And Then I Met You

di Rack12345
(/viewuser.php?uid=277794)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Atto ***
Capitolo 2: *** Secondo Atto ***
Capitolo 3: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Primo Atto ***



Primo Atto





Il 3 Marzo 2019 la mia sveglia suonò alle 5.00 in punto. Scattai in piedi nonostante non ce ne fosse effettivamente bisogno, ma non vedevo l'ora di alzarmi quel giorno.
Ero in vacanza insieme al mio fidanzato, avevamo deciso di passare qualche giorno a Milano prima della ripresa delle mie  lezioni universitarie, per farmi staccare completamente il cervello dopo la sessione di esami appena passata che era stata molto stancante.  
In realtà non lo staccai poi così tanto, studiando Storia dell'Arte, a Milano vedemmo moltissime opere d'arte, in particolare di Leonardo, che lì aveva avuto i suoi anni migliori.
Quello sarebbe stato l'ultimo giorno a Milano, ma avevamo ancora qualche giorno da poter usare, così due giorni prima...
 



Avevo in mano il cellulare, mentre eravamo seduti su una panchina di Parco Sempione. Stanchissimi per la lunga camminata che avevamo fatto per mezza Milano, avevamo deciso di riposarci lì, ognuno controllando le notifiche sul proprio cellulare.
Aprii instagram dove vidi un post che attirò molto la mia attenzione, tanto da farmi sorridere da sola come una scema.
Era un post di Synnove Karlsen, l'attrice che aveva interpretato Clarice Orsini nella serie de I Medici. Avevo visto la seconda stagione, e sapevo che stavano attualmente girando la terza ed ultima. Nella foto, che era un selfie di quelli che si fanno anche le persone "comuni",erano presenti alcuni degli attori principali:Toby Regbo, Aurora Ruffino, Synnove stessa e Daniel Sharman.
La foto era stata scattata la sera prima a Firenze, quindi quasi sicuramente sarebbero stati lì per qualche giorno per girare alcune scene.
Ero (e sono) follemente fan di quella serie.
Andrea, il mio fidanzato, aveva visto il mio sorriso ed aveva sbirciato sul mio telefono.
-Ridi da sola?- mi chiese mettendo via il suo telefono passandomi poi un braccio intorno alle spalle per guardare insieme a me la foto.
Balbettai un attimo, presa alla sprovvista.
-Oh ehm, no!- dissi ridendo. - Guarda come sono carini, stanno girando la terza stagione.- un sospiro mi uscì involontariamente.
In quel sospiro c'era tutto.
E Andrea lo sapeva benissimo.
-Sono a Firenze?- mi chiese.
-Già..-
-Vorresti andarci?- chiese lui sollevando lo sguardo sul mio viso.
Mi voltai verso di lui con gli occhi illuminati.
Andrea sapeva benissimo quanto amassi la serie, quanto amassi Firenze, soprattutto per il mio legame con l'arte, e quanto amassi Daniel Sharman dopo averlo visto proprio ne I Medici.
Non solo, sapeva quanto amassi il mondo del cinema in generale e quanto avrei voluto prima o poi vedere un set cinematografico.
Il mio pessimismo, come sempre, ebbe la meglio. Per cui dopo un primo istante di gioia risposi:
-Ehm, non saprei, potrebbe essere stata l'ultima sera a Firenze e per questo avrebbero fatto la foto. Potrebbero essersene già andati, mi sembra difficile che scrivano il luogo in cui stiano girando. E poi non posso chiederti di fermarci anche a Firen..-
Mi interruppe ridendo.
-Rachele. Andiamo a fare un giro a Firenze, ogni volta che torniamo da un viaggio che sia a nord di Roma. Probabilmente, anche se non avessi visto la foto, tra due giorni durante il viaggio di ritorno me lo avresti chiesto!-
Sorrisi e mi passai una mano sulla fronte pensandoci.
Alla fine era vero, ogni volta che facevamo un viaggio, prima di tornare a casa, passavamo sempre per Firenze, anche solo per fare una passeggiata nelle vie della città.
Avevo un rapporto strettissimo con quella città, così come lo avevo con la mia, Roma.
-Avanti..- continuò lui. -So che te ne pentiresti se non ci andassimo. Ho ancora 3 giorni di ferie. Stiamo con la macchina, possiamo fare come vogliamo. E qualora non ci fosse alcun set, avremo semplicemente fatto il nostro giro di rito.-
Scossi la testa sorridendo, poi guardai nei suoi occhi scuri e mi ci persi, pensando a quanto fossi fortunata ad avere una persona come lui.
Gli gettai le braccia al collo sorridendo.
-Non vorrei annoiarti qualora dovessimo trovare il set: starei lì a fissarli tutto il giorno. E poi non vorrei annoiarti con le mie fangirlate su Daniel Sharman!-
Lui alzò gli occhi al cielo.
-Sai che non mi annoio se sono con te, e poi piacerebbe anche a me scoprire il dietro le quinte del cinema. E sai che non mi da fastidio il tuo rapporto con un attore, quindi smettila con questi sensi di colpa che non hanno senso.-
Gli stampai un bacio sulle labbra. Era proprio l'uomo per me.
-Io ti amo.- gli dissi.
-Anche io.- mi rispose abbracciandomi e carezzandomi i capelli. -Sai che farei di tutto per te. Mi va bene anche che tu faccia le tue fangirlate su Daniel Sharman, se significa vederti felice. Lo sai, te lo dico sempre.-
Lo strinsi più forte che potevo.

 




Il programma della mattina era dunque viaggiare verso Firenze!
Mi svegliai alle 5.00 per radunare tutto e preparare la colazione per Andrea che, essendo molto più rapido di me, si sarebbe svegliato un'ora dopo.
La partenza era prevista alle 6.30, con circa 3 ore di viaggio. Saremmo stati a Firenze per le 9.3010.00 a seconda del traffico.
Vagai la prima mezz'ora per l'appartamento che avevamo affittato cercando tutti i vestiti. Ovviamente i miei erano sparsi ovunque, poi radunai gli oggetti in bagno lasciando fuori dalla valigia solo gli spazzolini, che avrei messo via solo dopo aver fatto colazione.
Per la colazione preparai i Pancakes con le ultime cose rimaste nella dispensa, guarnendoli con banane a rondelle  e un po' di sprazzi di nutella, la poca che era rimasta. E il caffè ovviamente.
Mi vestii indossando dei jeans verde militare ed una maglietta a maniche corte nera. Poi successivamente sopra avrei aggiunto camicia, maglioncino, giubbetto di pelle, sciarpa e cappello, visto che comunque era da poco iniziato Marzo (anche se era stranamente caldo) e che saremmo usciti molto presto.
E comunque vestirmi a cipolla era sempre stata la cosa che avevo saputo fare meglio!
Ai piedi le mie fidate converse nere.
Si fecero in fretta le 6.00, così andai a svegliare Andrea prima di continuare a prepararmi per sistemare i capelli.
Mi sedetti sul bordo del letto. Se ne stava li a dormire in mutante a pancia in giù, come un neonato.
Gli accarezzai i capelli.
-Amore..-
Farfugliò uno strano suono.
-Andre', alzati ci sono i pancakes..- dissi sempre a bassa voce.
Lui si giro a si mise a sedere stropicciandosi gli occhi.
-Davvero?- mi chiese.
-Certo!-
-Wow.- disse sbadigliando.
-Dai, vestiti. Io mi sistemo in bagno e ti raggiungo in cucina.-
Gli scoccai un bacio sulla guancia e mi chiusi in bagno, mentre sentivo che lui iniziava ad aprire l'armadio tirandone fuori gli unici vestiti che gli avevo lasciato fuori dalla valigia.
Non doveva neanche fare la fatica di scegliere cosa indossare!
In bagno mi sistemai i capelli: li umidificai leggermente con l'acqua bagnandomi le mani, poi li raccolsi in una treccia. Sapevo che poi l'avrei sciolta, perchè odiavo tenere i capelli raccolti, e che avrei ottenuto l' effetto mosso che amavo.
Non mi truccai, non lo facevo mai. Soprattutto quando dovevo viaggiare. Volevo essere comoda e non preoccuparmi continuamente del mascara colato o di altro. Misi solo la crema viso, per poi riporre il mio beauty case in valigia e raggiungere Andrea in cucina.
Mi sedetti accanto a lui e mi versai del caffè in una tazzina, che bevvi senza zucchero.
Andrea aveva visto che c'era un solo piatto ed era il suo, e i pancakes erano tutti nel suo piatto.
-Ma tu non mangi?- mi chiese.
-Ma sei matto?!- risi. -No, non ce la faccio.- 
Riuscii solo a bere il caffè.
 



