Vivo nel Regno dei Morti

di Deienira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Saori ***
Capitolo 3: *** Sirio ***
Capitolo 4: *** Seiya ***
Capitolo 5: *** Crystal ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nemmeno me ne accorsi.
Ero consapevole che quella volta la battaglia sarebbe stata più dura; avevo perfino messo da parte quell'opprimente senso di repulsione alla lotta.
Non c'erano Dei che tenevano; in quanto Cavaliere di Atena avrei combattuto per la sua protezione fino alla morte...e così è stato.
Non è che ricordi molto sinceramente, solo qualcosa qua e là.

Noi 5 bronzini, che di bronzo avevamo ormai solo l'armatura, proteggevamo un fronte del Grande Tempio, mentre i Cavalieri d'oro -riportati in vita da Atena dopo la vittoria su Hades- gli altri.
Sangue, dolore, io a terra confuso per un colpo troppo forte ricevuto al capo privo di elmo ed alla fine, almeno mi è sembrato, un urlo concitato di mio fratello che sembrava avvicinarsi di gran carriera.
Un ultimo "NO" gridato febbrilmente dai miei amici ed ecco che arrivai qui.

Era così strana la consapevolezza di essere morto.
Tutto sommato avevo solo 18 anni, un adolescente. Ero spaesato e, soprattutto, solo: la mia paura più grande era la solitudine e mi ritrovavo isolato ad affrontare qualcosa più grande di me.
La consapevolezza di non poter tornare indietro era ormai intrinseca in me così come la paura di veder arrivare in quello stesso posto un viso conosciuto.

So cosa vi starete chiedendo: "Questo era appena morto e invece che pensare a se stesso, si preoccupava ancora degli altri".
Ma di cosa vi stupite esattamente? Ero...sono lo stesso Shun. Non a caso Hades mi ha scelto come ricettacolo. Quante volte mi sono recriminato la mia bontà dopo quell'evento e quanto non sono ugualmente cambiato...

Non potendo fare altro alzai gli occhi verso quella sorta di...Paradiso? Così possiamo chiamarlo?
Era uguale al boschetto vicino a villa Kido: il mio luogo sicuro, quello che amavo con tutto il mio cuore.
In quel momento mi venne in mente un film che vidi, più o meno, un mese prima della mia dipartita: Al di là dei sogni.
E mi venne da ridere.
Eccome se mi venne da ridere.
La storia che ci creiamo noi il nostro mondo speciale dove vivere da morti, a quanto pare, era vera.

Iniziai a muovermi, poi a correre divertito.
Ero felice, le stesse sensazioni di quando ero bambino e non un Cavaliere.
Ero libero; non dovevo più ferire o uccidere, potevo finalmente stare bene.
Mi sentivo così incredibilmente vivo, nonostante tutto.
Vivo tra i morti.

Mi fermai solo arrivato al ruscelletto -c'era anche l'amaca che mi ero creato un paio di anni prima- e mi accovacciai, febbrile di provare quella dolce sensazioni di frescura accarezzarmi le mani.

È stato in quel momento che il sorriso si spense sul mio volto: nell'acqua non ero riflesso io.
Decisamente quello non ero io.
L'immagine che vidi è ancora impressa nella mia memoria: riuniti in una stanza, sconvolti, c'erano Saori, Seiya, Sirio, Crystal e Ikki.
Nessuno parlava; qualcuno piangeva silenziosamente, altri erano talmente immobili da sembrare delle statue di sale.

Guardavano un corpo lavato, ripulito e rivestito steso su un divano, senza vita: il mio.

La prima ad uscire dalla stanza, diretta verso i suoi Cavalieri di più alto rango, fu Saori e l'acqua la seguì, togliendomi dagli occhi l'immagine degli altri 4 ragazzi.

Da lei partì il mio viaggio: il viaggio del vuoto che lasciai nei loro cuori.
 


Angolo Autrice
Non so cosa uscirà fuori da questa storia, mi è venuta in mente rileggendo una vecchia fanfiction...sono la prima ad essere curiosa da questo progetto.
Ho intenzione di fare 5 capitoli dopo questo prologo più un epilogo finale.
Ogni capitolo tratterà un personaggio: la prima, come avrete capito, sarà Atena. Poi sceglierò l'ordine fra i 4 bronzino.
Vorrei sottolineare che conosco i reali nomi del Cigno e del Dragone, ma ho scelto la loro versione italiana perché, in questo caso, la preferisco.
Che dire? Spero di avervi incuriosito!
Complimenti e critiche sono ben accetto in entrambi i casi.
Ci vediamo alla prossima!
Deienira

 

