Lo spettro di una vita

di _L_Black_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Addio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Sorriso ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Morte ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Hogwarts ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - Gelatine tutti i gusti + 1 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - Ansia ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - Lacrime ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - Evasione ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Tornato ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - Foresta Proibita ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - Il cane nero ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 - Verità ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 - Topo ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 - Finale ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 - Luna Piena ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 - Grace ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 - Vacanze e Pozioni ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 - Campeggio ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 - Coppa del mondo di Quidditch ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 - Maledizioni ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 - Confessioni ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 - Pozione Invecchiante ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 - Campione non voluto ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 - Padre e Figlio ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 - San Mungo ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 - Prima Prova ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 - Hogwarts vs Beauxbatons ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 - Ballo del Ceppo ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 - Capitano ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 - Squadra ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 - Divisa ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 - Partita ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 -Sandwich al Pastrami ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33 - Algabranchia ***
Capitolo 35: *** Capitolo 34 - Seconda Prova alla zucca ***
Capitolo 36: *** Capitolo 35 - Bienvenue ne France ***
Capitolo 37: *** Capitolo 36 - Ladro ***
Capitolo 38: *** Capitolo 37 - Quattro Giugno ***
Capitolo 39: *** Capitolo 38 - We are young ***
Capitolo 40: *** Capitolo 39 - Mezza Figurina ***
Capitolo 41: *** Capitolo 40 - Molliccio ***
Capitolo 42: *** Capitolo 41 - Prefetti ***
Capitolo 43: *** Capitolo 42 - Marchiati ***
Capitolo 44: *** Capitolo 43 - Persi ***
Capitolo 45: *** Capitolo 44 - Seguire ***
Capitolo 46: *** Capitolo 45 - Gelosia ***
Capitolo 47: *** Capitolo 46 - Padre e Figlia ***
Capitolo 48: *** Capitolo 47 - Amiche ***
Capitolo 49: *** Capitolo 48 - Black vs Umbridge ***



Capitolo 1
*** Prologo - Addio ***


Prologo
 
Quella notte il villaggio Godric's Hollow, era avvolto da un manto di nebbia che emanava una tranquillità surreale, le stelle non erano visibili e l'unica fonte di luce, proveniva dai lampioni lungo la strada.
Il silenzio, venne spezzato da un "pof"  dovuto ad una Materializzazione e infatti, pochi secondi dopo, un uomo comparve in mezzo alla strada. Si strinse nel suo mantello scuro ma era così malconcio, che il freddo dell'ultimo giorno di ottobre, gli penetrava dentro fino ad arrivare alle ossa. Camminava a capo chino, osservando i ciottoli della via con fare distratto, i suoi passi erano lenti e precisi ma i suoi occhi iniettati di sangue, tradivano la stanchezza che stava provando. Girò ad una traversa e procedette il suo cammino, con un groppo in gola e il cuore batteva sempre più forte, ogni volta che si avvicinava sempre di più, alla fine della traversa. Il silenzio della notte, fu ben presto spezzato da un chiassoso vociare, che lo fece fermare per un attimo.
Era arrivato.
Non appena sbucò sulla strada parallela a quella di poco prima, il bagliore delle innumerevoli bacchette lo accecò un momento. Fece per muovere la gamba ma non ci riuscì, il pensiero del motivo, per il quale lui si trovasse lì proprio a quell'ora, lo destabilizzò non poco. Gli Auror non si erano ancora accorti della sua presenza, motivo per cui continuò a rimanere lì, con l'intenzione di darsi una calmata. Di essere forte, per lui ma soprattutto, per lei.
La facciata in mattoni rossi della casa, era illuminata a giorno e la porta principale, era soggetta ad un via vai di Auror, che non si preoccupavano della privacy di quella famiglia.
Già, perché mai preoccuparsi di loro, quando il padre ha ucciso quindici persone?
Peter.
Il nome di uno dei suoi migliori amici, s'impose sopra ogni pensiero e il suo corpo, fu vittima di un sussulto. Il piccolo Peter, colui che non era mai stato granché coraggioso, si era sacrificato per provare a salvare i suoi amici.
James.
Il suo sorriso e la sua esuberanza, presero ben presto il posto di Peter e di nuovo, un groppo gli salì in gola e fu come se non riuscisse più a respirare. Non avrebbe più sentito le sue battutacce, le sue cronache del Quidditch o i suoi pensieri su quanto fosse bella Lily.
Lily.
Il suo sorriso e la sua intelligenza, erano un qualcosa che rimaneva impresso nelle menti di chiunque, la conoscesse. E lui, era stato fortunato ad averla come confidente e come amica. Lily era piena di difetti ma mischiati a quelli di James, diventavano perfetti. Un'amica, una moglie, una madre esemplare.
Harry.
Non era riuscito a vederlo, perché Silente aveva ben pensato di affidarlo subito a sua zia, in modo tale da tenerlo al sicuro. L'ultimo ricordo di lui che aveva, era un sorrisone e il bavaglino, sporco di latte e biscotti. Non lo avrebbe più rivisto e questo pensiero, non fece altro che farlo sentire un poveraccio senza arte né parte. Per Silente, lui non era in grado di occuparsi di Harry ma con lei, avrebbe combattuto fino all'ultimo.
 
-Remus.-
 
Alzò lo sguardo e rimase sorpreso, di trovare proprio Emmeline lì, a osservarlo con preoccupazione. Lei, che con Dahlìa non aveva mai voluto avere niente a che fare, si era presentata non appena la notizia era fuoriuscita. La osservò in silenzio per qualche secondo, i capelli castani erano diventati crespi a causa dell'umidità e il volto normalmente allegro, in quell'istante era contratto in una smorfia così seria, da credere di non avere Emmeline Vance di fronte.
 
-Non siamo arrivati in tempo.- mormorò Emmeline, abbassando lo sguardo sui ciottoli.
 
Immaginò cosa l'amica stesse provando in quel momento, la sensazione di essere totalmente inutile, il vuoto incolmabile all'altezza del petto, altri amici che non sarebbero tornati più tornati.
 
-Non... - provò a parlare ma un singhiozzo, era riuscito a uscire allo scoperto e dovette prendere fiato, prima di tornare a parlare. -non è colpa tua.-
 
La voglia di dare la colpa a qualcuno era tanta ed Emmeline era lì, pronta a prendersela ma Remus, sapeva bene che non c'entrava nulla. Sirius, era stato lui per tutto il tempo, lui era la causa della morte dei gemelli Prewett, di Dorcas... di Marlene. Aveva pianto ai loro funerali ma la realtà era un'altra.
La spia, era lui.
Si chiese se Dahlìa lo sapesse ma intuì di no, visto la fine che aveva fatto. Iccisa a sangue freddo nella casa, che i due avevano sempre adorato.
 
-La bambina?- riuscì a chiedere, nello stesso istante in cui scacciava quei pensieri.
 
-È viva, Remus. Molly Weasley è arrivata giusto in tempo.- spiegò, con un sorriso incoraggiante.
 
Remus tirò un sospiro di sollievo a quelle parole. Doveva essere forte per lei, sarebbe stato come un padre e l'avrebbe cresciuta, esattamente come Dahlìa voleva.
Forte e indipendente.
Emmeline gli fece segno di seguirlo lungo il viale e i due, dovettero stare attenti a non scontrarsi con i numerosi Auror, che quella notte erano lì in cerca di indizi su Sirius. Tutte le luci di casa erano accese e dalle finestre, s'intravedeva un via vai di persone sconosciute a quel luogo. Stavano per passare nel giardino sul retro, quando due Guaritori Mortuari, uscirono di casa con un corpo steso inerme su una barella e nascosto da un telo, con lo stemma del San Mungo raffigurato sopra.
 
-Roy, che diamine!- sbottò un Auror, con tono rabbioso. -Potevate Materializzarvi, anziché uscire in strada!-
 
-La casa è piena di incantesimi difensivi, signore,- bofonchiò Roy, accaldato per il peso che stava trasportando. -L'Auror Kingsley sta ancora lavorando per disinnescarli tutti ma ci vuole ancora tempo, e noi dobbiamo fare l'autop... -
 
L'uomo si bloccò di colpo, quando si rese conto che Remus ed Emmeline, si erano fermati a guardarli.
Come se fosse mosso da chissà quale forza a lui superiore, si avvicinò alla barella ed uno dei due Guaritori, sbuffò irritato da quella fermata improvvisa. Remus sollevò il telo e trattenne il fiato, riconoscendo i lineamenti della ragazza. Sembrava stesse soltanto dormendo, intrappolata in un incubo e che di lì a poco, avrebbe riaperto gli occhi.
Ma non sarebbe mai accaduto nulla di ciò, Dahlìa non si sarebbe mai risvegliata, non avrebbe più sorriso né ammonito Sirius ogni volta che straparlava; non avrebbe più cantato la ninna nanna, non avrebbe più tenuto sua figlia stretta tra le sue braccia e soprattutto, non l'avrebbe vista crescere. Se n'era andata a ventidue anni, lasciando una bambina nel momento, in cui aveva più bisogno di lei.
Non avrebbe rivisto più una delle sue più care amiche e non poteva credere che quella, fosse l'ultima volta. Perciò osservò bene quei lineamenti, dal volto a forma di cuore fino ai capelli neri, che Sirius aveva tanto amato.
 
-Non ha sofferto.- gli sussurrò, quello che aveva scoperto da poco, si chiamasse Roy.
 
Stronzate, pensò, il suo viso parla chiaro. Ma non lo disse, preferì annuire mentre Emmeline, gli mormorava all'orecchio di seguirla. Lo fece ma prima, aspettò che i Guaritori Mortuari portassero via Dahlìa. Perché sapere che lei fosse ancora lì, lo destabilizzava troppo. Prima ancora di arrivare nel giardino sul retro, un pianto disperato di un bambino lo fece impallidire ma Emmeline, si comportò come se nulla fosse e lo spinse a tenere il passo. Quando il giardino si presentò ai suoi occhi, Remus rimase sorpreso nel trovarlo semivuoto; c'erano soltanto due Auror, che scandagliavano il terreno alla ricerca di qualcosa e all'estremità di quel piccolo pezzo di terra, era seduta una donna dai capelli rossi con in braccio una bambina urlante.
Molly Weasley tentava di calmarla ma era impossibile, sembrava che si fosse accorta che qualcosa non andasse, Remus intuì ciò perché non l'aveva mai vista così disperata. Lasciò Emmeline con i due Auror e corse da lei, ancora incredulo di poterla abbracciare di nuovo. Molly non lo riconobbe subito e fece per allontanarlo ma, non appena si rese conto dello sbaglio, sospirò rincuorata e gli passò la bambina, rimanendo in religioso silenzio. Nonostante gli anni che Molly e Dahlìa si passavano, erano diventate grandi amiche, tanto che il suo Ron giocava sempre con la piccola di casa Black.
La bambina, smise di piangere nello stesso istante, in cui Remus la strinse a sé. Iniziò a cullarla lentamente e nel frattempo, chiuse gli occhi per estraniarsi, almeno qualche secondo, da quella situazione surreale. Un fruscio dietro di loro, lo portò a spalancare gli occhi e per un istante, incontrò lo sguardo verde smeraldo di Molly, che lo osservava in silenzio come se non avesse il coraggio di parlare. Non si pose alcuna domanda anzi, ignorò quello sguardo e tornò a dare tutta la sua attenzione ad Alyssa, che a differenza sua stava fissando intensamente un punto alle loro spalle. Remus a quel punto decise di voltarsi e non si sorprese, di trovarsi di fronte Albus Silente intento ad avvicinarsi a loro con la calma, che da sempre lo contraddistingueva. Appena fu accanto al gruppo, la bambina si allungò verso di lui e provò ad afferrargli la lunga barba ma Remus, la fermò. La piccola sbuffò ma non si mise a piangere anzi, sembrava come se capisse che non era il caso di fare i capricci.
 
-Buonasera Remus, signorina Vance. Molly cara, come sta andando la vita da neo-mamma?- chiese con tono gentile, sicuramente per alleviare il momento, troppo duro da affrontare per tutti quanti, lui stesso compreso.
 
-Bene profess... cioè, volevo dire Albus.- disse, con tono incerto. -Ginny è tranquillissima, il problema sono i gemelli. Due vulcani in eruzione.-
 
Silente le sorrise e decise di far toccare la sua lunga barba alla bambina, che la prese con grande gioia, iniziando ad accarezzarla e alle volte a tirarla. Sorrise dolcemente alla creatura, poi alzò il capo su Remus e lo fissò negli occhi, con uno sguardo indecifrabile. Una brutta sensazione, s'insinuò in lui ma provò comunque a scacciarla, stringendo ancora a sé la piccola.
 
-Signorina Vance, ha avvisato Remus?-
 
-Non ancora.- rispose lei, abbassando lo sguardo, quando Remus si voltò.
 
-Avvisarmi di cosa?- sbottò il diretto interessato.
 
Silente ed Emmeline si guardarono per un attimo, che a Remus parve lungo una vita e non dissero nulla, fino a quando l'uomo ricordò loro della sua presenza. Emmeline si spostò di qualche passo e si strinse nel suo mantello mentre Silente, con estrema lentezza, tolse la mano della bambina dalla sua barba.
 
-Mi dispiace, Remus. Ho fatto il possibile ma purtroppo, deve andare ai parenti più prossimi.-
 
-E quali sarebbero, di grazia?- esplose, facendo sobbalzare la bambina. -Lei non ha più nessuno a parte me...-
 
-... E i Black. Sul serio, Remus, voglio tu sappia che mi sono battuto fino all'ultimo, ma purtroppo la legge e l'evidenza dei fatti non...-
 
-È per quello che sono, vero?- ringhiò, guardandolo truce.
 
-Assolutamente no.- negò con un cenno del capo e sospirò, con aria stanca. -Non hai un lavoro e non potresti occuparti di lei. In più, come ho già detto, la legge non aiuta.-
 
-E quindi? Mh? Deve andare a vivere con quei mostri?-
 
Le urla di Remus, costrinsero gli Auror ad avvicinarsi ma Silente, li convinse ad andar via con un semplice gesto di mano. Molly ed Emmeline non ci provarono neanche a calmarlo ma la prima, decise di riprendere la bambina, la quale stava osservando la figura di Remus, con occhi impauriti.
 
-Ho già avvisato i Black, dell'imminente arrivo della nipote. Non possiamo farci niente, mi dispiace ma con loro, vedrai, crescerà bene. Sono cambiati.-
 
Remus sorrise sprezzante e scosse il capo, con fare imbestialito. -Gente come loro, non cambierà mai.-
 
~
 
Le aveva provate tutte ma nulla, la sua figlioccia sarebbe finita nelle mani di Orion e Walburga Black. Con il cuore che gli batteva forte nel petto, la portò da loro e sperò che prima o poi, lo perdonasse per quel gesto.
Erano in una piazza che Remus non aveva mai visto, Sirius infatti non gli aveva mai detto dove si trovasse la casa, salvo riferirgli che era proprio in mezzo ad un quartiere abitato da Babbani. Si guardò attorno e fece qualche passo, stando attento a non svegliare la piccola, che finalmente si era addormentata tra le sue braccia. Tra il numero undici e il tredici, spiccava una dimora dall'aspetto austero, con delle scale in marmo e due Gargoyle a presidiarla. Segno che li stavano aspettando.
Silente salì i gradini mentre Remus rimase indietro di qualche passo, gustandosi a pieno gli ultimi minuti con lei. L'anziano suonò il campanello e la porta si aprì subito, facendo uscire un vecchio Elfo Domestico, il quale doveva essere stato fino a quel momento, dietro la porta ad attenderli.
 
-I padroni la stanno aspettando.- gracchiò l'Elfo, volgendo il suo sguardo oltre la figura di Silente e posandosi sul fagotto dormiente, tra le braccia di Remus.
 
L'Elfo lo squadrò da capo a piedi e il suo volto, si contorse in una smorfia di disgusto. Doveva essere sicuramente Kreacher, lo intuì dall'età e dal modo in cui si comportava sia con Silente, che con lui.
 
-È il padrino.- disse Silente, indicando la bambina con un cenno del capo.
 
L'Elfo borbottò qualcosa in risposta mentre dall'interno della casa, rumori di passi si facevano sempre più vicini. Remus trattenne il fiato e la sua mano, andò ad accarezzare il visino ben nascosto dalla coperta, non voleva lasciarla lì, Dahlìa non avrebbe mai voluto un futuro del genere per sua figlia ma tanto era.
Nessuno, avrebbe mai lasciato una bambina in mano ad un lupo mannaro.
Un attimo dopo, i coniugi Black erano alla porta e i loro occhi, erano tutti per la piccola. All'uomo salì il magone, al pensiero che la mattina successiva, si sarebbe svegliata in una stanza che non era la sua.
 
-Kreacher, prendi la bambina.- ordinò Walburga Black, senza distogliere lo sguardo da lei.
 
Kreacher annuì e scese gli scalini di corsa, avvicinandosi a Remus e allungando le mani, per prenderla. Fissò l'Elfo mentre questi gliela toglieva dalle braccia e seguì la sua figura con gli occhi, quando la riportò dalla padrona. Walburga Black la prese e la osservò dormire, mentre la cullava. Ad occhi estranei, poteva sembrare una nonna amorevole ma Remus, sapeva bene cosa si celava dietro tutta quella dolcezza: sensi di colpa dovuti ad errori passati. Si rese conto, che quella era la prima volta che i coniugi Black, vedevano la loro nipotina e un sorriso amaro comparve sulle sue labbra. Per loro era la prima volta mentre per lui, era l'ultima. Sembrava proprio che il destino, lo stesse prendendo in giro.
 
-Grazie, Silente.- esclamò Orion, mentre sua moglie accarezzava il volto della piccola, con delicatezza.
 
-Non fate gli stessi errori.- si limitò a rispondere Silente.
 
La famiglia Black rientrò in casa e l'Elfo, si prodigò a chiudere la porta, senza degnare i due di un saluto. Silente scese i gradini e tornò in strada mentre le scale e i Gargoyle, scomparivano tra il numero undici e il tredici. L'anziano si Materializzò ma Remus non seguì il suo esempio anzi, rimase lì, a fissare il punto di congiunzione tra le due case Babbane.
 
-Addio, Alyssa Sophie Black.-
 
Un pof, ruppe il silenzio della strada ma nessuno se ne accorse. Nel frattempo, al numero dodici di Grimmauld Place, gli anziani coniugi festeggiavano l'arrivo dell'ultima Black.
 
~
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
 
Questo è il Prologo riscritto da capo, seguendo le indicazioni di quello precedente. Per chi già conosce la storia, fatemi sapere cosa ne pensate mentre per chi non la conosce e si sta approcciando a lei per la prima volta, chiedo pazienza. Sto sia scrivendo i capitoli nuovi, che riprendendo quelli vecchi scritto nel 2015 quindi dal capitolo Sorriso fino al capitolo Grace, sono quelli vecchi e ancora da riscrivere ma comunque li lascio, per chi magari non vuole aspettare (e fidatevi, ci metterò un po' a riprenderli tutti).
Passo ora alla presentazione:
Piacere, sono Laura e ho ventisei anni, questa fan fiction è la ripresa di una scritta nel lontano 2011 e poi cancellata, a favore di questa, iniziata per l'appunto nel 2015 ma che ha avuto il suo exploit durante il primo lockdown.
 
Lasciatemi un feedback positivo o negativo che sia, sono sempre pronta a migliorare.
 
_L_Black_

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Sorriso ***


I Capitolo

La neve scendeva piuttosto lenta sopra il maniero dei Nott, il buio avvolgeva la struttura come un figlio e l'unica luce proveniva dalle finestre della casa. I coniugi Black arrivarono come sempre, in anticipo di dieci minuti rispetto agli altri invitati ed erano accomodati in salotto con Alyssa seduta accanto a loro, che giocava con una bambola regalatale da Narcissa.
Orion ogni tanto le lanciava qualche occhiata, giusto per controllare se fosse ancora accanto a lui. Purtroppo quella bambina somigliava più al padre che al resto dei Black.

Walburga parlava con la signora Nott dei purosangue sempre più rari al ministero, si può dire che parlavano di cose per loro normali, anche se la vera domanda che voleva fare la signora Black era un'altra: Cosa hanno detto i guaritori?

Il signor Nott invece, parlava dei vari problemi che la scomparsa del Signore Oscuro aveva portato al ministero.

E infine, c'era lui.

Theodore era seduto davanti ad Alyssa, fingeva di giocare con un modellino di manico di scopa e intanto osservava quella bambina così strana.
Sì, Alyssa Black per lui era strana, lei infatti faceva una cosa che lui non aveva mai imparato a fare.

Lei sorrideva.

La guardava giocare e sorridere chissà poi per quale motivo, forse i nonni le avevano regalato quella dannata bambola ma era davvero una motivazione plausibile di sorridere?

Alyssa doveva aver percepito gli occhi del bambino su di lei e alzò lo sguardo su di lui, sul volto della piccola Black, comparve un sorriso.

-Vuoi giocare?- chiese poi la bambina continuando a guardarlo.

Tutti i presenti si voltarono verso i bambini, i signori Nott con stupore mentre i Black con rassegnazione. Possibile che quella bambina non capisse le buone maniere?

Theodore guardò i genitori come per cercare conferma e la signora Nott annuì facendo un mezzo sorriso a suo figlio.

-Bambini, che ne dite allora di andare a giocare nell'atrio?- chiese la signora Nott con fare gentile.

Alyssa annuì subito e si alzò dal suo posto mentre Theodore tentennò un momento, non voleva passare del tempo con quella strana bambina e se poi lo picchiava?

La signora Nott tuttavia chiamò un elfo domestico che accorse subito da lei.

-Kramy porta i bambini nell'atrio a giocare, si stanno annoiando qui- disse la signora sorridendo.

L'elfo annuì e fece segno ai bambini di seguirlo.
Si avviarono verso il lungo corridoio dove alle pareti, vi erano appesi i quadri raffiguranti gli antenati dei Nott, che guardavano la scena confabulando tra di loro. Alyssa li guardava e – anche se non dava a vederlo – aveva un po' timore di loro. Quei ritratti non erano come Phineas che la controllava mentre giocava. Le voleva bene, anche quando inveiva contro suo padre.
Arrivarono nel grande atrio dove vi era una doppia scalinata in legno, la bambina l'aveva notata nel momento in cui erano arrivati e non vedeva l'ora di scivolare sopra il corrimano. Lo faceva spesso a Grimmauld Place, quando i suoi nonni erano impegnati nello studio e lei riusciva a sfuggire a Kreacher.
Nel frattempo, alla porta un altro elfo faceva entrare altri invitati appena giunti e tra loro, c'era anche suo cugino Draco il piagnucolone Malfoy, nome datogli quando a casa Black, si era graffiato la mano. Persino sua nonna aveva riso, quando la bimba gli aveva affibbiato quel nomignolo.
Alyssa fece una smorfia e si voltò verso il suo nuovo compagno di giochi.
Nuovo e anche l'unico.
Non era solita farsi amare dagli altri bambini, pensava sempre che i nonni le facessero conoscere dei tipi strani.

-Dai, giochiamo!- esclamò la bambina con troppa eccitazione.

Giocare con un bambino! Finalmente era arrivato il suo regalo di Natale.

-O...Ok- borbottò Theodore, abbassando lo sguardo.

-Ah sì, io sono Alyssa- disse la bambina, sorridendo.

-Io Theodore Julius Nott- disse il bambino, gonfiandosi il petto con l'aria.

Alyssa inarcò il sopracciglio e incrociò le braccia, un altro scemo, pensò rassegnata.

-Direi, che Theo va benissimo- disse Alyssa, con fare spicciolo mentre saliva su per le scale.

Theodore la guardò sorpreso, che insolente, pensò ma suo malgrado la seguì. Più per paura di ripercussioni che per altro.

Quella ragazzina per lui era troppo vivace, non era come Pansy, la quale ogni volta che andavano a casa dei Parkinson gli faceva vedere le sue bambole e poi andavano a prendere il té con i genitori. Lei era fin troppo piena di vita.

Alyssa si voltò e lo attese, non appena le fu accanto rimasero qualche secondo in silenzio.

-Beh? Inizia tu- disse Alyssa spazientita.

Theodore la guardò con aria interrogativa, cosa c'era di così divertente nello stare in cima a delle scale?

-Dai, scivola!- ordinò Alyssa ormai nervosa.

Il bambino abbassò lo sguardo imbarazzato, lei era così forte rispetto a lui e da una parte voleva fare quello che gli diceva ma dall'altra...beh, i suoi genitori non gli avrebbero dato il regalo di Natale! Ma soprattutto lui non sapeva.

-E' che...- sussurrò il bambino, ormai diventato rosso in volto. -E' che io non so giocare!- urlò tutto d'un fiato per scacciare il suo imbarazzo.

Tra i due ci fu un silenzio tombale. Alyssa lo fissava stupita, senza riuscire a credere alle sue orecchie, Theodore intanto la guardava con vergogna.

La bambina fece un respiro profondo e guardò il bambino, per poi sorridere.

-Te lo insegno io!- esclamò con ovvietà.

Si arrampicò sulla ringhiera di mogano con poca difficoltà e si mise a cavalcioni, incurante di stropicciare il vestito che sua nonna le aveva fatto indossare.

-Devi reggerti bene, poi chiudi gli occhi e scivoli!- urlò felice e si buttò, scivolando velocemente verso la fine delle scale.

Theodore urlò spaventato, e se le fosse successo qualcosa? Probabilmente il signor Black lo avrebbe ucciso, ne era certo e invece Alyssa cadde in piedi con suo sommo stupore.

Si voltò verso Theodore e scoppiò in una fragorosa risata, guardando l'espressione impaurita del bambino.

-Tocca a te- esclamò tra le risate.

Theodore fece un respiro profondo e si arrampicò sulla ringhiera, per poi mettersi a cavalcioni su di essa. Tentennò per qualche secondo ma alla fine chiuse gli occhi e scivolò.

Urlò come mai aveva fatto nella sua giovanissima vita e quando arrivò alla fine, cadde rovinosamente a terra di sedere.

Alyssa rise ancora di più e solo allora, finalmente Theodore Nott esplose in una risata di cuore.

Una cosa che mai aveva fatto in tutta la sua vita eppure gli sembrò la più semplice da fare.

La bambina rimase sorpresa di ciò e non fece nulla per nasconderlo.

-Quindi sei normale!- esclamò in tutto il suo stupore.

Theodore continuò a ridere e annuì alle parole della bambina davanti a lui. Oramai aveva imparato, non voleva di certo smettere di farlo.

Alyssa si sedette accanto a lui e solo dopo qualche minuto si ripresero dalle risate. In quel momento non riusciva a credere a quanto fosse stata stupida nel pensare a lui come uno scemo, certo, il più intelligente non era ma si poteva fare qualcosa.

-Io e te faremo grandi cose Theo- esclamò con convinzione. -Saremo un duo infallibile, vedrai!- continuò felice.

Theodore la guardò senza capire ma fubsul punto di chiederle spiegazioni, l'elfo Kramy tornò a riprenderli.

E mentre camminavano lungo il corridoio, Alyssa gli si avvicinò e con un sorriso gli sussurrò. -Da oggi siamo amici-

Theodore la guardò, quel momento diventò uno dei suoi ricordi più belli, annuì e sorrise, aveva finalmente imparato a fare una cosa che mai si era sognato di compiere.

Sorridere.

Tornati nella sala con tutti gli invitati, Alyssa si andò a sedere diligentemente accanto ai suoi nonni che continuavano a parlare con i padroni di casa.

Theodore e Alyssa si scambiarono uno sguardo d'intesa mentre la cena veniva servita ai commensali, quel gesto non passò inosservato agli occhi di Walburga e sorrise. Un sorriso che nessuno forse solo Orion era riuscito a scorgere qualche volta.

***

Al rientro a casa, Kreacher portò velocemente Alyssa a dormire mentre Orion e Walburga rimasero ancora un po' in salotto, seduti davanti a una tazza di té.

-Hai visto? Alyssa ha fatto amicizia con Theodore- disse Walburga soddisfatta.

Orion annuì ma non rispose.

Sapeva bene dove volesse arrivare sua moglie, che dagli sbagli non aveva mai imparato.

-Dovrà scegliere lei cosa fare nella propria vita, Walburga non voglio sentire storie. Ho già perso due figli, non voglio perdere anche lei- disse Orion guardando sua moglie negli occhi.

Si aspettava una scenata, un qualcosa che gli facesse capire di star impazzendo e invece da parte della donna non arrivò risposta, annuì e si alzò pronta per andare a dormire.

-Hai ragione, Orion. Sarà lei a decidere ma non credo che la sua scelta sarà tanto lontana dalla mia- disse prima di lasciare la stanza.

Orion rimase solo nel salotto, sospirò e si alzò ad affacciare nella stanza di Alyssa.

Non appena aprì la porta, vide la nipote dormire beata con la bocca aperta e i capelli attaccati al cuscino, fece un mezzo sorriso, riconoscendovi il suo primogenito che non vedeva da anni ormai.

-No Theo, ti ho detto che a Hogwarts ci va chi mangia più caramelle...si- sussurrò la bambina nel sonno.

Orion richiuse la porta e andò a coricarsi nella propria camera, forse sua moglie non aveva poi tutti i torti. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Morte ***


II Capitolo
 
Erano passati ormai quattro anni da quando Theodore Nott aveva conosciuto Alyssa Black, e gli stessi anni erano passati da quando non era più un semplice bambino purosangue.
Da quando l'aveva conosciuta a Natale, la sua vita era stata completamente stravolta da quel rapporto di amicizia.
Oramai seguivano insieme le lezioni del professor Bruneis a casa Black e il sabato pomeriggio, mentre le signore prendevano il té, loro giocavano nell'atrio.
 
Era ben presto diventata un'abitudine vivere con lei e di questo ne era felice, si sentiva meno solo quando l'aveva accanto.
Da qualche tempo i genitori non gli davano più tanto retta soprattutto sua madre, che se ne stava tutto il giorno chiusa nella camera dell'ultimo piano. Non scendeva neanche per i pasti o per il té del sabato con Walburga Black. Theodore sapeva che la colpa era sua, ne era assolutamente sicuro, perché ogni volta che provava ad andare da lei, suo padre e Kramy lo fermavano.
 
La risposta quindi era semplice, sua madre non voleva vederlo e il motivo era che lui non si stava comportando bene. 
Così, piano piano, aveva iniziato a distaccarsi da chi la portava sulla cattiva strada e Alyssa era proprio colei che lo portava per vie sbagliate. Lui lo sapeva, perché la mamma una volta lo aveva colto sul fatto mentre scivolava dal corrimano e non fu proprio una bella giornata quella.
Iniziò ad allontanarsi dapprima non passandole più i compiti durante le lezioni, poi arrivando a dire bugie per non giocare il sabato.
E nonostante questo, la madre non voleva vederlo.
 
Quel giorno, Theodore fu accompagnato da un elfo domestico a casa Black e non dal signor Nott come avveniva ogni mattina. Appena il padre gli comunicò questo cambiamento, il bambino lo guardò un po' stranito, adesso anche lui mi odia, pensò sconsolato mentre prendeva la cartella e si avviava dall'elfo.
 
Arrivato a casa Black, Kreacher lo fece accomodare nella solita stanza adibita ad aula. Il ragazzo si sedette al solito posto dove ad aspettarlo c'era un bigliettino mal ripiegato.
Lo aprì, un po' scocciato, sapendo già cosa vi era scritto.
 
Theo, mi spieghi cosa ti ho fatto?! Se si tratta del ragno dentro la cartella ti chiedo scusa! Mi ha costretto il professore, lo sai.
 
Sbuffò e lo mise nella cartella, lei non capiva nonostante ormai fosse evidente. Non appena posò il quaderno sul banco, il professore entrò con la sua solita calma, poggiò il libro che aveva in mano e si tolse il cappotto con fare tranquillo.
 
Theodore lo guardava con fare inespressivo, pronto per un'altra noiosissima lezione assieme a quel tipo ribatezzato da Alyssa Topo, a causa della sua somiglianza con l'animale. Era un uomo burbero con cui era impossibile ragionare. 
 
-Oggi, finiremo prima, Theodore- esclamò il professore, stranamente gentile.
 
Theodore ne rimase sorpreso ma annuì senza farglielo notare.
Subito dopo si sentirono dei tonfi per le scale e alla porta comparve una bambina con un vestito nero, e i capelli corvini spettinati raccolti in una coda alta da un fiocco grigio.
 
-Phineas mi ha costretta a dormire di più perché giova alla palle! E' stato orribile, io volevo alzarmi e lui non me lo permetteva!- esclamò Alyssa mentre scoppiava in un pianto poco veritiero.
 
Il professore alzò lo sguardo al cielo e sbuffò, Theodore sapeva bene cosa stava pensando l'uomo, era ormai stufo del comportamento della piccola Black.
 
-Okay, professore lo so che l'ho già detta questa, ma è la verità, sono sicura che Theodore mi crede, vero?- disse voltandosi verso il bambino, speranzosa.
 
Di tutta risposta, Theodore non disse nulla e tenne lo sguardo fisso sul libro, ignorando la scena.
 
-Si sieda, signorina Black, non voglio più sentire queste baggianate nella mia aula è chiaro?!- urlò l'uomo esasperato mentre si apprestava a scrivere sulla lavagna.
 
Alyssa fulminò con lo sguardo Theodore mentre si apprestava a sedersi al suo posto. Sbatté i libri sul banco senza neanche dar peso alle occhiatacce del professore.
Theodore la guardò con la coda dell'occhio e si sentì in colpa per quel comportamento, d'altronde non aveva proprio tutti i torti Alyssa. Trattarla così anche per questo gli sembrava esagerato, ma doveva farlo, se questo poteva far tornare sua madre felice.
Mentre il professore spiegava meccanicamente la lezione guardando la lavagna, un bigliettino mal ripiegato cadde sul suo quaderno. Theodore guardò con la coda dell'occhio Alyssa, che prendeva appunti. 
Sospirò e aprì il bigliettino, pronto per leggere chissà quali insulti.
 
Ti odio.
 
Il bambino lesse quelle sei lettere per circa sei volte, prima di metabolizzare il loro significato. 
Era fatta, aveva perso la sua migliore amica e finalmente poteva riavere sua madre!
Concluse le lezioni, Theodore fu riportato a casa dai signori Black assieme ad Alyssa. Walburga Black era visibilmente turbata ma il bambino non se ne preoccupò. Non era un problema suo e soprattutto non vedeva l'ora di rivedere la mamma. 
 
Arrivati al maniero dei Nott, furono accolti da Kramy in salotto, Theo voleva andare a lasciare la cartella in camera ma l'elfa lo convinse a far andare lei.
Qualcosa di strano c'era quel giorno lui non poteva certo negarlo, lo aveva capito dalla mattina, quando il padre non lo aveva accompagnato dai Black.
 
Forse era una festa per lui?
 
Sì, ma per festeggiare cosa?
 
In fondo era ottobre e il suo compleanno era a febbraio, non capiva proprio il motivo di tutto questo fermento nei suoi confronti. Un altro elfo domestico servì una tazza di té con pasticcini a tutti e non appena prese un dolcetto, dalla porta entrarono anche i Malfoy e i Parkinson.
 
Narcissa Malfoy si avvicinò subito alla zia, che stava prendendo il tè assieme ad Alyssa e iniziò a parlarle a bassa voce con la bambina che le ascoltava con educazione.
 
-Non posso crederci- sussurrò il signor Black a Lucius Malfoy.
 
-Beh, Orion lo sai, doveva succedere- disse ad alta voce Malfoy, senza preoccuparsi della presenza di due bambini.
 
Theo si guardò attorno, scoprendo con sua grande stupore che non c'erano né Draco e neanche Pansy con i propri genitori, gli unici bambini erano lui e Alyssa, cosa che non sfuggì neanche alla bambina, visto che lo guardava con aria interrogativa.
Era stranamente calma, forse la nonna le aveva fatto chissà quale ramanzina su come comportarsi nelle case altrui, rimproveri che puntualmente non seguiva ma che quel giorno li stava seguendo.
D'un tratto, nella stanza arrivò il signor Nott, con un'aria visibilmente stravolta e, se si aguzzava meglio la vista, si potevano notare i suoi occhi velati da lacrime. 
 
-Theodore, vieni tua madre ti aspetta- disse con un misto tra autorità e gentilezza.
 
Il bambino non se lo fece ripetere due volte e corse fuori dalla stanza, incurante di salutare i presenti come gli era stato insegnato. In quel momento non gli interessava nulla di loro, voleva soltanto rivedere sua madre.
Salì le scale due a due per fare prima, arrivato all'ultimo piano aveva il fiato radicalmente ridotto, perciò fece dei respiri profondi e bussò alla porta con decisione.
 
-Avanti- disse una flebile voce all'interno.
 
Theodore aprì la porta piano piano ed entrò nella stanza con passo incerto. Si avvicinò alla madre visibilmente pallida e con gli occhi che trapelavano stanchezza,  nonostante tutto però gli sorrideva. 
Si sedette ai piedi del letto e la donna gli fece segno di mettersi più vicino a lei.
Non appena lo fece la madre lo prese tra le sue braccia, fu un lungo abbraccio nonostante non riuscisse a stringerlo come lei voleva. Theodore sentiva le ossa della madre scrocchiare e si sentì impotente davanti alle sue smorfie di dolore. 
 
-Come stai piccolo mio?- gli sussurrò la madre.
 
-Bene, madre...e lei?- chiese titubante, senza staccarsi dall'abbraccio.
 
La donna sospirò e una lacrima le rigò la guancia sinistra, si allontanò un poco da lui per poterlo vedere bene in viso e gli accarezzò i capelli.
 
-Tesoro, la mamma sta per fare un lungo viaggio, andrò a trovare i nonni perché è tanto che non li vedo. Tu giuri di stare attento a papà?- gli chiese la donna con voce stanca.
 
Theodore non era mai stato un bambino che credeva troppo nelle favole aveva ben capito a che viaggio si riferisse la madre e, senza che lui potesse fermarle, gli occhi gli si appannarono di lacrime.
 
Annuì, più per paura che la voce potesse spezzarsi in gola che per altro. 
 
-Ma...ma io ho fatto tutto quanto giusto! Mi sono allontanato da Alyssa così tu potevi essere fiera di me, non è più mia amica eppure non mi vuoi lo stesso- esclamò piangendo. Si staccò velocemente dalla madre che lo guardava sorpresa, il corpo del bambino fu travolto da singhiozzi che non accennavano a fermarsi e la donna dovette aspettare un po', prima di dare una risposta al figlio.
 
-Vedi, io sono felice che tu e Alyssa siate amici, l'amicizia è una cosa bella, soprattutto nel nostro ambiente. Sai, io non avevo amici come lei e li avrei tanto voluti ma non è stato così- sussurrò la madre che, con molta difficoltà, si avvicinò al figlio per confortarlo. -Non me ne vado a causa tua, purtroppo devo, non c'è più nulla che io possa fare piccolo mio- disse con voce spezzata.
 
Theodore annuì convinto parole e si fece circondare nuovamente dalle braccia della madre. Erano anni che la donna non lo abbracciava così e si fece cullare dolcemente mentre la mamma gli accarezzava i capelli il tutto, nel silenzio più assoluto.
 
Un silenzio di addio, questo Theodore lo aveva capito bene e voleva assaporarsi quel momento fino in fondo, così da avere un bel ricordo della madre.
Rimasero così fino a che non bussarono alla porta, il bambino fece per staccarsi ma la madre lo bloccò dolcemente e diede il permesso di entrare al signor Nott.
Julius non disse nulla alla vista di quella scena, nonostante lui queste smancerie tra madre e figlio non le aveva mai accettate, si sedette sulla poltrona in silenzio e rimase a guardare la moglie, che cullava il proprio bambino mentre le lacrime scendevano sul suo volto silenziose.
 
-Theodore vai giù dagli altri- ordinò Julius, tenendo lo sguardo fisso sulla moglie.
 
Il bambino annuì e quando Theodore si trovò davanti alla porta della stanza, si voltò verso la madre e le sorrise.
 
-Ti voglio tanto bene, mamma- sussurrò prima di uscire.
 
-Anch'io tesoro mio- disse la donna non appena si chiuse la porta.
 
Quelle, furono le ultime parole che Jerenie Nott disse disse al figlio prima di morire.
 
***
 
Alyssa si era comportata da perfetta signorina purosangue.
Odiava quei modi di fare ma quel giorno non aveva avuto scelta, Theodore se lo meritava il suo conforto.
Narcissa Malfoy era accanto a lei che piangeva disperata, mentre la nonna la consolava con frasi del tipo "sapevamo che prima o poi sarebbe accaduto".
Sì effettivamente lo sapevano tutti, Alyssa compresa. Glielo aveva detto il nonno l'anno prima, quando la signora Nott non riuscì a presenziare alla cena della vigilia perché stava troppo male. Orion aveva convinto non tanto facilmente la nipote a non dire nulla a Theodore, era un compito quello che spettava ai Nott.
 
Quando Theodore rientrò con gli occhi colmi di lacrime, molte persone provarono ad avvicinarlo ma le scansò tutte con un coraggio che lui non aveva mai avuto.
Alyssa si alzò dal divano e si andò a sedere accanto a lui, dapprima senza dire nulla, poi mettendogli il braccio attorno le spalle. Il bambino piangeva in silenzio, sperava che le persone attorno a lui se ne andassero e lo lasciassero finalmente da solo. 
 
-Sai, mi hanno detto che la morte non è altro che un viaggio in un mondo nuovo- esclamò Alyssa, con tono gentile.
 
Lui però non accennava a smettere di piangere, cosa che Alyssa si aspettava.
 
-Vanno in un mondo nuovo, fatto dei migliori gusti delle Caramelle Tutti i Gusti + 1 e mentre le mangiano ci guardano. Ogni caramella, è un ricordo bello per chi hanno lasciato sulla terra. Sicuramente ora la mia mamma sta mangiando tante caramelle alla fragola- disse Alyssa sorridendogli.
 
Theodore smise per un attimo di piangere e si soffiò il naso.
 
-Perché alla fragola?- chiese tra i singhiozzi.
 
-Semplice, sono le mie preferite e ho sempre bei ricordi- sentenziò la bambina guardandolo.
 
-Dici che la mia sta iniziando a mangiarle?- chiese Theo sussurrando.
 
Il mezzo sorriso di Alyssa scomparve e abbassò lo sguardo sui suoi piedi.
 
-Beh, non ancora, è in viaggio ora. Arriverà domani- disse Alyssa, alzando lo sguardo verso di lui.
 
Le lacrime tornarono a scendere sul viso di Theodore e, mentre la fissava negli occhi, un quesito gli affliggeva la mente.
 
-E tu come lo sai?- chiese Theodore con aria di sfida.
 
Non esistevano altri mondi lui lo sapeva, voleva avere la conferma di ciò.
 
-Da Phineas! Sai lui è morto anche se vive nei quadri- esclamò la bambina sorridendogli.
 
Era vero, il pomeriggio prima, dopo ore e ore di domande assillanti, Phineas si era inventato l'esistenza di quel mondo, così da farla smettere di porre quesiti sulla morte.
 
Nonostante fosse solo una bugia, quelle parole fecero entrare nel cuore di Theodore un altro sentimento, la speranza.
 
La speranza di poterla rivedere un giorno e di renderla fiera di lui. 
 
Angolo dell'autrice
 
Eccoci qui con il secondo capitolo della mia fanfiction, non appena avrò il tempo, correggerò gli errori sia qui che nei capitoli scorsi. Aspetto un vostro pensiero. 
 
_L_Black_ 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Hogwarts ***


III Capitolo
 
Quel giorno, Walburga Black si svegliò prima del solito. Andava in giro per casa assieme a Kreacher e dava direttive a quest'ultimo per raccattare tutte le cose che Alyssa lasciava puntualmente in giro. Solitamente dava piena libertà a Kreacher, l'elfo era sempre stato molto efficiente sin da quando in quella casa, Sirius lasciava in giro tutti i suoi giocattoli e lui raccoglieva tutto. Non aveva mai fatto vedere il disordine alla signora Black.
Tuttavia quel giorno era diverso dal solito. Alyssa Sophie Black sarebbe finalmente partita per Hogwarts.
Quando le era arrivata la lettera, Orion e Walburga non riuscivano più a fermarla. La bambina infatti correva per tutta casa con una bacchetta giocattolo, urlando "andrò a Hogwarts!".
 
Naturalmente, i nonni erano felici di questo, ma non potevano non avere apprensione sulla casata dove sarebbe entrata. D'altronde lo dovevano ammettere, Alyssa era simile al figlio e questo non potevano cambiarlo.
Aveva accompagnato la nipote a Diagon Alley appena una settimana prima, nonostante Alyssa la stesse assillando da giugno ossia da quando aveva compiuto undici anni. Walburga non si era mai lasciata convincere dagli occhioni della nipote. Certo era che adorava quella bambina che aveva ridato vita ai due anziani coniugi.
In tutti i negozi, i commercianti le guardavano con un che di strano, ovviamente lei sapeva cosa stesse passando per la testa dei negozianti. Alyssa era comunque considerata la figlia di un assassino, nonostante non lo conoscesse. Ma fu la reazione di Olivander però, a dare più fastidio alla signora Black.
 
Infatti l'uomo, guardava Alyssa quasi con paura, cosa che fece imbestialire Walburga, considerando che aveva solo undici anni. Quando finalmente una bacchetta scelse Alyssa, le parole di Olivander le fecero capire il perché di quella reazione, "Una bacchetta potente non c'è che dire. Darà sicuramente filo da torcere a quella dell'altro ragazzo". 
Ovviamente lei capì subito a quale bambino si riferisse ma Alyssa pensò ingenuamente a quello che era il suo migliore amico. Quando però la ragazzina lo nominò, Olivander scosse con energia il capo ed esclamò: -No, il signorino Nott non viene ancora da me, io sto parlando di Harry Potter!-
 
Alyssa inclinò il capo e si voltò verso la nonna con aria interrogativa -Chi è questo Harry Potter?- chiese lei curiosa.
 
Olivander sgranò gli occhi e capì subito il guaio che aveva fatto. Guardò la donna impaurito e lei di tutta risposta pagò la bacchetta e uscì tenendo Alyssa per mano.
Grazie al cielo, l'euforia di Hogwarts fecero subito dimenticare alla bambina le parole del commerciante di bacchette e di questo, Walburga ne fu felice. Ma sapeva che prima o poi lei e Orion avrebbero dovuto spiegarle tutto.
 
Tornata alla realtà, Walburga Black osservò in silenzio Kreacher, che raccoglieva i giocattoli e li posava dentro una scatola. Erano le 9 del mattino e di li a poco, Walburga sarebbe andata a svegliare la nipote.
Era davvero felice che Alyssa fosse stata ammessa a Hogwarts ma da quando Olivander aveva nominato quel Potter, lei non poteva non pensare a cosa le sarebbe potuto accadere. Il pensiero di sua nipotina presa di mira da persone che neanche la conoscevano la faceva star male.
 
In quei casi si ritrovava a pensare ai suoi figli ormai perduti. Il suo Regulus era morto e Sirius chiuso in una prigione per un reato che secondo lei non avrebbe mai potuto compiere. Tra la donna e il suo primogenito non era mai corso buon sangue ma lo conosceva abbastanza, da dire che non poteva esser stato lui. Nei giorni di visita ad Azkaban si preparava di tutto punto per andare a trovarlo ma alla porta si fermava. Dopo tutto quel tempo cosa mai poteva dirgli? Lui ormai non gradiva più il conforto della madre, soprattutto se quest'ultima lo faceva a causa dei rimorsi di una vita sbagliata. E in più, il pensiero di scoprirlo davvero colpevole le lacerava il petto.
 
Si avviò verso la stanza della nipote, in quel momento le tornarono in mente i fatti di dieci anni prima e le parole che erano sulla bocca di tutti all'epoca: Harry Potter, il bambino che è sopravvissuto.
 
***
 
Alyssa si svegliò con molto anticipo rispetto all'orario stabilito. L'eccitazione non l'aveva fatta dormire per nulla e aveva fissato il gufo per tutta la notte. Suo nonno le aveva dato l'animale la sera prima, come regalo per il suo primo anno a Hogwarts. Si era scervellata per tutta la notte alla ricerca di un nome per quel gufetto dal manto marroncino.
Si vestì in fretta, la nonna le aveva detto di non mettersi subito la divisa perciò optò un vestito grigio a fiori neri, si guardò allo specchio fiera di sé e pettinò i suoi lunghi i capelli, lasciandoli sciolti. Mise nel baule le ultime cose dimenticate la sera prima mentre la bacchetta la mise nello zaino che si sarebbe portata. Un bellissimo zaino in cuoio consunto dagli anni, che aveva trovato in soffitta. Dallo stemma di Grifondoro appeso sul dritto, aveva capito subito chi fosse stato il primo proprietario.
Ovviamente, per non far andare su tutte le furie i nonni, tolse la spilla e la conservò dentro un cassetto.
 
Quando la nonna entrò nella sua stanza per svegliarla, rimase sorpresa nel vederla già pronta e con il baule chiuso. Sicuramente uno shock per la donna che non era abituata a queste sorprese dalla nipote.
Anche suo nonno, che le attendeva nella sala da pranzo per la colazione, rimase sorpreso nel vederla in orario. Alyssa non fece caso alle espressioni dei suoi nonni e si sedette al tavolo per iniziare a mangiare.
 
-Tieni alto il buon nome dei Black, ragazzina- esclamò Phineas dal quadro di Regulus I, che provò a cacciarlo.
 
-Tranquillo Phineas- rispose Alyssa, sorridendo al quadro. -Chissà, magari finisco in Tassorosso- si voltò verso la nonna, che stava trattenendo una risata. -Tanto li non sono tutti Nati Babbani vero?- disse, facendole l'occhiolino.
 
Phineas s'infervorò a quelle parole e i tre si affrettarono a terminare la colazione, per poi prendere la passaporta, diretti alla stazione ferroviaria di King's Cross.
Entrarono nell'edificio con calma. Era la prima volta che la bambina entrava a contatto con quelli che i nonni chiamavano babbani e si guardava attorno entusiasta mentre spingeva con fatica il suo carrello con il baule.
 
-Alyssa come hai chiamato il gufo?- chiese il nonno, con fare gentile mentre aiutava la nipote a spingere il il carrello.
 
-Non lo so, nonno. Ancora non ho deciso- rispose Alyssa sconsolata.
 
-Potresti chiamarlo Lucius, è un bel nome- disse Walburga, sorridendole.
 
-Nonna, a me lo zio Lucius non sta proprio simpatico. Sta sempre a mettere il figlio sul piedistallo. Se gli mettessi quel nome penserei subito a zia Narcissa e il suo "non dirlo a tuo padre" - borbottò contrariata Alyssa.
 
Orion non riuscì a trattenere una risata e guardò sua moglie, che si era voltata per poter ridacchiare. Sorrise, alla vista di sua moglie così spensierata e non potè non ricordare l'arrivo di quella bambina dieci anni prima. L'ingresso di Alyssa a Grimmauld Place fu un miracolo per la loro vita.
 
-Lo posso chiamare Beri, che dite? Semplice e facile da ricordare- esclamò Alyssa, ridestando il nonno dai suoi pensieri.
 
Walburga annuì poco convinta mentre Orion rimase in silenzio. Arrivati alla colonna tra il binario nove e dieci, Alyssa guardò suo nonno come a chiedere il permesso di poter andare oltre. Al cenno di assenso dell'uomo, non attese altro tempo e corse verso la colonna.
 
Davanti ai suoi occhi, comparve l'Hogwarts Express.
 
Attorno a sé vi erano giovanissimi maghi, alcuni stupefatti nel vedere quel treno che sembrava infinito ai loro occhi, altri invece ormai esperti, si apprestavano a salutare i genitori e a raggiungere i loro amici.
 
Non appena voltò lo sguardo e vide Theodore, gli si fiondò sulle spalle cogliendolo di sorpresa.
 
-Buongiorno, Nott!- urlò euforica.
 
Theodore sussultò e tentò di togliersela di dosso, inutilmente. Non appena la ragazzina si staccò da lui, si voltò verso di lei per poterla finalmente guardare in viso.
 
-Pronta Alyssa?- chiese sorridendo, malcelando la sua felicità. Era abituato a non dare a vedere tutto ciò che provava.
 
Alyssa annuì sorridendo poi salutò cordialmente il signor Nott, che stava guardando la scena.
 
-Alyssa, dov'è il baule?- chiese il signor Nott, guardandola.
 
Fu allora che Alyssa si ricordò di averlo dimenticato all'entrata, si voltò per andarlo a recuperare ma si ritrovò davanti Orion Black con il suo baule e Walburga che la guardava indispettita.
 
-Scusate- mormorò e fissò il nonno con i suoi occhioni dolci. Al sessanta per cento delle volte questo funzionava con Orion ma poco con Walburga.
 
-A Hogwarts dovrai stare più attenta, Alyssa- l'ammonì la nonna.
 
Alyssa annuì e la nonna le fece segno di avviarsi sul treno visto che Theodore era già salito. Quando stava per mettere piede sul treno si voltò e tornò di corsa dai nonni.
 
-Non voglio lasciarvi soli- esclamò Alyssa, con il capo immerso nel mantello leggero della nonna.
 
-Alyssa Sophie, siamo i Black. Noi ce la faremo senza di te, tu pensa a studiare e portare buoni risultati a casa- rispose la nonna mentre le accarezzava il capo.
 
Alyssa annuì a malincuore e si voltò verso Theodore, che era ancora alla porta e stava guardando la scena. Il ragazzo le sorrise e le porse la mano per aiutarla a salire.
Non appena i ragazzi entrarono, Orion e il signor Nott andarono a lasciare i bauli dei ragazzi nella zona adibita.
 
-Pensi che se la caveranno?- chiese il signor Nott subito dopo aver lasciato il baule all'addetto.
 
-Sono sicuro di si- rispose Orion, guardando il treno. - Spero solo che non faccia casini-
 
***
 
Alyssa e Theodore si addentrarono per i corridoi, alla ricerca di uno scompartimento per loro. Il corridoio era decisamente affollato e i ragazzi infatti si trovarono spesso a scontrarsi per sbaglio con altri studenti.
Poco dopo la partenza del treno, riuscirono a trovare uno scompartimento occupato solo da due studenti.
 
-Possiamo?- chiese Theodore, guardandoli.
 
I due annuirono e spostarono le loro borse per far posto ai nuovi arrivati.
Non appena si sedettero, Alyssa porse loro la mano sorridendogli.
 
-Alyssa Sophie, piacere-
 
-Io sono Percy e lui invece è Oliver piacere- disse uno dei due ragazzi. - Primo anno a Hogwarts?-
 
I due annuirono energicamente.
 
-Dove sperate di finire?- chiese Oliver
 
-Io in Serpeverde, tutta la mia famiglia è stata li- rispose prontamente, Theodore con fare orgoglioso.
 
Sia Percy che Oliver fecero una smorfia nel sentire il nome di quella casata ma non dissero nulla. Ci sarebbero anni in cui sarebbero volate le peggiori parole tra loro.
 
-E tu?- chiese, spostando il suo sguardo verso Alyssa.
 
-Sinceramente non lo so. Tutta la mia famiglia è stata Serpeverde tranne mio padre che era Grifondoro e ovviamente mia madre di Corvonero-
 
-Mio padre lavora per il ministero, forse conosce il tuo, chi è?- disse Percy, squadrandola da capo a piedi.
 
-Sirius Black- rispose Alyssa, sorridendo imbarazzata.
 
Nello scompartimento calò il gelo. I due ragazzi guardavano Alyssa, stupefatti e alla giovane parve di vederli impauriti.
 
-Ah- risposero in coro.
 
Dopodiché non gli parlarono più. Semplicemente li ignorarono, anche quando Theodore chiese a che punto fossero. Fu allora che Alyssa rimuginò su ciò che era accaduto a Diagon Alley.
 
Cos'aveva che non andava?
 
***
 
Dopo ore di viaggio, verso il tramonto arrivarono alla stazione ferroviaria di Hogsmeade. La stanchezza dei ragazzi era palpabile ma nonostante ciò erano felici di essere arrivati.
Tutti gli studenti del primo anno vennero accompagnati ad un molo da un omone con una lunga barba e furono invitati a salire su delle barche per attraversare il lago.
 
Era ormai calata la sera e del paesaggio non si vedeva nulla se non il maestoso castello che spiccava nell'oscurità. Ci fu stupore generale dinanzi a quella struttura così imponente e perfetta. Alyssa aveva sempre pensato che Hogwarts, non poteva essere più grande di casa Black ma in quel preciso istante, si rese conto di essersi sempre sbagliata.
Mentre continuava a guardare il castello, fece per avvicinare la mano all'acqua sotto di loro per immergervi le dita.
 
-Non lo fare! Ci sono le sirene!- esclamò la ragazzina che aveva di fronte.
 
Alyssa tolse di scatto la mano e si voltò verso Theodore, che la guardava impaurito.
Arrivati al castello, lo stesso omone che Alyssa capì essere un mezzo gigante li accompagnò in una sala che Alyssa immaginò essere la Sala d'Ingresso del castello, dove una donna li aspettava.
La donna in questione lì guardò tutti uno ad uno negli occhi, si posizionò meglio gli occhiali sul naso e si schiarì la gola.
 
-Ben arrivati nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, io sono la professoressa McGranitt e dietro quella porta- indicò un portone appena fuori la Sala. -Ci sono i vostri compagni, che vi stanno aspettando nelle proprie casate. Verrete smistati in Grifondoro, Tassorosso, Corvonero o Serpeverde. Se avrete trionfi daremo punti alla vostra casa, in caso contrario, verranno sottratti. Alla fine dell'anno verrà data la coppa delle case a colei che si è particolarmente distinta- disse la donna con fare austero.
 
Alyssa e Theodore si guardarono euforici ma non ebbero il tempo di commentare la situazione tra di loro in quanto, la donna si avviò velocemente verso il portone e furono costretti a seguirla.
 
La porta si aprì e Alyssa notò che nella sala erano posizionate quattro lunghe tavolate dove gli studenti più anziani erano già seduti. Tutti gli occhi dei ragazzi erano puntati su di loro, curiosi di scoprire chi fossero e in quale casa sarebbero finiti.
Alyssa alzò gli occhi verso il soffitto e rimase incantata nel vedere un cielo stellato con delle candele fluttuare nell'aria, una cosa mai vista in vita sua.
 
-È una magia, l'ho letto sul libro Storia di Hogwarts-esclamò una ragazzina dietro di lei, con fare saccente.
 
Si fermarono davanti al tavolo dei docenti dove al centro spiccava un uomo anziano con indosso un copricapo a punta. Esattamente di fronte all'uomo, c'era uno sgabello su cui era appoggiato un vecchio cappello.
L'uomo lisciò la sua lunga barba bianca e si alzò, facendo un sorriso rassicurante ai nuovi arrivati. Alyssa lo guardò e pensò di avere di fronte il famoso mago Merlino studiato a lezione a casa.
 
- Miei giovani studenti, benvenuti nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Io sono il preside Albus Silente e questo davanti a me, è il cappello parlante, che vi smisterà nella vostra casa sulla base di quello che lui sente- disse sorridendo tranquillo.
 
Un professore affetto da nanismo si alzò e si avvicinò a passo svelto verso lo sgabello, dove nel frattempo si era affiancata anche la Mcgranitt. Il nano aveva tra le mani una pergamena, che stringeva come fosse una cosa di vitale importanza.
 
-Inizieremo a chiamarvi uno per volta, vi chiedo il massimo silenzio- esclamò autoritaria, la professoressa Mcgranitt.
 
Il piccolo professore si schiarì la gola e aprì la pergamena, iniziando a leggere.
 
-Abbott Hannah- disse a voce alta.
 
Una ragazzina dai capelli biondi si avvicinò titubante allo sgabello, la professoressa le fece segno di accomodarsi e non appena si sedette, la McGranitt le mise il cappello sul capo.
 
-Tassorosso!- urlò il cappello.
 
Dall'ultimo tavolo a destra scoppiò un grande applauso mentre la ragazzina, correva felice verso la sua nuova casa.
 
L'uomo aspettò che i Tassorosso si calmassero e continuò. -Bones Susan-
 
La ragazzina dai capelli rossi si avvicinò allo sgabello e si sedette.
 
Non appena fu sulla testa di Susan, il Cappello ci pensò un attimo per poi esclamare -Tassorosso!-
 
Dal tavolo di poco prima, i ragazzi tornarono ad applaudire per la nuova arrivata, che raggiunse il tavolo, felice.
 
-Boot Terry- chiamò il professore.
 
Un bambino si avvicinò allo sgabello e fece come le sue compagne.
 
-Corvonero!- urlò il cappello.
 
Il ragazzino felice si avviò verso la tavolata che applaudiva.
 
Il professore si schiarì la voce e continuò. -Black Alyssa Sophie-.
 
Nella sala tutti si voltarono verso la ragazzina dai capelli corvini che si avvicinava, con determinazione allo sgabello. Mille pensieri le stavano balenando in testa, sarebbe finita a Tassorosso? A Corvonero? L'avrebbe scoperto di lì a qualche minuto.
 
Si sedette sullo sgabello e si mise comoda mentre la professoressa le metteva il vecchio cappello sulla testa.
 
-Mmmh un'altra Black, vediamo un po' dove posso collocarti- disse il cappello con aria pensosa. -Mmh Serpeverde? No, non fa per te quella casa, nonostante quasi tutti i Black sono passati di lì. Forse Corvonero? Si, vedo in te sete di sapere ma no, so benissimo dove metterti...GRIFONDORO!- urlò il cappello.
 
Alyssa sorrise entusiasta, mentre un flebile applauso partì dal tavolo rosso oro, visibilmente poco entusiasta di averla tra loro. Si andò a sedere al suo tavolo accanto a due gemelli dai capelli ramati.
 
-Piacere Alyssa!- esclamò entusiasta ignorando le occhiate degli altri.
 
-Piacere, io sono Fred mentre lui- disse indicando il suo gemello. -E' George. Senti ma tu sei proprio quella Black?- chiese curioso.
 
Alyssa annuì con determinazione mentre lo guardava negli occhi. -Problemi?- chiese con aria di sfida.
Non riusciva a capire quale fosse il problema di essere una Black, una famiglia antica e importante.
 
Fred alzò le mani a mo' di scusa. -No, affatto. Non per me- disse guardandola.
 
Alyssa non capì e si voltò verso gli altri studenti che dovevano essere smistati. La ragazzina vicino a lei era stata appena le sorrise e le porse la mano.
 
-Piacere, Lavanda- esclamò.
 
Alyssa sorrise e le strinse la mano. -Piacere mio, Alyssa-
 
-Nott Theodore Julius- disse il professore.
 
Theo si avvicinò allo sgabello titubante e si sedette.
 
-Serpeverde!- urlò il cappello.
 
Theo sorrise e si avviò verso il tavolo della propria casa. Alyssa gli sorrise dal proprio posto e tornò a chiacchierare con la ragazzina accanto a lei.
 
-Potter Harry James- disse l'uomo.
 
Un ragazzino dai capelli neri si avvicinò allo sgabello e si sedette titubante. Tutti gli sguardi erano puntati su di lui e ad Alyssa le tornò in mente il discorso fatto da Olivander, ricordandosi di aver già sentito quel nome.
 
Il cappello ci pensò un bel po' di tempo prima di sentenziare. -GRIFONDORO!-
 
Un fragoroso applauso partì dai Grifondoro che non aspettavano altro, se non avere Harry Potter nella propria casa. Alcuni urlavano "Abbiamo Potter!" e altri applaudivano con foga. Dal canto suo, Alyssa si limitò a battere le mani garbatamente.
 
Dopo la cena, furono accompagnati nei propri dormitori. Le sue compagne di stanza crollarono quasi subito a causa della giornata ma Alyssa non aveva ancora sonno. Rimase a guardare fuori dalla finestra, immaginando i suoi genitori innamorarsi tra quelle mura. Forse saranno fieri di me, pensò mentre si metteva sotto le coperte.
 
***
 
Orion e Walburga aspettavano con ansia il ritorno di Phineas, nel quadro di casa Black. Facevano avanti e indietro in salotto in attesa dell'esito dello smistamento, anche se già si erano fatti un'idea. Non appena il loro antenato tornò, la coppia si avvicinò al quadro impazienti di sapere.
 
-Allora, Phineas?- chiese Orion trepidante.
 
-Grifondoro- sospirò Phineas, guardando i due.
 
Walburga fece un respiro profondo e Orion si sedette sul divano rassegnato.
 
-Esattamente come Sirius- disse Phineas.
 
Orion annuì sconsolato mentre guardava una foto sul camino di quando Alyssa a due anni.
 
Se lo aspettavano.  
 
Angolo dell'Autrice
 
Eccoci qui con il terzo capitolo, Alyssa è finalmente a Hogwarts e anche se era molto scontato che finisse in Grifondoro, spero che il resto non sarà per voi scontato. Aspetto un vostro parere.
 
Baci
 
_L_Black_

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - Gelatine tutti i gusti + 1 ***


Capitolo IV

Alyssa Sophie Black

Figlia di un assassino

Attenzione studenti di Hogwarts!

Questo era scritto in vari cartelli per il castello, compresa la sala comune dei Grifondoro, appesi ogni giorno dall'arrivo a Hogwarts.

Alyssa ne rimase scioccata e, se non fosse stato per il suo orgoglio, sarebbe andata a nascondersi nel bagno del secondo piano. Ma i suoi nonni le avevano sempre insegnato a non cadere e a farsi valere sempre, per questo camminava a testa alta anche se aveva bisogno di risposte.

Non appena lesse l'ennesimo cartello, lo staccò dalla parete e si avviò verso lo studio di Silente, furibonda.

Anche a costo di far saltare la testa ad innocenti, avrebbe trovato il colpevole di tanta cattiveria.

Fuori dalla stanza, come ad attenderla c'era proprio il preside, che a differenza sua, sorrideva pacato.
-Sorbetto al limone- disse perentorio il preside e dalla statua comparvero delle scale grazie a un meccanismo. L'uomo le fece segno di entrare e non appena furono sopra, le scale scomparvero.
Nell'ufficio tutto era così maledettamente tranquillo, decisamente diverso dalla bolgia di studenti in preda ai primi giorni di scuola.

Non appena si sedette però, il preside fu chiamato dal guardia caccia per un problema sorto nel momento sbagliato.
Alyssa se ne stava a braccia conserte e picchiettava con il piede a terra a tempi regolari, ogni tanto sbuffava mentre guardava Phineas che imprecava tutto ciò che lei stava pensando in quel preciso istante.

-Attaccare così una Black, assurdo!- borbottava il quadro mentre gesticolava in preda al nervosismo.

Non le piaceva aspettare, soprattutto quando si trattava di una questione di vitale importanza come quella. Questa era una cosa che sua nonna le aveva sempre recriminato, l'impazienza, su ciò infatti sia Walburga che Orion le ricordavano la somiglianza con il padre.

Dopo un po', l'uomo rientrò in modo molto pacato e si andò a sedere alla poltrona davanti Alyssa. Phineas intanto continuava a imprecare e a chiedere spiegazioni a Silente, che lo guardava più per educazione che per voglia di rispondere. Poi lo bloccò con fare gentile della mano e Phineas si zittì borbottando.

-Allora, Alyssa sei qui per parlarmi di questi cartelli, giusto?- chiese con fare gentile, Silente.

Alyssa annuì energica e batté i piedi a terra, portando le mani sui braccioli.

-Esatto, signor preside. Questo non può assolutamente passare inosservato! Bisogna agire e prendere quegli idioti ed espellerli da Hogwarts- esclamò a voce alta.

Silente sorrise e annuì guardandola.

-Ti piacciono le gelatine tutti i gusti più uno?- le chiese Silente, mentre apriva un cassetto.

Alyssa lo guardò stupita, era stranita da quel comportamento ma tuttavia annuì e rimase in attesa di capire dove voleva andare a parare il preside.

-Beh, si più o meno. Alcune mi piacciono ma altre proprio no- rispose dopo qualche secondo, storcendo il naso al ricordo della caramella al vomito.

Silente fece uscire un pacchetto di gelatine tutti i gusti + 1 e lo aprì lasciandolo sul tavolo.

-Esatto, vedi ci sono sia quelle buone da morire e quelle che preferiresti morire piuttosto che mangiarle- convenne il professore sorridendo. -Ma loro le mettono lo stesso nel pacchetto-.

-Beh, si- esclamò incerta la ragazzina.

-Vedi Alyssa, Hogwarts è un po' come le gelatine tutti i gusti più uno. Ci sono studenti buoni e studenti cattivi ma non possiamo di certo sbatterli fuori dalla scuola- disse il preside guardandola mentre prendeva una caramella.

Alyssa lo guardò e rimase un attimo a pensarci, guardava quell'uomo che mangiava le caramelle con una calma da far salire il sangue al cervello pure a un gatto. Fece un respiro profondo per calmarsi ed incrociò le gambe.

-Tutto questo discorso per dirmi che non li cercherete, professore?- chiese con fare apparentemente calmo.

Phineas sapeva bene come fosse quella ragazzina e si portò le mani tra i capelli. In quel momento Alyssa pensò seriamente che il quadro potesse prender vita giusto un attimo per darle un ceffone.

Silente ridacchiò e prese un'altra caramella per poi passare il pacchetto ad Alyssa.

-Oh no signorina Black, non ha capito. Li cercheremo, la professoressa McGranitt sta già interrogando i suoi compagni non babbani, ci dia tempo cara. Intanto perché non prendi una caramella?- disse Silente sorridendo.

Alyssa storse il naso e inclinò di poco il volto, "mi sta prendendo in giro?" Pensò mentre prendeva una caramella dal pacchetto più per educazione che per voglia di mangiarne una.

Storse ancora di più il naso quando, mangiandola, si rese conto che era al sapore di vomito.

All'uscita dall'ufficio, ad attenderla vi era un ragazzino dai capelli neri appoggiato a una colonna. Alyssa si avvicinò a lui e sbuffò apertamente mentre lo prendeva dal mantello per trascinarlo fuori dal castello.

Theodore si staccò dalla presa di Alyssa ma a stento riusciva a stare al suo passo. Intanto attorno a loro, gli studenti guardavano la ragazzina, chi con occhi di compassione chi con disprezzo.

Dal canto suo lei li ignorava con dignità anche se Theodore sapeva che in fondo ci rimaneva male a quegli attacchi gratuiti nei suoi confronti.

Usciti dal castello, notarono che il parco era pieno di studenti che si godevano il sole ancora caldo di settembre. Alyssa storse il naso e prese per mano Theodore, portandolo alle porte della foresta proibita ma stando attenta a non entrare.

-Allora? Cosa ti ha detto Silente?- chiese Theodore non appena arrivarono al primo albero.

-Che la McGranitt sta interrogando tutti gli studenti non babbani- disse Alyssa, mentre si sedeva a terra.

-Beh? Buono no?- rispose Theodore sorridendo.

Alyssa lo fulminò con lo sguardo e ignorò deliberatamente l'esclamazione dell'amico, incrociò le gambe e lo invitò a sedersi davanti a lei.

-La McGranitt può interrogare solo gli studenti di Grifondoro, puoi ben capire che non sono gli unici ad aver fatto questa cosa- esclamò Alyssa non appena l'amico si sedette davanti a lei.

Theodore convenne e incrociò le gambe per poggiarsi sui gomiti. -Già, hai ragione. Ma cosa vuoi fare?-

-I cartelli appaiono dalla notte al giorno giusto? Appena vengono staccati da quel Gazza, la notte successiva vengono riattaccati- disse la ragazzina a bassa voce. -Li cogliamo sul fatto-.

-Vuoi uscire?! Ma è proibito, Alyssa!- esclamò Theodore alzando la voce.

Alyssa gli fece segno di abbassare la voce e annuì energica.

-Non capisci, Theodore?! Questi tipi li devo fermare dall'inizio. Devono assolutamente fargli capire che IO, Alyssa Sophie Black, non mi faccio mettere i piedi in testa da dei luridi Troll- esclamò la ragazzina, battendo il pugno sull'erba. -Stasera, ci vediamo alle undici davanti le scale, da lì iniziamo, sono sicura che ci sono di mezzo i Serpeverde- esclamò con rabbia. -Senza offesa, Theo- disse subito dopo averci pensato.

Theodore ci pensò un attimo, uscire dai propri dormitori la notte significava punizione certa.

-Ma finiremo in punizione- disse Theodore incerto.

-Theo caro, il castello è grande e i prefetti sono pochi per gestirla tutta. Fidati di me Nott, ho sempre ragione- esclamò Alyssa mentre si rimetteva in piedi.

Theodore la guardò dal basso e arricciò le labbra. -E' proprio questo quello che mi preoccupa-.

***

-COSA SIGNIFICA CHE MIA NIPOTE E' SU TUTTI I MURI DI HOGWARTS?!- urlò Orion, sbattendo il pugno sulla scrivania.

-Quello che ho detto, Orion! Ho sentito tutto il discorso di quel filobabbano di Silente ad Alyssa. Tutti i quadri stavano dormendo e non sanno nulla!- esclamò Phineas mentre guardava Orion.

Walburga se ne stava in silenzio, con la rabbia che s'innalzava dentro di lei. Se fosse stato Regulus al posto di Alyssa, sarebbe andata lì a fare una paternale a tutti gli studenti durante l'ora di cena.

Ma non era Regulus, era Alyssa e a lei non piaceva proprio quando i nonni s'intromettevano nelle sue faccende.

-Dobbiamo parlare con Silente! Questo è un affronto bello e buono alla nostra famiglia! Se non si risolve quella scuola può scordarsi la mia donazione annuale!- urlò Orion mentre si avvicinava alla finestra.

-Lasciamo che Alyssa faccia da sola, Orion. Sai bene che non le piace quando c'intromettiamo- disse Walburga con rabbia, anche se voleva nascondere il suo rancore.

Orion si voltò verso la moglie e rimase dapprima sorpreso dal comportamento di Walburga ma poi ci pensò meglio, effettivamente non poteva far nulla che andasse contro ciò che la nipote voleva.

Se lo erano promesso dieci anni prima d'altronde.

-Ma sicuramente Silente non farà nulla!- disse Orion.

La moglie scoppiò in una risata e si sistemò lo chignon che si era fatta quella mattina per raccogliere i capelli.

-Pensi davvero che Alyssa non stia pensando a qualcosa?-

***

Gazza aveva finito verso l'ora di cena di staccare tutti quei cartelli dalle pareti della scuola, l'ultimo era stato tolto proprio sulle scale che portavano alla Sala Comune di Grifondoro.

A cena Alyssa chiacchierò la ragazzina conosciuta la prima sera a Hogwarts Lavanda. le sembrava simpatica ma non sapeva se il suo voler chiacchierare con lei era per paura o per voglia di conoscerla.

A fine cena, tutti tornarono nelle proprie sale comuni, Alyssa attese impaziente che le sue compagne andassero a dormire, così da poter uscire. Durante l'attesa si mise il pigiama per non dar eventuali dubbi e si mise a letto come tutte le altre. Non appena anche Calì s'addormentò, scese piano dal letto e si rivestì velocemente, uscì dalla stanza senza far rumore e non appena fu fuori dalla Sala Comune di Grifondoro, tirò un sospiro di sollievo.

Corse giù per le scale, stando attenta a non farsi scoprire dai prefetti, non appena arrivò nel punto prestabilito si poggiò al muro, aspettando Theodore.

Theodore arrivò di corsa, con i capelli spettinati e la cravatta ormai lenta.

-Era ora- esclamò Alyssa, nonostante fosse arrivata appena un minuto prima.

-Scusa- disse Theodore con il fiatone. -Mi ero addormentato-.

Alyssa scosse la testa rassegnata. -Ti ha visto qualcuno?-

-Penso di no- rispose incerto.

Alyssa alzò gli occhi al cielo e s'incamminò a passo veloce verso la Sala Grande.

-Ma dove stiamo andando?- chiese Theodore seguendola.

-Abbassa la voce! E comunque, stiamo andando in Sala Grande. Ho fatto un conto e la maggior affluenza di fogli sta proprio li, ogni giorno almeno dieci per tavolo- rispose Alyssa senza voltarsi verso l'amico.

Theodore non rispose e si limitò a seguire l'amica senza obiettare, aveva paura di essere scoperto, quello si ma non voleva che questi sopprusi verso Alyssa continuassero, lei non li meritava.

Sentirono dei passi e si nascosero dietro le armature argentate. Il cuore le batteva all'impazzata nel petto a causa di un misto tra la voglia di scoprire chi fosse l'artefice di questi cartelli e la paura di essere scoperti da prefetti o professori.

Percy Weasley passò di lì con la sua aria pomposa, Alyssa e Theodore si tapparono la bocca per non fargli sentire il loro respiro.

Non appena il ragazzo s'allontanò, i due uscirono dai loro nascondigli e si avviarono più velocemente possibile verso la Sala Grande con il cuore in gola dall'ansia di essere scoperti.

Aprirono il grande portone della Sala tentando di non far rumore, nessuno dei due parlava per paura di essere scoperti. Non appena furono dentro, si nascosero sotto il tavolo di Serpeverde e attesero.

Due ore più tardi, il portone si aprì nuovamente, facendo entrare quattro persone. Alyssa e Theodore si guardarono e aspettarono.

-Muoviamoci Bole!- urlò una voce maschile.

-Non urlare! Potrebbero scoprirci- disse un'altra voce.

-Non voglio più fare questa cosa, Adrian- disse una ragazza, una voce che Alyssa aveva già sentito. -E' sbagliato-.

-Oh Bell sta zitta o dirò a tutti che hai barato Quidditch- rispose un ragazzo.

-Assurdo che nessuno ancora ci scopre- disse Draco Malfoy ridendo.

-Draco sta zitto per favore-

Ci fu poi il silenzio e Alyssa pensò che stessero spargendo i fogli per i tavoli, la ragazzina fece segno a Theodore di uscire allo scoperto e i due uscirono.

-VI HO TROVATI FINALMENTE!- urlò Alyssa indicandoli.

I quattro sobbalzarono e si voltarono verso il tavolo di Serpeverde, dove la Black e Nott li stavano guardando.

-Perché lo avete fatto?!- chiese la ragazzina, guardandoli.

Davanti a lei solo la ragazza era davvero pentita di ciò che stava facendo. Gli altri invece ghignavano soddisfatti di averle fatto male a tal punto da cercarli.

-Beh...Beh- balbettò, Katie Bell abbassando lo sguardo.

-Sei figlia di un assassino- disse Draco ghignando.

-Non è vero!- obiettò Theodore.

-Finirete nei guai- disse Alyssa ghignando.

-Su questo non c'è dubbio signorina Black- disse una voce dalla porta.

Stavolta tutti e sei si voltarono verso la porta stupiti tutto il corpo docente li stava guardando uno ad uno negli occhi.

-Le avevo detto, signorina Black, di aspettare- disse Silente mentre entrava nella stanza.

Theodore si voltò verso l'amica con lo sguardo di chi aveva ragione e Alyssa lo ignorò deliberatamente.

La McGranitt la guardava con sguardo accusatorio e lei abbassò lo sguardo per evitarlo.

-Voi quattro- esclamò Silente indicando i quattro artefici del misfatto. -Siete in punizione, direi che aiutare Hagrid con gli Schiopodi non sarà poi così male. Inoltre toglierò 10 punti a Grifondoro e 30 a Serpeverde-.

-Perché trenta a Serpeverde e dieci a Grifondoro?- chiese Adrian con un moto di coraggio.

-Perché, signor Pucey, sono dieci punti per persona, asino- spiegò il professor Piton.

Alyssa e Theodore si sorrisero e si batterono il cinque soddisfatti.

-Non cantate vittoria così in fretta- esclamò la McGranitt avvicinandosi a loro. -Siete anche voi in punizione pulirete tutta l'argenteria, è la punizione adatta per essere usciti dopo il coprifuoco-.

Alyssa e Theodore guardarono la professoressa stupiti e rassegnati. Theodore guardò Alyssa con un misto di rabbia e felicità, in fondo era contento che avessero trovato gli artefici di tutti quei cartelli.

-E direi che 5 punti in meno a Grifondoro e Serpeverde sia una punizione adeguata per voi due- disse Silente annuendo.

-Adesso tutti nei propri dormitori- ordinò la McGranitt, guardando gli studenti.

Gli studenti di Serpeverde si avviarono nei sotterranei mentre Alyssa e Katie Bell si avviarono verso la torre di Grifondoro.

-Senti, Alyssa mi dispiace. Pucey mi ha incastrata e...- esclamò Katie non appena si allontanarono dalla Sala Grande.

-Non m'interessa Katie- disse Alyssa, voltandosi verso di lei. -Ho sentito cos'hai detto e ho capito che non è colpa tua-.

Katie la guardò e sorrise.

-Ma sappi una cosa, semmai sentirò cose sul mio conto venir fuori dalla tua bocca, il Quidditch sarà l'ultimo dei tuoi pensieri- esclamò Alyssa, guardandola dritto negli occhi.

Katie annuì mentre diceva la parola d'ordine al quadro, fece passare prima Alyssa per poi passare lei, si divisero all'entrata delle proprie camere senza neanche salutarsi.

Non appena entrò nella sua camera, si gettò sul letto, addormentandosi velocemente.

***

-Cosa significa che Alyssa è in punizione?!- esclamò Orion sorpreso.

-Quello che ho detto, Orion- rispose Phineas. -Si è messa a cercare lei stessa gli artefici dei cartelli contro di lei-.

Orion si sedette sulla poltrona stupefatto mentre Walburga era seduta comodamente sul divano. L'uomo si voltò verso la moglie, notando il suo sorriso.

-Te l'avevo detto che avrebbe cercato i colpevoli-.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 - Ansia ***


V Capitolo

King's Cross era gremita di giovani studenti e di genitori che accompagnavano i propri figli pronti a prendere l'Hogwarts Express.

I signori Black e Alyssa erano arrivati con un leggero ritardo, cosa al quanto strana da parte di Walburga che in tutta la sua vita non aveva mai fatto tardi. Ma quel giorno, la donna non si era sentita molto bene

Stavolta sul baule di Alyssa, vi era poggiato un manico di scopa ricoperto di carta, la ragazzina lo guardava orgogliosa mentre immaginava la sua entrata nella squadra di Quidditch di Grifondoro. Aveva saputo da Lavanda durante l'estate che si era liberato un posto nella squadra

-Mi raccomando, Alyssa quest'anno non metterti nei guai- disse Orion, guardando la nipote negli occhi.

Alyssa annuì solennemente, nessuno poteva farle dimenticare la strillettera che le arrivò dopo la sua punizione l'anno prima. Al tavolo dei Grifondoro stavano ancora ridendo per le urla di Orion Black nei confronti di sua nipote.

Quando salì sul treno, andò a sedersi al primo scompartimento vuoto che trovò e salutò i nonni dal finestrino e sorridendo, pronta per un nuovo anno a Hogwarts.

***

Il campo da Quidditch era semi-vuoto qualche studente aveva saputo delle audizioni ed erano andati lì più per passare il tempo che per amore dello sport. Alyssa mal celava il suo nervosismo mentre Dean Thomas accanto a lei, sfoggiava il suo miglior sorriso, pronto a giocare.

Oliver Baston e Angelina Johnson li guardavano, il primo con aria seria mentre la seconda sorrideva, forse a tranquillizzare sia Alyssa che Dean.

Oliver si schiarì la voce e si voltò verso gli spalti. C'erano si e no una quindicina di studenti tra cui un ragazzino dai capelli neri, con indosso la sua sciarpa verde-argento. Fece una smorfia quando si rese conto che quel ragazzino era l'unico veramente interessato alle audizioni e tornò a guardare i due pretendenti al posto nella squadra.

-Bene, allora stiamo cercando un cacciatore in quanto come sapete, Alicia ha dovuto lasciare per un problema alla spalla. Vogliamo una persona che sia brava quanto lei visto che era una delle migliori cacciatrici della scuola, è chiaro?- esclamò Oliver, con tono austero.

I due annuirono e Alyssa lanciò un'occhiata a Theodore, che la guardava da sopra gli spalti, quando il ragazzo si rese conto dello sguardo della sua amica, le sorrise per incoraggiarla.

-Bene, la prova consiste nel riuscire a fare quanti più goal possibile, ovviamente io sarò il portiere, quindi state ben attenti. Angelina sarà qui a studiare il vostro modo di giocare, chiaro?- appena ebbe il consenso dei due, Oliver sorrise e continuò -Sulle scope!-.

Alyssa lanciò un'occhiata al suo avversario e afferrò la scopa per poi salirvi velocemente, stessa cosa fece Dean, anche se rimase al quanto sorpreso, dal gesto veloce della sua avversaria.

I due si ritrovarono ben presto in aria, pronti a battersi per quel posto tanto agognato. Non appena Oliver fu al suo posto, Angelina lanciò la pluffa che venne subito afferrata da Dean, Alyssa si lanciò contro di lui, riuscendo a sfilargliela dalle mani e volò come un razzo verso i cerchi.

Sapeva di avere Dean Thomas alle calcagne ma questo non le impedì di lanciare con tutta la forza che aveva la pluffa verso i cerchi. Non appena l'ebbe lanciata si fermò per guardare Oliver che tentava inutilmente di afferrare la pluffa. Sorrise tra sé e tornò subito seria, pronta per un altro round.

Passarono quaranta minuti così, con Alyssa che rubava la pluffa a Dean o viceversa. Fu un incontro avvincente, non solo Theodore e Angelina rimanevano con il fiato sospeso ad ogni lancio di pluffa, ma anche gli altri che erano andati lì per passare il tempo si erano ritrovati senza non riuscire a staccare gli occhi da quel match due contro due.

Quando Dean lanciò la pluffa, ormai sfinito e senza più un briciolo di forza, Alyssa riuscì a prenderla prima che arrivasse da Oliver e la rilanciò a sua volta segnando l'ultimo goal delle selezioni per il Quidditch.

-Basta così ragazzi- disse Oliver, guardandoli anche lui visibilmente stanco.

Quando i tre tornarono con i piedi per terra, lasciarono le proprie scope e si avvicinarono al capitano della squadra e alla sua assistente per scoprire il verdetto finale.

Sia Alyssa che Dean avevano il fiato corto, era stata una battaglia vera e propria, la loro. I due non potevano negarlo tuttavia lei era pronta a risalire sulla scopa se fosse servito.

-Bene, è stata una selezione devo dire, molto interessante. Tutti e due avete dimostrato di essere motivati e pronti a tutto per la propria squadra. Tuttavia c'è un posto solo, sappiate che non è stato facile decidere ma ci abbiamo pensato bene e siamo arrivati a una conclusione- Oliver si bloccò un attimo, per guardare Angelina in cerca di consenso, non appena la ragazza annuì, continuò. -Alyssa Sophie Black, benvenuta nella squadra di Grifondoro-.

-WOOOOHHHOOOOOOOOOOO!- urlò Theodore dagli spalti. Si era alzato e stava urlando a squarciagola.

Tutti si voltarono verso di lui e alcuni ridacchia tono. Le guance di Alyssa si colorarono di un leggero rossore e Angelina la guardò ridacchiando, cosa che la fece arrossire ancora di più.

Dean se ne andò senza salutare mentre Alyssa rimase lì, in attesa delle notizie basilari per gli allenamenti o per qualsiasi altra cosa riguardasse il Quidditch.

-Mi raccomando, Alyssa. La nostra squadra quest'anno punta a vincere, non farmi cambiare idea su di te- disse Oliver, lasciandole la mano.

Alyssa deglutì e annuì con fermezza mentre Angelina ridacchiava, guardando la serietà di Oliver.

-Tranquilla, Alyssa- disse Angelina sorridendo alla ragazza. -Fa così con tutti-.

Alyssa ridacchiò debolmente e voltò lo sguardo verso Theodore, che la guardava sorridendo.

-Vedrò di non deludervi- disse la ragazzina, guardando i due giovani davanti a lei.

-Perfetto, ti farò sapere quando ci sono gli allenamenti, ciao Alyssa- la salutò Oliver mentre se ne andava assieme ad Angelina, lasciandola da sola in mezzo al campo.

Alyssa rimase per un minuto buono lì, al centro del campo, ancora incredula di quello che era accaduto poco prima. Doveva scrivere ai nonni per raccontargli tutto.

Nel frattempo, Theodore l'aveva raggiunta al campo e le sorrideva come mai aveva fatto, l'abbracciò velocemente e fece un leggero inchino nei confronti dell'amica.

-Complimenti, signorina Black- disse sorridendo.

Alyssa sorrise e gli diede un pugno sulla spalla con un po' troppa forza. Il ragazzo fece una smorfia e si massaggiò la spalla mentre la guardava.

-Andiamo, ho una fame- sentenziò Alyssa mentre riprendeva la sua scopa e uscire dal campo.

Theodore la seguì in fretta e furia e le si mise accanto. Arrivati al parco del castello, Alyssa si guardò attorno per vedere se vi fosse qualcuno e, non appena ebbe constatato che erano soli, iniziò a ballare con il suo manico di scopa.  Theodore scoppiò a ridere non appena notò la passione con cui ballava con il manico di scopa.

-Vedo che alla fine le lezioni di ballo di tua nonna le hai seguite- disse Theodore, tra una risata e l'altra.

Alyssa si bloccò e guardò l'amico con aria schifata.

-Theodore Nott, pensi davvero che IO, possa seguire seguire delle lezioni di ballo?- chiese, Alyssa mettendosi davanti all'amico. -Credevo mi conoscessi. Mi hai delusa- disse voltandogli le spalle

Theodore rimase stupito da quella scena, mai aveva potuto pensare di riuscire a offendere Alyssa per una cosa del genere. Effettivamente mai aveva pensato di offenderla in qualsiasi modo.

-Alyssa, scusami dai, non volevo essere scortese- esclamò mentre realmente dispiaciuto.

Il dispiacere del ragazzo finì subito quando vide Alyssa scoppiare a ridere. La ragazza gli spettinò energicamente i capelli per poi tornare seria.

-Pensi davvero che me la prendo per una tua battuta uscita male? Pensavo mi conoscessi davvero, Nott- esclamò Alyssa ridacchiando.

-Questo gioco non mi piace sai? Non sono mica una marionetta io!- esclamò il ragazzo con lo sguardo serio.

Alyssa sorrise e gli cinse le spalle con un braccio.

-Chiedo scusa, Theodore. Non volevo offenderti lo sai- disse Alyssa mentre si dirigevano alle scale.

Theodore arrossì leggermente e annuì, si sentiva terribilmente stupido in quelle situazioni dove Alyssa vinceva sempre.

-Ho proprio voglia di budino alla vaniglia, speriamo ci sia stasera. Io vado a cambiarmi, a dopo Nott- esclamò la ragazza, lasciando l'amico per dirigersi correndo alle scale.

Theodore sospirò e si voltò per tornare nella sua sala comune.

***

Non appena rientrò nella sua stanza, Alyssa lasciò il manico di scopa sul baule e si lanciò sul letto stanca morta.

Nel letto accanto, Lavanda leggeva il suo libro con attenzione, non facendo caso alla compagna di stanza appena rientrata.

La giovane Black si mise seduta e iniziò a cambiarsi per rimettersi la divisa scolastica, mentre lo faceva, guardava la ragazza con fare curioso, Cosa starà leggendo di così interessante? pensava mentre si annodava la cravatta al collo.

Non appena si raccolse nuovamente i capelli in una treccia, si voltò verso la compagna, trovandola a leggere il libro.

-Senti Lavanda, posso sapere di cosa parla quel libro?- chiese Alyssa, guardandola. -Sembra interessante-.

Lavanda alzò gli occhi verso Alyssa, fulminandola con lo sguardo. -Non lo sai?!- chiese alzando la voce.

Alyssa inarcò il sopracciglio e incrociò le braccia. -Dovrei?- chiese con aria di sfida.

-E' il libro del professor Allock cavolo! E' assurdo che tu non lo conosca- esclamò indicandole il la copertina del libro.

-Stupida io a non leggere i suoi libri eh- rispose Alyssa sottovoce, esasperata nel sentir nominare quel nome da ogni ragazza della scuola.

-Che hai detto?- chiese Lavanda guardandola.

-Nulla mia cara Lav- rispose Alyssa mentre si sedeva sul letto della ragazza. -Lo leggerò, promesso!- esclamò fadendole il segno del giuramento.

Lavanda arricciò le labbra mentre riprendeva la lettura. -Lo dicevi anche di quel libro di divinazione che stavo leggendo-.

-Mi stavo preparando per Pozioni in quel periodo!- rispose prontamente Alyssa.

-E quel libro sui segni zodiacali?- ribatté Lavanda.

-Beh lo sai che stavo studiando Trasfigurazione- rispose nuovamente Alyssa.

Prima che l'amica ribattesse nuovamente, si alzò di scatto dal letto e si avviò fuori la stanza.

-Beh io ho fame, vado in Sala Grande per la cena, a dopo Lav!- esclamò Alyssa mntre usciva.

Non appena chiuse la porta, la ragazzina fece un sospiro esasperato, l'anno prima Lavanda aveva scoperto la Divinazione per caso e non si era più staccata da quei libri.

Quella era la sua giornata fortunata, finalmente poteva giocare a Quidditch, da piccola aveva scoperto il vecchio manico di scopa di suo zio Regulus e si era appassionata a quello sport. Il nonno le aveva fatto prendere qualche lezione dalle squadre per bambini di Quidditch e dopo la prima volta, si era innamorata del gioco.

Arrivata in Sala Grande, rimase a bocca aperta, vedendola addobbata per la sera di Halloween. L'anno prima a causa dell'entrata del Troll nei sotterranei non si era goduta la festa ma quell'anno per fortuna non sembrava esserci nessun pericolo.

Al tavolo di Grifondoro, i gemelli Weasley stavano mimando i fantasmi del castello, riuscendo a far ridere i ragazzi del primo anno. Al tavolo di Serpeverde invece, Theodore chiacchierava con Malfoy e Zabini. A differenza sua, Theodore era riuscito a fare amicizia con gli altri bambini purosangue con molta facilità.

Come poteva parlare con quei due viscidi?!

Tutti i serpeverde si atteggiavano a  snob eppure Theodore no. Ogni volta che pensava a questo, Alyssa si rendeva conto che in fondo non l'aveva mai inquadrato del tutto. Con lei era gentile ma le volte in cui studiavano insieme e c'era anche Lavanda lui la guardava con disprezzo.

Si stava per sedere al solito posto quando Oliver le fece segno di sedersi con loro. Alyssa si avvicinò subito sorridendo e si sedette accanto al capitano di Quidditch e agli altri della squadra.

Davanti a lei erano seduti i gemelli, che stavano ancora dando prova della loro comicità, Angelina e Alicia Spinnet.

-Ragazzi- esclamò Oliver con aria solenne. -Questa è la nostra nuova cacciatrice, Alyssa Black-.

I gemelli si bloccarono e si voltarono all'unisono verso la ragazzina seduta davanti a loro.

-Benvenuta Black- disse Fred, sorridendo. -Noi- iniziò indicando il fratello -siamo i battitori, coloro che ti salveranno dai bolidi rognosi, inclusi i Serpeverde- disse ghignando.

Alyssa ridacchiò e con lo sguardo si mise a cercare Lavanda per farle segno di sedersi accanto a loro ma la vide leggere il suo libro assieme a Calì e decise di non dirle nulla. Sapeva quando era il caso di lasciarla alla sua lettura.

Iniziò a mangiare con gusto, accanto a lei, Alicia ogni tanto si massaggiava la spalla pensando di non farsi notare. In realtà tutti avevano notato quei gesti ma nessuno parlò.

D'un tratto, George le fece segno di voltarsi e si ritrovò una ragazzina del primo anno con un biglietto tra le mani. Il suo sguardo si focalizzò per un attimo sulla cravatta giallo-nera che la ragazza aveva al collo.

-Te lo mandano dal tavolo dei Serpeverde...- sussurrò la giovane, con le guance leggermente rosse.

Alyssa sbuffò e afferrò il biglietto. Fece per ringraziarla ma la ragazzina era già scappata al suo tavolo. Tornò a sedersi composta e aprì il biglietto leggendolo.

Lurida figlia di un assassino.

La giovane alzò subito lo sguardo verso il tavolo dei Serpeverde, nella speranza di incrociare gli occhi di chi aveva osato fare una cosa del genere.

Ma nessuno la guardava, era come se nulla fosse successo.

Era stufa di quei giochetti stupidi, dopo gli avvenimenti dell'anno prima i cartelli non si videro più per la scuola anche se ogni tanto le erano arrivati dei bigliettini del genere.
Quel giorno però non voleva mettersi a litigare, preferì alzarsi dal tavolo e andarsene per tornare nella torre di Grifondoro.

Camminava per i corridoi vuoti, con in mano ancora quel biglietto. La rabbia saliva ad ogni messaggio del genere ma sapeva che se sua nonna fosse venuta a sapere di qualche nuova vendetta non avrebbe esitato ad andare a Hogwarts per poterle spiegare al meglio come si doveva comportare una giovane Black a scuola.

Anche se effettivamente, sua nonna non le metteva soggezione come faceva ad altri. Aveva sempre adorato il modo in cui sua nonna guardava Draco quando faceva una marachella in casa Black. Bastava uno sguardo per far raggelare il sangue.

Non appena girò l'angolo, si bloccò. Mai si sarebbe immaginata di trovarsi davanti il corpo di Mrs Purr appeso al muro, proprio sotto una scritta rossa. Rabbrividì quando si rese conto che quel rosso era sangue.

La camera dei segreti è stata aperta

temete, nemici dell'Erede!

Il sangue colava a terra goccia dopo goccia e Alyssa capì subito che non era il caso di farsi trovare lì.

-Harry miseriaccia cosa sta succedendo?!- urlò una voce.

Alyssa si voltò di scatto nella direzione da cui provenivano le voci. Non doveva essere lì, le avrebbero dato sicuramente la colpa e non era il caso visto che per metà della scuola era figlia di un assassino.

Senza pensarci due volte iniziò a correre verso la torre di Grifondoro, stando attenta a non farsi vedere da nessuno.

Cos'era la camera dei segreti? E soprattutto, perché uccidere Mrs Purr?

Queste domande balenavano nella testa della giovane Black ancora in preda alla paura. L'immagine del sangue che colava le fece venire la nausea. La sua nuova priorità era quella di non diventare il secondo calamaio del suddetto "Erede".

La Sala Comune era deserta e Alyssa rabbrividì al pensiero di essere sola in tutta la casata di Grifondoro. Corse dritta in camera sua e s'infilò il pigiama per poi mettersi a letto.

Una mezz'ora dopo, le sue compagne di stanza tornarono, non preoccupandosi di lei che dormiva, o meglio, fingeva di dormire.

-Ma hai visto cosa c'era li?!- esclamò Calì.

-Si, ho visto ma chi può essere stato?- rispose Lavanda, con voce tremante.

Alyssa ascoltava con attenzione le parole delle due ragazze, così da saperne di più su cuò che era accaduto.

-Beh hai visto no? C'erano Harry, Ron e la Granger- disse Calì mentre si metteva il pigiama.

-Dici che sono stati loro? Ma perché?- chiese Lavanda.

-Silente lo scoprirà- rispose tranquilla Calì.

Alyssa rabbrividì al pensiero di ciò che aveva visto ma continuò a far finta di dormire.

Il trio, come lo chiamava lei, era stato trovato lì. Sicuramente non erano stati loro ma quanto meno i sospetti sarebbero ricaduti sicuramente su quei tre.

Nessuno doveva sapere che lei era stata lì.

***

-Chi mai scriverebbe col sangue una cosa del genere?!- chiese Theodore mentre guardava il fuoco scoppiettante della Sala Comune.

-Non lo so, Nott. Una cosa è certa, quei tre ora sono nei guai- rispose ghignando Blaise.

-Solo loro tre? E la Black? Io non l'ho vista a cena- esclamò Malfoy guardando gli amici.

Theodore deglutì, continuando a guardare il fuoco davanti a lui.

-Alyssa non farebbe mai una cosa del genere- rispose Theodore, con voce sicura.

-Secondo te la tua fidanzatina non farebbe nulla- disse Malfoy mentre si avvicinava a lui.

Theodore si voltà di scatto verso l'amico e lo fulminò con lo sguardo. -Lei non è la mia fidanzata!-

Malfoy scoppiò a ridere e non rispose. I tre andarono nella propria stanza senza proferire alcuna parola sull'accaduto.

Theodore era molto preoccupato per Alyssa, in fondo Draco aveva ragione, lei non c'era a cena e i professori potevano darle la colpa, sospirò e si mise a letto come i suoi amici.

Non appena la luce fu spenta, un ghigno ruppe il silenzio. -Io spero che succederà qualcosa alla Granger- esclamò Malfoy.

Theodore ridacchiò ma non rispose, "meglio la Granger che Alyssa".

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 - Lacrime ***


Capitolo VI

Appena un mese era passato dalla pietrificazione di Mrs Purr e Alyssa teneva fede a ciò che si era ripromessa. Non dire a nessuno di esser stata li

Certo, non doveva preoccuparsi, d'altronde non era stata lei, ma voci di corridoio la mettevano tra gli indiziati e tutto a causa della sua scomparsa dalla Sala Grande prima del tempo.

La mattina dopo il fatto, per far credere di non sapere nulla chiese a Lavanda e Calì cosa fosse successo e come mai tutti parlottavano tra di loro. Le due ragazze dapprima la guardarono sbalordite poi si ricordarono della mancanza a cena della loro amica.

Theodore non le aveva chiesto nulla ma Alyssa sapeva che moriva dalla voglia di sapere. Il giorno dopo infatti le aveva chiesto dove fosse finita a cena e quando gli disse che era andata a dormire notò di non averlo convinto del tutto.

***

Quella mattina faceva più freddo del solito a Hogwarts, Alyssa ci mise un po' ad alzarsi dal letto, solo alla terza chiamata di Lavanda capì che era arrivato il momento di andare.

A colazione si fece un toast con la marmellata di mandarini e un bel bicchiere di succo di zucca. Al tavolo di Serpeverde, Theodore mangiava tranquillo la sua colazione mentre chiacchierava con Draco e gli altri. Alyssa lo guardò per un attimo, non riconoscendovi più il bambino timido che aveva conosciuto quella sera di Natale.

-Pensi che oggi Piton interroghi?- chiese Lavanda al suo fianco.

-Probabile, preparati al meglio Lav. Per noi di Grifondoro Pozioni è molto più difficile- rispose Alyssa mentre si versava un altro po' di succo.

-Difficile per noi altri poveri stolti. Sembra che tu non abbia fatto altro nella vita se non studiare Pozioni- le rispose Lavanda, fulminandola con lo sguardo.

Alyssa ridacchiò e si alzò dal tavolo.
-Non capisco che problemi abbiate con le pozioni. Vado in aula comunque, a tra poco-

Pozioni, ecco una cosa che a lei interessava. Stranamente al contrario dei suoi compagni di casata, quella materia la trovava elettrizzante in quanto sì, incantesimi era una materia interessante ma riuscire a curare o a procurare del male con una semplice bevanda era una questione che doveva approfondire.

In aula non c'era ancora nessuno oltre lei, si andò a sedere al solito posto e aprì il libro sulla ricetta della pozione del giorno prima, in vista di una possibile interrogazione.

Purtroppo ogni volta che la pozione le riusciva, il professor Piton non le dava mai punti anche se le poche volte che sbagliava, glieli toglieva con molta leggerezza.

Forse questa era l'unica cosa che non sopportava della lezione di Pozioni e non poteva far altro che incassare il colpo e riprovarci. A suon di possibilità riusciva a mantenere il suo primato nella classe. Quando finì di ripeterla, la classe si riempì di studenti con cravatte verde-argento e rosso-oro. Theodore le si sedette accanto dandole il buongiorno e lei gli sorrise di rimando mentre si rimetteva a leggere la pozione.

-Ti piacciono davvero queste cose, Alyssa?- chiese Theodore, arricciando il naso.

Alyssa ridacchiò e annuì. -Certo e dovrebbe piacere anche a te, Piton vi da punti ogni volta che indovinate un ingrediente!-.

Theodore scoppiò a ridere e fece spallucce, come a dire io non posso farci nulla. Alyssa lo fulminò con lo sguardo e iniziò a ripetere nuovamente gli ingredienti.

-Buongiorno- disse una voce inconfondibile alla cattedra.

Tutti salutarono il professore cordialmente e la lezione iniziò.

tra ingredienti e ricette, Alyssa si destreggiava dietro al calderone per preparare la pozione Drizzacapelli. Theodore guardava la sua compagna di banco sconcertato, per poi tornare a guardare il suo calderone che sembrava sull'orlo di scoppiare.

Finita la lezione, i due si salutarono e si avviarono nelle rispettive aule successive. Alyssa raggiunse Lavanda per andare nella Serra numero 3.

-Alyssa ma come mai sei così legata a quel Serpeverde?- chiese Lavanda, guardandola.

Alyssa si voltò verso di lei sorpresa dalla domanda.

-Dimentichi la famiglia da cui provengo, Lavanda. I Black e i Nott sono amici di lunga data e le festività si festeggiano insieme- rispose gentilmente, come le aveva insegnato sua nonna. - Io e Theodore siamo amici da una vita-

Lavanda annuì poco convinta e tornò a guardare il corridoio davanti a sé.

-Non so come tu faccia a sopportare quell'ambiente- disse Lavanda non riuscendo nascondere una smorfia.

-Lavanda io sono cresciuta in quell'ambiente. Il Natale lo passo sempre dalla famiglia Nott e al mio compleanno zia Narcissa mi regala un vestito. Per te non è la normalità ma per quanto riguarda me si- Alyssa le rispose cordialmente nonostante il nervosismo che quell'affermazione le aveva dato.

Nonostante molte ideologie del suo ambiente non le piacevano molto, odiava quando qualcuno dicesse qualcosa in contrario. I suoi nonni ne facevano parte e anche Theodore.

Nella serra numero 3, gli studenti di Tassorosso erano già ai loro posti, come sempre d'altronde. Alyssa e Lavanda si misero davanti alle proprie Mandragore su cui stavano lavorando. La professoressa Sprout faceva lavorare loro per poter aiutare Mrs Purr.

-Ragazzi avete saputo la novità?!- urlò Calì all'entrata.

Tutti si voltarono verso di lei curiosi di sapere cosa fosse successo. Alyssa la guardò attentamente, era seria e nei suoi occhi si leggeva paura. Il pensiero cadde inevitabilmente sulla questione dell'erede e le mancò per un attimo il respiro.

-Colin Canon è stato pietrificato!- esclamò allarmata.

Ci fu uno stupore generale Lavanda strinse il braccio di Alyssa mentre quest'ultima bloccata sul posto. L'erede faceva sul serio allora, Mrs. Purr non era altro che un avvertimento. Erano gli studenti il vero obiettivo. Alyssa rabbrividì e ripensò al sangue che colava lentamente dalla parete.

-Chi è Colin Canon?- chiese una ragazza di Tassorosso

-E' il ragazzo fissato con la fotografia! L'hai visto sicuramente alla partita di Quidditch, stava facendo foto a Potter- rispose Lavanda senza voltarsi. -Calì ma si hanno dei sospetti?- chiese tremante.

Quando la sua amica scosse la testa, tutti i presenti si misero a parlare tra di loro. Ci fu un borbottio generale tra gli studenti e Alyssa rimase un attimo con lo sguardo perso nel vuoto. Voleva tornare a casa, al sicuro con i suoi nonni.

-Tu cosa ne pensi, Alyssa?- chiese Lavanda, guardandola.

Alyssa scosse la testa sconsolata -Non ne ho idea, Lav. Chiunque sia però, deve essere fermato, non si può andare avanti così, penso che Mrs. Purr non fosse altro che un avvertimento. Hogwarts non è un luogo così sicuro come sembra- disse tristemente.

-Veramente signorina Black, questa scuola è ancora un luogo sicuro- disse una voce alle loro spalle. -E non lo metta mai più in dubbio-

Sia Alyssa che Lavanda si voltarono di scatto anche se sapevano già chi fosse. La professoressa Mcgranitt le stava guardando con sguardo accusatorio per ciò che aveva appena affermato. Dietro la professoressa di Trasfigurazione, c'era la professoressa di Erbologia e non aveva il suo solito sorriso.

-Mi scusi professoressa io non volevo intendere...- mormorò Alyssa evitando lo sguardo della donna.

-Lei voleva intendere benissimo ciò che ha detto, signorina Black. Ma non sono qui per questo, le chiedo di seguirmi, il professor Silente vuole parlare con lei- rispose la professoressa con fare gentile.

Alyssa deglutì e annuì, per poi seguire la donna.

-Le consiglio di prendere i suoi libri, Black- esclamò la McGranitt, guardandola. -Non penso tornerà a lezione-

La giovane inclinò il capo confusa,  ma fece spallucce e riprese le sue cose, salutando l'amica che guardava la scena curiosa.

La McGranitt e Alyssa uscirono dalla serra sotto lo sguardo di tutti gli studenti presenti.
Camminavano in silenzio lungo il sentiero che riportava al castello, dal cielo iniziavano a cadere fiocchi di neve che si scioglievano a contatto con il suo mantello.

-Professoressa come mai stiamo andando dal preside? Non ho fatto nulla!- disse Alyssa, seria.

La professoressa finalmente si fermò e la guardò negli occhi. Non era arrabbiata come aveva pensato inizialmente la giovane Black, piuttosto sembrava soltanto triste.

-Non posso dirtelo io, Alyssa- rispose la donna, stavolta con fare gentile.

Le due continuarono a camminare verso l'ufficio del preside fino ad arrivare davanti a un'aquila.

-Sorbetto al limone- esclamò la professoressa con decisione.

Alyssa sospirò, l'anno prima aveva visto l'ufficio del preside in una situazione non proprio piacevole e sicuramente neanche quel giorno doveva essere un appuntamento di piacere. La professoressa fece segno ad Alyssa di andare per poi seguirla a sua volta. Era una situazione a dir pofo strana non come l'anno prima e si notava dai modi di fare della McGranitt, che le aveva posato una mano sulla spalle a mo' di incoraggiamento.

Non appena entrarono, vide l'anziano preside seduto sulla sua poltrona e mentre scriveva qualcosa, forse una lettera, pensò Alyssa. Poi lo sguardo cadde alla sua destra dove un altro uomo stava guardando i quadri appesi alle pareti. Alyssa riconobbe subito la figura del nonno e, sorridendo, si avvicinò a lui.

-Nonno!- esclamò felicemente sorpresa di vederlo li.

Il nonno si voltò verso di lei e sul suo volto, non vi era il solito mezzo sorriso come la ragazza pensava. Gli occhi dell'uomo erano velati di un qualcosa che li rendeva più lucenti e Alyssa ci mise un attimo a capire cosa fosse quel luccichio.

Erano lacrime.

Non aveva mai visto suo nonno piangere in tutta la sua vita e vederlo in quello stato la fece sentire in colpa per la sua mancanza da casa.

-Alyssa cara- esclamò il preside guardandola.

Fu allora che Alyssa si ricordò della presenza del preside, che la guardava con la sua solita aria rassicurante.

-Buongiorno, signor preside- rispose cordialmente la giovane.

Il preside le fece segno di avvicinarsi alla scrivania, Alyssa guardò prima il nonno in segno di assenso e poi si avvicinò cautamente verso l'uomo seduto.

-Purtroppo, io e tuo nonno dobbiamo darti una brutta notizia- disse il preside lentamente con la sua aria pacata.

Alyssa si girò di scatto verso il nonno incuriosita e fu allora che si accorse della mancanza di sua nonna. Se il sesto senso che nominava Lavanda esisteva davvero, in quel momento percepiva che qualcosa non andava.

-Purtroppo questa notte, tua nonna Walburga è venuta a mancare- disse il preside guardandola negli occhi.

Si voltò di scatto verso suo nonno come a cercare un qualsiasi cenno che le facesse intendere di essere in un incubo. Ma suo nonno non la guardò neanche. Rimase ammutolito a fissare un punto indefinito dietro il preside.

Sua nonna, Walburga Black era morta. A settembre l'aveva salutata con la promessa di rivedersi a Natale e ormai non c'era più.

Morta.

Le sembrava che il pavimento sotto i suoi piedi stesse cedendo, il respiro le mancava e per un attimo credette di svenire lì su due piedi. Ma non avvenne nulla di tutto ciò, il suo cuore si era frantumato in mille frammenti. Un dolore mai provato fino a quel momento. Era questo ciò che i suoi nonni avevano provato alla morte di suo zio Regulus?

Mia nonna non c'è più.

Il suo unico pensiero in quel momento era quella donna anziana che non l'avrebbe mai abbandonata, il Quidditch, l'erede tutto era passato in secondo piano. Perché per lei sua nonna era avanti a tutto.

-Sono venuto a riprenderti, Alyssa. Per il funerale di Walburga- mormorò finalmente suo nonno.

Quelle erano le prime parole che sentiva dire da suo nonno. Nonna, funerale, casa. Un abbinamento di tre parole che mai avrebbe voluto ascoltare.

-Ora però dobbiamo chiederti una cosa- disse il preside facendola tornare alla realtà -La politica della scuola prevede che per i lutti, gli studenti possono rimanere a casa fino all'inizio dell'anno successivo ripetendo l'anno. Tuo nonno però ha chiesto se puoi avere solo due mesi, così che tu possa riprendere gli studi con i tuoi compagni- continuò l'uomo -Perciò ho pensato di chiedere a te cosa vuoi-.

Nonna, funerale, casa.

Nonna, funerale, casa.

Nonna, funerale, casa.

Le parole continuavano a girare come un vortice in piena tempesta. Non voleva pensare alla domanda del preside, voleva solo tornare nella sua stanza di Grimmould Place immersa nell'oscurità immaginando un mondo dove sua nonna non l'aveva lasciata.

-Preferirei tornare dopo Natale se è possibile signor preside- sussurrò la giovane senza pensarci troppo. Nonostante lei volesse solo stare in solitudine con il suo dolore, non voleva deludere suo nonno.

No, non poteva piangere, non doveva far vedere le sue lacrime lì davanti a tutti. Doveva essere forte per sua nonna perché era indecoroso farsi vedere fragili nel mondo in cui lei era cresciuta.
Il volto del preside si aprì in un sorriso e annuì alle parole appena pronunciate dalla ragazza.

-Perfetto allora è deciso. Vai pure a preparare il tuo baule, cara. Oggi torni a casa- disse il preside sorridendole. -Nel frattempo signor Black, che ne dice di un bel tè caldo con me in Sala Grande? Si sa quanto le donne ci mettano a prepararsi- esclamò l'uomo facendole l'occhiolino.

Alyssa sorrise appena, ringraziando l'uomo per il suo tentativo di sdrammatizzare la situazione. Con la professoressa McGranitt uscì dall'ufficio per andare verso la torre di Grifondoro. La professoressa non proferiva parola e Alyssa ne era più che contenta di ciò, non sarebbe riuscita a fare alcuna conversazione. Arrivate davanti alle scale, la professoressa si fermò. -Alyssa?- la chiamò guardandola.

Alyssa si voltò a guardarla, trovandosi di fronte il sorriso caldo della professoressa. Quel gesto le fece tornare in mente i giorni in cui lei era malata e sua nonna le leggeva le fiabe di Beda il Bardo sotto voce per non farle salire il mal di testa.

-Mi dispiace- disse la donna prima di andarsene.

Alyssa rimase da sola, lì davanti a quelle scale che cambiavano disposizione a loro piacimento. Mentre saliva le scale si chiese se ci fosse un incantesimo che potesse far tornare indietro sua nonna giusto il tempo di un abbraccio.

Non appena rientrò nella sua stanza, si sedette un minuto sul suo letto e accarezzò il piumone rosso. Guardò il suo baule ai piedi del letto e una lacrima solcò la sua guancia pallida. Il dolore non accennava a diminuire e finalmente comprese i sentimenti che Theodore aveva provato anni prima. Si alzò e iniziò a mettere le sue cose nel baule, mentre ripiegava il golfino della divisa, guardò fuori dalla finestra, dove la neve scendeva più fitta rispetto a prima.

Non appena tutto fu pronto, degli elfi domestici comparvero davanti a lei per prenderle il baule e la civetta. Alyssa invece uscì dalla Sala Comune per andare Sala Grande dove c'era ad attenderla suo nonno. Era appena cambiata l'ora e i corridoi erano pieni di studenti che andavano nelle rispettive aule, sentiva i loro sguardi addosso sicuramente incuriositi nel vederla senza divisa. Non incrociava lo sguardo di nessuno, guardava fisso davanti a sé con la sua solita sicurezza che celava ciò che in realtà provava. Quando arrivò davanti la Sala Grande salutò il nonno con un cenno della mano e assieme si avviarono verso l'uscita del castello. Gli studenti continuavano a guardarli, alcuni borbottavano tra di loro chissà quale stupida teoria altri invece fissavano il signor Black curiosi di vedere il padre di un pluriomicida. Nulla trapelò dalle espressioni dei due Black, mai far capire cosa si stava provando, quella era una regola.

Non appena furono fuori, si smaterializzarono per arrivare poi davanti all'imponente casa dei Black.

***

Quella sera, Theodore andò a mangiare piuttosto tardi, era rimasto tutto il giorno a studiare per la prova pratica di Trasfigurazione. Si sedette accanto a Draco e Blaise ed iniziò a mangiare di gusto senza dar peso alle parole dei due amici fino a quando una frase in particolare non lo fece incuriosire.

-Mamma ha detto che non è necessario che io torni- disse Draco con tranquillità mentre mangiava il suo stufato.

-Come mi dovresti tornare a casa?- chiese Theodore incuriosito.

Draco si voltò a guardarlo e rimase sorpreso dalla domanda dell'amico. Lui doveva essere il primo a sapere tutto.

-Davvero non lo sai? Walburga Black è morta la scorsa notte!- esclamò con tranquillità. -Ecco perché la Black non c'è- disse indicando il tavolo dei Grifondoro.

Theodore si voltò di scatto nella direzione indicata da Draco e lo perlustrò con lo sguardo, sperando in uno scherzo da parte dell'amico.
Ma Alyssa non c'era davvero.

-Domani ci saranno i funerali. Secondo le regole della scuola si può mancare per un anno quindi spero non torni! Non la sopporto quella lì- esclamò Draco arricciando le labbra.

Theodore non rispose, si alzò dal tavolo senza salutare e se ne andò nel dormitorio quasi di corsa. Com'era possibile che suo padre non lo avesse avvisato di quell'avvenimento così tremendo?! Doveva tornare, doveva starle accanto proprio come aveva fatto lei alla morte di sua madre e invece era lì a Hogwarts. Non appena entrò in camera, trovò una lettera sulla sua scrivania.

Caro Theodore,

So che tu vorresti stare accanto alla tua amica in un giorno così tragico, tuttavia il signor Black ha espressamente chiesto di avere poche persone alla funzione. Perciò ho pensato che la tua presenza non era importante.

Scrivi ad Alyssa, le farà piacere sentirti.

Sebastian Nott

Theodore lesse tutta d'un fiato quella lettera e la lanciò a terra. Era stato a casa di quella donna tutti i giorni durante l'infanzia e adesso non poteva darle il suo ultimo saluto?! Pensò ad Alyssa, sola in mezzo a quegli adulti che non avrebbero mai pensato a lei.

Si sedette sul letto per calmarsi e poi, quando fu lucido, si sedette alla scrivania e iniziò a scrivere.

Cara Alyssa.

***

La funzione era finita da appena due ore. Due ore dalla sepoltura di sua nonna. Sulla lapide aveva chiesto di scriverci "nonna amorevole" e assieme al nonno avevano scelto una foto del natale precedente, scattata un attimo prima di dirigersi a casa Nott. Era rimasta davanti alla sepoltura un po' più a lungo rispetto alle altre persone. Aveva fissato quella lastra in marmo che chiudeva la sepoltura come se di lì a poco si spostasse per far uscire sua nonna da lì. Kreacher la venne a richiamare per il tè appena servito in salotto dove c'erano ancora zia Narcissa, suo marito Lucius e il signor Nott. Alyssa li aveva raggiunti ma dopo appena due sorsi chiese  gentilmente a suo nonno se poteva andare nella sua stanza e quando ebbe il cenno d'assenso, salutò i presenti cordialmente e se ne andò.

Non appena chiuse la porta, si tolse le scarpe e si slegò i capelli, fino a quel momento raccolti in una treccia. La sua camera era immersa nella penombra del crepuscolo e Alyssa preferì rimanere così, con la poca luce che quel giorno stava ancora regalando. Si sedette sul pavimento, con la schiena appoggiata al muro e guardò fuori dalla finestra. Le lacrime iniziarono a solcare le sue guance con prepotenza, fino a quel momento le aveva trattenute per poter piangere da sola senza gli occhi delle persone puntati addosso. Spostò lo sguardo sulla cassettiera davanti a lei, dove una foto di lei e sua nonna troneggiava al centro. Si chiese quante volte le aveva detto il bene che le voleva e se lei lo avesse compreso. Strinse al petto le ginocchia e vi affondò il volto mentre il corpo era in preda ai singhiozzi. Stava tentando di calmare il suo pianto quando sentì picchiettare alla finestra. Alzò il capo a guardare cosa fosse e riconobbe la civetta di Theodore che la guardava mentre continuava a picchiettare sul vetro.

Si alzò da terra e le aprì la finestra per farla entrare. Appena entrata la civetta si sgrullò la neve di dosso e fece cadere la lettera sulle mani della ragazza per poi voltarsi e uscire di nuovo. Alyssa accese la luce e chiuse un attimo gli occhi, abituati ormai alla penombra, non appena la vista le si stabilizzò, si sedette sul letto e aprì L lettera.

Cara Alyssa,

Ho saputo cosa è successo. Non so se ho le parole giuste da dirti perciò ti racconterò ciò che mi hanno detto una volta. Tua nonna al momento è in viaggio per un'aldilà fatto di caramelle Tutti i gusti +1. Ti guarderà mentre mangerà i gusti migliori di caramelle e continuerà ad essere sempre fiera di te.
Ti sarò sempre accanto.

Tuo,

Theodore Nott.

Alyssa alzò gli occhi sulla foto della nonna e sorrise, mentre le lacrime continuavano a scendere.

Grazie, Theo.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 - Evasione ***


VII Capitolo

EVASIONE DA AZKABAN! IL PLURIOMICIDA SIRIUS BLACK E' LIBERO! 

Ieri alle ore 21.00 è evaso dal carcere di massima sicurezza il famigerato pluriomicida, Sirius Black. Il ministro della magia Cornelius Caramell rassicura che gli Auror sono al lavoro per riportarlo ad Azkaban. Suo padre, Orion Black continua ad affermare di non avere nulla a che fare con il figlio. Gli Auror stanno indagando su questa affermazione.

Ogni giornale magico in quei giorni non parlava d'altro, l'evasione di Sirius Black. Orion non era riuscito a nascondere la sua sorpresa nel sapere di ciò e in un attimo si era ritrovato una squadra di giornalisti fuori dalla sua porta. Questa evasione non poteva non farlo preoccupare, era sicuro che sarebbe andato a cercare sua figlia e per un periodo Orion aveva seriamente pensato di farla spostare in un'altra scuola ma si rese subito conto che era inutile. In qualsiasi posto la mandasse, suo padre l'avrebbe trovata.

Alyssa lo scoprì dai giornalisti appostati fuori la casa e Orion si era ritrovato a doverle spiegare nei dettagli cos'era successo dodici anni prima a sua madre. Al suo primo anno a Hogwarts lui e Walburga si erano limitati a dirle che suo padre era in prigione. Nonostante si fosse deciso a raccontare la verità a sua nipote, quel fuori programma lo aveva destabilizzato. Da quando Walburga era morta, aveva timore di raccontare quelle cose ad Alyssa. Ciò che più lo preoccupava era reazione che avrebbe potuto avere e di non essere in grado di calmarla.

L'uomo sospirò, mentre si versava un po' di succo in attesa dell'arrivo di Alyssa, che stava preparando le ultime cose in vista della partenza per Hogwarts. Sentiva che la morte della moglie aveva cambiato tutto. Il periodo dopo il funerale Alyssa era rimasta a Grimmould Place e Orion ben presto si rese conto che lei era tutto ciò che gli era rimasto. Quando la ragazza ripartì per Hogwarts due mesi dopo si era sentito solo per la prima volta in vita sua. Staccarsi da lei era stato più difficile rispetto ai primi anni, in quel soprattutto con suo padre in giro.

Walburga probabilmente lo avrebbe preso a schiaffi per quella paura. Per lei infatti, suo figlio era innocente. Non gliel'aveva mai detto apertamente ma quando la vedeva tentennare davanti la porta nei giorni di visita ad Azkaban ci era arrivato da solo. E alle volte, quando ripensava agli anni in cui suo figlio era a casa, lo affermava anche lui.

-Buongiorno, nonno- disse Alyssa, ridestandolo dai suoi pensieri.
Orion alzò gli occhi verso di lei e sorrise, facendole segno di sedersi. Alyssa si sedette davanti al nonno con fare composto e diligente e Orion non poté fare a meno di notarlo. Sua nipote dalla morte di Walburga era diventata più...purosangue, sì quello era il termine adatto per descriverla in quel periodo. Questo lo aveva preoccupato molto ma per fortuna Phineas lo teneva aggiornato sul comportamento di Alyssa a Hogwarts e non poteva non essere felice nel sentire a scuola si comportava come sempre.

-Hai preparato tutto per la partenza?- chiese Orion guardandola.

-Sì, ho preparato tutto quanto devo mettere giusto due quaderni nella borsa- rispose mentre prendeva un po' di uova. -Il signor Nott si è fatto sentire?-

-No, l'ultima lettera è quella di un mesetto fa, sicuramente oggi incontrerai Theodore al binario! Anche lui deve tornare a Hogwarts- disse Orion tranquillo.

-Era giusto per sicurezza, nonno- esclamò la ragazza tra un boccone e l'altro.

Orion arricciò le labbra. Quell'estate Alyssa l'aveva passata nella biblioteca della casa a leggere. Theodore infatti era stato invitato dai Greengrass a passare l'estate nella loro dimora estiva per cui non era mai andato a trovarli. Ogni tanto aveva invitato la sua amica Lavanda e Orion non nutriva molta simpatia per quella ragazza ma ad Alyssa non disse nulla.

Orion guardò sua nipote e non potè non pensare a quanto fosse cresciuta e a quanto fosse diventata bella. Non era più la bambina che scivolava sul corrimano e sicuramente Walburga sarebbe stata fiera di lei.

-Ho finito nonno, andiamo?- chiese Alyssa mentre si alzava.
Orion annuì e si alzò dalla sedia con calma mentre Alyssa tornava in camera sua a prendere le cose. Si mise ad aspettarla ai piedi delle scale come aveva sempre fatto a ogni partenza della ragazza. 
Solo che prima non era solo, prima aveva Walburga accanto.

***

Al binario 9 e 3/4 gli studenti salutavano sorridendo i propri genitori e correvano dai loro amici. Dal canto suo Alyssa stava accanto al nonno senza parlare, si guardava attorno per vedere se Lavanda o Theodore erano già arrivati ma di loro nemmeno l'ombra.
Si ravvivò i capelli con la mano e guardò suo nonno. Non voleva lasciarlo da solo, dalla morte della nonna si sentiva un po' in colpa ad andare a Hogwarts per così tanto tempo ma purtroppo non poteva fare altrimenti.

-Alyssa credo sia il caso che tu salga sul treno, potresti non trovare più posto- esclamò Orion guardando la mole di studenti attorno a loro.

-Si ma volevo aspettare Theodore, è da giugno che non ci vediamo e volevo chiacchierare un po'- rispose continuando a cercare con gli occhi gli amici.

-Alyssa, ci parlerai a cena, ti consiglio vivamente di salire o il posto non lo troverai- rispose in tono serio l'uomo.
Alyssa a quel punto annuì e i due si salutarono con un lungo abbraccio.
La ragazza salì sul treno e iniziò a cercare un posto ma quell'anno sembrava ci fossero cento studenti in più rispetto agli anni prima. Quando stava ormai per perdere le speranze, trovò una carrozza semi vuota, con due ragazzi che chiacchieravano.

In quel momento ringraziò suo nonno per averla convinta a salire sul treno prima del previsto. Entrò e salutò i due giovani prima di sedersi accanto al finestrino a guardare i ragazzi che salutavano i genitori prima di salire. Prese un libro di pozioni dal suo zaino e iniziò a ripassare la pozione della prima pagina durante l'estate si era destreggia con le pozioni del terzo anno per divertirsi. Alzò un attimo lo sguardo verso il finestrino e vide Theodore salutare suo padre. Sorrise e iniziò a fargli cenno ma smise subito quando vide chi gli si avvicinò. Daphne Greengrass stava chiacchierando tranquillamente con il suo migliore amico e sembrava che a lui non dispiacesse.
Arricciò le labbra e tornò a leggere il suo libro, forse qualcosa era cambiata in quella estate, non poteva negarlo e il campanello di cambiamento tutti lo sapevano. 

Sirius Black fuori da Azkaban. Alyssa non pensava ad altro in quel periodo e sapeva che suo nonno era preoccupato. Voleva cercare suo padre, voleva chiedergli cosa gli fosse saltato in mente dodici anni prima, voleva sapere come mai non aveva pensato a lei e a sua madre. Aveva mille domande per lui e voleva delle risposte.

Un altro tasto dolente per lei era la madre. Sua nonna le aveva fatto avere una sua foto e la ragazza la teneva nel primo cassetto del comodino ma voleva sapere di più su quella donna a cui somigliava tanto. Non era colpa di sua nonna se non sapeva nulla di lei, purtroppo non l'aveva conosciuta e quella foto l'aveva trovata dopo vari passaparola con i purosangue.

Il treno partì e Alyssa guardò un ultima volta la stazione di King's Cross con una certezza negli occhi, avrebbe cercato suo padre.

***

Theodore e Daphne ci avevano impiegato un po' a trovare la carrozza dove si erano seduti Blaise, Draco, Tiger e Goyle, quell'anno il treno sembrava più affollato del solito. Quando li trovarono, Theodore tirò un sospiro di sollievo, ormai esasperato da tutto quel via vai di persone. Non appena si sedettero, Daphne prese le redini della conversazione mentre Theodore rimase in silenzio a guardare fuori dal finestrino senza badare alle chiacchiere dei suoi amici. Suo padre quell'anno l'aveva costretto a passare l'estate dai Greengrass e si era ritrovato incastrato in un rapporto ossessivo con Daphne. 

La persona ossessionata ovviamente, era lei. Tuttavia non era poi così male come persona, anche se d'estate si divertiva di più con Alyssa ma non poteva disubbidire al padre. 

-Avete sentito dell'evasione di Sirius Black? - esclamò Blaise guardando i suoi amici.

-Oh si, ho sentito. Secondo me ce lo ritroveremo a Hogwarts!- rispose Draco con espressione preoccupata.
Daphne d'istinto prese il braccio di Theodore e lo strinse forte, visibilmente impaurita. -Perché dici così?-
-Beh la figlia è a Hogwarts! Fossi in lui io la cercherei- rispose Draco, facendo spallucce. -Chissà, magari ci farà il piacere di togliercela di torno-.

Tutti scoppiarono a ridere mentre Theodore rimase stranamente serio.
-Come mai quella faccia, Nott? Ti dispiace?- chiese Draco, ghignando.
-No, dico solo che saremo tutti in pericolo, insomma sappiamo tutti cos'ha fatto, no?- rispose Theodore, prontamente.

-Cambiamo discorso ragazzi- disse Blaise, notando come Daphne si fosse avvinghiata al braccio di Theodore, visibilmente impaurita. -Ho visto la Black prima-.
-Si? E dove?- chiese Theodore decisamente più interessato.
-Prima di salire, stava con il signor Black e dopo in una carrozza con due tipi mai visti, credo del primo anno- rispose Blaise. -E' migliorata-.

-In che senso?- chiese Theodore mentre si staccava dalla presa di Daphne.
-Beh...-

D'un tratto la luce nello scompartimento andò via e il treno si fermò nel bel mezzo del nulla. Daphne si riattaccò al braccio di Theodore e quest'ultimo alzò gli occhi al cielo per il nervoso. 

-C'è qualcosa...fuori- sussurrò Blaise, guardando fuori dal finestrino.
Theodore si scrollò nuovamente di dosso Daphne e si alzò per uscire dalla cabina. Alcuni studenti avevano avuto la sua stessa idea e si chiedevano informazioni a vicenda.

-Vado a vedere se riesco a parlare con qualcuno- esclamò il giovane, verso i suoi amici.
Theodore uscì senza preoccuparsi delle proteste di Daphne e si avviò verso la cabina dei prefetti e dei capo-scuola. In realtà sperava di incontrare Alyssa, voleva stare con lei e vedere come stesse.
Per tutta l'estate si erano scritti ma non era la stessa cosa. Passare il tempo con lei era totalmente diverso.
Le sue preghiere furono esaudite quando appena 4 scompartimenti dopo il suo, si ritrovò davanti Alyssa con due ragazzini.
Rimase un secondo a guardarla, rendendosi conto che in quei tre mesi era cresciuta. Sarà stata la lontananza ma nonostante tutto quel trambusto era felice di vederla.

-Tranquilli ragazzi, ci sarà un guasto o qualcosa del genere- disse Alyssa rivolta ai due ragazzi visibilmente impauriti.

-Alyssa!- esclamò finalmente Theodore.
La ragazza si voltò verso di lui e lo salutò con un cenno del capo.
-Ciao, Theo- rispose Alyssa, avvicinandosi a lui. - Sai cosa è successo?- chiese a bassa voce per non farsi sentire dai due ragazzi che li stavano guardando.
Theodore scosse la testa in segno negativo ma prima che la ragazza potesse dirgli qualcosa, qualcuno urlò.
-Qualcuno è salito sul treno!-

Theodore Alyssa si guardarono negli occhi. Qualcosa non andava, non era normale quella fermata nel bel mezzo del nulla.

-Credo sia il caso di entrare in cabina- esclamò Theodore guardandola.
Alyssa annuì e fece cenno agli altri due ragazzi di entrare, era meglio non sostare lì. Non appena entrarono, i ragazzi e Alyssa ripresero i propri posti mentre Theodore si sedette accanto alla ragazza. In pochi minuti la cabina diventò gelida, Theodore notò Alyssa tremare nel suo vestito estivo e le cinse le spalle con il braccio per scaldarla un po'. D'un sentirono il freddo farsi più pungente e qualcosa come un sospiro fuori dalla cabina. Theodore guardò Alyssa e notò la sua maglietta leggera, si sfilò il giacchetto di dosso e glielo porse, Alyssa lo prese senza esitazione e se lo mise sulle spalle. I quattro rimasero pietrificato dalla paura quando davanti alla porta della cabina, un mantello nero passò fermandosi di fronte a loro. Era come un fantasma di cui si vedevano solo le mani scheletriche.
Fu proprio in quel momento che tutto l'ambiente attorno a loro diventò tetro, nella testa di Theodore sua madre fluttuava come un fantasma. "Theodore" lo chiamava sussurrando mentre gli porgeva la mano come a invitarlo a seguirla.  

Non appena se ne andò, nella stanza tutto tornò come prima, Alyssa scosse il capo sconvolta mentre Theodore si avvicinò alla porta per vedere se se ne fossero andati.
Pochi minuti dopo la luce tornò e il treno ripartì, Alyssa uscì di corsa dalla  cabina alla ricerca di qualcuno a cui chiedere spiegazioni.

-Vengo con te- esclamò Theodore, guardandola.
Alyssa non fece in tempo a rispondere perché un uomo sulla trentina si fermò davanti a loro, vedendo i due ragazzi ancora preoccupati. Aveva un mantello di color marrone e i capelli sbarazzini, Theodore notò subito la cicatrice che correva lungo il volto, come se fosse stata fatta da un artiglio.

-Buongiorno ragazzi, potete stare tranquilli ho appena parlato con il macchinista e non vi sono problemi, il viaggio andrà liscio come l'olio- disse l'uomo guardandoli.
-Ma cos'erano?- chiese Alyssa, guardandolo.
-Erano Dissennatori, stavano cercando...- 
-Sirius Black- l'interruppe Alyssa. 
-Sì, esatto proprio lui. Dovete stare tranquilli ragazzi era soltanto una perlustrazione di routine- disse l'uomo sorridendo loro. -Ecco, prendete-.
L'uomo porse ai due una barretta di cioccolata e Alyssa arricciò le labbra.
-Mio nonno mi ha insegnato a non accettare nulla dagli sconosciuti, mi spiace- rispose Alyssa, senza toccare il dolce.

L'uomo rise e annuì. -Suo nonno ha ragione forse lo conosco, chi è?-
-Orion Black, signore- rispose prontamente la ragazza.
Il sorriso dell'uomo scomparve d'un tratto e la guardò bene negli occhi. 
-Alyssa Sophie- sussurrò guardandola attentamente.
Theodore guardò l'uomo e non poté fare a meno di notare quello sguardo così strano nei confronti della sua amica. Il ragazzo venne colto da un moto di fastidio vedendo quell'uomo guardarla.
-Si, è Alyssa Sophie, ora se ci vuole scusare dobbiamo cambiarci, stiamo per arrivare a Hogwarts- esclamò Theodore, prendendo Alyssa dal braccio.
L'uomo guardò il ragazzo ma non disse nulla e si avviò verso la propria cabina mentre Theodore e Alyssa entravano all'interno della loro.

***

Quella sera a Hogwarts pioveva a dirotto, tutti i ragazzi entrarono nel castello bagnati dalla testa ai piedi e Gazza fu costretto a ripulire tutto il pavimento, borbottando ad ogni passaggio. Alyssa non appena si sistemò in camera corse subito in Sala Grande per la cena. Si andò a sedere accanto a Lavanda e Calì e le salutò calorosamente. Le due ragazze stavano chiacchierando di qualche ragazzo incontrato sul treno ma Alyssa non diede molto peso alle parole delle sue amiche, con la testa era rimasta su quel treno e all'incontro con l'uomo sconosciuto.

-Buonasera a tutti e benvenuti a Hogwarts. Inizio col dire che quest'anno abbiamo un nuovo professore di Difesa contro le arti oscure- esclamò Silente.
-Come sempre- sussurrarono i gemelli Weasley poco distanti da lei.
-Perciò sono orgoglioso di dare il benvenuto al professor Remus Lupin!-.
Dalla sala partì un flebile applauso di educazione.
-Inoltre- continuò il preside, sorridendo. - la cattedra di Cura delle creature magiche, quest'anno va a un nuovo professore, il nostro Rubeus Hagrid- disse lanciando uno sguardo orgoglioso all'ormai ex guardia caccia.

Un grande applauso partì dalla Sala e gli occhi finirono tutti su Hagrid, che se ne stava seduto in disparte visibilmente imbarazzato.
-Inoltre mi duole dirvi che quest'anno, avremo degli ospiti, i Dissennatori di Azkaban sorveglieranno il castello. Il perché penso che lo sappiate tutti, un assassino è in libertà e per la sicurezza dei nostri studenti, il ministero ha disposto la sorveglianza del castello dai Dissennatori-
Un mormorio generale iniziò tra i tavoli, gli studenti si guardavano tra di loro mentre i più coraggiosi si voltavano verso Alyssa forse per trovare conferma di ciò che il preside stava dicendo. Lavanda la guardò senza parlare, lei infatti aveva assistito al suo incontro con i giornalisti fuori da casa Black e a tutto ciò che aveva portato quell'episodio.

-Ora- disse, Silente iniziando a spostarsi dal leggìo. -loro non vi faranno alcun male se solo voi non gli darete modo di darvi fastidio. I dissennatori sono creature complicate, non dategli la possibilità di sopraffarvi-.

***

La mattina seguente Alyssa scese in Sala Grande piuttosto presto rispetto alle sue compagne. Dopo il discorso di Silente aveva bisogno di rimanere un po' da sola, vista la mole di stress a cui era stata sottoposta. Il tavolo di Grifondoro era semivuoto gli unici ad essere seduti erano degli studenti del primo anno visibilmente agitati tra cui i due ragazzi conosciuti il giorno prima. Si andò a sedere nella zona più vuota e iniziò a fare colazione. Avrebbe avuto gli occhi addosso per un po', giusto il tempo di far calmare le acque. Quando aveva saputo che suo padre era evaso, il primo pensiero fu quello di non volerlo vedere per nulla al mondo. Poi ci aveva riflettuto meglio, voleva cercarlo suo padre, per chiarire il tutto una volta per tutte. Si era messa a cercarlo attraverso i giornali e si appuntava ogni suo avvistamento cercandoci un filo logico ma era ad un punto morto. Sospirò e bevve l'ultimo sorso di zucca prima di alzarsi. Il suo sguardo finì al tavolo dei Serpeverde, dove Theodore chiacchierava con Daphne, quest'ultima si accorse di essere guardata e si voltò verso di lei facendole un sorriso provocatorio. Alyssa arricciò le labbra e se ne andò quasi di corsa dalla Sala Grande, non voleva avere problemi soprattutto a inizio anno. Non appena uscì dalla Sala, andò a sbattere contro qualcuno e si ritrovò a terra con tutti i libri intorno e il ragazzo in piedi davanti a lei che la guardava.

-Scusami ti sei fatta male?- chiese il ragazzo, porgendole la mano. -Andavi così di corsa che non ho fatto in tempo a spostarmi- disse a mo' di scusa.
Alyssa lo fulminò con lo sguardo ma accettò ugualmente l'aiuto del ragazzo. -Grazie- borbottò mentre riprendeva i suoi libri da terra.
Il ragazzo sorrise e l'aiutò a raccogliere le sue cose da terra.
-Piacere, Cedric- disse il ragazzo, porgendogli la mano.
Alyssa sorrise e gli strinse la mano. -Alyssa, piacere-. 
-Sei di Grifondoro vedo- esclamò Cedric, mentre indicava la cravatta della ragazza.
Alyssa annuì e le sue guance si colorarono di rosso. Cedric ridacchiò alla vista del suo volto e si portò una mano tra i capelli, spettinandoseli.
-I miei amici mi aspettano, ci vediamo in giro Alyssa- disse sorridendo per poi dirigersi al tavolo dei Tassorosso.
Alyssa rimase un attimo lì a guardarlo sedersi per poi andarsene a lezione. 

***

Quella mattina non appena aprì gli occhi, Remus Lupin si ritrovò a fissare le pareti della sua casa.
Hogwarts gli era mancata come l'aria.

Era finalmente tornato a casa.

Sorrise e si alzò velocemente dal per poi vestirsi con cura. Ancora non riusciva a credere di essere diventato un professore di Hogwarts! Non l'avrebbe mai immaginato e se Sirius fosse stato lì di sicuro non ci avrebbe mai creduto e non poteva dargli torto.

Uscì dalla sua stanza e iniziò a girovagare per il castello, con i ricordi ancora vivi nella mente, passò davanti alle cucine e non poté fare a meno di ridacchiare ricordando quando Sirius era stato rincorso da una delle sue ex fidanzate proprio lungo quel corridoio.

Lui da dodici anni a quella parte non viveva più il presente, la sua testa era immersa nei ricordi di una vita spensierata. Silente glielo rinfacciava in ogni momento, da quando aveva portato Alyssa a casa Black, Remus non era più lo stesso.

Quando aveva saputo che Sirius era fuori da Azkaban il suo primo impulso fu di cercarlo e vendicarsi del suo gesto. Ma poi la solita domanda che gli ronzava in testa tornava imperterrita, perché l'hai fatto? Se lo chiedeva da ormai dodici anni e la risposta, lo sapeva, non sarebbe mai arrivata.
Passò davanti alle scale, notando una ragazza dai capelli neri scendere velocemente prima che le scale cambiassero, quando capì chi era si nascose dietro una colonna. Si sentiva un bambino a comportarsi, ma non era pronto a parlare con lei, non era pronto a parlare con la sua figlioccia

Era così strano, non credeva che l'avrebbe più rivista, le aveva dato addio quella notte di dodici anni prima, quando l'aveva lasciata ai coniugi Black e si era maledetto ogni giorno per quella decisione. Sapeva come si erano comportati con Sirius e Regulus e appena gli tornava in mente il suo viso non poteva non pensare a come avrebbero provato a plagiarla e a farla diventare una perfetta purosangue.

Sirius gli aveva chiesto di diventare il padrino di Alyssa a un mese dalla sua nascita. Fu uno dei momenti più felici della sua vita e non avrebbe mai dimenticato il sorriso di Dahlìa quando aveva annuito alle parole di Sirius. Loro, assieme a Peter, James e Lily erano la sua famiglia e quella notte, lui era morto con loro. 

Sospirò e si avviò in Sala Grande per fare colazione. Una cosa era certa, non avrebbe mai detto nulla ad Alyssa. Per lei, il professor Remus Lupin doveva rimanere tale.
Soltanto un professore.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - Tornato ***


Capitolo VIII

Divinazione era una materia odiosa. Alyssa lo aveva scoperto all'ennesima farneticazione della professoressa Cooman, eppure era certa che non ci fossero materie orrende.

Beh quel giorno aveva scoperto di sbagliarsi.

Stava scendendo le scale quando udì le voci di Lavanda e Calì qualche rampa di scala più su di lei, si voltò velocemente e non appena scoprì che non l'avevano vista, corse giù verso l'atrio. Adorava la sua amica, era stata la prima persona con cui ha parlato al tavolo di Grifondoro e la prima a cui non interessavano quelle voci su di lei, però aveva un difetto, un difetto che si poteva colmare solo con la parola divinazione.

Ogni singola volta, dopo la lezione di Divinazione, Lavanda voleva provare a predire il suo futuro riuscendo a vedere soltanto morte, ovvio. Non aveva nulla contro Lavanda, ma se la professoressa prediceva a tutti un futuro fatto di morte beh, lei non poteva certo far di meglio. Si avviò verso la Sala Comune di Grifondoro a passo svelto, suo nonno le aveva inviato i giornali come ogni lunedì e fremeva per scoprire dove fosse Sirius Black. Era un po' di tempo che non veniva avvistato e ormai non sapeva cosa inventarsi per trovarlo. Nessuno aveva scoperto la sua indagine su suo padre, a suo nonno però aveva detto che ormai aveva Tredici anni ed era il caso di informarsi sull'economia magica. Era certa che Orion non le aveva creduto ma per qualche insana ragione, le inviava lo stesso i giornali e di questo, Alyssa ne era sollevata.
Arrivò davanti al quadro della Signora Grassa col fiatone e rimase un attimo a contemplarla. Il quadro si mise in posa notando lo sguardo della giovane e sorrise. Ad Alyssa venne da ridere ma non rovinò i sogni di gloria del quadro.

-Alyssa- la chiamò una voce alle sue spalle.

Alyssa si voltò, riconoscendo perfettamente la voce di Theodore. Durante l'estate la sua voce era leggermente cambiata a causa della crescita e lei se n'era accorta subito quel giorno sul treno, abituata com'era a sentirla tutti i giorni. Si voltò e infatti si ritrovò il giovane Serpeverde sorridente davanti a lei.

-Ciao, Theodore- rispose la ragazza cortesemente.

I loro rapporti erano leggermente cambiati, da quando a ogni loro uscita lui si portava dietro Daphne Greengrass, ragazza che Alyssa non aveva mai sopportato e che purtroppo se la ritrovava sempre attorno. Aveva smesso di uscire con lui e a quanto le pareva non è che gli dispiacesse. Fu anche per questo che la giovane Black non aveva mai parlato dei suoi piani a Theodore nonostante desiderasse il suo aiuto in quella faccenda troppo complicata per lei.

-Questo sabato ci vai a Hogsmeade?- chiese Theodore sorridendole.
Alyssa inclinò il capo e lo guardò sospettosa, "cosa avrà in mente?", pensò tra sé ma non glielo chiese apertamente nonostante un tempo lo avrebbe fatto senza alcun problema.

-Si, vado con Lavanda e Calì- rispose incerta.

-Ah- rispose il ragazzo, guardandola.

-Volevo chiederti veramente, se ti andava di venirci con me- chiese con voce insicura.
Alyssa lo guardò assottigliando lo sguardo, ancora non capiva cosa voleva da lei e sperava vivamente che non c'entrasse nulla con Daphne Greengrass.

-Saresti solo tu?- chiese Alyssa, guardandolo.

Doveva ammettere che il suo migliore amico gli mancava da morire e poi aveva sempre pensato che la prima uscita a Hogsmeade l'avrebbe fatta con lui. Ma dal volto di Theodore non vide altro che un segno di negazione. Quel gesto le fece venire una fitta nel petto, ormai non le interessava più sentire neanche la sua voce.

-No viene anche Daphne e...-

-Mi dispiace, ho già presi impegni con le mie amiche. Mi dispiace sul serio- l'interruppe mentre si voltava verso il quadro della Signora Grassa, che era rimasta a guardare la scena interessata.
Non appena sentì i passi di Theodore allontanarsi, alzò lo sguardo verso il quadro.
-Fortuna Major- disse quasi con un sussurro.
La porta si aprì e la ragazza entrò di corsa.

"Fanculo la Greengrass", pensò scocciata mentre passava in Sala Comune dove i gemelli Weasley stavano dando spettacolo con le imitazioni delle persone.

-Oh Severus grazie tante- diceva George con voce in falsetto.

-Ma ti pare mia dolce Minerva, vieni balliamo!- esclamò Fred, imitando Piton.

E i due iniziarono a danzare mentre tutta la Sala Comune applaudiva alla riuscita del l'imitazione non appena Alyssa li guardò scoppiò a ridere assieme agli altri.

-Oh Black- urlarono poi in coro. -Tranquilla, Piton non ti sta tradendo-.

-Non vi preoccupate, è tutto vostro- esclamò la ragazza ridendo, per poi andarsene in camera sua.

Non appena entrò in camera sua, qualcosa attirò la sua attenzione, un baule nuovo davanti al letto vuoto. Alyssa lo guardò incuriosita e si avvicinò per leggere il nome della ragazza appena arrivata.
Baule di Hermione Jean Granger.

Non appena lesse quel nome rimase stupita, la migliore amica di Harry Potter in camera con lei? Cos'era, uno scherzo del destino? Se avesse scoperto qualcosa riguardo sua indagine, probabilmente avrebbe avuto un bel po' di problemi.

Raccolse i giornali posati sul suo letto e li mise in borsa, non avrebbe continuato a leggerli in quella stanza. Doveva essere il più discreta possibile. Uscì quasi di corsa dalla camera e tornò in Sala Comune dove i gemelli Weasley stavano continuando la loro scenetta.

Uscita dalla torre di Grifondoro si avviò verso la biblioteca, era presto per gli esami per cui era semi vuota in quel periodo dell'anno.

-Oh Alyssa ti stavo cercando- esclamò Oliver, guardando la ragazza.

Alyssa si ritrovò davanti il giovane Baston e si maledì per aver fatto quella strada, "possibile che oggi mi cercate tutti?!" pensò mentre sorrideva al ragazzo.
Sapeva cosa voleva dirle, l'ennesimo allenamento di Quidditch prima della partita contro i Corvonero. Erano settimane che Oliver li assillava per allenamenti più intensivi e ogni volta i ragazzi erano costretti ad alzarsi ad orari improponibili per prendere in mano la scopa e andarsi ad allenare. I gemelli Weasley lo prendevano in giro ad ogni allenamento per ciò ma Oliver li ignorava.

-Ciao Oliver- disse Alyssa sorridendogli.

-Domani ci sono gli allenamenti, vedi di essere puntuale e... - disse il giovane, guardandola.

-Si va bene, ora scusami Olivier ma mi devo vedere con Lavanda per la lettura della mano, a dopo! - l'interruppe lei e, senza attendere una risposta, corse giù per le scale.

Non appena Alyssa rimase da sola, sorrise tra sé nonostante Oliver l'assillasse con il Quidditch non poteva negare che la vita a Hogwarts stava prendendo una bella piega di quotidianità. La cosa non poteva che essere divertente per una ragazza la quale era abituata a stare da sola la maggior parte del tempo.

In biblioteca non c'erano molti studenti, Alyssa riconobbe un ragazzo di Corvonero con cui aveva chiacchierato ogni tanto. Lo salutò e andò a sedersi a un tavolo più distante.

Avvistato Sirius Black a Godric's Hollow!

Alyssa prese una pergamena e iniziò a fare uno schema, scrivendovi Godric's Hollow.

Avvistato Sirius Black a Londra! il primo ministro babbano è stato allertato del pericolo.

E ancora:

AVVISTATO Sirius Black a Notturn Alley! Gli Auror sono sulle sue tracce.

Più andava avanti e più non trovava delle connessioni con quei luoghi.

Guardava quei titoli e non sapeva spiegarsi come mai vi fosse andato.
L'unico luogo che aveva senso per lei, era Godric's Hollow, villaggio dove aveva vissuto il suo primo anno di vita con i suoi genitori. Per il resto degli avvistamenti non aveva la benché minima idea del perché ci fosse andato.

Sospirò e continuò a scervellarsi su quegli avvistamenti assurdi prima di rassegnarsi all'evidenza.
Lei non lo conosceva.
Certo suo nonno le aveva raccontato qualcosa ma era anche vero che lui era scappato da casa Black. Suo nonno non poteva sapere cosa fosse successo dopo.

Sbuffò irritata e alzò lo sguardo verso gli altri tavoli sentendosi osservata. Poco distante da lei, il ragazzo con cui si era scontrata davanti la Sala Grande la stava guardando. Non appena le sorrise Alyssa distolse subito lo sguardo arrossendo leggermente e tornò a leggere quei giornali.

Due ore più tardi si alzò dal tavolo, si stiracchiò e riprese i suoi giornali per poi avviarsi verso l'uscita.

I corridoi erano pieni di studenti pronti per la cena mentre lei non aveva voglia proprio voglia di mangiare, voleva tornare in camera e riposarsi finalmente.
Era quasi arrivata al quadro della Signora Grassa quando incontrò Tiger e Goyle. I due ragazzi ridevano tra di loro, Alyssa tentò di ignorarli ma quando gli fu vicina, i ragazzi, si voltarono verso di lei ghignando.

-Guarda chi arriva. Hey Black dimmi un po', ucciso qualcuno di recente? Tanto è di famiglia no? - chiese Tiger ghignando.

Goyle scoppiò a ridere mentre Alyssa lo guardò con aria di sfida.

-Mh no, potrei iniziare con te, cosa ne pensi?- ribatté la ragazza, alzando il mento.

Mentre parlava, le scale avevano iniziato a staccarsi dal pianerottolo ma Alyssa non se ne accorse.

-Attenta a come parli, Black- rispose Tiger con un ringhio.

-Attento tu, Tiger- ribatté Alyssa prendendo la bacchetta.
Tuttavia, mentre i due stavano per iniziare un duello, Goyle corse verso Alyssa e la spinse. La ragazza perse l'equilibrio e cadde all'indietro proprio mentre le scale cambiavano. Tentò di aggrapparsi all'ultimo scalino ma le dita scivolarono, facendola cadere nel vuoto.

Finì inerme in mezzo all'atrio dove gli studenti, guardavano impietriti la scena senza sapere cosa fare.

***

Aveva visto Alyssa cadere da quell'altezza e il suo cuore per un attimo si era fermato soprattutto al suono delle urla della giovane Black, che smisero non appena sbatté al suolo con un tonfo.

Theodore era rimasto sconvolto da quella scena ma non si fece perdere d'animo e si precipitò al capezzale dell'amica svenuta a terra, le prese la testa con delicatezza, ritrovandosi la mano impregnata del sangue della giovane.

-TU!- esclamò indicando un ragazzino accanto a loro. -Chiama qualcuno, subito!-.

Il ragazzino stava per avviarsi quando fu bloccato dal professor Lupin, che, come tutti quanti, aveva visto la scena.

-Non c'è bisogno, signor Nott- esclamò il professore mentre si avvicinava di corsa verso Alyssa. -La porto io in infermeria, non si preoccupi-.

-Vengo con lei- rispose istintivamente Theodore.

Il professore lo guardò un po' sorpreso, non gli era mai capitato di vedere un ragazzo di Serpeverde e uno di Grifondoro così uniti ma annuì, capendo subito di non poter fare altrimenti. Theodore sospirò leggermente e accarezzò i capelli della sua amica. Un gesto che non passò inosservato agli occhi di Lupin ma si limitò a prendere la ragazza tra le braccia e i due si avviarono in infermeria di corsa con il corpo di Alyssa.

Theodore guardava il sangue colare lentamente dalla nuca dell'amica e non poteva non pensare al peggio, nonostante il volto del professor Lupin sembrava molto più rilassato del suo, "sarà per non farmi preoccupare", pensò istintivamente.

Non appena arrivarono in infermeria, Lupin posò delicatamente Alyssa sul primo letto libero che vide mentre Madama Chips lasciò subito la ragazzina di cui si stava occupando e si precipitò verso i tre.

-Cos'è successo?!- chiese con tono severo, la donna.

-E' caduta mentre le scale cambiavano- rispose Theodore, omettendo l'aggressione di Tiger e Goyle.

-Mh brutta caduta decisamente- disse Madama Chips, esaminando le ferite della ragazza.

-Ce la farà, Madama Chips?!- chiese Theodore, precedendo il professore.

-Certo che ce la farà! Qualche giorno e si rimetterà non si preoccupi. Ora andate, devo lavorare- esclamò la donna facendogli segno di uscire.

I due uscirono dall'infermeria e s'incamminarono nella stessa direzione. Theodore guardò con la coda dell'occhio il professore, dalla prima volta che l'aveva visto non gli era andato a genio ma doveva ammettere, che come professore di Difesa contro le Arti Oscure era ottimo.

-Signor Nott si affretti, la cena ormai è iniziata- disse Lupin, mentre camminavano.

Theodore lo guardò con disprezzo, odiava quando qualcuno provava a far conversazioni con frasi banali, ma soprattutto odiava conversare con Lupin, soprattutto dopo quello che era appena successo.

-Direi, professore, che anche lei è in ritardo per la cena- rispose Theodore, cordialmente.

Lupin alzò le mani a mo' di scusa e ridacchiò delle parole del giovane.

-Sa, signor Nott è bello vedere un'amicizia come la sua con la signorina Black. Al giorno d'oggi non se ne vedono così in giro- disse Lupin continuando a camminare.

-Sa professore, non credo le interessi il mio rapporto con la signorina Black- esclamò Theodore con aria di sfida.

"Ma cosa sto facendo?!", pensò mentre camminava con il professore accanto. Quando finalmente si voltò a guardare l'uomo, rimase stupito di vederlo con il sorriso sulle labbra dopo la sua frase.

-E' un tipo forte lei, signor Nott. Non cambi mai- disse l'uomo per poi velocizzare il passo.

Theodore rimase alla porta della Sala Grande a vedere il professor Lupin andare verso il tavolo dei professori, "certo che è strano", pensò tra sé mentre andava a sedersi al tavolo dei Serpeverde.

***

Quando Alyssa si svegliò due giorni dopo, non si era resa conto di essere in infermeria e quando si guardò attorno non poté far altro che rimanerne sorpresa. Molto raramente ci era finita in infermeria e sempre per qualche mal di pancia da un'ora o due. Si stiracchiò, scoprendo a sue spese un mal di schiena lancinante che la costrinse a tornare sdraiata.

-Non così in fretta signorina Black. La sua schiena ancora non si riprende a pieno- esclamò Madama Chips a tre letti di distanza.

Alyssa la guardò confusa ma non disse nulla, si limitò a stendersi di nuovo.
Accanto a lei sul comodino erano stati posati dei fiori, delle cioccorane e una lettera. Alyssa si allungò per prendere la lettera e quando l'ebbe afferrata con non poca fatica, aprì subito scoprendo che era dj suo nonno.

Cara Alyssa,
Sono stato avvisato di ciò che è successo per le scale, voglio arrivare in fondo a questa faccenda! Parlerò al consiglio, questa storia deve finire.

Orion Black.

"Ma cos'è successo", pensò mentre ripiegava la lettera. Cos'era successo? Ricordava soltanto di aver provato ad appendersi all'ultima scala ma di non esservi riuscita. Sospirò, maledicendo il suo cervello per non ricordarsi bene le cose.
Non riusciva a sopportare quello stato nebuloso, il non sapere dove fosse nel tempo e nello spazio. Si guardò attorno, notando una ragazzina con la divisa di Tassorosso seduta su un letto, quest'ultima non le stava dando molto retta, continuava a piangere e ad accarezzarsi il ventre.

Alyssa la guardò per qualche secondo, prima di voltarsi verso il suo comodino per poi far tornare il buio nei suoi occhi.

Si risvegliò qualche ora dopo grazie ad una voce a lei familiare, non appena aprì gli occhi infatti, si trovò davanti il professor Lupin che parlava con Madama Chips. Non appena si rese conto che Alyssa fu sveglia, l'uomo si avvicinò verso di lei sorridendole per poi sedersi alla sedia accanto al letto.
-Te la sei vista davvero brutta, Alyssa- disse Lupin, sorridendole.

Alyssa sorrise debolmente, sentendosi le labbra molto secche.

-Decisamente sì, professore- disse Alyssa guardandolo. -Solo...Ecco professore non ricordo bene cos'è successo- continuò, mordendosi il labbro imbarazzata.

Lupin annuì, forse si aspettava quell'affermazione da lei e Alyssa non poteva che dargli torto, a quanto pareva aveva avuto una bella caduta.

-Sei caduta dalle scale mentre queste ultime cambiavano- disse il professore guardandola. -Ora, il problema è che non sei caduta accidentalmente, bensì ti hanno spinta, almeno così mi ha detto il signor Nott fuori dall'ufficio di Silente-.
-Theodore ha visto la scena?!- esclamò Alyssa sorpresa, "proprio lui doveva esserci?!"

Lupin annuì alle sue parole e continuò. -Sì e ha anche un bel sangue freddo. Non appena sei caduta si è avvicinato di corsa e si è premurato di cercare aiuto e di reggerti la testa-.
Alyssa fece un mezzo sorriso, non riusciva proprio a immaginare Theodore con sangue freddo.

-Non ricordi proprio chi possa essere stato a farti cadere?- chiese Lupin guardandola.

Al cenno negativo della ragazza, il professore sospirò e la guardò negli occhi. -Gli unici vicini alla rampa di scale, erano Tiger e Goyle, i due studenti di Serpeverde ma ovviamente, non hanno detto nulla-.
Al secondo cenno negativo di Alyssa, il professore si arrese all'evidenza, non c'erano abbastanza prove contro di loro.

-Mi scusi professore- disse Alyssa, quasi sussurrando.
Lupin alzò lo sguardo verso di lei, in attesa che parlasse.

-Beh, mi chiedevo che giorno fosse- continuò Alyssa, imbarazzata.

-Oggi è mercoledì e sei qui da lunedì scorso. Ho parlato con Madama Chips e mi ha avvertito che potrai uscire questo venerdì, giusto in tempo per Hogsmeade!- rispose il professore sorridendole.

Alyssa annuì distratta mentre guardava la porta d'ingresso, dentro di lei sperava che Theodore la venisse a trovare. Lupin seguì il suo sguardo prima di tornare a guardarla.
-Somigli a Dahlìa- sussurrò tra sé, sicuro che non lo ascoltasse.

Alyssa si voltò di scatto verso l'uomo con aria interrogativa, aveva davvero sentito il nome "Dahlia?", tuttavia il professore non sembrava voler ripetere la frase appena pronunciata.

-Il signor Nott sarà qui a momenti, ha appena terminato la lezione con me quindi credo che qualche minuto ancora e arriverà- disse Lupin avendo intuito chi lei volesse vedere.

-Conosceva mia madre?- chiese istintivamente Alyssa, incapace di aspettare che l'uomo parlasse.

Il sorriso del professore s'incrinò a quella domanda ma si riprese subito, forse per non farle capire qualcosa e Alyssa questo lo notò.

-Di sfuggita- si limitò a rispondere. -Ora se vuoi scusarmi, devo incontrare il preside per dei problemi con Hagrid e gli ippogrifi-.

-I che?- chiese Alyssa con aria interrogativa.

-Ah già, non eri presente. Beh te lo spiegherà Hagrid, buona giornata, Alyssa- disse Lupin per poi andarsene.
Alyssa rimase a guardarlo andar via e in quel momento, dei sospetti le balenarono nella mente, "Cosa sa lei più di me?".

***

Venerdì non arrivò così presto come lei aveva sperato, aveva passato forse la settimana peggiore della sua vita, senza neanche un libro e senza i suoi giornali.

Aveva sperato in altre visite del professor Lupin, sapeva bene cosa fare quando voleva sapere qualcosa e aveva la sensazione che con il giovane e bel professore ci sarebbe riuscita, ma purtroppo l'uomo non si fece vedere.
Quando era uscita dall'infermeria sentì la libertà accoglierla nuovamente tra le sue braccia e non poteva che esserne felice.
Theodore le era stato accanto durante i pomeriggi ma ogni volta che veniva non parlavano, continuavano a guardare altrove e ogni volta Alyssa sperava che se ne andasse da lì.

Madama Chips l'aveva fatta uscire il pomeriggio tardi, quando fu certa che la schiena non le avrebbe dato più problemi.
A cena, Lavanda non fece altro che scusarsi di non essere andata a trovarla ma ogni volta che vedeva Theodore, indietreggiava e se ne andava di corsa, "come darle torto", pensava mentre l'amica parlava.
Al tavolo accanto, Theodore ogni tanto le lanciava delle occhiate e Alyssa le evitava sempre.
La sera si mise a dormire, incapace di non pensare al comportamento di Lupin.
Scoprirò il tuo segreto, Lupin.

***

Il castello di Hogwarts era esattamente come lui se lo ricordava, bellissimo. La pioggia cadeva lenta bagnando i suoi lunghi capelli a lui era incapace di spostarsi voleva godersi quel momento che tanto aveva bramato. Si guardò attorno, notando un gatto accanto a lui che lo guardava con aria interrogativa.

Decise quindi di tornare in sé, non poteva stare lì ancora per molto, doveva tornare a nascondersi.
Guardò ancora il bel castello mentre un ampio sorriso si apriva sul suo volto visibilmente invecchiato.
-Ben tornato a casa, Sirius- mormorò tra sé per poi tornare nelle sue sembianze di cane.
Sono tornato.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 - Foresta Proibita ***


Capitolo IX

Il mattino seguente Alyssa si svegliò presto rispetto agli altri sabati, si mise a sedere e si guardò attorno. Le sue compagne di stanza dormivano ancora ma il suo sguardo si focalizzò su Hermione, che dormiva tranquilla nel nuovo letto.

-Non si trovava bene con Katie e Angelina- disse Lavanda.

E così Alyssa si era ritrovata in camera la migliore amica del ragazzo che la odiava, non lo sapeva apertamente ma in fondo dagli sguardi che le lanciava non era difficile capire il suo pensiero. Eppure Hermione era stata relativamente gentile con lei, appena era rientrata dall'infermeria le aveva chiesto come stesse e l'aiutò a prendere delle cose dal baule non appena la vide in difficoltà a causa della schiena. Ma nonostante la sua gentilezza, non poteva non pensare a ciò che le persone pensasse sulla sua famiglia.

Sbuffò e si alzò dal letto, fuori la timida luce del mattino stava pian piano illuminando il lago nero e la vista era davvero spettacolare anche se poche volte era riuscita a vederlo.
Si lavò e si vestì per poi uscire dalla stanza senza far rumore, nonostante Madama Chips le aveva detto che la schiena si era ripresa del tutto, ogni tanto delle fitte le facevano mancare il respiro, ma non lo diceva a nessuno per paura di tornare di nuovo in infermeria.

In Sala Comune, c'erano Dean Thomas e Seamus Finnigan che chiacchieravano tra loro senza darle molta importanza e di questo lei ne fu felice. Odiava parlare di prima mattina soprattutto se ancora non faceva colazione.

Uscì dalla Sala Comune e si avviò piuttosto lentamente verso la Sala Grande, proprio mentre era a metà scale, queste ultime decisero di cambiare e un brivido le passò lungo la schiena al ricordo della caduta. Attese impaziente che si fermarono e non appena lo fecero, corse giù fino ad arrivare all'atrio.

La Sala Grande era quasi vuota, vi erano soltanto alcuni studenti di Tassorosso e qualche studente di Grifondoro decisamente mattiniero, si sedette al suo tavolo e iniziò a fare colazione con gusto.

-Buongiorno, Alyssa- disse una voce al tavolo accanto.
Alyssa alzò lo sguardo dalla sua colazione, incrociando gli occhi del ragazzo più affascinante di Tassorosso.
Cedric Diggory infatti la stava guardando con un bellissimo sorriso e la ragazza non poté fare a meno di arrossire leggermente.

-Buongiorno, Cedric- rispose cordialmente.

-Oggi vai a Hogsmeade?- chiese il ragazzo continuando a sorridere.
"Ma non gli fa male la mascella?", pensò ma cancellò subito il pensiero considerando che il suo sorriso era davvero bello.

-Sì, con le mie amiche- rispose Alyssa guardandolo.

-Beh allora molto probabilmente c'incontreremo lì- disse il ragazzo facendogli l'occhiolino.

Alyssa arrossì e Cedric rise, la giovane annuì alle parole del ragazzo e quando quest'ultimo si alzò, lo salutò con un cenno della mano.
Guardò Cedric uscire dalla Sala Grande dove stava entrando proprio in quel momento Theodore. La guardò per un attimo prima di dirigersi al tavolo dei Serpeverde con Daphne alle calcagne. Alyssa sospirò e tornò alla sua colazione.

-Sì è un bel ragazzo- disse una voce accanto a lei.
Alyssa sobbalzò e si voltò verso la sua destra, trovandovi Lavanda che si stava versando un po' di latte nella tazza.

-Ma da quanto sei qui?!- chiese Alyssa stupita.

-Da abbastanza per vedere Cedric Diggory farti l'occhiolino- rispose Lavanda con tranquillità. -Detto tra noi, è un'ottima scelta, almeno così Nott capirà che non t'interessa-.

Alyssa la guardò assottigliando lo sguardo. -Sai bene che siamo solo amici-
-Si certo- rispose Lavanda mentre mangiava con calma la sua colazione. -Lui infatti ti guarda per sbaglio- continuò ridacchiando.

-Ma dov'è Calì?- chiese Alyssa per cambiare discorso.

-Febbre, quando si è svegliata scottava come una pentola bollente- rispose Lavanda mentre continuava a fare colazione.

-Quindi siamo solo noi due?- continuò Alyssa.
Lavanda annuì continuando a mangiare mentre Alyssa invece sorrise, "sarà una bella giornata".

***

Non appena finirono di fare colazione, le due ragazze si avviarono fuori dal castello, verso il villaggio di Hogsmeade. La strada era piena di studenti pronti a divertirsi per le vie del villaggio magico e Alyssa non faceva alcuna eccezione. Chiacchierava con Lavanda del più e del meno, la bionda aveva fatto la promessa di non parlare di Divinazione e di questo, Alyssa ne fu davvero felice.
Arrivate a Hogsmeade fecero prima un giro del villaggio, poi visitarono i vari negozi, quando entrarono da Stratchy & Sons le due ragazze rimasero sconvolte nel vedere le calze urlare.

-Ma perché urlano?- chiese Lavanda al commesso.
-Perché sono sporche- rispose lui con tranquillità.

Alyssa e Lavanda si guardarono e rabbrividirono, per poi salutare con garbo e uscire di corsa

-Che schifo- disse Alyssa non appena si chiusero la porta alle spalle.
Lavanda annuì con energia mentre si avviavano verso Mielandia, per strada Alyssa notò Theodore, Draco e Daphne che entravano ai Tre Manici di Scopa tutti sorridenti. La ragazza fece una smorfia e afferrò istintivamente il braccio di Lavanda per portarla dentro il famoso locale.

Voleva far vedere a Theodore che viveva tranquilla anche senza la sua presenza. Lavanda la seguì confusa ma non le disse nulla, quando entrarono e notò Theodore capì subito cosa aveva in mente l'amica.
-Aly...- disse Lavanda guardandola.
Alyssa non le diede ascolto e passò tra i tavoli alla ricerca di qualcosa che le desse un motivo degno per stare li. Non appena notò Cedric Diggory  parlare con un suo amico seduto poco distante da Theodore, andò dai due Tassorosso d'istinto.

-Oh, ciao Alyssa- esclamò Cedric piacevolmente sorpreso di vederla li.

-Ciao, possiamo?- chiese la giovane Black, guardando il ragazzo.

Quando ebbe un cenno di assenso, le due ragazze si sedettero assieme ai due Tassorosso.
Rimasero un minuto o due in silenzio, Lavanda stava maledicendo l'amica nei suoi pensieri e Alyssa lo sapeva bene.

-Allora- disse la Black, schiarendosi la voce. -Io sono Alyssa- disse porgendo la mano all'amico di Cedric.

Il ragazzo guardò prima lei poi l'amico con aria sospettosa e tornò con gli occhi verso Alyssa che stava ancora tendendo la mano.

-Wayne, piacere- disse il ragazzo, sorridendogli mentre stringeva la sua mano.

-Lei invece, è Lavanda- disse Alyssa, indicando l'amica accanto a lei.
Lavanda arrossì leggermente e strinse la mano di Cedric.

-Cedric, piacere- disse il giovane sorridendo.
Alyssa lanciò un'occhiata all'amica che continuava ad arrossire e sicuramente stava avendo pensieri su come fargliela pagare ma smise di interessarsene quando incrociò lo sguardo di Theodore che la guardava con il suo solito sguardo impenetrabile. Odiava quello sguardo che non riusciva a farle capire cosa lui stesse provando.

-Allora- esclamò Alyssa sorridendo ai ragazzi davanti a lei. -Siete al sesto anno giusto?- 

-Ehm, sì- rispose Wayne cordialmente.

-Devi sapere, Wayne, che Alyssa l'ho conosciuta qualche settimana fa davanti la Sala Grande- esclamò Cedric, ammiccando alla giovane.
Wayne sghignazzò fissando l'amico.

-Ah ho capito, sei la ragazza dello scontro-

Alyssa arrossì di colpo sentendosi a disagio sotto lo sguardo di Wayne.
Cedric annuì alle parole dell'amico ridacchiando mentre Lavanda diventava sempre più imbarazzata da quella situazione surreale con uno dei ragazzi più carini di Hogwarts.

-Alyssa, dobbiamo andare- esclamò Lavanda per poi alzarsi di scatto.

La Black annuì e si alzò con l'amica per poi salutare i due ragazzi. -Si ha ragione, ciao ci vediamo in giro!- disse per poi uscire di corsa dai Tre manici di scopa.

Cedric e Wayne le salutarono con la mano ma le due giovani si erano già allontanate da loro.

-Mi sa che erano un po' imbarazzate- sghignazzò Wayne.

Cedric ridacchiò. -Si, ma devi ammettere che la Black non è poi così male-

-Ti dirò, a me la biondina non dispiaceva-

***

La sera arrivò piuttosto velocemente e dopo ciò che era successo dentro i Tre manici di Scopa, Lavanda aveva proibito ad Alyssa di entrare nei negozi dove c'era Nott e la Black aveva acconsentito per quieto vivere.

Avevano continuato a girovagare per Hogsmeade senza una meta ben precisa e quando il sole aveva iniziato a calare, le due ragazze si avviarono verso Hogwarts come il resto degli studenti. Qualche passo avanti a loro, vi erano Theodore e i suoi amici.

Alyssa lo guardava ridere e scherzare con loro mentre Daphne gli stringeva il braccio, sentì una fitta al petto a quella vista e voltò il capo alle sue spalle. Qualche passo più indietro c'erano Cedric e il suo amico Wayne.

-Dai, muoviamoci a tornare dentro- esclamò d'un tratto Lavanda, mentre prendeva la mano di Alyssa per trascinarla verso l'edificio.

Mentre Lavanda la strattonava, Alyssa sorrise.
Aveva capito tutto.
Al castello, salirono le scale che portavano alla Sala Comune di Gridondoro con molta difficoltà vista la mandria di studenti che si accalcava davanti al quadro della Signora Grassa.

-Ma che succede?- chiese Lavanda guardandosi attorno.
Di fianco a loro, Neville si voltò verso di loro ancora sconvolto.

-La Signora Grassa è sparita!- esclamò con voce tremante.

Alyssa e Lavanda si guardarono stupite mentre Silente si faceva largo tra la folla seguito dal professor Lupin e da Piton, stupiti esattamente quanto loro, Gazza li seguiva qualche passo più indietro anche se tentava di andare più veloce.
Silente sfiorò il quadro e poi si voltò verso Gazza. -Avverti tutti i quadri, bisogna trovarla-.

Gazza però non lo stava guardando e indicò un quadro più in alto dove vi erano raffigurate delle mucche. -Non ce né bisogno professore, la Signora Grassa è la-.

Tutti si voltarono a guardare il quadro indicato, Alyssa aguzzò lo sguardo, notando la chioma riccia della Signora Grassa dietro una mucca.
Silente corse verso il quadro e tutti gli studenti lo seguirono nonostante Percy Weasley li richiamava all'ordine. Non appena Silente si fermò davanti al quadro, la Signora Grassa si spostò da dietro la mucca e fissò Silente con la paura negli occhi.

-Cos'è successo, cara signora?- chiese Silente con fare gentile.

-Occhi di fuoco, è cattivo come dicono, sa?!- esclamò la Signora Grassa.

-Ma chi?- chiese Silente, continuando a guardarla.

-Lui, SIRIUS BLACK!- urlò la Signora Grassa.

Un mormorio generale pervase tutti gli studenti, Neville svenne mentre Lavanda si portò le mani alla bocca dallo stupore e guardò Alyssa. Dal canto suo Alyssa rimase imperturbabile, aveva gli sguardi di tutti addosso eppure non se ne preoccupò.

-Quindi? Non si può entrare in Sala Comune? - esclamò ad alta voce con fare indifferente.

Anche i professori, che fino a quel momento erano rimasti a parlottare tra loro sul da farsi, si votarono verso di lei.

-Tutti gli studenti vadano in Sala Grande immediatamente! Stanotte dormirete lì- esclamò Silente, fissando la giovane Black.

-Severus, Remus dobbiamo parlare con gli altri professori. Va trovato-.
Mentre scendevano le scale, il preside si fermò esattamente davanti a lei. Alyssa mantenne la sua fierezza mentre l'uomo la squadrava.

-Si, signorina Black, non si può rientrare in Sala Comune-.

E si avviò con gli altri professori giù per le scale.
Gli studenti si avviarono verso la Sala Grande impauriti, ogni tanto Lavanda lanciava occhiate ad Alyssa che sembrava piuttosto tranquilla, anche se il comportamento di poco prima aveva messo in allarme la giovane Brown.

-Sicura di star bene, Aly? - chiese titubante.
Alyssa non rispose, si limitò ad annuire senza però guardarla.

A cena tutti gli studenti non facevano che parlare di ciò che era appena successo, Sirius Black a Hogwarts! Una notizia che faceva scalpore nella scuola e stranamente nessuno si preoccupava della piccola Black, che si comportava in modo assolutamente normale, per chi la conosceva soltanto di vista. Chiacchierava come se nulla fosse evitando in modo accurato di guardare il tavolo dei Serpeverde, dove Theodore la guardava tentando di capire cosa le passasse per la testa.

Subito dopo la cena, i tavoli scomparirono e al loro posto apparvero dei sacchi a pelo color viola le ragazze andarono al bagno del primo piano a mettersi il pigiama, cosa che fecero anche i ragazzi, sempre accompagnati dai prefetti, i quali malcelavano la loro preoccupazione.

Non appena gli studenti tornarono in Sala Grande, si misero nei sacchi a pelo, per gli studenti che si trovavano in infermeria, erano stati messi dei letti nella parte più estrema della sala. Calì aveva la febbre così alta che non si era neanche resa conto di stare in Sala Grande, delirava su qualcosa fatta dalla sorella, che dal canto suo tentava di farla stare zitta.

-A dormire, avanti!- urlò la McGranitt.
Tutti smisero di chiacchierare tra di loro e provarono a dormire mentre i professori parlavano tra di loro, Alyssa dal canto suo fingeva di dormire, in attesa del momento giusto per poter sgattaiolare fuori. Per tutta la cena infatti aveva pensato dove suo padre poteva nascondersi e un posto le era venuto in mente, la Foresta Proibita era perfetta per un pluriomicida.

Quando anche i professori se ne andarono, Alyssa aprì gli occhi, notando i prefetti che giocavano agli scacchi dei maghi tra di loro davanti la porta principale. Alyssa li guardò per un attimo prima di uscire velocemente dal suo sacco a pelo e andare via dalla porta secondaria vicino il tavolo dei professori, lasciò la porta mezza aperta come l'aveva trovata e si avviò verso le cucine.
Aveva sentito parlare i gemelli Weasley parlare della modalità di entrata per le cucine ma non aveva mai sperimentato, arrivò davanti a quello che doveva essere il quadro legato alla porta e fece il solletico alla pera e quando questa rise, la porta si aprì.

In cucina gli elfi stavano lavando le pentole e i piatti della serata e non fecero molto caso a lei, che corse verso la porta di uscita.
Quando uscì si strinse nella sua camicia da notte e si maledì per essersi messa il pigiama come tutte le altre ragazze, deglutì e si avviò verso la foresta. All'interno del bosco, rumori strani facevano da colonna sonora a quell'idea a dir poco assurda di Alyssa.

-Lumos- esclamò con voce ferma mentre teneva la bacchetta stretta tra le mani.

La bacchetta illuminò gli alberi attorno a lei, Alyssa si guardò attorno e fece un respiro profondo per poi avviarsi verso il nulla assoluto.
Camminava a passo lento mentre si guardava attorno circospetta, "Che idea assurda!", pensò mentre camminava tra gli alberi.

Si ritrovò in una zona angusta, dove attorno a lei non v'era altro che il bosco.
Sentì un rumore poco distante da lei e voltò lo sguardo velocemente alla sua destra, trovandosi davanti una creatura dal manto peloso. Di primo acchito le sembrò un ragno ma era impossibile. Era troppo grande per esserlo.
Alyssa deglutì e iniziò ad indietreggiare lentamente per andarsene, mantenendo lo sguardo sulla creatura davanti a leima sbattè contro qualcosa. Si voltò lentamente e si ritrovò di fronte un altro esemplare come quello appena visto.

-Figli cari...carne fresca- sussurrò una
voce rauca dietro di lei.

Alyssa deglutì e si guardò attorno, trovandosi in mezzo a dei ragni giganti. "Che idea cavolo di idea Alyssa", pensò mentre teneva stretta la bacchetta alla mano.

Dalla sua destra però sentì un ringhio e si voltò di scatto, trovando davanti a lei un cane, quest'ultimo abbaiò e si scagliò contro uno dei ragni, due di quelle creature si allontanarono velocemente e Alyssa ne approfittò per scappare. Appena prima di farlo, si voltò verso il cane che stava correndo verso di lei, e gli sorrise. La ragazza continuò a correre più veloce che poteva con accanto quel cane ormai divenuto il suo salvatore. Non appena vide di nuovo il castello, Alyssa si voltò nuovamente verso l'animale e lo ringraziò con lo sguardo per poi correre verso le cucine.
Non appena rientrò nel castello tirò un sospiro di sollievo. Tornò in Sala Grande stando attenta a non farsi vedere o sentire, la sala era immersa nel buio e i prefetti stavano ancora giocando davanti la porta. Sgattaiolò nel suo sacco a pelo e si sfiorò il collo, facendo un'amara scoperta.
La collana dei Black era sparita.

***

Non appena tornò nelle sue sembianze umane, Sirius Black rimase un attimo ad ammirare il castello di Hogwarts e quella ragazzina che stava correndo verso le cucine. "Ma cos'aveva in mente?!", pensò stupito mentre si voltava verso il bosco. Ad un tratto un luccichio attirò il suo sguardo, si avvicinò incuriosito e rimase stupito da ciò che raccolse.
Il ciondolo della famiglia Black.
Si voltò di scatto verso il castello dove la ragazza era appena scomparsa.

-Alyssa Sophie- sussurrò tra sé stupito per poi tornare nelle sue sembianze di cane e tornarsene nella foresta.

***

Era tornato in Sala Grande subito dopo il suo giro alla ricerca di Sirius Black per il castello e rimase sconvolto quando vide che il sacco a pelo di Alyssa Black era vuoto.

Tuttavia non disse nulla agli altri professori, doveva immaginarlo da sé, che prima o poi si sarebbe messa alla ricerca di suo padre. Aveva avuto i primi dubbi dopo la lezione sui mollicci, quando dalla sua borsa caddero una pila di giornali.
Remus Lupin si avvicinò alla finestra dove vide la diretta interessata tornare di corsa dalla Foresta Proibita e rabbrividì al pensiero della sua figlioccia scomparsa lì dentro.
Non appena la ragazza scomparve all'interno del castello, si calmò e andò in camera sua, quando entrò e vide la mappa del malandrino sulla sua scrivania, un moto di nostalgia lo colpì e la prese.
L'aveva presa appena la notte prima da Harry Potter e quando lui disse di aver visto Peter Minus rimase al quanto sorpreso ma non gli aveva creduto.
-Giuro solennemente di non avere buone intenzioni- disse puntando la bacchetta sulla mappa.
Non appena la mappa si aprì vide Alyssa in Sala Grande ma il suo sguardo cadde su un altro nome, un nome che non doveva esserci.
Peter Minus stava girovagando per la Sala Comune di Grifondoro.

***

La mattina dopo, Silente avvertì gli studenti che potevano tornare nella propria Sala Comune e tutti lo fecero con entusiasmo, Alyssa aveva le occhiaie e la schiena a pezzi ma non l'aveva detto a Madama Chips.
Doveva trovare un altro modo per trovare suo padre, ci aveva pensato tutta la notte ed era arrivata ad una soluzione che sicuramente sarebbe stata perfetta ma aveva bisogno di aiuto. Quando si vestì, la ragazza corse fuori dalla stanza con una scusa e si avviò verso l'aula di Difesa contro le Arti Oscure dove Lupin stava aspettando proprio i ragazzi del suo anno.
Quando la vide entrare rimase sorpreso di trovarla prima dell'orario della lezione.

-Buongiorno, Alyssa- esclamò il professore sorridendole.
Notò le occhiaie della ragazza e ripensò a quando l'aveva vista fuori dal castello.

-Buongiorno professore, volevo chiederle un favore- disse Alyssa con fare deciso.
Il professore annuì e le fece segno di continuare.

-Voglio...- iniziò la ragazza. -Voglio diventare un animagus-.

Lupin la guardò sorpreso, "ha davvero detto animagus?".