Ore 9.00
Mi svegliai con il collo dolorante, tanto che emisi un verso portandomi la mano a tastare il punto in cui sentivo dolore.
-Buongiorno principessa!- disse Andrea, che teneva entrambe le mani saldamente sul volante
Mi voltai lentamente nella sua direzione con lo sguardo supplichevole, che lui non potè vedere perchè indossavo gli occhiali da sole.
-Scusami, mi sono addormentata..-
-Eh! Strano non succede mai!- ironizzò.
Era sempre così. "Ti faccio compagnia" gli dicevo, e poi dopo mezz'ora crollavo.
Mi stiracchiai per qualche secondo poi mi tolsi gli occhiali specchiandomi nello specchietto del passeggero e notai che avevo dei segni rossi sui lati del volto, segno che mi ero addormentata proprio in una brutta posizione.
-Ma tu guarda..- bisbigliai.
Notai anche la mia treccia ingarbugliata, che sciolsi come avevo previsto e sistemai i capelli lunghi sul mio busto, mi arrivavano al bacino stando seduta.
-Ti fai bella per Daniel?-
Lo guardai storto.
-Non illudermi! Comunque no, mi faccio bella per te!- guardai un' ultima volta nello specchietto. -Sì, sì, proprio bella sono. Guarda che occhiaie.- conclusi, per poi chiuderlo sul tetto della macchina.
-Sì, lo sei.- disse Andrea prendendomi una mano e baciandone il dorso.
Scossi la testa. Non mi avrebbe mai convinto di questa cosa.
Guardai alla svelta l'orologio al mio polso.
-oh wow, già le 9.00! Quanto manca?-
-Poco, il navigatore mi dice che tra 20 minuti saremo all'Hotel.-
-Cosa? Come mai così presto?-
-Beh mentre dormivi io guidavo, sai? Comunque per strada non c'era nessuno praticamente.-
Mentre Andrea mi rispondeva il mio cervello realizzò.
-Aspetta un momento..- dissi. -Hotel?-
-Sì!-
-Cioè, stiamo più di un giorno?-
-Sì, ho prenotato per una notte.-
-Scusa ma quando l'avresti fatto?-
Andrea mi guardò di lato, alzando le sopracciglia.
-Oh giusto, mentre dormivo ovviamente.- risposi ridendo. -Ma non dovevi. Non puoi spender..-
-Shh!- mi interruppe. -Non voglio sentire storie. L'ho fatto per me, così almeno possiamo ripartire con calma domani pomeriggio e posso riposarmi dal guidare.-
Sapevo che non era vero. Andrea non aveva problemi in queste cose, l'estate precedente si era fatto 8 ore di fila per tornare dalle Dolomiti.
Sapevo che l'aveva fatto per me, per darmi più possibilità di vedere il set o di incontrare Daniel.
Era bellissimo da parte sua assecondare questo mio desiderio e capirmi così appieno. Io probabilmente non sarei mai stata in grado di comportarmi come Andrea se lui avesse avuto un tale amore per chiunque, anche per un personaggio famoso.  
Gli ero molto grata per questo.
Ero quasi insopportabile quando si parlava di Daniel Sharman.
In realtà prima di vederlo nella seconda stagione de I Medici non l'avevo mai visto come attore, avevo visto il suo volto ovviamente, ma non ricordavo dove. Mi aveva rapito completamente nei panni di Lorenzo il Magnifico e questo mi avevo portato a vedere anche i suoi altri ruoli, ma nessuno era all'altezza (almeno per me) dell'interpretazione che Daniel aveva dato di Lorenzo. La perfezione più assoluta in tutti i dettagli, il mostrarlo così umano nei vari aspetti quotidiani della vita.
Capii presto che era un attore di grande talento, quando lo vidi nel film di Albion interpretare la parte di Lìr. Era un uomo in grado di passare da un personaggio buffo e a tratti "superficiale" come Lìr ad un uomo colto, con una forte caratterizzazione psicologica come Lorenzo de Medici.
Lo capii ancora di più quando vidi un suo provino su youtube. Era qualcosa di meraviglioso.
Guardai la seconda stagione de I Medici in inglese, dopo averla vista in italiano, e mi resi conto che era perfetto. Non ci sono altre parole per descriverlo.
Da lì in poi nacque un amore per Daniel indescrivibile. Indescrivibile nel vero senso della parola. Non era ovviamente l'amore che si prova nei confronti del proprio partner. Semplicemente lo adoravo e mi lasciava a bocca aperta ogni volta che lo vedevo recitare.
Ogni inclinazione della sua voce, ogni sfumatura dei suoi occhi.
Oh, i suoi occhi.
La cosa più espressiva che esista sulla faccia della terra. Daniel per me poteva recitare senza parlare, mi bastava vedere i suoi occhi.
Andrea interruppe il flusso dei miei pensieri.
-Stai fantasticando?-
Scossi la testa.
Sospirai. -Sai che ti amo, vero?-
Lui alzò gli occhi al cielo come sempre.
-Certo che lo so, stai tranquilla!-
Annuii tornando a guardare davanti a me.
-Ra, sul serio..- continuò lui. -Tranquilla e goditi questo  giorno e mezzo a Firenze, chiunque ci capiti di incontrare o meno.-
Annuii di nuovo.
La mia insicurezza si fece sentire, iniziai a tormentarmi le mani. Cosa gli avrei detto se lo avessi incontrato?
-Non ci pensare.- fece Andrea.
-Come?-
-So cosa stai pensando. Non ci pensare. Uno, perchè se ti immagini tutta la scena e poi non c'è, ci rimani malissimo. Due, perchè non ci pensare e basta, cosa dirgli ti verrà spontaneo quando e se te lo troverai davanti.-
Gli sorrisi cercando di smettere di pensarci.
-Ok, te lo confermo. Ti amo, Andrea.-
-Dormi, così non ci pensi!-
E lo feci, ovviamente.
Andrea mi svegliò solo quando parcheggiò la macchina nel parcheggio sotterraneo dell'Hotel.
Ci eravamo già stati, più di una volta, ma dall'ultima erano passati due anni, perchè ultimamente andavamo a Firenze solo di passaggio, senza fermarci.
Mentre Andrea andava al check in, io infilai in uno zaino, decisamente meno ingombrante della valigia, solo un cambio per il giorno dopo e i pigiami per me e per Andrea, ed anche i beauty case. In fondo si trattava solo di una notte.
Chiusi la macchina  e salii alla reception dove trovai Andrea ad aspettarmi, per poi togliermi lo zaino dalla schiena e dirigerci verso la nostra camera.
Una volta entrati ci ricordammo che era la stessa camera di quando ci andammo la prima volta, nel 2016, per il mio diciannovesimo compleanno.
Rimanemmo un po' a rilassarci sdraiati sul letto, poi ci rinfrescammo ed infine uscimmo per le vie di Firenze.
 Erano circa le 11.00.
Optammo per il nostro solito giro per le vie della città, guardando i vari luoghi solo dall'esterno, senza entrare in alcun museo, altrimenti ci saremmo persi lì dentro, soprattutto io.
Cominciammo da Piazza del Duomo, passando accanto al campanile di Giotto, poi al museo del Bargello. Proseguendo a destra, dopo aver oltrepassato il museo del Bargello, passammo Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio,  e gli Uffizi che contemplammo semplicemente dall'esterno. Attraversammo la piazza, passammo Ponte Vecchio, attraversando quindi l'Arno.
Il solo passeggiare in quelle vie mi faceva sentire libera, ma allo stesso tempo a casa.  
Mi immergevo completamente nei secoli del rinascimento, soprattutto quando c'era poca gente come in quello strano giorno. Mi ci immergevo e mi piaceva, immaginando me e Andrea in posa per un dipinto di Botticelli o di Perugino.
Feci la mia foto di rito  al centro del Ponte, poi tornammo indietro verso la sponda dell'Arno da cui eravamo venuti. Camminammo seguendo il corso dell'Arno fino a trovarci nel giardino pubblico più bello di Firenze, almeno secondo me: il Parco delle Cascine. Ci andavamo sempre. Lo attraversammo, poi trovarci sulla passerella detta "dell'Isolotto" che ci permetteva di attraversare l'Arno, diretti ad uno dei "nostri" bar di Firenze.
Avevamo bisogno di un po' di energia dopo tutti quei passi. Il mio stomaco continuava ad essere chiuso, ma almeno dovevo bere.
Arrivammo al bar i Portici, entrammo e, mentre io mi sedetti al tavolo, Andrea ordinò al bancone un succo per me ed un cappuccino per lui.
Io tirai fuori il cellulare dalla borsa, nell'attesa, e mandai un veloce messaggio a mia madre, spiegandole che ci eravamo fermati per una piccola pausa.
Poggiai un gomito al tavolo, e il mio mento sul palmo della mia mano, a sostenermi la testa.
Sentii una risata che attirò la mia attenzione, e mi venne naturale cercare di capire da dove venisse.
Veniva dall'esterno.
Il bar aveva la parete che dava sulla strada fatta di tre grandi vetrate e quindi potei vedere bene chi era stato a produrre quella risata.
Per due secondi non respirai. Anche cinque.
Si trattava di un ragazzo che se ne stava lì seduto, aveva appena riattaccato al telefono e si stava concentrando sul cappuccino che aveva davanti, sciogliendovi dentro una bustina di zucchero. Era solo, dunque la sua risata era dovuta alla telefonata.
Lo vidi scuotere leggermente la testa come se stesse ancora pensando a quella telefonata.
I capelli biondo scuro più lunghi rispetto a quello che mi aspettavo, così come la barba, mi mandarono leggermente fuori strada.
Ma cazzo.
Avevo davanti Daniel Sharman.
Daniel Sharman era a circa 20 metri da me, ed io ero lì imbambolata con la bocca in una O e gli occhi spalancati. E lui era sotto il portico del bar. A bere un cappuccino.
Persi dei battiti forse. Più ci pensavo, più mi agitavo.
Fu Andrea a distogliermi, arrivando con in mano le nostre ordinazioni, porgendomi il succo che presi sorridendo nervosamente.
-Ra, tutto bene?-
-Ehm.. sì.. tutto bene..-
Bevvi un sorso del succo e il mio stomaco fece uno strano suono, non voleva assolutamente che ingerissi nulla. Ma mi forzai a farlo, altrimenti sarei svenuta.
Continuavo a lanciare occhiate all'esterno, come per assicurarmi che Daniel non se ne andasse. E non se ne andava, stava lì a sorseggiare il suo cappuccino, con la schiena poggiata alla poltroncina in vimini e le gambe leggermente divaricate, guardandosi intorno, guardando la gente, come se fosse stato trasparente. Come se fosse stato consapevole che nessuno avrebbe potuto vederlo.
Cosa assurda che ad oggi non mi sono ancora spiegata, comunque.
-Buono questo cappuccino!- esclamò Andrea. Ogni bar che provava doveva sempre ricevere il suo giudizio sul cappuccino, era una sua fissa.
Posai il bicchiere sul tavolo ignorando la sua affermazione.
-Andrea..-
-Sì?-
-Devo dirti una cosa.-
Mantenne il suo solito sguardo impassibile.
-Che è successo?-
Sospirai molto rumorosamente.
-C'è Daniel Sharman.- sussurrai.
-Cosa?? Dove??- chiese lui iniziando a girarsi.
-Shh!! Fa piano, nessuno lo ha visto.-
Gli indicai con un cenno della testa di guardare oltre la vetrata, dietro di lui. Andrea guardò e poi si girò verso di me.
-Beh ma che fai, vai!!-  mi disse.
Mi passai entrambe le mani sul volto. Ero quasi disperata.
-No.-
-Scusa? Come no?!-
-Non posso, io non ce la faccio, io non so l'inglese, non posso farlo, non..-
Ok, forse la mia agitazione si stava trasformando in un attacco di panico.
-Oh Ra, calmati. Mi metti paura. Respira.-
Feci 4-5 respiri profondi ad occhi chiusi.
Poi li aprii per controllare che Daniel fosse ancora lì.
C'era.
Dio mi stava in tutti i modi dicendo "VAI TI PREGO CAMMINA".
Andrea mi prese una mano e portò la mia attenzione su di lui.
-Amore, non devi parlarci per forza.-
-A-a me sembra incredibile già poterlo vedere dal vivo.- dissi.
-Lo so, lo so. Se stai bene così, a me va bene. Ma non lasciare che la tua paura di provare a fare qualcosa di nuovo ti blocchi. Potresti pentirtene.-
Alzai gli occhi al cielo.
-Oh andiamo, non ricominciare.- dissi sbirciando di nuovo dietro le sue spalle.
-Non sto ricominciando, è che di solito è così.- affermò lui serio.
Lo guardai senza sapere che dirgli.
 Aveva ragione: stavo davvero per farmi scappare l'occasione di parlare alla persona che costituiva la mia maggiore ispirazione nella vita?
-Facciamo così..- mi disse.- .. hai tempo di pensarci finchè non finisco il cappuccino. Te lo dico mi bastano due sorsi. Lo sai!-
Annuii, credendoci come una tonta. E invece Andrea aveva altri piani.
In quello stesso istante Daniel tirò fuori il portamonete.
-Ecco, se ne sta andando.- dissi.
Tempo 1 secondo e il cappuccino di Andrea era finito. Afferrò la mia borsa e la mia mano e mi trascinò verso l'uscita.
-Ma non paghi?!-
Andrea farfugliò un "Già fatto!" mentre mi trascinava fuori dal bar.
-Aspetta, aspetta!!- dissi a metà tra il sussurro e il gridare.
Sulla soglia della porta del bar Andrea mi lasciò la mano e mi guardò incredulo.
-Non è solo la paura,- spiegai. -E' che non voglio sembrare una ochetta che gli corre dietro, sta qui da solo, si sta rilassando, si sta evidentemente riposando, è in pausa.- dissi guardando di nuovo alle spalle del mio fidanzato e vidi che Daniel stava lasciando le monete sul tavolo.
Andrea mi guardò con le sopracciglia inarcate.
Ormai Daniel si era voltato per andarsene.
Io sospirai.
Andrea si voltò verso Daniel.
-No Ra, io non ci sto, hai fatto, abbiamo fatto, tanta strada.- disse.
E poi non mi resi pienamente conto di quello che accadde.
Vidi Andrea girare i tacchi a grandi falcate. Daniel non riuscì nemmeno a scendere lo scalino che separava la zona rialzata del bar dalla strada fatta di sampietrini.
Strizzai gli occhi più volte incredula, finchè non dovetti crederci per forza quando Andrea disse il più sottovoce possibile:
-Ehi, Daniel!-
"Dio, non l'ha fatto davvero." pensai.
Vidi Daniel voltarsi mentre Andrea gli parlava in un inglese dall'accento un po' romano. Sì, lo so, assurdo.
Gli stava indicando me, ma non avevo idea di cosa gli stesse dicendo, il mio cervello ormai era andato.
Portai una mano a coprirmi la bocca, altrimenti ci sarebbero entrate le mosche.
Andrea era pazzo.
Completamente.
Continuava ad indicarmi, mentre Daniel annuiva e quando quest'ultimo mi guardò, mi si sciolse il cuore.
 


