutto per Kakashi. Non era di certo lusinghiero, che l’uomo l’avesse scambiato per suo padre ( nonostante il suo vero padre biologico era solo tre anni più vecchio del suo sensei). Sentì una piega di preoccupazione. Avere strani sentimenti per un uomo di quattordici anni più grande avrebbe potuto essere  considerato un tabù, non è vero?
 
Poi pensò, fanculo. Metà dei ragazzi della sua età sbavavano dietro l’Hokage, ed era vecchia! Sakura avrebbe potuto essere perdonata solo per il fatto che il suo insegnante avesse un sorriso carino?
Certo,no?
 
E se Kakashi si sentì offeso dalle parole del mercante, ovviamente non lo mostrò. Anzi, rimase al gioco. “No, no,” disse lui con gentilezza, dandogli un’occhiata sprezzante. È abbastanza carina così com’è.”
 
Sakura  fu contenta di stargli dietro, altrimenti lui avrebbe visto il suo milionesimo rossore del giorno.
 
“ Vorremmo proporti uno scambio,” iniziò Kakashi.
 
“ Mm.” L’uomo sembrò meno entusiasta.
 
“ Abbiamo un diamante…”
 
“Mm?” L’uomo si rianimò.
 
“Un diamante blu.”
 
“Oh- ho! Davvero? “ L’uomo si sporse in avanti con impazienza. “ Posso vederlo?”
 
“Certamente,” Kakashi piegò cortesemente la mano e lasciò cadere la pietra preziosa nel palmo sudicio del gioielliere.  Tirò fuori la lente d’ingrandimento e  rigirò la pietra tra le mani, studiandola attentamente. Sakura batté il piede mentre aspettava il verdetto.
 
“Capisco, vedo…temo che non sia vero,amico mio, posso farti una piccola offerta per questo…”
 
Stava mentendo. Per amore della verginità di Sakura, non sopportava l’idea di aver rischiato grosso per un falso a buon mercato.
 
“ Un falso,eh?” Kakashi incrociò le braccia. “ Ah…beh, immagino che non possa essermi d’aiuto. Comunque qual è la tua offerta?”
 
Sakura  osservò basita l’uomo pronunciare un prezzo spaventosamente basso, a cui Kakashi fu d’accordo, e cominciò felicemente a biforcarsi per un po’ di banconote e monete. Era tutto sorrisi mentre li salutava con la mano e, non appena si allontanarono dal chiosco, lei  rifilò una gomitata al braccio al suo compagno. “ Siamo appena stati derubati?!”
 
“ Credo di sì,” non le sembrò che gli importasse molto, impegnato com’era a contare i loro soldi.
 
“ Perché non hai contrattato un po’?” chiese.
 
“ Non volevo prendere tutti i suoi soldi,” disse Kakashi, porgendole metà del denaro contante, “ perché prenderemo il diamante domattina.”
 
Le sopracciglia di Sakura si sollevarono. “ Non so…tra l’inganno del nostro ricco cliente e l’ingannare un umile commerciante, avrei preferito ingannare chi può permetterselo.”
 
Poi guardò i soldi che aveva in mano. “ Ok…”  Le sembravano parecchio allettanti.
 
“ Vado a dare un’occhiata in giro, ci incontreremo qui tra tre ore.”
 
Sakura aggiunse mentalmente un’altra ora a quella stimata, considerando che avrebbe dovuto incontrarsi proprio col suo ritardatario ex sensei.
 
“ Divertiti!” Kakashi le rivolse un saluto giocoso, prima di infilare le mani in tasca e sparire tra la folla.
 
Lei sospirò e guardò di nuovo i soldi.
 
Prima tappa: negozio di scarpe.
 
 
                                                  + + + + + +
 
Un tempo, fare shopping avrebbe alleggerito lo spirito di Sakura,  a prescindere dall’occasione. Anche adesso, mentre stava camminando per le vie trafficate, il costante pensiero della missione minacciava di tornare a galla dal profondo della sua mente. Tuttavia, non poté fare a meno di sentirsi un pizzico più felice.
 
C’era qualcosa nell’aria- selezionare e scegliere. I soldi bruciavano nella sua tasca. Lo shopping l’avrebbe aiutata a concentrarsi su qualcosa di diverso da Matsura e Kakashi. Per ammazzare il tempo, curiosò con tutta calma nei vari negozio di abbigliamento. Trovò un paio di sandali neri molto simili a quelli che era solita indossare, e un paio di pantaloni marrone chiaro che si allacciavano sulle ginocchia. Avrebbe preferito una gonna e un paio di pantaloncini, ma gli unici in offerta erano troppo femminili e poco pratici per il suo lavoro. Avrebbe potuto resistere con i pantaloni fino a quando non sarebbe tornata a casa…anche se erano un  po’ troppo simili ai Knickerbocker per essere confortevoli.
 
Con un  po’ di ricerche ottenne una maglietta verde a mezze maniche e una fascia abbinata per sostituire il suo hitai- ate . Di nuovo, avrebbe preferito qualcosa di rosso,  ma il verde smorzato le donava, inoltre era in tinta con i suoi occhi. I suoi compagni potevano  prenderla in giro, ma come diceva sempre, solo perché era un ninja non significava che non avrebbe potuto essere femminile. Sarebbe una vergogna, se non fosse stata  in grado di coordinare i suoi vestiti.
 
Nonostante questi acquisti, le erano rimasti abbastanza soldi per comprare un nuovo paio di mutandine e un reggiseno. O un nuovo paio di mutande, un pasto caldo e un bagno.
 
Sakura valutò entrambe le opzioni. Reggiseno…o pasto caldo e bagno?
 
A dire il vero, non ci fu molto da scegliere. Sakura non toccava da cibo da più di due giorni quasi, e sul serio…aveva superato il test del senbon. Le sue tette non erano abbastanza grandi per avere un disperato bisogno del reggiseno.
Mentre mangiucchiava un bastone di dango per le strade, vaso sotto un braccio e borse della spesa nell’altro, cercò un bagno. Chiese indicazioni a una gentile vecchietta che le indicò il “ più bello” della città. Molto presto trovò il posto, fermandosi sulla soglia per controllare i prezzi.
 
Poi notò qualcosa’altro.
 
Unisex?
 
Sakura socchiuse gli occhi scettica. Aveva già sentito parlare di questi tipi di bagni, ma non era sicura che le andasse a genio l’idea di fare il bagno con gli uomini. La settimana scorsa, forse, non le sarebbe dispiaciuto. Ma oggi…il pensiero di essere sotto il mirino degli sguardi di un uomo la innervosiva un po’.
 
Rimase lì a lungo, chiedendosi interiormente se fosse abbastanza disperata per un bagno per sopportare quel tipo di inconveniente. Lei stava cominciando a puzzare davvero. E le macchie del sangue di Kakashi non si sarebbero ripulite da sole.
 
Proprio quando stava per convincersi che sì, forse avrebbe potuto farlo, vide qualcuno molto familiare dirigersi verso il bagno.
 
“ Yo.”
 
Kakashi alzò una mano mentre passava, ma non la guardò. Il naso sepolto in quell’infernale Icha Icha Chaos. Ovviamente aveva trovato una libreria. Lo fissò mentre si stava dirigendo  nel bagno davanti a lei.
 
Ripensandoci…
 
Sakura si voltò e iniziò a camminare. Forse avrebbe potuto trovare un altro bagno,no? O in alternativa anche un bel fiume pulito? O una mangiatoia per i maiali…?
 
Riusciva a malapena a gestire il viso nudo di Kakashi senza annegare in una pozzanghera di bava, come diavolo avrebbe potuto sopportare di vedere il resto delle sue nudità?
 
                                                  + + + + +
 
Trascorsero tre ore e,Sakura dopo aver trovato un bagno adatto per sole donne, tornò al punto d’incontro designato per aspettare Kakashi.
 
Un’ora e mezza dopo, arrivò.
 
“ Hey.”
 
“ Sei in ritardo!” scattò lei.
 
“ Mi sono perso…”
 
“Nel bagno?” Inarcò un sopracciglio quando notò le sue dita raggrinzite. Chiaramente era uscito dall’acqua pochi minuti fa.
 
“ Comunque!” Disse ad alta voce, deviando la conversazione in modo discreto. “ Ho comprato questa per te.”
 
Aprì il bottone della borsa e tirò fuori qualcosa. Quando gliela mise in mano, Sakura sussultò di gioia.
 
Una fondina di shuriken!
 
Stava quasi per mettersi a piangere dalla gioia, mentre stava cullando le armi con reverenza. “ Ti amo!” squittì.
 
Le diede una risata imbarazzata e le scompigliò i capelli rosa. “ Ti amo anch’io.”
 
I loro sogghigni svanirono quando realizzarono che cosa avessero appena detto e quanto potesse suonare strano. La mano di Kakashi scivolò dalla testa rosa e si appiattì contro la sua bocca esibendo una specie di goffa tosse.
 
Sakura divenne immediatamente un relitto balbettante. “ B-beh, sai cosa voglio dire- come un amico e tutto il resto-“
 
“ So cosa intendevi,” disse velocemente, rivolgendole un sorriso rassicurante.
 
Bene.
 
Eppure…si sentiva ancora terribilmente imbarazzata…
 
Si schiarì la voce e si chinò per allacciare la fondina intorno alla coscia destra, lasciando che i suoi capelli si piegassero per nascondere l’ennesimo rossore. Quando si raddrizzò, Kakashi si stava già allontanando con quel miserabile libro in mano. “ Presto sarà buio,” disse distrattamente. “ Sarà meglio trovare una locanda, prima che non ci siano più stanze disponibili.”
 
“ Certo.” Sakura dovette fare un po’ di jogging per recuperare la distanza.
 
La prima locanda che trovarono era già occupata, ma perlomeno il custode era stato abbastanza gentile da indicargli una seconda locanda più costosa. Quando trascinarono i piedi stanchi attraversando la porta di questa locanda, si stava già facendo buio. Fortunatamente, c’erano ancora posti vacanti.
 
“ Non possiamo permetterci due stanze qui,” disse tranquillamente Kakashi, contando e ricontando i soldi rimasti.
 
Lei incrociò le braccia. “ Te l’avevo detto che avresti dovuto contrattare per avere di più…”
 
Rassegnato, lui consegnò i soldi. “ Prendiamo una stanza con  due letti singoli”, disse all’uomo dietro al banco della registrazione.
 
“ Niente più singoli”, disse l’uomo. “ Solo doppi.”
 
Kakashi tamburellò le dita una volta contro la superficie appiccicosa del bancone. È quel doppio doppio?”
 
“ Singolo doppio, signore.”
 
“ Nessun doppio singolo?”
 
“ Raddoppia, signore, a meno che non vogliate raddoppiare i singoli.”
 
Tutte quelle botte e risposta stavano iniziando a confondere Sakura. Avrebbe dovuto imparare una lingua nuova e speciale per prendere accordi con l’albergatore. “ Cosa sta succedendo?” chiese a Kakashi.
 
Lui sospirò. “ Possiamo avere una stanza, ma le uniche libere hanno un solo letto, un letto matrimoniale.”
 
“ Se vuoi signore,” iniziò il locandiere, “ abbiamo un lettino da campeggio per tua figlia.”
 
Ahia.
 
Due volte in un giorno? Era un po’ troppo…
 
Inutile che la reazione di Kakashi questa volta fu meno discreta. “ Non è mia figlia,” disse brevemente, e per nulla divertito. Sia Sakura che il custode si allontanarono di mezzo passo da lui.
Evidentemente questa storia dell’età lo rendeva particolarmente sensibile- probabilmente perché non era così vecchio. “ Ma un letto da campo sarebbe adorabile,” continuò bruscamente. “ Grazie.”
 
Il custode annuì nervosamente e indicò la scala dietro di lui. “ Lo sistemeremo nella stanza tre per te e la tua…compagna, signore. Le bevande vengono servite al bar fino alle undici.”
 
“ Limonata, per favore!” Sakura annunciò al barista.
 
 “ Latte per me,grazie,” aggiunse Kakashi.
 
Erano entrambi straordinariamente stanchi, mentre due bevande straordinariamente analcoliche venivano  depositate davanti a loro. Tutti gli altri frequentatori del bar stavano felicemente tracannando ogni sorta di liquore. Ma ufficialmente loro erano ancora in missione e Sakura si sentì in dover di comportarsi bene davanti al suo ex superiore. Posò il vaso sul bancone accanto a lei e diede un’occhiata a Kakashi.
 
“ Non sapevo che ti piacesse il latte,” osservò.
 
“ A me no,” disse, sfregandosi il suo unico occhio visibile con due dita. È una pappa per animali in forma liquida espulsa da puzzolenti mammiferi a quattro zampe a cui colano due litri di muco e saliva al giorno.”
 
Wow…al ragazzo non piaceva il latte. Affatto. “ Allora perché lo hai ordinato?”
 
Lui sospirò. “ Mi aiuta a dormire.”
 
Sakura sorrise e stava per aggiungere. “ Forse vorresti essere drogato di nuovo?” Quando si rese conto che avere Kakashi drogato, avrebbe comportato un accarezzamento del seno o un bacio, sempre al suo seno. Inoltre aveva già lavato le ultime tracce di tranquillante dalla sua pelle. Dunque si ritrovò a concentrarsi nel succhiare con la cannuccia mezzo bicchiere di limonata in una volta sola, cercando di pensare a qualcos’altro da dire- preferibilmente qualcosa d’ intelligente.
Era strano. Non si era mai ritrovata in una situazione del genere prima d’ora. Certo, era rimasta sola con Kakashi un sacco di volte, ma mai per qualcosa di così banale come bere in un bar. Di solito, si trattava di allenamenti, missioni e ancora allenamenti. Quando uscivano per un drink, c’era sempre qualcun altro che li accompagnava- di solito Naruto, e talvolta Sasuke. Ed era sempre il primo ad andarsene, dopo aver consumato il drink attraverso la maschera in tempo per intercettare il conto che stava arrivando. E dopo che Kakashi se ne andava, era il turno di Sasuke di andarsene, e alla fine si ritrovava sempre sola con Naruto a bisticciare per tutta la serata.
 
Questa era praticamente la sua prima volta. Sakura desiderò non sentirsi così imbarazzata all’improvviso. Non aveva mai avuto problemi a parlargli prima, ma ora era quasi come dover parlare con Sasuke- lottando per pensare a qualcosa d’intelligente da dire e che non l’avrebbe fatta sembrare una completa imbecille. Proprio in quel momento, Sakura capì di avere una cotta. Chiaro e semplice. Era l’unica spiegazione plausibile per tutte le farfalle nello stomaco e l’incapacità di parlare liberamente come faceva di solito.
 
Quindi, realizzò qualcos’altro.
 
“ Ti sei tolto la maschera” disse lei, sbattendo le palpebre.
 
Kakashi la guardò. È un problema?”
 
“ Beh…questa deve essere la quinta volta in due giorni”, disse.
 
“ Lei hai contate?” Sembrò divertito, la sua fossetta era un chiaro segnale.
 
È difficile non notarlo”. Sakura scrollò le spalle, osservando quel tocco irresistibile sulla guancia. “ Non lo trovi un po’ strano? Niente per cinque anni e poi- BAM- cinque volte di seguito.”
 
Lui si strinse nelle spalle. “ Beh, hai già visto la mia faccia, sembra sciocco nasconderla adesso” disse semplicemente. “ Inoltre non posso bere il latte attraverso la maschera…lascerebbe la macchia.”
 
“Kakashi – sensei…” rigirò il ghiaccio nel suo bicchiere. “ Perché indossi la maschera?” chiese lei, in modo apparentemente casuale.
 
“ Oh…molte ragioni.” Disse vago.
 
“ Tipo?” Premé lei.
 
“ Quando arriva la stagione influenzale, di solito sono l’unico che rimane in piedi, quindi posso scegliere tutte le missioni migliori”, disse.
 
È una ragione stupida.”
 
“ Ho detto che avevo molte ragioni, non ho detto che fossero utili.” Disse bevendo un sorso di latte.
 
Sakura sorrise quando il bicchieri di Kakashi si allontanò dal suo viso, rivelando degli ampi baffi bianchi. “ Kakashi- sensei non sai nemmeno bere il tuo drink”, osservò con una leggera risata mentre allungava la mano per togliergli il latte col pollice.
 
Cazzo…Sakura si morse il labbro. Era troppo strano, vero? Mi ucciderà…
Un paio di labbra incredibilmente calde si chiusero improvvisamente sul polpastrello del pollice, e poco ci mancò che Sakura scivolasse dallo sgabello. Rimase a bocca aperta mentre fissava il suo ex insegnante- e in realtà non c’era altro modo per descriverlo- baciava il latte dal suo pollice.
 
Lo scivolone di una lingua rovente contro la sua pelle sensibile. Qualcosa le schizzò sul braccio e giù nella fossa dello stomaco, dove si arricciò in basso, facendole stringere le cosce per l’improvvisa tensione in mezzo. Stava diventando difficile respirare.
 
Fu un attimo, ma per lei durò molto di più. Lui lasciò cadere la mano e si ripulì il resto dei baffi con il retro del guanto. “ Grazie,” disse distrattamente.
 
Il pollice le sembrò freddo e umido, in contrasto con la bocca calda che lo aveva avvolto poco prima. Sakura poté solo fissare il proprietario di quella bocca, con le guance in fiamme. Sempre lentamente, Kakashi si voltò per incontrare il suo sguardo, illeggibile e paziente come sempre. Un gruppo di uomini dietro di loro stava diventando un po’ chiassoso, e un bicchiere si schiantò nel pavimento. Né la ragazza né l’uomo ruppero il contatto visivo. Nulla sembrava avere importanza al di là di ciò che stava accadendo tra loro.
 
Sakura avrebbe voluto tanto sapere cosa stava succedendo tra loro.
 
Per una volta, pensò che nemmeno Kakashi fosse in grado di saperlo.
 
Il suo pollice fremeva in grembo.
 
Non si era completamente sbarazzato dei suoi baffi.
 
All’improvviso Sakura fece un profondo respiro. “ Sono stanca,” annunciò rigida. “ Vado a letto.”
 
Le sopracciglia di Kakashi si sollevarono in risposta, e un secondo dopo tornò a bere il suo latte come se nulla fosse accaduto tra loro. “Farò attenzione a non svegliarti, quando arrivo.”
 
“ Certo.” Quasi inciampò nei suoi stessi piedi.” Grazie.”
 
“ Buona notte.”
 
“ Notte.” Cominciò ad allontanarsi molto velocemente.
 
“Sakura?”
 
Si voltò di scatto,con il cuore in gola.” Sì?”
 
Kakashi indicò il vaso.
 
“ Oh…giusto,grazie.”
 
“ Figurati.”
 
“…um…buonanotte,sensei.”
 
“…notte,Sakura- chan.”
 
Lei aggrottò la fronte nel sentire quel suffisso aggiunto al suo nome. Normalmente la chiamava così solo quando voleva prenderla in giro, ma in quel contesto suonava quasi beffardo. Si voltò e uscì dalla stanza nel modo più sereno che poteva fingere. Il suo cuore batteva così forte che fu un miracolo che lo sentisse solo lei. Raggiunse le scale che l’oste aveva indicato solo prima e rapidamente individuò la stanza numero tre.
 
 
Era piccola e angusta e il letto matrimoniale occupava quasi tutta la stanza. Ai piedi del letto giaceva un futon con le trapunte rimboccate in modo invitante. Ma Sakura le calpestò senza tanti preamboli e atterrò sul lettone gigante con un tonfo pesante. Dannazione, si meritava un materasso comodo dopo aver quasi avuto  un arresto cardiaco.
 
Deve averlo fatto intenzionalmente…la gente non avrebbe fatto questo genere di cose senza una chiara idea in mente.
 
Onestamente. A cosa stava pensando quell’uomo?
 
                                            + + + + +
 
Nel bar al piano di sotto, una stanza piena di clienti semi-sobri stavano guardando in silenzio un ninja dai capelli grigi mentre sbatteva ripetutamente la testa contro il bancone.
 
“ A cosa stavo pensando?” 

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Capitolo 8
*** Quando Sakura ha un incubo ( prima parte) ***


Bene, ecco un uomo buono e una ragazza carina,
 
Cercano l’armonia insieme in qualche modo…
 
 
Quando Ayume, la cugina di Sakura veniva a trovarla, rimaneva quasi sempre a dormire nella sua stanza, poiché non c’era posto per lei da nessun’altra parte. E poiché Ayume era più grande, spesso andava a dormire  molto tardi. Prometteva sempre di non fare rumore quando tornava, ma inevitabilmente finiva per sbattere contro almeno tre pareti e l’aspirapolvere prima di arrivare a letto.
 
Certo, sua cugina Ayume non era un ninja.
 
Ma Kakashi lo era. E quando le aveva detto “Cercherò di non svegliarti”, intendeva sul serio.
 
 
Sakura stava rotolando sotto le lenzuola da almeno un’ora da quando aveva spento le luci, incapace di addormentarsi, si chiedeva  pigramente quando Kakashi avrebbe deciso di salire  in camera. Era profondamente inquietate quanto si sentiva strana in quel momento, come sua madre che aspettava suo padre nelle  notti in cui lui era fuori dal pub a divertirsi con i suoi amici.
Ma era sicura che ormai il bar fosse chiuso. Quindi dov’era?
 
Si spostò su un fianco e sbirciò attraverso la stanza buia il futon vuoto sul pavimento. Si chiese se a Kakashi sarebbe stato turbato del fatto che  fosse impossessata del letto senza chiedere. Ma anche se lo fosse stato, nessuna forza in paradiso o all’inferno le avrebbe fatto cambiare idea.
 
 Emise un altro sospiro impaziente  quando si rigirò sul lato più freddo del letto. Non riusciva a trovare una posizione comoda in nessun modo. Ogni volta che chiudeva gli occhi, pensava a Kakashi. Ogni volta che apriva gli occhi, pensava a Kakashi. Non riusciva a togliere dalla mente la sensazione di quelle labbra sul suo pollice, e si ritrovò ad analizzare il ricordo in ogni minimo dettaglio, come se la sua testa riproducesse lo stesso nastro da ore, riavvolgendolo e riguardandolo da capo ogni volta che finiva.
 
Forse ci stava rimuginando troppo. Forse il latte gli piaceva più di quanto gli piacesse ammettere e non poteva resistere a quella gustosa goccia che gli era sfuggita.
Razionalizzando l’accaduto, Sakura non trovava differenze tra il modo in cui le aveva succhiato il pollice quella sera da come lo aveva succhiato tempo fa per assaggiare la salsa mitarashi dal suo dango. Un’ azione rapida, disinvolta e distratta- niente di più, niente di meno.
 
Se non doveva pensarci razionalmente, era la cosa più erotica che qualcuno le avesse mai fatto.
 
Certo, la sua esperienza complessiva era spaventosamente limitata in questo settore, ma non era abbastanza ingenua da non accorgersi come l’aveva guardata, anche se non era ancora sicura di cosa potesse significare. Quello sguardo avrebbe potuto implicare qualsiasi cosa. Magari era un innocente “ Cosa stai guardando?” . Oppure avrebbe potuto essere “ Sì, ho appena fatto sesso orale con il tuo pollice. Che ne dici?”
 
Lei si era sempre chiesta che tipo di pensieri passassero nelle teste degli uomini- in fondo lavorava spesso fianco a fianco con loro e peraltro la sua professione era dominata dal genere maschile. Immaginava che gli unici pensieri nella testa di Naruto erano qualcosa del tipo: ramen-ramen-ramen-ragazze-ramen-ramen-Sasuke-ramen.
 
La testa di Sasuke probabilmente era la dimora di pensieri malsani, vendette, lotte per il potere e prodotti per la cura dei capelli.
 
Ma se le fosse stato concesso di dare un’occhiata ai pensieri del famigerato copy-ninja, non poteva essere sicura di cosa ci avrebbe trovato. A volte l’uomo sembrava così svogliato e pigro che potevi quasi sentire il vento fischiare attraverso la caverna vuota che occupava lo spazio tra le sue orecchie. Poi avrebbe detto o fatto qualcosa di così incredibilmente profondo che avresti capito che quell’uomo aveva più strati addosso di quanto potevi immaginare.
 
Quindi avrebbe fatto qualcosa di così follemente stupido  da farti rivalutare il pensiero precedente.
 
 
Riusciva a confonderla, sempre. L’aveva confusa fin dal primo momento in cui l’aveva incontrato, e non in senso positivo. Ino le aveva detto che gli uomini enigmatici erano sempre quelli più interessanti, ma Sakura non trovava Kakashi enigmatico. Solo fastidioso e ambiguo. Soprattutto adesso, quando aveva bisogno di capirlo più che in qualsiasi altro momento della sua vita.
 
Rotolò dall’altro lato, cambiando nuovamente posizione sul letto e lanciò al futon l’ennesimo sguardo distratto.
 
Questa volta l’insufficienza cardiaca minacciò pericolosamente il suo cuore già provato, quando vide una forma non ben definita sotto la coperta.
 
Da quanto tempo era lì? Come mai non lo aveva sentito entrare? Stava già dormendo?
 
Cavoli…intendeva sul serio quando le aveva detto che avrebbe cercato di non svegliarla…
 
Sakura iniziò a rilassarsi, si sentiva al sicuro ora che sapeva che il suo compagno di squadra non era stato attaccato dai ninja di Matsura mentre lei non era con lui per tenerlo d’occhio.
Diede un sonoro sbadiglio e si sistemò le lenzuola, tirandole fino al mento.
 
Davvero, probabilmente si stava solo immaginando tutto. Era meglio non parlarne e fingere che non fosse mai successo. Come il modo in cui l’aveva toccata nella foresta, o il modo in cui l’aveva baciata nella galleria.
 
Fai solo finta che non sia successo.
 
 
Non riusciva a capire da quanto tempo si era addormentata, ma sembrava che qualcuno stesse facendo di tutto per svegliarla, proprio quando aveva trovato conforto per la sua testa così terribilmente affollata.  Kakashi era sopra di lei con la maschera abbassata sul mento. “ Sakura, svegliati” le stava sussurrando.
 
“ Che cosa?” rispose lei con rabbia. “Che cosa vuoi?”
 
“ Ho bisogno di te.”
 
E in un attimo la stava baciando, profondamente e avidamente. Sakura sospirò di gioia, avvolgendogli le braccia intorno al collo mentre lui si spostava su di lei. Non fece alcun tentativo per impedirgli di togliersi i vestiti e sistemarsi tra le sue gambe. Non si è nemmeno lamentata quando non ha chiesto il permesso prima di entrare in lei.
 
Ma stava cominciando a contestare il fatto che stesse iniziando a ingrassare. La sua barba si stava mettendo in mezzo, grattandole la gola, e le sue mani si muovevano un po’ troppo bruscamente per essere consolatorie.
 
“ No” cominciò lei, accigliata. “ No- vattene. Non mi piace.”
 
Si sentiva mezza addormentata e i suoi tentativi di allontanarlo erano pietosamente deboli e futili. Non sentiva dolore, ma sapeva che faceva male. La sue pelle formicolava per la paura e panico crescente mentre iniziava a rendersi di quanto fosse indifesa. “ Scendi” Per favore, scendi! Per favore, smettila!”
 
Adesso sentiva il suo peso schiacciarla, spremendo l’aria nei polmoni e facendola respirare affannosamente. Vili grugniti e gemiti echegggiarono nella sue orecchie e il suo intero corpo barcollò ad ogni movimento. In quell’istante si sentì morire e singhiozzi soffocati le sfuggirono de liberamente dalla gola mentre continuava a colpire inutilmente l’enorme uomo sopra di lei.
 
“ Smettila!” implorò. “ Smettila, per favore! Kakashi! Voglio Kakashi-sensei! Per favore,aiutami! Mamma! Mamma!”
 
“ Sakura.”
 
“ Vattene! Per favore!
 
“ Sakura.”


 
L’uomo sopra di lei le stringeva forte la spalla. Sakura provò a togliere via il braccio e la pressione sembrò affievolirsi per un momento, solo per tornare, più forte su entrambe le braccia. La  stava scuotendo.
 
“ Sakura, devi svegliarti.”


Era la voce di Kakashi. Lui era lì. Lo aveva chiamato e lui era venuto. Sakura smise di combattere e si rilassò.
 
L’immagine dell’uomo iniziò a sbiadirsi. La figura orribile sopra di lei si sciolse, svuotandosi attraverso i buchi della realtà  che si aprivano nella sua visione confusa. L’unica sensazione che non svanì fu la presa d’acciaio sulle sue braccia. Si rese conto di essere ancora a letto, completamente vestita, anche se le lenzuola erano attorcigliate goffamente attorno alle sue caviglie e i suoi pantaloni erano da qualche parte sul pavimento, lasciandola incredibilmente esposta con le sue mutandine.
 
Ci fu un tuffo nel materasso quando Kakashi si sedette al suo fianco. Era lui a tenerle le braccia così strette. Sakura lo guardò con apprensione, dolorosamente consapevole che le sue guance erano fredde e bagnate.
 
Per un momento, pensò di non potersi fidare di quest’uomo.
 
Ma lei conosceva i genjutsu. Sapeva la differenza tra realtà e illusione, e questo Kakashi era perfettamente reale. Non l’avrebbe mai ferita.
 
Nel momento in cui la sua presa si allentò sulle braccia, Sakura si mise a sedere e si gettò nel suo petto con un suono strozzato. Strinse le braccia attorno al suo collo con la chiara intenzione di non lasciarlo andare e premette il viso caldo sulla sua spalla.  Era consapevole che stava depositando una quantità industriale di moccoli e lacrime sulla sua camicia, ma in quel momento non le importò. Scossa da singhiozzi silenziosi, si aggrappò  a lui così forte che le facevano male le braccia.
 
Kakashi sembrava stordito. Sentì la sua mano toccarla leggermente, quasi incerta contro la sua schiena alcune volte prima che finalmente si stabilisse lì. Non le sussurrò nessuna assurdità confortante nell’orecchio,né provò a tirarla su di morale in nessun altro modo. Semplicemente la lasciò prendere ciò di cui aveva bisogno senza interferire. Stava aspettando che lei risolvesse il problema da sola.
 
“ Mi dispiace” balbettò contro la sua spalla, detestandosi completamente. “ La tua maglietta adesso è tutta stropicciata e disgustosa.”
 
“ Non importa”, disse in tono piatto.
 
Sakura tremò miseramente, cercando di contenere tutte le sue emozioni dentro di sé. Ma erano fuori del suo controllo. Era come costruire un muro di ramoscelli nel tentativo di trattenere uno tsunami.
 
“ Regola v-venticinque”, piagnucolò. “ Uno shinobi deve mantenere le emozioni per-sé.”
 
“ Per ora sei fuori servizio.”
 
“ Regola quattro…uno shinobi non è mai fuori servizio.”
 
“ Fanculo le regole, Sakura”, disse bruscamente.
 
La sua affermazione la colse di sorpresa e si ritrovò a singhiozzare di nuovo contro la sua spalla.
 
Continuò un po’ più calmo. “ Puoi dirmelo, Sakura,” disse gentilmente. “ Il mio pensiero su di te non cambierà.”
 
Quelle parole  furono la sua rovina. L’onda anomala frantumò il muro di ramoscelli e tutte le emozioni che aveva cercato di tenere a bada ribollirono dentro di lei. Dondolò contro di lui e singhiozzò liberamente contro la sua spalla. Le parole le caddero dalle labbra in un groviglio, cadendo l’una sull’altra e correndo insieme mentre lei iniziava a raccontargli tutto.
 
Gli disse di quanto fosse terrorizzata con Matsura. Come era stata costretta a massaggiargli i piedi e a togliergli i pantaloni. Di come aveva dovuto accarezzare il suo cazzo e trovare il coraggio di metterlo in bocca. Gli disse persino del modo in cui aveva stretto troppo forte il suo seno e di come aveva rotto qualcosa quando le aveva infilato le dita dentro.
 
Non era tutto comprensibile , persino alle orecchie di Sakura. Dubitava che Kakashi ne avesse capito anche solo la metà. Tuttavia ascoltò senza commentare e la lasciò tirare fuori tutto finché non rimase più nulla. Non sogghignò della sua ingenuità come avrebbe fatto Sasuke. E non giurò vendetta scappando, come faceva di solito Naruto.
 
Lui l’aveva capita.
 
“ Mi dispiace”, soffocò, con la voce rotta da un pezzo. “ Ci ho provato. Ci ho davvero provato, e mi dispiace tanto. Non sono riuscita a gestirlo. Non avrei mai dovuto accettare!”
 
“ Hai fatto del tuo meglio. Non hai fallito affatto.”
 
Sakura annusò forte. “ Se non avessi avuto la droga con me- se l’avessi lavata via- sarei stata violentata !”
 
“ Ma non è successo,” disse Kakashi in modo uniforme, mantenendo quel livello di calma necessario di cui lei aveva bisogno per ancorarsi. “ Ha funzionato e stai bene. Adesso sei completamente al sicuro. È tutto finito.”
 
“ Lo so” piagnucolò. “Ma fa ancora male.”
 
“ Questo è solo a causa dell’incubo,” disse. “ Sarà più facile quando passerà un po’ di tempo.”
 
“ Veramente?” Dio, se si sentiva patetica.
 
“È proprio come una cicatrice,” le disse. “ Il dolore svanirà, ma il ricordo rimarrà. È una brutta esperienza, una che non avresti dovuto provare così presto.”
 
Sakura si tirò indietro, allentando le braccia intorno al collo. Annuì comprensiva, tenendo il viso rivolto verso il basso. “ Grazie, Kakashi- sensei.”
 
La sua mano le toccò la parte superiore della testa, come se stesse per arruffarle i capelli come faceva sempre per tirarla su di morale e/ o prenderla in giro. Solo che questa volta, le sue dita si posarono sulle sue ciocche arruffate, accarezzandola, mentre il suo pollice le sistemava la frangetta dietro l’orecchio. Sentì il calore del suo palmo tra i capelli e si sporse inconsciamente nel suo tocco.
 
 
Lui lasciò cadere prontamente la mano. “ Stai bene”, disse, come un dottore che sta facendo una diagnosi. “ Ma dovresti cercare di dormire un po’ “.  “ Domani ci attende un viaggio piuttosto lungo e ti voglio fresca e pronta.”


In risposta lei annuì cupamente.
 
“ Brava ragazza” mormorò, dandogli una pacca su una mano con il pugno mentre si alzava.
 
Ma le dita di Sakura gli afferrarono la manica. Si fermò, mezzo raddrizzato, guardando prima le sue dita e poi il suo viso rivolto verso il basso. La sua domanda era silenziosa, ma chiaramente udibile.
 
“ Per favore,rimani,” disse lei con voce bassa.
 
Kakashi non  disse nulla, e dopo un momento si lasciò ricadere sul bordo del materasso. “ Cosa c’è che non va?”
 
Fece scivolare le dita dal morbido tessuto della manica, fissando forzatamente il letto. “ Non voglio che mi lasci di nuovo sola.”


“ Ma sarò proprio laggiù.”
 
“ Non potresti dormire qui? Chiese lei, spostandosi immediatamente dall’altra parte del letto per fargli spazio. “ Per favore…? È stupido, lo so, ma…mi sentirei meglio se tu fossi accanto a me.”


Le diede un lungo sguardo duro. “ Pensavo che l’idea di un altro uomo nel tuo letto ti avrebbe messo più a disagio,” sottolineò.
 
Anche lei avrebbe pensato la stessa cosa, ma non riusciva a spiegarlo. La presenza di Kakashi spazzava via quella di Matsura. Quando l’aveva baciata nella galleria, inconsapevolmente aveva aggiustato qualcosa che era stato rotto. E ora, quasi desiderava di poterlo baciare di nuovo, solo per sentirsi di nuovo bene. “ Mi sentirei più al sicuro”, iniziò onestamente, “ perché sei tu.”
 
Il deliberato silenzio di Kakashi era quasi insopportabile. Si chiese se avesse superato una di quelle linee forti e invisibili che definivano da sempre il loro rapporto. Era il suo superiore su molti, molti livelli.
Ma poi sospirò forte e scrollò le spalle. “ Ah…beh, chi sono io per rifiutare un letto comodo? “ disse piacevolmente. Tirò indietro le coperte e si infilò accanto a lei. Si tirò un cuscino sotto la testa e incrociò le mani sul petto.
 
 
Sakura sapeva che non si sarebbe mosso da quella posizione fino al momento di alzarsi. Kakashi sembrava un morto quando dormiva. Ai vecchi tempi era stato una fonte di grande ilarità per i membri della squadra sette, quando erano stati in grado di manipolargli le braccia e le gambe in qualsiasi posizione desiderassero alla luce del falò morente. Con il senno di poi, aveva capito che sicuramente in quelle occasioni era stato sveglio per tutto il tempo, facendo divertire i suoi tre pupilli. ( O meglio, solo lei e Naruto. Sasuke si univa di rado, a meno che non fosse in vena. “ Fagli toccare il naso”, era il suo consiglio preferito).
 
Tuttavia, il copy-ninja dormiva immobile. Non si rigirò mai,né si voltò e lei era abbastanza fiduciosa che non si sarebbe svegliata nel bel mezzo della notte per trovarsi inconsapevolmente avvinghiata con il suo vecchio insegnante. ( L’ultima persona a farle questo era stata Naruto, approfittando dei sacchi a pelo molto vicini. Si era svegliato con una costola rotta.)
 
Anche se…non le sarebbe davvero dispiaciuto.
 
Non se fosse Kakashi.
 
Avvicinandosi un po’ di più, Sakura era vagamente consapevole che si trattava di un accordo piuttosto indecente. Indossava solo le mutandine e la maglietta verde. Ma perché preoccuparsi adesso? Probabilmente aveva già fatto bella mostra di una considerevole quantità di coscia quando gli aveva gettato le braccia al collo, per non parlare dell’occhiata alla sua biancheria intima, che era di un imbarazzante rosa e frufru. L’aveva vista? Gli piaceva quello che aveva visto? Gliene importava?
 
Avrebbe davvero dovuto smettere di pensare a queste cose…
 
Rotolandosi, si voltò verso di lui, fissando la sagoma del suo profilo mascherato illuminato dalla luce lunare che filtrava dalla finestra. Sospirò profondamente , abbastanza vicino da poter sentire il suo calore e respirare il suo profumo.
 
“ Kakashi-sensei…?”
 
“Mm?”
“ Perché odori di fragole?”
 
“…è facile confondere i saponi in uno stabilimento balneare unisex…”
 
“ Scusa probabile.” Mormorò.
 
Kakashi sospirò. “ Vai a dormire, Sakura. Domani sarà una lunga giornata noiosa.”
 
Si mordicchiò i labbro e seppellì il viso contro il materasso. “ Avrò solo un altro incubo”, disse mogia.
 
Lui non disse nulla per lungo tempo, inducendola a pensare che non avrebbe avuto nessuna conversazione. Ma poi, sentì un rumore rassegnato provenire dalla sua gola, e lo vide mettersi seduto e sporgersi verso il comodino per accendere la luce. Sakura batté le palpebre, proteggendo gli occhi dalla luce della lampada mentre guardava Kakashi. “ Che cosa?” chiese lei quando si girò per guardarla.
 
“ Posso farti dormire con lo sharingan se vuoi.”
 
Ottenne uno sguardo scettico. “ Ma non avrò ancora-“
 
“ Nessuna fase REM  con lo sharingan”,disse, interrompendola con un movimento della testa. “ L’ho usato su me stesso abbastanza volte per saperlo.”
 
Il cipiglio di Sakura si fece più intenso.” Uh…come?”


“ Specchio.”
 
“ Oh…” L’idea che Kakashi si addormentasse fissando il proprio riflesso era…beh, non sapeva se ridere o preoccuparsi seriamente per lui.
 
“È perfettamente sicuro”, le disse scrollando le spalle spensierato.” È solo ipnosi.”
 
“Lo so,lo so…” lo interruppe, riflettendo intensamente. “ Um…ok,penso.”
 
“ Va bene, stenditi.”
 
Sakura si appoggiò di nuovo al cuscino, sentendosi preoccupata e un po’ eccitata. Solo chi era eccessivamente fastidioso e potente aveva avuto l’onore di essere sottoposto allo sharingan.  A volte Kakashi l’aveva osservata durante le sessioni di allenamento per tenere traccia dei suoi movimenti e criticare le sue tecniche. L’unico ad averlo mai usato contro di lei in battaglia era Sasuke, ma non l’aveva mai costretta a fare altro se non cadere con le chiappe per terra.
 
Questa sarebbe stata la prima volta.
 
Kakashi si chinò su di lei, buttando il peso sul gomito vicino la sua spalla. Per un momento, pensò che l’avrebbe baciata. Invece sollevò la benda sull’occhio e batté le palpebre verso di lei mentre si adattava alla luce. Lo sharingan stava ruotando il senso orario, fino a quando non si mise a fuoco e iniziò a girare rapidamente, facendole ribaltare le viscere. Sakura inspirò a fondo, trafitta da quelle chiazze nere e vorticose che si stagliavano contro lo sfondo rossa sangue. Una sensazione molto simile dall’essere anestetizzata si insinuò in lei. Era come se qualcosa la stesse trascinando in una pozza scura, e lei impotente non poteva fare altro che affondarci dentro. Le sue membra si intorpidirono, il suo petto divenne pesante e la sua testa leggera. Incapace di mantenere il contatto visivo, mentre l’oscurità la trascinava  irrimediabilmente sotto.
 
