Principessa

di genxha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Esausta ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Akuma ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Rabbia ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Sensi di colpa ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Lacrime ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Grazie ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Esausta ***


Fanfic sulla serie: Miraculous: le storie di Ladybug e Chat Noir

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietá di Zagtoon, Method Animation, Toei Animation, SAMG Animation, De Agostini Editore, Nelvana, Cartoon Network Studios Tutti i diritti appartengono ai rispettivi proprietari.

Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Introduzione

La Fanfic si svolge dopo la fine della Stagione 3. Se non l'avete già vista attenzione agli spoiler.

Un grazie enorme a Jess per avermi convinto a scriverla e per il proofreading.


Ma andiamo a cominciare!


Capitolo 1 - Esausta


"Tikki?"

La kwami esce dal suo nascondiglio nella borsa di Marinette mentre la ragazza chiude la botola d'ingresso alla sua camera, ampia e tutta sui toni del rosa, che improvvisamente le sembra buia e piccolissima.

"Che succede, Marinette?" Invece di rispondere lei si lascia cadere sul divanetto, iniziando a balbettare "io...Ti-Tikki i-io.. non..." la kwami è visibilmente preoccupata e le vola più vicino "io non ce la faccio!" Finalmente riesce a concludere, scoppiando a piangere. "È successo tutto per colpa mia!" La ragazza guarda il divanetto in cui ha nascosto lo scrigno dei Miraculous "Il Maestro Fu... Adrien..." e prende dalla tasca il portafortuna che l'amico le ha regalato "e poi Luka! È troppo! Sono stanca, Tikki! Non posso più essere Ladybug!" prosegue tra i singhiozzi, coprendosi il viso con le mani.

"Oh, Marinette! Guardami, per favore" Tikki fa del suo meglio per farsi guardare dall'amica ma con scarso successo "È stato Papillon, non è colpa tua, non fare così, per favore". "E invece SI!" ora Marinette sta quasi gridando "È successo tutto per la mia indecisione! E perché pensavo a troppe cose!" si butta sul divanetto "e andrà solo peggio, Tikki!" singhiozza, nascondendo il viso sui cuscini.



     

Un rosone si apre, mostrando il profilo di un uomo con un abito viola: Papillon. "Cos'è questo? Oh, mi è familiare... Angoscia? Abbandono? PAURA? E c'è qualcos'altro.... No, non ho mai percepito niente del genere, è un'occasione perfetta! Questa volta non fallirò!

Papillon chiude le mani a coppa su una delle farfalle bianche che gli volano attorno, che viene circondata da una luce violacea e cambia colore. "Vola da lei, mia piccola Akuma, e oscura il suo cuore!" dichiara, mentre la farfalla lascia la stanza attraverso il rosone e vola nel cielo di Parigi.


 

Marinette non poteva fare a meno di pensare che, se solo fosse stata più attenta, Papillon non avrebbe trovato il maestro Fu, guardiano dei Miraculous e ora il vecchio cinese non avrebbe cancellato la propria memoria passando a lei il ruolo di Guardiano. E destinandola a perdere i ricordi dei miraculous a sua volta, quando, in futuro, avrebbe ceduto il ruolo di Guardiana.

Ma la ragazzina a questo, forse, non aveva ancora pensato. Oltre a quello, le erano successe troppe cose, quel giorno. Cose che facevano male. Era riuscita a fingere che andasse tutto bene, le aveva fatto piacere ascoltare la canzone di Luka e stare con gli altri, finché non è tornata in camera sua, quella stanza tappezzata di foto di Adrien.

Senza smettere di piangere, sempre nascosta tra i cuscini, si sfogava con Tikki "Sono la peggior Ladybug di sempre! Tutti i miei amici sono in pericolo, adesso, ed è tutta colpa mia! E non posso chiedere aiuto a nessuno, perché... lo sai perché!".

"Marinette, mi dispiace tanto per il maestro Fu, ma è ancora tra noi, ora ha rincontrato la sua amata, e staranno insieme e..." la piccola kwami cercava di confortare la sua portartice e amica volandole vicino al viso e cercando di abbracciarla, per quanto le sue dimensioni non possano consentirlo, mentre una farfalla viola entra dalla botola che, dal soppalco, dà sul terrazzo. Tikki la vede entrare e grida "MARINETTE! Un'akuma!" per avvertire l'amica, che alza la testa dai cuscini e spalanca gli occhi, già gonfi per le lacrime, alla vista della farfalla. Marinette si alza in piedi e cerca di allontanarsi dall'insetto magico, che sta per raggiungerla. "No! Aiuto!" grida "Non farti prendere dal panico! resisti!" la risposta di Tikki, ma la povera Marinette non riesce a distogliere lo sguardo dall'akuma che si sta avvicinando sempre più al suo viso "il Mirauclous!" riesce a malapena a pensare Marinette, mentre il terrore e la disperazione inizia a prendere il sopravvento su tutto il resto "Tikki! Scappa, prima che..." tenta di dire, prima che l'Akuma tocchi uno dei suoi orecchini e tutto diventi buio. Davanti agli occhi di Marinette c'è il volto di Papillon, circondato dalla sagoma violacea di una farfalla.

"Ciao, sono Papillon".

Tikki assiste a tutta la scena e rimane impietrita guardando il volto della ragazza contrarsi in una smorfia, un'ombra rossastra circondarle gli occhi azzurri "devo chiedere aiuto! Devo trovare Plagg!" pensa, volando verso la botola aperta sull'esterno.

Una voce nella testa di Marinette "Principessa Solitudine... tutti ti hanno abbandonata? Ti darò il potere di far perdere chi ama a chi ti ha fatto soffrire, così potrai vendicarti" mentre l'oscurità si tinge di viola "no" parlare le costava uno sforzo enorme "non... non… voglio... causare altro… male… vattene, mostro" sono le uniche cose che riesce a dire Marinette, ma la voce nella sua testa, melliflua "avanti, non vuoi vendicarti nemmeno di chi ti ha spezzato il cuore? Davvero?". "Vattene... sono più forte… di… te" prova a dire, scuotendo la testa, ma non riesce più a resistere a quella voce, quel giorno ne aveva passate troppe "Oh, bene, brava, in cambio, mi darai i miraculous di Ladybug e Chat Noir".

Qualcosa però ancora resisteva, mentre Marinette, terrorizzata, sente la propria voce dire "d'accordo Papillon. Quando mi sarò vendicata, li avrai". e tutto viene avvolto da una luce violacea e una nebbia viola avvolge il suo corpo.



 

Tikki sta volando tra i tetti di Parigi, cercando di capire dove andare per trovare Plagg e Chat Noir. "pensa Tikki, pensa... Dov'è quel gatto oggi?" dice fra sé. Improvvisamente il cielo, dalla luce dorata del tramonto, si fa grigio e da qualche parte alle sue spalle, come un'onda in uno stagno, una nube a forma di anello si sta espandendo velocemente su tutta Parigi "no no no no no devo andare più veloce" si lascia sfuggire la Kwami, mentre finalmente vede la sua meta: villa Agreste.

Adrien è alla scrivania, di fronte al computer, lo sfondo dei monitor con l'immagine della mamma sorridente. Ma il ragazzo non la sta guardando, ha tra le mani il cellulare e di fronte una foto di Instagram di Marinette e Kagami al tavolo di una gelateria.

Plagg svolazza sopra il divano, l'immancabile pezzo di formaggio tra le zampe "Allora, Casanova, hai fatto conquiste eh?" ammicca il Kwami al suo biondo portatore. "Non essere ridicolo, Plagg!" ribatte Adrien con un mezzo sorriso "Kagami mi piace ma.. io..." "si, certo, tu ami Ladybug" termina la frase Plagg. "oh, è inutile, Plagg… non capirai mai" il biondo scuote la testa vagamente annoiato. Plagg lancia il pezzo di formaggio in aria e lo inghiotte al volo "è moooooolto meglio il camembert delle ragazze!" conclude, la bocca mezza piena, ma il boccone gli va di traverso quando il tramonto si fa improvvisamente grigio. Adrien nota il cambiamento di luce, si gira verso la finestra, mentre la nube oscura per un attimo il cielo dorato. Quando il ragazzo posa di nuovo gli occhi sul cellulare, pronto a chiamare qualcuno, vede che la foto delle amiche è cambiata: le ragazze sono scomparse e il tavolo è vuoto. "Cosa?" non fa in tempo a chiedersi, notando che il viso della mamma è sparito dalla fotografia nello stesso modo. con gli occhi sbarrati Adrien sbotta "Plagg! Cosa sta succedendo?"e cerca con lo sguardo la piccola creatura magica, finché lo trova e sbotta "oh no. Plagg!" vedendo il Kwami diventare sempre più trasparente.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Akuma ***


Capitolo 2 - Akuma

Tikki ha finalmente raggiunto villa Agreste, si sta affacciando alle grandi finestre della stanza di Adrien, proprio mentre  un lampo di luce verde illumina la stanza e un atterrito Adrien viene magicamente sostituito da Chat Noir. Con un balzo l'eroe mascherato raggiunge la finestra, a pochi metri dalla Kwami della Coccinella sull'orlo del panico "Chat Noir! Presto.... Ho bisogno del tuo aiuto!".