-Stai dicendo sul serio, Alyssa?- chiese Lupin guardandola negli occhi.
Alyssa annuì con decisione continuando a guardarlo fisso negli occhi. -Sì, voglio diventare un animagus-.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 - Il cane nero ***


Capitolo X

-Credo di non aver capito- esclamò Lupin, guardando la ragazzina.
Doveva per forza aver capito male, era una coincidenza assurda.
Alyssa annuì fermamente convinta della sua decisione e attese che il professore le desse un cenno di risposta.
Remus la guardò per alcuni secondi, incapace di dire qualcosa. Non aveva mai dimenticato il sacrificio dei suoi amici per diventare animagus e ci misero anni trasformarsi.
Anni veramente difficili per loro. E non voleva assolutamente che la sua figlioccia iniziasse un percorso così complicato.
Non che Alyssa non ne fosse capace, a Remus bastava guardare i suoi voti per acconsentire ma quell'idea era a dir poco assurda per lui.
-Perché?- chiese finalmente il professore, guardandola negli occhi.
Alyssa per un attimo lo guardò in silenzio. A Remus parve di non avere più una ragazzina di tredici anni di fronte, aveva quella espressione indecifrabile che aveva visto addosso solo ad una persona.
Gli sembrava di avere Regulus Black.
-Beh puro interesse magiscientifico- rispose Alyssa senza scomporsi.
Il professore ridacchiò a quelle parole, uscite dalla bocca di un'altra persona ci avrebbe creduto subito, ma non da lei.
-Ci vuole tempo, per diventare animagus, Alyssa. Ma soprattutto duro lavoro, non credo tu voglia perdere anni della tua vita per puro interesse magiscientifico- disse l'uomo, incrociando le braccia al petto e fissandola negli occhi.
Voleva che lo dicesse apertamente. Voleva sapere per filo e per segno tutto ciò che le frullava per la testa. Voleva vedere per un solo secondo una vaga somiglianza ai suoi genitori.
Ma non vide nulla di tutto ciò, Alyssa non gli diede quella soddisfazione.
-Vede, professore- disse la ragazza, con quella sua espressione imperturbabile. -So che lei è una persona di cui fidarsi-.
-La professoressa McGranitt è perfetta per questo tipo di studi- rispose Remus, mentre si avvicinava alla finestra.
-La McGranitt non capirebbe- disse Alyssa, avvicinandosi a lui. -E' il braccio destro di Silente, glielo direbbe subito-.
-Dire cosa?- chiese Remus, voltandosi verso di lei.
Alyssa però non accennava a rispondere e Remus continuò. -Dire la motivazione?-.
Alyssa non fece trasparire nulla dalla sua espressione ma Remus poteva immaginare il suo stupore. La ragazza poggiò le braccia sul davanzale e voltò lo sguardo verso il giardino sottostante. -Beh, vedo che la sa già. Quando comincio?- chiese la giovane, con lo sguardo fisso verso il Platano Picchiatore.
-Come fai a dire che non lo dirò al preside?- disse Remus con aria di sfida.
Alyssa si voltò verso di lui e Remus finalmente potè rivedere Dahlìa dopo tanto tempo.
-Semplice, ancora non sta andando dal preside a dire quello che ho in mente- il ghigno di Alyssa fu per Remus la certezza di avere davanti a sé la figlia di Sirius. -Ancora non sta correndo a dire a Silente che sto cercando Sirius Black-.

Erano passati mesi da quando Alyssa aveva iniziato le lezioni extra con il professor Lupin. Effettivamente l'uomo non scherzava quando diceva che per trasformarsi ci voleva tempo ma a lei non importava.
Voleva trovare suo padre ad ogni costo e se quella era un modo di trovarlo beh, lo avrebbe fatto.

Ci aveva pensato tutta la notte dopo la sua disavventura con i ragni giganti ed era arrivata alla conclusione che, se voleva trovare suo padre, doveva diventare un'animale, così da sfuggire più facilmente al pericolo.

Certo sapeva che non era facile e probabilmente nell'arco di tempo delle sue lezioni magari lo avrebbero anche riacciuffato ma non poteva fare altrimenti. Non voleva ritrovarsi nuovamente in mezzo a una mandria di ragni giganti pronti a cibarsi di lei e, se non fosse stato per quel cane, sicuramente sarebbe diventata la loro cena.

Aveva deciso di non rivelare a nessuno la sua idea, chi mai avrebbe capito? Lavanda si sarebbe messa a urlare e a dire che era uscita di senno, Theodore invece l'avrebbe convinta a lasciar stare e ad aspettare che lui si facesse sentire.
Ma dopo l'avvenimento davanti al quadro della Signora Grassa, di Sirius Black neanche l'ombra.
Erano ormai mesi che Alyssa si chiudeva in Biblioteca o nello studio di Lupin, non faceva altro che leggere i libri professore le aveva assegnato e più li leggeva più si convinceva che non ci sarebbe mai riuscita entro la fine dell'anno scolastico. Aveva continuato a studiare anche durante le vacanze natalizie, con una sola pausa di tre giorni per poter festeggiare nel modo migliore con suo nonno ma neanche la costanza forse l'avrebbe aiutata questa volta.

Passava il suo tempo libero provando la meditazione, Lavanda era ormai stupita di come la ragazza stesse diventando. A ogni domanda Alyssa rispondeva sempre di voler provare lo yoga babbano studiato a Babbanologia anche se persino lei non ci credeva tanto.

Quella domenica mattina, Alyssa si avviò come sempre verso lo studio del professor Lupin, aveva fatto colazione molto presto e non appena la Sala Grande aveva cominciato a riempirsi di studenti mattinieri, la giovane se n'era andata di corsa.

Per i corridoi non c'era nessuno, ma d'altronde chi voleva esserci alle nove di domenica mattina? Quando si ritrovò davanti alla porta, bussò con decisione.

-Avanti- esclamò una voce dalla stanza.

Alyssa aprì la porta lentamente ed entrò. Sin da quando era entrata lì la prima volta aveva adorato quell'ambiente dalla scrivania in mogano, molto simile a quella di suo nonno, alle pareti te pestate di fotografie del professore con i suoi amici al tempo di Hogwarts. Quella mattina però non si soffermò sulle fotografie come faceva sempre. Il volto stanco e segnato da delle occhiaie del professore la fece bloccare sul posto.
Tuttavia l'uomo le sorrideva.
L'aveva visto altre volte a lezione con lo stesso malessere ma lui riusciva sempre a sorridere, Alyssa decise di fingere indifferenza e salutò cordialmente Lupin e si sedette su una delle due poltrone.

-Buongiorno professore, cosa studiamo oggi? Premetto che ho letto tutti i libri da lei chiesti- esclamò Alyssa sorridendo. -Perciò credo di poter passare alla parte pratica, no?-

Remus sorrise tra sé e si sedette sulla poltrona davanti ad Alyssa. -No, credo che tu non sia ancora pronta per passare alla pratica, vedi questi mesi appena passati sono solo l'inizio. Certo devo convenire che sei stata davvero brava a leggerli tutti in così poco tempo-.
Alyssa strinse le mani a pugno sulle ginocchia ma dal volto non passò nulla e aprì la sua borsa per far uscire un libro. -Ho capito. Beh oggi ho portato questo libro "Guida alla pratica di trasfigurazione" di Burt Mallory-.
Lupin annuì e prese il libro passatogli dalla giovane per sfogliarlo.

-Libro interessante ma non credo che possa aiutarci...-

-E questo può aiutarci?- chiese Alyssa facendo uscire un altro libro dalla borsa.

Remus guardò il libro dalla copertina verde visibilmente consumata e riconobbe subito quale fosse.
Alyssa poggiò "Animagi nella storia" sul tavolino e attese la risposta del professore.

-Dove lo hai trovato?- chiese Remus guardando il libro.

Alyssa inarcò il sopracciglio e lo guardò. -In biblioteca, ovvio-.

-Ma era nella sezione proibita!- esclamò Remus afferrando il libro per guardarlo.

-Ha detto bene, era- disse Alyssa con indifferenza. -Secondo tutti nessuno studente si mette a studiare anni per diventare animagus. Non mi è stato difficile prenderlo-.

Remus annuì scettico, anche se doveva convenire che ormai i tempi erano cambiati e nessuno più provava a diventare animagus per sfuggire a Lord Voldemort.

I due lasciarono perdere il discorso e iniziarono a guardare i libri portati dalla giovane, così da iniziare una nuova lezione.

***

Il pomeriggio arrivò piuttosto lentamente, Alyssa si ritrovò a chiudere i suoi libri quando le parole iniziarono a intrecciarsi tra di loro formando frasi al quanto dubbie.

Lupin però sembrava molto più stanco di lei e Alyssa se ne accorse quasi subito. Non capiva quali fossero i problemi di salute di quell'uomo ma non chiese nulla, non era tenuta a sapere tutto del suo professore. Si alzò dalla poltrona esclamando la sua stanchezza e i due si salutarono per poi darsi appuntamento al giorno dopo.

Aveva così il resto del giorno libero per sé stessa decise quindi di andare al Lago Nero per potersi rilassare ascoltando il rumore dell'acqua. Adorava quel posto anche se raramente ci andava visti i suoi numerosi impegni.

Non appena arrivò al lago fece un respiro profondo e sorrise, attorno a lei oltre agli alberi non vi era nessuno, e di questo non poté che esserne felice. Si sedette a terra e iniziò a contemplare il panorama davanti a lei, non faceva più così freddo come qualche mese prima, la primavera ormai era arrivata come una folata di aria fresca d'estate.
Davanti a sè il lago era calmo, ogni tanto si udiva il fruscio delle foglie tra gli alberi mentre un leggero vociare proveniva dai giardini di Hogwarts.
-Che ci fai qui?- chiese una voce dietro di lei.
Alyssa sussultò e si voltò di scatto, trovando davanti a lei Theodore, stavolta senza la sua compagnia di amici al seguito.
-Theo- esclamò Alyssa senza rispondere alla domanda. -Tu che ci fai qui?-
Theodore sospirò e si sedette accanto alla ragazza, contemplando il lago davanti a loro. Alyssa lo guardò e per un attimo le sembrò di esser tornata al primo anno ad Hogwarts, quando lei e Theodore andavano al lago a lanciare i sassolini per vedere quanti salti facevano.

-Scappavo- rispose Theodore con tranquillità.
Alyssa lo fissò sconcertata, scappava da cosa? Attese che il ragazzo parlasse mentre poco lontano da loro era appena arrivato un cane randagio.

-Da chi?- chiese Alyssa guardando il cane. -Hey bello, vieni qui!- esclamò verso il cane sorridendo.

Di sicuro non si aspettava che il cane corresse da lei scodinzolando. Quando l'animale si avvicinò, Theodore fece una smorfia a causa dell'odore ma non disse nulla al riguardo e guardò Alyssa.
-Da Daphne mi pare ovvio- rispose continuando a guardarla.

Alyssa iniziò ad accarezzare il cane che dal canto suo, continuava a scodinzolare felice, lanciò un'occhiata curiosa all'amico per poi continuare a coccolare l'animale.

-Come mai?- chiese curiosa.

-Beh mi pare ovvio! Sta diventando decisamente troppo appiccicosa, vuole che andiamo a lezione sempre insieme, vuole che passiamo le ore libere insieme, vuole mangiare con me, vuole persino giocare agli scacchi dei maghi con me! E non sa giocare per le mutande di Merlino!- esclamò Theodore esasperato.

Alyssa scoppiò a ridere, immaginando il ragazzo che tentava di spiegare gli scacchi dei maghi ad una povera giovane senza cervello. Theodore la guardò ridere per poi unirsi a lei nella risata.

-E' stressante credimi- continuò il ragazzo, allungando una mano verso il cane.
Il cane tuttavia gli ringhiò contro e Theodore fu costretto a ritirare velocemente la mano prima di non trovarsela più attaccata al proprio corpo. Alyssa davanti quella scena iniziò a ridere ancora di più mentre il cane le faceva le feste.

-Non gli sei molto simpatico- disse Alyssa ridendo.

Theodore la guardò ridere e tornò a guardare il lago di fronte a loro. -Direi proprio di no-.

Alyssa continuò a ridere per poi tornare seria, guardò l'amico e inclinò il capo curiosa. -Beh Theodore ma è normale tutto ciò che vuole Daphne- disse con tranquillità. -Forse non proprio tutto ma in una coppia si fa così-.

Theodore si voltò di scatto verso di lei stupito. -COPPIA?!- urlò alla ragazza.

Sia Alyssa che il cane sussultarono, la giovane lo guardò stupita mentre il cane tornò a ringhiargli contro dallo spavento.
-Beh...si?- disse Alyssa con tono incerto. -Non è così?-

-OVVIO CHE NON E' COSI'!- urlò Theodore guardandola. -Io con Daphne?! Spero tu stia scherzando-.

-Ma...Ma...state sempre insieme- disse Alyssa sorpresa.

-Eh...all'inizio era simpatica ma da quando mi ha regalato i cioccolatini a San Valentino vorrei distaccarmi da lei solo che è quasi impossibile. Mi sta sempre addosso porca miseria!- rispose Theodore esasperato.

Alyssa rise, fu una risata spontanea e Theodore rimase a guardarla ridere di cuore, sembrava fosse passata una vita dall'ultima volta che l'aveva vista così. L'abbaiare del cane lo fece ridestare dai suoi pensieri e si voltò a guardarlo.

-Ma questo cane di chi è?- chiese Theodore guardando l'animale.

-Non ne ho idea- disse Alyssa facendo spallucce.

Theodore arricciò le labbra e voltò il suo sguardo verso Alyssa che stava ancora riempiendo di coccole il cane.

-E' da un po' che ti vedo in biblioteca a studiare. Solitamente non ci vai- disse Theodore guardandola serio.

Alyssa sussultò a quelle parole e si voltò verso l'amico, sfoggiando la sua indifferenza -Mi sto ricredendo, è davvero buono studiare in biblioteca-.
Theodore arricciò le labbra non appena notò il cambio repentino della giovane e inarcò le sopracciglia. -Mi prendi in giro? Ti sembro davvero scemo?- chiese il ragazzo guardandola negli occhi.

Il cane in quel momento decise di abbaiare verso Theodore e al giovane parve di vedere un cenno di assenso dell'animale alle sue parole.

-Ovviamente non ti reputo scemo, Theo- disse Alyssa sorridendo gli cordialmente. -Semplicemente non ci vedo nulla di male a studiare in biblioteca-.

Theodore non le rispose e si alzò dal proprio posto, Alyssa lo guardò dal basso e le dispiacque che se ne stesse andando.

-Torno dentro che ho ancora da studiare Pozioni- disse il giovane, senza guardarla.

Alyssa annuì e tornò a guardare il cane davanti a lei. -Capisco, beh allora ci si vede in giro- disse senza guardarlo.

Theodore fece qualche passo prima di voltarsi a guardarla. Era seduta composta mentre accarezzava il cane fissò i suoi capelli lasciati sciolti e decise di sedersi di nuovo accanto a lei.
Per mesi aveva sperato di tornare ad avere un contatto con lei, non poteva giocarselo così. Doveva per una volta lasciar perdere il suo orgoglio.

-Credo che Pozioni possa ancora aspettare un po'- le disse con fare indifferente.
Alyssa si voltò verso di lui e sorrise entusiasta.
Il cane li guardò e si allontanò dalle mani della ragazza.

-Hey dove vai?- chiese Alyssa guardandolo.
Il cane da parte sua si allontanò, scodinzolando, verso la Foresta Proibita mentre i due giovani lo guardarono andare via.

-Quel cane è strano- esclamò Theodore scettico.

Alyssa lo guardò e fece spallucce. -A me piaceva-.

***

Quella sera Remus si ritrovò da solo nel suo studio, era così stanco in quel periodo a causa della trasformazione. Tuttavia decise di uscire, sicuro che nessuno gli avrebbe fatto domande. Appena uscì dalla sua stanza si ritrovò un Caposcuola che faceva il suo giro di ronda, lo salutò cordialmente e si avviò fuori dal castello, aveva deciso che quella era la notte adatta.

Quella notte avrebbe incontrato Sirius Black dopo dodici anni.

Non riusciva a crederci che lo stava per rivedere dopo così tanto tempo, tempo sprecato a crederlo colpevole di omicidio.

Gli aveva voltato le spalle quando Sirius ne aveva più bisogno e non poteva continuare a farlo ulteriormente.

Arrivò davanti al Platano Picchiatore e si guardò attorno prima di entrare nel passaggio segreto sotto l'albero, con in testa mille pensieri.
Cosa gli avrebbe detto? Cosa sarebbe successo? Sirius l'avrebbe mandato via? Aveva timore di ciò che sarebbe potuto accadere ma una cosa era certa. Doveva rivedere il suo amico.

-Lumos- disse, con in mano la bacchetta.

Una luce fioca color argento illuminò il lungo tunnel davanti a lui e il suo cuore iniziò a battere più velocemente.

Camminava lentamente, le sue orecchie non riuscivano a sentire altro se non il rumore delle sue scarpe sul suolo.

La decisione di cercarlo l'ebbe durante la lezione extra con Alyssa quella mattina. Aveva visto la ragazza studiare a ritmi stressanti per tutti quei mesi e, sebbene lui le avesse detto che non era pronta per il passaggio successivo, sapeva di non poter andare oltre con i libri di primo livello. Se ne era reso conto quando Alyssa aveva preso dalla sua sacca quel libro.

Arrivò alla porta della Stamberga Strillante e fece un respiro profondo, pronto ad affrontare le conseguenze del suo gesto.

Aprì la porta lentamente come faceva ad ogni luna piena e, nonostante la lentezza, la porta cigolò comunque facendolo sussultare.
All'interno però sembrava non ci fosse nessuno ma l'uomo entrò lo stesso. Guardò sia a destra che a sinistra ma di Black non vi era alcuna traccia. "Lo cercherò per le altre stanze", pensò Remus mentre si voltava verso la porta. Davanti a lui però, un cane dal manto nero lo fissava senza fare nulla.
Remus lo guardò, ebbe davanti agli occhi tutte le volte che quel cane lo aveva fatto tornare in sé nei momenti più bui. Pensò stupidamente che in fondo si poteva tornare indietro e che alla fine non era passato poi tanto tempo.

-Sirius- sussurrò l'uomo guardando l'animale.

Fu allora che il cane decise di farsi vedere sotto la sua vera forma, si trasformò davanti a lui, mai in quei dodici anni aveva pensato di rivederla.
Non vi era più un cane ma un uomo, con indosso una casacca a righe, la barba troppo lunga, i piedi scalzi e il volto solcato dagli orrori di Azkaban. Remus gli sorrise rassicurante ma l'uomo non ricambiò.

-Remus- sussurrò l'uomo.

Rimasero per qualche minuto a contemplarsi. Dal loro aspetto si poteva vedere il tempo trascorso, ma dagli occhi sembrava fosse passato appena un mese.

-Tu mi odi- sussurrò l'uomo guardandolo.

Remus scosse la testa e fece un passo verso di lui. -No- sussurrò. -No non ti odio- disse a voce più alta. -Odio me stesso per averti voltato le spalle ma non odio te. Non potrei farlo ancora-.

-Peter è vivo, Remus! Bisogna prenderlo, bisogna consegnarlo, bisogna dare giustizia!- urlò Sirius in preda alla collera. Non era più abituato alle sue sembianze umane.

Remus si avvicinò a lui e l'abbraccio. Fu un abbraccio lungo, fatto di parole non dette e gesti non fatti, in quel momento infatti due dei Malandrini stavano tornando ad essere ciò che erano sempre stati, amici.

-Lo so, Sirius. So tutto ma bisogna aspettare il momento adatto devo capire dove si trova e il castello è grande...-

-So io dove si trova!- l'interruppe, Sirius.

Remus lo guardò stranito e attese che l'amico continuasse, tuttavia da parte di Black non uscirono altre parole, mise la mano nella tasca dei pantaloni logori e fece uscire un ritaglio di giornale.

Remus afferrò il foglio di carta e lo guardò attentamente, avvicinando la bacchetta per farsi luce. Continuò a guardare il foglio, o meglio, la fotografia raffigurante i Weasley al completo sotto una piramide. Ma un particolare attirò la sua attenzione.

Un topo infatti era tra le mani del giovane Ronald Weasley e guardava anche lui la macchina fotografica, Remus alzò lo sguardo verso Sirius, fissando l'amico stupito. Dal canto proprio Sirius annuì indicando il topo della foto.

-E' tra i Grifondoro- sussurrò Sirius con tono deciso.

Remus rimase sorpreso da quella scoperta, per mesi lo aveva avuto sotto il naso e non aveva capito dove si trovasse. Si sedette sulla sedia logora accanto la porta, visibilmente scosso, per poi tornare a guardare Sirius.

-Che facciamo?- chiese Lupin guardandolo serio.

-Bisogna prenderlo prima che capisca che lo stiamo cercando- rispose Sirius con tono deciso.

Remus annuì alle parole dell'amico e tornò a guardare la foto che aveva tra le mani.

-Remus?- lo richiamò Sirius.

Remus alzò lo sguardo verso di lui, incuriosito e attese una qualsiasi parola da parte dell'uomo.

-Com'è Alyssa?- chiese Sirius con un mezzo sorriso.

Lupin sorrise apertamente e iniziò a raccontare.

-Per certi versi è come te. Ma somiglia a Dahlìa-

***

Erano passati alcuni giorni da quando Alyssa aveva fatto pace con Theodore. I due appena potevano passavano il loro tempo libero insieme, certo non era più come quando erano bambini, oramai erano cresciuti e l'età si sentiva.

Quella mattina Alyssa andò a lezione di Difesa Contro le Arti Oscure assieme a Theodore, nonostante il riavvicinamento la ragazza non se la sentiva di raccontare il suo piano folle di cercare suo padre sotto forma di animale. Anche se ormai sapeva di dover trovare un altro modo. Diventare animagus era decisamente troppo lungo e non ce la faceva più ad aspettare, lo voleva vedere.

Il professor Lupin stava preparando l'aula per la lezione che si sarebbe svolta di lì a poco, intanto Alyssa stava raccontando a Theodore la rovinosa caduta fatta da Olivier durante gli allenamenti di Quidditch.
Lupin guardò i due ragazzi ridere tra loro e sorrise nel vederli così tranquilli e spensierati.

-Buongiorno ragazzi- esclamò Lupin non appena la stanza si riempì. -Oggi si formano i gruppi, Grifondoro a destra, Serpeverde a sinistra-.

Alyssa si andò a mettere accanto a Lavanda che la guardava incuriosita. Infatti la giovane Black non aveva ancora raccontato nulla alla sua amica.

Mentre le due ragazze chiacchieravano, il professor Lupin si avvicinò a lei con fare discreto e si avvicinò al suo orecchio.

-Venerdì notte- sussurrò l'uomo. -E' il momento-.

Alyssa lo guardò indifferente per poi sorridere cordiale al professore. Mai far vedere troppo le proprie emozioni.
La lezione iniziò come ogni mattina ma Alyssa non ascoltò più di tanto.
Ti troverò.

***

Theodore aveva guardato la scena dal proprio posto senza tuttavia scomporsi. Cosa voleva Lupin da lei? Ma soprattutto, perché lei non gli diceva la verità?
Accanto a lui Draco chiacchierava con Blaise dell'Ippogrifo che sarebbe stato ucciso ma Theodore non vi badò.
I suoi occhi erano incollati alla figura di Alyssa che stava sorridendo al professore.

La ragazza infatti aveva un sorriso spontaneo che tentava di nascondere, era da quando sua nonna era morta che non la vedeva essere spontanea. Theodore si chiese cosa mai le avesse detto di così importante.
La lezione era iniziata ma Theodore, continuò a guardare Alyssa che stava prendendo appunti.

Perché non mi racconti nulla?

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 - Verità ***


Capitolo XI

Quel pomeriggio a Hogwarts il sole scaldava anche le zone più in ombra, il Platano Picchiatore ogni tanto muoveva qualche ramo per poi tornare calmo.
Quell'anno il caldo era arrivato prima e persino la Cooman ne era sorpresa visto che aveva predetto pioggia fino a settembre, ma in fondo tutti a Hogwarts erano contenti che si fosse sbagliata.

Alyssa si stava godendo il sole primaverile sulle rive del Lago Nero ma se la domenica precedente era sola, quel giorno molti studenti avevano preferito studiare con il lago di fronte piuttosto che in biblioteca.
Alla sua destra sedeva Theodore che leggeva un libro preso in biblioteca, Alyssa lo guardò e sorrise involontariamente.
Theodore si accorse del suo sguardo e le sorrise, per poi tornare a leggere il suo libro assorto.
Hogwarts era davvero bella in primavera, un misto di colori e profumi che in pochi altri luoghi si riuscivano a sentire, Alyssa fece un respiro profondo, inalando tutti i profumi dei fiori circostanti e sorrise.

Era arrivato finalmente quel fatidico venerdì, giorno in cui avrebbe iniziato la pratica per trasformarsi in animagus, ogni volta s'immaginava nei panni di animali diversi e ridacchiava tra sé.

Quella sera si doveva incontrare con Lupin davanti ai primi alberi della foresta, il professore non le aveva dato ulteriori notizie su come si doveva comportare, non le aveva detto nulla in realtà, solo di stare tranquilla.
Ma lei non era ancora preparata, se lo sentiva.
Tuttavia non gli aveva detto di questa sua preoccupazione, non poteva far vedere una sua debolezza, non era consono soprattutto in quella situazione. Perciò si era limitata a riprendere i libri di trasfigurazione.

Tutti i suoi pensieri per un attimo si fermarono, quando la ragazza notò lo sguardo di Theodore su di lei, fece un mezzo sorriso e inclinò il capo curiosa.

-Dimmi, Theo- disse sorridendogli.
Il ragazzo di tutta risposta scosse il capo e tornò a leggere il suo libro. Alyssa alzò il sopracciglio ma non disse nulla, tornando a guardare il Lago Nero.

Chiuse i libri che aveva davanti e si mise più comoda, alcuni studenti lanciavano sassi nell'acqua ridendo, delle ragazze poco distanti da loro chiacchieravano e alcune volte sentiva le loro risate. Chiuse un attimo gli occhi e sperò con tutta sé stessa che quella pace durasse per sempre.

-Ciao, Alyssa- esclamò una voce accanto a lei.

Alyssa aprì gli occhi e si voltò, trovandosi di fronte Cedric Diggory che la guardava sorridente. Non parlava con quel giovane dalla prima uscita a Hogsmeade e delle volte lo aveva anche evitato per non ripensare a quella figura fatta ai Tre Manici di Scopa, dove si era messa in ridicolo per nulla.

Theodore accanto a lei tossì rumorosamente e Alyssa gli lanciò uno sguardo interrogativo per poi tornare a guardare Cedric, che continuava a sorriderle.

-Ciao, Cedric- disse Alyssa con tono incerto.

-E' un po' che non parliamo, come stai?- le chiese Cedric guardandola negli occhi.

Sotto il suo sguardo Alyssa arrossì leggermente, trovandosi a disagio soprattutto nei confronti di Theodore che guardava la scena inespressivo.

-Io bene, tu?- rispose la giovane cordialmente.

-Decisamente bene, adesso- disse il ragazzo sorridendo.

Theodore continuava a guardare la scena senza dire nulla mentre le guance di Alyssa si colorarono di un leggero rosso per l'imbarazzo. Di questo Cedric se ne accorse e il suo sorriso divenne più ampio, si sedette accanto a loro e continuò a guardare la giovane Grifondoro.

-Volevo chiederti, visto che è davvero tanto che non ci vediamo, ti va di venire a Hogsmeade con me?- le chiese sorridendo.

"Ci siamo visti una volta sola, mi pare esagerato", pensò guardandolo inespressiva, lanciò un'occhiata a Theodore che era tornato a leggere il suo libro.

-Vorrei, ma domani ho da fare. Sono un po' indietro con lo studio e inoltre dopodomani c'è la partita di Quidditch e vorrei essere in forze- disse Alyssa con fare dispiaciuto.

Cedric annuì alle parole di Alyssa e si alzò di scatto per poi guardarla con il suo solito bel sorriso.

-Certo capisco perfettamente, è contro Corvonero giusto?- chiese per cambiare discorso.

Alyssa annuì in risposta e sospirò. -Voglio vincere! Quei corvi devono tornare nel loro covo volando dalla vergogna- esclamò Alyssa. -Ma almeno non sono come i Serpeverde che sono dei maledetti viscidi-

-Grazie eh- disse Theodore, che fino a quel momento era rimasto a leggere il suo libro.

Alyssa si voltò e ridacchiò guardandolo. -Tranne uno, ovviamente-.

Cedric lanciò un'occhiata al ragazzo accanto a lei e trattenne una risata per poi alzarsi dal prato.
-Sicuramente vincerete!- esclamò sorridente, il Tassorosso mentre con la coda dell'occhio guardava Theodore.

Di questo Alyssa se ne accorse e guardò l'amico che stava ignorando il Tassorosso davanti a loro, ridacchiò e si voltò verso Cedric sorridendo.

-Speriamo di sì-
Cedric sorrise e guardò i due ragazzi per poi andarsene, salutando cordialmente. Passarono dei minuti, tempo nel quale Alyssa decise di riaprire il libro davanti a sé, ogni tanto con la coda dell'occhio guardava Theodore che di tutta risposta però continuava a leggere il suo libro.

-Te la sei presa?- chiese di getto la ragazza, visibilmente dispiaciuta.

Theodore la guardò e scosse il capo irritato e Alyssa ridacchiò.

-Cosa trovi di così divertente, Alyssa?- chiese Theodore, visibilmente irritato.

-Nulla, solo che sei divertente quando tenti di non far vedere che sei nervoso. Ammettilo, te la sei presa per come si è comportato Cedric- rispose Alyssa sorridendo.

-Perché non mi chiedi se me la sono presa per come ci hai definiti?- rispose Theodore guardandola con aria di sfida.
Alyssa si mise comoda e si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, per poi continuare a guardare l'amico che ormai aveva chiuso il suo libro.

-Io posso, siamo amici da anni- disse avvicinandosi a lui. -Io e te siamo come fratelli, non potremmo mai arrabbiarci per delle frasi del genere-.

Theodore si ritrovò col viso di Alyssa vicino al suo e rimase per un secondo a contemplarlo, lei aveva davvero detto "siamo come fratelli?". Si ricompose e si voltò verso il lago, dove delle ragazze di Serpeverde stavano guardando la scena visibilmente curiose. Theodore le aveva viste molto raramente e dovevano essere del primo anno, considerando come queste si sentissero fin troppo superiori agli altri.

-Chi lo dice che i fratelli non litigano?- chiese Theodore continuando a guardare il lago.

Alyssa inclinò il capo, pensandoci un po'. Si ritrovò a pensare come sarebbe stato se lei avesse avuto un fratello o una sorella ma scacciò il pensiero e sorrise verso il ragazzo, anche se sapeva che non la stava guardando.
-Vero, non lo so. Ma se avessi avuto un fratello o una sorella, quella sera di Natale con te non ci avrei giocato-.

Theodore si voltò verso di lei, trovandola a sorridere e gli venne spontaneo ricambiare quel sorriso senza un valido motivo.

-E sarebbe stato un peccato non conoscerti- continuò Alyssa per poi alzarsi dal suo posto.

-È il caso che vado, Lavanda mi ha chiesto di incontrarci che voleva farmi vedere uno dei suoi libri di divinazione- disse la ragazza guardandolo. -Ci vediamo domani, Theo!-

Alyssa se ne andò e Theodore rimase ancora lì a guardarla allontanarsi verso il castello, continuò a sorridere fino a che non entrò nella struttura per poi voltarsi a rimettere il libro nello zaino.
Già, sarebbe stato un peccato non averla conosciuta.

***

Il castello a quell'ora era semivuoto, da una parte vi erano gli studenti che stavano studiando sulle rive del lago nero, dall'altra invece, molti studenti preferivano la calma biblioteca di Hogwarts.

Alyssa andò nella torre di Grifondoro, non doveva affatto incontrare Lavanda, la giovane Black doveva ripassare le basi per trasformarsi in animagus. A dire la verità aveva un po' di ansia per ciò che sarebbe accaduto quella sera, Lupin aveva scelto il buio e come dargli torto? Nessuno doveva scoprirla se no sarebbero stati solo guai sia per lei che per il professore.

Ma l'oscurità le metteva paura.
Ansia che era nata dalla disavventura di qualche mese prima, se l'era andata a cercare e non voleva ammettere che aveva avuto un'idea terribile.

In Sala Comune non c'era quasi nessuno, solo due ragazze che riconobbe subito come Lavanda e Calì, le salutò sorridendo e declinò l'invito a sedersi con loro. Salì in camera per prendere i libri nel baule, sicura che non ci fosse nessuno in camera a quell'ora.
Ma dovette ricredersi sulle quando vide Hermione Jean Granger sdraiata sul suo letto che guardava fisso il soffitto con aria pensante, neanche si era accorta dell'arrivo di Alyssa, che la stava guardando imbarazzata. Era la prima volta che si trovava in camera da sola con lei non avevano mai parlato se non i soliti convenevoli.
Hermione voltò lo sguardo verso di lei con fare inespressivo e Alyssa avanzò senza dir nulla verso il suo letto per poi sdraiarsi. Ogni tanto la guardava giocare con la collana che aveva al collo, una collana mai vista con una clessidra al centro di due cerchi d'oro.
Hermione sentì lo sguardo di Alyssa e si voltò a guardarla.

-Alyssa...posso farti una domanda?- chiese Hermione guardandola.

Alyssa rimase sorpresa di quella richiesta strana, era la prima volta che un natobabbano stesse iniziando una conversazione con lei. Non che Alyssa non li sopportasse, ovvio ma i suoi nonni non le avevano mai fatto parlare con nessuno che non fosse purosangue e a Hogwarts neanche a farlo apposta la sua compagnia era composta da gente purosangue.

-Oh...dimmi- rispose incerta, guardandola.

-Ti sei mai sentita estranea agli altri? Come se loro non si accorgessero che tu hai un segreto più grande di te e non puoi rivelare nulla a nessuno?- chiese la Granger, continuando a guardarla.

Alyssa ci pensò su.
Le vennero in mente le lezioni per diventare animagus, le sue ricerche iniziali per cercare suo padre, la brutta esperienza nella Foresta Proibita. Nessuno, a parte il professor Lupin sapeva di queste cose, nessuno a cui lei teneva come Theodore o suo nonno.

Annuì, voltando lo sguardo verso la finestra.
-Sì, più di quanto tu creda- disse, tornando a guardarla.

***

La sera a cena, non aveva parlato molto con le sue compagne di casata, era rimasta in silenzio, a fissare il suo piatto colmo di ottimo cibo.
Lavanda le aveva chiesto più volte se andasse tutto bene e ogni volta le aveva risposto di non avere nulla.
Dopo cena si avviò in camera assieme alle compagne, poco più avanti rispetto a loro, vi erano Harry Potter, Ron Weasley e Hermione Granger. La giovane Black guardò per qualche secondo Hermione, che chiacchierava con i suoi due amici come se nulla fosse. Si rese conto di non averla mai vista con nessuna ragazza e allora capì come mai lo avesse chiesto a lei e non ai suoi amici. Per quanto Ronald Weasley sembrasse simpatico, lo aveva sempre visto come un ragazzo con poco tatto. Al contrario Potter sembrava essere un tipo più comprensivo nonostante non ci avesse mai parlato.

In camera si misero il pigiama e nel mentre, Lavanda e Calì continuavano a chiacchierare. Alyssa si infilò anche un cardigan sopra il suo pigiama grigio, quella sera infatti faceva particolarmente freddo e non poteva anche rischiare di ammalarsi. Hermione se ne stava come ogni sera in silenzio seduta sul proprio letto a leggere un libro, aveva notato che da casa le mandavano sempre libri diversi di autori che non conosceva. Si sentiva affascinata dal mondo babbano che non aveva mai conosciuto e alle volte aveva avuto l'impulso di chiedergliene uno in prestito.
Impulso a cui non aveva mai dato sfogo.

Quando tutte furono a letto con le luci spente, Hermione si sdraiò mentre Alyssa attese che tutte quante si addormentassero. Quando finalmente sentì anche il respiro di Hermione farsi più pesante, si alzò e si avviò verso la porta.

-Chi è la?!- chiese Hermione rialzandosi di scatto.

Alyssa sussultò colta di sorpresa e si voltò verso di lei.

-Sono solo io, devo andare in bagno- mentì usando la sua faccia più convincente.

Hermione annuì e rimase seduta a letto, voltando lo sguardo verso la finestra.
Alyssa inarcò il sopracciglio ma non le disse nulla e uscì dalla stanza.

Uscì dalla Sala Comune per poi andare verso le cucine senza farsi vedere. Sentiva già i brividi di freddo e si strinse di più nel suo cardigan nero.

Arrivata alle cucine, passò di corsa tra gli elfi che rassettavano la stanza prima di andarsene. Appena fu fuori il viso venne sorpreso da un vento freddo ma ignorò ciò e corse verso i primi alberi della Foresta Proibita e attese impaziente che il professore arrivasse. Si nascose dietro un albero per non farsi vedere e poggiò la schiena al tronco e impugnò la bacchetta. Le dita della sua mano sinistra stringevano quel bastoncino di legno mentre la mano destra era andata a sfiorare il ciondolo della famiglia Black trovando solo il suo collo spoglio dal gioiello. Chiuse gli occhi e immaginò di non esser sola nell'oscurità, immaginò di avere accanto suo nonno e immaginò di vederlo sorridere dopo la morte di Walburga.

-Alyssa?- sussurrò una voce a lei conosciuta.

Riaprì gli occhi e il suo sguardo fu ferito dal bagliore sprigionato dalla bacchetta del professore, nonostante ciò sorrise sollevata.

Dopo la brutta esperienza di qualche tempo prima infatti, stare lì da sola e soprattutto di notte non la faceva stare tanto bene. Lupin era visibilmente stanco ma nonostante ciò sul volto aveva il suo solito sorriso rassicurante.

-Sei pronta Alyssa?- chiese il professore con una luce negli occhi che la fece sentire al sicuri.

Alyssa annuì con fermezza e il professore si avviò all'interno della Foresta. I due non proferivano parola, versi inquietanti attorno a loro la facevano rabbrividire dalla paura e stava ben attenta a non far rumore memore dell'incontro con i ragni

Arrivarono in una piccola radura illuminata dalla luce lunare, Alyssa si guardò attorno con indifferenza. Voleva far credere di essere forte anche se stava morendo di paura.  Lupin nonostante ciò si accorse del suo comportamento e si voltò a guardarla.

-Va tutto bene Alyssa?- chiese il professore guardandola.

Alyssa si voltò verso di lui e ringraziò il buio che stava nascondendo il rossore delle sue guance, si fece coraggio e lo guardò negli occhi.
-Niente, iniziamo con la pratica?- chiese, incrociando le braccia al petto.

Il professore la guardò gli occhi dapprima confuso, poi ci pensò su ridacchiò e si grattò il capo imbarazzato.

-Credevi di dover fare la pratica per poter diventare animagus?- chiese Lupin, trattenendo una risata.

Alyssa inarcò il sopracciglio visibilmente irritata dal comportamento del professore e si portò indietro i capelli con un gesto stizzito. Nessuno aveva mai osato ridere di lei e lui di certo non sarebbe stato il primo.

-Certo, se no perché siamo qui?- chiese Alyssa con irritazione.

Non potè continuare ciò che voleva dire perché vicino a loro si presentò un cane. La situazione per la ragazza era surreale. Si trovava in una radura della foresta proibita di notte, con un professore e un cane. Alyssa guardò meglio l'animale e lo riconobbe subito, l'aveva salvata da quei ragni giganti tempo prima. Spostò lo sguardo dapprima verso il cane poi verso il professore, che la guardava ridacchiando.

-Allora?- chiese Alyssa irritata -Perché siamo qui? Non aveva detto che era arrivato il momento?-

Lupin annuì. -Sì, è arrivato il momento- convenne con lei. -Per conoscere tuo padre-.

Alyssa lo guardò confusa mentre accanto a loro, il cane abbaiava energico. Fu questione di pochi secondi, il cane nero divenne un uomo in un batter di ciglia, un uomo. Alyssa lo guardò e per una volta la sua indifferenza fu scalfita dallo stupore, l'uomo aveva i suoi stessi capelli neri ma gli occhi erano diversi dai suoi ma i vestiti che aveva indosso attirarono la sua attenzione.

Quei pantaloni e quella casacca leggera erano i vestiti dei carcerati di Azkaban.

-Alyssa Sophie- sussurrò poi l'uomo, guardandola.

Remus guardò la scena sorridendo e si avvicinò all'uomo per sussurrargli qualcosa all'orecchio, l'uomo annuì senza distogliere lo sguardo da lei.

-Vi lascio un po' da soli- disse Remus guardando la giovane che rimaneva immobile senza proferire parola. -Beh? Alyssa credo che tuo padre sia qui per parlarti-.

Alyssa annuì e solo allora si rese realmente conto di chi aveva davanti.

Sirius Black era a un metro da lei.

***

Attorno a loro si udivano soltanto le cicale, Alyssa si era avvicinata a lui con cautela, come se suo padre potesse scomparire da un momento all'altro.
Si ritrovarono così faccia a faccia senza proferire parola.
Alyssa lo guardò negli occhi riconoscendoli come quelli di suo nonno, quella familiarità le fece allungare una mano sul volto dell'uomo, come a voler trovare altri indizi riconducibili alla sua famiglia.

Gli occhi azzurri di Sirius luccicavano sotto la luce lunare, il suo viso era invecchiato rispetto alle foto che Alyssa aveva trovato in soffitta, le mani erano ricoperte da graffi che ormai erano diventati cicatrici. L'uomo nonostante il suo malessere la guardava come se fosse la cosa più bella che il mondo avesse avuto.
Quello sguardo la fece arrossire e ringraziò l'oscurità della notte per aver nascosto il rossore delle sue guance.

-Sono qui, Alyssa- esclamò Sirius, accarezzandole i capelli. -Sei uguale a lei- continuò sussurrando.

Alyssa annuì a quelle parole ancora incapace di dirgli qualcosa di sensato.
Una lacrima solcò la guancia di Sirius  e Alyssa si chiese stupidamente se sua nonna gli avesse mai fatto qualche discorso sul far vedere le proprie debolezze in pubblico.

-Nonna non ti ha mai detto di non essere debole di fronte ad altri?- chiese a bruciapelo senza pensarci.

Si sentì una stupida a dire una cosa del genere, lei che era il fiore all'occhiello dei suoi nonni per la sua intelligenza, ma che domande erano da fare a un padre appena ritrovato? Ma Sirius non se la prese anzi le sorrise.

-Si...Mi fece qualche discorso del genere- disse ridacchia no mentre le accarezzava il viso.

Quel tocco leggero la fece sussultare e Sirius staccò subito la mano, portandola tra i capelli imbarazzato.

-Com'è essere liberi?- chiese Alyssa, guardandolo.

-Una bella sensazione- rispose Sirius sorridendo. -Magica, soprattutto ora che ti ho ritrovata Alyssa Sophie-.

Alyssa annuì inespressiva, non si sarebbe sciolta alle prime parole dolci di un padre appena ritrovato.
Mai una lettera.
Mai un augurio per il suo compleanno.
Nulla.

-Perché hai venduto i Potter a Tu Sai Chi?- chiese come se fosse la cosa più facile da dire.
Sirius la guardò sorpreso non aspettandosi subito quella domanda, della sua amata bambina non era rimasto nulla se non l'indifferenza e il gelo che solo la famiglia Black poteva avere.

-Non li ho mai venduti, sto scontando la pena per qualcun altro- rispose Sirius con tono duro. -Adesso sono di nuovo qui, Alyssa Sophie e non voglio parlare dei vecchi ricordi, voglio parlare di te-.

La ragazza lo guardò negli occhi seria.
-Ma è a causa dei tuoi vecchi ricordi se siamo qui ora- disse nervosa. -Ma vuoi parlare di me? Va bene. Ti accontento- disse sprezzante. -La mia è stata un'infanzia felice, ho vissuto i miei primi anni nel pieno della gioia assieme ai miei nonni. Non mi hanno mai mentito e mi spiegarono come stavano le cose senza se e senza ma. A scuola vado bene, sono la migliore della classe in pozioni mentre con cura delle creature magiche ho qualche problema- ciò che disse le sembrò di raccontarlo a uno sconosciuto e non a suo padre. Per trovare la fiducia in lui non le sarebbe bastata una chiacchierata.

-Voglio solo delle risposte, Sirius-.

Sentire la sua bambina chiamarlo per nome e non "papà" fu per lui un duro colpo ma decise di giocare le stesse carte della figlia, fingendo indifferenza -Non sono stato io, Alyssa. Non ho venduto i Potter, né tua madre- sussurrò Sirius, guardandola negli occhi. -So come ti senti, Alyssa. Per anni mi sono sentito perso ma ora ho la possibilità di prendere la persona che ci ha fatto tutto questo. Lei è qui, a Hogwarts! Ed era NOSTRO AMICO!- esclamò Sirius d'improvviso euforico.

Alyssa si sentì a disagio da quel cambiamento e fece un passo indietro. Lupin tornò da loro quando sentì le parole di Sirius e si mise accanto a lui.

-È vero, Alyssa. È qui- disse Lupin con voce seria.

-Chi sarebbe?- chiese Alyssa.

Sirius ridacchiò. -Semmai vorrai dire cos'è- disse sarcastico.

Alyssa corrugò la fronte confusa e attese che qualcuno le spiegasse.

-È un animagus, Alyssa- disse Lupin, capendo cosa volesse sapere. -Un topo dalle sfumature gialle per l'esattezza-.

Hogwarts 1992

Alyssa aveva appena finito di fare l'allenamento con la squadra di Quidditch e dire che era stanca era un eufemismo, Oliver infatti aveva voluto fargli fare nuovi schemi in vista di una partita importante contro i Serpeverde e da una parte, non poté che esserne sollevata.
Doveva sfogare in qualche modo la mancanza della nonna. Non riusciva ancora a crederci che Walburga Black era morta e con lei, una parte importante di Alyssa. Entrò in Sala Comune e si gettò sul divano accanto a Lavanda che stava leggendo un libro.
D'un tratto sentì uno squittio venire proprio da sotto di lei, si alzò e proprio dove era seduta, vi era uno strano topo dai colori veramente strani, lo prese e se lo accarezzò con il dito mentre questo si dimenava tra le sue dita.
-Di chi è, Lav?- chiese Alyssa, continuando ad accarezzare il topo che la guardava impaurito.
Lavanda alzò lo sguardo verso di lei e fece una smorfia notando il topo, per poi tornare a leggere il suo libro. -È di Ron Weasley-
Alyssa si guardò attorno, notando Ron seduto al tavolo a confabulare con Potter.

-Hey Weasley, tieni il tuo topo- esclamò avvicinandosi a lui.

Alyssa ripensò a quella scena dell'anno prima e guardò i due uomini di fronte a lei.

-Credo di aver capito di quale topo si tratti- esclamò Alyssa.

Sirius e Remus si guardarono sospesi. Sirius era certo di dover trovare un modo perché lei gli credesse e invece aveva subito asserito alle sue parole.

-È il topo di Weasley no?-

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 - Topo ***


Capitolo 12
 

-Weasley?- chiese Sirius, guardando la figlia.
Di quella foto lui aveva sempre e solo guardato quel topo senza mai soffermarsi su chi fossero le persone che lo avevano accolto nella propria casa.
Alyssa annuì e si strinse nel suo cardigan per il freddo. -Si, l'amico di Potter-
Qualcosa nello sguardo di Sirius cambiò, sentire quel cognome lo aveva destabilizzato. Si sentì in colpa per non aver cercato subito anche lui, il suo figlioccio, il bambino che giocava sempre con sua figlia.
-Harry- sussurrò Sirius.
Alyssa guardò Sirius, vide il cambiamento nell'uomo e un moto di gelosia la pervase.
-Si lui- tagliò corto la ragazza. -Voglio credevi, perciò lo prenderò. Sono sicura che Theodore mi darà una mano- disse con freddezza.
Remus la guardò negli occhi e scosse il capo innervosito. - Tuo padre, Alyssa è fuggito da Azkaban! Non dal numero 12 di Grimmould Place. Abbi un po' di rispetto nei suoi confronti!- esclamò a voce alta.
La ragazza rimase un attimo sorpresa per quel gesto ma non lo diede a vedere e guardò suo padre. Voleva essere comprensiva con lui, lo voleva davvero ma non era ancora pronta.
-Scusa- disse con tono piatto. -Non ci ho pensato-
Sirius rimase incapace di dire qualcosa. Si aspettava che sua figlia lo avrebbe trattato in quel modo ma non era pronto ad affrontarla e decise di sorvolare sul suo comportamento.
-Chi è che ti aiuterà?- chiese senza rispondere alle sue scuse.
-Si, come dicevo Theo mi darà una mano per prenderlo- disse e fece un mezzo sorriso involontario.
Theodore l'avrebbe aiutata senza dire nulla nè a suo padre e neanche a suo nonno. Sirius finalmente vide un espressione diversa nel volto della figlia e le sorrise.
-Chi è questo Theo?- chiese sorridendole.
-Il mio migliore amico, Theodore Nott-
Il sorriso scomparve dal volto di Sirius, immagini di dodici anni prima gli tornarono in mente, le battaglie dove speravano di tornare a casa, gli abbracci non appena varcavano la soglia di casa Potter e l'ultimo sorriso di Marlene.
Avevano plagiato sua figlia.
L'avevano resa una perfetta purosangue.
Di lui, di Dahlìa non c'era nulla se non l'aspetto.
-È meglio se non dici nulla a Theodore, Alyssa- disse Remus prima che Sirius potesse dire qualcosa di inappropriato per la figlia. -Potresti compromettere tuo padre e non è proprio il caso. Sono sicuro che il signor Nott sia un bravo ragazzo ma non deve entrare in questa storia-
Alyssa ci riflettè. Non voleva mentire ancora al suo amico, lo voleva avere accanto in quella storia.
Ma guardò suo padre e capì cosa il professore volesse intendere e a malincuore annuì.

-Ah, Alyssa Sophie?- la richiamò suo padre.

Alyssa si voltò verso di lui e lo guardò curiosa.

-Il tuo ciondolo- esclamò l'uomo, porgendole la collana.

Alyssa lo prese e lo ringraziò prima di congedarsi.

***

Erano passate due settimane da quando aveva incontrato suo padre per la prima volta e ancora non riusciva ad essere a suo agio in sua presenza.
Lo aveva incontrato altre volte durante quelle due settimane, alle volte passeggiavano per la foresta, altre invece quando andava a studiare sulle sponde del Lago Nero l'uomo la guardava sotto forma di cane.

Quando aveva momenti liberi durante il pomeriggio, cercava il topo. Aveva scoperto si chiamasse Crosta e che ogni tanto andava in giro per il castello quando fuggiva dal suo padrone. Aveva preparato una gabbietta dove poterlo intrappolare e Lupin l'aveva incantata cosicché non potesse scappare o trasformarsi.
In una delle uscite con suo padre, quest'ultimo le aveva raccontato chi fosse Crosta, il suo vero nome e cos'aveva fatto dodici anni prima.

Peter Minus, questo era il nome dell'uomo che aveva rovinato le vite di due famiglie.

Alyssa chiacchierata dopo chiacchierata aveva iniziato a credere all'innocenza dell'uomo ed era ormai determinata a prenderlo e a darlo alla giustizia per ciò che aveva fatto. Iniziò a immaginare Sirius a casa con loro dopo la chiacchierata del giorno prima, era ancora restia a chiamarlo "papà" ma il pensiero che fosse un fuggitivo la faceva sentire in colpa.

Quel pomeriggio era rimasta a studiare sulle sponde del lago nero con Theodore. Nonostante infatti avesse letto libri di trasfigurazione, doveva recuperare gli argomenti del suo anno.

-Posso farti una domanda?- chiese Theodore.

Alyssa alzò lo sguardo verso Theodore, rendendosi conto che la stava guardando e anche da un bel po' considerando che stava ancora alla prima pagina del suo libro.

-Certo- rispose Alyssa sorridendo.

In quel momento un cane di colore nero si avvicinò a loro guardingo e si mise in mezzo ai due ragazzi.

-Come mai leggi tutti questi libri di trasfigurazione?- chiese Theodore, curioso.

Alyssa rimase per un momento sorpresa da quella domanda, non credeva che lui se ne fosse accorto visto il periodo di distacco che avevano avuto. Ma in fondo Theodore era sempre stato un buon osservatore, si era sempre accorto di tutto ciò che le capitava e l'aveva sempre capita.

-Beh sono interessanti- rispose Alyssa sorridendogli. -È affascinante riuscire trasformare le cose no?-

Theodore annuì e si voltò verso il lago. -Vero, tuttavia non leggi mai il libro che abbiamo quest'anno- disse senza guardarla. -E vista la tua faccia davanti al tomo di quest'anno ancora non migliori in Trasfigurazione. Dopo tutti questi libri dovresti essere migliorata non credi?-

Il cane iniziò a ringhiare contro il ragazzo e Theodore lo guardò confuso, Alyssa spostò il suo sguardo dal suo amico all'animale e iniziò ad accarezzarlo.

-Si, hai ragione infatti devo assolutamente lasciare gli altri per  studiare- disse inespressiva.
Odiava nascondere le cose a lui e sapeva che se avesse continuato a guardarlo il ragazzo si rendeva conto che stava mentendo.

-Beh comunque sei un po' strana quest'anno- disse Theodore, leggendo il suo libro.

-Come scusa?- chiese Alyssa fingendo di non aver sentito.

-Hai un segreto, Alyssa l'ho capito- rispose Theodore con tranquillità. -C'entra... C'entra per caso quel Diggory?- chiese il ragazzo con indifferenza.

Alyssa alzò lo sguardo verso di lui, trovandolo a leggere il suo libro tranquillo e sorrise divertita dalla frase dell'amico.

-Certo che no- rispose la ragazza sorridendo. - E non ho alcun segreto-

-Oh si che lo hai, lo vedo- rispose Theodore guardandola. -Comunque, quel Diggory non mi piace- continuò il ragazzo.

Il cane ringhiò più forte verso il ragazzo e Theodore sbuffò, visibilmente irritato da ciò.

-Ma questo cane da dove spunta fuori?!- sbottò, guardandolo male.

Alyssa sorrise e iniziò a giocare con il suo ciondolo, continuando a guardare la scena, da una parte c'era il suo migliore amico ignaro di tutto, dall'altra suo padre non amante dei Serpeverde.

Theodore si voltò a guardarla, trovandola a giocare con il ciondolo che aveva al collo.

-Non lo mettevi da un po'- disse indicando il ciondolo.

Alyssa smise di sorridere e guardò il ciondolo, facendo spallucce.

-Lo avevo perso- disse con tranquillità.

-E come?- chiese Theodore con sospetto. -Lo hai sempre addosso-.

Non sfuggiva nulla a Theodore, veramente nulla! Non sapeva più cosa rispondere, qualsiasi cosa dicesse lui controbatteva con la pura verità.

Theodore sorrise e Alyssa rimase sorpresa da ciò. Theodore non sorrideva spesso infatti e Alyssa rimase a guardarlo come se quel sorriso potesse scomparire da un momento all'altro.

-Vedi?- disse Theodore mentre si alzava. -Hai un segreto-

Alyssa rimase a bocca aperta senza rispondere all'affermazione del suo amico.
Theodore fece un mezzo sorriso e la guardò.

-Ciao, Alyssa. Quando vorrai dirmi cosa c'è dietro vieni a cercarmi-
E se ne andò.

Alyssa rimase li a guardare il suo amico andarsene e guardò suo padre, che la guardava.
Doveva dire la verità a Theodore ma non poteva fare una cosa del genere a suo padre. Se l'avessero scoperto le celle di Azkaban non le avrebbe neanche visto.

La ragazza si alzò da terra e guardò suo padre, che scodinzolava guardandola.

-A dopo- sussurrò lei, accarezzandogli il capo per poi correre verso il castello.

***

Aveva lasciato Alyssa da sola davanti al Lago Nero e un po' si era pentito di ciò che aveva detto. Dentro di sé sapeva che quel segreto fosse qualcosa di serio per lei e a malincuore aveva scoperto che era più importante di lui. Sospirò e si avviò verso le segrete del castello, aveva bisogno di sdraiarsi sul suo letto a pensare.

Entrò in Sala Comune e rimase sorpreso di trovarvi Draco, Vincent e Gregory parlare seduti sul divano di pelle nera davanti al fuoco sempre acceso.
Non appena chiuse la porta alle sue spalle, Draco si voltò verso di lui e gli sorrise.

-Nott! Da quanto tempo- esclamò il biondo.

Theodore gli fece un cenno con la mano e si avvicinò a loro sorridendo, si sedette sulla poltrona accanto al divano e iniziò a fissare le fiamme che ogni tanto fuoriuscivano dal camino.

-Allora? Finito di studiare con la Black?- chiese Gregory, guardandolo sarcastico.

Theodore gli lanciò un'occhiataccia che non passò inosservata agli occhi di Draco, che ridacchiò, sapendo bene il motivo di quell'occhiata.
Theodore infatti non aveva dimenticato cos'avevano fatto mesi prima alla sua amica e nonostante tutto l'avevano passata liscia, Draco lo aveva convinto a non dire nulla ai professori ma non riuscì a non dirlo a Lupin che sembrava davvero capirlo in quella situazione.

-Dai, Goyle lascialo stare- disse Draco dando una gomitata all'amico. -Si sa che ha una cotta per la Black-

Theodore alzò gli occhi al cielo e ridacchiò alle parole dell'amico, che ogni tanto scherzava su questa sua amicizia con Alyssa.

-Non ho una cotta per Alyssa- rispose Theodore ridacchiando. -Siamo amici da una vita come potrei mai avere una cotta per lei?-

Draco scoppiò a ridere e fece spallucce, guardandolo divertito.

-Sarà, ma ormai ti sei dimenticato di noi. Non è che ci diventi amante dei babbani?- chiese guardandolo. -Se passi il tempo con una Grifondoro dopo un po' si inizia ad amare i babbani-

Theodore fece una smorfia alle parole dell'amico. Mai e poi mai avrebbe potuto amare i babbani, era una delle cose che suo padre gli aveva insegnato ed era fermamente convinto che loro non dovessero studiare ad Hogwarts.

-Assolutamente no, lo sai bene cosa penso dei babbani- rispose Theodore guardandolo con disprezzo. -Andiamo Draco! Per chi mi hai preso?-

Draco smise di ridere e fece cenno a Goyle e Tiger di spostarsi per lasciarli soli, si avvicinò alla poltrona dove era seduto Theodore e lo guardò negli occhi.

-Per uno che lascia gli amici per una ragazza- rispose Draco serio.

Theodore per un attimo pensò che stesse scherzando, quando però si accorse dello sguardo di Draco non poté non pensare al suo comportamento negli ultimi tempi, passava più tempo con la sua amica che con lui e gli altri Serpeverde. Draco aveva i suoi difetti ma erano comunque amici da una vita ed era uno di quelli che lo capiva bene.

-Non è vero- rispose Theodore, con poca convinzione.

-Ah no?- chiese Draco, inarcando il sopracciglio. -Allora questo sabato vieni con noi a Hogsmeade e domenica vieni a vedere la partita con noi-

Theodore guardò Draco confuso, non era quella la domenica in cui si continuava il torneo di Quidditch della scuola.
Draco capì la sua confusione e continuò. -La Cooman ha detto che bisogna anticiparla perché nella domenica scelta le stelle non sono d'accordo o qualcosa del genere e Silente, ovviamente, le ha dato ragione- disse Draco con disprezzo. -Andiamo ma quell'uomo è pazzo a dare ragione a quella lì?! Io sono più veggente di lei-.
Theodore scoppiò a ridere all'affermazione dell'amico, per un attimo infatti s'immaginò Draco con gli occhiali della Cooman a predire il futuro a qualche malcapitato.

-Ti ci vedo a predire il futuro come la Cooman- esclamò Theodore, ridacchiando.

-Mi stai offendendo, Nott- rispose Draco divertito. -Davvero, dovresti chiedere scusa-
Theodore continuò a ridere, non volendo proprio chiedergli scusa.

-Oggi sei di buonumore Nott?- chiese Draco, mentre faceva segno a Goyle e Tiger di tornare.

Theodore ci pensò un attimo. Già, stranamente era di buonumore nonostante ciò che era appena successo al Lago Nero con Alyssa.

-Sì, Malfoy- rispose Theodore, guardandolo. -Oggi sono di buonumore-

Draco gli sorrise e si voltò verso il fuoco. -Allora non ti dispiacerà se domenica viene Daphne-

Il sorriso di Theodore svanì subito, era da poco riuscito a liberarsi di quella piattola e lui la voleva far venire alla partita di Quidditch con loro? E cos'avrebbe detto ad Alyssa quando si sarebbe presentato con quella al fianco?
Poi ci pensò, ma perché doveva giustificarsi con lei che non gli diceva neanche cosa l'affliggeva? Theodore annuì all'amico sconsolato e sospirò.

-Contro chi giocate?- chiese, guardando Draco.

-Noi non giochiamo, io ho il braccio ancora fuori uso, compreso Flint- rispose Draco, indicando il suo braccio.

-E chi gioca allora?- chiese Theodore, curioso.

-Grifondoro contro Tassorosso-

***

Quella domenica Alyssa si alzò prima del previsto a causa dell'ansia di una partita inaspettata. Tra gli incontri con suo padre, gli allenamenti e le uscite con Theodore non era ancora riuscita a trovare un modo di prendere quel maledetto topo e in più  non riusciva ancora a capire dove Weasley lo nascondesse.

Si infilò la sua divisa di Quidditch nel rigoroso silenzio della stanza, ogni tanto sentiva il respiro profondo di Hermione, che si era addormentata ancora una volta vestita, Alyssa le lanciò uno sguardo mentre si allacciava le scarpe.
Ma cosa faceva di così stancante da farla crollare senza neanche spogliarsi? Non capiva proprio, ma soprattutto non capiva come mai i suoi amici non se ne accorgesse. Hermione aveva un problema e loro non si accorgevano di nulla, egoisti com'erano.

Prese il suo manico di scopa e si avviò fuori dalla stanza stando attenta a non far rumore.

In Sala Comune non c'era nessuno e Alyssa ne approfittò per buttarsi sul divano.
Poggiò la testa sullo schienale, era stanca ma determinata a vincere quella partita, doveva farlo per Oliver, era il suo ultimo anno e non poteva non vincere una coppa.

Rimase un attimo in quella posizione a pensare a ciò che le aveva detto Theodore il giorno prima, come poteva non dirgli che cosa le stava succedendo? Proprio a lui che le era stato accanto ogni volta che aveva avuto dei problemi con i suoi nonni, che alcune volte non la capivano. Lui che le era stato a fianco quando sua nonna era morta non poteva rimanere all'oscuro.

-Buongiorno Alyssa- esclamò una voce dietro di lei.

Alyssa si voltò subito, trovando Oliver con il suo solito sguardo serio da prima partita, si sedette accanto a lei e fece uscire degli schemi dalla tasca.

-Anche tu non sei riuscita a dormire per l'ansia?- chiese il ragazzo, mentre ripassava gli schemi.

-Mh, sì- rispose lei, incerta.

Della sua incertezza però, Oliver non se ne accorse e continuò a studiare i suoi schemi, Alyssa si avvicinò a lui per leggere bene di cosa trattassero gli schemi e il suo sguardo cadde sul nome della squadra.

-Ma non dovevamo giocare contro i Serpeverde?- chiese Alyssa, confusa.

Oliver alzò lo sguardo verso di lei e annuì sconsolato.
-Flint mi ha detto che lui e quel Malfoy hanno ancora il braccio fuori uso dall'ultima partita- rispose Oliver nervoso. -Per questo oggi giochiamo contro i Tassorosso. Non ho neanche avuto il tempo di preparare la squadra al meglio a causa delle baggianate della Cooman!-

Alyssa inarcò il sopracciglio, continuandolo a guardare, non li aveva preparati al meglio? Li faceva svegliare ogni mattina alle sei per avere “allenamenti blindati” ma non gli rispose e annuì alle sue parole.
Dopo qualche minuto in Sala Comune arrivarono gli altri componenti della squadra, Alyssa li salutò tutti con un cenno e rimase un attimo sconcertata, vedendo Harry con i capelli scombussolati e le occhiaie che gli contornavano gli occhi.

-Allora ragazzi- disse Oliver alzandosi. -Dobbiamo vincere. Oggi si gioca contro i Tassorosso e dobbiamo vincere! Dalla nostra parte abbiamo il fattore che Diggory non ha preparato bene la sua squadra, lo ha saputo tardi che avrebbe giocato- disse con serietà. -Ma sappiamo tutti quanti com'è Cedric! È un calcolatore, uno stacanovista, un perfezionatore e ogni sua partita è contornata di aggressività e di voglia di vincere-

I ragazzi della squadra si guardarono tra di loro sconcertati dalle parole del loro capitano.
-Ehm...Oliver non vorrei offenderti, ma quello sei tu- disse Alyssa con ovvietà.
Oliver guardò tutti i componenti della squadra e, non vedendo nessun cenno in suo favore, incrociò le braccia in segno difensivo mentre guardava Alyssa.

-Ed è proprio così che ci dobbiamo comportare! Diggory si comporta bene proprio come me!- esclamò con convinzione.

Alyssa alzò gli occhi al cielo ma non rispose, Oliver era anche troppo orgoglioso per dirgli qualcosa di male.
Dopo il briefing, la squadra si avviò verso la Sala Grande per la colazione, dietro di lei Angelina e Katie chiacchieravano tranquillamente mentre lei invece stringeva il suo manico di scopa, ancora non era abituata a tutta quell'ansia prima di una partita.

-Ansiosa, Black?- chiese George, camminando a lei.

Alyssa alzò lo sguardo verso di lui e annuì. -Sì, voi ci siete abituati, io ancora no-

George ridacchiò e le cinse le spalle con il braccio, facendo segno al fratello di avvicinarsi con l'altro.
-Hey Fred! La Black è ansiosa- esclamò George ridendo.

Fred li guardò e sorrise, per poi avvicinarsi a loro cingendo anche lui le spalle della ragazza con il braccio.
Alyssa in men che non si dica si ritrovò in mezzo ai gemelli Weasley e non avevano intenzione di lasciarla andare, si pentì subito di aver detto della sua ansia proprio a lui.

-Hey Black tranquilla, i Tassorosso sono innocui, a meno che non li fai perdere, in tal caso non si fanno problemi a farti cadere dalla scopa, non ricordi l'anno scorso?-
Alyssa scosse il capo, ricordando bene il periodo della partita contro i Tassorosso, sua nonna era morta da poco e non poteva giocare, non riusciva a non pensare a lei e al suo funerale.

Angelina gli diede una gomitata sul fianco e gli lanciò un'occhiataccia e Alyssa la ringraziò con un sorriso.
In Sala Grande non c'erano molti studenti, anzi a parte due studenti di Serpeverde e la squadra di Tassorosso non c'era nessuno, Alyssa lanciò uno sguardo verso Oliver, che contrasse la mascella guardando i Tassi.
Si sedettero al loro tavolo senza parlare e iniziarono a fare colazione, la giovane Black sorrise non appena vide i croissant ancora fumanti, ne afferrò uno e iniziò a mangiarlo con gusto, raramente si svegliava presto per poterli mangiare.

-Santi elfi- esclamò Fred mentre mangiava il suo croissant.
Man mano la sala si riempì di studenti pronti per guardare la partita, Alyssa vide Hermione entrare assieme a Weasley e la salutò con un cenno della mano. La Granger rimase un attimo sorpresa da quel gesto ma ricambiò con un sorriso per poi sedersi accanto a Ron.
Finita la colazione, tutti quanti si alzarono dai tavoli e, come fossero sotto incantesimo, si avviarono all'uscita per andare al campo da Quidditch. Gli studenti di Grifondoro avevano messo la sciarpa rosso-oro per l'occasione mentre quelli di Tassorosso avevano le bandiere gialle-nere. Non appena tutti uscirono rimasero sorpresi di vedere i nuvoloni sopra il castello, Alyssa lanciò uno sguardo verso i professori, dove c'era la Cooman che blaterava qualcosa sul fatto che le stelle avevano cambiato idea all'ultimo momento, alzò gli occhi al cielo esasperata, non dovevano giocare e ci si metteva anche la pioggia.

-La partita si farà- esclamò Silente in risposta a qualcuno e si avviò al campo, con studenti e professori al seguito.
Non appena tutti presero il proprio posto, gli spettatori sugli spalti mentre i giocatori sulle scope, le gocce d'acqua iniziarono a scendere, dapprima lentamente poi più forti.
Madama Bumb liberò il boccino e la partita iniziò. Alyssa andò subito alla ricerca della pluffa e si mise alle calcagna di un cacciatore di Tassorosso. Sugli spalti Lee Jordan faceva la sua telecronaca nonostante il tempo pessimo, Alyssa raggiunse il ragazzo che però passò la pluffa al compagno di squadra.

-Mentre i due cercatori sono alla caccia del boccino, la partita è avvincente da parte dei cacciatori! Black e Johnson di Grifondoro si sono subito lanciate sui Tassorosso per la pluffa- urlava Lee Jordan con il suo microfono incantato.
Angelina afferrò la pluffa non appena il ragazzo la perse dalle mani e si avviò più veloce che poteva verso gli anelli della squadra avversaria, Alyssa la seguì subito mentre faceva segno ai gemelli Weasley di coprirle. Arrivate alla porta i due battitori si apprestarono a bloccare Angelina che di tutta risposta lanciò la pluffa ad Alyssa. La Black non perse tempo e lanciò la pluffa verso uno degli anelli. Il portiere di Tassorosso non la prese per un soffio e la pluffa oltrepassò l'anello laterale.

-10 a zero per Grifondoro! Oggi le cacciatrici sono particolarmente agguerrite! Intanto vediamo i cercatori alla ricerca del boccino- commentò Jordan con enfasi.
La partita continuava, tra punti a Grifondoro e punti a Tassorosso, nel frattempo la pioggia era diventata più forte e il vento non aiutava di certo, si erano dovuti fermare per poter mettere degli occhiali, per poter continuare la partita.
Era passata un'ora dall'inizio della partita e Alyssa non vedeva l'ora che Potter trovasse quel boccino maledetto e vincessero la partita, il freddo ormai le indolenziva le braccia e gli occhiali le si appannavano ogni tre per due.
D'un tratto vide Harry sfrecciare verso l'alto e lo ringraziò mentalmente mentre raggiungeva uno dei cacciatori di Tassorosso per prendergli la pluffa.
Tuttavia dopo neanche un minuto si bloccò quando vide Potter cadere nel vuoto mentre, qualche metro più in la, Cedric Diggory tornava trionfante con il boccino. Alyssa si lanciò subito verso Harry, lasciando cadere la pluffa ma il ragazzo era ormai finito a terra.

-Cedric Diggory ha preso il boccino d'oro, purtroppo Tassorosso vince!- urlò Jordan.

Ma gli occhi erano tutti per Harry Potter, svenuto a terra con tutti i professori attorno a lui, mentre Alyssa scese a terra stanca morta assieme agli altri componenti della squadra.

-Ma...Non me ne ero accorto!- esclamò Cedric, guardando Harry a terra. -Non possiamo vincere così, dobbiamo giocare di nuovo!-

-Signor Diggory avete vinto lealmente, non si giocherà di nuovo- disse Silente mentre portavano Harry in infermeria.

Alyssa sospirò stanca e voltò lo sguardo verso gli spalti, dove vide Hermione e Ron farsi largo tra la folla e lì ebbe un'illuminazione. Sorrise mentre andava con gli altri verso il castello.

***

Non appena era tornata in camera aveva subito preso il necessario per il bagno e andò a farsi una doccia calda, dopo tutta quella pioggia incessante aveva bisogno di scaldarsi. Quando tornò in camera trovò Hermione seduta a letto che s'infilava una felpa asciutta.
Alyssa posò la divisa nella cesta dei panni sporchi, di lì a poco un elfo sarebbe passato per prenderla. S'infilò un paio di collant spesse e un vestito di lana per poi accingersi a legarsi i capelli davanti lo specchio.

-Mi dispiace per la partita, Alyssa- disse Hermione, mentre si legava le scarpe.

Alyssa si voltò verso di lei e fece spallucce, tornando a guardarsi allo specchio.

-Son cose che capitano- rispose con indifferenza. -Penso che dieci minuti in più e avrei rischiato l'assideramento-

Hermione ridacchiò e si alzò dal suo letto, guardandola. -Comunque bella partita-

Alyssa si voltò verso di lei sorridendo sincera. -Grazie. Stai andando da Potter?- chiese con tranquillità.
Hermione annuì per poi avviarsi verso la porta della stanza.

-Sì andiamo io e Ronald assieme al resto della squadra ehm...- si voltò a guardarla e si sistemò i capelli dietro l'orecchio nervosa. -Vuoi venire anche tu?-
Alyssa sorrise sorpresa della proposta.

-Vi raggiungo in infermeria, vorrei riscaldarmi un pò- disse ridacchiando. -Ho ancora i brividi di freddo lungo la schiena!-

-Ti capisco- rispose Hermione ridacchiando. -La Cooman non credo sappia come funziona la divinazione-
Non appena la ragazza uscì dalla stanza, Alyssa attese qualche minuto prima di far uscire la gabbietta incantata da sotto il letto, guardò l'ora per essere sicura che gli altri studenti fossero a pranzo e uscì dalla camera.

La Sala Comune era vuota e ringraziò il magnifico cibo di Hogwarts che faceva correre tutti in Sala Grande, si avviò verso l'ala riservata ai ragazzi e salì le scale velocemente senza far rumore.
Arrivata al piano delle stanze iniziò a leggere i nomi dei ragazzi fino ad arrivare alla stanza “Finnigan, Paciock, Potter, Weasley”, sorrise e aprì la porta senza far rumore, si guardò attorno ed entrò.
La stanza era in un disordine tremendo, da una parte c'erano i vestiti bagnati mentre dall'altra libri trattati a dir poco malissimo, Alyssa fece una smorfia e si concentrò nella ricerca del topo. Non appena trovò una gabbietta sgangherata sorrise tra sé, sorriso che divenne più ampio non appena notò che al suo interno vi era un topo dalle sfumature gialle.

-Ciao, topo- sussurrò mentre apriva la gabbietta.

Il topo tentò inutilmente di spalmarsi alle grate ma senza successo, quando fu tra le mani della ragazza, l'animale le diede un morso.

-Ahia- esclamò Alyssa con una smorfia, vedendo delle gocce del suo sangue finire all'interno della gabbia.
Lo mise velocemente nella sua gabbietta incantata e uscì dalla stanza.

Finalmente lo aveva preso.

***

Prima di andare a pranzo, la giovane Black si avviò trionfante verso lo studio del professor Lupin per parlare della cattura di quel topo chiamato Crosta ma che in realtà, era semplicemente un uomo.

Arrivata alla porta, rimase però sorpresa di trovare Piton uscire dalla stanza con un'ampolla tra le mani, Alyssa si bloccò a qualche passo da lui e gli sorrise.

-Buongiorno professore- disse con educazione. -Volevo parlare con il professor Lupin, sa se è disponibile?- chiese con gentilezza.

Di tutta risposta Piton la guardò con il suo solito disprezzo.

-Il professor Lupin non sta bene, signorina Black ma sono sicuro che può dire a me- rispose Piton con indifferenza.

-Oh non era importante, riguardava la lezione sui mollicci- rispose la giovane, sorridendo diligentemente.
Piton la squadrò per capire cosa stesse nascondendo e Alyssa mantenne la sua sicurezza, continuando a sorridere.

-Beh Lupin non ci sarà per qualche giorno quindi- esclamò Piton mentre se ne andava. -Potrà dirmi i suoi dubbi sui mollicci a lezione-.

Alyssa lo guardò sorpresa, “Cos'ha?”, pensò tra sé mentre si avviava verso la Sala Grande sconsolata.

Cosa ci faccio adesso col topo? 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 - Finale ***


Capitolo XIII

Due mesi erano passati da quando Alyssa si era impossessata del topo Crosta, aveva fatto finta di nulla nel momento in cui vide Weasley in Sala Comune a cercare il suo topo, preferì voltarsi dalla parte opposta. Non si sentiva sicura ad avere quel topo nascosto nel suo baule. Aveva spostato il baule all'interno del magazzino e ogni giorno andava li per lasciargli un po' di cibo e dell'acqua così che non morisse di fame. Suo padre infatti non era potuto venire a prenderselo visto i controlli più rigidi da parte del ministero e nonostante egli potesse trasformarsi in un cane, non voleva dare nell'occhio soprattutto per Alyssa.

Ma al di sopra di tutto, Lupin aveva paura di lasciare Minus da solo con Sirius.

Per quel che riguardava il loro rapporto, Alyssa lo vedeva più come un amico che come un padre. Aveva parlato dei suoi dubbi con Lupin e le aveva assicurato che fosse normale sentirsi così. Per il resto si comportava come ogni giorno e anche quella domenica aveva fatto le stesse cose di sempre. Si era svegliata al solito orario, era andata a fare colazione con Lavanda e Calì e aveva studiato un po' prima di andare ad esercitarsi nella meditazione come le era stato indicato da Lupin. Quest'ultimo non era ancora non tornato dal suo periodo di malattia e Alyssa si stava iniziando a preoccupare per lui. Non era normale che mancasse per così tanto tempo ma nessun professore voleva parlarne al riguardo.

Quel giorno, come faceva ormai da due mesi, era andata nel magazzino dei bauli per portare i viveri al topo. Era stata brava, aveva evitato tutti i suoi compagni con una maestria da fare invidia a qualsiasi Auror in servizio ed era arrivata nel magazzino senza dare nell'occhio.
Tuttavia quando stava per aprire la porta, quest'ultima fu aperta da una coppia di studenti visibilmente trasandata e con il volto accaldato, Alyssa rimase un attimo sorpresa di trovare gente lì ma fece finta di nulla e si spostò per farli passare.

-Grazie- disse il ragazzo facendole l'occhiolino.

La ragazza accanto a lui gli diede un pugno amichevole e i due se ne andarono ridacchiando.
Alyssa rimase un attimo a guardarli sorridendo, in quel momento pensò una cosa che mai aveva pensato prima, "Troverò mai il ragazzo giusto?". Si Cedric era stato carino con lei ma sarebbe stato un ragazzo adatto al suo modo di essere? Fece una smorfia, immaginandosi al fianco di Cedric uscito vittorioso da una partita di Quidditch e lei accanto che le faceva il tifo. Scosse il capo energicamente, no non sarebbe mai riuscita a stare nell'ombra di un'altra persona. Sospirò ed entrò nel magazzino, rimanendo di stucco alla vista di come quei due ragazzi lo avevano lasciato, alcuni bauli infatti, erano aperti, altri rovesciati e altri ancora messi a mo' di letto, si guardò attorno per cercare il suo baule e sbiancò letteralmente quando lo trovò.

Il baule con la dicitura di Alyssa Sophie Black era rovesciato come altri ed il suo contenuto era sparso per la stanza, lo rimise su e si guardò attorno frenetica alla ricerca della gabbia con il topo. Rimise su tutti gli altri bauli e quando la trovò, sotto il baule di Angelina Johnson, un moto di rabbia le salì fino al cervello, tanto che prese la e la sbatté al muro, facendo sussultare un ragazzo che passava proprio davanti il magazzino.

La gabbia era vuota.

***

Aveva passato una notte insonne, troppo preso dai pensieri che lo affliggevano. Quel giorno il cielo era di un azzurro pastello ma l'aria era ancora gelida.
Stava appoggiato sulla ringhiera della torre di Astronomia mentre nella sua testa pochi ricordi si ripetevano come in una foto.

Sua madre mentre lo abbracciava, sua madre mentre faceva colazione, sua madre che canticchiava mentre si preparava per qualche serata di Gala.
Sua madre che gli diceva addio prima di morire.
Aveva gli occhi lucidi, Theodore, mentre quei pochi ricordi della donna che lo aveva messo al mondo si ripetevano quasi all'infinito.
Non si accorse neanche che la porta alle sue spalle si era aperta con il solito cigolare che dava fastidio all'udito.

Non si accorse nemmeno che un giovane ragazzo dai capelli biondi si era messo accanto a lui ad ammirare quel cielo azzurro privo di nuvole.
Nella sua testa le parole di addio gli rimbombavano facendogli dimenticare tutto attorno a sé. Si risvegliò dal suo torpore solo quando una mano si posò sulla sua spalla e solo allora si accorse del ragazzo accanto a lui che, a differenza sua, indossava la sciarpa verde argento e la mantella pesante. Theodore lanciò uno sguardo alla sua camicia diventata ormai gelida a causa del vento freddo e si rese conto di star tremando.
Draco Malfoy non lo guardava, fissava il cielo e di tanto in tanto posava gli occhi sul parco che si estendeva sotto di loro.

-Sapevo di trovarti qui- esclamò poi il giovane Malfoy senza guardarlo. -Mica l'ho dimenticato- disse facendo un mezzo sorriso.

-Cosa non hai dimenticato?- chiese Theodore, cadendo dalle nuvole.

-Non ho scordato che oggi è l'anniversario della morte di tua madre- rispose Draco malcelando il suo scetticismo.
Solo allora, quando Draco pronunciò quelle parole Theodore si rese davvero conto che quello stesso giorno, anni prima, Celandine McClair in Nott era morta, lasciando suo marito e suo figlio nel mondo comune.
Aveva dovuto attendere che qualcuno glielo sbattesse in pieno volto, per poter dare a quel ciclo di ricordi una motivazione valida, per esser tornati nella sua testa così di botto.

-La Black dov'è?- chiese Draco guardandolo.

Per un attimo tra i suoi ricordi spuntò il volto della giovane Black, sorridente e fece un mezzo sorriso, nonostante lei non fosse lì a consolarlo in quella danza del dolore che ogni anno lo prendeva per danzare tra i fantasmi del passato.

-Draco, puoi farmi un favore?- chiese Theodore di tutta risposta.

Quel giorno però, l'erede dei Black non doveva intralciare il ricordo di sua madre, non doveva mettersi tra lui e il ricordo di Celandine Nott. Stranamente pensava a lei tutti i giorni in un modo o nell'altro e in quella data specifica voleva dedicare i suoi pensieri a un'altra donna.
Non appena ebbe un cenno di assenso da parte di Draco, Theodore continuò.

-Per oggi non chiedermi di Alyssa- sussurrò, come se avesse paura di trovarsi lei alle spalle.
Draco sorrise ed annuì, senza proferir parola.

Quando Draco notò le mani dell'amico rosse e screpolate dal freddo, lo convinse a rientrare.
Per i corridoi vi erano studenti che chiacchieravano tranquilli, alcuni ridevano, qualche coppia si baciava indisturbata, Draco e Theodore scesero le scale in silenzio, arrivando nell'andro principale dove le scale cambiavano in base a come preferivano. I due giovani rimasero un attimo in attesa che le scale decidessero passare dal loro pianerottolo quando videro Alyssa scendere gli scalini di corsa.
Theodore la guardò un attimo stranito e si voltò verso Draco, che la guardava invece con disprezzo, pareva non essersi accorto che la ragazza aveva tra le mani una sorta di gabbietta decisamente troppo piccola per la sua civetta.

-Ma cosa sta combinando?- sussurrò tra sé mentre la guardava scomparire verso la Sala Grande.

-Probabilmente va a fare amicizia con i nati babbani, all'ultima partita di Grifondoro è andata a trovare Potter in infermeria assieme a quella sporca Mezzosangue della Granger- rispose Draco con disprezzo.

Theodore si voltò di scatto verso di lui stupito. Davvero Alyssa aveva fatto amicizia con una sporca mezzosangue? Era forse impazzita?!

-Stai scherzando vero?- chiese con un tono di voce serio.

Draco scosse il capo e lo guardò negli occhi. -Giuro sulla purezza del mio sangue!- esclamò portandosi la mano destra al petto.

Theodore non poté far altro che credergli.

***

L'aveva perso, aveva perso quel maledetto topo e tutto a causa degli ormoni dei suoi compagni di casata! Ma perché non potevano starsene sulle sponde del Lago Nero a promettersi amore eterno?! Assurdo, lo sapeva che la gabbia aveva il difetto di aprirsi con una colluttazione abbastanza forte ma non credeva che lì dentro avrebbe avuto problemi.
Corse con la gabbietta in mano, verso l'esterno del castello. Doveva ritrovarlo, suo padre e Lupin si fidavano di lei e non poteva tradire la loro fiducia così. Arrivò nel parco e si mise a cercare, sicuramente non sarebbe rimasto all'interno del Castello, c'era la possibilità che la ragazza potesse riaccuffarlo.

-Alyssa!- urlò una voce dietro di lei.
Alyssa sobbalzò colta di sorpresa e maledì Oliver Baston e il suo tempismo discutibile, poi si voltò e lo guardò con un mezzo sorriso.

-Ciao Oliver, scusami ma sono un...-

-No non sei impegnata! Indovina? Abbiamo la finale di Quidditch e non m'interessa nulla dei tuoi impegni scolastici!- esclamò quasi urlando, il capitano della squadra.

Alyssa inarcò il sopracciglio, pronta a reclamare. Nessuno si doveva azzardare a urlare in volto.
Tuttavia non ebbe il tempo di dire alcuna parola perché le lacrime rigarono il viso di Oliver.

-Devo vincere, Alyssa. È il mio ultimo anno, ti rendi conto? Ancora non riesco a vincere quella maledetta coppa delle case e ci tengo davvero tanto- singhiozzò e continuò. -Ma sembra che voi non capiate! Siamo in finale, dobbiamo batterli o questa sarà la mia sconfitta che non potrà mai essere riscattata. È la mia ultima possibilità, aiutami- disse mentre le lacrime scendevano sulle sue guance.

Alyssa si sentì in colpa di aver dato frutto a quella scena e lo guardò imbarazzata.

-Tranquillo Oliver li batteremo quei Serpeverde inutili- disse mentre cercava con la mano libera un fazzoletto dalla tasca per darglielo. -Ci alleneremo duro e vinceremo- esclamò sorridendo.
Oliver sorrise trionfante, come se non avesse mai pianto in vita sua.

-Perfetto questa sera ci sono gli allenamenti alle 21, ho tutti i permessi, sai la segretezza prima di tutto ma MAI andar contro la legge. Sapevo che avresti accettato sei una grande Black- urlò mentre se ne andava correndo verso il castello.

-Maledettissimo figlio di un Orco!- mormorò tra sé, rendendosi conto di esser caduta in una trappola bella e buona.

Quella sera passò molto velocemente, lasciarono il campo da Quidditch verso le undici con i loro manici di scopa ormai sporchi di fanghiglia causata dalla pioggerella caduta durante la cena. Sui loro volti si leggeva la stanchezza e la consapevolezza che quello era il primo di una lunga serie di allenamenti degni di una squadra professionista.
Arrivarono al castello stremati, c'era chi non vedeva l'ora di mettersi a letto, chi non aspettava altro che il getto della doccia che accarezzava il corpo. Alyssa era a dir poco stanca ma soddisfatta dell'allenamento, se non era riuscita a riacciuffare il topo, sicuramente aveva trovato un ottimo modo per sfogare la sua rabbia.

Il castello era vuoto, in giro vi erano solo i Prefetti e i Caposcuola a controllare che nessuno, oltre loro fosse fuori dai propri dormitori. La squadra di Grifondoro chiacchierava del più e del meno mentre saliva le scale che portavano alla Sala Comune di Grifondoro. Stava giusto parlando con Angelina quando quest'ultima le fece segno di guardare dalla parte opposta. Alyssa si voltò incuriosita, trovandovi Theodore con indosso la divisa senza però né la mantella e neanche il maglioncino. Aveva la cravatta allentata e qualche bottone della camicia aperti, era appoggiato al muro poco distante da un quadro intento a dormire. Alyssa lasciò il proprio manico di scopa ad Angelina che la guardò ammiccando e andò velocemente verso l'amico. Dovette giusto aspettare che le scale cambiassero per poi arrivare proprio davanti a lui sorridendo. Era tutto il giorno che non lo vedeva e trovarselo lì ad aspettarla le fece avere una bella sensazione.

-Ciao, Theo- disse con voce squillante.
Theodore però non ricambiò il sorriso e la guardò negli occhi.
Solo in quel momento Alyssa si rese conto che aveva gli occhi lucidi e arrossati, probabilmente aveva pianto e lei non gli era stata accanto.

Poi un lampo le attraversò la mente.

Era quello il giorno, era quello il giorno in cui più di tutti doveva stare vicino a lui.
Era quello il giorno e lei se l'era completamente dimenticata, troppo impegnata a cercare un lurido topo che non era riuscita neanche a trovare.

Si avvicinò a lui velocemente e lo abbracciò, Theodore non oppose resistenza nonostante il suo cervello gli dicesse di lasciarla stare, che non si meritava alcun perdono per quella dimenticanza.
Ma non le disse nulla e si fece intrecciare le braccia di Alyssa attorno al collo senza fare niente se non affondare il viso tra i capelli ormai spettinati dell'amica. L'odore di pioggia gli invase le narici e l'umido della divisa lo fece rabbrividire.

-Mi dispiace- sussurrò lei mentre lo abbracciava stretto a sè quasi a soffocarlo.

A Theodore parve di sentire un singhiozzo ma non vi badò. Era assurdo che dopo tutti quegli anni sentiva ancora la mancanza di quella donna, perché non era come Alyssa, che non esternava nulla? Non riusciva proprio a capire dove sbagliasse ma sapeva che quello era il suo punto debole e che se doveva proprio piangere, lo avrebbe fatto con lei accanto.

Rimasero abbracciati così fino a quando non udirono dei passi in lontananza, a malincuore si staccarono nonostante Alyssa volesse far fronte a quella dimenticanza standogli accanto nell'ultima ora di quella giornata.

-Ti sei scordata- disse Theodore mentre gli occhi ormai rossi gli iniziavano a dar fastidio.
Alyssa annuì colpevole e lo guardò negli occhi.

-Sì, mi dispiace davvero, Theodore- esclamò mentre reprimeva un singhiozzo. -Sono la peggiore amica del mondo, non mi perdonerò mai per questo e non mi aspetto che tu lo faccia- disse poi quasi sussurrando.

-Ti ho già perdonata- sussurrò poi lui, guardandola. -Ma ti prego, non farmi uscire dalla tua vita- disse reprimendo un tono di disperazione e non fu certo che ci riuscì.

Alyssa annuì e lo abbracciò di nuovo, stavolta un abbraccio veloce visto che i passi, ora erano più vicini e sarebbero stati scoperti oltre l'orario.
Non che lei non fosse abituata a stare fuori dall'orario del coprifuoco ma per Theodore, poteva essere davvero pericoloso.
Si salutarono in silenzio e lei tornò di corsa davanti al quadro della Signora Grassa, che aveva visto tutta la scena e non vedeva l'ora di raccontarlo agli amici. Theodore invece rimase lì per qualche secondo a guardarla e non appena ella scomparì dalla porta si avviò di corsa verso le segrete del castello con un mezzo sorriso sulle labbra.

Stava meglio.

***

Era passata una settimana da quel giorno e Alyssa non aveva ancora avuto il tempo di cercare Minus a causa delle fisse mentali di Baston sulla finale di Quidditch anche se a dir la verità, quegli allenamenti servivano davvero per battere i Serpeverde ma non lo avrebbe mai ammesso.
Il mercoledì sera aveva incontrato suo padre dopo tutto quel tempo e aveva dovuto dirgli la verità, ossia che l'aveva perso.

Si vergognava tremendamente per la sua non curanza della situazione e si era sentita ancora più stupida quando aveva raccontato al padre della coppietta. Di tutta risposta, Sirius si mise a ridere senza spiegarle però il motivo di quella sua risata.
Ma l'aveva perdonata, le aveva detto che non era accaduto nulla di irreparabile e che poteva preoccuparsi della partita di Quidditch. Le aveva anche detto che sarebbe andato a vederla.

Come ogni mattina prima di una partita, Alyssa si era svegliata presto e si era preparata con estrema lentezza, aveva accarezzato la divisa con impresso il suo nome e si era sentita orgogliosa di quel traguardo importante. Le sue compagne di stanza dormivano ancora beate Hermione invece, come ogni sera, si era addormentata con indosso ancora la divida senza mettersi sotto le coperte. Alyssa la guardò per un attimo, giusto il tempo di notare la stanchezza sul volto della sua compagna di stanza, prima di prendere il suo manico di scopa e uscire per andare a fare colazione.

Quella era una finale importante per Baston e nonostante l'avesse preso in giro milioni di volte, voleva provare anche lei l'ebrezza di vincere una coppa del Quidditch. Voleva avere il suo nome scritto nella bacheca del Quidditch esattamente come suo zio Regulus. Perché al di fuori di Hogwarts sarebbe stato solo un rimorso a cui non poteva porre rimedio.

In Sala Grande c'erano già i suoi compagni di squadra, i gemelli Weasley attaccavano l'ansia mangiando come orsi, Oliver riguardava gli schemi costringendo Harry a seguire i suoi pensieri, Angelina e Katie chiacchieravano e poi c'era lei che avrebbe seguito a ruota i gemelli.

A un tavolo di distanza, la squadra di Serpeverde stava facendo colazione proprio come loro, l'unico che non aveva la divisa verde-argento era Theodore, che aveva accompagnato Draco in quella finale epica a detta degli studenti. Alzò lo sguardo e le fece un cenno con il capo a mo' di saluto che Alyssa ricambiò sorridendogli. Avevano chiacchierato tanto da quella sera, Alyssa voleva farsi perdonare nonostante lui già le avesse detto che non doveva preoccuparsi. Perdonare se stessa, era quella la verità e Theodore forse se n'era accorto ma non le disse mai nulla, perché quelle chiacchierate vere non capitavano da un po' tra di loro. Alyssa stette comunque bene attenta a non dir nulla di suo padre, complice il fatto che era da un po' che non passava del tempo con lui.

-Siete pronti per oggi?- chiese Oliver, guardando i suoi compagni di squadra.
Tutti annuirono senza dar peso alla tensione del capitano. -Oggi dobbiamo vincere- disse Oliver con voce solenne.

-Lo dici ogni volta, Oliver- ribeccò George, con la bocca piena.

-Sì, vero- convenne Oliver con un sorriso, che si affievolì lentamente. -Ma questa sarà l'ultima volta che ve lo dirò io-

Tutti alzarono lo sguardo verso Oliver e Alyssa si rese conto che quella era davvero l'ultima partita per quel ragazzo. Aveva già nostalgia del castello e dei suoi compagni di Casata e la si poteva vedere anche solo dallo sguardo del giovane Baston. Una nostalgia che avrebbe preso anche lei sicuramente e che forse non si era mai pronti a lasciare quella che per sette anni chiamavano Casa.

La Sala Grande si riempì di studenti pronti per la partita, i Grifondoro avevano tutti qualcosa con il colore della propria casa e stessa cosa gli studenti di Serpeverde, gli altri invece erano anonimi ma sicuramente avevano deciso a chi dare il proprio sostegno. Alyssa si guardò attorno prima di continuare la sua colazione decisamente abbondante.
Era quasi arrivato il momento più importante per Oliver e per il resto della squadra che si sentiva in dovere di vincere per lui.

Quando arrivò l'ora di andare, tutte e due le squadre si alzarono senza togliersi gli occhi di dosso. Si guardavano in cagnesco pronti per attaccarsi sul campo da Quidditch. La tensione tra le due squadre era palpabile e tutti gli studenti se n'erano accorti di ciò, non vedevano l'ora di assistere all'ultimo scontro finale.

Arrivati al campo le due squadre entrarono in fila indiana, quel giorno il cielo era limpido e il sole emanava un calore rassicurante per chi doveva salire sulla scopa per mettersi in gioco. Non appena il preside prese posto sugli spalti, le due squadre presero in mano i loro manici di scopa, attendendo il permesso per salirvi.

-Le squadre in sella alle scope!- urlò madama Bumb dal centro del campo.
I ragazzi si affrettarono a salire in groppa ai loro manici, continuando a guardarsi.
-Mi raccomando voglio un gioco pulito!- continuò la professoressa urlando, poi suonò il suo fischietto.
E la partita iniziò non appena bolide, pluffa e boccino furono liberati.

Lee Jordan iniziò subito la sua cronaca -Angelina Johnson si appropria della pluffa e la passa subito alla compagna Katie Bell- disse al microfono.

Alyssa si guardò attorno per un attimo e si lanciò verso Katie per aiutarla, mossa necessaria visto che Warrington stava per rubarle la pluffa ma Katie la passò subito alla Black, che si avviò il più velocemente possibile verso gli anelli avversari.

-La pluffa è ora in mano alla Black che avanza di corsa verso gli anelli di Serpeverde, VAI TIRA ADESSO!- urlò Lee Jordan, malcelando la sua posizione.

Lanciò ma il portiere fu veloce e la bloccò, Alyssa si maledì e si lanciò alle calcagna il Montague, che era riuscito ad accaparrarsi la pluffa e stava andando verso Oliver ma Fred riuscì a lanciargli un bolide e fu costretto a lasciare la pluffa, che fu poi intercettata da Alyssa stessa.

Quando però si trovò Warrington alle sue spalle lanciò la pluffa con tutta la sua forza verso Angelina, che corse alla porta avversaria e fece segno.

-10 a zero per Grifondoro! Dai così che li facciamo verdi...oh già- disse Lee, pensando più alla partita che al suo ruolo di speaker.

La partita continuò agguerrita più del normale, Alyssa faceva più da passa pluffa, sapendo già che i suoi avversari le si sarebbero messi subito alle calcagna. Solo una volta fu costretta a tirare nonostante fosse accerchiata ma non riuscì a far punto.
Stava durando decisamente più del solito quella partita, ogni tanto lanciava occhiate a Harry e Draco che si contendevano il boccino e Alyssa sperò vivamente che lo prendesse in fretta, perché contrastare i Serpeverde stava diventando molto stancante. Oliver urlava di non mollare e loro seguivano quel consiglio anche se ormai la stanchezza era evidente. Quando i due cercatori si lanciarono verso l'alto ci fu un attimo in cui tutti si fermarono a guardarli ma ripresero subito i loro ruoli.
Nel momento in cui Harry tornò con tutta tranquillità e con un sorriso smagliante, tutte e due le squadre si fermarono definitivamente.
Harry Potter aveva tra le dita il boccino.

I Grifondoro gioirono come non mai, trattenendosi a stento quando Silente portò loro la bellissima coppa del Quidditch, che fu consegnata a Oliver per primo. Poi un boato di esulti partì dagli spalti.

-SIAMO I CAMPIONI! SIAMO I CAMPIONI!- urlavano gli studenti di Grifondoro.
Alyssa si aggregò ai festeggiamenti dei suoi compagni di squadra, che si abbracciavano a vicenda, urlando dalla gioia. La giovane Black si avvicinò a Olivier e gli diede una pacca sulla spalla, di tutta risposta il ragazzo l'abbracciò e le passò la coppa iniziando a urlare assieme ai suoi compagni. Alyssa si ritrovò in mano la coppa e non poté non sorridere mentre Harry le faceva segno di passargliela. La porse al ragazzo, che si ritrovò in braccio ai gemelli Weasley.

-CAMPIONI! CAMPIONI- urlavano dalla gioia.

Alyssa alzò lo sguardo verso gli spalti e sorrise alle sue amiche che stavano esultando con gli altri.

Grifondoro era diventato Campione.

***

La notte era gelida e piena di insidie nel piccolo villaggio di maghi Al'kim nel cuore della Russia. La donna camminava a passo lento ma deciso lungo la via fatta di ciottoli, ai lati della piccola stradina vi erano alcuni maghi visibilmente ubriachi che tentavano di far luce con le loro bacchette ma inutilmente, a causa del firewhiskey ingurgitato.

Ma lei non se ne preoccupava e continuava il suo cammino verso una catapecchia che a malapena reggeva il rigido freddo russo.
Entrò con fare tranquillo, come se quella fosse la sua casa e si accomodò davanti all'uomo, che aveva tra le mani un bicchiere di chissà quale Liquore. Sul tavolo una bottiglia di cognac e la donna pensò a quanto in basso fosse caduto rispetto a un tempo.

-Cosa hai scoperto?- chiese la donna guardandolo. Si versò un po' di distillato mentre osservava l'uomo, che aveva lo sguardo perso nel vuoto.

-Lui è fuggito da Azkaban e lo stanno cercando attorno a Hogwarts- disse, visibilmente brillo.

La donna sbuffò e picchiettò insistentemente la punta della bacchetta sul tavolino logoro mentre con l'altra si portò la bevanda alle labbra.

-Non m'interessa di lui- disse subito dopo aver dato un sorso al suo bicchiere. Il tono che usò fece rabbrividire l'uomo. -VOGLIO. SAPERE. DI LEI!- urlò con tutta la voce che aveva, sbattendo il pugno sul tavolino e facendo cadere la bottiglia, già in bilico, a terra.

L'uomo sobbalzò e fece cadere il proprio bicchiere sul tavolino, il cognac iniziò a gocciolare a terra, rendendo ancor più sudicio il pavimento.

-L-Lei...è a Hogwarts...sta studiando lì- sussurrò l'uomo sull'orlo delle lacrime.

La donna sorrise soddisfatta, mentre si lisciava la mantella pesante, adorava metter paura alla gente e lui era costretto a stare al suo comando.
-Sa di me? Lui gli ha parlato di me?- chiese con il volto contratto dalla rabbia.

L'uomo scosse il capo e abbassò lo sguardo verso il suo liquore ormai a terra, odiava terribilmente quella situazione e lei lo sapeva bene purtroppo.

-E di Minus invece? Che mi dici?- chiese arricciando le labbra dal disprezzo.

-La ragazzina lo aveva catturato ma è riuscito a scappare prima di finire tra le mani di Black, è ancora nei paraggi del castello però- rispose lui, guardandola.

-Digli di venire qui il prima possibile- disse poi mentre si alzava per andarsene. -Non c'è più tempo da perdere- disse, aprendo la porta della piccola casa.

L'uomo la guardò andare via e sospirò di sollievo quando fu fuori da casa sua. Dalla parte opposta della porta invece, la donna sorrise, guardando il cielo che si sarebbe presto colorato di nero.

Nero come la morte.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 - Luna Piena ***


Capitolo XIV

Il pomeriggio era ormai quasi volto al termine, il sole calava lentamente dietro le colline che circondavano il Lago Nero e quest'ultimo, gli faceva da specchio negli ultimi minuti di quella giornata dal sapore estivo. Gli studenti si accingevano a tornare nel castello, chi si affrettava per potersi cambiare per la cena e chi, a causa degli esami di fine anno, era costretto a continuare a studiare ancora un po'. In men che non si dica il parco e le rive del lago tornarono caddero nel silenzio più profondo e gli unici rumori che si udivano, erano i versi degli uccelli e il leggero vento contro gli alberi delle rive.

Dalla Torre di Astronomia poteva guardare ogni cosa. Il cielo che stava diventando di un blu scuro, la prima stella della sera e il sole che calava lentamente. Afferrò il suo orologio da taschino notando l'ora tarda e si accinse a rientrare frettolosamente.

Un appuntamento importante lo attendeva.

Le scale erano piene di studenti che chiacchieravano, Remus Lupin salutò cordialmente i suoi alunni e velocizzò il passo per non far tardi. Ben presto si ritrovò davanti le porte della Sala Grande e il suo sguardo cadde al suo interno dove vide Alyssa e Theodore che studiavano insieme seduti al tavolo di Grifondoro. Theodore alzò gli occhi intercettandolo ma non lo salutò e si limitò a fissarlo con fare indifferente. Si fissarono per qualche secondo prima che Alyssa richiamasse il suo amico per dirgli qualcosa. Doveva essere una battuta perché Theodore la guardò e ridacchiò, scuotendo il capo. Remus li guardò e sorrise per poi dirigersi verso le cucine.

Uscì dal castello e camminò verso il Platano Picchiatore con fare deciso. Ormai il sole era calato e il giardino era in penombra, l'unica fonte di luce proveniva dal castello, dove studenti e professori consumavano la cena.

Stette ben attento a scivolare tra le radici dell'antico albero, senza che quest'ultimo non lo picchiasse con i suoi rami, ed entrò nel passaggio segreto.

-Lumos- sussurrò l'uomo, puntando la bacchetta davanti a sé.

Lo stretto passaggio s'illuminò di una luce color argento, rispetto alla Torre di Astronomia, quel passaggio lo aveva visto parecchie volte da quando era lì a Hogwarts. Quando arrivò alla porta, bussò quattro volte, due volte con continuità, due volte con una pausa tra una bussata e l'altra. La porta si aprì cigolando e Remus sorrise all'amico che lo guardava torvo.

-Sei in ritardo, Lunastorta- esclamò Sirius guardandolo. -Non possiamo parlare tanto, si potrebbero insospettire sulla tua mancanza a cena- continuò con un tono vagamente inquisitorio.

Remus fece spallucce e ridacchiò, notando come i loro ruoli si fossero invertiti. Tuttavia Sirius non rise assieme a lui e si andò a sedere sulla vecchia poltrona.

-Non c'è nulla da ridere, lo sai che Alyssa ha perso il topo?!- esclamò cupo in volto.

A Remus tornò in mente il volto della sua studentessa nel momento in cui gli aveva confessato ciò che era accaduto quando lui non c'era. Sicuramente se lui ci fosse stato quella povera tredicenne non avrebbe dovuto fare da babysitter a un traditore.

-Si, me lo ha detto- rispose Remus, sedendosi accanto a lui. -Una vera sfortuna non ti pare?-

-Sfortuna?- rispose Sirius con il suo solito ghigno sarcastico. -Io so chi è stato-

Remus si voltò di scatto verso di lui incuriosito, come faceva lui a sapere chi poteva essere stato? Era forse entrato nel castello eludendo tutta la sicurezza? Si portò una mano tra i capelli e con l'altra gli fece segno di proseguire.

-Ma è ovvio Remus! Tu lo sai meglio di me chi è stato ad aiutarlo a scappare!- urlò alzandosi di scatto. -Quel Nott che frequenta mia figlia ecco chi!-

Remus alzò gli occhi al cielo, era da quando Alyssa aveva nominato Theodore che Sirius gli dava la colpa di tutto. Il suo migliore amico stava davvero facendo una scenata per le amicizie della figlia? Il professore sbuffò spazientito mentre Sirius lo guardava con un misto di stupore e rabbia, sapeva che quel suo gesto stava mandando in bestia Sirius Black.

-Cosa c'è da sbuffare?! Ti piace il fatto che mia figlia ha fatto amicizia con il figlio di un mangiamorte?! Non poteva fare amicizia con Mirtilla Malcontenta? Da morta non avrebbe dato problemi di questo genere- sbraitò Sirius, facendo avanti e indietro per la stanza.

-Sirius, per quanto odi ammetterlo, Theodore non è un ragazzo cattivo e non credo proprio c'entri in tutta questa storia, anzi Alyssa non gli ha raccontato nulla- rispose Remus, ridacchiando. -E poi- un ghigno comparve sul volto di Remus -Ha una cotta eclatante per lei, che anche se glielo avesse detto non avrebbe mai fatto la spia- continuò, ridacchiando.

Ma smise quasi subito quando vide il volto dell'amico. Sirius infatti si era bloccato in mezzo alla stanza e guardava Remus esterrefatto.

Lupin si pentì dell'ultima affermazione e non dovette attendere molto prima che Sirius scagliasse la sua ira contro di lui.

-COS'HAI DETTO?! CHI HA LA COTTA PER MIA FIGLIA?! STAI FORSE SCHERZANDO REMUS?! SAPPI CHE NON MI PIACE AFFATTO QUESTO SCHERZO!- urlò con tutta la sua forza.

-Beh...quello che ho detto- rispose con nonchalance. -E no, non è uno scherzo. Penso che venderebbe Tu Sai Chi per tua figlia-

Remus credette che il cuore di Sirius lo stesse per lasciare ma non appena si sedette accanto a lui, scorse nei suoi gesti un turbamento diverso.

-Se solo tutto questo non fosse accaduto- mormorò poggiando il capo sullo schienale del divano logoro. -Se solo non fosse successo, a quest'ora io avrei ancora mia moglie, la nostra bella casa, Alyssa nella stanza accanto alla nostra e probabilmente anche un altro figlio- sussurrò ad occhi chiusi. -Alyssa sarebbe la migliore amica di Harry, non del figlio di un mangiamorte. I miei genitori l'hanno plagiata- continuò, senza guardarlo.

Remus non poteva capire cosa Sirius provasse in quel momento, si aveva ritrovato sua figlia, ma a che prezzo? Aveva perso praticamente tutto per una giusta causa ma in quell'istante sapeva che a Sirius non gliene importava nulla. Il sorriso di Dahlìa per lui era sempre stato tutto.

-Tua figlia ha vissuto con loro ma a differenza di quello che credi, Alyssa ha avuto molta più libertà- esclamò Remus, posando una mano sulla spalla dell'amico. -È una forza della natura, lasciala sbagliare e vedrai che imparerà-

Sirius annuì riluttante e chiuse gli occhi sospirando.
Rimasero in silenzio per qualche secondo fino a quando Sirius non riaprì gli occhi. -E poi- disse Sirius, sospirando. -Ci credo che gli piace! È la copia di Dahlìa-

***

La sera era calata da poco e il parco era completamente deserto, gli unici lamenti che si udivano erano quelli di Fierobecco, che attendeva con ansia la sua cena. Quel pomeriggio Hagrid si era attardato a portargli da mangiare, solitamente era sempre in orario ma l'indomani ci sarebbe stata l'esecuzione del suo ippogrifo e Silente aveva voluto parlare con lui in privato.

Una discussione al quanto lunga che però lui, testardo com'era, non aveva voluto comprendere, solo le scuse di Silente accettò ma nulla più. Non ci riusciva a pensare a Fierobecco ucciso a causa di quel ragazzo superficiale quale era Malfoy che non gli aveva dato ascolto e si era comportato in modo sgarbato con l'animale.  Neanche l'inchino gli aveva fatto! Arrivò davanti l'animale, quest'ultimo stava però armeggiando con qualcosa, Hagrid si avvicinò repentino e gli lanciò un pesce più in fretta che poté per salvare la creatura finita tra le grifie dell'Ippogrifo.

Fierobecco lasciò subito il piccolo animale e afferrò il suo lauto pasto, ignorando il piccolo topo che sfrecciava in direzione di Hagrid. L'uomo lo prese appena in tempo prima che potesse scappare, in fondo era pur sempre il professore di Cura delle creature magiche, doveva assicurarsi che quel topo stesse bene.

-Stupido di un ippogrifo- mormorò mentre aveva stretto tra le mani il topo, che si dimenava come un forsennato.

Appena entrò nella sua umile dimora, accese la luce e solo allora riconobbe il topo che aveva tra le tozze dita.

-Crosta! Ron ti sta cercando da più di un mese!- esclamò Hagrid, mentre lo adagiava all'interno di una gabbietta vuota. -Sei fortunato! Ho sempre una gabbietta per gli animaletti piccoli come te-.

Il topo cominciò a squittire, correndo da una parte all'altra della gabbia ma Hagrid lo ignorava tranquillo, era stato salvato, dovevano essere sicuramente versi di gratitudine quelli! L'uomo mise l'acqua nel bollitore e lo mise sui fornelli per una buona tazza di tè.

Lo squittio del topo si fermò quando si sentì bussare alla porta, sia Hagrid che l'animale si voltarono all'unisono verso di essa con curiosità. Hagrid afferrò il suo ombrello e si avvicinò cautamente alla porta mentre il topo nascose il muso sotto la paglietta posta nella gabbia.

-Chi è?- chiese cauto.

-Sono Theodore Nott- rispose la voce fuori dalla porta.

Hagrid sospirò di sollievo e lasciò l'ombrello accanto alla porta per poi aprirla.

-Theodore! Strano che tu sia qui...ah no! Non è poi così strano, entra e intanto cerco il tuo libro- disse facendogli spazio per entrare.

Il giovane Serpeverde entrò cauto nella casa e si guardò attorno, aveva un paio di gabbie con dentro...beh il ragazzo non era sicuro di volerlo sapere e qualche fotografia appesa alla parete, poi si voltò verso i fornelli dove dell'acqua stava bollendo.

-Stavo giusto preparando il tè, ne vuoi un po'?- chiese Hagrid, con fare gentile.

Il ragazzo annuì diffidente e si sedette davanti alla gabbia posta sul tavolo, tentava di non far vedere il suo disgusto di fronte alle condizioni della casa, Hagrid era un professore eppure   costretto a vivere li dentro!

-Sai Theodore devi stare attento al tuo libro- lo rimproverò Hagrid, mentre versava l'infuso nella tazza.

-Sai Hagrid credo che se tu scegliessi libri che non tentano di uccidere gli studenti beh, ci starei più attento- rispose Theodore con un tono acido.

Hagrid ridacchiò, interpretando le parole del giovane come una battuta che in realtà non era e si mise a cercare tra le cianfrusaglie sul divano. Theodore sorseggiò il suo tè in silenzio, continuando a guardarsi attorno fino a quando i suoi occhi non si posarono sulla gabbietta accanto a lui.

-E questo topo?- chiese Theodore, curioso.

Che ci faceva un topo in mezzo a tutti quegli animali strani cui era solito occuparsi il professore?

-Oh quello? È di Ron Weasley, lo ha perso qualche mese fa. A dir la verità l'ho salvato dalle grinfie di Fierobecco poco fa- rispose Hagrid, continuando a cercare. -Glielo vuoi riportare tu?-

-Non sia mai io mi avvicini a un Weasley!- esclamò stizzito il giovane per poi continuare a bere il suo tè. -È un traditore del proprio sangue e con i traditori non ci parlo-

Hagrid sospirò, odiava sentire delle parole così aspre da un giovane così sveglio come lo era lui.
Lo aveva notato meglio quell'anno durante le lezioni, lo stava ad ascoltare e prendeva appunti, era l'unico a parte Hermione a prenderli! Eppure era proprio come quegli amici che si portava al seguito.

-Ti piacciono le creature magiche, Theodore?- chiese poi il neoprofessore, mentre si spostava a cercare tra le cose sulla poltrona.

Theodore fece spallucce e finì il suo tè. -Normale, non mi fanno né caldo né freddo. Dopo Hogwarts voglio lavorare come medimago. Seguo Cura delle creature magiche perché credo possa servire sapere da quale animali provengono determinati veleni, o antidoti- rispose, guardando l'orario impaziente.

-Eccolo!- esclamò Hagrid, mentre acciuffava il libro e lo accarezzò subito così che quest'ultimo non avesse motivo di arrabbiarsi. Si avvicinò a Theodore, che guardava il libro con disprezzo, e glielo porse sorridendo.

-Accarezzalo mi raccomando- si premurò Hagrid. -E hai una bella aspirazione, sono sicuro che riuscirai nel tuo intento Theodore, sei molto intelligente-

Theodore annuì accarezzando il manuale, si alzò dalla sedia e si avviò alla porta, salutò il professore con cordialmente per poi avviarsi verso Hogwarts, continuando a tenere a bada il libro.

***

Solitamente la biblioteca il sabato era vuota, al massimo qualche studente del primo e del secondo anno che non avevano il permesso di andare a Hogsmeade.

Invece quel giorno era gremita di studenti in preda al panico a causa degli imminenti esami di fine anno, persino Alyssa si trovava lì ma non per volere suo. A differenza degli altri, lei non aveva trovato amici che andassero con lei nel villaggio di maghi, Lavanda e Calì dovevano assolutamente studiare per superare l'esame di Pozioni, i ragazzi della squadra di Quidditch erano troppo impegnati anche loro a ripassare o studiare.

Persino Theodore non aveva potuto accettare il suo invito ad uscire per Hogsmeade, e così si era rassegnata ad uscire ed era rimasta a studiare anche lei, decidendo di far compagnia al suo amico in biblioteca. Aveva pensato bene di ripassare Pozioni, nonostante non le servisse come potesse servire agli altri, Alyssa si era sempre impegnata molto in quella materia, nonostante il professor Piton non la sopportasse molto. “Se devo rimanere a studiare il sabato, quanto meno studio qualcosa che mi piace” pensò mentre sottolineava dei punti difficili di una pozione.

Ogni tanto guardava fuori dalla finestra, faceva qualche battutina all'orecchio dell'amico, oppure semplicemente scarabocchiava qualche animaletto sulla sua pergamena. Poi tornava sulla pozione davanti a lei e la ripeteva a mente.

Accanto a lei invece, Theodore si scervellava dietro un tema di Storia della Magia che la ragazza già aveva fatto. Grazie al suo voler diventare animagus infatti, la ragazza si era premurata di studiare anche altro oltre a Trasfigurazione così da avere più tempo per esercitarsi. Si era resa conto che se voleva andare avanti doveva studiare in fretta le altre materie prima di esser bloccata da loro.

-Mi chiedo come tu abbia scritto già questo schifo- mormorò Theodore accanto a lei.

Alyssa ridacchiò e fece spallucce, era divertente guardare gli altri impazzire dietro allo studio e lei  aveva già fatto tutto, due settimane prima degli esami si sarebbe messa a ripassare con calma. Suo nonno le aveva anche promesso un regalo se gli esami fossero andati bene e lei ambiva ad un nuovo manico di scopa più veloce.

Continuò a scarabocchiare senza dar tanto peso ai continui sbuffi di Theodore e ai pianti della ragazza seduta di fronte a lei.

-Ieri sono andato a riprendermi il libro da Hagrid- disse Theodore, mentre si stiracchiava. -Non ci credo che abita lì dentro, è assurdo! Un professore che abita in quella topaia- continuò, facendo una smorfia.

Alyssa sorrise e alzò lo sguardo verso il suo amico, aveva gli occhi stanchi e la maglietta sgualcita, rimase un attimo a fissare i suoi capelli spettinati, non riuscendo a riconoscere il bambino sempre vestito in modo impeccabile quanto lo era lui.

-Lui sta bene lì, Theodore. Alle volte non serve lo sfarzo per star bene sai?- rispose lei, mentre allungava la mano verso di lui per sistemargli un ciuffo di capelli finito davanti agli occhi.

Theodore arrossì a quel gesto, ma lo ignorò.
-Mah se lo dici tu. Raccatta tutti gli animali che può, pensa che c'era anche il topo che Weasley ha perso qualche tempo fa, mi ha pure chiesto se glielo volevo riportare! IO riportare qualcosa a Weasley bah- esclamò Theodore, facendo una smorfia.

Alyssa lo ammonì con lo sguardo e tornò sul libro di pozioni posto sul tavolo. Odiava quando il suo migliore amico parlava così di un ragazzo di cui non conosceva neanche la data di nascita.

-Theo, lo sai bene che abbiamo idee divergenti su ciò, potresti per favore evitare di dirle in mia presenza?- chiese con gentilezza.

Theodore ridacchiò ma non rispose e tornò a scrivere il suo tema senza continuare il discorso. Sapeva che con Alyssa i suoi discorsi si trasformavano in litigi e se prima voleva farle capire i suoi ideali

-Theodore scusami, hai detto che Hagrid aveva il topo di Weasley?- chiese Alyssa con tono tranquillo.

Il suo tono era calmo ma le sue mani tremavano dall'impazienza, doveva alzarsi da lì e correre da Hagrid prima che quest'ultimo potesse ridare il topo a Ron ma non doveva destare sospetti, soprattutto con Theodore che di dubbi già ne nutriva troppi. Theodore annuì senza alzare lo sguardo dalla sua pergamena e Alyssa lo interpretò come un via libera, si alzò con calma dal suo posto e rimise tutta la sua roba in borsa.

-Sinceramente mi sono stancata di star qui, vado a fare un pisolino in camera- disse Alyssa con un sorriso rassicurante. -Ci vediamo a cena, Theo-

Theodore non la guardò neanche e continuò a scrivere il suo tema,  doveva star davvero messo male visto che solitamente si girava per sorriderle, tuttavia per quella volta la ragazza fu felice di ciò. Non voleva che lui la guardasse e potesse nutrire dubbi su dove effettivamente stesse andando.

Uscì dalla sala con tranquillità per poi correre come una forsennata verso la Torre di Grifondoro per lasciare la sua roba e riprendere la gabbietta. Doveva assolutamente riacciuffare quel topo e portarlo da Lupin e suo padre. Corse su per le scale, stando attenta a quando cambiavano per non ripetere ciò che le era accaduto mesi prima. Appena si trovò davanti la Signora Grassa, pronunciò la parola d'ordine ed entrò di corsa.

Salì le scale del dormitorio femminile due a due e ringraziò tutte le streghe del mondo per non aver incontrato nessuno lungo il tragitto, entrò nella sua stanza e lasciò la borsa sul letto per poi prendere la gabbietta nascosta sotto il letto e correre fuori dalla camera. Il lato positivo del periodo di esami, era che non c'era quasi nessuno per i dormitori nel pomeriggio e questo era un grande punto a suo favore.

Corse fuori dal castello, non rispondendo neanche ai saluti della poca gente che incontrava. Quando si ritrovò fuori dalla scuola, una ventata di aria fresca l'accolse, Alyssa fece un respiro profondo e si avviò correndo verso la casa di Hagrid.

Doveva assolutamente convincerlo a farsi dare quel topo prima che Ron arrivasse lì, anche a costo di tramortirlo se necessario. Ma tutti i suoi buoni propositi caddero come un castello di carte quando prima di bussare, udì delle voci all'interno della capanna che la fermarono.

Voci che non avrebbe voluto ascoltare.

-Ah tieni Ron, il tuo topo- disse Hagrid.

Si diede un pugno sulle ginocchia e fece per andarsene, ma fu costretta a bloccarsi alla vista di Silente e di un altro uomo che si avvicinavano alla casa di Hagrid. Si guardò attorno frenetica per poi decidere di nascondersi ai margini del bosco, vicino la casa del guardiacaccia. Non appena fu al sicuro dietro i rovi, vide uscire dalla porta sul retro anche Harry, Ron e Hermione. Alyssa aguzzò lo sguardo su Ron, che teneva stretto tra le dita il suo sudicio topo. Fu allora che decise di seguirli.

Prima o poi lo avrebbe dimenticato da qualche parte.

Sentiva i tre ragazzi parlottare mentre si dirigevano verso Hogwarts, la ragazza li seguiva a debita distanza stando attenta a non farsi vedere. Rivoleva quel maledetto topo così da poterlo dare a chi si sarebbe occupato di lui con la giusta dolcezza.

Li seguiva senza fare alcun rumore, come un animale contro la sua preda, doveva seriamente prendere in considerazione l'idea di fare domanda agli Auror quando sarebbe uscita da Hogwarts. Guardava ogni loro movimento fino a quando non vide Ron protrarsi alla sua sinistra. Alyssa aguzzò lo sguardo e notò che il topo gli era scivolato dalle mani, iniziando la sua folle corsa verso la libertà. Il giovane Weasley si accinse a inseguirlo mentre Alyssa sbuffò contrariata. Il topo doveva averla vista in qualche modo e aveva optato per la fuga. Li inseguì mentre tentavano di riaccuffare il ratto, stando attenta a non farsi vedere. Si poteva dire ormai che la Foresta Proibita la conosceva abbastanza per sapere dove nascondersi, il tutto grazie agli appuntamenti con suo padre.

Si bloccò tra i cespugli quando vide Ron, che aveva ripreso il topo, e un cane nero che lo afferava dalla maglietta e lo trascinava verso i piedi del Platano Picchiatore. Non vi volle molto prima che anche i due amici li inseguirono, strisciando nel passaggio segreto. Non appena i due scomparirono, Alyssa corse verso l'albero secolare e scivolò anche lei nel passaggio usato poco prima dagli altri, cadde rovinosamente e rimase un attimo sorpresa, di trovarsi in un tunnel. Li non ci era mai andata, Lupin le aveva spiegato cosa ci fosse sotto al Platano Picchiatore ma non aveva mai avuto il bisogno di andarci. Attorno a lei non vi era luce ed era anche piuttosto angusto, Alyssa afferrò la sua bacchetta con decisione e guardò un punto davanti a sé.

-Lumos- sussurrò decisa per poi proseguire quel tunnel non appena si illuminò di una luce argentea.

Camminava a passo lento, guardandosi intorno e rabbrividendo ad ogni ragno che le capitava sott'occhio. Il ricordo di quella notte era ancora vivido nella sua mente e quella fobia non le sarebbe passata tanto facilmente. Il corridoio era piuttosto stretto e man mano che camminava se ne rese conto che somigliava alle cantine di una dimora ormai vecchia. Salì delle scale stando attenta a non farle cigolare e finalmente arrivò davanti ad una porta socchiusa da cui filtrava la luce pomeridiana. Alyssa si mise dietro la porta e rizzò le orecchie mentre teneva ben stretta la bacchetta nella sua mano sinistra.

-Hai ucciso i miei genitori- disse Harry con odio.

Alyssa rabbrividì, immaginando Potter che puntava la bacchetta verso suo padre.

-Non lo nego, ma se mi lasci spiegare...- disse suo padre.

Non lo nego? Ma era forse impazzito? Non erano quelle le parole per convincere un ragazzo armato a non toglierti la vita! Alyssa alzò gli occhi al cielo, i troppi anni a Azkaban avevano reso suo padre poco incline a parlare con le persone. Ciò lo aveva portato a non saper scegliere le parole giuste e questo accadeva anche con lei.

-Spiegarmi?!- urlò Harry e Alyssa rabbrividì a quel suono. -Vuoi spiegarmi come hai venduto i miei genitori a Voldemort?! Tu...Tu non hai mai sentito la voce di mia madre che mi salva...TU NON L'HAI MAI SENTITA!- urlò.

Alyssa voltò il capo dall'altra parte, lei a differenza di Potter aveva avuto fortuna, trovando dei nonni amorevoli che si erano presi cura di lei. Ma non poteva negare che l'assenza di una madre era qualcosa che la faceva sentire persa.
Non conoscere colei che l'aveva messa al mondo, sognarla senza mai poterla raggiungere le era capitato troppe volte. D'un tratto si sentirono dei passi provenire dalla parte opposta della stanza.

-SIAMO QUI! C'È SIRIUS BLACK! SIAMO QUI- urlò Hermione, con tutta l'aria che aveva nei polmoni.

La giovane Black fece un respiro profondo e tenne la bacchetta ben salda tra le dita, spalancò la porta ed entrò d'impeto nella stanza senza avere un'idea ben precisa su come comportarsi.

-Toccalo, Potter e giuro che ti uccido- esclamò Alyssa, alzando il mento con sguardo di sfida. Il suo tono di voce era deciso, come se sapesse bene cosa fare.

Tutti e quattro si voltarono verso di lei stupiti, Sirius ghignò vedendola entrare in quel modo teatrale ma lei lo ignorò, mantenendo il contatto visivo con Harry. Uno squittio la fece voltare verso Ron, che nascondeva il suo topo tra le braccia.

Crosta.

-Tu...Tu lo sapevi- mormorò Hermione, guardandola.

La Black la guardò indifferente.

-Dovreste guardarvi alle spalle, potreste trovare delle sorpresine sai Granger?- disse con un ghigno.

Suo padre l'ammonì con lo sguardo ma lei non vi fece caso, continuava a spostare gli occhi tra Hermione, Harry e Ron, doveva controllarli tutti e tre non doveva abbassare la guardia.
Mai.
Harry tornò a guardare Sirius mentre Ron e Hermione alzarono la bacchetta verso di lei, che di tutta risposta strinse sempre di più le dita sul manico della sua.

-State facendo un errore eclatante, sapete?- esclamò la Black mentre fissava il topo che aveva Ron tra le mani.

Solo allora Alyssa si accorse di un'altra porta, nettamente più grande, in fondo la stanza. Questa infatti si aprì, sbattendo sul muro logoro di polvere e un altro mago entrò.

-Expelliarmus!- disse con fermezza Lupin.

Le bacchette dei quattro giovani finirono nelle mani del professore, che si stava avvicinando a loro con passo svelto. -Dov'è?!- chiese guardando sia Alyssa che Sirius.

La giovane Black, ancora tramortita dal disarmo, indicò il ragazzo dai capelli rossi.

-Lo ha lui- disse Alyssa. -Bisogna fare in fretta prima che scappi di nuovo, è più di un mese che lo cerco-.

Ron Weasley la guardò senza capire, cosa stava cercando da un mese? Si guardò le mani, trovando il topo a fissarlo visibilmente impaurito. Alzò lo sguardo di scatto verso la Black, che guardava il professore di Difesa Contro le Arti Oscure con complicità, e si alzò in piedi di impeto.

-NON TOCCHERAI MAI CROSTA!- urlò, Ron guardandola.

Alyssa si voltò nella sua direzione, sorpresa di quell'urlo che proprio non si aspettava da Weasley, tuttavia gli sorrise, un sorriso sadico che persino Lupin si stupì di vederlo sulle labbra di quella ragazzina.

-Sicuro si chiami Crosta?- chiese con finta ingenuità. -Secondo me sbagli-

Ron stava per controbattere ma fu zittito da un gesto della mano di Hermione. Gli occhi di tutti, o quasi, caddero sulla giovane ragazza dai capelli castani che non aveva mai spostato lo sguardo da Lupin.

-Le ho parato le spalle- disse Hermione a voce bassa ma con decisione.

Lupin sospirò e abbassò per un attimo lo sguardo, prima di rialzarlo subito e fece per avvicinarsi alla ragazza ma fu subito bloccato da un suo gesto.

-Per tutto questo tempo non l'ho detto a nessuno e adesso?- continuò la ragazza, guardandolo. -Adesso scopro che lei è suo amico!- disse indicando Sirius. -Scopro che lo ha aiutato a entrare a Hogwarts, scopro che ci ha preso in giro per tutto questo tempo e scopro- bloccò lo sguardo su Alyssa. -Che lei sapeva tutto-

Alyssa ricambiò lo sguardo senza proferire parola, in quel momento non si sentiva in colpa per nulla se non di aver seguito quelli che Lavanda chiamava sentimenti. Aveva avuto la possibilità di conoscere suo padre e aveva colto l'occasione al volo senza attendere oltre. Perché nonostante tutto il tempo passato assieme alle più grandi famiglie purosangue, sapeva di non essere come loro ma molto più simile a quell'uomo che per dodici anni era stato rinchiuso in una prigione.

Rinchiuso a causa di un topo che in quel momento era al sicuro tra le mani di Weasley.

-Basta, facciamolo Remus!- esclamò Sirius, stufo di tutte quelle sceneggiate e si avvicinò a Ron. -Finiamo questa storia-

-Sirius devono sapere, aspetta- l'interruppe Remus, bloccandolo con il braccio.

-HO ATTESO A SUFFICIENZA!- urlò Sirius a pieni polmoni. -PER DODICI ANNI! AD AZKABAN!-

Lo sfogo dell'uomo fece rabbrividire Alyssa. Gli occhi di Sirius erano stanchi e segnati dalla sua vita nella Foresta Proibita, comprendeva perfettamente il suo malessere. Ciò che aveva vissuto ad Azkaban nessuno poteva saperlo.

-Sirius, Harry deve sapere!- esclamò Remus, esasperato.

-IO VOGLIO SAPERE COME MAI LEI HA TRADITO I MIEI GENITORI! HA FATTO ESATTAMENTE COME LUI- urlò Harry, indicando Remus.

Alyssa si sentì così stupida a non dire nulla per salvare la reputazione di suo padre e di Remus agli occhi di quei tre ragazzi ma sapeva che non doveva essere lei a raccontare la vita di quei due uomini, solo loro erano in grado di far capire le cose a quei tre Grifondoro.

-Lei è un traditore, un doppiogiochista e un lupo mannaro!- esclamò Hermione con astio.

Tutti gli occhi furono poi puntati su di lei esterrefatti, nessuno poteva immaginarsi un'esclamazione del genere che suonò alle orecchie di Alyssa come una vendetta.
Un patto volutamente spezzato come aveva fatto la sua fiducia nei confronti dell'uomo.

-Non sono né un traditore, né un doppiogiochista- disse l'uomo con tranquillità. -Non posso però negare che sono un lupo mannaro-

Solo allora ad Alyssa tornarono in mente le continue assenze dell'uomo, il suo star male e le cicatrici del suo volto. Tutti segnali a cui lei non aveva mai fatto caso e si sentì veramente un'egoista in quel momento. Lupin aveva bisogno di aiuto e non ci aveva pensato minimamente a dargli una mano in quelle situazioni, nella sua testa aleggiava solo il suo obiettivo finale. Lo guardò senza dir nulla ma la vergogna la stava divorando e pregò che le guance non le si colorassero di rosso come il colore della sua Casa.

Lupin dovette intercettare i pensieri che balenavano nella mente di Alyssa e le sorrise, si avvicinò a lei e le posò una mano sulla spalla con fare rassicurante.

-Alyssa era proprio quello che volevo, nessuno lo doveva scoprire e solo Hermione ci è arrivata- disse sorridendole. -Non sentirti in colpa-.

Alyssa lo guardò e si staccò dalla sua presa. -Dovevo arrivarci-

-Remus possiamo spiegarglielo dopo, voglio ucciderlo, voglio uccidere quel lurido topo che mi ha rovinato la vita- esclamò Sirius rabbioso.

-Crosta non ti ha rovinato la vita!- urlò Ron con un misto di rabbia e stupore per la situazione.

-Oh sì invece- s'intromise Alyssa, mentre avanzava verso Ron. -Ha rovinato la mia, quella di mio padre e quella di Harry- continuò, indicando i diretti interessati. -Sei proprio sicuro si chiami Crosta?- chiese ingenuamente -Perché secondo me si chiama Peter-.

***

Ron la incenerì con lo sguardo e tenne ancora più stretto il topo tra le sue braccia. Hermione tese l'orecchio per capire bene di cosa stessero parlando mentre Harry continuava a guardare in cagnesco Sirius, pronto in qualsiasi momento a saltargli addosso per scaricare la sua rabbia covata durante l'anno.

-Lui si chiama Crosta- ribadì nuovamente Ron.

-No, Ron. Alyssa ha ragione- esclamò Remus. -Si chiama Peter, Peter Minus per l'esattezza-

-Minus è morto!- esclamò Harry. -TU l'hai ucciso!- continuò, guardando Sirius.

-No, no Harry non l'ho ucciso nonostante avrei voluto- disse Sirius, con voce seria. -Quella notte lui non morì ma scappò- continuò, facendo una smorfia di disgusto.

Hermione scosse il capo decisa. -Impossibile, una strada intera lo ha visto morire-

-No Hermione, non hanno visto la verità- disse Remus al posto dell'amico. -Peter Minus riuscì a fuggire-

Hermione guardò negli occhi il professore, forse per comprendere se la stesse ancora prendendo in giro.

-Peter Minus è morto- disse con decisione Harry. -Smettetela!-

-Peter Minus fuggì, Harry!- esclamò Sirius. -Lui è un animagus! Ed è proprio qui-

Harry, Ron e Hermione si guardarono tra di loro ma Alyssa non riuscì a immaginare a cosa stessero pensando. Lanciò un'occhiata alla finestra, dove il sole stava iniziando a calare lentamente e in quel momento avrebbe dato di tutto per poter tornare a casa da suo nonno. Un pensiero assurdo e fuori luogo in quella situazione, si stava immaginando nella sua stanza a Grimmauld Place con suo nonno, a leggere le fiabe di Beda il Bardo mentre attorno a lei si scoprivano le carte, rimaste coperte per troppo tempo.

Scosse il capo per non pensare a lui, ma e rimase sorpresa di trovare suo padre a guardarla e le sorrise dolcemente. Un gesto che non sfuggì ad Harry che la guardò come a volerla far scomparire dalla faccia della terra.

-Gli animagi sono registrati, in Inghilterra ce ne sono cinque e il nome di Minus non è presente nella lista- disse Hermione con la sicurezza di chi aveva ragione.

Remus annuì e le sorrise. -Vero sono tutti registrati, tranne gli animagi non registrati-

-Ma è illegale!- esclamò la Granger.

A Sirius sfuggì una risata all'affermazione di Hermione, Remus lo ammonì con lo sguardo e si voltò a  guardare la giovane ragazzina dai capelli castani davanti a lui. Era quasi impossibile convincere i tre di ciò che stavano raccontando.

-Peter Minus è un animagus non registrato. Ma non era l'unico qui a Hogwarts, altri due ragazzi lo erano- disse Remus, guardandola.

-Uno era, per l'appunto, Peter Minus- disse Sirius, facendo un ghigno. -Un altro, era Sirius Black e un altro- disse voltandosi verso Harry. -Era James Potter-.

-Co...Cosa?! Mio padre era...mio padre era un animagus?!- chiese Harry stupefatto. Guardò prima Sirius poi Remus, come ad aver conferma di quella affermazione. Il giovane non riusciva a credere alle sue orecchie, suo padre era un animagus e per giunta non registrato, andando contro la legge magica.

D'improvviso un cigolìo fece voltare tutti quanti a guardare la porta. Remus si avvicinò cauto ad essa per controllare ma non vi trovò nessuno.

-Sono gli spiriti della casa!- esclamò Ron, stringendo a sé il topo.

Remus tornò da loro reprimendo una risata, guardò Sirius, che al contrario di lui sorrideva divertito, dall'affermazione del ragazzino accanto a loro.

-La Stamberga non è mai stata infestata, le urla che si udivano dal villaggio...erano le mie- disse Remus, guardando il giovane Weasley. -Il mio incubo, cominciò quando avevo dieci anni, fui morso da un lupo mannaro e i miei genitori le provarono tutte ma all'epoca non c'erano cure. La pozione che mi prepara il professor Piton è un ritrovato recente, la prendo una settimana prima e riesco a contenermi quando mi trasformo. Ma prima- disse sospirando, non voleva ricordare quel periodo così difficile della sua vita. -Una volta al mese diventavo una belva. Una belva pronta ad uccidere chiunque si trovasse davanti al suo cammino-
Alyssa deglutì, sentendo quelle parole ma nessuno se ne accorse, troppo presi dal racconto dell'uomo. Quando però sentì un altro cigolio della porta capì che non era il vento o qualcosa del genere, era come se li dietro ci fosse qualcuno che stesse aspettando solo il momento giusto prima di presentarsi. Fece per avvicinarsi alla porta ma fu bloccata dal continuo della storia e si fermò accanto a Hermione ad ascoltare.

-I miei genitori, come me del resto, rimasero sorpresi quando Silente bussò alla nostra porta con il suo solito sorriso rassicurante. Mi voleva a Hogwarts, nella più grande scuola di magia e stregoneria vi rendete conto?- esclamò sorridendo al ricordo e Alyssa sorrise, ripensando alla sua lettera di ammissione. -Ma una volta al mese dovevo nascondermi, non potevo stare a scuola e fu per questo che piantarono il Platano Picchiatore dove proprio sotto, vi era il passaggio per arrivare qui. Tuttavia dopo le trasformazioni, dovevo sempre passare del tempo in infermeria per riprendermi e i miei amici iniziarono ad insospettirsi- guardò Sirius, che lo fissò di rimando come a incoraggiarlo a continuare. -Una notte mi seguirono, non me ne accorsi e quando mi videro, riuscirono a stento a scappare prima che io potessi acciuffarli. Qualche giorno dopo- si portò una mano tra i capelli con disperazione. -Mi dissero che avevano coperto tutto e che non volevano lasciarmi più da solo in quelle notti. Studiarono molto ma alla fine riuscirono a diventare animagus, così da aiutarmi e farmi compagnia- aveva la voce tremante dall'emozione. -Mai e poi mai avrei pensato di trovare amici del genere-.

-E poi cos'è successo?- chiese Hermione.

-Il Signore Oscuro- rispose Sirius, senza degnarla di uno sguardo. -E fu dopo Hogwarts che Minus si fece convincere da lui-

-E' tutta colpa sua, Harry. È colpa di Minus se ora siamo qui- disse Sirius, avvicinandosi di scatto a Ron. -Ma adesso basta chiacchiere, voglio sentire da lui la confessione di cui ho bisogno per salvarmi- afferrò la bacchetta di Remus e la puntò contro il topo.

Il topo cadde dalle mani di Ron e Sirius non perse neanche un secondo per riacciuffarlo. -Revelio*- l'animale riuscì a fuggire nuovamente ma non fece in tempo ad entrare in un buco nel muro prima che il getto di luce lo colpisse in pieno. Quello che per anni la famiglia Weasley aveva chiamato Crosta, in quel momento era un uomo dai capelli rossicci. Si voltò verso la porta per provare a scappare ma Remus fu più veloce e lo bloccò, facendosi aiutare da Sirius.

L'uomo guardò prima Remus poi Sirius e sorrise, sfoggiando ai presenti i suoi denti simili a un ratto.

-Remus, Sirius...i miei vecchi amici!- esclamò con la voce storpiata dalla paura.

I due lo gettarono a terra e Sirius gli puntò la bacchetta contro.

-Traditore! Come osi chiamarci ancora amici?!- urlò Sirius, furibondo.

L'uomo abbassò lo sguardo prima di voltarsi verso Harry, che era a pochi passi da loro e stava assistendo come tutti alla scena.

-Oh Harry- esclamò Peter, tentando di avvicinarsi a lui. -Somigli a tuo padre...ma hai gli occhi di...-

-NON NOMINARE LILY E JAMES! NON OSARE!- urlò Sirius nuovamente mentre lo trascinava contro il muro. -Non hai il diritto di nominarli!-

Peter iniziò un lamento simile a un pianto e si accasciò a terra dimenandosi come un verme viscido. -Non volevo...lui era così forte. Dimmi Sirius, cos'avresti fatto tu al mio posto?-

-SAREI MORTO, PIUTTOSTO CHE VENDERE IL MIO MIGLIORE AMICO!- urlò Sirius, dandogli un calcio. -Basta, Remus uccidiamolo- esclamò Sirius, guardando Lupin.

Peter li guardò supplichevole e iniziò nuovamente a urlare e dimenarsi. Tutti i presenti rimasero a guardare quell'uomo in silenzio, Alyssa dovette voltarsi dalla parte opposta per non provare alcuna pena per lui.
Per la prima volta in vita sua stava provando disprezzo per qualcuno.

-Ti prego Harry, io e tuo padre eravamo amici, ti prego salvami- urlò mentre provava ad acciuffare la gamba di Harry.

-Non parlare a lui!- esclamò Remus, dandogli un calcio per farlo tornare al suo posto.

-Non lo ucciderete- disse Harry, guardando Minus steso a terra.

Tutti si voltarono increduli verso di lui, mai e poi mai Alyssa aveva immaginato di sentire quelle parole provenire da Harry stesso.

-Harry... quest'uomo è...- disse Remus, incerto se continuare o meno.

-So chi è- l'interruppe Harry senza fermare il contatto visivo con Minus. -Ma non può finire così, tutti devono sapere che è stato lui. Lo porteremo dai dissennatori-

Un tonfo fece trasalire i presenti, che si voltarono verso la porta ma non fecero in tempo a puntare le loro bacchette che il nuovo arrivato li disarmò.

«Expelliarmus!» esclamò Severus Piton, puntando la bacchetta su Remus e Sirius

Minus tentò di approfittarne e si lanciò verso la porta ma Sirius fu più veloce e gli saltò addosso bloccandolo a terra e sibilandogli un “non scappi” all'orecchio.

Alyssa si ritrovò la sua bacchetta ai piedi e non perse tempo per riprenderla e riporla al suo posto. Mai l'avrebbe puntata contro un professore.

-Mocciosus!- esclamò Sirius guardandolo con un ghigno disegnato sul volto mentre teneva a terra Minus. -Come sei cresciuto, li lavi i capelli ora?-

Severus Piton guardò Sirius con disprezzo e Alyssa notò negli occhi del professore un pizzico di rancore prima di riconoscervi una smorfia di soddisfazione. -Mi fa piacere rivederti Black. Sai, mi hai fatto commuovere qualche mese fa, rivedere la tua figlioletta abbandonata per seguire il Signore Oscuro. Toccante, non c'è che dire-.

Il ghigno sparì dal volto di Sirius, fu veramente tentato di alzarsi in piedi e di prendere la bacchetta della figlia ma poi pensò a Minus, che sarebbe riuscito a scappare con facilità e si limitò ad incenerirlo con gli occhi mentre la mano libera si stringeva a pugno per non farlo alzare.

Alyssa era pietrificata, come fa a sapere? Si chiese sconvolta, aveva fatto di tutto per nascondere il suo segreto e lui lo aveva scoperto.

-Cosa vorresti farmi Black? Avanti, non aver paura di far qualcosa, sarà solo un passo in più verso i dissennatori- esclamò Piton sorridendo sadico. -Ah, la vendetta- sussurrò - Finalmente, sono anni che aspetto questo momento ed ora è giunto-

-Come fa a sapere che già l'avevo incontrato professore?- chiese Alyssa.

L'uomo si voltò verso di lei e continuò a sorridere vittorioso. -Ti ho seguita, mia cara Alyssa. Sin da quella notte in cui sei scappata dalla Sala Grande per andarlo a cercare-

-E perché non ti sei fatto vedere prima eh?- chiese Remus visibilmente sorpreso, segno che neanche lui si era reso conto di esser seguito.

Piton lo guardò ma non gli rispose, e spostò di nuovo la sua attenzione su Sirius, sorridendo. -Andiamo, Black. I dissennatori aspettano solo te, voglio proprio vedere che faccia farà Silente quando tutti sapranno che IO ho trovato Sirius Black-.

-Expelliarmus!- esclamò Alyssa senza neanche rendersene conto mentre agitava la bacchetta contro il professore.

La bacchetta dell'uomo volò dall'altra parte del divano, Piton rimase sorpreso, che proprio lei aveva fatto un gesto tanto avventato nei suoi confronti.

-Tu...-

-Non mi porterà via mio padre- esclamò Alyssa con voce seria. -Non lo farà-

-Alyssa tu non sai- sibilò Severus guardando la ragazzina. -Non sai chi è davvero tuo padre-

-No, non so cos'ha fatto quand'era giovane ma una cosa la so- disse Alyssa guardandolo negli occhi. -L'ho ritrovato e non voglio perderlo di nuovo. Finalmente ho mio padre-

-Severus io so, come tu possa sentirti- disse Remus guardandolo.

-No, tu non lo sai e non provare a dire niente. Tuttavia, non posso non consegnarlo ai dissennatori, non posso-

Fu la rabbia a farle stringere con più forza la bacchetta mentre l'agitò nuovamente. -STUPEFICIUM!- esclamò con fermezza.

Gli occhi di Piton si spalancarono un attimo prima che il suo corpo venisse sbalzato dalla parte opposta della stanza.
Piton cadde a terra, svenuto.

-Andiamo- esclamò avviandosi alla porta.

-Ti rendi conto che rischi l'espulsione?!- esclamò Hermione guardandola stupita.

Alyssa si voltò verso di lei e sorrise ma senza risponderle, uscì dalla stanza e iniziò a scendere le scale.

Poco dopo tutti gli altri la seguirono, Remus teneva ben stretto Minus tra le braccia, facendo fatica a camminare vista l'opposizione di luima, poco più avanti Sirius stava accanto a Harry ed ogni tanto lo guardava, come se al posto suo ci fosse suo padre.

Alyssa fu la prima a uscire dal passaggio segreto, alzò gli occhi al cielo, ammirando la bellissima luna piena che quella sera splendeva sopra Hogwarts, illuminandola quel poco che bastava per poterla guardare al meglio. Successivamente uscirono Harry, Ron, Hermione e Sirius che la raggiunsero in un batter di ciglia, suo padre la guardò sorridendo e Alyssa per la prima volta pensò che finalmente era tutto finito.

Un urlo li fece però voltare verso l'entrata del passaggio, Remus aveva lasciato Peter e guardava la luna come incantato da lei, mentre le sue membra pian piano diventavano sempre più grandi fino a mutare.

-Oh Remus no! Hai preso la pozione?!- urlò Sirius, correndo verso l'amico per tentare inutilmente di calmarlo ma fu tutto inutile.
Minus approfittò della trasformazione di quello che un tempo era suo amico e fuggì verso la Foresta Proibita. ma li per li  nessuno vi badò, perché un grosso lupo li stava guardando con gli occhi inniettati di sangue.

Un lupo mannaro li stava guardando e una frase balenò nella testa di Alyssa.

Questa è la fine

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 - Grace ***


Capitolo XV

Gli occhi del professore erano neri come in una notte senza luna, non c'era più differenza tra le iridi e le pupille, gli arti erano diventati quelli di un animale e una folta peluria ricopriva il tutto corpo.
Il volto gentole dell'uomo si trasformò in un muso canino.

Alyssa trattenne il fiato per un tempo indefinito, prima di rendersi conto che quello davanti a loro non era un lupo mannaro qualsiasi ma il suo professore, il suo mentore. Il lupo ringhiò loro contro e di istinto, i quattro ragazzini si abbracciarono tenendosi a debita distanza, mentre Sirius tentava di fermarlo, urlandogli cose che solo Lupin poteva capire.

Le gambe di Alyssa tremavano ad ogni ringhio mentre teneva stretto il braccio di Hermione accanto a lei che a sua volta l'abbracciava con forza. All'inizio della Foresta Proibita Minus era rimasto a guardare la scena, credendo di non essere notato. Tuttavia si accorse di esser fissato dalla giovane Black e fu allora che realizzò di dover scappare prima di poter essere catturato di nuovo, le sorrise e in un secondo si trasformò in un topo per poi fuggire all'interno della Foresta Proibita. Nel frattempo Sirius si era trasformato e stava facendo di tutto per portare Lupin da tutt'altra parte.

Non appena Alyssa vide Minus trasformarsi non ci pensò due volte, lasciò il braccio di Hermione, che le urlò qualcosa dietro e corse verso gli alberi dove aveva visto scappare il topo, incurante dei movimenti del lupo, bloccato a stento da Sirius.
La giovane afferrò la bacchetta e si fece luce per continuare a correre. Sopra di lei le cime degli alberi erano illuminate dalla luna che però non riusciva a filtrare da i folti rami rendendo la Foresta totalmente buia. I suoi occhi scrutavano il terreno, dove un topo, continuava a correre facendo rumore tra le foglie. Alle sue spalle gli ululati del lupo non cessavano anzi continuavano imperterriti mentre lei correva sempre più veloce.

Non faceva caso a ciò che le era intorno se non alla ricerca del topo, Minus doveva pagare per ciò che aveva fatto. In un attimo si ritrovò su una parte delle sponde del lago nero dove la luce lunare si rispecchiava sull'acqua, si bloccò un attimo per stropicciarsi gli occhi prima di rendersi conto che un uomo stava scrutando il lago.

Alyssa fece un mezzo sorriso non appena lo riconobbe, ti ho preso, Minus, pensò mentre gli puntava la bacchetta contro.

-Sapevo che mi avresti trovato- l'anticipò l'uomo, volgendosi verso di lei.

Alyssa rimase un attimo sorpresa dal tono di voce utilizzato, lo guardò attentamente e se poco prima nella Stamberga Strillante aveva visto un uomo impaurito e fifone, in quel momento aveva davanti a sé un uomo segnato da errori e ormai stanco di scappare.

-Ti ho preso- rispose la ragazza con fare sicuro. Non voleva cedere a nessuna pietà, lui doveva marcire a Azkaban proprio come suo padre aveva fatto per dodici anni.

Minus fece un mezzo sorriso e tornò a guardare il il riflesso della luna sull'acqua. Attimi di silenzio ci furono dopo, Alyssa non voleva avvicinarsi troppo a lui e Minus non faceva nulla per provare a scappare da lei.

-Già, curioso eh? Sei davvero molto in gamba Alyssa, sono sicuro che andrai molto lontano-disse Minus senza voltarsi. -Ah! Quante serate passate sulla riva di questo lago, pensa che una sera Lumacorno organizzò una festa proprio qui a ridosso dell'estate- le labbra si curvarono in un sorriso che Alyssa però non poteva vedere. -Bei tempi davvero-.

Sua nonna le aveva sempre detto di non farsi abbindolare dalle belle parole, e non ci pensò una seconda volta. Tutti avevano una mille sfaccettature e Alyssa lo sapeva bene, lo aveva visto proprio con Theodore anche se lui non se ne rendeva conto.

-Non cadrò nel tuo tranello, Minus- disse Alyssa, alzando il mento con sicurezza.

-Lo dovevo immaginare in fondo, sei figlia di Sirius- rispose l'uomo, con ovvietà.

Quella frase la irritò particolarmente, come si permetteva lui di parlarle come se la conoscesse, di renderla un qualsiasi cliché. La vista di Alyssa si appannò di lacrime dettate dal nervosismo,strinse più volte gli occhi per non far uscire le lacrime.

-Hai rovinato la mia vita!- sibilò con voce tremante, senza pensare a quanto debole sarebbe parsa ai suoi occhi.

Fu allora che Minus si voltò e Alyssa vide solo pietà. Lui provava pietà nei suoi confronti e questo la fece imbestialire ancora di più. Peter fece un passo verso di lei ma la ragazza tenne ben stretta la bacchetta e questo gesto, lo fece ritrarre nel punto dove si trovava poco prima.

-Sai Alyssa, puoi darmi tante colpe- disse scrutando il suo volto. -Ma non questa-

Ci fu un momento in cui Alyssa pensò di aver capito male, ma la serietà e la malinconia dipinte sul volto di Peter, la fecero cadere nel dubbio. Abbassò per un attimo la bacchetta senza rendersene conto ma non appena si ridestò dai suoi pensieri, la impugnò meglio e con tutta la forza che aveva, come se da quello potesse dipendere tutta la sua vita ed in parte, per lei era così.

-Non è vero, tu hai ucciso mia madre!- esclamò con rabbia.

Peter scosse il capo e sospirò, mai aveva immaginato di ritrovarsi in un confronto proprio con lei. Non si sa per quale assurdo motivo le stesse parlando ma sentiva che doveva dirle la sua versione dei fatti.
Si sistemò meglio la giacca sulle spalle e si passò una mano tra quei capelli unti e sporchi di terra e polvere.

-Non sono stato io, con la morte di Dahlìa non c'entro nulla- disse sospirando. -E' vero, non posso negare di aver venduto i Potter al Signore Oscuro, ho mentito ai miei amici per paura e ho fatto il doppiogioco per un anno intero- esclamò guardando a terra. -Ma Dahlìa- il respiro sembrò mancargli quando il viso della domna ricomparve tra i suoi pensieri -Non è una mia colpa. Non sono stato io- disse mentre una lacrima cadde solitaria a terra ma Alyssa non la vide. -Dahlìa non è una mia colpa- esclamò a voce più alta mentre alzava gli occhi su quella ragazzina troppo simile a lei -Provai a salvarla quella sera ma non ci riuscii. Lei era davvero troppo forte per me, non credevo che potesse nutrire così tanto rancore nei confronti di una così buona e giovane donna-
Alyssa lo ascoltava con attenzione, dai suoi comportamenti non sembrava che Peter stesse mentendo, al contrario era veramente dispiaciuto. Abbassò la guardia totalmente, in preda alle parole di Peter, a quelle frasi che le stavano dicendo tutta la verità su quella notte di cui lei non ricordava nulla.

-Ho venduto altri quella notte, non voi. Non darmi questa colpa Alyssa, perché non dimenticherò mai gli occhi privi di vita ancora sconvolti di tua madre e le sue labbra dischiuse. Non lo dimenticherò mai- disse Peter in un sussurro.

-Chi è stato allora?! Chi ha ucciso mia madre?!- esclamò con fervore la ragazza, doveva sapere.
Peter la guardò nel modo più naturale possibile ed esclamò. -Grace, è stata Grace-.

Il rumore di una scopa contro il vento le fece alzare gli occhi al cielo. Non riuscì a fare altre domande, perché un uomo volò alla loro altezza velocemente e afferrò Peter per il braccio facendolo salire sul manico di scopa.

-Addio giovane Black- urlò Peter dall'alto mentre Alyssa imprecava contro se stessa.

L'aveva perso.

***

La cena era terminata da poco e tutti gli studenti si apprestavano a tornare nelle proprie sale comuni.
Nessuno aveva fatto caso al fatto che Harry Potter e i suoi amici mancavano all'appello, né tanto meno si accorsero che Alyssa Black non si era presentata a tavola. Solo Lavanda ebbe il timore che le fosse accaduto qualcosa, già da tempo infatti si era accorta che la giovane Black nascondeva qualcosa, ma non si aspettava di certo che scomparisse così. L'aveva sempre avvisata quando non voleva cenare, soprattutto se  dopo l'avrebbe dovuta aiutare a studiare Pozioni.

Mentre la maggior parte degli studenti era in piedi e stava uscendo, ma non appena Lavanda notò Theodore Nott e Draco Malfoy ancora seduti al loro tavolo decise di avvicinarsi. I due ragazzi non diedero peso alla giovane Grifondoro che li attendeva già da qualche minuto, la ragazza sbuffò e decise di avvicinarsi a loro, non poteva aspettare che terminassero i loro discorsi.

Secondo Lavanda, Theodore era l'unico che potesse sapere dove fosse finita la sua amica. Quando gli fu accanto, tossicchiò per far notare la sua presenza ai due ragazzi ancora troppo impegnati a parlare tra di loro. Tutti e due si voltarono nella sua direzione e non appena si accorsero di chi fosse, il loro sguardo si fece sprezzante, come era consuetudine contro con i Grifondoro e con lei stava davvero funzionando.

-Devi dirci qualcosa, Brown?- chiese Theodore, guardandola sprezzante.

Lavanda fece un respiro profondo e chiuse la mano a pugno dietro la schiena, ogni volta che rivolgeva la parola a Nott, si chiedeva cosa mai avesse in testa Alyssa a tal punto da darle buca per stare con lui.
Tuttavia il suo odio non era la cosa più importante in quel momento, doveva solo chiedere a Theodore dove poteva essere Alyssa e perché non aveva pensato a lei e alla promessa fattale il giorno prima.

-Volevo chiederti, dove fosse Alyssa- disse con fare più sicuro, ignorando l'impulso di insultarlo.

Theodore inarcò il sopracciglio sconcertato e si voltò verso Draco. Allora non aveva sbagliato, la sua amica non c'era davvero a cena. Tornò a guardare Lavanda, questa volta più preoccupato anche se non lo dava molto a vedere, solo Draco se ne accorse dalla sua espressione.

-Non lo so- disse Theodore, guardandola, preoccupato. -Non so dove possa essere-.

Lavanda annuì e se ne andò senza chiedere altro, Theodore e Draco la guardarono uscire dalla Sala Grande e scomparire dietro l'angolo prima di uscire anche loro dalla Sala Grande.

Dov'era Alyssa?

***

Tornò indietro a fatica, la corsa di prima l'aveva sfinita.
Per di più non era riuscita a riacciuffare Minus.
In testa aveva mille domande, Minus le era sembrato così sincero che doveva almeno vedere chi potesse essere questa Grace. Si ritrovò fuori dalla Foresta Proibita proprio di fronte al Platano Picchiatore, Alyssa si guardò attorno alla ricerca degli altri ma era sola. Corse verso il castello quando si ricordò di Lupin ancora sottoforma di lupo mannaro. Superò le cucine e si diresse verso la Sala Comune, li sperava di trovarci Hermione per chiederle cos'era successo dopo la sua fuga.

-Alyssa!- esclamò una voce dietro di lei.

Alyssa si bloccò e si voltò verso Theodore che la guardava a qualche metro di distanza. Non capiva come mai fosse ancora sveglio e soprattutto perché fosse fuori dalla sua Sala Comune ma non ebbe il tempo di chiederglielo perché il giovane le fu subito addosso, abbracciandola.
Non ricambiò subito l'abbraccio, troppo sorpresa di quel gesto inconsueto da parte sua ma subito dopo gli cinse la vita con le sue esili braccia e affondò il volto sul petto dell'amico. Si rese conto di avere bisogno di un abbraccio da qualcuno.

Poco lontano, Draco assisteva a quella scena con indifferenza, mentre si accarezzava distratto la cravatta ormai allentata per poter stare più comodo.

-Cos'è successo?! Stai bene?! Dov'eri, hanno mandato dei professori a cercarti!- le chiese di getto Theodore mentre continuava a stringerla.

-Cercarmi?- chiese la ragazza, stupita.

Theodore si staccò da lei, continuando però a tenere le mani sulle sue spalle, come se avesse paura potesse sfuggirgli ancora. -Hanno...Hanno trovato Potter e i suoi amici in una radura nel bosco e con loro c'era...Sirius Black- si fermò un momento per scrutare il volto dell'amica. -Poi si sono accorti che non c'eri neanche tu in dormitorio e hanno pensato ti fossi persa nel bosco!-

Alyssa guardò l'amico e senza parole, cos'era successo mentre lei non c'era? Erano ancora tutti vivi? Suo padre come stava? Si staccò dalla presa di Theodore e si portò una mano alla bocca ancora stupita.

-Cosa?! E come stanno?! Dove sono?!- chiese con voce tremante.

Theodore non le rispose subito, la guardò attentamente prima di sospirare e voltarsi verso Draco per fargli cenno di andare, di lasciarli soli. Draco se ne andò senza fare domande e Theodore tornò a specchiarsi negli occhi di Alyssa.

-Tu lo hai incontrato vero?- chiese Theodore inespressivo mentre aspettava un cenno dalla ragazza che non tardò ad arrivare.
Non appena Alyssa annuì, il ragazzo chiuse un attimo gli occhi irritato, per poi riaprirli.

-Ti rendi conto di quanto hai rischiato?! Dimmi la verità, da quanto va avanti tutta questa storia eh?!-

L'irritazione nella voce del ragazzo fu evidente e Alyssa deglutì, sentendosi a disagio.

-Senti Theo, te ne parlerò, promesso ma ora devo andare da loro, devo andare. Sono in infermeria vero?- Theodore annuì ed Alyssa fece per andarsene ma il ragazzo la fermò di nuovo.

-Vengo con te- disse serio.

Alyssa lo guardò stupita. -Tu vuoi venire con me?! E perché mai?!-

-Voglio essere sicuro che non ti accada nulla- così dicendo, le prese la mano e si avviò verso l'infermeria.

I due camminavano in silenzio, Alyssa ancora credeva a ciò che stava facendo per lei il suo amico, e anche se non voleva ammetterlo, averlo accanto in un momento così delicato la faceva sentire al sicuro.

Grazie, Theo.

***

Quando arrivarono davanti la porta dell'infermeria, trovarono il preside a chiudere le ante dietro di sé. La ragazza aveva ormai il fiato corto, risultato di una serata di lunghe corse, accanto a lei invece Theodore era abbastanza tranquillo e aveva tenuto la mano ad Alyssa per tutto il tragitto senza mai lasciarla. Solo quando vide lo sguardo del preside sulle loro mani, si rese conto di ciò e lasciò la mano in contemporanea ad Alyssa, che guardava Silente, imbarazzata.

-Signorina Black, che piacere vederla ancora integra, devo avvertire subito i professori che è tornata!- disse Silente, con un sorriso rassicurante.

-Signor Nott, credo proprio che lei sia fuori l'orario massimo. Converrà con me che la nostra Alyssa ha bisogno di riposo e tranquillità dopo la serata che ha avuto, non è il caso che andiate in giro per il castello-

-Vorrei rimanere comunque con lei- disse Theodore e ad Alyssa parve di vederlo trattenere il respiro.

Silente sorrise, lanciando un'occhiata fugace alla ragazza e annuì, per poi riaprire la porta dietro di lui.

-Se fa ancora in tempo, va con loro- disse per poi andare verso le scale. -Ah! Un'ultima cosa- disse poco prima di prendere le scale. -Abbiamo scommesso io e la professoressa McGranitt, non fatemi perdere vi prego-

Alyssa e Theodore si guardarono confusi. La ragazza scosse il capo ed entrò di corsa in infermeria, dove al centro della stanza, Hermione e Harry erano come abbracciati e guardavano qualcosa tra le mani della giovane Grifondoro. I due ragazzi sussultarono non appena udirono i passi alla porta ma si tranquillizzarono quando videro chi era appena entrato. Hermione le sorrise raggiante e fece per raggiungerla ma Harry la bloccò e solo allora Alyssa si rese conto che erano legati assieme da una collana.

Fu lei a correre verso di loro mentre Theodore rimase a debita distanza, facendo solo un cenno con la mano come a indicare la sua presenza. Ron era sdraiato in uno dei letti dell'infermeria e sbuffò alla vista del Serpeverde.

-Che diavolo ci fa Nott qui?!- chiese Ron guardandolo con disprezzo.

-Devi sempre parlare, traditore del tuo sangue?- chiese Theodore, guardandolo, con indifferenza.

Alyssa fece cenno all'amico di tacere, cosa che a malincuore fece, non era infatti il momento di star lì a discutere di cose futili e Theodore se n'era accorto un po' prima di Ron Weasley.

-Paura Nott eh?- rispose Ron ghignando e facendo alzare gli occhi al cielo a Hermione.

-Alyssa dov'eri finita?- chiese Harry, incurante del cenno di Theodore.

La schiena di Alyssa si irrigidì impercettibile agli occhi dei ragazzi, ma ben visibile da Theodore, che si trovava alle sue spalle. -L'ho perso- rispose, abbassando lo sguardo.

-Dobbiamo muoverci, dobbiamo salvare Sirius dai dissennatori!- esclamò Harry mentre provava ad allungare ulteriormente la collana, senza badare allo stupore di Alyssa.

-I...dissennatori?- chiese in un sussurro.

Theodore si avvicinò a lei e le mise una mano sulla spalla in segno di conforto, mentre Hermione la guardava, mordendosi il labbro inferiore.

-Si, è stato catturato e tra poco...lo uccideranno se non facciamo subito qualcosa- disse Hermione, seria.

Gli occhi di Alyssa si spalancarono e un velo di lacrime le annebbiò la vista.

-Che cosa?!-

Suo padre stava per morire, la stava per lasciare di nuovo e questa volta, era per sempre.

-Alyssa non preoccuparti, torneremo indietro nel tempo e lo salveremo, te lo prometto!- le disse Hermione, con sguardo sicuro. -All'inizio dell'anno il preside mi ha dato una giratempo per poter seguire tutte le lezioni e ora la stiamo usando per salvare Sirius-

-Maledizione! Questa collana non si allunga- esclamò con rabbia Harry. -Deve venire anche Alyssa-

-Harry, non c'è più tempo bisogna andare!- rispose Hermione guardandolo. -Lascio io il mio posto- fece per togliere la collana ma Alyssa la fermò.

-Andate voi- disse con decisione. -Io non sono abbastanza forte, voi si. Salvatelo-

Hermione annuì e iniziò ad armeggiare con la giratempo, mentre Harry contemplava il volto di Alyssa. -Lo salveremo, stanne certa-

Ma Alyssa non fece in tempo a rispondergli, che ormai i due erano scomparsi.

***

Alyssa si voltò verso Theodore e l'abbracciò forte. Dal canto proprio Theodore la strinse a sé, intuendo di cosa avesse bisogno la ragazza in quel momento e non curandosi dell'espressione schifata che aveva Weasley nel guardarli.

-Ma fate sul serio?- esclamò inorridito.

-Weasley vuoi stare zitto?- chiese Theodore, guardandolo.

Alyssa si staccò da Theodore e fece per  avvicinarsi a Ron, che continuava a guardare il giovane Serpeverde come se questo avesse il vaiolo di Drago. Non fece in tempo a chiedergli come stava che sulla soglia della porta, comparvero nuovamente Hermione e Harry, con un sorriso sulle labbra. Alyssa pensò di essere impazzita, vedendoli già di ritorno da che erano scomparsi.

-Ma come avete fatto a tornare così in fretta?- chiese Theodore, sconcertato.

-Fino a poco fa eravate lì!- disse Ron indicando il posto da dove i due amici erano partiti poco prima.

Harry e Hermione risero, sentendo quelle parole e si tolsero la collana dal collo. Si avvicinarono a loro e Hermione guardò Alyssa.

-Ce l'abbiamo fatta, Alyssa- disse Hermione sorridendo.

Le due ragazze si abbracciarono.

***

Il piccolo villaggio di Al'Kim era praticamente deserto a quell'ora, si udivano solo alcuni maghi che si erano attardati nel malandato bar gestito da un grezzo uomo del posto. Quel luogo era perfetto, per le persone che non volevano avere problemi e questo lei lo sapeva bene.

Stava aspettando già da un po' l'arrivo di Minus e ormai la pazienza stava per terminare, passeggiava avanti e indietro per il vecchio cimitero del villaggio, senza preoccuparsi di non calpestare le tombe a terra. Il cappuccio sul capo le iniziava a dar fastidio, ma non doveva toglierlo per nessun motivo, nessuno doveva vederla in volto e anche se li non la conoscevano, odiava quando qualcuno guardava il suo viso segnato dalla cicatrice. Un pof la fece voltare verso una tomba ormai dimenticata da tutti, dove comparvero Minus e il suo aiutante.

-Come mai tutto questo tempo?- chiese la donna, mentre si avvicinava a loro.

-L'ho trovato che parlava con la figlia di quel Black- rispose l'uomo mentre si aggiustava la giacca sulle spalle.

A quelle parole, la donna s'irrigidì ma nessuno dei due se ne accorse e di questo ne fu grata. Minus aveva parlato con Alyssa, già pensare questo era al quanto surreale per lei, mai aveva immaginato di dover preoccuparsi proprio di una situazione del genere.

-E di cosa avete parlato?- chiese la donna guardando Minus, ben nascosta dal suo cappuccio.

Minus trattenne il respiro di questo, la donna se ne accorse e già dei dubbi sulla validità delle parole che stava per dire Minus le balenarono in testa.

-Mi sono scusato per aver ucciso Dahlìa- disse con tono incerto.

-Tu menti- disse la donna mentre afferrava la bacchetta.

-No! Non ti mentirei mai!- urlò l'uomo, cadendo ai piedi della donna con fare supplichevole.

La donna lasciò la bacchetta al suo posto e si voltò, facendo segno ai due di seguirla.

-Lo sai che so sempre quando menti, Peter- disse mentre camminava.

-Non ti mentirei mai, Grace!- rispose Minus mentre la seguiva.

Da tanto tempo nessuno la chiamava più così.

Grace.

***

Cara Alyssa,

Mi dispiace così tanto di essere andato via così, senza neanche dirti dove andrò e cosa farò, ma non preoccuparti. Troveremo una soluzione, non voglio più perderti figlia mia. Per adesso, goditi gli ultimi giorni a Hogwarts prima delle vacanze estive e vedrai che andrà tutto per il meglio.

Con amore

Sirius

-Cosa dice la lettera?- chiese Lavanda mentre sistemava i libri dentro la sua borsa.

Alyssa alzò lo sguardo verso di lei sorridendole, mentre ormai la classe era praticamente vuota, solo poche persone erano si erano attardate a rimettere le proprie cose in ordine. Alyssa si alzò pigramente dalla sedia, mentre ripiegava il foglio e lo metteva nella tasca della toga.

-Era mio nonno, dice che puoi venirci a trovare questa estate- disse mentre riprendeva i suoi libri.

-Sai, non credo di star molto simpatica a tuo nonno- rispose Lavanda, inarcando il sopracciglio. -L'ultima volta che sono venuta da voi e gli ho parlato dell'importanza della divinazione nella medicina, non mi ha rivolto la parola se non strettamente necessario-

Alyssa ridacchiò al ricordo delle parole poco carine del nonno nei confronti della sua amica ma non disse nulla e si mise la tracolla in spalla. -Tranquilla Lav, gli sei simparica-

-Alyssa, vieni anche tu oggi a studiare sulle sponde del lago?- le chiese una voce familiare alle sue spalle.

-Ci sto, Harry-

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 - Vacanze e Pozioni ***


NOTA BENE:  Per chi ha già letto gli altri capitoli, sono stati tutti revisionati quindi consiglio vivamente di andarli a rileggere! C'è solo un errore nel capitolo 13 o 14 (scusate ho un vuoto di memoria) dove nomino il villaggio russo di Al'Kim, ecco il villaggio non è russo ma bulgaro. Ah un'altra cosa, il capitolo Natale 1978 l'ho rimosso per poterlo revisionare, appena sarà pronto lo pubblicherò 

Capitolo XVI

Se c'era una cosa che il signor Black proprio non sopportava, erano i peli di cane sparsi per il pavimento. Se li ritrovava ovunque e ogni volta doveva chiedere a Kreacher di ripulirgli i pantaloni o la giacca.

Ma se c'era una cosa che il signor Black adorava, era riavere in casa suo figlio.

***

Era accaduto tutto in una mattina di giugno, quando Alyssa portò in casa un cane. Orion non fece in tempo a farglielo cacciare via che il cane si trasformò in un uomo, vestito di stracci e con il volto scavato. L'anziano Black ci mise un po' a riconoscere gli occhi di sua moglie e per un secondo s'immaginò di rivederla.
Ma quell'attimo passò in fretta e si rese conto di avere di fronte a lui suo figlio, Sirius.
Lo guardò per un tempo che sembrò eterno, prima di avviarsi su per le scale.

-Kreacher, prepara la sua vecchia stanza- esclamò quando fu alla fine della rampa.

Sirius Black era tornato a Grimmauld Place.

***

Orion dopo quel giorno ci mise un po' ad abituarsi all'idea. Passò giorni interi nella stanza degli arazzi dove vi erano raffigurati tutti i membri della dinastia Black, indeciso su cosa fare. Phineas lo aveva implorato di cacciarlo di casa ma sapeva che Walburga non avrebbe mai accettato di perderlo nuovamente.

Dopo una settimana uscì da quella stanza e si unì a suo figlio e sua nipote per la colazione. L'entrata di Orion nella sala da pranzo fece ammutolire i due, Alyssa si alzò e andò dal nonno per dargli un bacio sulla guancia mentre Sirius si limitò a fargli un cenno con la mano. Orion si andò a sedere a capo tavola e fece segno ad Alyssa di accomodarsi. I tre rimasero in silenzio, Alyssa sorseggiava il suo succo di zucca mentre lanciava occhiate prima a suo nonno poi a suo padre. Sirius mangiucchiava il minimo indispensabile, sicuro che di li a poco suo padre gli avrebbe rinfacciato tutto e costretto ad andarsene.
Orion guardava suo figlio mentre Kreacher gli serviva il porridge.

-Ad Azkaban ti davano da mangiare abbastanza?- gli chiese, guardandolo.

Sirius sobbalzò a quelle parole e lo incenerì con lo sguardo, sicuro che fosse una frecciatina.

-No, il cibo bastava a stento per andare avanti- rispose, gelido.

Orion annuì e iniziò a mangiare il suo porridge con tranquillità.

-Allora mangia, devi recuperare le forze- disse con naturalezza. -Kreacher, prepara a Sirius delle uova con pancetta per favore-

Alyssa spalancò gli occhi alla richiesta del nonno e gli sorrise. Sirius lo guardò sorpreso ma non disse nulla, iniziando a mangiare di gusto il porridge. La colazione continuò nel rigoroso silenzio, Orion faceva finta di nulla mentre Sirius non la smetteva di ingurgitare cibo. Al termine del pasto i tre si alzarono, Orion fu il primo ad arrivare alla porta.

-Sirius gradirei parlarti in privato nel mio ufficio- esclamò prima di uscire.

Sirius annuì nonostante Orion non potesse vederlo e lo seguì. I due si spostarono in ufficio e ne uscirono solo cinque ore dopo.

Alyssa non seppe mai cosa si dissero i due uomini, dopo quella riunione padre-figlio le furono esposte solo direttive su come comportarsi. Sirius sarebbe rimasto sottoforma di cane ogni volta che in casa c'era qualche ospite, gli avrebbero trovato un nome adatto a un canide e soprattutto Alyssa non doveva raccontarlo a nessuno, Theodore compreso. Le direttive furono accettate di buon grado dalla ragazza, finalmente felice di riavere una figura paterna nella sua vita.

A Theodore raccontò di averlo incontrato, gli disse che non credeva che suo padre avesse a che fare con l'omicidio di sua madre e si limitò a dirgli che non aveva più contatti con lui da quando era fuggito, in fondo non le serviva avere qualcun altro nella sua vita. Suo nonno le bastava e Theodore le credette ma non accettò di vedere nella casa della sua amica il meticcio incontrato a Hogwarts.

-Mi ha seguita, ci credi?- gli aveva detto mentre lo accarezzava.

Theodore annuì scettico mentre il cane gli ringhiava contro.

***

Due mesi dopo

Se c'era una cosa che Theodore adorava di quei giorni, era stare in giardino a leggere con lei.

Non si erano visti per due mesi, Alyssa era andata in Irlanda con suo nonno e con il suo nuovo animale da compagnia. Gli aveva mandato foto del Selciato dei Giganti, luogo di ritrovo per la festa delle streghe in luglio e il museo dei più grandi maghi della storia irlandese. Theodore scalpitava ogni volta che vedeva il gufo di Alyssa bussare alla sua finestra, era la prima volta che la sua amica andava in vacanza fuori dal l'Inghilterra ed era davvero felice per lei.

Quando Alyssa tornò, il signor Nott invitò i Black per una merenda e fu allora che Theodore si rese conto del cambiamento nella sua amica. I suoi capelli erano più corti, le arrivavano appena sotto le spalle e si era fatta una frangetta che le incorniciava il volto inoltre era sicuro fosse più alta rispetto a giugno. Sta di fatto che quel sorriso lo trovò davvero bello.

Erano tornati ad essere inseparabili, passavano la maggior parte del tempo nel giardino di casa Nott a leggere e a giocare agli scacchi dei maghi.
Una sera, non appena Alyssa fu fuori da casa Nott, Theodore fu vittima delle varie occhiate di suo padre tanto da credere che potesse leggergli nel pensiero.

-Invita i Black a venire a vedere la finale di Quidditch con noi- esclamò il signor Nott, prima di prendere un sorso di vino. -Alyssa gioca a Quidditch giusto?-

-Si! È un'ottima battitrice, la migliore- rispose Theodore con fervore per poi abbassare lo sguardo, imbarazzato.

L'uomo sorrise alla vista del suo disagio.

-Allora è perfetto, scrivi ai Black- confermò, mentre tagliava la carne. -Anzi no, vai direttamente a casa loro-

-Va bene, padre- rispose Theodore, guardandolo. -Domani andrò a Grimmauld Plade per invitarli-

***
Quella mattina Alyssa si era svegliata presto ed era andata nella vecchia stanza un tempo adibita ad aula studio. Prima della partenza per l'Irlanda, aveva reso quella stanza il suo laboratorio di pozioni personale e ogni mattina ci passava ore a preparare intrugli di cui sia suo padre che suo nonno avevano paura. Di ritorno dal viaggio, aveva intensificato quel suo hobby, le mensole che aveva fatto montare a suo padre erano piene di ampolle e nel calderone aveva sempre una pozione. Era una pratica che la rilassava parecchio e non aveva potuto continuare in Irlanda. Sorrise al ricordo di quei due mesi a dir poco fantastici, suo nonno aveva deciso di voler cambiare aria per un po' e i tre erano andati a stare in un villaggio di maghi vicino Belfast. Era una situazione quasi surreale avere a fianco suo nonno e suo padre sotto forma di cane, eppure si era sentita completa come mai prima. L'unico lato negativo era la mancanza di sua nonna. Walburga le mancava ogni giorno di più anche se non voleva darlo a vedere con suo nonno. Quei mesi in Irlanda erano stati per lei liberatori, anche se suo padre si comportava come un bambino capriccioso.
Da quando avevano avuto quella discussione nell'ufficio di suo nonno, Sirius tendeva a non voler parlare con Orion e Alyssa aveva dovuto discutere animatamente con lui per questi comportamenti infantili.

-Alyssa?- la chiamò suo nonno sulla soglia della porta.

Alyssa alzò lo sguardo verso di lui incuriosita mentre continuava a girare la pozione nel calderone. Suo nonno infatti tendeva a non volerla disturbare quando era in quella stanza, anche per paura che lo costringesse a provare una sua creazione.

-C'è Theodore- continuò il nonno, indicando una figura alle sue spalle.

Alyssa sorrise di riflesso, sentendo il nome dell'amico e fece segno di farlo entrare. Orion si spostò appena per dare la possibilità al ragazzo di accedere nel covo di sua nipote. Theodore non entrava in quella stanza dall'ultima lezione all'età di dieci anni e mezzo e rimase sorpreso nel vederla arredata in quel modo. Non era rimasto nulla dell'aula, c'erano solo ingredienti, scaffali pieni di ampolle e un tavolo con un calderone.

-Ciao, Theo- esclamò sorridendo mentre era tornata a dare la sua attenzione alla pozione davanti a lei.

-Faccio preparare la limonata. Vi aspetto in salotto- disse Orion. -Non assaggiare nulla se te lo chiede- sussurrò l'uomo al ragazzo, che annuì.
Sottofondo si udivano i ringhi di Sirius.

-Ciao Alyssa- rispose, Theodore sorridendole mentre si avvicinava a lei.

In quei due mesi Theodore era notevolmente cambiato. Il suo tono di voce era diventato più profondo ed era decisamente più alto rispetto a lei. Non aveva più i capelli sempre ben fatti e quel cespuglio di capelli neri era qualcosa che la ragazza adorava.
Nonostante i cambiamenti fisici Theodore era rimasto il ragazzo di sempre.

Alyssa si sistemò la frangetta, sbuffando mentre la pozione nel calderone bolliva.

-Non oso chiederti come mai hai un laboratorio apposito per le pozioni- disse Theodore, guardando le ampolle sugli scaffali. Rabbrividì leggendo i nomi degli ingredienti.

-Mi rilassa preparare pozioni, lo sai- rispose la ragazza mentre girava il mestolo e con la mano libera prendeva l'ampolla vuota vicino a lei.

-Si ma addirittura un laboratorio?- chiese Theodore, sconcertato.

Alyssa fece spallucce mentre riempiva il contenitore di pozione, stando attenta a non farsela cadere sulle mani.

-Penso anche al futuro, Theo. In questi giorni sto seriamente prendendo in considerazione l'idea di specializzarmi in pozioni-

-Ti vedevo adatta come Auror, sai?- esclamò Theodore, guardandola.

-Pff, vuoi mettere salvare o uccidere con una semplice bevanda? Le pozioni sono arte, non sempre l'azione può salvare le cose- rispose Alyssa, mentre poggiava l'ampolla piena e ne prendeva un'altra vuota.

Theodore la guardò e rimase per qualche secondo a fissarla. Lei era così concentrata che non se ne accorse, non si accorse neanche che attorno a loro era apparso il silenzio. Sembrava si fosse dimenticata di essere in compagnia e a Theodore non dispiacque poterla guardare con calma.

-Alyssa?-

-Si?-

-Posso almeno sapere cosa stai preparando?- chiese il ragazzo, spostando la sua attenzione verso il calderone.

-Pozione Scacciabrufoli- rispose, chiudendo l'ultima ampolla.

-Ma tu non hai brufoli- rispose Theodore, sconcertato.

-Vedi? Funziona allora- rispose Alyssa, alzando finalmente lo sguardo verso di lui, ridendo. -La sto facendo per Lavanda, me l'ha chiesta quando ha visto i risultati su di me-

-Tu... Tu provi quello che... Fai?- chiese, sconcertato. Sapeva farla anche lui quella pozione ma non voleva comunque che lei le provasse sulla sua pelle. Il pensiero che facesse pozioni da sola senza la supervisione di Piton lo faceva rabbrividire.

Alyssa annuì e iniziò a rimettere tutto al proprio posto. - Ovvio. Ho scoperto che se ci metto due foglie di alloro ti rende anche la pelle più morbida. Solo due però mi raccomando- esclamò mentre prendeva un foglio di pergamena per scriverci qualcosa.
-Hai presente Anthony Goldstein?-

Theodore fece una smorfia e annuì, invitando Alyssa a continuare.

-Mi ha scritto questa estate-

-Lui... Ti ha scritto?- disse sperando di aver sentito male.

Alyssa annuì. - Si, mi ha chiesto se voglio entrare a far parte del club di pozioni- disse sorridendo. -Nel club ci sono praticamente tre ragazzi di Corvonero, una di Tassorosso e un ragazzo di Serpeverde, sarei l'unica Grifondoro a farne parte da quando c'è Piton come professore di Pozioni. Gli è arrivata la voce che sono brava a pozioni e ha chiesto al professore se posso entrare nel club, sai Goldstein è il leader del gruppo, non appena il professore ha accettato, mi ha invitata a partecipare- disse con una punta di orgoglio nella voce.

-E tu?-

-Ho, ovviamente, accettato. Sarà divertente! Sai che chi entra nel club di pozioni ha la possibilità di accedere ad alcuni libri della sezione proibita?!- chiese con entusiasmo.

Theodore non era altrettanto contento di saperla in un club dove potevano creare... Beh, non voleva neanche pensarci, ma vederla così felice non poteva non farlo sorridere.

-Dai, raggiungiamo mio nonno-

I due uscirono dalla stanza, Theodore la seguiva a poca distanza in silenzio mentre Alyssa quasi saltellava. Arrivati in salotto Orion era già seduto sulla sua poltrona con a fianco Sirius, che continuava a ringhiare contro il nuovo arrivato, nel contempo entrò anche Kreacher, che posò il vassoio sul tavolino e tornò in cucina. Theodore deglutì alla vista del cane ma né Orion né Alyssa se ne accorsero, l'uomo fece segno al ragazzo di sedersi mentre teneva a stento il cane al guinzaglio.

Non appena i due ragazzi si sedettero, Orion versò della limonata nei bicchieri e ne porse uno a Theodore, che accettò di buon grado visto il caldo afoso di quei giorni.

-Sono venuto qui per invitarvi a venire con noi alla finale della coppa del mondo di Quidditch- disse subito Theodore, dopo aver preso un lungo sorso di limonata.

I Black lo guardarono per un attimo, Orion spostò lo sguardo verso Sirius e si voltò di nuovo in direzione di Theodore, che attendeva una risposta.
Dal canto suo, il viso di Alyssa si era aperto in un ampio sorriso, già si vedeva sugli spalti a tifare per l'Irlanda.

-Mi dispiace ma non... -

-Oddio certo che si!-

Nonno e nipote si guardarono, il primo le lanciò uno sguardo accusatorio mentre Alyssa lo guardava con aria interrogativa. Orion odiava quando la nipote superava la sua autorità, per quanto fosse sempre stato permissivo, certe cose davanti a degli ospiti non dovevano accadere. Sirius abbaiò in direzione della figlia e Alyssa si rese conto del motivo per cui suo nonno aveva detto di no.

-Oh già... Non possiamo, mi dispiace-

Theodore rimase sorpreso dalla risposta dei due Black ma rimase con la sua solita espressione indifferente mentre dentro di sé si dispiaceva da morire per quel rifiuto.

-Beh... Se cambiate idea sapete dove trovarci- esclamò sorridendo cordialmente al signor Black.

***

Appena il ragazzo fu fuori dal numero 12 di Grimmauld Place, Sirius tornò nelle sembianze umane e si affacciò alla finestra a guardare la figlia che salutava quell'indegno ragazzo.

-Non mi piace quello li- esclamò, assottigliando lo sguardo per vederlo meglio.

Orion trattenne a stento una risata che riuscì a camuffare in un colpo di tosse. -È un bravo ragazzo, Sirius. Solo tu non te ne accorgi-

Sirius si voltò verso il padre e lo trucidò con lo sguardo. -È figlio di un mangiamorte e mia figlia non deve averci nulla a che fare con loro-

-I tempi sono cambiati, Sirius-

-Io non dimentico! È a causa della storiella del sangue puro che ci siamo divisi!- esclamò, alzando la voce. -È a causa delle vostre convinzioni se Regulus non è più qui!-

Orion abbassò lo sguardo e non rispose.

-Tu parlavi e basta. Non c'eri quando i miei amici cadevano in battaglia. Per te il sangue puro era una giusta anzi, giustissima causa!- esclamò, urlando. -E guardati adesso, vivi solo con tua nipote e l'elfo in attesa di raggiungere quella megera di tua moglie-

-Non parlare così di tua madre!- urlò Orion.

-Mi ricordo che il tuo amichetto Nott faceva parte dei Mangiamorte, si è salvato da Azkaban solo per un fottuto miracolo. Se pensi che manderò Alyssa con loro sei fuori di testa- continuò Sirius, fissandolo.

Orion rialzò gli occhi verso di lui ma a differenza di quello che credeva Sirius, non lo stava guardando male.
Era solamente dispiaciuto.