Sognò lo stesso, nonostante quello che le aveva detto Kakashi. Solo che era più come rivivere un dolce ricordo di baci rubati tra dipinti e sculture inestimabili.
 
Dimenticò tutto prima ancora di svegliarsi.

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Capitolo 9
*** Quando Sakura ha un incubo ( seconda parte) ***


Sakura aveva scoperto abbastanza presto nella sua vita che non le piaceva dormire con altre persone. Consapevolezza derivata dalle lunghe e calde notti estive passate in compagnia di sua cugina Ayume, da lì  aveva capito quanto fosse difficile dormire con un trattore umano vicino al
letto.
 
A malapena era riuscita a tollerare le missioni notturne con la squadra sette, portandosi un paio di tappi per le orecchie ogni volta che erano costretti ad accamparsi insieme. Il russare di Naruto era davvero incredibile per provenire da un ragazzo così piccolo. Non soltanto il suo sacco a pelo finiva inevitabilmente sugli altri due compagni di squadra, ma la forza del suo russare era capace di scuotere gli alberi.
 
Il russare di Sasuke era un po’ più riservato, ma ( dovette accettare a malincuore) non meno fastidioso. Il ragazzo praticamente faceva le fusa nel sonno come un gatto, tremando mentre inspirava e espirava. Un risultato impressionante. Ma lei aveva trovato un motivo per rifletterci. Alcune sere era rimasta sveglia ad ascoltarlo e a disperarsi, perché sapeva che non sarebbe mai stata in grado di sposarsi e condividere il letto con uno uomo che russava così insistentemente. Certo, esistevano gli interventi chirurgici per risolvere questo genere di cose…
 
Kakashi era l’unico a non emettere alcun suono quando dormiva, anche se questo avrebbe potuto significare che in realtà era sempre sveglio. Dopotutto era il loro guardiano. Se si fosse addormentato durante il suo turno di guardia e al suo risveglio avesse trovato i suoi tre allievi trucidati, si sarebbe beccato una critica molto aspra da parte dell’Hokage. Tuttavia, lui sembrava russare solo quando era profondamente cotto, e ciò accadeva quando era malato o incosciente. Il resto del tempo dormiva come un perfetto gentiluomo.
Era molto sensibile e attento su queste cose.
 
( Anche se ripensandoci, tutto questo era abbastanza ipocrita, perché Sakura russava come un orso con l’influenza nelle notti particolarmente afose.)
 
Quindi fu piacevolmente sorpresa quando si svegliò nelle prime ore del mattino, scoprendo che non aveva nessuna voglia di soffocare a morte il suo compagno di stanza con un cuscino. In effetti, era confortante svegliarsi accanto a un altro corpo più grande e caldo  che odorava lievemente di dolce. Kakashi si girò su un fianco, con una mano afferrò il bordo del cuscino di lei, mentre l’altra era nascosta sotto la fodera. Le sue braccia erano nude da quando si era tolto la giacca dell’uniforme e le sue maniche ANBU ad un certo punto durante la notte, lasciandolo solo con la canotta e la maschera di nylon neri. Un vecchio tatuaggio leggermente offuscato si scagliava nitidamente sulla sua pelle pallida nella parte superiore del braccio. Il simbolo ANBU.
 
Non parlava mai di quel periodo della sua vita. Ma forse non c’era molto da dire; Le missioni ANBU erano famose per essere incredibilmente noiose e spiacevoli. E la maggior parte erano segrete, quindi anche se facevi qualcosa di eclatante, non potevi vantarti con nessuno. Questo era uno dei motivi per cui Naruto sosteneva che  non avrebbe avuto mai alcuna intenzione di farne parte. Semmai avesse salvato il mondo prendendo a calci in culo il cattivo di turno, avrebbe voluto una gratificazione.
 
Sasuke si sarebbe unito senza pensarci due volte…ma probabilmente avrebbe abbandonato l’idea se Naruto avesse realizzato il suo sogno di diventare Hokage. Non avrebbe potuto sopportare l’idea di prendere ordini dal suo eterno rivale. Da sempre quella divisione lo irritava un po’, ma a giudicare dai risultati dei test psicologici, Sasuke era un candidato perfetto.
 
Sakura si chiese cosa avesse spinto Kakashi a unirsi. Ad essere sinceri, sembrava troppo pigro per stare al passo con la vita  movimentata di un agente della divisione speciale. Ed era troppo riconoscibile per dover rimanere  in incognito- sarebbe stato l’unico ANBU a leggere Icha Icha, per cominciare.
 
Forse era per quello che aveva lasciato perdere?
 
Ma secondo Yamato, era stato la stella nascente degli ANBU.  Stava arrivando in cima quando improvvisamente aveva dato le sue dimissioni.  Da allora aveva iniziato a svolgere missioni normali
“Non aveva l’ambizione”, aveva detto Yamato. “ Penso che ottenere quel tipo di potere lo abbia spaventato. Si dice che il suo nome venne proposto per prendere il posto del Sandaime ad un certo punto. Avresti dovuto vedere la sua faccia! Sembrava che qualcuno lo aveva  appena pugnalato allo stomaco.”
 
C’era qualcosa di stranamente rincuorante in qualcuno la cui massima ambizione nella vita era trovare un posto tranquillo in un pomeriggio soleggiato per leggere un  libro. Se Naruto moriva dalla voglia di essere Hokage, Sasuke moriva dalla voglia di avere la possibilità di uccidere i suoi parenti. Ne aveva abbastanza di adolescenti pazzi e problematici. Conoscere qualcuno a cui piaceva sedersi e godersi i semplici piaceri della vita, metteva le cose in una prospettiva migliore.
La vita non era nulla senza i semplici piaceri. Perfino Sasuke, nonostante tutte le sue chiacchiere vendicative, non poteva negare che a volte solo una semplice tazza di tè verde ben preparata, era in grado di migliorarli la giornata. O che le battute sporche e il jutsu pervertito di Naruto lo rendevano felice di non aver ucciso il suo amico, dopotutto.
 
Sakura aveva già molti semplici piaceri nella vita. Ma aveva la sensazione di averne appena scoperto uno nuovo…
 
Sospirando di calore e contentezza, si avvicinò un  po’ di più alla schiena di Kakashi fino a quando la sua fronte si posò quasi tra le sue scapole e con il ginocchio urtò la sua coscia. Se fosse stata più sveglia, probabilmente sarebbe stata mortificata per tutta quella vicinanza. Ma non era ancora tempo di alzarsi e Kakashi aveva un odore praticamente commestibile. E poi stava dormendo…dunque, che importanza aveva?
 
Sakura si avvicinò di più, sentendosi incredibilmente a suo agio con il mondo e con se stessa.
 
Ad un certo punto fu vagamente consapevole della sua mano appoggiata leggermente contro il fianco di Kakashi…e che pochi secondi dopo, quella stessa mano venne depositata delicatamente sul materasso. Lei era troppo assonnata per accorgersene o preoccuparsene.
 
Ma quando finalmente si svegliò del tutto, Kakashi non c’era più.
 
Si sedette emettendo un piccolo sbadiglio e allungò il braccio verso il soffitto mentre guardava fuori dalla finestra. Il cielo era rosso per le prime luci dell’alba e gli uccelli  stavano iniziando il loro canto mattutino. Poteva sentire alcune persone parlottare nella strada sottostante…ma Kakashi dov’era?
 
Un leggero tonfo proveniente dal piccolo bagno adiacente alla camera le diede la risposta che cercava. Si voltò verso la porta e si accigliò preoccupata quando sentì un gemito soffocato. “ Kakashi-sensei?”
 
Ci fu una pausa piuttosto lunga.
 
 
“…sì?” La sua voce terribilmente ovattata.
 
“ Stai bene?”
 
“ Sì…ho appena sbattuto l’alluce…”
 
Sakura sbuffò. “ Non è che ti sei messo a piangere,vero?”
 
“ …sono un fiume in piena”, rispose seccamente.
 
Emerse qualche istante dopo, un asciugamano drappeggiato sopra la sua testa. I capelli bagnati pendevano in punte grigio scuro intorno al suo viso. Sakura dovette distogliere lo sguardo. Seriamente, quel giubbotto doveva essere illegale.
 
Hatake Kakashi era un pericolo per il sesso opposto.
 
Non per la prima volta, fu contenta del suo modo bizzarro di coprirsi. Non avrebbe avuto problemi ad avere una sfilza di donne sbavanti e in preda alle crisi ormonali. Soprattutto, lei avrebbe fatto parte di quel gruppo.
 
Senza parlare, Kakashi si mise a sedere sul bordo del letto mentre continuava a sistemarsi  il resto dei suoi vestiti ( con grande sollievo di Sakura). Mentre stava regolando le protezioni del braccio attorno ai suoi polsi, lei iniziò a masticarsi  il labbro.
 
“ Kakashi-sensei…?”
 
“ Mm?” non alzò lo sguardo dai suoi polsi.
 
“ Mi dispiace per la scorsa notte,” disse lei piano. Non voleva  sollevare l’argomento, ma sentiva il bisogno di scusarsi. “ Non è stato molto professionale da parte mia.”
 
Kakashi le lanciò uno sguardo incappucciato con un occhio chiuso ed entrambe le sopracciglia inclinate in una lieve forma di “ qualsiasi cosa.”  “ Mi piace pensare che ci conosciamo abbastanza da poterci prendere delle confidenze  l’un l’altro”, disse con nonchalance.
 
Lei non era sicura di poter essere d’accordo. Prima della missione, non avevano parlato poi molto. Il suo atteggiamento l’aveva costretta a rivalutare la loro posizione. Era stato vicino a….era stato il suo mentore e poteva gridarlo a squarciagola, ma con la distanza che lui aveva messo tra loro, molto spesso Sakura si era chiesta se fossero solo destinati a rimanere dei semplici conoscenti. Il tipo di ragazzo che vedevi per strada e pensavi “ Ehi, lo conosco! Mi insegnava cose!”
 
Stava cercando di riapprendere la loro dinamica; cercando di  recuperare l’intesa di una volta, e cercando di capire quali piccole sfumature fossero cambiate in sua assenza.
 
C’era qualcosa di diverso, così tanto diverso. Lo sapeva, dal modo in cui le sue labbra si erano avviluppate sul suo pollice, e dal modo in cui le aveva afferrato la chiappa e stretto il seno mentre la baciava fino a quando aveva mandato in tilt le sue sinapsi. Dal modo in cui l’aveva toccata tra le gambe…
 
Qualcosa era cambiato profondamente.
Eppure….nonostante tutto quello che era successo tra loro, parlavano tranquillamente come se niente fosse.
 
Kakashi si alzò, dirigendosi verso la porta dove s’infilò i sandali. “ Puoi vestirti,” disse distrattamente mentre raccoglieva il vaso blu e oro appoggiato sul comodino. “ Vado a vedere come recuperare quel diamante. Ci vediamo davanti all’ingresso tra quindici minuti.”
 
Probabilmente intendeva mezz’ora.
 
Ma quando la sua mano stava per raggiungere la porta, Sakura balzò leggermente in avanti. “ Sensei?”
 
Fece una pausa guardandola impassibile. “ Sì?”
 
Dannazione….che diavolo avrebbe dovuto dire adesso? Cercò nella sua mente stranamente vuota e non trovò nulla. “ Um…” temporeggiò, rendendosi conto che forse voleva solo che lui restasse e parlasse con lei, e magari avrebbe trovato una risposta a quel miscuglio di pensieri e sentimenti che da un  po’ aleggiavano nella sua testa e nel suo cuore. “ Fa attenzione, ok?”
 
Sorrise all’improvviso, come se qualcuno avesse appena fissato l’espressione sul suo viso. “ Ci vediamo tra un po’.”
 
E in un attimo, sparì.
 
Sakura fece una faccia tragica per via della sua stessa idiozia e si lasciò cadere sulle lenzuola spiegazzate per schiacciare un piccolo grido nel suo cuscino.
 
No…non il suo cuscino. Quello di Kakashi, ovviamente!
 
Colse il debole profumo dello shampoo floreale ( a quanto pare non aveva confuso solo il sapone) e un pizzico di odore muschiato che ormai conosceva così bene. Un profondo profumo mascolino, che le fece venire voglia di stendersi sul solco che aveva lasciato sul materasso e tornare a dormire con il naso premuto sul cuscino.
 
Passarono alcuni minuti,e dopo essersi crogiolata in quel delizioso odore, capì che era una delle cose più bizzarre e ridicole che avesse mai fatto. Si mise a sedere e cominciò a preoccuparsi. Davvero, questa cotta le stava sfuggendo di mano.
 
Non era salutare provare interesse per un uomo che aveva praticamente il doppio della sua età. Un uomo che aveva ottenuto il grado di jonin ancora prima di essere nato, che era al servizio di Konoha da così tanto tempo, nello stesso periodi in cui  lei giocava sulle altalene nei parchi più o meno.
 
Ma quando si era tolto la maschera e le aveva sorriso in quel modo pigro, mostrando quel suo bell’aspetto e quel tipo di perfezione che normalmente si poteva ottenere solo trascorrendo ore e ore davanti lo specchio, Sakura facilmente avrebbe potuto dimenticare tutto il resto. Che era più vecchio, più forte e più esperto di lei. Che era stato il suo insegnate e superiore. Il fatto che l’avesse punita in modo estenuante ogni volta che dormiva e arriva più in ritardo di lui a gli allenamenti. O che avesse ucciso il suo pesce rosso.
 
Tutto ciò che vedeva era un uomo di bell’aspetto che le sorrideva.
 
Forse sarebbe stato meglio tornare al villaggio e iniziare a evitarlo per un altro anno. Le sarebbe dispiaciuto, ma forse era la cosa migliore da fare. Forse avrebbe trovato un fidanzato, avrebbe sperimentato il sesso e si sarebbe dimenticata di questo breve periodo della sua vita in cui aveva avuto una cotta per il suo insegnante. Forse col tempo i suoi sentimenti si sarebbero raffreddati un po’, e sarebbe tornata a vederlo come il semplice vecchio Kakashi –sensei.- quell’uomo che era solito insegnarle cose.
 
Rotolando nel bagno, Sakura iniziò a lavarsi la faccia con il sapone duro della locanda. Le avrebbe asciugato la pelle, ma era meglio di niente. Si passò le dita tra i capelli e si sistemò la bandana verde sulla testa mentre si  guardava il  viso in modo critico allo specchio. Il sonno indotto dallo sharingan le aveva fatto sparire quelle bruttissime occhiaie dalla  faccia. Avrebbe cercato di convincere Sasuke a prestarle uno dei suoi occhi quando sarebbe ritornata.
 
 
Trascorsi quindici minuti, sistemò meglio la fondina di shuriken attorno la sua coscia e scese le scale pronta ad aspettare davanti l’ingresso. Sapeva che probabilmente sarebbe rimasta aspettare per un po’, ma almeno qualcuno avrebbe dovuto essere puntuale.
 
Ecco perché fu un po’ sorpresa nel trovare Kakashi che la stava aspettando sulla soglia della locanda. Quando la vide, sorrise. “ Pronta a partire, Rin-chan?”
 
In quel momento, Sakura capì che c’era qualcosa di terribilmente sbagliato. Per tre motivi:
 
Kakashi non la chiamerebbe Rin-chan, nemmeno per scherzo.
 
Kakashi non era mai puntuale.
 
E Kakashi non reggeva nessun vaso.
 
Prendendo fiato, iniziò a indietreggiare sempre di più nella strada deserta, fissandolo. La sua mano andò alla fondina di shuriken sulla gamba; le sue uniche armi. “ Tu non sei-“
 
La sua schiena si scontrò con un corpo duro e una lama fredda si appoggiò attorno al collo, rendendola immobile. Non aveva percepito nessuno lì … ma dalla nauseabonda puzza di sakè non le ci volle molto per capire che si trattava di Matsura.
 
Il suo stomaco si capovolse.
 
“ In questo momento probabilmente avresti voluto uccidermi quando ne avevi la possibilità,” borbottò una voce nel suo orecchio, facendola rabbrividire mentre disgusto e nausea le attraversarono il corpo. Deglutì per paura e lasciò cadere la mano dalla fondina. Non poteva competere con quest’uomo.
 
“ Dov’è?” La sua voce risuonò debole e tremante, abbastanza da sentire un battito d’odio verso se stessa.
 
Il jutsu svanì e il sosia di Kakashi divenne l’uomo che aveva visto sulla porta della galleria; il figlio di Matsura, Jin. Quest’ultimo distolse lo sguardo dalla strada deserta e Sakura seguì il sguardo con curiosità. Spalancò gli occhi quando vide un gruppo di ninja riunito poco più distante.
 
Seduto di fronte a loro con le mani legate in grembo c’era il suo inutile compagno di squadra. Quando i loro occhi si incontrarono, sollevò le mani congiunte e le fece un piccolo cenno. “ Yo”, disse. La maschera che gli ricopriva la gola era stata tagliata e una notevole quantità di sangue gli inzuppava la giacca. Il cuore di Sakura le saltò in gola.
 
“ Stai bene?” gridò, ignorando la lama di Matsura.
 
“ Alla grande,” ribatté Kakashi sottovoce. “ Ma questo è un po’ imbarazzante…”
 
Anche se le sue mani erano legate, non c’era nulla che potesse impedirgli di liberarsi e colpire gli uomini dietro di lui con uno dei suo kunai. Ovviamente si stava trattenendo. Con Matsura e Jin assieme, non sarebbe stato saggio fare qualcosa di drastico. Una mossa sbagliata e tutto sarebbe finito.
 
Venne trascinata per la strada in direzione di Kakashi. Era troppo presto perché le strade fossero affollate, tuttavia Sakura vide una  strana faccia terrorizzata sbirciare da una finestra. Nessuno però si mosse per aiutarla, ma forse era meglio così. Se il suo sensei era stato battuto così facilmente, che possibilità avrebbero avuto dei comuni civili?
 
Si ritrovò costretta a inginocchiarsi accanto al suo insegnante e il coltello sul suo collo divenne proprietà di uno degli scagnozzi di basso livello dietro di loro. Almeno questo era un inizio. Matsura camminava davanti a loro, sfoderando lentamente il wakizashi da sopra la spalla. La sua grazia e la sua mano ferma la sorpresero un po’. Era difficile credere che un simile buffone potesse essere considerato d’elité.
 
“ Allora…Umino Iruka” Matsura premette la punta quadrata della lama sulla spalla del copy-ninja. “ O dovrei dire…Hatake Kakashi!”
 
Apparentemente essere un ninja d’elité significava che dovevi avere una passione per il melodramma. Kakashi rivolse uno sguardo freddo e duro all’uomo enorme di fronte a lui. “ Oh, non ti prenderei mai in giro. Sì, mi hai beccato. Sono quell’uomo. Sono…Hitake Takashi.”
 
Sakura represse un ghigno. “ Hatake Kakashi”, corresse.
 
“ Giusto” annuì Kakashi. “ Quello che ha detto. Sono lui. Non commettere errori.”
 
Un piccolo barlume di dubbio  si dipinse sulla faccia di Matsura. Le persone non avrebbero rivelato
 subito la loro identità sotto interrogatorio a meno che non fosse un’ informazione sbagliata. Guardò interrogativamente suo figlio in piedi a pochi metri di distanza, ma Jin scrollò le spalle in risposta.
 
“ Se non mi credi,” proseguì Kakashi in tono disinvolto, “ perché non mi togli la benda sull’occhio? Dai un’occhiata al mio sharingan?”
 
Ma nessun nemico lo avrebbe mai fatto. Nel caso in cui lui fosse davvero il famigerato copy-ninja, solo un pazzo avrebbe svelato la sua arma più grande di sua spontanea volontà.
 
“ Non importa…” disse Matsura alla fine, tornado a Kakashi. “ Dimmi solo dove si trova il vaso”, spostò la spada dalla spalla di Kakashi alla fronte di Sakura,” oppure affondo questa lama nel cervello della tua bambina.”
 
La Kunoichi sbuffò indignata. Non era per caso lei che aveva orchestrato questa missione? Non era lei il leader? Come mai il suo compagno di squadra veniva interrogato e lei era solo la merce di scambio e veniva anche definita “ bambina”? Davvero, quanto era sciovinista…
 
E che diavolo aveva fatto Kakashi con il vaso?
 
Alla riluttanza di quest’ultimo a rispondere, Matsura sorrise. “ Pensi che non lo farò? Che la mancherò? La derise, aumento la pressione sulla lama. Sakura fece una smorfia di dolore quando sentì qualcosa di caldo gocciolarle sul naso. “ Non la mancherò. È un obiettivo abbastanza grande.”
 
“ Hey!” L’unica cosa che impedì Sakura di lanciarsi addosso alla giugulare di quell’uomo era il fatto che  si sarebbe sfregiata tutta la testa. Ma Matsura avrebbe pagato per quel taglio sulla fronte!
 
“ Ti importa di questa ragazza,vero?” disse diretto al ninja dai capelli argentei. “ Cos’è per te davvero? È la tua subordinata? La tua amante? Sorella? Forse è tua figlia?”
 
Colpito tre volte.
 
Non è mia figlia.”
 
L’intera fila di ninja alle loro spalle fece un mezzo passo indietro. Sakura non poté  fargliene una colpa. La pazienza di Kakashi stava  iniziando a esaurirsi su questo argomento. Poteva fare davvero paura a volte.
 
“ Non è importante”, disse Matsura , per nulla impressionato. “ Ad ogni modo, se non mi dici dove si trova il vaso, la ucciderò tra dieci secondi.”
 
Lo stomaco di Sakura si capovolse di nuovo e  sentì una scarica di paura percorrerle la pelle.
 
“ Dieci…nove…”
 
Contrasse lo sguardo per guardare Kakashi, ma lui stava guardando intensamente il terreno polveroso davanti a lui.
 
“ Otto…sette…sei…”
 
Dovere prima dell’onore. Una missione viene sempre prima di qualsiasi altra cosa, anche la vita di un compagno di squadra. Era uno scenario da manuale e le linee guida erano chiare. Kakashi aveva pienamente il diritto di lasciar morire Sakura per il bene dello scopo della missione. Lei non avrebbe dovuto biasimarlo…solo…
 
Mio Dio, ti perseguiterò a morte se mi lasci morire,coglione…
 
“ Quattro…tre…due…”
 
“ Se la uccidi,” interruppe Kakashi senza problemi. “ Non ti dirò niente. Risparmiala e avrai ancora quello che cerchi.”


Aah…salvato dalla logica. Sakura sospirò di sollievo quando la punta della lama lasciò la sua fronte, lasciando dietro di sé un nuovo rivolo di sangue.
 
“ Sì”,disse Matsura, sogghignando a Kakashi. “ La morte è una decisione troppo drastica,non è vero?” Detesto pensare a quanto saresti stato problematico se l’avessi uccisa. E non sembri il tipo che si piega facilmente, quindi non ha senso torturarti.”
 
“ Sono contento che la pensi così,” disse Kakashi piacevolmente.
 
Matsura sogghignò di nuovo e ritirò lentamente la lama. Sakura stava per rilasciare l’aria che aveva tenuto in ostaggio nei suoi polmoni quando la mano di Matsura scattò in avanti e l’afferrò per un braccio. Fu tirata in piedi così in fretta che inciampò e quasi cadde, ma la sua presa stretta si rifiutò di lasciarla andare. Intravide una piega tra le sopracciglia di Kakashi.
 
“Non preoccuparti, non la ucciderò,” lo rassicurò Matsura. “Almeno non ancora-sarebbe uno spreco. Soprattutto quando c’è così tanta vivacità da provare prima.”
 
A Sakura non piacque il modo in cui la stava guardando, allo stesso modo in cui l’aveva guardata prima nella magione. Una fame oscura luccicò nei suoi occhi mentre si avvicinava a lei. Avrebbe dovuto comprare un grande sacco marrone da indossare al posto di questi abiti pratici e attillati. Certo non avrebbe dovuto preoccuparsi di essere appesa sulle maniglie delle porte, ma si sarebbe protetta dallo sguardo ripugnante di un pervertito.
 
E in un attimo la stava trascinando verso la locanda. Lanciò uno sguardo sorpreso e supplichevole a Kakashi e vide lo shock e la rabbia espandersi in tutto il suo corpo. Si stava irrigidendo, i polsi erano tesi contro la corda che li teneva imprigionati. Sembrava pronto a scattare in qualsiasi momento.
 
Più veloce di quanto l’occhio potesse seguire, Jin si mise al suo fianco,il kunai contro la sua gola. “ Non farmi tagliare di nuovo,Kakashi –san” . Ma già del sangue sgorgava liberamente sotto la lama. Sakura si rese conto che stava tagliando troppo profondamente. La faccia di Kakashi era contorta dal dolore. Doveva tornare indietro e guarirlo.
 
“ Lasciami andare!” ringhiò a Matsura. mentre la stava trascinando. “ Gli sta facendo male!”
 
Matsura si dimostrò poco tollerante verso la piccola Kunoichi che lo drogava nei momenti meno opportuni. Infatti, appena lei finì di parlare, il suo pugno volò verso il viso di Sakura.
Provò a scansarsi ma la presa ferrea del suo aguzzino glielo impedì, e l’impatto fu come essere colpiti da una mazza.
 
Si accasciò a bocca aperta in un silenzioso grido di dolore.
 
“ Le donne dovrebbero sapere qual è il loro posto” le sputò. “ Le Kunoichi sono un abominio. Non dovrebbero essercene. Il mondo dei ninja è riservato solo a coloro che hanno la forza di gestirlo-“
 
Il pugno di Sakura si ritrasse e si sporse in avanti per scontrarsi contro la sua bocca, interrompendo quello sfogo misogino. Non si trattenne, misurando la quantità perfetta di chakra per assestare un pugno micidiale. Ne valse la pensa solo per sentire un dente rotto sotto le sue forze. “ Cos’era quella forza?” mormorò il ninja, massaggiandosi la guancia gonfia.
 
Ma lo shock di Matsura non durò a lungo e si trasformò rapidamente in rabbia. “ Piccola puttana- devo insegnarti a stare al tuo posto! Forse allora il tuo amico sarà più loquace.”
 
La sua mano le afferrò i capelli e riprese a trascinarla verso la locanda. Sakura rimase a bocca aperta.
“ Aspetta!”
 
A parlare fu Kakashi. Matsura si fermò di colpo e lo guardò truce. La sua allieva lo guardò con gli occhi socchiusi. Vide che era ancora tenuto a bada dal coltello di Jin.
 
“ Il vaso…ti dirò dove si trova”; disse il copy-ninja in tono piatto.
 
Gli occhi di Sakura si spalancarono. “ No-idiota- non essere stupido-“
 
“ Devi promettere di lasciarla stare e di lasciarci andare in pace,” interruppe Kakashi, ignorandola. “ Allora ti dirò dove l’ho nascosto.”
 
Stupido, pensò Sakura, chiudendo gli occhi per la disperazione, ma anche per intenso sollievo. Non poteva negare di essergli grata per averla salvata. Ma consegnare il vaso avrebbe reso inutili tutti gli sforzi della missione. Aver dovuto sopportare la vista del cazzo di Matsura sarebbe stato inutile.
 
Matsura si voltò, stringendo ancora con troppa forza i capelli rosa. “ Allora parla. Dimmi dove si trova.”
 
 
Kakashi non era nella posizione di poter rifiutare le sue richieste. Avrebbe potuto solo fidarsi che Matsura mantenesse la parola. “ Il mio marsupio…c’è un kunai da lancio nel marsupio.”
 
Jin allontanò la lama dalla sua gola e si chinò per aprire cautamente la borsa. Tirò fuori il kunai in questione e lo sollevò con curiosità. “ E?” disse semplicemente.
 
Kakashi si strinse nelle spalle. “ Esegui un sigillo di rilascio e vedrai, Jin-san.”
 
Jin fece proprio questo e rapidamente si ritrovò a tenere il vaso rubato, senza il diamante blu. Tuttavia non sembrò accorgersene, troppo impegnato a guardare suo padre. “ Ce l’abbiamo.”
 
Matsura annuì, apparentemente soddisfatto dalla piega degli eventi. Guardo il copy-nin con un sorriso benevolo, come un guerriero che ammira l’integrità di un altro compagno. Quindi rivolse lo stesso sorriso a suo figlio e disse.: “ Uccidilo.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
Ebbene eccomi qua! Non volevo far passare troppo tempo nel pubblicare questo capitolo
 perché purtroppo per mancanza di tempo la volta scorsa ne ho scritto solo metà, e insomma, non potevo lasciarvi così.
Comunque pensavate che i guai fossero finiti per i nostri eroi?
Ma certo che no! Della serie “ mai una gioia” questi due non hanno mai un attimo di tregua. Posso dirvi che di Matsura non ci libereremo tanto facilmente, ma come dice Ligabue: il meglio deve ancora venire.
Soprattutto volevo chiedervi se anche voi avete pensato male quando Kakashi era chiuso in bagno oppure sono io che sono peggio di Jiraya-sama. No, veramente….io non ci credo affatto alla storia del dito del piede. Fatemi sapere che ne pensate.
Ad ogni modo ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite/ ricordate e a chi semplicemente l’ha letta. Un grazie in particolare va a Emy che con i suoi commenti mi dà la voglia di continuare la storia.
Un bacio e alla prossima!

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Capitolo 10
*** Quando le cose sfuggono di mano ***


 
Chiedo venia per il mio immenso e inqualificabile ritardo nel postare questo capitolo. Sono pessima lo so, scusate!
Vi auguro una buona lettura e ci vediamo alle note finali.
 
 
 
 
 
 
 
So che il mio viso è troppo familiare per i tuo sogni,
 
Posso vederlo nei tuoi occhi e posso dirlo dal tuo calore corporeo,
 
Perché sta impiegando così tanto tempo?
 
Hai bisogno che venga a trovarti, tesoro?
 
Riposa la mente, lascia correre liberi i tuoi sogni…
 
 
 
 
“ Uccidilo.”
 
“ Cosa-no!” Sakura cercò di liberarsi e tentò  di tirare un altro pugno a Matsura. Tuttavia questa volta la sua ondata di chakra venne contrastata con una delle sue, annullandone la forza. Era
come andare a sbattere contro un muro di mattoni.
 
“ Verrai con me,” sibilò maliziosamente Matsura, spingendo il viso verso di lei abbastanza vicino da provocarle una smorfia. Almeno le faceva piacere vedere che gli mancava un dente.
 
Dietro di lei, Jin consegnò il vaso a un subordinato e avanzò verso Kakashi. “ Sono dispiaciuto per questo”, disse, sembrando piuttosto costernato.
 
“ Oh no, è perfettamente comprensibile”, rispose Kakashi, altrettanto sensibile.
 
Sakura cercò di allungargli una mano, ma venne trascinata via. >” Kakashi!” Inchiodò duramente i talloni nel terreno, sporcandosi i sandali. “ Kakashi- sensei, per favore! Fai qualcosa!”
 
Salvami- salvati- qualsiasi cosa! Perché stai seduto lì?
 
Matsura la strattonò per il braccio, erano arrivati quasi sulla soglia della locanda. Sakura si girò per sibilare un altro insulto verso di lui quando una sfocatura bianca e nera la fece esitare. Kakashi stava correndo davanti a loro. Velocemente. Intravide un accigliato e determinato cipiglio e un braccio in avanti puntato verso Matsura così in fretta che tutti quei movimenti risultarono confusionari ai suoi occhi lenti. Il suo aguzzino inspirò profondamente, la mano cominciò a sollevarsi per bloccare quell’attacco improvviso, ma era troppo lento.
 
In un attimo, Jin si mise tra loro. Si era mosso più velocemente e più silenziosamente persino di Kakashi, e la sua mano si sollevò per bloccare quella del copy-ninja e l’impatto provocò un forte tonfo. Il sangue iniziò a sgorgare. Il kunai di Kakashi scivolò dritto attraversando il palmo di Jin, ma quest’ultimo non sussultò nemmeno. Semplicemente chiuse le dita della mano ferita attorno al pugno del suo avversario  e lo afferrò per un spalla.
 
Kakashi si allontanò, portando Jin con sé come se stessero prendendo parte a un bizzarro valzer. La testa di Sakura vacillò per la velocità dello scontro. Guardò alle sue spalle il punto esatto in cui Kakashi era seduto qualche istante prima, appena in tempo per vedere il suo clone legato sparire in un vortice di fumo e polvere e le corde con cui era stato legato cadere  a terra.
 
Un’esca, solo un’esca. Ma il Kakashi che si stava scambiando duri colpi con Jin era perfettamente reale. Il sangue che spruzzava dal taglio appena apparso sotto le costole era reale.
 
“ Occupati di lui, Jin,” disse Matsura duramente, dopo che aveva visto la sua vita passargli brevemente davanti a gli occhi. “ Io mi occuperò di questo.”


“ N-no!” Sakura lo combatté di nuovo, mettendoci più forza che poteva, anche se a quanto pare Matsura era piuttosto abile ed esperto nel controllo del chakra. Cominciò a trascinarla dentro la locanda quando Sakura allungò una mano e afferrò l’orlo di legno della porta d’ingresso. La strattonò, ma lei rifiutò di mollare la pressa. Il legno si spezzò sotto le sue dita, e taglienti schegge di legno infilzarono la sua pelle candida. Non le importava. Lasciar andare non era un’opzione. Avrebbe voluto aiutare Kakashi: era tutto fuori controllo!
 
“Kakashi-sensei!”urlò, e cercò di dirgli che sarebbe arrivata da lui tra un momento, ma Matsura glielo impedì tappandogli la bocca con la sua mano sudicia. Le lasciò il braccio per fare leva sulla presa sul telaio della porta. L’urlo di Sakura uscì ovattato e lo morse così selvaggiamente finché il sangue non le riempì la bocca. A Matsura non importò, quasi  non sentiva i calci contro le sue gambe. Troppo occupato a liberare la mano della kunoichi.
 
Sakura chiuse gli occhi e lottò con ogni residuo di forza che le era rimasta in corpo.
 
Udì uno stridio di canti di uccelli e un suono incomprensibile. Aprì gli occhi e vide metà strada esplodere in una pioggia di terra e chakra bianco. Una nuvola di polvere inondò Sakura, invadendole il naso. Tossì e sbuffò, a malapena era in grado di respirare.
 
“ Sakura!”
 
Attraverso la tempesta di polvere vide la forma indistinta di Kakashi correre nella sua direzione. Allungò la mano libera verso di lui, con il cuore in gola.
 
E in un attimo scomparve. In quella nebbia polverosa vide Jin attaccare il suo sensei. Sentì i loro grugniti e i tonfi sordi dei pugni impattati. Una raffica di shuriken volò fuori dalla polvere, alloggiando contro la parete esterna della locanda. Il combattimento stava continuando.
 
 
“ Sei davvero una cagna testarda,” si lamentò Matsura,  stringendole così forte la mano da provocarle un pop sinistro alle articolazioni.
 
La sua faccia si contorse per il dolore e il suo autocontrollo scemò. Lo stipite della porta cedette. Matsura la trascinò oltre la soglia e verso le scale, abbaiando contro l’oste di togliersi di torno. Più si allontanavano dalla porta e più i suoni dello scontro si affievolirono. Sperava di poter sentire di nuovo Kakashi chiamare il suo nome, ma lui non stava arrivando. Non avrebbe potuto.
 
Avrebbe dovuto tenere duro.  Matsura la trascinò sul pavimento di legno lucido. Sembrava
 che non gliene importasse particolarmente quando arrivarono alle scale e dovette trascinarla su, facendole sbattere l’anca contro gli scalini. Sakura cercò disperatamente di allentare la presa sul braccio, ma senza riuscirci.
 
 
Che possibilità aveva davvero? Era un ninja medico.  Invece Matsura era un ninja di rango S. Era soprannominato “ Il leggendario pervertito” ( sebbene Jiraya stesse facendo del suo meglio per usurpare quel titolo). Era alla pari con il sannin, o forse addirittura più forte. Sakura non era riuscita a sconfiggere neanche una volta Tsunade durante i combattimenti di esercitazione. Dubitava seriamente di poter battere quest’uomo…
 
Matsura  aprì una porta e, con un movimento tremendamente familiare, Sakura si ritrovò gettata contro i cuscini di un letto intatto. In un lampo si alzò, dirigendosi verso la finestra che era il suo unico appiglio di libertà. Il vecchio ninja la recuperò e la gettò nuovamente sul letto, armeggiando con la cintura dei pantaloni e caricandosi con il suo enorme peso sui fianchi di Sakura.
Cercò di mettersi tra le sue gambe, ma lei tenne  le ginocchia premute insieme, contorcendosi per sfuggire alle sue viscide mani. Tutto quel movimento purtroppo favorì l’effetto contrario di quello che sperava.
Un singhiozzo secco e frustato le risalì  la gola, e poi urlò per pura repulsione, spingendo e grattandosi ciecamente il viso. Matsura allontanò quelle mani come se fossero solo mosche fastidiose che gli ronzavano intorno alla testa, poi prese la sua maglietta verde e la strappò.
 
Era davvero un peccato, la maglietta le piaceva, metteva in risalto i suoi occhi. Ma
in un secondo venne strappata e Sakura si ritrovò a desiderare di aver dimenticato di comprare un reggiseno per il bene di un bagno. Non aveva nemmeno pensato di comprare le solite bende con cui coprirsi. Ora era di nuovo nuda, e lui non perse tempo a toccarla più o meno come l’ultima volta.
 
Solo che questa volta, non ci sarebbe stata nessuna droga a poterla aiutare.
 
Con i polsi bloccati tra le enormi mani di Matsura, incanalò la più grande ondata di chakra che riuscì a gestire e iniziò a spingere. Matsura la combatté, ma lei era determinata. Era quasi assurdo: le sue giovani braccia magre spingevano via quelle vecchie e muscolose. Strinse i denti e si concentrò, sentendolo reagire al suo chakra. Era come una partita di wrestling. L’ avrebbe sopraffatta con tutta la sua forza…
 
La bocca di Sakura si aprì in una linea cupa mentre sentiva le braccia cominciare a piegarsi contro il suo volere. I suoi bicipiti si fletterono dolorosamente, annodando e lacerando i muscoli.
 
E ora o mai più…
 
                                                           +  +  +
 
Una delle prime cose che Tsunade le aveva insegnato era come sigillare una ferita. Il tutto implicava un processo alquanto complicato di intreccio tra le cellule sane della pelle, più o meno era come raddrizzare una piuma strappata tra le dita fino a renderla liscia e senza macchia. Per la maggior parte degli aspiranti medici era difficile da capire perché tutto funzionava a un livello invisibile a occhio nudo. Ovviamente era più complicato controllare ciò che non si può vedere.
 
Ma una volta imparata la capacità di riunire le cellule, era altrettanto facile separarle di nuovo. Sebbene non facesse parte del programma di un ninja medico causare danni fisici ai pazienti ( a meno che non stessero facendo scherzi perversi alle infermiere) , era solo un effetto opposto. Non era necessario essere un genio per invertire una tecnica e far sanguinare qualcuno usando solo il  chakra.
 
Questo espediente era spesso usato ogni qual volta  un ninja medico veniva catturato e non poteva usare le sue armi. A volte poteva capitare di dover fare delle incisioni in un paziente per toglierli il veleno o rimuovere un pezzo di tessuto malato, e se non avevi a disposizione il tuo kunai o il bisturi, dovevi usare le mani.
Sakura sapeva perfettamente come curare una ferita; aveva imparato a padroneggiare quella tecnica già dal suo primo mese di allenamento. Sapeva anche come strappare i tessuti della pelle. Come tagliere i muscoli e rompere l’osso. Sapeva come torcere i nervi e causare un dolore esplosivo e come far addormentare e creare paralisi. Però  andava contro tutti i principi che le erano stati insegnati.  
Quando imparavi a riparare la piuma, non era poi tanto difficile capire come strapparla di nuovo.
 
In pratica però, Sakura non l’aveva mai fatto. Era tutta teoria. Nessuno di certo faceva la fila fuori dall’ospedale, offrendosi volontario per essere tagliato dai medici al semplice scopo informativo.
 
Ma ora o mai più.
 
Il chakra di Matsura contrastava il suo. Aveva un buon controllo, doveva ammetterlo, ma alla fine il suo migliore. Incanalò la sua forza nei punti in cui la sua pelle toccava la sua e lasciò defluire il chakra. Sotto il grasso giacevano i muscoli, ossa e tendini. Sakura si concentrò e diede un forte colpo con il suo chakra e gli tagliò i legamenti del polso sinistro.
 
Matsura  emise un grugnito di dolore quando all’improvviso sentì la forza lasciare il braccio sinistro. Lo fissò, quasi incredulo, prima di rivolgerle uno sguardo furioso. “ Che cosa mi  hai fatto!” ribollì.
 