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Capitolo 2
*** Saori ***


Come ho potuto permetterlo? Come ho potuto permettere a Shun una fine del genere? Percepivo la difficoltà della battaglia, eppure non sono intervenuta se non quando ormai era troppo tardi...sono completamente distrutta e ancora devo dare la notizia ai Cavalieri dorati. Avanzo lentamente verso il salone, come a voler ritardare il momento, ma il portone mi si para davanti troppo in fretta. Sento dei bisbigli concitati oltre la porta; sono intelligenti i miei ragazzi, tutti han capito che questa non è una convocazione come le altre. Prendo un profondo respiro e poso la mano sul pomello. Non appena entro nella stanza questi si ammutoliscono, inginocchiandosi al mio cospetto.
Me la merito tutto questa riverenza? Ho sempre permesso agli altri di combattere in mio nome, ma cosa ho fatto esattamente io per loro?
"Atena ha il compito di riportare la pace sulla Terra quando forza malvage la mettono a repentaglio". Questa è la solita manfrina che mi propinano da anni, eppure solo ora mi sono resa conto della verità: non Atena, ma i suoi Cavalieri ristabiliscono il bene nel mondo. Sono loro a combattere e a morire seguendo il mio ideale. La Guerra Sacra non l'ho mai combattuta io, lo hanno sempre fatto loro, sacrificandosi per una reincarnazione non degna. Sono sempre stati loro ad opporsi alle forze del male...mentre io li guardavo cadere inesorabilmente, senza muovere un dito se non versando inutili lacrime.
Eppure, sono sempre tutti lì, a venerarmi nonostante le mie palesi difficoltà. Solo per il mio piccolo gruppo di mille battaglie posso comportarmi da Saori, semplicemente Saori, una loro amica con cui è possibile ridere e scherzare di tutto senza dover mantenere quel rigore che, spesso, il mio ruolo impone.            
Solo loro: Seiya, Ikki, Crystal, Sirio, Shun...o Shun perdonami, perdonami perché ho lasciato che tu morissi.
Tutti e 13 Cavalieri dorati, dopo un mio cenno, si rialzano. Mi sembrano confusi, devo avere realmente una faccia stravolta...loro non sanno ancora. Mi siedo stancamente sullo scranno adagiandomi poi una mano sulla fronte, sperando che il fresco che da questa proviene possa far diminuire il mal di testa e il senso di colpa che mi pervadono.
Nessuno parla, si guardano tutti indecisi su cosa fare, fino a quando Milo, dopo una gomitata data da Camus -il quale riceve poi una occhiataccia gelida che mi fa sorridere tristemente- non si azzarda ad aprir bocca.
"Mia Signora...state bene?". Credo di non averlo mai sentito così insicuro nel pronunciar parola. Alzo gli occhi nuovamente umidi, lo sento il groppo in gola tornare e la mia voce esce più acuta di quanto volessi. Mi ero ripromessa di mantenere un certo contegno, almeno davanti a loro...ma come posso?
"No, Milo". Prendo fiato prima di raccontare una tremenda verità.                                                             
Tutti quei giovani uomini al mio cospetto mi osservano attendendo che continui, ma senza mettermi fretta; devono aver capito che è successo qualcosa di grave, anche Deathmask lo vedo veramente preoccupato, senza quel suo solito ghigno stampato in faccia che negli ultimi anni ho imparato ad amare.
"Miei Cavalieri, sono qui per darvi una notizia che mi strazia il cuore". Mi devo fermare perché la gola mi brucia troppo. Non è giusto! Perché devo portare notizie funeste proprio io, che prediligo la vita?! Shun, perché non mi hai ascoltata?! Ti avevo detto di non andare, che per te era un rischio enorme! Avresti dovuto dar retta a me, non alla tua bontà! Ero consapevole che non saresti rimasto con le mani in mano mentre i tuoi amici rischiavano la vita, ma dannazione! Ero la tua Dea! Dovevi rispettare il mio ordine senza insistere per poi farmi cedere! E' stata forse una ripicca la mia? Non hai seguito i miei consigli ed io non ho fatto nulla, per tempo, per salvarti?!
A questo mio ultimo pensiero il cuore mi si ferma e strabuzzo gli occhi. Possibile che il non avermi dato retta mi ha inconsapevolmente spinto a rallentare il mio intervento fino a quando ormai non era troppo tardi? Per dargli una lezione?                                                                                        
No! Non è assolutamente possibile una cosa del genere! Non posso aver fatto una cosa del genere!
Sento il respiro mancarmi e il cuore battere sempre più frenetico. Abbasso gli occhi verso le mie mani e le vedo tese, non riesco più a muovere un singolo dito.
Alzo nuovamente lo sguardo, spaventata. Il primo ad allarmarsi è Aiolos che mi corre incontro inginocchiandosi a lato del trono e stringendo le sue mani in una delle mie.
"Muovetevi, portatele un bicchiere d'acqua! Ha un attacco di panico!".
Tutti si avvicinano frettolosamente a me, lasciandomi comunque abbastanza spazio per respirare, mentre vedo Saga inchinarsi ai miei piedi con un bicchiere in mano. Deve aver usato la velocità della luce, altrimenti non si spega.
Dopo aver sussurrato un ringraziamento afferro tutta tremolante il calice e, dopo che lui si è rialzato per rimettersi in gruppo coi suoi commilitoni, lo avvicino lentamente alla bocca.
Sei stata tu! Tu hai ucciso Shun!
Il bicchiere si frantuma a terra ed io inizio a piangere. Sento la stretta di Aiolos più decisa, ma non capisco le sue parole.
"E' colpa mia! Sono stata io!" Dico disperata tra un singhiozzo e l'altro. Mi parlano ma io non li sento nel mio dolore.
E' colpa tua! E' solo colpa tua!
"Dovevo proteggerlo! Ti prego perdonami!". Mi sento schiacciare sempre di più...voglio solo morire e pagare i miei sbagli.
"Atena". Merito l'odio di Ikki per avergli portato via il fratello.
"Atena". Merito il disprezzo più assoluto da parte del genere umano.
"Atena". Merito la morte per aver spezzato in due l'anima dell'uomo più buono e puro al mondo.
"Saori". E un dolce e potente cosmo mi avvolge, trasmettendomi una sensazione di pace che mi permette di riprendere le mie facoltà mentali. Lo riconosco, un cosmo così pacato non può che appartenere a Mu. Giro la testa e lo vedo dalla parte opposta dello scranno rispetto ad Aiolos. Quel suo tenero modo di pronunciare il mio nome; io sono Saori e lui lo sa...sapeva che avevo bisogno di sentirlo. Con occhi dolci, anche se un po' tristi mi guarda. Hai capito che qualcuno è morto, vero Mu? Mi odierai anche tu?
"Shun" comincio e intravedo subito Camus irrigidirsi "Shun è morto...ed io non sono intervenuta. L'ho..." I miei occhi rassegnati si inumidiscono nuovamente e Mu riespande il suo cosmo per darmi conforto, nonostante percepisca del dolore dentro di esso. Lo guardo fissa, colpevole. "L'ho ucciso io" Ammetto alla fine.
Per qualche secondo nessuno fiata, tutti all'apparenza così freddi, ma col cuore sconvolto per la morte di un ragazzo capace di entrarti sotto pelle e cui non puoi non voler bene. Hades ci aveva visto lungo, era lui la persona più pura al mondo: l'anima più fragile, ostile alla battaglia, contro lo spargimento di sangue e in grado di saper perdonare. L'unico motivo per il quale combatteva era per fare in modo che nessuno potesse soffrire come lui durante la sua infanzia...voleva vedere gli uomini sorridenti, in pace tra loro. Ed io ho distrutto tutto ciò.
"Perché non è intervenuta, Mia Signora?". Kanon pone questa domanda con sguardo impassibile, eppure non c'è accusa nella sua voce e non c'è nemmeno nello sguardo di tutti gli altri 12 ragazzi che mi circondano.
Intravedo Shura sussurrare qualcosa ad un orecchio di Deathmask e questo, dopo un breve cenno di assenso, si teletrasporta non so dove. Se vuole ricominciare la collezione di teste appese al muro, giuro che mi offro per prima!
"Non lo so...non lo so davvero. Io...dovevo insistere di più quel giorno...doveva rimanere al mio fianco e non andare sul campo di battaglia...è...è forse ripicca per non avermi dato ascolto? Non può essere! No! Io... io gli volevo bene come ad un fratello...".
"No, Atena, non è ripicca, è solo il destino di noi Cavalieri. Lei sa che questo è già scritto dalle Moire. Non era lei a non voler intervenire, era Atropo ad impedirglielo. Neanche gli Dei sono in grado di contrastare Lord Fato...non si deve colpevolizzare". Continua il minore dei gemelli, sostenuto con un cenno dal fratello e con un sorriso da Aiolos intento a rincuorarmi accarezzandomi dolcemente la mano destra.
"Siamo consapevoli della difficoltà del suo ruolo. Noi tutti siamo votati a lei, fino alla morte. Shun si è comportato da vero Cavaliere quale era. Qui tutti daremmo la vita per lei, ma è una nostra decisione consapevole, lei non ci sta mandando al macello con l'inganno. Ci ha fornito il libero arbitrio e la nostra scelta è stata quella di seguirla, al di là del bene o del male. Non ci ha obbligati ad essere suoi sudditi, abbiamo insistito noi ad essere qui, oggi, perché questa è la decisione giusta. Non ho mai mentito a Crystal su quale sarebbe stato il suo destino una volta divenuto Cavaliere d'Atena, ma nonostante il terrore di guerre su guerre ora è al suo fianco, ed io non ho spinto perché ciò accadesse"
Il discorso di Camus mi colpisce e l'intervento di Kanon mi fa tirare un sospiro di sollievo, ma la questione resta uguale.
"Sono onorata del vostro sostegno, miei Cavalieri...ma ciò non riporta indietro Shun...Lo ha puntato fin dall'inizio della battaglia e una volta ucciso lui e i suoi seguaci si sono dileguati. Era solo Andromeda il suo obiettivo...non io...e ci sono cascata".
"Nessuno lo poteva sapere, Andromeda ha combattuto fino all'ultimo afflato per la causa che ha sempre perseguito. E' caduto con onore e noi lo vendicheremo". Prova ad incoraggiarmi Milo ed io sorrido amara.
"Glielo dici tu ad Ikki? Che ha perso suo fratello, sì, ma almeno con onore? No, e non so nemmeno come comportarmi...dovesse odiarmi avrebbe tutte le ragioni".
"Come sta?". Capisco al volo che Shaka chiede della Fenice ed io non posso che sospirare.
"Non parla e non si sfoga...è letteralmente a pezzi. E' devastato. Anche Crystal, Seiya e Sirio stanno soffrendo, ma non quanto lui".
"Non può riportalo in vita come ha fatto con noi?".
"No, non è possibile" a rispondere non sono io ma un ritrovato Cavaliere del Cancro "Mi sono guardato in giro alla ricerca della sua anima prima che raggiungesse il regno dei morti per riportarla indietro...ma non l'ho trovata, probabilmente è già caduto. Solo Zeus sa dove si trova ora".
"Grazie per la premura Death...e grazie a tutti voi per avermi rincuorata un po'. Solo il tempo potrà lenire questo dolore...che so appartiene anche a voi".
"Noi saremo sempre con lei, questo non lo deve temere, e anche Shun, ovunque egli si trova, si arrabbierebbe nel sentirla incolparsi in questo modo". Faccio un ultimo sorriso ad Aiolos e lo lascio alzare.
Mi volto un'ultima volta verso Mu, ancora accovacciato alla mia sinistra e gli sussurro in modo che solo lui possa sentirmi: "Cosa devo fare ora, Mu?"
Mi sorride teneramente, come solo lui sa fare: "L'unica cosa che lei...che noi possiamo fare, è portare avanti i precetti per il quale Shun combatteva; tanto nobili, quanto giusti. Lo omaggeremo come potremo e lui non potrà che apprezzare dal Paradiso dei Cavalieri...un'anima come la sua non può che trovarsi lì".
"Grazie Mu...grazie per aver creduto in me fin dal primo istante".
La scomparsa di Andromeda la porterò sempre a dietro come un macigno e almeno in parte mi darò la colpa per quanto gli è successo...vorrei vederlo solo per un'ultima volta ed abbracciarlo, rivelandogli quanto io sia fiera di lui e del cavaliere che è diventato. Vorrei tornare indietro ed obbligarlo a stare al mio fianco durante la lotta...ma Kanon ha ragione, Atropo lo avrebbe trovato in altro modo. Una situazione del genere però non la posso nuovamente sopportare, non posso vedere qualcun altro morire in questo modo. D'ora in poi combatterò al fianco dei miei protetti.
"Penso che andrò a cercare Crystal". Dice tutto d'un tratto Camus.
"Ed io Ikki". Sussurra un attimo dopo Shaka. Lo scontro alla sesta casa 5 anni fa li ha molto uniti, nonostante entrambi cerchino di mascherare la cosa.
Faccio un cenno d'assenso mentre continuo a pensare. Senza averlo premeditato il mio sguardo si indurisce e non ho più spazio per le lacrime, sento solo una grande sensazione di rabbia crescermi dentro: da oggi sarò una vera Dea della Guerra e pagherà...giuro che pagherà col sangue colui che ha spezzato la vita del Mio Cavaliere.