Il ragazzo mascherato, colto di sorpresa rischia di mancare  l'orlo dell'apertura "Tikki! Cosa fai qui? Potrebbero vederti!" Un balzo e Chat Noir è oltre il muro di cinta, seguito dalla Kwami della Coccinella. Nascosto dietro un comignolo, il ragazzo alza una mano, palmo in su, dove la piccola creatura rossa si posa subito. "Ma dov'è Ladybug? Cosa sta succedendo? E' opera di Papillon, vero?" chiede lui, sbalordito e ancora spaventato.  Tikki, avviandosi in volo nella direzione da cui era arrivata "Non c'è tempo, Chat Noir. E'.... non importa dov'è Ladybug adesso. Vieni con me, ti spiegherò strada facendo" 



 

Per le strade si sta scatenando un putiferio: sembra che tutti i parigini improvvisamente stiano cercando qualcuno che è sparito. La notizia si sparge velocemente, grazie all'immancabile diretta di Nadia Chamak ed è ormai chiaro che c'è lo zampino di Papillon.

Alya viene quasi travolta da alcuni passanti presi dal panico mentre esce dalle scale poco affollate della Metro vicino casa. Scuote la testa di ricci rossi appoggiandosi al corrimano e borbottando.

La nube grigia non ha lasciato tracce nel cielo e Alya non capisce cosa abbia causato quell'ondata di panico, ma l'esperienza dei mesi precedenti le dice che dev'essere colpa di Papillon. Prende l'immancabile cellulare e apre la rubrica per chiamare Marinette "lo sapevo" borbotta Alya ascoltando la voce allegra di Marinette dire "Sono Marinette! Adesso non posso rispondere, lasciate un messaggio!". 

"come al solito avrà dimenticato il cellulare da qualche parte". 

La rossa continua a camminare aumentando l'andatura,  alzando il telefono per chiamare Nino per e assicurarsi che stia bene. Nessuna risposta al quindicesimo squillo. "Uff, nemmeno lui! Sempre con quelle cuffie... spero" borbotta a mezza voce. 

Nemmeno il  tempo ad infilare il cellulare nella tasca posteriore dei jeans che quello vibra: Un allerta akuma! Nelle immagini del telegiornale, la casa della sua amica Marinette avvolta dalla nebbia e l'inconfondibile sagoma nera di Chat Noir che cerca, con una serie di capriole, di non farsi colpire da dei raggi viola scagliati da una figura grigia. L'aspirante giornalista si passa le mani nella chioma fulva, si sistema gli occhiali e si precipita verso casa di Marinette,  cercando con lo sguardo sui tetti la sagoma di Ladybug e scordandosi totalmente di chiamare Nino. mentre inizia a correre verso la zona di Notre-Dame.



 

Chat Noir e Tikki sono ormai in vista di Notre-Dame, quando Adrien si ferma improvvisamente "Avanti, su" esordisce secco, gli occhi verdi puntati su Tikki mentre atterrano su un tetto "Spiegami: cosa ci fai qui, dov'è Ladybug, come mai non c'è e cosa sta succedendo" alzando un dito guantato ad ogni domanda "No, non avrà mica rinunciato? No, non può averlo fatto senza avermi detto niente." l'eroe porta una mano dietro la nuca e si guarda attorno spaesato, e Tikki lo guarda, non meno preoccupata "Chat Noir, no... non ha rinunciato, calmati!" 



 

Lui, sempre fissandola "Tikki, per favore" con troppa enfasi sul per favore, "dimmi dove è ladybug o mi ritrasformo qui e ora" scandisce, allungando una mano verso di lei e poi fermandola a mezz'aria. La piccola kwami è visibilmente nervosa "Chat, ti prego, fidati di me. Lei sta" Tikki si guarda intorno "sta bene ma.. ma ora non può trasformarsi, e...senti, solo tu puoi salvare Parigi, adesso! Ti spiegherà tutto Ladybug!" la creaturina abbassa gli occhi.

Lo sguardo di Chat Noir si fa sempre più serio, stacca il bastone dalla cintura e lo apre in modalità telefono, lo richiude, poi guarda Tikki "Ok, Ladybug non c'è. Io però non posso catturare le akuma" Tikki lo guarda altrettanto seria "lo so, ma puoi liberarle e Ladybug farà il resto quando... quando potrà trasformarsi di nuovo. Per favore, Chat Noir" congiunge le piccole zampe davanti al petto, come pregando l'eroe in nero "facciamo in fretta, non abbiamo tempo per parlare". "Va bene" il biondo annuisce "Ladybug mi dovrà spiegare molte cose." conclude ma sta pensando "lo dice per non spaventarmi, Ladybug deve essere in grave pericolo e, peggio, senza poteri, visto che Tikki è qui. Se le dovesse succedere qualcosa..." mentre sente come un peso calargli cupo al centro del petto.

I due si voltano verso la chiesa, ancora segnata dall'incendio e vedono una strana nube grigiastra, simile a un piccolo cumulo temporalesco formarsi più o meno dove si trova la pasticceria dei genitori di Marinette. Chat Noir strizza gli occhi per vedere meglio "Ma è casa di Marinette?" poi allunga il bastone per saltare la piazza che li separa dalla Senna e dalla casa della ragazza.

Quando la raggiungono, tutta la parte superiore della palazzina è ormai avvolta da una nebbia grigia. "Oh no! Non di nuovo!" pensa il biondo "Marinette!" grida Chat Noir, precipitandosi verso la palazzina dopo aver dato un'occhiataccia a Tikki.  Dal canto suo la piccola Kwami si nasconde dentro una cassetta della posta, osservando la scena dalla fessura per le lettere.

Mentre Chat Noir si avvicina, dalla porta della pasticceria escono un po' barcollanti i genitori di Marinette, chiamandosi l'un l'altro e gridando il nome della figlia , ma è come se non si vedessero l'un l'altra. Chat Noir si avvicina a Tom "signor Dupain! Sta bene? Dov'è Marinette?" l'uomo lo guarda "Chat Noir! Marinette è... era in camera sua! Devo andare!" Chat gli si piazza davanti, cercando di fermarlo  "Hai visto mia moglie? Devo anda..." ma la frase gli muore in gola quando alza gli occhi sul secondo piano della casa da cui è uscito. 

"Sua moglie è qui, dietro di lei" fa il giovane mascherato, facendo voltare Tom verso la strada "Non è il momento di scherzare!" lo rimprovera il corpulento pasticcere "Non c'è nessuno!".

"Ma .. ma... " fa Chat Noir mordendosi un labbro "D'accordo. Signor Dupain! Cerchi di stare calmo e vada a mettersi al sicuro. Ce ne occ " ci ripensa "me ne occupo io. E' colpa di Papillon, ci penso io. Salverò sua figlia!" sulle ultime parole l'eroe vestito di nero si è già precipitato verso la madre di Marinette, che si sta guardando attorno con le mani strette sul petto chiamando Tom e Marinette. Mette un braccio sulle spalle di Sabine e la accompagna dall'altra parte della strada "Stia tranquilla, suo marito sta bene, dev'essere colpa di Papillon se non lo può vedere, le giuro che qui accanto a lei. Signor Dupain! Venga, la prego. Vado a salvare Marinette!" il giovane si volta e sta per spiccare un salto, quando una sagoma salta dalla nube, atterrando con una capriola su uno dei blocchi di marmo dell'argine del fiume e provocando la fuga disordinata di chi si era avvicinato per vedere.




 

Marinette, naturalmente, non è più lei: i jeans rosa, la maglietta e la giacca ora sono una tuta aderente grigia, sul petto il motivo floreale che era sulla maglietta, nei toni del grigio. Ai piedi porta degli stivali al ginocchio, più scuri della tuta.

Al collo una sottile catenina d'argento con un ciondolo di forma triangolare. Sulla schiena indossa un mantello semitrasparente, che ondeggia al vento. Il viso è coperto da una maschera senza lineamenti, gli occhi rossi,  inespressivi, tranne per le linee verticali che scendono lungo le guance, come lacrime nere.

I capelli prima blu, ora privi di colore, sciolti sulle spalle. L'unica altra nota di colore, a parte gli occhi, sono gli orecchini a bottone luminescenti di un viola acceso. In mano stringe il portafortuna che aveva quando è stata colpita dalla farfalla, anch'esso di un grigio anonimo. Attorno ai polsi, due bracciali d'argento, uniti da una grossa catena dello stesso materiale lunga quasi fino a terra, gli anelli leggermente luminescenti.

