From Sunrise to Sunset di _Ash (/viewuser.php?uid=184394)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
VAMPIRE!
AU
From
Sunrise to Sunset
SHINICI
X HEIJI
CAPITOLO
1
il
manto stellato oscurava tutta la città assopita nel sonno,
la luna
piena era spettatrice muta di tutto ciò che accadeva nei
vicoli
stretti e paurosi, dove i bambini credevano che vi si nascondesse
l'uomo nero.
E
si sa, i bambini ne hanno di fantasia, ma un fondo di verità
esiste
sempre...
lo
scenario che si presentava davanti ai poliziotti era raccapricciante
e stomachevole ai deboli di cuore.
L'uomo
di media statura e di buona corporatura era disteso a terra in una
pozza di sangue vermiglio , gli occhi sbarrati in un espressione di
puro terrore, lasciando intuire anche all'uomo più stolto
che il
poveretto doveva aver subito un trattamento a dir poco indicibile, di
quelli che ti fanno riflettere sulla natura umana e fin dove essa
possa spingersi, oltre ai confini dell'umanità fino a
trasformarsi
in un mostro assetato di sangue e vendetta.
Perchè
era quello il movente secondo il quale era stato commesso l'omicidio.
Mentre
le ambulanti lampeggiavano colorando a intermittenza le mura della
casa di rosso e blu, gli uomini in divisa scattavano foto, guardavano
in giro nel disordine dell'abitazione alla ricerca di possibili
tracce e indizi per ricostruire i fatti avvenuti e smascherare il
colpevole.
Due
giovani figure sostavano accanto alla vittima intenti a studiarne la
scena da un'angolazione più ampia:
Gli
occhi turchesi del giovane detective erano puntati sul cadavere
martoriato della vittima, volendo coglierne ogni minimo dettaglio in
modo da avere più indizi possibile; il suo coetaneo
ruotò il
cappellino con visiera all'indietro e spostò lo sguardo
dalla stanza
al corpo, per cogliere gli ultimi particolari prima che quest'ultimo
venisse trasportato altrove.
“Allora
novellino, hai notato qualcosa?” chiese scettico il ragazzo
con il
cappello con un lieve accento del Kansai, ma l'altro sembrava troppo
preso dai propri pensieri, o forse si era semplicemente paralizzato
dal disgusto e dal terrore da quella scena che gli si era presentata
davanti.
“Hmm...”
Il
destinatario della domanda lo ignorò, facendo il giro
completo del
cadavere, per poi trattenersi dal girovagare all'interno della stanza
sotto lo sguardo scocciato dell'altro. Il ragazzo dagli occhi
turchesi era lì da neanche otto ore e già dava
sui nervi al
detective del Kansai, proprio non lo sopportava e mai lo avrebbe
fatto.
“Allora,
ci sono novità?” un uomo corpulento e con un
completo color rame,
il capello del medesimo colore, fece il suo ingresso nella sala dove
erano ospiti i due giovani.
Il
giovane dall'accento straniero si avvicinò all'ispettore
iniziando
ad esporre tutto fiero le sue deduzioni e ciò che aveva
scoperto
fin'ora, lasciando in disparte il suo coetaneo che si era ritrovato a
fissare nuovamente il viso della vittima; le sue orecchie,
però,
erano ben attente ad ascoltare ciò che la voce con l'accento
del
Kansai stava dicendo, poteva sentirne chiaramente le deduzioni
corrette, il tono sicuro di sé e un po' strafottente di chi
ha
intuito tutto anticipando tutti.
“...e
quindi posso dedurre che il colpevole è colui che si cela
dietro
quell'impronta.” Quest'ultima frase detta con più
enfasi fu
accompagnata da un gesto del dito dell'investigatore che
puntò alla
suddetta impronta impressa sul muro vicino alla finestra del salotto.
L'ispettore
si avvicinò interrogativo al punto più o meno
indicato dal giovane
e in un primo momento non riuscì a notare nulla, ma
aguzzando meglio
la vista, riuscì finalmente a vederla.
“Oh,
ottimo lavoro Heiji!” rispose Megure.
Heiji
Hattori assunse un espressione soddisfatta, rivolgendola poi
all'altro detective coetaneo, soddisfatto di aver risolto
brillantemente il caso da solo e senza l'aiuto di nessuno, come
sempre.
Shinichi
Kudo gli rivolse lo stesso sorriso strafottente, per poi voltarsi
verso la finestra; quel giovane era sveglio, non c'era alcun dubbio,
ma aveva tralasciato un piccolo particolare molto rilevante, ma
decise di tenerselo per sé.
