Che la festa continui

di Aulularia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** Prima volta ***
Capitolo 3: *** Sviluppi ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio ***


La piccola cittadina dove si trovava il dojo dell'amico del Maestro era a poco più di due ore dalla tenuta dei Souma e da casa di Shigure.
Durante tutto il viaggio in treno Tohru era stata silenziosa, visibilmente agitata: in lei convivevano la nostalgia per ciò che si stava lasciando alle spalle ma anche una crescente emozione per ciò che la aspettava. Kyo, vedendola immersa nei propri pensieri, aveva deciso di lasciarla tranquilla e aveva trascorso il viaggio un po' leggendo e un po' sonnecchiando.
Scesi alla stazione decisero di andare prima di tutto verso la casa che il Maestro aveva indicato loro. Si trattava di un appartamento di sua proprietà che aveva insistito perché fosse a disposizione dei due ragazzi. Le lamentele di Tohru, che voleva ad ogni costo pagare l'affitto, erano state accolte da parole che non lasciavano spazio ad alcuna replica.
“Non esiste che mio figlio e la sua fidanzata paghino l'affitto per qualcosa che è già loro!” disse il Maestro, sorridendo come se avesse detto la cosa più ovvia del mondo. Il rossore che pervase i due ragazzi fu più che sufficiente come risposta, scoppiò a ridere accarezzando la testa di Kyo e la questione finì lì.
L'appartamento non distava molto dalla stazione e, seguendo la mappa che il Maestro aveva preparato, lo raggiunsero in breve tempo. Si trovarono davanti ad una piccola palazzina gialla, dall'aspetto sobrio ma molto carino, l'appartamento doveva trovarsi al quarto ed ultimo piano.
Durante quella passeggiata Tohru aveva ritrovato la calma e il buon umore; Kyo aveva insistito per portarle le valigie così lei aveva potuto curiosare attorno con maggiore libertà e già sentiva che quel luogo era un po' meno sconosciuto.
Inoltre l'emozione di Kyo, che ora ricordava di essere stato lì una volta da piccolo in compagnia del Maestro, le aveva riempito il cuore di gioia e sicurezza: era con la persona con cui più di ogni altra avrebbe voluto essere, con colui con cui voleva passare tutta la sua vita e con cui, incredibile fortuna, poteva farlo. Che tanta buona sorte fosse toccata proprio a lei ancora non sapeva capacitarsene!