TO BE CONTINUED..
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




Buonasera!
Desclaimer:
-Tutto ciò che avete letto e che leggerete nel prossimo e ultimo capitolo è puramente inventato. I personaggi sono reali. Io e il mio fidanzato Andrea esistiamo, così come Daniel (per fortuna!). Il resto  è tutto puramente inventato: non ho mai incontrato Daniel, nè sono certa che il 3 Marzo 2019 fosse a Firenze per girare la terza stagione de I Medici. Prendete ciò che avete letto e che leggerete come una semplice storia, giusto per sognare un po'!
-Chiedo scusa ai fiorentini per la descrizione di Firenze, non ho un buon senso dell'orientamento
-Daniel Sharman non mi appartiene, purtroppo
Spero che la storiella che vi sto raccontando vi possa piacere. Amo questo attore, amo il suo modo di recitare, amo la sua dolcezza.
Non ho altro da dire. Ah, sì! Lasciatemi una recensione, mi fa piacere sapere cosa ne pensate anche per poter crescere dal punto di vista della scrittura.
A presto! =)


Rack
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Secondo Atto ***


Secondo Atto
 

 



Avete presente quando siete fan di un attore o un personaggio famoso e lo amate talmente tanto da sognarlo? E, visto che i sogni sono sempre assurdi, sognate di incontrarlo in circostanze del tutto normali, come se nulla fosse, come se vi conosceste da sempre?
A me succedeva spesso.
Eppure quel giorno non successe.
Quell'assurdo 3 Marzo stava accadendo tutto davvero, e per me non era assolutamente normale come sarebbe stato invece in uno di quei sogni.
Sentimenti contrastanti presero a crescere dentro di me.
Il mio cuore poteva scoppiare dalla gioia di averlo semplicemente visto. Ma poteva scoppiare anche dalla gioia di potergli parlare, grazie ad Andrea. Mi sentivo anche a disagio però.  Andrea aveva di nuovo perso il sopravvento nelle mie scelte e, come sempre, ero costretta ad affrontare una situazione che non sapevo come affrontare. Ma l'avrei ringraziato, come sempre. Mi sentivo una scema, perchè non ero riuscita ad andare da sola da Daniel. Mi sentivo stupida per la mia espressione: le labbra dischiuse per lo stupore coperte dalla mia mano, gli occhi spalancati, le sopracciglia alzate.
Soprattutto mi sentivo una rompiscatole ad averlo disturbato.
Tuttavia l'occhiata che mi lanciò Daniel, mentre Andrea gli spiegava la situazione, mi rassicurò. Era sereno e sorrideva anche se aveva le sopracciglia corrucciate per comprendere l'inglese dall'accento romano di Andrea.
Quei pochi secondi in cui parlarono mi sembravano interminabili. Andrea gli stava spiegando che ero una sua fan e che amavo la serie che stava girando al momento.
E lui era bellissimo. Con le mani in tasca e leggermente imbarazzato (lo era lui, figurarsi io) mosse qualche passo lentamente verso di me, si guardava intorno spesso, probabilmente stava sperando di non dare nell'occhio. Il terrore di averlo disturbato in un momento di relax mi assaliva sempre di più.
 Andrea lo seguiva con un sorriso compiaciuto.
Arrivò davanti a me e pensai di morire. Si passò una mano tra i capelli e mi sorrise.
Quel sorriso effettivamente mi tolse la vita.
-Ehi!-
Daniel Sharman mi aveva appena detto "ehi".
-Oh dio.- fu tutto quello che riuscii a dire.
Lui rise.
Avevo fatto ridere Daniel. Evidentemente dopo un anno e mezzo che era in Italia aveva imparato a conoscere qualcuna delle nostre espressioni.
Il tuo attore preferito ti dice "Ehi" e tu rispondi "Oh dio"? Effettivamente è divertente.
-Grazie di essere venuti fin qui.- mi disse.
Ok, stavo per sciogliermi.
-Oh no, grazie a te per il lavoro che stai facendo!- risposi in un inglese che neanche sapevo di conoscere fino a pochi secondi prima.
Lui mi sorrise di nuovo, poi lanciò uno sguardo sulla strada leggermente preoccupato, così mi prese per le spalle e mi fece spostare, in modo che lui desse le spalle alla strada e io, di fronte a lui, dessi le spalle all'ingresso del bar. Mi resi conto che era assurdamente alto, e io dai miei 155 cm mi sentii sovrastata.
Comunque avevo ragione, era in un giorno di riposo e non voleva essere visto o disturbato.
Mi sentii tremendamente in colpa.
-Oh mio Dio, è il tuo giorno di riposo, vero?-
Lui annuì. -In realtà solo mezza giornata, dopo pranzo torneremo a girare.-
Sospirai e con aria colpevole scossi la testa.
-Mi dispiace infinitamente averti disturbato, io l'avevo detto che non era il caso.- dissi lanciando un'occhiataccia ad Andrea che era accanto a Daniel.
-Oh, no non preoccuparti, sei l'unica ad avermi visto oggi.- rispose Daniel. -Comunque hai un fidanzato meraviglioso, lo sai?-
Annuii. -Lo so..-
Guardammo entrambi Andrea che fece spallucce guardando in alto.
-Allora,- disse Daniel. -Vuoi una foto, un autografo? Però dovremmo entrare nel bar, è vuoto e possiam..-
Per un attimo i miei occhi si velarono di lacrime dalla gioia, ma riuscii a ritrarle e lo interruppi.
Il mio cervello pensò "Ma sei pazza? Interrompi Daniel Sharman che ti offre una foto?".
-Oh, no, no, Daniel non ce n'è bisogno, mi è bastato vederti. Non voglio disturbarti ulteriormente, anzi ti chiedo scusa.-
Andrea mi guardò con gli occhi ridotti a due fessure.
-God, you're so sweet.- mi disse Daniel.
Boccheggiai, incredula per quello che mi aveva appena detto.
Era assurdo. Sarei dovuta essere io a fargli i complimenti, non il contrario!
Pensai che quell'uomo fosse la perfezione.
Assottigliò gli occhi guardandomi, come se stesse pensando. Il suo sguardo si fece attento e vigile e si guardò intorno parecchie volte, finchè non puntò lo sguardo su una piccola chiesa che si trovava al di là della piccola strada in cui eravamo e un po' più spostata rispetto al bar.
Non capii.
-Daniel?- chiesi in un attimo di spavalderia.
I suoi occhi andarono per un paio di volte da me alla chiesetta, poi ci fece un gesto con la mano.
-Venite.- disse.
Voleva portarci in una piccola chiesetta?
Come sempre non ne capii subito il motivo, cosa che invece Andrea fece:
-No, andate voi.- mi disse in Italiano. -Io vi aspetto qui. Magari cerco in giro qualche souvenir e poi lì c'è quella libreria dove vado sempre.-
Sgranai gli occhi e annuii, poi tradussi velocemente a Daniel.
Lui guardò Andrea chiedendogli se ne fosse sicuro.
Effettivamente quale fidanzato lascia andare via la propria ragazza con il suo attore preferito?
Ma Andrea era perfetto per me, come ho già detto. E poi cosa mai avrei potuto fare a Daniel?
Al pensiero di stare da sola con lui mi tremarono tutte le ossa.
Dopo aver lanciato un ultimo sguardo ad Andrea, Daniel mi mise una mano sulla schiena indirizzandomi verso la chiesa, sempre nella speranza che nessuno lo vedesse.
Non era possibile che stesse accadendo veramente. Che stesse accadendo a me. A quel contatto mi tremarono le ossa, i muscoli, gli organi, tutto.
 