L'ispettore
intimò la scientifica di rintracciare il proprietario di
quell'impronta e agli agenti di arrestarlo il prima possibile.
In
pochi minuti l'appartamento fu sgomberato di tutti gli agenti, del
cadavere e degli elementi presi in esame dalla polizia.
La
villetta fu presa in confisca dalla polizia per future indagini e
presto tutti se ne tornarono nelle proprie autovetture che li
avrebbero portati alla centrale di polizia.
Heiji
guidava la volante con un senso di soddisfazione tale da volerlo
sbattere nuovamente in faccia a Megure non appena fossero giunti in
centrale, facendogli presente che Kudo non aveva proferito parola e
non era stato di alcuna utilità e che da solo se la cavava
più che
bene.
Shinichi
era seduto di fianco a lui, il gomito appoggiato sul finestrino ad
osservare quasi annoiato la città che gli sfrecciava di
fianco, le
fiocche luci ad illuminargli il volto pallido e lo sguardo spento.
Il
giovane detective del Kansai decise, quindi, di sondare il terreno e
sentire l'altro cosa avesse da dire: “Allora... immagino tu
sia
sconvolto da ciò che hai visto e non ti biasimerei se
decidessi di
lasciare perdere tutto e tornare alla tua vita di prima.” Lo
disse
con talmente convinzione e ovvietà, che Shinichi non volle
dargliela
vinta; non era così sprovveduto come l'altro credeva e ben
presto si
sarebbe preso una bella rivincita, guadagnandosi così il suo
rispetto.
“Niente
affatto. E, lascia che te lo dica, non credo che il colpevole si
farà
scovare così facilmente...” Mentre disse quelle
parole, si sistemò
in maniera più comoda in macchina, incrociando le gambe,
poggiando i
piedi sul sedile e mettendosi le braccia dietro la testa.
L'altro
si chiese se l'avesse detto per invidia o per un altro motivo, e la
cosa lo turbò un po'.
“Lo
vedremo.”
Schiacciò
il piede sull'acceleratore, desideroso di arrivare in centrale e
liberarsi di lui il prima possibile.
Angolino
Ash: vorrei spendere due paroline per questa fic, nata per puro caso,
grazie ad un gruppetto in cui sono entrata su DC, in cui si parlava
che nel fandom mancavano delle Vampire!Au e cosi mi è venuta
in
mente una possibile trama xD questa fic voglio dedicarla a loro
<3
punto
2) spero di non andare troppo OOC con i personaggi, essendo che mi
sto muovendo su un terreno nuovo; forse alcuni personaggi andranno un
pochino fuori OC per forza di cose, ma cercherò di tenerli
il più
possibile fedeli all'originale.
Non
preoccupatevi se molte cose non vi saranno chiare, con il tempo si
svelerà tutto :)
spero
di aver detto tutto quello che dovevo.
Grazie
a chi la seguirà e a chi vorrà lasciare una
piccola recensione (
non siate troppo crudeli pis ^^”)
bye
bye
Ash
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
CAPITOLO
2:
La
mano del detective del Kansai sbatté con rabbia sulla
scrivania di
Megure, il quale ebbe un piccolo sussulto dal gesto irruento del
giovane di fronte a lui.
“Io
davvero non mi capacito della sua scelta! Ho sempre lavorato
benissimo da solo, non ho certo bisogno di un novellino che si
impressiona per un po' di sangue!”
Heiji
quella mattina era corso nell'ufficio dell'ispettore per esporgli le
proprie idee in merito alla decisione di affidargli un partner di
lavoro da un giorno all'altro, senza un apparente motivo.
L'ispettore
inizialmente aveva giudicato la sua scelta un bene per il giovane e
per le indagini, poiché negli ultimi tempi la
criminalità era
salita vertiginosamente e i cittadini erano sempre più
impauriti e
insicuri nel girare per le strade della grande metropoli.
Aveva
inoltre pensato che avere un partner di lavoro che lo supportasse
potesse fargli solo che bene, non metteva in dubbio le reali
capacità
del giovane investigatore, ma negli ultimi tempi lo vedeva in
centrale o a caccia di qualche criminale del necessario orario di
lavoro.
Era
pur sempre un ventenne, era giusto che si prendesse del tempo per
sé
e per i suoi hobby.
La
persona oggetto della discussione tra i due era fuori dall'ufficio
dell'ispettore già da qualche minuto e le sue orecchie fini
udirono
ogni singola parola, nonostante la porta insonorizzata e ben chiusa
che divideva l'ufficio dall'atrio popolato dai detective del
dipartimento, ognuno nella propria scrivania.