Entrati in casa Kyo lasciò le valige all'ingresso, si tolse le scarpe e corse ad aprire le finestre per fare entrare la luce del giorno. Tohru avanzò poco dopo, incuriosita ma anche sentendosi ancora un po' fuori posto.
La casa era piuttosto accogliente e nonostante non ci vivesse nessuno da tempo era perfettamente pulita e in ordine (probabilmente il Maestro l'aveva fatta preparare per il loro arrivo). Superato l'ingresso si apriva un piccolo corridoio con tre porte. Tohru attraversò quella più vicina a lei mentre già sentiva Kyo aprire le finestre in una delle altre stanze.
Entrò in un salotto inondato dalla luce del sole pomeridiano. La stanza era molto accogliente e aveva già tutto quello di cui c'era bisogno: un tavolo basso giapponese, una credenza munita di tutte le stoviglie possibili e una zona cucina perfettamente attrezzata. Inoltre contro una delle pareti c'era una libreria ancora vuota e un piccolo divano. La parete esposta della casa era occupata per metà da una grande porta finestra da cui entrava la luce e che portava ad un balconcino in legno arredato con un tavolino e due sedie, l'immagine di lei e Kyo lì a fare colazione le fece battere il cuore un po' di più.
Immersa com'era in quella fantasia venne richiamata alla realtà dalla voce del ragazzo provenire dall'altra stanza.
“T-Tohru... puoi venire di qui?”
Le sembrava un po' esitante e appena oltrepassata la seconda porta del corridoio ne capì immediatamente il motivo. Kyo era in piedi davanti a lei nella camera da letto, alle sue spalle un grande letto matrimoniale visibilmente nuovo. La faccia del ragazzo aveva assunto il colore dei suoi capelli mentre balbettando si scusava per il Maestro e si scusava per non aver pensato prima ad informarsi su quante camere ci fossero nell'appartamento.
“Non ti devi preoccupare Tohru comunque io dormirò sul divano in salotto! La stanza è tutta tua e anche l'armadio usalo pure tutto, dovrebbe esserci un ripostiglio in corridoio e io posso mettere le mie cose lì!” disse il ragazzo, quasi senza prendere fiato e senza guardare negli occhi Tohru.
È vero che ormai si erano confessati da qualche mese e che la loro intimità era notevolmente aumentata ma avevano sempre e comunque avuto ognuno la propria stanza; passavano le giornate insieme ed erano anche usciti da soli un po' di volte ma dormire insieme!?! Nonostante Kyo doveva ammettere, almeno con se stesso, che l'avesse desiderato già da tempo non aveva ancora mai avuto l'ardire di invitare Tohru in camera sua. Non voleva metterla a disagio e il fatto che vivessero a casa con Yuki e Shigure era stato sufficiente, per ovvi rischi, a farlo desistere da quella proposta.
“Sarà solo una cosa temporanea” proseguì, “Da domani mi adopererò per cercare una casa più grande in modo che tu possa avere i tuoi spazi e...” Il flusso di parole del ragazzo venne interrotto da Tohru che in punta di piedi posò un leggero bacio sulle sue labbra.
Dopo poco si allontanò, il viso leggermente rosso ma, stupendolo come già aveva fatto molte volte prima, lo guardò dritto negli occhi e disse: “Non voglio un'altra casa Kyo-kun. Ti amo e voglio vivere con te qui come una famiglia. Voglio vivere con te, cucinare con te, mangiare con te, svegliarmi con te e... dormire con te!”
La sua Tohru... Kyo pensò con orgoglio a quanto fosse coraggiosa, molto più di lui! Un sorriso radioso gli illuminò il viso mentre avvolgeva tra le braccia la sua ragazza aspirando a pieni polmoni l'aria tra i suoi capelli. Non si sarebbe mai stancato di stringerla a se.
Senza alcuna esitazione si chinò sul suo volto e le diede un lungo bacio a cui la ragazza rispose premendo con forza le sue labbra e socchiudendole leggermente. Kyo rispose al suo muto invito approfondendo il bacio e ,sollevando Tohru da terra, la prese in braccio.
Le gambe e le braccia della ragazza si strinsero attorno a lui mentre interrompeva il bacio solo per mostrargli uno dei sorrisi più raggianti di cui fosse capace. Interpretando quello come un messaggio di approvazione Kyo si fece più audace e ricominciando a baciarla si diresse verso il grande letto al centro della stanza. Fece per stenderla lì quando, come un soldatino, Tohru si divincolò dalla sua presa e si mise in piedi sull'attenti!
“Oh Kyo, come ho potuto lasciarmi distrarre così facilmente! Non posso certo sedermi su questo bel letto nuovo senza prima aver messo le lenzuola! Non vorrei che per colpa mia si rovinasse, l'ha comprato il maestro!” disse mentre si allontanava senza dargli tempo per replicare.
Il gatto, sconfitto e rassegnato, si lasciò cadere sul letto mentre la sua bella pallina di riso correva all'ingresso a prendere le valigie.
Iniziava già ad amare la loro nuova casa!