"Ah, eccoti!" grida la strana figura, puntando gli occhi rossi verso Chat Noir "Dammi il tuo Miraculous e finiamola qui, ho fatto una promessa! E io le promesse le mantengo, non come t.. voi!

L'eroe mascherato è immobile di fronte alla figura, la gola secca "E ora cosa mi succede?" pensa, scuotendo la testa per concentrarsi sulla sua avversaria.

"M...Marinette?" le chiede Chat Noir, incredulo "Cosa ti succede?  Lo sai che posso aiutarti!" il ragazzo non se la sentiva di fare una delle sue solite battutine, sapeva di avere di fronte la sua amica coi codini e di doverla salvare. 

"Non chiamarmi Marinette, gattaccio, sono Principessa Solitudine adesso!" la figura fa correre lo sguardo della maschera sulla strada, da cui una piccola folla cercava di allontanarsi "Voglio che tutti restino soli, così nessuno soffrirà più a causa di chi gli è caro e lo abbandona!!" la figura grigia solleva una mano guantata, lanciando un raggio violaceo verso Chat Noir, che lo schiva gettandosi a destra, rotolando e rialzandosi in piedi, in posizione di guardia. L'eroe sentiva dentro di sé, oltre al peso dell'ansia sul petto, salire la rabbia nei confronti di Papillon.

"Avanti, su, non voglio farti del male, ti farò solo dimenticare tutti quelli che ti hanno fatto soffrire! E' bello! Dai, Poi sistemerò due cosette e porterò i miraculous a Papillon!"

 

Chat Noir doveva guadagnare tempo per capire dove fosse l'akuma "Forse nell'oggetto che tiene in mano, ma cos'é? Il ciondolo? La maschera? Le catene? Pensa, Adrien, pensa.... ma dov'è Ladybug?" . L'eroe mascherato si sposta al centro della strada, cercando di allontanare la ragazza dominata da Papillon dai suoi genitori "Cosa? No! Non voglio dimenticare chi mi è caro! Nessuno lo vuole!" Chat Noir deglutisce a fatica "Cosa ti è successo? Perché fai così? Io..." 

 

"Zitto! Non voglio il tuo aiuto! Non voglio l'aiuto di nessuno! Voglio solo...no" Principessa Solitudine si porta le mani al viso, la voce tremante "Non voglio più nessuno!" e lancia una serie di raggi viola verso Chat, che li schiva con una serie di capriole, finendo col nascondersi dietro un'auto parcheggiata, sporgendosi quel tanto che basta per vedere attraverso i finestrini.

La figura grigia si guarda attorno cercando il suo bersaglio "non ti nascondere m... micetto, non fare come fanno sempre tutti!" la voce di Marinette è alterata dalla maschera ma trema.

Con un urlo "TUTTI!", Principessa della Solitudine solleva entrambe le braccia davanti a sé, due raggi viola partono dalle mani e raggiungono i suoi genitori impietriti, mentre due anelli della catena che legava i polsi scompaiono. Tom e Sabine, abbassando le braccia con cui si erano coperti il viso si guardano attorno disorientati, poi il pasticcere dice a Sabine, allungando la manona "venga, signorina, mettiamoci al riparo" Sabine lo guarda dal basso in alto "ah si, certo, ma lei chi è?" unendosi ai passanti in fuga che si rifugiarsi in un vicolo lì accanto.

Chat Noir, dal suo nascondiglio improvvisato assiste alla scena coprendosi la bocca con una mano, e mordendosi la labbra per evitare di farsi prendere dal panico "E perché Ladybug non è qui? Cosa le è successo? Lei saprebbe cosa fare..." scuote la testa bionda "concentrati, Adrien, concentrati, ce la puoi fare, e poi Ladybug arriva sempre, fido di lei.. come sempre!".




 

Nei pressi della Senna, Alya inizia a incontrare persone che si allontanano dai dintorni di Notre Dame. Muovendosi a fatica, in direzione opposta alla fiumana di persone in fuga, arriva finalmente in vista della ben nota pasticceria. Mentre cerca con lo sguardo Ladybug vede chi stava cercando di chiamare col suo immancabile berretto rosso: Nino, il suo ragazzo, nonché migliore amico di Adrien.




 

L'eroe mascherato fa guizzare gli occhi verdi per la strada cercando inutilmente Tikki.

Si concentra allora sulla sua avversaria, che gli sta dando momentaneamente le spalle. E' impegnata a lanciare altri raggi viola dalle mani verso i pochi passanti in fuga rimasti, lasciandoli disorientati, ma senza che gli anelli della catena scompaiano,

"Adesso" dice tra sé e con un movimento fluido, facendo leva col bastone argentato, Chat Noir esce da dietro l'auto e atterra sulla balaustra dell'argine del fiume, a qualche metro da Principessa Solitudine. "Ehi, principessa!" gli sembra così strano chiamare così quell'essere grigio "E' me che vuoi, no? Dai, giochiamo a prendi la coda al gatto!" la sfida, posando la sinistra sull'anca e roteando la coda del costume con la destra. Da quella distanza osserva meglio la figura della sua avversaria: dalla mano destra pende un oggetto, che Chat Noir non riesce a riconoscere "sarà quello?" riflette.

"Oh, non ti preoccupare, il tuo turno, m.. micetto, verrà dopo, quando mi darai il tuo Miraculous!" Principessa Solitudine allunga il braccio destro, scagliando un altro raggio verso Chat Noir, che si ripara facendo roteare il bastone davanti a sé, poi spicca un altro salto, posandosi in cima a un lampione, lontano da Chat Noir. La ragazza in grigio si guarda attorno, riconoscendo la chioma fulva di Alya "ah, guarda chi si vede! La mia amica Alya!" dice, a denti stretti "E c'è anche Nino, due piccioni..." alza le braccia prendendo la mira.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Rabbia ***


Capitolo 3 - Rabbia

"Lo sapevo che dovevo tornare a casa" si rimprovera Nino, mentre cerca di non essere trascinato a terra dai passanti in fuga. "Ahia" qualcuno gli pesta un piede. Saltellando sull'altro il ragazzo riesce a raggiungere un punto meno affollato e si guarda attorno "Alya dev'essere qui da qualche parte, quando c'è un Akuma c'è anche lei, pronta a ficcarsi nei guai". Non vedendola, gira le spalle al fiume e si avvia nella direzione opposta. Deve allontanarsi da dove Chat Noir e la sua avversaria stanno combattendo e trovare un posto sicuro. 

Nino non fa  in tempo a fare un passo che qualcosa lo colpisce e lo fa ruzzolare a terra, facendogli cadere gli occhiali dal naso, contemporaneamente un lampo viola lo acceca per un istante. Ora è a terra, accanto o per meglio dire è tra il selciato e una ragazza circa della sua età, olivastra, i capelli rossi e ricci, senza occhiali vede confusamente che ha dei bellissimi occhi nocciola, vedendola, Nino deglutisce a vuoto. Lei si accorge di essergli sopra, e rotola accanto a lui, sedendosi sul selciato "scu-scusa ma non.. non ho fatto in tempo e... ha colpito anche noi. Ah, questi sono tuoi" mentre raccoglie gli occhiali di Nino e lui fa altrettanto coi suoi "e questi tuoi... ehm..."  "Alya" si presenta la rossa  voltandosi verso Principessa Solitudine "ma non è il momento dei convenevoli, scappiamo!" termina, alzandosi e offrendo la mano a Nino per aiutarlo, ma il ragazzo è già in piedi, si sistema il berretto, afferra Alya per una spalla dicendo "Sono Nino! Hai ragione, andiamocene!"  e iniziano a correre, raggiungendo rapidamente la coda del gruppo di persone in fuga.

Principessa Solitudine ride, mentre altri quattro anelli della catena scompaiono "Fatto! Adesso almeno non mi metterai più in imbarazzo, impicciona."

Chat Noir, approfittando del momento, si lancia di corsa lungo l'argine con l'intenzione di immobilizzarla, ma prima che sia a portata lei si volta e l'eroe si ferma sul posto, in posizione di guardia. 

Lei lo fissa per un istante con gli occhi vuoti e rossi di quella maschera rigata da lacrime nere "Ti ho detto dopo!" ringhia, scandendo le parole mentre muove le catene come due fruste tra sé e l'eroe in nero, facendole tintinnare.

 "Prima devo dire un paio di cosette a quel pappagallo di Adrien Agreste!" un suo gesto della mano e la nube sulla pasticceria si trasforma in uno sbuffo grigio che la raggiunge, avvolgendola e portandola in direzione della casa di Adrien.

A sentire il proprio nome, Adrien rimane per un istante senza fiato, in testa un turbinio di pensieri confusi, le guance in fiamme "cosa... ho fatto?" gli sfugge dalle labbra "Marinette!" grida il ragazzo a denti stretti, indeciso se controllare come stiano i suoi due amici o correre in direzione di casa propria  "Ladybug, dove sei?" borbotta, scegliendo di inseguire Principessa Solitudine.