Shinichi
appoggiò il bicchiere di plastica contenente il
Caffè sulla
scrivania a lui assegnatagli e iniziò a sistemare il
disordine sulla
superficie: impilò le carte in modo ordinato, le penne messe
alla
rinfusa sul tavolo nell'apposito portapenne, il tutto con una smorfia
di disappunto sentendosi descrivere come quello che 'si impressiona
per un po' di sangue'.
“Sarò
irremovibile sulla mia decisione Hattori, mi dispiace. E poi Shinichi
Kudo è tutt'altro che un novellino, mi è stato
raccomandato dai
piani alti come un giovane brillante e arguto investigatore; dagli
una possibilità, d'accordo?” il tono di Megure era
passato da
autoritario a uno più gentile e comprensivo; voleva bene al
giovane
Heiji, ma era difficile rabbonirlo e fargli accettare decisioni che
non riteneva giuste.
Detto
ciò, suggellò la fine della discussione con una
pacca sulla spalla
del giovane, il quale sospirò rassegnato a dover assecondare
la
decisione del suo superiore.
Uscì
dall'ufficio sbattendo la porta, con un espressione scocciata che
rivolse subito al giovane Kudo, il quale se ne stava ora appoggiato
sulla scrivania a sorseggiare la bevanda presa dallo Starbuks vicino
alla centrale, con un espressione soddisfatta dopo aver sentito le
lodi che Megure gli aveva rivolto: 'brillante e arguto
investigatore'.
A
Heiji salì ancora di più il nervoso vedendo
quell'espressione di
beatitudine dipinta sul volto del suo nuovo -non voluto- partner,
domandandosi cos'avesse da esser così felice, e si promise
che d'ora
in poi lo avrebbe ignorato.
Sissignore.
Improvvisamente
un agente entrò trafelato nell'atrio, bussando poi alla
porta
dell'ispettore con agitazione.
“Ispettore
Megure, ci sono nuovi particolari sul caso Watanabe!”
strepitò il
povero agente con un plico di fogli in mano, attirando su di
sé lo
sguardo dei due giovani detective a cui la sera prima era stato
affidato quel caso.
Il
signor Watanabe Terou era stato trovato morto nella propria
abitazione, martoriato con ferite e tagli profondi. Subito la polizia
si era messa sulla tracce del colpevole dopo che Heiji aveva trovato
l'impronta del presunto assassino.
Se
non fosse stato per il tono preoccupante del poliziotto, Heiji
avrebbe preso la notizia con più entusiasmo, ma qualcosa gli
diceva
che quelle che portava l'agente, non erano di certo buone
novità,
anzi...
Megure
aprì la porta dell'ufficio e si fermò sulla
soglia:
“Avete
trovato il proprietario dell'impronta?” chiese quasi
speranzoso e
l'agente rispose con un accenno del capo, ma la sua espressione non
cambiò, nonostante la buona notizia che aveva appena
riportato.
“Molto
bene! E avete già scoperto il luogo della sua
abitazione?”
“S-si
e abbiamo provveduto ad inviare una pattuglia all'appartamento dove
abita...” proseguì deglutendo.
La
pazienza di Heiji vacillò a quello scambio di battute
mandate avanti
per le lunghe, si vedeva chiaramente che l'agente stava tergiversando
nel riferire la brutta notizia.
“E...?”
Megure fece un cenno impaziente, desideroso di sapere il resto.
“E...E
lo abbiamo trovato morto, purtroppo...” sentenziò
infine,
suscitando reazioni differenti tra i presenti:
Megure
parve scioccato dalla notizia. Di certo non si aspettava che
l'assassino, ormai ritenuto tale da parte sua, potesse essere morto.
Heiji
era scocciato e strinse i pugni per la rabbia che stava salendo;
com'era possibile che, a distanza di poche ore, il presunto colpevole
fosse stato trovato morto? Che si fosse suicidato consapevole che
presto la polizia sarebbe stata sulle sue tracce? Era stato un gesto
disperato? Oppure il colpevole non era affatto chi credevano, ma
c'era di mezzo un terzo uomo con cui non avevano fatto i conti?
Quello
che non parve affatto sorpreso dalla notizia fu il giovane Kudo che
nel frattempo aveva finito la bevanda, poggiato il bicchiere sul
tavolo e incrociato le braccia al petto.
A
quanto pare qualcuno ha fatto un buco nell'acqua”
affermò, sicuro
di sé.