Il resto della giornata trascorse piuttosto impegnata: iniziarono a disfare i primi bagagli,sistemarono le loro cose, andarono a fare la spesa e Tohru cucinò una deliziosa cena per festeggiare. La serata passò serena ma più si avvicinava l'ora di andare a dormire più la presenza del grande letto in camera si faceva largo nelle loro teste.
Tohru si era chiesta molte volte come fosse Kyo mentre dormiva profondamente nel cuore della notte: aveva il sonno leggero? Russava? Dormiva a pancia in giù, in su o sul fianco?
Quando ancora stavano nella vecchia casa alcune notti era stata lì, lì per andare in camera di Kyo ma la possibilità di essere scoperta da Yuki o Shigure la metteva troppo in imbarazzo!
“K-Kyo-kun... io pensavo... è stata una giornata lunga e... potremmo andare a d-dormire!” disse.
Il ragazzo, che stava finendo il lavare i piatti, si voltò verso di lei e sorridendo annuì: “Comincia pure ad andare, ti raggiungo non appena ho finito qui!”
Quando Kyo finalmente entrò nella stanza vide Tohru seduta su un lato del letto, la schiena contro la spalliera, assorta nella lettura di un libro di cucina. Sentendo la porta chiudersi la ragazza alzò lo sguardo su di lui e sorrise.
“Sono contenta di aver portato questo libro con me. Voglio prepararti tanti nuovi piatti; avrai bisogno di energie quando inizierai l'apprendistato!”
“Non ti sforzare troppo, quello che cucini di solito va già benissimo!” rispose Kyo, felice che la situazione fosse così leggera e che Tohru si sentisse a suo agio.
Anzi, con un filo di malizia constatò che la ragazza si stava sentendo un po' troppo a suo agio; era ora di far battere un po' il cuoricino della sua piccola pallina di riso! Gli bastò levarsi la maglietta e rimanere solo con i pantaloni della tuta che usava come pigiama per sortire l'effetto desiderato. Gli occhi di Tohru scorsero rapidamente il petto di Kyo mentre il volto si infiammava fin sopra le orecchie. Compiaciuto Kyo si coricò a letto, senza mai lasciare gli occhi di Tohru che ancora rossa si mise anche lei sotto le coperte, adagiata sul fianco di modo che fosse rivolta verso il ragazzo che la attirò a se stringendola al suo petto, le gambe intrecciate le une alle altre.
“Grazie a te sono felice Tohru. Non sono mai stato così felice! Lo so che il futuro fa paura; ci si apre davanti, con tutte le incertezze e difficoltà che ci possono essere ma io so che con te non avrò mai paura di affrontare ogni singolo giorno. Anzi è solo grazie a te che ho un futuro!” disse. “Sarò al tuo fianco fino a quando mi vorrai! Ti amo così tanto... Questo gatto è così immensamente felice con la sua pallina di riso!” concluse sorridendo e mostrandole tutto l'amore che provava.
Tohru rispose alla dichiarazione del ragazzo con un dolce bacio, poi si accoccolò un po' meglio sul suo petto, era stanca morta e per quanto si sforzasse di tenere gli occhi aperti le palpebre stavano pian piano cedendo.
Kyo rimase ancora un po' ad osservarla poi si allungò a spegnere la luce.
E finalmente il gatto e l'onigiri si addormentarono insieme per la prima volta; abbracciati tra le coperte, sul loro grande, nuovo letto.

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Capitolo 2
*** Prima volta ***


Era passato poco più di un mese da quando Tohru e Kyo si erano trasferiti nella nuova casa.
Le cose andavano incredibilmente bene, erano innamorati più che mai e sebbene le loro giornate trascorressero tranquille, senza nessun avvenimento eclatante, per loro ogni giorno era speciale. Ogni giorno scoprivano qualcosa che ancora non sapevano l’uno dell’altra e quelle scoperte erano qualcosa di straordinario.
Non avevano ancora fatto l’amore.
Nonostante Tohru amasse Kyo e si fidasse di lui al cento per cento non era ancora pronta. La paura di essere inadeguata, troppo semplice e inesperta faceva sì che le poche volte in cui le cose si erano spinte un po’ oltre lei era andata completamente nel pallone agitandosi talmente tanto da rischiare quasi di cadere dal letto.
Dal canto suo Kyo non voleva forzarla, in più sotto, sotto non era nemmeno così sicuro di essere pronto lui stesso, per cui dopo i primi goffi tentativi aveva deciso di fare alcuni passi in dietro.
O perlomeno questi erano i suoi propositi fino a quella domenica mattina di inizio autunno.

Era una giornata fredda, che prometteva pioggia; non avevano nulla da fare così una volta svegli erano rimasti nel letto, al caldo sotto le coperte a parlare di tutto e niente.
Kyo le stava raccontando di come stavano procedendo le lezioni che teneva con i bambini quando la pancia del gatto emise un gorgoglio che sovrastò la sua voce e lo fece diventare del colore dei suoi capelli. Tohru scoppiò a ridere ed iniziò ad alzarsi per andare a preparare la colazione.
“Ehi tu, non ti azzardare ad andartene via! Non devi assecondare il mio stomaco” disse il ragazzo, ridendo a sua volta e trattenendola sotto le coperte.
Tohru cedette subito sotto la sua stretta e si abbandonò di nuovo tra le lenzuola; la verità è che non aveva per niente voglia di alzarsi.
Voleva stare con Kyo nel loro letto tutta la mattina!
Sorrise teneramente al ragazzo che di rimando le regalò un lieve bacio sulle labbra avvicinandola di più a se.
“Non voglio alzarmi” confessò Tohru, il viso premuto contro il petto del ragazzo. Nonostante si fosse abituata a quel contatto, alla sensazione della sua pelle contro quella di Kyo, del suo calore, ancora una volta le farfalle nella pancia iniziarono a volare.