-Ho perso prima te e poi Regulus. Non perderò anche Alyssa ma ciò non toglie che sono nostri amici, Sirius. I tempi, come ti ho già detto, sono cambiati da la possibilità a Alyssa di sbagliare-

-E tu dammi la possibilità di fare il padre- rispose Sirius.

Alyssa aveva ascoltato la conversazione senza però farsi notare. Rimase appoggiata al muro, con una lacrima solitaria che le solcava la guancia destra, ad ascoltare quelle parole che per lei erano come lame.

-Kreacher?- disse, sapendo che l'elfo la stava guardando dalla porta della cucina.

-Si, signorina?- disse Kreacher, avvicinandosi di corsa a lei.

-Avvisa che vado dalla mia amica Lavanda, questa sera. Devo portarle la pozione-

***

Era passata una settimana da quando Theodore era andato a casa loro per invitarli e Alyssa aveva parlato lo stretto indispensabile sia con il nonno che con il padre. Si sentiva maledettamente in colpa anche solo perché parlava con Theodore e non voleva creare ulteriori problemi ai due, che stavano tentando di riprendere i rapporti. Aveva evitato di andare a casa di Theodore, prediligendo la creazione di pozioni e la compagnia di Lavanda. Aveva anche pensato di scrivere a Hermione di vedersi ma si era subito ricordata che la ragazza era una babbana e non le era semplice andare a Diagon Alley senza i genitori.

Era chiusa nel suo laboratorio di pozioni quando suo nonno bussò alla porta.

-Avanti-

-Alyssa, c'è una lettera per te- esclamò ed entrò nella stanza.

Alyssa posò l'ampolla piena di Antidoto per veleni comuni e afferrò la lettera dalle mani del nonno.

-È da parte di Hermione- disse mentre leggeva. -Mi sta invitando ad andare a vedere la finale di Quidditch con lei e gli altri-

Orion le sorrise, pensando che finalmente non avrebbe più tenuto il muso né a lui né a Sirius. -Beh è una bella notizia no?-

Alyssa annuì titubante e Orion la guardò meglio. -Non vuoi andarci?-

-No nonno, non è quello. Sarebbe fantastico vedere la partita- rispose la ragazza.

-Dov'è il problema allora, Alyssa?- chiese il nonno, appoggiandosi al tavolino dove si trovava il calderone. -Spegni il fuoco, Alyssa. La pozione si sta surriscaldando-

Alyssa eseguì subito e si maledì quando vide che la pozione era andata a male. Sospirò e guardò il nonno. -Sinceramente avrei voluto vederla con Theodore-

Orion la guardò e sorrise, gli tornò in mente il discorso che Walburga gli fece qualche anno prima e scosse il capo, iniziando a pensare che forse la donna aveva ragione.

-Alyssa, tuo padre non si è abituato all'idea della tua amicizia con Theo ma voglio dirti una cosa- disse, andando a sedersi sulla sedia. -Non farti dire da nessuno chi frequentare, sii sempre tu a decidere. Ho sbagliato sia con tuo padre che con tuo zio ma con te non voglio. Sentiti libera di andare con chi vuoi a questa benedetta partita e sappi che se vuoi andare con questa Hermione non c'è nessun problema perché Theodore lo vedrai li-

Alyssa sorrise sincera e guardò il nonno. -Sai che c'è nonno? Hai ragione, rispondo a Hermione e vado con lei, tanto Theodore lo vedrò li. È giusto che dia il mio tempo anche agli altri-

Orion le sorrise mentre la ragazza iniziava a rimettere apposto il calderone.

Solo nascosto dietro la porta Sirius si rese conto che suo padre era davvero cambiato.

***

Al'Kim era in subbuglio quella sera, per le strade imperversavano i  festeggiamenti per l'arrivo in finale della squadra bulgara ai mondiali di Quidditch. Le urla e i vari brindisi dal piccolo appartamento sopra il bar si sentivano a malapena. Nonostante infatti avesse usato un incantesimo per insonorizzare le pareti, il fracasso era così forte che un poco si sentiva.
All'ennesimo urlo aveva arricciato le labbra ma non aveva fatto nulla, si era limitata a prendere un sorso di acquaviola mentre davanti a lei i due uomini la guardavano.

-Si farà alla finale. Lui ha parlato- disse, mentre posava il bicchiere sul tavolo

Minus annuì titubante mentre l'altro uomo la guardava.

-Questo lo sappiamo. Si può sapere perché io sono qui?!- chiese con aria annoiata.

Lei lo guardò e gli sorrise.
Un sorriso che fece rabbrividire Minus ma che non scalfì l'altro.

-Tu ti occuperai di richiamare gli altri- rispose la donna, continuando a sorridere.

-Perché, tu non hai le manine per farlo?- chiese con strafottenza.

Fu un attimo.
La donna prese la propria bacchetta e la puntò contro l'uomo seduto di fronte a lei.

-Crucio!- esclamò.

Una luce verde inondò l'uomo, che cadde a terra in preda alla tortura.

La donna si avvicinò a lui mentre la maledizione continuava a torturarlo, provò goduria nel vederlo contorcersi sotto la sua bacchetta. Si chinò su di lui puntandogli ancora la bacchetta al petto e avvicinò il viso a quello del malcapitato.

-Non. Parlarmi. Mai. Più. Così. Barty- disse, scandendo parola per parola. -Non ho più pazienza, l'ho persa dodici anni fa-

Si rialzò e rimise la bacchetta al proprio posto. Barty si mise in ginocchio e si alzò, appoggiandosi alla sedia da dove era caduto.

-Scusa, Grace-

ANGOLO AUTRICE

Eccoci qui dopo anni con un altro capitolo. In realtà ho rimesso mano a questa fan fiction da novembre, revisionando tutti i capitoli già scritti. Vi vorrei dire giusto due cose: la prima è che la festa delle streghe al Selciato dei Giganti e il museo di maghi irlandesi è una mia piccola licenza poetica che mi sono presa, ciò non viene mensionato nei libri. Un'altra cosa è l'aggiunta di foglie di alloro nella pozione Scacciabrufoli, anche qui è una mia idea, la Rowling non mensiona nulla del genere. 
Spero che vi sia piaciuto, sto già lavorando al capitolo successivo.

_L_Black_

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 - Campeggio ***


Capitolo 17

Quando suo nonno aveva saputo dove sarebbe andata a dormire, per poco non ce la mandava più alla finale. Per fortuna sua, Orion Black era un uomo di parola e quando Molly Weasley si presentò nel suo caminetto non fece nulla, offrì della limonata a lei e alle due ragazze che si era portata dietro. Le ragazze poi si spostarono quasi subito in camera della giovane Black, lasciando la signora Weasley e Orion da soli in salotto. Alyssa dall'inizio dell'estate si era spostata in camera di suo zio Regulus, dove c'erano ancora affissi i poster di Serpeverde e la coppa di suo zio, vinta per esser stato il migliore cercatore della casata nell'anno 1979. Suo nonno aveva deciso di ridare la stanza a Sirius, incurante che quella era la camera di sua nipote ma in fondo non le dispiaceva stare li. Non era mai stata legata a suo zio, sapeva solo ciò che i suoi nonni le avevano raccontato, senza però dirle come fosse realmente lui in vita. L'unica cosa che aveva in comune con lui era il Quidditch e sicuramente avrebbe usato il suo manico di scopa per qualche partita.

Alyssa stava mettendo le ultime cose nella borsa che si sarebbe portata alla partita mentre Ginny Weasley, che si era aggiunta all'ultimo a quell'uscita, guardava le poche fotografie appese alle pareti.
Hermione invece era visibilmente a disagio in casa Black e non faceva nulla per nasconderlo, si sedette sul letto solo dopo vari inviti da parte di Alyssa, che non comprendeva minimamente l'imbarazzo dell'amica.
Alyssa e Hermione erano diventate amiche dopo le vicissitudini della Stamberga Strillante mentre con Ginny aveva iniziato realmente a chiacchierarci al ritorno sull'espresso per Hogwarts.

-Tuo zio era veramente bello- esclamò Ginny, guardando una foto dell'uomo, che lo ritraeva con il suo manico di scopa, dopo una partita.

Alyssa alzò lo sguardo dalla borsa e le sorrise. -Che vuoi farci, i Black sono belli- disse facendo spallucce. -Zio Regulus non faceva eccezioni-

Le ragazze ridacchiarono e Hermione la guardò infilare un cardigan all'interno della borsa per poi chiuderla. -Ma stai usando un incantesimo di estensione?-

Alyssa annuì mentre si metteva la borsa a tracolla. -Si, lo ha fatto il nonno non io. Andiamo ragazze?-

Le due annuirono e la seguirono fuori dalla camera. I quadri le fissavano insistentemente, abituati a vedere solo Theodore e a volte Lavanda, quelle ragazze erano una vera novità per loro. Tuttavia tutti quegli occhi addosso facevano sentire a disagio sia Hermione sia Ginny, che non appena arrivarono in salotto alla presenza di Molly e Orion, tirarono un sospiro di sollievo. Sirius sottoforma canina si avvicinò a Hermione per farsi accarezzare, cosa che la ragazza fece con piacere non vedendolo da quella sera a Hogwarts.

-Alyssa ho parlato con la signora Weasley- esclamò Orion non appena la nipote entrò nella stanza. -Tornerai a casa il giorno dopo la partita- fece una pausa mentre si avvicinava a lei. - Sta attenta- disse con un tono di voce più basso. - Scusi se mia nipote ci ha messo un po' a preparare le sue cose- disse, volgendo il capo verso Molly.

La signora Weasley scosse il capo e sorrise mentre faceva segno alle ragazze di avvicinarsi al camino. -Ma si figuri, signor Black. Sono contenta mi sia capitata sua nipote, a mio marito è toccato andare a riprendere Harry Potter- disse ridacchiando. - Gli zii di quel ragazzo sono così particolari-

Orion s'irrigidì al suono di quel nome ma riuscì a nasconderlo a tutti tranne che suo figlio, che lo guardava in silenzio.

-Su ragazze, la cena si sta cucinando da sola e non mi fido molto di quelle padelle- esclamò sbrigativa.

Le tre si avvicinarono a lei e Hermione fu la prima a passare con la metropolvere.

-La Tana- esclamò con fermezza prima di sparire.

-Dai Alyssa cara, va tu- disse Molly, sorridendole dolce.

Alyssa annuì e si posizionò tra la cenere del caminetto, Molly le passò una manciata di cenere e la ragazza l'afferrò senza esitazione. - La Tana- disse con fermezza, lasciando cadere la cenere ai suoi piedi.

***

Il trambusto della Tana le invase le orecchie al suo arrivo. Era arrivata nel camino della cucina, dove due ragazzi dagli inconfondibili capelli rossi parlavano seduti al tavolo. Non appena si accorsero del suo arrivo, la guardarono incuriositi, sicuramente non avevano mai avuto il piacere di trovarsi davanti una Black.
Il primo ad alzarsi fu il ragazzo più basso, che si avvicinò a lei sorridendo gentilmente.

-Devi essere Alyssa Black- disse continuando a sorridere. -Io sono Charlie- continuò porgendole la mano.

Alyssa strinse con piacere la mano di Charlie e si accorse subito che aveva le dita tozze e piene di calli. Si chiese che lavoro potesse fare per trovarsi le mani così rovinate e stava quasi per proporgli una pozione che aveva provato da poco quando il secondo ragazzo le si avvicinò porgendole la mano.

-Io invece sono Bill, piacere- disse sorridendo.

La ragazza stava per stringergli la mano quando delle urla provenienti dalla stanza a fianco la fecero sobbalzare.

-VI HO DETTO CHE NON VOGLIO ASSOLUTAMENTE QUELLE INVENZIONI IN CASA MIA!- urlò Molly Weasley, che era tornata tramite il camino della sala.

Bill e Charlie alzarono gli occhi al cielo, reprimendo una risata.

-Tranquilla, Alyssa tutto ciò è normale amministrazione- le spiegò Bill, sorridendole.

Alyssa annuì scettica e finalmente si guardò attorno. La cucina di casa Weasley era un caos anche se fosse stata vuota, la cena si stava cucinando da sola mentre nel lavandino, alcune stoviglie se le stavano dando di santa ragione. Le venne in mente Kreacher nella cucina di Grimmauld Place e si dispiacque per lui. Dovette però mettere da parte i suoi pensieri quando Molly entrò come un treno in cucina, seguita a ruota da Fred.

-Ma mamma non capisci- esclamò Fred.

-FREDERICK WEASLEY, TI CONVIENE NON CONTINUARE!- urlò nuovamente Molly, prima di accorgersi della presenza di Alyssa in cucina. - Oh Alyssa cara- le disse sorridendo. -Hai fame? Ti vedo sciupata-

Bill e Charlie scoppiarono a ridere mentre Alyssa era ancora sorpresa del repentino cambiamento in Molly.

-Ehm, no grazie. Ho mangiato a casa- borbottò ancora scossa.

-Hey Black, benvenuta a la Tana- esclamò Fred sorridendo.

Alyssa gli sorrise a sua volta. -Ciao Fred, come stai?-

Fred lanciò uno sguardo alla madre, che si era avvicinata ai fornelli per controllare la situazione.

-Bene! Vieni di la, che ci sono anche gli altri- rispose Fred sorridendo innocente.

Alyssa stava per rispondere quando Molly sbattè la padella sul banco e senza voltarsi esclamò. -TU NON TI MUOVI DI QUI! GEORGE VIENI SUBITO IN CUCINA!-

Fred deglutì mentre Bill portava Alyssa in salotto.

-Tranquilla, è tutta l'estate che fa così. Ha scoperto che Fred e George stanno mettendo su un impresa dal nome Tiri Vispi Weasley. Praticamente è un negozio di scherzi da fare concorrenza all'emporio di Zonko- le spiegò il ragazzo mentre camminavano.

-Mamma ovviamente è andata su tutte le furie- disse Charlie, che li aveva raggiunti non appena era arrivato George. -Lei vorrebbe vederli al ministero e non in un negozio-

Dalla prima porta a destra sbucò un irritato Percy Weasley, sicuramente esasperato per le urla.

-E sarebbe meglio per loro, visto che non è detto avranno successo- esclamò Percy, avendo udito la frase di Charlie. - Oh, ciao Alyssa- disse sorpreso non appena la notò. - Che ci fai qui?-

-Ciao Percy come stai?- rispose Alyssa, sorridendogli -sono qui per la partita di quidditch-

-Oh bene- rispose Percy, compiaciuto. - Adesso lavoro per il ministero, sai roba grossa-

-Ti prego non chiedergli che lavoro fa- le sussurrò Bill all'orecchio. -Se glielo chiedi non smette più- continuò. -La portiamo dai suoi amici, ciao ciao Percy Bello-

-NON CHIAMARMI PERCY BELLO!-

Sia Bill che Charlie risero, adoravano farlo arrabbiare esattamente quanto i gemelli, dal canto suo Alyssa non si unì a loro, ancora in imbarazzo per la situazione. Non era abituata ad andare in case così chiassose, tutti i purosangue mantenevano sempre un autocontrollo impeccabile ma in quel momento, si rese conto che l'autocontrollo nella famiglia Weasley era inesistente. Il salotto era un po' più calmo rispetto alla cucina, gli utensili per la pulizia erano a lavoro ferreo, chi spolverava la libreria e chi rimetteva in ordine il bucato. Harry e gli altri erano seduti sui due divani color pesca e parlavano mentre dalle scale scendeva in picchiata un piccolo gufo che andò a sbattere contro la finestra. Tutti sembravano non accorgersi di tutto quel frastuono se non lei, che chiaramente non era abituata rispetto agli altri.

-Hey, ve la siete dimenticata in cucina- esclamò Charlie, facendole l'occhiolino.

I quattro grifondoro si voltarono verso di loro e Alyssa notò subito l'espressione dispiaciuta di Ginny.

-Oddio perdonami, è che siamo tornati in contemporanea con gli altri e mamma ha iniziato subito a fare la predica a Fred e George- esclamò, mentre si alzava per raggiungerla. -Non ci ho pensato che si arriva al camino della cucina la prima volta-

-Non ti preoccupare- le rispose sorridendo. -Sono cose che capitano-

Ginny le fece un sorriso riconoscente e le fece segno di sedersi con loro. I due ragazzi che l'avevano accompagnata li salutarono e uscirono in giardino dove il signor Weasley stava trafficando con degli oggetti.

-Ciao Alyssa- esclamarono Harry e Ron, facendole posto in mezzo a loro.

-Ragazzi!- li salutò sorridendo. -Come è andata l'estate?-

-Harry è stato messo a dieta dai Dursley e Hermione gli ha inviato i dolci, ho un nuovo gufo che io chiamo Leo ma mia sorella ha preferito chiamarlo Leotordo e passa il proprio tempo a volare per casa sbattendo dovunque- rispose Ron, mettendosi più comodo. -Ah poi Fred e George hanno fatto provare a Dudley una mou mollelingua. Ecco perché mamma urla. A te invece?-

Alyssa sorrise e prese dalla borsa alcune foto da fargli vedere. -Con mio nonno e con... Fido- disse, ricordandosi della presenza di Ginny tra loro. -Siamo andati in Irlanda-

Porse le foto ai quattro che si misero a guardarle curiosi, soprattutto Harry e Hermione, che non avevano contatti con il resto del mondo magico al di fuori dell'Inghilterra.

-In più, ho risistemato la vecchia aula dove io e Theodore studiavamo da ragazzini e l'ho trasformata in un laboratorio di pozioni, a tal proposito- disse, mentre cercava due ampolle nella borsa. -Vi ho preparato una pozione per la pelle- disse porgendo le ampolle alle due ragazze. - Vi avrei portato qualcosa di più interessante ma mio nonno mi ha severamente vietato di regalare pozioni potenzialmente pericolose-

Ron deglutì e guardò Harry, che ringraziò mentalmente il suo essere indifferente a questioni di pelle e bellezza. Dalla parte opposta, Ginny e Hermione presero le loro ampolle felici.

-Mi ha detto Calì che fai una pozione Scacciabrufoli pazzesca- esclamò Ginny, guardando l'ampolla.

Alyssa sorrise soddisfatta mentre Hermione apriva la propria ampolla per sentirne l'odore.

-Cosa ci hai messo per farla profumare così?-

-È un misto di erbe, alloro, menta e qualche petalo di rosa carnivora del Kent. Ci ho messo un mese per convincere mio nonno a comprarmeli, effettivamente non sapevo che anche i petali fossero carnivori a loro volta ma ho vinto io- spiegò, rabbrividendo al ricordo di quei petali che tentavano di morderla.

Le due la guardarono con ammirazione mentre i due ragazzi le guardavano come se parlassero in goblinese.

Successivamente le ragazze si spostarono in camera di Ginny così da dare la possibilità ad Alyssa di lasciare le sue cose. Fuori dalla finestra si udiva il frastuono prodotto dal signor Weasley con l'aiuto di Bill e Charlie. La stanza di Ginny era esattamente come Alyssa se l'era immaginata, le pareti erano tempestate di poster delle Holyhead Arpies e di Grifondoro, a fianco allo specchio c'era un poster delle Weird Sisters mentre a lato del malandato armadio, c'era un manico di scopa anch'esso vecchio come il resto dei mobili. Al centro della già piccola camera, erano stati posizionati dei letti per lei e Hermione.

-Grazie ancora per la pozione- disse Ginny mentre aspettava che la giovane Black togliesse il pigiama dalla borsa.

-Oh tranquilla, nulla di che. In questo periodo sto sperimentando varie pozioni una più una meno- rispose, scrollando le spalle.

-Ma cosa sta facendo tuo padre?- chiese Hermione, guardando dalla finestra.

-Oh, l'altro giorno ha trovato un oggetto babbano e sta tentando di studiarlo. Credo si chiami triceco- rispose la piccola Weasley. -A quanto pare lo usano i babbani quando sono bambini-

Hermione fu tentata di spiegarle che quello era un triciclo ma decise di non rovinare lo studio al signor Weasley. Quando Alyssa fece segno di aver finito, raggiunsero il resto del gruppo.

La cena fu un momento di puro idillio per lei, da una parte aveva il signor Weasley che le poneva domande più per capire se fosse come il resto dei suoi parenti che per vero interesse nei suoi confronti. Alyssa non si scompose, era un interrogatorio che già aveva avuto con i genitori di Lavanda quando andò per la prima volta a casa sua. Dalla parte opposta del tavolo, i gemelli battibeccavano con Percy sul lavoro di quest'ultimo e gli altri non facevano nulla per fermarli. Al termine del gelato alla fragola rimasero fuori per un po' a godersi la notte estiva, attorno al tavolo gli gnomi correvano con Grattastinchi alle calcagna mentre Molly e Ginny recuperavano i piatti. Più in la il signor Weasley era passato a parlare con suo figlio Percy di lavoro per cui i quattro rimasero soli in disparte.

-Come sta... Sirius?- chiese Harry, sussurrando.

-Bene, sta recuperando i rapporti con mio nonno anche se è difficile. Tutti e due sono orgogliosi ma so che mio nonno è felice di riaverlo in casa-

Harry annuì e Alyssa iniziò a raccontare quello che era accaduto durante i mesi estivi in casa Black.
Quando fu mezzanotte la signora Weasley costrinse i ragazzi ad andare a letto e si divisero tra la stanza di Ron e i gemelli e quella di Ginny.

***

Quella mattina Theodore e suo padre si svegliarono prima dell'alba per poter prendere la passaporta. Per materializzarsi con un minorenne infatti, c'erano delle restrizioni. Ci si poteva materializzare solo tre volte l'anno per non scombinare l'equilibrio magico del ragazzo di turno e ahimè, i Nott avevano ormai superato quella soglia del ministero.
Mentre erano seduti a fare colazione, il volto di Theodore non era così felice come ci si aspettava da un ragazzo che attendeva quell'evento da mesi. Julius Nott guardava suo figlio mentre sorseggiava il suo succo di zucca mattutino e non poté fare a meno di pensare che lo stato d'animo di suo figlio era collegato al rifiuto dei Black ad andare con loro. Qualche giorno dopo la visita di Theodore a Grimmauld Place Orion gli aveva inviato una lettera dove spiegava che Alyssa era stata invitata prima dai suoi compagni di casata e aveva già detto di si a loro.
Julius si era limitato a rispondere che non era un problema ma c'era da chiedersi se Orion Black non si fosse fin troppo addolcito con quella ragazza.
Sta di fatto che Theodore ci era rimasto davvero male e in fondo a lui dispiaceva. Suo figlio era alla sua prima cotta e quel rifiuto era stato un duro colpo per lui. Certo Theodore diceva con fermezza che Alyssa era solo un'amica ma persino Narcissa Malfoy all'ultima cena in casa loro gli aveva chiesto cosa ci fosse tra i due ragazzi.

-Andiamo, padre?- esclamò Theodore, alzandosi dal tavolo.

Julius annuì e si alzò dal suo posto. Erano arrivari nell'atrio della casa quando l'elfo Kramy li fermò trafelato.

-Padrone, padrone!- esclamò ancora con il fiatone.

-Che c'è, Kramy?- chiese Julius, visibilmente alterato da quel modo di fare dell'elfo.

-Le è arrivata una lettera- rispose l'elfo mentre tentava di calmarsi.

-La leggerò al mio ritorno- rispose Julius mentre apriva il portone.

-Ma padrone! È arrivata con un corvo- esclamò l'elfo.

Julius al si bloccò e si voltò verso Kramy, in quel momento si accorse dell'espressione impaurita del suo elfo. Lanciò un'occhiata a suo figlio, che guardava l'elfo sconcertato, per lui un corvo viaggiatore era davvero nuovo ma per Julius no. Nott Senior annuì e si voltò per guardare meglio Theodore.

-Aspettami qui, torno subito- disse e senza attendere una risposta, andò a passo svelto verso il suo studio.

Non vedeva il corvo viaggiatore da quasi tredici anni e mai avrebbe pensato di rivederlo. Tuttavia la situazione era notevolmente diversa dall'epoca, lui era cambiato da allora. Aprì la porta del suo studio e vi trovò il corvo sulla scrivania, intento a leccarsi le penne. Non appena l'animale si accorse di lui, si rimise subito sull'attenti rimanendo così fino a quando Julius non prese la lettera appesa alla zampa del corvo. L'animale si voltò e uscì dalla finestra così come era venuto ma a Julius non importava più di tanto di quel dannato pennuto, aveva fretta di sapere cosa c'era scritto in quella lettera. Le dita gli tremavano mentre apriva con cautela la busta, appena dietro di lui Kramy lo guardava preoccupato ma non se la sentì di mandarlo via. Aperta la busta con un gesto secco prese la lettera e iniziò a leggere.

Julius Dedalo Nott,

Tredici anni fa hai fatto una promessa, a breve dovrai adempiere alle tue stesse parole.

Hyacinth

Rimase a rileggere quelle poche righe per un minuto buono, prima di ripiegare il foglio e nasconderlo nel vocabolario sulla sua scrivania.

-Kramy, non farne parola con Theodore, è un ordine-

L'elfo annuì e Julius uscì dal suo ufficio per poi chiuderlo a chiave, con un brutto presentimento nella testa.

***

Per Alyssa quella era la prima volta che si trovava in un campeggio babbano ed era elettrizzata esattamente come lo era il signor Weasley, che si guardava attorno estasiato. Avevano passato la passaporta da poco e il signor Roberts li aveva indicati alla loro posizione per la tenda prima di essere obliviato di nuovo da un funzionario del ministero. Per lei era una situazione totalmente nuova e per questo non aiutò molto Hermione e Harry a montare le tende, si limitò a rimanere in disparte con i gemelli, che prendevano in giro ogni persona passasse davanti a loro.
Non appena i due ragazzi finirono di montarla, Arthur si sfregò le mani elettrizzato e si mise a carponi per entrare.

-Staremo un po' stretti ragazzi, la tenda me l'ha prestata Perkins del lavoro. Ha la lombaggine poverino- disse da dentro la tenda.

Alyssa guardò la tenda e sperò vivamente che fosse incantata come la sua borsa. Dopo Fred e George entrò anche lei e tirò un sospiro di sollievo quando si ritrovò in un appartamento con tre stanze, con arredi in stile floreale e dall'odore li dentro sembravano essere davvero vecchi.

-Serve dell'acqua- esclamò Arthur, mentre posava il proprio zaino da campeggio a terra.

-Su questa mappa che ci ha dato il babbano c'è disegnata un rubinetto- esclamò Ron, guardando la mappa.

-Allora tu, Harry e Hermione andate a prendere l'acqua, Ginny e Alyssa andranno a comprare qualcosa al mino malket e noialtri andremo a raccogliere la legna per fare il fuoco come i babbani- disse saltellando.

Ginny guardò Alyssa e ridacchiò, seguita a ruota dalla giovane Black. Le due ragazze si spostarono poi nella tenda accanto indirizzata alle ragazze per lasciare le proprie borse. La tenda era più piccola rispetto a quella dei ragazzi ma comunque funzionale, con un salottino, cucina, bagno e una stanza da letto.

-Scusa mio padre, è sempre così quando si trova in un luogo di babbani- le spiegò Ginny.

-Tranquilla, è tutto nuovo anche per me- la tranquillizzò Alyssa, sorridendo.

Uscirono dalla tenda e Ginny prese la mappa per capire che strada dovevano fare per andare al mini market del campeggio. Iniziarono a camminare tra le tende, seguendo le indicazioni della mappa. Attorno a loro il campeggio iniziava a riempirsi di persone appena arrivate e appena svegliate i babbani si potevano riconoscere dal modo in cui guardavano i maghi.

-Comunque devo scusarmi anche io- esclamò a un certo punto Ginny. -Ho sempre pensato che... Beh... Che tu fossi esattamente come il resto dei purosangue, d'altronde i Black sono famosi- continuò imbarazzata.

Alyssa si bloccò all'altezza dei bagni pubblici dei babbani e la guardò con indifferenza. Dentro di sé quelle parole le fecero male ma fuori non doveva far trasparire nulla.

-Tranquilla- le rispose come se nulla fosse. -Non sei la prima e neanche l'ultima-

Ginny annuì scettica ma le sorrise riconoscente e tornarono a camminare.

***

La sera nel campeggio era arrivata e le persone erano in fibrillazione, la tensione tra le tifoserie era palpabile e i colori bulgari e irlandesi si mischiavano tra loro guardandosi in cagnesco. Arrivare all'entrata dello stadio fu una fatica enorme a causa della mole di persone che come loro, si accalcavano per poter prendere i propri posti. Ginny e Alyssa erano in fila per entrare mentre il signor Weasley con i figli si era fermato a parlare con il direttore dei giochi e degli sport magici Ludo Bagman, mentre Harry, Ron e Hermione stavano comprando dei gadget che lei aveva gentilmente declinato. Era pur sempre di buona famiglia non poteva dipingersi la faccia come gli altri.

-Alyssa!- esclamò una voce dalla fila privilegiata.

La ragazza si voltò e sorrise, trovandosi Theodore che le sorrideva.

-Hey Theo- lo salutò, felice di vederlo.

-Nott- lo salutò Ginny.

-Traditrice del tuo sangue- le rispose, cordialmente Theodore.

Alyssa alzò gli occhi al cielo e bloccò Ginny, che si stava avvicinando a lui con fare minaccioso.

-Diamoci una calmata ok? Siamo qui per divertirci non per insultarci- esclamò Alyssa, guardando Theodore.

Il ragazzo stava per rispondere quando Arthur Weasley si avvicinò a loro.

-Su ragazze, è ora di entrare!-

Ginny trascinò Alyssa che lanciò un'ultima occhiata al suo amico prima di entrare nello stadio.

ANGOLO AUTRICE

Ecco un nuovo capitolo, la quarantena mi sta facendo bene direi vista l'ispirazione che ho. Questo doveva essere il capitolo della finale del mondo di Quidditch ma mi sono resa conto che era troppo lungo quindi prima di continuare a scrivere ho deciso di bloccare qui. Mi metterò subito a scrivere il capitolo della finale e mi dispiace avervi dato due capitoli di passaggio di seguito. Sto scrivendo con il libro di fianco, spero che noterete i piccoli dettagli. Vi dico solo un'ultima cosa, gli ingredienti delle pozioni nominate nel capitolo sono di mia invenzione e non sono assolutamente nominate dalla Rowling. Sto facendo ricerche sulle pozioni ma non ce ne sono moltissime.
Chiudo qui,

Al prossimo capitolo,
_L_Black_

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 - Coppa del mondo di Quidditch ***


Capitolo 18

Centomila persone circa erano stipate in quello stadio da Quidditch, il più grande che lei avesse mai visto. Gli slogan degli sponsor padroneggiavano il tabellone dei punti prima dell'inizio.

"Pozioni di nonna acetonella... E addio la paura dello sporco"

"Gelatine Tutti i gusti + 1, prova il brivido del rischio"

"Nuove scope Nimbus con antifurto incorporato e con velocità triplicata, provale ora nelle concessionarie Nimbus"

Alyssa guardava estasiata il campo, dall'altezza della tribuna d'onore aveva un'ottima visuale del campo e a breve della partita. Poco lontano dal suo gruppo, erano seduti Theodore e Draco e poco distanti da quest'ultimi il signor Nott e il signor Malfoy confabulavano fitto tra loro, tanto che Alyssa non se la sentì di andare a salutarli come imponeva l'etichetta. Si tenne a debita distanza anche quando Malfoy "salutò" Arthur, inconsciamente non voleva fare uno screzio a suo nonno. Erano comunque suoi amici e non voleva metterlo in cattiva luce, perciò si era limitata a poggiarsi sulla balaustra a guardare sotto di sé.

-Zdraveite-* esclamò una voce accanto a lei.

Non si girò fino a quando la persona non ripeté nuovamente quello che doveva essere un saluto. Non appena si voltò si trovò davanti un ragazzo dai capelli biondi, con gli occhi nocciola che le sorrideva. Si ritrovò a sorridergli a sua volta anche se non sapeva come mai quel ragazzo le stesse parlando.

-Come scusa? - gli rispose cordialmente.

-Io dire te ciao in mia lingua- disse sorridendo -Perché tifi tu?- chiese il ragazzo con accento dell'est. -Io essere qui con scuola. Averti visto da giù e venire io a salutare-

Alyssa si trovò ad arrossire sotto lo sguardo di quel ragazzo così schietto. Dietro di lei Hermione e Ginny guardavano la scena, sghignazzando. Stava per rispondergli quando un uomo della sicurezza lo riprese per il bavero e lo accompagnò poco gentilmente alle scale. Non appena si voltò dalla parte delle ragazze, il suo sguardo intercettò quello di Theodore poco più in la e si vide bene dal spostarlo verso le amiche.

-Ma da dove diavolo veniva quello?- chiese, alzando la voce per sovrastare il chiasso dello stadio.

-Viene dalla scuola di magia di Durmstrang. Alcune scuole per la coppa organizzano una gita- le rispose Ginny sorridendo maliziosa.

Alyssa arrossì nuovamente sotto gli occhi di Ginny che di risposta ridacchiò notando il suo imbarazzo.

-SILENZIO!-

Poco distanti da loro, il ministro della magia Cornelius Caramell aveva richiesto l'attenzione di tutti i presenti. I cartelloni pubblicitari scomparvero, facendo spazio al conta dei punti "BULGARIA 0 - IRLANDA 0" e nello stadio, il silenzio cadde all'istante.

-Come ministro della magia è per me un grande piacere accogliervi tutti alla finale della quattrocentoventiduesima Coppa del mondo di Quidditch- esclamò con voce ferma. -Perciò datemi la possibilità di presentarvi le mascotte delle squadre in gioco! -

Dal cielo un gruppo di Veela scese con dolcezza, iniziando quello che doveva essere un ballo tradizionale bulgaro. Alyssa guardò prima lo spettacolo incantata e un po' invidiosa della bellezza che emanavano. Le venne il pensiero assurdo di voler essere bella come loro ma scosse subito il capo, ricordandosi che le Veela facevano quell'effetto a tutti. Quando scosse il capo si rese conto che Harry e Ron stavano provando a scavalcare la palizzata.

-Harry! Ron!- urlò Hermione, riprendendoli dalle maglie.

I due caddero all'indietro nell'esatto momento in cui il tipico folletto irlandese cacciava le Veela per poter fare il suo ballo tipico mentre un fascio di luce simile a una cometa iniziava il giro di tutto il campo, facendo cadere sulle teste degli spettatori delle monete d'oro con il simbolo del trifoglio irlandese. Alyssa aguzzò meglio lo sguardo verso la cometa e si rese conto che quelli, erano lepricani.

-Wow- esclamò incantata.

La mascotte irlandese scomparve e per un attimo, il campo fu di nuovo libero.

-E ora, facciamo un grande applauso alla squadra bulgara!- esclamò indicando alla loro destra.

Dalla sinistra iniziarono ad entrare come frecce i componenti della squadra bulgara.

-Ecco a voi Dimitrov!- disse, indicando un giocatore. -Ivanova!- indicò una giocatrice. -Zograf! Levski! Vulchanov! Volkov! E per ultimo Krum!-

Dalla zona bulgara si udì un coro "Krum ni kara da mechtaem"* ma Alyssa non lo capì e applaudì come tutti gli altri.

-E adesso, un grande applauso per la squadra Irlandese!- disse indicando a sinistra.

Dai piedi del campo, i giocatori irlandesi entrarono con la stessa velocità dei bulgari.

-Ecco a voi Connolly! Ryan! Troy! Mullet! Moran! Quigley! Eeee... Lynch!-

Dalla loro parte iniziarono i cori per l'Irlanda "Lynch, Lynch, va e vinci Lynch".

-E per ultimo, fatemi presentare l'arbitro, direttamente dalla federazione egiziana di Quidditch, ecco a voi Hassan Mustafa!-

Un uomo con la divisa da arbitro fece un leggero inchino.

-Mustafa sta liberando il boccino eeee Partiti!-

Quello era il vero Quidditch.

***

-Che partita fenomenale!- esclamò Alyssa mettendo le braccia attorno al collo di Fred e George. -Krum ni kara da mechtaem! Krum ni kara da mechtaem!- canticchiava tentando di imitare con i gemelli il ballo delle Veela bulgaro.

-Ma tu sai cosa significa?- chiese Fred, mentre ballava e cantava con lei.

-Ma che ne so! Suona così bene!- rispose la ragazza ridendo con gli altri.

La partita era stata una cosa che mai nella sua vita si sarebbe dimenticata. L'Irlanda aveva vinto ma il boccino era stato acciuffato da Viktor Krum con una mossa così astuta da farli festeggiare per lui più che per l'Irlanda.

-Viktor Krum non è solo un cercatore, non è solo uno sportivo, lui è un artista- esclamò Ron con aria estasiata.

-Per me ne sei innamorato- disse Ginny, dandogli una pacca sulla spalla.

Fuori dalla tenda i festeggiamenti andavano avanti in modo un po' troppo agitato ma non vi badò, tornando a ballare con gli altri. I gemelli lasciarono subito le danze per avvicinarsi al loro fratellino, si misero  al suo fianco e gli afferrarono le sue mani ghignando.

-Victor ti amo, credi a me! Se non ci sei il mio cuore batte solo per te!- cantarono in coro.

A quella scena, Alyssa scoppiò a ridere assieme agli altri mentre il signor Weasley usciva fuori per controllare come fosse la situazione. In quel momento sentì di aver fatto la scelta migliore ad andare con loro nel frattempo fuori, la gente urlava.

-Ma che sta succedendo fuori?- chiese tornando per un attimo seria.

-Saranno gli irlandesi, quando bevono fanno paura- le rispose George, facendole l'occhiolino.

D'improvviso il signor Weasley rientrò di corsa nella tenda, il suo volto non era più gioioso come poco prima. Era tornato serio in un modo che Alyssa non aveva visto durante quel suo soggiorno alla Tana.

-Dobbiamo andarcene di corsa- disse, mettendosi in mezzo alla stanza. -Non sono i festeggiamenti, forza uscite!- esclamò con voce tremante.

I ragazzi fecero come richiesto dall'uomo, non si preoccuparono neanche di prendere le loro cose e corsero fuori incerti. Incertezza che si trasformò in paura quando davanti ai loro occhi la scena che gli si presentò fu il caos totale. Gente che fuggiva da ogni dove, i colori irlandesi e bulgari si fondevano insieme ma stavolta non con ostilità ma con timore di non riuscire a tornare a casa.

-Andate alla passaporta, di corsa!- urlò il signor Weasley, indicando loro la strada. -Passate dalla foresta!-

I ragazzi si misero a correre senza pensarci due volte mentre il signor Weasley con Bill, Charlie e Percy erano andati a dare una mano ai membri del ministero.

Correvano a fatica a causa delle persone che andavano nella direzione opposta. Alyssa tentava di stare al passo con i gemelli anche se le era molto difficile, si ripromise che se fosse uscita viva da li si sarebbe messa in forma come si doveva ma in quel momento non era il casi di perdersi in pensieri del genere.
Doveva correre.
L'uomo dietro di lei la spinse, facendola cadere a terra, non appena si rialzò dei gemelli e gli altri non vi era traccia. Era rimasta sola in quel caos e solo allora si accorse delle nuvole nere che aleggiavano sopra le loro teste. Nuvole nere che formavano quello che doveva essere il famigerato Marchio Nero.
Lo guardò per un secondo prima di tornare a correre in direzione della foresta, afferrò la sua bacchetta e la tenne ben stretta tra le dita.

-Alyssa!- urlò Theodore.

Alyssa si voltò per un secondo, giusto il tempo di vedere Theodore afferrarla per il braccio. La ragazza si ritrovò a seguire Theodore terrorizzata ma sperò vivamente che nessuno se ne accorgesse. Le balenò in testa la possibilità di venire catturata e rabbridì, pensando a ciò che le avrebbero fatto.
Arrivarono ai primi alberi e si fermarono per riprendere fiato.

-Ma dov'è tuo padre?- chiese Alyssa, mentre riprendeva fiato appoggiata al tronco di un albero.

-Ci siamo divisi, è andato a dare una mano- rispose il ragazzo mentre faceva respiri profondi.

Delle urla li fece voltare verso quello che era il campeggio babbano, la gente stava correndo verso la foresta, inseguita da gente incappucciata.

-Dobbiamo andarcene prima che loro arrivino- esclamò Theodore, prendendola per mano.

Stavano per iniziare la loro fuga quando un pof li fece voltare e Alyssa rimase a dir poco sorpresa quando Orion Black gli si presentò davanti.

-Nonno!- esclamò Alyssa, correndo verso di lui.

L'uomo, che prima stava guardando la situazione al campeggio, si voltò verso sua nipote e l'accolse in un abbraccio mentre Theodore si avvicinava a loro, volgendo lo sguardo di tanto in tanto a quello che auccedeva alle loro spalle. La folla si stava avvicinando sempre più veloce, segno che i mangiamorte erano vicini.

-Alyssa! Stai bene?!- chiese Orion, guardandola in volto per vedere se fosse ferita.

-Sto bene, ma dobbiamo scappare sono vicini- rispose la ragazza, staccandosi da lui.

L'uomo annuì e la ragazza si attaccò al suo braccio, ringraziando suo nonno per farle prediligere altri tipi di trasporto.

-Theodore, attaccati- disse serio.

Il ragazzo però scosse il capo. -Non posso, ho già oltrepassato il limite delle smaterializzazioni-

Orion si mantenne dallo sbuffare e afferrò la sua bacchetta. Non poteva lasciarlo li, era impensabile. Si guardò attorno velocemente, trovando una maglietta persa da qualche fuggitivo. La prese senza pensarci e gli puntò la bacchetta contro.

-Per vostra fortuna so creare passaporte- disse l'uomo mentre ricordava la formula da usare. -Itinerantur!-* disse, agitando di poco la bacchetta. - forza, afferratela!-

I due ragazzi si guardarono per un secondo prima di afferrare la maglietta e scomparire da li.

***

Il salotto di casa Black non era mai stato così accogliente come in quel momento. Quando cadde sul pregiato parquet si sentì finalmente al sicuro dopo una serata che doveva soltanto dimenticare. Un lamento la fece voltare verso Theodore, che si stava rialzando dal pavimento, poco distante da loro Sirius guardava la scena, visibilmente preoccupato.

-Kreacher! Prepara una limonata ai ragazzi- esclamò Orion.

L'elfo fece un leggero inchino e corse subito in cucina senza proferire parola mentre Alyssa si metteva a sedere. Si prese la testa tra le mani, sentendo ancora il battito del suo cuore ancora troppo veloce nonostante fosse al sicuro. Theodore le porse la mano per farla alzare e la ragazza l'afferrò senza esitazioni per poi sedersi sul divano in pelle nera. Sirius le si avvicinò e posò il muso sulle sue gambe, Alyssa sorrise a quel gesto e iniziò ad accarezzargli la testa.

-Nonno, come hai saputo di tutto questo?- chiese finalmente Alyssa.

Orion finalmente si sedette sulla sua poltrona e chiuse un attimo gli occhi prima riaprirli per guardare sua nipote.

-Narcissa Malfoy mi ha avvisato. Lucius e Draco si sono smaterializzato subito e non ci ha pensato due volte a mandarmi il suo elfo per avvertirmi-

Kreacher tornò in salotto con una brocca di limonata, la posò sul tavolino e la versò nei bicchieri per poi porgerli ai ragazzi.

-Prego signorina Alyssa- disse con voce tremante, indugiando il suo sguardo sulla figura di Alyssa.

Orion sbuffò. -Kreacher, Alyssa sta bene. Vai a preparargli dei sandwich per favore-

L'elfo annuì e corse subito in cucina.

-Non ti manderò più dagli Weasley- esclamò Orion con fermezza. -Dovevi stare con loro, che fine hanno fatto?!-

-La gente era troppa, signor Black- s'intromise Theodore, stranamente in difesa degli Weasley. -E il signor Weasley l'ho visto correre dagli altri membri del ministero penso per poter dare una mano-

Orion lo guardò e apprezzò l'oggettività del ragazzo, se avesse fatto la stessa affermazione a Draco Malfoy sicuramente non gli avrebbe dato la stessa risposta.

-Ero con i gemelli e Ginny- esclamò Alyssa, annuendo alle parole dell'amico. -Il problema è che qualcuno mi ha spinto facendomi cadere e quando mi sono rialzata non li ho più visti. Ho continuato a correre fino a quando non ho incontrato Theodore-

Orion sospirò, gli si era gelato il sangue quando aveva saputo quello che stava accadendo e ci aveva messo tempo prima di convincere Sirius a non correre li per riprenderla. Si era smaterializzato in fretta e per fortuna non ci aveva messo molto per trovarla. Quando l'aveva vista viva e vegeta, si era sentito come se gli avessero tolto un macigno dal petto.
Kreacher tornò nuovamente nella sala, questa volta con il vassoio pieno di sandwich.

-Signorina Alyssa, Kreacher le ha fatto il sandwich che lei preferisce-

Alyssa sorrise all'elfo e prese il suo tramezzino con il pastrami, addentandolo con gusto. Stranamente lo stomaco le si era aperto come fosse una voragine quando aveva visto il vassoio pieno di tramezzini.

-Scriverò alla signora Weasley, avvisandola che tu sei con me e scriverò anche a tuo padre, Theodore. Tu stanotte dormi qui, non ti lascio da solo con il vostro elfo- esclamò Orion, con tono perentorio.

Theodore annuì, capendo subito che l'uomo non avrebbe ammesso repliche.

-Nonno, posso farti una domanda?- chiese Alyssa, guardandolo.

-Certo, dimmi-

-Dove hai imparato a fare passaporte?-

Orion ghignò al ricordo e spostò lo sguardo sulla foto di Walburga appesa sul camino in marmo nero.

-A Hogwarts è ovvio. Imparai per poter vedere tua nonna più spesso delle uscite a Hogsmeade- disse, sorridendo involontariamente. -Tua nonna aveva già finito Hogwarts, a me toccava ancora un anno-

Theodore ascoltò la storia del signor Black e si chiese se anche lui si sarebbe trovato in quelle situazioni. Come un gesto automatico, si voltò verso Alyssa, che guardava suo nonno.

-Adesso a letto ragazzi, su-

***

Il getto dell'acqua calda l'aveva a dir poco rigenerata. Un bagno caldo era quello che le serviva per riprendersi almeno un po' da tutto lo stress della serata. Solo allora i battiti del suo cuore stavano tornando alla normalità.

Era in camera da letto con il pigiama già indosso a guardare fuori dalla finestra, nella stanza accanto c'era Theodore, che con tutta probabilità stava già dormendo visto gli sbadigli che aveva tentato di nascondere. I capelli ancora umidi le ricadevano sulle spalle ma la sensazione di fresco che le lasciavano sul collo era una sensazione di pura estasi in quell'istante. Stava giusto per andare a dormire quando la porta della stanza si aprì, facendo entrare Sirius il quale era ancora sotto forma animale. Si trasformò davanti a lei e chiuse subito la porta per evitare spiacevoli incontri con Theodore.
Appena la serratura si chiuse, Sirius corse subito dalla figlia e l'abbracciò con forza quasi a farle perdere il respiro.

-Non... Respiro- bofonchiò Alyssa, con il volto premuto sul petto del padre.

Sirius la lasciò andare e fece un passo indietro per guardarla meglio.

-Stai bene?- chiese, guardandola.

Alyssa annuì con vigore. -Si, sto bene. Nonno è arrivato al momento giusto prima che la calca di gente si riversasse nella foresta-

-Sarei dovuto venire io- esclamò Sirius con vigore. -Ti avrei dovuta accompagnare io non Weasley-

Alyssa alzò gli occhi al cielo, irritata. Da quando suo padre era a Grimmauld Place si dava la colpa di tutto, facendola innervosire ogni volta che esclamava frasi del genere.

-Non ricominciare. Non potrai esserci sempre quindi smettila di dire certe cose- rispose lei, irritata.

Sirius annuì senza risponderle e si sedette sul letto. -Ciò non toglie che ho avuto paura ti fosse accaduto qualcosa-

La ragazza non gli rispose e si sedette accanto a lui, posando il capo sulla spalla dell'uomo.

-Lo so, ma per fortuna non è successo nulla-

-Stai attenta a Hogwarts va bene?-

-Hogwarts è il luogo più sicuro del mondo, papà- rispose con ovvietà.

Sirius ghignò. -Eppure io sono riuscito a entrare con facilità-

Alyssa rise alle parole del padre. -Allora starò attenta-

***

Una settimana era passata dalla finale della coppa del mondo di Quidditch. Una settimana dove Alyssa e Orion avevano fatto acquisti per il nuovo anno scolastico a Diagon Alley. La gente si comportava come se non fosse successo nulla, con grande sconcerto di Alyssa, che a causa dell'accaduto aveva dovuto declinare l'invito di Lavanda ad uscire insieme per le compere.
Sia Orion che Sirius erano stati irremovibili su quel punto di vista, Alyssa non sarebbe dovuta uscire da sola almeno fino a che le acque non si fossero calmate. Da qui ne era scaturita una lite di tipo adolescenziale, che sfociò nella felicità di Sirius, essendo quella la sua prima lite con la figlia.
Perciò Alyssa si era trovata a dover provare il suo abito da cerimonia con il solo parere di suo nonno e della commessa di Stratchy & Sons. Aveva tenuto il muso fino all'arrivo al binario 9 e 3/4 e sperava vivamente che Lavanda potesse in caso modificare il vestito. Aveva scelto um abito di suo gusto ma non era convinta di come le stesse e il parere della commessa le era parso di parte per riuscire a completare la vendita.

-Mi raccomando, Alyssa- esclamò Orion mentre camminavano verso l'espresso.

Alyssa si voltò verso suo nonno e annuì.

-Come ogni anno, nonno-

-Il vestito ti sta bene, sei intelligente Alyssa. Non voglio vederti con il muso solo perché non ti ho permesso di uscire con le tue amiche, confido nel tuo intelletto- continuò il nonno con tono accusatorio.

Alyssa sospirò e annuì nuovamente alle parole dell'uomo.

-Va bene, nonno. Male che va se ci sono problemi c'è una filiale di Stratchy & Sons a Hogsmeade-

L'uomo sorrise e si fermò al vagone dei bauli per farlo prendere dagli inservienti.

-Brava, così ti voglio. Sono giorni che mi ricordi Draco-

Alyssa rabbrividì e lo guardò oltraggiata.

-Con questa frase mi hai offesa, nonno-

Orion ridacchiò e le fece segno di salire.

-Scrivi- si raccomandò l'uomo.

Alyssa alzò gli occhi al cielo. -Tutti i giorni, nonno- disse per prenderlo in giro. -Adesso vado a cercare Lavanda, ti scrivo in questi giorni-

Si mise sulle punte e diede un bacio sulla guancia all'uomo prima di voltargli le spalle e salire sul treno.
Orion la guardò scomparire all'interno del vagone prima di andarsene.

***

Il treno era partito da poco quando Theodore trovò il vagone dei suoi amici. Aveva visto Alyssa parlare con Lavanda perciò decidette di non raggiungerla, prediligendo gli amici di casata. Nello scompartimento Draco e Blaise stavano giocando agli scacchi dei maghi, chiacchierando dell'estate appena passata. Appena videro Theodore, Draco gli fece posto tra lui e Vincent, che di contro russava a pieni polmoni.

-Buongiorno, Nott. Pensavo di vederti con la Black- esclamò Draco, ghignando.

Theodore si sedette senza dire nulla, ormai abituato alle varie frecciatine che Draco gli rifilava ogni volta su Alyssa.

-La Black? L'ho vista prima con suo nonno- disse Blaise mentre faceva la sua mossa nel gioco. -Devo dire che la frangetta le sta davvero bene-

-Adesso anche tu ti stai prendendo una cotta per lei?- disse Draco, con il volto deformato in una smorfia.

Blaise rise mentre gli faceva scacco matto. -No ma è oggettivo che è bella. Poi l'altro ieri l'ho vista da Stratchy & Sons a provare il suo vestito da cerimonia, ho avuto la conferma che è bella-

Dal canto suo Theodore rimase in silenzio, chiuso nella sua espressione impassibile. Provò irritazione al suono delle parole di Blaise "Non puoi parlare di lei se fino a ieri non la sopportavi" pensò tra sè. Draco lo guardò con la coda dell'occhio e scosse la testa.

-Cambiando discorso, secondo voi perché ci siamo dovuti portare un abito da cerimonia?- chiese Draco, borbottando per la partita appena persa.

Theodore scosse la testa in segno negativo. -Non ne ho idea. Ho visto che il Natale lo passeremo a Hogwarts ed è strano-

-Bah, speriamo che quel vecchio pazzo non si sia inventato niente di pericoloso. Il braccio mi fa ancora male per quell'ippogrifo!-

***

La stazione di Hogsmeade era ormai vicina e Alyssa si era premurata di andarsi a cambiare. Aveva passato il viaggio tra lo scompartimento di Lavanda e quello di Harry, passando da discorsi frivoli a discussioni in piena regola su ciò che era avvenuto alla coppa del mondo. Si strinse meglio la cravatta rosso-oro al collo e s'infilò il maglioncino con lo stemma di Grifondoro. Il bagno del treno era terribilmente stretto ma trovò comunque il modo di stare a suo agio grazie alla sua borsa incantata, dopo passò a raccogliersi i capelli in una mezza coda, lasciando una parte della chioma fuori per poi dedicarsi alla frangetta. Da quell'estate aveva iniziato a curare molto di più i suoi capelli, complice il fatto che per fare pratica in pozioni si era dovuta lanciare sulle pozioni di bellezza. Solo durante la notte si permetteva di fare pozioni più elaborate come quelle per curare le ferite.

Quando la sua immagine allo specchio non fu tanto male a suo gusto, uscì dal bagno, scontrandosi con Blaise Zabini, che si stava allontanando dallo scompartimento di Harry assieme a Draco e Theodore.

-Zabini- disse giusto perché gli era finita addosso.

Blaise la guardò e le sorrise. -Tranquilla Black, non mi sono fatto male-

Alyssa non lo degnò di altre occhiate, preferendo tornare al suo posto. Quando fu vicina a Theodore, sorrise a quest'ultimo, salutandolo con la mano prima di scomparire all'interno dello scompartimento di Harry.
Nel frattempo, il treno si fermò sotto una pioggia battente, fuori le carrozze attendevano gli studenti più grandi mentre sicuramente al lago nero, delle barche aspettavano i ragazzi del primo anno.

Scesi dal treno le luci di Hogwarts li accolsero da lontano, mentre entrava  nella carrozza con Harry, Ron, Neville e Hermione, Alyssa le ammirò felice di esser tornata.

ANGOLO AUTRICE

Ecco un altro capitolo, questa volta con un po' più di movimento.

La prima frase: Krum ni kara da mechtaem - Krum ci fa sognare

Il saluto del ragazzo di Durmstrang:
Zdraveite - Ciao (semplice no?)

La formula Itinerantur usata da Orion per creare la passaporta è totalmente inventata da me. Ovviamente le passaporte ci vorrà di più ma in questo caso è una passaporta non autorizzata e altrettanto ovviamente Orion non l'ha imparato dall'oggi al domani (ci tengo a specificare).

Ci vediamo al prossimo capitolo.

_L_Black_

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 - Maledizioni ***


Capitolo 19

Fuori la pioggia cadeva imperterrita e gli studenti del primo anno erano ancora in balìa del Lago Nero, motivo per cui erano seduti a tavola senza avere la possibilità di toccare cibo. All'entrata del castello Alyssa aveva salutato Harry, Ron e Hermione per sedersi vicino a Lavanda. Dal loro secondo anno infatti, avevano iniziato scommettere in quale casata i ragazzi del primo anno sarebbero finiti, ma quella sera si chiesero se le matricole sarebbero uscite vive dalle acque del lago nero visto il tempo che c'era fuori.

-Bentornate, ragazze- disse Sir Nicholas, presentandosi da loro attraverso il tavolo.

-Buonasera Sir Nicholas- rispose, Lavanda sorridendo. -Ha partecipato alla caccia senza testa quest'anno?-

Il fantasma fece un sospiro e scosse la testa. -No, hanno di nuovo respinto la mia richiesta, Lavanda-

-Sarà per la prossima estate, Sir Nicholas- disse Alyssa, sorridendo al fantasma.

-Non so mia cara Alyssa. Tornassi in vita mi taglierei ben bene il capo. Almeno ora potrei partecipare- rispose con rammarico. -Bando alle ciance. La vostra estate invece?-

-Passata da mia nonna al villaggio magico di Oaf nelle campagne scozzesi- rispose Lavanda.

-Io sono andata in Irlanda- rispose Alyssa.

-Mi fa piacere vi siate divertite- rispose il fantasma -Ora vado a salutare gli altri studenti. Oh attente a Peeves, oggi è particolarmente irrequieto-

Le due ragazze si guardarono e fecero una smorfia prima annuire al fantasma, che scomparve ripresentandosi davanti al trio seduto poco più in la.

-Ma questi ragazzi che fine hanno fatto?- chiese Lavanda, sbuffando.

Alyssa strinse le spalle mentre guardava il tavolo in cerca di un po' di pane per placare la fame.

-Non ne ho idea. Spero non muoiano affogati, non oso immaginare cosa ci sia sotto il lago- disse rabbrividendo al pensiero.

Neanche a farlo apposta il portone della Sala si aprì, lasciando entrare i ragazzi, che si guardavano attorno estasiati alla vista del soffitto stellato.
Alyssa e Lavanda si misero più comode ai loro posti e si lanciarono uno sguardo divertito, pregustando il momento del loro gioco.

-Pronta?- chiese Lavanda porgendole la mano -Se vinci tu ti offro una burrobirra dai Tre Manici di Scopa. Se vinco io, mi dai la pozione che usi per i capelli-

-Ci sto- rispose Alyssa, stringendole la mano.

La professoressa McGranitt fece apparire uno sgabello dove posò sopra il vecchio cappello parlante, nella sala cadde il silenzio mentre gli studenti del primo anno fissavano impauriti quel vecchio copricapo da mago. Il cappello parlante iniziò a cantare la sua consueta filastrocca di inizio smistamento e il professor Vitious si alzò con la pergamena tra le mani per portarla alla professoressa Mcgranitt, la quale iniziò a leggere solo quando il copricapo finì di cantare.

-Ackerley, Stewart!-

-Tu che dici?- sussurrò Lavanda ad Alyssa.

-Serpeverde. Tu?-

-Grifondoro-

-Corvonero!- urlò il cappello.

Le due ragazze sbuffarono e voltarono lo sguardo verso lo smistamento.

-Baddock Malcolm-

-Per me va in Serpeverde- sussurrò Alyssa.

-Anche per me-

-Serpeverde!- urlò il cappello.

Le due ragazze si diedero il cinque mentre lo smistamento andava avanti.

Continuarono a scommettere fino alla fine, arrivando a concludere con la parità. Quando anche l'ultimo studente si andò a sedere al proprio tavolo, Silente si alzò dal suo posto e guardò la Sala, sorridendo.

-Bene, ora abbuffiamoci- esclamò continuando a sorridere.

Il cibo apparve nei piatti per la felicità degli studenti, che iniziarono a mangiare di gusto. Alyssa iniziò a chiacchierare di Quidditch con Angelina e Fred seduti accanto a lei, tutti i membri della squadra non vedevano l'ora di riprendere gli allenamenti e di scoprire chi avrebbe preso il ruolo di Baston.
Arrivati alla fine della cena, il preside si alzò nuovamente dal suo posto e si avvicinò al leggio.

-Dunque- disse sorridendo. -Gazza mi ha chiesto di rammentarvi gli oggetti proibiti. Per farvi un esempio, il fresbee zannuto dell'Emporio di Zonko è assolutamente vietato, per gli altri quattrocentoventitre oggetti dovete andare nel suo ufficio. Voglio rammentarvi inoltre che l'ingresso alla foresta proibita è vietato a tutti gli studenti, come anche lo è il villaggio di Hogsmeade per i ragazzi del primo e secondo anno- fece una pausa. -Ed è per me doloroso avvisarvi che quest'anno la coppa del Quidditch non avrà luogo-

-Ho capito male vero? Vero?!- esclamò Alyssa, guardando Angelina, che di risposta fissava il preside, sbigottita.

-Ciò- disse ignorando i borbottii degli studenti. -È dovuto al fatto che a ottobre, la nostra scuola ospiterà un evento importante. Con mio immenso piacere vi annuncio che Hogwarts- fece una pausa strategica per ammirare gli studenti che pendevano dalle sue labbra. -È stata scelta per ospitare... -

Il preside si dovette interrompere quando dalla porta laterale vicino al tavolo dei professori, entrò un uomo con un lungo impermeabile e un bastone per aiutarsi nella deambulazione. Quando l'uomo si avvicinò al preside, Alyssa riuscì a notare l'occhio artificiale decisamente più grande rispetto al normale. I due parlottarono tra loro per qualche minuto prima che lo straniero si andasse a sedere nel posto designato al professore di Difesa Contro le Arti Oscure.

-Miei cari, vorrei presentarvi il nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure- disse Silente, indicando il nuovo arrivato. -Il professor Alastor Moody!-

Gli studenti applaudirono diligentemente, interessati più all'annuncio di poco prima piuttosto che al nuovo professore.

-Dicevo, quest'anno avremo l'onore di ospitare un evento leggendario. Hogwarts è stata scelta per ospitare il Torneo Tremaghi- disse il professore, sorridendo felice di essere riuscito a concludere il suo discorso.

Tra gli studenti ci fu un ilarità generale e dalle labbra di tutti i ragazzi si potevano leggere le parole "Torneo Tremaghi".

-No signor Weasley non sto scherzando- disse rispondendo al "Sta scherzando?" pronunciato da Fred. -Il Torneo Tremaghi fu pensato per la prima volta ben settecento anni fa come competizione amichevole tra le scuole di magia di Hogwarts, Beauxbatons e Durmstrang. Ogni scuola aveva un suo campione e questi ultimi dovevano superare tre prove. Le scuole si alternavano per ospitare l'evento ogni cinque anni. Almeno fino a quando non si sono resi conto che c'erano più morti che campioni-

-Così si che mi convince a iscrivermi al torneo- esclamò Alyssa.

-Mi dispiace di non averla convinta, signorina Black. Magari al prossimo torneo, che dice?- esclamò Silente. -Comunque, a oggi il nostro ministero ritiene che sono tempi maturi e che è il momento adatto per fare un altro tentativo. A ottobre i presidi di Beauxbatons e di Durmstrang saranno qui con le delegazioni delle proprie scuole. Solo gli studenti degni potranno partecipare, chi vincerà avrà come premio la gloria eterna- disse con tono solenne. -E anche mille galeoni, fanno sempre comodo-

Alyssa ridacchiò all'affermazione del preside e attese che continuasse.

-Tuttavia, a nessuno studente al di sotto dei diciassette anni è permesso iscriversi. Capirete che non è assolutamente fattibile far competere chi non ha esperienza- continuò il preside con un tono che non ammetteva repliche anche se alcuni studenti iniziarono a protestare. -Ora miei cari, è arrivato il momento di andare a dormire. Domani Torneo o no, avete lezione. Su su-

***

Theodore aveva ascoltato il discorso del preside in silenzio. A fianco a lui Draco si lamentava della regola dell'età per poter partecipare ma a Theodore non interessava la gloria eterna. Voleva soltanto vivere la sua vita nel pieno della tranquillità, per cui se ne era totalmente disinteressato.
Anche quando si trovò nella sua camera con i suoi compagni rispose il minimo indispensabile alla discussione che il Torneo Tremaghi aveva scaturito.
Quando Blaise e Goyle si addormentarono, Draco si alzò dal suo letto e si sedette su quello di Theodore, quest'ultimo lo guardò sconcertato e gli fece segno di parlare.

-Theo ascolta, mi devi dire qualcosa?- 

Theodore alzò il sopracciglio e negò scuotendo il capo.

-Quindi tu e la Black?- chiese Draco con un sorrisetto.

Theodore alzò gli occhi al cielo e sbuffò. -Ancora con questa storia, Draco?-

Draco alzò le mani in segno di resa ma mantenne il sorrisetto di chi la sapeva lunga. - Va bene, non ti voglio costringere a parlare ma io ho visto-
E si alzò per tornare al suo letto.

Theodore non rispose, lo guardò infilarsi sotto le coperte e girarsi dalla parte opposta.

***

Il giorno dopo il sole splendeva sopra Hogwarts, gli alberi della foresta risplendevano a causa delle gocce d'acqua sui rami. Sembrava che il temporale del giorno prima non ci fosse mai stato, l'erba bagnata del parco era l'unico indizio di un arrivo turbolento per gli studenti del primo anno.

La colazione era il pasto che Alyssa preferiva in assoluto a Hogwarts. Per lei che adorava i dolci era un invito a nozze dove non avrebbe mai detto di no. Era seduta al tavolo di Grifondoro con Lavanda e stava imburrando il suo toast per poter spalmarci sopra la sua amata marmellata di zucca quando la sua amica le passò l'orario delle lezioni.

-Cura delle creature magiche ed Erbologia questa mattina- disse Lavanda mentre beveva la sua tisana al finocchio. -Poi io oggi pomeriggio ho Divinazione tu?-

-Antiche Rune- rispose prima di addentare il suo toast.

-Mi chiedo perché tu abbia lasciato Divinazione per Antiche Rune-

-In realtà l'anno scorso mi sono fatta consigliare da Piton- rispose Alyssa, continuando a mangiare.

L'infuso le andò di traverso e Lavanda fu costretta a tossire.

-Ti sei fatta consigliare da Piton?- esclamò enfatizzando il nome del professore.

-Certo. L'anno scorso sono andata a parlarci per la mia idea di diventare pozionista e lui mi ha risposto che Antiche Rune è una materia che serve. Le pozioni esistono da quando è nata la magia e alcune sono scritte con le Rune per non farsi scoprire dai babbani. Almeno è quello che si pensa- spiegò Alyssa, voltandosi verso l'amica.

-Quindi vuoi diventare pozionista?- chiese Lavanda, sorridendo.

-Si, l'ho capito quando Piton è stato costretto a darmi un Oltre Ogni Previsione l'anno scorso per la pozione Obliviosa- rispose e bevve un sorso di succo di zucca.

-È proprio per questo che ti ho chiesto di entrare nel nostro club di Pozioni- disse una voce dietro di loro.

Anthony Goldstein le stava guardando sorridendo.

-Posso ragazze?- disse indicando il posto libero di fianco ad Alyssa.

Alyssa e Lavanda annuirono e la prima fece segno al ragazzo di sedersi. Anthony Goldstein era uno dei ragazzi più carini del loro anno ed era stato protagonista di molte conversazioni tra Lavanda e Calì. I riccioli biondi erano ipnotici e guardando i suoi occhi azzurri dava la sensazione di finire nelle acque del mare, Anthony tuttavia non si rendeva conto della bellezza che emanava. Aiutava tutti con lo studio ed era amico di chiunque lo volesse nella sua cerchia. Il ragazzo si sedette e si versò del succo di zucca per poi voltarsi verso le due Grifondoro.

-Innanzitutto fatti dare il benvenuto nel Club di Pozioni- disse con voce solenne. -Volevo anche avvisarti che oggi pomeriggio alle 18 ci riuniamo nel laboratorio di Pozioni-

-Come funziona il Club?-

-Ci incontriamo ogni due settimane, oggi solo per poter trovare un giorno e un orario che risponde alle esigenze dei membri. Una volta al mese, alle volte anche di più, andiamo in biblioteca per scegliere e studiare le pozioni- disse sorridendo. -Oggi pomeriggio parleremo dei dettagli- e si alzò dal suo posto. -Ora vado, ho Trasfigurazione-

Il ragazzo uscì quasi di corsa dalla Sala Grande e Alyssa si alzò, facendo segno all'amica di alzarsi con lei per andare a lezione.

-Non è carino?- esclamò Lavanda, mentre uscivano dal castello.

Alyssa annuì ridacchiando con lei e le mise un braccio sulle spalle.

-Dammi un mese e ti organizzo un incontro-

-Ooh grazie- rispose ridendo.

Intanto presero il sentiero per la serra numero 3, dovevano essere tra le prime persone ad arrivare perché lungo la via sterrata incontrarono solo Neville Paciock, l'unico studente ad arrivare in anticipo ad Erbologia.
Infatti non appena entrarono, scoprirono di essere le uniche persone assieme a Neville.

-Oh per Merlino avrei potuto mangiare un altro toast- esclamò Lavanda, sbuffando.

-Mi dispiace signorina Brown di aver interrotto la sua colazione. Ma già che siete arrivati, gradirei che prendiate le piante di bubotubero e le posate sui banchi-

Lavanda sobbalzò e Alyssa scoppio a ridere mentre si avvicinava alle piante posate in un angolo della serra.

-Prendiamo il pus, professoressa?- chiese Alyssa con un vaso tra le mani.

-Si signorina Black- confermò la Sprout. -Sa perché si usa?- chiese con sguardo indagatore.

-Si usa per curare l'acne acuta- rispose prontamente.

-Ottimo, 10 punti a Grifondoro- esclamò la Sprout sorridendo. -Mi aspetto un buon lavoro signorina Black-

Alyssa sorrise e nel frattempo entrarono gli altri compagni.

Subito dopo Erbologia, i Tassorosso e i Grifondoro si divisero per andare rispettivamente a Pozioni e a Cura delle Creature Magiche. I Grifondoro continuarono il sentiero della serra numero 3 per arrivare nel luogo della lezione.

-Speriamo che Hagrid non s'inventi qualche altra creatura assurda con cui lavorare quest'anno- esclamò Alyssa quando furono arrivati nel giardino di Hagrid dove erano già arrivati i ragazzi di Serpeverde.

-Mi dispiace deluderti Black- disse Malfoy con lo sguardo fisso sulle creature simili ad aragoste deformi.

-Ma cosa sono?- chiese Seamus quando fu vicino a loro.

Hagrid uscì dalla sua capanna, sorridendo elettrizzato. -Sono Schiopodi Sparacoda! Belli vero?-

***

Dopo la lezione di Hagrid, il resto della giornata fu molto tranquilla. Antiche Rune oltre ogni sua previsione l'appassionò così tanto che la professoressa Babbling le aveva dato un manuale in più per esercitarsi nella traduzione delle rune dell'anno precedente.
Come primo giorno di scuola non era andato affatto male e di questo ne fu soddisfatta, camminava quasi saltellando verso il laboratorio di pozioni per l'incontro con il club. La sua preparazione per diventare animagus l'aveva avvicinata molto allo studio per la felicità del nonno.
Gli altri erano già arrivati e chiacchieravano tra loro quando lei entrò nella stanza con il rotolo di pergamena sottobraccio.

-Oh scusate, sono in ritardo?- chiese sorridendo.

Anthony si voltò verso di lei e sorrise, facendole segno di avvicinarsi.

-Affatto. Siamo noi in anticipo- esclamò.

Alyssa si avvicinò al gruppo e li guardò uno ad uno. Riconobbe Lisa Turpin e Terry Boot di Corvonero, Megan Jones di Tassorosso e Andrew Urquhart di Serpeverde. Tutti ragazzi del suo stesso anno. Fece un cenno di saluto ai compagni e si sedette al posto libero accanto a Terry.

-Allora- disse Anthony alzandosi dal suo posto. -Diamo il benvenuto ad Alyssa nel nostro club- disse indicando la ragazza.

I ragazzi la salutarono con qualche stretta di mano e qualche cenno che Alyssa ricambiò sorridendo.

-Piton non ha esitato neanche un secondo quando ho proposto il suo nome quindi sono davvero felice di avere un elemento come te nel club- disse elettrizzato. -Dai ragazzi, diamoci da fare-

***

I giorni successivi trascorsero tranquilli, Alyssa si destreggiava tra lezioni e sessioni di studio intensivo di Antiche Rune per poter mettersi in pari con gli altri compagni di corso. Aver seguito Divinazione l'anno prima era stato un grandissimo sbaglio e se ne stava rendendo in quelle ore spese a tradurre le rune.

Quella mattina Alyssa era in attesa assieme ai suoi compagni del nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure. Tutti parlavano proprio del nuovo docente ma lei stava terminando l'ultima traduzione che doveva portare alla Babbling e non si aggiungeva alle conversazioni.

-Ti giuro Alyssa, mi stai facendo paura- esclamò Lavanda.

-Devo rimettermi in pari con gli altri, Lav. Non posso rimanere indietro per molto- rispose senza alzare gli occhi dalla pergamena.

Nel frattempo il nuovo professore entrò nella stanza, tutti si zittirono ma Alyssa non se ne accorse e continuò il suo lavoro di traduzione.
L'uomo guardò tutti gli studenti uno ad uno prima di sedersi e prendere il proprio registro.

-Il professor Lupin mi ha scritto una lettera sul vostro rendimento e devo dire che avete una base piuttosto solida sull'affronto di Creature- disse sfogliando il registro. -Ma devo dire che siete indietro con lo studio delle Maledizioni. Ho solo un anno per insegnarvi quindi su iniziamo-

-Quindi sa che se ne andrà?- borbottò Ron a voce troppo alta.

Moody si voltò di scatto verso di lui e si avvicinò zoppicante.

-Tu sei il figlio di Weasley mh?- chiese pur sapendo già la risposta. -Ha fatto un po' di casino l'altro ieri eh?- ghignò e si avvicinò alla lavagna. -Bene allora le Maledizioni hanno forme e forze diverse, ci sono alcune legali ma sono in netta maggioranza quelle illegali. Secondo Silente siete abbastanza grandi per studiare questo genere di cose. Io non so se lo siete visto che qualcuno qui se ne disinteressa di studiare qualcosa che la potrebbe salvare da uno scontro con maledizioni illegali, preferendo le traduzioni di Antiche Rune. Tolga subito il manuale di Antiche Rune, signorina Black!-

Alyssa sobbalzò all'urlo del professore e finalmente alzò gli occhi verso di lui. Non si era accorta del suo arrivo e tolse subito il manuale e la pergamena.

-Scusi- borbottò imbarazzata ma il professore la ignorò.

-Allora, chi sa dirmi quali sono le cosiddette Maledizioni Senza Perdono?-

-Mio padre me ne ha spiegata una- esclamò Ron, alzando la mano. -La maledizione Imperius-

-Mmh si, tuo padre ha dato parecchi problemi al ministero per quella maledizione- disse ghignando.

Il professor Moody si avvicinò a uno dei barattoli contenenti vari insetti e ne aprì uno per prendere un ragno. L'insetto si dimenò tra le dita dell'uomo ma non se ne preoccupò e gli puntò la bacchetta contro.

-Imperio!-

Il ragno si tranquillizzò e Moody agitò la bacchetta, facendolo saltellare banco per banco. Alcuni studenti risero, tranne Moody.

-Ridereste lo stesso se lo facessi a voi?- chiese.

Le risate cessarono.

-Potrei fargli fare tutto. Anche uccidersi- intanto posò il ragno sulla cattedra. -Schiere di maghi e streghe hanno affermato di aver eseguito gli ordini di Voi Sapete Chi, perché sotto la maledizione Imperius- il suo occhio di vetro, guardava tutti i ragazzi. -Vi insegnerò a contrastarla ma voi dovete quantomeno fare in modo di non finirci in mezzo. Un'altra maledizione illegale?-

Neville alzò la mano lentamente e tutti lo guardarono. Neville Paciock raramente si faceva notare durante le lezioni.

-Io... Io ne conosco una... La maledizione Cruciatus- disse con fermezza.

-Paciock vero?- chiese, sapendo già la risposta.

Neville annuì e il professore prese il ragno e lo posò sul banco di Neville, puntandogli la bacchetta contro.

-Crucio!-

Il ragno iniziò a dimenarsi sul banco, l'aula era nel silenzio più totale e gli unici versi che si udivano erano i lamenti provenienti dall'insetto stesso. Alyssa dovette voltare il capo per non guardare l'orrore che il ragno stava provando e incontrò lo sguardo di Theodore. Diede un'occhiata agli altri ragazzi, scoprendo di non essere l'unica a non sopportare quella scena.

-Basta!-

L'urlo di Hermione la fece voltare di scatto verso il banco di Neville e i suoi occhi si inumidirono quando guardarono il volto del ragazzo contratto in una smorfia di dolore. Alyssa guardò il professore che in quel momento stava fermando la maledizione.

-Dolore. Chi sa usare la maledizione Cruciatus non ha bisogno di coltelli per torturare. Bene, altre?- disse ignorando lo stato in cui si trovava Neville.

-Avada Kedavra- mormorò Hermione.

Tutti si voltarono verso di lei guardandola, tesi.

-Giusto, signorina Granger... L'Anatema che uccide-

Moody afferrò il ragno e lo riportò sulla cattedra. L'aracnide era stremato a causa della maledizione Cruciatus e non oppose resistenza al tocco dell'uomo. Il professore gli puntò nuovamente la bacchetta contro.

-Avada Kedavra!-

Il ragno morì.
Morì sotto gli occhi di una ventina di studenti, nessuno alzò un dito per aiutarlo e nella sua testa si chiese se un giorno qualcuno l'avrebbe salvata o se si fosse trovata a morire sola e senza aiuti come il ragno.
Quando si accarezzò la guancia e la sentì bagnata si rese conto di non voler sapere la risposta.

***

Finita la lezione Alyssa uscì solo quando tutti gli altri furono fuori. Il professore rimase seduto alla scrivania e non la degnò neanche di uno sguardo quando si avvicinò alla porta.

-Poteva evitare, professore- disse quando fu sull'uscio della porta.

-La vita non è tutta rosa e fiori, signorina Black. Suo nonno doveva insegnarglielo anziché crescerla come una principessina-

Alyssa non si voltò e uscì a passo deciso per poi correre giù per le scale. Mai e poi mai qualcuno le avrebbe detto frasi del genere e mai gli avrebbe dato la possibilità di vedere le sue lacrime. Quella scena fu un vero schiaffo in faccia per lei, il solo pensiero che qualcuno aveva provato sulla propria pelle quelle maledizioni l'aveva fatta star male. Il solo pensiero che L'Avada Kedavra aveva ucciso sua madre la faceva stare anche peggio.

-Alyssa- esclamò Theodore, alle sue spalle.

Ma lei non si fermò e continuò a camminare. Mentre tutti gli studenti viravano verso la Sala Grande per il pranzo, Alyssa non girò e camminò fino alle scale che portavano nel laboratorio di Pozioni.

-Alyssa!- la richiamò di nuovo, questa volta afferrandole il braccio costringendola a voltarsi.

La ragazza lo guardò e Theodore la lasciò andare. In quel momento lei aveva bisogno delle sue certezze e la preparazione di pozioni era stato sempre un buon modo per darsi una calmata.

-Dove stai andando?- chiese Theodore.

-Nel laboratorio di pozioni. Noi del club abbiamo il permesso- rispose in automatico, come se Theodore fosse un prefetto o un caposcuola.

-Vengo con te-

-Ma tu odi Pozioni- ribadì sconcertata.

Theodore le sorrise, uno di quei rari sorrisi del ragazzo e per un attimo non pensò più alla frase del professor Moody.

-Vorrà dire che starò li fermo a leggere-

I due ragazzi passarono l'ora di pranzo chiusi nel laboratorio. Alyssa preparò una pozione dilatante mentre Theodore rimase seduto accanto a lei senza parlare. Rimasero in silenzio per tutta la durata della preparazione e quando fu pronta, giusto poco prima della fine del pranzo, Alyssa la chiuse in una boccetta e la posò sulla cattedra di Piton.

-Theo?- sussurrò e la sua voce sembrò quella di una bambina.

Theodore si voltò a guardarla e gli fece segno di continuare. Erano appena usciti dal laboratorio e si stavano dirigendo nella Sala Grande.

-Grazie- disse Alyssa facendo un mezzo sorriso.

-Prego- rispose e gli angoli della bocca s'incurvarono un poco.

ANGOLO AUTRICE

Eccoci qui con un altro capitolo. Devo dire che ci ho messo un po' per iniziarlo ma per fortuna è uscito qualcosa di decente. Stiamo entrando sempre di più nel cuore della storia e sono davvero elettrizzata per questo!
Se vi va lasciate un commento.

Al prossimo capitolo,
_L_Black_

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 - Confessioni ***


Capitolo 20

Un mese era passato da quella prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure e Alyssa non lo vide più come un qualsiasi professore. Sicuramente non era come Lupin questo l'aveva capito subito ma mai aveva pensato di assistere ad una scena del genere come la lezione sulle Maledizioni senza perdono.
Difesa Contro le Arti Oscure era l'unica nota negativa di quel primo mese scolastico, aveva ricevuto parecchi punti alla Casa per la sua condotta durante le lezioni e il club di Pozioni era esattamente come se l'aspettava. Avere un gruppo con cui preparare pozioni la faceva sentire meno sola visto che tutti i suoi amici non provavano alcuna attrazione per la materia.

Quel pomeriggio aveva appena finito di preparare la pozione polisucco, quando uscì dal laboratorio. Gli altri componenti del gruppo erano andati via prima avendo scelto una pozione più semplice della sua, per cui si ritrovò a camminare da sola per il corridoio delle segrete che portava alle scale. Fu nell'istante in cui stava per mettere piede sul primo scalino che vide Theodore scendere. Il ragazzo era immerso nei suoi pensieri e non la notò perciò rimase qualche secondo a guardarlo. Raramente le capitava di poterlo guardare senza che lui se ne accorgesse e ne approfittava sempre di quei momenti. Quando le fu vicino, agitò la mano davanti al volto del ragazzo e non appena quest'ultimo alzò lo sguardo verso lei sorrise.

-La nuova prima della classe mi degna di un saluto- esclamò il ragazzo sorridendo. -Dimmi un po' da quand'è che non ci vediamo?-

-Non supererò mai Hermione- ribatté sorridendo. -Comunque direi dall'ultima lezione di Cura delle creature no?-

Theodore ridacchiò. -Sai bene che non intendevo la corsa a riacciuffare gli Schiopodi, comunque- disse appoggiandosi sul corrimano. -Dove ti stai dirigendo, pozionista?-

-Oh ma allora direi che non ci vediamo da un mesetto- disse, fingendo di pensarci. -Comunque sto tornando in Sala Comune, ti va di accompagnarmi?-

Theodore annuì e assieme salirono le scale che riportavano al corridoio dove si trovava la Sala Grande. La tracolla le doleva sulla spalle e Theodore gliela prese senza dirle nulla.

-Grazie! Di un po', quest'estate hai fatto palestra?- chiese Alyssa sorridendo.

-Diciamo che secondo mio padre non potevo stare tutto il giorno a leggere quindi mi ha messo in riga- rispose ridacchiando. -Io mi chiedo invece come tu faccia portare questo peso sulle spalle! Ma cosa ci hai messo dentro?!-

-Sono i libri di Antiche Rune, la Babbling mi ha dato altri due libri in vista della prova di inizio anno-

-Quindi stai pensando di lasciare le pozioni per le rune? Hai le idee confuse eh- disse facendo un sorrisetto.

-Simpatico. No sono ancora dell'idea di diventare una pozionista ma per passare al corso post Hogwarts di pozioni ho bisogno di prendere Eccellente in Antiche Rune ai M.A.G.O.-

Theodore la guardò con la coda dell'occhio e scosse il capo, vedendola così seria.

-Alyssa, ti rendi conto che hai quattordici anni?- chiese mentre arrivavano all'androne delle scale.

-Chi dorme non prende draghi, mio caro Theodore. Che male c'è a studiare?- rispose, guardandolo irritata.

-Nessuno, non ti scaldare- disse alzando le mani a mo' di scusa.

-Scusami, è che un po' tutti mi fanno questo discorso e non lo sopporto- disse sospirando. -Grazie di avermi accompagnata- esclamò quando arrivarono davanti al quadro della Signora Grassa e Alyssa salì un altro scalino prima che le scale decidessedo di cambiare e la ragazza indietreggiò nuovamente, rabbrividendo al ricordo della sua caduta.

-Hey- disse afferrandole il braccio per farla voltare. -Non sono contro di te, sono con te. Qualunque sarà la tua scelta l'accetterò sempre lo sai- le disse facendole un sorriso. -In cambio però ti chiedo di venire a Hogsmeade con me questo sabato-

Alyssa sorrise e riprese la sua tracolla dalle mani del ragazzo.

-Ci sto, Nott-

Le scale cambiarono nuovamente in direzione del quadro della Signora Grassa ma questa volta non se ne preoccupò e rimase a fissare Theodore che scese i gradini di corsa per tornare nella sua Sala Comune.

***

-Gira voce che Alyssa Black andrà a Hogsmeade con Theodore Nott- esclamò Lavanda mentre controllava l'oroscopo del giorno come faceva ogni mattina.

Alyssa bevve il suo succo di zucca e tornò a imburrare il suo toast.

-Perché dovrei nascondere una notizia del genere? Spesso io e Theodore siamo usciti insieme a Hogsmeade non è una novità- rispose prima di addentare il suo toast.

Lavanda annuì e continuò a consultare il suo oroscopo. -Vero. Ma gira voce che l'invito sia stato davvero dolce-

Alyssa scoppiò a ridere e scosse il capo. -E questa storia chi l'ha detta?-

-Victoria Martins Grifondoro del secondo anno, è una piccola pettegola- rispose Lavanda.

-È colei che ti da informazioni?- chiese Alyssa, assottigliando lo sguardo.

-Dipende, mi ha dato informazioni giuste?- chiese con un mezzo sorriso.

Alyssa la fulminò con lo sguardo ma Lavanda riuscì comunque a notare le guance della sua amica tingersi di un leggero rossore. Lavanda scoppiò a ridere e lasciò definitivamente il suo oroscopo.

-Oh Merlino! Alyssa davvero?!- urlò Lavanda, elettrizzata.

Tutta la Sala Grande si voltò a guardarle e Alyssa le fece segno di abbassare la voce.

-Davvero Alyssa?!- chiese a voce più bassa.

-Dai andiamo su. Abbiamo Trasfigurazione- ribatté Alyssa, alzandosi dal suo posto.

Lavanda la seguì, uscendo quasi di corsa dalla Sala Grande e tenendo a stento il passo con Alyssa.

-Allora?!- chiese nuovamente. -Dai non è che devo cavarti le parole di bocca-

-Oh e va bene!- sbottò Alyssa bloccandosi prima di prendere le scale e l'afferrò per entrare nel bagno delle ragazze.

Appena entrata controllò se ci fosse qualcuno e quando ebbe la conferma di essere sole, chiuse a chiave la porta e si andò ad appoggiare ai lavandini.

-Ok lo trovo carino- disse imbarazzata, come fosse una ladra.

Lavanda alzò il sopracciglio scettica e si appoggiò accanto a lei.

-E ci sei arrivata ora?!- chiese, scettica. -Per quanto non lo sopporti è oggettivo che Theodore Nott è un bel ragazzo-

-Si, no, cioè hai ragione- disse dopo aver fatto un respiro profondo. -Però non so che dirti, da quando ci siamo rivisti quest'estate ecco... -

-Non ti è indifferente- la interruppe Lavanda.

Alyssa annuì tenendo lo sguardo basso sul pavimento. -Sono pazza?-

Lavanda la guardò con tenerezza e le mise un braccio attorno alle spalle.

-Non sei pazza, Aly. Hai solo una cotta è normale- le disse sorridendo.

-Che devo fare?- chiese Alyssa mentre si avvicinava alla porta per uscire.

-Niente, ti comporti normalmente e vedi come va- rispose con una scrollata di spalle.

Le due ragazze uscirono e si aggiunsero agli studenti che si apprestavano ad andare a lezione. Lavanda guardava l'amica con tenerezza, era la prima volta che vedeva Alyssa imbarazzata per qualcosa e ciò la faceva sorridere. Aveva sempre pensato che quei due erano destinati a stare insieme.

-Sono così contenta per te!- esclamò quasi urlando mentre l'afferrava per il braccio, stringendolo.

Alyssa la guardò e scosse il capo, ridendo.

-Calmati, Lav- disse, rossa in volto mentre entravano in aula.

***

Due settimane passarono dal discorso con Lavanda e Alyssa si sentì molto meglio dopo essersi tolta quel peso. Tuttavia l'appuntamento con Theodore saltò dopo che il ragazzo si era ritrovato a dover fare un tema extra per la McGranitt. Quando gliel'aveva comunicato dovette far fronte a tutte le sue forze per non dare a vedere quanto ci fosse rimasta male ma effettivamente anche lei non era esente dai compiti. Passò con Theodore tutto la giornata di sabato a studiare in biblioteca, lui Trasfigurazione lei Storia della Magia. Il cambio dal terzo al quarto anno era palpabile e tutti gli studenti del loro anno erano nella stessa situazione, con Hermione si aiutavano a vicenda e anche il club di Pozioni dava una grossa mano.
Passava le nottate a studiare con Hermione in camera e svegliarsi la mattina stava iniziando ad esser difficile.

Arrivare all'ora di Difesa quel giorno fu arduo. Essendosi svegliata in ritardo non era riuscita a fare colazione e lo stomaco esigeva del cibo già durante l'ora di Incantesimi. In più, il nuovo professore di Difesa non le piaceva per nulla. Suo nonno le aveva detto che era stato cacciato dal ministero per i suoi modi bruschi e Alyssa non l'aveva di certo messo in dubbio visto come si comportava con loro. In più quel giorno aveva deciso di provare la maledizione imperius su di loro e non aveva alcuna voglia di farsi comandare da lui.
Forse anche per quello non era tanto dell'umore di chiacchierare che facevano gli altri, come se nessuno di loro di li a poco non si fosse trasformato nel burattino di Moody.

-Allora, non perdiamo tempo- sbottò il professore mentre entrava nell'aula.

Alcuni studenti sobbalzarono mentre altri, come Alyssa, rimasero indifferenti ormai abituati ai modi rudi dell'uomo.

-Vi avevo detto che oggi avremmo provato la maledizione Imperius. Su forza alzatevi da quei banchi!-

Gli studenti si affrettarono ad alzarsi e il professore spostò i banchi con un tocco di bacchetta.

-Ma professore è illegale- esclamò Hermione, guardandolo.

-Bene signorina Granger se non vuole assistere quella è la porta, ma non pianga da me quando non riuscirà a contrastarla-

Alyssa guardò fuori dalla finestra, con irritazione. Odiava quel modo di essere del non ci poteva fare nulla. Non appena ci fu spazio in mezzo all'aula, il professore iniziò a chiamare uno ad uno i ragazzi. Dean Thomas saltellò cantando l'inno nazionale, Lavanda imitò un criceto e Seamus fece il tipico ballo irlandese. Dopo aver fatto imitare un cavallo a Goyle, le fece segno di avvicinarsi.

-Black tocca a te- disse senza neanche guardarla.

Alyssa si avvicinò cauta al centro della stanza con gli occhi degli altri puntati addosso, si fermò a un metro dal professore e alzò il mento con aria di sfida. Non sapeva cosa fare per contrastarlo ma immaginava che un atteggiamento ostile sicuramente non avrebbe giovato al professore.

-Imperio- disse puntandole la bacchetta contro.

D'un tratto la mente di Alyssa fu svuotata completamente di ogni pensiero, si sentiva leggera e in pace con se stessa.
Balla.
I suoi piedi iniziarono a danzare quando una vocina dentro di lei le disse di fermarsi. Si fermò per qualche istante istante prima di sentire di nuovo l'ordine.
Balla.
I suoi piedi tornarono a danzare mentre la sua mente la pregava di fermarsi. Agli occhi degli altri, Alyssa faceva qualche passo e poi si fermava, non sapevano della sua guerra interiore per non cedere.
Alla fine cedette e danzò per la stanza fino a che il professore non la fermò.

-Bene Black, ci vuole più impegno però- disse, irritato.

La testa di Alyssa girava come una trottola e non ascoltò le parole del professore, Theodore la dovette tirare da un braccio per farla spostare da li.

-Grazie- mormorò mentre si appoggiava a un banco.

-Un'oretta e passa, Black- disse il professore poco prima di puntare la bacchetta contro Harry.

Harry se la cavò decisamente meglio di tutti quanti, non appena il professore vide che il ragazzo aveva buone possibilità di contrastarlo lo aveva fatto provare per altre tre volte fino a quando non riuscì a debellarlo completamente.

Quando finalmente l'ora finì, come se la lezione non le fosse bastata, quando stava per uscire la sua tracolla si ruppe e tutti i libri caddero a terra con un tonfo.

-Andate, non vi preoccupate- disse ai suoi compagni mentre si chinava per riprendere i suoi libri.

In un attimo fu sola nella stanza con Moody, la situazione che proprio non voleva vivere nuovamente.

-Reparo- esclamò il professore, puntando la bacchetta contro la sua tracolla.

Alyssa afferrò la tracolla ricucita e ci mise dentro i libri.

-Grazie- borbottò senza voltarsi.

-Se pensi che io non ti sopporti Black, hai ragione- esclamò il professore mentre scriveva qualcosa sul registro.

Alyssa si voltò di scatto verso di lui, impassibile ma non rispose, troppo sorpresa da quell'affermazione.

-Non sopporto che una studentessa così sveglia come te, metta Difesa Contro le Arti Oscure al secondo posto rispetto altre materie. Se per farti salvare da sola un giorno io non debba sopportarti allora sarà così. E oggi mi sembra che abbia funzionato, sbaglio?-

Alyssa si rialzò da terra e si avvicinò alla scrivania, puntando i pugni sulla cattedra.

-Io non metto Difesa dietro le altre materie!- disse tentando di dare alla sua voce un tono normale.

-Allora dimostralo! Ti nascondi dietro a materie come Pozioni perché così non sei costretta a combattere eh? Ti do una notizia, Black chiunque sarà costretto a combattere nella propria vita e non parlo solo di guerre. Fuori da Hogwarts non tutti sono buoni-

-Ci sono pozioni che possono salvare la vita delle persone!- disse quasi urlando.

Moody scoppiò a ridere e batté il suo bastone a terra.

-Lo so bene Black ma quando verrai attaccata da un malvivente in un vicolo cosa farai?! Gli darai una pozione?!-

-Certo che no. Combatterò- rispose come se fosse ovvio. -E glielo dimostrerò, professore. Le farò cambiare idea sul mio conto-

-Questo lo vedremo durante le lezioni- disse con tono brusco ma la sua espressione faceva trapelare la sua soddisfazione. -Ora vai a pranzo-

Alyssa annuì e uscì dall'aula diretta alla Sala Grande.
Gli avrebbe fatto cambiare idea, ne valeva del suo orgoglio oramai.

Appena scese nell'atrio fu sorpresa di trovare una calca di studenti davanti al lei intenti a guardare qualcosa che non seppe riconoscere. Riuscì a farsi spazio a malapena e quando arrivò all'ingresso della Sala Grande capì finalmente il perché di tutto quel trambusto.

TORNEO TREMAGHI

Le delegazioni di Durmstrang e Beauxbatons arriveranno alle 6 in punto di venerdì 30 ottobre. Le lezioni termineranno con mezz'ora di anticipo e tutti gli studenti sono caldamente pregati di riunirsi davanti al castello per accoglierli. Successivamente ci sarà il banchetto di Benvenuto.

Dopo aver letto il cartello entrò nella Sala Grande e si andò a sedere accanto a Lavanda e Calì che chiacchieravano dell'imminente arrivo delle delegazioni. Rimase a mangiare il suo pranzo in silenzio, senza aggiungersi alla conversazione. Era ancora irritata per la discussione avuta con Moody nonostante quella notizia fosse a dir poco interessante per lei.

-Hey ho visto che sei stata più tempo in aula- disse Hermione.

Alyssa si voltò verso la ragazza, che si sedette accanto a lei. Essendo arrivata più tardi il tavolo di Grifondoro non era così pieno e Hermione non ebbe problemi a sedersi al suo fianco.

-Si, Moody mi ha detto chiaro e tondo che non mi sopporta- rispose Alyssa con tono irritato.

Hermione sgranò gli occhi e le fece segno di continuare.

-Beh secondo lui mi nascondo dietro a Pozioni perché non ho il coraggio di combattere- disse tentando di rifare la voce di Moody

-Ma che maleducato!- esclamò Hermione sorpresa. -Come si permette sei una delle studentesse più promettenti del nostro anno!-

-Non secondo lui- mormorò, mentre rigirava il cibo con la forchetta.

-Gli farai sicuramente cambiare idea- affermò Hermione con tono deciso.

-Sicuramente, ma ecco non mi ha fatto piacere sentire una cosa del genere-

-È normale ma non ti abbattere. Sei entrata nel quarto anno a gamba tesa e non sono l'unica ad averlo notato- disse sorridendole.

Alyssa annuì sorridendo e alzò lo sguardo verso di lei.

-Grazie- disse riconoscente.

-E di che, è il minimo. Ora vado ho Aritmanzia, ci vediamo dopo- disse Hermione per poi alzarsi dal tavolo e uscire.

Alyssa la guardò andare via e tornò a mangiare il suo pranzo, poco dopo anche Lavanda e Calì se ne andarono per andare a Divinazione e lei rimase sola.

***

La settimana che venne fu stressante per gli studenti. I professori erano visibilmente tesi e ciò si riversava in automatico sui ragazzi che furono messi alla prova da varie interrogazioni. Alyssa se la cavò egregiamente, riuscendo anche a guadagnare punti per la sua casata ma tutta quella situazione era veramente ai limiti dello stress. Persino il club aveva dovuto fermare i suoi incontri, troppo occupati a studiare per le interrogazioni.

La mattina del trenta ottobre i ragazzi trovarono il castello addobbato. Sopra ogni tavolo spiccavano gli stendardi delle Case e i quadri erano stati scrostati, per tutta la scuola si poteva percepire un clima di piacevole impazienza anche se i professori erano tutti sull'orlo di una crisi di nervi.
Tuttavia le lezioni passarono con leggerezza per la felicità degli studenti ormai anche loro stanchi di tutte quelle interrogazioni. Quando le lezioni terminarono corsero tutti nelle proprie sale comuni per lasciare i libri.

-Muovetevi!- urlò la McGranitt con impazienza che li attendeva in Sala Comune.

-Di questo passo non arrivo viva a fine giornata- esclamò Alyssa non appena furono in camera.

Ebbero giusto il tempo di darsi una sistemata ai capelli prima di essere richiamate dalla professoressa. Uscirono tenendo a stento il passo della McGranitt, fuori dal castello le altre case erano già arrivate.

-Forza mettetevi in fila. Quelli del primo anno davanti. NON SPINGETE- esclamò con tono autoritario. -Signorina Patil si tolga quella cosa dai capelli-

Calì si tolse la farfalla dai capelli, visibilmente imbarazzata e se la mise in tasca. Alyssa si guardò attorno e incrociò gli occhi di Theodore, che le sorrise. Alyssa ringraziò della distanza che li divideva perché le sue guance si tinsero di un rosa tenue.

-Sei arrossita- le bisbigliò Lavanda all'orecchio.

-Piantala ti prego- rispose imbarazzata.

Lavanda scosse il capo e si voltò verso Calì mentre Alyssa rimase a guardare la foresta, avrebbe preferito la compagnia dei ragni piuttosto che stare li.

-Credo proprio che stia arrivando la delegazione Beauxbatons!- urlò Silente dalla fila degli insegnanti.

-Da dove?- urlò qualcuno.

-Da laggiù!- gli rispose un ragazzo del sesto anno dietro di lei.

Qualcosa di grosso volava sopra la foresta proibita diventando sempre più grande quando si avvicinava.

-Ma cos'è?- chiese una ragazza di Serpeverde.

-È... Una casa volante?- esclamò un altro ragazzo.

Quando fu vicina Alyssa riconobbe un a carrozza trainata da una dozzina di cavalli alati. La carrozza era grande quanto una casa vasta come quella dei Nott ed era di un azzurro scintillante. La carrozza atterrò e le prime file di studenti furono costrette ad arretrare, Alyssa si portò le mani alle orecchie per il frastuono dato dalla collisione con il terreno. Tra i ragazzi cadde il silenzio mentre Silente si avvicinava con calma alla carrozza. Intanto la porta di quest'ultima si aprì, facendo uscire una serie di scale color oro da cui scese una donna così alta arrivando sicuramente all'altezza di Hagrid. Silente iniziò ad applaudire e così fecero tutti gli studenti mentre la donna sorrise cortese al loro preside.

-Madame Maxime- disse per poi chinarsi appena per baciarle la mano. -Benvenuta a Hogwarts-

-Bonsoir Silonte comment alez-vous?- chiese sorridendo. -Spero bien-

-Oui tutto bene, grazie- rispose Silente.

-Ti presento i miei studonti- esclamò Madame Maxime, preferendo la loro lingua alla propria.

Fece un segno alle sue spalle e dalla carrozza scese una dozzina di ragazzi e ragazze intorno ai diciassette e i diciott'anni.

-Karkaròff?- chiese la donna.

-Sarà qui a momenti, nel frattempo se volete entrare per scaldarvi... -

-Oui merci. I miei scevalli hanno bisogno del loro whisky di malto-

-Il nostro insegnante di Cura delle Creature Magiche sarà felicissimo di occuoparsene- rispose Silente.

-I miei scevalli hanno bisogno di una mano descisa- ribattè la donna.

-Hagrid saprà cavarsela perfettamente- rispose Silente con calma per poi far segno al professor Vitious di accompagnarli all'interno del castello.

La preside di Beauxbatons fece segno ai suoi studenti di seguirla e i ragazzi di Hogwarts le aprirono un varco per farli entrare nel castello. I ragazzi si presero il permesso di poter ammirare le ragazze francesi e Alyssa guardò in automatico Theodore, che ridacchiava con Draco, guardando le studentesse di Beauxbatons. Lavanda le mise una mano sulla spalla e stava per dirle qualcosa ma l'urlo di Dean Thomas le fece voltare verso il lago.

-Dal lago! Guardate!-

Le acque del lago nero dapprima calme in quel momento avevano bolle che si formavano in superficie e delle onde si abbattevano sulle rive. Dall'acqua emerse quello che a tutti sembrò un palo ma ci volle poco per riconoscere l'albero maestro di una nave, che sorse dall'acqua lenta e maestosa. Alyssa rimase senza fiato, guardando la nave che si avvicinava alla riva. Quando si assestò e l'ancora fu ormai lanciata, dai boccaporti uscirono i suoi ospiti, da lontano erano solo macchie nere di una stazza simile a quella di Goyle ma quando furono vicini poterono notare i loro mantelli di pelliccia.

-Albus- gridò l'uomo dal mantello differente rispetto ai suoi studenti con accento dell'est. -Come stai mio caro amico?-

-Benissimo, grazie Igor- rispose Silente.

Karkaròff raggiunse Silente e gli strinse la mano ma il suo sguardo era attirato dal castello alle spalle degli studenti di Hogwarts.

-Hogwarts è sempre bella- disse guardando il castello. -Possiamo entrare? Sai Viktor- disse indicando il ragazzo poco distante da lui. -Ha un po' di raffreddore-

Il ragazzo si fece strada tra i suoi compagni e Alyssa spalancò gli occhi prima di voltarsi verso Hermione, che si trovava poco più in la rispetto a lei e guardava la scena.

-Ma chi è?- chiese Lavanda quando notò le facce dei suoi compagni.

-Lavanda, quello è Viktor Krum, il cercatore della Bulgaria!-

Il ragazzo sentendo il suo nome la guardò e le fece l'occhiolino prima di entrare nel castello assieme ai suoi compagni.

-Sarà un torneo interessante- esclamò Lavanda, mentre guardava i ragazzi di Durmstrang.

ANGOLO DELL'AUTRICE

Eccoci qui, sorpresi del grande peso di Alyssa? Eccoci all'arrivo di Durmstrang e Beauxbatons, ne vedremo delle belle ragazzi miei.

Ci vediamo al prossimo capitolo,
_L_Black_

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 - Pozione Invecchiante ***


Capitolo 21
 
Gli studenti di Hogwarts rientrarono non appena i ragazzi di Durmstrang furono dentro il castello. Theodore seguì i propri compagni all'interno con in testa l'immagine di Krum che sorrideva ad Alyssa.
Un gesto innocuo ma che gli aveva dato non poco fastidio.
 
-No cavolo, Beauxbatons si è seduto al tavolo di Corvonero- esclamò Draco, quando furono all'interno della Sala Grande.
 
Theodore ridacchiò e si andò a sedere al tavolo di Serpeverde con i suoi compagni.
 
-Dai Draco hai tutto l'anno per poter parlare con una di loro- disse dandogli una pacca sulla spalla.
 
Draco lo fulminò con lo sguardo prima di ridere alle sue parole.
 
-Ecco finalmente una nota positiva in questo Torneo Tremaghi- ribattè, Draco ridendo.
 
Gli altri ragazzi risero e Theodore non fece eccezione, scosse il capo continuando a ridere e i suoi occhi puntarono il tavolo di Grifondoro dove Alyssa stava parlando con Potter e Weasley sicuramente dell'arrivo di Krum a Hogwarts visto come Weasley cercasse disperatamente una penna tra i suoi compagni.
 
-Weasley è proprio uno sfigato- esclamò, facendo una smorfia.
 
Draco seguì lo sguardo dell'amico e annuì energico.
 
-È un poveraccio, che ci vuoi fare- disse mentre spostava lo sguardo verso gli studenti di Durmstrang, ancora indecisi su dove sedersi.
 
-Hey sedetevi qui!- urlò Ron, facendo segno ai ragazzi di sedersi.
 
-Ora ho la conferma che è uno sfigato- esclamò Draco ridendo.
 
Theodore lo seguì a ruota e fece spazio ai ragazzi stranieri che si stavano avvicinando al loro tavolo. Viktor Krum si sedette proprio di fianco a Draco e Theodore si prese il piacere di guardare la faccia amareggiata di Weasley, ghignando.
 
-Benvenuti a Hogwarts- esclamò Draco con la sua faccia di bronzo.
 
-Krazie- rispose Krum, con un mezzo sorriso.
 
Silente si alzò dal suo posto e si avvicinò al leggìo e fece segno ai ragazzi di fare silenzio.
 
-Buonasera a tutti, colgo l'occasione per darvi ancora il benvenuto qui a Hogwarts. Vorrei che la vostra permanenza qui sia comoda quanto piacevole-
 
Una ragazza di Beauxbatons scoppiò in una inconfondibile risata e Theodore si permise di poterla guardare meglio. Era forse la ragazza più bella che avesse mai visto ed ebbe l'impulso di volersi alzare per poter toccare quei capelli biondi.
 
-Quella deve essere una Veela- disse Blaise guardando la ragazza ipnotizzato.
 
Theodore annuì e dovette voltare lo sguardo per evitare di alzarsi davvero.
 
-E ora, vi invito a mangiare e bere come foste a casa vostra- esclamò Silente.
 
La tavola s'imbandì in un attimo come sempre ma gli studenti di Durmstrang rimasero incantati davanti quella magia. Il tavolo si riempì e Theodore rimase sorpreso nel vedere piatti diversi dal solito. Poi, come fosse sotto un incantesimo, tornò a guardare la ragazza francese che si era alzata a per andare al tavolo di Grifondoro.
 
-La Black ti stava guardando fino a un attimo fa- disse Draco, ghignando.
 
-Come?- chiese Theodore, continuando a guardare la Veela.
 
Draco rise, vedendo la faccia imbambolata di Theodore e tornò a chiacchierare con Krum, mentre il giovane Nott tornava a guardare nella direzione della delegazione di Beauxbatons prima di incrociare lo sguardo di Alyssa. Quando vide gli occhi dell'amica fu come se rinsavisse, le sorrise ma lei non ricambiò.
 
***
 
Aveva guardato Theodore per tutto il tempo. Da quando quella maleducata di Beauxbatons si era alzata per avvicinarsi al tavolo di Grifondoro, a quando la stessa si era seduta nuovamente. Aveva smesso di fare conversazione con gli altri e si era chiusa nel suo silenzio a pensare. Da quando si era resa conto dei suoi sentimenti non aveva mai pensato che Theodore potesse preferire altre ragazze né come si sarebbe comportata vedendo il ragazzo con un'altra. Quando aveva visto gli occhi del ragazzo puntati sulla biondina vestita d'azzurro le si era come rotto qualcosa dentro e voleva uscire da li ma sapeva di non potersi muovere. Era il banchetto di benvenuto, impensabile uscire dalla Sala Grande.
 
-Tutto ok, Alyssa?- chiese Harry, guardandola sconcertato.
 
Alyssa si voltò a guardarlo nel momento in cui Theodore le sorrise e scosse il capo.
 
-Nulla-
 
Hermione la guardò ma non disse niente mentre Harry e Ron tornarono a parlare di Krum. O meglio, Ron parlava di Krum e Harry lo ascoltava.
Rimase a mangiare le leccornie in silenzio nel mezzo del chiacchiericcio dei suoi compagni, alzando lo sguardo poche volte fino a quando i piatti non furono vuoti e il preside tornò al leggìo per il discorso.
 
-Ebbene è giunto il momento-
 
Alyssa guardò il preside mentre la quiete tornava tra i tavoli. Solo in quel momento si rese conto di altri due uomini seduti al tavolo dei professori.
 
-Sono Ludo Bagman e Barty Crouch, il capo di Percy- le spiegò Ron, notando il suo sconcerto.
 
-Perché sono qui?- chiese Harry.
 
-Lo hanno organizzato loro il Torneo, è ovvio che vogliono esserci all'inaugurazione- esclamò Hermione.
 
-Prima di far entrare il forziere, volevo spendere alcune parole. Innanzitutto vi presento Bartemius Crouch, direttore dell'ufficio per la cooperazione magica internazionale e Ludo Bagman direttore dell'Ufficio per i giochi e gli sport magici-
 
Come di consueto gli studenti applaudirono i due uomini, Ludo Bagman fece un pomposo inchino forse memore di quando era un grande giocatore di Quidditch.
 
-Il signor Crouch e il signor Bagman hanno lavorato istantaneamente con me nell'organizzazione del torneo. Per questo si uniranno a me, Karkaroff e madame Maxime nella giuria- disse indicando gli ospiti seduti dietro di lui. -Gazza, il forziere-
 
Il guardiano, fino a quel momento seminaecosto in un angolo della Sala, si avvicinò al preside con il suddetto forziere.
 
-Le sfide che i campioni dovranno superare sono tre, distribuite durante l'anno scolastico. Metteranno alla prova lo studente o studentessa nell'audacia, ingegno e capacità di superare il pericolo-
 
Il preside diede un colpetto al forziere con la bacchetta e questo si aprì scoprendo un calice antico alto circa un metro.
 
-Il Calice di Fuoco. Chiunque voglia gareggiare non deve far altro che scrivere il suo nome su una pergamena e metterlo qui dentro. Avete ventiquattr'ore di tempo, dopodiché il Calice ci restituirà i nomi dei tre campioni-  
 
Gli studenti di tutte le scuole rimasero a bocca aperta nel guardare il Calice che emanava scintille bianche con striature bluastre. Un semplice oggetto che aveva un grande compito da svolgere.
 
-Il Calice sarà esposto nella Sala d'Ingresso dove sarà raggiungibile da tutti. Per assicurare che gli studenti di età inferiore non si propongano, traccerò una linea dell'età in modo che nessuno possa avvicinarsi- disse guardando i ragazzi con il suo solito sorriso. -Infine vorrei spendere due parole per chi può e vuole partecipare, vi dico di non prendere questa decisione con leggerezza. Lui o lei non può tirarsi indietro per nessun motivo e ora è arrivato il momento di andare a dormire. Buonanotte a tutti voi e ancora benvenuti ai ragazzi stranieri-
 
Gli studenti si alzarono con calma dai loro posti e si avviarono fuori dalla Sala Grande. Alyssa era ancora immersa nei suoi pensieri quando Fred e George Weasley si posizionarono uno alla sua destra e uno alla sua sinistra.
 
-Hey Black- esclamò George.
 
-Gira voce che tu sia fantastica con le Pozioni- continuò Fred.
 
Alyssa guardò prima uno poi l'altro e annuì scettica. -Così dicono-
 
-Non fare la modesta, non è da tutti prendere Eccellente- disse Fred, facendole l'occhiolino.
 
-Che volete?- tagliò corto lei mentre salivano le scale che portavano alla Sala Comune di Grifondoro.
 
-Una pozione invecchiante- risposero in coro.
 
Alyssa salì uno scalino e si bloccò, voltandosi verso i due Weasley che si trovavano un gradino più in basso e la guardavano con fare supplichevole.
 
-Voi volete... Cosa?- chiese titubante, credendo di aver capito male.
 
-Una pozione invecchiante- risposero nuovamente in coro.
 
-Perché?-
 
-Beh per raggirare la Linea dell'età di Silente- rispose con tono sicuro, Fred.
 
George annuì alle parole del fratello e i due si diedero il cinque, sicuri di aver avuto l'idea migliore di tutti i tempi.
 
-Voi non sapete farla?- chiese la ragazza, mentre si appoggiava al corrimano.
 
-Non è che non sappiamo farla- disse George.
 
-È che secondo noi la nostra sarebbe subito intercettata invece la tua no- concluse Fred.
 
-Cosa ti fa credere che la mia pozione riuscirà a raggirare la linea dell'età di Silente?- disse rimarcando le ultime parole.
 
-Andiamo Black, dacci una mano tanto domani che hai da fare?- chiese Fred, ammiccando. -Non mi pare tu abbia un appuntamento galante-
 
Alyssa lo fulminò con lo sguardo -Sei veramente un maleducato-
 
-Black ma tu sei bellissima, è che Fred dice così perché sei troppo piccola per noi- esclamò George, facendole l'occhiolino.
 
Alyssa alzò gli occhi al cielo e incrociò le braccia al petto.
 
-Va bene vi aiuterò, ma a delle condizioni-
 
-Spara- esclamarono in coro.
 
-Primo, se vi chiedono qualcosa io non c'entro nulla, fate il mio nome e vi metterò dell'Intruglio Confondente nel succo di zucca. Secondo, voglio che mi avvisiate quando la userete. Terzo, ma questa non è una condizione quanto più una constatazione, non funzionerà-
 
-Dai la possibilità a due Weasley di stupirti- esclamò Fred, facendole il bacia mano.
 
Alyssa scoppiò a ridere e annuì, per poi voltarsi e tornare nella sala comune assieme ai gemelli.
La nottata che venne la passò a preparare la pozione nella Sala Comune, con la sola compagnia dei quadri dormienti. Eppure quando aveva il suo calderone e degli ingredienti la solitudine non la sentiva più.
 
***
 
Quel sabato mattina sembrava che l'intera Hogwarts si fosse svegliata prima del previsto. La Sala Grande era gremita di gente e la Sala d'ingresso aveva già alcuni studenti che osservavano il Calice di Fuoco. Alyssa sedeva al tavolo di Grifondoro con un libro di Pozioni aperto sulla ricetta della Pozione Invecchiante e la consultava mentre mangiava il suo porridge. Voleva essere certa di aver svolto tutti i passaggi come da ricetta prima di darla ai gemelli. Sapeva che non avrebbe funzionato, il preside non le era mai parso uno sprovveduto, sebbene alle volte pareva fosse su un altro pianeta ma l'idea di vedere cosa sarebbe successo ai gemelli l'intrigava troppo.
 
-Alyssa buongiorno- esclamò Lavanda, sedendosi accanto a lei. -Ho paura di chiederti cosa stai leggendo- disse, indicando con un gesto del capo il libro davanti all'amica.
 
-Pozione Invecchiante, i gemelli Weasley vogliono provare a mettere i loro nomi nel Calice- rispose senza alzare gli occhi dal libro.
 
-Beh sembra una buona idea- rispose Lavanda mentre si versava dell'infuso alle rose nella tazza.
 
-Secondo me non funzionerà- ribatté Alyssa prima di ingurgitare l'ultimo cucchiaio di porridge.
 
-E perché li aiuti?- chiese Lavanda con tono sconcertato.
 
Alyssa alzò le spalle. -Sono curiosa di cosa succede se oltrepassi la Linea dell'età-
 
Lavanda scosse il capo ma ridacchiò alle parole dell'amica e iniziò a sorseggiare il suo infuso. Nel frattempo al tavolo di Serpeverde, Theodore Nott chiacchierava con Blaise Zabini e Daphne Greengrass.
 
-Piuttosto come stai?- chiese Lavanda.
 
-Bene, perché me lo chiedi?- ribatté Alyssa senza alzare lo sguardo dal suo libro.
 
-Beh ieri mi è parso di notare Nott molto... Ehm, preso dalla giovane maleducata di Beauxbatons- rispose stando attenta a controllare il suo tono. -E ho notato anche che, beh, che tu l'hai visto-
 
Alyssa alzò di scatto gli occhi verso l'amica e le fece segno di abbassare la voce.
 
-Lav ti adoro ma per favore non parlare di queste cose ad alta voce in una stanza piena- le mormorò all'orecchio.
 
Lavanda si guardò attorno per assicurarsi che nessuno le stesse guardando e tirò un sospiro di sollievo nel vedere che erano tutti presi a parlare del Torneo Tremaghi.
 
-Alyssa calmati, non puoi fare così ogni volta che lo nomino- disse ormai sicura che nessuno stesse badando a loro. -E comunque non hai risposto-
 
Alyssa stava per ribattere alle parole dell'amica quando un rumore dal tavolo di Serpeverde. Un ragazzo con la divisa di Durmstrang le stava fissando da lontano, con gli amici che gli parlavano nella loro lingua.
 
-Inquietante- commentò Alyssa.
 
-Decisamente inquietante- rispose Lavanda con una smorfia. -Non so, i ragazzi di Durmstrang li trovo un po' strani-
 
-Dici?- chiese Alyssa, indicando lo stesso ragazzo che ora aveva preso coraggio e si stava avvicinando a loro.
 
-Per la barba di Merlino sta venendo qui dobbiamo and... -
 
-Zdraveite- esclamò il ragazzo, sorridendo.
 
-Ciao- risposero freddamente in coro le due Grifondoro, intuendo che quello era un saluto.
 
Ma il ragazzo non notò il tono gelido delle ragazze e si sedette proprio accanto a Lavanda. Quest'ultima imprecò a bassa voce per poi finire tutto d'un sorso il suo infuso, ansiosa di andarsene.
 
-Come ti chiama tu?- chiese il ragazzo proprio a Lavanda. -Io, Branimir- e le porse la mano.
 
-Però, sfacciati questi bulgari eh?- mormorò Alyssa nell'orecchio dell'amica.
 
Lavanda la fulminò con lo sguardo e tornò a guardare il ragazzo con indifferenza.
 
-Lavanda- rispose senza stringere la mano.
 
Il giovane si versò del succo di zucca e lo sorseggiò, guardando Lavanda ammiccando.
 
-Mh come pianta. Da Bulgaria lavanda è rara. Noi fare importare e utilizzare per laffativo- disse sorridendo.
 
-Come scusa?- chiese Lavanda.
 
-Lav, credo che ti abbia appena detto come usano la lavanda in Bulgaria- le spiegò Alyssa, trattenendo una risata.
 
-Non ho capito come però- le rispose, voltandosi verso di lei.
 
Trattenendo ancora le risate, Alyssa prese il suo libro di Pozioni, aprendolo sulla sezione "Pozioni guaritrici" e ne indicò una utilizzata per liberare l'intestino.
 
-Credo che intendesse lassativo- le spiegò, riuscendo a stento a trattenere le risate.
 
Lavanda lesse la pozione e il suo volto si deformò in una smorfia. Nel frattempo il ragazzo, credendo di aver fatto colpo, fece il segno dell'okay agli amici seduti al tavolo dei Serpeverde. Davanti a quella vista Alyssa non ce la fece più e scoppiò in una fragorosa risata mentre Lavanda si alzava indispettita.
 
-Alyssa, andiamo- disse, ignorando lo sguardo confuso di Branimir.
 
-Eccoti qui!- esclamarono i gemelli Weasley, correndo da loro assieme a Lee Jordan.
 
Lavanda imprecò nuovamente a quell'arrivo indesiderato e Branimir, credendo che stesse rimanendo per lui, si voltò ancora verso gli amici per il segno dell'okay. Alyssa scosse il capo ridendo mentre prendeva dalla borsa accanto a lei l'ampolla con la pozione.
 
-Ecco qui, ragazzi- disse dandogli la boccetta. -Una goccia per uno, non di più-
 
-Certo Black stai tranquilla- disse George, facendole l'occhiolino. Solo allora i tre si resero conto di Lavanda e il ragazzo di Durmstrang.
 
-Hai fatto conquiste Brown?- chiese Fred ridacchiando, indicando il ragazzo.
 
Lavanda stava per controbattere quando Branimir si alzò di scatto e fece sbattere il bicchiere sul tavolo, facendo sussultare i presenti.
 
-Si io conquista- urlò verso gli amici, facendo vedere i suoi muscoli. I ragazzi di Durmstrang seduti al tavolo lo applaudirono con grande enfasi, segno che non avevano capito nulla esattamente come Branimir.
 
-Ok ma non scaldare- esclamò Fred sconcertato.
 
-Vi prego possiamo uscire da qui per favore?!- chiese Lavanda, con il viso ormai arrossato dall'imbarazzo.
 
Alyssa annuì e i cinque Grifondoro stavano per uscire quando Branimir riprese Lavanda per un braccio.
 
-Io e te, rivedere oggi?- chiese Branimir, baciandole il dorso della mano.
 
-Anche no- rispose prontamente, sfilando di scatto il braccio dalla presa di Branimir.
 
-Ma questo da dove è uscito?- chiese Lee ad Alyssa.
 
-Forza andiamocene prima che decida di seguirci- disse senza rispondere alla domanda di Lee.
 
Lavanda annuì e i cinque si avviarono a passo svelto verso l'uscita.
 
-Tu cambiare idea- urlò Branimir prima che i ragazzi uscissero dalla Sala Grande.
 
-A Durmstrang dovrebbero fare un corso su come ci si approccia con le persone- esclamò George ridacchiando.
 
Non appena furono per il corridoio, Lavanda tirò un sospiro di sollievo mentre il resto del gruppo si permise finalmente di ridere su ciò che avevano appena visto.
 
-Potete smetterla per favore?- chiese Lavanda mentre camminava verso la Sala d'Ingresso.
 
-Ma come Brown, quello è innamorato perso- disse Fred, mettendosi a un lato della ragazza.
 
-Dovresti esserne felice- continuò George, posizionandosi al lato opposto di Lavanda.
 
Lavanda guardò prima uno e poi l'altro e accelerò il passo indispettita.
 
-Tranquilla Brown, mancano solo mesi prima che il tipo se ne vada. Potreste avere una fantastica storia d'amore- urlò Fred.
 
-Forza andiamo a vedere cosa succede se tentate di fregare la linea dell'età su!- rispose Lavanda quando fu alla porta della Sala d'Ingresso.
 
-Vedrai Brown, vorrai spendere interi sacchi di galeoni per poter passare il tempo con noi dopo che uno dei tre avrà vinto il torneo- risposero in coro i gemelli.
 
Alyssa rise e raggiunse l'amica, pronta a gustarsi quello spettacolo. Nella Sala c'erano almeno una ventina di studenti tra le quattro casate e tutti ammiravano le fiamme bianche bluastre, oltre che attendere con ansia l'arrivo di qualche temerario pronto a iscriversi. Angelina aveva appena messo il suo nome quando i tre ragazzi si decisero a bere la pozione Invecchiante.
 
-Hey Angelina complimenti, spero che tu ce la faccia- disse Alyssa alla sua compagna di squadra.
 
Angelina le sorrise imbarazzata e si avvicinò a loro.
 
-Grazie Alyssa, mi fa piacere avere il supporto dei miei compagni di casa- esclamò grata -Ora vado a fare colazione, per l'ansia non ho mangiato nulla-
 
Le ragazze la salutarono mentre poco distanti da loro, Fred, George e Lee stavano scrivendo i loro nomi su fogli di pergamena. Il primo ad avvicinarsi fu Fred, che avanzò cauto verso la linea dell'età per poi saltarla. Alyssa e Lavanda pensarono che era fatta e stessa cosa passò in mente a George, che seguì a ruota suo fratello. Quando anche Lee stava per oltrepassare la linea, i gemelli Weasley furono sbalzati via e lanciati verso la Sala Grande come fossero delle bambole di pezza. Sui volti dei gemelli Weasley comparvero delle lunghe barbe bianche, in tinta con i loro capelli. Alyssa sussultò quando caddero a terra mentre al contrario Lavanda ridacchiò, prendendo quella barba bianca come una rivincita.
 
-Vi avevo avvisati- disse una voce divertita.
 
Alyssa e Lavanda si voltarono verso la porta dove Silente e la McGranitt si stavano gustando la scena.
 
-Andate da Madama Chips. Vi farà piacere sapere che non siete gli unici ad essersi invecchiati, già la signorina Fawcett di Corvonero e il signor Summers di Tassorosso ci hanno provato prima di voi. Devo dire però che le vostre barbe sono le migliori-
 
Fred e George uscirono dalla Sala a sguardo basso seguiti a ruota da Lee, che rideva a crepapelle.
 
-Hey Weasley, a chi è che dovevo dare i galeoni?-
 
***
 
Dopo aver passato la maggior parte della giornata in Sala d'Ingresso a vedere quanti provavano la pozione Invecchiante e puntualmente venivano lanciati fuori dalla linea dell'età. Quando ormai la gente aveva capito che neanche una pozione avrebbe dato loro la possibilità di iscriversi al torneo, non c'era più gusto a rimanere li perciò il resto del pomeriggio lo passò in Sala Comune con Lavanda e Calì. Fuori la pioggia batteva sulle finestre mentre dentro, davanti al fuoco Alyssa stava una favola.
A ora di cena scesero in Sala Grande per il Banchetto di Halloween, interessati più ai campioni che alla festa in sé.
La Sala era addobbata nello stile di Halloween, sopra le loro teste dei pipistrelli volavano indisturbati mentre delle zucche ridenti ornavano i tavoli. Gli studenti di Beauxbatons guardavano le decorazioni con disgusto mentre quelli di Durmstrang con stupore.
 
La cena sembrò durare un eternità durante la quale tutti i presenti ogni tanto buttavano un occhio al Calice, che scoppiettava indisturbato. Quando i piatti furono liberi da ogni resto di cibo, questi scomparvero e nella stanza cadde il silenzio, segno del momento fatidico.
 
Silente si alzò con calma dal suo posto e si posizionò al leggìo, scrutando i ragazzi davanti a lui.
 
-Il momento è giunto, miei cari-
 
Alyssa vide Angelina Johnson trattenere il respiro mentre Katie la teneva per un braccio, in apprensione per lei. Le luci della sala si affievolirono e le fiamme del calice divennero più alte, se durante tutta la giornata queste erano state di un bianco misto al blu, in quel momento erano diventate di rosso acceso.
 
Un attimo dopo il fuoco restituì un foglio di pergamena bruciato e Silente lo afferrò al volo.
 
-Il campione di Durmstrang è- si fermò per leggere bene il nome. -Viktor Krum!-
 
Gli studenti di Durmstrang applaudirono e con loro il resto della sala.
 
-Sicuro che era lui!- esclamò Ron, batteva le mani.
 
Alyssa vide Krum alzarsi dal tavolo di Serpeverde e avvicinarsi con sicurezza a quello dei professori, dove strinse la mano prima a Silente poi a Karkaroff. Silente gli indicò la porta dietro di loro e Krum scomparve dietro essa.
La Sala tornò in silenzio e l'attenzione fu di nuovo catturata dal Calice, che era tornato ad emanare fiamme rosse.
 
Un foglio di pergamena volò nelle mani di Silente.
 
-Il campione di Beauxbatons- annunciò Silente. -È Fleur Delacour-
 
La ragazza si alzò dal tavolo di Corvonero con gli applausi della Sala di sottofondo, Alyssa la riconobbe come colei che la sera prima si era permessa di schernire Hogwarts. Fleur si avvicinò prima a Madame Maxime per stringerle la mano e poi a Silente per fare la stessa cosa. Alyssa guardò il tavolo dei Serpeverde, scoprendo Theodore intento a fissare la ragazza francese.
 
-Non ti fare viaggi mentali, Alyssa- le sussurrò Lavanda all'orecchio.
 
Alyssa annuì e tornò a guardare il Calice. Quest'ultimo tornò a lanciare fiamme rosse da cui un altro foglio di pergamena fuoriuscì. Silente lo raccolse e non riuscì a contenere la sua felicità.
 
-Il campione di Hogwarts è Cedric Diggory!-
 
La scoppiò in un fragoroso applauso, le urla di gioia non si riuscivano a contenere e tutti i ragazzi di Hogwarts batterono le mani sui tavoli continuando a urlare "Diggory, Diggory, Diggory!". Cedric si alzò sorridente dal tavolo di Tassorosso e andò da Silente per poi entrare nella stanza indicatagli dal preside. Quando anche Diggory scomparve dietro la porta, Silente si avvicinò nuovamente al leggìo per il discorso di chiusura ma venne ben presto interrotto.
 
-Regardez! Il calishe- urlò un ragazzo di Beauxbatons.
 
Le fiamme da bianche bluastre tornarono ad essere rosse e il calice restituì un altro frammento di pergamena, che cadde a terra leggiadro sotto gli occhi sorpresi di tutti. Silente si chinò, lo prese senza remore e si rialzò con lo sguardo di tutti ancora addosso.
 
-Harry Potter-
 
Nessuno osava proferire alcuna parola, sbalorditi da quanto stava accadendo. Harry, seduto a due persone di distanza da lei era sorpreso esattamente quanto loro.
 
-Harry Potter- lo chiamò nuovamente il preside.
 
-Io... Io non ho messo il mio nome- disse Harry ma sembrava che nessuno stesse badando alle sue scuse.
 
-Harry Potter vieni qui per favore- lo richiamò il preside.
 
Alyssa vide Hermione e Ron che non muovevano un dito per spingere Harry e lo fissavano esattamente come gli altri. Perciò fece una cosa che mai avrebbe pensato di fare. Si alzò e andò da Harry, gli mise una mano sulla spalla e gli indicò il tavolo dei professori.
 
-Dai Harry- mormorò.
 
Harry annuì titubante e si alzò, inciampando sulla sua stessa toga per poi incamminarsi lungo lo spazio tra il tavolo di Grifondoro e quello di Tassorosso, seguito da Alyssa.
Non appena furono vicini al preside, quest'ultimo la bloccò con un cenno.
 
-Harry entra nella stanza- disse senza sorridere come di suo solito. -Lei signorina Black, torni al suo posto-
 
Alyssa annuì ma rimase ferma fino a che Harry non scomparve dietro la porta. Non appena questo accadde, si voltò e tornò con passo deciso al tavolo di Grifondoro dove tutti erano ancora sbalorditi a ciò che era appena accaduto.
 
-Adesso è arrivato il momento di andare a dormire- esclamò Silente. -Buonanotte a tutti- disse con fare frettoloso prima di seguire gli altri adulti all'interno della stanza dove i campioni erano in attesa di direttive. I presenti si alzarono ancora sconcertati e si avviarono verso l'uscita.
 
-Tu ne sapevi niente?- le ringhiò contro Ron, afferrandola per un braccio.
 
-Scusami?- ribatté lei, staccandosi dalla sua presa.
 
Nel frattempo tutti si erano fermati e li stavano guardando.
 
-Dai lo hai accompagnato da Silente! Vuoi dirmi che non sapevi nulla?! Che gli hai dato per fargli passare la linea dell'età?!-
 
-Ronald!- esclamò Hermione, mettendogli una mano sulla spalla. -Smettila-
 
-Weasley sul serio, fatti controllare da Madama Chips- disse con tono gelido.
 
-Weasley lasciala stare, non è colpa sua se il tuo amico vuole barare- s'intromise Theodore, avvicinandosi a loro.
 
Ron stava quasi per saltargli addosso quando i suoi fratelli lo fermarono.
 
-Adesso basta, torniamo in sala comune- disse George, trascinando il fratello fuori da lì assieme a Fred.
 
Quando le ultime persone uscirono per tornare nelle proprie Sale Comuni, Alyssa rimase li e si sedette al tavolo di Grifondoro.
 
-Non te ne vai?- chiese Theodore quando notò la ragazza comodamente seduta.
 
-Aspetto che Harry esca da li- rispose. -Non l'ho aiutato lo giuro Theo, la mia Pozione Invecchiante non è riuscita a raggirare la linea dell'età e oltre le posizioni non saprei proprio come avrei potuto dargli una mano-
 
Theodore annuì alle sue parole. -Ti credo, ma non credo a lui. Buonanotte Alyssa-
 
-Buonanotte Theo- mormorò.
 
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
 
Ecco un altro capitolo. Devo dirlo stavolta ci ho messo di più per mancanza di ispirazione, ma sono comunque contenta di ciò che è venuto fuori. Ho adorato scrivere la scena di Branimir e spero che abbia divertito anche voi come me quando la stavo scrivendo.
 
Al prossimo capitolo,
 
_L_Black_

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 - Campione non voluto ***


Capitolo 22

Le candele della Sala Grande si stavano man mano consumando e il silenzio che le stava attorno la faceva sentire tremendamente a disagio. Aveva agito d'istinto, senza pensare alle conseguenze ossia la chiacchierata che sicuramente avrebbe avuto con Harry al momento del ritorno in Sala Comune. Era la prima volta che si trovava da sola con Harry da quando lo conosceva e, sebbene lo considerasse un bravo ragazzo, non poteva di certo considerarlo come suo amico intimo.
Quando aveva visto tutta la sala impegnata a fissarlo si era ricordata del giorno del suo smistamento, ricordò tutti gli occhi addosso e non voleva che qualcuno lo trattasse come avevano fatto con lei. Anche se ancora non riusciva a crederci che Harry fosse riuscito a mettere il suo nome nel Calice.

Stava quasi per addormentarsi sul tavolo, quando la porta da cui i campioni erano scomparsi durante la fine del banchetto si aprì.

-Beh, allora saremo di nuovo avversari- esclamò la voce inconfondibile di Cedric.

I due ragazzi uscirono allo scoperto, sotto la luce fioca delle ultime candele rimaste e non si accorsero subito di lei.

-Così sembra- borbottò Harry.

-Ma una cosa me la devi spiegare, come hai fatto a mettere il tuo nome nel Calice?- chiese Cedric mentre si avvicinavano alla porta.

-Non l'ho fatto- rispose prontamente Harry e il suo tono convinse Alyssa della sua sincerità.

-Ah... Certo- disse Cedric, con tono incerto. -Oh, ciao Alyssa- esclamò non appena la notò.

Harry seguì lo sguardo di Cedric e fu piacevolmente sorpreso di trovarla lì.

-Ciao, Cedric- gli rispose, facendogli un mezzo sorriso.

Cedric si avvicinò alla porta, superando Harry e Alyssa ma prima di uscire si voltò nuovamente verso di loro.

-Beh ci vediamo- li salutò prima di tornare nella sua sala comune.

Alyssa e Harry rimasero in silenzio per qualche secondo, solo la riapertura della porta dietro al tavolo dei professori la convinse a prendere il ragazzo per un braccio e uscire a passo svelto da li.
Il castello era immerso in una piacevole penombra, alcuni quadri dormivano beati mentre altri parlavano tra di loro forse di ciò che era avvenuto in Sala Grande un'ora prima.

-Non l'ho messo io il mio nome nel Calice- sbottò dopo qualche minuto Harry, con tono supplichevole.

Alyssa annuì scettica mentre arrivavano all'androne delle scale. Prima di salire i primi gradini però si bloccò e si voltò verso il giovane Potter che guardava il pavimento sconsolato.

-Senti Harry, non so ancora se ti credo- disse con voce incerta. -Ma so che adesso più che mai hai bisogno di aiuto- gli mise una mano sulle spalle come a confortarlo. -Sono abbastanza certa che tutta la scuola sia contro di te-

-Grazie- ironizzò Harry.

Nonostante la penombra, Alyssa poté notare il volto pallido di Harry e quasi provò pena per lui. Un ragazzo così famoso, colui che era sopravvissuto a Tu-Sai-Chi in quell'istante non era altro che un quattordicenne impaurito all'idea di dover partecipare a un torneo mortale. La ragazza inclinò il capo e gli sorrise, sperando di rassicurarlo.

-Ti aiuteremo Harry, non ti lasceremo solo- disse con tono rassicurante. -Allora- disse mentre saliva i primi gradini. -Di cosa tratta la prima prova?- gli chiese.

Harry la seguì e le si mise di fianco. -Non l'hanno detto. Dobbiamo dimostrare l'audacia nel cavarcela da soli, senza sapere cos'avremo di fronte. La prima prova ci sarà il 24 novembre e sinceramente Alyssa non so dove mettere le mani- esclamò sconsolato. -Cosa devo fare?-

-Dobbiamo fare in modo che tu non muoia- rispose Alyssa con ovvietà. -Quindi direi di vedere incantesimi difensivi e pozioni guaritrici, potete usare le pozioni?-

Harry scosse il capo. -No, possiamo essere armati della sola bacchetta. L'unica nota positiva è che sono esentato dagli esami di fine anno, sempre se rimango in vita-

Erano ormai arrivati davanti il quadro della Signora Grassa, che chiacchierava con il quadro accanto a lei.

-Allora, chi è il campione?- chiese la Signora Grassa, elettrizzata.

-Guazzabuglio- risposero in coro i due ragazzi.

-Oh e va bene- disse prima di far comparire la scalinata.

Il boato che ci fu in sala comune le fece venire la voglia di uscire e tornare nella quiete delle scale. Tutti i Grifondoro erano li pronti a festeggiare il loro campione per cui Alyssa si spostò, lasciando ai gemelli la possibilità di rapire Harry.

-Finalmente avremo la vendetta contro Diggory- esclamò Katie.

-Vieni Harry c'è da mangiare-

Alyssa si avvicinò alla finestra dove si erano sistemate Lavanda e Calì, quest'ultima si defilò non appena vide Alyssa e andò da Lee Jordan che non smetteva di cantare l'inno di Hogwarts.

-Lo hai aspettato in Sala Grande?- chiese Lavanda con voce alta per sovrastare il vociare dei loro compagni.

Alyssa annuì e Lavanda le porse un bicchiere di burrobirra, che accettò con piacere scoprendosi particolarmente assetata. Si appoggiò al muro e guardò i suoi compagni di casa festeggiare mentre Harry provava disperatamente ad andarsene.

-Lui dice che non c'è l'ha messo il suo nome nel calice- disse Lavanda, posizionandosi accanto a lei. -Tu gli credi?-

-Non lo so Lav, è strano. Se me l'avessi chiesto subito dopo la cena ti avrei detto di no ma poco fa, quando stavamo salendo le scale, l'ho visto davvero in preda al panico dalla situazione-

-Avrei paura anch'io- disse Lavanda mentre guardava Harry divincolarsi dalla presa dei gemelli.

-Hermione dov'è?- chiese Alyssa, notando l'assenza della loro compagna di stanza.

-In camera, dopo la figura che ha fatto Ron non voleva stare qui- le spiegò Lavanda mentre sorseggiava la sua burrobirra.

-La raggiungo allora- disse, spostandosi dal muro. -A dopo-

-A dopo- la salutò prima di essere rapita da Angelina e Katie che le chiesero di controllare se le stelle fossero in favore di Harry.

Alyssa salì le scale che portavano al dormitorio femminile di corsa ed entrò nella stanza con altrettanta veemenza. Hermione era seduta sul suo letto e guardava fuori dalla finestra, immersa nei suoi pensieri. Non appena udì la porta aprirsi si voltò, non sorpresa di trovarsi davanti Alyssa.

-Ti chiedo scusa a nome di Ron- esclamò dispiaciuta. -Mi dispiace della scena di prima-

Alyssa scosse il capo e si sedette accanto a lei. -Tranquilla, era sconvolto lo comprendo-

-Sei troppo buona, è stato davvero un maleducato- disse con tono deciso. -Ma Ron è fatto così, è impulsivo-

-Ripeto, stai tranquilla non ce l'ho con lui- ripeté, paziente.

Hermione annuì grata e rimasero in silenzio per qualche secondo.

-Come sta Harry?- chiese impaziente di sapere.

-Impaurito. Sai credo che non abbia messo lui il suo nome nel calice- disse sincera.

-Lo penso anch'io- confermò Hermione. -Ma non me la sentivo di aspettarlo li- disse come a giustificarsi.

-Capirà- la rassicurò sorridendo. -Domani parlaci, ne ha veramente bisogno-

Hermione annuì e Alyssa si alzò per per potersi finalmente cambiare. In sala comune i festeggiamenti continuavano imperterriti e fuori aveva smesso di piovere, sembrava soltanto una serata di adolescenti che festeggiavano un qualsiasi compleanno e non un ragazzo condannato al patibolo.

***

Quella domenica mattina Hogwarts sembrava fosse tornata alla normalità. O meglio, pareva così fino a quando Alyssa non mise piede in Sala Grande per la colazione, tutti parlavano del quarto campione di Hogwarts e solo i Grifondoro erano entusiasti di questo cambio di programma. Sospirò e si avvicinò al suo tavolo per sedersi, ma venne fermata poco prima di prendere posto. Theodore la guardava sorridente e tra le mani, aveva un pacchetto chiuso in malo modo.

-Buongiorno Alyssa Sophie- esclamò il ragazzo sorridendole.

Alyssa gli sorrise di rimando e si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, imbarazzata sotto il suo sguardo.

-Buongiorno Theodore- gli rispose gentilmente.

-Volevi fare colazione?- disse indicando il tavolo di Grifondoro. -Perché avevo pensato di proporti una colazione in riva al lago-

Sperò vivamente di non arrossire ma non riuscì a contenere un sorriso spontaneo sul suo volto. Gesto che Theodore notò.

-Cosa c'è li dentro?- chiese indicando il pacchetto.

Theodore alzò gli occhi al cielo ma le sorrise. -Toast con marmellata di zucca e succo di zucca come piace a te-

Alyssa si guardò attorno, notando che nessuno aveva badato a loro, troppo impegnati a parlare del Torneo.

-Allora ci sto- rispose sorridendo, felice che nessuno avesse assistito alla scena.

I due ragazzi uscirono dalla Sala Grande e si avviarono verso la Torre di Grifondoro, per dare la possibilità ad Alyssa di prendere il cappotto. Theodore l'attese a una rampa di distanza, per non udire la parola d'ordine di Grifondoro mentre Alyssa correva su per le scale che portavano alla sala comune.

-Hey dove corri?- chiese Lavanda, che si trovava poco distante da lei assieme ai gemelli.

-Hey Black stavamo giusto parlando con la Brown per fare uno scherzo a Bramo- esclamò George, avvicinandosi a lei.

-Branimir vorrai dire- rispose scettica.

-Bramo, Branimir è la stessa cosa- rispose Lavanda con un gesto frettoloso. -Ti unisci a noi?-

Alyssa scosse il capo e prese Lavanda per un braccio, trascinandola con sé nel dormitorio femminile. Non appena furono in camera, Lavanda si sedette sul letto di Alyssa e la guardò cercare il suo cappotto.

-Posso sapere perché mi hai trascinata qui mentre stavamo organizzando un piano per togliermi Branimir di torno?!- chiese irritata.

-Non credi di stare esagerando?- rispose Alyssa, nel frattempo si diede una sistemata ai capelli e si infilò il cappello.

-Alyssa, stamattina a colazione ero con i gemelli e gli ha detto che io- disse indicandosi. -Sono roba sua perché lui conquista-

Alyssa posò la sua spazzola e si voltò di scatto verso l'amica. -Non l'ha fatto davvero-

Lavanda annuì con vigore. -Oh si che lo ha fatto, davanti a tutti poi!-

-Quel tipo è pazzo!- rispose sbalordita mentre si infilava il cappotto.

-Dove stai andando?- chiese sorpresa di vederla con la giacca.

-Vado a fare colazione con Theodore al Lago Nero- disse sorridendo.

Lavanda la guardò e sorrise dolcemente. La trovava così tenera quando non nascondeva ciò che provava ed erano dei momenti rari. La vide sistemarsi la frangetta dopo essersi messa il cappello e scosse il capo.

-Beh muoviti allora!- esclamò alzandosi dal letto per spingerla fuori dalla stanza.

Lavanda la spinse fuori dalla camera e Alyssa corse giù per le scale, passò in sala comune e uscì dalla torre di Grifondoro. Theodore la stava aspettando appoggiato tra due quadri, che battibeccavano sugli avvenimenti della sera prima e Alyssa si prese un attimo per guardarlo. Se le avessero detto che durante il suo quarto anno avrebbe avuto una cotta proprio per Theodore, sarebbe scoppiata a ridere e invece in quel momento si sentiva davvero in imbarazzo, aveva infatti il timore ingiustificato di fare qualcosa di stupido. Theodore alzò lo sguardo verso di lei e le indicò il pacchetto sorridendo, Alyssa scese gli ultimi gradini che la separavano dal ragazzo.

***

Il sole era coperto dalle nuvole ma nonostante ciò alcuni raggi riuscivano a filtrarle, dando un leggero tepore a chi vi passava sotto. Sulle sponde del lago c'erano solo gli studenti di Durmstrang, intenti a lavorare sul loro veliero per cui non fu difficile trovare la grande roccia posta a pochi distanti dall'acqua, libera da ogni studentessa pronta a spettegolare. Si sedettero sulla pietra e subito dopo Theodore aprì il pacchetto, per poi porgerle un toast con la marmellata di zucca. Alyssa iniziò a mangiare il suo toast di gusto, guardando il lago nero dove i ragazzi di Durmstrang stavano parlando ad alta voce nella loro lingua.
Dal veliero un ragazzo si sbracciava per attirare la loro attenzione.

-Zdraveite amica di Lavanda- urlò.

Theodore si voltò a guardare Alyssa con un'espressione interrogativa mentre la ragazza si alzava il cappuccio del cappotto sulla testa e si stringeva nelle spalle, sperando di non essere vista.

-Conosci quello li?- gli chiese indicando il ragazzo.

Alyssa scosse il capo e bevve un sorso di succo di zucca. -Non proprio, è che si è infatuato di Lavanda- gli spiegò.

Theodore ci pensò un attimo e guardò per un secondo il ragazzo che aveva smesso di sbracciarsi ed era tornato a  fare ciò che stava facendo poco prima.

-Aspetta- esclamò voltandosi per guardare meglio Alyssa. -Quello è il ragazzo che ieri ha sbattuto il bicchiere?-

-Oddio si- rispose ridacchiando imbarazzata.

Theodore scoppiò a ridere, una di quelle risate da togliere il fiato e Alyssa lo guardò, trovandolo maledettamente tenero quando rideva.

-Si è stato assurdo- rispose ridendo. -Dovevi vederlo credeva di averla conquistata quando in realtà non ci era andato per nulla vicino- prese un sorso di succo e si sistemò meglio sulla pietra. -Quando Lavanda gli ha detto come si chiamava, le ha gentilmente spiegato che loro la lavanda la usano come lassativo-

Theodore continuò a ridere con le lacrime agli occhi. -Non ci credo che lo ha fatto davvero-

-Oh si e quando ha sbattuto il bicchiere ha anche urlato "io conquista" perché ha totalmente frainteso le parole di Fred- continuò con il suo racconto.

Si tolse il cappuccio dalla testa, quando vide che Branimir era tornato sottocoperta e finì i suoi toast con la marmellata. Theodore la guardò e per un secondo si ricordò di quando erano piccoli e Alyssa se ne inventava di tutti i colori per fare dei dispetti ai suoi nonni solo per provare a farli ridere. E ci riusciva sempre.

-Ammettilo, tutte queste emozioni Serpeverde non te le da- esclamò Alyssa, giusto per cambiare discorso quando ormai le risate si erano placate.

-Abbiamo anche noi i nostri momenti divertenti- ribatté il ragazzo. -Tipo ieri Tiger ha provato a baciare Pansy-

Alyssa sgranò gli occhi e si portò una mano davanti la bocca sbalordita.

-Lo ha fatto davvero?- chiese sorpresa.

Theodore annuì ridacchiando. -Si per una scommessa e lei lo ha appeso sul lampadario con un incantesimo-

-È crudele!- rispose ridendo.

-No- ribatté Theodore sorridendole. -E se avessi visto la scena avresti riso fino alle lacrime-

-Forse- rispose lei, enigmatica.

I due ragazzi tornarono in silenzio e Alyssa buttò un occhio sulla carta che poco prima avvolgeva i loro toast, poi tornò a guardare Theodore. Era raro che il ragazzo organizzasse questo genere di cose che, per quanto le facesse piacere passare del tempo con lui, iniziava a sospettare ci fosse qualcosa sotto. Sospetto che le fu confermato quando Theodore spostò lo sguardo per non incrociare il suo.

-Cosa mi devi dire, Theo?- chiese con tono sospettoso.

Theodore posò il suo succo e alzò lo sguardo verso di lei con cautela, si prese qualche secondo sicuramente per formulare la sua frase e sospirò.

-Volevo chiederti se davvero non hai aiutato Potter- chiese infine.

Alyssa lo guardò a bocca aperta, non aspettandosi una domanda del genere e sul suo volto si formò un'espressione irritata.

-Ti ho già detto che non l'ho aiutato- rispose irritata. -Ieri sera hai detto che mi credevi ora cos'è cambiato?!-

Theodore sospirò nuovamente e si portò una mano tra i capelli non sapendo da dove iniziare.

-Beh ieri sera Draco mi ci ha fatto pensare e sinceramente penso abbia ragione- disse con tono incerto.

Alyssa sgranò gli occhi e strinse le mani a pugno. -E sentiamo, cosa ti ha detto di così convincente da farti credere che io abbia aiutato Harry?-

-Oh andiamo Alyssa! Sei la migliore in Pozioni e ora che sei nel club puoi accedere alle ricette della sezione proibita! Ha senso- le spiegò con ovvietà. -Avrai trovato una pozione che può raggirare la linea dell'età-

-Sei serio Theo? Ma per chi mi hai preso, per una pozionista di professione?!- urlò.

Theodore sobbalzò. -No... Ovviamente no-

-Sai cosa c'è, Theo? Non ho aiutato Harry, non ho fatto alcun giro nella sezione proibita per cercare pozioni che sarebbero andate contro le regole e non ti ho mai mentito non vedo perché iniziare adesso- si alzò di scatto dalla pietra mentre le prime gocce di pioggia cadevano a terra.

-L'anno scorso hai cercato tuo padre e non mi hai detto nulla!- le urlò di rimando. -Questo discorso allora per chi vale eh?!-

Alyssa s'irrigidì mentre le gocce di pioggia s'infrangevano sul suo cappotto nero, i capelli corvini erano ormai diventati umidi e le mani erano  bloccate come statue lungo i suoi fianchi.

-Hai rovinato tutto, Theo- mormorò per poi voltarsi e tornare a Hogwarts.

Nel frattempo, la pioggia cadeva.

***

Una settimana era passata da quella discussione con Alyssa e quest'ultima non gli aveva rivolto la parola da allora. Lo aveva ignorato durante Cura delle Creature e Pozioni, nonostante lui ci avesse davvero provato a parlarle e la ragazza aveva fatto altrettanto durante il resto delle giornate, prediligendo lo studio in sala comune. Anche quel venerdì pomeriggio, durante pozioni lo stava ignorando, lavorando al tema sulla pozione aguzzaingegno datole da Piton dato che l'aveva già preparata durante le ore al club.

-Mi darai mai la possibilità di parlarti?- le sussurrò Theodore mentre metteva gli ingredienti nel calderone.

Alyssa lo guardò e scosse il capo irritata. -La bile di Armadillo va per prima, alzi la fiamma e aspetti cinque minuti dopodiché metti le uova Runespoor- esclamò gelida mentre tornava a scrivere il suo tema.

Theodore guardò il suo calderone dove le uova si erano ormai bruciate e imprecò mentre spegneva il fuoco per rimuovere i resti bruciati. Alyssa alzò nuovamente gli occhi su di lui e sbuffò.

-Usa il mio tanto non lo sto usando- disse per poi tornare a scrivere, quando si rese conto che Theodore stava di nuovo per parlare lo bloccò con la mano. -E prima che lo chiedi, no non è una proposta di pace-

Theodore annuì e prese il calderone di Alyssa, iniziando da capo la sua pozione. I due rimasero in silenzio ma ogni tanto Theodore la guardava con la coda dell'occhio facendo un mezzo sorriso.

-Sembrava sai, una proposta di pace intendo- esclamò mentre seguiva le indicazioni di Alyssa.

-Sbagli- rispose lei, gelida.

-Black e Nott smettetela di parlare- disse Piton con tono irritato.

Alyssa si scusò seguita a ruota da Theodore e i due tornarono a fare ciò che stavano facendo. Ogni tanto Alyssa guardava il lavoro di Theodore e gli spiegava cosa fare usando sempre il suo tono irritato. Alla fine della lezione Piton passò banco per banco a controllare le pozioni e Theodore sorrise vittorioso, sapendo che la sua pozione era perfetta. Il professore si avvicinò a loro e controllò la sua pozione.

-Passabile, signor Nott- disse con il suo solito tono gelido. -Le avrei dato anche un Accettabile ma non ho potuto fare a meno di notare che non solo ha fatto bruciare gli ingredienti nel suo calderone, ma ha anche seguito passo per passo i consigli della signorina Black senza fare nulla da solo- continuò. -Per questo lunedì prossimo alla fine delle lezioni tornerà qui a prepararla di nuovo. Da solo, così sono sicuro che la impara-

Theodore non rispose ma mentalmente imprecò mentre il professore si spostava davanti ad Alyssa per controllare a grandi linee il suo tema.

-Lo dovrò leggere meglio, il suo voto lo saprà la prossima settimana- disse irritato e le porse un foglio che fino a quel momento Theodore non aveva notato. -Signorina Black faccia firmare questo a suo nonno-

Alyssa prese il foglio e guardò il professore con aria interrogativa. -Che cos'è?-

Piton sbuffò. -Porterò tutti i membri del Club di Pozioni nei laboratori del San Mungo e ho bisogno della firma di un tutore legale. Per quanto mi dispiaccia che lei ne faccia parte, so che è una dei pochi a meritare questa gita-

Alyssa sorrise e Theodore la guardò con la coda dell'occhio mentre rimetteva in ordine la sua parte di banco. Si chiese come mai fosse stato così stupido a seguire i pensieri di Draco se in quel momento non poteva parlare con lei. Fu un gesto automatico il suo, dettato dal sorriso della ragazza accanto a lui, alzò la mano per ottenere l'attenzione del professore e sia Piton che Alyssa lo guardarono sconcertati.

-Cosa c'è, Nott? Ha bisogno dell'aiuto di Black per ripulire il suo calderone? Le consiglio di bere quella pozione aguzzaingegno- chiese sprezzante.

Theodore ignorò le frecciatine del professore e lo guardò negli occhi con un coraggio che normalmente non aveva. -Posso venire anch'io al San Mungo?-

Piton alzò il sopracciglio e lo guardò da capo a piedi, credendo scherzasse mentre Alyssa lo fissava con occhi sgranati, non aspettandosi una richiesta del genere.

-Ma se non sai la differenza tra Ossofast e Essenza di Dittamo- disse Alyssa, senza pensarci.

-Ahimè devo concordare con la signorina Black- convenne il professore.

-Si, è vero ma proprio li vengono prodotte giusto?- chiese e continuò, non appena il professore annuì scettico. -Credo che per il mio livello in Pozioni sia utile andare a vedere come si producono in larga scala. Insomma non è un'ottima possibilità per capire la differenza tra ossofast e Essenza di Dittamo-

-La sua disperazione è ammirevole, Nott- esclamò, arricciando le labbra. -Va bene, passi da me domani e le darò la liberatoria. Giovedì prossimo partiremo dopo la colazione-

Il professore se ne andò e Theodore sorrise trionfante, sotto lo sguardo irritato di Alyssa. La ragazza riprese le sue cose e Theodore fece altrettanto, con l'intenzione di seguirla fuori dall'aula per parlare. Erano rimasti solo loro, Lavanda Brown e Draco che li attendevano.

-Tu odi le pozioni, non dovevi intrometterti- sbottò irritata.

-Non le odio- rispose il ragazzo.

-Le odi- confermò Alyssa, guardandolo.

-Va bene si ma posso ampliare la mia conoscenza si o no?- disse Theodore, sperando d'esser convincente.

Alyssa lo guardò per un attimo e scosse il capo sconsolata -Non osare seguirmi- gli intimò prima di uscire con la Brown.

Theodore stava per seguirla ma Draco lo bloccò prima che potesse farlo.

-Ci parlerai quando andrete in gita- esclamò Draco. -Ora possiamo andarcene da qui?-

Theodore annuì e i due uscirono dall'aula diretti in sala comune. Lungo il corridoio incontrarono alcune studentesse di Serpeverde, che li salutarono ridacchiando tra loro.

-Non so se sono la persona adatta per parlare della Black- esclamò Draco. -Ma fossi in te le chiederei scusa-

-Parli tu che mi hai messo in questa situazione con i discorsi di sabato sera?- chiese irritato.

-Oh e lo penso ancora- disse, alzando le mani a mo' di scuse. -Ma vederti cercarla come un cagnolino è veramente imbarazzante- disse ridacchiando.

-Sei un amico eh?- ribatté Theodore, fulminandolo con gli occhi.

-Senti dico solo che a quella gita di cervelloni potrai parlarci va bene? Tu per adesso cerca di ritrovare la tua dignità, va bene?-

***

-Quel Nott è davvero insistente- esclamò Lavanda non appena furono in sala comune.

I gemelli seduti sul divano si voltarono a guardarle e le fecero segno di avvicinarsi.

-Che succede Brown?- chiese Fred, indicando i posti liberi accanto a loro.

Le due ragazze si sedettero e Lavanda sbuffò ancora irritata, incrociando le braccia mentre Alyssa si sedeva vicino a George.

-Nott ha accusato Alyssa di aver aiutato Harry con la storia del nome nel calice- spiegò Lavanda, incurante della vicinanza di Alyssa. -E adesso si aspetta che possa parlare con lei come se nulla fosse. Assurdo-

-Lavanda non esagerare- disse Alyssa, facendo un mezzo sorriso.

-Esagero eccome!- esclamò ad alta voce Lavanda. -Ma come si permette quella serpe di dirti cose del genere?!-

-Potremmo mettergli un intruglio confondente nel succo di zucca- propose George, elettrizzato.

Il volto di Lavanda s'illuminò e annuì con energia. -Si, l'emporio di Zonko a Hogsmeade ne ha uno che lo fa parlare al contrario-

-Lo conosciamo- risposero in coro i gemelli, ghignando.

Alyssa ridacchiò e appoggiò il capo sullo schienale del divano, davanti a loro il fuoco scoppiettava rendendo l'ambiente caldo e accogliente.

-Ah Black prima che me ne dimentichi- disse George, voltandosi a guardarla. -C'è un gufo alla finestra che ti aspetta-

La ragazza si voltò verso la finestra e riconobbe subito il gufo dalle piume marroni. Si alzò e si avvicinò a passo svelto verso di lui per farlo entrare. Non appena questo entrò, si scrollò di dosso le gocce d'acqua che finirono inevitabilmente sulla divisa di Alyssa ma quest'ultima non se ne preoccupò e prese la lettera dal becco del gufo.

-Grazie- disse, dandogli una carezza che il gufo accettò volentieri prima di uscire nuovamente.

Richiuse la finestra e si appoggiò su di essa, aprendo la lettera.

Cara Alyssa,

Spero tu stia bene, ho trovato lavoro in un negozio di Diagon Alley. È part-time ma meglio di niente, come ben sai non prendono dei licantropi tanto facilmente. Ti scrivo perché sabato prossimo verrò a Hogsmeade soltanto per incontrarti, dobbiamo fare il punto della situazione riguardante i tuoi studi. Attendo al più presto una tua risposta.

Ti voglio bene,
Remus

Rilesse quelle parole altre due volte, prima di rendersi conto che avrebbe finalmente rincontrato suo zio Remus. Sorrise spontaneamente mentre infilava la lettera nel mantello.

-Allora Alyssa? Mettiamo un intruglio confondente nel suo succo di zucca?- chiese Lavanda tanto per avere il suo appoggio.

-Lamponi- rispose in automatico.

-Come?-

Alyssa si voltò verso di lei sorridendole. -A Theodore piace il succo di lamponi-


ANGOLO AUTRICE

Ebbene eccoci qui con un altro capitolo. Ho messo un po' di carne al fuoco con la gita al San Mungo e l'incontro con Remus, non vedo l'ora di arrivarci! Spero vi sia piaciuto e ci vediamo al prossimo capitolo.

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 - Padre e Figlio ***


Capitolo 23 

Guardava la prima neve dell'inverno cadere con dolcezza sul davanzale della finestra, davanti a lui aveva una buona tazza di tè e lo scoppiettìo del fuoco era la sua unica compagnia. Orion Black quel pomeriggio era da solo al numero dodici di Grimmauld Place, suo figlio Sirius era uscito per incontrare il suo vecchio amico Remus Lupin e Kreacher era andato a fare la spesa per la cena. Sul tavolino, la comunicazione per la gita di sua nipote spiccava sul legno scuro e Orion non attendeva altro che il ritorno di suo figlio per poterla firmare. Sapeva bene che non gli serviva il suo permesso ma da quando era tornato, doveva convivere con il fatto che anche Sirius aveva potere decisionale sull'educazione di Alyssa. Un uomo come Orion Black, abituato a decidere da solo, ora doveva fare i conti con le scelte di suo figlio Sirius, una cosa che se glielo avessero detto quindici anni prima non ci avrebbe mai creduto.

Prese la sua tazza e si alzò, avvicinandosi al camino. Sopra di esso le fotografie di Alyssa da piccola spiccavano, ma all'angolo una foto raffigurante un Regulus dodicenne vestito a festa per il matrimonio dei Nott, catturò la sua attenzione. Aveva quel suo solito mezzo sorriso e non guardava la macchina fotografica, il suo sguardo puntava sul pavimento e non lo alzava mai. Era sempre stato un ragazzo timido, l'esatto opposto di suo fratello ma nonostante tutto era davvero sveglio e intelligente. Bevve un sorso di tè e si avviò nel suo studio a passo svelto, era una cosa che non faceva quasi mai ma quella sera, nel pieno della sua solitudine, aveva un estremo bisogno di rivederlo in vita. Entrò nello studio e chiuse la porta a chiave prima di avvicinarsi ad un vecchio armadietto in legno. Lo aprì dove dentro era adagiato un pensatoio in pietra spoglia, ma erano i dettagli in oro che facevano davvero la differenza. Il bordo era ricoperto da un filo d'oro decorato con delle onde in bassorilievo e da esso una serie di quattro fasce, anch'esse in oro, arrivavano fino al fondo del piatto. Su ogni fascia era raffigurato uno dei quattro componenti della loro famiglia ma Orion non stette ad ammirarlo. Si puntò la bacchetta alla tempia e un filo argenteo uscì dalla sua testa, chiuse gli occhi mentre il filo cadeva nel pensatoio. Fece un respiro profondo e immerse il viso in esso.

20 agosto 1970

 

Orion si ritrovò ben presto nel soggiorno di suo fratello Cygnus e di Druella. Vide se stesso impegnato a parlare con Cygnus e poco distante Sirius, che guardava fuori dalla finestra imbronciato come di suo solito. Ricordava bene quel giorno, il giorno in cui Andromeda Black disertò per sposare un nato babbano. Voltò lo sguardo per cercare suo figlio Regulus ma i suoi occhi caddero su Walburga. Sua moglie stava seduta sul divano e tentava di confortare una inconsolabile Druella, i suoi capelli corvini erano raccolti nel suo consueto chignon mentre il volto indifferente era tradito dai suoi occhi azzurri. Orion vi riconobbe subito la preoccupazione e gli tornò in mente la loro discussione quando furono rientrati a casa. Rimaneva estasiato ogni volta che la guardava, che fosse una foto o un ricordo, per lui Walburga la donna più bella che avesse mai visto. Per loro non ci fu alcun bisogno di un matrimonio organizzato, erano bastati gli anni a Hogwarts per farli innamorare. Un rumore lo fece voltare verso il camino e Orion si ricordò del motivo per cui aveva preso il pensatoio. 

Regulus era li con Narcissa e tentava di consolarla per la perdita della sorella, Orion lo guardò sorridere e qualcosa dentro di lui si spezzò. Guardò il suo viso, i suoi occhi azzurri e provò ad allungare la mano per toccarlo un'ultima volta ma qualcuno non era dello stesso pensiero e lo riportò alla realtà. 

 

-Ti lascio solo per un solo pomeriggio e ti ritrovo a ubriacarti di ricordi?!- sbottò Sirius irritato. 

 

Orion si sedette sulla sedia e si portò le mani sul volto stravolto. Sembrava così reale, Walburga, Regulus tutto era così vero. Sospirò e si voltò verso suo figlio, che faceva avanti e indietro per la stanza irritato. 

 

-Devi lasciar stare il pensatoio! Non puoi usarlo ogni volta che hai nostalgia- esclamò irritato.

 

-Lo so!- rispose Orion stremato. -Non serve che me lo spieghi tu come si usa un pensatoio-

 

Sirius si fermò e lo guardò scettico. -Dici?- esclamò e indicò il pensatoio. -Perché poco fa non mi sembrava-

 

Orion sbuffò e si alzò per uscire dalla stanza ma Sirius lo seguì imperterrito, voleva continuare quel discorso. Orion tornò in salotto, si sedette sulla sua poltrona e chiuse gli occhi stanco. Sirius si posizionò davanti a lui e incrociò le braccia al petto.

 

-Allora?! Cosa dovevi rivedere di così importante?!- urlò Sirius.

 

Orion riaprì gli occhi e non rispose, ma il suo sguardo cadde inevitabilmente sulla foto di Regulus posta sul camino. Sirius seguì il suo sguardo e non fu sorpreso quando lo vide fissare la foto di Regulus, sospirò e si sedette sul divano. Fissò l'uomo e nella sua testa tornarono in mente quegli anni, momenti bui dove non si sapeva quando e se una persona fosse tornata a casa. Forse quella era la parte più buia della storia dell'Inghilterra magica, ma c'era una questione che Sirius non poteva non prendere in considerazione. In quegli anni terribili, Regulus era ancora vivo. 

 

-Devi fartene una ragione- disse gelido.

 

Orion lo guardò e non disse nulla, immaginando i pensieri che in quel momento vagavano nella testa di Sirius. Gli dava la colpa della morte di Regulus e non poteva dargli torto, era colpa sua se il suo secondogenito aveva lasciato il loro mondo.
Totalmente colpa sua.

Sirius fu tentato di metterlo alle strette, non perdeva mai un'occasione per rinfacciargli tutto ciò che aveva fatto a lui e a Regulus, ma quando lo vide abbassare lo sguardo non riconobbe quel padre che gli aveva rovinato l'esistenza. Vide solo un uomo anziano segnato dal tempo. Spostò lo sguardo sul tavolino in cerca di un pretesto per cambiare di discorso, improvvisamente si sentiva in colpa per aver urlato contro di lui poco prima, e vide una lettera con l'inconfondibile calligrafia di Alyssa.

 

-Cos'è?- chiese, usando la lettera come scusa per cambiare discorso.

 

Orion fu piacevolmente sorpreso del comportamento di Sirius e lo accettò di buon grado. Era sicuro che avrebbe usato quella foto come pretesto per attaccarlo e quel cambio di discorso lo vedeva come un passo avanti per il loro rapporto precario.

 

-È il permesso per mandare Alyssa alla gita nei laboratori del San Mungo organizzata dal professor Piton. Nella lettera Alyssa mi spiega che solo gli studenti più meritevoli in Pozioni sono stati invitati a partecipare- gli spiegò Orion e non riuscì a contenere il suo tono orgoglioso. -Non l'ho ancora firmata, aspettavo te per questo-


Sirius sorrise e prese la busta. Lesse prima la comunicazione di Piton e poi lettera di Alyssa dove spiegava anche la situazione riguardante il torneo Tremaghi.

-Cosa ne pensi tu di questo Torneo Tremaghi?- chiese Sirius d'istinto, senza pensare di star parlando con suo padre.

-Penso che non porterà niente di buono- rispose Orion. -Non nego che sono preoccupato, spero che Silente sappia gestire la situazione-

Sirius annuì alle sue parole e si portò le mani tra i capelli. -Harry mi ha scritto una lettera dove mi spiegava tutto. Dice che non l'ha messo lui il suo nome nel Calice e gli credo-

-È ovvio che non lo ha messo lui, un quattordicenne che riesce a raggirare Silente? Neanche il bambino che è sopravvissuto può far fesso quell'uomo-

Sirius ridacchiò alla battuta di suo padre e Orion ne fu contento. Quella era forse la chiacchierata più lunga che i due stavano avendo da quando Sirius era tornato a Grimmauld Place.

-Dai, firma questa comunicazione- esclamò Sirius.

***

Quel sabato mattina Alyssa si era svegliata prima di tutte le sue compagne di stanza, ed era corsa in biblioteca con i libri che suo zio Remus le aveva prestato. Durante tutta la settimana era stata troppo impegnata ad aiutare Harry nella ricerca di una possibile strategia, e non aveva avuto il tempo di recuperare lo studio per diventare animagus. A dir la verità da quando era tornata a scuola aveva accantonato i suoi studi a causa della mole di compiti che le davano a lezione. La biblioteca era vuota, solo un ragazzo di Durmstrang era seduto accanto alla finestra e Alyssa riconobbe subito Viktor Krum. Si sedette a un tavolo di distanza da lui e quando spostò la sedia per sedersi, Viktor alzò lo sguardo verso di lei e le fece un cenno di saluto, a cui rispose cordialmente. Aprì il libro di trasfigurazione avanzata e iniziò a leggere, doveva concentrarsi lo sapeva ma il ricordo del giorno prima le dava ancora fastidio. Theodore si era comportato in modo estremamente infantile, aggiungendosi alla gita ai laboratori ed era rimasta sorpresa quando il professor Piton aveva accettato di portarlo con loro. Era così irritata che la seconda lettera di Remus non l'aveva neanche vista. Aveva lasciato il gufo fuori dalla finestra per chissà quanto tempo e solo quando Hermione glielo indicò, lo fece entrare.
Nella seconda lettera Remus le chiedeva di vederci il giorno dopo per cui Alyssa si era ritrovata a passare la notte in bianco per rimettersi in pari. Sbadigliò e iniziò a leggere l'ultimo capitolo prima di andare a Hogsmeade da Lupin.

-Ehm ciao- esclamò una voce accanto a lei.

Alyssa alzò lo sguardo curiosa e fu sorpresa di vedere Viktor Krum in piedi accanto a lei. Lo guardò con un sopracciglio inarcato e ricambiò il saluto.

-Ciao- disse cordialmente.

-Tu interessa animagi?- chiese il ragazzo.

Alyssa sgranò gli occhi e si voltò di scatto verso Madama Pince, la quale era nella Sezione Proibita a riordinare dei libri.

-Questo essere si?- chiese facendo un mezzo sorriso.

-Cos.. Come...?- chiese sbalordita.

-Quello essere libro che noi usare per Trasfigurazione della persona- le spiegò il ragazzo.

Chiuse il libro davanti a sé e si alzò per uscire ma Krum la seguì imperterrito.

-Perché tu scappare?- le chiese, mettendosi al suo fianco.

-E tu perché mi segui?- gli rispose prontamente.

-Perché tu conoscere amica di Potter-

La ragazza si bloccò all'altezza della sala delle armature e si voltò verso di lui confusa.

-Hermione?- chiese.

Viktor annuì energico. -Si lei. Io volere conoscere-

-Ah- esclamò Alyssa. -E io cosa c'entro?-

-Beh io avere visto Branimir e tua amica con nome di laffativo e io pensare che lui fortunato- disse sconsolato.

Alyssa aprì bocca per rispondere ma Viktor continuò. -Lui essere aperto con le donne io no. Volere chiedere lui consiglio ma io avere te visto pensato di parlare prima con te perché essere sua amica-

-Credimi, fai un affare se non parli con Branimir di donne- disse Alyssa mentre camminava in direzione della torre di Grifondoro. -E la lavanda è un fiore non un lassativo- gli spiegò.

-Cosa dovere fare io?- gli chiese supplichevole.

Quando Alyssa fu davanti al quadro della Signora Grassa si voltò verso il ragazzo. -Senti ti darò una mano va bene? Ma non oggi, ho da fare-

Krum le sorrise. -Grazie...?-

-Alyssa Black- lo informò.

Viktor sgranò gli occhi al suono di quel cognome. -Tu essere...?-

La ragazza sbuffò spazientita. -Si si sono la figlia del pluriomicida e bla bla bla- rispose ironica. -Senti lo vuoi o no il mio aiuto?-

Viktor annuì, incapace di proferire una risposta adeguata.

-Bene, ci si vede Krum e mi raccomando, non parlare con Branimir- gli disse Alyssa prima di entrare in sala comune.

***

Hogsmeade non era ancora presa d'assalto dagli studenti, d'altronde tutti i ragazzi il sabato ne approfittavano per dormire di più e solitamente anche lei non faceva alcuna eccezione. Era seduta sulla panchina davanti alla sala da tè di Madama Piediburro e aveva appena riaperto il libro di Trasfigurazione avanzata. La chiacchierata con Viktor Krum aveva decisamente rovinato i suoi piani oltre che sorprenderla e non poco. Si sarebbe aspettata tutto meno parlare con il famigerato Viktor Krum di questioni amorose.

-Allora è vero quello che mi ha detto tuo padre- esclamò una voce a lei inconfondibile a pochi metri. -Sei diventata una secchiona-

Alyssa alzò lo sguardo e sorrise quando incontrò la figura di Remus Lupin. L'uomo le sorrise e si sedette accanto a lei, prendendole il libro dalle ginocchia.

-Interessante questo libro- disse, sfogliandolo. -A che punto ti trovi?-

-Non so, ci sono alcuni punti che non comprendo- esclamò la ragazza, riprendendosi il libro. -Innanzitutto la pozione e la questione del l'incantesimo-

Remus la guardò interrogativo e la invitò a proseguire.

-Beh è una questione logistica, gli ingredienti non sono facilmente deperibili e non posso prenderli a Piton. Non è stupido se ne accorgerebbe- gli spiegò, guardandolo. -E poi il momento in cui dovrò prenderla, come funziona?-

Remus ascoltò i dubbi di Alyssa e le fece segno di alzarsi, non voleva parlare di quelle cose li in mezzo alla strada. I due si incamminarono per una strada secondaria, nel frattempo la via principale iniziava a riempirsi di studenti. I due arrivarono in una parallela della strada principale e Remus la guidò in quello che tutti le avevano sconsigliato di andarci. Il pub La Testa di Porco a quell'ora era ancora vuoto, c'era solo il barista intento a versarsi una bevanda che non aveva di certo l'aria di essere succo di zucca. Alyssa deglutì nel vedere l'ambiente totalmente diverso dai Tre Manici di Scopa.

-Niente ragazzini qui- ringhiò il barista.

Alyssa sobbalzò e Remus le mise una mano sulla spalla come a rincuorarla.

-Andiamo Aberforth- esclamò Remus, sorridendo. -Un tempo non ti facevi di questi problemi-

Aberforth aguzzò lo sguardo e la sua espressione divenne meno dura nel riconoscere Remus. Alyssa si strinse nelle spalle e guardò i due uomini in attesa di sapere cosa fare.

-Lupin potevi dirlo prima che eri tu, hai sempre una brutta cera- esclamò l'uomo. -E la ragazzina sarebbe?-

-La figlia di Sirius- disse Remus, orgoglioso. -La mia figlioccia-

Aberforth non si scompose e prese un sorso della sua bevanda. -Andate a sedervi. Forse ho ancora della burrobirra-

-Se ce l'hai, fai due di burrobirre- chiese Remus cordiale mentre faceva strada ad Alyssa verso il tavolo posto all'angolo dell'angusta stanza.

Non appena arrivò al tavolo, senza farsi vedere dal barista prese il fazzoletto che aveva in tasca e diede una pulita alla sedia. Remus la vide e ridacchiò, mentre si sedeva davanti a lei.

-Lo so, non sei abituata ma non volevo parlare ai Tre Manici di Scopa- le spiegò, abbassando la voce per non far sentire il nome della concorrenza ad Aberforth.

Alyssa annuì, avendo già intuito il problema e scosse il capo come a dire che non fosse un problema. Riprese il libro e lo aprì sulla parte degli animagi.

-Allora, mi avevi chiesto come funzionasse ebbene è forse il procedimento più lungo di quanto tu creda- le spiegò Remus. -In quel libro non c'è lo svolgimento per intero-

-E perché me lo hai dato?- chiese Alyssa, guardandolo confusa.

-Alyssa hai letto l'ultimo capitolo?- chiese Remus, assottigliando lo sguardo.

-Beh... No- esclamò lei imbarazzata.

Nel frattempo Aberforth tornò da loro con due burrobirre, le poggiò e diede un'occhiata ad Alyssa.

-Sicuro che è la figlia di quel casinista?- chiese l'uomo.

Remus guardò prima Aberforth e poi Alyssa. Non ci aveva fatto caso ma la ragazza era seduta con la schiena dritta, il cappotto chiuso fino all'ultimo bottone e il cappello alla francese messo in modo impeccabile.
Remus scoppiò a ridere e annuì sotto lo sguardo irritato di Alyssa.

-Te lo assicuro, Aberforth- disse ridendo.

Aberforth la guardò nuovamente e scosse il capo. -Bah-

Non appena l'uomo se ne andò, Remus tornò ad esser serio mentre Alyssa era ancora irritata da quell'uscita dell'uomo.

-Non devi imbarazzarti Alyssa. Mi ricordo bene che il quarto anno è difficile- la rassicurò. -L'ultimo capitolo parla dei benefici e degli effetti collaterali che un procedimento fatto male può portare. Voglio che tu sappia tutto prima di andare avanti- fece una pausa e continuò. -Perché la parte successiva sarà dedicata alla preparazione della pratica. E prima che tu me lo chieda, ce ne occuperemo la prossima estate della pratica vera e propria-

-In che senso la preparazione alla pratica?- chiese la ragazza prima di prendere un sorso di burrobirra.

-Adesso passerai alla parte di Trasfigurazione, so che ti sembrerà strano ma ti ricordi l'incantesimo della trasformazione da porcospino a puntaspilli?- Remus attese un cenno di Alyssa e quando questa annuì, l'uomo continuò. -Il concetto della trasformazione in animagus è molto simile. Voglio che tu veda questo tipo di incantesimi ma soprattutto, voglio che tu veda i procedimenti inversi-

La ragazza annuì sorridente e Remus ricambiò quel gesto prima di passarle una lettera. -Questa te la manda tuo padre- disse a bassa voce, per non farsi sentire da Aberforth.

-Oh grazie- esclamò sorridendo e terminò la sua burrobirra. -Comunque farò tutto il possibile per diventare animagus- disse con tono serio.

Remus annuì e bevve la sua burrobirra prima di risponderle. -Lo so bene, ma non voglio che tu tralasci il resto dello studio. Hai tempo in fondo, visto che proverai a trasformarti la prossima estate-

-Hai ragione- rispose sospirando. -Quest'anno è davvero difficile e non me lo aspettavo. Ho iniziato Antiche Rune e ce la sto mettendo tutta per mettermi in pari con gli altri-

-Tuo padre mi ha detto che hai ottimi voti- le fece presente Remus, prima di terminare la sua burrobirra.

-Ci provo- rispose con un sorrisetto sulle labbra che tradivano la sua soddisfazione.

-Ti va di farci una passeggiata?- chiese Remus.

-Certo- disse Alyssa, annuendo.

La ragazza fu subito in piedi e Remus fece altrettanto, si avvicinò al bancone e pagò le due burrobirre, Alyssa ci provò a pagare ma su quel punto di vista Remus fu irremovibile. I due tornarono in strada e si avviarono verso la via principale.

-Cosa mi dici di questo Torneo?- chiese Remus mentre si stringeva nel suo cappotto malandato.

-La delegazione di Beauxbatons potrebbe tranquillamente andarsene. Così Theodore la smette di guardare quel... - si bloccò quando si ricordò con chi stava parlando e arrossì mentre si ricomponeva. -Dicevo, sono dei maleducati. Mentre i ragazzi di Durmstrang hanno seri problemi a relazionarsi con le persone-

Remus notò subito il cambio di Alyssa e sorrise vedendo il rossore delle sue guance, ma non le disse nulla per non metterla a disagio.

-E per la questione Harry?- chiese l'uomo con tono serio.

-Quella è più complicata- ammise Alyssa. -A scuola tutti lo odiano perché credono che abbia messo lui il suo nome nel Calice e in più non sa di cosa tratterà la prima prova. Dicono che se la devono fare da soli. Baggianate-

-Aiutalo, Alyssa- disse Remus, guardandola. -Stagli vicino ne avrà sicuramente bisogno-

-Certo, gli do una mano a trovare un modo per farlo rimanere in vita- rispose con tranquillità.

Remus la guardò scettico, in quel momento arrivarono all'altezza della filiale di Stratchy & Sons, dove un gruppo di studentesse stavano uscendo da li con dei pacchi tra le mani.

-Scrivetemi se vi serve aiuto va bene?- disse Lupin prima di fermarsi. -Ora devo andare, ho il turno al negozio di animali di Diagon Alley-

Alyssa lo guardò e sorrise. -Oh è vero, come va il lavoro?-

-Non male, ho iniziato da poco- disse, facendo spallucce. -Ora devo proprio andare- le diede un bacio sulla fronte. -Mi raccomando, fa la brava e non pensare troppo a Theodore- disse, facendole l'occhiolino per poi avviarsi verso il vicolo. -Scrivimi, Alyssa-

-Ciao zio- disse imbarazzata ma ormai Remus si era già smaterializzato.

***

Parigi le era mancata come l'aria. Adorava tutto di quella città e adorava ancora di più che il mondo magico e quello babbano si mescolassero in un connubio perfetto. Arrivò sotto la Tour Eiffel ed entrò velocemente nella biglietteria dismessa, non appena fu dentro puntò la bacchetta contro la parete. Questa si aprì e finalmente il frastuono della Parigi magica le diede il benvenuto. Camminò a passo svelto, lungo quelle vie che ormai sapeva a memoria e si fermò davanti a un palazzo in mattoni bianchi. Un elfo domestico fuori la porta ad attenderla.

-Monsieur Lacroix l'attende- l'accento francese dell'elfo le ricordò anni ormai passati.

La donna annuì e salì i tre gradini che la dividevano dall'elfo. I due entrarono e non fu sorpresa di trovare un interno lussuoso, con suppellettili in oro e quadri della stessa ottima fattura. Seguì l'elfo all'interno del salotto, dove un uomo l'attendeva accanto alla finestra.

-Era ora che arrivassi Hyacinth- esclamò l'uomo. 

-Avevo detto che sarei arrivata a quest'ora- rispose prontamente la donna, cercando di mantenere un tono cordiale.

-Oui, ricordo certo- disse e le fece segno di sedersi. -Mi scriveva che avete dei progetti-

Hyacinth ghignò e si avvicinò all'uomo.

-Grandi progetti-

ANGOLO AUTRICE 

Questa volta sono andata come un razzo, non ho fatto altro che scrivere ieri e questa mattina, spero ne sia valsa la pena. Mi mancava scrivere di Orion e volevo scrivere (seppur poco) di Regulus (personaggio che io adoro). Abbiamo visto che il rapporto Orion/Sirius è ancora precario (come è giusto che sia) ma stanno facendo dei passi avanti. Forse la scena di Alyssa e Krum vi ha stupiti ma vedrete che è tutto collegato. Nei prossimi giorni scriverò il capitolo al San Mungo (non vedo l'ora). Fatemi sapere cosa ne pensate. 

Al prossimo capitolo,

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 - San Mungo ***


Capitolo 24
 
Quel giovedì mattina Theodore si svegliò con il sorriso sulle labbra, avrebbe evitato Cura delle Creature Magiche e, cosa più importante, avrebbe fatto pace con Alyssa. O almeno ci sperava, mai come in quei giorni gli era mancata la sua migliore amica. Lei tentava di ignorarlo in ogni momento e quando non ci riusciva, lo fulminava con lo sguardo. Aveva preso l'abitudine in quei giorni di farsi trovare fuori dal laboratorio quando il club di Alyssa terminava e puntualmente, la ragazza ignorava. Era arrivato al punto che persino Urquhart gli aveva detto di essere patetico e anche Draco concordava. Eppure non riusciva a farci nulla, la vedeva chiacchierare con gli altri e per la prima volta in vita sua volle essere uno dei gemelli Weasley per un minuto, solo per poter ridere con lei.
 
Si controllò un'ultima volta la cravatta prima di uscire in Sala Comune, dove Urquhart lo stava aspettando per andare a colazione. Tutti i partecipanti alla gita infatti dovevano essere al San Mungo alle 8 in punto, motivo per cui si erano dovuti svegliare prima. Andrew era in piedi vicino l'uscita della Sala Comune e appena lo vide, gli fece segno di avvicinarsi per uscire.
 
-Era ora, Nott- esclamò il ragazzo irritato.
 
Theodore lo guardò e inarcò un sopracciglio, non aveva mai avuto contatti con lui se non per qualche evento di purosangue e nessuno gli aveva dato il permesso di trattarlo in quel modo.
 
-Calmati Urquhart, siamo in perfetto orario- gli rispose sprezzante.
 
Urquhart non rispose, si limitò a guardarlo irritato e ad uscire assieme a lui dalla Sala Comune. I corridoi erano vuoti a quell'ora, incontrarono solo Megan Jones di Tassorosso, che come loro doveva andare al San Mungo. Urquhart e Jones si misero a chiacchierare dell'imminente gita, i due erano in perfetta sintonia e Theodore si chiese come mai non si era mai accorto della loro amicizia.
 
-Allora, Theodore contento di venire con noi?- gli chiese Megan, cordiale giusto per farlo includere nella conversazione.
 
Theodore la guardò e annuì ma prima che potesse rispondere, Urquhart si mise a ridere e guardò la ragazza.
 
-Viene solo perché c'è la Black. Di Pozioni non ci capisce niente- disse sprezzante.
 
-Fammi capire Urquhart, non hai nulla da fare che vedere i miei voti?!- gli chiese Theodore irritato.
 
Megan guardò i due allarmata, forse non pensava che una domanda così innocente potesse creare degli screzi.
 
-Ehm su ragazzi, non serve litigare- disse gentilmente. -È comunque una gita didattica, vedrai che capirai anche tu le bellezze delle pozioni quando le vedrai- esclamò entusiasta.
 
Theodore e Urquhart la guardarono scettici ma non dissero nulla, la ragazza era troppo contenta di andare a vedere i laboratori e persino a lui dispiaceva toglierle l'entusiasmo.
I tre ragazzi arrivarono alla Sala Grande nell'esatto momento in chi Alyssa e Hermione scendevano le scale.
 
-Buongiorno, Alyssa- esclamò Megan non appena la vide.
 
Alyssa, che fino a quel momento chiacchierava con Hermione, alzò lo sguardo verso la giovane tassorosso e le sorrise.
 
-Buongiorno Meg, Andrew- disse sorridendo. Il sorriso però si spense nell'istante in cui incrociò lo sguardo di Theodore. -Ciao-
 
Theodore la guardò e le sorrise. -Buongiorno-
 
Urquhart sbuffò ed entrò in Sala Grande, dove ai tavoli non era seduto nessuno. -Bene ora che sono passati i convenevoli vogliamo fare colazione o rimaniamo qui a far nulla?-
 
Nessuno obiettò ed entrarono nella sala, dove Lisa Turpin, Terry Boot e Anthony Goldstein erano già intenti a fare colazione al loro tavolo.
 
-Facciamo colazione tutti insieme?- chiese Megan quando vide i ragazzi dividersi per andare nei rispettivi tavoli.
 