E anche se lei aveva tagliato un legamento importante della sua mano, lui non le sembrò affatto indebolito quando avvolse il braccio intorno alla sua gola e iniziò a stringere.
Sakura  tossì, sentendo il calore salire sul viso mentre le vie aeree si chiudevano. Spinse fiaccamente contro il petto di Matsura, cercando di raccogliere di nuovo il suo chakra. Gli spezzò una costola e strappò un muscolo dell’addome. Ma lui non sembrò accorgersene o preoccuparsene. Avrebbe potuto tagliuzzarlo tutto il giorno, ma era di classe S. Questi non erano altro che morsi di pulci e non aveva il potere di infliggere qualcosa di più profondo o fatale.
 
La sua vista si annebbiò, le macchie danzavano davanti ai suoi occhi e sentì le braccia diventare pesanti. La stava soffocando. Chiaramente aveva rinunciato al suo capriccio di volerla violentare…  ma forse lo avrebbe ripreso dopo averla uccisa, chissà, magari quando era meno soggetta a combattere. La sua vita non aveva importanza dopotutto. Aveva di nuovo il suo stupido vaso e non c’era più bisogno di contrattare con Kakashi.
 
Strani ricordi balenarono nella mente di Sakura: il giorno in cui aveva incontrato Ino. Il giorno in cui aveva rotto l’amicizia con lei. Un giorno a caso nel parco in cui si era fermata a guardare il ragazzo Uchiha dai capelli scuri seduto da solo sull’ altalena. Avrebbe voluto tirarlo su di morale. Poi avrebbe voluto strappargli le viscere, spezzargli le gambe e sbattergli la faccia a terra perché era stupido ! Pazzo e stupido quando aveva cercato di ucciderla, anche se lei era solo corsa in suo aiuto. Ma poi era tornato al villaggio ed era proprio come se non fosse mai andato via…tranne che adesso aveva la tendenza a indossare camicie provocatorie….
 
Era quasi imbarazzante pensare a quanto il suo passato ruotasse attorno a Sasuke. Abbastanza da farle desiderare di gemere, scuotere la testa risoluta e prendere in considerazione l’idea di iniziare a far ruotare la sua vita attorno a persone più meritevoli.
 
La faccia di Kakashi le apparve inspiegabilmente nella sua testa morente.
 
Pensavo di aver detto persone meritevoli…
 
Sakura afferrò le mani sulla sua gola e tentò inutilmente di strappargli i muscoli con il solo chakra. Ma era troppo debole. Matsura non era abbastanza sensibile da preoccuparsene.
 
Sensibile…
 
“…state attente che gli uomini sono notevolmente più sensibili in queste aree…”
 
Che cosa aveva da perdere? Era a dieci secondi dalla morte…
 
La mano di Sakura avanzò a tentoni lungo la mole considerevole di Matsura per incastrarsi tra i suoi fianchi e il suo cavallo. Era troppo annebbiata per pensare o indietreggiare per il disgusto quando il suo palmo afferrò il notevole rigonfiamento che premeva contro di lei. Diede una stretta sperimentale per mettere alla prova le sue forze e Matsura rise crudele. “ Troppo tardi per succhiare adesso, ragazzina. Ne ho abbastanza di te.”
 
Raccolse il suo chakra e tagliò.
 
 
Alcuni sostenevano che il suono più terrificante che l’uomo conoscesse fosse il grido di un Biju. La gente di Konoha era d’accordo con tutto il cuore, ricordando fin troppo bene le grida e le urla della volpe a nove code che aveva attaccato il villaggio e aveva ucciso il loro Hokage più sexy fino a oggi. Sebbene Sakura fosse troppo giovane per poter ricordare quei tempi, era abbastanza vicina a Naruto per conoscere e sapere il suo lato selvaggio, e che il lamento di un Biju era qualcosa di terribile a cui assistere.
 
Ma non poteva reggere il confronto contro le grida di un uomo che veniva forzatamente castrato.
 
 
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Kakashi  stava ancora combattendo quando Sakura uscì barcollando fuori dalla locanda  nella strada semidistrutta. Si strinse la gola e tossì faticosamente mentre si voltava e prendeva in considerazione gli enormi danni provocati. Almeno sei dei sottoposti di Matsura giacevano sparsi tra le macerie, morti, incoscienti, o saggiamente facendo finta di essere ko per stare fuori da quella battaglia intensa che svolazzava in strada.
 
Vide Jin in piedi a cento metri di distanza. Si guardava intorno leggermente confuso, probabilmente per l’assenza di Kakashi, sebbene non si fosse accorto che Sakura lo stesse guardando. Sembrava un po’ irritato. C’era sangue proveniente dall’attaccatura dei capelli e la manica della camicia era un po’ bruciata, ma era perfettamente calmo. Alzò gli occhi sui tetti, cercando il suo avversario.
 
Se conosco Kakashi-sensei, guarderei in basso proprio adesso, pensò stancamente.
 
Non appena il pensiero le attraversò la mente, il terreno sotto Jin cedette improvvisamente. Il ninja barcollò sorpreso, ma fu abbastanza veloce da saltare indietro per evitare che quel pugno incontrasse il suo mento. Lo stomaco di Sakura si contorse quasi in modo doloroso quando Jin afferrò il braccio del suo insegnante e lo fece girare in un cerchio completo. Poi lo rilasciò e Kakashi volò, rotolando sul terreno come una bambola di pezza.
 
Jin caricò il suo chakra sul kunai in mano e sfrecciò dietro di lui, sollevando la sua arma per infliggere il colpo finale mentre Kakashi lo fissava sbalordito.
 
I piedi di lei si mossero senza volere, prima ancora di prendere consapevolezza se fosse o no stata una buona idea. Era accaduta la stessa cosa anche l’ultima volta. Anche se era una ragazza intelligente e sapeva che intromettersi nel momento di un attacco fatale era un modo sicuro per morire giovani, era sempre meglio che stare seduti a guardare qualcuno che amavi essere massacrato inutilmente.
 
 
Nella frazione di secondo in cui raggiunse il fianco di Kakashi, Jin stava per attaccare. Alzò la mano disperata. Non c’era spazio per l’esitazione e la paura. “ Aspetta per favore!”
 
Fortunatamente il temperamento di Jin era migliore di quello di Naruto e Sasuke.
 
Sakura si ritrovò la lama del kunai a pochi centimetri dal petto. Vide la confusione e l’incertezza offuscare la faccia piuttosto stoica del ninja mentre allungava ciecamente un braccio all’indietro per afferrare quello di Kakashi per conforto. Inizialmente pensò che fosse privo di sensi, ma il debole mormorio di qualcosa che suonava come “ …davvero imbarazzante…” le fece capire che era ancora cosciente.
 
“ Cosa succede…” Jin si ridestò  improvvisamente, guardando verso la locanda. “ Dov’è mio padre?”
 
Sakura deglutì a fatica. “ Devi andare ad aiutarlo. Ora. Se non lo porti da un medico entro dieci minuti, morirà dissanguato.”
 
Kakashi alzò la testa. “ Sul serio?”
 
Jin la guardò attentamente. “ Che cosa gli hai fatto?”
 
“ No, davvero, se non vuoi che muoia, devi andare ora, “ non aveva abbastanza voglia di spiegare a quell’uomo le dinamiche dell’accaduto e che tipo di lesioni avesse suo padre- a meno che anche lei non avrebbe voluto morire dissanguata. La guardò circospetto, probabilmente stava calcolando il tempo che avrebbe potuto impiegare per spezzarle il collo prima di andare ad aiutare suo padre. Fortunatamente decise di non farlo, e si dileguò rapidamente verso la locanda.
 
Sakura emise un respiro tremolante di intenso sollievo e si rivolse a Kakashi. “ Sensei- sei tutto-“
 
Immediatamente si ritrovò tirata giù in un forte abbraccio con un braccio solo. “ Sei così forte, Sakura-chan,” la prese in giro mentre tossiva contro i suoi capelli. “ Penso di aver davvero visto la mia vita lampeggiare davanti ai miei occhi!”
 
“ Sia la tua che la mia.” Si aggrappò a lui e lo strinse forte, respirando il suo forte odore di sudore mischiato a sangue e fragole. Nessuna parola avrebbe potuto esprimere quanto si sentisse sollevata di essere di nuovo con lui. Purtroppo, non c’era tempo a sufficienza per lasciarsi andare con coccole e ricordi. Si tirò indietro, dandogli uno sguardo preoccupato. “ Stai bene?” chiese.
 
Tu  stai bene? Sei coperta di sangue.” Domandò lui, dando un occhiata ai pantaloni imbevuti di sangue e alla maglietta strappata.
 
Sakura arrossì furiosamente quando se ne rese conto e tirò rapidamente la maglietta  per coprirsi meglio.
 
“ Sto bene, non è il mio sangue”, disse. Gli avrebbe detto di più se solo ne avessero avuto il tempo. “ Puoi camminare?”
 
“ Da quando avevo due anni.” Kakashi le prese la mano offerta e si alzò in piedi. Si sgranchì un po’, e Sakura lo prese sottobraccio visto che era leggermente zoppicante dalla gamba sinistra  e appoggiò una mano sullo stomaco come per trattenerlo. In mancanza della benda sull’occhio, Kakashi dovette accontentarsi di chiudere il suo sharingan per conservare energie. “ Comunque, che cosa gli hai fatto?” chiese, appoggiandosi pesantemente alla sua spalla mentre zoppicando si incamminarono via. “ Morirà davvero dissanguato tra dieci minuti?”
 
“ No…in realtà tra un’ora o due, “ ammise lei. “ È un uomo robusto. Volevo solo liberarmi di Jin il più in fretta possibile.”
 
“ E cosa hai fatto esattamente a Matsura?” Le chiese attento.
 
“ Te lo dirò più tardi,” rispose. “ Andiamocene da qua e…oh!”
 
Improvvisamente si allontanò da Kakashi  lasciandolo barcollare, e si precipitò verso uno dei sottoposti di Matsura che era in mezzo alle macerie. Era ancora vivo perché quando Sakura tentò di strappare via il prezioso vaso blu dalla sua presa, lui si aggrappò ostinato. Un rapido calcio nelle costole lo fece desistere ancora più rapidamente nel suo intento.
 
Tornò indietro e in attimo fu di nuovo al fianco di Kakashi, una mano stringeva il vaso e l’altra era impiegata a tenere ferma la maglia malconcia. “ Hai preso il diamante?” chiese quando lui le avvolse il braccio attorno alla spalla.
 
“ Sì, poco prima di essere attaccato dal Capitano Overkill e dalla sua banda di uomini allegri,” disse lui facendo una smorfia. “ E poi…”
 
Si interruppe, mentre sentirono una voce oltraggiata fluttuare verso di loro. “ Che cosa- chi è il responsabile di tutto questo? Questi danni ti verranno a costare parecchio!”
 
“È ora di andare”, disse Kakashi allegramente.
 
 
 
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Lasciarono che Matsura si assumesse la colpa di tutto quel casino- anche se la maggior parte del casino era stato causato da Kakashi- e fecero una deviazione per Konoha. “ Sanno chi sono adesso,” spiegò lui. “ Non ha senso lasciare una falsa pista. Andiamo a casa e nascondiamoci sotto il letto per un po’”.
 
Stava scherzando ovviamente, tuttavia Sakura non pensò che fosse una cattiva idea. E se Matsura la inseguisse e si vendicasse per…che…
 
Si fermarono non troppo lontano dal villaggio. Kakashi aveva bisogno di cure e Sakura voleva riposare. Le braccia le dolevano per lo sforzo e la sua maglietta aveva bisogno di essere riparata. Nel momento in cui arrivarono in prossimità di un ruscello e su un terreno abbastanza asciutto, inidicò a Kakashi di sedersi.
 
“ Sto bene,” cercò di convincerla. “ Sembra peggio di quello che è.”
 
Non ci avrebbe creduto per un solo secondo. Se affrontavi un ninja di classe S di solito rimanevi gravemente ferito.
 
“ Ne sono sicura” lo prese in giro senza mezzi termini. “ Adesso togliti la maglietta.”
 
“ Così assertivo…” sospirò Kakashi, prima di scrollarsi di dosso la giacca. “ Puoi indossarla comunque. Voglio dire, la tua maglietta…”
 
“ Grazie,” Sakura arrossì con gratitudine e la indossò. Era troppo grande per lei e le maniche “ corte” arrivavano fino ai gomiti, ma copriva l’essenziale e questo era tutto ciò che contava. Kakashi continuò a spogliarsi fino a quando non arrivò alla canotta e alla maschera : sembravano un tutt’uno. “ Devo tagliarlo” gli disse cauta. “ Hai un’ustione sulla schiena…e credo che il tessuto si sia fuso con la  pelle.”
 
“ Pensavo che qualcosa fosse un po’ appiccicoso laggiù,” rifletté prima di darle il suo kunai. “ Ecco, fa pure festa.”
 
Kakashi era un buon paziente. Non la faceva mai stare in pensiero sibilando per il dolore quando inevitabilmente doveva lavorare sulla ferita. Aveva visto uomini con ferite molto meno gravi delle sue che si agitavano e urlavano mentre ostacolavano ogni sforzo per aiutarli. In realtà, tutto ciò che fece Kakashi fu recuperare il suo Icha Icha e iniziare a leggere da dove aveva interrotto mentre Sakura si occupava della sua schiena, rimuovendo gradualmente la canotta e riducendola in piccoli pezzettini.
 
“ Anche la tua maschera deve andare.”


“ Ok.”
 
Come una fetta,  la canotta  e la maschera gli caddero in grembo. Kakashi lo mise da parte e continuò a leggere. Poco ci mancò che Sakura dovette pulirsi la bocca per controllare la presenza di bava. Certamente il suo sensei aveva un dorso piuttosto sexy ( se ignoravi l’enorme, lucente e scolorita bruciatura nel mezzo di esso), abbastanza da farle ricordare che non l’aveva mai visto prima.
 
 
Ignorando la tentazione di accarezzare le sue spalle larghe e lisce, si mise a lavoro per evocare il chakra tra le mani e trasmetterlo sopra l’ustione. Negli anni era costantemente migliorata e ogni volta che lo faceva diventava più brava e veloce. Tre anni fa con un’ustione di terzo grado  come quella  ci avrebbe impiegato o metà  pomeriggio  per curarla e lasciarla senza cicatrici.
Oggi le bastavano cinque minuti.
 
Kakashi emise un sospiro rilassato mentre girava la pagina, chiaramente non turbato dal dolore. Sakura si accigliò per la concentrazione, osservando il bruciore attenuarsi fino a quando non divenne altro che una macchia marrone sulla pelle. Fu allora che si rese conto di quanto fosse perfetto il suo corpo. A parte una linea pallida e larga quanto un capello lungo la spalla, era senza cicatrici; testimonianza del numero di volte che era stato guarito da un medico qualificato senza dubbio.
 
Tutto questo bastò a renderla leggermente nevrotica di non lasciare un solo segno su di lui. Lavorò ulteriormente sull’ustione fino a quando non fu indistinguibile dalla sua carnagione pallida. Gli diede una pacca sulla spalla per fargli sapere che aveva finito ( e si sentì notevolmente pervertita per averlo fatto) e si spostò di fronte a lui. “ Fammi vedere il tuo collo.”
 
Prese il suo libro e lo mise un attimo da parte , poi s’inginocchiò davanti alle sue gambe incrociate e sporse in avanti per inclinargli il mento. Due profonde ferite su entrambi i lati della gola erano fonte di una gran quantità di sangue secco e opaco che macchiava le ossa del collo e il petto. Il meccanismo naturale di coagulazione del sangue del suo corpo aveva fermato l’emorragia, ma anche un piccolo movimento della testa avrebbe fatto riaprire la ferita facendolo sanguinare nuovamente. Fece una smorfia per lui, regalandogli uno sguardo comprensivo mentre le sua mani lasciarono il mento e si posarono sulle ferite in questione.
 
Sentì gli occhi di Kakashi sul suo viso, ma fissò risoluta  le sue mani che lavoravano. Per qualche strana ragione si sentì a disagio nel trovarsi così vicino a lui. Era dolorosamente consapevole di quanto fosse calda la sua pelle sotto le sue mani e di come potesse sentire ogni impeto di sangue e battito del suo cuore. Il suo respiro le solleticava gli avambracci, facendo formicolare i piccoli peli sensibili con consapevolezza. Lei lanciò uno sguardo al suo viso e notò che quello di lui era fisso sulla sua spalla.
 
 
L’aria tra loro era satura, come se entrambi stessero aspettando che accadesse qualcosa, anche se Sakura era sicura che fosse solo frutto della sua fervida immaginazione. Cercò di concentrarsi sul processo di guarigione, ma ebbe l’impressione che tra loro stava passando qualcosa di più del semplice chakra. E quando la mano di Kakashi si alzò improvvisamente per sfiorare la congiuntura del collo e della spalla, quasi saltò fuori dalla sua pelle che il flusso di chakra si interruppe.
 
“ Hai dei lividi,” disse in modo uniforme, trascinando delicatamente un dito sulla sua gola come per tracciare qualcosa.
 
Sakura deglutì sentendosi instabile, sapendo che probabilmente lui avrebbe potuto sentirlo. “ Probabilmente da quando Matsura ha cercato di strangolarmi.”
 
Ora fu il turno di Kakashi di rivolgerle uno sguardo comprensivo. “ Mi dispiace di non averti potuto raggiungere.”
 
 
“ Avevi le mani occupate”, disse rapidamente, non volendo che si sentisse in colpa. “ Inoltre, non posso sempre dipendere da altre che persone che devono venire ad aiutarmi. A volte devi farcela da sola giusto? E non sono stata così pessima.”


Kakashi annuì. “ Allora, come hai fatto? Come hai sconfitto un criminale di rango S cavandotela con solo qualche livido e una maglietta strappata?”


Sakura arrossì ancora. “ Uhm..” era un po’ imbarazzante da dire, e anche se non c’era nessuno che potesse sentirla a parte il suo sensei, si ritrovò a sporgersi in avanti per coprirsi la bocca mentre si avvicinava al suo orecchio. Dopo avergli sussurrato la verità, riprese a lavorare sul suo collo, notando che entrambi i suoi occhi erano spalancati. Le ginocchia si sollevarono leggermente come se cercasse di proteggersi da lei.
 
“Ahi…” disse.
 
“ Ahi” concordò.
 
“ No, voglio dire…ahi.”  Kakashi le lanciò uno sguardo preoccupato. “ Avrà voglia di ucciderti per questo quando starà meglio. Forse sarebbe stato meglio se lo avessi ucciso quando era in quella posizione…vulnerabile?”
 
Sakura si spostò a disagio. “ Non mi piace l’idea di uccidere persone indifese. E inoltre …tutto quello che mi interessa veramente è impedirgli di fare del male ad altre ragazze. Penso che castrarlo sia stato un modo meraviglioso per impedirlo. E non sono molto interessata alla vendetta. Preferisco lasciarlo vivere e farlo soffrire per questo piuttosto che ucciderlo.”
 
“ Hm. Sto imparando che esiste un lato crudele e calcolatore in te, Sakura-chan,” disse piano, ma se non avesse tolto la maschera non avrebbe visto la strana piega all’angolo delle sue labbra. Le accarezzò i capelli e si appoggiò all’indietro. “ Sai, quello che hai fatto….è il genere di cosa che di solito rende le persone delle leggende.”


“ Cosa, pervertiti che vengono castrati?” sorrise lei.
 
 “Sì. Potresti essere Haruno Sakura, il Punitore dei pervertiti…il Deballer of Men”, disse abbastanza serio.” Faranno un eunuco per te”, disse.
 
Lei rise. “Sasuke-kun non vorrà mai sposarmi ora. Sarò condannata ad essere single per il resto della mia vita.”
 
La piccola stranezza di divertimento lasciò le sue labbra e distolse lo sguardo  rivolgendolo a gli alberi. Ancora una volta, solo un piccolo accenno di espressione che normalmente avrebbe potuto perdere se avesse indossato la maschera. Doveva chiedersi cosa avesse detto.
“Va bene,” annunciò Sakura, togliendogli le mani dalla gola meravigliosamente guarita. “ Adesso sdraiati. Voglio vedere quel taglio sul tuo stomaco.”
 
Obbediente si lasciò cadere sulla schiena e portò il libro sopra la sua testa, usandolo come scudo solare mentre leggeva. Sakura ebbe un breve momento di esitazione, non era sicura se avrebbe dovuto sedersi accanto a lui o semplicemente mettersi a cavalcioni su di lui.
 
La sanità mentale perduta si riaffermò rapidamente nel suo cervello e si trascinò al fianco di Kakashi, mortificata per i suoi stessi pensieri. Ad essere onesti, si stava trattenendo abbastanza bene considerando che si era tolto la maglietta ed era nudo al 50 per cento. Se non avesse dovuto curare
le sue ferite sarebbe rimasta a una distanza di sicurezza di almeno venti metri da quell’uomo per paura di essere attratta come un magnete da lui e risucchiata contro il suo corpo. Le era rimasta giusto un pizzico di dignità, quindi doveva tenere la testa dritta.
 
La ferita alla pancia era profonda ma pulita. Non ci volle molto per sistemarla e riportare l’addome alla normalità. E “normale” significa un discreto pacchetto di ben di Dio.
 
Sakura non poté fare a meno di strofinare velocemente la pelle appena guarita, come se stesse accarezzando la pancia di un gatto. “ Tutto fatto”, gli disse con un sorriso smagliante.
“ Ah…penso che il mio fianco sia un po’ incrinato,” la avvertì pacatamente. “ Sarà difficile continuare a camminare.”
 
Sakura batté le palpebre. “Quale lato?”
 
“ Sinistro.”
 
“ Da quanto ti fa male?”
 
Kakashi si batté delicatamente le dita a pochi centimetri sotto l’osso dell’anca, la parte superiore della sua coscia. “È successo quando mi ha lanciato l’ultima volta. L’atterraggio è stato piuttosto doloroso”, disse.
 
“ Ti fa molto male?”  Stava solo cercando di guadagnare più tempo. Quel posto era troppo vicino al cavallo di Kakashi.
 
“ Agonia ardente.”
 
Ok, niente più tergiversare. “ Uhm…non posso curarla se hai i vestiti addosso…”
 
“ Nessun problema.” Cominciò a slacciarsi i pantaloni.
 
Oh ragazzi…
 
Fortunatamente li tirò giù solo di pochi centimetri più giù, ma abbastanza per esporre l’orlo di un paio di boxer neri noiosi. Notò il suo sguardo persistente su quel dettaglio perché disse: “ Sì, lo so. Mi dispiace che non siano molto interessanti, ma sai com’è, ho dimenticato di mettere in valigia quelle rosa e frufru .”
 
La faccia di Sakura divampò. “ Potrei essere solo contenta del fatto che le indossi,” mormorò. “ Hai idea di quante volte Naruto si sia rotto il femore? È sempre nei giorni in cui non va a fare bucato.”
 
“ Mi piace pensare di essere al di sopra di Naruto per quanto riguarda la pulizia in generale…”
 
“ Chiaramente! Dopo tutto profumi di fragole.”
 
“…non dimenticherai mai questa storia, eh?”
 
“ Faresti lo stesso con me,” pensò.
 
“ Se dovessi prenderti in giro perché hai un buon profumo, dovrei prenderti in giro ogni giorno,” rispose secco.
 
Sakura gli lanciò uno sguardo sorpreso. Kakashi distolse immediatamente lo sguardo. “ Pensi che abbia un buon odore?” chiese con cautela. Era qualcosa di cui era molto consapevole. Solo perché era una kunoichi non significava smettere di fare il bagno e di usare il deodorante.
 
Kakashi gli indicò il fianco. “ Agonia ardente”, ripeté.
 
“ Giusto…scusa.” Goffamente sollevò la mano e la mosse verso il fianco. “ Non preoccuparti per me, sono solo…” senza dire nient’altro, fece scivolare timidamente la mano sotto l’orlo dei suoi boxer e la posò delicatamente sul puntò indicato. Ebbe la certezza di averlo trovato quando lo sentì sussultare involontariamente per il dolore. “ Oh, sì…la  sento gonfiarsi,” gli disse dolcemente.
 
“ Che cosa?” La testa di Kakashi si alzò di scatto, piuttosto turbato per chissà quale motivo.
 
Lei gli lanciò uno sguardo vuoto. “ La tua anca”, chiarì.  “ Il tessuto attorno all’ articolazione si è gonfiato in risposta alla frattura. Non preoccuparti, sgonfierà una volta guarito.”
 
Kakashi si rilassò e si sdraiò, sfinito.
 
Le fratture ossee erano molto più difficili da guarire rispetto a una semplice ferita alla carne. A seconda di quanto fosse brutta la frattura, Sakura avrebbe potuto impiegarci da cinque minuti a cinque ore. Ricordava di aver guarito un ragazzo dopo che si era completamente fratturato una gamba oltre ogni plausibile riparazione. C’erano volute sette ore, ma alla fine era riuscita a guarirlo.
 
Era come risolvere un puzzle. Alcune persone erano più brave di altre, ma una volta saputo dove erano finiti tutti i pezzi, bastava solo ricollegarli e fine.
 
Se qualcuno li avesse visti in quel momento, di sicuro avrebbe frainteso. Kakashi era mezzo nudo, stava leggendo pornografia e aveva le mani sulle sue mutande. Si prega di trarre le proprie conclusioni.
 
Non ci volle molto tempo come si era aspettata. Trovò tutti i pezzi e li sigillò saldamente con il chakra. Dopo dieci minuti, l’osso era praticamente come nuovo e il gonfiore si stava attenuando. Sakura non aveva più motivo di tenere la mano lì…ma per qualche ragione indugiò più del necessario. Cosa importava? Kakashi non poteva vedere, era troppo occupato a leggere.
 
Alla fine scostò la mano e la flesse, strofinandosi il polso stanco. “ Tutto apposto adesso”, gli disse allegramente. “ Dovresti essere in grado di camminare adesso.”
 
Sollevando un sopracciglio, Kakashi si mise a sedere e pian piano si alzò. Fece alcuni saltelli sperimentali e fece oscillare il proprio peso da una gamba all’altra. “ Sakura,sei un genio”, le disse.
 
“ Lo so,” rispose con una finta mancanza di modestia. Si portò le mani alla gola e rimosse i lividi in pochi secondi. Il suo stesso corpo era sempre più facile da curare.
 
Kakashi si mise la maglia e fece il gesto per tirarsi su la maschera. Le sue dita non trovarono nulla e per un momento assomigliava a un bambino a cui aveva portato via il suo ultimo biscotto preferito. Sakura si dispiacque per lui. “ Tieni”, disse, strappando un pezzo della sua maglietta verde già rovinata da sotto la giacca.
È un materiale simile e dovrebbe essere abbastanza lungo da legare dietro la testa..”
 
 
“ Sapevo che c’era un motivo se eri la mia preferita”, disse mentre si legava il materiale elastico dietro la nuca. Sembrava decisamente più a suo agio e Sakura poté solo sperare il cielo che non avesse un cattivo odore.
 
Ma già le aveva detto che gli piaceva il suo odore, giusto?
 
“ Ok,andiamo,” Kakashi chiuse il suo libro e lo mise in tasca. Insieme partirono alla massima velocità verso Konoha.
In realtà, il pensiero di essere inseguiti da un criminale di rango S , castrato e arrabbiato, era una motivazione piuttosto valida.
 
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino del disagio:
 
Allora, come ho già detto prima mi scuso per il ritardo ma tra i mille impegni e la nuvola di Fantozzi che mi perseguita in questo periodo non sono riuscita a pubblicare prima. Tra l’altro avevo già fatto metà capitolo quando una sera è andata via la luce e ho perso tutto. ( perché ho sempre il maledetto viziaccio di non salvare mai).
Spero di farmi perdonare con questo capitolo. Chi se lo aspettava che Sakura potesse fare una cosa del genere a Matsura?
Sinceramente gli sta proprio bene. Purtroppo per toglierselo dai piedi ci vorrà un bel po’.
Ad ogni modo, spero che abbiate la pazienza e la voglia di leggere ancora questa storia, anche se ho tempistiche disastrose.
Mi auguro di aggiornare la prossima settimana, perché c’è un pezzo che dovete leggere e non voglio farvi attendere troppo!
Un saluto, a presto.

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Capitolo 11
*** Quando si ha voglia di parlare ***


 
 
 
Non lascerò che si veda
 
Preferisco la negazione.
 
Ma non posso negare, fammi credere
 
Che potremmo parlarne?
 
Ma non possiamo parlarne.
 
 
 
Sfortunatamente, tutto quello zigzagare in giro non aveva fatto altro che allontanarli da Konoha che adesso distava a più di un giorno e mezzo di viaggio.
Si fermavano qualche minuto per riprendere fiato e bere qualcosa ogni volta che sentivano le acque di un fiume nelle vicinanze. Ma la mancanza di cibo stava facendo tremare pericolosamente lo stomaco di Sakura, che poverina perse tutta la sua energia quando iniziò a fare buio. Kakashi invece era perfettamente in grado di continuare, indipendentemente dal buio e dall’assenza di sostentamento, ma lei aveva i suoi limiti.
 
“ Possiamo riposare?” ansimò, fermandosi su un albero. Kakashi era pochi rami sopra di lei , e la guardò incuriosito.
 
“ Vuoi fermarti per la notte?” chiese.
 
Lei annuì in risposta, incanalando ossigeno nei polmoni.
 
“ Ok, cerchiamo un posto adatto e vediamo di trovare anche cibo e acqua.”
 
Sakura si afflosciò sollevata. “ Ti amo.” Le uscì prima che potesse rendersene conto, a quel punto si cucì la bocca irremovibile. Naturalmente per lei non aveva quel significato, ma l’ultima volta che lo aveva detto, le cose erano diventate piuttosto imbarazzanti.
 
Questa volta Kakashi non rispose. “ Riesco a sentire l’acqua circa a nord- ovest da qui. Vai a bere e trova un posto dove possiamo accamparci. Vado a cercare qualcosa da mangiare.”
 
Sakura fece un saluto beffardo, riprese il controllo delle sue facoltà mentali e motorie e andò alla ricerca del fiume appena menzionato. L’ udito del copy-nin era migliore del suo, perché  dovette avvicinarsi di qualche centinaio di metri prima di poterne sentire vagamente il rumore.
 
Arrivata a destinazione si accovacciò sulle rive del fiume, raccolse l’acqua tra le mani e placò la sua sete dolorante. Una volta soddisfatto il suo bisogno primario si chiese se nelle profondità delle acque  ci fosse qualche pesce da mangiare.
 
Quando Kakashi arrivò, la trovò intenta a camminare avanti e indietro sulla superficie scura e piatta del fiume mentre scrutava intensamente le sue acque profonde. “ Non troverai niente lì dentro”, le disse.
 
“ Potrei…” disse contrariandolo. Poteva già sentire il profumino invitante e delizioso di un bel pesce arrosto.
 
“ A meno che tu non consideri le sanguisughe come un ottimo pasto alternativo,” sottolineò, prima di porgergli qualcosa. “ Ecco, ti ho preso questo.”
 
Era semicircolare e deformato. Poteva essere solo una cosa. “ Non lo mangerò,” disse lei tagliando corto. “ Sa di merda.”
“ Che cos’ha che non và?” Come se ci fosse stato  bisogno di chiederlo. In passato le aveva propinato molto spesso quei cosi per non conoscere la sua avversione. “È commestibile e ricco di energia.”
 
“È la muffa che cresce sugli alberi!” scattò lei.
 
“È solo un fungo.”
 
Odio i funghi.”
 
“ Odi anche la fame.”
 
“ Ci sto lavorando cercando di prendere un pesce.” Tornò a cercare tra le acque.
 
“ Smettila,Sakura,” le disse in tono piatto. “ Non ci sono pesci in quel ruscello. Dove dormiremo?”


Mise il broncio e indicò un salice piangente poco distante dal fiume. Kakashi seguì la traiettoria del suo dito e annuì. “ Bene…ottimo riparo. Vieni e mangia la tua cena.”
 
“ Dio,sembri mia madre,” si lamentò lei, facendosi strada per raggiungere di nuovo la terraferma. Dopo un’ultima occhiata  e una volta verificata l’effettiva presenza delle sanguisughe,lo seguì sotto la coltre di rami e foglie dei salici piangenti.
 
Kakashi si adagiò immediatamente contro il tronco dell’albero e le porse il fungo che lei afferrò scontrosa. “In realtà sono molto stanco”, ammise mentre lei rosicchiava riluttante quel coso. “ Essere preso a calci in culo può risultare particolarmente stancante.”
 
“ Per fortuna che c’ero io a salvarti,” gli ricordò.
 
“ Hai intenzione di gongolare a lungo per quella storia,vero?” chiese tristemente.
 
“ Per sempre!” dichiarò lei felice. “ Oh, dai, sei sempre tu quello che mi salva. È ora che mi venga riconosciuto il merito di aver fatto qualcosa di buono con le mie mani.”
 
Kakashi incrociò le braccia al petto, con gli occhi che si chiudevano. “ Non posso contraddirti questa volta.”
 
Sakura si strinse nelle spalle “ Non importa. A volte non puoi fare a meno di essere in ritardo.”
 
A questo punto, Kakashi emise una risata inattesa. “ Storia della mia vita.”
 
Lei gli sorrise di rimando. “ Questa volta avevi una buona scusa.”
 
Volevo cambiare argomento, possibilmente con uno meno deprimente., abbassò lo sguardo sulla cosa mangiucchiata per metà che aveva in mano. “ Hai fame?” chiese.
 
“ No.”
 
Il suo stomaco brontolò, punendolo per quella risposta evidentemente fasulla.
 
Sakura guardò incredula il suo vecchio sensei. “ Immagino fosse solo un tuono,eh?”
 
“ Ovviamente.”
 
“ Dai,Kakashi,” lo prese in giro, avvicinandosi a lui in ginocchio.” È commestibile e ricco di energia!”
 
“ Io non ho fame…”
 
“ Sì invece, solo che non vuoi mangiarlo,” ribatté lei.
 
“ Ha un sapore schifoso,” si lamentò.
 
“ Lo mangerai, che ti piaccia o no”, gli disse senza mezzi termini. “ Non ti lascerò morire di fame a metà strada verso casa.”
 
“ Non morirò.”
 
“ Lo so, perché sei un bravo sensei e mangerai questo come ti è stato detto.”
 
“ No.”
 
Sakura si rizzò. “ Kakashi-sensei…” iniziò con cautela.” Lo mangerai.”
 
 Lui le rivolse  uno sguardo che diceva chiaramente. “ Convincimi.”
 
Bene, dunque.
 
Con un piccolo movimento Sakura balzò in avanti, tirò giù la maschera e guidò la restante metà del fungo verso la sua bocca. I suoi occhi si spalancarono per la sorpresa, ma Kakashi riuscì a tirarsi indietro nel tentativo di evitare il boccone di cibo. Sakura lo seguì,cercando di sedersi sulla sua pancia mentre cercava di spingere il fungo ormai sbriciolato, tra le sue labbra serrate malamente nel tentativo di nascondere un sorriso. Le mani di Kakashi cercarono di allontanare quelle di lei, ma Sakura  ne intrappolò una sotto il ginocchio e bloccò l’altra vicino la sua testa. La sua forza  era  nettamente superiore. Quando provò a rotolare via, lei strinse più forte le cosce attorno al suo bacino.
 
“ Apri”, gli ordinò, senza fiato dopo la loro breve rissa ma soprattutto per l’eccitazione.
 
“ Mm-mm”, mormorò Kakashi negando col capo. Anche lui aveva il respiro affannato; poteva sentire il petto di lei abbassarsi e alzarsi ritmicamente.
 
“ Se non lo fai,ti…ti farò il solletico”; lo minacciò.
 
Aprì la bocca per una frazione di tempo necessario per dirle “ Non soffro il solletico;” prima di richiudere le labbra.
 
“ Va bene allora..” Sakura cercò di pensare a qualcos’altro. Non aveva abbastanza mani  per  fargli il solletico comunque, “ Io..ruberò il tuo Icha Icha e lo butterò nel fiume.”
 
Kakashi rimase a bocca aperta,scioccato. “ Non lo faresti m-mmph!”
 
Gli ficcò in bocca il pezzo grosso del fungo sbriciolato.  Rise, guardando lui indeciso se masticarlo o  sputarlo. Finì per fare entrambe le cose. Ma A Sakura era rimasto un altro pezzettino. “ Non hai ancora finito, Kakashi –sen-“.
 
Kakashi ribaltò le loro posizioni e Sakura si ritrovò distesa. Stavolta furono le sue mani a essere bloccate mentre lui staccava l’ultimo pezzo di fungo dalle sue dita e lo solleva vittorioso. Le cosce di lei  erano ancora serrate attorno al suo bacino, e anche se lui l’aveva sottomessa, sapeva che avrebbe potuto perdere facilmente.
 
Me lei non lo avrebbe fatto. Altrimenti avrebbe rovinato il divertimento.
 
Si accontentò di mostrarsi impotente contro di lui e la sua forza che non poteva competere con la sua. Si sentì  un po’ vulnerabile in quella posizione, ma la cosa non la disturbava. Al contrario, trovò il tutto  eccitante. La sensazione di lui che premeva su di lei innescò una specie di reazione istintiva mai provata prima. Un emozione così dolce che le riempì la pancia. Poteva sentire i suoi capezzoli sfiorare il tessuto della maglia che le aveva dato.
 
Qualcosa però la disturbava. Era profondamente sbagliato provare certe emozioni con lui, perché sapeva si trattava solo di un qualcosa puramente sessuale. Sentì tutte le familiari sfumature di eccitazione che solitamente provava quando era sola con la sua immagine piuttosto limitata. Non l’aveva mai provata con un’altra persona. Nessuno l’aveva mai fatta  fremere così tanto come faceva Kakashi.
 
E lui era consapevole dell’effetto che aveva su di lei?
 
“ Mi sembra giusto che spetti a te l’ultimo pezzo,” disse, senza preoccuparsi che il suo respiro pesante non avesse nulla a che fare con lo sforzo. “ Io sono un vero gentiluomo e tutto il resto.”
 
 
Sakura ridacchiò e distolse la testa cercando di divincolarsi dal mangiare quel fungo dal saporaccio terribile.  La seguì, quindi lei si contorse dalla parte opposta. Alla fine fu costretto a rinunciare alla sua presa sul polso per afferrarle  il mento per tenerla ferma. Questa volta quando Kakashi spinse il cibo sulle sue labbra, Sakura le aprì senza opporre resistenza e se lo portò in bocca…
 
Insieme al dito.
 
Non seppe il perché di quell’azione, ma in quel momento le sembrò perfettamente ragionevole, e anche lui era stato in parte responsabile. Si sentì ubriaca, una sensazione inebriante si insinuò in lei. Le sembrò naturale che quando il dito fosse vicino alle sue labbra, avrebbe dovuto accarezzarlo con la lingua e succhiarlo nello stesso modo in cui gli aveva succhiato il pollice la sera prima.
 
Il fungo non era importante. Lo ingoiò rapidamente, più per toglierlo di mezzo che altro. Chiuse le sue labbra attorno all’indice, mordicchiandolo delicatamente con i denti e facendo roteare la lingua attorno alla punta, come se il fungo schifoso le fosse piaciuto così tanto da voler succhiare ogni residuo dalla sua pelle.
 
Kakashi non si ritrasse. Se lo avesse fatto,lei si sarebbe fermata. Sakura alzò gli occhi sul suo viso e vide che era calmo e impassibile. L’avrebbe scambiata per la sua normale espressione se solo le sue labbra non fossero state leggermente dischiuse e lui non stesse fissando così intensamente la sua bocca. Il suo respiro era leggermente pesante, ma era passato troppo tempo da quando l’aveva bloccata per poter essere sforzo fisico.
 
Il suo dito diede una leggera spinta contro la sua bocca. Era un movimento così istintivo che a Sakura ricordò in modo piuttosto intenso un diverso tipo di spinta. Sentì il calore bruciare in pancia e sulle guance. Si inarcò e emise un piccolo gemito, flettendo la mano sotto quella di Kakashi.
Quindi il suo dito lasciò la sua bocca, tracciando una scia umida sopra il labbro inferiore, il mento e la gola. Dall’espressione inespressiva di Kakashi, Sakura capì che lui era solo un osservatore, incapace di controllare ciò che faceva la sua mano,sebbene si stesse chiaramente godendo lo spettacolo. Il suo dito seguì il percorso diretto al suo petto, dove incontrò resistenza dalla cerniera del suo pallido giubbotto.
 
Cominciò a spingerla giù, esitante, come se non fosse sicuro delle sue azioni.
 
La mente di Sakura era divisa a metà. I suoi seni erano turgidi  e doloranti, che imploravano di essere toccati. Il suo corpo era al di fuori del suo controllo, si contorceva e inarcava incoraggiando il dito a spingere la cerniera verso il basso. Tuttavia non poteva scrollarsi di dosso la brutta sensazione che premeva  pesantemente sulla coscienza. Tutto questo era profondamente sbagliato. Sbagliato su così tanti livelli. Era tabù ed era Kakashi-sensei.
 