Marinette sente confusamente la propria voce nominare Chat Noir e Adrien, tutto è avvolto da una nebbia viola. Cerca di chiamare aiuto, di muoversi, ma non può farlo, è come un incubo. 

La ragazza sente un cupo terrore impadronirsi di lei, la voce di Papillon nella sua testa "Cosa fai? Prendi il miraculous di Chat Noir! Non perdere tempo" poi diventa di nuovo tutto buio.

 

"E' colpa mia? Marinette è stata akumizzata per colpa mia!" pensa Adrien, saltando tra un tetto e l'altro "Mi ha chiamato pappagallo! Perché? A lei piace Luka! Non sarà che quello scherzo, al museo..."  il biondo sente le guance diventare bollenti e automaticamente fa per mettersi una mano dietro la nuca, ma il gesto gli fa perdere la coordinazione e finisce per atterrare malamente su una terrazza,  istintivamente si raggomitola e ruzzola contro un vaso di cemento. "Ahi!" gli sfugge, più per la sorpresa che per il dolore. 

Si inginocchia, ansimando per riprendere fiato, le mani sulle ginocchia e i gomiti piegati "No no! Non può essere per via di me e Kagami. E poi a lei piace Luka!". Sentendo l'aria fresca sulle guance, che immagina rosso fuoco Chat Noir si alza in piedi  "Calmati, Adrien. Dopo. Ci penserai dopo". Guardandosi attorno cerca di capire su che tetto sia caduto "Si ma, se è così potrebbe andare anche da Kagami! Ma dove sei, Ladybug?". Il supereroe prende il bastone dalla cinta e attiva la modalità telefono, chiamando l'eroina coccinella. Nessuna risposta. "ma qui... questa è la terrazza dove ci siamo dati l'appuntamento e..." un sorriso malinconico appare sul volto di Chat Noir "No, non adesso!" si rimprovera, guardandosi attorno "ecco là la nube".

Poco più di trecento metri separano Chat Noir da villa Agreste, perciò il ragazzo cerca con lo sguardo la via più rapida per coprirli quando lo scampanellare di una bici, in strada, attira la sua attenzione. Guardando nella direzione del suono Chat Noir riconosce una chioma turchese: un ragazzo snello, alto e poco più grande dell'età di Adrien, con jeans neri e una giacca blu, chino su una bicicletta gialla, pedala di gran carriera verso casa Agreste. "Parli del diavolo..." commenta il biondo, cercando il modo più veloce di scendere da lassù e raggiungerlo.

Un balzo, un colpo di bastone sull'edificio di fronte e Chat Noir è a pochi passi dietro il ciclista "Luka!" lo chiama, le mani a coppa a fare da megafono. Luka quasi perde l'equilibrio per la brusca frenata, si volta: "Eh? Chat Noir?" risponde, gli occhi spalancati per la sorpresa. "Dove stai andando?" gli domanda Chat Noir, che in un paio di falcate l'ha raggiunto, guardandolo negli occhi "Beh ho visto al telegiornale che Mari... e beh pensavo...". 

"Mari." nota Adrien, con uno strano senso di fastidio per quel diminutivo,  mai sentito usare da nessuno per Marinette. "Ok, senti, Luka, non c'è tempo per spiegarti, mi serve il tuo aiuto, cioè no, serve a Marinette e tu.." si interrompe, mordendosi la lingua, poi gli porge il braccio "ti dò un passaggio io", gli fa, poi mette il braccio di Luka attorno alle spalle, circondandolo con l'altro poco sopra la vita. "Tieniti forte!" e si proietta di nuovo sui tetti usando il bastone come ascensore.


I due raggiungono rapidamente l'edificio di fronte a villa Agreste e, accucciati dietro i comignoli, osservano Principessa Solitudine, a poco meno di cinquanta metri da loro. La ragazza fluttua in equilibrio su una nube temporalesca in miniatura a una decina di metri da terra, sopra il giardino della villa.

Chat Noir guarda serio Luka "Ascolta, mi serve un diversivo: scendi da quella scala e prova a parlarle,  mentre io faccio il giro, d'accordo?" l'altro annuisce al biondo, vedendo la scala "e fai attenzione, scaglia dei raggi che se ti colpiscono... beh... cancellano il ricordo delle persone a cui vuoi bene."  

Luka spalanca gli occhi "Cosa?" Chat Noir annuisce grave. "Eh. Ce l'ha con Adrien, adesso. Ladybug  arriverà presto, io.. noi intanto cerchiamo di guadagnare tempo. Scendi e prova a distrarla, tu sei..." non dice altro, mentre va verso il bordo del tetto, chino per non farsi vedere  "Al resto penso io, cercherò .. cercherò di non farle del male, stai tranquillo" un cenno di saluto con le due dita puntate alla fronte e l'eroe vestito di nero si proietta col bastone in diagonale, atterrando sul tetto dell'imponente villa, dal lato opposto a Principessa Solitudine. Un altro salto ed è sopra la sua camera, in vantaggio di posizione rispetto all'avversaria. Si acquatta, appiattendosi dietro la grondaia, aspettando di sentire la voce di Luka.

"Adrieeeeeeeen" grida Principessa Solitudine  con aria di sfida, le mani sui fianchi "sei nascosto da qualche parte o sei con quella smorfiosa doppiogiochista di Kagami?" continua, ondeggiando sulla nuvola davanti all'enorme finestra della stanza  vuota di Adrien,  illuminata dal bagliore freddo della TV accesa. "O sei con quell'italiana bugiarda?" cantilena, "O sei scappato da Chloé? Daaaaai, dove sei, devo solo farti dimenticare tutti quelli a cui tieni e soprattutto quelle smorfiose. E..." un breve singhiozzo l'interrompe, prende fiato e grida "Dove sei, vigliacco!" 

Ogni nome era come uno schiaffo per Adrien, il peso nel petto sempre più grande, via via che quella che era Marinette parlava. "Io non.. non avevo capito.." borbotta fra sé. Comincia a sentire il sapore salato delle lacrime, gli occhi bruciare. Quel "vigliacco" urlato è la botta peggiore. Finalmente, una voce dal basso interrompe il monologo di Principessa Solitudine e i pensieri in tumulto di Adrien. "Marinette! Fermati. Per favore! Sono Luka!" fuori dal muro di cinta, il ragazzo è sgattaiolato a una quindicina di metri da Principessa Solitudine e la sua nube fluttuante.

"Che c'è, adesso" fa lei, abbassando lo sguardo "L-Luka? C-osa fai qui?" borbotta e poi "Vattene! E non sono Marinette, sono Principessa Solitudine!" stringe i pugni "Smettete di chiamarmi Marinette!"

"Sono venuto ad aiutarti!" continua, alzando la testa turchese"che ti succede, perché tutto questo? Mari, puoi dirmi tutto, lo sai, Io.." fa una pausa per cercare le parole adatte

"Mari, puoi dirmi tutto" risuona nella mente di Chat Noir, sempre più confuso "Non.. Non sarò mica... geloso?" scuote la testa per snebbiarla "Avanti, Ladybug, fai presto!" pensa mentre stringe la presa sul bastone per farsi coraggio, pronto a saltare

Principessa Solitudine si volta verso il basso, sembra fissare Luka "E allora aiutami a trovare quel.... Adrien! Deve... devo...." si ferma, il respiro affannoso. Nella sua testa rimbomba la voce di Papillon "Prendi il Miraculous! Sbrigati!"

"Non posso, Mari, non posso farlo, non so dove sia! Torna in te, parliamo! Cosa è successo?" risponde Luka, con voce calma mentre nella sua mente si affollavano troppe domande. "Cosa le ha fatto Adrien?  L'ha ingannata? Illusa? No, dev'essere stato un malinteso. O forse..." 

La voce di Marinette, incupita dalla maschera e dal pianto lo distrae dalle sue riflessioni "Non voglio parlare, non serve parlare. Non mi serve nessuno! Vattene! non v-voglio nemmeno te!" grida Principessa Solitudine, strappandosi il ciondolo dal collo con la destra e gettandolo ai piedi di Luka, puntando l'altra mano verso di lui

"Adesso!" con un unico movimento Chat Noir si alza e con una potente spinta delle gambe si getta in avanti oltre l'orlo del tetto,  il bastone sopra la testa, impugnato con entrambe le mani come un bokken. Principessa Solitudine nota il movimento, si gira in quella direzione e solleva le braccia per proteggersi il volto, ma è fuori tempo: il bastone di Chat Noir le cala sulla testa, scagliandola a terra, nel giardino, seguita dall'eroe mascherato.

"Mari! Chat Noir! Tutto bene?" grida Luka da dietro il muro che gli nasconde la vista degli altri.

Marinette sente il contatto con l'erba dietro la schiena ma, come prima, non riesce a muoversi. Le sembra di essere caduta con la testa girata da un lato e come avvolta dalla nebbia intravede la figura di Chat Noir,  accucciato a terra,  vicino a lei. "Chat... aiutami" mormora, con fatica.