Ora non ridevano più.
Il respiro di entrambi si era fatto più corto nel tentativo di stare dietro ai battiti dei loro cuori.
Fu Kyo a prendere l’iniziativa, interrompendo l’immobilità che da un tempo che gli era parso infinito li aveva tenuti lì, ad un soffio l’uno dall’altra.
Afferrò Tohru per il bacino e la tirò a se facendo aderire i loro corpi perfettamente e estinguendo ogni distanza con un bacio caldo e travolgente che non lasciava spazio alla tenerezza.
Immaginava la ragazza si fosse accorta del suo membro duro che le batteva contro il bacino ma quella mattina di quasi pioggia non riusciva proprio a resistere al desiderio di essere finalmente tutt’uno con lei.
Interruppe il bacio solo il tempo di riprendere fiato poi chiudendo gli occhi riprese possesso della sua bocca, insinuandovi la lingua, mordendo e succhiando quelle labbra così desiderate.
Non voleva riaprire gli occhi; non voleva scoprire che faccia stesse facendo Tohru in quel momento. Forse si era spinto troppo oltre ma oramai non riusciva a fermarsi.
Le sue mani si insinuarono sotto la camicetta della ragazza, avare di quella pelle bianca, del suo corpo caldo e morbido sotto le dita.

Non sapendo nemmeno lui come si ritrovò sopra di lei; senza ancora mai aprire gli occhi iniziò a baciarle il collo… Giù, sempre più giù fino ad incontrare le piccole clavicole sporgenti… Poi ancora più giù fino a dove la sua mano aveva catturato un piccolo seno perfetto.
I bottoni della camicetta erano tutti saltati.
Prese il capezzolo turgido tra le labbra ed iniziò a succhiare. Il suo cuore batteva così forte che quasi non si accorse dei timidi gemiti che la ragazza non riusciva più a trattenere tra le labbra, il corpo teso come una corda di violino sotto di lui.
Eccitato da quei suoni, anche se un po’ a malincuore, riprese la scia di baci giù, ancora più giù lungo la curva della pancia fino a che non incontrò l’elastico dei pantaloni che lo costrinse a fermarsi.
Continuando a baciarla all’altezza del bacino insinuò un dito lungo la linea dei pantaloni, spingendoli un poco verso il basso.
Ma non poteva proseguire oltre senza prima aver guardato finalmente il volto di Tohru, non avrebbe mai potuto fare qualcosa che lei non voleva, sebbene lo desiderasse così ardentemente.
Si sollevò fino a ritrovarsi di nuovo interamente sopra di lei. Ora aveva paura. Aprì gli occhi e si ritrovò di fronte allo spettacolo più bello a cui avesse mai assistito.
Tohru era abbandonata tra le lenzuola; le mani, che fino a poco prima aveva tenuto premute contro la bocca, spaventata dai suoi stessi gemiti, riposavano inermi sopra la testa; i lunghi capelli castani erano sparsi disordinatamente sul cuscino; il volto era un capolavoro: le labbra socchiuse a riprendere fiato, arrossate e leggermente gonfie sembravano chiedere al ragazzo altri mille baci; le guance rosse tradivano l’affanno e l’imbarazzo e sembravano chiedere al gatto un po’ di tregua; ma i profondi occhi nocciola di Tohru, vitrei e spalancati, sembravano chiedere a Kyo ancora.
Un sorriso radioso si dipinse sul volto del ragazzo di fronte a quello spettacolo a cui pensò con orgoglio aveva il privilegio assistere.
Con il cuore rigonfio di amore e gratitudine riprese possesso delle labbra di Tohru ma dopo un bacio si allontanò di nuovo a guardarla in attesa di un segno di approvazione.