 
Avrebbe dovuto essere immune da questo tipo di desiderio, dopo averlo conosciuto per anni e averlo visto come nient’altro che “ uno degli adulti.” Era stata una sua allieva e sicuramente ciò che provava per lei includeva le normali relazioni insegnate- studente.
 
Chiaramente tutto questo non era normale.
 
Kakashi sembrò rendersene conto nel momento stesso in cui la cerniera si trovò abbastanza giù da  esporre la valle tra i suoi seni. Molto lentamente, allontanò la mano, appoggiandola contro il muschio al suo fianco. La sua espressione si indurì e socchiuse gli occhi. Si mise seduto e si mosse per appoggiarsi contro il tronco dell’albero, le ginocchia piegate per appoggiare gli avambracci contro. Era  leggermente turbato per qualcosa.
 
Sakura rimase distesa, ansimando per il bisogno impellente non soddisfatto. In certo senso si sentì sollevata dal fatto che lui si fosse fermato…ma il danno era già stato fatto.
 
Lentamente, si mise a sedere, cercando di calmare il suo cuore galoppante mentre guardava il suo profilo contratto. “È stato un po’ strano…” disse, ridendo un po’ nel tentativo di smorzare l’atmosfera di disagio che si era creata.
 
Kakashi non lo trovò così divertente. “ Mi dispiace,” disse,in modo stranamente formale. “ Non sarebbe dovuto succedere. Non so cosa mi sia successo.”
 
“ No…sono stato io ad aver cominciato. È colpa mia,” disse piano, mordendosi il labbro. “ Ho pensato…ho pensato che fosse bello.”
 
Kakashi scosse la testa. “ Siamo entrambi un po’ stanchi…non stiamo pensando lucidamente.” Esatto, dovevano esserci dei motivi e delle scuse per spiegare quanto accaduto. Questa volta però non stavano recitando per convincere Jin.
 
Ma comunque la negazione era una cosa meravigliosa, preservava  la sanità mentale.
 
“ Non succederà più,” la voce di Kakashi era un sussurro.
 
Sakura non sapeva come avrebbe dovuto sentirsi.
 
Da qualche parte nelle vicinanze, un gufo urlò. All’improvviso le venne in mente dove si trovavano e quanto facesse freddo. Si sentiva così calda fino a un momento fa…
 
 Rabbrividì. Kakashi la guardò, vigile abbastanza da notare il suo tremore. Senza parole le tese il braccio, invitandola. “ Calore corporeo,” fu tutto ciò che disse.
 
Era una procedura standard, ma considerando ciò che era appena successo, questo gesto avrebbe potuto assumere un significato diverso. Sakura si rannicchiò contro il suo fianco, sentendo la tensione nel petto sciogliersi piano. Era contenta che non avesse deciso di ignorarla del tutto.
 
“È meglio se dormiamo,” disse con fermezza. “ Farò io il primo turno di guardia.”
 
Lei  si accigliò.” Kakashi –sensei..?”
 
“Mm.”
 
“Potresti..uhm…penso che potrei avere un altro incubo,” iniziò goffamente. “ Pensi che forse potresti…”
 
“ Usare il mio sharingan?” finì lui. “ Se è quello che vuoi. Ma non dimenticare che non dormirò sempre con te per fare questo…ehm…”
 
Wow. La frase era uscita davvero male.
 
“ Lo so,” disse Sakura in fretta. “ Ma dato che sei qui. Per favore…?” Esibì la sua combo migliore di occhi giganti e broncio.
 
Kakashi deglutì a fatica, per nulla immune a quel fascino. “ Va bene,” disse riluttante e aprì il suo sharingan.
 
Un calore familiare la avvolse completamente e la testa di Sakura si appoggiò contro la sua spalla quando si addormentò.
Lei avrebbe giurato di aver sentito delle  labbra calde premere contro la sua fronte.
 
Ma probabilmente era solo la sua fervida immaginazione..
 
 
 
Quando Sakura aveva provato per la prima volta a incanalare la sua forza nel chakra, si era inevitabilmente rotta quattro nocche e lussato un bicipite. Ma il dolore provocato dall’andare in giro a colpire le rocce a mani nudi non era niente paragonato ai postumi del  giorno dopo. Ogni qual volta usava il suo chakra per  far esplodere cose, che fossero rocce, alberi o perché no, lavatrici non collaborative, il contraccolpo che subivano i muscoli diventava un’agonia. C’erano giorni dopo gli allenamenti in cui riusciva a malapena a sollevare le braccia.
 
Tsunade d’altronde l’aveva avvertita che ciò era dovuto al fatto che la sua tecnica non era ancora perfetta. Era brava a incanalare il chakra e puntarlo su un bersaglio, ma doveva imparare a usare il chakra per attenuare la tensione muscolare sul suo corpo.
 
 
“ Puoi fare più cose contemporaneamente”, le aveva spiegato Tsunade in modo irriverente. “ Devi imparare a difenderti dal tuo stesso attacco, o ti stancherai velocemente.”
 
Naturalmente Sakura era abbastanza fiduciosa di aver affinato al massimo le sue abilità così da evitare le dolore ripercussioni del giorno dopo. Ma esagerare risultava  ancora problema.  Se consumava tutto il suo chakra o portava il suo corpo a spingersi oltre i suoi standard, spesso finiva per rimanere paralizzata.
 
E questo lo scoprì a sue spese quella mattina, quando si svegliò su una coltre di muschio e un dolore straziante su tutto il corpo.
 
 
“ Ow…ow…ow,ow,ow!”
 
Kakashi la guardò da dietro il suo libro. “ Stai bene?”Era seduto a pochi metri di distanza vicino alla cortina di rami di salice, facendo roteare un ramoscello tra le dita.
L’aveva lasciata dormire di nuovo troppo.
 
“ Sto bene;” mormorò in un modo davvero poco convincente mentre strisciava lentamente in ginocchio. “ Non mi hai svegliata per il mio turno di guardia.”


In tutta risposta lui si strinse nelle spalle. “ Potevo gestirlo;” disse semplicemente, “ E tu l’ultima volta che eri di guardia ti sei addormentata.”


La mascella di Sakura si strinse per l’irritazione e il dolore. “ Un errore…fai un errore…” si mise a sedere lentamente ma un gemito le sfuggì quando le spalle protestarono per il movimento. Le braccia  le tremarono leggermente quando si rimise in piedi. Kakashi la guardò accigliato, ma quando incontrò lo sguardo smeraldino di lei riportò la sua attenzione sul suo Icha Icha.
 
Fu in quel momento che Sakura ricordò quello che era successo la notte precedente, Anche se, a dover essere precisi, non era successo granché. Non si erano baciati, e non avevano fatto niente delle  solite cose che potevano fare due persone bloccate in una posizione così intima. Gli aveva leccato il dito e lui aveva giocato un po’ con la sua cerniera.
 
In termini semplici questo era tutto.
 
Ma era stato molto di più…perché si era accorta che c’era qualcosa che andava ben oltre l’affetto platonico. La spaventava e la eccitava. Nessuno l’aveva mai guardata come aveva fatto lui in quel momento…come se l’unica cosa che gli importasse fosse il suo corpo. Ci aveva visto desiderio in quegli occhi.
 
Perché l’aveva guardata così? Cosa le era passato per testa quando aveva preso il suo dito in bocca? Adesso la sola idea la mortificava, ma la sera prima era troppo ubriaca della  loro vicinanza. Forse per lui era la stessa cosa? Era difficile capire cosa li avesse spinti a comportarsi in quel modo…ma Sakura era abbastanza sicura di essere stata lei ad aver innescato tutto ( anche se probabilmente c’era qualcosa di strano  in quel fungo). Poteva solo sperare che Kakashi non fosse arrabbiato con lei.
 
Istintivamente guardò la sua schiena e il ramoscello che teneva tra le dita girare troppo rapidamente, che stava formando un cerchio sfocato. All’improvviso smise di girare mentre muoveva la mano per girare pagina. Poi ricominciò, ruotando prima lentamente e poi aumentando la velocità fino a quando non doveva fermarsi per girare un’altra pagina.
 
La stava ignorando. Normalmente avrebbe chiuso il libro e annunciato che avrebbe continuato a casa.
 
Visto che il suo sensei non aveva nessuna intenzione di muoversi, Sakura si sedette pesantemente, mugugnando per il suo corpo dolorante. “ Sei arrabbiato con me? “ domandò cauta.
 
Il ramoscello smise di girare. Batté due volte la punta con il pollice prima di girarsi verso di lei con leggero sorriso che increspò l’angolo del suo occhio. “ Per cosa?” chiese, ma sembrò una domanda retorica. Gli diede nuovamente le spalle e ricominciò a giocherellare con il ramoscello.
 
 
Quindi non aveva intenzione di parlarne? Beh, non avrebbe dovuto essere sorpresa più di tanto. Cercare di convincere Kakashi a discutere di certe questioni personali  era come cercare di far sanguinare una pietra.
 
E forse aveva ragione? Forse sarebbe stato meglio non parlarne. Da queste genere di cose non si poteva cavare nulla di buono, quindi perché ammetterlo?
 
La migliore mossa…dimenticare.
 
Kakashi chiuse il libro e gettò via il ramoscello. “ Va bene. Andiamo a casa, ok?” disse alzandosi.
 
Sì, prima avrebbero raggiunto Konoha, prima avrebbero messo un po’ di distanza tra loro e tutto sarebbe tornato alla normalità. Sakura annuì e fece per rialzarsi, facendo protestare i muscoli della schiena per lo sforzo. Ansimò per il dolore e serrò la mascella. Kakashi la guardò di nuovo.
 
“ Sei ferita”,disse in tono piatto.
 
“ No,sto bene.” Cercò di raddrizzarsi normalmente, ma le sue spalle le provocarono un agonia atroce e si ritrovò a fare un’altra smorfia. “ Ok…solo un po’ di dolore.”
 
 Kakashi incrociò le braccia e si voltò completamente verso di lei. “ Va bene se vuoi prenditi un momento per guarire”, offrì.
 
 
Sakura apprezzò il pensiero, ma…” Non è così semplice”,gli disse. “ Ieri ho esagerato. Penso di essermi lesionata i muscoli, ma sono già guariti. Ora si sono annodati e mi causano crampi.” Chiuse gli occhi e si sfregò una spalla inutilmente. Oh, come desiderava che  un branco di ippopotami sbucasse fuori dalla foresta in quel momento per calpestarle la schiena. Aveva bisogno di qualcosa di estremo che le sciogliesse i muscoli.
 
 
Una grande mano calda si posò sulla sua spalla nuda e gli occhi di Sakura si aprirono di scatto. Kakashi era in piedi davanti a lei. “ Siediti”, disse con nessuna particolare nota nella voce. “ Lì massaggerò per te.”
 
Per un breve attimo perse l’uso della parola. “ No, va tutto bene. Ho solo-“
 
“ Non è un problema.”
 
“ Lo so ma-“
 
“ Sakura, ovviamente stai soffrendo…” Sollevò un sopracciglio, come se fosse sospettoso della sua forte negazione. Sakura crollò e si accasciò sulla schiena.
Girò con cura in modo da potersi inginocchiarsi dietro di lei e mise entrambi le mani sulle spalle della kunoichi.
 
Non poté  negare il caldo e piacevole brivido lunga la schiena quando le sue dita iniziarono a massaggiarle delicatamente i muscoli delle spalle, anche se forse era una normale risposta a un massaggio. Sospirò quando parte della sua tensione svanì, rimpiazzata da un soave piacere. Sibilava ogni volta che lui trovava un nuovo nodo, poi gemeva mentre dolcemente lo massaggiava e lo scieglieva.
 
“ Come è successo?” le chiese gentilmente, premendo un pollice in piccoli cerchi lungo la parte posteriore del collo.
 
 
“ Beh, Mastura sarà anche vecchio, grasso e lento, ma è abbastanza forte. Quasi forte come me. Mi sono impegnata duramente per impedirgli di strangolarmi…”
 
Sentì Kakashi sospirare alle sue spalle. “ Mi dispiace.”
 
“ Non è colpa tua,” scrollò le spalle. “ Ooh…un po’ più in basso…un po’ più in basso…ah, qui. Proprio lì. Mmm.” Si dimenò leggermente sotto le sue mani. “ Stai ferma”, le disse lui, un po’ burbero.
 
 
“ Va bene, ma solo un po’ più a sinistra-ah!”
 
Si interruppe con un pianto improvviso e rotto e la schiena arcuata quando trovò un punto tenero vicino alla spina dorsale. Lo sentì esitare leggermente e allentare la pressione. “ No- continua così, è davvero bello,” lo incitò.
 
Ma il ninja si tirò indietro e si alzò in piedi, togliendosi la lanugine immaginaria dalle maniche. “ No, penso che adesso dovresti essere apposto”, disse con un tono che non ammetteva repliche. “ Puoi muoverti adesso?”


Sakura si accigliò di fronte al  suo ritiro improvviso e si mosse per capire come si sentiva. “ Um…le spalle sono ancora un po’ rigide e le mie  braccia sono davvero doloranti-“
 
“ Non preoccuparti. Ti sentirai meglio durante il viaggio. “ disse questo e di voltò.
 
“ Immagino”, sospirò lei, alzandosi in piedi. Si sentiva leggermente tradita. L’altro giorno gli aveva fatto un massaggio coi fiocchi, e lui  le stava ripagando il favore tagliando corto.
 
“ Dai,” disse Kakashi. “ Preparati e partiamo. Ci sono solo sei ore tra noi e Konoha.”
 
“ Giusto.”


La conversazione fu praticamente inesistente durante il viaggio. Kakashi che già normalmente non era un chiacchierone di natura lo era ancora meno quando era in movimento , ma di solito le permetteva di tenere il passo con lui. Questa volta fu diverso. O stava velatamente cercando di lasciarla indietro o si era dimenticato della sua presenza. Ma lo sguardo occasionale che lanciava nella sua direzione le fece intendere che era ancora consapevole del fatto che viaggiassero assieme. Forse era lei che era rallentata dai suoi muscoli irrigiditi.
 
Quando oltrepassarono l’ennesimo villaggio, Kakashi le lasciò fare una breve deviazione per dissetarsi con un po’ di acqua fresca e rifocillarsi lo stomaco con qualche mela. Rifiutò qualunque cosa lei provasse a condividere con lui, e presto si rimisero in cammino. Sakura si chiese se ci fosse un qualche motivo particolare al suo deliberato rifiuto del cibo- che avrebbe potuto sottolineare il fatto che lei  fosse una seccatura perché voleva una pausa ogni tanto.
 
Ma poi, normalmente rifiutava la maggior parte di ciò che gli veniva offerto.
 
Tuttavia, questa volta notò una certa freddezza e distanza da parte sua. Come se davvero fosse arrabbiato con lei, nonostante le parole dette prima.
Dopo l’ultima notte, le cose erano diventate davvero spiacevoli.  Kakashi non era contento di quello che era successo, sebbene Sakura non fosse sicura per chi o cosa in particolare fosse arrabbiato.
 
Subì un’altra ora di festoso silenzio prima di rallentare fino a fermarsi sotto i rami di un grande olmo. Più avanti Kakashi si rese conto presto che non lo stava più seguendo e si fermò a sua volta, guardandola con aria interrogativa. “ Cosa c’è che non và?” chiese. “ Sei stanca?”
 
Si sentì un pochino offesa dal fatto che pensasse che si sarebbe stancata così facilmente solo dopo poche ore in movimento. “ Non sono stanca, “ iniziò, incamminandosi verso di lui. “A meno che non ti riferisci a  te.”
 
La confusione offuscò la metà visibile della sua faccia. “ Uh…”
 
“ Senti, mi dispiace,ok?” disse, fermandosi a pochi metri da lui. La sua faccia si stava di nuovo scaldando , e francamente era stanca di essere così sensibile ai rossori.
“ Non avrei dovuto farlo- non stavo nemmeno pensando. Lo ammetto che è colpa mia, ma tu sei completamente…”
 
“ Non è stata colpa tua,” interruppe Kakashi. La confusione era sparita e lui la stava guardando di sbieco, massaggiandosi la nuca.
 
“ Ma ho iniziato io”, sottolineò lei.
Il copy nin volse gli occhi al cielo. “ Sì, ma sono stato io che…ah,non importa.”


“ Non importa cosa?” insisté Sakura, aggrottando le sopracciglia.
 
“ Te lo dirò quando sarai più grande.” Si voltò di nuovo, le mani nascoste nelle tasche.
 
La kunoichi scattò mettendosi davanti a lui in battito di ciglia. “ Io sono più grande!” sputò d’un fiato.
 
“ Non attacca con me. Sono legalmente un ‘adulta da quando ho compiuto quindici anni! Ho ucciso e salvato persone e pago il tetto sulla mia testa! Non sono abbastanza grande per parlare?”
 
“ Sakura, I-“
 
“ Sono stufa che mi tratti sempre come una bambina!” si interruppe, dandogli una spinta nel petto. Lui oscillò all’indietro, le mani ancora nelle tasche. “ Sempre a farmi da maestro  e a dirmi cosa fare. Hai preso il comando della mia missione e mi fai sentire come se avessi sempre bisogno del tuo aiuto!”
 
“ Se ti tratto come una bambina, è solo perché ti comporti come tale”,disse falsamente accondiscendente.
 
“ Io non mi comporto come una bambina! Si agitò.
 
“ Discuti come una bambina.”
 
“ Abbiamo una differenza di opinioni come due adulti!” S’infuriò. “Perché mi butti giù così? Di tutte le persone al mondo sei tu quello di cui ho bisogno…” si bloccò improvvisamente quando capì che la sua bocca si era lasciata sfuggire troppo. Ma ormai era tardi, aveva raggiunto il punto di non ritorno. Doveva solo andare avanti. “ Di tutte le persone, voglio che sia tua a vedere i traguardi che ho raggiunto da sola. Ho provato così tanto a dimostrare quanto sono capace e indipendente, e poi vieni tu e non vedi nulla di tutto ciò,vero? Vedi solo una bambina che è brava solo a prendere a pugni i suoi compagni di squadra?”
 
Kakashi emise un suono a metà tra uno sbuffo e una risata. “ Non ti vedo più come una bambina, Sakura.”
 
“ Chiaramente,” disse lei calorosamente. “ O sarei stata piuttosto preoccupata per il modo in cui stavi fissando il mio seno ieri sera.”
 
Questo ovviamente fu la cosa sbagliata da dire, perché Kakashi fece improvvisamente un passo indietro e distolse lo sguardo sugli alberi con un’espressione accigliata. “È  stato un errore.” Fu tutto ciò che disse prima di superarla per continuare il viaggio.
 
Sakura si affrettò a seguirlo. “ Va bene, mi dispiace. Ma se davvero non mi vedi come una bambina, allora smettila di allontanarmi da te in questo modo.”
 
A poco a poco rallentò e si fermo, con una mano a sugli occhi. “ Esattamente cosa vuoi che dica,Sakura?” chiese, girandosi di tre quarti verso di lei. “ Mi stai confondendo.”
 
Lei lo stava confondendo?
“ Beh una piccola discussione  riguardo a quello che è successo sarebbe gradita,” disse, sentendosi un po’ imbarazzata. “ Anche io sono un po’ confusa,sai.”
 
“ Giusto. Quindi abbiamo stabilito che siamo entrambi un po’ confusi,” disse seccato. “ Che progressi meravigliosi sta avendo questa conversazione.”
 
La bocca di Sakura esibì una linea cupa. “ Non sei molto di aiuto.”


“ Pensavo che non volessi che fossi utile,” sottolineò, le sopracciglia inclinate in risposta. “ da come ricordo, sembra che ti tratto come una bambina.”
 
“ Sai cosa intendo, Kakashi-sensei.”
 
Si strinse nelle spalle. “ Forse…ma se vuoi che smetta di trattarti come un allieva, forse dovresti smettere di trattarmi come se fossi ancora il tuo insegnante. Sarai diventata maggiorenne dagli ultimi due anni, ma non son più il tuo insegnante da cinque. Vuoi uguaglianza e rispetto? Ce l’hai.  Fai lo stesso con me.”


Sakura lo fissò. “ Cosa…non vuoi più che ti chiami “ sensei” ?” chiese incerta.
 
Ancora una volta, scrollò le spalle. “ Dipende da te. Chiamami come vuoi. Ma per favore, niente di crudele.”
 
“ Tipo…forfora?”
 
Si passò una mano sugli occhi. “ Crudele e completamente falso”, disse. “ Forse solo “ Kakashi”?”
 
“Ma sembra strano.” Arricciò il naso.
 
“ O Hatake.”
 
“È ancora più strano.”
 
“ … c’è qualcosa che non và nel mio nome?”
 
 
“ No,è solo…non posso chiamarti Kakashi- sensei? Naruto ti chiama ancora così.”
 
“ Ma Sasuke mi chiama solo con il mio nome”;sottolineò, come se si aspettasse che anche lei copiasse l’Uchiha.
 
“ Sì, ma Sasuke cerca solo di mancarti di rispetto.”
 
“ Veramente?” probabilmente non era una novità per lui, ma gli sembrò vagamente sorpreso. “ Beh, in ogni caso, perché non provi per un giorno? Se ti dà davvero fastidio, torna a “ sensei” o qualsiasi altra cosa. Non mi dispiacerà.”
 
Beh, sembrava ragionevole. “ Va bene…Kakashi”, disse, con la netta impressione che stesse lasciando una frase incompleta.
 
“ Ok,Sakura,” disse pronunciando il suo nome con molta facilità. Ma in fondo la chiamava così da anni. “ Di cosa volevi discutere?”
 
Pronto ad ascoltarla, le braccia conserte e lo sguardo monoculare fisso sul suo viso. Tutti i discorsi che aveva pianificato prima, stavano scemando piano. “ Uhm…beh…non discutere di qualcosa, veramente…ehm…solo…” lei sussultò. “ Beh, ho solo bisogno di sapere che non sto impazzendo. Voglio dire, tutto quello che è successo…non capisco davvero o-“
 
S’interruppe quando Kakashi allungò improvvisamente la mano verso di lei. Le mosse alcune ciocche di capelli sopra l’orecchio prima di ritrarre la sua mano. “ Scarabeo tra i capelli”, disse, mostrandole l’insetto inoffensivo prima di lasciarlo cadere a terra.
 
“ Grazie”disse, cercando di riprendersi. “ Stavo dicendo?”
 
“ Non ne ho idea”, rispose blando.
 
Sakura sospirò e incurvò le spalle. “ Bene…comunque. Non voglio che tu ti senta in colpa o responsabile per quello che è successo,” disse piano. “È stata anche colpa mia. Penso…di aver ricevuto segnali sbagliati.”
 
Kakashi abbassò la testa di una frazione. “ I segnali sbagliati…? “ chiese, altrettanto piano.
 
Lei lo guardò incerta. “ Non sono mai sicura di cosa stai pensando. O di cosa provi. Probabilmente è colpa di quella stupida maschera  che indossi sempre. “ E con ciò, allungò la mano e afferrò il tessuto di nylon verde che gli aveva dato per coprirsi il viso. La sua mano si alzò sorpresa come a voler nascondere i suoi lineamenti appena scoperti. “ Come posso capire come ti senti quando ti nascondi costantemente dietro tutto questo? Voglio dire, cosa provi ora?”
 
“ Ad essere onesti, mi sento un po’ violato”, disse facendosi avanti per recuperare la sua maschera. Sakura portò il pezzo di stoffa in alto dietro la schiena, rifiutandosi di indietreggiare. I loro corpi si scontrarono mentre lui cercava di raggiungerla senza successo.
 
“ Quella volta tu…con il mio pollice…nel bar,” disse, la voce ridotta a un sussurro. “ Significava qualcosa?”
 
Kakashi non disse nulla. La guardò negli occhi mortalmente serio. La sua bocca era solo una linea sottile, offuscando  qualsiasi tipo di stato d’animo.
 
“ E ieri sera..?” si costrinse a continuare, sebbene potesse quasi rimpicciolirsi sotto l’intensità del suo sguardo. “ Che cosa significa davvero?”
 
A ogni respiro, il suo giubbotto oversize gli sfiorava la camicia. Era così vicino che poteva sentire il suo respiro fresco sulla fronte e vedere le macchie di nero nelle sue iridi grigio scuro. Era anche abbastanza vicina da vedere la barba appena accennata  ricoprirgli la mascella e le impercettibili macchie viola sotto l’occhio, a testimonianza del fatto che era rimasto sveglio tutta la notte a leggere.
 
“ Cosa sta succedendo adesso?” sussurrò, quasi impaurita.
 
Le sue sopracciglia si unirono leggermente, creando due solchi profondi tra loro. Lo vide oscillare leggermente, o forse era lei. Lo Sharingan si era spalancato, ma si era fissato sulla sua bocca come l’altro occhio, guardandola mordicchiarsi il labbro inferiore. Sakura non mancò di soffermarsi sulle sue labbra pallide, secche e lievemente dischiuse.
Per puro istinto si ricordò di quello che era successo nella galleria e di come si era sentita nell’avere quelle stesse labbra premute contro le sue. Era giusto che ci stesse pensando? Era giusto volerle di nuovo?
 
Kakashi trattenne il respiro e fece un passo indietro, come se si stesse svegliando da un potente genjutsu. “ Niente” , mormorò. “ Niente di niente.”
 
Sakura impiegò un momento a capire che stava effettivamente rispondendo alla sua domanda, e poi si stava allontanando. Allontanando.
 
La sua mano si mosse svelta e gli afferrò la manica.
 
Nessuno dei due si mosse.
 
“ Per favore, non allontanarmi, Kakashi-sensei,” disse piano, fissando così intensamente il terreno che notò a malapena i suoi capelli oscurarle  la vista.
 
“ Penso di averti detto di non chiamarmi così”, le fece notare pazientemente.
 
 Lui non affrontò il suo sguardo, quindi Sakura applicò un po’ di forza per richiamare l’attenzione su di se. Barcollò per l’inaspettata attrazione e la guardò sorpreso. “Sento ancora di poter imparare cose da te.”
 
Fece una risata dolce, più per ironia che per umorismo. “ Dejà vu” mormorò. Con fare pacato, estrasse la manica dalla sua presa e le mise una mano sulla testa. “ Sei stata davvero la mia migliore allieva. Ma non è più così, Sakura…”
 
Sentì la sua mano calda accarezzarle i capelli, lisciarli e nasconderli dietro l’orecchio. Sakura gli strinse delicatamente il polso e si appoggiò al gesto tenero, senza preoccuparsi del fatto che il sorriso di lui sparì completamente.  Ritrasse la mano, “ Sakura…” iniziò stancamente.
 
Un passo avanti, uno indietro. Un passo avanti, uno indietro. Era uno schema ricorrente con quest’uomo. Sakura si accigliò profondamente e strinse i pugni lungo le cosce. “ Allora che cosa vuoi, Kakashi-sensei?” chiese lei piccata. “ Se non sono la tua allieva e tu non sei il mio insegnante, allora cosa siamo?”
 
Era l’unica relazione che aveva mai avuto con quell’uomo. Già aveva notato che gradualmente era sparito dalla sua vita dopo la sua festa di diploma, ma con cosa si era sostituito quello status? Cosa li collegava adesso?  Sakura era terrorizzata all’idea che potesse dire qualcosa come “ semplici conoscenti” o “ colleghi” perché, era sicura fossero più di questo. Molto più. Probabilmente avrebbe pianto se non avesse riconosciuto un legame forte tra loro e sarebbe stato dannatamente imbarazzante. E già era brutto arrossire così.
 
“ Io e te…” cominciò esitante Kakashi. “ Noi sia-“
 
“ Non sto interrompendo niente,vero?” risuonò una voce annoiata.
 
Kakashi rimase perfettamente calmo, a differenza di Sakura che si voltò bruscamente, assumendo una posizione difensiva quando vide la figura piuttosto sgradita di Matsura Jin in piedi nella radura.  Chiaramente non si era cambiato o lavato dall’ultima volta che l’avevano visto, dato che le sue maniche erano ancora strappate e c’era una notevole quantità di sangue rappreso che gli macchiava la fronte.
 
“ Ehi, Jin-san,”  Kakashi assunse la posa di Sakura. “Come sta tuo padre?”
 
“ Sta bene, grazie per averlo chiesto, Kakashi –san.” Jin avanzò di qualche passo. “ Certo, starebbe meglio se avesse qualcosa con cui incazzarsi.”
 
Tre occhi si voltarono accusatori sulla kunoichi dai capelli rosa.
 
“ Um…quanto hai tagliato, Sakura-chan?” chiese piacevolmente il copy-nin.
 
Lei sbuffò. “ Beh,mi dispiace se la mia mira è andata un po’ oltre, mi stavano strangolando in quel momento!”
 
Il suono distinto di un palmo che colpiva una faccia echeggiò alle sue spalle, ma Jin si strinse nelle spalle in modo apatico. “ Comprensibile suppongo,” sospirò. “ Ma non sono qui per vendicarmi, se è quello che stai pensando. Puoi abbassare i pugni.”
 
 
“ Posso,” concordò Sakura, “ ma non lo farò.”
 
“ Sono qui solo per il vaso,” disse Jin. “ Chi di voi ce l’ha?”
 
Sakura indicò Kakashi. Kakashi indicò Sakura.
 
La guancia di Jin si contrasse. “ Chi di voi ce l’ha davvero?”
 
“ Ce l’ha lei,” disse Kakashi alla leggera, anche Sakura sapeva che il vaso in questione era nella sua tasca, trasformato in un segnalibro per Icha Icha Chaos. “ Ma lei non si arrende di sua volontà. Dovrai prima batterla.”
 
“ Kakashi-sensei!” sibilò.
 
Si limitò a scrollare le spalle.
 
“ Preferirei che me lo consegnassi”, le disse Jin. “ Non voglio combattere. È molto…fastidioso.”
 
Sarebbe andato perfettamente d’accordo con Shikamaru.
 
“ Quello, e non ti piace colpire le donne”, espresse Kakashi con tono colloquiale. “ Ho visto il modo in cui hai attaccato quando Sakura si è messa in mezzo. Contrariamente a quanto crede tuo padre, non vuoi ferire una ragazza.”


Gli occhi di Sakura si strinsero per l’incredulità mentre Jin piegava la testa di lato indifferente a quelle parole.  “ Non è qualcosa di cui vantarsi, attaccare il sesso più debole,” disse Jin.
 
“ Più debole…?” la bocca della kunoichi si spalancò sconvolta.  Jin non condivideva l’idea di usare una donna come faceva suo padre, ma chiaramente condividevano la stessa idea secondo la quale le donne erano troppo deboli per poterle considerare valide avversarie. Era uno sciovinista pure lui. Ma ancora una volta, fu la mano di Kakashi sulla sua spalla ad avvertirla di non prenderla troppo sul personale.
 
“ Perché sei così disperato per riaverlo indietro, Jin-san? “ chiese. “È solo un po’ di ceramica.”
 
“ Abbiamo un acquirente che lo vuole entro il prossimo mese ed è disposto a sborsare una cifra considerevole”, spiegò  Jin, con gli occhi ancora puntati sulla kunoichi. “ Perché ci tenete così tanto ad averlo?”
 
“ Il proprietario lo rivuole indietro, e anche lui pagherà un prezzo considerevole”, rispose Kakashi. “ Se te lo restituiamo ora, io e la povera Sakura-chan torneremo a casa a mani vuote e dovremo sopravvivere un’altra settimana con qualsiasi cosa possiamo raschiare dai lati del nostro frigorifero.”
 
“ Il mio cuore sanguina”, fu la risposta impassibile di Jin.
 
“ Ma se lo lasci a noi, verremo pagati e ti lasceremo in pace” iniziò Kakashi. “ Il vaso tornerà al vero proprietario e sarai libero di rubarlo ogni volta che lo desideri, così anche tu verrai pagato. Vinciamo noi, vinci tu. Nessuno perde.”
 
A parte il vero proprietario del vaso, ovviamente.
 
Jin sembrò riluttante. “ Preferirei prenderlo adesso,Kakashi-san. È più facile se combattiamo adesso piuttosto che dover aspettare e infiltrarsi di nuovo nella casa sorvegliata di quell’uomo.”
 
“Mm,” mormorò Kakashi. “ Questo è quello che pensi. Se devo essere sincero Jin-san, non ho messo tutto il mio potenziale durante la nostra piccola rissa di prima. Stavo cercando di raggirarti piuttosto che combatterti, purtroppo la mia mente era un po’ preoccupata in quel momento.”
 
Sakura spostò i piedi  sentendosi colpevole.
 
“ E non prendere troppo alla leggera neanche questa ragazza,” continuò,toccandole di nuovo la spalla. È una delle più talentuose della sua generazione e penso che tuo padre possa testimoniare quanto possano essere brutali le sue tecniche.”
 
Oh fantastico, ecco che si imbarazzava di nuovo…
 
“ Puoi essere un gioco per me,” disse Kakashi. “ Ma per te non sarà lo stesso.”
 
“ E oserei dire che hai già copiato parte del mio jutsu e scoperto le mie debolezze;” disse cupamente Jin.
 
“ Ovviamente!” disse Kakashi allegramente. “ Non ci cascherò una seconda volta con quella mossa del clone che esplode. E ho notato che hai una leggera debolezza al tendine della rotula della gamba sinistra. Dammi dieci secondi e peggiorerò la tua situazione.”
 
“ Non essere ridicolo, nessuno potrebbe-“
 
“ Va bene, quindici secondi. Vuoi scommettere con me?” Kakashi tirò fuori il kunai di parata dal fianco e cominciò a capovolgerlo ripetutamente nel palmo della mano. “ Sakura-chan qui può curarti se le cose si mettono male.”
“ Parla per te,” replicò bruscamente la diretta interessata. Non avrebbe mai e poi mai potuto perdonare quest’uomo per essere il figlio di quella feccia.
 
“ Sono qui solo per il vaso,” ripeté Jin raddrizzando le spalle. “ Non voglio combattere contro tutti e due ,ma se…”
 
Kakashi le diede un colpetto sulla spalla.” Fallo,Sakura.”
 
Di certo non avrebbe giovato alla situazione già critica dei suoi muscoli, ma non avrebbe disobbedito  agli ordini. Con un grido acuto liberò il chakra e con un pugno ben assestato  colpì a terra. Il terreno umido si separò, inghiottendo il piede di Jin prima ancora che quest’ultimo potesse capire cosa stava succedendo. Non aveva mai visto niente del genere.
 
Kakashi usò la momentanea confusione di Jin per scivolargli dietro la schiena,  a gli occhi di Jin apparve come nient’altro che un movimento blu. Quest’ultimo non fu abbastanza disorientato e alzò il braccio per parare il colpo in arrivo…ma poco ci mancò che suoi occhi uscissero dalle orbite quando sentì il fortissimo pugno di Sakura sul suo rene. Non gli fece così male da farlo cadere, ma lo distrasse abbastanza dal duro calcio che Kakashi diede alla sua gamba sinistra. Cadde a terra in pochi secondi.
 
Non era mai stato fisicamente forte come suo padre. Sakura si divertì  a tenergli le braccia ferme mentre Kakashi si sedeva sulle caviglie, facendo roteare il suo kunai pronto a colpire il punto debole al ginocchio sinistro di Jin. “ Allora,” Kakashi guardò soddisfatto Sakura. “ Quanto ho impiegato?”
 
“ Circa sei secondi,” sorrise lei.
 
“ Bene.”
 
“ Molto imbarazzante…” mormorò Jin sospirando.
 
Lentamente, Kakashi si alzò in piedi, facendo segno a Sakura di fare lo stesso. La ragazza obbedì riluttante.
 
“ Non abbiamo motivo di combattere e ovviamente sei stanco,” spiegò Kakashi. “ Ameno che tu non insista,naturalmente. Vogliamo solo andare a casa e riscuotere la nostra ricompensa. Se dopo vorrai rubare il vaso, sentiti libero di farlo; a noi non importa.”
 
 
Jin si alzò in piedi, facendo leva sulla gamba destra. “ Non mi interessa davvero cosà accadrà ma in un modo o nell’altro,” iniziò senza mezzi termini, “ questa è la volontà di mio padre, e ciò che mio padre vuole di solito ottiene.” Lanciò uno sguardo significativo a Sakura quando pronunciò quelle parole. “ Non sorvolerà sulla questione, ti avverto.”
 
“ Grazie per averci informati.” A parlare fu Kakashi lievemente accigliato.
 
Jin grugnì e scrollò il fango dal suo piede. “ Beh,buon viaggio, Kakashi-san. Signorina.”
 
Passando davanti a Kakashi, gli rivolse un occhiata di traverso. “ Sai, hai un bell’aspetto. Dovresti indossare la maschera meno spesso.”
 
Kakashi lo guardò come se gli avesse appena vomitato sulla camicia.
 
Sakura attese fino a quando fu abbastanza sicura che non fosse più a portata di orecchio prima di parlare. “ Non credo di piacergli molto…”
 
“ Castrare il padre di qualcuno tende a darti una cattiva reputazione,credo.” Kakashi mise via il kunai e fece roteare le spalle per sgranchirsi.
 
Sakura lo guardò preoccupata.” Lui ha ragione lo sai.”
 
“  Su cosa?” La guardò. “ Che ho un bell’aspetto? Beh, avrei potuto dirtelo…”
 
“ No -intendevo per Matsura. Mi verrà a cercare vero? Per vendicarsi.” Cominciò a massaggiarsi distrattamente i muscoli doloranti.
 
“ Un motivo in più per sbrigarsi a tornare a casa,” disse Kakashi, accigliandosi per il modo in cui si stava massaggiando le braccia. Si avvicinò, allungando la mano per prenderla per una spalla prima di fermarsi di botto. “ Stai bene?” chiese con leggerezza forzata. “ Forse non avrei dovuto chiederti di…?”
 
“ No”, Sakura rise all’improvviso, lasciando cadere le braccia nel tentativo di fargli capire che era tutto apposto. “ Sto bene. In effetti questo allenamento mi ha fatto bene,” mentì.
 
Lui annuì, mentendo come lei. “ Capisco” disse scettico, ma col sorriso stampato in volto. “ Siamo una buona squadra. Il tuo pugno ai reni è arrivato con un tempismo perfetto.”
 
“ Oh grazie,” soffiò lusingata. “ E il tuo calcio ha centrato il punto esatto.”
 
C’era quel sorriso stupido sulla sua faccia. La sola vista le fece venire voglia di baciarlo…ma quello era uno dei tanti pensieri proibiti e strani che avrebbe dovuto bandire nei posti reconditi della sua mente. Iniziò con veemenza a cercare la sua maschera prima di essere assalita da altre di quel tipo. Quando gliela passò, le fece un sorriso riconoscente che scomparve sotto il pezzo di stoffa legato dietro la testa.
 
Evocando tutto il suo coraggio, Sakura si schiarì la gola. “ Non hai mai finito cosa stavi per dirmi.”
 
“ Huh?” Sbatté la palpebra, l’occhio incappucciato e assonnato.
 
“ Per quello che…um…non importa.”
 
Il momento era passato, il suo coraggio era scemato ed era solo contenta che lui si fosse dimenticato quello che era successo la scorsa notte. Niente più silenzi colpevoli.
 
“ Andiamo a casa,ok?” Kakashi suggerì gentilmente. Ma lei lesse fin troppo bene il significato nascosto di “ Non parliamone più.”
 
Annuì, divisa tra il sollievo e la necessità di trovare la risposta a una domanda che non era nemmeno sicura di come porre.
 
Perché alcune cose doveva essere così inutilmente complicate?
 
 
Kakashi rimase silenzioso per tutto il viaggio, sebbene non fosse lo stesso silenzio soffocante di prima.  Sakura continuò a guardarsi le spalle in ansia, aspettandosi che Jin o Matsura la inseguissero a spada tratta.
 
 
Stava succedendo anche qualcos’altro di strano. Più la strada per Konoha si accorciava, più individuava un punto di riferimento familiare, più i suoi piedi diventavano pesanti.  Era consapevole del modo in cui stesse  rallentando e di come Kakashi continuasse a lanciarle sguardi interrogativi, anche se lui teneva il suo passo. Forse i dolori ai muscoli la stavano di nuovo ostacolando?
O forse, semplicemente era consapevole che una volta varcati quei cancelli non si sarebbero visti per un po’.
 
Domani ci sarebbe stata la riunione, ma una volta conclusa, che motivano avere per vedersi di nuovo?  Davvero, l’unico modo in cui avrebbero potuto trascorrere del tempo assieme sarebbe stato se gli avessero assegnato un'altra missione. Ma era improbabile. L’unico motivo per cui erano in squadra era perché metà dei ninja erano occupati in altre missioni. Le possibilità che ripresentasse un’altra opportunità del genere era una su cento…
 
E nel momento in cui vide le alte porte rosse dei cancelli di Konoha seminascoste dagli alberi, qualcosa le si spezzò nel petto e si fermò. “ Aspetta, Kakashi-sensei.”
 
Il ninja arrestò la sua avanzata  e la guardò da dietro al suo libro. “ Qualcosa non và?”
 
No” disse piano, scuotendo la testa. “ È solo…um…volevo dirti grazie.”
 
“ Per?” la sollecitò a continuare.
 