-Certo- rispose subito Urquhart.
 
Theodore si voltò a guardarlo stranito, non aspettandosi di certo questo cambio repentino in lui e quando vide il sorriso dolce di Megan capì come mai aveva detto di si, era impossibile dirle di no. Perciò annuì, non prima di vedere Alyssa e Hermione fare altrettanto.
 
-Perfetto, allora andiamo da loro- esclamò Megan, indicando i ragazzi di Corvonero.
 
Nessuno obiettò e si avvicinarono al tavolo di Corvonero. Megan salutò cordialmente i tre ragazzi, per poi sedersi accanto a Anthony e solo quando lei fu seduta gli altri fecero altrettanto. Per sua fortuna, Hermione si sedette al lato opposto per cui non fu difficile sedersi accanto ad Alyssa.
 
-Hermione mi fa davvero piacere che tu venga con noi- esclamò Megan sorridendole.
 
Hermione fu colpita dall'atteggiamento della giovane Tassorosso e Alyssa ridacchiò.
 
-Beh... Grazie... Megan- rispose Hermione, cordiale.
 
-Megan è fatta così- spiegò Alyssa. -È sempre felice che il gruppo si allarghi-
 
-Oh io sono stata solo invitata dal professor Piton, le pozioni non saranno il mio futuro- rispose Hermione, sorridendole.
 
-Neanche di Nott- spiegò Urquhart con tono ironico.
 
Theodore alzò gli occhi al cielo mentre prendeva il suo succo ai lamponi, quel ragazzo non lo sopportava più, era arrivato al limite.
 
-Beh però è bravo in Trasfigurazione- disse Lisa. Quando vide lo sguardo di Theodore addosso arrossì. -O almeno così mi è parso-
 
Istintivamente Theodore si voltò verso Alyssa e notò che non sorrideva, bensì guardava Lisa con la sua solita espressione indifferente.
 
-Grazie Lisa- disse sorridendo.
 
Questa volta Alyssa si voltò verso di lui e lo fulminò con lo sguardo prima di tornare alla sua colazione.
 
-È ora di andare- disse Terry, guardando il suo orologio da taschino. -Piton odia quando arriviamo in ritardo-
 
-Hai un orologio da taschino? E chi li usa ormai?- chiese Theodore d'istinto.
 
Terry lo guardò imbarazzato mentre rimetteva l'orologio in tasca, nel frattempo il gruppo si alzò dal tavolo per uscire ma prima che Theodore mettesse piede al corridoio, Alyssa lo bloccò, facendo così in modo che rimanessero da soli. Theodore la guardò piacevolmente sorpreso da quel gesto, ma quando vide il volto irritato capì che non era affatto cambiato nulla tra di loro.
 
-Senti non mettere in imbarazzo nessuno del gruppo- disse irritata -Tu qui sei un ospite, non avevi il diritto di comportarti così con Terry-
 
-Cos'ho fatto?- sbottò Theodore. -Perché con te sbaglio sempre si può sapere?-
 
Alyssa non rispose, si limitò a guardarlo ma questa volta Theodore poté notare il dispiacere nei suoi occhi. Hermione li richiamò e i due ragazzi furono costretti a uscire dalla Sala Grande, nel frattempo i primi studenti arrivavano per la colazione. Alyssa e Theodore seguirono Hermione nella Sala d'ingresso dove il professor Piton li attendeva, con la solita aria scocciata.
 
-Black e Nott, sempre voi- borbottò prima di prendere un foglio di pergamena.
 
Alyssa arrossì mentre Theodore guardò il professore, imbarazzato. Quest'ultimo li ignorò e aprì il foglio di pergamena, iniziando a leggere.
 
-Black Alyssa Sophie- chiese e alzò lo sguardo per vederla. -Boot, Terry- il ragazzo rispose e continuò. -Granger Hermione Jean- disse guardandola. -Goldstein Anthony- continuò, spostando lo sguardo verso l'interessato. -Jones Megan Lynn- la ragazza rispose con un entusiastico si. -Nott Theodore Julius- Theodore rispose. -Turpin Lisa- questa rispose e continuò. -E infine Urquhart Andrew-
 
-Presente- rispose il diretto interessato.
 
-Prima che me lo chiediate, queste sono le direttive del preside per portare gli studenti fuori dalla scuola- disse il professore, con aria scocciata. -Quindi la può smettere di ridacchiare, signor Boot-
 
Boot smise subito, imbarazzato e Theodore dovette controllarsi per non ridere davanti alla sua espressione.
 
-Allora adesso andremo a Hogsmeade e prenderemo una passaporta che ci porterà direttamente all'entrata del San Mungo- spiegò il professore. -L'entrata è nella Londra babbana per questo dovete rimanere uniti. Non fatevi distrarre da ciò che avremo davanti a noi è chiaro?-
 
I ragazzi annuirono e il professore fece segno loro di seguirlo. Fuori dal castello si sentiva ancora l'aria intrisa di pioggia nonostante avesse smesso di piovere già il pomeriggio precedente, Theodore si strinse nel suo cappotto e s'incamminò con gli altri stando vicino ad Alyssa. Per non farsi notare dai babbani, il professor Piton aveva chiesto loro di non mettersi il mantello pesante della casata e di preferire il cappotto personale. Ovviamente avevano indosso la loro divisa ma avevano dovuto lasciare in camera anche il mantello facente parte dell'uniforme giornaliera. Il risultato era che le ragazze stavano gelando, infatti Theodore notò Alyssa tremare e fece per abbracciarla ma la ragazza si scostò imbarazzata.
 
Arrivati a Hogsmeade il professore li portò davanti al pub La Testa di Porco dove ad attenderli, c'era un uomo che Theodore riconobbe come il manutentore della stazione di Hogsmeade. Quando si avvicinarono notò che davanti a lui c'era un vecchio stivale logoro.
 
-Bene- esclamò il professore, guardando l'orologio. -Siamo in perfetto orario. Toccate tutti quanti una parte dello stivale- i ragazzi fecero come richiesto e il professore guardò il manutentore della stazione. -Saremo di ritorno per le cinque di questo pomeriggio circa-
 
-Si, mi farò trovare li- rispose l'uomo.
 
Non appena anche l'uomo e il professore si attaccarono allo stivale, un vortice li risucchiò e attorno a loro il frastuono della Londra babbana li accolse.
 
***
 
Il gruppo cadde a terra in un vicolo, poco più in la lungo la via principale, i babbani camminavano ignari di avere un ospedale magico a pochi passi da loro. Theodore le porse la mano per aiutarla a rialzarsi e a malincuore l'accettò, quando fu in piedi si diede una pulita al cappotto e attese che gli altri si rialzassero. Sembrava come se fossero tornati al primo di settembre e stessero andando a King's Cross, Alyssa guardò l'entrata del vicolo dove un babbano li stava guardando con aria scettica ma scappò, quando Piton lo fulminò con lo sguardo. Il manutentore li salutò e riprese la passaporta, lasciandoli soli.
 
-Bene, ora in fila per coppie e seguitemi. Veloci- esclamò Piton, iniziando a camminare.
 
Hermione fece per avvicinarsi ad Alyssa ma Theodore fu più veloce di lei e si mise accanto alla giovane Black, che di tutta risposta lo ignorò continuando a seguire Piton.
 
-Faccio io coppia con te, Hermione. Sono un'ottima compagna- esclamò Megan sorridente.
 
-Sono sicuro che anche Lisa ha bisogno della compagnia di Granger- esclamò Urquhart. -Vieni Meg, non fare l'egoista- disse, sorridendole.
 
Il gruppo di pozioni ridacchiò mentre Megan si scusava con Lisa per quel suo atto egoista. Lisa di tutta risposta ridacchiò e si mise accanto a Hermione, che li guardava confusa.
 
-Eccitata per questa gita?- le chiese Theodore mentre camminavano.
 
-Oh si- gli rispose Megan dietro di loro. -Pensa che proprio ieri ne stavamo parlando, vero Andrew?-
 
Theodore vide Alyssa che tentava di non ridere ed effettivamente anche lui stentava a non farlo.
 
-Meg cara, credo che Nott parlasse con Alyssa- le spiegò gentilmente Andrew.
 
-Oh, scusate- esclamò la ragazza, visibilmente dispiaciuta.
 
Alyssa si voltò verso Megan e le sorrise, durante quei primi mesi di scuola aveva imparato a conoscere la giovane Jones e ormai sapeva che con lei era impossibile prendersela. Le sorrise dolcemente e le fece segno di non preoccuparsi.
 
-Tranquilla Megan, Theodore sa perfettamente quanto io sia felice di questa gita- le disse gentilmente.
 
Megan sorrise sollevata e Alyssa si voltò finalmente a guardare attorno a sé. Le persone non facevano caso a loro, alcuni camminavano a passo svelto, altri parlavano da soli e avevano una scatola accanto all'orecchio. Alyssa puntò di nuovo lo sguardo davanti a sé, ignorando il clacson delle macchine babbane.
 
-Megan fa sempre così?- le chiese Theodore all'orecchio.
 
Alyssa annuì e arrossì alla vicinanza del ragazzo. -Si, ma devo ammettere che è una persona troppo dolce per poter anche solo pensare di dirle qualcosa di male-
 
Il professore fece segno di fermarsi e così fecero, Alyssa alzò lo sguardo sull'edificio che avevano di fronte. Era in mattoni rossi e agli occhi dei babbani non era altro che un negozio di vestiti fatiscente e in fase di ristrutturazione. L'insegna "Purge & Dowse Std" sembrava sul punto di cadergli addosso e quasi le venne voglia di spostarsi per non rischiare. Il professor Piton a confronto con loro era molto più calmo. Si era fermato davanti ad un manichino vecchio posto nella vetrina rotta, si voltò verso di loro e quando anche Andrew e Megan furono vicini, si girò nuovamente verso il manichino.
 
-Motivo della visita?- chiese il manichino.
 
-Gita nei laboratori da parte della classe di Pozioni della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts- rispose Piton.
 
Il manichino voltò il capo verso la finestra rotta poco distante da loro.
 
-Prego entrate-
 
Piton entrò dalla finestra rotta e i ragazzi fecero altrettanto, venendo catapultati in un edificio totalmente diverso da quello che poteva sembrare dall'esterno. L'interno era una grande sala d'attesa dove una donna seduta ad una scrivania, indicava alle persone dove andare. Al San Mungo Alyssa per sua fortuna non ci era mai andata, ogni volta che si faceva male suo nonno contattava dei guaritori privati e anche quando sua nonna stava per morire fece altrettanto. L'ambiente era bianco e nelle narici le arrivò l'odore della pozione per bruciature.
 
-Buongiorno- disse la donna seduta alla scrivania. -Siete qui per la visita ai laboratori, la pozionista Perks arriverà a momenti- sorrise.
 
I ragazzi si dispersero in giro per la sala a guardarsi intorno, Megan provò ad avvicinarsi a loro ma Andrew le fece notare qualcosa dalla parte opposta e lo seguì.
 
-Non pensavo che Megan Jones fosse così- esclamò Hermione quando fu accanto a lei.
 
-Devo convenire con la Granger. Quella li è in un mondo tutto suo- esclamò Theodore, indicando la ragazza.
 
-È strano, ma concordo con Nott- disse Hermione riluttante.
 
In tutta la mattinata Theodore non si era mai allontanato da lei e questa cosa la stava iniziando a mettere a disagio. Dalla colazione fino ad allora Theodore non aveva accennato neanche per un attimo a staccarsi da lei. Guardò il ragazzo chiacchierare come se nulla fosse, stava facendo i salti mortali per tenere legata la loro amicizia e lei lo trattava come se fosse l'ultima persona della sua vita.
 
-Tu cosa ne pensi, Alyssa? Megan è su Marte o su Uranio?- le chiese Theodore, guardandola sorridente.
 
Alyssa lo guardò ma prima che potesse rispondere, Piton li richiamò.
 
-Ragazzi forza, venite qui- esclamò il professore a voce alta.
 
Si avvicinarono di nuovo alla cattedra dove Piton li aspettava assieme ad una donna dai capelli biondi. Il camice a differenza dei guaritori era di un verde più scuro e gli occhiali protettivi erano poggiati sul capo.
 
-Bene ragazzi, io sono la pozionista Perks e sarò la vostra guida nel fantastico mondo che è il nostro laboratorio- esclamò la donna, entusiasta. -Seguitemi prego- disse con fare frettoloso.
 
La donna s'incamminò per un corridoio e tutti, Piton compreso, la seguirono tenendo a stento il passo con lei.
 
-Al posto di studiare pozioni dovevamo allenarci- disse Theodore, iniziando quasi a correre per star dietro alla donna.
 
Ad Alyssa sfuggì una risata mentre anche lei come tutti iniziavano a correre. Agli occhi delle persone dovevano essere davvero buffi, otto ragazzi che correvano dietro ad una donna che non correva affatto.
La pozionista Perks si fermò davanti ad una porta e si voltò verso i ragazzi.
 
-Questa è anticamera dei laboratori. Noi siamo al piano interrato, il San Mungo è composto da cinque piani e al quinto c'è una sala da tè dove più tardi vi porterò per fare una pausa. Prima di entrare volevo spendere qualche parola sulla nascita di questo ospedale, qualcuno di voi lo sa?- chiese gentilmente.
 
Sette mani si alzarono in contemporanea, Theodore li guardò sorpresi e s'imbarazzò non poco, sentendosi stupido per non aver studiato quelle informazioni.
 
-Tu- disse indicando Lisa.
 
-Ehm... L'ospedale è stato fondato nel XVII secolo, all'incirca nel 1612 dal guaritore Mungo Bonham- rispose Lisa, arrossendo sotto lo sguardo della donna e dei suoi compagni.
 
La donna annuì sorridendole dolcemente. -Benissimo. Oh i vostri cappotti potete lasciarli in questa stanza, starete più comodi senza- disse, mentre apriva una porticina laterale.
 
Non era altro che uno sgabuzzino ma nonostante ciò, Alyssa fu felice di togliersi la giacca.
 
-Dalla a me- le disse Theodore. -Poggio la mia e la tua-
 
-Grazie- borbottò lei.
 
Theodore le sorrise e prese la sua giacca per poi entrare nello sgabuzzino.
 
-Non sei più arrabbiata con lui vero?- le chiese Hermione.
 
-Si e no- le rispose Alyssa. -Mi fa innervosire il fatto che lui mi chiede scusa ma in fondo, la pensa ancora in quel modo-
 
Theodore fu di nuovo accanto a loro ed Hermione non ebbe modo di rispondere. Quando anche Terry fu fuori dallo sgabuzzino, la pozionista Perks aprì la porta e fece segno di seguirla. Scesero delle scale strette che terminarono davanti ad un'altra porta con sopra scritto "LABORATORI DI POZIONI BERTHA MANTLE".
 
-Prima di entrare, chi era e perché i nostri laboratori sono dedicati a Bertha Mantle?- chiese la Perks.
 
Sette mani si alzarono nuovamente, Piton guardò Theodore irritato e il ragazzo tentò di ignorarlo. La Perks indicò Alyssa e la ragazza parlò.
 
-Bertha Mantle è stata la prima strega nell'800 a tradurre le pozioni scritte con le rune. Grazie a lei abbiamo ritrovato e perfezionato la pozione invecchiante e la pozione curaustioni. È stata una visionaria nel campo delle pozioni, ha anche inventato la pozione contro il morso della vipera francese-
 
La Perks sorrise. -Esatto. Severus hai dei fantastici studenti-
 
-Non tutti- borbottò Piton, guardando Theodore.
 
-È finalmente arrivato il momento di entrare- disse entusiasta la donna.
 
La Perks aprì la porta e un odore di sangue di drago le arrivò alle narici facendole storcere il naso.
 
-Benvenuti ai laboratori del San Mungo-
 
***
 
Avevano visto la divisione del laboratorio, all'entrata c'erano le stanze per la preparazione di pozioni contro gli incantesimi.
 
-Prima di passare nelle altre stanze- disse la Perks. -Una domanda, perché le pozioni contro gli incantesimi sono le più ardue dal punto di vista pratico?-
 
-Il problema sta nel l'incantesimo- rispose Alyssa. -Non possiamo sapere quanto possa essere stato potente fino a che non si vede il paziente. Da li viene creata una pozione apposta per lui o lei in base alla potenza dell'incantesimo-
 
-Esatto cara- disse la donna, facendole l'occhiolino.
 
Erano passati poi alle stanze per la preparazione delle pozioni contro le bruciature da calderone, dove c'erano più pozionisti in azione rispetto alla zona precedente.
 
-Eccoci nella zona che lavora di più qui dentro- esclamò sorridendo. -Qui è dove vengono prodotte le pozioni per le bruciature da calderoni, ritorni di fiamma delle bacchette e anche per gli incidenti con la scopa. Li infatti abbiamo un piccolo gruppo di pozionisti che produce ossofast mentre il resto è tutto dedicato alle bruciature. Vi starete chiedendo come mai non sono le prime stanze che abbiamo incontrato, ebbene vedete quelle scale a chiocciola?- aspettò un segno affermativo e continuò. -Collegano direttamente al reparto dedicato agli incidenti da manufatti magici. È il reparto che lavora maggiormente-
 
I ragazzi si guardarono attorno, dove una squadra di pozionisti composta da una quarantina di persone stava lavorando senza sosta.
 
-Il reparto è già pieno a quest'ora infatti questa sezione nel laboratorio ha turni diversi rispetto alle altre perché lavora in simbiosi con il piano di sopra. Qui i turni sono di cinque ore con una pausa di quindici minuti, è stata una scelta dovuta perché i pozionisti tornavano a casa troppo stanchi e con i nervi a fior di pelle. Sono pozioni semplici ma che vengono prodotte a velocità eccessive e in quantità elevate, non si può mai lasciare la propria postazione. Andiamo avanti-
 
Passarono nel reparto successivo dove  sei pozionisti erano all'opera dietro i calderoni professionali.
 
-Qui è dove vengono prodotte le pozioni per curare le ferite causate da creature magiche, come ad esempio la pozione antilupo, che è tra l'altro la pozione che produciamo di più qui- disse la donna indicando degli scaffali. -Abbiamo sempre pronte delle pozioni che vanno a tamponare il morso, sapete bene che non c'è una cura per il morso del lupo, allora a cosa serve la pozione antilupo?-
 
-Serve ad alleviare la trasformazione nelle notti di luna piena- rispose subito Alyssa. -Deve essere presa una settimana prima e anche il giorno stesso-
 
-Esatto- disse la donna sorpresa. -Severus fossi in te le darei dei punti alla Casa- disse, facendo l'occhiolino al professore.
 
Alyssa e Theodore si guardarono sconcertati nel vedere come la Perks parlava tranquillamente con Piton.
 
-Non esagerare Perks- rispose il professore.
 
La donna alzò le mani a mo' di scuse e  guardò l'orologio. -Ragazzi siamo arrivati all'ora di pranzo. Spostiamoci nella sala da tè al quinto piano, continueremo dopo il nostro giro-
 
***
 
Severus Piton aveva pranzato con Jocelyn ad un tavolo in disparte rispetto a quello dei ragazzi. Aveva mangiato i suoi sandwich parlando con lei sulle novità riguardo le pozioni e i nuovi calderoni professionali, il tutto accompagnati da un'ottima tazza di tè.
 
-Severus è un gruppo pittoresco quello che mi hai portato oggi- esclamò Jocelyn prima di bere il suo infuso.
 
Severus annuì e lanciò un'occhiata al tavolo dei ragazzi, dove Megan Jones stava dicendo quanto fosse entusiasta del giro fatto durante la mattina.
 
-Si, non lo posso negare- disse scuotendo il capo. -Sono i migliori studenti in Pozioni del quarto anno e gli unici davvero interessati a venire qui- spiegò.
 
-Il ragazzo che non alza mai la mano non fa parte del club di cui mi parlavi vero?- chiese Jocelyn, indicando Nott.
 
-Non sbagli, Theodore Nott è venuto qui solo perché Alyssa ci veniva- disse Severus.
 
-Perché lo hai fatto venire allora?- chiese la donna, scettica.
 
Severus ghignò prima di finire il suo tè. -Perché muoio dalla voglia di vederlo disperarsi dietro al tema che chiederò di fare-
 
Jocelyn scoppiò a ridere e scosse il capo. -Sei sempre il solito- disse ridacchiando. -Senti ma chi è la ragazza che risponde sempre alle domande?-
 
Severus lanciò uno sguardo alla Black e si voltò di nuovo verso la donna seduta davanti a lui.
 
-Alyssa Sophie Black- le spiegò.
 
Jocelyn sgranò gli occhi e si voltò di scatto verso il tavolo dei ragazzi, dove Alyssa stava chiacchierando con la ragazza della sua stessa casata.
 
-Ma dai, la nipote di Regulus?!- chiese sconvolta. -Non ha nulla dei Black a parte il colore dei capelli-
 
-Perché grazie al cielo ha ripreso tutto da Dahlìa, te la ricordi no?- chiese Severus, prima di mangiare l'ultimo sandwich.
 
Jocelyn annuì. -Si la ricordo. Ora capisco, è anche un po' Corvonero-
 
-Si, ma nel Quidditch posso assicurarti che ha la grinta di Regulus- esclamò l'uomo. -Un'ottima cacciatrice-
 
La donna scosse il capo e lo guardò. -Ti giuro mai avrei pensato che avresti parlato così della figlia di Sirius-
 
Severus fece un mezzo sorriso. -Non dirlo a me-
 
-Tornando a Regulus- disse Jocelyn. -Lo sai che lei lavora qui?-
 
Severus annuì. -Si, lo so-
 
***
 
La sala da tè era un luogo accogliente, dove guaritori e visitatori andavano rilassarsi. Potevano scegliere tra una vasta quantità di infusi e un'ottima scelta di sandwich e pasticcini, dal lato opposto invece c'era il negozio dell'ospedale dove i visitatori potevano comprare le cose di cui i pazienti avevano bisogno. Avevano pranzato con tè e sandwich, Piton aveva dato loro una mezz'ora di pausa in più per riposarsi, sicuramente si era reso conto che la Perks andava davvero troppo veloce. Alyssa si allontanò dal gruppo, avvicinandosi alla finestra dietro gli scaffali del negozio. Fuori la Londra babbana andava frenetica da una parte all'altra, i babbani erano diversi dai maghi, correvano dovunque senza fermarsi e si chiese come mai non si fermavano anche solo per ammirare cos'avevano attorno.
 
-Ti ho preso una brioche di zucca- disse una voce dietro di lei.
 
Alyssa si voltò non sorpresa di trovarsi Theodore davanti. Il ragazzo la guardava sorridente mentre si avvicinava a lei, le porse la brioche e la prese volentieri.
 
-Grazie- disse guardando fuori dalla finestra.
 
-Sono arrivato ad una conclusione- esclamò Theodore. -Secondo me, mi hai perdonato ma sei troppo orgogliosa per dirlo oppure ti piace questa cosa che io ti vengo a cercare-
 
-Sei fuori strada- rispose lei, voltandosi. -Potrai chiedermi scusa ogni volta che vorrai ma penserai sempre quello che hai detto-
 
-Non capisci che ho capito di aver sbagliato subito dopo che te ne sei andata- disse voltandosi verso di lei. -Tengo a te più di ogni altra cosa, Alyssa, non voglio perderti-
 
Fu un attimo, il volto di Theodore era a pochi centimetri dal suo, forse non se ne era reso conto o pensava che quella vicinanza non le creasse alcun problema. Theodore si avvicinò ancora di più, una vicinanza che non avevano mai provato e le guance di Alyssa arrossirono visibilmente.
 
-Stai arrossendo- sussurrò il ragazzo.
 
Alyssa non disse nulla, incapace di trovare parole adeguate in quel momento a dir poco inaspettato. Notò che lo sguardo di Theodore cadde sulle sue labbra e si rese conto che anche lei stava facendo lo stesso.
 
-Ragazzi dobbiamo andare- esclamò Hermione. -Ops, scusate- disse imbarazzata.
 
I due ragazzi si allontanarono e Alyssa tornò dagli altri, allontanandosi il più possibile da lui.
 
***
 
Il giorno dopo Theodore si svegliò confuso. Sapeva bene cos'aveva fatto il giorno prima ed era rimasto sorpreso del suo stesso gesto, l'aveva vista scappare da lui e non fece nulla per fermarla. Ma per dirle cosa cosa poi? Era senza parole esattamente come lei. Non sapeva cosa gli era venuto in mente, l'aveva vista con quel suo sguardo serio e si era fermato a fissare le sue labbra poi il resto era venuto da sé, come se fosse il gesto più semplice del mondo. Non l'aveva baciata ma sapeva che se la Granger non li avesse fermati, sarebbe successo sicuramente.
 
Uscì dalla Sala Comune con Draco e Blaise ma non chiacchierava con loro, la sua testa rivedeva quella scena come fosse un ciclo continuo. Non aveva più ascoltato neanche il resto della gita, non che gliene importasse in fondo e la sera era rimasto in silenzio a mangiare. Draco gli diede una gomitata e Theodore alzò gli occhi verso di lui, il giovane Malfoy gli indicò qualcosa e quando si voltò nella stessa direzione, trovò Alyssa ad aspettarlo accanto alle scale.
 
-Io e Zabini ti aspettiamo in Sala Grande- affermò Draco.
 
I due serpeverde se ne andarono e Theodore poté bearsi della visione della sua amica. Quella mattina aveva lasciato i capelli sciolti, ormai la frangia le era cresciuta ed era costretta a tenerla su un lato del viso ma a Theodore non le dispiaceva, stava bene anche così. Decise finalmente di avvicinarsi a lei sorridendole, Alyssa alzò lo sguardo su di lui e arrossì. Gli porse dei fogli di pergamena e Theodore li prese scettico.
 
-È il tema che ci ha chiesto Piton- gli spiegò Alyssa, a bassa voce. -Te l'ho scritto io-
 
Il volto di Theodore s'illuminò e notò le guance di Alyssa farsi più rosse. -Grazie, lo avevo dimenticato-
 
-Prego- mormorò lei e finalmente gli fece un mezzo sorriso.
 
-La posso prendere come un'offerta di pace quindi?- le chiese sorridendo.
 
Alyssa sorrise e annuì. -Direi di si-
 
Theodore stava per dirle dell'altro ma Alyssa si voltò e salì di corsa le scale. Quando fu all'ultimo gradino si voltò nuovamente verso di lui. -Ah, Theodore?-
 
-Si?-
 
-Non bere il succo di lampone oggi-
 
 
ANGOLO AUTRICE
 
Eccoci qui, 4464 parole (è stata un'impresa non indifferente). Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, io personalmente l'ho adorato! Era da un po' che volevo scrivere di una gita e il San Mungo è stato perfetto. Corro a pensare al prossimo capitolo!
 
_L_Black_

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 - Prima Prova ***


Capitolo 25

Harry a Hogwarts ha finalmente trovato l'amore. Il suo intimo amico Colin Canon dice che Harry è quasi sempre in compagnia di una certa Hermione Granger, una ragazza straordinariamente graziosa, Babbana per nascita, che, come Harry, è una degli studenti migliori della scuola.

Alyssa alzò lo sguardo dal giornale e guardò Harry rosso di rabbia seduto davanti a lei. Quello non era che l'ennesimo articolo della Skeeter su di lui e poteva capire perfettamente come si sentisse Harry, ad ogni articolo gli studenti lo prendevano di mira senza pudore.

-Hai letto la parte dove piango per i miei genitori?!- esclamò Harry.

-Si ho letto, devo dire che lo nascondi bene a proposito- disse ironica.

Harry la fulminò con lo sguardo e Alyssa alzò le mani a mo' di scuse. Era venerdì sera e il martedì successivo ci sarebbe stata la prima prova del Torneo, Harry era con i nervi a fior di pelle e anche Alyssa e Hermione non scherzavano. Avevano passato tutti i pomeriggi in biblioteca e la sera consultavano i libri in Sala Comune, il tutto per aiutare Harry a non lasciarci la pelle.

-Cosa dovrei fare allora?!- borbottò Harry. -Non solo dovrò affrontare una prova di cui non so nulla, ci si mette anche la Skeeter!-

-Hey Potter, sono lacrime quelle che vedo?- esclamò Theodore dal tavolo di Serpeverde.

Alyssa alzò gli occhi al cielo mentre Hermione tentava di calmare Harry, si voltò verso Theodore che la guardò ridacchiando. Erano passate due settimane da quando avevano fatto pace ma era stata troppo impegnata ad aiutare Harry e non era riuscita a passare del tempo con lui. Non che morisse dalla voglia di farlo, aveva paura che se fossero rimasti da soli, Theodore avrebbe aperto una discussione su ciò che era accaduto al San Mungo.

-Ignoralo, Harry- esclamò Alyssa, voltandosi nuovamente verso il ragazzo seduto davanti a lei.

-Ignora, ignora, ignora... Ragazze voi non siete sotto l'occhio di quella maledetta troll!- sbottò esasperato.

-Perdonami ma vorrei ricordarti che la Skeeter parla anche della sottoscritta e la Parkinson non fa altro che dirmi cosa tu ci abbia visto in me- esclamò Hermione, irritata.

-Lascia stare Pansy, lo sai com'è fatta- disse Alyssa sorridendole gentilmente. -Quando eravamo piccole fece piangere Astoria perché le disse che somigliava a un bignè ripieno e adesso guarda la piccola Greengrass com'è diventata carina-

I tre si voltarono verso il tavolo dei Serpeverde, dove Astoria stava chiacchierando con una sua compagna.

-Io lo faccio e anche Harry deve fare lo stesso- disse Hermione, guardando il diretto interessato.

-Sapete cosa dovremmo fare?- disse Alyssa. -Dovremmo chiedere alla McGranitt se possiamo fare un'amichevole di Quidditch tra noi-

-Sarebbe un'ottima idea- rispose Hermione sorridente.

-Sempre se esco vivo dalla Prima Prova- borbottò Harry.

Le due ragazze si guardarono e sospirarono all'unisono. Il morale di Harry era a terra e nonostante provassero di tutto per farlo star meglio, qualcuno lo importunava con l'ennesima battutina sarcastica e lui tornava al punto di partenza. D'un tratto Theodore e Blaise si alzarono dal tavolo di Serpeverde e si avvicinarono al loro, i tre Grifondoro li guardarono scettici mentre Theodore prendeva posto proprio accanto ad Alyssa. La ragazza potè notate la spilla "POTTER FA SCHIFO" sulla sua toga e storse il naso.

-Fattelo dire, Potter- disse Theodore mentre prendeva il bicchiere di Alyssa. -Diggory è sicuramente più sveglio di te, se non ci lasci le penne alla prima ce le lascerai alla seconda di prova- disse prima di prendere un sorso di succo di zucca.

Blaise scoppiò a ridere mentre Alyssa guardava il ragazzo di fianco a lei, non riconoscendo più il bambino timido che era anni prima.

-Ma sono sicuro- continuò. -Che avrai un funerale degno del bambino sopravvissuto-

-Adesso basta, Theo- esclamò Alyssa irritata. -Stai esagerando-

Theodore si voltò verso di lei e bevve un altro sorso di succo prima di avvicinare pericolosamente il viso a quello della ragazza. Alyssa arrossì e il ragazzo ridacchiò prima di portare le labbra all'altezza dell'orecchio. -Stai arrossendo-

Il ragazzo si alzò dal tavolo e assieme a Blaise uscì dalla Sala Grande, mentre Alyssa rimase a guardarlo.

-Non mi aspettavo che Nott fosse così maleducato- esclamò Hermione, guardando Alyssa.

-Chissà perché io lo immaginavo- disse Harry irritato.

-Già- mormorò Alyssa. -Torno in Sala Comune ragazzi-

***

La Sala Comune dei Serpeverde era semivuota, Draco e Vincent erano seduti su uno dei divani mentre al tavolo, Daphne e Pansy chiacchieravano davanti a un libro aperto. Theodore e Blaise si andarono a sedere sul divano opposto a quello degli amici, il giovane Nott si allentò la cravatta e sospirò guardando il fuoco. Si stava comportando da stronzo con Alyssa e lo sapeva bene, il problema era che ogni volta che vedeva la ragazza parlare con Potter il nervosismo si impossessava di lui. In più ormai faceva comunella con i gemelli Weasley e cosa che ancora non capiva, alle volte parlava con Viktor Krum. Era come se tentasse di non rimanere da sola con lui per non parlare di quello che era successo tra loro al San Mungo.

Ci era arrivato finalmente, aveva capito che agli occhi di Alyssa lui non era indifferente, gli era bastato vederla arrossire ogni volta che si avvicinava a lei. Eppure, la ragazza non voleva parlarne.

-Dovevate esserci poco fa- esclamò Blaise ridacchiando. -Adoro l'ironia di Theodore, davvero-

Draco si mise più comodo sul divano e fece segno a Blaise di continuare.

-Potter continuava a lamentarsi della Prima prova e così gli ho detto giusto due paroline- disse Theodore, ghignando.

Draco ridacchiò e Vincent fece altrettanto mentre il fuoco accanto a loro continuava a scoppiettare indisturbato.

-Ma i vostri genitori verranno a vedere la prima prova?- chiese Vincent.

-Mio padre mi ha detto di si- rispose Theodore. -Verrà con Orion Black-

Al suono di quel nome Pansy e Daphne si voltarono verso di loro, sia Theodore che Blaise le guardarono con fare interrogativo mentre le due gli si sedevano vicino.

-Cosa c'è? Orion Black è un argomento che vi interessa?- chiese Draco, sarcastico.

Daphne gli scoccò un'occhiataccia mentre Pansy lo ignorò.

-Lo sapete che Orion non si fa più vedere tanto alle cene delle nostre famiglie?- disse Pansy.

-Papà mi ha detto qualcosa al riguardo, ma che ci vuoi fare Pansy? È anziano e da quando è morta sua moglie lo vedo un po' tra le nuvole- esclamò Theodore.

Era vero, Orion Black era decisamente cambiato dalla morte di Walburga e, per quanto lo volesse negare, anche Alyssa non era più la stessa.

-Già, l'anno scorso durante Difesa Contro le Arti Oscure ho sentito la Black parlarne con la sua amichetta del cuore. Pensa che aveva quasi deciso di non tornare a Hogwarts per non lasciarlo solo- spiegò Daphne. -Un po' mi dispiace per lui, quando le nostre madri ci portavano dai Black per farci giocare con Alyssa il signor Black ci faceva sempre quell'incantesimo, te lo ricordi Pansy? Trasfigurava i bicchieri in fiori per poi regalarceli-

Pansy annuì sorridendo appena. -Già, piansi un sacco quando mia sorella lo trasfigurò nuovamente in un bicchiere-

-Voi andavate da Alyssa a giocare?- chiese Theodore sconcertato.

Le due ragazze annuirono.

-Si, abbiamo passato pomeriggi interi al numero dodici di Grimmauld Place. Non lo sai perché quando c'eri tu preferiva giocare con te- esclamò Daphne mentre Pansy annuiva.

Theodore non rispose e inevitabilmente la sua testa vagò tra ricordi.

-Ma perché stiamo parlando di queste cose?!- disse Theodore irritato.

-Era un semplice argomento di conversazione, mio caro Theodore- disse Daphne. -Non eri tu quello che non perde occasione per parlare di qualsiasi cosa riguarda la Black?-

-Non sempre mia cara Daphne- ribattè il ragazzo con tono ironico.

La ragazza lo guardò e Theodore ripensò al bacio che si erano dati durante l'estate, alla festa a casa dei Malfoy. Avevano preso una bottiglia di firewhiskey dalla riserva di Lucius e già ai primi sorsi l'alcool la testa aveva iniziato a girare. Era capitato, eppure si era sentito terribilmente in colpa subito dopo.

Il discorso cadde quando la porta della Sala Comune si aprì e Astoria entrò di corsa nella stanza per poi andarsi a sedere accanto alla sorella.

-Bignè che vuoi?- chiese Daphne, guardandola.

-I ragazzi di Durmstrang!- esclamò la piccola Greengrass irritata, ignorando il nomignolo che sua sorella le aveva dato. -Uno non mi lascia in pace!-

-Stai scherzando spero, hai tredici anni! Dimmi chi è che gli faccio un discorsetto!- esclamò Daphne irritata.

Theodore guardò la minore delle Greengrass e ridacchiò, ricordandosi cosa gli aveva raccontato Alyssa riguardo al ragazzo di Durmstrang.

-La Brown ha lo stesso problema- disse Draco.

-E tu che ne sai della Brown?- chiese Pansy sospettosa.

Draco la guardò ma non rispose subito e Theodore lo guardò interrogativo, lui che aveva sempre la risposta pronta in quel momento era rimasto ammutolito.

-L'ho vista imprecare contro di lui l'altro giorno fuori dalla sala dei trofei- disse con fare indifferente, spostando lo sguardo sul fuoco.

***

Il martedì non tardò ad arrivare. La tensione aleggiava tra i tavoli in Sala Grande, gli studenti delle scuole straniere avevano le loro bandiere e festeggiavano il proprio campione, così anche i ragazzi di Tassorosso, dove un Cedric Diggory maneggiava la sua colazione senza realmente mangiarla. Alyssa e Hermione erano sedute accanto a Harry, avevano passato tutto il giorno prima ad insegnargli un incantesimo di appello e solo quando furono soddisfatti lasciarono l'aula. Le due ragazze a dir la verità erano molto tranquille, Harry era stato bravo il giorno prima con l'incantesimo e secondo loro aveva ottime possibilità di darsela a gambe ma il diretto interessato aveva la stessa espressione dell'altro campione di Hogwarts.

-Vedrai che andrà tutto bene- disse Hermione dopo l'ennesimo studente che si era fermato per augurare buona fortuna a Harry.

-Mhmh, preferirei rivedere il Basilisco- borbottò il ragazzo mentre rigirava il cibo nel piatto.

-Ah te l'ho sempre voluto chiedere- esclamò Alyssa. -Ma quindi è vero che durante il secondo anno hai combattuto contro il Basilisco?-

Harry annuì ma non continuò a parlare oltre, era troppo impegnato ad autocommiserarsi. Dal tavolo di Serpeverde Malfoy e Theodore erano impegnati a chiacchierare con la loro combriccola e dalle occhiate che lanciavano a Harry, Alyssa aveva intuito di cosa stessero parlando. Al tavolo dei professori erano seduti solo Vitious e Piton, segno che gli altri insegnanti stavano preparando la prima prova che ci sarebbe stata di li a poco. Quando ormai avevano quasi terminato la colazione, la McGranitt e la Sprout entrarono in Sala Grande quasi di corsa, la prima si avvicinò a loro mentre la seconda andò da Cedric.

-Harry vieni, tutti i campioni devo o riunirsi nella tenda- esclamò la McGranitt. Il tono della sua voce tradì la sua preoccupazione.

Harry annuì e si alzò dal suo posto per poi seguire la professoressa fuori dalla Sala Grande. Hermione e Alyssa rimasero sole a finire la colazione, la preoccupazione era palpabile ma nessuna delle due voleva parlarne.

-Io guardo la prima prova con Ronald- esclamò Hermione, guardando l'amica. -Vieni anche tu?-

-Mi sono già messa d'accordo per vederla con i gemelli e Lavanda- rispose Alyssa sorridendole. -In più viene mio nonno a guardarla, dovrei andare a salutarlo-

-Allora ci vediamo dopo- disse con un sorriso tirato.

-Ce la farà, Hermione- la rassicurò Alyssa prima di uscire.

***

Lavanda e Alyssa si erano avventurate nel parco del castello, dove i gemelli Weasley le avevano precedute per poter far scommettere le persone sul torneo. Si erano messi in testa di finanziare il loro Tiri Vispi Weasley in qualsiasi modo e le scommesse durante il torneo era un ottimo espediente per far soldi. Le due ragazze ci avevano provato a dissuaderli da questa scelta ma i gemelli erano stati irremovibili.

Uno steccato circondato da delle tribune erano state fatte comparire durante la notte, gli spettatori esterni erano già arrivati e stavano aspettando che la McGranitt desse loro la possibilità di salire su alle tribune. Appena arrivate, Lavanda fece segno ad Alyssa di guardare accanto alla tribuna della giuria. La ragazza guardò nel punto indicatole e sbiancò quando vide i gemelli provare a convincere il signor Nott e suo nonno a scommettere sulla prima prova. Corse verso di loro seguita da Lavanda e si mise in mezzo ai due gemelli, che si voltarono a guardarla confusi.

-Hey Black finalmente, ti stavamo aspettando- esclamò Fred.

-Ragazzi- disse Alyssa con voce calma. -Ai signori non interessa scommettere sulla prima prova-

-Li conosci, Alyssa?- chiese suo nonno, guardandola con fare indifferente.

Alyssa annuì con indifferenza, Lavanda salutò cordialmente i due uomini davanti a loro mentre i gemelli li guardavano confusi più di prima. Alyssa si rese conto del loro sconcerto e indicò suo nonno.

-Fred, George, vi presento mio nonno- disse con voce orgogliosa. -Orion Black- poi indicò l'uomo accanto a Orion. -E lui è Julius Nott, il padre di Theodore-

Fred e George sbiancarono quando si resero conto con chi stavano parlando. Gli porsero la mano tentando di riprendere un minimo di dignità ma da come Orion li stesse guardando, era evidente che ormai non avrebbero avuto più un buon rapporto con lui.

-Ragazzi è il caso che andiamo a trovare posto nelle tribune per gli studenti- esclamò Lavanda.

Fred e George non se lo fecero ripetere due volte, salutarono e scapparono da li assieme a Lavanda. Alyssa li guardò andar via e si voltò nuovamente verso i due uomini, suo nonno la fissava con il suo sguardo accusatorio mentre il signor Nott la guardava come se nulla fosse.

-Simpatici vero?- disse Alyssa, per stempiare la tensione.

-Simpaticissimi-

-Estremamente simpatici-

Alyssa scoppiò a ridere nel sentire il loro tono piatto ma dovette subito smettere, quando incrociò lo sguardo di suo nonno.

-Come mai non guardi la prima prova con Theodore?- chiese Orion, guardandola.

-Ormai ha i suoi amici, signor Black- disse la voce inconfondibile di Theodore, dietro di lei. -E anche io ho i miei, giusto Alyssa?-

La ragazza si voltò a guardarlo, trovandolo con quella sua espressione strafottente che da settimane a quella parte adornava il suo viso. Accanto a lui Draco e Blaise sorridevano angelici a suo nonno e a Julius.

-Avete scommesso?- chiese Theodore, guardandoli.

-Assolutamente no- disse Orion. -E neanche voi dovreste-

-Non lo farei mai- rispose Theodore, mentre i suoi amici annuivano.

-Beh allora io vado- disse Alyssa, quando vide Lavanda farle segno dalla tribuna di salire. -Ora possiamo entrare-

La ragazza non attese che le rispondessero e corse verso la tribuna dedicata agli studenti di Hogwarts.

-Va tutto bene tra voi?- chiese Julius a suo figlio.

Theodore sorrise sarcastico. -Va tutto alla perfezione-

***

Gli spalti erano pieni, trovare un posto fu senz'altro arduo per Lavanda e i suoi amici. Si sedette accanto a Lavanda, mentre i gemelli stavano chiudendo le ultime scommesse in attesa che la fatidica prima prova iniziasse. Da li si poteva vedere bene il luogo dove aveva parlato con suo nonno e ringraziò la sua amica per averla salvata da una morte certa. Quando aveva visto Fred e George parlare con suo nonno per convincerlo a scommettere credeva che sarebbe morta li seduta stante.

-Ti ho vista in difficoltà e ho pensato di salvarti- le disse Lavanda, facendole l'occhiolino.

-Ti adoro- le rispose Alyssa, abbracciandola.

Lavanda ridacchiò ma smise subito, quando degli uomini portarono all'interno dello steccato un drago che non aveva l'aria di divertirsi. Guardò le tribune e fece per sputar fuoco ma i guardiani riuscirono a calmarlo. Anche Alyssa, nonostante sapesse già di cosa trattava la prima prova, le venne un colpo vedendo una creatura del genere e si chiese seriamente se un semplice incantesimo di appello avrebbe aiutato Harry. Fred e George si sedettero subito accanto a loro, eccitati per lo spettacolo che stava per iniziare. Dalla tribuna della giuria, Ludo Bagman si alzò.

-Benvenuti a questa Prima Prova del torneo Tremaghi- i presenti applaudirono e non appena smisero, Bagman continuò. -Un uovo d'oro. È ciò che i campioni devono assolutamente prendere per passare alla prova successiva! Sarà facile? No, dovranno combattere contro un drago per poterlo prendere. Ogni campione ha un drago diverso contro cui dovrà vedersela per poter andare avanti- la tensione era nell'aria e Bagman se ne beò prima di continuare. -Facciamo entrare il primo campione, che se la vedrà contro il Grugnocorto Svedese, prego entra Cedric Diggory!-

La folla applaudì e gli studenti di Tassorosso intonarono un canto inventato appositamente per il loro campione.

-Meno male che la pozione invecchiante non ha funzionato- esclamò Fred deglutendo.

-Ben detto gemello- disse George.

La prova di Cedric andò bene, sicuramente la soffiata di Harry gli aveva dato una bella mano e se la cavò con qualche graffio sul volto sorridente dopo aver preso l'uovo d'oro. Gli uomini incaricati di occuparsi dei draghi portarono via il Grugnocorto Svedese mentre altri facevano entrare nell'arena un altro drago.

-Ragazzi ma quello non è vostro fratello Charlie?- chiese Alyssa, indicando un ragazzo dai capelli rossi che faceva entrare il secondo drago.

-Si, i draghi vengono tutti dall'allevamento in Romania dove lavora- le spiegò George.

-Ben fatto Diggory, adesso facciamo un grande applauso a Fleur Delacour, che se la vedrà contro un Gallese Verde- esclamò Bagman.

Fleur se la cavò meno bene rispetto a Cedric ma ce la fece ugualmente. Accanto a loro i gemelli si sentirono male quando la videro cadere.

-Povera stella- commentò Lavanda, facendo ridere Alyssa e la ragazza seduta davanti a loro.

Fleur uscì vittoriosa dalla staccionata e si andò a sedere accanto a Cedric sulla tribuna della giuria.

Poi toccò a Krum, che se la vide contro un Petardo Cinese e riuscì a cavarsela meglio dei primi due, prendendo l'uovo in soli dieci minuti.
Dalla tribuna di Durmstrang i ragazzi cantavano "Krum ni kara da mechtaem".

-Complimenti, Krum. E adesso un grande applauso a Harry Potter, che se la vedrà contro l'Ungaro Spinato!- disse Bagman, applaudendo assieme agli spettatori.

-Per tutte le cavallette, proprio il più difficile gli doveva capitare!- disse George mentre applaudeva assieme agli altri.

Harry entrò nell'arena, l'Ungaro Spinato lo guardava minaccioso mentre il ragazzo afferrava la propria bacchetta. -Accio Firebolt!-

Le tribune caddero nel silenzio mentre attendevano che la scopa chiamata da Harry arrivasse. Alyssa strinse con forza la mano dell'amica e lanciò un'occhiata a Hermione, seduta qualche fila avanti a loro. Anche lei, come Ron, era col fiato sospeso.
La scopa arrivò e Harry ci salì sopra di corsa, andando contro al drago.

-Ma è pazzo!- urlò Lavanda.

-È un diversivo- disse Alyssa. -Come quando nel Quidditch un cacciatore si butta contro la squadra avversaria e l'altro segna-

-Ma Alyssa, questo non è Quidditch, quello li sputa fuoco- le fece presente, Fred.

Harry fece in modo che il drago lo seguisse ad ogni suo passo, gli volò attorno salendo sempre di più e la creatura lo seguiva come fosse incantato. Provò a sputar fuoco ma Harry fu più veloce e riuscì ad evitare la fiamma. Quando fu abbastanza in alto scese in picchiata, il drago non se lo aspettò e fu troppo lento, Harry aveva già afferrato l'uovo.

-Otto minuti, ci ha messo solo otto minuti!-

Gli studenti di Grifondoro urlarono di gioia, Alyssa abbracciò Lavanda mentre tutti intonavano "Harry il nostro campione è". Saltellavano di gioia tutti e quattro abbracciati, cantando insieme agli altri loro compagni di casata. Alyssa incrociò lo sguardo di suo nonno e gli sorrise mentre urlava assieme agli altri.

Era fatta.

***

-Per Harry hip hip-

-Urrà!-

-Hip hip-

-Urrà!-

Un boato accolse Harry nella sala comune. I gemelli avevano organizzato tutto nei minimi dettagli, un tavolo imbandito, burrobirra e anche un angolo dedicato agli alcolici. Più passava il tempo con i gemelli e più scopriva cose che la sorprendevano. Avevano un giro tutto loro per far entrare gli oggetti di contrabbando a scuola e solo in quei giorni se ne era accorta.

Avevano messo un giradischi con le Weird Sisters e la Sala Comune era diventata una sala da ballo. L'uovo era stato posizionato sul camino come un trofeo e per qualche ora Harry si era lasciato andare assieme agli altri dimenticandosi di essere un campione di Hogwarts. Alyssa era accanto al tavolo delle bevande e chiacchierava con Ginny della prova appena terminata, poco lontano da lei Lavanda e Fred ballavano insieme.

-Mia sorella ti sta importunando?- chiese George, avvicinandosi a loro.

-Semmai sei tu che la importuni- ribattè Ginny. -Ormai per parlare con te basta che cerco lei o Lavanda-

-Che vuoi farci sorellina, siamo amici. Giusto Black?- chiese George mentre le metteva un braccio attorno alle spalle.

Alyssa annuì e sorrise a Ginny. -Confermo, amici-

Ginny scosse il capo e andò a parlare con Hermione e Ron. Quest'ultimo aveva fatto pace con Harry ed era finalmente tornato a comportarsi normalmente.

-Tieni Black- disse George, porgendole un bicchiere.

-Cos'è?- chiese mentre prendeva il bicchiere.

-Firewhiskey- le spiegò George. -Sei stata così impegnata con Harry in questi giorni, hai bisogno di rilassarti un po'-

Alyssa guardò George e poi il bicchiere, ripensò a quelle settimane trascorse tra la biblioteca e la Sala Comune a studiare possibili strategie, ripensò a Theodore e al suo modo di fare strafottente. Non ci pensò oltre e bevve.

-E quindi io dico no, perché lui si comporta così- esclamò Alyssa mentre sonnecchiava sul divano.

Erano passate circa due ore da quando la festa era terminata ed erano rimasti solo loro quattro. Fred, George, Lavanda e Alyssa. Quest'ultima era alticcia, il firewhiskey le era piaciuto ma dopo qualche bicchiere aveva iniziato a vaneggiare, perciò George le aveva dovuto togliere la bottiglia dalle mani.

-Forse perché gli da fastidio che tu parli con tutti meno che con lui- le rispose Fred.

Lavanda annuì alle parole dell'amico mentre Alyssa lo fulminò con lo sguardo e puntò il dito contro di lui.

-Parlo con chi... Voglio!- disse minacciosa.

I tre scoppiarono a ridere e Alyssa fece il broncio. -Vorrei solo capire se gli piaccio o no-

-Chiediglielo- propose George.

-Ma sei matto?! E poi che succede se le dice di no?!- disse Lavanda guardandolo sconvolta.

-Se non gli piaccio bevo- piagnucolò Alyssa e fece per allungarsi a prendere la bottiglia di firewhiskey, che si trovava sul tavolo ma Fred fu più veloce e la tolse.

-Non pensavo potesse piacerle il firewhiskey- disse Lavanda, guardando l'amica sconcertata. -Tra l'altro dovevi toglierlo prima-

-Vorrei solo che s'innamorasse di me- sussurrò Alyssa prima di addormentarsi sulla spalla di George.

ANGOLO DELL'AUTRICE

FINALMENTE! Vi giuro che è stato difficile scrivere questo capitolo a causa della mancanza di ispirazione. Per questo dovreste arrabbiarvi con Netflix per aver messo Love101 nel loro catalogo. Arrabbiarvi ringraziarlo, perché proprio in questa serie tv ho visto l'incarnazione di Theodore, sembrava uscito dalla mia fan fiction. Detto questo passo a dirvi alcune cose riguardante la storia:

1 - la scorsa volta mi sono dimenticata di dirvi che il laboratorio e la storia di Bertha Mantle è totalmente inventata da me. Al San Mungo non c'è nessun laboratorio ma secondo me era una cosa che poteva tranquillamente starci.

2 - Nel capitolo Padre e Figlio ho sbagliato, scrivendo che Cygnus era il fratello di Orion. In realtà è fratello di Walburga ma ho confuso i due coniugi.

3 - Questo capitolo (finalmente eh). Allora non so se vi ho sorpresi con il bacio tra Daphne e Theodore (penso di si), volevo dire che nella mia fan fiction vorrei dare ciò che manca nel libro, ossia le prime esperienze degli studenti. Sto parlando di amore ma anche di alcol, insomma tutte le cose che alla fin fine abbiamo provato tutti noi. Non voglio farla cadere in un giro di alcol, sesso e Weird Sisters ma comunque vorrei dare la possibilità ai personaggi di provare cose nuove.

Detto questo, fatemi sapere cosa ne pensate.

Al prossimo capitolo,
_L_Black_

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 - Hogwarts vs Beauxbatons ***


Capitolo 26
 
I primi giorni di dicembre avevano portato con loro la neve, imbiancando così il parco e dando al castello un'aria natalizia. Adorava la neve e adorava il Natale, la vigilia in casa dei Nott era qualcosa di magico per lei. Nonostante Jerenie fosse morta ormai anni prima, Julius ci teneva a dare alla casa la stessa atmosfera che le dava sua moglie. 
 
Quello sarebbe stato il primo anno che avrebbe passato il Natale lontana da suo nonno. Aveva domandato alla McGranitt di poter tornare a casa in barba alla richiesta fatta a inizio anno, di tutta risposta la donna le aveva detto chiaro e tondo che si sarebbe pentita se fosse tornata a Grimmauld Place. 
 
Solo quel martedì pomeriggio dopo Trasfigurazione capì il motivo di tutta questo fermento per il Natale. La professoressa aveva chiesto loro di farsi trovare in Sala Comune, nessuno studente escluso, così si era ritrovata con i gemelli e Lavanda seduti al tavolo in attesa che la riunione iniziasse. Fred e George in quel periodo stavano sperimentando le crostatine canarine e ormai non c'era studente che non si fosse ritrovato senza le piume gialle e in quel momento stavano lavorando sul piumaggio. Né Alyssa e né tantomeno Lavanda accettavano più cose offerte da loro ormai. 
 
-Ragazze allora- disse Fred, alzando lo sguardo verso di loro. -Ci andate a Hogsmeade questo sabato?-
 
-Non posso- disse Alyssa, alzando gli occhi dal suo libro. -Devo studiare per la prova di Antiche Rune-
 
-Ma andiamo Alyssa!- sbottò Lavanda, facendo sobbalzare l'amica. -Hai preso un Oltre ogni previsione e vuoi studiare ancora?-
 
-Lavanda quella era la prova intermedia per farmi tornare in pari con gli altri- le spiegò Alyssa. -E tra l'altro avrei preferito un Eccellente-
 
-Corvonero è dalla parte opposta al castello, Black- disse George ridacchiando. 
 
La ragazza lo fulminò con lo sguardo mentre gli altri due non la smettevano di sghignazzare. Chiuse il libro davanti a lei e si voltò a guardare i suoi compagni di casata. 
Ron e Harry stavano giocando a scherma con le bacchette inventate dai gemelli mentre Hermione parlava con Dean e Seamus, dal fervore dei suoi gesti immaginò che il discorso era legato a Rita Skeeter. Si voltò di nuovo verso i suoi amici, Lavanda e Fred ridevano di una battuta di George e le tornò in mente il modo in cui erano diventati così affiatati. Se l'anno prima le avessero detto che sarebbe diventata amica dei gemelli Weasley, sarebbe scoppiata a ridere.
 
-Ragazzi un attimo di attenzione. Potter e Weasley smettetela di giocare!- esclamò la McGranitt, posizionandosi davanti al camino. 
 
Harry e Ron smisero di tirare di scherma e nella Sala Comune tornò la calma. La McGranitt si schiarì la voce e fece un passo avanti per far si che tutti potessero guardarla. 
 
-La notte di Natale si terrà il tradizionale Ballo del Ceppo. Una tradizione del Torneo Tremaghi sin da quando ha avuto luogo per la prima volta, una serata elegante dove potremo socializzare con i nostri ospiti- spiegò la donna, guardando i ragazzi. -A questo ballo potranno partecipare solo gli studenti dal quarto anno in su e siete caldamente invitati ad andare accompagnati. Ovviamente se volete vorrete invitare uno studente o uma studentessa più piccoli potrete- 
 
Vari gridolini femminili ruppero il silenzio degli studenti mentre i ragazzi si guardavano tra di loro imbarazzati. Alyssa e Lavanda si guardarono e sorrisero, pregustando già il momento in cui avrebbero indossato i loro abiti comprati durante l'estate.
 
-Non voglio che voi mettiate in ridicolo il buon nome di Grifondoro, per questo ogni giorno faremo una lezione di ballo della durata di un'ora a partire da oggi- la donna guardò gli studenti attorno a sé e indicò Ron. -Signor Weasley venga qui mi faccia il piacere- 
 
Alyssa ridacchiò, nascondendosi dietro la schiena di George e come lei tutti i presenti. Harry spinse Ron verso la professoressa, il ragazzo si avvicinò guardingo alla donna che di tutta risposta lo guardava con fare frettoloso. Quando le fu accanto, la McGranitt si posizionò davanti a lui e gli prese le mani, portandosele ai fianchi.
 
-Metta la mano sul mio fianco... Bene... Ora mi stringa la mano e... Un, due, tre, quattro... Signor Weasley quello era il mio piede!-
 
I presenti a quel punto risero, la professoressa smise di ballare e guardò tutti, irritata. -Ragazzi, scegliete una dama forza-
 
***
 
Erano usciti dalla Sala Comune ridendo, la prima lezione di ballo era stata una situazione tragicomica, dove i ragazzi erano così imbarazzati che non facevano altro se non pestare i piedi alla loro dama. Alyssa non aveva fatto eccezione, George le aveva calpestato i piedi sin dall'inizio, la sua fortuna fu che il ragazzo era simpatico e ad ogni pestata di piedi urlava "non sono stato io". Da come si comportavano le ragazze delle altre casate non fu difficile capire che la notizia del ballo era arrivata ovunque. Persino le studentesse di Beauxbatons non parlavano d'altro. Alyssa e Lavanda erano arrivate nella Sala d'ingresso quando Krum si avvicinò a loro, incurante di essere sotto gli occhi di tutti.
 
-Potere io parlare con te?- chiese il ragazzo.
 
Alyssa annuì sotto lo sguardo confuso dei presenti e gli fece segno di seguirla in direzione della Sala delle armature, una stanza che raramente veniva utilizzata. Salutò Lavanda, dandole appuntamento di li a poco e si avviò assieme al campione di Durmstrang verso le scale. 
 
-Gran bella prova, Viktor- disse la ragazza, tanto per far conversazione.
 
-Krazie, anche tuo amico essere cavato- rispose il ragazzo.
 
-Si, ma devi ammettere che i voti del tuo preside erano un tantino di parte- disse Alyssa, guardandolo con sguardo ammonitore. 
 
Viktor non rispose ma gli angoli della bocca si incurvarono in un sorrisetto, che Alyssa interpretò come segno di assenso. Arrivarono nella sala delle armature, ignorando gli sguardi curiosi degli studenti e fece segno al ragazzo di entrare. 
 
-Perché mi hai fermata?- chiese Alyssa, incrociando le braccia. 
 
-Il tuo piano non funzionare!- sbottò Viktor, guardandola. -Io essere sempre in biblioteca, io sedermi a tavolo fianco lei ma niente!-
 
-Senti Viktor, funzionerebbe se non avessi un esercito di fan al seguito- ribattè Alyssa.
 
-Non essere colpa mia- rispose Viktor con un sorrisetto orgoglioso. 
 
Alyssa alzò gli occhi al cielo e si andò ad appoggiare al davanzale della finestra. Fuori non la smetteva di nevicare e alcuni studenti di Durmstrang si stavano dirigendo all'ingresso del castello. Quando vide Hermione fuori le venne in mente un'idea. 
 
-Ci sono!- esclamò la ragazza, voltandosi di scatto verso Viktor. -Invitala al ballo del Ceppo!-
 
-Io vergognare- rispose prontamente Viktor, abbassando lo sguardo.
 
-Sei il campione di Durmstrang dai- disse Alyssa. -Senti se non la inviti non so più cosa dirti-
 
-Va bene, io fare- rispose Viktor.
 
***
 
Quel giovedì pomeriggio si continuava a parlare del ballo incessantemente, le ragazze più piccole si disperavano per non poter partecipare e quelle più grandi non facevano altro che sperare di poter essere invitate. Non negava che desiderava essere invitata da Theodore ma non ci sperava molto. Lo vedeva sempre con Daphne e i due formavano una bella coppia. 
 
Anche nel gruppo di Pozioni si parlava del ballo tra un ingrediente e l'altro, in realtà solo le ragazze si erano messe a lavorare insieme per poterne parlare. Gli altri si erano limitati a lavorare sulle proprie pozioni senza aggiungersi alla discussione. 
 
Fuori il sole calava e i ragazzi del club erano già andati via, Alyssa, Lisa e Megan si erano attardate per completare la loro pozione e Lavanda si era aggiunta a loro per evitare Branimir, che la cercava per tutto il castello. Uscirono dal laboratorio, continuando a chiacchierare del ballo e di chi le aveva invitate. Megan era stata la prima ad essere invitata, Andrew le aveva chiesto subito se le andava di partecipare al ballo con lui e la ragazza non aveva declinato. Subito dopo toccò ad Alyssa essere invitata da Anthony ma a differenza di Megan, aveva declinato, sperando in un invito di un'altra persona. Lavanda aveva adottato la strategia di nascondersi ogni volta che incontrava Branimir e mentre era nascosta dietro una colonna con Fred, quest'ultimo l'aveva invitata in onore della loro nuova amicizia. Lisa e Alyssa erano le uniche ad essere rimaste senza cavaliere e stavano davvero pensando di andarci insieme.
Erano ancora nel bel mezzo del discorso quando si ritrovarono alla Sala d'ingresso, dove delle studentesse di Beauxbatons erano intente a chiacchierare. 
 
-Ehilà ragazze- esclamò Fred, avvicinandosi a loro. 
 
-Weasley- risposero in coro le quattro ragazze. 
 
-Allora, scommetto che stavate parlando di quanto è fortunata Lavanda a venire con me al ballo, vero?- chiese facendo l'occhiolino.
 
Alyssa alzò gli occhi al cielo divertita mentre le altre ridacchiarono.
 
-Stavamo parlando del fatto che tu sei fortunato ad andare con lei al ballo- ribattè Alyssa. 
 
Fred ridacchiò e si appoggiò al muro, guardandole. -Che fate di bello?- 
 
-Siamo appena uscite dal laboratorio di pozioni- disse Alyssa sorridendogli. 
 
-Adesso stavamo per iniziare una riunione d'emergenza per cercare dei cavalieri a Lisa e Alyssa- spiegò Lavanda.
 
-Ooh- disse il ragazzo ridacchiando. -Qualcosa mi dice che sarete sicuramente invitate- 
 
-Ma è ovvio, il fascino Black e la bellezza Turpin faranno sicuramente faville- rispose Lavanda, facendo l'occhiolino a Lisa. 
 
Fred guardò la giovane Corvonero e le sorrise ammiccante, facendola arrossire visibilmente.
 
-Ragazze devo andare, George e Lee mi aspettano per studiare insieme Divinazione- disse prima di andarsene.
 
-Quindi Brown vai al ballo con uno dei gemelli?- chiese Pansy, avvicinandosi al gruppo assieme a Daphne.
 
Lavanda alzò gli occhi al cielo e Alyssa guardò la serpeverde davanti a loro. Erano anni che non parlavano più se non per punzecchiarsi a vicenda e stessa cosa valeva per Daphne, che semplicemente ignorava da quando stava sempre con Theodore. 
 
-Si, perché?- chiese Lavanda con tono irritato. 
 
-So che anche Seamus e quel ragazzo di Durmstrang te l'hanno chiesto- disse Pansy. Il suo tono presagiva una delle sue solite frecciatine.
 
-Pff-
 
Le sei ragazze si voltarono nella direzione della voce, trovandosi altrettante ragazze di Beauxbatons che le guardavano dl'alto in basso.
 
-Volete qualcosa?- chiese Megan con tono gentile. 
 
Le ragazze di Beauxbatons la guardarono e alcune scoppiarono a ridere per poi dire qualcosa in francese. Il sorriso di Megan scomparve dal suo volto. 
 
-No, pardon moi ma noi stavamo ponsando a come voi di Hogvarts siete così filles faciles- disse una delle ragazze con un sorriso di chi sapeva che le sue interlocutrici non potevano capire.
 
Megan sgranò gli occhi e fu un gesto che ad Alyssa non passò inosservato.
 
-Cos'ha detto, Megan?- chiese Alyssa, mantenendo lo sguardo sulle ospiti di Beauxbatons.
 
-Che siamo ragazze facili come quelle che si trovano a Nocturn Alley- le spiegò Megan con voce tremante. 
 
-Oui- esclamò la ragazza francese, visibilmente colpita di notare che la ragazza svampita sapesse il francese. - Ad esempio lei- disse, indicando Lavanda. -Sta con il ragozzo dai capelli rosì e contemporaneamonte con il ragozzo di Durmstrang. Anche tu- disse indicando Alyssa. -Prima con il ragozzo di Serpeverde, orà con Krum, anche voi- disse alle rimanenti. -Sompre con ragozzì. A Beauxbatons nous sommes plus polis-
 
Alyssa fece un passo verso di lei, che la guardava con quel sorrisetto di scherno che tutte le ragazze di Beauxbatons avevano da quando erano arrivate a Hogwarts. Megan le tradusse l'ultima frase e le si fermò a un palmo dal viso. 
 
-Lavanda- disse, mantenendo lo sguardo sul gruppo davanti a lei. -lo ha detto sul serio?-
 
-Oh, si- rispose prontamente l'amica, che guardava il gruppo davanti a loro.
 
Fu come se Alyssa perse la ragione, si accanì contro quella ragazza francese che continuava a sorriderle in modo strafottente e le altre non fecero nulla per fermarla. La imitarono, perché dopo mesi a sentirle sparlar di Hogwarts non aspettavano altro che una scusa per poter far vedere loro quale fosse lo spirito di Hogwarts. Potevano essere di Casate diverse ma quel castello era la loro casa e nessuno poteva sparlare di lei. Alyssa diede un pugno alla portavoce di Beauxbatons, Lavanda saltò sulle spalle della ragazza che voleva prendere la sua amica per le spalle e persino Lisa, che era sempre stata una ragazza tranquilla, s'intromise nella rissa. L'incontro fece avvicinare alcuni studenti, che provarono inutilmente a placare la rissa, Draco prese per le spalle Alyssa, riuscendo a fermarla.
 
-Lasciami!- urlò la giovane Black. 
 
-Calme!- urlò Blaise, mentre tentava di fermare Pansy. 
 
-Voi di Hogvarts siete delle zoticone- urlò la ragazza di Beauxbatons. 
 
Sia Pansy che Alyssa riuscirono a scappare dalla presa dei due ragazzi e tornarono nel bel mezzo della rissa. Draco fece segno a Blaise di chiamare qualcuno mentre guardava il gruppo darsele di santa ragione. Il suo sguardo però era incollato sulla figura di Lavanda, che stava prendendo a schiaffi la ragazza di fronte a lei. 
 
-Ora basta!- urlò la voce inconfondibile della McGranitt.
 
Il gruppo si gelò e le studentesse di Hogwarts si voltarono timorose verso la professoressa, che le guardava dall'alto. Alyssa poteva immaginare la scena che si presentava davanti alla donna, loro a terra con le mani chiuse a pugno pronte a scagliarsi contro le ospiti della scuola.
 
-Le ragazze di Hogwarts con me!- esclamò la McGranitt, incrociando le braccia al petto.
 
-Ma professoressa!- urlò Megan, alzandosi da terra, sotto l'occhio destro aveva un lungo graffio. -Ci ha dato delle ragazze facili come quelle di Nocturn Alley!-
 
-Se tu conosci le filles di Nocturn Alley significa che un po' abbiamo ragione- disse una ragazza di Beauxbatons.
 
-Ma io ti finisco!- urlò Daphne, che fece per prenderla dal colletto della loro divisa ma fu prontamente fermata da Lisa, che aveva riacquistato la ragione.
 
-Signorina Greengrass lei non finirà nessuno e lei, signorina Azhirat- disse guardando la studentessa di Beauxbatons. -Le consiglio vivamente di moderare i termini. Ora voi- disse, spostando lo sguardo sulle alunne di Hogwarts. -Seguitemi, adesso!-
 
***
 
Raramente era stata nell'ufficio della professoressa McGranitt e mai per motivi disciplinari. La donna era seduta dietro la scrivania e davanti ad essa, lei e le sue compagne di scuola guardavano a terra, incapaci di trovare le parole giuste per giustificarsi.
 
-Chi ha iniziato tutta questa storia?- chiese la donna, guardandole.
 
-Tutte noi, professoressa- rispose prontamente Lavanda.
 
Alyssa scosse il capo e fece un passo avanti. -No, sono stata io a cominciare, poi loro si sono aggiunte-
 
La McGranitt la guardò e si tolse gli occhiali, continuando a fissarla.
 
-E perché mai?- chiese con tono irritato.
 
-Perché ci hanno dato delle filles faciles- rispose non riuscendo a trattenere un tono ironico sulle parole francesi.
 
-Che significa ragazze facili, come quelle di Nocturn Alley- s'intromise Megan, spiegando la frase.
 
-Signorina Jones so cosa significa. La mia domanda è più legata al fatto che avete messo in ridicolo Hogwarts per un insulto di poco conto!- urlò la donna, facendo trattenere il fiato alle ragazze. -E sapete cos'altro mi da fastidio?! Che delle ragazze di una stupida scuola estera sono riuscite con degli insulti a far unire le quattro case! Vi unite solo quando vi insultano e non per motivi nobili!-
 
Alyssa alzò lo sguardo sulla donna e solo allora si rese conto che era vero, con Pansy e Daphne non ci parlava da anni eppure si erano unite di nuovo per difendere il loro onore.
 
-La colpa è mia- disse Alyssa, guardando la professoressa negli occhi. -Sono io a dover finire in punizione-
 
-Oh ci finirà sicuramente in punizione ma per quanto il suo sia un gesto nobile, signorina Black, anche le altre dovranno pagare per quello che è successo- esclamò con tono duro. -Dieci punti in meno a ognuna di voi, dopodiché Black, Jones e Parkinson da domani stesso lucideranno tutte le armature del castello mentre Turpin, Brown e Greengrass faranno lo stesso lavoro sulle cornici di tutto il castello- continuò guardandole. -Adesso tutte fuori, tranne Black-
 
Lavanda diede una pacca sulla spalla all'amica mentre le altre uscivano dalla stanza. In breve rimasero solo Alyssa e la professoressa, ci fu un attimo di silenzio prima che la donna facesse segno alla ragazza di sedersi.
 
-Prenda un biscotto- disse la donna, sospirando esasperata mentre le passava un barattolo di vetro colmo di biscotti al cioccolato.
 
-Oh... Ehm, grazie- disse la ragazza titubante, mentre prendeva uno dei biscotti.
 
-Lo sa signorina Black, che volevo fare il suo nome per la nomina di Prefetto l'anno prossimo?- chiese la donna.
 
Alyssa sgranò gli occhi sorpresa e scosse il capo in segno negativo.
 
-Quello che è successo oggi non deve accadere di nuovo. Un nome è già stato scelto ma il secondo è in dubbio con un altro e se devo dirla tutta, preferirei lei. Ha dimostrato e sta dimostrando un'ammirevole attitudine per la scuola, ma non voglio dare una possibilità del genere a qualcuno che scatta non appena la insultano-
 
-Ha perfettamente ragione, professoressa e sono veramente mortificata per quello che ho fatto- esclamò la ragazza, con tono dispiaciuto.
 
-Non deve accadere di nuovo, Black- ripeté la McGranitt. -Ora vai, tra poco ci sarà la lezione di ballo-
 
***
 
Era stato tutto il pomeriggio nella Sala Comune di Serpeverde senza mai spostarsi da li. Aveva il libro aperto davanti a sé ma la sua mente tornava al giorno precedente, quando aveva visto Goldstein chiedere ad Alyssa di andare al ballo con lui. Si era deciso ad invitarla ed ecco che quel maledetto Corvonero lo aveva battuto sul tempo.
 
-Ma hai visto la Black come si è avventata su quel bel visetto di Beauxbatons?- esclamò Draco, mentre entrava in Sala Comune.
 
-Oh si! E vogliamo parlare della Brown? Pensavo che le avrebbe staccato tutti i capelli a quella li- rispose Blaise, ridacchiando.
 
Theodore si voltò verso i due ragazzi, che si stavano sedendo su uno dei divani in pelle nera e si alzò per avvicinarsi a loro.
 
-Theo ti sei perso una scena fantastica- esclamò Draco ridacchiando non appena si accorse della sua presenza. -Siamo andati in sala d'ingresso per vedere se trovavamo qualche ragazza da invitare al ballo ed ecco che troviamo la Black con le altre del club di pozioni, Pansy e Daphne darsele di brutto con le ragazze di Beauxbatons- 
 
-Questo perché ci hanno dato delle ragazze di Nocturn Alley- s'intromise Pansy mentre entrava con Daphne nella sala. -Oltre che delle zoticone e maleducate. Per una volta nella sua vita Alyssa ha fatto la cosa giusta-
 
Daphne annuì e si andò a sedere accanto a Theodore, chiuse gli occhi stanca sotto lo sguardo dei ragazzi.
 
-Ma che ci facevate con la Black e quelle sfigate?- chiese Blaise, fissando Pansy.
 
-Ma nulla, avevamo sentito che la Turpin e la Black non hanno ancora un cavaliere e la Brown va con uno degli Weasley perciò ho ben pensato di andarle a punzecchiare- spiegò Pansy mentre prendeva posto accanto a Draco. -Poi quelle li si sono aggiunte dandoci delle ragazze facili e il resto è storia-
 
-La Black non va con Goldstein?- chiese Blaise, guardandola. -Ieri abbiamo visto che glielo chiedeva-
 
-Avrà declinato, che ne so- ribattè Pansy.
 
-La Brown va con uno degli Weasley?- chiese Draco, fissando il fuoco.
 
Pansy lo guardò ma non rispose e Theodore poté immaginare cosa stesse pensando la ragazza. Era da un po' di tempo che Draco si comportava in modo strano. 
 
-Beh, comunque da domani saremo tutte in punizione e penso che poteva andarci peggio, la McGranitt ha preferito vedersela da sola, pensate se avesse chiamato Piton!-
 
***
 
Una settimana era passata da quando c'era stata la rissa, Alyssa aveva imparato a odiare tutte le armature della scuola e anche le sue compagne di punizione la pensavano esattamente come lei. Sicuramente era andata meglio a loro, le altre incaricate di lucidare le cornici venivano puntualmente insultate dal quadro di turno. Erano arrivate a lucidare le armature degli ultimi piani e non vedeva l'ora di finire quella punizione, si era beccata anche una strillettera di suo nonno come se non bastasse ritrovarsi gli occhi di tutti addosso.
 
-Non riesco ancora a credere che Alyssa Sophie Black ha iniziato una rissa con le ragazze di Beauxbatons- disse la voce inconfondibile di Theodore, accanto a lei.
 
-Ci hanno dato delle ragazze facili- rispose Alyssa, continuando a lucidare l'armatura davanti a lei.
 
-Come quelle di Nocturn Alley- spiegò Megan qualche armatura più in la.
 
Theodore si sedette a terra accanto all'armatura di Alyssa e la guardò ghignando.
 
-Sei venuto per mettere il dito nella piaga?- chiese la ragazza, senza guardarlo.
 
-In realtà volevo chiederti di venire al ballo con me- disse, guardandola.
 
Alyssa si bloccò e alzò lo sguardo sul ragazzo, che le stava sorridendo. Ci fu un secondo in cui pensò che la stesse prendendo in giro ma gli occhi del ragazzo non stavano mentendo. La guardava in un modo che la faceva star bene.
 
-Allora?- chiese Theodore, riuscendo a nascondere bene la sua impazienza.
 
-Si, va bene- disse Alyssa, sorridendo imbarazzata. -Verrò al ballo con te-
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
 
Ce l'ho fatta. L'ispirazione se n'era andata stavolta, sono riuscita a scrivere qualche frase al giorno ma era davvero difficile. Allora questo è un capitolo che io ho sempre avuto in testa da quando ho iniziato a scrivere questa fan fiction e ne sono abbastanza contenta. 
 
Volevo ringraziarvi per i vostri voti, la fan fiction infatti è arrivata ad avere 429 voti e questo mi rende davvero felice. 
 
Ora vi do qualche info di servizio, dal primo di giugno torno a lavorare e ora sono piena di riunioni pre apertura, quindi non potrò essere molto veloce a scrivere. Ovviamente non vi lascerò ma mi servirà più tempo per scrivere. 
 
Aspetto un vostro commento,
 
_L_Black_

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 - Ballo del Ceppo ***


Capitolo 27

Vide la ragazza ferma davanti ad una lapide, i capelli neri erano decisamente più lunghi e le labbra, solitamente piegate in un sorriso gentile, in quel momento non erano altro che una linea sottile. Ma furono i suoi occhi a sorprenderla, fissavano il volto dell'uomo racchiuso nella fotografia con un dolore che solo in un'altra persona aveva visto. Poteva immaginare la mente della giovane vagare nei meandri di ricordi che parevano ormai lontani e provò pena per lei. Le nubi nel cielo si stavano scurendo man mano che il tempo passava, fino a divenire così nere da farla preoccupare che potesse bagnarsi. Le si mise accanto pur sapendo che non poteva vederla e solo allora si rese conto della presenza un'altra ragazza, che attendeva a debita distanza la fine di quella sorta di riunione familiare. Alzò lo sguardo verso l'arco in pietra che si trovava poco distante da loro e decise di avvicinarsi, per poter leggere la dicitura di quel posto mai visto prima. Oltrepassò il suddetto arco e si voltò, si mise meglio gli occhiali sul naso e per poco il fiato non la stava per abbandonare. 

Famiglia Black "Oh qui fisserò il mio sempiterno riposo" 

-Professoressa? Sta bene?- la voce di Lavanda la fece ridestare da quella visione.

Erano anni che non vedeva più il futuro in quel modo così vivido e non era più abituata. Rabbrividì, ripensando alla sensazione di solitudine che attanagliava quella povera ragazza ancora ignara di ciò che sarebbe accaduto. Alzò lo sguardo verso la sua studentessa e solo allora si rese conto di essere caduta a terra, in mezzo alla stanza sotto gli occhi dei suoi studenti. Si schiarì la voce e si alzò, aiutata dalla ragazza.

-Devo andare da Silente, la lezione è finita-

Uscì senza attendere oltre.

***

Mancava ancora qualche giorno a Natale e se gli altri erano in fibrillazione per il ballo, lei non ne era particolarmente entusiasta. Per carità, adorava l'abito che aveva acquistato per l'occasione ed era contenta di andare con un suo amico ma avrebbe preferito tornare a casa dalla sua famiglia. I Brown erano considerati poco e nulla tra le famiglie purosangue, la causa era che sin dall'arrivo di Grindelwald il suo bisnonno aveva optato per la neutralità e così fece anche suo padre durante l'ascesa di Tu-Sai-Chi. Motivo per cui erano sempre stati legati tra loro, non mischiandosi mai con le altre famiglie purosangue, solo la sua amicizia con Alyssa aveva fatto ricredere suo padre, anche se di poco, sul conto dei Black.

Lei era la prima vera amica che aveva trovato e anche se Alyssa non lo sapeva, avevano una cosa in comune. 
L'essere ignorate. 
L'aveva vista guardare da lontano quelle che erano state le sue amiche d'infanzia, ragazzine che al suono di "Grifondoro" avevano messo una pietra sopra il nome di Alyssa Black e si era sentita in sintonia con lei. Oltre la sua famiglia, Lavanda non aveva mai frequentato nessun altro. 

-Quindi la Cooman è scappata dalla classe?- chiese Alyssa mentre camminavano lungo il sentiero che portava a Hogsmeade.

Lavanda alzò lo sguardo sulla sua amica, lasciando perdere i ricordi dello smistamento e annuì.

-Si, è caduta a terra e ha iniziato a blaterare non ho ben capito cosa ma c'entrava un cimitero, dopodiché si è ripresa ed è corsa da Silente- le spiegò. -Chissà cosa ha visto-

-Probabilmente nulla, lo farà solo per non essere licenziata- rispose Alyssa, mentre stava attenta a non cadere lungo via ricoperta da una spessa lastra di ghiaccio.

-La Cooman è davvero una veggente, Alyssa- rispose Lavanda, fulminandola con lo sguardo.

-Sicuro come lo sono io- ribatté Alyssa, per poi alzare lo sguardo sulla sua amica. -Mi fido più dei tuoi fondi di tè che della mente della Cooman-

-Non so se lo devo prendere come un complimento o un insulto- disse Lavanda, scettica.

Alyssa ridacchiò e le mise un braccio attorno alle spalle. -Ovviamente è un complimento amica mia-

Lavanda si tolse dalla presa della sua amica e la guardò senza risponderle. Arrivate davanti ai Tre Manici di Scopa quando si ritrovò a sbadigliare sonoramente, erano giorni infatti in cui non dormiva bene. Sognava sempre cose diverse per poi ritrovarsi di fronte un giovane col volto tumefatto che le chiedeva di riportarlo a casa. Aveva provato a parlare con la Cooman ma quest'ultima l'aveva liquidata con un presagio di morte e distruzione, tanto da farle credere che Alyssa in fondo non aveva tutti i torti.

-Oggi pomeriggio ti preparo una pozione soporifera- le disse Alyssa mentre apriva la porta del pub. -Anche se ti consiglio di parlarne con la McGranitt-

Lavanda scosse il capo, mentre il calore proveniente dall'interno del locale l'avvolgeva.

-Non sarà nulla, fidati- disse, nascondendo bene il suo tono preoccupato.

Le sue conoscenze nell'ambito della Divinazione dicevano tutt'altro. Sapeva bene che non erano semplici sogni, ma non voleva far preoccupare la sua amica. 
Le due ragazze si andarono a sedere al bancone, quel sabato mattina il pub era pieno di studenti di tutte e tre le scuole per cui quando Lavanda vide le giovani di Beauxbatons, storse il naso.

-Una burrobirra e un succo di zucca... Anzi no due burrobirre- esclamò Alyssa a Madama Rosmerta. -Non mi scuserò mai abbastanza per averti coinvolta in quella sottospecie di rissa-

Lavanda ridacchiò, al ricordo di quel pomeriggio e scosse il capo sorridendo. -Tranquilla, per quanto abbia odiato pulire la cornice di Sir Douglas con Peeves che rideva alle mie spalle, è stato esilarante partecipare alla mia prima rissa-

Alyssa le sorrise e Rosmerta lasciò i boccali colmi di burrobirra davanti a loro. Lavanda prese la propria e la sorseggiò con gusto, mentre la porta si apriva nuovamente, facendo entrare Theodore e Draco. Lavanda notò subito il sorriso di Alyssa quando vide entrare il suo cavaliere per il ballo e non poté fare a meno di scuotere il capo. Da quando era stata invitata da Theodore, Alyssa non aveva fatto altro che sospirare al suono del suo nome. Non aveva mai pensato di vederla ridotta così per amore ma doveva ammettere le faceva piacere, quell'aura di romanticismo che l'avvolgeva la rendeva più umana. Alyssa era sempre stata sulle sue e per una volta si comportava come doveva, ossia come una quattordicenne qualunque.

-Ciao Alyssa- disse Theodore, sorridendole. -Brown-

Lavanda gli fece un cenno con la mano mentre il ragazzo si sedeva proprio di fianco alla sua amica. In realtà Theodore non le dava granché fastidio, forse il fatto che fosse la cotta della sua migliore amica era un grande punto a suo favore. Il vero problema era la presenza di Malfoy, che negli ultimi tempi se lo ritrovava dovunque andava.

-Brown- esclamò Draco, mentre si sedeva accanto a lei.

-Malfoy- disse Lavanda, sbadigliando nuovamente.

-Sul serio, dovresti parlare con la McGranitt- esclamò Alyssa, guardandola preoccupata.

-Non è nulla, sarà lo stress- rispose Lavanda, prima di bere un sorso di burrobirra.

-Cos'hai?- chiese Draco, guardandola.

-Non sono affari che ti riguardano- rispose di getto la ragazza. -Io vado, i gemelli sono al campo da Quidditch, li raggiungo- esclamò mentre si alzava dallo sgabello.

Lavanda non attese oltre, pagò la sua burrobirra e uscì quasi di corsa. Il freddo si scagliò su di lei facendola rabbrividire ma lo ignorò, riprendendo la via che portava al castello. Odiava ammetterlo ma Alyssa aveva ragione, doveva parlare con qualche professore prima che la situazione potesse degenerare. Sapeva cos'era accaduto alle persone che avevano quegli istinti sovrannaturali e non voleva fare la stessa fine.

Riporta indietro il mio corpo. Dì loro dove sono. Riportami indietro.

Riporta indietro il mio corpo. Dì loro dove sono. Riportami indietro.

Riporta indietro il mio corpo. Dì loro dove sono. Riportami indietro.

Riporta indietro il mio corpo. Dì loro dove sono. Riportami indietro.

-Lavanda? Lavanda?- disse una voce accanto a lei.

Lavanda aprì gli occhi e sbatté le palpebre più volte, trovandosi di fronte il volto di Malfoy contratto in una smorfia di preoccupazione. Si rese conto di essere sdraiata a terra e di avere alcuni studenti attorno a sé, che la guardavano incuriositi. Si mise a sedere con l'aiuto di Draco e fece segno di star bene.

-Tranquilli, è tutto okay- esclamò.

-Ti accompagno in infermeria- disse Draco, aiutandola ad alzarsi mentre il gruppo formatosi attorno a lei iniziava a dissolversi.

-Non serve- rispose frettolosa, impaziente di tornare in sala comune.

Draco la guardò e si avvicinò al suo orecchio, sorprendendola non poco.

-Bisbigliavi "Dì loro dove sono"- le rivelò a bassa voce, per non farsi udire dai ragazzi che passavano.

Lavanda sbiancò, ricordando il volto tumefatto del ragazzo che da settimane era parte integrante dei suoi sogni e si allontanò di scatto da Draco.

-Devo andare dalla McGranitt- esclamò preoccupata. 

-Ti accompagno- rispose prontamente Draco. 

***

Quando aprì gli occhi la mattina di Natale, trovò Lavanda già in piedi intenta a lisciare l'abito che aveva preso per la serata. La ragazza non si accorse di lei e Alyssa ne approfittò per guardarla, in quelle notti l'aveva sentita bisbigliare cose senza senso prima di svegliarsi di soprassalto. Da quando era andata a parlare con la McGranitt, Lavanda stava meglio ma nonostante ciò la vedeva rabbrividire prima di mettersi sotto le coperte.

Quando anche Hermione e Calì si svegliarono, Alyssa si palesò davanti la sua amica e le augurò buon Natale.

-Buon Natale- le rispose Lavanda, sorridendo. 

Le quattro ragazze scesero in sala comune con ancora il pigiama indosso e si destreggiarono tra gli auguri e i regali. Alyssa si avvicinò assieme a Lavanda al maestoso albero posto accanto al camino e si mise a cercare il regalo che suo nonno le aveva fatto quell'anno.

-Buon Natale Black!- esclamò Fred, avvicinandosi a lei. -Buon Natale anche a te mia splendida dama- esclamò, facendo l'occhiolino a Lavanda.

-Buon Natale Fred- gli risposero in coro sorridendo.

-Avevamo pensato di regalarvi una pozione di Nonna Citronella per lucidare le armature ma poi ho cambiato idea- disse George mentre si, avvicinava. Porse loro due buste con il logo dei Tiri Vispi Weasley disegnato a mano. -Questo è da parte mia e di Fred, ovviamente-

Alyssa sorrise e prese la busta, stava quasi per aprirlo quando alzò lo sguardo verso il ragazzo, sospettosa. -Spero non sia uno scherzo-

I gemelli si guardarono ridacchiando e scossero il capo sorridendo. Le due ragazze si guardarono e le aprirono titubanti, trovandosi tra le mani due buoni spesa dei Tiri Vispi Weasley.

-Lo potrete usare quando apriremo il nostro negozio- spiegò Fred, orgoglioso. -Lo sappiamo che non è molto ma dopo le vostre mazze da Quidditch ci sembrava giusto regalarvi qualcosa-

-Stai scherzando spero!- esclamò Lavanda, guardandolo torva. -Vi abbiamo voluto fare un regalo non era necessario che voi ricambiaste-

-Ma lo abbiamo fatto, quindi quando apriremo vogliamo trovarvi li a usare il buono, ok?- disse George sorridendo.

-Allora grazie ragazzi- disse Alyssa, sorridendo.

I gemelli vennero richiamati dalla sorella e le due ragazze si misero alla ricerca dei loro regali in mezzo a quelli dei loro compagni. Trovò subito il regalo di sua zia Narcissa, un grazioso ciondolo con una pietra verde incastonata. Per quanto non ammirasse molto quella donna, ad ogni compleanno e Natale trovava sempre sotto l'albero un suo regalo e puntualmente suo nonno ricambiava con qualcosa. Proprio sotto il pacchetto della signora Malfoy, trovò il regalo di suo nonno. Lo prese e si mise in disparte per poterlo aprire con calma, al suo interno trovò una foto scattata al Selciato dei Giganti, dove erano ritratti lei e suo nonno sorridenti, con Sirius sotto forma canina al suo fianco.

-Ti hanno regalato una foto?- le chiese Hermione, avvicinandosi a lei.

-Si, preferisco questo genere di regali. Tranne quando ero bambina, se a Natale non avevo la mia bambola impazzivo- disse Alyssa, ridacchiando.

-Anche io da bambina giocavo con le Barbie- rispose Hermione, ridendo.

Alyssa lo guardò con fare interrogativo e Hermione sospirò, ricordandosi solo in quel momento che l'amica era una purosangue e che con i giochi babbani non aveva mai avuto a che fare. Si sedette di fronte a lei e la guardò imbarazzata.

-Alyssa volevo chiederti un favore- disse imbarazzata. 

-Dimmi pure- rispose Alyssa, guardandola. -È successo qualcosa?-

Hermione scosse il capo con fermezza e abbassò lo sguardo. -Non è successo nulla tranquilla. Come tu ben sai andrò al ballo con... Krum- disse moderando il tono per non farsi udire dai presenti. -Volevo chiederti se magari avevi un po' di pozione anticrespo per i capelli-

-Si tranquilla, anzi farò di più- esclamò Alyssa. -Lavanda?- 

-Si?-

-Si aggiunge anche lei a noi oggi-

***

Aveva passato tutta la giornata assieme ai suoi amici. Se gli avessero detto che passare il Natale a Hogwarts sarebbe stato così divertente, non ci avrebbe mai creduto. La colazione era stata particolarmente buona, con dolci tipici bulgari e francesi, il pranzo poi era stato un esplosione di sapori per lui totalmente nuovi. Gli elfi domestici si erano veramente superati con quei piatti sofisticati, vide persino che le ragazze di Beauxbatons stavano mangiando con gusto. Il pomeriggio invece verso le quattro per il castello giravano solo ragazzi, tutte le studentesse si erano ritirate nelle proprie stanze per prepararsi in vista della serata. Theodore aveva visto Alyssa di sfuggita, giusto il tempo di farle gli auguri di Natale prima che la ragazza venisse rapita dai suoi compagni di casata per fare una partita di Quidditch tra loro. Anche lui comunque non aveva avuto molto tempo, Blaise e Daphne avevano organizzato in Sala Comune il Babbo Natale segreto, per questo era stato tutto il tempo con loro, ritrovandosi poi un elastico per capelli come regalo da parte di Urquhart.

La sera era finalmente arrivata, la Sala Comune dei Serpeverde era gremita di studenti che attendevano le proprie dame, anche Theodore era tra loro, preferendo di salire ai piani alti con i suoi amici per poi aspettare li Alyssa. Non lo dava a vedere ma era tremendamente agitato, da quando l'aveva invitata non era riuscito a vederla molto a causa della sua punizione. Era stato fortunato a poter passare quel sabato con lei ai Tre Manici di Scopa, complice il fatto che appena Lavanda era uscita, anche Draco aveva trovato una scusa per precipirarsi fuori. 

-E quindi vai con la Black al ballo- disse una voce alle sue spalle.

Theodore si voltò e per un attimo non riconobbe Daphne. Era bellissima nel suo vestito turchese e con i capelli raccolti dietro la nuca, accanto a lei sua sorella Astoria e Pansy non erano da meno nei loro abiti sa sera.

-Daphne sei bellissima- disse sincero. -Anche voi non siete assolutamente da meno- disse rivolto alle altre due ragazze.

Astoria fece un mezzo sorriso mentre Pansy arrossì, Daphne dal canto suo sembrò non troppo colpita dalle sue parole come se già lo sapesse di esserlo.

-Comunque si, vado con Alyssa- rispose, tornando a guardare Daphne.

-Non nego che è molto fortunata- disse, guardandolo. -Stai molto bene-

-Fortunato è chi ti porterà al ballo- ribadì Theodore, sorridendo. -A proposito con chi vai?-

-Con Blaise, ovviamente come amici sia chiaro- rispose Daphne, ridacchiando.

Theodore ridacchiò e si voltò verso gli altri presenti nella sala, Pansy si era avvicinata a Draco mentre Blaise si stava avvicinando a loro per reclamare la propria dama.

-Vogliamo andare ragazzi?- chiese Blaise, dopo aver fatto il baciamano ad una Daphne interessata più a Theodore che al proprio cavaliere.

Il gruppo si avviò fuori dalla Sala Comune con Astoria al seguito, Theodore si offrì di accompagnarla sottobraccio quando la vide camminare incerta sui tacchi e la ragazza accettò grata. Non appena furono alla Sala d'ingresso la piccola Greengrass si avvicinò a Terry Boot, che chiacchierava con Urquhart e Megan, non appena il giovane Corvonero la vide sorrise e la presentò ai suoi amici.

-Mi avvicino alle scale, ragazzi. A dopo- disse Theodore, guardando i suoi amici.

-Divertiti, Theo- esclamò Blaise, ammiccando.

Theodore ridacchiò e si congedò da loro per avvicinarsi ai piedi delle scale. Un ragazzo di Tassorosso attendeva appoggiato al muro la propria dama, si fecero un cenno di saluto per poi tornare ad ignorarsi. Theodore guardò Draco poco distante da lui e lo vide puntare gli occhi sulle scale senza badare a ciò che Pansy gli stava dicendo. Non gli fu difficile immaginare su chi aveva messo gli occhi, Lavanda Brown stava scendendo i gradini con la sua solita grazia, il braccio ancorato a quello di Fred Weasley e cosa più importante, non si era minimamente accorta della presenza di Draco. Ma Theodore lasciò subito perdere i pensieri riguardanti la Brown e il suo amico, perché proprio qualche gradino più su, Alyssa lo stava guardando.

L'aveva immaginata bella ma non fino a quel punto. L'abito in stile imperiale le calzava a pennello, il rosa pallido era in perfetto contrasto con la sua chioma nera, pettinata di lato con delle onde che ricordavano le pettinature anni venti. Scese lentamente le scale, appoggiandosi al corrimano, un gesto dovuto ai tacchi che portava ma che agli occhi di Theodore parve pieno di grazia. Non appena gli fu davanti le baciò la mano con un gesto istintivo, guardandola fisso negli occhi e beandosi del leggero rossore che comparve sulle guance normalmente pallide della ragazza. 

-Sei bellissima- le disse istintivamente. 

Alyssa ricambiò lo sguardo e per alcuni secondi non ci furono altre persone all'infuori di loro. Solo quando tutti gli altri entrarono nella Sala Grande si decisero a spostarsi da li. Theodore prese sottobraccio la ragazza e si avviarono dentro la Sala, fuori erano rimasti solo i campioni con i propri accompagnatori e il ragazzo non riconobbe subito la Granger a fianco di Krum. La Sala era addobbata in modo impeccabile, sembrava quasi d'esser all'interno di un cubetto di ghiaccio. Sia Theodore che Alyssa si guardarono attorno estasiati mentre cercavano il loro tavolo. 

-Scusa se ci ho messo tanto- esclamò Alyssa quando furono al tavolo per la cena. La McGranitt si era occupata dei segnaposti e infatti erano allo stesso tavolo con la Brown e con Draco.

-Figurati, non è affatto un problema- le rispose gentilmente. 

Alyssa sorrise grata e i due si sedettero assieme agli altri. La cena andò avanti ma Theodore guardava solo lei.

***

La cena era stata sublime, ogni volta gli elfi si superavano sempre di più, regalando ai commensali un nuovo pasto a dir poco sensazionale. Fu una cena alla fine molto tranquilla, certo non erano mancate le frecciatine tra Draco e Lavanda ma in fondo era stato piacevole. Fred aveva fatto ridere tutti, persino Pansy con le sue battute nei confronti dei ragazzi di Durmstrang e né Theodore né tantomeno Draco avevano detto qualcosa che potesse nuocere la serata.

A fine pasto i tavoli scomparvero per lasciare spazio alle danze, fu allestito giusto un buffet all'angolo della sala con dei dolcetti e le bevande. Quando cadde il silenzio nella stanza, McGranitt guardò i suoi studenti uno ad uno con sguardo serio e le due Grifondoro ridacchiarono, al ricordo delle lezioni di ballo.

-Si dia inizio alle danze- esclamò il preside, sorridendo affabile. Alyssa poté notare il rossore delle sue guance dovute al vino elfico anche a quella distanza.

I ragazzi si misero in posizione e Alyssa guardò Theodore sorridente. Era perfetto nel suo abito da cerimonia.

-Non so ballare, spero mi perdonerai- esclamò il ragazzo mentre le cingeva la vita con un braccio.

-Piton non vi ha dato lezioni di ballo?- chiese Alyssa, guardandolo.

Theodore ridacchiò e annuì. -Si lo ha fatto e non vuoi sapere cosa è realmente successo-

La musica partì e iniziarono a danzare, le parole di Theodore non erano state affatto veritiere. Era infatti un ottimo ballerino e la guidava per la sala seguendo i passi imparati. Non si poteva dire lo stesso per altri ragazzi, che ballavano impacciati e senza sapere esattamente cosa stessero facendo. 

L'orchestra continuò per un po', fino a che sul palco non arrivarono le Weird Sisters e gli studenti impazzirono letteralmente, vedendole posizionare i loro strumenti.

-Hogwarts ci sei?- chiese la cantante con grinta. 

Le urla di assenso fecero sorridere la donna, che iniziò a cantare la prima di una lunga serie di canzoni.

-L'ho già detto che sei bellissima questa sera?- disse Theodore. 

-Si lo hai già detto- rispose Alyssa, reprimendo un sorriso. -Sei esagerato-

Theodore la guardò negli occhi. -Non esagero affatto-

Nel frattempo la canzone era cambiata e Alyssa chiuse gli occhi ondeggiando al ritmo della canzone.

-Perdonami, me la prendo un attimo- esclamò la voce inconfondibile di Lavanda.

Alyssa riaprì gli occhi di scatto e le venne naturale guardar male la sua amica. Tuttavia cambiò subito espressione quando notò il volto preoccupato della ragazza.

-Che è successo?- chiese Alyssa, seguendola a bordo pista con Theodore.

-Quel cretino di Branimir ha trascinato Fred nella Sala d'ingresso per conquistarmi a duello- rispose Lavanda mentre camminava verso l'uscita.

-Questa non la voglio perdere- esclamò divertito Theodore, seguendo le due ragazze.

-È uno scherzo?- disse Alyssa quando furono nel corridoio. 

Lavanda si fermò di colpo e la fulminò con lo sguardo. -Secondo te mi mettevo a fare questi scherzi durante il ballo?-

-Scusa, hai ragione- rispose Alyssa, alzando le mani a mo' di scuse

I tre entrarono nella Sala d'Ingresso e la scena che gli si palesò davanti non fu proprio quella che si aspettavano. Branimir era seduto su una delle panche poste ai lati della stanza, con Fred in piedi a fianco a lui che parlava lentamente.

-Amico io e Lavanda siamo solo amici- esclamò Fred.

-No tu rubarmela!- ribatté Branimir in collera.

-Ancora! Ti ho detto di no e comunque non è così che si conquista una donna- rispose Fred, esasperato.

Branimir si alzò di scatto e fece per mettere le mani addosso a Fred, ma fu tempestivamente bloccato da un Theodore che aveva più voglia di farli continuare che fermarli.

-Lavanda, mia!- urlò Branimir mentre si dimenava sotto la presa di Theodore.

Lavanda arricciò le labbra. -Anche no- 

Alcuni ragazzi, sentendo le urla di Branimir, decisero di entrare nella stanza e in breve tempo il gruppo fu accerchiato da curiosi. Alyssa prese Lavanda e Fred per portarli fuori da li mentre Theodore manteneva buono Branimir, che voleva inseguirli. Non appena misero piede fuori dalla Sala d'ingresso Alyssa tirò un sospiro di sollievo, appena Lavanda le si era avvicinata aveva pensato al peggio, invece Branimir si stava solo rendendo ridicolo davanti agli altri. 
Un po' le dispiaceva per quel ragazzo, essere rifiutati non era di certo una cosa per cui la gente stravedeva. Tuttavia in quei mesi aveva visto Lavanda scappare letteralmente da lui, ormai era diventato così invadente che era lei stessa a nascondere la sua amica quando era nei paraggi. Lavanda si appoggiò al muro e si prese il volto tra le mani esasperata, Fred le mise un braccio intorno alle spalle come a confortarla ma ormai sapeva che la serata per lei era rovinata.

-Cosa successo?- chiese una voce poco distante da loro.

Alyssa si voltò, riconoscendo Krum nel suo abito da cerimonia e gli si avvicinò agguerrita.

-Riprenditi Branimir e digli di darsi una calmata, da noi questo genere di comportamenti sono considerati maleducati- esclamò Alyssa, guardandolo negli occhi.

Krum la guardò confuso per poi voltare lo sguardo verso Lavanda, che aveva il volto stravolto dalla situazione e capì cosa volesse intendere la giovane Black. Krum annuì e si fece indicare il luogo dove si trovasse l'amico per poi correre a riprenderlo. Alyssa tornò dai suoi amici e si mise accanto a Lavanda, che era ancora sconvolta.

-Dai ragazzi, andate a ballare. Ora ci pensa Viktor a Branimir, tranquilli- disse gentilmente.

-Dai- esclamò Fred a Lavanda. -Lascialo perdere epoi questa canzone mi piace particolarmente- continuò sorridendl.

Lavanda guardò i due prima di annuire, sollevata. -Va bene, andiamo-

I due Grifondoro rientrarono nella Sala Grande e Alyssa si ritrovò da sola lungo il corridoio. Si appoggiò al muro  e si beò della quiete che c'era, si sentiva la musica proveniente dalla sala eppure era rilassante stare li, lontano da tutti.

-Comprendo ora i tuoi discorsi su quel Branimir- disse Theodore, poco distante da lei.

Alyssa lo guardò e sorrise mentre il ragazzo le si avvicinava. Le prese le mani e in un attimo si ritrovarono a ballare in mezzo a quel corridoio vuoto. Alyssa appoggiò il capo sulla spalla del ragazzo, mentre ondeggiavano lentamente sotto un ritmo calzante. Dalla Sala Grande si udivano le urla di gioia dei loro compagni eppure i due non avevano alcuna voglia di immettersi nella calca. Stavano bene così.

-Vischio- sussurrò Theodore.

Alyssa alzò gli occhi al soffitto, dove un ramoscello di vischio fluttuava esattamente sopra le loro teste. Non ebbe però il tempo di formulare alcun tipo di pensiero, le labbra di Theodore erano già incollate alle sue.

Nascosto dietro una delle armature, Silente guardava la scena con la propria bacchetta in mano.

***

Alla fine la serata era andata bene, si era divertita e Branimir non si avvicinò minimamente a lei. Aveva ballato fino a notte fonda senza più preoccuparsi di nulla se non del proprio divertimento. Fred era collassato a causa del vino elfico e George lo aveva riportato in camera a forza. Ma nonostante si fosse ritrovata senza cavaliere, stava bene. Avrebbe preferito non vederlo vomitare dietro una delle colonne ma in fondo doveva andare così, grazie a quello infatti aveva trovato Alyssa e Theodore intenti a baciarsi in mezzo al corridoio, incuranti di Fred Weasley che gli vomitava a fianco.

Stava giusto avviandosi verso le scale principali quando una voce la fece fermare di colpo.

-Hai ballato con tutti, meno che con me-

Lavanda si voltò verso Draco Malfoy, trovandolo con il papillon slegato e gli ultimi bottoni della camicia lasciati liberi. Aveva le guance rosse, segno che anche lui come Fred aveva esagerato con l'alcool eppure il volto era intriso di tristezza, come se non si fosse divertito. 

-Perché dovrei ballare con te, Malfoy?- ribatté Lavanda, mantenendosi a debita distanza da lui.

Draco fece un mezzo sorriso e abbassò lo sguardo puntandolo al suolo. -Già, non c'è un perché-

-Appunto- disse la ragazza, guardandolo stranita. 

-Però, Lavanda- esclamò Draco, avvicinandosi a lei. -Questa sera sei bellissima-
 

ANGOLO AUTRICE

Eccoci qui, non riesco a crederci di essere riuscita a finirlo. Il lavoro mi ha sopraffatta eppure ecco il capitolo, uno dei più importanti a mio parere. Non starò qui a dilungarmi molto su quanto ho scritto, sono curiosa di sapere cosa ne pensate voi di questo ballo del Ceppo. Soprattutto voglio sapere cosa ne pensate dei primi due paragrafi, a mio parere più importanti di Alyssa/Theodore.

Bando alle ciance, ci vediamo al prossimo capitolo (spero il prima possibile)

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 - Capitano ***


Capitolo 28 

A quell'ora Hogwarts era vuota, tutti tra studenti e professori infatti si trovavano a mangiare allegramente nella Sala Grande. Lei quella sera aveva preferito non cenare. I suoi pensieri erano tutti legati a un sabato mattina prima di Natale, quando Lavanda Brown era entrata nel suo studio, pallida in volto e con delle occhiaie che le incorniciavano gli occhi verdi. La signorina Brown non era mai stata un'alunna a cui lei aveva pensato molto, complice il fatto di avere Potter, Granger e Weasley che ogni anno si ritrovavano coinvolti in qualcosa di strano. Perciò quando l'aveva vista entrare di corsa con Draco Malfoy al seguito era rimasta sorpresa. L'aveva fatta sedere e aveva gentilmente chiesto al signor Malfoy di uscire dal suo studio per darle la possibilità di sfogarsi. 

Fu quando il ragazzo uscì che la ragazza la guardò seria, per lei fu come conoscerla realmente. La biondina sempre interessata alla divinazione e attirata più dalla moda che dallo studio, in quel momento la guardava come se lei, Minerva McGranitt, fosse l'unica in grado di aiutarla. 

-Ogni notte sogno un ragazzo che mi chiede di portarlo indietro- 

Lì per lì non capì subito cosa la ragazza intendesse, non si aspettava di certo che fosse andata da lei per degli incubi. Poi però decise di darle il beneficio del dubbio e la invitò a proseguire il suo racconto, d'altronde non era mai andata da lei per un aiuto. Dalla spiegazione di Lavanda Minerva capì subito cosa intendesse con quella frase.

Lavanda era in grado di comunicare con i morti. Un dono assai raro, che spiegava l'inclinazione alla Divinazione della ragazza. Un dono che se non preso in tempo, rischiava di portare alla pazzia chiunque lo avesse. E dalle occhiaie della ragazza aveva capito che la situazione la stesse stressando e non poco. 

Sospirò e si portò la tazza alle labbra pensierosa. Tutto ciò era successo appena due giorni dopo la visione di Sibilla ed era questo a farla preoccupare. Non poteva essere una coincidenza che tutto fosse legato ad una sola persona e non riusciva a darsi una risposta. Fece qualche sorso prima che qualcuno bussasse alla sua porta.

-Avanti- disse posando la tazza, ormai vuota, sul piattino.

La porta si aprì e Minerva non fu sorpresa di vedere entrare Severus con la sua solita aria arcigna. La donna lo guardò e pensò stupidamente che non era mai cambiato da quando aveva frequentato Hogwarts, ora era un uomo segnato da scelte sbagliate ma fedele al suo essere. Minerva gli fece cenno di sedersi. 

-Volevi vedermi, Minerva?- chiese l'uomo mentre si sedeva sulla sedia davanti la scrivania.

La donna annuì e sospirò nuovamente. Da quando Severus era diventato professore i due non avevano mai avuto un rapporto amichevole, professionale si ma non oltre e un po' le era sempre dispiaciuto di ciò.

-Innanzitutto volevo ringraziarti di essere venuto a quest'ora- esclamò Minerva con tono riconoscente.

Severus fece un gesto con la mano come a dire di non preoccuparsi e alzò gli occhi al cielo, irritato. -Non ti preoccupare, se avessi sentito ancora quanto a Beauxbatons la cucina sia megliore della nostra penso che avrei avvelenato il piatto di Maxime-

Minerva si ritrovò a ridacchiare ma smise subito quando vide il volto serio di Severus. Le venne il dubbio che l'affermazione non fosse una battuta. Si mise più comoda sulla poltrona e lo guardò.

-Albus penso ti abbia detto cos'è successo alla signorina Brown- esclamò, guardandolo negli occhi.

Non appena Lavanda era uscita dal suo studio, si era precipitata da Albus per parlarne e fu proprio lui a dirle di parlare con Severus anziché con Sibilla. L'uomo annuì e la invitò a continuare.

-Tu sei sempre stato bravo con la legimanzia e penso che le tue conoscenze possano aiutare quella ragazza a non impazzire- disse, guardandolo.

-Mi stai chiedendo di insegnarle a dominare la sua dote?- chiese Severus, guardandola inespressivo. -Sai benissimo che non parlo con i morti-

Minerva annuì. -Lo so perfettamente ma so anche che ne eri attratto quando ti trovavi ancora a scuola. Dalle una mano, Severus, ti chiedo solo questo-

-Vedrò cosa posso fare- esclamò l'uomo. -Le hai dato qualcosa? Ho notato che non ha più le occhiaie-

-Una pozione di Madama Chips, se l'è fatta fare da una pozionista che conosce al San Mungo. Ma non può andare avanti per molto, ha bisogno di imparare a dominarsi e ad accettare tutta questa situazione-

Severus annuì alle sue parole e si portò una mano al mento, pensieroso. Minerva lo guardò per qualche secondo in silenzio prima di invitarlo ad esternare i suoi dubbi.

-Mi chiedo se non sia una coincidenza il fatto che Sibilla abbia avuto una visione sulla signorina Black e giusto due giorni dopo la sua amica viene da te a chiedere aiuto- disse Severus.

-Stavo giusto pensando la stessa cosa prima che entrassi- disse Minerva, sconsolata.

-Il problema è che ci fissiamo tutti su quel Potter senza pensare agli altri studenti- disse Severus con tono seccato.

Minerva fece per controbattere ma ci pensò su. Effettivamente dei suoi studenti di Grifondoro del quarto anno non sapeva nulla, si era sempre preoccupata del Bambino che era sopravvissuto, senza mai badare a cosa accadeva agli altri.

-Sapevi anche tu che quando non appena avrebbe messo piede per la prima volta a Hogwarts, tutte le attenzioni sarebbero state per lui- borbottò la donna, irritata più con sé stessa che con lui.

Severus se ne accorse e fece un mezzo sorriso trionfante. -Adesso guardaci, non sappiamo cosa fare con Sibilla, che ha avuto una visione e con la signorina Brown. Che poi detto tra noi, non credevo che Sibilla avesse visioni, pensavo se lo inventasse per avere un lavoro-

-Posso solo dirti che hai ragione- sibilò Minerva. -Tu cosa ne pensi?-

Severus scrollò le spalle e accavallò le gambe. -Non so, la signorina Black non è come Potter, ci sta che non le abbiamo mai dato importanza-

-È una delle migliori studentesse del suo anno, questo lo devi calcolare Severus- rispose Minerva, guardandolo torva. -A parte quell'episodio al primo anno e la rissa di qualche giorno fa, Alyssa Sophie Black non ci ha mai dato alcun problema. Persino quando suo padre è fuggito da Azkaban lei non ha fatto una piega- 

-Si... Certo- borbottò Severus, guardandola inespressivo. -Con questo discorso sulle doti della Black, cosa vuoi dirmi?-

-Voglio dirti che in fondo non è colpa nostra se ci siamo preoccupati più di Harry che di Alyssa. Tutto qui-

-Ma ciò non toglie che il problema rimane, la visione e la questione della Brown sono legati a lei- disse, sbuffando. -Silente cosa ne pensa?-

-Dice di aspettare e vedere come si evolverà la situazione- esclamò Minerva.

I due stettero in silenzio per un tempo che a Minerva parve indefinito, non poteva infatti non pensare che la visione e il ragazzo dei sogni di Lavanda fossero collegati ad un Black in particolare. Severus dovette accorgersene, perché la guardò in un modo che mai aveva fatto prima. 

-Se stai pensando a lui, non credo che c'entri qualcosa- disse irritato.

-Non puoi negarlo- rispose lei. -So quanto eri suo amico ma non credo che sia da escludere-

Severus spostò lo sguardo sui quadri appesi al muro e Minerva si chiese cosa mai stesse pensando l'uomo.

-Hai presente gli internati?- chiese Severus, continuando a fissare i quadri.

Minerva lo guardò sorpresa, non pensando che Severus potesse scegliere di cambiare discorso. Annuì e lo invitò a continuare.

-Voglio proporre il nome di Alyssa Black per l'internato al San Mungo- disse, spostando finalmente gli occhi sulla donna.

-Per quanto sia un'ottima studentessa, Severus, Alyssa Black non ha l'età per fare l'internato. Lo sai bene che li proponiamo agli studenti del settimo anno e lei è al quarto, ma questo non dovrei dirtelo io- disse Minerva. -E poi non pensavo che volessi darle tutte queste possibilità visto di chi è figlia- 

Severus arricciò le labbra irritato, sapeva bene che Minerva aveva ragione di pensare ciò. Aveva sempre portato rancore nei confronti dei Grifondoro e in special modo in quelli di Potter, e così doveva essere anche per Alyssa. Ma quando l'aveva vista giocare a Quidditch per la prima volta, con la scopa da corsa di Regulus, si era ricordato che quella ragazzina era anche la nipote di uno dei suoi più cari amici.

-So riconoscere un talento e lei lo è- disse con tono inespressivo. -Sai benissimo che merita una possibilità del genere più di altri-

-Su questo te ne do atto ma non è il momento- rispose Minerva, stando bene attenta a non sorridere.

-Te lo dico ora perché non vorrei che opportunità del genere vengano date a gente come Potter- disse sprezzante.

-Sarà un'opportunità che verrà data a chi se lo merita, puoi stare tranquillo Severus- rispose Minerva con sicurezza.

***

La scuola era iniziata da pochi giorni e gli studenti del quarto anno erano di nuovo messi a dura prova dai compiti e dalle lezioni. Dal canto suo non era un gran problema come per gli altri, studiare non le dispiaceva affatto e trovava piacevole tradurre le rune o imparare i passaggi di una nuova pozione. Nonostante fossero tutti sotto pressione, Alyssa Sophie Black era maledettamente felice. Dopo il ballo del Ceppo lei e Theodore avevano parlato e la conclusione fu una sola, diventare una coppia a tutti gli effetti. 

Era quindi tutto nuovo per lei, non aveva mai pensato realmente a come sarebbe stato avere un ragazzo e ora che stava vivendo tutto ciò, era davvero in pace. Durante quei mesi si era chiesta mille e più volte se Theodore ricambiasse i suoi sentimenti e la sera del ballo, i dubbi si  dissolsero nel momento esatto in cui le loro labbra erano diventate una cosa sola. I suoi amici la prendevano ancora in giro ogni volta che incontravano Theodore per i corridoi e oramai ci aveva fatto il tarlo, potevano guardarla tutti ma alla fine era felice ed era questo ciò che contava. 

-Vermente stai studiando Storia della Magia?- chiese la voce accanto a lei.

Alyssa alzò lo sguardo dal suo libro, trovando Lavanda guardarla scettica.

-Perché non dovrei?- chiese Alyssa, guardandola con fare interrogativo.

-Rüf è morto, mica se ne rende conto se le sai o meno le cose- rispose l'amica, continuando a fissarla.

-E cosa dovrei fare? Ho già finito tutte le altre materie, mi annoio terribilmente- rispose mentre abbassava di nuovo gli occhi sul libro.

-Devo parlare con il Cappello Parlante, ha decisamente sbagliato con te- ribatté l'amica.

Alyssa sbuffò e le passò il suo tema di Trasfigurazione per farla copiare mentre lei tornava a studiare Storia della Magia. Lavanda non era la prima a farle quella battuta, prima di lei anche i gemelli avevano affermato più volte ciò e in parte iniziava quasi a pensarlo. D'altronde la sua defunta madre era una Corvonero e un minimo aveva dovuto riprendere da lei.

-Alyssa?- la richiamò Lavanda.

Alyssa sbuffò nuovamente e rialzò gli occhi verso l'amica.

-Ovviamente scherzo- le disse sorridendo.

Alyssa fece un mezzo sorriso e tornò al paragrafo sulle rivolte dei Troll nel 1700. Era vero, si annoiava da morire ma era altrettanto vero che negli ultimi tempi stava pensando di non chiudersi ulteriori sbocchi lavorativi ma non voleva esternare questo suo pensiero ad altri. Sapeva che tutti la prendevano per pazza quando diceva di star già pensando al lavoro da fare dopo Hogwarts.

-Alyssa?- la richiamò nuovamente Lavanda.

-Si può sapere cosa c'è ora?!- sbottò Alyssa ad alta voce.

-Silenzio, Black!- esclamò Madama Pince dalla sua postazione, guardandola male.

Alyssa fece un cenno di scuse mentre Lavanda ridacchiava piano. Quando si accorse di avere ancora gli occhi di Alyssa puntati addosso, Lavanda indicò la porta con un gesto del capo. Alyssa spostò subito lo sguardo nel punto indicatole e si ritrovò a sorridere, quando vide Theodore guardarla. Si alzò velocemente, stando attenta a non dar fastidio agli altri studenti e uscì con altrettanta velocità da lì. Non appena gli fu davanti, i due si guardarono per qualche secondo prima che Theodore si avvicinasse a lei per cingerle la vita, attirandola a sé.

-Ciao, Black- esclamò il ragazzo, a pochi centimetri dal suo viso.

-Nott- rispose lei con un sorriso di scherno.

Theodore le sorrise e posò delicatamente le labbra su quelle della ragazza, chiudendole in un bacio.

-Lontano dalla porta!- esclamò Madama Pince.

I due ragazzi aprirono gli occhi, trovandosi gli occhi di tutti i presenti in biblioteca addosso. Theodore alzò gli occhi al cielo mentre Alyssa ridacchiò piano per poi borbottare alcune scuse. Si spostarono da lì, andando a sistemarsi tra la porta della biblioteca e quella della Sala dei Trofei. Attorno a loro gruppi di studenti erano intenti a chiacchierare della seconda prova che ci sarebbe stata ma a loro non importava. Alyssa si appoggiò con la schiena al muro mentre Theodore rimase davanti a lei, posando la mano alla parete e facendo si che i loro volti si trovassero a pochi centimetri di distanza. Alcune studentesse del primo anno si fermarono a guardarli e Alyssa ridacchiò quando se ne accorse.

-Stiamo dando spettacolo- esclamò la ragazza, mantenendo lo sguardo sul ragazzo.

-Ti importa davvero?- chiese il ragazzo, ghignando. 

Alyssa ridacchiò. -Chi sei tu e cosa ne hai fatto del ragazzino timido?-

-È cresciuto mia bella- rispose sorridendo. -E mi pare che anche tu non scivoli più sui corrimano-

Alyssa gli fece la linguaccia e Theodore ridacchiò prima di avvicinarsi per darle un altro bacio. Alyssa provava sempre la stessa sensazione, il cuore le batteva all'impazzata e in quei secondi che erano la durata del bacio era come se non sentisse più nulla al di fuori dei loro battiti cardiaci. Quando il ragazzo si allontanò da lei si sentì quasi mancare di qualcosa, tuttavia tornò in sé e lo guardò negli occhi.

-Come mai mi hai cercata?- chiese, guardandolo. 

Theodore le sorrise dolcemente e appoggiò la schiena al muro accanto a lei, continuando a tenere lo sguardo fisso sul viso della ragazza.

-Volevo salvarti da un pomeriggio a studiare storia della magia- rispose con tranquillità. -E chiederti se ti va di andare a Hogsmeade il prossimo sabato-

-Per prima cosa a me Storia della Magia piace- esclamò fulminandolo con lo sguardo -E per seconda cosa non posso-

-Come mai?- chiese, ignorando il dispiacere che stava nascendo in lui.

-Abbiamo chiesto di fare un'amichevole di Quidditch, sabato ci saranno gli allenamenti di Hogwarts e voglio vederli-

-Ah, non lo sapevo- rispose il ragazzo, sorpreso. 

-Beh è stata una richiesta che abbiamo fatto qualche giorno prima della prova- gli spiegò la ragazza. -Doveva essere tra noi ma Silente ha pensato bene di chiederlo anche alle scuole estere, pensa che il Quidditch sia un ottimo espediente per fare amicizia perciò sarà una partita Hogwarts contro Durmstrang e Beauxbatons- continuò. -A breve faranno la formazione di Hogwarts-

-Quindi non è detto che entri nella squadra- le fece presente. -Meglio così, Montague è molto più bravo di te come cacciatore-

Alyssa gli lanciò un'occhiataccia, Theodore rise alla sua espressione e alzò le mani a mo' di scuse. Il ragazzo la guardò mentre lei teneva lo sguardo fisso sulla porta della biblioteca, dove Lavanda l'attendeva con la sua roba tra le mani.

-Ti va di accompagnarmi in Sala Comune?- chiese Alyssa, voltandosi verso di lui.

Theodore annuì e i due si avvicinarono a Lavanda, che ormai si era abituata ad avere il ragazzo intorno. La Brown fece per dare la tracolla alla sua amica ma Theodore fu più veloce e l'afferrò prima che Alyssa potesse allungare le mani. Il ragazzo fece lo stesso con la borsa di Lavanda e i tre s'incamminarono verso le scalinate principali.

-Credevo di non essere degna di tanta gentilezza, Nott- esclamò Lavanda, indicando la propria borsa.

-La prima regola di un Purosangue è essere un gentiluomo, Brown- rispose, Theodore.

-Credevo fosse odiare i Mezzosangue e i Nati Babbani- gli fece presente Lavanda.

Alyssa alzò gli occhi al cielo all'esclamazione dell'amica ma non disse nulla, ormai abituata a quel genere di frecciatine. 

-Giusta osservazione, Brown- rispose Theodore, fingendo dispiacere. -Essere gentiluomini è la seconda regola, perdonami per questo sbaglio-

-Siete assurdi voi due- disse Alyssa guardandoli. 

Lavanda e Theodore ridacchiarono, facendola sorridere. Una sua insana paura era che la sua migliore amica e il suo ragazzo non andassero d'accordo, forse era davvero così ma nessuno dei due voleva farle pesare la questione. Era un quieto vivere piacevole, per lei. 

-Branimir sarà uno dei cacciatori della squadra estera, lo sapevi?- chiese Lavanda, guardandola.

-No non lo sapevo, Krum giocherà?- chiese Alyssa.

-No, loro hanno fatto a sorte, visto che devono giocare insieme. È uscito un ragazzo di Beauxbatons, un certo Jean Marc- spiegò Lavanda, guardando l'amica. -Le persone sono più fomentate per questa partita che per il torneo Tremaghi. Pensi che sarai scelta?-

-Effettivamente trovo più interessante una partita di Quidditch che uno spettacolo dedicato a Potter- s'intromise Theodore, con una smorfia.

-Senti un po', Nott, ma cosa vi ha fatto Potter da odiarlo così tanto?- chiese Lavanda, curiosa. -Sul serio non comprendo questo odio-

-Tanto per cominciare, la madre è una Nata Babbana- rispose Theodore. -Dopodiché dovete ammettere che fa di tutto per stare al centro dell'attenzione-

-Odio quando fai il razzista, Theo- esclamò Alyssa, guardandolo tralice.

Theodore alzò gli occhi al cielo ma non rispose, sapendo bene come la pensasse la sua ragazza. Si fermarono a una rampa di scale di distanza dal quadro della Signora Grassa e Theodore ridiede le borse alle due ragazze.

-Comunque non scegliere Alyssa come cacciatrice sarebbe uno sbaglio enorme- disse Theodore, guardando Alyssa.

-Ammetti quindi che la squadra di Grifondoro è più forte di quella di Serpeverde- disse Lavanda, ghignando.

Theodore scoppiò a ridere e scosse il capo con fermezza. -Questo mai-.

***

Qualche giorno passò da quel pomeriggio e della formazione di Hogwarts non si seppe nulla, solo il battitore di Serpeverde blaterava in giro che sarebbe stato lui il capitano della squadra. Lei non se ne era preoccupata molto, anche se moriva dalla voglia di rivedere una partita di Quidditch. 

Aveva passato i pomeriggi in Sala Comune a studiare fino all'ultimo paragrafo di Storia della Magia per rimettersi in pari con i programmi precedenti. Da quando era andata in Irlanda e aveva visitato i luoghi d'importanza storica per i maghi, si era scoperta interessata alla storia dei loro antenati e di cosa fosse successo per portarli a nascondersi dai babbani. Non aveva mai seguito le idee dei suoi nonni e degli altri purosangue, soprattutto da quando abitava nella Torre di Grifondoro, in mezzo a Nati Babbani e a Mezzosangue. Nessuno di loro era cattivo o poteva nuocere la comunità magica a suo parere, suo nonno aveva sempre pensato in modo diverso da lei anche se non l'aveva mai costretta a non frequentarli o a odiarli. Sicuramente il passato di Orion era stato complice in quella scelta ma lei si era sempre ben guardata dal chiedergli qualcosa.

Anche quel pomeriggio si era ritrovata a studiare in Sala Comune e quando chiuse il libro davanti a sé, la sua attenzione venne attirata da Colin Canon, il quale era appena rientrato in Sala Comune e la stava guardando.

-Dimmi, Colin- esclamò la ragazza guardandolo. 

Colin si decise ad avvicinarsi a lei -Alyssa, Silente ti vuole nel tuo ufficio il prima possibile. Ecco, tieni- disse, porgendole una busta sigillata con un incantesimo.

La ragazza afferrò la busta senza esitazioni e l'aprì, curiosa di sapere cosa mai volesse Silente da lei.

Signorina Alyssa Sophie Black, 
È caldamente invitata nel mio ufficio per discutere di una questione di vitale importanza. La parola d'ordine è Gelato al limone.

Albus Percival Wulfric Brian Silente

-Cosa pensi che sia?- chiese Lavanda, che aveva sbirciato il contenuto del messaggio.

-Non ne ho idea- rispose Alyssa, mentre ripiegava il biglietto per metterlo in tasca.

Uscì dalla Sala Comune con calma, anche se era preoccupata per ciò che il preside voleva dirle e si diresse verso l'ufficio di quest'ultimo. Da quando suo padre era tornato aveva sempre il timore che qualcuno potesse scoprirlo in casa loro e rimandarlo ad Azkaban. Certo suo nonno era stato bravo a non far capire nulla a nessuno, aveva invitato i più altolocati purosangue e nemmeno uno si era accorto che quel cane che ringhiava ad ogni persona fosse in realtà un uomo.

Camminava per il corridoio stando attenta a non calpestare le tende che Peeves aveva fatto cadere. Un po' perché non voleva rovinarle e un po' perché poco lontano da lei, Gazza stava urlando contro un povero ragazzo del primo anno, colpevole di aver messo il piede sulle tende appena pulite. Si rese conto, che non entrava nell'ufficio del preside da quando le aveva dato la notizia della morte di sua nonna e un brutto presentimento le balenò nella testa. Conficcò le unghie nel palmo della mano e rimasero in quella posizione fino a che non arrivò finalmente davanti l'entrata dell'ufficio di Silente. Il pensiero di perdere un altro membro della sua famiglia la portò a pensare di voltarsi e tornare in Sala Comune. Ma non fece nulla di tutto ciò, guardò la maestosa aquila in pietra e pronunciò la parola d'ordine con sicurezza. 

Salì le scale a chiocciola con calma, come a voler prendere tempo prima di entrare nella stanza. Più andava avanti e più sentiva il vociare all'interno dell'ufficio, riconobbe subito la voce di Silente e quella della professoressa McGranitt e le tornò in mente la donna che l'accompagnava davanti all'entrata quando sua nonna era morta. Si fermò e fece un respiro profondo prima di bussare. Non appena le diedero il permesso, entrò con passo sicuro, sorprendendosi non poco di avere di fronte non solo il preside e la professoressa ma anche Ludo Bagman e Barty Crouch.

-Buonasera- disse, guardando i presenti.

Silente le sorrise gentilmente e le fece segno di avvicinarsi a loro. -Buonasera, Alyssa Sophie-

Alyssa si avvicinò a loro mentre Ludo Bagman sorrideva elettrizzato e il signor Crouch la guardava diffidente. Alyssa comprese subito che nulla di tutto ciò che aveva pensato nel tragitto tra la torre di Grifondoro e l'ufficio del preside fosse accaduto, non erano state altro che preoccupazioni inutili. Si permise di sorridere rincuorata, prima di tornare seria e guardare chi aveva di fronte.

-Mi voleva parlare, signor preside?- chiese, guardando il diretto interessato e ignorando le occhiatacce che le mandava il signor Crouch.

Silente annuì e le sorrise nuovamente. -Esattamente, Alyssa. Come ben sai la prossima settimana si terrà l'amichevole di Quidditch, un evento che non si è mai svolto durante i vari tornei Tremaghi che ci sono stati nel corso della storia e abbiamo pensato di dare a te l'onore di esserne il Capitano- disse, guardandola. 

Alyssa sgranò gli occhi e li guardò sorpresa, la McGranitt sorrideva orgogliosa mentre Crouch digrignava i denti, visibilmente contrariato dalla pensata di Silente.

-Credo che Harry sia il più indicato per questo compito- disse, incerta.

-Essere il capitano comporta tempo e lui ha bisogno di prepararsi per la seconda prova- disse la professoressa McGranitt. -Accetta questo compito?-

-Spero di no, la figlia di un assassino che fa da capitano alla squadra di Hogwarts- sussurrò Crouch all'orecchio di Bagman.

Quella frase fece voltare Alyssa di scatto verso i due uomini, che non si erano accorti di aver parlato ad alta voce. Strinse le dita attorno alla bacchetta per poi girarsi nuovamente verso il preside, con un sorriso di sfida.

-Accetto, preside- disse con fermezza.

-Perfetto, non vedo l'ora di vedere la nostra formazione- disse Silente, gioioso. -Ovviamente, sarai tu a scegliere la tua squadra-

Silente e la McGranitt sorrisero vittoriosi, poi quest'ultima tornò seria mentre si avvicinava alla ragazza.

-Alyssa, so bene che fai parte della squadra di Quidditch di Grifondoro e ti ricordo che questa sarà una partita dove rappresenterete tutta la scuola. Voglio che tu scelga tra tutte le squadre della scuola, mi sono spiegata?-

-Stia tranquilla, professoressa, ho già dei nomi che possono fare al caso nostro- rispose la ragazza guardandoli.

ANGOLO DELL'AUTRICE

Eccoci qui, ci ho messo tanto ma finalmente è arrivato. Questo è più un capitolo di passaggio, la parte realmente interessante è la prima, ossia la chiacchierata tra Minerva e Severus. Tenete bene a mente quella conversazione, tornerà utile. Vorrei puntualizzare alcune questioni ora, so che molti di voi hanno storto il naso davanti al flirt nato tra Lavanda e Draco. Per prima cosa, in questa storia potete tranquillamente prendere e cestinare il carattere dato a Lavanda dalla Rowling e considerare suddetto personaggio come uno totalmente diverso. Seconda base voglio ricordare che sono dei ragazzini di quattordici anni e che, come è ovvio che sia, non è detto rimangano insieme (che tra l'altro non sono neanche una coppia ad ora) come non è detto che Alyssa e Theodore rimangano insieme felici e contenti. Non tollero il fatto nella sezione commenti si attacchi qualcuno perché non ha il vostro pensiero, deve essere una sezione di dibattito ma non un luogo fatto di attacchi che non hanno alcun senso. Essendo una fan fiction potrei anche far mettere insieme Ron con Harry o Hermione con Tiger per quel che riguarda. 
Ognuno nei commenti ha il sacrosanto diritto di dire la sua.
Detto ciò vi avviso che questo potrebbe essere l'ultimo capitolo dell'estate, il lavoro mi sta prosciugando tutte le forze e nel giorno di riposo approfitto per vedere gli amici e per, appunto, riposarmi. Ciò non toglie che se riesco a scrivere e a finire un capitolo, ovviamente lo pubblicherò.
Altra cosa, non serve che mi scriviate "aggiorna presto", il mio tempo è sempre quello. Piuttosto datemi un commento su ciò che avete letto, cosa vi è piaciuto e cosa non vi è piaciuto.

Concludo col ringraziarvi di cuore. 
Lo spettro di una vita ha raggiunto 11.9k di letture e ben 734 voti, grazie davvero.

Al prossimo capitolo,

_L_Black_

 
 

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 - Squadra ***


Capitolo 29

GRANDE EVENTO DURANTE IL TORNEO TREMAGHI!
È ufficiale, le voci che giravano ormai da mesi tra i corridoi di Hogwarts si sono rivelate realtà. La famigerata scuola di Magia e Stregoneria, che già ospita il famoso Torneo Tremaghi, organizzerà un'amichevole di Quidditch. Hogwarts contro Beauxbatons-Durmstrang. La squadra straniera sarà capitanata da Jean Marc Dubois, noto cercatore della sua scuola e il suo vice sarà Branimir Iarcenko. Si attende la formazione di Hogwarts anche se una voce attendibile afferma che sarà Alyssa Sophie Black, nota per essere la figlia dell'ormai famoso pluriomicida e nipote dell'aristocratico Orion. Continuate a leggere la Gazzetta del Profeta per ulteriori informazioni. 

Rita Skeeter

Ogni copia della Gazzetta del Profeta aveva stampata la sua foto durante l'ultima partita di Quidditch a cui aveva preso parte. Non sapeva neanche dell'esistenza di quella sua immagine e quando si era ritrovata in prima pagina assieme alle foto dei due ragazzi di Durmstrang e Beauxbatons, le era preso un colpo. Le era venuto spontaneo alzare lo sguardo prima su Branimir poi su Jean Marc e lo stesso avevano fatto loro, come a darsi forza a vicenda per esser finiti così facilmente sotto i riflettori. Doveva essere una partita amichevole, senza spettatori e giornalisti, eppure Rita Skeeter era riuscita a scoprire tutto e a pubblicarlo in prima pagina. Dal tavolo dei professori vide chiaramente la McGranitt imprecare davanti alla sua copia della Gazzetta, prima di riprendere contegno e tornare seduta in modo composto, anche se Alyssa poté notare lo sguardo furente che la donna lanciò al preside. Dal tavolo di Grifondoro si levò un grande applauso quando la ragazza si alzò per avviarsi nell'aula di Incantesimi. Harry la guardò comprensivo, sicuramente lui capiva cosa stesse provando la giovane Black ma non si fermò a parlare, si limitò a fare un inchino giocoso ai suoi compagni prima di uscire dalla Sala Grande con passo deciso. Lavanda la seguì e così fece anche Hermione, sorpresa quanto tutti di quell'articolo che doveva rimanere segreto.
-Come diavolo ha fatto a scoprirlo?!- sbottò Alyssa, quando fu fuori dalla Sala. Si appoggiò al muro e guardò le due ragazze davanti a lei.
-Effettivamente lo hai saputo solo ieri, mi sembra strano- rispose Hermione, portandosi la mano al mento con fare pensante.
-Forse i due ragazzi delle scuole estere hanno vuotato il sacco-  ipotizzò Lavanda.
-Non credo, erano sorpresi quanto me quando si sono ritrovati in prima pagina- rispose Alyssa, sconsolata. -Adesso più che mai mi devo muovere a formare la squadra e la McGranitt mi ha detto chiaramente che non posso scegliere né Harry né tantomeno Cedric. Lasciatemi morire nel lago nero- disse in preda alla disperazione. 
-C'è sempre Cho Chang- disse Hermione, con fare comprensivo.
-Hermione perdonami ma c'è un motivo se Corvonero non vince mai una coppa di Quidditch- rispose Lavanda, dando voce ai pensieri dell'amica. 
Alyssa si ricompose non appena alcuni studenti uscirono dalla Sala Grande e la salutarono entusiasti. Rispose con un sorriso e si chiese se gli altri avevano notato che la sua non era altro che calma apparente. Hermione e Lavanda la guardarono in silenzio, non sapendo minimamente cosa fare per aiutare la loro amica. Nel frattempo, un leggero colpo di tosse fece voltare le tre ragazze all'unisono verso la porta della Sala. Theodore era a pochi passi da loro e aveva lo sguardo fisso su Alyssa, la ragazza notò subito una copia de La Gazzetta del Profeta che fuoriusciva dalla tasca interna della toga, il suo volto si contrasse in una smorfia a quella vista e fece segno alle sue amiche di avviarsi in aula. 
-Non fare troppo tardi Vitious odia i ritardatari- esclamò Hermione mentre si avvicinava a Harry e Ron. 
-Si, si- rispose Alyssa, cantilenando mentre guardava Theodore avvicinarsi a lei. 
Il ragazzo le sorrise e si appoggiò con la spalla al muro, continuando a guardare la ragazza, che di tutta risposta lasciò subito cadere quella maschera di sicurezza che aveva indosso da quando era uscita dalla Sala Grande. Theodore poteva leggere nei suoi occhi la preoccupazione per tutta quella pressione che le stavano mettendo addosso ed era sicuro che non sapeva da dove iniziare. 
-Beh direi che da adesso dovremmo chiamarti Capitano, sbaglio?- disse per sdrammatizzare. 
Di tutta risposta la ragazza gli diede un pugno sulla spalla e si staccò dal muro per avviarsi in aula. Theodore la seguì pur sapendo che doveva andare a Erbologia ma sentiva di non doverla lasciare sola. 
-Devo preparare una squadra da zero e ho poco tempo. In più i migliori cercatori non li posso scegliere perché non devono essere sobbarcati di lavoro superfluo- disse sconsolata prima di voltarsi verso il ragazzo. -Non ti azzardare a consigliarmi Draco perché sai anche tu che la sua tecnica di gioco si chiama Lucius Malfoy e il suo conto in banca alla Gringott- 
Theodore scoppiò a ridere di gusto ma non le rispose, sapendo che la ragazza aveva un po' di ragione. Draco non era proprio scarso ma sicuramente non poteva essere scelto per una partita così importante. 
-E se organizzi una selezione?- le propose mentre salivano i gradini che portavano al piano in cui si trovava l'aula di Vitious. 
-Dopodomani devo fare il primo allenamento e non ho tempo di fare le selezioni. Silente mi ha dato carta bianca ma la McGranitt non vuole che io scelga tutta la squadra di Grifondoro- rispose Alyssa, guardandolo affranta. 
-E ha ragione, in tutte le squadre ci sono ottimi giocatori, devi ammetterlo- disse Theodore con sguardo ammonitore. 
Alyssa annuì sconsolata mentre arrivavano davanti la porta dell'aula di incantesimi. Sapeva che Theodore aveva ragione ma non aveva proprio idea di come venire a capo dei suoi problemi. Il ragazzo guardò l'ora e si prodigò a salutarla con un veloce bacio a fior di labbra per poi voltarsi e tornare indietro verso la serra numero 3. Alyssa lo guardò andar via prima di entrare in aula.
 
***

La voce si era sparsa rapidamente per tutto il castello e ad ogni suo passaggio, gli studenti la salutavano calorosamente, augurandole di vincere per il buon nome della scuola. Rispondeva a tutti con gentilezza e rimase sorpresa quando persino Astoria Greengrass le fece i suoi complimenti. 
Lavanda non l'aveva lasciata un solo momento, intuendo il disagio che la sua amica poteva avere e anche Theodore, per quanto avessero orari differenti, faceva in modo di accompagnarla per non lasciarla in preda a studenti fin troppo entusiasti della partita imminente. Dal canto suo Alyssa era taciturna, si trovava in svantaggio, a causa della perdita dei due migliori cercatori della scuola e anche se non conosceva gli studenti stranieri, sapeva che qualsiasi sua mossa sarebbe finita su tutti i giornali. La cosa che le mise più ansia addosso, fu che la notizia era arrivata anche al numero 12 Grimmauld Place e suo nonno non ci aveva pensato un solo attimo a prendere i biglietti della partita per lui e il signor Nott. 
Ma soprattutto, Orion aveva deciso di portare il cane alla partita. 
Tutta questa pressione addosso non faceva altro che farla sentire a disagio e sembrava che nessuno se ne accorgesse a parte i suoi amici. 
Continuò a rimuginare sui suoi problemi da neo-capitano anche durante l'ora di Difesa Contro le Arti Oscure, rimanendo in silenzio a discapito delle altre volte in cui poneva domande su domande. Non si era neanche resa conto del tempo che passava, tanto che sussultò quando la campanella decretò la fine dell'ora. Ci mise poco a maturare l'odiosa consapevolezza di dover chiedere gli appunti riguardanti la lezione a Hermione. 
-Ci vediamo lunedì- esclamò con tono scontroso Moody. 
Gli studenti si limitarono ad annuire e a raccogliere velocemente i loro averi per poter uscire di corsa da li. Theodore e Lavanda si fermarono ad aspettare Alyssa ma prima che potessero dire o fare qualcosa, Moody parlò. 
-Black voglio parlarti- disse in tono sbrigativo. -Da soli- continuò, assottigliando lo sguardo verso i due intrusi. 
Theodore e Lavanda si guardarono confusi ma non dissero nulla, salutarono velocemente e uscirono dall'aula come avevano fatto gli altri.
Il professore e la giovane studentessa rimasero da soli, nella stanza era calato un silenzio imbarazzante almeno per la ragazza, che guardava l'uomo rimettere in ordine alcune pergamene sul tavolo senza degnarla di uno sguardo. Alyssa si mise meglio la tracolla sulla spalla e attese in trepidazione che l'uomo parlasse. 
-Sei diventata capitano della squadra di Hogwarts, congratulazioni- disse finalmente l'uomo, senza guardarla e con un tono che non lasciava presagire nessun altro tipo di complimento. 
Alyssa annuì scettica. -Grazie- 
-Tuttavia durante le mie lezioni, il Quidditch e tutto il resto deve rimanere fuori, è chiaro?!- Moody alzò la voce, facendola sobbalzare.
Alyssa sgranò gli occhi e l'imbarazzo le fece colorare di un leggero rosso le sue guance.
-Mi scusi professore, non volevo assolutamente essere scortese- esclamò la ragazza, guardandolo con serietà e ignorando la fitta appena avuta alla bocca dello stomaco. 
-Non si tratta di scortesia nei miei confronti, Black! Si tratta del tuo futuro, fuori dalle aule puoi pensare a tutto ciò che vuoi ma qui dentro- disse, allargando le braccia come a indicare le pareti attorno a loro. -Devi pensare a ciò che sarai fuori da Hogwarts-
-Non accadrà più- disse la ragazza con fermezza.
Moody la guardò negli occhi per poi sbuffare con fare nervoso, mentre cercava qualcosa tra le scartoffie che si ritrovavano di fronte a lui.
-Ecco, tieni- disse il professore, porgendole un foglio di pergamena ripiegato in modo quasi millimetrico.
Alyssa lo prese e guardò il professore confusa prima di spostare gli occhi sulla pergamena ben piegata, appena passatole. 
-Ma...?- 
-Quando la leggerai, scoprirai i pregi e i difetti di ognuno di loro. Beauxbatons è furba, ha messo in gioco Julie Durand e Camille Mercier come cacciatrici, due ragazze che sono state scelte per entrare nelle Sirènes de Normandie. Un caso? Non credo. E anche Durmstrang non scherza, quel Branimir Iarcenko non è altro che il braccio destro di Krum. Un battitore con i fiocchi che in coppia con Ivanov sono imbattibili- lanciò un'occhiata alla porta e abbassò il tono di voce. -Jean Marc Dubois è una riserva nella formazione della nazionale francese, lo sapevi?- al cenno negativo della ragazza, l'uomo continuò. -La verità, è che questa partita era stata già decisa prima dell'inizio della scuola, Black!- disse, mantenendo un tono basso ma deciso. -Non devi farti trovare impreparata! Sei in difetto vista la perdita dei due migliori cercatori ma non devi demordere, potrai puntare su altre strategie. L'importante è che tu scelga bene-
Alyssa ci mise qualche secondo, prima di comprendere a pieno dove il professore volesse arrivare con quel suo monologo. Non si era mai interessata alla Coppa FIR, complice il fatto che quel campionato fosse poco sentito tra gli studenti di Hogwarts. 
Guardò l'uomo in volto, ignorando l'occhio di vetro che la scrutava come fosse impazzito. 
-Con questo discorso, cosa mi vuole dire, professore?- chiese con tono deciso.
L'uomo fece un ghigno furbo e si sporse in avanti, piegandosi sulla scrivania in modo da esserle più vicino. 
-Scegli le strategie in base a ciò che c'è scritto li sopra, signorina Black. Penso che Diggory potrebbe darti una mano-
-Perché lui e non Harry?- chiese circospetta.
-Perché Diggory ha già risolto l'enigma dell'uovo. Potter ancora no- le disse, mantenendo il tono di voce basso. -Lasci che Potter si preoccupi di cose più importanti di una stupida partita di Quidditch, e pensi a tenere a bada Iarchenko e Dubois. So che si stanno già allenando di sera. Lontano da occhi indiscreti-

***

Alyssa Sophie uscì dall'aula con ancora in testa le ultime parole che le aveva rivolto il professore. Possibile che avessero già deciso tutto prima dell'inizio della scuola? Strinse le dita attorno alla pergamena ben nascosta nella tasca interna della tunica e si avvicinò frettolosamente a Theodore, che l'attendeva appoggiato al muro. 
Appena la vide si staccò dalla parete e le andò incontro. 
-La tua amica è scappata a pranzo perché oggi Divinazione inizia prima. Chissà cosa ci trova in quella materia, pensa che anche Draco l'ha scelta quest'anno ci credi?- disse sorridendole divertito dall'immagine del suo amico intento a fare il cartomante per i vicoli di Diagon Alley. 
Il sorriso però scomparve, quando vide il volto serioso della sua ragazza. Dietro di lei, Moody uscì dall'aula, sbattendo la porta. Theodore spostò lo sguardo prima sull'uomo, intento ad andarsene, poi su Alyssa. 
-È successo qualcosa?- chiese. 
Un gruppo di studenti passò accanto a loro e la mano della ragazza andò a stringere con un gesto automatico la pergamena ben nascosta. Un dettaglio che a Theodore non passò inosservato.
-Alyssa, cos'è successo?- chiese, guardandola negli occhi.
Gli studenti salutarono la giovane Black con l'epiteto di "Capitano", a cui lei rispose con un cenno della mano, per poi prendere Theodore da un braccio e trascinarlo in uno sgabuzzino. Il ragazzo la guardò confuso ma non disse nulla, lasciansosi trasportare nello stanzino. Appena furono dentro, Alyssa chiuse la porta a chiave con un colpo di bacchetta e si voltò verso Theodore. Solo allora aprì la toga e afferrò la pergamena per porgergliela. 
Theodore guardò prima lei poi la pergamena, afferrandola senza pensarci due volte. 
-Ma che diavolo...?- esclamò non appena lesse le prime righe. Alzò gli occhi su Alyssa in attesa di una spiegazione.
-Formazione, pregi e difetti della squadra avversaria- gli spiegò spicciola, tenendo un tono di voce basso per non farsi sentire dall'esterno. -Devo preparare la formazione in base a questo e non so davvero da dove iniziare!- esclamò Alyssa, portandosi una mano tra i capelli. -Moody mi ha consigliato di parlare con Diggory per una consulenza sulla formazione della squadra ma a me quello che preoccupa è il cercatore- disse mentre si appoggiava al muro. -Sia la Chang che Malfoy non sono adatti per giocare contro Dubois. Lo sapevi che è nelle riserve della nazionale francese?! Te lo immagini Malfoy a farsi fregare da Dubois sotto gli occhi di tutti?! E ovviamente la colpa cadrà su di me-
Theodore ascoltò pazientemente le preoccupazioni della ragazza in silenzio. Mentre lei proseguiva il suo monologo, il ragazzo continuava a leggere la pergamena, tutte le informazioni erano così dettagliate che s'immaginò Moody trascriverle con ardore. Tutto ciò che ad Alyssa potesse essere utile, era scritto li e forse questo fece pensare al ragazzo che ci fosse qualcosa sotto.
-Perché?- chiese Theodore, non appena Alyssa finì di parlare.
Alyssa lo guardò confusa. -Perché cosa, scusa?-
Theodore le porse la pergamena, indicandola con un cenno del capo. -Perché darti queste informazioni, perché vuole aiutarti in questo modo!-
Alyssa si prese qualche secondo per rispondere, tempo in cui guardò il ragazzo davanti a sé. Poche volte aveva visto Theodore così preoccupato e in quel momento non capiva affatto il motivo di ciò. Corrugò la fronte confusa e si staccò dalla parete per avvicinarsi a lui.
-Mi spieghi il problema?- disse la ragazza.
Theodore scosse il capo. -Qual è il problema? Per prima cosa è barare e per seconda cosa, non è strano che ti aiuti? Chi è lui?-
-Stanno barando anche loro, scegliendo casualmente dei giocatori di Quidditch a livello agonistico!- ribatté Alyssa, alzando il tono di voce. -E poi Theo, sai benissimo che Moody non è altro che uno dei migliori Auror in circolazione!-
-Non è questo il punto, Aly- sbuffò Theodore, portandosi una mano tra i capelli, visibilmente esasperato. -Dov'è la sua convenienza nell'aiutarti? Se lo beccano barare rischia il posto e lo sai che quella cattedra è maledetta! Dovresti rifiutare-
-Sei serio? Da quando in qua un serpeverde dice di seguire le regole? Anche loro stanno barando, Theo!- rispose Alyssa con veemenza.
-Punto primo, ti sorprenderà sapere che non tutti i serpeverde sono dei truffatori come pensate voi e, se accetti quell'aiuto, confermerai la mia ipotesi sugli stereotipi di casate- esclamò Theodore, tenendo i punti detti con la mano. -Punto secondo, tu sei brava, Alyssa! Non ti serve questa stupida pergamena, sono informazioni che puoi trovare benissimo da sola, senza aiuti da un uomo al quanto discutibile-
La ragazza fece per parlare ma si ammutolì, rendendosi conto che le parole proferite da Theodore non fossero poi così errate. 
Vedendo che Alyssa non proferiva risposta, Theodore continuò. -Butta questa pergamena, Alyssa. Sono dei giocatori a livello agonistico, ti basta sapere questo- 
Seguì un momento di silenzio, rotto solo dalla campanella che segnava la fine del pranzo. Theodore guardò la ragazza, sicuro che dentro di lei fosse iniziata una battaglia su cosa fosse giusto fare. Sapeva che tra la pressione dei compagni e quella data dai professori, una via d'uscita semplice e regalata su un piatto d'argento era allettante.
-Però non la buttare- disse Alyssa. -Tienila tu- 
Theodore le sorrise e le si avvicinò, posò le labbra sulla fronte della ragazza per darle un bacio mentre s'infilava la pergamena nella tasca interna della toga. -Va bene, la terrò io. Ma dopo la partita la brucerò- 
Alyssa sorrise e annuì sollevata. -Andiamo, forse riusciamo ancora a trovare dei sandwich- 
Theodore annuì  e Alyssa si voltò verso l'uscita, puntò la bacchetta contro la serratura e la porta si aprì di scatto. Uscì ed aspettò fuori che il ragazzo la seguisse. Theodore fece per camminare ma un capogiro lo costrinse ad appoggiarsi al muro accanto a sé e ad accasciarsi a terra come privo di forze.
-Theo...?- esclamò la ragazza, preoccupata. Si avvicinò velocemente a lui e gli prese il volto tra le mani, tastandolo per sentire se avesse la febbre. -Stai male? Ti porto da Madama Chips?- 
-No...- disse il ragazzo, sbattendo le palpebre più volte. -Ho...Ho solo avuto un capogiro, sicuramente è perché mi hai costretto a stare qui a parlare di Quidditch piuttosto che andare a pranzo- disse ridacchiando per tranquillizzarla.
Alyssa gli lanciò un'occhiataccia e lo afferrò dal braccio per aiutarlo ad alzarsi. Theodore si fece aiutare e insieme uscirono dallo sgabuzzino per dirigersi verso le scale. La ragazza non smise un momento di stringere il braccio del giovane, neanche quando ormai si era ripreso del tutto. Theodore fu costretto a usare la forza per poter tornare ad utilizzare il braccio in totale autonomia.
In Sala Grande gli elfi stavano ancora sparecchiando la tavola, per cui riuscirono ad afferrare dei tramezzini dal tavolo di Grifondoro prima che questi scomparissero. Mangiarono di fretta, senza parlare e stando ben attenti a non farsi udire da Gazza, che adorava mettere in punizione gli studenti che gironzolavano fuori orario. 
Theodore finì in due morsi il suo tramezzino e si allungò verso la ragazza per darle un bacio prima di salutarsi. -Ci vediamo dopo okay?-
Alyssa annuì, guardandolo apprensiva. -Sicuro di non voler andare da Madama Chips?- 
-Ma sì te l'ho detto, era solo un capogiro- 

***

Si era ritrovata con 5 punti in meno per Grifondoro e un tema in più rispetto agli altri ma non se ne preoccupò. Non le era un problema studiare più degli altri e sapeva che quei punti li avrebbe ripresi con lo stesso tema richiestole. Durante la lezione aveva rimuginato su tutto ciò che aveva scoperto e sulle parole di Theodore "Sono dei giocatori a livello agonistico, ti basta sapere questo". Sapeva di non avere molta esperienza su come si metteva su una squadra e questa consapevolezza l'aveva portata a fare una decisione importante. 
Avrebbe messo da parte l'orgoglio e avrebbe chiesto aiuto ai capitani delle squadre di Quidditch di Hogwarts.
Per questo erano seduti attorno alla cattedra di Pozioni, l'unico luogo in cui nessuno delle scuole rivali o qualsiasi altro orecchio indiscreto avrebbe messo piede. Complice il fatto che Piton incuteva timore anche a Karkaroff. Alla sua destra sedeva Cedric Diggory, che sorrideva a Cho Chang, seduta proprio di fronte al ragazzo mentre un giovane Higgs guardava la scena disgustato. Alla sua sinistra sedeva Harry in qualità di capitano di Grifondoro, incarico che non era ancora ufficiale ma che sarebbe divenuto tale alla fine di quell'anno. Come ovvio, anche lui era impegnato a guardare la Chang con occhi più simili a cuoricini che al solito verde smeraldo. Alyssa si mise in piedi e prese la parola.
-Sapete il perché vi ho...- 
Cho la interruppe con un gesto della mano, un comportamento che diede fastidio alla giovane Black, la quale non riuscì a nascondere facilmente la sua irritazione. 
-Prima che parli, Black, volevo dirti subito che non ti farò da cercatrice- disse Cho, guardandola con sufficienza. -Non mi presterò a questa farsa, preferisco spendere il mio tempo per studiare-
Alyssa sbatté le palpebre più volte spaesata. Non si sarebbe di certo aspettata un'affermazione del genere da lei, che faceva di tutto per farsi notare dalle persone. 
-Oh povera Black. Come farà senza di te- disse Higgs, guardando la Chang con sarcasmo.
Alyssa represse un ghigno divertito e scosse il capo, visibilmente sollevata di non dover trovare delle scuse per dirle che non la voleva come cercatrice.
-Oh beh...se non te la senti- esclamò Alyssa con la sua migliore espressione dispiaciuta. -Spero che tu potessi aiutarmi a trovare degli ottimi giocatori- 
-Ma certo- le disse con un sorriso da salvatrice della patria. Alyssa già s'immaginava che quella conversazione sarebbe stata oggetto di scherno nei suoi confronti appena usciti da lì. -Farei di tutto per ehm...aiutarti-
-Sentito Black?- esclamò Higgs, che doveva aver avuto lo stesso pensiero. -Fortuna che c'è lei- 
-Okay ragazzi calmiamoci- prese la parola Cedric, non mancando di trucidare con lo sguardo Higgs. -Siamo qui per un motivo ed è quello di non far vincere le scuole avversarie- 
Fu la prima volta durante quella riunione, in cui tutti si trovarono concordi.
-Odio quella Delacour- disse Cho sprezzante. 
-Perché è più bella di te? Deve darti davvero sui nervi- ghignò Higgs. -Ma concordo, i tipi di Durmstrang sono dei cavernicoli. Uno ha provato a baciare la piccola Greengrass e voglio dargli una lezione- 
Dei giovani purosangue, Alyssa aveva sempre apprezzato quel modo di fare. Erano odiosi con gli altri ma tra di loro si davano sempre una mano e quando era ragazzina le dispiacque non essere entrata nella cerchia. Si ridestò dai suoi pensieri quando Cedric le fece cenno di iniziare sul serio la riunione.
-Bene- disse guardandoli tutti uno ad uno. -Devo preparare una squadra e, per quanto io ami il Quidditch, so di non sapere da dove iniziare. Soprattutto dopo quello che ho scoperto- fece un sospiro e continuò. -Cio che vi dirò adesso deve rimanere dentro queste mura- disse, abbassando il tono di voce.
I ragazzi la guardarono incuriositi dalle sue parole e Alyssa fece un respiro profondo prima di continuare. -La squadra avversaria è piena di giocatori professionisti. Le due cacciatrici francesi dopo la scuola giocheranno nelle Sirènes de Normandie, il cercatore è nelle riserve della nazionale Francese e anche i ragazzi di Durmstrang non scherzano- disse, omettendo il modo in cui aveva scoperto tutto ciò.
-Ma è impossibile- disse Harry. -Di questa partita non se ne sapeva nulla fino a qualche settimana fa-
Gli altri annuirono alle parole del giovane Potter e Alyssa fece un altro respiro profondo. -A quanto pare solo Hogwarts non ne era al corrente. Davanti a questa innocente partita hanno scelto me, non immaginandosi che alcuni dei giocatori gareggiano nella coppa FIR-
-Coppa FIR?- chiese Harry confuso.
Higgs roteò gli occhi, infastidito dall'ignoranza di Harry. -La Coppa FIR, la coppa Francia, Italia e Regno Unito, si gioca ogni inverno. Tre squadre per paese giocano contro le avversarie straniere, si decide chi gioca a giugno, quando i vari tornei sono finiti e si scelgono le tre migliori squadre anche se negli ultimi periodi per la Francia giocano sempre le stesse- spiegò, spicciolo. -Comprendo il tuo problema, Black- disse, guardandola. -Per questo ti propongo Urquhart come portiere- 
-Anche Stebbins è bravo come portiere- ribatté Cho, guardando Alyssa.
-Oh andiamo!- esclamò Higgs. -Black tu sei una cacciatrice, dimmelo tu, è più facile fare goal con Urquhart o con Stebbins?- 
-Stebbins- rispose senza pensarci e si maledì per la sua velocità nel rispondere, quando vide il volto rabbioso di Cho e quello soddisfatto di Higgs. 
Cedric guardò i due e alzò gli occhi al cielo divertito. Mentre Harry fissò truce Higgs per il suo modo di fare, così serpeverde. Alyssa dal canto afferrò la piuma posta accanto all'inchiostro, la intinse di quest'ultimo e scrisse il nome di Andrew accanto alla dicitura "portiere".
-Consiglio di prendere i battitori in coppia. È un ruolo dove i due devono avere chimica e conviene scegliere chi ha già giocato insieme- disse Harry, guardandola.
Alyssa annuì alle sue parole. -Si, pensavo infatti di scegliere i gemelli Weasley, voi cosa ne pensate?-
Nessuno ebbe da ridire per la sua scelta, perciò continuò, visibilmente contenta di non dover discutere troppo. -Okay ora ci servono due cacciatori- 
-I cacciatori sono tre!- esclamò Cho, con saccenza. -Vuoi essere tu una di loro?!- disse con tono accusatorio, come se lei non potesse fare altro che scegliere chi giocava.
Alyssa non fece in tempo a rispondere perché Higgs sbuffò.
-Ma è seria?- chiese sarcastico, guardando Alyssa. -Ora capisco perché siete finiti in ultima posizione l'anno scorso- continuò, spostando lo sguardo su Cho.
-Okay adesso calmiamoci- disse Cedric, prima che Cho afferrasse la propria bacchetta per puntarla su Higgs. -Lei è costretta a giocare, Cho. È stata scelta dalla scuola-
Cho annuì imbarazzata dalla sua uscita a dir poco stupida. Era troppo presa a prendersela con la Black che si era dimenticata come si faceva il capitano -Ho capito. Beh in tal caso Belby è la persona che fa per te-
-Finalmente hai detto una cosa sensata- si complimentò Higgs. 
Alyssa camuffò una risata con un colpo di tosse e Higgs la guardò con soddisfazione.
-Si, Belby è un buon giocatore- disse Cedric, facendole segno di scrivere il nome sulla pergamena. 
-Nella squadra sbagliata- borbottò Higgs.
Alyssa scrisse il nome di Belby vicino alla parola "cacciatore 2". Alzò nuovamente lo sguardo sui presenti per continuare la scelta dei componenti.
-Ti manca un cacciatore- esclamò Harry, fissando la pergamena. 
-In realtà volevo chiedere a Terrence- disse Alyssa, guardando il diretto interessato.
Higgs la guardò sorpreso, non immaginandosi che scegliesse proprio lui. La cosa lo sorprese ancor di più quando i presenti annuirono, soddisfatti della scelta di Alyssa. 
-Scrivi il mio nome sulla pergamena, Black- disse Higgs, con tono trionfante.
Alyssa gli sorrise e scrisse il nome. -Bene, abbiamo il portiere e i due cacciatori. Manca il cercatore- 
-Malfoy è libero, no?- disse Cho poco convinta. 
-Tu lo sceglieresti?- rispose Higgs con una smorfia.
-Eppure tu lo hai fatto, Higgs- esclamò Harry, facendo ridacchiare Cedric e Cho.
-Tieni a mente queste parole, Potter. Firebolt nuove di zecca- rispose Higgs con un sorrisetto.
Alyssa alzò gli occhi al cielo affranta. Certo, erano riusciti a trovare quasi tutta la squadra ma il ruolo del cercatore era così importante e decisivo, che non poteva darlo al primo che capitava.
-Io ho una persona in mente che sarebbe perfetta- disse Cedric sorridendo.
-Chi?- chiesero in coro i presenti.
-Premetto che non ha mai preso parte a nessuna partita, quanto meno non contro di voi ma vi assicuro che le volte in cui abbiamo giocato insieme beh...ho perso tutte le volte- disse, leggermente imbarazzato. 
-Si, ma chi è?- chiese Alyssa, trepidante.
Tutti guardarono Diggory, troppo curiosi per sbattere le palpebre. Cedric li guardò uno ad uno con un sorriso di quelli che avrebbe steso qualsiasi ragazza ai propri piedi ma le due presenti, erano troppo interessate al nome che doveva pronunciare.
-Megan Jones- disse Cedric, trionfante.

***

Notturn Alley era esattamente come se la ricordava. Lugubre e sporca. Nulla a che vedere con lo sfarzo a cui era stato sottoposto per tutti i mesi appena passati. Camminava sopra i ciottoli sudici, giusto un paio di volte aveva rischiato di scivolare ma aveva ripreso il suo cammino come nulla fosse accaduto. Ai lati della strada, schiere di prostitute e di venditori di firewhisky annacquato provavano a tentarlo con la loro merce e per un attimo, alla vista di quella bellissima ragazza dai capelli argentei e il succinto abito viola ci aveva quasi pensato di far tardi all'appuntamento. Farò le mie cose dopo aver visto quella maledetta, pensò accelerando il passo verso il Rutto di Rospo.
Quel pub lo aveva sempre accolto nei momenti peggiori della sua vita e il ricordo di una delle ultime volte in cui vi entrato fece capolinea nella sua mente.
-Regulus sicuro di star bene?- chiese il ragazzo, fissando il suo Odgen Stravecchio, non avendo il coraggio di guardare il ragazzo seduto davanti a lui.
-Si, perché me lo chiedi?- rispose Regulus, senza guardarlo. Forse non aveva il coraggio di farlo.
-Ti ho detto che tuo fratello diventerà padre e ti sei ammutolito- disse dopo aver preso un lungo sorso di whisky. 
Sentiva di aver sbagliato a dirglielo ma in fondo perché non avvisarlo? Non si parlavano da anni, perché questa informazione lo doveva indurlo a farlo proprio ora? Queste sue domande avevano ovvie risposte, eppure gli occhi azzurri di Regulus si fecero più spenti.
-Non è mio fratello e quell'essere che nascerà dalla sua unione con la Moldian non sarà affatto mio nipote- esclamò prima di alzarsi per uscire dal pub.
Le urla di maghi ubriachi lo ridestarono da quel ricordo apparentemente innocuo ma che, lui sapeva, in quella conversazione forse un qualcosa aveva convinto Regulus a tradirli. Il suo volto si piegò in una smorfia ed entrò nel Rutto di Rospo a passo svelto. Vide la donna seduta ad un tavolo in disparte e le si avvicinò a passo svelto, ignorando le occhiate dei pochi maghi non ubriachi del tutto.
-Allora?- chiese la donna, senza guardarlo.
-Gliel'ho data- disse l'uomo, con tono basso. -La pergamena è nelle sue mani. È solo questione di tempo prima che l'incantesimo faccia effetto- fece una pausa per ordinare un Odgen Stravecchio e tornò a guardare la donna seduta davanti a lui. -Non vedo l'ora di vederla cadere e diventare un semplice vegetale- continuò, ghignando.
-E quei due battitori?- chiese la donna con tono di chi non voleva essere lì in quel momento. 
-Per loro farò un semplice imperius e vedrai come la costringeranno fuori dallo stadio. Ma a quel punto calcolo che l'incantesimo sulla pergamena l'avrà stesa e portata in infermeria, da lì la farò uscire e ci vedremo nella Foresta Proibita. Più leggerà le informazioni e più perderà l'uso dei suoi arti- disse soddisfatto. -Anzi, grazie di avermi passato questo incantesimo- 
-È francese- disse la donna, visibilmente annoiata. -Ricorda il piano, se riesce ad arrivare alla partita, lei deve cadere dalla scopa fuori dallo stadio e quell'imbecille di Minus la porterà da me- 
-Esattamente cosa dovremmo fare con lei?- chiese l'uomo, mentre il cameriere lasciava l'Odgen sul tavolo. Fece per afferrare la bacchetta e puntarla sul sudicio cameriere ma la donna gli fece cenno di toglierla.
-È sordo, lascialo perdere- gli spiegò con fare spicciolo. -E comunque- disse per tornare al discorso principale -Non la voglio tra i piedi, Barty- 
-Non mi hai detto cosa dobbiamo farci- ribatté Barty, guardandola. 
La donna ci pensò su, forse per scegliere con giudizio le parole da proferire e alzò finalmente lo sguardo su di lui. 
-La voglio trovare prima che lei trovi me- disse con sicurezza e terminò il suo firewhisky. -È tutto chiaro?- 
-Tutto chiaro, Grace- 


ANGOLO AUTRICE

Eccoci qui, finalmente ce l'ho fatta. Mi è stato difficile scrivere questo capitolo, complice il lavoro e complice il fatto che avevo perso un po' di ispirazione ma finalmente eccolo qui. Due appunti, la coppa FIR è totalmente di mia invenzione, diciamo che mi è venuta in mente pensando alla nostra Champions League mentre su Notturn Alley io me la immagino proprio con prostitute e gente losca in giro, insomma la rendo più spettrale nella mia testa. Il Rutto di Rospo non esiste nel mondo della Rowling, l'ho inventato io. 

Spero vi sia piaciuto, lasciatemi un commento.

Al prossimo capitolo,

_L_Black_

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 - Divisa ***


Capitolo 30 

HOGWARTS CONTRO DURMSTRANG-BEAUXBATONS: LO SCONTRO FINALE!
La formazione di Hogwarts non si è fatta attendere e il capitano Black ha scelto la squadra che rappresenterà la famosa scuola di magia e stregoneria d'Inghilterra. Scriviamo di seguito i componenti della squadra: 

Cacciatori: Alyssa Sophie Black di Grifondoro, Terrence Higgs di Serpeverde e Marcus Belby di Corvonero;
Battitori: Frederick Weasley e George Weasley entrambi di Grifondoro;
Portiere: Andrew Urquhart di Serpeverde;
Cercatore: Megan Lynn Jones di Tassorosso;

Il vice della Black è il capitano della squadra di Serpeverde, Terrence Higgs. Una scelta interessante, visto il famoso astio che c'è tra le casate di Grifondoro e Serpeverde ma comprensibile data la scarsa esperienza della giovane ragazza designata da Silente in persona. Sorprendente è leggere il nome di Megan L. Jones, cugina della famosa giocatrice delle Holyhead Arpies Gwyneth, nel ruolo di cercatrice. Un'ottima strategia o disfatta totale? Lo scopriremo solo alla partita che si terrà domenica prossima. Hogwarts è in netto svantaggio rispetto alla squadra capitanata da Jean-Marc Dubois e solo un miracolo di Merlino in persona potrà aiutare la Black a vincere. Continuate a leggere la Gazzetta del Profeta per ulteriori informazioni.

Rita Skeeter


Lesse quell'articolo per ben due volte e, nonostante la Skeeter lanciava frecciatine sulle scelte di Alyssa, era terribilmente fiero che sua figlia fosse stata scelta per portare Hogwarts alla vittoria. Sirius sorrise orgoglioso, come se la foto in prima pagina di sua figlia potesse vederlo e si alzò, per far leggere l'articolo anche a suo padre. Uscì dal salotto canticchiando e si guardò attorno, soddisfatto di non trovare Kreacher nei paraggi, per poi avviarsi verso lo studio di Orion. Persino Kreacher era fiero di Alyssa, lo stupido elfo infatti non la smetteva di commuoversi ogni volta che spolverava la foto della prima partita di Quidditch della ragazza e ogni sera preparava il sandwich preferito di quest'ultima. Era diventato così irritante che non lo sopportavano più nemmeno i quadri, eppure Orion non faceva nulla per farlo calmare. Arrivato davanti la porta dello studio, bussò con veemenza e attese impaziente che suo padre gli desse il permesso di entrare. Quando udì un "avanti", spalancò la porta con un sorriso a trentadue denti. Orion alzò lo sguardo su suo figlio e corrugò la fronte, incuriosito dal sorriso di Sirius. 
Ma la curiosità presto svanì, quando vide cos'aveva in mano l'uomo.

Orion scosse il capo e richiuse il registro dei corrispettivi che aveva di fronte, così da poter godersi a pieno le parole orgogliose di Sirius. 