 

Chat Noir si volta verso  Principessa Solitudine, immobile "oh no.." è l'unica cosa che Adrien riesce a pensare, vedendola così.  

L'eroe e si china sulla ragazza ammantata di grigio, il colpo di bastone ha spezzato la maschera, i pezzi a terra. Accanto ai pezzi della maschera, Adrien riconosce un oggetto: il portafortuna che ha regalato a Marinette al suo quattordicesimo compleanno, completamente grigio. 

Chat Noir si avvicina ancora per osservare il volto dell'akumizzata: gli occhi chiusi di Marinette sono gonfi, il viso bagnato di lacrime, un'ombra rossastra le circonda gli occhi e parte della fronte, i capelli sono diventati di un informe grigio. Sembra muovere le labbra e mormorare qualcosa, che il ragazzo non riesce a capire "Meno male" pensa "ma dov'era quell'Akuma... non era la maschera.. e quello?"  All'improvviso Principessa Solitudine spalanca gli occhi, facendo fare un salto indietro a Chat Noir, poi rotola di lato e balza in piedi. 

Principessa Solitudine, in guardia, fa roteare le due catene "Bella mossa, gatto. Bella mossa. Hai fatto venire anche lui per distrarmi!" poi s'accorge di non avere più la maschera, l'espressione accigliata "oh. Male m... micetto, molto male..."

 

"Marinette! Ascoltami! Ecco... ehm Adrien non l'ha fatto apposta... cioè lui" inizia Chat Noir, mentre pensa a dove potrebbe essere l'Akuma.

"Non chiamarmi così!" gli grida la ragazza in grigio "Non sono Marinette!" sempre ruotando le due catene "Va bene" lo guarda fisso negli occhi "se vuoi parlare.. parliamo!" ringhia, lanciando una catena verso Chat Noir, che l'afferra nella mano destra e se la gira attorno al polso "Ehm... Tranquillo Luka, va tutto bene!" urla Chat Noir da sopra la spalla.

 

"E una." pensa l'eroe in nero "Dai, non voglio farti del male. Per favore. Lasciati aiutare. C'è una soluzione, lo dicevi sempre!" prosegue, guardando negli occhi azzurri l'altra.

 

"Smettila! Non ho bisogno di te! Non voglio nessuno!" Principessa Solitudine lancia l'altra catena, prontamente neutralizzata da Chat Noir che l'afferra, stringendola in mano assieme a quella che ha già afferrato. Poi guarda la ragazza con un sorriso obliquo. "Sai, Principessa.. i legami ci sono da tutte e due le parti!" pianta il bastone a terra e l'allunga, proiettandosi fuori dal giardino e trascinandosi dietro Principessa Solitudine, parzialmente immobilizzata dalle sue stesse catene.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Sensi di colpa ***


Sensi di colpa

Luka si rimette in piedi, abbassando le braccia con cui si era coperto il viso: si era chinato quando Principessa Solitudine gli aveva lanciato qualcosa e l'ha indicato. "magari posso aiutare Chat Noir con questo..." pensa, mentre lo raccoglie "Ma è... il plettro che le ho regalato io.. ed è diventato grigio." lo rigira tra le dita "ora cosa posso fare per aiutare Chat Noir? Mari... e l'Akuma che parla, non lei. Anche se... " riflette, osservando i due in lotta saltare il muro della villa, pronto a correre dove sarebbero scesi.

 

Chat Noir e Principessa solitudine scendono bruscamente sul selciato, lui bilanciandosi col bastone nella mano libera, lei mantenendo a fatica l'equilibrio, il viso in una smorfia di rabbia. Adrien non aveva mai visto un'espressione simile sul volto di Marinette "Papillon pagherà anche questa" pensava, osservandola attentamente "Dov'è quell'Akuma? Dove?".

"Lasciami andare, gattaccio! Non ho tempo di giocare con te!" sibila Principessa Solitudine, dandogli un'occhiataccia e tirando le catene per fargli perdere la presa, inutilmente. "L'hai voluto tu. Prenderò il tuo miraculous e poi farò quello che devo fare." fa un passo avanti, appoggiando il piede per avere una leva migliore.

Chat Noir allenta un po' la tensione del braccio destro sulle catene, tirando indietro l'altro braccio e appoggiando il bastone sulla spalla, pronto a sferrare il colpo. I due sono a meno di tre metri l'uno dall'altra. "Proprio quello che volevo sentire, Principessa." poi la guarda, l'espressione preoccupata "Mi dispiace tanto, Marinette, ma temo che dovrò farti un po' male."

 

"No! Fermatevi! Chat Noir! Mari!" la voce di Luka, che li ha raggiunti. Entrambi si voltano appena per guardarlo, pur tenendosi d'occhio. "Deve esserci una soluzione. Dai Mari, è tutto un malinteso, lo sai.. Adrien non è..."

 

"Zitto!" il grido di Principessa Solitudine fa sussultare i due ragazzi "Adrien è... " borbotta "Deve dimenticarmi! Come io devo dimenticare lui!" grida di nuovo, il viso rigato di lacrime. 

 

"Non dire così" Insiste Luka

"Vattene! Non v-voglio!" con un grido di disperazione la ragazza dà uno strattone alla catena legata al polso destro, abbassa la mano e lancia un raggio viola verso Luka: preso alla sprovvista il ragazzo non riesce ad evitarlo, può solo accucciarsi ed alzare le braccia a proteggersi il viso,  colpito in pieno. 

Anche Chat Noir viene preso alla sprovvista, non riesce a impedire il movimento della ragazza "No!" dice tra i denti notando qualcosa nella figura grigia: uno dei due orecchini ha brillato per un istante quando lei ha lanciato il raggio. Adrien registra la cosa meccanicamente, distratto da cosa ha detto Marinette "Dimenticarmi? Oh, cavolo. Allora quella lettera.. Ma allora Luka? Cioè lei... io... oh, cavolo." pensa, puntellandosi coi piedi prima di dare un altro strattone alle catene, da cui scompaiono un altro paio di anelli, per immobilizzare Principessa Solitudine. Lei, come se se l'aspettasse, asseconda lo strattone, saltando in avanti per sbilanciare l'eroe in nero "dammi il tuo Miraculous!" gli grida correndogli incontro, le braccia tese in avanti.

Chat Noir calcola rapidamente la distanza tra sé e Principessa Solitudine e, quando lei è ad un metro e mezzo, fa un passo indietro, ruotando di fianco per essere più difficile da colpire, poi lascia andare la coppia di catene. La ragazza in grigio, invece di afferrare Chat Noir si china, rotola sul selciato passando accanto alle gambe dell'eroe, frustando l'aria con le catene. Preso alla sprovvista, Chat Noir sente una catena arrotolarsi attorno alla caviglia destra. Uno strattone, e si ritrova schiena a terra. Principessa Solitudine lo osserva, ridacchiando, ritrae la catena con uno schiocco e prima che Chat Noir possa reagire sta già fluttuando in un altro minitemporale.

Stupito, Chat Noir rimane un istante seduto, cercando di intuire dove possa essere diretta, si alza e lancia un'occhiata a Luka "Stai bene?" gli chiede "Si, si, tutto bene... ma chi era quella ragazza?" una pausa "oh..." Luka abbassa gli occhi. Chat Noir deglutisce a vuoto "Era Marinette sotto il controllo di Papillon. Grazie dell'aiuto, Luka, ma ti sei messo già abbastanza in pericolo per aiutarmi. Stai tranquillo, la salverò. O non mi chiamo più Chat Noir" lo sguardo determinato "Ladybug.... Che ti è successo?" commenta tra sé, cercando di non pensare al groppo in gola e al peso nel petto.

"Aspetta, Chat Noir, chi hai detto che era?" gli chiede Luka. Chat noir si ferma un istante, evitando lo sguardo dell'altro "Una che... che ti vuole bene, Luka. Lascia fare a me adesso" risponde, poi, tra se  "ho fatto abbastanza guai.". Prima di lanciarsi all'inseguimento della ragazza in grigio, Chat Noir torna rapidamente nel giardino di casa Agreste a raccogliere il portafortuna, infilandolo in una tasca del costume. Mentre scavalca per la terza volta il muro, Chat Noir vede la sagoma di Principessa Solitudine e della nube, evidenziate dal sole del tramonto, dirigersi di nuovo verso la Senna e la scuola Françoise Dupont, tornando praticamente da dove erano arrivati pochi minuti prima "Povera Marinette. E' colpa mia. Devo fare in fretta." dice fra sé, sentendo occhi bruciare.

Di nuovo quel percorso tra i tetti, così ben conosciuto, Chat Noir oramai era diventato esperto dei tetti di Parigi a forza di correre e saltare sui tetti con Ladybug a caccia di Akuma. 