 


Mi riprendo quando la superficie d'acqua torna limpida e azzurrina...provare gli stati d'animo di Saori è stato tremendo. So che lei non ha colpe, glielo vorrei urlare. Provo ad espandere il mio cosmo nel tentativo di farle recapitare un messaggio ma, a quanto pare, con la vita ho perso anche le mie abilità. Non ho mai desiderato causarle dolore, come poteva lei impedire la mia morte? Volevo solo portare ricordi felici della mia esistenza agli altri...invece sono anche un peso sulla coscienza. L'idea che Atena abbia sinceramente intenzione di spargere sangue per vendicarmi mi distrugge...io non voglio questo...non voglio vederla accecata dall'ira come ho percepito alla fine della visione! Il mio sguardo viene rapito nuovamente da un guizzo d'acqua e questa volta è uno dei miei amici a palesarsi come riflesso.
Oh Zeus...fai in modo che la mia morta non provochi una nuova interminabile guerra!
 


Angolo Autrice

Ciao! Sono tornata! Ed ecco qui la nostra Saori...ho scelto lei per prima perché volevo dare una sorta d'ordine di importanza per Shun (come avrete dunque capito, l'ultimo di cui scriverò sarà Ikki, la persona che più ha contato nella sua vita). Abbiamo qui un'Atena divorata dai rimorsi che non sa bene come allontanare il vuoto che sente dentro...ed è qui che un senso di vendetta inizia a crescerle dentro...una sensazione mai provata prima. Arriverà a far scoppiare una battaglia pur di lenire il suo dolore? Chi lo sa! Nel frattempo leggiamo del prossimo personaggio che sarà...*rullo di tamburi*...lo scoprirete nel prossimo capitolo!

A presto!                                                                                                                                                                  
Deienira

 