Entrammo di soppiatto nella piccola chiesa, spoglia. Si trattava di una chiesa normale. Non sembrava neanche più di stare a Firenze.
Era completamente vuota, ad eccezione di un sacrestano che stava sistemando l'altare. L'unica luce era quella data dalle vetrate trasparenti nella parte alta della chiesa.
Fu quasi inquietante, ma non me ne curai molto quando Daniel mi fece cenno di sedermi in uno degli ultimi banchi.
Si sedette accanto a me, poggiando entrambi i gomiti sulle ginocchia e voltandosi verso di me.
Non disse nulla, per il primo minuto, si limitò a sfregarsi le mani tra loro  sorridendomi leggermente.
Io invece stavo tormentando le mie mani, strappandomi via le pellicine e  l'avevo guardato solo con una veloce occhiata di striscio. In realtà non mi ero accorta di quello che stavo facendo alle mie mani.
Lui invece sì, così poso una mano sulle mie, stringendole.
Dio, aiuto.
Le sue mani dalle dita sottili e affusolate stavano stringendo le mie.
A quel punto lo potei guardare dritto negli occhi. Eravamo molto vicini. Ci sprofondai dentro. Le telecamere non rendevo assolutamente giustizia al colore particolare dei suoi occhi. Un blu intenso, magnetico. A quella poca luce però sembrava diventassero di un bellissimo verde petrolio. E , tra parentesi, il blu era il mio colore preferito.
Scossi la testa di nuovo incredula. Era un sogno.
-Tu vuoi uccidermi, Daniel.- affermai.
Lui rise a bassa voce, e la sua voce risuonò ancora più profonda del solito, scavandomi dentro.
-No, giuro. Non potrei mai, sei stata troppo gentile con me. La fan più gentile che abbia mai incontrato.-
-Vedi, vuoi uccidermi.-
Scosse la testa sorridendo.
Ero troppo compiaciuta dentro di me, stavo strappando molti sorrisi a Daniel grazie alla mia stupidità!
L'imbarazzo di entrambi era palpabile. Avevo sempre pensato e immaginato che Daniel fosse una persona timida e dolce e ne stavo avendo la conferma, per quel che stavo vedendo in quel momento almeno.
-Ehm, posso.. posso abbracciarti?- mi chiese.
Sì.
Lui lo chiese a me.
-Oh Dio, certo che sì, scusami se non te l'ho chiesto, non volevo essere ancora più invadente!-
-Non lo sei stata affatto.- disse aprendo le braccia.
Mi strinse a sè e io feci lo stesso. Poggiai la guancia sul suo petto, mentre mi accarezzava i capelli.
L'abbraccio durò qualche secondo che a me sembrò interminabile e sperai che non terminasse mai.
La sua dolcezza era senza confini.
Ci separammo e lo ringraziai imbarazzata.
-E' un piacere.- mi rispose. -Non mi hai detto come ti chiami.- mi sussurrò, cercando di fare il più piano possibile, visto che il sacrestano ci aveva guardati male.
-Puoi chiamarmi Rachel.-
Mi guardò alzando un sopracciglio.
-No, sei italiana. Qual è il tuo vero nome?- assottigliò gli occhi come a studiarmi.
Risi. -Per me puoi chiamarmi anche Rachel, perchè il suono del mio nome magari è un po' particolare per chi non parla l'italiano.-
Alzò le sopracciglia aspettando che glielo dicessi.
-Rachele.-
Lui annuì.
-Rachele.- ripeté, con una e finale che andava trasformandosi in una i e con una c un po' troppo dura.
Ma mi andava bene lo stesso, Daniel Sharman avrebbe potuto chiamarmi anche semplicemente "Oh".
-L'ho detto bene?-  mi chiese.
-Quasi perfettamente!- risposi.
-E come si scrive?-
Fui sorpresa di quanto fosse interessato al mio nome.
-Come Rachel, ma con una e alla fine.-
Mi annuì di nuovo sorridendo.
-E' un bel nome.-
A terra si poteva vedere il mio corpo che si stava liquefacendo.
Rimanemmo a scambiarci qualche sguardo imbarazzato per un minuto buono.
Poi ruppi il silenzio.
-E'-è incredibile, ti ho davanti e non so cosa posso dirti o chiederti.- mi passai nervosamente una mano in mezzo ai capelli buttandoli all'indietro. 
Daniel cambiò posizione mettendo un braccio steso sullo schienale del banco e portandosi una gamba incrociata sopra l'altra, girandosi meglio verso di me.
Rimase in silenzio pochi secondi.
-Posso chiederti qualcosa io, allora.- mi disse.
-Eheh, mai avrei pensato che Daniel Sharman avrebbe voluto sapere qualcosa di me.- dissi scuotendo la testa incredula.
Lui fece spallucce. -Perchè no? Mi interessano i miei fan, soprattutto quelli educati e gentili che  mi lasciano spazio e che mi trattano come una persona e non come una divinità.- inarcò un sopracciglio e guardò in alto ripensando a quello che aveva detto. -Nel senso.. non voglio apparire come uno che crede di essere una divinità. Credo che tu sappia che essendo un personaggio del mondo del cinema, ci sono molte persone che purtroppo mi vedono come tale, capisci che intendo?-
-Certo.-
Riprese quel discorso in cui mi stava velatamente facendo dei complimenti.
-E sono rimasto colpito da come hai reagito quando mi hai visto. Hai detto "Oh Dio", ma poi hai messo da parte quel sentimento egoistico tipico dei fan che fanno di tutto pur di farsi una foto con il proprio idolo e l'hai messo da parte per me, per evitare che qualcuno si accorgesse di una foto e quindi della mia presenza. Non sai quanto mi ha fatto piacere, non mi era mai capitato.-
I miei occhi ormai erano a forma di cuoricino.
-Ne sono contentissima.-
Ero un unicum nella sua vita? Stavo per urlarlo al mondo, ma lui continuò a parlare.
-Quindi siete venuti da Milano?- mi chiese.
Incredibile, stavo per avere una normalissima conversazione con Daniel.
-Siamo stati qualche giorno a Milano e  ora siamo venuti a Firenze. Ci veniamo sempre quando torniamo da un viaggio.-
-Oh quindi non siete di Milano, eravate in vacanza.-
-Sì, scusami Andrea non ha un buon inglese. Nemmeno io a dire la verità.-
-Oh no, al contrario, il tuo inglese è piuttosto buono! E te lo dice uno originario di Londra!-
Dio, aiuto di nuovo.
-Quindi da dove venite, se posso chiedere?-
-Roma.-
Questa volta furono i suoi occhi ad illuminarsi e il mio cuore non potè che riempirsi di gioia per questo.
-Davvero??- mi chiese. -Io adoro Roma e tutta l'arte che c'è in quella città! Anche Firenze ovviamente, ma qui ci sto da un anno e mezzo, anche da prima delle riprese, ed ho girato praticamente tutto. Di Roma ho visto poco, in realtà.-
Mi entusiasmai tantissimo nel vedere come parlava della mia città con gli occhi illuminati.
-Sì, Roma è Roma. Ma io mi trovo meglio a Firenze a dirla tutta. Probabilmente perchè, vivendoci, di Roma conosco anche i vari problemi.-
-Capisco.- disse. Si guardò le mani facendo il vago. -Beh magari puoi farmi da guida prima o poi!-
Soffocai una risata.
Cosa stava dicendo.
-Perchè ridi?- mi chiese.
-Oh, dici sul serio?-
Annuì.
-Beh se continui così Daniel, non so se arriverò viva a quel giorno!-
Rise anche lui.
-Ma mi piacerebbe moltissimo. Sai io studio storia dell'arte, so che anche tu sei appassionato.-
-Sì, eccome se lo sono! Wow, sei una persona interessantissima.-
Ok ora potevo morire felice. Non avrei rimpianto nulla.
Mi passai le mani sul volto in un misto tra l'essere sconvolta e lo star impazzendo di felicità.
-No, Daniel Sharman, tu lo sei.- puntò i suoi occhi nei miei, incastonandomi a lui. -Sei una persona interessantissima e ti conosco solo da come reciti o da come parli nelle interviste, non posso immaginare quanti altri strati di te esistano.-
Stette in silenzio per pochi secondi.
-Nessun fan mi aveva mai detto una cosa del genere.- disse continuando a tenere i suoi occhi fissi nei miei.
Mi sentii stupida, perchè la mia insicurezza era sempre con me.
-Oh, scusami.- dissi.
Che cretina..
Lui si sporse in avanti posandomi una mano sul ginocchio e scuotendo la testa.
-Oh, no, Rech, in senso positivo!-
Rech mi risuonò nella mente.
Un nomignolo. Daniel mi aveva dato un nomignolo. Rech, diminutivo di Rachel.
Bellissimo., lo adoravo.