Ma stavolta era diverso, la sua Lady non c'era. Lui non aveva idea di dove fosse. L'aveva cercata ancora con il "telefono" incorporato nella sua arma, ma niente, nessuna risposta. Aveva anche perso di vista Tikki, che all'inizio dell'inseguimento non gli aveva voluto spiegare perché Ladybug non potesse trasformarsi. Nella mente di Adrien continuavano a rimbombare le parole di odio e disprezzo che Marinette akumizzata gli aveva rivolto poco prima e il biondo rifletteva "E' tutta colpa mia. Ma come ho potuto essere così stupido? Però io... io non... Anche se Ladybug non mi vuole, io... Non so nemmeno io cosa provo, come faccio a chiarirmi con Marinette? Devo assolutamente dissolvere l'incantesimo del Miraculous della Farfalla. E parlare con Marinette. Ma come? Forse l'Akuma è nell'orecchino, l'ho visto brillare quando ha colpito il povero Luka. Anche quello, per colpa mia". 

Perso nelle sue riflessioni, Chat Noir arriva finalmente in vista della sua meta. L'eroe si ferma, appoggiandosi ad un comignolo per riprendere fiato e asciugarsi rapidamente un lacrima. Un paio di secondi e riparte: sorpassa la cattedrale di Notre-Dame coperta dalle impalcature e quando sta per scavalcare la Senna con una spinta del bastone, vede nuovamente la nuvoletta di Principessa Solitudine, sopra il cortile della scuola che frequenta nei panni di Adrien. L'edificio buio e silenzioso nelle ultime luci del giorno "Chissà perché è venuta qui, cerca forse Ladybug?" si chiede Chat Noir. La strada di fronte è deserta, illuminata a tratti dai lampeggianti blu della Polizia che ha isolato il quartiere.

Nella mente di Marinette, sempre più terrorizzata nei brevi istanti in cui emerge dalla nebbia viola, echeggia la voce di Papillon "Che stai facendo? Trova Ladybug! Portami i Miraculous!".  

"Ehi, Principessa, che ne dici se vieni giù e finiamo 'sta cosa una volta per tutte? Lascia perdere Adrien, hai un bellissimo gatto tutto per te!" la provoca Chat Noir, nonostante non sia dell'umore adatto per fare il simpatico. L'eroe è arrivato in silenzio e si è appollaiato su un lampione, sull'argine della Senna, esattamente di fronte alla scuola. Principessa Solitudine si volta, furente "Stavolta mi hai proprio stufato m-micetto, ti farò passare la voglia di scherzare e poi prenderò" "il mio Miraculous, si, certo, l'hai già detto anche prima e ti è andata male!" continua a stuzzicarla Chat Noir, saltando giù dal lampione.

La ragazza in grigio salta dalla nube, un salto mortale in volo e atterra, dal lato opposto della strada, di fronte a Chat Noir, roteando le catene accanto e di fronte a sé.

 "strano" si ritrova a pensare Adrien "sembra quasi Ladybug", poi scuote la testa e si concentra sulla sua avversaria, studiandone le mosse. Lei si mette in posizione di guardia, sempre roteando le catene, mentre Chat Noir pensa a come distrarla, poi l'idea: l'eroe in nero si tuffa sulla destra, passando dietro ad cestino dei rifiuti, contemporaneamente lancia il bastone dietro Principessa Solitudine, facendolo rimbalzare sul muro della scuola. Lei lo vede e neutralizza l'attacco, spedendolo lontano con un colpo della catena, distogliendo per un attimo lo sguardo da Chat Noir, che si lancia verso di lei con un salto: "non mi freghi!" ringhia la ragazza in grigio, mentre schioccare l'altra catena e lancia un raggio viola su Chat Noir, che non tenta nemmeno di schivarlo, ormai troppo veloce e vicino, travolgendo Principessa Solitudine con tutto il proprio peso, riuscendo ad immobilizzarla a terra.

 

Ora i due ragazzi sono in fase di stallo, Chat Noir tiene bloccata Principessa Solitudine a terra, che si dibatte e tenta di liberarsi, furiosa "Ti sei fatto colpire apposta! Allora non c'è nessuno a cui vuoi bene!" ringhia la ragazza. Chat Noir la guarda, grave, mentre nella sua mente si affievoliscono le immagini di suo padre, di Marinette, Nino e quella della mamma, mentre il groppo in gola si fa sempre più insopportabile "C'era qualcuno. Ho dovuto .... Principessa. Fa male." sussurra, gli occhi verdi umidi. "Cataclisma!"  sussurra, attivando il potere del suo Miraculous.

Principessa Solitudine spalanca gli occhi azzurri vedendo le scintille nere attorno alla mano di Chat Noir, che con attenzione, quasi una carezza, le sfiora l'orecchio con la destra, toccando l'orecchino. Marinette sente una breve fitta di dolore in mezzo alla fronte, poi sviene.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Lacrime ***


Lacrime

Circondato dalle farfalle nel suo covo, Papillon perde il contatto con Marinette, ma percepisce che l'Akuma non è stata catturata "Quel maledetto Chat Noir è riuscito a liberare l'Akuma.. ma perché Ladybug non è intervenuta? Non l'ha catturata!" l'uomo batte il bastone da passeggio sul pavimento "E se avessi... no, mi avrebbe consegnato subito il Miraculous! Allora perché non si è vista?"

 

Chat Noir vede l'orecchino diventare opaco mentre una farfalla viola ne fuoriesce, allontanandosi verso il cielo, ma lui non ci fa caso. I ricordi delle persone che aveva sentito sbiadire pochi istanti prima ricompaiono, più vividi che mai. Suo padre, la scomparsa della mamma, l'incontro con Nino, lui che presta l'ombrello a Marinette mentre le spiega il malinteso della mattina precedente. La vista di Chat Noir è offuscata dalle lacrime che non riesce a trattenere. 

Il corpo di Principessa Solitudine viene avvolto da una nube di fumo viola turbinante, quando si dirada Chat Noir è inginocchiato a terra, il busto di Marinette sulle ginocchia, la testa della ragazza appoggiata sull'avambraccio. L'altra mano le scosta delicatamente la frangia spettinata dal viso. "Marinette?" sussurra l'eroe in nero. Marinette è immobile, braccia e gambe abbandonate, priva di sensi.

 

"Oh no. Principessa!" continua Chat Noir, scuotendo la testa per asciugarsi gli occhi "Svegliati. Per favore" sussurra, accarezzandole la testa "Ti ho fatto questo.. ho fatto del male a tanti amici.. E' solo colpa mia! Mi potrai perdonare? Guardami. Ti prego. Non volevo.... io... io non avevo capito" Marinette non sembra sentirlo, gli occhi gonfi, le palpebre chiuse e arrossate, ancora immobile.

 

"Oh, e questo? Hmmm ha qualcosa di.. di.. familiare... ma anche di nuovo, ed è qualcosa di così potente. Ma non è come prima... hmmmm" dice Papillon fra sé, avvertendo il senso di colpa e la paura di Adrien "Avanti, mia piccola Akuma, sei ancora libera!" ordina, allargando le braccia e sollevando il bastone da passeggio viola.

 

Il viso di Chat Noir è ormai vicino a quello di Marinette, lui la stringe a sé, un groppo alla gola, il cuore che batte all'impazzata, come stretto in una morsa "Marinette, svegliati, fallo per..." Chat Noir deglutisce a vuoto, una lacrima scende lungo la maschera e cade sul viso della ragazza, poi un'altra "Ti prego" le dice, gli occhi fissi sul viso immobile "hmmm" mugugna lei, con una smorfia e muove una mano 

"Principessa.. io... io... io ti..." sussurra Chat Noir

Marinette spalanca gli occhi e ne vede altri due che fissano i suoi. Verdi. Felini. Lucidi di pianto. Sente il viso bagnato, ma le lacrime non sono sue. "Aaaaaah!" grida, la ragazza spaventata, puntella le braccia sul petto di Chat Noir, scostandolo e scalcia per allontanarsi, perdendo una scarpa, il cuore a mille, confusa e leggermente stordita.

Nessuno dei due nota l'Akuma allontanarsi, priva di un bersaglio.

Chat Noir sobbalza "Marinette! Finalmente!" sbotta, e puntellandosi sulle ginocchia getta le braccia al collo della ragazza, stringendola in un abbraccio, il peso che gli gravava sul petto diventare meno opprimente. 

La stringe, forse troppo, ignorando le sue proteste. "C-Chat noir! C-Co-Cosa cavolo stavi facendo? Lasciami, Chat Noir! E d-dove s-ono?" fa Marinette, irrigidendosi. Sente le guance diventare rosso fuoco. 