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Capitolo 3
*** Sirio ***


Morte...siamo praticamente tutti dei condannati a morte che camminano.                                        
Che parola particolare: in grado sia di portare timore che sollievo; timore di affrontare qualcosa che non conosci, il famoso salto nel vuoto, e sollievo dopo una estenuante malattia, quando la Nera Signora è sinonimo di fine di tutti i tuoi mali. Sulla veridicità dell'ultima non so...mi vengono ancora i brividi a pensare nell'oltretomba dopo l'ultima visita agli Inferi causa Guerra Sacra; un posto così...così arido, spento...dannato.
Tutti siamo consapevoli di non poter vivere per sempre, eppure sentiamo la morte come un qualcosa di molto lontano da noi, qualcosa che non ci può intaccare a questa giovane età, troppo astratta e incomprensibile.
In quanto Cavaliere dovrei essere il primo conscio che la mia vita è un continuo punto di domanda per quanto riguarda il domani...e lo sono! Lo giuro, lo sono eccome!
Tuttavia, davanti a questo corpo...il cadavere di uno dei miei migliori amici...non posso darmi pace. L'abbiamo sfangata così tante volte: Arles, Asgard, Poseidone, Hades... inconsapevolmente la mia mente mi ha dato una sorta di sicurezza, come se insieme fossimo invincibili...come se nulla di grave potesse accaderci.
Invece sono qui, ora, a pregare il Dio degli Inferi di essere magnanime con Shun, di non fargli passare le pene peggiori che l'Ade possa offrire perchè io le ho viste...e il solo pensare quella creatura vivere ogni giorno un qualunque girone dell'Inferno Dantesco mi sgretola l'animo.
La paura, poi, di una ripicca di Hades nei confronti del ricettacolo che a lui si è ribellato divampa di minuto in minuto nel mio cuore, tanto da farmi espandere il mio cosmo fino ad avvolgere completamente il proprietario dell'armatura di Andromeda, come a tentare di proteggerlo da un destino crudele...difenderlo come non sono stato in grado di fare qualche ora fa.
Io, considerato il più saggio tra i cavalieri al servizio di Atena, sono stato vittima di un'illusa serenità; ho peccato di superbia sottovalutando il nemico e Shun ha pagato questa mia superficialità.
Rivivo quegli attimi ininterrottamente e la mia mente non fa altro che produrre un continuo "Non è vero".
Ormai sono rimasto solo io in questa stanzetta, incapace di piangere. Col cuore talmente straziato che per proteggermi da un dolore altrimenti insopportabile mi estrania dal resto mondo che mai mi è sembrato così monocolore come in questa giornata.
"Shun non è morto, possiamo farlo tornare indietro. Dobbiamo solo sconfiggere il nemico e tutto tornerà come prima". Continuo a ripetermi questo da ore...ma ogni minuto che passa questa certezza si incrina e crolla pezzo per pezzo, investendomi con macigni sempre più pesanti: la verità è che il mio amico non è sotto un sortilegio, uccidendo quella bastarda non si risveglierà...non tornerà in vita.
Potevo evitare tutto ciò? Come ho potuto sottovalutare la forza di una Dea? Per quale diavolo di motivo abbiamo permesso a Shun di partecipare nonostante l'evidente rischio? Maggiore per lui, poi!
"Dulce et decorum est pro patria mori" scriveva Orazio. Più che per la patria, il nostro motto potrebbe essere: "E' dolce e dignitoso morire per Atena". Affrontare con forza e coraggio ogni avversario per un bene maggiore, che va protetto ad ogni costo, anche a costo di abbandonare il mondo fisico. Eppure il fatto che Shun abbia perso la vita inseguendo i miei stessi ideali, per il quale io stesso mi sacrificherei e mi sto sacrificando continuando ad andare in guerra, non mi fa sentire meglio.
La morte fa schifo. Non c'è molto altro da dire sull'argomento.
Quando il mio Maestro è trapassato davanti al Muro del Lamento avevo il compito di portare avanti una belligeranza. Una volta finita, nemmeno il tempo di rendermi conto di cosa fosse successo che Saori, sotto permesso speciale di Zeus, aveva riportato i Cavalieri d'Oro in vita. Non ho avuto tempo di provare dolore, di soffrire.
Ora, invece, non si può fare più nulla. Per quanto la mia testa cerchi di convincermi del contrario, che una via di fuga esista, Saori ha detto chiaramente che questa volta neppure lei può sfidare il fato. Non lo ha ammesso candidamente,  ma probabilmente le Moire sono già furiose con lei per aver resuscitato 13 uomini cui si era compiuto il destino scritto per loro tra le stelle, una cosa del genere non la farebbero mai riaccadere. Zeus ha fornito un'unica occasione e questa volta non si opporrà al volere delle 3 donne...L'oblio ha ormai pervaso irreparabilmente la costellazione, l'intera galassia, di Andromeda che non brilla più da ore, da quando il suo protettore l'ha dovuta abbandonare con la forza bruta.
"Sembra tu stia dormendo, amico mio. E' come rivivere quel giorno di 5 anni fa, all'ottava casa. Crystal che ti portava in braccio e tu, tu che sembravi caduto nel baratro, in realtà ti trovavi semplicemente ingabbiato in un sonno profondo dal quale solo l'Eufonia di Sagitter è riuscita a destarti. Vorrei avvicinarmi e scuoterti per obbligarti a riaprire quei grandi occhi verdi che ti ritrovi, in grado di leggerti dentro anche inconsapevolmente e talmenteforti e decisi da prendersi una parte del dolore altrui così da alleggerire un peso insostenibile. Te lo giuro Shun, mi piacerebbe farlo, ma non vorrei insudiciarti con la mano di un uomo che, vedendoti steso a terra privo di vita, non è stato più in grado di muoversi di un millimetro, permettendo al nemico di ritirarsi vittorioso dopo aver portato a compimento il suo compito primo...che razza di amico sono se non sono nemmeno stato in grado di preservarti la vita?".
Lo guardo in attesa di una risata che non arriva. Come se attendessi una sorta di rimprovero anche solo per aver pensato certe cose. Shun odiava essere commiserato e compatto. Odiava anche che gli altri si sentissero in colpa nei suoi confronti; ha sempre preferito ricevere parole d'odio, autoflagellandosi per permettere agli altri di  sfogarsi e tornare sereni.
È sempre stato così, sempre così. Sempre sul burrone dell'autodistruzione. Quante volte io, Seiya, Crystal e Ikki abbiamo provato a tirarlo indietro, cambiarlo da quel punto di vista? Tante, troppe, solo Atena lo sa. E lui? Lui ci sorrideva. Un sorriso triste, di una persona che ha sofferto molto più di altre e che dunque tenta in ogni modo di lenire il dolore altrui.
Me lo meritavo un amico così puro? Cosa ho fatto per averlo al mio fianco per 5 anni?
Mi sento così...così distrutto.                                                                                                                                           
Non è giusto, tutto ciò non sarebbe mai dovuto accadere...non dovevamo permetterlo.              
Tutto mi sembra così futile, vorrei solo avere Shunrei qui al mio fianco...eppure so che la cosa non mi recherebbe sollievo se non per pochi attimi. Cosa si può fare per allievare un minimo il dolore?  
"Shun...ti prego...se mi senti dimmi cosa posso fare per sentirmi meglio". E' un sussurro quello che esce dalle mie labbra accompagnato da una prima lacrima...e ora da una seconda. Ammettere ad alta voce l'evento, rassegnarmi all'evidenza, ha reso tutto così tremendamente reale...adesso capisco per quale motivo la mia testa cercava di convincermi del contrario. Questo supplizio è atroce e la cosa mi fa salire una sempre maggiore rabbia. La disperazione ti porta a compiere qualunque atto, no?                                                                                      
Sono stanco, stanchissimo. Vorrei solo vivere in pace qualche mese della mia vita. Ho solo 19 anni, diamine! L'unica cosa che ho conosciuto di questo mondo è una continua guerra, ogni volta contro un nemico diverso. Sono tutte delle fottute divinità che vivranno in eterno! Nessun essere umano ormai crede più nella loro esistenza considerandoli solo mitologia! Per quale cazzo di motivo persistono nel tentare di conquistare la Terra se tanto mai verranno mai venerati? Se tanto poi odiano il genere umano?! Per quale motivo Zeus non impedisce ciò? Ha affidato la protezione dell'umanità all'unica figlia cui importava realmente qualcosa; basterebbe solo una sua parola, una sola parola del Padre degli Dei, per porre fine ad un conflitto senza nemmeno iniziarlo! Cos'è? Diverte vedere noi comuni mortali affrontare qualcosa più grande di noi? Eppure noi, esseri insignificanti al loro cospetto, riusciamo a portare sempre la pace nel mondo!                                                                                                                       
Percepisco il cosmo della mia Dea, l'unica degna, innalzarsi minaccioso, carico di collera e rancore come mai era successo prima. La stessa identica ira che ha preso il sopravvento anche della mia persona.                                                                                                                                                  
Quella donna si è divertita a massacrare Shun? Perfetto; allora io le darò la caccia fino a quando non la troverò. E una volta trovata non mi darò pace fino a quando non vedrò le mie mani totalmente imbrattate del suo Ichor.                                                                                                                   
"Lo giuro qui e ora davanti a te, Shun. Ti vendicherò, fosse l'ultima cosa che faccio".

 


Così come quella di Saori, anche l'immagine di Sirio svanisce dalla mia vista una volta pronunciate parole di rappresaglia.                                                                                                                             
Mi sembra di star vivendo un incubo...dopo la morte, almeno noi Cavalieri, non dovevamo mica vivere una pace perenne? Ho sempre combattuto per allontanare gli altri da un destino prematuro di sofferenze nell'Ade...ma qui dove sono ora sono piuttosto certo di trovarmi, che so, nel Paradiso dei Cavalieri o in una sorta di Limbo...a meno che questo non sia il mio Inferno personale: dichiarare guerra in mio nome.                                                                                                             
Il solo pensiero mi fa vorticare talmente tanto la testa che mi devo accasciare per evitare di cadere.                                                                                                                                                                             
Possibile che sbagli anche il modo di morire?                                                                                                 
Non potevo banalmente ammalarmi? Non si può combattere una malattia! La puoi odiare, ok, ma non puoi muovere una belligeranza nei suoi confronti! O sbaglio?! Invece no, dovevo farmi uccidere da una Dea!                                                                                                                                                   
Che poi, non si può nemmeno dire che io non mi sia impegnato! Di sicuro non ho cercato il sonno eterno di mia spontanea volontà! Ho messo in pratica ogni insegnamento che mi è stato impartito dall'inizio della mia carriera di Cavaliere, ho tentato persino la Nebulosa ai suoi limiti estremi! Nonostante ciò sono stato totalmente sopraffatto e ho perso. Un conto era quando ci scontravamo in 5 contro una divinità ed essa impartiva i suoi colpi in 5 direzioni differenti con tempi diversi, permettendoci di rifiatare uno alla volta e pensare ad una nuova strategia, un altro è quando sì, siamo in 5, ma suddetta Dea para semplicemente i colpi degli altri e concentra i suoi attacchi solo su di te come se sul campo di battaglia esistessi solo tu!                                           
Non l'ho sicuramente cercata io questa situazione!                                                                                             
Per Atena, questo tormento anche da morto è per ripicca delle vite che ho spezzato durante la mia esistenza? Posso accettarlo, anche se per nobili motivi mi rendo conto di aver fatto del male e sono pronto a pagare pegno per le azioni commesse...ma una guerra non sarebbe una punizione che riguarda unicamente me...non potrei mai perdonarmelo se vedessi qualcuno raggiungermi in questo luogo! Come potrei non sentirmi in colpa se vedessi qualcuno a me importante cadere per mano di un conflitto causato dalla mia morte?! Non scherziamo!        
Qualcosa potrò pur farlo! Non sono comunque un essere umano comune!                                          
Se solo riuscissi a risvegliare nuovamente l'ottavo senso...questa abilità sembra essere scomparsa a tutti una volta terminata la Guerra Sacra. Poi, figuriamoci, non sono nemmeno in grado di espandere il mio cosmo...non ho assolutamente nulla e non so da dove partire!           
Mi rialzo in piedi avvicinandomi al ruscelletto.                                                                                                  
Devo trovare il modo di risvegliare le mie capacità...solo in questo modo potrei riuscire, quanto meno, a comunicare con la Terra e fermare tutto prima che la situazione esploda irreparabilmente.                                                                                                                                                   
Chiudo gli occhi e ripenso alle parole del Maestro. Ho come la sensazione che la mia costellazione sia totalmente oscurata...anche se impercettibilmente mi sembra di identificare ciò e sospiro. Non riuscirò a ridestare il mio cosmo fino a quando non sarò nuovamente in grado di guidare le stelle. Non lasciarmi guidare da esse, ma essere capace di condurle. Ho sempre sostenuto di essere soltanto Shun, ma la verità è un'altra, sono anche un Cavaliere di Atena e in quanto tale devo superare ogni ostacolo.
"Shun".
Mi volto di scatto udendo una flebile voce chiamare il mio nome, ma nemmeno il tempo di vederne il volto che con uno spintone la figura mi fa cadere in acqua, la quale si rivela essere inaspettatamente profonda.
Più tento di raggiungere la superficie, più il mio corpo affonda. Continuo ad agitarmi preso da un'improvvisa ansia fino a quando non mi fermo di colpo.
"Shun...". Una nuova voce desolata, diversa da quella precedente, attira la mia attenzione.
E io conosco molto bene questo accento...è Seiya.