“Per esserci stato per me,” disse lei , parlando più al terreno che a lui. “ Sono contenta che sei stato tu ad accompagnarmi…non credo che mi sarei sentita a mio agio con un altro.”
 
Kakashi sembrò senza parole per un momento. Chiuse il libro e le regalò un sorriso che increspò l’angolo del suo occhio. “ Nessun problema.”
 
“ E um..” Dio, avrebbe potuto  fare concorrenza a Hinata in questo momento. “ Uhm…non pensavo davvero quelle cose che ho detto prima, sul fatto che mi tratti sempre come una bambina. Non lo fai.”
 
“ Sì lo so.”
 
“ E non mi è dispiaciuto il fatto che tu abbia preso il comando della missione” proseguì con difficoltà. “ In realtà mi piace,” disse lei, ridendo leggermente. “ Significa che non  devo pensare troppo e in generale questo mi fa sentire al sicuro.”
 
Kakashi annuì lentamente ma non condivise il suo umorismo. Era come se lei gli  stesse raccontando una storia sulla morta cruenta del suo animale domestico per quanto serio e cupo era.  Aveva la sensazione di ascoltare una confessione molto più profonda che non era nemmeno consapevole di star confessando.
 
Sakura sentì di aver bisogno dire un ultima cosa, per alleggerire la sua anima.
 
“ E, uhm,riguardo quel bacio…”
 
Sebbene Kakashi non si mosse, Sakura poté giurare di averlo visto indietreggiare di qualche metro. Lui emise un forte respiro e trattene l’aria in attesa che continuasse il discorso.
Si sentì subdola all’idea di tenere la bocca chiusa, solo per vedere quanto tempo impiegasse il viso a diventare blu.
 
“ Non devi sentirti in colpa,ok?” disse con un sorriso ironico e un’alzata di spalle. “ Sembravi un po’ arrabbiato quando ti ho detto che era il mio primo bacio, ma davvero non mi interessa. Voglio dire, ho appena rischiato di perdere la verginità, non avrei mai potuto preoccuparmi per una sciocchezza simile. Spero sia chiaro, ok?”


Respirò lentamente, quasi impercettibilmente e annuì. “ Mm,” mormorò, guardando le porte di Konoha desiderando di essere laggiù con le guardie Anbu, piuttosto che lì con lei.
 
Sakura si sforzò di  ridere, “ Non è stato poi così male,” scherzò. “ Penso che ci siano baci peggiori. Voglio dire, Ino ha detto che il suo primo bacio è stato come baciare un cane, e dato che, um..beh, non so come bacia un cane, ma sono abbastanza sicura che non mi hai baciato come un cane. O forse è stato un brutto bacio, non lo so. È stato un brutto bacio?”
 
Stava balbettando, lo sapeva, e probabilmente la cosa  avrebbe irritato Kakashi come irritava Sasuke.
La guardò freddamente con un sopracciglio alzato.” Beh, non è stato davvero un vero bacio. Non conta nemmeno,” le disse in tono piatto.
 
Sakura cercò di contenere confusione e delusione. “ Oh..?” una morsa le strinse il petto. “ Allora com’e un bacio vero?”
 
Kakashi aprì la bocca sul punto di rispondere, ma cambiò idea. Rimase in silenzio, e ci pensò un momento prima di risponderle. “ Lo scoprirai un giorno.”
 
Ancora delusa che il suo bacio per lui non contasse niente, gli fece un sorriso forzato. “ Suppongo ci siano alcune cose che non puoi insegnarmi,eh, sensei?”
 
Kakashi per nulla divertito, con una lieve scrollata di spalle e le sopracciglia inclinate verso l’alto, allungò una mano e lentamente le passò due dita lungo il lato del viso. Il respiro di Sakura si bloccò in gola e s’irrigidì. Le sue dita tracciarono i contorni della guancia e della mascella prima scendere giù verso la gola e fermarsi alla cerniera del giubbotto. Sakura abbassò lo sguardo, quasi aspettandosi che la  tirasse giù.
 
Le strinse il naso e poi si allontanò.
 
Kakashi ignorò la sua indignazione e si rimise le mani in tasca. “ No,” rispose infine, sembrando annoiato. “ Almeno non mentre mi chiami ancora così.”
 
Sakura, stropicciandosi il naso maltrattato, lo guardò. “ Che cosa?”


Stava già andando via. “ Ci vediamo domani alla riunione. Non dimenticare di scrivere il tuo rapporto.”
 
Mentre lo osservava  camminare in direzione dei cancelli,  realizzò qualcosa di molto importante.
 
C’erano volte in cui pensava di poter vedere attraverso lo strato spesso e oscuro che aleggiava attorno a  Kakashi, momenti in cui finalmente riusciva a capirlo.
 
Questi momenti erano pochi e distanti tra loro, e questo non era uno di quelli.

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Capitolo 12
*** Quando Sakura scrive il suo rapporto ( prima parte) ***


              
Hey amore,
 
questo è il nome con cui dovrei chiamarti,
 
e tu come mi chiamerai?
 
 
 
 
 
                            Rapporto Haruno Sakura, Missione #622BF-A –
 
                                             Squadra: 1 ( Haruno Sakura, Hatake Kakashi)
 
                                                          Vittime: 0
 
Siamo partiti da Konaha alle sette del mattino. C’ eravamo accordati per partire alle sei, ma Kakashi-sensei era in ritardo. Se afferma il contrario, sta mentendo.
 
Il piano prevedeva di arrivare alla magione di Matsura verso mezzanotte, ma grazie a un vecchio contadino gentile e disponibile e al suo piccoli carro, siamo arrivati con largo anticipo. Era sordo. Kakashi-sensei mi ha dato una fialetta di veleno fatta da Tsunade-shishou. Facendo alcune indagini approfondite ho scoperto che in seguito che si trattava di Sleeping Draft E771, inodore e traslucido. Mi è stato poi consigliato di applicarlo-
 
( sul mio seno.)
 
-in zone chiave
-(  che probabilmente sarebbero.
                               state toccate)
 
-Per farle entrare in contatto con-
 
        ( La bocca di Matsura)
 
-Matsura.
 
È stata un’idea di Kakashi-sensei.
 
Ci siamo fermati per fare una breve pausa prima di entrare nel complesso di Matsura dove Kakashi-sensei…
 
 
 
La prima regola su come scrivere il rapporto di una missione era dire sempre la verità e non omettere mai nulla.
 
Bene, in realtà, la prima regola era quella di controllare l’ortografia e usare una calligrafia leggibile, ma la regola del dire sempre e comunque  la verità aveva la priorità. Questi rapporti andavo direttamente ai registri di Konoha per essere studiati dai futuri Hokage e per fornire informazione alle generazioni future. Semmai si fosse presentato un problema  collegato alle missioni passate, i vecchi rapporti sarebbero stati la prima cosa da leggere. Inoltre se si fosse scoperto l’omissione o la mancanza di un dato importante da parte dell’autore del rapporto, suddetto si sarebbe ritrovato in guai seri.
 
Quindi dire la verità era da sempre l’idea migliore.
 
Ma Sakura non poteva farlo. Alcune cose  che erano accadute erano  troppo private. E sicuramente molte non erano irrilevanti per la missione quindi, perché menzionarle?
 
Tutto sarebbe dipeso da ciò che Kakashi avrebbe scritto, realizzò lei, mentre scriveva  appoggiata sul davanzale della finestra di camera sua. Abbassò lo sguardo sulla folla mattutina che fluiva nella strada sottostante senza vederla realmente. Con il suo rapporto davanti, minacciosamente vuoto, Sakura cercò di prevedere la versione di Kakashi. Avrebbe seguito le regole scrivendo nei minimi dettagli tutto quello che era accaduto tra di loro? O li avrebbe tenuti per sé?
 
La domanda era: Kakashi era estremamente pignolo quando si trattava di regole? A volte lo era. Ma a volte le ignorava senza vergogna. Era abbastanza selettivo riguardo quali regole scegliere da seguire, e Sakura non era del tutto sicura che non sarebbe stato onesto sulla lezione che gli aveva dato  quando gli aveva messo due dita tra le cosce senza tante cerimonie.
 
Meglio lasciare vuoto quel pezzetto e tornarci più tardi…
 
 
Siamo stati intercettati da due uomini di Matsura e immediatamente ci hanno scortati fino alla sua magione con la scusa che Kakashi-sensei avesse bisogno del suo aiuto per una certa transazione commerciale.
 
Erano dei pervertiti e uno aveva un brutto taglio di capelli.
 
Siamo arrivati al complesso verso le 9-10. ( in allegato lo schizzo generale della casa).
Ci dissero che Matsura era un uomo impegnato ma a giudicare dalla velocità con cui lo abbiamo visto, doveva avere molto tempo a disposizione. La vecchia signora di nome Mai ci ha portato nel suo  studio.
 
È stato Kakashi-sensei a parlare, sostenendo di volere l’aiuto di Matsura per un lavoro il mese prossimo, e in cambio mi avrebbe offerto a lui. Ovviamente  ha accettato e…
 
 
 
Sakura emise un sospiro e si lasciò cadere pesantemente sul letto con il rapporto spiegazzato in mano. Era mattina ed era  ancora troppo presto per scrivere un resoconto dettagliato del momento più traumatizzante della sua vita. Aveva ancora incubi al riguardo. Senza Kakashi che la ipnotizzava per dormire, aveva passato una notte orribile nonostante fosse tornata nel suo confortevole letto. Si era svegliata di soprassalto e si era ritrovata a pugnalare il cuscino con il kunai d’emergenza che teneva sotto di esso.
 
Per la prima volta nella sua vita, fu abbastanza contenta di non avere un ragazzo che dormisse accanto a lei. Perché probabilmente adesso si ritroverebbe trivellato di buchi.
 
La sveglia suonò, facendole sapere che erano le otto. Non sarebbe dovuta andare nell’ufficio di Tsunade prima delle undici., quindi avrebbe avuto un sacco di tempo per finire il suo rapporto e fare colazione. Il suo frigorifero era piuttosto vuoto prima di partire per la missione e quel poco che era rimasto adesso era ricoperto di muffa ed era inquietantemente peloso.
 
E poiché Sakura non era ancora stata pagata per la sua pazza missione, non poteva uscire a fare la spesa. Ma per questo motivo  esistevano gli amici.
 
“ Naruto!”
 
“ GAH!”
 
Stava cercando Ino quando si era  imbattuta nel ragazzo in questione. Naturalmente  lo aveva beccato a sbirciare attraverso le fessure della recinzione attorno ai bagni pubblici delle donne. “ Cosa stai facendo? Gli chiese, anche se sapeva benissimo cosa esattamente stesse facendo il suo amico biondo. Mise le mani sui fianchi e gli rivolse il suo cipiglio più intimidatorio.
 
 
“ Sakura-chan! Io…ho perso qualcosa? Provò debolmente a discolparsi, tastando l’erba intorno a lui fino a quando le sue mani non trovarono un oggetto a caso. “ Ah! Vedi? Non posso andare da nessuna parte senza il mio…bastone…”
 
“ Uh-huh.”  Sakura non fu del tutto convinta e,per farlo sapere a Naruto, lo afferrò per un orecchiò e lo trascinò fuori in strada. L’ultima cosa di cui avesse bisogno di vedere  era qualcuno  che sbirciasse nel giardinetto dei bagni pubblici e la vedesse conversare con il pervertito numero due di Konoha ( era il numero uno solo quando Jiraya scappava dal villaggio alla ricerca d’ispirazione). Una volta tornati in territorio sicuro., Sakura gli lasciò l’orecchio. “ Non sapevo che fossi già tornato dalla missione”, disse, illuminandosi in volto. “ Pensavo che non ti avrei visto per settimane.”
 
 
“ Sono tornato ieri sera,” disse, sorridendole di rimando. “ Abbiamo fatto il culo a quei bastardi dell’Akatsuki!”
 
Era difficile non sorridere all’entusiasmo contagioso di Naruto. “ Oh davvero? È dov’è Sasuke –kun?”
 
Naruto s’incupì leggermente. “ In giro. Non lo so. È uno stronzo come al solito.”
 
“ Aw…” Sakura era impassibile. Naruto gli diceva sempre cose del genere dal giorno in cui erano diventati genin. “ Lo so! Andiamo a fare colazione insieme.”
 
 
“ Grande!” esultò lui. “ Un appuntamento!”
 
“ Paghi tu.”
 
“ Che cosa!?” la guardò confuso. “ Ehi,ehi…non sei appena tornata da una missione di classe A super difficile? Sei un jonin- hai molti più soldi di me!”
 
 
“ Un appuntamento con te…” borbottò Sakura, agganciandogli il braccio attorno per trascinarlo. “ Ti ripagherò questo pomeriggio. Dai, andiamo a…”
 
“ Ichikaru!” il biondo pianse lacrime di gioia, pregustandosi mentalmente un ottimo piatto del suo amato ramen.
 
“ No, Casa del tè, in centro. Fanno davvero un ottima tempura.”
 
“ Aw..”
 
“ Dai.”


 
A parte l’ottima tempura, c’era un ulteriore motivo per cui Sakura voleva andare alla Casa del tè. Sapeva per certo che a volte Kakashi si dirigeva lì per fare colazione. Anche se lui non era mai stato un fan della tempura, gli piaceva la quiete e la pace che il piccolo locale offriva. Con un ampia tettoia rossa al riparo dai raggi del sole cocente; era il posto perfetto per leggere.
 
Tuttavia quando arrivarono, Kakashi non c’era.
 
Si sorprese da quanto si sentì delusa, ma almeno Naruto non ci fece caso perché troppo occupato a fare l’offeso. Cosa potrebbe fare una persona per un piatto di ramen. Si lasciò cadere sulla sedia accanto al tavolo più pulito cercando di ripetere a se stessa che non era davvero lì per cercare Kakashi. Sebbene non riuscisse a smettere di guardarsi intorno…
 
“ Allora, come è andata la missione?” le chiese Naruto sconsolato mentre si accomodava sulla sedia di fronte a lei.
 
Sakura spinse un braccio di lato per posare la borsa.     “ Bene”, disse con distacco forzato. Non aveva voglia di parlarne. Non che non pensasse di poter confidarsi con Naruto, ma era un argomento piuttosto deprimente e non era dell’umore adatto per affrontare una conversazione del genere, “ Devo finire il mio rapporto entro le undici.”
 
 
 
“ Ooh,troppo difficile.” Naruto alzò gli occhi al cielo. “ Potresti scrivere un romanzo in una mattina se vorresti.”
 
 
Ninja dai capelli argentei a ore due! Oh aspetta…no, solo un vecchio amico. Sakura si costrinse a rilassarsi e prestare attenzione a Naruto. “ Mi dispiace,non ho capito,  cosa hai detto?”  si accigliò.
 
“ Dovresti provare ad essere bloccata ancora a livello chunin. Non solo devi fare rapporto, ma le missioni che ti fanno fare sono davvero noiose,” si lamentò Naruto, “ Sasuke è fortunato. Non deve scrivere nessun rapporto.”
 
“ Sì, perché consistono  principalmente in: Oggi ho fatto il bucato e montato scaffali”, gli ricordò Sakura. “ Dovresti essere dispiaciuto per quel ragazzo che è fermo a quel grado nonostante i suoi diciassette anni. È vergognoso.”
 
Ridacchiarono entrambi in modo piuttosto crudele, sicuri del fatto che il loro amico lievemente psicopatico fosse troppo lontano per sentirli. Quando la cameriera arrivò al loro tavolo, si azzittirono colpevoli e ordinarono. Sakura optò per tempura e tè. Naruto scelse il ramen ( fino a quando il suo sogno non venne infranto dalle parole della cameriera dal momento che non era nel menù) così scelse una soda dietetica, in un  atto di pura testardaggine. Per lui, o  era ramen o niente.
 
Mentre aspettavano, Sakura estrasse dalla borsa il suo rapporto incompleto e lo posò sul tavolo, mentre con il palmo sotto il mento soppesava quali parole usare per finirlo.
 
Naruto si contorse per leggere prima riga in alto del foglio e lei fu troppo lenta per bloccargli la vista con il menù. “ Hatake Kakashi?” lesse ad alta voce, apparentemente sorpreso.
“ Sei andata in missione con Kakashi-sensei?”
 
Sakura lo fissò con cautela, chiedendosi in che modo avrebbe reagito. “ Sì…”
 
“ Aww…” Naruto esclamò sgomento. “ Come ci sei riuscita ad andare in missione con lui? Sono passati secoli dall’ultima volta che abbiamo fatto una missione insieme.”
 
“ Ti manca?” chiese Sakura con un pizzico di sorpresa.
 
“ Suppongo…voglio dire, è così figo,vero?” Naruto le sorrise. “ Dice sempre qualcosa di veramente bello e spiritoso prima di infliggere il colpo di grazia. E con lo sharingan- cha! Prendi questo, schifoso! Kakashi-sensei è una potenza. Voglio che veda i miglioramenti che ho fatto.”
 
“ Lo chiami ancora Kakashi-sensei” realizzò. “ Perché?”
 
Ora fu il turno di Naruto di sbattere le palpebre sorpreso. “ Uh…non lo so. Tu non lo chiami così?”
 
“ Sì., ma quello che voglio dire è,” disse lei, agitandosi sul sedile. “ Non è più il nostro insegnante da anni ormai, ma lo chiamiamo ancora così. Forse dovremmo chiamarlo semplicemente “ Kakashi?”
 
“ Sarebbe un po’ strano,” disse Naruto, grattandosi la testa. “ E Iruka-sensei? Io e lui siamo allo stesso livello, e tu lo hai superato, ma lo chiamiamo ancora entrambi sensei. Anche se non lo è più un insegnante rimane sempre un insegnante, giusto?”
 
Sakura si morse il labbro. “ E se tu lo vedessi come qualcosa di più di un insegnante…?”
 
Naruto la fissò. “ Più di un…cosa…oh!” improvvisamente balzò in piedi, con il viso irrigidito per lo shock. “ Sakura-chan- t-tu –non intendi-!”
 
“ Naruto, sta giù! Sibilò lei. Non si aspettava che lui collegasse il tutto così rapidamente. Non era nemmeno sicura di volerlo sapere…
 
“ Ti piace!” Urlò di nuovo.
 
Alcune teste si girarono in quell’istante. Sakura afferrò il braccio del biondo tirandolo verso di sé. “ “Abbassa la voce o rimuoverò personalmente le tue corde vocali e te le farò uscire dall’ombelico! “Ringhiò con tono basso e minaccioso.
 
Naruto indietreggiò leggermente. “ Ok,” cigolò con una vocina.
 
Sakura lo liberò dalla sua presa con aria dignitosa, ma Naruto la fissò ancora visibilmente scioccato. “ Non posso crederci che ti piace Iruka-sensei…”
 
“ Che cosa?!” Fu il turno di Sakura di urlare. “ Non mi piace Iruka-sensei!”
 
“ Oh meglio!” A quelle parole Naruto si risollevò. “ Sarebbe stato un po’ strano. Ma se non è lui…allora chi…oh…”
 
In quel momento  l’istinto di Sakura fu quello di nascondersi sotto il tavolo.
 
“OH!”
 
Naruto esclamò alzando di nuovo la voce. Sakura seppellì la testa tra le braccia.
 
“ Ti piace Kakashi-sensei!” le parole fuoriuscirono attraverso la mano stretta sulla bocca. “ Kakashi –sensei! Ti piace…oddio! Cosa c’è che non va in te?”
 
“Che cosa vuoi dire con “ cosa c’è che non va in te?” chiese lei accigliata e offesa. “ Prima non stavi parlando di quanto fosse figo e straordinario?”


“ Ma è come un vecchio!” Protestò il biondo.
 
“ Ha solo trent’anni!” Oh fantastico, adesso mentiva sulla sua età per lui.
 
“Ma non sai nemmeno che aspetto ha sotto quella maschera!” la avvertì. “ Potrebbe essere brutto e sfigurato e non abbiamo ancora escluso l’ipotesi della verruca!”
 
Sakura abbassò lo sguardo sul suo rapporto incompleto. “ Non ha una verruca”, disse piano.
 
“ E come fai a saperlo?”.
 
Perché aveva baciato quelle labbra perfette solo pochi giorni fa?  Sospirò guardandosi intorno, desiderando che la cameriera arrivasse con le loro ordinazioni così da mettere fine a quell’interrogatorio. “ Perché ho visto la sua faccia”, gli disse stanca. “ In questa missione; l’ho visto senza maschera.”
 
Naruto inspirò forte. Il che fu troppo drammatico secondo l’opinione di Sakura. “ Hai visto la sua faccia!” grugnì. “ Ooh- devi dirmi che aspetto ha! Ehi, ehi, aspetta…è per questo che hai una cotta per lui? Perché hai visto la sua faccia? Tutti quelli che lo guardano si innamorano di lui, ecco spiegato perché indossa sempre la maschera, ho indovinato, vero?”
 
Probabilmente non era nemmeno troppo lontano dalla verità…
 
“ Ho promesso di non dire nulla”, gli disse. “ Se Kakashi-sensei avesse voluto farti vedere la sua faccia, lo avrebbe fatto.”
 
Un piccolo pezzo dell’anima di Naruto morì in quell’istante. “ Dannazione”,imprecò.
 
Sakura gli diede una pacca sulla mano. “ Non preoccuparti,” gli disse. È solo una faccia. È l’uomo che conta, non i suoi lineamenti del viso. Potrebbe essere brutto e non farebbe alcuna differenza..”
 
Naruto la guardò in modo strano. È esattamente quello che ha detto Ino”, osservò.
 
“ Che cosa?”
 
“ Ino. È quello che ha detto dopo che le abbiamo fatto notare  che era pazza per essersi presa  una cotta per Kakashi-sensei.”
 
Il cervello di Sakura impiegò alcuni secondi per metabolizzare il significato di quella frase. Ma non appena capì…” Cosa!” strillò.
 
Naruto indietreggiò per la seconda volta.
 
“ Da quando Ino ha una cotta per lui!” gli chiese.
 
“ Uh…da quando ha capito che Sasuke era troppo irraggiungibile. “ Alzò gli occhi al cielo. “ Come se con Kakashi sensei avesse qualche possibilità.”
 
“ Argh! È così fastidioso!” Sakura colpì il tavolo con il palmo della mano.” Perché insegue sempre quello che voglio io? E come fa a sapere chi voglio prima di me? Giuro che lo fa solo per infastidirmi…”
 
Naruto si fece serio e la guardò. “ Ehi, Sakura-chan…non sei davvero innamorata di Kakashi-sensei,vero? Chiese con cautela. È solo una cotta,giusto?”
 
Sakura incrociò il suo sguardo e avvertì immediatamente una fitta indesiderata di disagio. “ Sì…è solo una cotta, “ gli disse, ma non poté fare a meno di chiedersi se stesse dicendo una bugia bianca.
“ E poi non credo che potrei piacergli in quel senso.”
 
O forse, gli piaceva già.
 
Naruto si rilassò sollevato nel sentire quelle parole. “ Bene,” disse. “ Perché sarebbe stato un po’ strano. Sarebbe come uscire con tuo padre o qualcosa del genere- o peggio, il tuo insegnante.”
 
La fitta di disagio esplose sotto forma di un lieve attacco di panico. “ Stai zitto, Naruto,” gli disse senza mezzi termini, sentendo un formicolio spiacevole lungo la nuca. Era l’ultima cosa che aveva bisogno di sentirsi di dire. Già era abbastanza grave che durante la missione tutti avessero continuato a confondere Kakashi per suo padre. Ma in realtà non aveva bisogno di Naruto per ricordarle il divario di età tra loro due. E il modo in cui il suo amico glielo aveva detto… Dio…lo faceva sembrare così sbagliato.
 
E forse, lo era?
 
Sfregandosi le mani sul viso, Sakura guardò infelice il suo foglio mezzo vuoto. “ Devo finire di scrivere”, disse, più a se stessa che a Naruto.” Mi rimangono solo tre ore.”
 
“ Oh, sbrigati!” Incalzò il biondo. “ Potresti non arrivare a scrivere tutte le diecimila pagine che scrivi di solito!”
 
“ Eh piantala…”
 
Mentre scriveva, Naruto parlò di tutto e di niente. Di quanto fosse stato fico in missione e di un incidente con Sasuke che riguardava una zuppa di miso.
Sakura ascoltò solo per metà, e, quando finalmente arrivarono le loro ordinazioni non venne nemmeno a conoscenza che la sua tempura era magicamente sparita dal suo piatto mentre si scervellava su quali dettagli omettere nel rapporto.
 
 
Abbiamo trovato il corridoio degli specchi e la galleria al quinto piano. E dopo un po’ di ricerche anche il vaso, che Kakashi-sensei  ha trasformato in un kunai per nasconderlo. Stavamo per scappare, quando abbiamo sentito delle persone arrivare.  Sospettavamo che uno fosse Jin, il figlio di Matsura, un uomo pericoloso. Dovevamo fare qualcosa per non essere scoperti, quindi…
 
( abbiamo messo  su una messa in scena per non insospettirlo? Dio…poteva immaginare la faccia di Tsunade quando lo avrebbe letto. Forse poteva rimanere sul vago su come sono riusciti a scappare?)
 
Kakashi-sensei ha finito per drogarsi per…
 
( averle accarezzato il seno? No, doveva essere più vaga!)
 
 
Dopo essere sopravvissuti a una lunga nottata senza provviste, abbiamo viaggiato verso sud per evitare che gli inseguitori potessero ricollegarci a Konoha. Ovviamente siamo stati seguiti, ma pensavamo di averli seminati ad un certo punto, e abbiamo anche cercato un posto dove alloggiare.
 
Kakashi-sensei ha venduto il diamante incastonato nel vaso. L’ho pregato di non farlo, ma ha deliberatamente ignorato la mia autorità in quanto capo della missione. Con quei soldi ho potuto comperare dei vestiti nuovi. Ho trovato una bellissima maglia verde. L’avrei preferita rossa, ma non ho trovato la mia taglia, e il rosa mi sbatté. E i pantaloni marroni che ho comprato erano scomodi,  cadevano praticamente in ogni occasione.
Ad ogni modo, abbiamo alloggiato in una locanda di fronte la strada del mercato. Io e Kakashi-sensei abbiamo dovuto condividere una stanza.
 
( e il letto...)
 
 
Matsura e suo figlio ci hanno trovati la mattina seguente. Hanno catturato Kakashi-sensei. Per quanto mi riguarda, mi hanno sopresa uscire dalla locanda.
 
 
( Kakashi ammetterebbe che avrebbe consegnato il vaso in cambio della vita di Sakura? Beh…per sicurezza non avrebbe menzionato quella parte della vicenda. Non che fosse una cosa così rilevante poi, no?)
 
Matsura mi ha trascinato verso la locanda con il chiaro intento di violentarmi. Kakashi-sensei ha cercato di aiutarmi ma è stato ostacolato da Jin. Quando ho provato a reagire, Matsura ha cercato di strangolarmi.
 
Per rappresaglia, gli ho tagliato le palle e gran parte del suo pene-
 
 
 
Un sussulto acuto e spaventato la interruppe dal suo lavoro. Alzò lo sguardo per vedere un Naruto piuttosto pallido, fissarla con orrore. Non si era accorta che il biondo aveva smesso di parlare da almeno dieci minuti buoni per leggere quello che lei stava scrivendo.
 
“ Ha provato a violentarti?” chiese in un sussurro. Poi, con tono più forte aggiunse:” Gli hai tagliato le palle!”
 
“ Se lo è meritato,” gli disse Sakura. “ E non avevo altre opzioni a portata di mano.”
 
“ Ma…wow…come sei vendicativa,” le rispose Naruto, ancora scosso. “ Ricordami di non farti incazzare.”
 
 
“ Perché? Tanto ci riuscirai lo stesso in qualche modo…” ripiegò il foglio infilando nella borsa. Avrebbe continuato in un secondo momento, ora che Naruto aveva pianificato di leggere quello che stava scrivendo. Chiaramente la parola “ Top Secret” non significava nulla per questo ragazzo. Mentre armeggiava con la cerniera della borsa per chiuderla, qualcuno si sedette pesantemente sulla sedia accanto a Naruto. Alzò lo sguardo e si illuminò all’istante. “Sasuke-kun!”
 
 L’ultimo erede degli Uchiha alzò la mano in segno di risposta, impassibile come sempre.
 
Naruto mise il broncio. “ Come mai non eri così felice  quando mi hai salutato?” brontolò, appoggiando il mento sul tavolo.
 
“ Perché ti ho beccato a spiare donne nude”, gli ricordò.
 
Sakura scelse di sorvolare e continuò. “ Com’è andata la tua missione?”
Prima che Sasuke potesse rispondergli, Naruto parlò. “  Sakura ha combattuto contro due ninja di classe S e ne ha castrato uno.”
 
Sasuke annuì, come se fosse tutto normale. “ Ho recuperato di nuovo Tibble dall’albero” si rivolse a Sakura. “ Ho ricevuto un pagamento bonus per la decima volta.”


“ Wow…sei così fico, Sasuke,” disse Naruto in tono piatto.
 
Sasuke fece l’ennesimo cenno del capo. “ è vero?” chiese a Sakura, nel suo solito cipiglio annoiato c’era un  velo di curiosità.
 
Qualche anno fa avrebbe letteralmente ucciso per essere guardata in quel modo dal moro, come se fosse stato qualcosa di magnifico che lui la notasse anche per soli cinque secondi. Ma col tempo si era guadagnata il suo rispetto e spesso aveva mostrato interesse per le  sue battaglie.
 
Sebbene non sapesse equiparare l’interesse con le missione con l’interesse per lei. “ Hai davvero combattuto contro due tipi di rango S?”
 
“ Beh…più o meno…” lei arrossì un po’. “Uno era un po’ più vecchio e dell’altro…beh, se né occupato principalmente Kakashi-sensei.”
 
“ Ah, sì…” Sasuke distolse lo sguardo distratto. “ Kakashi ti stava cercando poco fa.”
 
Il cuore di Sakura fece un battito ingiustificato. “ Davvero?” Cercò di sembrare disinvolta, ma sentì Naruto fissarla intensamente.
 
“ Ha detto qualcosa riguardo all’orario della riunione che è cambiato,” le disse Sasuke. “ Penso sia stato anticipata.”
 
Sakura gemette, guardando l’orologio. “ Di quanto?”
 
Il moro si strinse nelle spalle in risposta.
 
“ Accidenti…è meglio che vada a scoprire cosa sta succedendo.” Si alzò in piedi e bevve un lungo sorso di tè freddo prima di piantare un bacio bagnato sulla guancia di Naruto.
“ Grazie per l’appuntamento,” gli disse dolcemente.
 
E per non far sentire Sasuke escluso, schioccò anche a lui un bacio sulla guancia. Non che lui  apprezzasse molto questo genere di cose, ma da tempo aveva rinunciato a cercare di allontanarsi da lei.
 
Sakura si mise la tracolla sulla spalla e mentre si allontanava, poté giurare di aver sentito Sasuke dire: “ Appuntamento? Che cosa intendeva con, “ appuntamento”?”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino autrice:
 
Ebbene eccomi di nuovo qui. Per tutti quelli che pensavano fossi sparita e avevano abbandonato le speranze nel vedere questa storia conclusa, nooo non preoccupatevi sono tornata!
 Ho avuto un periodo abbastanza difficile e caotico della mia vita, per cui non mi andava molto di scrivere. Ma dopo aver visto le recensioni a distanza di mesi,  mi son detta che non potevo lasciare questa vicenda  in sospeso.
Quindi parlando della storia: ho deciso di pubblicare metà capitolo perché credo di avervi fatto aspettare già tanto. La seconda parte la posterò tra qualche giorno. ( se lo spirito di Kakashi non si impossessa del mio corpo facendomi procrastinare le cose, come sempre..ahahaha scherzo.)
È comunque un capitolo di passaggio ma spero possa farvi ridere un po’ il dialogo tra Sakura e Naruto.
Detto questo, ringrazio tutti quelli che hanno recensito-letto- e seguito questa storia.
E chi ancora avrà la pazienza di seguirla! xD
 
A prestissimo!

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Capitolo 13
*** Quando Sakura scrive il suo rapporto ( seconda parte) ***


Sakura si diresse a passo spedito verso la torre dell’Hokage. Si fermava solo quando vedeva un volto familiare per chiedere se avessero visto Kakashi in giro. Tutti gli aveva risposto negativamente, ma ebbe un po’ di fortuna quando vide Shikamaru davanti le porte dell’accademia con Temari.
 
“ Sì, prima ti stava cercando”, la informò con una scrollata di spalle.
 
“ Noi comunque non abbiamo un appuntamento”, intervenne Temari.
 
“Ehi, devi sottolinearlo ogni volta che qualcuno ci vede insieme?” Shikamaru le lanciò uno sguardo lievemente esasperato. “ Rendi le persone sospettose…”
 
Temari sbuffò, e anche Sakura, ma per tutt’altro motivo. “ Ehi, ho una questione da risolvere con te,” disse lei, afferrandolo per  il colletto del giubbotto.
 
“ Eh?” il diretto interessato mutò la sua espressione apatica in una più preoccupata. E per ovvie ragioni.
 
“ Come diavolo ti è saltato in mente di dire a Kakashi-sensei che ero vergine?”
 
Temari sbuffò. “ Sei vergine?” chiese incredula. “ Aspetta, come facevi a sapere che era vergine?”
 
“ Ehi, tutti in quel bar sapevano che era vergine,” si difese Shikamaru, scrollando di nuovo le spalle. “ Alla fine lo avrebbe scoperto lo stesso. Ino diffonde pettegolezzi come un  piromane appicca il fuoco.”
 
“ Va bene, lasciamo perdere.” Sospirò Sakura, formicolando per il disagio se ripensava  a  tutto quello che era successo mentre era stata via. Ino avrà divulgato quella notizia in lungo e in largo come suo solito. “ Kakashi –sensei ti ha detto qualcosa a proposito di una riunione?”
 
“ Sì”. Le disse infilandosi le mani  in tasca. “ è stata anticipata o qualcosa del genere. Ha detto che stava andando alla torre dell’Hokage.”
 
“ Oh merda,” sibilò Sakura, passandosi le mani tra i capelli. “ Non ho ancora finito il mio rapporto.”
 
“ Meglio sbrigarsi.”


“ Grazie comunque,” disse lei, iniziando a correre. “ Dovremmo riprendere la nostra chiacchierata più tardi, Shika!”
 
“ Quando?” le chiese. “ Così me lo segno sull’agenda.”
 
“ Quando meno te lo aspetti!”
 
Quando arrivò vide la squadra di genin di Kakashi ciondolare sui gradini fuori dalla torre dell’Hokage, un chiaro segnale che il loro mentore si trovava  all’interno dell’edificio.
Sakura sentì un sussulto di un’emozione indefinibile alla vista della ragazza del gruppetto. Bionda, bassa e con caldi occhi marroni. Si stava arrotolando una ciocca di capelli attorno al dito mentre masticava la gomma. Tempo fa, Sakura era stata come quella ragazza, con Kakashi a fargli da insegnante.
La faceva sentire strana. Non sapeva nemmeno come spiegarlo.
 
 
Aveva intenzione di superarli, in fondo non li conosceva. Ma nel momento in cui i tre notarono la sua presenza, balzarono in piedi. “ Ehi, ragazza piagnucolona!”
 
Ovviamente si ricordavano ancora di  quella storia…
 
“ Cosa c’è?” chiese perplessa.
 
“ Conosci Kakashi-sensei,vero?” chiese uno dei ragazzi. “ Sei la sua ragazza o qualcosa del genere?.”
 
La faccia di Sakura divampò all’istante. “Io…em…cosa?”
 
“Non è la sua ragazza,” disse la biondina, soffiando una bolla di masticante. “ Salti subito alle conclusioni, idiota…”
 
“ Beh, come posso saperlo,” disse il ragazzino che adesso era leggermente arrossito. “ E una ragazza ed è sua amica. Ed è vecchia come lui.”
 
In tutta la sua vita, Sakura aveva perso la pazienza con molte persone, ma mai con i bambini. Anche con quelli antipatici. Sorrise forzatamente e si chinò, arruffandogli  i corti capelli neri. “ E lo sarai anche tu, un giorno,” gli disse dolcemente. Tuttavia non poté negare quel senso di sollievo che provò. Sì ok, le aveva appena dato della vecchia, ma l’aveva messa sullo stesso piano di Kakashi. Per questi bambini lei non era che un  adulto. Un adulto come Kakashi.
 
Diavolo,sì!


“ Se lo incontri, digli che oggi dovrebbe allenarci,” le disse il ragazzo. “ Se n’è dimenticato di nuovo.”
 
 
“ Va bene, glielo dirò.” Sakura li salutò e proseguì all’interno.
 
Trovò Kakashi seduto nella sala d’attesa fuori dall’ufficio di Tsunade. Era solo, stava leggendo il suo solito libro, e quando la vide la sua espressione si addolcì. “ Oh bene. Ero preoccupato che non avresti ricevuto il messaggio. Sasuke-kun non è il massimo dei messaggeri…”
 
Alla vista di lui uno strano sfarfallio iniziò nel suo stomaco, e la sua voce le sembrò la musica più dolce del mondo. A quanto pareva il loro breve periodo di distanza l’aveva resa  più consapevole di quanto la sua presenza la influenzasse davvero. Il suo sorriso le fece  tremare le ginocchia, così si sedette rapidamente di fronte a lui prima di fare qualcosa di imbarazzante…come collassargli davanti.
 
“ Quand’è la riunione?” chiese, cercando di non far trasparire l’emozione nella voce.
 
“ Tra dieci minuti.”
 
Lei ansimò. “ Non ho ancora finito il mio rapporto!”


“ Sarà meglio che ti sbrighi,” disse, facendo un gesto che mimava uno scarabocchio con la mano libera, prima di tornare al suo libro.
 
 
Sakura tirò fuori il suo rapporto stropicciato e lo rigirò dal lato giusto per leggere da dove si interrotta. C’erano parecchie lacune che dovevano essere colmate, e aveva bisogno di almeno  due settimane per trovare le parole giuste per spiegare determinati eventi. “ Em…Kakashi-sensei?”
 
“Mm,” grugnì.
 
“ Posso dare un occhiata al tuo rapporto?” chiese lei, battendo le ciglia con espressione supplichevole.
 
“ Sai che non ci è permesso collaborare per scrivere un rapporto.” Nonostante le sue parole, si stava già muovendo per cercare nella sua tasca il pezzo di carta arrotolato. “ Ma non posso resistere a quegli occhi.”
 
Probabilmente lo aveva detto  innocentemente. Forse.
 
Sakura si alzò per prendere il foglio e quando per sbaglio le sue dita sfiorarono quelle calde di lui, sentì nuovamente le farfalle nello stomaco e un intensa fitta di desiderio. Dovette ritirarsi immediatamente. Era certa che l’attrazione non fosse così intensa il giorno prima. Sentiva  i suoi sentimenti per lui crescere più acutamente  che mai.
 
Sedendosi di nuovo sulla sedia, srotolò il rapporto di Kakashi e lo lesse. “ Questo è…”
 
“ Mm?” Kakashi la guardò di nuovo.
 
“ Questo è patetico,” gli disse senza mezzi termini, sollevando il foglio per farglielo vedere. “ Sono tre righe.”
 
 
“ Và  dritto al punto,” le spiegò.
 
“ Siamo arrivati, abbiamo rubato, abbiamo vinto. Questo è tutto quello che c’è scritto.” Sakura gli lanciò un’occhiataccia. “ E Tsunade ti permette di cavartela così?”
 
“ Spesso.”
 
“ Non è giusto…”
 
Almeno questo la lasciava libera di omettere qualunque cosa diavolo volesse. Scribacchiò che erano fuggiti dalla galleria con un abile uso degli specchi e che Kakashi si era rovesciato per caso il veleno sulla mano. Non si premurò di menzionare la notte alla locanda, dichiarando semplicemente “ abbiamo dormito lì”. E quando erano sulla via di ritorno per Konoha, Jin li aveva intercettati solo perché era stato molto veloce…e non perché si erano fermati per avere una discussione a cuore aperto sulla loro strana e contorta relazione.
 
Senza doversi preoccupare di tutto ciò,  finì il suo rapporto in pochissimo tempo e trascorse gli ultimi minuti che restavano per migliore lo schizzo della casa di Matsura.
 
Poi qualcosa le uscì dalla bocca prima che potesse fermarlo.
 
“ Ino ha fantasie su di te, sai.”
 
Il libro di Kakashi si abbassò di una frazione. “ Scusami?”
 
“ Che cosa?” Sakura alzò lo sguardo come se non avesse detto nulla.
 
“ Hai detto qualcosa che riguardava Ino,” disse incerto.
 
“ Oh sì.” Agitò la mano e gli regalò un sorriso sprezzante. “ Le piaci, tutto qui. L’ho scoperto oggi. E, a quanto pare le piaci da un bel po’.”
 
“ Oh.” Kakashi sembrò pensieroso. Poi  guardò il suo libro. “ Capisco.” Disse, voltando una  pagina di Icha Icha.
 
Sakura si fermò a osservarlo. “ Tutto qui? Oh capisco? Che razza di risposta è?”
 