Chat Noir la lascia andare subito, accucciandosi accanto a lei, pronto a difendersi "Scu... scusami!" arrossisce anche lui e si porta una mano dietro la nuca, toccandosi il collo "ehm... ecco... sei stata akumizzata! Ehm... stai bene?" Marinette annuisce "Ah si l'Akuma... Ma l'ho liberata da dove stava... e..." con il dorso dell'altra mano si asciuga una lacrima, sperando che lei non lo notasse. Marinette l'ascolta a malapena, mentre scatta in piedi "Akumizzata? Io? Ma... Dov'è Ladybug? L'ha catturata?" si tocca il lobo dell'orecchio, un sospiro di sollievo sentendo l'orecchino "e.. e... e... oh" la ragazza porta l'altra mano alla bocca, ripensando agli ultimi ricordi che ha di quel pomeriggio. La sua stanza, la disperazione, l'Akuma.

"Non so dove sia Ladybug, ma tu sei sicura di star bene?" prova a spiegarle Chat Noir, intanto Marinette si guarda attorno,  poi lo guarda fisso "G-g-grazie, Chat Noir! Sto... si, sto bene. Ora devo... " distoglie gli occhi da lui, rimettendosi la scarpa che aveva colpito l'eroe in nero "Devo and..." Un tonfo sulle scale della scuola li fa voltare entrambi.

I due ragazzi spalancano gli occhi, sorpresi e sollevati "Ladybug?" quasi urlano, in coro, l'uno per la felicità, l'altra per la sorpresa. 

"In carne ed ossa. Scusate il ritardo. Ho sistemato tutto!" l'eroina in rosso fa una riverenza, poi guarda Marinette "Stai bene? Micetto... " Chat Noir non riesce a impedirsi di sorridere, mentre Marinette cerca di riprendere fiato, incredula.

"Che accidenti è successo?" la blocca Chat Noir, una smorfia sconcertata sul viso, ma un paio di bip l'interrompono: I'impronta sull'anello inizia a lampeggiare, lui guarda il miraculous, poi guarda Ladybug e Marinette "ehm. Mylady, non sai quanto sono contento di vederti, ma mi sto per ritrasformare. Ti aspetto tra un'ora alla Basilica del Sacrée Coeur." Chat fa una pausa, poi la fissa negli occhi azzurri "Dobbiamo parlare. A tra poco."  sposta gli occhi verdi su Marinette "Ciao Marinette, e scusami per poco fa, non... non... volevo spaventarti". Chat Noir le saluta con un cenno e si allontana, quasi saltellando, finalmente sollevato.

"C-Certo.." riesce a dire Marinette, gli occhi sempre più spalancati fissi su Ladybug, che le fa l'occhiolino. "Vieni, ti accompagno a casa" le dice Ladybug, offrendole il braccio e facendo roteare lo yo yo, lanciandolo verso il terrazzo della pasticceria. Marinette mette un braccio sulle spalle di Ladybug, lei le circonda la vita col suo, un salto e le due ragazze arrivano sul tetto. 

Ladybug, alzando i pollici, fa cenno agli agenti di polizia che la situazione è sotto controllo, poi si gira ed apre la botola per la camera di una impietrita Marinette, che si lascia accompagnare all'interno. Marinette è ancora immobile, in piedi accanto al letto che la guarda stupefatta, poi con la coda dell'occhio vede Tikki fare capolino da dietro la toletta. La Kwami le fa un cenno di assenso con la testa. "Ora devo andare" le dice Ladybug "Stammi bene e stai attenta alle akuma! Ciao!" Saluta Marinette con un cenno e prima che lei possa dire qualcosa, Ladybug è già sparita.

Finalmente Marinette si riscuote, stringe i pugni per non farsi prendere di nuovo dal panico e dice, a voce un tantino troppo alta "Tikki! Dopo mi spiegherai perché" una pausa "Vero?" conclude, secca, schioccando un'occhiataccia alla Kwami.  "Ora... dobbiamo prendere un'Akuma! Tikki! Trasformami!"

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Grazie ***


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Grazie

Chat Noir si allontana dalla pasticceria dei genitori di Marinette e salta dalla finestra nella stanza di Adrien proprio mentre la trasformazione termina. Adrien alza le mani davanti a sè per sostenere un esausto Plagg che gli si appoggia sui palmi e borbotta "Camembeeert". Il biondo, con un sospiro di sollievo nel vederlo tornato normale, lo posa sul cuscino del letto, poi si allontana di un paio di passi per aprire l'armadietto dove tiene la riserva del puzzolente cibo del suo Kwami. Con un espressione vagamente disgustata Adrien porta un pezzetto, di formaggio a Plagg poi si lascia cadere seduto sul materasso, facendolo rimbalzare sul cuscino.

"Che succede, Adrien?" gli chiede Plagg, la bocca piena, vedendo che il suo portatore si reggeva la testa tra le mani, gli avambracci puntellati sulle ginocchia. "Cosa accidenti ho fatto?" borbotta Adrien "Come ho potuto farla soffrire così?". Il ragazzo si volta, fissando il kwami "Plagg, credo che Marinette .... beh... ecco... insomma... " Adrien deglutisce a vuoto "leihaunacottaperme" dice, tutto d'un fiato, le guance rosse come un peperone. Plagg lo guarda e gli vola vicino al viso "Ma tu non hai.... bleah... " fa, con aria schifata "baciato quell'altra ragazza?" gli chiede, a bruciapelo. Adrien diventa ancora più rosso "eh... No!" esita "no, non ci siamo baciati, io non... eh.. Ma non c'entra. Ora io so che Marinette.. ma non lo so. Perché lo ha detto a Chat Noir". 

"Ma Chat Noir sei tu" gli fa notare Plagg. Adrien lo zittisce con un gesto e continua "Va bene, non se lo ricorda perché era akumizzata, il fatto è che adesso" si appoggia una mano sul petto "io lo so. E... e... e... cavolo non so cosa fare perché.. Ladybug... io..." tace, riprendendosi la testa fra le mani.

Plagg gli vola davanti al viso "Secondo me ti fai troppi problemi! Prenditi un po' di camembert e non pensarci più! E poi non dirmi che non ti eri accorto dello sguardo della ragazza dei macaron!" "Si chiama Marinette!" L'interrompe Adrien, nervoso "il fatto è che io.. credo di... insomma... Lei è un'amica e io non v... " si blocca e scatta in piedi "Oh, cavolo! Non va bene, Plagg!" Il Kwami lo guarda con gli occhi sbarrati, sobbalzando per la sorpresa "Non ho visto il potere del Miraculous di Ladybug! Le dev'essere successo qualcosa! Plagg, trasformami!"

 

La sensazione della trasformazione in Ladybug non era la solita. Marinette sente come un brivido di freddo quando l'attiva, cosa che non le era mai capitata prima. La ragazza si guarda e le sembra di vedere la solita tuta aderente rossa a pois neri, passa le mani guantate sul tessuto  delle gambe, del corpo, "che strana sensazione ho avuto ma il costume sembra ok" commenta tra sé, poi trasalisce quando tocca gli orecchini. "oh no" le sfugge un'esclamazione, sentendo che uno dei due ha una specie di crepa. Subito prende lo yo yo dalla cintura e lo apre, usandolo come specchietto: uno degli orecchini ha una piccola crepa, che parte dal centro e raggiunge il bordo, lievemente luminescente nella scarsa luce della sera. 

"E adesso? Mi sembra tutto normale ma.. aspetta" pensa Marinette, chiudendo gli occhi e concentrandosi per percepire qualsiasi sensazione diversa dal solito. Niente, la brezza fresca sul viso, che le muove i capelli, la consueta sensazione del costume di Ladybug sulla pelle, no, nulla di diverso.

Ladybug riapre gli occhi con un sospiro di sollievo, poi osserva di nuovo l'orecchino con lo specchietto "hmm sembra che la crepa si sia rimpicciolita.. possibile?" pensa, notando il cambiamento di dimensioni del segno. "Calma, Marinette, hai già fatto abbastanza casini oggi. Calma" si rimprovera, chiudendo lo yo yo e facendolo roteare per lanciarlo sul lampione di fronte alla terrazza, una rapida occhiata per assicurarsi che nessuno l'abbia vista e si lancia oltre la ringhiera, atterrando a piè pari sulla sommità della lampada, che ondeggia lievemente. 

Marinette borbotta "E ora, troviamo questa Akuma..." guardandosi attorno e cercando segni di luminescenza viola, ma niente. Ladybug lancia di nuovo lo yo yo e salta dal lampione, atterrando in cima a quello a un terzo della lunghezza del  ponte sulla Senna. L'eroina dà un'altra occhiata circolare ma ancora nessuna traccia dell'Akuma, quindi salta sul lampione seguente "Devo fare in fretta o si moltiplicherà, e allora sarà dura" pensa, inquieta, scendendo sul marciapiede.

"Proviamo..." dice fra i denti, prende lo yo yo e con un salto sul posto lo lancia in aria dicendo "Lucky Charm!". Un turbinio di luce rosata e le cade in mano un oggetto rosso a pois neri. Ladybug osserva l'oggetto che ha in mano, incuriosita "Un ombrello a scatto? E che ci faccio?" sbotta. L'eroina a pois osserva meglio l'ombrello, lo apre e quello non si blocca ma si richiude a metà.