 

 

Angolo Autrice

Ciao! Come avrete notato io aggiorno decisamente a caso anche perché quest'anno lo studio mi sommerge! Ci tenevo a ringraziarvi perché, anche se non commentate, siete veramente in tanti a leggere questa storia e ad averla aggiunta fra i "seguiti"! Che onore. Diciamo che questa FF è nata più che altro come una sfida...solo che mi sono venute talmente tante idee che ho dovuto cambiare in corso d'opera!

Ci sentiamo alla prossima! 
Deienira

 

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Capitolo 4
*** Seiya ***


Mi ritrovo ancora a pararmi gli occhi con una mano mentre un altro attacco di tosse mi colpisce. 
Polvere e calce si abbattono nuovamente contro di me all'ennesima colonna distrutta. Lo sento che ogni mio colpo aumenta di vigore, imprimo di proposito sempre più forza, nonostante la stanchezza cominci a farsi largo nel mio essere. 
Esattamente: stanchezza, stanchezza mentale.
Ho miseramente fallito.
Io, forse il Cavaliere più ardito fra le schiere di Atena, non ho messo in conto un eventuale piano B...ho praticamente steso un tappeto rosso alla Morte che, senza indugiare, ha mostrato la strada priva di bivi a Shun. 
E' ancora davanti ai miei occhi...quella scena. Rivedo tutto a rallentatore: Lei che si avvicina lentamente con passo felino al mio amico, lui intontito a terra, immobile... ed io fermo. 
L'unico ad essere riuscito a muoversi è stato Ikki, ma era troppo tardi. Ricordo di aver urlato qualcosa mentre fissavo paralizzato quella mano avvolta da un manto di luce blu notte...un cosmo estremamente aggressivo e privo di pietà. Né io nè Sirio o Crystal siamo riusciti a muovere un passo...non me lo so spiegare il perchè...non me lo so spiegare!
Una nuova ondata di marmo ferisce il mio corpo ma non sento niente; non provo dolore.
Tutto di me urla vendetta...ambisco l'odore del sangue e percepisco la stessa identica furia prodotta poco fa dal cosmo di Saori. 
Non ho mai desiderato uccidere eppure tutto di me brama la morte. Il solo immaginarmi grondante di Ichor mi fa venire un leggero tremolio alla mano...è l'adrenalina a muoversi per conto mio.
Mi preparo a distruggere un fregio narrante la seconda fatica di Ercole: l'uccisione dell'immortale Idra di Lerna. Devo dire che mi sono messo più di una volta nei panni di questo leggendario eroe, credo di poterlo considerare il mio esempio di vita! Ha affrontato prove più grandi di lui e alla fine è sempre riuscito a portarle a casa...un po' come ho fatto io assieme ai miei amici con gli Dei; abbiamo rischiato più di una volta la vita, eppure, con tenacia, abbiamo sempre trionfato. Ai tempi dell'addestramento, quando avevo 7 anni, chiedevo sempre a Marin di raccontarmi il mito delle 12 fatiche di Eracle e a lui mi sono sempre ispirato, ho obbligato me stesso ad essere una sorta di suo precursore e con impegno lo sono diventato in parte. 
Ma ora non mi importa perché per la prima volta in vita mia ho fallito e gli effetti sono stati devastanti. 
Mi accorgo di una lacrima traditrice che mi ha abbandonato senza permesso e un forte senso di impotenza e rabbia mi avvolge. Il mio pugno si carica di energia cosmica, non ne ho mai percepita tanta scorrere nel mio corpo; sento che con questo colpo potrei radere al suolo una città intera come Nuova Luxor o Atene stessa. 
Desidero distruggere quel fregio che rappresenta il mio passato. La persona che pensavo di essere diventata ma che oggi ha dimostrato ogni suo singolo punto debole nonchè la sua enorme inettitudine. 
Imperdonabile. Assolutamente imperdonabile! 
Prima del colpo di grazia mi passa davanti agli occhi il volto del mio compagno d'armi. 
Shun non amava la morte. Il mio amico era il ragazzo più solare che conoscessi, l'unico che dava un vero valore a tutto ciò che il mondo gli offriva, bello o brutto che fosse. 
Io...io gli volevo bene...cavolo se gliene volevo, possano gli dei fulminarmi in questo istante se mentissi! Però questa volta non posso proprio essere affine al suo pensiero...ho troppi pensieri e dolori in testa per ragionare lucidamente e sinceramente non mi importa. Ambisco vedere il cadavere di quella Dea ai miei piedi, senza vita. 
Prendo un profondo respiro per provare a calmarmi; guardo un'ultima l'incisione dell'Idra sconfitta da Ercole e Iolao. Accenno un sorrisetto: un lavoro di squadra, come quello che io e i miei amici abbiamo sempre fatto. 
Sposto indietro il braccio destro per imprimere più spinta e forza, poi...poi non faccio niente. 
Il fregio rimane intatto mentre io mi allontano con la schiena leggermente incurvata, dirigendomi verso un laghetto non troppo profondo ma abbastanza per sommergermi totalmente. 
E' stata Saori a chiederne la creazione, in ricordo del ruscelletto di Nuova Luxor. Che testa che ci ha fatto per questo piccolo bacino artificiale! 
"Mi riporta a casa" . Ma in fondo è la Dea Atena...che le vuoi dire? Mica potevamo rifiutarci di realizzare un suo desiderio...io e gli altri però ce la siamo data a gambe di nascosto e...abbiamo lasciato tutto il compito ai Cavalieri d'Oro armati di badile...che risate quando alla fine Milo e Deathmask mi hanno rincorso minacciandomi di darmi una botta in testa con la pala! Alla fine sono tornato al punto di partenza tutto sudato e col fiatone. Crystal mi ha preso in giro per bene, vedi un po' la papera siberiana! Ma quando ha percepito il cosmo del Maestro dietro di lui...uh...sudava freddo...ovviamente mi sono messo a schernirlo a mia volta, non sono molto diplomatico, me ne rendo conto...ma mai scelta fu più sbagliata...è bastata un'occhiata di Camus per congelare i miei piedi...Milo e Death hanno completato l'opera. 
In fin dei conti questo laghetto porta dei bei ricordi...ma ora ho bisogno di levarmi tutta la polvere di dosso...e questo fa proprio al caso mio. Devo sciogliere un attimo tutti i nervi. 
Non mi curo nemmeno di levarmi i vestiti, l'unica cosa che tolgo sono le scarpe. 
Entro e mi immergo completamente. L'acqua è così fresca...ti permette di respirare in questo caldissimo 2 settembre...tra una settimana sarebbe stato il compleanno di Shun, avrebbe compiuto 19 anni. Gli avremmo organizzato qualcosa come ogni anno...il 9 settembre è, era, il suo giorno; per una volta non doveva preoccuparsi degli altri. Questo è quello che io, Sirio, Crystal ed Ikki avevamo stabilito. 
Solo ora mi rendo conto di quanto siamo legati noi 5...anche se la Fenice ci sono sempre quei periodi dove sparisce per magari un mese o due, ma poi torna sempre...torna perché sa che al fratello fa piacere. 
Forse dovrei smettere di usare il presente...ora siamo in 4. Probabilmente più uniti di prima, il solo pensare che possa risuccedere qualcosa del genere ad uno dei miei amici rimasti mi fa salire un ansia persistente e morbosa, ma ormai saremo per sempre invasi da un senso di vuoto dentro.
Ci vedranno in 4...ma in realtà dovremmo essere 5.
"Seiya!". Muovo la testa di scatto. 
Questa voce debole e ovattata...è la sua voce, ne sono sicuro! 
Nuoto velocemente verso la superficie e una volta che la mia testa si libera dell'acqua sposto lo sguardo a destra e a sinistra, fremendo. 
La speranza che Shun abbia trovato un modo per tornare a questo mondo è tanta...è forte e capace il mio amico! 
Ma in realtà non c'è nessuno...sono solo...la mente mi gioca brutti scherzi. 
E' forse è questa illusione a farmi più male. Per un attimo ci ho creduto. Riportandomi alla riva mi stendo completamente ad osservare il cielo arancione, il sole è quasi tramontato del tutto.
Questo colore mi riporta alla mente l'Ade. 
"Ricordi? Ero lì con te quando sei diventato Hades. Se ci ripenso ora, sapendo che lo hai contrastato dimostrando il tuo valore, mi viene da sorridere...al tempo ero impanicato di brutto però". Rido da solo a questo mio pensiero espresso ad alta voce, come in attesa di una risposta.
"Sai, non te l'ho mai detto. Forse un po' per egocentrismo...ogni tanto mi rendo conto di essere un filino megalomane. Penso tu sia il più forte fra noi 5. L'unica cosa che ti frena e che ti fa sembrare più..."debole"? Possiamo usare questa parola? Anche se parlare di debolezza mi sembra idiota...ma in fondo io ho sempre detto cose stupide...me lo dite sempre che certe volte sono proprio un coglione...e in effetti avete ragione...insomma...sto straparlando come sempre! Dicevo: a frenarti è solo la paura di far soffrire, di uccidere. Sei proprio l'espressione dell'anti-cavaliere, amico mio! Eppure non ti sei mai fermato davanti a nulla...nonostante andare contro la tua stessa morale ti facesse soffrire. Opporsi al Dio degli Inferi...devi avere una forza sovrumana! Per non parlare della tua Nebulosa...avessi un temperamento più simile al mio o a quello di tuo fratello faresti piazza pulita come fosse nulla...poi dopo che hai raggiunto il settimo senso, non parliamone!" 
Mi immagino con il cosmo della galassia di Andromeda e capisco. Il destino esiste, ne siamo segnati, è proprio vero. 
"Ora lo so, Shun. Il tuo potere è di gran lunga il più forte e distruttivo. Una persona normale ne sarebbe accecato, impazzirebbe e diventerebbe folle di brama al potere per averne sempre di più. Solo una persona pura di cuore ma determinata può controllarlo e usarsene solo per servire Atena...deduco che è per questo che sei così restio ad utilizzarlo. Se mi fossi concentrato più sugli altri invece che su me stesso, forse, l'avrei capito prima. Mi dispiace, amico mio...meglio tardi che mai, però! Me lo dici sempre!" 
Una lieve brezza calda mi accarezza il viso ed io sorrido...il vento era l'elemento di Shun. Sembra quasi sia qui con me...eppure non è così e non lo sarà mai fino alla mia morte. 
Mi metto a sedere ed osservo gli ultimi raggi del sole. 
Continuo a sorridere, o forse sarebbe meglio dire ghignare. Ormai la mia decisione l'ho presa. Parlo al vento, sono sicuro che questa folata non sia casuale.
"Amico, so che me lo impediresti, ma ormai è tardi. Sono pur sempre Seiya e il torto che quella Dea mi ha fatto, uccidendoti, è troppo grande per soprassedere. La farò sparire dalla faccia della terra. Laverò l'onta e starò meglio. Può mettersi di mezzo chiunque, ma tu lo sai...io non mi fermo davanti a nulla".