-Ha composto la formazione di Hogwarts- esclamò, Sirius mentre prendeva posto davanti a suo padre. -Tutta da sola, non è bravissima?- disse mentre passava il giornale a Orion.
Orion represse a stento un sorriso divertito e afferrò il giornale per dargli un'occhiata. Le foto della formazione di Hogwarts svettavano in primo piano mentre quelle raffiguranti i componenti della squadra rivale erano decisamente più piccole e di fattura più blanda. Lesse velocemente i nomi ed i rispettivi ruoli, prima di chiudere il giornale e posarlo alla sua destra. Era davvero orgoglioso di sua nipote ma nonostante in casa ci fosse fermento per l'incarico affidato ad Alyssa, Orion aveva altre preoccupazioni. Di getto lanciò uno sguardo sulla lettera posata sopra il registro dei corrispettivi del 1980.
-Sirius...- iniziò Orion.
-Senti, sarò lì sottoforma canina, non perderò per nulla al mondo questa partita. È chiaro?- l'interruppe Sirius, alzando la voce. -Non ho mai momenti per fare il padre e non mi togliersi questa opportunità!-
Orion sbattè le palpebre più volte confuso, dal comportamento del figlio. Sirius lo guardava tralice e all'uomo parve rivedere l'astio di cui gli occhi del figlio erano pieni anni orsono. Ci mise qualche secondo prima  di comprendere cos'avesse pensato e scosse il capo, sbuffando.
-Non hai capito niente- esclamò Orion, guardandolo severo. -Volevo parlarti di Regulus- disse di getto. D'improvviso si rese conto di averlo nominato con normalità e sussultò impercettibilmente. Da quando era scomparso, Orion non lo nominava più con tanta leggerezza. 
Sirius credette di aver capito male. Suo padre voleva parlare di Regulus? A parte quel pomeriggio in cui lo aveva sorpreso a rivivere i ricordi nel pensatoio, non avevano più parlato di suo fratello ormai perso. Si mise più comodo sulla sedia e tenne lo sguardo fisso sul viso di suo padre.
-Di cosa vuoi parlarmi?- chiese, tentando di camuffare la sua preoccupazione con totale indifferenza. Senza riuscirci.
Orion si accorse del tentativo di fare l'indifferente e si rese conto di quanto lui fosse diverso rispetto al resto della famiglia. Per loro era terribilmente facile non fare trapelare alle persone ciò che provavano ma per Sirius era diverso. Faceva notare a tutti quando era arrabbiato, senza dar peso alle occhiate ammonitrici che le persone gli lanciavano. Si riprese dai suoi pensieri, quando vide Sirius fargli un cenno frettoloso di parlare. Orion sospirò e prese la lettera che gli era arrivata pochi giorni prima, per passarla a suo figlio.
Sirius afferrò la lettera senza esitazione e corrugò la fronte sorpreso, quando lesse il mittente di nazionalità straniera.  
"Madame Lucille Meunier
Village magique de la mer orientale de Bretagne n. 18, France"
Alzò lo sguardo su Orion, con fare interrogativo e l'uomo gli fece segno di continuare a leggere. Le mani di Sirius tremavano, come se quella lettera potesse essere la risposta a tutte le loro domande sulla scomparsa di Regulus.
Caro Mr. DeMurray,
Mi scuso di disturbarla in questo modo così increscioso ma sento di dover fare qualcosa. La casa da lei comprata quattordici anni fa è ormai divenuta fatiscente. So bene che ormai è sua, solo che quella era la dimora della mia famiglia e non ce la faccio a vederla decadere. Le propongo quindi di ridarle i soldi da lei dati - quarantamila galeoni - e di ridarmi ufficialmente le chiavi della casa.
Confido in una sua risposta positiva,
Le auguro un buon anno,
Lucille Meunier
Sirius la lesse attentamente prima di alzare nuovamente gli occhi su suo padre, che attendeva un qualsiasi cenno da parte di suo figlio. 
Sirius si schiarì la voce e lasciò cadere la lettera sulla scrivania scura, confuso più di quanto già non lo fosse. 
Seguirono attimi di silenzio, come se tutti e due dovessero assimilare ogni parola scritta su quel innocuo pezzo di carta color panna. Fuori la pioggia batteva contro la finestra, divenendo così l'unico rumore che spezzava il silenzio tra padre e figlio.
-Si saranno sbagliati, no?- disse Sirius di getto. -Non devi pensare che qualsiasi cosa porti a Regulus- 
Il volto di Orion si contrasse in una smorfia d'irritazione. Odiava quando Sirius si comportava in quel modo. Era uno stolto a non arrendersi con Regulus? Era forse sbagliato voler dare una degna sepoltura a suo figlio?
Fece per ribattere ma dovette calmarsi, il rapporto con il suo primogenito era già precario senza che si mettessero a litigare ulteriormente per Regulus.
-È quello che ho pensato anch'io- disse, scegliendo quindi di ignorare l'affermazione di Sirius. -Ma poi ci ho ripensato- continuò, mentre afferrava il registro dei prelievi e versamenti del 1980 per porgerlo a Sirius. 
Sirius prese il registro e si mise a sfogliarlo, trovandovi scritto null'altro che numeri su numeri. Le ricchezze dei Black del 1980 erano tutte segnate su quel faldone. 
-Non capisco, cosa dovrei guardare?- chiese Sirius, alzando gli occhi dal registro. 
Orion si sporse sulla scrivania e gli indicò alcuni prelievi fatti alla Gringott nei primi mesi dell'80.
-Per cinque mesi sono stati prelevati 8.000 galeoni, vedi?- esclamò, indicandogli i prelievi appena nominati. -Lo ha fatto in giorni confusi, senza un apparente ragionamento dietro- continuò, guardando suo figlio leggere i dati. -Non serve te lo dica io quanto faccia 8 per 5-
-Sono somme consistenti- disse Sirius, continuando a leggere. -Mi sembra strano che tu non te ne sia accorto prima- 
-È questo il punto- rispose prontamente, Orion. Nascose in modo egregio l'imbarazzo che provava. -Io me ne ero accorto ma quando chiesi a cosa gli servivano tutti quei soldi mi rispose...- 
-Che servivano a Tu-Sai-Chi- l'interruppe Sirius, sospirando.
Orion annuì con indifferenza, riuscendo ancora una volta a camuffare in modo eccellente il senso di colpa, che lo attanagliava ancora di più da quando era arrivata quella lettera.
-Esatto. Lì per lì non ci avevo fatto caso e ho lasciato la lettera sulla libreria con l'intenzione di rispedirla al mittente. Ma poi ho ricordato quei prelievi e ho reputato giusto dare una controllata- 
Sirius annuì alle sue parole, concorde. -Hai fatto benissimo- disse prima di alzarsi, doveva scaricare la tensione che aveva accumulato. Si avvicinò alla finestra dove fuori imperversava il temporale e si voltò nuovamente verso Orion. -Tutto mi sarei aspettato meno questa lettera- esclamò sospirando. Si portò una mano tra i capelli ancora scosso da quello che avevano scoperto. -Se ha comprato una casa con un falso nome in Francia, significa che stava pensando di scappare-
-So cosa tu pensi. Sto esagerando con la storia di voler trovare Regulus ma dopo questa lettera sento di dover andare fino in fondo a questa storia...-
Con un gesto della mano, Sirius fece segno al padre di non continuare la frase e si avvicinò alla scrivania, poggiò le mani a pugno su di essa e guardò Orion, con una strana luce negli occhi. 
-Che ne dici di un viaggetto in Francia, padre?- disse con tono finta referenza.
Orion fu sorpreso dalle parole del figlio e annuì, contento di vedere il figlio che per la prima volta nella loro vita, concordavano su qialcosa. Il sorriso tuttavia si affievolì quando un nome gli venne in mente. -Pensi che dovremmo avvisarla?-
Sirius aveva capito perfettamente di chi stava parlando e ci pensò su, prima di dargli una risposta. Erano anni che non la vedeva e non sapeva come avrebbe preso la notizia.
-No, vediamo prima cosa scopriamo-  
Orion concordò con lui e si alzò dalla poltrona per avvicinarsi alla finestra. -Bene, andiamo a conoscere questa Lucille- 
***
La pioggia leggera non le dava fastidio, i suoi capelli erano umidi, la divisa di Quidditch che aveva indosso le si era incollata al corpo e anche i suoi compagni non erano da meno. Sopra la sua testa, Megan Jones aveva puntato il boccino prima di Harry e si era calata in picchiata, ignorando il bolide lanciato da Ernie Macmillan. Vide Harry seguire a ruota Megan e Alyssa si spostò per non finire sulla loro traiettoria. I due cercatori salirono nuovamente in cielo e a quel punto Alyssa si spostò verso la porta avversaria, dove Higgs stava lanciando la pluffa contro il terzo anello. Vide Grant Page di Corvonero raggiungere l'anello ma mancò la pluffa per poco e il goal fu prontamente segnato sul tabellone da Lee Jordan, che seguiva la partita con interesse. Alyssa si avvicinò a Higgs e gli diede una pacca sulla spalla come a fargli i complimenti, poi puntò a riprendere la pluffa, finita tra le mani di Angelina. L'urlo gioioso di Megan fermò i presenti, Fred riacciuffò il bolide e nel farlo, per poco noj cadeva dalla scopa. I due cercatori tornarono alla stessa altezza degli altri giocatori e Megan gongolava, tenendo in mano il boccino. 
-Lo ha preso lei?- chiese Alyssa, per essere sicura di non essere impazzita. 
Harry annuì e si grattò la nuca, esausto. -Si, lo ha preso lei- confermò e scese a terra.
Alyssa lo seguì a ruota, gli altri giocatori stavano chiacchierando quindi nessuno se ne accorse e prese Harry in disparte prima che il ragazzo si avviasse allo spogliatoio. 
-Che ne dici? Abbiamo possibilità?- chiese Alyssa, guardandolo con trepidazione.
-Ottime possibilità- le confermò Harry con un mezzo sorriso. -Avremo problemi l'anno prossimo quando giocherà al posto di Cedric-
Alyssa ridacchiò ma smise subito quando vide il sorriso del ragazzo spegnersi. -Sai che avrei scelto te, vero?- chiese dispiaciuta. 
Harry annuì ma non rispose, tutti i giocatori erano atterrati e li avevano raggiunti. Harry le fece una pacca sulla spalla e le sorrise, Alyssa ricambiò e fece segno ai presenti di mettersi in semi cerchio davanti a lei. 
-Allora ragazzi, ottimo allenamento. Higgs devi passare la pluffa più spesso mentre tu Urquhart- disse, indicando il diretto interessato. -Voglio che stia più attento, Angelina è riuscita a farti tre goal. Non credere che con le francesi sarà più facile- sospirò esausta e si portò una mano tra i capelli, ormai crespi a causa della pioggia. -Bene gli Weasley ma alla partita voglio vedervi più seri, ho visto come vi passavate le mazze come foste dei giocolieri- Fred guardò Alyssa con aria colpevole. -Ottime lavoro, Megan. Harry era l'ultimo scoglio prima di giocare contro Dubois e questa sera abbiamo visto che sei pronta- esclamò, guardando la giovane Jones sorridendo.
-Grazie! Sono così felice che tu mi abbia scelta, Alyssa. Ero certa che avresti scelto Cho o Malfoy e invece hai preferito me. Sai mi è sempre piaciuto giocare a Quidditch ma non so se questo sarà il mio lavoro, voglio dire io preferisco fare Pozioni e cercare qualcosa dopo un po' mi...- 
-Oddio Jones basta!- l'interruppe Higgs, esasperato.
Megan arrossì e Urquhart diede una gomitata al suo compagno di casata. 
-Che c'è?- chiese Higgs, guardando Urquhart confuso.
-Direi che siamo pronti per la partita. Domani ci vedremo nell'aula di Pozioni per una riunione preliminare e dopo andremo in Sala Grande per la cerimonia di consegna delle divise- esclamò Alyssa con un sorriso. -Grazie ancora ai volontari che si sono prestati ai nostri allenamenti- disse, guardando gli interessati. -Adesso andiamo a riposarci, buonanotte a tutti-
Un applauso partì da tutti i presenti e ben presto si disgregarono, per tornare ognuno al proprio dormitorio. Harry, i gemelli e Angelina si avviarono verso l'entrata principale, assieme a Page, Belby e Corner di Corvonero mentre Megan, Andrew e Terrence andarono verso l'entrata secondaria della cucina.
Alyssa rimase a rimettere in ordine ed ebbe non pochi problemi per chiudere i bolidi. Il silenzio attorno a lei era piacevole, tanto che non le sembrava una brutta idea rimanere lì per la notte. Grazie ai professori, i componenti della squadra di Hogwarts avevano il permesso di rimanere fuori fino alla mezzanotte, per questo se la prese con comodo mentre riponeva gli oggetti di proprietà della scuola nel magazzino. Entrò nello stanzino con i primi manici di scopa e si avvicinò alla parete dove doveva riporli.
-Black, potevi dirlo che avevi bisogno di aiuto- esclamò una voce, dietro di lei.
Alyssa sobbalzò e si voltò di scatto verso Higgs, che la guardava appoggiato allo stipite della porta. Indossava ancora la sua divisa da Quidditch esattamente come lei, solo il colore cambiava. 
-Terrence mi hai fatto prendere un colpo- esclamò Alyssa, mentre tornava a riporre i manici. 
Terrence le si avvicinò e prese due manici di scopa dalle mani di Alyssa, per aiutarla. 
-Senti, Black- iniziò Terrence, mentre usciva assieme alla ragazza per riprendere gli altri manici. -Per la partita penso che dovremmo rivedere gli schemi, prima di proporli agli altri domani- 
Alyssa lo guardò con fare interrogativo. -Perché?-
-Ho mandato Astoria e Lise a dare un'occhiata al campo da Quidditch che Silente ha fatto per i nostri avversari- disse Terrence, con fare tranquillo. 
-Tu cosa?- esclamò Alyssa, guardandolo torva. -E chi è Lise?-
-Andiamo Lise Davies! La sorella di Tracey, non la ricordi? E comunque tranquilla, era tutto calcolato- disse Terrence, facendole l'occhiolino. -Ti ricordi il tipo che aveva provato a baciare Astoria?-
-Si- disse Alyssa, annuendo. 
-Beh gioca nella squadra e ad Astoria è bastato sorridergli e dirgli buongiorno, che già aveva un invito ad assistere ai loro allenamenti- disse, sorridendo furbo. -Ha detto che è come se giocassero assieme da mesi. C'è sintonia a palate nella squadra- disse, tornando serio. -Black in altre parole dopodomani, sarà come giocare contro le nazionali di Francia e Bulgaria! Praticamente è andare al patibolo-
Alyssa non si sorprese molto delle parole di Terrence al contrario, il dubbio le era balenato in testa quando aveva visto Dubois scherzare allegramente con Ivanov nei corridoi del secondo piano. Mentre loro di Hogwarts a stento si salutavano per i corridoi, soprattutto quando una partita di Quidditch era alle porte. 
-Ho capito. Penso che ormai sia tardi per modificare gli schemi già provati. Non voglio mettere loro ansia il giorno prima della partita con qualche cambiamento radicale. Domani parleremo giusto di qualche schema nel caso in cui stessimo davvero perdendo- rispose, mentre prendeva gli ultimi manici di scopa. -Sbaglio?- chiese, avviandosi nuovamente verso il magazzino. 
-No anzi- disse Terrence, malcelando un tono sorpreso. -È un atteggiamento da capitano- 
Rimasero in silenzio a rimettere in ordine le scope e il baule, per poi avviarsi assieme verso il castello. Terrence guardava Alyssa di sottecchi, che teneva stretto il suo manico di scopa come se ne fosse della sua stessa vita. Non aveva mai avuto molto a che fare con lei, ai consueti eventi dei Purosangue era sempre stata in disparte da sola o con Theodore e lui non era riuscito ad avvicinarsi. Doveva essere sincero, non aveva mai avuto tutta questa voglia di conoscere lei, anche a causa delle malelingue che seguivano inevitabilmente il nome di Alyssa e dei Black. In quei giorni in cui avevano dovuto passare più tempo insieme si era reso conto che la ragazza non fosse una Grifondoro come gli altri. Lei non denigrava le radici Serpeverde della sua famiglia.
-Direi di vederci prima noi due, che ne dici?- chiese Terrence, quando arrivarono all'entrata principale del Castello.
-Si noi due anticipiamo ma giusto di qualche minuto- disse Alyssa. -Prima devo andare in infermeria da Theo- 
Terrence si sentì uno stupido quando Alyssa nominò Theodore. Tutta la casata dei Serpeverde era in apprensione per il loro compagno, colpito da un male sconosciuto a tutti. 
Era accaduto tutto il giorno dopo aver fatto la formazione di Hogwarts, Draco e Blaise si erano svegliati ma Theodore non si era mosso di un millimetro dal suo letto e solo quando i due compagni di stanza si avvicinarono lui, che notarono il suo corpo rigido. 
-Già è vero- disse Terrence. -Scusami non ci avevo pensato. Come sta?- chiese con tono dispiaciuto.
Alyssa sospirò. -Non si riesce a capire cosa ha. Madama Chips dice che si riprenderà ma...- s'interruppe per far calmare il proprio respiro. -La vedo, non sa cosa fare-
Alyssa era andata in infermeria tutti i giorni, prima dell'allenamento, prima delle lezioni. Appena aveva un po' di tempo, andava da lui e nonostante lo stress causato dalla situazione, era riuscita ad adempiere al suo ruolo di capitano in modo egregio. Certo Terrence gli aveva dato una mano ma non si era lasciata coinvolgere da tutti gli eventi attorno a lei.
I due ragazzi oltrepassarono la Sala d'Ingresso e si ritrovarono davanti il portone chiuso della Sala Grande. Alyssa salutò Terrence e si avviò verso le scale ma quando appoggiò le dita sul corrimano, il ragazzo la richiamò. 
-Si?- chiese, voltandosi verso di lui con fare interrogativo.
-Theodore si riprenderà e noi vinceremo- le disse sorridendogli.
Alyssa ricambiò il sorriso e salì le scale di corsa, Terrence attese di vederla scomparire dietro l'angolo prima di tornare nei sotterranei.
***
Non riuscì a dormire quella notte, rimase a girarsi e rigirarsi nel letto, con il russare di Hermione e le frasi sconnesse di Lavanda a farle da sottofondo. Ripensava alla conversazione avuta con Terrence qualche ora prima. Aveva ringraziato la sua bravura nel nascondere le proprie emozioni, così facendo il ragazzo non si era accorto che la sua calma non fosse altro che apparenza. In verità avrebbe voluto urlare a squarciagola di essere lasciata in pace, non sopportava più le persone che la salutavano ad ogni suo passaggio e i professori, che le davano meno compiti rispetto agli altri in modo tale da lasciarle quanto più tempo possibile per la preparazione della squadra. Quella maledetta partita era il pensiero principale di tutti, non passandogli neanche per l'anticamera del cervello che per Alyssa, la cosa più importante era rivedere Theodore in perfetta forma. 
La mattina in cui scoprì che Theodore era finito in infermeria, nessuno degli studenti del quarto anno era seduto al tavolo di Serpeverde. Una cosa al quanto bizzarra ma a cui lì per lì non aveva dato peso, solo quando Astoria Greengrass le si era avvicinata scura in volto, aveva capito che qualcosa non andava. 
-Theodore sta male. È in infermeria- le aveva detto con tono preoccupato.
Alyssa era corsa fuori, incurante delle occhiate sbigottite degli studenti e si diresse in infermeria, arrivandovi in un batter d'occhio e ignorando per la prima volta i brividi che le scale le provocavano da quando era caduta. 
Non si sarebbe mai dimenticata il volto di Theodore rigido come una statua di marmo.
Sbadigliò sonoramente, mentre Fred le versava un bicchiere di succo di zucca, era sabato e gli studenti erano in fermento per l'imminente uscita ad Hogsmeade. I gemelli volevano andare all'Emporio di Zonko per prendere qualche fuoco d'artificio da usare in caso di vittoria... o per lanciarli contro la nave di Durmstrang e la carrozza di Beauxbatons se si fosse trattato di sconfitta e Lavanda aveva deciso di accompagnarli. Alyssa sarebbe rimasta in infermeria accanto a Theodore. Era stata così impegnata con gli allenamenti in quei giorni, che si sentiva in colpa nei confronti del ragazzo e in fondo aveva bisogno della sua vicinanza. Ci aveva provato a lasciare il ruolo da capitano ma Moody si era opposto con fermezza alla sua richiesta, era impensabile che al primo ostacolo si lasciava l'incarico e tutti i professori avevano convenuto con lui.
-Sicura che non vuoi venire con noi?- le chiese Lavanda, mentre sorseggiava il suo infuso alle rose. -Ti farebbe bene svagarti un po'- 
Alyssa sbadigliò ancora e bevve un sorso del suo succo di zucca, prima di rispondere. -Anche se uscissi non mi rilasserei quindi è inutile- disse sospirando. -Però riportatemi una burrobirra- 
-Sarà fatto, Black. Dobbiamo anche passare da Aberforth ad ordinargli le bevande per la festa di domani sera- disse Fred, con la bocca stracolma di uova e bacon.
-Perdonate la domanda inopportuna- esclamò Lavanda, guardando i gemelli. -Ma con che...ehm...?-
-Con che soldi paghiamo queste cose?- terminò George al posto della ragazza. -Con i soldi guadagnati tramite le scommesse durante la prima prova. In più le vendite delle bacchette finte sono aumentate da quando i ragazzi del primo anno hanno visto Harry giocarci. A proposito- continuò, voltandosi verso Harry, seduto qualche posto di distanza. - Hey Harry- attese che il ragazzo si voltasse verso di lui e continuò. ,-Abbiamo appena brevettato una nuova bacchetta che si allunga fino al naso dell'avversario e gli fa il solletico, la vuoi provare?- 
-Certo- rispose Harry, con un sorriso.
-Posso provarla anch'io?- chiese un ragazzino del primo anno di Grifondoro.
-Per te vale tre galeoni- rispose prontamente Fred.
-Va bene- disse il ragazzino, sorridendo felice.
-Perfetto. Ci vediamo dopo in Sala Comune- esclamò George soddisfatto.
Lavanda attese che il ragazzino si allontanasse da loro prima di dare una gomitata di ammonizione a George. Fred rise e la bionda gli diede un calcio allo stinco.  
-Ahia!- dissero in coro i due gemelli, massaggiandosi la parte lesa. -Che abbiamo fatto?-
-State utilizzando la notorietà di Harry per fare galeoni- rispose, ammonendoli con lo sguardo. 
-Lui non la sfrutta e lo facciamo noi- spiegò Fred, con ovvietà.
Alyssa ridacchiò alla vista di Lavanda che dava un altro calcio a Fred e si imburrò una fetta di toast per potervi spalmare sopra la marmellata di zucca. Lavanda spostò gli occhi su di lei e la guardò con apprensione ma Alyssa fece finta di non notarla. Sapeva di non avere una buona cera, già quando si era guardata allo specchio quella mattina non aveva potuto non notare le occhiaie che le contornavano gli occhi e si maledì per non averle coperte con qualcosa. 
-Se vuoi posso rimanere con te- disse Lavanda, con un sorriso.
-No, vai pure. Rimarrò in infermeria a leggere il nuovo libro di Pozioni che ho trovato nella Sezione Proibita- disse Alyssa, con tono rassicurante. -Pensa che c'è una Pozione che uccide a distanza di giorni- esclamò fin troppo elettrizzata e fece vedere il libro posto accanto alla sua tazza. 
I tre amici la guardarono scettici ma non dissero nulla, forse per paura che suddetta pozione cadesse accidentalmente nei loro bicchieri. Quando anche George finì di ingozzarsi di uova e bacon, si alzarono dal tavolo e si avviarono verso l'uscita. Con la partita alle porte non c'era studente che non perdeva la possibilità di salutarla e farle gli auguri, per cui uscire dalla Sala Grande fu un'impresa non indifferente. Appena uscirono, andarono nell'androne delle scale e presero le prime che decisero di cambiare al piano terra, arrivati al primo piano Alyssa li salutò per andare in infermeria. Superò l'aula di Babbanologia e l'ufficio di Madama Chips per svoltare e trovarsi davanti la porta dell'infermeria. 
Appena entrò notò alla sua destra un letto occupato da una ragazza che leggeva un libro e andando un poco più avanti, vide un ragazzo che vomitava dentro una bacinella. Strinse le labbra in segno di disgusto a quella vista e passò oltre fino superare il separé che avevano posto accanto al letto di Theodore. 
Ogni volta che andava dal ragazzo puntualmente perdeva il respiro nel vedere il volto del ragazzo in quello stato, gli occhi chiusi e le labbra serrate le facevano sempre uno strano effetto. Prese la sedia posta poco distante dal letto e si avvicinò per quanto possibile a lui.
-Ciao, Theo- sussurrò, dando una carezza al volto del ragazzo.
Si sedette e aprì il libro sulla pagina dove era rimasta il giorno prima.
-Black, che ci fai qui?- chiese la voce roca del professor Moody.
Alyssa alzò lo sguardo verso l'uomo e ignorò l'occhio di vetro che la scrutava come a voler scavare nei suoi pensieri più intimi. Erano passate circa due ore da quando era entrata in infermeria e non si era mai mossa da lì, per questo quando vide il professore decise di alzarsi per sgranchirsi un po' le gambe.
-Avevo ore libere e sono venuta a trovarlo- rispose, indicando il giovane sdraiato sul letto.
Moody sbuffò e fece un passo verso il ragazzo per esaminarlo. 
-Cosa pensa che abbia, professore?- chiese Alyssa, avvicinandosi all'uomo.
-Perché pensi che dovrei saperne qualcosa?- sbottò Moody, con fare scontroso. 
-Perché lei è l'unico professore a non essersi presentato qui- rispose prontamente. -Se adesso si trova al suo capezzale significa che Silente glielo ha chiesto-
-Hai letto la pergamena che ti ho dato?- chiese Moody, voltandosi verso di lei.
Alyssa sbattè le palpebre e corrugò la fronte spaesata, fece un passo indietro guardandolo sorpresa. -Ehm...no...non l'ho letta- 
Ci fu un momento di silenzio, poi il professore si voltò di nuovo verso Theodore. -Dovresti andare a leggerla. Domani dovrai far vedere di che pasta sei fatta- 
-No professore, ci ho riflettuto e non voglio abbassarmi ai loro livelli. Per questo ho dato la pergamena a Theodore, senza neanche aprirla- disse Alyssa con fermezza e con un vago tono fiero. 
Moody si voltò nuovamente verso di lei con il volto piegato in una smorfia d'irritazione e Alyssa fece un altro passo indietro, per mettere più distanza tra loro.
-Sei proprio una stupida, Black. Ti avevo dato un'ottima possibilità- borbottò il professore, probabilmente non urlò solo perché non voleva farsi udire dagli altri pazienti dell'infermeria.
-E la ringrazio, professore. Voglio essere fedele a me stessa- rispose Alyssa, con fermezza.
Un rumore di passi fece voltare Alyssa verso la fine del separé e rimase sorpresa nel vedere Silente avvicinarsi a loro, con la sua solita aria tranquilla. Appena il preside la vide, le fece un sorriso gentile e si avvicinò al letto di Theodore. 
-Buongiorno signorina Black, vedo che non ha passato la notte a riposarsi- disse Silente, continuando a scrutare il volto di Theodore. 
La ragazza arrossì ma nessuno dei due uomini la stava più guardando, troppo intenti a guardare il corpo del ragazzo steso sul letto. 
-Vada a riposarsi, signorina Black. Dopo dovrà essere in forma per la cerimonia di consegna delle uniformi, qui ci pensiamo io e il professor Moody- disse il preside, alzando finalmente gli occhi su di lei. 
Alyssa capì che quello era un invito gentile ad uscire da lì per lasciarli parlare in piena libertà, perciò prese le sue cose e salutò i due uomini con fare frettoloso. 
Non appena furono lasciati soli, Silente guardò Moody e la sua solita aria tranquilla fu per scalfita dalla preoccupazione.
-Quale magia gli è stata inflitta?- chiese, indicando con un gesto del capo il ragazzo.
-Magia oscura, Silente. Va portato al San Mungo-
***
La sera ci aveva messo poco ad arrivare per lei, complice il fatto che dopo esser stata cacciata dal capezzale di Theodore si era ritrovata con Higgs, a studiare le nuove strategie. Si erano rintanati nella Stanza dei Ritratti per poi spostarsi nella Sala dei Sotterranei a causa dei soggetti dipinti che volevano dire la loro sui loro schemi. Nella Sala dei Sotterranei c'era più gente rispetto al luogo precedente, questo perché era di passaggio per arrivare all'entrata della Sala Comune dei Serpeverde, tuttavia non furono disturbati da nessuno studente che passava di lì. Solo Daphne si era avvicinata a loro per salutare Terrence. 
La riunione con la squadra invece durò più del previsto, Terrence aveva convinto Alyssa a dire ciò che Astoria aveva scoperto e passarono quindi tutto il tempo a studiare gli schemi a memoria perché - come disse Belby - "Io non voglio fare la figura del mammalucco" e in fondo tutti concordavano con lui. Quando le sei del pomeriggio si fecero più vicine, la squadra si divise in fretta per tornare nelle rispettive Casate a indossare la divisa scolastica e correre in Sala Grande.
Alyssa e i gemelli furono gli ultimi a entrare nella Sala, dal tavolo di Tassorosso Megan li salutò sorridendo e i tre ricambiarono mentre andavano a sedersi accanto a Lavanda e Lee.
-Pronti ragazzi?- chiese Lee, guardandoli eccitato. -Ieri la McGranitt mi ha chiesto di commentare questa partita, non vedo l'ora!- 
-Io farò il tifo per voi dagli spalti- disse prontamente Lavanda, anche lei vagamente elettrizzata. -Non vedo l'ora di utilizzare quel nuovo fuoco d'artificio dell'Emporio di Zonko quando vincerete-
Alyssa stava per rispondere alla sua amica ma si bloccò di colpo, quando vide Silente entrare nella Sala dalla porta laterale e avvicinarsi al leggio, seguito dalla McGranitt e da Vitious, i quali avevano in mano delle scatole in legno con lo stemma di Hogwarts, che posarono sullo sgabello posto di fianco al preside. Nella Sala cadde il silenzio, Fred fece segno ad Alyssa di guardare il tavolo di Corvonero, dove Jean-Marc Dubois la fissava con il calice alla mano e non appena si rese conto che il suo sguardo era ricambiato, alzò il calice verso di lei come a brindare. Un sorrisetto di scherno comparì sul viso di Dubois, Alyssa strinse le labbra facendole divenire una linea sottile e ricambiò il gesto del calice, giusto per non passare da stupida. Subito dopo nella stanza entrarono Madame Maxime e Karkaroff seguiti da Fleur Delacour e Viktor Krum, i quali anche loro avevano tra le mani delle scatole in legno adornate dagli stemmi di Durmstrang e di Beauxbatons. Silente salutò con un sorriso i due presidi stranieri e si voltò verso la Sala gremita.
-Miei cari buonasera- disse Silente, sorridendo affabile. -So bene che questo momento era più atteso del tacchino della domenica- disse, ridacchiando della sua stessa battuta. -Ebbene la vostra attesa sarà presto ripagata- fece cenno a Madame Maxime e Karkaroff di avvicinarsi a lui, segno che la prima squadra presentata sarebbe stata quella ospite. -Iniziamo allora con la formazione di Durmstrang-Beauxbatons- si schiarì la gola e sorrise. -Il capitano è il cercatore Jean-Marc Dubois!-
Dai tavoli di Corvonero e Serpeverde partì un applauso dalle delegazioni ospiti e Jean-Marc si alzò trionfante dal suo posto per avvicinarsi a Madame Maxime la quale, con un colpo di bacchetta, aprì la scatola da cui prese una divisa da Quidditch. Era per metà rosso porpora e per metà color azzurro, non si abbinavano per nulla e Lavanda ridacchiò a quella vista. Jean-Marc si posizionò a un lato della Sala e guardò Silente.
-Il vice capitano è il battitore Branimir Iarchenko!- 
Il ragazzo si alzò dal tavolo di Serpeverde con aria fiera, non c'era più nulla di quel ragazzo che importunava la sua amica e quando arrivò da Karkaroff per prendere la sua divisa, Alyssa pensò che non doveva essere poi così male. Branimir si mise accanto a Dubois mentre Silente prendeva nuovamente la parola.
-I cacciatori sono Julie Durand, Camille Mercier e Ivan Kostov!- 
I tre ragazzi si alzarono, si avvicinarono ai propri presidi e presero anche loro le divise. Alyssa guardò le due francesi e il bulgaro che ricoprivano il suo stesso ruolo, dimostravano sicurezza e si chiese stupidamente se tutta la partita non servisse ad altro che far fare loro la figura degli stolti.
-Il secondo battitore è Nikolay Ivanov!- 
Ivanov si avvicinò deciso e prima di prendere la sua divisa, si voltò con un ghigno verso i gemelli Weasley. Fred e George si guardarono e Fred non perse tempo, ripropose una parodia del volto di Ivanov e tutte le persone di fianco a loro risero di gusto.
-Il portiere è Gabriel Bonnet!- 
Un bel giovane dai capelli castani si alzò dal tavolo di Corvonero e fece esattamente come gli altri suoi compagni.
L'applauso terminò e Alyssa guardò prima Fred e poi George, come a voler trovare la forza e la determinazione che avevano manifestato i loro avversari. D'istinto si voltò verso il tavolo di Serpeverde e, nonostante sapesse che Theodore non fosse presente, non vederlo lì la fece star male. Tuttavia incontrò lo sguardo di Higgs e di Urquhart, che le sorrisero fieri.
-Bene complimenti Durmstrang-Beauxbatons- disse Silente con un sorriso e guardò Jean-Marc. -E ora, tocca conoscere la formazione di Hogwarts!- 
Un boato partì dai quattro tavoli di Hogwarts, Ron, Harry e tutti gli altri ragazzi di Grifondoro guardarono Alyssa e i gemelli Weasley, applaudendo con vigore. Silente sorrise e per un attimo si godette lo spettacolo dei suoi studenti che applaudivano la scuola, poi dovette schiarirsi la gola e far segno di placare gli animi per poter prendere parola.
-Il capitano di Hogwarts, è la cacciatrice Alyssa Sophie Black!- 
Dal tavolo di Grifondoro partirono urla e battiti di mani, qualcuno si era permesso di tamburellare sul tavolo mentre la diretta interessata si alzava dal suo posto e con grazia e fierezza si avvicinava alla McGranitt, che applaudiva come i suoi studenti. Con un colpo di bacchetta, Vitious aprì la scatola in legno e richiamò la McGranitt. La donna parve rinsavire quando si ritrovò Alyssa davanti a lei e le sorrise, mentre prendeva dalla scatola la sua divisa di Hogwarts. Era una divisa simile a quella di Durmstrang-Beauxbatons ma totalmente diversa per quel che riguardava la tinta del tessuto, nel loro caso nera, con solo lo stemma di Hogwarts al centro del busto a dare un po' di colore. Alyssa l'afferrò e si mise al lato opposto rispetto a quello degli avversari.
-Il vice capitano è il cacciatore Terrence Higgs!- 
Terrence si alzò con fierezza dal tavolo di Serpeverde, dove i ragazzi stavano applaudendo il loro compagno. Terrence andò dalla McGranitt a prendere la sua divisa e si mise alla destra di Alyssa. 
-Il terzo cacciatore è Marcus Belby!- 
Dal tavolo di Corvonero il diretto interessato si alzò tra i cori dei compagni e andò a prendere la sua divisa. Si avvicinò ai suoi compagni di squadra e sorrise loro prima di mettersi al fianco di Terrence. I cacciatori avversari li guardarono e parlottarono tra loro ridacchiando.
-Ridete, ridete pure. Domani non riderete più- borbottò Terrence, mentre sorrideva sornione alle due francesi. 
Alyssa e Belby si guardarono ridacchiando ma tornarono subito seri e attesero che Silente continuasse. 
-I battitori sono Frederick e George Weasley!- 
Di nuovo i Grifondoro ulularono mentre Fred e George si alzavano e con un inchino iniziarono a danzare fino ad arrivare davanti la McGranitt, che li guardò con sguardo tralice mentre porgeva loro le divise. Si misero accanto ai loro compagni e mandarono dei baci volanti ai battitori bulgari. 
-Il portiere è Andrew Urquhart!- 
Daphne gli diede una pacca amichevole e Andrew si alzò con i festeggiamenti dei Serpeverde di sottofondo, raggiunse la professoressa di Trasfigurazione e poi andò accanto ai gemelli. 
-E infine il cercatore è Megan Lynn Jones!-
Megan si alzò con un sorriso angelico e saltellò verso i professori. Alyssa si voltò verso Andrew e non si sorprese nel vederlo trattenere il respiro, scosse il capo e tornò a fissare la squadra avversaria. Jean-Marc rise nel vedere Megan, sicuramente stava pensando che in fondo sarebbe stata una passeggiata per lui.
-Quel sorrisetto glielo facciamo togliere- sbottò Terrence, ormai nervoso dal comportamento degli stranieri.
-Oh si- disse Andrew, che aveva lo sguardo irritato fisso su Dubois. -Anche a suon di pugni in faccia-
Silente guardò prima la squadra di Durmstrang-Beauxbatons poi quella di Hogwarts e sorrise. -I capitani e i loro vice, si avvicinino per la stretta di mano- 
Terrence e Alyssa si avvicinarono davanti al leggio e così fecero Jean-Marc e Branimir. Alyssa e Jean-Marc si guardarono in cagnesco prima di darsi la mano, agli occhi degli altri dovevano sembrare due amici ma la verità era che non vedevano l'ora di battersi su un campo da Quidditch. Si lasciarono le rispettive e guardarono gli spettatori con finti sorrisi.
-Che vinca il migliore!- esclamò Silente, battendo le mani.
***
Il Rutto di Rospo era stracolmo quella sera ma non se ne preoccupò, andò dritto verso il tavolo dove sedeva la donna e sbattè il pugno sul legno sudicio. La donna assottigliò le labbra irritata ma non alzò lo sguardo su di lui e bevve un sorso di cognac elfico. 
-Deduco che se siamo qui è perché tu hai sbagliato qualcosa- disse con una nota di sarcasmo. 
Barty sbuffò visibilmente irritato e si sedette davanti a lei. -Non ho sbagliato un bel niente! È colpa di quella stupida ragazzina, che ha dato la pergamena al fidanzatino- si portò una mano tra i capelli con fare nervoso. -Voglio essere fedele a me stessa- disse provando a imitare la voce della Black.
La donna alzò finalmente lo sguardo verso di lui e a Barty parve che vederla irrigidirsi. 
-Ha detto così?- chiese con indifferenza.
Barty annuì e continuò. -Si e quello scemo del fidanzatino ha letto la pergamena. Ma è possibile che l'incantesimo ha effetto in una notte?- sbottò guardandola. -È una statua di marmo, domani sarà portato al San Mungo e li verrà fuori cosa ha avuto- 
-Adesso ti fai problemi a utilizzare magia nera contro un minorenne?- lo sbeffeggiò la donna. -Dovevi pensarci prima, non credi? Comunque- prese un sorso di cognac. -Se il ragazzino ha letto la pergamena più volte e a distanza ravvicinata si, bastano poche ore-
-Fai tanto la simpatica. Chi è a Hogwarts sotto copertura sono io non tu!- sbattè il pugno sul tavolo, furioso. -Dobbiamo annullare, la ragazzina è intelligente non appena si saprà che magia ha colpito il ragazzo non ci metterà molto a fare due più due- 
-Ma andiamo! È figlia di Black- disse la donna, ridacchiando.
-Oh ma è anche figlia di Dahlìa, lo ricordi o te lo sei scordato? Quella lì oggi stava studiando un libro di Pozioni che ho visto consultare solo dalla Perks al San Mungo. Non possiamo eseguire la missione domani, è troppo rischioso e Silente è guardingo da quando è uscito il nome di Potter dal calice- 
-So bene di chi è figlia- rispose sprezzante. -Se pensi che non possa essere sicuro allora sarà il caso spostare-
Barty fu sollevato nel sentire quelle parole, si era aspettato di doverla convincere con qualsiasi stratagemma e invece lei aveva compreso il rischio. 
-Sono proprio curiosa di vedere cosa farai quando Silente ti chiederà di indagare sulla magia nera usata a Hogwarts- disse la donna con un ghigno. 
-Quelli sono problemi miei, Grace-


ANGOLO AUTRICE
Nuovo capitolo! Questa volta ero un fiume di idee, lo ammetto e non vedo l'ora di pubblicare il prossimo. Sì perché è già scritto e riletto, penso proprio che dopodomani sarà online. Passando a parlare del capitolo, direi che il primo paragrafo è quello che mi ha appassionato di più e vedremo come andrà il viaggetto di Orion e Sirius. Nel frattempo godiamoci la partita di Quidditch del prossimo capitolo!
Fatemi sapere cosa ne pensate

_L_Black_

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 - Partita ***


Capitolo 31
 
Oltre ogni previsione, riuscì a dormire come se non dovesse giocare alcuna partita. Si era alzato dal letto riposato come un orso appena uscito dal letargo e aveva indossato la divisa della squadra di Hogwarts, canticchiando una canzone dei Boys from Scotland*. Accarezzò orgoglioso lo stemma posto al centro del busto e sorrise, mentre si guardava allo specchio. Non vedeva l'ora di scendere in campo e di togliersi finalmente quel peso sulle spalle. Certo, Alyssa tra loro era colei che aveva più pressione addosso ma di certo non erano da meno. Da quando era stato scelto come vice capitano, i Serpeverde erano tutti fieri di lui e di Urquhart, non c'era compagno che non lo salutava al suo passaggio e persino Lise, la quale era sempre stata una ragazza sulle sue, gli si avvicinava per scambiare qualche parola. Si voltò verso i suoi compagni di stanza, Tiger e Goyle stavano ancora dormendo mentre Andrew era già in piedi e stava indossando la sua stessa divisa. Quest'ultimo, sentendosi osservato, alzò gli occhi su di lui e lo guardò con fare interrogativo.
 
-Tutto bene, Terrence?- gli chiese infatti, mentre si allacciava i parastinchi. 
 
-No niente- disse tranquillo. -Volevo vedere come stavi messo- esclamò, tornando a guardarsi allo specchio.
 
Andrew lo guardò torvo e si alzò, per rimirarsi accanto al compagno di stanza -Devo dire che queste divise sono davvero belle- commentò Andrew, guardando lo stemma di Hogwarts.
 
-Dovrebbero farle così anche per le squadre delle case- disse Terrence annuendo. -Beh, andiamo. Dobbiamo fare un ultimo briefing- disse, dando una pacca sulla spalla al ragazzo come a dirgli darsi una mossa.
 
-Tu e la Black vi siete proprio trovati. Stacanovisti insieme- borbottò Andrew prima di avviarsi alla porta. 
 
Terrence ridacchiò a quell'affermazione, non era la prima volta che lui o i gemelli Weasley lo dicevano e ormai si era abituato a quella routine fatta di Quidditch e di riunioni per scegliere le strategie migliori. Non l'avrebbe mai ammesso neanche se fosse stato sottoposto alla maledizione cruciatus ma quella squadra così eterogenea, non gli dispiaceva affatto. Odiava gli Weasley ma non poteva negare che come battitori fossero degli ottimi giocatori.
 
-Andiamo- rispose Terrence. -Vorrei rifare un allenamento solo per te. Ti vedo troppo preso dalla nostra cercatrice- ghignò nel dirlo e si godette le guance del suo compagno diventate rosse.
 
-Non hai capito niente- borbottò Andrew, mentre usciva quasi di corsa dalla stanza.
 
Terrence scosse il capo divertito e seguì il ragazzo fuori dalla camera, con il russare di Goyle in sottofondo. Quando misero piede in Sala Comune i pochi presenti iniziarono ad applaudirli, sia Terrence che Andrew fecero un inchino giocoso al cospetto dei compagni e uscirono dalla stanza per sbucare nel corridoio dei Sotterranei. Chiacchieravano del più e del meno mentre si avvicinavano alle scale che li avrebbe condotti nel corridoio dei seminterrati. Avevano scelto quella strada per poter passare davanti al passaggio usato dai Tassorosso e infatti trovarono una Megan Jones intenta a rimirare il suo manico di scopa, ad attenderli vicino a un quadro di natura morta. La ragazza aveva indosso la loro stessa divisa e i capelli biondi erano raccolti in una treccia alla francese che la faceva sembrare più slanciata, appena li vide le sue labbra di distesero in un sorriso e a Terrence non servì neanche voltarsi verso Andrew per sapere che aveva smesso di respirare.
 
-Buongiorno ragazzi! Mia cugina Gwyneth mi ha prestato uno dei suoi manici di scopa- disse la ragazza, facendo vedere loro una scopa firmata Tornado. -Ha detto che se voglio posso tenerla, non è bellissima?-  sospirò e strinse il suo manico di scopa tra le braccia come fosse un peluche.
 
-Bene, Jones sfrutta bene la velocità di questa scopa oggi, è un grosso punto a nostro favore- esclamò Terrence. -Andiamo dai. Ho una fame-
 
-Anche io ho fame sai?- disse Megan. -Potremmo fare colazione insieme. Che ne dici Andrew?-
 
Andrew sobbalzò quando sentì Megan rivolgersi a lui, si grattò la nuca imbarazzato e annuì con troppo vigore. -Si, facciamo colazione insieme-
 
Terrence roteò gli occhi al cielo e fece segno ai due di camminare. Era imbarazzante vedere Andrew comportarsi in quel modo, soprattutto se lo faceva per una svampita come la Jones. Guardò l'orologio che aveva al polso e sbuffò quando si rese conto che erano terribilmente in ritardo sugli orari prefissati, la partita ci sarebbe stata alle undici e loro dovevano ancora rivedere gli schemi nominati la sera prima. I tre salirono la scalinata che portava al piano terra velocemente e, con altrettanta rapidità, arrivarono alle porte della Sala Grande. Dal tavolo di Grifondoro George Weasley fece segno loro di avvicinarsi ma, prima che Terrence potesse dire o fare qualcosa, Megan si allontanò da loro e saltellò verso i gemelli. I due Serpeverde si guardarono sconsolati e, loro malgrado, si avvicinarono al tavolo dei loro più acerrimi nemici. Megan si era già seduta accanto a Belby e aveva iniziato a fare colazione come se nulla fosse. 
 
-Dov'è la Black?- chiese Terrence, scrutando il tavolo alla ricerca della ragazza.
 
-Si è fermata nella Sala dei Trofei non so per quale motivo- rispose uno dei gemelli.
 
-Vado a cercarla allora, siamo in ritardo non possiamo perdere tempo- disse il Serpeverde, guardando l'orologio. -A tra poco e...Megan non mangiare così tanto. Devi essere...agile...per dopo- disse malcelando un tono sorpreso nel guardare Megan ingurgitare una quantità eccessiva di frittelle di mele.
 
-Tranquillo! Ho il metabolismo veloce- rispose la ragazza dopo aver ingoiato un grosso boccone. 
 
-Si vede- dissero gli Weasley, fissandola ammaliati. 
 
Terrence scosse il capo e lasciò il suo manico di scopa accanto a Andrew, che si era seduto di malavoglia accanto a Megan, poi uscì quasi di corsa dalla Sala per dirigersi alle scale principale. Era assurdo che il capitano, proprio lui, facesse ritardo alla riunione pre-partita e si chiese che cosa fosse passato per la testa di Silente quando aveva scelto la Black. Salì i gradini a due a due, odiando quelle maledette rampe di scale che cambiavano posto ogni due minuti e finalmente arrivò al terzo piano. Superò velocemente l'aula di Incantesimi e la biblioteca fino ad arrivare alla porta della Sala dei Trofei. Era pronto a farle una scenata, odiava il ritardo nel Quidditch e non si sarebbe fatto scrupoli a farglielo notare. Tuttavia quando la vide si bloccò, era pronto a discutere con lei, lo era davvero ma le parole morirono in bocca prima che lui potesse anche solo pronunciarne una. Alyssa stava guardando qualcosa, forse un trofeo, con una determinazione tale che si sentì in colpa di essere piombato lì a darle fastidio. Terrence la raggiunse senza fare troppo rumore e non appena fu al suo fianco, Alyssa voltò lo sguardo sul ragazzo e Terrence, rendendosi conto di essersi avvicinato troppo, fece un passo indietro imbarazzato. 
 
-Ehm- cominciò, grattandosi la nuca impacciato. -Siamo in ritardo- disse guardando la punta dei suoi stivali.
 
Alyssa sorrise divertita da quell'imbarazzo e si voltò nuovamente verso la foto che stava ammirando. Solo allora Terrence alzò gli occhi sul motivo per il quale la Grifondoro fosse lì e fu sorpreso di notare che l'oggetto di tanto interesse, fosse una foto della squadra di Serpeverde. Una squadra del 1979.
 
-Vedi questo?- disse la ragazza, indicando un giovane Serpeverde al centro della foto.
 
Terrence assottigliò lo sguardo per poter vedere meglio e annuì sbigottito. I lineamenti erano a lui familiari e solo dopo qualche secondo si rese conto che il giovane ritratto, era molto simile a Orion Black.
 
-È mio zio Regulus- disse Alyssa con naturalezza. -È stata scattata dopo aver vinto la Coppa di Quidditch nel '79, era un grande cercatore. Fu chiamato dai Falcons, sai?- 
 
Terrence negò con un gesto del capo e guardò la ragazza senza proferire alcuna parola, all'improvviso la fretta per la riunione prima della partita era scomparsa.
 
-Ho deciso di giocare a Quidditch dopo aver visto un suo trofeo. Mi ero così fissata di voler giocare che mio nonno si prestò ad allenarmi per un estate intera. Volevo essere anche io un motivo d'orgoglio per i miei nonni. Quando ho avuto il mio provino venni qui a vedere questa foto e da allora prima di ogni partita, che sia il giorno prima o appena un'ora, io vengo qui e lo guardo- spiegò Alyssa, tenendo gli occhi fissi sulla figura di Regulus Black. -In fondo ho sempre saputo di dover competere con il suo fantasma e mi sembrava giusto, lottare anche in questo ambito- 
 
Il sospiro della ragazza fu impercettibile ma Terrence lo notò comunque.
 
Il ragazzo la guardò. -Quindi giochi a Quidditch solo perché vuoi competere contro tuo zio?- chiese, notando solo in quel momento una somiglianza della ragazza con  la figura della foto.
 
Alyssa negò con un cenno del capo. -Forse all'inizio era così. Avevo anche avuto in regalo una scopa nuova, più veloce rispetto a questa, poi ho capito che il mio era soltanto il bisogno di avere un legame con lui- 
 
Rimasero in silenzio per qualche decina di secondi che a Terrence parvero un'infinità di minuti, lui guardava lei e lei ammirava la foto. Poi Alyssa si voltò verso verso il ragazzo sorridendo imbarazzata. -Scusa se ti ho tediato con queste cose. Andiamo a vincere questa partita- disse con fare frettoloso, forse per nascondere a Terrence l'emozione che quella foto le provocava ogni volta.
 
-No...stai tranquilla- mormorò Terrence, impacciato. -Andiamo- disse sorridendo.
 
I due ragazzi uscirono dalla Sala e si diressero verso le scale. Aver visto quella foto aveva dato a Terrence una carica in più rispetto a prima, il solo fatto che Regulus Black all'epoca fu chiamato dai Falcons, gli fece ricordare che da tempi immemori Hogwarts proponeva ottimi giocatori di Quidditch. Loro, se erano stati scelti per le proprie squadre, perché non potevano vincere? Sollevato da quei pensieri, si ritrovò a cantare la canzone dei Boys from Scotland che aveva canticchiato giusto qualche ora prima e Alyssa lo seguì intonando il ritornello, regalandogli una performance degna di un palco.
 
-Ti piacciono i Boys from Scotland?- chiese Terrence sorpreso.
 
-Chi pensa che i Boys from Scotland siano passati di moda e che le Weird Sosters sono il meglio è solo perché non hanno mai sentito Janie, Don't take your love to town*- rispose con sicurezza. 
 
Terrence sorrise.
 
***
 
Dall'interno dello spogliatoio poteva sentire i cori e le urla degli spettatori. Era seduta sulla panca con lo sguardo perso a fissare il legno della sua ormai vecchia Nimbus, mancavano giusto pochi minuti e poi Madama Bumb li avrebbe chiamati per entrare in campo. Fece un sospiro che riecheggiò nel silenzio dei suoi compagni di squadra e si alzò dalla panca. Megan voltò subito lo sguardo su di lei e diede una gomitata ad Andrew per far sì che seguisse il suo esempio, Terrence la fissava con una strana luce negli occhi che non riuscì ad interpretare mentre i gemelli e Belby erano intenti a sbirciare gli spettatori da un buco sul muro. 
 
-Ragazzi- esclamò Alyssa per richiamare i tre.
 
Fred, George e Marcus si avvicinarono al resto del gruppo, Alyssa li guardò in volto uno ad uno e non le ci volle molto per potervi leggere la stessa tensione che attanagliava anche lei. 
 
-Sono state settimane intense, non avevamo mai giocato insieme e prima ancora di poter anche solo pensare di essere una squadra, abbiamo dovuto conoscerci e capirci- sorrise. -Direi che ci siamo riusciti in modo egregio e vi ringrazio per aver fatto un passo indietro, lasciando l'orgoglio per la propria casata da parte per due settimane, anche se sappiamo tutti che Grifondoro sia la migliore- disse ghignando.
 
-Hey!- rispose Marcus, fissandola torvo.
 
-Piano con le parole Black o faccio fare i goal alle belle francesi- ribatté Andrew, con le braccia incrociate al petto.
 
-Non lo farai sul serio, vero Andrew?- chiese Megan, guardando l'amico agitata.
 
-No cara Megan- le rispose Andrew sorridendole dolcemente.
 
Alyssa alzò le mani a mo' di scusa mentre Marcus simulava un conato di vomito con sottofondo le risatine della restante parte del gruppo.
 
-Okay, diciamo che siamo tutti alla pari- ridacchiò compiaciuta. -Dopo questa partita torneremo ad essere dei Grifondoro, dei Serpeverde, dei Tassorosso e dei Corvonero ma ora siamo sotto un unico stemma. Dovete sapere che ero in preda al panico quando mi hanno dato questo incarico, ero nel pallone più totale ma adesso che vi guardo, so che le mie erano soltanto paure infondate.Terrence sei un grande cacciatore come anche tu Marcus, so che potrò fidarmi durante questa partita. Con voi Weasley non dovremo avere paura di nessun bolide, eravate la mia certezza prima e lo sarete anche dopo, mentre tu Andrew so che farai penare loro esattamente come fai penare me durante Grifondoro contro Serpeverde. Infine tu Megan sei stata una rivelazione, non hai mai giocato una partita importante ma confido in te al cento per cento per togliere quel sorrisetto del piffero a Dubois- sorrise alla ragazza e continuò. -Anche se non vinceremo, sappiamo che abbiamo fatto l'impossibile in sole due settimane e non come loro- disse indicando la porta comunicante con lo spogliatoio dove Dubois e Iarchenko stavano facendo un discorso ai loro compagni. -Che si sono allenati per mesi. Saremo onesti e fedeli a Hogwarts, i nostri compagni e i professori lo sanno, a noi basta questo-
 
I ragazzi applaudirono e Alyssa si rincuorò, vedendo che tutti avevano apprezzato quelle poche parole di conforto che era riuscita a dargli.
 
-Ragazzi, cantiamo l'inno di Hogwarts!- esclamò una Megan sorridente.
 
-E perché dovremmo?- chiese Marcus, inarcando il sopracciglio.
 
-Perché è divertente, dai facciamolo- Megan si drizzò come se fosse su di un palco, dove la platea dinanzi a lei stesse solo aspettando che iniziasse a cantare. -Hogwarts Hogwarts del nostro cuore, te ne preghiamo...- 
 
Alyssa la fissò indecisa sul da farsi e anche gli altri erano della stessa idea.
 
-...Insegnaci bene, giovani, vecchi, o del Pleistocene,
La nostra testa riempi con tante cose interessanti...- continuò la Tassorosso mentre sorrideva ai gemelli che si unirono a lei.
 
-Perché ora è vuota e piena di venti,
Di mosche morte e idee deliranti...- si aggiunse il resto del gruppo, ormai preso dalla canzone e dal pathos che Megan ci metteva nel cantare. -...Insegnaci dunque quel che è richiesto,
dalla memoria cancella l'oblio,
Fai del tuo meglio, a noi spetta il resto finché al cervello daremo l'addio- cantarono in coro, dando più enfasi all'ultima parola.
 
Il battere di un paio di mani li costrinse a voltarsi verso la porta, dove Madama Bumb li fissava con un mezzo sorriso. Alyssa fece un respiro profondo, mentre guardava negli occhi la donna che aveva insegnato loro a volare al primo anno. La professoressa le sorrise incoraggiante, prima di tornare seria più per abitudine che per altro. 
 
-Ragazzi è arrivato il momento- disse guardandoli. -Portate in alto il buon nome di Hogwarts- quando i ragazzi le sorrisero assottigliò lo sguardo e incrociò le braccia. -Sarò comunque un arbitro imparziale- ghignò nel dirlo.
 
Il sorriso della squadra svanì del tutto mentre la professoressa di volo usciva, per andare a chiamare anche i loro avversari. Alyssa afferrò il suo manico di scopa e, come fosse un tacito richiamo, anche gli altri la imitarono. Nello stesso istante i francesi e i bulgari uscivano dal loro spogliatoio, Alyssa e Jean-Marc si guardarono in cagnesco e per un attimo ai presenti parve di essere di troppo in quell'incontro silenzioso. Madama Bumb fece loro strada lungo il corridoio che li avrebbe condotto al campo da Quidditch, man mano che si avvicinavano il boato degli spettatori diventava sempre più assordante, tanto che non udì l'imprecazione di Terrence il quale era stato spinto da una Megan fin troppo emozionata.
 
-Mettetevi in fila, i capitani per ultimi- esclamò Madama Bumb mentre lanciava uno sguardo prima a lei poi a Jean-Marc. 
 
Ci fu un attimo di trambusto mentre prendevano posizione e Madama Bumb alzò gli occhi al cielo quando vide Megan saltellare, ignorando di essere ingombrante con il suo manico di scopa. Poi tornarono nel silenzio più religioso mentre anche al di fuori, la platea divenne più silenziosa, segno che stavano per presentarli.
 
-Sono onorato di essere stato chiamato a celebrare il discorso d'inizio a questa partita- esclamò una voce che ad Alyssa le ricordò quella di Ludo Bagman. -Un evento unico e irripetibile nella storia del Torneo Tremaghi ed è giusto dare ai nostri cari studenti la piena possibilità di viverla. Per questo non sarò io a commentarla ma bensì uno che di questo mestiere se ne intende, no?- il tono di voce fu scherzoso e Alyssa immaginò Bagman fare l'occhiolino a Lee Jordan. Nel frattempo lungo il corridoio, le due squadre salirono in groppa alle loro scope. 
 
-Con quela vechia scopa je ne sais pas se potrai sciocare bien- notò Jean-Marc, ghignando.
 
Alyssa gli scoccò un'occhiataccia. -Io mi preoccuperei più di prendere il boccino prima di Megan, caro Jean- esclamò laconica.
 
-Quela? Pff c'est ne pás problem pour moi- rispose ridacchiando mentre indicava Megan. 
 
Alyssa arricciò le labbra in una smorfia irritata ma non rispose alla sua provocazione, tenne lo sguardo fisso sulla schiena di Megan mentre provava a concentrarsi.
 
-Eccoci qui signore e signori- la voce eccitata di Lee Jordan arrivò alle orecchie di Alyssa e per un attimo fu come se stessero giocando una qualsiasi partita di Grifondoro. -È il vostro Lee Jordan che parla, l'unico e il solo a commentare le partite di Hogwarts ma bando alle ciance e presentiamo queste squadre- fece una pausa, forse per moderare l'emozione con cui la voce lo tradiva, poi riprese. -È per me un onore, presentarvi la squadra di Durmstrang-Beauxbatons!- l'applauso fu accompagnato da urla e da cori in francese e in bulgaro. -I cacciatori, Durand, Mercier e Kostov, i battitori Ivanov e il vice capitano Iarchenko, il portiere Bonnet e il cercatore nonché capitano, Dubois!-
 
Jean-Marc sfrecciò accanto a lei, non degnandola neanche di uno sguardo ma non se ne preoccupò e tirò un sospiro di sollievo quando si ritrovarono solo loro di Hogwarts.
Il boato assordante che accompagnò l'entrata di Jean-Marc le ricordò che era a un passo dalla fine, drizzò la schiena e alzò il mento con aria fiera.
 
-Si si applaudite pure- disse Lee spicciolo. -Ma non lo farete più quando entrerà la FANTASTICA SQUADRA DI HOGWARTS!-
 
Alyssa sorrise, sentendo gli applausi dei loro sostenitori e le imprecazioni della McGranitt nei confronti di Lee. 
 
-Adesso permettetevi di presentarvi Hogwarts! I cacciatori Belby e il vice capitano Higgs, i battitori Weasley, il portiere Urquhart, la cercatrice Jones e la cacciatrice oltre che capitano Black!- 
 
Alyssa volò lungo il resto del corridoio fino a ritrovarsi nello spazio aperto che era il campo da Quidditch, lanciò uno sguardo sugli spalti dove i sostenitori di Hogwarts facevano sventolare le bandiere delle quattro case e fece un gesto con la mano come a salutarli. Volò fino a raggiungere la sua squadra, posizionandosi al centro della formazione. Le uniformi nere erano più sobrie rispetto a quelle scintillanti di Durmstrang-Beauxbatons, le due squadre sembravano rappresentare la notte il giorno e Alyssa pensò che quella diversificazione fosse stata scelta di proposito, perché Madame Maxime e Karkaroff non si sarebbero mai mischiati a loro. Fece schioccare la lingua sul palato, irritata mentre Jean-Marc la guardava con quel suo solito sorrisetto di scherno che la mandava sui nervi. Alyssa ricambiò con sguardo fiero, proprio nel momento in cui Madama Bumb si posizionava tra loro e lanciava un'occhiata prima lei poi Dubois. 
 
-Voglio un gioco pulito- assottigliò lo sguardo a cui ormai Alyssa era abituata. -Capitani, stringetevi le mani- 
 
Alyssa e Jean-Marc si avvicinarono l'uno all'altra fissandosi con astio, gli spettatori non potevano vedere quegli occhi furenti, i quali rappresentavano il segno che in fondo, il Torneo Tremaghi non stesse rafforzando nessuna relazione internazionale. Alyssa tese la mano verso Jean-Marc con sicurezza e non appena il ragazzo le strinse le dita tra le sue si divisero in fretta mentre la pluffa, i bolidi e il boccino d'oro venivano liberati.
 
***
 
Intercettò subito la pluffa, finita tra le mani della Mercier e puntò il manico di scopa verso la giovane francese, che correva in direzione degli anelli di Hogwarts, dove Urquhart era ben fermo a fissare la cacciatrice avversaria avvicinarsi. Durand, accortasi che la compagna di squadra aveva la Black alle calcagna, spalleggiò l'amica in modo tale da farsi passare la pluffa. 
 
-Ecco che la Pluffa è finita tra le mani della cacciatrice Mercier, la quale vola spedita verso gli anelli di Hogwarts, la Black l'ha quasi raggiunta. Ma ecco che Durand va a spalleggiare la compagna di squadra...un momento la Black sta rallentando-
 
Alyssa avendo notato l'arrivo di Durand, rallentò per dare la possibilità a Belby di afferrare la pluffa dal basso e si voltò velocemente verso gli anelli avversari. Quando la Mercier lanciò la pluffa verso l'amica Belby fu più veloce e l'afferrò, ignorando le imprecazioni nella sua lingua.
 
-Sì si, la pluffa è in mano a Belby che la passa velocemente alla Black, la quale sfreccia verso gli anelli di Durmstrang-Beauxbatons ma... ATTENTA AL BOLIDE!- 
 
Alyssa fece in tempo a voltare lo sguardo verso il bolide che Iarchenko le aveva lanciato e si capovolse, ritrovandosi per qualche secondo a volare a testa in giù. Non appena il bolide le passò sopra tornò in posizione normale, ignorando il capogiro che quel gesto fatto d'istinto le aveva procurato e lanciò la pluffa a Higgs quando si ritrovò Kostov a fianco.
 
-Ottima ripresa della Black che per poco non perdeva la pluffa a favore di Kostov. Vediamo ora sempre la Black passare la pluffa a Higgs, il quale accelera ma viene subito accerchiato dalle cacciatrici francesi-
 
Higgs lanciò uno sguardo ad Alyssa, la quale le fece segno di lasciarla cadere di sotto, dove Belby aspettava solo quel passaggio. Terrence si voltò verso Camille e le sorrise ammiccando, mentre lasciava cadere la pluffa tra le mani di Belby. Le due francesi si parlarono apertamente in francese prima di dividersi.
 
-Higgs passa la pluffa a Belby, ora il cacciatore di Corvonero è quasi agli anelli. Kostov fa per riprendere la pluffa ma ecco che arriva la Black-
 
Quando ormai era davanti agli anelli, Belby passò di getto la pluffa ad Alyssa, Kostov fece per raggiungerla ma la ragazza lanciò la pluffa in direzione dell'anello posto poco distante da lei. Bonnet si lanciò a parare il tiro ma ormai la pluffa era entrata.
 
-BLACK SEGNA AL TERZO ANELLO! DIECI PUNTI A HOGWARTS- 
 
Un mezzo sorriso trionfante spuntò sulle labbra di Alyssa mentre Bonnet andava a recuperare la pluffa, imprecando. Si spostò verso il centro del campo e diede il cinque a Belby, prima di avvicinarsi a Jean-Marc, ghignando.
 
-Vedi, Dubois? Dovresti preoccuparti dei tuoi compagni e poco della mia scopa- disse con aria di sfida.
 
Jean-Marc le schioccò un'occhiata gelida, il sorriso di scherno che aveva avuto sulle labbra fino a quel momento era finalmente scomparso, cosa che fece piacere alla giovane Black. L'idillio per quella piccola rivincita contro il francese però finì subito, lasciando spazio ad una battaglia tra cacciatori, dove i protagonisti non erano altro che Terrence e Kostov, che portava sottobraccio la pluffa. Alyssa si mise subito alle spalle di Kostov mentre Belby teneva a bada la Durand, che provava ad avvicinarsi al compagno di squadra bulgaro.
 
-Bel tiro capitano!- il tono squillante di Megan le diede fastidio ma lo ignorò, tenendo gli occhi fissi su Kostov.
 
-Grazie- rispose laconica.
 
-Volevo dirti che la mossa è stata buona, ma ora le francesi hanno deciso di tenere occupato Belby. Hanno capito che è lui l'anello di congiunzione tra te e Terrence- asserì la Tassorosso, ignorando il tono spicciolo di Alyssa.
 
Le parole di Megan ebbero l'effetto sperato e finalmente la bionda riuscì ad avere la piena attenzione di Alyssa, che rallentò per voltarsi verso di lei.
 
-E tu come lo sai?- chiese sbrigativa.
 
-Parlo francese, non ricordi?- le fece notare Megan, sorridendole.
 
-E MERCIER SEGNA! DIECI PUNTI A DURMSTRANG-BEAUXBATONS. La distrazione del capitano di Hogwarts ha giovato alla francese-
 
Alyssa voltò di scatto verso gli anelli di Hogwarts, dove Andrew stava riprendendo la pluffa e imprecò in barba alla sua solita compostezza.
 
-Va bene, Megan grazie. Vai a cercare quel fottuto boccino- disse sbrigativa, prima di puntare il manico di scopa verso Terrence.
 
Raggiunse il Serpeverde in un lampo, il ragazzo stava imprecando proprio contro di lei per non averlo aiutato a prendere la pluffa dalle mani di Kostov ma ignorò quel comportamento e si mise al fianco del ragazzo, che provava a raggiungere la Mercier.
 
-Potevi aiutarmi prima di chiacchierare con Jones!-
 
-Sanno che Marcus è il nostro collegamento- disse Alyssa, con lo sguardo fisso sulla figura della francese. -Stanno tenendo a bada Belby per metterci in difficoltà. Raggiungi gli Weasley e di loro di puntare sulla Durand, almeno fino a quando i cercatori non avranno sott'occhio il boccino, allora sposteranno le attenzioni su Dubois-
 
Terrence le lanciò un'occhiata veloce prima di tornare a fissare i movimenti della Mercier, lanciò uno sguardo a Belby ed effettivamente era ancora impegnato con la Durand. Annuì senza rispondere e rallentò per volare verso i gemelli.
 
-Black deve aver detto qualcosa di importante a Higgs, che lascia la sua corsa alla pluffa per andare dai loro battitori. Vediamo intanto il capitano di Hogwarts sfilare dalle braccia di Mercier la pluffa e volare verso gli anelli di Durmstrang-Beauxbatons. Una mossa azzardata considerando che Belby è braccato dalla Durand e Higgs impegnato in alt...ma che sta facendo?-
 
Alyssa sapeva bene il perché del cambio di atteggiamento di Lee. Megan stava volando piroettando con la sua scopa ma non ebbe il tempo di poter fare nulla al riguardo. Era troppo impegnata a tenere a bada Kostov e Mercier che ormai la stavano raggiungendo. Buttò un'occhio a Belby che era ormai bloccato ai margini del campo, con Durand a fianco. Era ormai arrivata agli anelli avversari, provò a centrare l'anello più alto ma Bonnet riuscì a prendere la pluffa e a lanciarla a Kostov.
 
-Black prova a centrare ma la pluffa viene intercettata da Bonnet. Che partita ragazzi! Bonnet lancia la pluffa verso Kostov ma Higgs si getta in picchiata, riesce a recuperarla, tira e... SEGNA! Signore e signori un lancio del tutto inaspettato che porta Hogwarts avanti di altri dieci punti! Ricordiamo che Hogwarts è a venti punti contro i dieci di Durmstrang-Beauxbatons-
 
Gli spettatori esultarono e le urla di gioia erano ben udibili anche dalla loro altezza. Terrence guardò Alyssa e quest'ultima gli sorrise apertamente prima di voltare lo sguardo sul bolide che George aveva lanciato a Durand, approfittando dell'attimo di distrazione scaturito dal lancio di Higgs.
Il bolide riuscì a disarcionare la francese, che cadde dalla scopa e diede la possibilità a Belby di avvicinarsi a Mercier mentre Bonnet lanciava la pluffa. Questa volta la Mercier riuscì a prenderla e a passarla subito a Kostov, che si voltò e volò in direzione degli anelli di Hogwarts. Nel frattempo la Durand risaliva in groppa alla sua scopa ma ormai aveva perso di vista il suo obiettivo. Belby si accostò a Kostov mentre la Mercier si affiancava al lato opposto del suo compagno di squadra.
 
-Un bolide fa cadere la Durand e Belby ne approfitta per andare a marcare Kostov. Il giocatore bulgaro è circondato, Black dall'alto e Higgs dal basso. Kostov passa la pluffa a Mercier che si lancia sugli anelli di Hogwarts, lancia...URQUHART LA BLOCCA!-
 
Alyssa tirò un sospiro di sollievo e fece segno dell'okay a Urquhart, che aveva tutta l'aria di essere tornato a respirare in quel momento. 
 
-La pluffa passa in mano alla Black, Mercier l'affianca, passa la pluffa a Higgs che vola verso gli anelli avversari ma Durand riesce a rubargliela e vola dalla parte opposta, evitando il bolide lanciato da Fred Weasley. Passa la pluffa a Kostov, Black prova a riprenderla ma viene colpita dal bolide di Ivanov che per poco non la fa cadere dalla scopa. Kostov ne approfitta e SEGNA! Venti pari- 
 
***
 
Le prime gocce di pioggia stavano subentrando al sole che quella mattina aveva inaugurato l'inizio della partita partita. Erano ormai due ore che quell'incontro andava avanti e le due squadre avevano lo stesso punteggio. Segnava Hogwarts e dopo poco segnava Durmstrang-Beauxbatons, nessuna privilegiava sull'altra e infatti il tabellone segnava sessanta pari. Alcuni degli spettatori avevano evocato degli ombrelli, per evitare che le deboli goccioline di pioggia li bagnasse, altri invece erano troppo intenti a guardare la partita per pensare anche solo di estrarre la bacchetta. 
 
Aveva deciso di non sedersi assieme agli altri professori, preferendo prendere posto tra gli spettatori esterni. Chissà perché quella stupida partita lo aveva messo di cattivo umore ma non poteva andarsene da lì come avrebbe voluto, doveva rimanere fino alla fine per recitare la parte del professore di Hogwarts.
 
-Ecco che Higgs passa la pluffa a Black, che supera Kostov, sta per tirare...IL BOCCINO È STATO CATTURATO!- 
 
Vide Alyssa frenare rapidamente e voltarsi verso i due cercatori. Assottigliò lo sguardo, per tentare di capire chi avesse preso il boccino e per un attimo gli tornarono in mente i tempi in cui lui era uno studente che tifava per la propria casata. 
 
-Vediamo tornare i due cercatori, al momento non riusciamo ancora a capire chi dei due abbia catturato il boccino...speriamo sia Hogwarts-
 
-JORDAN!- esclamò la McGranitt, furiosa.
 
-Okay okay...ma se vincesse Durmstrang-Beauxbatons saremmo felici lo stesso- disse cantilenando.
 
Vide la Black e Higgs scambiarsi delle occhiate divertite dal cantilenare di Jordan, molto meno i ragazzi ospiti. Scosse il capo irritato e guardò l'orario, impaziente di andarsene da lì. 
 
-PER LA BARBA DI MERLINO, JONES HA IL BOCCINO! HOGWARTS VINCE!- urlò emozionato, Jordan. -PRENDETE PURE QUESTA SNOB! IL PROSSIMO PASSO È LA COPPA TREMAGHI-
 
-JORDAN!- stavolta la McGranitt lo urlò solo per educazione nei confronti delle delegazioni straniere, visto che sorrideva e batteva le mani. 
 
Le due squadre tornarono a terra e vide Alyssa tendere la mano a Jean-Marc, quest'ultimo gliela strinse solo perché doveva ma alla ragazza si vedeva che non fregava nulla. Gongolava dalla felicità.
 
-Per certi aspetti è davvero simile a Regulus. Non credi?- disse una voce squillante accanto a lui.
 
Severus si voltò verso la voce per lui inconfondibile e difatti non fu sorpreso di trovare Jocelyn intenta a guardare i giocatori che esultavano sul campo. Roteò gli occhi e sbuffò contrariato, voleva rimanere da solo e di certo non si aspettava di ritrovarsi proprio lei accanto. Jocelyn lo guardò con la coda dell'occhio e ignorò lo sbuffare del suo amico.
 
-Stessa luce maniacale negli occhi- constatò, continuando a fissare la ragazza, che ora era al centro della squadra con una coppa tra le mani pronta per la foto. 
 
-Che cosa vuoi Joce?- sbottò Severus, irritato.
 
Jocelyn si voltò verso di lui, contrariata dal tono usato. -Dovrei chiederti cos'hai tu, Severus-
 
Severus non rispose e puntò il suo sguardo sugli spettatori delle prime file, che commentavano a gran voce la partita appena conclusa. 
 
-Che ci fai qui?- chiese, ignorando la domanda della sua amica.
 
-Potevo forse perdermi la partita Hogwarts contro Beauxbatons? No grazie, ci tenevo a vedere la disfatta della squadra francese- ghignò. -Certo, avrei preferito un capitano Serpeverde ma non posso lamentarmi, è stata una bella partita. A Regulus sarebbe piaciuta-
 
-La smetti di nominarlo?- disse d'impulso e pentendosene subito.
 
Jocelyn lo guardò e non ci volle molto a capire che provasse pena per lui. Serrò la mascella mentre lei sospirava affranta.
 
-Non credo che non nominarlo affatto sia la scelta migliore. Ho capito qual è il problema sai? Anche a me ha fatto uno strano effetto sentire sempre il cognome di Regulus durante la partita. Era dai tempi della scuola che non succedeva. So anche che un po' ti dai la colpa per il fatto che sia lui che Barty sono diventati Mangiamorte ma ricordati che non hai nessuna colpa su di loro. Regulus ha sempre avuto dei genitori che lo comandavano a bacchetta e Barty avrebbe fatto qualsiasi cosa per farsi notare da suo padre, sarebbe successo anche senza il tuo contributo-
 
Jocelyn parlò diretta, senza alcun giro di parole e Severus si stupì di non essere più abituato a tanta schiettezza. Fu come se per anni avesse dimenticato che in fondo anche Jocelyn aveva perso amici per quella guerra scellerata. Il problema era che i suoi amici erano finiti tutti nello schieramento sbagliato. Lei non meritava supporto alcuno, perché i suoi compagni erano diventati Mangiamorte e la loro dipartita non fu altro che gioia per tutto il mondo magico. 
 
-Scusami- quella parola uscì dalle sue labbra senza che potesse fermarla. Forse neanche voleva. 
 
Jocelyn si voltò verso di lui e gli sorrise gentile. -Severus, io nonostante tutto sono riuscita ad andare avanti. Dovresti farlo anche tu-
 
-Pff e a che pro?- chiese l'uomo, sbuffando. -Lei...- si bloccò, come se le parole successive fossero proibite e voltò lo sguardo verso i giocatori che stavano lasciando il campo. Non voleva che Jocelyn potesse guardarlo negli occhi.
 
-Lei non c'è, è vero. Però Severus, lei non c'era più da tempo- disse schietta. -So che è stato difficile perdere sia Lily che i tuoi amici ma in fondo io e Josie ci siamo ancora- 
 
-Lei è andata avanti? Sul serio? Joce non mi prendere in giro. La verità è che quel bel gruppo che eravamo a scuola ormai è passato- esclamò irritato.
 
-Senti, qui non è il luogo consono dove parlare di queste cose- Jocelyn non fece caso al tono che lui aveva utilizzato e Severus le fu grato di questo. -Potremmo andare ai Tre Manici di Scopa e chiacchierare, che ne dici? Come ai tempi in cui Potter e la sua combriccola di decerebrati ti prendeva di mira per i loro scherzi e noi facevamo altrettanto sulle loro scope- 
 
Severus non rise al ricordo di Minus appeso al Platano Picchiatore. Già solo il fatto che Jocelyn avesse nominato Potter, lo aveva irritato più di quanto già non fosse  eppure annuì alla richiesta della donna. Non l'avrebbe mai ammesso ma rivedere Jocelyn lo aveva fatto sentire meglio dopo anni.
 
-Perfetto! Andiamo prima di incontrare Maxime, non vorrei mi fermasse- esclamò la donna mentre si alzava dal suo posto.
 
-Conosci Madame Maxime?- chiese Severus, sgomento.
 
-Severus, ho insegnato Pozioni a Beauxbatons per tre anni, non ricordi che ti mandavo le lettere?- chiese Jocelyn, mentre saliva gli scalini.
 
Severus si bloccò e in quel momento si ricordò di un dettaglio non da poco, afferrò Jocelyn per un braccio e la costrinse a voltarsi verso di lui.
 
-Joce prima però dobbiamo andare in infermeria. Devi visitare un ragazzo- 
 
Jocelyn lo guardò torva. -Severus, Madama Chips sicuramente sa fare il suo lavoro-
 
-Il ragazzo è messo male, Joce- disse Severus, abbassando il tono di voce.
 
-E va bene, andiamo-
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
 
BUON ANNO A TUTTI! Finalmente la partita è conclusa e posso pensare alla seconda prova. Che si terrà tra due capitoli quindi preparatevi! 
Parliamo adesso del capitolo, vorrei soffermarmi soprattutto su Severus. La Rowling lo ha descritto come un uomo solo ma io ho immaginato che in fondo qualche amico tra i Serpeverde se lo era fatto. Ovvio che chiunque lui conoscesse non era Lily, questo va specificato.
 
Ora andiamo ai due asterischi che ho messo. I Boys from Scotland è un gruppo musicale inventato da me mentre la canzone citata da Alyssa è una canzone di Jon Bon Jovi.
 
Vi auguro ancora un fantastico periodo natalizio.
 
Al prossimo capitolo,
 
_L_Black_

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 -Sandwich al Pastrami ***


Capitolo 32
 
Le urla di gioia le rimbombavano nelle orecchie e intanto qualcuno, che poi scoprì fossero i gemelli Weasley, l'avevano presa in spalla mentre Belby e Urquhart facevano lo stesso con Megan. Terrence invece teneva la coppa tra le mani e un sorriso trionfante stampato sul volto. Hogwarts aveva vinto, loro avevano ce l'avevano fatta! Alzò gli occhi al soffitto sorridendo mentre si beava di quegli attimi idilliaci. Erano rientrati nello spogliatoio anche se nessuno di loro lo avrebbe utilizzato, quella divisa fosse stato per lei non se la sarebbe mai più tolta e ne era sicura, anche gli altri erano dello stesso pensiero. Terrence le passò la coppa dove Silente aveva fatto apparire la scritta "Hogwarts 1994" e la alzò trionfante mentre i suoi compagni intonavano l'inno di Hogwarts. Vorrei che questo istante non finisca mai, pensò ingenuamente. Era così felice che non si accorse nemmeno di essere osservata.
 
Orion Black la guardava appoggiato allo stipite della porta, con un meticcio dal manto nero che scodinzolava festante proprio alle spalle dell'uomo. Si era permesso di avvicinarsi agli spogliatoi per potersi congratulare di persona con la nipote ma quando l'aveva vista così felice con i suoi compagni, quell'idea gli era sembrata così stupida. Si sarebbe voltato se l'abbaiare festoso di Sirius non avesse fatto rigirare tutti i componenti della squadra a guardarli.
Alyssa fece segno ai due gemelli di farla scendere e si avvicinò al nonno sorridendo.
 
-Allora? Ti è piaciuta la partita?- chiese la ragazza, guardandolo.
 
-È stato un incontro fantastico, complimenti a tutti- rispose l'uomo, alzando il tono della voce sulle ultime parole, per far sì che anche gli altri potessero ascoltare i suoi convenevoli.
 
Sirius si avvicinò alla figlia e Alyssa sorrise prima di abbassarsi ad accarezzarlo. Il cane apprezzò le coccole della ragazza e abbaiò felice mentre dal canto suo Orion alzò gli occhi al cielo, non ancora abituato al comportamento irrequieto del figlio.
 
-Ha ringhiato contro i battitori bulgari quando ti hanno fatto cadere dalla scopa- disse l'uomo, facendo ridere la nipote. -Per il resto si è comportato da bravo cagnolino- esclamò ghignando.
 
La ragazza si alzò, non prima di aver dato un altro paio di carezze a Sirius e rise apertamente della battuta del nonno. Solitamente si era sempre comportata in modo composto ma quel giorno era troppo felice per i convenevoli. Un piagnucolare però la costrinse a smettere di ridere e a voltarsi verso una colonna in legno poco distante da loro. Orion alzò gli occhi al cielo ormai esasperato mentre Sirius abbaiò rabbioso verso il punto da cui proveniva il pianto. Alyssa guardò suo nonno subito dopo suo padre, prima di scoprire chi si celasse dietro la colonna.
 
-Kreacher vieni qui- ordinò Orion, perentorio.
 
L'elfo domestico uscì dal suo nascondiglio, in una mano aveva un vassoio colmo di quelli che Alyssa riconobbe sandwich al pastrami, e nell'altra teneva stretto il fazzoletto che usava per soffiarsi il naso con cadenza regolare.
 
-Kreacher ci teneva a farti avere i suoi sandwich. Siccome crede che gli elfi di Hogwarts siano degli incompetenti comandati da dei filobabbani, pensa che tu sia sciupata e per questo ne ha fatto un centinaio- le spiegò il nonno con evidente esasperazione.
 
L'elfo si avvicinò a lei commosso, mentre ormai tutti i suoi compagni di squadra si stavano godendo la scena tragicomica di Kreacher con i sandwich in una mano e il fazzoletto nell'altra. Alyssa arrossì quando il nonno nominò i filobabbani e non volle voltarsi di proposito verso gli altri, troppo imbarazzata per farlo.
 
-Padroncina Alyssa, Kreacher le ha preparato i suoi sandwich preferiti- si soffiò rumorosamente il naso e continuò. -Kreacher voleva dire che è orgoglioso di essere il suo elfo domestico. Kreacher è l'elfo domestico più fortunato di tutto il mondo-
 
-Dai Kreacher...- borbottò imbarazzata. -Non esagerare-
 
Kreacher di tutta risposta si soffiò nuovamente il naso e le porse i suoi sandwich. Alyssa ne prese uno e lo addentò affamata, l'elfo la stava mettendo in imbarazzo questo era vero ma non avrebbe mai rinunciato ai manicaretti di Kreacher.
 
-Kreacher, offrili anche agli altri- esclamò Orion.
 
-Senza battute sui babbani- l'ammonì Alyssa, con uno sguardo che non ammetteva repliche.
 
Kreacher borbottò tra sé mentre si avvicinava al resto della squadra, che aveva puntato i sandwich come fossero acqua nel deserto. Mentre finiva il suo, il nonno le raccontava gli aneddoti dell'elfo così orgoglioso di lei che si fermava ogni tre per due davanti al quadro del suo antenato per raccontarglielo.
 
-Alyssa scusa il disturbo- esclamò Terrence, avvicinandosi a loro con il manico di scopa della ragazza tra le mani. -Volevo dirti che stiamo tornando al castello- le porse la scopa e si voltò verso Orion. -Buongiorno signor Black, è un piacere rivederla- disse porgendogli la mano.
 
Orion assottigliò lo sguardo e la strinse, impassibile. -Higgs vero? Sei il figlio di Ares Higgs del Comitato Eliminazione delle Creature Pericolose?- chiese anche se già sapeva la risposta.
 
-Si signore, è mio padre- rispose Terrence, impassibile. -Anche se adesso ha chiesto il trasferimento al Livello Tre-
 
Orion lanciò un'occhiata a Sirius, che fu prontamente ricambiata ma il ragazzo non se ne accorse. -Al Dipartimento Delle Catastrofi e degli Incidenti Magici?-
 
Terrence annuì incerto e lanciò un'occhiata ad Alyssa, per trovare supporto. La ragazza se ne accorse e guardò il nonno con rimprovero, l'uomo decise allora di lasciar perdere le questioni paterne di Terrence e cambiò discorso per far contenta la nipote.
 
-Hai fatto un gran bel tiro, durante la partita- si complimentò, mantenendo un tono distaccato. -Inaspettato-
 
-Grazie, signore- ringraziò Terrence laconico. -Adesso è meglio che vada, è stato un piacere-
 
-Anche per me, salutami tuo padre- rispose Orion, più per educazione che per reale voglia di mandare i suoi saluti ad Ares.
 
Rimasero in silenzio mentre i ragazzi della squadra se ne tornavano al castello festeggiando allegramente la vittoria di poco prima. Quando Kreacher tornò dai suoi padroni, questi gli ordinarono di tornare al numero dodici di Grimmauld Place ma non prima di essersi preso una carezza di ringraziamento da parte della ragazza. Rimasero così loro tre, Alyssa aveva ancora tra le mani la coppa e la fece vedere meglio a Orion e Sirius, tutta sorridente.
 
-È bella vero?- chiese, pur sapendo già la risposta.
 
-Molto- Orion guardò il suo orologio e sospirò affranto quando notò l'orario -Ora però Alyssa devo andare. Julius è in infermeria perché oggi spostano Theodore al San Mungo e siccome so già che ci sarà troppa gente da Madama Chips, lo raggiungerò direttamente in ospedale-
 
Il sorriso sulle labbra della ragazza s'incrinò, al suono di quelle parole. Il San Mungo? Inorridì a quel pensiero, le sue preoccupazioni delle settimane precedenti stavano diventando sempre più reali e se Theodore era costretto a dover andare al San Mungo significava che la situazione era ormai disperata. Ma ciò che le fece salire il groppo in gola, fu la consapevolezza di avere poco tempo per poter andare da lui, dopodiché forse non l'avrebbe più rivisto. Annuì e sperò con tutta se stessa che i suoi familiari non capissero quali pensieri le passassero per la testa in quel momento. Salutò suo nonno e diede una carezza al cane, rimase lì a guardarli camminare verso il villaggio di Hogsmeade e solo quando divennero un punto lontano si voltò per correre in direzione del castello.
 
Corse fino a perdere il fiato, ignorando i saluti della gente che incontrava, in testa aveva solo il timore di non riuscire ad arrivare in tempo e questo la distruggeva. Superò il cortile ed entrò nella Sala d'Ingresso, un brivido dovuto all'impatto con il calore dell'interno le corse lungo la schiena, si passò una mano sulla fronte e non si sorprese di trovarla madida di sudore. Il cuore le batteva all'impazzata nel torace e la milza iniziava a farle male. Tuttavia non interruppe la sua corsa e si fermò un momento solo quando arrivò davanti all'ingresso dell'infermeria.
Si appoggiò allo stipite della porta per riprendere fiato e lanciò un'occhiata al separé che nascondeva il letto di Theodore. Vide il signor Nott parlottare con Madama Chips o meglio, lui ascoltava cosa la donna avesse da dirgli ma gli occhi erano fissi sulla figura del figlio steso sul letto. La ragazza fece un respiro profondo per darsi coraggio e poggiò il suo manico di scopa su una brandina vuota, si avvicinò a passo deciso al gruppo di persone nascosto dal separé e solo quando lo superò, notò Piton, il preside e Moody assieme a una donna dall'aria familiare. Quest'ultima era intenta a visitare Theodore e con fare delicato, gli alzava il braccio per ispezionarlo meglio, incurante di ciò che le accadeva attorno.
 
-Confermo la teoria sulla magia oscura- disse la donna, continuando a visitare il ragazzo. -Va assolutamente portato al San Mungo, dovevate farlo subito, non capisco perché avete atteso fino ad ora- disse, alzando gli occhi per guardare il preside.
 
-Ce la farà?- chiese Nott. Il suo tono incrinato dalla preoccupazione, tradì la sua espressione imperturbabile.
 
-Difficile a dirsi- rispose la donna. -Sono una pozionista e il ragazzo ha bisogno di un guaritore. Io da sola non posso fare nulla-
 
-Cosa aspettiamo allora? Portiamolo subito al San Mungo!- esclamò Nott con urgenza.
 
Tutti potevano rendersi conto che l'uomo non aspettava altro se non rivedere il figlio in piedi ma Alyssa, che ricordava perfettamente il giorno in cui Jerenie Nott fosse morta, immaginava cosa stesse attanagliando Julius.
 
-Non è così semplice- la donna si alzò e legò alla bell'è meglio i suoi capelli biondi per poi tornare a guardare il ragazzo. -È troppo rigido, non può smaterializzarsi e non possiamo utilizzare passaporte-
 
-L'Espresso per Hogwarts?- propose Silente, guardandola.
 
-Ho paura che un viaggio così lungo potrebbe solo peggiorare la situazione- sospirò e alzò lo sguardo su Piton. -Dovremmo farlo rilassare. Severus hai qualcosa nel tuo laboratorio?-
 
L'uomo ci pensò su e negò con un cenno del capo. -No, ho usato tutte le mie scorte per farlo rilassare nelle scorse settimane-
 
-Non capisco, vi serve una pozione potente?- chiese Julius confuso.
 
-No, mi serve qualcosa che lo faccia rilassare giusto il tempo di prendere una passaporta-
 
-Ma allora va bene anche la Bevanda della Pace!-
 
Alyssa palesò così la sua presenza agli altri, che la guardarono sorpresi. Solo Moody non si scompose, forse l'aveva notata grazie al suo occhio di vetro.
 
-Black grazie di aver detto l'ovvio. Può andare- disse Piton, facendole segno di uscire. -Va preparata e bisogna muoversi-
 
-Ma no, intendo che io ho la Bevanda della Pace!- ribatté la ragazza, facendosi sempre più vicina. -L'ho fatta al club di Pozioni-
 
-Benissimo- disse Silente, sorridendole gentile. -Usiamola-
 
-Fatemi capire- esclamò il signor Nott con un tono che trapelava di irritazione. -Volete usare su mio figlio una pozione fatta da una studentessa? Silente spero tu stia scherzando-
 
Ascoltare Julius Nott parlare in quel modo la fece sentire inadeguata e stupida, per aver anche solo pensato di utilizzare la sua pozione. Evitò accuratamente lo sguardo del padre di Theodore e tenne gli occhi fissi sul professor Silente ignorando l'imbarazzo che stava provando in quel momento.
 
-Severus tu che ne dici?- chiese la donna, ignorando le affermazioni di Julius. -La ragazza è una tua studentessa, solo tu puoi dire se il prodotto può essere somministrato o meno- continuò, spostando lo sguardo sulla ragazza.
 
Piton la guardò per secondi che parvero minuti, nel gruppo ormai era calato il silenzio, segno che la scelta era tutta nelle mani del professore di Pozioni. L'uomo sospirò e si voltò verso la donna annuendo.
 
-Sì, è valida Perks- confermò. -Black valla a prendere-
 
La donna, che finalmente Alyssa riconobbe come la pozionista del San Mungo, le sorrise incoraggiante. La ragazza ricambiò quel sorriso e si voltò per uscire, diretta alla Torre di Grifondoro.
 
***
 
La musica risuonava nella Sala Comune ad un volume decisamente alto ma nessuno sembrava preoccuparsene più di tanto. Anche i quadri ballavano e chiacchieravano tra loro, alcuni raccontavano aneddoti ai ragazzi più piccoli mentre gli altri stavano avendo un'accesa conversazione con Nick-Quasi-Senza-Testa. Dei ragazzi del settimo anno avevano organizzato una vasta selezione di musica e Martin Hughes si occupava del giradischi. Fred e George si erano occupati del rinfresco e infatti Whiskey e vino elfico non stavano mancando come non mancava il cibo rubato dalle cucine. Alyssa si era convinta a partecipare alla festa solo grazie a Lavanda e a Hermione, che l'avevano costretta a uscire dalla loro stanza di peso. Era preoccupata per il giovane Serpeverde e il non sapere cosa avesse le faceva contorcere le viscere dalla paura. Anche se era rincuorata di saperlo li e non nell'infermeria  del castello, non era proprio dell'umore per festeggiare.
 
Era accanto al fuoco a sorseggiare il suo whiskey incendiario, guardava le fiamme alzarsi e abbassarsi a un ritmo tutto loro mentre l'alcool le infuocava la gola. Era una serata piacevole, con buona musica e buon cibo, tuttavia la mancanza di Theodore la faceva stare male. Quando Martin cambiò ancora il disco, mettendone uno delle Weird Sisters, alzò gli occhi al cielo stufa di sentirle e decise di avvicinarsi a Fred e George, che chiacchieravano accanto al buffet.
 
-Ecco il nostro capitano!- urlò George, alzando il proprio calice nella sua direzione.
 
La Sala alzò il proprio bicchiere seguendo l'esempio di Fred e Alyssa alzò il suo di riflesso, più per educazione che per reale voglia di partecipare per l'ennesima volta. Bevve tutto d'un sorso il suo contenuto e si appoggiò al tavolo.
 
-Mi sembra ieri che ti abbiamo iniziata al piacere degli alcolici- esclamò Fred e fece per asciugarsi una lacrima, fingendosi commosso.
 
Alyssa li guardò divertita, prima di afferrare un zuccotto di zucca e addentarlo con voracità. -Grazie miei maestri di vita- esclamò con rispetto, prima di scoppiare a ridere.
 
-Questo prenderci in giro non mi piace per niente- rispose prontamente George, divertito.
 
-Strano, a me si- ribatté Alyssa, facendogli la linguaccia.
 
George rise ma Fred non li stava ascoltando, troppo impegnato a guardare in direzione della finestra.
 
-Senti capitano, credo proprio che tu debba parlare con Harry- disse Fred, indicando il ragazzo seduto accanto alla finestra. -Penso non abbia preso bene il fatto che non abbia potuto giocare-
 
Alyssa guardò Harry e i sensi di colpa tornarono ad attaccarle il petto. Da quando era stata scelta come capitano, Harry si comportava in modo distaccato e questo non faceva altro che portare il suo già precario umore sotto il fondale del Lago Nero. Sospirò e si avvicinò al tavolo degli alcolici, dove Dean e Seamus stavano battibeccando su quale vino fosse il più buono ma dal colorito delle loro guance, Alyssa immaginò che erano buoni tutti per i loro gusti. Riempì il suo bicchiere e fece lo stesso con uno pulito per poi andare dal ragazzo, che guardava il cielo stellato come se attorno a lui non ci fosse nessuna festa.
 
-Hey- lo richiamò la ragazza, sorridendo.
 
Harry si voltò verso di lei e fece un sorriso che le parve tirato, si sforzò di ignorare quel gesto e si sedette accanto a lui.
Fuori la luna era piena.
 
-Chissà dove si trova- disse la ragazza, guardando il parco del castello immerso nel buio.
 
-Rinchiuso da qualche parte spero- rispose Harry sospirando.
 
-Non trovo giusto che non possa sfogarsi- ribatté Alyssa. -Ogni volta che torna sta peggio di prima, è ingiusto-
 
-Dimmi cosa è giusto- borbottò Harry contrariato.
 
La ragazza spostò lo sguardo su Harry e lo fissò tralice. -Non è colpa mia se non ti hanno fatto giocare. Avrei preferito te come cercatore e questo già lo sai-
 
-Si, lo so- rispose nervoso.
 
-E allora qual è il problema, Harry? Parlami potrei aiutarti-
 
-Il problema è che i professori non mi hanno fatto giocare per darmi tempo ed io non sono riuscito a risolvere l'enigma di quello stupido uovo!- rispose, dando un pugno al muro. -A questo punto era meglio che giocavo, almeno avrei fatto qualcosa di buono-
 
Alyssa sospirò e poggiò il capo sulla finestra, ascoltando tutte le preoccupazioni e gli sfoghi del ragazzo e lanciò un'occhiata all'uovo tenuto sul camino come un trofeo.
 
-Perché non chiedi a Cedric? Gira voce che lui l'abbia risolto-
 
Harry la fulminò con gli occhi e scosse il capo. -No grazie. Non voglio chiedere aiuto a quel belloccio-
 
-Lui non sa che ti piace Cho- disse Alyssa, guardandolo. -Non è una cattiva persona-
 
-Ma voglio farcela senza il suo aiuto, va bene o no?- esplose il ragazzo, facendola sobbalzare.
 
Alyssa sospirò nervosa ma decise di ignorare il suo comportamento -Senti Harry, ora non pensarci- disse, ricordandosi solo in quel momento di avere un bicchiere anche per lui e glielo porse. -Tieni, bevi-
 
-Cos'è?-
 
-Whiskey incendiario-
 
-Ma siamo minorenni!-
 
-Harry con tutto il rispetto, ne hai combinate di cose negli ultimi anni. Un po' di whiskey non penso ti faccia male-
 
Il ragazzo afferrò il bicchiere con non pochi scrupoli e assaggiò il contenuto, Alyssa trattenne una risata quando vide la sua smorfia di fastidio dovuta sicuramente al bruciore dell'alcool in gola.
 
-Non è male- disse poi, prima di finire il suo whiskey.
 
Alyssa gli sorrise e sorseggiò il suo. -Facciamo una cosa, domani faremo una riunione di cervelli e risolveremo questo enigma. Per questa sera però non ci pensare e goditi la festa-
 
Harry finalmente le sorrise sincero e annuì, decidendo di cambiare discorso -Comunque è stata una bella partita, davvero. Ma non capisco perché Megan abbia fatto quelle piroette-
 
-Vedi di Megan hanno sempre pensato che fosse stupida- sorseggiò il suo whiskey e continuò. -Lo ha fatto di proposito, voleva ancora dare l'immagine della ragazza svampita che loro avevano nella testa-
 
-Quindi ha solo ingannato Dubois- notò il ragazzo, sorpreso.
 
Alyssa annuì. -Si ma intendiamoci, lei un po' svampita lo è-
 
-Hey ragazzi- disse Lavanda, avvicinandosi a loro. -Abbiamo un problema, gli alcolici stanno terminando-
 
-Ed esattamente noi cosa c'entriamo?- chiese Alyssa fissandola torva.
 
-Niente ma i gemelli mi hanno chiesto se ti va di accompagnarci ad andarli a prendere nelle cucine. Questa sera ci sono in giro i prefetti di Grifondoro e Serpeverde, quindi sono dalla nostra parte basta che gli teniamo un po' di vino e burrobirra-
 
-Tu vuoi venire?- chiese la Black, voltandosi verso Harry.
 
-No, rimango qui e cercherò Ron per commentare la partita. Ero troppo giù per farlo prima-
 
Alyssa annuì e raggiunse i gemelli assieme a Lavanda. Uscirono dalla Sala Comune mentre George e Fred imitavano le due cacciatrici francesi, che si consolavano a vicenda. L'ilarità per la vittoria di Hogwarts aveva portato le quattro case a festeggiare già dall'ora di pranzo e solo l'intervento dei professori riuscì a placare una rissa tra i ragazzi di Durmstrang e alcuni studenti di Corvonero e Serpeverde. Le delegazioni estere infatti non avevano preso molto bene la sconfitta soprattutto Dubois, che non mandava giù il fatto di essere stato abbindolato da una ragazza come Megan.
 
Arrivarono al seminterrato usando alcuni passaggi sconosciuti alle ragazze e si ritrovarono davanti al quadro della natura morta, da lì potevano udire perfettamente la musica proveniente dalla Sala Comune dei Tassorosso. Lavanda stava quasi per fare il solletico alla pera ritratta ma delle risate li costrinse a fermarli.
Dalle scale che collegavano il seminterrato con i sotterranei, un gruppo di studenti di Serpeverde si stavano avvicinando ridendo.
Solo quando uscirono dalla penombra e furono vicino alla luce della fiaccola, Alyssa poté riconoscere Terrence, Andrew e Moon del sesto anno. I tre si bloccarono quando notarono i Grifondoro davanti al quadro e Terrence non appena la vide le sorrise.
 
-Ehilà capitano- esclamò il Serpeverde. -Anche voi a corto di alcolici?-
 
-Eh si- rispose Lavanda, prima di fare il solletico alla pera.
 
La pera rise e fece aprire il varco che portava alle cucine, i Grifondoro entrarono seguiti dai Serpeverde e Fred si avvicinò ad alcuni elfi per chiedere loro del whiskey e del vino.
 
-State festeggiando alla grande anche voi quindi- disse Terrence, che le si era avvicinato.
 
Alyssa si voltò verso di lui e annuì. -Direi anche troppo. Non so con che faccia mi presenterò a Pozioni domattina, fortuna che ho della pozione aguzzaingegno-
 
-Beh tu non hai problemi con Pozioni-
 
-Domani devo portargli un tema sulle proprietà dello zolfo collegate alle pozioni usate per le ustioni e non vorrei prendere un brutto voto- gli spiegò.
 
-Ah...non lo ricordavo- il volto di Terrence si fece preoccupato e Alyssa ridacchiò.
 
-Tranquillo è solo per me e Andrew. Con il club di Pozioni siamo molto avanti rispetto al resto della classe e questo ci porta ad avere compiti diversi-
 
Poco distante da loro i Grifondoro e i Serpeverde brindavano insieme in onore della vittoria, un'elfa si avvicinò a loro con due bicchieri colmi di vino elfico.
 
-A Blinky è stato ordinato di dare vino a voi-
 
I due ragazzi presero i calici e li alzarono verso gli amici per poi berne il contenuto.
 
-Mi hai fatto prendere un colpo- esclamò Terrence, ridendo.
 
Alyssa rise con lui e si lisciò il vestito viola, notando con sommo rammarico una macchia di vino. Terrence la guardò ma prima che potesse proferire qualsiasi parola, Andrew gli si avvicinò per dirgli che dovevano tornare in Sala Comune. I ragazzi così uscirono dalle cucine con ciò che dovevano prendere e nel frattempo, Alyssa raccontava i pianti del suo elfo domestico quando era stato costretto a tornare a Grimmauld Place.
 
-Fagli i complimenti, quei sandwich erano fantastici- le rispose Fred. -Penso che verrò a trovarti a Grimmauld Place quando tuo nonno riuscirà a dimenticare la parentesi delle scommesse-
 
-Vero, erano davvero buoni- convenne Terrence, con l'acquolina in bocca al solo ricordo di quelle prelibatezze. -Poi il sandwich con il pastrami è il mio...-
 
-È il mio preferito in assoluto- l'interruppe Alyssa, troppo impegnata a togliere la macchia con un incantesimo casalingo, per vedere l'espressione di Terrence. -Ragazzi andiamo?- disse guardando i gemelli e Lavanda. Questi annuirono e si avviarono verso il passaggio usato poco prima.
 
Si voltò verso le cucine -Buonanotte, ragazzi- esclamò Alyssa, sorridendo ai Serpeverde prima di scomparire dietro l'angolo.
 
Terrence rimase a guardarla, dalla Sala Comune di Tassorosso si sentivano le note di Janie Don't take your love to town.
 
***
 
Quella mattina il freddo era particolarmente pungente, dopo il giorno della partita il tempo era nettamente cambiato e non aveva più smesso di nevicare, per cui il parco del castello era sempre coperto di un manto di neve candida. Pochi ragazzi si addentravano all'esterno del castello durante la settimana e di sabato i Tre Manici di Scopa si riempiva di studenti che volevano scaldarsi con della burrobirra. Tutto ciò dalla Sala Comune dei Serpeverde non era neanche lontanamente percepito, potevano vedere i pesci nuotare nel Lago Nero come se nulla fosse e il calore dei caminetti non facevano mai sentire freddo ai ragazzi. Per quel motivo Terrence aveva deciso di uscire nel cortile per prendere un po' d'aria prima di andare a lezione. Quel giorno alle prime due ore avevano Pozioni e se prima non amava particolarmente seguire le lezioni di Piton, da qualche settimana erano diventate forse i suoi momenti preferiti. Inspirò a pieni polmoni l'aria pulita del mattino e guardò l'orologio, constatando con rammarico di essere costretto a dover lasciare il cortile per andare a fare colazione. Non era mai stato un tipo che si alzava di corsa per stare più tempo a consumare il primo pasto della giornata, gli bastavano cinque minuti per poter gustare il suo succo di zucca e qualche toast con spalmata sopra la medesima marmellata. Andrew e Tracey non facevano che prenderlo in giro per essere così monotono a colazione ma a lui andava bene così. Di sicuro non era monotono in nient'altro, poteva permettersi quel lusso la mattina. Rientrò nella Sala d'Ingresso e la oltrepassò per arrivare davanti la Sala Grande, entrò e con passo spedito andò a sedersi al tavolo della sua casata accanto ai suoi amici.
 
-Gira voce che hai dato buca ad Astoria, lo scorso sabato- esclamò Tracey, senza alzare lo sguardo su di lui, troppo intenta a spalmare la polpa di mandarini sul suo plumcake.
 
-Non esageri con gli zuccheri tu?- le chiese Terrence con tono canzonatorio, ignorando l'affermazione della ragazza.
 
-Com'è che svii i discorsi tu?- ribatté lei, utilizzando lo stesso tono del ragazzo.
 
Andrew rise e Terrence gli diede un calcio sulla gamba da sotto il tavolo. Tracey fu costretta ad alzare gli occhi sull'amico, segno che non poteva più sfuggire alle sue domande. Sbuffò e prese un toast per spalmarci sopra la marmellata di zucca.
 
-Dovevo studiare Aritmanzia- rispose atono.
 
-Ma si può sapere che cosa sta succedendo tra te e Astoria? Vi prendete e vi lasciate con la stessa velocità con cui gli Weasley s'ingozzano-
 
Terrence sospirò e lanciò un'occhiata alla ragazza seduta all'altra estremità del tavolo. Era da agosto che i due Serpeverde si frequentavano e già da subito c'erano stati i primi problemi di incomprensioni, tuttavia con alti e bassi erano sempre riusciti a gestirli.
 
-Che ne so? Ti ricordo che lei è pure andata al ballo con quel Boot di Corvonero-
 
-E tu con Laura Madley di Tassorosso- rispose prontamente Tracey. -Subito dopo il ballo però mi è parso di vedervi molto intimi davanti la Sala dei Sotterranei-
 
-Senti Tracey che ti devo dire? Dovevo davvero studiare- bevve un sorso di succo di zucca e continuò. -Vorrà dire che il prossimo sabato la inviterò di nuovo-
 
-Guarda che non devi fare un piacere a me-
 
-Se la voce però ti è arrivata significa che lei ci è rimasta male no? La porterò da Madama Piediburro e parleremo-
 
Tracey lo fissò per qualche secondo ma preferì non dire nulla e finirono la colazione in silenzio prima di alzarsi per tornare nei sotterranei. Poco più avanti rispetto a loro, Terrence notò tre Grifondoro che chiacchieravano dell'imminente prova del Torneo e di come l'avrebbe superata Potter.
 
-Ciao Megan!- disse Andrew, facendo un cenno con la mano alla bionda che si stava avviando verso Cura delle Creature Magiche.
 
-Per l'amor di Merlino, Andrew!- esclamò Tracey, fissando il ragazzo tralice. -Anziché fare l'amico potresti tranquillamente dichiararti. È imbarazzante vederti mangiare api frizzole con lei sulle panchine di Hogsmeade seduti a debita distanza-
 
Andrew arrossì e borbottò qualcosa che sembrava molto simile ad una scusa campata in aria, Terrence e Tracey si guardarono prima di esplodere in una risata divertita. Entrarono nell'aula di Pozioni e Tracey ed Andrew si andarono a sedere al proprio banco mentre Terrence prese posto accanto ad Alyssa la quale era troppo impegnata a parlare con Hermione per potersene accorgere. Da quando Theodore era stato ricoverato al San Mungo, lui aveva preso il suo posto come compagno di banco della ragazza. Per Piton infatti non era giusto lasciare la ragazza da sola e visto che Terrence era ad un banco a tre con Andrew e Tracey, non ci volle molto per far cadere su di lui l'onere di sedersi accanto a lei.
 
-Allora, a quando la tua candidatura come nuova professoressa di Pozioni?- chiese scherzoso, giusto per farla accorgere della propria presenza.
 
Alyssa si voltò nella sua direzione e gli sorrise. -Buongiorno Terrence, credo che ciò non avverrà mai. Lascio volentieri il posto a Piton- rispose con tono ironico.
 
La ragazza prese il suo libro e lo aprì, per consultare la ricetta della Pozione che di lì a poco avrebbe dovuto preparare e così fece anche Terrence.
 
-Comunque volevo ringraziarti per avermi dato una mano con Antiche Rune, sabato- disse Alyssa, alzando lo sguardo su di lui. -Mi dispiace che tu abbia perso la gita a Hogsmeade però-
 
Terrence evitò lo sguardo della ragazza e con la coda dell'occhio sbirciò in direzione di Tracey, sperando che non avesse origliato le parole della Grifondoro. Il fatto di non aver detto tutta la verità alla sua amica lo metteva a disagio, non poteva dirle di essersi fermato in biblioteca perché aveva visto Alyssa in difficoltà. Conosceva abbastanza Tracey da sapere che lo avrebbe assillato fino allo sfinimento.
 
-Tranquilla- borbottò. -Non è un problema, ci andrò il prossimo sabato- le fece un mezzo sorriso.
 
Alyssa era troppo impegnata a rileggere i passaggi della pozione e non si accorse del cambio di atteggiamento di Terrence. -Beh comunque hai sbagliato a lasciare Antiche Rune, sei bravo non capisco il perché di questa scelta-
 
-Mio padre mi ha costretto a lasciarla a favore di Aritmanzia. Vuole che io trovi lavoro al ministero- disse sprezzante.
 
Ares Higgs non era mai stata una persona con cui facilmente si poteva discutere, Terrence lo aveva scoperto a sue spese l'estate precedente. Si era ritrovato così a seguire materie di cui gli non interessava nulla solo perché l'uomo voleva che suo figlio seguisse le sue orme.
Orme che lui disprezzava.
Terrence non si accorse che la ragazza lo stesse osservando e quando ciò accadde, si maledì per averle dato la possibilità di vederlo in quel modo.
 
-E tu cosa vuoi?- gli chiese, guardandolo.
 
-Mi piacerebbe fare lo Spezzaincantesimi ma non lo so ancora di preciso-
 
Piton entrò in aula e il chiacchiericcio terminò all'istante. Il professore scrisse gli ingredienti sulla lavagna e Terrence iniziò a copiarle sulla pergamena, così da procedere senza dover alzare gli occhi dal calderone.
 
-Comunque- sussurrò Alyssa accanto a lui. -Hai ancora tempo per decidere. Ma scegli tu, non farlo fare agli altri- e si alzò per andare tra gli scaffali per prendere i suoi ingredienti.
 
Con la coda dell'occhio la sbirciò mentre afferrava le code di rospo e sorrise.
 
***
 
Quando aprì gli occhi fu costretto a sbattere le palpebre più volte, a causa della luce, seppur fioca che proveniva dal corridoio. Puntò i gomiti sul materasso duro e provò ad alzarsi, una smorfia di dolore gli comparve sul viso e fu costretto a tornare sdraiato. Le sue mani, le sue braccia, tutto il corpo era così indolenzito tanto da fargli male. Sospirò affranto e si guardò attorno, non era nella sua stanza a Hogwarts se ne era accorto solo in quell'istante, a fianco a lui c'era un letto vuoto e una sedia anch'essa inutilizzata. Decise di provare nuovamente a sedersi, questa volta con più calma e meno irruenza rispetto a poco prima. Il secondo tentativo andò a buon fine ma non osò alzarsi, per paura di non riuscire a rimanere in piedi. Si portò una mano alla gola, sentendola terribilmente secca e si voltò verso il comodino sperando di trovare qualcosa da bere. Un bicchiere colmo d'acqua era lì e il ragazzo non indugiò oltre, lo afferrò e lo portò alla bocca. Il fresco liquido gli diede l'effetto sperato e sospirò appagato.
 
-Vedo che sei sveglio- disse una voce poco distante da lui.
 
Theodore si voltò verso la porta della stanza e scoprì che due donne lo stavano osservando attentamente. Le due donne – una con un camice verde pisello, l'altra con uno verde pino – si avvicinarono a lui sorridendo affabili. Quando gli furono accanto, Theodore poté notare la differenza di età tra le due, una poteva avere sui quarant'anni mentre l'altra sulla sessantina.
 
-D...Dove sono?- sussurrò flebile.
 
-Sei al San Mungo, caro Theodore- rispose la donna più anziana con il camice più chiaro. -Sei qui da due settimane a causa di un incantesimo molto potente-
 
-Troppo potente- confermò l'altra donna che a Theodore parve avere un'aria familiare.
 
-Theodore io sono la Guaritrice Devon e lei è la pozionista Perks, hai subìto lesioni da incantesimo di natura oscura- sospirò e lanciò un'occhiata alla Perks. -Ecco noi vorremmo chiederti se ricordi qualcosa di quello che è successo prima di tutto questo-
 
La donna lo guardò e Theodore dispiacque doverle fare un cenno negativo con il capo.
 
-Mi dispiace, non ricordo niente-
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
 
Eccoci qui, un capitolo di passaggio prima di preoccuparci della seconda prova. Harry è parecchio preoccupato e fossi in lui cavolo se lo sarei anche io. Alla festa ho volutamente aggiunto l'uso dell'alcool perché ricordo ancora le festicciole di quando avevo quindici/sedici anni e birra e vino non mancavano. Non mi scorderò mai di dirlo ma questi step dell'adolescenza  secondo me ci sono anche a Hogwarts. Ares Higgs porterà guai o no? Chissà cosa sta tramando il paparino di Terrence.
Volevo anche avvisarvi che farò una revisione dei primi capitoli quindi aspettatevi questo tipo di aggiornamenti.
 
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Al prossimo capitolo,
 
_L_Black_
 

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Capitolo 34
*** Capitolo 33 - Algabranchia ***


Capitolo 33
 
Mia carissima Lav,
So che non ci sentiamo da tanto e mi dispiace davvero, purtroppo questa trasferta di lavoro mi ha tolto tantissimo tempo. Sono tornata a casa da poco e la signora Brett non ha perso tempo per rinfacciarmi che non curo adeguatamente le piante, e che dovrei stare più tempo a casa al posto di lavorare. Ovviamente non le ho fatto notare il mio salario, sicuramente più cospicuo più di quello di suo figlio, sai bene che non reggerebbe questa notizia. Comunque c’è un motivo ben preciso per il quale ti sto scrivendo mia cara sorellina ed è molto semplice. Appena sono tornata da New York, Eliot mi ha chiesto di sposarlo ed io ho accettato! Ci sposeremo il prossimo luglio e festeggeremo nel nostro giardino, quindi preparati psicologicamente ad avere zia Ortensia in giro per casa Brown. All’interno della busta c’è la partecipazione per la tua amica Alyssa, mi farebbe davvero piacere se venisse anche lei perciò dagliela e dille di scrivermi per la conferma. Non vedo l’ora di riabbracciarti e per ovviare a ciò, verrò a Hogsmeade il prossimo sabato.
L’appuntamento è davanti a Mielandia alle dieci.
Mi raccomando sii puntuale.
 
Ti voglio bene,
Fresia.
 
Lavanda lesse quella lettera due volte, prima di rendersi conto che sua sorella si sposava. Fresia ed Eliot stavano insieme dai tempi di Hogwarts ed il ragazzo col passare degli anni era diventato ormai un fratello maggiore per Lavanda. La piccola di casa Brown lo aveva adorato sin dal primo istante e anche suo padre, il quale era sempre stato protettivo nei confronti delle due figlie, in fin dei conti lo sopportava. Il pensiero di rivedere sua sorella dopo mesi poi la faceva stare di buon umore, dimenticando per un momento i problemi che l’affliggevano.
I suoi incubi stavano diventando sempre più ricorrenti e se prima le compariva in sogno il ragazzo, in quelle notti ad apparirle era una donna che le chiedeva di chiedere scusa ad una persona. Gli incontri del giovedì con Piton la stavano aiutando molto, non lo avrebbe mai immaginato ma l’uomo era un grande conoscitore del mondo ultra terreno. In più il professore le faceva bere una pozione che placava il suo collegamento con le anime ma quando l’effetto svaniva – decisamente troppo in fretta per lei – queste tornavano a chiederle aiuto.
Sapeva che con Fresia poteva parlarne apertamente ma non voleva tediarla con i suoi problemi, non ora che la sorella era occupata ad avvisare tutti per il suo imminente matrimonio.
Lavanda sospirò e prese il secondo biglietto dalla busta, riconobbe subito la scrittura di Fresia e scosse il capo sorridendo, immaginando la sorella scrivere a mano tutti gli inviti che sapeva essere molti. Scrisse velocemente una risposta e la attaccò alla zampetta di Beri. Il gufetto non attese oltre e uscì dalla finestra, mentre Lavanda usciva dalla sua camera per andare in Sala Comune. La stanza era piena di studenti più piccoli che si scaldavano davanti al fuoco, febbraio stava infatti dando il meglio di sé con il freddo e se non fosse stata intenta a cercare la sua amica, sarebbe rimasta anche lei davanti al fuoco. Quando si rese conto che di Alyssa non c’era neanche l’ombra, decise di uscire per andarla a cercare altrove e stava quasi per avviarsi in biblioteca ma la presenza di Nick-Quasi-Senza-Testa la fece fermare.

-Buon pomeriggio, Sir Nicholas- esclamò la ragazza, sorridendo al fantasma. -Hai per caso visto Alyssa?-

-Buon pomeriggio a te cara Lavanda- rispose Nick sorridendole. -Alyssa dici? Mi sembra si trovi in Sala Grande con Hermione-
Lavanda lo salutò riconoscente e corse giù per le scale, diretta in Sala Grande. In tasca aveva la partecipazione per la giovane Black e non vedeva l’ora di dargliela. A discapito di ciò che pensava suo padre infatti, Fresia adorava Alyssa e non si era mai fatta problemi a farla dormire in camera sua quando la ragazza veniva a trovarla. Superò un gruppo di Corvonero ed entrò nella Sala ma non appena mise piede al suo interno, Ernie le si avvicinò tutto sorridente e con una lettera in mano.

-Hai visto, Lavanda? Eliot e Fresia si sposano- disse con voce emozionato e le sventolò la lettera sotto il naso.
Le era passato di mente il fatto che Eliot ed Ernie fossero fratelli, per cui quando il ragazzo si era avvicinato tutto felice lo aveva guardato confusa e solo quando notò la lettera se lo ricordò. Fece per rispondere ma venne subito interrotta.

-Tua sorella si sposa e non me lo dici?- s’intromise Alyssa, seduta all’estremità del tavolo di Grifondoro. La ragazza si alzò svelta e con altrettanta velocità, si avvicinò ai due.

Lavanda sospirò e ignorò le varie occhiate che i presenti nella stanza le stessero lanciando. -Sì mi è arrivata questa mattina la sua lettera. A proposito- guardò la sua amica. -Grazie di avermi prestato Beri- disse.

Alyssa le fece un gesto con la mano come a dire di non preoccuparsi e afferrò la lettera dalle mani di Ernie. La lesse velocemente e alzò lo sguardo su di lei, sorridendo.

-Cavolo devo proprio scriverle- disse Alyssa mentre riconsegnava la lettera a Ernie.

-Allora scrivile per la conferma della tua presenza- disse Lavanda, porgendole la partecipazione. -Vuole che tu ci sia-

Alyssa prese il foglio e lo lesse velocemente. -Non dirmi che sta scrivendo le partecipazioni a mano- disse divertita.

-Sai come è fatta- rispose Lavanda, con un sospiro. -Vuole metterci il suo tocco personale. Sicuramente inviterà la Sprout, sono curiosa di vederla con abiti…ehm… eleganti- esclamò la ragazza, ghignando al pensiero.

-E quindi diventeremo parenti, Brown- esclamò Ernie, prendendo Lavanda di peso per farla girare in aria.

-Macmillan mollami!- urlò Lavanda, dandogli una sfilza di pugni sulla schiena.

-No, andiamo a festeggiare dai Tassorosso!- rispose Ernie, portandola di peso al tavolo dei giallo-nero.

Lavanda vide Alyssa scuotere il capo e seguirli mentre lei veniva ancora trattata come un sacco di patate da Ernie. Il ragazzo la lasciò andare solo quando furono a capo tavola e Lavanda ebbe un brutto presentimento quando Ernie riempì due bicchieri di succo di zucca.

-Miei cari compagni- esclamò ad alta voce Ernie. Ormai tutta la Sala stava guardando la scena. -È con grande piacere che vi do una notizia strepitosa due ormai ex Tassorosso, ovvero mio fratello Eliot e sua sorella Fresia, si sposeranno la prossima estate!-

I ragazzi di Tassorosso applaudirono felici e anche alcuni studenti di casate diverse si unirono ai festeggiamenti, battendo le mani a loro volta. Le guance di Lavanda si colorarono di un rosso porpora e solo allora Alyssa si avvicinò a lei per darle conforto dopo quella figura. Prese un bicchiere e lo riempì anche lei di succo di zucca, per poi alzarlo in aria.

-A Eliot e Fresia- disse con fare solenne.

-A Eliot e Fresia- brindarono i ragazzi di Tassorosso tutti sorridenti.

Alyssa fu sorpresa di vedere come anche gente che non conosceva i due diretti interessati, stesse festeggiando con loro davvero felici per i due futuri sposi. Lavanda se ne accorse e le spiegò.

-I Tassorosso a differenza delle altre casate organizzano delle riunioni per ritrovarsi. Solitamente avvengono a Diagon Alley ma delle volte capita che si ritrovino ai Tre Manici di Scopa qui a Hogsmeade-

-Beh io non sapevo neanche che tua sorella fosse di Tassorosso- ammise Alyssa, imbarazzata.

-Non te l’ho mai detto?- chiese Lavanda, sorpresa. Al cenno di negazione di Alyssa continuò. -Io sono l’unica della famiglia ad essere finita in Grifondoro. Tutti gli altri erano di Tassorosso-

-Ma dai non me lo avevi mai raccontato- esclamò Alyssa, prima di finire il suo succo di zucca.

Nel frattempo le due ragazze di Grifondoro si spostarono per uscire dalla Sala Grande. Era ancora troppo presto per la cena, perciò decisero di farsi un giro per il castello visto che fuori imperversava il brutto tempo. Lavanda raccontò le ultime novità della sorella e Alyssa l’ascoltò interessata. Fresia Brown era l’Indicibile più giovane che il Ministero avesse avuto fino a quel momento, non si sapeva molto del suo lavoro anzi, in realtà non sapevano proprio nulla. Si sapeva soltanto che era solita fare trasferte in giro per il mondo e solo perché la mancanza della ragazza si notava facilmente.

-Il lavoro di tua sorella deve essere davvero bello- esclamò Alyssa, con fare sognante. -Mio nonno mi ha detto che l’Ufficio Misteri è così ben tenuto sotto stretta sorveglianza, che se per sbaglio entri dentro rischi di non uscire più-

-Già, purtroppo non so cosa lei possa fare lì dentro. Però una volta ho letto una lettera che le era arrivata dal suo capo- disse Lavanda, abbassando il tono di voce, per non farsi sentire dai pochi ragazzi nel corridoio.
Alyssa s’incuriosì e si avvicinò più a lei per poter sentire cosa la ragazza avesse scoperto. Lavanda la prese per un braccio e la trascinò al lato del corridoio, in modo da avere più privacy e iniziò a raccontarle.

-Parlava di un problema nella stanza del Tempo- bisbigliò. -E che doveva subito andare lì per poi partire per la Bulgaria-
Alyssa sgranò gli occhi sorpresa. -Cos’è la stanza del Tempo?- chiese curiosa.

-Non ne ho idea. Fresia mi ha sorpresa e mi ha fatto un Petrificus Totalus. Sono stata un paio d’ore pietrificata in camera sua, poi mamma mi ha trovata-

Alyssa esplose in una fragorosa risata e Lavanda le lanciò un’occhiataccia. Effettivamente anche sua madre rise quando la trovò pietrificata sul pavimento e per una settimana, in casa Brown non avevano fatto altro che prenderla in giro per quello che era accaduto. Fu la prima e unica volta che fece arrabbiare sua sorella, al suo ritorno dalla Bulgaria Fresia la portò da Florian Fortebraccio e fu come se nulla fosse mai accaduto.

-Scusa- disse Alyssa fra le risate. -È che la scena che ho immaginato era davvero divertente-

-Perché non eri tu quella pietrificata- ribatté Lavanda mentre riprendeva a passeggiare a passo veloce.

Alyssa la raggiunse in un batter d’occhio e le si mise accanto, ridendo ancora. Lavanda le lanciò un’occhiata e scosse il capo, da quando Theodore si era risvegliato la ragazza era notevolmente più sollevata e di questo sia lei che i gemelli ne erano felici. Lo stress dovuto alla partita e alla situazione di Theodore aveva portato ripercussioni nel gruppo e sia Lavanda che i gemelli non avevano voluto dirle nulla ma speravano che tutta quella storia finisse in fretta.

-E così tua sorella era una Tassorosso- disse Alyssa, risvegliando Lavanda dai suoi pensieri.

Lavanda annuì. -Sì, come ti dicevo sono l’unica della famiglia ad essere una Grifondoro e ti dirò la verità, alle volte penso che il Cappello Parlante abbia sbagliato con me-

Lavanda si ritrovò il braccio di Alyssa attorno alle spalle e la fissò curiosa. La Black la guardò seria, anche se Lavanda notò l’ombra di un sorriso.

-Eh no mia cara Lavanda tu sei una delle persone più coraggiose che conosco- disse Alyssa con tono solenne. -Sei l’unica ad aver avuto il coraggio di dire al professor Rüf che era morto- esclamò sogghignando.

Lavanda ridacchiò e diede una spinta all’amica divertita.
 
***
 
La situazione nel calderone era esattamente come doveva essere, controllò i prossimi passaggi e si sistemò meglio la frangia. Chiederò a Lavanda di sistemarla, pensò scocciata. L’estate precedente credeva di aver avuto una buona idea facendosi la frangetta, col senno di poi avrebbe utilizzato una giratempo per dire alla sé stessa del passato di non fare quella stupidata. Guardò l’ora e quando vide che i due minuti e mezzo erano passati, aggiunse la radice di valeriana e spense il fuoco. Attese che la pozione smettesse di bollire e sorrise soddisfatta, quando vide che il colore era di un rosa pallido. Lasciò la sua postazione e si avvicinò agli scaffali per prendere un’ampolla, ne afferrò una a caso e tornò davanti al calderone per poterla riempire. Finalmente dopo mesi era riuscita ad avere un Distillato di Morte Vivente perfetto e non vedeva l’ora di farlo esaminare a Piton.

-Alyssa scusa- esclamò Megan, dal suo calderone. -Puoi darmi una mano con la pozione?-

-Certo- rispose la Grifondoro, prima di chiudere la sua boccetta.

Il club di Pozioni stava lavorando sul Distillato di Morte Vivente da prima di Natale e fino a quel momento, solo Lisa era riuscita a farne una perfetta. Alyssa adorava quelle ore passate assieme a loro, si rilassava creando pozioni e in più prendeva buoni voti nella medesima materia. Quel lunedì pomeriggio l’unica persona a mancare era Lisa, che aveva avuto compiti extra da Vitious, per il resto tutti erano impegnati a preparare la propria pozione e persino Andrew, il quale aveva sempre aiutato la Tassorosso, era troppo concentrato per poterla anche solo ascoltare. Alyssa si avvicinò al calderone di Megan e storse il naso, sentendo l’odore che la pozione emanava. Diede un’occhiata all’interno, mentre Megan girava l’intruglio in senso orario.

-Megan ma cosa ci hai messo dentro?-

-Sangue di drago, perché?- chiese mentre girava la pozione, ora in senso antiorario.

-Perché non ci va!- ribatté Alyssa, preoccupata e spense subito il fuoco.

Il resto del gruppo si avvicinò di corsa a loro per guardare la pozione di Megan. -Spostatevi!- urlò Alyssa mentre prendeva il calderone, per allontanarlo.

La porta si aprì ma tutti erano troppo intenti a salvare i libri per poter dare peso all’intruso. Quando la persona entrò, Alyssa alzò gli occhi verso il nuovo arrivato e urlò. -ESCI, STA PER ESPLODERE!-

Daphne Greengrass sgranò gli occhi e fece appena in tempo ad uscire prima che la pozione scoppiasse, finendo spalmata sulle pareti e addosso ai ragazzi del club. Fuori, alcuni studenti di Serpeverde si fermarono, quando sentirono lo scoppio e si affacciarono nel laboratorio per vedere cosa fosse successo.

-Per la barba di Merlino- esclamò Andrew, togliendosi della melma dal viso. -Piton ci ucciderà-

-Dobbiamo pulire prima che se ne accorga- disse Alyssa sbrigativa e iniziò a lavare il calderone nel lavandino lì accanto. -Perché ci hai messo del Sangue di Drago, Megan?- chiese irritata.

-Perché…io…non lo so- mormorò Megan, con gli occhi colmi di lacrime.

-Lasciala stare!- s’intromise Andrew e si avvicinò a Megan per confortarla.

Alyssa lanciò un’occhiataccia a Andrew e arricciò le labbra, quando si accorse di puzzare di sangue. Terry e Anthony si misero subito all’opera per rimettere tutto in ordine, mentre Megan stava piangendo a un angolo con Andrew che le accarezzava i capelli con fare gentile.

-Scusate?- esclamò Daphne, quando fu sicura che non ci fosse più alcuna pozione pronta ad esplodere.

-Che c’è?!- urlarono i ragazzi, senza degnarla  di uno sguardo.

Daphne sospirò irritata ma non disse nulla, consapevole del fatto che il gruppo fosse in mezzo ai guai ed era normale che essere irritati dalla situazione.

-Theodore è tornato ed è nella Sala d’Ingresso- spiegò la Serpeverde, storcendo il naso per la puzza che c’era nella stanza. -Per Salazar stavolta state nella melma più totale-

Alyssa si fermò di colpo e si voltò verso Daphne sorpresa. Giusto il giorno prima, le era arrivata una lettera di Theodore e non aveva accennato al fatto che sarebbe tornato a Hogwarts. Delle mani le tolsero il calderone dalle sue e Megan prese il suo posto nel lavare.

-Vai- disse la Tassorosso tirando su col naso. -In fondo è colpa mia-

Alyssa la guardò imbarazzata e borbottò un grazie, prima di uscire di corsa dalla stanza. Per la foga spinse Daphne, che le urlò qualcosa di rimando ma alla Grifondoro non interessava nulla di ciò che voleva dirle la Greengrass. La cosa più importante era arrivare nella Sala d’Ingresso per rivederlo. Corse su per le scale e sorrise quando vide la porta della Sala, da lì poteva udire la voce di Draco e quella di Blaise, sicuramente felici di avere di nuovo il loro migliore amico sano come un pesce. Entrò nella stanza e il suo arrivo fu notato da Blaise, che fece segno a Draco di spostarsi per dare la possibilità ai due ragazzi di guardarsi. Sui volti della Grifondoro e del Serpeverde comparvero degli ampi sorrisi mentre si avvicinavano l’un l’altra, ancora increduli di potersi rivedere dopo tanto tempo.

-Puzzi di sangue di drago- le disse Theodore, quando fu a poca distanza da lei. -E cos’hai addosso?-

-Distillato di Morte Vivente- rispose Alyssa come se fosse la cosa più ovvia del mondo, prima di colmare la distanza e fiondarsi tra le sue braccia.

Nonostante l’odore di dubbio gusto, Theodore sorrise e la strinse a sé. Per un attimo si scordarono di essere in mezzo alla Sala d’Ingresso e non si accorsero minimamente che i presenti li stessero osservando. Le ragazze sospirarono nel guardarli mentre i ragazzi storsero il naso. Si staccarono dopo un minuto buono ma non smisero mai di sorridersi a vicenda.

-Dai, ti accompagno nella tua Sala Comune- disse Theodore, divertito. -Puzzi troppo-

Alyssa gli diede un pugno sul braccio, fingendosi offesa ma poi lo afferrò dallo stesso per avviarsi veramente alla Torre di Grifondoro.
La ragazza strinse forte il braccio di Theodore e posò il capo sulla sua spalla mentre camminavano.

-Perché non mi hai detto che uscivi dal San Mungo, oggi?- chiese Alyssa.

-Che sorpresa era se te lo avessi detto?- Theodore sorrise.

-Ma si sa chi è stato?- chiese la ragazza, titubante.

I due presero le prime scale che scelsero di collegare il piano terra e attesero che queste si stabilizzassero, per poi salire. Theodore
sospirò e negò con un cenno del capo, non si ricordava nulla di quelle settimane, per lui era come se fosse passata una sola notte e quando si era risvegliato in un letto del San Mungo il suo stupore era palese.

-Non si sa, la pozionista Perks mi ha detto che si sarebbe informata bene sull’incantesimo. Lei e la Guaritrice Devon hanno pensato più a come curarmi che alle proprietà in sé. Mi farà sapere quando scoprirà qualcosa- le spiegò. -La ricordi la pozionista Perks no? Pensa un po’, ho scoperto che lei e Piton erano grandi amici a scuola-

-Sono state settimane difficili- sospirò Alyssa, ignorando l’affermazione su Piton e Perks. -Tra te in infermeria e gli obblighi di capitano, è stato stressante- disse affranta.

Dopo tutto quel tempo aveva bisogno di sfogarsi con lui, Theodore questo lo comprese e le circondò le spalle e la strinse a sé dolcemente, ignorando l’odore.

-La Perks mi ha detto che è stata una partita avvincentr- le sussurrò all’orecchio. -È finita, Alyssa-

Quando furono quasi arrivati all’ingresso della Sala Comune di Grifondoro, Theodore si fermò, costrinse Alyssa a fare lo stesso e ad appoggiarsi al muro accanto a loro.

-Miss Black, che ne dice di uscire con me il prossimo sabato a Hogsmeade?- disse, avvicinando il volto a quello della ragazza.

I due giovani si guardarono negli occhi e Alyssa comprese solo in quel momento quanto gli fossero mancati gli occhi scuri del ragazzo.

-Ci sto, Nott- rispose, divertita.

Theodore la baciò.

*** 
 
La notizia del ritorno di Theodore Nott era arrivata ad ogni paia di orecchie presente nel castello. I Serpeverde erano così contenti di avere nuovamente il loro compagno, che decisero di organizzare una festicciola in suo onore nella Sala Comune. Dal canto suo la presenza di Nott non gli faceva né caldo né freddo, il suo ritorno aveva riportato tutto alla normalità almeno per quel che riguardava le lezioni di Pozioni.
All’ultima lezione, quando fece per sedersi accanto alla ragazza di Grifondoro, si era completamente dimenticato di Nott e nel momento in cui stava per prendere il suo libro, il suo compagno di casata lo aveva fatto spostare. Si era sentito un completo scemo mentre si spostava accanto a Andrew con le risatine dei presenti di sottofondo, eppure la Black gli aveva sorriso e si era comportata come se nessuno stesse ridendo della scena.
Riflettendoci bene, qualcosa dal ritorno di Nott era cambiata.
Non lo sopportava più. Se prima Theodore Nott non gli faceva né caldo né freddo, ora provava fastidio quando lo vedeva.
Bevve un sorso di burrobirra e guardò Astoria sonnecchiare sulla sua spalla. Avevano fatto pace per l’ennesima volta e per l’ennesima volta si era ritrovato a pensare che Astoria Greengrass fosse una ragazza da sposare. Litigavano e anche parecchio ma quando facevano pace era la ragazza più dolce che potesse incontrare. Il problema stava nel fatto che non erano fatti per stare insieme, lo sapevano entrambi ma a tutti e due andava bene così. La musica era ad un volume non molesto ma la sensazione di fastidio che aveva, era data però dalla scelta discutibile almeno per lui. Astoria si mise più comoda e lui poggiò il capo sui suoi capelli, le fiamme del fuoco di fronte a lui emanavano un calore piacevole. Era strano per Terrence stare assieme a lei, lui che non aveva mai sopportato quel gruppetto di ragazzi, si era ritrovato a baciare Astoria sotto il salice di casa Higgs una sera di agosto. Poco distante da loro, Draco Malfoy e Blaise stavano prendendo in giro Theodore per qualcosa che Terrence non riuscì a capire ma effettivamente poco gli interessava.

-Stanno parlando della Black- gli spiegò Andrew, mentre si sedeva accanto a lui. Parlò a bassa voce, per non dar fastidio alla ragazza ma il movimento sul divano l’aveva inevitabilmente svegliata.

Astoria si stropicciò gli occhi e si staccò da Terrence, sbadigliando. -Da quanto stavo dormendo?-

-Da una mezz’oretta circa- le rispose Terrence, sorridendole.

-Che figura- mormorò Astoria mentre si stiracchiava.

-Ma figura di cosa? Sei solo stanca, non è un dramma- Terrence le sorrise dolcemente e fece per abbracciarla ma la ragazza si scostò
indispettita. Il sorriso del ragazzo scomparve all’istante.

-Dormire mentre c’è la festa di Theodore? Ho capito che non siete amici ma potevi svegliarmi- disse Astoria, irritata.

-Vorrà dire che se ti addormenti, ti sveglierò- le assicurò Terrence, facendole un mezzo sorriso.

Odiava i momenti in cui Astoria si comportava così, partiva per un nonnulla quando era stanca e non si rendeva conto che questo non faceva bene al loro precario rapporto. Astoria gli diede un bacio sulla guancia e si alzò dal divano per avvicinarsi al gruppo vicino al buffet. Terrence sospirò esasperato e poggiò il capo sulla testata del divano.

-Andrew, ricordami perché non siamo amici con loro- bofonchiò ad occhi chiusi.

-Perché abbiamo un cervello funzionante- rispose prontamente Andrew. -Perché non abbiamo bisogno di dire ogni tre per due “Lo dirò a mio padre”- provò a rifare la voce di Draco e Terrence ridacchiò della imitazione.

-Dov’è Tracey?- chiese, prima di finire la sua burrobirra.

-Lo sai che non si presta a queste cose. Starà sicuramente in camera a dormire- disse Andrew con ovvietà. -Potremmo andare anche noi effettivamente. Direi che la tua presenza in qualità di ragazzo di Astoria sia stata eseguita in modo perfetto- esclamò sarcastico.
Terrence fece un respiro profondo e annuì convinto, non voleva stare un minuto di più a quella festa di cui non gli interessava nulla. Si alzò e andò a dare la buonanotte ad Astoria, senza mancare di arrancare una scusa per non farla arrabbiare. Lui e Andrew salirono in camera e s’infilarono i pigiami alla velocità di una Firebolt, fuori dalla finestra un pesce li guardava incuriosito.

-Comunque prima ti dicevo- iniziò Andrew, mentre si metteva sotto le coperte. -Stavano parlando di Alyssa e di quanto puzzasse lunedì scorso a causa del sangue di drago-

-Non che tu profumassi come una rosa- ribatté sarcastico. Sapere che stessero sparlando di lei gli diede fastidio.

-Oh lo so bene, per togliermi quell’odore ho dovuto fare tre docce. Povera Megan, si sentiva così in colpa-

-Oddio Andrew, ha ragione Tracey. Parla con lei e dichiarati- sbuffò Terrence. Si mise sotto le coperte anche lui e si sedette per poter guardare l’amico.

-Perdonami ma da te- rispose, indicandolo. -Che stai con Astoria non si sa per quale motivo, non voglio lezioni su come si conquista una ragazza-

Terrence scosse il capo e si voltò, chiudendo gli occhi.
 

La seconda prova ci sarebbe stata il giorno dopo e tutto il castello era in fibrillazione. Lui dal canto suo un po’ meno e che s’intenda, non di certo a causa del Torneo in sé il suo problema, oltre a quelli che già aveva, era che Ares e Giselle Higgs avrebbero presenziato assieme ai coniugi Malfoy e a qualche altro purosangue. La breve conversazione con Orion Black gli aveva fatto intendere che suo padre non gli era granché simpatico e se l’era presa per essere stato messo sullo stesso piano. Lui con Ares non aveva nulla a che vedere, eppure la sua ombra lo seguiva come un segugio.
Quindi a discapito di ciò che speravano gli altri presenti nell’aula, avrebbe preferito che Aritmanzia quel giorno non finisse mai e terminasse solo a seconda prova conclusa. Una speranza ovviamente vana, visto che la professoressa Vector aveva appena decretato la fine della lezione, non prima di aver dato punti a Hermione Granger come ad ogni lezione.
Gli studenti si alzarono dai propri posti e salutarono la professoressa prima di correre fuori. Terrence fu l’ultimo ad uscire assieme alla Granger, aveva atteso fino all’ultimo nella speranza che quel semplice gesto potesse allungare la giornata ma alla fine dovette rassegnarsi.

-Alyssa, che ci fai qui?-

La voce di Hermione Granger gli fece alzare di scatto lo sguardo. Alyssa Black era appoggiata alla parete davanti la porta dell’aula e stava guardando la sua compagna di casata.

-Oh ciao Hermione- rispose Alyssa, come se si fosse dimenticata che Hermione seguisse quella materia. -Devo parlare con Terrence-

Sentire il suo nome pronunciato da lei gli diede una strana sensazione, la guardò tuttavia confuso. Non capiva proprio di cosa lei volesse parlare e in fondo non avevano davvero nulla da dirsi. Solo allora notò un libro consunti tra le sue mani.

-Va bene- decretò Hermione, guardandola. -Fai in fretta, Harry e Ronald ci aspettano in biblioteca-

Alyssa annuì e la Granger se ne andò a passo svelto, Terrence immaginò Potter in preda al panico e sicuramente non voleva stare nei suoi panni. Dopo i draghi non riusciva a immaginare cos’altro potessero inventarsi. Scosse il capo quando la Black gli si avvicinò, sorridendo.

-Di cosa volevi parlarmi?- chiese Terrence, improvvisamente fu impaziente di andarsene da lì.

-Tieni- disse, passandogli il libro che aveva.

Terrence lo afferrò curioso e perse un battito quando lesse il titolo “Biografie di Spezzaincantesimi: il brivido del mistero”. Alzò gli occhi su di lei ancora più confuso e la ragazza gli sorrise.

-Non volevi fare lo Spezzaincantesimi?- chiese lei, pur sapendo la risposta.

-Sì ma… Tu te lo sei ricordato?- chiese sorpreso.

Alyssa inarcò un sopracciglio e annuì. -Certo, non soffro mica di perdite di memoria Terrence. Anzi, la mia memoria è così perfetta che mi sono ricordata di questo libro nella soffitta di Grimmauld Place- disse sarcastica. -Vedi mio padre da giovane voleva fare lo Spezzaincantesimi, ma prima di scappare di casa a sedici anni, dimenticò questo libro-

La tranquillità con cui Alyssa parlò di suo padre lo sorprese non poco, lei era riuscita a superare la questione di avere un genitore assassino e si chiese se anche lui c’è l’avrebbe fatta a superarlo.

-Puoi ridarmelo quando vuoi non c’è nessun problema, tanto stava prendendo polvere in soffitta- continuò la ragazza.

Erano rimasti solo loro in giro per il settimo piano, il che a Terrence parve strano visto che lì si trovavano le entrate per le Sale Comuni di Corvonero e Grifondoro. Eppure fu felice di poter parlare con lei, senza nessuno attorno.

-Beh…grazie- rispose ancora piacevolmente sorpreso.

-Non devi ringraziarmi. Sai mi sono informata e per diventare Spezzaincantesimi dovresti prendere i G.U.F.O per Antiche Rune, Difesa contro le Arti Oscure e anche di Aritmanzia quindi tuo padre non ha propriamente sbagliato a fartela prendere- disse sorridendogli incoraggiante. Sembrava che volesse trovare un lato positivo per quella costrizione e ci era riuscita. -Intendiamoci, so che hai detto di essere indeciso sul tuo futuro- disse imbarazzata. -Anche Lavanda mi ha detto che stavo esagerando a farmi mandare questo libro- abbassò lo sguardo e per un attimo la sua sicurezza vacillò. -Però io penso che se non fai qualcosa, rischi di arrivare alla fine della scuola con il rimorso di non avere la possibilità di continuare ciò che tu vuoi, mi spiego? Per questo io ti passerò i miei appunti di Antiche Rune e tu mi passerai i tuoi di Aritmanzia, visto che l’anno prossimo voglio prenderla anch’io-

-Ma dovrei prendere Antiche Rune l’anno prossimo e non penso me lo farà fare- rispose Terrence sconsolato. Lei stava facendo tutto questo per lui e Ares Higgs avrebbe rovinato tutto.

-E se non lo venisse mai a sapere?- propose Alyssa ammiccando. -Senti, non ci fasciamo la testa prima del tempo. Leggi questo libro e poi troveremo una soluzione, va bene?-

Terrence finalmente sorrise e annuì alle parole della ragazza. All’improvviso non vedeva l’ora di parlare ancora con lei.

-E per domani- continuò Alyssa, guardandolo seria. -So che tuo padre sarà qui per la seconda prova. Vai a testa alta Terrence, sei forte per la barba di Merlino vuoi davvero farti mettere i piedi in testa da lui? Fagli vedere che sei in grado di sopportare la sua presenza-

-Ti va di vedere la seconda prova insieme?-

Le parole gli erano uscite prima che lui potesse effettivamente riflettere. Vide il sorriso della ragazza inclinarsi e si sentì un completo idiota per averlo detto.

-Mi dispiace ma ho promesso a Hermione di vederla con lei, Ron e gli altri- rispose Alyssa dispiaciuta.

-Non la vedrai con Theodore?- disse, riuscendo a non fare una smorfia al suo nome.

-E sentire Draco dire ogni tre per due “mio padre lo verrà a sapere”?- rispose, imitando la voce di Draco. -Grazie ma non ci tengo e poi Harry è un mio amico-

Terrence rise, sentendo l’imitazione di Malfoy e si sentì più sollevato nel sapere che in fondo, non sarebbe stata neanche con Nott.

*** 
 
La biblioteca a quell’ora era semivuota erano rimasti solo due studenti di Tassorosso del settimo anno e loro, i quali si trovavano immersi in libri vecchi e polverosi nella speranza di trovare una soluzione per riuscire a superare la Seconda Prova. La presenza di Ron si poteva dire che non servisse a molto e ad Harry venivano in mente solo strumenti babbani per respirare sott’acqua.

-I babbani hanno un modo per respirare sott’acqua?- chiese Alyssa affascinata. -Ingegnosi non c’è che dire…proprio ingegnosi- borbottò mentre leggeva una serie di incantesimi inutili per la loro situazione.

Il fatto di avere così poco tempo non aiutava nessuno a pensare lucidamente, persino Hermione era in preda al panico e anche lei non scherzava. Andò tra gli scaffali a prendere un altro libro era frustrante non poter fargli utilizzare le pozioni, se avessero potute sfruttarle a quell’ora aveva già trovato una soluzione ai problemi di Harry. Invece si ritrovavano ancora lì e il pensiero di avere poche ore era tremendo, si sentì in colpa per aver perso minuti preziosi assieme a Terrence. Appena aveva visto Beri tornare con il libro, non ci aveva pensato un attimo ed era corsa ad aspettarlo fuori dall’aula di Aritmanzia per darglielo. Lavanda le aveva chiesto più volte il perché di quel gesto e Alyssa aveva sempre risposto “per gentilezza”, la realtà era che Terrence gli ricordava fin troppo suo zio. Non voleva che il ragazzo fosse costretto a fare cose di cui si sarebbe pentito prima o poi e in fondo, era solo un libro cosa mai poteva succedere?

-Alyssa- la richiamò Hermione, avvicinandosi a lei. -Che ne dici di questo?- propose la ragazza, indicandole un incantesimo.

-Non so- bofonchiò mentre leggeva le sue proprietà. -La questione è che gli incantesimi per respirare sott’acqua sono pericolosi- esclamò preoccupata. -Se smettono di funzionare quando è sotto il Lago Nero che fa?-

-Uno lo deve utilizzare per forza, non ha scelta- decretò Hermione saccente.

-Beh leggo qui che ha una durata massima di dieci minuti- ribatté Alyssa, leggendo le controindicazioni. -Dovrebbe risalire a galla ogni dieci minuti per rifarlo, in più mi sembra parecchio difficile-

-Hai ragione- rispose Hermione esasperata. -Vediamo se loro hanno trovato qualcosa- propose, indicandole di tornare al tavolo dove erano seduti.

-Potresti chiedere a Krum di aiutarci- ammiccò Alyssa, guardando l’amica.

Le guance di Hermione si colorarono di rosso e scosse il capo, imbarazzata. -Alyssa!-

Alyssa rise della sua reazione e la seguì lungo le fila di scaffali. Hermione e Krum si stavano frequentando dal ballo del Ceppo, ma la scintilla sembrava essere scoccata solo da parte del bulgaro. Hermione iniziava a trovare imbarazzante la situazione, Krum infatti andava con lei in biblioteca e non faceva altro che fissarla intensamente. Quando la ragazza ne aveva parlato con Alyssa e Lavanda, la risposta di quest’ultima era stata: “È amico di quel Branimir, che ti aspettavi?”. Ed effettivamente non aveva tutti i torti ma Alyssa volle dare il beneficio del dubbio al campione di Durmstrang, ci aveva parlato un bel po’ di volte e non sembrava affatto un ragazzo stupido. Arrivarono al tavolo e la situazione non era affatto cambiata, Ron confortava Harry mentre quest’ultimo leggeva un altro tomo di incantesimi.

-Ad ora penso che rubare un respiratore sia l’idea migliore- esclamò Harry, affranto.

-Oh anche a me- disse Alyssa sorridendo, elettrizzata al pensiero di vedere un marchingegno babbano. -Sono proprio curiosa di vedere
come funziona e se non sbaglio, le regole non menzionano il divieto ad usare marchingegni babbani-

-È fuori discussione- ribatté Hermione. -Ci vogliono i brevetti per usarlo, rischi di fare più danni a te stesso con una bombola di ossigeno che non con un incantesimo-

-Oh hanno anche bombole piene di ossigeno? E come funzionano? Aspetta, cos’è una bombola?-

-Alyssa!-

-Okay, scusa-

Harry grugnì esasperato e poggiò il capo sul libro davanti a lui, Alyssa lo guardò con apprensione mentre apriva uno dei libri sul tavolo per consultarlo. Era quasi ora di cena ma nessuno dei quattro sembrò voler andare in Sala Grande, la cosa più l’importante era trovare una soluzione alla Seconda Prova per Harry.

-Oh questo non serve- Hermione chiuse uno dei libri, con fare indispettito. -Non vedo come possa aiutarci farsi crescere il naso a riccioli-

-Beh sarebbe un ottimo spunto di conversazione- disse Fred, spuntando da dietro uno scaffale. -Vero George?-

-Concordo, potremmo prendere in prestito il libro e provare qualche incantesimo su Branimir, che ne dici?- rispose George, eccitato all’idea di fare uno scherzo del genere.

-Tu si che sai come rendermi felice- sghignazzò Fred.

-Che volete?- chiese Ron, scocciato.

-Stai calmo Ronny, la McGranitt ti vuole nel suo ufficio- rispose Fred, guardando il fratello minore.

-Ah e anche te Hermione- continuò George. -Dovete venire con noi-

-Ci vediamo dopo in Sala Comune. Porta tutti i libri che riesci, va bene?- disse Hermione, prima di alzarsi dal suo posto.

Sia Hermione che Ron non nascosero la loro preoccupazione nel lasciarli da soli e quando Alyssa vide che erano quasi arrivate le otto di sera, si portò le mani tra i capelli, preoccupata. Doveva esserci un modo per farlo respirare sott’acqua, se l’incantesimo trovato da Hermione dava la possibilità di respirare per dieci minuti, ce ne dovevano essere di altri più potenti e duraturi. Guardò Harry e si chiese se in una notte poteva imparare un incantesimo più difficile. Dalla faccia stravolta del ragazzo, immaginò di no. Madama Pince aveva iniziato a spegnere le luci, per cui i due furono costretti ad avviarsi verso l’uscita senza nessuna delle loro risposte. Stava quasi per oltrepassare la porta quando le venne in mente un’idea.

-Madama Pince mi scusi- disse, verso la donna. -Prima di uscire, potrei prendere un libro?- guardò il volto furente della donna e si apprestò a continuare. -Uno solo, farò velocissima, so già dove si trova-

-Vai Black, veloce-

Alyssa lasciò lì Harry assieme alla bibliotecaria e si addentrò per gli scaffali, di corsa. Era un’idea forse assurda ma a quel punto tanto valeva provarle tutte, entrò nella sezione dedicata alle pozioni e si mise a leggere ogni dorso, alla ricerca del libro che le interessava e sorrise soddisfatta quando lo trovò. Prima di tornare da Harry, passò nella sezione di Erbologia e prese in prestito un altro libro che le interessava. Poi tornò indietro e ringraziò Madama Pince con la promessa di riportarglieli il giorno seguente. I due Grifondoro uscirono dalla biblioteca senza parlare, Harry guardò di sottecchi prima la ragazza poi uno dei libri che questa aveva tra le mani e grugnì irritato.

-Sai benissimo che non posso usare le pozioni. Se no era facile vincere contro un drago a cui avrei dato una pozione soporifera, non credi?- disse beffardo.

-Per le creature ci sono pozioni diverse. Davvero pensi che una semplice pozione soporifera faccia crollare un drago?- rispose lei, con tono professorale. -E comunque, voglio constatare se quello che penso sia fattibile-

Harry le lanciò un’occhiata irritata ma non disse nulla, era perfettamente al corrente che Alyssa e Hermione erano le uniche persone della scuola in grado di aiutarlo. I due entrarono in Sala Comune, dove Fred e George avevano organizzato un torneo di scacchi dei maghi e dalle urla di Seamus, Neville stava vincendo.

-Andiamo in camera tua- disse Alyssa, sentendo il chiasso. -Quando avranno finito, potremo tornare qui-

Harry annuì e le fece strada su per le scale che portavano al dormitorio maschile. Entrarono nella stanza e Alyssa si andò a sedere al letto di Ron mentre Harry prese posto sul proprio. I due ragazzi aprirono i propri libri e iniziarono a leggerli con attenzione.
Si erano ormai fatte le sei del mattino, quando Alyssa chiuse i due libri davanti a sé. Non appena il torneo era terminato, i due ragazzi erano tornati in Sala Comune e in quel momento si trovavano lei seduta al tavolo e Harry sdraiato sul divano, con un libro sulla testa. Alyssa poté sentire il suo ronfare ma non lo svegliò, quanto meno non subito, lo fece solo quando fu certa di aver trovato una soluzione ai problemi del ragazzo.

-Harry! Svegliati, ho la soluzione!- esclamò la ragazza esaltata per aver trovato una possibilità. E anche l’unica.

Harry si drizzò in piedi in un batter d’occhio e le si avvicinò di corsa, interessato a ciò che aveva trovato.

-Non puoi usare le pozioni è vero- disse Alyssa, guardandolo. -Ma nessuno specifica che non puoi usare un ingrediente-

-Cosa…?-

Alyssa gli indicò sul libro di Erbologia che aveva preso in biblioteca Piante acquaticje: i loro usi nelle pozioni, l’immagine di una pianta che a Harry ricordò un’alga.
 
-L’algabranchia è usata per una pozione acquatica specifica. La Pozione Vivi l’acqua* è antica e fu inventata durante la guerra dello stretto di Dover, quando i maghi inglesi volevano mettere in schiavitù le sirene per sfruttarle. Serviva per farti vivere sott’acqua fino ad una settimana, ovviamente la scarsa conoscenza delle sirene fece sì che sul fronte inglese persero la vita tanti giovani maghi. Questa pozione non fu mai più utilizzata a causa delle controindicazioni-
 
Harry l’ascoltò almeno fino alla Pozione Vivi l’acqua, dopodiché spense il cervello come accadeva ogni volta che si nominava un evento di Storia della Magia. Alyssa finì di raccontare l’aneddoto e alzò lo sguardo su di lui, quando notò che non aveva ascoltato neanche una parola, sbuffò contrariata e gli diede uno scappellotto sul capo.

-Ahia!-

-Così impari- ribatté piccata. -Sto cercando di dirti che l’algabranchia ti dà la possibilità di respirare sott’acqua per un’ora-

-Fantastico- rispose Harry, massaggiandosi la testa. -E dove la trovo?-

-Beh- la sicurezza di Alyssa vacillò e Harry ebbe come l’idea che ciò che stava per dirgli non gli sarebbe piaciuto. -Nella riserva personale di Piton-

-Tu sei fuori di testa. Piuttosto mi faccio ammazzare dalle sirene- s’infuriò Harry e si spostò di scatto davanti la finestra. Fuori il cielo si stava schiarendo piano.

-Harry è l’unica soluzione plausibile che abbiamo trovato, dopo il respirare babbano. Non hai nulla da perdere-

Harry sospirò affranto e annuì. -D’accordo, mi hai convinto- disse, contrariato. -Come facciamo a prenderla?-

Erano ormai arrivate le otto del mattino, quando un elfo domestico comparve davanti a loro. Alyssa lo guardò e gli parve di averlo già visto ma non fece domande, non era quello il momento di stare a pensare a dove avesse visto l’elfo. Certo era che le sembrò strano, vederlo vestito con un golfino sgualcito e un cappello delle Holyhead Arpies sul capo.

-L’hai presa?- chiese Harry, guardando l’elfo.

L’elfo annuì felice e gli passò una pallottola verde scura. -Dobby ha preso l’algabranchia, signore-

-Ora ricordo, tu eri l’elfo di zia Narcissa- esclamò Alyssa, guardandolo più attentamente. -Si sta meglio qui eh?- gli disse sorridendo.

Dobby la scrutò per qualche secondo prima di riconoscerla, sorrise dapprima imbarazzato poi con fierezza. -Ora Dobby è un elfo
libero- decretò.

-Mi fa piacere- rispose Alyssa, trattenendo una risata divertita dal modo di fare dell’elfo.

Dobby scomparve e Alyssa esaminò la pianta, confermando che si trattasse proprio dell’algabranchia.

-Stavolta non hai scuse, Harry. Vai e vinci-

ANGOLO DELL'AUTRICE
Eccoci qua con un altro capitolo. Sorpresi che Lavanda abbia una sorella? e che questa lavora nell'Ufficio Misteri? Chissà che lavoro fa la nostra Brown. Allora sull'ultimo paragrafo, devo fare un appunto perché, calcolando che Alyssa è un'amante delle pozioni, ho pensato che fosse sensato far scoprire l'algabranchia proprio a lei. Ovviamente la Pozione Vivi L'Acqua è inventata come lo è anche l'aneddoto di Storia della Magia. Nel prossimo capitolo ci sarà la seconda prova quindi vedremo un po' cosa accadrà. Intanto vi chiedo, che ne pensate di Terrence?
Piccola questione di servizio: ho creato un profilo instagram _l_black_495 se vi va di seguirmi, lì pubblico spoiler, parlo di libri e pubblico le foto degli attori a cui mi ispiro. Inoltre vorrei dirvi anche un'altra cosa, ad ora ho già preparati due capitoli (questi pubblicati su Wattpad dato che mi trovo meglio a scrivere sul telefono) quindi calcolo di pubblicare lì e poi pubblicare qui, questo perché il mio computer è una ciofeca e ci mette una vita ad accendersi. 
Inoltre ho pubblicato una One Shot su Mirtilla Malcontenta, se vi va di leggerla si chiama Per un pugno di lacrime, parlo della questione Seconda Guerra Mondiale e dei Nati Babbani nel 1943. Avviso già che è una What If

Ho finito, ci vediamo al prossimo capitolo (che pubblicherò entro questa settimana)
Baci,
_L_Black_

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Capitolo 35
*** Capitolo 34 - Seconda Prova alla zucca ***


Capitolo 34

 

Quella mattina si era svegliato con la voglia di bere succo di zucca. Strano per lui che non lo beveva mai, eppure quella mattina sentiva il bisogno impellente di sorseggiare la bevanda più gettonata tra i ragazzi. In testa aveva mille pensieri ed erano notti che non riusciva a dormire, trovandosi a girare per GrimmauldPlace come un vagabondo girava per Notturn Alley. Odiava quella calma apparente, aveva notato che tra i purosangue ci fosse qualcosa che non tornava e ovviamente lui, ormai troppo vecchio, non veniva neanche preso in considerazione. In fondo era il padre di Regulus Black, un traditore che aveva voltato le spalle a tutti loro e Orion non era stato etichettato come ciò solo perché fu bravo a fingere. Per lui era semplice dire che odiava i babbani, più difficile era guardare negli occhi suo figlio e chiedergli scusa. Da quando aveva scoperto della casa in Francia, Orion si era prodigato per organizzare il viaggio, che avrebbe portato lui e Sirius nel villaggio magico citato nella lettera. La fortuna di essere in pensione, lo aveva portato a non doversi preoccupare di giustificare i suoi spostamenti ma onde evitare inutili sospetti, sarebbero stati via solo una notte e avrebbero viaggiato tramite mezzi secondari.

 

-Buongiorno- bofonchiò Sirius con voce roca a causa del sonno.

 

Orion alzò gli occhi su di lui mentre sorseggiava il suo succo di zucca. Dalla partita non aveva più permesso al figlio di uscire neanche sottoforma canina, il motivo era che non si sentiva affatto sicuro e aveva sempre timore che qualcuno potesse riconoscerlo, facendo finire nei guai lui e Sirius stesso. In realtà si preoccupava più per il figlio che per sé ma non poteva rischiare di farsi togliere la custodia della nipote. Stavolta sarebbe finita sicuramente in mano ai Malfoy e non poteva permettere che sua figlia dividesse la casa con quel viscido di Lucius.

 

-Succo di zucca? Come i ragazzini?- ghignò Sirius.

 

-Eh si…Kreacher?- Orion attese che l’elfo gli si avvicinasse e impartì l’ordine. -Porta del succo di zucca anche a Sirius- disse con un tono vagamente sarcastico.

 

Sirius gli fece il verso e Orion scosse il capo divertito. -Che dire, un comportamento da persona adulta, bravo- bofonchiò Sirius, contrariato mentre Kreacher gli versava il succo nel bicchiere.

 

-Scusami?- Orion lo guardò tralice. -Vuoi dirmi che il tuo comportamento alla partita è stato da persona adulta? Hai azzannato un ragazzino!- 

 

-Ha fatto cadere mia figlia dalla scopa!-

 

-Per la barba di Merlino, Sirius. Si chiama Quidditch!-

 

-E a me cosa importa? Ha fatto cadere la mia bambina!- 

 

-Ma era un ragazzino di diciassette anni-

 

-Fa lo stesso. Nessuno deve farle del male-

 

Orion scosse il capo ed inspirò, invocando tutta la pazienza del mondo ed espirò più tranquillo. Quando Sirius si comportava così era difficile discuterci e quel giorno dovevano non poteva permettersi di perdere tempo litigandoci per una partita di Quidditch. Di lì a pochi giorni sarebbero partiti per la Francia e c’erano ancora tante questioni organizzative di cui parlare.

 

-Dobbiamo parlare ancora di quali mezzi utilizzare- disse Orion, prima di terminare il suo succo di zucca.

 

-Beh direi che potremmo utilizzare la smaterializzazione fino alle scogliere di Dover- rispose Sirius, ora divenuto più serio.

 

-Vorrei che tu evitassi la smaterializzazione- rispose Orion. -Ho origliato una discussione tra Lucius e Julius. A quanto pare dopo gli avvenimenti della Coppa del Mondo hanno intensificato i controlli sulle smaterializzazioni-

 

-Origli le conversazioni adesso?- 

 

-Non è colpa mia se mi credono un vecchio rimbambito che non ha bisogno di sapere- ribatté Orion, piccato. -E poi mi sembra che ci stia tornando utile il mio origliare- 

 

Sirius ridacchiò alla reazione del padre e bevve il suo succo di zucca, lanciandogli delle occhiate di tanto in tanto. Il loro rapporto era così, si punzecchiavano a vicenda fin quasi a litigare e poi tutto tornava nella quiete. Mai avrebbe immaginato anche solo di pensare che lui e suo padre avessero qualcosa in comune eppure in quella convivenza forzata, aveva scoperto che l’anziano Black era anche vagamente simpatico. 

 

-Oggi vai a vedere la seconda prova del Torneo?- chiese Sirius, anche se già sapeva la risposta.

 

Orion annuì e si pulì la bocca con il tovagliolo. -Sì andrò con i Malfoy, Julius e…gli Higgs- l’irritazione nacque spontanea al solo nominare quella famiglia e Sirius se ne accorse. -Ho sempre frequentato purosangue ma loro…quel Ares-

 

Sirius sospirò e i ricordi della guerra di appena tredici anni prima gli tornarono prepotenti nella testa. Represse l’impulso di alzarsi e urlare, perché ogni volta che gli tornava alla mente quel periodo non poteva fare a meno di pensare a cosa aveva perso. Quelli che credeva fossero gli anni peggiori alla fine si erano rivelati i migliori ma di questo, se ne era reso conto solo una volta entrato ad Azkaban. Alle volte degli incubi lo perseguitavano nella notte e tutti erano legati a James, Lily, ma soprattutto a lei… Dahlìa. Non aveva nulla, non una foto niente. Solo ricordi che conservava gelosamente nel pensatoio regalatogli da Orion. 

 

-È vero?- chiese Orion, ridestandolo dai suoi pensieri. -Quelle cose che ha fatto Ares… è tutto vero?- 

 

Sirius lo osservò e anche lì fu costretto a trattenersi dall’usare l’uomo come valvola di sfogo. Era successo spesso, soprattutto i primi tempi a Grimmauld Place che lui buttasse tutta la sua frustrazione sul padre ormai anziano. Ci stava ancora lavorando ma negli ultimi tempi gli attacchi di rabbia erano diventati più rari, per andare incontro ad una convivenza migliore e questo fu solo grazie all’aiuto di Remus. Tuttavia in quei momenti aveva bisogno di prendersela con qualcuno, perché il ricordo di ciò che Ares Higgs aveva fatto era il peggiore degli incubi di qualsiasi persona.

 

-Sì… è vero- mormorò in risposta al padre.

 

-Sembra che lo abbiamo evocato, alla partita- borbottò Orion, contrariato. 

 

-Già, poi il figlio che gironzolava attorno ad Alyssa non mi è piaciuto per niente. C’è dell’altro me lo sento- rispose Sirius. -Gli Higgs se si muovono hanno un motivo. Senza scopo per loro le persone sono nulla-

 

-Mi duole concordare con te, certo devo ammettere che lì per lì non mi è parso un cattivo ragazzo ma dal figlio di Higgs, possiamo aspettarci qualsiasi cosa-

 

Passarono attimi di silenzio, scanditi solo dal ticchettio dell’orologio a pendolo. Orion aveva già finito la sua colazione ma non moriva dalla voglia di andare a Hogwarts proprio con gli Higgs e Sirius lo aveva intuito, quando aveva visto il padre aprire la Gazzetta del Profeta di due giorni prima. 

 

-Dovresti andare- disse Sirius, guardando l’orologio. -Manca poco e…oddio non credevo che avrei mai detto una cosa del genere ma…se fai tardi quei purosangue di melma che frequenti si faranno strane idee e già gli è parso strano che siamo andati in Irlanda-

 

-Purosangue di melma- disse Orion, con un sopracciglio inarcato all’insù. -Anche qui molto adulto, complimenti- esclamò prima di alzarsi da tavola. -Ma devo darti ancora ragione, meglio evitare-

 

Orion uscì dalla sala da pranzo e si avviò all’ingresso, indossò un pesante mantello invernale e scelse un bastone in legno d’acero laccato nero, con il solo ornamento di un pomello in argento. Con la coda dell’occhio, vide Sirius avvicinarsi ma fece finta di nulla ed uscì in strada. Il tempo si era notevolmente schiarito negli ultimi giorni e sperava che anche a Hogwarts fosse la stessa cosa, dopo i draghi Orion non riusciva ad immaginare cosa si sarebbero inventati per quei ragazzi. Aveva più timore per Harry Potter, non aveva ancora avuto la possibilità di conoscerlo ma già solo il fatto che avesse l’età di sua nipote lo faceva preoccupare. Vedeva ancora sua nipote come una bambina e il pensiero di vederla combattere contro un drago, rischiava di fargli venire un infarto.

Si guardò attorno e afferrò la sua bacchetta, puntandola contro una scarpa logora lasciata accanto ad un secchio.

 

-Itinerantur- disse con tono deciso.

 

La scarpa tremò leggermente prima di tornare inanimata, Orion non perse ulteriore tempo e la toccò nonostante gli facesse ribrezzo. Un vortice lo inghiottì e pochi secondi dopo, il castello di Hogwarts gli diede il benvenuto.

Orion rimase a fissare la maestosa figura del castello e il pensiero di essere tornato a casa lo colpì come accadeva ogni volta che lo rivedeva. I tempi di Hogwarts erano stati i più belli da che ne aveva memoria e se all’epoca pensasse che la vita vera era fuori da lì, quando si ritrovava a fissarlo sapeva che i tempi in cui si imboscava al corridoio della strega Orba con Walburga erano stati i più felici che aveva vissuto.

 

-Orion alla buon ora!- esclamò una voce alle sue spalle.

 

Orion represse una smorfia di irritazione, quando sentì Luciusparlargli in quel modo. Non vede l’ora di chiudermi in una casa per anziani, pensò mentre si voltava. Non sapeva perché ma Lucius era fermamente convinto che alla sua morte gli avrebbe lasciato qualcosa, complice il fatto che Walburga aveva scritto nel suo testamento di lasciare a Narcissa la sua casa nel Kent. Luciusnon lo sapeva, ma quella proprietà era odiata da tutti a causa dell’infestazione di mollicci che la vivevano. Era l’unica cosa che faceva concordare tutti i Black, Sirius compreso. 

 

-Ho fatto tardi a causa di un inconveniente in casa- rispose prontamente Orion. -Abbiamo scoperto un molliccio in cantina e Kreacher è impazzito quando ha visto un serpente strisciare verso di lui-

 

Ciò che aveva appena pronunciato non era proprio una bugia. Era accaduto davvero il giorno prima e Kreacher aveva ancora paura di scendere giù in cantina. Ci erano volute ore per dirgli che non c’era più pericolo. Lucius rise, forse si stava immaginando la scena e Orion dovette fare fronte a tutta la pazienza che aveva per non rispondergli a tono.

 

-Dovresti trovare un elfo più giovane, Orion. Quel Kreacher è troppo vecchio e rimbambito per lavorare- disse Lucius, avvicinandosi a lui. 

 

Gli mise una mano sulla spalla e lo invitò a raggiungere gli altri, che avevano già raggiunto le rive del Lago Nero. Solo in quel momento Orion notò studenti e spettatori esterni in fila per salire sulle tribune, nel frattempo si fece accompagnare da Lucius, al gruppo facente parte dell’élite magica. Julius stava chiacchierando con Ares mentre Narcissa parlava con Giselle. Appena furono vicini, Julius lo salutò mentre Ares lo guardò impassibile, rispose all’amico e salutò cordialmente i presenti.

 

-Buongiorno zio, come stai?- gli chiese Narcissa, sorridendo. 

 

-Bene ma che ci vuoi fare, gli acciacchi dell’età si cominciano a sentire- scherzò.

 

-Non dire così, Orion- s’intromise Julius. -Stai sicuramente meglio dei campioni che dovranno affrontare questa prova-

 

-Si sa in cosa consiste?- chiese Orion, incuriosito dal tanto via vai di gente.

 

-Voci di corridoio affermano che dovranno combattere contro gli abissi- rispose Ares, con tono annoiato. 

 

Il tono utilizzato da Ares gli diede fastidio ma non rispose, non poteva compromettersi ai loro occhi, soprattutto da quando aveva Sirius a casa. Già una volta aveva subìto una perquisizione i primi tempi in cui il figlio era fuggito da Azkaban e non poteva averne un’altra perché stavolta, qualcosa avrebbero trovato.

 

-Hey Black, quindi vedrai la seconda prova con noi?- urlò una voce poco distante.

 

Orion si voltò subito verso la fila che doveva essere quella riservata agli studenti di Hogwarts e anche il gruppo fece lo stesso. Alyssa era con Theodore e il ragazzo che aveva parlato, era uno dei gemelli che avevano provato a convincerlo a scommettere alla prova precedente.

 

-Ti presto la mia ragazza, Weasley ma attento a te- rispose Theodore, guardando il rosso.

 

-Tranquillo Nott, la Black è in ottime mani con noi- scherzò uno dei gemelli.

 

Orion e Julius si lanciarono un’occhiata confusa ma prima che uno dei due potesse richiamare i due giovani, questi si erano fermati in fila e si stavano scambiando la saliva a vicenda, in una pratica chiamata da tutti baciare. Orion sbattè le palpebre più volte frastornato mentre Narcissa e Giselle se la stavano ridendo della grossa, vedendo le reazioni dei due uomini.

 

-Padre, madre- disse una voce, vicino a loro.

 

Chi glielo dice ora a Sirius, pensò Orion sconsolato e distolse lo sguardo dalla giovane coppia, solo quando questa si stava separando per andare dai rispettivi amici. Quando Alyssa fu accanto a Lavanda tirò come un sospiro di sollievo e si voltò verso il ragazzo che stava parlando con Ares. Terrence Higgs era scuro in volto e parlava con i suoi genitori, come se volesse tentare il suicidio da un momento all’altro.

 

-E quindi Alyssa e Theodore stanno insieme- esclamò Giselle.

 

-Si si stanno insieme, si baciano e sono la coppia più bella del mondo- l’interruppe Terrence, sarcastico anche se a Orion parve di riconoscere un tono irritato. 

 

Adolescenti, pensò sconsolato.

 

 

-Hai visto Hermione?- chiese Alyssa, aguzzando lo sguardo alla ricerca della ragazza.

 

Lavanda negò con un cenno del capo mentre  teneva le mani ben salde alla balaustra della tribuna e guardava il lago sotto di loro. Aveva smesso di nevicare ma l’aria era gelida, per cui Alyssa si strinse più che poté dentro il suo mantello di Grifondoro. Giù erano già arrivati Krum e Cedric e stavano chiacchierando, sulle rive del lago. 

Alyssa sbuffò e si guardò nuovamente attorno, riflettendoci bene non c’era neanche l’ombra di Ron e si chiese che fine avessero fatto i due.

 

-Hey Eliot, ciao!- esclamò ad alta voce Lavanda, sventolando la mano.

 

Alyssa abbassò lo sguardo e salutò anche lei il giovane auror, che stava lavorando nella sicurezza. Eliot alzò gli occhi, sentendosi chiamare e sorrise alle due ragazze, rispondendo al saluto. I gemelli erano poco distanti da loro e stavano lavorando alle scommesse per quella giornata, ovviamente si erano tenuti a debita distanza da Orion Black e Julius Nott ma erano riusciti a convincere Vitious a scommettere su Potter.

 

-Ciao ragazze- disse Neville, avvicinandosi a loro.

 

-Ciao Neville- risposero in coro le due ragazze. 

 

Sulle rive del lago erano arrivati prima Fleur poi successivamente Harry. La prima era tranquilla mentre il secondo era visibilmente preoccupato, Bagman accompagnò Harry alla sua postazione e Fleur andò a posizionarsi sotto la bandiera della sua scuola.

 

-Signori e signore, ben arrivati alla Seconda Prova del Torneo Tremaghi- disse Bagman. Il mago aveva utilizzato un sonorus per far si che tutti potessero ascoltarlo. Nel frattempo, i gemelli Weasley le avevano raggiunte. -I nostri campioni hanno risolto l’enigma nascosto nell’uovo e sono pronti, per affrontare la prossima prova. Al mio fischio si tufferanno nelle acque del Lago Nero e avranno un’ora per poter recuperare ciò che gli è stato sottratto. Uno…due… tre!- 

 

Bagman fischiò e Cedric, Fleur e Krum si tuffarono in acqua, Harry invece era rimasto sulla terra ferma e il suo corpo era afflitto da spasmi. Alyssa, Lavanda e gli altri lo guardarono confusi mentre lui muoveva le braccia come un forsennato.

 

-Ma che ha?- chiese Lavanda. I presenti intanto stavano ridendo a quella scena. -Che gli hai dato?-

 

-l’algabranchia- rispose Alyssa, abbassando il tono di voce per non farsi sentire.

 

-Ma dai davvero?- chiese Neville, avendo sentito la ragazza e osservò affascinato Harry. -Gli hai detto di prenderla quando è in acqua?-

 

Alyssa sbiancò e fissò il giovane Potter ancora in preda agli spasmi. -No- afferrò la balaustra e si sporse per urlare a Harry di tuffarsi ma il gesto le fece perdere l’equilibrio e fu solo grazie a Fred se non cadde di sotto.

 

-Cosa succede se la prende sulla terra ferma?- chiese George, allarmato dal comportamento della Black.

 

-Muore- risposero all’unisono Neville e Alyssa.

 

Il gruppo si prodigò a urlare al ragazzo di tuffarsi mentre i Serpeverde se la ridevano della grossa alla vista di Harry, che bramava aria. Alyssa lanciò un’occhiata Theodore e scosse il capo irritata, nel vederlo ridere di gusto alla scena. Finalmente Harry si tuffò in acqua e Alyssa tirò un sospiro di sollievo. Ci è mancato poco che non finissi ad Azkaban, pensò sollevata. George e Fred scrutavano il lago per poter scorgere qualsiasi gesto dei campioni mentre Neville le spiegava quanto l’algabranchia fosse rara e difficile da trovare. Piton mi ucciderà, pensò annuendo alle parole del suo compagno di casata. 

 

-Paciock sta zitto- esclamò Terrence alle loro spalle.

 

Alyssa si voltò in direzione del ragazzo e lo salutò sorridendo ma Terrence non rispose e tornò a parlare con Tracey ed Andrew. Lo fissò stranita ma non gli diede peso e tornò a parlare con Neville. Lavanda si era spostata per poter avvicinarsi allo stand dei dolciumi, organizzato da Mielandia. 

 

-Riportami una brioche di zucca- le urlò dietro Alyssa. -Ah e anche del succo!-

 

-Ovviamente di zucca eh- rispose Lavanda mentre passava accanto al trio di Serpeverde. -Sia mai che cambi- disse sarcastica.

 

Alyssa le fece la linguaccia e tornò a chiacchierare con Neville, senza accorgersi che qualcuno la stesse fissando.

 

Lavanda salì ancora i gradini fino ad arrivare alla fila per lo stand e sbuffò, si voltò verso il lago alle sue spalle, come se avesse paura di perdersi qualcosa di importante per la gara e tornò a fissare la schiena della persona davanti a lei. 

 

-Brown, anche tu in fila?- gli chiese la fastidiosa voce di Malfoy. 

 

Lavanda sbuffò apertamente, non preoccupandosi di sembrare maleducata e senza voltarsi rispose. -Sì. Finito di prendere in giro Harry?-

 

-Cos’è…sei amica di Potter adesso?- chiese, scontroso.

 

-Cos’è…non sai farti i fatti tuoi?- lo rimbeccò Lavanda, senza mai voltarsi. Nel frattempo la fila scorreva e la ragazza sperò con tutta se stessa che la gente davanti a lei si muovesse a prendere le loro consumazioni. 

 

-Non hai risposto- rispose Draco, imperterrito.

 

Lavanda sbuffò di nuovo e si voltò per guardarlo piccata. -Siamo compagni di casata nient’altro, contento adesso?-

 

-Decisamente si- replicò il ragazzo soddisfatto.

 

Lavanda roteò gli occhi al cielo e si voltò di nuovo verso lo stand, attorno a lei la gente parlava degli spasmi di Harry e se prima ridevano di lui, ora erano interessati di sapere se c’è l’avrebbe fatta a superare la prova. 

 

-Malfoy perdona l’invadenza- esclamò Tracey Davies dietro di loro. -Ma compri o no? Ho delle ordinazioni io- 

 

Lavanda sghignazzò mentre Draco sbraitava contro la sua compagna di casata e se ne andava dai suoi amici. Tracey si avvicinò a lei, prendendo il posto che prima era stato di Malfoy e attese il suo turno. Quando finalmente toccò a Lavanda, la ragazza ordinò delle api frizzole per lei, cioccorane per i ragazzi e brioche di zucca.

 

-Mi dispiace cara, le brioche di zucca sono finite- le disse la donna, dispiaciuta.

 

-Come finite!- dissero in coro Lavanda e Tracey. Lavanda la guardò confusa ma Tracey era troppo intenta a scrutare il banco per accorgersene. -Allora dei zuccotti di zucca- continuò Lavanda, voltandosi verso la donna dei dolciumi.

 

-Finiti-

 

-Pasticcini alla zucca?-

 

-Finiti anche quelli-

 

-Mi dia solo il succo allora- rispose Lavanda, presagendo già la sua amica andare in paranoia perché non era riuscita ad avere i suoi dannati dolci di zucca. 

 

-Tesoro è finito anche quello. Però se vuoi ho del succo di carota che…-

 

-No guardi va bene così- l’interruppe Lavanda e le passò i soldi per pagare. 

 

La Grifondoro si voltò e Tracey la seguì irritata dopo aver comprato delle stecche di liquirizia, la osservò confusa ma la Serpeverde non se ne accorse almeno fino a che non alzò gli occhi su di lei. Dovette intuire cosa passasse per la testa della ragazza e sospirò.

 

-Ero qui per prendere i dolcetti a Terrence e Andrew. Terrencediventa un rompiscatole quando non ha i suoi stupidissimi dolcetti alla zucca- le spiegò Tracey mentre scendevano le scale.

 

-Non dirlo a me, pensa che Alyssa si fa mandare le brioche da suo nonno- rispose Lavanda, alzando gli occhi al cielo sconsolata. -È un caso clinico perso- 

 

Tracey rise e si spostarono per far passare due studenti del primo anno diretti allo stand dei dolci. -Comunque se fosse mio amico, ti direi di comprendere Malfoy e di provare a conoscerlo- disse la Serpeverde. Lavanda fece per rispondere ma la ragazza continuò. -Ma siccome non è mio amico, ti dico lasciarlo perdere e di morire zitella-

 

Lavanda la guardò per qualche secondo prima di iniziare a ridere di gusto, non tanto per le parole dette quanto più per il tono saccente che Tracey aveva usato. Le due ragazze arrivarono all’altezza dei posti dove erano seduti i tre Serpeverde ma rimasero per le scale a chiacchierare.

 

-Sì, la seconda opzione è quella che mi attira di più- disse Lavanda tra le risate. -Ma siete solo voi tre?- 

 

-Sì, teoricamente si doveva aggiungere a noi mia sorella e Astoria ma poi hanno preferito guardare lo spettacolo con Malfoy e gli altri- rispose Tracey. Dal tono che usò Lavanda intuì che non le dispiaceva affatto di non avere le due ragazze in giro.

 

-Aggiungetevi a noi no?- le propose Lavanda, sorridendo gentile. 

 

Era la prima volta che Lavanda si comportava in modo carino con qualche Serpeverde, era solita ignorarli o rispondere loro lo stretto necessario eppure Tracey era, oltre ogni previsione, davvero simpatica.

La Davies lanciò un’occhiata ai suoi amici, Terrence era ancora imbronciato mentre Andrew scrutava il lago annoiato e tornò a guardarla.

 

-Grazie ma non credo sia il caso- le disse gentile.

 

Lavanda inarcò il sopracciglio confusa. -Perché?-

 

-Qualcuno è di cattivo umore oggi- disse in tono cantilenante. -Ma grazie del pensiero-

 

Tracey andò a sedersi in mezzo ai due compagni e Lavanda raggiunse i suoi amici, che continuavano a chiacchierare tranquillamente. Consegnò le cioccorane ai ragazzi e guardò Alyssa, sconsolata.

 

-Le brioche di zucca erano finite- disse, pronta a sorbirsi la sua ira.

 

-E i zuccotti di zucca?-

 

-Finiti-

 

-Pasticcini alla zucca?-

 

-Anche quelli-

 

-Allora va bene solo il succo-

 

-Eh… è finito anche quello-

 

-E che cavolo!- esclamò prima Alyssa poi Terrence dietro di loro.

 

Nessuno dei due si accorse di aver parlato praticamente all’unisono per cui Lavanda e Tracey si guardarono ridendo mentre i due amici si lamentavano delle mancanze così gravi da parte di Mielandia.

 

 

Tutti rimasero sorpresi quando videro Fleur risalire in superficie senza ciò che le era stato sottratto, nuotò a grandi falcate verso la riva e raggiunse poi le sue compagne di scuola, che l’avvolsero in un asciugamano. Theodore guardò la ragazza, dispiaciuto che proprio lei dovesse finire quarta in graduatoria ma questo pensiero passò subito il testimone alla curiosità di ciò che stavano combattendo i campioni sott’acqua.

 

-Ma ci pensate?- chiese Astoria, rabbrividendo dal freddo e dai pensieri che stava avendo. -Quelli li stanno combattendo contro le sirene e l’acqua sarà gelida!-

 

-Speriamo che ci togliamo dalle scatole Potter- disse Theodore, facendo ridere i compagni attorno a lui. -Ma poi me lo hai preso il succo di lamponi?-

 

-Oh…no- borbottò Draco. -Perdonami-

 

-Vado io!- disse Blaise, alzandosi dal suo posto. -Tanto ho voglia di calderotti- e si avviò verso lo stand di Mielandia.

 

Da quando era tornato a Hogwarts i suoi amici non la smettevano di essere premurosi. Forse lo erano troppo ma in fondo non gli dispiacevano quelle attenzioni, soprattutto perché anche Alyssa non era da meno. La ragazza infatti gli passava gli appunti delle lezioni, brioche di zucca se lo vedeva pallido e lo attendeva ad ogni fine lezione per poter studiare insieme in biblioteca, anche se alla fine lui guardava lei studiare. Tornare a Hogwarts era stata una mano santa per il suo umore sotto i piedi, non che al San Mungo se la fosse cavata male anzi, la pozionista Perks lo aveva riportato giù nei laboratori quando si era ripreso e la Guaritrice Devon gli aveva permesso di salire a prendere il tè al quinto piano. Erano state gentili non poteva negarlo, tuttavia non era come avere i suoi amici accanto.

 

-Tieni- gli disse Blaise, appena tornato dalla bancarella.

 

Theodore ringraziò e prese il succo mentre Daphne accanto a lui si sporgeva per vedere meglio le acque del lago. 

 

-Ragazzi, guardate!- esclamò Daphne, puntando il dito in direzione del lago.

 

Tutta l’attenzione del pubblico fu catturata dalle onde dell’acqua. All’improvviso ci fu silenzio rotto solo dai rumori della foresta accanto al lago, le onde dovute ai movimenti subacquei si fecero sempre più veloci fino a che in superficie non comparve Cedric Diggory con Cho Chang stretta al petto.

 

-Eh sì. Quindi le cose rubate non sono oggetti ma persone- disse Pansy, colpita. -Inquietante…mi piace!-

 

Theodore ridacchiò mentre altri movimenti dell’acqua presagivano l’arrivo di un altro campione. Tutti rimasero in attesa della persona e quando le onde si fecero più veloci e vicine, la figura di Krum con un’altra che lì per lì non riconobbe, risalì a galla. Aguzzò lo sguardo mentre i due nuotavano verso la riva, con i cori dei ragazzi di Durmstrang che festeggiavano il loro campione.

 

-Ma quella non è la Granger?- chiese per aver conferma.

 

Theodore lanciò un’occhiata prima verso i Tassorosso che stavano urlando di gioia, poi in direzione di Alyssa e i suoi amici, vide la ragazza sporgersi troppo e Weasley che la riprendeva. Da quella distanza gli era possibile vedere la sua espressione preoccupata e non ne capiva il motivo. Forse era legata al fatto che quella mattina gli occhi nocciola della Black erano contornati da occhiaie evidenti? Si chiese allora se Alyssa era rimasta sveglia tutta la notte ad aiutare Potter e non perché aveva avuto problemi ad addormentarsi, come gli aveva detto in Sala Grande a colazione. 

 

-È scattata l’ora e Potter non è risalito!- esclamò Draco, felice. 

 

Neanche il tempo di festeggiare che Potter risalì a galla…o meglio, Weasley e una ragazzina dai capelli biondi, dello sfregiato neanche l’ombra. Ron Weasley aiutò la ragazzina a raggiungere la riva e Theodore si voltò di scatto verso la zona della sua ragazza. Alyssa era pallida e controllava l’orario mentre Paciock le diceva qualcosa all’orecchio. Dovrò dire a Paciock di tenersi a distanza, constatò Theodore con una smorfia. Il volto della Grifondorofinalmente si distese in un sorriso sollevato e Theodore si voltò di nuovo a guardare il lago, constatando con rammarico che Potter c’è l’aveva fatta. Tutti gli studenti di Hogwarts festeggiarono il ritorno a galla del ragazzo e Theodore sbuffò irritato come anche Draco e gli altri. 

I giudici stavano parlottando tra loro mentre Potter nuotava verso la riva. Madama Chips controllava le condizioni di tutti i partecipanti alla gara ma a Theodore non interessò più di tanto, la sua attenzione era catturata da Alyssa che era scesa dalle tribune e stava si avvicinando alla riva, dove Potter era appena arrivato. 

 

-Che ci vuoi fare- disse Draco al suo fianco. -I genitori erano amici-

 

-Ma non ci scordiamo che il padre della Black è un assassino- constatò Astoria, guardando Alyssa e Harry parlare con Hermione.

 

-Già…ma non è un po’ strano che quei due siano diventati d’un tratto amici?-  gli chiese Blaise, guardandolo. -Insomma…il padre della Black ha venduto a Voi-Sapete-Chi quello di Potter! Si che lei non c’entra nulla però addirittura farci amicizia-

 

Theodore sospirò e alzò le spalle come a dire di non saperne nulla. Ed era vero, dell’anno prima sapeva solo che Alyssa aveva incontrato il padre e che non lo credeva un assassino, in fondo capiva anche l’esigenza della ragazza di conoscere colui che l’aveva generata. Era comprensibile.

 

-I giudici hanno stabilito- Ludo Bagman parlò, guardando gli spalti e facendo così zittire il gruppo di Serpeverde. -Di conferire alla signorina Delacour venticinque punti per la sua padronanza dell’incantesimo Testa Bolla, nonostante non sia riuscita a terminare la prova. A Diggory, che ha a sua volta fatto uso del medesimo incantesimo ed inoltre è risalito per primo con il suo ostaggio, conferiamo quarantasette punti. A Krum, che ha eseguito una trasfigurazione parziale ma efficace, conferiamo quaranta punti. Infine il signor Potter ha usato con grande efficacia l’algabranchia ma è tornato fuori tempo massimo di un’ora. Tuttavia la capitansirena ci ha avvisati che Potter sarebbe risalito per primo, se non si fosse messo in testa di risalire tutti gli ostaggi e per questo il suo punteggio è di quarantacinque punti-

 

I Grifondoro urlarono di gioia e Draco notò Lavanda abbracciare Fred Weasley con foga, gesto che lo fece innervosire e non poco. Giù a riva Alyssa abbracciava Harry assieme a Ron e Hermione, mentre i Serpeverde iniziavano a scendere dagli spalti nervosi.

 

-La terza prova si terrà il ventiquattro giugno e i campioni sapranno cosa li attenderà un mese prima. Grazie a tutti per essere venuti qui e per aver dato sostegno ai ragazzi-

 

Theodore scese le scale velocemente e attese che Alyssa si liberasse dal parlare con Potter. Si appoggiò ad uno dei pali che tenevano in piedi la tribuna degli studenti e incrociò le braccia al petto, spazientito. La ragazza alzò gli occhi su di lui e gli sorrise, salutò i suoi compagni e gli si avvicinò. Theodore le cinse le spalle con il braccio e rimasero per un po’ così, con il ragazzo ancora appoggiato al palo e Alyssa al suo petto.

 

-Ti ho vista preoccupata per Potter- gli disse Theodore, guardandola negli occhi. 

 

-Sei geloso?- rispose Alyssa, trattenendo una risata.

 

-Di Potter? Pff ma per favore- rise Theodore e gli diede un bacio sulla fronte. -Mi chiedo piuttosto se non sei stata tu ad aiutarlo- 

 

I due si staccarono dal palo e si avviarono come gli altri studenti verso il castello, per andare a riscaldarsi davanti una buona tazza di tè. Alyssa lo guardò eloquente ma non rispose alla sua domanda e Theodore capì che quei quarantacinque punti erano merito, almeno in parte, anche della sua ragazza.

 

-Black!- urlò Piton alle loro spalle. 

 

I due ragazzi si voltarono all’unisono verso l’uomo, il quale era accompagnato dalla pozionista del San Mungo, sicuramente venuta per guardare la Seconda Prova. Se la pozionista Perks gli sorrideva però, Piton era di tutt’altro intento e guardava la sua studentessa con sguardo accusatorio. Theodore salutò la donna, sorridendo e lanciò un’occhiata ad Alyssa confuso, non capiva come mai la ragazza avesse timore di parlare con Piton, visto che lei era la migliore del loro corso.

 

-Algabranchia, brava- esclamò Piton piatto, non appena i ragazzi furono davanti a lui. 

 

-Io non c’entro nulla… professore- rispose Alyssa, guardando l’uomo con determinazione.

 

-Ma per favore, Black! Potter non sa riconoscere sangue di drago da succo di zucca- Theodore sghignazzò ma smise subito quando il professore lo trucidò con lo sguardo. -E siccome la Granger era impegnata, è facile dedurre che sia stata tu a prendere l’algabranchia dalla mia riserva personale-

 

Theodore sgranò gli occhi sorpreso e si voltò verso la ragazza, che aveva le iridi fisse sul professore più per orgoglio. -Ma sei impazzita?- 

 

-È in punizione, signorina Black. Meno trenta punti a Grifondoroe da oggi stesso voglio che lei riscriva tutte le etichette degli ingredienti e che ricontrolli le pozioni dei ragazzi del primo anno per un mese intero…e niente Hogsmeade per due settimane- Pitonguardò la reazione dei due ragazzi e sbuffò contrariato. -No. Prima che ci provi anche solo a convincermi, signor Nott, l’avviso che sono irremovibile e che non m’interessa un fico secco se voi due non vi vedete da un mese- disse seccato. 

 

-Va bene, professore…- borbottò Alyssa, sapendo che dire qualsiasi cosa era inutile.

 

-Dieci punti a Grifondoro- Alyssa fissò l’uomo confusa e lui le spiegò con lo stesso tono irritato di poco prima. -Per aver studiato la teoria di una pozione difficile. A tal proposito voglio un tema entro lunedì sulla Pozione Vivi L’Acqua, dalla sua nascita fino a parlare dei pro e dei contro-

 

La ragazza annuì senza rispose e i due studenti si voltarono per tornare al castello, sotto lo sguardo di Piton e della Perks, che se la rideva della grossa.

 

-Ti rendi conto che non possiamo uscire insieme a causa di Potter? Poi mi vieni a dire che non lo devo odiare?- esclamò Theodore, facendo ridere ancora di più la Perks.

 

Quando i due ragazzi furono lontani da loro, Jocelyn prese Severus sottobraccio e assieme si avviarono verso il villaggio di Hogsmeade.

 

-Severus- lo richiamò all’improvviso la donna. -Giusto per capire, la ragazza ha preso la teoria della pozione Vivi l’Acqua, arrivando a studiare le proprietà di ogni singolo ingrediente fino all’algabranchia?-

 

-Sì, esatto- rispose Severus.

 

Jocelyn si fermò e si voltò in direzione della coppia di studenti, che stava battibeccando poco distante dall’ingresso delle serre.

 

-Severus, la voglio agli internati del San Mungo il prima possibile- esclamò la donna, guardando la ragazza litigare. -Non mandarmi più gente come quella Light, voglio studenti come lei-

 

 

Quel venerdì pomeriggio tutti a Hogwarts stavano festeggiando, gli unici ad essere meno inclini a divertirsi, erano proprio i ragazzi di Beauxbatons e questo perché Fleur era finita irrimediabilmente ultima.

Tutti, si stavano divertendo bevendo burrobirra e ballando nelle sale comuni, tutti.

Meno lei.

Erano le sei del pomeriggio e dall’aula di Pozioni sentiva la musica provenire dalla Sala Comune dei Serpeverde e s’innervosì non poco, soprattutto perché dopo aver litigato con Theodore, quest’ultimo aveva preferito passare il pomeriggio con i suoi amici anziché farle compagnia mentre riscriveva tutte le etichette degli ingredienti. Alla fine il nervosismo era passato, quando si era resa conto che stare nel laboratorio da sola era piacevole e in più, la questione di ricontrollare le pozioni dei ragazzini del primo anno le fece capire che per il professore, lei non fosse poi così male. Udì dei passi ma non ci badò e continuò a trascrivere l’ultima etichetta per quella giornata, così da passare al controllo delle pozioni.

 

-Che ci fai qui?- chiese Andrew, guardandola.

 

Alyssa alzò lo sguardo verso la porta e non fu sorpresa di ritrovarsi tre Serpeverde fissarla confusi. -Ciao ragazzi- rispose prima di tornare a scrivere. -Sono in punizione-

 

-Perché mai?- chiese Tracey, sedendosi su uno dei banchi accanto ad un calderone. 

 

Andrew e Terrence non ebbero altra scelta che accomodarsi anche loro. Quando Tracey decideva che qualcosa la interessava, non c’erano centauri che potessero smuoverla da lì.

 

-Ho rubato…beh non proprio, diciamo preso in prestito l’algabranchia dalla riserva di Piton per darla a Harry. Che poi l’abbiamo fatta prendere da un elfo domestico ma va bene, in fondo l’idea è stata mia- sospirò sconsolata, immaginandosi i festeggiamenti dei Grifondoro. -Sono in punizione per un mese, devo riscrivere le etichette degli ingredienti e ricontrollare le pozioni dei ragazzi del primo anno ma soprattutto- prese le ampolle che aveva sul tavolo e le rimise al proprio posto sugli scaffali. -Niente Hogsmeade per due settimane- tornò al tavolo con le boccette degli studenti di Tassorosso del primo anno e prese una pergamena per scrivere le proprietà. -Ah per non parlare del tema che devo dargli entrò lunedì-

 

-Quindi non andrai all’appuntamento con Theodore- disse Tracey e lanciò un’occhiata ai suoi amici. 

 

-Già- bofonchiò Alyssa, mentre prendeva dalla sua tracolla una brioche di zucca. -Volete?-

 

-Sì grazie- rispose subito Terrence, decisamente più sollevato rispetto alla mattina.

 

Alyssa prese un’altra brioche dalla borsa e la passò al ragazzo, per poi tornare ad osservare la pozione di una certa Mika Kelbourn. 

 

-Ci dispiace davvero- disse Tracey. Anche se il tono non le sembrò granché dispiaciuto ma Alyssa sapeva, che non era amica di Theodore. -Giusto Terrence? Ci dispiace che non possa uscire con Theodore, vero?-

 

Terrence si strozzò con la brioche e borbottò un sì mentre Alyssa alzò gli occhi sulla Serpeverde, guardandola con fare interrogativo. Tuttavia tornò subito sul lavoro delle pozioni quando, una volta aperta la boccetta di Mika, un odore pungente la costrinse a ricontrollarla più a fondo.

 

-Beh andiamo- sentenziò Tracey, alzandosi di scatto. -Ciao Alyssa Sophie- disse, afferrando dalle tuniche i suoi amici.

 

-Ciao- rispose la ragazza, assorta nel suo lavoro.

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

 

Tadaaaann nuovo capitolo! Ad Orion e Sirius Ares Higgs non piace proprio, chissà cosa ha fatto (io lo so!) ma prendersela con Terrence…Bo! La scena del bacio visto da Orion e Julius ha una storia. Dovete sapere che il mio primo bacio al mio primo ragazzo avvenne al terminal del bus e appena ci staccammo, mi sono ritrovata mio fratello e i suoi amici che ci fissavano 😳. Ovviamente non ho voluto dare questo imbarazzo ad Alyssa 😂ma volevo ci fosse. Poi la frase di Terrence l’ho adorata, più che altro perché mi sono immaginata gli adulti che lo guardavano strano. Avevo detto che il punto di vista di Theodore ci sarebbe stato dopo qualche capitolo e infatti, al posto suo doveva essercene uno di Lavanda ma ho preferito fare questo cambio e dare più spazio alla nostra Brown preferita nel prossimo capitolo. Che carini i Serpeverde che lo riempiono di attenzioni.  Parliamo adesso di Tracey, chi la adora? Io! È pungente e mi piace un sacco! 

Ho adorato scrivere la scena con la donna dei dolciumi e spero che sia piaciuta anche a voi.

Ora qualche informazione di servizio. Domani farò sei anni con il mio ragazzo (e che ve ne frega, direte voi) ebbene siccome è il primo giorno di zona gialla non ci sarò per due giorni e quindi non scriverò. Dalla settimana prossima se tutto va bene dovrei tornare a lavorare (Conte, dimmi te che devo fare) e avrò meno tempo per scrivere ma con questo non sto dicendo che scompaio, semplicemente se durante le feste ho pubblicato quattro capitoli, calcolo di pubblicarne lo stesso numero entro gennaio.