-No sul serio, tu sei..- stavo per vomitare un fiume di parole, stavo per dire a Daniel Sharman tutto quello che pensavo di lui, non sapevo se sarebbe stata una cosa giusta, non sapevo se gli andasse effettivamente di ascoltami, ma mi buttai. Per la prima volta in vita mia mi buttai. -Sei un attore davvero fantastico. Ti ho visto la prima volta nei Medici e mi hai rapita fin da subito. E poi, devo essere sincera, ho avuto una ossessione piuttosto forte per te per qualche settimana, -risi nervosamente. - quindi ho visto quasi tutti i tuoi lavori nel giro di quelle settimane. Ho visto addirittura Teen Wolf, nonostante mi fossi sempre rifiutata di vederlo perchè io sono sempre stata team vampiri. E infatti in The Originals mi sei piaciuto parecchio. Ma comunque sei stato incredibile in tutto, ed è incredibile quanto il talento si veda nel fatto che sei in grado di interpretare tutto quello che ti si chiede. Nel senso, da Lìr, un elfetto delle fiabe un po' narcisista, -qui rise lui. -passando per Teen Wolf in cui Isaac è un personaggio molto particolare che ha però avuto poco spazio per potersi esprimere, ma tu lo hai saputo fare al meglio, arrivando a The Originals dove hai dato il via ad una crescita meravigliosa di un personaggio odioso come Kol Mikaelson, fino ad arrivare a Lorenzo De Medici. L'uomo più importante del 400 europeo. Per non parlare di quello psicopatico in Fear The Walking Dead, Troy.-
Mi fermai un attimo ad osservare la sua reazione.
Nessuna, solo continuava a fissarmi come ad aspettare che continuassi.
-Ma, secondo il mio umile parere, - continuai. -Con Lorenzo hai raggiunto un livello altissimo. Hai reso alla perfezione quello che volevi rendere: il suo lato umano, le sue emozioni. E in più non molto tempo fa mi sono ulteriormente innamorata di te, quando ho visto su youtube un tuo provino per una serie Netflix, per la quale spero ti abbiano preso perchè sei stato fantastico. Io sono rimasta imbambolata. Quanto dura, cinque minuti? Io per tutti quei cinque minuti, ogni volta che lo vedo rimango senza parole a bocca aperta davanti allo schermo. Voglio dire.. lì tu piangi, Daniel, cioè.. i tuoi occhi, la tua voce, rapiscono completamente chiunque guardi quel video. Sono lacrime vere. E poi quel video contiene lo stesso monologo che si ripete due volte, la seconda volta, prima che cominci, tu abbassi lo sguardo e quando guardi di nuovo nella telecamera hai gli occhi pieni di lacrime, è qualcosa di spettacolare.- ormai avevo distolto lo sguardo da lui, perchè mi imbarazzava aprirmi così tanto. Però ormai ero partita, non mi sarei fermata. Avevo anche iniziato a gesticolare ovunque. -So che magari suona strano, brutto, ma io adoro quando piangi. Nel senso quando reciti ovviamente. Lo fai con una tale naturalezza, realisticità e umanità che sono devastanti. Cioè piango anche io per la bellezza di quello che crei. Meraviglioso. E poi secondo me, anche se non ti conosco sei proprio un essere umano meraviglioso, almeno come prima sensazione. Il modo in cui parli dell'arte, dell'Italia, della tua famiglia, del tuo lavoro e anche quello che hai fatto oggi per me...-
Tornai con gli occhi su Daniel, che aveva abbassato lo sguardo e stava tormentando con le unghie una cucitura dei jeans che indossava.
Non vedere i suoi occhi mi mandò in palla.
-Oh Dio scusami,- dissi. -Sto straparlando di te, ti sentirai a disagio, ti prego perdonami.-  mi passai una mano sul volto imbarazzata rendendomi conto che diamine se mi ero buttata. -Non so cosa mi sia preso, scusami.-
Aspettai con ansia una sua risposta, un cenno, una qualsiasi interazione, sperando di non essergli sembrata una psicopatica/stalker.
Lo vidi scuotere la testa e mordersi il labbro inferiore e quando mi guardò, di nuovo mi traballò il cuore.
Continuava a scuotere la testa, guardandomi, e suoi occhi.
I suoi occhi erano velati di lacrime.
Mi sentii tremendamente in colpa, ma non seppi che cosa dire. Schiusi la bocca per dire qualcosa,  ma non mi venne in mente assolutamente nulla. Solo quanto sensibile potesse essere la sua anima.
Anche lui boccheggiò leggermente, imbarazzato, e con quegli occhi umidi e arrossati, che alla fine puntò nei miei, mi disse:
-L'hai detto tu, adori quando piango.- rise e poi tirò su con il naso.
-Oh no, mi disp..- mi interruppe.
-Ragazza, come puoi chiedermi scusa dopo avermi detto cose così belle?- rise di nuovo. -Nessuno mi ha mai detto delle cose del genere sul mio lavoro.- fece una pausa guardandosi un attimo intorno. -Nessuno, davvero. Se non fossimo entrambi fidanzati da adesso in poi ci proverei con te, giuro.-
Risi e mi nascosi il volto tra le mani imbarazzata.
Ah dunque sei fidanzato! pensai.
Anche lui si passò una mano sugli occhi, ricomponendosi.
-Vedessi quanto piango nella nuova stagione!- ridacchiò.
-Non voglio saperlo!- dissi ridendo anche io.
Io avevo appena fatto emozionare Daniel Sharman. Non me ne rendevo ancora conto.
Mi guardava imbarazzato, poi distoglieva lo sguardo.
-Chissà cosa penserai di me.- disse mentre si sistemava il ciuffo.
Alzai le sopracciglia.
-Sharman, se vuoi ricomincio!-
-Oh no, ti prego!- rise.
Poi mi abbracciò di nuovo, questa volta fu lui ad avvicinarsi a me. Si abbassò alla mia altezza e poggiò la testa sulla mia spalla per poi avvolgermi.
Mi sembrò triste e in cerca di conforto,  ma probabilmente fu solo una mia impressione.
Gli accarezzai la schiena e poi lentamente, come quasi chiedendogli il permesso, gli accarezzai i capelli morbidi e mossi. Era un gesto che avevo sempre trovato molto affettuoso, e lui non si mosse.
Lo sentii tirare su con il naso. Mi venne voglia di proteggerlo.
-Penso che sei un' anima bellissima.- gli dissi.
Si staccò da me e si ricompose una volta per tutte.
-Penso che lo sia anche tu, Rachele.-
Una voce alle nostra spalle si fece sentire.
-Ehm ehm..-
Daniel alzò lo sguardo, dietro di me e mi voltai anche io.
-Daniel, sono le 13.00. Scusatemi, ma dovrei chiudere la chiesa e andare a pranzo, e credo anche voi due dobbiate, no?-
Il sacrestano stava parlando in un perfetto inglese.
Mai me lo sarei aspettato.
Giuro, mai.
Quel momento perfetto stava per finire, a quanto pareva.
-Sì,  Francesco, ora andiamo.- rispose Daniel.
Mi voltai di scatto verso di lui.
-Scusa, lo conosci?- chiesi, mentre l'altro se ne andava e Daniel iniziava ad alzarsi. Io lo imitai.
-Sì, vengo qui ogni tanto, quando ho bisogno di stare da solo. E' l'unico posto dove non trovo mai nessuno.-
Incredibile pensai.
Ci alzammo e ci dirigemmo verso l'uscita, bloccandoci prima della porta.
Mi voltai verso Daniel che era dietro di me.
-Allora..- iniziai -Allora, c- ciao.- dissi con l'amaro in bocca.
-Ciao sweetheart. E' stato un piacere conoscerti.- mi disse.
Sweetheart a me??? Dio, aiuto.
Si chinò su di me e mi diede due baci sulle guance.
Lo ringraziai e quando mi voltai, dopo aver fatto circa tre passi, mi richiamò.
-Rachele.-
Mi bloccai e lui mi venne incontro.
-Io..- iniziò -Io.. credo di.. credo di aver bisogno di te nella mia vita. Voglio conoscerti meglio. Te e Andrew.-
Aiuto, svengo.
Deglutii e rimasi in silenzio con il cuore che faceva ottomila capriole al secondo.
-Ti prego, lasciami un tuo contatto.-
Sgranai gli occhi.
-Scherzi, vero?-
-No, assolutamente.- fece gesticolando con le mani.
Qualcosa dagli italiani l'aveva presa.
-Daniel, sicuro? Voglio dire, sei il mio attore e  la mia persona preferita, hai idea di quello che voglia dire per me?-
Stavo per piangere. Lo sentivo, stavo per piangere. Perchè lui diceva sul serio.
-Rech, ti giuro che sono serio. So che non ci conosciamo bene, ma non mi permetterei mai di illudere qualcuno in una tale maniera.- alzò lo sguardo in aria, stava pensando, e io lo fissavo con il cuore in tachicardia.
Prima di parlare si guardò intorno, anche se ovviamente non c'era nessuno, poi si avvicinò di più a me e mi sussurrò:
-Te ne do la prova. Venite oggi pomeriggio  verso le 18.00 sul set, gireremo davanti San Lorenzo. Per quell'ora le riprese credo che saranno finite. Nel caso in cui non lo siano potrai assistere. Ad ogni modo quando saranno finite, prendi la via dietro la chiesa e percorrila fino alla fine, ti troverai in un parcheggio. Chiedi di Eleonora, ti porterà da me. E' la mia assistente, le dirò che verrai a cercarmi.-
Sospirai, sorrisi ed annuii
Anche lui mi sorrise.
Ero una pazza, comunque.
Stava per incamminarsi ed uscire, ma stavolta lo fermai io.
-Daniel, aspetta..- mi guardò. -Posso anche darti il mio numero se vuoi.-
Mi sorrise soddisfatto.
-Per me va benissimo.-
Daniel salvò il mio numero in rubrica, poi ci scambiammo un ultimo sguardo.
-Vai prima tu.- mi disse.
Annuii e uscii dalla chiesa, dopo essermi voltata un'ultima volta.
E corsi fino alla libreria, nella speranza di trovare Andrea il prima possibile per raccontargli tutto.
La mia vita si stava per trasformare in un sogno.
 