Con un colpo di reni raggiungo la superficie del ruscello.
Respiro a fatica. 
Che cosa strana, sono morto! Non dovrei nemmeno sentire il bisogno di ossigeno!  
Nuoto con difficoltà verso la riva e una volta raggiunta mi metto a carponi rigurgitando acqua. Mi stendo completamente a pancia in giù, fregandomene della fanghiglia che adesso impregna i miei vestiti zuppi. Ho solo bisogno di regolare il respiro ora come ora. Chiudo gli occhi per facilitarmi il lavoro. Shaka ha ragione, meno sensi usi e più ti concentri! 
Pochi secondi, però, e mi tiro su di fretta, provocandomi una lieve fitta alla testa, guardandomi intorno. La figura di prima è totalmente sparita ed io non ho la minima idea di chi possa essere. Sospiro, nemmeno da morto posso avere un attimo di pace! 
Mi allontano dal ruscello e inizio a vagare senza pensare alla strada che sto seguendo.
Immaginavo questa reazione di Seiya e sentire i suoi pensieri...ho sempre detto che in quel ragazzo c'era molto più di quello che mostrava! Ero consapevole mi volesse bene, ma non pensavo che mi ammirasse tanto! Che poi la parola "ammirare" non mi piace...mi sa di qualcosa che potrebbe usare giusto Narciso...o Misty! Un tempo anche Aphrodite! 
Mi piace l'dea di essere un esempio positivo, quello assolutamente! 
Certo, amico mio, ora come ora ti tirerei mazzate su mazzate! Anche tu hai detto che ti proibirei una qualunque forma di vendetta! Però devo ammettere che il tuo "e starò meglio" mi ha paralizzato. Può un dolore essere talmente forte da portarti a credere parole del genere? Come puoi pensare che provocare morte ti gioverà moralmente? 
Fossi io al loro posto avrei le stesse idee? Oppure il mio cuore mi impedirebbe anche in questo caso di provare odio? 
Io non lo so...e non avrò mai l'opportunità di saperlo.
Di sicuro so però che Seiya mi ha sentito pronunciare il suo nome...il problema è che non ho la minima idea di come sia successo. Lo giuro, è come se avessi un vuoto mentale.
E' strano questo posto...non è il boschetto che conosco è come se fosse controllato...non lo so...sono confuso, non riesco a capire e questo mi fa impazzire! 
Interrompo i miei pensieri e mi rendo conto di dove i miei piedi mi hanno portato...l'albero rovinato dai pugni non può mentirmi. Accarezzo quelle conche come ho fatto anni fa, dopo che ho scoperto che mio fratello era sì vivo, ma anche malvagio. Sono stato attaccato da Cigno Nero in questo stesso luogo...non avevo proprio esperienza al tempo! Pensare che in quei giorni trovavo che i Cavalieri Neri fossero i nemici più forti contro cui mi sarei mai potuto battere! Ne è passata di acqua sotto i ponti...mi sono anche ritrovato a fare da ricettacolo ad una divinità! 
Un brivido di freddo mi percorre e sulla mano appoggiata alla quercia vedo un primo fiocco di neve adagiarsi. Intravedo il prato già avvolto da un leggero strato bianco. 
Sorrido tristemente...non è colpa tua, Crystal.



Angolo Autrice

Uccidetemi pure, ci ho messo i secoli ad aggiornare! Diciamo che ho approfittato il fatto che la scuola sia chiusa per 'sta storia del Coronavirus! Per una volta siamo noi Lombardi ad essere "attaccati" di prima persona...chissà mai che qualcuno smetta di fare lo sborone (ahimè, ne conosco qualcuno). Questo capitolo è stato proprio un parto e penso di aver snaturato il giusto Seiya, senza esagerare! O almeno lo spero! I prossimi due sono di sicuro i personaggi cui posso spaziare di più dal momento che secondo me il loro rapporto con Shun è molto più profondo! 
Io vi ringrazio sempre per leggere questa storia e spero continua a piacervi!                                    

A presto, 
Deienira

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Capitolo 5
*** Crystal ***


E' la prima volta che sento freddo.