Kakashi posò pazientemente il libro sulla sua coscia , unì le mani dietro la testa e sospirò. “ c’è un modo specifico in cui vorresti che rispondessi a una dichiarazione del genere?” chiese in tono uniforme.
 
“ Beh, in modo onesto, per esempio,” gli disse. “ Voglio dire, non ti sembra strano?”
 
“ Che piaccio a Ino?” inclinò la testa all’indietro. “ Hum…non lo so.”


Nel frattempo Sakura disegnò un muro in più attorno al complesso di Matsura senza pensarci. Tsunade avrebbe pensato che lei avesse sfondato quattro mura. Ma l’attenzione della kunoichi era focalizzata esclusivamente sul copy ninja, sebbene cercasse di non mostrarlo. “ Non pensi che sia un po’ giovane per te?”
 
Il breve silenzio che seguì fu la prova della sorpresa di Kakashi. Non ebbe bisogno di alzare gli occhi per sapere che le stava regalando uno sguardo penetrante.
 
“ Dipende,” disse alla fine, in tono lieve.
 
“ Da cosa?”
 
“ Un sacco di cose.”


Sakura sospirò. “ Non sei molto bravo a dare risposte dirette,vero?”


“ E tu non sei molto brava a porre domande dirette,” la rimproverò. “ Stiamo davvero parlando di Ino?”
 
Il pennino di Sakura si ruppe contro il foglio, inondando metà del disegno con l’inchiostro blu. “ Sì,” disse lentamente, rendendosi conto che aveva appena sostituito il suo nome con quello dell’amica.
 
“ Ah ok.” Kakashi tornò a leggere il suo libro.
 
Dandosi una scossa mentale,si alzò, con il rapporto di Kakashi in mano. “ Tieni” disse lei, facendo un passo avanti per restituirglielo.
 
Lo prese e fece un cenno del capo. “ Che fai stasera?”
 
Sakura sussultò. “ Che cosa?” ansimò.
 
Kakashi batté le palpebre. “ Ho detto, c’è una macchia sopra.” Indicò alcune impronte digitali blu che aveva lasciato sul suo foglio. “ Non posso fidarmi di te per niente.”
 
Fantastico, adesso si immaginava pure le cose. Si sedette pesantemente, guardando tutto nella stanza tranne Kakashi. Era preoccupata che se lo avesse guardato anche solo per un secondo lui sarebbe stato in grado di sentire l’intensità del suo sguardo e forse anche di leggere i suoi pensieri. Quel silenzio divenne opprimenti per le sue orecchie, sebbene il suo sensei sembrasse piuttosto divertito mentre ridacchiava a una delle battute indubbiamente zozze di Icha Icha.
 
Si schiarì la gola decisa a parlare. “ Kakashi-sensei, i-“
 
La porta dell’ufficio di Tsunade si aprì. “ Bene sei qui.” L’Hokage interruppe involontariamente il suo discorso. “ Andiamo,andiamo. Parliamone e passiamo oltre.”


Sakura balzò in piedi e seguì Kakashi nell’ufficio insolitamente caotico. La scrivania di Tsunade stava praticamente gemendo sotto il peso di tutte le carte e i rotoli di pergamena  che vi erano posti sopra  mentre cinque impiegati si stavano dando da fare per smaltire le scartoffie  alla loro sinistra.
 
“ Bene…” Tsunade si sedette e cominciò a riordinare le carte davanti a sé. “Aspetta un minuto.”
 
Sakura spostò il suo peso. La spalla urtò il braccio di Kakashi, facendole capire quanto fossero vicini. Si allontanò con discrezione a pochi centimetri di distanza prima che Tsunade alzasse lo sguardo e notasse anche lui.
 
“ Ah,eccoti!”  dichiarò felice e sollevò una cartella. “ Giusto,sì, la missione di Matsura…i vostri rapporti?”
 
Lesse prima quello di Kakashi, impiegandoci esattamente sei secondi. Gli rivolse uno sguardo indifferente da sopra il pezzo di carta.” E io che mi aspettavo il riassunto dell’ultimo capitolo di Icha Icha che hai letto. Di solito non sei così vago, Kakashi.”
 
 Il copy ninja si strinse nelle spalle in risposta.  E Sakura non poté fare a meno di chiedersi se questo resoconto insolitamente breve avesse qualcosa a che fare con ciò che era accaduto tra loro durante la missione…
 
Tsunade impiegò un po’ più di tempo a leggere quello della sua allieva, accigliandosi per gran parte del tempo. Sakura si mordicchiò ansiosamente il labbro, guardando l’espressione del suo mentore incupirsi  sempre di più fino a quando, dopo quella che le parve un angosciosa eternità, lo mise giù.
 
 
“ Quindi sanno chi siete e da dove venite,” si rivolse a loro. “ Quale parte di non far sapere  che Konoha è coinvolta non avete capito?  Hai idea di quali problemi potrebbero causarci?”
 
“ Hanno riconosciuto Kakashi-sensei,” le disse rapidamente Sakura. “ E una volta che si sono scontrati con noi, era inevitabile che riconoscessero lo sharingan. Davvero non abbiamo potuto fare altrimenti.”


 
 
“ Ma abbiamo il vaso,” incalzò Kakashi. “ L’ho consegnato agli impiegati ieri sera. Iruka se n’è occupato personalmente.”
 
Tsunade gli lanciò un’occhiataccia. “ E ne hai venduto una parte!”


 
Kakashi sembrò offeso. “ Era una situazione d’emergenza…”
 
“ E tu,” Tsunade rivolse il suo sguardo a Sakura. “ Castrare quell’uomo e nemmeno ucciderlo? Ti rendi conto che tra tutte le cose preziose per un uomo- la sua famiglia, i suoi amici, il suo onore, i suoi averi- che le sue palle saranno sempre le più importanti? Vorrà la tua testa per questo.”
 
“Lo so.” Sakura chinò il capo docilmente.
 
 
Tsunade si appoggiò allo schienale della sedia e indicò la porta. “ Bene. Tutti fuori,tranne te,” disse,puntando il dito sul ninja dai capelli argentei.
 
 
O stava per essere sgridato per il suo resoconto inadeguato, o stavano per discutere di Sakura. Gli impiegati uscirono con un espressione sofferente per dover spostare tutto nell’ufficio adiacente.  Sakura tornò di nuovo nella sala d’aspetto, dando un ultimo sguardo a Kakashi prima di chiudersi la porta alle spalle. La faccia di lui era illeggibile.
 
Dato che in giro non c’era nessuno che potesse vederla, si accovacciò in ginocchio e appoggiò l’orecchio il più vicino possibile sulla superficie di legno scuro. Si assicurò che la sua ombra non si notasse attraverso lo spiraglio della porta  mentre si concentrava per ascoltare.
 
“ Hai letto il suo rapporto?” sentì la voce ovattata di Tsunade.
 
“ Posso?”
 
“ Fai pure.”
 
 
Ne seguì un lungo silenzio. Sakura non era sicura che le piacesse l’idea che Kakashi leggesse il suo rapporto, soprattutto non il suo resoconto di quello che era successo tra lei e Matsura. Era già imbarazzante che Tsunade e l’impiegato lo vedessero.
 
Alla fine, quando sentì le sue ginocchia prossime all’intorpidimento, udì uno schiaffo di carta sulla scrivania e la voce di Kakashi. “ Qual è il problema?”
 
“E la verità? Nel suo primo incontro con Matsura, ha scritto che c’è stata una breve lotta prima che lui perdesse i sensi.”
 
 
“ Ah sì.”


 
“ Che cosa intende esattamente con “ breve lotta”?”
 
“ Perché non glielo chiedi tu? È qua fuori se vuoi che io…”
 
Prima che Sakura avesse la possibilità di rimettersi in piedi e allontanarsi, Tsunade lo interruppe. “ Pensi che me lo direbbe?  Non la conosci come la conosco io, Kakashi. È un interioritrice…si tiene tutto dentro.”
 
 
“ Con tutto il rispetto, la conosco meglio di quanto pensi, Hokage-sama. E interioritrice non è una parola.”
 
“ Non interrompermi moccioso, e sai cosa intendo. Se è successo qualcosa di brutto…davvero brutto, Sakura non è il tipo di persona che è  in grado di parlarne liberamente. Almeno non senza l’aiuto di qualcuno. Quindi c’è qualcos’altro che vorresti dirmi riguardo a quello che è accaduto?”
 
 
“ Sono arrivato dopo che Matsura era già privo di sensi. Non so molto al di là di quello che mi ha detto.”
 
“ E cosa ti ha detto?”
 
“ Non sarei degno della sua fiducia se te lo dicessi.”
 
“ Non voglio giocare a questo gioco con te,Kakashi,” spiegò Tsunade. “ Non si tratta di chi diventa l’insegnante preferito e più fidato di Sakura. Se è successo qualcosa, voglio che tu me lo dica.”


“ Non considero un gioco il benessere dei miei ex studenti. Non sono in competizione con te, ti sto semplicemente dicendo che sarei un povero amico se parlassi senza il suo permesso.”
 
“ Le ha fatto del male?”
 
“Un po’. Ma non credo ci sia stato alcuno stupro.”
 
“ Lei sta bene?”


“ Lo sta gestendo meglio di quanto mi aspettassi.”
 
“ Meglio di te?”
 
La risposta di Kakashi fu un grugnito incomprensibile. Sakura pensò che si fossero detti  qualche altra cosa, ma c’era  troppo silenzio.
 
“ Non avrei dovuto mandarla in questa missione,” sentì Tsunade sospirare. “ Sapevi che era vergine?”
 
Oh no…Tsunade lo aveva scoperto.
 
“ All’inizio lo sospettavo. Ma lei ha rifiutato ogni volta che le ho proposto di ritirarsi dalla missione. Quando ero sicuro…era troppo tardi.”
 
“ Mm. Io stessa l’ho scoperto solo ieri. La notizia sta facendo il giro del villaggio.”
 
Oh no! Avrebbe dovuto uccidere Ino…e forse pure tutto gli altri che adesso sapevano che era vergine. E considerando le abilità nel diffondere pettegolezzi della sua amica, questo sarebbe equivalso  a tre quarti della popolazione di Konoha.
 
“Ma ad essere sincero, Hokage-sama,” iniziò Kakashi rispettosamente. “ Non credo che nessun altra avrebbe potuto portare a termine questa missione. Quando le cose si sono fatte difficili, lei ha resistito, e ho pochi dubbi sul fatto che probabilmente sarei morto se non fosse stato per lei e per la sua…folle forza.”
 
Il cuore di Sakura si scaldò un po’.
 
“ Le ho insegnato questo,sai,” gli ricordò Tsunade.
 
“ E sono tremendamente contento che tu l’abbia fatto.”
 
“ Beh, sono felice che sia tornata sana e salva. Grazie per esserti preso cura di lei, Kakashi. Sapevo di potermi fidare di te.”


“ Sì…”
 
“ Riportala dentro, ti dispiace?”
 
 
Sakura scattò in piedi e si gettò sulla prima sedia vicina. Quando Kakashi aprì la porta, guardò con noncuranza il soffitto, facendo oscillare il piede a tempo di una musica immaginaria.
 
“ Puoi entrare,” disse, e lo sguardo che le diede le fece capire che sapeva esattamente cosa avesse fatto solo pochi istanti prima. Forse era stata esagerata nel sembrare troppo disinvolta?
 
 
Quando prese posto accanto a Kakashi per la seconda volta, Tsunade stava compilando i loro assegni. “ A causa delle complicazioni legate alla missione, l’ho aggiornata a pericolo di classe S. Purtroppo non posso pagarti di più dal momento che il prezzo è già stato fissato, ma almeno gioverà al tuo curriculum.”
 
“ Grazie Tsunade-shishou,” sussurrò Sakura, sorpresa. Era la sua prima missione di classe S in assoluto.
 
 
“ Hai rischiato molto e hai fatto un ottimo lavoro,” disse Tsunade placida, senza alzare lo sguardo. “ Mi sto solo assicurando che tutti possano vederlo.”


“ Grazie,” ripeté , incapace di non sorridere.
 
 
Tsunade ricambiò il sorriso mentre consegnava i loro assegni. “ Non spendere tutto in una volta.”
Successivamente li fece uscire e invitò i suoi impiegati a finire il proprio lavoro. Nella sala d’aspetto Sakura, per poco non  inciampò quando posò lo sguardo su tutti gli zeri scritti sul suo assegno. “ Mi limiterò a fermarmi nel sushi bar più costoso che riesco a trovare e continuerò a mangiare fino a quando non esploderò. Dio, ho così fame che potrei mangiare anche questo assegno.” Lo baciò felice. “ Che cosa hai intenzione di fare con il tuo?”
 
 
Kakashi si strinse nelle spalle, piegò l’assegno, infilandolo in tasca. “ Banca? Conservarlo per i tempi più buii?”


 
Sakura lo seguì. “È noioso. Sai cosa dovresti fare? Offrire la cena al tuo studente  preferito!”
 
“ Che bella idea,” disse Kakashi allegramente. “ E dov’è Naruto?”
 
Sakura lo colpì con forza nel fianco.
 
“ Ow.”
 
“ Sei crudele.”
 
“ Tu sei più crudele.” Si massaggiò le costole.
 
“ Quindi facciamo una bella coppia.”
 
 
Kakashi inclinò la testa e le lanciò uno sguardo misurato, uno che era così stranamente fuori posto nella loro conversazione. Scosse la testa, fece una risatina e si allontanò con le mani in tasca. Sakura lo guardò Andare via, senza capire perché il suo cuore avesse cominciato a battere così forte all’improvviso.
 
“ Che cosa?” chiese, correndogli dietro. “ Cosa?”


“ Niente.” Aveva già sceso le scale ed era arrivato all’ingresso.
 
“ Oh – potresti non voler andare in quella direzione,” lo avvertì, quando si rese conte di dove stavano andando. “ Tre ragazzini probabilmente ti stanno aspettando là fuori in attesa di saltarti addosso per chiederti di allenarli.”


“ Aw…e doveva essere la mia giornata di relax. ,” sospirò sofferente. Avanzò comunque in quella direzione, usando la schiena per farsi strada tra le porte principali senza togliersi le mani dalle tasche. Sakura lo seguì fuori, alzando una mano per proteggersi dal sole splendente che imbiancava le strade.
 
Dei bambini non c’era traccia.  Kakashi si strinse nelle spalle. “ Si saranno stancati di aspettare,” disse. “ I marmocchi di oggi non hanno pazienza.”


Non si sorprese quando in quel momento tirò fuori Icha Icha Chaos. Ma non lo aprì. Toccò semplicemente la spina dorsale del libro contro il mento mascherato mentre fissava in lontananza un punto indefinito, come se fosse avvolto in un profondo pensiero filosofico. Un'altra volta Sakura non poté fare a meno di chiedersi quali pensieri  attraversavano  quella mente così geniale. Lei stessa era intelligente, ma Kakashi probabilmente vantava il Q.I  più impressionante del villaggio- incluso Shikamaru. Avrebbe dato qualsiasi cosa per sapere che cosa frullava in quella testa.
 
 
“ ….Metterò tutto l’ammorbidente nel prossimo lavaggio,” mormorò. “ Questi vestiti prudono in tutti i posti sbagliati.”
 
 
Sebbene ci fossero cose che avrebbe dovuto tenere per sé.
 
Sakura mantenne il suo temperamento più ammirevole. “ Dove vai adesso?” chiese in quello che sperava fosse un tono leggero e disinvolto.
 
La guardò. “ Casa. Leggere. Dormire. Per lo più nascondersi da quei bambini.”


Lei annuì, non ascoltando davvero. “ Quindi…um…immagino che sia un arrivederci?”
 
Kakashi la guardò confuso. “ Eh?”
 
“ Beh,probabilmente non ci vedremo per un po’,” disse piano. “ Sono sicura che avrai molte missioni da svolgere e sarai occupato, impegnato, impegnato…..come sempre.”
 
 
“ Certo.” Inclinò la testa. “ Ma non  ho promesso di offrirti la cena?”
 
Sakura si irrigidì. “ Stavo solo scherzando…”
 
“ Io no,” disse,scrollando le spalle, guardandola intensamente.
 
Sentì il mondo fermarsi e oscurarsi mentre e un riflettore si accendeva  direttamente su di lei. A cena con Kakashi? Non sarebbe come…un appuntamento? Era stata lei a proporglielo, ma lui di solito rifiutava, quindi glielo aveva detto solo per prenderlo in giro. Non era sicura di come rispondere.
 
“ Ehi, fronte! Come va?”
 
 
Sakura guardò dall’altra parte della strada per vedere la bionda che passeggiava, accompagnata dagli altri due membri della vecchia squadra. Chouji stava ridendo come se avesse appena sentito una battuta esilarante, mentre Shikamaru si nascondeva dietro i suoi amici, apparentemente nervoso.
 
All’improvviso Kakashi alzò la mano. “ Ciao,Ino!” la salutò allegramente.
 
La ragazza quasi inciampò. “ Oh- salve, Kakashi-sensei!” rispose, il rossore sulle sue guancie era visibile perfino alla distanza di Sakura. Dio,  la sua cotta era così palese.
 
La rosa la ignorò, e fissò i suoi occhi smeraldini su Shikamaru. “ Quando meno te lo aspetti, Shika!”, gli ricordò minacciosa.
 
Shikamaru si nascose ancora di più dietro i suoi amici. “ Qualsiasi cosa, ma per favore non castrarmi, ok…?”


Sakura sentì le sue viscere diventare ghiaccio. “ Oh, dio…” era stato Naruto a dirglielo. Per forza! Ecco perché Ino aveva quell’espressione felice ( sebbene potesse dipendere anche dalla presenza di Kakashi), e se Ino-maialino lo sapeva, allora anche metà del villaggio lo sapeva ormai.
 
Quasi a confermare le sue teorie,  vide  Genma uscire dall’edificio dietro di loro .  Diede a Kakashi un “ Ehi,coglione?” e un grugnito accompagnato da una pacca sulla spalla. A Sakura fece un occhiolino, un clic con la lingua e un movimento da cecchino con le mani, e li superò.
 
 
“ Oh,dio lo sanno tutti !” sibilò a Kakashi mentre Genma e il suo sebon si allontanavano per la strada. “ Non posso fidarmi di Naruto per niente!”


“L’hai detto a Naruto?” mormorò Kakashi. “ Quando esattamente?”
 
“ Circa mezz’ora fa.”
 
“ Oh. In questo caso la notizia è probabilmente a metà strada per Suna ormai,” le disse allegramente, “ Guarda il lato positivo, questo potrebbe portare il tuo nome nei libri di storia.”
 
 
“ Per tutte le ragioni sbagliate”, disse, esasperata.  Ne aveva scherzato con Kakashi, ma non voleva seriamente diventare la famigerata Debellatrice di uomini. A questo ritmo non avrebbe mai avuto speranze con nessun  ragazzo. Tutti avrebbero avuto troppa paura di lei, come aveva chiaramente dimostrato Shikamaru.
 
 
Adesso Ino e la sua combriccola si erano allontanati, ma la bionda era piuttosto rumorosa da poter essere ascoltata anche a distanza. “ Ciao, Kakashi-sensei!”
 
 
Lui fece un cenno educato, ma sospirò e lasciò cadere la mano nel momento in cui lei scomparve dietro l’angolo della strada. “ Sai,forse hai ragione,” disse in tono uniforme. “ Forse è troppo giovane per me.”
 
Sakura lo osservò scendere gli ultimi gradini e arrivare in strada. Non fece alcuna mossa per seguirlo.
 
“ Sai cosa,” disse girandosi verso di lei. “ Dimentica la cena. Ci vediamo in giro.”
 
Il che era un modo gentile per dirle che non aveva intenzione di rivederla. Affatto.
 
Un nodo si formò nella sua gola. “ Ma…non ho detto di no…”
 
O Kakashi non la sentì  o scelse semplicemente di ignorarla. Sakura pensò che fosse proprio quest’ultima l’opzione giusta. E fu strano, guardare la schiena di Kakashi. Le ricordò di quella volta in cui aveva visto la schiena di qualcun altro allontanarsi da lei. Si sentiva impotente allo stesso modo. Era terribilmente facile stare ferma e lasciarlo andare- molto più facile che affrontarlo. Non era sicura di avere il coraggio di farsi avanti e mettersi in gioco. Avrebbe potuto essere in grado  di affrontare un colpo mortale di una spada. Ma affrontare qualunque cosa ci fosse tra lei e Kakashi era tutt’altra storia.
 
 
Non era molto diverso dallo scegliere  di saltare di fronte a cento spade pronte a colpirla dritta al cuore. Tuttavia, accettò la sfida, e corse il rischio.
 
“ Kakashi!” e gli corse letteralmente dietro.
 
 
Il ninja si fermò  e si voltò lentamente, aspettando che la ragazza parlasse. Sakura si fermò di colpo a pochi metri da lui, traboccante di nervosismo. Al contrario, Kakashi era tranquillo. La guardò pigramente con il libro ancora in mano, socchiudendo gli occhi per il sole troppo cocente della mattina. Era disinvolto, ma vigile. In attesa.
 
Il coraggio di Sakura corse a cercare aiuto.
 
Deglutì e guardò in basso, umiliata di fronte alla sua stessa codardia. “È stato divertente lavorare con te,sensei,” gli disse in tono piatto. Il che era un altro modo gentile per dire che non avrebbero mai più lavorato insieme. “ Ci vediamo in giro.”
 
 
Chi stava cercando d imbrogliare? Un centinaio di spade conficcate nel cuore non erano niente in confronto a come si sentiva adesso.
 
Si girò e fece per andarsene.
 
 Si allontanarono l’uno dall’altro non voltandosi indietro.

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Capitolo 14
*** Quando arriva l'estate ***


Il caldo torrido colpiva  una volta l’anno  Konoha e durava almeno un paio di settimane . E sebbene l’arrivo della lunga ondata di caldo estivo era l’unica cosa in grado di farle sopportare  i cupi mesi invernali, quando finalmente arrivò il giorno più caldo dell’anno, inevitabilmente Sakura stava facendo del suo meglio per trovare un frigorifero abbastanza grande da potersi ficcare dentro. L’unica  in tutto il villaggio ad avere la fortuna di beneficiare dell’aria condizionata era Tsunade. Tuttavia interpretava il ruolo di tiranno malvagio impedendo a tutto il personale non richiesto di entrare nel suo ufficio. Certo, non avrebbe potuto fare altrimenti se non voleva ritrovarsi l’intera popolazione del villaggio a vagare in tutta la torre dell’Hokage come un gruppo di gatti randagi.
 
Anche l’ospedale era munito di aria condizionata, ma lì la presenza di Sakura non era necessaria, e l’ultima cosa che voleva era fare volontariato solo per un po’ di aria fresca. Inoltre, aveva un’abbronzatura su cui lavorare.
 
“ Spiaggia?”
 
“No.”
 
“ E andiamo, non puoi dirmelo?”
 
“ No.”
 
“Um…scivolo?”
 
“ No.”
 
La mano di Ino colpì le tegole sotto di lei, esasperata. “ Non lo so,” borbottò alla fine, il viso che brillava di sudore sotto il sole cocente.
 
“ Ti arrendi?”  Chiese Sakura rigirandosi un ghiacciolo alla fragola in bocca.
 
Ino odiava ammettere la sconfitta, soprattutto se l’avversario era la sua amica dai capelli rosa, ma al momento con tutto il caldo che sentiva, non gliene poteva fregare di meno. “ Avanti. Che cos’era?”
 
Sakura sorrise e indicò il punto più luminoso nel cielo. “ Il sole, semplice.”
 
Ci fu un grido generale di indignazione da parte delle ragazze sdraiate accanto a lei, e Ino rotolò via disgustata. A Sakura non sarebbe potuto importare di meno. Stava arrostendo delicatamente sotto il cielo ardente, mentre ascoltava i suoni di centinai di persone che trafficavano nella strada sottostante. Non capiva perché fossero tutti particolarmente attivi in una giornata così infernale. – per quanto le riguardava il massimo che riusciva a fare era stare sdraiata a godersi il sole sopra il tetto del quartier generale dei Jonin, il tutto cercando di spendere meno energia possibile.
 
Tenten alzò la mano. “ Gelato,” chiese.
 
“ Aspetta,” Sakura si mise a sedere e cominciò a frugare tra la pila di vestiti ammucchiati sopra la borsa termica accanto a lei. Ritirò un ghiacciolo rosa e lo lanciò a TenTen che lo prese al volo senza neanche prendersi la briga di aprire gli occhi.
 
Si sdraiò di nuovo e sollevò l’orlo dei suoi pantaloncini e del reggiseno sportivo per assicurarsi che non si stesse beccando una scottatura. Soddisfatta, si rilassò.
 
“ Spio,” iniziò Ino, “ qualcosa che inizia con…S.”
 
“ Sole.” Provò a indovinare Sakura, fornendogli la soluzione di prima.
 
“ Sasuke,” azzardò TenTen.
 
“ Sandalo,” si unì Hinata.
 
Sul volto di Ino si dipinse un sorriso pigro. “ No. Qualcosa di meglio.”
 
“ Che cos’è allora?” Sakura la guardò di traverso.
 
“ Sai senza camicia.”


Tutte e quattro le ragazze sollevarono contemporaneamente la testa per vedere il ragazzo avvicinarsi a loro.
 
Come sempre accadeva nelle giornate afose, molti uomini andavano in giro senza maglietta. Negli ultimi anni Sai aveva fatto del suo meglio per integrarsi e adottare le conformi abitudini sociali, come questa ad esempio. Qualcuno sembrava apprezzare. Ino stava sbavando, TenTen deglutì – probabilmente ettolitri di saliva- e ovviamente Hinata arrossì e si voltò. Senza dubbio per la corvina, la vista di un ragazzo a petto nudo era la cosa più vicina al porno che avesse mai visto.
 
Solo Sakura sembrò non sortire nessun effetto verso il suo ex compagno di squadra. Pigramente alzò una mano e puntò il dito nella sua direzione. “ Bella abbronzatura,” gli disse.
 
Sai le sorrise, un sorriso falso, ma non forzato. “ Sto cercando Kakashi,” disse, sollevando il rotolo di pergamena che teneva in mano. “ Tsunade ha una missione per lui.”
 
Solo a sentire quel nome, il sorriso di Sakura svanì all’istante e distolse lo sguardo.
 
Tenten si strinse nelle spalle, non sapeva né le importava dove fosse Kakashi. Ino si offrì di aiutarlo, e Hinata e Sakura fecero del loro meglio per evitare di guardare Sai. “ Kakashi?” l’ANBU si toccò pensosamente il labbro. “ Immagino che potrei trovarlo al campo di allenamento dei genin, giusto? Ci andrò più tardi allora.”


“ No!” Sakura si alzò prontamente e gli strappò il rotolo dalle mani. “ Gliela porterò io.”
 
Sai sembrava spaesato. “ Ma, uh, dovrei consegnarla io personalmente.”
 
“Che cosa hai in mente, fronte?” Le chiese Ino accigliandosi.
 
“ Vuoi portargliela tu così hai una scusa per vederlo e attaccare bottone!” scattò la rosa, infilando la pergamena sotto i suoi vestiti. “ I rotoli delle missioni vanno trattati con più rispetto, Ino.” Poi guardò caldamente Sai. “ E tu cosa ci fai ancora qui?”
 
Il ragazzo sospirò e andò via.
 
Sakura si sdraiò di nuovo, ma Ino la stava ancora fissando piuttosto seccata. “ Da quando sei diventata così pignola riguardo con chi posso o non posso parlare?”
 
“ Da quando hai iniziato ad avere una cotta per il mio insegnante,” le rispose. “ Dai, Ino. Ci sono dei limiti. Perché ti affanni tanto per nulla? Sembri solo una disperata che ha bisogno per forza di qualcuno.”


Ino ansimò, chiaramente offesa. “ Va bene, verginella!” pronunciò l’ultima parola con puro disprezzo. “ Calmati.”
 
“ Non chiamarmi così!” Sakura scattò in posizione verticale.
 
“ Ragazze facili,” grugnì Tenten a cuor leggero.
 
“ Perché non è vero?” Ino si strinse nelle spalle. “ Tu sei vergine.”


“Perché lo fai sembrare un insulto,” ringhiò Sakura. “ Non è qualcosa di cui vergognarsi. E non è che io sia l’unica vergine a Konoha.  Scommetto che Tenten è vergine.”
 
Tenten spalancò gli occhi. “ In realtà, no…”


“Bene,” Sakura guardò Hinata, che aveva appena iniziato a rilassarsi da quando Sai era scomparso. “ Allora Hinata-“
 
“ No.” La ragazza mite scosse la testa, arrossendo forte.
 
Quella  rivelazione attirò lo sguardo delle tre ragazze su di lei. La faccia di Hinata assunse varie sfumature di rosso. “È accaduto tanto tempo fa,” sussurrò.
 
“Incredibile,” mormorò Sakura, buttandosi pesantemente sulle tegole. “ Io sono l’unica  ragazza ancora vergine a Konoha…”
 
“ Perché sei una puritana,Sakura,” le disse Ino pratica.
 
“ Io non sono una puritana,” ribatté amaramente.
 
“ Ok, me lo rimangio se mi dai quella pergamena,” le offrì l’amica, battendo le ciglia.
 
“ No.” Sakura incrociò le braccia.
 
“ Oh,sei noiosa.” La bionda sospirò e si sdraiò di nuovo. Normalmente questo tipo di dibattito si sarebbe trasformato in una vera e propria guerra, ma semplicemente faceva troppo caldo per mettersi a discutere.
 
Grata per l’umore letargico di Ino, Sakura si passò una mano appiccicosa tra i capelli. “ Allora, da quando ti piace Kakashi-sensei?” le chiese, cercando di apparire annoiata e disinteressata.
 
“Oh, per piacere, Sakura,” le rispose. “ Nel caso non te ne fossi accorta, hai avuto l’uomo più bello del mondo a farti da insegnante. Tutta quella storia della maschera? Un classico. Il mistero affascina sempre.”
 
“ E ha delle belle braccia,” aggiunse Tenten.
 
“ E le spalle,” sospirò Hinata.
“ E i suoi addominali poi…” s’intromise di nuovo la castana.
 
“ E che culo!” Ino cantò. “ Non dirmi che non te ne sei  accorta.”
 
La faccia di Sakura bruciò. “ Siete terribili. Tutte e tre.”


In tutta risposta, Ino si strinse nelle spalle. “ Come ti pare. I ragazzi sono carini, Sakura, ma non puoi metterli a confronto con uomo maturo. A volte ti stanchi di tutte quelle eiaculazioni precoci e vuoi solo un esperienza reale. Qualcuno che sappia  come appagare una donna.”
 
Quel discorso le fece venire in mente alcune immagini potenzialmente rischiose- rischiose per la sua sanità mentale- la maggior parte coinvolgevano Kakashi che si faceva  strada sul suo corpo. Chinò la testa nella speranza che il rosa dei suoi capelli coprisse il rosso delle sue guance.  “ Non essere lasciva, Ino.”
 
All’improvviso la bionda si mise a sedere, infastidita. “ Sai qual è il tuo problema, Sakura? Potrai  essere la pupilla di Tsunade e potrai anche essere in grado di prenderci a calci in culo, ma devi crescere. E non intendo fisicamente, anche se le tue tette sono davvero patetiche- intendo mentalmente. E con le relazioni soprattutto. Sasuke ti ha deluso, e allora? Indovina un po’, ha fatto soffrire tante ragazze, inclusa me. Superalo e trovati un ragazzo,per l’amor di Dio.”
 
Ma la kunoichi dai capelli rosa ne aveva le tasche piene. Non voleva più sentire parlarne. “ Vado a cercare Kakashi-sensei.” Iniziò a infilarsi la gonna sopra i pantaloncini neri.
 
“ Ah-no- non andrai a cercarlo- ho già dichiarato il mio interesse su di lui! “ protestò la bionda.
 
“ Sogna pure, Ino – maialino!” scattò la rosa.
 
“ Ha ragione,” iniziò Tenten. “ Non hai nessuna possibilità. Dubito che qualcun c’è l’abbia. Quell’uomo è interessato solo a due cose. Letteratura porno e fiori.”
 
“ Eh?” Sia Sakura che Ino la fissarono attentamente.
 
“ Il suo appartamento è in fondo alla mia strada. Ci passo davanti ogni mattina,” disse la bruna, scrollando le spalle. “ Hai visto il davanzale della sua finestra? È adorabile.”


“ Che dolce! “cinguettò Hinata.
 
Ino arricciò il naso. “ Ooh. Dopo questa, quasi lo lascio perdere.”
 
“ Tipico, “sbuffò Sakura. Non si prese la briga di rimettersi la maglietta rossa, optando per arrotolarla e infilarla nella tasca posteriore della gonna. Dopo aver indossato i suoi soliti stivali, si alzò e si rigirò la pergamena tra le mani, il tutto sotto lo sguardo attento di Ino. “ E comunque potrei trovarmi un ragazzo ogni volta che voglio. Solo non si è ancora presentata l’occasione giusta.”
 
Ino rise ad alta voce. “ Giusto,giusto.”disse. “ Quindi non ti accorgi di come gli uomini ti seguono sempre con lo sguardo? Cavolo, sei così tarda. Oddio le ragazze come te- che non sanno nemmeno il potenziale che hanno. E guardati! Tu hai intenzione di andare in giro con addosso solo quel reggiseno sportivo, vero? Nessun indizio sul tipo di attenzione che potresti attirare.”
 
Sakura abbassò lo sguardo sul suo reggiseno nero. Era quello che indossava sempre. Abbastanza coprente, con una fascia elastica di un paio di centimetri sotto il suo seno piatto. Di solito era coperto dalla sua maglia a rete, ma sospettava che l’abbronzatura a rete non fosse ancora di gran moda.  “ Cos’ha che non va?” chiese. “ Non capisco.”
 
“ Tanto vale andare in giro nudi, attireresti lo stesso tipo di attenzione,” sottolineò Ino, flettendo i polsi.
 
“ Che cosa!” Sakura la guardò a bocca aperta. “ Ma non si vede nulla- è perfettamente decente.”
 
“ Solo non sederti in nessun posto all’ombra,ok?” Ino sospirò. “ Altrimenti mostrerai più di quanto pensi.”
 
“ A meno che  una bufera di neve non si abbatterà improvvisamente su Konoha, penso che starò bene,”  non poté controllare il tono aspro nella sua voce. Si chinò per prendere l’ultimo ghiacciolo dalla borsa. “ Ora, se vuoi scusarmi, ho un rotolo da consegnare.”
 
Erano passati esattamente sette giorni dall’ultima volta che aveva parlato con Kakashi fuori dall’ufficio di Tsunade. Le cose erano tornate come prima. Solo che questa volta era peggio. Quando non lo vedeva, pensava costantemente a lui, crogiolandosi nel rimpianto e nel disprezzo verso se stessa nella più totale confusione. Quando per sbaglio lo incontrava, un emozione molto simile all’eccitazione cominciava a irradiarsi al centro del suo petto, seguita poi da un’ondata di fastidioso sgomento quando lui non ricambiava il suo sguardo- e se anche lo faceva- accennava un lieve “yo” prima di proseguire per la sua strada. Inevitabilmente ritornavano il rimpianto e il disprezzo a farle compagnia.
 
È inutile dire che quell’atteggiamento la infastidiva più di prima. Se un tempo si sarebbe dispiaciuta che il suo insegnante non la considerasse nient’altro che un  conoscente da salutare in modo  distratto e disinteressato, adesso le faceva male. Terribilmente male.
 
Il suo cervello si era arrovellato molte volte alla ricerca di  una scusa valida- o quanto meno, non imbarazzante-  per contattarlo di nuovo. Ma senza una missione a riunirli, era difficile avvicinarsi a lui. Se non c’erano affari ufficiali a sostenerla, era praticamente infattibile, perché avrebbe dovuto ammettere che voleva solo la sua compagnia. Sakura non si riteneva abbastanza coraggiosa per ammettere una cosa del genere con Kakashi. Adesso con un rotolo di missione in mano, si era presentata l’occasione perfetta. Senza obblighi e pretese. Si sentiva tranquilla.
 
Non sapeva dove fosse Kakashi, ma considerando che era quasi ora di pranzo, decise di iniziare  col dare un occhiata nel quartiere dei ristoranti. Bar, Case da tè e piatti d’asporto brulicavano tra le mani dei ninja e dei civili.  Proprio come Sai, molti ragazzi si stavano godendo la giornata senza magliette. Sakura apprezzò lo spettacolo abbastanza innocentemente. Un paio di pettorali ben tonificati erano un bello spettacolo, dopotutto, era pur sempre una ragazza.
 
Poi ripensò a quello che le aveva detto Ino poco prima e improvvisamente si sentì un po’ in imbarazzo. I ragazzi la guardavano come aveva appena fatto lei con quel tipo?
 
Si mosse un po’ più cauta tra la folla, osservando gli occhi di coloro che la circondavano. Quasi subito vide un ninja dai capelli castani venirle incontro dalla parte opposta. Non lo conosceva, e non ci vide niente di spettacolare nel suo aspetto. I loro sguardi si incontrarono per un secondo e poi prontamente i suoi occhi si posarono sul petto di Sakura.
 
Quasi ansimò per l’indignazione e  l’impulso di schiaffeggiarlo mentre le passava accanto con una faccia impassibile, fu forte. Ma perché arrabbiarsi? Dal momento in cui era sparita dalla sua vista probabilmente  si era già dimenticato di lei.
 
Forse era successo altre volte e lei non se n’era mai accorta? Ci aveva fatto caso solo perché Ino glielo aveva fatto notare…
 
Leggermente scossa, Sakura decise di concentrarsi sul suo obiettivo. Ma più si guardava intorno, più notava le persone che la guardavano. E non solo i ragazzi…anche le ragazze. Anche se le loro espressioni erano ben diverse. Tipo la faccia che faceva Ino quando vedeva una ragazza avvicinarsi a un tipo  che le piaceva. Era  una specie di “ quella cagna!”
 
 
Vide Chouji mentre si godeva una ciotola di ramen  da Ichikaru. Grata di potersi allontanare dalla strada, si tuffò all’interno della cabina e prese posto accanto a lui, felice di vedere un volto familiare. “ Hey!” lo salutò allegra. “ Hai visto Kakashi-sensei?”
 
Lui annuì, succhiando un lungo nastro di noodles. “ Circa due ore fa, stava andando ai campi di allenamento con la sua squadra.”
 
“Grazie!” gli diede una pacca amichevole sulla spalla e si diresse in direzione del campo di allenamento, nella speranza di trovarlo ancora lì. Il suo campo preferito era il numero tre: era quello che aveva sempre usato per fare allenare la squadra sette.
 
Ma quando arrivò, le uniche persone presenti erano Naruto e Sasuke.
 
Entrambi in piedi in cima a due dei tre posti vicino al memoriale del cenotafio. Tentavano di calciare l’un l’altro dal  trespolo, ma a giudicare dai sogghigni e dai sorrisi, era una gara amichevole.
 
“ Ehi,ragazzi,” fece un cenno, delusa.
 
“Ehi,Sakura-chan!” Naruto esultò allegramente, salutandola con la mano nonostante Sasuke gli tenesse la caviglia all’altezza del mento. “È bello che tu sia qui- Sasuke voleva chiederti una cosa…oomph!”
 
Sasuke lo spinse bruscamente per terra.
 
Sakura lo guardò sorpresa. “ Volevi chiedermi qualcosa?” chiese, stranita.
 
Ma le sue labbra erano sigillate e come se non bastasse, distolse lo sguardo imbarazzato. Probabilmente sarebbe servito un torturatore esperto per farlo parlare. Ma chi aveva bisogno di nemici quando avevi amici come Naruto?
 
“ L’esame dei Chunin si avvicina,” disse felice il biondo, ancora disteso sul terreno. “ Vuole che lo nominate.”
 
 
Immediatamente Sakura scoppiò in una fragorosa risata, una di quelle che ti faceva venire i crampi allo stomaco. Le risatine si attenuarono in fretta quando colse il feroce bagliore negli occhi di Sasuke.  “ Scusa,” disse rapidamente, prima di essere colpita da un altro attacco di risatine. “ Oh, dai! È divertente!”
 
 
“ Lo farai,vero?” chiese tagliente, anche se il bagliore si era leggermente attenuato.
 
“ Non preoccuparti, lo farò presente,” disse, soffocando i risolini con la mano. “ Più tardi. Adesso devo trovare Kakashi. Lo avete visto?”
 
Naruto scattò in piedi, l’entusiasmo di prima era svanito. Mise su un espressione astuta. “Perché?” le chiese senza mezzi termini.
 
Sollevò il rotolo. “ Devo consegnarli questo, è per una missione.”
 
Naruto grugnì, intrecciandosi le mani dietro la testa. “ Prima è passato da qui, ma dato che c’eravamo noi ha detto che per oggi avrebbe usato il campo di allenamento quattro.”
 
“Grazie,” Sakura li ringraziò, raggiante. “ Ci vediamo dopo ragazzi.”
 
“ Oggi devi iscrivermi,” le ricordò Sasuke. “ L’esame è la prossima settimana.”
 