La mente di Tohru era come annebbiata, il desiderio finalmente stava infrangendo ogni sciocca barriera che aveva creato tra loro. Lo voleva ma non aveva il coraggio di parlare, come era successo già altre volte aveva paura che ad ammettere una cosa del genere Kyo l’avrebbe in qualche modo respinta. Pregò che il ragazzo non si fermasse nonostante lei non gli desse esplicitamente la sua approvazione ma sapeva che Kyo non l’avrebbe mai fatto.
Forse questa consapevolezza, la consapevolezza del profondo amore che il ragazzo nutriva per lei, le diedero la spinta finale: nulla che potesse fare l’avrebbe mai deluso. Si abbandonò all’istinto, lasciando che il suo corpo si muovesse da solo.
Sollevò il braccio verso il suo volto fino a posare esitante la mano sulla sua guancia. Cominciò ad accarezzargli il viso, spostandogli i capelli per vederlo meglio: era bellissimo con quegli occhi color del tramonto velati dal desiderio, come fossero sott’acqua.
Kyo godeva di quel contatto dolce come avrebbe fatto un gatto, se avesse ancora potuto avrebbe fatto le fusa!
La mano di Tohru scivolò lungo la sua schiena; le dita affusolate seguivano il disegno dei muscoli provocando brividi di piacere al giovane. Sono mani inesperte che procedono esitanti sempre più giù fino a seguire la curva del fianco, fino ad incontrare i boxer del ragazzo.
Il cuore di Tohru prese a battere all’impazzata; mentalmente non può che ringraziare il fatto che Kyo abbia chiuso gli occhi e non la stia guardando. Goffamente afferrò la stoffa tra le dita e la tirò verso il basso ma era troppo piccola, le sue braccia erano già tese al massimo e non riuscì nel suo intento.
Improvvisamente spaventata dalla sua stessa goffaggine con uno scatto repentino si riportò le braccia al volto per nascondere l’imbarazzo e la delusione che provava verso se stessa.

È stato il tentativo più timido e goffo che Kyo potesse mai aver anche solo immaginato da parte della ragazza ma era così terribilmente suo che lo rese felice più che mai. Non aveva bisogno di altro: lei lo voleva come lui voleva lei.
Si sfilò i boxer e poi delicatamente sfilò i vestiti alla ragazza che si irrigidì e trattenne il fiato spaventata della propria vulnerabilità. Nello spogliarla Kyo si ritrovò seduto sul fondo del letto.
Rimase per alcuni istanti ad ammirare il piccolo corpo della sua pallina di riso ora totalmente esposto a lui: era bellissima. Prese il suo piede tra le mani ed iniziò a posarci baci roventi: uno, due, tre, quattro… risalendo lungo le gambe della ragazza, insinuandosi in mezzo alle sue cosce. Quando la sua lingua, attraverso le labbra socchiuse, le sfiorava la pelle scariche elettriche la attraversavano e ad ogni scarica il corpo si abbandonava un po’ di più al piacere; Tohru era sempre più inerme e arrendevole.
La sua femminilità ora si offriva a lui senza alcun ostacolo: voleva assaggiarla.

Tohru non riusciva più a trattenere i gemiti che quel piacere nuovo le provocava, il corpo scosso sotto la presa salda del ragazzo. Kyo la stava facendo sentire in un modo che non sapeva nemmeno di poter provare, non poteva più resistere.
“K-kyo-kun… Ah basta, basta Kyo ti prego, ti prego entra”
Un sorriso malizioso si dipinse sul volto del giovane mentre con tutta calma rimase fermo ad assaporare quelle parole appena sussurrate dalla creatura che più amava in tutto il creato. Poi fu di nuovo sopra di lei.
“Tohru… sei sicura? Fermami se dovesse farti male, io spero di farlo bene…” disse fissandola negli occhi. Ora aveva paura anche lui; era la loro prima volta e voleva essere totalmente certo che anche lei lo volesse, l’amava così tanto che avrebbe atteso anche una vita intera pur di non forzarla!
“Sì Kyo” rispose sorridendo “Se è con te so che non ho nulla da temere… Ti amo così tanto! Scusa se ti ho fatto aspettar…”.
Non le lasciò terminare la frase; posò le labbra sulle sue a catturare il piccolo grido che emise mentre finalmente entrava in lei.