Ladybug si rigira tra le mani l'ombrello, chiudendolo. Lo osserva di nuovo poi si guarda ancora in giro. Riapre l'ombrello e ci guarda dentro. Poi lo richiude. 

Di colpo si ricorda del primo giorno di scuola, quando Adrien si scusa per il malinteso del chewing gum e di Chloé. Il biondo le ha prestato il proprio ombrello e quello le si è chiuso in testa, facendoli ridere di cuore. E beh poi c'è stato qualcosa d'altro, Marinette si sente arrossire quando pensa a come si è sentita nel momento in cui la mano di Adrien ha sfiorato la sua.  

Ladybug ha capito il significato del Lucky Charm: "A scuola. Ma certo!" pensa,  avviandosi verso l'edificio.

 

Chat Noir ha quasi raggiunto la scuola, da un tetto non lontano vede Ladybug avvicinarsi alle scale, con in mano qualcosa.. "L'avevo detto io che era strano.. ma è un ombrello?". L'eroe in nero si blocca, colpito dal ricordo di quando ha incontrato Marinette su quelle scale, le ha parlato, le ha prestato l'ombrello e si sono sfiorati. "Anche prima mi è tornato in mente" pensa, confuso, poi scuote la testa e si lancia, spingendosi col bastone, sul tetto della caffetteria della scuola, notando la sagoma rossa di Ladybug sul tetto dell'edificio principale.

 

Ladybug ha appena riposto lo yo yo dopo essere saltata sul tetto, quando, al centro del cortile, vede il bagliore viola dell'Akuma. Prende lo yo yo, lo tocca al centro facendolo aprire, lo fa rimbalzare sul filo un paio di volte, poi carica il colpo e lo lancia verso la farfalla "Ladybug sconfigge il male!" annuncia. Lo yo yo magico imprigiona l'Akuma e Ladybug lo recupera con un "Presa!" soddisfatto. "Niente più malefatte, piccola Akuma" dice, mentre lo apre e la farfalla, tornata candida, vola verso il cielo "ciao ciao, farfallina!" dice, guardandola scomparire.


Papillon percepisce la purificazione dell'Akuma "Maledetta Ladybug! Ma la prossima volta verrai dimenticata!" grida, furioso, nella penombra violacea del suo covo.


"Bene, e ora sistemiamo le cose.."  pensa Marinette, poi lancia in aria l'ombrello con un "Miraculous Ladybug!".

 

Immediatamente milioni di coccinelle magiche iniziano a turbinare intorno al Lucky Charm, per dividersi e raggiungere tutte le persone colpite da Principessa Solitudine, che riacquistano i propri ricordi. Toccano anche i due eroi, riparando completamente l'orecchino di Ladybug e cancellando quasi del tutto il peso che opprimeva Adrien da quando vide l'immagine della mamma scomparire, quello stesso pomeriggio, qualcosa però non era passato, lui ne era certo.

Chat Noir rimane fuori vista di Ladybug, indeciso "Se la fermo ora si deve ritrasformare. E non mi dirà niente. Forse se aspetto mi spiegherà. Deve farlo. Mi fido di lei ma.." pensa, con un misto di sollievo e preoccupazione. Dal suo nascondiglio, Chat Noir aspetta che Ladybug si allontani, poi controlla l'ora sul bastone e si avvia verso il luogo dell'appuntamento "devo pensare a cosa dirle", riflette.

Ladybug fa un lungo giro prima di tornare verso casa, per depistare eventuali curiosi, poi sgattaiola nella botola della camera di Marinette e rilascia la trasformazione, riprendendo l'aspetto di Marinette e controllando gli orecchini allo specchio. Integri.

 

Con un lungo sospiro, si siede sul divanetto, i cuscini ancora fuori posto dal pomeriggio. 

Tikki, mi puoi spiegare cosa è successo?" domanda alla Kwami stringendo un cuscino tra le mani per calmarsi, sentiva di nuovo le lacrime in fondo alla gola. "Beh, sei stata akumizzata, te lo ricordi?" inizia a spiegare Tikki. "Si, ho... ho provato a resistere ma sono troppo stanca, Tikki" risponde la ragazza "Cerca di calmarti, è tutto sistemato adesso. Sei stata bravissima. Io ho chiamato Chat Noir, che ti ha salvata da solo!" la tranquillizza la Kwami rossa, volando ad accarezzarle una guancia, Marinette alza la mano per permetterle di posarsi "Grazie Tikki,  sarei persa senza di te... ma dimmi, cosa ho fatto?" "Beh, non lo so precisamente, sono andata a cercare Alya per darle il Miraculous della Volpe. Anche lei è stata bravissima. L'ho fatto per sviare i sospetti di Papillon che magari, non vedendo Ladybug, poteva sospettare di te." spiega Tikki.

"E ... senti... " Marinette guarda la Kwami negli occhi scuri "Perché Chat Noir stava piangendo? E' qualcosa che gli ho fatto da Akumizzata? Io... io.. io ricordo solo dei flash  era... era terribile. Non potevo fare niente." Tikki la guarda a sua volta, preoccupata "non ci pensare, è finito. Mi spiace non poter fare di più ma devi trovare la forza, Marinette. Sei la miglior Ladybug che io abbia mai avuto, e ti voglio bene, ce la farai, sono sicura". Marinette si asciuga una lacrima col dorso della mano, poi tira su col naso e avvicina Tikki alla guancia in una specie di abbraccio "Grazie Tikki. Anch'io ti voglio bene. Ora mangia, che devo spiegare un po' di cose a Chat Noir. Vorrei tanto poterlo ringraziare per quello che ha fatto per me ma... come faccio se sono Ladybug?".

 

Tikki svolazza sulla scrivania, dove c'è un piatto con alcuni biscotti, e ne inizia a mangiare uno "hmm... potresti dirgli che te l'ha chiesto... " ridacchia "Marinette! oppure... oppure potresti chiedergli di vederti da qualche parte perché vuoi ringraziarlo. Ma forse è meglio che tu non gli dica niente." Marinette riflette "Hmm forse non dire niente è la cosa migliore. Potrei portargli un regalo dicendo che me l'ha dato... ehm.. Marinette, che ne dici?" "Mi pare una buona idea" conclude Tikki.

     

Si è fatta l'ora dell'appuntamento, e i due eroi si trovano sul bordo di una cupola della cattedrale del Sacré-Coeur.

 

Chat Noir era già lì, sorride quando vede l'eroina in rosso, ma lo sguardo è serio. Ladybug non ne è sicura ma le sembra che lui abbia gli occhi lucidi. "Ciao, Micetto" esordisce, tentando a sua volta un sorriso.  "Ciao." fa lui, secco "Vorresti spiegarmi o intendi lasciarmi all'oscuro anche adesso?". Ladybug è un po' confusa dal suo strano atteggiamento "Si", gli dice, fissandolo negli occhi verdi, che le sembrano un po' diversi dal solito "sediamoci, vuoi?" e lo invita a mettersi accanto a lei battendo la mano sulla pietra "è che... ero in ritardo perché... è.. è imbarazzante, Chaton.. sono.. ecco... " Ladybug si guarda i piedi, nervosa "insomma cose da donne, capisci..." 

Chat noir arrossisce sotto la maschera e fa "ah. Scu-scusami ma ero molto preoccupato, temevo che ti fosse successo qualcosa di grave" Fa una lunga pausa, poi si volta verso Ladybug, che non lo sta guardando "ma dimmi... perché quando hai accompagnato Marinette hai detto che era tutto a posto e dopo eri alla Dupont? Ti ho visto catturare l'Akuma? Io... Mylady io mi fido di te ma... ma credo che tu non ti fidi di me." fa una pausa, mentre Ladybug si gira e lo guarda negli occhi "Posso sopportare se non mi ami. Ma non mentirmi. Ti prego".

 

La ragazza è presa alla sprovvista e pensa freneticamente a una risposta, preoccupata vedendo la preoccupazione, quasi la paura nello sguardo del suo compagno di avventure "Chat Noir, vedi io... io... l'ho fatto per proteggere le nostre identità. Siccome non sono arrivata subito, Papillon avrebbe potuto avere dei... dei sospetti che io... beh che io fossi Marinette, per cui per prima cosa l'ho portata al sicuro e tu.. tu ti stavi per ritrasformare, dovevo fare in.. in fretta e.. e.."

Improvvisamente, per la seconda volta quel giorno, Ladybug abbraccia Chat Noir, appoggiando il viso sulla sua spalla, gli occhi stretti per trattenere le lacrime. "Non ti mentirei mai, Chat Noir."

Lui sulle prime rimane immobile, poi lentamente ricambia l'abbraccio, sentendo un altro po' di peso lasciargli il petto.

 

"Grazie" dicono entrambi, contemporaneamente, la luce della Luna a definirne le sagome.

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