 

Fatemi sapere se vi è piaciuto questo,

 

_L_Black_

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Capitolo 36
*** Capitolo 35 - Bienvenue ne France ***


Capitolo 35

 

Quel sabato mattina pochi studenti sedevano ai tavoli della Sala Grande, erano tutti troppo stanchi a causa dei festeggiamenti che si erano protratti fino a notte fonda nelle Sale Comuni. Quell’anno era una festa continua a Hogwarts, prima la presentazione dei campioni, poi la prima prova, Natale, la partita e infine la seconda prova. Le occhiaie che le contornavano gli occhi verdi erano evidenti ma non si fece granché problemi, visto i volti dei pochi studenti seduti. Di quel passo se i ritmi delle feste erano quelli, non sarebbe arrivata alla fine della scuola, ne era certa. Sbadigliò e portò la tazza alle labbra, il sapore dell’infuso alle rose le diede una piacevole sensazione di calore e chiuse gli occhi un momento per godersi quella coccola mattutina. Accanto a lei, una ragazza dai capelli corvini, scriveva incessantemente sulla pergamena, bevendo di tanto in tanto sorsi di succo alternati a quelli di caffè. Erano nel silenzio più totale, rotto solo dal suono delle posate che sbattevano svogliate contro le stoviglie e un po’ le dispiaceva, lasciare il tepore del castello a favore del freddo esterno. Alyssa Sophie Black sbuffò accanto a lei mentre si versava un’altra tazza di caffè e Lavanda la guardò con la coda dell’occhio. Non si poteva certo dire che la giovane Black fosse stata fortunata a trovarsi in punizione proprio il sabato in cui Theodore le aveva chiesto di uscire, tuttavia un po’ se lo era andato a cercare. Aveva fatto più che bene ad aiutare Harry con la seconda prova ma non le andava giù il fatto che, nonostante Alyssa si fosse fatta in quattro per lui, alla fine era stata la ragazza a finire nei guai. Bevve un altro sorso di tè e guardò l’orologio, di lì a poco si sarebbe dovuta avviare verso il villaggio di Hogsmeade e non vedeva l’ora di rivedere sua sorella, nonostante il freddo. Fresia era dovuta partire per New York il primo di Agosto e aveva fatto ritorno solo qualche giorno prima, perdendosi così la grande festa di Natale dei Brown. Non era mai stata così tanto tempo fuori per una trasferta ed era innegabile, che aveva un po’di apprensione per lei. Alyssa sbuffò nuovamente e Lavanda la guardò con il sopracciglio inarcato.

 

-Si può sapere perché sbuffi?- chiese la Brown, fissando l’amica.

 

-Questa volta non c’è la farò a finire in tempo- esclamò sconsolata.

 

-Potevi pensarci prima di rubare dalle scorte di Piton. Ma che ti è venuto in mente?- prese un sorso di tè e afferrò dal vassoio davanti a lei un pasticcino al pistacchio.

 

-Era l’unica possibilità che avevo trovato- rispose Alyssa con ovvietà.

 

-È questo il punto, non dovevi farlo tu ma Harry, tanto vale che prendi il suo posto alla terza prova. E poi perché lui non è in punizione?- chiese Lavanda.

 

-Silente ha intermediato- 

 

Il tono così tranquillo di Alyssa fece andare sui nervi Lavanda. Possibile che lei, tanto intelligente e in lizza per diventare prefetto l’anno successivo, non capisse l’ingiustizia che c’era dietro? Era impazzita lei o cosa? Lavanda però non volle continuare il discorso, perché sapeva che sarebbe finito inevitabilmente a parlare del padre e di ciò che accadde anni prima. Alyssa quell’estate le aveva raccontato tutto nei minimi dettagli e Lavanda era rimasta di stucco, quando le disse cosa era successo quella sera nella foresta. Suo padre viveva a Grimmauld Place con Orion e lei era stata tanto brava da fingere di non sapere più che fine avesse fatto. Alyssa, dai fatti dell’anno prima aveva sempre aiutato Harry e se lì per lì non ne comprendeva il motivo, quel giorno lo comprese. La ragazza si sentiva in colpa nei confronti di Harry Potter, lei aveva una famiglia a casa e l’amore dei suoi parenti – per quanto razzisti e strambi fossero – mentre Harry, da quello che aveva capito, a casa non aveva nessuno ad attenderlo a braccia aperte.

 

-Comunque dici sempre così e poi ci riesci- disse Lavanda, guardandola.

 

-Non credo. Adesso devo andare giù nel laboratorio per continuare a controllare le pozioni, ad ora ho dato cinque Desolante e due Accettabile, devo andare avanti-

 

-Il professore ti fa dare i voti ai ragazzini?- chiese sorpresa.

 

-Diciamo che mi ha detto di dare una mia opinione su ogni pozione- rispose, tranquilla.

 

Alyssa pensò di non aver dato a vedere nulla ma Lavanda, notò comunque gli angoli della bocca che si erano incurvati all’insù. Alyssa era l’unica studentessa di Grifondoro ad avere voti alti in Pozioni e se lei era arrivata al punto di ritrovarsi Oltre ogni previsione sulla pagella, significava che il suo livello era davvero alto. Tuttavia, per quanto Alyssa fosse davvero brava, Lavanda aveva notato qualcosa di strano in Piton e nel suo modo di fare nei confronti della sua amica. Era come se nascondesse qualcosa ma la ragazza non capiva cosa potesse essere.

 

-A che ora ti devi vedere con Fresia?- chiese Alyssa, alzando finalmente gli occhi dalla pergamena.

 

-Alle dieci davanti a Mielandia- rispose Lavanda e guardò l’orologio per essere certa di non essere in ritardo. -Dovrei andarmi a cambiare- disse prima di finire il suo tè.

 

-Vai allora che aspetti? Ci vediamo dopo- le disse sorridendo. -Salutamela-

 

La via che portava a Hogsmeade era ricoperta di ghiaccio, per cui dovette camminare adagio per stare attenta a non cadere. Incontrò poche persone lungo la strada ed erano tutti studenti di Beauxbatons, che non avevano festeggiato nulla a causa del ritiro di Fleur. Per il resto Lavanda non vide nessuno e di questo ne fu felice, non aveva voglia di perdersi in discorsi futili e privi di interesse. L’avevano sempre etichettata come una ragazza che non avesse nulla sotto i capelli, era brava in Divinazione ma per il resto viveva di giornalini come il Settimanale delle Streghe. La chiamavano per un consiglio sui vestiti ma mai per questioni più serie. Solo Alyssa le chiedeva consigli non solo sul campo della moda, le aveva chiesto come secondo lei doveva comportarsi con suo nonno, quando Walburga era venuta a mancare o cosa doveva fare, per far si che Orion e Sirius la smettessero di odiarsi. Lei era l’unica a trattarla come un’amica normale e di contro Lavanda si comportava come se lei non avesse mai avuto una situazione familiare difficile. Tutti i suoi pensieri si fermarono di colpo quando videro che davanti a Mielandia, una ragazza dai capelli biondi guardava la vetrina con l’acquolina in bocca. Lavanda la continuò a osservare mentre le andava incontro, i suoi capelli ora le arrivavano alle spalle e le sembrò più in carne, rispetto a quando era partita per l’America l’estate precedente.

 

-Frè?- la richiamò Lavanda, non appena le fu vicina.

 

Fresia Brown alzò gli occhi azzurri verso la ragazza e le sorrise raggiante, prima di fiondarsi su di lei per abbracciarla. Lavanda ricambiò l’abbraccio, tenendola stretta a sé. 

 

-Piccola Lavy- esclamò Fresia, staccandosi finalmente da lei. -Vedo che hai fatto festa ieri sera eh?- le disse, divertita.

 

-Eh sì, quest’anno festeggiamo per qualsiasi cosa- rispose, ridacchiando. -Vogliamo andare ai Tre Manici di scopa?-

 

Fresia annuì e prese la sorella sottobraccio, avviandosi verso il famoso pub. Dalla via che portava a Hogwarts, i primi studenti scendevano a gruppi in direzione del villaggio e tra loro, Lavanda riconobbe il gruppo di Draco Malfoy, constatando con irritazione che Theodore era accanto all’amico. 

 

-Sono tuoi amici?- le chiese Fresia, notando la sorella guardare i Serpeverde.

 

-Per fortuna no. Vedi quel ragazzo con i capelli neri corti?- indicò Theodore e Fresia annuì. -È il ragazzo di Alyssa. Mi aspettavo che le facesse compagnia durante la punizione e invece lei è nel laboratorio di Piton e lui con i suoi amichetti-

 

-Alyssa ha un ragazzo?- Fresia spalancò gli occhi sorpresa e aguzzò meglio lo sguardo per osservare il giovane indicato da Lavanda. -È veramente carino!-

 

Lavanda alzò gli occhi al cielo e affrettò il passo per non farsi vedere da Draco. Malfoy se lo ritrovava dappertutto e solo per un caso fortunato, non era diventato il suo compagno di banco a Divinazione. Le sorelle Brown entrarono nel pub e Lavanda rabbrividì al contatto con il calore, Fresia le indicò un tavolo appartato e la più piccola la seguì. Si sedettero e ordinarono due burrobirre accompagnate da un piatto di torta alla carota da condividere. La porta del pub si aprì e un ragazzo dai capelli castani entrò trafilato, si guardò attorno e, non appena vide le due ragazze, si avvicinò a loro. 

 

-Ciao ragazze- esclamò Eliot sorridendo. Si sedette accanto a Fresia e le diede un bacio sulla guancia, prima di chiamare Madama Rosmerta per ordinare una burrobirra.

 

Lavanda inarcò il sopracciglio, guardando con aria corrucciata la coppia intenta a salutarsi e non disse nulla, almeno fino a quando Rosmerta non lasciò l’ordinazione del ragazzo. 

 

-Perché sei qui, Eliot?- chiese schietta, fissando il ragazzo. -Sai che ti dovevo parlare- disse poi, spostando gli occhi sulla sorella.

 

-Lavanda andiamo- disse Eliot, guardandola. 

 

-Sto per sposarlo- continuò Fresia, sorridendo al ragazzo. -Puoi parlare con lui esattamente come fai con me-

 

Eliot annuì e iniziò a bere la sua burrobirra sotto lo sguardo di Lavanda. Vuoi che parlo con lui come faccio con te? Bene, pensò e si mise più comoda sulla sedia per godersi le loro espressioni.

 

-Va bene- inspirò e iniziò a tagliare la torta di carote. -Quando mi addormento parlo con i morti-

 

Eliot sputò la sua burrobirra mentre Fresia spalancò gli occhi dapprima sorpresa, poi mortificata per non aver compreso quanto i problemi della sorella fossero importanti. Forse credeva che le dovessi parlare di vestiti, esclamò la vocina nella sua testa. La porta del pub si aprì nuovamente e questa volta un gruppo di Serpeverde fece il suo ingresso, andando a sedersi dall’altra parte della stanza, per la felicità di Lavanda. 

 

-Nulla di dire?- chiese, guardando la coppia, con tranquillità.

 

Fresia parve riprendersi dallo stupore prima di Eliot e le prese la mano, portandola così a smettere di tagliuzzare in mille pezzi la torta. Lavanda la continuò a fissare negli occhi pacata e ci era voluto tutto il suo autocontrollo per non girare il capo quando le guance di Fresia si fecero color porpora.

 

-Io…da…da quando?- balbettò, mortificata.

 

-Da fine novembre- confessò Lavanda.

 

-Vi lascio sole. Scusa, Lavanda- Eliot si affrettò ad alzarsi, prese la sua burrobirra e si spostò a due tavoli di distanza.

 

Da che Eliot le aveva lasciate sola, seguirono  minuti di silenzio tra le due sorelle e Lavanda, per ovviare all’imbarazzo che si era creato, sbocconcellò la torta di carote. Le risate del gruppo di Serpeverde arrivavano anche a loro ma per le Brown, fu facile isolarsi dalle chiacchiere altrui. Lavanda terminò il dolce da sola e iniziò a raccontare, partì dai primi sogni dove il ragazzo le chiedeva di riportarlo a casa, fino alla donna delle ultime notti. Disse tutto, era un fiume in piena di parole che non aspettavano altro se non parlare con qualcuno che avrebbe capito.

Perché lei capiva sempre. 

Fresia inspirò e chiuse gli occhi per qualche secondo, giusto il tempo di schiarirsi le idee. 

 

-Ringrazia Piton, sicuramente ti ha dato una grossa mano- Fresia riaprì le palpebre e la fissò. -Hai raccontato a qualcun altro questa cosa?-

 

-No, Alyssa però deve aver intuito qualcosa- rispose Lavanda, ricordando le pozioni soporifere senza sogni che l’amica le aveva fatto trovare sul comodino qualche volta. -Ma ho avuto…un attacco di giorno, davanti a…- con un gesto del capo indicò il gruppo dall’altra parte della sala, dove un Draco Malfoy stava controllando le sorelle Brown.

 

Fresia lanciò un’occhiata fugace nella direzione indicatale e non le ci volle molto, per capire di chi parlasse. Sospirò e bevve un sorso di burrobirra, prima di parlare.

 

-Non deve saperlo nessuno. È pericoloso, se se si viene a sapere…non…non voglio neanche immaginare cosa possa accaderti se si scopre- la voce bassa e seria di Fresia fece preoccupare non poco Lavanda.

 

-Ma…cosa succede se qualcuno lo scopre?- sussurrò.

 

-Lav, quando… Tu-Sai-Chi- abbassò il tono di voce ulteriormente e tremò, nel nominarlo. -Era in circolazione, i medium venivano rapiti, torturati e poi, quando avevano dato le informazioni, uccisi-

 

-Ma perché?- insisté.

 

-Perché chi è…un medium non è altro che un veggente con più capacità, Lav!- Fresia la guardò preoccupata. -Devi dirlo solo a persone di cui ti fidi, possibilmente non troppe. Lavanda con queste cose non si scherza- il pub iniziò a riempirsi di studenti e Fresia fu costretta a sedersi accanto a Lavanda, per poter continuare. -Senti, continua gli incontri con Piton e stai defilata, rimani la piccola e pungente Lavanda Brown- le sorrise incoraggiante e continuò. -Non devi pensare di essere sbagliata, è un dono e non una maledizione. È un’eredità di famiglia e ne devi essere fiera. Tu adesso goditi i tuoi quattordici anni, io intanto ti manderò un libro che dovrai leggere va bene?-

 

Lavanda annuì, improvvisamente voleva tornare al sicuro nel castello.

 

 

La pioggia batteva contro il vetro, appannando così la vista della strada dove quei pochi babbani che c’erano, correvano senza preoccuparsi delle gocce d’acqua. Osservava la via mentre sulla scrivania una tazza di tè ormai fredda, giaceva accanto ai registri del 1980. Era trascorsa una settimana dalla Seconda Prova del Torneo ed era finalmente arrivato il momento di partire per la Francia, non era riuscito a dormire neanche quella notte e per questo aveva passato tutto il tempo a guardare fuori dalla finestra del suo studio. I pensieri continuavano ad accavallarsi nella testa come un vortice, senza mai fermarsi neanche un secondo. Guardò l’orario sull’orologio che aveva al polso e constatò che il momento si stava avvicinando.

 

-Orion, sei sicuro di quello che vuoi fare?- disse Phineas, guardandolo.

 

Orion tenne lo sguardo fisso sulla strada e si chiese come mai, aveva ripreso il quadro del suo antenato dalla cantina. Da quando Sirius era rientrato in casa, non si sentiva sicuro e lo aveva nascosto per non indurlo a parlare fuori da casa Black.

 

-Fa bene, sta zitto Phineas- rispose Walburga. -Dai fiato alla bocca quando non serve-

 

Orion non la vide ma immaginò il quadro di sua moglie fissare Phineas con le sue occhiate saccenti e sorrise tra sé. Commissionare quel quadro, era stata la scelta migliore che potesse fare negli ultimi tempi. Si voltò verso i due quadri, posti l’uno al capo opposto dell’altro e lanciò un’occhiata prima a Phineas poi a Walburga.

 

-È quello che devo fare- esclamò Orion, convinto. -Io devo sapere cosa gli è successo! Non voglio più piangere una tomba vuota- 

 

Phineas arricciò le labbra ma non rispose mentre Walburga lo guardò con apprensione. Orion le lanciò un’occhiata ma non soffermò lo sguardo su di lei, doveva rendersi conto che quella non era sua moglie ma un semplice quadro mosso da incantesimi e pozioni. Sospirò e prese la sua ventiquattrore, ci infilò dentro la lettera e i registri dove figuravano i prelievi fatti da Regulus. Uscì dal suo ufficio, lasciò la borsa accanto all’appendiabiti e salì le scale di fretta, alla ricerca di Sirius. Lo cercò prima in camera sua, poi nel laboratorio della nipote e infine lo trovò nella stanza di Alyssa. Sirius stava leggendo delle lettere seduto a terra, con il capo appoggiato ai piedi del letto e Orion lo guardò confuso, prima di entrare per andarsi a sedere sul letto.

 

-Stai leggendo le lettere di tua figlia?- 

 

-Oh no. Alyssa non ha cambiato nulla di questa stanza, a parte appendere lo stendardo di Grifondoro e mettere qualche foto. Ho immaginato che le lettere di Regulus fossero ancora qui- disse Sirius, prima di passare una delle corrispondenze al padre. -Leggi questa-

 

Orion la prese e per un attimo gli tremò la mano, al pensiero che quella carta era stata anche solo sfiorata da suo figlio. Non riconobbe quella grafia ordinata per cui continuò a leggere, incuriosito.

 

Cara Marie,

Tutto organizzato. Sei invitata al matrimonio di Martha e di Lucas. Manda i tuoi omaggi alla coppia.

 

Lyra

 

-Ma cosa significa?- chiese Orion, alzando lo sguardo sul figlio.

 

Sirius sospirò e si alzò da terra per accomodarsi accanto all’uomo, Orion lo guardò in attesa di una risposta. 

 

-È un messaggio in codice. Dobbiamo solo capire cosa significa- Sirius sospirò e si distese sul letto mentre Orion teneva lo sguardo fisso su una foto di Alyssa e Lavanda al compleanno di quest’ultima. 

 

Il suono del campanello ridestò i due uomini, che scattarono in piedi come ogni volta che sentivano qualsiasi rumore diverso dal solito. Orion si avvicinò alla finestra e con fare discreto, scostò le tende per guardare chi fosse alla porta di casa Black. Nello stesso istante, Kreacher andava ad aprire il portone per far entrare l’ospite. 

 

-È Remus- disse Orion, sospirando di sollievo. 

 

I due Black uscirono dalla stanza e scesero le scale velocemente. Nella tasca di Orion, la lettera in codice sembrava bruciare. Lì per lì non ci pensò, credendo che fosse solo la sua immaginazione ma poi quando infilò la mano nella tasca, il tocco con la carta ormai ingiallita dal tempo lo fece sussultare. Si fermò a metà scala e la tolse subito, facendola cadere a terra. Sirius e Remus guardarono la scena mentre la lettera diventava cenere.

 

-Incantesimo di sicurezza- esclamò Sirius, sprezzante. 

 

Orion guardò la cenere cadere sul gradino più basso, non riusciva a credere a ciò che aveva appena visto e sentì un idiota per non averci pensato prima. Sirius imprecò e scese di corsa il resto dei gradini, sotto lo sguardo confuso di Remus. Poco dopo i tre uomini sedevano nel salotto del numero dodici di GrimmauldPlace con tre tazze colme di caffè tra le mani, Kreacher aveva acceso il fuoco e fuori la pioggia non sembrava accennare a calmarsi. 

 

-Allora, è tutto organizzato?- chiese Orion, guardando i due, seduti di fronte a lui.

 

Sirius annuì e Remus fece lo stesso ma Orion lesse nei suoi occhi lo scetticismo, che sicuramente doveva tediarlo. Bevve un lungo sorso di caffè e invitò il figlio a ripetere il piano. Sirius seguì l’esempio del padre e posò la sua tazza sul tavolino, si alzò e si avvicinò al camino.

 

-Prenderò la pozione polisucco e mi trasformerò in Remus- 

 

-Io rimarrò qui, per fare in modo che la vostra assenza non si noti e per questo prenderò anch’io la pozione polisucco se ce ne sarà bisogno- continuò Remus.

 

-Useremo una passaporta non registrata fino a Dover e da lì ne prenderemo una del ministero per Cap Gris-Nez. Ogni ora c’è una passaporta che collega Cap Gris-Nez al villaggio semi-magico di Bourlas, il Village Magique de la mer orientale è poco distante da lì- proseguì Sirius. -Madame Meunier non sa che Regulus è morto, quindi sfrutteremo questo a nostro favore-

 

-Che intendi?- lo interruppe Orion, guardandolo confuso. 

 

Sirius si voltò verso il padre ma non lo guardò negli occhi e questo Orion lo notò, Sirius lanciò un’occhiata a Remus e questo sospirò. 

 

-Prenderà la pozione polisucco per diventare Regulus-

 

 

Le bianche scogliere di Dover gli avevano sempre passato una sensazione di pace e tranquillità. Era il luogo preferito di Walburga e anche quando avevano ricevuto in affido Alyssa, non perdevano occasione per andare lì. Non si mischiavano mai tra i turisti babbani, che si accalcavano lungo le coste, preferivano prendere il tè nella sala da tè di Mrs. Whitehorn e lasciare che Alyssa corresse libera per i prati verdi attorno al faro. Quel posto era l’equivalente del paradiso per loro e anche per questo, avevano deciso di far costruire il cimitero di famiglia su quelle coste. Ma quel giorno non ebbe la possibilità di andare a fare un saluto alla tomba della moglie, dovevano partire il prima possibile. 

Per non fare capire che viaggiavano insieme, Sirius con le sembianze di Remus era più avanti di lui nella fila di maghi in partenza. Anche Orion aveva deciso di prendere la pozione polisucco e aveva preso le sembianze di Arthur Kreft, suo ex collega al ministero allettato a causa di una caduta accidentale dovuta ad un meticcio troppo energico. La fila continuava ad andare avanti, Orion vide Sirius dare i suoi documenti e fece un sospiro di sollievo nel vederlo prendere posto davanti ad un vecchio ombrello. Quando finalmente anche lui passò il controllo, si mise nel posto indicato dal controllore.

 

-Al mio tre toccate l’ombrello- disse il controllore, con tono annoiato. -Uno, due e tre- 

 

Orion toccò l’ombrello come gli altri passeggeri, un vortice li risucchiò all’istante e fu come se a Dover non fosse accaduto nulla.

L’arrivo a Cap Gris-Nez fu caotico a causa di una strega che aveva lasciato l’ombrello prima del tempo, il gruppo così cadde rovinosamente sulla spiaggia. Orion aiutò una strega a rialzarsi e si voltò a guardare le scogliere, rimase sconvolto nel guardarle perché sembrava di non essere mai partiti da Dover, salutò la donna e si smaterializzò. 

Ricomparì sui verdi prati che si affacciavano sul mare e rimase incantato ad ammirare le onde infrangersi contro il promontorio roccioso.

 

-Bienvenue en France!- esclamò un uomo paffuto con una divisa verde scura, poco distante da loro. Doveva essere sicuramente il controllore.

 

-Benvenuti un corno- borbottò Sirius, che si era appena smaterializzazione al suo fianco. Orion lo vide massaggiarsi il fondoschiena e ridacchiò.

 

-Merci- rispose Orion e sorrise. -Pour les village de Bourlas?- 

 

-Il y a un portoloin dans dix minutes- rispose prontamente l’uomo. -La file d’attente pour Bourlas est là-bas-

 

-Bien, merci- disse Orion e il controllore se ne andò.

 

Il viaggio con la seconda passaporta fu decisamente più tranquillo rispetto al primo e di questo, Orion ne fu sollevato. Arrivarono nel villaggio semi-magico di Bourlas verso metà mattina, la passaporta li lasciò in una via secondaria e finalmente, i due Black si poterono ricongiungere senza dover avere paura di essere visti da qualcuno. Proseguirono la strada arrivando in quella che doveva essere la piazza principale del villaggio, dove svettava il duomo in stile romanico. Orion si fermò qualche secondo per ammirarlo ma fu costretto a muoversi per stare al passo con Sirius, che aveva puntato un caffè proprio dall’altra parte della piazza. I due uomini entrarono nel locale e il profumo di croissant al burro gli arrivò alle narici, solo allora si rese conto di avere fame. Si guardò attorno e con suo sollievo, notò che il bar era frequentato solo da maghi e streghe.

 

-Tranquillo, non sono così sadico da portarti in un covo di babbani- sghignazzò Sirius.

 

Orion sussultò punto nel vivo ma il figlio non lo stava più guardando, si era già seduto al tavolo più defilato della sala e l’uomo non poté fare altro che seguirlo. Si accomodò di fronte a Sirius e fece segno alla cameriera di avvicinarsi per l’ordinazione. La ragazza, una giovane strega dai capelli blu elettrico, puntò la bacchetta contro un taccuino ed una penna e questi si avvicinarono al loro tavolo levitando. 

 

-Due english breakfast e due cornetti al burro- disse Sirius con fare sbrigativo.

 

La penna non scrisse nulla e voltò la punta verso la ragazza al bancone, Sirius fissò stranito gli oggetti mentre Orion ridacchiò, immaginando dove fosse il problema. La ragazza lanciò un’occhiata nella loro direzione e sbuffò, irritata.

 

-En francais s’il vous plaît- esclamò la ragazza, con tono svogliato. 

 

-Deux infusion des english breakfast et deux croissant avec le beurre. Ah et une Pan au chocolat- esclamò Orion, sorridendo gentile alla ragazza. -Merci-

 

La penna scrisse in fretta l’ordine e fece come un inchino, prima di volare verso la cameriera al bancone. Sirius sbuffò e bevve un sorso di pozione polisucco, il bar in quel momento era poco frequentato, solo due maghi alticci stavano giocando a carte dall’altra parte della sala e una donna sorseggiava il suo caffè, chiacchierando al bancone con la ragazza.

 

-Lo ricordi ancora il francese- borbottò Sirius, contrariato dal gesto della penna.

 

-Certo, le lingue non si scordano facilmente, Sir-Remus. Dovresti ricordarlo anche tu, visto che ti abbiamo pagato delle lezioni al tempo- Sirius stava per ribattere ma Orion fu più veloce e continuò -Pensa che da quando tua figlia si è data alle risse, ha deciso di studiare francese. La sta aiutando la ragazza che faceva la cercatrice alla partita, non le è andato giù che le ragazze di Beauxbatons si siano prese gioco di lei- ridacchiò, al ricordo della lettera che sua nipote gli aveva inviato. -Se solo avesse seguito le lezioni pagate da Walburga, adesso non avrebbe di questi problemi-

 

La cameriera arrivò con le loro ordinazioni e Orion la ringraziò nuovamente per la disponibilità ma questa non rispose, avendo intuito che l’uomo era di origine inglese. Bevve un sorso di tè e spezzò il croissant in due, prima di addentarlo con voracità. 

 

-I francesi saranno anche snob ma cavolo se con i dolci ci sanno fare- esclamò Sirius, dopo aver fatto il primo morso al suo cornetto.

 

Orion annuì concorde e continuò a mangiare il suo croissant mentre Sirius, che lo aveva già terminato, si prodigò per dividere il Pan au chocolat in due parti uguali. Seguirono attimi di silenzio, in cui sia Orion che Sirius si ristorarono dopo il lungo viaggio e il pensiero che dovevano fare l’ultima parte fino al village Magiquede la mer oriental.

 

-Posso farti una domanda, Remus?- chiese, Orion, guardandolo.

 

-Certo- rispose laconico, troppo impegnato a gustarsi il dolce.

 

-Come mai avete chiamato vostra figlia Alyssa Sophie?- chiese Orion, a bruciapelo. -Sai io e tua madre ce lo siamo sempre chiesti-

 

Sirius sgranò gli occhi colto di sorpresa, non aspettandosi di certo una domanda del genere. Si aspettava più qualcosa inerente al motivo per cui si trovavano in Francia ma forse, proprio il viaggio aveva fatto trovare il coraggio al padre di chiedergli una cosa del genere. Bevve un lungo sorso di tè, per far andare giù il boccone che aveva in gola e posò la tazza sul piattino.

 

-Beh Sophie era il nome della madre di Dahlìa, ci sembrava più che giusto darle il suo nome, visto quanto era stata entusiasta di avere una nipote. Sai Walburga, devi ammetterlo, è un nome orrendo- disse Sirius, guardandolo. Orion alzò le mani a mo’ di resa, come a dire che concordava e Sirius sorrise, rincuorato da quel semplice gesto. -E Alyssa…beh perché è un nome babbanoe…volevo farvi un torto dandole un nome che avreste odiato- disse imbarazzato.

 

Il sopracciglio destro di Orion s’inarcò e lo sguardo si fece affilato. -Cioè fammi capire bene, hai dato un nome a tua figlia per fare un torto a noi?-

 

-All’epoca mi sembrò un’idea geniale- borbottò Sirius, contrariato dalla reazione del padre.

 

-Si certo, un grande genio. E… Dahlìa era concorde?- chiese Orion, curioso di sapere come la pensava la moglie del figlio.

 

-Beh ha detto le tue stesse parole, però in fondo il nome le piaceva quindi non mi ci è voluto molto per convincerla- disse Sirius, tenendo gli occhi fissi sulla sua tazza. 

 

Orion non volle andare oltre le sue domande, Dahlìa era sempre stato un argomento interessante per lui ma da quando Sirius era tornato, nominarla significava far tornare i fantasmi del passato e dopo anni ad Azkaban, non era il caso di farlo soffrire nuovamente. I due uomini terminarono il loro spuntino ma prima di uscire, Orion chiese indicazioni per il Village alla ragazza, la quale stavolta si rese più disponibile alle indicazioni dopo che l’uomo le aveva chiesto scusa per il suo accento inglese. Così i Black si erano ritrovati di nuovo nella piazza principale di Bourlase avevano preso la strada che portava al mare. Il cielo era nuvoloso e il vento a tratti fastidioso, eppure l’aria del mare lo rendeva tranquillo e si chiese come mai non fosse tornato più spesso in Francia. Camminarono per una mezz’ora buona fino a che, un cartello di “Zone dangereuse” non comparì davanti a loro. Orion e Sirius si guardarono e superarono il cartello con determinazione.

Cinque minuti dopo il Village Magique de la mer oriental si presentò ai loro occhi.

 

 

Il villaggio era molto simile a Bourlas e se non fosse stato per l’alta guferia che si affacciava sul mare, lo avrebbero scambiato tranquillamente per una cittadina Babbana qualsiasi. Sirius prese Orion dal braccio e lo costrinse a lasciare la strada principale, a favore di un sentiero che passava in mezzo ad un boschetto. Quando fu certo che non c’era nessuno ed erano soli, Sirius bevve la pozione che annullava la polisucco e tornò nel suo aspetto.

 

-Non capisco la scelta di trasformarti in…Regulus- bofonchiò Orion, guardando il figlio. -Una persona che non invecchia? Lo capirà subito che sei sotto effetto di polisucco- 

 

-Tranquillo- disse Sirius, facendo uscire dal suo zaino un calderone da viaggio e due ampolle. -Se mischio alla pozione polisucco tre gocce di pozione invecchiante dopo aver messo i capelli della persona, l’aspetto sarà quello di un adulto- 

 

-Mh…e per caso c’entra una ragazzina di quattordici anni di nostra conoscenza?- chiese Orion, mentre il figlio metteva la pozione nel calderone. -Hai detto ad Alyssa cosa stavamo facendo? Sei impazzito?- 

 

-Perché pensi che io le abbia detto qualcosa?- ribatté Sirius, senza guardare il padre. 

 

-Sirius con tutto il rispetto, le tue pagelle mi arrivavano ed eri nel Lumaclub solo perché fai Black di cognome- lo rimbeccò Orion, irritato dal modo di fare del figlio. 

 

-E va bene!- Sirius sbuffò e guardò il padre. -Si, le ho chiesto se la pozione polisucco potesse essere modificata per far invecchiare la persona e mi ha detto di sì. Non è stata di molte parole, è come se fosse distratta da altro. La mia bambina starà sicuramente studiando sodo-

 

Si e magari con Theodore, pensò Orion ma non disse nulla di ciò che gli passava per la testa. Non aveva detto nulla a Siriusriguardo a quello che aveva visto alla Seconda Prova e non ci teneva ad avere una scenata da padre geloso. Sarebbe stato capace di tornare a Hogwarts solo per azzannare Theodore e anche se l’idea di vedere la scena lo allettava, non poteva fare una cosa del genere al figlio del suo migliore amico. Sirius mischiò la pozione polisucco e prese dallo zaino una spazzola che Orion riconobbe all’istante, prese un capello dall’oggetto e lo buttò nella pozione. Quella vecchia spazzola aveva tenuto per tredici anni i capelli di Regulus e Orion non ci aveva mai pensato ma ora di certo aveva capito come mai Sirius, aveva perso tempo nella soffitta di Grimmauld Place. La poltiglia fischiò e Sirius ci mise subito tre gocce di Pozione Invecchiante, la tolse dal calderone e la versò nell’ampolla prima di berla. Vide il volto di Sirius cambiare aspetto, i capelli ripresero colore e i lineamenti del viso presero quelli di una persona che non vedeva più da tredici anni. Orion trattenne il fiato e tornò a respirare, solo quando la trasformazione aveva avuto luogo. 

 

I due uomini ripresero il loro cammino e finalmente, arrivarono all’ingresso del villaggio di maghi. Orion guardava Sirius di sottecchi, come a voler tenere bene a mente il volto che doveva essere di Regulus. Sarebbe diventato così se non fosse morto? La risposta era ovvia eppure lui, se lo chiese comunque. S’immaginò al suo matrimonio, alla nascita di suo nipote, immaginò Sirius e Regulus parlare e tornare ad essere i fratelli che dovevano essere. L’immaginazione galoppava e lui si lasciava trasportare da quei pensieri gioiosi, fino a che un pensiero che lo assillava da anni non tornò prepotente. È tutta colpa tua.

 

-Il numero 18 è questo. Hai risposto alla lettera? Bevi la pozione, stai per tornare ad essere te stesso- esclamò Sirius.

 

Orion si riprese dai suoi pensieri e bevve velocemente la pozione, prima di parlare. 

 

-Sì, le ho risposto e dovrebbe essere già qui- disse, guardando l’orario. 

 

Neanche il tempo di terminare la frase, che una donna dai capelli rossi uscì dalla casa, andandogli incontro. Solo allora Orion si permise di ammirare l’abitazione scelta da Regulus. Era una dimora molto sobria, a due piani dove al secondo spiccava un balcone anch’esso privo di qualsiasi ghirigoro, l’unico elemento decorativo era una ringhiera in ferro battuto.

 

-Bonjour monsieur DeMurray- esclamò la donna, sorridendo a Sirius.

 

-Bonjour Madame Meunier- disse Sirius, in un francese stentato. La donna se ne accorse e Orion sperò con tutto il cuore che non sbagliasse ancora. -Pouvez-vous parler anglais s’il vous plaît? Mon père ne pas parler francais-

 

Imbecille, pensò Orion quando sentì suo figlio parlare in francese come un bambino di tre anni. Infatti Madame Meunier lo guardò stranita ma non disse nulla, era la prima volta dopo anni che rivedeva il ragazzo e sicuramente non poteva permettersi di perdere quell’occasione.

 

-Ma sherto, buonsciorno monsieur DeMurray- disse, porgendo la mano a Orion. La strinse con delicatezza e la donna continuò. -Voliamo entrare?-

 

I tre entrarono nella casa e da subito l’odore della polvere gli diede il benvenuto. Era spoglia, appena si entrava alla sinistra c’era il salotto dove un divano vecchio e impolverato, era posto al centro della stanza. Alla destra invece si entrava nella cucina. Delle scale in legno portavano al secondo piano ma madame Meunier fece segno loro di seguirla lungo il corridoio. Orion e Sirius la seguirono, non mancando di guardarsi attorno per carpire qualsiasi indizio. 

 

-La maison è infestata da mollisci- disse Lucille, aprendo lo studio.

 

Quella doveva essere stata la stanza usata di più da Regulus, lo si evinceva dai libri lasciati sulla libreria e Orion si chiese se quello fosse stato l’ultimo posto dove suo figlio era stato. Lucille si sedette sulla poltrona e guardò i due uomini, sorridendo.

 

-Madame Meunier- iniziò Sirius, guardandola. -So bene che non mi sono più fatto sentire e mi scuso per questo- disse con la sua migliore espressione dispiaciuta. -Purtroppo mia madre è stata davvero molto male e non abbiamo potuto traslocare come avevamo deciso-

 

-Traslocare?- chiese Lucille guardando l’uomo, confusa. 

 

Orion e Sirius si guardarono e Lucille sospirò, alzandosi di scatto dalla poltrona.

Afferrò la bacchetta e la puntò contro Sirius.

 

-Revelio- 

 

L’aspetto di Regulus scomparve all’istante e i capelli ondulati di Sirius tornarono alla svelta. Lucille lì per lì non ci fece caso e puntò la bacchetta contro Orion per lo stesso incantesimo. Fu così veloce che i due uomini non ebbero tempo di prendere le loro bacchette e solo quando Orion tornò ad avere il suo aspetto di sempre, Lucille si accorse di chi aveva di fronte. 

 

-Tu…tu sei…-

 

Orion approfittò dello stupore della donna e puntò subito la bacchetta contro di lei. -Incarceramus!-

 

Massicce funi uscirono dalla bacchetta di Orion Black, che avvolsero Lucille legandola stretta. Nello stesso momento Siriuslanciò un incantesimo di anti-smaterializzazione e fu solo quando Lucille provò a scappare che si accorse della sua mossa. Con un colpo di bacchetta, Orion insonorizzò la stanza e chiuse le tende per far si che nessuno, potesse vederli. Non doveva andare così, pensò sconsolato mentre Lucille imprecava in francese.

 

-Come hai fatto a capire che non ero lui?- chiese Sirius, sedendosi sopra la scrivania.

 

-Monsieur DeMurray ha un ottimo franscese, lei pardon moi parla come un animale- disse Lucille, tenendo lo sguardo fisso su Sirius. -Cosa volete da me? Vuole nascondersi qui? Mi uccida pure ma non lascerò questa casa in mano ad un assassino-

 

-Interessante come ha lasciato subito l’accento francese- disse Orion, sentendo la donna parlare inglese in modo perfetto. -Si fida, Sirius Black non è un criminale come si può pensare-

 

Lucille sussultò, non si era accorta di aver cambiato l’accento e abbassò gli occhi, presa in contropiede.

 

-Parla- Orion le puntò la bacchetta contro e Lucille alzò le iridi castane su di lui. 

 

-Ho studiato a Hogwarts- disse la donna. -Ero all’ultimo anno quando tu- disse, indicando Sirius. -Sei entrato a scuola e per questo quando quello che ora ho capito essere Regulus Black venne da me, mi sembrò di averlo già visto. Comprò questa casa con l’intenzione di averla come casa vacanza, almeno così mi disse all’epoca. Il giorno in cui gli diedi le chiavi, era accompagnato da una ragazza dai capelli neri molto bella- Lucille lì guardò e continuò, notando che nessuno dei due voleva interromperla. -Quando tu sei evaso da Azkaban e ho visto la somiglianza tra te e DeMurray, ho pensato bene di mandare una lettera al numero dodici di Grimmauld Place ed eccovi qua-

 

-Perché inviare una lettera ora? Sono evaso più di un anno fa!- ribatté Sirius, guardandola.

 

-Perché la donna si è presentata qui qualche mese fa e…si è comportata in modo strano- confessò Lucille, guardandoli. 

 

-Ma è sicura che la donna avesse i capelli neri?- chiese Sirius, ricordando bene il colore castano dei capelli di Josie. 

 

-Oui- rispose la donna e fece segno a Orion di liberarla. Orion lanciò un’occhiata a Sirius e solo quando ebbe il suo consenso, la liberò dalle funi.

 

Lucille si alzò avendo sempre puntata la bacchetta contro, si avvicinò alla cassettiera e aprì il primo cassetto, prese un giornale dall’aria molto vecchia e lo riportò sulla scrivania. La prima pagina era dedicata all’uccisione di James e Lily Potter e alla vittoria contro Colui-che-non-deve-essere-nominato. Orion e Sirius si lanciarono un’occhiata confusa ma non dissero nulla e aspettarono che la donna voltasse la pagina. Sirius impallidì, quando vide la foto stampata tredici anni prima. Il volto di DahlìaMoldian spiccava in mezzo agli articoli che parlavano di lui.

 

-Non può essere- sussurrò Sirius, guardando l’immagine.

 

-È quello che ho pensato anch’io- concordò Lucille. -Ho mandato una lettera a voi per capire meglio questa situazione ma a quanto vedo, non ne sapete più di me-

 

Orion osservò Lucille e Sirius guardarsi e non aspettò oltre. Puntò la bacchetta contro di lei ed esclamò. -Oblivion- il volto di Lucille divenne spento e Orion continuò. -Hai parlato con DeMurray e hai deciso di lasciargli comunque la casa. Non hai dubbi alcuni e soprattutto, non hai visto né Sirius Black né Orion Black-

 

I due uscirono di corsa dalla stanza prima che l’effetto svanisse e ripresero la pozione polisucco. Sirius tornò con le sembianze di Regulus, mentre Orion riprese quelle di Arthur Kreft e uscirono in strada. Si smaterializzarono per tornare nel sentiero dove Siriusaveva mischiato le pozioni e Orion fece un sospiro di sollievo, quando lasciarono il villaggio.

 

-Che cosa significa tutto questo?- sbottò Orion, guardando suo figlio. -Perché Dahlìa e Regulus cercavano casa?-

 

-Non ne ho idea- disse Sirius, scuotendo il capo. -A questo punto però dobbiamo parlare con l’unica persona legata a Regulus- Orion lo guardò confuso e Sirius continuò. -Dobbiamo parlare con Josirée Margaret Edwards- 

 

Con tutto quel trambusto non si accorsero che un corvo li stava osservando.

 

 

La sera nel Village Magique de la mer oriental arrivò accompagnata dal vento, che sapeva di mare. Lucille uscì dalla casa che un tempo aveva ospitato la sua famiglia e si avviò verso la sua abitazione. Sicuramente suo marito, si stava chiedendo che fine aveva fatto e per questo accelerò il passo. 

 

-Madame Lucille Meunier?- disse una donna dietro di lei.

 

La donna si voltò e sbiancò nel trovarsi Dahlìa Moldian di fronte, fece per prendere la bacchetta e rivelare chi si celasse dietro il volto di una morta ma la donna più veloce e la disarmò.

 

-Hai parlato troppo- le disse la donna con il volto di Dahlìa, prima di puntare la bacchetta contro di lei. -Avada Kedavra- 

 

Una luce verde si scagliò contro Lucille, facendola cadere a terra. Gli occhi spalancati trapelavano paura. La donna si avvicinò a lei e con il piede le spostò il capo di lato, in direzione del mare. Un pof ruppe il silenzio della notte, ma nessuno se ne accorse.

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

 

Nuovo capitolo! Stavolta Alyssa non è la protagonista e lasciamo spazio a Orion e Sirius. Ma che cavolo sarà successo a Regulus? (io lo so 😏) E che c’entra Dahlìa? (Pff, so anche questo 😏) Chiedo scusa per eventuali errori di francese, è tanto che non scrivevo né parlavo in francese e spero che la resa sia riuscita bene. Volevo fare un piccolo appunto che dovevo fare qualche capitolo fa. Allora negli ultimi capitoli avete notato una nota romantica, gelosia e amori giovanili sono stati i padroni ma tutto ciò ha un motivo. Il quarto anno è l’ultimo anno prima che Voldemort torni a rompere le bip e i nostri ragazzi (tranne Harry, Harry è sfigato) non hanno problemi, l’unica cosa che li turba è l’amore. Perché andiamo, non venite a dirmi che non avete passato le ricreazioni a guardare il ragazzo o la ragazza che vi piaceva o fare in modo che un vostro amico trovasse l’amore. Per ultimo vorrei ringraziarvi. Non vi ringrazio abbastanza ma davvero, certe volte non mi rendo conto che 35000 persone hanno letto la mia storia e ha ricevuto 1850 voti. Davvero grazie, non sapete quanto questo sia importante per me, che dal 2015 sto dietro ad Alyssa e Theodore.

Grazie. ♥️

 

Per ultima cosa vi informo che ho aperto un account Instagram e si chiama _l_black_495, se vi va di cercarmi, li pubblicherò citazioni, foto di attori a cui mi ispiro e libri che adoro. 

Un’altra cosa, ho scritto una One shot su Mirtilla Malcontenta e si chiama Per un pugno di lacrime, se vi va di andarla a leggere mi fa piacere.

 

Io ho finito tutto quello che dovevo dirvi perciò vi ringrazio ancora e ci vediamo al prossimo capitolo.

 

Fatemi sapere cosa ne pensate di questo, intanto.

 

Baci 

 

_L_Black_

P.S. Sto pubblicando da tablet perché il computer da problemi quindi l'impaginazione è un po' labile

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Capitolo 37
*** Capitolo 36 - Ladro ***


Capitolo 36

 

-Salva mio figlio, è una brava persona. Salvalo, non lasciare che lo prendano- 

 

Severus fermò il contatto. La stanchezza dopo tante ore passate a praticare occlumanzia si stava facendo sentire, ma non lo diede a vedere. La ragazza dai capelli biondi seduta sulla sedia di fronte a lui stava riprendendo fiato, dopo aver provato più volte a chiudere la sua mente. Anche lei era stanca ma proprio come Severus, non voleva farlo a vedere. Si rese conto che di Lavanda Brown non conosceva proprio nulla e che, esattamente come gli altri, era caduto nel suo tranello fatto di giornalini di gossip e vestiti. Da quegli incontri aveva compreso molto di Lavanda, forse più di quello che lei avrebbe voluto fargli vedere. Aveva visto un'amicizia vera, pozioni soporifere lasciate sul comodino dell'amica, risate in Sala Comune. Ma aveva anche visto il suo enorme conflitto interiore, la sua voglia di spiccare il volo e di rompere quel muro di pregiudizi che si era costruita attorno. E poi aveva visto i suoi incubi, gente diversa che chiedeva aiuto ad una ragazzina di quattordici anni. Il ragazzo apparso nei sogni aveva il volto così sfregiato che Severus dovette utilizzare più volte l'incantesimo per poterlo riconoscere, anche se questo andava a discapito della ragazza.

Eppure non lo riconobbe.

Chiuse per un secondo gli occhi e si portò una mano sul volto, spossato da tante ore di lavoro.

 

-Se è stanco, professore, possiamo continuare domani- disse Lavanda, ridestando l'uomo.

 

Severus aprì gli occhi e la guardò, colto nel segno. Un'altra cosa che aveva imparato di Lavanda Brown, era che nulla le sfuggiva. Era un'ottima osservatrice, anche se non lo dava a vedere ed era accaduto spesso di trovare le iridi verdi della ragazza puntati contro di lui. 

 

-Non sono stanco- rispose il professore, con tono sbrigativo. -Piuttosto, Brown devi chiudere la mente, sono mesi che facciamo questi incontri e riesco ancora a vedere il tuo compleanno di 8 anni!-

 

Lavanda abbassò lo sguardo, puntandolo sulla punta dei suoi mocassini e Severus sospirò irritato. Sapeva quanto fosse difficile imparare la pratica dell'occlumanzia ma ciò non toglieva il fatto che, arrivati a quel livello, avrebbe voluto vedere più miglioramenti.

 

-Proviamo un'altra volta, professore- si ostinò Lavanda, alzando gli occhi su di lui con determinazione.

 

Piton la guardò per qualche secondo e annuì. Le puntò nuovamente la bacchetta contro, ora però Lavanda la fissò senza alcuna esitazione. 

 

-Legilimens- 

 

Questa volta trovò un muro a bloccargli la strada, continuò a tenere la bacchetta ben puntata mentre il volto della ragazza, si contorceva in smorfie di dolore. Stava quasi per lasciar perdere, quando riuscì ad invadere la sua mente.  

Casa Brown era addobbata a festa per il compleanno di Lavanda, aveva appena compiuto undici anni ed era in fibrillazione per l'arrivo della lettera di Hogwarts. Fece per entrare nello studio del padre ma si bloccò, sentendo le parole di sua zia e di sua madre all'interno della stanza.

-Non so, Lavanda non sprizza intelligenza come Fresia- diceva sua zia. -Secondo me non ha il dono- 

Lavanda scosse il capo con violenza e il contatto si fermò di colpo. Piton la guardò riprendere ma non disse nulla di ciò che aveva visto, rimise la bacchetta nella toga e si sedette sulla sedia.

 

-Meglio, Brown. Deve essere sempre così- disse il professore, con tono inespressivo. -Hai letto il libro che ti ho dato la scorsa settimana?- 

 

Lavanda annuì senza avere ancora il fiato per rispondere, per cui Severus non volle continuare a stancarle la mente. Si alzò dalla sedia e si avvicinò ad uno scaffale dov'erano alcune pozioni. Ne prese una e la portò dalla ragazza.

 

-Bevila tutta, allevia il mal di testa- 

 

Lavanda la prese e iniziò e la bevve tutta d'un sorso, ignorando il sapore acido che la pozione aveva. Piton si avvicinò alla scrivania per decidere il giorno del prossimo incontro ma venne fermato dalla porta, che si spalancò di colpo.

 

-Professore!- Alyssa Black entrò nel suo studio con delle pergamene in mano e l'aria trafelata. Solo quando mise piede nella stanza, si accorse di Lavanda e infatti la guardò confusa. -Oh, scusate-

 

Piton lanciò un'occhiata alla Brown e da come aveva abbassato lo sguardo, pareva proprio che non aveva ancora raccontato nulla alla sua amica. Tornò a guardare la Black, irritato da tanta maleducazione.

 

-Suo nonno non le ha insegnato a bussare, Black?- disse sprezzante. -Tutta questa furia per i resoconti delle pozioni dei Corvonero?-

 

-Si... cioè volevo dire no- Alyssa si avvicinò alla scrivania e lasciò le pergamene. -Professore abbiamo un problema- Piton si fece più interessato e le fece segno di continuare a parlare. Alyssa lo guardò e si morse il labbro, preoccupata. -Sono stati di nuovo rubati gli ingredienti della pozione polisucco-

 

Da quando era passata la Seconda Prova, Severus Piton aveva deciso di dare le chiavi della sua scorta personale di ingredienti ad Alyssa. Questo perché durante la punizione della ragazza, aveva deciso di ampliarla anche ai suoi personali ingredienti e in più, non era costretto ad aprirla ogni volta che uno studente del club gli chiedeva qualcosa di specifico. Si ripeteva la manfrina ogni volta che si ritrovava attorno la ragazza ma la verità, era che in lei vedeva la stessa passione di Regulus. 

 

-Sarà sicuramente Potter- digrignò i denti, irritato. Questa volta lo avrebbe cacciato dalla scuola, Silente aveva poco da dire.

 

Alyssa negò con il capo. -Divido la stanza con Hermione Grangere ho controllato, non li ha. Ho anche cercato nella stanza di Potter  e anche lì, non c'è nulla- il professore fece per ribattere ma la ragazza lo precedette. -Ho controllato persino il bagno del secondo piano, quello di Mirtilla Malcontenta e non c'è niente neanche lì-

 

Piton arricciò le labbra nervoso, odiava quando non riusciva a dare la colpa a Potter e sospirò, facendo segno ad Alyssa di uscire per andare nel magazzino. Lavanda li seguì fuori dalla stanza, un po' per non essere lasciata da sola nello studio e un po' perché ormai si era incuriosita dalla situazione. Il corridoio era gremito di studenti di Serpeverde intenti ad andare a cena in Sala Grande e tutti loro li guardarono, sconcertati nel vedere due Grifondoro con il professore di Pozioni. I tre arrivarono davanti alla porta del magazzino e Piton l'aprì con urgenza, entrò e con suo rammarico, scoprì che la ragazza aveva ragione. Erano mesi che gli venivano rubati gli ingredienti e non sapeva proprio chi potesse essere.

 

-Vengono rubati con cadenza praticamente mensile- disse Alyssa, guardando il professore. 

 

-Ha qualche idea, signorina Black?- chiese Piton, chiudendo la porta alle sue spalle.

 

-No, professore- esclamò sospirando, negando con il capo. 

 

-Cadenza mensile hai detto?- chiese Lavanda, guardandoli pensosa.

 

Alyssa annuì mentre il professore faceva segno loro di camminare per salire su in Sala Grande per la cena. Non era il caso di rimanere lì, chiunque fosse poteva avere dei sospetti e Pitonvoleva trovarlo e farglieli ripagare uno ad uno. I tre s'incamminarono su per le scale mischiandosi agli ultimi studenti di Serpeverde.

 

-Per curiosità- disse Lavanda. -Quando sono iniziati?- 

 

-Dicembre- rispose il professore, laconico.

 

-Non so chi possa essere- iniziò Alyssa. -Ma non credo sia uno studente- 

 

Piton le lanciò un'occhiata e le fece segno di continuare a parlare. Era da un po' che anche lui aveva questi sospetti e se non era Potter, poteva essere solo qualcuno con brutte intenzioni.

 

-Beh...abbiamo detto che ruba le scorte ogni mese- arrivarono al corridoio del piano terra e si fermò alla porta della Sala Grande, per non farsi udire dagli studenti intenti a mangiare. -Perché la pozione, come noi ben sappiamo- vide il volto sconcertato di Lavanda e continuò. -Okay, come lei e me sappiamo, ha una preparazione di un mese ma la sua durata effettiva è di un'ora-

 

-Arriva al dunque, Black- disse il professore, con fare spicciolo ed entrò in Sala Grande per non destare ulteriori sospetti.

 

-Beh per rubarle le scorte ogni mese, significa che ne fa un largo uso- disse con tono eloquente, seguendo il professore con Lavanda.

 

-Trovate chi è stato- le liquidò Piton, avvicinandosi a passo svelto verso il tavolo dei professori, sotto lo sguardo soddisfatto di Minerva.

 

Sapeva che la ragazza aveva ragione e mai come in quel momento sperò che fosse solo Potter a derubarlo.

 

***

 

Il sole oltre le colline stava pian piano sparendo e il cielo dall'azzurro del giorno, stava lentamente colorandosi di blu scuro. Le ultime lezioni erano appena terminate e gli studenti si accalcavano tra i corridoi, finalmente liberi da qualsivoglia obbligo scolastico. Alcuni studenti si trovavano già a bere il tè in Sala Grande ed altri correvano nelle proprie Sale Comuni. In mezzo a tutta quella calca due studentesse di Grifondoro, apparentemente agli antipodi, ridevano e scherzavano mentre camminavano verso la Sala Grande. Alyssa Sophie Black e Lavanda Brown correvano verso sala principale del castello, ridendo di gusto e il motivo era più che semplice. 

La Burbage e la sua scelta di argomenti.

Arrivate a destinazione, le due ragazze iniziarono quello che doveva essere un ballo ed entrarono piroettando allegramente fino al tavolo di Grifondoro.

 

-Cosa state facendo?- chiese Hermione, alzando lo sguardo dal suo libro.

 

-Oddio Hermione- disse Lavanda ridacchiando. -Siamo appena uscite da Babbanologia-

 

-E stiamo studiando i rituali dei babbani durante le vacanze- continuò Alyssa. -Non sapevamo che vi incontraste nei villaggi turistici per ballare in gruppo! È bellissimo-

 

-Fatemi capire bene, la Burbage vi ha parlato dei...balli di gruppo?- chiese Hermione, come se non volesse sapere realmente la risposta.

 

-Oh si e ha fatto di più- rispose prontamente Lavanda. 

 

-Ci ha insegnato dei passi, vuoi vedere?- chiese Alyssa, ignorando poi il cenno di negazione di Hermione. -Pronta Brown?-

 

-Pronta Black!- 

 

Lavanda e Alyssa si misero l'una accanto all'altra ed iniziarono un balletto che Hermione conosceva troppo bene, avendolo visto davvero nei villaggi di quart'ordine dove sua nonna la portava da bambina. Le due purosangue continuarono a ballare sotto gli occhi di tutti, facendoli anche ridere ma si stavano divertendo troppo per dare peso a quelle occhiate. Hermione osservò le due ragazze e scosse il capo, con un misto di imbarazzo e divertitamento. Lavanda e Alyssa la presero per mano e la invitarono ad unirsi a loro e le tre Grifondoro, divennero ben presto il fenomeno da baraccone della Sala. 

 

-Non vedevo questo ballo, da quando sono stato costretto a seguire i Dursley alla festa di capodanno della signora Figgs- esclamò Harry, avvicinandosi a loro assieme a Ron.

 

Le tre ragazze si fermarono un attimo a guardare i due ragazzi appena arrivati e senza pensarci un secondo, Alyssa li trascinò nel ballo senza dargli il tempo di rifletterci. In breve tempo quello che doveva essere un balletto di poca durata, si trasformò in quello che effettivamente era, un ballo di gruppo. Quando Hermione fece segno di non farcela più, si fermarono e la sala si prodigò ad applaudire il loro spettacolo. Alyssa e Lavanda improvvisarono un inchino e si sedettero accanto ai compagni. 

 

-Ma davvero viaggiate per ballare di gruppo?- chiese Alyssa, mentre si versava una tazza di tè.

 

-No! Cioè la sera nei villaggi turistici si balla di gruppo ma non è che ci andiamo per questo- spiegò Hermione, divertita. 

 

-Potremmo andarci, che ne dici Lav?- chiese Alyssa, guardando la bionda.

 

-Oh si, sarebbe divertentissimo- rispose la ragazza, tutta sorridente.

 

Harry e Hermione si lanciarono un'occhiata divertita e iniziarono anche loro a fare merenda, chiacchierando con il resto del gruppo. All'ultima prova mancavano ancora mesi e, per quanto Harry fosse un ragazzo che non vivesse mai un mese tranquillo, era abbastanza sereno e anche il resto dei suoi compagni si stava godendo quei mesi ancora lontani dagli esami. In quel periodo solo Alyssa e Lavanda erano impegnate in sotterfugi di cui nessuno sapeva nulla, le due ragazze infatti scomparivano di tanto in tanto, arrancando scuse più o meno plausibili.

 

-Io torno in Sala Comune, voi cosa fate?- chiese Hermione, alzandosi dal suo posto. 

 

Harry e Ron erano troppo impegnati a gustare i tramezzini per lasciare quelle prelibatezze, per cui la ragazza fu accompagnata dalle sue compagne di stanza. 

 

-Hai letto il nuovo articolo della Skeeter?- chiese Lavanda, mentre camminavano lungo il corridoio. 

 

-Sì- borbottò Hermione, laconica.

 

Alyssa e Lavanda si lanciarono un'occhiata d'intesa e si posizionarono ai lati di Hermione. Quest'ultima le guardò stranita ma non ebbe il tempo di dire nulla, perché le ragazze iniziarono a tartassarla di domande.

 

-Quindi hai deciso davvero di andarlo a trovare in Bulgaria?-

 

-Sul serio ti piace così tanto?- 

 

Hermione alzò gli occhi al cielo, sconsolata mentre le due compagne continuavano a riempirla di domande. Spense il cervello per un bel po' di tempo mentre continuava a camminare.

 

-Secondo me dovresti lasciarlo perdere, è inquietante. Meglio Brian Grinston- 

 

La frase di Lavanda la fece fermare di colpo e le due ragazze si sorrisero soddisfatte. 

 

-Quindi Brian Grinston ti ha chiesto di uscire o no?- disse Alyssa, ghignando.

 

-Voi...come...- 

 

-Fondi di tè- rispose Alyssa con fare solenne.

 

-Santi fondi di tè- rimarcò Lavanda, utilizzando lo stesso tono.

 

Hermione le guardò con aria piccata e incrociò le braccia al petto, in attesa della vera risposta che non tardò ad arrivare.

 

-Con te non c'è proprio divertimento- commentò Alyssa sbuffando. -Ci ha chiesto dov'eri ed era così entusiasta della sua scelta che ce lo ha detto-

 

-Le pettegole ci invidiano per tanta fortuna- disse Lavanda, annuendo.

 

Hermione alzò gli occhi al cielo e si volse di nuovo verso le scale, iniziando a salire a passo spedito, pur sapendo che le due amiche non avrebbero mollato la presa fino al loro arrivo in Sala Comune. Sperò con tutta sé stessa che ci fossero i gemelli nella Sala, almeno le avrebbero fermate da ulteriori domande imbarazzanti. Pronunciarono la parola d'ordine, oltrepassarono il varco e ben presto si ritrovarono nella stanza principale della torre di Grifondoro ma con dispiacere di Hermione, gli Weasley più famosi di Hogwarts erano assenti. Salirono le scale che portavano al dormitorio femminile, Hermione era già pronta ad ascoltare ulteriori domande e a dare esaurienti risposte ma dovette ricredersi. Nella camera delle ragazze, il caos regnava sovrano e in tutto quel trambusto, Calì Patil riempiva riempiva il suo baule con aria nervosa. Hermione e Alyssa si guardarono per un secondo mentre Lavanda, confusa dai gesti dell'amica, entrava nella stanza. Si avvicinò a Calì con aria smarrita e fece per metterle una mano sulla spalla ma la ragazza si scostò stizzita.

 

-Calì ma cosa...- 

 

-Non ti azzardare a parlarmi- l'interruppe Calì, con tono irritato. -Cambio stanza-

 

-Ma... perché...?- chiese Lavanda, ignorando la fitta allo stomaco che le era venuta, non appena aveva sentito quelle parole.

 

-Ah chiedi anche il perché?- ribatté Calì, adirata. -Ti ho aspettata in biblioteca oggi e non sei venuta, ieri ti ho aspettato per il tè delle cinque e non ti sei presentata e alla seconda prova, ti ho chiesto di vederla insieme ma tu dovevi andare con Alyssa e i gemelli- 

 

-Ti ho detto che potevi aggiungerti a noi- rispose Lavanda.

 

-Non ti sei mai posta il problema se io volessi davvero passare il tempo con loro!- urlò Calì a pieni polmoni.

 

Calò il gelo nella stanza. Lavanda sgranò gli occhi e fece un passo indietro, ferita da quelle parole mentre Alyssa e Hermione si tenevano a debita distanza, sedute sul letto della prima. Calì le guardò, rendendosi conto delle parole pronunciate e tornò ad accatastare i suoi vestiti nel baule malcelando il suo imbarazzo. 

 

-Faccio cambio stanza con la Weasley, visto che con quella famiglia vi ci trovate meglio- esclamò mentre chiudeva il baule.

 

Calì uscì dalla camera senza dire altro e ben presto un elfo si presentò per prendere il baule della ragazza. Il gruppo era rimasto in silenzio incapace dire qualsiasi cosa. Lavanda si sedette sul suo letto, continuando a fissare il punto dove la sua ex amica era stata fino a quel momento e un velo di lacrime le appannò gli occhi. Alyssa e Hermione si sedettero accanto a lei, l'abbracciarono senza dire nulla e delle lacrime rigavano il volto della giovane Brown.

 

***

 

Aprile era arrivato in fretta e con lui le vacanze di Pasqua erano piombate sugli studenti come acqua nel deserto. Gli esami si stavano avvicinando e le verifiche finali facevano sempre più timore agli studenti, in tutto questo caos fatto di libri e pergamene c'era chi preferiva studiare sulle sponde del Lago Nero e chi le mura della biblioteca. Dal canto suo alternava i due luoghi per avere sempre un luogo stimolante per la mente, era una cosa che le aveva consigliato Anthony durante uno degli incontri del club e da allora, aveva sfruttato a pieno la raccomandazione del ragazzo. Era ancora alle prese con lo studio della Trasfigurazione quando il suo occhio cadde sull'orologio posto proprio sopra la porta della biblioteca. Aguzzò la vista come se avesse letto in modo errato e non appena si rese conto di essere in ritardo, chiuse i libri e uscì dalla stanza a passo svelto. Superò la porta ed iniziò a correre lungo il corridoio, scendendo le scale due a due per fare prima e per poco non cadde nuovamente di sotto, quando queste decisero di cambiare e lei, per non fare ulteriore ritardo, scelse di saltare. Corse le ultime rampe facendo slalom tra gli studenti e finalmente si ritrovò al piano terra, passò davanti la Sala Grande e quando vide che non c'era, imprecò e corse giù verso i sotterranei. Arrivata in quello che gli studenti di Grifondoro chiamavano il covo delle serpi, corse a per di fiato lungo il corridoio fino a raggiungere al magazzino di Piton.

 

-Sei in ritardo- constatò Lavanda, piccata. -Sai o no che devo studiare anch'io?- 

 

-Scusa...ti passo...il mio...- il petto di Alyssa faceva si gonfiava e sgonfiava a ritmo troppo veloce e la ragazza si dovette appoggiare al muro, per riprendere fiato. -Tema...per...la McGranitt-

 

Lavanda ci pensò un secondo e annuì, attese qualche minuto che l'amica si riprendesse dalla corsa e le fece segno di aprire il magazzino. Alyssa aprì la sua tracolla e prese le chiavi incantate del professore. Onde evitare che venissero rubate, Piton aveva lanciato un incantesimo che dava la possibilità di usarle solo a lui o ad Alyssa stessa. Inoltre aveva incantato anche la porta per far si che senza quelle chiavi nessuno poteva aprirla e solo una persona con la giusta conoscenza avrebbe potuto ovviare l'incantesimo. Le due ragazze da fine marzo si erano improvvisate due auror e con fare discreto avevano interrogato tutti i loro compagni.

Con scarso risultato.

Alyssa aprì la porta ed entrò con Lavanda al seguito, buttarono uno sguardo veloce per vedere se era stato rubato qualcosa e con loro rassegnazione, gli ingredienti della polisucco erano stati nuovamente depredati.

 

-Spero che abbia effetti collaterali e che finisca ad utilizzare il bagno di Mirtilla Malcontenta- borbottò Lavanda, affranta.

 

Alyssa sbuffò irritata, prese la pergamena che aveva nascosto dietro le foglie di mandragora e lesse velocemente le quantità che aveva segnato. Lavanda sbirciò dalla spalla dell'amica e sgranò gli occhi sorpresa.

 

-Ma cosa deve farci con tutta quella roba?-

 

-Lav...io credo che abbiamo sbagliato strategia- disse Alyssa. Prese la penna e scrisse sopra il giorno in cui erano stati rubati. -Abbiamo perso troppo tempo a interrogare gli studenti- le passò la pergamena per farle leggere meglio le dosi rubate.

 

-Chi è stato allora?- 

 

-A fare cosa?- l'interruppe una voce alle loro spalle.

 

Alyssa e Lavanda si voltarono di scatto verso la porta, con il sorriso migliore che potessero fare e la seconda nascose la pergamena dietro la schiena. Terrence Higgs guardava le due ragazze con sospetto e cosa peggiore, non pareva volersene andare. 

 

-Niente- rispose Lavanda, sorridendo.

 

-Assolutamente niente- convenne Alyssa, guardando il ragazzo con un'espressione tranquilla.

 

-C'è un motivo per cui io non vi credo?- chiese Terrence, puntando lo sguardo su Alyssa.

 

-E va bene, ci hai scoperte- disse la ragazza, sospirando con fare teatrale. -Lavanda ha un ammiratore segreto-

 

-Si!- concordò Lavanda annuendo con vigore. -Chissà chi sarà-

 

Terrence guardò prima una e poi l'altra e scosse il capo sorridendo angelico. Entrò nello sgabuzzino e si avvicinò pericolosamente a Lavanda, la ragazza indietreggiò imbarazzata ma Terrence fu più veloce e l'attirò a sé. Alyssa sgranò gli occhi sorpresa e anche Lavanda non era da meno, fissava il ragazzo incapace di dire o fare qualsiasi cosa, non aspettandosi di certo un comportamento del genere da lui. Terrence aveva il viso rivolto verso Lavanda ma le iridi scure guardavano Alyssa negli occhi, mentre il suo braccio era attorno alla vita della bionda che non aveva ancora proferito parola. Quel contatto visivo tuttavia fu prontamente interrotto dallo stesso giovane, che aveva già sfilato la pergamena dalla mano di Lavanda. La Grifondoro si allontanò subito mettendo distanza tra lei e Terrence ma quest'ultimo non parve accorgersene, preferendo leggere cosa ci fosse scritto sulla pergamena.

 

-Ecco cosa state facendo quindi- commentò Terrence, continuando a leggere. -Qualcuno ha rubato questi ingredienti-

 

-Sì- borbottò Alyssa, frastornata dalla scena di poco prima. Scosse il capo violentemente e si schiarì la voce. -Stiamo cercando chi è stato-

 

-Quindi l'altro giorno, quando mi hai chiesto se sapessi le varie funzionalità dell'erba fondente, non era perché non sei brava in Erbologia- chiese Terrence, guardandola. 

 

Alyssa non rispose e a Lavanda parve leggerci dispiacere, negli occhi del ragazzo. Scosse il capo, quando capì il perché del gesto di poco prima. Un Serpeverde normale no eh, pensò scocciata. 

 

-Ed è per questo che bazzicate qui attorno da marzo- continuò Terrence.

 

-Dovresti fare l'auror e non lo Spezzaincantesimi- borbottò Alyssa, guardandolo torvo. 

 

-Tu invece è meglio se rimani una pozionista, da auror vali poco- la prese in giro lui, trattenendo un sorriso nel vedere il broncio della ragazza. -Allora, devo cavarvi le parole di bocca o parlate da sole?-

 

-Tu preferiresti che scegliessimo la prima opzione, vero?- chiese Lavanda, guardando il ragazzo con fare eloquente. 

 

Terrence la guardò imbarazzato e volse subito gli occhi su Alyssa, che invece aveva ancora l'aria irritata. Lavanda non poteva sapere cosa il ragazzo stesse pensando, ma un'idea se l'era fatta, soprattutto quando lo sorprendeva a guardare la sua amica.

 

-Qualcuno ha rubato gli ingredienti della pozione polisucco- spiegò Alyssa, guardandolo seria. -Succede da mesi e nonostante Piton incrementi la sicurezza, riesce sempre ad entrare. Il mio timore è che qualcuno la stia usando per prendere totalmente il posto di qualcuno-

 

-Ma dai, chi farebbe mai una cosa del genere? È da pazzi!- esclamò Lavanda, guardandola.

 

-Beh però se lei dice che sono furti frequenti, è una pista plausibile- rispose Terrence, ora più serio.

 

I tre si guardarono e Alyssa sbuffò affranta, la porta era rimasta mezza aperta per cui si affacciò per vedere se qualcuno li stesse ascoltando e con suo sollievo, non c'era nessuno nei paraggi. Tornò dentro e si avvicinò agli scaffali con aria pensante, si portò una mano al mento riflettendo sulla situazione. Erano settimane che lei e Lavanda si dividevano i turni di guardia attorno al magazzino e non riuscivano a far combaciare lo studio con le ronde. Si voltò a guardare Lavanda e si avvicinò ai due ragazzi.

 

-Senti abbiamo bisogno di aiuto, Piton può dire quello che vuole ma è innegabile che noi due da sole non riusciamo a stare al passo con il ladro- si voltò verso Terrence e continuò. -Potresti fare tu le ronde la sera dopo cena. Non dovrebbe tornare subito comunque, io intanto parlo con il professore-

 

-E tu ti fideresti a darmi questo compito?- chiese Terrence, guardandola. 

 

-Mi fido di te, Terrence lo dovresti aver capito ormai- rispose lei, con tono ovvio. 

 

I tre ragazzi uscirono dal magazzino e Alyssa chiuse la porta a chiave, seguendo le indicazioni date dal professore. Fece per voltarsi di nuovo verso i due ma la figura di Theodore che si avvicinava a loro, la portò a  desistere. 

 

-Che ci fai qui?- chiese Theodore, avvicinandosi a lei. Il suo sguardo però era rivolto a Terrence.

 

-Incontro di cervelli- rispose subito Lavanda. -Scusa, tu non ci rientri-

 

Terrence soffocò una risata e il gesto non passò inosservato a Theodore, che prese Alyssa dalla vita per abbracciarla. -E tu, Higgs? Hai davvero un cervello? Non mi sembri una cima in Pozioni- disse, intuendo che i loro discorsi dovevano trattare proprio della materia, dato che si trovavano davanti al magazzino. 

 

-Beh Theo- iniziò Alyssa, guardandolo divertita. -Mi sembra però che tra voi due chi ha preso Desolante sia stato tu- 

 

-Non dovresti stare dalla mia parte?- chiese lui, guardandola. 

 

Per Theodore bastava un'occhiata ad Alyssa per calmarsi. Era sempre stato così, sin da quando sua madre era morta e gli attacchi di panico lo avevano accompagnato per gran parte della sua infanzia. La vide annuire divertita e sorrise di rimando, attirandola a sé. Da quando era tornato a Hogwarts, le congiunzioni astrali avevano fatto in modo di non farli incontrare. Secondo Draco e i suoi fondi di tè – che leggeva per far colpo sulla Brown – c'era qualcuno che non voleva vederli insieme ma Theodore a quelle cose non credeva. Si staccò da lei e le sfilò la tracolla dalla spalla per poi porgerle il braccio.

 

-Posso riaccompagnarla in Sala Comune?- 

 

Alyssa annuì sorridendo e fece per chiedere a Lavanda di andare con loro, ma questa declinò.

 

-No sai com'è...mi faccio una bella chiacchierata con Terrence, vero?-

 

Terrence borbottò qualcosa di indefinito ma ormai Alyssa e Theodore si erano già avviati verso le scale, chiacchierando allegramente. Terrence li fissò mentre questi salivano le scale e Lavanda alzò gli occhi al cielo scuotendo il capo, lo prese per il braccio e iniziarono a camminare, nonostante Terrence non fosse molto convinto di voler passare del tempo con lei.

 

-E quindi Terrence caro- iniziò Lavanda, continuando a camminare senza guardarlo. -Sei un grande osservatore-

 

-Si...- rispose lui, incerto.

 

-Già...infatti ho notato come osservi bene Alyssa- ribatté Lavanda ghignando. -Ripensandoci tornò anch'io in Sala Comune, grazie della nostra breve chiacchierata Terrence- si staccò dal suo braccio e lo guardò in viso, godendosi il colore rosso delle sue guance.

 

Lavanda se ne andò e Terrence rimase fermo dov'era, a guardare la bionda Grifondoro salire le scale. Maledetto il giorno in cui mi sono mischiato ai Grifondoro.

 

***

 

-Qualcuna di voi ha un elastico da prestarmi?- 

 

-Si, prendi dal mio cassetto-

 

-Alyssa, svegliati!-

 

Aprì le palpebre con difficoltà e le richiuse subito, quando i suoi occhi incontrarono la luce del giorno. Hermione la scosse di nuovo e a quel punto fu costretta a mettersi seduta. La stanza era nel caos, Lavanda tentava di strecciarsi i capelli davanti allo specchio imprecando ad alta voce, Hermione ci aveva rinunciato e li aveva legati in una coda mentre Ginny si annodava la cravatta al collo. Le osservò tutte e tre con aria confusa e si voltò verso la sveglia, che segnava le sei del mattino. 

 

-Sono le otto e mezza, se vuoi il tuo benedetto succo di zucca ti consiglio di muoverti- sbottò Lavanda, nervosa. -E prima che replichi, la tua sveglia che non ti abbandonerà mai oggi lo ha fatto!-

 

Alyssa si alzò dal letto di corsa, senza rispondere alle parole dell'amica e si chiuse in bagno a lavarsi. Le lezioni erano iniziate da una decina di giorni e da quando Calì aveva cambiato camera, nella stanza si respirava sempre un'aria tranquilla. Il giorno stesso in cui Ginny Weasley aveva preso il letto di Calì, le ragazze avevano preso a far tardi la sera per chiacchierare, diventando così una sorta di rituale. Si raccontavano le loro giornate, i problemi e le cose divertenti che avevano visto. In fondo era stato meglio così, con Calì non aveva mai realmente legato e anche se Lavanda non lo voleva ammettere, aveva dato più volte buca alla prima.

Uscì dal bagno e prese la divisa dal baule, indossandola velocemente. Le compagne l'aspettavano alla porta con aria scocciata, per cui si mise la toga in fretta, afferrò la tracolla e uscì con loro dalla stanza. Oltrepassarono il passaggio della Signora Grassa e corsero giù per le scale.

 

-Potevate svegliarmi prima!- esclamò Alyssa mentre si legava i capelli in una coda.

 

-Ci abbiamo provato!- urlarono le altre.

 

Arrivarono in Sala Grande ed entrarono di corsa, le lezioni sarebbero iniziate di lì a un quarto d'ora, per cui si sedettero ai primi posti liberi. Lavanda si versò del tè nella tazza, Hermione e Ginny preferirono del latte mentre Alyssa prendeva un bicchiere di succo di zucca. Quest'ultima aprì la tracolla e prese la sua bottiglia per riempirla di succo.

 

-Tu hai una dipendenza- esclamò Ginny, guardandola sconcertata.

 

-Adesso ci sei arrivata- rispose Hermione, trangugiando il suo latte. -Mi devo muovere, Harry e Ron saranno già in aula-

 

Alyssa prese un zuccotto di zucca e si alzò da tavola. Le sue compagne seguirono il suo esempio e insieme uscirono dalla Sala, dirette nelle rispettive aule.

 

-Oggi pomeriggio tè insieme?- propose Ginny, seguendole verso le scale.

 

-Sì va bene- rispose Hermione. -Allora domani andiamo insieme a Hogsmeade?-

 

-Sì- risposero in coro le altre. 

 

-Ci vediamo dopo- urlò Ginny, prendendo il corridoio del primo piano, diretta nell'aula di Trasfigurazione. 

 

~

 

Quella sera finita la cena, aveva deciso di affacciarsi giù nel magazzino per dare un'ultima controllata ad alcuni ingredienti, grazie ad un permesso speciale e si era avviata giù verso i sotterranei. Da quando si era unito a loro Terrence, il carico sulle spalle era diminuito e non aveva più bisogno dei permessi speciali del professore per stare lì oltre l'orario massimo. L'arrivo del ragazzo quel giorno nel magazzino era stato provvidenziale, tuttavia si era chiesta più volte come mai si fosse comportato in quel modo con Lavanda. Forse gli piaceva e non poteva dargli torto, la sua amica era una delle ragazze più belle del loro anno e vista la sua presenza durante gli allenamenti della squadra di Hogwarts, era più che giusto che avesse iniziato a provare qualcosa per lei. Rimuginava ancora sul comportamento di Terrence quando arrivò nei sotterranei, il corridoio era deserto e questo un po' le mise soggezione. Il pensiero di essere in quel luogo da sola le fece salire l'ansia, nonostante ciò andò a passo sicuro e non si sarebbe fatta condizionare dalla penombra dei sotterranei. Tenne la bacchetta nascosta nella tasca della toga e la strinse tra le dita mentre girava l'angolo. Non appena si ritrovò nel corridoio del magazzino si bloccò, quando vide il professor Moody uscire dallo stanzino di Piton.

 

-Professore- lo richiamò d'istinto.

 

Moody voltò lo sguardo su di lei, impassibile. L'occhio di vetro la scrutava come fosse impazzito e Alyssa pensò che l'uomo lo stesse facendo di proposito. Aveva capito che quel modo di fare la metteva a disagio. 

 

-Black è tardi, che ci fai qui?- ringhiò il professore, avvicinandosi a lei.

 

-Perché stava uscendo dal magazzino di Piton?- controbattèAlyssa, ignorando la domanda del professore.

 

-Piton mi ha chiesto di prendergli delle zampe di lycosa tarentulae mi sono permesso di lasciarle nella sua riserva personale di ingredienti- rispose l'uomo, con tono irritato. -Ma non dovrei giustificarmi con te che sei una studentessa. Che diamine ci fai qui, Black?-

 

-Il professor Piton non lascia entrare nessuno nella sua riserva a parte me- ribatté la ragazza, alzando il mento con aria di sfida. La sua mano teneva ben stretta la bacchetta nascosta.

 

-Non mi azzarderei a puntare la bacchetta contro un professore, Black- ghignò perfido.

 

-È lei allora a rubare gli ingredienti per la polisucco- rispose Alyssa, stupita. All'improvviso Moody non le sembrava più una brava persona. 

 

-Stupeficium!- esclamò il professore, puntandole la bacchetta.

 

Alyssa volò contro la parete opposta, sbattendo violentemente la testa al muro e cadde a terra priva di sensi. La sua bacchetta le scivolò dalle mani e rotolò lungo il corridoio ma a Moody non interessò. Si avvicinò a lei, continuando a puntare la sua contro la ragazza svenuta. Un ghigno di soddisfazione gli uscì spontaneo, quando vide il sangue colare lentamente dalla parete e non si preoccupò neanche di aiutarla. 

 

-Sei una chiacchierona, Alyssa- mormorò l'uomo. -Io odio chi non tiene la bocca chiusa-

 

Fu tentato di usare l'anatema che uccide, era davvero tanto che non ammazzava qualcuno per il puro gusto di farlo ma dovette trattenersi. Avrebbe mandato tutto all'aria e non poteva permettersi, di far perdere quell'occasione al Signore Oscuro. 

 

-Oblivion- 

 

Cancellò i ricordi legati a poco prima e la lasciò lì, andandosene di corsa per non essere visto.

 

~

 

-Silente voglio andare in fondo a questa storia-

 

-Le ripeto signor Black che Hogwarts è il posto più sicuro al mondo. Non ha di cosa temere-

 

-Perdoni la franchezza Silente, ma nel bagno del secondo piano c'è un fantasma che non credo concordi con lei-

 

-Silenzio, si sta svegliando-

 

Alyssa sbattè le palpebre più volte, la sua vista era sfocata per cui ci mise un po' a capire che si trovava in infermeria. Voltò il capo e il suo viso si contorse in una smorfia di dolore ma riuscì comunque girarlo, e a guardare i presenti nella stanza. Osservò suo nonno confusa e questo le si avvicinò con aria preoccupata, mentre Silente le sorrideva affabile. Si mise a sedere e suo nonno le prese il viso tra le mani, come se quella potesse essere l'ultima volta che si vedevano. Ai piedi del letto, Hermione Lavanda e Ginny con indosso i loro pigiami, la guardavano preoccupate. Fuori era ancora buio e si chiese cosa fosse successo di tanto preoccupante da chiamare addirittura suo nonno.

 

-Cos'è successo?- chiese, guardando i presenti, frastornata. 

 

-Non tornavi e siamo venute a cercarti- rispose Lavanda, con la voce spezzata dalla paura. -E...ti abbiamo trovata in una pozza di sangue...-

 

-Ma se stavamo mangiando insieme- 

 

Orion si voltò di scatto verso Silente, che non sorrideva più. Il preside si fece più vicino alla ragazza e la guardò serio. Alyssa non comprendeva nulla di ciò che le persone le stavano dicendo, si massaggiò il capo e scoprì solo in quel momento di avere la testa fasciata.

 

-Cosa ricordi, Alyssa?- chiese Silente, con tono gentile.

 

-Ero in Sala Grande a mangiare con loro- indicò le compagne di stanza, come se fosse ovvio.

 

-E poi?- 

 

-E poi...- si bloccò e si morse il labbro, alla ricerca dei ricordi successivi. Il pasticcio di carne, Hogsmeade, Ron che stava soffocando ma nient'altro. 

 

-Allora Silente, mi dicevi?- chiese Orion in tono sarcastico. -Ah sì, mi stavi parlando di come mai mia nipote è stata obliviata tra le mura della sicura Hogwarts-

 

 

ANGOLO DELL'AUTRICE

 

Ecco qui un altro capitolo. Alyssa è diventata "l'assistente" di Piton, ormai abbiamo capito che il nostro professore di pozioni preferiti rivede Regulus in lei. Lavanda non ha ancora detto il suo segreto alla sua migliore amica, pensate lo farà? Il nostro Higgs ha trovato un altro modo per passare il tempo con la Black e vi giuro, ho adorato scrivere le battute di Lavanda. Pensate che Theodore abbia capito qualcosa? Chissà chissà. Intanto la nostra Black balla i balli di gruppo (per intenderci, il ballo era la macarena) e chi lo sa se non scriverò di lei in un villaggio turistico 😂. In ultimo Alyssa ha scoperto Moody...ma se l'è scordata, pazienza lo riscoprirà. Orion preoccupato l'ho adorato. In questo capitolo abbiamo visto il mese di marzo e il mese di aprile, nel prossimo vedremo maggio e giugno quindi non il prossimo ma in quello successivo vedremo la terza prova. Questo perché mentre rimettevo in ordine il computer, mi sono resa conto che scrivo roba tipo venti pagine a capitolo e direi che devo accelerare i tempi, per arrivare al quinto anno.

Sto pubblicando appena ne ho la possibilità, ho capitoli già scritti fino al capitolo 44 e ora sto scrivendo il 45 ma non avendo il computer mi è difficile pubblicare con continuità. Se ve lo state chiedendo, scrivo da cellulare e pubblico prima su wattpad per comodità. Spero di pubblicarne un altro domani.

 

Fatemi sapere cosa ne pensate e ci vediamo al prossimo capitolo (e nei commenti, ovvio...tra l'altro li leggo e mi diverto un sacco solo che non rispondo a tutti e mi dispiace, sappiate però che li adoro tutti)

 

_L_Black_

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Capitolo 38
*** Capitolo 37 - Quattro Giugno ***


Capitolo 37
 
L'arrivo di maggio portò la notizia di una studentessa aggredita nei sotterranei. Questa era stata trovata dalle sue stesse compagne di stanza, preoccupate di non vederla tornare e la mattina successiva auror e obliviatori del ministero girovagavano per la scuola alla ricerca di informazioni. Per salire al piano terra, era passato proprio nel punto in cui avevano trovato la ragazza e il sangue era ancora ben visibile sul pavimento. Nessuno sapeva chi mai potesse essere la studentessa aggredita ma un'idea se la fece, quando quella mattina salì in Sala Grande per la colazione prima di Hogsmeade. Il tavolo dei Grifondoro era stranamente silenzioso, persino i gemelli Weasley non facevano il loro solito siparietto del sabato. Si era messo a scrutare la tavolata rosso-oro come faceva ogni mattina e si sorprese, nel non vedere nessuna delle amiche di Alyssa né tantomeno lei.
 
-Si sa chi sia la ragazza aggredita?- chiese Andrew, sedendosi accanto a lui.
 
-Sicuramente una Grifondoro- rispose Terrence, versandosi del succo di zucca. -Hai visto Astoria? Dobbiamo uscire ma vedo che non è ancora arrivata-
 
-No, Tracey mi ha detto che ieri sera sua sorella e le sue compagne di stanza hanno fatto festa per il compleanno di Briseide. Dai arriverà- rispose Andrew sorridendogli.
 
Terrence annuì e continuò a fare colazione. Nella sala non si parlava d'altro, c'era chi affermava che la ragazza era stata torturata e chi invece, blaterava che si fosse inventata tutto per questioni di cuore. I Serpeverde tuttavia, avevano visto il sangue rappreso sul muro e alla seconda opzione non potevano crederci poi molto. Lanciò un'occhiata all'ingresso e fece segno a Andrew di guardare anche lui, Tracey stava parlando con Lavanda Brown alla porta. Da quando c'era stata la seconda prova, la Grifondoro e la Serpeverde avevano preso a chiacchierare spesso e Tracey, si era persino proposta come nuova compagna di banco della ragazza quando questa aveva litigato con Calì. Vide Lavanda afferrare dei zuccotti di zucca dal tavolo di Grifondoro e uscire di corsa dalla Sala mentre Tracey si avvicinava a loro, scura in volto.
 
-La ragazza aggredita è la Black- esclamò Tracey a voce bassa.
 
Terrence e Andrew si lanciarono un'occhiata e si avvicinarono di più a Tracey, per ascoltarla meglio.
 
-Ma c'è di più, le hanno obliviato i ricordi. Ecco perché ci sono gli auror in giro per la scuola, stanno chiedendo a tutti i ragazzi del settimo anno dove fossero e se lo sanno usare. Credono che sia uno studente ma secondo Lavanda no. Orion Black è furioso-
 
I due ragazzi sgranarono gli occhi, al suono di quelle parole. Quel tipo di incantesimi erano difficili da fare e cosa non da poco, gli studenti del settimo li imparavano verso la fine dell'anno.
 
-Come sta?- chiese Terrence, con tono di voce moderato.
 
-Bene, mi ha detto che dovrebbe uscire tra poco dall'infermeria ma non è il caso che venga qui oggi. Rimarrà nella sua stanza, se ti muovi la riesci ancora a beccare-
 
Terrence si alzò di scatto dal tavolo e uscì a passo svelto dalla Sala Grande. Era stata schiantata proprio a pochi passi dal magazzino di Piton e non poteva non pensare che l'artefice dell'aggressione, fosse proprio il ladro di ingredienti. Arrivò alle scale principale e salì al primo piano, corse lungo il corridoio e arrivò davanti la porta dell'infermeria ma dovette fermarsi lì, quando incrociò gli occhi grigi di Orion Black. L'uomo stava parlando con Madama Chips ma nel momento in cui si accorse di Terrence, la congedò gentilmente e si avvicinò a lui a passo deciso.
 
-Buongiorno, signor Black- esclamò Terrence, guardando l'uomo fisso negli occhi.
 
-Terrence- rispose Orion, con tono laconico. -C'è qualche motivo per cui tu sia qui?-
 
-Volevo sapere come sta Alyssa- disse con tono deciso.
 
-Bene, ora puoi andare- esclamò Orion laconico. -Ha bisogno di riposo e non di chiacchiere-
 
In quel momento esatto, da uno dei separé uscirono Hermione, Ginny, Lavanda, Potter e Weasley. Ma non gli fu difficile vedere il capo fasciato di Alyssa. I due Grifondoro sorreggevano l'amica, evidentemente ancora intontita dalla botta in testa che aveva preso. Fece per avvicinarsi ma Orion Black gli sbarrò la strada, con il braccio.
 
-Ho detto, Terrence- il suo tono di voce lo fece rabbrividire. -Che mia nipote non ha bisogno di chiacchierare. Se ricordo bene la tua Sala Comune è nei sotterranei, vedi di tornarci-
 
Terrence spalancò gli occhi, non aspettandosi una risposta così da un uomo purosangue ma non disse niente e si voltò per uscire dall'infermeria.
 
-Aspetta Terrence!- gli urlò Lavanda, correndo verso di lui.
 
Passò Orion Black e lo salutò calorosamente, promettendogli di passare a Grimmauld Place per continuare i loro discorsi sulla politica di Caramell e si avvicinò al ragazzo. Lo prese per un braccio e lo portò a lato del corridoio per avere più privacy. Nel frattempo, Orion disse alcune parole ad Alyssa, questa annuì e uscì dalla stanza sorretta da Potter. Non lo degnò di uno sguardo e questo gli dispiacque non poco, ma si rendeva conto che non era in forze.
 
-È stanca e spossata- gli disse Lavanda con tono gentile, intuendo cosa stesse pensando. -Stanotte è stata ascoltata dagli auror e dagli obliviatori, solo ora può riposare-
 
-Hai parlato con Piton?- chiese Terrence, ignorando le parole della ragazza. -Mi sembra ovvio che sia stato il nostro ladro-
 
-Sì e mi ha detto di lasciare perdere. Niente più ronde per scoprire chi è stato, penso che non voglia avere nessuno sulla coscienza-
 
Terrence lanciò un'occhiata a Orion Black, che ora si stava avviando alle scale principali sicuramente diretto all'ingresso.
 
-Orion è solo preoccupato, lascialo stare. Pensa che stanotte ha messo a tacere Silente con poche semplici parole- gli spiegò Lavanda e fece segno al ragazzo di avviarsi anche loro verso le scale.
 
-Lo chiami per nome?- gli chiese Terrence, sorpreso.
 
-Beh ovvio, ci vado spesso a casa di Alyssa e con Orion ci facciamo lunghe chiacchierate che spaziano dalla politica alla Divinazione-
 
-Sai Brown, devo ammettere che sei davvero piena di sorprese- disse Terrence, sorridendole sorpreso.
 
Lavanda sorrise e si avviò alla rampa di scale che portavano alla Torre di Grifondoro. -Anche tu, Higgs non sei poi così male-
 
~
 
Con il passare di maggio, ben presto i discorsi sull'aggressione furono rimpiazzati dal gossip del periodo. Cedric Diggory e Cho Chang avevano ufficializzato la loro storia anche con le famiglie. Dal canto suo se ne importava ben poco di quei gossip, in quel periodo stava aiutando Astoria con l'esame di Trasfigurazione e passava la maggior parte del suo tempo libero con lei. Nonostante tutti i dubbi e i sentimenti contrastanti che provava, passare il tempo con Astoria era particolarmente stimolante. Era intelligente e totalmente diversa dalla sorella maggiore, i loro discorsi spaziavano dalla letteratura alla scuola fino allo sport. In quei momenti si ricordava il perché l'avesse baciata l'estate precedente.
 
-Ho bisogno di una pausa, andiamo a prendere il tè su in Sala Grande?- gli chiese Astoria, alzandosi dal tavolo.
 
Erano rimasti in Sala Comune a studiare quel giorno, a discapito di ciò che facevano gli altri, Terrence non amava studiare fuori. O meglio, lo faceva ma in autunno, quando il parco era vuoto a causa del freddo. Lui amava la brezza gelida che l'umidità del lago emanava e la solitudine lo portava a dare il massimo, nello studio. Terrence le sorrise e annuì, concorde anche lui a fare una pausa. I due ragazzi uscirono mano nella mano e Astoria iniziò a raccontare di come Persephone Warrington e Lise avessero convinto Briseide Montague a dichiararsi a Draco, con scarsi risultati. Terrence ridacchiò mentre Astoria raccontava della rissa che ne era scaturita in dormitorio, ma non disse altro. Una cosa che non gli piaceva di Astoria erano i suoi amici e quando poteva, tentava sempre di evitare i discorsi che li includevano. Decisero di passare per il seminterrato, per cui continuarono a camminare lungo il corridoio. Proprio nel momento in cui stavano per girare l'angolo, Theodore Nott e Alyssa Black stavano camminando nella direzione opposta e per poco non si scontrarono.
 
-Oh ciao- esclamò Astoria, guardandoli.
 
-Ciao Astoria- rispose Theodore, guardando l'amica e ignorando deliberatamente Terrence.
 
Alyssa lanciò un'occhiataccia a Theodore e ricambiò il saluto della giovane Greengrass, le iridi della Grifondoro si fermarono per un attimo sulle loro mani intrecciate e alzò lo sguardo sorpresa. Lo stupore passò presto e un sorriso gentile, spuntò sul volto della ragazza.
 
-Non sapevo che stavate insieme- disse Alyssa, sorridendo.
 
-Questi due si lasciano spesso a dire il vero- disse Theodore, guardando con astio, Terrence. -Ma poi tornano sempre l'uno dall'altra, vero Higgs?-
 
Astoria roteò gli occhi al cielo e sbuffò sonoramente mentre Terrence serrò la mascella, infastidito da quelle parole. Non lo sopportava più quel maledetto Nott e non comprendeva cosa Alyssa ci trovasse in lui.
 
Alyssa diede una gomitata a Theodore e li guardò imbarazzata. -L'importante è stare bene-
 
-Già, ascolta la tua ragazza Nott- rispose Terrence, gelido.
 
-Appunto Higgs la m..-
 
-Che ne dite di venire con noi in Sala Grande per il tè?- lo interruppe Astoria, guardando il suo amico con aria supplichevole.
 
Terrence non ne aveva alcuna voglia e Astoria lo sapeva benissimo, eppure lo faceva sempre. Invitava i suoi amici con loro quando sapeva che Terrence li odiava tutti, nessuno escluso. Irritato spostò lo sguardo su Alyssa ma questa pareva aver smesso di ascoltarli, guardava un punto specifico dietro di loro ma né Astoria né Theodore se ne erano accorti. Seguì il suo sguardo e non si sorprese, di trovarsi a fissare il punto dove Gazza aveva appena ripulito il muro dal sangue. Tornò a osservare lei e gli venne voglia di portarla via da lì ma non era lui a doverlo fare.
 
-Alyssa che ne dici? Andiamo con...- Nott si bloccò di colpo quando vide la ragazza così assorta.
 
Alyssa sbattè le palpebre e scosse il capo, tornando a guardare gli altri. Come se nulla fosse mai accaduto.
 
-No, Astoria- disse Theodore, guardando l'amica. -Penso proprio che io e Alyssa c'è ne andremo a zonzo per il parco- le spiegò sorridendo.
 
Astoria annuì e le due coppie si divisero, la prima tornò indietro in Sala Comune per recuperare la bacchetta dimenticata sul tavolo. Terrence l'aspettò lì, osservando Nott e Alyssa salire su per le scale e il capo di lei appoggiato alla spalla del primo.
 
***
 
Maggio stava lentamente avviandosi alla conclusione e tutti gli studenti erano impegnati con lo studio in vista degli esami. Alyssa era quella che aveva meno di cui preoccuparsi ma che alla fin fine, stava sgobbando più di tutti sui libri. Theodore glielo diceva spesso di calmarsi con lo studio ma a lei poco importava, quell'anno era diventata una vera e propria macchina d'apprendimento e alle volte stentava a riconoscerla. Non c'era rimasto più nulla della ragazzina svogliata che era prima di Hogwarts, era diventata una ragazza ligia al dovere e sempre pronta a prendere compiti extra. Ma Theodore adorava guardarla studiare, era diventato il suo passatempo preferito e alle volte si perdeva così tanto nel contemplarla che rimaneva lui stesso indietro con i suoi compiti. Erano cambiati entrambi eppure nonostante il loro cambiamento, si erano sempre trovati. Alyssa alzò gli occhi dal suo libro e incontrò lo sguardo del ragazzo, gli sorrise e Theodore si chiese come mai non fossero diventati prima una coppia. La vide portarsi una mano sul capo e il suo sguardo divenne subito preoccupato, si fece più vicino per controllare se la ferita non si fosse riaperta e Alyssa si allontanò sbuffando.
 
-Theo non è che ogni volta che mi tocco la testa significa che la ferita è aperta- lo rimbeccò.
 
-Si è vero ma fammi controllare- ribatté, avvicinandola a sé per guardare meglio. Quando constatò che era tutto in ordine, le diede un bacio sul capo e la strinse tra le braccia.
 
Erano seduti sulle rive del lago, esattamente come molti studenti ma a Theodore non interessavano molto le occhiate degli altri. Erano in quei momenti che poteva bearsi della compagnia della sua ragazza, senza i suoi amici o quelli di lei in giro. Theodore non sopportava i compagni della ragazza, che la portavano sulla strada dei babbanofili e di contro Alyssa non sopportava i suoi. L'equilibrio stava in loro due e nessun altro.
 
-Questa estate un giorno potremo andare a Dover, che ne dici?- gli chiese Alyssa, lasciandosi cullare tra le braccia del ragazzo.
 
-Dover dici? Mah a me non fa impazzire quel posto, non capisco perché ci sei così fissata-
 
-Tu non hai visto il tramonto da lì Theo, ci sei tu, il mare e nessun altro- Alyssa sorrise ma Theo non se ne accorse, aveva il capo immerso nella chioma corvina della ragazza.
 
-È pieno di babbani-
 
-Ma la smetti di essere razzista?-
 
Theodore lasciò perdere il discorso e guardò l'orario, erano le sei del pomeriggio per cui decisero di tornare nel castello. Sapeva che da quando Calì Patil aveva lasciato la loro stanza, Alyssa e le sue compagne di dormitorio erano diventate quasi inseparabili e infatti, avevano preso l'abitudine di rincontrarsi in camera prima di cena e scendere insieme.
 
-Stasera hai l'ultima lezione di Astronomia?- gli chiese Alyssa, stringendogli la mano.
 
-Si a mezzanotte, come sempre-
 
-Io non c'è la farei a seguirla. Dopo le otto di sera il mio cervello dice stop-
 
-Questo perché il tuo bellissimo cervello lavora tutto il giorno- le scompigliò i capelli scherzosamente.
 
Alyssa si liberò dalla presa e ridacchiò mentre si dava una sistemata alla sua chioma. Arrivati nella Sala d'Ingresso, si salutarono con un bacio a fior di labbra e si divisero per tornare nelle rispettive Sale Comuni. Theodore scese le scale che portavano ai sotterranei con calma e con altrettanta tranquillità, rientrò nel covo delle serpi. I suoi amici erano già tornati dalla biblioteca e si stavano rilassando accomodati sui divani, davanti al camino spento. Theo si avvicinò a loro e si sedette accanto a Blaise, che stava raccontando di come aveva convinto Sally-Anne Perks ad uscire con lui il prossimo sabato ad Hogsmeade.
 
-Ti piace davvero quindi- s'intromise Theodore, appoggiando il capo sul divano.
 
-Non me la devo mica sposare, ci passo un po' di tempo e poi me ne scelgo un'altra- rispose Blaise, facendo ridere i presenti.
 
-Sempre il solito- esclamò Theodore, scuotendo il capo divertito.
 
Mentre Blaise continuava a raccontare, Theodore osservò i presenti nella stanza e il suo sguardo si soffermò su Astoria e Terrence, seduti al tavolo intenti a studiare. Quel Higgs non lo sopportava, se prima non gli faceva né caldo né freddo, da quando lo aveva visto sedersi al fianco di Alyssa a Pozioni lo scorso febbraio, era stato pervaso dalla voglia di spaccare quel bel visino che aveva a suon di pugni. Il fatto che fosse il ragazzo di Astoria lo aveva sempre trattenuto dal fare ciò, anche se sapeva che la ragazza non si faceva scrupoli a incontrare altri ragazzi. Lei poteva fare quello che voleva e anche Terrence, l'importante era che stava lontano dalla sua ragazza.
 
-Il cinque giugno ho l'esame di Divinazione- esclamò Draco, sospirando.
 
-Si...e la Brown non è ancora caduta tra le tue braccia- gli fece presente Blaise.
 
-So che sta uscendo con Anthony Goldstein di Corvonero- disse Theodore, cauto.
 
Quando Alyssa glielo aveva detto, era stato indeciso se raccontarlo a Draco. Erano mesi che andava dietro a Lavanda e vederlo in quello stato lo aveva convinto a dirglielo. Era giunto il momento di passare avanti.
 
-Che cosa?- sbottò Draco, scattando in piedi. -Con quel damerino?-
 
Blaise e Theodore si lanciarono un'occhiata ma non dissero nulla, anche perché Draco era già uscito di corsa dalla Sala Comune sicuramente diretto alla Torre di Grifondoro. Sospirarono divertiti ma Theodore già immaginava la risposta di Lavanda. Da quel poco che aveva intuito sulla migliore amica della sua ragazza, i Serpeverde non le erano simpatici e se Alyssa aveva chiuso un occhio per lui, non credeva che Lavanda avrebbe fatto lo stesso.
 
-Non posso biasimarlo per carità, la Brown è bellissima ma non mi ridurrei a quei livelli- disse Blaise, sghignazzando. -Hey tu sei il ragazzo della sua migliore amica, ti prego metti una buona parola prima che Draco perda la sua dignità-
 
-Mi sa che non c'è niente da fare- rispose Theodore, ridendo.
 
~
 
Proprio come Theodore aveva predetto, la bella Lavanda Brown aveva dato un due di picche a Draco Malfoy, glielo confermò lui stesso quando tornò in Sala Comune prima della cena. Blaise lo aveva preso in giro per un po' ma Theodore, non se l'era sentita di infierire sul compagno. Sapeva quanto la cotta di Draco fosse ormai ai livelli massimi e soprattutto, quello era stato il primo no della sua vita.
La cena era andata avanti con tranquillità, aveva chiacchierato con le ragazze e Blaise dei Falmouth Falcons, che avevano vinto il campionato di Quidditch. Finita la cena aveva aspettato in Sala Comune che le undici e trenta arrivassero, per l'ultima lezione Astronomia. Ci aveva riflettuto molto negli ultimi tempi e aveva capito che la strada del guaritore non faceva per lui, un lavoro al ministero era decisamente più adeguato. Per questo aveva scelto Astronomia, pensava che poteva aiutarlo ad entrare nel dipartimento dei Misteri.
 
Stava salendo le scale principali da solo, Pansy si era già avviata e gli stava sicuramente tenendo il posto, quindi se la stava prendendo con comodo. Arrivò al settimo piano ma si fermò, nel momento in cui si trovò la strada sbarrata da una ragazza di Grifondoro.
 
-Non si parla d'altro che del tuo due di picche a Draco- gli disse, guardandola.
 
Lavanda rise e a Theodore dispiacque ancora di più, vedere che alla ragazza non importava nulla del suo amico.
 
-Allora? C'è qualche motivo per cui mi stai bloccando?- chiese, spazientito.
 
-Si, c'è-
 
***
 
Il quattro giugno Alyssa si svegliò al solito orario, si lavò e si vestì con calma, poi scese a fare colazione con le sue amiche come ogni mattina. Tra i suoi amici aleggiava un velo di mistero e non riusciva proprio a capire da cosa fosse scaturito, confabulavano tra loro e quando lei si avvicinava, ecco che questi la smettevano subito. Non che aveva avuto molto tempo per poter indagare su quei comportamenti anormali, era troppo presa dai primi esami che si avvicinavano. Il giorno dopo infatti avrebbe sostenuto l'esame di Antiche Rune, il primo di quell'anno ed aveva passato gli ultimi giorni a studiare in biblioteca. Essendo tra gli amici l'unica assieme a Hermione ad aver scelto la materia della Babbling, le due ragazze si erano aiutate l'un l'altra, studiando sodo anche in dormitorio.
Non si era insospettita neanche quando Beri non era tornata da Grimmauld Place, troppo preoccupata per l'esame del giorno dopo.
 
Era domenica e molti studenti avevano abbandonato lo studio per rilassarsi sulle rive del Lago Nero, ovviamente lei non era affatto tranquilla e rilassata. L'esame del giorno dopo era forse il più importante per lei, si era impegnata molto in Antiche Rune per poter essere in pari con gli altri compagni e quello era la resa dei conti tra lei e la Babbling. Aveva passato quindi tutto il giorno in Sala Comune con Hermione, senza neanche scendere a mangiare, solo la sua compagna aveva deciso di andare in Sala Grande per rubare dei sandwich dal tavolo di Grifondoro. Per il resto era rimasta a tradurre rune fino al pomeriggio e la sua idea, era di rimanere ed uscire il giorno dopo.
 
Si erano fatte le quattro del pomeriggio e in Sala Comune c'era rimasta solo lei, persino Hermione aveva richiesto una pausa dallo studio e Alyssa non l'aveva voluta seguire in Sala Grande per il tè. Fino a che non finisco questo capitolo io da qui non mi muovo, aveva pensato declinando gli innumerevoli inviti di Hermione ad uscire. Dal passaggio di entrata, la figura di Lavanda si presentò al suo cospetto come un uragano. Alyssa la guardò confusa, Lavanda aveva le mani sui fianchi e la fissava con rimprovero.
 
-Alyssa Sophie Black, alzati subito da quella sedia ed esci da qui- esclamò Lavanda, assottigliando lo sguardo.
 
-No-
 
-Sì-
 
-Ho detto no-
 
-Ed io ho detto sì-
 
Lavanda la costrinse ad alzarsi dalla sedia e la trascinò letteralmente fuori dalla Sala, nonostante le sue rimostranze. Scesero le scale a passo svelto e Lavanda le tenne sempre la mano, per paura che tornasse indietro. Arrivate in Sala Grande, Alyssa spalancò gli occhi e si portò una mano alla bocca sorpresa. Lavanda si allontanò da lei sorridendole e Alyssa osservò il tavolo di Grifondoro, non c'erano solo i suoi amici ma persino Theodore e il gruppo di pozioni avevano preso posto al tavolo di Godric. Lavanda le si avvicinò con una torta in mano e i gemelli srotolarono uno striscione con la scritta "Buon compleanno, Alyssa". Alyssa scosse il capo sorridendo, non aveva riflettuto che effettivamente era il suo compleanno e si sentì una stupida per essersene scordata.
 
-Tu te lo sei dimenticata ma noi no- esclamò Lavanda. -È anche la tua torta preferita, Pan di spagna alla zucca con crema-
 
Hermione e Ginny si avvicinarono a loro e ben presto tutti iniziarono ad intonare la canzone del 'Tanti auguri". Vorrei che loro ci saranno sempre, pensò prima di soffiare sulle candeline. I ragazzi applaudirono e Alyssa fece segno a Colin Canon di avvicinarsi, voleva una foto con le sue compagne di stanza e con i suoi amici. Lavanda lasciò presto la torta sul tavolo e si mise accanto ad Alyssa, le quattro ragazze ben presto furono in posa e Colin scattò la prima di una lunga serie di fotografie.
 
-Dai, apri i regali- disse Harry, avvicinandosi a lei con un pacchetto. -Questo è da parte mia, di Hermione e di Ron-
 
Alyssa afferrò il pacchetto e lo scartò velocemente, trovandosi davanti un nuovo taccuino per gli appunti rosso fuoco. Li ringraziò e passò presto al regalo del gruppo di Pozioni, una biografia di Bertha Mantle e infine il regalo dei gemelli, di Lavanda e di Ginny. Una scatola di dolciumi alla zucca direttamente da Mielandia.
 
-Così la smetti di tediare il povero Orion per i dolcetti- disse Ginny, ridendo.
 
Theodore era rimasto in disparte per tutto il tempo, prestandosi alle foto con il suo miglior sorriso e facendo buon viso a cattivo gioco. Aveva avuto idee diverse per il compleanno di Alyssa ma si era reso conto presto che Lavanda aveva ragione, lei avrebbe voluto anche i suoi amici. Alyssa finì di scartare il regalo arrivato da Grimmauld Place la mattina stessa, Lavanda e Ginny erano riuscite ad acciuffare Beri e a prendere il regalo prima che Alyssa se ne accorgesse. Scoppiò a ridere, ritrovandosi tra le mani la foto di un cane con un fiocco rosa e suo nonno accanto che sorrideva mentre glielo sistemava sul capo. Dicono di essere diversi e poi fanno questo, pensò continuando a ridere.
 
Nel momento in cui i ragazzi si misero a mangiare la torta, Theodore si avvicinò alla ragazza con un pacchetto. La conosceva abbastanza bene da sapere che per lei, i regali più belli fossero esperienze da vivere e per questo non si era impegnato molto a farle il regalo. Alyssa gli sorrise e si spostarono dal gruppo per avere un po' più di privacy.
 
-Mi sorprende che tu ti sia dimenticata il tuo compleanno- sghignazzò lui.
 
-Troppo impegnata a studiare- si giustificò, imbarazzata.
 
Theodore ridacchiò e le diede il suo pacchetto. La ragazza sciolse il fiocco e scartò la carta verde, aprì la scatola ma con sua sorpresa, non c'era nulla a parte un biglietto. Lanciò un'occhiata a Theodore e il ragazzo la invitò a leggere cosa ci fosse scritto.
 
Miss Black è invitata a prendere il tè sulle bianche scogliere di Dover il primo luglio.
 
Alyssa alzò gli occhi su di lui incredula e Theodore le sorrise dolcemente.
 
-È vero, pieno di babbani...ma se piace a te per un giorno posso fare lo sforzo-
 
Alyssa lo baciò.
 
~
 
In Sala Comune stavano ancora festeggiando il suo compleanno tra canti e balli. I gemelli avevano scoperto che di lì a poco, ci sarebbe stato anche il compleanno di Lavanda e si erano ritrovati a pensare al prossimo regalo. Ginny e Hermione invece le avevano prese in giro, affermando che alla fin fine erano simili loro due.
 
-Che volete farci, i gemelli vanno sempre a cercarsi- esclamò Alyssa, abbracciando Lavanda.
 
I presenti risero e Seamus aveva messo un disco di musica tipica irlandese, in un attimo si ritrovarono a ballare. Alyssa e Harry invece preferirono chiacchierare accanto al tavolo delle bevande. La scomparsa di Crouch era finita presto sulla bocca di tutti ed essendo Alyssa l'ultima persona al di fuori dei professori ad averlo visto, Harry era curioso di saperne di più e insieme stavano sorseggiando burrobirra mentre la ragazza raccontava.
 
-Aveva una voce diversa questo me lo ricordo- confermò Alyssa. -Secondo me era un'altra persona, la stessa che ha rubato gli ingredienti della polisucco-
 
-Tu dici?- chiese Harry.
 
-Ne sono certa e lo devo anche conoscere sicuramente, se no perché obliviarmi?-
 
Harry annuì e gli tornò in mente il giorno in cui il castello era stato preso d'assalto dagli auror, non aveva saputo chi fosse stato aggredito fino a che Hermione non gli si era avvicinata preoccupata.
 
-È una situazione troppo strana- disse Harry, pensieroso. -Te l'ho detto quello che ho visto nel pensatoio no?-
 
-Si, Crouch era un mezzo pazzo ma deve essergli accaduto qualcosa. Non capisco perché il ministero non lo va a cercare-
 
-Alyssa?- la richiamò Myriam Fern del secondo anno. -C'è un ragazzo che ti cerca fuori dal quadro-
 
Alyssa guardò Harry che gli fece segno di andare, probabilmente era Theodore che voleva salutarla ma era strano. Raramente usciva oltre l'orario e solo per cose più serie. Uscì dalla Sala Comune e si guardò attorno, trovando un ragazzo di Serpeverde appoggiato al muro poco distante da lei.
 
-Terrence- esclamò sorridendogli mentre gli si avvicinava. -Che ci fai qui?-
 
-Volevo darti il mio regalo di compleanno- bofonchiò sorridendole.
 
-Ma non dovevi sul serio. Per i regali poi sono molto difficile- disse quando gli fu accanto.
 
-Sono sicuro che questo ti piacerà- da dietro la schiena fece uscire un disco musicale. -Non l'ho impacchettato, scusa-
 
Alyssa lo prese tra le mani e sgranò gli occhi emozionata. -Oh Merlino-
 
-Eh sì, Janie Don't take your love to town in versione live del concerto di Diagon Alley del 1980-
 
-Io...ma dove...dove lo hai trovato?- chiese con la voce rotta dall'emozione.
 
-Non svelo i miei segreti, mi dispiace- rispose sorridendo.
 
-Aspetta qui-
 
Alyssa rientrò nella Sala Comune e Terrence l'aspettò lì, stando ben attento a non farsi vedere dai prefetti di Corvonero, che quella sera erano di turno. Qualche minuto dopo la ragazza tornò con una cornice.
 
-Volevo dartela domani ma già che ci siamo- esclamò sorridendo e gli passò l'oggetto.
 
Terrence si ritrovò tra le mani una foto che non aveva mai visto. Era stata scattata il giorno della partita, in uno dei momenti in cui loro due si erano dati il cinque.
 
-So che porta sfortuna dirlo ma in fondo manca poco a mezzanotte- disse imbarazzata -Buon compleanno, Terrence-
 
-Buon compleanno, Alyssa-
 
Dopo poco Alyssa tornò nella sua Sala Comune e Terrence si avviò verso le scale per tornare nei sotterranei, con Janie Don't take your love to town di sottofondo.
 
***
 
Da lì ad una settimana avrebbe avuto luogo l'ultima prova del Torneo Tremaghi e gli studenti di Hogwarts, non vedevano l'ora che gli ospiti se ne andassero da lì. Un po' le dispiaceva non chiacchierare più con Krum nella Sala d'Ingresso ma tutto sommato, era contenta di non rivedere i ragazzi di Beauxbatons. Erano tutti impegnati con gli esami e in più nei momenti liberi aiutavano Harry ad allenarsi, Lavanda gli aveva predetto il futuro e non ne era scaturito nulla di buono.
Era chiusa in biblioteca e stava studiando gli ultimi passaggi per diventare un animagus, per tutto il ciclo lunare di maggio aveva tenuto la foglia di mandragora sotto la lingua e stava seguendo gli altri passaggi che Remus le aveva detto. Si sarebbe trasformata quella sera stessa nella Foresta Proibita e per l'occasione, oltre Remus sarebbe venuto anche Sirius. Era dalla partita che non si vedevano ed era felice di poter vedere suo padre non come un cane ma come una persona.
 
-Hey- disse una voce accanto a lei.
 
Alyssa alzò il capo, sorprendendosi di ritrovarsi Cedric Diggory guardarla sorridendo. Il ragazzo una pila di libri e sembrava proprio voler sedersi davanti a lei, infatti le fece segno col capo e la ragazza gli indicò la sedia come a dirgli di accomodarsi. Dopo la figuraccia dell'anno prima aveva evitato come la peste di passare del tempo da sola con lui, si vergognava ancora per il suo comportamento.
 
-Quelli non sono libri in programma- disse Cedric, guardando i suoi libri.
 
-Esatto, sto ampliando le mie conoscenze- rispose tranquilla. -Tu ti stai preparando per il labirinto?- chiese, indicando i libri.
 
-Eh sì...dopo draghi e sirene sinceramente ho paura di cosa aspettarmi- disse ridacchiando.
 
Alyssa rise e annuì. -Effettivamente le sirene non me le aspettavo-
 
Cedric aprì i suoi libri e iniziò a leggere, facendo tornare così il silenzio al tavolo. Non proferirono parola per tutto il tempo, arrivato l'orario di chiusura della biblioteca Alyssa si alzò mentre Cedric rimase seduto. Per la terza prova i campioni avevano avuto il permesso di stare oltre l'orario in biblioteca e sicuramente il ragazzo ne stava approfittando, come era giusto che fosse.
 
-Cedric?- lo richiamò Alyssa, guardandolo.
 
Il ragazzo alzò il capo su di lei con fare interrogativo e la ragazza gli sorrise gentile.
 
-C'è la farai, ne sono certa-
 
-E tu riuscirai a diventare un animagus-
 
I due ragazzi si guardarono divertiti, poi Alyssa uscì dalla biblioteca.
 
~
 
La sera arrivò in fretta, aveva cenato come ogni sera con i suoi amici, scherzato in camera con le ragazze e aveva atteso con calma che le altre si addormentassero, per sgattaiolare fuori dalla stanza. Si era fatta dare la mappa del malandrino da Harry, il ragazzo si era dimostrato un po' restio a dargliela ma dopo aver presentato il suo diritto come erede dei Malandrini, non aveva potuto non prestargliela.
Uscita dalla Sala Comune si guardò attorno e puntò la bacchetta contro la mappa.
 
-Giuro solennemente di non avere buone intenzioni-
 
Sulla pergamena vuota apparve una piantina del castello dettagliata. Era la prima volta che la ragazza usava quella mappa e averla tra le mani, le provocò un emozione indescrivibile.
Si sentiva più vicina a suo padre così.
Non poteva negare che caratterialmente era diversa da lui e voleva provarci davvero a conoscerlo.
Scese le scale, stando attenta a non incontrare nessuno e prese le scale che portavano al seminterrato. Passò davanti l'entrata della Sala Comune di Tassorosso e sentì della musica provenire dall'interno, scosse il capo sorridendo. Quell'anno tutti festeggiavano per qualsiasi cosa.
Entrò nelle cucine e superò i banchi da lavoro, per poi avvicinarsi alla porta che dava sull'esterno. Attraversò di corsa il parco e riprese fiato solo quando arrivò ai primi alberi della Foresta Proibita. Era passato un anno, dall'ultima volta che aveva messo piede in quella foresta di notte e il ricordo dei ragni, la fece rabbrividire.
 
-Fatto il misfatto-
 
-Posso vederla? È una vita che non rivedo quella pergamena-
 
Alyssa sobbalzò e c'era mancato che non urlasse dalla paura.
 
-Felpato hai sempre quel tatto che ti contraddistingue devo dire-
 
Alyssa si voltò verso i due uomini poco distante da loro e sorrise, rincuorata nel riconoscerli. Si avvicinò a loro e abbracciò prima suo padre e poi Remus, passò la pergamena a Sirius e questo se la rimirò tra le mani.
 
-Mi ricordo quando la usavo con tua madre per andare a Hogsmeade il mercoledì pomeriggio- esclamò nostalgico. -Dahlìa adorava i dolcetti alla zucca e le cioccorane. Ogni mercoledì andavamo a fare scorta da Mielandia-
 
-Ma non si può uscire dal castello a parte il sabato- esclamò Alyssa confusa.
 
Remus e Sirius si guardarono per un secondo prima di ridere di gusto, alla vista dell'espressione frastornata di Alyssa. La ragazza sbuffò, vedendoli ridere di lei e si riprese la pergamena stizzita.
 
-Tua madre avrebbe fatto lo stesso- sghignazzò Remus.
 
L'uomo non aggiunse altro ma Alyssa, era sicura che Remus stava ricordando qualcosa lontano nel tempo di cui lei ignorava ogni cosa.
Il gruppo si avviò lungo il sentiero, ad illuminare gli alberi avvolti dall'oscurità c'erano solo le loro bacchette. Versi di animali si udivano di tanto in tanto e più volte, aveva avuto paura di incontrare di nuovo l'allegra famigliola di ragni che voleva mangiarla l'anno precedente. Afferrò il braccio di Sirius, stando attenta a tutto ciò che le accadeva attorno. Sirius la guardò e sorrise, il tocco della ragazza gli aveva procurato una serie di emozioni che neanche lui sapeva spiegare. Per anni aveva sperato di poter riavere un contatto con lei e quel semplice gesto, lo aveva fatto sentire un padre.
Ben presto si ritrovarono in una radura illuminata solo dalla luna, Alyssa fece un respiro profondo e si staccò da suo padre per avvicinarsi a Remus.
 
-Hai seguito tutto alla lettera, Alyssa?- chiese Remus, guardandola.
 
-Sì- rispose e prese dalla tasca la fiala con la pozione per la trasformazione.
 
-Devi puntare la bacchetta al petto e recitare lo stesso incantesimo che hai ripetuto in questi giorni-
 
Alyssa annuì e prese la sua bacchetta per puntarsela contro, fece un respiro profondo ma prima di iniziare l'incantesimo guardò Sirius. Aveva iniziato quel percorso più di un anno prima solo per poterlo trovare e anche se alla fine tutto accaduto in modo differente da come lo aveva immaginato, stava mettendo fine a un lungo periodo di studi legato all'animagia. Sirius le sorrise fiero e Alyssa si sentì così giusta in quel momento.
 
-Amato Animo Animato Animagus- esclamò, puntando la bacchetta.
 
I battiti del suo cuore accelerarono, finì in un sorso la pozione e la fiala le cadde dalle mani. Si portò una mano al petto, come se questo dovesse squarciarsi da un momento all'altro, sentì l'impulso di urlare ma il dolore era troppo forte e solo un sibilo uscì dalle sue labbra. Sentì una scossa lungo la spina dorsale e la costrinse a piegarsi in avanti, continuando a toccarsi il petto come se potesse alleviare il dolore che provava.
Poi all'improvviso nella sua testa comparve la figura di un animale, Alyssa sgranò gli occhi dalla sorpresa mentre i battiti acceleravano sempre fino a fermarsi per un secondo. Le sue braccia diventarono più leggere, le gambe più sottili e la sua testa cambiò forma velocemente.
In un attimo che a lei parve un'ora e più, il suo corpo si trasformò.
 
Come se nulla fosse un'aquila dalle piume nere volava sopra la radura.
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
 
Capitolo nuovo e anche prima del tempo! Allora partiamo subito col dire che adoro Orion senza sé e senza ma, voi non sapete cosa ha fatto Ares Higgs ma io si e fareste anche voi la stessa cosa. Theodore che si preoccupa ma quanto è dolce? Ora il punto che mi premeva dal capitolo del ballo del Ceppo, la mia idea era questa fin dall'inizio. Lavanda doveva dire di no, perché ragazze mie non sempre si ricambia ed ecco l'esempio. No, non sono stata influenzata da quei commenti, perché se sento che possa andare la faccio continuare. Semplicemente volevo che lei dicesse no e anche perché per la nostra Lavanda ho in mente qualcosa di decisamente più bello.
Ed ecco il compleanno di Alyssa, una festicciola tranquilla per una ragazza tranquilla, ho pensato fosse giusto così. Ve lo aspettavate che Alyssa e Terrence sono nati a distanza di un giorno?
Ora passiamo all'ultimo paragrafo, non doveva capitare in questo capitolo ma ci ho riflettuto molto e ho cambiato le carte in tavola. Volevo che lei seguisse le orme del padre con l'animagia e direi che ci sono riuscita dai (anche perché l'animagia di Alyssa mi servirà più in là).
 
Fatemi sapere cosa ne pensate,
Al prossimo capitolo
 
_L_Black_
 
P.s. vi ricordo che ho aperto un account Instagram (_l_black_495) dove pubblico aesthetics sulla storia, il cast e altro.

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Capitolo 39
*** Capitolo 38 - We are young ***


Capitolo 38
 
La Terza prova avrebbe avuto luogo il pomeriggio stesso, la mattina ci sarebbero stati gli esami e ogni studente di Hogwarts era alle prese con gli ultimi ripassi. Due studentesse di Grifondoro erano intente a riguardare le date principali per l'esame di storia della magia, ripetevano ad alta voce i momenti salienti della storia in base all'ordine cronologico in cui questi avvennero e intanto si servivano la colazione. L'esame di Antiche Rune alla fine lo aveva superato con successo, la Babbling si era persino congratulata per il suo impegno nella materia e le aveva prestato una copia de Le fiabe di Beda il Bardo da tradurre nel tempo libero. Mentre ripeteva ad alta voce la guerra tra goblin del 1670, alzò lo sguardo sul tavolo dei professori dove la McGranitt stava chiacchierando con la Sinistra. Proprio il giorno prima aveva avvisato la donna di voler abbandonare la squadra di Grifondoro e al momento, era anche l'unica a saperlo. Quell'anno ci aveva riflettuto molto, senza gli allenamenti era riuscita a stento ad eseguire tutti i compiti affidati dai professori e visto che la carriera sportiva non le interessava, la decisione più giusta era quella di lasciare. Nella Sala entrò una ragazza di corsa ma né lei né tantomeno la sua amica importò più di tanto, l'ansia dell'esame era più forte della curiosità. Nonostante ciò, la ragazza si avvicinò a loro ma Alyssa e Lavanda, continuarono imperterrite a ripetere le date.
 
-Alyssa hai da fare?-
 
-No ma ti pare- rispose sarcastica. -Ho solo un esame-
 
Lavanda ridacchiò ma Hermione, di tutta risposta, la prese per un braccio con l'intenzione di farla uscire dalla Sala. Alyssa protestò non poco ma alla compagna, non importò più di tanto e la condusse alle scale principali.
 
-Si può sapere che c'è?- chiese Alyssa scocciata.
 
-Cosa mi hai detto l'ultima volta che abbiamo letto un articolo della Skeeter?- chiese Hermione, costringendola a salire le scale.
 
-Che è assurdo che hai sempre uno scarafaggio addosso nelle foto?- disse Alyssa, incerta. -Senti Hermione, ti preparo un repellente per gli scarafaggi fosse l'ultima cosa che faccio come amica ma ti prego, abbiamo un esame tra poco-
 
Hermione alzò gli occhi al cielo spazientita e continuò a trascinarla con sé su per le scale, dirette in biblioteca. Alyssa decise allora di non protestare ulteriormente e di vedere cos'aveva in testa la sua amica, prima le dava retta e prima poteva tornare in tempo per ripetere gli accordi diplomatici tra maghi e babbani. Hermione la portò in biblioteca, a quell'ora vuota proprio a causa degli esami, che sarebbero iniziati di lì a qualche minuto.
 
-Non ho bisogno di nessun repellente per scarafaggi- disse Hermione, spazientita. -Piuttosto strano che mi ritrovo uno scarafaggio addosso e due giorni dopo esce un articolo compromettente su Harry, non trovi?-
 
-Non credi di star esag...-
 
-Non sto esagerando!- l'interruppe Hermione, con tono rabbioso.
 
-Okay ma non ti scaldare- bofonchiò Alyssa.
 
-Andiamo sei intelligente, rifletti bene. Sulle sponde del lago Krum mi invita in Bulgaria e guarda caso avevo uno scarafaggio addosso. Due giorni dopo, ecco che finisco sui giornali- guardò Alyssa ma questa sembrava ancora scettica e continuò. -Parlo con Harry ed ecco che la nostra conversazione finisce sulla Gazzetta del Profeta, indovina cos'avevo tra i capelli?-
 
-Uno scarafaggio- rispose Alyssa, riflettendo sulle parole dell'amica. -Okay, mettiamo che ti credo, perché chiedi a me aiuto?-
 
-Non sono io quella che ha avuto una foglia di mandragora in bocca per un mese- Hermione ghignò e Alyssa arrossì imbarazzata.
 
La Black portò l'amica nella sezione dove aveva preso i libri, che l'avevano aiutata a diventare un animagus. Non riusciva ancora a crederci a tutto quello che era accaduto quella notte, aveva visto suo padre e Remus guardarla orgogliosi mentre lei, impaziente di provare il suo nuovo status, volava sopra la Foresta Proibita, osservandola per la prima volta da un'altra angolazione.
Hermione aprì il libro consegnatole da Alyssa e quest'ultima la guardò sconsolata. Doveva ammettere che Remus aveva totalmente ragione su di lei, era davvero la strega più brillante del suo anno.
 
~
 
Finiti gli esami della mattina, Alyssa e Lavanda erano andate a pranzo, con in testa ancora le parole della McGranitt ancora in testa. Sicura che vuoi lasciare la squadra? Lo aveva detto come se nulla fosse e dal volto sorpreso di Lavanda, la donna aveva compreso subito di aver fatto una gaffe. La sua amica l'aveva riempita di domande sul perché di quella scelta azzardata e Alyssa le rispose con i pensieri che per mesi l'avevano assillata. Adorava giocare a Quidditch ma sapeva che per il suo futuro, era bene accantonarlo a favore dello studio. Lavanda di tutta risposta le aveva dato uno scappellotto sul capo, ricordandole con poche semplici parole che lei, da che non sembrava, era una ragazza di appena quindici anni.
Pranzarono assieme alla famiglia Weasley e finalmente Bill conobbe la famosa Lavanda, la ragazza che veniva nominata spesso nelle lettere dei suoi fratelli e il sorriso gentile del maggiore degli Weasley, aveva fatto arrossire non poco la Brown.
 
Negli ultimi tempi Alyssa e Lavanda si erano aggiornate sulle loro questioni private e finalmente la seconda, aveva raccontato all'amica i suoi problemi da medium. Credette sul serio che Alyssa la guardasse in modo diverso da sempre e invece la ragazza, le disse solo di salutarle sua nonna se le capitava nei sogni. La verità era che Walburga Black si era presentata davvero al suo cospetto ma non glielo disse. Sapeva quanto Alyssa ci stava ancora male per la perdita della donna e non voleva che potesse appigliarsi a quello per poterla sentire ancora.
 
-Sei in ansia, Harry?- chiese Molly, guardando il ragazzo con apprensione.
 
-Sì- borbottò il ragazzo mentre rimirava il piatto colmo di cibo davanti a lui.
 
-Vedrai che c'è la farai- lo rassicurò Alyssa con un sorriso.
 
Harry la guardò riconoscente ma non rispose, perché Molly Weasley si era già messa a raccontare aneddoti della sua gioventù a Hogwarts. Le sembrava assurdo immaginare la dolce signora Weasley che di notte usciva con il futuro marito per fare una passeggiata al chiaro di luna, eppure allo stesso tempo lo pensava romantico. Lanciò un'occhiata al tavolo di Serpeverde, dove Theodore chiacchierava con Draco e si chiese se un giorno, anche lei avrebbe fatto quelle cose.
 
-I campioni vogliano seguire il signor Bagman al campo da Quidditch per l'ultima prova- esclamò Silente dal tavolo dei professori.
 
I campioni si alzarono dai rispettivi tavoli, con gli applausi degli studenti di sottofondo. Alyssa sorrise rassicurante a Harry e il ragazzo ricambiò riconoscente, prima uscire dalla Sala Grande con gli altri. Il resto del gruppo finì di mangiare e uscì per raggiungere il campo, preparato per l'occasione. Per la Terza Prova c'erano più spettatori del solito, del prato verde del campo non c'era rimasto molto, al suo posto si estendeva a vista d'occhio un labirinto e proprio dal suo interno, versi di animali si udivano alla perfezione. Deglutì e sperò con tutto il cuore che non ci fossero ragni lì dentro.
 
-Speriamo bene- esclamò Fred, guardando il labirinto.
 
Alyssa lanciò un'occhiata a Lavanda, la ragazza era rigida e come Fred, osservava il labirinto sotto di loro con timore. Le aveva confidato cos'aveva visto e non portava niente di buono, tuttavia nessuno aveva voluto ascoltarla, forse solo la McGranitt era stata convinta dalle sue parole ma gli altri professori non avevano battuto ciglio. Per loro la terza prova doveva farsi, non poteva essere annullata per i vaneggiamenti di una ragazzina appena quindicenne.
 
-Signore e signori, sta per cominciare la Terza prova del Torneo Tremaghi. Vi ricordo che al primo posto, alla pari con ottantacinque punti ciascuno, abbiamo Cedric Diggory e Harry Potter, entrambi della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Al secondo posto Viktor Krum della scuola di magia di Durmstrang e infine, al terzo posto abbiamo Fleur Delacour dell'accademia di Beauxbatons!-
 
Applaudirono con foga e Alyssa fece un sorriso di incoraggiamento a Harry, che guardava proprio nella loro direzione.
 
-Al mio segnale Harry e Cedric entreranno nel labirinto. Tre...due...uno...-
 
Ludo Bagman fischiò e i due ragazzi entrarono nel labirinto. Le siepi dietro di loro si chiusero e Bagman fece lo stesso prima con Krum e successivamente con Delacour.
Quando anche Fleur scomparve oltre le siepi, la Terza Prova cominciò.
 
***
 
Nell'aria aleggiava un'aura di tranquillità e divertimento, l'unica a non divertirsi era proprio Lavanda. Quella mattina la giovane Brown le aveva raccontato dei sogni che aveva fatto la notte appena prima e nulla portava ad una fine serena. La preoccupazione di Lavanda era data dal fatto che quella sera a presentarsi al suo cospetto, non fu una persona ma bensì due. La prima era la stessa donna che le compariva da mesi, da dicembre infatti le veniva in sogno per chiederle di aiutare suo figlio e così fece anche quella notte, Lavanda aveva insistito per sapere il nome del ragazzo ma questa non voleva rivelarlo.
A turbarla fu la seconda apparizione, una ragazza dai capelli rossi le chiedeva la stessa cosa della prima, questa volta però sapeva benissimo chi fosse suo figlio.
Lily Evans le stava chiedendo di fermare Harry Potter.
Ci aveva provato la mattina seguente, era corsa dalla McGranitt con Alyssa al seguito ma nulla, per Silente la prova doveva farsi.
 
-Bene...vedo che è tutto molto tranquillo- esclamò Hermione, spezzando così il silenzio che si era formato nel loro gruppo. -Ragazze, venite con me- disse, alzandosi.
 
-Dove andate?- chiese Ron, squadrandole.
 
-Oh in giro- rispose Hermione laconica.
 
Alyssa e Ginny si alzarono mentre Lavanda rimase lì, a osservare il labirinto con l'aria di chi non era più con loro. Alyssa fece segno ad Hermione di non disturbarla e le tre ragazze si avviarono verso l'uscita della tribuna di Hogwarts. Assieme arrivarono al parco del castello e Hermione fece uscire dalla tasca un barattolino anonimo, di quelli utilizzati da Piton per gli artigli di tarantola.
 
-Ti prego, se lo hai rubato a Piton di che sei stata tu, mi sono già fatta troppe ore di punizione-
 
-Che hai scontato mettendo Desolante e Troll alle primine, sai gira voce che hanno più paura dei tuoi voti che di Piton- la rimbeccò Ginny, ridacchiando.
 
-Io mi impegnavo al primo anno, è giusto che lo facciano anche loro- borbottò Alyssa severa. -Comunque, che dobbiamo fare?-
 
-Cercare la Skeeter, è ovvio- rispose Hermione.
 
Alyssa e Ginny si guardarono e sospirarono all'unisono, cercare uno scarafaggio in mezzo a tutta quell'erba era praticamente impossibile per cui si misero subito a lavoro. Scandagliarono mezzo parco senza successo e c'era stato un attimo in cui aveva pensato di trasformarsi ma si era dovuta trattenere, con tutta quella gente del ministero in giro non poteva rischiare di essere scoperta. Passarono a cercare proprio a ridosso del campo di Quidditch, dalla tranquillità che aleggiava nelle tribune significava che nessuno era ancora tornato dalla prova. Alyssa girò l'angolo e si bloccò di colpo quando poco distante da lei vide Ares Higgs con suo figlio, fece qualche passo indietro per far sì che non la vedessero e si mise in ascolto. Da quando aveva fatto amicizia con Terrence, suo nonno non aveva fatto altro che dirle di non avvicinarsi a lui e riflettendoci, si era ricordata che persino Orion evitava Ares come fosse la peste.
 
-Cos'è questa storia dello spezzaincantesimi?-
 
-Ho trovato questa biografia e ho voluto leggerla per interesse personale-
 
La voce di Terrence era impassibile ma la tensione che aleggiava tra i due, era palpabile persino a lei.
 
-Sciocchezze. Levati dalla testa che un Higgs si metta a fare un lavoro del genere, studierai magisprudenza ed entrerai al ministero-
 
-Andiamo, ho solo quindici anni avrò il diritto di leggere un libro senza che...-
 
Il suono dello schiaffo che Ares Higgs diede a suo figlio la fece sussultare. La morsa dei sensi di colpa le attanagliò lo stomaco e si portò una mano sul ventre come a voler calmare quel sentimento. Era tutta colpa sua se Terrence era in quella situazione.
 
-Hai quindici anni è vero, ma l'anno prossimo avrai i G.U.F.O e dovrai prendere le materie giuste. Basta con queste storielle di avventura-
 
-E se prendessi i G.U.F.O per tutti e due?-
 
-Non credevo di avere un figlio così idiota. Ti ho detto che un Higgs non farà mai un lavoro del genere-
 
Non sopportò oltre poteva dire tutto ma non che Terrence non fosse un ragazzo intelligente, uscì dal suo nascondiglio e si finse sorpresa di vedere i due uomini lì. Le sue labbra si distesero in un sorriso di circostanza e si avvicinò ad Ares Higgs per salutarlo come l'etichetta prevedeva.
 
-Signor Higgs che piacere vederla, come sta?-
 
-Bene- rispose lui, glaciale. Guardò l'orologio e tornò a guardarla con indifferenza.
 
-Perdonate la mia intrusione- esclamò la ragazza, ignorando il tono e il modo dell'uomo. -Terrence, ti ricordi che dovevi aiutarmi oggi?-
 
Terrence la guardò confuso mentre Ares la osservò con sdegno. Alyssa mantenne il contatto visivo con l'uomo, ignorando l'impulso di urlargli in faccia e gli sorrise innocente.
 
-Quindi voi due siete amici?-
 
-Sì-
 
-No-
 
Alyssa lanciò un'occhiata a Terrence e sentire quel "No" la fece rimanere male, nonostante ciò continuò a tenere testa ad Ares. Ignorando gli sguardi supplichevoli del ragazzo.
 
-E sentiamo, a cosa ti serve mio figlio?-
 
-A...cercare uno scarafaggio- esclamò Alyssa, dicendo la prima cosa che gli venne in mente.
 
Ares la guardò con il sopracciglio inarcato, fece per rispondere ma si bloccò di colpo. Gli occhi scuri dell'uomo non la stavano più osservando, erano intenti a guardare un punto impreciso dietro di lei e senza che i due ragazzi se ne accorgessero, la mano di Ares era andata ad afferrare la bacchetta. D'istinto si portò il braccio destro dietro la schiena e fece un passo indietro, per mettere distanza tra lui e la ragazza ma a Terrence non sfuggì quel gesto.
 
-Devo andare- disse Ares, guardando suo figlio. -Continueremo il discorso a casa. Alyssa Sophie-
 
Ares se ne andò di corsa e i due ragazzi rimasero da soli, con di sottofondo le chiacchiere provenienti dal campo. Alyssa lo guardava ma Terrence era troppo impegnato a fissare le sue scarpe, se ne era accorto di avere le iridi scure puntate su di sé eppure non aveva il coraggio di alzare gli occhi su di lei. In fondo lui era un Serpeverde, di Grifondoro qui c'è n'era solo una.
 
-Allora?- l'incalzò Alyssa. -Mi aiuti o no a cercare lo scarafaggio?-
 
Terrence alzò lo sguardo su di lei e si diede dello stupido per essere caduto nel suo tranello. -Stai cercando davvero uno scarafaggio?-
 
-Oh si, è anche molto impiccione sai?- disse lei, soddisfatta di essere riuscita nel suo intento e vagamente divertita dall'espressione sconcertata del ragazzo. -La Skeeter è un animagus e si trasforma in uno scarafaggio-
 
-Ecco perché i suoi articoli erano così dettagliati- esclamò, come se avesse fatto la scoperta del secolo.
 
I due iniziarono a controllare il terreno attorno a loro senza dire una parola. Alyssa non era mai stata il tipo che costringeva le persone a parlare, se da bambina lo avrebbe assillato subito con le domande, da quando era a Hogwarts aveva imparato a ponderare la situazione. Se lui non voleva dirle nulla di suo padre, lei non lo avrebbe costretto. Anche se quel no l'aveva fatta star male, gli ricordava troppo suo zio e non voleva in alcun modo che lui facesse la sua stessa fine.
 
-Senti...comunque ti devo una spiegazione- disse Terrence, fermandosi dalla ricerca dello scarafaggio.
 
-Non mi devi nulla- rispose Alyssa, senza alzare lo sguardo dal terreno.
 
Terrence la osservò per qualche secondo, tentato di seguire le parole della ragazza ma poi cambiò idea. -So che stavi ascoltando. Ti ho vista prima e ti giuro, apprezzo quello che hai fatto ma...- fece un respiro profondo e si avvicinò a lei, la fermò da un braccio costringendola a guardarlo e solo quando alzò gli occhi su di lui, continuò. -Tu non sai com'è fatto mio padre, non voglio che lui sappia qualsiasi cosa riguardi te. Potrebbe usare anche un Troll preso al primo anno per attaccarti, con gente come lui non c'è da scherzare-
 
-Cos'ha fatto di tanto male?- chiese Alyssa, staccandosi dalla presa di Terrence imbarazzata.
 
-A volte è meglio non sapere, Alyssa-
 
~
 
-Hai visto Alyssa? È un po' che non la vedo- esclamò Theodore, guardando nella direzione degli amici della sua ragazza.
 
Draco scosse il capo senza degnarlo di uno sguardo, i suoi occhi erano puntati sulla bionda Grifondoro che osservava il labirinto come se fosse in trance. Theodore sbuffò e guardò l'orario, erano da ore che i campioni erano entrati in quel labirinto e l'attesa stava diventando snervante. Scrutò ancora la tribuna dove avevano preso posto i Grifondoro e sbuffò di nuovo, irritato. Avevano deciso di andare insieme allo stand dei dolci ma della ragazza neanche l'ombra, un po' gli mancavano i momenti prima di mettersi insieme, quando non importava di nulla e uscivano senza altre persone attorno. Il problema era sopraggiunto nell'istante in cui si era riempita di amici e lui aveva scoperto il dramma di doverla dividere con qualcuno.
 
-Theodore!-
 
Il ragazzo si voltò nella direzione da cui proveniva la voce e sorrise, riconoscendo la pozionista Perks. Si fece largo tra gli amici e la raggiunse per salutarla e per offrirle una burrobirra, che la donna accettò di buon grado dato che doveva parlare con lui. Presero la loro bevanda e si spostarono dalla fila per avere più privacy, durante quei mesi infatti Jocelyn Perks aveva studiato tanto per arrivare al sortilegio di cui il ragazzo era stato vittima a gennaio. Uscirono dal campo da Quidditch e la calma dell'esterno mise un po' di angoscia a Theodore. Guardò il castello svuotato dei suoi studenti e attese con calma che la Perks iniziasse a spiegare cosa fosse accaduto.
 
-Allora Theodore, devo dire che non è stato facile capire cos'avevi- iniziò Jocelyn, con tono professionale. -Ho anche dovuto chiedere il permesso di utilizzare la biblioteca di Beauxbatons ma alla fine sono riuscita a trovare quello che mi serviva- bevve un sorso di burrobirra e guardò il ragazzo seria. -Si chiama maledizione defixiones ed è una pratica molto antica. Si scrive il nome della persona sull'oggetto che le si vuole dare e più la persona lo guarda più il suo corpo s'immobilizza-
 
-Come la Pietrificus totalus?-
 
-Beh l'idea di fondo diciamo di sì ma come hai potuto scoprire da solo non è così semplice- gli sorrise gentile. -Solo un mago o una strega potenti possono esercitare questo tipo di incantesimo. Ricordi per caso se hai guardato o letto qualcosa così insistentemente da dare la possibilità alla maledizione di avverarsi?-
 
Draco si era appena infilato sotto le coperte e Blaise blaterava ancora di come era andato l'appuntamento nella torre di Astronomia con Martha Clarence di Corvonero. Lui invece era impegnato a leggere la pergamena che Moody aveva dato ad Alyssa, lì sopra c'era scritto tutto ciò che serviva alla ragazza e non comprendeva perché quell'uomo volesse aiutarla. Lesse le ultime notizie su Dubois e posò la pergamena, spense la luce e si addormentò.
 
Theodore sbiancò di colpo e Jocelyn dovette accorgersene perché il sorriso gentile era scomparso, dando spazio ad un espressione seria. Non era per lui la maledizione ma per lei! E in tutto quel tempo non ci aveva neanche riflettuto, come se quello fosse stata solo una parentesi nella sua vita.
 
-Leggevo una pergamena! Ma non era mia era di Alyssa- disse Theodore, preoccupato. -Dobbiamo trovarla!-
 
Urla disumane fermarono i due, che si voltarono di scatto verso il campo da cui erano usciti. Le voci degli spettatori si erano interrotte e le loro orecchie erano colme di urla che dicevano solo una frase "Diggory è morto". Perks lo afferrò da un braccio e lo costrinse a seguirla all'interno del campo, la scena che gli si presentò di fronte fu tremenda. Harry Potter stringeva il corpo senza vita di Cedric Diggory e quello che doveva essere il padre del ragazzo, urlava di disperazione davanti al corpo inerme di colui che aveva visto nascere. Theodore fu come impietrito alla vista del corpo inerme di Cedric e non si accorse che la Perks si era allontanata da lui, per andare da Piton. La gente iniziò a scappare dal campo, riversandosi sulle uscite e ignorando i continui ordini degli auror di fermarsi. Solo quando fu spintonato da alcuni ragazzini del primo anno si ricordò di dover cercare Alyssa.
 
***
 
-Ahia!-
 
-Calmati è solo un graffio!-
 
-Hai la mano di un bisonte!-
 
-Giuro che ti schianto, Higgs-
 
Alyssa tamponava con un fazzoletto le ferite di Terrence e sbuffò, sentendo i lamenti del ragazzo.
Avevano sentito le urla di Harry e si erano catapultati dentro il campo, venendo letteralmente assaliti dagli spettatori che fuggivano dallo stadio. Alyssa se l'era cavata bene ma Terrence era finito contro il peso di tre studenti di Tassorosso del primo anno.
In quel momento si trovavano nel laboratorio di Pozioni dove la ragazza medicava i graffi di Terrence con una pozione preparata al momento. L'idea di andare in infermeria con tutta quella gente che scappava era stata subito accantonata e vedendo che alla fine erano graffi di poco conto, lo aveva portato nel laboratorio per medicarlo lei stessa. Terrence provava a fare conversazione ma il corpo di Cedric steso a terra era troppo difficile da scacciare con delle semplici battute.
 
-Ecco fatto- esclamò mentre rimetteva in ordine gli ingredienti utilizzati. -Dovrebbero guarire nel giro di poche ore ma se non accade domani vai da Madama Chips-
 
Terrence fece per rispondere ma venne interrotto dalla persona appena entrata. Theodore fece la sua comparsa sbattendo la porta del laboratorio e ciò fece sobbalzare Alyssa, che non si aspettava un'irruzione del genere.
 
-Sorvolerò sul fatto che ti trovo sempre attorno alla mia ragazza, Higgs- disse Theodore, con astio. -Alyssa, devi venire con me. Subito-
 
Alyssa lo guardò confusa ma la serietà con cui Theodore parlò la convinse ad uscire da lì con lui. Salutò a stento Terrence e insieme a Theodore raggiunse nuovamente il campo da Quidditch. Durante il tragitto, il ragazzo le raccontò cosa la Perks aveva scoperto e Alyssa lo ascoltò attentamente, quando Theodore arrivò a raccontarle della pergamena si fermò di colpo.
 
-Non può essere- mormorò frastornata.
 
-Oh andiamo riflettici. Tutto torna- rispose Theodore, irritato.
 
Effettivamente il ragazzo aveva ragione, Moody gli aveva dato la pergamena e qualche giorno dopo, Theodore si era ritrovato in infermeria. Alyssa si morse il labbro e si sentì una stupida per non averci pensato, sicuramente doveva essere sempre lui il ladro di ingredienti e questo spiegava il perché era stata obliviata. Attorno al campo da Quidditch schiere di auror correvano da una parte all'altra senza degnarli di uno sguardo e questo fu un sollievo per lei, che non aveva voglia di cercare qualche scusa o peggio, spiegare la verità a degli sconosciuti. Videro la professoressa McGranitt e non persero tempo, la raggiunsero di corsa e si fermarono solo quando le furono accanto.
 
-Dovete tornare subito al castello voi due. Black, Potter sta bene non si preoccupi è con Moody- disse la professoressa con fare sbrigativo.
 
-Professoressa ma è proprio questo il problema!- esclamò Alyssa. -Moody non è Moody. È lui il ladro di ingredienti-
 
Piton si avvicinò a loro, intenzionato forse a rimandare Theodore nella Sala Comune dei Serpeverde ma dovette fermarsi, quando sentì le parole della ragazza.
 
-La magia oscura che mi hanno lanciato, era la maledizione defi...qualcosa e l'unica cosa che ho letto spesso era la pergamena che Moody ha dato ad Alyssa- spiegò Theodore con urgenza.
 
-Complimenti per il suo modo di spiegare, Nott. Molto esaustivo- disse Piton, guardando il ragazzo.
 
-Se quello che dite è vero...- la McGranitt guardò Piton, e la voce le si incrinò. -Significa che abbiamo affidato Harry ad un impostore!-
 
I professori corsero in quella che doveva essere la direzione presa dal falso Moody e da Harry. Theodore prese la mano di Alyssa e insieme si avviarono verso il castello in silenzio. Si guardavano di sottecchi senza proferire parola e la ragazza immaginava perfettamente cosa passasse per la testa a Theodore. Non era stupida, sapeva quanto fosse geloso, ricordava perfettamente le minacce che aveva rivolto a Neville dopo la Terza Prova.
 
-Tra me e Terrence non c'è nulla- disse, guardandolo.
 
-Mi fido di te. Meno di Higgs- rispose Theodore.
 
Alyssa gli sorrise e Theodore ricambiò, vide gli occhi del ragazzo visibilmente stanchi e lo accompagnò giù nei sotterranei, prima di avviarsi nella sua Sala Comune. Era davanti la Sala Grande quando vide entrare di corsa Piton con la McGranitt, si nascose dietro una delle armature e si mise in ascolto di qualsivoglia notizia.
 
-Come ha fatto a scappare?- borbottò la McGranitt, contrariata.
 
-Avrà messo degli apprendisti Auror. Caramell non mi sembrava convinto delle parole di Silente. Tu avvisa Albus io vedo di riuscire a riacciuffarlo-
 
-Lo so che era tuo amico, Severus ma non farti ingannare-
 
-Ha usato una delle Maledizioni Senza Perdono alla nipote del nostro migliore amico, oltre che schiantarla e obliviarla. Dovrà pagare, Regulus avrebbe voluto così-
 
I due si divisero e nel momento in cui la professoressa scomparve su per le scale, Alyssa uscì dal suo nascondiglio più confusa di prima. La confusione lasciò presto il posto alla rabbia, quell'uomo era scappato? Cos'aveva Caramell in testa? Si avviò su verso le scale principali, riflettendo su tutto ciò che era accaduto quella sera. Qualcuno aveva usato una Maledizione Senza Perdono su di lei? Ma perché? Sospirò stanca, avrebbe chiesto tutto a Harry il giorno seguente.
Vieni con me.
Scese le scale con calma, accarezzando il corrimano con la mano e tenendo gli occhi fissi davanti a sé.
Vieni con me.
Un uomo l'aspettò alla fine delle gradinate e lo raggiunse docile. Lui le afferrò il braccio facendole male ma non se ne preoccupò e la costrinse a correre. La ragazza provò ad opporre resistenza ma l'uomo non la lasciò andare.
Vieni con me.
Uscirono di soppiatto dal castello ma lei non si accorse di nulla, era troppo impegnata a seguire passo dopo passo colui che la teneva stretta a sé. Non si accorse neanche, di essere entrata dentro il passaggio posto sotto il platano picchiatore.
Vieni con me.
Entrarono nella vecchia casa infestata e la portò al piano terra per uscire di nuovo nell'oscurità notturna illuminata dalle luci degli Auror intenti a cercarlo.
Vieni con me.
Presero un sentiero che non aveva mai visto ma non si stupì come avrebbe fatto normalmente. La sua mente non provava più ad opporre resistenza.
Si ritrovarono sulle sponde del Lago Nero che davano sul villaggio di Hogsmeade e solo allora, l'uomo la liberò dall'incantesimo.
Alyssa sbattè le palpebre confusa, fino a poco prima si trovava a salire le gradinate principali e in quel momento davanti a sé non aveva più i quadri dormienti ma il Lago Nero, illuminato solo dalla luce lunare. Si rese conto solo qualche secondo dopo di avere mani sconosciute a tenerla stretta in vita, alzò lo sguardo sull'uomo e inorridì, staccandosi con urgenza dalla sua presa.
 
-Alyssa Sophie- ghignò. -Finalmente ci vediamo...oh meglio, mi vedi-
 
-E tu chi diavolo sei?- chiese, guardandolo con un misto di confusione e paura.
 
-Ma tesoro, io sono un grande amico di tuo zio- esclamò euforico. -Sono Barty, nella tua bella casetta da ricconi ci sarà sicuramente una foto con me-
 
Alyssa lo guardò con astio, era un pazzo non poteva essere altrimenti. La guardava come se lei fosse la cosa più invitante a questo mondo e indietreggiò, mossa dall'istinto.
 
-Ma Alyssa cara, io non ti farei mai nulla- ghignò e si godette la paura negli occhi della ragazzina.
 
-Mi hai schiantata- rispose lei, guardandolo con astio.
 
Lui rise e portò il capo all'indietro divertito, come se avesse ascoltato la battuta più divertente della sua vita. -Mia cara Alyssa tu sei stata sicuramente il mio passatempo preferito. Pensavi che qualcuno rubasse dalla riserva di Piton vero? La verità è che sei sempre stata tu-
 
-Cosa? No!-
 
-Oh sì- disse ridendo. -Tu hai sempre rubato gli ingredienti al posto mio, tu mi hai prodotto la polisucco e sempre tu mi hai fatto compagnia nelle notti da solo-
 
-Che cosa?- chiese lei, inorridita al pensiero di essere stata con lui.
 
Barty guardò la sua espressione e scoppiò in una fragorosa risata che la fece rabbrividire. -Okay, l'ultima no. Oddio guarda la tua faccia, pensavi davvero che avrei potuto fare una cosa del genere alla nipote del mio migliore amico? Suvvia, andavo a Notturn Alley per quello-
 
Vieni con me.
Il corpo si mosse come se fosse posseduto da qualcuno, fece qualche passo verso di lui improvvisamente docile e quando fu accanto all'uomo, questo le mise un braccio attorno alle spalle.
 
-Quando Grace saprà che ti sto portando da lei sarà felicissima!- esclamò euforico.
 
-Stupeficium!-
 
Barty volò dritto in acqua mentre dal boschetto dietro di lei, Severus Piton usciva dall'oscurità notturna tenendo la bacchetta puntata su Barty.
 
-Wingardium leviosa-
 
Barty uscì dall'acqua volando, Piton le fece segno di avvicinarsi a lui e Alyssa si andò a nascondere alle sue spalle, ancora scossa dalla maledizione Imperius. Quando Barty fu di nuovo sulla terra ferma, Piton gli scagliò un altro incantesimo e l'uomo venne legato da delle corde.
 
-Sev...dai, siamo amici- disse l'uomo, sorridendogli.
 
-Anche no- rispose Piton, laconico. -Il Barty che conoscevo io non avrebbe mai lanciato una maledizione Imperius contro la nipote del suo migliore amico. Ah e non avrebbe aiutato il Signore Oscuro a tornare ma questa è un'altra cosa- disse sarcastico.
 
-Lo adoravi anche tu! I nostri bei tempi torneranno presto amico mio- rispose con tono adorante.
 
-Ah sì grazie a proposito- rispose Piton, sarcastico.
 
-Oh ma non è tutto merito mio- ghignò Barty. -Grace ha organizzato tutto. È sempre stata così maledettamente intelligente...e sexy, te la ricordi vero?-
 
-Grace è scomparsa pazzo squilibrato e non avrebbe mai fatto una cosa del genere!- disse Piton, sprezzante.
 
-Secondo me sì-
 
A quel punto Severus non c'è la fece più ad ascoltare i vaneggiamenti di Barty, puntò la bacchetta al cielo e sparò getti rosso fuoco per far capire dove si trovassero. Non passarono neanche cinque minuti che gli Auror si presentarono lì per arrestarlo di nuovo.
 
-Le ha fatto una maledizione Imperius- spiegò Piton agli Auror.
 
Poco dopo si presentò anche la McGranitt, che la riaccompagnò nella Torre di Grifondoro mentre Severus rimuginava su Grace.
 
***
 
La mattina seguente tutto sembrava surreale. Hermione si era svegliata prima per andare da Harry assieme a Ron mentre Lavanda, sonnecchiava ancora stando sempre sull'attenti. Ginny invece se ne stava accanto alla finestra a guardare il campo da Quidditch, dove il labirinto non era ancora stato smantellato. Alyssa non aveva chiuso occhio, era rimasta sveglia a ripensare alle vicende del giorno prima. Per un anno intero non aveva più ripensato a quel nome e giusto qualche ora prima, era tornato imperterrito a darle fastidio. Doveva capire chi fosse Grace, ne valeva quanto meno della sua sanità mentale. Il pensiero che un loro compagno di scuola fosse morto poi era il più terribile degli incubi.
Si alzò dal letto e si preparò, non voleva scendere a fare colazione come se nulla fosse. Era giusto fare qualcosa per la memoria di Cedric o quantomeno farsi vedere dai Tassorosso per le condoglianze. Serrò la mascella al pensiero di quella parola e non attese oltre, svegliò Lavanda e fece segno a Ginny di alzarsi anche lei dal suo posto.
 
-Andiamo dai Tassorosso. Rimanere qui è inutile-
 
Lavanda si alzò e si chiuse in bagno mentre le altre due ragazze, uscivano per recarsi alla serra dei fiori. Era giusto portare qualcosa che avrebbe fatto piacere a Cedric. Formarono un mazzo di fiori diversi, scelsero l'azalea per la gioia, i bucaneve per la vita e la speranza, la calla per la stima – Perché Cedric poteva essere solo stimato, tanto era altruista verso gli altri –, la dalia per la gratitudine che provavano per lui. Scelsero anche l'eliconia, perché Cedric era di una bellezza dolce e i fiordalisi, perché era un ragazzo sempre felice e spensierato.
 
Le due Grifondoro tornarono indietro e proprio davanti alle scale che portavano al seminterrato, videro Lavanda aspettarle. Insieme scesero le scale ed incontrarono un gruppo di Corvonero, i quali erano appena andati dai loro compagni Tassorosso. Si salutarono con un cenno di mano senza proferire parola, era già tremendo che stessero andando a fare le condoglianze ai compagni. Fuori dalla Sala Comune dei Tassorosso, la professoressa Sprout era intenta ad asciugare le lacrime che avevano bagnato le sue guance paffute. Credendosi sola fu colta da singhiozzi e chiuse gli occhi, appoggiando il capo alla parete. Era stanca, si vedeva e per un secondo furono attirate dall'idea di andarsene ma il pensiero svanì subito e si avvicinarono alla donna.
 
-Professoressa- esclamò Ginny, con tono gentile.
 
La donna spalancò gli occhi, sentendosi colta in flagrante ma nonostante ciò sorrise alle tre ragazze. Soprattutto quando vide i fiori che Alyssa portava tra le mani, riconoscendo i significati che essi avevano.
 
-Noi...vorremmo fare le...- la voce di Lavanda si fermò, incapace di dire quella parola.
 
La Sprout le sorrise gentile, nonostante stesse morendo dentro e sospirò. -I ragazzi ora sono...si stanno facendo forza a vicenda, non credo sia il caso di farli uscire-
 
-E se entrassimo noi?- chiese Ginny, con tono supplichevole.
 
La donna le guardò per qualche secondo, indecisa su cosa fare. Le regole le imponevano di dire di no e di invitarle a tornare nella propria Sala Comune ma quei fiori, quei fiori simboleggiavano tutto ciò che Cedric era stato. Annuì e le ragazze credettero di sognare quando la donna le portò in un vicolo cieco pieno di botti, estrasse la bacchetta dalla lunga tunica e diede dei colpetti alla seconda botte a ritmo di Tosca Tassorosso, il coperchio scivolò rivelando il passaggio.
 
-Prima che entrate, questa sarà la prima e l'ultima volta che entrerete qui dentro, sono stata chiara?-
 
Le ragazze annuirono e scivolarono all'interno del passaggio. Le regole erano regole, non avrebbero mai violato le Sale Comuni delle altre case ma quella volta era diverso.
Cedric Diggory era morto.
Si ritrovarono ben presto in un'accogliente Sala Comune e Alyssa provò invidia per quanto fosse bella e luminosa. Aveva una forma circolare, i fiori e le varie piante emanavano tranquillità e l'arredamento rustico dava un'aria familiare alla stanza. I divani e le sedie erano tutti occupati dai ragazzi di Tassorosso, nonostante l'accoglienza della Sala, nell'aria aleggiava tristezza. La Sprout le aveva seguite e fece segno ai suoi studenti di avere visite, questi alzarono lo sguardo e rimasero sorpresi nel vedere le tre Grifondoro all'interno della loro Sala Comune. Wayne Hopkins si alzò dal divano e si avvicinò a loro, Alyssa vide gli occhi azzurri del ragazzo iniettati di sangue e contornati da occhiaie. Non aveva chiuso occhio per la perdita del suo migliore amico.
 
-Tenete- esclamò Alyssa, offrendogli i fiori. -Abbiamo scelto quelli che rappresentessero al meglio Cedric. Non lo conoscevamo ma da quel poco che abbiamo visto, era un ragazzo dolce e pieno di vita- lo guardò negli occhi e proseguì. -Forse ora non ci volete neanche vedere, però vorrei dirvi che prima di essere Grifondoro o Tassorosso, siamo studenti di Hogwarts e dobbiamo sempre farci forza l'un l'altro in queste situazioni-
 
Wayne prese i fiori e Sally-Anne Perks si avvicinò, per prenderli dalle mani dell'amico. Le iridi azzurre si velarono di nuove lacrime e Alyssa dovette far fronte a tutta la sua forza per non scoppiare a piangere con lui.
 
-Cedric Diggory era un ragazzo speciale- disse Alyssa, guardando i presenti. -Meritava di vincere il Torneo e di festeggiare con voi, adesso i vostri occhi sarebbero si iniettati di sangue ma per il troppo Whisky- guardò la professoressa e continuò. -Che non avreste bevuto perché è sempre meglio un buon succo di zucca per festeggiare- i Tassorosso ridacchiarono a quella battuta e Alyssa fu contenta di aver sollevato i loro animi per un secondo. -Avreste parlato di come vedervi durante l'estate e di cosa fare dopo Hogwarts- si fermò perché sentì la sua voce incrinarsi per l'emozione.
 
-È vero, non farete più discorsi del genere con Cedric, lui non ci sarà più ma voi, vivrete col ricordo di aver conosciuto un ragazzo speciale. Non vi avrebbe voluto vedere così, avrebbe voluto invece che Wayne si dichiarasse a Sally-Anne e che questa, prima di dire di sì lo avrebbe preso a schiaffi in mezzo a questa stanza- Lavanda parlò con calma e Alyssa la guardò, immaginando che il ragazzo si era palesato da lei in quelle poche ore di sonno. -Avrebbe voluto vedere Ernie che faceva il giudice della situazione, dando voti bassi casualmente sempre a Harry e alti a Fleur perché "Poverina se non riesce a superare il Lago Nero sarà sicuramente colpa di Harry"-  i ragazzi risero ed Ernie arrossì. -Avrebbe voluto vedere Hannah e Susan ubriacarsi di Whisky e cantare Tosca Tassorosso... ovviamente professoressa con Whisky intendiamo il succo di zucca, giusto?- tutti annuirono e sui volti comparvero sorrisi. La Sprout non stava pensando agli alcolici, quanto più alle parole della ragazza e nuove lacrime le solcarono le guance. -E tu Justin, avresti chiesto a Megan di ballare ma lei ti avrebbe detto di no, perché in fondo sappiamo tutti che la persona con cui vuole ballare non è figlio di Tosca Tassorosso. Lui non avrebbe voluto musi lunghi ma solo un grande coro a cantare la sua canzone preferita-
 
I Tassorosso si guardarono l'un l'altro senza dire una parola, si alzarono da sedie e divani e si voltarono tutti verso un ritaglio di giornale incorniciato, dove la foto di Cedric spiccava tra le righe scritte dalla Skeeter.
 
Un unico coro cantò "We are young"  dei Tritons.
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
 
Okay, ecco l'ultimo capitolo del quarto anno. Mi sono emozionata a scrivere l'ultima parte del capitolo, doveva esserci una parte in più ma ho preferito dare spazio a Cedric. Spero che il significato dei fiori sia giusto, volevo dare la sensazione di perdita anche se Cedric per Alyssa non era nessuno.
Giusto due cose, la prima è che la Maledizione defixiones non è una maledizione del mondo di Harry Potter, mi sono basata su una pratica usata dai popoli antichi per immobilizzare i demoni o mandare il malocchio alle persone odiate. Consisteva in trascrivere su tavolette il nome della persona odiata, dire una formula magica e lasciarla nel tempio della divinità.
Un'altra cosa sono i Tritons, che ovviamente non esistono e la canzone è quella dei Fun. Mi sembrava giusto dire addio a Cedric con un inno alla vita.
 
Fatemi sapere cosa ne pensate.
 
Al prossimo capitolo,
 
_L_Black_

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Capitolo 40
*** Capitolo 39 - Mezza Figurina ***


Capitolo 39
 
Parigi d’estate era meravigliosa, i turisti correvano di qua e di là alla ricerca dello scorcio perfetto e le bancarelle di libri lungo la Senna venivano puntualmente fotografate da tutti ma pochi si fermavano a comprare uno di quei libri. Il sole splendeva sopra Notre-Dame e un sorriso spontaneo comparì sulle sue labbra. Parigi, la Francia erano diventate la sua casa dopo anni di latitanza in giro per il mondo. Un bateau-mouche navigava tranquillo lungo il fiume e da lì, riusciva a vedere bene i turisti che fotografavano il Pont Neuf, ignorando completamente la guida che ne decantava le bellezze storico-artistiche.
 
-Un giorno ti porterò a Parigi e vedrai che adorerai tutto di lei- disse sorridente.
Sirius la guardò e, ne fu certo, Grace non era più a Hogwarts ma in qualche arrondissement della capitale francese.
 
Serrò la mascella al ricordo di quel pomeriggio sulle rive del Lago Nero, tutta la sua esistenza era cambiata a causa di quel gruppo di Grifondoro che aveva conosciuto. Loro l’avevano fatta diventare così.
Si avvicinò all’unica bancarella di libri dove nessuno si fermava a dare un’occhiata, un vecchio fumava la sua pipa con accanto una bottiglia di whisky dall’etichetta sconosciuta ai Babbani. Diede uno sguardo veloce ai libri che vendeva, prese una copia di Les fleurs du mal dall’aspetto consunto e la passò all’uomo con due galeoni.
L’anziano le sorrise e Grace scoprì con ribrezzo che gli mancava tutta la dentatura.
 
-Bonjour mademoiselle- le disse con un tono da far rabbrividire qualsiasi donna. Non lei.
 
-Bonjour- rispose laconica. -Pouvez-vous me donner le journal du sorcier s’il vous plaît?- chiese impaziente.
 
-Oui ma belle demoiselle- disse, guardandola ammiccando.
 
Alzò gli occhi al cielo irritata mentre l’anziano le passava il giornale. Non ringraziò e si allontanò da lì con l’intenzione di tornare ad ucciderlo, le era diventato così facile togliere la vita a qualcuno e si sentì fiera di sé stessa. Se sua madre pensava che non avrebbe mai torto un capello neanche ad un bambino, se l’avesse vista in quel momento si sarebbe subito ricreduta. Tornò nel punto dove poco prima ammirava Notre-Dame e aprì il giornale.
 
IL MINISTRO DELLA MAGIA È STATO UCCISO!
 
È stato trovato proprio ieri sera da sua moglie e dagli auror, che la donna aveva chiamato non avendolo visto tornare a casa. Il ministro della magia Chrétien Chevalier è stato sicuramente ucciso da una maledizione senza perdono, sul corpo sono state rinvenute tracce di maledizione cruciatus. Si indaga nella cerchia più vicina all’uomo, che negli ultimi tempi era alle prese con un nuovo decreto legge per l’ulteriore miglioramento dei rapporti con il governo babbano francese. Il presidente della Repubblica francese è stato subito allertato e la chambre de magicien si è già riunita per la nomina di un nuovo ministro. I nomi più accreditati sono quello di Marilou Masson e Marcel Lemaire. Leggete il journal du sorcier per ulteriori aggiornamenti.
 
Sorrise vittoriosa e sfogliò il giornale fino alla pagina che le interessava.
 
FAMIGLIA NATA BABBANA TROVATA MORTA A VILLAGE MAGIQUE DE LA MER ORIENTAL
 
La famiglia Meunier è stata trovata morta nella loro casa di fronte al mare alla periferia di Village Magique de la mer oriental. Il padre Maurice Meunier e le figlie Eulalie e Agathe sono stati trovati in salotto, privi di vita. Gli auror stanno indagando su una possibile correlazione con la morte della madre, Lucille Meunier avvenuta mesi fa. Secondo il capo auror non si esclude la mano del famigerato pluriomicida Sirius Black. Seguite il journal du sorcier per aggiornamenti.
 
Alzò lo sguardo dal giornale e lo richiuse soddisfatta, osservò i turisti babbani che rovinavano la bella Parigi e ghignò.
Manca poco e diventerete tutti schiavi del grande Signore Oscuro.
 
 
Al numero dodici Grimmauld Place non ci era mai entrata. Sirius ai tempi gliene aveva parlato sempre male, come se fosse il luogo più orrendo della terra, una prigione di cristallo da cui scappare il prima possibile. Eppure quando era entrata non le era parso poi così male, Orion Black le aveva aperto la porta e prima di farla entrare, aveva dovuto chiederle la parola d’ordine scelta e si era scusato per quel modo poco educato di accoglierla.
Lo aveva ringraziato ma con il tono glaciale che l’uomo meritava. Non aveva dimenticato nulla di ciò che Sirius le aveva raccontato anni prima, al diavolo lui e i purosangue.
Guardava le foto poste sopra il camino e una smorfia le comparì sul viso. Orion e Walburga al loro matrimonio, Regulus a Hogwarts, Sirius e Orion in Irlanda, il quarto compleanno di Alyssa e la squadra di Hogwarts con la coppa vinta a gennaio.
Scene di vita che non doveva vivere Orion Black, lui non meritava nulla.
Si guardò attorno, sentendosi a disagio di essere in quella casa e avendo timore di rivederlo. Voleva uscire da lì e non entrarci più.
Non voleva rivedere Sirius.
 
-Allora Mary..?- le chiese Orion, guardandola.
 
-Si, sono una sudicia sanguesporco. Adesso vuole che me ne vada?- sbottò lei, guardandolo con astio.
 
Orion la osservò in silenzio e Mary si sentì soddisfatta di averlo zittito così, una parte di lei voleva che l’uomo la cacciasse da casa sua. Così da non essere costretta a ripensare al suo passato.
 
-Veramente volevo chiederti se ti andava una limonata. Però se vuoi usarmi come scusa per non incontrare mio figlio va bene, quella è la porta-
 
Mary sgranò gli occhi e fu come se avesse appena preso uno schiaffo in pieno volto, Orion Black aveva capito tutto ciò che le stava passando per la testa e si sentì in imbarazzo per essersi comportata in quel modo.
Fece per rispondergli ma il rumore della porta d’ingresso che sbatteva, li fece sobbalzare entrambi. Orion si affacciò al corridoio e Mary trattenne il fiato, immaginando chi potesse essere.
 
-Alyssa non sbattere la porta in quel modo e vieni a salutare- esclamò Orion, con tono irritato.
 
Un’adolescente dai capelli corvini entrò nel salotto e Mary dovette far fronte a tutto il suo autocontrollo per non scappare da lì. Gli occhi nocciola della ragazza si posarono su di lei e si sentì come sprofondare nella terra. È uguale a lei, le disse la voce di Lily nella testa.
Chissà se sa della volta in cui hai mandato Dahlìa in infermeria, le disse invece la voce divertita di Marlene.
Le accadeva da quando erano morte, la sua coscienza si era presa la voce delle sue amiche e lei non aveva mai provato a cambiare questo suo essere.
Sono sicura che non lo sa e potrai farci amicizia, s’intromise la voce squillante di Emmeline.
Non voglio farci amicizia, voglio uscire di qui.
Alyssa Sophie Black le fece un sorriso di circostanza e le si avvicinò per stringerle la mano. Le dita strinsero quelle della giovane e riuscì a mantenere un comportamento distaccato.
 
-Molto piacere- disse la ragazza, facendole un mezzo sorriso. -Vuole scusarci?- si voltò verso il nonno e si avvicinò a lui. -Riunione di famiglia nello studio. Ci deve essere anche la nonna-
 
Orion la guardò confuso e annuì, si voltò verso Mary e si scusò per lasciarla sola in salotto. Quando finalmente lasciarono la stanza, Mary si permise di tornare a guardare la stanza in piena libertà.
 
-SIRIUS ORION BLACK- urlò Alyssa. -RIUNIONE DI FAMIGLIA, SUBITO-
 
Il rumore di piedi che calpestavano di corsa le scale la fece tremare, al pensiero che quello fosse proprio Sirius.
 
-Principessina mia cosa è successo?- chiese Sirius, con tono innocente.
 
Si morse il labbro al suono della sua voce. Quella stessa voce che le aveva detto di non amarla più, era a pochi passi da lei e stava parlando a sua figlia.
Mary MacDonald riprenditi subito, è Black e tu sai quanto sia un coglione, la vocina di Marlene la faceva sempre tornare con i piedi per terra.
 
-Principessina un corno!-
 
-Alyssa abbiamo ospiti, non ti ho insegnato ad essere maleducata-
 
Dei passi dietro di lei la fecero sobbalzare. Neanche un’ora dentro Grimmauld Place, e aveva perso il conto di quante volte lo aveva fatto.
 
-Tranquilla Mary, sono io- disse Remus.
 
Mary si voltò di scatto e sorrise, guardando il suo vecchio amico. Si avvicinò a lui e non c’erano più bisogno di parole, si abbracciarono e per Mary fu come tornare ai tempi in cui erano a Hogwarts.
 
-Sai cos’ha fatto? Lo sai? HA ORDINATO A KREACHER DI SEGUIRMI A DIAGON ALLEY CON THEODORE!-
 
Mary e Remus si staccarono dall’abbraccio e si misero in ascolto della conversazione tra i Black. Mary guardò l’amico e lo scoprì ridere sotto i baffi.
 
-Alyssa sei una ragazza intelligente. Sicuramente lo ha fatto perché di questi tempi non è sicuro uscire-
 
-No no, io l’ho fatto perché non voglio che il figlio di un Mangiamorte metta le mani addosso a mia figlia!- ribatté Sirius, con tono ovvio.
 
-Ah quindi gli hai dato anche l’ordine di intromettersi se mi baciava!-
 
-Oh no cara- disse Orion. -Quell’ordine gliel’ho dato io-
 
-Fatemi capire, l’unica persona sana di mente in questa famiglia sarei io?- chiese la ragazza, irritata.
 
Remus scoppiò a ridere e anche Mary era vagamente divertita da quella litigata che aveva un ché tragicomico. Gli anni erano passati ma Sirius, non era cambiato di una virgola.
 
-Da quando Sirius ha saputo che Alyssa sta con il figlio di Nott fa sempre così-
 
-Nott? La figlia di Sirius sta con il figlio di un Mangiamorte? Questa si che farebbe ridere di gusto Marlene- esclamò Mary sorridendo. Il sorriso scomparve subito quando si rese conto, di aver parlato come se l’amica fosse ancora viva.
 
Remus non rispose ma le sorrise dolcemente. Aveva sempre adorato il tatto dell’uomo, si preoccupava prima degli altri e solo dopo pensava a sé stesso. La prese per mano e la portò nella stanza adibita alle riunioni dell’ordine, con le urla dei Black di sottofondo.
 
~
 
-Scusate il ritardo- esclamò Emmeline, entrando nella stanza con aria trafelata. -Le bambine non volevano saperne di dormire-
 
I presenti la salutarono e Mary le fece segno di sedersi accanto a lei. Loro non si erano mai lasciate, dalla morte di Marlene e Lily le due ragazze non avevano mai smesso di farsi forza l’un l’altra e Remus le aveva sempre invidiate. Per anni era rimasto solo mentre Mary aveva Emmeline e viceversa. Le aveva invidiate così tanto da isolarsi anche da loro, non avrebbe mai osato prendere il posto di Marlene o Lily.
 
-Tranquilla Emmeline- esclamò Silente con tono gentile. -Come stanno Clarence, Lilian e Marlene?-
 
-Clarence è sempre impegnato con il padre, da quando è stato aggredito da un cane non riusciamo più a farlo uscire. Ha paura anche dei bassotti- spiegò Emmeline, sorridendo imbarazzata. -Lily e Marlene stanno benone, il primo di settembre compiono quattro anni-
 
Remus ricordava ancora del giorno in cui gli era arrivata la partecipazione al matrimonio di Emmeline e Clarence Kreft. Si era ubriacato e si era risvegliato tre giorni dopo, solo perché Mary aveva bussato alla sua porta.
Lanciò un’occhiata a Orion e Sirius e si trattenne dal ridere, i due uomini guardavano qualsiasi cosa che non fosse Emmeline, memori di aver aggredito Arthur Kreft.
Quando Emmeline si sedette accanto all’amica, Silente li guardò uno ad uno e iniziò la prima riunione dell’ordine dopo quattordici anni.
 
-Bene, innanzitutto diamo il benvenuto ai nuovi arrivati- esclamò, indicando il gruppo di persone che prendeva parte alle riunioni per la prima volta. -Come sapete, il ministro francese è morto e stanno avendo i primi attacchi ai Nati Babbani. Caramell continua a non credere a nulla di tutto ciò-
 
-Cosa vuole?- sbottò Elphias Doge, irritato. -Che Voldemort esca in strada con un cartello che dica “sono tornato”?-
 
-Cavolo ottima idea. Mocciosus che ne dici di radunare i tuoi vecchi amici e chiederglielo? Ci sarebbe più facile- esclamò Sirius, sarcastico.
 
-Tua figlia è più adulta di te, Black- rispose Severus, guardandolo con odio. -Ah a proposito, non mi hai ancora ringraziato per averla salvata. Prego-
 
Sirius serrò la mascella e Remus sospirò, quelle scenette erano all’ordine del giorno, da quando Severus aveva salvato Alyssa dal rapimento. Non capiva proprio cosa volesse Barty da Alyssa e se lo avesse avuto tra le mani quando Orion lo aveva avvisato di ciò che aveva fatto alla sua figlioccia, il suo istinto animale sarebbe sicuramente uscito fuori.
E nessuno lo avrebbe fermato.
 
-Dal dipartimento dei Misteri posso solo dirvi che siamo preoccupati- esclamò Fresia Brown. -Bob Dunham ha richiesto un incontro con Caramell per parlare delle profezie ma non glielo ha permesso-
 
-Di che profezie parli?- chiese Sturgis, guardandola.
 
-Non posso dirlo, ho già detto troppo- rispose la ragazza, con tono professionale.
 
-Sono andato spesso dai Nott e pare proprio che abbia riunito tutti i vecchi compari- disse Orion, guardando i presenti. -Ma c’è di più, sta cercando seguaci tra i giovanissimi. So che Bernard Parkinson ha preso il marchio nero giusto qualche giorno fa-
 
-Bernard ha preso i M.A.G.O. giusto quest’anno e solo per pura fortuna- fece presente Severus, sospirando. -È messo male se vuole gente come lui-
 
-Secondo me- esclamò Mundungus, mentre si ripuliva le unghie logore con i denti. -Dovremmo trovare altri seguaci, la scorsa volta eravamo troppo pochi, è il caso di trovarne altri. Magari più giovani- disse, lanciando un’occhiata a Orion.
 
-Su questo concordo- disse Severus. -Vorrei proporlo a Jocelyn Perks e a Josirée Edwards-
 
-Fantastico, vuoi fare entrare l’amica di tre Mangiamorte e l’ex fidanzata di uno di loro. Che bella idea- disse Mary, con tono sarcastico.
 
-Jocelyn e Josirée non sono mai entrate nei Mangiamorte, MacDonald. Sciacquati la bocca quando parli di loro-
 
-Mocciosus datti una calmata- lo riprese, Sirius.
 
-Oddio ma fate sul serio?- sbottò Eliot Macmillan, con tono esasperato. -Gli adolescenti sono Alyssa e i suoi amici o voi? No perché ho un dubbio al riguardo-
 
Remus sospirò, innervosito dal tanto battibeccare dei suoi colleghi e spostò lo sguardo sulla parte opposta del tavolo. Ninfadora Tonks lo stava osservando con un sorriso divertito.
 
-Eliot ha ragione- disse Silente, guardandoli. -Ma ha ragione anche Mundungus, quindi si Severus, chiedi loro se vogliono partecipare-
 
-Ci sarebbe anche la questione Grace- disse Severus, guardandolo.
 
-Non osare pronunciare Grace, Mocciosus- disse Sirius, irritato.
 
-È innegabile che Barty l’ha nominata e conosco quello squilibrato. Non avrebbe avuto motivo di rapire tua figlia-
 
-E pensi che Grace avesse motivo?- ribatté Sirius, alzandosi in piedi.
 
Severus fece per controbattere ma Silente lo fermò con la mano, per non iniziare una nuova discussione e Remus lo ringraziò con lo sguardo. La luna piena era stata giusto tre giorni prima ed era ancora stanco, nonostante ciò non poteva non presentarsi a quella riunione. Voltò di nuovo gli occhi e non si sorprese di rincontrare lo sguardo di Ninfadora. La ragazza gli sorrise di nuovo e Remus abbassò gli occhi, imbarazzato.
 
-Ad ora dobbiamo preoccuparci più di Harry, mi dispiace Severus ma l’idea che Grace possa fare una cosa del genere stento a crederlo- esclamò Silente, guardando Severus. -Moody si occuperà dei turni per sorvegliarlo, sarebbe meglio che Remus non partecipi, onde evitare di essere riconisciuto-
 
Vide Severus serrare la mascella e non comprese il perché di quel comportamento, Alyssa era la figlia di Sirius e si sapeva cosa gli avesse fatto durante i suoi anni a Hogwarts.
Il nome di Grace non lo sentiva da anni e in un’ora scarsa di riunione era stato pronunciato così tante volte, da fargli credere che il dolce sorriso della ragazza potesse tornare di lì a poco.
Ma Grace era ritenuta morta, uccisa da chissà quale Mangiamorte.
 
-Ci sarebbe anche la questione della Tana- disse Molly, imbarazzata.
 
-Chiunque stia controllando i vostri movimenti si dispiacerà nello scoprire che voi abiterete a Grimmauld Place- disse Sirius, sorridendo alla donna.
 
-Non potremmo mai accettare- disse Arthur, guardando l’uomo. -È fuori discussione-
 
-Però papà…potremmo almeno far stare i ragazzi qui- esclamò Bill, con tono preoccupato.
 
-Signori Weasley, per me non c’è alcun problema nell’ospitare i vostri figli e anche voi, che s’intenda. Alyssa sarebbe felice di avere un po’ di compagnia- s’intromise Orion, guardando la coppia. -Poi da quando è morta Walburga non facciamo più feste in casa, a Grimmauld Place non ci viene mai nessuno, preferiamo sempre spostarci noi-
 
-È sicuro?- chiese Molly, preoccupata.
 
-Signora Weasley, più sicuro di un covo di Purosangue non so cos’altro possa essere-
 
Sirius ridacchiò alla battuta di suo padre e Remus si permise di osservarli. Da quando si era trasferito lì, aveva potuto constatare che quella convivenza forzata aveva fatto bene sia a Sirius che a Orion. Il primo stava insegnando al padre ad essere più spensierato mentre il secondo, stava insegnando al figlio ad essere un buon genitore.
Sulla serietà ci stava ancora lavorando.
 
 
Il ventiquattro luglio arrivò velocemente e in casa Black c’era fermento. Kreacher correva da una parte all’altra della casa come fosse impazzito, indeciso se ascoltare gli ordini di Orion o quelli di Alyssa. Nel dubbio li seguiva entrambi e si era ben presto ritrovato a cadere giù dalle scale, con una pila di documenti e una montagna di abiti eleganti che la ragazza aveva scartato. Si era rialzato ed aveva portato prima le scartoffie a Orion e successivamente nuovi abiti ad Alyssa.
Il perché di tutto quel trambusto era semplice, sarebbero dovuti andare al matrimonio di Eliot Macmillan e Fresia Brown e siccome all’ultimo minuto era stata invitata anche Hermione, le ragazze si erano impegnate a cercare nuovi vestiti tra quelli che già aveva la giovane Black.
 
-Kreacher ha portato gli abiti regalati da zia Narcissa- disse l’elfo, trafelato.
 
Alyssa si voltò mentre acconciava i capelli nella stessa pettinatura del ballo del Ceppo e lo ringraziò sorridendo. Narcissa Malfoy le regalava sempre degli abiti che utilizzava negli eventi dei purosangue e quella volta, quei regali servivano a qualcosa. Si alzò dalla toeletta che Sirius aveva fatto apparire per l’occasione e si avvicinò ai vestiti. Si lisciò il suo abito in pizzo color turchese e rimirò uno dei vestiti, che Kreacher aveva lasciato sul letto.
 
-Che ne dici di questo?- chiese porgendolo ad Hermione. -Abbiamo la stessa taglia-
 
Hermione afferrò il vestito con i volant e se lo avvicinò al petto, lo osservò dubbiosa e scosse il capo sconsolata.
 
-Non ne sono certa-
 
-Se non lo vuoi posso prenderlo io? È così carino- s’intromise Ginny, guardando il vestito con gli occhi che luccicavano. -È un Telami & Tartalame?-
 
-Si, zia Narcissa è in fissa con il loro atelier- rispose Alyssa, tranquilla.
 