Sapeva
benissimo che dicendo quelle parole, si sarebbe inimicato ancora di
più Heiji, ma volle prendersi una piccola soddisfazione
personale
dopo il trattamento che l'altro gli aveva riservato sin'ora.
Si
diresse verso la porta d'uscita e Heiji non mancò di
seguirlo con
intenzione di dirgliene quattro. Come si permetteva di rinfacciargli
un errore simile? Almeno lui aveva messo in moto il cervello e
trovato una pista da seguire. Non aveva idea con chi aveva a che fare
e presto se ne sarebbe pentito amaramente, riconoscendolo come il
miglior detective del Giappone.
“Ehi,
senti amico, almeno io mi sono dato da fare! Tu in che modo ti sei
reso utile?”
Shinichi
si voltò e prima che potesse controbattere, intervenne
Megure per
placare gli animi ed evitare discussioni inutili.
“D'accordo,
ora basta voi due. Dirigiamoci all'appartamento della vittima e
scopriamo chi è il vero assassino.”
Il
suo tono autoritario zittì entrambi i giovani ed Heiji
sbuffò,
facendosi poi dare l'indirizzo dall'agente che se la filò
spaventato, lasciando tutto nelle mani del trio.
_______________________________________________________________________________________________________________
Angolino autrice:
salveeeee!
ed ecco il 2 capitolo! scusatemi, ci metterò un
pò a pubblicarli, tra
impegni vari, lavoro e il fatto che li sto revisionando mille volte con
l'aiuto di mio moroso (sant'uomo xD)
vi
lascio anche il link del gruppo di Detective Conan Fan fic, per chi
è
appassionato lettore o scrittore! ^O^ vi aspettiamo numerosi!
<a href=https://www.facebook.com/groups/567413317526090/">Pagina Weba>
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
CAPITOLO
3
L'appartamento
era in zona Kabukicho, specificatamente in una stradina del quartiere
del Golden Gai, famosa per la movida notturna all'insegna del
divertimento e dell'alcol e sicuramente una
zona
poco raccomandabile per una famiglia per bene.
L'intero
appartamento puzzava di tabacco, alcol e altri odori sgradevoli che
Heiji non riuscì a identificare.
Shinichi
trovò il posto adatto allo stile di vita della vittima, un
uomo
sulla cinquantina d'anni a cui, giudicando le bottiglie che
fuoriuscivano dalla dispensa, sparse per il cucinino, piaceva bere.
Si
avvicinò al corpo e notò svariati segni di morsi
e graffi sparsi
per sull'intero cadavere; era posizionato in modo quasi innaturale
contro la parete della cucina, con tracce di capelli e sangue
disseminati lungo tutta l'area e continuando verso il piccolo
corridoio che dava alla portafinestra della sala.
“Caspita,
deve esserci stata una bella colluttazione”
commentò Heiji
guardandosi attorno, mentre Megure al telefono, stava chiamando la
scientifica e Shinichi era chino sul cadavere a studiarlo per bene.
“A
giudicare dall'entità di questi segni, posso dire che molti
sono
stati fatti di recente, mentre altri se li portava dietro da un bel
po'” disse alzandosi sotto lo sguardo indagatore e smeraldino
di
Heiji. Senza degnarlo, continuò ad esporre i fatti.
“Di
sicuro conosceva il suo aggressore, non ci sono segni di scasso sulla
maniglia della porta.”
Si
avvicinò alla porta d'entrata, perfettamente intatta.
“Ma
che bravo, allora forse non sei così scarso...” lo
schernì Heiji.
“Oh
sai, pare che io sia un brillante Detective” lo
rimbeccò lui.
“O
forse...” le gambe di Heiji si mossero verso Kudo,
afferrandogli il
polso, non curandosi del brivido di freddo che gli
attraversò la
schiena: “...avevi previsto tutto fin dall'inizio, non
è così?”
Un
piccolo spasmo passò sul volto di Shinichi, sentendosi in
qualche
modo preso alla sprovvista.
“Sai,
mi sono appena ricordato che cosa mi hai detto ieri sera in macchina,
e mi sembra strano il fatto che tu ci abbia azzeccato...'brillante
detective'.” Heiji sembrava aver dedotto qualcosa, o forse
era solo
molto arrabbiato con Shinichi; la sua presenza lo irritava a tal
punto?
Un
sorrisetto beffardo fece capolino sul volto di Shinichi:
“Come ho
già detto, sono un brillante detective, la mia era solo una
semplice
intuizione.” Si liberò con grazia dalla presa del
giovane del
Kansai, avviandosi nel piccolo salotto per esaminare un'altra ala
dell'abitazione e scovare altri indizi.