Rimase fermo alcuni istanti aspettando che la ragazza si abituasse a lui. Quando sentì il suo corpo rilassarsi un poco cercò il suo sguardo.
“Stai bene?” chiese posandogli lievi baci sugli occhi lucidi. Tohru sorrise e timidamente annuì poi gli strinse le braccia al collo nascondendo il viso contro il suo petto. Kyo prese a muoversi lentamente dentro di lei assaporando quella nuova e straordinaria sensazione. Era così bello che non si accorse di aver accelerato il ritmo finché Tohru tra i sospiri non lo supplicò di rallentare.
“Scusa” mormorò fermandosi, imbarazzato per la foga che lo aveva preso. Tohru scosse la testa con forza. 
“Ricomincia… è bello” lo esortò.
Riprese a muoversi sopra di lei facendo attenzione a non fare troppo forte ma ben presto i gemiti della ragazza amplificarono di nuovo la sua passione, si accorse di aver accelerato ancora una volta così si impose di nuovo la calma e rallentò di nuovo ma questa volta Tohru si allontanò dal suo petto abbandonandosi sul letto.
“No, non ti fermare Kyo, ancora… ancora ti prego!” lo implorò.
Il ragazzo si lasciò andare completamente al proprio desiderio spingendosi dentro di lei, fino in fondo, ancora e ancora, eccitato dalla voce spezzata di Tohru che lo chiamava, che lo implorava di non fermarsi.
Venne dentro di lei mentre la sua schiena si inarcava e un lieve grido le esplodeva dal petto mentre anche lei veniva insieme a lui.
“Ti amo” disse Kyo.
“Ti amo” rispose Tohru.
Rimasero così: sfiniti e stretti in un abbraccio, senza avere la voglia di muoversi o di parlare, ad assaporare la felicità.

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Capitolo 3
*** Sviluppi ***


Erano da poco passate le 15:00 quando la lezione che Kyo stava tenendo venne interrotta dall’ingresso in palestra del maestro del doujo che lo informò che c’era una chiamata urgente per lui.
Quando sollevò la cornetta nel piccolo ufficio in cui era stato condotto riconobbe dall’altra parte la voce calma del maestro Kazuma, suo padre.
“Ciao Kyo”
“Maestro, cosa succede?” chiese il ragazzo allarmato; se lo chiamava durante l’orario di lavoro doveva per forza essere qualcosa di urgente.
“Stai tranquillo, mi ha chiamato il nonno di Tohru perché non riusciva a mettersi in contatto con te. A quanto pare questa mattina Tohru è caduta dalla bicicletta mentre faceva delle commissioni ed è stata portata all’ospedale”, il cuore di Kyo ebbe un tonfo, “hanno già assicurato al nonno che non si è fatta nulla di grave, ha solo perso i senti per lo spavento, i controlli non hanno rivelato alcun trauma cranico o frattura” concluse.
Kyo rimase ancora per qualche secondo in silenzio, combattendo con la rabbia che stava montando in lui, amplificata dalla paura che per un attimo lo aveva assalito, ma si impose la calma.
“Va bene, ti ringrazio ora vado da lei… Se senti il nonno avvisalo, vi terrò aggiornati.”
 
L’ospedale della cittadina non era molto grande così una volta entrato Kyo venne subito avvicinato da un’infermiera che gli offrì il suo aiuto.
“Buongiorno. Sì, sto cercando Tohru Honda, è la mia fidanzata. Dovrebbe essere arrivata qui questa mattina in seguito ad un incidente in bicicletta!”
“Ah sì certo, mi ricordo, me ne sono occupata io. Aveva perso i sensi quindi abbiamo cercato il contatto del parente più prossimo… Ci ha avvisato che non abita qui ma che si sarebbe messo in contatto con te. Prego seguimi!” disse precedendolo su per la rampa di scale che portava al primo piano della struttura.
L'odore di disinfettante e l'innaturale silenzio avevano ricordato a Kyo il perché non sopportasse gli ospedali, rendendendolo ancora più inquieto.
“Ti avranno già detto che non c’è da preoccuparsi, la tac non ha rilevato alcun problema, ha solo preso una botta! Però in questi casi non lasciamo mai andare via il paziente solo… Se dovesse avvertire nausea o giramenti di testa nelle prossime 48 ore è meglio che torniate per altri controlli altrimenti sarà sufficiente un po’ di riposo.”
Arrivati alla camera, l’infermiera entrò per prima seguita a ruota dal ragazzo.
Tohru era seduta sul lettino già vestita e con la borsa in mano, pronta ad andarsene. A parte un grosso livido sulla fronte e alcuni graffi sulle braccia sembrava stare bene. Non appena vide Kyo il suo volto si illuminò: “Kyo mi dispiace averti fatto preoccupare… Ho detto che potevo anche tornare a casa sola ma…” le sue parole vennero interrotte dall’infermiera che sorridendo le ribadì che era meglio di no, poi disse che ora potevano andare e dopo averle raccomandato riposo si congedò.
 