Hermione lo passò direttamente a Ginny e si mise a spulciare tra gli abiti stesi sul letto. Ne prese uno in tulle rosa pesca e decise finalmente di provarlo, con grande gioia di Alyssa e Ginny. In breve tempo le tre ragazze erano pronte per scendere le scale di Grimmauld Place dove in salotto le attendevano gli Weasley, Remus e Tonks.
Alyssa prima di raggiungere gli altri, andò nello studio del nonno per salutare i due uomini. Solo Orion e Sirius non avrebbero potuto partecipare al matrimonio, il primo per mantenere le apparenze con gli altri purosangue e il secondo, perché era un ricercato. Motivi più che validi.
 
-Principessina del mio cuore ma sei bellissima- esclamò Sirius, guardandola.
 
-Sirius ha quindici anni non quattro-
 
-Per me rimane la bimba bellissima che tirava i capelli a Peter per il puro gusto di vederlo soffrire- esclamò nostalgico. -Avevi capito tutto tu a un anno-
 
Orion e Alyssa si guardarono divertiti mentre Sirius si avvicinava a lei per abbracciarla, stando attento a non rovinarle i capelli.
 
~
 
Casa Brown era una bellissima tenuta immersa nella campagna del Kent e quel giorno era stata addobbata a festa con fiori e piante. Alyssa lo scoprì solo quando parlò con la zia di Lavanda, Ortensia che quei fiori erano proprio collegati ai nomi della famiglia. Fresie,lavande e amarilli componevano il bouquet della sposa e aster erano stati scelti come centri tavola. Una tradizione che veniva tramandata di generazione in generazione e anche il matrimonio di Fresia, non faceva alcuna eccezione. Ad accoglierli ci fu proprio Lavanda, che li aveva visti arrivare dalla finestra ed era corsa da loro.
Le quattro ragazze si abbracciarono come se non si vedessero da anni e si staccarono, solo quando la voce di Ortensia Brown la richiamò.
 
-Penso che ucciderò mia zia e mia cugina Tulip- borbottò Lavanda, contrariata.
 
L’espressione irritata di Lavanda cozzava con il suo vestito color pesca che la rendeva ancora più slanciata e il suo sguardo omicida, era in perfetta contrapposizione con l’aria angelica che aveva normalmente. Portò il gruppo sul retro della casa dove il giardino era stato allestito per la cerimonia e qualche minuto dopo la funzione iniziò.
 
~
 
Fresia ed Eliot erano perfetti insieme. Lo aveva pensato si dalla prima volta in cui lì aveva visti insieme a casa Brown, Fresia era dolce ed aveva un umorismo da quattro soldi, eppure quando lei faceva una battuta, Eliot rideva sempre. Si aiutavano l’un l’altro e se qualcuno non credeva nell’amore, bastava osservare come Eliot guardava Fresia e si cambiava subito idea.
 
-Troverò mai un ragazzo come Eliot?- chiese Hermione, ammirava la coppia ballare in mezzo alla pista da ballo.
 
-Non lo so però se divorziano io mi propongo- sospirò Ginny.
 
-Mettiti in fila- risposero in coro Alyssa e Lavanda.
 
La pista da ballo era piena di invitati che si scatenavano nelle danze, Molly e Arthur stavano seguendo un ritmo tutto loro e Ron, era riuscito ad invitare Tulip Brown a ballare.
 
-Glielo dovrei dire che Tulip preferirebbe Ginny a lui?- chiese Lavanda, guardando i due ragazzi ballare.
 
-Na- risposero le altre.
 
Alyssa spostò lo sguardo e vide Remus chiacchierare con Ninfadora. Durante le cene a Grimmauld Place infatti, aveva notato tra i due un gioco di sguardi che si era tramutato in un invito della ragazza, a farsi accompagnare da lui al matrimonio.
Ovviamente come amici.
Alyssa fece segno a Lavanda di guardare nella direzione del loro ex professore, che in quel momento stava trucidando con gli occhi Bill Weasley per il solo fatto di aver invitato Tonks a ballare.
Ginny e Hermione furono invitate a ballare dai cugini di Lavanda, per cui le due ragazze rimaste decisero di alzarsi per andare da Remus Lupin, che stava sorseggiando del vino senza staccare gli occhi di dosso dai capelli rosa di Ninfadora.
 
-Professor Lupin- disse Lavanda, mentre si sedeva alla sinistra dell’uomo.
 
-Zio Remus- esclamò Alyssa, sedendosi alla sua destra.
 
Remus guardò prima una poi l’altra sorridendo. -Ragazze. Lavanda ti ho già detto che puoi chiamarmi Remus-
 
-Allora Remus, Ninfadora Tonks mh?- disse Lavanda, con un sorrisetto.
 
-Una bella ragazza, non c’è che dire- s’intromise Alyssa con lo stesso sorrisetto divertito dell’amica.
 
-Mi stai ricordando tuo padre- bofonchiò Remus, guardando la sua figlioccia. -E tra me e Tonks non c’è assolutamente nulla. Ci portiamo troppi anni-
 
-Ah beh se è solo un problema di anni- esclamò Lavanda, ammiccando. -È opinabile-
 
-Allora ti piace!- disse Alyssa, sorridendo. -Come dicono i grandi poeti, gli anni non contano, caro zio-
 
-Si cioè no… è un’ottima Auror- disse con un tono professionale. -Darà una grossa mano a…sapete cosa- abbassò il tono per non farsi sentire.
 
-La frase ha un che di doppio senso, vero Lavanda?- ghignò Alyssa.
 
-Concordo Alyssa- ghignò l’amica.
 
Il volto di Remus divenne di un rosso acceso che fece ridere di gusto le due ragazze. Aveva appena scoperto che era diventato il loro passatempo e se fino a poco prima, era contento di passare del tempo con la sua figlioccia ora…beh avrebbe evitato.
 
-Non dovreste andare a ballare? Divertirvi con i vostri compagni?- chiese imbarazzato.
 
-No- risposero in coro.
 
Poco dopo i gemelli Weasley le invitarono a ballare e Remus fu finalmente libero da tutte quelle domande. La verità, era che non sapeva neanche lui cosa provasse ma una cosa era certa, non avrebbe fatto gli errori del passato. Non avrebbe mai fatto avvicinare Tonks a lui.
Ignorò volutamente le occhiate della ragazza dai capelli rosa e si alzò dal tavolo, per andare a fare gli auguri ai giovani sposi. Mentre camminava il suo sguardo fu rapito da Alyssa e le sue amiche, che si erano messe in posa per una foto. Sorrise, vedendo le quattro ragazze fare facce buffe davanti al fotografo e un moto di nostalgia tornò a dargli fastidio.
Gli ricordavano troppo Lily, Marlene, Emmeline e Mary.
 
 
Avevano finito di cenare da poco, nessuno degli invitati al matrimonio erano tornati e per questo, Orion e Sirius si erano presi il lusso di un bicchiere di whisky in cucina. Da quando in casa erano entrate tutte quelle persone, era difficile anche solo avere un po’ di silenzio. Il fatto poi che Kreacher si sentisse bistrattato da Molly Weasley non aiutava, anche se Sirius si divertiva da morire vedere il vecchio elfo litigare con la donna.
 
-Secondo te ci stavano seguendo in Francia?- chiese Orion, guardando il camino spento.
 
-Hanno ucciso una famiglia intera dopo qualche mese che siamo andati noi. Si, ci seguivano e mi preoccupa aver nominato Josirée- rispose Sirius cupo mentre sorseggiava il suo Whisky.
 
-Dobbiamo avvisarla prima che sia troppo tardi- esclamò Orion, sospirando. -Domani vedremo come fare- disse alzandosi dal suo posto, seguito a ruota da Sirius.
 
I due uomini si divisero per tornare nelle rispettive camere a riposare.
Da quando era tornato a Grimmauld Place e aveva ripreso la sua stanza, ogni volta che apriva la porta tornava a sentirsi per un attimo il Sirius quattordicenne che odiava i genitori. La stanza era illuminata dalla sola luce lunare e si godette per un secondo la tranquillità della penombra, prima di illuminare la camera con un colpo di bacchetta.
Lanciò un’occhiata alle poche foto che aveva lasciato a Grimmauld Place quando era fuggito e sospirò, guardando il sorriso di James. Aveva sempre pensato che sua madre avesse messo a fuoco ogni cosa di quella stanza e invece, Walburga Black aveva tenuto tutto come se lui potesse tornare un giorno.
Aprì l’armadio dove aveva riposto il pensatoio che Orion gli aveva regalato, indeciso se guardare o meno. Dopo quegli attimi di esitazione immerse il volto nel fumo bianco-grigio.
 
-Secondo te la Evans mi ama?-
 
-No- rispose guardando James divertito.
 
I due ragazzi camminavano lungo il corridoio del quarto piano, con i libri in mano e poca voglia di andare a studiare. Voltarono l’angolo e la figura di Grace con sua sorella li fece fermare all’istante, perché ogni scusa era buona per tardare l’orario di studio.
 
-Bellissime ragazze, che fate?- chiese Sirius, guardandole sorridendo.
 
-Chiacchieriamo- rispose Grace sorridendo. -Deduco che tu stia andando in biblioteca per studiare con Mary- guardò James e ghignò. -È tu vai con lui perché dove c’è Mary c’è la Evans-
 
-Adoro la tua intelligenza, Grace- rispose James divertito. -Quasi quanto la tua bravura come portiere-
 
-Che vuoi farci- esclamò Sirius ridacchiando. -La mia bella pretende che io studi, quando preferirei mille volte di più approfondire le conoscenze della Stanza delle Necessità, non so se mi spiego-
 
James e Grace risero, mentre la sorella rimase interdetta da quelle parole. Grace se ne accorse e abbracciò la ragazza, ridendo.
 
-Voi non la conoscete comunque, lei è mia sorella Dahlìa- disse Grace con tono orgoglioso. -La migliore cacciatrice di Corvonero-
 
-Dimentichi che sono anche capitano- disse Dahlìa divertita, prima di porgere la mano ai due ragazzi, indugiando lo sguardo su Sirius. -Piacere-

 
Tornò alla realtà e gli ci volle un po’ per accorgersi che aveva il volto rigato da lacrime. Guardò il pensatoio e senza aspettare neanche un secondo, decise di immergere nuovamente il viso.
 
Una ragazza dai capelli corvini guardava l’acqua del lago, con l’aria di chi avrebbe voluto immergersi e non tornare mai più a galla. Si era avvicinato cauto, non sapendo come potesse prendere la sua intrusione e si era seduto accanto a lei.
La conosceva da mesi eppure non era mai riuscito a conoscerla meglio, complice il fatto che Mary fosse gelosa di qualsiasi essere vivente gli passasse accanto.
 
-Tutto bene, Dahlìa?- chiese Sirius, guardando il lago.
 
-Grace ti ha mandato qui?- sbottò lei, nervosa.
 
-Oh no, tua sorella penso sia troppo impegnata con Michael Turpin- disse ammiccando. -Probabilmente lo lascerà a momenti- tornò serio quando notò che la ragazza non aveva riso. -Sul serio, cos’hai?-
 
-Il mio ragazzo mi ha lasciata- disse, trattenendo un singhiozzo. -Tramite lettera, ha conosciuto un’altra al corso di magisprudenza e ha pensato bene di non trovare il coraggio per dirmelo in faccia-
 
-È un coglione, lascialo perdere uno così- gli disse Sirius, sorridendole gentile. -E so che è una frase tipica di chi vuole farti stare meglio ma sul serio, uno che ti lascia tramite lettera è solo da dimenticare-
 
Dahlìa sospirò e fece uscire dalla tasca del mantello due biglietti. -Beh la fortuna è che mi ha regalato i biglietti del concerto prima di lasciarmi. Insomma una bella consolazione, se non fosse che i Boys from Scotland non piacciono a nessuno dei miei amici-
 
-Hai i biglietti per il concerto dei Boys from Scotland?- chiese Sirius, strappandoglieli dalle mani per ammirarli. -Sono finiti da mesi-
 
-Prendili tu- gli disse con un mezzo sorriso. -Tanto da sola non mi fanno andare, tu almeno puoi portarci Mary-
 
-Mary?- esclamò Sirius, ridendo. -Lei odia i Boys from Scotland e i miei amici non ne vanno matti-
 
-Li rivenderò a qualcuno allora- rispose Dahlìa, sospirando.
 
-E se ci andassimo noi due?- chiese d’istinto, non riflettendoci. -Come amici, intendo-
 
-Okay Sirius Black- disse sorridendo. -Andremo a cantare Janie Don’t take your love to town alle prossime vacanze Natalizie-
 
-Perfetto Dahlìa Moldian- disse elettrizzato, all’idea di vedere i suoi idoli cantare dal vivo. -Andremo a cantare Janie Don’t take your love to town a Diagon Alley e fanculo il tuo ex-

 
Si costrinse a tornare al presente. Tutto di lei gli mancava e da quando era tornato in libertà, non era riuscito neanche ad andare al cimitero dove era stata sepolta. Uscì dalla stanza e andò a svegliare Orion.
 
-Portami a Godric’s Hollow- disse impaziente.
 
Orion aveva visto il volto del figlio bagnato da lacrime e non replicò ulteriormente. Si vestì velocemente e uscirono di casa, stando attenti a non farsi vedere da nessuno. Sirius si era trasformato nel meticcio e assieme a Orion, si smaterializzò trovandosi di fronte all’entrata del cimitero. A quell’ora non c’era nessuno in giro ma Sirius, tornò in forma umana solo quando si trovò davanti la tomba di sua moglie.
La foto era stata scattata qualche mese prima della sua morte, Dahlìa sorrideva stanca, dopo un turno di ronda a Diagon Alley assieme a Peter. Strinse la mano a pugno, marchiando il palmo con le unghie e Orion guardò la lapide come rapito. Era la prima volta che andava a trovare la nuora al cimitero.
 
“Moglie e Madre amorevole”
 
Volle scoppiare a ridere ma si trattenne, Dahlìa non avrebbe mai voluto una frase del genere sulla sua lapide.
 
-Se mai morirò voglio che scrivi sulla mia tomba “Ho spaccato il mondo in vita, ora spacco anche l’aldilà”-
 
Si spostò davanti la sepoltura del suo migliore amico e di sua moglie. Una foto di loro due insieme lo fece sorridere, ricordando degli anni passati a star dietro a lei. Dovevano essere tutti insieme a ridere dei tempi andati, raccontando ai loro figli di come James avesse conquistato Lily o di come Dahlìa era riuscita a trovare una ragazza a Peter. Dovevano ricordare della volta in cui Grace se l’era date di santa ragione con Marlene per difendere la sorella o di Mary e Emmeline ubriache perse a ballare sui tavoli della Sala Comune di Grifondoro. Avrebbero sorriso, ripensando a Remus che baciava la sua Marlene sulle rive del Lago Nero.
Dovevano dire di come Lily, fregandosene di tutti, aveva baciato James in Sala Grande.
 
Orion gli fece segno di tornare a Grimmauld Place e Sirius non poté controbattere, avendo rischiato troppo. In un attimo si ritrovarono sul marciapiede davanti al numero dodici e, senza attendere oltre, entrarono nella casa.
Orion tornò in camera sua e Sirius seguì il suo esempio ma anziché mettersi a letto, si sedette a terra, guardando il cielo scuro dalla finestra.
 
Ricordò quel famoso concerto, dove cantarono a squarciagola fino a perdere la voce. Risero davanti alla caduta della donna davanti a loro e divisero un pacchetto di cioccorane, dividendo la figurina in due, per tenere un ricordo di quella serata.
Durante una notte senza stelle lei era la sua fonte di luce pura. Non si era mai sentito così felice.
 
Sirius sorrise malinconico e fece uscire dalla tasca dalla tasca una mezza figurina delle cioccorane, dove Nicholas Flamel era tagliato a metà.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
 
Tadaaaann. Ho scritto nelle pause e la sera, vi giuro ero così ispirata che sono stata velocissima. Stavolta i protagonisti possiamo dire che sono i Malandrini e voglio dire una cosa su questo, i personaggi della mia Era dei Malandrini sono tutti legati ad una mia fan fiction la quale altro non era che il prequel di questa. Non so se la riprenderò a scrivere ma era giusto che ci fossero tutti.
Sorpresi di Grace? Chi lo immaginava?
Vogliamo parlare di Severus che difende le sue amiche? Quanto è dolce?
 
Fatemi sapere cosa ne pensate,
 
_L_Black_

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Capitolo 41
*** Capitolo 40 - Molliccio ***


Capitolo 40
 
Gli ultimi giorni di luglio il caldo aveva costretto Kreacher ad aprire tutte le finestre della casa per provare ad arieggiare, con grande disapprovazione di Molly Weasley che di contro, preferiva morire di caldo ma senza far scoprire dove si trovasse la sua famiglia. Ne era scaturita una litigata di quelle che aveva fatto cadere giù dal letto tutti i presenti in casa e Alyssa, innervosita dal tanto casino, aveva provato ad insonorizzare le proprie orecchie con il cuscino.
Non riuscendoci.
Adorava avere gli amici in casa, ma non poteva negare quanto le mancasse la quiete del numero dodici di Grimmauld Place.
Avendo ormai perso il sonno anche a causa del caldo, si costrinse ad alzarsi e a vestirsi per un altro giorno chiusa in casa. Certo, lei aveva molte più libertà di quante non ne avessero gli altri, essendo una purosangue che aveva sempre frequentato la cerchia di persone giusta, ma ciò non toglieva il fatto che suo padre non si sentiva sicuro di saperla in giro.
Soprattutto in giro con Theodore.
Inutile provare anche solo a farglielo conoscere, per Sirius Black, Theodore Nott era bollato come feccia figlio di feccia.
 
Si vestì svogliatamente e si legò i capelli in una coda, da quando era arrivato il caldo torrido non sapeva neanche più cosa significasse, avere la chioma sciolta e rimpianse amaramente la neve dell’inverno. Scese al piano terra ed entrò in cucina, dove Molly stava ancora litigando con Kreacher e diede a quest’ultimo l’ordine di smetterla. L’elfo borbottò andandosene a preparare la stanza delle riunioni mentre Molly, le offrì un bicchiere di succo di zucca.
 
-Vi stiamo creando problemi, vero?- chiese Molly, visibilmente imbarazzata dalla situazione.
 
-Assolutamente no- rispose Alyssa sorridendole gentile. -Solo che Kreacher è fatto così. Si è sempre occupato lui della casa e ora si sente bistrattato da te ma tranquilla, gli passerà-
 
Molly annuì scettica e si versò anche lei un bicchiere di succo. Alyssa alzò gli occhi sull’orologio e inorridì, constatando a malincuore che fossero solo le sette del mattino. Rimasero in silenzio, col solo rumore del pendolo che ricordava loro di essere sveglie troppo presto.
 
-Oggi Remus e Mary rimettono in funzione l’armadio svanitore?- chiese Alyssa, tanto per fare conversazione.
 
Molly alzò lo sguardo su di lei sorpresa. -Hai origliato le conversazioni dell’Ordine?-
 
-No- rispose lei con calma, mentre sorseggiava il suo succo. -Quell’armadio era in cantina da che ne ho memoria e vedendoli insieme lì sotto a lavorarci, ho dato per scontato che volessero riusarlo-
 
-Oh…beh sì, purtroppo non è più sicuro utilizzare l’ingresso principale- disse Molly, non aspettandosi una risposta del genere. -Sei…sei molto sveglia-
 
Alyssa fece spallucce e si alzò per prendere le brioche di zucca dalla credenza. Molly la guardò in silenzio, ricordando tutti i pomeriggi a bere il tè con Dahlìa alla Tana e scosse il capo per togliersi l’espressione nostalgica, che negli ultimi tempi pretendeva di comparire sul suo volto. La ragazza tornò al tavolo e le offrì una brioche, che lei accettò volentieri.
 
-Ma Remus e Mary hanno avuto una storia?- chiese Alyssa, con tono curioso.
 
Molly scoppiò a ridere di gusto a quella domanda e Alyssa comprese di aver sbagliato, tuttavia sorrise divertita nel vedere Molly spensierata almeno per un attimo. Da quando la Tana era stata messa sotto sorveglianza e Percy se n’era andato, non la vedeva ridere spesso. Sorridere sì ma ridere, mai.
 
-Ma allora perché Mary non vuole stare qui?- chiese Alyssa, imperterrita. -Alle volte penso di starle antipatica-
 
Molly le sorrise comprensiva, tra Dahlìa e Mary non era mai corso buon sangue, ma non era lei a doverlo spiegare alla ragazza.
 
-Sono certa che non le sei antipatica- le disse Molly, sorridendole.
 
Alyssa le sorrise e l’aiutò a rimettere in ordine le stoviglie utilizzate da loro, poi preferì tornare in camera sua. Sarebbe tornata giù quando tutti si fossero svegliati. Entrò nella stanza e andò al giradischi, dove c’era ancora il live dei Boys from Scotland, lo tolse e mise un disco di Brian Hunnam*. In breve tempo Pride (in the name of love) riempì la stanza e si mise a ballare, mentre rimetteva in ordine tutti i vari dischi che aveva. Da quando era tornata a casa si era tenuta in contatto con Terrence e i due, si scambiavano i dischi che pensavano potesse piacere all’altro. Nonostante le prime rimostranze, si era trovata ad adorare Brian Hunnam sorvolando sul fatto che avesse abbandonato i Boys from Scotland e lei, era riuscita a fargli piacere Sheila Laup*.
 
-Brian Hunnam ha sbagliato a lasciare i mitici Boys- esclamò Sirius, poggiato allo stipite della porta e intento a guardare sua figlia.
 
-Bussare no eh?- chiese lei retorica. -Si ha sbagliato, però devi ammettere che John Prey lo oscurava-
 
Sirius sorrise e annuì, si avvicinò a lei e prese qualche disco per osservarlo meglio, orgoglioso di avere una figlia con ottimi gusti musicali. L’occhio cadde sulla scritta posta poco sotto il nome del gruppo e corrugò la fronte, confuso.
“Proprietà di T.H.”.
 
-Chi è T. H.?- chiese Sirius, alzando gli occhi sulla figlia.
 
-Cosa?- chiese Alyssa, lasciando per un attimo i dischi che stava rimettendo in ordine. Guardò prima suo padre, poi l’oggetto che aveva tra le mani e capì. -Ah! Si me lo ha prestato Terrence. Te lo ricordi no? Il ragazzo che ha fatto da vice capitano alla partita-
 
-Sì- rispose Sirius laconico, improvvisamente si fece scuro in volto. -Bel tiro. Inaspettato-
 
Alyssa lo guardò confusa e riprese il disco dalle mani del padre, per paura che potesse romperlo dato come lo stringeva tra le dita. Lo poggiò sul letto con l’intento di rinviarlo al suo reale proprietario e tornò a fare ciò che stava facendo.
 
-Si, io gli ho passato uno di Sheila Laup- disse Alyssa, con la speranza di far tornare il discorso alla musica.
 
-Come mai non parli di musica con quel tipo lì? Feccia figlio di feccia?- chiese Sirius, scandendo ben bene il nomignolo che gli aveva affibbiato.
 
-Perché a Theo piacciono di più i Tritons, a me non fa impazzire quel genere- rispose lei, rimarcando sul nome del ragazzo. -E la mamma? Che gusti musicali aveva?- chiese, guardandolo curiosa.
 
Sirius sorrise di riflesso, perché ogni volta che qualcuno nominava Dahlìa non poteva fare altro. Si sedette sul letto ancora sfatto e le fece segno di accomodarsi accanto a lui.
 
-Adorava i Boys from Scotland- disse sorridendo. -Pensa che siamo andati ad un concerto insieme. Lei era stata appena lasciata dal suo ragazzo ed io, mi sono proposto di accompagnarla- Alyssa sorrise ma Sirius non se ne accorse, troppo occupato a rivangare i ricordi del passato. -Ci divertimmo da matti e cantammo tutte le canzoni fino a non avere più voce- sospirò e prese dalla tasca la mezza figurina consunta. -Condividemmo una cioccorana e lei insistette per dividere a metà la figurina, come ricordo di quella serata- osservò quel pezzo di carta che ormai aveva quasi vent’anni e sorrise. -Quello fu il momento, in cui capii che Dahlìa Moldian non mi era del tutto indifferente-
 
Sirius alzò finalmente lo sguardo verso sua figlia e sorrise, notando la sua espressione incuriosita. Aveva voglia di conoscere ogni piccolo particolare di sua madre e lui le avrebbe raccontato tutto. Sirius Black non era mai stato un tipo romantico, Mary lo aveva accettato ma quando ebbe la consapevolezza di provare qualcosa per Dahlìa, si rese conto che le avrebbe regalato anche la luna se solo lei gliel’avesse chiesta.
 
-Un giorno se vuoi posso fartela vedere- si ritrovò a dire, senza rifletterci. -Sai…dal pensatoio- bofonchiò imbarazzato.
 
-Si, mi piacerebbe- rispose Alyssa, sorridendo.
 
Sirius sorrise apertamente e decise di continuare a raccontarle della volta in cui Dahlìa, lo aveva convinto che aprire un negozio di dolciumi fosse la scelta migliore per loro.
E Sirius non glielo disse mai ma per lui, bastava averla accanto e sarebbe andato bene anche un vicolo sudicio di Notturn Alley.
 
 
Remus osservava il ghiaccio sciogliersi nel bicchiere colmo di succo di lamponi, di sottofondo il chiacchiericcio dei membri dell’Ordine gli stava dando un leggero fastidio. Si era ormai fatta ora di pranzo ma se tutti avessero assaggiato i manicaretti di Molly, lui e Mary sarebbero dovuti uscire non appena ce ne fosse stata la possibilità. Stavano aspettando infatti, che Piton terminasse la pozione restringente da utilizzare una volta arrivati a Black Manor. La casa nel Kent era stata data in eredità a Narcissa Malfoy da parte di Walburga Black e, non appena avevano saputo che il gemello dell’armadio svanitore era proprio in quella casa, Remus e Mary avevano odiato con tutte le loro forze la famiglia Black.
Di contro Orion, Sirius e Alyssa non sembravano turbati anzi, erano ben contenti di non avere più le chiavi di quella casa.
 
-Mi raccomando- iniziò Sirius, sedendosi accanto a lui. -La casa è piena di mollicci-
 
-Ero professore di Difesa Contro le Arti Oscure, lo ricordi?- rispose Remus, prima di prendere un sorso di succo reso annacquato dal ghiaccio sciolto.
 
-Si che lo ricordo- rispose Sirius, sbuffando. -Ma non si sa mai che dobbiamo venirti a riprendere, perché ti sei rintanato in un angolino a piangere- disse ghignando.
 
-È successo al primo anno a Hogwarts e avevo undici anni!- ribatté Remus, esasperato.
 
Sirius rise davanti all’espressione dell’amico e si versò un po’ di succo mentre Remus, impaziente di andare via, spostò lo sguardo sul camino spento, dove Ninfadora Tonks lo stava guardando.
Aveva sempre quel ghigno divertito, come se lui fosse la cosa più divertente in quella stanza ma Remus, sapeva di non avere nulla di comico addosso. Si ricordò del giorno del matrimonio di Eliot e Fresia e si sentì un idiota, per averla quasi baciata. Il vino elfico scelto dagli sposi gli era andato subito alla testa e una volta tornati al numero dodici di Grimmauld Place, si era ritrovato a pochi centimetri da quelle labbra così carnose da avergli fatto venire voglia di morderle.
Morderle.
Fu proprio questo il pensiero che lo fece tornare in sé e gli aveva dato la forza di allontanarsi da lei, a discapito della sua testa impegnata a volteggiare.
 
-Mi hai sentito, Remus?- chiese Mary, distogliendolo dai suoi ricordi.
 
Remus sobbalzò colpevole e Sirius ridacchiò, vedendolo così perso in chissà quale viaggio mentale. Si mise più comodo sulla sedia e si schiarì la voce, guardando la sua vecchia amica negli occhi.
 
-Io…scusa, non ti ho ascoltata- bofonchiò imbarazzato.
 
-Piton mi ha appena dato la fiala- disse Mary, sventolandogli la boccetta davanti agli occhi. -Orion e Sirius ci spiegano come muoverci lì dentro e possiamo andare…sicuro di star bene?-
 
-Benissimo- mormorò, mentre le guance si coloravano di un leggero rossore.
 
Mary arricciò le labbra e corrugò la fronte, segno che non credeva a quella parola tanto semplice da pronunciare quanto difficile da sentire. Tuttavia non disse nulla e Remus sapeva bene, che ne avrebbe parlato una volta fuori dal numero dodici di Grimmauld Place. Mary era sempre stata una donna discreta e Remus, aveva sempre apprezzato questa sua peculiarità.
 
-Allora, una volta lì non dovrete avere grossi problemi- esclamò Orion, prendendo posto proprio davanti a lui. -Se non ci siamo riusciti noi a togliere tutti quei mollicci, non penso ci sia riuscito Lucius-
 
-Dovete però stare molto attenti a non farvi vedere- disse Sirius, con tono serio. -I vicini sono i Montague e Charlotte Montague, da che ricordo, è una pettegola ai livelli di Marija Goldstein a Hogwarts-
 
-Ah sì la ricordo. Fu lei a dire a tutti di Clarence e Emmeline- esclamò Remus, ricordando la ragazza dai capelli biondi e gli occhi vispi, che li osservava da lontano. Più volte aveva avuto paura che questa scoprisse il suo segreto.
 
-C’è però un passaggio che potete utilizzare- disse Orion, sotto lo sguardo confuso di Sirius. -Lo abbiamo scoperto quando Alyssa aveva cinque anni- gli spiegò con tono spicciolo. -Collega la casa ad una rimessa che da direttamente sul lago, Phineas mi ha spiegato che Alphard I lo fece costruire durante la guerra tra maghi d’Inghilterra e maghi di Francia. Usate quello per entrare e uscire. Come ha detto Sirius, state attenti a non farvi vedere. L’armadio si trova in soffitta-
 
~
 
Il maniero dei Black nel Kent era a qualche chilometro dalla cittadina di Birghington on Sea, immersa nella quiete più assoluta della campagna rurale. Quelle schiere di case Purosangue erano state costruite agli inizi del seicento, quando i maghi dell’élite magica avevano optato per delle vacanze più tranquille e lontano dalla comunità cosiddetta sporca. La casa dei Black era forse una delle più belle ma sicuramente la più abbandonata, segno che i Malfoy non avevano ancora ovviato al grande problema di Mollicci che affliggeva la struttura. Mary e Remus si avviarono di soppiatto verso il lago posto a pochi metri dal maniero, stando bene attenti a non farsi notare dai Montague, che a differenza dei Black, sfruttavano molto di più la loro residenza estiva.
 
-I mollicci creano così tanti problemi?- chiese Mary, guardando la struttura abbandonata mentre Remus cercava la rimessa di cui parlava Orion.
 
-Da come mi ha spiegato Orion la casa è tutta infestata. Se ne trovi uno non ti dà problemi ma tu devi immaginare che se ne hai di fronte un intero gruppo, la tua paura sarà replicata per quanti mollicci ci siano- le spiegò Remus, arrivando finalmente davanti la vecchia e malconcia rimessa.
 
-Ma che bravo il mio professore- lo schernì Mary, divertita. -Scommetto che a Hogwarts hai fatto breccia nel cuore di qualche giovane fanciulla vero?-
 
-Effettivamente qualche ragazzina mi ha scritto lettere d’amore- confermò Remus, sghignazzando. -Ho avuto paura di ritrovarmi l’Amortentia nel mio succo mattutino-
 
Mary rise e Remus aprì la porta, facendole segno di entrare velocemente. Piton gli aveva preparato una pozione con la durata di un’ora e non voleva sprecarla subito, preferiva tenerla per scappare dopo in caso di bisogno. Mary entrò e Remus seguì le indicazioni di Orion, spostò il gruppo di vecchie scope e puntò la bacchetta contro il pavimento logoro, facendo comparire l’entrata del famoso passaggio.
 
Il passaggio non era altro che uno stretto corridoio buio, illuminato dal solo bagliore che le loro bacchette emanavano. Era un luogo perfetto per i mollicci e Remus s’immaginò una piccola Alyssa finire lì dentro angusto con una di quelle creature.
 
-Comunque- esclamò Mary, continuando a camminare. -Non ci sarebbe nulla di male-
 
-Come?- chiese Remus, seguendola nel corridoio.
 
-Non ci sarebbe nulla di male ad innamorarti di nuovo- rispose Mary, con tono materno.
 
La donna non poté vederlo ma Remus, abbassò lo sguardo colpevole.
 
~
 
L’interno del maniero emanava un’aura austera, i mobili antichi avevano tutti una patina di polvere e i vetri delle finestre, erano diventati opachi dall’ultima volta in cui erano stati puliti. Remus e Mary si guardarono con una smorfia di disgusto. Fino a quel momento non erano incappati in nessun molliccio, quindi furono piuttosto veloci a salire le scale che portavano ai piani superiori. Camminavano adagio, per paura di essere visti dalle finestre dove fuori il sole, stava iniziando man mano a tramontare.
 
-Non pensi che dovremmo utilizzare la pozione?- chiese Mary, seguendolo su per le scale.
 
-No, teniamola in caso di fuga improvvisa- rispose Remus, stando attento a non far scricchiolare i gradini sotto il suo passaggio.
 
Arrivarono al terzo piano della casa e allora iniziarono ad avere i primi problemi con i mollicci. Mary si destreggiò con bravura e Remus l’aiutò a farli andare via, il guaio arrivò quando voltò lo sguardo su un altro molliccio.
Questo, lasciò subito le sembianze di un serpente e prese quelle di una ragazza sui vent’anni. Riconobbe subito il colore castano dei capelli e non gli ci volle molto per viaggiare nei ricordi in cui le sue mani, s’immergevano in quella chioma che ricordava la seta. Gli occhi castani erano gli stessi in cui si era perso anni orsono e per un attimo, volle fiondarsi sulle labbra che aveva baciato tempo prima. La bocca della ragazza si piegò in una smorfia e Remus, inorridì. Fece un passo indietro mentre la ragazza, si avvicinava pericolosamente a lui.
 
-Marlene- sussurrò con timore.
 
Uccidimi, uccidimi adesso ma ti prego. Scusami.
 
-Riddikulus!-
 
La voce di Mary lo fece tornare alla realtà e il molliccio davanti a lui, divenne ben presto Silente che ballava la macarena. Rimasero in silenzio per il corridoio libero dalle creature e Remus chiuse un attimo gli occhi, scoprendo di averli umidi di lacrime.
 
-Non ci sarebbe niente di male- sussurrò l’uomo ad occhi chiusi. -Se non fossi un lupo mannaro-
 
 
Il San Mungo era sempre stato un luogo che lui non aveva molto frequentato, se aveva bisogno di cure preferiva andare da Madama Chips o ancora meglio, fare da solo. Il problema era sopraggiunto quando aveva deciso di portare i suoi studenti ai laboratori dell’ospedale, una gita innocua che lo aveva portato ad incontrare di nuovo una delle sue più grandi amiche.
Jocelyn Perks era una strega abile e tremendamente intelligente, il problema era che lui non voleva più circondarsi di amici. Voleva rimanere nella solitudine, che per anni lo aveva avvolto come una calda coperta d’inverno ma Jocelyn, non era del suo stesso avviso. Si era sempre chiesto come avesse fatto lei a perdonarlo, dopo tutto quello che aveva fatto per il Signore Oscuro. Jocelyn lo perdonava sempre e lui sapeva di non meritarselo, come non meritava alcuna pietà da Josirée.
 
Non appena aveva messo piede all’interno dell’ospedale, si era subito diretto alla receptionist per far avvisare Jocelyn del suo arrivo. Sperava di riuscire a vedere anche Josirée ma sapeva che era praticamente impossibile, se Jocelyn lo aveva sempre perdonato la ormai ex ragazza di Regulus non era dello stesso pensiero. Li aveva sempre invidiati, Regulus era un bacchettone e Josirée uno spirito libero.
Eppure si erano sempre completati a vicenda.
 
-È successo qualcosa?- sbottò Jocelyn a poca distanza da lui.
 
Severus si voltò, trovando l’amica con il suo immancabile camice verde e gli occhiali protettivi sopra il capo. Lo stava guardando con un cipiglio preoccupato e si ripromise di scriverle più spesso, se la sua presenza portava a questo comportamento.
 
-Deve esserci per forza un motivo?- le chiese con un tono vagamente divertito.
 
-Tu che mi vieni a trovare a lavoro? Sì, deve esserci per forza un motivo- rispose prontamente, guardandolo con espressione seria.
 
-Hai tempo per un tè con un vecchio amico?- le chiese sorridendo.
 
Jocelyn annuì prontamente e gli fece segno di seguirla, per salire al quinto piano.
I due ben presto si ritrovarono nella sala da tè dell’ospedale e presero posto, al tavolo più appartato della stanza. Quando la loro ordinazione arrivò e il cameriere tornò al bancone, Severus insonorizzò il tavolo con un incantesimo non-verbale e sorrise a Jocelyn.
 
-È seria la questione se insonorizzi il tavolo- disse, guardandolo. -E smettila di sorridere, lo so che è solo di circostanza-
 
Tu sì che mi conosci, pensò sconsolato mentre faceva sciogliere lo zucchero nel suo tè. -Effettivamente c’è una questione di cui vorrei parlarti. Josirée è qui?-
 
Jocelyn scosse il capo in segno di diniego. -No, oggi si è presa un giorno libero. Sai… è il compleanno di…-
 
Le parole le morirono tra le labbra e Severus alzò il capo su di lei, con un cipiglio sorpreso. Non si era ricordato del compleanno del suo più caro amico e Jocelyn dovette accorgersene, perché fece un mezzo sorriso malinconico.
 
-Io non lo dimentico mai- esclamò la donna mentre rigirava il cucchiaino nell’infuso. -Josie me lo ricorda ogni anno. Non prende mai giorni di riposo ma casualmente, il trenta luglio decide di aver bisogno di staccare dal lavoro. Non te ne fare una colpa Severus, sei umano è normale-
 
Severus annuì, ma non concordò con lei. Regulus Black era stato per lui come un fratello e dimenticarsi il suo compleanno, era una cosa che non si sarebbe perdonato tanto facilmente.
 
-Di cosa dovevi parlarmi?- chiese Jocelyn, prima di portarsi la tazza alle labbra.
 
-Oh sì- Severus si ricompose all’istante e si schiarì la voce. -Ti ricordi di James Potter e dei suoi amichetti?-
 
-James Coglioncello Potter, si me lo ricordo perché?- chiese Jocelyn, assottigliando lo sguardo.
 
-Ebbene facevano parte di un’organizzazione fondata da Silente in persona- disse Severus con tono serio, reprimendo un ghigno al suono del nomignolo dato anni orsono. -E all’epoca della guerra, io davo informazioni a Silente e a questa organizzazione. Ora è tornata in auge e stiamo cercando nuovi membri-
 
Jocelyn lo guardò ammirata e Severus abbassò lo sguardo, leggermente imbarazzato. Rimasero in silenzio per un tempo che all’uomo parve infinito, fu la donna a interrompere quegli attimi di quiete con un sospiro.
 
-Quindi, secondo Silente Tu-Sai-Chi è tornato-
 
Severus annuì. -Sì ed io la sera della morte di Diggory, ho parlato con Barty-
 
Jocelyn sgranò gli occhi sorpresa e si fece più vicina, ora decisamente più interessata alle parole del suo amico.
 
-Tu hai incontrato Barty?- chiese sorpresa.
 
-Sì, quella sera ha provato a rapire Alyssa Black, la nipote di Regulus- spiegò, con tono basso come se qualcuno potesse comunque sentirli. -Pare che il nostro Barty, abbia aiutato Grace Moldian a far tornare il Signore Oscuro-
 
-Grace Moldian? La migliore amica di Sirius L’altro Coglioncello Black? La sorella di Dahlìa Moldian? Stento a crederlo sinceramente- disse Jocelyn, arricciando le labbra. -Ricordo ancora la rissa che avvenne nella Sala d’Ingresso tra Grace e la McKinnon, solo perché quest’ultima aveva dato della puttana a Dahlìa-
 
-Hai ragione- convenne Severus, guardandola. -Ma il giorno dopo ho convocato Alyssa Black nel mio ufficio e mi ha confidato che l’anno scorso, era riuscita a parlare con Peter Minus e anche lui le ha nominato Grace-
 
-Ma per favore! Peter Il Grifone Fifone Minus è morto e lo sai- disse Jocelyn, sbuffando.
 
-Oh fidati è vivo e vegeto e c’è l’ha fatta sotto il naso in tutti questi anni. Fifone sì, ma intelligente a quanto pare- esclamò sprezzante. -Ah e Sirius Black è innocente, fu Minus a tradire i Potter-
 
-Beh effettivamente era difficile credere che Sirius potesse fare una cosa del genere a James- disse pensierosa. -Quindi deduco che Grace Moldian non sia scomparsa presumibilmente uccisa-
 
-Esattamente- confermò, portandosi finalmente la tazza alle labbra e scoprendo che il tè, si era ormai raffreddato. -Comunque credo anche io che sia tornato, ho visto come ne parlava Barty e non posso non crederci. Inoltre dall’inizio dell’anno scolastico il…Marchio Nero- pronunciò le ultime parole, abbassando la voce il più possibile. -È tornato a bruciare-
 
Il volto di Jocelyn impallidì a quelle parole e a Severus, tornò in mente il giorno in cui andò a chiederle scusa. Avvenne un mese dopo la morte dei Potter e a Diagon Alley nevicava. La donna, che all’epoca aveva poco più di vent’anni, aprì la porta e non disse nulla. Lo fece entrare e insieme si ubriacarono, in preda ai fumi dell’alcol le chiese scusa e lei fece come ogni volta.
Lo perdonò.
 
-Mi stai chiedendo di entrare in questa organizzazione?- gli chiese, facendolo tornare al presente.
 
-Sì, avrei voluto chiederlo anche a Josie ma non so se…-
 
Jocelyn lo interruppe con un cenno della mano. -No, lei non deve entrare in questa storia. Sarebbe mossa dalla vendetta o peggio, si farebbe ammazzare solo per tornare con lui-
 
 
Il ragazzo chiuse la porta alle loro spalle, senza mai lasciare la mano della ragazza. Si voltò di nuovo verso di lei e sorrise di riflesso, trovandola con le guance rosse e i capelli, le ricadevano disordinati sulle spalle. Ripensò a pochi minuti prima, quando le sue dita erano immerse in quella cascata di capelli corvini e un brivido, gli corse lungo la schiena. Lei gli sorrise e si avvicinò per baciarlo. Le sue labbra sapevano di succo alla zucca e gli venne da sorridere di nuovo, perché con lei gli veniva spontaneo farlo. La fece poggiare al muro e continuò a saggiare quel sapore che ormai conosceva a memoria.
La sua ragazza.
Alle volte non riusciva ancora a credere che stessero insieme.
Lui Theodore Nott e lei Alyssa Black, erano una coppia a tutti gli effetti e delle volte doveva guardarla per ricordarselo.
La ragazza dovette staccarsi dalle sue labbra a malincuore e Theodore, poggiò la fronte su quella di lei, mentre riprendeva fiato dopo i baci.
 
-Devo tornare a casa- esclamò Alyssa con il fiato corto.
 
-Potresti rimanere altri cinque minuti- sussurrò Theodore, già pronto a tornare ad assaporare le sue labbra.
 
-Si certo, come poco fa- esclamò sarcastica.
 
Theodore sorrise malizioso e lei ridacchiò, spingendolo scherzosamente. Insieme scesero le scale che portavano all’ingresso di  casa Nott e il ragazzo, provò più volte a convincerla a rimanere ma senza risultati. Per qualche ragione a lui ignota, Orion pretendeva che la figlia mettesse piede in casa entro le sei del pomeriggio, inutile anche solo provare a convincerlo. Raggiunsero il salotto e Alyssa prese una manciata di metropolvere, per poi entrare nel camino.
 
-Numero dodici di Grimmauld Place- disse con sicurezza.
 
Alyssa sparì e Theodore sospirò, ricordando il pomeriggio appena passato.
 
~
 
Una volta arrivata a casa Black, Alyssa fu accolta dal caos più totale. In salotto c’era parte dell’Ordine della Fenice e l’armadio svanitore recuperato da Remus e Mary, era in pieno utilizzo. Quando uscì dal camino infatti, Mundungus Fletcher era appena sbucato fuori dal vecchio armadio e inorridì di riflesso quando lo vide. Era un uomo viscido e l’odore che emanava, le faceva salire la nausea.
 
-Alyssa cara- esclamò Molly, fiondandosi verso di lei con il suo solito sorriso rassicurante.
 
-È successo qualcosa?- chiese Alyssa, guardando i presenti.
 
Da quando Harry era stato aggredito dai Dissennatori, l’Ordine della Fenice era stato oberato di lavoro per far si che il ragazzo non avesse altri sgradevoli incontri. Dal canto suo, gli aveva scritto delle lettere ma non era stata in grado di raccontare troppe fandonie, il massimo che aveva potuto fare era rassicurarlo sulla sua sicurezza ma nulla più.
 
-No tesoro, è che questa sera arriverà Harry. Non è più al sicuro con quella famiglia babbana- disse, non riuscendo a reprimere l’irritazione nel pensare agli zii del ragazzo.
 
-Alyssa Black, ti avevo detto che dovevi tornare entro le sei!- esclamò a tono alto, Orion.
 
-Perché, che ore sono?- chiese lei frastornata. Voltò lo sguardo sull’orologio del salotto e lesse le sei e zero cinque. -Ma andiamo! Ho fatto si e no tre minuti di ritardo!- disse indicando l’orario.
 
Molly represse a stento una risata divertita e s’intromise lei stessa, in favore della ragazza. Alyssa la guardò riconoscente ma Orion non era della stessa idea, infatti sia lui che Sirius scrutavano la ragazza con attenzione, come se potessero scorgere qualsiasi cambiamento. Nel frattempo, il gruppo destinato a fare da scorta a Harry uscì in fretta e furia da casa Black e nel salotto, rimasero solo Alyssa, Sirius e Orion. Persino Molly preferì uscire per andare a preparare la stanza di Harry, perché a detta sua, Kreacher non sarebbe stato in grado.
 
-Hai i capelli in disordine- fece presente Orion.
 
-E le guance rosse- disse Sirius, assottigliando lo sguardo.
 
-Si…mi sono addormentata sotto il gazebo in giardino- borbottò Alyssa.
 
-Tesoro mio, è il caso che parliamo di sesso- esclamò Sirius, con tono serio. Alyssa sgranò gli occhi con un misto di imbarazzo e sorpresa, stessa cosa fece Orion ma a Sirius non interessò. -E significa che non lo farai mai fino al matrimonio. Discorso chiuso-
 
-No…io con voi di…quella cosa non ci parlo!- sbottò la ragazza, imbarazzata.
 
-Soprattutto se il discorso è fatto da un bambino di cinque anni- disse Orion, guardando il figlio tralice.
 
-Sentite, doveva essere Dahlìa a parlare di sesso non io! Lo avevamo già deciso, io mi occupavo di insegnarle il Quidditch e lei si sarebbe occupata di quelle cose- disse Sirius, imbarazzato.
 
-Tu insegnarle il Quidditch? Ma se il tuo modo di giocare era uno schifo, tuo fratello ti batteva sempre- gli fece presente Orion, ghignando.
 
-Ma che c’entra- bofonchiò Sirius.
 
-Posso andare?- chiese Alyssa, indicando la porta. -Vorrei andarmi a cambiare-
 
-Va bene- acconsentì Orion. -Ma il discorso non finisce qui. Parlerò con Julius, non voglio più che rimaniate da soli-
 
-Sapete cosa è divertente?- chiese Alyssa, ghignando improvvisamente. -È che voi avete così tanta paura che io faccia qualcosa con Theodore, perché avete fatto le stesse cose, se non peggio, alla mia età. E il pensiero che la vostra principessina faccia le vostre stesse esperienze, vi fa impazzire-
 
Orion e Sirius si guardarono colti sul fatto e Alyssa sorrise vittoriosa, prima di uscire dalla stanza.
 
~
 
Si era chiusa in laboratorio per tutto il tempo in cui la parte dell’Ordine rimasta, era in riunione e Harry non arrivava. Aveva avuto il divieto di utilizzare la bacchetta per terminare le sue pozioni ma per sua fortuna, i gemelli non erano più legati alla magia minorile e la stavano aiutando, terminando loro stessi il suo lavoro. Questo le aveva permesso di utilizzare la sua materia preferita per calmarsi ma soprattutto, di passare lì il tempo assieme ai suoi amici. Il laboratorio era diventato il Club Dei Reclusi e tutti gli adolescenti del numero dodici di Grimmauld Place passavano la maggior parte del loro tempo in quella stanza. Anche in quel momento, nonostante volesse rimanere sola, tutti i ragazzi erano lì in attesa che Harry li raggiungesse.
 
-Sarà sicuramente arrabbiato- esclamò Hermione, mentre si attorcigliava una ciocca di capelli tra le dita.
 
-Tu dici? Secondo me no- rispose Ron, con tono tranquillo.
 
-Arrabbiato penso sia un eufemismo- disse Alyssa, rigirando la pozione nel calderone. -Edvige mi ha dato una beccata sulla mano giusto ieri-
 
-Oh anche a me- bofonchiò Ron, ricordandosi lo spiacevole episodio di pochi giorni prima. -Allora sarà arrabbiato-
 
Sospirarono all’unisono e Alyssa fece segno a George di agitare la bacchetta contro il calderone, non prima di spiegargli esattamente come dovesse fare. Spense il fuoco e riempì due boccette di pozione anticrespo, successivamente si sedette accanto a Ginny, che guardava fuori dalla finestra nella speranza di scorgere il gruppo. 
I gemelli iniziarono a tirare di scherma con le loro bacchette finte, Ron e Hermione si misero a giocare a scacchi mentre Alyssa e Ginny, guardavano fuori dalla finestra.
 
-Ma quindi ti vedi con Michael Corner?- chiese Alyssa, curiosa.
 
-Beh ci sentiamo- rispose Ginny, sospirando. -È un bravo ragazzo…-
 
-Ma non è Harry- concluse la frase per lei.
 
Ginny annuì e sospirò di nuovo. -Tanto vale che me lo tolga dalla testa no?-
 
-Vado a prendere un po’ di succo di zucca, annega i tuoi crucci nel dolce sapore del succo migliore del mondo- disse sorridendole dolcemente.
 
Ginny ridacchiò e si alzò dal suo posto per raggiungere i gemelli, mentre Alyssa uscì dalla stanza per scendere in cucina. Avrebbe potuto chiamare Kreacher ma preferiva di gran lunga andare lei stessa, così da perdere un po’ di tempo e rimettere in ordine i propri pensieri. Arrivò al piano terra e un rumore fuori dalla porta d’ingresso la fece fermare all’istante, afferrò la bacchetta e si avvicinò cauta. Da quel che sapeva dovevano utilizzare l’armadio svanitore per entrare a Grimmauld Place, dopo che Narcissa Malfoy per poco non sorprendeva Sturgis Podmore ad entrare in casa. Molly uscì di corsa dal salotto e la raggiunse, facendole segno di mettersi dietro di lei ma prima ancora che potesse spostarsi, la porta si aprì e la scorta di Harry entrò in fretta e furia.
 
-Alt, riconoscersi prego- esclamò Molly, senza abbassare la bacchetta.
 
-Alastor Moody, Auror presso il Ministero della Magia Inglese, membro dell’Ordine della Fenice, il mio patronus è un castoro e porto con me Harry Potter- esclamò Alastor, con tono professionale.
 
Il gruppo si spostò per far vedere Harry a Molly e solo allora, la donna abbassò la bacchetta. Il gruppo raggiunse di corsa la riunione che stava avendo luogo mentre Molly, si premurava di constatare quanto Harry fosse sciupato rispetto all’ultima volta in cui lo aveva visto. Alyssa attese pazientemente che la signora Weasley si spostasse, prima di avvicinarsi a lui per abbracciarlo.
 
-Benvenuto al numero dodici di Grimmauld Place, Harry-
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
 
C’è l’ho fatta! E con un giorno di anticipo dalla tabella di marcia. La cassettiera Ikea che dovevo montare aspetterà domani mi sa 🤷🏻‍♀️. Allora eccoci qui con un nuovo capitolo, la mia idea è fare un altro capitolo estivo e poi passare direttamente a Hogwarts, ci riuscirò? Chissà. Parto subito con gli asterischi:
  • Il primo Brian Hunnam non è altri che il cantante degli U2 e ovviamente Pride (in the name of love) è una loro canzone.
 
  • Sheila Laup è la fantastica Cindy Lauper ed io m’immagino Terrence ballare sotto le note di Girls Just Wanna Have Fun
 
 
Ora passiamo invece al capitolo, abbiamo visto un momento dolce tra Sirius e Alyssa e conto di averne di più (ovvio no?). Remus ma che cosa sarà successo con Marlene? Io già lo so 😏. Vogliamo parlare di Mary che lo prova a convincere a lasciarsi andare?
Severus e Jocelyn li adoro senza sé e senza ma. Io amo i nomignoli che usa Jocelyn per i Malandrini, dovete immaginare che tutto il gruppo di amici di Severus li utilizzava.
Ovviamente il mio preferito è Peter Il Grifone Fifone Minus ✌🏻.
Ho adorato scrivere l’ultimo paragrafo, soprattutto il discorso tra Sirius, Orion e Alyssa 😂.
 
Direi che ho detto tutto,
Aspetto i vostri commenti e ci vediamo al prossimo capitolo
 
_L_Black_

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Capitolo 42
*** Capitolo 41 - Prefetti ***


Capitolo 41
 
Era una notte senza stelle, solo la luna era ben visibile ed emanava un pallido bagliore sopra le strade di quel villaggio, a lei sconosciuto. Delle urla la costrinsero a distogliere lo sguardo dal cielo, per spostarlo su ciò che le accadeva attorno. Maghi e streghe combattevano contro creature della notte e uomini incappucciati, rabbrividì e fece per spostarsi ma si bloccò, quando incontrò gli occhi nocciola della sua migliore amica poco distante da lei. Combatteva contro un mago e sembrava che quest'ultimo stesse avendo la meglio, urlò con tutte le sue forze per dirle di spostarsi ma Alyssa non l'ascoltava. Lanciava schiantesimi verso l'incappucciato e non si accorse della creatura che le si avvicinava alle spalle, Lavanda trattenne il fiato e solo l'arrivo di un giovane, riuscì ad evitare il peggio. In breve tempo Alyssa e il ragazzo combatterono insieme contro il mago e la creatura.
 
-Incarceramus!- urlò Alyssa, non appena riuscì a disarmare il suo avversario.
 
Il ragazzo dietro di lei fu costretto ad utilizzare l'anatema che uccide e la creatura cadde a terra, inerme. Lo vide avvicinarsi a lui ma Alyssa lo costrinse a spostarsi, per andare ad aiutare un'altra ragazza poco distante da loro. Lavanda la seguì e ben presto si ritrovarono in quella che doveva essere la strada principale del paese. Si fermò un attimo, quando vide la battaglia che imperversava su quella via e gli occhi si inumidirono nel vedere corpi stesi a terra. Si avvicinò ad Alyssa, che stava aiutando la ragazza a spostarsi dalla strada e sperò di vedere anche lei mettersi in salvo.
 
-Avada Kedavra!-
 
Aprì gli occhi di scatto e si mise a sedere, guardandosi attorno per accertarsi che fosse al sicuro. Si portò le mani tra i capelli mentre il suo petto si alzava e abbassava velocemente, seguendo il ritmo del suo respiro. Il suo sguardo vagò per la stanza e cadde sul comodino, dove il lampeggiare della sua sveglia, le indicò di essere ancora nel cuore della notte. Fuori la luna illuminava il giardino di casa Brown e Lavanda la osservò, rabbrividendo al ricordo della visione di poco prima. Fece dei respiri profondi, nella speranza che i battiti del suo cuore tornassero alla normalità e chiuse gli occhi. Sperava fosse solo un sogno ma ciò che aveva visto, era troppo vivido per essere un semplice incubo.
 
-Le tue urla hanno svegliato tutta la famiglia- esclamò Tulip, entrando nella stanza con un bicchiere di latte tra le mani.
 
Lavanda sobbalzò e riaprì gli occhi, guardando sua cugina con un misto di sorpresa ed imbarazzo. Lei e Tulip non erano mai andate d'accordo e quell'estate, lei e zia Ortensia avevano deciso di passare le vacanze da loro, una notizia per lei peggiore di una pugnalata.
 
-Mamma sta festeggiando con zia e papà ha stappato una bottiglia di Odgen Stravecchio- disse la ragazza, sedendosi ai piedi del letto.
 
-Stai scherzando spero- esclamò Lavanda, prendendo il bicchiere di latte dalle mani della cugina. Iniziò a sorseggiarlo e si sentì meglio quando sentì il sapore dolce della bevanda.
 
Tulip roteò gli occhi e si rialzò dal letto, per aprire la porta e farle sentire i festeggiamenti che imperversavano al piano di sotto. Lavanda la guardò sconcertata mentre la ragazza, tornava a sedersi di fronte a lei.
 
-È normale- disse Tulip, con fare spicciolo. -È la tua prima vera visione ed è un traguardo-
 
-Ti ricordo che parlo con i morti quasi tutte le notti- disse Lavanda con ovvietà.
 
Tulip sorrise e annuì. -Si, lo sappiamo ma la visione è la visione-
 
Lavanda sbuffò e bevve il suo latte mentre Tulip la osservava in silenzio. Dal piano di sotto i festeggiamenti andavano avanti e Lavanda si chiese perché la sua famiglia non fosse normale come le altre. Li amava ma quando facevano quelle cose, si vergognava a morte. Fortuna che non avevano invitato nessuno.
 
-Comunque...abituati, Lavanda- esclamò Tulip, guardandola seria.
 
-A cosa?- chiese, incuriosita.
 
-Vorresti modificare il futuro ma non puoi- le disse comprensiva. -Più avrai visioni e più vorrai fare qualsiasi cosa per far si che ciò non avvenga ma vedi- si mise più comoda sul letto e si avvicinò a lei. -Più vorrai cambiare e più ciò che hai visto accadrà. È il fato che decide, non tu. Abituati a fargli fare il suo lavoro-
 
-Ma ciò che vedo si avverrà sempre?- chiese, preoccupata.
 
-No- rispose Tulip, scuotendo il capo. -Alle volte potrebbe cambiare, certo non capita spesso ma può capitare-
 
Lavanda annuì e terminò il suo bicchiere di latte. Tulip uscì e la ragazza si alzò dal letto per avvicinarsi alla finestra, guardò la luna con la consapevolezza che la visione sarebbe avvenuta comunque.
 
~
 
Il numero dodici di Grimmauld Place in quel periodo era un andirivieni di gente e le riunioni dell'Ordine, avvenivano con cadenza quasi giornaliera. La privacy era diventata una cosa che le mancava come l'aria, se prima infatti ci abitavano in tre, ora erano in dieci e comunque i membri dell'Ordine andavano e venivano come nulla fosse. Soprattutto perché l'udienza di Harry ci sarebbe stata di lì a qualche giorno e dovevano organizzare un piano di difesa adeguato. Avendo lavorato al Ministero, Orion aiutò il giovane a prepararsi e assieme fecero delle simulazioni così da non trovarsi in difficoltà, una volta di fronte al Wizengamot. Gli adolescenti invece, erano incaricati di farlo svagare anche se alla fine, parlavano sempre di ciò che la Gazzetta del Profeta scriveva su di lui.
 
Un gufetto che ormai aveva imparato a conoscere, le bussò alla finestra e corse ad aprirgli. L'animale entrò e si andò ad appollaiare sulla scrivania della stanza, urtando così la scatola contenente le foto di suo zio. Alyssa lasciò perdere le foto cadute a terra e si avvicinò al gufo, per prendere la lettera dal suo becco. L'aprì e si andò a sedere sul letto, mettendosi comoda.
 
Cara Alyssa,
Avevi ragione su quel libro, alla fine non era nulla di che e devo ammettere che sto odiando darti ragione. Da quando mi hai fatto ascoltare Sheila Laup, sto riascoltando tutta la sua discografia con Tracey e devo ammettere che avevi ragione (di nuovo!), è un portento quella donna. Adesso sono proprio curioso di sapere cos'altro mi consiglierai però...devi promettermi che leggerai "Storia di Diagon Alley", si lo so che può sembrare noioso ma è in realtà è un libro interessante! Sapevi che negli anni del proibizionismo, vendevano Whiskey incendiario sotto il Ghirigoro? Vedrai che non te ne pentirai. Ah ti chiedo di non dare biscottini gufici a Milka perché è grasso (ma se nel caso vorrai fare comunque di testa tua, almeno dagli quelli light). Penso che questa sarà la mia ultima lettera, in primis perché davvero Milka è grasso, l'ultima volta che è tornato aveva il fiatone, ci credi? In secundis i miei genitori vogliono passare gli ultimi giorni di vacanze con i Greengrass, i Malfoy, i Zabini e i Nott, motivo per cui sono riuscito a convincerla a farmi andare da Andrew (sapevi che anche lui ha un laboratorio di Pozioni in casa proprio come te? Ma che diamine ci fate?). Abbiamo deciso di fare una rimpatriata con Tracey e credo proprio che non riuscirò a scriverti.
 
Ci vediamo a Hogwarts quindi,
Divertiti in questi ultimi giorni di vacanza e preparati, perché quest'anno vi stracceremo a Quidditch!
 
T.H.
 
Alyssa sorrise nel leggere le parole del suo amico e alzò lo sguardo sul gufo, che si stava riposando sulla scrivania. Si andò a sedere e prese carta e penna per rispondere, teoricamente avrebbe potuto già farlo andare via e mandare Beri ma si vedeva che il gufo era davvero stanco. Tanto valeva mandarlo indietro con la risposta. Chiuse la busta e svegliò il gufo con delle carezze sul capo, questo aprì gli occhi e fece per avvicinarsi di più al tocco della ragazza.
 
-Vuoi un biscottino tu vero?- sussurrò sorridendo.
 
Il gufo parve comprendere le parole della ragazza e si drizzò, pronto per il dolcetto. La ragazza ridacchiò e aprì il primo cassetto, dove aveva lasciato i biscottini ipocalorici, che aveva comprato appositamente per Milka. Si scrivevano ogni settimana e ad ogni lettera, Terrence la pregava di non dargli i biscottini gufici di Mielandia. Così si era ritrovata a dover chiedere a Remus, i biscotti che vendevano al Serraglio Stregato e li teneva separati da quelli di Beri. Ne prese uno e lo diede a Milka, che lo mangiò con gusto sotto lo sguardo divertito di Alyssa. Indicò la scatola per averne un altro ma la ragazza negò con un cenno del capo.
 
-Solo uno- l'ammonì con tono materno. -Porti questa al tuo padrone?-
 
Il gufetto alzò il capo fiero e Alyssa gli diede la lettera, per poi accompagnarlo alla finestra da cui era entrato. Lo guardò andare e uscì dalla stanza per raggiungere gli altri.
 
***
 
-Assolto-
 
-Lo sapevo! Non avevano prove per incriminarti!-
 
Harry accettò di buon grado gli abbracci di tutti quanti e Alyssa tirò un sospiro di sollievo, quando strinse il suo amico tra le braccia. L'ansia aveva pervaso tutti quanti e anche se Hermione ostentava sicurezza, più volte aveva chiesto a Lavanda di predirre come sarebbe andata l'udienza. Orion aveva stretto la mano al ragazzo e Alyssa notò gli occhi del nonno illuminarsi di gioia, nonostante ostentasse sempre la sua aria indifferente. Doveva ammettere che da quando suo padre era tornato a Grimmauld Place, Orion Black era decisamente più allegro. Certo sua moglie gli mancava ogni giorno di più ma riavere un figlio, lo fece star meglio e, Alyssa ne era sicura, il suo ingresso all'Ordine lo faceva sentire in pace con sé stesso.
La signora Weasley andò in cucina a prendere del succo di zucca, o meglio, fece a gara con Kreacher a chi arrivava per primo. Alle volte pensava che Molly si divertisse a fare così con l'anziano elfo e doveva ammettere, che erano esilaranti. Vide Harry avvicinarsi all'albero genealogico dei Black mentre tutti, si godevano lo spettacolo della corsa al succo di Molly e dell'elfo domestico e in un attimo, gli fu accanto ma Harry non se ne accorse fino a quando non parlò.
 
-Questa è mia nonna Walburga- esclamò Alyssa, indicando l'immagine della donna.
 
Harry sobbalzò e si voltò verso di lei con fare colpevole, forse non voleva farsi notare mentre osservava i membri della famiglia Black. Alyssa gli sorrise e continuò a parlare.
 
-Probabilmente di lei penserai che fosse una cattiva madre ed una persona di dubbio gusto ma vedi- spostò lo sguardo dal ragazzo alla figura di sua nonna e un sorriso, le nacque spontaneo tra le labbra. -Era sicuramente un'ottima nonna, ha sempre creduto in me e quando sono entrata a Grifondoro, lei mi regalò un maglione rosso-oro. Lo stendardo di Grifondoro che ho in camera me lo prese lei e anche quando sono entrata nella squadra di Quidditch, si comprò una maglia con l'intenzione di indossarla per venirmi a vedere. Ovviamente non ci riuscì- si fermò un secondo per riprendere il contegno e continuò. -Quello che voglio dirti è che sì, era una Purosangue ma sul serio Harry, se lei fosse qui non esiterebbe neanche un minuto per aiutarti. Aveva capito i suoi errori, solo che non ha avuto il tempo per rimediare-
 
-Ti manca molto, vero?- chiese Harry, colpito da come Alyssa si fosse aperta con lui.
 
-Manca da morire- confermò lei, guardandolo. -Mi manca leggere le Fiabe di Beda il Bardo con lei, bere succo di zucca quando mi svegliavo nella notte per qualche incubo e giocare con le bambole, sotto il suo occhio vigile. Anche quando era stanca per via della malattia mi accompagnò a Diagon Alley per prendere i libri ma sono certa, lo fece solo per mangiare il gelato alla zucca di Florian Fortebraccio con me-
 
-Non penso che la tua famiglia sia terribile- disse Harry, guardandola. -Non devi giustificare nessuno-
 
-Non la sto giustificando, ti sto raccontando come era con me. So che mio padre te ne racconterà un'altra e intendiamoci, non saranno fandonie perché Walburga Black, era esattamente ciò che ti dirà e volevo che tu sapessi come fosse cambiata nel tempo- gli spiegò, sorridendo e Harry notò un luccichio nostalgico nei suoi occhi.
 
Fece per rispondere ma una serie di gufi bussarono alla finestra del salotto, per cui Alyssa fu costretta ad andare da loro per farli entrare. Harry si sedette sul divano e Alyssa lo raggiunse con la sua lettera, memore delle parole che la McGranitt le aveva detto qualche mese prima. Aveva studiato molto e si era impegnata, riuscendo ad arrivare ai livelli della sua amica e quella spilla da prefetto, avrebbe reso fiera sua nonna anche se non era più con lei. L'aprì ma prima che potesse leggere qualsiasi cosa, l'urlo di gioia di Hermione la fermò, costringendola ad alzare lo sguardo sulla sua figura.
 
-Prefetto! Oddio non ci posso credere- esclamò Hermione, con tono orgoglioso.
 
-Neanche io- mormorò Ron, che con mani tremanti stringevano una spilla.
 
Fred e George si guardarono e in un lampo raggiunsero il fratello, il quale era ancora frastornato dalla notizia. Uno strappò la spilla dalle sue mani mentre l'altro, raccolse la lettera caduta a terra.
 
-Impossibile, Silente deve essere impazzito. Sempre detto che era fuori di testa- esclamò Fred, rimirando la spilla tra le dita per vedere se fosse falsa o meno.
 
-Ben detto fratello- rispose George, leggendo la lettera. -Eravamo sicuri che sarebbe stato Harry il prefetto!- disse, non nominando Alyssa e lanciandole un'occhiata, la quale era ancora seduta sul divano con il foglio di pergamena tra le dita.
 
-Alyssa, mi presti Beri per avvisare i miei genitori?- chiese Hermione, guardandola. -Non sanno cosa significa però è comunque un grande traguardo-
 
-Oh...sì...certo- rispose Alyssa, frastornata. -Sì, è in camera mia. Vai pure-
 
Hermione uscì dal salotto e Alyssa udì perfettamente, i passi della sua amica salire le scale. Molly tornò in salotto con il succo di zucca e l'occhio le cadde sulla spilla che Fred osservava con attenzione, quando si accorse che la madre lo stava guardando sorpresa, lanciò l'oggetto a Ron e scosse il capo offeso.
 
-Non è mia! È di Ron-
 
-Sia mai che diventi una persona seria vero?- disse Molly con tono sarcastico. Ci mise un po' a recepire il messaggio è quando ciò accadde, la donna guardò il suo sestogenito sorridendogli orgogliosa. -Oh per Merlino, mio figlio è prefetto!- lasciò la caraffa a Kreacher senza stare attenta e buona parte del contenuto, finì in faccia all'elfo che borbottò contrariato. -Questa sera dobbiamo assolutamente festeggiare!-
 
Alyssa guardò la scena e arricciò le labbra, Harry la osservò ma non disse nulla. Lui non poteva capire i pomeriggi interi spesi sui libri e la sua diligenza nella scuola, visto come fossero i suoi voti. Si alzò e fu allora che incontrò lo sguardo del nonno, Orion le fece segno di seguirlo nel suo ufficio e ben presto si ritrovarono al suo interno.
 
-Di cosa vuoi parlarmi, nonno?- chiese Alyssa, guardando il nonno confusa.
 
-Ci sei rimasta male che non hai avuto la carica di prefetto, ho pensato bene di portarti via dai primi festeggiamenti- spiegò Orion, tranquillo.
 
Alyssa lo fissò sorpresa e lo ringraziò con un mezzo sorriso, prima di sedersi di fronte a lui.
 
-Anche se non sei prefetto cara- disse Walburga, guardandola. -Sei una fantastica studentessa e devi essere fiera delle tue doti-
 
La ragazza si voltò verso il quadro e solo quando sentì la voce di sua nonna, si rese conto di avere gli occhi appannati da lacrime. Tutta la sua vita scolastica era in funzione di rendere fieri i suoi nonni e quel mancato traguardo, era una sconfitta non indifferente per lei.
 
-Alyssa, quest'anno pensa a studiare per i G.U.F.O e vedrai che alla prossima lettera da Hogwarts, diventerai prefetto. E so cosa pensi ma noi saremo sempre fieri di te, pensa che quando avete vinto contro Durmstrang-Beauxbatons tuo padre era così orgoglioso, che ha cantato l'inno di Grifondoro per una settimana. L'inno di Grifondoro in questa casa, ti rendi conto di cosa ho dovuto sopportare?- chiese con finto tono offeso.
 
Alyssa sorrise intenerita dall'espressione divertita del nonno e immaginò suo padre saltellare per casa, cantando Godric Grifondoro.
 
-Beh grazie però devi sapere che non è stata tutta farina del mio sacco, Terrence mi ha dato un grande aiuto agli allenamenti. Sapevi che è il capitano più giovane di Hogwarts?-
 
-Ma che bravo- disse Orion, laconico.
 
-Si vero? Poi è un bravissimo stratega! La sua unica pecca è avere Malfoy come cercatore. Già, tu non l'hai visto ma Draco è davvero uno schifo a giocare a Quidditch-
 
Orion ascoltò i complimenti che la nipote stava facendo al figlio di Higgs e dovette far fronte a tutta la sua pazienza, per non rispondere a tono. Lei non sapeva cosa faceva Ares durante la guerra e anche se lo avesse saputo, era certo che non avrebbe tagliato i rapporti con il figlio se per lei era una persona interessante da conoscere. Alyssa continuò ad elogiare il ragazzo e fu solo grazie all'interruzione di Sirius, che smise con grande felicità di Orion. I due guardarono l'uomo confusi ma questo li ignorò e si sedette accanto alla figlia, prendendole le mani tra le sue e guardandola negli occhi.
 
-I prefetti non servono a nulla, tesoro mio. Essere un prefetto era solo una gran rottura di scatole- le disse con tono rassicurante. -Non serve che tu lo diventi, anzi, io sarei più orgoglioso se uscissi di nascosto dal castello per andare nella Foresta Proibita-
 
-Ma sei scemo?-
 
-Tranquillo, tanto lo ha già fatto- rispose come se fosse la cosa più normale del mondo. -Il punto è che saremo sempre fieri di te mia piccola aquilotta e l'importante, è che lo sappiamo noi, gli altri non contano. Specie se sono luride serpi-
 
-Ti ricordo che anche io e tua madre eravamo Serpeverde- disse Orion piccato, ignorando l'affermazione sulla nipote e la Foresta Proibita.
 
-Ops-
 
Orion alzò gli occhi al cielo e Alyssa finalmente rise di gusto, guardandoli punzecchiarsi a vicenda. Sirius sorrise di riflesso nel vederla finalmente un po' più spensierata e stessa cosa fece Orion.
 
-Quindi eri un prefetto?- chiese Alyssa, guardando suo padre sorridendo.
 
Sirius rise e scosse il capo. -Prefetto io? No, Dahlìa lo era. Per carità, era comodo perché potevo utilizzare il bagno dei prefetti con lei ma ogni volta che c'era qualche festa, era sempre scelta per controllare che i preparativi procedessero come dovevano-
 
-Utilizzavi il bagno dei prefetti con lei?- chiese Alyssa, ghignando. -Se tu lo facevi non vedo perché non possa farlo anche io con Theodore-
 
Sirius si strozzò con la sua stessa saliva mentre Orion scoppiò prima a ridere, poi si rese conto che a dirlo era stata sua nipote e tornò subito serio.
 
-Che c'è, nonno? Anche tu hai utilizzato il bagno dei prefetti con la nonna?- chiese con tono innocente.
 
I secondi che Orion spese prima di rispondere, fecero intendere a Sirius e ad Alyssa che sì, anche lui aveva sfruttato la carica da prefetto per scopi personali.
 
-Questa conversazione ha preso una piega che non mi piace- borbottò Sirius, imbarazzato. -E ribadisco, niente sesso per te prima del matrimonio. Anzi, neanche dopo e tu- disse, indicando Orion con tono accusatorio. -Ti proibisco di iniziare a raccontare i tuoi aneddoti con quella strega di mia madre! Voglio continuare a pensare che mi ha portato una cicogna cieca da voi-
 
~
 
Brindarono alla nuova carica di Hermione e Ron e sorrise, veramente felice per loro. Ci aveva messo tutto il pomeriggio per rendersi conto di stare esagerando e che quella in fondo, fosse soltanto una carica scolastica. Erano seduti attorno al tavolo della cucina, l'unico che potesse contenere tutti gli invitati di quella sera e chiacchierava con Harry dell'imminente ritorno a Hogwarts. A quanto pareva, lui non era stato scelto come capitano della squadra di Grifondoro e questo, lo fece sentire come se non avesse combinato nulla di buono a scuola. A Harry non importava nulla della carica di prefetto, era il Quidditch il suo unico pensiero scolastico. Si voltò quando sentì Bill parlare del famoso bagno dei prefetti, un luogo dove puntualmente tutte le prefetti avevano invitato le amiche per lunghe chiacchierate in ammollo nell'acqua.
 
-Hermione mi farai usare il bagno dei prefetti?- chiese Alyssa, con tono innocente.
 
-No!- risposero in coro Orion e Sirius.
 
Remus sghignazzò e fece l'occhiolino alla figlioccia, consapevole del discorso sul sesso che il suo migliore amico aveva provato a fare alla figlia. Quando gliel'aveva raccontato aveva riso per giorni e com'era giusto che fosse, consigliò alla ragazza di punzecchiarlo con le sue stesse esperienze giovanili. Ciò che aveva sorpreso Remus, fu vedere che anche Orion aveva qualcosa da nascondere dei suoi anni a Hogwarts. Più passava il tempo e più conosceva l'uomo che per anni era stato etichettato come nostro, constatando quanto in realtà fosse molto simile a Sirius. O meglio, Sirius era simile a lui.
 
-Beh comunque per me non c'è alcun problema- disse Hermione, confusa dalla reazione dei due uomini. -Dicono che sia così comodo-
 
-Oh sì lo è- disse Harry, annuendo. -Anche se Mirtilla Malcontenta sbircia i ragazzi-
 
-Cos'hai detto?- chiese Bill, guardandolo sorpreso.
 
-Ah sì lo so- disse Hermione con tono spicciolo. -Me l'ha detto un giorno, li ha spiati tutti, sono anni che lo fa-
 
-Oddio...sono stato visto nudo da un fantasma- esclamò Bill, improvvisamente imbarazzato.
 
-Ha spiato...tutti tutti?- chiese Sirius, preoccupato.
 
-Oh si, mi ha detto che ne ha viste di certe...una volta mi ha raccontato di una coppia ch...-
 
-Chi vuole un po' di torta?- l'interruppe Orion, scuro in volto. -Kreacher, porta la torta. Veloce-
 
Alyssa aveva le lacrime agli occhi dal ridere e anche Remus non era da meno. L'uomo alzò lo sguardo e incontrò quello di Ninfadora, che lo osservava ridendo come gli altri. Si fermò ad ammirare quel viso che lo aveva attirato da subito e dovette utilizzare tutta la sua forza di volontà, per distogliere lo sguardo da lei.
 
-Remus?- lo richiamò Alyssa, ghignando.
 
-Sì?- borbottò lui, preoccupato dall'espressione della ragazza.
 
-Darà una grossa mano eh...-
 
-Sei figlia di Sirius, ho la conferma adesso-
 
***
 
Il binario nove e tre quarti aveva sempre un suo fascino, sia per chi partiva che per chi accompagnava soltanto. Chiunque aveva un legame con Hogwarts e ogni primo settembre, tutti erano immersi in ricordi ed immaginazione. Alyssa era accanto a suo nonno, poco distante da loro Harry, Ron e Hermione stavano salutando Molly Weasley e un meticcio che scodinzolava festoso. Salutò Tracey Davies, che stava salendo sul treno con sua sorella Lise e si mise a scrutare le persone per cercare qualche suo amico. Julius Nott si era avvicinato a loro con Theodore al seguito e la ragazza sorrise spontanea nel vedere il ragazzo, Orion dovette salutarlo come se nulla fosse e con Julius, si mise a chiacchierare degli ultimi avvenimenti in Francia.
 
-Buongiorno, Alyssa- disse Theodore, sorridendole.
 
-Buongiorno, Theodore- rispose lei, immaginando i pensieri che si nascondevano dietro quel sorriso.
 
Nessuno dei due aveva infatti voluto rinunciare al viaggio con i propri amici, Theodore non voleva passare l'intera giornata in mezzo ai filobabbani e lei di contro, non la voleva passare con quelli che reputava dei razzisti. Aveva provato a convincerlo a fare metà viaggio con un gruppo e la restante con l'altro ma nulla. Quel sorriso quindi nascondeva l'impazienza dei baci che si sarebbero scambiati a Hogwarts, nella speranza di trovare del tempo da soli, senza gli amici di nessuno dei due.
 
-La mia piccola Black indifesa- urlò l'inconfondibile voce di Lavanda, alle sue spalle.
 
-La mia piccola salvatrice Brown- esclamò Alyssa, voltandosi verso di lei.
 
Da quando era stata aggredita dallo squilibrato che si spacciava per Moody, Lavanda aveva preso a chiamarla in quel modo e Alyssa, non era da meno chiamandola salvatrice. Era stata infatti la bionda, a convincere le altre ad andarla a cercare quella sera e, anche se lo diceva in modo scherzoso, le era davvero riconoscente. Le due ragazze si abbracciarono, in barba a Julius Nott che le guardava infastidito da quei modi di fare espansivi.
 
-Lo sai che Branimir mi ha scritto questa estate?- disse Lavanda, non appena si staccò dall'amica.
 
-Che schifo-
 
-Alyssa!- l'ammonì Orion, guardandola truce e indicandole con un cenno del capo Julius e Theodore.
 
Lavanda lanciò un'occhiata a Theodore, che guardava le due con un sorriso, interpretato dalla ragazza come falso e salutò l'amica, con l'intenzione di andare a cercare dei posti a sedere sul treno. Alyssa si voltò verso il ragazzo e si trattenne, dall'esprimere tutto il suo disappunto. Da quando Lavanda aveva detto a Malfoy di non corrispondere i suoi sentimenti, Theodore aveva iniziato a trattare la sua amica con sufficienza, cosa che odiava profondamente. Sirius tornò da loro e si avvicinò alla figlia per farsi accarezzare, la ragazza riempì il cane di coccole e sospirò esasperata, quando lo vide provare ad azzannare prima Julius poi Theodore.
 
-Scusatelo, è un cane geloso- esclamò Orion, tenendo Sirius dal guinzaglio.
 
-Mh, vedo- disse Julius, poco convinto.
 
-Saliamo sul treno, Alyssa?- chiese Theodore sorridendole.
 
La ragazza annuì e salutò i suoi familiari calorosamente, con la promessa di rivedersi a Natale, poi salì con il ragazzo sul treno. Theodore osservò suo padre e il signor Black allontanarsi e solo quando fu certo di non avere gli occhi dei due addosso, trascinò Alyssa nel bagno del vagone.
 
-Ma che...?-
 
Theodore non la fece parlare e si fiondò sulle labbra della ragazza, baciandola appassionatamente. Alyssa gli circondò il collo con le braccia e rispose con altrettanta veemenza. Era dal trasferimento di Harry a Grimmauld Place che i due ragazzi non si vedevano e la distanza, l'avevano sofferta entrambi. Theodore la strinse a sé accarezzandole la schiena e lei, infilò le dita tra i suoi capelli, lui passò a lasciarle una serie di baci sul collo e solo a quel punto la ragazza si staccò dalla sua presa per non perdere il suo autocontrollo.
 
-Okay, ho già capito- esclamò Theodore, sospirando.
 
Alyssa sorrise divertita dall'espressione affranta del ragazzo e gli diede un bacio a fior di labbra. -Tra poco saremo a Hogwarts e non avremo Kreacher tra i piedi-
 
-E quel tuo cane soprattutto! Mi piacciono gli animali ma lui...mi odia a prescindere- borbottò Theodore, memore del pomeriggio a Diagon Alley con il cane della ragazza interposto tra loro.
 
Alyssa represse una risata e lo prese per mano, trascinandolo con sé fuori dal bagno. Il treno nel frattempo era partito e i due, si misero alla ricerca degli amici di lei.
 
-Sei stato tu a dire a Branimir dove abita Lavanda?- chiese Alyssa, dopo aver controllato uno scompartimento.
 
-Diciamo che ho consigliato a Draco di farlo- rispose lui, ghignando.
 
-Complimenti, molto adulto da parte tua- esclamò la ragazza, guardandolo torva. -Se ti avessi detto di no io la sera di Natale cosa avresti fatto? Mi lanciavi nelle acque del Lago Nero?-
 
-Per te sono troppo affascinante, non potevi dirmi di no- rispose lui, avvicinandosi a lei per un altro bacio ma questa di spostò.
 
-Sono seria, è un comportamento maschilista oltre che da ragazzini-
 
-Andiamo, tanto ci sono i suoi amici filobabbani che possono mandargli caccabombe no?-
 
-Sono anche miei amici Theo! E si, saranno costretti a farlo ma solo a causa vostra-
 
Theodore sospirò irritato e chiuse gli occhi per darsi una calmata, tutto voleva meno che litigare con lei, soprattutto dopo quasi un mese che non si vedevano. Li riaprì e guardò la ragazza, osservare il paesaggio fuori dal finestrino.
 
-Okay senti- disse, costringendola a voltarsi verso di lui. -Lasciamo perdere va bene? Torniamo ad essere solo io e te?- le chiese, guardandola negli occhi.
 
Alyssa annuì ma la sua espressione tradiva ben altri pensieri, tuttavia non disse nulla, preferendo il quieto vivere. -Va bene, ora però vado a cercare Lavanda, è dal matrimonio di Fresia che non ci vediamo-
 
Theodore le sorrise e annuì, dandole un bacio sulla fronte. Alyssa si mise sulle punte e lo baciò, sugellando così la tregua che avevano appena proposto.
 
~
 
Lavanda aveva raccontato di come era stata costretta a chiedere aiuto ad Eliot, per non ricevere più lettere dal bulgaro. Il marito di sua sorella infatti aveva mandato una strillettera che a detta sua, se la sarebbe ricordata per tutta la vita. Nonostante ciò Fred e George stavano organizzando un invio massivo di caccabombe così, per il gusto di farlo e Alyssa rise fino alle lacrime, quando Lavanda raccontò di come Branimir avesse poi deciso di lasciarla.
L'ora di pranzo era passata da un po' e i ragazzi avevano mangiato con gusto i sandwich al Pastrami, che Kreacher aveva preparato appositamente per loro.
Lavanda si addormentò con il capo appoggiato alla spalla di Fred e George e Lee ne approfittarono, disegnandole i baffetti.
 
-Vado a prendere qualcosa dal carrello, voi volete?- chiese Alyssa, alzandosi dal suo posto.
 
-Una stecca di liquirizia- disse Lee, sorridendole.
 
Alyssa annuì e uscì dallo scompartimento per avviarsi lungo il corridoio, alla ricerca del carrello. Incontrò Ginny e Michael lungo il suo cammino ma, da come il ragazzo stesse baciando la sua amica, aveva optato per non interromperli e continuare la ricerca della signora dei dolciumi. Superò un gruppo di studenti del secondo anno e finalmente lo trovò, sorridendo quando vide la donna battibeccare con un ragazzo.
 
-Una brioche di zucca-
 
-Mi dispiace caro, sono terminate-
 
-Zuccotti di zucca?-
 
-Finiti-
 
-Pasticcini alla zucca-
 
-Anche quelli-
 
-Succo di zucca-
 
-Quello c'è l'ho!- esclamò la donna del carrello, sorridendo vittoriosa.
 
-Sia lodato Merlino- rispose, con tono divertito.
 
La donna gli passò la bevanda e il ragazzo si voltò, per tornare al suo posto. Tuttavia si fermò all'istante, quando incontrò lo sguardo divertito della ragazza e sorrise di riflesso. Era dalla fine della scuola che non la vedeva e ritrovarsela di fronte, con il suo solito sorriso lo fece stare subito meglio.
 
-Se aspetti ho una brioche di zucca nella borsa- disse Alyssa, sorridendo.
 
-Potrei accettare effettivamente- rispose, divertito.
 
-Fossi in te accetterei, se no dovrai aspettare domattina per avere una dose di dolcetti alla zucca- rispose come fosse una cosa ovvia e si avvicinò al carrello, per prendere delle stecche di liquirizia e una confezione di gelatine tutti i gusti +1.
 
Quando la donna le diede i dolci, Alyssa si avviò con Terrence verso il suo scompartimento. La ragazza aprì la scatola delle gelatine, e la offrì all'amico ma questo declinò.
 
-Dopo aver trovato la gelatina al gusto di vomito ho l'odio per quelle caramelle- disse Terrence, storcendo il naso.
 
-Ma io sono coraggiosa e le mangio lo stesso- disse divertita e ne prese una a caso, trovando quella al gusto di caccole. Fece una smorfia e Terrence rise, guardandola.
 
Alyssa rise con lui e si spostò per far passare due ragazzini.
 
-Capisci perché non le mangio?- le chiese ridendo e arrivarono allo scompartimento della ragazza. Terrence lanciò un'occhiata al suo interno e fu piacevolmente sorpreso, nel non trovare Nott. -Ma Nott?- chiese incapace di trattenersi.
 
-Lui non vuole stare con i filobabbani ed io non voglio stare con dei razzisti- rispose con un'alzata di spalle ma Terrence, notò comunque il dispiacere nei suoi occhi.
 
Alyssa aprì la sua borsa, prese la brioche di zucca e la diede al ragazzo per poi salutarsi. Quando Terrence fu lontano, Alyssa si andò a sedere accanto George e il ragazzo la fissò sorpreso.
 
-Hai donato la tua unica brioche di zucca?-
 
-La mangerò domani a colazione-
 
***
 
Salì i gradini che portavano alla Sala d'Ingresso e un sorriso spontaneo le comparì sulle labbra, erano finalmente tornati a casa. Lavanda la prese sottobraccio e quando furono all'interno della Sala Grande, Ginny le raggiunse e insieme presero posto al tavolo di Grifondoro, salutando calorosamente Sir Nicholas. Alyssa fece segno a Harry, Ron e Hermione di sedersi con loro e il trio, non se lo fece ripetere. Hermione salutò Brian Grinston con un cenno della mano e arrossì quando incontrò gli sguardi divertiti di Lavanda e Alyssa.
 
-Secondo Lunatica Lovegood Harry è sano di mente quanto lei- esclamò Ron, sghignazzando.
 
-Sei a cavallo allora Harry- disse Lavanda, ridacchiando.
 
Alyssa e Ginny risero mentre Fred, George e Lee prendevano posto accanto a loro.
 
-Avete visto che non c'è Hagrid?- chiese Harry, ignorando le risatine degli altri.
 
-Sì ho visto. Meglio, la Caporal è decisamente meglio- disse Alyssa, sollevata di non dover più lavorare con gli schiopodi.
 
-Non è vero!- risposero in coro Harry, Ron e Ginny.
 
Alyssa, Lavanda e Hermione si guardarono ma non risposero. Lavanda era ancora memore, dello schiopodo che l'aveva attaccata l'anno prima.
 
-E quella tappa chi è?- chiese Fred, guardando una donna seduta accanto a Silente.
 
Questa era decisamente più bassa del normale e aveva una tunica rosa con un cappellino coordinato, la donna sorrise e Alyssa notò i denti affilati.
 
-Lavanda, tu che sei la specialista di moda- disse Ron, guardando la ragazza. -Pensi che sia la nuova tendenza di Hogwarts?-
 
-Mah guarda Weasley- esclamò Lavanda, con tono professionale. -Stando al Settimanale delle Streghe e alla mia innata esperienza nel campo della moda, posso affermare senza ombra di dubbio che quei vestiti possono essere tranquillamente buttati. Consiglio invece la moda seguita da Piton, più lugubre e raffinata-
 
Il gruppo rise di gusto ma Harry non si unì all'ilarità generale, era piuttosto interessato a quella donna dall'aria per lui familiare.
 
-Lei era alla mia udienza!- esclamò Harry, ricordandosi improvvisamente di lei.
 
-Ah quindi lavora per il Ministro Caramello- disse Lavanda, aguzzando lo sguardo per osservarla meglio. -Eliot la chiama così- si giustificò, quando notò le occhiate degli altri.
 
La McGranitt posò il cappello parlante sul solito sgabello e tutta la Sala rimase in silenzio per ascoltare la nuova canzone. Questa volta però fu diversa dal solito, sembrava più che volesse consigliare gli studenti sia anziani che matricole a stare in guardia e ad unirsi tra loro. Alyssa e Hermione si guardarono confuse e solo quando terminò di cantare la filastrocca, ne parlarono preoccupati.
 
-Sente che il Ministero vuole mettere bocca sugli affari di Hogwarts- esclamò Alyssa, guardando la donna a fianco a Silente.
 
Hermione annuì e attesero con impazienza il discorso di Silente, all'improvviso né Alyssa né tantomeno Lavanda avevano voglia di scommettere sulle case dei nuovi studenti. Aspettarono che anche l'ultima ragazzina venisse smistata e trattennero il fiato, quando videro Silente avvicinarsi al leggio.
 
-Benvenuti ai nuovi arrivati e ai vecchi...beh bentornati- Silente attese che gli studenti finissero di applaudire e continuò. -Un altro anno sta per iniziare e mi duole avvisarvi e ricordarvi, che il corridoio del terzo piano è proibito a tutti gli studenti, come anche la Foresta Proibita e Hogsmeade per i ragazzi del primo e del secondo anno. Inoltre Gazza mi rammenta di ricordarvi che ci sono oggetti severamente vietati, un esempio è il frisbee zannuto ma per gli altri quattrocentoventinove oggetti, potete andare nel suo ufficio a controllare. Diamo di nuovo il bentornato alla professoressa Caporal, che terrà le lezioni di Cura delle Creature Magiche fino a che non tornerà il professor Hagrid- i ragazzi applaudirono sollevati. -E diamo invece il benvenuto alla nuova professoressa di Difesa Contro Le Arti Oscure Dolores Umbridge. Per i provini del Quidditch invece...-
 
La donna si schiarì la voce a tono alto e Silente fu costretto a voltarsi verso di lei. L'uomo parve stupito di essere stato interrotto ma alla donna, non interessò minimamente e si alzò per raggiungerlo.
 
-Grazie, preside per le sue parole di benvenuto- disse sorridendo. -Essere di nuovo a Hogwarts è per me molto emozionante, anche io come voi ero seduta al tavolo della mia casa e le vostre faccette felici che mi guardano mi rendono estremamente raggiante-
 
-Tu sei felice?- sussurrò Alyssa, guardando Lavanda.
 
-Felicissima guarda- disse inespressiva. -Non vedi il mio sorriso?-
 
Alyssa sghignazzò e tornò a osservare la nuova professoressa.
 
-Non vedo l'ora di conoscervi tutti e sono certa che saremo ottimi amici-
 
-Ma infatti, invitiamola alla Testa di Porco e lasciamola alle grinfie della vecchia capra di Aberforth- sussurrò Fred, facendo ridacchiare gli amici.
 
-Il Ministero della magia ha sempre considerato l'istruzione dei giovani maghi e streghe di vitale importanza. Le antiche abilità della comunità dei maghi, si deve trasmettere alle nuove generazioni. Bisogna trovare quindi un equilibrio tra la tradizione, e l'innovazione. Il progresso, per amore del progresso deve essere scoraggiato e per questo, alcune vecchie abitudini verranno mantenute mentre altre, ormai obsolete, devono essere abolite a favore di altre. Bisogna conservare ciò che va conservato, perfezionare ciò che deve essere perfezionato e tagliare, là dove le abitudini errate-
 
Silente la ringraziò e tutti, furono costretti ad applaudire le parole della nuova professoressa di Difesa. Alyssa vide la McGranitt storcere il naso, mentre applaudiva forzata.
 
-Illuminante- esclamò Hermione a bassa voce, quando il cibo si palesò davanti ai loro occhi.
 
-Decisamente illuminante- convenne Alyssa, scura in volto. -Il progresso deve essere scoraggiato? Priscilla Corvonero si sta rivoltando nella tomba, se potesse verrebbe a prenderla a calci-
 
-Ed io l'aiuterei- concordò Hermione, minacciosa. -Avevi ragione tu comunque, il Ministero vuole mettere bocca negli affari di Hogwarts-
 
~
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
 
Eccoci qui! Scrivere questo capitolo è stato difficile per me e non perché non sapessi cosa doveva accadere. Semplicemente ho avuto un periodo di scoraggiamento totale che per fortuna, è durato poco. Avevo detto che questo doveva essere un altro capitolo di vacanze scolastiche ma ci ho riflettuto bene e alla fine, ho preferito tagliare un po' le vacanze, questo perché a Grimmauld Place non avvengono i numerosi capitoli sulla pulizia della casa perché ovviamente non è mai stata abbandonata. Per quanto riguarda Harry invece, accade ciò che racconta la Rowling e quindi era anche un po' noioso per me scrivere di cose che lei ha già detto.
Tornare a Hogwarts era la scelta migliore per i nostri ragazzi!
 
Sono curiosa dei vostri pareri soprattutto sulla visione di Lavanda.
 
Direi che ho detto tutto, fatemi sapere cosa ne pensate.
 
Al prossimo capitolo
_L_Black_

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Capitolo 43
*** Capitolo 42 - Marchiati ***


Capitolo 42
 
La prima giornata di lezioni si era rivelata esattamente come se l'era immaginata, i professori li avevano riempiti di compiti già ai primi minuti di lezioni e Alyssa, aveva iniziato il tema di Storia della Magia già all'ora di pranzo. Lavanda l'aveva presa in giro ma di contro, aveva iniziato anche lei a scrivere il diario dei sogni che la Cooman aveva affibbiato ai suoi alunni. Alyssa era certa che sui sogni di Lavanda, la Cooman aveva di che divertirsi, visto le chiacchierate che la ragazza aveva con i defunti.
Stavano proprio parlando di quel diario, quando entrarono nell'aula di Difesa Contro le Arti Oscure e si sorprese, nel non trovare gli studenti di Serpeverde ma bensì i ragazzi di Corvonero.
 
-Ma i Serpeverde?- chiese Alyssa, confusa.
 
-Non hai letto la modifica?- ribatté Lavanda, mentre cercava Anthony con lo sguardo. -Da quest'anno abbiamo Difesa con i Corvonero e Incantesimi con i Serpeverde-
 
-Starai accanto a me, ti dà fastidio?- le disse Hermione, circondandole le spalle con il braccio. -Credo proprio che Lavanda siederà accanto al bel Goldstein- disse sghignazzando.
 
-Il nome Brian Grinston ti dice nulla, Herm?- controbattè Lavanda, ghignando.
 
-Brian Grinston? Che vuole Brian Grinston?- chiese Ron, avvicinandosi a loro.
 
-Niente!- esclamò Hermione a voce alta e prese Alyssa per un braccio, trascinandola al secondo banco.
 
Alyssa vide Harry e Ron lanciarsi un'occhiata confusa e sghignazzò, mentre prendeva posto. Come aveva predetto Hermione, Lavanda andò a sedersi a fianco ad Anthony ed Harry e Ron, scelsero il banco accanto al loro. Della Umbridge non si vedeva neanche l'ombra e Hermione, ne approfittò per raccontarle di come Brian l'avesse fermata prima di pranzo, per invitarla ad andare a Hogsmeade con lui.
 
-E tu?- chiese Alyssa, interessata. -Ci andrai?-
 
-Non lo so- borbottò la ragazza, lanciando un fugace sguardo al banco di Harry e Ron.
 
Alyssa alzò gli occhi al cielo e fece per risponderle ma la porta dell'aula si aprì, lasciando entrare una donna con la sua ormai immancabile veste rosa e il suo cardigan coordinato. Lanciò un'occhiata a Lavanda e la vide arricciare le labbra disgustata ma fu solo un attimo, prima che Anthony la facesse tornare in sé.
 
-Buon pomeriggio ragazzi- esclamò la donna.
 
-Buon pomeriggio- borbottarono i ragazzi.
 
La Umbridge si fermò di colpo e arricciò le labbra, irritata. -Così non va, ripetete utilizzando la frase "Buon pomeriggio professoressa Umbridge". Suvvia, fatelo per me-
 
-Psicopatica- borbottò Terry Boot alle sue spalle, camuffandolo con un colpo di tosse.
 
Alyssa e Hermione si guardarono per un secondo divertite, prima di sfoderare il loro migliore sorriso. -Buon pomeriggio, professoressa Umbridge-
 
La Umbridge sorrise vittoriosa e posò la sua borsetta sulla scrivania. -Via le bacchette-
 
Le due ragazze si guardarono di nuovo, prima di riporre le proprie bacchette ed estrarre piuma, inchiostro e pergamena. La Umbridge nel frattempo, tirò fuori dalla borsa una bacchetta, anche quella più corta del normale, per avvicinarsi poi alla lavagna. Le diede un colpetto e subito apparve una scritta.
 
Difesa Contro le Arti Oscure
Ritorno ai principi base
 
-L'insegnamento di questa materia è stato discontinuo e frammentario- Alyssa annuì facendo una smorfia, al ricordo delle lezioni di Allock. -Il continuo cambio d'insegnanti, molti dei quali pare non seguivano alcun programma approvato dal Ministero, ha purtroppo sortito l'effetto di porvi assai sotto la media che ci aspetteremmo di vedere nell'anno dei G.U.F.O.- si avvicinò al banco dov'erano sedute Calì e Lisa e sorrise, sfoderando i suoi dentini affilati. -Ma questi problemi saranno risolti. Il corso di Difesa che seguirete quest'anno è fondato sullo studio della teoria, oltre che approvato dal Ministro stesso- tornò alla lavagna e le diede un altro colpetto, facendo apparire gli "Obiettivi del corso". Gli studenti copiarono in fretta i tre obiettivi di quell'anno e, quando la Umbridge si accorse che tutti avevano terminato di scrivere, continuò. -Avete tutti Teoria della magia difensiva?- ci fu un flebile mormorio di assenso e la donna, alzò gli occhi al cielo spazientita. -Quando vi faccio una domanda, gradirei avere una risposta, che sia un sì o che sia un no, riproviamoci. Avete tutti Teoria della magia difensiva?-
 
-Sì, professoressa Umbridge-
 
-Bene- disse, sorridendo amabile. -Vorrei che apriste il libro e leggeste il primo capitolo-
 
La Umbridge si andò a sedere dietro la cattedra, Alyssa le lanciò un'occhiata prima di mettersi a leggere come i suoi compagni. Passarono alcuni minuti, prima di sentire Hermione accanto a lei che si drizzava, per ottenere l'attenzione della professoressa. Alyssa la guardò confusa e attese come gli altri, che la donna le desse il permesso di parlare. La Umbridge provò a ignorarla ma quando si rese conto, che anche le due ragazze della prima fila si erano voltate a osservare la compagna, fu costretta a prendere in mano la situazione.
 
-Voleva chiedere qualcosa in merito al capitolo, cara?-
 
-Non a proposito del capitolo, quanto più agli obiettivi del corso- rispose Hermione, prontamente.
 
-Il suo nome?-
 
-Hermione Jean Granger-
 
-Beh signorina Granger, direi che gli obiettivi sono perfettamente chiari, basta leggere attentamente- le rispose dolcemente.
 
Le labbra di Hermione si strinsero fino a diventare una linea sottile. -Non mi pare- disse, in tono brusco. -Non parla dell'utilizzo pratico degli incantesimi difensivi-
 
-Usare incantesimi difensivi?- esclamò la donna, ridacchiando. -Ha paura di essere aggredita a Hogwarts?-
 
-A Hogwarts no ma a Diagon Alley...- borbottò Terry, dietro di loro.
 
Alyssa gli lanciò un'occhiata d'approvazione ma dovette voltarsi subito, per non finire nel mirino della Umbridge.
 
-Non useremo la magia?- chiese Ron, sbalordito.
 
-Se volete parlare, dovete alzare la mano!-
 
-Ma professoressa, lo scopo del corso è anche farci esercitare negli incantesimi difensivi!- continuò imperterrita, Hermione.
 
-Siccome lei non è un'esperta di istruzione del Ministero, non è qualificata per decidere quale è lo scopo di questo corso-
 
-La teoria non ci servirà se verremo attaccati!- chiese Harry, ad alta voce.
 
-La mano!-
 
-È come dice Harry però!- esclamò Dean, infervorandosi.
 
-La mano, signor Thomas!- ribatté la donna, esasperata. -Professori irresponsabili e ibridi pericolosi non vi hanno insegnato in modo adeguato!-
 
-Il professor Lupin- sibilò Alyssa, ostentando un tono indifferente. -È stato il miglior professore che abbiamo avuto finora-
 
-La mano, Black!- le disse, senza tante remore. -Non vi imbatterete in nessun Mago Oscuro durante la vostra vita, è inutile che voi sappiate usare questi incantesimi!-
 
-Strano, Lord Voldemort l'ho incontrato giusto qualche mese fa- disse Harry, guardandola truce.
 
-Dieci punti in meno a Grifondoro- disse la Umbridge, irritata. -Vi è stato detto, che un mago oscuro è tornato ma questa...-
 
-È tornato!-
 
-È una bugia!-
 
-Non è una bugia! È tornato ed io l'ho visto-
 
-Punizione, signor Potter. Domani alle cinque nel mio ufficio- scrisse un bigliettino e lo passò al ragazzo, che nel frattempo si era alzato per avvicinarsi a lei. -Vada dalla McGranitt e le dia questo-
 
Harry afferrò il foglietto e fece per uscire dalla stanza ma prima di mettere piede fuori da lì, si voltò di nuovo verso la donna, con le mani che gli tremavano di rabbia.
 
-Se per lei Cedric Diggory è morto così, da solo, in un tragico incidente è solo una stolta. Creda pure alle sue fandonie-
 
-FUORI!-
 
Harry uscì e nell'aula cadde il silenzio, alcuni si rifiutarono di riprendere a leggere mentre altri, preferirono seguire le direttive della donna. Dal canto suo, Alyssa osservò quella donna, con le mani che fremevano per darle uno schiaffo e toglierle quel sorriso che di dolce non aveva nulla. Alzò la mano e attese che la donna se ne accorgesse. La Umbridge la guardò e ad Alyssa, parve vedere la gli angoli della bocca vacillare dal nervosismo.
 
-Si, signorina Black?- le chiese, con tono carezzevole.
 
-Mettiamo caso, che non sia un mago oscuro ad attaccarci ma un semplice malvivente- disse Alyssa, preferendo una tattica diversa da quella degli amici. -Dovremmo comunque saper difenderci, giusto?-
 
La donna le sorrise apertamente e Alyssa, pensò di esserci riuscita ma dovette presto ricredersi.
 
-Signorina Black, non vedo quale sia il problema per lei- le disse, sorridendo.
 
-In che senso, mi scusi?- chiese confusa.
 
La classe si era ormai messa in ascolto di quella discussione, che si presagiva più interessante del noioso capitolo introduttivo.
 
-Vista e considerata la sua storia familiare, direi che lei con la magia oscura non avrà problemi di sorta no? In fondo è risaputo che i Black sono grandi estimatori di...-
 
-Sta dicendo che la mia, è una famiglia di Mangiamorte?- l'interruppe, con un'espressione indifferente. Il tremolio delle sue mani però tradiva quell'indifferenza.
 
-Lo ha detto lei, non io- rispose la Umbridge, con tono amabile.
 
Alyssa sorrise e Hermione accanto a lei le mise una mano sulla spalla, come a volerla calmare.
Ma fu inutile.
 
-Ah sì? Allora sa che le dico?-
 
***
 
-Punizione- borbottò, rigirando le patate arrosto nel piatto.
 
-Beh dirle di andare a farsi fottere non è stata una grande scelta- disse Lavanda, con un'espressione ammonitrice. -Anche se, devo ammettere, che sei diventata la mia seconda persona preferita-
 
-La prima sono io, vero?- chiese Fred, accanto a lei.
 
-Certo caro- rispose lei sorridendo divertita.
 
Il gruppo rise e anche Alyssa sghignazzò, mentre continuava a rigirare il cibo nel suo piatto. La vista le si era annebbiata, quando la Umbridge aveva osato affermare quelle cose sulla sua famiglia. Non era stupida, sapeva che suo zio era nei Mangiamorte e che i suoi nonni, avevano fatto scelte sbagliate all'epoca, tuttavia non aveva alcun diritto di fare quelle affermazioni.
Lei della sua famiglia non sapeva nulla.
 
-Noi avremo la punizione domani- disse George, dopo aver ingoiato un boccone di spezzatino.
 
-Io venerdì prossimo- esclamò Harry, sconsolato.
 
-Io stasera dopo cena- affermò Alyssa, sospirando. -Ha detto che con i maleducati, è meglio iniziare subito- disse, provando a rifare la voce della professoressa.
 
Gli altri ridacchiarono e lei alzò lo sguardo sul tavolo di Serpeverde, sentendosi osservata. Vide Theodore chiacchierare con Astoria e dall'espressione che aveva, doveva essere un discorso serio e si ripromise di chiedergli cosa fosse successo. Spostò lo sguardo un po' più in là e incontrò gli occhi di Tracey, che la osservavano incuriosita. Fece per dire qualcosa ma si bloccò quando vide Angelina Johnson, entrare nella sala a grandi falcate e optò per abbassare il capo sul piatto, scoprendo quanto lo spezzatino fosse diventato particolarmente interessante.
 
-DOV'È LA BLACK?- urlò Angelina inferocita.
 
Il tavolo si voltò verso di lei, compresi alcuni studenti delle altre casate, incuriositi dalle urla della giovane Grifondoro. Ad Angelina bastò seguire lo sguardo dei suoi compagni, per trovare la persona che le interessava. L'improvviso silenzio dei suoi amici e il rumore passi urgenti che si avvicinavano a lei, la costrinsero ad alzare lo sguardo sulla figura imbestialita di Angelina. Questa si fermò a due passi da lei e Alyssa, inghiottì la sua stessa saliva, immaginando cosa volesse dirle.
 
-COME HAI POTUTO LASCIARE LA SQUADRA?! DOVE LO TROVO ADESSO UN CACCIATORE? SEI IMPAZZITA O COSA!-
 
-Signorina Johnson la voce!- esclamò la professoressa McGranitt, avvicinandosi a loro in tutta fretta. -La signorina Black ha avvisato alla fine dello scorso anno che avrebbe abbandonato la squadra, come troverà un nuovo portiere, riuscirà anche a trovare un altro cacciatore. Ora si sieda e si calmi, non voglio togliere punti alla mia casa quindi per questa volta la perdono-
 
Angelina le lanciò un'occhiataccia ma non disse nulla, preferendo andarsi a sedere accanto alle sue amiche. Alyssa la guardò e per un secondo maledì la professoressa, per non averle dato la possibilità di difendersi da sola ma quando vide che la donna non se ne andava, capì che non era solo per quello che le si era avvicinata.
 
-Black, vieni con me-
 
Hermione le diede una pacca amichevole sulla spalla e Alyssa si alzò suo malgrado, seguendo la professoressa fuori dalla Sala sotto gli occhi dei compagni. Voltò il capo indietro e fu contenta, di non vedere la Umbridge seduta al tavolo dei professori. La McGranitt la portò nella Sala d'Ingresso e chiuse il portone con un colpo di bacchetta, per non avere eventuali intrusi, poi si voltò verso di lei e sospirò.
 
-Hai davvero detto alla professoressa Umbridge di andare a farsi fottere?-
 
-Sì- rispose con un'alzata di spalle.
 
La McGranitt sospirò nuovamente e si appoggiò al portone chiuso, visibilmente esasperata. -Cosa diamine è successo?-
 
-Ha insultato la mia famiglia, professoressa. Se pensa che io abbassi la testa quando qualcuno insulta chi mi ha cresciuta, si sbaglia di grosso- rispose Alyssa, con veemenza.
 
Non provava alcun pentimento per ciò che aveva detto alla Umbridge, lei non era di certo pentita delle affermazioni che aveva fatto riguardo i Black. Non vedeva perché doveva provare rimorso.
 
-Ti chiedo di non finire di nuovo in punizione- disse, utilizzando un tono più preoccupato. -Alyssa, stai attenta. Non sappiamo con chi abbiamo a che fare e ad ora tutti siamo sotto osservazione-
 
La McGranitt aprì la porta e se ne andò senza attendere una risposta, così Alyssa rimase finalmente sola. Si appoggiò al muro e chiuse gli occhi, tentando di riprendere un po' di calma. Da quando la Umbridge le aveva detto quelle cose, era stata tutto il tempo con i nervi a fior di pelle e più volte, si era dovuta trattenere dall'andare da lei per continuare a dirgliene.
 
-Hai davvero...?-
 
-Sì, ho detto alla Umbridge di andare a farsi fottere, va bene?!- esplose, riaprendo gli occhi di scatto.
 
Theodore si zittì e le si avvicinò cauto, vagamente preoccupato di ritrovarsi pietrificato da lei. Si appoggiò al muro accanto alla ragazza e finalmente questa, posò il capo sulla sua spalla, visibilmente esasperata. Theodore le prese la mano e le accarezzò il dorso, rimanendo in silenzio e attendendo che fosse lei a decidere di parlare.
 
-Ha detto che la mia, è una famiglia di Mangiamorte- borbottò lei, abbassando lo sguardo a terra. -Che io non avrei problemi a combattere contro un mago oscuro, visto che la magia nera è nel DNA della mia famiglia-
 
Theodore s'irrigidì a quelle parole ma Alyssa non ci fece caso, troppo irritata per ciò che era accaduto con la Umbridge. Il ragazzo le diede un bacio sul capo e la strinse a sé, inspirando il profumo dello shampoo al cocco che la ragazza utilizzava.
 
-Lo ha fatto di proposito, Alyssa. Non devi cedere alle sue angherie- le disse dolcemente. -Sei la Black migliore, se ne accorgerà-
 
Alyssa annuì ma non era tanto sicura di ciò, tuttavia non continuò il discorso e si lasciò travolgere dalle attenzioni che il ragazzo le stava dando per calmarla. Lui sapeva bene quanto adorasse quando qualcuno le accarezzava i capelli e si accoccolò al suo petto, in balia del suo tocco. Theodore sorrise e immerse il viso in quella cascata di capelli, lasciando i capelli per cullarla tra le braccia.
 
-Hai un profumo buonissimo- le sussurrò, incantato.
 
-Avresti mai detto che saremmo finiti insieme?- mormorò, sorridendo e inspirò l'odore della sua divisa.
 
-Mi aspettavo di finire tra le braccia della Delacour ma sì, mi vai bene anche tu- disse tanto per punzecchiarla.
 
Alyssa gli diede un pugno sulla spalla e Theodore rise, attirandola di nuovo a sé per baciarla. Loro erano così, potevano avere mille idee discordanti ma alla fine, sarebbero tornati l'uno dall'altra. Lui lo sapeva, non c'erano amici che potevano dividerli.
 
I due ragazzi uscirono dalla Sala d'Ingresso mano nella mano ma, se Theodore tornò a cena nella Sala Grande, Alyssa preferì rimanere alle scale, optando per avere ancora un po' di tranquillità prima di andare a scontare la sua punizione. Si sedette agli ultimi gradini e guardò l'ora, constatando che in fondo avrebbe potuto già avviarsi verso l'ufficio della professoressa ma volle stare lì, in silenzio. Si abbracciò le gambe, portandosele al petto e la sua mente tornò inesorabilmente a rimuginare sugli avvenimenti di qualche ora prima. Era il primo giorno di lezione e si era ritrovata in punizione, in barba al suo rendimento sempre impeccabile e le tornò alla mente il discorso di sua nonna. Le venne quasi da piangere, al pensiero che aveva fatto l'esatto contrario di quello che i suoi nonni le avevano detto.
 
-Ma perché...?-
 
-Sì, ho mandato la Umbridge a farsi fottere, la volete smettere di chiedermi il perché?- sbottò esasperata.
 
Terrence la guardò e aprì bocca per rispondere, ma preferì andarsi a sedere accanto a lei. Fece uscire dalla tasca un zuccotto di zucca e glielo passò, Alyssa guardò il dolce e lo prese, nonostante fosse ancora irritata da quell'intrusione. Voleva stare solo tranquilla per qualche minuto, non era una grande richiesta in fondo.
 
-Volevo chiederti perché hai lasciato la squadra- disse Terrence, guardandola di sottecchi mentre lei, spezzava il biscotto.
 
-Oh- esclamò con un misto di sorpresa e imbarazzo, pensava fosse l'ennesimo che voleva parlare della Umbridge e invece, si era preoccupato di altro. Si voltò verso di lui e solo allora si scoprì di averlo particolarmente vicino. -Beh... perché so che non sarà il mio futuro ed è inutile continuare a fare qualcosa, se poi non ti servirà no?- osservò il viso del ragazzo e aguzzò lo sguardo, notando un livido proprio sul collo. -Che ti è successo?-
 
-Però non tutto è dovere...alle volte c'è anche il piacere e ti ho visto, come eri spensierata sulla scopa- rispose lui, ignorando la domanda della ragazza.
 
-Sì, durante le partite è vero ma ti ricordi i nostri allenamenti?- Terrence annuì, osservandola confuso e lei si mise più comoda, per poterlo guardare meglio. -Ero in ansia sempre. Sì tu mi hai aiutato anzi, hai fatto tutto tu ammettiamolo e intendiamoci, sono stata felicissima di avere il tuo aiuto e tornassi indietro sceglierei sempre te come vice. Ma non voglio più avere il magone, ogni volta che prendo un manico di scopa. Voglio poter volare tranquilla e spensierata, non devo avere le pressioni di tutti addosso-
 
-Questa è già una risposta migliore- rispose Terrence, sorridendole dolcemente. -Non posso dirti che non avrai mai più ansia quando giocherai, però magari riflettici meglio no?-
 
-Andiamo! Hai visto come ha reagito Angelina, no?-
 
Terrence alzò le mani a mo' di resa. -Se fossi stata nella mia squadra, non mi sarei mai comportato così- le sorrise e accettò la metà del biscotto, che lei gli stava offrendo. -Avrei provato a convincerti a rimanere-
 
-E sentiamo, come?- chiese incuriosita e iniziò a sgranocchiare il dolce.
 
-Beh già ho Malfoy in squadra, se te ne vai anche tu cosa dovrei fare io? Chi devo prendere, Goyle?- le disse, continuando a guardarla. -Tra l'altro mi pare di aver capito che lui e il suo compare Tiger, vogliano provare a entrare come battitori. Dimmelo tu Black, che ho fatto di male nella mia vita da capitano?-
 
Alyssa rise divertita e poggiò il capo sul muro. -Mi avresti convinta allora- disse in preda alle risate.
 
Terrence la guardò sorridendo e si alzò, per tornare dai suoi amici. Alyssa fece lo stesso ma a differenza del ragazzo, per avviarsi nell'ufficio della Umbridge.
 
-Sai Terrence- esclamò Alyssa, prima che il ragazzo se ne andasse. -Sono contenta che siamo amici-
 
-Anche io, Alyssa- le disse, con un mezzo sorriso.
 
~
 
Bussò alla porta dell'ufficio e attese di avere il permesso per entrare. Le chiacchierate con Theodore e Terrence le avevano risollevato il morale ed era pronta, a scontare la sua punizione. La Umbridge le diede il permesso di entrare e lei aprì la porta, riuscendo a non storcere il naso davanti a tutto quel rosa e ai quadri di gatti alle pareti.
La Umbridge la guardò sorridendo affabile e le fece segno di sedersi, sulla sedia di fronte a lei.
 
-Buonasera, professoressa- disse Alyssa, con tono educato.
 
-Buonasera cara- le rispose con tono amabile. -Prenda un foglio di pergamena. No, non userà la sua piuma, meglio una delle mie-
 
Alyssa prese la piuma che la donna le aveva passato e attese qualche secondo, per avere anche l'inchiostro. La Umbridge si posizionò meglio gli occhiali sul naso e la guardò interrogativa, prima di comprendere le perplessità della ragazza.
 
-Oh cara, questa piuma non ha bisogno di inchiostro- disse, sorridendo. -Ora scrivi: Devo stare al mio posto-
 
Alyssa strinse le labbra e si trattenne dal dirle ciò che pensava. -Per quante volte?-
 
-Quanto basta, signorina Black-
 
***
 
Sbadigliò sonoramente e bevve un lungo sorso di caffè, le palpebre erano così pesanti che pensava di cadere in un sonno profondo durante le lezioni. Era tornata in dormitorio alle cinque, con il dorso della mano che le faceva male.
Ma non aveva ceduto neanche una volta, era stata la Umbridge a decidere di smetterla, fosse stato per lei avrebbe continuato a scrivere. Ad ogni suo "Allora, signorina Black, ha compreso i suoi errori?" Rispondeva con un "No". Ne era scaturito quindi che la punizione si protraesse fino all'alba. Probabilmente anche lei avrebbe continuato la punizione all'infinito ma forse la stanchezza del primo giorno di lavoro l'aveva portata a fare quella scelta. Fece uscire la bottiglia dalla borsa e la riempì di succo di zucca, prima di mangiare di malavoglia un biscotto.
La mano.
La mano le faceva male da morire.
Lanciò un'occhiata al dorso e inorridì, nel leggere la frase "Devo stare al mio posto".
 
-Tutto bene, Alyssa?- chiese Ginny, guardandola preoccupata.
 
Alyssa alzò lo sguardo e si accorse che tutti i suoi amici, la stavano osservando. Persino Theodore, dal tavolo di Serpeverde le lanciava delle occhiate preoccupate.
 
-Sì, tutto bene- borbottò.
 
-E allora perché non usi la sinistra?- chiese Lavanda, indicandole con un cenno del capo il braccio sinistro. La mano, era ben nascosta sotto il tavolo.
 
Alyssa sbattè le palpebre e si ritrovò a non avere una risposta. Tutti la stavano guardando preoccupati e lei, non poteva che dargli ragione. Il suo aspetto era simile a quello di un fantasma, pallido con gli occhi contornati da un alone violaceo. Forse una pozione rimpolpasangue sarebbe l'ideale.
Quel pensiero subito dopo una punizione scolastica le fece male, Hogwarts era un luogo dove poter essere una ragazza di quindici anni e avere una scritta impressa sulla pelle, la fece sentire vulnerabile. D'un tratto, sentì qualcosa di umido sulla mano sinistra, abbassò lo sguardo e vide che la ferita sulla parola "posto", si era riaperta.
 
-Alyssa?-
 
Alzò di nuovo gli occhi sui suoi amici e scoprì che anche Tracey, la stava osservando dal tavolo di Serpeverde. Strinse le labbra irritata e prese un fazzoletto, con l'intenzione di tamponare la ferita.
 
-Ho detto che va tutto bene, mi avvio a lezione- disse, alzandosi di fretta e stando attenta a non far vedere la mano.
 
Barcollò quando fu in piedi ma fece finta di nulla e si avviò all'uscita, con l'intenzione di dirigersi fuori dal castello per la lezione di Cura delle Creature Magiche. Uscì dalla Sala Grande e Theodore, non attese un secondo di più, la seguì senza tenere conto delle chiacchiere degli amici. Lavanda osservò il ragazzo fermare la sua migliore amica e prenderle il volto tra le mani, per constatare da solo il suo pallore.
 
-Vogliamo andare anche noi?- chiese Hermione, risvegliando Lavanda dalla contemplazione della coppia, che si era appena avviata insieme nella Sala d'Ingresso.
 
-Sì, andiamo- sospirò, alzandosi dal suo posto.
 
Il gruppo si divise all'uscita dalla Sala Grande, i gemelli se prima non erano granché preoccupati dalla punizione della Umbridge, l'aspetto della loro amica li aveva messi in allarme. Anche Harry provava apprensione, per l'appuntamento che avrebbe avuto con la professoressa proprio il venerdì successivo. Lavanda fece segno a Hermione e gli altri di avviarsi e tornò indietro, per afferrare dal tavolo una brioche di zucca da dare all'amica, visto che aveva lasciato a metà il biscotto. Uscì di nuovo dal castello questa volta a passo svelto, ma Tracey la fermò a gran voce.
 
-Hey Lavanda!- urlò la Davies, avvicinandosi a lei con Terrence e Andrew al seguito.
 
-Ciao Tracey- le disse sorridendo. -Terr, Andrew-
 
-Ciao, Lav- disse Terrence, sorridendole di rimando. -Quella brioche è per me? Sai, stamattina non mi sono svegliato-
 
-No mi dispiace- rispose Lavanda, ridacchiando e gli fece segno di avviarsi a lezione. -È per Alyssa-
 
In breve tempo, i quattro camminavano lungo il sentiero che portava alla capanna di Hagrid. Tracey strinse il manico della sua borsa e sia Andrew che Terrence, notarono quel gesto all'apparenza innocuo. Era dal giorno precedente, che la ragazza si comportava in modo strano.
 
-Che ha Alyssa?- chiese Tracey, guardando la bionda. -Stamattina l'ho vista...-
 
-Più pallida di Mirtilla Malcontenta?-
 
-Chi è Mirtilla Malcontenta?- chiese Andrew, confuso.
 
-Un fantasma- rispose Tracey con tono spicciolo. -Allora? So che ieri ha mandato a quel paese la Umbridge-
 
-No Tracey, l'ha proprio mandata a farsi fottere- disse Lavanda con un sorriso orgoglioso, ma scomparve subito dalle sue labbra, trasformando il suo volto in una maschera di serietà che raramente i tre Serpeverde avevano visto. -Ieri ha avuto la sua punizione e...-
 
-E...?-
 
-È tornata alle cinque- disse, con tono serio.
 
-Alle cinque di questa mattina?- ripeté Terrence, sorpreso. -Ma allora non ci sarà nulla di cui preoccuparsi no? Sarà stanchezza, avrà dormito si e no due ore poverina-
 
-Mah, non lo so- borbottò Tracey, pensierosa. -La Umbridge non mi piace-
 
-Confetto rosa non ti piace? Strano, lei vuole tanto che diventiamo tutti amici- disse Andrew, riproponendo un'ottima imitazione della voce della professoressa.
 
Il gruppo rise ma smise subito, quando videro Theodore e Alyssa tornare indietro in direzione del castello. Lavanda la guardò con apprensione mentre il ragazzo la teneva stretta, forse per non farla cadere.
Alyssa incrociò lo sguardo dell'amica e quando se ne accorse, anche Theodore alzò gli occhi su di loro ma se la prima sorrise flebile, il secondo li osservò con irritazione.
 
-La porto da Madama Chips- disse Theodore, più per la presenza di Lavanda con loro, che per reale voglia di spiegare a Higgs il motivo di ciò.
 
-Mi chiedo come mai- chiese Lavanda, guardando l'amica con sospetto.
 
-Ieri mi sono tagliata- spiegò Alyssa, con tono spicciolo come se non fosse accaduto nulla di importante. -Mi sono curata da sola ma quando mi sono messa a dormire, si è riaperta e non me ne sono accorta-
 
-Mh, va bene- borbottò Lavanda, poco convinta.
 
I tre Serpeverde con Lavanda rimasero lì, a guardare la coppia tornare al castello in fretta e furia ma la Grifondoro, immaginò che avrebbero rivisto Theodore di lì a poco. E infatti, videro Nott camminare nella loro direzione e per Lavanda, fu solo una certezza che la sua amica aveva mentito.
 
-Terrence- lo richiamò Lavanda, guardando il ragazzo.
 
Terrence era rimasto a osservare l'entrata del castello, dove la sua amica era scomparsa e Tracey alzò gli occhi al cielo esasperata. La Davies gli diede una gomitata e il ragazzo si voltò verso di loro, giusto in tempo per prendere al volo la brioche che gli aveva lanciato Lavanda.
 
-Non credo che le servirà più-
 
~
 
L'ultima lezione del giorno, era quella di Pozioni e dopo una giornata sfiancante come quella, non aveva tutta questa voglia di ascoltare Piton. L'unica nota positiva di quelle lezioni, era il fatto di essere riusciti ad accaparrarsi il banco a tre con i suoi amici. Beh quella era la prima nota positiva che aveva trovato, da gennaio ne aveva trovata un'altra.
Entrò in aula con Andrew e Tracey e presero posto al banco che ormai era diventato loro. Si ricordava come fosse ieri il primo giorno di Pozioni del secondo anno, Tracey era riuscita ad accaparrarsi il famoso banco a tre, a discapito del bambino che era sopravvissuto. Da allora nessuno aveva più provato a rubargli il posto a Pozioni ma nonostante ciò, non avevano mai abbassato la guardia.
 
-Insomma, vi siete scritti per tutta l'estate giusto? Sarà pure un segno- disse Tracey, mentre prendeva il libro dalla borsa. -E comunque, dovresti vedere cosa fare con Astoria-
 
-Sì, un segno che per lei sono solo un amico- borbottò Terrence, contrariato. -E qualcosa mi dice che se a me scriveva, con Nott si baciava-
 
-Parli come se lei ti abbia tradito- gli fece presente Andrew. -Nott ha tutto il diritto di baciarla, stanno insieme da quasi un anno ormai e sapevamo tutti che tra loro c'era qualcosa-
 
-Senti un po'- esclamò Terrence, assottigliando lo sguardo. -Ma tu esattamente da che parte stai?-
 
-Dalla tua, ovvio- rispose Andrew, guardandolo confuso.
 
-Meno male, sembrava il contrario- lo rimbeccò, sarcastico.
 
Tracey guardò l'amico e gli diede uno scappellotto sul capo, irritata. Terrence di massaggiò la parte lesa e la osservò confuso, non aspettandosi una reazione del genere.
 
-Ti ho detto di vedere cosa fare con Astoria- gli fece presente la ragazza, contrariata.
 
-Ad Astoria va bene così- rispose, con un'alzata di spalle.
 
-Ad Astoria Greengrass va bene che il suo ragazzo pensi sempre ad un'altra ragazza? Che s'incanta a guardarla ogni volta che la incrocia per i corridoi? Che le scriva? Che...-
 
-Okay, ho capito- l'interruppe, con tono scontroso. -Ed io non mi incanto a guardarla-
 
Andrew e Tracey si guardarono sghignazzando, nel frattempo gli studenti di Grifondoro erano appena entrati nella stanza e Terrence, si permise di prendersi qualche secondo per osservare la ragazza, che sembrava stare molto meglio rispetto alla mattina. L'aveva vista così pallida che si era preoccupato, tanto da pensare di avvicinarsi a Nott, per chiedergli come stava.
Pensiero che era stato subito accantonato, quando quest'ultimo lo aveva invitato ad andare a quel paese.
 
-No, non s'incanta a guardarla- sghignazzò Andrew.
 
Tracey scoppiò a ridere e Terrence lanciò loro un'occhiata irritata, aprì la bocca per ribattere ma l'entrata di Piton, lo fece fermare. Si voltò verso il professore e solo in quel momento, notò di avere Lavanda e Hermione sedute di fronte a lui.
Piton posò il suo libro sulla cattedra e osservò i banchi con aria sprezzante.
 
-Nott- disse, guardando il diretto interessato che come ogni anno, aveva preso posto accanto alla sua ragazza. -Credo che questo non sia più il posto adatto a lei-
 
-Mi scusi?-
 
-Ha capito bene, lei ormai è un caso perso ma la sua compagna, non ha bisogno di avere distrazioni l'anno dei G.U.F.O.- gli scoccò un'occhiata annoiata e continuò. -In questa stanza solo tre persone possono davvero riuscire a fare qualcosa di decente con le pozioni e lei, Nott, direi che non rientra tra queste-
 
Piton osservò bene tutti i banchi occupati, sicuramente pensando a come mischiare le carte e Terrence attese annoiato, che tutta quella manfrina finisse in fretta. Sapeva che era troppo sfortunato, per essere scelto come nuovo compagno di banco della ragazza.
Non vedeva l'ora di poter tornare in Sala Comune.
 
-Davies, prenda il posto di Nott. No, signor Urquhart non si metta accanto a Higgs, neanche lei deve essere distratto-
 
Ditemi che sta scherzando, pensò inorridito mentre vide Nott lanciargli un'occhiata di fuoco. Terrence e Andrew si guardarono facendo una smorfia nel frattempo Tracey, aveva radunato le sue cose e stava avvicinando al banco di Alyssa, dove Theodore stava ancora raccattando la sua roba.
 
-Questo sì che è divertente- esclamò Lavanda, voltandosi verso di lui ridacchiando.
 
Quando Nott fu accanto a Terrence, Piton li osservò soddisfatto e iniziò la prima lezione dell'anno. Vide Tracey chiacchierare con Alyssa mentre lavoravano alla Bevanda della Pace, o meglio, Tracey seguiva le direttive della Grifondoro e quest'ultima scriveva un tema su una pozione dal nome impronunciabile. Di fianco a lui Nott aveva bruciato già alcuni ingredienti e sorrise, quando questo dovette ripulire il calderone per la terza volta.
 
Terminata l'ora i ragazzi si catapultarono fuori dall'aula e Terrence, fece un respiro di sollievo nel non avere più accanto quel maledetto Nott.
 
-Alyssa è mancina- disse Tracey, avvicinandosi ai due amici.
 
-Lo so già, perché?-
 
-Oddio, sai anche con che mano scrive- lo prese in giro, Andrew.
 
-Ha parlato il fan numero uno di Megan Jones- lo rimbeccò Terrence, ghignando. -Quand'è che ti dichiarerai?-
 
-Quando lo farai tu-
 
-La volete smettere voi due?- esclamò Tracey, scura in volto.
 
Terrence e Andrew si guardarono preoccupati dall'espressione della ragazza e si tennero in disparte dal resto dei Serpeverde, che tornavano in Sala Comune. Tracey si appoggiò al muro e guardò per un attimo, i Grifondoro che stavano salendo le scale.
 
-Le punizioni che usa la Umbridge le conosco- disse a tono basso, per non farsi udire dai pochi presenti nel corridoio. -Ed è meglio se quest'anno stiamo attenti a non avere a che fare con lei-
 
***
 
Il venerdì era presto arrivato e se tutti i ragazzi di Grifondoro, stavano pensando a come passare il primo weekend a Hogwarts, Alyssa Black e i gemelli Weasley attendevano con ansia il ritorno di Harry Potter dalla punizione con la Umbridge. Il giorno dopo il suo castigo, era toccato ai gemelli dover scrivere utilizzando il loro sangue come inchiostro e la mattina successiva, il loro aspetto era identico a quello che aveva avuto la ragazza.
Quando Theodore l'aveva convinta ad andare da Madama Chips, un'idea migliore le era balenata in testa e anziché dirigersi in infermeria, era andata prima nel dormitorio a recuperare il materiale di Pozioni, poi a rinchiudersi nel bagno del secondo piano. Si era preparata una pozione rimpolpasangue e l'aveva presa, sentendosi subito meglio.
Il problema era che la scritta sulla sua mano, difficilmente se ne sarebbe andata.
Così quando anche i suoi amici avevano avuto la sua stessa sorte, aveva deciso di fare le pozioni anche per loro.
 
Quella sera tra le mani ne aveva una preparata appositamente per Harry, immaginando che a breve anche lui sarebbe tornato pallido come un fantasma. E infatti, quando il ragazzo tornò, il suo volto era il riflesso di ciò che i suoi amici avevano provato prima di lui. Nella Sala Comune erano rimasti solo loro, il camino si stava man mano spegnendo e il silenzio era diventato irritante.
Harry si sedette sul divano accanto ad Alyssa e la ragazza lo osservò, mentre si rimirava il dorso della mano.
 
-La scritta se ne andrà?- chiese Harry, rompendo il silenzio.
 
I gemelli si protrassero verso di loro e anche Alyssa, continuò a mantenere lo sguardo sul ragazzo.
 
-Non lo so- rispose Alyssa, con tono gentile.
 
-Dobbiamo fare qualcosa- esclamò Fred, serio. Forse era la prima volta che lo vedeva così. -Non può permettersi di comportarsi in questo modo!-
 
-Non faremo nulla invece- rispose Harry, con tono fermo.
 
Alyssa gli passò la pozione che aveva preparato per lui e il ragazzo la bevve tutta d'un sorso, sotto gli sguardi attoniti dei suoi compagni. Alyssa si alzò dal divano e si avvicinò alla finestra, fuori le nuvole coprivano la mezza luna e la Foresta Proibita, sembrava ancora più spettrale senza il chiarore lunare.
 
-Non faremo nulla- confermò Alyssa, senza voltarsi. -Però, possiamo salvare i nostri amici-
 
-Che vuoi dire?- chiese George, confuso.
 
-Voglio dire- disse, girandosi finalmente verso i suoi compagni. -Che noi quattro abbiamo testato sulla nostra pelle le punizioni della Umbridge, facciamo in modo che i nostri amici non provino quello che è successo a noi- alzò la mano e abbassò la manica del suo golfino, facendo vedere a tutti la frase che aveva impressa sulla pelle. -Non voglio che Lavanda, o Hermione, o Ginny provino quel dolore-
 
-E cosa proponi?- chiese Fred, guardandola.
 
-Di prenderci le loro colpe- rispose semplicemente, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
 
I gemelli si voltarono verso Harry, come ad attendere un suo cenno affermativo ma non arrivò, quanto meno non subito. Si alzò dal suo posto e si avvicinò alla ragazza, sia Fred che George seguirono il suo esempio e in un attimo, i quattro avevano scoperto il loro marchio. Ad Alyssa venne da ridere, sembravano proprio come quei Mangiamorte che tanto odiavano.
Marchiati, forse a vita.
 
-Sì- disse Harry, infine. -Questo lo possiamo fare-
 
~
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
 
Eccoci con un nuovo capitolo. Allora vi faccio giusto due osservazioni, nel libro la punizione della Umbridge non fa così male (manco bene, sia chiaro) tuttavia, io questa cosa di avere una scritta impressa sulla pelle mi aveva sempre impressionato.
Perciò ho pensato di renderla più dolorosa.
Un'altra osservazione doverosa, molte cose che Alyssa dice a Terrence - come ad esempio l'ansia del giocare - sono cose che Theodore già sa in quanto oltre ad essere il suo ragazzo, è anche il suo migliore amico.
Mi sembrava giusto dirvelo perché nella scena che abbiamo visto, sembra che a Theodore non importi nulla della sfuriata di Angelina ma in realtà, le motivazioni di Alyssa già le sa.
Cosa ne pensate di Tracey? Vi avviso che la vedremo più spesso nel corso del tempo.
 
Io ho terminato le osservazioni, aspetto i vostri commenti.
 
Al prossimo capitolo,
_L_Black_

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Capitolo 44
*** Capitolo 43 - Persi ***


Capitolo 43
 
Erano passate due settimane da quella che era stata, soltanto la prima delle punizioni che aveva preso. La questione, era che non appena vedeva qualcuno in difficoltà con la Umbridge, andava lì ad addossarsi la sua colpa. In men che non si dica era diventata l'idolo indiscusso di tutte le primine di Grifondoro, superando addirittura la venerazione sconfinata che provavano davanti a Harry.
Si era preparata una bella scorta di Pozione rimpolpasangue e quindi la Umbridge, non provava mai la soddisfazione di vederla crollare di giorno.
La scritta sulla mano ogni tanto si riapriva ma non era una situazione ingestibile, solo il suo pallore perenne faceva preoccupare i suoi amici e Theodore.
 
Per il resto andava tutto bene, studiava come tutti gli altri e passava il suo tempo libero divisa tra i suoi amici e Theodore.
Le lezioni più difficili da seguire erano proprio quelle della Umbridge, la quale faceva soltanto leggere i capitoli e se qualcuno aveva una domanda, che fosse legata all'argomento o meno, li invitava a rileggere i passaggi.
 
Quella mattina si era svegliata prima delle altre, per potersi medicare la ferita sulla mano con calma. Il giorno prima infatti, era andata in punizione al posto di un ragazzino del secondo anno, che era stato beccato fuori dall'aula durante le lezioni.
Uscita dal bagno, aveva trovato Hermione seduta sul letto con un libro tra le mani, Lavanda che fissava il vuoto e Ginny che dormiva ancora.
 
-Buongiorno mie bellissime compagne di stanza- esclamò Alyssa ad alta voce. -Il sole è alto dietro le nuvole, in Sala Grande c'è il miglior succo di zucca che possiate trovare e la Umbridge è impaziente di farci leggere un altro noioso capitolo-
 
Ginny mugugnò e si voltò dalla parte opposta, tornando a dormire mentre Lavanda le lanciò addosso il cuscino. Hermione invece non aveva badato a nessuna delle sue parole, troppo impegnata a leggere. Alyssa rise e si sedette sul suo letto, osservando le sue compagne di stanza.
 
-Beh?- chiese, chiese sbigottita. -Cosa devo fare per avere un po' di compagnia a colazione?-
 
Lavanda grugnì e si alzò dal letto, mentre le altre non diedero segno alcuno di volersi alzare. Alyssa attese pazientemente che l'amica si preparasse e quando fu pronta, le due uscirono, non prima di aver svegliato Ginny la quale aveva lezione proprio con la Umbridge in prima ora. Dal corridoio udirono un gran trambusto provenire proprio dalla Sala Comune, Lavanda e Alyssa si guardarono confuse ma prima che potessero esternare i loro dubbi, videro Ron salire le scale che portavano al dormitorio femminile. Salì qualche gradino, prima che queste si trasformassero in uno scivolo per farlo tornare in Sala Comune. Le due ragazze scivolarono con grazia per arrivare nel salotto rosso-oro, dove un gruppo di ragazzi stava attorno alla bacheca degli avvisi.
 
-Ron cosa volevi fare nel dormitorio femminile? A chi volevi dare il buongiorno?- chiese Lavanda, ammiccando.
 
-Hermione!- rispose Ron senza rifletterci.
 
-Uuuh dritto al punto, bravo così si fa!- ribatté Alyssa, maliziosa.
 
-Che? Oh no no siete matte, si tratta della Umbridge!- disse Ron, indicandogli la bacheca.
 
Alyssa ci mise qualche secondo, prima di spostare lo sguardo sulla bacheca dove il folto gruppo di studenti si era spostato, dando alla ragazza il modo di leggere quanto meno il titolo, di un articolo di giornale.
 
Dolores Jane Umbridge è stata nominata inquisitore supremo di Hogwarts
 
-Che diavolo significa?- chiese, avvicinandosi a Harry, il quale stava leggendo l'intero scritto.
 
-Non porta a niente di buono- borbottò Harry, contrariato.
 
Si mise a leggere tutto l'articolo lungo addirittura due pagine, esclamando la sua indignazione ogni tre per due e arricciando le labbra, alle affermazioni dei vari membri del consiglio.
 
-Ron, tuo fratello è un deficiente- esclamò in collera.
 
-Fidati, ce ne siamo accorti tutti- esclamò Ron, andando incontro a Hermione, la quale era appena scesa dal dormitorio.
 
-Che ne pensi tu?- chiese Harry, voltandosi verso di lei.
 
-Penso che la situazione sia davvero grave- rispose Alyssa, sospirando. -Avremo un anno difficile-
 
~
 
Alcuni professori avevano già subìto l'ispezione della professoressa Umbridge e Alyssa aveva gongolato, quando la McGranitt era riuscita con il suo solito charme a zittirla. All'appello mancavano solo Piton e la Caporal ma quella che aveva fatto preoccupare di più, era la Cooman, che a detta di Lavanda non si era saputa destreggiare tra le varie frecciatine.
 
Quel pomeriggio erano seduti a studiare in biblioteca, fuori imperversava il temporale che da giorni non dava tregua alla zona e il silenzio della sala era spezzato dal suono dei tuoni. Alyssa e Hermione stavano traducendo un nuovo testo di Antiche Rune e Lavanda assieme a Ron e Harry, inventava i sogni per la Cooman. La bionda le aveva confidato, che la sua trisnonna le era venuta in sogno per dirle di non raccontare i suoi sogni e così, si era trovata a dover inventare.
 
-Alyssa, ti posso parlare?- chiese Hermione sottovoce.
 
Alyssa alzò lo sguardo su di lei con fare interrogativo e annuì, alzandosi dal suo posto per uscire dalla biblioteca. Le due ragazze uscirono stando attente a non fare rumore e non appena si trovarono in corridoio, Hermione la prese per un braccio conducendola verso le scale.
Ben presto le due si trovarono al secondo piano e Alyssa intuì subito, dove l'amica volesse portarla.
E poco dopo infatti, Hermione la costrinse ad entrare nel bagno di Mirtilla Malcontenta.
 
-Deve essere importante se mi hai portata fin qui- esclamò Alyssa, sorpresa. -Dov'è Mirtilla Malcontenta?-
 
-Nel bagno dei prefetti- rispose Hermione, con ovvietà -Oggi lo sfruttavano le ragazze di Corvonero per il compleanno di Cho Chang e sappiamo tutti, quanto Mirtilla sia una pettegola di prima categoria-
 
-Hai notato come saluta sempre Harry?- chiese Alyssa, con fare pensierosa. -Non voglio assolutamente fare quella che parla senza sapere, però non so, lo trovo strano-
 
-Hai ragione poi, insomma...Cedric è morto da pochi mesi- esclamò Hermione, sconcertata. -Ma...ma non è per questo che ti ho portata qui- disse, scuotendo energicamente il capo.
 
Alyssa si appoggiò al lavandino davanti l'entrata del bagno e osservò l'amica chiudere a chiave la porta e controllare, che non ci fosse nessuno oltre loro. Quando Hermione terminò il giro dei gabinetti, tornò da lei e le si parò davanti a braccia conserte. Alyssa la guardò e non dovette attendere molto, prima che l'amica parlasse.
 
-Mi è venuta un'idea- disse, guardandola negli occhi seria. -Con la Umbridge non stiamo imparando nulla di Difesa e sai bene anche tu, cosa sta accadendo fuori da qui-
 
Alyssa annuì e ignorò quella sensazione di paura che l'attanagliava, ogni volta che suo nonno andava a casa dei Malfoy o dei Nott. Tutta l'élite purosangue aveva deciso di non immischiarlo nelle questioni delicate, soprattutto dopo il tradimento di Regulus, ciononostante Orion riusciva sempre a origliare informazioni che per l'Ordine, erano di vitale importanza.
 
-Sì, concordo- disse Alyssa, pensierosa. -Cosa hai pensato?-
 
Hermione le si fece più vicina, come se avesse paura che qualcuno fosse lì in ascolto e Alyssa la osservò, vagamente preoccupata dalla reazione dell'amica.
 
-Studiamo da soli- rispose Hermione con un tono basso. -Chiediamo a Harry di insegnarci e vediamo se qualche altro studente è interessato-
 
-Non lo so Herm- borbottò Alyssa, sospirando. -Dove studieremmo? Abbiamo bisogno di pratica, non possiamo mica farlo in biblioteca e...hai visto come lo guardano no? La maggior parte delle persone lo prendono per pazzo-
 
-Andiamo! Ci sarà qualcuno che non lo crede del tutto fuori di testa...no?- la voce di Hermione vacillò all'ultima parola, come se effettivamente non ci potesse essere nessuno che credesse al ragazzo.
 
-Beh...riflettiamoci bene. Intanto chiedi a Harry, tu sei sicuramente più adatta di me- rispose Alyssa, con un sorriso rassicurante.
 
Hermione annuì e le due ragazze fecero per uscire dal bagno ma vennero fermate, dal ritorno di Mirtilla Malcontenta. Il fantasma fluttuava tra i gabinetti e non appena notò le due ragazze, si avvicinò loro ansiosa di raccontare le novità che aveva origliato. Hermione sbuffò mentre Alyssa sospirò affranta, da quando era finita in punizione la prima volta, quel bagno era diventato il suo laboratorio personale e con Mirtilla avevano un tacito accordo, Alyssa l'ascoltava e Mirtilla non diceva a nessuno cosa lei facesse lì dentro.
 
-Ciao Mirtilla- esclamò Alyssa, con un sorriso.
 
Hermione la guardò confusa ma preferì non dire nulla e salutare cordialmente il fantasma, che non vedeva l'ora di chiacchierare con qualcuno.
 
-Ciao Grifondoro di cui non ricordo il nome- rispose Mirtilla, con fare teatrale e fece come per sedersi sul lavandino.
 
Alyssa alzò gli occhi al cielo abituata a quel comportamento e le si avvicinò, per appoggiarsi al lavabo accanto. Hermione osservò l'amica vagamente incuriosita, sembrava come che negli ultimi tempi la ragazza e il fantasma avevano passato parecchio tempo insieme. Optò per non dire nulla e si avvicinò anche lei, tanto non sarebbe riuscita ad andarsene facilmente e in fondo, quel bagno le serviva per tutte le volte che doveva fare qualcosa contro le regole.
 
-Allora Mirtilla, cosa ci racconti?- chiese Alyssa, sperando di non aver utilizzato un tono troppo affrettato. Con Mirtilla non poteva permettersi di avere fretta.
 
-Oh Grifondoro, le ragazze di Corvonero non sono affatto cambiate da quando ero in vita io. E pensare che le serpi sono nei sotterranei-
 
Hermione e Alyssa sghignazzarono e la prima, fu quasi tentata di far segno al fantasma di continuare ma non c'è ne fu bisogno. Mirtilla quando voleva chiacchierare, lo faceva e basta.
 
-Hanno parlato tantissimo della nuova ragazza di un certo Anthony. Dicono che lei sia una facile e che è troppo stupida per stare con uno così, personalmente non so se sia vero- esclamò Mirtilla, con la sua solita aria da prima donna.
 
-Quelle maledette!- borbottò Alyssa, irritata. Lavanda era mille volte meglio di tutte loro messe insieme.
 
-Dicono anche che un certo Terry Boot sia strano ultimamente. Però non è questo che mi ha fatto indignare- disse, fluttuando per mettersi in mezzo alle due ragazze. -La ragazza che stava con quel bellissimo Cedric, che tra l'altro è un vero peccato non sia diventato un fantasma, saremmo stati una bellissima coppia non trovate?- Alyssa e Hermione annuirono scettiche, più per farla felice che per altro. -Ebbene pare che quella sciacquetta sia interessata a niente meno che Harry Potter-
 
-Che stronza!-
 
-Alyssa!-
 
-Che c'è? È vero-
 
***
 
L'ultimo giorno di settembre la pioggia aveva dato un po' di tregua e un timido sole, era comparso in cielo. Era anche l'ultimo sabato prima di ottobre, il che significava anche che la settimana successiva sarebbero potuti tornare a Hogsmeade. Il freddo si sentiva nonostante il sole, tuttavia per Terrence fu una piacevole sensazione quella. Tutti gli studenti avevano preferito rimanere tra le mura del castello e il parco era tutto per loro tre, Tracey studiava svogliatamente Storia della Magia, Andrew ripassava l'ultima lezione di Trasfigurazione e lui, leggeva il capitolo di Difesa che la Umbridge gli aveva dato.
Erano immersi nella quiete più pura, solo il sibilo del vento tra gli alberi spezzava il silenzio che si era creato. Ogni tanto Tracey sbuffava annoiata e Terrence sghignazzava nel sentirla, le aveva proposto mille volte di darle ripetizioni ma il suo stupido orgoglio le impediva di accettare qualsivoglia aiuto.
Soprattutto da un ragazzo.
Tracey era sempre stata così, se un uomo era in grado di fare qualcosa, perché diavolo lei non poteva? Era testarda e se proprio non riusciva a fare qualcosa, chiedeva aiuto ad un altra ragazza, perché meglio due donne che un uomo.
Era stata proprio questa sua indole battagliera, a portare alla fine la sua storia con il cugino di Andrew, lui voleva cambiarla e lei di contro, lo aveva mandato a quel paese.
 
-Perché cavolo Rüf non è morto e finito nell'aldilà come tutte le persone normali? No, doveva diventare un fantasma, come gli sfigati- borbottò Tracey, contrariata.
 
-È sfigato Rüf o te che non sai della guerra tra maghi e sirene?- la punzecchiò Terrence, ghignando.
 
-È Rüf lo sfigato e poi non è colpa mia se un gruppo di maghi rincretiniti pensavano di schiavizzare le sirene, cosa cavolo potevano farci?- ribatté Tracey, fulminandolo con lo sguardo.
 
-Le sirene sono creature interessanti- s'intromise Andrew, senza alzare gli occhi dai suoi appunti. -Il loro sangue è utile per le pozioni, è uno dei motivi per cui i maghi provarono a renderle schiave, oltre che utilizzarle per la battaglia contro la Francia-
 
-Continua a giocare al Piccolo Pozionista tu- borbottò Tracey, tornando a leggere il suo libro.
 
Terrence rise e tornò a leggere il suo capitolo mentre i due amici si guardavano in cagnesco, Andrew colpito nell'orgoglio e Tracey troppo orgogliosa per accettare il fatto che in Storia della Magia, i suoi due amici erano meglio di lei. Ben presto tornarono nel silenzio dei primi pomeriggi di autunno e un brivido di freddo scosse il ragazzo ma lo ignorò, preferiva la quiete dell'esterno al caldo caos dell'interno. Fu quando sentì di nuovo lo sbuffare di Tracey, che si accorse di una ragazza che si avvicinava a loro indispettita. Terrence la osservò stranito, i capelli biondi erano raccolti in uno chignon non propriamente perfetto e gli occhi azzurri, erano puntati sui tre Serpeverde. Quando arrivò accanto a loro, notò il volto arrossato e gli occhi gonfi, segno che aveva pianto fino a poco prima.
 
-Mi sono stufata di aspettare!- urlò Megan, guardando Andrew. -E tu fatti i fatti tuoi!- esclamò a voce alta, nella sua direzione.
 
Terrence alzò le mani a mo' di scusa e tornò a fissare il suo libro, anche se in realtà era più interessato alla figura imbestialita di Megan. Andrew sobbalzò e la osservò esterrefatto, non aspettandosi un'uscita del genere da lei.
 
-Cosa è successo, Megan?- chiese, preoccupato e scattò in piedi per avvicinarsi a lei ma questa si scansò.
 
-Non aspetterò più, basta!- Megan urlò e dall'incrinazione della sua voce, capì che le lacrime erano tornate a rigarle le guance. -Ho deciso che non starò più qui ad attendere, che tu ti decida a chiedermi di uscire!-
 
-E questo sì che è più interessante di Storia della Magia- mormorò Tracey, alzando gli occhi sulla coppia, visibilmente interessata.
 
Terrence non riuscì a calmare la sua curiosità e seguì l'esempio della sua amica, Andrew fissava Megan sorpreso e provò ancora ad avvicinarsi a lei ma la ragazza si allontanò nuovamente. Da quello che Andrew gli aveva raccontato, Megan era rimasta sconvolta dalla morte di Cedric e per tutta l'estate, il suo amico non aveva fatto altro che correre da lei ogni volta che le crisi si presentavano. Era caduta in una spirale di depressione da cui solo negli ultimi tempi, sembrava che si stesse riprendendo.
 
-Cedric è morto a diciassette anni, senza vivere veramente tutta la sua vita. Non voglio più che le possibilità mi passino sotto il naso senza afferrarne neanche una. Voglio sbagliare, voglio essere felice, voglio ubriacarmi, voglio provare davvero cosa sia l'amore e provare ad essere felice con qualcuno accanto! Però se tu continui a comportarti così, non capisco neanche più se ti piaccio o meno ed io non posso perdere tempo a crogiolarmi con questi pensieri. Potrei morire domani e non mi sono mai sentita realmente viva!- la sua voce era scossa dal pianto, eppure guardava Andrew dritto negli occhi, con il mento all'insù e ostentando una sicurezza che Terrence non le aveva mai visto.
 
Non c'era più la Megan svampita dell'anno prima o se c'era, era ben nascosta da questa ragazza lacerata dalla perdita del suo amico. Si chiese, se anche lui si sarebbe comportato come lei al suo posto e il pensiero di perdere i suoi due migliori amici, gli portò una sensazione di vuoto all'altezza del petto.
 
-Megan- mormorò Andrew, riuscendo finalmente ad avvicinarsi a lei per abbracciarla.
 
La ragazza si lasciò cullare dalle braccia del ragazzo e immerse il volto nel suo maglione, dando sfogo ad un pianto disperato. Da come Andrew le sussurrava all'orecchio, tentando di calmare i singhiozzi con delle carezze sulla schiena, sembrava che fosse abituato a quegli attacchi improvvisi e lo stava pensando sicuramente anche Tracey, che gli aveva lanciato un'occhiata d'intesa.
Era straziante vedere una ragazza sempre solare, ora disperata e persa.
Megan si staccò dalla presa del ragazzo e fece un respiro profondo, come a volersi dare un minimo di contegno. Chiuse gli occhi per qualche secondo e quando li riaprì, non guardò Andrew. Le sue iridi chiare erano fisse su un punto indefinito nel terreno.
 
-Il prossimo sabato uscirò con Zabini- disse, con voce atona.
 
-Zabini?-
 
-Sì- rispose lei, senza guardarlo. -Ho capito che per te io non sono altro che un'amica. Già dall'anno scorso mi ha detto che non gli sono indifferente e...e in fondo ho quindici anni, è giusto dargli una possibilità- attese qualche secondo che Andrew le dicesse qualcosa, qualsiasi cosa ma nessuna risposta arrivò da lui. -Non ti darò più fastidio con i miei problemi, non voglio più che tu mi guardi in queste condizioni-
 
Idiota dille qualcosa, fermala! Pensò Terrence, guardando il suo amico in silenzio. Vide il dolore di Megan e gli venne l'impulso di prendere Andrew a schiaffi davanti a lei, sperando che questo potesse alleviarle lo sconforto provato.
Era una scena che mai avrebbe voluto vedere.
 
-Me ne vado- disse, voltando le spalle al gruppo di ragazzi.
 
Megan fece per tornare al castello ma dopo qualche passo, si voltò nuovamente verso di loro, questa volta però puntando su Terrence.
 
-E tu preparati, perché sono entrata nella squadra di Quidditch di Tassorosso!- esclamò minacciosa.
 
-Ma...ma avevi detto che non volevi più giocare!- rispose Terrence, sorpreso.
 
-Cedric mi ha fatto cambiare idea, ha detto che ho talento e sarebbe stato stupido, lasciare a voi la possibilità di vincere- lo guardò con determinazione e Terrence sospirò affranto al pensiero di arrivare ultimi in classifica. -Quindi Higgs, preparati perché quest'anno porterò i Tassorosso alla vittoria-
 
Megan se ne andò e i tre rimasero per qualche minuto in silenzio. Andrew guardava l'entrata del castello, dove poco prima la Tassorosso era scomparsa mentre Tracey si stava ancora riprendendo da quella scenata mentre Terrence, si avvicinava al suo amico per dargli una pacca sulla spalla.
Non lo aveva mai visto così perso.
 
-Perché proprio Zabini?- mormorò Andrew.
 
-Zabini vuole farsi più ragazze possibili e Megan...-
 
-Rientra nei suoi canoni- continuò Tracey sospirando.
 
-La mia Megan- sussurrò, ancora destabilizzato.
 
-Sarà ancora la tua Megan- gli disse Terrence, con un sorriso rassicurante. -Lei lo sa che tu sei meglio di Zabini-
 
***
 
Succo di zucca, brioche alla zucca e una tazza colma di caffè amaro.
Amaro, come la Umbridge durante le sue ormai innumerevoli punizioni.
Dall'inizio dell'anno alla sua colazione aveva aggiunto il caffè, scoprendo che il suo sapore forte era un toccasana per la sua mente ancora dormiente. Hermione diceva che la caffeina portava all'assuefazione ma secondo Alyssa, lei sarebbe riuscita a smettere non appena avrebbe deciso di farlo.
Quella mattina stava facendo colazione da sola, Lavanda e Ginny erano state invitate al tavolo dei Corvonero da Anthony e Michael, i gemelli e Lee erano scomparsi dietro ad una nuova invenzione e il famoso trio, non era ancora sceso dalla Torre di Grifondoro.
Si portò la tazza di caffè alle labbra e bevve lunghi sorsi, assaporando quel sapore che in un mese era riuscita ad apprezzare. Potrei prenderne un altro po', pensò quando il suo occhio era caduto sui fondi del suo caffè. A quel pensiero, seguì il gesto automatico di riempirla nuovamente di liquido scuro.
 
-La mia bellissima caffeinomane- esclamò la voce di Theodore, accanto a lei.
 
Alyssa sobbalzò e si voltò alla sua sinistra, dove trovò il ragazzo che, con la sua divisa di Serpeverde, stonava in mezzo ai Grifoni. Eppure non sembrava interessarsi alle occhiate che gli altri studenti rosso-oro gli lanciavano, aveva occhi solo per lei.
 
-Non sono caffeinomane- rispose Alyssa sorridendo. -Come ho detto a Hermione, smetto quando voglio-
 
-Allora posso prenderlo io quel caffè?- chiese Theodore, indicandole con un gesto del capo la tazza che lei aveva tra le mani.
 
Alyssa represse una smorfia e glielo passò, troppo orgogliosa per ammettere che lo voleva lei. Theodore rise e lo prese, sorseggiandolo lentamente per osservare con calma, l'espressione di finta indifferenza che la ragazza ostentava.
 
-Come mai sei seduto tra i Grifoni?- chiese Alyssa, guardandolo.
 
-Sono venuto a chiedere alla mia ragazza di uscire con me, il prossimo sabato a Hogsmeade- disse sorridendole dolcemente.
 
-Oh- esclamò sorridendo intenerita, si avvicinò al viso del ragazzo e si fermò a pochi centimetri dalle sue labbra. -Sì, ci vengo con te a Hogsmeade-
 
Alyssa fece per baciarlo ma qualcuno, vicino a loro si schiarì la voce e si voltò a guardare chi fosse. Harry, Ron e Hermione li fissavano, i primi due con aria schifata mentre la terza con un sorrisetto imbarazzato. Theodore sbuffò e si prese comunque il bacio che la ragazza stava per dargli. Un bacio veloce, dettato dal bisogno impellente del ragazzo di spostarsi da lì, perché Alyssa sapeva che se c'era qualcuno che Theo proprio non sopportava, erano proprio Harry e Ron.
 
-Ci vediamo dopo, va bene?- chiese Theodore, quando si staccò da lei.
 
Alyssa annuì e gli sorrise. -Sì-
 
Theodore si alzò e lanciò occhiate di fuoco a Harry e Ron, il primo lo ignorò mentre il secondo ricambiò lo sguardo e si sedette al tavolo per fare colazione. Hermione prese posto accanto all'amica, aveva un sorriso smagliante al contrario di Harry, che aveva un espressione seria in volto.
 
-L'ho convinto- le sussurrò Hermione all'orecchio.
 
Alyssa si drizzò e guardò prima Hermione poi Harry, il quale annuì scettico mentre si riempiva il bicchiere di succo di zucca.
 
-Fantastico!- sussurrò sorridendo. Era eccitata, all'idea di riprendere la pratica di Difesa. -Hai già pensato a chi potremmo chiedere?-
 
-Chi mai vorrebbe parlare con quel pazzo di Harry Potter?- borbottò Harry, irritato.
 
-Noi con te ci parliamo- rispose Alyssa, con ovvietà. -E non credere che tutti siano come Malfoy, qualcuno buono in questa scuola ci sarà no?-
 
-Ci penseremo io e Alyssa a cercare i...ehm...candidati- esclamò Hermione, ignorando deliberatamente le parole del ragazzo.
 
-Giusto- disse Alyssa, annuendo. -Tu meno ti metti in mostra e meglio è-
 
I quattro ragazzi terminata la colazione, si alzarono dal tavolo e si diressero al laboratorio di Pozioni, chiacchierando del più e del meno. Quando furono all'interno dell'aula, si divisero per andare ai rispettivi banchi, Hermione raggiunse Lavanda mentre Alyssa si sedette accanto a Tracey. Da quando la Serpeverde era diventata la sua compagna di banco, si era ritrovata spesso a chiacchierare con lei per i corridoi.
Piton entrò in aula, seguito subito dalla donna che ormai aveva imparato ad odiare con tutta sé stessa. Dolores Umbridge prese posto su una sedia messa appositamente per lei poco dietro la cattedra di Piton, quest'ultimo sembrava comportarsi normalmente e diede direttive ai ragazzi come ad ogni lezione. Questa volta non diede compiti diversi a lei e ad Andrew, dovevano eseguire la Bevanda della Pace come tutti gli altri.
 
-È tanto che insegna qui, Severus?- chiese la Umbridge, melliflua.
 
-Quattordici anni- rispose Piton, con tono sicuro e continuò a controllare la pozione che Goyle stava eseguendo.
 
-Ma se non sbaglio, aveva fatto richiesta per la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure, è esatto?- chiese la donna, pur sapendo già la risposta.
 
-È esatto- confermò Piton, senza degnarla di uno sguardo.
 
-Le darà sicuramente fastidio che la cattedra che lei tanto bramava, ha cambiato professore di anno in anno- disse la Umbridge, sorridendo con finto fare gentile.
 
-Mi va benissimo l'insegnamento di Pozioni- ribatté il professore. -Grazie dell'interessamento-
 
Qualcuno bussò alla porta e ad Alyssa, parve di vedere il professore tornare a respirare normalmente. Non voleva essere al suo posto.
Un ragazzo della casa di Tassorosso entrò e avvisò la Umbridge che Silente, la stava aspettando in Sala Grande. La donna strinse le labbra indispettita e si alzò dalla sedia, promettendo a Piton che sarebbe tornata di lì a poco e uscì dalla stanza. Per un attimo nel laboratorio ci fu solo silenzio, rotto dalle varie pozioni che sobbollivano nei calderoni.
 
-Rospa Stronza- esclamò Tracey, continuando a girare la sua pozione.
 
Alyssa scoppiò a ridere di gusto, lasciò cadere il mestolo e si portò una mano davanti la bocca, per placare le risate ma fu impossibile. In un attimo nella stanza si udì solo il suono delle sue risate e, benché Tracey fosse consapevole di non aver fatto battuta così tanto divertente, la risata della sua compagna di banco la fecero unire a lei.
 
-Black e Davies, smettetela di ridere!- esclamò Piton, guardandole inespressivo.
 
-Ros..pa str...onza- disse Alyssa ridendo. -È proprio vero-
 
-Meno dieci punti a Grifondoro e meno cinque a Serpeverde- disse Piton.
 
-Perché a me dieci e a lei cinque?- chiese Alyssa, indicando la compagna con occhi sgranati.
 
-Perché lei, signorina Black sta ridendo di una battuta squallida e Davies ha insultato la professoressa-
 
-Qualcuno mi ha insultato mentre non c'ero, Severus?- chiese la Umbridge, appena rientrata in aula.
 
La donna scrutò i volti degli studenti, ora tornati seri e tutti interessati a terminare la pozione di fronte a loro. Lo sguardo si fermò al primo banco dove Alyssa era l'unica a non girare l'intruglio nel calderone, anche perché era arrivato il momento di farla riposare.
 
-Sì- esclamò Alyssa.
 
Tutti i compagni alzarono lo sguardo su di lei, che sorrideva angelica alla professoressa di Difesa. Tracey la fissò sbalordita ma non poté dire nulla e in fondo, alla Umbridge non interessavano le parole della Serpeverde.
 
-Sono stata io- disse Alyssa con sicurezza. -Ho detto che è una stronza e aggiungerei che sicuramente, il professor Piton sarebbe un insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure migliore di lei-
 
-Punizione, Black- disse la donna, fulminandola con lo sguardo.
 
-Con piacere-
 
~
 
-Potresti darti una calmata con le punizioni? Sarebbe utile mantenere un profilo basso- esclamò Hermione irritata dalla situazione.
 
Le due ragazze si stavano dirigendo in Sala Grande, erano le cinque del pomeriggio e sapevano che avrebbero trovato lì Ernie Macmillan. Il suo nome era stato proposto da Lavanda, con Eliot all'interno dell'Ordine della Fenice lui sicuramente era una persona da prendere in considerazione per il gruppo di Difesa.
 
-Che ci vuoi fare, lei mi adora- rispose Alyssa, facendo spallucce.
 
Il tono abitudinario di Alyssa fece innervosire non poco la ragazza, che si trattenne per non afferrarla e darle uno schiaffo in pieno viso.
 
-Guarda che ti ho visto la mano- esclamò Hermione, scura in volto. -E le pozioni rimpolpasangue che nascondi sotto il letto. Ti voglio bene ma non devi esagerare, oltre al fatto che dovresti farti vedere da...-
 
-Da nessuno- l'interruppe Alyssa, con tono serio. -Tranquilla Hermione, so quello che faccio. Più o meno-
 
-Più o meno?-
 
-Ti prometto che mi calmerò con le punizioni, va bene?-
 
Hermione annuì scettica ma non rispose ed entrò nella Sala, con Alyssa al suo fianco. Le due scrutarono la tavolata di Tassorosso e quando videro Ernie seduto in fondo con Hannah, si avvicinarono con calma e si sedettero di fronte al ragazzo. I due Tassorosso, alzarono lo sguardo su di loro confuso ma le ragazze ignorarono.
 
-Come stai, Ernie?- chiese Alyssa, sorridendo.
 
-Bene- borbottò il ragazzo, guardandola come a voler capire cosa nascondessero.
 
Un gruppetto di studenti del secondo anno si alzò dal tavolo e Alyssa, fu contenta di avere un po' di distacco dal resto dei Tassorosso.
 
-Vogliamo chiederti una cosa...- disse Hermione, lanciando un fugace sguardo a Hannah.
 
-Se dovete dirmi qualcosa, potete anche parlare davanti a lei. Tanto glielo direi comunque dopo- disse Ernie, ostentando sicurezza.
 
-Bene- Hermione si riempì una tazza di tè e ne versò un po' anche ad Alyssa, giusto per non far vedere a chiunque li stesse guardando, che erano lì per un tè in amicizia. -Stiamo mettendo su un gruppo per studiare Difesa. Studiarla sul serio-
 
Ernie e Hannah si guardarono e si sporsero verso di loro, ora decisamente più interessati alle parole delle Grifondoro.
 
-E chi ci insegnerebbe?- chiese Hannah, abbassando la voce.
 
-Harry, ovvio- rispose prontamente, Hermione. -Se siete interessati venite sabato prossimo alla Testa di Porco-
 
-A che ora?-
 
-L'ora ve la comunicheremo in seguito- rispose Hermione, sorridendo ai due ragazzi.
 
-Pensavo di chiedere anche a Wayne e Megan- s'intromise Alyssa, prima di bere un sorso del suo tè.
 
Ernie e Hannah si guardarono e scossero il capo all'unisono sospirando.
 
-No, Megan e Wayne... non sono in condizioni di poter fare qualcosa- sussurrò Hannah preoccupata. -Intendiamoci, nessuno di noi sta bene. Ma loro due...sono...come dire...-
 
-Persi- l'anticipò Ernie, abbassando lo sguardo sulla tazza che aveva tra le mani.
 
Alyssa e Hermione si guardarono e non dissero nulla, non subito quanto meno. Ciò che i Tassorosso stavano passando, era quanto di più atroce potesse capitare a qualcuno. Il nome di Cedric spuntava su ogni testata giornalistica e leggere che della sua morte come una tragica fatalità, era peggio di qualsiasi Maledizione.
 
-Il discorso che vi abbiamo fatto il giorno dopo...- Alyssa lasciò la frase in sospeso, per non turbarli troppo nominando il loro defunto amico. -È ancora valido, se avete bisogno di qualsiasi cosa, di una spalla su cui piangere o di una burrobirra in amicizia non fatevi problemi a dirlo. Siamo sempre e comunque studenti di Hogwarts prima ancora di essere Grifondoro o Tassorosso, non dimenticatelo mai-
 
Ernie e Hannah ringraziarono con un sorriso e il silenzio tornò ad aleggiare sul gruppo, i loro pensieri erano tutti puntati su Cedric. Quel silenzio voleva dirgli che lo pensavano ancora, nonostante tutto.
 
-Sono interessato anche io!- disse una voce poco distante da loro.
 
Il gruppo sobbalzò e si voltò verso un ragazzo biondino di Tassorosso, di cui Alyssa ricordava a stento il nome.
 
-Più siamo meglio è- disse Hermione, reprimendo una smorfia. -Sabato prossimo alla Testa di Porco, Zacharias- si voltò nuovamente verso Ernie e Hannah, questa volta sorridendo. -Se conoscete qualcuno realmente interessato, non fatevi problemi a dirglielo. Mi raccomando però, gente fidata-
 
***
 
Erano le sei del pomeriggio e benché non fosse ancora orario di chiusura della biblioteca, aveva deciso di andarsene per andare a riposarsi. Era da sola, Terrence aveva preferito stare con Andrew dopo quello che era successo il sabato precedente. Non aveva mai visto il suo amico così perso e si era dovuta trattenere dal prenderlo a schiaffi, Megan provava gli stessi sentimenti e lui era rimasto lì, fermo imbambolato. Sospirò tra sé e aguzzò lo sguardo, nel momento in cui vide un gruppo di Grifondoro passare. Da quando era terminata l'ora di Pozioni, aveva sperato di incontrare Alyssa per i corridoi ma nulla. Voleva ringraziarla per essersi presa la colpa al suo posto ma no, non doveva farlo più.
 
-E quindi tu sei la mia nuova compagna di banco- esclamò Alyssa, sorridendole gentile.
 
-Sì- rispose Tracey, annuendo. -Non sono Nott ma ho comunque i capelli neri, vale lo stesso?-
 
Alyssa ridacchiò e iniziò a scrivere il tema che Piton le aveva chiesto, Tracey la osservò per qualche secondo incuriosita. Lei era la ragazza che aveva fatto capitolare Terrence e non riusciva ancora a capire, come diavolo avesse fatto. Lui che era sempre stato sulle sue persino con Astoria, quando vedeva lei sembrava che non ci fosse nessun altro oltre loro. Non aveva mai visto Terrence impazzire per cercare un vinile e addirittura, chiederle aiuto per averlo il prima possibile.
Mentre la fissava di sottecchi, il suo sguardo cadde sulla mano che teneva la piuma e aguzzò meglio la vista, per leggere la scritta.
 
-Cosa significa, "Devo stare al mio posto"?- chiese Tracey, incuriosita. -Ma soprattutto, perché lo hai segnato sulla mano?-
 
Alyssa s'irrigidì e allungò la manica del maglioncino, come a voler nascondere quella scritta. Ma ormai era inutile, lei l'aveva letta. Sembrava che qualcuno l'avesse marchiata.
 
-Nulla- rispose Alyssa, con tranquillità.
 
-Sì certo. Allora?- ribatté Tracey, guardandola tralice.
 
Il suo sguardo indagatore faceva capitolare chiunque, era sempre stata una sua prerogativa e fu grazie a quel suo modo di fare, che scoprì di come Jacob l'avesse tradita a luglio.
 
-Le punizioni della Umbridge- sussurrò, per non farsi sentire dagli altri e si avvicinò a lei come per volerle spiegare i passaggi della pozione. -Ha questa piuma che quando la usi, ti prende il sangue per utilizzarlo come inchiostro e quello che scrivi, si trasmette sulla mano-
 
-Quella Stronza- borbottò Tracey, fingendo di ascoltare i consigli di Alyssa sulla Bevanda della Pace.
 
Le due ragazze tornarono in silenzio e continuarono a fare ciò che dovevano, Tracey rigirava la pozione nel calderone e Alyssa scriveva imperterrita. Fu mentre Tracey constatava di aver sbagliato un passaggio, che Alyssa la richiamò.
 
-Tracey?-
 
-Sì?-
 
-Ecco...non dirlo a Terrence, per favore. Non dirlo a nessuno-
 
Era stata di parola, non disse mai nulla al suo amico, nonostante avrebbe voluto dirglielo non sa quante volte. In primis perché voleva che stesse attento con la Umbridge, in secundis perché beh...lui avrebbe voluto saperlo, ne era certa. Ed era altrettanto certa, che avrebbe fatto una cavolata.
 
-Una Serpe tutta sola ai piani alti, giù non c'è abbastanza aria?- chiese una voce poco distante da lei.
 
Tracey alzò gli occhi al cielo irritata e si voltò verso il ragazzo, che la guardava divertito. Da quando l'estate si era ritrovata a dover aiutare sua madre nel negozio di fiori di sua nonna, ricoverata al San Mungo per lesioni da incantesimo, sembrava che Terry Boot se lo ritrovasse ovunque. Galeotti furono i tulipani, scherzava sua madre quando vedeva il ragazzo comprare i fiori, per la consueta gara dei giardini che si teneva ogni estate.
Lei dal canto suo, con i suoi abiti un po' dark cozzava in quel posto pieno di colori.
 
-Stavo giusto tornando nel covo delle serpi. Addio- disse, voltandosi per avviarsi alle scale principali.
 
Ma Terry non era della stessa idea.
 
-Devo ammettere che le punte bionde ti stanno bene. Un po' di colore ci voleva proprio-
 
Tracey si voltò di nuovo verso di lui, irritata. Non sopportava quando qualcuno le ricordava come fosse triste vestita sempre di abiti scuri e insulsi, ci mancava solo che le dicesse quanto fosse più bella Lise ed era certa, che lo avrebbe schiantato.
 
-Il nero è un colore- ribatté scocciata.
 
-Sì e ti sta benissimo-
 
-Ma Boot esattamente, non hai niente da fare?-
 
-Tipo?-
 
-Pettinare le piume dei corvi?-
 
-No, preferisco parlare con te-
 
Tracey sbuffò e Terry le sorrise divertito. Per un attimo pensò che il Corvonero fosse masochista e anzi, ne ebbe la certezza quando si avvicinò a lei.
 
-Sei simpatica- disse Terry, guardandola.
 
-Hai sbagliato Davies, Lise è ancora in biblioteca- disse scocciata.
 
-Oh no, ho trovato la Davies giusta- rispose ridacchiando.
 
-Vedo che l'altitudine della Torre di Corvonero ti ha fatto rimbambire il cervello-
 
Terry scoppiò a ridere e Tracey strinse le labbra irritata. Ci sarà qualcosa che ti dà fastidio, no? Pensò nervosa. E invece Terry, si comportava come se stesse chiacchierando con qualche sua compagna di Corvonero. Lei però non era come quelle perfettine e quel suo comportamento, le stava dando sui nervi.
 
-Terry!- urlò una voce dietro di loro.
 
I due ragazzi si voltarono verso la biblioteca, dove Alyssa Black stava correndo nella loro direzione, con un libro in mano. Tracey la guardò stranita e lanciò un'occhiata a Terry, scoprendo che anche lui la fissava confuso.
 
-Hai dimenticato questo nel laboratorio- disse eloquente. -Ciao Tracey-
 
La ragazza sparì come era arrivata e Terry aprì il libro, che la Grifondoro le aveva dato. Tracey si sporse per vedere cosa contenesse ma il ragazzo, lo chiuse con un tonfo e la guardò ghignando.
 
-Sei curiosa eh?- le disse ridacchiando. -Non c'è niente, tranquilla-
 
-Tanto lo chiederò ad Alyssa stessa- rispose indispettita.
 
Era certa che ci fosse qualcosa e diamine, era troppo curiosa per lasciar perdere ma non avrebbe mai chiesto a lui.
 
-Cos'è, siete diventate amiche?- le chiese incuriosito.
 
-È un reato?-
 
-No...mi sorprende però-
 
Tracey roteò gli occhi al cielo ancora più irritata di poco prima e si allontanò di qualche passo da lui, aveva un disperato bisogno di andarsene da lì.
 
-Beh amen, ormai ci sono amica quindi...ciao Boot- disse sprezzante prima di camminare a passo spedito verso le scale.
 
Terry rimase lì a guardarla andare via, con un ampio sorriso sulle labbra e il messaggio nascosto nel libro datole da Alyssa. Era così imbambolato, che non si accorse dell'arrivo di Anthony al suo fianco. Quest'ultimo appena vide la figura di Tracey arrivare al piano terra storse il naso, disgustato.
 
-Stavi parlando con Anormale Davies?- chiese Anthony, con una smorfia.
 
-Sì- rispose Terry, riscuotendosi dai suoi pensieri. -E ti prego, smettila di chiamarla Anormale Davies. Si chiama Tracey-
 
~
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
 
Eccoci qua, questa volta Alyssa non è propriamente la protagonista e conosciamo un po' meglio, il Trio Serpeverde.
Allora, si è capito che Cho non la sopporto? No? Strano.
In questo capitolo volevo far vedere che Cedric non è morto e la vita va avanti, gli amici vogliono risposte, soffrono ancora per la perdita così prematura e la reazione di Megan ne è esattamente l'esempio.
Alyssa salvatrice della patria! Dovete immaginare le primine che la guardano con occhi adoranti.
Finalmente stiamo entrando sempre più nel vivo del quinto anno e nel prossimo vedremo l'incontro alla Testa di Porco.
 
Ho finito ciò che volevo dire, vi aspetto nei commenti.
 
Al prossimo capitolo,
_L_Black_

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Capitolo 45
*** Capitolo 44 - Seguire ***


Capitolo 44
 
Quel sabato stranamente non pioveva, il cielo era grigio eppure non cadevano gocce d'acqua, come la Cooman aveva predetto. Il freddo dei primi giorni d'autunno si stava facendo sentire e si strinse nel mantello della divisa, rabbrividendo al pensiero di dover uscire dalle calde mura di Hogwarts. Davanti a sé aveva una tazza fumante di caffè accompagnata da una fetta di plumcake alla zucca ancora caldo, Lavanda al suo fianco sorseggiava il suo infuso alle rose e Ginny beveva il latte caldo. Le tre ragazze erano nel silenzio più totale, immerse nei loro pensieri, soprattutto in vista di ciò che dovevano andare a fare giù al villaggio. Quella riunione significava andare contro la Umbridge e se per Alyssa non cambiava nulla, per Ginny e Lavanda la situazione era diversa, visto che non erano mai finite in punizione per qualcosa di grave.
 
-Avete litigato?- chiese Theodore, avvicinandosi a loro.
 
Le tre ragazze sussultarono all'unisono e si voltarono verso il ragazzo, che le guardava con il sopracciglio inarcato. Lavanda e Ginny sbuffarono apertamente a quell'intrusione ma non dissero nulla, a differenza di Theodore, loro non attaccavano briga alla prima parola pronunciata.
 
-No- esclamò Alyssa sorpresa. -Siamo solo...in silenzio, non ti capita mai?-
 
Theodore non rispose e ignorò le altre due ragazze, che erano tornate a gustare le proprie colazioni. Alyssa lo guardò confusa mentre lui rimaneva in piedi e la fissava con insistenza, solo quando le indicò la porta con un gesto del capo, si ricordò della promessa di andare a Hogsmeade insieme.
 
-Oh-
 
-Te ne sei dimenticata- sentenziò Theodore, serrando la mascella irritato.
 
-No è che...- Alyssa lanciò un'occhiata fugace alle amiche, che questa volta si drizzarono con la schiena e dalle loro espressioni, s'intuiva che stessero cercando una scusa per la loro compagna.
 
-È che ho litigato con Michael- s'intromise Ginny, guardando il ragazzo. -E...ecco volevo parlarne con loro-
 
-Puoi parlarne qui senza rimanere in silenzio- obiettò Theodore, con un tono di voce che fece innervosire non poco le tre Grifondoro.
 
-Sveglia Nott- disse Lavanda, alzando gli occhi al cielo con fare esasperato. -Manca Hermione. E comunque tranquillo, sarà solo questione di un'oretta, ho un appuntamento anche io-
 
Theodore non rispose, il suo viso era una maschera di indifferenza che forse solo Alyssa poteva decifrare. Si voltò e uscì dalla Sala Grande, seguito a ruota dalla ragazza. Lavanda e Ginny rimasero da sole e sospirarono esasperate, mentre osservavano la loro amica uscire dalla Sala per rincorrere il ragazzo.
 
-Quale sarà il suo problema?- sbottò Ginny, irritata.
 
-Il problema siamo noi- rispose Lavanda, afferrando un calderotto dal vassoio. -Prima c'era solo lui per lei, adesso deve dividerla con tutti noi-
 
-È ridicolo, Alyssa ha quindici anni e può decidere da sola chi frequentare- rispose, sbattendo con un po' troppa forza la tazza sul tavolo.
 
-Vero però vedi, Alyssa soprattutto al primo e al secondo anno aveva solo lui. C'ero anche io ma era Theodore a starle accanto, quando la additavano come figlia di un assassino. Al terzo anno è arrivata Hermione e al quarto tutti voi, comprendi che per lui è stato come vedersi rubare la sua migliore amica?- bevve un sorso di infuso e sospirò, portandosi una mano tra i capelli. -In più, mettici Terrence che ha una cotta per lei ed ecco che al povero Nott gli si è parata davanti una verità per lui sconvolgente non è più il...-
 
Ginny le diede una gomitata e Lavanda alzò di scatto il capo verso l'entrata, dove Alyssa stava camminando nella loro direzione sorridendo.
 
-Hanno fatto pace in fretta- borbottò Ginny, nascondendo le labbra dietro la tazza.
 
Lavanda fece spallucce e osservò la sua amica fermarsi a parlare con Fred, poco più in là Theodore tornava in Sala Grande per raggiungere gli amici al tavolo di Serpeverde.
 
~
 
Come aveva immaginato, il freddo si era fatto pungente e ringraziò sé stessa, per aver preferito il mantello della scuola al solito cappotto. Camminava lungo il sentiero con Lavanda e Ginny, le ragazze avevano deciso di avviarsi senza Anthony e Michael data la menzogna che avevano detto un'oretta prima a Theodore.
 
-Posso farti una domanda, Alyssa?- chiese Ginny, continuando a camminare.
 
-Certo, dimmi-
 
-Ma come ci sei finita con Nott?- chiese a bruciapelo.
 
Alyssa si voltò verso di lei con sguardo confuso ma Ginny non se ne accorse, troppo intenta a sfregarsi le mani dal freddo per darle retta. La ragazza lanciò un'occhiata al gruppetto di Serpeverde poco distante da loro e sospirò affranta, loro non capivano il suo rapporto con Theodore e forse non l'avrebbero mai compreso. In molti gli avevano fatto quella domanda e puntualmente la sua testa vagava in ricordi dove lui c'era sempre stato e lei, non l'aveva mai abbandonato.
 
-Beh è difficile da spiegare, non so quando di preciso ho iniziato a provare qualcosa per lui- spiegò pensierosa. -So che per voi Theodore non è altro che un razzista ma non lo conoscete come lo conosco io, ci capiamo al primo sguardo e so che in fondo non è cattivo come sembra. Sono i suoi amici a renderlo così-
 
Ginny e Lavanda si guardarono scettiche ma non risposero e Alyssa, non provò neanche a continuare il discorso. Raccontare di Theodore era come spiegare per filo e per segno cosa ci fosse nell'Ufficio Misteri e non tutti, avrebbero compreso l'essenza del ragazzo.
 
Lavanda la prese per un braccio e le indicò il gruppetto di Corvonero, che si prodigava a prendere una strada laterale e li imitarono, arricciando il naso quando videro che tra loro c'era Cho Chang con la sua amica Marietta. Li seguirono rimanendo a debita distanza e attesero qualche secondo, prima di entrare nel pub di Aberforth. Alyssa storse il naso non appena mise piede nel locale – decisamente più gelido rispetto al calore dei Tre Manici di Scopa –, e vide che tutti erano già arrivati per cui seguì Lavanda e Ginny tra i tavoli malmessi.
 
-Beh ragazze, che prendete?- chiese Fred, avvicinandosi a loro.
 
-Tre burrobirre. Sigillate- rispose Alyssa, riuscendo a reprimere una smorfia di disgusto.
 
-D'accordo principessina- rispose Fred, ghignando. -Hey Lav, mi aiuti?-
 
Lavanda annuì e Alyssa le passò i soldi per le loro burrobirre, Ginny provò a controbattere ma la ragazza le fece segno di non provarci neanche. Doveva ancora ringraziarle per l'aiuto a colazione.
Alyssa si avvicinò a George quando Hermione fece segno loro di aggregarsi al gruppo e osservò Ginny, sedersi accanto a Michael.
 
-Bene, sapete tutti perché siamo qui- disse Hermione, quando Lavanda e Fred tornarono da loro con le bevande. -Harry ha avuto un'idea...okay, io ho avuto un'idea ed è quella di studiare da soli Difesa-
 
-Un gruppo di studio, quindi?- chiese Cho, sorridendo a Harry.
 
-Una sorta, sì- borbottò Harry, arrossendo leggermente.
 
-Perché dovremmo?- chiese Zacharias, guardando il trio con aria di sfida.
 
Ginny e Alyssa si lanciarono un'occhiata confusa mentre Ernie, spiegava al suo compagno del motivo per cui fossero lì.
 
-Lo dice lui però, chi ci assicura che sia tornato?- chiese ancora Zacharias.
 
-Senti un po' ma tu perché sei qui?- chiese Alyssa, assottigliando lo sguardo.
 
-Ha una cotta per Hermione- risposero Hannah e Susan Bones, con tranquillità.
 
Harry, Ron e Hermione sgranarono gli occhi mentre Zacharias balbettò parole confuse, con le risatine dei presenti in sottofondo.
 
-Beh... comunque se...ci dicesse cosa è successo...a Cedric...cosa è successo davvero-  balbettò Zacharias imbarazzato.
 
Il gruppo smise subito di ridere e tornò serio, inevitabilmente tutti osservarono il volto di Harry, che era una maschera di rabbia e frustrazione per tutta la situazione creatasi.
 