Le pareti del Tempio della Giara del Tesoro sono bianche, completamente ghiacciate...esattamente come quella volta. 
Il ricordo di quel duello col Maestro ogni tanto riaffiora nella mia mente...e chi se le scorda 2 Aurora Execution prese in pieno petto lo stesso giorno a distanza di poche ore?!
Matto. Completamente fuori di testa. 
Già, inizialmente pensavo ci fosse del sadico in lui...tentare di uccidere con cotanta aggressività e senza remore un ragazzo che hai visto crescere dall'età di 7/8 anni non è poi troppo normale! E sarei rimasto nella mia convinzione se non avessi deciso di affrontare lo Scorpione Celeste; solo Milo mi ha aperto gli occhi raccontandomi delle lacrime del Maestro Camus. 
Non lo avevo mai visto piangere in 6 anni di addestramento...ucciderlo è stato come uccidere un padre, mio padre. Per quale motivo questo destino di assassino di affetti ha colpito proprio me? Chissà quante notti insonni ti ho fatto passar, Maestro, a causa del mio debole e troppo sensibile cuore...

Come posso scordare la Siberia? Camus mi pretendeva sempre rigido, quasi calcolatore, ma per quanto lui fosse stato freddo e, ad un occhio distratto, insensibile nel crescermi come Cavaliere, amavo notare tutti quei piccoli gesti e quei piccoli sorrisi nascosti a dimostrazione dell'affetto che nutriva nei miei confronti...mi facevano sentire nuovamente parte di una piccola famiglia...ed inconsapevolmente ecco che divenne la figura paterna che nella realtà non ho mai avuto. (*)

La verità è che il forte senso di colpa nei suoi confronti si è alleviato ma non è mai totalmente svanito. Fortunatamente non mi ha mai rimproverato nulla -per quanto riguarda la sua dipartita prematura, intendo- non lo avrei sopportato. 
Ricordo il giorno in cui tornò in vita: mi disse che quel dì ambiva la morte. Desiderare la propria fine...che cosa terribile e inconcepibile al mio orecchio...eppure, a pensarci ora, anche tu Shun ti saresti sacrificato senza pensarci mezzo secondo pur di proteggermi...non sarebbe stata la prima volta in fin dei conti.

Sta di fatto che al tempo il pensiero di un tuo addio, amico mio, non faceva parte della mia persona...forse per questo credo di aver guardato, dapprima, il Maestro vagamente stralunato e, successivamente, furente per la motivazione delle sue parole (mai successo, quando mai mi rispondeva ad un quesito sulle sue azioni?): la sua morte equivaleva al compimento del suo compito di maestro. Non avrebbe assolutamente sopportato una mia dipartita per mano sua...solo per questo mi tolse tutto...tutto quello che mi allontanava dal settimo senso. 
Era di nuovo colpa della mia incapacità di accantonare il passato e il dolore. Mi distrusse totalmente. 
La consapevolezza che lo avrei odiato era tanta, ma era ben più felice di trovarsi morto e detestato piuttosto che sapere me trapassato a causa di un forte attaccamento materno mai superato. Inconcepibile, vero? Eppure lo shock al ricordo di quella nave affondare inesorabilmente con Mama a bordo, in effetti, era un incubo che mi tormentava ogni istante. Non riuscivo a lasciarmi tutto alle spalle e questo mio diniego ha portato una lunga scia di sangue. Prima Isaak poi Camus e infine nuovamente Isaak nel regno del Dio dei Mari...quanta morte ho portato?

A causa mia, durante la corsa alle 12 case, anche Shun stava per lasciarci la pelle. Solo grazie alla sua caparbietà e tenacia è sopravvissuto ad il fato ingiusto che le Moire avevano tessuto per lui. 
Quel giorno promisi davanti al Dio che pregava mia madre e davanti ad Atena che, se ce ne fosse stata l'occasione e l'esigenza, avrei ricambiato il favore sacrificando la mia vita per lui. 
Esatto, ora sono anche uno spergiuro perché io sono qui e lui no. 
Ho abbandonato il mio migliore amico al suo crudele destino intrecciato a quello della megera divinità che un tempo compativo per la sua triste sorte.
Ha spiegato l'accanimento ai danni di Shun tramite il termine "vendetta"...eppure non capisco: lei dovrebbe odiare quell'essere, non uccidere per lavare la sua onta!
La odio...LA ODIO!

Sento freddo. 
La bufera che si è scatenata in questo tempio aumenta di secondo in secondo; nessuno potrebbe sopravvivere a questo gelo così vicino allo zero assoluto...solo il proprietario di questa casa.

Ma so che queste 4 pareti non si ribelleranno mai alla mia presenza; sono parte di loro, mi riconoscono, sanno che non le deturperei mai. Per nulla al mondo. Sono parte di loro.

Amico mio...ricordi il mito che mi hai raccontato qualche mese fa? Quello su Finzia e Damone. 
Mi hai detto che questa storia ti piaceva perché parlava di uno stretto legame di amicizia che va contro ogni timore di morte, mi hai sussurrato quasi imbarazzato il tuo desiderio somigliare un minimo ad almeno uno di questi personaggi...ed io feci finta di non sentire perché non ero e non sono avvezzo ad esternazioni con tanti sentimentalismi. Non so come rapportarmi, mi sento in difetto.
Dunque sì, ho finto di non recepire le tue parole fino a quando non hai deciso di cambiare totalmente argomento...in realtà ho sentito tutto e sono più che sicuro che tu lo sapevi; ogni singolo vocabolo, ogni singolo sospiro, e la vuoi sapere la verità? Shun, tu sei Damone. Lo eri. Quante volte hai messo a rischio la tua vita ponendo piena fiducia non solo in noi, tuoi compagni di viaggio e amici, ma anche nei tuoi nemici? Vivevi con una penzolante spada di Damocle sulla tua testa il cui filo diventava sempre più logoro e sottile...ed io non sono stato in grado di rafforzarlo; la corda si è recisa senza che potessi immaginarlo e l'affilata lama ti è piombata in un istante addosso recidendo irreparabilmente la tua vita.
Cosa c'era di tanto difficile in quelle poche parole?! Tu sei importante! Tutti i miei silenzi volevano dirti solo questo! Tu sei importante per me! Mai, mai una volta sono riuscito a dirtelo e ora sei morto! A cosa diavolo servono queste parole e questi rimpianti?!

Potrai mai perdonare questo inutile amico che ti ha affossato ogni giorno di più? Sono una vergogna per la casta cui appartengo, ma ancora di più perché non ho saputo lottare contro il tuo destino come tu hai sempre fatto con me.

Le mie lacrime si confondono con il vento gelido e umido che si propaga attorno a me. Mi fa male la gola perché non voglio che i singhiozzi prendano il sopravvento...l'unica cosa che desidero è far finta di non esistere. A cosa servono queste gocce salate? Il dolore e l'angoscia non andranno mai via e me lo merito. Sono lacrime testimoni della mia inutilità...di qualcosa che davo per scontato.

Sì Shun, è qualcosa di aberrante ma io ti davo per scontato. Davo per scontata la tua vicinanza perché tu c'eri sempre, ogni attimo della mia vita: quando avevo voglia di divertirmi, quando mi mancava il respiro ricordando tutti i miei affetti uccisi per mano mia, quando dovevo dire alla dolce Flare che non potevo stare con lei perché, in quanto Cavaliere, camminavo ogni giorno su un filo sottile sospeso su uno strapiombo...tu c'eri e non mi hai mai fatto sentire il peso della mia anima tormentata. Ti caricavi sulle spalle il mio dolore ed io, egoisticamente, non ho mai fatto nulla per fermarti.

Non davo per scontato la mia esistenza, ma la tua sì e forse è questo a fare ancora più male; non ho vissuto ogni singolo istante come avrei dovuto...per te c'ero sempre prima io, ma io non ti ho dimostrato che prima della mia persona c'eri tu. C'era il tuo bene. Quello del mio migliore amico.