Il viaggio di ritorno in taxi fu piuttosto silenzioso. Tohru si accorse ben presto di come l’umore di Kyo fosse piuttosto nero ma quando provò a parlargli il ragazzo la rassicurò dicendole che stava bene e ribadendole di riposarsi e non preoccuparsi per lui.
Arrivati a casa la mandò subito a letto nonostante le sue proteste: voleva ad ogni costo sistemare la spesa e dimostrare a Kyo che non era successo nulla di grave.
“Non ti preoccupare di questo. Ci penso io. Tu vai a riposarti, verrò da te non appena avrò fatto” disse secco Kyo, la sua voce era piuttosto calma e cercò anche di sorriderle ma Tohru, che lo conosceva meglio di chiunque, intuiva come dietro quel sorriso e il volto disteso si stesse colpevolizzando per l’accaduto e per non essere stato lì per lei subito.
Decise comunque di non insistere e di fare come le aveva suggerito; avrebbero parlato non appena l’avesse raggiunta in camera.
“Va bene Kyo-kun. Ti aspetto in camera allora…” e così dicendo sparì oltre il corridoio.
 
Quando rimase solo il sorriso tirato sul volto di Kyo scomparse rapidamente, lasciando posto ad un cipiglio preoccupato.
Il pensiero che non era stato lì per lei, che non era stato avvisato per primo dell’accaduto lo tormentava.
“So benissimo che in ospedale non potevano sapere di me…” si ritrovò a pensare “se Tohru era priva di sensi non ha potuto informarli… In fondo sulla carta io e lei non siamo nulla… Il suo parente più prossimo è il nonno!”
Il pensiero del nonno gli fece ricordare che era meglio telefonare per avvisarlo che erano a casa, ed era meglio avvisare anche il Maestro.
 
Dopo aver fatto le telefonate e riposto la spesa si diresse infine, con una tazza di the alla menta fumante, verso la camera in cui riposava Tohru. Entrato la trovò addormentata, il viso disteso e tranquillo; appoggiò la tazza sul comodino e si sedette sul bordo del letto accanto a lei.
Mentre la osservava i pensieri ripresero a turbinare prepotenti nella sua testa.
“Voglio essere io quello che chiamano per primo se succede qualcosa. Voglio essere io la persona più vicina a lei e voglio esserlo per tutto il mondo… Voglio legare Tohru a me per sempre! Io… dannazione, io voglio sposarla!” 
Nel momento esatto in cui quest’idea gli balenò nella testa la trovò così sciocca ed infantile che si vergognò anche solo di averci pensato. Eppure ora che lo aveva fatto non riusciva più a smettere di pensare che questa sarebbe stata la soluzione migliore e soprattutto era la cosa che più poteva desiderare dalla sua vita; nulla lo avrebbe reso più completo e felice.
Era così immerso nei suoi pensieri che non si accorse che Tohru si era svegliata fino a quando non sentì la sua mano posarsi lievemente sul suo braccio.
Trasalì mentre il viso assumeva il colere dei suoi capelli, quasi come fosse stato colto sul fatto mentre faceva qualcosa di terribilmente imbarazzante.