La
scientifica arrivò circa una quindicina di minuti dopo e vi
restò
per tutta la giornata, esaminando, raccogliendo prove e mettendo
sottochiave anche quell'appartamento per future indagini.
Per
l'intera giornata Heiji osservò il suo coetaneo e
potè studiarlo
senza dare nell'occhio, appuntandosi certi comportamenti o
semplicemente osservandolo in tutta la sua persona.
Notò
che era un ragazzo molto pallido, molto più di altri
giapponesi
dell'Ovest che aveva incontrato fin'ora. Parlò molto con
Megure,
come fossero amici di vecchia data e spesso elargiva sorrisi
amichevoli, come se volesse in qualche modo farsi compiacere da lui;
rivolse domande anche agli agenti della scientifica e andò
in giro a
raccogliere informazioni dai vicini della vittima, che si fermavano a
dare una sbirciata davanti all'ingresso dell'appartamento, reso
inaccessibile alle persone forense dal nastro giallo e nero, o che
semplicemente tornavano a casa dopo aver svolto le loro commissioni.
Risultava un tipo affabile, tutti lo ringraziavano, sentendosi
rassicurati dai suoi modi cordiali e dall'efficienza che la polizia
impiegava nel risolvere il caso. Ci sapeva fare con le persone, era
come se riuscisse ad incantarle e a rasserenarle che in qualche modo
erano al sicuro e che presto il colpevole sarebbe stato acciuffato.
In
tutto questo anche Hattori cercò di fare del suo meglio per
raccogliere indizi e testimonianze, non voleva essere un passo
indietro rispetto al nuovo collega, anche se avevano due stili
diversi nel raccogliere indizi e interagire con le persone; Heiji era
meno paziente e, anche se cercava di rassicurare tutti, non aveva lo
stesso effetto che aveva Shinichi.
L'arrivo
del tramonto dipinse le estremità dei vicoli di un colore
rossastro,
mentre calò l'oscurità al loro interno.
Gli
abitanti dei vicoletti si prestava ad entrare nei bar e iniziare le
loro notti tra birra e Nihonshu.
Gli
agenti lasciarono quel luogo per tornare nelle loro abitazioni,
mentre Megure, Heiji e Shinichi erano in macchina, intenti a
confrontare le loro ipotesi: “Dunque, non c'era uno straccio
di
indizio sul presunto colpevole...” sospirò l'uomo
con i baffi,
frustrato.
“Veramente,
un indizio importante io l'ho trovato.” Heiji
attirò l'attenzione
di entrambi su di sé.
“Sia
la vittima precedente che quella di oggi, avevano due strani segni
sul collo, e per di più entrambe erano praticamente
dissanguate. Mi
sembra una coincidenza troppo strana.”
L'attenzione
di Shinichi ora non era più rivolta verso la strada al di
là del
finestrino, ma bensì al ragazzo seduto al posto di guida.
'E
così li ha notati.'
“Stai
insinuando che potrebbe trattarsi di un Serial Killer?”
chiese,
senza dar vita ai suoi pensieri.
“Esattamente,
non c'è altra spiegazione” rispose Heiji con un
sorrisetto
beffardo.
“Si,
concordo anch'io, ma siamo di nuovo punto e a capo. Non abbiamo
nessun nome, nessun indizio.” Il povero Megure non sapeva
cosa
pensare e dove altro sbattere la testa.
“Mi
creda, troverò il filo che unisce le due vittime e
arresterò il
Killer, sarà solo questione di tempo” Heiji era
molto sicuro di sé
e molto determinato.
“Non
puoi farlo da solo.” rispose piccato Shinichi.
“ Me
la sono sempre cavata, non ho bisogno di nessuno”
ribattè
scocciato.
“ Sono
stato affidato al caso quanto te, quindi ti darò una
mano.” A
questo punto dovevano per forza di cose lavorare assieme.
“Neanche
per sogno!” rispose arrabbiato Heiji e a quel punto anche
Shinichi
perse la calma:
“Sei
così...testardo! Potrebbe essere una cosa più
grande di te, lo sai?
Non puoi farcela da solo!” la sua rabbia prese alla
sprovvista
entrambi i presenti, sopratutto Heiji dopo che aveva osservato il suo
comportamento composto di quel pomeriggio.
“Shinichi
ha ragione, collaborerete assieme ed è la mia ultima
parola.” Fu
cosi che anche Megure perse quella pacatezza che lo
contraddistingueva, facendo calare poi un silenzio carico di tensione
che durò per l'intero tragitto fino alla centrale.
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