**************
 





La vidi uscire con i capelli mossi dal vento e guardai di nuovo nei suoi piccoli occhi castani, prima che sparisse nella via esterna.
Mai mi sarei aspettato che mi potesse succedere una cosa del genere, quella ragazza mi aveva completamente spiazzato.
Le avevo chiesto addirittura il numero di telefono.
Ad una mia fan? Dovevo essere impazzito.
Ma in lei c'era qualcosa di speciale. Una connessione era nata tra noi, così, dal nulla, per puro caso.
Francesco mi arrivò alle spalle mentre risistemavo il cellulare nella tasca dei jeans.
-Daniel, la tua ragazza non sarebbe gelosa se sapesse che fai così con le tue fan?-
Guardai l'uomo a fianco a me con una finta aria giudicatoria. E gli dissi:
-Francesco, non avrai origliato, vero?-
Ma sapevo già la risposta.
-E-ehm, solo l'ultima parte..-
Scossi la testa e sospirai. Puntai lo sguardo nell'esatto punto dove poco prima Rachele era sparita.
-Io non ho una ragazza, Francesco.-
Quello aggrottò la fronte. -Ma e all.. come.. Le hai detto il contrario però.-
-Sì beh, non la conosco così bene, non volevo si facesse troppe illusioni e poi lei è fidanzata. Non vorrei rovinare il loro rapporto. Se fosse caduta in tentazione, sapendo che sono libero?- dissi.
In effetti forse avevo esagerato con i complimenti verso una ragazza "comune", che poi così comune non era, ed impegnata.
Francesco si avvicinò a me.
-Ma tu vorresti almeno un po' che lei cadesse in tentazione.. vero?-  chiese.
Puntai lo sguardo per terra.
Non conoscevo la risposta a quella domanda. Non conoscevo neanche quella ragazza, ma comunque mi era entrata nella mente. Per ora volevo solo conoscerla meglio.
Non risposi a quella domanda.
Sorrisi e guardai il sacrestano, cambiando argomento e mentre me ne andavo gli dissi:
-Devo scappare, mi aspettano per pranzo!-
E sono sicuro che lui rise sotto i suoi baffoni grigi.
 





*******************
 





Entrai le libreria spalancando la porta e lo scacciapensieri sopra di essa fece un tintinnio quasi assordante.
-Andrea?!- chiamai.
-Reparto fantasy!- lo sentii rispondere.
Corsi da lui evitando qualche signora che mi guardò male.
Effettivamente stavo facendo un casino assurdo per essere in una libreria.
-Andrea Andrea! Non puoi capire, non puoi capire, non puoi capire!!-
Sì, ero impazzita.
-Oh, calma! Racconta!-
Gli raccontai tutto. Sì, tutto, non potevo rischiare che non sapesse tutto. Anche quei momenti così "intimi" in cui avevo fatto emozionare Daniel.
Gli spiegai che Daniel voleva conoscerci meglio e che ci aveva dato appuntamento sul set.
Quindi usciti dalla libreria andammo a pranzo, e poi dritti sul set. Osservammo fino alle 17.30 le riprese, che terminarono leggermente in anticipo e seguii le istruzioni di Daniel. Pensai di dargli il tempo di risistemarsi e quindi aspettammo mezz'ora prima di andare a cercarlo.
Trovammo Eleonora, la quale ci accolse calorosamente e ci condusse da Daniel.
Ci fece fare un giro sul set di quel giorno, facendoci conoscere i due registi e partecipammo all'aperitivo con tutti gli attori che erano lì quel giorno e la troupe.
Ero la persona più felice del mondo.
Anche i due giorni successivi andammo sui vari set e Daniel ci faceva da guida.
Ebbi modo di conoscere gli scenografi, ed io ero appassionata di scenografia, e tutti i collaboratori che avevano realizzato le scenografia, compresi i pittori e gli artisti che avevano realizzato le copie delle opere più famose che erano nei set di Firenze.
Doveva essere il nostro solito giro a Firenze.
Ma ancora non eravamo ben consapevoli di quanto quei tre giorni avrebbero cambiato le nostre vite.
Di quanto Daniel Sharman avrebbe cambiato le nostre vite, entrandoci completamente.
 
 
 
 
 




Angolo Autrice
Nuovo capitolo!
Ho sognato un po' troppo?
Sì, senza dubbio.
Ma mi piace sognare. Sono chiusa nella mia stanza, almeno quello lo potrò fare! ahaha
Forse ci sarà un Epilogo molto dolce e coccoloso.
Lasciatemi una recensione se vi va!
Grazie per avermi letto!
A presto! =)
 
Rack



 
















 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Epilogo ***


Epilogo.
 


23 Dicembre 2019

-Ahia cazz..!-
Ero sempre stata maldestra, in qualsiasi cosa facevo.
Avevo appena messo in forno la lasagna che avevo preparato con tanto amore, ma con tanto amore anche il forno aveva deciso di bruciarmi il dorso della mano, mentre lo richiudevo.
-Che è successo?- mi gridò Andrea dalla camera.
Scossi un po' la mano, mentre il pizzicore iniziava ad irradiarsi.
-Niente, il forno mi ha fatto il baciamano!- risposi.
Misi la mano sotto l'acqua fresca nel lavandino della cucina, per qualche secondo, poi la richiusi e guardai l'ora.
18.30.
Dovevo assolutamente farmi una doccia. L'unica cosa ad essere in anticipo quella sera era la lasagna, sia io che Andrea eravamo in ritardo. Non di molto, ma comunque in ritardo.
Andrea venne in cucina e mi guardò.
-Dai, vai a farti la doccia, lavo io queste cose.- disse indicando il lavandino.
-Andrew sono le 18.30, l'aereo arriva tra mezz'ora direi che dovresti uscire.- risposi asciugandomi le mani con uno straccio.
-Tesoro..- iniziò lui con un sorrisetto furbo. -..Sai, io ho la lavastoviglie!- concluse iniziando a mettere dentro quest'ultima gli utensili che avevo usato per preparare la lasagna e il dolce.
 -Ecco fatto!- si avvicinò a me. -Fammi vedere.-
Mi prese la mano lesa e ci lasciò in piccolo e dolce bacio.
-Povera Rack.- mi disse.
Sorrisi. -Non è niente.-
Mai gli avrei dato la soddisfazione di fargli sapere che bruciava abbastanza.
Mai.
-Bene.- esordì. -Io vado, tu sistemati. E ricordati la lasagna.- ci pensò su. -Anzi, impostiamo il timer.- disse mettendosi a macchinare con le impostazioni del forno.
Mi misi le mani sui fianchi fingendomi offesa. -Guarda che non sono stupida!-
Lui sorrise. -Lo so!- mi schioccò un bacio sulle labbra. -Bene, vado. Ci vediamo tra un'ora, forse anche meno.-
-D'accordo, stai attendo.-
Lo salutai, per poi mettermi ad ordinare il salotto, dove fino a poco tempo prima Andrea aveva creato un casino con i cuscini mentre giocava alla play.
Che viziaccio.
Ma in realtà era un vizio che avevo anche io
Ok, era quasi tutto in ordine, a parte me.
Erano già passati però 20 minuti e dovevo ancora farmi la doccia.
La lasagna stava cuocendo, l'avrei tirata fuori dal forno 20 minuti dopo, per poi rinfornarla per pochi minuti sotto il grill quando sarebbe stata effettivamente l'ora di mangiare.
La cheesecake era in frigo.
L'aperitivo era solo da assemblare, ma lo avrei fatto dopo la doccia.
Ok.
Buttai fuori l'aria dai polmoni, cercando di calmarmi. Era dalla mattina che mi sentivo iperattiva.
Quello sarebbe stato un giorno importante.
Andai in camera di Andrea ed aprii lo zaino e presi, oltre alla biancheria, i vestiti che avrei indossato una volta fuori dalla doccia: delle calze nere molto spesse, visto il freddo che faceva, e un maglione, quasi un vestito, rosso scuro, con lo scollo a barchetta, al quale poi avrei aggiunto una cinta sottile nera in vita.
Mi diressi in bagno, ed aprii l'acqua e mi spogliai mentre aspettavo che l'acqua raggiungesse la giusta temperatura.
I capelli li avevo lavati il giorno prima, quindi non li avrei lavati di nuovo, e li raccolsi in una crocchia alta sopra la testa.
Proprio mentre stavo selezionando la solita playlist per la doccia dal mio telefono, mi arrivò una video chiamata in Facetime.