Un dolce aroma di menta arrivò alle narici di Tohru svegliandola dal suo sonno leggero. 
La prima cosa che vide quando aprì gli occhi fu Kyo, seduto accanto a lei, immerso nei suoi pensieri.
Quella dormita le aveva fatto bene ed ora si sentiva decisamente meglio: la testa non le faceva più male e sentiva di essersi ripresa anche dallo spavento.
Ora poteva affrontare la conversazione con il ragazzo senza rischiare di dire qualche sciocchezza o essere fraintesa; sapeva fin troppo bene che quando Kyo si trovava in quello stato le parole erano sempre da pesare attentamente.
Immaginò che avesse passato tutto il tempo che lei aveva trascorso a dormire a preoccuparsi, a rimuginare sull’accaduto e probabilmente a colpevolizzarsi per chissà quale ragione.
Delicatamente posò la mano sul bracco del giovane.
“Buongiorno Kyo-kun" disse, regalandogli un sorriso colmo di amore, "mi sento decisamente bene ora che ho riposato un po’! Non ti preoccupare, è stato solo un piccolo incidente. Sono così distratta, mi dispiace averti fatto preoccupare…” disse abbassando lo sguardo, ora visibilmente dispiaciuta e preoccupata, gli occhi leggermente lucidi.
Quella vista colmò il cuore di Kyo di tenerezza; istintivamente si mise in ginocchio ai piedi del letto, prese le mani di Tohru tra le sue e stingendole forte se le portò alle labbra per posarci un lieve bacio.
“Tohru non piangere. Non sono arrabbiato e lo so che non potevo fare nulla per aiutarti! Ho imparato che sono cose che possono accadere. Ora sono solo felice non sia successo nulla di grave. Solo che…” rimase un istante ancora incerto, a cercare il coraggio e a chiedersi ancora se non fosse una cosa troppo folle e stupida da dire, ma ormai non poteva più farne a meno.
“Tohru tu lo sai, per me sei la persona più cara che ho, sei la persona più importante, l’unica per me. Io…”
“Lo so Kyo, anche tu sei la persona più importante per me! Ti amo così tanto!” lo interruppe lei.
“Io lo so che noi sappiamo che ci amiamo” proseguì il ragazzo, deciso a non perdere il filo dei suoi pensieri, “ma non sopporto il fatto che per il resto del mondo io e te siamo come estranei. Non hanno chiamato me all’ospedale perché io non sono la tua famiglia… Io non sono la tua famiglia per questo mondo, noi non siamo niente per il mondo” di fronte allo sguardo dubbioso della ragazza proseguì prima che il coraggio gli venisse meno.
“Ma io voglio esserlo! Voglio essere il tuo punto di riferimento, la persona più vicina a te e vorrei che fossimo… vorrei che fossimo una famiglia quanto prima possibile” concluse il ragazzo.
Tohru rimase in silenzio per alcuni minuti, incapace di distogliere gli occhi da quelli di Kyo, le farfalle si librarono mentre una morsa famigliare e piacevole la opprimeva.
Il ragazzo aveva la stessa espressione di quando, dopo averla rincorsa, le aveva finalmente detto che era innamorato di lei, era uno sguardo che non lasciava spazio a fraintendimenti: le stava ancora una volta aprendo il suo cuore.
“K-kyo-kun… Tu vuoi… Mi stai dicendo che vuoi che ci sp-sposiamo?” chiese titubante, il cuore che le batteva all’impazzata, le guance tinte di rosso.
Il ragazzo abbassò gli occhi e rimase alcuni istanti (che a Tohru parvero infiniti) a fissare le loro mani intrecciate, poi li riposò su di lei: aveva lo sguardo risoluto ma il rossore evidente sul viso tradiva l’emozione che provava in quel momento.
“Sposami Tohru!”
Le guance rigate dalle lacrime della ragazza contrastavano con l’immenso sorriso dipinto sulle sue labbra.
“Sì Kyo” rispose la sua piccola pallina di riso.
 
Il ragazzo si sollevò da terra avvicinando il viso a quello di Tohru che ora poteva sentire il calore del suo fiato ad un soffio dalle sue labbra.
"Ripetilo Tohru, dimmi che mi vuoi sposare" disse.
"Ti voglio sposare Kyo" rispose la ragazza.
Le labbra di Kyo si incresparono in un sorriso euforico mentre con trasporto raggiungevano quelle di Tohru. 
Senza interrompere il bacio la prese tra le braccia avvicinandola a se. Quel pomeriggio fecero l’amore come fosse la prima volta e per tutto il tempo nessuno dei due smise di sorridere.

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