“ Ehi, non dargli ordini,” lo avvertì il biondo. “ Potrebbe tagliarti le palle.”
 
Fu rapidamente colpito da una roccia per quel commento.
 
Il campo di allenamento quattro era più comunemente chiamato “campo d’acqua” per ovvie ragioni che diventavano chiare quando arrivavi lì. Essenzialmente si trattava di un grande lago recintato punteggiato da piccoli isolotti. I genin venivano portati al campo quattro  per fare pratica con le tecniche di controllo del chakra, con il solito esercizio di camminata sull’acqua. E la maggior parte di loro tornavano a casa bagnati fradici.
 
Mentre attraversava i cancelli, capì che l’intento di Kakashi era proprio quello, a giudicare dalle urla e dagli schizzi che sentiva in lontananza. Camminando sul vasto specchio d’acqua, si concentrò per capire da che punto provenissero. Il caos sembrava aver luogo dall’altra parte dell’isola principale. Era lì ch si trovavano Kakashi e la sua squadra. Una serie di massi sporgevano dall’acqua, fungendo da trampolini di lancio agevolando la strada  verso l’isola per i ninja principianti.
 
Sakura si appoggiò sulla superficie acquosa e si avviò senza aver bisogno d’aiuto. Se non era lei una maestra del chakra, allora non era niente.
 
Quando girò attorno all’isolotto, non fu così sorpresa dalla scena che vide:Tre ragazzini, tutti e tre in varie fasi di annegamento con il loro insegnante seduto sulla riva dell’isola, intento a leggere. Di sicuro Kakashi aveva già percepito il suo arrivo, tuttavia fu la ragazzina bionda a salutarla per prima. “ Ehi! È la kunoichi che ha tagliato un pezzo a quel tipo! Ciao, Sakura-sensei!”
 
 
Finalmente un po’ di rispetto. Sakura avrebbe pianto di gioia e forse si sarebbe commossa per tutto quell’entusiasmo giovanile….se fosse stata Gai Maito. Si limitò a sorriderle e agitare la mano goffamente. I due ragazzi sembravano meno entusiasti di vederla, e si immersero un po’ di più nell’acqua, probabilmente troppo preoccupati per i loro “pezzi”.
“Oh,Sakura-chan!” Kakashi le fece un cenno e un sorriso. “ Che cosa ci fai qui? Sei qui anche tu per allenarti? Eppure, avrei pensato che il tuo controllo del chakra fosse quasi perfetto.”
 
Le parlava come se fosse una sconosciuta- o peggio, con lo stesso tono di voce che usa un adulto quando si rivolge ad un bambino.  Forse le cose che erano successe durante la missione erano acqua passata per lui e lei era tornata ad essere etichettata come “ conoscente” nel suo piccolo libro nero?
 
“No,” rispose fredda. “ Ho un rotolo di una missione, da parte di Tsunade.” Mise i piedi sul terreno e si fermò accanto a lui porgendogliela.
 
“Oh?” si sorprese. “ Pensavo che me l’avrebbe portato un agente Anbu.”
 
“Beh…sì…ma hanno troppo lavoro da fare. “ Per nessun motivo gli avrebbe detto che aveva strappato letteralmente quella pergamena dalle mane di Sai.
 
Ma anche con la sua solida scusa, le lanciò uno sguardo consapevole di chi  la sapeva lunga,  e un cenno del capo. “Ah. Capisco.”
 
Mannaggia a lui…
 
Le prese il rotolo, e le sue dita calde incontrarono le sue  mentre lo afferrava. Sakura ritirò la mano come se si fosse scottata, sebbene Kakashi sembrò non farci caso. Ruppe con calma il sigillo e allungò il rotolo per leggerlo.
 
Mentre leggeva, socchiudendo leggermente l’occhio per abituare la vista alla luce troppo forte, i suoi studenti iniziarono a spazientirsi. “ Kakashi-sensei!,” gemette forte un ragazzino. “ Ho freddo, sono bagnato e affamato…”
 
“ Non è ancora ora di pranzo?” chiese la ragazza.
 
“ Possiamo andare a mangiare?” chiese, il ragazzino di prima.
 
Quello più tranquillo dei tre non parlò, ma l’espressione sul suo viso corrispondeva a quella dei suoi compagni di squadra.
 
“ Certo,certo, il pranzo va bene…” mormorò distratto Kakashi. Un piccolo coro di applausi si alzò dai bambini e presto iniziarono a nuotare verso riva, parlando eccitati di quello che avrebbero mangiato.
 
Sakura guardò Kakashi in tempo per vederlo formare un sigillo di fuoco con le sue mani, la pergamena intrappolata tra i suoi indici estesi. Con un innocuo soffio di fumo, la pergamena si dissolse in cenere, spolverandogli il grembo che prontamente spazzò via mentre si alzava. Cominciò a sentirsi imbarazzata stando lì impalata accanto a lui. “ Bene, io vado allora,” annunciò con aria forzata, sorridendo debolmente. Saltò sull’acqua intenzionata a tornare indietro ma la voce di Kakashi la fece fermare.
 
“ Sei davvero arrivata fino a qui solo per consegnarmi una pergamena? “ le chiese, allungando le braccia sopra la testa.
 
Vuoi giocare?Bene.
 
“ In realtà, dovevo venire qui comunque,” mentì. “ Tsunade mi ha consigliato di allenarmi un po’ per controllare al meglio il chakra. Fa sempre bene migliorarsi quando la vita delle altre persone è nelle tue mani. Ma se sei impegnato con i genin i-“
 
“Non più” la interruppe, allungando una mano vero l’acqua. “Fammi vedere cosa sei capace di fare.”
 
Merda…non aveva voglia di allenarsi. Non con quel caldo asfissiante. Voleva solo tornare sul tetto del quartier generale dei Jonin e prendere in giro tutti i ragazzi buffi che passeggiavano per le strade assieme a Ino.
 
Sakura si guardò malinconicamente indietro nella direzione da cui era arrivata. “No, probabilmente dovrei andare. Sono piuttosto indaffarata oggi.” Non voleva restare dove la sua presenza non era gradita. Se voleva trattarla come una sconosciuta se la sarebbe fatta andare bene. E lei lo avrebbe trattato allo stesso modo.
 
 
Era stato un errore. Era stata una cretina a pensare che potesse esserci qualcosa tra lei e quest’uomo. Decisamente era fuori dalla sua portata, su tanti fronti.
 
Provando un aspro rimorso nello stomaco, Sakura si girò e iniziò a camminare sulle acque placide e cristalline.
 
“Mi sono dimenticato che non ti ho mai insegnato a camminare sull’acqua.”
 
La kunoichi lo guardò pazientemente. “ Ormai credo di averlo capito, Kakashi-sensei,” disse, battendo leggermente i piedi sull’acqua per fargli capire il concetto.
 
“ Te l’ha insegnato Tsunade, suppongo”, raggiunse Sakura, con una mano in tasca e l’altra con il libro aperto davanti a sé.
 
“ In realtà è stata Shizune a insegnarmi la maggior parte delle basi,” gli disse scrollando le spalle. “ Tsunade – shishou era troppo impegnata per insegnarmi quel genere di cose, quindi mi hanno allenato gli altri jonin fino a quando non sarei stata all’altezza di poter gestire uno dei suoi allenamenti.”


“ Sì, mi sembra di ricordare che mi avevano chiesto se potevo dare una mano con alcune delle nozioni fondamentali, “ disse vago Kakashi.
 
Sakura si accigliò. Aveva avuto una marea di insegnanti differenti durante i primi anni della su formazione per impare le basi, ma nessuno di loro era stato Kakashi. “Ma tu…”
 
“Rifiutato?Sì.” Scrollò le spalle indifferente. “ Là fuori ci sono insegnanti migliori di me,Sakura. Ho pensato di lasciar perdere.”
 
Ma non sapeva se credere a quelle parole. Quanto avrebbe scommesso che ai tempi avesse semplicemente pensato che lei non  valesse il suo tempo? L’idea che il grande copy-ninja fosse preoccupato per lei era ridicola.
 
“ Capisco,” disse, indurendo la mascella, mentre cercava di controllare le sue emozioni, soprattutto l’ira che le stava montando dentro. Regola di uno shinobi numero venticinque: un ninja non deve mai mostrare i propri sentimenti. Gli shinobi eccessivamente emotivi perdevano sempre ( a meno che il tuo cognome non fosse Uzumaki).
E lei non poteva assolutamente perdere questa battaglia.
 
“Sì, suppongo tu abbia ragione. Shizune è stata una brava insegnante. Riusciva a spiegarmi bene le cose…e non mi ha mai lasciata in balia di me stessa per leggere un libro.”
 
La faccia parzialmente visibile di Kakashi era ancora serena, ma aveva la sensazione che fosse forzata e finta come la sua. Stavano camminando sull’acqua, eppure,entrambi potevano sentire i gusci d’uovo.
 
 
“ Shizune-san è una donna intelligente,” ammise. “ Immagino ti abbia insegnato molte tecniche utili.”
 
“ Alcune,” Sakura inclinò la testa, le mani dietro la schiena. “ Soprattutto qui. Lo Tsunami in miniatura era la mia mossa preferita.”


“Non ho familiarità con quella.”


Questo perché se l’ era appena inventata. “ Oh,” si strinse nelle spalle noncurante. “ Funziona più o meno…così.
 
Tirando indietro il piede, diede un calcio alla superficie del lago, come se avesse affondato il piede nel terreno. Applicò una piccola quantità di chakra, tirando una considerevole scia d’acqua verso Kakashi.
 
Se avesse avuto più di cinque secondi per pensarci, avrebbe potuto decidere di non farlo. Era un comportamento sciocco e immaturo, ma proprio in quel momento le sembrò  l’atto più soddisfacente del mondo.
 
E bisogna dire che Kakashi aveva dei riflessi incredibili. L’uomo non era mai stato colpito da un kunai, mai, ma spesso riusciva a farsi colpire da scarpe, libri, gomme, penne. Perché non lo schivava rimaneva un mistero. Forse era attento solo agli oggetti lanciati con intenzioni pericolose? ( Anche se doveva ammettere che c’era stato un po’ di cattiveria dietro quello scherzo). Ma allora, forse non lo aveva schivato intenzionalmente?
 
Una grande quantità d’acqua colpì l’uomo in pieno viso, facendolo sussultare leggermente come se Sakura gli avesse sputato negli occhi. Era mezzo inzuppato, sebbene non le sembrò troppo scocciato mentre alzava lentamente una mano per asciugarsi l’occhio aperto e per tirare giù la maschera fradicia. Sakura indietreggiò, quasi si sorprese di vedere che sembrava bello come l’ultima volta che lo aveva visto senza maschera. Non sembrava turbato, ma dal modo in cui guardava tristemente il suo Icha Icha ormai zuppo e rovinato, probabilmente non lo stava dando a vedere.
 
Il buon senso si riaffermò nel cervello di Sakura, ma ormai era in ritardo di dieci secondi.  Mi  dispiace, pensò. Doveva controllare meglio il suo temperamento. Eppure stava andando così bene…
 
Era colpa del tempo.
 
“Grazie, Sakura…” mormorò, snocciolando quelle due parole con puro sarcasmo.
 
“ Pensavo che ti avrebbe fatto piacere, fa così caldo,” ridacchiò. “ Sarei contenta se qualcuno fosse così premuroso con me.”
 
Troppo tardi.  Si rese conto troppo tardi di cosa quelle parole avrebbero potuto causare.
Kakashi alzò un sopracciglio e annuì, come se stesse soppesando le sue parole. “È così?” Lentamente cominciò a sfilarsi i guanti, il libro nascosto sottobraccio. Paranoica, Sakura guardò le sue dita. Stava per restituirle il favore-
 
Ed eccola! Una cascata d’acqua.
 
 
Prima che potesse anche solo pensare di scansarsi, sentì la superficie del lago mancarle sotto i piedi, come se qualcuno avesse appena risucchiato una grande quantità d’acqua. Un debole sibilo alle sue spalle la avvertì del suo imminente destino, e senza voltarsi sapeva già cosa stesse torreggiando sulla sua testa.
 
Un’inondazione cadde improvvisamente sulla sua testa,come se fosse appena passata sotto una cascata. La sua bocca si aprì in un grido sorpreso, ma no poté fare altro che aspettare che finisse. Quando passò, iniziò a tremare in mezzo al lago increspato, i capelli rosa lisci  appiatti sul collo e la gonna aggrappata tenacemente ai suoi pantaloncini neri. Un lieve formicolio sotto il reggiseno sportivo la avvertì che la premonizione di Ino si era appena avverata. Rapidamente incrociò le braccia al petto nel tentativo di impedire agli occhi di Kakashi di soffermarsi sul suo evidente problema.
 
Kakashi sorrise. L’acqua gli colava dal naso. “ Molto meglio. Ora siamo entrambi freschi, quindi perché non ci alleniamo…”
 
Non riuscì a finire il suo suggerimento, perché proprio in quel momento il piede di Sakura sbatté forte contro l’acqua con una forza tale che l’impatto riecheggiò in tutto il campo d’allenamento. L’acqua si spezzò,come se un coltello invisibile avesse tagliato il burro, creando un ampio squarcio acquatico che si precipitò veloce come un lampo sul copy-ninja.
 
 Probabilmente sarebbe stato saggio darsela a gambe…
 
Stava appena iniziando a camminare in punta di piedi verso l’uscita quando  sentì qualcosa afferrarle  la caviglia. La mano di Kakashi, per essere precisi. Una seconda mano sembrò velocemente riunirsi alla prima per afferrarle l’altro piede serrando la presa. Sakura vacillò per un momento, poi uno strattone improvviso la trascinò giù nell’acqua gelida.
 
Indignata, sferrò un colpo contro il suo nemico, ma cercare di colpire qualcuno sott’acqua era come colpire a rallentatore. E del tutto inutile. Kakashi bloccò i suoi pugni con i palmi aperti e la spinse delicatamente verso la superficie. Riemerse sbuffando e tossendo- suoni che si intensificarono nel momento in cui Kakashi le si avvicinò. Aveva tutte le intenzioni di farlo sentire in colpa. “ Cerchi di affogarmi?” raschiò.
 
Rimase immerso fino al naso per un momento prima di sollevare il mento per sputare acqua. Sakura poteva quasi sentire  un principio di aneurisma farsi strada nella parte posteriore del suo cervello. “Stavo per chiederti la stessa cosa,” le disse allegramente.”Sai quest’acqua ha un sapore davvero cattivo…”
 
Sakura fumò silenziosamente nell’acqua mentre lui usciva fuori dal lago. Si tirò su  e gli offrì la mano per aiutarla.  Quando  anche lei fu di nuovo in piedi, strizzò i capelli rosa per cercare di togliere più acqua possibile, anche se avrebbe voluto strapparsi i capelli dal nervoso. “ Beh, è stato divertente,” le disse piacevolmente, completamente ignaro del bagliore assassino verso di lui.
 
 Non riusciva proprio a capirlo. Ogni parola che usciva fuori dalla sua bella bocca le faceva venire voglia di spezzare il suo bel viso a metà. Le parlava ancora come se qualcuno avesse premuto il pulsante reset sulla loro relazione ed era tornato a trattarla come una studentessa vagamente estranea, sebbene nessuno si fosse premurato di riferirlo a Sakura. Odiava il suo tono educato e arioso; quello che usava praticamente con tutti i suoi conoscenti. Si sentiva snobbata. Come se adesso che la traumatica missione fosse finita, l’avesse riportata alla stessa posizione  di prima. Si era forse aggrappata a una falsa speranza? Era davvero immatura e ingenua come si sentiva adesso?
 
Strizzando la gonna fradicia, si raddrizzò e si tirò indietro i capelli. “ Vado” lo informò, e si voltò per attraversare il lago.
 
“È un peccato,” disse Kakashi, in piedi come un fenicottero per far uscire l’acqua dal suo sandalo. “Sembri in vena di esplodere, quindi che ne dici? Volevi allenarti, vero?”
 
Era la seconda volta che lo faceva. Ogni volta che cercava di andarsene, la bloccava con una domanda. La stava intrattenendo. Perché? Sakura si accigliò mentre lo guardava. “Fa troppo caldo per allenarsi.”
 
“Sembri abbastanza fresca.” Solo per un momento- un momento molto breve- pensò che il suo sguardo fosse scivolato sotto il collo. Era difficile esserne sicuri a questa distanza, ma c’erano buone probabilità che la sua osservazione avesse avuto un’insinuazione furba, e non aveva bisogno di guardare in basso per sapere che suoi capezzoli si erano induriti, sensibilizzati com’erano dall’acqua fredda.
 
Arrossendo pesantemente e incrociando le braccia al petto, Sakura lo guardò duramente. “Non posso. Non è giusto- hai lo sharingan,” gli fece notare infervorandosi.
 
“ E tu con i tuoi pugni puoi tranquillamente staccarmi la testa,” disse con un’alzata di spalle. “ Prometto di non usarlo se tu non usi la tua forza.”
 
Sembrava ragionevole…
 
“Va bene,ci sto.”
 
Sfilò la borsa e indossò il giubbotto e i guanti. Ma mentre era impegnata a mettersi i vestiti, Kakashi era impegnato a toglierseli. Cercò di non lasciare che i suoi occhi smeraldini indugiassero sul suo fisico mozzafiato mentre si toglieva dalle spalle il giubbotto antiproiettile e la maglia a maniche lunghe e li depositava su alcuni rami per farli asciugare. Cercò di non notare i muscoli magri ma ben definiti delle sue braccia flettersi per appendere i panni. O di quanto il suo stomaco fosse piatto e teso o di quanto fossero forti le sue spalle.
 
Ancora una volta quest’uomo era un pericolo per tutti! Quest’uomo doveva camminare con tanto di luci arancioni lampeggianti…
 
Si trascinò  in mezzo al lago per mettersi di fronte a lei,con le mani in tasca. “Sei pronta?”
Lei alzò i pugni in risposta.
 
“Bene.” E poi un attimo, scomparve.
 
Sakura sapeva che l’unica possibilità che aveva di resistere a quell’uomo era quella di attingere a tutti gli anni di esperienza che aveva combattuto al suo fianco. Lo aveva osservato, conosceva i suoi punti deboli e i suoi punti forza e sapeva per certo che gli piaceva attaccare dal basso…
 
Il che significava che avrebbe anticipato la sua deduzione e avrebbe colpito dall’alto. Sakura si gettò indietro quando sentì un’ombra cadere su di lei, appena in tempo perché Kakashi si schiantasse contro l’acqua nel punto in cui si trovava. L’impatto scosse il lago, causando onde violente che per poco non la investirono. Quasi. Vide un varco e volò in avanti per dargli un calcio.
 
Ma quando il suo piede lo attraversò e lui esplose in uno zampillo di fumo e nebbia,le capì di essere in svantaggio. Un clone. E ora era lei a essere scoperta.
 
Fu troppo tardi quando vide Kakashi comparire alla sua destra. Sollevò un braccio per bloccare il colpo, incanalando il chakra nel suo braccio per deviare la forza d’impatto. Solo un po’…forse non lo avrebbe notato…
 
“Sakura, nessuna forza mostruosa,” le ricordò, facendo un passo indietro e massaggiandosi la mano.
 
“ non è giusto però!” protestò lei. “ Sei più forte di me.”
 
“ Quindi? Tutti abbiamo i nostri punti di forza e di debolezza. Hai maggiore flessibilità e una massa corporea più leggera. Usala.”
 
Facile da dire per lui, pensò Sakura mentre stringeva i denti per il fastidio.
 
Mentre i suoi vestiti si asciugavano, il caldo cominciò di nuovo a farsi sentire, stancandola. I suoi attacchi erano diventati deboli e i suoi calci poco potenti. Trattenersi era molti più difficile che combattere del tutto. Quando il suo istinto le suggerì di colpire con il kunai dritto tra gli occhi del suo sensei, l’irritabile buon senso le ricordò che avrebbe potuto mettersi nei guai per questo.
 
Kakashi invece sembrava a suo agio con il caldo. Non stava nemmeno sudando, e i suoi attacchi arrivavano più veloci che mai. Sakura cercò di creare un genjutsu, ma o era troppo stanca per mantenerlo o Kakashi l’aveva anticipata, visto che non durò  più di dieci secondi.
 
Incapace di colpirlo con qualsiasi ninjutsu, tentò di usare di nuovo i pugni. Avrebbe voluto il talento di Shikamaru con le ombre, o l’infinita resistenza di Naruto….o persino la capacità di Ino di poter entrare nella mente. Decisamente quest’ultima le sarebbe risultata utile. Se avesse potuto entrare nella mente di Kakashi, cosa avrebbe trovato? Vari riferimenti a Icha Icha senza dubbio. E forse alcuni dei libri ninja che aveva letto da bambino. E i suoi sentimenti per lei? Che significato avevano per lui? Cosa provava quando la guardava? Il suo cuore faceva male esattamente come il suo ogni volta che i loro occhi si incontravano?
 
“Sakura,fai attenzione.”
 
“Cos…?””
 
Improvvisamente, sentì le  gambe cederle e un attimo si ritrovò completamente distesa sull’acqua a fissare il cielo incredibilmente blu. Non aveva l’energia o la forza per rialzarsi. Quando la testa di Kakashi apparve sopra di lei, proiettando un’ombra sul suo viso, chiuse gli occhi.
 
“Su,” comandò.
 
Era così bello.
 
“Pensi…pensi che forse le persone sarebbero in grado di cavarsela un po’ più facilmente se avessero la possibilità di leggere nella mente? Chiese lei, sentendo di nuovo l’acqua filtrare tra i suoi vestiti. “ Perché allora sapremmo tutti cosa dire?”
 
 
L’ombra lasciò il suo viso e aprì gli occhi per vedere Kakashi in piedi vicino a lei, le mani in tasca e lo sguardo dritto a fissare i pesci sotto i suoi piedi. “ No,” disse semplicemente. “Probabilmente creerebbe solo più confusione se tutti sapessimo cosa la gente pensa davvero.”
 
“ Allora a cosa stai pensando davvero?” chiese lei piano. “ Proprio in questo momento?”
 
Kakashi rimase in silenzio per una manciata di secondi. “ Mi chiedo quando uscirà Icha Icha Ransom. Jiraya – sama ha promesso che sarebbe uscito entro quest’anno…ma…” Si grattò distrattamente la guancia. “ Perché? Tu a cosa stai pensando?”
 
Stava pensando a quanto forte e mascolina fosse la mano con cui si stava strofinando il viso e quanto desiderasse che la toccasse…” Sto pensando all’esame di Chunin di Sasuke. Spero che passi.”
 
“È quello a cui stai davvero pensando? Disse, dandole un’occhiata incappucciata.
 
“Stavi davvero pensando ai libri?” incalzò.
 
Kakashi sospirò e fece roteare la spalle. “ Forse dovremmo chiuderla qui. Devo prepararmi per un incontro,” disse, tornando indietro verso l’isolotto dove aveva lasciato i suoi vestiti.
 
“Sì,dai, allontanati da me,” borbottò Sakura. “Sei particolarmente bravo in questo, Kakashi –sensei…”
 
Non voleva che lui la sentisse. E quando lui si fermò, Sakura sentì il sangue gelarsi nelle vene e quasi affondò nell’acqua per pura mortificazione. Lentamente, si girò verso di lei.
Ma lei distolse lo sguardo.
 
“Vuoi continuare?” chiese senza un tono particolare nella voce.
 
Sakura si alzò in piedi e si strizzò i capelli con una mano. “ Perché cosa ti importa? Non sono un buon avversario. Non sono veloce come Sasuke o energica o come Naruto. Tutto quello che è la mia forza, e se non posso usarla…a che servo?” Si tolse i guanti, cercando di non incontrare il suo occhio. “ Mi dispiace di averti fatto perdere tempo. È meglio che vada.”
 
“ Lenta, stanca, e inutile?” Kakashi rifletté ad alta voce. “ Se avessi saputo che saresti diventata una schiappa, non ti avrei allenato.”
 
Con sua grande sorpresa, la rabbia di Sakura non abboccò all’amo. Sapeva che era il genere di cose che Kakashi diceva per incoraggiare uno studente a dare il massimo, ma si sentiva ferita più di ogni altra cosa.
 
“ Per quale motivo dovrei restare?” gli chiese confusa. “ Non è che tu mi piaccia poi così tanto.” Se lui avesse provato qualcosa per lei l’avrebbe cercata in qualche modo dopo la loro missione. Ma non l’aveva fatto.
 
Non appena le parole le uscirono dalle labbra, notò che il viso di Kakashi si indurì impercettibilmente. La sua espressione rimase impassibile come sempre, ma all’improvviso ci fu qualcosa di più intenso nel suo sguardo.
 
“Combattimi,” le disse piano.
 
“Non avere pietà di me,” scattò lei. “Non sono abbastanza patetica per meritarmelo,grazie.”
 
Scosse la testa una volta. “ Combattimi e basta.”
 
E è quello che fece.
 
Ogni pugno che lanciava veniva bloccato da un braccio e ogni calcio da una mano. Non è mai passato al contrattacco, si limitava a respingere quella raffica di attacchi. A Sakura non piaceva. Non stava reagendo, e il loro raggio d’azione era limitato. Entrambi stavano invadendo lo spazio dell’altro e l’intensità del suo sguardo era qualcosa di snervante. Era come se sapesse qualcosa che lei non sapeva, e non ne capiva il punto.
 
Quello sguardo penetrante la fece arrabbiare. Spinse più forte, fingendo un pugno e sferrandogli un calcio nelle costole. Kakashi barcollò all’indietro, colto di sorpresa dalla sua improvvisa cattiveria.
 
Ho detto, non compatirmi!” sibilò lei. “Non andarci piano con me, Kakashi –sensei!”
 
Prima ancora che potesse riprendersi, lei lo colpì di nuovo, rigirandogli la spalla. Un altro duro colpo lo costrinse a vacillare nelle secche vicino all’isola. Inciampò sulle radici che sporgevano dall’acqua e atterrò disteso sulla schiena sul terrapieno inclinato, i piedi ancora immersi nel lago. Sakura lo seguì, e si mise a cavalcioni su di lui e gli tirò giù la maschera.
 
Non sapeva cosa fare con lui. Voleva scuoterlo forte affinché il suo cervello uscisse fuori  e urlargli per non averla presa sul serio. Voleva piangere nel suo petto perché se non gli piaceva, almeno avrebbe potuto odiarla. Temeva la sua indifferenza. Ma soprattutto,si rese conto, mentre lo guardava sotto di lei, che con il suo respiro accelerato, con uno zigomo livido e un labbro spaccato…voleva solo baciarlo. Ed essere baciata come aveva fatto nella galleria di Matsura, con la mano dentro il suo yukata mentre le stringeva forte il sedere. Lo voleva ora.
 
E perché non le stava dicendo niente? La fissava in silenzio, come se non ci fosse nulla di cui parlare. Sembrava che non gli importasse che fosse sopra di lui, e di certo non fece niente per allontanarla. Ma il suo labbro sanguinante e la guancia viola la fecero sentire in colpa. Aveva scatenato un po’ del suo chakra su di lui per quanto era arrabbiata e aveva fatto più danni di quanto si aspettava.
 
L’impulso di strozzarlo non svanì, ma poteva aspettare per ora. Invece sollevò la mano e la premette contro la sua guancia calda, lasciando defluire il chakra attraverso la sua pelle per guarire la ferita sottostante. Ci vollero pochi secondi e, quando finì, mosse le dita sulle sue labbra, toccandole piano mentre sigillava il taglio sottile.
 
Anche dopo averlo guarito, le sue dita non si mossero. Era incantata dalla loro morbidezza, e il suo pollice sembrava incline a continuare a lisciargli il labbro inferiore, fingendo di spazzar via il sangue secco.
 
Perché non la fermava? Perché lasciava che accadessero queste cose se non…
 
Kakashi le prese delicatamente il polso e lo spinse via, ma non mollò la presa. Con il pollice premuto contro il polso, senza dubbio poteva sentire i battiti frenetici del suo cuore.
Sakura voleva dire qualcosa, ma non riuscì a trovare nulla che potesse adattarsi a una situazione del genere.
 
Poi si spostò- spingendola indietro e facendola rotolare fino a quando i ruoli si invertirono e stavolta era lei a stare sotto di lui. Mantenne lo sguardo fisso nel suo mentre spostava con cura le sue cosce per stabilire il suo peso tra loro. Era imponente e forte.
Sakura pensò che sarebbe stata scomoda in quella posizione, ma sembrava che il suo corpo fosse stato fatto per adattarsi al suo. Le sue curve incontrarono i suoi angoli e li accolsero. Ma solo una cosa le venne in mente in quel momento.
 
Aveva un’erezione.
 
Il respiro le si bloccò in gola e si contorse per lo shock, avvicinandosi inavvertitamente. Kakashi inalò bruscamente e strinse la sua presa sul polso, fermando i suoi movimenti. Era un esperienza che non aveva mai provato con nessuno, con lui completamente disteso sopra di lei, si sentiva vulnerabile ed esposta. E le piaceva.
 
No…lo adorava.
 
“ Mi vuoi…”  disse in un sussurro appena udibile,spalancando gli occhi.
 
La faccia di Kakashi era calma. “ Ti spaventa?”
 
“ Un po’” rispose onestamente. Le ricordava un momento molto più spaventoso quando Matsura l’aveva bloccata sul letto nella locanda. Ma Kakashi non lo sapeva, e inoltre, questa era di gran lunga un’esperienza più piacevole.
 
La sensazione della sua dura lunghezza premuta contro il centro esatto tra le sue cosce le provocava sensazioni strane. Sentiva una marea di farfalle affluirle nello stomaco, un mix di paura e eccitazione allo stesso tempo. Poteva sentirsi prendere fuoco e rilassarsi nello stesso istante, e le piaceva sentire il suo respiro sul suo collo. Un piccolo rumore teso sfuggì dalle labbra di Kakashi, e all’improvviso spinse i fianchi contro di lei, provocandole  un delizioso gemito di risposta mentre il fuoco le saliva nelle vene. Il suo respiro era fuori controllo- il petto si gonfiava. Voleva  provare qualcosa di più di quel meraviglioso sentimento.
 
Spostandosi sotto di lui, premette più forte i fianchi  e gli avvolse una gamba intorno. Kakashi le afferrò l’anca, tenendola giù per farla stare ferma.
 
Quando le parlò nell’orecchio, la sua voce era insolitamente bassa e roca. “ Sakura…non è perché non voglio. È perché non posso. Non posso…non posso davvero.”
La sollevò, portando con sé quel dolce piacere. Sakura voleva protestare e trascinarlo indietro, ma la sua mente era in uno stato di shock statico. Si sedette e lo vide guardare nell’acqua fredda del lago. “ Sarebbe meglio se vai adesso,” le disse. “ Hai cose da fare, ricordi?”
 
“ Giusto, giusto.”


Con la mente ancora in stand-by incapace di formare un pensiero logico e razionale, figuriamoci una discussione, si alzò e iniziò ad allontanarsi sulle sue gambe molli.
 
I suoni di Kakashi che tentava di affogarsi la accompagnarono fuori dal campo di allenamento.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
A.A
Hola gente!
Eccomi qua con un nuovo capitolo. Al solito, era pronto da un paio di giorni ma non avevo avuto il tempo di postarlo.
Comunque parlando di questi due piccioncini, cosa ne pensate?
Finalmente Kakashi si è esposto, e penso che ha fatto chiaramente capire a Sakura che effetto gli fa. E come da copione, ha fatto un passo indietro.
Per vedere il copy ninja lasciarsi andare ai suoi sentimenti, Sakura dovrà faticare un po’.
Non so  se lo sapete ( ma credo di sì) Kakashi è del segno della vergine, e se qualcuno di voi lo è o ha a che fare con questo segno ( poveri voi!) , reprimere i sentimenti è una delle cose che facciamo sempre. “ Facciamo” perché pure come lui sono della vergine e mi ci rivedo tantissimo nel suo modo di fare. >.<
Vi anticipo già che dal prossimo capitolo i nostri ragazzi andranno tutti in trasferta e ovviamente non mancheranno guai!
 
Spero di aggiornare presto, e come sempre ringrazio chi ancora dopo tanto tempo continua a leggere e seguire la storia. Appena posso risponderò alle recensioni.
Un bacio e alla prossima.

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Capitolo 15
*** Quando l'amore viene confessato ***


 
 
Ringrazio tutti le persone che hanno commentato e, a cui ancora non ho risposto. E se ci sarà ancora qualcuno che avrà la pazienza di leggere questa storia.
 
 
 
Alla piccola mia piccola Luna, che mi manca sempre di più, ogni giorno.
 
 
 
 
 
 
 Tornare da te,
è la cosa più difficile,
che potrei fare.
 
 
 
 
Fu proprio un’ingiustizia poetica che proprio quando l’ondata di caldo stava finalmente passando, regalando  a gli abitanti di Konoha un po’ di  agognata frescura, metà del villaggio, inclusa Sakura dovettero partire alla volta di Suna per preparare i genin in vista degli esami per diventare chunin, di quest’anno.
 
Ok, forse metà del villaggio era troppo eccessivo, ma aveva visto molte persone  radunate attorno a Tsunade davanti le porte di Konoha.
Sakura doveva andare a Suna sia in qualità di  medico che come apprendista dell’hokage.
I restanti gruppi erano formati da guardie ANBU, esaminatori, studenti genin -ovviamente- con annessi insegnanti e un gruppetto di altre persone che non riusciva a riconoscere ma che sospettava si fossero uniti solo per fare una vacanza gratis.
 
Sakura,su richiesta di Sasuke, lo aveva iscritto agli esami, motivo per cui adesso stava arrancando accanto a lei sotto il sole cocente, armato di ombrello per proteggere la sua pelle diafana dai raggi cocenti. Non poteva fare a meno di ripensare a gli sguardi attoniti degli altri jonin quando si era fatta avanti e aveva detto a Tsunade chi avrebbe nominato quest’anno per gli esami.
Al solo sentire il nome del ragazzo problematico che era stato un tempo, Neji si era persino spinto a ritrattare sulla nomina dei suoi studenti.
 
Kakashi era rimasto fedele alla sua decisione, nominando tutti i suoi studenti eccetto la ragazza, e l’aveva annunciato senza rivolgere una sguardo nella direzione di Sakura da quando era entrato in sala riunione fino al momento in cui era uscito di nuovo dalla porta. 
Anche adesso la ragazza aveva la sensazione che lui la evitasse scrupolosamente, restando in fondo a quella commovente processione con i suoi due studenti e il naso infossato nel suo immancabile libro.
 
 
Era una tattica che,sebbene comprendeva e in qualche modo accettava, non poteva fare a meno di provare risentimento. Le aveva detto, e in modo piuttosto esplicito che non sarebbe mai potuto accadere niente tra di loro, senza però spiegare davvero il perché, e Sakura non sapeva come sentirsi al riguardo. Forse non era interessato a una relazione con un altro essere umano in generale, o il problema era lei? La ragione per cui la stava evitando dall’incidente al campo d’acqua era perché la trovava così tremendamente irresistibile che non poteva starle vicino senza  provare l’impulso di volerla possedere?
O forse trovava la sua attrazione per lei  troppo ripugnante per poterla sopportare?
 
Era deprimente. Sakura sapeva già dal principio che qualsiasi tipo di  relazione tra loro sarebbe stata strana, tabù  e inaccettabile e che probabilmente Kakashi stava facendo la cosa giusta.
Ma eccoli ritornare…i suoi sentimenti per lui erano persi e confusi per il fatto che il primo uomo in tutta la sua vita che aveva mostrato un qualsiasi tipo di interesse per lei  stava facendo di tutto per evitarla.
 
Lo aveva già sospettato dopo la riunione per le candidature, tuttavia pensava che fosse  la sua immaginazione a tirarle un brutto scherzo. Ma il giorno dopo quando era uscito dalla sala comune Jonin esattamente dieci secondi dopo che lei era entrata, un pesante senso di consapevolezza si era depositato sulle sue spalle. La stava evitando. Per quale altro motivo avrebbe dovuto mettere via il suo libro  e andarsene nel momento in cui l’aveva vista con  la coda dell’occhio?
 
Non era così che funzionava il romanticismo. Cavolo, no!


In tutti i libri che aveva letto, quando un uomo e una donna erano attratti l’uno dall’altra, semplicemente non c’era nessuna forza sulla Terra  che potesse impedire loro di stare insieme, che gli ostacoli fossero altre persone o le loro stesse inibizioni. Alla fine l’amore quello vero, vinceva  su tutto. Ma chiaramente questa era pura fantasia. Nella vita reale, l’attrazione  rende le cose imbarazzanti. E rovina le amicizie a quanto pare.
 
O questo capitava solo quando l’attrazione capitava solo tra le persone sbagliate?
 
Sakura si rese conto che si stava tenendo il viso tra le mani, sbuffando a ruota libera solo quando Naruto le diede un colpetto sulla spalla. “ Va tutto bene? Hai troppo caldo?”
 
“Avresti dovuto portare un’ombrello,” osservò Sasuke.
Il moro si sentiva particolarmente combattivo quel giorno poiché Tsunade gli aveva ordinato di sottoporsi a un altro esame psicologico il giorno prima. Era passato, ma non proprio a “pieni voti”, ragion per cui era di pessimo umore quella mattina.
 
“Non è per il caldo,stavo solo pensando a una cosa,” disse Sakura stancamente,asciugandosi il sudore dalla fronte.
 
“ Qualcosa o qualcuno?” incalzò il biondo.
 
Sakura gli lanciò un’occhiataccia, mentre Sasuke fece trasparire la sua confusione. “ A cosa ti riferisci, imbecille?”
 
Fortunatamente gli insulti scivolavano facilmente in questi giorni dalle spalle di Naruto. Non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di gongolare per qualcosa che Sasuke non sapeva, nonostante lo sguardo d’avvertimento di Sakura. “ Cosa, non lo sai? Non ti ha detto che le piace Kakashi-sensei? Lo sai…proprio  in quel senso ?
 
Lo sguardo incredulo di Sasuke si spostò da Naruto a Sakura. “ Di cosa sta parlando?” Le chiese.
 
Sakura non rispose, ma la forte spinta che diede a Naruto parlò al suo posto. Quando il biondo si rialzò dalla sabbia e si riunì a loro, rivolse  un occhiataccia alla sua amica, mentre cercava di scrollarsi i granelli di sabbia dai capelli “ Sasuke non lo dirà a nessuno, Sakura chan. È bravo a mantenere i segreti.”
Poi guardò Sasuke. “Ha una cotta per Kakashi-sensei.”
Il moro fece una smorfia come se avesse appena sentito un odore sgradevole.”Ew.”
 
“Cosa,’ew’? Sakura fu sul punto di esplodere ma continuò. “ Perché è così ew!”
 
Naruto e Sasuke si fermarono e la guardarono.  “ Quanti anni ha, cinquanta? È terribile.”Intervenne quest’ultimo.
 
Incrociando le braccia, Sakura li superò come una furia. “È  tipico di voi ragazzi. Sapete che non è così vecchio! E perché è così sbagliato che mi piaccia quando entrambi avete il permesso di desiderare la donna che abbiamo visto in quel film la settimana scorsa. Lei avrà sì e no trentacinque anni, ma non vi ho detto che era disgustoso! Tipici doppi standard!”
 
“ Non l’ho trovata particolarmente attraente,” fece notare il moro.
 
“ Sì, beh per Naruto lo era di sicuro,” spiegò Sakura.” La sua mascella era praticamente sul pavimento quando si è tolta la maglietta e non mi sembra  gli dispiacesse nonostante la sua età.”
 
“È diverso!” protestò il biondo. “ Non starò mai insieme a lei.”
 
“ Non starò mai insieme a Kakashi-sensei,quindi qual è il problema?”
Completamente infastidita da entrambi i suoi amici, si allontanò da loro intrufolandosi tra i gruppi di altri viaggiatori per dirigersi verso Tsunade. La donna in questione stava camminando in mezzo a diverse guardie ANBU, ostacolata dai suoi abiti ufficiali di Hokage e con un viso molto accaldato.
 
“Tsunade-shisou,” iniziò. “ Quanto manca prima di raggiungere Suna?”
 
“ Oh, Sakura, sei come uno di quei bambini fastidiosi che chiedono sempre ‘siamo arrivati’’? Sai quante persone l’hanno chiesto da quando siamo partiti? Potrei prenderli tutti a calci.”
 
Considerando quanto potessero essere dolorosi i calci di Tsunade, Sakura cambiò rapidamente argomento. “ Forse dovremmo fare una pausa?”
 
“ Mi piace l’idea,” ammise Tsunade con un sospiro,fermandosi.
“ Quindici minuti di pausa. E qualcuno mi porti il Capitano Tenzou,,” ordinò  all’ANBU accanto a lei.
“ Voglio una bella fontana sgorgante di acqua fredda proprio qui, adesso.”
 
Povero Yamato, pensò Sakura. A tutti piaceva sfruttare le sue capacità fino all’abuso. Stava quasi per sgattaiolare via quando Tsunade le prese il polso. “ Ho bisogno di qualcuno che distribuisca le lettere di iscrizione ai genin. E tu non sembri occupata.” Detto ciò estrasse un rotolo dalle sue vesti e li depositò tra le mani di Sakura prima di congedarla con un  pigro gesto della mano.
 