-Cedric Diggory è morto per mano di Lord Voldemort, io l'ho visto, lo ha ucciso davanti ai miei occhi e se non credete a me, credete a Silente- rispose Harry, stringendo le dita a pugno. -Il problema è che se ora, ascoltando me, tu non ci stai credendo comunque, la vedo dura che potrai farlo dopo e non ho intenzione di sprecare la mattinata a convincerti-
 
-Silente ha soltanto detto che Cedric è stato ucciso da Voi Sapete Chi, non ci ha dato nessun particol...-
 
-Smith!- tuonò Susan, scattando in piedi. -Cosa vuoi sapere esattamente? Mh? Che farai dopo? Correrai da Wayne a dirgli di come è morto il suo migliore amico? Ti sentirai meglio?- la sua voce tremò di rabbia e Hannah si alzò per metterle le mani sulle spalle, con l'intenzione di farla calmare. -No! Non ti sentirai meglio e non lo farà tornare qui da noi, quindi smettila di fare lo stronzo-
 
Zacharias si zittì in un attimo e iniziò a fissare le punte delle sue scarpe, Susan tornò a sedersi e bevve dei sorsi di burrobirra che Justin le aveva offerto. Hermione si schiarì la voce e tornò a parlare di orari e luoghi in cui incontrarsi per fare pratica ma tutti quelli che non conoscevano bene Harry, lo stavano fissando, bramando di sapere di più.
 
-È vero che sai evocare un patronus?- chiese Hannah, interrompendo Hermione.
 
-Sì lo sa fare- rispose Susan, sorridendo. -Me l'ha detto mia zia...sai- disse, guardando Harry. -Mia zia era alla tua udienza-
 
-Ah!- esclamò Harry, come se si fosse ricordato di qualcosa. -Sì la ricordo-
 
-E hai ucciso il Basilisco nell'ufficio di Silente vero?- chiese Terry, guardandolo ammirato.
 
-E al primo anno ha salvato la Pietra Filosofica- s'intromise Neville.
 
-Filosofale- sibilò Hermione.
 
-Per non parlare delle prove del Torneo- disse Cho, guardando Harry sorridendo.
 
-Opportunista da quattro soldi- borbottò Lavanda, camuffando la frase con un colpo di tosse.
 
Alyssa, i gemelli e Lee ridacchiarono ma nessuno fece caso a loro, perché Hermione riuscì a riprendere la parola e a continuare il suo discorso per l'organizzazione del gruppo di studio.
 
-Bene...credo che dovremmo tutti scrivere il nostro nome, per sapere chi fosse presente oggi. Credo anche che non dovremo divulgare ai quattro venti quello che stiamo facendo. Perciò se firmate, acconsentirete a non raccontarlo né alla Umbridge né a chiunque altro- esclamò Hermione, facendo uscire una pergamena dalla sua borsa.
 
-Bene- disse Alyssa, sorridendo. -Dove si firma?-
 
-Ma siamo sicuri di volerla nel gruppo?- mormorò Zacharias a Ernie, pensando di non essere sentito. -È figlia di un assassino-
 
-Sì esatto, sono figlia di un assassino. Guardati le spalle Smith, perché io attacco quando meno te lo aspetti- rispose Alyssa, sarcastica.
 
***
 
-Esattamente, mi ricordate perché siamo qui?-
 
-Stiamo seguendo Megan e Zabini- risposero i tre, senza degnarla di uno sguardo.
 
Astoria sbuffò e strinse il braccio di Terrence, che di tutta risposta l'abbracciò senza staccare lo sguardo dalla coppia che stavano seguendo. Erano ormai arrivati di fronte al secondo pub di Hogsmeade che si trovava in una strada secondaria, Andrew borbottava e Tracey aguzzava meglio lo sguardo per vedere meglio. Zabini teneva la mano di Megan e chiacchieravano, nonostante il primo provasse ad avvicinarsi al viso di lei, con scarsi risultati.
 
-Ma perché li stiamo seguendo?- continuò Astoria, malcelando la sua irritazione.
 
-Perché Zabini è uno stronzo- risposero in coro i tre, continuando a non guardarla e a fissare i due.
 
-Vi ricordo- sibilò Astoria, arricciando le labbra. -Che Blaise è mio amico-
 
Terrence sospirò impercettibilmente quando sentì il tono irritato della sua ragazza e dovette voltarsi verso di lei, per tentare di calmarla. Gli occhi da cerbiatta di Astoria stavano puntando il suo viso e le sorrise dolcemente, di tutta risposta però la ragazza lo trucidò con lo sguardo e dovette fare un respiro profondo, per calmare sé stesso.
 
-Ammettilo Ast- disse Tracey, interrompendo lo scambio di sguardi dei due ragazzi. -Zabini non è il ragazzo più...uhm...fedele del mondo. Intendo come fidanzato sia chiaro- si affrettò a dire, prima che la ragazza scoppiasse davvero a urlare contro di loro. -Come amico sono sicurissima che sia una persona fantastica-
 
Andrew distolse per un attimo lo sguardo dalla coppia e guardò Tracey, che stava tentando di non ridere delle sue stesse parole e scosse il capo, tornando a osservare Megan, che sorrideva imbarazzata a Zabini.
 
-Megan ha fatto la sua scelta, seguirli è da deficienti- rispose Astoria, sbuffando di nuovo.
 
Tracey sentì Terrence sospirare e si voltò di nuovo a guardare la coppia, Astoria aveva lasciato il braccio del ragazzo e stava picchiettando il piede sui ciottoli con aria irritata. Non si stavano più fissando anzi, facevano di tutto per non incrociare i loro occhi e Tracey, provò pena per il suo amico.
Da quando erano tornati a Hogwarts, Terrence e Astoria non facevano altro che discutere, baciarsi e tornare a discutere. Il problema lo sapeva benissimo qual era, oltre alle enormi differenze caratteriali, c'era anche il minuscolo problema della cotta di Terrence nei confronti di un'altra ragazza. Da che ne sapeva, Astoria non era mai stata una ragazza stupida ma il contrario e accorgersi che il proprio ragazzo aveva occhi per un'altra, doveva darle davvero fastidio.
 
-Mi avevi promesso che saremmo stati noi due- esclamò Astoria, alzando finalmente lo sguardo su di lui.
 
-Giuro che dopo ti porterò da Madama Piediburro- le disse Terrence, sorridendole dolcemente.
 
-Andiamoci ora- ribatté lei, ignorando il sorriso che le stava facendo. -Penso che Tracey e Andrew riescano a seguire Blaise e la Jones egregiamente, non capisco perché ti ostini a fare queste cavolate. Sei molto meglio di quanto fai vedere-
 
-Vuoi dire che noi due siamo dei deficienti?- sbottò Tracey, indicando sé stessa e la figura di Andrew accanto a loro.
 
-Non ho detto questo- rispose Astoria, lanciandole un'occhiata di superiorità.
 
-È quello che hai lasciato intendere-
 
-Okay ragazze calmiamoci- esclamò Terrence, malcelando la sua esasperazione e prese Astoria per mano. -Andiamoci adesso-
 
Astoria sorrise vittoriosa e salutò gli altri due, trascinando Terrence verso la strada principale. Il ragazzo si voltò verso di loro e li guardò sorridendo complice, Tracey ricambiò e tornò a spiare la coppia che continuava a chiacchierare seduta ad una panchina in disparte. Astoria credeva di aver vinto ma Tracey sapeva bene che Terrence l'aveva portata via solo perché sapeva, che in una litigata tra le due, avrebbe vinto sicuramente la sua amica.
 
-Mi chiedo che ci sta a fare ancora con lei- borbottò Andrew, visibilmente sollevato di non avere più Astoria con loro.
 
-Ho una teoria al riguardo- rispose Tracey, anche lei più tranquilla.
 
-Ti prego illumina anche me-
 
-Se la lascia, sarà ancora più pesante vedere lei con quel deficiente di Nott- spiegò, stringendosi il più possibile nel suo mantello.
 
-È un pensiero egoista e Terr non si è mai comportato così- rispose Andrew, inarcando il sopracciglio dubbioso.
 
-Per una volta fagli fare l'egoista- rispose esasperata. -In più, girano voci tra i Serpeverde su Astoria...-
 
Tracey si bloccò di colpo, quando il suo sguardo venne catturato da un gruppo di studenti che usciva dalla Testa di Porco. Lavanda, Ginny, Goldstein e Corner ridacchiavano tra loro camminando in coppia e subito dietro di loro, Alyssa e Boot parlavano.
 
-Merda!- mormorò Tracey, nascondendosi dietro al suo amico.
 
-Insomma Tracey, di che voci parlavi?- chiese Andrew, con un tono troppo alto.
 
Megan voltò di scatto il capo nella loro direzione e come lei, anche il gruppo che era appena uscito dal pub si girò a guardarli. Andrew si portò una mano sul viso maledicendosi mentalmente e ascoltò in silenzio le maledizioni che la sua amica gli stava dicendo, rimanendo sempre nascosta dietro di lui. Quando tolse la mano, sospirò affranto nel vedere Megan prendere per mano Zabini e trascinarlo nella direzione opposta alla loro. Tracey borbottò irritata e nascosta dalle spalle dell'amico, spiò il gruppo di Corvonero e Grifondoro. Sospirò sollevata, quando vide le due coppie allontanarsi e prendendo la stessa strada, che Megan Zabini avevano preso poco prima. Ma quella sensazione di sollievo svanì in fretta, nel momento in cui vide Alyssa e Terry avvicinarsi a loro. Andrew alzò gli occhi al cielo irritato, dal fatto di aver perso la coppia e già s'immaginava a cercarli di nuovo per tutte le strade secondarie di Hogsmeade.
 
-Ciao ragazzi- esclamò Alyssa, sorridendo. -Cosa state facendo?-
 
-Seguiamo Megan e Zabini- spiegò Andrew con fare spicciolo, ansioso di tornare a cercarli.
 
-Interessante, posso venire con voi?- chiese Terry, sbirciando oltre le spalle di Andrew. -Buongiorno, Tracey-
 
-Seguire le persone è da deficienti- esclamò Tracey, uscendo dal suo nascondiglio con aria affranta. -In due riusciamo egregiamente a seguirli-
 
Andrew la guardò confuso ma Tracey lo ignorò e continuò a guardare ovunque, tranne che il volto di Terry.
 
-Seguire qualcuno non è da deficienti- disse Alyssa, aggrottando la fronte confusa. -Cioè, sì è sbagliato ma in fondo andiamo, Zabini è uno stronzo-
 
-Hai seguito qualcuno, Black?- chiese Terry, divertito.
 
-Con Lavanda seguimmo Wayne Hopkins al terzo anno perché lei aveva una cotta per lui- rispose, arrossendo leggermente colta nel segno. -Però è vero che Zabini è uno stronzo- la ragazza guardò l'orologio, che aveva sul polso e sgranò gli occhi. -Per la barba di Merlino sono in ritardo! Theodore mi aspetta da Madama Piediburro-
 
-Non ti facevo tipa da Madama Piediburro- esclamò Tracey, guardandola con un velo di disgusto.
 
-Oh infatti non lo sono- rispose subito Alyssa. -Ma fa una torta alla zucca che è la fine del mondo. È da quando siamo tornati a Hogwarts che non vedo l'ora di mangiarla-
 
-Come mai eravate in quel postaccio?- chiese Tracey, indicando con un gesto del capo il locale poco distante da loro.
 
Alyssa e Terry si guardarono, fu solo un secondo ma quanto bastava per farla incuriosire. Andrew non se ne accorse e borbottò qualcosa sul fatto che stavano perdendo tempo prezioso e che a quell'ora, Zabini le aveva già messo le mani addosso.
 
-Ginny e Michael hanno litigato- rispose Alyssa, con un sospiro.
 
-Gli abbiamo fatto fare pace- confermò Terry, annuendo. -Allora, andiamo a seguire Zabini e Megan sì o no?-
 
-Sì-
 
-No-
 
Tracey assottigliò lo sguardo su Andrew che di contro, la guardò con un misto di confusione e irritazione per tutta quella perdita di tempo. Alyssa salutò i tre e si avviò anche lei verso la strada principale del villaggio, preferendo passare davanti al vecchio negozio di abiti usati di Mademoiselle Clarisse per fare prima. Rimasero così in tre, con Andrew che scalpitava per cercare la coppia, Tracey che malediceva il suo amico e Terry, che guardava la ragazza visibilmente divertito dalla situazione.
 
-Non hai degli amici con cui uscire?- chiese Tracey, avviandosi a malincuore dietro Andrew, che si era stufato di aspettare.
 
-Tutti impegnati con una ragazza- rispose Terry, sorridendole.
 
-Trovatene una allora-
 
-L'ho appena fatto-
 
***
 
Il weekend proseguì tranquillo, dopo la riunione per la nascita del nuovo E.S., aveva passato il resto della giornata con Theodore passeggiando per il villaggio e mangiando la famosa torta di zucca di Madama Piediburro sulle rive del Lago Nero. Aveva raggiunto il ragazzo davanti il locale famoso tra le coppie di innamorati e lo aveva trovato, con un sacchetto tra le mani immerso in chissà quale pensiero. Erano pochi, i momenti in cui lo poteva osservare e ne approfittava ogni volta. Si era avvicinata a lui, solo quando questo si era accorto di avere un paio di iridi scure puntate addosso e se ne erano andati sulle rive del Lago Nero.
La domenica l'aveva passata divisa tra Theodore e Hermione, le due ragazze infatti avevano iniziato a studiare insieme un incantesimo complesso e non perdevano attimo per esercitarsi.
 
Quel lunedì mattina si era svegliata riposata e particolarmente di buon umore. Lo studio dell'incantesimo andava a gonfie vele e non aveva più incontrato la Umbridge, per la sua felicità. Scese in Sala Comune ma, come per quando la Umbridge era diventata Inquisitore Supremo, un gruppo di studenti leggeva attentamente un nuovo cartello sulla bacheca. Si fece largo tra i ragazzini, che non mancarono di salutarla e di spostarsi per farla arrivare accanto a Harry.
 
-Cosa è successo adesso?- sbottò lei, avvicinandosi per leggere.
 
Harry fece per risponderle ma Euan e Charlotte furono più veloci e si avvicinarono a lei, con sguardi misti tra il serio e il preoccupato.
 
-Signorina Black la Umbridge, o Rospa Stronza come ha detto di chiamarla, ha scritto un decreto didattico- disse Euan, con tono riverente.
 
-Tutti i gruppi, società, organizzazioni e club di studenti sono sciolte e severamente proibite- continuò Charlotte, annuendo.
 
-Per gruppi s'intende più di tre studenti e se se lo stava chiedendo, anche le squadre di Quidditch sono sciolte- riprese Euan, mentre Charlotte faceva uscire una pergamena dalla tasca.
 
-Ci siamo permessi di ricopiarlo per lei, sottolineandole i punti che siamo sicuri le interessano maggiormente- esclamò Charlotte, utilizzando un tono di adorazione.
 
-Oh, grazie ragazzi- rispose Alyssa, sorridendo e prese la pergamena che la ragazzina le stava porgendo. -Per l'altra questione tutto okay?-
 
I due ragazzini annuirono vigorosamente, sotto lo sguardo soddisfatto di Alyssa e quello confuso di Harry.
 
-Tutto in ordine, signorina Black- rispose Euan sorridendo complice. -Bree le ha seguite prima di pranzo mentre Gordon le ha pedinate dopo il tè delle cinque, i suoi dubbi sono fondati. Vogliono farli lasciare ma il modo non ci è ancora chiaro, oggi manderemo Rosalie a scoprirlo-
 
-Perfetto ragazzi- rispose Alyssa sorridendo apertamente. -E vi ho già detto, di chiamarmi Alyssa-
 
-Va bene, signorina Black- dissero in coro i due ragazzini. -Per qualsiasi altra cosa, non esiti a dircelo. Noi del primo anno siamo felicissimi di aiutarla-
 
Charlotte e Euan se ne andarono dai loro amici, che si sbracciarono nel salutarla prima di uscire dalla Sala Comune. Alyssa si mise la pergamena in tasca e guardò Harry, come se nulla fosse appena accaduto. Il ragazzo la fissò più confuso di prima ma Alyssa, parve non accorgersene e gli fece segno di andare a fare colazione.
 
-Ma cosa hai fatto a quei ragazzi?- chiese Harry, mentre prendevano il passaggio del quadro.
 
-Oh niente di che- rispose con fare spicciolo. -Sono finita in punizione al posto loro dalla Umbridge e adesso mi fanno un po' di favori ogni tanto-
 
-Ti adorano- ribatté il ragazzo, frastornato. -Se gli chiedessi di buttarsi nel Lago Nero lo farebbero-
 
-Oh no no, non lo chiederei mai- rispose Alyssa, non cogliendo il sarcasmo della frase. -Gli ho solo chiesto di avvisarmi quando la Umbridge fa qualcosa di sospetto e...beh... è successo solo una volta che gli chiedessi di andare nella Foresta Proibita ma sono tornati tutti interi e felici-
 
Harry aprì bocca per parlare ma la richiuse subito, scoprendo che non sapeva esattamente cosa risponderle. Pensò dapprima ad uno scherzo ma il volto serio della ragazza, gli fece intendere che no, non si stava prendendo gioco di lui e che sì, aveva davvero mandato dei ragazzini nella Foresta Proibita.
Arrivati davanti il portone della Sala Grande, Harry si divise da lei per raggiungere Ron e Hermione mentre lei, si avvicinò a Lavanda e ai gemelli. Appena la bionda si accorse della sua presenza, le fece segno di fermarsi con aria seriosa.
 
-Ah no eh...mi dispiace ma siamo già in tre qui, poi diventiamo dei malavitosi di Notturn Alley e non possiamo permettercelo-
 
Alyssa scoppiò a ridere di gusto, seguita dai gemelli che invece le fecero segno di avvicinarsi. I quattro entrarono in Sala Grande per la colazione e presero posto accanto a Harry, Ron e Hermione, Alyssa buttò un occhio in direzione degli altri membri dell'E.S. e notò la sua stessa preoccupazione nei loro volti.
 
-Rospa Stronza ci stava spiando- mormorò Alyssa, mentre si riempiva un bicchiere di succo di zucca.
 
-Saranno stati Higgs, Urquhart e Davies- rispose Ron, puntando il suo sguardo verso i diretti interessati. -Li ho visti fuori dalla Testa di Porco quando siamo usciti e non si sono spostati da lì, fino a che non c'è ne siamo andati-
 
-Terrence, Tracey e Andrew non ci stavano spiando e cosa più importante, non lo farebbero mai- sibilò Alyssa, guardandolo male. -Se fossi stato più attento, Auror, avresti notato che di noi non gliene importava nulla-
 
-Sai Alyssa, fossi in te rivedrei chi frequentare- ribatté Ron, ricambiando lo sguardo.
 
-Ti ricordo, Ron che lei frequenta anche te quindi ci penserei due volte prima di parlare, io- s'intromise Lavanda, prima di bere il suo infuso alle rose.
 
-Stiamo calmi- disse Harry, esasperato. -Questo non cambia nulla, stavamo comunque andando contro le regole. Dovremo solo stare più attenti-
 
~
 
La lezione di incantesimi era una delle sue preferite, non tanto per la materia quanto per il fatto che poteva chiacchierare tranquillamente senza essere interrotta. Quella mattina non faceva eccezioni e stava chiacchierando con Lavanda, sul nuovo decreto imposto dalla Umbridge. Nel frattempo il professore stava interrogando Pansy Parkinson e Neville Paciock sull'incantesimo di appello e per la stanza, una serie di libri volava senza mai arrivare ai diretti interessati.
 
-Black e Brown, smettetela di parlare ad alta voce- esclamò il Vitious severo. -State distraendo il signor Paciock, non costringetemi a dividervi-
 
-Professore, io e la signorina Brown ci amiamo- rispose Alyssa, abbracciando la sua amica con fare teatrale. -Non può dividere un amore-
 
-Questa frase l'ho già sentita- borbottò Vitious. -Smettetela di distrarre Paciock- ripeté, tornando a guardare i due ragazzi. -Ah, e cinque punti in meno a Grifondoro-
 
Alyssa alzò gli occhi al cielo e si voltò verso la parte opposta all'aula, dove avevano preso posto gli studenti di Serpeverde e sorrise a Theodore, che la stava guardando divertito. Lavanda le diede una gomitata e le due ragazze tornarono a chiacchierare, abbassando la voce per non dare fastidio ai due studenti interrogati. Continuarono il discorso senza preoccuparsi di cosa accadesse attorno a loro, non si accorgendosi neanche dell'ingresso in aula della professoressa McGranitt, che si era avvicinata a Vitious per sussurrargli qualcosa nell'orecchio. Il professore fermò Pansy, che stava provando di nuovo ad appellare il suo libro e si schiarì la voce, improvvisamente serio.
 
-Signorina Black-
 
-Giuro che non stavamo parlando- esclamò Alyssa, voltandosi verso di lui, sorridendo. Il sorriso però si spense, quando notò le espressioni dei due professori.
 
-Black devi venire con me- le disse la McGranitt, con tono gentile.
 
Alyssa la guardò confusa, nell'aula era piombato un silenzio agghiacciante ma non se ne preoccupò più di tanto e si alzò, per avviarsi all'uscita della stanza ma la professoressa la fermò.
 
-Riprendi le tue cose Alyssa, non tornerai a lezione-
 
Un brivido le percorse la spina dorsale e le mani le tremarono, l'allegria di poco prima era totalmente scomparsa e al suo posto, si era presentata la preoccupazione. Raccolse tutta la sua roba velocemente e con altrettanta velocità, la buttò dentro la sua tracolla e se la mise in spalla, uscendo dalla stanza con la professoressa. Non appena misero piede in corridoio, udì il chiacchiericcio provenire dall'aula e immaginò di essere lei, il motivo di tanto parlare. La professoressa le mise una mano sulla spalla e le fece strada per il corridoio deserto, solo quando furono alle scale principali, Alyssa decise di parlare.
 
-Cosa ho fatto, professoressa?- chiese Alyssa, guardando la donna.
 
-Quest'anno parecchi casini- rispose la McGranitt, sospirando. -Ma non si tratta di questo, ne parlerai con il preside direttamente-
 
-Sà professoressa, ho un deja-vù in questo momento- rispose Alyssa con aria indifferente.
 
Il pensiero era andato inevitabilmente al giorno in cui suo nonno era venuto a riprenderla.
Il giorno dopo la morte di sua nonna.
La scena si stava riproponendo a distanza di anni, l'unica cosa ad essere cambiata era la lezione. Se anni prima era nella serra di Erbologia, quel giorno era stata prelevata dall'aula di Incantesimi. Un semplice cambiamento, che la faceva ben sperare di non ritrovarsi a dover organizzare un funerale. Non era mai stata un tipo che si attaccava a quei dettagli stupidi, la divinazione non faceva per lei che era una persona schietta, lasciava quelle stupidaggini alla sua migliore amica. Ma quel giorno, mentre saliva le scale per raggiungere l'ufficio del preside, si attaccò a quel particolare nella speranza, che la storia non si ripetesse.
Arrivarono davanti l'entrata dell'ufficio di Silente e la McGranitt pronunciò la parola d'ordine, per poi invitarla a salire le scale. Salì i gradini con lentezza e le tornò in mente, il giorno in cui le diedero il ruolo di capitano nella squadra di Hogwarts. Chissà, pensò, magari questa volta giocheremo Hogwarts contro Ilvermorny.
Bussò ma nessuno rispose e la porta si aprì, cigolando leggermente. Alyssa entrò cauta e si guardò attorno confusa, non c'era traccia del preside e i quadri, non sembravano aver voglia di parlare con lei.
Il suo sguardo cadde sul vecchio Cappello Parlante, posizionato sopra lo sgabello che Alyssa intuì, essere lo stesso utilizzato per lo smistamento. Si era sempre chiesta, come mai alla fine avesse scelto proprio Grifondoro al posto di Corvonero, per carità lei adorava la sua casa ed era felice di quella scelta. Tuttavia si era domandata se il Cappello non avesse sbagliato con lei, non era coraggiosa come gli altri e preferiva uno studio intensivo di Pozioni piuttosto che sfoderare la bacchetta in un duello.
 
-Vuoi chiedermi qualcosa, Alyssa Sophie Black?- le chiese il Cappello all'improvviso.
 
Alyssa sobbalzò colta impreparata, non credeva che lui potesse davvero sentire la sua presenza e soprattutto risponderle.
 
-Oh...beh...- iniziò, visibilmente impacciata e si sedette sulla sedia posta di fianco al tavolo. -Mi chiedevo se non avesse sbagliato con me. Dico...la scelta della casa-
 
-Io non sbaglio mai, Black- rispose il Cappello, infervorandosi un poco. -Ho visto il tuo cervello e anche se sei assetata di sapere come tua madre, hai un coraggio che solo i Grifondoro possono avere. Non devi dubitare di te stessa e di me, soprattutto, di me-
 
-Non mi sento coraggiosa come gli altri- rispose la ragazza, sospirando. -Mi sembra sempre di non fare mai abbastanza-
 
-Voci mi giungono, Alyssa Black e so che ti stai facendo valere contro qualcuno che non dovrebbe essere qui. Alle volte non serve sbandierare la propria bacchetta, per essere coraggiosi-
 
Alyssa aprì bocca pronta a rispondere ma la porta si aprì, facendo entrare il preside seguito da Lupin. La ragazza scattò in piedi ma Silente, le fece segno di accomodarsi di nuovo.
 
-Bene Alyssa, vedo che stavi facendo un'interessante conversazione con il nostro Cappello Parlante- disse Silente, sorridendole affabile.
 
-Ciao Alyssa- disse Remus, guardandola sorridendo.
 
-Perché sono qui?- chiese la ragazza, guardando entrambi con impazienza.
 
-Oggi torni a casa-
 
***
 
Alyssa credette di aver capito male ma quando anche i due uomini, presero posto accanto a lei, si rese conto che non stavano scherzando. Un elfo si presentò e servì loro delle tazze colme di tè ma la ragazza, non aveva alcuna voglia di sorseggiare la bevanda con loro, aveva bisogno di sapere come mai c'era bisogno di lei a casa.
 
-Vedi Alyssa- iniziò Remus, serio in volto. -Orion è stato ricoverato al San Mungo-
 
Gli occhi le si spalancarono e le mani le tremarono così tanto, che l'uomo le tolse la tazza dalle dita per evitare che se la versasse addosso.
 
-Cos'è successo?- chiese Alyssa, preoccupata. -Lo...hanno attaccato?- chiese con un tono di voce più basso. -Fido è al sicuro?-
 
-No, si è sentito male ieri sera ma sono riuscito ad arrivare solo adesso. Kreacher ha avuto problemi a trovarmi- spiegò imbarazzato. -Per quanto riguarda Fido, non ha mai lasciato il capezzale di tuo nonno, andando contro a tutte le regole dei guaritori- le sorrise affabile per infonderle un po' di tranquillità.
 
-Possiamo andare subito?- chiese lei, alzandosi dal suo posto con l'intenzione di partire il prima possibile da suo nonno.
 
-Certo- rispose Silente, annuendo. -Và pure a cambiarti e a preparare il tuo baule, io predispongo una passaporta per voi. Ti aspettiamo nella Sala d'Ingresso-
 
Alyssa non attese oltre e si fiondò fuori dall'ufficio, dirigendosi alle scale principali. Salì i gradini due a due e si fermò davanti al quadro della Signora Grassa, pronunciò la parola d'ordine ed entrò nella Sala Comune per poi correre su per le scale del dormitorio femminile. C'era solo silenzio a farle compagnia, mentre radunava i suoi oggetti personali per infilarli nel baule. Si cambiò velocemente e indossò un maglione e una gonna, furono i primi vestiti che aveva trovato nell'armadio e non le interessò se fossero ben abbinati o meno. Aveva il fiato corto e il cuore le batteva all'impazzata nel torace tanto da farle male ma non se ne preoccupò, e buttò dentro tutti i libri scolastici prima di chiuderlo per affidarlo alle mani di un elfo domestico.
Quando uscì dalla Sala Comune era appena scattata l'ora e schiere di studenti si stavano riversando per le scale, pronti a raggiungere le lezioni successive. Scosse il capo con un mezzo sorriso sarcastico, ricordando quando era tornata a casa al secondo anno. Stava accadendo di nuovo, tutti gli sguardi erano puntati su di lei, che di contro camminava come se nulla fosse, qualcuno la guardava incuriosito ed altri invece preoccupati.
Quando arrivò alla fine delle scale, incontrò lo sguardo di Theodore, che si era catapultato da lei, spingendo senza tante remore Tracey e Andrew per farsi strada.
 
-Vitious ci ha detto tutto- esclamò Theodore, abbracciandola. -Orion è forte, vedrai che non è nulla-
 
Alyssa inspirò il profumo del ragazzo e ricambiò l'abbraccio, all'improvviso si rese conto di averne un estremo bisogno. Theodore le accarezzò i capelli per tranquillizzarla ma lei sapeva, che si sarebbe calmata solo al suo arrivo al San Mungo.
Si staccò dalla sua presa e lo guardò negli occhi, facendogli un mezzo sorriso.
 
-Tornerai a Hogwarts prima di quanto immagini- le disse sorridendo.
 
-Lo spero- mormorò.
 
Si voltò verso la scalinata che portava alla Sala Grande e incrociò lo sguardo di Remus, che la stava aspettando pazientemente appoggiato alla parete. Tornò a guardare Theodore e gli diede un bacio a fior di labbra, prima di raggiungere l'uomo. Il ragazzo non attese e se ne andò diretto alla sua prossima lezione, Alyssa invece scese le ultime scale che la dividevano da Remus e finalmente, uscirono.
 
Qualche minuto dopo, l'insegna consunta dei magazzini "Purge & Dowse Std" le si parò davanti.
 
~
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
 
Allora, quanti di voi odiano Zacharias? Io taanto. La parte alla Testa di Porco è fatta più veloce di proposito, questo perché la Rowling ci ha scritto un capitolo intero e qui non accade nulla di così diverso. La scena di Tracey, Andrew e Terrence che seguono Megan e Blaise non è messa a caso. Vi dico solo di non dimenticarla. Sorpresi del piccolo esercito che Alyssa si è fatta? Andare in punizione al posto dei ragazzini può essere comodo non trovate?
Passiamo all'ultima parte del capitolo, beh sono curiosa di sapere se ve l'aspettavate. Di più non dico, perché sarebbe spoilerare e no, non lo farò.
 
Bene io ho finito, fatemi sapere cosa ne pensate.
 
Al prossimo capitolo,
 
_L_Black_

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Capitolo 46
*** Capitolo 45 - Gelosia ***


Capitolo 45
 
Era passato quasi un anno dall'ultima volta che aveva messo piede al San Mungo ma, se quel giorno era elettrizzata all'idea di entrare nei laboratori dell'Ospedale Magico, mesi dopo la preoccupazione le attanagliava lo stomaco. Remus accanto a lei parlava con la donna seduta dietro la scrivania ma la ragazza non ascoltava neanche una parola, di quello che il suo padrino stava dicendo. Il suo sguardo era catturato, dal cartello posto proprio dietro la donna, dove venivano elencati tutti i reparti presenti nello stabile.
Remus le dovette dare qualche colpetto sulla schiena, per farla risvegliare dai suoi pensieri e quando voltò lo sguardo su di lui, questo gli indicò le scale poco distanti da loro.
Superarono alcuni maghi che saltellavano dal dolore e dovettero stare attenti a non scontrarsi con un babbano, che rimirava la sua mano caduta a terra e urlava impazzito.
Superarono primo e secondo piano in un baleno e finalmente, il cartello Malattie Magiche - Reparto Avvelenamento si presentò ai loro occhi. Alyssa aggrottò la fronte confusa e si voltò verso Remus, che stava aprendo la porta.
 
-Alohomora- esclamò Remus, puntando la bacchetta contro la serratura.
 
-Mi avevi detto che si era sentito male- disse Alyssa, confusa. -Perché siamo nel reparto dedicato all'avvelenamento?-
 
-Oh tranquilla, è un'ala del reparto Malattie Magiche, giù al secondo piano pare che ci sia un'epidemia da Vaiolo di Drago e lo hanno spostato qui- Remus le sorrise e le diede una spintarella sulla schiena, per farla camminare. -Ti ho detto di non preoccuparti, Alyssa-
 
-Nonna diceva sempre che non preoccuparsi equivale a perdere galeoni- rispose di getto la ragazza, mentre metteva piede in un lungo corridoio dalle pareti verde scuro.
 
Ad ogni porta vi era stato affisso il simbolo del San Mungo, una bacchetta magica incrociata con un osso e subito sotto, erano stati scritti i nominativi dei pazienti che soggiornavano in quella stanza. Sia Alyssa che Remus si misero a leggere nome per nome ad ogni porta, ignorando i vari lamenti che provenivano dal loro interno e finalmente, dopo tanta ricerca, lesse il cognome Black. Fece segno all'uomo di avvicinarsi ma non attese oltre ed entrò, sbattendo la porta al muro e facendo vibrare la parete. Sirius sobbalzò e si mise in allerta mentre Orion, apriva gli occhi infastidito dal rumore.
 
-Alyssa?- mormorò l'uomo, tentando di mettersi seduto.
 
Sirius abbaio e si avvicinò a lei, che di contro gli diede giusto due pacche sul capo, per poi avvicinarsi al letto dove Orion era sdraiato. A differenza delle altre camere, Orion non stava dividendo la stanza con nessuno ed era stata predisposta come una singola, togliendo i letti in più per dargli un po' di privacy. Remus entrò subito dopo e chiuse la porta alle sue spalle, non prima di aver controllato se qualcuno li stesse guardando.
 
-Nonno! Come stai?- chiese la ragazza, prendendo posto accanto a lui con aria preoccupata.
 
-Sto bene- rispose Orion, prima di essere attaccato da un colpo di tosse. -Lui credeva che fossi morto, pensa un po' che scemo. Ha iniziato a prendermi a schiaffi, ci credi?-
 
-Sei caduto dalle scale e non ti rialzavi, cosa dovevo fare?- chiese Sirius, dopo esser tornato nella sua forma umana.
 
-Chiamare subito Kreacher?- propose Orion, guardandolo torvo.
 
L'uomo fu di nuovo colpito da un attacco di tosse e Sirius si prodigò a versargli dell'acqua e porgegliela, aiutandolo a sedersi meglio. Alyssa guardò la scena e scosse il capo con un mezzo sorriso, Orion finì il bicchiere e si sdraiò, mettendosi più comodo e guardò il figlio con aria ammonitrice.
 
-Avevo detto che non serviva farla tornare da Hogwarts-
 
-Sì beh ed io ho pensato di farla tornare. Un po' di vacanze non le faranno male no?- disse Sirius, facendole l'occhiolino.
 
Orion non rispose e in breve cadde nuovamente nel sonno, Alyssa si morse il labbro inferiore e gli rimboccò il lenzuolo, prima di avvicinarsi a suo padre e prendere posto accanto a lui.
 
-Mi dite cos'è successo?- chiese la ragazza, guardando i due uomini.
 
-È svenuto mentre scendeva le scale- le spiegò Sirius, guardando suo padre dormire. -Non ho fatto in tempo a prenderlo ed ha sbattuto la testa ma non è questo a far preoccupare i guaritori-
 
-E che cosa?- chiese Alyssa, impaziente.
 
-Credono che il suo cuore non stia messo bene- mormorò, senza staccare lo sguardo dalla figura dormiente. -Ed io penso sia stato lo stress che questa situazione sta portando-
 
Dei passi fuori dalla stanza li misero in allerta e Sirius tornò subito nella sua forma animale, andandosi ad acciambellare sul letto con Orion come qualsiasi buon cane. Alyssa guardò i due e per un attimo, si chiese come avevano fatto a dividersi anni prima. Il pensiero però fu scacciato dall'entrata di due guaritori, una donna e un ragazzo che poteva avere la stessa età di Eliot e Fresia. La donna la guardò e le sorrise ma Alyssa non ricambiò e scattò in piedi, impaziente di essere informata sulle sorti di suo nonno.
 
-Tu devi essere Alyssa- disse la guaritrice, sorridendole. -Io sono la guaritrice Devon e lui, è il mio assistente, il guaritore King- il ragazzo le sorrise imbarazzato ma la Devon continuò, non facendo caso all'impazienza di Alyssa. -Devo dire che avete un cane ben addestrato, raramente facciamo rimanere gli animali domestici in reparto ma con lui, fare un'eccezione non ci è pesato affatto-
 
-Vi ha creato problemi?- chiese, indicando con un cenno del capo Sirius.
 
-Solo quando abbiamo provato a farlo uscire- rispose la donna, facendole l'occhiolino. -Ha svegliato tutti i pazienti ieri notte-
 
-Perdoni la franchezza, però vorrei sapere cos'ha mio nonno- disse Alyssa, arrivando subito al punto.
 
La guaritrice e il suo assistente si guardarono per un attimo e tornarono seri, la donna le prese le mani tra le sue e la fissò negli occhi.
 
-Vedi Alyssa, questa notte il cuore di tuo nonno si è fermato due volte da quando è qui- le spiegò con tono professionale. -È qualcosa che succede molto raramente e, se per i babbani è morte sicura, per i maghi è qualcosa di preoccupante ma non di inguaribile-
 
-Quindi guarirà- arrivò dritta alle conclusioni, guardandola speranzosa.
 
-Non voglio che tu lo dia per scontato, dobbiamo fargli molti accertamenti e ha bisogno di tanto riposo. Farò il possibile per far sì che lui torni a casa e tu torni a Hogwarts tranquilla- disse con tono materno. -Ora vi devo chiedere di uscire, dobbiamo fare un esame e avremo bisogno di spazio- Sirius abbaiò e la Devon alzò gli occhi divertita. -Lui può rimanere, non vorrei che svegli di nuovo la signora Lang nella stanza accanto-
 
-Siamo riusciti adesso a farla addormentare senza cantare Corvonero è la mia casa- confermò l'assistente, annuendo. -Avvelenamento da Pozione Canterina-
 
-Già- esclamò la Devon, esasperata. -Non era neanche la sua casa, poverina-
 
-Andiamo allora- disse Remus, sorridendo ad Alyssa e le fece strada fuori dalla stanza.
 
Appena i due furono fuori, un altro paio di guaritori entrò nella camera e chiusero la porta alle loro spalle, con un incantesimo. Remus le si avvicinò e le offrì una tavoletta di cioccolato, Alyssa ne prese la metà e iniziò a mangiarla, stando appoggiata al muro con la schiena.
 
-Io e...Fido, abbiamo deciso che verrò a Grimmauld Place per non lasciarti da sola- sentenziò Remus, guardandola.
 
-Quindi stasera mangeremo cioccolata calda e zuccotti di zucca?-
 
-Solo dopo i manicaretti di Kreacher- rispose, ridacchiando. -Adesso però devo andare a lavoro. Ah a Beri sono piaciuti i biscotti gufici ipocalorici? Stan sta pensando di toglierli dalla vendita-
 
-Oh non erano per Beri ma per Milka- rispose Alyssa, con tranquillità. -Però gli sono piaciuti-
 
-Ah, beh glielo riferirò- rispose Remus, guardandola frastornato. -Appena finisco il turno torno qui-
 
Alyssa annuì e Remus se ne andò, lasciandola sola per il corridoio semi vuoto del reparto. Sì mise una mano in tasca, andando a sfiorare dei galeoni e pensò di salire sù al quinto piano per una tazza di tè. Sospirò e si avviò verso l'uscita del reparto, stando attenta a non fare troppo rumore per evitare dare fastidio ai pazienti ma un guaritore, fece cadere una serie di pozioni e la signora Lang tornò a cantare Corvonero è la mia casa.
 
-Alyssa Sophie Black- disse una donna, poco distante da lei.
 
Alyssa alzò lo sguardo sulla persona che aveva appena pronunciato il suo nome e la guardò confusa, non riconoscendola. Aveva un camice verde scuro e degli occhiali protettivi, i capelli biondi erano legati alla meglio sulla nuca e un sorriso smagliante, le adornava il viso.
 
-Sono la pozionista Perks- le disse, immaginando ciò che la ragazza stava pensando.
 
-Oh...salve- disse Alyssa, sorridendole garbata.
 
-Cosa ci fai...Ah già, Orion Black- disse, come se si fosse appena ricordata un dettaglio importante. -La Devon ti ha cacciato, vero?- Alyssa annuì e la Perks le sorrise. -Ci metterà un bel po' quindi hai due possibilità, puoi andare a prendere un tè al quinto piano oppure...-
 
-Oppure?- l'interruppe Alyssa, guardandola incuriosita.
 
Jocelyn le sorrise raggiante. -Puoi venire con me a fare qualche Pozione. Rilassa e aiuta a pensare, non credi?-
 
-Magari! Ma...posso...insomma...è legale?-
 
-Oh- esclamò la donna, buttando indietro la testa ridendo. -Andiamo, Alyssa sono a capo del reparto e penso che la tua Bevanda della Pace fosse perfetta. Non farti pregare, vieni con me-
 
Una ventina di minuti dopo, le due si trovarono nei laboratori di Pozioni dell'ospedale, Jocelyn le diede un camice del medesimo colore e le fece strada nei vari reparti. Alcuni Pozionisti la guardarono incuriositi ma non dissero nulla altri invece, la salutarono come se fosse stata una loro collega.
 
-Qui puoi fare qualsiasi cosa tu voglia...beh ti chiedo di fare pozioni legali, quelle illegali possiamo produrle solo se servono agli Auror- le spiegò Jocelyn, sorridendo raggiante. -Hai qualche preferenza?-
 
-Posso...posso davvero fare Pozioni...- Alyssa indicò la stanza con le braccia aperte e con un'espressione estasiata. -Qui dentro?-
 
-Il miglior regalo di Natale vero?- esclamò Jocelyn, sorridendo alla vista degli occhi felici della ragazza di fronte a lei. -Sì, puoi fare quello che vuoi. Vuoi preparare pozione Antilupo? Vai lì. Vuoi preparare Antidoti contro il morso della vipera bulgara? Vai lì. Vuoi analizzare una pozione per vedere tutti i suoi ingredienti? Segui me-
 
-Analizzare una pozione?- chiese Alyssa, affascinata. -Piton non c'è l'ha ancora spiegato! Come si fa?-
 
-Perché è oggetto di M.A.G.O. ma ho letto il tuo fascicolo scolastico Alyssa e penso, che tu sia in grado di poterlo fare- disse con una strana luce negli occhi. -Analizzare una Pozione non è poi così complesso, va versata nuovamente nel calderone assieme a delle pozioni create appositamente e da questo, scopriamo gli ingredienti utilizzati- le mise un braccio attorno alle spalle e la guidò nei vari laboratori, fino ad arrivare all'ultimo che durante la gita dell'anno prima, non avevano visitato. -L'anno scorso qui dentro stavamo lavorando insieme ai Pozionisti del Ministero, per degli ingredienti di contrabbando e non potevo farvelo vedere ma ecco il mio piccolo mondo-
 
La stanza era forse la più piccola e a differenza degli altri laboratori, questo aveva poche postazioni per Pozionisti. Alyssa notò una porta di legno tra due scaffali con sopra scritto Vietato l'ingresso ai non addetti e fu tentata di chiederle cosa ci fosse ma Jocelyn, le indicò un calderone e Alyssa si avvicinò ad esso, impaziente di iniziare.
 
-Come ti dicevo, si creano delle pozioni specifiche per scoprire gli ingredienti. Sai dirmi il perché?-
 
-Beh, per la reazione- rispose Alyssa, con tono indeciso. -Credo che se mettiamo in contatto due pozioni totalmente diverse tra loro, la reazione è il nostro risultato-
 
-Bene, direi che possiamo iniziare- rispose, sorridendo soddisfatta.
 
***
 
La lezione di Aritmanzia era terminata già da un po' ma era dovuto rimanere in aula, per parlare con la professoressa. L'anno prima non avendola seguita doveva assolutamente mettersi in pari con gli altri ma, se per Alyssa studiare fosse la cosa più naturale del mondo, per lui decisamente no. Era così rimasto solo nel corridoio del settimo piano, con tre volumi da studiare e la voglia sotto le scarpe. In più, cosa che lo mandava in bestia, la professoressa gli aveva caldamente consigliato di farsi dare ripetizioni dalla Granger o da Higgs. Sembrava che il mondo intero fosse contro di lui e volesse fargli vedere, quanto Higgs fosse migliore. Per anni, non aveva avuto nulla a che fare con quel ragazzo ed eccolo che spuntava quando meno se lo aspettava. La cosa che più lo innervosiva però, era che anche Alyssa concordava con gli altri. "Chiedi a Terrence, lui potrebbe aiutarti"
"No, secondo Terrence è meglio usare questo"
E più lei lo nominava, più si rendeva conto che gli mancavano i tempi in cui erano solo loro due.
Alyssa Black e Theodore Nott.
Un'altra cosa che lo aveva preoccupato, era il fatto che lo chiamasse per nome, tutti i suoi amici non erano degni di ciò e per lei Draco non era altro che Malfoy. Eppure Higgs era Terrence.
 
Voltò l'angolo e delle risate, si sprigionarono nel corridoio all'improvviso. Si fermò di colpo a osservare la scena che gli si presentò davanti ai suoi occhi, Peeves rideva sguaiatamente e faceva volare dei libri, alzandoli ogni volta che la ragazza provava ad afferrarli. Theodore sbuffò dapprima divertito, poi decise di intervenire ed aiutarla, sfoderò la bacchetta e lanciò il primo schiantesimo che gli venne in mente. Il poltergeist urlò, facendo cadere i libri a terra ma anziché prendersela con lui come faceva con tutti quanti, la voce della Umbridge lo attirò e volò giù nell'androne per poterla raggiungere. Theodore rimise la propria bacchetta a posto e si avvicinò alla ragazza, che si stava prodigando a raccogliere i suoi libri da terra. Si chinò anche lui e prese uno dei due tomi, rimirandoselo tra le mani.
 
-Pozioni Avanzate- esclamò, leggendo. -Ti piacciono le pozioni?-
 
La ragazza si era come paralizzata nel vederlo così vicino a lei e deglutì imbarazzata, mentre riprendeva il libro dalle mani del ragazzo. Annuì e lo rimise dentro la sua borsa, senza alzare lo sguardo su di lui.
 
-Aspetta un attimo- esclamò Theodore, guardandola attentamente. -Tu sei nel club di Pozioni vero?-
 
-Sì- annuì, e si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, decidendo di alzare i suoi occhi azzurri sulla figura di fronte a lei. -Beh...prima che la Umbridge bandisse tutti i club- mormorò.
 
-Lisa, giusto?- le chiese Theodore, sorridendo e si alzò, per poi aiutare lei a rimettersi in piedi.
 
-Beccata- rispose lei, imbarazzata.
 
Theodore ridacchiò e la ragazza arrossì di nuovo, abbassando lo sguardo sulle punte delle sue scarpe. Theodore la osservò per qualche secondo, prima di sorriderle gentilmente.
 
-Non mordo mica- le fece presente, con tono gentile.
 
-No...certo- bofonchiò, alzando lo sguardo su di lui.
 
Lisa si perse per un attimo negli occhi scuri di lui ma furono solo pochi secondi, prima di rendersi conto che stava ammirando le iridi del ragazzo impegnato con una delle sue compagne di Pozioni.
Con la compagna di Pozioni.
Perché tutti preferivano lei, Alyssa Black era sempre migliore. Da quando era nel club, non c'era più posto per le altre e, se a Megan non interessava minimamente, a lei dava fastidio.
Si mise meglio la borsa sulla spalla e sospirò per il peso, Theodore se ne accorse e gliela indicò sorridendo.
 
-Posso portartela io?- le chiese gentilmente.
 
-Oh- esclamò sorpresa. -Ehm...sì, solo se...insomma...se hai tempo- mormorò impacciata.
 
Theodore le sorrise di nuovo e Lisa cadde ancora nel tranello dei suoi occhi. Le erano sempre piaciuti, benché non fossero di un colore così appariscente come i suoi. Si ridestò, quando il ragazzo le prese la borsa dalle mani e le indicò il corridoio con un gesto del capo. I due iniziarono a camminare in religioso silenzio, Lisa non sapeva cosa dire e Theodore dal canto suo, non voleva metterla in imbarazzo avendo notato il suo disagio. Fu solo quando si trovarono poco distanti dall'entrata della Sala Comune di Corvonero, che la ragazza decise di provare a parlare. In fondo erano anni che attendeva un momento per conoscerlo meglio, perché non approfittarne?
Sì brava, approfitta del fatto che non c'è la sua ragazza.
Un pensiero a cui avrebbe inorridito normalmente ma quel giorno, non accadde.
 
-Problemi con Aritmanzia?- gli chiese, senza guardarlo in volto, troppo imbarazzata.
 
-Eh sì- rispose lui, sospirando. -Per entrare al Ministero ho bisogno di Aritmanzia ma sono indietro con lo studio, non avendola scelta l'anno scorso. La professoressa mi stava dicendo di farmi aiutare dai migliori della classe- disse, non reprimendo una smorfia al pensiero di Granger e Higgs.
 
-Mh, immagino chi ti abbia consigliato- rispose Lisa comprensiva. -E...Alyssa non può aiutarti?-
 
-Anche lei si sta facendo dare ripetizioni- rispose, facendo spallucce. -Ma...non voglio prendere lezioni da Granger-
 
-Noi la chiamiamo So Tutto Io- disse Lisa, facendo ridere il ragazzo. -E deduco che tu non voglia farti aiutare da Higgs-
 
Theodore smise di ridere e annuì, facendo una smorfia al pensiero di quel maledetto ragazzo. Lisa lo osservò e le venne una stretta al cuore, nel vederlo così giù a causa di uno come Higgs. Fu guardando la sua espressione da cane bastonato che le venne un'idea, un'idea folle per una come lei, che non si metteva mai in mostra come facevano la Black e la Brown.
 
-Non ho Eccellente di Granger e Higgs, però penso che con il mio Oltre Ogni Previsione posso darti una mano- propose, senza guardarlo negli occhi. -Insomma...delle ripetizioni-
 
Theodore la guardò e ci pensò su qualche secondo, prima di darle una risposta. Aveva tre possibilità: chiedere aiuto alla Granger, la quale non avrebbe perso tempo a dirgli quanto fosse divertente il fatto di chiedere proprio ad una Nata Babbana; o dirlo a Higgs, che avrebbe sfruttato ciò per  punzecchiarlo; oppure accettare la proposta di Lisa. Non sapeva perché quella ragazza volesse tanto aiutarlo ma, il pensiero di dover rivolgersi agli altri due era troppo difficile da accettare, così annuì con il capo e la guardò.
 
-Sì Lisa, però solo se non ti è un problema ecco- rispose, sollevato.
 
-No no tranquillo! Lo faccio con piacere- si affrettò a rispondere, guardandolo negli occhi e sentendosi meno in colpa, mentre si perdeva ad ammirare le sue iridi scure.
 
-Adesso devo andare- disse Theodore, porgendole la borsa. -Devo scrivere ad Alyssa- esclamò, guardando l'orologio.
 
-Oh...sì certo- bofonchiò, riprendendo la borsa e portandosela alla spalla.
 
-Per le ripetizioni iniziamo domani?- chiese Theodore, rialzando gli occhi su di lei.
 
-Sì va bene, facciamo in biblioteca alle cinque- disse facendogli un ampio sorriso.
 
Theodore annuì e la salutò, per poi avviarsi giù per le scale, di corsa.
Lisa lo guardò allontanarsi e sorrise.
 
***
 
Qualche giorno era passato dal suo ritorno a Grimmauld Place e lo stato di salute di Orion pareva stabile, la guaritrice Devon aveva prescritto per lui una serie di pozioni che lo facevano dormire la maggior parte del tempo. Si svegliava solo per i pasti e per utilizzare il bagno, Alyssa non lo svegliava neanche se qualcuno andava a trovarlo ed anche per questo, Julius non si era attardato a stare con l'amico. Complice Sirius che non la smetteva di ringhiargli contro.
Quando era sveglio, Alyssa gli leggeva le lettere che arrivavano, Lavanda aveva mandato una scatola di brioche al limone e Harry, non aveva mancato di scrivere a colui che lo aveva aiutato a prepararsi per l'udienza. Spesso si era presentata sua zia Narcissa, che non mancava di esporre il suo sdegno per far dormire Alyssa da sola in quella casa, di contro Sirius le aveva ringhiato ma la donna ormai ci aveva fatto l'abitudine.
Quando suo nonno doveva essere visitato, andava nei laboratori dalla Perks, che in quei giorni non perdeva occasione per insegnarle alcune cose interessanti sulle pozioni. Le aveva addirittura fatto preparare la pozione Antilupo, che diede a Remus la sera a cena.
 
Quel pomeriggio si trovava a fare la fila per ordinare il suo tè con i zuccotti di zucca e dei sandwich per Sirius, il quale non riusciva più a mangiare i croccantini che tutti i guaritori gli offrivano. Era diventato infatti la mascotte del reparto e non c'era guaritore, che non passava a fargli qualche coccola, tutte attenzioni apprezzate ma i croccantini del Serraglio Stregato lo disgustavano.
La donna davanti a lei non la smetteva di blaterare a causa della poca scelta di dolci ci fossero e di contro, la commessa le urlava che non si trovasse da Mielandia. Alyssa osservò la scena annoiata e guardò l'orario, rendendosi conto che a Hogwarts fosse l'ora del tè, immaginò Lavanda, Ginny e Hermione bere i propri infusi in Sala Grande. La donna urlò ancora e Alyssa sbuffò inviperita, l'attesa infatti stava andando avanti da un bel po'.
 
-Quella è la signora Brandon, suo marito è ricoverato qui da due mesi per lesione da incantesimo e puntualmente il pomeriggio, pretende che il banco della Sala da tè sia pieno di torte ai lamponi- le spiegò una donna, alle sue spalle.
 
Alyssa sobbalzò e si voltò verso la persona che le aveva appena parlato, aveva lunghi capelli castani racchiusi in una crocchia scomposta sul capo, gli occhi castano scuro e un sorriso tremendamente gentile. La osservò per qualche secondo, aveva anche lei un camice verde ma di una tonalità diversa dai guaritori e dai Pozionisti, subito dopo si rese conto di essere rimasta a fissarla senza proferire parola e le sorrise, imbarazzata.
 
-Quindi deduco che è abituata- disse divertita. -Io no, odio aspettare-
 
-Normalmente anche io- convenne lei, annuendo. -Ma da quando la signora Brandon è qui, ho imparato ad apprezzare l'attesa-
 
-Apprezzarla?- chiese Alyssa, confusa.
 
La donna annuì e le indicò una coppia di uomini, seduta poco distante da loro, che chiacchierava. Alyssa aguzzò lo sguardo e si rese conto che no, non stavano chiacchierando, l'uomo dall'aria più sbarazzina sbraitava qualcosa che doveva averlo fatto ridere e l'altro lo ascoltava pazientemente. Dal modo in cui teneva le braccia conserte e annuisse ad ogni singola parola, sembrava che fosse una storia già sentita.
 
-Gli hanno danneggiato la memoria- le spiegò. -E racconta per tutto il tempo cosa è successo prima di essere stato attaccato. Si trovava al matrimonio di sua sorella e quest'ultima era caduta sulla torta nuziale. Lui- disse indicando l'altro l'uomo dal viso paffuto. -Viene qui e lo ascolta-
 
-Perché?- chiese Alyssa, incuriosita dalla scena.
 
-Perché lo ama- rispose semplicemente. -È l'unico a venirlo a trovare, ormai sono anni che è qui ma lui spera sempre di riaverlo con sé un giorno- sospirò e la guardò, notando la sua espressione addolorata. -È triste, lo so-
 
-Potrebbe riuscire a...a guarire?- chiese Alyssa, speranzosa.
 
-Forse- rispose vaga.
 
-È un no, vero?-
 
La donna le fece un sorriso incerto e la ragazza capì, che voleva solo essere gentile. Rimasero in silenzio, rotto solo dalle urla della signora Brandon che non demordeva sulla richiesta di torta ai lamponi, la commessa sfoderò la bacchetta e la donna accanto a lei decise di intervenire. Invitò la Brandon ad uscire dalla Sala e intimò la commessa, di riporre la propria bacchetta al suo posto. Quando la calma tornò nel salone, la donna si voltò verso di lei sorridendo e le fece segno di avvicinarsi al banco per fare il suo ordine. Non appena la commessa le diede un sacchetto e il suo tè da portare via, si voltò nella sua direzione e la ringraziò.
 
-Beh, grazie. Suppongo che se lei non fosse stata qui, sarei dovuta uscire nella Londra Babbana per avere un tè-
 
-Oh tranquilla- esclamò la donna con un gesto noncurante della mano. -È il mio lavoro-
 
-Lavora nella.. sicurezza?- chiese incerta.
 
-Esatto. Mi occupo di cacciare chi è troppo irruento e obliviare i babbani- le spiegò divertita. -Già, questa scena con la signora Brandon succede ogni pomeriggio- Alyssa sgranò gli occhi sorpresa e la donna ridacchiò, indicandole il sacchetto che aveva tra le mani e il tè. -Ti conviene andare, rischi che si raffreddi-
 
-Oh, sì- disse, scuotendo il capo come per riprendersi. -Certo, beh buona serata-
 
-A te- rispose, sorridendo.
 
Alyssa uscì in fretta dalla Sala da tè e si diresse giù per le scale a passo veloce, guardò l'orario e si rese conto che di lì a poco, sarebbe arrivato anche Remus. Scese le ultime rampe che la dividevano dal reparto di suo nonno ed entrò nella Sezione Avvelenamento da Pozioni, storse il naso quando si chiuse la porta alle spalle. L'odore del sangue di drago si era fatto più pungente, da che era salita al quinto piano e lo fu ancora di più quando si avvicinò alla stanza accanto a quella di suo nonno. La signora Lang era stata dimessa e al suo posto, era arrivato il signor Kahnwald con avvelenamento da Pozione Aguzzaingegno. Alyssa ignorò l'uomo che urlava di dargli un libro ed entrò nella stanza. Orion sonnecchiava e Sirius tornò nel suo aspetto originale, ansioso di poter addentare uno di quei sandwich.
 
-Prosciutto e maionese?- chiese, con l'acquolina in bocca.
 
Alyssa roteò gli occhi al cielo divertita e annuì lanciandogli il sacchetto, non prima di aver preso i suoi zuccotti di zucca. Sirius li addentò con voracità e guardò la ragazza sedersi accanto a lui, la osservò soffiare sul suo tè e intingervi il biscotto per poi mangiarlo con grazia. La fissava spesso, alla ricerca di quei piccoli gesti che gli ricordassero Dahlìa e doveva ammettere, che era molto simile a lei. Aveva lo stesso cipiglio ipnotizzato quando studiava e lo stesso tono da maestrina quando spiegava qualcosa che sapeva come le sue tasche. Quando scherzava però era identica a lui e questo, era moto di orgoglio, più di una stupida spilla da Prefetto.
 
-Allora, stai studiando un po' da quando sei tornata?- chiese Sirius, dopo aver ingoiato un boccone.
 
-Sì, dopo cena- rispose annuendo. -Sto approfittando della presenza di Remus per farmi aiutare in Difesa-
 
-Aiutare?- chiese Sirius, incuriosito. -Ah! Ho capito...per quella...mmh...cosa immagino-
 
-Harry te ne ha parlato?- Sirius annuì e continuò. -Sì, abbiamo trovato un po' di gente che vuole partecipare-
 
-Anche Feccia Figlio di Feccia partecipa?- chiese Sirius, sospettoso.
 
Alyssa alzò gli occhi al cielo esasperata e bevve un lungo sorso di tè, prima di negare con un cenno del capo.
 
-Mi hai presa per scema? Ovvio che non gliel'ho detto- rispose con veemenza. -È tutta gente fidata...beh più o meno. Ecco la Chang è dentro solo perché Harry ha una cotta per lei-
 
Sirius le sorrise sollevato e continuò a mangiare il suo sandwich, guardandola con dolcezza. Aveva perso una figlia e l'aveva ritrovata anni dopo, quando lei era ormai adolescente ma non l'avrebbe più abbandonata.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.
 
~
 
Avevano finito di cenare da poco e si era chiusa in camera a studiare Antiche Rune, al piano di sotto Remus parlava con Ninfadora davanti ad una tazza di cioccolata. Le avevano proposto di rimanere con loro ma aveva declinato, con somma felicità di Ninfadora che non vedeva l'ora di rimanere sola con lui.
Aveva preso posto alla scrivania e aperto i libri che le interessavano, alzandosi solo quando le palpebre si erano fatte più pesanti e non riusciva più a leggere due frasi di seguito. Si avvicinò al letto ma uno scricchiolio sospetto, le fece abbassare lo sguardo sul parquet scuro. Si chinò e la mano toccò l'asse dove pochi secondi prima, si era poggiata con il piede, questa traballò e Alyssa la alzò stando attenta a non fare troppo rumore. Quello che trovò le fece corrugare la fronte, frastornata.
Una scatolina nera, resa opaca dalla polvere che vi si era accumulata sopra nel tempo, era lì in attesa di essere aperta. Alyssa la prese tra le mani e si rese conto che sopra, era inciso un nome, ripulì il coperchio con la manica del suo pigiama e finalmente rivelò il colore oro delle lettere.
 
Josirée M. Edwards
Tutto ciò non conta, se tu sei accanto a me.
 
***
 
Era passata una settimana, da quando Alyssa aveva lasciato Hogwarts ed era ancora indeciso se scriverle o meno. Non voleva che una sua lettera facesse stressare Orion, per quanto lui non gli ispirasse simpatia, sapeva che in fondo era solo preoccupato per la nipote. E come dargli torto, era pur sempre figlio di Ares Higgs.
 
La lezione di Incantesimi di quel giorno non se la sarebbe mai dimenticata, aveva visto il volto di Alyssa pietrificarsi a quelle parole ed era corsa fuori con la McGranitt, non appena era uscita dall'aula Lavanda aveva chiesto al professore cosa fosse successo ed ecco che la risposta non tardò ad arrivare.
Suo nonno sta molto male.
Aveva fatto l'indifferente ma la sua mano, si era stretta a pugno attorno la bacchetta, fino a che le nocche non divennero bianche e fu solo grazie a Tracey che lasciò la presa. Uscito dalla lezione, aveva visto Alyssa e Theodore salutarsi e il solito moto di gelosia gli pervase il petto. Solo che se prima era abituato, quel giorno l'idea che non l'avrebbe rivista era insopportabile.
Si era comportato come se nulla fosse soprattutto per Astoria, che dalla partenza di Alyssa era molto più tranquilla e non voleva che la quiete venisse spezzata, tuttavia il suo umore non era mai stato così giù.
 
Era appena uscito dalla Sala Grande e si stava dirigendo nei sotterranei, dove Tracey lo aspettava per studiare insieme, quando si scontrò con la figura minuta di Lavanda.
 
-Higgs stai più attento- disse Goldstein, guardandolo truce.
 
-Tranquillo Anthony- disse Lavanda, guardando il ragazzo. -Non l'ha fatto di proposito-
 
-Anche perché non lo farei mai, Goldstein- esclamò Terrence, piccato.
 
Anthony non rispose ma il suo sguardo irritato diceva tutto al suo posto, Lavanda gli fece segno di andare a sedersi e che lo avrebbe raggiunto di lì a poco. Terrence lanciò un'occhiata al ragazzo, che si stava già avviando al tavolo di Corvonero dove Michael Corner e Ginny Weasley li stavano aspettando, e tornò a guardare Lavanda. La ragazza lo guardò sorridendo e Terrence ricambiò, confuso da quel comportamento.
 
-La faccio breve- disse Lavanda, con tono tranquillo. -Se le scrivi a lei fa soltanto piacere, non farti idee assurde-
 
Terrence sgranò gli occhi e si portò una mano tra i capelli, impacciato e sorpreso dalle parole della ragazza.
 
-Tu...tu come...?-
 
Lavanda sbuffò e lo guardò negli occhi. -Per prima cosa, ogni mattina guardi Beri che lascia le lettere e seconda cosa, io parlo con lei-
 
-Lei ti ha detto che non gli ho scritto?- chiese, guardandola sorpreso.
 
-Mi ha detto che sei stato l'unico a non scriverle e si sta preoccupando, ha paura di aver fatto qualcosa di sbagliato- spiegò.
 
-È ridicolo- rispose, scuotendo il capo. -Non ha fatto assolutamente nulla di sbagliato. Semplicemente non vorrei che la mia lettera dia problemi al signor Black-
 
-Oh- disse sorpresa per poi sorridere. -Guarda che puoi stare tranquillo, a Orion legge solo le lettere che mandiamo a lui. Le sue personali rimangono a lei, ovviamente-
 
-Sicura?- chiese. -Non voglio assolutamente darle problemi-
 
-Ti dico di sì! Scrivile, così magari starai meglio anche tu-
 
La ragazza gli fece un occhiolino con fare complice e Terrence si grattò la nuca, imbarazzato. Tuttavia non ebbe modo di dirle nulla, perché Anthony si avvicinò a loro e trascinò la ragazza senza tante remore. Terrence però non ci fece caso e si diresse a passo svelto, giù per le scale che portavano ai sotterranei. Le avrebbe scritto prima che il sole tramontasse, la chiacchierata con Lavanda lo aveva convinto anche se alla fine, non ci voleva molto per farlo. Superò un gruppo di studenti che usciva dall'aula di Pozioni e arrivò nella Sala dei Sotterranei, la oltrepassò ed entrò in quello che tutti chiamavano il covo delle serpi. Scese le ultime scale e notò che di Tracey non c'era nemmeno l'ombra, perciò decise di aspettarla ammirando le finestre che davano sul fondale del Lago Nero.
 
-Sì ma quindi com'è a letto?- chiese Draco, ad alta voce.
 
Terrence si voltò appena, per vedere chi fosse seduto ai divani posti davanti al camino acceso e non riuscì a reprimere una smorfia, nel riconoscere Nott, Zabini e Malfoy. Tuttavia tornò a guardare i pesci nuotare, come se nulla fosse.
 
-Dai Theo siamo curiosi- disse Zabini, interessato. -Con Megan ci sto mettendo una vita io-
 
-A te non interessa, Higgs?- chiese Theodore, guardandolo.
 
Terrence sospirò esasperato e si voltò verso di loro, Nott lo fissava con un ghigno che non presagiva nulla di buono.
 
-Allora? T'interessa sapere com'è la mia ragazza a letto?- chiese di nuovo, alzandosi dal divano per avvicinarsi a lui.
 
-Sono affari tuoi, non miei- rispose Terrence, con tono indifferente.
 
Theodore ridacchiò sarcastico e si avvicinò ancora di più a lui. Terrence buttò un occhio ai compari seduti ancora ai divani, che guardavano la scena sorridendo soddisfatti.
 
-Già, sono affari miei- rispose Theodore, avvicinandosi all'orecchio del ragazzo. -Perché lei viene a letto con me, non con te-
 
Fu come se nel cervello di Terrence fosse scattata una molla. Afferrò Theodore per il colletto del maglione e lo sbatté al muro con una violenza tale, da far sobbalzare le ragazze sedute ai tavoli. Theodore riuscì a staccarsi da lui e lo spinse, facendolo indietreggiare e cadde a terra, si avventò su di lui e iniziò a sferrare una serie di pugni sul viso del ragazzo. Terrence riuscì a dargli un pugno sullo stomaco e Theodore boccheggiò dal dolore ma fu solo per pochi secondi, prima di ringhiare inferocito. Lo prese per il colletto e gli fece sbattere più volte la testa sul pavimento ma Terrence, gli diede un calcio tale da farlo spostare quanto bastava per riprendere in mano la situazione. Fece per buttarsi su di lui ma delle mani lo afferrarono per le braccia, bloccando così i suoi movimenti. Con la coda dell'occhio vide Zabini e Malfoy che lo tenevano per aiutare il loro amico a finirlo. Theodore si alzò da terra e gli diede un pugno in pieno volto, delle gocce di sangue caddero a terra ma Terrence tornò a guardarlo, ghignando.
 
-Hai bisogno dei tuoi amici per finirmi?- disse con un tono di sfida.
 
-Lasciatelo- esclamò Theodore, ringhiando.
 
Zabini e Malfoy lo lasciarono all'istante e Terrence per poco non cadde, riacquistò l'equilibrio in un attimo e si avventò sul ragazzo di fronte a lui.
 
~
 
Urla e schiamazzi si udivano dalla Sala Comune ma non se ne interessò, troppo impegnata a leggere l'ultima lettera che sua nonna le aveva inviato dal San Mungo. Finalmente la donna sarebbe uscita dall'ospedale la settimana successiva e Tracey tirò su un sospiro di sollievo, contenta di sapere che l'avrebbe rivista il primo sabato disponibile per lei.
Quando Tracey vide l'orario, si rese conto di essere in ritardo per l'appuntamento con Terrence.
Gli schiamazzi dalla Sala Comune non accennavano a diminuire.
Sbuffò irritata e uscì dalla stanza con il libro di Incantesimi sottobraccio, scese le scale con calma e le urla si fecero sempre più vicine ma questa volta, riconobbe perfettamente la voce del suo amico. Accelerò il passo ed entrò in Sala Comune, la scena che le si presentò fu qualcosa che mai aveva pensato di vedere.
Terrence era in ginocchio e Theodore Nott lo stava prendendo a pugni sul volto. Si portò una mano alla bocca e fece cadere il libro a terra, mentre Terrence si rimetteva in piedi e spingeva l'altro ragazzo al muro sferrando una serie di pugni allo stomaco.
Zabini e Malfoy incitavano il loro amico assieme ad altri, solo alcuni si erano schierati a tifare per Terrence.
Theodore diede un calcio a Terrence che lo stese di nuovo a terra e si buttò su di lui. Fu quando vide il sangue colare dal volto di Terrence, che decise di intervenire.
 
-Basta!- urlò, prendendo Theodore dal braccio.
 
Questo evidentemente non aveva riconosciuto la voce della ragazza, troppo impegnato a prendersela con il volto del suo avversario, e si voltò tirandole un pugno sul naso. Tracey barcollò prima di cadere a terra, si portò una mano sul naso e inorridì, nel sentire il sapore ferroso del sangue sulle labbra.
 
-Maledetto bastardo!- urlò Terrence, alzandosi da terra.
 
Theodore era sbiancato nel vedere la ragazza a terra e fece per avvicinarsi ma fu bloccato da Terrence, che gli aveva appena tirato un pugno in pieno volto. Theodore cadde sul pavimento e Terrence si avvicinò a Tracey, per assicurarsi che stesse bene.
 
-Tracey mi dispiace- disse Theodore, avvicinandosi a lei. -Sul serio, non mi ero accorto che fossi tu-
 
-Non azzardarti ad avvicinarti a lei, stronzo- disse Terrence, guardandolo truce.
 
Theodore non rispose ed incassò l'insulto in silenzio, si sentiva troppo in colpa per averla colpita. Tracey gli fece segno di stare tranquillo e si alzò, senza accettare l'aiuto di nessuno dei due.
 
-Ti accompagno in infermeria- disse Terrence, guardandola preoccupato.
 
-Oh no signor Higgs, lei adesso rimane qui- disse una voce proveniente dall'entrata della Sala Comune.
 
Theodore e Terrence impallidirono all'istante, nell'udire la voce di Piton e si voltarono nella sua direzione, con espressioni colpevoli. L'uomo li osservava con sdegno e Terrence non poteva che dargli ragione, la scena doveva essere penosa ai suoi occhi. Tutti e due ricoperti di lividi e sangue proprio mischiato a quello del l'altro e Tracey, che aveva sicuramente il naso rotto.
 
-Riesce ad andare da sola in infermeria, signorina Davies?- chiese Piton, guardandola. -Allora vada- disse, quando Tracey annuì. -Voi due invece venite con me-
 
Tracey uscì di corsa dalla Sala Comune e con altrettanta velocità, attraversò i sotterranei fino ad arrivare alle scale, le salì due a due e superò l'entrata della Sala Grande, ignorando le occhiate curiose degli studenti.
Aveva appena iniziato a salire le scale di marmo, quando una voce la fermò.
 
-Tracey dove corri?-
 
Oddio no, lui no, pensò quando riconobbe la voce di Terry alle sue spalle. Non voleva farsi vedere da nessuno in quelle condizioni, tantomeno da lui.
 
-A fare un giro da sola- rispose borbottando. -Quindi perché non torni dai tuoi corvi?-
 
Lo sentì ridacchiare e avvicinarsi a lei, sicuramente pronto a punzecchiarla ma ciò non avvenne, perché Terry aveva appena notato le gocce di sangue che erano cadute a terra, sfuggite alla mano di Tracey. La prese per le spalle e la fece voltare verso di lui, la ragazza si rese conto di avere il volto del ragazzo fin troppo vicino e fece per allontanarsi ma la presa sulle sue spalle non glielo permise.
 
-Cos'è successo? Chi ti ha fatto questo?- sbottò lui irritato.
 
-Non sono affari tuoi, Boot. Se permetti adesso dovrei andare in infermeria quindi...-
 
-Ti accompagno, andiamo- rispose lui, prendendo un fazzoletto dalla tasca della toga, per tamponarle il naso.
 
-Posso andare da sola- rispose Tracey, accettando suo malgrado il fazzoletto.
 
-Lo so, però ti accompagno lo stesso- le rispose con un mezzo sorriso. -Intanto ti va di dirmi chi devo picchiare?-
 
-Ah guarda, ci ha già pensato Terrence-
 
~
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
 
Nuovo capitolo e anche prima del tempo! Questo capitolo a dire la verità era stato programmato già da un po' per cui avevo già le idee chiare quando l'ho iniziato a scrivere. Allora, per Orion...beh se la cavicchia dai, vedremo nel prossimo capitolo cosa gli accadrà, intanto la Devon lo sta curando e Sirius gli fa da guardia (dolce vero?). Alyssa se la gode nei laboratori del San Mungo e intanto a Hogwarts, Theodore conosce Lisa. Sorpresi di ciò?
Simpatica la signora che Alyssa ha conosciuto vero?
Passiamo all'ultima parte del capitolo, sorpresi di vedere una rissa? Era una scena che volevo troppo fare quindi eccola qui, spero che sia piaciuta.
Qui devo tirare una lancia a favore di Theodore, voi dovete comunque immaginare che questo ragazzo vede ogni giorno Terrence sbavare dietro la sua ragazza quindi comunque non fa piacere.
Passiamo ora a Tracey e Terry... chissà cosa succederà? Intanto, che ne pensate?
 
Ho finito tutto ciò che dovevo dire, ci vediamo nei commenti.
 
Alla prossima,
 
_L_Black_

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Capitolo 47
*** Capitolo 46 - Padre e Figlia ***


Prima di iniziare, volevo dirvi che ho riscritto completamente da capo il prologo e mi farebbe davvero piacere, sapere la vostra opinione al riguardo. 
Grazie!
_L_Black_


Capitolo 46
 
I giorni passavano e la salute di Orion migliorava sempre di più, aveva avuto delle ricadute ma i guaritori stavano lavorando senza sosta per farlo tornare in forma. Gli avevano diminuito le dosi di pozioni soporifere, per cui l'uomo partecipava attivamente ai discorsi che facevano. Kreacher piangeva dalla gioia ogni volta che lo vedeva sveglio, tanto che Sirius era stato costretto a dargli l'ordine di smetterla e Alyssa, era decisamente più sollevata di vedere il nonno che pian piano si rimetteva in sesto.
 
Quel giorno si trovavano nella sua camera d'ospedale a chiacchierare della scuola, Orion infatti era tremendamente curioso di sapere come fosse la Umbridge e come si stava comportando lei. La ragazza non aveva accennato minimamente alla scritta impressa sulla propria mano, si era limitata a dire quanto fosse incompetente sotto ogni punto di vista. Gli uomini non ci fecero granché caso, troppo felici di riavere Orion sveglio e così chiacchierone, quindi i discorsi erano passati alla politica.
 
-Senti un po' Alyssa- disse Remus, guardandola complice. -Come va con Theodore?-
 
-Benissimo- rispose la ragazza, di getto. -Quando torno a Hogwarts mi ha promesso di andare al bagno dei prefetti-
 
-NO!- risposero in coro Orion e Sirius.
 
Alyssa e Remus si guardarono un secondo prima di scoppiare a ridere insieme, quella scena si proponeva ogni mattina e puntualmente, Sirius s'infervorava urlando che sua figlia, non sarebbe mai andata a letto con il figlio di un Mangiamorte.
Di contro Alyssa lo stuzzicava con battute dello stesso genere, facendo morire dalle risate Remus e imbarazzare Orion.
 
Dei passi fuori dalla stanza, li misero in allerta e Sirius tornò subito nelle sembianze canine, andando ad acciambellarsi ai piedi del letto e fingendo di dormire. Pochi secondi dopo, la guaritrice Devon fece il suo ingresso da sola e chiuse la porta dietro di lei, con un sorriso smagliante.
 
-Stavate litigando?- chiese, guardandoli curiosa.
 
-Oh no guaritrice- rispose Orion, con un gesto noncurante della mano.
 
-Parlavamo di luoghi dove appartarsi a Hogwarts- spiegò Alyssa, sghignazzando. -Nonno dice che sono troppo piccola per appartarmi con il mio ragazzo-
 
-Ah! Hogwarts- esclamò la donna, con un sorriso malinconico. -Gli anni più belli della mia vita. Beh io all'epoca cara mi appartavo nei magazzini dei bauli- disse divertita, avendo colto lo scherzo che voleva fare la ragazza.
 
-Ma io e il mio ragazzo non siamo della stessa casa!- esclamò Alyssa corrucciata.
 
-E allora non se ne farà nulla- rispose la Devon, ridacchiando. -Probabilmente fino al matrimonio-
 
Remus e Orion risero mentre Alyssa incrociò le braccia al petto, fingendo un'espressione irritata, questa durò poco perché sorrise divertita subito dopo. Da quando Orion era stato ricoverato al San Mungo, aveva scoperto che la Devon era una donna particolarmente incline a prestarsi a scherzi di qualsivoglia tipo. Soprattutto se era appena riuscita a salvare un uomo, che di speranze ne aveva poche.
 
-Guaritrice Devon, deve dirci qualcosa?- chiese Remus, sorridendo flebile.
 
Era passata la luna piena da due giorni, tuttavia Remus era ancora scombussolato dalla trasformazione appena trascorsa. La pozione che la ragazza le aveva fatto aveva funzionato perfettamente e Alyssa, si era messa in testa di produrla lei stessa.
 
-Effettivamente, ho ottime notizie- disse la donna, guardandoli sorridendo.
 
-Ci dica pure- esclamò Orion, incuriosito.
 
Persino Sirius si era messo in ascolto e aveva alzato le orecchie, guardando la donna. Questa, scambiò quel gesto per una richiesta di coccole e gli diede delle carezze, prima di continuare a parlare.
 
-Domani può essere dimesso, signor Black- disse sorridendo. -Gli ultimi controlli che abbiamo fatto sono andati benissimo, non abbiamo più motivo di trattenerla qui. Devo però chiederle di non esagerare con i dolci-
 
-Darò l'ordine a Kreacher di non darglieli- rispose Alyssa sorridendo sollevata.
 
-Lo controlleremo a vista- rispose Remus, annuendo.
 
-Non ho dubbi- disse la Devon, divertita. -Ora vi chiedo di uscire un attimo. Dobbiamo fare gli ultimi controlli di routine-
 
In quel momento entrò l'assistente della guaritrice e Remus e Alyssa uscirono dalla stanza, salutando Orion con un cenno della mano. Non appena furono fuori si guardarono e sorrisero sollevati, quei giorni erano stati molto stressanti per tutti soprattutto per Remus, che aveva dovuto passare la luna piena lasciando lei da sola. Certo, Ninfadora non si era tirata indietro e aveva dormito al numero dodici di Grimmauld Place, senza chiedere nulla in cambio ma Remus si era sentito comunque in difetto.
 
Delle urla fecero voltare i due, una donna che Alyssa riconobbe come la signora Brandon, stava urlando contro dei guaritori che avevano osato toccare suo marito. La donna che aveva conosciuto qualche giorno prima nella Sala da tè, si era dovuta mettere in mezzo e con alcuni suoi colleghi, stavano portando la donna fuori dal reparto.
 
-Edwards!- la richiamò Remus, con tono sorpreso.
 
Alyssa si drizzò con la schiena e la guardò incuriosita, la donna si voltò verso di loro e sgranò gli occhi sorpresa, prima di fare qualche passo.
 
-Remus Lupin?- chiese lei, avvicinandosi dopo aver dato le direttive ai suoi colleghi.
 
-Remus Forse l'unico che si salva Lupin- confermò lui, guardandola sorridendo.
 
-Jocelyn era in fissa con quei nomignoli- rispose imbarazzata. -Ma io non l'ho mai pensato-
 
-Girava voce che Peter Il Grifone Fifone, fosse una tua invenzione- disse con tono divertito.
 
La donna sghignazzò e alzò il mento orgogliosa. -Beh...forse quello è opera mia- disse ghignando.
 
Remus rise e la Edwards si unì alla sua risata tuttavia, nonostante avesse risposto alle battute di Remus, non sembrava essere a suo agio davanti a lui. Alyssa si schiarì la voce, solo per ricordare la sua presenza e Remus si voltò verso di lei, prima di scuotere il capo ancora divertito.
 
-Ti presento Alyssa, la figlia di Sirius- disse, indicando la ragazza. -Alyssa, ti presento Josirée, era di un anno più piccola di noi a Hogwarts-
 
Una lampadina si accese nella testa di Alyssa. Quel nome così particolare, lo aveva trovato scritto dietro vecchie foto e sulla scatolina trovata qualche giorno prima. La osservò meglio mentre le porgeva la mano per stringere la sua e si rese conto, che effettivamente quei lineamenti li aveva visti nel viso impresso in quelle vecchie foto. Josirée le strinse le dita e sorrise cordiale, un sorriso diverso da quello che le aveva riservato giorni prima nella Sala da Tè, come se avesse qualcosa contro di lei.
 
-Io e Alyssa ci conosciamo già no?- disse con un mezzo sorriso.
 
Remus guardò Alyssa confuso e la ragazza, prodigò a spiegare l'accaduto di qualche pomeriggio prima.
 
-Già, lei ha avuto modo di vedere la signora Brandon all'opera- disse Josirée, indicando la porta da dove la donna era stata cacciata. -Ed in effetti, ora che ti guardo meglio, somigli tutta a tua madre-
 
-La conosceva?- chiese Alyssa, incuriosita.
 
-Se per "conoscerla" intendi che insieme fermavamo le zuffe tra Sirius e Regulus allora sì, la conoscevo- rispose Josirée, facendo ridere Remus di gusto.
 
-Sì lo ricordo, beh Sirius è sempre stato così...-
 
-Cretino? Sì, lo so- rispose Josirée, sghignazzando.
 
-Eravamo adolescenti, che vogliamo farci- rispose Remus, con una scrollata di spalle.
 
Alyssa li osservò per qualche secondo, quanto bastava per capire che quei due non erano amici ma solo due persone, che avevano accantonato le divergenze di anni prima. Josirée e Remus si scambiarono altre parole di routine sulla loro vita dopo Hogwarts ma Alyssa non ne ascoltò neanche una, troppo interessata al viso di quella donna. Nelle fotografie che aveva trovato, Josirée era felice ma avendola di fronte in quel momento, vedeva che i suoi sorrisi non erano altro che di circostanza.
 
-Bene ora devo proprio andare- esclamò Josirée, guardando l'orologio. -Sono certa che la Brandon sia passata a importunare Mary della Sala da Tè-
 
-Ma non dovreste curare lei anziché il marito?- chiese Remus sconcertato.
 
-Ah è normale tranquillo- disse Josirée, con una scrollata di spalle. -Succede quando i pazienti sono ricoverati per mesi e i parenti non ne possono più. Sono contenta che la Devon sia finalmente arrivata a pensare di dimettere il marito- la donna si voltò verso Alyssa e le sorrise gentile. -È stato un piacere Alyssa-
 
-Oh... anche per me- rispose la ragazza, sorridendo.
 
Josirée le lanciò un'ultima occhiata incuriosita poi si voltò, uscendo dal reparto come se nulla fosse ma Remus, notò le sue spalle colte da uno spasmo. L'uomo si rese conto che della Josirée di Hogwarts non era rimasto nulla.
 
***
 
Si era ritrovato a dover ripulire tutte le cornici della Sala dei Quadri, Piton di tanto in tanto passava a controllare il lavoro e a Theodore, sembrava proprio che si divertisse a guardarlo sgobbare dietro le cornici. A lui era andata peggio rispetto a Higgs, complice il pugno che aveva dato a Tracey, nonostante avesse ben spiegato che non era stata sua intenzione. Ma a Piton le sue scuse non interessavano.
Aveva già usato due flaconi di Cornici Splendenti di Nonna Acetonella e non riusciva più a sopportare, quell'odore forte di limone che gli penetrava nelle narici. In più, le urla di Sir Piran gli urtavano il sistema nervoso in una maniera che solo una persona, era riuscita a fare.
 
-Terr...ah sei tu- disse una voce alla porta.
 
Theodore alzò gli occhi al cielo, nel sentire quel nome ma non appena si rese conto che quella fosse la voce di Tracey, scese la scaletta e la raggiunse prima che potesse uscire. Il naso della ragazza era stato prontamente rimesso a nuovo da Madama Chips, tuttavia aveva ancora un livido.
 
-Il tuo amico è nella Sala dei Trofei- le disse, riuscendo a reprimere una smorfia al pensiero di Higgs.
 
Tracey annuì e fece per voltarsi ma Theodore la fermò da un braccio, facendo sì che si voltasse verso di lui. Tracey si staccò dalla sua presa e incrociò le braccia al petto, guardandolo con sufficienza. Il ragazzo sospirò e si portò una mano tra i capelli, imbarazzato.
 
-Senti mi dispiace per quel pugno- disse impacciato. -Sul serio, non ti avevo riconosciuta-
 
-Nott fattelo dire- iniziò Tracey irritata. -Poteva anche essere qualcun altro, è comunque sbagliato finire a fare a botte-
 
-Non so cosa mi sia preso- rispose il ragazzo, sospirando. -Normalmente non sono così-
 
-Lo spero- rispose Tracey, inarcando il sopracciglio dubbiosa. -Beh, comunque accetto le tue scuse- disse indifferente.
 
Theodore le sorrise ma Tracey neanche gli diede peso, si voltò e uscì in fretta e furia per raggiungere Terrence nella Sala dei Trofei. Il ragazzo rimase per qualche secondo lì, prima di tornare a ripulire la cornice di Sir Piran che nel frattempo, urlava di lasciarlo stare. Stava quasi per risalire sulla scaletta, quando dei passi lo costrinsero a girarsi di nuovo in direzione della porta. Rimase sorpreso nel vedere Lisa Turpin, ferma sulla soglia con un barattolo in mano e le si avvicinò incuriosito.
 
-Ciao Lisa, scusa per oggi ma- indicò i quadri attorno a loro e sospirò. -Oggi sono impegnato con loro-
 
-Và via!- urlò Sir Piran, brandendo la sua spada.
 
Lisa trattenne una risata e fece qualche passo verso di lui, con fare incerto. Appena fu a poca distanza, gli porse il barattolo che Theodore prese decisamente incuriosito dal suo contenuto.
 
-Cos'è?- chiese, guardando con sconcerto il colore verde scuro della melma contenuta nel barattolo.
 
-È un unguento per i lividi- spiegò la ragazza, impacciata.
 
Il suo volto era una mappa di lividi non curati. Il problema era che per chiunque si presentasse da Madama Chips anche solo per un mal di testa, partiva una lettera ad avvisare i genitori e Theodore non voleva dare dispiaceri a suo padre. Julius Nott in quel periodo era pieno di lavoro e altre questioni, di cui non voleva parlare con il figlio, colmavano i suoi pensieri. Una lettera da Hogwarts sarebbe stato solo motivo di irritazione.
 
-Grazie- disse con tono grato.
 
Lo aprì e l'odore sgradevole che emanava lo portò a fare una smorfia disgustata. Lisa ridacchiò e riprese il barattolo, intingendo le dita e avvicinandole al viso di lui.
 
-Bisogna metterne poco- mormorò mentre spalmava l'unguento sui lividi.
 
Theodore spostò lo sguardo altrove, preso alla sprovvista dal tocco leggero di Lisa. La ragazza dovette accorgersene, perché non appena finì mise distanza tra loro, le guance le si erano colorate di un tenue rossore che la mise ancora di più in imbarazzo.
 
-Scusa- borbottò con timore. -È che se ne metti troppo brucerà la pelle-
 
-Non ti preoccupare- rispose Theodore, fingendo che non fosse accaduto nulla.
 
~
 
Si era ritrovato a dover pulire tutti i trofei e le varie cornici delle foto nelle teche, di tanto in tanto Piton si affacciava a vedere come procedesse il lavoro e a Terrence, sembrava proprio che il professore si divertisse a guardarlo sgobbare. A lui era andata decisamente meglio rispetto a Nott, che stava pulendo le cornici e le urla dei quadri si udivano anche da lì.
Tuttavia non si pentiva di ciò che aveva fatto.
Lei non era solo una da portare a letto, anche se sapeva benissimo che Alyssa fosse una bella ragazza ma il suo primo pensiero era chiederle come stava e non di portarla in uno sgabuzzino qualsiasi.
Era certo che anche per Nott fosse così, lui per primo era geloso e spesso si era ritrovato a pensare di prenderlo a pugni, solo perché l'aveva visto baciarla. Sapeva bene che fosse il suo ragazzo ma non riusciva ad accettarlo.
Lo sguardo gli cadde sulla mano, dove le nocche erano di un colore violaceo e il ricordo di quei pugni, gli tornò alla mente. Non era un ragazzo violento, per lui mediare con le parole era sicuramente la scelta migliore, tuttavia aveva scoperto che se si trattava di lei, non si faceva problemi a finire alle mani.
 
-Ah! I trofei...magari fossero capitati a me l'anno scorso!- esclamò Lavanda, divertita.
 
Terrence scosse il capo divertito e si voltò verso la bionda, che si stava avvicinando a lui con fare tranquillo. La ragazza prese posto su di un mobile e lo osservò, intanto era appena tornato a ripulire il trofeo del Torneo Tremaghi del 1808.
 
-Sul serio? Picchiare Theodore?- chiese Lavanda, incrociando le braccia al petto e guardandolo sospettosa.
 
-Mi ha provocato- rispose Terrence, con una scrollata di spalle. -Ma non dovevano venire Tracey e Andrew?-
 
-Andrew è stato trattenuto da Vitious per interrogarlo di nuovo sull'incantesimo d'appello mentre Tracey, è stata rapita letteralmente da Terry- spiegò con nonchalance.
 
-Ma Boot esattamente cosa vuole da Tracey?- sbottò Terrence irritato.
 
Sapeva bene cosa il resto di Hogwarts pensasse di Tracey e sapeva altrettanto bene, il nomignolo che le avevano affibbiato. Più volte aveva dovuto fermare Andrew, dal prendere a schiaffi chiunque la chiamasse in quel modo.
 
-Tu cosa vuoi da Alyssa?- chiese Lavanda maliziosa.
 
-Non è la stessa cosa- rispose borbottando.
 
-È esattamente la stessa cosa-
 
Sbuffò e passò a pulire la teca delle foto raffiguranti le varie squadre di Quidditch, che erano passate per Hogwarts negli anni.
 
-Tracey mi ha raccontato cosa è successo- disse Lavanda, con un sorrisetto divertito. -Bel gancio destro-
 
Terrence ridacchiò e si voltò verso di lei sghignazzando. -Sì, forse mi è scappata la mano-
 
-Anche a lui vedo-
 
-Da che parte stai tu scusa?- chiese fingendo irritazione.
 
-Dalla parte di Alyssa, sempre e comunque- rispose con calma. -Da quando ho detto di no a Draco poi, Theodore mi guarda male ogni volta che può-
 
-Malfoy aveva una cotta per te?- chiese Terrence sorpreso. -Non ne avevo idea. Beh hai fatto bene, penso che se diventavi la sua ragazza i Grifondoro ti avrebbero diseredato-
 
Lavanda ridacchiò e Terrence, tornò a ripulire la cornice della squadra di Tassorosso del 1977. La ragazza iniziò a raccontarle cose che Alyssa le aveva scritto per lettere e Terrence l'ascoltò interessato, interrompendola solo per farle qualche domanda. Passò a pulire la cornice della squadra di Corvonero e lì, si fermò a guardare la ragazza, che doveva essere il capitano. I lineamenti erano quelli di Alyssa e anche il sorriso era lo stesso, solo i capelli cambiavano di poco, la ragazza nella foto li aveva un poco ondulati mentre lei li aveva lisci. Lavanda dovette accorgersene del suo cambiamento e si allungò, per capire cosa il ragazzo stesse osservando con tanta insistenza.
 
-Ah!- esclamò come se nulla fosse. -Quella è la madre di Alyssa, Dahlìa Moldian-
 
-Cavolo, è identica a sua madre- esclamò Terrence, sorpreso. -Ed era una cacciatrice! Allora il Quidditch lo ha nel sangue-
 
-Sì- rispose Lavanda, annuendo. -Lo ha scoperto l'estate scorsa-
 
-Pensa un po'- disse Terrence, scuotendo il capo con un mezzo sorriso. -Anche la zia era una giocatrice- continuò, spostando lo sguardo sulla fotografia raffigurante la squadra di Grifondoro.
 
-Zia?- chiese Lavanda, corrucciando la fronte confusa.
 
-Beh sì- rispose Terrence, indicando la foto dove una ragazza dai capelli corvini sorrideva, con un manico di scopa tra le mani.
 
Lavanda scattò in piedi e si avvicinò a lui, aguzzando lo sguardo nella direzione indicatale. Il nome di Grace Moldian spiccava accanto alla dicitura Portiere. La ragazza sgranò gli occhi e Terrence la guardò confuso.
 
-Grace- mormorò Lavanda, portandosi una mano alla bocca sorpresa.
 
-Sì- borbottò Terrence, disorientato. -Era anche molto bella, credo sia una prerogativa di famiglia-
 
-Devo dirglielo- sussurrò la ragazza. -Devo assolutamente dirglielo-
 
***
 
La mattina successiva si era svegliata di buon ora e aveva aiutato Kreacher, a ripulire la stanza di suo nonno. Era felice che l'uomo sarebbe tornato di lì a qualche ora in casa e per questo, aveva organizzato una cena di bentornato.
In quelle due settimane aveva ripreso colorito e la ferita si era rimarginata, anche se la scritta "Devo stare al mio posto" , era ben leggibile.
Era sollevata di sapere che la salute di Orion era migliorata a tal punto da tornare a casa ma il pensiero di tornare a Hogwarts, le faceva venire la nausea. Non voleva più andare in punizione e dover stare attenta ad ogni cosa che diceva o faceva, tuttavia non poteva dire nulla a nessuno, per non ostacolare l'Ordine della Fenice che lavorava senza sosta.
 
Si era vestita di fretta e aveva fatto colazione con Remus, come ogni mattina da quando era tornata a Grimmauld Place.
Erano arrivati al San Mungo tramite passaporta e Alyssa, si ripromise di chiedere al nonno di insegnarle l'incantesimo per realizzarle. Salirono le scale con un sorriso felice ed entrarono nel reparto con fare tranquillo, tutti e due erano terribilmente sollevati di non dover più mettere piede in quel reparto. Appena aprirono la porta della stanza, la scena che gli si presentò davanti era a dir poco tragicomica. Kreacher, che era arrivato già da un po' grazie alla smaterializzazione, stava preparando i bagagli di Orion e intanto piangeva di gioia mentre Sirius battibeccava con il padre, sulla possibilità di silenziare l'elfo.
 
-Piange da settimane, basta!- esclamò Sirius, esasperato.
 
-Dagli l'ordine di non farlo- rispose Orion, facendo spallucce.
 
-L'ho fatto mille volte e puntualmente continua-
 
-Kr-Kreacher non p-può fer-fermare le sue e-e-emozioni, padrone- s'intromise Kreacher con tono dispiaciuto, prima di soffiarsi rumorosamente il naso.
 
Orion guardò l'elfo, con fare scettico e annuì sospirando. -Okay, forse silenziarlo non è una brutta idea-
 
Alyssa e Remus si guardarono, trattenendo a stento una risata ed entrarono, chiudendo la porta alle loro spalle. La ragazza andò a salutare prima il nonno poi il padre, il quale la strinse forte al suo petto e la lasciò andare, solo quando la ragazza chiese pietà. I volti dei due uomini erano pallidi e i loro occhi, erano contornati da occhiaie evidenti.
 
-Come è andata la notte?- chiese Remus, prendendo alcuni vestiti e porgendoli a Kreacher.
 
-Terribile- risposero in coro i due, sospirando.
 
-Avete presente la signora Brandon?- chiese Orion. I due annuirono e lui continuò. -Ebbene ha litigato con il marito perché neanche lui la sopporta più, così si è chiusa nella prima stanza che ha trovato, minacciando tutti-
 
-Indovinate qual era la prima stanza che ha trovato- borbottò Sirius, contrariato.
 
-No dai...non è successo davvero- esclamò Remus, sgranando gli occhi dalla sorpresa.
 
-Lo ha fatto, fidati- risposero i due, irritati.
 
-L'ho dovuta mordere per fermarla- disse Sirius, sghignazzando. -Fortuna che è arrivata Josirée a riprendersela, so che l'ha fatta rinchiudere-
 
-Josirée non c'è quindi?- chiese Alyssa, tentando di non far sentire il suo dispiacere.
 
Orion e Sirius la guardarono con occhi indagatori e Remus, spiegò loro che l'avevano incontrata il giorno prima, quando la signora Brandon aveva fatto una delle sue scenate.
 
-So che il suo turno finisce tra un po'- rispose Sirius, continuando a guardarla negli occhi per capire cosa in realtà volesse la figlia. -Aspetta che anche Jocelyn finisca il turno, abitano insieme-
 
-Certo che sai molte cose- disse Remus, sghignazzando.
 
Sirius roteò gli occhi al cielo e sbuffò con fare teatrale mentre Orion, guardò dovunque tranne che l'uomo. Remus nell'ultimo anno aveva imparato a conoscere il padre del suo migliore amico e quando faceva così, significava che nascondeva qualcosa e il più delle volte, il figlio c'entrava in qualche modo. Ma non disse nulla, soprattutto perché sapeva bene quanto i due uomini, non volessero coinvolgere Alyssa nella loro indagine sulla scomparsa di Regulus.
 
-Beh allora la cerco- disse Alyssa, avvicinandosi alla porta. -Volevo ringraziarla perché qualche giorno fa, la Brandon stava iniziando un duello con la commessa della Sala da tè ed io ero in mezzo-
 
La scusa parve plausibile, per cui i tre uomini la lasciarono andare e si prodigarono ad aiutare Kreacher a fare i bagagli, ansiosi di andarsene il prima possibile da quel posto. Alyssa uscì dalla stanza e si diresse alle scale per andare direttamente alla Sala da tè, sperando di incontrarla lì.
E non fu delusa perché non appena entrò nell'ampio salone, i suoi occhi videro subito la figura slanciata di Josirée, la quale era seduta ad un tavolo defilato accanto alle finestre che davano sulla Londra Babbana. Le mani stringevano quella che Alyssa pensò, essere una tazza di caffè ma gli occhi, erano puntati sul paesaggio che si stagliava al di là del vetro. La ragazza fece un respiro profondo e si avvicinò cautamente a lei, il cuore le batteva all'impazzata e sperò con tutta sé stessa che non la cacciasse in malo modo. Era pur sempre la nipote di Orion e sapeva bene, cosa il nonno avesse fatto tempi orsono.
Josirée dovette accorgersi della sua presenza, perché si voltò verso di lei per niente sorpresa di vedersela di fronte.
 
-Posso?- chiese Alyssa, con un sorriso imbarazzato.
 
Josirée annuì e la ragazza prese posto di fronte a lei, in religioso silenzio. Non dissero nulla per un po', Alyssa era troppo imbarazzata e Josirée in fondo non aveva nulla da dirle, anche se dopo aver scoperto chi lei fosse, ci aveva pensato molto.
 
-È strano, vedere i babbani così vicini a noi ma loro non sanno della nostra esistenza- disse Alyssa, per stemperare il disagio che si era creato tra loro.
 
-Vuoi farmi un discorso sulla purezza del sangue magico?- chiese Josirée, senza guardarla.
 
Una frase del genere portava sempre un tono acido ma non fu così, la voce di Josirée aveva un timbro dettato dall'indifferenza, come se quella frase non era altro che routine per lei. Si ricordò che nelle foto, la divisa indossata dalla donna in gioventù, portava i colori di Salazar Serpeverde e non si stupì più di tanto della sua risposta.
 
-No- rispose Alyssa con tranquillità. -Del sangue puro non mi interessa nulla. Sono pur sempre figlia di mio padre-
 
-Devo dire che prendi con filosofia, il fatto di avere un padre pluriomicida- rispose Josirée, inarcando il sopracciglio scettica.
 
-Non è filosofia, è un dato di fatto- esclamò con una scrollata di spalle. -Sarebbe stupido, tremendamente stupido, attaccare una persona per il sangue che le scorre nelle vene. Conosco Nati Babbani che duellano meglio di un purosangue, me compresa-
 
Josirée fece un mezzo sorriso e prese un sorso di caffè, Alyssa la guardò per qualche secondo poi prese a fissarsi le mani posate sul tavolo. Le dita della mano destra stringevano quelle della sinistra con forza, come se non volessero davvero arrivare a prendere ciò che doveva nella tasca. Ma si sentiva sporca, lei era ignara di tutto e non poteva tenerla ancora per sé. Di malavoglia lasciò la mano sinistra e la infilò nella tasca del cappotto, che aveva ancora indosso nonostante il calore della sala. I polpastrelli sfiorarono il ruvido del coperchio e fece un respiro profondo, prima di fare uscire la scatolina e posarla sul tavolo, come se nulla fosse.
Josirée aggrottò la fronte confusa e osservò l'oggetto, poi lesse l'incisione sul coperchio e trattenne il fiato.
 
-Questa è tua. Lui avrebbe voluto darla a te, non poteva rimanere ancora nascosta- mormorò Alyssa, impacciata.
 
Josirée non rispose e Alyssa decise allora di lasciarla immersa nei suoi pensieri, sicura che la sua presenza non fosse più accettata.
Regulus era già entrato nei suoi pensieri.
 
~
 
Il "Bentornato Orion" era stato scritto da Sirius con l'ausilio di Kreacher, ne era scaturito un battibecco tra l'uomo e l'anziano elfo sul colore da utilizzare e il materiale. Remus era dovuto intervenire, prima che finissero alle mani e Alyssa si era goduta la scena per qualche minuto, ma dovette chiudersi in camera a preparare il baule per l'imminente partenza. Aveva sperato di rimanere a casa ancora per un po' ma Orion era stato irremovibile, era l'anno dei G.U.F.O e non poteva permettersi altre giornate d'assenza da scuola. A nulla erano valse le scuse da lei campate per restare tra le sicure mura di casa, Orion e Sirius sembravano pensarla allo stesso modo.
In quel pomeriggio erano arrivate lettere da Hogwarts da parte dei suoi amici e con sua sorpresa, c'è n'era anche una firmata da Terrence. Le lesse tutte ma non rispose a nessuna di esse, il giorno dopo li avrebbe rivisti a scuola e voleva un effetto sorpresa.
 
-Come mai vuoi rimanere a casa anziché tornare a Hogwarts?- chiese Sirius.
 
Alyssa sobbalzò e lasciò cadere la toga della divisa sul letto, si voltò verso la porta e lo trovò appoggiato allo stipite, intento a osservarla con quello sguardo che ormai aveva imparato a conoscere. Sospirò e tornò a ripiegare la toga per riporla con estrema lentezza nel baule, il tutto in silenzio alla ricerca di una scusa plausibile da dire. Sirius nel frattempo fece qualche passo verso di lei e, notando che non avrebbe risposto, decise di sedersi sul letto accanto al baule.
 
-Alyssa?-
 
-Sì?-
 
-Dimmi la verità, perché vuoi rimanere a casa?- chiese di nuovo, scrutandola attentamente. -È per le punizioni?-
 
Alyssa si voltò verso di lui sgranando gli occhi e Sirius sospirò, portandosi una mano tra i capelli lunghi. Si rese conto che non erano più neri ma avevano striature argentee, che lo rendevano più vecchio di quanto non fosse.
 
-Come lo sai?- chiese, con tono indifferente.
 
-Harry- rispose semplicemente.
 
Alyssa scosse il capo con un mezzo sorriso avente un che di sarcastico, aveva fatto l'impossibile per non far scoprire la propria mano e le innumerevoli ore di punizione a cui si era sottoposta e Harry, aveva appena rovinato tutto. Lasciò un maglione nel baule e si sedette dalla parte opposta di esso, lo sguardo cadde inevitabilmente sul dorso della mano sinistra.
 
-Che ti ha detto?- chiese, prima di esporsi totalmente.
 
-Che ti fai mettere in punizione al posto dei tuoi amici e degli studenti più piccoli- disse piano, come ad aver paura della reazione che la ragazza potesse avere.
 
-E basta?-
 
-Basta- confermò, guardandola di sottecchi.
 
Padre e figlia rimasero in silenzio, un silenzio rotto solo dal cicaleccio proveniente dal piano inferiore, dove i primi festeggiamenti stavano avendo luogo. Alyssa non alzava lo sguardo dalla sua mano e Sirius non la forzava a dire nulla, anni ad Azkaban lo avevano reso paziente, soprattutto quando si trattava di questioni delicate.
 
-Sono stanca- mormorò la ragazza.
 
-Vuoi parlarmi di queste punizioni?- chiese Sirius, con delicatezza.
 
-È che...il mio tempo libero ormai lo passo solo con quella donna- spiegò, mordendosi il labbro.
 
Lacrime amare le bruciavano gli occhi, impazienti di solcare le sue guance, da troppo tempo minacciavano un gesto così eclatante e forse, quel momento era arrivato ma lei non voleva cedere. Non avrebbe mai voluto che suo padre la vedesse in quello stato, lui che aveva vissuto le ingiurie di Azkaban, non poteva fermarsi ad asciugare il pianto di un'adolescente che non voleva tornare a scuola.
 
-Sto perdendo tutto- continuò e un singhiozzo le uscì, senza che potesse fermarlo.
 
Sirius represse l'impulso di scattare in piedi e raggiungerla, per chiuderla tra le sue braccia e stringerla forte al suo petto. Voleva ascoltarla e solo quando lei lo avrebbe chiesto, si sarebbe alzato per abbracciarla.
 
-Non ho più tempo per gli amici, per Theodore o anche solo per leggere un libro- continuò e un altro singhiozzo le uscì spontaneo. -Se non sono in punizione, sto studiando e se non sto studiando, sono in punizione-
 
-Smettila di darle la possibilità di metterti in castigo-
 
Alyssa alzò gli occhi dalla sua mano e si voltò a guardarlo ma lui, aveva gli occhi puntati sulla collezione di dischi. Si morse il labbro e si sentì ancora più in difetto, per tutto quel ciarlare di cose superflue.
 
-Non posso- sussurrò più a sé stessa, che a lui.
 
-E allora perché lo fai?- chiese l'uomo, con tono tranquillo.
 
-Perché lei è ingiusta- rispose Alyssa come se fosse ovvio. -Perché loro non lo meritano-
 
-E tu?- chiese Sirius, voltandosi finalmente verso di lei. -Tu lo meriti?-
 
Alyssa ci pensò su qualche secondo e negò con un cenno del capo ma non rispose, non sapendo bene cosa dire.
 
-Quindi lo fai per...?- continuò Sirius.
 
La ragazza capì dove suo padre volesse arrivare con quel discorso e fece un mezzo sorriso. Una lacrima era riuscita a scappare dal suo controllo e solcava la guancia sinistra, indisturbata.
 
-Perché non voglio piegarmi al suo volere- rispose, sorprendendosi di quanto fosse stato facile parlare con lui.
 
Sirius sorrise e inclinò il capo, continuando a guardarla ma questa volta, sembrava che i suoi occhi scintillassero di orgoglio.
 
-Puoi decidere tu Alyssa, se non vuoi tornare a scuola convincerò tuo nonno a farti rimanere a casa ma sappi, che non sarai felice. La scelta spetta a te-
 
Alyssa ci pensò su poi sorrise e si alzò dal letto, per prendere un maglione da riporre nel baule, che giaceva ancora aperto sul letto. Sirius la osservò e trattenne un sorriso, guardandola fare gesti così innocui ma carichi di ben altro significato.
 
-Beh forse a Hogwarts hanno bisogno di me, no?- chiese, sorridendo.
 
Sirius annuì e allora si alzò, Alyssa si lasciò abbracciare e si beò di quel gesto di cui aveva sentito il bisogno. Si rese conto che loro due non si abbracciavano molto e si ripromise di farlo più spesso, dovevano recuperare gli anni persi.
 
-Kreacher ha preparato tutto...Alyssa ma non hai ancora finito di preparare il baule? Cosa aspetti?- chiese Orion, dalla porta.
 
Alyssa e Sirius si staccarono e si guardarono per un secondo, prima di scoppiare in una risata che ad Orion parve liberatoria.
 
***
 
Un bicchiere di firewhisky era stato abbandonato sul comodino da un po', sul letto giaceva una scatolina nera in attesa di essere aperta. Erano anni che attendeva di essere scoperchiata.
Afferrò il bicchiere e prese un sorso, constatando suo rammarico che non era più fresco come quando se lo era versato. La bocca era arida e le labbra secche, loro avevano bisogno di acqua ma si era messa in testa di bere solo quella sera e così stava facendo. Beveva per trovare il coraggio di aprire quella maledetta scatola, tentando di ignorare ciò che era stato inciso sul coperchio.
Tutto ciò non conta, se tu sei accanto a me.
Se lo erano promessi un milione di volte ma lui, non aveva tenuto fede a quelle parole, pronunciate quando erano solo loro due ed erano ubriachi di baci e carezze che parevano non finire mai.
Per anni, Jocelyn le aveva detto di rifarsi una vita ma vivere senza di lui era già abbastanza per lei, come avrebbe fatto a baciare qualcun altro?
Si morse il labbro inferiore, prima di finire il firewhisky tutto in un sorso e abbandonare il bicchiere vuoto sul comodino, fuori i rumori di Diagon Alley le facevano compagnia mentre afferrava il coperchio e lo apriva con impazienza. Il suo interno non la sorprese poi più di tanto, un anello semplice giaceva sul velluto e gli anni per lui, sembravano non essere passati. Lo prese e si sforzò di non far cadere le lacrime che minacciavano di uscire, se lo rimirò tra le dita e le venne automatico provarlo.
Le stava a pennello.
Era semplice, una sola pietra di un verde tenue ad adornarlo, lo avvicinò alle labbra e le sembrò di sentire ancora l'odore di Regulus su di lui. Era solo immaginazione, sapeva bene che non poteva essere ma decise di fingere che fosse così. Riprese la scatola e solo allora, si accorse di un bigliettino ben ripiegato che spuntava da sotto il velluto. Trattenne di nuovo il fiato e lo dispiegò, con le dita che le tremavano dall'emozione, sembrava che Regulus fosse lì al suo fianco.
 
Josirée, so di aver sbagliato ma voglio rimediare. Accetta questo ed io ti giuro che non ti mentirò più, perché per me vali più di qualsiasi cosa.
Ti amo, ma questo già lo sai.
Tutto ciò non conta, se tu sei accanto a me.
 
Le lacrime scesero senza che lei facesse nulla per fermarle e il suo corpo, fu scosso da una serie di singhiozzi. Si alzò dal letto con gesti automatici e con movimenti altrettanto meccanici, si mise in ginocchio e infilò il braccio sotto il letto. Non ebbe difficoltà a far uscire il vecchio pensatoio, che suo padre le aveva lasciato in eredità. Lo prendeva una volta l'anno, aveva promesso a Jocelyn che non sarebbe diventata schiava di ricordi ormai troppo lontani ma quella sera, ne sentiva il bisogno.
Voleva rivederlo.
Si puntò la bacchetta alla tempia e fece cadere il filamento argenteo che ne uscì, nel bacile di fattura anonima.
Trattenne il fiato e immerse il viso.
 
Guardava il ragazzo seduto poco distante da lei, intento a rimirare le uova con pancetta che giacevano nel suo piatto. I capelli neri erano ben ordinati come sempre ma la cravatta, era leggermente allentata e la toga era sgualcita. Alzò lo sguardo e si voltò nella sua direzione, forse sentendosi osservato e lei abbassò gli occhi sul piatto, di riflesso.
 
-Tornerete a parlare?- chiese Jocelyn, seduta al suo fianco.
 
-No- rispose Josirée, spostando lo sguardo sul tavolo di Grifondoro, dove Sirius Black stava discutendo con Mary MacDonald.
 
-Sono proprio fratelli- esclamò Joce, scuotendo il capo divertita. -Litigano con le proprie ragazze nello stesso periodo-
 
-Io e Reg non stiamo insieme- ribatté Josirée, voltandosi verso di lei con un sopracciglio inarcato.
 
Jocelyn non rispose ma sghignazzò e la sua amica sbuffò irritata, tornò a mangiare la sua fetta di crostata alle fragole e sospirò.
Era una settimana che non si parlavano e a Josirée sembrava fossero passati anni, ma non avrebbe mai ceduto. Lui doveva chiederle scusa e non il contrario.
 
-Sai che non l'ha fatto di proposito-
 
-Ma lo ha fatto- rispose Josirée, irritata. -Se preferisce la compagnia di quella stupida Corvonero allora che vada da lei. Non sono la seconda scelta di nessuno- esclamò a voce troppo alta.
 
-Non credo che lui si sia reso conto- disse la ragazza, con una smorfia scettica. -Buongiorno Severus!- esclamò, non appena vide il ragazzo entrare nella Sala Grande. Il ragazzo la salutò e andò a sedersi accanto a Barty. -Dicevo, secondo me lui non ha capito nulla-
 
-Ovvio che non l'ha capito, hai visto chi è suo fratello?- disse, indicando il ragazzo che stava litigando con la bionda Grifondoro.
 
Jocelyn ridacchiò nel momento esatto in cui, un bigliettino cadde proprio sul piatto della sua amica. Le due ragazze si lanciarono un'occhiata confusa, prima che la ragazza la prendesse e l'aprisse sotto lo sguardo di Jocelyn.
 
"Vieni al lago tra dieci minuti."
 
Josirée e Jocelyn si voltarono verso il posto, dove poco prima era seduto il fratello più piccolo dei Black, ma di lui non c'era traccia. Josirée non attese oltre e uscì dalla Sala Grande, dirigendosi subito fuori dal castello, rabbrividì sentendo il freddo di febbraio ma era troppo agitata per preoccuparsene. Raggiunse il lago di corsa e lo trovò lì, con la divisa ancora indosso e uno sguardo malinconico, che le fece venire voglia di abbracciarlo.
Regulus si accorse di lei e la raggiunse in poche falcate, le prese le mani e Josirée trattenne il fiato mentre gli occhi azzurri di lui sembravano penetrarla nell'anima.
 
-Non sei la seconda scelta- esclamò, con voce spezzata. -Sei sempre stata la prima-
 
-E quella Corvonero?- borbottò la ragazza, incapace di guardarlo negli occhi.
 
-Se tu mi avessi lasciato spiegare- disse Regulus, trattenendo un sorriso. -Avresti scoperto che quella ragazza mi aveva scambiato per mio fratello-
 
-Cosa...?-
 
Regulus annuì. -La Moldian era ubriaca persa e mi ha scambiato per Sirius. Lei non prova nulla per me ed io non provò assolutamente niente per lei-
 
-Oh- esclamò sorpresa e si morse il labbro imbarazzata.
 
-Quindi- disse Regulus, sorridendole. -Vogliamo continuare a rimanere amici che s'ingelosiscono, o vogliamo passare a diventare una coppia a tutti gli effetti? Perché sul serio Josirée, se vedo ancora Zabini ronzarti attorno impazzisco-
 
Josirée non rispose, preferì posare le sue labbra su quelle del ragazzo.
 
~
 
Le pareti del corridoio erano di un bianco accecante ma le persone sembravano non curarsene, voltò l'angolo e sentì due guaritori parlare dell'imminente elezione del nuovo Ministro. Sorrise trionfante ma fu solo per pochi secondi, perché l'orologio sulla parete segnalava il suo increscioso ritardo. Accelerò il passo e strinse forte tra le dita, quello che doveva essere un sacchetto della pasticceria più famosa di tutta la Francia magica. Lei odiava quando non era puntuale, lo sapeva bene ma stava lavorando anche per il suo bene.
Aprì la porta della stanza con sicurezza e osservò per qualche secondo la donna, che sedeva sulla sedia accanto alla finestra, la luce crepuscolare la inondava totalmente e la faceva sembrare più giovane di qualche anno.
 
-Hyacinth, sei tu?-
 
-Sì, sono io-
 
~
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
 
Eccoci qua, alla fine come avete potuto constatare Orion è vivo e vegeto 😌 per la gioia di tutti. Finalmente conosciamo Josirée! Che ve ne pare della ragazza di Regulus? La vedremo più spesso secondo voi? Lavanda e Terrence scoprono che Grace non è altro che la zia di Alyssa e Lisa ci prova ancora con Theodore. Ho adorato scrivere il momento padre/figlia e spero di essere riuscita a dare le emozioni che volevo.
 
Fatemi sapere cosa ne pensate,
 
Ci vediamo nei commenti,
 
_L_Black_

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Capitolo 48
*** Capitolo 47 - Amiche ***


Capitolo 47

La colazione era il pasto più tranquillo della giornata, la maggior parte degli studenti era ancora assonnato e quella minima percentuale di mattinieri, non riusciva ad intavolare un discorso senza ritrovarsi di fronte a degli sbadigli. Era sempre stato così da quando aveva messo piede a Hogwarts per la prima volta e quella quiete che aleggiava la mattina, l'adorava quanto il suo infuso alle rose. L'unica cosa che le mancava in quei giorni era la presenza della sua migliore amica, era assurdo ma la sua assenza era percepibile soprattutto per lei, che ormai la calcolava come una sorella. Lavanda Brown diceva sempre che di sorelle ne aveva due ed una, non aveva il suo cognome. 
Nonostante si scrivessero con cadenza giornaliera, il non chiacchierare con lei anche delle cose più futili le mancava da morire. Era infatti impossibile parlare di moda o capelli con Hermione e Ginny, loro erano fatte per discorsi seri e alle volte Lavanda, non aveva voglia di parlare dei problemi che affliggevano Hogwarts.
Certo i gemelli ci provavano in tutto e per tutto a non farle sentire la mancanza della sua amica, ma il suo umore era comunque basso e neanche Anthony riusciva a farla stare meglio. 

Quella mattina era seduta tra i gemelli, Fred raccontava dell'ultima uscita ad Hogsmeade, dove avevano incontrato Belby e Stebbins che si erano poi aggiunti a loro e George, proseguiva con lo scherzo organizzato ai danni di Gazza. Lavanda ascoltò senza rispondere e rise quando George, arrivò al punto in cui il povero Magonò cadde rovinosamente alle scalinate esterne. Al gruppo si aggiunsero anche Harry, Ron, Hermione e Ginny per la colazione e i gemelli ripresero il racconto imitando fedelmente la voce del custode.

-E poi- iniziò Fred, tra le risate.

-Ha provato a rialzarsi ma cadeva sempre- continuò George, sghignazzando.

-Che scherzo crudele- esclamò una voce accanto a loro.

Il gruppo voltò subito lo sguardo e Lavanda sorrise apertamente, nel riconoscere la sua amica a poca distanza da loro. 

-Mia piccola indifesa Black!- urlò Lavanda, sorridendo felice.

-Mia piccola salvatrice Brown!- rispose prontamente prima di avvicinarsi ancora a loro. -Beh? Niente abbracci?- 

Lavanda fu la prima ad alzarsi e l'abbracciò con forza, seguita poi da Hermione, Ginny e subito dopo i ragazzi. Alyssa si lasciò stringere e ricambiò tutti quei gesti, che credeva di non poter più ricevere. La paura per la salute di suo nonno e, subito dopo i suoi stupidi capricci per non tornare a scuola, l'avevano indotta a pensare che i suoi amici non li avrebbe rivisti per un bel po'. Lavanda la prese per un braccio e la fece sedere accanto a lei al tavolo, Alyssa si versò un abbondante bicchiere di succo di zucca e afferrò dal vassoio una brioche.

-Perché cavolo non mi hai detto che tornavi oggi?- chiese Lavanda, fingendo un'espressione arrabbiata.

-Che gusto c'era se no?- rispose Alyssa, sghignazzando.

-Come sta Fido?- chiese Harry, guardandola interessato.

-Benone, è sempre un cane bravissimo- disse Alyssa, mentre gli passava una lettera facendola scivolare sul tavolo con nonchalance. -Questa è per te-

Harry la mise subito in tasca e fece come se nulla fosse, Alyssa sorrise complice e voltò lo sguardo sul tavolo di Serpeverde, nella speranza di incontrare il volto di Theodore. In quel momento nella sala entrarono Terrence e Andrew, Alyssa fece per salutarli ma si gelò, quando vide i lividi che il ragazzo aveva sul viso. 

-Ma cosa ha fatto Terrence in faccia?- chiese, incuriosita.

-Ah questa la devi sapere- esclamò Ron, sghignazzando. -Ha fatto a botte con...-

Hermione diede un calcio al ragazzo, che si bloccò e sgranò gli occhi dal dolore. Alyssa lo guardò in attesa che proseguisse e Hermione le sorrise con noncuranza, mentre Ron boccheggiava.

-Niente di che, tranquilla- disse, nascondendo il volto dietro una tazza di latte.

-Sì nulla di che, cavolate- continuò Ginny, con tranquillità.

-Peeves, quel maledetto poltergeist- proseguì Lavanda, utilizzando lo stesso tono delle amiche.

Alyssa guardò tutti uno ad uno e inarcò il sopracciglio sospettosa, Lavanda fece finta di nulla e tutti seguirono il suo esempio compreso Ron, che aveva perso di colpo tutta la sua voglia di parlare. Arricciò le labbra e fece un respiro profondo, prima di riprendere la parola.

-Mi avete presa per scema?- 

Il suo tono di voce dovette essere troppo alto perché molti si voltarono a guardarla, compresa Tracey, che fece segno a Terrence di guardare in direzione del tavolo di Grifondoro. Il ragazzo si fermò ad osservarla e Alyssa se ne accorse quasi subito, lo salutò con un cenno della mano sorridendo che fu prontamente ricambiato.

-Sei tornata giusto in tempo per il primo incontro- le sussurrò all'orecchio Hermione. 

-Ma dove si faranno?- mormorò Alyssa, spostando lo sguardo da Terrence alla sua amica.

-È una stanza che ha trovato Harry, stasera vedrai- rispose, sorridendole soddisfatta.

Lavanda la richiamò per indicarle Theodore proprio alla porta, la ragazza si alzò di scatto e promise alle amiche di vedersi a lezione. Corse da Theodore che nel frattempo, aveva notato una giovane Grifondoro venire verso di lui. Allargò le braccia giusto in tempo per accoglierla e la strinse dolcemente a sé, inspirando il profumo di cui ormai conosceva ogni declinazione.

-Sei tornata- sussurrò, nascondendo il volto tra i capelli di lei.

-Ti vedo sorpreso- rispose divertita, prima di alzare il mento verso il volto di lui.

Theodore la baciò e Alyssa sentì di essere finalmente tornata alla normalità, le era mancato da morire, anche se litigavano spesso sapeva di non poter passare troppo tempo lontana da lui. Il ragazzo si staccò a malincuore da lei e la prese per mano per uscire di corsa dalla Sala Grande, Alyssa lo seguì nonostante fosse confusa da tutta quella fretta. Girarono l'angolo e Theodore la lasciò per poi tornare a baciarla, questa volta con più foga rispetto a poco prima. Alyssa ricambiò e gettò le braccia attorno al collo del ragazzo, che la strinse a sé come se non ci fosse altro modo per sopravvivere.

-Scusa per la fretta- mormorò Theodore, a pochi millimetri dalle sue labbra. -La Umbridge si è inventata questo decreto, dove ragazzi e ragazze non possono stare a meno di un metro di distanza-

Alyssa aggrottò la fronte sconcertata e Theodore sorrise, gli era mancata da morire e anche quel gesto innocuo gli diede una sensazione di benessere. Posò nuovamente le labbra su quelle della ragazza e la loro morbidezza, gli fece venir voglia di non smettere per il resto della vita. Due settimane e sembrava passato un anno dall'ultima volta che l'aveva vista, credeva davvero che quei gesti non ci sarebbero più stati e in un attimo, gli tornò in mente il volto di Higgs. Si rese conto, che nessuno le aveva detto nulla e lui non avrebbe mai ammesso ciò che aveva fatto, sapeva da sé che lei non avrebbe mai accettato le sue motivazioni.

-Come sta tuo nonno?- chiese il ragazzo, non appena si allontanò da lei.

-Benone, deve limitare i dolci ma ho già dato l'ordine a Kreacher di non darglieli- rispose la ragazza, con tono allegro.

Theodore sorrise vedendola così tranquilla, nelle sue lettere soprattutto le prime, aveva percepito la preoccupazione della ragazza che non aveva mai superato appieno la morte di Walburga. Il pensiero di non poterle stare accanto lo aveva fatto star male, quando sua madre era morta, Alyssa non l'aveva lasciato un attimo e lui non aveva mai ricambiato tutte quelle attenzioni. 

-La Perks mi ha fatto usare il laboratorio del San Mungo!- esclamò la ragazza, sorridendo elettrizzata. -Ho imparato un sacco di cose nuove e non vedo l'ora di metterle in pratica-

Theodore annuì e la prese sottobraccio per avviarsi a Erbologia, dove Alyssa aveva la prima lezione della giornata. La ragazza iniziò a raccontare tutto ciò che la Perks le aveva insegnato e Theodore l'ascoltò pazientemente, anche se di quella roba non gli interessava nulla. Alyssa aveva iniziato ad utilizzare il tono di voce, che usava soltanto quando parlava delle Pozioni e sapeva, che fermarla era impossibile. L'aveva sempre ammirata, per la sua passione ogni volta che parlava di qualcosa che la interessava particolarmente e con le pozioni, era abituato a sentire quella voce squillante e felice che solo lei usava. 

-E quindi ho imparato anche ad analizzarle!- disse sospirando felice. -Ma mi stai ascoltando?- chiese, aggrottando la fronte.

-Sì- rispose guardandola e sorrise notando il luccichio felice. -Ti sto ascoltando-

***

La giornata era continuata tranquillamente, Lavanda aveva aggiornato Alyssa sugli ultimi avvenimenti a scuola, stando attenta a non raccontare della rissa tra Theodore e Terrence. Era stato proprio quest ultimo a chiederle di non dire nulla alla ragazza, nonostante non si pentisse affatto dei suoi gesti, non voleva che lei potesse pensar male. Alyssa aveva ascoltato con attenzione, soprattutto l'ultimo decreto nato dopo che la Umbridge, aveva sorpreso due studenti di Tassorosso intenti a placare i loro bollenti spiriti dentro la sua aula. Aveva riso di gusto ma il pensiero di dover stare attenta ogni volta che stava con Theodore la demoralizzò per qualche secondo, prima di ripensarci. Era finita in punizione un milione di volte e andarci per dei baci, era comunque una buona motivazione per lei. 

L'ultima lezione per quel giorno era Incantesimi e Alyssa, provò una strana sensazione nel rimettere piede in quella stanza. Il ricordo della sua partenza era ancora vivido ed era impossibile per lei, dimenticare la paura che aveva provato quel giorno. 
Prese posto accanto a Lavanda come ad ogni lezione e salutò con un cenno di mano Theodore, seduto alla parte opposta dell'aula con Malfoy al fianco. Il ragazzo le sorrise e tornò a parlare con Draco, che evidentemente gli stava raccontando qualcosa di veramente importante dato l'espressione seria in volto. 

-Alyssa domani sera saresti libera per una chiacchierata tra compagne di stanza?- le chiese Hermione, seduta a qualche posto di distanza.

-No- rispose negando con il capo. -Punizione-

-Ma andiamo! Sei tornata oggi come hai fatto?- s'intromise Lavanda, sgranando gli occhi dalla sorpresa.

Alyssa fece spallucce ma dietro di lei, Ron e Harry sghignazzavano al ricordo di poco prima.

-Non ne ho idea- rispose con tono angelico.

-Non ne hai idea? Com'è che le hai detto poco fa?- chiese Harry, divertito. 

In quel momento entrò Vitious nella stanza ma nessuno se ne accorse, tutti compresi i ragazzi di Serpeverde stavano ascoltando il motivo per cui la Black era tornata in punizione.

-"Con tutta la bigiotteria che ha addosso, neanche uno Snaso si volterebbe a guardarla"- continuò Ron, imitando la voce della ragazza. 

-Sì...forse ho detto così- Alyssa sghignazzò e prese il suo libro di incantesimi dalla borsa.

Lavanda rise e Vitious si avvicinò alla ragazza, guardandola con un malcelato sorriso divertito.

-Black? Faccia una dimostrazione dell'incantesimo di appello- disse il professore.

L'uomo sembrò scalpitare e Alyssa lo guardò dapprima confusa, poi puntò la bacchetta contro il libro del Serpeverde seduto di fronte a lei e pronunciò: -Accio libro-

Il libro si staccò dal banco e volò rapidamente nella direzione della ragazza, posandosi proprio di fronte a lei. Vitious sorrise trionfante ed esclamò un venti punti a Grifondoro, prima di voltarsi verso il Serpeverde e pretendendo che richiamasse a sé il proprio manuale.

-Ho la sensazione che venti punti, siano soprattutto per ciò che hai detto alla Umbridge- le sussurrò Lavanda accanto, con tono divertito.

-Mi sa proprio di sì- rispose sghignazzando.

Vitious iniziò la lezione e in breve tempo nella stanza ci fu il caos che serviva a Lavanda, per raccontare alla ragazza ciò che aveva scoperto con Terrence qualche giorno prima. La bionda attese giusto il tempo che Vitious scegliesse due studenti per le dimostrazioni, poi fece segno ad Alyssa di voltarsi per poter parlare. 

-Senti- mormorò Lavanda, guardando la sua amica. -Hai presente quello che mi hai raccontato su Minus e Crouch? Che volevano portarti da Grace?- 

Alyssa si fece seria e annuì. Nonostante volesse andare fino in fondo sulla storia di Grace, gli avvenimenti degli ultimi tempi l'avevano fermata dal cercare di capire chi potesse essere questa persona. Solo Piton sembrava interessato tanto quanto lei ma, quando un giorno d'estate provò a parlargliene, l'uomo l'aveva fermata subito. A quanto pare Grace non lo farebbe mai, le aveva detto sprezzante e Alyssa lasciò perdere, preferendo cercare da sola.

-C'era una Grace ai tempi dei tuoi genitori a scuola- sussurrò Lavanda. 

Alyssa sgranò gli occhi e si fece più vicina a lei per saperne di più su questa fantomatica donna. Lavanda lanciò un'occhiata a Terrence, il quale le stava osservando e sospirò, presagendo l'interrogatorio che il ragazzo le avrebbe fatto non appena ne avesse avuto la possibilità. 

-Ma c'è dell'altro Aly- disse, guardandola negli occhi. -E credo che questo, non ti piacerà-

-Cioè?- chiese la ragazza impaziente.

-Questa Grace fa di cognome Moldian- 

~

Credette di aver capito male, per tutto il resto della lezione non aveva fatto altro che rimuginarci sopra. Lavanda le aveva dato le poche informazioni che sapeva, ossia che era una Grifondoro e che giocava a Quidditch come portiere. Ma soprattutto che somigliava molto a sua madre. 
Dei Moldian lei non sapeva nulla e purtroppo, anche i suoi nonni non erano stati d'aiuto, Walburga si era prodigata a cercare i genitori di Dahlìa ma sembravano scomparsi nel nulla.
Quelle poche informazioni che Lavanda le aveva dato, erano per lei un primo appiglio da dove iniziare la sua ricerca, su cosa fosse successo davvero a sua madre quattordici anni prima. Non aveva voluto chiedere a nessuno, tutti erano troppo impegnati con Harry e lei non voleva essere d'impiccio per l'Ordine, tuttavia sapeva che a quel punto doveva chiedere per forza a suo padre o a Remus. 

Finita la lezione lei e Lavanda si erano staccate dal resto del gruppo ed erano corse nella Sala dei Trofei, dove la bionda aveva trovato la foto di Grace. Per anni, era andata in quella sala per guardare la fotografia di suo zio e non si era mai accorta, di sua madre nella squadra di Corvonero o di Grace in quella di Grifondoro. 

-Eccola qui- esclamò Lavanda, indicandole la ragazza raffigurata accanto a James Potter.

Alyssa aguzzò la vista e si prese qualche secondo per osservarla meglio, aveva i capelli più corti rispetto a sua madre ma lo sguardo, nonostante avessero lo stesso colore delle iridi, era più malizioso. Sembrava che ne sapesse più degli altri o almeno questo, lasciava intendere. Lavanda attese che l'amica si prendesse tutto il tempo che le serviva, era da tempo che voleva cercare le sue origini da parte di madre e quella foto apparentemente innocua era solo l'inizio.

-Grace Moldian- mormorò Alyssa, leggendo il nome della ragazza. 

Lavanda annuì e la ragazza si voltò verso di lei, guardandola con fermezza. Poche volte l'aveva vista così determinata e questo la mise in allarme, in un secondo le tornò in mente la visione dell'estate precedente e trattenne il fiato. 

-Devo capirne di più Lavanda- esclamò Alyssa, guardandola. 

-Ed io sono con te- rispose Lavanda, guardandola con la stessa determinazione. 

-Come sempre- rispose Alyssa con un mezzo sorriso. 

-Come sempre- ripeté sorridendo.

***

Erano le cinque del pomeriggio e la biblioteca aveva ancora qualche tavolo libero. Tracey picchiettava il piede con cadenza regolare sul parquet, guadagnandosi una serie di occhiatacce da parte di Madama Pince, che non sopportava quel suo comportamento. Il problema era che lei odiava dover studiare Storia della Magia e puntualmente, si ritrovava costretta a rimettersi in pari con le lezioni di Rüf. Si portò la piuma alle labbra e guardò la sua pergamena con fare pensoso, aggrottò la fronte e sbuffò, prima di lasciar cadere la piuma sul tavolo. Terrence alzò lo sguardo su di lei e sghignazzò, vedendola così in difficoltà per un tema a lui semplice, Tracey lo mandò a quel paese e voltò il capo verso gli altri tavoli. Incontrò gli occhi di Terry e sbuffò di nuovo, lui le sorrise e la salutò con un cenno della mano prima di essere richiamato da Lisa e Sandy. Terry Boot era terribilmente snervante ma doveva ammettere che fosse un ragazzo simpatico, con la battuta sempre pronta. Tuttavia non sapeva più come dirglielo che non le interessava. 

-Se guardi in giro il tema non si farà da solo- le disse Andrew, seduto accanto a lei. 

-Pensa ai fatti tuoi tu- borbottò in risposta.

Andrew e Terrence si guardarono e sghignazzarono, mentre Tracey tornò a guardare la sua pergamena ancora immacolata. 

-Problemi con Rüf?- chiese Alyssa, avvicinandosi al loro tavolo.

Tracey la guardò e annuì sconsolata, prima di voltarsi verso Terrence che, come ogni volta, era rimasto qualche secondo a guardarla in silenzio, prima di tornare alla normalità. La Grifondoro prese posto proprio accanto al suo amico, tra le mani aveva una scatola di biscottini gufici e Tracey la guardò incuriosita.

-Tracey è quella che ha problemi con Rüf- spiegò Terrence, sorridendole. 

-Tu non puoi avere problemi con lui, sei il suo cocco- esclamò e posò la scatola sul tavolo -Lavanda sta pensando un piano per farlo passare oltre- disse Alyssa, ridacchiando.

-Passare oltre?- chiese Tracey, interessata. -Intendi far andare il suo fantasma nell'aldilà? È fattibile?- 

-Lavanda sta studiando per vedere se lo sia- rispose ridendo.

-Non capisco perché non sopportare Rüf- bofonchiò Terrence, allegro.

Alyssa guardò Tracey complice, poi si voltò verso Terrence sorridendo divertita. Il ragazzo mantenne lo sguardo e Tracey si permise di osservarli. Da quando era diventata la compagna di banco della Grifondoro a Pozioni, si era resa conto del motivo per cui lui aveva perso la testa. Tutti avevano pregiudizi sui Serpeverde ma lei no, non li allontanava solo perché quella era la casa di grandi maghi oscuri, se reputava che qualcuno fosse interessante, ci parlava senza porsi grandi problemi. I due ragazzi si stavano guardando sorridendo e si chiese se sapesse cosa Terrence provasse per lei ma soprattutto, si domandava se anche lei provasse qualcosa per lui.

-Questo perché tu, caro Terr, sei un cervellone ma devi ammettere che Rüf concilia il sonno- rispose con una smorfia divertente.

Terrence rise e Alyssa sorrise soddisfatta, prima di passare la scatola di biscottini gufici al ragazzo. Tracey assottigliò lo sguardo e scosse il capo divertita, leggendo l'etichetta. Sì avvicinò all'orecchio di Andrew, che non aveva mai alzato lo sguardo dal suo tema di Erbologia, i due ragazzi di fronte a loro non se ne erano accorti, troppo impegnati a chiacchierare.

-Li ha comprati ipocalorici- sussurrò e Andrew alzò gli occhi sulla scatola di biscotti gufici posata sul tavolo.

-Comunque lo sai che posso comprare i biscotti al mio gufo, vero?- chiese Terrence, sorridendo.

-Sì lo so- rispose con fare ovvio.

Terrence la guardò, dapprima sorridendo poi le sue iridi scrutarono meglio la figura della ragazza, che continuava ad avere un'espressione normale. Tracey li guardò incuriosita e stessa cosa fece Andrew, che non capiva dove fosse il problema in una semplice scatola di biscotti.

-Cosa ti serve Alyssa?- chiese Terrence, con tono indagatore. 

-Mi dai un po' del sangue di Milka?- 

-Ma sei impazzita?- 

-È per puro interesse scientifico- si affrettò a dire Alyssa, mettendo le mani avanti. 

Tracey e Andrew si guardarono sghignazzando ma i due non se ne accorsero, e continuarono il loro battibecco sul sangue di Milka. 

-Usa il sangue del tuo- ribatté Terrence, indignato.

-L'ho già fatto- rispose sospirando. -Il problema è che si è arrabbiato, adesso non vuole portare neanche la posta- 

Terrence scoppiò a ridere, vedendo il broncio della ragazza e anche Tracey non riuscì a trattenersi. La scena di Alyssa che prendeva il sangue del suo gufo, era qualcosa di troppo divertente anche per lei. 

-A cosa ti serve?- chiese Andrew, interessato.

-Ah a te piacerà sicuramente!- 

Alyssa iniziò a raccontare di ciò che aveva imparato nei laboratori del San Mungo e Andrew l'ascoltò interessato, mentre Terrence la guardava rapito. Tracey alzò gli occhi al cielo e si voltò in direzione degli altri tavoli, incontrò di nuovo gli occhi scuri di Terry ma questa volta, lui ignorò le due ragazze al suo fianco e mantenne il contatto visivo con lei. 

-Quindi il sangue dei gufi serve per analizzare le pozioni? Ma è una forza! Me lo insegni?- chiese Andrew elettrizzato.

Terry le fece una smorfia buffa e Tracey trattenne una risata, per non dargli la soddisfazione di vederla ma un sorriso le spuntò comunque sulle labbra. Il ragazzo se ne accorse e continuò con una serie di espressioni divertenti. 

-Black smettila di parlare!-

-Madama Pince, che posso farci se sono simpatica?-

-Quanto vorrei che tornassi ai tempi in cui studiavi in silenzio-

Lisa richiamò Terry ma il ragazzo non le diede peso e continuò il suo gioco con Tracey, che continuava a far finta di nulla. I due ragazzi continuarono a guardarsi fino a che Alyssa non decretò di doversene andare, Tracey si voltò ed incontrò lo sguardo di Terrence, lui le sorrise divertito e lei gli rispose con una linguaccia.

-Ah già!- disse Alyssa, prima di andarsene. 

La ragazza prese un barattolo dalla tasca e lo passò a Terrence, che la osservò incuriosito.

-È un unguento per i lividi- spiegò, guardandolo. -Chiunque ti abbia picchiato almeno non avrà più la soddisfazione di vederteli addosso-

Andrew ridacchiò e Tracey gli diede un calcio per farlo stare ammutolire, il sorriso di Terrence vacillò e smise di guardarla negli occhi, preferendo osservare il contenuto del barattolo. 

-Sono caduto dalle scale- borbottò senza guardarla.

-Terrence andiamo! Io sono la maga delle cadute dalle scale- disse con una smorfia. -Cado dalle scale con una media di due volte al mese. E non dimenticare la famosa caduta al terzo anno, Malfoy mi prende ancora in giro- si mise più comoda sulla sedia e lo guardò. -Non starò qui a dirti che hai sbagliato a fare a botte con qualcuno, insomma io l'anno scorso ho dato vita ad una rissa tra Hogwarts e Beauxbatons, sarei un'ipocrita. Avrai avuto i tuoi buoni motivi per farlo- Andrew scoppiò di nuovo a ridere e Tracey fu costretta a dargli un altro calcio. -Comunque mi raccomando, usane poco perché brucia la pelle. Roba da ustioni di terzo grado-

La ragazza se ne andò e Terrence, rimase a osservarla fino a che non uscì dalla biblioteca.

-Non è perfetta?- chiese, sospirando.

Andrew e Tracey si guardarono e risero apertamente fino alle lacrime, la ragazza tornò a guardare gli altri tavoli e Terry le sorrise. 

-Esigo le tue scuse- decretò Andrew, sghignazzando. 

-Ha ragione- convenne Tracey, voltandosi verso Terrence. -L'anno scorso dicevi che Andrew era affetto da Meganite e tu? Hai l'Alyssite?- 

-Vi odio- borbottò Terrence, tornando a scrivere il suo tema.

Tracey rise e si voltò verso il tavolo, dove poco prima erano seduti i ragazzi di Corvonero e un po' le dispiacque, non vedere Terry.

***

La sera sembrava essere arrivata velocemente, avevano cenato molto prima degli altri ed erano tornati in Sala Comune a chiacchierare e ad attendere le sette e mezza. Erano usciti dalla Torre di Grifondoro con passo felpato, stando attenti a non farsi notare troppo. Alyssa avrebbe preferito di gran lunga avere la Mappa del Malandrino ma purtroppo per lei, Harry era stato irremovibile. Odiava doverlo pregare per usarla, nonostante ne avesse pieno diritto esattamente come lui, sembrava fosse di sua proprietà. Arrivarono nel luogo stabilito, un corridoio dove non c'erano stanze a parte uno sgabuzzino dismesso e un bagno, Alyssa e Lavanda si guardarono nell'esatto istante in cui arrivarono gli studenti di Corvonero e Tassorosso. Quando anche Hannah raggiunse il gruppo, una porta apparve e si aprì, lasciando intravedere una stanza molto ampia. 

-Oh sì- esclamò Fred, facendo da capofila al gruppo dietro di lui. -Me la ricordo questa stanza, solo che all'epoca era uno stanzino per le scope. Te lo ricordi George?-

-Sì- rispose George, annuendo. -Stavamo scappando da Gazza se non mi sbaglio-

Alyssa entrò nell'ampio salone e lo osservò da cima a fondo, aveva una serie di cuscini a terra, probabilmente per attutire le loro cadute mentre le pareti, erano tappezzate di scaffali colmi di libri. Era molto luminosa nonostante avesse solo due finestre che sembravano dare sul Lago Nero, Alyssa guardò gli archi a tutto sesto sopra le loro teste e le ricordarono, l'aula usata per il club dei duellanti al secondo anno. 

-Benvenuti nella Stanza delle Necessità- disse Harry, con un tono vagamente imbarazzato. -È il posto che abbiamo trovato per le nostre lezioni, spero vi piaccia-

-Bella Harry- commentò Alyssa, avvicinandosi a rimirare uno spioscopio. -Come l'hai trovata?-

-Dobby ci porta Winky quando alza il gomito con la burrobirra- spiegò Ron, sghignazzando.

-Ah già. Da bambina ho fatto ubriacare Kreacher- disse Alyssa sorridendo al ricordo.

Il gruppo rise all'immagine soprattutto chi, aveva messo piede in casa Black e aveva avuto modo di conoscere, il vecchio elfo domestico. L'ilarità terminò subito e Harry, fece segno ai presenti di mettersi a semi-cerchio davanti a lui per iniziare. Alyssa prese posto accanto a Lavanda e George, mentre Harry spiegava come si sarebbero organizzati da lì in poi.

-Bene, direi che possiamo iniziare da qualcosa di facile. Expelliarmus andrà benissimo, sceglietevi un compagno- disse Harry, guardandoli.

-E noi, ci dovremmo difendere con un semplice expelliarmus?- esclamò Zacharias, arricciando le labbra con sdegno.

-Smith se vuoi quella è la porta- rispose Lavanda, indicandola. -Non credo che ci mancherai-

-Io l'ho utilizzato contro di lui a giugno e ha funzionato- disse Harry con tono pacato. -Ma se pensi che sia troppo facile, puoi andare-

Zacharias si zittì e in un attimo le coppie furono formate. Alyssa e Lavanda avevano deciso di far coppia insieme, a discapito del ragazzo di quest'ultima che invece era finito proprio a esercitarsi con Smith. In breve tempo, nella sala si udirono una serie di Expelliarmus e alcune bacchette volarono per la stanza. Lavanda aveva disarmato Alyssa con facilità e la seconda, aveva fatto lo stesso subito dopo aver ritrovato la sua. Accanto a loro, i gemelli si divertivano a far volare la bacchetta a Zacharias, che continuava a imprecare imbarazzato sotto lo sguardo divertito di Anthony. 

-Oh proprio non ci riesco- sentì dire da Cho. 

-Povera stella- borbottò Lavanda, nascondendolo con un colpo di tosse.

Terry accanto a lei rise e venne subito disarmato da Padma Patil, che ne approfittò vedendolo distratto. Harry si avvicinò ad Alyssa e gli spiegò come tenere la bacchetta, la osservò lanciare l'incantesimo e sorrise soddisfatto. 

-Ottimo Alyssa- commentò, guardandola. -Mi togli una curiosità?-

-Certo- rispose Alyssa, voltandosi verso di lui.

Lavanda ne approfittò e la disarmò, la ragazza imprecò e corse a riprendersi la bacchetta prima di tornare da Harry, che la guardava con uno sguardo di scuse, per averle fatto perdere la concentrazione.

-Come hai fatto a non farti mettere in punizione stasera?- 

-Oh è semplice- disse Alyssa, ghignando. -Le ho detto che mi andava bene andare in punizione ma l'ho pregata, di lasciarmi il mercoledì libero. Ovviamente non l'ha fatto ma in compenso mi ha lasciata libera oggi- 

Harry ridacchiò e alzò le mani in segno di resa. -Sì, un'ottima mossa- 

Il ragazzo fu richiamato da Hermione e Alyssa lo guardò per qualche secondo, prima di tornare a duellare con Lavanda, che nel frattempo si era messa a chiacchierare con Ginny. Le nove arrivarono in un baleno e quando gli ultimi expelliarmus furono lanciati, Harry decretò la fine del primo incontro. 

-Bene per oggi basta così, per l'incontro della prossima settimana vi faremo sapere il giorno e l'orario- disse Harry, dopo aver utilizzato il fischietto. 

~

-Theo?- 

-Mh?-

-Dobbiamo andare-

Theodore si staccò a malincuore da lei, la quale ridacchiò vedendo il broncio che aveva messo su, per convincerla a rimanere ancora un po'. Erano in uno stanzino del quinto piano e di lì a poco, sarebbero dovuti andare a studiare. Da quando era tornata e aveva trovato il nuovo decreto contro le coppie, lei e il ragazzo si ritrovavano a dover nascondersi negli sgabuzzini. Le dava tremendamente fastidio e anche se aveva scoperto la Stanza delle Necessità, non voleva portarlo lì visto che quello, era il luogo degli incontri dell'ES e non poteva rischiare, di farsi scappare qualche informazione. Si fidava di Theodore ma non dei suoi amici e, la paura che il ragazzo potesse raccontare qualcosa a Malfoy, era troppo grande per essere accantonata.
Theodore la baciò di nuovo e la ragazza si lasciò andare nuovamente a quel contatto, adorava baciarlo e sentirlo accanto. Potevano litigare quanto volevano ma si sarebbero sempre trovati. Alyssa lo abbracciò nascondendo il volto nell'incavo del collo e inspirò il suo profumo, prima di dargli un casto bacio. Si allontanò e lo guardò negli occhi, perdendosi come ogni volta. 

-Come stanno andando le ripetizioni di Aritmanzia?- chiese Alyssa interessata.

Theodore alzò gli occhi al cielo e sbuffò, un po' irritato da quel cambio di discorso, si appoggiò al muro dietro di lui e scrollò le spalle con noncuranza.

-Bene, Lisa è brava a spiegare- 

-Non ho ancora capito come sei finito a farti dare ripetizioni da Lisa- disse Alyssa con un espressione sconcertata.

-Mi ha visto in difficoltà e si è proposta- rispose con tranquillità. -Perché, sei gelosa?- chiese ghignando.

-Ma per favore- esclamò Alyssa, ridacchiando. -Mi fido di te e poi Lisa è una brava ragazza. Riflettendoci tra noi due sei tu quello che non si fida-

-Mi fido di te ma non di lui- sbottò irritato.

Alyssa sospirò impercettibilmente e si avvicinò a lui per immergersi tra le sue braccia, Theodore la strinse a sé e nascose il viso tra i suoi capelli. Lei sapeva quanto in quei momenti di sconforto, il contatto fisico lo aiutasse. Lui era un tipo che aveva bisogno di certezze e i piccoli gesti, come un bacio, lo facevano star meglio. Rimasero in silenzio per qualche secondo, prima di avvicinare le labbra all'unisono per tornare a baciarsi. Alyssa lo attirò a sé e Theodore invertì le posizioni, facendola aderire alla parete, si staccarono per qualche secondo, solo il tempo di guardarsi negli occhi e sorridersi a vicenda. 

~

ANGOLO DELL'AUTRICE

Eccoci qua, questo è un capitolo soprattutto di passaggio, perché sul primo incontro dell'ES, la Rowling ci ha scritto ampiamente e visto che non apporto modifiche su quel campo, era per me superfluo scrivere su un qualcosa che già sappiamo. 
Non ho molto da dire quindi aspetto le vostre impressioni.
Ci vediamo nei commenti.

Al prossimo capitolo,
_L_Black_

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Capitolo 49
*** Capitolo 48 - Black vs Umbridge ***


Capitolo 48

Il timido sole degli inizi di novembre non emanava alcun calore ma al contrario, il suo bagliore regalava una vista quasi ghiacciata, del paesaggio attorno il castello. Sbadigliò sonoramente prima di portarsi la tazza di infuso alle labbra, il sapore dolce con una nota aspra dovuta alle rose, la fece subito tranquillizzare ma fu solo per pochi secondi. 
Il volto tumefatto del ragazzo le tornava imperterrito davanti agli occhi. 
Per mesi non l'aveva fatto entrare nella sua mente, questo grazie alle lezioni di occlumanzia, che Piton le stava ancora impartendo. Tuttavia, quella notte era riuscito a penetrarle la mente e a chiederle disperatamente di non cercarlo. Sospirò e bevve ancora due sorsi alla disperata ricerca di sollievo, nonostante si fosse ormai abituata a quelle intrusioni, lui le metteva sempre inquietudine. Era certa che fosse qualcuno vicino a sé, perché puntualmente provava a parlarle come se solo lei potesse aiutarlo, eppure non riusciva a capire.
Aveva cercato nel suo albero genealogico, qualcuno scomparso ma le sue ricerche erano state vane, a parte Lotus IV il Magonò, di nessun Brown o O'Byrne si erano perse le tracce. Uno sbadiglio accanto a lei la fece voltare verso Alyssa, la quale era già alla sua terza tazza di caffè, inarcò il sopracciglio e la osservò sgomenta. La sua amica era finita in punizione il giorno prima, per aver difeso una ragazzina di Tassorosso ma quello che la faceva preoccupare di più, era la sua mano, che si stava annerendo sempre di più. Alyssa faceva finta di nulla ma ormai, il dorso della sua mano non sarebbe più tornato come prima, i tagli erano diventati sempre più profondi ed era solo grazie alla sua bravura nelle Pozioni, che non emanava alcun odore. Si era preparata un unguento da sola per coprirla quanto più possibile e soprattutto, per far peggiorare la situazione.

-Dovresti smetterla- esclamò Lavanda, guardandola. 

-Ti ripeto che smetto quando voglio- rispose Alyssa, mentre si versava la sua quarta tazza di caffè. 

-Sorvolando sul tuo problema con le assuefazioni da cibo e bevande, io intendevo di smetterla a farti mettere in punizione- ribatté Lavanda, con tono materno. 

Alyssa di contro fece spallucce e si mise a scrutare il tavolo di Serpeverde, alla ricerca di Theodore. Lavanda scosse il capo e tornò alla sua colazione, non era in vena di andare a Hogsmeade quel giorno tuttavia non poteva mancare al compleanno di Anthony. Un altro sospiro le uscì senza che lei potesse fermarlo, Anthony era uno dei ragazzi più gentili che avesse mai conosciuto ma non riusciva ad aprirsi completamente. Era come se a lui, andasse bene l'apparenza che Lavanda dava di sé, senza preoccuparsi di conoscerla meglio.

-Signorina Black- disse una voce trafelata alle loro spalle. 

Lavanda sbuffò mentre Alyssa si voltò allarmata verso Rosalie, che la guardava con aria terribilmente preoccupata. La ragazzina teneva il labbro ben stretto tra i denti e gli occhi castani, erano velati di lacrime pronte ad uscire. Non era raro, che le primine l'andassero a cercare per farsi aiutare con i castighi ma, quella volta sembrava ci fosse qualcosa di peggio. 

-La...la Umbridge ha preso Euan- esclamò con un singhiozzo. -Ha scoperto...che noi...stiamo...-

Alyssa le fece segno di tacere e Lavanda la guardò sgomenta, l'espressione seriosa della sua amica la mise in allarme ulteriormente e, sarà stata la notte terribile che aveva appena trascorso, la seguì fuori dalla Sala Grande tenendo a stento il passo. Alyssa camminava a passo svelto su per le scale con Lavanda e Rosalie, che continuava a singhiozzare, al seguito. Arrivarono in un batter di ciglia davanti l'ufficio del Rospo Rosa e la ragazza bussò, con fermezza. Non attese neanche un attimo, e aprì la porta con un tonfo, che fece sobbalzare sia Lavanda che Rosalie ma non la Umbridge, la quale sembrava attendere l'arrivo della ragazza. Per il corridoio c'erano poche persone, per lo più studenti di Corvonero e Grifondoro che si avviavano a far colazione prima della gita a Hogsmeade, solo Tracey cozzava in quella marasma di ragazzi blu-argento e rosso-oro.

-Ma cos'è successo?- chiese, avvicinandosi con aria tesa a Lavanda. 

-Credo proprio che Alyssa si stia mettendo di nuovo in punizione- le rispose Lavanda, sussurrando.

-Sono stata io!- esclamò Alyssa, con fermezza. -Io sono entrata nella Foresta Proibita, non Euan-

Lavanda e Tracey sgranarono gli occhi ma Rosalie no, come se già sapesse cosa stava per accadere. Le due ragazze guardarono la ragazzina e Tracey, fu tentata di chiederle cosa stessero tramando ma si zittì, perché la risata della Umbridge la fece sobbalzare di nuovo.

-Il signor Abercrombie è stato visto uscire dalla Foresta, non lei signorina Black- disse, come se si fosse preparata le parole da dire. 

-Professoressa, sappiamo entrambe che lei non vuole lui ma me, dobbiamo fare per forza questa manfrina?- chiese Alyssa, sorridendole con aria di sfida.

-Per una volta concordo con lei, Black. Signor Abercrombie, esca pure e lei, Black, è in punizione. Domani anziché andare alla partita, passerà con me la mattinata. Domattina alle cinque puntuale- 

-Come sempre, professoressa- rispose Alyssa con un sorriso cordiale.

Euan si alzò e Alyssa lo trascinò fuori dalla stanza, per portarlo nella Sala dei Trofei poco distante da loro. Rosalie li seguì prontamente e la stessa cosa fecero Lavanda e Tracey, che ormai volevano arrivare fino in fondo a quella faccenda. 

-Scusate- disse Rosalie, voltandosi verso le due ragazze alle sue spalle. -Voi no-

Rosalie sbattè la porta, lasciando fuori la Grifondoro e la Serpeverde, che si guardarono più confuse che mai.

~

Dall'ufficio della Umbridge, si udivano le urla che provenivano dal campo da Quidditch e, se si stava più attenti, si poteva riconoscere la voce squillante di Lee Jordan e la sua cronaca. La Umbridge la fissava con attenzione e le sue labbra, erano strette in una linea sottile, segno che la sua irritazione era ai massimi livelli. Il tè contenuto nella tazza davanti a lei, si era sicuramente raffreddato ma Alyssa non ne aveva toccato neanche una goccia. 

-Sono allergica sa?- aveva detto, con un sorriso di scuse.

La verità, era che l'english breakfast contenuto in quella tazza di porcellana dai ghirigori color cipria, aveva un odore strano. Gli schiamazzi erano l'unica cosa che spezzava il silenzio creatosi tra loro e per la ragazza, era confortevole sentire le urla dei compagni mentre il dorso della sua mano, bruciava come se fosse stato avvolto dalle fiamme. La Umbridge guardò l'orologio con l'immagine del gatto siamese e sorrise soddisfatta, con la coda dell'occhio Alyssa vide quel sorriso e una smorfia involontaria, le spuntò sulle labbra.

-Direi che può andare, signorina Black- le disse con un sorriso compiaciuto. -E la prego, di lasciar perdere tutto ciò che sta facendo. Si goda la sua età-

Alyssa annuì e si alzò dalla sedia, ignorando il capogiro che le venne. Riprese la sua tracolla e se la mise in spalla, prima di guardare la professoressa negli occhi sorridendo come se nulla fosse.

-Viene alla partita?- 

Dalle urla che si udirono in quel momento, le due capirono che la prima partita dell'anno Grifondoro contro Serpeverde, si era appena conclusa e che quindi, la donna era riuscita nel suo intento di non farle vedere neanche la fine. Non che ad Alyssa importasse chissà quanto a dir la verità, lei adorava il Quidditch ma sapeva anche, che c'erano delle priorità. La donna annuì e si alzò dalla sedia, prese il suo mantello pesante e seguì la ragazza fuori dall'ufficio. Per tutto il tragitto rimasero in silenzio ma di tanto in tanto, Alyssa sbirciava le espressioni della Umbridge, che non sopportava di aver perso ancora contro di lei. Arrivarono al campo dove gli esulti, erano stati rimpiazzati da un altro tipo di urla e Alyssa sbiancò, pensando di aver fatto un errore a portare la professoressa lì.

-SUL SERIO GOYLE? SAI COSA SIGNIFICA GIOCO PULITO, O LA TUA TESTA BACATA NON CI ARRIVA?!- 

Le urla di Terrence la preoccuparono ma non poté fare nulla, sul volto della Umbridge era apparso il primo ghigno compiaciuto della giornata. La seguì verso l'entrata dei giocatori e ben presto si ritrovò nel campo, dove Harry e George se le davano di santa ragione con Malfoy e Tiger. Alyssa alzò lo sguardo in cielo, dove Goyle, Madama Bumb e Terrence stavano discutendo. L'arbitro scese a terra e si avvicinò al gruppo, seguita a ruota dalla McGranitt che voleva fermare i suoi studenti. Anche Terrence fece per scendere ma Goyle ne approfittò, un bolide era ancora libero e senza pensarci un attimo, lo scagliò contro il suo stesso capitano.

-ATTENTO!- urlò Alyssa con occhi sgranati.

Terrence si voltò verso di lei ma non ebbe il tempo di fare nulla, il bolide lo colpì in testa e cadde dalla scopa. Andrew e Alyssa si avvicinarono a lui di corsa, il corpo era in una posizione innaturale e i due si prodigarono a metterlo più comodo, nel frattempo che Madama Chips assieme a Piton, si avvicinavano per portarlo di corsa in infermeria.

-Potter e Weasley con me- esclamò la Umbridge sorridendo meschina. -Ovviamente, Minerva se vuoi puoi unirti a noi-

Alyssa guardò con astio la donna che si stava voltando per uscire dal campo, seguita dai due studenti richiamati e le mani le tremarono di rabbia. Scattò in piedi, si avvicinò a lei con grandi falcate e la prese da un braccio per farla voltare. La McGranitt si portò una mano agli occhi e imprecò sottovoce, Lavanda le urlò dagli spalti e persino Andrew, la richiamò alla calma.

-Black ma come...?!-

-Non si azzardi!- tuonò Alyssa inferocita. -Adesso si prende anche Goyle!-

-Al massimo lei è in punizione di nuovo, Black!- le disse la donna, tremante di rabbia.

-Io ci vado se ci va anche quel troglodita!- esclamò, indicando Goyle, che nel frattempo era appena atterrato e si stava avvicinando a Malfoy. -Non creda che vado in punizione al posto di un deficiente!- 

-Da che so io- disse la Umbridge, con un sorriso. -L'unica che ha sbagliato qui è lei. Goyle non l'ho neanche visto-

-Ah sì?- Alyssa le si mise a un palmo dal viso, guardandola negli occhi. La ragazza era più alta di lei di qualche centimetro e questa differenza, andò subito all'occhio di chi osservava la scena. -Sa che quello lì- disse indicando Terrence, svenuto sulla barella. Persino Piton e la Chips erano rimasti a guardare la scena, sorpresi. -È il figlio di Ares Higgs? Pensa davvero che nessuno parlerà con lui per dire quanto è successo?- Alyssa le si avvicinò all'orecchio. -Non vuole avere problemi con Caramell, vero?- esclamò ghignando.

La Umbridge si allontanò da lei e la guardò negli occhi. Alyssa mantenne il contatto visivo e non abbassò mai lo sguardo, sembrava che le due si stessero lottando in una battaglia silenziosa, dove erano in perfetta parità. 

-Goyle con me- esclamò infine la professoressa. -E lei, Black, stia attenta perché la sbatto fuori da questa scuola, è chiaro?-

-Cristallina- rispose, sarcastica.

-Sessanta punti in meno a Grifondoro e lei, Black, si è appena guadagnata quattro mesi filati di punizione. Ogni mattina alle cinque da me-

-Sarà un vero piacere- rispose Alyssa, con fare angelico. 

-Direi, Dolores- esclamò Silente, avvicinandosi a loro con la calma che lo distingueva. -Che per questa volta la signorina Black non ha bisogno di tutte queste ore di punizione- disse sorridendo. -Sono certo che se si scuserà, la questione sarà chiusa-

-Silente io sono l'Inquisitore Supremo- rispose Dolores, trattenendo a stento una risata per quella entrata di scena. -Io decido-

-Certo- convenne Silente, con un sorriso mellifluo. -Ma Orion Black è ancora uno dei più grandi finanziatori per la nostra scuola, non a caso giusto quest'anno ci ha dato modo di ricomprare i manici di scopa alla squadra di Tassorosso. Non credo che uno dei nostri maggiori esponenti del consiglio, sarà felice di sapere che sua nipote è stata messa in punizione per una bravata scolastica, non trova?-

***

Aveva visto la scena dagli spalti impietrito, le mani erano rimaste incollate alla balaustra e non staccava gli occhi di dosso dalla figura di lei, che era andata contro la Umbridge. Ed era andata contro la donna per lui. Accanto a sé Astoria aveva la sua stessa espressione, ne era certo ma non sapeva cosa dire o fare. Era come se tutti i suoi muscoli si fossero pietrificati all'istante, nel momento esatto in cui lui aveva guardato lei prima di cadere. Alyssa alzò gli occhi in direzione degli spalti di Serpeverde sorridendo ma, quel suo sorriso si spense subito, quando incontrò gli occhi scuri di Theodore. Fu come se si fosse svegliato da un lungo letargo, lasciò la balaustra e si diresse con passo deciso alle scalinate per andarsene, sotto lo sguardo di tutti i suoi compagni di casa. Scese i gradini velocemente, la sua mente era libera da qualsivoglia pensiero, l'unica cosa che voleva fare era rintanarsi da qualche parte ed essere lasciato da solo.
Ma ciò non accadde perché quando uscì, Alyssa lo stava già aspettando fuori e lo guardava con la sua solita aria di chi deve litigare e non va. Theodore la fissò per qualche secondo, prima di andarsene senza neanche degnarla di una parola. Si diresse verso il Lago Nero, con la speranza di riuscire a fare ordine nei suoi pensieri ma Alyssa non era d'accordo, lo seguì imperterrita per risolvere subito la questione. Alle sue spalle lei parlava, spiegava i motivi dei suoi gesti ma lui non l'ascoltava e sperava che se ne andasse il prima possibile. Arrivarono davanti il lago e per un secondo, fu tentato di urlare ma non lo fece, voleva la solitudine ma sembrava che lei non se ne accorgesse. 

-Te ne vuoi andare si o no?- le urlò all'improvviso, facendola ammutolire per qualche secondo.

-Mi hai ascoltata?- chiese lei, ignorando la fitta allo stomaco al suono di quelle parole.

-Sì e ti do una notizia, non mi interessa. Vuoi andare da Higgs? Vai, la strada la sai in fondo no?- chiese continuando ad utilizzare un tono di voce alto.

-Ma ti rendi conto di cosa stava facendo la Umbridge?- chiese Alyssa, alzando la voce a sua volta. -Goyle doveva pagare!-

-Non pensi che forse Piton poteva metterlo in punizione? Credi che esista solo la Umbridge adesso? Ma che ti sei messa in testa eh?- urlò di rimando. -Ti do una notizia, non sei la salvatrice di niente, smettila di comportarti come se dovessi salvare qualcuno, perché non c'è nessuno in pericolo di vita!-

-Tu non sai- rispose, guardandolo irritata. -Tu non sai un bel niente!-

-Perché tu sì? Potter ti ha messo quelle stupide idee in testa ma svegliati!- 

-Come puoi dire una cosa del genere dopo la morte di Cedric?!- 

-È morto per un maledettissimo incidente! Smettila di credere a tutte le fandonie che Potter ti dice, e torna ad essere l'Alyssa che sei sempre stata-

-Theo le persone crescono, vedi di farlo anche tu-

-Le persone crescono, è vero, però a me sembra che tu sia tornata ad essere una ragazzina!- 

Alyssa si zittì e Theodore credette sul serio che stesse riflettendo sulle parole appena pronunciate da lui, ma non fu così e il ragazzo decise di urlare ancora tutto ciò che gli passava per la testa. Alyssa però sembrava non ascoltarlo e questo, lo fece imbestialire ancora di più portandolo a urlare più forte.

-Sta zitto- tuonò Alyssa con un tono di voce più basso ma comunque forte. -C'è qualcuno-

-Non c'è nessuno, smettila di sviare i discorsi e rispondimi, provi qualcosa per lui o no?-

-No, non hai capito- esclamò Alyssa, voltandosi verso la Foresta Proibita. -Theo c'è qualcuno tra gli alberi, lo vedo!-

Theodore decise di ascoltarla e si voltò ma non vide nulla, sbuffò irritato per quel suo accampare scuse ma quando fece per dirle di smetterla, lei si lanciò di corsa verso la Foresta, con la bacchetta alla mano. Imprecò mentalmente e la seguì, nonostante la testa gli dicesse di non farlo. La richiamò ma lei non ci badò e continuò per la sua strada ad una velocità sorprendente per lui, che ricordava quanto da bambina avesse poca voglia di correre. Rumori strani attorno a loro lo fecero rabbrividire ma sembrava, che Alyssa fosse abituata a quei sibili tipici della foresta. Arrivarono in una radura dopo aver corso per un po' e finalmente, riuscì a raggiungerla e ad afferrarla per un braccio, con l'intenzione di riportarla al castello ma dei passi lo gelarono. 
Sfoderò la bacchetta e i due si misero schiena contro schiena, Alyssa continuava a scrutare la zona attorno a loro con occhio d'aquila. 

-Expelliarmus- esclamò una voce alla sua sinistra.

-Protego!- esclamò Alyssa, facendo da scudo con la sua bacchetta.

Una voce alla sua destra lanciò un incantesimo, che sbalzò Alyssa lontano da lui. Theodore si voltò verso di lei, prima di essere lanciato a sua volta in un'altra direzione. 

-Trés bien-

Sentì di non avere più forze voltò il capo verso Alyssa, che sembrava pietrificata ma non sapeva se dalla paura o dall'incantesimo. Con le ultime forze che gli erano rimaste, Theodore puntò la bacchetta in aria.

-Periculum!- 

Scintille rosse uscirono dalla bacchetta del ragazzo ed arrivarono in cielo, ben visibili dal castello. La persona imprecò in francese e lanciò un altro incantesimo contro il ragazzo, che guardò Alyssa con l'intenzione di provare ad avvicinarsi a lei ma non ci riuscì. Svenne subito dopo aver incontrato gli occhi impauriti della ragazza.

***

Aprì gli occhi e sbattè le palpebre più volte, per abituarsi alla luce. Gli ci volle un po', prima che la vista non fosse più offuscata e fu in quel momento, che si accorse di essere sdraiato su un letto dell'infermeria. Un rantolo accanto a lui lo invogliò a voltarsi e fece una smorfia, nel riconoscere la figura di Theodore Nott sdraiata sul letto di fianco al suo. 

-Ti prego, non dirmi che ci siamo picchiati di nuovo- borbottò con la voce spezzata dal dolore alla testa.

Theodore sbiancò a quelle parole ma non ebbe il tempo di dire nulla, perché venne subito interrotto da un'altra voce presente nella stanza. 

-Avete fatto cosa voi due?!- 

Terrence impallidì e si voltò con non poche difficoltà verso il letto di fronte al suo, Alyssa si era messa a sedere e li guardava come si poteva fissare un bambino dopo una marachella. 

-Tu hai preso un bolide in testa- spiegò Theodore, borbottando. -Noi siamo stati attaccati-

-Che cosa?- Terrence guardò prima Theodore poi Alyssa, che si era portata una mano sulla fronte con aria stanca.

-Tranquillo, nulla di serio- disse con fare spicciolo. -E fossi in te rivedrei i battitori-

-L'unica cosa buona che ha fatto Goyle in tutta la sua vita- esclamò Theodore, irritato. 

Alyssa alzò gli occhi al cielo e Terrence la vide mordersi il labbro, prima di sdraiarsi di nuovo e rannicchiarsi nella direzione opposta, a quella di Theodore. Con la coda dell'occhio, notò Nott guardarla senza dire nulla e il ragazzo, si chiese cosa diamine fosse successo. Le ultime cose che ricordava erano l'espressione stupida di Goyle, che lo guardava senza realmente capire le sue parole e infine, il volto preoccupato di Alyssa. 

-Come stai?- gli chiese Alyssa, senza voltarsi.

Terrence rispose stando attento a ponderare le parole, perché Theodore accanto a lui sembrava sul punto di dargli un pugno e non voleva entrare in quella, che doveva essere una litigata di coppia a tutti gli effetti. 
Su quel campo gli bastava già Astoria.
I tre rimasero in silenzio, troppo impegnati con i loro pensieri anche se a dir la verità, Terrence era più confuso che mai. Si chiese dove fossero i loro amici, e si ricordò dei due ragazzi aggrediti. Con non poche difficoltà si mise a sedere e li guardò di nuovo, Theodore teneva gli occhi bassi e fissava una piega inesistente sul lenzuolo mentre Alyssa, continuava a rimanere rannicchiata in una posa dormiente. Terrence però capì subito che quello, non era altro che un espediente per essere lasciata in pace. Dei passi alla porta fece voltare i tre e il ragazzo inorridì, nel riconoscere la figura della professoressa Umbridge, che camminava nella loro direzione con il suo solito sorriso falso. 

-Come sta, signor Nott? E lei, signor Higgs?- chiese, guardando i due ragazzi.

-Io sto bene, grazie per il pensiero- s'intromise Alyssa, con tono sarcastico. 

La Umbridge si voltò verso di lei con un sorriso perfido e per un attimo, le due non dissero nulla e continuarono a fissarsi negli occhi. Theodore e Terrence si lanciarono un'occhiata ma, se il secondo non ci stava capendo ancora nulla, il primo aveva l'aria di uno che aveva già visto quella scena.

-Sa già perché sono qui, Black?- chiese, facendo un passo verso di lei.

-Aspetti, non me lo dica, sono in punizione vero?- chiese Alyssa, con un sorriso stanco. 

-Stavolta i mesi non te li toglie nessuno maledetta ragazzina...- 

-Curioso come arrivo e qui, e sento una professoressa mettere in castigo una ragazza, appena ricoverata in infermeria- 

Alyssa sorrise apertamente e anche Terrence dovette ammettere che, l'entrata in scena di Orion Black con la McGranitt al seguito, era stata provvidenziale. L'uomo si avvicinò piano, sorreggendosi al bastone e guardando la Umbridge, che nel frattempo aveva perso il suo sorriso perfido. La donna guardò il signor Black con sguardo indecifrabile ed era la prima volta per Terrence, vederla in difficoltà. Alzò il mento con aria di sfida ma Orion non si fece intimidire da lei, che era più bassa di parecchi centimetri e con quel mantello viola costellato da stelle argentate non faceva chissà quale paura.

-È entrata nella Foresta Proibita, la punizione è assicurata- disse con tono professionale. 

-Mi faccia capire- disse Orion con tono impassibile. -Due studenti vengono attaccati dentro i confini di Hogwarts, perché sì, dove sono stati trovati è ancora territorio di questa scuola e lei, da la colpa ad una quindicenne al posto di cercare i colpevoli? Mi dica, il suo ruolo nel Ministero lo ha comprato da Mielandia?- 

Terrence non riuscì a trattenere una risata e anche Theodore, Alyssa e la McGranitt seguirono il suo esempio. La Umbridge era livida di rabbia e guardava Orion con astio che di contro, la osservava come si poteva fare solo con un elfo domestico incompetente.

-Ma come si permette!-

-Mi permetto, perché con tutti i soldi che do a questa scuola, mia nipote non viene protetta abbastanza! Mi dica, non c'è posto più sicuro di Hogwarts è scritto solo sugli opuscoli, da dare ai genitori babbani per convincerli a mandare i figli, o è la verità?-

Ascoltando Orion Black, Terrence si rese conto da chi era stata educata Alyssa e, nonostante l'uomo lo odiasse con tutto sé stesso, lo stava ammirando più di chiunque altro. 

-Se quella maleducata non si fosse intrufol...-

Orion la zittì con un cenno di mano e le si avvicinò di più, costringendola ad arretrare di qualche passo. Terrence guardò la McGranitt ed era da tanto, che non la vedeva così soddisfatta.

-Non si azzardi mai più a mettere in dubbio l'educazione che la mia defunta moglie, ha dato a mia nipote. Sono stato abbastanza chiaro, professoressa Umbridge?- 

Il tono utilizzato da Orion non lasciava trasparire alcuna emozione ma Alyssa, gli aveva raccontato spesso del legame che suo nonno aveva con Walburga. La Umbridge non rispose e Orion ne approfittò, per poter continuare il suo monologo.

-Adesso spero che stia andando a chiamare degli Auror per capire cosa sia successo, giusto?-

-Saranno stati sicuramente i centauri, quegli ibridi avranno attaccato i due ragazzi- rispose la Umbridge, guardandolo con aria di sfida.

-I centauri non attaccano- s'intromise, Theodore, guardando la professoressa. -Si difendono, il che è diverso e noi non li stavamo certo attaccando. In più non usano bacchette-

-Signor Nott, i centauri sono nel programma del terzo anno- s'intromise la McGranitt. -Sono certa che Dolores saprà già tutto su di loro, no?- chiese con finto tono comprensivo.

La Umbridge le scoccò un'occhiata inferocita ma non ebbe modo di rispondere, perché Orion Black diede aria di essersi stufato della sua presenza e le indicò la porta. Lì per lì non capì cosa l'uomo intendesse con quel gesto ma fu solo per un attimo, Dolores Umbridge si trovò per la prima volta in vita sua davanti ad una persona che sapeva tenerle testa.

-Se non le spiace, vorrei conferire con mia nipote da solo- disse Orion, impaziente.

-Non può pretendere che cacciamo due studenti infermi, signor Black- esclamò la Umbridge con un sorriso di sfida.

-Lo so- convenne Orion, annuendo alle parole della donna. -Mi basta che lei esca da qui-

Terrence guardò Alyssa, che fissava suo nonno con fare adorante e non poteva darle torto, era stata una scena sublime quella a cui aveva appena assistito. La professoressa di Difesa, guardò l'uomo oltraggiata ma Orion non se ne preoccupò minimamente e si avvicinò al letto della nipote. Non proferì parola alcuna e guardò la donnina con fare piccato, questa si rese conto di essere in inferiorità numerica e decise di andarsene.

-Non finisce qui- esclamò Dolores, poco prima di uscire.

-E invece finisce proprio qui, è chiaro?- rispose Orion, guardandola pacato. -Forse prima non mi sono spiegato, cerchi chi è stato ad aggredire mia nipote o giuro su Merlino, che la faccio finire in un vicolo di Notturn Alley-

-Mi sta minacciando, Black?- chiese lei con aria di sfida. Sembrava non vedesse l'ora di fare vedere chi comandasse.

-Per lei un invito a lavorare come si deve per il ministero è una minaccia, signora Umbridge?-

-Signorina, prego-

Theodore accanto a lui sbottò a ridere ma riuscì a camuffarla egregiamente dietro un colpo di tosse e anche la McGranitt, dovette far fronte a tutte le sue forze per non ridere. Alyssa non si fece tutti quei problemi ed esplose in una risata genuina, fermata solo da un cenno di suo nonno.

-Signorina Umbridge, mi faccia il piacere di trovare gli artefici di questa aggressione. Non amo ripetermi- 

-La pagherà, Black- borbottò contrariata.

-Già...mi pare però che le sue stesse lezioni siano finanziate da me e dagli altri membri del Consiglio. Sarebbe increscioso dover avvisare famiglie influenti, come i Nott, che i loro figli non sono al sicuro in questa scuola e che la professoressa di Difesa, non sa da dove iniziare- 

Dolores Jane Umbridge uscì dalla stanza livida di rabbia, Terrence la immaginò imprecare davanti ai gatti raffigurati nei suoi quadri e provò pena per lei. Quel senso di pietà che lo aveva colto, durò pochi attimi, perché incontrò lo sguardo sereno di Alyssa e si rese conto, che non la vedeva così in pace da tanto tempo. 
Si chiese cosa le facesse la Umbridge, durante quelle ore di punizione e si ripromise di chiederglielo. 

***

Era appena tornato in Sala Comune dopo il pomeriggio passato in Infermeria. Poco dopo l'uscita della Umbridge, Orion si era prodigato a informarsi anche sulla sua salute. Purtroppo infatti, Julius Nott non era potuto accorrere dal figlio ma Orion, gli aveva promesso di avvisarlo riguardo qualsiasi novità. L'uomo, vedendo sdraiato anche Higgs, gli chiese come stava e Theodore gongolò, quando vide lo sguardo sufficienza che gli scoccò. Era stata una giornata tremenda per lui e voleva solo andarsi a coricare nel letto, la testa gli scoppiava ed era ancora irritato per la litigata avuta con Alyssa. Anche la ragazza era stata rimandata nella propria Sala Comune e aveva arricciato le labbra, quando la vide avvicinarsi a Terrence per chiedere come stesse. Non si erano rivolti la parola e sinceramente non ci teneva neanche a parlarle, dopo quello che aveva visto gli era difficile credere che lei non provasse nulla per l'altro. 
Mise piede nella Sala Comune e non si sorprese di trovarla semivuota, sicuramente molti erano già a cena e i pochi che si trovavano ancora nel covo delle serpi, erano ritardatari che si stavano prodigando ad andare in Sala Grande. Si avvicinò all'entrata dei dormitori maschili ma una presenza ai divani lo fermò, Daphne lo guardava con l'aria di chi non l'avrebbe fatto andare via tanto facilmente.

-Daph, vuoi chiedermi qualcosa?- chiese, spazientito.

-Mh no- rispose lei, facendo però segno di avvicinarsi. -Vorrei farti rinsavire-

Theodore inarcò il sopracciglio sgomento e la ragazza di tutta risposta, gli indicò il divano di fronte al suo. Decise di avvicinarsi anche perché aveva imparato a conoscerla, sapeva che su quel punto di vista lei e Astoria erano molto simili. Prese posto sul divano e incrociò le braccia al petto, visibilmente scocciato da quella interferenza. Daphne di tutta risposta accavallò le gambe e si portò una mano tra i capelli biondi, per ravvivarseli.

-Se continui così la perdi- disse, senza tanti giri di parole. 

-Scusami?- chiese Theodore, guardandola irritato. -C'eri anche tu alla partita o sbaglio?-

-Proprio perché ero alla partita so che stai esagerando- ribatté, senza perdere la calma. -Non ti rendi conto che lei, l'avrebbe fatto per chiunque fosse stato su quella scopa-

-Hai visto come l'ha guardata Higgs?- sbottò, alzando la voce.

-Senti, Theo, se tu continui con questa gelosia la perdi di sicuro- Daphne si sporse in avanti e lui, spostò lo sguardo sulle fiamme del camino. -Sai bene cosa penso riguardo ad Alyssa e alla sua combriccola di disagiati, la questione è che la conosco abbastanza da sapere che quel gesto, lo avrebbe fatto per chiunque- Theodore era deciso a non guardarla e Daphne continuò. -Poteva essere Urquhart, uno degli Weasley, Malfoy lei avrebbe urlato comunque. Non so cosa passa per la testa a Higgs ma so che tu oggi, hai esagerato. Il bello è che la conosci meglio di me!- 

-Un discorso del genere da te non me lo sarei mai aspettato in effetti- borbottò imbronciato.

Daphne ridacchiò, Theodore ormai si era messo a riflettere sulle parole pronunciate da lei e per qualche secondo, rimase in silenzio. 

-Ma cosa ne pensa, Astoria?- chiese finalmente Theodore, voltandosi a guardarla.

-Sai com'è fatta- rispose, facendo spallucce. 

-Sì ma non sono pazzo vero? Lui...-

-Higgs è Higgs, non si capisce mai cosa gli passi per la testa, solo quei due disagiati che si porta dietro lo capiscono. Mia sorella è sempre stata attratta da lui, di più non so dirti- lo interruppe, con tono svogliato.

Theodore annuì scettico e Daphne si alzò dal divano, per avviarsi in Sala Grande. Theodore la guardò avvicinarsi all'uscita e, quando stava per mettere piedi fuori dalla Sala Comune, la richiamò.

-Grazie, Daph-

-Prego, deficiente- rispose Daphne, sorridendogli.

~

Hogwarts era illuminata da una mezza luna e le luci che spuntavano dalle finestre, la fecero sorridere. Un sorriso nostalgico di chi aveva abbandonato quel posto anni prima, perché quel castello era stata la casa di tutti ma ci si rendeva conto di ciò, solo quando si chiudeva il baule per l'ultima volta. Era stata la sua dimora per sette anni e sembrava passata un'eternità, ricordava ancora i volti speranzosi dei suoi amici, seduti a tavola per l'ultima colazione e non si sarebbe mai dimenticata, gli sguardi innamorati che Josie e Reg si scambiarono sull'espresso per Hogwarts. Sospirò e si strinse nel suo mantello invernale, appoggiandosi ad un tronco d'albero in attesa. Un bagliore tipico di una bacchetta la mise in allerta, nascose il viso nel mantello e tenne la sua stretta tra le dita infreddolite. La sua premura durò pochi attimi, perché quando la persona si avvicinò, riconobbe i folti capelli neri di Severus.

-Alla buon ora, Sev- lo rimbeccò lei, guardandolo sorridente.

Severus la raggiunse e puntò la bacchetta contro di lei per illuminare il suo viso, quel gesto l'accecò e chiuse gli occhi per qualche secondo, prima di spostarsi stizzita.

-Non serve rendermi cieca- borbottò, guardandolo.

-Sai le regole- la riprese Severus, scoccandole un'occhiata torva. -Identificati-

-Jocelyn Perks, Serpeverde, a capo del laboratorio di Pozioni del San Mungo, il mio patronus è una lince e ricordo ancora il giorno in cui hai preso un desolante con Lumacorno-

Severus la guardò senza dire nulla e abbassò la bacchetta, per poi indicarle la Foresta Proibita. Jocelyn annuì suo malgrado e lo seguì, non prima di lanciare un'ultima occhiata al castello alle sue spalle. Entrò nella foresta, la neve iniziava a calare copiosamente e fu costretta a coprirsi il capo con il cappuccio. Severus le faceva strada senza parlare e Jocelyn, si chiese quando erano arrivati a quel punto, le mancava l'amico che Severus era stato ma soprattutto, sentiva la mancanza del gruppo che erano a scuola. La foresta era nel buio più totale, spezzato solo dai bagliori delle loro bacchette, neanche la luna riusciva a penetrare i rami così robusti e folti. Sembrava che quegli alberi non meritassero neanche un po' di calore.

-Eccoci qui- esclamò Severus, fermandosi al limitare di una radura.

Forse quel piccolo lembo di terra senza alberi era l'unico in tutta la foresta, ad avere l'onore di essere illuminato e per un secondo, si sentì indifesa. Severus scrutò attentamente l'erba imbiancata sotto i loro piedi e Jocelyn seguì il suo esempio, anche se non sapeva bene cosa cercare. Durante il pomeriggio, Remus si era presentato a casa sua e le aveva dato la missione per conto di Silente. Dovevano trovare indizi su chi avesse attaccato Alyssa Black e Theodore Nott. Una missione insolita ma che le riportò alla mente, il discorso fatto al San Mungo mesi prima, riguardante Grace Moldian.

-Pensi sia stata lei?- chiese Jocelyn, cercando di controllare la sua voce. 

-Grace? Non lo so- rispose Severus, senza alzare gli occhi da terra. -La sua scomparsa è ancora un mistero. Purtroppo per noi, Silente reputa questa pista una perdita di tempo, siamo qui solo per tenere al sicuro il castello- 

Jocelyn aprì bocca per parlare ma la richiuse subito, quando trovò a terra quello che sembrava essere un giornale, reso umido dalla neve che stava cadendo. Lo prese tra le mani e lo asciugò alla bell'è meglio, con un colpo di bacchetta. Non era la Gazzetta del Profeta ma un giornale francese, aguzzò lo sguardo e si mise a leggere nonostante erano anni che non spiccicava più una parola di francese.

Attacco alla partita di Quidditch delle Sirènes de Normandie contro i Chevaliers de Paris

Ieri sera poco prima del fischio d'inizio, il campo da Quidditch di Caen è stato attaccato da un folto branco di lupi mannari. Quattro persone sono state morse tra cui J. D., noto giocatore degli Chevaliers de Paris mentre sono decine i morti. Gli Auror stanno indagando sull'accaduto.

 

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