''Daniel Sharman''

Trattenni il respiro per un attimo.
-Oh cavolo!- esclamai.
Già era sceso dall'aereo?
Mi buttai addosso l'accappatoio per coprirmi e misi il telefono sulla specchiera, per poi rispondere. Ma prima di farlo chiusi l'acqua. Non si spreca l'acqua, gente.
-Daniel?-
Gli occhi blu del mio amico vagarono per un attimo oltre il telefono, probabilmente non si era accorto che avessi risposto.
-Ehi!- disse, accorgendosi di me.
Indossava un cappello invernale ed una sciarpa che gli nascondevano perfettamente i capelli e gli occhi erano camuffati da un paio di occhiali da vista.
-Sei già arrivato?!- gli dissi.
-Sì, anche Andrew, ci stiamo venendo incontro.- mi guardò e poi aggrottò la fronte. -Ehi, che intenzioni hai, Rech? E' così che accogli i tuoi amici? Andrew è d'accordo?-
Rise.
Risi anche io ed arrossii. Era mio amico ma era pur sempre Daniel Sharman.
-No, Danny è che mi piace accogliere gli amici senza puzzare.-
Lui rise di nuovo e poi guardò di nuovo oltre lo schermo del telefono.
-La tua copertura sta funzionando?- chiesi.
Lui annuì ripetutamente -Oh, decisamente sì! Da quando sono partito da Londra non mi ha fermato nessuno.-
-Perfetto!-
-Guarda, ecco Andrew. Ti lascio, ci vediamo tra poco sweetheart.-
-A dopo!-

Riagganciai.
Era ancora impossibile per me crederci. La mia vita era un sogno bellissimo e stava per trasformarsi in un sogno ulteriormente meraviglioso nel giro di qualche mese.
Inserii la playlist e mi fiondai sotto la doccia, entro dieci minuti avrei dovuto togliere la lasagna dal forno.
 


Sì, lo so, non ci state capendo niente.
Beh, la situazione è proprio quella che sembra.
Sono passati 9 mesi dal nostro incontro con Daniel e, dopo quei tre giorni sul set, ci legò una forte amicizia, creatasi in realtà soprattutto a distanza, perchè avevamo potuto vedere Daniel solo in altre 2 occasioni: la prima fu in estate, Daniel era in Italia per girare delle scene di una nuova serie Netflix. In quell'occasione andammo noi a trovarlo sul set e passammo insieme una mezza giornata. La seconda volta fu in realtà poco tempo prima di adesso, agli inizi di Dicembre, quando Daniel era venuto a Roma per la messa in onda della terza stagione dei Medici. E qui fu lui a venire a trovarci. Invece che in albergo rimase a dormire a casa di Andrea per tutta la sua permanenza, ma nonostante questo ci fu comunque poco tempo per stare insieme, non riuscii a fargli vedere Roma, ad eccezione di una passeggiata a Villa Borghese.
Qualche giorno prima del 23 Dicembre (esattamente due giorni prima in realtà), avevo detto a Daniel di avere una grande notizia da dargli e lui mi aveva subito proposto di stare qualche giorno da noi, compreso il Natale. Lo avevo avvertito che il 25 saremmo stati a pranzo dalla mia famiglia, in campagna, ma mi disse che a maggior ragione voleva passarlo con noi. Mi aveva spiegato che aveva bisogno di cambiare aria, nonostante fosse Natale e nonostante Daniel amasse la sua famiglia. Suppongo avesse avuto una qualche delusione amorosa, non me ne parlava mai. Nei mesi in cui ci eravamo sentiti in Facetime una era la cosa che avevo chiara fin da subito: Daniel Sharman è la persona più timida e riservata del mondo, fuori da un set o da un palcoscenico.  Probabilmente proprio per questo andavamo così d'accordo, perchè lo capivo appieno visto che anche io ero così.
Ah, in tutto questo io ero prossima alla laurea in storia dell'arte e stavo studiando per entrare all'accademia di belle arti di Roma per studiare scenografia. Anche questa seconda parte sarebbe stata una notizia da dare a Daniel, ma mai importante quanto la notiziona principale.
In quel momento non vivevo da Andrea, si intende, avevo un mio appartamento a Roma, vicino alla mia università. Però nel  finesettimana, oppure a seconda dei turni di lavoro di Andrea, andavo a dormire da lui.
Ovviamente era una cosa a cui mi sarei dovuta abituare...
Comunque!
Non vedevo l'ora che arrivasse Daniel per poterlo riabbracciare. Avevamo un legame piuttosto forte, viste anche le strane circostanze in cui ci eravamo conosciuti.
Io mi sentivo la persona più fortunata del mondo a poter far rientrare Daniel Sharman, ossia il mio attore preferito, nella categoria "amici".




Uscii dalla doccia infilandomi al volo accappatoio e ciabatte e corsi a tirare fuori dal forno la lasagna.
Poi corsi a vestirmi.
Ero in ritardissimo.
Una volta vestita, sciolsi i capelli. Li avevo tagliati pochi giorni prima, ma erano comunque lunghi fin sotto il seno. La crocchia in cui erano stati chiusi aveva creato un bell'effetto mosso, quindi non li toccai.
Mi truccai a malapena con un po' di correttore per le occhiaie, cipria, mascara e matita per gli occhi.
Guardai l'ora accorgendomi che fossero quasi le 19.20.
Dovevo allestire l'aperitivo, quindi dopo aver sistemato alla svelta il bagno andai in cucina.
L'aperitivo era il più semplice possibile: patatine, qualche oliva e degli stuzzichini con la pasta sfoglia, tutto accompagnato da prosecco.
Iniziai prendendo un vassoio e sistemandovi sopra le patatine, ma il campanello suonò e dovetti andare ad aprire.
Mi pulii molto elegantemente le mani sul maglione.
Fortuna che non erano realmente sporche.
Nei passi che mi separavano dalla porta il mio cuore stava di nuovo facendo le capriole, come ogni volta che dovevo vedere Daniel.
Non mi ci sarei mai pienamente abituata.
Inspirai cercando di calmarmi e preparai uno dei miei sorrisi migliori.
Aprii la porta, fuori c'erano Andrea, che portava la valigia di Daniel, e dietro di lui Daniel che aveva tutte le mani occupate da delle buste.
Regali, ovviamente. Mr. Gentilezza.
Sorpassai completamente Andrea, sentendomi leggermente in colpa, ed andai da Daniel che mi sorrideva a trentadue denti.
-Ciao Daniel!- esclamai.
-Ciao!- mi rispose lui in italiano.
Era troppo, troppo carino.
Posò le centoventimila buste che teneva in mano per poi allargare la braccia.
Non me lo feci chiedere, gli saltai al collo e rimanemmo così per qualche secondo.
Poi ci separammo.
-Stai benissimo, hai tagliato i capelli!- mi disse.
-Te ne sei accorto! Wow non se ne accorge mai nessuno.-
Andrea rise sotto i baffi e si intromise: -Beh, grazie, li tagli un centimetro per volta.-
Daniel si tolse il cappello e la sciarpa.
-Oh mio dio, i tuoi sono lunghissimi! Non li taglierai mai più?-  chiesi ridendo.
-In realtà davvero mi piacciono, ma forse devo tenerli lunghi per un progetto di cui non posso parlare ancora..-
-Capisco.- risposi. -Beh, poggia pure qui sul divano le tue cose, vai in bagno, datti una rinfrescata, fai quello che vuoi. Tanto io devo ancora finire di sistemare l'aperitivo.- dissi facendo spallucce.
-Ok, grazie.- mi rispose, poi guardò da lontano la cucina e vide le miriadi di cose che erano sul tavolo. -Non dovevi.- mi disse sorridendo.
-Tanto la metà di quella roba la mangerà lei!- disse Andrea, facendoci ridere entrambi.
Daniel si diresse verso il bagno, mentre io e Andrea sistemavamo l'aperitivo in salotto.
-Ah, Italians.- lo sentii borbottare.
Sorrisi compiaciuta.
 