La ragazzasi masticò ansiosamente il labbro inferiore. Era abituata a Tsunade che le appioppava ogni tipo di lavoro possibile quando la stessa non aveva voglia di farlo da sola e normalmente, Sakura era ben felice di poterla aiutare.
 
Ma adesso, distribuire pergamene ai genin avrebbe significato  avvicinarsi a gli studenti, anche quelli di Kakashi ovviamente, e per associazione, lo stesso Kakashi.
 
In tutto c’erano quindici pergamene per quindici studenti, e Sakura si fece strada tra i gruppi per trovarli. Il che era tutto abbastanza facile poiché i genin erano le persone più basse lì.
 
Diede tre pergamene a tre degli studenti di Shikamaru ( e vide il suo amico allontanarsi da lei, leggermente teso, forse per proteggere i suoi gioiellini di famiglia.), altre due alla squadra di Gai e una per lo studente di Kurenai. Vide Kakashi poco distante lei, e come da copione era troppo impegnato a leggere  il suo libro per guardarla.
La kunoichi si ricompose meglio che poté mentre si avvicinava a lui e ai due ragazzi seduti sulla sabbia ai  piedi del loro maestro.
 
“ Lettere di iscrizione;” disse amabilmente ai ragazzi, chinandosi per dargli una pergamena ciascuno. “ Leggetele attentamente. Troverete tutte le informazioni riguardo gli esami.”
 
Si raddrizzò e lanciò un’occhiata a Kakashi, sperando che almeno adesso l’avesse notata.
Ma no. Voltò la pagina successiva del suo libro e continuò a leggere come se fosse invisibile o muta.
 
Probabilmente non intendeva ferirla, ma Sakura non poté negare la stretta di dolore nel suo petto per la palese indifferenza dimostrata. Un nodo le salì in gola, si voltò e si allontanò in fretta prima che qualcuno notasse che stava lottando per non piangere.
 
“Kakashi-sensei, hai litigato con la tua ragazza?” Chiese uno degli studenti del copy-ninja, con zero tatto, tipico dei ragazzi di quell’età, non consapevole del fatto che Sakura non fosse del tutto fuori portata d’orecchio.
 
La ragazza tuttavia non si fermò per sentire la risposta e si precipitò direttamente su uno degli ANBU di cui riconosceva la maschera. “Tieni,Sai,” gli disse mollando le lettere rimanenti tra le sue braccia. “ Distribuiscili. Ordini di Tsunade.”
 
“Stai piangendo,” commentò Sai, sembrando sorpreso. “Ti sei guardata di nuovo allo specchio?”
 
Non era la cosa più saggia che qualcuno le avesse mai detto- o in generale da dire a qualcuno- quindi senza farsi troppi problemi da parte di chi la vedeva e potesse pensare di lei, tirò avanti la maschera e aspetto che i lacci tornassero nella loro posizione di partenza.
Lo lasciò lì, mentre vacillava per la sorpresa mista a dolore, con una manciata di pergamene che stava tentando di non far cadere, e tornò di corsa dai suoi amici che si erano seduti per terra per beneficiare dell’ombra proiettata dall’ombrello di Sasuke. Loro, come tutti gli altri, le rivolsero una strana occhiata.
 
“ Cosa è successo?” Chiese cauto Sasuke .
 
“Niente,” sputò con rabbia, ben consapevole del suo labbro inferiore tremolante e i suoi occhi lucidi. Si sedette dando loro le spalle in modo che non la vedessero.
 
Con quanta facilità quell’ uomo riusciva a influenzarla. Non doveva fare letteralmente niente per turbarla. Lo guardò da sopra la spalla con amarezza e fu colta allo sprovvista nel constare che anche lui la stava guardando allo stesso modo. Si voltò dall’altra parte nel momento in cui aveva intercettato il suo sguardo.
 
Questo la fece sentire subito meglio. Non poteva ignorarla così facilmente come gli piaceva pensare.
 
 
 
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Quando arrivarono alle porte di Suna, trovarono il Kazekage in persona ad attenderli, con i suoi due fratelli e alcuni ninja del villaggio della sabbia.
E mentre la maggior parte dei ninja di Konoha presenti guardavano il giovane con circospezione, inclusa Sakura, Naruto si avvicinò allegramente col suo solito fare esuberante.
 
Fortunatamente, Gaara era abbastanza abituato all’atteggiamento molesto del biondo e rispose accennando un vago sorriso, che per il rosso era l’equivalente di un abbraccio virile e di una goliardica pacca sulle spalle.
 
Fu Temari a mostrare al gruppo di Konoha l’hotel nel quale avrebbero alloggiato.
Sakura non poté fare a meno di desiderare di tornare al più presto nella sua amata e verde Konoha.
Tutto a Suna assumeva un milione di sfumature beige e giallo, compresi gli edifici e la flora locale, dando l’impressione che ogni cosa fosse semisepolta nella sabbia, incluso l’hotel pensò, forse era altrettanto sabbioso e decrepito anche all’interno.
 
Tuttavia, con sua somma gioia, Sakura costatò  con i suoi occhi che non vi era alcun granello di sabbia da nessuna parte- a parte tutti i bagagli che si era portata dietro- anzi la tappezzeria pareva superlussuosa e le pareti  di pietra calcarea scolpita finemente, regalavano un  bello spettacolo nell’insieme.
 
Doveva ammettere che era una sistemazione molto meglio di quella ricevuta a Kiri l’estate scorsa.
 
Ma come al solito, Sasuke trovò qualcosa di cui lamentarsi.” Tipico. I villaggi cercano sempre di sbatterti in faccia la loro ospitalità nel tentativo di superarsi a vicenda. L’anno prossimo daranno un  hotel a ciascuno di noi. Per questo odio sostenere gli esami all’estero. È così pretenzioso.”
 
Poteva anche essere rivalità tra i villaggi, ma sempre meglio persone che litigano per cercare di darti il miglior alloggio piuttosto che cercare di tagliarti la gola mentre dormi.
 
“ Non preoccuparti Sasuke. Devi solo fallire ancora una volta prima che l’esame si svolga a Konoha,” lo informò Naruto ricevendo una dose massiccia di sabbia addosso come risposta.
 
 
Temari, al banco del check-in, catturò l’attenzione di tutti con un autorevole battito di mani. Sakura lanciò un’occhiata a Shikamaru, capendo finalmente perché probabilmente era condannato a sposarla. Era proprio come sua madre.
 
 
“Vi abbiamo riservato cinquanta stanze,” annunciò la bionda. “ Potete accordarvi tra di voi. Nel frattempo, ricordate che non tollereremo atti di vandalismo, inganni, problemi e baccano dopo le undici. I bar e i ristoranti sono più avanti lungo la strada, basta seguire la East Tower. Tutti i visitatori hanno uno sconto del venti per cento su cibo e bevande, ma vi informo che il coprifuoco inizia a mezzanotte.”
Ci fu un lieve mormorio di delusione dalla maggior parte degli adulti nell’atrio.
 
“ Inoltre,” li interruppe Temari bruscamente. “ L’esame inizierà domani alle dieci in punto e finirà alle sei del pomeriggio. I voti verranno rivelati il giorno dopo.”
 
Il mormorio di delusione venne improvvisamente sopraffatto dai sussulti di shock e indignazione dai genin. “ Pensavo che avremmo più tempo!” protestò uno di loro. A quanto pare era lo studente più rumoroso di Kakashi. “ L’anno scorso a Kiri abbiamo avuto due settimane per prepararci!”
 
“ I ninja che non possono prepararsi per un semplice test nello spazio di ventiquattro ore non sono adatti a diventare chunin,” ribatté Temari con freddezza. “ In una vera battaglia saresti fortunato ad avere un preavviso del genere.”
E queste parole bastarono ad azzittirli.
“ Ha ragione,” sospirò piano Naruto. “ Ma è davvero crudele.”
“ Penso che vogliano sbarazzarsi di noi il prima possibile,” mormorò Sasuke con il suo solito scetticismo.
 
Sakura lanciò un’occhiata a Kakashi per vedere cosa ne pensava della situazione, ma il massimo che poteva vedere di lui erano le punte grigie dei suoi capelli che spiccavano disordinate sopra le teste degli altri insegnanti. Di sicuro stava leggendo il suo libro, pensò frustrata.
 
 
I membri della vecchia squadra sette si accordarono per prendere tre stanze vicine. Sakura sapeva perfettamente che Naruto avrebbe finito per condividere la stanza con Sasuke per tutta la durata del loro soggiorno, ma più stanze avevano meglio era( specialmente se erano coinvolti il servizio in camera e l’eventuale minibar). E naturalmente Naruto voleva le stanze all’ultimo piano. Inizialmente Sakura non fu d’accordo, visto che da tre anni viveva in un appartamento al terzo piano ed era arcistufa all’idea di salire così tante rampe di scale. Ma quando il biondo le indicò gli ascensori, acconsentì di malavoglia.
 
E poi si chiese se anche Kakashi avrebbe occupato una delle stanze dell’ultimo piano…
 
Era un pensiero stupido e ossessivo che prontamente ricacciò dalla mente.
 
E che ritornò un istante dopo.
 
Sarebbe stata una buona cosa se fossero stati sullo stesso piano? Se la sua stanza fosse stata proprio accanto alla sua? Forse no. Il lato razionale e logico del suo cervello le suggeriva che no, era meglio che non lo vedesse affatto; lontano dagli occhi e dalla mente.
Ma il suo cuore sperava diversamente, perché il suo cuore non era mai stato ragionevole o logico.
 
Immaginò pigramente che condividessero due stanze con una porta comunicante. E lei l’avrebbe aperta per poi sbattere le palpebre sorpresa esclamando un “ Oh, pensavo che questo fosse il mio bagno. Mi dispiace averti disturbato.”
E poi, in un modo dolce e carismatico e sicuramente molto poco da Kakashi, lui le avrebbe risposto:” Oh no! Niente di te potrebbe mai disturbarmi, Sakura. Ora togliti i vestiti e infilati nel mio letto.”
 
A quel punto la sua fantasia aveva raggiunto il bollino rosso e Sakura dovette scrollarsi di dosso le sue ridicole fantasie. Perché non sarebbe mai successo. Sicuramente ogni volta che la guardava vedeva la scritta studente a caratteri cubitali e lampeggianti sulla sua testa. E niente avrebbe cambiato le cose.
 
Mentre saliva in ascensore con Naruto e Sasuke e una dozzina di altre persone perché l’altro ascensore era rotto, sospirò miseramente tra sé e sé. “ Non hai mai desiderato di avere un interruttore per il tuo cuore in modo da poter spegnere i tuoi sentimenti per gli altri quando ne hai voglia?”
 
“ Sì,” disse Sasuke enfaticamente, fissando Naruto intento a scavarsi il naso.
 
“ Sarebbe molto utile,” disse qualcuno in fondo all’ascensore.
 
“ Qualcuno dovrebbe inventare quel jutsu,” disse un altro.
 
“ Vorrei averne uno per mia moglie…” affermò un’ altro uomo.
 
“ Sì,beh, vorrei averne uno che lava i piatti al posto mio,” fu una donna a parlare stavolta.
 
Del tutto inconsapevole di aver iniziato un dibattito surreale e strano, Sakura aspettò che le porte dell’ascensore suonassero e uscì, ancora intrappolata nel suo torpore causato dalle fantasie di poco fa. Naturalmente Sasuke e Naruto scomparvero immediatamente per esplorare le loro stanze prima che il biondo entrasse in quella di Sakura per stabilire che sì, erano identiche. Quando alla fine anche Sasuke si unì a loro, si limitarono a ciondolare nella stanza della ragazza, senza dire nulla.
 
“ Bene…ora che si fa?” chiese il biondo, guardando fuori dalla finestra.
 
“ Probabilmente dovrei allenarmi,” lo informò Sasuke.
 
“ Non se ne parla!” Naruto lo guardò accigliato. “ Ti alleni ininterrottamente da due anni. Devi riposarti, amico! Rilassati per gli esami!”
 
Sakura sospirò, appoggiandosi alla testiera del letto. “ Intende  che dovresti ubriacarti,” tradusse le parole del suo caotico amico
 
“ Anche tu Sakura-chan,” incalzò il biondo. “ Sei stata un po’ giù ultimamente….L’alcol risolverà i tuoi problemi.”
 
“Noooo….” gemette,coprendosi il viso, “ Voglio solo ordinare il servizio in camera e andare a letto presto per dimenticare tutte le persone orribili finché non mi sveglio bella e riposata pronta a guarire tutti quelli che Sasuke tenterà di uccidere domani.”


I ragazzi si scambiarono uno sguardo d’intesa. E poi, muovendosi all’unisono, afferrarono Sakura per un braccio ciascuno e la trascinarono giù dal letto. “ Hey!” gridò.
“È per il tuo bene,” le dissero in coro.
 
A meno che non aveva a che fare con il combattimento, non era mai uscito niente di buono da un piano architettato dai suoi due amici.
 
La trascinarono fuori dall’hotel e successivamente in città per vedere alcune attrazioni quando ancora il sole non era tramontato.
La gita turistica includeva anche la visita di un cactus che da quanto sapeva fioriva sempre e solo in presenza di una donna veramente bella ( Sakura si sentì leggermente provata quando la suddetta pianta aveva mostrato una totale indifferenza nei suoi confronti), una roccia dalla forma particolare che secondo la storia di Suna dovrebbe essere il luogo in cui è morto un vecchio eroe del villaggio, e un cortile pieno di statue del Kazekage precedente.
 
Erano tutti più o meno divertiti  di vedere la statua del padre di Gaara, bersaglio di un atto vandalico a giudicare dal fatto che portava un buffo baffo di inchiostro nero.
 
 
 
Poi, poiché le temperature stavano calando e il sole scomparendo, i ragazzi la trascinarono nel bar più squallido che riuscirono a trovare. Ovviamente non vendevano nulla che non avrebbe poi prodotto un anomala ma spontanea crescita dei peli sul petto, quindi Sakura si limitò a ordinare dell’acqua. E man mano che la serata passava, iniziò a desiderare che anche Naruto e Sasuke avessero fatto lo stesso, perché entrambi erano irritanti quando erano ubriachi.
 
“Sai qual è il tuo problema, Sakura-chan?” biascicò Naruto dopo il suo quinto bicchiere. “ Hai queste strane fantasie nella tua testa,giusto? Metti gli occhi su un ragazzo irraggiungibile e fingi che sia perfetto. Devi dimenticarti di stronzi del genere e limitarti a persone normali.”
 
“ Cosa intendi per normale?” chiese stancamente. Non era felice. Tutto nel bar era appiccicoso, l’aria  piena di smog di sigarette e la temperatura era abbastanza soffocante da mescolarsi con l’odore eccessivamente dolciastro dell’alcool in un modo tale da farle venire la nausea. Mai in vita sua aveva desiderato  così ardentemente di tornare a casa e infilarsi sotto le coperte del suo letto.
 
A parte quella volta che era rimasta intrappolata nel letto di Matsura.
 
“ Normale!” dichiarò Naruto. “ Sai, tipo qualcuno della tua età con i tuoi stessi interessi , hobby e cose del genere.”
 
Sakura rimase in silenzio, in parte perché temeva che avrebbe  vomitato da un momento all’altro e dall’altra perché non sapeva cosa dire.
 
“ Avere una cotta per il tuo insegnante è davvero strano, sai?”
 
“ Ino ha una cotta per lui,” gli fece notare, massaggiandosi le tempie.
 
“ Ino non era una sua studentessa,” le ricordò Sasuke, “ Ed è ugualmente strano.” Concluse chiudendo gli occhi.
 
Parlando del diavolo, Ino apparve alle spalle di Sakura.. “ Che cos’è strano? Parli ancora di me? Questo è davvero troppo. Mi farai diventare le orecchie rosse.”
 
E suddetta ragazza era arrivata in compagnia di Shikamaru e Temari, e per una volta Sakura fu contenta che fossero lì. Adesso aveva un motivo per far distrarre Naruto e Sasuke dal farle una ramanzina per la sua cotta. Anche se definirla cotta era troppo riduttivo a parare suo.
Sakura si tenne in disparte tutto il tempo, per niente desiderosa di intavolare una conversazione, perlopiù ascoltò senza entusiasmo un aneddoto che Naruto stava raccontando, che fece ridere tutti eccetto lei. Era consapevole che essere depressi non era affatto divertente. Non si sentiva così quando  era partita da Konoha e adesso si ritrovava incapace di godersi la compagnia dei suoi amici perché, semplicemente la persona che desiderava al suo fianco, non era lì.
Guardò uno sgabello vuoto alla destra di Sasuke e desiderò che Kakashi ci fosse seduto sopra. Anche solo per  poterlo vedere e sentire la sua presenza , come se non fosse andando tutto a farsi benedire tra di loro.
 
“ Qual è il problema?”  chiese Ino, dando una gomitata alla sua amica. “ So che sei ottusa, ma di solito non sei così noiosa. Tieni, bevi un po’ del mio drink.”
 
Prima che Sakura potesse fermarla, la bionda aveva spinto il suo bicchiere sulle labbra di Sakura e le aveva inavvertitamente fatto assaggiare un sorso della bevanda. “ Ino no!” ansimò “ Come puoi berlo? Sa di candeggina!”
 
“È per questo che è buono,” disse Ino divertita. “ Ora qual è il problema, puoi dirmelo.”
 
“ No, non posso,” mormorò Sakura carica di risentimento nel tono. “ So come sei fatta. Potrei dirtelo adesso e domani mattina lo saprebbero tutti,  abitanti di Suna  compresi.”
 
“ Aw, Fronte spaziosa sai che con te non lo farei. Promesso!” Ino sorrise e alzò la mano con il pollice che bloccava il mignolo.
Sakura la fissò. Era il loro segno di promessa che si erano inventate da bambine quando erano ancora migliori amiche.
E fino a quel giorno la sua amica non aveva mai più fatto quel gesto di promessa, e  si sentì stranamente commossa nel vederlo di nuovo dopo così tanto tempo.
 
“ Va bene,” cedette Sakura, “ ma solo perché sei l’unica persona che può darmi un consiglio.”
 
Nonostante la sua incertezza, afferrò Ino per il braccio trascinandola dall’altre parte del bancone, lontano da tutti gli altri. Non voleva che qualcuno dei suoi amici ascoltasse la conversazione tra loro. Ino la guardò lievemente incuriosita mentre Sakura tamburellava  ansiosa le dita sul legno appiccicoso del bancone.
 
“Hai presente la cotta che hai per Kakashi-sensei?” Ino s’infastidì immediatamente. “ Questa è la seconda volta che me ne parli. Guarda, non ho nessuna intenzione di andargli dietro, quindi puoi smetterla di essere così iperprotettiva e rilassarti.”
 
Sakura la ignorò sulla base del fatto che Ino non aveva capito un accidente. “ Beh, ipoteticamente parlando, come ti sentiresti se Kakashi-sensei fosse interessato a te?”
 
Il viso della bionda si trasformò in un’espressione di puro shock. “ Eh?” espresse incerta. “ Stai dicendo che Kakashi è interessato a me?” sussurrò infine.
 
“ No,” rispose Sakura prontamente. “ Non è così. Mi chiedo solo, visto che ti piace, cosa faresti se gli piacessi?”


La confusione lampante sul viso dell’amica le fece arricciare il naso per qualche secondo. E quando vide la ragazza finalmente realizzare  la situazione, si calmò.
Ino la guardò mortalmente seria, nessun occhiata beffarda o scettica traspariva dai suoi occhi cerulei. “ Oh,” esclamò la bionda presa alla sprovvista. “ Tu gli piaci, non è vero? E che cosa…gli piace di te?” chiese piegando bocca in un ghigno amichevole. Cavolo,deve essere disperato. Allora qual è il problema?”
 
“ Sono successe alcune cose tra di noi,” ammise Sakura riluttante all’idea di spiegare tutto mentre sentiva l’emozione salire  per l’esofago e trasformarsi in una specie di nodo alla gola. “ E ha detto che non può. E ora non so come comportarmi. Non mi parla, a malapena mi guarda o fa finta di non conoscermi, ed è tutto così confuso che io non so cosa fare. Ecco perché te l’ho chiesto. Tu cosa faresti al mio posto?”
 
Ino fece una smorfia. “ Cosa intendeva dire esattamente con ‘non posso’?”
 
Sakura si strinse nelle spalle.” Ha solo detto che non può. Per lui non potrà mai accadere, sospirò. “Penso che volesse intendere non può avere una relazione con me.”
 
“ Allora non è interessato”, le disse l’amica senza mezzi termini.
 
“Lo è.”
 
“Ah sì? Provalo.”
 
Sakura si morse il labbro. “ Quando me lo ha detto, era sdraiato sopra di me e aveva una…sai…laggiù.” Agitò le mani per completare la frase che non voleva dire a voce.
 
Ino rimase a bocca aperta. “ Non ci credo!” sibilò.” Sul serio? E dimmi quanto pensi che fosse grande?”
 
“ Non credo che sia un arg-“
 
“In pollici cubi?”
 
“ Ino!”
 
“ Scusa,scusa,” mormorò, sembrando delusa. “ Quindi,chiaramente gli piaci e ti trova attraente. Ma non vuole stare con te? Forse…è frenato dai rispettivi ranghi di posizione? Voglio dire, è stato sempre il tuo insegnante. E non si sente di  violare questa linea.”
 
Ed eccola, la risposta ovvia e che temeva. Lo sapeva in fondo ma forse voleva solo sentirsela dire da qualcun altro. Sospirò e si strofinò il viso. “ Il problema è che attualmente non abbiamo nessun dialogo. Dopo tutto quello che è successo, le cose tra noi non hanno fatto altro che peggiorare e credo che niente tornerà più come prima,” disse triste. “ Mi sento come se avessi perso un amico.”
 
“ In questo caso, sei nel limbo. Non puoi tornare indietro, quindi le tue uniche scelte sono quelle di non fare niente e rimanere infelice, o andare avanti e correre il rischio,” sottolineò la bionda. “ Suppongo ci siano buone probabilità che le cose non andranno bene ma è meglio correre questo rischio piuttosto che lasciare  che le  incomprensioni creino imbarazzo tra di voi.
 
Sakura scosse la testa. “ Non so come fare. E non è  quello che vuole Kakashi.”
 
Ino mordicchiò la ciliegina del suo drink. “ Sakura, solo perché è più vecchio di te non  significa che sappia cosa vuole. Gli insegnanti non hanno sempre le risposte a tutto. E ti interesserà sapere che un uomo di trent’anni può sentirsi perso e confuso esattamente come una ragazzina di diciassette anni quando si tratta di sentimenti. Non puoi aspettarti troppo da lui.”
 
A quelle parole, la rosa prese il drink di Ino e ingoiò metà del contenuto, dimenticandosi che era lo stesso drink di prima col retrogusto di candeggina.
 
“ Ma sai,” continuò Ino pensierosa, “ forse faresti meglio a lasciar perdere e cercarti un ragazzo normale.”
 
C’era di nuovo quella parola. Normale.
 
“ Suna è una risorsa che non vuoi sfruttare, Fronte!” continuò allegramente. “ Ci sono un sacco di bei ragazzi con lineamenti sexy qui! E non avresti problemi a rimediare un appuntamento perché loro ti vedono come una novità esotica. Ai ragazzi piacciono sempre le ragazze straniere.”
 
Sakura annuì. “ Hai ragione.”
 
“ Certo che c’è l’ho!” Ino sembrò soddisfatta. “ Voglio dire, potremmo iniziare adesso.” C’è un ragazzo davvero carino dietro di te che è da un po’ che ti guarda,quindi-“
 
“ No, non mi riferivo a questo,” disse Sakura, facendole cenno di non prendere iniziative.” Volevo dire che hai ragione su Kakashi. “ Quello che è fatto, è fatto. Quindi dobbiamo cercare di andare avanti e chiudere questo capitolo una volta per tutte. Ora se vuoi scusarmi, devo tornare in hotel e cercare di dormire un po’. Domani dovrò alzarmi presto per guarire tutte le persone che Sasuke tenterà di uccidere.”
 
Ino le lanciò uno sguardo pietoso.” Sakura…penso che tu sia un po’ ubriaca.”
 
“ Allora prima torno meglio è”, incalzò restituendo il bicchiere mezzo vuoto alla sua proprietaria.
Quando subito dopo si alzò, percepì una vaga sensazione di stordimento, ma niente di particolarmente grave. Si sentiva più accaldata e felice di prima ma non ubriaca fradicia come lo sembravano adesso Naruto e Sasuke.” Ci vediamo domani,Ino.”
 
“ Ricorda cosa ti ho detto,” avvertì la bionda.
 
Qualcosa su…ragazzi che cercavano ragazze straniere?
 
“Comunque,” Sakura la liquidò in fretta con un amichevole pacca sulla spalla e uscì dal bar per tornare in hotel.
 
Passando accanto ai vari bar e ristoranti aperti, illuminati solo dai lampioni a combustione naturale, si rese conto di quanto Suna fosse diversa da Konoha. Tanto per cominciare le uniformi erano diverse, ma molte persone erano vestite in modo pesante come se non sentissero il caldo del deserto. Ciò distingueva Sakura in maniera piuttosto evidente da loro poiché, come le persone provenienti da altri villaggi, si era limitata a indossare il meno possibile. Questo era il motivo per cui tanti uomini si erano resi conto che non era di quelle parti e la guardavano.
 
“ Vuoi unirti a noi per un drink?” le chiesero alcuni uomini appostati fuori uno dei tanti locali.
 
Anche se non aveva alcuna voglia, rispose cortesemente all’invito. “ No grazie. Sto andando via.”
 
Forse era perché indossava una gonna corta?
 
Inoltre, sembrava che gli abitanti di Suna fossero tutti piuttosto abbronzati. Be’, tutti tranne quel tizio dai capelli chiari con il giubbotto verde. Sakura ci mise un po’ per rendersi conto  che quel giubbotto era l’uniforme di Konoha, e la persona  che lo indossava era niente meno che il suo Hatake Kakashi.
 
Istintivamente  si fermò.
 
Non l’aveva vista. Era dentro un chiosco simile a quello di Ichikaru, seduto con le spalle rivolte alla strada. Una penna gli ondeggiava in mano, stava scrivendo qualcosa, e un bicchiere e una bottiglia erano appoggiati accanto a lui sul bancone. Era completamente ignaro della presenza della ragazza e il posto accanto a lui era vuoto.
 
Forse furono l’effetto delle parole di Ino o del suo drink- o forse entrambi- a farla camminare verso di lui. All’improvviso l’idea non le sembrò poi  così spaventosa. La paura dell’ignoto era svanita.
 
Quando si sedette sullo sgabello, la penna di Kakashi si fermò contro il rapporto che stava scrivendo. Kakashi non aveva alcun bisogno di girarsi per scoprire chi fosse la sua visita inaspettata. La ragazza non sapeva se a tradirla fosse stato il suo profumo o il suo modo di muoversi o perché semplicemente lui era uno dei più bravi ninja che conoscesse. Ma si sentì parecchio compiaciuta quando percepì la tensione da parte di lui. Aveva capito che adesso voleva andarsene, ma farlo, era davvero troppo persino per il copy-ninja. Andare via con nonchalance da una stanza quando lei entrava era un conto, ma alzarsi e andarsene senza dire una parola proprio quando lei si era seduta accanto a lui era  tutt’altra questione. Soprattutto quando era chiaramente occupato nel fare qualcosa.
 
“Potresti dirmi che questo posto è riservato perché stai aspettando qualcuno.” Gli disse. “Potrei crederti. O forse ti sei appena ricordato di aver lasciato il ferro da stiro a casa e devi precipitarti a Konoha?”
 
Si raddrizzò sul sedile e la guardò.” Buonasera, Sakura,” disse, accennando un sorriso che gli fece increspare l’occhio. Ma era un sorriso superficiale e insignificante; il tipo che rivolgeresti al tuo dentista per esempio.
 
E per di più, quando smise di scrivere, mosse la mano per coprire i rapporti sul tavolo. Era consuetudine proteggere i rapporti da occhi estranei quando i ninja erano in pubblico, ma non era qualcosa che Sakura faceva con gli amici più fidati. Questo atteggiamento nei suoi confronti, la fece sentire snobbata e indesiderata. E tutto per un semplice movimento della mano?
 
Le serviva più coraggio!
 
Afferrò la bottiglia di Kakashi e ne bevve un sorso senza premurarsi di chiedergli il permesso. Se ne pentì immediatamente e dovette combattere l’impulso di spruzzare tutto il contenuto nella sua bocca, dall’altra parte del bancone. “Urgh- è peggio di quello che beve Ino!” gridò, tossendo e balbettando.
 
“ Shochu,” la informò Kakashi blandamente, riprendendo la bottiglia e spostandola fuori portata.
“ Non dovresti berlo direttamente dalla bottiglia in quel modo. Meglio mescolarlo prima con l’acqua.” Fece un gesto per darle una pacca sulla spalla, ma ci ripensò.  Ma a Sakura non sfuggì.
 
Una volta che ebbe regolarizzato il respiro, si asciugò la bocca e gli lanciò uno sguardo di traverso. “ Kakashi-sensei, stavo pensando…”
 
Facile adesso.”
 
Fissò il suo profilo mascherato per un lungo momento, ignorando i rumori di sottofondo e la musica nel locale. Le importava solo di lui adesso. “ Sei arrabbiato con me?” gli chiese dolcemente.
 
 
Si sarebbe aspettata che scuotesse la testa e gli dicesse “no”, a prescindere che fosse o meno la verità, e invece si limitò a inspirare profondamente, guardandola come se fosse annoiato. “Perché’ sei arrabbiata con me?”
 
Sakura si guardò intorno. “Un po’. C’è questa cosa nel mio petto, e ogni volta che penso a te brucia. A volte è una bella sensazione e a volte mi fa solo male. E quando sono vicina a te la sento più forte. Ma…non lo so è odio o qualcos’altro.”
 
“Potrebbe essere una ciste.”
 
“Non è una ciste!” Sbottò. “È amore, o qualcosa di stupido come quello.”
“Mm,” mormorò Kakashi tra sé. “ Francamente sarebbe meglio per te se fosse una ciste.”
 
Sakura batté le dita sul legno del bancone e appoggiò il mento sul palmo della mano. “È il mio modo per dirti che penso di amarti.”
 
“Sì,” disse Kakashi stancamente. “Lo so.”
 
Non era così che andava nei romanzi rosa. Di solito le confessioni amorose avvenivano durante romantici appuntamenti al chiaro di luna, o dopo una situazione di vita o di morte, e perché no, dopo una notte di sesso indimenticabile. Non così. Avrebbe potuto dirgli che aveva dimenticato di portare lo spazzolino da denti e la sua reazione sarebbe stata più accesa.
 
Sentendosi  scontrosa e depressa, la mano di Sakura tremò verso il bicchiere di ghiaccio e Shochu di Kakashi. Lo strappò dalla sua presa e fece per berne un sorso. “ Non è per te,” disse, togliendoglielo dalla mano. “ Ordinalo per te.”
 
“ Non posso. Qui non sono abbastanza grande per bere.”
 
Un curioso brivido comparve sul suo volto nel sentire quel commento. Un breve attimo. Se non avesse avuto la maschera sarebbe stata una della rare occasioni in cui avrebbe potuto leggere i suoi pensieri.
 
“La mia età ti mette a disagio?” mormorò, conoscendo già la risposta. In un angolo remoto della sua mente lo aveva da sempre sospettato, tuttavia sperava di sbagliarsi. A volte le diceva “ che era troppo giovane per capire.” E quindi…
 
Kakashi emise un altro sospiro pesante e iniziò sistemare i fogli del suo rapporto. Stava per andarsene. Di nuovo. “ Non parliamo di questo,Sakura.”
 
“ No,andiamo,” insistette. È questa la ragione per cui non vuoi stare con me, perché sono troppo giovane? Perché ero una tua studentessa?”
 
“ Smettila,” disse brevemente, voltandosi  a guardarla in modo brusco. “ Non vuoi davvero niente da me, quindi dimentica tutto. Non c’è niente di cui parlare. Non potrà mai succedere nulla e non ti permetterò di commettere un errore del genere.”
 
Dava per scontate troppe cose per uno che solitamente guarda sempre oltre le apparenze. E poi, eccolo di nuovo a mettere in discussione i suoi sentimenti, trattandola come una bambina che non sa cosa vuole. Beh, a dire il vero non era del tutto di sicura di volere una relazione con Kakashi. Almeno no, se avrebbe dovuto sopportare questo tipo di osservazioni tutto il tempo. Non sapeva nulla  su cosa albergava nel suo cuore da un po’ di tempo a questa parte. Forse sarebbe stato un errore, e allora? Se lo desiderava perché rinunciare?
 
Esaminò le linee dure della sua mascella mentre prendeva il suo drink con l’intento di finirlo in pochi sorsi. Chiaramente non sarebbe andato via lasciando quello per cui aveva pagato.
Maschera o no, era innegabilmente di bell’aspetto e Sakura sentì le viscere diventare gelatina a furia di guardarlo chiudere gli occhi, inclinare la testa e deglutire in quel modo. Si sentiva una pervertita voyeuristica per come era ipnotizzata da ogni suo singolo movimento.
 
Non per la prima volta, sentì la voglia di baciarlo crescere a dismisura.
Normalmente il buon senso e la paura del rifiuto avrebbero spento questo bisogno. Tuttavia, in presenza di alcool in corpo, questi fattori erano pressoché assenti.
 
Le parole uscirono dalla sua bocca prima che potesse fermarle. “ Baciami.”
 
Kakashi soffocò. Fu costretto a posare il bicchiere mezzo vuoto e ad avvicinarsi una manica al naso dal momento che lo Shochu  aveva compiuto il giro turistico intorno alle sue vie nasali. Alla fine abbassò la manica e inspirò lentamente. “ Non ti bacerò, Sakura” le rispose immediatamente, ma le sembrò  turbato.
 
“ Beh…dal momento che sei praticamente il mio insegnante e le persone mi vedono sempre come la tua studentessa,” spiegò lentamente, “ immagino che varcheremo una specie di confine se mi baciassi.” Tralasciando il fatto che il confine lo avevano già  superato da un pezzo.
 
Kakashi non disse nulla. La guardò impassibile mentre incontra il suo sguardo serio.
 
“ Per favore,baciami,” gli disse, consapevole che il suo tono era salito di qualche ottava, somigliando più a una supplica. “ Non lo dirò a nessuno. Non c’è nessuno che conosciamo e ne chiedo solo uno.”


“È uno di troppo,” disse, guardandosi intorno come per cercare volti familiari.
 
Sakura lo guardò accigliata. “ So che anche tu vuoi baciarmi.”
 
Ancora una volta non disse nulla. Aveva la sensazione che se avesse detto di no sarebbe stato come mentire, e essere d’accordo avrebbe solo indebolito la sua posizione. Lo vedeva lottare interiormente per trovare le parole giuste.
 
“ Solo uno,” disse, alzando un dito per enfatizzare il concetto. “Solo un bacio,sensei.”
 
Distolse lo sguardo da lei.
 
“ Kakashi,” si corresse immediatamente.
 
Allungò una  mano per poggiarla sulla sua, ma lui la ritirò subito. Questo gesto le fece male, ma in fondo era abituata, quindi cercò di non darlo a vedere. Tuttavia non fu molto brava,  perché una fitta di rimpianto pizzicò la fronte di Kakashi e lui alzò la stessa mano che aveva ritirato per sistemarle una ciocca ribelle dietro l’orecchio. Le prese la testa, la sua mano era abbastanza grande da coprire il suo collo per intrecciare le dita dietro la nuca e appoggiare il pollice sulla sua mascella. Il cuore di Sakura le balzò in gola quando vide un’espressione familiare insorgere sul suo viso- la stessa che aveva visto quella volta che erano nella foresta quando aveva tentato di farle mangiare quel fungo. La stessa voglia famelica era lì, come se l’unica cosa a contare in quel momento fosse solo lei.
 
Poi con un leggero strattone, la attirò a sé e si chinò per baciarla…all’angolo della bocca.
 
Sakura era troppo sorpresa per reagire. Non sapeva cosa pensare di quel tipo di bacio. Si aspettava un bacio pieno sulle labbra, con la stessa passione e sensualità che le aveva dimostrato di avere quando si erano ritrovati soli nel nascondiglio di Matsura. Ma non era nemmeno un insignificante bacio sulla guancia. Ed era troppo lungo e persistente per considerarlo platonico.
 
Era un bacio che conteneva un mix  di innocenza e intimità che non aveva mai provato prima.
E immediatamente si sentì in colpa per averlo chiesto. Poteva sentire il tremolio della sua mano e l’odore di alcool nel suo respiro. Kakashi era un disastro, ma non aveva il diritto di giocare con lui solo per soddisfare la sua ingenua curiosità.
 
 Kakashi lentamente si tirò indietro, togliendo la mano dalla sua guancia per afferrare il bicchiere.
 
“Torna nella tua stanza,” gracchiò, la sua voce si era spezzata in una specie di sussurro rauco. “E chiudi a chiave la porta.”
 
Stava per chiedergli perché,  poi capì  e le sue viscere si irrigidirono per lo shock.” Oh…” sussurrò, scivolando giù dallo sgabello e rimettendosi in piedi.
Adesso non sapeva cosa dire. Arrivederci le sembrava troppo formale dopo quanto accaduto. Dunque sussurrò un “ Grazie…e mi dispiace. Non ti darò più fastidio.”
 
Se ne andò con calma, anche se voleva scappare. Non ricordava cosa era successo e come era arrivata davanti la porta dell’albergo, i ricordi del tragitto erano sfocati. Quando arrivò, chiuse la porta a chiave e andò a sedersi sul letto.
 
Poi si alzò e la riaprì.
 
 
Dieci minuti dopo, dopo una doccia veloce e aver indossato la camicia da notte, tornò indietro e richiuse nuovamente la porta a chiave. Trascorse la mezz’ora successiva sotto le coperte, tormentandosi se avesse preso o no la decisione giusta. Ma prima che potesse cambiare idea, il sonno la investì, complici il calore del letto e l’effetto dell’ alcool.
E il sonno presto si trasformò in un incubo.
 
Non ne aveva da un po’, ma forse a provocarglielo era stata la combinazione di un letto che non era il suo e una mente instabile a riportarla indietro nei ricordi spiacevoli.
 
Matsura era lì: l’aveva inchiodata al letto con la sua presenza ingombrante più di qualsiasi altra cosa lei potesse immaginare e premendo su di lei così forte da farla sentire soffocare. E per quanto piangesse, implorasse e urlasse, non riusciva a trovare la forza per respingerlo.
La violentò con le mani per tutto il tempo, borbottando cose oscene e offensive nel suo orecchio.
 
“Non ti vuole ora che ti ho avuto. Sarai per sempre mia. Sarò per sempre la tua prima volta.”
 
Kakashi era lì, ma non poteva sentirla gridare il suo nome o forse la stava semplicemente ignorando. Era in un luogo lontano, intento a leggere il suo libro, ignaro e indifferente verso la sua angoscia e il suo dolore.
 
Si svegliò piangendo  e dimenandosi sotto le coperte, troppo delirante e sconvolta per accorgersi che era solo un sogno. Le era sembrato quasi reale, il che era abbastanza per farle mordere il cuscino mentre singhiozzava.
 
Quando improvvisamente la maniglia della porta tremò, il cuore di Sakura si calmò e smise di piangere. C’ era un’ombra proiettata sulla fessura di luce sotto la porta., e lei la osservò attentamente finche non si allontanò di colpo. Per un attimo aveva sospettato che fosse Matsuda.
 
Poi si rese conto.
 
Kakashi!
 
 Balzò fuori dal letto e corse alla porta. Con mani tremanti armeggiò con la serratura prima di aprirla con uno strattone, pronta a richiamarlo. Se c’era una persona di cui aveva bisogno in quel momento, era lui.
 
Ma tutto quello che vide furono i suoi due amici ubriachi fradici sostenersi a vicenda in un abbraccio scomposto, probabilmente l’unica cosa che li teneva in piedi.
Si voltarono e si scusarono quando videro la ragazza sulla soglia della porta.
 
“Scusa ,scusa!” Farfugliò Naruto ad alta voce. “ Non riuscivamo a ricordare quale fosse la nostra stanza. Stupido coprifuoco…”
 
A Sakura non importava. Li lasciò soli e tornò dentro, chiudendo la porta a chiave. Stava ancora tremando per via del suo sogno mentre si rannicchiava nel letto per la seconda volta quella sera.
L’ultima volta che aveva avuto un incubo così vivido, Kakashi aveva dormito accanto a lei per farla sentire al sicuro. In quel momento non aveva nessuno.
 
Solo il ricordo del suo ultimo bacio la fece rilassare. Istintivamente si toccò il punto esatto all’angolo della bocca  e chiuse gli occhi, immaginando la sensazione umida e il sapore delle labbra di Kakashi che aveva assaporato tempo prima.
 
Fu questo, e solo questo, a farla dormire più serena quella notte.

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