In questo momento tu dovresti essere qui, accanto a me, a discorrere di una battaglia dura ma portata anche questa volta a casa. Mi dovresti parlare del tuo senso di disagio e del tuo animo in tumulto per aver ucciso una persona...per te tutti meritano la vita, anche coloro che rivelano il peggio di loro. Io, senza troppa pazienza, ora dovrei riprenderti dicendo che la guerra è fatta per essere combattuta e noi ci battiamo per un bene comune, non possiamo esimerci da ciò. Tu sorrideresti triste e cambieresti totalmente argomento...ed io te lo lascerei fare, ringraziandoti mentalmente.

Sento freddo. Un freddo che penetra nella mia pelle e che mi fa lanciare un urlo di rabbia e frustrazione.

"Non era così che doveva andare! Non tu! Non puoi aver pagato colpe che non avevi! No! No!". Le mie grida mi risuonano ovattate mentre le lacrime ora scendono irrefrenabilmente. "Non è giusto...perché mi avete tolto anche lui?! Perché?! Zeus, perché le hai permesso tutto ciò?!". I singhiozzi oramai non li riesco più a trattenere, fa così male il petto...come se mi avessero pugnalato al centro di esso. Solo che quello è un dolore che prima o poi scompare mentre questo no, ne sarò dilaniato per l'eternità e sì...preferirei morire piuttosto che soffrire così tanto.

Sono talmente disperato da non accorgermi che la bufera attorno a me si è interrotta tutta d'un colpo, lasciando solo qualche sporadico fiocco di neve cadere leggiadro sul pavimento qua e la. Sento una coperta appoggiarsi docilmente sulle mie spalle e una mano accarezzare docilmente i miei capelli totalmente infradiciati dalla neve sciolta.

Alzo lievemente il capo con gli occhi ancora rossi e il petto sconquassato da sussulti. Il Maestro è qui; del suo cipiglio severo nemmeno una traccia, il suo sguardo è solo carico di compassione e preoccupazione. Credo che nessuno possa capire quanto sia grato di trovarmi davanti questa versione di Camus...quella di un padre addolorato per il figlio. Almeno per oggi posso non nascondere i miei tumulti e rimpianti.

Faccio un paio di respiri profondi cercando di levarmi i residui di lacrime con il palmo della mano, anch'esso zuppo d'acqua. Impresa alquanto ardua.

"Maestro..non..non l'ho sentita arrivare". Dico cercando di controllare inutilmente la mia voce che viene continuamente tradita da forti singulti che acuiscono il dolore al petto.

"Non ha importanza mon garçon. Non ha davvero importanza". Mi lascia nuovamente una lieve carezza sul capo prima di ritirare lentamente la mano. E aspetta. Aspetta che io parli.

Fisso il vuoto davanti a me, non riuscirei a reggere il suo sguardo ora come ora...io che credevo di essere il più illeggibile del gruppo, mi sono trovato il più facile da tradurre.

Davanti a me una delle colonne del tempio, completamente bianca a causa della gelida bufera che l'ha colpita, piano piano comincia a grondare acqua e a formare una pozza sempre più ampia ai suoi piedi. Il ghiaccio si sta sciogliendo, tutto sta tornando alla normalità.

Quale normalità? Questa parola non ha più senso nella mia vita.

"Avevo giurato di proteggerlo". Mi scopro a parlare con voce ferma, fredda. Mi sento vuoto, il mio amico è morto...voglio distruggere quella donna. Non sarà possibile uccidere una Dea, ma prima di rinchiuderla per secoli voglio vederla in ginocchio, ricoperta di Ichor a supplicare a gran voce perdono...il MIO perdono. La farò a pezzi volta per volta fino a quando non impazzirà di dolore. Da oggi vivo bramando quel momento.

"Crystal, non pot...". Non lo lascio nemmeno terminare.

"E INVECE POTEVO. Lui ha sempre potuto, per quale motivo, a detta tua, IO NON POTEVO?". Non urlo, non strepito...la mia è una calma agghiacciante condita da uno sguardo che, lo sento, lancia fiamme.

La mia rabbia è talmente tanta da espandere all'improvviso il mio cosmo e da spezzare gli innumerevoli cristalli di ghiaccio ancora presenti per il tempio. E' un dolce rumore di vetri rotti quello che sento. Li sento. Li sento cadere pesanti e in frantumi al suolo. Li sento cadere...e cadono esattamente come cadrà lei.

Ghigno...chissà come sarà il rumore delle sue ossa mentre si spezzano? Non mi resta che scoprirlo.

Mi giro lentamente verso il Maestro mantenendo la mia facciata indifferente. Ma mi devo voltare subito notando che il mio furore gli ha procurato un graffio, anche se piccolo e lieve, sanguinante sulla fronte.

"Non era mia intenzione ferirla".

"Lo so, Crystal...ma ciò non cambia, non potevi, anzi, non potevate contrastare quella Dea. Oltre all'approvazione di Zeus aveva anche il sostegno delle Moire...loro hanno inibito anche Atena. Lo sai perfettamente che il fato non puoi contrastarlo".

Torno a guardarlo distaccato...questa volta non gli darò ragione.

"Potresti ricordarmi da quanto tempo noi Cavalieri proteggiamo Atena?".

Lo vedo accigliarsi confuso da questo mio repentino e incomprensibile cambio d'argomento.

"Dai tempi del mito, lo sai". Sorrido, ma il mio è un sorriso cattivo. Ormai ho caldo, il mio cuore ribolle di rivalsa e odio.

"Certo che lo so. Come so che i Cavalieri sono dei comuni mortali che ogni singola volta hanno sconfitto divinità di ogni cultura per proteggere la Terra e la loro Signora. Nella battaglia Dio-Uomo ha sempre vinto l'uomo, il mortale. Direi che Lord Fato lo abbiamo vinto migliaia di volte".

Mi alzo in piedi e questa volta sono io ad appoggiare la coperta sulle spalle di Camus.

"Sa Maestro, prima che arrivaste sentivo freddo. Ora ho un gran caldo, mi sembra quasi di ardere!". 

La mia risata si spande per tutto il tempio mentre mi avvio verso l'uscita dove vedo Milo. Il rumore di una cloth alle mie spalle si fa sempre più vicino. Il custode dell'Undicesima casa deve avermi seguito rapido. Appoggio una mano su una spalla allo scorpione in segno di saluto e lo supero.

Dopo una decina di passi mi fermo e mi volto a guardarli. Camus si è ormai affiancato a Milo ed ha un'espressione preoccupata. Durante l'addestramento era così che mi voleva, ma la mia cinicità ora lo spaventa. Io invece non sono mai stato meglio.

"Mi auguro che sarete con me quando andrò a fare a pezzi quella divinità! Sapete, prima ho sentito il cosmo di Atena espandersi...è così simile al mio in questo momento. Oh, sarà parecchio divertente imbrattarsi di sangue nemico questa volta, non trovate?".
Rido, rido come un ossesso. Vedo lo sguardo di Milo rabbuiarsi mentre il Maestro non smette di fissarmi frastornato, quasi non mi riconoscesse. Alzo le spalle senza perdere il mio sorriso e riprendo la mia discesa verso l'arena.

Te lo prometto Shun, da oggi non proverò più freddo.

 

 

E' questo quello che ho comportato? Ho portato alla distruzione il mio migliore amico? Da pace sto portando morte?
Non riesco a capire...una reazione così aggressiva non fa parte di loro, è...è troppo.
Il cielo azzurro, lentamente si fa sempre più scuro, da lontano comincio a sentire dei tuoni sempre più forti. Sembra stia arrivando una tempesta. Il vento si alza, è forte, potente. La quercia davanti a me sembra cadere a pezzi. La corteccia si stacca pezzo per pezzo, come se qualcuno stesse tirando dei pugni con rabbia. Con rabbia...Ikki.

 

(*): Ho preferito tenere la versione anime in questo caso. I bronzini non sono tutti fratelli (ad eccezione di Shun ed Ikki ovviamente) e di conseguenza Mitsumasa Kido non è il padre di nessuno.

 

 

Angolo Autrice

Sono in ritardissimo? Sì. Sono piena a causa di questo periodo e della maturità sempre più vicina? Sì. Mi auguro che nonostante tutto possa risultare interessante questo capitolo!
Non dico "a presto" per non mentire, però vi saluto e ringrazio!

Deienira

 

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