Stavamo consumando l'aperitivo in salotto, noi sul divano e Daniel sulla poltrona di fronte a noi.
 Daniel ci aveva spiegato cosa stava accadendo un po' nella sua vita. Ci disse che era molto dispiaciuto per fine di tutti gli eventi che riguardavano l'uscita de I Medici. Si era molto legato alle persone con cui aveva regalato, gli dispiaceva il fatto che non avrebbe più potuto vederli allo stesso modo, con la stessa frequenza. Ci disse che gli sarebbe mancata molto l'Italia e che ci avrebbe utilizzato spesso come scusa per venire qui a rilassarsi un po'. Aveva anche quasi finito di girare la serie tv Cursed, e non aveva in programma altri nuovi lavori, per questo si sentiva piuttosto abbattuto e aveva voluto cambiare un po' aria venendo a trovarci.
Dunque non per una delusione amorosa, come avevo supposto io.
Ebbi di nuovo quella sensazione di volerlo coccolare e proteggere, come quella che ebbi al nostro primo incontro.
Capii che si stava rabbuiando e così cambiai argomento.
-Senti, Daniel. Cosa sono tutte quelle buste? Hai fatto shopping sull'aereo?- chiesi indicandole.
Lui si voltò a guardarle.
-Oh giusto, come ho fatto a scordarli!-
Si alzò portando davanti a noi tutto, consegnando una bustina a me ed una ad Andrea.
-Vi ho portato dei pensierini per Natale.-
Aprii il mio in fretta.
Amavo ricevere regali.
Vabbè chi non ama ricevere regali..
La confezione era quella di una gioielleria, mai sentita prima di quel momento, quindi probabilmente di un artigiano locale della zona da dove veniva Daniel. E già questo mi piaceva.
Ne tirai fuori una scatolina blu e dentro vi trovai un anellino, graziosissimo, in argento che andava a formare un nodo sulla parte superiore.
Rimasi a bocca aperta, era un regalo dolcissimo.
-Oh dio, Daniel non dovevi assolutamente!- Mi sporsi per abbracciarlo.
-Dovevo assolutamente, invece.- rispose stringendomi.
Ad Andrea invece aveva regalato un orologio particolarissimo. Il cinturino era in pelle e il quadrante era realizzato con tutti gli ingranaggi a vista intagliati nel legno. Gli piacque moltissimo, era perfettamente nel suo stile.
-Poi..- fece Daniel prendendo un'altra busta più grande. -..vi ho preso questi libri, che in realtà sono entrambi per entrambi, perchè penso vogliate leggerli tutti e due.-
Si trattava di un libro su i Medici  e del libro dal quale era tratta la serie tv Cursed, le cui tematiche effettivamente ci appassionavano entrambi.
Li aprii.
-Ma, sono in italiano?-
-Ehm si, me li sono fatti spedire dall'Italia.-
Scossi la testa sorridendo. Quasi mi venne da piangere a pensare a quanto fosse stato gentile ed attento alle nostre esigenze per questi regali.
Lo guardai con un sorriso che diceva tutto e lui ricambiò.
-E poi..- iniziò.
-Daniel, basta, non ti stai regolando!- disse Andrea.
-..Ho pensato di portare qualcosa per la tua famiglia per il giorno di Natale.- disse, tirando fuori da un'altra busta una scatola bianca. La aprì e ne uscì un profumo fortissimo e dolcissimo. -Biscotti di pan di zenzero, li ha fatti mia madre.-
-Oddio, grazie.- dissi prendendoli e portandoli in cucina.
Li avrei sistemati dopo.
Andai in camera a prendere il piccolo regalo che avevamo fatto io e Andrea a Daniel. Ne ero molto soddisfatta. Certo forse avremmo potuto fare di più, ma per noi il significato di quel regalo era immenso.
Tornai in salotto.
-Questo è per te!- dissi porgendogli la bustina rossa.
Daniel la aprì incuriosito.
-Sono dei gemelli, per le camicie.- dissi.
-Oh, wow sono bellissimi!-
Li avevamo fatti realizzare appositamente da una gioielleria. Erano dei gemelli in argento, bagnati d'oro, con la forma del giglio, simbolo di Firenze.
Sapevo che Daniel era legatissimo a quella città.
E poi gli sarebbero serviti a breve!
-Tienili da conto, perchè a breve ti serviranno!- disse Andrea.
Daniel alzò lo sguardo su di noi e un sorriso beffardo si dipinse sul suo volto.
-Cosa vuoi dire?- ci chiese.
Gesticolai e boccheggiai cercando di trovare delle parole adatte per spiegarlo.
Ma più adatte di così non ce n'erano:
-Io e Andrea ci sposiamo.- dissi tutto d'un fiato.
Gli occhi di Daniel si spalancarono mostrandosi in tutta la loro bellezza.
-Ah!- esclamò mettendosi in mezzo a me ed Andrea abbracciandoci entrambi. -Oh Dio, sono contentissimo ragazzi!-
Poi si alzò in fretta ridendo e prese un'altra busta.
Sì, un'altra.
-Perchè ridi?!- gli chiesi.
-Ahaha! Perchè lo sapevo! Lo sapevo!-
-Come lo sapevi??-  chiesi alzandomi anche io e andandogli di fronte.
-Certo che lo sapevo! Eri troppo agitata due giorni fa al telefono e le opzioni potevano essere due: un bambino o un matrimonio! Ma so che siete abbastanza giovani da non desiderare un bambino, avete tempo e non c'è fretta di farlo prima del matrimonio. E tu Rech, sei tipa da matrimonio.-
Tirò fuori una scatola dalla busta, era bassa e larga, rilegata in finta pelle bianca con un nastro rosso scuro. Me la porse invitandomi a sedermi di nuovo, e lui di nuovo si mise tra me e Andrea.
La aprii e ne tirai fuori un album dello stesso rosso del nastro, sempre in finta pelle, sulla copertina c'era una scritta in oro elegantissima "Rachele & Andrea". Aprendolo capii che era un album dove poi avremmo dovuto inserire le foto del nostro matrimonio.
-Vai all'ultima pagina.- mi sussurrò Daniel.
Lo feci, e un mi si formò un nodo alla gola.
Nell'ultima pagina Daniel aveva già incollato due foto: si trattava di foto che avevamo scattato a Firenze il giorno del nostro primo incontro. In una eravamo tutti e tre, nell'altra solo io e Daniel, entrambe scattate sul set dalla sua assistente Eleonora. Accanto ad esse c'era una dedicata scritta a mano da lui:
"I knew it!"
Poi poco più sotto:
"May your marriage be perfect.
Love you two.
Xx, Daniel Sharman."

Rimasi a bocca aperta.
Mi voltai verso di lui, avevo le lacrime agli occhi.
Era la persona più bella del mondo.
-Oh, Rech.- mi disse per poi stringermi fortissimo, ed includere poi anche Andrea nell'abbraccio. Proprio come nella foto che era nell'album.
In quel momento sarei potuta morire, non me ne sarei neanche accorta.
 


********
 



-Dio, sto scoppiando.- disse Daniel mettendosi una mano sullo stomaco e buttandosi indietro sulla sedia. -Era tutto buonissimo, Rech.-
Sorrisi compiaciuta.
-Sì, lo so, grazie.- dissi ironicamente.
Effettivamente la cena non era stata proprio leggera. Dopo l'aperitivo avevamo mangiato la lasagna che era piuttosto carica di ingredienti e poi per dolce la cheesecake al cioccolato bianco.
Daniel mi aveva detto ripetutamente quanto fosse buona la torta e che l'avrebbe mangiata a colazione, pranzo e cena tutti i giorni.
-Vogliamo vedere un film?- chiese Andrea. -non so, andiamo su un classico?-
-Ehm.. Indiana Jones?- proposi
-Perfetto!- disse Daniel. -Sono anni che non vedo quel film.-
Ovviamente l'avremmo visto in inglese e con i sottotitoli in italiano, ma tanto, almeno io e Andrea, lo sapevamo a memoria.
-Bene, tu prepara Netflix.- dissi ad Andrea. -Io metto a posto qui.-
-Ti aiuto.- mi disse Daniel alzandosi.
Raccattammo piatti, posate e bicchieri per metterli nel lavandino della cucina.
Mentre stavo per tornare il sala a prendere altre cose, Daniel mi mise una mano sulla spalla, fermandomi.
E rimase a fissarmi con quei suoi occhi blu che avrebbero potuto farmi svenire da un momento all'altro.
-Ehm.. dimmi.- gli dissi.
Si mise le mani in tasca, appoggiando la schiena al lavello.
-Ti ringrazio per quello che stai facendo per me.- disse. Si portò una mano al mento. -Sono molto contento per voi due.- disse sorridendo. -Davvero.-
-Daniel, grazie a te per essere qui. E' importantissimo per me.-
-Sai, quell'anello che ti ho regalato.. ehm..- sembrava non sapere come spiegarsi. Era dolcissimo. -Con quell'anello vorrei dimostrarti tutto l'affetto che provo per te. Sei la mia più cara amica.-
Mi prese la mano passando il pollice sull'anello.
Il mio cuore traballò, come sempre quando c'era lui.
-Uhm.. è un modo per sancire la nostra amicizia. Prendilo proprio come un anello di fidanzamento, ma non come tra fidanzati... insomma... mi capisci no?-
Stavo per piangere. Lo sentivo, stavo per piangere.
-Certo che ti capisco, Daniel.-
Lo abbracciai e lui ricambiò abbassandosi alla mia altezza. Nascose la testa tra i miei capelli, mentre io accarezzavo i suoi.
-Non hai idea di quanto infinito sia il bene che ti voglio.- gli dissi.
I miei occhi si velarono di lacrime, nel sentirmi troppo fortunata, talmente fortunata da temere che qualcosa mi  avrebbe portato via da un momento all'altro quella felicità.
Lo sentii tirare su con il naso.
No, non è possibile.
Mi staccai da lui cercando il suo volto.
-Daniel?-
-Uhm..- si passò l'indice e il pollice sugli occhi. -Sì?- disse guardandomi con gli occhi rossi.
Ora sì che sembrava di sprofondare nel mare.
-Daniel, sono io che devo sposarmi, sono io che devo piangere!-
-Sì, hai ragione. E' che sono molto emotivo da un po' di tempo.- mi riabbracciò.
-Dan, prima o poi mi devi dire che ti passa realmente per la testa.-
Sospirò. -Ti voglio bene anche io, sweetheart.-
Non capii se ignorò quello che gli avevo detto perchè non voleva parlarmene o se perchè forse non era il momento adatto.
Fatto sta che Daniel Sharman aveva la mente ingarbugliata, e da diversi mesi. Volevo aiutarlo. Ma evidentemente lui non si sentiva pronto a parlarmene.
Gli accarezzai la schiena.
Poi decisi che il momento delle notizie per Daniel non era ancora finito.
Ero in realtà ancora insicura su quella decisione, ma quello che mi aveva appena detto mi aveva dato la sicurezza che stavo aspettando.
-C'è una cosa che vorrei chiederti.- dissi, mentre mi staccavo da lui per poterlo di nuovo guardare negli occhi.
-Sì.-
-Ehm..- iniziai a gesticolare. -..proprio facendo appello a questo anello e a quello che mi hai appena detto.. io vorrei chiederti..- mi grattai la testa imbarazzata. -..in realtà non so se puoi, potresti avere degli impegni, e poi vivi così lontano..-
-Rachele.- mi fissò intimandomi di andare avanti.
Il mio nome pronunciato da lui, mi dava i brividi.
-Ok.- dissi. -Io.. ecco.. io sarei contentissima se tu potessi e volessi essere il mio testimone di nozze.-
Daniel sorrise e mi prese le mani.
-Ne sarei onorato. Sposterei qualsiasi impegno pur di accompagnarti in questo viaggio.-
Mi accarezzò una guancia e il mio cuore si sciolse, guardando gli occhi blu del mio amico Daniel Sharman.
 
 
 
 










Angolo Autrice
Salve!
Questo è l'epilogo della prima parte della storia. Quindi non escludo che possa esserci una seconda parte di questa storia, con Daniel che aiuta Rachele con i preparativi al matrimonio, oppure ad esempio potremmo vedere proprio il giorno del matrimonio!
Ringrazio chiunque mi abbia letto, lasciatemi una recensione se volete!

Ps: ovviamente anche in questo caso è tutto di mia invenzione, ovviamente non ho idea di quali siano stati gli spostamenti e gli impegni di Daniel nel corso del 2019.

Rack


 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3909161